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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 225 di mercoledì 18 settembre 2019

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 11,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta del 9 settembre 2019.

MARZIO LIUNI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 9 settembre 2019.

Sul processo verbale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sul processo verbale il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente, chiedeva se c'erano osservazioni. Io ho osservazioni, perché nel presente verbale risulta, come giustamente è avvenuto, che io sono stato richiamato formalmente una volta, e quindi la mia espulsione è scorretta perché io sono stato richiamato una volta sola, e non potevo essere espulso senza il secondo richiamo formale; e aggiungo però che non risulta che sono rientrato in Aula, e quindi che l'espulsione era stata superata. Quindi per quel che mi riguarda attualmente, visto che ho votato regolarmente contro la fiducia al Governo, non c'è scritto nel verbale che sono rientrato in Aula, e quindi l'espulsione era superata. Lascio poi al mio presidente di gruppo eventuali interventi su altre espulsioni che ho sentito a verbale e che non mi risultano.

PRESIDENTE. Deputato Donzelli, rispetto al verbale, di cui è stata data lettura poco fa, le questioni che lei citava sono correttamente espresse; fermo restando i suoi commenti di carattere politico, a cui aggiungo soltanto la valutazione che non è necessario essere richiamati più volte per essere espulsi perché il nostro Regolamento prevede anche, in determinate circostanze, opinabili per carità, che si possa procedere all'espulsione anche in presenza di un unico richiamo.

Detto questo, non so se ci sono altri interventi…

Ha chiesto di parlare sul processo verbale il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, intanto segnalo un fatto: lì risulta la deputata Bellucci espulsa dall'Aula, quando l'espulsione della Bellucci non solo non c'è stata, ma è comprovato il fatto che non è stata espulsa perché è rimasta in Aula, come invece risulta dal verbale. Pregherei quindi gli uffici di verificare e correggere questo grave errore nei confronti della collega.

La seconda questione, invece, sul Regolamento, che lei Presidente correttamente richiama: segnalo che i casi previsti dal nostro Regolamento per l'espulsione con un solo richiamo sono rispetto a offese gravi che il deputato avrebbe apportato con il suo intervento. Ora, la parola “onestà”, a meno che con il nuovo Governo non venga reputata un'offesa grave, non rientra nella casistica delle espulsioni che prevedono un solo richiamo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Crederei opportuno rivederla.

PRESIDENTE. Deputato Lollobrigida, abbiamo ascoltato le sue valutazioni. Lei è entrato nel merito: non è competenza di questa Presidenza oggi, perché non è comunque l'organismo preposto a dare risposte nel merito delle osservazioni legittime che lei faceva in ordine alle espulsioni; mentre stiamo approfondendo la vicenda che riguarda l'espulsione, così come rinvenuta dalla lettura del verbale, della deputata Maria Teresa Bellucci. Quindi, in questo momento gli uffici stanno reperendo…

Presidente Lollobrigida, il Presidente Fico testualmente richiama la deputata Maria Teresa Bellucci: “Onorevole Bellucci” – leggo testualmente – “onorevole Bellucci, onorevole Bellucci, è il secondo richiamo. Onorevole Bellucci, l'allontano dall'Aula”. Quindi anche se lei fa rilevare che la collega Bellucci non è uscita dall'Aula, il parlato del Presidente Fico dice quello che io le ho appena riferito.

Io direi di andare avanti, poi avrete comunque tutti gli strumenti per contestare, formalizzare…

Prego, deputato Lollobrigida.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Anche perché essendo la collega assente, non può richiamare direttamente questa vicenda; ma “l'allontano dall'Aula” del Presidente, mi sembra Rosato, non Fico, in quel momento era, a nostro avviso, una minaccia interrogativa: tanto è vero che non è stata allontanata dall'Aula. Credo che sia opportuno rivedere il verbale, oppure mi dica lei quali sono le condizioni per evitare che una cosa falsa sia in quest'Aula approvata con un verbale che, dalla lettura, dice cose diverse dalla realtà.

PRESIDENTE. Allora, mi pare che si possa arrivare a questo tipo di conclusione, in perfetta sintonia con quello che è accaduto, cioè alla realtà della seduta di cui abbiamo letto e stiamo approvando il verbale: non essendo la collega Bellucci uscita dall'Aula e non avendo insistito la Presidenza su un suo allontanamento, si deve interpretare il parlato del Presidente come un invito a cessare le proprie proteste onde evitare l'espulsione dall'Aula, e quindi in questo senso verrà corretto il verbale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ha chiesto di parlare sul processo verbale il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Ora, dato che nel prosieguo di quella seduta, in seguito all'intervento del collega Foti, è stato chiarito dal Presidente di turno che potevo partecipare alle votazioni e alla fiducia, vorrei che questo fosse messo a verbale, perché poi ho votato e rimane solo la mia espulsione. L'articolo 60 del Regolamento, Presidente, prevede che uno può essere allontanato, senza il secondo richiamo come diceva lei prima, per il resto della seduta, non prevede un'espulsione momentanea. L'articolo 60, in questo caso, prevede per il resto della seduta, se c'è un particolare turbamento e offesa dei deputati: non ho offeso nessuno, farò i miei ricorsi, ma comunque prevede che sia per il resto della seduta. Siccome la scorsa seduta non è stato per il resto della seduta, perché il Presidente ha chiarito che potevo votare per la fiducia, vorrei che nel verbale fosse presente che il mio voto alla fiducia era consentito, regolare, perché ero stato riammesso in Aula, perché è così.

PRESIDENTE. Deputato Donzelli, tutto quanto da lei riferito è presente nello stenografico della seduta. Con le precisazioni quindi che abbiamo ascoltato, anche quelle che riguardano il caso Bellucci, e con le conseguenti correzioni, il verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascani, De Micheli, Luigi Di Maio, Gallinella, Gebhard, Giorgis, Lorenzin, Lupi, Maniero, Mauri, Parolo, Rizzo, Rosato, Scalfarotto, Schullian, Scoma e Vitiello sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente settantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,20).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la deputata Bordonali. Ne ha facoltà.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Grazie, Presidente. Presidente, colleghi, solo la settimana scorsa eravamo qui tutti riuniti a votare la fiducia al nuovo Governo, questa nuova maggioranza abbastanza strana uscita nel mese di agosto.

Dopo solo una settimana questa maggioranza subisce, attraverso la scissione del PD, una nuova forma. Noi abbiamo, quindi, una nuova maggioranza e anche un nuovo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) visto che esponenti di questo Governo, nuovi Ministri, seguiranno il senatore Renzi e apprendiamo che la preoccupazione del Premier Conte è molto evidente. Il Premier Conte è rimasto sorpreso. Lui è rimasto sorpreso perché di questa scissione si è parlato per tutto agosto, quindi mi sembra che la sorpresa sia solo del Premier Conte. Però sono molto importanti le parole pronunciate dal Premier Conte in questi giorni: “una minaccia oggettiva per la stabilità - ha denunciato - il gesto di Renzi”. Renzi avrebbe dovuto muoversi prima della nascita del nuovo Esecutivo. Quindi si tratta di dichiarazioni del Premier che sicuramente preoccupano per la stabilità del Governo. Ma non solo il Premier è preoccupato e sorpreso. Veniamo ai due partiti di maggioranza, i partiti maggiori del Governo. Da un lato, uno degli artefici di questa strana alleanza di Governo, il Ministro Franceschini, che addirittura in uno scambio di battute con il Ministro tedesco alla cultura ammette: “Renzi today is a big problem(Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), cioè anche Franceschini si è accorto del grande problema di Renzi. Ma ricordo anche le dichiarazioni fatte durante la formazione di questo strano Governo giallorosso dagli amici dei Cinque Stelle che dicevano: noi ci sediamo al tavolo con il PD perché non c'è più Renzi; il nostro interlocutore è Zingaretti. Ecco, faccio presente agli amici dei Cinque Stelle che adesso al Governo e a quel tavolo, per suddividervi ulteriormente le poltrone e i prossimi enti, ci sarà anche Renzi e dovrete sedervi al tavolo con lui (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ecco, per tutti questi motivi, Presidente, noi chiediamo che il Premier Conte venga immediatamente a relazionare rispetto al suo nuovo Governo. Vogliamo capire: cambieranno i programmi visto che stanno cambiando anche gli attori all'interno del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Quello che è ci è stato detto solo la settimana scorsa dal Premier rispetto al suo Governo, all'unità di questo Governo, agli intendimenti di questo Governo viene mantenuto o, solo dopo una settimana, cambierà tutto? Presidente, è inutile procedere oggi con i lavori parlamentari finché non viene il Premier Conte a parlarci dei suoi intendimenti, del suo Governo e dei nuovi programmi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mulè sulla stessa materia. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI). Presidente, noi abbiamo fondati motivi per ritenere che di qui a qualche ora nascerà un nuovo gruppo in questo Parlamento. Fondati motivi che provengono dalla lettura di alcuni giornali e dall'ascolto delle televisioni. Ieri un senatore della Repubblica ha notificato al suo collega, presidente della terza Camera, la nascita di questi gruppi parlamentari. Già questo, come dire, è un motivo che cambia la fisionomia del Parlamento. Inoltre, Presidente, sempre al collega titolare della terza Camera, il senatore ha detto di avere telefonato, aver ascoltato e di essersi confrontato con il Presidente del Consiglio e con il Ministro degli Esteri, che è anche capo politico del MoVimento 5 Stelle. Ma vi è di più. Fonti ufficiali di Palazzo Chigi, quindi non voci dal sen fuggite o ricostruzioni fantasiose dei giornali, ma fonti ufficiali di Palazzo Chigi ieri hanno diramato un comunicato nel quale - leggo testualmente, Presidente – “…se portata a compimento prima della nascita del nuovo Esecutivo, questa operazione niente affatto trascurabile avrebbe assicurato un percorso ben più lineare e trasparente alla formazione del Governo. Il Presidente incaricato avrebbe potuto disporre di un quadro di riferimento più completo per valutare la sostenibilità e la percorribilità del nuovo progetto di Governo che ha presentato al Paese”.

Allora, Presidente, c'è un fatto politico che il Presidente del Consiglio, lui stesso, giudica non trascurabile; c'è un fatto politico in capo al Presidente del Consiglio il quale ci dice che avrebbe valutato diversamente la sostenibilità e la percorribilità; c'è un fatto politico che porta unanimemente il Paese, che ancora pensa e che non si accontenta delle congiure di palazzo, a dire il Governo è nelle mani di Renzi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Allora, Presidente, qui c'è un dovere perché, se il Governo è nelle mani di Renzi, beh colleghi, questo Parlamento, viva Dio, non vorremmo che finisse nelle mani dei congiurati o di coloro che nel nome delle poltrone stanno facendo strame di tutto il consenso che si respira nel Paese, da Nord a Sud. Dunque, Presidente, è fondamentale e immediato - ce lo aspettavamo - che stamattina fosse qui magari il Ministro dei Rapporti con il Parlamento per dirci, lui stesso, che sentiva la necessità, visto che le cose accadono qui e non possono accadere nei corridoi, che il Presidente del Consiglio desiderava informare di come sarebbe cambiato il percorso che lui ha definito non più percorribile con l'ingresso in maggioranza di un partito e di un nuovo movimento che sarà presentato in quest'Aula. Quindi, Presidente, le chiediamo di chiedere immediatamente un'informativa del Presidente del Consiglio affinché possa mettere anche quest'Aula, per quel che vale oramai, visto come vanno le cose in questo Paese, in condizione di sapere ciò che accade a cento metri dall'Aula di Montecitorio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sul medesimo argomento il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Presidente, è evidente che chi di congiura di palazzo ferisce, di congiura di palazzo perisce. Abbiamo un Governo che si insedia con una congiura di palazzo consumata nottetempo; non fa in tempo a realizzare, nella sua geometrica perfezione, il crimine che, a sua volta, si trova assediato da un'altra congiura di palazzo; così scopriamo che il Governo ha un nuovo socio di maggioranza che ne modifica le fattezze, il perimetro e la geometria. Non sappiamo bene esattamente se l'accordo di Governo sia sempre il medesimo o se debba essere completamente rivisto dall'immissione non proprio vitalistica di questo nuovo soggetto. Noi riteniamo che sia necessario, intanto, che il Presidente del Consiglio intervenga immediatamente per dirci se vi è ancora stabilità e se si accontenta delle parole di Renzi. La collega della Lega ha citato alcune dichiarazioni di altri esponenti più o meno allarmati. Per quanto riguarda Fratelli d'Italia ciò che allarma maggiormente è proprio la garanzia che ha dato lo stesso collega Renzi quando è salito dal Presidente Conte e gli ha detto: Giuseppi stai sereno. Ora un Governo che deve la sua stabilità allo “stai sereno” di Renzi è un Governo che evidentemente per Fratelli d'Italia può avere vita molto, ma molto, ma molto breve e certamente travagliata. Allora è necessario che si venga immediatamente in Aula a riferire. Lo chiede Fratelli d'Italia che - voglio ricordare a tutti, anche ai nostri alleati - ritiene che non vi siano spazi o, meglio, che ancora oggi, di fronte all'ennesima congiura di palazzo che si innesta su un'altra congiura di palazzo e ne approfitta per ribadire che evidentemente questi Governi hanno vita breve perché si dovrebbero formare fuori da qui dentro, non nelle aule ma nelle piazze sovrane. Noi vogliamo ricostruire un centrodestra che sia - oggi dobbiamo dire - mai con il PD, ma aggiungiamo anche “mai con il MoVimento 5 Stelle” - e noi lo possiamo aggiungere - e chiediamo a tutto il centrodestra di aggiungere “mai con Renzi”. E allora noi, che dalle piazze chiediamo coerenza, vorremmo sapere dal Governo se vi è stabilità con l'innesto di Renzi; come si modifichi evidentemente l'accordo di Governo; come vuole affrontare il Governo delle congiure una congiura interna che ha partorito dalla sua pancia e, soprattutto, se il destino della stabilità dell'Italia può essere affidato a uno “stai sereno” che suona più come una minaccia o comunque l'avvertimento del sicario di questo Governo. Noi siamo qua a pretendere chiarezza partendo dal presupposto - lo ribadisco agli amici di tutto il centrodestra -: mai con il PD, mai con i 5 Stelle, mai con Renzi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Delmastro Delle Vedove. Ovviamente, le richieste di informativa indirizzate al Governo verranno trasmesse al Presidente Fico.

Sospendo, pertanto, la seduta, che riprenderà alle 11,40.

La seduta, sospesa alle 11,30, è ripresa alle 11,45.

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Protocolli: a) Protocollo emendativo della Convenzione del 29 luglio 1960 sulla responsabilità civile nel campo dell'energia nucleare, emendata dal Protocollo addizionale del 28 gennaio 1964 e dal Protocollo del 16 novembre 1982, fatto a Parigi il 12 febbraio 2004; b) Protocollo emendativo della Convenzione del 31 gennaio 1963 complementare alla Convenzione di Parigi del 29 luglio 1960 sulla responsabilità civile nel campo dell'energia nucleare, emendata dal Protocollo addizionale del 28 gennaio 1964 e dal Protocollo del 16 novembre 1982, fatto a Parigi il 12 febbraio 2004, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno (A.C. 1476-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1476-A: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Protocolli: a) Protocollo emendativo della Convenzione del 29 luglio 1960 sulla responsabilità civile nel campo dell'energia nucleare, emendata dal Protocollo addizionale del 28 gennaio 1964 e dal Protocollo del 16 novembre 1982, fatto a Parigi il 12 febbraio 2004; b) Protocollo emendativo della Convenzione del 31 gennaio 1963 complementare alla Convenzione di Parigi del 29 luglio 1960 sulla responsabilità civile nel campo dell'energia nucleare, emendata dal Protocollo addizionale del 28 gennaio 1964 e dal Protocollo del 16 novembre 1982, fatto a Parigi il 12 febbraio 2004, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno.

Ricordo che nella seduta del 17 settembre si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore per la III Commissione e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

Per richiami al Regolamento e sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento il deputato Guidesi. Ne ha facoltà.

GUIDO GUIDESI (LEGA). Presidente, ai sensi degli articoli 8 e seguenti, ovviamente. Il richiamo al Regolamento è rispetto alla richiesta, che è stata fatta da chi è intervenuto precedentemente ai venti minuti di pausa, rispetto al fatto di avere, prima dell'inizio dei lavori, un chiarimento da parte del Presidente del Consiglio nel rispetto della tanto conclamata, in questi giorni, democrazia parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Lo dico, guardi, facendole un semplicissimo esempio: il Presidente del Consiglio è venuto qui, nella scorsa settimana, a presentare un programma sul quale è stata votata la fiducia da parte di questo Emiciclo. Da lì in poi, oltre a esserci un nuovo gruppo parlamentare, tra l'altro presentato prima sui giornali e poi in Parlamento, è successo anche che - nell'esempio che le faccio cito la norma che riguarda “quota 100”, quella delle pensioni - che il Ministro degli Affari esteri, rappresentante di questa maggioranza, rappresentante del partito di maggioranza relativa di questa maggioranza, e il nuovo rappresentante di questa maggioranza, senatore Matteo Renzi…

PRESIDENTE. Deputato Guidesi, le chiedo scusa. Lei è collega esperto e sa di non svolgere, in questo caso, un richiamo al Regolamento, perché lei sta facendo un richiamo all'ordine dei lavori. Allori, entri cortesemente nel merito del richiamo al Regolamento.

GUIDO GUIDESI (LEGA). Mi scusi, Presidente. Allora, la sintetizzo così: su “quota 100” il senatore Matteo Renzi ha espresso esattamente il contrario di ciò che ha detto il Ministro degli Affari esteri, Luigi Di Maio.

Il richiamo al Regolamento è relativo all'esigenza di avere in quest'Aula il Presidente del Consiglio affinché chiarisca…

EMANUELE FIANO (PD). Qual è l'articolo del Regolamento (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)?

PRESIDENTE. Chiedo scusa. Deputato Fiano, lo sta dicendo. Sono curioso anch'io. Deputato Fiano (Commenti del deputato Fiano), deputato Fiano, deputato Fiano: è una domanda che ho già posto io e forse lei era distratto. Stava per rispondere e sono curioso quanto lei di conoscere il richiamo al Regolamento. Quindi, porti pazienza, se sta in ascolto cerchiamo di capire qual è il richiamo al Regolamento del deputato Guidesi. Prego, deputato Guidesi.

GUIDO GUIDESI (LEGA). Presidente, gli articoli li avevo citati: erano gli articoli 8 e seguenti, facendo riferimento al suo ruolo rispetto alla richiesta che è stata fatta e rispetto al fatto che un nuovo componente di questa maggioranza ha dichiarato, dal punto di vista programmatico, delle cose estremamente diverse rispetto a quelle dichiarate dal Presidente del Consiglio la scorsa settimana (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). La richiesta è quella di avere il Presidente del Consiglio in quest'Aula affinché chiarisca le linee programmatiche del nuovo Governo, nel rispetto della tanto conclamata democrazia parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Collega Guidesi, la medesima osservazione è stata fatta sull'ordine dei lavori prima della ripresa, dopo i venti minuti dati secondo prassi, da tre colleghi di tre forze politiche diverse. La Presidenza ha ovviamente risposto che avrebbe inoltrato al Presidente Fico e, attraverso il Presidente Fico, al Governo esattamente la richiesta che da voi, anzi da una parte dell'Aula, è stata inoltrata. Quindi, siamo esattamente al punto di partenza. Quindi, proseguiamo.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa, deputato Iezzi? Se è un richiamo al Regolamento, le dico subito che, citato l'articolo, deve essere nel merito dell'articolo, altrimenti sono costretto a toglierle la parola. Prego, a lei la parola.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Grazie, Presidente. Guardi, con estrema sintesi, noi avevamo fatto una richiesta precisa a lei e all'Aula, cioè la sospensione dei lavori in attesa dell'intervento e dell'informativa del Presidente del Consiglio. E su questo non possiamo avere una risposta dilatoria; abbiamo necessità di avere una risposta certa, proprio per l'esigenza di rispettare il Parlamento. Credo che tutti in quest'Aula, noi deputati dell'opposizione, i deputati della maggioranza e la Presidenza della Camera, abbiamo la necessità che il Parlamento, nel pieno delle sue funzioni, non venga preso in giro da nessuno. La settimana scorsa è stata votata la fiducia a un Governo che aveva una determinata maggioranza.

PRESIDENTE. Sì, questo lo abbiamo già ascoltato; porti pazienza, concluda.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Oggi, una settimana dopo, abbiamo una maggioranza diversa. Di conseguenza, crediamo che sia necessario, per il proseguimento dei lavori, avere un'informativa da parte del Presidente del Consiglio, in assenza della quale riteniamo sia necessario sospendere i lavori, perché non è pensabile, non è possibile, non è giustificabile, non è legittimo, non è regolamentare che il Parlamento venga preso in giro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Le richieste di presenza su un'informativa, inoltrate dall'Aula alla Presidenza, del Premier o del Governo sono solitamente trattate esattamente come le abbiamo trattate nel corso della mattinata, oggi e qui, in base alle rimostranze legittime di tre gruppi parlamentari; quindi, noi non possiamo fare altro che confermare che questa richiesta è stata inoltrata. Non c'è nessun intervento dilatorio, ma non c'è, analogamente, alcuna esigenza di sospensione dei lavori. Quindi, quando il Governo ci comunicherà, attraverso il Presidente e la Conferenza dei presidenti di gruppo, il giorno in cui riterrà di venire a rispondere alle sollecitazioni dell'Aula, saremo qui. Nel frattempo non c'è alcuna interferenza rispetto ai nostri lavori, che proseguono entrando nel merito del provvedimento richiamato.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Su quale articolo?

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente. Articolo 8, buon andamento dei lavori.

PRESIDENTE. È già stato fatto sull'articolo 8.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). No, siccome è stata avanzata una richiesta di sospensione, noi chiediamo che venga messa al voto, perché così ogni gruppo può assumersi la propria responsabilità di fronte al gran decantato principio della centralità di questo Parlamento. Tante parole, ma pochi fatti, signor Presidente. Richiediamo questa votazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Colleghi, il messaggio che voi state cercando di far pervenire mi pare abbastanza chiaro. Lo strumento della sospensione dei lavori prevede una durata prima di essere valutato, ed essendo la natura delle vostre richieste di carattere politico e non regolamentare, cioè non inerente lo svolgimento dei lavori, temo che neanche gli interessati, i richiedenti, siano nelle condizioni di stabilire l'ammontare di questa sospensione, se non, appunto, far corrispondere la sospensione fino al momento in cui il Governo non si presentasse in Aula per l'informativa, cosa che è obiettivamente poco compatibile con le procedure fin qui tenute e con il Regolamento. Quindi, se voi siete nelle condizioni di stabilire la durata della sospensione, tecnicamente la proposta di sospensione può essere ricevuta e messa ai voti. Dite voi, quindi, come dobbiamo procedere, altrimenti andiamo avanti. Deputato Iezzi, parla lei per la Lega? Prego.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Grazie, Presidente. Non vedo il problema: noi possiamo chiedere, chiediamo la sospensione di un'ora, in modo tale che il Presidente della Camera possa informare immediatamente il Presidente del Consiglio della richiesta che gli arriva dall'Aula del Parlamento, dall'Aula della Camera dei deputati. Lo ripeto: è necessario rispettarci, rispettare i deputati della maggioranza, rispettare i deputati dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). La maggioranza, cui noi siamo davanti oggi, non è la stessa di una settimana fa. Se non viene oggi il Presidente del Consiglio a riferire, mi dica lei quando viene a riferire!

PRESIDENTE. Benissimo, il concetto è chiaro, la ringrazio. Come vede, si può arrivare comunque a una condivisione anche delle richieste. È stata avanzata da parte del gruppo della Lega una richiesta di sospensione di un'ora. Questa richiesta di sospensione può prevedere un intervento a favore e un intervento contrario prima di procedere alla sua votazione senza registrazione dei nomi. Chi intende parlare contro questa proposta avanzata dal deputato Iezzi? Deputato Zanichelli, a lei la parola.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Presidente, sicuramente riteniamo che le prerogative dei gruppi parlamentari, di maggioranza e opposizione, debbano essere tenute in considerazione in egual misura rispetto alla Presidenza e rispetto anche al Governo. Riteniamo comunque opportuno proseguire con le ratifiche che sono all'ordine del giorno e in parallelo la Presidenza farà le opportune comunicazioni richieste, dal nostro punto di vista, ma questo non osta alla prosecuzione dei lavori di questo Parlamento e alla messa in votazione da parte della Camera, e in questo caso è l'organo sovrano per l'espressione dei propri pareri, nell'espressione, appunto, di quello che dobbiamo votare. Quindi, dal nostro punto di vista, siamo contrari alla richiesta di sospensione per questo motivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore il deputato Giglio Vigna. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo a favore perché non riteniamo vero che questa crisi, questa profonda crisi all'interno del Partito Democratico, non influisca sull'andamento dei lavori odierni. Presidente, cari colleghi, noi oggi, in questa seduta, non sappiamo chi abbiamo davanti, non sappiamo i singoli deputati della maggioranza, del Partito Democratico, di quello che era il Partito Democratico, di quello che è il Partito Democratico e i singoli deputati seduti al tavolo dei nove, chi rappresentano, non sappiamo per chi parlano. Per questo e per il rispetto che sempre dobbiamo all'organo parlamentare e a ogni singolo deputato chiediamo con forza, e torniamo a chiedere, la sospensione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di sospensione per un'ora avanzata dal gruppo Lega-Salvini Premier.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 47 voti di differenza (Deputati del gruppo Lega-Salvini Premier scandiscono: Vergogna, vergogna!).

Si riprende la discussione del disegno di legge di ratifica n. 1476-A.

(Esame degli articoli - A.C. 1476-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Passiamo alla votazione dell'articolo 4.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.

CRISTIAN INVERNIZZI (LEGA). La ringrazio, signor Presidente. Quasi alla fine della discussione di questa importante ratifica di una questione internazionale, che riguarda la responsabilità civile nel campo dell'energia nucleare - per cui immaginiamo anche tutti i risvolti che possiamo avere nei confronti dei nostri partner europei, nonché mondiali -, penso che sia il caso di sottolineare ancora, con forza, il paradosso nel quale ci ritroviamo. Voi, oggi, la maggioranza ci chiede di ratificare un accordo - lo ripeto - che ha risvolti importantissimi, nel momento in cui non sappiamo di che tipo di maggioranza oggi è costituito il Governo e, quindi, quali saranno gli effettivi risvolti di qualunque iniziativa da parte dell'Italia, stando al caso che stiamo discutendo, per quanto riguarda l'energia nucleare, quindi green economy, quindi tutto ciò che dovrebbe far parte, o almeno fino alla settimana scorsa faceva parte, di un Governo che poteva contare su alcune forze e che oggi, invece, conta su altre forze.

Capiamo perfettamente che la maggioranza non voglia concedere l'opportunità all'opposizione di chiarire la situazione, considerato che questo Protocollo emendativo è complementare alla Convenzione di Parigi, per cui il padrone Macron, probabilmente, vi ha dato ordine di andare avanti senza fermarvi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché tanto il Parlamento italiano non conta, lo state dimostrando. Alla fine, se va bene a Macron l'ingresso di questa nuova forza che fa capo a Renzi, questo non ha nessuna implicazione nemmeno a livello internazionale.

Siamo all'articolo 4 presumo, più o meno. Noi rinnoviamo con forza, proprio a coloro che fino all'altro giorno dichiaravano che non avrebbero mai fatto i servi del PD, ma, soprattutto, di Renzi, che la possibilità di salvaguardare la dignità del Parlamento c'è ancora. Noi chiediamo semplicemente, prima di approvare anche delle Convenzioni che hanno dei risvolti internazionali, di sapere se il voto di fiducia dato la settimana scorsa corrisponde ancora all'effettivo sentimento del Parlamento; perché se così non fosse - e capisco che questa per voi sarebbe, probabilmente, la fine più ingloriosa, che tanto però vi aspetta, prima o poi -, allora continuiamo, anche nei confronti dei nostri partner internazionali, ad andare avanti dicendo che un Governo c'è, oppure, signori, prendiamo atto che il Governo non c'è più. Vi chiediamo ancora di rispettare la dignità del Parlamento, Renzi faccia tutti i suoi giochini che ritiene opportuni, ma salvaguardiamo la dignità dei singoli parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1476-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Laura Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Signor Presidente, colleghe e colleghi deputati, Vice Ministra Del Re, questo disegno di legge di ratifica si occupa di dare il massimo di garanzie possibili alle persone nel caso di incidente nucleare, da lì anche il senso delle votazioni tutte positive della nostra Aula. Ora, per giungere a questo risultato si è seguito un iter assai complesso dal punto di vista giuridico, tant'è che noi procediamo oggi a ratificare due Protocolli che emendano Convenzioni che hanno iniziato a occuparsi di questo tema fin dal 1960, quindi immaginatevi l'iter. Con questa ratifica si prolunga il termine entro cui è possibile esercitare il diritto al risarcimento, si migliora la compensazione dei danni causati da incidenti nucleari, si amplia la definizione stessa di incidente nucleare, si individua chiaramente nel gestore dell'impianto il soggetto che è destinatario dell'azione di responsabilità civile, e si includono anche gli incidenti che dovessero determinarsi in impianti che sono in corso di smantellamento, così come a tutti gli impianti per lo smantellamento delle sostanze nucleari. Questi temi sono stati al centro della nuova Convenzione di Parigi del 2004, e, a partire da questi, il disegno di legge di ratifica si preoccupa di apportare le necessarie modifiche all'ordinamento nazionale.

Dunque, signor Presidente, è per queste ragioni, e condividendone le finalità, tutte le finalità, che il gruppo di Libere e Uguali voterà a favore di questo disegno di legge di ratifica (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ugo Cappellacci. Ne ha facoltà.

UGO CAPPELLACCI (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, il voto odierno si inserisce in un contesto in cui, purtroppo, il tema oggetto di questi Protocolli è di stretta attualità. Tutti ricorderanno l'incidente di Fukushima del 2011; bene, alcune settimane fa, il Ministro giapponese dell'ambiente ha detto che la società proprietaria della centrale atomica considera unica possibilità per smaltire l'acqua radioattiva quella di rilasciarla nell'Oceano Pacifico, in modo da diluirla. Noi prendiamo atto delle preoccupazioni che sono state espresse dal Ministro Costa sui social network sul fatto che le conseguenze di una simile decisione possono essere gravi e riverberarsi anche in altri Paesi, ma allo stesso tempo auspichiamo che si vada oltre, e che tali considerazioni possano tradursi in azione politica nei luoghi dove le decisioni vengono prese, nei luoghi in cui contano le decisioni. Ciò vale anche per quanto sta accadendo vicino al nostro confine, sul nostro confine: il gigante francese dell'energia, che ricava dall'atomo il 78 per cento della produzione elettrica, ha reso noto che i suoi reattori potrebbero contenere componenti non a norma, e che ci sarebbe una deviazione dagli standard tecnici che disciplinano la produzione di componenti dei reattori nucleari.

Allora ben venga la ratifica dei Protocolli sulla responsabilità civile nel campo dell'energia nucleare, ma auspichiamo che questa sia anche l'occasione per un protagonismo positivo dell'Italia sullo scenario internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questo Governo, tra i tratti caratteristici del suo programma, ha annunciato un radicale cambio di paradigma culturale, che porti a inserire la protezione dell'ambiente e della biodiversità tra i principi fondamentali del sistema costituzionale. Allora, siccome non c'è mai stato un Governo che si sia dichiarato contrario all'ambiente o alla pace nel mondo, siamo ansiosi di comprendere come si esprimerà nel concreto - al di là degli slogan sui social - questo nuovo paradigma, convinti del fatto che la politica si basi su ciò che si fa e non sui proclami. Forza Italia voterà a favore di questi Protocolli, che vanno a modificare dei pilastri fondamentali (le Convenzioni di Parigi, di Bruxelles, di Vienna), modifiche che sono oltremodo necessarie.

Quindi, a nome di Forza Italia, dichiaro il voto favorevole alla ratifica. Lo faccio però - mi sia consentito - con una sottolineatura, con una motivazione in più: lo faccio da sardo, perché il nostro popolo, prima ancora del pronunciamento avvenuto a livello nazionale, ha espresso, con un referendum regionale, una volontà fortissima (97 per cento) per tenere lontano dalla nostra isola sia gli impianti che i depositi di scorie radioattive.

Signor Presidente, signor Viceministro, colgo l'occasione per ribadire che nessuno deve osare sfidare la volontà di un popolo espressa in maniera democratica, legittima e fortemente partecipata. Il voto di oggi, quindi, sia il principio di una volontà di costruire un futuro diverso, che va al di là dei programmi delle maggioranze del momento e in particolare di questa maggioranza, raccogliticcia, eterogenea e a tempo determinato. Noi abbiamo già le maniche rimboccate per fare la nostra parte (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piero Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). Signor Presidente, anche noi voteremo a favore di questo provvedimento, che mira a incrementare i fattori di tutela e di protezione dei cittadini rispetto ad incidenti nucleari. Come è noto, la comunità internazionale si era dotata da tempo di strumenti, in particolare le Convenzioni di Vienna e di Bruxelles, tuttavia dopo l'incidente di Chernobyl, che tutti ricordiamo - almeno coloro che hanno un po' di anni alle spalle -, del 1986, vi è stato un salto di qualità nell'attenzione della comunità internazionale rispetto al tema della prevenzione e del risarcimento dei danni, sia materiali che immateriali, per incidenti nucleari. Sulla base di questa maggiore attenzione e maggiore sensibilità si sono uniti gli strumenti e si è determinato, con la Convenzione del 2004 di Parigi, un quadro normativo più completo e più organico, che prevede non soltanto il risarcimento per danni materiali, ma anche per danni immateriali, il riconoscimento e il risarcimento delle spese per ripristino, per attività preventive e di tutela e per tutto ciò che, in qualche modo, direttamente o indirettamente, può afferire alla gestione della sicurezza di un impianto nucleare e a eventuali incidenti.

È importante che oggi ratifichiamo questo provvedimento, perché siamo l'ultimo Paese a non averlo ancora ratificato, e trattasi di una Convenzione che ormai data dal 2004, quindi siamo, tra l'altro, in un tempo ormai abbastanza lungo delle procedure di ratifica. Con la ratifica del nostro Paese si completa l'iter di ratifica, quindi la Convenzione potrà entrare in applicazione.

Per tutte queste ragioni, voteremo a favore, come mi pare la gran parte dei gruppi di questa nostra Assemblea (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simone Billi. Ne ha facoltà.

SIMONE BILLI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il gruppo Lega-Salvini Premier voterà a favore di questo provvedimento, per migliorare la compensazione delle vittime dei danni causati dagli incidenti nucleari, favorevole alle disposizioni di questo Protocollo per aumentare gli importi di responsabilità e l'estensione della responsabilità civile nucleare ai danni ambientali.

Presidente, ribadisco fortemente la nostra richiesta che il Presidente Conte venga in Aula, venga in Aula a spiegarci cosa sta succedendo, venga in Aula per farci capire quello che la maggioranza sta facendo e quello che la maggioranza vuole fare. Presidente, ribadisco ancora una volta, noi vogliamo sapere dal Presidente Conte cosa sta succedendo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Nella parte finale, magari, si sarebbe potuto attenere di più all'oggetto della dichiarazione di voto. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Patrizia Terzoni. Ne ha facoltà.

PATRIZIA TERZONI (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il provvedimento sulla gestione dei rischi del nucleare che siamo chiamati a votare riveste particolare importanza su una materia che troppo spesso sfugge agli onori delle cronache, destando forte e giustificata preoccupazione nella popolazione. Si tratta di un argomento su cui vi è stata anche disattenzione, visto che siamo chiamati a rimediare, con anni di ritardo, alla ratifica di trattati internazionali utili ad affrontare eventuali criticità con spirito di collaborazione internazionale.

Sull'importanza di questo provvedimento, a titolo esemplificativo, vorrei ricordare l'incidente nucleare dello scorso 8 agosto, verificatosi nel Mar Glaciale Artico, al largo di una delle basi militari russe coperta da segreto di Stato. L'Agenzia nazionale atomica russa Rosatom ha ammesso la contaminazione radioattiva a distanza di ben due giorni dall'esplosione che ha coinvolto il reattore di uno dei missili russi sperimentali a testata nucleare durante un test. La notizia dell'incidente ha avuto uno spazio ridotto nei TG, nonostante le sette vittime, cinque scienziati e due militari, e i diversi feriti.

Quanto è accaduto è preoccupante se inserito nella cornice della corsa agli armamenti e alle tecnologie atomiche che stanno portando avanti alcune potenze mondiali. Se l'esplosione nella Russia artica attiene agli usi militari che quindi non vengono coperti da questa Convenzione, comunque confermano le potenziali conseguenze a livello continentale di incidenti con materiali radioattivi.

Per rimanere agli usi civili del nucleare richiamo la recente notizia dell'intenzione, seppur rivelata da un Ministro come opinione personale, di voler procedere allo smaltimento nell'Oceano Pacifico delle acque radioattive contaminate da trizio, derivanti dall'operazione di raffreddamento dei reattori di Fukushima gravemente danneggiati nel 2011. Ad otto anni di distanza scopriamo che potrebbero esserci conseguenze transfrontaliere da quell'incidente che, da allora, ha riproposto con forza il tema della sicurezza nucleare in tema di produzione energetica per scopi civili.

Se rimaniamo nei Paesi europei, di questi giorni è poi la notizia divulgata da EDF, principale operatore nucleare francese, dell'esistenza di potenziali problemi con le saldature di alcune componenti dei propri reattori che potrebbero comportare criticità in ordine alla sicurezza di centrali nucleari che distano poche centinaia di chilometri dal nostro Paese.

In realtà, se guardiamo gli ultimi anni, sono stati plurimi gli allarmi su malfunzionamenti di centrali nucleari o di centri che gestiscono materiale radioattivo.

Sempre per rimanere sui possibili effetti transfrontalieri, vorrei ricordare l'incidente che proprio in questo periodo dell'anno, ma nel 2017, ha determinato la diffusione di una nube di rutenio 106, registrata da numerose stazioni di monitoraggio in Europa. Fortunatamente, i valori registrati nella nostra parte del continente non erano in alcun modo pericolosi per l'uomo, ma questi monitoraggi hanno riproposto, con forza, la questione della cooperazione internazionale nella gestione dei rischi connessi a incidenti nucleari. Infatti, anche in questo caso, l'incidente non è stato denunciato dal Paese responsabile e solo grazie ad una inchiesta indipendente di scienziati, prima, francesi e, poi, di varie nazionalità è stata rivelata la fonte della contaminazione, individuata nel centro di Majak in Russia.

Tra l'altro, queste autorevoli fonti scientifiche, riportate da giornali quale Science e PNAS non hanno escluso la dispersione di materiale radioattivo nell'area dell'incidente che potrebbe aver comportato l'esposizione a forti dosi di radiazioni e non hanno escluso la connessione del caso alla realizzazione di una sorgente radioattiva basata sul cerio 144 destinata all'esperimento denominato Sox nei laboratori di fisica nucleare del Gran Sasso, quindi a casa nostra. Un procedimento volto alla realizzazione della sorgente a partire da materiale fissile di una centrale nucleare sulle cui difficoltà gli stessi ricercatori erano consapevoli, secondo quanto da loro stessi rivelato.

Un progetto oggi abbandonato, che suscitò giusta preoccupazione anche nel nostro Paese e su cui, ancora pochi giorni fa, è intervenuto il procuratore capo di Teramo, rivelando quello che fu il suo sconcerto nell'apprendere, durante l'inchiesta sulle criticità circa le misure di sicurezza nei laboratori, dell'intenzione di adoperare una sorgente radioattiva di grande entità, come allora ammesso dallo stesso direttore dei laboratori, che seppur schermata avrebbe dovuto essere posizionata in un contesto altamente sismico come il Gran Sasso. Tutti questi casi che attengono a diverse normative hanno due punti in comune: hanno avuto potenziali effetti transfrontalieri e hanno suscitato un forte dibattito pubblico, a testimonianza della necessità di migliorare e rafforzare la cooperazione internazionale e garantire una sorveglianza sempre più stretta sulla materia nucleare, dotandosi di strumenti normativi chiari e rigorosi.

In questo senso, oggi siamo quindi chiamati ad esprimerci sulla ratifica di due protocolli di altrettante convenzioni internazionali sulla responsabilità civile nel campo all'impiego pacifico dell'energia nucleare che vanno ad adeguare la legislazione interna. Ricordo, purtroppo, che l'Italia è, ad oggi, l'ultimo Stato membro che non ha ancora provveduto alla ratifica del protocollo emendativo della Convenzione del 1960 e che è stata avviata una procedura d'infrazione al riguardo, sospesa in ragione delle rassicurazioni date dallo Stato italiano alcuni anni orsono in ordine ad una pronta ratifica.

Rimando alla relazione del relatore Romaniello svoltasi nella giornata di ieri per la spiegazione tecnica della normativa. Ovviamente, essendo una ratifica connessa ad adeguamenti di convenzioni internazionali non abbiamo potuto apportare modifiche profonde al testo, anche laddove avremmo voluto, ma in ogni caso, in sede di Commissione, abbiamo introdotto una norma sulla pubblicità proattiva, quindi, l'obbligo di rendere disponibile in un'apposita sezione dei siti istituzionali le informazioni sui diritti al risarcimento per danno nucleare e tutti i documenti utili a diffondere la conoscenza. A tal fine, i siti Internet dei soggetti esercenti e dei trasportatori devono prevedere un collegamento a queste sezioni ufficiali dello Stato, tutto nell'ottica di prevenire fake news o studi non ufficiali o di parte, auspicando, ovviamente, che mai nessuno dovrà farne un uso concreto.

Crediamo comunque che la piena conoscenza dei meccanismi di risarcimento e di responsabilità degli operatori anche solo per la stipula di adeguate assicurazioni dia comunque un segnale di attenzione nei confronti dei cittadini su un tema su cui c'è particolare sensibilità, tenuto conto che si sono espressi chiaramente per ben due volte, raggiungendo il quorum del referendum riguardante il nucleare. Ribadisco che l'Italia è l'unico Stato membro a non aver concluso le procedure interne per la ratifica dei protocolli, impedendo il deposito simultaneo, deciso nel lontano 2004, di tutti gli Stati membri. Per questo, oggi, il MoVimento 5 Stelle voterà favorevolmente il recepimento di queste ratifiche dopo anni di silenzi e di ritardi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Walter Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. Pochi secondi per confermare il voto convintamente positivo da parte del gruppo Fratelli d'Italia con - se posso, rispetto alla maggioranza - una piccola critica, nel senso che tra le pieghe di questo provvedimento vediamo che, ad esempio, per quanto riguarda i cosiddetti risarcimenti, argomento sul quale noi siamo evidentemente d'accordo, però, di fatto, sono stati parificati - questa può quindi essere semplicemente una critica costruttiva nei confronti dei prossimi passi e passaggi - i risarcimenti per Stati che attualmente hanno ancora l'energia nucleare in funzione assieme a Stati che l'energia nucleare non ce l'hanno in funzione, come ad esempio l'Italia. Ecco, secondo noi la percentuale di risarcimenti avrebbe dovuto essere sicuramente più premiante nei confronti degli Stati che hanno abbandonato e stanno man mano abbandonando questo tipo di possibilità.

È evidente, Presidente, che serve un grande piano Marshall rispetto al nucleare, un grande piano Marshall rispetto alla cosiddetta energia verde (perché si può anche chiamare energia verde, non soltanto green economy, come lei mi insegna, Presidente Rampelli) e direi che Fratelli d'Italia è convintamente favorevole a questo provvedimento ed è convintamente favorevole al fatto che l'Italia, prima o poi, abbandoni anche le sirene francesi, per quanto ricordavano prima alcuni colleghi, perché, di fatto, voi state facendo questo accordo con l'Europa, anche con l'illuminato Presidente Macron che di centrali nucleari ne ha e si guarda bene dal dismetterle, come con la stessa Germania che approverà la dismissione delle centrali stesse, anche quelle a carbone, entro il 2050, però state facendo un accordo con quelli che questa Europa vogliono comandarla e non vogliono lasciare in questo caso anche al nostro Paese - lo rinnovo, sovrano - la cosiddetta sovranità energetica in questo senso. Ecco, secondo noi, dovremmo andare in quell'ambito, cioè non dovremmo essere schiavi di logiche politiche e soprattutto energetiche da parte di Paesi che molto spesso hanno messo il bastone fra le ruote anche alla stessa politica interna in Italia; ci sono altri luoghi, ci sono altre possibilità per l'Italia, che è un Paese centrale nel Mediterraneo, anche per la sua posizione geo-economica, fisica e anche energetica. Ebbene, sottosegretario, dovremmo fare un passo sicuramente in avanti rispetto a questi temi così prima citati, in termini di sovranità energetica del nostro Paese. Confermo il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1476-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1476-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1476-A: "Ratifica ed esecuzione dei seguenti Protocolli: a) Protocollo emendativo della Convenzione del 29 luglio 1960 sulla responsabilità civile nel campo dell'energia nucleare, emendata dal Protocollo addizionale del 28 gennaio 1964 e dal Protocollo del 16 novembre 1982, fatto a Parigi il 12 febbraio 2004; b) Protocollo emendativo della Convenzione del 31 gennaio 1963 complementare alla Convenzione di Parigi del 29 luglio 1960 sulla responsabilità civile nel campo dell'energia nucleare, emendata dal Protocollo addizionale del 28 gennaio 1964 e dal Protocollo del 16 novembre 1982, fatto a Parigi il 12 febbraio 2004, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 677 - D'iniziativa del senatore Petrocelli: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Belarus in materia di cooperazione scientifica e tecnologica, fatto a Trieste il 10 giugno 2011; b) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Belarus sulla cooperazione culturale, fatto a Trieste il 10 giugno 2011 (Approvata dal Senato) (A.C. 1678) (ore 12,31).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 1678: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Belarus in materia di cooperazione scientifica e tecnologica, fatto a Trieste il 10 giugno 2011; b) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Belarus sulla cooperazione culturale, fatto a Trieste il 10 giugno 2011.

Ricordo che nella seduta del 17 settembre si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 1678)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1678)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Laura Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). La ringrazio. Signor Presidente, colleghe e colleghi deputati, Vice Ministra Del Re, questo disegno di legge di ratifica, come il successivo che riguarda la Repubblica di Corea, ha come oggetto la cooperazione nel campo scientifico, tecnologico, culturale e prevede anche numerose iniziative di scambio e anche di reciproca collaborazione tra i due Paesi in molti settori, quindi quello della ricerca, quello delle manifestazioni culturali e artistiche, della musica, del cinema, del teatro, così come dei beni museali e anche archeologici. Accordi di questo tipo, signor Presidente, vanno certamente promossi, incoraggiati, sostenuti, perché, in un'epoca nella quale c'è chi si affanna a costruire muri, barriere e isolamento nazionalistico, la cultura e la conoscenza possono rappresentare, invece, quei ponti di comunicazione, di amicizia, di apertura, così come di convivenza, che aiutano il cammino dei valori che stanno tutti a cuore – immagino, dovrebbero stare tutti a cuore – cioè quelli della pace, della solidarietà e anche della collaborazione tra i popoli e i Paesi.

Ecco, per questo, signor Presidente, il mio gruppo voterà a favore di questo disegno di legge di ratifica, così come anche di quello successivo riguardante la Repubblica di Corea, ma qualche parola però la vorrei dire; in particolare, la vorrei dire, signora Vice Ministra, sulla Bielorussia. Ecco, io mi auguro che la collaborazione nel campo della cultura e della scienza costituisca uno stimolo alla piena democratizzazione di quei Paesi, come appunto la Bielorussia, che soffrono di una restrizione della libertà di informazione, ma anche della libertà di associazione e di riunione: tutte condizioni che sono state spesso denunciate da Amnesty International e anche da altre associazioni che operano e si battono per i diritti umani. È un Paese - vale la pena ricordarlo a questa Assemblea - nel quale c'è ancora la pena di morte e da venticinque anni quel Paese è governato da Lukashenko, Lukashenko che viene definito spesso come l'ultimo dittatore d'Europa. Quindi, auspico che il Governo, nel dare attuazione a questi impegni di cooperazione nel campo della cultura, ponga però un'attenzione particolare ai temi che riguardano gli aspetti dei diritti umani, delle libertà civili, delle pari opportunità tra uomini e donne e della tutela delle minoranze, perché questi ambiti non possono mai essere secondari. E dunque è giusto impegnarsi affinché i Paesi con i quali noi andiamo a collaborare, sia pur a livello culturale, possano essere stimolati a procedere nel percorso, spesso complicato, di democratizzazione (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Salvatore Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Fratelli d'Italia voterà a favore di questo Trattato, anche perché l'amicizia con la Bielorussia non è questione di pochi anni, ma è antica. Non c'era bisogno di questo Trattato per avere dei rapporti culturali di amicizia con quel popolo, soprattutto perché bisogna ricordare i viaggi dei bambini, che d'estate vengono in Italia in varie regioni, la Sardegna e altre regioni del sud, per passare una vacanza e dimenticare a volte episodi brutti che son successi, esperienze traumatizzanti; e bisogna ricordare anche gli scambi commerciali, soprattutto perché la Bielorussia oggi è di nuovo, o forse è diventata, la porta per entrare in Russia, a causa di quelle scellerate sanzioni che da anni stanno veramente mietendo vittime nel nostro tessuto commerciale, tra i nostri imprenditori, i quali son costretti a passare dalla Bielorussia: un vantaggio, forse, per la Bielorussia, un vantaggio per l'Italia, un vantaggio anche per scambiare le nostre peculiarità.

Ci sono uomini, consoli della Bielorussia, che lavorano in Italia organizzando concerti, organizzando degli scambi culturali dal punto di vista della letteratura, quindi ben vengano tutte queste collaborazioni perché forse lo scambio porterà ricchezza a noi. Soprattutto, non dobbiamo avere la pretesa di insegnare la democrazia a quelle nazioni, quando a volte, a noi, la nostra sovranità la stanno rubando quei burocrati europei che vogliono normalizzare l'Europa e che stanno facendo soffiare i venti di guerra verso l'Est (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ugo Cappellacci. Ne ha facoltà.

UGO CAPPELLACCI (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, nell'intervenire per dichiarazione di voto per il mio partito, consentitemi di ricordare che, come ha poc'anzi accennato l'onorevole Deidda, la Sardegna ha un rapporto di amicizia con la Bielorussia che dura ormai da più di vent'anni. Si tratta di un modello di solidarietà attiva, il progetto Cernobyl, che consente a molti bambini bielorussi di venire a fare le vacanze durante tutto l'arco dell'anno in Sardegna. Ma proprio da quel sentimento di amicizia, nel 2012, ebbe origine un altro Accordo, che firmai come presidente di regione allora, un Accordo che sostanzialmente è sulla stessa linea di quelli che ci accingiamo a ratificare oggi: un'Intesa nei campi economico, scientifico, sociale e culturale. Era un Accordo siglato tra la regione Sardegna, la regione di Minsk, il Parco di alta tecnologia di Minsk e Sardegna Ricerche, ed era finalizzato a realizzare le migliori relazioni commerciali nel campo delle nuove tecnologie, a favore delle imprese insediate nei due parchi. Oggi ci sono ulteriori motivi per andare in questa direzione, per quanto riguarda il nostro Paese.

La Bielorussia, infatti, vede un rilancio del suo sistema economico negli ultimi anni, ha dimostrato un particolare dinamismo, che ha segnato una crescita del PIL del +2,5 per cento del 2017, del +4 per cento nel 2018 e del +2 per cento nel 2019; molto interessanti anche per l'Italia i dati dell'interscambio.

Per queste ragioni, ritengo che la via di questi accordi sia da accogliere con grande positività e ottimismo, anche se, è vero, restano ancora sul tappeto delle questioni irrisolte: è recente la proroga delle sanzioni comminate dall'Unione Europea e sono ancora irrisolti i nodi inerenti ai diritti umani. Ma è anche vero che, proprio attraverso la stipula di questi accordi e l'avvio di un dialogo, si può aprire una strada di avvicinamento tra i Paesi e che questa strada può sortire benefici e progressi rilevanti per il popolo della Bielorussia anche in termini di diritti umani. Per queste ragioni, Forza Italia voterà favorevolmente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piero Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). Grazie, Presidente. Noi voteremo a favore di questa ratifica. Non ci sfugge naturalmente, come ha già richiamato la collega Boldrini, che la Bielorussia è un Paese che esprime non poche criticità sul terreno del rispetto dei diritti umani e delle regole democratiche, tant'è vero che da tempo è sotto osservazione da parte della Comunità internazionale ed è anche soggetta a sanzioni. Tuttavia, proprio perché a misure sanzionatorie bisogna essere capaci sempre di accompagnare anche politiche che mantengano una relazione e un dialogo al fine di far evolvere situazioni critiche, noi pensiamo che accordi di natura culturale come quelli che questa ratifica comporta vadano esattamente nella direzione di tenere aperta una relazione e una finestra di opportunità che possa favorire l'evoluzione democratica e di tutela e di rispetto dei diritti anche in quel Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alberto Ribolla. Ne ha facoltà.

ALBERTO RIBOLLA (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il primo dei due accordi che siamo chiamati a ratificare intende favorire i contatti e gli scambi nel settore scientifico e tecnologico con la Bielorussia. Le relazioni tra il nostro Paese e la Bielorussia sono ancora ad un livello molto basso e ci sono grandi possibilità di moltiplicare i contatti con questo Paese europeo. Ben vengano, dunque, accordi di questo tipo, atti a regolare e a promuovere le relazioni tra Roma e Minsk.

La cooperazione in materia scientifica e tecnologica permette di rafforzare i rapporti con la società civile della Bielorussia, aiutando il rafforzamento dello sviluppo della classe media, e di implementare uno sviluppo prosperoso di questo Paese, che può giocare un ruolo chiave nella stabilità europea. Strumento importante per la corretta implementazione dell'accordo è l'istituzione, all'articolo 7, di una commissione mista italo-bielorussa, incaricata di verificare l'andamento dell'applicazione dell'accordo stesso.

Il secondo accordo che ci accingiamo a ratificare riguarda il settore della cooperazione culturale tra Italia e Bielorussia: la cultura, l'arte, la moda e i prodotti italiani sono un punto di riferimento per i cittadini bielorussi. La cooperazione culturale, al pari di quella scientifico-tecnologica, è la base di un ulteriore rafforzamento dei rapporti bilaterali. L'accordo, perciò, aiuta a soddisfare la crescente richiesta di cultura e lingua italiana in Bielorussia, ove vi è una discreta diffusione della conoscenza della nostra lingua, grazie anche ai programmi di accoglienza temporanea a favore dei minori bielorussi colpiti dalla catastrofe di Chernobyl nel 1986. Ricordo che sono state decine di migliaia, negli ultimi vent'anni, i minori bielorussi che hanno goduto di soggiorni climatici nel nostro Paese.

Il gruppo Lega-Salvini Premier voterà, quindi, a favore di questo provvedimento, perché crediamo che con questi accordi sia possibile imprimere una svolta in positivo ai rapporti diplomatici, economici e culturali tra Roma e Minsk. Allo stesso tempo, però, reiteriamo con forza la richiesta della presenza del Premier Conte in quest'Aula, alla luce degli ultimi avvenimenti politici che stanno caratterizzando queste ultime ore, come hanno ricordato peraltro anche i miei colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cristian Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (M5S). Presidente, colleghi deputati, rappresentanti del Governo, ricordando che l'Unione europea ha di recente riconosciuto i passi in avanti compiuti da Minsk per il miglioramento delle relazioni bilaterali, anche sul dialogo in materia di diritti umani, ed espresso apprezzamento per il ruolo costruttivo svolto dalla Bielorussia nella regione; ribadendo la natura dei due accordi oggetto della presente ratifica, rispettivamente in materia di cooperazione scientifica e tecnologica e di cooperazione culturale, che definiscono il quadro giuridico entro cui continuare a far crescere la collaborazione bilaterale, anche attraverso il coinvolgimento della società civile; dando rilievo anche al richiamo alla tutela del patrimonio culturale immateriale e nei confronti delle espressioni più vulnerabili delle differenti identità culturali; ringraziando i colleghi che mi hanno preceduto per il prezioso contributo, avendo dato elementi importanti al dibattito, anche sul futuro delle relazioni bilaterali; dichiaro a nome del gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle il voto favorevole al provvedimento in esame.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1678)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 1678: S. 677 – “Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Belarus in materia di cooperazione scientifica e tecnologica, fatto a Trieste il 10 giugno 2011; b) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Belarus sulla cooperazione culturale, fatto a Trieste il 10 giugno 2011” (Approvata dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 678 - D'iniziativa del senatore Petrocelli: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo in materia di cooperazione culturale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Corea, fatto a Roma il 21 ottobre 2005; b) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Corea in materia di cooperazione scientifica e tecnologica, con Annesso, fatto a Roma il 16 febbraio 2007 (Approvata dal Senato) (A.C. 1679) (ore 12,53).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 1679: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo in materia di cooperazione culturale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Corea, fatto a Roma il 21 ottobre 2005; b) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Corea in materia di cooperazione scientifica e tecnologica, con Annesso, fatto a Roma il 16 febbraio 2007.

Ricordo che nella seduta del 17 settembre si è conclusa la discussione generale, ed il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 1679)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1679)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Signor Presidente, colleghi e colleghe, Viceministra, intervengo molto velocemente. Essendo la stessa ratifica di collaborazione scientifica, culturale e tecnologica, per le stesse ragioni da me poc'anzi esposte sull'altra ratifica, mi limiterei solo ad esprimere il parere favorevole del gruppo Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cappellacci. Ne ha facoltà.

UGO CAPPELLACCI (FI). Grazie, Presidente. La ratifica di questi Accordi ha una duplice rilevanza in primo luogo perché definisce un quadro giuridico in cui possano svolgersi rapporti tra Italia e Corea del Sud, rispetto alla quale il nostro Paese è il terzo partner commerciale europeo; in secondo luogo, perché riguardano materie in cui la nostra comunità nazionale intende e può recitare nuovamente un ruolo da protagonista. Parlo dell'arte, dell'innovazione, della scienza, della tecnologia, della cultura: sono queste le armi pacifiche grazie alle quali possiamo esercitare un ruolo di superpotenza sia in Europa che nel mondo. Per queste ragioni riteniamo che gli Accordi in esame rilancino un percorso virtuoso idoneo a sortire effetti positivi non solo sul piano economico ma anche su quello sociale e, quindi, confermiamo l'orientamento già espresso al Senato e votiamo a favore della ratifica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD). Grazie, Presidente. La Corea è una grande democrazia dell'Asia, la Repubblica di Corea cosiddetta Corea del Sud, con cui l'Italia ha un rapporto storico di scambi e di buone relazioni internazionali, come è stato ricordato, di scambio commerciale ed economico. I primi accordi sono del 1965. In questo caso parliamo di cooperazione culturale, di cooperazione scientifica e tecnologica in campi molto importanti come, ad esempio, l'insegnamento delle rispettive lingue e non si sottolinea mai abbastanza quanto sia importante l'insegnamento della lingua italiana in altri Paesi, nei Paesi partner del nostro Paese; la collaborazione tra le università, la ricerca storica ed archeologica, la partecipazione a bandi europei e a progetti internazionali e, quindi, un insieme di attività, in ambito culturale, scientifico e tecnologico, che arricchisce i due Paesi e che rafforza le relazioni diplomatiche e la cooperazione e anche la cooperazione economica. Si tratta, quindi, di provvedimenti importanti rispetto ai quali annuncio con grande convinzione il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zoffili. Ne ha facoltà.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). Grazie, Presidente. Cari colleghi, il primo Accordo che siamo chiamati a ratificare riguarda il settore della cooperazione culturale tra Italia e Corea del Sud. La cultura, l'arte, la moda, la lingua italiana e i prodotti italiani sono molto apprezzati dai coreani e sono alla base di un ulteriore rafforzamento dei rapporti bilaterali che registrano già una loro intensificazione in un periodo dinamico e ricco di interscambi culturali tra Roma e Seul. Il secondo Accordo, Presidente, intende favorire i contatti e gli scambi nel settore scientifico e tecnologico con la Corea del Sud, leader mondiale in questo settore. La cooperazione in materia scientifica e tecnologica permette di rafforzare i rapporti tra le industrie dei nostri due Paesi soprattutto nei settori delle tecnologie dell'informazione, dell'ingegneria delle telecomunicazioni, delle biotecnologie e delle micro-nanotecnologie. Strumento importante per un'efficace implementazione dell'accordo è l'articolo 5 che elenca una serie di forme di cooperazione scientifica e tecnologica.

Vede, Presidente, noi con buonsenso e con la coerenza e la correttezza che contraddistingue il gruppo della Lega voteremo assolutamente a favore del provvedimento in esame, così come abbiamo votato a favore degli altri punti iscritti all'ordine del giorno, ma non possiamo non rimarcare, Presidente, il clima che stiamo vivendo tra i banchi della Lega. Noi siamo più di centoventi deputati da quando sono intervenuti il collega delegato d'Aula Bordonali e poi il collega Guidesi, il collega Invernizzi, il collega Iezzi, il collega Ziello e altri che hanno chiesto a gran voce la presenza del Premier Conte in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) per spiegare cosa sta succedendo, Presidente…

PRESIDENTE. Stia cortesemente al tema.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). Nei nostri telefonini…

PRESIDENTE. Deputato Zoffili, non mi costringa a toglierle la parola. Lei sta facendo una dichiarazione di voto sull'Accordo Italia-Corea.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). …stanno arrivando messaggi dal mondo reale, dal mondo che sta fuori e ci stanno chiedendo che il Presidente venga a riferire e ci racconti da che parte stanno i vari deputati…

PRESIDENTE. Ne abbiamo già parlato. La ringrazio.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). …che compongono la maggioranza, quelli di “Italia Viva” ma l'Italia viva è fuori: se stanno con il PD, se parlano in toscano o se parlano un'altra lingua (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Mi rivolgo per suo tramite a chi sta a Palazzo Chigi e ci starà guardando in televisione: che esca da quel Palazzo e vada tra la gente, come facciamo noi, ad ascoltare i cittadini cosa pensano di quello che sta accadendo qui dentro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ma soprattutto nel nome della democrazia parlamentare venga in Parlamento.

PRESIDENTE. Deputato Zoffili, torni sul tema dell'Accordo Italia-Corea.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). Ringrazio, infine, Presidente, rimanendo sul tema, ringrazio il Viceministro che è qua presente in Aula; ringrazio anche e rileviamo la presenza e facciamo i migliori auguri anche al neosottosegretario Morani che oggi è tutta seria in Aula e tra i banchi del Governo, collega membro del Governo, senza i consueti cartelli denigratori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) nei nostri confronti, di un gruppo di deputati che rappresenta veramente la nostra gente e stigmatizziamo, Presidente…

PRESIDENTE. La ringrazio.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). …l'assenza del Ministro Di Maio in una giornata così importante per questo Parlamento dove trattiamo temi di esteri. Il Ministro, capo della Farnesina, non è qua in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) nel rispetto delle oltre anche 150 mila persone che erano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Di Stasio. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Grazie, Presidente. Ritornando al tema senza svilire in alcun modo la ratifica Italia-Corea del Sud e, alla luce di quanto già illustrato in discussione generale, ribadendo l'importanza di questa ratifica e rafforzando ancor di più la collaborazione che c'è tra questi due Paesi soprattutto nei rapporti dei settori culturali e scientifici, dichiaro il voto favorevole da parte del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Signor Presidente Rampelli, certo anche io ho piacere che si stabiliscano buoni rapporti con la Repubblica della Corea. Però, Presidente, ho chiesto la parola perché, leggendo l'Accordo che interviene tra l'altro dopo diciannove anni da quando è stato firmato - la ratifica interviene dopo diciannove anni (meno male che per le pensioni si interviene solo dopo qualche mese) - c'è scritto all'articolo 1, anzi nel preambolo a tutto l'Accordo: “Il Governo della Repubblica italiana e della Repubblica coreana, desiderosi di rafforzare le relazioni di amicizia esistenti tra i due Paesi…” e sono d'accordo “…e di promuovere la comprensione e la conoscenza reciproca…” sono d'accordo…

PRESIDENTE. La prego di concludere.

CARLO FATUZZO (FI). …vado a chiudere “…nel settore delle arti…” benissimo, “…della cultura…” benissimo, “…dell'istruzione…” benissimo, “…del patrimonio culturale e archeologico…” benissimo, “…dei giovani e dello sport…” benissimo. Ma, si citano i giovani: e gli anziani? Gli anziani no? I pensionati? I pensionati no? Non va bene. Questo non va bene.

PRESIDENTE. Concluda.

CARLO FATUZZO (FI). Quindi, io mi asterrò nella votazione su questa ratifica di trattato perché la ritengo incorretta.

PRESIDENTE. La ringrazio. Il tempo a sua disposizione è scaduto. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1679)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 1679: S. 678 - "Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo in materia di cooperazione culturale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Corea, fatto a Roma il 21 ottobre 2005; b) Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Corea in materia di cooperazione scientifica e tecnologica, con Annesso, fatto a Roma il 16 febbraio 2007" (Approvata dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo sui locali del Segretariato permanente situati in Italia, con Allegati, fatto a Bruxelles il 6 febbraio 2019 e a Roma il 9 febbraio 2019 (A.C. 1771) (ore 13,11).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1771: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo sui locali del Segretariato permanente situati in Italia, con Allegati, fatto a Bruxelles il 6 febbraio 2019 e a Roma il 9 febbraio 2019.

Ricordo che nella seduta del 17 settembre si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 1771)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1771)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antonio Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Il Mediterraneo, oltre a costituire la culla delle più importanti civiltà e il luogo di nascita delle tre religioni monoteistiche, ha sempre rappresentato una zona ricca di forti contraddizioni, conflitti e anche, diciamo, controversie. Perciò, la Conferenza di Barcellona del 1995 si pose come obiettivo la pacificazione di quell'area e l'incremento dello sviluppo, il libero scambio e il commercio. Questo processo ha portato all'istituzione dell'Unione per il Mediterraneo del 2008, di cui la Ap-UpM, cioè l'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo, costituisce il versante parlamentare.

L'Italia, quindi Roma, ha la possibilità di ospitare il segretariato permanente della Ap-UpM a seguito dell'assegnazione della sede decisa all'unanimità dal Bureau di Presidenza della Ap-UpM stessa, svoltosi nel luglio scorso.

Pertanto, a nome del MAIE riteniamo di dover cogliere la prestigiosa occasione e ci esprimiamo favorevolmente sulla ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo italiano e l'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Laura Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Grazie, signor Presidente. Colleghe e colleghi, signore del Governo, l'Unione per il Mediterraneo come organismo internazionale è stato fondato a Parigi nel 2008, come il collega ha appena ricordato, e ha rappresentato una realizzazione del processo del partenariato euro-mediterraneo avviato, però, dalla Conferenza di Barcellona ben prima, cioè nel 1995.

Ecco, quelli erano anni, signor Presidente, nei quali c'era piena consapevolezza del fatto che bisognasse consegnare al passato una storia di conflitti, di colonialismo, di tensioni violente. Basti pensare al fatto che alla Conferenza di Barcellona intervennero con parole di pace sia il leader israeliano Ehud Barak, ma anche quello palestinese, Yasser Arafat. Ma il discorso non riguardava soltanto il passato, con il quale bisognava fare i conti, perché c'era la convinzione che la cooperazione tra Europa e i Paesi che si affacciano sulla sponda sud del Mediterraneo contenesse molte potenzialità per il futuro sia in termini di crescita economica, di tutela dei beni ambientali e culturali, ma anche di coesistenza pacifica per tutti i Paesi coinvolti; quindi per tutti, per quelli della sponda nord come per quelli della sponda sud. Tanto che il partenariato euro-mediterraneo alla Conferenza di Barcellona si decise di articolarlo in tre assi principali: c'era quello più politico, riservato alla sicurezza e alla pace, poi c'era quello economico e finanziario e infine c'era quello sociale, culturale e umano.

Quindi, tutti questi ambiti si ritenevano essenziali per uno scambio proficuo tra sponda nord e sud del Mediterraneo. Ebbene, signora Viceministra, lo sappiamo, oggi questa speranza di pace e anche di crescita comune sembra un po' svanita, se pensiamo a ciò che sta accadendo nei Paesi come la Libia, come la Siria, come l'Iraq, lo Yemen, ma anche al fatto che la prospettiva di pace in Medio Oriente, secondo il principio “due popoli e due Stati”, viene giorno dopo giorno rimessa in discussione. Lo abbiamo visto anche durante quest'ultima campagna elettorale in Israele. Constatare, quindi, queste difficoltà non deve portarci certo alla rassegnazione, anzi, al contrario, bisogna intensificare e anche rafforzare tutte le iniziative e gli strumenti che possono rilanciare la prospettiva della pace e anche della cooperazione tra i popoli che affacciano sul Mediterraneo.

In questo contesto l'Unione per il Mediterraneo e la sua Assemblea parlamentare, che nel corso della scorsa legislatura - forse quest'Aula non lo ricorda - fu proprio presieduta dal nostro Parlamento, e ricordo le tante sedute fatte sul tema anche della collocazione del Segretariato, possono essere uno strumento prezioso di dialogo e anche di rilancio di questo progetto comune. Non dobbiamo arrenderci all'idea che il Mediterraneo non sia più un mare di pace, che non sia più un crocevia di scambi culturali e anche commerciali. E, allora, la sede del Segretariato generale dell'AP-UpM a Roma, perché di questo stiamo parlando, che questo accada è qualcosa che dovrebbe darci soddisfazione - a me personalmente me la dà proprio perché nella scorsa legislatura trattai direttamente con il Presidente Grasso di questo tema -, ma anche ci restituisce una grande responsabilità. E dunque spero che noi si possa dare un senso compiuto a questo traguardo e rilanciare il dialogo di pace che sia appunto euro-mediterraneo. Con questo annuncio il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Fratelli d'Italia voterà a favore ed è veramente un piacere vedere che Roma riconquista una centralità nelle politiche del Mediterraneo, un posto che le spetta. Quindi, la designazione di questa sede non deve rimanere solamente un fatto formale, ma deve diventare anche un fatto politico, perché l'Italia deve rivalorizzare il Mediterraneo, deve riconquistare nella scena mondiale quel ruolo guida nel Mediterraneo di cooperazione con i Paesi che fanno parte di questa associazione, dell'Unione parlamentare dei Paesi del Mediterraneo.

Purtroppo, vediamo come il Mar Mediterraneo e quei Paesi non abbiano più dialogato, perché tra quelli che vediamo nell'elenco appartenenti a questa unione ci sono quelli del Nord Africa, c'è la Tunisia, c'è l'Algeria, c'è la Libia, e troppe volte l'Italia non è stata al centro delle politiche del Mediterraneo, ma ha subito le politiche di altri Paesi dell'Unione europea che si sono intromessi, hanno usato anche l'arma della guerra per intromettersi in quelle politiche del Mediterraneo, dove ci spetta un ruolo da protagonisti e un ruolo decisionale.

Guardiamo il Medio Oriente, c'è il Libano: a suo tempo, ho già detto che l'Italia dovrebbe riconquistare un posto privilegiato nelle politiche commerciali del Libano, rimettendo quella nazione come porta in quel mondo mediorientale e anche come nazione dove c'è uno scambio veramente di cultura e di fedi. Troppo spesso il Mediterraneo o l'Occidente viene identificato, invece, con una visione laicista, una visione commerciale meramente materialista; invece anche il Mediterraneo è spirituale, ha una visione spirituale della vita.

O ricordiamo politiche comuni. A me dispiace che in questa sede, ma anche nei giorni scorsi, per esempio nei rapporti con la Croazia, il Ministro degli esteri non abbia avuto nessuna parola in difesa dei nostri connazionali che sono stati respinti dalla Croazia durante una manifestazione per ricordare un fatto storico e di orgoglio per gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Queste sono le questioni che dovrebbero trattare i Paesi mediterranei: le questioni culturali, le questioni della pesca, le questioni commerciali, ma anche il grande tema dell'immigrazione; i tunisini che continuano a sbarcare a Lampedusa o nella Sicilia, gli algerini che in 24 ore sono arrivati a centinaia oggi nelle coste della Sardegna.

In tutto questo i Governi precedenti hanno ignorato completamente il Mediterraneo; forse ricordate i Governi del PD, quando volevano scambiare il mare della Sardegna con la Francia nascosti nei tavoli ministeriali.

Allora, riconquistiamo un posto di rilievo nel Mediterraneo, ricominciamo a trattare i Paesi del Mediterraneo con la stessa dignità con cui a volte l'Unione Europea tratta i Paesi settentrionali, anche quei Paesi che noi abbiamo etichettato a volte, con troppa facilità, terroristi e autoritari, perché non mi dimentico che nei giorni scorsi, in Siria, c'è stata una festa della cristianità nei luoghi devastati dall'Isis. Quel terribile regime di Assad ha riportato una croce e i segni della cristianità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); ma qui, in Italia, ospitavamo i ribelli, i ribelli liberatori.

Allora parliamo, parliamo di immigrazione, parliamo di cultura, facciamo rifiorire il commercio. Roma deve avere un ruolo centrale. Speriamo che questo Governo dia autorevolezza a questo ruolo, al di là di maggioranza e opposizione, perché Roma, ricordiamocelo tutti, è un patrimonio dell'Italia e di tutti gli italiani.

Voteremo a favore, ma soprattutto, Presidente, e concludo, ricordiamoci che nel Mediterraneo c'è una grande questione che non riguarda - farò ridere i colleghi - solo la Sardegna, non parlo solo di Sardegna. Parlo di tutte le isole italiane, parlo della Sicilia, parlo delle isole minori della Sicilia, parlo delle isole minori della Sardegna, parlo anche dell'Isola d'Elba, perché noi dobbiamo avere gli stessi diritti delle altre isole del Mediterraneo, tipo quelle spagnole, la zona franca. Il Governo precedente, con i ministri dell'economia, l'hanno negata; nell'Unione europea e grazie a questa unione dobbiamo dare un diritto alle isole del Mediterraneo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cappellacci. Ne ha facoltà.

UGO CAPPELLACCI (FI). Presidente, onorevoli colleghi, la ratifica e l'esecuzione di questo Accordo non può certamente essere trattata alla stregua di un atto scontato, di un passaggio burocratico; è invece un passaggio carico di significati politici alti, forti, che devono impegnare ciascuno di noi, pur nella diversità delle visioni e delle appartenenze partitiche.

Roma ospiterà la sede del Segretariato permanente dell'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo, organismo che raccoglie le delegazioni dei parlamentari dei Paesi dell'Unione europea e di quelli che si affacciano sulla sponda meridionale del Mediterraneo. È una prova e un'occasione storica per la nostra comunità nazionale, perché, oggi più che mai, la stabilità, la coesione sociale e lo sviluppo in Europa sono strettamente legati alla stabilità dell'area del Mediterraneo.

Per questo è necessario che la politica, che tutti noi si dia il meglio di noi stessi per favorire un dialogo politico, oltre che economico, tra i Paesi che rientrano in questo scenario così delicato. Su questi aspetti possiamo rivendicare un ruolo da antesignani.

Da presidente della regione Sardegna, insieme ad altri colleghi del Meridione d'Italia, partecipai alla formazione, da parte del Ministro Frattini, di un vero e proprio Piano Marshall, sponsorizzato dall'Unione europea, dal Fondo monetario internazionale, dalla Banca mondiale e dalle maggiori potenze economiche. Questo piano, oltre all'occupazione, avrebbe dovuto portare una forte stabilità a quei Paesi, sarebbe dovuto essere un piano dell'ordine di miliardi di euro, non meno; un'idea che avrebbe dato sostanza al principio di partenariato alla pari tra Unione europea e Nord Africa. Il testo fu firmato da Franco Frattini, Ministro degli esteri di Berlusconi nel 2011: l'Unione europea lo ignorò brutalmente e oggi, con una situazione totalmente destabilizzata, dobbiamo fare un lavoro dieci volte superiore per governare questo fenomeno, anziché essere travolti.

Questo Governo, e la maggioranza che lo sostiene, ha affermato che in politica estera, più in generale, gli interessi nazionali saranno tutelati promuovendo un nuovo equilibrio globale basato sulla cooperazione e la pace e rafforzando il sistema della cooperazione allo sviluppo nel quadro di un multilateralismo efficace, basato sul pilastro dell'alleanza euro-atlantica, con riferimento all'opera delle Nazioni Unite, e sul pilastro dell'integrazione europea.

Ebbene, cari colleghi, sono parole e formule buone per tutte le occasioni: sembrano prese da uno di quei libri con i temi svolti per gli studenti che non sanno cosa scrivere.

La realtà a cui abbiamo assistito in questi anni è di segno opposto e, proprio sul fronte mediterraneo, abbiamo assistito ad una profonda crisi del modello europeo; crisi che prosegue ancora con la questione libica, con i continui sbarchi di migranti provenienti anche dall'Algeria, e con una politica che balbetta, anziché prendere decisioni.

I segnali sul tema della redistribuzione dei migranti che arrivano a pochi giorni dal vertice dei Ministri dell'interno europei non sono assolutamente incoraggianti. Ecco perché non sono più sufficienti formule di rito, discorsi ampollosi in posa da statista; ecco perché è con le azioni e con il coraggio di fare scelte epocali che si diventa statisti e si portano soluzioni.

Dichiaro pertanto, a nome del gruppo di Forza Italia, il voto favorevole.

Oggi diamo seguito ad un accordo che restituisce all'Italia e a Roma, sul piano formale, una minima parte di quel ruolo che ci spetta per la nostra storia, per la nostra tradizione culturale, e lo facciamo con una speranza: quella che, da questo riconoscimento, per quanto piccolo sia, della nostra azione sul Mediterraneo, l'Europa possa rialzarsi dalle macerie di una crisi di valori, prima che economica e sociale, e, un domani, Roma e l'Italia diventino nuovamente fulcro di un nuovo corso che restituisca un presente ai popoli e un futuro alle nuove generazioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD). Grazie, Presidente. Il gruppo del Partito Democratico voterà con molta convinzione questo provvedimento che, come è stato ricordato, prevede l'insediamento a Roma, nel nostro Paese, del Segretariato permanente dell'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo.

Un atto, lo penso anch'io - lo spiegava molto bene l'onorevole Boldrini -, che non è una delle tante ratifiche che facciamo in questa sede, ma deve significare, penso, per questo Parlamento e per il nostro Paese, un impegno convinto su un grande tema: quello, appunto, di rifare del Mediterraneo un ponte di dialogo fra le due sponde, un mare di pace, di cooperazione economica, politica, culturale. E in questo c'è una grande responsabilità dell'Italia, per ragioni storiche e per ragioni geografiche: l'Italia, per sua natura, può essere davvero il ponte tra l'Unione europea e l'altra sponda del Mediterraneo per un progetto di crescita comune, un progetto che è nel nostro interesse nazionale, di sviluppo economico, di sicurezza, di cooperazione ed è nell'interesse dell'Europa; come ha una grande direttrice di dialogo e di sviluppo ad est o a nord dell'Unione europea - nel senso della parte nord -, deve avere, al suo confine sud, un'attenzione particolare, specifica per promuovere insieme la sicurezza e lo sviluppo economico e un grande piano di crescita economica comune con l'altra sponda del Mediterraneo, che è la prima condizione anche per affrontare le situazioni di conflitto, di tragedie umanitarie che sono in atto.

L'Italia deve essere un capofila nell'ambito dell'iniziativa dell'Unione europea: io penso che, da questo punto di vista, questo Governo, il nuovo Governo a cui abbiamo votato con grande convinzione la fiducia pochi giorni fa, debba rappresentare anche una svolta rispetto alle politiche del Governo immediatamente precedente che, nella propaganda, in particolare, di una delle due forze politiche di maggioranza, ha fatto del Mediterraneo un elemento di paura, di divisione, un muro, mentre il Mediterraneo davvero deve essere un grande ponte di cooperazione e di dialogo nell'interesse di tutti i Paesi che si affacciano su quel bacino.

E, quindi, anche una politica dell'Italia e dell'Unione europea che favorisca la soluzione pacifica dei conflitti che sono in atto in realtà come la Libia, la Siria e promuova, in generale, tutte le situazioni di crescita democratica, di crescita della dialettica democratica, con grande attenzione a quello che accade ai nostri partner che fanno parte con noi anche dell'Unione per il Mediterraneo: penso, per esempio - qui è stata citata - alla Tunisia e ai due importanti appuntamenti elettorali, presidenziale e poi parlamentare, che questo Paese, che è un partner così importante per noi, sta affrontando.

Ecco, penso che questo voto non sia una delle tante ratifiche che facciamo, un voto, in qualche modo, ordinario, ma debba assegnare una grande priorità della politica estera dell'Europa, una nostra capacità di indirizzare la politica estera dell'Unione europea, una grande priorità della politica estera e di cooperazione internazionale dell'Italia. Quindi, voteremo questo provvedimento davvero con particolare convinzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. La Lega-Salvini Premier voterà a favore di questo provvedimento, ma mi sia consentito ribadire ancora, con forza, che aspettiamo che venga in quest'Aula il Presidente del Consiglio Conte per chiarire e renderci edotti dei nuovi equilibri o sarebbe meglio, forse, dire, disequilibri di questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Prego vada avanti.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Voteremo a favore, con l'auspicio che l'Italia possa essere sempre più protagonista non solo all'interno dell'Unione per il Mediterraneo, della quale la AP-UpM è il versante parlamentare, ma dell'intero bacino del Mediterraneo, ruolo che peraltro le spetta per posizione geografica e storia millenaria. L'aver ottenuto che la sede del Segretariato permanente sia l'Italia è un risultato, una conquista non di una parte, di un partito, di un movimento, ma dell'intero Paese. Il Mediterraneo è sì un'area di forti tensioni e sfide alla stabilità, dalla Siria alla Libia, ma, al contempo, è anche un'area con grandi potenzialità. L'Unione è uno strumento importante per rafforzare il dialogo, il confronto e la cooperazione regionale, per lavorare sinergicamente e per lottare insieme contro il terrorismo e il traffico di esseri umani, ma anche per preservare la biodiversità del nostro mare. Mi unisco, infine, a quanti in quest'Aula hanno augurato buon lavoro alla dottoressa Fabrizia Bientinesi che, quando anche il Senato avrà approvato il provvedimento, diverrà Segretario generale del Segretariato permanente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ehm. Ne ha facoltà.

YANA CHIARA EHM (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi deputati, Viceministra Del Re, oggi voteremo a favore dell'istituzione del Segretariato permanente dell'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo, istituita, come già ricordato, nel 2008 con l'obiettivo di rafforzare il partenariato euro-mediterraneo.

L'Assemblea parlamentare dell'UpM è costituita da delegazioni parlamentari dei Paesi membri dell'Unione europea, del Parlamento europeo stesso, di quattro Paesi rivieraschi europei e di undici Paesi partner mediterranei e si articola in cinque Commissioni permanenti, con un particolare focus sulla politica internazionale, sulla sicurezza, sui diritti umani, sugli affari economici e sociali, sull'istruzione, ma anche su energia, acqua, ambiente, cultura e diritti delle donne.

In occasione della sessione plenaria che si è svolta a Roma il 12-13 maggio del 2017, a conclusione del turno di Presidenza italiana, con una modifica regolamentare, è stata prevista l'istituzione di un Segretariato permanente dell'Assemblea parlamentare, con il compito di assicurare il necessario raccordo tra la Presidenza di turno, l'Ufficio di Presidenza e le Commissioni permanenti. Grazie ad un'efficace azione congiunta dei Presidenti delle Camere, del comune di Roma e del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il 13 luglio 2018 è stata decisa, all'unanimità, l'assegnazione della sede del Segretariato permanente alla città di Roma. In quanto membro della delegazione della Ap-UpM e della Commissione politica e di quella sui diritti delle donne, ritengo che sia estremamente importante collegare il nostro lavoro parlamentare con il potenziale di queste delegazioni che ci mettono di fronte a prospettive di ampio respiro e direttamente connesse agli equilibri interregionali attraverso le esperienze dei nostri colleghi internazionali.

È motivo di grande orgoglio che proprio l'Italia sia stata scelta all'unanimità come sede del Segretariato di un'Assemblea così prestigiosa. Ringrazio in particolare il Presidente Fico, e la qui presente Vicepresidente Spadoni, delegata per portare avanti le trattative a Il Cairo e a Strasburgo, per l'impegno e la dedizione, che hanno permesso di avere la meglio su città altrettanto importanti nel Mediterraneo come Marsiglia ed Istanbul. Ci tengo in particolar modo a ricordare come questo strumento di partecipazione parlamentare può davvero essere determinante in una delle aree di maggiore interesse per questa stessa Aula e per i cittadini che rappresentiamo. La delegazione ha una posizione centrale e strategica proprio nell'area del Mar Mediterraneo, quindi gioca un ruolo fondamentale anche sugli assetti del Medioriente e del Nord Africa stesso, quindi dell'Europa tutta, su tematiche fondamentali come immigrazione e sicurezza, ma anche su scambi commerciali, assetti di partenariato economico, accordi e interconnessioni con l'Africa subsahariana. Questa delegazione permette di vedere seduti allo stesso tavolo rappresentanti di Stati tra loro molto diversi e addirittura rivali sotto alcuni aspetti. Questa possibilità di mediazione, oggi, oltre a essere necessaria, rappresenta anche un nuovo modo di vedere il Mediterraneo. Non solo l'immigrazione rappresenta, per esempio, un fenomeno ampio e che riguarda interi continenti, ma anche sfide come la salvaguardia e la tutela ambientale e la gestione delle risorse idriche non possono più essere inquadrate in un'ottica nazionale ma forzatamente di area vasta internazionale. In ambito geopolitico, le notizie quotidiane ci portano a osservare tensioni provenienti dall'area israelo-palestinese, di cui seguiamo in queste ore i risultati elettorali in Israele, l'assetto attuale della Giordania, del Libano, e il vicinissimo conflitto siriano, che non accenna a diminuire, con nuovi recenti bombardamenti nell'area nord, insieme alla recente escalation tra Arabia Saudita e Yemen, che riguardano da vicino anche Stati Uniti e Iran come l'Europa stessa. Che dire poi del Nordafrica, dove Tunisia e Algeria si affacciano a nuove tornate elettorali con nuovi assetti politici, mentre la Libia continua a essere un terreno di guerra, tortura, completamente concentrata sul conflitto interno? Dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti in nostro possesso, quindi anche il ruolo del Segretariato dell'Assemblea parlamentare, perché il nostro lavoro di monitoraggio sia sempre più efficace e affinché le decisioni politiche che verranno prese da questo Parlamento tengano conto delle esigenze del nostro Paese anche in funzione della nostra posizione nello scacchiere internazionale, proprio al centro del Mediterraneo. Per questi motivi dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1771)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 1771: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo sui locali del Segretariato permanente situati in Italia, con Allegati, fatto a Bruxelles il 6 febbraio 2019 e a Roma il 9 febbraio 2019".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

Colleghi, con riferimento alle osservazioni che si sono svolte in apertura di seduta sul processo verbale, desidero precisare che gli interventi tratti dal resoconto stenografico della seduta del 9 settembre, di cui ho dato conto, sono stati pronunciati dal Vicepresidente di turno, deputato Ettore Rosato, e non, come erroneamente riportato, dal Presidente della Camera.

Modifica nella composizione della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.

PRESIDENTE. Ai sensi dell'articolo 56, comma 4, del Regolamento, comunico che, a seguito della cessazione dal mandato parlamentare del deputato Carlo Fidanza, quale componente effettivo della Delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, sulla base delle indicazioni del presidente del gruppo parlamentare Fratelli d'Italia, conformemente alla costante prassi applicativa della citata disposizione, lo stesso è sostituito dalla deputata Augusta Montaruli, attualmente membro supplente della medesima delegazione. Entra, altresì, a far parte della delegazione il deputato Francesco Lollobrigida quale membro supplente.

Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 per l'esame delle Relazioni della Giunta per le autorizzazioni previste all'ordine del giorno. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 13,45, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Battelli, Benvenuto, Berardini, Braga, Brescia, Cirielli, Colletti, D'Uva, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gregorio Fontana, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Grande, Invernizzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Molinari, Noja, Parolo, Paolo Russo, Sisto, Tofalo, Vitiello e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente settantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'utilizzazione dei risultati di operazioni di intercettazione nei confronti del deputato Sozzani (Doc. IV, n. 5-A) (ore 15,02).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'utilizzazione dei risultati di operazioni di intercettazione nei confronti del deputato Sozzani (Doc. IV, n. 5-A).

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta dell'11 settembre 2019 (Vedi l'allegato A della seduta dell'11 settembre 2019).

La Giunta propone di negare l'autorizzazione all'utilizzazione dei risultati di operazioni di intercettazione nei confronti del deputato Diego Sozzani, così come elencate nella domanda avanzata dall'autorità giudiziaria.

(Discussione - Doc. IV, n. 5-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.

Ha facoltà di parlare la relatrice, deputata Ingrid Bisa.

INGRID BISA, Relatrice. Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, la Giunta per le autorizzazioni riferisce su una domanda di autorizzazione all'utilizzazione dei risultati di operazioni di intercettazione nei confronti del deputato Diego Sozzani.

Le condotte contestate al deputato Sozzani rientrano nella fattispecie prevista e punita dall'articolo 7, commi 2 e 3, della legge n. 195 del 1974, contributo dello Stato al finanziamento dei partiti politici.

Il GIP, in data 8 maggio 2019, aveva inviato una domanda di autorizzazione a procedere all'applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dello stesso deputato.

Nella parte dell'ordinanza relativa alle esigenze cautelari, con riferimento alla valutazione dell'attualità delle esigenze cautelari a proposito del deputato Sozzani, si osserva che si impone un indispensabile approfondimento anche in relazione all'esigenza di parallela autorizzazione all'utilizzo di alcune conversazioni intercettate.

Si tratta delle intercettazioni indirette, che annoverano tra gli interlocutori il deputato Sozzani.

È lo stesso Gip che qualifica come casuali tali conversazioni, intervenute dopo l'insediamento di Diego Sozzani alla Camera dei Deputati, preannunciando la necessità di richiedere alla Camera di appartenenza l'autorizzazione all'utilizzazione in via successiva.

Nelle more della ricezione della domanda relativa alle intercettazioni, ritenuta pregiudiziale, nella seduta del 30 maggio 2019 la Giunta ha ritenuto di differire l'esame della domanda relativa agli arresti domiciliari.

In tale occasione, si è altresì affrontato il problema dell'utilizzabilità in sede processuale delle conversazioni captate dal 19 marzo 2018, data della proclamazione di Sozzani.

A tale proposito, il giudice osserva nell'ordinanza, a pagina 684, che occorre escludere che si sia proceduto ad intercettare direttamente o indirettamente l'utenza telefonica di Sozzani successivamente alla sua proclamazione alla carica di parlamentare, avvenuta in data 23 marzo 2018, alle ore 11.

Tuttavia Diego Sozzani godeva delle prerogative connesse alla carica di deputato già dal 19 marzo 2018.

L'articolo 1 del Regolamento della Camera, infatti, stabilisce che i deputati entrano nel pieno esercizio delle loro funzioni all'atto della proclamazione.

Nella seduta del 10 luglio 2019 il deputato Sozzani è intervenuto personalmente in audizione.

Con riferimento all'oggetto della domanda, il Gip richiede l'autorizzazione prevista dall'articolo 6, comma 2 e 3, della legge 20 giugno 2003, n. 140 all'utilizzazione delle seguenti intercettazioni, elencando cinque blocchi di trascrizioni, ciascuno dei quali riferito a più attività, per un totale di 19 conversazioni in un arco di tempo che va dal 10 dicembre 2018 al 19 aprile 2019.

Nel dettaglio, quattro blocchi si riferiscono ad attività di captazione telematica in modalità spyware su un telefono cellulare in uso a Gioacchino Caianiello; un blocco si riferisce a captazione ambientale su un'autovettura in uso a Mauro Tolbar. Non è invece richiesto l'utilizzo della ricordata intercettazione del 23 marzo 2018, oggetto della menzionata segnalazione preventiva della Giunta.

Sulla richiesta dell'utilizzo dell'intercettazione del 23 marzo 2018, avvenuta sull'utenza di Mauro Tolbar, è lo stesso Gip che dice debbano effettuarsi delle distinzioni: il pubblico ministero ha infatti formulato richiesta di autorizzazione all'utilizzo di tali intercettazioni al GIP, il quale ha ritenuto che la conversazione intercettata la mattina del 23 marzo andasse espunta da quelle casuali, perché tale conversazione sarebbe comunque inutilizzabile in quanto indiretta, alla luce di quanto previsto dall'articolo 4 della legge n. 140 del 2003.

Premesso che nella domanda del giudice si fa presente che tutte le conversazioni da e per utenze riferibili a Sozzani sono state automaticamente escluse dalle operazioni di registrazione ed ascolto, a far data dalla prima seduta della Camera dei deputati, avvenuta come è noto il 23 marzo 2018…

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi, per favore! Mi scusi. Colleghi, un po' di silenzio! Prego.

INGRID BISA, Relatrice. Il Gip perviene invece a conclusioni diverse per l'intercettazione captata nel periodo tra la data della proclamazione e la prima seduta della Camera, allorquando Sozzani era già deputato a pieno titolo.

A riguardo, infatti, scrive testualmente il GIP che tale conversazione non può considerarsi casuale o fortuita e prosegue affermando che, dal momento che Tolbar aveva intrattenuto fino a quel momento numerose conversazioni telefoniche con Diego Sozzani, deve altresì ritenersi che le operazioni di intercettazioni fossero dirette a captare sia le conversazioni del primo che del secondo, qualificandosi come, quindi, intercettazioni indirette nei confronti del soggetto già rivestente a tutti gli effetti la carica di parlamentare.

In altri termini, è lo stesso Gip che dichiara che Sozzani costituiva bersaglio effettivo delle attività di indagini indirettamente indirizzate anche verso Mauro Tolbar.

Sozzani era infatti già indagato ed oggetto diretto di intercettazioni sulla propria utenza telefonica.

Sulla richiesta di utilizzo dell'intercettazione ambientale nell'autovettura di uso a Tolbar dell'11 gennaio 2019, il Gip perviene a conclusioni differenti, sebbene si tratti anche in questo caso di un'intercettazione di una conversazione tra Tolbar e Sozzani.

Il giudice ritiene infatti che, poiché l'intercettazione non è telefonica, ma ambientale, le modalità dell'intercettazione rendono evidente come l'attività captativa mirasse a ricercare prove in ordine alle responsabilità di Tolbar e non potesse considerarsi un mezzo per captare indirettamente le conversazioni del parlamentare e quindi non fosse prevedibile.

Appare, tuttavia, difficilmente sostenibile, da un lato, che non fosse casuale l'intercettazione sull'utenza di Tolbar del neoeletto parlamentare Sozzani, il quale era bersaglio diretto delle captazioni telefoniche avvenute il 23 marzo 2018 e, dall'altro, che fosse invece fortuita la captazione ambientale avvenuta l'11 gennaio 2019 nell'autovettura di Tolbar, che lo stesso giudice qualifica più volte nell'ordinanza come suo amico e stretto collaboratore.

Di conseguenza, dal momento che Tolbar collaborava a vario titolo con Sozzani, non può certo considerarsi imprevedibile o fortuita la presenza del parlamentare nell'auto di un suo aiutante, non diversamente da quanto si è ritenuto per le conversazioni telefoniche tra i due, sulla richiesta di utilizzo di intercettazioni delle captazioni telematiche spyware del 10 dicembre 2018, 11 gennaio, 24 gennaio e 12 aprile 2019.

Passando, quindi, all'esame di questi quattro blocchi di attività di captazione telematica, mediante spyware nei confronti di Gioacchino (detto Nino) Caianiello, occorre svolgere alcune considerazioni ulteriori, sia di metodo che di merito. Dal punto di vista del metodo, assumono particolare rilevanza le modalità telematiche attraverso le quali vengono effettuate le captazioni e cioè lo spyware, un particolare software inserito nel telefono cellulare che, sostanzialmente, diventa come una sorta di microspia personale. Le captazioni con lo spyware appaiono, dal punto di vista operativo, significativamente diverse rispetto alle intercettazioni telefoniche e a quelle ambientali tradizionali. Le captazioni mediante spyware, infatti, pongono delle problematiche nuove in sede di applicazione dei criteri individuati dalla Corte costituzionale. Occorre segnalare, infatti, la sostanziale indeterminatezza dei limiti di tempo, all'interno del periodo per cui esse sono disposte, e di luogo per l'effettuazione di tali captazioni che, attraverso il cellulare, sostanzialmente seguono l'intercettato ovunque e senza soluzione di continuità, con la possibilità di effettuare, con il metodo a strascico, indagini praticamente indefinite. Diventa pertanto pericoloso formulare un giudizio di casualità dell'ingresso del parlamentare nell'area di ascolto di un soggetto che, potenzialmente, è oggetto di un monitoraggio costante, esteso a qualunque ambito della sua vita relazionale. L'assenza di parametri di valutazione rischia pertanto di vanificare le stesse previsioni della legge n. 140 del 2003, attuativa dell'articolo 68 della Costituzione. Come riferisce, infatti, lo stesso GIP, i parametri non trovano perfetta applicazione nel caso in esame, rispetto al quale ci si affida al criterio del “luogo ove è attiva la captazione”.

Tuttavia, anche a voler accettare il criterio del locus dell'intercettazione, i luoghi nei quali avvengono le conversazioni, cui partecipa Sozzani, intercettate con lo spyware, appaiono essere di abituale frequentazione del parlamentare, oltre che di Caianiello, di modo che non poteva ritenersi imprevedibile la sua presenza. Le captazioni telefoniche sono prevalentemente effettuate in un locale denominato House Garden Cafè, ubicato in Gallarate. Dagli atti emerge che quell'esercizio commerciale era abitualmente frequentato sia dal deputato Sozzani sia dagli altri indagati. Agli atti è presente, infatti, una annotazione della polizia giudiziaria del 10 gennaio 2018 con la quale si depositano intercettazioni addirittura del 20 dicembre 2017, quindi, molto tempo prima di questa richiesta di intercettazioni, in cui si dà conto di come Caianiello fissi un incontro con Tolbar «al mio solito bar… l'House Garden». Di conseguenza, non può ritenersi casuale, come invece prospettato, la presenza in quel luogo del deputato, tempo dopo, e il suo ingresso nell'area di ascolto del terzo (Caianiello) sottoposto ad intercettazione.

Si fa altresì presente che, in precedenza, Sozzani era stato destinatario diretto di intercettazioni telefoniche sulla propria utenza telefonica, dal 30 novembre 2017 fino al 23 marzo 2018.

Dalla documentazione emerge, infatti, la consapevolezza da parte degli inquirenti che Sozzani era in procinto di assumere lo status di deputato, subito dopo le elezioni del 4 marzo 2018. Il 23 marzo seguente, data di inizio della nuova legislatura, viene infatti revocato il decreto che disponeva, nei suoi confronti, le intercettazioni telefoniche che sono, invece, proseguite nei confronti degli altri indagati con cui ha in seguito intrattenuto le conversazioni oggetto della presente domanda di autorizzazione.

Tanto premesso, sulla base delle predette argomentazioni, nella seduta del 24 luglio 2019, la Giunta ha pertanto deliberato, a maggioranza, di proporre all'Assemblea il diniego dell'autorizzazione all'utilizzazione dei risultati di operazioni di intercettazione nei confronti del deputato Diego Sozzani, così come contenuti nella domanda in titolo.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (MISTO-C10VM). Grazie, Presidente. Premetto che condivido e sottoscrivo ogni parola della relazione della collega Bisa; ha fatto una disamina completa, che mi permetto soltanto di implementare con un excursus che è importante ai fini della nostra decisione. La richiesta di autorizzazione all'uso delle intercettazioni arriva in un secondo momento rispetto, come lei ben sa, Presidente, alla richiesta di autorizzazione agli arresti domiciliari. Noi poi ci siamo resi conto, in Giunta, che era necessario in via preventiva e pregiudiziale decidere in merito alle intercettazioni, perché queste quattro intercettazioni rappresentano il fulcro principale delle esigenze cautelari poste a sostegno della misura cautelare richiesta e in via di applicazione, nei confronti del Sozzani. Ebbene, questo caso, Presidente, è emblematico di come, in alcuni procedimenti penali, il fumus persecutionis è in re ipsa, Presidente.

PRESIDENTE. Concluda, deputato.

CATELLO VITIELLO (MISTO-C10VM). Lo so, ho poco tempo, è contingentato e sarò breve. Il Sozzani risulta già indagato dal 2017, Presidente, addirittura in un'altra procura, prima che il fascicolo venisse trasmesso alla procura di Milano, quindi, già sapevano che stavano indagando Sozzani.

Secondo passaggio: era già stato intercettato ed era stato intercettato per gli stessi motivi per i quali viene intercettato successivamente quando è parlamentare; straordinario, si tratta di un finanziamento illecito per la campagna elettorale del 4 marzo 2018. Veniva intercettato per questo ed è stato intercettato successivamente alla proclamazione sempre per lo stesso motivo. Quindi, sapevano chi era, sapevano che era indagato, era già stato intercettato in via diretta e adesso vogliono farci passare come casuale un'intercettazione indiretta che non poteva assolutamente esserlo, anche per un altro motivo: i suoi collaboratori erano stretti collaboratori e questa continuità di rapporto è venuta fuori dall'indagine, Presidente, dall'indagine! Il fumus persecutionis è in re ipsa, quindi, sono assolutamente convinto e sereno nel votare contro l'autorizzazione all'uso di queste intercettazioni (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione.

Ha facoltà di replicare la relatrice, Ingrid Bisa. Prendo atto che non intende intervenire.

(Dichiarazioni di voto - Doc. IV, n. 5-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. C'è una questione preliminare che orienterà il nostro voto. Come ho già avuto modo di sottolineare in altre occasioni, ma lo ribadisco, c'è un vulnus che non è ancora stato colmato, cioè, nella Giunta per le autorizzazioni non è prevista, per Regolamento, come per altre Commissioni, la presenza di un rappresentante per ogni gruppo.

Quindi noi, non avendo, ovviamente per ragione numeriche e non di scelta, una presenza nella Giunta per le autorizzazioni, non siamo messi nelle condizioni, attraverso un nostro rappresentante, di avere accesso a tutti gli atti. Ed è soltanto - credo che questo sia intuitivo - attraverso la lettura di tutti gli atti che si può arrivare, sostanzialmente, a definire l'esistenza e la sussistenza o meno del fumus persecutionis, che è l'unica cosa che spetta a noi in quanto rappresentanti del popolo, cioè in questa fase noi non dobbiamo e non possiamo sostituirci al giudice di merito; dobbiamo verificare se esiste o meno un fumus persecutionis.

Noi non siamo in grado, come gruppo, sostanzialmente, di poter esprimere fino in fondo questa valutazione e per questa ragione, come capogruppo, io lascerò piena libertà di voto ai colleghi del mio gruppo, nella convinzione che, attraverso il dibattito, sentendo anche gli altri colleghi, avendo udito l'intervento anche della relatrice e attraverso le carte, ci si possa formare una opinione, ma non mi sento in tutta coscienza di dare un indirizzo di voto univoco, proprio perché non abbiamo tutti questi elementi. Le ripropongo la questione, signor Presidente, e credo che debba essere oggetto - ma io penso che sia condivisa anche dagli altri colleghi, presidenti di gruppo - nella sede istituzionalmente corretta, cioè la Giunta per il Regolamento; credo che questo sia un problema oggettivo e quindi, oggi, non ci mette nelle condizioni degli altri colleghi degli altri gruppi, che hanno un loro rappresentante all'interno della Giunta per le autorizzazioni.

Ultima questione - lo dico perché è la prima volta che mi trovo a parlare in quest'Aula come gruppo di maggioranza - che vorrei dire adesso e vale anche per il futuro: per quel che ci riguarda, non può, su una materia come questa e su un oggetto come questo, esistere una disciplina di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questa è una questione che riguarda la coscienza individuale di ognuno, vale sia se fosse un collega dell'opposizione e varrebbe anche per un collega del mio gruppo, quindi eviterei anche, poi, letture di maggioranze e minoranze in un voto che deve interrogare innanzitutto le nostre coscienze ed è quello che noi proveremo a fare (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sarro. Ne ha facoltà.

Colleghi, per favore… colleghi.

CARLO SARRO (FI). Grazie, Presidente. Molto brevemente, innanzitutto, per esprimere il convincimento del gruppo di Forza Italia nel votare favorevolmente la relazione illustrata dall'onorevole Bisa, relazione che è stata redatta in modo esauriente, con un rigore argomentativo particolarmente convincente e, soprattutto, ricordando all'Aula che il compito della Giunta è quello di verificare se le norme a garanzia e a protezione delle funzioni parlamentari sono state rispettate, quindi, naturalmente, noi non entriamo assolutamente nel merito della vicenda o non ci sostituiamo certamente al giudizio della magistratura. Ebbene, la Giunta ha potuto verificare, con un lavoro serio, approfondito e, ripeto, rigoroso, come molte di queste disposizioni non siano state osservate.

Già è stato ricordato precedentemente in un intervento che alla Giunta è pervenuta prima la richiesta di arresto, esattamente l'8 maggio del 2019, e, ben oltre un mese dopo, il 26 giugno, la richiesta di autorizzazione all'uso delle intercettazioni, nonostante la richiesta di arresto avesse fondamento pressoché esclusivo nel contenuto delle intercettazioni. Inoltre, le irregolarità, le anomalie di questa vicenda sono ulteriormente andate avanti, addirittura il GIP, quindi l'autorità giudiziaria, ha escluso la possibilità di utilizzare una delle intercettazioni, esattamente quella del 23 marzo, perché, nonostante fosse già intervenuta la proclamazione da parte dell'ufficio elettorale circoscrizionale dell'elezione dell'onorevole Sozzani, egualmente si era continuato nell'attività di intercettazione e si era ritenuto utilizzabile tutto il materiale fino al 23 marzo, che è la data della prima convocazione di questa Assemblea - il 23 marzo 2018 - quindi l'inizio della XVIII legislatura. Ora, il dato è a dimostrazione che lo stesso magistrato ha rilevato queste anomalie e soprattutto ha riconosciuto che alla data del marzo 2018 il collega Sozzani fosse già oggetto, tecnicamente definito “bersaglio”, dell'attività investigativa e quindi, chiaramente, già a partire da quel momento, tutte le guarentigie costituzionali a protezione della funzione parlamentare dovevano essere rigorosamente osservate e salvaguardate: questo non è accaduto.

Allora, come è stato ricordato anche nella relazione, se noi ci atteniamo a quelli che sono i parametri dettati dalla giurisprudenza costituzionale in ordine alla valutazione della richiesta di autorizzazione delle intercettazioni, non possiamo che ricavare numerose violazioni delle garanzie costituzionali, innanzitutto perché la Corte ricorda che occorre considerare, da parte del Parlamento, la natura dei rapporti che sono intercorsi tra il politico e il soggetto intercettato. Ora, tutti gli intercettati sono stati stretti collaboratori o, comunque, persone che avevano una assiduità di frequenza con l'onorevole Sozzani, anche e soprattutto in ragione della sua attività politica e, successivamente, dal marzo 2018, della sua attività di parlamentare.

La Corte costituzionale ci ricorda che l'altro elemento da considerare è la natura dell'attività criminosa che è oggetto di contestazione: qui saremmo in presenza di una violazione delle norme che regolamentano prima, e che sono poste a tutela poi, del finanziamento dell'attività politica. Ancora, il numero complessivo delle conversazioni intercorse: qui, in gran parte delle conversazioni, l'onorevole Sozzani è protagonista, spesso perché chiamato al telefono e, dunque, era ben intuibile che a parlare fosse un deputato e che, naturalmente, molte delle conversazioni avessero una stretta attinenza con l'esercizio della sua funzione. Ancora, l'arco temporale dell'attività di captazione e il sorgere degli indizi di colpevolezza a carico del parlamentare: è lo stesso GIP che, nell'espungere dal nucleo delle intercettazioni utilizzabili, quella del marzo 2018, afferma che già da molto tempo l'onorevole Sozzani era bersaglio dell'attività di indagine. L'insieme di questi elementi ci induce a ritenere che le disposizioni in materia non siano state osservate.

L'ultima considerazione non possiamo non riservarla allo strumento attraverso il quale queste intercettazioni, queste captazioni sono avvenute, perché il cosiddetto sistema “trojan” è completamente diverso da ciò che avviene per le intercettazioni telefoniche e da ciò che avviene per le intercettazioni ambientali. Nelle intercettazioni telefoniche noi abbiamo una delimitazione temporale precisa, siamo in grado a posteriori di poter verificare per quanto tempo questa attività di investigazione sia stata condotta e siamo perfettamente in grado di identificare i soggetti coinvolti nella conversazione, il chiamante ed il ricevente; lo stesso accade con le intercettazioni ambientali, perché c'è uno spazio definito e c'è un arco temporale predeterminato, quindi la verifica successivamente può essere condotta in modo agevole sull'uso legittimo di questi strumenti investigativi. Non altrettanto possiamo dire per il cosiddetto “trojan”, perché in realtà, come sappiamo, si tratta di una sorta di microspia che segue in ogni momento e in ogni luogo la persona che detiene lo strumento che è sottoposto al controllo e, dunque, nell'ambito delle attività, degli incontri, delle conversazioni e dei passaggi di luogo e di tempo, tutti, indistintamente, possono ovviamente incorrere ed incappare in questo genere di captazione, senza alcuna possibilità a posteriori di poter sindacare in ordine alla neutralità dell'attività condotta nel senso della causalità e, dunque, per escludere che quella possa essere una intercettazione mirata.

È un'esigenza, questa, che si pone - badate! - a prescindere dal fatto che oggi esaminiamo la situazione del singolo parlamentare.

Credo che questa vicenda interroghi il Parlamento più in generale, anche sull'esigenza di un intervento normativo che regolamenti seriamente questa materia, perché la legislazione deve essere al passo con i tempi, affinché quelle che sono le misure e le garanzie che oggi l'ordinamento giuridico già appresta a tutela della libertà individuale, della libertà delle conversazioni e della libertà di spostamento possano essere garantite anche quando ad essere impiegati sono strumenti molto più sofisticati, molto più pervasivi ed assolutamente incontrollabili.

Alla luce di tutte queste considerazioni, nel condividere appieno le conclusioni esposte dalla relatrice e dalla Commissione a larghissima maggioranza, rivolgo sinceramente un appello a tutti i colleghi parlamentari, che in assoluta libertà di coscienza valutino questi elementi in modo attento, perché qui è in gioco la vicenda di un nostro collega, questo è l'ambito della nostra competenza; ma, lo ripeto, questa vicenda ci interroga su questioni molto più complesse e molto più alte, che richiedono una risposta netta e precisa a difesa delle libertà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, anche io credo, come è stato da ultimo ricordato dal collega Sarro, che tutte le volte che quest'Aula è chiamata ad intervenire, a dare una propria valutazione su questioni come quella che abbiamo oggi in esame, dobbiamo farlo sapendo che c'è in gioco il rispetto delle prerogative di questo Parlamento, e insieme ovviamente anche la necessità di evitare che queste prerogative si trasformino in privilegi.

Noi sappiamo che la giurisprudenza della Corte costituzionale su questo è molto precisa, e quindi richiede che ci sia un pieno rispetto delle guarentigie che sono previste dalla Costituzione, ma che ci sia una interpretazione che eviti che quelle prerogative si trasformino in privilegi, che trasformerebbero quelle prerogative in una differenza di trattamento ingiustificato con i cittadini che non ricoprono questo incarico. Questa è ovviamente una previsione che è posta a difesa e a presidio della libertà dei parlamentari e della funzione del Parlamento, e quindi sono anche diritti e prerogative, questi, che sono indisponibili, e quindi non possono essere oggetto di disposizione da parte di chi ne usufruisce.

La questione che oggi discutiamo, e cioè questa richiesta di autorizzazione all'uso di intercettazioni nei confronti del collega Sozzani, assume in questo caso, io credo, un rilievo giuridico anche superiore rispetto al solito, perché qui viene in discussione per la prima volta (credo, mi pare, ma credo che sia così) un'autorizzazione che riguarda l'uso di un metodo…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per favore.

ALFREDO BAZOLI (PD). …e di uno strumento di indagine che è - come ricordavano i colleghi – il captatore informatico, cioè il famoso trojan inserito nel cellulare, e che comporta una capacità captativa e di indagine che è molto diversa da quella delle ordinarie captazioni di una conversazione telefonica, ovvero di quelle che possono farsi tramite una intercettazione ambientale, quindi tramite le cimici poste in qualche luogo fisico; perché ovviamente il trojan messo all'interno di un cellulare comporta che si sentano le conversazioni che il proprietario del cellulare si porta con sé, che ha con tutti i soggetti con i quali viene in contatto, quindi con tutti, e in qualunque luogo egli si trovi. La capacità, quindi, espansiva delle captazioni che vengono compiute attraverso questo strumento di indagine sono totalmente inedite, anche rispetto alle valutazioni che deve effettuare quest'Aula.

Questa è la ragione per la quale io credo che noi dobbiamo compiere una valutazione molto accurata delle ragioni che hanno consigliato l'uso di questo strumento, e una verifica puntuale se attraverso questo strumento d'indagine non si sia aggirata la norma che è posta dalla Costituzione a presidio delle nostre prerogative e a presidio e a difesa delle prerogative di quest'Aula, cioè quella che impedisce che un parlamentare possa essere intercettato senza autorizzazione di quest'Aula.

Io ricordo ai colleghi, che magari non sono ferratissimi in questa materia, che ormai è abbastanza consolidata in giurisprudenza la distinzione tra le intercettazioni: vengono, cioè, considerate intercettazioni dirette quelle che riguardano direttamente l'utenza di un parlamentare, o un luogo dove abitualmente sta un parlamentare, e quelle ovviamente devono essere precedute da un'autorizzazione, altrimenti sono illegittime, ed è palese. E, poi, c'è una distinzione tra intercettazioni indirette e intercettazioni casuali: le intercettazioni indirette sono quelle che riguardano utenze di terzi, ma che possono essere considerate, per le circostanze del caso, un modo per aggirare il divieto di intercettazione diretta da parte del giudice, perché il giudice sa che, intercettando il terzo che viene in contatto col parlamentare, può ottenere lo stesso risultato di un'intercettazione diretta.

E, allora, quali sono quelle che invece possono essere assentite, quando riguardano un parlamentare anche senza l'autorizzazione della Camera? Son quelle cosiddette casuali, cioè quelle in cui si può ritenere fondatamente che il giudice abbia deciso di intercettare un terzo senza minimamente sapere o poter prevedere che quel terzo sarebbe entrato in contatto con un parlamentare: in questo caso, essendo del tutto casuali, fortuite, quelle intercettazioni non possono essere ovviamente soggette ad autorizzazione, e quindi sono lecite, sono ammissibili.

Il caso di specie, che riguarda la questione per la prima volta del trojan, del captatore informatico, presenta quei profili, quelle caratteristiche, quelle peculiarità che già i miei colleghi prima hanno messo in evidenza: la circostanza in particolare che le autorizzazioni, per le quali oggi si chiede a questa Camera che venga rilasciata l'autorizzazione, sono state compiute molto tempo dopo che il nostro collega Sozzani era iscritto nel registro degli indagati. Noi abbiamo cioè una circostanza di fatto, che i terzi che sono stati oggetto di captazione, e attraverso le quali captazioni sono “entrate” anche le conversazioni col collega Sozzani, facevano parte tutti di una indagine molto estesa, molto larga, molto complessa, che riguardava molti soggetti, tra i quali vi era anche il nostro collega Sozzani.

Non solo. Quando questo accade, cioè quando si sa che oggetto dell'indagine è anche il parlamentare, lo dice la giurisprudenza costituzionale, occorre compiere una verifica molto più rigorosa, perché si può presumere che all'interno di quell'indagine sia in qualche modo presumibile che se io effettuo un'intercettazione, una captazione nei confronti di uno dei soggetti dell'indagine, possa finirci dentro inevitabilmente anche un altro soggetto; e se questo soggetto è un parlamentare, allora il sospetto di intercettazioni indirette, e quindi che dovrebbero essere autorizzate, è ancora maggiore.

In questo caso, noi abbiamo allora che il nostro collega era soggetto a un'indagine da molto tempo insieme a tutti gli altri soggetti coinvolti; i soggetti che sono oggetto di captazione attraverso l'intercettazione ambientale nel caso di Tolbar, e attraverso il trojan nel caso di Caianiello, sono soggetti che pacificamente avevano rapporti, qualcuno anche rapporti di collaborazione professionale (in questo caso Tolbar), rapporti costanti e frequenti con il nostro collega Sozzani, che era già indagato.

Se io intercetto allora con una cimice ambientale posta nella macchina di uno stretto collaboratore di un parlamentare, che è indagato insieme a lui; se io metto il trojan nel cellulare di una persona che è indagata insieme a un nostro collega, che so avere rapporti col nostro collega perché fa parte di una stessa indagine complessiva, come faccio poi - io giudice - come fa il giudice in questo caso a sostenere che, nel momento in cui il nostro parlamentare entra nell'area della captazione, questa intercettazione sia casuale e fortuita? Come posso sostenerlo?

Il giudice dice che la casualità della intercettazione si evince dal fatto che sia nella macchina dove c'era la cimice sia con il trojan le intercettazioni sono state decine e decine e quelle che riguardano il nostro collega sono state pochissime, una in un caso e quattro nell'altro. Ma la mia domanda è la seguente: ma tu, giudice, come puoi dire che, proprio in presenza di quelle circostanze, escludevi in partenza che il parlamentare potesse entrare nell'area della captazione? Noi riteniamo che in questo caso fosse fondato dover ritenere che quello strumento di indagine, sia per l'ampiezza della sua capacità di captazione, il captatore informatico, sia per il fatto che riguardava un ambiente, un luogo di uno stretto collaboratore del parlamentare indagato insieme a loro, in questo caso non si possa parlare di intercettazioni casuali, ma sia più logico, coerente, giusto e corretto parlare di intercettazioni indirette, per le quali quindi era doveroso chiedere l'autorizzazione a procedere.

PRESIDENTE. Concluda.

ALFREDO BAZOLI (PD). Questa è la ragione per la quale riteniamo che la relazione che è stata data dalla nostra collega sia corretta e noi voteremo quindi a favore della relazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Covolo. Ne ha facoltà.

SILVIA COVOLO (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il gruppo Lega aderisce con convinzione alla proposta della relatrice, onorevole Bisa, volta a denegare l'autorizzazione all'utilizzo di intercettazioni sull'utenza in carico al deputato Sozzani, poste alla base di una richiesta di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dello stesso collega. Lo scrupoloso lavoro della collega Bisa ha permesso di appurare, nell'ambito dei lavori che hanno coinvolto la Giunta per le autorizzazioni a procedere nello scorso mese di luglio, come gli organi inquirenti fossero perfettamente consapevoli della carica di deputato rivestita dall'onorevole Sozzani a far data dal 4 marzo 2018. Per tale ragione l'autorizzazione all'intercettazione del collega avrebbe dovuto essere richiesta preventivamente, e non ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 140 del 2003, peraltro posteriormente all'invio alla Camera della richiesta di autorizzazione all'applicazione di una misura cautelare personale tanto gravosa quale gli arresti domiciliari, fondata sulle stesse prove che l'autorità giudiziaria non era neppure legittimata ad utilizzare.

Per questo motivo ribadiamo con forza la contrarietà, già espressa nella seduta di Giunta del 24 luglio scorso, alla richiesta di concessione dell'autorizzazione all'utilizzo dei risultati di intercettazioni riguardanti l'onorevole Sozzani, pervenuta in data 30 maggio scorso alla Giunta (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Giuliano. Ne ha facoltà.

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Signor Presidente, colleghi deputati, la decisione che ci accingiamo a prendere oggi in quest'Aula, come detto, riguarda la richiesta avanzata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano di autorizzazione all'utilizzo dei risultati di operazioni di intercettazioni ambientali e telematiche captate casualmente tra alcuni soggetti terzi, monitorati e sottoposti ad indagine per una serie di gravi reati, e il deputato Diego Sozzani. Si tratta di cinque blocchi di trascrizione di cui si chiede l'utilizzo nell'ambito del procedimento penale pendente dinanzi al tribunale di Milano a carico del deputato Sozzani, a cui vengono, come detto, contestate condotte rientranti nella fattispecie prevista e punita dall'articolo 7, commi 2 e 3, della legge n. 195 del 1974, Contributo dello Stato al finanziamento dei partiti politici, commessa in concorso con altri soggetti in concomitanza con le elezioni politiche del 4 marzo dello scorso anno. Nell'ambito del medesimo procedimento penale è altresì pervenuta, in data 8 maggio 2019, una domanda di autorizzazione a procedere all'applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato Sozzani.

Ebbene, l'indagine penale a carico del deputato Sozzani si inserisce in un filone investigativo molto più articolato e complesso e appare fortemente corroborata da elementi indiziari molto pesanti e seri nei confronti di una molteplicità di indagati. L'indagine complessiva sembra delineare un grave quadro criminale, basato su un sistema corruttivo di affidamenti pilotati e porta all'individuazione a carico di una pluralità di indagati di gravi ipotesi di reato, che vanno dal finanziamento illecito ai partiti alla corruzione, dalla turbata libertà d'incanto al millantato credito aggravato. Il soggetto intercettato direttamente…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore…

CARLA GIULIANO (M5S). …non è il deputato Sozzani, che viene captato in quanto colloquiante con Gioacchino Caianiello e Mauro Tolbar, soggetti entrambi sottoposti ad indagine, che appaiono le figure cardine nell'ambito del sistema criminale descritto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano. Si tratta di intercettazioni ambientali captate all'interno della autovettura di Mario Tolbar e di intercettazioni ambientali telematiche registrate grazie al captatore informatico trojan installato sul telefono cellulare in uso all'indagato Caianiello.

Al riguardo voglio ricordare che, proprio grazie alla legge anticorruzione fortemente promossa dal Ministro Bonafede e dal MoVimento 5 Stelle, è stato rafforzato ed esteso l'utilizzo del trojan quale strumento di indagine da utilizzare nelle ipotesi dei più gravi delitti dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione.

Nel caso di specie l'analisi della documentazione che ci è pervenuta porta a ritenere che le conversazioni intercettate che coinvolgono il deputato Sozzani ricadano nell'ambito delle cosiddette intercettazioni casuali. Si tratta infatti di intercettazioni a carico di utenze di vari soggetti già indagati ovvero attenzionati dagli inquirenti per un'indagine densa e complessa da dipanare. Peraltro, la pluralità di interlocutori degli indagati Tolbar e Caianiello e le innumerevoli conversazioni che non riguardano il deputato Sozzani confermano la natura casuale delle intercettazioni che coinvolgono il parlamentare.

Quanto alle intercettazioni effettuate tramite trojan sul cellulare in uso a Caianiello occorre evidenziare che quest'ultimo risulta al centro di una vastissima attività di indagine per gravi reati, indagine che non coinvolge il deputato Sozzani. Inoltre, si tratta di intercettazioni avvenute all'esterno di un bar, aspetto che evidenzia come ci si trovi di fronte alla classica fattispecie riconosciuta dalla giurisprudenza costituzionale dell'ingresso accidentale del parlamentare nell'area d'ascolto e ciò anche in considerazione della moltitudine di interlocutori e di frequentatori dell'indagato Caianiello.

In ordine all'intercettazione ambientale avvenuta nella macchina del Tolbar occorre evidenziare due aspetti. In primo luogo, il Tolbar, al pari di Gioacchino Caianiello, risulta coinvolto in una serie di condotte illecite a cui il parlamentare Sozzani risulta, invece, estraneo. In secondo luogo, a fronte della consistente mole di comunicazioni captate nell'autovettura del Tolbar, una sola conversazione coinvolge il parlamentare Sozzani e ciò a dimostrazione del carattere casuale di tale captazione.

Ricordiamo inoltre che esula dalle competenze della Giunta e di quest'Aula il sindacato di merito sulla fondatezza o meno delle accuse mosse dal GIP del tribunale di Milano al deputato Sozzani. Come abbiamo più volte ricordato, sulla base della giurisprudenza della Corte costituzionale in materia di intercettazioni coinvolgenti casualmente un membro delle Camere, la valutazione dell'organo parlamentare riguarda la verifica della sussistenza sia del requisito negativo dell'assenza di ogni intento persecutorio da parte della magistratura nei confronti del parlamentare durante il suo mandato sia del requisito positivo della necessità di utilizzazione delle intercettazioni, motivata in termini di non implausibilità. Ebbene, l'articolo 6 della legge n. 140 del 2003 non assegna al Parlamento un potere di riesame di dati processuali già valutati dall'autorità giudiziaria: il Parlamento, infatti, non può e non deve essere una sorta di “super-Cassazione” per i parlamentari sottoposti ad indagine (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il compito delle Camere è ben diverso, ed è quello di verificare che la richiesta di autorizzazione sia coerente con l'impianto accusatorio e non sia pretestuosa. Ebbene, nella richiesta di autorizzazione del GIP del tribunale di Milano non riteniamo che si possa ravvisare un'aura di fumus persecutionis nei confronti del deputato Sozzani.

Nell'impianto accusatorio il deputato Sozzani si inserisce in un sodalizio criminale che si assume operante ben prima della sua candidatura e della successiva elezione del deputato, così come emerge anche dalla parallela richiesta di applicazione di misure cautelari nei suoi confronti. Il quadro indiziario che emerge dalle intercettazioni è ampio e di gravissima portata, aspetto ulteriore che porta a escludere che la richiesta del giudice milanese possa in qualche modo rispondere a una sorta di volontà di persecuzione nei confronti del deputato Sozzani. Inoltre, è di netta evidenza che le intercettazioni costituiscono elementi importanti e di rilievo per la comprensione della complessa vicenda oggetto dell'indagine milanese.

La richiesta di autorizzazione avanzata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano appare, quindi, conforme ai principi enunciati dalla Corte costituzionale e, cioè, rilevanza delle intercettazioni all'interno dell'orditura accusatoria, casualità delle intercettazioni ed assenza di fumus persecutionis dei magistrati nei confronti del deputato Sozzani.

Presidente, la posizione del MoVimento 5 Stelle è chiara: tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge e nessuno può celarsi dietro privilegi al fine di sottrarsi all'esercizio della funzione giurisdizionale (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ribadiamo, ancora una volta, che compito di quest'Aula non è sostituirsi ai giudici né appropriarsi del potere giurisdizionale ma è quello di agire sempre nel pieno rispetto dei principi costituzionali e dei valori di giustizia e di legalità.

Per queste ragioni il MoVimento 5 Stelle annuncia il proprio voto contrario sulla proposta della relatrice, la deputata Bisa, ed esprime, quindi, voto favorevole a concedere l'autorizzazione all'utilizzo di tutte le intercettazioni di cui alla richiesta avanzata dal gip del tribunale di Milano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazione - Doc. IV, n. 5-A)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta della Giunta di negare l'autorizzazione all'utilizzazione dei risultati di operazioni di intercettazione di cui al Doc. IV, n. 5-A, nei confronti del deputato Diego Sozzani, così come elencate nella domanda avanzata dall'autorità giudiziaria. Colleghi, colleghi!

Preciso che chi intende negare l'autorizzazione deve votare “sì” e chi intende concederla deve votare “no”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25) (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Volpi. Ne ha facoltà.

RAFFAELE VOLPI (LEGA). Presidente, innanzitutto non è necessario che, quando alzo la mano, mandi un funzionario a chiedere perché voglio parlare. Me lo domanda lei e io le dico: “sull'ordine dei lavori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)”.

Sarò brevissimo. Il mio voto è palese, perché era espresso come quello di tutti gli altri. Quando lei guarda i colleghi e, magari se non guarda sempre da questa parte e guarda anche i colleghi del suo partito, si accorgerebbe, come doveva fare prima, che, come sempre, fotografano i risultati dei voti. Allora, io non ho paura della mia espressione di voto, però le richiedo un minimo di attenzione e non faccio nemmeno polemica già sulla rottura di questa maggioranza sulla differenza di voto (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Però la prego, Presidente, di stare attento, perché lei richiama molto spesso le regole e le regole valgono per tutti e, quindi, le faccia applicare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Deputato Volpi, partendo dall'ultimo punto è chiaro che le regole valgono per tutti e, quindi, sappiamo benissimo che è vietato fare fotografie in Aula. Ribadisco per l'ennesima volta questo concetto che spesso passa attraverso un po' tanti deputati e non va bene. Quindi, chiunque abbia fatto fotografie sa bene che non può farle.

Per quanto riguarda l'ultimo punto, deputato Volpi, io posso sempre mandare un funzionario anche a chiedere per cercare di velocizzare la gestione dell'Aula. Spesso lo chiedo e, a volte, mando il funzionario. È nelle mie facoltà e continuerò a farlo a seconda di quello che decido (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato Sozzani (Doc. IV, n. 4-A) (ore 15,58).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato Diego Sozzani (Doc. IV, n. 4-A).

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta dell'11 settembre 2019 (Vedi l'allegato A della seduta dell'11 settembre 2019).

La Giunta propone di concedere l'autorizzazione richiesta.

(Discussione - Doc. IV, n. 4-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.

Ha facoltà di parlare il relatore, deputato Gianfranco Di Sarno. Colleghi, per favore. Prego.

GIANFRANCO DI SARNO, Relatore. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, la Giunta per le autorizzazioni riferisce su una domanda di autorizzazione all'applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato Diego Sozzani nell'ambito del procedimento penale n. 33490 dell'anno 2016.

Le condotte contestate al deputato Sozzani rientrano nella fattispecie prevista e punita dall'articolo 7, commi 2 e 3, della legge n. 195 del 1974 (Contributo dello Stato al finanziamento dei partiti politici), in concorso con altri in concomitanza con le elezioni politiche del 4 marzo 2018.

La domanda in titolo è pervenuta l'8 maggio 2019 dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano, che ne ha fatto richiesta alla Camera dei deputati ai sensi dell'articolo 4 della legge n. 140 del 2003. Nell'ambito del medesimo procedimento penale è pervenuta altresì in data 26 giugno 2019 la domanda di autorizzazione all'utilizzo dei risultati di operazioni di intercettazione nei confronti del deputato Sozzani, della quale era stata anticipata la richiesta, ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 140 del 2003, all'interno dell'ordinanza di applicazione di misure cautelari personali, emessa il 29 aprile 2019 dal medesimo giudice e allegata alla domanda di autorizzazione.

A tal proposito la Giunta, nella seduta del 30 maggio 2019, aveva ritenuto di differire l'esame della domanda in titolo nelle more della ricezione della domanda relativa alle intercettazioni il cui esame era stato ritenuto pregiudiziale. Conseguentemente era stata richiesta al Presidente della Camera la sospensione del termine di cui all'articolo 18 del Regolamento. Sulla domanda relativa alle captazioni ambientali, telematiche e telefoniche la Giunta ha deliberato, nella seduta del 24 luglio 2019, nel senso del diniego dell'autorizzazione. Per gli aspetti di merito di tale vicenda si fa rinvio all'illustrazione contenuta nella relazione a firma della collega Bisa. Le intercettazioni oggetto della domanda del giudice di cui al Doc. IV, n. 5, compendiate in cinque blocchi di attività dal 10 dicembre 2018 al 19 aprile 2019, erano evidentemente riferite al periodo successivo all'assunzione della carica di deputato da parte di Diego Sozzani.

Come si evince dall'ordinanza, tuttavia, gli atti di indagine che coinvolgono la figura di Diego Sozzani, ingegnere, già presidente della provincia di Novara e poi consigliere della regione Piemonte, coprono un vasto arco di tempo e hanno consentito la raccolta di un complesso di elementi probatori molto più ampio delle sole intercettazioni captate dopo l'assunzione della carica di deputato, che non sono certamente le uniche su cui è basata la richiesta di misura cautelare. L'eventuale diniego della loro autorizzazione da parte dell'Assemblea della Camera dei deputati in ogni caso non comporterebbe una meccanica trasposizione della decisione riguardo alla domanda in titolo, la quale, come dichiara lo stesso giudice, si fonda altresì su numerose altre intercettazioni.

Osserva, infatti, il giudice che le conversazioni captate sono concettualmente distinguibili in tre categorie, e cioè: a) le intercettazioni che non coinvolgono quale interlocutore Sozzani, ma altri indagati; b) intercettazioni che coinvolgono Sozzani, ma che precedono la sua proclamazione: come risulta dalla documentazione a disposizione della Giunta, le intercettazioni nei confronti di Sozzani sono iniziate il 30 novembre 2017; c) le conversazioni intercettate con modalità ambientale o telematicamente successivamente alla proclamazione alla carica di parlamentare che annoverano Sozzani tra i relativi interlocutori, oggetto della pronuncia della Giunta del 24 luglio 2019. Occorre, infatti, ricordare che il procedimento giudiziario nel cui ambito si colloca la richiesta cautelare in oggetto scaturisce da filoni d'inchiesta convergenti e partiti in tempo significativamente anteriore all'inserimento nelle liste elettorali di Sozzani per le elezioni politiche del 4 marzo 2018.

Come dichiara il giudice, in seguito alla trasmissione per competenza effettuata dalla procura di Busto Arsizio e alla riunione con il procedimento già pendente presso la procura di Milano, le indagini si sono sviluppate mediante intercettazioni telefoniche, ambientali, captatori informatici, servizi di OCP realizzati con videoriprese, acquisizioni documentali, acquisizioni e disamina dei tabulati telefonici, acquisizione ed esame documentazione bancaria. Nell'impianto accusatorio la figura di Diego Sozzani si inserisce in un sodalizio criminale che si assume operante ben prima della candidatura e della successiva elezione del deputato.

Egli appare al centro di un più ampio quadro di vicende illecite inerenti il sistema di pilotate assegnazioni di incarichi da parte di società pubbliche della provincia di Varese nei confronti dello studio Greenline dei fratelli Sozzani. Osserva, infatti, il giudice che il reato che gli viene contestato rappresenta soltanto una minima parte delle vicende illecite nelle quali è pesantemente coinvolto unitamente al Caianiello e al suo collaboratore Tolbar. A tal proposito, per quanto attiene ai compiti istituzionali della Giunta, occorre svolgere alcune considerazioni. Anzitutto, l'inchiesta non coinvolge il solo Sozzani, ma decine di indagati. Gli episodi delittuosi sono emersi prevalentemente nel corso di intercettazioni che sono eloquenti e ne rivelano diffusamente i contenuti illeciti.

Tuttavia le intercettazioni non costituiscono certamente l'unico riscontro delle prospettazioni dell'autorità giudiziaria, in quanto tali episodi hanno successivamente ottenuto granitico riscontro nella parallela indagine dichiarativa e/o documentale. Il quadro probatorio appare - e dico appare - pertanto ampio e articolato ed è fondato su atti di indagine di diverse tipologie. Sia la richiesta sia l'ordinanza sono solidamente argomentate dal punto di vista logico-giuridico e sono corredate da corposa documentazione. Rispetto a tale ultimo profilo la Giunta ha comunque ritenuto di richiedere un'integrazione documentale all'autorità giudiziaria, che ha dato un pieno e tempestivo seguito in spirito di leale collaborazione istituzionale. Ciò porta ad escludere che gli atti di indagine possano rivelare la sussistenza di fumus persecutionis nei confronti del deputato Sozzani; parimenti è da escludere che la misura cautelare richiesta sia ispirata da finalità lesive di attribuzioni e delle prerogative del parlamentare ai sensi dell'articolo 68 della Costituzione.

La Giunta ha esaminato la domanda nelle sedute del 9 e 30 maggio, 12 giugno e 10 e 31 luglio 2019. L'incarico di relatore era stato affidato originariamente al deputato Vitiello, il quale ha avanzato una proposta nel senso del diniego. In sede di votazione, nella seduta del 31 luglio 2019, tale proposta è stata respinta a maggioranza. Conseguentemente, con la presente relazione si formula proposta all'Assemblea di concedere l'autorizzazione all'applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari richiesta nei confronti del deputato Diego Sozzani dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Catello Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (MISTO-C10VM). Grazie, Presidente. Ebbene, quando il 31 luglio ho ritenuto di relazionare in senso contrario rispetto alle conclusioni del collega Di Sarno, l'ho fatto per scongiurare quel paradosso di cui sopra, perché nell'intervento precedente - riprendo da dove mi sono fermato - noi avevamo chiesto - si badi, Presidente, all'unanimità all'interno della Giunta - di avere la possibilità di decidere prima sulle intercettazioni, perché, come ha detto giustamente anche il collega Di Sarno nella sua relazione, ritenevamo fosse una questione pregiudiziale rispetto alla decisione che dovevamo assumere. Pregiudiziale significa che crea un pregiudizio rispetto alla decisione. Quando il 31 luglio ho ritenuto di dare il diniego, l'ho fatto in maniera serena, perché se c'è - e si è votato così in Giunta, così come pochi istanti fa in quest'Aula - il fumus persecutionis rispetto alle intercettazioni e se la richiesta di arresti si basa quanto alle esigenze cautelari solo ed esclusivamente su quelle quattro intercettazioni, Presidente, penso che sia davvero paradossale votare in senso opposto.

Detto questo, secondo punto, naturalmente capisco le difficoltà di una relazione che non parte dal presupposto giusto, quello delle conclusioni della decisione precedente, perché quello era il presupposto giusto, e mi rendo conto, però non ho sentito parlare di esigenze cautelari nella relazione, Presidente. Qui non si sta decidendo sulla condanna. Noi abbiamo l'articolo 13 della Costituzione, l'articolo 27 della Costituzione: quando siamo nelle more di un giudizio, noi dobbiamo avere la possibilità di sapere che possiamo applicare una misura cautelare in tre occasioni, l'articolo 274 del codice di procedura penale ce lo dice, ma non ho ascoltato nulla di tutto questo nella relazione, Presidente, nulla. Non ci sono esigenze cautelari (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio e Forza Italia-Berlusconi Presidente). E allora Sozzani merita un processo? Sì, che si vada a fare il processo, ma non possiamo mettere a repentaglio il plenum dell'Aula perché ci vogliamo sostituire... E poi, devo dire la verità, voi - lo dico suo tramite, Presidente, ai colleghi dei 5 Stelle - siete contro l'articolo 68, non a Sozzani o a chi per esso davanti a voi. Voi siete contro le guarentigie della Carta costituzionale. Ditelo, va benissimo, ma non venite a prenderci in giro rispetto alle modalità con le quali effettuiamo il nostro lavoro all'interno della Giunta (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Non mi sento parte di una super Cassazione, cerco di applicare un metodo, quello del fumus, e solo questo, perché poi alla fine voi naturalmente vi rimettete all'impianto accusatorio di gravissima portata.

PRESIDENTE. Concluda.

CATELLO VITIELLO (MISTO-C10VM). Gli elementi di rilievo derivano dalle intercettazioni per la comprensione della vicenda, ma non è questo, Presidente, e concludo…ho quasi finito, ho quasi terminato. Noi dobbiamo accettare che ci sono delle regole e che le regole devono essere rispettate prima dai giudici! È uno Stato di diritto e, se questo non c'è, noi dobbiamo opporci in ogni modo. Ricordatevi questo: la richiesta di applicazione della misura cautelare arriva un anno dopo i fatti. Quello che viene contestato al Sozzani è un finanziamento illecito rispetto alla campagna elettorale del 4 marzo 2018: la richiesta di applicazione della misura cautelare è del marzo successivo 2019: non ci sono esigenze cautelari (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio e Forza Italia-Berlusconi Presidente). È una vergogna votare contro e accettare l'idea che possono fare quello che vogliono: bisogna rispettare le regole!

PRESIDENTE. Deve concludere.

CATELLO VITIELLO (MISTO-C10VM). È quello che volete voi (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione.

Prendo atto che il relatore Di Sarno rinunzia alla replica.

(Dichiarazioni di voto - Doc. IV, n. 4-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Non posso, ovviamente, che riprendere le considerazioni della precedente dichiarazione di voto che, in qualche modo, sottendevano anche alla valutazione e alla dichiarazione di voto per questa fattispecie che, ovviamente, accresce ulteriormente, da questo punto di vista, il giudizio in coscienza, perché riguarda - lo ricordo - l'applicazione della misura cautelare. Quindi, da questo punto di vista, per le ragioni e per le motivazioni che ho poc'anzi espresso in occasione del precedente voto, noi non diamo come gruppo e, quindi, non annunciamo una dichiarazione di voto di gruppo, lasciando ai singoli componenti libertà di voto e, quindi, libertà di coscienza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Grazie, Presidente. Colleghi, io siedo in quest'Aula da quasi quattordici anni e sono intervenuto in moltissime circostanze, ma oggi provo una particolare sensazione di ansia, perché oggi tocchiamo il tema della libertà personale prima che venga celebrato un processo, prima anche di un rinvio a giudizio. È una valutazione molto delicata, che mi auguro venga condotta da ciascuno senza una logica di partito o di schieramento, perché la libertà prescinde dai partiti, dalle loro dinamiche e dagli ordini di scuderia. Quando è in ballo la libertà bisogna decidere secondo coscienza, sulla base degli atti, e ascoltare alcuni che dicono “votiamo sempre e comunque a favore delle richieste dei giudici anche quando non ci convincono” è un delegare ad altri una funzione che è riservata ai componenti di questa Camera. Il nostro dovere è di decidere secondo un'unica guida: la Costituzione. La libertà personale non è materia di convenienza politica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e questo voto non deve avere una valenza politica.

Oggi la vicenda riguarda un deputato di Forza Italia, ma chi mi conosce sa che direi le stesse cose se si trattasse di un collega di un altro partito. Non ci compete discutere del merito, della sussistenza del reato, non dobbiamo condannare o assolvere nessuno: il procedimento penale farà il suo corso. Noi siamo chiamati a stabilire se il collega Sozzani debba affrontare il processo in condizione di privazione della libertà personale ed è la Carta costituzionale che ci indica i limiti espliciti per privare della libertà personale un deputato. Per fare questo, dobbiamo vedere se c'è il fumus persecutionis: cos'è il fumus persecutionis? È, in sintesi, l'uso distorto degli strumenti di indagine. Se le indagini sono svolte in modo corretto, se sono rispettate le garanzie, se gli atti sono puntualmente motivati, non c'è fumus persecutionis. Se ci sono delle forzature procedurali, il ricorso a strumenti di indagine non consentiti, atti privi di motivazione, iter contraddittori, allora c'è fumus persecutionis. A Diego Sozzani viene contestato il reato di un finanziamento illecito - uno - per la somma di 10 mila euro, somma che, risulta dagli atti, Sozzani non ha mai percepito. Nessuna corruzione o concussione, ma un reato che riguarda l'iter burocratico di un finanziamento altrimenti pienamente consentito. Quando si chiede l'arresto di una persona - perché viene chiesto l'arresto del deputato Sozzani -, noi dobbiamo verificare se c'è un'ampia motivazione di due elementi: i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari.

Ebbene, su cosa appoggia l'accusa? Poggia solo ed esclusivamente su cinque intercettazioni, quelle cinque intercettazioni che quest'Aula ha appena deliberato essere illegittime (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Di queste cinque intercettazioni, una addirittura era stata esclusa direttamente dal giudice, che aveva ammesso l'errore: avevano intercettato direttamente il telefono di un deputato senza autorizzazione, il che, come tutti sappiamo, è vietato dalla Costituzione. Le altre quattro sono state dichiarate illegittime da quest'Aula perché non sono per nulla casuali: intercettazioni che non avrebbero dovuto essere effettuate, conversazioni captate attraverso il trojan inoculato ad una persona che ben si sapeva essere in contatto con il Sozzani e ben si sapeva che avrebbe parlato con un deputato. Quegli stessi contatti che, a posteriori, sono stati definiti casuali, ma casuali non erano affatto.

Ma vi è di più: può definirsi casuale, come ha fatto chi ha fatto questa richiesta di arresto, il dialogo tra Sozzani ed un suo collaboratore sottoposto ad intercettazione? Si intercetta il collaboratore di un deputato e si ritiene imprevedibile che costui dialoghi con il deputato. È un po' stravagante questa considerazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Il trojan è un importantissimo strumento di indagine, ma ci sono delle garanzie costituzionali che non possono essere travolte. Le intercettazioni che quest'Aula ha appena dichiarato inutilizzabili sono gli unici - ripeto: gli unici - elementi su cui poggia la richiesta di arresto: senza queste intercettazioni illegittime, alla voce “gravi indizi di colpevolezza” non resta niente, il nulla assoluto.

Di questo deficit di contenuti, probabilmente, erano consapevoli anche gli investigatori che, per fare l'individuazione di ulteriori elementi probatori, hanno travolto un altro paletto costituzionale. Nessuno lo ha riferito, ma si sono presentati nell'ufficio dell'onorevole Sozzani, lo hanno perquisito senza alcuna autorizzazione, aprendo il computer e sequestrando vari documenti: senza autorizzazione. Gli avvocati hanno detto: attenzione, questo è l'ufficio di un parlamentare, ci vuole un'autorizzazione, lo stabilisce la Costituzione. E sono andati avanti: ci sono i verbali depositati nella Giunta.

E non è finita. Come ricordavo poc'anzi, per privare una persona della libertà debbono essere presenti le esigenze cautelari. Allora, qui siamo a distanza di più di un anno dai fatti contestati nei confronti di un incensurato e ci saremmo aspettati una spiegazione sul perché non consentire di attendere in libertà il processo. Invece nulla, salvo un laconico riferimento al pericolo di reiterazione che - ascoltate - in che cosa consisterebbe: consisterebbe nella permanenza dell'incarico elettivo ricoperto. I magistrati, quindi, considerano l'attualità del pericolo implicita nella carica di parlamentare (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Misto-Cambiamo! - 10 Volte Meglio): “in permanenza dell'incarico elettivo ricoperto”. Cosa vuol dire questo? Che un parlamentare, come tale, è potenzialmente pericoloso? È un'impostazione inaccettabile, che serve solo a colmare la carenza di motivazione sulla base delle esigenze cautelari, sostituendo la semplificazione del pregiudizio alla forza degli argomenti.

Mettiamo in fila gli eventi: intercettazioni illegittime su un parlamentare, uso del trojan benché fosse altamente prevedibile che sarebbe stato intercettato un parlamentare, perquisizione nell'ufficio di un parlamentare, inesistenza degli indizi di colpevolezza, nessun riferimento alle esigenze cautelari, salvo quello che vi ho evidenziato. Forzature e leggerezze che dovrebbero far sussultare quest'Aula, che è Aula ben conscia di quante richieste di autorizzazione all'arresto fatte al Parlamento nel corso degli anni sono poi finite nel nulla con archiviazioni o assoluzioni. Diciamo che il fumus persecutionis significa uso distorto dei poteri investigativi.

Ci sono elementi in abbondanza per concludere che una persona non può essere privata della libertà personale con queste modalità. Lo ripeto: non c'entra niente la politica, e nessuno dovrà trarre conseguenze politiche da questo voto. Non c'entrano i partiti, le casacche, le maggioranze, le simpatie, le antipatie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), semplicemente il rispetto della Costituzione, e, badate bene, evitando di creare un precedente molto pericoloso, che legittima metodi di indagine non consentiti. Non si tratta di difendere un privilegio, ma di applicare un principio costituzionale, che quest'Aula ha affermato pochi minuti fa a grande maggioranza. Il nostro dovere è quello di mettere in fila questi fatti e prendere posizione. E alla luce di queste considerazioni io traggo la convinzione ponderata che sia giusto respingere la richiesta di arresto, e chi mi conosce sa quanto io sia sempre attento a motivare le mie affermazioni, ed in questo caso di argomenti ce ne sono molti. Ho promosso molteplici iniziative per l'affermazione di uno Stato di diritto, penso al tema della riparazione per ingiusta detenzione, e non posso che ricordare a me stesso e a tutti voi quanto sia sacra la libertà della persona (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio). Una persona a cui viene tolta la libertà non è più la stessa. Solo in casi eccezionali, ma davvero eccezionali, la legge consente di togliere la libertà prima che venga celebrato un processo, e questa scelta deve essere supportata da un iter rigorosissimo. Autorizzare l'arresto dopo aver rigettato l'utilizzo delle intercettazioni sarebbe veramente una grande contraddizione, visto che la richiesta è fondata esclusivamente su queste intercettazioni. Equivarrebbe a far rientrare dalla finestra quel trojan che abbiamo dichiarato illegittimo qualche minuto fa (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio). Mi avvio alla conclusione. Questo caso rappresenta un precedente e farà giurisprudenza: è la prima volta in cui la Camera valuta l'impiego illegittimo del trojan per una richiesta di arresto. È la prima volta: o quest'Aula riconosce che ci sono dei limiti costituzionali o abdica al suo ruolo e d'ora in avanti sarà possibile utilizzare questo strumento di intercettazione in modo indiscriminato. Alla luce di queste considerazioni, propongo a quest'Aula, convintamente e seriamente, di respingere la richiesta di arresto (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, anche noi ci siamo accostati a questa decisione con grande rispetto, grande cautela, grande prudenza, perché è vero quanto diceva poc'anzi il collega Costa: qui stiamo parlando della libertà personale di un collega, stiamo parlando anche qui, come abbiamo fatto prima, del rispetto delle prerogative del Parlamento e dei parlamentari, della Costituzione. Quindi, quando dobbiamo fare valutazioni di questa natura, penso che occorra grande libertà intellettuale, e ovviamente non può esserci alcun vincolo di maggioranza. Penso che chi ha detto prima che il voto precedente ha fatto saltare la maggioranza, ha detto un'emerita scemenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché in questi casi è evidente che si fanno valutazioni che non c'entrano nulla con il vincolo di maggioranza, lo dimostra il fatto che le scelte che ha assunto il Partito Democratico, che riconferma in quest'Aula, sono state fatte a luglio, cioè prima che avvenisse il turbolento agosto, e quindi in una condizione che era tutt'affatto diversa da quella di oggi. Quindi non c'è alcuna scelta che riguarda il vincolo politico di maggioranza, ma solo una scelta che deve essere fatta con grande attenzione, perché le questioni che analizziamo sono importanti e appunto riguardano anche la libertà personale di un collega. Noi ci siamo accostati con questo spirito, con questo spirito laico a questa verifica, sapendo che la nostra funzione non è quella di fare i giudici, non è quella di fare una valutazione nel merito della fondatezza delle accuse, ma è una funzione molto specifica, cioè quella di valutare se nel caso di specie, nella richiesta che è stata fatta nei confronti di un nostro collega, vi sia fumus persecutionis, ossia vi sia da parte del magistrato un particolare accanimento nei confronti del parlamentare tale da mettere in discussione il rispetto del rapporto tra il potere legislativo e il potere giudiziario.

Questo è quello che dobbiamo fare: non una valutazione di merito specifica sulla fondatezza dell'accusa, ma semplicemente capire se c'è un fumus persecutionis; e noi a questo ci siamo attenuti. Noi abbiamo cercato di fare una valutazione che avesse questa specifica valutazione, e siamo giunti alla conclusione che, secondo noi, quel fumus persecutionis non si ravvisa nel caso di specie. L'abbiamo fatto sulla base di una serie di valutazioni che possono anche non essere condivise, ma che noi riteniamo, invece, che abbiano una loro fondatezza. Io ho sentito le ragioni, anche perché ho partecipato al dibattito in Giunta, quindi mi ricordo benissimo quali sono le ragioni che hanno fondato la critica a questa richiesta di autorizzazione: sono ragioni che non attengono alla fondatezza complessiva dell'impianto probatorio che riguarda questa indagine, ma riguardano solo ed esclusivamente le ragioni della richiesta di misura cautelare. Cioè, nessuno, né in Giunta né oggi ha messo in discussione che vi sia una fragilità complessiva dell'impianto probatorio che assiste questa indagine - questo è un appunto che io credo debba essere ricordato -, ma sono state invece messe in evidenza e criticate alcune carenze supposte ipotizzate nella fondatezza dell'esigenza cautelare che stanno alla base della richiesta, dell'ordinanza. La prima carenza è stata individuata nel fatto - è stato ripetuto e ribadito - che senza le intercettazioni, per le quali noi abbiamo negato l'autorizzazione, cadrebbe completamente l'ipotesi accusatoria nei confronti del collega Sozzani. Io mi permetto di dissentire da questa valutazione, perché una lettura corretta degli atti del giudice secondo me porta a conclusioni diverse, cioè al fatto che, anche senza quelle intercettazioni, rimane un quadro probatorio che dovrà essere oggetto di conferma davanti a un giudice, ma che è in grado di supportare le accuse delle quali è appunto oggi accusato il nostro collega Sozzani. E voglio ricordare che prima non abbiamo valutato che vi sia un fumus persecutionis, abbiamo semplicemente valutato che non ci siano le condizioni per l'autorizzazione su alcune intercettazioni perché illegittime, sono illegittime perché sono state fatte in modo indiretto nei confronti dei parlamentari. Ma questo non significa che vi sia un fumus accertato per quella ragione, e il fatto che quelle intercettazioni non siano considerate rilevanti, che non siano rilevanti nell'ipotesi accusatoria che riguarda il collega per la quale è stato richiesto la misura cautelare, è confermato dalla stessa difesa del collega, che ha detto esattamente, ha evidenziato - e cito - come le conversazioni oggetto della richiesta, quelle conversazioni di cui abbiamo negato l'autorizzazione, non riguardino l'asserita commissione del reato di finanziamento illecito ai partiti. Cioè, non riguardano quell'ipotesi di reato, perché, lo ricordo, il collega Sozzani è indagato non solo per quelle ipotesi di reato ma anche per l'ipotesi di corruzione, di turbativa d'asta, per altri tre capi di imputazione. Quelle intercettazioni erano e probabilmente sarebbero rilevanti per gli altri capi di imputazione, non per quello per il quale è richiesta la misura cautelare. Per cui, credo che questa argomentazione si sgonfi alla luce di queste considerazioni. L'altra argomentazione è che non sono motivate adeguatamente le esigenze cautelari.

Anche qui, io mi permetto di dissentire, o meglio mi permetto di dire che, se è vero che le esigenze cautelari sono motivate in maniera generica, e quindi non c'è una specifica individuazione in relazione al collega Sozzani, non è meno vero che le esigenze sono comunque indicate dal giudice e io voglio leggere un passo dell'ordinanza, perché credo che questo valga molto di più delle mie parole; dice il giudice: “Vi è invero il concreto pericolo che costoro, cioè gli indagati, se lasciati in libertà, commettano altri gravi delitti della stessa specie di quelli per cui si procede, per i quali la pena è non inferiore nel massimo a cinque anni ovvero per i quali è espressamente consentita la custodia cautelare in carcere” (il riferimento è al finanziamento illecito).

Allora sono o non sono esigenze cautelari queste, così come descritte?

Allora la nostra conclusione è che noi - e l'abbiamo detto anche in Giunta - pur considerando che l'ordinanza poteva essere meglio motivata (e quindi qui noi ammettiamo che poteva essere meglio motivata), non ravvisiamo nelle critiche che sono state fatte all'ordinanza le ragioni per desumere, da quelle critiche, l'esistenza di un fumus persecutionis a carico del nostro collega.

Questa è la ragione per cui, in coscienza, abbiamo deciso in Giunta di dare il nostro voto favorevole all'autorizzazione, che confermeremo in quest'Aula.

Mi permetto di concludere il mio intervento augurando di cuore al collega Sozzani di poter non dimostrare, ma confermare la propria innocenza e dico confermare perché noi siamo affezionati alla presunzione di innocenza e quindi mi auguro che confermi la propria innocenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per favore! Colleghi!

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Covolo. Ne ha facoltà.

SILVIA COVOLO (LEGA). Onorevoli colleghi, preannuncio il voto contrario del gruppo Lega sulla proposta del relatore Di Sarno, volta ad autorizzare l'applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del collega Sozzani.

Tale richiesta, formulata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano e pervenuta alla Giunta per le autorizzazioni l'8 maggio 2019, si fonda su intercettazioni riferite al periodo 10 dicembre 2018-19 aprile 2019, di cui l'autorità giudiziaria non aveva previamente richiesto l'autorizzazione all'utilizzazione.

Infatti, nell'ambito dei lavori di Giunta, l'esame della domanda suddetta era stato sospeso nelle more della ricezione della domanda di autorizzazione all'utilizzo delle intercettazioni indirette, pervenuta soltanto in data successiva ovvero il 30 maggio 2019.

Su tale domanda pregiudiziale, la Giunta e l'Aula, poco fa, si sono espresse nel senso del diniego.

La domanda cautelare, quindi, si fonda su quattro intercettazioni coinvolgenti il collega Sozzani e altri indagati, il cui utilizzo non è stato autorizzato dal competente organo della Camera di appartenenza, con il voto conforme dell'Aula.

Ma non si tratta soltanto di una questione formale: ricorrono infatti ulteriori e validi motivi per denegare la richiesta proveniente dall'autorità giudiziaria, rivelatrice di un vero e proprio fumus persecutionis nei confronti del collega.

Il reato contestato, sulla base di intercettazioni coinvolgenti altri soggetti, che non rivestano cariche all'interno di quest'Aula, riguarderebbe il contributo dello Stato al finanziamento dei partiti politici nell'ambito della campagna elettorale del marzo 2018.

Non pare ravvisabile alcun pericolo di reiterazione dell'illecito, trattandosi di una vicenda ormai conclusa e non destinata a ripetersi.

Dalla disamina delle intercettazioni, poi, non è emersa in alcun modo traccia di trasferimenti o di dazioni di denaro da parte di Sozzani in favore del suo partito.

E da ultimo, come potrebbero sussistere esigenze cautelari un anno dopo gli avvenimenti in contestazione?

Non solo la cronologia delle richieste pervenute dal tribunale di Milano, ma pure il merito della vicenda dimostra uno scarso rispetto per le prerogative parlamentari garantite dall'articolo 68 della Costituzione e dalla legge n. 140 del 2013.

Più in generale, richiedere la limitazione della libertà personale di un individuo in assenza di prove validamente utilizzabili concretizza una vera e propria aberrazione dal punto di vista giuridico.

Per questo motivo, ribadiamo la contrarietà, già espressa nella seduta di Giunta del 31 luglio scorso, alla concessione dell'autorizzazione ad applicare la misura degli arresti domiciliari nei confronti del collega Sozzani, grazie (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Saitta. Ne ha facoltà.

EUGENIO SAITTA (M5S). Grazie Presidente, intervengo a nome del gruppo MoVimento 5 Stelle per far nostra la puntuale e precisa relazione del collega deputato Di Sarno.

Per questo motivo non mi dilungherò molto e oltre nel mio intervento, ma volevo anche sottolineare un elemento che lo stesso collega Di Sarno ha riportato nella sua relazione: l'odierno deputato Sozzani risulta indagato dal 30 novembre 2017, così come abbiamo visto dagli atti, quindi ben prima che lo stesso venisse eletto deputato e ben prima che lo stesso addirittura si candidasse per la carica di deputato e questo è un altro elemento che vale anche ad escludere il fumus persecutionis nei confronti del collega Sozzani ad opera della magistratura.

Inoltre, come si evince dagli atti di indagine che coinvolgono la figura di Diego Sozzani, questi coprono un vasto arco di tempo e hanno consentito la raccolta di un complesso di elementi probatori che vanno ben oltre le sole intercettazioni di cui oggi quest'Aula ha negato l'utilizzabilità.

Io, rimettendomi ancora una volta al lavoro fatto del collega Di Sarno, a nome del gruppo del MoVimento 5 Stelle, esprimo il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi per favore!

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Non ci eravamo iscritti e, quindi, intanto grazie, signor Presidente per la cortesia che ci dà, permettendoci di intervenire, anche perché, essendo il voto segreto, ma è un atto fondamentale e importante di questo Parlamento, crediamo fosse necessario dire con chiarezza il voto che il nostro gruppo esprimerà e dirlo a testa alta, dandone le ragioni e assumendosi le responsabilità di queste ragioni.

Voteremo contro la richiesta di arresto (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio) e voteremo contro la richiesta d'arresto - lo dico a tutti i colleghi - non perché qui si sta affermando un privilegio, il privilegio di una casta nei confronti di un'altra (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio).

Stiamo esercitando, ci piaccia o non ci piaccia, un dovere e una responsabilità che ci è affidata dalla Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI), questo è quello che dobbiamo fare.

Così come qui non dobbiamo fare gli inquisitori.

Credo sia interesse di tutti, ma compreso del collega Sozzani, chiedere che ci sia un'indagine rapida, che ci sia una richiesta eventuale di rinvio a giudizio e, come sempre tutti ci siamo battuti, che ci siano tempi certi in un eventuale processo, perché questo è il diritto di tutti i cittadini, compreso del cittadino deputato Sozzani.

Allora perché votiamo contro? Oltre che per le ragioni che sono state dette, perché quello che qui dobbiamo affermare e su cui dobbiamo pronunciarci noi qui, perché abbiamo questa responsabilità, è su una cosa delicatissima e importante, che in tutti questi anni abbiamo visto essere usata a volte bene - e concludo - e a volte male: le esigenze cautelari …

PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Colleghi!

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). … e lo dico a chi è in maggioranza e a chi è in opposizione, a chi ritiene che debba essere cambiato l'articolo della Costituzione che assegna questa guarentigia ai parlamentari e a chi ritiene che debba essere allargata: l'uso dello strumento dell'arresto, in un'esigenza cautelare in una fase di indagine, è giusto, è sbagliato in questo caso oppure no? Si può abusare di questo strumento? Perché questo è il punto su cui noi dobbiamo pronunciarci.

Il caso è specifico, come tante volte si pronunciano i tribunali su altrettante richieste: oggi non spetta al tribunale, ma spetta al Parlamento.

Esiste la necessità di un'esigenza cautelare nei confronti di Sozzani?

Questa è la semplice risposta che noi dobbiamo dare.

Se non esiste, votando contro non affermiamo un privilegio, ma affermiamo con chiarezza, con l'autorevolezza che il Parlamento ha, a tutti i cittadini italiani e a tutti i giudici, che si arresta una persona e gli si limita la libertà solo in casi eccezionali nel corso di un'indagine (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio). Si facciano i processi, si usino tutti gli strumenti legittimi, ma i cittadini, tutti, compresi i parlamentari, non possono essere limitati nel loro utilizzo della libertà. Questo è il punto essenziale (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio). E il voto dovrebbe essere trasversale, nella coscienza della responsabilità di ognuno di noi, maggioranza e opposizione; questa è la sfida che abbiamo e così si riafferma, lo dice chi è da un po' di tempo in quest'Aula, l'alto valore delle istituzioni, senza vergogna, con responsabilità e rispettandosi, qualunque voto ognuno di noi esprimerà, perché se questa è la domanda a cui noi risponderemo con il nostro voto, allora avremo fatto fino in fondo il nostro dovere. Il nostro gruppo dice che non ci sono, in questo caso, le esigenze cautelari nei confronti di Sozzani (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio). Lo diciamo a testa alta, non abbiamo bisogno del voto segreto, ce ne assumiamo le responsabilità. Fotografateci pure, ma questo è il modo con cui si rispettano le istituzioni e si dà testimonianza del fatto che siamo qui (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Misto-Cambiamo!-10 Volte Meglio).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sozzani. Ne ha facoltà.

DIEGO SOZZANI (FI). Illustrissime colleghe e illustrissimi colleghi, vorrei sottrarre solo qualche minuto del vostro tempo per spiegare una vicenda che ha del paradossale, nei modi e nelle conseguenze per la mia persona. Premetto che ho una storia politica iniziata nel 1988, in qualità di consigliere comunale di Novara e che, successivamente, mi ha consentito di occupare delle responsabilità anche delicate, come la delega all'urbanistica del comune di Novara o la presidenza della provincia, svolte senza ombra alcuna. Inoltre, ho sempre considerato la politica un servizio e non una professione, continuando a lavorare come ingegnere libero professionista e, anche in questo caso, senza avere mai avuto alcun problema con la giustizia, sia essa civile sia essa penale. Oggi, mi trovo, mio malgrado, in un'indagine che mi coinvolge sulla sola base di intercettazioni telefoniche ed ambientali fra terze persone, con una richiesta di custodia cautelare per un presunto finanziamento illecito - e, lo ripeto, solo sulla base di intercettazioni di terzi -, finanziamento che non ho affatto ricevuto. Ciò, oltretutto, senza entrare nel merito - sarà oggetto poi, della successiva fase di merito con i PM e con la magistratura -, con una società con la quale peraltro ero anche in contenzioso economico; questo è il paradosso. Credetemi, non lo auguro a nessuno, perché ancor prima di poter dimostrare l'inconsistenza della vicenda, da un punto di vista morale ho sofferto parecchio, da un punto di vista psicologico sono devastato e da un punto di vista familiare e professionale non vi nascondo che sono assai preoccupato, anche vista la ridondanza mediatica del nostro tempo nella quale, purtroppo, anche la famiglia e i figli vengono coinvolti. Oggi, vorrei solo comunicare a voi la mia innocenza e che non mi sottrarrò dal confronto con la magistratura, per la quale nutro rispetto, ma vi chiedo semplicemente di poterlo fare da uomo libero, anche in difesa di un principio di innocenza sino a prova contraria. Con questo stato d'animo e anche per togliere qualsiasi imbarazzo, nel profondo rispetto dell'Aula parlamentare, però, lascerò l'emiciclo per consentire il vostro voto nella massima autonomia e, spero, senza pregiudizi di tipo politico. Grazie per l'attenzione (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e di deputati del Partito Democratico e del gruppo Misto - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazione - Doc. IV, n. 4-A)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Ricordo che è assolutamente vietato fare fotografie.

Avverto che è stata richiesta, dal rappresentante del gruppo di Forza Italia, a norma dell'articolo 51, comma 2, del Regolamento, la votazione a scrutinio segreto. Tale richiesta è ammissibile, poiché la deliberazione che l'Assemblea si accinge ad adottare incide sulla libertà personale di cui all'articolo 13 della Costituzione, richiamato dall'articolo 49 del Regolamento.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sulla proposta della Giunta di concedere l'autorizzazione all'applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, di cui al Doc. IV, n. 4-A nei confronti del deputato Diego Sozzani. Preciso che chi intende concedere l'autorizzazione deve votare “sì” e chi intende negarla deve votare “no”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26) (Prolungati applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Misto).

La Camera ha pertanto deliberato di negare l'autorizzazione all'applicazione della misura cautelare…. Colleghi, colleghi, per favore! La Camera ha pertanto deliberato di negare l'autorizzazione all'applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari di cui al Doc. IV, n. 4-A, nei confronti del deputato Sozzani.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Colleghi, colleghi, per favore!

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Presidente, intervengo per esprimere, da parte del gruppo del MoVimento 5 Stelle, il disappunto per l'esito di questa votazione che già in Giunta per le autorizzazioni (Proteste dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Misto)…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi!

DAVIDE ZANICHELLI…era stato approvato per quanto riguarda gli arresti del collega Sozzani. Si parla di capi d'accusa gravissimi, di indagini per le quali lo strumento del trojan, so che qua è osteggiato (Proteste dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Misto)

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi!

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). ... uno strumento che il MoVimento 5 Stelle ha fortemente voluto con lo “Spazza-corrotti” e sappiamo (Proteste dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Misto)

PRESIDENTE. Colleghi! Deputato Zanichelli, non ci può essere un commento sul voto (Applausi). Colleghi, colleghi se mi fate intervenire senza urlare continuiamo con calma. Non ci può essere un commento sul voto appena avvenuto. Se vuole fare una discussione più generale sull'ordine dei lavori è un'altra questione, sennò, le levo la parola.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Ha ragione, Presidente. Il mio intervento era semplicemente per anticipare quelle che probabilmente potevano essere delle domande che molti colleghi potevano esprimere in seguito (Proteste dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Misto)

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi… deputato Zanichelli, sull'ordine dei lavori, qual è la questione? Perché altrimenti andiamo avanti con gli interventi di fine seduta.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Presidente, in primo luogo intendevo sull'ordine dei lavori intervenire per quanto riguarda l'aspetto delle urla che hanno seguito l'esito della votazione, che non hanno (Proteste dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Misto)

PRESIDENTE. Deputato… Deputato… Deputato… Deputato Zanichelli, io le sto dando… Colleghi! Colleghi! Colleghi! Baratto! Deputato Baratto! Io le ho dato la parola sull'ordine dei lavori, però deve esprimere la questione, altrimenti andiamo avanti.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Certo. Ed io intendevo esprimere il fatto che le espressioni a seguito del voto che hanno avuto alcuni colleghi non sono, a mio modo di vedere, rispettose dell'espressione del voto segreto (Proteste dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Misto)

PRESIDENTE. Questo è un commento. Deputato, su questa questione, non può commentare il voto, quello che è successo dopo. Mi scuserà, le devo togliere la parola.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Colleghi! Colleghi! Allora, colleghi!

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, sull'ordine dei lavori, anzi, sul disordine dei lavori, perché questo modo di intendere il Parlamento è vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Il Parlamento ha votato! Ha votato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Ha votato.

PRESIDENTE. Deputato Sisto! Deputato Sisto, si rivolga a me.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, chiedo scusa. Sull'ordine dei lavori volevo soltanto dire che invito il Presidente a mettere il deputato che ha parlato in condizioni di rispettare il responso del Parlamento e a non opporsi con delle sterili argomentazioni ad un voto democraticamente espresso da una maggioranza schiacciante nel Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Misto). Lei ha fatto bene, e la invito a far rispettare da parte di ciascun deputato l'esito democratico del voto, costituzionale. Il Parlamento ha diritto di esprimersi e nessuno può dire il contrario.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, sulla base delle intese intercorse tra tutti i gruppi, è stata convenuta la seguente organizzazione dei lavori dal 24 al 27 settembre.

Nella seduta del 24 settembre, alle ore 11, avrà luogo lo svolgimento di interpellanze e interrogazioni. Nella stessa giornata, alle ore 14, avrà luogo la discussione generale congiunta dei disegni di legge n. 2017 - Rendiconto 2018 e n. 2018 - Assestamento 2019 (approvati dal Senato) e dei progetti di legge di ratifica nn. 1640, 1641, 1767, 1770, 1814, 1815 e 1850.

Il seguito dell'esame dei predetti argomenti avrà luogo nella seduta di mercoledì 25 settembre, dalle ore 11 alle ore 14 e dalle ore 16 alle ore 20, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di giovedì 26 settembre. Nella seduta di mercoledì 25 settembre, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time).

Nella seduta di venerdì 27 settembre, alle ore 9,30, avrà luogo lo svolgimento di interpellanze urgenti.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

Colleghi! Colleghi! Ci sono interventi di fine seduta. Colleghi, per favore! Per favore!

ELENA CARNEVALI (PD). Egregio Presidente, care deputate e cari deputati, martedì 10 settembre ci lasciava Roberto Bruni, sindaco di Bergamo dal 2004 al 2009: un galantuomo che ha praticato la politica come servizio, definito non a caso “sindaco per sempre”, innamorato della sua città e fortemente ricambiato, come testimoniato dai tanti cittadini, amici e colleghi che nei giorni scorsi hanno voluto rendergli omaggio.

Roberto Bruni apparteneva ad una famiglia antifascista, progressista, che si è sempre spesa al servizio della comunità con le proprie migliori energie. Il padre Eugenio era stato condannato dal tribunale speciale e poi deportato a Dachau, da cui è riuscito a tornare vivo; con lui era stato imprigionato anche il fratello Bruno, che invece morì durante la detenzione.

Consigliere comunale di Bergamo per il PSI e poi assessore al personale della giunta Galizzi fino al 1995, fu il primo sindaco socialista della città dal 2004 e dal 2013 consigliere della regione Lombardia per la Lista Civica Ambrosoli, di cui poi divenne presidente di gruppo; e da ultimo nominato presidente della società SAP dell'Aeroporto Bergamo-Orio al Serio.

Avvocato penalista di sicura fama, è stato difensore in processi di grande rilevanza. Nel 1998 Giuseppe Frigo divenne presidente dell'Unione delle camere penali e Roberto Bruni presidente della camera penale della Lombardia orientale, entrambi protagonisti del percorso che portò, con Giuseppe Frigo, primo attore, all'approvazione nel novembre 1999 della legge costituzionale del giusto processo con la riforma dell'articolo 111 della Costituzione. Nel 2004 è stato membro della giunta nazionale dell'Unione delle camere penali italiane, di cui è stato componente dell'ufficio di presidenza ricoprendo l'incarico di tesoriere.

Roberto Bruni è stato tutto questo e di lui tutti ricordano il tratto signorile, il garbo nelle relazioni, in antitesi alla volgarità e alla violenza verbale che aborriva, la sua profondità umana e la curiosità per l'essere umano, l'integrità morale, l'impegno nella difesa della libertà, dei diritti, del costume civile, della moralità pubblica. È stato per molti di noi un maestro e una guida, per me e per Maurizio Martina non solo politica, ma un riformista convinto e anche una relazione umana. Il ricordo di Roberto Bruni qui è anche un monito affinché, nel ruolo di legislatori e nell'azione di Governo, non si indietreggi mai nei saldi principi su cui si fonda la nostra Costituzione (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fontana. Ne ha facoltà.

GREGORIO FONTANA (FI). Presidente, anche Forza Italia si associa al cordoglio e al ricordo di Roberto Bruni, avversario leale, grande avvocato, una persona della quale abbiamo sempre avuto un grande rispetto. Ci mancherà (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Presidente, 3.500 scuole guida associate a Confarca e Unasca hanno sospeso la loro attività per protesta. È stata una serata storica e motivatissima: il 2 settembre scorso l'Agenzia delle entrate ha recepito una sentenza della Corte di giustizia europea e deliberato che le lezioni di scuola guida non sono esenti da IVA, contraddicendo una prassi amministrativa basata su decisione propria dell'Agenzia delle entrate. Lezioni soggette ad IVA quindi, e come se non bastasse non ex nunc ma ex tunc, cioè retroattive, fino al 2014. È un'aberrazione giuridica, perché fino a poche settimane fa le scuole guida non hanno inserito l'IVA non per eludere la tassazione, ma perché questo prevedevano le norme, e ora si chiede loro di pagare gli arretrati di cinque anni, con stime che parlano di circa 110 mila euro ad azienda, 110 mila euro!

Cosa dovrebbero fare? Andare a bussare alla porta degli oltre 3 milioni di patentati dell'ultimo quinquennio per far pagare loro l'IVA? È impraticabile. Quindi, se non intervengono modifiche, a farsi carico delle imposte non pagate saranno proprio le autoscuole. Un'aberrazione, dicevo, che come è facile immaginare rischia di avere pesanti conseguenze per le circa 7 mila scuole guida, moltissime a conduzione familiare, e naturalmente anche per i consumatori; lezioni ancora più care comporteranno una riduzione della domanda di guida e, di conseguenza, una minor preparazione, con buona pace degli sforzi prodotti anche a livello di sicurezza stradale per quanto riguarda la legislazione.

Se la decisione di prevedere l'IVA è opinabile, personalmente auspico che sia rivista la retroattività: è inconcepibile! Lo comprendono chiaramente tutti che una misura simile rischia di mettere in ginocchio moltissime piccole imprese. Per scongiurare questo rischio, insieme al gruppo di Forza Italia abbiamo depositato un'interpellanza affinché il Governo intervenga al più presto, individuando una soluzione che non penalizzi chi in questi anni ha operato nel rispetto delle norme vigenti e non disincentivi quelle che sono le lezioni di guida che servono anche a formare i conducenti del futuro e ad aumentare la sicurezza stradale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Per segnalare che in questi giorni si è consumata nel più assordante silenzio di questo Governo l'ennesima tappa sanguinosa del calvario della deindustrializzazione di Embraco a Riva di Chieri. Le ragioni e le cause affondano nel lontano 2004, quando Embraco aprì uno stabilimento in Slovacchia, riducendo drasticamente il lavoro a Riva di Chieri, per approfittare del minor costo della manodopera. E da lì in avanti, come capita purtroppo in Italia, ad una serie di annunci di esuberi seguiva l'intervento dello Stato e della regione Piemonte, un intervento economico per cercare di mantenere in piedi l'industrializzazione di Embraco. Il Ministro Di Maio nel marzo 2019 sottoscrive con il gruppo cino-israeliano Ventures un piano di reindustrializzazione. Il piano è stato clamorosamente e puntualmente disatteso; la produzione non riprende; Ventures ha lasciato trapelare in questi giorni che non ha neanche la liquidità per far ripartire la produzione, che deve far fronte ad interventi bancari per mancanza di liquidità per sostenere il piano di liquidazione e il 16 settembre, due giorni fa, è stato indetto uno sciopero da tutti i lavoratori al quale hanno partecipato eccezionalmente il presidente della regione Piemonte e l'assessore al lavoro della regione Piemonte, i quali hanno chiesto al MISE di aprire immediatamente un tavolo per capire chi doveva verificare questo piano di industrializzazione, chi ne abbia dato il via libero, chi avrebbe dovuto verificare e perché non è stata verificato il cronoprogramma. È possibile, ci chiediamo noi di Fratelli d'Italia, che al MISE chiunque passi diventi un interlocutore credibile, senza nessuna verifica del piano, della sostenibilità e della liquidità per un progetto importante come la reindustrializzazione dell'ex Embraco? È possibile che ci si accontenti come sempre degli annunci? È possibile che si giochi sulla pelle degli operai e si danzi sul Titanic della deindustrializzazione italiana? Come Fratelli d'Italia vogliamo denunciare la insostenibile leggerezza kunderiana dell'agire amministrativo e ministeriale di Di Maio, campione di tavoli inutili al MISE: 156 tavoli aperti, non uno chiuso, l'unico chiuso è quello di Embraco con questi scellerati e devastanti risultati.

PRESIDENTE. Deve concludere.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). E mi avvio a terminare…

PRESIDENTE. Bene.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Che il nuovo Ministro Patuanelli voglia dare immediatamente un segnale di discontinuità, che voglia riferire in Aula, che sappia difendere con ben altro cipiglio il piano della reindustrializzazione italiana, che verifichi in termini più stringenti ciò che doveva fare Ventures, perché sappia insegnare – e termino - che questo Stato, l'Italia, sa stare con il fiato sul collo ai privati per la verifica degli obblighi assunti quando hanno preso denari pubblici per l'industrializzazione della nostra nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Penso di avere il solito minuto, non credo di più, Presidente, se lei mi conferma.

PRESIDENTE. Per gli interventi di fine seduta sono solitamente due.

CARLO FATUZZO (FI). Non ho sentito.

PRESIDENTE. Due minuti ha. Per gli interventi di fine seduta ha due minuti.

CARLO FATUZZO (FI). Allora sottraggo ancora più volentieri venti secondi al tempo dell'argomento che ho dichiarato questa mattina, per unirmi al cordoglio per la morte dell'avvocato Roberto Bruni, del quale sono stato collega consigliere comunale a Bergamo nella mia prima esperienza politica. Lui era nel Partito Socialista, io nel Partito Pensionati. Un carissimo amico, poi diventato sindaco di Bergamo che ho sempre stimato, di cui ricordo, l'ultima volta che l'ho incontrato in un noto ristorante di Bergamo, bergamasco al cento per cento, alzarsi per salutarmi già dopo che io avevo preso altre vie rispetto alla sua.

Con grande dispiacere purtroppo mi è toccato dirlo, ma lo faccio molto molto volentieri perché sono sempre stato amico delle persone che svolgono il loro lavoro correttamente anche in politica e anche se in altro gruppo politico.

Volevo parlare nel più breve tempo possibile del continuo ritardo da parte dell'Istituto nazionale della previdenza sociale nel pagamento delle pensioni. Sono tantissime le richieste che ricevo da parte di aspiranti alla pensione che mi dicono di aver presentato domanda di pensione ma che non arriva mai la risposta, non arriva mai. L'ultimo caso che mi è capitato è un inabile che ha quasi 65 anni di età, ammalatissimo, gravissimo, ha ottenuto l'invalidità, ma sono passati quattro mesi e ancora non arriva nessuna notizia sul seguito dell'iter; e quando glieli date i soldi, quando ha perso completamente la vita? Non va bene.

Mi auguro che il nuovo presidente dell'INPS, da poco diventato tale, si attivi realmente non per fare dichiarazioni generiche su camper di qua, camper di là, ma perché i dipendenti dell'INPS facciano il loro dovere con urgenza, con la massima urgenza: i pensionati hanno questo diritto. Viva i pensionati, pensionati, all'attacco.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Acunzo. Ne ha facoltà.

NICOLA ACUNZO (M5S). Grazie, Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, voglio esprimere all'Aula il mio apprezzamento al Ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, per la lodevole iniziativa promossa nel coinvolgere gli istituti scolastici, con la presenza di 12 mila studenti, per insegnare ai giovanissimi le buone pratiche della raccolta differenziata e il recupero delle nostre risorse, che significa risparmiare e proteggere l'ambiente. I media giustamente danno spazio alle iniziative di Greta Thunberg, che è diventata ormai simbolo di resistenza al climate change. Ma anche noi possiamo vantare giovani che vorrei definire eccellenze civili perché capaci di impegno per il loro territorio. Forse non diventeranno famosi, ma voglio citarli perché sono molto orgoglioso di loro e mi riferisco agli studenti del liceo “Enrico Medi” di Battipaglia che porta il nome di un grande scienziato e che stanno manifestando perché l'ambiente sano divenga un diritto civile della cittadinanza. Il territorio di Battipaglia nella Piana del Sele, infatti, è particolarmente fragile ed è sottoposto da anni ad una pressione negativa derivante dai siti di stoccaggio, dallo smaltimento dei rifiuti e presenta molte criticità. Tale iniziativa avrà un impatto notevole sulla coscienza dei giovani cittadini, che impareranno così a valorizzare l'ambiente e le ricchezze del territorio. Per far fronte al grave problema devo dire che, il 26 settembre prossimo, presso il Ministero dell'Ambiente, della tutela del territorio e del mare si terrà anche un incontro tecnico con i rappresentanti dei comuni di Eboli, Battipaglia e Pontecagnano, aprendo così il dossier Battipaglia-Piana del Sele, che a più riprese io ho cercato di incentivare a lanciare da quest'Aula, dossier che approfondirà quelli che sono gli interventi più utili per risolvere l'annosa questione.

Nel prossimo futuro, Presidente, credo che dovremmo immaginare una forte apertura ai gruppi giovanili anche in quelli che sono gli incontri istituzionali, insieme ai comitati e ai responsabili del settore per dimostrare la possibilità di quella che è fondamentale per loro, la partecipazione diretta dei giovani alla soluzione del problema e, quindi, alla cogestione di quello che è il loro futuro. Questo li spingerebbe, signor Presidente, a farli diventare cittadini migliori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata De Angelis. Ne ha facoltà.

SARA DE ANGELIS (LEGA). Grazie, Presidente. Tra i giochi più conosciuti dalla nostra tradizione popolare c'è sicuramente la pentolaccia o pignatta: i partecipanti, bendati, devono tentare di rompere a bastonate un contenitore sospeso in aria, contenente solitamente dolci e giochi. Tale intrattenimento, scelto dagli organizzatori come momento clou della serata conclusiva della rassegna eventi dell'Estate Romana, si è trasformato purtroppo in un atto di gravissimo odio politico. È successo infatti che domenica notte, nel parco Schuster, di fronte alla Basilica di San Paolo, i presenti si sono divertiti prendendosela con una sfera di cartone con le sembianze di Matteo Salvini, con tanto di incoraggiamento del DJ che, al termine del gioco, sembra abbia anche espresso esultanza per aver finalmente rotto la testa dell'ex Ministro dell'Interno, un episodio a dir poco vergognoso. Ed altrettanto vergognoso è il pressoché totale silenzio che ne è seguito. Pochissime infatti le dichiarazioni su quanto accaduto; tra esse, quella del sindaco Raggi, che ha dichiarato: “Comunque la si pensi, il rispetto delle persone viene prima di tutto”. Al primo cittadino di Roma i rappresentanti regionali e romani della Lega hanno chiesto di verificare se la manifestazione, mediaticamente sponsorizzata dai siti di Roma Capitale, abbia anche ottenuto finanziamenti pubblici. Speriamo di avere quanto prima una risposta chiara.

Non una parola, invece, dalla sinistra, una sinistra che forse considera normale l'uso della violenza anche soltanto simbolica nei confronti di un avversario politico.

Invito, pertanto, i colleghi del PD e di LEU a dissociarsi formalmente dai balordi che anche nel gioco predicano odio, perché il rischio che anche alcuni, magari proprio tra i vostri amici dei centri sociali, passino dalle parole ai fatti è sempre più concreto e se non li condannate apertamente sarete loro complici (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Di Muro. Ne ha facoltà.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Grazie, Presidente. Stasera avrà luogo il primo vertice internazionale del nuovo Governo, appunto tra Italia e Francia. In questo contesto gli sbarchi fantasma sono aumentati, le navi ONG continuano a pattugliare il Mediterraneo caricando centinaia di migranti, Lampedusa è già al collasso e, per la prima volta, gli arrivi di settembre di quest'anno superano quelli dello stesso mese dell'anno scorso.

Ma andiamo a vedere a poche ore da questo vertice cosa succeda a Ventimiglia, la mia città. Al confine sono già schierati una decina di blindati, con 50 gendarmi con i mitragliatori spianati; le auto degli italiani sono fermate per perquisizioni, talvolta anche in maniera irruenta; proprio oggi un treno è stato fermato nella stazione di Ventimiglia per un'ora perché c'erano sopra due migranti e questo ha comportato disagi per i nostri lavoratori frontalieri. I respingimenti dei migranti dalla Francia sono incrementati notevolmente in questi giorni: mentre a luglio e ad agosto si parlava di 150 persone al mese, nella prima metà di settembre sono oltre 400 persone. Presidente, sono molto preoccupato, prima da cittadino e poi da deputato della Repubblica, che la situazione possa degenerare proprio come abbiamo già visto sulla pelle di noi ventimigliesi quando al Governo c'era, appunto, il Partito Democratico.

Mi sono già rivolto e continuerò a rivolgermi al Presidente Conte e spero che mi ascolti nelle prossime ore quando incontrerà il suo collega Macron. Non deve perdere tempo, a mio avviso, con azioni di intenti, con mere speranze e aspettative. C'è una cosa molto semplice da chiedere al suo amico francese: “Riapri il confine e la frontiera di Ventimiglia”.

In questo vertice si parla di immigrazione e si parla di ricollocamenti. Mi viene da sorridere. Infatti, andiamo a pensare di redistribuire in tutto il continente europeo i nuovi sbarcati quando a poche centinaia di metri dal confine francese sono già lì pronti in centinaia. Allora, Presidente, una volta, poco tempo fa, si diceva che per colpa di Salvini, del suo carattere arrogante, dei suoi toni non politicamente corretti, non si riusciva ad avere un buon rapporto per risolvere queste controversie con la Francia. Ebbene, adesso al Governo c'è sempre Conte ed è cambiata la maggioranza parlamentare: dimostri questa amicizia col Presidente Macron e faccia seguire dalle parole i fatti, perché Ventimiglia non deve tornare il campo profughi d'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Morrone. Ne ha facoltà.

JACOPO MORRONE (LEGA). Grazie, Presidente. Il mio breve intervento, onorevoli colleghi e onorevoli colleghe, è per la data delle elezioni regionali in Emilia-Romagna. Purtroppo, ad oggi, la data è ancora oscura e lascia nell'incertezza migliaia di elettori. Il presidente Bonaccini è in grave difficoltà, è in confusione. Fino a ieri l'innaturale alleanza giallorossa prevedeva che le elezioni probabilmente fossero una pura formalità e, quindi, ha provato ad anticiparle al 24 novembre. Poi, a un certo punto è arrivato un meteorite - il meteorite si chiama Matteo Renzi - e Bonaccini è nella paura, nella piena paura; effettivamente oggi, a quanto sembra da indiscrezioni, sembra posticipare le elezioni a gennaio o forse ancora, Presidente, a febbraio.

Bonaccini ha paura, caro Presidente. Io chiedo un suo intervento personale col Ministro dell'Interno perché si stabilisca una data, un'ora in cui gli elettori possano andare a votare in Emilia-Romagna. Non possiamo essere vittime di Bonaccini e bisogna finire questa storia infinita del Re Tentenna che con l'incertezza e con la paura sta posticipando le elezioni e posticipando un incontro con gli elettori. Grazie, Presidente, se vorrà sollecitare il Ministro dell'Interno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Costanzo. Ne ha facoltà.

JESSICA COSTANZO (M5S). Grazie, Presidente. Lo scorso 14 settembre Luca Abbà, uno storico attivista no-Tav, è stato arrestato con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale per un episodio risalente al 2009. Luca, dunque, deve scontare una pena residua di un anno in regime di semilibertà. Nel 2012, invece, durante una protesta al cantiere di Chiomonte salì su un traliccio per protestare contro gli espropri in Val di Susa e fu folgorato, quindi rimase per diversi giorni tra la vita e la morte.

Ma, Presidente, chi è Luca Abbà oggi, nel 2019? È un uomo sposato con un bambino di 4 anni. Nella vita fa il coltivatore, sia presso i propri terreni, sia nei terreni in comodato e produce ortaggi, foraggio e legna, che poi rivende nei mercati locali montani. Nonostante questi elementi - e oltretutto la sua azienda e anche censita regolarmente presso la camera di commercio - tuttavia non potrà usufruire dell'affidamento in prova e neppure della detenzione domiciliare perché così è stato deciso.

Sappiamo, però, che il nostro ordinamento stabilisce, in maniera chiara e netta, la funzione rieducativa e riabilitativa della pena e prevede, inoltre, dal 1975 anche una serie di misure alternative a quella della detenzione. Questo perché il reo possa di nuovo vestire i panni del cittadino, possa riacquistare la sua dignità umana ed essere responsabile per se stesso e per i suoi cari. In questo caso, in realtà, la carcerazione finirà per sradicare Luca Abbà dal contesto che si è costruito in questi anni. Quindi, per questi motivi, pur nel pieno rispetto della magistratura e del suo operato, approfitto proprio per porre un accento sulla necessità di insistere sul tema della concessione di misure alternative, che, come è stato anche già dimostrato da diversi studi, tra l'altro contribuiscono efficacemente a evitare la ripetizione di reati e oltretutto trasformano il tempo di pena in tempo di qualità rieducativa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, è ormai da mesi che Maria Grazia Marasco, coraggiosa insegnante nuorese e madre di Davide, chiede giustizia per suo figlio. Davide è stato travolto e ucciso da un'auto qui a Roma nella notte del 27 maggio scorso. Stando a quanto riportato dalla stampa, l'investitore non si sarebbe neppure fermato per prestare soccorso al ragazzo. Il suo corpo, infatti, è rimasto a terra esanime per oltre tre ore fino all'arrivo dei primi soccorsi. Una tragica storia che ha in sé un aspetto ancora più drammatico: Maria Grazia Marasco è venuta a conoscenza della morte di Davide tramite i social network. Un fatto inaccettabile e crudele, soprattutto quando ci si trova a dover affrontare la prematura scomparsa di un figlio.

Da quel 27 maggio 2019 sono trascorsi quattro mesi, quattro lunghi mesi in cui, mentre la magistratura lavora per far luce su quanto accaduto, Maria Grazia ha affidato alla stampa sarda il suo sfogo, tutto ciò affinché non ci si dimentichi di Davide. Ed è per lo stesso motivo che anch'io, Presidente, ho deciso di portare all'attenzione di quest'Aula il dolore di questa madre affinché trovi la forza di continuare a lottare per suo figlio. Insieme a lei, come madre prima che come parlamentare sarda, chiedo e pretendo giustizia. Il mio è un appello al Ministro Bonafede: se da un lato è giusto che in uno Stato di diritto la legge possa fare il suo corso e decretare l'esistenza di colpevoli o innocenti, dall'altro lato è sacrosanto fare in modo che le persone come Maria Grazia Marasco non si sentano lasciate sole e non accadano più fatti come quello di cui oggi parlo a quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Del Monaco. Ne ha facoltà.

ANTONIO DEL MONACO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, un'inchiesta che va avanti ormai dal 2012 ha portato alla luce la pratica diffusa della compravendita di voti nel corso della campagna elettorale per le elezioni comunali del comune di Acerra e riguarda la campagna elettorale del 2012 e quella del 2017.

Diversi video recapitati al comando di Polizia giudiziaria mostrano chiaramente come la compravendita dei voti interessi il primo cittadino, che, invece di essere processato, è stato rieletto, con ballottaggio pilotato, nel 2017. Anche attivisti locali del MoVimento 5 Stelle e gli ambientalisti hanno depositato denunce alle autorità su pratiche analoghe, dove si fa riferimento ad una vera e propria compravendita di voti per cifre che variano dai 20 ai 50 euro o, magari, per buste della spesa regalate ad alcune famiglie di potenziali elettori.

Pochi giorni fa, inoltre, i magistrati partenopei hanno annunciato che si farà il processo di secondo grado sul voto di scambio alle elezioni comunali del 2012 ad Acerra e che la prima udienza sarà fissata prima che sopraggiunga la prescrizione prevista a novembre. Tuttavia, la sparizione dei fascicoli del processo di primo grado, lo smarrimento delle carte segnalato dalla stessa corte di appello di Napoli, ha spinto il Ministro Bonafede a inviare ispettori ministeriali al tribunale di Napoli.

Una vicenda inquietante per la politica della città dell'inceneritore più grande d'Italia. Alla luce di questi ultimi fatti, chiedo al Ministro della Giustizia di fare chiarezza sulla vicenda e al Ministro dell'Interno di valutare al più presto lo scioglimento del consiglio comunale del comune di Acerra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 24 settembre 2019 - Ore 11:

1. Svolgimento di interpellanze e interrogazioni.

(ore 14)

2. Discussione congiunta sulle linee generali dei disegni di legge:

S. 1387 - Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2018 (Approvato dal Senato). (C. 2017)

S. 1388 - Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2019 (Approvato dal Senato). (C. 2018)

Relatore: ZENNARO.

3. Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia di istruzione, università e ricerca scientifica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato del Qatar, fatto a Roma il 16 aprile 2012. (C. 1640-A)

Relatore: CABRAS.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo italiano e il Governo di Singapore di cooperazione scientifica e tecnologica, fatto a Roma il 23 maggio 2016. (C. 1641-A)

Relatore: CABRAS.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo di Giamaica per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni e le elusioni fiscali, con Protocolli, fatto a Kingston il 19 gennaio 2018. (C. 1767)

Relatore: OLGIATI.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di coproduzione cinematografica ed audiovisiva tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Bulgaria, con Allegato, fatto a Roma il 25 maggio 2015. (C. 1770-A)

Relatore: CAPPELLANI.

S. 961 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: PACIFICO ed altri: Ratifica ed esecuzione dello Scambio di note tra il Governo della Repubblica italiana e la Multinational Force and Observers (MFO) emendativo dell'Accordo di sede del 12 giugno 1982, fatto a Roma il 7 e 8 giugno 2017 (Approvata dal Senato).

(C. 1814)

Relatore: CABRAS.

S. 962 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: VANIN ed altri: Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'intesa tra la Repubblica italiana e il Consiglio d'Europa circa l'Ufficio del Consiglio d'Europa a Venezia e il suo status giuridico, fatto a Strasburgo il 14 giugno 2017 (Approvata dal Senato). (C. 1815)

Relatrice: DE CARLO SABRINA.

Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa su un approccio integrato in materia di sicurezza fisica, sicurezza pubblica e assistenza alle partite di calcio ed altri eventi sportivi, fatta a Saint-Denis il 3 luglio 2016. (C. 1850-A)

Relatore: OLGIATI.

La seduta termina alle 17,25.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 6 i deputati Gadda e Cataldi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 11 la deputata Serracchiani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 12 alla n. 16 la deputata Licatini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 15 il deputato Fusacchia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 13 alla n. 17 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 25 la deputata Papiro ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 1476-A - articolo 1 500 500 0 251 500 0 52 Appr.
2 Nominale articolo 2 495 495 0 248 495 0 49 Appr.
3 Nominale articolo 3 507 507 0 254 507 0 49 Appr.
4 Nominale articolo 4 516 516 0 259 516 0 49 Appr.
5 Nominale articolo 5 514 514 0 258 514 0 49 Appr.
6 Nominale Ddl 1476-A - voto finale 511 511 0 256 511 0 48 Appr.
7 Nominale Ddl 1678 - articolo 1 510 510 0 256 510 0 48 Appr.
8 Nominale articolo 2 509 509 0 255 509 0 48 Appr.
9 Nominale articolo 3 515 515 0 258 515 0 48 Appr.
10 Nominale articolo 4 507 507 0 254 507 0 48 Appr.
11 Nominale articolo 5 512 512 0 257 512 0 48 Appr.
12 Nominale Ddl 1678 - voto finale 499 499 0 250 499 0 45 Appr.
13 Nominale Ddl 1679 - articolo 1 494 494 0 248 494 0 45 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale articolo 2 492 492 0 247 492 0 45 Appr.
15 Nominale articolo 3 490 490 0 246 490 0 45 Appr.
16 Nominale articolo 4 503 503 0 252 503 0 45 Appr.
17 Nominale articolo 5 505 505 0 253 505 0 45 Appr.
18 Nominale Ddl 1679 - voto finale 496 494 2 248 494 0 45 Appr.
19 Nominale Ddl 1771 - articolo 1 489 489 0 245 489 0 45 Appr.
20 Nominale articolo 2 484 484 0 243 484 0 45 Appr.
21 Nominale articolo 3 484 484 0 243 484 0 45 Appr.
22 Nominale articolo 4 493 493 0 247 493 0 45 Appr.
23 Nominale articolo 5 495 495 0 248 495 0 45 Appr.
24 Nominale Ddl 1771 - voto finale 444 444 0 223 444 0 44 Appr.
25 Nominale Doc. IV, n. 5-A - on. Sozzani 541 539 2 270 352 187 30 Appr.
26 Segreta Doc. IV, n. 4-A - on. Sozzani 545 544 1 273 235 309 29 Resp.