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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 215 di giovedì 25 luglio 2019

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA

La seduta comincia alle 9.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

LUCA PASTORINO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 23 luglio 2019.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Benvenuto, Bitonci, Claudio Borghi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Castiello, Cirielli, Colucci, Cominardi, Davide Crippa, D'Inca', D'Uva, Daga, Delmastro Delle Vedove, Di Stefano, Dieni, Durigon, Fantinati, Fioramonti, Gregorio Fontana, Lorenzo Fontana, Fraccaro, Frusone, Galli, Gallinella, Gallo, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgetti, Grande, Grillo, Grimoldi, Guerini, Guidesi, Invernizzi, Liuni, Liuzzi, Locatelli, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Micillo, Molinari, Molteni, Morelli, Morrone, Parolo, Picchi, Rizzo, Saltamartini, Schullian, Scoma, Sisto, Spadafora, Spadoni, Tofalo, Vacca, Valente, Vignaroli, Villarosa, Vito, Raffaele Volpi, Zennaro e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 14 giugno 2019, n. 53, recante disposizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza pubblica (A.C. 1913-A) (ore 9,07).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1913-A: Conversione in legge del decreto-legge 14 giugno 2019, n. 53, recante disposizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza pubblica.

Ricordo che nella seduta di ieri si sono svolti gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,08).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 1913-A)

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Ordine del giorno n. 9/1913-A/1 Vizzini: parere contrario. Ordini del giorno n. 9/1913-A/2 Lupi, n. 9/1913-A/3 Baldini, n. 9/1913-A/4 Giannone, n. 9/1913-A/5 Cunial e n. 9/1913-A/6 Magi: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1913-A/7 Pellicani, espunte tutte le premesse, parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di proseguire il rafforzamento (…)” e così via.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1913-A/8 Colucci è inammissibile, quindi, passiamo all'ordine del giorno n. 9/1913-A/9 Carnevali.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Ordine del giorno n. 9/1913-A/9 Carnevali: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1913-A/11 De Maria: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1913-A/12 Marco Di Maio, espunte tutte le premesse, parere favorevole con la seguente riformulazione del dispositivo: “impegna il Governo a sostenere le iniziative finalizzate al reperimento delle risorse necessarie al fine di mantenere i presidi di pubblica sicurezza sul territorio nazionale, confermando, in particolare, l'area di via Ugo Bassi quale sede degli uffici della Questura di Rimini”; tutto il resto è soppresso. Ordine del giorno n. 9/1913-A/13 Pizzetti, parere favorevole con riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di proseguire, a partire già dall'anno in corso, gli organici (…)” e poi tutto il resto è confermato. Ordine del giorno n. 9/1913-A/14 Losacco, parere favorevole con riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di proseguire il rafforzamento degli organici delle Forze di polizia (…)” e poi tutto il resto è confermato. Ordine del giorno n. 9/1913-A/15 Paita, espunte tutte le premesse, parere favorevole con la seguente riformulazione del dispositivo: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di proseguire il rafforzamento (…)” e così via. Ordini del giorno n. 9/1913-A/16 Bruno Bossio, n. 9/1913-A/17 Fiano e n. 9/1913-A/18 Migliore: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1913-A/19 Pollastrini, parere contrario su tutte le premesse e sul dispositivo parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare ogni iniziativa utile, nelle opportune sedi europee ed internazionali, e sentite le principali organizzazioni interessate, come le Organizzazioni non Governative, le associazioni da anni coinvolte su queste tematiche, gli organismi internazionali impegnati in questo settore, e le chiese e gli organismi ecumenici, nonché ogni altro soggetto comunque interessato, per istituire quanto prima un numero adeguato di corridoi umanitari europei atti a garantire un ingresso legale sul territorio nazionale”. Tutto il resto è soppresso. Ordini del giorno n. 9/1913-A/21 Rotta, n. 9/1913-A/22 Quartapelle Procopio, n. 9/1913-A/23 Lepri, n. 9/1913-A/24 Prestipino, n. 9/1913-A/25 Annibali, n. 9/1913-A/26 Miceli, n. 9/1913-A/27 Bordo, n. 9/1913-A/28 Bazoli e n. 9/1913-A/29 Verini: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1913-A/30 Rossi, parere favorevole con riformulazione: “impegna il Governo a proseguire nelle azioni finalizzate a garantire ai tifosi (…)” e poi tutto il resto rimane invariato. Ordini del giorno n. 9/1913-A/31 Pini, n. 9/1913-A/32 Mancini, n. 9/1913-A/33 Morani, n. 9/1913-A/34 Nobili, n. 9/1913-A/36 Lollobrigida e n. 9/1913-A/37 Prisco: parere contrario.

Il parere è altresì contrario sugli ordini del giorno n. 9/1913-A/38 Ferro, n. 9/1913-A/39 Silvestroni, n. 9/1913-A/40 Meloni, n. 9/1913-A/41 Rotelli e n. 9/1913-A/42 Rizzetto. Ordine del giorno n. 9/1913-A/43 Galantino, il parere è contrario sulle premesse ed è favorevole sul dispositivo con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di proseguire il rafforzamento delle misure poste a garanzia della sicurezza dei cittadini, attraverso interventi finalizzati ad aumentare la presenza delle Forze dell'Ordine sul territorio, in particolare della provincia della BAT”. Tutto il resto è espunto. Ordine del giorno n. 9/1913-A/44 Palazzotto: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1913-A/45 Boldrini, parere contrario sulle premesse e parere favorevole sul dispositivo, con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di assumere tutte le iniziative nelle sedi competenti affinché si attui una iniziativa comune dell'Unione europea per l'attivazione di corridoi umanitari”. Il resto viene soppresso. Ordini del giorno n. 9/1913-A/46 Rostan e n. 9/1913-A/47 Conte: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1913-A/48 Fornaro, parere favorevole con riformulazione: “impegna il Governo a insistere, in ogni sede competente dell'Unione europea, per ottenere la modifica della Convenzione di Dublino”. Il resto viene soppresso. Ordine del giorno n. 9/1913-A/49 Bersani: parere contrario sulle premesse e parere favorevole sul dispositivo con la seguente riformulazione: “impegna il Governo affinché assuma con decisione, in tutte le sedi dell'Unione europea, l'iniziativa volta a ottenere una politica comune dell'Unione verso la Libia”. Il resto viene soppresso. Ordini del giorno n. 9/1913-A/50 Stumpo, n. 9/1913-A/51 Speranza, n. 9/1913-A/52 Pastorino e n. 9/1913-A/53 Epifani: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1913-A/54 Occhionero, parere favorevole con la seguente riformulazione del dispositivo: “impegna il Governo a proseguire il sostegno nelle scuole dell'obbligo, anche in collaborazione con le federazioni, società sportive e associazioni sportive (…)” e poi tutto il resto è conforme. Ordini del giorno n. 9/1913-A/55 Fassina, n. 9/1913-A/56 Fratoianni, n. 9/1913-A/57 Muroni, n. 9/1913-A/58 Deidda, n. 9/1913-A/59 Baratto, n. 9/1913-A/60 Gregorio Fontana: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1913-A/61 Siracusano, parere contrario sulle premesse e parere favorevole sul dispositivo con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di potenziare il contingente di personale delle Forze armate impegnate nell'operazione Strade sicure”; il resto viene soppresso. Ordini del giorno n. 9/1913-A/62 Santelli, n. 9/1913-A/63 Carfagna, n. 9/1913-A/65 Mulè: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1913-A/66 Giacomoni, parere favorevole con la seguente riformulazione del dispositivo: “impegna il Governo a valutare, alla luce di quanto esposto in premessa, l'opportunità di adottare ogni iniziativa anche normativa che consenta di adeguare le strutture esistenti per affrontare i prossimi eventi internazionali e a valutare altresì il potenziamento delle forze di polizia presenti sul territorio”. Ordine del giorno n. 9/1913-A/69 Lattanzio: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1913-A/71 Corda: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1913-A/73 D'Ambrosio, parere favorevole con riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di potenziare il contingente di personale militare” e poi tutto il resto. Ordini del giorno n. 9/1913-A/74 Alaimo, n. 9/1913-A/75 Macina, n. 9/1913-A/76 Masi, n. 9/1913-A/77 Perconti, n. 9/1913-A/78 Cassese, n. 9/1913-A/79 Cillis, n. 9/1913-A/80 Grippa : accolti come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1913-A/81 Amitrano, parere favorevole con riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di promuovere in futuri provvedimenti a carattere normativo, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, lo stanziamento delle risorse necessarie per il monitoraggio delle strutture degli Uffici di Pubblica Sicurezza per le finalità di cui al decreto legislativo n. 81 del 2008”. Ordine del giorno n. 9/1913-A/82 Trano: parere contrario sui capoversi quarto e quinto delle premesse e parere favorevole sul dispositivo con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di attivarsi, per quanto di competenza, per riesaminare le piante organiche delle procure della Repubblica nelle aree del territorio nazionale ad alta densità mafiosa”.

Ordine del giorno n. 9/1913-A/83 Gallo, parere favorevole con riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di fornire di bodycam gli operatori delle forze di Polizia di cui all'articolo 16 della legge 10 aprile 1981, n. 121 impegnati in servizi di ordine pubblico, finalizzati alla ripresa di quanto accade in situazioni di criticità per l'ordine pubblico, adottando le apposite modifiche al DM 24 maggio 2017, recante l'individuazione dei trattamenti dati personali effettuati dal Centro elaborazione dati del Dipartimento della pubblica sicurezza o da forze di Polizia sui dati destinati a confluirvi, oppure da organi di pubblica sicurezza o altri soggetti pubblici nell'esercizio delle attribuzioni conferite da disposizioni di legge o di regolamento effettuate con strumenti elettronici e i relativi titolari, in attuazione dell'articolo 53, comma 3, del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196; a valutare l'opportunità di integrare la disciplina di rango regolamentare che definisce i tempi di conservazione e le modalità di esecuzione dei trattamenti dei dati personali per finalità di polizia.”

Sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/84 Iovino c'è la seguente riformulazione: per quanto riguarda le premesse, “no” al quarto, quinto e sesto paragrafo, mentre il dispositivo: “impegna il Governo a considerare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, la possibilità di potenziare l'attività di presidio di siti ed obiettivi sensibili, nel rispetto delle finalità perseguite dall'operazione strade sicure.”

Sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/85 Romaniello a me risultava ritirato, comunque c'è un invito al ritiro o parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/86 Rospi il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di aumentare l'organico in dotazione alla Guardia Costiera.”

Sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/87 Saitta , accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/88 Sabrina De Carlo, parere favorevole con la seguente riformulazione: per quanto riguarda le premesse, “no” al secondo e terzo paragrafo, mentre per il dispositivo: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di proseguire l'azione di potenziamento temporaneo della polizia delle frontiere al fine di incrementare i servizi di prevenzione e di controllo del territorio e di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, connessi, in particolare, al contrasto dell'immigrazione irregolare nelle zone dove i flussi migratori in determinati periodi dell'anno aumentano, anche grazie a condizioni meteorologiche favorevoli”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/89 Bella parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di” e poi il resto rimane uguale.

Sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/91 Di Stasio il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/93 Alberto Manca il parere è favorevole con la seguente riformulazione: per quanto riguarda le premesse “no” all'ultimo paragrafo, mentre per il dispositivo: “impegna il Governo ad emanare il decreto ministeriale previsto dall'articolo 8-bis del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, convertito in legge 24 luglio 2008, n. 125, necessario per attuare quanto ivi disposto in materia di accesso ai dati contenuti nel CED degli ufficiali e degli agenti del Corpo delle capitanerie di porto.” e tutto il resto viene cancellato.

Sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/94 Giovanni Russo il parere è favorevole con la seguente riformulazione: per quanto riguarda le premesse, “no” al quarto paragrafo, mentre per il dispositivo: “impegna il Governo in relazione all'impiego di un dispositivo aeronavale nazionale per la sorveglianza e la sicurezza dei confini nazionali nell'area del Mediterraneo centrale, tenuto conto degli impegni già assunti dall'Italia nei confronti del Governo libico, finalizzati ad implementare le capacità della Guardia Costiera libica nel settore delle attività di ricerca e soccorso in mare, a realizzare gli obiettivi già assegnati all'operazione Mare Sicuro, anche con l'impiego di personale specializzato del Corpo delle capitanerie di porto-Guardia Costiera, per incrementare le capacità di coordinamento degli interventi di ricerca e soccorso nella relativa area di responsabilità dichiarata dalla Libia.” e tutto il resto viene cancellato.

Sugli ordini del giorno nn. 9/1913-A/95 Barbuto e 9/1913-A/96 Trizzino c'è un invito al ritiro o parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/97 Comencini il parere è favorevole con la seguente riformulazione: per quanto riguarda le premesse, “no” all'ultimo paragrafo mentre il dispositivo: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere misure idonee a garantire il ristoro di eventuali danni causati nel corso di manifestazioni pubbliche.”

Sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/99 Zoffili il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di vietare o limitare, nel pieno rispetto della legge 22 maggio 1975, n. 152, in luogo pubblico o nel corso di manifestazioni pubbliche, l'utilizzo di indumenti o accessori di qualsiasi tipo, che comportano in tutto o in parte l'occultamento del volto.”, viene dunque espunta la frase “compresi quelli di origine etnica e culturale”.

Gli ordini del giorno nn. 9/1913-A/100 Cavandoli e 9/1913-A/101 Binelli sono accolti come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/102 Iezzi il parere è favorevole.

Sugli ordini del giorno nn. 9/1913-A/103 Ubaldo Pagano e 9/1913-A/104 De Luca c'è un invito al ritiro o parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/106 Ciaburro il parere è contrario.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. I banchi del Governo, per favore… i banchi del Governo…

ENRICO BORGHI (PD). Una cortesia. Intanto per prendere atto che credo sia la prima volta che il Governo dà parere contrario ad alcuni ordini del giorno della maggioranza, quindi siamo in presenza di un'evoluzione della dialettica. Al di là di questo, mi è sfuggito, signora Presidente, se il rappresentante del Governo fosse così cortese da poterlo ripetere, il parere sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/60 Gregorio Fontana.

PRESIDENTE. Sottosegretario? Se può…

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Parere contrario.

GREGORIO FONTANA (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GREGORIO FONTANA (FI). Intervengo sull'ordine dei lavori, Presidente, perché a volte anche le cose scontate di questi tempi devono essere sottolineate, per dare atto al sottosegretario Molteni di aver esaminato, uno per uno, e dato i pareri, uno per uno, sugli ordini del giorno. È una cosa scontata, che dovrebbe essere sempre così, ma non siamo più abituati all'attenzione. Poi sul merito ci confronteremo e le dichiarazioni di voto servono per questo, ma volevo sottolineare questa cosa che dovrebbe essere una cosa normale e, invece, negli ultimi tempi non lo è stata.

PRESIDENTE. Non essendo ancora decorso il termine di preavviso per lo svolgimento di votazioni con il procedimento elettronico, sospendo brevemente la seduta che riprenderà alle ore 9,30.

La seduta, sospesa alle 9,20 è ripresa alle 9,30.

PRESIDENTE. Avverto che l'ordine del giorno n. 9/1913-A/85 Romaniello è stato ritirato dal presentatore. Chiedo ai colleghi di lasciare liberi i banchi del Governo. Onorevole Terzoni, onorevole Baratto. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, vorrei segnalarle che il parere è favorevole con…

PRESIDENTE. Onorevole Baratto, la prego di lasciare liberi i banchi del Governo. Prego.

EMANUELE FIANO (PD). Come dicevo, il parere favorevole con riformulazione che il sottosegretario Molteni ha espresso sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/99 Zoffili investe una problematica - e non so se ci si è soffermati sullo specifico - per cui, nonostante i firmatari sostengano che tale richiesta, cioè il divieto di indumenti e accessori di qualsiasi tipo, compresi quelli di origine etnica e culturale, che comportano che una parte del…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi! Colleghi, non riprendiamo la seduta fintanto che non raggiungete i vostri scranni, consentendo all'onorevole Fiano di svolgere il suo intervento.

Prego, onorevole Fiano, proviamo.

EMANUELE FIANO (PD). Voglio segnalare, se non ho colto male perché le riformulazioni sono giustamente lette in fretta, che se fosse comunque accettato dal Governo, io pongo qui anche un principio di ammissibilità e di costituzionalità di questo testo. Infatti, contrariamente a quanto dice il firmatario, cioè che questo testo, che vieterebbe l'uso anche di indumenti di origine etnica o culturale nel corso di manifestazioni pubbliche, è in piena applicazione della legge n. 152 del 1975, faccio presente, però, che la legge n. 152 del 1975 vieta il travisamento con casco nelle manifestazioni. Io voglio risentire, Presidente, nel dettaglio la riformulazione, perché l'eventuale approvazione senza modificazioni del testo dell'impegno per il Governo vieterebbe nel nostro Paese qualsiasi manifestazione culturale tradizionale e le faccio un esempio: le manifestazioni che si svolgono, per esempio, in costume in Sardegna o in Sicilia o in altre nostre regioni.

Quindi, voglio essere sicuro della riformulazione, che non ho colto compiutamente, perché altrimenti entreremmo in un campo che è contrario alla Costituzione, perché noi non possiamo vietare abiti o indumenti tradizionali. Capisco il motivo dello scrivente se riguarda attività terroristiche, ma qui c'è scritto altro. Quindi, voglio essere sicuro nel dettaglio della riformulazione, altrimenti, secondo me, entriamo in un campo che non è lecito.

PRESIDENTE. Do la parola al sottosegretario. Naturalmente, onorevole Fiano, parliamo di un atto di indirizzo politico; non è un atto normativo, quindi immagino che poi il Governo, se intenderà accoglierlo, lo farà nel rispetto della Costituzione. Prego, sottosegretario.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Allora, l'ordine del giorno n. 9/1913-A/99 Zoffili impegna il Governo a valutare l'opportunità di vietare o limitare, nel pieno rispetto della legge 22 maggio 1975, n. 152, in luogo pubblico nel corso di manifestazioni pubbliche l'utilizzo di indumenti o accessori di qualsiasi tipo che comportano, in tutto o in parte, l'occultamento del volto. Quindi, è espunta la parte “compresi quelli di origine etnica e culturale”.

Per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signora Presidente. Intervengo per un richiamo al Regolamento, ai sensi degli articoli 8 e 110. Signora Presidente, come lei sa l'articolo 8 stabilisce che il Presidente della Camera sovrintende e coordina il buon andamento dei nostri lavori e l'articolo 110 dà facoltà al presidente di ciascun gruppo o a dieci deputati di presentare una mozione al fine di promuovere una deliberazione dell'Assemblea su un determinato argomento.

Desidero innanzitutto informare l'Aula che il gruppo del Partito Democratico ha presentato una formale mozione per la richiesta di sfiducia individuale del Ministro dell'Interno, il senatore Salvini, alla luce degli accadimenti di ieri nell'Aula del Senato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Quindi, nonostante il brusio di parte dell'Assemblea, che farebbe bene a entrare nel merito di queste argomentazioni, sono a chiederle, a nome del gruppo del Partito Democratico, di informare il Presidente Fico che, per quanto ci riguarda, questa mozione ha una priorità di discussione assoluta rispetto agli altri argomenti in calendario. Pertanto, la nostra richiesta è di convocare immediatamente la Conferenza dei presidenti di gruppo, magari sfruttando la pausa dei lavori di Aula che è prevista per le ore 11, al fine di modificare l'ordine del giorno dei lavori dell'Aula e stabilire la priorità di questa mozione. Ci permetta anche, signora Presidente, di richiedere una censura nei confronti del Ministro Salvini, il quale ieri pubblicamente, nell'ormai unica modalità che gli è data di esprimere le proprie opinioni, quindi attraverso Facebook perché dal suo punto di vista il Parlamento non è più oggetto di interlocuzione, ha avuto modo di definire questa iniziativa parlamentare “aria fritta”. Ora, capisco che c'è un rapporto direttamente proporzionale tra le sue parole e la considerazione delle sue parole e, quindi, in questo caso lui si è autodefinito dal punto di vista della modalità con la quale si racconta agli italiani, ma un atto del Parlamento - a me spiace ma bisognerebbe informarlo - non è mai aria fritta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e, soprattutto, se sarà aria fritta lo decideranno i deputati quando saranno chiamati a votare e lì vedremo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Enrico Borghi, prendo atto della sua richiesta. Per quello che riguarda la mozione di sfiducia, intanto non risulta ancora pervenuta. Come lei sa, l'articolo 115 del Regolamento prevede che possa essere discussa non prima di tre giorni dalla presentazione.

Per quello che riguarda, invece, il secondo aspetto che lei ha affrontato, è chiaro che il rispetto delle procedure parlamentari e il rispetto delle istituzioni dovrebbe essere la precondizione per qualunque confronto politico.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 1913-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1913-A/1 Vizzini. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/ 1913-A/1 Vizzini.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Lupi n. 2/1913-A/2. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Signora Presidente, ovviamente il mio è un intervento in dichiarazione di voto teso magari a far cambiare il parere al Governo. Non tanto per un problema formale - cambi il parere - ma perché pensiamo, ed è la ragione dell'ordine del giorno, che l'articolo introdotto in questo decreto-legge “sicurezza”, che stanzia più fondi per la cooperazione internazionale, cioè per uno degli obiettivi strategici che ci siamo sempre posti: aiutiamoli là dove sono, investiamo nella riqualificazione, nella rigenerazione, nel dare dignità ai luoghi da dove vengono. Scappano perché lì non hanno dignità, perché lì sono perseguitati, perché lì non hanno una condizione di vita dignitosa e vedono nell'Occidente l'eldorado.

Bene. Un primo grande passo era presente ed è presente in questo decreto-legge “sicurezza”: il rimpatrio, li accompagniamo con fondi che vanno dedicati ai Paesi fino a 50 milioni. Noi riteniamo che 50 milioni, proprio per l'obiettivo strategico e proprio per le parole dette dal sottosegretario nella discussione generale: “Gli immigrati non sono i perseguitati, gli immigrati non sono l'obiettivo, l'accoglienza dev'essere dignitosa”, un ordine del giorno che dica: sottosegretario, 50 milioni non sono su sufficienti, è chiaro che 50 milioni erano il fondo destinato perché quella è la copertura, ma nell'ambito della prossima legge di bilancio, nell'ambito delle strategie complessive determinate dal Governo si abbia come obiettivo quello di aumentare questo fondo.

Noi abbiamo messo ovviamente una cifra, ma io credo - lo dico al sottosegretario, spero mi ascolti - che un impegno di tutto il Parlamento che vada nella direzione di dire al Governo: quella è la strada giusta; comunque la pensiamo riguardo al decreto-legge “sicurezza”, alla modalità di fermare questi sbarchi, di accogliere le persone che arrivano, la strada giusta è quella di aiutarli nei loro Paesi, la strada giusta è quella di incentivare la cosiddetta cooperazione internazionale, di lavorare perché la dignità possa essere anche messa a disposizione delle popolazioni di quei Paesi.

Questa era la ragione del nostro ordine del giorno; e suggerisco che questa strada è quella che fa comprendere meglio anche l'altro principio del decreto-legge “sicurezza”, che è quello di dire: i confini sono un diritto, la difesa della sicurezza è un diritto, l'accoglienza è accoglienza solo se è dignitosa, perché accoglienza e dignità vanno di pari passo. Ma se questo è il principio poi nell'azione non possiamo solo concentrarci nel diritto alla difesa, alla sicurezza dei nostri confini: dobbiamo anche lavorare alacremente perché quell'obiettivo che ci siamo posti, aiutiamoli là da dove vengono, possa diventare un impegno reale, concreto. I 50 milioni sono un primo segno; non vedo e non comprendo oggettivamente il parere negativo su un ordine del giorno che dice: laddove ci sono delle risorse, aumentiamo questi 50 milioni, noi diciamo fino a 100 milioni. Quindi, ovviamente se il parere rimane contrario chiediamo di metterlo ai voti; ma mi auguro che il Governo, sperando che abbia compreso la ragione dell'ordine del giorno, possa rivedere il suo parere.

PRESIDENTE. Il Governo naturalmente conferma il parere.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lupi n. 9/1913-A/2, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Baldini n. 9/1913-A/3. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldini. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BALDINI (FDI). Volevo sottolineare il fatto che sono rimasta sorpresa che il Governo non abbia accettato questo ordine del giorno, in base al quale la sicurezza e la salute delle persone dovrebbero essere protette. Mi riferisco a delle strutture mobili, a tavolini che sempre di più sulle strade, ma strade dove il traffico esiste, dove c'è passaggio di automobili, vengono posizionati in maniera sempre più vistosa e sempre più evidente, senza nessun controllo da parte delle amministrazioni comunali. Questo incide sulla sicurezza delle persone, in quanto sempre di più ci troviamo di fronte a dei fatti dove automobili, persone che sono sotto effetto di alcol, di droghe, possono intervenire e creare dei danni alle persone; ma anche alla salute, perché pensiamo al passaggio di automobili, tubi di scappamento che si riversano sul cibo e sulle bevande di cui le persone usufruiscono in quel momento. Credo quindi che sia importante, perché oggi sempre di più aumentano queste strutture in maniera incontrollata, e non occupano soltanto piazze o zone a traffico chiuso, ma riempiono anche strade col passaggio di automobili, ed è su questo che l'ordine del giorno chiedeva l'attenzione del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/3 Baldini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1913-A/4 Giannone.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno a prima firma della collega Giannone ci consente di affrontare - e io spero di chiarire - un punto fondamentale; tutti quanti siamo d'accordo sul fatto che vadano rafforzate le politiche di cooperazione nella direzione di siglare intese che favoriscano la riammissione dei cittadini irregolari nei Paesi di origine, però noi dovremmo chiarire, una volta per tutte, di quali intese stiamo parlando. Parliamo di intese come quelle che il nostro Paese ha siglato con il Sudan? Intese di polizia? Parliamo di accordi come quelli che il nostro Paese ha fatto con la Libia, peraltro in forma semplificata, senza che fossero esaminati, discussi e approvati dal nostro Parlamento? Parliamo di intese come quelle con il Niger? Siccome questo decreto istituisce un fondo con risorse da destinare a questi tipi di accordi, a queste politiche di cooperazione, credo che vada chiarito che queste intese non debbano essere fatte con Paesi che non abbiano almeno sottoscritto la Convenzione di Ginevra del 1951. Invito, quindi, l'Aula a votare favorevolmente a questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/4 Giannone, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1913-A/5 Cunial. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno si prova a chiarire una questione che è poco emersa, perché purtroppo, in Aula, non c'è stato modo di affrontare gli emendamenti su questo decreto. Ora, il decreto, come è noto, da una parte, dà la possibilità al Ministro dell'interno di vietare l'ingresso nelle acque territoriali quando si concretizzi la possibilità del reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, abbiamo speso delle parole sul fatto che sia estremamente grave e innovativo che spetti a un Ministro ipotizzare il concretizzarsi di una fattispecie di reato, dall'altra, però, sopravvive l'articolo 10-ter, cioè, il decreto modifica l'articolo 11, ma lascia sopravvivere l'articolo 10-ter del testo unico sull'immigrazione, nel quale si dice, al contrario di quanto previsto dal decreto, che se ci sono cittadini irregolari che fanno passaggio vicino o ingresso nelle acque territoriali le nostre forze di polizia devono accompagnare quei cittadini nei luoghi adibiti sul territorio italiano per l'identificazione, anche per motivi evidentemente di sicurezza e per l'informativa sulla possibilità di chiedere protezione internazionale. Allora, con questo ordine del giorno si chiarisce che il decreto non si applica nei casi previsti dall'articolo 10-ter che, comunque, è vigente e sopravvive, altrimenti noi avremmo l'ennesimo caso di discrezionalità e di dubbi di interpretazione nell'applicazione di questo pessimo decreto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/5 Cunial, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1913-A/6 Magi.

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Magi, non può intervenire, perché è già intervenuto due volte e, a norma di Regolamento, non può intervenire una terza sugli ordini del giorno.

Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/6 Magi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1913-A/7 Pellicani. C'è un parere favorevole con riformulazione. Onorevole Pellicani accetta la riformulazione? Bene, prendo atto che accetta. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1913-A/9 Carnevali. C'è un parere contrario. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, Presidente. Francamente, mi appare assolutamente incomprensibile il parere contrario e chiedo, davvero, al sottosegretario una motivazione di ciò, credo che sia un diritto da parte del proponente, a meno che ci sia una condizione di pregiudizio al gruppo politico che l'ha proposto, oppure un pregiudizio nei confronti di contenuti che non sono lapalissiani solo nei confronti del buon senso, ma che sono rispettosi delle convenzioni internazionali che abbiamo firmato, ne abbiamo parlato ieri. Tra l'altro, alcune cose sono una sottolineatura tra l'auspicio e alcune cose che anche il sottosegretario ha riportato nel suo intervento di replica. Il Governo dice di essere contrario ad un ordine del giorno che chiede di garantire il rispetto delle convenzioni e l'integralità dei nuclei familiari, nel più breve tempo possibile l'accesso alle cure sanitarie, ai percorsi di inclusione delle persone con disabilità, dei minori e delle donne fragili; mi spiega qual è, sottosegretario, la ragione della contrarietà, perché mi diventa davvero impossibile poterla capire. Avrebbe potuto anche proporre una riformulazione, ma non ha fatto neanche quello; avrebbe potuto, almeno, proporre di votare contro le premesse e dare la disponibilità a una riformulazione del dispositivo. Guardi, per me è una medaglia questo voto contrario, glielo assicuro, per me, questa, è una medaglia.

Mi dispiace che in quest'Aula non si riesca a raggiungere nei confronti del rapporto tra maggioranza e minoranza almeno, come dire, una logica di buon senso che non miri agli interessi di chi presenta l'atto, ma miri all'interesse di ciò che scriviamo, in questo caso, in particolare, in riferimento ai minori, alle donne e ai bambini. Davvero, sottosegretario, è incomprensibile.

Mi auguro, almeno, di poter avere il diritto a una motivazione, a una spiegazione da parte sua. Francamente, mi auguro anche che ci sia un discernimento e un cambiamento di parere.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo conferma il parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/9 Carnevali.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1913-A/11 De Maria. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD). Grazie, Presidente. Non ci meravigliamo del parere contrario all'ordine del giorno in esame. Ancora una volta sul decreto-legge, insieme al collega Morassut, abbiamo provato a porre al Governo il tema delle periferie italiane e, ancora una volta, la risposta è un no, con un totale di interesse verso le nostre periferie, dopo tante parole e tante propaganda in campagna elettorale. Noi riteniamo, invece, che le periferie siano una grande priorità e che, anche in questo caso, ci poteva essere un segnale diverso di attenzione e di impegno, come abbiamo chiesto anche nella mozione parlamentare che abbiamo proposto la scorsa settimana. Lo ricordiamo nell'ordine del giorno: se parliamo di periferie, il Governo ha fatto sempre scelte in negativo nella legislatura in corso. Prima di tutto, il Governo e la maggioranza hanno deciso di non insediare in questa legislatura la Commissione parlamentare di inchiesta sulle periferie; si vede che c'è paura di vedere il Parlamento che va nelle periferie italiane, che incontra i cittadini, che ascolta i loro problemi e non sono state stanziate nuove risorse finanziarie; le risorse finanziarie stanziate sono quelle dei Governi precedenti - 2 miliardi e 100 milioni del bando delle periferie -, ovvero risorse che sono in esaurimento via via che i progetti vengono realizzati. Noi l'avevamo detto anche nella mozione: chiediamo risorse certe - 30 miliardi in tre anni -, interventi legislativi - penso alle politiche urbanistiche - e, occupandoci in particolare di sicurezza, chiediamo un intervento legislativo sulle polizie locali. Inoltre proviamo a ragionare su cosa vuol dire fare politiche della sicurezza perché, certamente, sicurezza vuol dire presenza delle forze dell'ordine, certezza della pena e repressione dei reati, che sono fatti importantissimi, ma altrettanto importante è la prosecuzione della coesione sociale nel senso di comunità e dell'integrazione; un'area degradata è più sicura se c'è una presenza delle forze dell'ordine, ma è altrettanto più sicura se c'è un'associazione che promuove il volontariato, che promuove incontri, che fa rete di solidarietà sociale. Questo vale anche per lo straordinario fenomeno che è il fenomeno migratorio, quindi, alle persone che vengono a vivere e a lavorare qui da altri Paesi, è sbagliato mandare un messaggio di odio e di rifiuto, che tra l'altro tornerà prima e poi indietro, rendendo tutti più insicuri; invece, bisogna garantire parità di diritti, per poi chiedere parità di doveri e quindi il rispetto delle regole del nostro Paese e della nostra Carta costituzionale.

Il tema della sicurezza viene usato in tutt'altro modo anche nel decreto-legge; c'è un uso propagandistico delle paure degli italiani ma, io ritengo, anche qualcosa di peggio perché non solo si accarezza il pelo ai peggiori sentimenti che ci sono nella società italiana ma li si incentiva. Quando è una figura istituzionale così importante come quella del Ministro dell'Interno ad usare certi argomenti, quegli argomenti di odio, di divisione, di conflitto vengono legittimati nella società. Ritengo che, davvero, questo sia un pericolo per la sicurezza degli italiani e per la stessa qualità democratica. Vedete, ieri il Ministro Salvini, dicendo parole davvero indegne, su cui prima o poi spero potrà chiedere scusa, ma immagino che non lo farà, ha voluto paragonare la nostra mozione di sfiducia, cioè un atto di democrazia parlamentare, alle minacce dei Casamonica. Credo di poter dire che il Partito Democratico non si fa intimidire da questo tipo di ragionamenti e che il Ministro Salvini si troverà sempre dall'altra parte, perché noi prima di tutto abbiamo un faro: i valori della Carta costituzionale nata dalla Resistenza e quei valori vogliamo difendere e affermare perché crediamo che in quei valori ci sia il futuro degli italiani e della nostra comunità nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/11 De Maria, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1913-A/12 Marco Di Maio, sul quale è stato espresso un parere favorevole con riformulazione. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/1913/13 Pizzetti sul quale è stato espresso un parere favorevole con riformulazione. Onorevole Pizzetti, accetta la riformulazione?

LUCIANO PIZZETTI (PD). No, Presidente, vorrei interloquire con il sottosegretario se possibile.

PRESIDENTE. Le consiglio di cambiare postazione perché il microfono funziona male.

LUCIANO PIZZETTI (PD). Vorrei interloquire con il sottosegretario, se è possibile (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, liberate i banchi del Governo. Onorevole Varchi…

LUCIANO PIZZETTI (PD). Grazie, Presidente. Vorrei dire al sottosegretario Molteni, che ringrazio e di cui apprezzo sinceramente la disponibilità, che trovo ragionevole la proposta da lui fatta di riformulazione e trovo anche corretto inserire il termine “proseguire” rispetto al tema che è in discussione. Però le chiedo, sottosegretario, data la delicatezza della questione e data anche la gravità della questione, accogliendo l'idea di riformularlo inserendo il termine “proseguire”, le chiederei però di accettare l'ordine del giorno così riformulato integralmente, perché l'ordine del giorno è già uno strumento debole e se lei inserisce “a valutare l'opportunità di” è chiaro che lo sterilizza in modo totale; rispetto al tema che abbiamo davanti, direi che proprio non è il caso di far ciò, per cui, accogliendo questo suo concetto del “proseguire”, proprio perché è un atto anche di rispetto della verità dell'azione fatta anche recentemente dal Governo, le chiederei di accettare l'ordine del giorno senza l'inserimento della valutazione dell'opportunità di.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo conferma la riformulazione così come detto prima. Onorevole Pizzetti, insiste per la votazione?

LUCIANO PIZZETTI (PD). Non accolgo la riformulazione e insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/13 Pizzetti.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Sull'ordine del giorno Losacco n. 9/1913-A/14, c'è un parere favorevole con riformulazione: è accettata la riformulazione. Ordine del giorno Paita n. 9/1913-A/15, anche qui c'è un parere favorevole con riformulazione: è accettata la riformulazione.

Passiamo all'ordine del giorno Bruno Bossio n. 9/1913-A/16. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Presidente, a me sembra incredibile il parere contrario a questo ordine del giorno. È vero, già non siete venuti a rispondere a un'interrogazione con gli stessi contenuti, oggi si dice “no” a un ordine del giorno che chiede semplicemente di pagare i 7 mesi arretrati degli SPRAR esistenti. Ricordo che c'è un decreto ministeriale del 20 dicembre 2016 in cui sono assegnate le risorse per i progetti SPRAR 2017-2019; c'è un decreto ministeriale del 29 maggio 2017 per i progetti SPRAR 1° luglio 2017-2020; c'è un decreto ministeriale 28, errata corrige 29, dicembre 2017, per coloro che hanno presentato domanda entro il 30 settembre per il triennio 2018-2020; c'è un decreto ministeriale, sempre errata corrige 29 dicembre 2017, che approva la rideterminazione del contributo degli enti locali sempre per il triennio 2018-2020, c'è quindi una richiesta di impegno al Governo ad erogare tempestivamente la prima tranche del contributo previsto per l'anno 2019. Quindi, concludendo, non solo volete impedire il soccorso in mare dei naufraghi, non solo volete affondare le navi, ma volete smantellare, sì, onorevole Molteni, cancellare il sistema di integrazione dei rifugiati e dei richiedenti asilo, impedendo l'esercizio di un diritto che è già affermato attraverso un impegno di spesa! Io dico che tutti quelli che voteranno contro questo ordine del giorno voteranno contro l'esistenza degli SPRAR nei loro territori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Applausi polemici dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Presidente, volevo ringraziare la collega: mi ha convinto a votare contro quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bruno Bossio n. 9/1913-A/16, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'ordine del giorno Fiano n. 9/1913-A/17. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fiano n. 9/1913-A/17, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'ordine del giorno Migliore n. 9/1913-A/18. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (PD). Presidente, quest'ordine del giorno, che onestamente mi aspettavo fosse giudicato incompatibile con la linea del Governo, rivela con una certa chiarezza quanto sia in contraddizione l'attività legislativa di questo Governo con le fonti normative generali. Qui si impegna il Governo semplicemente a realizzare una congruità tra l'atto ministeriale e gli impegni e gli obblighi di carattere internazionale, in particolare quelli che vietano i respingimenti collettivi. Rinunciare ad approvare quest'ordine del giorno, che potrebbe essere tautologico dal punto di vista di una compagine governativa, indica esplicitamente che si intende violare quegli obblighi, anche perché, lo voglio ricordare, per suo tramite, ai banchi del Governo, voi fate delle leggi flessibili, estensibili, a elastico, che vi servono per rincorrere l'ultima notizia che appare sui social network, le convenzioni internazionali invece sono rigide, e come tali devono essere integralmente applicate.

Voi avete fatto uno sfregio alla scrittura delle norme, richiamando nell'articolo 1 solo un articolo della Convenzione di Montego Bay, perché quella convenzione vi avrebbe, se richiamata nel suo complesso, smentito direttamente. Questo è il motivo per il quale ritengo sia rivelatore di un'intenzione del Governo, ed è per questo motivo che voi continuerete a vedere bocciate le vostre iniziative legislative, perché, per fortuna, nel nostro ordinamento democratico valgono di più le sentenze di conformità agli obblighi superiori, quelli costituzionali ed internazionali, piuttosto che alle vostre leggi propagandistiche, ed è questo il motivo per il quale ritengo che si debba votare a favore di questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giorgis. Ne ha facoltà.

ANDREA GIORGIS (PD). Presidente, intervengo solo per sottoscrivere quest'ordine del giorno e cogliere l'occasione per sottolineare, come già abbiamo fatto in Commissione, che quanto è appena stato messo in evidenza dal collega Migliore vale anche per i minori stranieri non accompagnati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Il Governo faccia chiarezza, abbia il coraggio di dire in Aula ciò che ha negato in Commissione. Cerchiamo almeno di dire ai cittadini che cosa stiamo approvando. Si alzi il sottosegretario e dica: il significato del testo che stiamo per sottoporre al voto è questo. Almeno si assuma la responsabilità e faccia chiarezza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Migliore n. 9/1913-A/18, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1913-A/19 Pollastrini, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione. Non accetta la riformulazione, onorevole Pollastrini?

BARBARA POLLASTRINI (PD). Grazie, signora Presidente, non accetto la riformulazione. Ieri sera in quest'Aula ho detto più nel dettaglio le ragioni del nostro ordine del giorno - nostro! - , che era un ordine del giorno completo. Ora, dopo un secco “no” in Commissione, il Governo avanza una proposta ambigua, ritagliata, motivata più da furbizia che da convinzione, e non credo che il Governo si aspetti che noi possiamo alzarci in piedi per questo e acconsentire.

Per noi i corridoi umanitari sono tra le poche possibilità, insieme alla riapertura dei flussi - lo voglio dire: insieme alla riapertura dei flussi - per portare in salvo donne, bambini, minori, vittime di violenze e torture indescrivibili. Una delle possibilità per dare più legalità e vera sicurezza.

La verità, signora Presidente, è che questo decreto è un abito su misura, ritagliato su misura per quel Ministro che rifiuta di rispondere in Parlamento. Ma ora pende su di lui una nostra mozione individuale di sfiducia e non daremo tregua (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)…no, cari signori della Lega…

PRESIDENTE. Colleghi!

BARBARA POLLASTRINI (PD). …non daremo tregua, insisto, non daremo tregua (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, tutti hanno diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero, e vi chiedo quindi di rispettare questa libertà e questo diritto.

BARBARA POLLASTRINI (PD). Grazie, signora Presidente. Questo decreto, signora Presidente, era per quel Ministro che agita il rosario in piazza del Duomo e vorrebbe riappropriarsi, a modo suo, della religione, perché è andata così…

PRESIDENTE. Onorevole Pollastrini, stia nel merito dell'ordine del giorno.

BARBARA POLLASTRINI (PD). Sto nel merito. Questo decreto era per il Ministro, il pulpito da cui scagliare l'anatema - e sto nel merito - alle ONG, ai disperati, a una donna coraggiosa su una nave (Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)… sì, coraggiosa, coraggiosa!

PRESIDENTE. Colleghi!

BARBARA POLLASTRINI (PD). Come - sto al merito, signora Presidente - coraggiosi sono stati quei colleghi che sono andati sulla nave, e non il Ministro, non il Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)…

PRESIDENTE. Colleghi, vogliamo continuare così per tutto il tempo? Colleghi!

BARBARA POLLASTRINI (PD). …non il Ministro, che non è ancora qui, dove dovrebbe essere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Proteste del deputato Mollicone).

PRESIDENTE. Onorevole Mollicone, la richiamo all'ordine!

BARBARA POLLASTRINI (PD). Non è ancora qui ad ascoltare il dibattito, ad ascoltare (Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi, colleghi! Onorevole Sensi, onorevole Paita, onorevole Pini! Colleghi, colleghi, può piacere o non può piacere, ma l'onorevole Pollastrini sta esprimendo liberamente il suo pensiero e voi siete tenuti a rispettarlo, è chiaro? Prego. Onorevole Pollastrini, la invito a stare nel merito dell'ordine del giorno, però.

BARBARA POLLASTRINI (PD). Sto nel merito. Sto dicendo che il Ministro non è ancora qui ad ascoltare il dibattito sul decreto che porta la sua come prima firma. Questo è stare nel merito questo è stare nel merito, signora Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Allora, chiudo, signora Presidente: ieri - e sto ancora nel merito - tutta l'attenzione era per il Senato e la presenza del Presidente Conte sull'affaire Russia. Una giornata indigesta, penso indigesta, per la maggioranza e il Governo, con un Premier imbarazzato, che però ha indicato delle responsabilità. Il “Ministro della paura” che non c'era perché ha paura, metà maggioranza fuori dall'Aula (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Onorevole Pollastrini, lei però sta facendo un intervento di commento a quello che è accaduto in un altro ramo del Parlamento ieri. La invito per la terza volta a stare sul merito dell'ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

BARBARA POLLASTRINI (PD). Ho finito. Hanno paura, avete paura ad ascoltare!

PRESIDENTE. Non è un dibattito, non è un dibattito su quello che è successo ieri. Onorevole Pollastrini, si rivolga alla Presidenza!

BARBARA POLLASTRINI (PD). Qui, invece, in questo decreto, signora Presidente, lei lo sa, noi discutiamo di diritti umani, di dignità, che sono le fondamenta di ogni identità. E qui la maggioranza - sto nel merito - si ricompatta, si ricompatta proprio sui diritti umani.

Allora, vedete, al di là dell'inchiesta, non mi interessa discutere dell'inchiesta ora. Per me molto era ed è già accaduto, era ed è già accaduto con questo decreto. Parlo del legame ideologico esplicito, rivendicato dalla Lega, con i protagonisti reazionari e antimoderni - sì, antimoderni -della destra mondiale. Parlo, con questo decreto, della rievocazione in diretta di muri, fili spinati, porti chiusi, linguaggio d'odio contro donne, migranti, gay, rom, intolleranza verso diversità religiose, contrasto, sì, per come avete saputo difendere questo decreto, con la Chiesa del dialogo (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

E allora, e ho chiuso, signora Presidente (Dai banchi del gruppo Lega-Salvini Premier si grida: “Basta!” “Basta!” - Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, è la Presidenza che concede la facoltà di prendere la parola e che, eventualmente, interrompe gli interventi, non siete voi. Quindi “basta!” pronunciato dagli scranni dei parlamentari non va bene, è chiaro? Concluda, onorevole Pollastrini, perché ha terminato il tempo a sua disposizione.

BARBARA POLLASTRINI (PD). Signora Presidente, voglio concludere anch'io e concludo stando al merito. E allora, signora Presidente, vedo questo decreto, e oltre questo decreto, stando al merito di questo decreto…

PRESIDENTE. Concluda.

BARBARA POLLASTRINI (PD). …che ha un valore simbolico, vedo Verona, quel palcoscenico dell'internazionale oscurantista (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali)

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pollastrini, ha concluso il tempo a sua disposizione.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà (Proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Partito Democratico - Commenti dei deputati Belotti e Pini). Onorevole Belotti, la richiamo all'ordine per la prima volta. Colleghi! Onorevole Gribaudo, onorevole Muroni! Colleghi, se volete, facciamo l'appello tutto il giorno, per me non c'è problema. Prego, onorevole Borghi.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Torna nell'attico!

PRESIDENTE. Onorevole Mollicone, l'ho già richiamata all'ordine per la prima volta, non vorrei richiamarla un'altra volta. Prego, onorevole Borghi.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signora Presidente. In realtà volevo esprimere la mia comprensione per i colleghi della destra, perché posso capire il loro…

PRESIDENTE. Però, se è sull'ordine dei lavori…

ENRICO BORGHI (PD). Sull'ordine dei lavori, perché, evidentemente, capisco il nervosismo dei colleghi della destra. Oggi è il 25 luglio ed è da 76 anni che devono ancora (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Onorevole Borghi, grazie, non mi pare un intervento sull'ordine dei lavori. Se nessun altro chiede di intervenire… onorevole Giorgis, su cosa?

ANDREA GIORGIS (PD). Sull'ordine del giorno appena illustrato, per sottoscriverlo e per ringraziare l'onorevole Pollastrini dell'intervento che ha svolto oggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e che ha svolto ieri in sede di illustrazione, e che mi auguro possa essere adeguatamente valutato e adeguatamente apprezzato, perché non si è limitato soltanto a descrivere un fatto, ma ha ben messo in luce il contesto entro il quale il tema dei corridoi umanitari andrebbe trattato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente. Per sottoscrivere, a nome del nostro gruppo, questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Vi ricordo che c'era un parere favorevole con riformulazione, ma l'onorevole Pollastrini non ha accettato la riformulazione. Onorevole Quartapelle, vuole sottoscriverlo?

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Lo sottoscrivo anch'io.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Sono giorni che ascoltiamo lezioni di morale da parte del PD e della sinistra.

PRESIDENTE. Su cosa interviene, onorevole Bellucci?

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Sull'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Prego.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Ascoltiamo lezioni di morale perché sono giorni che ci vogliono insegnare di quale fragilità noi ci si debba occupare. Ora, certamente abbiamo chiaro, se ce ne fosse mai stato bisogno, che per la sinistra l'unica fragilità sono gli immigrati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Sono giorni, giorni che utilizzano il termine “strumentalizzazione” con l'unico obiettivo di mettere il bavaglio a chi vuole parlare di qualcosa di diverso in termini di fragilità, che vogliono mettere il bavaglio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) a chi pensa che ci siano altre fragilità, che ci siano Bibbiano, che ci siano gli affidi illeciti, che ci siano i minori, che ci siano altre priorità (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico - Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Collega Bellucci, le ricordo che lei sta intervenendo sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/19.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Va bene, Presidente, arriverò all'ordine del giorno puntualmente, pedissequamente, cercando di toccare ogni punto (Commenti della deputata Pini).

PRESIDENTE. Onorevole Pini!

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Certamente la sinistra la conosce bene la strumentalizzazione, è una cosa che conosce bene e che pratica continuamente. Strumentalizza, strumentalizza (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico - Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Onorevole Migliore!

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Strumentalizza nel momento in cui sale su una nave la Sea-Watch, e si mette a fianco di una donna che, con crimine, non rispetta la legge e lo fa, facendola diventare un'eroina (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti delle deputate Bruno Bossio e Pini).

PRESIDENTE. Onorevole Bruno Bossio! Onorevole Bruno Bossio, dopo!

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). La strumentalizzazione la sinistra, il PD, la conosce bene, quando decide di volgere il suo sguardo a quegli immigrati che hanno sufficienti economie da salire su un barcone e da nutrire gli scafisti (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico - Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), dimenticandosi dei milioni di immigrati che non avranno mai la possibilità di salire su quei barconi perché sono bimbi, perché sono donne vittime di violenza…

PRESIDENTE. Onorevole Bellucci…

MARIA TERESA BELLUCCI…. perché sono mutilati dalle mine anti-uomo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Di quello poche volte ascoltiamo le vostra grida, le vostre parole e la vostra attenzione…

PRESIDENTE. Parliamo di un ordine del giorno che chiede di intervenire sui corridoi umanitari.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). La strumentalizzazione - e arrivo all'ordine del giorno - la conosce bene, nel momento in cui pensa che gli unici volontari (Commenti della deputata Pini)

PRESIDENTE. Onorevole Pini, la richiamo all'ordine per la prima volta! Non può continuare a commentare ad alta voce, disturbando l'intervento della collega Bellucci (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti della deputata Pini), che sto richiamando però a stare… Onorevole Pini, per la seconda volta, la richiamo all'ordine! Prego.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). La strumentalizzazione la conosce bene nel momento in cui crede che gli unici volontari di cui ci si debba occupare sono quelli, ricchi spesso, che hanno la possibilità di salire su una nave e di occuparsi, sì, di quegli immigrati, mentre dei volontari, tanti, milioni silenziosi, che si trovano in Africa, a volte rischiando la propria vita, a volte rapiti e altre volte non ritorneranno mai nella propria nazione, non ne parlano mai e non ne parlano mai, con questi toni e con questa voce (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico - Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Io credo che siano quelli la parte migliore delle organizzazioni del terzo settore e del mondo del volontariato, che dovrebbero essere ascoltati, che con cuore, con passione, nell'indifferenza, spesso nella totale incapacità di dargli i giusti aiuti, da soli, con il cuore e non per soldi, pagati come la Rackete, salgono su una nave, sono quelli i volontari, la parte migliore della nostra Italia che deve essere difesa (Prolungati applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E allora, poiché a quel mondo di volontariato io vi appartengo e sono fiera di chi silenziosamente in Africa, in Sudamerica dà il cuore per aiutare il più fragile, beh voi la conoscete davvero tanto la strumentalizzazione e la pratica della strumentalizzazione e allora vi diciamo che noi non ci stiamo; a quel termine che vuole essere soltanto un bavaglio noi non ci piegheremo. Continueremo con fierezza, onore e coraggio a difendere i più fragili, laddove i più fragili sono i bambini di Bibbiano, perché - non smetteremo di dirlo - sono gli affidamenti illeciti e sono tutti quei minori che voi per anni (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti del deputato Trancassini)

PRESIDENTE. Onorevole Trancassini! Onorevole!

MARIA TERESA BELLUCCI…compresi quelli della comunità Il Forteto; non avete ascoltato e avete ignorato. Se questa è la destra, saremo la giusta destra (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico - Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier - Congratulazioni)!

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Grazie Presidente. Con rispetto per la sua funzione e per il modo con cui lei dirige quest'Aula, ho ascoltato in silenzio e con attenzione ogni parola dell'intervento della collega, che non ha mai citato nel suo intervento la parola “corridoi umanitari” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che è il tema dell'ordine del giorno (Commenti del deputato Rizzetto)

PRESIDENTE. Onorevole Rizzetto!

EMANUELE FIANO… che avrebbe avuto il dovere di trattare, invece di fare in quest'Aula un comizio fascista che noi respingiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Proteste dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier – Commenti del deputato Trancassini).

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, onorevole Fiano! Onorevole Trancassini! Vi prego di avere rispetto per l'istituzione parlamentare!

Ha chiesto di parlare l'onorevole Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Sentito l'intervento della collega, vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/1913-A/19 Pollastrini.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/19 Pollastrini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1913-A/21 Rotta.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rotta. Ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA (PD). Grazie Presidente, insomma mi rammarico molto per quello che è successo poco fa alla collega Pollastrini. Io capisco che faccia male ascoltare la verità, che dia fastidio ascoltare quello che è una banalità sotto gli occhi di tutti, cioè che il Ministro Salvini, che è il principale responsabile…

PRESIDENTE. Colleghi, vi faccio una proposta: per garantire l'ordinato svolgimento dei lavori, evitiamo magari di commentare anche quello che è successo prima. Sono fasi concluse, quindi stiamo nel merito dell'ordine del giorno n. 9/1913-A/21. Prego, onorevole.

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, se lei ha la pazienza e la gentilezza, quello che stavo dicendo è proprio nel merito del mio ordine del giorno, che appunto ha il parere contrario, perché mi sembrava una banalità e soprattutto il merito è sempre questo, cioè quello della violenza. Mi chiedo perché e come il Governo possa opporsi ad adottare ogni iniziativa utile sul piano politico, oltre che legislativo, atta a contrastare con ogni mezzo e convinzione il diffondersi di tutte quelle forme di violenza o aggressione che, nate via web, alimentano il diffuso clima di incitamento all'odio e contribuiscono in maniera determinante all'escalation di violenza e aggressività che si è manifestata nell'ultimo anno. E quest'Aula non è esente da questo, come abbiamo appena visto nei confronti della collega Pollastrini, ma non solo, quindi, Presidente, rivendico la pertinenza di quello che stavo dicendo.

In un Paese che ancora si chiama democratico, nonostante tutto e nonostante questo decreto che vuole far assumere poteri straordinari ad un Ministro dell'Interno, non ce ne sarebbe bisogno, ecco, non ci sarebbe bisogno di precisare, attraverso questo ordine del giorno quello che è persino banale, ma in un Paese invece in cui è lo stesso Ministro dell'Interno, capo di una forza politica importante ad istigare questo odio, ad aizzare i suoi, ad aizzare via web questo tipo di gogna sociale, che in particolare colpisce - guarda caso - le donne attraverso le sue pagine Facebook, non rimuovendo commenti sessisti e violenti e aggressivi da ogni suo profilo, ebbene allora è necessario anche questo ordine del giorno.

Ma allora, quando - e mi rivolgo al sottosegretario Molteni - questo ordine del giorno viene bocciato, evidentemente il cerchio si chiude e non c'è bisogno che siano dall'esterno alcune persone o alcuni studi od osservatori a certificare, come hanno fatto, per esempio, durante le ultime elezioni europee, a dire che la violenza corre sui social e in particolare appartiene ad un colore politico, che è il colore verde Lega, nell'assoluta ignavia dell'altra forza di Governo, che evidentemente tace e anzi acconsente a questo tipo di scempio a cui noi assistiamo e che vede, dunque, le donne vittime di questa violenza. E noi certifichiamo, quindi, in quest'Aula, con la bocciatura di questo ordine del giorno, che va tutto bene così, perché le donne - e questa è la diretta conseguenza - non possono parlare, le donne non possono dissentire, le donne non possono fare politica in dissenso dal capo secondo qualcuno, e qualcuno non si può permettere di dire che questo sia un capo. E non sono solo le politiche - anche in quest'Aula, le colleghe Boschi, Pollastrini oggi, ma anche Boldrini, ne sono vittime aizzate dallo stesso Ministro - ma sono anche magistrate, che non possono parlare ed esprimere il proprio pensiero, specialmente se è in dissenso, sono anche cantanti, sono libere donne che vorrebbero esprimere il proprio pensiero e dissentire.

Ebbene, noi comunque ci ribelleremo al pensiero unico e lo faremo, nonostante sappiamo bene che non avremo l'aiuto di qualcuno, che dovrebbe garantire il rispetto delle leggi del nostro Paese, che è il Ministro. Però una cosa la dico ai colleghi della maggioranza: risparmiateci almeno l'ipocrisia, risparmiateci l'ipocrisia di un Codice Rosso che noi non abbiamo votato perché sappiamo che non darà risposte, sul quale non mettete il becco di un quattrino naturalmente e che, nonostante il Codice Rosso, questo tipo di violenza non viene solamente tollerata, ma soprattutto fomentata dalle schiere delle forze di governo della maggioranza, in particolare della Lega e del vostro che vorreste capo unico, plenipotenziario, che per noi non lo è. Ebbene, le donne continueranno a dissentire e lo faranno nonostante i commenti e nonostante le forme di violenza che vengono scagliate loro contro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Sì, per rimarcare che il concetto è giusto, cioè la violenza non va mai propagandata, non va mai diffusa, soprattutto sul web, perché è una forma di comunicazione molto diffusa. Però volevo ricordare alla proponente dell'ordine del giorno, Oliviero Toscani: “Dovrebbe esserci lei su quella nave mentre affonda”, riferita a Giorgia Meloni; Calenda: “Meloni ricoverata in un TSO”; Montanari: “Miserabile mentecatta”. Allora, forse, prima di scrivere l'ordine del giorno, sarebbe bene che vi faceste un bell'esame di coscienza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, noi chiediamo di votare questo ordine del giorno per parti separate, perché, lo anticipo, mentre siamo assolutamente favorevoli a stigmatizzare ogni forma di violenza soprattutto a mezzo web - perché è dimostrato statisticamente che questa forma di violenza, nei confronti non solo delle donne, ma di chicchessia, provoca molto spesso fatti di reato gravi, di violenza, aggressivi, quindi non si può a mio avviso non concordare sulla necessità di una particolare attenzione, non soltanto da parte del Governo ma da parte di ciascun parlamentare a questo tipo di temi -, abbiamo delle perplessità sulla parte, diciamo così, motiva dell'ordine del giorno. Quindi, chiediamo che sia votato per parti separate.

PRESIDENTE. Quindi chiedete che siano votati gli impegni e poi le premesse, perché, come per le mozioni, si votano prima gli impegni e poi le premesse.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'impegno dell'ordine del giorno n. 9/1913-A/21 Rotta, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Essendo stato respinto l'impegno, decadono anche le premesse. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1913-A/22 Quartapelle Procopio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Abbiamo una notizia, e cioè che il Governo è contrario ad adoperarsi ad una rapida sottoscrizione di accordi di riammissione con la Repubblica islamica del Pakistan. Il Governo, dove siede il Ministro che aveva promesso 600 mila rimpatri il giorno in cui si sarebbe insediato al Viminale, è contrario ad avere gli accordi necessari per effettuare questi rimpatri. Complimenti! Complimenti! Questa è una notizia che smentisce, nel suo piccolo, tutto il castello di bugie che voi avete raccontato agli italiani nel dire che si sarebbero potuti fare i rimpatri, che voi li avreste fatti, mentre quelli che c'erano prima di voi non li avrebbero fatti. Ora, io chiedo, se possibile, al Governo di rivedere il parere su questo ordine del giorno. Noi, con questo impegno, non stiamo obbligando il Pakistan a sottoscrivere un accordo, stiamo chiedendo che il Governo si doti degli strumenti necessari ad avere la possibilità di fare i rimpatri. E - sottolineo - capisco che sia difficile far sottoscrivere questi tipi di accordi ai Paesi di provenienza dei migranti, a maggior ragione con un Paese come il Pakistan, che è, tra le dieci comunità più presenti in Italia, una comunità che oggi è la prima comunità che chiede diritto all'asilo nel nostro Paese. Ma, sottolineo, per comodità del Governo, che un impegno parlamentare rafforza l'iniziativa del Governo nei confronti di uno Stato estero. Il Parlamento vi vuole dare una mano a fare degli accordi di riammissione. Voi, invece, promettete agli italiani delle cose che non sapete fare e, quando c'è un'iniziativa dell'opposizione per darvi una mano ad avere una gestione ordinata, sensata, seria, responsabile, del fenomeno migratorio, dite di “no”, perché a voi interessa molto di più la propaganda di avere delle azioni efficaci e concrete per contrastare l'immigrazione clandestina e per fare i rimpatri. Complimenti per questo parere che, come vedo dall'attenzione del sottosegretario Molteni, non c'è alcuna intenzione di rivedere, complimenti e immagino che sarà così per tutti gli ordini del giorno successivi. Per noi è un segnale della vostra poca serietà, ancora una volta, sul tema migratorio: solo spot, solo propaganda e nessuna iniziativa concreta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie Presidente, solo per chiedere - giacché Fratelli d'Italia certamente condivide la sottoscrizione di accordi con il Pakistan per la riammissione, ma non condivide le premesse di carattere soverchiamente strumentale introdotte dall'ordine del giorno della collega Quartapelle - la votazione per parti separate, perché il deliberato, essendo clamorosamente di destra, verrà votato da Fratelli d'Italia, le sinistre premesse evidentemente non possono essere votate.

PRESIDENTE. Quindi, voteremo l'impegno separatamente dalle premesse.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'impegno dell'ordine del giorno n. 9/1913-A/22 Quartapelle Procopio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Dunque, essendo stato respinto l'impegno decadono anche le premesse.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/23 Lepri, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1913-A/24 Prestipino. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prestipino. Ne ha facoltà.

PATRIZIA PRESTIPINO (PD). Presidente, mutuando dal latino ubi maior minor cessat, lo sostituirei con ubi arrogantior minor cessat, dove i minores sono i minori non accompagnati su cui questo “decreto sicurezza-bis” si è scagliato in maniera davvero poco sensibile e davvero poco umana e umanitaria.

Già nel primo decreto “sicurezza” avevate spazzato via gli SPRAR che, comunque, dopo 16 anni avevano garantito una forma di integrazione e di tutela delle persone, sia minori sia maggiorenni. Oggi vi accanite contro i minori, i minori non accompagnati, quei minori che spesso ho visto da docente nelle mie aule di liceo, perfettamente integrati dopo anni di permanenza in Italia lavorare, scherzare e studiare con i loro compagni di banco e in classe dove l'integrazione ha fatto miracoli in certi casi, soprattutto quando è veicolata da un agente educativo importante e serio qual è la scuola pubblica e privata e qual è, soprattutto, l'educazione, l'educazione e la formazione. Ebbene, tutto questo voi vorreste impedirlo alle radici: volete impedire che questi giovani ragazzi e queste giovani ragazze possano avere l'occasione di formarsi e di integrarsi in maniera corretta e nel rispetto delle regole e della legge anche nel nostro Paese. Inoltre, voglio rispondere alla collega di Fratelli d'Italia che è intervenuta prima e mi meraviglio che abbia usato quelle espressioni perché so che fa parte della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza come ne faccio parte io. I minori sono una cosa su cui non si deve scherzare e non bisogna farci grondare retorica, come ho sentito dalle parole della collega.

Un'altra cosa, collega: il volontariato è bello, è cosa buona e giusta e tutti, nel nostro piccolo e nel nostro grande, lo facciamo, ma il bene si fa e non si dice e certe medaglie bisogna appendersele nell'anima e non sulla giacca (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), altrimenti si fa la fine del vostro capo Salvini che non ha più posto dove appendersi le medaglie, ma quelle sbagliate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Presidente, intervengo su questo ordine del giorno nel senso che si continuano a dire cose ma senza costrutto, un po' come l'ordine del giorno precedente: si predica bene ma si razzola male. Sono 10 mila i minori irreperibili in tre anni. Soltanto nel 2018, a fronte di un calo oggettivo degli arrivi, sono 869 i minori che sono stati dichiarati irreperibili e questo è un report del Ministero. Questa è la politica che avete fatto per anni non tutelando mai i minori e offrendoli così allo spaccio, alla prostituzione, eccetera. Questi sono i risultati delle vostre politiche: 869 minori non reperibili soltanto nel 2018 e ci auguriamo vivamente che siano minori di 16-17 anni (Commenti della deputata Prestipino)

PRESIDENTE. Onorevole Prestipino, lei è già intervenuta.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). …perché se fossero irreperibili anche quelli di 5 e di 6 anni - e sollecito un'analisi in questo senso - sarebbe veramente grave. Questo è il frutto della politica dissennata di anni di immigrazione incontrollata che ha sottoposto, soprattutto i minori, a ogni sopruso. Questo è (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). Grazie, Presidente. Solo per ricordare all'Aula e al collega che questa Repubblica dispone di una legge, la legge “Zampa-Pollastrini” approvata da questo Parlamento all'unanimità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), per la gestione dei minori stranieri non accompagnati. Basterebbe applicarla e non avremmo il fenomeno di cui è stata fatta qui denuncia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Giorgi. Ne ha facoltà.

ROSA MARIA DI GIORGI (PD). Signora Presidente, chiedo di sottoscrivere questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/24 Prestipino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Come convenuto in sede di Conferenza dei presidenti dei gruppi, essendo giunti alle ore 11 sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 13,30.

La seduta, sospesa alle 11, è ripresa alle 13,30.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Castiello, Colucci, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gregorio Fontana, Gallinella, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Lupi, Molteni, Parolo, Saltamartini, Schullian, Carlo Sibilia, Sisto, Vitiello e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente 85, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1913-A.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge numero 1913-A: Conversione in legge del decreto-legge 14 giugno 2019, n. 53, recante disposizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza pubblica.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 1913-A)

PRESIDENTE. Avverto che l'ordine del giorno n. 9/1913-A/69 Lattanzio è stato ritirato dal presentatore.

Passiamo all'ordine del giorno Annibali n. 9/1913-A/25, sul quale il rappresentante del Governo ha espresso parere contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (PD). Grazie Presidente, con questo ordine del giorno io torno a chiedere a Governo e maggioranza di prevedere, anche attraverso gli introiti delle nuove entrate che potrebbero derivare dalle sanzioni amministrative che questo decreto introduce, adeguati stanziamenti, volti a garantire e ad implementare la presenza di professionalità psicologiche esperte all'interno degli istituti penitenziari, per consentire un trattamento intensificato cognitivo-comportamentale nei confronti degli autori di reati contro le donne e anche per la prevenzione della recidiva.

Lo abbiamo detto che questo decreto si fonda su una narrazione cinica, ma soprattutto è una narrazione che viene smentita dai dati di realtà, dati di realtà che a mio avviso troppo spesso vengono omessi o non citati o non considerati dentro quest'aula e sono gli stessi dati di realtà che ci fornisce l'Eures. Io non ho sentito nulla rispetto appunto ai dati Eures pubblicati a giugno, nell'ambito della presentazione del rapporto sugli omicidi in famiglia, dati che ci dicono che in Italia, nel 2018, un omicidio su due, il 49,5 per cento, è commesso in famiglia; 163 sono le vittime, il 67 per cento donne, oltre 3.500 dal 2000 ad oggi. È un fenomeno in crescita: nei primi cinque mesi del 2019 più 10,3 per cento; nella coppia è il maggior numero di vittime: 49,2 per cento. È anche allarme figlicidi: più 55 per cento; illegittima offesa: più 97 per cento sono gli omicidi commessi in famiglia con armi da fuoco nel 2018.

E allora, ai fini della protezione delle vittime di violenza - e anche abbiamo detto in funzione preventiva - è chiaro che è fondamentale intervenire sul trattamento degli uomini violenti, questo anche nella fase di esecuzione della pena. Io ho sentito spesso espressioni come “marcire in galera” o come “nessuna pietà”, ma queste sono espressioni innanzitutto che si pongono in palese contrasto con la nostra Costituzione, dove l'articolo 27 impone che la pena abbia una funzione rieducativa, ma che ancora una volta si scontrano con i dati di realtà, perché i dati di realtà ci dicono che questi uomini, gli uomini violenti non trattati, una volta espiata la pena commettono reati della stessa natura.

Allora io credo che sia fondamentale e doveroso stanziare le adeguate risorse e soprattutto, a mio avviso, alla luce dell'approvazione del codice rosso, perché se noi lo leggiamo su un piano tecnico, il codice rosso, per esempio, all'articolo 6, ci dice che è prevista la partecipazione a specifici corsi di recupero per ottenere la sospensione condizionale della pena, ma che questa partecipazione è prevista a spese del condannato. E allora questo è un modo evidente per creare una giustizia di classe, tra chi può pagare i corsi di recupero e chi no. Quali sono i requisiti che devono avere le associazioni che fanno i corsi di recupero, visto che non esiste alcun tipo di regolamentazione e nessun albo? I corsi di recupero, l'abbiamo detto, sono necessari, ma in realtà di tutto questo, nel dettaglio, non c'è nulla nel famoso codice rosso.

E allora perseverare, esprimendo un parere contrario a questo ordine del giorno, rappresenta secondo me l'ennesima occasione mancata per passare dalle parole ai fatti e questo per citare uno dei tanti slogan tanto cari a questo Governo e a questa maggioranza, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Annibali n. 9/1913-A/25, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Miceli n. 9/1913-A/26, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bordo n. 9/1913-A/27, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bazoli n. 9/1913-A/28, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/29 Verini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1913-A/30 Rossi, su cui il Governo ha espresso parere favorevole con riformulazione.

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1913-A/31 Pini, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pini. Ne ha facoltà.

GIUDITTA PINI (PD). Grazie, Presidente. Sono molto stupita che il Governo abbia espresso parere contrario su questo ordine del giorno, che chiede semplicemente di adottare iniziative per contrastare le organizzazioni che incitano all'odio, alla violenza e che esaltano e promuovono il fascismo e il nazismo nel corso delle manifestazioni sportive; quindi, niente di così terribile e oneroso per il Governo.

Vedete, cari colleghi, nel nostro Paese c'è un enorme non detto, che è anche dovuto alla retorica che c'è stata subito dopo la guerra, degli italiani brava gente, del fatto che da noi non ci sono state queste cose e che gli italiani erano state vittime delle dittature, mentre in realtà i cittadini italiani sono stati anche, e purtroppo, parte integrante, soprattutto quando pensiamo alla persecuzione dei nostri concittadini di religione ebraica, e non solo, anche nello stilare le leggi razziali, per esempio. E - come sappiamo perfettamente - nonostante il passare del tempo, ci sono numerosissime associazioni che si rifanno all'ideologia fascista e nazista e molte di queste, purtroppo, sono all'interno delle tifoserie ultrà.

Ieri, abbiamo fatto una serie di esempi: ricordiamo i famosi adesivi di Anna Frank, che sono comparsi sulla sinagoga a Roma, a opera della curva nord, ricordiamo per esempio l'Hellas Verona, di cui appunto il Ministro per gli Affari europei, Fontana, è un grandissimo fan, che festeggiava il 4 giugno, cantando la canzone “Siamo una squadra a forma di svastica”; quindi, è un tema che è molto presente e anche molto attuale.

Ci sono due cose che il Ministro Salvini non sopporta, a parte lavorare ovviamente: chi non lo asseconda, specialmente le donne, e i giovani che decidono di immigrare nel nostro Paese, specie se africani.

Se noi fossimo in un Paese normale, queste cose si risolverebbero con un bravo analista, invece abbiamo un decreto che tratta queste due cose apposta per il Ministro Salvini. All'interno di questo decreto c'è anche un pezzettino che appunto riguarda la sicurezza negli stadi e, quindi, non capisco per quale motivo, visto che si parla di qualsiasi cosa, non si riesca da parte di questo Governo a dare un segnale minimo a queste tifoserie e a chiedere al Governo italiano una cosa molto semplice: che per chi va allo stadio, per chi tifa una squadra, se promuove odio, violenza e ideologie fasciste e naziste, ci sia un Daspo o una sanzione.

Altrimenti, cari onorevoli colleghi e soprattutto stimatissimi membri del Governo, è inutile che la prossima volta si vada in televisione a esprimere solidarietà a una comunità piuttosto che a un'altra, o a piangere e a esprimere solidarietà alle forze dell'ordine che intervengono durante i disastri, che spesso, troppo spesso, accadono fuori dai nostri stadi; così come è inutile inserire dentro questo decreto il Daspo o la sanzione per chi viene accusato o condannato per spaccio, se lo stesso Ministro Salvini si fa le foto insieme a Lucci, che è uno dei capi della tifoseria del Milan che è stato condannato per spaccio.

È assolutamente inutile continuare con questa retorica, veramente un pochino stancante e asfittica, che abbiamo in questo Parlamento, a fare quelli che difendono la democrazia, la storia, le istituzioni, quando non si riesce nemmeno ad accogliere un ordine del giorno su una cosa che dovrebbe interessare tutti.

È evidente che questo Governo non lo farà, è evidente, e lo si vede anche dal continuo ammiccamento che c'è ovviamente da parte della Lega, ma non solo, perché questo decreto lo ha dimostrato: mentre si faceva questo decreto, il MoVimento 5 Stelle ha subito cercato di essere più a destra della Lega, inserendo per esempio la norma sulla confisca delle navi ONG; quindi, è inutile che si faccia tutta questa retorica quando la verità dei fatti - e oggi che è 25 luglio lo ricordiamo ancora di più - è che questo Governo non ha assolutamente intenzione di dare minimamente fastidio alle organizzazioni neofasciste e neonaziste, che purtroppo operano sempre con più violenza in questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Basini. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BASINI (LEGA). Onorevole Presidente e onorevoli colleghi, non avrei preso la parola se non fosse che ho sentito un'affermazione che non condivido, cioè la contestazione che gli italiani sarebbero stati brava gente.

In tutte le grandi potenze impiegate nel conflitto, al di là delle evidenti responsabilità politiche differenti, nessuno può accusare l'Italia, non di singoli fatti efferati, ma di avere pianificato distruzioni di massa (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia), nessuno può accusare l'Italia di avere fatto i gulag, o di avere fatto i campi di concentramento su vasta scala; nessuno può accusare l'Italia di aver tirato delle bombe atomiche su un Paese già sconfitto, nessuno può accusare l'Italia di avere fatto bombardamenti terroristici (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Gli italiani sono stati davvero brava gente ed è solo da rinnegati il negarlo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Solo per segnalare che il gruppo di Forza Italia si asterrà su questo ordine del giorno, pur condividendo ovviamente - ed è tautologico - l'impianto di forte condanna per tutto quello che può essere violenza e può essere violenza anche intrisa di ideologie. Ma il testo dell'ordine del giorno è fortemente intriso di quella ideologia, quindi noi non riteniamo che la reiezione della violenza debba avere una matrice ideologica, ma la violenza va respinta in quanto tale, indipendentemente dai punti di vista da cui si parte e si giunge. Quindi, ci asterremo per il testo e non certamente per il contenuto (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, Presidente. Alla luce delle affermazioni fatte in quest'Aula, provvederemo ad inviare al collega della Lega che ha parlato, per esempio, i testi di Angelo Del Boca sulla storia dell'Italia coloniale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico -Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia) - magari poi ci ritroveremo successivamente - oppure un biglietto per Trieste in cui potrà rendersi conto di cos'era purtroppo la Risiera di San Sabba (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/31 Pini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/32 Mancini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Morani n. 9/1913-A/33, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Nobili n. 9/1913-A/34.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nobili. Ne ha facoltà.

LUCIANO NOBILI (PD). Presidente, io veramente mi domando quale sia la ragione della contrarietà del Governo, e chiedo conto per il suo tramite al Governo del parere contrario rispetto a questo ordine del giorno. La domanda che rivolgo al Governo è: per quale ragione il Governo è contrario a prendere tutte le iniziative necessarie per sgombrare CasaPound dall'edificio che occupa abusivamente da anni a Roma in via Napoleone III (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

A Roma viviamo un problema drammatico di emergenza abitativa: 11 mila persone nei prossimi mesi dovranno affrontare sgomberi; il prefetto di Roma ha calendarizzato per la prossima primavera 23 sgomberi di edifici pubblici e privati. Noi siamo favorevoli, perché è ovvio che va rispettata la legalità; e però il comune di Roma e tutte le istituzioni coinvolte non stanno facendo abbastanza. La regione ha messo a disposizione 1 milione di euro per l'emergenza abitativa, e il comune non coglie questa opportunità.

Ma la domanda che rivolgiamo noi oggi al Governo è come sia possibile che in quell'elenco di sgomberi, che riguarda edifici pubblici e privati, non sia stato ricompreso dal prefetto di Roma e dal Ministero dell'interno l'immobile di CasaPound. Come è possibile? Qual è la ragione, in cosa risiede la ragione? Risiede nel fatto che CasaPound ha da tempo un patto politico con il Ministro Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Risiede nel fatto che CasaPound edita i libri del Ministro dell'interno? Risiede nel fatto che un'organizzazione che nella nostra città in particolare si produce solo in soprusi, episodi di violenza, apologia di fascismo… Com'è possibile che nella neolingua di questo Governo, per cui la parola “sicurezza” si usa contro gli ultimi e contro i disperati, la sicurezza dei cittadini non venga tutelata quando si tratta di sgombrare un'organizzazione chiaramente neofascista, che occupa abusivamente e con richiami dell'Agenzia del demanio, della Corte dei conti che ha stimato il costo per gli italiani in 4 milioni e mezzo di euro di mancati introiti? Dov'è Salvini, dov'è la vostra sicurezza, dov'è il Governo di fronte allo sgombero di un'associazione neofascista nel pieno centro di Roma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nobili n. 9/1913-A/34, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

L'ordine del giorno Serracchiani n. 9/1913-A/35 è inammissibile.

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Lollobrigida n. 9/1913-A/36.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, intervengo rispetto a questo ordine del giorno, che in qualche modo aveva già visto, da parte ovviamente della maggioranza, nel primo decreto-legge “sicurezza” bocciare i nostri emendamenti, ma poi in Commissione antimafia, della quale faccio parte, riconoscere invece la pervasività delle mafie non soltanto italiane, ma soprattutto delle mafie straniere.

Abbiamo un fenomeno che sta in qualche modo dal Nord al Sud prendendo il nostro Paese. Vogliamo certamente parlare di tutte quelle mafie, che partono da quella cinese piuttosto che dalla nigeriana, e che quotidianamente, anche rispetto ai rapporti redatti dalla DIA di Castelvolturno, ma di tante, devo dire, realtà italiane importanti, generano il bisogno di strumenti. Abbiamo più volte chiesto, e siamo qui ad avanzare la stessa e nuova richiesta, l'istituzione presso i tribunali ordinari, nei quali ovviamente hanno sedi le corti d'appello, di sezioni specializzate.

Combattere le mafie straniere non sta soltanto nell'idea che qui si vota in modo contrario ai nostri emendamenti, per poi in antimafia chiedere l'istituzione di comitati o di missioni, ma significa fornire strumenti reali per poterle combattere; altrimenti tra le chiacchiere e i fatti c'è veramente un oceano di distanza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lollobrigida n. 9/1913-A/36.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Prisco n. 9/1913-A/37.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Presidente, cambio il parere sull'ordine del giorno Prisco n. 9/1913-A/37. Lo accogliamo come raccomandazione così come riformulato: “Impegna il Governo a proseguire nell'adozione di ogni iniziativa a tutela dell'ordine pubblico, per contrastare i fenomeni di violenza in occasione delle manifestazioni sportive, stabilendo efficaci sanzioni per chiunque promuova con il proprio comportamento la violenza nella pratica sportiva in generale e in quella calcistica in particolare, e anche con riguardo ai comportamenti di eventuale incitamento alla violenza dei genitori nei confronti dei figli minori”.

PRESIDENTE. Accetta la riformulazione, deputato Prisco? Perfetto, andiamo avanti.

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Ferro n. 9/1913-A/38.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, devo dire, rispetto a questo decreto-legge eravamo molto ottimisti: lo siamo per la parte che riguarda tanti ordini del giorno che stiamo appoggiando, e che vedranno ovviamente quello che già ieri Giorgia Meloni ha detto nella parte della sua dichiarazione di voto. Questo ottimismo viene dal fatto che oggi ho sentito rievocare pagine di storia, sulla quale insomma credo poi alla fine dovrebbe… Abbiamo parlato di fascismo, di nazismo, di gulag, di foibe, di quella parte che ha riguardato il mondo della Shoah; noi siamo qui a parlare non soltanto di pagine di storia, sulle quali potremmo magari fare delle sedute, Presidente, non so se il Regolamento lo prevede, ad hoc, ma a parlare del futuro, e soprattutto del presente.

In questo caso questo ordine del giorno, che abbiamo proposto più volte, riguarda i giovani agenti che hanno partecipato ad una selezione quando c'erano delle regole, e poi, attraverso il decreto credo n. 135 del 2018 queste regole nella partita in corso sono cambiate. Noi riteniamo, pur non sapendo chi siano questi giovani allievi, che sarebbe giusto dare loro la possibilità di essere immessi nel ruolo e nel comparto, proprio perché parliamo di decreto-legge “sicurezza”. E sinceramente il parere negativo questa volta mi ha sconcertato, provo stupore; anche perché molti dei soggetti interessati hanno già avuto risposte positive dal tribunale e quindi dal TAR, dai tribunali amministrativi, e significherà proseguire il contenzioso.

Noi parliamo di lavoro: questa forse è la sfida di questo millennio; parliamo di dignità, di dignità di un popolo che è costretto ad emigrare, e che anche quando supera delle selezioni non ha riconosciuto quel senso di regole e di normalità e di meritocrazia che credo questo Governo dovrebbe iniziare a mettere in campo.

Non abbiamo accettato tanti emendamenti che parlano delle fasce deboli, che parlano di situazioni importanti e che, certamente, dovranno rivedere, secondo me, un ulteriore decreto che magari sarà il terzo, il quarto o il quinto decreto “sicurezza” per cercare di colmare questo vulnus. Io credo che molto presto sinceramente inizieremo a pensare, pur essendo in parte ottimisti su questo atto che stiamo discutendo, che chi tradisce una volta, almeno questo è un pensiero che io mi porto da sempre, tradisce sempre nella vita, una volta che si tradisce poi lo si fa sempre e comunque, però vorrei dire al Governo che il castigo più duro, secondo me, per chi tradisce, alla fine, è proprio quello di riuscire ad essere perdonati. Sbagliare è umano - dicevo già ieri -, in questo caso, perseverare è diabolico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, chiedo di votare per parti separate l'ordine del giorno Ferro, separando gli impegni dalle premesse.

EMANUELE PRISCO (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Presidente, per suggerire al Governo di rivedere il parere su questo ordine del giorno, visto che analogo ordine del giorno era stato approvato ed aveva anche previsto quello che sarebbe successo, cioè i 900 ricorsi attualmente accolti in via cautelare. Visto che analogo ordine del giorno era stato approvato in sede di adozione del decreto “concretezza”, suggerisco, in chiave di prudenza rispetto agli esiti giudiziari e anche perché questo potrebbe dare la possibilità - senza togliere diritti a nessuno, cioè a quelli che sono stati beneficiati dal provvedimento legislativo in discussione, cioè quello che abbassava a 26 anni il limite di entrata -, utilizzando gli anticipi del turnover e utilizzando le quote di riserva di assunzione a favore dell'amministrazione, non solo di assumere i 1.845 agenti che aveva promesso giustamente il Ministro Salvini e che aveva inserito in quel provvedimento, ma addirittura di assumerne 400 in più, i 400 che, riammessi alle prove dal TAR del Lazio, oggi, quelle prove le hanno superate e sono idonei a fare i poliziotti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Deputato, ha già parlato due volte e, quindi, non può riparlare in dichiarazione di voto.

Il Governo? Prendo atto che mantiene il parere, quindi lo porrò in votazione per parti separate.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/38 Ferro, per la parte dispositiva, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1913-A/39 Silvestroni.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/39 Silvestroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

Il deputato Silvestroni chiede di parlare, quindi revoco l'indizione della votazione.

Prego, deputato.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Presidente, chiedo al Governo un ripensamento sulla bocciatura di questo ordine del giorno; è chiaro che se siamo, come già è stato detto, su un decreto “sicurezza bis”, vuol dire che si sta rincorrendo e si sta cercando di mettere le cosiddette toppe a un decreto sicurezza che non era stato fatto sicuramente, inizialmente, con una visione politica della sicurezza. Allora, c'era l'opportunità, come sta avvenendo in queste ore, attraverso ordini del giorno che, tra l'altro, sappiamo benissimo che hanno un valore semplicemente di poter impegnare in futuro il Governo, di trovare comunque delle soluzioni al fatto che sia bis e, quindi, che sia una toppa.

Allora, io chiedo al sottosegretario presente un ripensamento, visto che questo ordine del giorno non è nulla di così grande e importante, ma prevede semplicemente di far passare una pena da amministrativa a un aggravamento, invece, di pena, per quei reati che avvengono in seguito a una fuga su una rapina, su un furto; spesso e volentieri c'è la fuga per mettersi in sicurezza di chi delinque e, oggi, la fuga è considerata un reato amministrativo. C'era la possibilità di far diventare questo reato da amministrativo ad aggravamento della pena e trovo puerile rigettare un ordine del giorno di questo tipo. Per cui chiedo al Governo un ripensamento; nel caso così non fosse, chiedo che venga messo ai voti.

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di liberare i banchi del Governo… deputata Lapia…

Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/39 Silvestroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1913-A/40 Meloni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, il gruppo di Fratelli d'Italia porta nuovamente all'attenzione del Governo una proposta che, in modo inspiegabile, viene continuamente respinta ed è quella relativa al cosiddetto blocco navale. Debbo dire, peraltro, che l'ordine del giorno toglie ogni e qualsiasi possibilità di dire che la nostra strada, quella, cioè, che indichiamo, non è praticabile per via dell'Unione europea, perché il dispositivo, non a caso, coinvolge appositamente l'Unione europea (Commenti dei deputati Di Stefano e Butti)

PRESIDENTE. Di Stefano, moderi il linguaggio…Butti, lei moderi il linguaggio…Di Stefano… Di Stefano… perfetto.

Prego, deputato Foti.

TOMMASO FOTI (FDI). Come dicevo, signor Presidente, ci pare che oggi non vi siano alibi per non accogliere questo nostro ordine del giorno, ma soprattutto non vi è neppure un alibi sotto il profilo dei precedenti.

Infatti, il collega Butti, che prima chiedeva legittimamente al Governo di poter ascoltare l'intervento, era con me nel 1997 su questi banchi quando venne presentato il decreto-legge 20 marzo 1997 n. 60 che recava interventi straordinari per fronteggiare l'eccezionale afflusso di stranieri extracomunitari provenienti dall'Albania. Quel decreto-legge, convertito in legge, attuò il blocco navale e - lo dico per gli immemori - venne talmente attuato che una delle navi militari, la Sibilla (le altre due erano due fregate e due corvette), speronò una motovedetta albanese e vi furono addirittura 82 morti. Il Presidente del Consiglio si chiamava Romano Prodi e il Ministro dell'Interno Giorgio Napolitano. Dirò di più, il 12 aprile 1997 il Presidente del Consiglio, l'onorevole Prodi, veniva in quest'Aula e affermava: “Il carattere dell'operazione è un'attività volta soprattutto a stroncare una malavita organizzata che gestisce gli espatri”. Sono passati ventidue anni: non è cambiato nulla ma in compenso avete cambiato le carte in tavola a tal punto da riuscire a fare peggio del Governo Prodi non attuando il blocco navale. Fratelli d'Italia contesta decisamente questa assurda posizione del Governo giallo-verde (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore…colleghi!

FEDERICO FORNARO (LEU). Il collega che mi ha preceduto ha ricordato un decreto-legge ancora degli anni Novanta e, se non ho ascoltato male, la motivazione era un eccezionale afflusso. Ricorderanno tutti le immagini di quegli anni. Il problema è che l'invasione che voi continuate a propagandare, semplicemente non esiste. Uso i dati del Ministero dell'Interno, che il sottosegretario Molteni correttamente e cortesemente ci ha fornito in Commissione. Sulla tratta dalla Libia verso le nostre coste, nei primi sei mesi del 2019, ci sono stati sbarchi pari a poco più di mille persone, cioè noi siamo a una media di 5,5 al giorno. L'invasione continuate a propagandarla, continuate a fare azione di “terrorismo psicologico” nei confronti degli italiani, disegnando una realtà che, semplicemente, non c'è ed è questa la ragione per cui voteremo convintamente contro l'ordine del giorno in esame (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/40 Meloni con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1913-A/41 Rotelli con parere contrario del Governo. La votazione è aperta. Revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Presidente, io invito a rivedere il parere perché la legge è importante, ma se poi, dopo, nella pratica, non c'è una concretizzazione è difficile che si raggiungano certi obiettivi. È previsto un fondo di 2 milioni di euro per il 2019 per i rimpatri. Questo fondo può arrivare fino a 50 milioni di euro nel momento in cui si fanno risparmi, non ben definiti ed identificati. Nella proposta di ordine del giorno si invita - guardo i banchi del Governo invitando ad una riflessione - a valutare con successivi provvedimenti di destinare almeno il doppio per quanto riguarda il 2019 e una cifra fissa da stanziare che non sia riferita ai possibili risparmi che potrebbero anche non esserci. Non mi sembra che sia una proposta così fuori dalla grazia di Dio, né tanto meno che non abbia riferimenti ben precisi o l'eventualità di non poter essere applicata, considerando che è un invito all'interno di un ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/41 Rotelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/42 Rizzetto, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1913-A/43 Galantino sul quale è stato espresso parere favorevole con riformulazione. Deputato Galantino, accetta la riformulazione?

DAVIDE GALANTINO (MISTO). Presidente, sì, accetto la riformulazione.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Deputato Tasso, non può intervenire perché è stata accettata la riformulazione. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1913-A/44 Palazzotto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, signor Presidente, francamente devo dire che trovo un po' sorprendente questo parere del Governo. Presidente, l'ordine del giorno in esame è riferito a un decreto sul quale il nostro giudizio è ormai ampiamente noto, in quanto pensiamo che il decreto sia un pessimo strumento legislativo, un decreto terribile, che riduce le libertà civili, che trasforma la solidarietà in un reato e i solidali nei peggiori criminali contro cui scatenare tutta la forza e l'attenzione, in un Paese in cui vi è il problema della sicurezza dei cittadini e delle cittadine e della lotta contro la criminalità organizzata che si addentra sempre di più e con più efficacia anche nei gangli delle istituzioni e della politica. Sono recenti le notizie di importanti esponenti delle istituzioni locali e anche di forze che quotidianamente invocano l'ordine, la sicurezza e il rispetto della legalità, invischiati in pesanti inchieste legate alla criminalità organizzata, alla 'ndrangheta: ultimo tra questi, ma non per importanza, il presidente del consiglio comunale di Piacenza. In un contesto del genere, tuttavia, rispetto a un decreto sul quale il nostro giudizio è così duro, abbiamo provato a formulare un ordine del giorno che provi a venire incontro al Governo per rendere più efficaci alcuni degli strumenti previsti. Ora, Presidente, lei sa, lo sappiamo tutti e tutte, purtroppo - lo dico con dispiacere - che questo è il Paese dei paradossi: è un Paese nel quale ti insegnano in qualche modo che, se vuoi farla franca in modo più comodo, è meglio che rubi tanto; se rubi tanti milioni, di solito ti va bene, trovi una scappatoia; se rubi pochi spiccioli, magari perché hai fame, finisci di sicuro in galera. Questo è il Paese in cui, se evadi un sacco di tasse, un accordo si trova; se evadi poco, ti tolgono la casa, l'attività, la macchina e quello che hai.

È il Paese dei paradossi. Questo decreto propone, tra le sue norme, una norma precisa che innalza di moltissimo le cosiddette multe per le organizzazioni non governative - o meglio, non solo per le ONG, ma per chi salva qualcuno e lo riporta dentro le nostre acque territoriali, violando le famose norme a tutela della nostra sicurezza - e confisca le navi, perché appunto quello è il nostro principale problema.

Pensate quanto sono pericolosi questi che salvano qualcuno che rischia di morire e lo vogliono addirittura portare in un porto sicuro! Tale norma innalza la multa portandola fino a un massimale di un milione di euro.

Allora, noi abbiamo fatto questo ragionamento, che vogliamo riproporre all'Aula. Siccome può capitare che, nonostante i meccanismi che si innescano, che prevedono in modo coattivo che la multa venga pagata, può capitare che qualcuno quel milione non ce l'abbia e non lo possa pagare, con quest'ordine del giorno proponiamo al Governo una cosa semplice: se uno non lo può pagare, applicando norme che ci sono - peraltro sono già state applicate anche recentemente - prevediamo che quella multa possa essere restituita in rate annuali, tutte eguali, in ottant'anni; una rata ogni anno per ottant'anni (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico). In quel modo, si dà certezza al Paese di poter avere la multa e magari si rende efficace il decreto. E' norma di buonsenso e anche di equità, badate: è difficile capire perché un partito viene condannato a restituire 49 milioni e fa un accordo perché quella restituzione arrivi in ottant'anni e questo non può valere anche per altri. Equità e buon senso, per questo mi aspettavo un orientamento diverso. In caso contrario, chiedo naturalmente che venga messo ai voti (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, io intervengo per anticipare il voto assolutamente contrario di Fratelli d'Italia a quest'ordine del giorno, dal sapore vagamente autobiografico. Infatti, Presidente, i parlamentari che a gennaio salirono sulla Sea-Watch - parlamentari di sinistra, ma non solo, purtroppo - hanno recentemente fatto ricorso alla Giunta per le autorizzazioni al fine di vedersi riconosciuta la legittimità della propria azione e, dunque, non avere irrogata quella sanzione di cui già i media avevano dato notizia, in qualche modo vantando la legittimità delle proprie azioni.

Allora, credo che sia necessario fare chiarezza - lo ha fatto già ieri prima di me la presidente Meloni -, perché in questo Paese si deve capire, prima o poi, che non si può fare i rivoluzionari coperti dal sistema (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non si può stare su una nave a speronare la Guardia di finanza o a controllare cosa fanno o meno le ONG e poi invocare l'immunità, così come non si può chiedere allo Stato di non riscuotere il prezzo delle sanzioni legittimamente irrogate in virtù di una norma che ha piena validità, fino a prova contraria.

Allora bisogna decidere molto banalmente da che parte stare: bisogna decidere se stare dalla parte dei fuorilegge che solcano i nostri mari o se stare dalla parte dei cittadini italiani che chiedono più sicurezza.

Fratelli d'Italia non ha alcun dubbio, dunque voterà in modo contrario a questo ordine del giorno, pur dovendo rilevare che ciclicamente - è accaduto almeno due volte, a mia memoria - parlamentari sono saliti a bordo di queste navi; l'episodio che ho prima citato si riferisce ad uno dei tanti soccorsi più o meno veri avvenuti nel mese di gennaio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Presidente, ho ascoltato l'intervento della collega di Fratelli d'Italia - e vorrei dire anche qualcosa su questo al collega Fratoianni, perché ovviamente io ho una posizione perplessa sulle sue dichiarazioni - ma mi pare di aver capito che l'onorevole Fratoianni, a dir la verità, non diceva che non bisognava pagare la multa, ma semplicemente suggeriva che la multa potesse essere pagata in 80 rate, come sembra legittimamente sia stato deciso casualmente per un partito che è presente in quest'Aula.

Però, volevo dire all'onorevole Fratoianni che è del tutto evidente che in quest'ordine del giorno c'è un'evidente provocazione, e penso che noi dobbiamo affrontare le questioni con un minimo di serietà; quindi, capisco che il Governo di fronte a questa provocazione risponda “no”.

Però, se l'onorevole Fratoianni fosse d'accordo, e soprattutto se l'onorevole Molteni, che ha una grande esperienza nelle riformulazioni degli atti, fosse disponibile, penso che un punto di caduta ragionevole sul quale trovare un accordo potrebbe esserci. Cioè, se l'onorevole Fratoianni eliminasse dal suo ordine del giorno questa provocazione, attraverso una riformulazione che può fare soltanto il Governo, e magari il Governo inserisse, come alternativa alle rate in ottant'anni, la possibilità - anche dal punto di vista del facilitare il mercato dei capitali integrato ovvero facilitare la fluidità degli scambi valutari - di pagare questa multa in rubli (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali). In questo modo, avremmo certamente trovato un punto di caduta rispetto alla provocazione insopportabile dell'onorevole Fratoianni, che paragona delle cose che obiettivamente sono palesemente imparagonabili. Il Governo potrebbe dare un segno di responsabilità trovando una soluzione che magari risolve anche un problema che, tra qualche momento o tra qualche giorno, si potrebbe verificare per il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Presidente, intervengo - fuori dalle provocazioni - solo per ristabilire da che parte stiamo: noi stiamo dalla parte delle istituzioni, e verificare le condizioni che si possono avere, ad esempio, nei CPR e nei CARA, andare a vedere com'è la situazione e in che condizioni versano quelle persone è esattamente uno dei compiti che i deputati possono svolgere seguendo appunto le prerogative che ci vengono date.

Quindi, respingo la provocazione che è stata fatta e ristabilisco invece da che parte stiamo: io credo dalla parte dell'umanità, della difesa dei diritti umani, quindi non capisco perché si continui a colpire personalmente invece di entrare nel merito delle vicende. Credo che sia un modo di procedere davvero indecoroso (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/44 Palazzotto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1913-A/45 Boldrini.

LAURA BOLDRINI (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Il parere, Presidente?

PRESIDENTE. Parere favorevole con riformulazione.

LAURA BOLDRINI (LEU). La ringrazio, ne avevo bisogno, perché in questo parere sta il motivo del mio intervento. Nei giorni di lavoro in Commissione, su cui abbiamo discusso nel merito degli emendamenti, abbiamo anche interloquito con il sottosegretario Molteni. Allora, questo mio intervento è dedicato a lui, al sottosegretario Molteni, perché io vorrei capire dal sottosegretario Molteni, che conosco da…

PRESIDENTE. Deputata Boldrini, dovrebbe rimanere sulla questione della riformulazione.

LAURA BOLDRINI (LEU). Sì, ma io la riformulazione…

PRESIDENTE. Cioè, l'accetta?

LAURA BOLDRINI (LEU). No, non l'accetto, Presidente, e chiedo al Governo una spiegazione nella persona del sottosegretario Molteni, che era presente con noi in Commissione.

PRESIDENTE. Perfetto.

LAURA BOLDRINI (LEU). Siccome tutto questo che è scritto qui nell'ordine del giorno è un dato di fatto e riconosciuto dalle cronache, mi chiedo perché ci deve essere una riformulazione. Allora, sottosegretario Molteni, mi segua. Il capo I del disegno di legge di conversione reca disposizioni sul fenomeno dei flussi migratori: è un dato di fatto? Bene.

Una significativa parte di questi flussi è in partenza dalla Libia, lo sanno tutti, Paese dove è in corso una guerra civile che lo rende assolutamente insicuro - anche questo è stato detto più volte - e dove gli stessi campi di raccolta dei migranti sono gestiti senza alcun rispetto dei più elementari diritti umani e oggetto delle devastazioni prodotte dal conflitto militare. Lo dice il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, signor Presidente, e lo dicono i rapporti che più volte abbiamo portato all'attenzione di quest'Aula. Altro punto: sono circa 5.700 le persone trattenute nei campi di detenzione in Libia, uomini, donne e bambini, le cui tragiche condizioni di detenzione in quei campi, al di fuori da ogni minimo rispetto dei diritti umani, sono state accertate e rese note dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e dalla stampa nazionale e internazionale. Anche qui non c'è da avere un parere, è un fatto noto.

Il 2 luglio scorso è stato bombardato il campo di detenzione di Tagiura: è avvenuto, signor Presidente, non ce lo siamo inventati, è avvenuto. Sono morte 53 persone e vi è stato il ferimento di 130. È stato appurato direttamente. Altro punto: a seguito del bombardamento del campo di Tagiura, il Governo di Tripoli ha liberato 350 persone che vi erano detenute. Anche questo ci è stato confermato. Analoghe situazioni sono accadute in altri campi e, comunque, potrebbero ulteriormente ripetersi, colpendo delle persone già provate dalle condizioni disumane di detenzione, generando in questo modo una vera e propria emergenza umanitaria. Ne abbiamo parlato anche oggi in Commissione esteri con l'ambasciatore italiano in Libia.

Altro punto: il sottosegretario al Ministero dell'Interno, Nicola Molteni, ha annunciato in Aula che il Governo italiano…Presidente.

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi! Deputato Sgarbi, per favore.

LAURA BOLDRINI (LEU). Dicevo che il sottosegretario Molteni ha annunciato in Aula, davanti a tutti, che il Governo italiano attiverà il prossimo 29 luglio un corridoio umanitario insieme a UNHCR per 101 persone provenienti dai campi di detenzione in Libia, della qual cosa ci felicitiamo. Ultimo punto: Papa Francesco e la Federazione delle Chiese evangeliche tedesche hanno chiesto l'attivazione di corridoi umanitari per salvare i detenuti nei campi di prigionia libici coinvolti negli scontri della guerra civile. Signor Presidente, signor sottosegretario, io non capisco che cosa possa essere di fastidio rispetto a questa ricostruzione dei fatti.

Non c'è alcun punto su cui lei possa obiettare che non risponda a quanto già riconosciuto da tutti generalmente, senza nessuna obiezione. E che cos'è l'impegno, signor Presidente? Si impegna il Governo ad assumere tutte le iniziative nelle sedi competenti affinché si attui una iniziativa comune dell'Unione europea per l'attivazione di corridoi umanitari che portino in salvo i migranti reclusi nei campi di detenzione libici e oggi vittime inermi della guerra civile in corso in quel Paese. Come si fa a chiedere una riformulazione? Su che cosa? Sottosegretario Molteni, interloquisca, perché è dall'interlocuzione che nasce la possibilità di ottimizzare. Mi faccia capire perché non c'è un parere favorevole, gliene sarei profondamente grata.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/45 Boldrini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/46 Rostan, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/47 Conte, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1913-A/48 Fornaro, su cui il parere è favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Inviterei il Governo a modificare la riformulazione, perché nell'impegno, se non ho capito male, il Governo chiede di modificare l'incipit, e quindi a insistere invece che chiedere, e su questo non ci sono problemi, ma non capisco perché, invece, chieda sostanzialmente di togliere tutta la seconda parte. Il dispositivo, come l'avevamo proposto, diceva “a chiedere” - e va bene “insistere” - “in ogni sede competente dell'Unione Europea una modifica della Convenzione di Dublino e delle nuove regole che, in modo stringente, anche con un sistema di eventuali sanzioni, favoriscano la distribuzione dei migranti nei diversi Stati dell'Unione”.

Veramente sono stupito che nella riformulazione questo ultimo capoverso venga tolto, perché questa è una cosa che nella propaganda, negli interventi di questi mesi, assolutamente è stato detto più volte, cioè che l'Europa dovesse farsi carico insieme all'Italia del tema della distribuzione dei migranti, e che, quindi, tutti dovessero fare la loro parte. È una politica che da questo punto di vista condividiamo, da questo punto di vista l'Europa si è troppe volte girata dall'altra parte; e quindi è ovvio che, qualora un Paese dell'Unione europea non dovesse accettare la distribuzione, così come non è stata accettata, e stiamo parlando di nazioni con svariati milioni di abitanti che si sono rifiutati di accogliere un numero di migranti che in paesi italiani sono stati accolti da comuni da 500 e 600 abitanti…. Siamo a questi livelli, non è che l'Ungheria si è rifiutata di accogliere decine di migliaia di migranti; si è rifiutata di accogliere anche un solo migrante.

Possiamo continuare a far finta di niente? Possiamo dire che l'Europa deve fare la sua parte, ma, quando sono gli amici di questo Governo a non volerla fare, allora ci si gira dall'altra parte? Credo che da questo punto di vista una riformulazione che ripristini sostanzialmente l'impegno, con la sostituzione del verbo (quindi “insistere” invece di “chiedere”) sarebbe più corretta e, se mi è consentito, sottosegretario Molteni, anche molto più coerente con le prese di posizione che in questi mesi voi, come Governo e come Ministero dell'Interno, avete avuto nei confronti dell'Europa. Quindi, chiedo al Governo se è disponibile a riformulare nei termini che ho detto l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/48 Fornaro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1913-A/49 Bersani, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà… No, Fornaro è già intervenuto due volte, questa è la terza e quindi non può intervenire. Due in tutte le dichiarazioni. Comunque, viene accettata la riformulazione? No, non viene accettata.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/49 Bersani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/50 Stumpo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/51 Speranza, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/52 Pastorino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/53 Epifani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1913-A/54 Occhionero, su cui vi è un parere favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione? L'accetta.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1913-A/55 Fassina.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/55 Fassina, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1913-A/56 Fratoianni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, signor Presidente. Se l'ordine del giorno su cui sono intervenuto poco fa aveva, come ha segnalato il collega Giachetti, un qualche contenuto provocatorio e posto che comunque la provocazione è sempre utile ad alimentare la dialettica o almeno dovrebbe esserlo, questo invece tratta di una questione maledettamente seria.

Con questo ordine del giorno, che ho già avuto modo di presentare nella serata di ieri, chiediamo una cosa molto semplice e che, peraltro, colloca il nostro Paese ancora una volta in una posizione molto arretrata rispetto alla grande maggioranza dei Paesi europei. Su 28 Paesi che oggi compongono l'Unione, lo ricordo, 21 Paesi europei hanno già introdotto norme che prevedono quello che chiede questo ordine del giorno: né più né meno che l'introduzione di uno strumento legislativo che preveda l'introduzione di una sigla univoca o, se preferite, di un codice identificativo - potremmo chiamarlo - sulle divise e sui caschi degli agenti delle forze dell'ordine che operano in situazioni di ordine pubblico; cioè, una sigla capace, qualora questo si riveli necessario, di consentire, naturalmente in una fase successiva o durante, da parte dei propri superiori, l'identificazione dei singoli agenti.

A che cosa serve questa norma? Per questo io considero questo tema, un tema molto importante: serve innanzitutto ad aumentare il livello di trasparenza nel rapporto assai delicato tra i cittadini e le cittadine di questo Paese, qualunque sia la loro opinione, e un assetto fondamentale dello Stato e dei nostri apparati, cioè le forze dell'ordine, tanto fondamentale perché le forze dell'ordine - è bene ricordarlo - nel nostro sistema sono quella struttura dello Stato a cui è affidato, così recita la norma, il monopolio nell'uso della forza: una questione molto delicata…

PRESIDENTE. Deve concludere, Fratoianni.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Benissimo. Dunque, questa norma serve, da un lato, a garantire alle forze dell'ordine di poter operare affinché, se qualcuno tra di loro si comporta in modo non corretto, non tutti ne vadano di mezzo; secondo, però, serve a garantire i diritti dei cittadini.

In questa norma - e chiudo, Presidente - ci sono molte questioni. C'è anche, però, la storia di un'intera generazione di questo Paese, anche della mia generazione. Oggi è il 25 luglio del 2019; qualche giorno fa, diciotto anni fa, il 21 luglio del 2001, a Genova, questo Paese ha conosciuto la più importante sospensione delle libertà civili dopo la seconda guerra mondiale, la più grande repressione generalizzata che questo Paese ricordi. Dobbiamo anche a quella generazione, alla storia e alla dignità di questo Paese, l'introduzione di questa norma di civiltà. È arrivato il momento di farlo (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/56 Fratoianni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/56 Fratoianni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Ordine del giorno n. 9/1913-A/57 Muroni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Grazie, Presidente. Io rimango stupita del fatto che il Governo non abbia accettato questo ordine del giorno, anzi no, non sono stupita perché in questo ordine del giorno si svela il fatto che la lotta alla violenza contro le donne da questo Governo viene fatta con invarianza economica, cioè non investendo un euro. Il fatto, poi, che questo continui a essere un Paese non per donne, che l'Italia non sia un Paese per donne, lo dimostra la media del fenomeno del femminicidio: uno ogni sessanta ore.

In questo Paese si continua a morire per mano di ex compagni ed ex mariti. Le donne sono esposte alla violenza e il cosiddetto “Codice rosso” è stato approvato con la nostra astensione proprio perché criticavamo il fatto che poi non dava strumenti economici reali per sostenere queste politiche contro la violenza sulle donne. Molte colleghe prima di me hanno posto ordini del giorno simili. Io vorrei ricordare che non solo abbiamo un “Codice rosso” vuoto di investimenti economici ma abbiamo anche uno strumento, come il braccialetto elettronico antistalker, che non è mai entrato in funzione, anche qui per mancanza di fondi. Inoltre, abbiamo la polizia giudiziaria che sarà oberata di obblighi dal “Codice rosso” senza avere una strutturazione adeguata e poi, contemporaneamente, in questo Paese abbiamo in corso il “ddl Pillon”, che disegna bene, io credo, mettendo nero su bianco quello che questo Governo ha in mente per noi donne: un futuro fatto di paura, in cui c'è la minaccia che ci vengano tolti i figli quando ci ribelliamo a matrimoni infelici tramite la sindrome di alienazione parentale, uno dei grandi inganni del “ddl Pillon”.

Vorrei fare un appello, da questo punto di vista, alle deputate del MoVimento 5 Stelle in particolare, che ci avevano raccontato che quel disegno di legge era stato accantonato: non solo non è stato accantonato, ma sta lottando, sta continuando a lottare contro i diritti delle donne. Quindi, non mi stupisce che il Governo abbia l'imbarazzo di fronte a un ordine del giorno che vorrebbe sostanziare quelle poche politiche che sono state messe in campo per difendere le donne e sostanziarle nella maniera più opportuna che la politica può fare, ossia mettendo delle risorse economiche, perché poi la politica è anche allocazione delle risorse e quando non ci si mette un euro vuol dire che non ci si crede. Questo Governo non crede nella funzione assolutamente prioritaria di difendere la sicurezza delle donne perché, noi sì, abbiamo un'emergenza sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gribaudo. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Grazie, Presidente. Intanto intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno perché condivido l'intervento della collega che mi ha preceduto, ma, soprattutto, per rivolgere un invito al Governo (capisco che la collega Muroni non si stupisca). Mi riferisco a lei, onorevole Molteni, perché so che è molto attento, come ci ha ricordato in occasione delle sedute delle Commissioni, alle donne, alle donne incinte e così via. Non devo certo ribadire i numeri delle donne vittime di violenza e non devo certo ribadire a lei, sottosegretario, che i soldi che sono destinati ai centri antiviolenza sono, come dire, molto rallentati e i fondi del 2018 ancora non sono stati interamente sbloccati.

Allora, la richiesta di questo impegno almeno la suddivida, signor sottosegretario, ma chiedere di sbloccare i soldi che erano già stati preventivati nel 2018 e richiedere chiarezza su un tema come questo io penso sia francamente un elemento di civiltà che dovrebbe appartenere a tutti quanti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Per cui, sottosegretario, la invito a riflettere su questo ordine del giorno e a rispondere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Presidente, solo per aggiungere la mia firma.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/57 Muroni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Ordine del giorno n. 9/1913-A/58 Deidda, con parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

Colleghi, per favore. Prego.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Non pregherò che il Governo cambi parere, ma è una prova di onestà che devo fare, perché dalla Sardegna protestammo contro il Ministro Minniti e lo facemmo in ogni istituzione, comune e regione, su un problema che si sta ripetendo giorno dopo giorno e settimana dopo settimana.

Sembra che la Sardegna non sia parte dell'Italia perché da poco è venuto il Vicepresidente Di Maio nella nostra regione a dire che del problema degli sbarchi degli algerini non se ne parla a livello nazionale: ha ragione perché, nonostante in questa legislatura io abbia presentato risoluzioni, interrogazioni e interpellanze, il Governo non ha mai risposto e, purtroppo, sembra che il problema degli sbarchi degli algerini non riguardi l'Italia. Peccato, però, che un algerino che era sbarcato in Sardegna è scappato da una struttura protetta a Roma ed era sospettato di terrorismo internazionale; peccato, perché gli algerini sono immigrati che non richiedono la protezione internazionale, ma noi ci ricordiamo a memoria settimane di fuoco a Cagliari quando vennero a decine nel centro di Cagliari, rapinavano le donne e le aggredivano di notte per avere il decreto di espulsione e per prendere la nave o l'aereo per poi venire in continente e sparire.

Questo si ripete ogni volta: arrivano in 13 o in 14 attraverso dei barchini, aspettano a volte i carabinieri nella spiaggia perché poi li porteranno al centro città; degli altri non sappiamo se sono arrivati o no, tanto che il Ministro algerino ha fatto un appello internazionale per dire che ci sono duecento morti in queste traversate.

C'è un sito che si chiama HaRaGa, che vuol dire viaggiatore - quelli che viaggiano - dove vengono pubblicizzati i video di queste persone che arrivano in barca tranquillamente perché non scappano da nessuna guerra; semplicemente vogliono andare a vedere l'Occidente, in Francia, in Germania; pubblicano le foto delle donne occidentali come se fossero un obiettivo da conseguire. Peccato che non ci sia nessun tipo di controllo: loro arrivano in una bellissima spiaggia del Sulcis, Porto Pino, e non c'è nessun tipo di controllo; loro arrivano nella spiaggia, nel porto e aspettano. Un turista gli ha rubato pure il motoscafo con cui erano arrivati ed è stato arrestato, ma loro arrivano, nell'indifferenza generale, perché in Italia non si è aperto il problema. Tuttavia, vi ricordate l'algerino che fece un attentato a Napoli qualche mese fa, qualche anno fa? E il Governo?

Noi chiediamo semplicemente delle navi che controllino le nostre acque territoriali, perché si sospetta che ci sia una nave madre che porti questi barchini. C'è un'organizzazione dietro che la polizia deve trovare. Un'organizzazione è stata sgominata qualche mese fa, ma continuano ad arrivare. Non ne possiamo più di vedere le coste del Sulcis come meta di arrivo di un'immigrazione che non fa notizia.

Questo è l'ennesimo ordine del giorno che presento, l'ennesimo documento, ma sembra che della Sardegna non gliene freghi niente a nessuno.

Non lamentatevi, poi, quando, a causa dei danni, sarà troppo tardi intervenire, perché questo problema vedrete che, prima o poi, diventerà molto più grave, tant'è che i primi cittadini libici stanno arrivando in Sardegna.

Continuate ad ignorare il problema e vedrete il prossimo risultato che avrete in Sardegna (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

CARLO SARRO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO SARRO (FI). Grazie Presidente, solo per chiedere, con il consenso del collega, la sottoscrizione dell'ordine del giorno, grazie.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/58 Deidda, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1913-A/59 Baratto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baratto. Ne ha facoltà.

RAFFAELE BARATTO (FI). Grazie Presidente, volevo chiedere al Governo e al sottosegretario se era possibile cambiare il parere, anche perché l'ordine del giorno che ho presentato intende chiedere nient'altro che l'aumento delle risorse materiali a contrasto della tecnologia di trasferimento del denaro in forma elettronica.

Tale tecnologia, sicuramente efficace nell'ambito delle transazioni internazionali, rappresenta un indubbio vantaggio, pur nella consapevolezza che i grandi player del settore hanno improntato sempre il loro comportamento e grande correttezza e collaborazione con le Forze dell'ordine, ma tuttavia, purtroppo, in questo settore c'è chi fa assolutamente il furbo; vi è anche il fenomeno elusivo, che ha toccato picchi di miliardi di euro, dando luogo di fatto ad una concorrenza sleale interna alle nostre aziende, che purtroppo davvero sono stritolate, oltre che da questo fenomeno, anche da quello fiscale, come tutti sappiamo.

E il forte rischio è che tale tecnologia venga utilizzata dalla criminalità organizzata, che trova in essa un veicolo sicuro per il trasferimento di denaro.

Io credo che la finalità del contrasto a tale tipo di fenomeno sia coerente con il decreto in esame e chiedo davvero al Governo se può cambiare e rivedere il parere di questo ordine del giorno. Grazie ancora Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/59 Baratto, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1913-A/60 Gregorio Fontana, con parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gregorio Fontana. Ne ha facoltà.

GREGORIO FONTANA (FI). Grazie Presidente, come è noto Forza Italia ha espresso un giudizio tutto sommato positivo sulle linee generali di questo decreto e anche del primo “decreto sicurezza”, perché siamo assolutamente convinti che i principi fondamentali che ispirano questi provvedimenti di legge abbiano radici profonde sui temi del programma di Forza Italia e del centrodestra.

Detto questo, noi non ci siamo sottratti a segnalare e a proporre delle soluzioni per migliorare questi provvedimenti al nostro esame.

In particolare, in questo provvedimento, all'articolo 12, vi è un articolo che positivamente istituisce un fondo per garantire i rimpatri, che sono il presupposto importante per fare quella cosa che da più parti viene chiesta, ossia intensificare gli accordi, che poi possano consentire rapporti tali per rimpatriare gli immigrati clandestini, avviando così la seconda fase dell'azione di contrasto all'immigrazione clandestina, che è assolutamente necessaria.

Ebbene, in questo articolo 12 noi abbiamo segnalato in più occasioni che il Governo, pur ponendo il tema, ha individuato un finanziamento del tutto insufficiente - soli 2 milioni per un vasto piano di rimpatri, che ovviamente ha bisogno di maggiori risorse - e ha fatto un doppio errore, perché ha anche previsto la possibilità di rifinanziare questa cifra inadeguata tramite risorse che possono essere attinte dalle spese di funzionamento del Ministero dell'Interno ovvero dai risparmi che possono venire da una gestione più oculata dell'accoglienza.

Ecco quindi che noi abbiamo individuato questo doppio errore e abbiamo anche dato una soluzione, ponendo gli emendamenti che ovviamente non sono stati esaminati a causa della posizione della questione di fiducia, individuando la possibilità di finanziare questa importante attività che il Governo e il Ministero degli esteri in particolare deve fare, con la possibilità di attingere risorse ad esempio dai risparmi che, per esempio, la Camera dei deputati ha fatto in questo ultimo anno, risorse che - è bene sottolinearlo - non sono prese e sottratte a qualcuno, ma sono a disposizione del bilancio dello Stato.

Ecco allora che io chiedo al Governo di riflettere sul parere contrario che ha espresso su tale ordine del giorno, perché penso che la necessità di finanziare un vasto e serio piano di rimpatrio sia una questione assolutamente prioritaria, e di rivalutare questa possibilità, anche con la possibilità di riformulare, perché se il Governo, che dispone della piena disposizione del bilancio dello Stato, ritiene che queste risorse possano essere prese da qualche altra parte, siamo assolutamente disponibili a seguire quelle che possono essere le proposte, ma quello che noi non possiamo fare sono due cose: evitare di finanziare questo piano, finanziandolo in maniera assolutamente inadeguata con solo 2 milioni, e quindi evitare di fare un piano serio per i rimpatri o, peggio, andare a finanziare un piano rimpatri, prendendo risorse dalle spese di funzionamento del Ministero dell'Interno, spese e costi, spese che devono essere impiegate e fondi che devono essere impiegati assolutamente per le Forze dell'ordine e quindi questo sarebbe un qualcosa di assolutamente contraddittorio rispetto a quello che è stato detto in più occasioni.

Questo noi non lo potremo consentire (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Per dare voce alla condivisione dei punti che sono stati indicati, il gruppo di Fratelli d'Italia voterà a favore di questo ordine del giorno, che condividiamo e che chiediamo in realtà di poter sottoscrivere; ne condividiamo il senso, la logica, le finalità.

Questo mi pare sia assolutamente chiaro non solo nell'attività che abbiamo portato avanti in quest'Aula. Discutendone anche ieri, il presidente Meloni faceva riferimento proprio alla necessità di avere una politica dei rimpatri che sia efficace e che sia fattiva e che è assolutamente necessaria in questo momento storico nel nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (MISTO-NCI-USEI). Presidente, per sottolineare la condivisione da parte di Noi con l'Italia-USEI di questo ordine del giorno, relativo al rimpatrio ma anche alle politiche di coesione.

Non corrisponde a nient'altro che ad uno dei tanti slogan che tanti di noi hanno sempre sottolineato in campagna elettorale. “Aiutiamoli a casa loro”: vuol dire creare le condizioni nei Paesi di origine perché non scappino dal loro luogo nativo per cercare lavoro, per cercare opportunità, ma che esse vengano create nei luoghi di origine, e che quindi non ci sia una delle ragioni per cui c'è la fuga, e certe volte anche l'obbligo d'accoglienza nel nostro Paese. Ci sentiamo, quindi, di condividere le finalità dell'ordine del giorno.

Tra l'altro, da un punto di vista economico, riprendendo le valutazioni del collega onorevole Fontana, credo che sarebbe anche molto più vantaggioso spendere risorse nei Paesi d'origine che poi impegnare risorse per cercare di fare accoglienza, per fare inserimento sociale e per cercare di fare formazione, per inserire in modo serio e civile nel nostro Paese persone che poi si trovano a spasso sul territorio italiano.

Sottolineiamo, quindi, l'importanza di questo ordine del giorno, che tra l'altro si avvicina molto ad un ordine del giorno che anche noi avevamo presentato, proprio sul tema delle politiche di coesione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/1913-A/60, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Ordine del giorno Siracusano n. 9/1913-A/61, parere favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione? Va bene.

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Santelli n. 9/1913-A/62.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Santelli n. 9/1913-A/62, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Carfagna n. 9/1913-A/63, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

L'ordine del giorno Fitzgerald Nissoli n. 9/1913-A/64 è inammissibile.

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Mulè n. 9/1913-A/65.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mulè. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI). Presidente, questo ordine del giorno riguarda un tema che ancora ieri è stato discusso alla Camera dalla figura istituzionalmente più rilevante del Governo, cioè dal Presidente del Consiglio, che sulla linea ad alta velocità Torino-Lione finalmente dopo un anno è venuto a dirci parole chiare, cioè che quella linea va realizzata, quel treno va realizzato.

Quest'ordine del giorno vuole essere un segnale rispetto al quale - lo dico in premessa - siamo aperti a qualsiasi riformulazione, persino ad una raccomandazione; quel che è necessario è che ci sia un segnale da parte del Governo che sia susseguente all'impegno che è stato preso.

L'ultima volta è successo il 21 luglio, l'ennesimo assalto al cantiere di Chiomonte, in Val di Susa: non una manifestazione improvvisata ma una manifestazione organizzata, dove sono andati esattamente come il decreto-legge dice di non andare, cioè con i caschi, cioè con i razzi, cioè con i bastoni, cioè aggredendo le forze dell'ordine, tanto che ne sono stati denunciati venti.

Il decreto-legge sarà inutile perché chi va a manifestare contro la TAV non va con i caschi ma va con l'armatura, quindi supera già quella che è la previsione legislativa. È successo a Rovezzano, che è stata bloccata l'alta velocità da parte di gruppi anarchici.

Noi diciamo al Governo: Governo, accendi un faro, perché l'antiterrorismo, perché i servizi ti hanno detto che sull'alta velocità, sulle infrastrutture si concentrerà, da qui in avanti, l'attenzione degli anarchici, che salirà di livello mano a mano che saranno avviate le opere.

Allora ciò è necessario, anche in previsione di quello che succederà sabato: ancora una volta l'antiterrorismo dice che dalla Francia, dalla Svizzera, dalla Spagna, dalla Germania arriveranno in Val di Susa, non per fare un simpatico picnic.

Vedete, qui nessuno vuole criminalizzare il dissenso: guai! La libertà di manifestare in tutte le forme democratiche consentite dalle leggi va preservata. Qui si tratta di una cosa diversa: è il dissenso che è diventato criminale, è il dissenso che si è trasformato in una contrapposizione frontale che rifiuta le leggi dello Stato. Lo fa in maniera preventiva, tanto che già da adesso sono rintracciabili sul web minacce al Presidente del Consiglio e veri e propri proclami di guerra per quello che deve succedere sabato.

Questa Camera, questo Parlamento ha, a nostro giudizio, il dovere allora di dire chiaramente che ci si schiera a fianco di chi è a presidio, non di un cantiere ma di un presidio di legalità e di democrazia, che è la Val di Susa, che è il cantiere di Chiomonte.

Fatelo come volete: riformulatelo, raccomandatelo; dite, però, chiaramente a chi sta là fuori che da qui viene tollerato il dissenso, ma non verrà mai tollerato chi si pone in maniera antidemocratica contro lo Stato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Presidente, io chiedo di sottoscrivere questo ordine del giorno del collega Mulè e di farlo mio, perché quanto avvenuto il 21 luglio 2019 a Chiomonte, ma ancor di più devo dire quanto avvenuto il giorno successivo presso la linea ferroviaria di Firenze ricorda una stagione per noi torinesi molto, molto preoccupante. Parlo del 23 agosto 1996, quando vennero lanciate le prime molotov contro un terreno a Bussoleno e si aprì una stagione di sabotaggi molto simile a quella cui abbiamo assistito a Firenze negli ultimi giorni, preoccupante, che portò a scontri violenti e ad atti intimidatori verso gli allora pubblici ministeri Tatangelo e Laudi.

Io credo, allora, che sia importante mai come oggi che questa maggioranza dia un segnale chiaro di tutela della linea e delle linee ferroviarie, compresa quella della Torino-Lione. Un messaggio importante soprattutto in questo momento, mi sembra, di confusione di questa maggioranza, con un Governo che, per bocca del Presidente Conte, dice una cosa ed un partito come il MoVimento 5 Stelle che annuncia di votare esattamente il contrario quando il tema della TAV arriverà in Aula.

Io rispetto questa confusione, la rispetto moltissimo, ma la preoccupazione che gli scontri vadano ulteriormente ad incendiarsi, soprattutto in vista dei prossimi giorni e della prossima manifestazione che mi sembra si svolgerà sabato, necessita di un intervento importante, alla luce di parole di autorevoli esponenti della maggioranza che chiedono, per esempio, al Ministro Salvini, di lasciar stare gli arresti delle persone manifestanti, ma di pensare agli arresti dei lavori o, ancora di più, del comportamento del Ministro Toninelli che proprio nel momento di scontro, di attacco al cantiere di Chiomonte, la migliore cosa che pensa di fare è una purga ed espellere l'unico esperto della commissione costi-benefici della TAV, Coppola. Ecco, noi ribadiamo che l'unico che doveva essere espulso non era Coppola, ma forse il Ministro Toninelli che ha un atteggiamento completamente fuorviante rispetto alla posizione che ha assunto il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Allora, sottosegretario Molteni, glielo chiedo con franchezza, la prego di rivedere la posizione del Governo rispetto a questo ordine del giorno, quantomeno perché lei, facendo parte del Governo, dovrebbe dare un segnale di coerenza con quello che è stato detto fino ad oggi dal presidente Conte (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rosso. Ne ha facoltà.

ROBERTO ROSSO (FI). Grazie, Presidente. Sicuramente dopo gli avvenimenti degli ultimi giorni è un momento difficile per la sicurezza soprattutto del cantiere TAV di Chiomonte. Il gruppo di Forza Italia è un anno che chiede in Commissione trasporti di poter fare una visita ufficiale della Commissione, per rendersi conto, non solo dello stato di avanzamento del cantiere, ma anche della difficoltà che c'è nel difendere un'area enorme, un'area di montagna, con boschi, con colline, quindi molto difficile da difendere. Ci sono forze dell'ordine insufficienti, con mezzi insufficienti.

Ciò in un momento come questo, dove, per esempio il senatore Airola del MoVimento 5 Stelle, ieri, ha dichiarato che si aspetta nuovi scontri e se lo dice lui che fa parte da sempre, è uno dei leader, dei no TAV, possiamo crederci. Se aggiungiamo ancora i rapporti dell'intelligence che parlano di rischi di infiltrazioni anarchiche nella manifestazione di sabato e dicono che il via libera del Governo alla TAV è il detonatore che può inasprire le violenze, allora, di fronte a questi rischi io non capisco perché il Governo abbia dato un parere contrario a questo ordine del giorno che, come diceva il collega Mulè, è una proposta che può essere riformulata, ma che semplicemente vuole tracciare una strada. In questa situazione non si può non intervenire per proteggere il cantiere, per proteggere chi ci lavora e le stesse forze dell'ordine, ma, soprattutto, per proteggere le scelte democratiche del nostro Paese, che non può essere sotto ricatto da parte di un gruppuscolo di anarchici (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sozzani. Ne ha facoltà.

DIEGO SOZZANI (FI). Grazie, Presidente. Sono ormai 24 anni che abbiamo manifestazioni no TAV; infatti, la prima risale al 1995 con Sant'Ambrogio, a Torino, dove ci fu la prima manifestazione no TAV e da lì c'è stata un'escalation che voi tutti conoscete, rispetto anche alla cultura del terrorismo che coinvolge questi rappresentanti, come diceva il collega Mulè, che riguardano non solamente italiani, ma che arrivano poi da tutta Europa. Ora, tenete presente che per i piemontesi quell'area non è solamente un'area di passaggio ferroviario, è un'area strategica per l'investimento dell'economia dell'intero Piemonte e rispetto alla previsione di un investimento complessivo del sistema ferroviario europeo una importantissima attività di sviluppo dell'intera nazione.

Per quanto riguarda il fatto che ci sia stata una serie di segnalazioni preventive sulla modalità della manifestazione di sabato io chiedo al sottosegretario Molteni, oltre ovviamente a richiedere la sottoscrizione di questo ordine del giorno, che ci possa essere una presa di coscienza positiva rispetto a questo ordine del giorno che va sicuramente nella direzione del decreto “sicurezza bis” e del decreto “sicurezza” in generale, in Italia. È di antica memoria, ricordiamo anche Feltrinelli, che quando abbiamo avuto delle azioni di terrorismo sulle infrastrutture, queste sono le parti più deboli e le parti più sacrificabili dell'intera nazione.

Allora, sottosegretario, valuti con attenzione le parole di questo ordine del giorno, le valuti nel suo complesso, le valuti soprattutto per quello che potrà avvenire sabato, altrimenti ci potrebbe anche essere una responsabilità oggettiva del Governo per non aver considerato queste parole quanto il peso specifico delle stesse hanno rispetto a delle previsioni dette, giornalisticamente già riportate, su una manifestazione che sarà sicuramente negativa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Porchietto. Ne ha facoltà.

CLAUDIA PORCHIETTO (FI). Grazie, Presidente. Probabilmente, prima non ha visto soltanto la mia richiesta di intervento, nessun problema. Presidente, nel 2011, a metà del 2011, il cantiere di Chiomonte è stato aperto, inaugurato; da quel momento c'è stata una sorta di happening, definiamolo così, di centri sociali, di militanti armati, tutti sono partiti all'attacco e, dal 2011 ad oggi, sono stati più di 200 gli assalti registrati anche dall'osservatorio, quell'osservatorio che oggi il Ministro Toninelli non vuole confermare, manco non fosse comunque un segnale di democrazia avere un soggetto che, così come ha fatto in tutti questi anni, ha mantenuto i rapporti tra la cittadinanza, coloro i quali lavoravano e le rappresentanze delle varie istituzioni. Quell'osservatorio è fondamentale per continuare un'attività sul territorio significativa, eppure oggi quell'osservatorio non è presieduto, perché il commissario Foietta, che alla fine dell'anno scorso, del 2018, ha cessato il proprio incarico, non è, a oggi, ancora stato sostituito.

Ma tornando a noi, dal 2011 ad oggi, gli assedi sono stati furibondi e li definisco tali, perché abbiamo visto cosa è accaduto e, fino ad oggi, sono stati più di 146 i milioni di euro che sono serviti per rendere sicuro il cantiere, per risarcire i danni che la valle ha dovuto sostenere e sono stati anche valorizzati i danni economici che le imprese del territorio hanno subito per questi attacchi. Le posso garantire che leggere che la cosiddetta gita in Val Clarea, come è definito l'incontro, le scorribande che rischiano di essere nuovamente all'ordine del giorno sabato prossimo - come vengono definite oggi dal popolo che vorrà andare non a manifestare pacificamente, ma a ricreare nuovamente una guerriglia urbana - sta scoraggiando coloro i quali vorrebbero salire in valle, perché quella è una valle turistica, Presidente.

Allora, io credo che nessun Governo non possa manifestare una maturità tale da cambiare opinione su un ordine del giorno ed è quello che chiediamo, oggi, attraverso lei, al sottosegretario Molteni: far vedere che questo è un Governo maturo, attento che, non solo ha dato un segnale sulla TAV, ma vuole che quel segnale sia concreto e la concretezza si legge attraverso un impegno e un sostegno delle forze dell'ordine che, ormai, da anni, pur avendo subito 462 feriti in questi anni, hanno continuato in modo serio e corretto a difendere quella che è l'etica e la democrazia in Italia.

Ricordo che oggi alcune delle sigle sindacali che rappresentano la polizia hanno detto: noi non saliamo lassù per essere nemici dei cittadini, non considerateci nemici. Ebbene, non consideriamoli neanche noi nemici, sosteniamoli anche economicamente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA (FI). Grazie, Presidente. Io ritengo che prevenire sia sicuramente meglio che curare e, pertanto, chiedo al sottosegretario Molteni, che ha un'esperienza significativa in quest'Aula, di rileggere la parte della proposta del collega Mulè che impegna il Governo, nella quale credo si riconosca ognuno di noi, qui all'interno di quest'Aula, che sicuramente abbiamo a cuore la sicurezza di quelle che sono oggi le forze di polizia, così come sicuramente anche la possibilità di manifestare nel rispetto delle leggi e delle norme. Le chiedo, quindi, di rileggere, sottosegretario Molteni, quanto chiede il collega Mulè, cioè, semplicemente, di potenziare le attività di presidio, controllo e monitoraggio svolte dalle forze dell'ordine con riguardo a strutture e infrastrutture. Ritengo che il Ministro Salvini abbia dimostrato nella giornata di lunedì, nonostante i molteplici impegni, insieme al prefetto della città di Firenze, la prefetta Lega, di intervenire immediatamente in un evento che ha creato forte imbarazzo e forti problemi ai cittadini, che credo tutti noi siamo qui per difendere. Tutti noi siamo qui per dare soluzione a ai problemi dei cittadini; ebbene, in quella giornata è successo un caos che ha mortificato la nostra nazione in tutti i livelli europei, ma soprattutto ha danneggiato fortemente la libertà di circolazione dei nostri concittadini. Allora, sottosegretario, io dico che se noi riuscissimo a salvaguardare, come il collega Mulè cita, alcuni presidi con maggiori forze, probabilmente potremo risolvere questi problemi e, come sicuramente hanno detto meglio e prima di me sia il collega Rosso, sia il collega Sozzani, sia la collega Porchietto, probabilmente anche nella giornata di sabato, all'interno del nostro Piemonte, potremmo eventualmente evitare cose che sicuramente fanno raccapricciare chiunque e soprattutto possono creare forti difficoltà nell'ordine e nella sicurezza, non solo dei manifestanti ma soprattutto di coloro che vivono in quelle realtà. Quindi, per terminare, sottosegretario, tenuto conto che c'è stata una richiesta così significativa dai banchi non solo di Forza Italia ma anche attraverso la collega Montaruli da quelli di Fratelli d'Italia, le chiedo per cortesia di poter rivedere questa sua posizione, avendo avuto ampie aperture da parte di chi ha sottoscritto l'ordine del giorno in esame, che naturalmente chiedo al collega Mulè di sottoscrivere ugualmente, e di potersi fare interprete delle richieste che le arrivano dall'Aula e quindi rivedere la posizione del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo intanto per sottoscrivere anch'io l'ordine del giorno n. 9/1913-A/65 Mulè e poi per fare un ulteriore appello, tramite lei, al sottosegretario Molteni perché, effettivamente, lo Stato mai e il Governo soprattutto non può mostrarsi non vicino alle forze dell'ordine che stanno cercando di presidiare con le unghie e con i denti, da troppi anni, questo cantiere e portare anche vicinanza al sindaco Garbati, perché altrimenti si troverebbe sempre da solo o troppo solo ad affrontare queste emergenze. Visto che è sotto gli occhi di tutti anche l'appello che hanno fatto di nuovo e l'annuncio di una nuova manifestazione sabato, è del tutto evidente che l'interesse nazionale diventa davvero da tutelare, anche a fronte di un gruppetto sparuto di persone che stanno anche svegliando cellule anarchiche che potrebbero affiancarsi a loro; è un gruppetto di persone che stanno cercando di creare scompiglio ma, soprattutto, che mettono in difficoltà le forze dell'ordine che da troppo tempo si stanno preoccupando di difendere il cantiere. Quindi chiedo nuovamente tramite lei, Presidente, al sottosegretario di rivedere il parere sull'ordine del giorno perché ne va davvero dell'interesse nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Anch'io per sottoscrivere l'ordine del giorno e per fare anche un appello al sottosegretario: i servizi ci hanno allarmato per quanto accadrà sicuramente questo sabato a Chiomonte. Sin da oggi si respira un'aria di guerriglia urbana preannunciata da facinorosi eroi della domenica, la cui retorica in questi anni si è saldata con quella declinista della decrescita pentastellata.

Taluni deputati di quest'Aula e il senatore Airola hanno alimentato irresponsabilmente questi mostri che ci sono costati 400 milioni di euro in termini di sicurezza, mostri fiancheggiati dal MoVimento 5 Stelle, mostri che aggredivano le nostre forze dell'ordine e i nostri militari perché in Italia, quando si deve fare un cantiere, sembra che si sia in zone di guerra, perché i mostri sono fiancheggiati da forze che siedono in quest'Aula. Dunque, ci rivolgiamo al sottosegretario Molteni nella consapevolezza che a lui appartenga la medesima cultura che appartiene a noi, ovverosia che nei confronti dei delinquenti si applica la legge penale e nei confronti dei delinquenti non vi sia alcuna contiguità politica. Diciamo, sottosegretario Molteni, che non è sufficiente che il Ministro dell'Interno abbia detto correttamente: non vi sarà nessuno sconto, facinorosi; sappiate che l'aria in Italia è cambiata e questa volta, facinorosi, vi faremo pagare il prezzo del vostro coraggio perché vi verremo a stanare. Oggi serve qualche cosa di più: serve dare sin da adesso questo segnale alle nostre forze dell'ordine; dire che non le abbandoniamo; soprattutto raccontare che non vi è quella strana alleanza di Governo che fa sì che, dopo aver perso un anno “toninel” sabbatico per la TAV, finalmente si dice che il TAV si farà, ma il prezzo politico da pagare in quest'Aula è di non poter dire - ripeto: di non poter dire - che stiamo al fianco delle forze dell'ordine senza se e senza ma, che noi implementeremo le forze dell'ordine senza se e senza ma, certamente per prevenire di modo che così blandisco anch'io le frange più buoniste, ma anche per reprimere le attività delinquenziali che lì avvengono. In quest'Aula non ci può più essere contiguità con dei facinorosi, con dei delinquenti che si permettono di sfidare lo Stato, di preannunciare la guerriglia urbana perché intanto, come sempre, figli di papà (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) con il cuore a sinistra e il portafoglio a destra gonfio, vanno a tirare sassi ai veri figli del popolo che noi vogliamo difendere, che sono le forze dell'ordine e i nostri soldati, che presidiano il nostro futuro contro la rabbia di chi ci vuole mantenere nella palude del passato della decrescita grillina e del declinismo grillino (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gariglio. Ne ha facoltà.

DAVIDE GARIGLIO (PD). Grazie, Presidente. Anche noi siamo molto preoccupati per le voci che si stanno diffondendo sulle prossime manifestazioni nel fine settimana in prossimità dei cantieri TAV in Val di Susa. Noi come Partito Democratico siamo sempre stati, siamo e saremo a favore dell'opera. Abbiamo appreso con piacere che dopo un anno e mezzo di traccheggiamenti, di rinvii e di spreco di denaro pubblico anche l'attuale Governo ha infine preso un orientamento a favore dell'opera. Siamo assolutamente vicini e solidali con le forze dell'ordine, con i lavoratori dei cantieri, con i magistrati e con tutte le funzionarie e i funzionari dello Stato che in questi anni si sono operati affinché i lavori potessero proseguire. Siamo vicini alla sofferenza anche di coloro che sono stati feriti, di coloro che hanno dovuto rinunciare alle loro attività produttive Penso a quanto è accaduto ad alcuni commercianti di Chiomonte perché accusati di servire i cantieri della TAV e i lavoratori dei cantieri della TAV, quindi persone che sono state espulse dalle loro comunità, persone a cui è stato imposto di chiudere la propria attività - penso ad una barista di Chiomonte - come ritorsione per il fatto che servivano gli operai dei cantieri. Ebbene noi in questo contesto siamo - ribadiamo - a favore della legalità e siamo vicini ed esprimiamo totale solidarietà alle forze dell'ordine. Invito il mio corregionale e collega di Alleanza Nazionale che mi ha appena preceduto nell'intervento (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia)…di Fratelli d'Italia - chiedo scusa comunque non credo di averla offesa: sostanzialmente l'appartenenza è quella - di stare un po' più attento nelle sue affermazioni, perché, in realtà, non credo che siano a sinistra i facinorosi che assaltano i cantieri.

Anzi, probabilmente sono negli alleati dei suoi amici della Lega che troverà molti degli esponenti politici che vanno al fianco dei facinorosi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), indossando magari maschere antigas e sedendo nei banchi del consiglio regionale del Piemonte, del consiglio comunale di Torino e di parecchie amministrazioni comunali della Val Susa. Allora non c'è nessuna contiguità della sinistra nei confronti di tutto questo movimento, anche violento, che si è contrapposto in questi anni ai cantieri e ai lavori nella Val Susa; la contrapposizione è sui banchi delle forze di maggioranza: molti delle forze di maggioranza sono stati vicini anche ai più facinorosi di questi esponenti. Io spero che, ora che il MoVimento 5 Stelle riveste importanti incarichi di Governo, ci sia in Piemonte una netta cesura tra coloro che hanno incarichi istituzionali, o che comunque rappresentano una forza politica, rispetto a coloro che anche sabato e domenica si cimenteranno in assalti ai cantieri e in episodi di violenza contro le forze dell'ordine.

Detto questo, noi riteniamo che lo Stato abbia già predisposto e abbia già attiva tutta la strumentazione normativa necessaria per far fronte a questi rischi, che le forze dell'ordine abbiano fatto e stiano facendo un ottimo lavoro, e che non servano all'occorrenza ulteriori argomentazioni, ulteriori interventi, serve semplicemente che la democrazia sia rispettata in questo Paese, che si prenda atto che c'è un'opera che è stata decisa dal Parlamento, che è stata decisa dagli Esecutivi, che è, come ormai siamo riusciti ad appurare anche in quest'Aula, in fase avanzata di realizzazione e che deve essere completata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zangrillo. Ne ha facoltà.

PAOLO ZANGRILLO (FI). Presidente, intanto vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno dell'onorevole Mulè, e poi intendo fare alcune riflessioni a proposito della situazione che la mia regione sta vivendo sul cantiere della TAV. Intanto comincio col dire che possiamo avere idee diverse sull'opportunità della realizzazione di un'opera pubblica, sulla sua utilità o meno, c'è stato un dibattito democratico, un dibattito acceso, anche all'interno della stessa maggioranza si sono espresse posizioni diverse, ma mi sembra che poi si è arrivati ad una sintesi. Il popolo del Piemonte, i cittadini del Piemonte hanno vissuto in questi anni una situazione di grave disagio a proposito della TAV. Ci sono state molte manifestazioni civiche dove migliaia e migliaia di cittadini sono scesi in piazza per esprimere la loro posizione a proposito di quest'opera; ci son state le elezioni regionali, vinte dal centrodestra, che ha espresso in modo chiaro la sua posizione sulla realizzazione di quest'opera, quindi direi che sono esauriti i dibattiti a proposito dell'opportunità di realizzarla. Ora l'opera va realizzata, e dobbiamo tenere conto del contesto che la nostra regione sta vivendo, che il cantiere sta vivendo. Sentivo prima, nel commentare un ordine del giorno di un collega, che si richiamavano i fatti di Genova, del G8 di Genova, i fatti di Bolzaneto, e si parlava di sospensione della democrazia: ecco, io vorrei ricordare ai miei colleghi onorevoli che a Chiomonte, nella Val di Susa, la sospensione della democrazia c'è una settimana sì e una settimana no, e questo è intollerabile in un Paese civile, così come è intollerabile in un Paese civile che si debbano spendere centinaia di milioni per tutelare un cantiere finalizzato alla realizzazione di un'opera pubblica. Allora io mi rivolgo al sottosegretario Molteni: sottosegretario, in questo momento noi non stiamo facendo un ragionamento che tiene conto delle nostre convinzioni e delle nostre ideologie, non ci stiamo schierando politicamente da una parte e dall'altra, le stiamo chiedendo in modo accorato di prendere in considerazione la realtà del contesto, che è quella di un cantiere che è sotto costante minaccia di delinquenti - perché bisogna chiamare queste persone con il loro nome: sono delinquenti -, i quali stanno attentando alla sicurezza pubblica, stanno manifestando con azioni terroristiche nei confronti delle forze dell'ordine, quindi noi dobbiamo prendere atto di questa situazione e, al di là delle ideologie e superando le nostre posizioni e il nostro pensiero, definire un piano che ci consenta di tutelare quel cantiere.

Leggevo prima un'ultima ora del Vicepremier Salvini, il quale ribadiva: non tollereremo delle azioni violente contro le forze dell'ordine. Allora, sottosegretario Molteni, glielo ribadisco in modo accorato: tenga conto di quello che le stanno raccontando i parlamentari che vivono in diretta la situazione di Chiomonte, tenga conto del fatto che i problemi di quel cantiere non si esauriranno sabato, perché la realizzazione della TAV prevede dei lavori per altri dieci anni, e che non possiamo pensare di tenere quel cantiere, quel contesto, in una situazione di disagio come quella che vive oggi, quindi la prego di tener conto delle nostre preghiere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mulè n. 9/1913-A/65, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Sull'ordine del giorno Giacomoni e Baratto n. 9/1913-A/66 c'è parere favorevole con riformulazione: accetta la riformulazione? Sì. L'ordine del giorno Caretta n. 9/1913-A/67 è inammissibile. L'ordine del Lorefice n. 9/1913-A/68 è inammissibile. L'ordine del giorno Lattanzio n. 9/1913-A/69 è stato ritirato. L'ordine del giorno Corda n. 9/1913-A/71 è accolto come raccomandazione: va bene. L'ordine del giorno Scutellà n. 9/1913-A/72 è ritirato…

ROGER DE MENECH (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

ROGER DE MENECH (PD). Solo per sottoscriverlo, condividendo in pieno il motivo dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. È già stato votato. Sull'ordine del giorno D'Ambrosio e Macina n. 9/1913-A/73 c'è un parere favorevole con riformulazione: è accettata. Ordine del giorno Alaimo n. 9/1913-A/74: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno Macina n. 9/1913-A/75: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno Masi n. 9/1913-A/76: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno Perconti n. 9/1913-A/77: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno Cassese n. 9/1913-A/78: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno Cillis n. 9/1913-A/79: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno Grippa n. 9/1913-A/80: accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno Amitrano n. 9/1913-A/81 vi è parere favorevole con riformulazione: accetta. Sull'ordine del giorno Trano n. 9/1913-A/82 vi è parere favorevole con riformulazione: va bene. Sull'ordine del giorno Gallo n. 9/1913-A/83 vi è parere favorevole con riformulazione: va bene. Sull'ordine del giorno Iovino n. 9/1913-A/84 vi è parere favorevole con riformulazione: va bene. L'ordine del giorno Romaniello n. 9/1913-A/85 è ritirato. Sull'ordine del giorno Rospi n. 9/1913-A/86 vi è parere favorevole con riformulazione: va bene. L'ordine del giorno Saitta n. 9/1913-A/87 è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno Sabrina De Carlo n. 9/1913-A/88 vi è parere favorevole con riformulazione. Sull'ordine del giorno Bella n. 9/1913-A/89 vi è parere favorevole con riformulazione. L'ordine del giorno Maurizio Cattoi n. 9/1913-A/90 è ritirato. Sull'ordine del giorno Di Stasio n. 9/1913-A/91 vi è parere favorevole. Sull'ordine del giorno Alberto Manca n. 9/1913-A/93 vi è parere favorevole con riformulazione.

Sull'ordine del giorno Giovanni Russo n. 9/1913-A/94 vi è parere favorevole con riformulazione.

CARLO SIBILIA, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Presidente, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/87 Saitta il parere è favorevole.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1913-A/87 Saitta è accolto come raccomandazione. Avete cambiato? Governo? Noi abbiamo raccomandazione. Andiamo avanti, perché è già passato. Sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/97 Comencini il parere è favorevole con riformulazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/99 Zoffili il parere è favorevole con riformulazione: va bene. L'ordine del giorno n. 9/1913-A/100 Cavandoli è accolto come raccomandazione: va bene. L'ordine del giorno n. 9/1913-A/101 Binelli è accolto come raccomandazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/102 Iezzi il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/103 Ubaldo Pagano vi è un invito al ritiro, altrimenti parere contrario. Si insiste per la votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/103 Ubaldo Pagano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/104 De Luca vi è un invito al ritiro, altrimenti parere contrario. Prego, deputato De Luca.

PIERO DE LUCA (PD). Grazie, Presidente. Ovviamente ce lo aspettavamo questo invito al ritiro, però non possiamo non esprimere delle forti preoccupazioni: era un ordine del giorno che invitava il Governo ad attribuire maggiori risorse alle forze dell'ordine per la lotta alla criminalità organizzata e per il presidio del territorio. Francamente è incomprensibile la mancata sensibilità del Governo sul punto. Era un modo, questo, per porre almeno politicamente un rimedio a un provvedimento che non contiene nessuna misura concreta per rafforzare e garantire la sicurezza urbana sui territori del nostro Paese. E già il titolo evocativo-politico che avete attribuito, “sicurezza-bis”, chiarisce una cosa molto semplice: che il primo provvedimento adottato pochi mesi fa, oltre ad essere inutile e incostituzionale, si è rivelato clamorosamente fallimentare, perché non ha risolto e non ha prodotto nessuno dei risultati che voi avevate immaginato, come noi avevamo denunciato pochi mesi fa, qui, in Parlamento.

Noi non possiamo continuare con un Paese che vive sull'orlo della tensione e della paura. Da quando si è insediato questo Governo e il Ministro Salvini è Ministro dell'Interno noi abbiamo assistito da mesi a episodi di cronaca in tutto il Paese: si spara da Nord a Sud, di giorno, dinanzi ai centri commerciali, dinanzi alle scuole, nella completa assenza da parte del Ministro dell'Interno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Il Paese merita di più, non merita un Ministro che, dopo un episodio drammatico a Napoli, una sparatoria che ha coinvolto una splendida bimba di 4 anni, Noemi, che noi abbracciamo tutti da quest'Aula, come Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), invece di andare a presiedere il Comitato di ordine e sicurezza pubblica a Napoli, abbia continuato a fare campagna elettorale in giro per il Paese.

Noi non possiamo tollerare un Ministro che, invece di andare al Viminale, continua ad occuparsi di tutt'altro in giro per l'Italia. Allora, la sicurezza in Italia la garantisce lo Stato, la garantisce lo Stato, occupandosi del contrasto alla criminalità organizzata, riqualificando le periferie, mettendo agenti per strada, implementando le reti di videosorveglianza nei territori; e, soprattutto, la si garantisce opponendosi, non alimentando sul web episodi di violenze, di squadrismo, di insulti contro gli avversari politici, soprattutto donne (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Noi dobbiamo contrastare questi fenomeni e ci aspetteremmo una parola forte e chiara da parte del Ministro dell'Interno su questi temi e da parte di tutto il Governo, cosa che non arriva. Altro che strumentalizzazione, altro che frange deboli della popolazione! E allora sul tema della difesa delle frontiere, che è l'altro grande tema di cui voi vi occupate adesso, noi dobbiamo dire delle cose chiare: le ONG, le organizzazioni non governative, sono delle organizzazioni che anche a livello europeo collaborano con tutte le istituzioni europee e con la Commissione in particolare per portare avanti delle politiche altamente sensibili e delicate in settori importanti quali l'aiuto umanitario, l'aiuto allo sviluppo, temi di carattere ambientale. E il Governo a guida PD, Gentiloni e il Ministro Minniti, nel luglio del 2017 è stato il primo Governo a far approvare un codice di autoregolamentazione delle ONG, lo ricordiamo, per regolamentare e gestire il loro operato in mare e la trasparenza dei finanziamenti. Questo è tutt'altro, però, rispetto all'obiettivo politico che voi immaginate di ottenere con questo provvedimento, ossia la criminalizzazione sistematica di tutti coloro i quali svolgono attività di assistenza sociale e di salvataggio in mare di vite, di persone che rischiano di morire nel Mediterraneo. È una cosa completamente differente!

L'obiettivo comune, quello di tutti, dovrebbe essere di contrastare le reti di trafficanti di uomini, i criminali, le associazioni criminali; non criminalizzare coloro i quali salvano vite in mare, persone che sono tecnicamente dei naufraghi. Il nostro Paese già nel 2012 è stato condannato dalla Corte di Strasburgo in una famosa sentenza Hirsi per respingimenti in mare e per violazione di convenzioni internazionali. Questo decreto viola tutte le convenzioni internazionali, dalla Convenzione di Ginevra, dalla Convenzione SOLAS, SAR a quella di Montego Bay, perché prevede e mette in campo delle norme che sono disumane e non garantiscono la sicurezza delle persone che vengono salvate nelle acque del Mediterraneo. Allora, ed è il messaggio finale, non portiamo il nostro Paese e non cediamo ad una deriva ungherese, questo è il messaggio e la nostra preoccupazione: è proprio di qualche ora fa il deferimento da parte della Commissione europea del Governo Orbán e dell'Ungheria dinanzi alla Corte di giustizia dell'Unione europea per violazione delle normative europee ed internazionali sul trattamento dei richiedenti asilo. Non cedete a questa deriva, il Paese merita di più e merita di meglio. L'Italia non può essere il Paese che viola le norme internazionali e non tutela i diritti umani fondamentali delle persone in mare e nel nostro Paese. Per questo vi invitiamo a ripensare al vostro parere negativo e al vostro invito al ritiro e a poter accogliere l'ordine del giorno che abbiamo predisposto a tal fine (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/104 De Luca, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Siamo all'ordine del giorno n. 9/1913-A/106 Ciaburro.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Presidente, grazie. Allora, sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/87 Saitta il parere del Governo è favorevole.

PRESIDENTE. Però, è superato.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Sull'ordine del giorno n. 9/1913-A/106 Ciaburro trasformiamo il parere contrario in parere favorevole con riformulazione, con il parere contrario sulle premesse e l'impegno che diventa: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di proseguire il rafforzamento del contingente del personale delle forze di Polizia presso i comuni frontalieri”.

PRESIDENTE. Deputata Ciaburro, accetta la riformulazione?

MONICA CIABURRO (FDI). Presidente, sì, accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1913-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Cunial. Ne ha facoltà.

SARA CUNIAL (MISTO). Grazie, Presidente. Nel decreto Salvini, così come nel decreto Salvini-bis, a fianco degli aspetti normativi in realtà c'è una vera e propria operazione culturale pericolosa e preoccupante.

Infatti, le leggi che prevedono obblighi e divieti hanno una funzione simbolica che ritroviamo anche qui. Definendo, infatti, i reati e gli illeciti, ci dicono cosa riteniamo giusto e che cosa sbagliato, cosa è buono e cosa è cattivo, che cosa può essere accettabile, oppure che cosa, invece, è riprovevole; e, quindi, contribuiscono – purtroppo, qui è confermato – a creare un pensiero dominante. La trattazione, infatti, congiunta di immigrazione e sicurezza, e quindi la loro assimilazione, consolida la convinzione che i responsabili dell'insicurezza siano i migranti, e quindi autorizza tutti i cittadini ad assumere comportamenti discriminatori e di rifiuto…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi…

SARA CUNIAL (MISTO). …minando la sicurezza interna e foraggiando lo scontro sociale. Ciò è proprio quello che vuole, questo Governo, per mantenere i propri privilegi indirizzando la protesta e la rabbia sociale verso i veri capri espiatori del momento. Meno immigrati poveri uguale più sicurezza: è uno slogan dove la Lega, in parte ancora Nord, ha semplicemente sostituito la parola “immigrati” a quella di “terroni”, ma è un'equazione che, purtroppo, il MoVimento 5 Stelle ha sempre condannato, e oggi non lo fa più. Questo problema non può essere risolto a valle, se non rivediamo il modello di società e di sviluppo neoliberista che abbiamo imposto anche a questi Paesi, che estrae, depreda e soggioga le popolazioni, così come sta avvenendo da nord a sud di questo Paese. E quindi dobbiamo combattere l'estrattivismo energetico, il land grabbing, l'attacco ai beni comuni, lo smantellamento delle comunità locali derubate anche delle risorse umane, l'industria delle armi – e dico di tutte le armi, anche di quelle chimiche e fisiche che ammalano noi e l'ambiente –, e quindi i finanziamenti ai Paesi in guerra, la distruzione dell'ambiente e delle risorse naturali, sapendo infatti che non può esistere giustizia sociale senza giustizia ambientale. E tutto questo lo ritroviamo anche sul nostro territorio, appunto, da nord a sud Italia; ed è colpa nostra colpa, del nostro stile di vita, delle lobby a cui affidiamo costantemente la nostra sovranità. Invito, quindi, tutti i colleghi alla coerenza, non solo il MoVimento 5 Stelle, ma anche quelli che appartengono alle forze politiche che hanno votato a favore dell'intervento militare in Libia voluto dal nostro caro Presidente Napolitano, una delle ragioni per l'incremento dei flussi anche da parte di questo Paese.

Il testo unico dell'immigrazione, così come modificato dall'articolo 1 di questo decreto, assegna al Ministro dell'Interno poteri a dir poco eccessivi in tema di coordinamento dei controlli sulla frontiera terrestre e marittima. Abbiamo, infatti, cercato, insieme alle colleghe Giannone, Vizzini e Benedetti, di arginare questo strapotere in Commissione, però purtroppo senza successo. Questo provvedimento riguarda la sovranità, infatti, ma non il sovrano o, per lo meno, non un'istituzione o una figura istituzionale, perché ricordo a tutti, qui dentro, che l'unico sovrano riconosciuto dalla nostra Costituzione è il popolo: popolo a cui viene tolta, ancora una volta, la propria capacità di autodeterminarsi; popolo che, per sentirsi più sicuro, chiede a gran voce al suo Ministro dell'Interno di occuparsi dei veri problemi del Paese, delle vere emergenze, com'è tra le sue prerogative. E quindi dovrebbe: garantire acqua e cibo pulito e sani alle mamme no-Pfas e ai propri figli contaminati, o magari garantire che lo studio per la determinazione della correlazione causa-effetto di queste sostanze venga iniziato dalla regione Veneto, accusata addirittura di inerzia (c'è un ritardo solo di tre anni dell'Istituto superiore di sanità); garantire sicurezza nei cantieri della superstrada Pedemontana veneta, soggetti ai crolli delle volte a causa dei materiali scadenti utilizzati; garantire sicurezza alle tasche anche dei veneti, che dovranno pagare la Pedemontana a peso d'oro (dai 3 miliardi iniziali si è passati solo a 15 miliardi grazie al giochetto del project financing, tanto caro al “governatore” leghista veneto); sicurezza agli abitanti della Vallugana, che non possono vivere al sicuro nelle proprie case perché impediti dall'inquinamento che tale opera illegale porta con sé, tale opera così come tutte le grandi opere inutili; ai genitori, che non si sentono sicuri di portare i propri figli a scuola, perché qualche imprenditore amante troppo del prosecco a tutti i costi ha deciso di coltivarlo nel cortile proprio della scuola o addirittura nel giardino delle case, con buona pace della proprietà privata violata; garantire giustizia per lo scandalo MOSE, che vede il sindaco Orsoni salvato dalla prescrizione; garantire il ristoro ai risparmiatori truffati nel sistema criminoso delle banche venete, avallato anche da una politica locale compiacente; garantire sicurezza ai coltivatori e ai cittadini siciliani e pugliesi, che si vedono incendiare i propri campi di grano e gli oliveti dalle agromafie (finalmente posso dirlo senza aver paura di essere espulsa); dare un secco “no” promesso in campagna elettorale alla ratifica dei trattati internazionali, come ad esempio il CETA, che minano i nostri agricoltori e imprenditori; garantire giustizia nei confronti del general contractor Cmc, una delle maggiori aziende di appalti nazionali coinvolta anche nel TAV – o forse dovrei dire TAV zero, dato che proprio ieri abbiamo avuto conferma che sarà solo il primo –, accusato per affari torbidi in Kenya, un noto Paese del nord di questa Europa.

Mi ricorda tanto la questione relativa al site manager di TAP zero, il famoso Elia, condannato a 6 anni per omicidio colposo e disastro per la strage di Viareggio, oppure lo scandalo tangenti ENI, in Nigeria, ma la lista sarebbe veramente troppo lunga, la lista delle illegalità permesse in questo Paese, ai danni anche di altri Paesi. Siete riusciti a far dimettere addirittura Cantone, presidente dell'ANAC.

Chiedo, quindi, al Ministro dell'Interno di aiutarci: aiutarci, magari, anche a casa nostra, cosa che dovrebbe essere nelle sue prerogative. I cittadini sono stanchi, delusi, arrabbiati e indignati. La risposta non può essere la repressione, come prevede la seconda parte del provvedimento. Fatalità, proprio in questi giorni sono stati ricordati e ricordiamo i fatti orribili di Genova 2001, della Diaz e Bolzaneto, dove degli aguzzini prostrati agli ordini di qualche carnefice politico sono stati protagonisti di pagine tristi e disumane, infangando l'avocazione di chi lavora nelle forze dell'ordine italiane. Genova 2001 ci dice ancora oggi che, quando il potere si sente minacciato, lo Stato di diritto viene sospeso, ovunque. Lo ha detto in audizione il segretario generale del Sindacato italiano dei lavoratori di polizia: la ricerca del consenso, da una parte, carica sulle spalle delle forze di polizia le aspettative dei risultati promessi con la propaganda, mentre, dall'altra, specie durante le occasioni di protesta, inasprisce la contrapposizione tra i cittadini dissenzienti, che vengono etichettati come nemici e chi è deputato a far rispettare la legalità, ancora una volta visto come il nemico dei nemici. Questo peggiorato clima di relazioni sociali che vede nella sola repressione di condotte ritenute devianti o comunque difformi e in contrasto con il pensiero e i desiderata di chi governa, rischia di portare alla strumentalizzazione delle forze di polizia, viste come braccio armato violento dell'Esecutivo del momento, quasi a voler tornare indietro di quarant'anni, ma io direi anche di cento.

Questo provvedimento ci dimostra come la vita umana, sia essa di straniero o immigrato, come vi piace chiamarli, o di connazionale che invoca giustizia e riscatto, può essere merce di scambio politico per la tenuta del Governo e delle nostre poltrone, e questa voi osate chiamarla sovranità. Ebbene, la solidarietà, così come l'indignazione, non possono essere mai rese reati e sono inarrestabili, ce lo dimostrano e continueranno a dimostrarcelo le comunità presìdi disseminati nel territorio a difesa dei nostri beni comuni. Non riuscirete a trasformare l'Italia in una arena tra prede e predatori, perché gli intolleranti - anzi, Umberto Eco avrebbe detto razzisti -, per nostra fortuna sono una razza in via d'estinzione.

Mi rammarica, Presidente, pensare di aver contribuito a portare la prima forza del Paese, nata con i banchetti e nelle manifestazioni di piazza contro questa egemonia del potere, a sottoscrivere questo disegno, certificandosi stampella della Lega. Ma forse tutto questo era già deciso nel 2012, quando ancora la Lega chiamava, appunto, terroni la maggior parte dei colleghi del MoVimento 5 Stelle. E noi, inconsapevoli attivisti, siamo stati ingannati ed, a nostra volta, abbiamo ingannato. Ebbene, da questo loop si può uscire, riprendendosi e facendo proprie la dignità e l'onestà tanto sbandierate. Altrimenti, e viceversa, la responsabilità per aver ceduto a questo ricatto di aver portato il Paese alla deriva culturale sarà vostra e solo vostra, perché ci sarà il vostro nome a fianco di quest'orribile disegno, e non ci saranno rosari regalati da qualche istituzione padronale che vi garantiranno il perdono, purtroppo, di tutti i cittadini italiani e dei vostri figli.

Vi lascio con una frase: “C'è condanna e condanna: per me, questi quattro mesi per la rottura dei sigilli nei cantieri TAV sono una medaglia al valore civile, perché non sempre la giustizia coincide con la legalità. Ghandi e Pertini, purtroppo, lo sperimentarono duramente sulla propria pelle”. Questa frase era riportata, il 3 marzo del 2014, nel Blog delle stelle ed era la dichiarazione di Beppe Grillo, condannato appunto ai quattro mesi per la rottura dei sigilli nel cantiere TAV (Applausi di deputati dei gruppi Misto, Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). La ringrazio, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, ci sono almeno tre ordini di motivi che ci hanno portati a fare un'opposizione dura e frontale in Commissione a questo decreto e a esprimerci, in tutte le sedi istituzionali e fuori dalle istituzioni, in maniera, appunto, frontalmente contraria a questo provvedimento. Il primo ordine di motivi è dovuto al fatto che noi siamo di fronte a un diversivo, siamo di fronte a un'operazione di distrazione, a una operazione propagandistica: si vuole, cioè, ancora far credere ai cittadini italiani che l'urgenza per il nostro Paese, la priorità per il nostro Paese e per il suo Governo, sia quella di bloccare alcune decine di naufraghi a qualche miglia di distanza dalle nostre coste per mettere in scena ogni volta un braccio di ferro che occupa per alcuni giorni o per settimane i media e che, evidentemente, distoglie da alcune questioni e da mancanze profonde nell'azione di governo su molti fronti, sui fronti dell'economia, delle politiche per il lavoro, per lo sviluppo, per le infrastrutture. Questa è la prima questione centrale.

Ora, però, questo diversivo, quest'opera di distrazione, per cui non è stato sufficiente varare un primo “decreto sicurezza” ma il Governo e il Ministro Salvini, in particolare, hanno sentito il bisogno di un secondo episodio di questa saga, non è un diversivo che non ha dei costi, non è pura immagine; è un diversivo che costa molto caro al nostro Paese ed è un diversivo che va a ledere e a toccare alcune questioni che ci stanno molto a cuore.

Purtroppo, nei lavori delle Commissioni non siamo riusciti, nonostante gli sforzi che abbiamo messo per giornate intere, a ricevere un'argomentazione che sia una su un terreno giuridico o su un terreno politico alle nostre osservazioni, osservazioni che provavano a richiamare l'attenzione del Governo e dei colleghi della maggioranza sul fatto che questo decreto crei, per motivi - ripeto - propagandistici, delle condizioni di violazione dei diritti umani e delle condizioni di contrasto con il diritto internazionale.

Ora, noi sappiamo che dovrebbero esserci dei limiti, dei limiti alla potestà legislativa di un Governo e di un Parlamento, che sono rappresentati dal diritto internazionale. Questo non significa dei limiti alla sovranità di un Paese; questo significa che un Paese e un Governo, che siano responsabili e che siano anche un minimo competenti nelle materie di cui intendano occuparsi, trovino nella dimensione internazionale, nell'interlocuzione con gli altri Paesi e nella sottoscrizione di convenzioni internazionali il luogo e gli strumenti per dispiegare al meglio la propria sovranità, per rafforzare la propria sovranità.

Purtroppo, questo decreto contrasta - è stato detto più volte e lo abbiamo ribadito nella discussione sulle linee generali - con almeno tre Convenzioni internazionali. Questo decreto crea delle condizioni per cui d'ora in avanti chi si troverà in mare nella condizione di potere e di dovere soccorrere chi è in pericolo di vita pur dovendolo fare, rispondendo a degli obblighi internazionali, sarà in qualche misura dissuaso dal farlo a causa di questo decreto. Questo è un modo odioso, sotto il profilo umanitario e sotto il profilo dell'umanesimo, mi verrebbe da dire, ancora prima che sotto il profilo giuridico, di affrontare questa questione.

Il modo in cui avremmo preferito vedere impegnato il nostro Governo è quello, invece, di costruire proprio nella dimensione internazionale delle possibili soluzioni comuni. In questo anno e mezzo, però, purtroppo abbiamo visto i rappresentanti del nostro Governo a fasi alterne invocare una modifica del regolamento di Dublino e il mese successivo sostenere - ancora poche settimane fa - che quello non è più un obiettivo del nostro Governo e poi ancora invece, durante la discussione di questo decreto, tornare a dire che quello è un obiettivo del nostro Governo.

Poi abbiamo letto, nelle settimana scorsa, del Ministro Moavero che ha indicato una linea di possibile azione di governo sul terreno internazionale per trovare degli strumenti di governo dell'immigrazione, una linea in parte condivisibile, una linea addirittura che individuava il rafforzamento diplomatico dell'Unione europea, con l'istituzione di rappresentanze diplomatiche nei Paesi africani vicini ai Paesi di origine da cui partono centinaia, migliaia e decine di migliaia, in questi anni, di migranti o di richiedenti asilo, e poi sostenere, sulle pagine de Il Corriere della Sera, che nel nostro Paese e sulle nostre coste dovrebbero esserci dei luoghi non di sovranità italiana ma una sorta di zone franche nelle quali l'Unione europea dovrebbe accogliere, prendere in considerazione ed esaminare le domande di protezione. Qualcosa, quindi, che va nella direzione di un rafforzamento della sovranità europea e non di un rafforzamento e di un innalzamento dei muri alle nostre frontiere.

Questo per certi punti di vista ci ha visti d'accordo, ma ci ha visti sorpresi perché queste proposte del Ministro Moavero sono il contrario dell'azione di governo che finora il Ministro Salvini, gli altri Ministri e il Presidente Conte hanno espresso in sede europea. Allora, delle due l'una: o il Ministro Moavero ha sbagliato Governo o il Ministro Salvini ha sbagliato politica ed è la politica, però, del Ministro Salvini che oggi viene confermata con il voto di fiducia di ieri e con il voto finale sul provvedimento che questo Parlamento purtroppo si appresta ad esprimere.

Ci sono, poi, altri aspetti per i quali noi temiamo gli effetti dirompenti di questo decreto all'interno del nostro ordinamento. Sono effetti volti deliberatamente e in maniera sottilmente eversiva a creare delle confusioni tra le competenze di un Ministero delicato come il Ministero dell'Interno e le competenze della magistratura, laddove si dà - lo abbiamo ribadito più volte - il compito a un Ministro dell'Interno di valutare se siamo di fronte a delle ipotesi di reato, “al concretizzarsi - questo dice la lettera del decreto - di ipotesi di reato”.

Ma quando mai è possibile ammettere che sia un Ministro dell'Interno ad accertare delle ipotesi di reato e ad applicare lui direttamente delle sanzioni pecuniarie assolutamente sproporzionate e in contrasto con la stessa legge che stabilisce il minimo e il massimo delle sanzioni amministrative nel nostro ordinamento, sanzioni di un importo talmente eccessivo da risultare paradossale se non ridicolo: un milione di euro.

Tutto questo per assecondare l'ossessione del nostro Ministro dell'Interno, un'ossessione sicuramente produttiva, da un punto di vista mediatico e da un punto di vista del consenso, di muovere e continuare una sua guerra personale all'attività delle ONG che fanno salvataggio in mare. Nel frattempo - e questo è l'altro effetto di diversivo e di distrazione di massa - continuano ad arrivare centinaia di persone in altro modo.

Infine, l'ultimo ordine di motivi per cui noi siamo fortemente contrari a questo provvedimento attiene - lo ribadiamo ancora una volta - alle modalità con cui si è affrontata la discussione di questo provvedimento, modalità che hanno, ancora prima che offeso il lavoro dei parlamentari e l'istituzione stessa del Parlamento, fatto fare un altro passo nella direzione di uno svuotamento dei compiti e del ruolo stesso del Parlamento. In chiusura, una parola rispetto ai diversi colleghi che hanno ritenuto accusare chi, come me, nell'esercizio delle prerogative parlamentari, ha voluto fare un'attività di sindacato ispettivo su quelle navi sulle quali c'erano persone salvate e persone che venivano trattenute senza che ci fosse un ordine e un'autorizzazione e una convalida di un magistrato. Questo è il punto, colleghi: si stanno verificando dei nuovi modi di trattamenti inumani e degradanti e di violazioni di diritti fondamentali, di restrizioni delle persone senza che vi sia la convalida di un magistrato.

PRESIDENTE. Concluda Magi.

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Concludo Presidente immediatamente: abbiamo esercitato delle prerogative parlamentari e chiediamo, abbiamo chiesto al Presidente, che giustamente ha rimesso la questione alla Giunta per le autorizzazioni, che sia sancito che noi stavamo esercitando prerogative parlamentari di sindacato ispettivo. Questo, colleghi, dovrebbe stare a cuore a tutti i parlamentari. Pensateci due volte prima di essere supini alla volontà di un Governo, pensate alla dignità del Parlamento, prima che allo spirito di partito. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa-Centro Democratico e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Grazie signor Presidente per la disponibilità a farmi intervenire prima. Signor Presidente, colleghe e colleghi, questo decreto-legge rappresenta uno spartiacque, uno spartiacque per la cultura giuridica del nostro Paese e per i suoi rapporti con la comunità internazionale. Vede, signor Presidente, ci sarà un prima e un dopo l'approvazione di questo decreto e rappresenterà una regressione per il nostro Paese. Qui in Aula, signor Presidente, non si è neanche visto un Ministro: noi parliamo di un decreto che rappresenta uno spartiacque e non si è neanche visto un Ministro. La storia millenaria che abbiamo alle spalle ci insegna che chi rischia la vita in mare va salvato: questo ci insegna quella storia. Non si possono lasciare morire annegati esseri umani, uomini, donne, bambini: invece questo decreto che fa, signor Presidente?

Dice il contrario, dice: “attenzione, attenzione, che se salvate e trasportate naufraghi sulla vostra imbarcazione e cercate di portarli in salvo sulle coste italiane, ebbene, rischiate l'arresto, rischiate il sequestro del natante, rischiate anche una multa che può arrivare fino alla cifra spropositata, irragionevole di un milione di euro”. Come dire: se vedete delle persone che affogano, vi conviene guardare dall'altra parte, lasciatele morire. Questo significa: ignoratele!

È appena arrivata la notizia, l'ennesima notizia, che è stata diramata dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, di 150 morti - è arrivata adesso - davanti alle coste libiche; un naufragio di 300 persone, di cui 150 sono morte. Voglio esprimere cordoglio in quest'Aula per quei morti e per le famiglie di queste persone (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico e di deputati del gruppo Misto). Tutta l'Aula, signor Presidente, di fronte a una cosa del genere, si dovrebbe alzare in piedi ed esprimere cordoglio: 150 esseri umani che potevano forse essere salvati sono morti con la complicità del nostro Paese, che non fa nulla per salvare vite umane!

Vergogna ! Voi del Governo vi dovete solo vergognare e anche voi della maggioranza che siete complici! Allora, è il cinismo, è la spregiudicatezza di queste norme, signor Presidente, che cozzano con i più elementari sentimenti (Commenti del deputato Sasso)…

PRESIDENTE. Collega! Collega! Deve far intervenire!

LAURA BOLDRINI (LEU). Dunque, signor Presidente, dico che cozzano, queste norme, con i più elementari sentimenti di umanità, di solidarietà; ma vede, non solo questo, confliggono anche con i principi della nostra Costituzione e con il diritto internazionale.

Che cosa dice la nostra Costituzione? C'è un articolo bellissimo, tra i tanti belli e di grande ispirazione, l'articolo 10: per me è stata una bussola. Per tanti anni, quando ho lavorato nelle agenzie delle Nazioni Unite, l'articolo 10 della Costituzione! Vale la pena di ripeterlo in quest'Aula: “Lo straniero al quale sia impedito nel suo Paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”.

Poi abbiamo anche l'articolo 117, signor Presidente, che dice che la potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle regioni, nel rispetto della Costituzione - giusto appunto - nonché di che cosa? Dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali. Ecco, tutto questo vuol dire una cosa solo, una cosa semplice, chiara: voi non potete - sottolineo non potete, sottosegretario - legiferare contro la Costituzione e contro gli obblighi internazionali; non lo potete fare! Ebbene, lo hanno detto molti degli esperti che sono stati auditi in Commissione e lo hanno ribadito anche ultimamente in una nota due costituzionaliste, Tania Groppi e Elisabetta Catelani, che hanno affermato (cito): “I primi due articoli del decreto sono manifestamente incostituzionali per violazione degli obblighi internazionali dell'Italia e dei principi fondamentali della Costituzione”.

Allora vediamo, signor Presidente, che cosa dicono le norme del diritto internazionale, che non mi sembra siano molto note in quest'Aula: la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, quella fatta a Montego Bay, ma anche la Convenzione SAR, che è stata adottata ad Amburgo, la Convenzione Solas, firmata a Londra, tutte ratificate - tutte - dal nostro Parlamento, impongono - ripeto: impongono - al comandante di una nave di assistere e soccorrere immediatamente chi si trova in pericolo, questo dicono. Chi non lo fa, signor Presidente, incorre nel reato di omissione di soccorso, anche secondo la normativa nazionale diretta, cioè in particolare l'articolo 1158 del nostro codice della navigazione.

Ma chiariamo anche un altro concetto: che cosa si intende, secondo tutto questo, secondo le convenzioni internazionali, per operazioni di soccorso in mare? Che cosa si intende? Non si intende soltanto prendere a bordo i naufraghi che si trovano in mare o che rischiano di finirci perché l'imbarcazione non è adeguata alla traversata. Non finisce lì l'operazione di soccorso, ma prosegue fino al dovere di sbarcare i naufraghi in un porto sicuro, cioè in un luogo in cui siano garantite la sicurezza per la vita, la soddisfazione delle necessità umane di base e la protezione dei diritti fondamentali.

Allora io vi chiedo: qualcuno in quest'Aula ha la sfrontatezza di dire che la Libia, colpita dalla guerra civile, stia garantendo tutto questo? Che sia un porto sicuro? Si alzi in piedi chi ha il coraggio di dire questo?

Voi, signori del Governo, voi vorreste lasciare a centinaia di esseri umani un'alternativa drammatica, signor Presidente: o rimanere in quei terrificanti centri di detenzione libici, anche a rischio di morire sotto le bombe, come è successo - non è fantasia, è già accaduto -, oppure la prospettiva, a questo punto concreta, di morire in mare, in un naufragio, visto che volete cancellare il soccorso a suon di multe milionarie.

Per voi l'importante è che non arrivino, costi quel che costi. In questa logica i naufragi che cosa diventano, Presidente? Strumenti di contrasto, lo capisce? Strumenti di contrasto ai flussi migratori! Come facciamo a contrastarli? Ci affidiamo ai naufragi: facciamo affidamento sui naufragi! Ma vi rendete conto? Che vergogna, che onta!

Vi interessa solo fare propaganda e questo vi serve per coprire il vero fallimento del Viminale nei confronti delle politiche migratorie: non riuscite a organizzare i rimpatri per chi è irregolarmente sul territorio. Erano 600.000, signor Presidente, in campagna elettorale e poi che cosa succede? Un colpo di bacchetta magica e - abracadabra! - diventano 90.000. Ma in quale Paese serio un Ministro può giocare in questo modo con i numeri? In quale Paese questo sarebbe tollerabile?

Poi, il decreto sicurezza - l'altro - che cosa fa? Toglie la protezione umanitaria e che effetto abbiamo, signor Presidente? Che abbiamo altre migliaia di irregolari. Avevamo poche esperienze di buona integrazione in questo Paese, ma lo SPRAR c'era e allora lo indeboliamo e lo limitiamo.

E allora che fate di fronte a questo fallimento? Ve la prendete con le ONG, gli organismi non governativi. Quanto a lungo pensate di essere creduti, nel dire che l'emergenza sono i 43 naufraghi della Sea-Watch 3, mentre poi in un altro angolo dell'isola di Lampedusa ne arrivano a centinaia, senza batter colpo? È questa l'emergenza, signor Presidente? Le vere emergenze dell'Italia sono altre, queste sono armi di distrazione di massa. La vera emergenza del nostro Paese è l'emigrazione! Quasi tutte le persone che siedono in quest'Aula hanno parenti che se ne sono dovuti andare all'estero per cercare lavoro. Questa è la vera emergenza! E allora la Fondazione Migrantes ci dice che lo scorso anno se ne sono andati e iscritti all'AIRE 128 mila, ma sono molti di più, quasi il doppio. Siamo arrivati ai livelli degli anni Cinquanta, signor Presidente, e il Ministro Tria ci dice che questa emorragia di capitale umano ci costa 14 miliardi all'anno: 14 miliardi all'anno, quasi un punto di PIL.

Gli italiani se ne stanno andando, e qui ci sono degli slogan “prima gli italiani”. Che cosa direte agli italiani, che è colpa della Sea-Watch 3? E come pensate di arginare questa emorragia, con la flat tax? Io penso allora… Lo so, Presidente, devo concludere e lo faccio. Che verrà il momento, e questo lo sapete anche voi, in cui gli italiani vi chiederanno conto del fatto che gli stipendi sono troppo bassi, che il lavoro non si trova, che la produzione continua a stagnare. Che gli racconterete? Che avete fatto la faccia feroce con i naufraghi? Che cosa racconterete loro? Che è colpa di Carola Rackete? Che è colpa delle ONG, o dei parlamentari che sono andati a bordo esercitando una loro prerogativa (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico)? Questo direte loro? Come vi giustificherete? Tutto questo non vi assolverà, non vi assolverà dalle vostre inadempienze di fronte agli italiani.

Non ho citato Salvini fino a qui, signor Presidente, perché la responsabilità è di tutto il Governo. Questo scempio del diritto è una responsabilità primaria di tutto il Governo. È una responsabilità del Vicepresidente Di Maio: è anche il decreto-legge “Di Maio”, è anche il decreto-legge “Conte”, è anche il decreto-legge “Tria”, è il decreto-legge “Moavero”, è il decreto-legge di tutto il Governo. Un decreto-legge la cui gravità pesa sulle spalle di tutti voi, e anche dei parlamentari del MoVimento 5 Stelle, signor Presidente. Con grande tristezza ho dovuto prendere atto di come questi colleghi e queste colleghe durante la discussione abbassassero gli occhi senza pronunciare una singola parola, anche quando era necessario, imperativo dire una parola di dissenso. Hanno accettato anche gli emendamenti peggiorativi per portare la multa ad 1 milione di euro. È anche loro la responsabilità!

Ci sono anche altri aspetti. La libertà di riunione: qui è un'aggravante se c'è un atto violento durante una manifestazione, come se questa libertà di riunione, che è costituzionale, rappresentasse un'aggravante.

Non ho tempo a sufficienza per dire questo. Comunque, concludo dicendo che tutto il Governo porta questa responsabilità, e tutti insieme, nessuno escluso, sarete chiamati a rendere conto del vostro cinismo e della vostra ignavia. Per questo annuncio il voto contrario del gruppo Liberi e Uguali (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, Partito Democratico e di deputati del gruppo Misto - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Gentile Presidente, onorevoli colleghi, in merito al provvedimento in esame esprimo il parere contrario, in quanto, al di là di alcune misure marginali, forzatamente inserite perché di prassi inammissibili in quanto estranee per materia al decreto-legge, il cuore e le intenzioni di questo decreto-legge sono altri.

Con questo decreto-legge, violando una serie di trattati internazionali ratificati, si vuole criminalizzare la solidarietà, andando a colpire coloro che rispondono all'obbligo di soccorso in mare, supplendo all'assenza di un piano lungimirante e sistematico in termini di programmazione e gestione dei flussi migratori, sia a livello nazionale che europeo. Il fenomeno migratorio va affrontato urgentemente a livello europeo, insieme ai partner dell'Unione europea, nelle sedi appropriate e con la massima serietà e celerità.

La situazione in Libia si sta giornalmente deteriorando. Il nostro stesso Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha dichiarato che la Libia non è più un porto sicuro, pertanto vige anche il diritto alla legittima difesa per chi si rifiuta di rientrare in quel Paese, e che questo decreto-legge non riconosce.

Invece di operare tale criminalizzazione, il Governo dovrebbe interessarsi di più dei cosiddetti sbarchi fantasma, come sostenuto anche in audizione davanti alle Commissioni riunite dal procuratore di Agrigento, responsabili del 90 per cento degli arrivi di migranti sulle coste italiane; molto spesso persone che sfuggono alle forze dell'ordine per i controlli di identificazione, e da qui nascono i rischi per il nostro Paese.

La strada da percorrere non è l'inasprimento dei rapporti con i Paesi partner europei, attraverso azioni bilaterali e solitarie ed in aperta violazione dei trattati e convenzioni internazionali. È urgente invece un'azione diplomatica e politica che faccia leva sull'emergenza, e che porti ad un lavoro di coordinamento di una politica europea dell'emigrazione. Noi non ci stancheremo mai di dire questo, e di chiedere una politica seria a livello europeo che ci aiuti proprio a trovare anche una soluzione concordata e coordinata di un'emergenza legata all'immigrazione che purtroppo sappiamo tenderà ad aumentare in futuro, non tanto a diminuire, per tanti fattori che sono in campo. L'Italia non può non rispettare i trattati internazionali, e l'Unione europea non può ignorare le proprie responsabilità. Ecco perché è importante rafforzare il dialogo con i nostri partner europei.

Inoltre riteniamo importante assicurare ai cittadini sempre norme la cui applicazione sia certa, e non determini contenziosi anche giuridico-interpretativi nella loro applicazione. Agli articoli 1 e 2 il decreto-legge risulta illegittimo, in quanto pone l'attività del prefetto in contrasto con comuni e province, come emerso da più voci autorevoli ed esperte in sede di audizione.

All'articolo 5 del provvedimento, relativo alla comunicazione con immediatezza alle questure delle persone alloggiate in strutture ricettive, abbiamo presentato una proposta soppressiva della norma più restrittiva, e il quadro di compromesso raggiunto, con il termine di sei ore, almeno attenua e rende meno drastica questa norma, che rimane comunque nella sua interezza non condivisibile. Ad essere vessati dai controlli sono sempre coloro che poi più rispondono e rispettano le regole, perché sono anche più controllabili. Si fa poco invece sulle strutture abusive in ambito ricettivo, magari presenti e ben visibili sulle piattaforme online. Questo è quello che anche associazioni alberghiere vedono e ci riportano.

Rimangono poi irrisolti i nodi critici in merito alla guida di veicoli con targhe estere, cosa che noi abbiamo segnalato più volte (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (MISTO-NCI-USEI). Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, Noi con l'Italia-USEI voterà a favore del decreto-legge n. 53 del 2019, meglio conosciuto come decreto-legge sicurezza bis: perché fa parte del programma di centrodestra, perché siamo coerenti col mandato elettorale e perché siamo coerenti con quello che pensiamo su questo argomento.

Però vogliamo essere molto chiari: non vogliamo che il tema dell'immigrazione venga banalizzato o venga strumentalizzato. Siamo convinti che l'accoglienza può essere una risposta efficace nel momento in cui è giustificata, è dignitosa ed è controllata. Ci rendiamo però conto che in Italia, nel nostro Paese, è difficile riuscire ad avere la garanzia di questi principi a sostegno dell'accoglienza, e siamo quindi certi che è difficile che possa essere garantita un'accoglienza indiscriminata. Non possiamo accogliere tutti, e questo credo sia un elemento molto chiaro a molti di noi.

Oltre a questo, crediamo che, come in ogni settore, non bisogna fare di tutta un'erba un fascio e, allora, sul tema delle organizzazioni non governative che devono rispettare la legge, sappiamo che diverse operano con molta serietà e molte hanno avuto atteggiamenti quanto meno discutibili. Allora, è bene che la legge sia chiara, il decreto “sicurezza”, da questo punto di vista, fa chiarezza, fa chiarezza sul tema delle violazioni nel Mediterraneo, sulla questione dei sequestri, sulle sanzioni e sul tema delle detenzioni, ma parlare di immigrazione significa anche parlare di sicurezza e di ordine pubblico, in sintesi, di controllo del territorio. Quindi, è importante che nel decreto si intervenga sul tema delle forze dell'ordine per dare gli adeguati mezzi, i necessari strumenti e anche per conferire dignità agli uomini e alle donne che operano all'interno delle forze dell'ordine. Questo vuol dire anche, come ci è stato raccontato nella relazione da parte del Governo e da parte del sottosegretario Molteni, garantire un buono pasto adeguato e una divisa che non sia una divisa consumata da decenni di attività in servizio.

Il decreto “sicurezza bis” interviene anche sul tema degli enti locali; è importante riuscire a dare un supporto, un sostegno ai nostri sindaci sul tema dell'inclusione sociale, dell'integrazione, del reinserimento sociale e della formazione. Queste sono attività su cui si impegnano i nostri comuni, gli enti locali e sulle quali bisogna dare un supporto, perché è uno dei temi centrali dell'accoglienza. Così come non è da trascurare la questione legata alla società civile, all'associazionismo, al Terzo settore, che dà un supporto, un aiuto importante sulla questione dell'accoglienza. È per questo che abbiamo apprezzato molto le parole del sottosegretario Molteni, che ha sottolineato, nella sua relazione, che il nemico non è il migrante, ma piuttosto le cooperative o i gestori che hanno speculato o lucrato negli anni, riconoscendo, nella sua relazione, il grande valore di quell'associazionismo e Terzo settore che, invece, lavora seriamente, con correttezza e che è un collaboratore dello Stato e delle amministrazioni locali. Così come è importante, e condividiamo, la condanna nei confronti dei centri di accoglienza che, nel tempo, hanno dimostrato, nella stragrande maggioranza dei casi, di essere luoghi della negazione dei diritti.

Allora, facendo ordine e chiarezza su questi temi, c'è la possibilità di avere certezza di chi opera in questi ambiti e avere anche un risparmio di risorse che poi possono essere indirizzate sul controllo del territorio e, quindi, sui tre ambiti che ho menzionato poco fa, ovvero il sostegno alle forze dell'ordine, agli enti locali e alla società civile.

E, a proposito di controllo del territorio, sicurezza vuol dire anche sicurezza urbana, nel decreto è riportato, è un passaggio importante, perché la sicurezza urbana è un tema affrontato anche per quanto riguarda i centri urbani ed, in particolare, la questione delle periferie; io coglierei questa occasione per ricordare al Governo che è stato giudicato inammissibile un ordine del giorno, che avevo presentato come primo firmatario, relativo proprio al recupero delle periferie, che noi crediamo che favorisca la percezione di una comune cittadinanza, metta in dialogo tra loro ceti sociali diversi e riavvicini le periferie al centro. Nell'ordine del giorno, per riuscire a concretizzare il recupero delle periferie, avevamo individuato la possibilità di aiutare e sostenere l'inserimento nelle periferie di piccole attività commerciali o di incoraggiare quelle già esistenti. È stato dichiarato inammissibile, ma in altre occasioni, su altri provvedimenti spero che si possa tener conto della possibilità di creare un fondo apposito per incentivare questo tipo di attività, questo coraggio che nelle periferie hanno alcuni attori economici, perché dare una luce in più, una saracinesca aperta in più, nelle periferie, vuol dire garantire, secondo la nostra cultura, maggiore sicurezza e maggiore frequentazione di quei territori.

E ci piace, nel decreto “sicurezza”, anche il tema di chiarezza riportato sulle manifestazioni pubbliche e sportive. Si interviene evitando che le manifestazioni siano il luogo dove tutto è possibile, soprattutto offendere, umiliare le forze dell'ordine, che lavorano con grandissima serietà; alcuni esempi, in quest'Aula, di violazioni della dignità e della serietà del lavoro delle forze dell'ordine sono stati riportati.

In conclusione, ci tengo a sottolineare che per tanto tempo abbiamo evidenziato che nessuno doveva alimentare le paure, ma siamo anche convinti che alla paura bisogna dare una risposta, bisogna trovare una soluzione. Noi crediamo che questo decreto aiuti a superare la paura degli italiani, per questo votiamo a favore, perché pensiamo che la paura non renda liberi e vogliamo che i cittadini italiani, gli uomini, le donne, i giovani e gli anziani, possano essere liberi e crediamo che dando un voto favorevole a questo decreto diamo un nostro contributo, perché si possa raggiungere questo importante e ambizioso risultato (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (MISTO). Onorevole Presidente e onorevoli colleghi, devo rimarcare come questo dibattito sia stato particolarmente variegato ed extracontestuale rispetto al tema dominante. È stata l'occasione, anche, per risentire un tema di forte contraddizione, rispetto alle normative che vengono qua proposte e che è nell'articolo 10, evocato dall'onorevole Boldrini, che ci dà un'indicazione probabilmente pensata in epoche diverse, nelle quali la migrazione era semmai di italiani e di meridionali verso nord e non verso l'Italia, con finalità variegate, tra quelli che vengono chiamati migranti economici, quelli che vengono chiamati clandestini, quelli che vengono chiamati profughi legittimati dallo stato di guerra dei loro Paesi.

Ora, io credo che tutte e tre le categorie vadano, da ogni punto di vista, rubricate sotto una diversa denominazione: disperati. Chi abbandona il proprio Paese è comunque un uomo disperato, chi lo fa anche pagando scafisti con i pochi risparmi che riesce a raccogliere, non lo fa certamente perché vuole andare altrove per portare la sua vocazione criminale né porre illegittimamente la sua necessità di lavoro, che la nostra Costituzione pone all'articolo 1. Per cui ho sempre trovato difficoltà a riconoscere la discriminazione, molto proposta dagli amici della Lega, tra il profugo, 7 o 8 per cento di persone che sono legittimate a essere accolte, e il resto che sono, invece, clandestini.

È vero che non possiamo garantire sulla condizione psicologica umana e di rigore di leggi che molti non conoscono e che possono essere indotti a infrangere non per crudeltà genetica, improponibile, ma per impossibilità di trovare lavoro, per un disagio che li porta a trovare, come unica opzione, quella della criminalità, anche minuta, per cui molti atti compiuti contro i nostri concittadini da parte di migranti sono un segnale che induce a chiedere maggiore sicurezza, come chiede questo decreto. Però, è ben vero che quell'articolo 10, saggiamente ricordato, indica un fatto sostanziale, che chi non ha nel suo Paese gli stessi diritti costituzionali garantiti dalla nostra Costituzione ha diritto d'asilo. È un dato potentemente emblematico, che nel 1947, evidentemente, riguardava un numero limitato di persone; quindi, abbiamo il problema fondamentale di capire quante persone, non più in Italia, ma in Europa, potranno avere quelle garanzie che non hanno in Algeria, in Turchia, in Iraq, in Libia, anche in Tunisia. Quindi, non c'è un solo Paese che garantisca i diritti della nostra Costituzione, che sono diritti legati al lavoro, primo articolo della Costituzione, alla libertà personale, alla libertà d'opinione, al diritto allo studio, al diritto alle cure mediche, tutti quei diritti che noi siamo stati, nel corso dei decenni, capaci di garantire, anche con molte difficoltà, dai Governi che hanno preceduto questo.

Quindi, esiste l'idea di un'Italia delle garanzie ed esistono persone non garantite che dobbiamo accogliere non come clandestini o come migranti economici, ma come persone che non possono avere quei diritti dai Paesi da cui provengono, neanche dalla Turchia; fuori dalla Unione europea, cioè, le Costituzioni sono molto meno garantiste delle nostre. Quindi è vero che non c'è un problema di sinistra, di destra o di visione compassionevole o di visione rigorosa. Salvini ha avuto il merito di far capire che anche l'Italia ha dei confini e che non è un confine di una isola per profughi, ma è un confine d'Europa, per cui tutta l'Europa deve rispondere delle responsabilità di avere come punto d'approdo Lampedusa o i luoghi dove arrivano i migranti, che - ripeto - sono disperati. Di fronte a questo io mi sono trovato spesso a guardare con ammirazione la capacità di identificare lo Stato nel comportamento di Salvini, osservando come sia iniqua, sbagliata e politica l'azione della magistratura quando si rivolge contro di lui come nel caso Diciotti e con un intervento grottesco del PM Patronaggio, che fa soltanto politica. Siamo pieni di magistrati che fanno soltanto politica: ieri, dopo ventisette anni, abbiamo visto assolto Calogero Mannino, che in queste aule è stato Ministro, dall'essere accusato ogni volta di collusioni con la mafia che non ha avuto, fino alla trattativa Stato-mafia, altra grottesca invenzione di magistrati con teoremi impossibili che portano alla condanna, ancora fortunatamente non definitiva, del generale Mori, che avrebbe agito per conto suo, non per conto di nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Siamo commissariati da una magistratura soltanto politica, che nelle sale del CSM ha dato la prova peggiore di corruzione che in Italia si sia mai vista: neanche Tangentopoli è stata peggio di quello. Dunque, di fronte a questo, vediamo ancora una volta la magistratura che su un pranzo all'Hotel Metropol per una mediazione sulla supposta ipotesi di questioni petrolifere tra la Russia e l'ENI indaga, apre le indagini e mette sotto processo necessariamente Salvini, il quale dovrebbe rispondere di una cosa che non esiste; non esiste perché non c'è e perché non possiamo più tollerare che l'Italia sia umiliata ogni volta dall'essere il luogo governato da mafiosi, prima da Andreotti poi da Berlusconi e poi arrestiamo Dell'Utri e poi mancava Salvini. Occorre trovare il Lima di Salvini in Siri, occorre trovare quello che fa la mediazione con l'eolico. Io, che ho denunciato la mafia dell'eolico per primo, non sono mai stato ascoltato. Adesso, improvvisamente, Siri, un ragazzo che non ha fatto nulla, viene indagato perché due dicono che gli vorrebbero dare 30 milioni: e se io dico che voglio dare 300 milioni a Mattarella, indagano Mattarella? Ma dove è possibile che uno Stato sia commissariato in questo modo da magistrati che fanno solo attività politica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)? Sempre e soltanto attività politica, costante e criminale, contro lo Stato e contro l'immagine dell'Italia! Salvini è un Ministro che ha il senso dello Stato e in nome dello Stato fa cose che entrano anche in contraddizione con una Costituzione che dice cose che io ammiro - considerando la Costituzione, diversamente da Renzi, cosa intoccabile -, come ha giustamente indicato l'onorevole Boldrini, quindi siamo di fronte a una specie di antinomia.

La ragione per la quale io ho pensato di difendere anche Lucano, non perché volessi mettere in amicizia o in contrapposizione Lucano e Salvini, ma perché anche quello è un caso di azione politica della magistratura. Uno, cioè, viene prima arrestato, poi lo mandano a casa perché non può più stare nel suo paese e tutto perché non gli piace il progetto politico: ma che roba è? Il magistrato deve entrare dentro la visione politica di un sindaco o di un Ministro? Ma dove mai, quando mai abbiamo patito un commissariamento così vitale, radicale e mortale anche per la nostra democrazia? Allora, di fronte a questo, dal momento che questo dibattito si è aperto - vediamo ieri il discorso del collega d'Uva - su questioni che esondano dal fatto specifico del decreto sicurezza bis, su questioni più generali che riguardano la politica italiana e la contrapposizione radicale tra la Lega di Governo e i Cinque Stelle di Governo, che sono di Governo e di opposizione insieme. Devo lodare il Presidente del Consiglio Conte, indicato da parte Cinquestelle, commissariato da Rocco Casalino - perché sia chiaro che egli è nominato da Cinquestelle -, il quale, invece di andare incontro alla richiesta del partito che lo ha nominato, che esce in modo inaudito dall'Aula, difende Salvini e dice, contrariamente alla magistratura, che non c'è nessun dato che deve indicare una sua attività in qualche modo criminale.

Quel momento, però, si lega ad un secondo momento di insubordinazione al partito ideale di Conte, ossia la dichiarazione sulla TAV, che è importante, qualunque cosa noi pensiamo: io posso pensare prima di tutti che era meglio non iniziare e posso pensare che, una volta iniziata la TAV, sia bene condurla a termine, contrariamente a quello che pensa Di Maio e che pensano i Cinquestelle; ma ieri Grillo dice che è finita, che è finito tutto, mentre, dall'altra parte, Di Maio dice che finché saranno al Governo, non si farà la TAV. Allora è arrivato il momento che i Cinquestelle escano dal Governo e dicano chiaramente che la battaglia sopra il TAV è una battaglia vitale e mortale, per la quale io qui chiedo la mozione di sfiducia individuale per il Ministro Toninelli, già evocata in marzo da Forza Italia e dal PD, perché non si può essere un Ministro che pone una posizione opposta a quella del Presidente del Consiglio. Se questo esiste, è un dato politico troppo forte perché questo Governo possa durare. Si sciolga oggi, domani, ma si abbia la forza e la volontà di dire che noi stiamo di qua e voi siete di là; noi siamo quelli che sbagliano, voi siete quelli che avete ragione. Come si può avere un Ministro che deve fare o vuol fare l'opposto di quello che dice il Presidente del Consiglio? Come si può avere un Ministro che ha una posizione contro la TAV e un partito che è contro la TAV, quando il Presidente del Consiglio dice: si faccia la TAV (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Si dia fine a questo Governo, si aprano nuove elezioni e si proceda con la sfiducia di quel Ministro che non ha più la fiducia del suo Presidente del Consiglio. Mi pare abbastanza chiaro. Ciò viene fuori da un dibattito molto variegato. D'Uva ieri ha parlato in maniera molto chiara. Io sono convinto della bontà e della fermezza delle posizioni dei Cinquestelle, ma sono quelle che impediscono loro di stare con il Governo che vuole la TAV, di stare con il Governo che vuole il decreto sicurezza: non si può stare in un Governo con cui non si è mai d'accordo su nulla! Abbiate il coraggio di andarvene e lasciate all'Italia la democrazia rappresentativa di quelli che hanno votato e voteranno questa parte politica! Se non siete d'accordo per le vostre poltrone, abbiate il coraggio di rinunciarvi, senza bisogno di essere cacciati! Dunque, chiedo a quelli che vorranno seguirmi nel gruppo Misto, a cui ho la ventura di appartenere, di raccogliere le firme o di avere un gruppo che sostiene la volontà di chiedere la sfiducia individuale del Ministro Toninelli, non perché non sia una brava persona ma perché non si può pensare che un Ministro sia nel Governo contro la volontà del Presidente del Consiglio e contro la volontà della maggioranza di quel Governo. Questa è la mia posizione e mi sembrava il momento opportuno per illustrarla. Non ho mai avuto dieci minuti per parlare…

PRESIDENTE. Concluda.

VITTORIO SGARBI (MISTO). Ora non so se sono arrivato alla fine…

PRESIDENTE. Sì, sì, sì.

VITTORIO SGARBI (MISTO). …..ma, caro Presidente Fico, mi auguro che anche lei se ne vada (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Dopo l'entusiasmante intervento del collega Sgarbi, cui è difficile non aderire, mi approccio a fare la dichiarazione di voto per conto di Fratelli d'Italia, che sarà di voto favorevole al provvedimento, al decreto sicurezza bis. Ci sono sempre stati e ci saranno i voti di Fratelli d'Italia, della destra, quando si tratta di fare provvedimenti che fermano, bloccano l'immigrazione clandestina; quando si tratta di fare i provvedimenti che danno più sicurezza ai nostri confini o dentro i nostri confini; quando si fanno provvedimenti che aumentano le dotazioni e gli strumenti a favore delle forze dell'ordine e dei vigili del fuoco. Apprezziamo - l'avrà detto bene ieri anche la presidente Meloni - il lavoro fatto dal Ministro Salvini e dal sottosegretario Molteni sull'immigrazione e sulla sicurezza e cerchiamo di aiutarli, nonostante il MoVimento 5 Stelle, con proposte e idee. In alcuni casi scriviamo i testi, che poi vengono presi da altri ma non ci interessa: l'importante è l'obiettivo. Avrebbero certamente potuto far meglio, avrebbero certamente potuto fare di più e con più efficacia se fossero stati retti da una maggioranza che parlava la stessa lingua: la lingua che è uscita forte anche dalle ultime elezioni europee e che dice, a stragrande maggioranza sovranista, che ci vuole e ci vuole forte un cambio di passo su questi temi, anche nei rapporti con l'Europa, nonostante il MoVimento 5 Stelle.

Dicevo che siamo soddisfatti della parte del provvedimento che impone finalmente - l'avevamo detto nel “decreto sicurezza 1” - provvedimenti conclusivi a quelle navi che approdano in violazione delle disposizioni del nostro Governo, dell'Italia, nei nostri porti nel tentativo di scaricare gli immigrati clandestini, perché di questo si tratta.

Quindi i provvedimenti sulla confisca, sulla multa, sulla denuncia all'equipaggio, sulla distruzione, seppur con un articolato percorso procedimentale, a cui si arriva, visto che siamo su questa stati ampiamente derisi. Abbiamo partecipato cercando di migliorare - laddove è stato possibile - questo decreto, con emendamenti, con idee. Ne ho ricordato prima alcune, alcune le avevamo già proposte nel “decreto sicurezza 1”. “Decreto sicurezza” che si è caratterizzato, soprattutto nei lavori della Commissione, per un grande dibattito che si è avuto sulle vicende legate alla Sea-Watch, sulla capitana Rackete, la nuova eroe della sinistra italiana, eroe che ha violato le leggi, il decreto-legge del Ministro Salvini, che ha violato l'ordinanza della magistratura amministrativa, che ha violato le sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo, che ha violato il blocco navale militare della nostra Guardia di Finanza con a bordo i parlamentari della sinistra italiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quella stessa Carola Rackete che la sinistra illuminata europea - quella francese su questo è campione del mondo - ha pure proposto come cittadina onoraria di Parigi, perché la Francia si fa bella quando gli immigrati le ONG li scaricano in Italia, ma poi è la stessa Francia che chiude i porti a Marsiglia, è la stessa Francia che respinge le donne incinte al confine di Ventimiglia, è la stessa Francia che ha dichiarato guerra alla Libia, è la stessa Francia che colonizza l'Africa, da cui questi poveretti poi scappano per necessità.

Noi chiediamo al Governo di interagire con l'Europa, perché si possa finalmente fare quello che si è fatto, in favore della Germania, in Turchia, cioè mettere delle risorse perché la Turchia bloccasse l'immigrazione che arrivava in Germania. Che ora si possa fare anche per l'Italia, che è Paese fondatore europeo, che è primo contributore in rapporto al prodotto interno lordo di questa Europa e che chiede l'intervento dell'Europa per poter fare il blocco navale. I 140 morti, che purtroppo ha ricordato la presidente Boldrini poc'anzi, non ci sarebbero stati, se quelle navi non fossero partite dalla Libia e si fosse attuato il blocco navale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Arriveremo anche a questo, prima o poi, noi continueremo una battaglia in questo senso. L'altra parte importante del provvedimento, l'altro passo in avanti che va fatto nei confronti dell'Europa è che l'Europa si deve far carico di finanziare la costruzione dei centri di sorveglianza e di espulsione, perché chi non ha diritto di stare in Italia se ne deve tornare al Paese suo, e chi vuole venire rispettando le regole è il benvenuto, perché noi siamo un Paese civile. Se il Ministro Salvini riuscirà a far prevalere la sua idea di gestione dell'immigrazione, che noi condividiamo, e non quella del Ministro Trenta, del Presidente Fico o del MoVimento 5 Stelle, noi ci saremo per fare la battaglia, come abbiamo fatto insieme la battaglia anche in Commissione per far riammettere dall'esclusione i provvedimenti che ci hanno poi consentito di dare più strumenti e più forza all'azione delle forze dell'ordine e dei vigili del fuoco, che il provvedimento della Presidenza Fico aveva in un primo momento escluso, e quindi è stato possibile aumentare i minimi edittali per l'oltraggio a pubblico ufficiale, finalmente. È stato possibile cancellare quella schifezza della tenuità sulle aggressioni a diverso modo nei confronti delle forze dell'ordine, perché se tu sputi e insulti un poliziotto che sta lì a rappresentare lo Stato per 1.500 euro al mese non è che hai la medaglia al valore civile come ricordava la collega del MoVimento 5 Stelle, oggi hai tre anni di carcere. È questa la differenza tra chi sta dalla parte di quegli uomini e quelle donne in divisa e chi sta invece sempre dall'altra parte! Siamo soddisfatti di quei provvedimenti che vanno in quel senso, e non siamo soddisfatti, perché non c'è stato possibile cancellare un'altra schifezza, che non permette alle nostre forze dell'ordine di operare in serenità e con tranquillità, sapendo che lo Stato sta dalla loro parte, quello Stato che loro rappresentano, in merito alla cancellazione del reato di tortura, che sarebbe stato cancellato se ci fosse stato un Governo di centrodestra e che non è stato cancellato perché evidentemente c'è una componente di maggioranza che su questo nicchia. Sappiamo ovviamente che non sono gli amici della Lega. Continueremo questa battaglia. Siamo invece soddisfatti dei provvedimenti che sono stati assunti in favore dei vigili del fuoco, che hanno permesso di sbloccare gli straordinari per il personale operativo, che hanno permesso di sbloccare i concorsi dei capisquadra, che consente di dotare di personale qualificato il dispositivo di soccorso sul territorio, quindi dare più garanzie ai cittadini, e allo stesso tempo sbloccare, aprire le porte alle assunzioni di nuovi giovani.

Siamo contenti che sia stato accolto anche un altro emendamento di Fratelli d'Italia, quello che dà una piccola ma importante attenzione al mondo del turismo, agli albergatori, di correggere il decreto su una stortura che si era verificata e che consente di dare le comunicazioni degli ospiti alla questura entro 6 ore e non immediatamente, ingolfando gli operatori del settore. Era una richiesta che un settore strategico per la vita economica del Paese aveva fatto e che, su proposta di un emendamento di Fratelli d'Italia, è stato raccolto a grande maggioranza. Ma ogni volta che c'è da intervenire con forza e decisione è tutta una lotta, una battaglia. Fare passi in avanti - perché si fanno, ne siamo contenti, lo riconosciamo e ne siamo felici, perché vanno nell'interesse dell'Italia e degli italiani, anche col contributo di idee, di proposte di Fratelli d'Italia - è sempre una grande guerra, è sempre una battaglia, è sempre difficile. Quindi l'invito che facciamo al Ministro Salvini, l'invito che facciamo agli amici della Lega Nord, è di chiudere questa esperienza, questo matrimonio innaturale, di ridare la parola agli italiani, ridare all'Italia un Governo con una maggioranza che parla a una voce sola e che sappia dare una svolta sovranista a questa Italia, che è quello che ci hanno chiesto gli italiani anche secondo gli ultimi risultati elettorali nelle elezioni europee.

Quindi, poche idee, chiare, ma c'è ancora molto da fare, e noi ci saremo. Qualunque Governo troverà l'aiuto di Fratelli d'Italia e della destra quando si parlerà ancora di sicurezza, quando si parlerà di fermare l'immigrazione clandestina, quando si parlerà di fare il blocco navale, quando si parlerà di poter rinforzare le garanzie per il nostro Paese costruendo i centri di accoglienza e di espulsione. E ci sarà, come in questo caso, come su questo provvedimento, il voto e il sostegno di Fratelli d'Italia, perché questo è l'interesse dell'Italia e soprattutto l'interesse degli italiani, a cui noi guardiamo sempre e in ogni azione politica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, innanzitutto, finché la democrazia le consentirà di mantenere quel posto, io le auguro di tenerlo, perché le regole, il Parlamento, la necessità di avere dei punti di riferimento non deve conoscere assolutamente differenze di appartenenza. È questo lo spirito che ci anima quando il nostro voto favorevole nei confronti di questo decreto non ci può esimere, però, da alcuni rilievi di carattere critico. Innanzitutto, Presidente, secondo un'antica passione, non soltanto mia ma di Forza Italia, il metodo: noi ci stiamo abituando alla patologia della fiducia, quasi che la fiducia costituisca il normale sbocco di certi provvedimenti. Questo non va bene, perché questo prosegue e dà corpo a quel disegno chiarissimo, segnatamente del MoVimento 5 Stelle, di cancellare il dibattito parlamentare dalla prevedibilità nel percorso formativo delle leggi.

Il Parlamento conta sempre meno; noi vogliamo che conti sempre di più e conti sempre ai fini della democrazia rappresentativa. Quindi, l'abuso della fiducia, un po' come l'abuso del diritto o del diritto patologico, è il primo segnale che noi vogliamo rappresentare nell'aderire a quella che è la tematica di questo decreto. Abbiamo provato, Presidente, in Commissione - in Aula ovviamente non ci è stato consentito - a migliorare questo decreto. Bene, e qui non me ne vorrà il Governo, la chiusura totale anche nei confronti di chi storicamente è favorevole alla necessità di dare più sicurezza a questo Paese, la chiusura totale a qualsiasi forma di miglioramento. Noi abbiamo provato a proporre, abbiamo provato a dare un contributo fattivo: nulla, nulla, di nulla. Anche sugli ordini del giorno, l'inutile rito degli ordini del giorno, abbiamo dovuto faticare; e quello che doveva avere almeno un minimo di ascolto è stato cestinato, magari con un sorriso, ma cestinato. Con un finto impegno ad approfondire, ma cestinato. Questo non è più un Parlamento. Un Parlamento in cui qualsiasi sforzo di miglioramento diventa… io pregherei il collega Sgarbi, che è stato veramente garbato, Sgarbi-garbato, collega Sgarbi, posso pregarla di rispettare chi interviene dopo di lei? Non è male.

Dicevo, quindi, che sarebbe assolutamente naturale che, di fronte agli sforzi di chi vuole migliorare i provvedimenti, ci fosse un ascolto. Non c'è nessun ascolto, nulla! E in questo contesto, difficile, Forza Italia manifesta coerenza, coerenza con se stessa. Ricorderò che nel 2010 noi avevamo ridotto a 4.406 - lo hanno ricordato meglio di me, nella discussione sulle linee generali, i colleghi Fontana e Calabria, e mirabilmente la collega Ravetto, nel suo intervento - gli sbarchi. Bene, la politica saggia di Silvio Berlusconi ha trovato dal 2013 al 2018 - udite, udite, cari amici, dal punto di vista personale, del Partito Democratico - 600 mila sgarbi…sbarchi, uno scandalo! Lapsus freudiano, va bene (Applausi).

Questo vuol dire quando l'arte prevale sulla politica. Dicevo, 600 mila sbarchi, 600 mila persone che hanno invaso un Paese in modo assolutamente inaccettabile. Oggi siamo tornati a 4 mila. Il decreto “sicurezza uno” ha funzionato, non c'è niente da fare, questo è un dato oggettivo che nessuno può negare: 4 mila sbarchi significa che il “decreto uno” ha funzionato e noi, coerentemente, avendo votato il decreto “sicurezza uno”, sulla scorta di questi dati, votiamo favorevolmente anche il “due”. Il nostro Paese ha subito indubbiamente un grande beneficio da quello che è accaduto; non era difficile, vista la tragedia di questi cinque anni in cui il business sugli sbarchi è stato imbarazzante. Imbarazzante quanto ci è costata la politica migratoria dei Governi di sinistra.

Ma noi lo votiamo per un altro motivo: la sicurezza sull'immigrazione era ed è nel programma di centrodestra. Che differenza c'è fra un programma e un contratto fra partiti? Un programma è una volizione comune, sentita, in cui c'è fiducia l'uno nei confronti dell'altro. Voi avete avuto bisogno di un contratto perché non vi fidate l'uno dell'altro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Avete avuto necessità di un patto, di scrivere, di siglare, ancora per caso qualcuno veniva meno. E la sanzione quale era? La caduta del Governo. Allora, è evidente che la cartapesta di quel contratto, una carta che va sempre più verso la consumazione naturale, non è una carta che possa essere avallata, perché è un contratto che fa crepe, ha quella sorta di capacità di autodistruzione evidente.

Fra i veti e i controveti - fatemi citare qualcosa che non si cita abitualmente -, quando noi abbiamo assistito a senatori e deputati dei 5 Stelle che lasciano l'Aula quando si parla dell'altra ala del Governo, io dico “se mi lasci, non vale”. Quel contratto non vale, perché voi lo avete assolutamente distrutto, abbandonando l'Aula in modo proditorio, assurdo, inaccettabile. Che Governo è questo, in cui l'uno abbandona l'altro? Ma di chi ci possiamo fidare, cari italiani? Ci possiamo fidare di un Governo che fa a pugni tutti i giorni e che - cito un'espressione che mi è piaciuta molto oggi, di Verderami, sul Corriere della Sera - galleggia sull'alito del drago? Questo è il Governo, galleggia sull'alito del drago. Il Presidente Conte cerca disperatamente di mantenere, mette toppe a destra e a sinistra, è il caso di dire, ma è un Governo che non ha nessuna stabilità e che ha forse nella instabilità il suo punto di forza per sé, per il mantenimento dell'utilitarismo poltronizzato, ma non certamente nell'interesse degli italiani.

Allora, Presidente, noi non siamo cerchiobottisti, noi votiamo secondo quello che è il nostro sentire: primo “decreto sicurezza”, secondo “decreto sicurezza”, compreso nel programma di centrodestra. Sembriamo marziani della normalità, marziani della normalità, cioè un partito che ha il coraggio di essere coerente. Parole che qui aleggiano in quest'Aula innovativamente, a fronte della capacità di cambiare vento e bandiera con inspiegabile rapidità. E questo provvedimento a noi piace perché la continuità e la contiguità del primo e del secondo rendono inevitabile il voto favorevole, il contrasto all'immigrazione clandestina, dai risultati all'integrazione, al grande problema dei rimpatri.

Il collega Fontana, che ha onorato il suo impegno di parlamentare con un emendamento importantissimo, ma anche valoriale. Si può dire ancora? Si può usare la parola valoriale? Cioè, i risparmi della Camera, i risparmi della Camera indirizzati ai rimpatri: un gesto che io direi unico, perché il Parlamento avrebbe provveduto ai rimpatri. Perché si è detto “no”? Perché si è detto “no”? Non voglio indagare il movente, nel diritto penale il movente è sempre secondario, ma qui c'è il sospetto che un gesto valoriale così importante, così semplice, i risparmi della Camera andavano ai rimpatri. Si è detto “no” e questa è un'altra irrazionalità incomprensibile, nonostante il grande consenso su questo emendamento, che Forza Italia denuncia come un ulteriore segnale di crisi valoriale di questo Governo.

Neanche quello che è logico, che ci appartiene, i nostri risparmi, neanche quelli li possiamo impiegare per una giusta scelta in favore degli italiani. La tutela delle Forze armate: noi abbiamo portato dei temi come il potenziamento, i Vigili del fuoco, la Polizia di Stato. Nulla ci è stato consentito. Ma, scusate, perché? Perché? Su questi quesiti, Presidente, noi non possiamo che apprezzare i passaggi sull'efficacia dell'azione amministrativa, sulle manifestazioni sportive, sull'estensione del Daspo, sulla necessità di alcune operazioni di Polizia sotto copertura, ma mi sia consentito, nell'ambito del minimo di competenza che la vita mi ha affidato, di segnalare l'impossibilità di accettare che le riforme delle norme penali e del processo penale si facciano con questa rapidità. Un diritto penale della improvvisazione, e non della riflessione: questo non si è mai verificato, che si possa intervenire sulle norme penali con tanta veemenza e con tanta emotività. Questo è un segnale di ulteriore crisi, quando non c'è la bolizzazione, non c'è la digestione, non c'è il momento di riappacificazione fra la norma penale e quello che accade nella realtà.

E allora, Presidente, credo che il nostro voto favorevole, favorevole anche per gli aumenti di contributi delle società, il bagarinaggio, sia un voto che noi diamo volentieri alla sicurezza, diamo volentieri al contrasto dell'immigrazione.

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Ho finito, Presidente. Ma il nostro è un “no” culturale alla oppressione del Parlamento, alla imprevedibile commedia dell'arte del Governo, allo scempio del Parlamento.

E, Presidente, stia tranquillo che Forza Italia, nel rispettare la Costituzione, le istituzioni e anche quella magistratura silente e operosa che lavora nell'interesse della giurisdizione, perché ogni generalizzazione è inesatta, anche questa – come diceva Oscar Wilde, non si può generalizzare, c'è chi sbaglia e c'è chi lavora, e noi siamo sempre con chi lavora e mai con chi sbaglia –, Presidente, noi difenderemo il Parlamento; lo difenderemo, stia tranquillo, saremo fedeli al Parlamento, sempre e per sempre.

Questo è l'atteggiamento di Forza Italia nel “sì” ad un decreto che ci piace per contenuti, ma non ci piace per metodo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bordo. Ne ha facoltà.

MICHELE BORDO (PD). Signor Presidente, questo Governo è politicamente finito. State offrendo al Paese uno spettacolo indecente. Nel frattempo, l'Italia è paralizzata dalle vostre lotte e il Governo è completamente fermo. Prima andate a casa e meglio è per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Il MoVimento 5 Stelle ha subito una metamorfosi senza precedenti. In nome delle poltrone da mantenere a tutti i costi, si è piegato a tutte le richieste di Salvini, il vero dominus di questo Governo. Prima lo ha salvato dal processo, poi ha cambiato opinione sull'Ilva, le trivelle, il TAP, adesso ha fatto cadere l'ultimo baluardo, la TAV, con il “sì” annunciato dal Presidente Conte. Mi chiedo con quale faccia tosta il Ministro Toninelli sia ancora al suo posto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), dopo averci spiegato per mesi che l'opera non era conveniente per il nostro Paese. Dovrebbe avere il buon gusto di dimettersi.

Non avete alcun rispetto per il Parlamento. Da diversi giorni chiediamo a Salvini di venire alla Camera per riferire sui rapporti tra la Lega, la Russia e alcuni faccendieri. Il Ministro dell'Interno, invece, fugge. Fino a qualche giorno fa insisteva addirittura col dire che con Savoini non aveva alcun rapporto. È stato poi smentito dalle foto, ma ieri in Senato è stato sbugiardato anche dal Presidente del Consiglio, che ha ufficialmente riconosciuto che, nelle trasferte a Mosca di Salvini di luglio e ottobre 2018, il signor Savoini figurava come membro ufficiale della delegazione del Ministero dell'Interno. È davvero molto grave che il Ministro dell'Interno abbia mentito così spudoratamente. Deve spiegare come sia stato possibile che un membro della sua delegazione ufficiale abbia trattato una tangente di 65 milioni di euro per la Lega con una potenza straniera senza che lui fosse informato. Delle due, l'una: se non era informato e Savoini è un millantatore, Salvini deve allora prendere le distanze da lui, altrimenti è complice. Perché il Ministro dell'Interno non lo ha ancora denunciato? È forse ricattabile? Salvini deve spiegare tutto questo al Parlamento e agli italiani. Per queste ragioni, noi abbiamo deciso di presentare nei suoi confronti una mozione di sfiducia. La sua risposta ieri è stata di accostare il PD ai Casamonica: un accostamento ignobile di cui dovrebbe vergognarsi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Noi, caro Ministro Salvini, non ci facciamo certo spaventare dalle sue minacce, anzi le diciamo che continueremo a non darle tregua fino a quando non avrà spiegato fino in fondo i suoi rapporti con la Russia e la tangente chiesta da Savoini.

La cifra di questo Governo è la propaganda, ce n'è a quintali anche in questo decreto che è inapplicabile e incostituzionale. Con questo provvedimento voi dite una cosa molto semplice: se qualcuno incrocia in mare una barca alla deriva con degli esseri umani a bordo che stanno annegando, può anche lasciarli morire. Per me questo è indegno di un Paese civile come l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Noi non ci spiegheremo mai a questa idea di società. Il clima di odio che si respira contro gli immigrati anche grazie ai messaggi che state facendo passare è senza precedenti.

L'altro giorno, a Foggia, un'altra sassaiola contro alcuni braccianti di colore ha provocato ad uno dei ragazzi colpiti - Kemo, un giovane gambiano di 22 anni, a cui rivolgiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) - la frattura del volto e la perdita parziale della vista: una vergogna!

Questo provvedimento isola e indebolisce ancor di più il nostro Paese nei contesti internazionali e soprattutto in Europa. L'Europa doveva e deve fare certamente di più sulla questione immigrazione. Ma i comportamenti isterici e propagandistici di Salvini non spingono l'Unione a fare meglio. Ci vuole la politica, quella che ormai manca al nostro Paese. Aveva promesso di stravolgere l'Europa se avesse vinto le elezioni. Per adesso l'unico cambiamento è che il nostro Paese non conta più niente. Se non ci fosse stato il PD, con Sassoli e Gualtieri, l'Italia non avrebbe avuto nessun ruolo significativo a livello comunitario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ci sono obblighi internazionali a cui nessuno può sottrarsi. C'è un obbligo di assistenza a chi si trova in pericolo in mare, lo dicono il Codice della navigazione e tutte le Convenzioni internazionali. L'attività di ricerca e soccorso è fondamentale per salvare vite umane.

SERGIO VALLOTTO (LEGA). Basta!

PRESIDENTE. Collega… collega, la richiamo all'ordine.

MICHELE BORDO (PD). Con la sua riduzione, è cresciuto il numero dei morti nel Mediterraneo, passando da 1 ogni 269 arrivi nel 2015 a 1 ogni 51 nel 2018. E nel Mediterraneo centrale questi dati sono ancora più drammatici. Si stima che al 30 giugno 2019, circa 341 rifugiati e migranti abbiano perso la vita. Questa cifra, messa in rapporto con il numero degli arrivi in Italia nello stesso periodo, determina una percentuale di 1 deceduto o scomparso ogni 8 persone salvate: sono numeri che farebbero rabbrividire qualsiasi persona normale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Salvare vite umane dovrebbe essere un imperativo della coscienza di ciascuno di noi, prima che un obbligo giuridico. Non bastano più le parole, voglio dirlo anche al Presidente della Camera: caro Presidente Fico, le parole non sono più sufficienti, bisogna agire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Le parole, al punto in cui siamo, rischiano di essere solo un modo per pulirsi la coscienza, ma così non salviamo le persone.

Questo decreto è inservibile. E invece continuiamo ad assistere tutti i giorni a questo show ignobile del Ministro Salvini. Caro Ministro, la smetta con la propaganda e provi ad affrontare senza demagogia il tema dell'immigrazione verso il nostro Paese. Da quando siete voi al Governo, sono calati drasticamente i rimpatri. Avevate detto che sarebbero tornati a casa 600 mila immigrati, in realtà dei rimpatri non c'è traccia da nessuna parte, questa è la verità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Le periferie delle nostre città sono ancora piene di stranieri marginalizzati, in molte realtà anzi la situazione è peggiorata rispetto agli anni scorsi, eppure siete andati in giro là, a rastrellare voti, soffiando sulla paura, durante tutte le campagne elettorali. Basta con la demagogia, c'è bisogno di idee serie per regolare gli arrivi. Servono risorse e investimenti in favore dei Paesi da cui partono gli immigrati, sono necessari corridoi umanitari. Ci vorrebbe di nuovo la missione Sophia e, d'altronde, è stata la Ministra della Difesa, Trenta, a dire che gli sbarchi della Sea-Watch 3 a Lampedusa sarebbero stati evitati se ci fosse stata ancora quella missione. E lo ha fatto smascherando la farsa inscenata, anche in quella occasione, dal Ministro dell'Interno.

E poi - e concludo - è fondamentale riformare Dublino per rendere obbligatoria la distribuzione dei migranti tra i diversi Paesi europei, ma, anche qua, bisogna raccontare la verità, perché quando si è trattato di votare per cambiare Dublino, la Lega non ha votato a favore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e Salvini, ai vertici europei in cui si discute di immigrazione, non ci va mai, questa è la verità!

Il fenomeno immigrazione è enorme. Ci vorrebbe una visione, ciò che a voi è mancata in questi mesi. Questo decreto non dà nessuna risposta, contiene solo norme crudeli e irrispettose della vita umana; per il resto, il nulla. Per tutte queste ragioni il nostro voto sarà convintamente contrario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tonelli. Ne ha facoltà.

GIANNI TONELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, in queste settimane di lavoro per la conversione in legge del “decreto sicurezza-bis” abbiamo potuto constatare la pochezza delle argomentazioni, come quelle di poc'anzi, da parte di coloro che si oppongono a questa nuova legge, e questo ci ha causato un profondo stato di tristezza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Il fenomeno migratorio è uno dei problemi epocali che il genere umano dovrà affrontare nel prossimo futuro, futuro che, per chi ha gli occhi per vedere, è già iniziato, ed è irresponsabile pensare di affrontarlo in maniera dirigista, con accordi riservati e sovranazionali nei quali l'Italia viene individuata come unico collettore d'ingresso del fronte sud del nostro continente. Il Governo Renzi in questo è stato deplorevole, mancando di rispettare elementari regole della democrazia e calpestando la dignità di quel minimo di sovranità di cui ancora siamo titolari (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Il fenomeno migratorio è in grado di determinare un drastico sovvertimento di un'infinità di aspetti della nostra società e dell'intera civiltà occidentale. Incide pesantemente sui livelli della sicurezza e per questo siamo qui a discutere di questo decreto; incide profondamente sul nostro tessuto valoriale, che individua i punti cardinali del nostro agire quotidiano distinguendo il bene dal male; rappresenta il risultato ultimo del nostro processo di civilizzazione culturale, che è la metà del percorso formativo delle nuove generazioni; incide profondamente negli assetti sociali e sarà destinato a mettere in discussione una infinità di traguardi raggiunti nel percorso evolutivo della nostra civiltà, in materia di diritti umani, di pari dignità tra uomo e donna, di laicità dello Stato e altro; incide profondamente sui livelli di benessere, sugli assetti economici e via di seguito.

Se la metamorfosi della nostra società è iniziata con la messa al bando dei presepi o dei crocifissi dalle scuole o dai pubblici uffici possiamo per certo affermare che il modello di integrazione imposto agli italiani vada rivisto relativamente agli obiettivi e al metodo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) altrimenti tra poco - e non per fare battute - ci troveremo a discutere della messa al bando del prosecco e della mortadella (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Colleghi!

GIANNI TONELLI (LEGA). Potrei proseguire all'infinito, ma in questa sede a noi interessa unicamente sottolineare quanto il fenomeno migratorio possa rappresentare un elemento di profonda trasformazione del nostro mondo e, a tal proposito, non ci capacitiamo su come logiche scellerate abbiano potuto pensare di non coinvolgere la comunità nazionale in queste scelte. Se dovremo trasformarci o meno non può essere deciso da pochi autonominati detentori dei destini del futuro degli italiani, ma lo possono decidere solo gli italiani stessi.

È deplorevole quanto è accaduto nella precedente legislatura, dove il Governo Renzi ha svenduto a Bruxelles i nostri destini, decidendo l'apertura di un massiccio flusso incontrollato, appaltandolo di fatto alle ONG e scaricando 4 miliardi di costi sulle tasche degli italiani per destinarli alla predazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Nello stesso frangente sempre sugli italiani si sono scaricati gli effetti devastanti dei tagli lineari, operati sul sacro altare della spending review, all'apparato della sicurezza. Si lavorava, in tal modo, sulla insicurezza al quadrato: da una parte, si importava insicurezza a causa dell'enorme e incontrollato flusso migratorio; dall'altro, si tagliavano risorse, uomini, vestiario, logistica, formazione e altro agli uomini in divisa. Tutto questo sulla testa degli italiani, senza coinvolgerli e senza tenere in alcuna considerazione la loro volontà, ledendo in tal modo uno dei principi fondamentali dei popoli, ossia quello dell'autodeterminazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Gli italiani hanno il diritto di autodeterminarsi nella scelta del loro futuro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

Noi desideriamo che i nostri figli possano crescere in pace nella terra che ci hanno regalato i nostri padri, con annessi e connessi, con il nostro essere occidentale che dovrà evolversi secondo i naturali processi, e non sotto l'effetto di eventi traumatici partoriti dai desiderata del governo internazionale delle lobby, dai Soros o da chiunque altro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Il “decreto sicurezza-bis” va in questa direzione, alla stessa stregua del dibattito pubblico a seguito delle campagne promosse dalla Lega, dall'azione di Governo del Ministro Salvini, del primo “decreto sicurezza”, dall'enorme coinvolgimento del circuito mediatico dei social. Tutta questa azione di consapevolezza posta in essere è finalizzata a coinvolgere la nazione Italia su un punto cardine del proprio percorso storico, affinché gli italiani possano sovranamente scegliere. Rivendichiamo con forza e determinazione la piena titolarità di essere padroni a casa nostra (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), di essere padroni dei nostri destini e di scegliere la strada futura del nostro percorso (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

Ditemi, ditemi, colleghi della sinistra, ditemi che fate davvero quando pretendete di indossare la veste della bontà, quando pretendete di porre sul vostro capo, voi stessi, l'aura della santità, mentre, per converso, al Governo c'è un Ministro brutto e cattivo, un Ministro che è un dispensatore di violenza, che sistematicamente istiga all'odio, al sessismo, che pone in essere attività intimidatrici, che è cattivo, insensibile, malvagio (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Colleghi!

GIANNI TONELLI (LEGA). Ma di queste farneticazioni quella che ieri mi ha attirato di più l'attenzione è stata una, secondo la quale questo decreto rappresenta una “marchetta” elettorale (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Colleghi del Partito Democratico!

GIANNI TONELLI (LEGA). Voi, colleghi della sinistra, che recitate una patetica sceneggiata unicamente per conservare la vostra greppia elettorale, la vostra greppia elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)! La nostra operazione di consapevolezza…

PRESIDENTE. Colleghi! Deputata Morani, deputata Morani! Dovete far continuare il collega della Lega. Prego.

GIANNI TONELLI (LEGA). La nostra operazione di consapevolezza sta spruzzando sulla vostra greppia del glifosato! Ma non vi rendete conto che questo glifosato viene spruzzato dall'atomizzatore che tenete voi nelle vostre mani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

No! No, cari colleghi della sinistra, non accettiamo lezioni di solidarietà civile o di carità cristiana da voi perché la vostra carità è pelosa, troppo pelosa e si è insudiciata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti della deputata Morani)!

PRESIDENTE. Deputato Tonelli, stigmatizzo alcune sue parole, una parola.

Deputata Morani, non sto parlando con lei! Colleghi, colleghi, colleghi, colleghi, dovete far continuare l'intervento del collega della Lega. Prego.

GIANNI TONELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Voglio ringraziare tutto il Governo e, in particolar modo, la maggioranza, il Ministro dell'Interno, Salvini, il sottosegretario Molteni e i due relatori, Turri e Bordonali, perché hanno consentito che venissero inseriti alcuni emendamenti che stavano particolarmente a cuore - io parlo a nome della Lega, ma in questo caso non posso togliermi la divisa di dosso (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) - e che vanno nella direzione di tentare, dopo dieci anni, di ricostruire un puzzle, quello dell'apparato della sicurezza, fortemente rottamato, debilitato dalle precedenti gestioni.

Un tassello alla volta stiamo cercando di ridare l'immagine e di ricostruire. Non è facile, le difficoltà sono tante, di carattere concettuale e materiale, ma piano piano stiamo riuscendo. In questo decreto, proprio al titolo 2, vi erano degli importanti elementi, che servivano per ripotenziare l'apparato logistico, riguardando vestiario, buoni-pasto, vigili del fuoco e numerosi altri interventi, e sono andati in porto, come sono andati quelli del precedente decreto sicurezza e anche nella legge di bilancio. Una cosa mi sta veramente a cuore e ringrazio tutti di aver accolto il mio…

EMANUELE FIANO (PD). La poltrona!

GIANNI TONELLI (LEGA). Come la tua!

PRESIDENTE. Deputato Fiano! La richiamo all'ordine!

GIANNI TONELLI (LEGA). ….perché il problema delle Forze dell'ordine non è solo un problema che riguarda la materialità, ma riguarda anche la dignità, la possibilità di tutelare degnamente una funzione, perché tutelando la funzione noi tuteliamo le persone protette da queste funzioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier): la brava gente, le persone perbene, i deboli, coloro che hanno bisogno di concordia e di pacifica convivenza, perché si aspettano dallo Stato l'adempimento del dovere primario, quello della sicurezza.

PRESIDENTE. Concluda.

GIANNI TONELLI (LEGA). Ho bisogno di un secondo, ci sono le interruzioni. In questo, ringrazio perché è stato finalmente tolto da alcuni articoli un principio che era quello della lieve entità: non è più possibile oggi e legittimo sputare sulla divisa di un poliziotto in servizio, perché non è possibile che qualcheduno riconosca in un tribunale la lieve entità del fatto (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

Avrei voluto vedere se in udienza qualcuno sputacchiasse su una toga di un magistrato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo è molto importante; è molto importante non solamente per le divise. Qui vi è un popolo infinito, perché questi articoli fanno riferimento ai pubblici ufficiali e agli incaricati di pubblico servizio. Come tuteliamo da queste orde di barbari, a volte, una persona, un capotreno, quando chiede il biglietto e si ritrova in risposta un pugno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Come riusciamo a tutelare un controllore in un autobus? Come possiamo riuscire? Tutti gli incaricati di pubblico servizio, che sono molteplici, sono tantissimi - le guardie particolari giurate, gli operatori delle motorizzazioni, i portalettere, i farmacisti, i sacerdoti -, tutte queste persone potranno godere di questo tipo di tutela.

PRESIDENTE. Concluda.

GIANNI TONELLI (LEGA). Ma ripeto, non sono loro a essere tutelati, sono i cittadini, perché lo Stato in qualche modo e le sue funzioni devono avere un'autorevolezza. Per questi e per mille altri motivi la Lega voterà a favore di questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Sarno. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO DI SARNO (M5S). Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, oggi, al termine di un ampio dibattito istituzionale, siamo chiamati a votare un provvedimento che ha destato particolare interesse nei cittadini, soprattutto per quanto concerne la sicurezza e l'ordine pubblico in materia di immigrazione. Si tratta di un tema che da sempre ha visto…

PRESIDENTE. Colleghi della Lega, per favore! Prego.

GIANFRANCO DI SARNO (M5S). …l'Italia impegnata in prima linea, specialmente con riguardo al sistema di gestione delle politiche migratorie, all'accoglienza degli stranieri e, non da ultimo, al diritto all'integrazione. Troppo spesso il nostro Paese è stato abbandonato - sì Presidente, è stato abbandonato - nell'affrontare quella che da più parti è stata definita l'emergenza immigrazione, espressione che evoca un problema purtroppo solo nazionale, a discapito degli obiettivi della stessa Unione Europea nel coinvolgere tutti gli Stati membri nelle politiche migratorie. La necessità di un intervento legislativo che dia una risposta concreta e seria a tali problematiche costituisce una prerogativa irrinunciabile del MoVimento 5 Stelle al fine di ridurre l'immigrazione irregolare, nel rispetto dei diritti fondamentali dell'individuo, disciplinando altresì le ipotesi di rimpatrio. È ciò che questo Governo ha fatto, fronteggiando una materia complessa, delicata, in cui è stato trovato il giusto equilibrio tra due interessi entrambi meritevoli di tutela: da un lato la difesa dei confini e del territorio nazionale, dall'altro l'esigenza di garantire il diritto d'asilo a coloro che fuggono da guerre e conflitti internazionali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Infatti, gli ultimi episodi di cronaca che vedono coinvolte numerose ONG sono emblematici della necessità di regolamentare l'immigrazione in maniera precisa. Il testo che ci accingiamo a votare, a seguito del lavoro delle Commissioni, ha l'obiettivo primario di limitare o vietare l'ingresso di navi nel mare territoriale, qualora lo richiedano motivi di ordine e sicurezza pubblica, applicando, in caso di trasgressione del divieto, una sanzione amministrativa pecuniaria e la confisca dell'imbarcazione.

Tra le misure volte a fronteggiare l'immigrazione clandestina rientra altresì l'istituzione di un fondo per le politiche di rimpatrio, volto a sostenere la cooperazione internazionale ed intese a carattere bilaterale per la riammissione degli stranieri irregolari. La lotta agli scafisti passa anche attraverso il potenziamento delle operazioni di polizia sotto copertura e la possibilità di svolgere intercettazioni utili alla prevenzione del reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Vede, Presidente, il MoVimento 5 Stelle in materia di immigrazione irregolare ed incontrollata e in materia di sicurezza si è assunto responsabilmente due impegni importanti: il primo, ora, in questa sede; il secondo lo abbiamo assunto in occasione delle elezioni del neopresidente della Commissione europea Von Der Leyen, la quale ci ha garantito una rivisitazione del Regolamento di Dublino, attualmente ispirato al principio che il primo Paese d'ingresso nell'Unione deve farsi carico della gestione degli immigrati e dei richiedenti asilo.

Per come è formulata, Presidente, la norma mortifica - sì, mortifica - la maggior parte dei Paesi del Mediterraneo e soprattutto l'Italia, che il più delle volte costituiscono il primo porto sicuro cui attraccare, senza che vi sia un'adeguata distribuzione dei migranti anche negli altri Paesi europei (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questi ultimi non possono limitarsi al ruolo di meri spettatori, ma devono farsi carico della distribuzione dei migranti. Presidente, limitare il decreto-legge alla questione dell'immigrazione sarebbe riduttivo, poiché esso affronta, in modo trasversale, il tema della sicurezza e dell'ordine pubblico, in una molteplicità di ambiti, che coinvolgono la vita di tutti i cittadini, ai quali lo Stato deve garantire protezione e tutela.

Ciò soprattutto in occasioni di manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico, attraverso un inasprimento delle sanzioni penali per chi indossa caschi integrali che impediscono il riconoscimento della persona e per i reati di violenza o minaccia a pubblico ufficiale, quando le condotte siano tali da creare un concreto pericolo per l'incolumità e l'ordine pubblico.

Ma vi è di più, perché l'impegno del Governo in questo provvedimento si realizza anche nella salvaguardia della sicurezza nelle manifestazioni sportive, che devono essere momenti di aggregazione e condivisione, e non, come spesso accade, teatro di scontri sanguinari tra tifoserie avverse (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per tali ragioni, il MoVimento 5 Stelle saluta con favore l'ampliamento delle ipotesi di Daspo nelle competizioni sportive, con importanti interventi anche nel codice penale, ampliando altresì i poteri del Sindaco.

Condividiamo a pieno titolo l'inserimento nel decreto-legge di una serie di disposizioni volte a tutelare e a valorizzare il ruolo delle Forze di polizia e delle Forze armate, veri e propri baluardi della legalità nella protezione dei cittadini.

Lo stanziamento di risorse a favore del personale preposto all'attività di sicurezza pubblica e di soccorso pubblico potrà realizzare un potenziamento degli strumenti di intervento, da sempre auspicato e che oggi abbiamo l'occasione di realizzare attraverso questo provvedimento.

È evidente che il pacchetto di misure che ci accingiamo a votare riveste un'importanza cruciale per il nostro Paese, affinché l'Italia non sia più ultima nella gestione delle politiche di immigrazione e si dia finalmente una risposta concreta ai cittadini.

Concludo, Presidente, dicendo che, alla luce degli impegni che abbiamo assunto con gli italiani nel contratto di Governo, dichiaro il voto favorevole a questo provvedimento da parte del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, signor Presidente. Questo decreto-legge, che ci apprestiamo a votare al termine di questa discussione, è il decreto che potremmo definire come il decreto della paura (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché è il decreto che lavora in modo cinico per aumentare la paura tra i cittadini di questo Paese. Sapete, lavorare sulla paura è un modo antico per costruire l'emergenza come dimensione permanente del vivere civile; e quando l'emergenza e la paura diventano una condizione permanente, diventa normale immaginare che tutto sia concesso, che tutto sia concesso nel modo con cui si gestisce l'ordine pubblico, che diventi questione da festeggiare l'eliminazione di ogni soglia con cui valutare i comportamenti. Poco fa, un deputato di questa Camera, fino a qualche tempo fa segretario di un sindacato di Polizia, noto per le sue posizioni non propriamente progressiste, si soffermava su questo punto. Non so se sia di lieve entità sputare su una divisa: io non l'ho mai fatto e non lo consiglierei a nessuno. Non so neanche se sia di lieve entità diffamare la famiglia di un ragazzo morto perché pestato da qualcuno che non aveva fatto bene il proprio lavoro in un carcere della Repubblica italiana (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico). Su questo, vede, Tonelli, potremmo discutere a lungo, e forse sarebbe interessante confrontarsi sul concetto di lieve entità.

Bene, questo è il decreto della paura, è il decreto dell'emergenza permanente. È anche un decreto volgare, perché sì, è molto volgare ridurre la vita delle persone, degli esseri umani al confronto con peraltro nobilissimi prodotti della tradizione italiana. Sa, Tonelli, gli esseri umani, quelli che rischiano di affogare ogni volta che attraversano il Mediterraneo centrale, non sono paragonabili alla mortadella e al prosecco della nostra gloriosa produzione (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

E poi, sì, questo è anche il decreto-legge della vigliaccheria. È un decreto vigliacco, perché è da vigliacchi costruire attraverso uno strumento legislativo un rovesciamento così potente dei valori più elementari che dovrebbero regolare la vita civile di qualsiasi Paese voglia definirsi tale. Con questo decreto voi trasformate scientemente la solidarietà in un reato, addirittura nel peggiore tra i reati possibili. Con questo decreto trasformate i solidali, cioè coloro che si adoperano per praticare concretamente la solidarietà, nei peggiori tra i criminali. Con questo decreto dite al Paese che l'allarme per la sicurezza non è prodotto dalla criminalità organizzata, dalla 'ndrangheta, dalla mafia, non è prodotto da chi produce, pratica e diffonde violenza, ogni giorno, nei nostri territori, ma da chi si mette su una nave per cercare di impedire che quella strage indecente e continua, che ha fatto del Mediterraneo centrale il più grande cimitero a cielo aperto del mondo, continui ad accrescere i suoi numeri impressionanti. Ancora oggi, come è già stato ricordato, al largo delle coste libiche, davanti ad Homs, 300 migranti sono affondati sui barconi su cui stavano cercando di attraversare il Mediterraneo. Di questi, solo 137 sono stati recuperati; gli altri sono dispersi, e probabilmente, secondo le stime che arrivano in questi minuti, tutti morti. L'ennesima tragedia del Mediterraneo. È una tragedia di cui queste scelte sono obiettivamente complici e responsabili, la tragedia che si consuma nella più pericolosa frontiera del mondo è una tragedia di cui chi si rende protagonista di queste scelte sarà chiamato, prima o poi, a rispondere: a rispondere davanti alle proprie coscienze, davanti alla storia, davanti alla dignità di un Paese anche come il nostro.

Ebbene, vorrei per questo rispondere a chi, anche in quest'Aula, ma usando parole e linguaggi spesso irripetibili, ha accusato me e altri colleghi e colleghe di questo Parlamento di essere traditori della patria, di disonorare queste Aule parlamentari; e di averlo fatto perché abbiamo scelto, in modi e in forme diverse, di provare, per come la vedo io, ad interpretare fino in fondo come prescrive la Costituzione, con disciplina e onore, il ruolo pubblico che ci è stata data la possibilità, a tempo determinato, di poter rivestire.

Sì, lo confesso, mi costituisco, a chi pensa che sia arrivato il momento di ridurre, se non di impedire le prerogative del Parlamento della Repubblica, le funzioni dei parlamentari e delle parlamentari di questa e dell'altra Camera del Parlamento italiano: ero sulla Sea-Watch 3, ero sulla Sea-Watch 3 con altri colleghi e colleghe, ero sulla Sea-Watch 3 anche a Siracusa diversi mesi fa, quando, ancora una volta, quella nave era bloccata davanti alle nostre coste e a chi era a bordo di quella nave era impedito di sbarcare. Sono stato sulla Open Arms, sono stato sulla Mare Jonio, di Mediterranea. Ero su quelle navi, ci tornerei e ci tornerò ogni volta che sarà necessario farlo.

Io credo che il compito di chi rappresenta le istituzioni, il compito degli uomini e delle donne libere di questo Paese sia quello di cercare di restituire e di allargare la libertà di cui noi disponiamo, anche e soprattutto a chi quella libertà non può praticarla con la sua libera scelta e a partire dalla sua libera condizione.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 17,55)

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Io credo che questo sia il compito di cittadini e di cittadine liberi, e per questo continuerò a battermi, da parlamentare e da semplice cittadino, finché me ne sarà data la possibilità, finché avrò fiato in corpo per farlo. L'ho fatto per tutta la mia vita, continuerò a farlo finché avrò la forza di portare avanti idee e convinzioni di questo tipo (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Carlo Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Sarò breve, Presidente, come sempre. Mi dicono di salutare, ma io non ascolterò i buoni consigli del mio collega. Devo fare due osservazioni, Presidente. La prima riguarda l'articolo 12-bis del decreto “sicurezza”, il secondo riguarda i rapporti con l'Europa su questo argomento.

Otto mesi fa ho presentato una interrogazione scritta, la n. 3-00356, del 28 novembre 2018, in cui chiedevo che venissero aumentati i buoni pasto ai funzionari della Polizia, che erano allora di euro 4,65. Con piacere, ho visto che, all'articolo 12-bis introdotto dalla Commissione competente, sono stati aumentati i buoni pasto dei dipendenti della Polizia di Stato proprio a 7 euro a pasto, come avevo chiesto; quindi, io mi rallegro con il Governo, mi rallegro con la Commissione, mi rallegro anche con me stesso che ho avuto accolta una richiesta in modo così totale. Quindi, cercherò di farne molte e di parlare di meno, se il risultato è sempre questo.

Poi mi meraviglio di come mai non si stia parlando del fatto che colpa grave dell'Unione europea è quella di non comportarsi come si deve, con il rispetto dei principi che i padri fondatori hanno costituito.

Per il fatto, oltre a quello che già tutti continuano a ripetere 100 mila volte al giorno negli ultimi 100 mila giorni, che non si ha nessun riguardo su dove gli immigrati, su quale Paese dell'Unione europea gli immigrati vogliono andare, perché il 90 per cento di coloro che entrano in Italia illegalmente, come sappiamo, vogliono poi andare al nord dell'Europa, dove pensano, giustamente, di avere più lavoro, più possibilità di lavoro. Non si prende in esame il fatto che si deve tener conto, non solo, del fatto che il Padreterno ha posto l'Italia sopra l'Africa ed è confinante con i popoli che hanno desiderio di migliorare le loro condizioni, per cui si crea il flusso immigratorio, ma, anche che non si interessano minimamente di rispettare anche il desiderio di qual è lo Stato in cui vogliono andare. A me capitò che, in un certo momento, a vent'anni, volevo emigrare in Canada, vorrei vedere se mi avessero detto al confine: ti mandiamo alle Hawaii o ti mandiamo alle Bahamas. Magari non mi sarebbe piaciuto. Questo è il finale, per cui voterò con piacere a favore di questo decreto. Viva i pensionati, pensionati all'attacco.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Doriana Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (M5S). Grazie, Presidente. Ci tengo a precisare che parlo a titolo personale. Farò un breve intervento perché, appunto, dichiaro di votare in dissenso al provvedimento in esame. Ho presentato numerosi emendamenti a questo decreto, nel tentativo anche difficile di migliorarlo, insieme a tanti altri, ma, purtroppo, sono stati tutti respinti. Si tratta di un decreto che, a detta di tutti gli auditi, professori di diritto internazionale, rappresentanti delle camere penali, magistrati, non presenta assolutamente quei caratteri di urgenza e necessità previsti dall'articolo 77 della nostra Costituzione per i decreti, ma, soprattutto, anche il dossier della Camera sottolinea la difficoltà della conciliazione tra questo decreto e il suo voler rispettare degli obblighi internazionali, come si possa conciliare con alcune forme come, per esempio, il riferimento specifico al non respingimento. Soprattutto, si inventa una nuova tipologia di reato, si crea un nuovo reato: salvare le vite umane in mare (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto).

Io sono d'accordo con il collega della Lega, il problema delle migrazioni è vero, esiste da sempre, esisterà per sempre ed è proprio questo il motivo per cui non si deve affrontare in maniera emergenziale, ma bisogna trovare delle soluzioni strutturali che vedano il nostro Ministro dell'Interno andare a sedersi ai banchi, ai tavoli di concertazione a ridiscutere Dublino; lì deve battere i pugni sul tavolo, lì deve fare la voce forte, non con la gente per mare (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto).

E noi, tutti i Paesi dell'Europa, tutti i Paesi che vogliono stare in Europa devono essere obbligati a rispettare la ridistribuzione delle persone e questo è un dovere da parte del nostro Stato. Affrontare una problematica così complessa esclusivamente con misure repressive che minano tutti gli accordi internazionali fa apparire la non volontà di voler risolvere questo problema, oltre a dare a questo decreto in esame grandi profili di incostituzionalità; purtroppo, non ci è dato, oggi, saperlo.

Altro aspetto grave, è stato già detto, è quello di modificare il codice penale con un decreto, di modificare degli articoli del codice penale. Per esempio gli articoli 6 e 7 del decreto in esame modificano degli articoli del codice penale e aumentano le pene in maniera anche pesante per atti che avvengono durante le manifestazioni. Questo non solo, secondo me, è grave, è grave proprio la modifica del codice penale in sé, ma è anche grave criminalizzare un atto che è difeso dalla nostra Costituzione, ossia il diritto a manifestare per la difesa dei propri diritti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto), il diritto a manifestare per manifestare il dissenso. Questo non è un atto che va criminalizzato.

In più, a detta di quelli che abbiamo audito, i rappresentanti di associazioni e anche il garante della tutela dei detenuti, inasprire così le pene, raddoppiare le pene, a volte, significa quasi non tener conto dello stato delle nostre carceri; poi, si potrebbe valutare l'importanza di pene alternative, perché gli atti di cui si parla sono già previsti dal nostro codice penale, ci sono già delle pene e anche delle pene alternative. Comunque, perché nessuno debba rimanere indietro e per molte altre ragioni di civiltà che, per i tempi a mia disposizione non potrò motivare, preannunzio il mio voto contrario al decreto in esame (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Barbara Pollastrini. Ne ha facoltà.

BARBARA POLLASTRINI (PD). Grazie, Presidente. Soprattutto, mi permetta, attraverso lei, credo di poterlo fare a nome del mio gruppo, ma di tante e tanti in quest'Aula, di ringraziare la collega Sarli e non solo per le parole che ha detto, che ognuno di noi è libero di commentare e noi le abbiamo commentate con grande favore, perché ha dimostrato, dal mio punto di vista, ancora una volta, la forza del pensiero autonomo che ha avuto una donna in quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto) e la forza di cos'è l'autonomia femminile, di cos'è la libertà femminile e dimostra, all'opposto, la debolezza e la fragilità di un Ministro che non ha il coraggio di affrontare l'Aula, pur essendo parte grande e importante rispetto alla collega Sarli (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto).

Allora, aggiungo poche cose, perché i minuti corrono e vorrei riuscire a terminare quell'intervento che l'intolleranza da quei banchi mi ha impedito di finire. Lo hanno detto prima il collega Fratoianni e la collega Boldrini, ma io voglio tornare su questo punto, perché mi sarei aspettata anche dal Presidente, in questo caso da lei, Presidente, una parola di cordoglio a nome dei valori della nostra Costituzione. Le agenzie hanno battuto da poco la notizia dell'ennesima tragedia. Secondo l'Alto Commissariato dei rifugiati almeno 150 sarebbero le persone, esseri umani, con un nome, un cognome, disperati, bambini, donne, che tentavano di attraversare il mare, 150 creature. Allora, io credo che almeno su questo dovremmo essere tutti d'accordo nell'esprimere un sentimento di cordoglio, minimo, se si siede in questi banchi, minimo, se si giura sulla Costituzione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto), se si tiene innanzi a sé la propria Costituzione. Allora, io dico questo: le parole - diceva un grande professore, Tullio De Mauro - hanno un valore, perché le parole parlano di noi, le parole contano, perché parlano di noi, dicono chi siamo noi; oggi, sento, ad esempio, da un deputato della Lega, che chi, in qualche modo, ponendosi mille problemi, pensando di non avere la verità in tasca, difende i diritti umani, sarebbe semplicemente qualcuno che vuole costruirsi una greppia elettorale. A parte il fatto che i voti potrebbero dire che questo non è vero, ma, sapete, le parole hanno un senso, contano le parole.

E, allora, a proposito di parole, fatemi dire qualche cosa, certo non so se è comprensibile da parte, ad esempio, di un gruppo che ha una leader che parla delle ONG come navi da affondare; affondare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Applausi ironici dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Io avrei voluto che una ONG fosse lì, oggi, l'avrebbero voluto soprattutto quei disperati che attraversavano il mare (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali); l'avrebbero voluto innanzitutto loro e allora, a proposito di parole e di quel “padroni a casa nostra” ancora oggi evocato con tanta enfasi, vorrei ricordare una cosa. Nel 1938, sul Popolo d'Italia, appariva un titolo così virgolettato e citato: Com'è organizzata la pacchia per favorire giudei comunisti, a proposito della propaganda di allora contro quelli che venivano indicati come gli avversari di allora, che allora erano ebrei, poi sarebbero stati rom, poi sarebbero state donne, poi sarebbero stati quelli del dissenso. Nessun paragone ma forse una riflessione che ci riguarda tutti perché non vorrei che, girando la testa dall'altra parte, sorvolando persino sulle parole che indicano cose, che indicano valori, noi ci ritrovassimo tutti, anche voi della Lega, che magari non lo volete, in un mondo che avremmo pensato di non vedere mai più. La parola “corridoi umanitari”, per cui ci siamo battuti tutti noi qui, è fatta di due termini – “corridoi” e “umanitari” - cioè l'unico mezzo, l'unico strumento attraverso il quale oggi possono venire in salvo disperati da un luogo di guerra dove tutti sono potenziali profughi, dove tutti sono profughi perché c'è guerra, sangue, fame, persecuzione come nei campi libici. Ebbene noi stiamo parlando di questo: non è permesso rimuovere - lo dico ancora una volta - non è permesso rimuovere perché chi rimuove oggi non potrà dire domani “io non lo sapevo”. Ebbene credo che, con i nostri limiti, l'unica cosa che questo gruppo vuole poter dire domani è: “io lo sapevo, io ho agito, io non ho rinunciato, io continuerò a lottare” (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (PD). Grazie, Presidente. La nostra idea di sicurezza è un'altra. Le norme contenute nel decreto sicurezza bis non affrontano realmente il tema della sicurezza: da un lato criminalizzano le organizzazioni non governative impegnate nel disperato tentativo di contenere e ridurre il numero di morti nel mar Mediterraneo, dall'altro inaspriscono con lo strumento del decreto-legge la disciplina dei reati commessi nel corso di manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico. Nulla viene disposto in merito ai problemi che realmente possono toccare la sicurezza dei cittadini, come dimostrato dai fatti riportati anche recentemente dalla stampa sulla continua escalation di violenze e aggressioni, che iniziano sempre più spesso via web attraverso commenti e osservazioni di sistematico incitamento all'odio, con l'utilizzazione di parole, insulti e espressioni altamente offensivi nei confronti spesso di donne la cui unica colpa risiede nell'aver espresso opinioni non condivise da altri utenti. L'odio in rete è un fenomeno terribile che trasforma le parole in armi di offesa e che ci pone di fronte a nuove sfide che riguardano la sicurezza. Il discorso d'odio favorisce, infatti, un clima di pregiudizio e intolleranza che può portare alla discriminazione mirata e ad attacchi violenti. La comunità internazionale da anni sta cercando delle strategie di contenimento e di contrasto e anche in Italia esistono molte iniziative legislative in tale direzione. Nella scorsa legislatura, su impulso dell'allora Presidente della Camera, onorevole Laura Boldrini, fu istituita la Commissione sull'intolleranza, la xenofobia, il razzismo e i fenomeni di odio intitolata alla parlamentare del Regno Unito Jo Cox, uccisa nel 2016 per motivi di odio e intolleranza. Allo stato però non esiste ancora una definizione normativa di hate speech ma è evidente che si tratta di un problema da affrontare con urgenza tanto a livello nazionale che mondiale.

I dati di Vox-Osservatorio Italiano sui Diritti, che pubblica periodicamente delle mappe sull'intolleranza, l'ultima diffusa il giugno scorso, ci dimostrano che esiste purtroppo e continua a crescere l'odio sui social. È un odio che prende di mira soprattutto migranti, musulmani, ebrei, comunità LGBT e donne. Quanto alle donne, Vox ha rilevato come la rete dell'odio si agita quando la cronaca registra casi di femminicidio e che il social network più attivo nel condividere l'odio verso le donne è Twitter con oltre un miliardo di tweet sessisti rilevati su un campione di oltre 2 miliardi complessivi. I più recenti dati Vox mostrano una drammatica correlazione tra il linguaggio dei politici, rappresentanti o candidati alle elezioni europee, sempre più caratterizzato da toni intolleranti e discriminatori con l'aumento dei tweet razzisti e xenofobi. Ciò non solo sembra creare un clima culturale sempre più ostile al diverso - ci dicono i fondatori di Vox - ma legittima la diffusione dei discorsi d'odio, lesivi dei principi di uguaglianza e di solidarietà, ai quali è ispirata la nostra Costituzione. Fa impressione leggere lo scarto sempre più frequente tra la realtà vera descritta dai dati e la realtà percepita su cui troppo spesso si fonda la propaganda di questo Governo a supporto dei suoi provvedimenti, come quello che ci apprestiamo a votare. Noi siamo fortemente convinti che i fenomeni d'odio e i pericoli che ne derivano oggi siano considerati molto poco da questo Governo, che siano considerati marginali quando invece ci dimostrano tutti i giorni la loro gravità. Siamo tutti chiamati in causa: non è più possibile derubricare offese razziste, sessiste, omofobe a semplici battute e ad un linguaggio colorito. Ciò accade anche nel dibattito politico ed è particolarmente grave l'atteggiamento che sembra sempre più frequente di esponenti del Governo che, in maniera del tutto incoerente con quei provvedimenti a sostegno delle donne che approvano in Parlamento, utilizzano espressioni denigratorie, irridenti e offensive proprio nei loro confronti. Va detto, per amore di verità, che gli attacchi sessisti colpiscono le donne di tutti gli schieramenti politici: nessuna viene risparmiata. In questi casi si è soliti reclamare una solidarietà trasversale ma la trasversalità nella solidarietà non può essere soltanto reclamata: deve essere anche praticata secondo un principio di reciprocità. In caso contrario rischia di diventare ipocrisia e opportunismo politico. Non si capisce allora come mai, in un decreto-legge che contiene di tutto, non si sia trovato spazio per un tema importante come questo per la sicurezza di cittadine e cittadini. Dunque, di fronte all'ennesima contraddizione di Governo e maggioranza per le finalità che ispirano il provvedimento e che noi giudichiamo riprovevoli e per le soluzioni adottate sul piano tecnico-normativo che rendono il testo palesemente incostituzionale e dunque inefficace, ribadiamo il voto contrario del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Miceli. Ne ha facoltà.

CARMELO MICELI (PD). Grazie, Presidente. Come avrà capito per noi questo è un provvedimento che può essere, anzi che deve essere definito una crudele arma di distrazione di massa: un provvedimento che mira a descrivere come nemici dell'Italia le ONG e tutti coloro i quali obbediscono ad una delle leggi più antiche del mondo, salvare un uomo in mare e portarlo a terra, e che invece nulla dice sui reali nemici dell'Italia e i reali nemici del Mezzogiorno. Mi riferisco in particolare ai soggetti che fanno parte delle associazioni criminali soprattutto di stampo mafioso. In un momento storico nel quale, Presidente, risulta ormai acclarato che la criminalità organizzata nazionale ed internazionale collabora sempre di più nella gestione degli affari illeciti; la criminalità organizzata di stampo mafioso è ormai stantia al nord; in un momento storico in cui al sud sono tornati gli “scappati”, sono tornati coloro che erano stati condannati all'esilio in America e sembrano essere tornati con un accordo con la nuova mafia, in questo momento storico il Ministro dell'Interno decide che il termine “sicurezza” nulla ha a che fare con la lotta alla criminalità organizzata e decide di occuparsi di criminalità organizzata nel modo più becero.

Decide di farlo, ad esempio, con i bagni in piscina, lo fa con bagni in piscine confiscate richiamando a sé e intestando a sé i risultati, invece delle procure e dei tribunali, in tema di confische dei beni alla criminalità organizzata. Cioè, rivendica a sé il lavoro di altri, quel lavoro che lui non fa. E non fa, per esempio, lotta alla criminalità organizzata quando riduce le scorte. È infatti recente il provvedimento di revoca di quarantanove scorte, quel numerino che è tanto caro, quasi un'ossessione, alla Lega, quel quarantanove. E lo fa revocando le scorte ai collaboratori di giustizia, ai testimoni di giustizia, ai loro familiari, a soggetti che ci hanno messo, a differenza del Ministro, davvero la faccia contro la mafia. Non è lotta alla criminalità organizzata emettere una direttiva ministeriale, direttiva del Ministro dell'Interno che obbliga il comitato di solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso a rigettare le istanze per la liquidazione delle spese legali ai difensori delle vittime di mafia. Privare una vittima di mafia del proprio difensore significa abbandonarla al suo destino. Non è lotta alla criminalità organizzata farsi immortalare sorridente, in un selfie, con un boss che ha dichiarato di avere commesso settantadue omicidi, cosa che invece ha fatto il Ministro dell'Interno. Non è lotta alla criminalità organizzata promettere che la mafia sarà sconfitta nel giro di pochi mesi, o tutt'al più, nel giro di pochi anni, e poi invece rifiutare sistematicamente e costantemente di venire a riferire in Commissione antimafia su quelle che sono le linee programmatiche del Ministero dell'Interno in tema di lotta alla criminalità organizzata. E non è, ancora di più, lotta alla mafia farlo quando, oggetto dell'accertamento della Commissione antimafia possono essere, ad esempio, del fatto se sia vero o meno che collaboratori del Ministro erano vicini a uomini vicini alla mafia e, attraverso questi, decidevano i ruoli di Governo, decidevano come predisporre il contratto di Governo, decidevano se inserire o meno un emendamento in un provvedimento. Non è lotta alla criminalità organizzata sfuggire alla richiesta di riferire in Aula e in Commissione antimafia su fatti che il Ministro dell'Interno si ostina a definire fantasie, mentre la procura di Milano definisce quegli stessi fatti, possibili fatti di corruzione internazionale. E lo è ancora di meno se, Presidente - io leggo semplicemente quello che è stato diramato come comunicato dagli stessi partecipanti in Russia -, se i partecipanti in Russia dicono che in un incontro tra Matteo Salvini, accompagnato dall'onorevole Claudio D'Amico e da Gianluca Savoini - incontro avvenuto con il Ministro dell'Interno russo - si è discusso di scambi per la lotta alle mafie, italiana e russa, al traffico alla droga e al traffico di armi.

Vede, Presidente, è incomprensibile che D'Amico e Savoini abbiano diritto di sapere qual è la collaborazione tra l'Italia e la Russia sulla lotta alla criminalità organizzata e che questo Parlamento, invece, non abbia la possibilità di saperlo direttamente dal Ministro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

Così come, Presidente, non è lotta alla criminalità organizzata aumentare le soglie per gli affidamenti diretti, e smantellare la Autorità anticorruzione, portando il suo presidente a dimettersi dichiarando che il momento è cambiato, l'aria è cambiata. E non è lotta alla criminalità organizzata, Presidente - e concludo -, associare gli avversari politici a famiglie mafiose, come fatto dal Ministro, appena ieri, con il Partito Democratico, accostandolo ai Casamonica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Al Ministro dell'Interno manca l'ABC, e mi dispiace che su questo i partiti di maggioranza relativa non abbiano avuto la forza di ribellarsi in tema di lotta alla criminalità organizzata. Non si commetta l'errore di definire tutto mafia, perché dalle nostre parti - e credo sia famoso anche qui - si dice che, quando tutto è mafia, niente è mafia, e quando niente è mafia significa che la mafia ha già vinto e sta vincendo, perché qualcuno, al Governo, la sta aiutando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questa è una delle ragioni per cui, in assenza di un benché minimo provvedimento in tema di lotta alla criminalità, organizzata, voteremo “no” contro questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD). Grazie, Presidente. Come si sta vedendo, proviamo a utilizzare quello che il Regolamento ci consente di fare per far conoscere una visione alternativa di sicurezza, che è la nostra, quella del gruppo del Partito Democratico, anche perché, mettendo la fiducia, ci avete impedito di discutere liberamente il decreto attraverso lo strumento degli emendamenti. Lo voglio fare soprattutto parlando delle periferie italiane. Nelle periferie italiane l'attuale maggioranza è andata a fare campagna elettorale, ha fatto tanta propaganda, ma credo sia evidente che quegli elettori li avete voluti prendere in giro, perché, in realtà, le scelte che state facendo sono di tutt'altro genere. È la scelta di non istituire la Commissione d'inchiesta parlamentare sulle periferie, perché si vede che c'è paura che questo Parlamento vada a vedere quello che davvero si è fatto, che forse non si è fatto, per le nostre periferie, magari anche in quelle qui vicino, della nostra capitale. E non si sono stanziate nuove risorse finanziarie: si stanno ancora impegnando i 2 miliardi e 100 milioni di euro che avevano stanziato i Governi precedenti, e ovviamente sono risorse che vanno ad esaurimento, man mano che i progetti vengono realizzati. E poi, noi pensiamo che nelle periferie, come in tutto il Paese, bisogna ragionare di come si costruisce sicurezza.

Certo, è importante la repressione dei reati, il sostegno alle forze dell'ordine, la presenza delle forze dell'ordine sul territorio e la certezza della pena, ma è altrettanto importante la coesione sociale, l'integrazione, la capacità di creare una rete di accoglienza e di solidarietà.

Tramite lei, Presidente, vorrei dire una cosa all'onorevole Tonelli sulla nostra terra, l'Emilia Romagna. L'Emilia Romagna era una delle regioni più povere d'Italia, oggi è una delle regioni più ricche d'Europa, più sviluppata, dove è più alta l'occupazione, dove sono più efficienti i servizi, dove c'è più qualità sociale, e siamo diventati così perché siamo stati una terra aperta, intelligente, inclusiva, che ha saputo fare dell'incontro fra culture diverse un motivo di crescita comune (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), il contrario di un'idea piccola, autoreferenziale, reazionaria, che ho sentito nelle sue parole e che in Emilia abbiamo sempre combattuto, nel prezzo di sangue che abbiamo pagato contro il fascismo, per la libertà del Paese e poi per la crescita sociale e civile dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Quindi, è appunto un'idea diversa di sicurezza, di crescita per le periferie. Noi parliamo di patti urbani per la sicurezza che coinvolgano soggetti diversi, di trenta miliardi in dieci anni per avere una certezza di risorse per gli enti locali, di nuove iniziative legislative, per esempio in materia di polizia locale o sulla legislazione urbanistica, per dare più strumenti ai nostri enti locali. Certamente noi nelle periferie ci saremo. Non ci sarà il Parlamento, perché la Commissione non l'avete voluta. Ma accanto a quei cittadini, perché è lì che devono stare gli uomini e le donne delle istituzioni, ci sarà il Partito Democratico.

Vedete, in questo dibattito ci si è un po' stupiti - ho sentito dire - di alcuni riferimenti che abbiamo fatto alla storia di questo Paese: sì, noi ricordiamo che, in alcune fasi della storia d'Italia, la crescita di sentimenti di odio, di intolleranza, la crisi della democrazia hanno prodotto danni gravi per tutti gli italiani. Certo, la storia non si ripete mai uguale, però è anche un'occasione per capire meglio il presente, per essere più attrezzati ad affrontarlo. Nel 1921 Antonio Gramsci scrisse questo sul fascismo: “Il fascismo (…) ha dato modo a una moltitudine incomposta di coprire con una vernice di idealità politiche vaghe e nebulose, lo straripare selvaggio delle passioni, degli odi, dei desideri. Il fascismo è divenuto così un fatto di costume, si è identificato con la psicologia antisociale di alcuni strati del popolo italiano”. Certo, siamo in una fase storica diversa, ma se abbiamo a cuore la democrazia, tutti noi dobbiamo pesare le parole. Quando il Ministro dell'Interno legittima alcune idee, alcuni sentimenti, di odio, di conflitto, dal suo altissimo ruolo istituzionale, fa un danno alla coesione sociale e alla democrazia italiana e istilla nel Paese un'intolleranza che tutti gli italiani rischiano di pagare, che rende tutti più insicuri.

Ebbene, noi siamo stati sempre e saremo sempre dall'altra parte, quella dei valori della Costituzione nata dalla Resistenza, che sono l'unico vero strumento per garantire il futuro all'Italia e a tutti gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Francesco Cannizzaro. Prendo atto che vi rinunzia.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Grazie, Presidente. La nostra idea di sicurezza è un'altra: lo dico partendo dal titolo del decreto. Questo decreto contiene disposizioni urgenti in materia di ordine e di sicurezza pubblica. Lo dico perché l'unica cosa di urgente in questo momento sulla sicurezza nazionale è che il Ministro Salvini venga a riferire sulla natura dei suoi rapporti con Gianluca Savoini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che di giorno faceva parte delle delegazioni ministeriali e discuteva di sicurezza nazionale, senza averne benché minimo titolo, e di notte, invece, trafficava negli alberghi a Mosca per trovare dei finanziamenti alla Lega. È questa la vera emergenza sicurezza e non è un caso che il Ministro Salvini, sempre pronto a cogliere ogni occasione di fare una passerella, si stia rifiutando di venire in Parlamento e abbia evitato in questi giorni di mettere la faccia sul provvedimento che invece porta il suo nome, cognome e la sua faccia. Lo ha fatto, non è venuto perché lui ha paura, ha paura di venire in Parlamento, ha paura delle domande che il Parlamento gli può fare e questo gli sta rovinando la festa. Attraverso di lei, Presidente, gli rivolgo un invito: Ministro Salvini, si faccia coraggio; venga in Parlamento, oggi, domani, nei prossimi giorni, nelle prossime settimane; il mio gruppo la aspetta con una serie di domande sulla sicurezza nazionale e sul perché lei, portandosi dietro Savoini a Mosca, non l'abbia tutelata. Ma lo aspettiamo anche con un nuovo appellativo: lui non è solo il Ministro della paura; da adesso è anche il Ministro che ha paura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ha paura e noi non gli faremo sconti; non gli basterà continuare a rigirarsi nella bocca la parola “sicurezza” per farsi coraggio; non gli basteranno dei provvedimenti come questi, che non rendono sicurezza a nessuno (sicuramente non rendono sicure le persone che cercano di attraversare il mare). Dico ciò pensando a quelle 150 persone che oggi sono morte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che sono morte anche perché voi oggi avete istituito un reato che è un unicum, come diceva bene la collega Sarli; ma lo hanno detto bene anche altre colleghe, come la collega Giannone nella discussione in Commissione; un unicum, ovvero il reato di salvare le vite umane. Quello non è un reato che mette in sicurezza nessuno, è un reato che provoca più morti e io oggi, sinceramente, colleghi, mi vergognerei a votare questo provvedimento. Il vostro sarà un voto egoista, indifferente e spietato, nel giorno in cui sono morte 150 persone, a cui voi non avete garantito la sicurezza di un attraversamento in mare.

E poi, voi, con questo provvedimento, state cercando di dire agli italiani: siete sicuri. Ma voi siete sicuri che con questo provvedimento state rafforzando la capacità dell'Italia di governare le migrazioni? Siete sicuri, per esempio, parlando di politica estera, che state rendendo l'Italia più influente? Essere influenti in politica estera - lo dico al sottosegretario Picchi - vuol dire proporre delle soluzioni. Bloccando l'idea che ha avuto la collega Pollastrini e altri colleghi di istituire dei corridoi umanitari europei, noi stiamo proponendo delle soluzioni. Voi avete preferito fare la faccia cattiva, avete preferito dire di no a Carola Rackete, invece di proporre delle soluzioni ed essere influenti sullo scenario internazionale. Siete sicuri che agli italiani basti la vostra propaganda sui rimpatri? E le vostre promesse sui rimpatri, promessi e mai fatti? Con questo provvedimento avete detto di no alla proposta delle opposizioni di rafforzare gli accordi per la riammissione nei Paesi di provenienza. Siete sicuri che, tagliando la cooperazione internazionale, la nostra voce sarà più influente nei Paesi di provenienza e di transito, e che saranno d'accordo a darci una mano sulla nostra agenda, non sulla loro? La risposta è molto semplice: no, con questo provvedimento non saremo più sicuri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Per noi, Presidente, la sicurezza è libertà, lo è sempre stata: libertà di essere, di muoversi, di esprimersi, di lavorare, di amare. Ma la libertà non è solo un contenuto individuale della nostra vita. La difesa della libertà attraverso la sicurezza in democrazia significa anche dei diritti collettivi, dei diritti di cittadinanza. La libertà per noi non è fare quello che si vuole, non è questo; è l'insieme delle norme che tiene insieme nelle democrazie i diritti di tutti, perché ci sono diritti che sono collettivi, di gruppo, di comunità, di città, di nazione. I colleghi del Partito Democratico che mi hanno preceduto hanno illustrato quale sia la nostra idea di sicurezza alternativa alla vostra, ma è proprio sull'aspetto collettivo di nazione che vorrei soffermarmi. Mentre voi state approvando questo decreto che non aumenterà la sicurezza individuale nel Paese, voi, contemporaneamente, mettete a rischio la nostra sicurezza come nazione, quella che qualcuno di voi chiama sovranità, quella che il collega Tonelli ha citato. Quel valore che lo Stato, e cioè il suo Esecutivo, e cioè i suoi Ministri, e cioè il suo Ministro dell'Interno in particolare, eseguendo il mandato del legislativo, dovrebbe difendere sempre. La libertà è la sovranità di un Paese, del nostro Paese, della nostra nazione, della nostra patria.

Allora, ho facilità a chiedervi se si difenda l'autonomia, la libertà e l'indipendenza del nostro Paese quando si fanno all'estero incontri segreti con Ministri di altri Paesi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), Ministri inseriti nella lista delle persone indesiderate, insieme ad avvocati inseriti nella lista delle persone indesiderate dall'Unione europea. Si difende il nostro Paese, la sua sovranità, la sua autonomia e la sua indipendenza quando in Russia, nel mezzo di un viaggio ufficiale, si fanno incontri segreti fuori protocollo? Si difende l'autonomia e l'indipendenza del nostro Paese quando si mente al Parlamento, dicendo di non conoscere una persona che si chiama Savoini, ma che invece, poi, viene fuori da documenti ufficiali fare parte delle delegazioni ufficiali del Ministro dell'Interno?

Si difende il nostro Paese quando si nega la conoscenza di riunioni che poi si svolgono e quando invece si dimostra che il proprio segretario particolare incontra quella persona proprio prima di quell'incontro ufficioso, nel quale magari si sono trattate tangenti per finanziare con denaro estero un partito nazionale italiano? Si difende forse la nostra autonomia, la nostra libertà e la nostra indipendenza quando si stipula con un partito nazionalista russo un patto nel quale si stabilisce un oscuro e ipocrita scambio di notizie confidenziali? No, quando ci si comporta così, quando, comportandosi così, si è contemporaneamente Ministro dell'Interno, si mette a rischio la nostra indipendenza nazionale, si mette a rischio la nostra autonomia, si mette a rischio la nostra sovranità, si mette a rischio il nostro ruolo nello scacchiere internazionale, e dunque, con il comportamento del primo firmatario di questo decreto si mette a rischio la nostra libertà.

Noi non sappiamo - lo vorremmo tanto sapere in quest'Aula - se sia a rischio anche la libertà di esprimersi e di decidere sulle politiche internazionali del Ministro Salvini e non sappiamo se a questo quesito, di difficile risposta, si debba la sua fuga dal Parlamento, fuga dal Parlamento su questioni che riguardano la sicurezza nazionale del titolare del dicastero che dovrebbe difendere la nostra libertà e dunque la nostra sicurezza. Allora, il risultato è quello che vediamo sotto i nostri occhi, quello che è successo nelle ultime 48 ore: un Ministro che non c'è, un Premier che parla al suo posto di fronte a un altro partito di Governo che esce dal Senato dove parla.

Questa non è la nostra idea di sicurezza: è la vostra, fatta di magliette e di fughe dal Parlamento. Ne discuteremo, state tranquilli, con la nostra mozione di sfiducia. Prima o poi la verità sulla Russia verrà fuori e la politica tornerà a sconfiggere la propaganda (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per un breve ringraziamento la relatrice, Simona Bordonali. Ne ha facoltà.

SIMONA BORDONALI, Relatrice per la I Commissione. Grazie, Presidente. Parlo ovviamente anche a nome del collega Turri, che ringrazio e che ha seguito con me il provvedimento come relatore.

Voglio ringraziare tutti gli uffici, gli uffici della I e della II Commissione, i presidenti delle due Commissioni, i sottosegretari Valente, Sibilia e, ovviamente, il sottosegretario Molteni, che hanno seguito passo passo questo provvedimento, tutti i colleghi della maggioranza con i quali si è ben lavorato per arrivare alla conclusione, ma anche i colleghi di Forza Italia e di Fratelli d'Italia, che hanno dato un apporto importante e con un dibattito costruttivo al provvedimento.

Però, seriamente, voglio ringraziare anche i colleghi dell'opposizione di sinistra, perché con i loro interventi, sia in Commissione, sia fino agli ultimi interventi che abbiamo sentito ora e che ho seguito sempre attentamente, ci hanno ulteriormente convinto della bontà del provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Coordinamento formale - A.C. 1913-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1913-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1913-A: "Conversione in legge del decreto-legge 14 giugno 2019, n. 53, recante disposizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza pubblica.".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 54) (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare il deputato Vito De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (PD). Grazie, Presidente. Viviamo tempi molto complicati, con rotte - come abbiamo notato anche nel dibattito - un po' oscurantiste, con animatori terrapiattisti, con alchimisti, esoterici rappresentanti delle istituzioni e antivaccinisti. Io vorrei raccontarvi un fatto storico e vorrei parlarvi per un minuto di un uomo importante, l'ingegnere Rocco Antonio Petrone, di Sasso di Castalda, direttore della NASA ai tempi dell'Apollo 11, “la tigre di Cape Canaveral”, lo chiamavano i suoi collaboratori; ascoltato dal Presidente Kennedy e prestigioso tecnico, che, da un piccolo centro della Basilicata, dell'Appennino interiore, ha risalito la china in uno dei più prestigiosi incarichi nella vita scientifica di quel Paese.

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

VITO DE FILIPPO (PD). È la prova che l'allunaggio, cinquant'anni fa, ci arriva anche dalla Basilicata: un grande tecnico, un grande lucano, un grande italiano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

VITTORIO SGARBI (MISTO). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Deputato Sgarbi, approfitto della circostanza per dire - no, aspetti, non le ho dato la parola - che lei aveva già parlato in dichiarazione di voto e quindi non aveva la possibilità di parlare una seconda volta. Se lo desidera, la possiamo mettere negli interventi di fine seduta, però in coda, cioè per ultimo, perché c'è un elenco che è già stato depositato.

Ha chiesto di parlare il deputato Matteo Colaninno. Ne ha facoltà. Prendo atto che rinuncia.

Ha chiesto di parlare il deputato Luca Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. In questi anni, le destre populiste e xenofobe hanno raccontato ai cittadini italiani un ritornello falso e disgustoso: i migranti vengono a rubarci il lavoro; lavoro talmente ambito che, in molti casi, nel nostro Paese, ha preso il nome di caporalato. C'è voluta una legge del Partito Democratico per accendere i riflettori su quella che è, a tutti gli effetti, una forma di schiavitù dei ricchi sui poveri, dei bianchi sui neri; e invece su questo sfruttamento è calato un velo di omertà. È il caso di ciò che sta accadendo da diverse settimane nel comune di Foggia, di cui ha dato coraggiosamente testimonianza Avvenire, sollevando il caso. Da dieci giorni i lavoratori immigrati, nell'andare e tornare dai campi, vengono sistematicamente aggrediti, colpiti alla testa da pietre lanciate da un'auto, spesso quelle auto provano anche a investirli. Uno di questi ragazzi africani è ricoverato in ospedale perché le pietre lo hanno colpito provocandogli diverse fratture. Non è un caso isolato, è la scelta organizzata e metodica di uno o più criminali di perseguitare i lavoratori africani, che avviene dentro ad un clima politico che sdogana i peggiori istinti, invece di perseguirli.

PRESIDENTE. Concluda.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Dopo dieci giorni, i colpevoli non sono stati ancora consegnati alla giustizia, né individuati. Non vi è allarme, non vi è attenzione, non vi è alcuna presa di posizione da parte dei membri del Governo, in altri casi piuttosto solleciti a commentare fatti di cronaca.

PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo da diversi minuti… venti secondi.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Ora vorrei chiedere, come sarebbe normale, un intervento immediato del Ministro dell'Interno per un fatto di sua diretta competenza - quello per cui lo paghiamo, direbbe lui - ma non mi sfugge come in questo caso sarebbe raccomandare una soluzione a chi ha enormi responsabilità sul territorio da cui generano questi orrendi fatti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio Del Monaco. Ne ha facoltà.

ANTONIO DEL MONACO (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, continuano gli scandali nel settore della sanità Campania: ancora arresti ieri, a Caserta, all'ospedale Sant'Anna e San Sebastiano, ma ne abbiamo tanti di precedenti, come al Cardarelli, al San Giovanni Bosco. È proprio in riferimento all'ospedale San Giovanni Bosco che il prefetto di Napoli ha deciso di nominare una commissione d'accesso per verificare eventuali infiltrazioni camorristiche nella ASL Napoli 1. Uomini della camorra sarebbero riusciti ad assaltare liste d'attesa per esami, in alcuni casi i feriti del clan sarebbero stati medicati senza passare dal pronto soccorso, e così via. La commissione relativa all'accesso è stata richiesta con una interpellanza dai deputati del MoVimento 5 Stelle, a prima firma del collega Cosimo Adelizzi. Una decisione del Viminale coraggiosa e che auspico porterà alla luce tutta la corruzione, che dilaga, della sanità campana, perché sanità e camorra vanno a braccetto. Il sistema attuale non funziona più, la Campania è seconda solo alla Calabria per la mala sanità e di questo passo la supererà in poco tempo. Contro questa decisione del Viminale si è schierato il governatore della regione Campania, De Luca, il quale reputa il provvedimento una buffonata politica propagandista e invita il prefetto, Carmela Pagano, a dimettersi. Ritengo che osteggiare una commissione d'accesso per verificare eventuali infiltrazioni camorristiche nella sanità della Campania sia un atteggiamento senza precedenti, che lascia intendere la volontà del governatore di sostenere l'attuale sistema malsano. Porgo il mio vivo e sincero sostegno al prefetto Pagano e invito il governatore De Luca a dimettersi e lasciare che il Viminale faccia il suo lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giuseppe Buompane. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BUOMPANE (M5S). Grazie, Presidente. È risaputo che la situazione della sanità campana è divenuta insostenibile e sta assumendo tinte molto fosche. Dopo il caso dell'ospedale San Giovanni Bosco e della ASL Napoli 1, ieri è salita agli onori della cronaca un'altra vicenda inenarrabile. Siamo all'ospedale Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta, già commissariato - caso unico in Italia - per infiltrazioni camorristiche, dopo le indagini del 2015 della DDA di Napoli che accertò il pesante condizionamento del clan capeggiato da Michele Zagaria nella gestione degli appalti dell'ospedale. Ebbene, emerge che un intero reparto del citato ospedale era piegato all'interesse privato dell'ex primario di patologia clinica, Angelo Costanzo, e di sua moglie, Vincenza Scotti, che gestisce un laboratorio privato di analisi in provincia di Napoli. Oggi entrambi sono ai domiciliari. Vincenza Scotti è la sorella di Pasquale Scotti, il superlatitante arrestato nel 2015 della Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo.

Il meccanismo criminale era il seguente: l'ex dirigente sanitario metteva a disposizione della moglie risorse pubbliche dell'ospedale, ovvero attrezzature, macchinari e reagenti utilizzati nel proprio laboratorio privato. Quindi, sottrazione di risorse al pubblico ma non solo perché in forza di quelle analisi cliniche, fornite in convenzione con il servizio sanitario nazionale, la Scotti riceveva anche i relativi rimborsi.

La vicenda coinvolge altresì tecnici di laboratorio e infermieri accusati di essersi appropriati di medicinali, nonché medici che avrebbero chiesto esame a Costanzo senza passare per il CUP, impedendo alla struttura sanitaria di incassare i soldi del ticket. Se ciò non bastasse, apprendiamo che nelle indagini è coinvolto anche l'ex presidente della provincia di Caserta Domenico Zinzi. Si stima un danno erariale di 1,8 milioni di euro.

PRESIDENTE. Concluda.

GIUSEPPE BUOMPANE (M5S). Corruzione, tangenti, peculato, illegalità, camorra, non manca nulla, signor Presidente, nella totale inerzia del “governatore” e commissario ad acta Vincenzo De Luca.

Chiedo, pertanto, un intervento deciso del Ministro della Salute e del Ministero dell'Interno perché è chiaro che ormai nella sanità campana dai piani ospedalieri ai piani criminali è un attimo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Camillo D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie, Presidente. Esattamente un anno fa veniva a mancare un galantuomo, un gigante del nostro Paese, Sergio Marchionne. Esattamente un anno fa lo ricordammo in quest'Aula e, al di là della stampa, ci saremmo aspettati che tutta la società e le istituzioni lo ricordassero. È giusto, dunque, che lo ricordi oggi la Camera dei deputati per ciò che ha lasciato, per ciò che ha fatto, per l'insegnamento con cui ha accompagnato la sua missione: il dovere prima di tutto, prima dei diritti, doveri e diritti che vanno insieme, l'idea che un'azienda con difficoltà, la FIAT, da nazionale, diventasse un'istituzione multinazionale.

Lui ci è riuscito con la determinazione, conoscendo, però, il dolore, il dolore, per esempio, di lasciare la propria terra, l'Abruzzo, la sua città, Chieti, da ragazzino, per andare molto lontano, in luoghi dove difficilmente si torna e lui tornò, non solo in Abruzzo, ma nel Paese, a guidare la più grande azienda, tra le più grandi in Europa e nel mondo, dell'automotive. Lasciò la sua terra, una terra del Sud, come molti giovani fanno oggi e vengono in Italia casomai con la stessa speranza che nutrì Marchionne quando lasciò la terra d'Abruzzo.

E oggi, consentitemelo, l'Abruzzo piange due volte, perché proprio oggi, nello stesso giorno in cui è venuto a mancare Sergio Marchionne, è venuto a mancare in Abruzzo un ex parlamentare, il senatore Germano De Cinque, già sindaco di Casoli, presidente della provincia di Chieti, più volte deputato e più volte sottosegretario della Repubblica. Fece della moderazione e della capacità di ascolto la sua missione di vita. Un deputato che ha dato molto all'Abruzzo, un altro deputato, un altro uomo del Sud - concludo Presidente - che lavorò perché una parte del Sud, in questo caso l'Abruzzo che rappresentava, uscisse dall'isolamento. Credo che la Camera dei deputati possa e debba ricordarlo con stima e affetto (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Generoso Maraia. Ne ha facoltà.

GENEROSO MARAIA (M5S). Grazie, Presidente. “Una buffonata politico-propagandistica. Si dimetta il prefetto di Napoli”. Così ha esordito il governatore e leader del PD in regione Campania, De Luca quando ha appreso della decisione del prefetto di istituire una commissione di accesso presso l'ASL Napoli 1. Cosa ha fatto di così grave il prefetto Carmela Pagano? Ha fatto l'unica cosa che fa chi serve le istituzioni e rispetta lo Stato di diritto: ha fatto rispettare la legge, applicando l'articolo 143, comma 2, del TUEL, applicando così la possibilità di verificare la sussistenza di elementi di collegamento, diretto o indiretto, con la criminalità organizzata di tipo mafioso.

Allora, le domande da porre a De Luca sono due. Una l'ha posta il sottosegretario di Stato per l'Interno Carlo Sibilia, chiedendo a De Luca da che parte sta: dalla parte dello Stato o della camorra? L'altra domanda la pongo io a De Luca: di che cosa ha paura De Luca? Ha paura che l'opinione pubblica conosca tutte le illegalità che da mesi denunciamo? Ha paura che parliamo della violazione dell'articolo 2.3 dell'Allegato 1 al decreto ministeriale n. 70 del 2015?

E ha paura che parliamo dei sette finti DEA di primo livello? Ha paura che parliamo della mancata riadozione del piano di assistenza territoriale? Dell'approvazione parziale della rete oncologica campana? Della carenza degli impianti di radioterapia? Della mancata attivazione del piano di assunzioni? Della violazione dell'articolo 2.3 per quanto riguarda le microcliniche private? Ha paura che parliamo dell'ASL di Avellino, dove da dieci anni diamo 150 milioni di euro alla Don Gnocchi senza accreditamento, dove c'è una totale illegalità. Ha paura che parliamo della sanità - e lo possiamo capire - facendo l'esempio dell'ASL di Benevento, dove ci sono zero posti letto pubblici, tutti i posti letto sono privati?

PRESIDENTE. Concluda.

GENEROSO MARAIA (M5S). Questa è la sanità campana ed è per questo che io ringrazio i miei colleghi…

PRESIDENTE. Deve concludere.

GENEROSO MARAIA (M5S). …ringrazio il Ministro Grillo, ringrazio il sottosegretario Sibilia, perché siamo tutti impegnati a curare la nostra sanità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Elisa Scutellà. Ne ha facoltà.

ELISA SCUTELLA' (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per denunciare un grave fatto accaduto giorni fa nel mio territorio di provenienza, la Sibaritide, e, nello specifico, il comune di Corigliano Rossano, dove, in una contrada, sono stati ritrovati due corpi di uomini uccisi con colpi d'arma da fuoco. Purtroppo, non è un episodio isolato ma è un susseguirsi di questa tipologia di episodi che bisogna denunciare. Proprio per questo c'è bisogno della presenza dello Stato sul territorio, attraverso forze di Polizia e con presidi di legalità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Angela Raffa. Ne ha facoltà.

ANGELA RAFFA (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, ieri sera è scoppiato un incendio nell'ex discarica di Mazzarrà Sant'Andrea, in provincia di Messina, in Sicilia, una discarica chiusa nel novembre 2014 e mai messa in sicurezza e bonificata, nonostante le continue denunce delle comunità locali. L'incendio ha portato allo sprigionarsi di un denso fumo nero e, in più, delle falde acquifere, ubicate nelle immediate vicinanze, sono perennemente minacciate dal cospicuo percolato che fuoriesce dalla montagna di rifiuti e manca anche una copertura totale della stessa.

Il sindaco di Furnari, uno dei comuni limitrofi alla discarica, ha già presentato un esposto alla procura di Barcellona Pozzo di Gotto e anche al prefetto di Messina. Adesso la comunità è allarmata per l'inquinamento ambientale che potrebbe interessare tutta l'area. Il rischio di sversamento di percolato, di probabile esplosione e di crollo del corpo della discarica è stato valutato come possibile e reale durante le conferenze dei servizi tenute dal dipartimento regionale dei rifiuti di Palermo sin dal 2014.

PRESIDENTE. Concluda.

ANGELA RAFFA (M5S). Dopo cinque anni i cittadini ancora aspettano atti concreti da parte della regione e dello Stato. Di chiunque siano le colpe e le responsabilità, è un tempo troppo lungo e una situazione inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Guglielmo Golinelli. Ne ha facoltà.

GUGLIELMO GOLINELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Un sindaco non può non sapere cosa fanno i suoi servizi sociali, soprattutto quando sono coinvolti dei minori da allontanare e quando queste operazioni sono superiori alla media degli anni precedenti, sia in termini numerici che economici. Il 14 luglio 2016 la deputata Vanna Iori del PD portò Andrea Carletti, sindaco di Bibbiano, anch'egli del PD, e diversi altri personaggi, tra cui la famigerata psicologa Federica Anghinolfi, a spiegare il modello Val d'Enza in audizione alla Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, presieduta da Sandra Zampa, sempre del PD.

In quell'occasione la Anghinolfi, tra le altre cose, esplicitava i numeri raggelanti della Val d'Enza, col 7,5 per cento dei minorenni presi in carico dai servizi sociali. L'onorevole Giuseppe Romanini, anch'egli del PD, collegava quei dati abnormi alla sottovalutazione da parte delle altre amministrazioni e dichiarava che l'Emilia-Romagna era piuttosto avanti. Il sindaco Carletti precisava che “abbiamo avuto fin dall'inizio al nostro fianco la regione Emilia-Romagna”, anch'essa amministrata dal PD.

Nel mio comune, città capofila dell'altrettanto controversa vicenda dei “Diavoli della Bassa”, oggi denominata “Veleno”, alle scorse elezioni comunali il PD ha candidato la sorella della psicologa e la moglie del dirigente dei servizi sociali protagonisti di questa aberrante vicenda.

Se il PD non c'entra nulla con i fatti di Bibbiano e della Bassa io sono un astronauta.

Giù le mani dai bambini, parlateci di Bibbiano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Chiara Gribaudo. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Grazie Presidente. Oggi è arrivata dai sindacati, in Parlamento, la richiesta, ai presidenti delle Commissioni lavoro e attività produttive di Camera e Senato, di parlare e di affrontare quanto prima il caso Ilva nelle Aule parlamentari e questo naturalmente perché il Ministro Di Maio ha ampiamente sottovalutato la delicatezza che una situazione come quella di Taranto richiede. C'è la necessità, da un lato, degli investimenti per tutelare il diritto alla salute dei cittadini e il diritto alla sicurezza dei lavoratori, dall'altro, però quella di mantenere attivo un polo siderurgico strategico per l'industria italiana ed europea.

Non è qualcosa che si possa affrontare alzando la voce, magari con una diretta Facebook o a colpi di tweet, bisogna sedersi intorno ai tavoli e quindi io, Presidente, ovviamente chiedo a lei, come hanno già fatto i sindacati, non solo dentro le Commissioni parlamentari di competenza, ma anche in quest'Aula, che alla richiesta dei sindacati non solo venga data risposta immediata, ma a quella richiesta del sindacato aggiungo quella del Partito Democratico, perché è vergognoso che non si affronti decentemente, in quest'Aula, e anche il Ministro Di Maio continui a negarsi alle Commissioni di competenza, su questo stabilimento e su tutto il polo dell'Ilva, che è strategico per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ivan Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Grazie Presidente, prendo la parola per ricordare Yelena Grigorieva. Yelena aveva quarantuno anni ed è stata trovata morta nella notte tra sabato e domenica, colpita da otto coltellate e poi strangolata. Yelena era un'attivista per i diritti umani, combatteva contro la tortura, aveva manifestato contro l'annessione, illegale, della Crimea da parte della Federazione russa, ma era soprattutto una persona che combatteva per i diritti della comunità LGBT in Russia.

Dal 2013, da quando è stata approvata la cosiddetta legge contro la propaganda gay, si scatenano contro le persone della comunità LGBTI manifestazioni di violenza, che vengono spesso addirittura filmate, e messe su YouTube, per rovinare poi la vita delle persone.

È una situazione estremamente drammatica, che si estende poi anche al di là delle città di Mosca e di San Pietroburgo: sappiamo che in Cecenia ci sono delle esecuzioni extragiudiziali di persone omosessuali, ed è una situazione che riguarda i diritti umani estremamente grave.

Lo dico soprattutto in questo periodo - e vado a chiudere, signor Presidente - perché si parla molto della Russia e si parla molto della Russia come una nazione e un Governo amico della Lega, come sappiamo, ma anche del MoVimento 5 Stelle, che recentemente, con l'attuale sottosegretario Di Stefano, è andato a parlare addirittura al congresso di Russia amica.

PRESIDENTE. La ringrazio.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Ecco, questa è la Russia vera e io penso che sia il caso, nel momento in cui qualcuno perde la vita soltanto per il proprio orientamento sessuale, in un Paese non lontano, che il Parlamento italiano si fermi a riflettere e a ricordare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha parlato quasi il doppio rispetto al suo tempo, ma ho visto che contestava, diciamo così, con lo sguardo.

Ha chiesto di parlare il deputato Vittorio Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (MISTO). Onorevole presidente, io avrei voluto parlare nell'ordine dei lavori, ma lo dico soltanto come testimonianza postuma, vista l'Aula vuota, ma rimarrà.

Io sono il decano di questo Parlamento: sono entrato prima di ogni altro, nel 1992 e ho sentito molti discorsi. Ho chiesto di intervenire, sapendo che avevo già parlato, per reagire a quello che sembrava un atteggiamento di grande disponibilità e apertura della relatrice, che ha finto un elogio a tutti e anche all'opposizione. In realtà io raramente ho assistito a un dibattito più interessante e vario, proprio per la volontà della opposizione di esprimere dei principi generali.

Non credo che nessuno di destra sia un assassino contro i disperati, però occorre ricordare quell'articolo 10 e quei principi che la sinistra oggi ha rappresentato in maniera molto alta, per cui avrei preferito sentire da parte della relatrice un ragionamento di ringraziamento che non avesse in sé l'impronta ironica, come dire, ci avete fortificato nel dire quello che avete detto, perché abbiamo confermato il nostro pensiero.

Questo soltanto volevo dire, perché io l' ho trovato, invece, un dibattito interessante, ricco, aperto e sarebbe utile farli spesso, anche con disponibilità di tempo, così come ognuno di noi ha avuto, nient'altro (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (PD). Grazie, signor Presidente. Vorrei denunciare, con questo mio intervento, la campagna di diffamazione che si sta perpetrando nei confronti del mio partito, del Partito Democratico, in relazione ad una vicenda che avrebbe bisogno di giustizia e non di sciacallaggi. La vicenda che riguarda i sei bambini che sono coinvolti nella inchiesta cosiddetta di Bibbiano non merita di essere accostata ad una serie di interventi che anche in quest'Aula sono stati ripetuti senza vergogna o da esponenti di forze politiche che esprimono, addirittura istituzionalmente, come è accaduto nel palazzo della regione Piemonte, una richiesta che si indirizza a colpire un avversario politico.

Vede, io potrei alzare i toni, ma in questo momento mi preme molto soprattutto dire una cosa e cioè che quello che si sta realizzando - e vado alla conclusione - è un sistematico atto di killeraggio politico, che noi non consentiremo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), prima di tutto perché denunceremo individualmente tutti coloro i quali, come il Vicepremier Di Maio, hanno accostato ad una vicenda di cronaca nera…

PRESIDENTE. Concluda per favore.

GENNARO MIGLIORE (PD). ...quello che, in realtà, per loro - e ho concluso - è una macchina di bieca propaganda. E poi, contrariamente a quello che diceva Salvini, che ha detto che non avrebbe mai attaccato il Partito Democratico, anche il partito della Lega sarà oggetto della nostra reazione, perché per quanto ci riguarda non si deve mistificare, non si deve seminare odio, non si deve avere una spregiudicatezza che cancella i diritti dei bambini per fare una bieca e becera propaganda (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 26 luglio 2019 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 19,05.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 i deputati Melicchio e Vinci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 7 il deputato De Luca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 18, 19 e 25 la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 18 alla n. 20 e nella votazione n. 44 la deputata Emiliozzi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 19 il deputato Gastaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 19 e 20 il deputato Golinelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 28 e 38 il deputato Sensi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 32 il deputato Borghese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 33 la deputata Baldini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 36 il deputato Massimo Enrico Baroni ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 36 il deputato Sgarbi ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 39 il deputato Baratto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 43 alla n. 45 il deputato Bellachioma ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 45 il deputato Speranza ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 45 i deputati Marchetti e Colmellere hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 46 la deputata Colmellere ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 47 la deputata Legnaioli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 50 la deputata Di Giorgi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 54 la deputata Carnevali ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 54 la deputata Gelmini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 1913-A - odg 9/1 448 422 26 212 104 318 75 Resp.
2 Nominale odg 9/1913-A/2 461 449 12 225 192 257 72 Resp.
3 Nominale odg 9/1913-A/3 474 307 167 154 30 277 72 Resp.
4 Nominale odg 9/1913-A/4 476 476 0 239 113 363 72 Resp.
5 Nominale odg 9/1913-A/5 478 478 0 240 113 365 71 Resp.
6 Nominale odg 9/1913-A/6 477 477 0 239 113 364 71 Resp.
7 Nominale odg 9/1913-A/9 474 473 1 237 115 358 70 Resp.
8 Nominale odg 9/1913-A/11 479 468 11 235 107 361 70 Resp.
9 Nominale odg 9/1913-A/13 482 481 1 241 117 364 70 Resp.
10 Nominale odg 9/1913-A/16 477 476 1 239 117 359 70 Resp.
11 Nominale odg 9/1913-A/17 481 480 1 241 117 363 69 Resp.
12 Nominale odg 9/1913-A/18 488 488 0 245 117 371 68 Resp.
13 Nominale odg 9/1913-A/19 488 486 2 244 118 368 66 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/1913-A/21 - I p. 485 485 0 243 190 295 64 Resp.
15 Nominale odg 9/1913-A/22 - I p. 491 480 11 241 212 268 63 Resp.
16 Nominale odg 9/1913-A/23 492 491 1 246 117 374 63 Resp.
17 Nominale odg 9/1913-A/24 482 482 0 242 118 364 63 Resp.
18 Nominale odg 9/1913-A/25 409 387 22 194 90 297 70 Resp.
19 Nominale odg 9/1913-A/26 420 420 0 211 89 331 68 Resp.
20 Nominale odg 9/1913-A/27 426 426 0 214 93 333 67 Resp.
21 Nominale odg 9/1913-A/28 440 440 0 221 98 342 64 Resp.
22 Nominale odg 9/1913-A/29 443 443 0 222 96 347 64 Resp.
23 Nominale odg 9/1913-A/31 469 403 66 202 111 292 62 Resp.
24 Nominale odg 9/1913-A/32 469 398 71 200 106 292 62 Resp.
25 Nominale odg 9/1913-A/33 462 462 0 232 106 356 62 Resp.
26 Nominale odg 9/1913-A/34 474 473 1 237 111 362 61 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale odg 9/1913-A/36 482 474 8 238 100 374 60 Resp.
28 Nominale odg 9/1913-A/38 - I p. 491 491 0 246 211 280 58 Resp.
29 Nominale odg 9/1913-A/39 491 491 0 246 29 462 58 Resp.
30 Nominale odg 9/1913-A/40 490 490 0 246 103 387 57 Resp.
31 Nominale odg 9/1913-A/41 490 487 3 244 98 389 57 Resp.
32 Nominale odg 9/1913-A/42 491 491 0 246 103 388 57 Resp.
33 Nominale odg 9/1913-A/44 484 483 1 242 113 370 56 Resp.
34 Nominale odg 9/1913-A/45 471 470 1 236 109 361 55 Resp.
35 Nominale odg 9/1913-A/46 480 480 0 241 112 368 54 Resp.
36 Nominale odg 9/1913-A/47 483 483 0 242 143 340 54 Resp.
37 Nominale odg 9/1913-A/48 484 483 1 242 113 370 54 Resp.
38 Nominale odg 9/1913-A/49 479 477 2 239 107 370 54 Resp.
39 Nominale odg 9/1913-A/50 474 473 1 237 108 365 54 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale odg 9/1913-A/51 477 476 1 239 108 368 54 Resp.
41 Nominale odg 9/1913-A/52 475 473 2 237 108 365 54 Resp.
42 Nominale odg 9/1913-A/53 481 480 1 241 107 373 54 Resp.
43 Nominale odg 9/1913-A/55 481 480 1 241 111 369 54 Resp.
44 Nominale odg 9/1913-A/56 469 385 84 193 16 369 54 Resp.
45 Nominale odg 9/1913-A/57 472 435 37 218 114 321 54 Resp.
46 Nominale odg 9/1913-A/58 468 465 3 233 97 368 54 Resp.
47 Nominale odg 9/1913-A/59 473 460 13 231 189 271 54 Resp.
48 Nominale odg 9/1913-A/60 484 480 4 241 99 381 54 Resp.
49 Nominale odg 9/1913-A/62 473 472 1 237 95 377 54 Resp.
50 Nominale odg 9/1913-A/63 468 466 2 234 75 391 54 Resp.
51 Nominale odg 9/1913-A/65 450 365 85 183 87 278 54 Resp.
52 Nominale odg 9/1913-A/103 455 426 29 214 99 327 54 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 54)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale odg 9/1913-A/104 461 446 15 224 90 356 54 Resp.
54 Nominale Ddl 1913-A - voto finale 413 412 1 207 322 90 47 Appr.