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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 210 di mercoledì 17 luglio 2019

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MIRELLA LIUZZI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Battelli, Borghese, Brescia, Cantalamessa, Colucci, D'Inca', Delmastro Delle Vedove, Delrio, Dieni, Gallo, Gebhard, Giachetti, Giorgis, Locatelli, Lollobrigida, Lorefice, Lorenzin, Lupi, Migliorino, Nesci, Occhionero, Paolini, Parolo, Pellicani, Pretto, Ruocco, Paolo Russo, Saltamartini, Schullian, Scoma, Sisto, Vacca, Vitiello, Vito, Zanettin e Zennaro sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centosette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,06).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Preciso, collega Borghi, se è quello che mi sta chiedendo, che sto dando il preavviso di venti minuti, quindi nel frattempo verranno sconvocate le Commissioni. Sospendo, pertanto, la seduta, che riprenderà alle ore 11,26.

La seduta, sospesa alle 11,05, è ripresa alle 11,25.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la deputata Angela Salafia. Ne ha facoltà.

ANGELA SALAFIA (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei intervenire perché è successo stamattina un fatto molto grave, durante lo svolgimento della seduta delle Commissioni riunite di Giustizia e Affari costituzionali. Ci risulta che il deputato Andrea Romano del Partito Democratico abbia offeso pesantemente la presidente della Commissione Giustizia, Francesca Businarolo, dicendole che non è in grado di presiedere perché incinta. Ora, noi pretendiamo formali scuse (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia - Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico) da parte…

PRESIDENTE. Colleghi!

ANGELA SALAFIA (M5S). …del Partito Democratico. Presidente, vorrei terminare.

PRESIDENTE. Prego.

ANGELA SALAFIA (M5S). Queste parole per noi sono inaccettabili da chiunque (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia), ma a maggior ragione se provengono da un esponente di un partito che ha sempre sbandierato la tutela della donna tra i suoi principi principali. Noi, in questo momento (Commenti dei deputati del Gruppo Partito Democratico), Presidente vorrei continuare.

PRESIDENTE. Colleghi!

ANGELA SALAFIA (M5S). Queste parole, Presidente, non soltanto offendono l'istituzione che la Presidente Businarolo rappresenta, ma in questo momento offendono tutte le donne di questo Paese. Sono parole inaccettabili (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)! Per giunta, Presidente, proprio nella giornata in cui probabilmente si sta per approvare al Senato un provvedimento come quello del “Codice rosso”. Per cui noi stigmatizziamo questo comportamento e pretendiamo ufficialmente delle scuse formali da parte del Partito Democratico (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sulla stessa questione ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Andrea Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO (PD). Grazie, Presidente. Io capisco l'imbarazzo del MoVimento 5 Stelle (Proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle)…

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Colleghi, ordine, per cortesia! Colleghi, lasciamo concludere il collega. Colleghi! (Dai banchi dei gruppi Movimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier : “Chiedi scusa! Chiedi scusa!)

ANDREA ROMANO (PD). Capisco l'imbarazzo del MoVimento 5 Stelle, oltre all'abitudine di dire una cosa e di farne un'altra, Presidente, perché vede in questi giorni il MoVimento 5 Stelle, fuori da queste Aule, sta sostenendo che il Ministro dell'Interno, Salvini, dovrebbe venire in Parlamento a riferire (Proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle). Io però voglio avere il diritto di parlare.

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia! Colleghi! Colleghi, per cortesia!

ANDREA ROMANO (PD). Fuori da queste Aule, il MoVimento 5 Stelle dice una cosa, dentro queste Aule, comprese le aule delle Commissioni parlamentari, il MoVimento 5 Stelle sta dando una mano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle) alla Lega e al Ministro Salvini per perseverare in un atteggiamento gravemente offensivo nei confronti del Parlamento.

Quello che è successo questa mattina nella sala del Mappamondo, nella riunione delle Commissioni congiunte, Giustizia e Affari costituzionali, non è affatto quello che ha riferito la collega del MoVimento 5 Stelle, che ha affermato il falso (Proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle), ha affermato il falso. Perché, vede Presidente, se io avessi detto quelle cose, dovrei scusarmi, ma io non ho mai detto quelle cose (Proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Colleghi!

ANDREA ROMANO (PD). Capisco anche l'imbarazzo, ma non le ho mai dette. Quello che ho detto - e che qui ripeto, Presidente - è che l'onorevole Businarolo, che presiedeva quella Commissione, non stava svolgendo con equilibrio e correttezza le sue funzioni di presidente, perché non stava concedendo a ciascun membro dell'opposizione i cinque minuti per emendamento e per gruppo parlamentare, che erano stati decisi ieri dall'ufficio di presidenza delle Commissioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), contro il nostro parere. Io, insieme ad altri parlamentari dell'opposizione, mi sono avvicinato al banco della presidenza ed ho affermato - come affermo di fronte a quest'Aula - che l'onorevole Businarolo non stava svolgendo con correttezza quelle funzioni. Al che, l'onorevole Brescia, che non so perché non è intervenuto in quest'Aula oggi, ha affermato: “ma l'onorevole Businarolo è incinta”! E io naturalmente ho affermato: “Ma cosa c'entra il suo stato di gravidanza con le modalità con la quale sta svolgendo le funzioni di presidente?” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle - Dai banchi dei gruppi Movimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier : “Chiedi scusa! Chiedi scusa!).

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia!

ANDREA ROMANO (PD). Quindi - e finisco -, anche con un elemento personale, se mi è permesso, perché, come direbbe il Ministro Salvini, lo dico da padre di quattro figli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), non solo ho la massima attenzione e il massimo rispetto verso qualunque donna sia in stato di gravidanza, ma ho anche una certa familiarità con le donne in stato di gravidanza, e questo mi avrebbe spinto in ogni caso, come mi spinge in ogni caso (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier) …

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi, per cortesia!

ANDREA ROMANO (PD). …a mostrare il massimo rispetto in ogni occasione, sia dentro che fuori le Aule parlamentari, verso le donne che hanno la fortuna e l'impegno di condurre una gravidanza. Però, io concludo affermando che ho già scritto all'onorevole Businarolo, specificando le mie parole, stigmatizzando gravemente il tentativo dell'onorevole Brescia e del MoVimento 5 Stelle di ridicolizzare la coerenza e l'impegno con cui l'opposizione, il Partito Democratico, sta conducendo questa battaglia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle) in ogni aula parlamentare. Perché, se vogliamo parlare di questo, colleghi Cinquestelle, parliamone: ieri, in quest'Aula, quando il Partito Democratico, unica forza di opposizione, insisteva col Ministro Salvini perché venisse in quest'Aula, noi non abbiamo ascoltato una sola parola da voi, siete stati in silenzio (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Colleghi!

ANDREA ROMANO (PD). Quindi, per cortesia, non ridicolizzate i lavori dell'opposizione, prendetevi le vostre responsabilità e rispettate, questo sì, le parole di ogni parlamentare che insiste affinché siano rispettate le modalità (Commenti della deputata Gerardi)

PRESIDENTE. Collega Gerardi!

ANDREA ROMANO (PD). …e i tempi dell'opposizione in ogni Aula parlamentare, comprese le aule delle Commissioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Proteste dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Sullo stesso argomento? Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente. Intanto bisogna fare un po' di chiarezza, perché l'accertamento di un fatto giudiziario non bisogna farlo in quest'Aula, ma lo faranno i giudici (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini PremierProteste dei deputati del gruppo Partito Democratico), e i giudici hanno detto che non vogliono ascoltare il Ministro dell'Interno Matteo Salvini: primo punto importante. Probabilmente il Partito Democratico non conosce la separazione dei poteri, perché è troppo impegnato a oscurare Bibbiano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico), che ha bisogno di trovare un caso su cui far calare l'attenzione mediatica.

Io voglio, a nome del nostro gruppo, assolutissimamente condannare con forza le dichiarazioni squallide e sessiste del deputato Andrea Romano (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle - Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico), che si è permesso di offendere una donna in gravidanza, evidenziando la sua condizione soggettiva; un atteggiamento veramente vergognoso! Un atteggiamento che grida vergogna (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle - Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Colleghi!

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Vorrei vedere tutte le deputate del Partito Democratico prendere le distanze dalle dichiarazioni del loro collega, un atteggiamento che lo qualifica (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Collega Fragomeli!

EDOARDO ZIELLO (LEGA). …come un bullo istituzionale della peggior specie, signor Presidente, un bullo che se la prende con le persone più in difficoltà (Commenti della deputata Morani)

PRESIDENTE. Collega Morani…

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Signora Presidente, del resto, da una persona come Andrea Romano, che è stato licenziato da L'Unità perché in redazione non si vedeva mai, noi non possiamo prendere lezioni, signora Presidente (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Colleghi!

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Il collega Andrea Romano dovrebbe fare la stessa fine che ha fatto con il suo ex giornale L'Unità, ovvero chiedere scusa, vergognarsi e venir licenziato dalla Camera dei deputati per la lesione della dignità di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Non venite a farci lezioni sulla tutela del sesso femminile, colleghi, perché, a differenza vostra, noi facciamo i fatti! Lo abbiamo dimostrato con il codice rosso e lo faremo con l'approvazione del decreto “sicurezza-bis”, anche con la vostra opposizione del tutto inefficace (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle)!

GIUSEPPE BRESCIA (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BRESCIA (M5S). Sì, grazie Presidente. A me dispiace davvero dover intervenire e dover prendere la parola su un argomento così spiacevole, ma sono costretto a farlo, anche perché la vergogna del collega Andrea Romano non ha proprio confini, non ha confini (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier - Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)! È qualcosa di veramente increscioso, inaccettabile, schifoso, pensare di poter dire ad una donna che, in quanto incinta, non può presiedere una Commissione (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Collega, le chiedo di mantenere un tono adeguato!

GIUSEPPE BRESCIA (M5S). Queste sono state parole ascoltate da me e sicuramente anche dal sottosegretario Molteni, che era al mio fianco e, ancora prima di me, ha tenuto a stigmatizzare quelle parole e a far notare al collega Romano che il suo atteggiamento era assolutamente fuori luogo e inaccettabile…

PRESIDENTE. Colleghi!

GIUSEPPE BRESCIA (M5S). Tra l'altro, il collega Romano è stato allontanato dalla Commissione per questo motivo e, se non avesse detto quelle parole, non ci saremmo mai permessi di allontanarlo dalla Commissione. Questo è quanto (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)!

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Io mi trovo certamente in difficoltà a dover intervenire oggi su questo tema, perché francamente che nel 2019 ancora si debba precisare che una donna in stato di gravidanza è (Commenti dei deputati Bruno Bossio e Scalfarotto)

PRESIDENTE. Collega Bruno Bossio! Collega Scalfarotto! Colleghi, per cortesia!

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Come dicevo, io mi trovo in difficoltà a dover intervenire oggi, nel 2019, per ribadire che una donna in stato di gravidanza non è - in questo senso mi dissocio anche dall'espressione del collega della Lega - una donna in difficoltà, ma certamente è una donna che è nel pieno esercizio delle sue funzioni e svolge il ruolo che le è stato assegnato, che è quello di presidente di una Commissione.

Il Partito Democratico ha deciso per due volte, ieri sera e oggi, di occupare o tentare di occupare il banco della presidenza delle due Commissioni, che erano in congiunta, per ragioni politiche che chiaramente noi non condividiamo, ma che si limitino a questo, ma che non pensino di addurre motivazioni francamente risibili e in contrasto con le tanto sbandierate pari opportunità dalle anime belle della sinistra, che se ne dimenticano quando devono insultare l'avversario politico (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e MoVimento 5 Stelle). Ma vede, Presidente, mi trovo oggi a dover ribadire concetti che già avevamo espresso nel corso della campagna elettorale per le elezioni comunali della città di Roma capitale, quando anche Giorgia Meloni fu oggetto di attacchi veramente riprovevoli come questo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

E allora io credo che oggi il Partito Democratico abbia segnato una pagina abbastanza triste, non so dire se la peggiore di questi giorni perché capisco che ne stanno vivendo diversi, di brutti momenti, però, francamente, da parte del gruppo di Fratelli d'Italia rimane la condanna rispetto a questo atteggiamento e la solidarietà alla presidente Businarolo, che certamente può essere contestata per come svolge il ruolo di presidente laddove si ritenga che il Regolamento non venga correttamente applicato, ma mai a nessuno deve essere concesso, specialmente in un'Aula, in un contesto che dovrebbe essere di esempio per tutto il Paese, osare e mettere in dubbio che una donna non è in grado di svolgere il proprio lavoro perché in stato di gravidanza (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Colleghi, io sto facendo intervenire un deputato per gruppo, ovviamente togliendo Romano e togliendo il collega Brescia, che erano comunque persone interessate ai fatti. Quindi, a questo punto, darò la parola per il Partito Democratico alla collega Bruno Bossio e poi faremo il giro degli altri gruppi, dopo ci sono le colleghe Boldrini e Bartolozzi. Prego, collega Bruno Bossio.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Io credo che in quest'Aula debba essere ristabilita la verità e francamente trovo vergognoso che un deputato della Lega consideri donna in difficoltà una donna in gravidanza! Noi siamo fiere e orgogliose di essere madri fino all'ultimo giorno di lavoro (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle)! Questo è il motivo per cui io, invece, ho stigmatizzato chi, all'interno della Lega, ha voluto strumentalizzare anche nella Commissione questa situazione e ho ottenuto, questo sì, un atto violento dalla collega Saltamartini, che mi ha letteralmente strappato il microfono dal banco (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Se vogliamo parlare di violenza, allora stigmatizziamo questo! E francamente, mi pare incredibile che, mentre il capogruppo D'Uva dice sui giornali che il Ministro Salvini deve venire in Aula, oggi difenda il fatto che il Ministro Salvini va a trovare i gatti di Roma e non si presenta nelle Aule parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle)!

LAURA BOLDRINI (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Grazie, signora Presidente. Noi dobbiamo inquadrare la questione, se vogliamo avere una visione completa di quanto è accaduto questa mattina. In I e II Commissione, stiamo discutendo un decreto impresentabile, a mio avviso, totalmente impresentabile (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), un decreto che ci porterà fuori dal consesso internazionale, un decreto che nega molte convenzioni internazionali e, dunque, signora Presidente, quando i due presidenti Businarolo e Brescia hanno anche contingentato i tempi di intervento, e questo accadeva all'inizio della discussione di martedì, lei capisce che ci sono stati dei momenti abbastanza incandescenti, perché gli emendamenti che sono di interesse di questa parte dell'emiciclo sono i primi due. Se noi non possiamo esprimere il parere su quei due articoli attraverso quegli emendamenti, per noi è già chiusa la discussione, quindi, è stata una decisione abbastanza arbitraria. Per di più, andiamo in Aula lunedì, quindi ci sarebbe ancora tutto il tempo di poter parlare. Quando c'è stato un momento di concitazione, alcuni deputati e deputate si sono avvicinati al banco della presidenza, io sono rimasta dietro, dunque non ho sentito che cosa stessero dicendo, ma ho visto il sottosegretario Molteni che si rivolgeva a me, gridando come un ossesso nei miei confronti, quando io ero dietro e non ho sentito. E diceva: “devi intervenire, la devi difendere, è una donna, la devi difendere, è incinta”, non sapendo perché avrei dovuto farlo; certo, con piacere l'avrei fatto sempre, ma non capendo perché io stavo dietro, non sapendo che cosa fosse accaduto. Non ho sentito quello che è accaduto, ma, evidentemente, se il deputato Romano ha, in qualche modo, evidenziato la condizione di gravidanza come impedente alla presidente Businarolo di presiedere, è ovvio che questo va stigmatizzato. È altrettanto ovvio per me dimostrare, dunque, solidarietà e vicinanza - cosa che io ho fatto in Commissione - alla presidente Businarolo, però, signora Presidente, a sentire i deputati della Lega che stigmatizzano il sessismo veramente mi vien da ridere, signora Presidente, ma mi viene da ridere di cuore (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Quei deputati e quelle deputate che sono rappresentati da un leader…

PRESIDENTE. Collega Mollicone…

LAURA BOLDRINI (LEU). …che espone le ragazze alla gogna mediatica a sfondo sessista sulla pagina del Ministro e che paragona la sottoscritta a una bambola gonfiabile. Vergogna! Vergogna! Vergogna (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico - Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Non avete diritto voi di parlare di sessismo, voi non potete parlare!

Presidente, e che vogliamo dire del “Ministro chi l'ha visto?”, il Ministro in fuga, il Ministro Salvini che non vuole venire in quest'Aula a riferire? Siamo in una democrazia parlamentare: voi ci volete portare in un regime illiberale, e noi resisteremo, resisteremo fino alla fine. Lui deve venire (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Colleghi!

LAURA BOLDRINI (LEU). Il Ministro Salvini è tenuto a venire, non è che può, deve venire: questo accade in una democrazia parlamentare. Il Ministro Salvini deve parlare dei rapporti che il suo partito ha con una potenza straniera. Sono andati a chiedere denaro a una potenza straniera: è alto tradimento (Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Se non avete nulla di cui vergognarvi…

PRESIDENTE. Collega, le chiedo di attenersi al tema, però.

LAURA BOLDRINI (LEU). … fatelo venire qui, a rispondere al Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico – Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Ovviamente, colleghi, chiedo a tutti di attenervi al tema: stiamo parlando di qualcosa che è successo in Commissione stamattina, in Commissione giustizia, atteniamoci a quello. Prego, collega.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Si è sicuramente svolta una triste pagina sia ieri in Commissione che stamani: una ammucchiata di colleghi dinanzi alle presidenze, non si capiva nulla, Presidente.

Però, quello che noi terremmo ad evidenziare è che, se i fatti sono quelli che ha rappresentato il presidente Brescia, rispetto ai quali, stamattina, nessuno del Partito Democratico ha preso le distanze; se i fatti sono quelli e si sono svolti dinnanzi alla presidenza, con i funzionari e con il sottosegretario che era al banco della presidenza e, quindi, ci sarà tutto il tempo per accertarlo; ma, se i fatti sono quelli, io mi sarei aspettata, noi ci saremmo aspettati dal collega Romano che, invece di stigmatizzare l'accaduto con la frase per cui ha familiarità con le donne in stato di gravidanza, a nostro modo di vedere, avesse porto le scuse alla presidente Businarolo già stamani in Commissione, ma ora in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Io avrei fatto in questo modo, io avrei porto le mie scuse alla presidente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Colleghi, chiaramente, ho fatto parlare tutti i gruppi che erano interessati. Suppongo che ci sarà un approfondimento in Ufficio di Presidenza.

Proseguirei adesso con altri interventi sull'ordine dei lavori.

BARBARA SALTAMARTINI (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Collega Saltamartini, il collega Ziello ha parlato per la Lega. Per fatto personale? Colleghi, ricapitolo: ho fatto intervenire il collega Romano e il collega Brescia proprio perché erano le parti interessate e, successivamente, ho fatto intervenire ogni collega per gruppo. Io manterrei questo livello, perché abbiamo anche altri interventi sull'ordine dei lavori su altre questioni, quindi proseguirei.

BARBARA SALTAMARTINI (LEGA). Presidente!

PRESIDENTE. Collega Saltamartini, su cosa vuole intervenire? Se è su sullo stesso argomento, dopo riapro a tutti. Su fatto personale? Sull'ordine dei lavori, su un altro tema? Prego.

BARBARA SALTAMARTINI (LEGA). Presidente, sull'ordine dei lavori per porgerle solo una domanda. Ovviamente, non voglio venir meno a quello che è il Regolamento della Camera, ma, nel momento in cui dal Partito Democratico hanno parlato due esponenti, di cui una, tra l'altro, mi ha chiamato direttamente in causa, forse, dovrebbe comprendere il motivo per cui io chiedo di intervenire.

PRESIDENTE. Collega, come le ho già spiegato, ovviamente, la collega Bruno Bossio ha parlato per il suo gruppo e i colleghi Romano e Brescia hanno parlato come persone interessate. Se poi, ripeto, vogliamo riaprire l'argomentazione e riaprire a tutti i gruppi, se vogliamo andare avanti così…

BARBARA SALTAMARTINI (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Prego, collega Satamartini.

BARBARA SALTAMARTINI (LEGA). Presidente, prendo atto che, evidentemente, c'è un trattamento diverso. Non si preoccupi, parlerò direttamente con un comunicato stampa, con cui potrò tranquillamente rispedire al mittente le accuse che mi sono rivolte in quest'Aula, e mi spiace che lei non abbia voluto permettermi di spiegare quello che è successo.

PRESIDENTE. Collega, non c'è stato nessun trattamento diverso: se è un fatto personale, potrà fare un intervento a fine seduta. Ripeto: continuerei e andrei avanti, visto che questo argomento è stato concluso, e, sicuramente, se ne parlerà in Ufficio di Presidenza, perché mi sembra di capire che gli approfondimenti ci dovranno essere.

GRAZIANO DELRIO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su un altro tema. Ne ha facoltà.

GRAZIANO DELRIO (PD). Grazie, Presidente. Approfitto di questo intervento sull'ordine dei lavori, perché è avvenuta ieri sera, finalmente, la convocazione dei capigruppo. Ringrazio il Presidente Fico per l'impegno che ha mostrato nel sollecitare il Governo, il Ministro Salvini in particolare, a rispondere, a venire a riferire in Parlamento, mostrando così sensibilità verso questa istituzione. Contestualmente, vorrei anche ringraziare stamattina il Presidente del Senato, la quale, seppur tardivamente, si è corretta rispetto alle sue affermazioni, per cui si trattava di pettegolezzi, e ha deciso di convocare il Presidente del Consiglio al Senato per la settimana prossima e il Presidente del Consiglio, con tempi velocissimi, ha risposto che si presenterà in Senato a riferire.

Quindi, il Governo tutto, escluso il Ministro Salvini, sembra assumersi l'onere e il compito di rispettare le prerogative della Repubblica parlamentare. Io vorrei ricordare che i Ministri non hanno il piacere, non hanno la facoltà, ma hanno l'obbligo di intervenire alle sedute delle Camere e questo emerge, appunto, dalla natura stessa del Governo parlamentare, come ricordava Costantino Mortati all'Assemblea Costituente, perché esiste un'immediatezza, una continuità di rapporti tra il Governo e le Camere proprio per il principio della responsabilità del Governo di fronte alle Camere. E vorrei ricordare che i Ministri, secondo l'articolo 64 della Costituzione, hanno il diritto e, se richiesti, l'obbligo – e, se richiesti, l'obbligo – di assistere alle sedute, di partecipare alle sedute. Allora, noi non stiamo chiedendo un piacere al Ministro Salvini; stiamo chiedendo, visto che il Ministro dice di non avere nulla da nascondere, di presentarsi in quest'Aula, e riferire in quest'Aula e di rispondere in quest'Aula, non di accuse giudiziarie (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali). Nessuno di noi vuole fare il processo in quest'Aula, noi abbiamo posto domande politiche molto serie in quest'Aula. Siamo convinti che il Ministro Salvini abbia mentito e anche il Presidente del Consiglio ha detto che il Ministro Salvini ha mentito, dicendo di non avere nessun collegamento con l'invito del signor Savoini alla cena con Putin.

Siamo convinti che il Ministro Salvini abbia mentito quando dice che non è a conoscenza delle relazioni del signor Savoini con altri esponenti di Russia, dei partiti della Russia Unita o con altri esponenti economici e finanziari del sistema della Russia. Siamo convinti, cioè, che ci siano da chiarire numerosi incontri che, come ha ricordato ieri il collega Fiano, sono stati fatti dal Ministro Salvini. E non si capisce perché il signor Savoini partecipava a incontri riservati del Ministro dell'Interno con il Ministro dell'Interno russo, perché questo attiene a una questione di sicurezza nazionale.

Non ha niente da nascondere? Non scappi dal Parlamento come è scappato da una richiesta di processo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali), perché è scappato dalla richiesta di processo. Se non ha niente da nascondere, se non ci sono questioni fondamentali da nascondere, non si capisce perché non possa perdere dieci minuti per onorare il fatto che lui ha giurato davanti alla Costituzione e che ha ottenuto la fiducia da questo Parlamento. Se trova il tempo di andare al gattile, può trovare anche il tempo di passare dieci minuti con noi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Non ci pare che questo sia un grandissimo problema, Presidente. Allora, siamo qui a dire che abbiamo fiducia nell'azione della Presidenza della Camera, che speriamo molto presto risolverà questo problema, come già il Presidente Conte lo ha risolto in cinque minuti, perché non si può dire che il Ministro Salvini non sia uomo di azione. Quando deve rispondere, risponde in pochi secondi. Sono due giorni, sono due giorni precisi che aspettiamo di sapere una data della sua presenza in Parlamento, signora Presidente. Vorremmo che l'azione della Presidenza della Camera diventasse sempre più incisiva, perché questo non è un problema delle opposizioni. Questo è un problema di rispetto di questa istituzione democratica: il Parlamento esercita il controllo sul Governo, non è una facoltà del Governo di presentarsi quando il Parlamento chiama, ma è un dovere del Ministro Salvini di presentarsi qui (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Se vuole scappare dal Parlamento è perché, evidentemente, c'è qualcosa che non sa e non vuole dire (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente. Ieri avevamo chiesto la convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo e devo dare atto al Presidente Fico di avere accolto tempestivamente questa nostra richiesta. Intervengo in Aula, quindi, da questo punto di vista, per sottolineare e stigmatizzare il fatto che è da ieri che il Ministro Salvini aveva ricevuto una comunicazione informale, tramite, per le vie brevi, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, su una richiesta, di diversi gruppi, di venire in Aula a riferire sulle vicende legate alle questioni russe. Questa mattina mi risulta che sia stata mandata anche una lettera formale del Presidente della Camera; siamo a mezzogiorno e non è ancora arrivata nessuna risposta.

Credo che non si possa, in quest'Aula, non stigmatizzare con forza questo comportamento irrispettoso da parte del Ministro nei confronti del Parlamento e di questa Camera. Credo che, se proseguisse, ci ritroveremo di fronte con nettezza a un tentativo di alterare il rapporto e la divisione di poteri tra potere legislativo e potere esecutivo. Quindi, noi siamo qui a ribadire con forza, e quindi anche ad appellarci, da questo punto di vista, alla maggioranza: qui non c'è soltanto una discussione, una questione interna tra le opposizioni.

Qui c'è un tema di rispetto delle istituzioni e dell'istituzione della Camera dei deputati. Quindi ogni minuto che passa è uno sfregio a questa istituzione e, da questo punto di vista, noi lo consideriamo inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Colleghi, come sapete e come anche ha detto il collega Fornaro, la questione sollevata è stata oggetto anche della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo tenutasi nella giornata di ieri, e, come preannunciato in quella sede, il Presidente della Camera ha reiterato, con lettera indirizzata al Ministro per i Rapporti con il Parlamento, l'invito al Governo a dare seguito alla richiesta dello svolgimento di un'informativa urgente del Ministro dell'Interno sull'argomento.

MICHELE SODANO (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (M5S). Grazie, Presidente. Semplicemente, vista la scomparsa di Andrea Camilleri e che tutta l'Italia è commossa per questa perdita, chiediamo se possa essere trovato all'interno di oggi un momento per ricordarlo nel migliore modo possibile (Applausi).

GENNARO MIGLIORE (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (PD). Signora Presidente, nell'aggiungere anche la richiesta del nostro partito ad una commemorazione di un gigante come Andrea Camilleri e chiedendo che sia riservato uno spazio adeguato alla figura e all'importanza, chiedo, ovviamente non al mio intervento, ma ad Andrea Camilleri, un applauso convinto di tutta l'Aula, perché questo, francamente, credo sia il minimo che si debba ad una figura così importante per la storia del nostro Paese (L'Assemblea e il rappresentante del Governo si levano in piedi - Prolungati applausi).

PRESIDENTE. Ovviamente, la Presidenza si unisce all'omaggio e la richiesta verrà trasmessa alla Presidenza.

LAURA BOLDRINI (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Si associa, suppongo.

LAURA BOLDRINI (LEU). Signora Presidente, sì, mi consenta formalmente di unirmi e unire il mio gruppo alla richiesta di un ricordo del grande maestro Camilleri, una persona che ho avuto il piacere di conoscere e frequentare da molti anni. Un grande scrittore, un uomo che ha sempre tenuto a mente la nostra Costituzione e veramente una persona autentica; una persona che merita un pensiero veramente sentito da parte di quest'Aula e anche un riconoscimento. Quindi, il mio gruppo si associa alla richiesta di dedicare a lui un tempo adeguato per ricordare tutto quello che ha fatto per il nostro Paese.

Seguito della discussione delle mozioni De Maria ed altri n. 1-00199, Muroni ed altri n. 1-00223, Lollobrigida ed altri n. 1-00225, Molinari e D'Uva n. 1-00226 e Gelmini ed altri n. 1-00227 concernenti iniziative in materia di politiche urbane e riqualificazione delle periferie (ore 12).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni De Maria ed altri n. 1-00199, Muroni ed altri n. 1-00223, Lollobrigida ed altri n. 1-00225, Molinari e D'Uva n. 1-00226 e Gelmini ed altri n. 1-00227 concernenti iniziative in materia di politiche urbane e riqualificazione delle periferie (Vedi l'allegato A).

Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 15 luglio 2019, sono state presentate le mozioni Molinari e D'Uva n. 1-00226 e Gelmini ed altri n. 1-00227, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.

(Intervento e parere del Governo)

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire, esprimendo altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

GUIDO GUIDESI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Inizio dalla mozione Molinari e D'Uva n. 1-00226, sulla quale il parere, sia nelle premesse che negli impegni, è favorevole. Sulla mozione De Maria ed altri n. 1-00199 ho già detto ai presentatori, lo dico per questa mozione, perché il tema è richiesto anche da altre mozioni, il Governo esprime parere contrario sull'ultimo punto delle premesse in riferimento alla ricostituzione della Commissione parlamentare sulle periferie. Il parere è contrario perché, come ben sapete, l'intento del Governo e della maggioranza è concretizzare l'ottimo lavoro fatto dalla Commissione periferie della scorsa legislatura che, tra l'altro, ha visto un lavoro unanime e condiviso nella sua totalità. Per quanto riguarda gli impegni sempre della mozione De Maria ed altri n. 1-00199, sul n. 1) il parere è contrario perché la Presidenza del Consiglio già svolge funzioni di coordinamento rispetto alla materia richiesta; al n. 2) il Governo chiede una riformulazione affinché il parere sia favorevole con le seguenti parole: “a valutare l'adozione di iniziative per una riforma delle competenze territoriali delle grandi aree metropolitane, puntando all'istituzione di province e città metropolitane elette dai cittadini”; il Governo esprime parere favorevole sull'impegno n. 3); il Governo esprime parere favorevole sull'impegno n. 4) purché sia riformulato solo ed esclusivamente nella forma, cioè sostituendo le parole: “contenimento del consumo di suolo” con la seguente frase: “fermo restando il rispetto del principio del contenimento del consumo di suolo”; parere favorevole sul n. 5); favorevole sul n. 6); favorevole sul n. 7); sull'impegno n. 8) il Governo esprime parere favorevole purché sia l'impegno sia riformulato, aggiungendo allo stesso la seguente frase: “anche in attuazione del disegno di legge delega approvato nell'ultimo Consiglio dei ministri in materia di riordino delle funzioni e dell'ordinamento della polizia locale”; parere favorevole sugli impegni n. 9) e n. 10).

Per quanto riguarda la mozione Muroni ed altri n. 1-00223, il parere sulle premesse è favorevole, a parte l'ultima parte delle premesse in cui si chiede la ricostituzione della Commissione periferie per i motivi che ho detto precedentemente. Per quanto riguarda la parte dispositiva il parere è favorevole sull'impegno n. 1); favorevole sul n. 2); favorevole sul n. 3); favorevole sul n. 4); mentre il Governo esprime parere favorevole sull'impegno n. 5) purché sia riformulato nel modo seguente: “ad adottare iniziative per favorire la rigenerazione urbana basata sul riuso dell'esistente finalizzato a rispondere al fabbisogno abitativo di edilizia residenziale pubblica, sociale nonché culturale, che contrastino l'esclusione sociale e il degrado nelle periferie delle aree urbane”.

Passo alla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00225. Il parere sulle premesse è favorevole, ad eccezione del parere contrario sempre sulla parte legata alla ricostituzione della Commissione periferie e sempre con le stesse motivazioni già esposte sulle altre mozioni. Per quanto riguarda l'impegno, il Governo esprime parere favorevole sul n. 2) purché sia riformulato, sostituendo la parte dalle parole: “e l'intercettazione virtuosa (…)” con le parole: “a incrementare le risorse stanziate per la riqualificazione dei tessuti urbani marginali anche attraverso il coinvolgimento dei privati”; il parere è favorevole sul n. 3); il Governo esprime altresì parere favorevole sugli impegni ai n.n. 4), 5), 6), 7), 8), 9), 10), 11), 12), 13); il Governo esprime parere favorevole sul n. 14) purché sia riformulato inserendo prima del testo dell'impegno: “a valutare l'opportunità di varare un piano di riqualificazione (…)” eccetera, eccetera.

Passo alla mozione Gelmini ed altri n. 1-00227. Il parere sulle premesse è favorevole, ad eccezione dell'ultima parte che riguarda sempre la ricostituzione della Commissione d'inchiesta e sempre per i motivi che ho detto precedentemente.

Per quanto riguarda gli impegni, il parere è favorevole su tutti.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Stefano Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Con le mozioni che affrontiamo oggi, che hanno per oggetto…

PRESIDENTE. Scusi, Collega. Colleghi, vi chiedo la cortesia di non passare davanti al collega Fassina.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente, sarebbe utile. Con le mozioni che affrontiamo oggi, che hanno come oggetto le periferie delle grandi città, affrontiamo in realtà una serie, o proviamo ad affrontare una serie, di problemi perché, com'è noto, le periferie sono un crocevia di condizioni molto diverse, condizioni diverse anche in termini di potenzialità. Vi sono grandi e profondi elementi di sofferenza, ma vi sono anche grandi opportunità. Sono aree estremamente dinamiche. Tutte le mozioni, anche la nostra, nell'introdurre gli impegni per il Governo, alzano lo sguardo sia in termini di spazio sia in termini di tempo; guardano alle trasformazioni in corso a livello globale; guardano ai prossimi decenni giustamente, allo scenario 2050; si sottolinea in tutte le mozioni come sarà sempre più intensa la concentrazione di popolazioni nelle aree urbane: già oggi siamo a un livello che è oltre la metà e tale dinamica sarà sempre più intensa. Tuttavia è giusto guardare lo scenario, ma dobbiamo farlo a partire dalla consapevolezza del presente che, nella retorica, è molto chiara, ma che poi fa grande fatica a tradursi in iniziativa politica a tutti i livelli, iniziativa politica e amministrativa a tutti i livelli, dal Governo nazionale ai Governi regionali, alle amministrazioni comunali. Le nostre città hanno un livello di disuguaglianza nella concentrazione del reddito, della ricchezza, delle aspettative di vita, delle condizioni di salute, dei principali indicatori sociali che dovrebbero già da oggi - ripeto: già da oggi - imporre nell'agenda del Governo nazionale e dei governi territoriali il tema periferie in tutte le sue sfaccettature. È vero, come ha ricordato il sottosegretario che ha appena espresso il parere sulle mozioni escludendo da tutte le mozioni la ricostituzione della Commissione di inchiesta, è vero che la Commissione d'inchiesta che ha lavorato nella Legislatura XVII ha fatto un ottimo lavoro, con una sostanziale condivisione delle analisi e delle proposte; tuttavia non è un lavoro che possiamo considerare compiuto, data anche la dinamicità delle aree che stiamo attraversando.

Dunque, sulle periferie è ora di andare oltre la retorica: nella retorica sono presentissime, ma è ora di definire un'agenda. Sono tanti gli aspetti da affrontare: ne voglio qui segnalare uno che oggi, a mio avviso, è quello drammaticamente più urgente. Ripeto che vi sono tanti aspetti: l'aspetto che riguarda i servizi fondamentali, innanzitutto i servizi di trasporto, i servizi principali che devono offrire le amministrazioni comunali. Tuttavia, voglio oggi concentrare l'attenzione sul problema abitativo, che segna drammaticamente la fase attuale nelle periferie delle nostre città.

Oggi affrontare il problema abitativo è un prerequisito per quel miglioramento che vorremmo provare a portare, allora su questo non si possono lasciare da soli i comuni. I comuni possono fare molto. Troppi comuni fanno troppo poco, tuttavia i comuni non possono essere lasciati da soli. Per affrontare la questione abitativa, noi torniamo a chiedere, torniamo ad insistere in quest'Aula, come abbiamo fatto nel corso dello scorso anno e anche, in verità, nella scorsa legislatura, su un piano di edilizia residenziale pubblica. Serve un piano nazionale, poi articolato a livello regionale e a livello comunale, di edilizia residenziale pubblica. Sono all'ordine del giorno, nella capitale del Paese ma non solo, gli sgomberi. Vorrei essere molto chiaro, e dirlo innanzitutto al Ministro dell'Interno: gli sgomberi non sono una politica, gli sgomberi sono il fallimento della politica, sono il fallimento delle istituzioni, sono il fallimento delle amministrazioni.

Legalità, ordine pubblico e sicurezza pubblica non si costruiscono e non si promuovono attraverso gli sgomberi, ma vanno costruiti e promossi attraverso le politiche sociali, e le prime politiche sociali da fare nelle periferie sono le politiche per la casa. Lunedì scorso siamo stati di fronte all'ennesimo sgombero di uno stabile pubblico abbandonato e occupato, dove il Governo ritiene di aver risolto il problema, invece il Governo ha solo spostato un problema, ha aggravato le condizioni di sicurezza pubblica e ha aggravato le condizioni sociali delle settantotto famiglie che sono state spostate e sono state distribuite in condizioni abitative che rimangono emergenziali e che per di più pesano anche sul bilancio capitolino. È ora di riconoscere che le occupazioni nelle periferie - perché purtroppo quello che è successo lunedì vuole essere un primo intervento di una serie di interventi che il Ministro dell'Interno mette all'ordine del giorno della sua amministrazione -, quelle condizioni sono condizioni di dramma sociale, non sono condizioni di delinquenza. Non si può disconoscere che c'è un problema enorme di carenza di alloggi di edilizia residenziale pubblica: solo a Roma ci sono 12 mila nuclei familiari in lista d'attesa per una casa popolare, cioè avrebbero diritto, ma le case non ci sono, e guarda caso è il numero che corrisponde al numero degli occupanti abusivi dei palazzi come quello a Primavalle che è stato sgomberato lunedì scorso.

Allora, se si vuole promuovere legalità, se si vuole promuovere sicurezza pubblica, si devono predisporre gli alloggi di edilizia popolare che servono per dare ospitalità a quelle famiglie che sono costrette a occupare. Vi ricordo che ci sono ogni anno, in Italia, decine di migliaia di sfratti, oltre la metà sono eseguiti anche attraverso la forza pubblica. Nel 90 per cento dei casi si tratta di morosità incolpevole, cioè di capi famiglia che perdono il lavoro, non trovano il lavoro e non riescono a pagare l'affitto. Il problema della sicurezza nelle nostre periferie è innanzitutto un problema di sicurezza sociale.

Allora, con questa mozione, negli impegni, noi indichiamo una serie di interventi, ma insistiamo sulla priorità dell'edilizia residenziale pubblica.

Facciamo in modo che la prossima legge di bilancio abbia un piano pluriennale di investimenti che non sia – come dire? – improponibile per i vincoli di finanza pubblica, ma che utilizzi un paio di miliardi l'anno per avviare un programma articolato di intervento sull'edilizia residenziale pubblica di riqualificazione, rigenerazione urbana, zero consumo di suolo nelle nostre periferie (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per una specifica il sottosegretario Guidesi. Ne ha facoltà. Prego, sottosegretario.

GUIDO GUIDESI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, sarò brevissimo. Per agevolare i presentatori e soprattutto gli uffici, voglio precisare due cose: il punto di contrarietà all'ultimo capoverso della premessa della mozione Muroni n. 1-00223 non riguarda l'istituzione della Commissione d'inchiesta, ma rimane la contrarietà da parte del Governo su quel punto. Per quanto riguarda, invece, l'istituzione della Commissione d'inchiesta - rimane il parere di contrarietà da parte del Governo -, non è l'ultimo punto della mozione Gelmini 1-00227, ma riguarda quel tema. Specifico inoltre che, ovviamente, l'istituzione o meno di una nuova Commissione sulle periferie è argomento che riguarda comunque il Parlamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fabio Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi deputati, sottosegretario Guidesi, guai a svolgere prolusioni accademiche sulle periferie non rispettose di chi in questi contesti urbani ha consumato l'unica esistenza di cui dispone, di chi subisce il degrado, l'illegalità, l'immigrazione irregolare, i campi nomadi, lo spaccio e il consumo di droghe, di poveri, reclusi, disabili, disoccupati, di chi subisce violenza quotidiana e non trova difesa, né giustizia. Ci sono prigionieri inconsapevoli lì, nei tessuti urbani marginali delle città, quelli che sono sequestrati al nono piano di casermoni inanimati perché gli ascensori delle case popolari non vengono riparati e sono troppo fragili per affrontare le scale; quelli che non escono dal proprio appartamento perché hanno paura che la consuetudine, alimentata dalla sinistra, di occupare i locali vuoti induca qualcuno a rubargli casa; quelli che hanno scambiato un sentimento squallido per un luogo di aggregazione e vanno lì, negli scantinati, a farsi di eroina o a spararsi canne fino a friggersi il cervello, mentre i cattivi maestri gli dicono che la droga non è dannosa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che il problema è “farsi” bene, con la siringa pulita, con la coca tagliata a regola d'arte, con la marijuana a basso principio attivo; quelli che vanno a fare la spesa solo la mattina perché nel sottoscala ci sono un'armeria e una centrale dello spaccio, che se entri in auto nel loro quartiere ti affiancano in moto, ti costringono a dieci chilometri orari e ti accompagno a volto coperto sul crocevia per l'uscita, perché la criminalità ha bisogno di riservatezza. Traffici spesso noti, ma tollerati, perché pare si preferisca controllarli lì piuttosto che vederli dispersi ovunque. Vai a dirglielo, alle famiglie oneste che vivono segregate lì dentro. È irrispettoso presentarsi qui con responsabilità gigantesche sulle proprie spalle e non ammettere di aver sbagliato, non chiedere scusa per aver dilaniato territori e polverizzato generazioni. È il caso del PD, che ha depositato un vero trattato delle periferie senza dimostrarsi capace di scrivere un solo rigo di autocritica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ce lo aspettavamo, perché riconosciamo in taluni esponenti di quell'area un'onestà intellettuale forse oggi distolta dalla dialettica interna a sinistra. Chi le ha realizzate queste periferie infami? Chi ha negato, per anni, l'evidenza della loro disumanità, andando a promuovere l'utopia dei quartieri dormitorio come fossero la cupola del Brunelleschi? Chi ha culturalmente demolito gli insediamenti a bassa densità abitativa definendoli, con disprezzo, di matrice borghese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Chi ha negato la città compatta e multifunzionale, la “città giardino”, l'urbanistica e l'architettura tradizionali? Chi ha criminalizzato l'architettura classica e rinnegato il connubio tra atto creativo, progetto e identità?

Chi ha voluto che ogni quartiere, in ogni latitudine del pianeta, fosse grigio, alto, a stecca, a torre, a curva, a tutto tranne che a rete ortogonale, per rinnegare le maglie centuriali, le quinte, la riconoscibilità dei luoghi, le dimensioni conformi a quella umana, la percorrenza pedonale al massimo di 15 minuti, gli edifici a corte con verde condominiale, metafora della domus, con i bambini sorvegliati da genitori e nonni affacciati alle finestre? Chi? Chi ha ucciso il senso d'appartenenza, predicato l'abitazione collettiva, quando non la coabitazione? Chi ha pensato e, purtroppo, realizzato insediamenti formati da un unico fabbricato lungo un chilometro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), con ballatoi in cemento di un chilometro, con cancelli simili alle porte carraie di un carcere? Chi è stato talmente folle da produrre follia, da mettere in castigo l'essere umano, costringendolo a non uscire neppure per fare la spesa, prevedendo un intero piano, utopistico, di servizi commerciali comuni? Accadeva con un l'Unité d'Habitation di Le Corbusier, demolita, a Parigi, mentre la sinistra nostrana di Rutelli e Veltroni classificava nel piano regolatore generale di Roma il suo emulo Corviale, città storica, rendendolo intoccabile. Dovete chiedere scusa, non concionare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

È la storia del controllo sociale e subdolo della persona legato al socialismo reale nei Paesi dell'Est, al cupo totalitarismo che prevedeva dormitori di periferia e li sottoponeva alla vigilanza di un capo lotto, che si dotava di capi scala, tutti ovviamente affiliati alla polizia segreta e dalla stessa pagati, negazione dell'intimità e della libertà. È la storia, simmetrica, delle periferie del mondo occidentale, altrettanto brutte e invivibili, cresciute sotto l'egida dell'immenso profitto perché fare case tutte uguali, con la stessa tipologia e gli stessi materiali e riassunte nella immonda extradensità abitativa, in Italia faceva fare soldi a palate alle cooperative rosse e alle imprese bianche (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! La speculazione convolava a nozze! Il socialismo reale che si dà la mano con certo liberal-capitalismo, in un'imbarazzante convergenza di interessi a discapito della vita e del paesaggio. L'homo oeconomicus che ha animato due visioni parallele di società e di città solo apparentemente in conflitto, ispirate dal materialismo più arido, sintesi insospettabile, che trova nello sterminio dell'identità il comune denominatore. Benvenuti a Slab-Urbia, il non luogo dell'edilizia intensiva e atomizzante. È qui che prende il sopravvento la logica alfanumerica dell'uomo consumatore: più si è eguali e omologati, più si è polli d'allevamento, esemplari con medesime pulsioni e desideri appagabili da identici prodotti commerciali e analoghe tendenze sociali.

E per rendere perfetto il delitto a danno della città ideale l'Europa, culturalmente subalterna al marxismo, inventa a Francoforte lo zoning, inventa - tradotto - la zonizzazione, un sistema rigido per sezionare il territorio in ermetiche monofunzioni. La città si comporrà così di zone industriali, aree per il commercio, perimetri per residenze, con aberranti conseguenze urbanistiche e il collasso dei trasporti e della socialità. La nascita della città aliena parte da qui e conduce all'inferno della civiltà occidentale.

Invece, un quartiere multifunzionale è per definizione poliedrico, abitato, mai deserto, desolato e insicuro. Il quartiere monofunzionale, figlio della zonizzazione, si disabita terminata la sua funzione e diventa luogo di emarginazione e delinquenza, e voi ne portate culturalmente la responsabilità. E così oggi ci troviamo di fronte al totem - l'ultimo totem - della rigenerazione urbana, una definizione gentile e perfino condivisibile, ma vigliacca, perché non ha il coraggio di ammettere il fallimento del modello urbanistico e sociale del Novecento, di abiurarlo, ma ritiene che solo alcuni errori formali e di linguaggio l'abbiano fatto fallire. Ci risiamo con le utopie e con le “visioni illuminate” da cui dovrebbero discendere prescrizioni precise. Poi, vai a vedere i soloni predicatori, le archistar progressiste e scoprì che progettano Corviale, ma abitano nei centri storici e nei quartieri bene (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Secondo la sinistra basterebbe fare una scuola, un teatro o migliorare i servizi per rigenerare il tessuto urbano. Ma occorre essere seri quando si parla di cose serie: il tema trattato si deve affrontare facendo saltare in aria la zonizzazione, obsoleta e tuttavia attiva, attraverso una nuova legislazione urbanistica e, soprattutto, un piano di sostituzione edilizia, cioè di demolizione e ricostruzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), così come fatto dalla Francia negli ultimi vent'anni, che ha investito 30 miliardi varando l'Agenzia nazionale di rinnovamento urbano e non i pochi scassati milioni di Renzi, riconfermati faticosamente da questo Governo. Digione, Bordeaux, Parigi, Lione e La Courneuve hanno visto rivoluzionarie demolizioni di ecomostri utili, anche qui, per fondare nuove città compatte, le uniche a misura d'uomo, perché Scampia, lo Zen, le Lavatrici, Tor Bella Monaca, la Serpentara, non sono rigenerabili (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Di questo dovete fatevene una ragione! Vanno sostituiti con quartieri di bioarchitettura, edifici a risparmio energetico e antisismici, con negozi al piano terra, uffici al primo piano e residenze fino al quinto e poi il cielo. Si realizzino fontane, terrazze, portici, vicoli, piazzette, aree pedonali, oltre alla chiesa, al posto di Polizia e alla scuola. Se poni il veto sugli ipermercati, se non usi l'arte contemporanea universale che prevedeva Franceschini per arredarli ma l'archeologia, e si vada nei magazzini del Mibac, segno di identità nazionale, il cielo, la terra e l'uomo possono incontrarsi ancora!

Un atteggiamento tipico, quello, appunto, della sinistra, è imbarazzante e per certi aspetti esilarante. Chiedere conto - e lo vediamo in queste ore e concludo - di presunti finanziamenti russi dopo aver incassato rubli, carbone e petrolio da Mosca per decenni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non indiscrezioni, ma fatti acclarati dalla Commissione parlamentare d'inchiesta “Mitrokhin”, atti e documenti ignorati da certa magistratura; vedere scoperchiato lo scandalo del CSM, con tanto di guerre tra correnti interne al PD (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) per lottizzare le procure trasferite negli organi costituzionali, fino a mettere in pericolo le stesse istituzioni democratiche, e chiudere il collega Lotti in una botola senza lasciare agli atti del Parlamento un solo intervento chiarificatore, salvo rilanciare sulla riforma della giustizia come nulla fosse. Scrivere che vanno cessate le occupazioni abusive dopo averle promosse e incoraggiate per tre decenni a danno degli interessi pubblici per decine di miliardi di mancati incassi e del diritto costituzionalmente riconosciuto alla proprietà privata, anche qui senza colpo ferire; vedere infestata la rete di soccorso sociale in favore dei bambini maltrattati di un circuito demoniaco teso a sottrarre creature innocenti alle famiglie legittime (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), salvo arricchire il portafoglio di cooperative e case famiglia e non ascoltare una sola presa di posizione contro il sindaco di Bibbiano; aver lucrato con il proprio circuito sulla nuova tratta degli schiavi dal continente africano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), consumando 6 miliardi di euro all'anno quando a trasferirli direttamente in Africa si sarebbero realizzate città lussuose e sfamate, nonché curato milioni di persone disperate; senza chiedere scusa, poi, per i compagni Buzzi e Odevaine, il secondo vice capo gabinetto di Zingaretti: Qui si fanno più soldi con gli immigrati che con la droga.

Parlare di periferie - è l'ultima battuta che mi concedo - significa anche questo: attivare un'inchiesta, trovare i colpevoli, ammettere gli errori, rinunciare alle proprie certezze ideologiche, demolire i mostri collettivisti, creare nuovi quartieri e dare una seconda possibilità a chi li abita realizzando così i presupposti di una nuova vita, perché tutti abbiamo diritto a una seconda opportunità, specialmente se si è innocenti. E le famiglie recluse nei quartieri ghetti voluti dal mantra collettivista sono innocenti! È questo ciò che serve: chiudere in cantina la presunzione e capire, appunto, che siamo ciò che vediamo. Per questo il riscatto sociale scaturisce dal rinascimento urbano e nessuno può permettersi di ignorarlo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (MISTO-NCI-USEI). Grazie, Presidente. Io credo che il dibattito che si è articolato in Aula, ascoltando gli interventi dei diversi colleghi, dimostra che c'è una sensibilità diffusa e un punto comune proprio sulla riqualificazione e sul valore delle periferie e, per tale ragione, sulla necessità di riqualificare e di lavorare perché ci possa essere, nelle periferie, un luogo di vita e non una fuga o un luogo che è destinato solo a diventare dormitorio. Dico questo perché arrivo da una città che negli anni ha sicuramente fatto un grande lavoro, la città di Milano, per costruire un policentrismo, evitare che una città sia solo il centro e il centro storico ma che tutti gli angoli, anche i più remoti rispetto al centro di una città, possano essere luoghi di vita, possano essere luoghi dove gli anziani, i bambini, le famiglie possano vivere la propria quotidianità.

Ma anche lì non è abbastanza; e se non è abbastanza in questa città, dove si è lavorato molto nel passato, credo che ancora peggio sia in altre metropoli, grandi o piccole, e città grandi o piccole del nostro Paese. Allora, come diceva Renzo Piano, è necessario ricucire, non creare divisioni, non creare barriere; e su questo un grande lavoro lo possono fare certamente lo Stato ed il Governo, ovvero creare degli incentivi perché le periferie non vengano abbandonate dalle attività economiche, dai commercianti, perché ci siano servizi adeguati ed un monitoraggio sul territorio che dev'essere svolto da tutte le forze dell'ordine, che si capiscano esattamente quali siano le funzioni delle diverse autorità adibite all'attività di controllo del territorio, che ci sia un coordinamento e che si eviti di ribaltare responsabilità agli altri. Non è il momento in cui dobbiamo individuare le responsabilità di altri, ma è necessario capire che cosa insieme si può fare. E cogliere positivamente l'unitarietà e lo spirito compatto di questo Parlamento, affidandoci al Governo: io sono contento che il sottosegretario Guidesi, verso il quale c'è una particolare stima, abbia dimostrato la sua attenzione e disponibilità, esprimendo un giudizio positivo su tutte le mozioni; ed è per questo che anche noi ci ritroviamo nelle sue parole, ed affidiamo al Governo, alla sua persona, al Ministro dell'Interno Salvini, che possano essere concretizzati i punti contenuti all'interno della mozione. Non possiamo pensare che la soluzione al problema delle periferie sia spostare un problema da una zona all'altra.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ALESSANDRO COLUCCI (MISTO-NCI-USEI). Mi avvicino alla conclusione, Presidente. Faccio un esempio sui nomadi, sui rom: troppo spesso tanti amministratori locali spostano il problema da una zona della propria città ad una città più vicina, o in altre situazioni addirittura ci troviamo una non gestione del vagabondaggio e dei senzatetto.

Siamo convinti che lavorare insieme, dando forza al Governo, tutto il Parlamento, tutta la Camera, voglia dire affidarsi a qualcuno che, con mani sicure e con idee chiare, può veramente intervenire, perché non ci siano solo spot o annunci, ma ci sia una politica seria, concreta, di risposte alle zone delle nostre città periferiche che non possono essere abbandonate; e grazie ad una regia del Governo si possa, insieme agli enti locali, compiere un lavoro di coordinamento perché ci sia una migliore qualità della vita ed una riconsegna della dignità ai cittadini che vivono in quelle parti delle città (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alessandro Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Presidente, prendiamo atto con soddisfazione del parere favorevole del Governo rispetto alla nostra mozione. L'83 per cento degli abitanti residenti nelle città metropolitane vive in periferia. Nei territori densamente urbanizzati del nostro Paese, oltre 15 milioni di residenti vivono al di fuori dei centri storici e delle aree centrali. Roma detiene il primato delle periferie più popolose, seguita da Torino, Milano e Napoli. Le condizioni di degrado territoriale e sociale in cui versano le aree periferiche di molte città italiane sono sotto gli occhi di tutti: i disagi dei cittadini; le sacche di illegalità e abusivismo presenti; la pericolosità che si manifesta, in molti casi rispetto alla salubrità ed alla sicurezza; l'incuria diffusa degli stabili - lo ricordava il collega Rampelli - a volte giganteschi, orribili sperimentazioni urbanistiche con risvolto ideologico; il trasporto pubblico deficitario; situazioni diffuse di criminalità e di traffici illeciti. Non vanno sottovalutati poi gli evidenti processi di impoverimento, di aumento delle disuguaglianze sociali, di deterioramento delle condizioni di vita: fenomeni che caratterizzano le periferie urbane e le aree metropolitane nel loro complesso, che rischiano di trasformarsi nel teatro delle guerre tra poveri, di alimentare il conflitto sociale tra ceti deboli, fra italiani impoveriti e migranti senza collocazione.

Accanto alla complessità della presenza del fenomeno migratorio, è basilare infatti sottolineare ed evidenziare la condizione di vita di milioni di italiani, che oggi si trovano nei contesti delle periferie delle grandi città: luoghi che sul piano della sicurezza, della qualità della vita, della qualità dell'integrazione, della qualità dei servizi sociali e delle infrastrutture sono assolutamente inadeguati.

Tutto ciò determina in queste aree una condizione di insicurezza reale e percepita, che altera le relazioni sociali, accresce il senso di emergenza e di conflittualità.

In ogni caso, Roma merita una menzione a parte: non solo perché, come detto, detiene il primato delle periferie più popolate, ma perché - attualità quotidiana - il degrado prodotto dalla sporcizia delle strade e dai cumuli di rifiuti ammassati attorno ai cassonetti per la raccolta è incalcolabile, e riguarda la periferia come i quartieri del centro cittadino, che rappresentano il biglietto da visita di Roma.

Il degrado che purtroppo, oggi come non mai, contraddistingue Roma si allarga e cresce giorno dopo giorno, a causa della mancanza di un intento strategico, dell'assenza di progettualità complessiva e di veri interventi programmatici di chi governa la capitale. Un declino, questo, che va ben oltre i confini della città eterna, se è vero che Roma rappresenta a livello simbolico l'Italia all'estero: influisce sul giudizio che hanno del nostro Paese turisti, investitori e autorità straniere.

Lo scorso anno i dati delle ispezioni dei vigili urbani parlavano della presenza nella capitale di 218 favelas: a Roma esistono infatti quasi 8 mila senza tetto, che vivono in accampamenti di fortuna, in baraccopoli o in rifugi bivacchi. Di questi insediamenti 28 sono considerati ad alto rischio sociale. Non si tratta solo di pericoli legati ad episodi di violenza o di intollerabilità delle condizioni igieniche: quello che si evidenzia è la nascita di una città a periferizzazione totale. Se in passato Roma aveva le periferie, ora infatti rischia essa stessa di diventare una grande periferia.

Il report su Roma, è stato ricordato, elaborato nel 2017 dalla Commissione d'inchiesta sulle periferie, che purtroppo in questa legislatura la maggioranza non ha voluto ricostituire, respingendo una proposta a prima firma Gelmini del gruppo di Forza Italia, ebbene, questo report evidenziava delle emergenze precise, purtroppo gridi d'allarme rimasti inascoltati.

Ma attenzione, perché è l'Italia stessa che deve evitare di diventare una grande periferia, in Europa e non solo. Infatti, se a Roma non si fa niente e si asseconda la decadenza nel suo decorso, a livello nazionale non si è da meno, con politiche assistenzialistiche che non combattono la povertà, ma che di fatto finiscono per accrescerla.

Si deve correre ai ripari, celermente, non solo per Roma e per i romani, ma per l'intero Paese, e ripartire dalle periferie come volano di sviluppo, crescita ed occupazione.

Per intervenire efficacemente sulle periferie e sulle città non ci si può limitare ad azioni spot, frammentarie o episodiche, ma è necessario mettere in cantiere un grande progetto nazionale, i cui risvolti non si limitino al miglioramento delle condizioni sociali e ambientali, ma possano costituire, come avviene in alcuni altri Paesi europei, anche un meccanismo economico e occupazionale sostenibile.

Come definito negli impegni dell'Agenda urbana europea, nel Patto di Amsterdam, sottoscritti anche dal nostro Paese nel maggio 2016, sono obiettivi generali per l'intervento nelle periferie: la tutela della qualità della vita, della salute e della sicurezza dei cittadini, l'inclusione sociale, il lavoro e la valorizzazione delle competenze, l'uso sostenibile del territorio e il mantenimento delle aree naturali, il sostegno all'accesso alla casa e all'abitare dignitoso e sicuro, lo sviluppo di reti per la mobilità sostenibile, l'innovazione della pubblica amministrazione per promuovere l'efficienza al servizio dei cittadini.

Sono, quindi, necessarie politiche in grado di mettere le periferie delle nostre città al centro, attraverso forti investimenti per la cultura, le infrastrutture, i trasporti, la scuola, l'istruzione e l'educazione; ripeto: istruzione ed educazione, strumenti imprescindibili per garantire eguaglianza delle opportunità anche ai ragazzi e alle ragazze nate ai bordi di periferia.

Renzo Piano, con uno slancio di visione ottimistica, definisce la periferia “una fabbrica di idee, la città del futuro”. Più realisticamente, direi che siamo in presenza di una sfida gigantesca, complessa, ambiziosa, ma possibile, perché dove ci sono i problemi - e nelle periferie abbondano - ci sono anche enormi potenziali occasioni di riscatto, idee da canalizzare, progetti da valorizzare, energie positive da aiutare affinché possano emergere.

La scommessa deve essere quella di dar vita ad un modello che sappia promuovere maggiore sicurezza e controllo, ma anche maggior decoro, rispetto dell'ambiente, degli spazi abitativi, di aggregazione, di cultura e di socializzazione.

Sarà necessario, quindi, creare nelle nostre periferie un grande laboratorio di rigenerazione urbana, con continuità di interventi e finanziamenti volti ad assicurare un effettivo rilancio economico e sociale, per garantire finalmente la dignità delle persone, la sicurezza dei cittadini e delle loro famiglie, la qualità della vita e della salute, non utopia ma traguardo.

In questa direzione va la nostra mozione; su questo percorso e per questi obiettivi Forza Italia continuerà a dare il proprio contributo proattivo di idee e di proposte (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Roberto Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT (PD). Grazie, Presidente. Noi abbiamo chiesto, presentando per primi una mozione, che la Camera formulasse degli indirizzi al Governo sul tema delle periferie e delle politiche urbane e lo abbiamo chiesto perché oggi questa politica del Governo semplicemente non esiste.

Questo Governo ha dimostrato sostanzialmente in questi mesi un totale disinteresse per le soluzioni pratiche, anche parziali, che possono invertire una china pericolosa che è in atto in molte periferie e in molte aree interne.

Per certi aspetti, sorge anche il sospetto che si voglia alimentare, invece che risolvere, una condizione di disagio e di instabilità per trarne ciecamente un alimento; e non sono chiacchiere.

Lo scorso lunedì, a Primavalle, un quartiere della prima periferia di Roma, un quartiere di rivolta, la polizia ha sgomberato un edificio occupato da 200 persone. Noi le occupazioni abusive non le difendiamo, riteniamo che esse vadano contrastate, quando non sono chiaramente collegate a situazioni di emergenza e di necessità, sia se riguardino il patrimonio pubblico, che quello privato. Questo è il caso dell'immobile occupato illegalmente, a Roma, da CasaPound o delle occupazioni non regolari, di circa il 14 per cento del patrimonio abitativo pubblico, di case popolari e comunali, di proprietà di aziende territoriali, ma non è il caso della vicenda di Primavalle. Lo Stato ha il dovere di tutelare il patrimonio pubblico e privato, ma, prima ancora, vi è la dignità delle persone, che non possono essere sbattute nelle strade, come è stato fatto dalla polizia, su indicazione del Ministro dell'Interno, senza alternative abitative e di ricovero.

Su questa questione bisogna intendersi: non può esistere una condotta che applica due pesi e due misure, forte con i deboli e debole con gli amici. Noi aspettiamo ancora che il Ministro dell'Interno dia seguito alle richieste di sgombero avanzate anche da Roma Capitale dell'immobile di proprietà del demanio, in via Napoleone III, dove c'è la sede degli uffici di CasaPound, dove non si paga un euro di affitto, dove non si paga un euro di corrente elettrica, in totale condizione di morosità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ma in questo caso per Salvini e per la Lega il richiamo alla legalità non vale, perché CasaPound è quell'organizzazione che sostiene i candidati leghisti alle elezioni, che pubblica, con la sua casa editrice, l'autobiografia del Ministro dell'Interno e soprattutto che organizza in tutti i quartieri, con la sua rete, finanziata non si sa come, in tutti i quartieri di periferia, manifestazioni e boicottaggi alle legittime assegnazioni di case popolari, quando esse sono a beneficio dei cittadini, magari immigrati regolari, che rispettano le leggi e che lavorano e pagano l'affitto, boicottaggi e manifestazioni che sono spesso provocate da persone collegate a CasaPound, che in quegli stessi stabili le case le occupano illegalmente, non pagano gli affitti, ma che da “italiani”, tra virgolette, pensano di avere più diritto di chi invece le leggi le rispetta a prescindere dal colore della pelle. Se questo è il concetto di legalità di questo Governo, noi non lo riconosciamo. L'emergenza abitativa è forse la principale emergenza sociale delle città e delle periferie. L'Italia, ormai, da molti anni è il fanalino di coda dell'Europa nella produzione dell'edilizia di iniziativa pubblica a carattere abitativo e i Governi di centrosinistra in questi ultimi anni hanno messo in campo misure diversificate per invertire questa tendenza, che riguardano il finanziamento di programmi per l'affitto, il sostegno per i mutui prima casa, lo sviluppo di programmi innovativi in partenariato pubblico e privato di housing sociale e alcune iniziative - basta girarle le città e le periferie e informarsi - erano e sono ricomprese in molti di quei progetti per il bando delle periferie, che questo Governo inizialmente ha cercato di fermare e poi è ripartito solo per le proteste dei comuni. Occorre una politica organica per la casa, che si appoggi su una continuità di risorse e di finanziamenti e che possa svilupparsi però anche attraverso politiche territoriali, che rendano più fluido e più semplice l'intervento sul patrimonio edilizio esistente, perché hai voglia a dire “demolire e ricostruire”, ma qui bisogna cambiare le norme con cui si fanno queste cose e costituire un demanio di aree e di immobili pubblici sui quali realizzare gli interventi per abbattere i costi. Una nuova politica abitativa però è una parte di una complessiva politica per le città e soprattutto per la dimensione pubblica delle città. È la città pubblica che ha guidato lo sviluppo urbano della civiltà italiana nel Novecento, ma poi è stata sostituita dal dominio della rendita e le nostre periferie sono nate così, dense, senza spazi pubblici, non connesse, generate da un abusivismo edilizio che è stato un'appropriazione di spazio in un Paese di poche risorse che ha sfruttato il suolo per industrializzarsi. Le poche leggi che hanno consentito di alleviare e contrastare questa tendenza sono state il frutto di lotte popolari degli anni Sessanta, degli anni Settanta, di alcune riforme degli anni Novanta, ma poi si è dovuto sempre fare i conti alla fine con il ritorno trionfante della rendita. Prendiamo il “Piano casa”: io ho ascoltato l'intervento del collega Rampelli, ma lui ha fatto parte di una coalizione che ha lanciato il “Piano casa”, che dieci anni fa doveva cancellare l'emergenza abitativa, ma non ha prodotto un solo alloggio popolare, se non centinaia di speculazioni a vantaggio privato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

E' un fatto, per esempio, che oggi la trasformazione urbana certo che si indirizza verso la ricostruzione, la demolizione, il rinnovo edilizio, ma non possiamo parlare per questo di rigenerazione perché l'arrivo sempre più forte di nuovi soggetti immobiliari e finanziari sta producendo un effetto bastardo. Prevalentemente, si interviene sulle parti nobili della città, sui settori di mercato alto, dove è più agevole immergere i costi delle demolizioni, mentre resta escluso tutto quello che riguarda le parti deboli delle città, dove il mercato tira di meno, dove i redditi sono bassi o inesistenti e quindi impermeabili ai vantaggi degli incentivi fiscali, e dove il patrimonio edilizio è più vecchio, peggiore anche come prestazioni energetiche.

Su tutto questo non ci sono strumenti pubblici efficaci. Noi critichiamo l'assenza del Governo su tutto questo, la sua aleatorietà e l'uso prevalente della periferia come un'espressione ideologica e propagandistica, alla quale non segue nulla. In Europa esiste una coscienza della nuova questione urbana, fatta di abbandono del patrimonio pubblico, di degrado dello spazio pubblico, di abbassamento delle condizioni di vita dei ceti medi, di crescita demografica, di emergenza climatica, di dispersione delle risorse naturali, di dispersione e di dispendio energetico, e tendenze generali, che riguardano anche noi, dove però noi sommiamo gli antichi retaggi che stanno portando le nostre città, dall'essere state un esempio, un modello e un faro, ad essere i luoghi più difficili delle condizioni urbane nel nostro continente.

In Europa si investe, c'è coscienza di questo e le grandi nazioni si muovono da tempo con piani poliennali sulla strada indicata da Agenda urbana europea 2030, che indica chiare linee di indirizzo, indica linee di finanziamento e di lavoro e strategie per rinnovare le grandi città e le periferie. Su questo in Italia siamo drammaticamente indietro ed è grave che l'inversione di tendenza segnata dal bando delle periferie, dalla nascita di Casa Italia, che era stata costituita per la ricostituzione e la prevenzione del rischio nelle zone sismiche, e di altri strumenti, per esempio gli interventi sulla scuola, sul patrimonio scolastico, siano stati così sciaguratamente interrotti e accantonati da questo Governo, irresponsabilmente accantonati.

Noi nella nostra mozione avanziamo delle proposte concrete, non le ripeto perché sono scritte, però mi consenta solo un'ultima riflessione, signor Presidente. La mozione presentata dalla maggioranza è davvero imbarazzante. Dopo mesi di propaganda, di chiacchiere, di promesse, questa maggioranza - leggete la mozione, andatevela a leggere, perché poi le carte non si leggono mai - si presenta in Aula senza una proposta, con un copiato imbarazzante delle conclusioni della Commissione e rivendicando la necessità di sviluppare addirittura le linee del bando delle periferie. Beh, mi pare veramente un po' troppo.

Noi vorremmo che un giorno questa parola, periferia, possa essere, se non accantonata, possa diventare un retaggio. In quelle periferie - e ho concluso - di cui questo Governo e questa maggioranza si sono riempite la bocca, è sempre più difficile trovare queste forze politiche in una posizione propositiva, che non sia di propaganda. Noi, in quelle periferie, ci siamo, continueremo ad esserci, per aiutare e per costruire una possibilità diversa, per i ragazzi e le ragazze di Scampia, dello Zen, di Tor Bella Monaca, di Rozzano, di Sampierdarena e nei territori interni delle province italiane (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché non si abbandonino all'ineluttabile narrazione di una periferia maledetta, ma perché vogliono affermare un'identità e far valere il loro talento e la loro dignità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianni Tonelli. Ne ha facoltà.

GIANNI TONELLI (LEGA). Questa mozione trova la propria ragione nella necessità di acclarare, sottolineare e certificare l'impegno del Governo sul tema oggetto della mozione che abbiamo esaminato. Le periferie sono parti integranti delle città e l'augurio che possiamo farci è che un domani, alla fine del processo intrapreso da questo Governo, il termine possa tornare a riacquistare il suo originario significato e non sia più evocativo di degrado, insicurezza, emarginazione o, comunque, negatività in genere.

Il Governo ha scelto come propria strategia quella della rigenerazione urbana, promuovendo un insieme di programmi articolati per favorire interventi in aree già esistenti, al fine di rendere vivibile e sostenibile lo spazio urbano, di rispondere alla domanda abitativa e di servizi, di incrementare l'occupazione e migliorare la struttura produttiva metropolitana, nonché di accrescere la percezione di fiducia e sicurezza della popolazione che risiede nelle medesime aree periferiche.

In questo contesto, l'ambiente rappresenta un tassello importante, non solo per il decoro urbano, ma per il miglioramento della qualità della vita, creando luoghi in cui coltivare attività sportive, gioco, socializzazione, promuovendo vivibilità in genere. A tale riguardo, è necessario restituire parchi e aree verdi alle periferie, limitando la densità edilizia e anche riducendo fenomeni di inquinamento e congestione.

Numerosi sono stati gli interventi del Governo nella direzione della mozione proposta. A titolo puramente esemplificativo, si deve citare il cosiddetto “decreto sicurezza”, che, al fine di contenere i diversi fenomeni di degrado e garantire maggiore sicurezza nelle aree urbane, ha promosso la sottoscrizione di accordi tra prefetto ed organizzazioni maggiormente rappresentative dei pubblici esercenti, per prevenire illegalità o pericoli per l'ordine e la sicurezza pubblica; ha disposto la creazione del fondo per la sicurezza urbana, destinato a concorrere al finanziamento di iniziative urgenti da parte dei comuni in materia di sicurezza urbana; ha proceduto all'aumento delle risorse per l'installazione di sistemi di videosorveglianza da parte dei comuni. Sempre lo stesso “decreto sicurezza” fornisce numerosi nuovi strumenti alla polizia municipale e ai sindaci in questa direzione.

Nello scorso ottobre 2018, la Presidenza del Consiglio dei ministri ha approvato il secondo Piano pluriennale degli interventi predisposto dal CONI sulla base di un'indagine condotta su tutto il territorio nazionale per un valore complessivo di 100 milioni di euro, con il quale saranno finanziati 452 interventi localizzati nelle aree svantaggiate del Paese e nelle periferie urbane. Nel novembre del 2018 ha, inoltre, pubblicato il bando per la selezione di interventi da finanziare nell'ambito di sport e periferie, per un valore complessivo di 72 milioni, con i quali saranno finanziati 245 interventi. Lo scorso aprile, il Governo ha stanziato 21 milioni di euro sul Fondo per lo sviluppo e la coesione per area tematica - occupazione, inclusione sociale e lotta alla povertà, istruzione e formazione - e per un Piano straordinario di asili nido, destinati a sette città metropolitane. Cosa dire, poi, in questo senso delle politiche adottate dal Governo per contrastare il fenomeno dell'abbandono scolastico e la deriva culturale, deriva di formazione professionale, etica e criminale, in alcune sacche interne alle nuove generazioni.

Concludendo e annunciando il voto favorevole della Lega, esprimiamo l'auspicio che gli aspetti correlati al tema periferie non continuino ad essere oggetto della devastante speculazione ideologica che ne ha determinato in grande parte la germinazione e la crescita. La questione periferie rappresenta uno degli obiettivi più importanti e delle sfide più ambiziose del Governo. Per questi motivi è importante rendere più evidente possibile gli sforzi profusi e soprattutto corroborare questo percorso con gli impegni individuati dalla presente mozione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Roberta Alaimo. Ne ha facoltà.

ROBERTA ALAIMO (M5S). Grazie, Presidente. Oggi, secondo i dati ISTAT, oltre un terzo dei cittadini italiani residenti nei capoluoghi delle città metropolitane vive in quartieri disagiati, con forte presenza di famiglie vulnerabili. Le periferie, in particolare, risultano nella maggior parte dei casi degradate e tra le cause vi sono sicuramente scelte sbagliate effettuate in passato: una cattiva pianificazione urbanistica e una incapacità di programmazione delle istituzioni, che hanno comportato un peggioramento della qualità della vita di milioni di persone.

Purtroppo, in tutte le grandi città italiane ci sono quartieri attraversati da forti problemi sociali, periferie isolate, lontane, con pochi servizi o mal collegate con il resto della città, caratterizzate da alti livelli di disoccupazione e degrado ambientale, problematiche che spesso sono associate tra loro, bassa scolarizzazione, disagio abitativo, inoccupazione e disoccupazione, povertà economica, educativa, sociale e sanitaria. Circa 15 milioni di persone attualmente vivono nelle periferie italiane, territori ai margini della città, segnati da infrastrutture fatiscenti, occupazioni abusive e violenza. Quartieri che sono stati lacerati dalla crisi economica, ma dove, tuttavia, gli abitanti lottano per condurre una vita decorosa e che le istituzioni devono attenzionare.

La strategia di fondo per cercare di risolvere i problemi delle periferie, peraltro ormai praticata in tutta Europa, è quella della rigenerazione urbana, ovvero di programmi complessi che privilegiano l'intervento di comprensori già costruiti, al fine di rendere vivibile e sostenibile lo spazio urbano, di soddisfare la domanda abitativa e di servizi, di accrescere l'occupazione e migliorare la struttura produttiva metropolitana, di rassicurare la maggior parte della popolazione che risiede proprio nelle aree periferiche.

Il Governo si è mostrato da subito sensibile a queste problematiche, investendo sull'inclusione sociale e sul contrasto alla povertà. E lo dimostra in primis proprio il reddito di cittadinanza. Molti sono stati i provvedimenti adottati dall'Esecutivo, attinenti alla riqualificazione territoriale, alle politiche sociali e per la sicurezza. Abbiamo proseguito con il programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia, introducendo il requisito della necessaria rendicontazione delle spese sostenute per l'attribuzione dei finanziamenti. Il programma, istituito con la legge di bilancio per il 2016 e, da ultimo, oggetto di disciplina della legge di bilancio per il 2019, ha consentito alle città e ai comuni capoluogo di provincia di presentare progetti concreti, finalizzati alla realizzazione di interventi urgenti per la rigenerazione delle aree urbane degradate attraverso la promozione di progetti di miglioramento della qualità del decoro urbano, di manutenzione, riuso e rifunzionalizzazione delle aree pubbliche.

Con il “decreto-legge sicurezza”, al fine di contenere i diversi fenomeni di degrado e di garantire maggiore sicurezza, abbiamo previsto la creazione del Fondo per la sicurezza urbana, destinato a concorrere al finanziamento di iniziative urgenti da parte dei comuni in materia di sicurezza urbana, nonché l'aumento delle risorse per l'installazione di sistemi di videosorveglianza da parte dei comuni. Una delle principali linee d'azione contro il degrado sociale è stata il piano “Sport e periferie”, diretto a realizzare interventi edilizi per l'impiantistica sportiva, per recuperare e riqualificare gli impianti esistenti, con lo scopo di potenziare l'agonismo, lo sviluppo della relativa cultura, la rimozione degli squilibri economico-sociali e l'incremento della sicurezza urbana.

Ribadisco che, purtroppo, le periferie delle grandi città e la città periferia sono luoghi dove si concentrano il disagio sociale dei giovani, la loro emarginazione e passività sociale, il rischio della diffusione di microcriminalità a causa della carenza di spazi di aggregazione, di infrastrutture sportive e di occasioni di socialità e divertimento in grado di offrire ai giovani stili di vita alternativi. Quindi, proprio con il progetto “Sport e periferie”, il Governo si è proposto di affrontare queste problematiche, puntando sull'importanza che lo sport può avere nella vita dei giovani. Lo sport offre ai giovani modalità stimolanti e motivanti di valorizzazione del proprio spazio personale e pubblico; e lo spazio pubblico diventa così una palestra sociale a cielo aperto, uno spazio in comune di socializzazione sportiva.

Inoltre, al fine di contrastare la dispersione scolastica, problematica strettamente connessa alla situazione di degrado sociale delle periferie, abbiamo investito sul tempo pieno, sul potenziamento delle scuole digitali, sull'assunzione di insegnanti di sostegno e di lingua italiana dei segni.

Altra misura estremamente interessante, sempre finalizzata alla lotta alla povertà, è stato il Piano straordinario asili nido, il quale, attraverso lo stanziamento di 21 milioni di euro destinati alle sette città metropolitane del Sud, permetterà la costruzione di nuovi asili. Gli asili nido sono il primo luogo di socialità del minore al di fuori della famiglia di origine, un'opportunità formativa unica, tanto più equa, quanto più disponibile, anche per le famiglie in disagio economico o meno integrate nella società.

Ci stiamo impegnando al massimo per cercare di superare il binomio centro-periferie: tanto è stato fatto e ancora c'è tanto da fare.

Con questa mozione vogliamo impegnare il Governo a continuare sulla linea intrapresa in questo primo anno ed espressa nelle premesse, quindi promuovere ulteriormente la realizzazione di politiche integrate per la sicurezza urbana; promuovere interventi di sviluppo del verde pubblico; proseguire nell'attuazione del Piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate. Come dimostrato finora, ciò che ci sta cuore è il benessere dei nostri cittadini ed è l'obiettivo primario da perseguire. Per questo, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega De Maria. Ne ha facoltà, per due minuti.

ANDREA DE MARIA (PD). Grazie, Presidente. Credo sia un fatto importante che, grazie alla mozione a cui abbiamo lavorato con il collega Morassut, con il presidente del gruppo Delrio, con altri colleghi, si sia tornati a parlare di periferie in quest'Aula.

Resta l'amarezza perché la maggioranza ha fatto in modo di non insediare in questa legislatura la Commissione per le periferie - evidentemente, c'era paura che il Parlamento si occupasse delle periferie italiane -, mentre credo che anche il dibattito di questa mattina dimostri che quella Commissione avrebbe potuto svolgere un lavoro importante.

Resta l'amarezza perché non ci sono nuove risorse, nuove iniziative per le periferie: anche nella mozione di maggioranza è citato solo quello che ha fatto il Governo, il nostro Governo, nella legislatura precedente. E le risorse sono quelle, peraltro sono risorse che vanno ad esaurimento pian piano che i progetti vengono realizzati.

Noi come Partito Democratico, come gruppo del Partito Democratico, andremo nelle periferie italiane, dove non andrà alla Commissione parlamentare perché non è stata insediata, ascolteremo i cittadini e saremo lì, perché è lì che oggi chi ha responsabilità istituzionali deve, prima di tutto, essere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, solo una precisazione: se ho ben compreso, il parere del Governo è contrario sul quarto capoverso della premessa della mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00225, nonché sul ventiquattresimo capoverso della premessa della mozione Gelmini ed altri n. 1-00227. Conferma? D'accordo.

Passiamo ai voti.

Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Avverto che i presentatori della mozione De Maria ed altri n. 1-00199 non hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e, contestualmente, hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare, dapprima, distintamente, ciascun capoverso del dispositivo, a seguire, ove il dispositivo venga, in tutto o in parte, approvato, la premessa.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione De Maria ed altri n. 1-00199, limitatamente al primo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione De Maria ed altri n. 1-00199, limitatamente al secondo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione De Maria ed altri n. 1-00199, limitatamente al terzo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione De Maria ed altri n. 1-00199, limitatamente al quarto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione De Maria ed altri n. 1-00199, limitatamente al quinto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione De Maria ed altri n. 1-00199, limitatamente al sesto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione De Maria ed altri n. 1-00199, limitatamente al settimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione De Maria ed altri n. 1-00199, limitatamente all'ottavo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione De Maria ed altri n. 1-00199, limitatamente al nono capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione De Maria ed altri n. 1-00199, limitatamente al decimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

A seguito dell'approvazione di parte del dispositivo della mozione De Maria ed altri n. 1-00199, ne verrà ora posta in votazione la premessa. Non avendo i presentatori accettato la richiesta del Governo di espunzione dell'ultimo capoverso della premessa, il parere deve intendersi contrario alla premessa nella sua interezza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione De Maria ed altri n. 1-00199, limitatamente alla premessa, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Muroni ed altri n. 1-00223, come riformulata su richiesta del Governo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00225, come riformulata su richiesta del Governo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Molinari e D'Uva n. 1-00226, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Gelmini ed altri n. 1-00227 come riformulata su richiesta del Governo e su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

Colleghi, secondo le intese intercorse procederemo ora alla commemorazione di Andrea Camilleri che è deceduto questa mattina. Dopo tale commemorazione invito i deputati a trattenersi in Aula perché verrà data comunicazione della convalida dei deputati eletti nei collegi uninominali.

In ricordo dello scrittore Andrea Camilleri (ore 13,25).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Casa. Ne ha facoltà per due minuti.

VITTORIA CASA (M5S). Grazie, signora Presidente. “Le affinità elettive erano un gioco rozzo a paro degli insondabili giri del sangue, capace di dare peso, corpo, respiro alla memoria. Taliò il ralogio e sobbalzò. L'ora era ampiamente passata. Trasì nella càmmara di letto. Il vecchio si stava godendo un sonno sereno, il respiro lèggio, l'ariata distesa, calma. Viaggiava nel paese del sonno senza più ingombro di bagaglio. Poteva dormire a lungo, tanto sul comodino c'erano il portafoglio coi soldi e un bicchiere d'acqua.”. Soltanto le sue parole possono dare misura della grandezza di Andrea Camilleri, la cui scomparsa è una perdita inestimabile non solo per la nostra letteratura ma anche e soprattutto per la nostra coscienza civica. Un autore di una profondità enorme, capace di descrivere ogni più remoto aspetto della sua amata terra; quella Sicilia che Camilleri è riuscito a racchiudere nel personaggio principale dei suoi scritti, quel commissario Montalbano, divenuto familiare a milioni di italiani anche grazie alla trasposizione televisiva e nell'immaginario borgo di Vigata, condensando nei suoi romanzi quell'inestricabile groviglio di sentimenti e contraddizioni che ha sempre rappresentato l'anima enigmatica della nostra isola. Ma Camilleri era qualcosa di più di uno scrittore: Camilleri era memoria storica del nostro Paese, che aveva vissuto il tragico e nefasto ventennio fascista, periodo che aveva impresso in lui ferite che aleggiavano ancora fervide nei suoi pensieri; Camilleri era pungolo morale per la politica, talvolta aspro e pungente ma sempre dotato di spirito critico e democratico; era un intellettuale nel senso più pieno del termine, persino fautore di una lingua del tutto personale, che mischiava l'ampiezza della sintassi italiana alla musicalità poetica tipica del siciliano. La sua scomparsa determina un vuoto profondo che solo in parte potremmo colmare leggendo i suoi libri. Eppure rimane una certezza, perché ogni volta che ognuno di noi vedrà sul teleschermo un episodio di Montalbano il ricordo di Camilleri rimarrà impresso nelle nostre menti. Ciao, maestro (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Raciti. Ne ha facoltà.

FAUSTO RACITI (PD). Grazie, Presidente. Andrea Camilleri è stato uno dei pochi scrittori italiani di successo a cui il successo è stato perdonato, perché nella tradizione della nostra cultura, soprattutto di un certo modo di intendere la cultura, quando si supera il confine della nicchia, ci si attira facilmente molte antipatie. Il mondo immaginario che Camilleri aveva costruito attorno alla sua Vigata che, in realtà, è più la Porto Empedocle dei suoi natali che non la Punta Secca dei film che siamo stati tutti abituati a vedere nel corso di questi anni, quella creazione immaginaria è stata un modo per raccontare, con il pretesto del giallo, una Sicilia che si toglieva finalmente dalle spalle l'immaginario delle stragi e che si riappropriava del sole; è stato un modo per raccontare un modo diverso di essere siciliani rispetto a quello che si era impresso nell'immaginario nazionale ed europeo. Lui ha creato personaggi assolutamente fuori dal tempo, insensibili al passare del tempo e a Camilleri devono dire grazie gli italiani, i siciliani, gli europei, perché Camilleri ha dimostrato che con la cultura si crea ricchezza. Oggi la Sicilia è meta di tour ispirati a Montalbano; i suoi luoghi che pure sono luoghi del tutto immaginari sono luoghi che hanno raggiunto l'immaginario europeo e internazionale e, grazie a Camilleri, una piccola casa editrice, allora piccola casa editrice, la Sellerio, è diventata una grande casa editrice nazionale. Camilleri ha dimostrato che c'è un modo per raccontare la Sicilia ma complessivamente il nostro Paese con un linguaggio accessibile a tutti anche se in larga parte inventato. È stato un grande autore nazionale-popolare e alla sua capacità di raccontare la Sicilia e di inventare anche una Sicilia che viene fuori dalla sua penna si è aggiunto un uomo di impegno civile, un uomo che più volte ci ha messo in guardia rispetto al rischio del ritorno del passato e spero che non sia questa la ragione per cui oggi una parte di quest'Aula ha scelto di non alzarsi al suo ricordo, perché in quella parte del suo messaggio, che pure non è solo letterario ma è anche più strettamente politico, sta un pezzo non secondario dell'eredità che Camilleri ci lascia. Quindi da parte del nostro gruppo parlamentare un ringraziamento ad un grande maestro della letteratura italiana (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Signora, Presidente. Andrea Camilleri è uno scrittore di qualità: sappiamo che i suoi libri sono stati venduti ovunque nel mondo, 30 milioni di copie in tutto il mondo, un uomo di cultura, una persona che ha sempre perseguito i principi e i valori della nostra Costituzione ma Andrea Camilleri è anche un generoso, una persona che ha profuso il suo impegno civile in tante iniziative a sostegno veramente delle persone più diseredate. L'ho conosciuto anni fa, signora Presidente, perché era intorno al 2006-2007 e in quel momento arrivavano sulle nostre coste molti migranti e rifugiati, e c'erano tanti marinai, tanti pescatori che facevano una gara di solidarietà per salvare le vite umane.

L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, organismo per il quale io lavoravo, e la Guardia costiera italiana decisero di organizzare il premio “Per mare - Al coraggio di chi salva vite umane”. Avevamo bisogno di un presidente, ci rivolgemmo ad Andrea Camilleri. Nessuno meglio di lui poteva svolgere quel ruolo, perché era siciliano, perché era mediterraneo, perché era umano, perché era generoso, e perché non si è mai tirato indietro, signora Presidente, di fronte alle grandi sfide. Oggi era molto amareggiato, Andrea Camilleri; era molto amareggiato per come andavano le cose. Dunque scompare una persona che per tutti noi ha rappresentato molto a livello culturale, e posso dire che per me scompare una persona con la quale avevo una vicinanza, colleghi e colleghe, sicuramente affettiva, ma anche una vicinanza culturale e politica. Ciao, Andrea (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alessandro Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Presidente, parlerò di Andrea Camilleri con orgoglio e con piacere, non solo perché sono siciliano, ma anche e soprattutto perché sono leghista, perché non è necessario buttarla in politica sempre e dovunque, facendo polemica anche dove non c'è motivo di farne (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), specialmente se, come in questo momento, se ne va non solo un italiano vero, ma un uomo che ha dato tanto alla cultura e in generale ha dato un contributo fortissimo al nostro Paese. Era un siciliano autentico, ed è chiaro che questo oggi lo dobbiamo rimarcare, perché per anni si è mostrata da parte di taluni, una Sicilia macchiettistica, una Sicilia anche edulcorata nella sua sostanza e nella sua forma più vera. Lui ha saputo rappresentare in maniera autentica il genius loci, cioè la capacità di essere geniali come popolo - non parlo come individualità - come popolo, per quello che la Sicilia ha saputo rappresentare in 2.500 anni di storia, quale contributo al mondo, trasformando tutto questo in fatti concreti e attraverso elementi culturali importanti, con una capacità anche di saper valorizzare il proprio territorio, tant'è che il territorio, quel territorio, quel Sud-Est della Sicilia, oggi è diventato, grazie anche a Camilleri, una meta assoluta del turismo mondiale, senza dimenticare che quello era ed è un patrimonio dell'UNESCO che, però, in pochi in verità conoscevano. Lui ha contribuito a farlo diventare quel posto straordinario che oggi è: tutti ambiscono ad andare nella Val di Noto, questo non possiamo dimenticarlo.

Hollywood e in generale una cattiva propaganda per anni hanno spiegato una Sicilia che non c'era, lui invece è stato bravo, anche da un punto di vista della lingua: ha spiegato che l'italiano nasce perché c'è stata la lingua siciliana, che non è un dialetto, lo dobbiamo sapere tutti, lo dobbiamo comprendere tutti. Persino Dante, nel suo De vulgari eloquentia, dice che la lingua italiana nasce dal siciliano, e chi più di lui ha saputo spiegare la lingua siciliana, con una capacità più unica che rara di renderla gradevole, leggiadra, positiva, bella? Questo è il modo migliore per potere dire che lui è stato un testimone vero della Sicilia e dell'Italia tutta. Di questo noi siamo orgogliosi, anche noi della Lega, Presidente, a maggior ragione (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Stefania Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Presidente, quando questa mattina ci è giunta la notizia della morte di Andrea Camilleri a tutti noi sono tornate in mente le sue parole: non vedo, ma sogno. Ci ha lasciati un grandissimo italiano, un uomo che grazie alla sua penna, ai suoi racconti, ai suoi personaggi è riuscito a entrare nelle case di tutti noi, a essere vicino a tutti gli italiani. Spiace molto che in una giornata così triste per la storia della letteratura italiana - perché Camilleri avrà un posto importante nella letteratura italiana - ci sia qualcuno in quest'Aula che pensa di fare dei distinguo. Andrea Camilleri, con i suoi racconti a volte un po' rocamboleschi, ma mai banali, è vero, non mancava mai di criticare i potenti di turno e di dire la sua sull'attualità, ma Andrea Camilleri era qualcosa di più: era non solo un grande italiano ma un grande siciliano, un uomo che ha dato tantissimo alla sua terra.

Penso non soltanto alla casa editrice Sellerio, che è diventata popolare grazie ai suoi racconti, ma penso anche alla sua Vigata, che in realtà è Scicli, una città meravigliosa, barocca, siciliana, che è risorta grazie all'ambientazione dei suoi film.

Ci ha lasciati un grande italiano, e credo che tutti noi, che abbiamo, a differenza di Camilleri, il dono della vista, dovremmo ricordare le sue parole, farne tesoro, e capire che forse non dovremmo smettere mai di sognare, perché a volte lo dimentichiamo. Grazie, Andrea. Addio (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Maria Carolina Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, era l'estate di vent'anni fa circa quando per la prima volta lessi un romanzo di Andrea Camilleri, e da allora, da siciliana, provavo un forte orgoglio quando le librerie di tutta Italia venivano colorate da quelle inconfondibili copertine blu che la Sellerio ha scelto per la più famosa della sua catena di libri, quella che ha come protagonista il commissario Montalbano.

Camilleri ha avuto certamente il merito di restituire alla Sicilia una centralità nel panorama letterario, nel panorama della cultura italiana, ci ha resi orgogliosi del nostro dialetto. Rispetto a questa lingua un po' strana che i protagonisti dei suoi romanzi parlavano, lui diceva: “L'italiano mi diventava generico, le sfumature mi mancavano. E, allora, ho usato una specie di shaker e, a poco a poco, ho cercato ambiziosamente di creare una terza lingua che fosse tutta mia e il risultato di questa commistione. Per noi siciliani l'italiano è rimasto un atto notarile”. Ecco, in questa frase c'è tutto l'orgoglio, in questa frase c'è l'identità di una terra, la Sicilia, che anche tramite Camilleri ha trovato lo slancio, ha trovato la forza di fare tesoro della propria cultura e della propria identità.

Si ricordavano prima i tour che vengono organizzati ormai quotidianamente nelle terre ormai note come “le terre di Montalbano”, le letture che vengono organizzate in tutta Italia dei suoi romanzi.

Certamente, Camilleri ha portato avanti delle posizioni politiche che noi non condividiamo, ma questo non fa venir meno la grandezza della sua opera: uno dei più prolifici intellettuali italiani. Naturalmente, resterà nella mente di chiunque si troverà a guardare quel mare siciliano, rispetto al quale, quando gli chiedevano “cosa ti manca della Sicilia?”, lui diceva proprio: “il rumore del mare”; anzi: “u scrusciu du mari”, come diciamo noi.

Allora, oggi salutiamo un grandissimo intellettuale, e sono particolarmente felice di poterlo fare qui oggi da siciliana e da italiana (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gloria Vizzini. Ne ha facoltà.

GLORIA VIZZINI (MISTO). Grazie, Presidente. È morto Andrea Camilleri, per me un maestro come solo i grandi scrittori sanno essere, un conterraneo magnifico, espressione di una Sicilia bellissima, a tratti agreste, contraddittoria, ma a suo modo allegra.

Tutti i suoi libri mi sono piaciuti, ma in particolar modo i romanzi storici, e tra i romanzi storici il libro che lui stesso indicava come il migliore tra i suoi scritti, che parlava di una ribellione popolare: Il re di Girgenti. Con questo titolo voglio ricordarlo, e con una frase che testimonia il suo profondo impegno civile: “Le parole che dicono la verità hanno una vibrazione diversa da tutte le altre”. Grazie, maestro (Applausi).

Convalida di deputati.

PRESIDENTE. Passiamo a una comunicazione importante, quindi chiedo ai colleghi di prestare attenzione.

Comunico che la Giunta delle elezioni, nelle sedute del 3, 9 e 16 luglio 2019, ha verificato non essere contestabili le elezioni nei collegi uninominali dei seguenti deputati nelle Circoscrizioni nazionali dalla I alla XXVIII e, concorrendo negli eletti le qualità richieste dalla legge, ha deliberato di proporne la convalida:

I CIRCOSCRIZIONE - PIEMONTE 1: Collegio uninominale n. 1: Andrea GIORGIS, Collegio uninominale n. 2: Roberto ROSSO, Collegio uninominale n. 4: Stefano LEPRI, Collegio uninominale n. 5: Alessandro Manuel BENVENUTO, Collegio uninominale n. 6: Celeste D'ARRANDO, Collegio uninominale n. 7: Carlo GIACOMETTO, Collegio uninominale n. 8: Claudia PORCHIETTO, Collegio uninominale n. 9: Daniela RUFFINO,

II CIRCOSCRIZIONE - PIEMONTE 2, Collegio uninominale n. 1: Mirella CRISTINA, Collegio uninominale n. 2: Alberto Luigi GUSMEROLI, Collegio uninominale n. 3: Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE, Collegio uninominale n. 4: Paolo TIRAMANI, Collegio uninominale n. 5: Riccardo MOLINARI, Collegio uninominale n. 6: Andrea GIACCONE, Collegio uninominale n. 7: Flavio GASTALDI, Collegio uninominale n. 8: Enrico COSTA,

III CIRCOSCRIZIONE - LOMBARDIA 1, Collegio uninominale n. 1: Michela Vittoria BRAMBILLA, Collegio uninominale n. 2: Massimo GARAVAGLIA, Collegio uninominale n. 3: Andrea CRIPPA, Collegio uninominale n. 4: Paola FRASSINETTI, Collegio uninominale n. 5: Andrea MANDELLI, Collegio uninominale n. 6: Valentina APREA, Collegio uninominale n. 7: Jari COLLA, Collegio uninominale n. 8: Igor Giancarlo IEZZI, Collegio uninominale n. 9: Guido DELLA FRERA, Collegio uninominale n. 10: Luca SQUERI, Collegio uninominale n. 11: Mattia MOR, Collegio uninominale n. 12: Bruno TABACCI, Collegio uninominale n. 13: Lia QUARTAPELLE PROCOPIO. Collegio uninominale n. 14: Federica ZANELLA, Collegio uninominale n. 15: Graziano MUSELLA,

IV CIRCOSCRIZIONE - LOMBARDIA 2, Collegio n. 1: Ugo PAROLO, Collegio n. 2: Giuseppina VERSACE, Collegio n. 3: Matteo Luigi BIANCHI, Collegio n. 4: Leonardo TARANTINO, Collegio n. 5: Laura RAVETTO, Collegio n. 6: Nicola MOLTENI, Collegio n. 7: Maurizio LUPI, Collegio n. 8: Alessio BUTTI,

V CIRCOSCRIZIONE - LOMBARDIA 3, Collegio uninominale n. 1: Simona BORDONALI, Collegio uninominale n. 2: Paolo FORMENTINI, Collegio uninominale n. 3: Mariastella GELMINI, Collegio uninominale n. 4: Alessandro COLUCCI, Collegio uninominale n. 5: Stefano BENIGNI, Collegio uninominale n. 6: Daniele BELOTTI, Collegio uninominale n. 7: Cristian INVERNIZZI, Collegio uninominale n. 8: Alessandro SORTE,

VI CIRCOSCRIZIONE - LOMBARDIA 4, Collegio uninominale n. 1: Elena LUCCHINI, Collegio uninominale n. 2: Alessandro CATTANEO, Collegio uninominale n. 3: Claudio PEDRAZZINI, Collegio uninominale n. 4: Silvana Andreina COMAROLI, Collegio uninominale n. 5: Raffaele VOLPI, Collegio uninominale n. 6: Andrea DARA,

VII CIRCOSCRIZIONE - VENETO 1, Collegio uninominale n. 1: Giorgia ANDREUZZA, Collegio uninominale n. 2: Renato BRUNETTA, Collegio uninominale n. 3: Ketty FOGLIANI, Collegio uninominale n. 4: Dimitri COIN, Collegio uninominale n. 5: Ingrid BISA, Collegio uninominale n. 6: Marica FANTUZ, Collegio uninominale n. 7 Mirco BADOLE, Collegio uninominale n. 8: Raffaele BARATTO,

VIII CIRCOSCRIZIONE - VENETO 2, Collegio uninominale n. 1: Antonietta GIACOMETTI, Collegio uninominale n. 2: Arianna LAZZARINI, Collegio uninominale n. 3: Alberto STEFANI, Collegio uninominale n. 4: Lorena MILANATO, Collegio uninominale n. 5: Pierantonio ZANETTIN, Collegio uninominale n. 6: Germano RACCHELLA, Collegio uninominale n. 7 Maria Cristina CARETTA, Collegio uninominale n. 8: Paolo PATERNOSTER, Collegio uninominale n. 9: Vito COMENCINI. Collegio uninominale n. 10: Piergiorgio CORTELAZZO. Collegio uninominale n. 11: Davide BENDINELLI,

IX CIRCOSCRIZIONE - FRIULI VENEZIA GIULIA, Collegio uninominale n. 1: Renzo TONDO, Collegio uninominale n. 2: Guido Germano PETTARIN, Collegio uninominale n. 3: Daniele MOSCHIONI, Collegio uninominale n. 4: Sandra SAVINO, Collegio uninominale n. 5: Vannia GAVA,

X CIRCOSCRIZIONE - LIGURIA, Collegio uninominale n. 1: Giorgio MULE', Collegio uninominale n. 2: Sara FOSCOLO, Collegio uninominale n. 3: Roberto TRAVERSI, Collegio uninominale n. 4: Marco RIZZONE, Collegio uninominale n. 5: Roberto BAGNASCO, Collegio uninominale n. 6: Manuela GAGLIARDI,

XI CIRCOSCRIZIONE - EMILIA-ROMAGNA, Collegio n. 1: Serse SOVERINI, Collegio n. 2: Simona VIETINA, Collegio n. 3: Alberto PAGANI, Collegio n. 4: Maura TOMASI, Collegio n. 5: Francesco CRITELLI, Collegio n. 6: Andrea DE MARIA, Collegio n. 7 Gianluca BENAMATI, Collegio n. 8: Emanuele CESTARI, Collegio n. 9: Beatrice LORENZIN, Collegio n. 10: Benedetta FIORINI, Collegio n. 11: Antonella INCERTI, Collegio n. 12: Laura CAVANDOLI, Collegio n. 13: Giovanni Battista TOMBOLATO, Collegio n. 14: Tommaso FOTI, Collegio n. 15: Elena RAFFAELLI, Collegio n. 16: Marco DI MAIO, Collegio n. 17: Graziano DELRIO,

XII CIRCOSCRIZIONE - TOSCANA, Collegio n. 1: Gabriele TOCCAFONDI, Collegio n. 2: Rosa Maria DI GIORGI, Collegio n. 3: Roberto GIACHETTI, Collegio n. 4: Luca LOTTI, Collegio n. 5: Giorgio SILLI, Collegio n. 6: Maurizio CARRARA, Collegio n. 7: Felice Maurizio D' ETTORE. Collegio n. 8: Deborah BERGAMINI, Collegio n. 9: Riccardo ZUCCONI, Collegio n. 10: Edoardo ZIELLO, Collegio n. 11: Susanna CENNI, Collegio n. 12: Pietro Carlo PADOAN, Collegio n. 13: Andrea ROMANO, Collegio n. 14: Mario LOLINI,

XIII CIRCOSCRIZIONE - UMBRIA, Collegio n. 1: Emanuele PRISCO. Collegio n. 2: Riccardo Augusto MARCHETTI, Collegio n. 3: Raffaele NEVI.

XIV CIRCOSCRIZIONE - MARCHE, Collegio n. 1: Roberto CATALDI, Collegio n. 2: Mirella EMILIOZZI, Collegio n. 3: Tullio PATASSINI, Collegio n. 4: Patrizia TERZONI, Collegio n. 5: Maurizio CATTOI, Collegio n. 6: Andrea CECCONI.

XV CIRCOSCRIZIONE - LAZIO 1, Collegio n. 1: Paolo GENTILONI SILVERI, Collegio n. 2: Maria Anna MADIA, Collegio n. 3: Annagrazia CALABRIA, Collegio n. 4: Massimiliano DE TOMA. Collegio n. 5: Lorenzo FIORAMONTI, Collegio n. 6: Felice MARIANI, Collegio n. 7: Marco BELLA, Collegio n. 8: Patrizia PRESTIPINO, Collegio n. 9: Emilio CARELLI, Collegio n. 10: Riccardo MAGI, Collegio n. 11: Emanuela Claudia DEL RE, Collegio n. 13: Marco SILVESTRONI, Collegio n. 14: Maria SPENA.

XVI CIRCOSCRIZIONE - LAZIO 2, Collegio n. 1: Mauro ROTELLI, Collegio n. 2: Alessandro BATTILOCCHIO, Collegio n. 3: Paolo TRANCASSINI, Collegio n. 4: Francesco ZICCHIERI, Collegio n. 5: Ilaria FONTANA, Collegio n. 6: Paolo BARELLI, Collegio n. 7: Giorgia MELONI.

XVII CIRCOSCRIZIONE - ABRUZZO, Collegio n. 1: Antonio MARTINO, Collegio n. 2: Antonio ZENNARO, Collegio n. 3: Andrea COLLETTI, Collegio n. 4: Daniele DEL GROSSO, Collegio n. 5: Carmela GRIPPA.

XVIII CIRCOSCRIZIONE- MOLISE, Collegio n. 1: Rosa Alba TESTAMENTO, Collegio n. 2: Antonio FEDERICO.

XIX CIRCOSCRIZIONE - CAMPANIA 1, Collegio n. 1: Salvatore MICILLO, Collegio n. 2: Silvana NAPPI, Collegio n. 3: Luigi DI MAIO, Collegio n. 4: Vincenzo SPADAFORA. Collegio n. 5: Doriana SARLI, Collegio n. 6: Rina DE LORENZO, Collegio n. 7: Raffaele BRUNO, Collegio n. 8: Roberto FICO, Collegio n. 9: Andrea CASO. Collegio n. 10: Gianfranco DI SARNO. Collegio n. 11: Luigi GALLO. Collegio n. 12: Catello VITIELLO.

XX CIRCOSCRIZIONE - CAMPANIA 2, Collegio n. 1: Angela IANARO, Collegio n. 2: Generoso MARAIA, Collegio n. 3: Antonio DEL MONACO, Collegio n. 4: Giuseppe BUOMPANE, Collegio n. 5: Nicola GRIMALDI, Collegio n. 6: Michele GUBITOSA, Collegio n. 7: Virginia VILLANI, Collegio n. 8: Nicola PROVENZA, Collegio n. 9: Nicola ACUNZO, Collegio n. 10: Marzia FERRAIOLI.

XXI CIRCOSCRIZIONE - PUGLIA, Collegio n. 1: Paolo LATTANZIO. Collegio n. 2: Francesca Anna RUGGIERO, Collegio n. 3: Francesca GALIZIA, Collegio n. 4: Giuseppe D'AMBROSIO, Collegio n. 5: Nunzio ANGIOLA, Collegio n. 6: Emanuele SCAGLIUSI, Collegio n. 7: Michele NITTI, Collegio n. 8: Maria Soave ALEMANNO, Collegio n. 9: Nadia APRILE, Collegio n. 10: Rosalba DE GIORGI. Collegio n. 11: Gianpaolo CASSESE, Collegio n. 12: Giovanni Luca ARESTA, Collegio n. 13: Anna MACINA, Collegio n. 14: Carla GIULIANO, Collegio n. 15: Antonio TASSO, Collegio n. 16: Rosa MENGA.

XXII CIRCOSCRIZIONE - BASILICATA, Collegio n. 1: Salvatore CAIATA, Collegio n. 2: Gianluca ROSPI.

XXIII CIRCOSCRIZIONE – CALABRIA, Collegio n. 1: Carmelo Massimo MISITI, Collegio n. 2: Francesco SAPIA, Collegio n. 3: Anna Laura ORRICO, Collegio n. 4: Giuseppe D'IPPOLITO, Collegio n. 5: Elisabetta Maria BARBUTO, Collegio n. 6: Wanda FERRO, Collegio n. 7: Francesco CANNIZZARO.

XXIV CIRCOSCRIZIONE – SICILIA 1 , Collegio n. 1: Leonardo Salvatore PENNA, Collegio n. 2: Giorgio TRIZZINO, Collegio n. 3: Roberta ALAIMO, Collegio n. 4: Dedalo Cosimo Gaetano PIGNATONE, Collegio n. 5: Vittoria CASA, Collegio n. 6: Giuseppe CHIAZZESE, Collegio n. 7: Michele SODANO, Collegio n. 9: Vita MARTINCIGLIO.

XXV CIRCOSCRIZIONE – SICILIA 2, Collegio n. 1: Francesco D'UVA, Collegio n. 2: Alessio Mattia VILLAROSA, Collegio n. 3: Andrea GIARRIZZO, Collegio n. 4: Giulia GRILLO, Collegio n. 5: Maria Laura PAXIA, Collegio n. 6: Simona SURIANO, Collegio n. 7: Eugenio SAITTA, Collegio n. 8: Marialucia LOREFICE, Collegio n. 9: Maria MARZANA, Collegio n. 10: Paolo FICARA.

XXVI CIRCOSCRIZIONE – SARDEGNA, Collegio n. 2: Mara LAPIA, Collegio n. 3: Pino CABRAS, Collegio n. 4: Mario PERANTONI, Collegio n. 5: Bernardo MARINO, Collegio n. 6: Luciano CADEDDU.

XXVII CIRCOSCRIZIONE – VALLE D'AOSTA, Elisa TRIPODI.

XXVIII CIRCOSCRIZIONE – TRENTINO-ALTO ADIGE, Collegio n. 1: Maria Elena BOSCHI, Collegio n. 2: Albrecht PLANGGER, Collegio n. 3: Renate GEBHARD, Collegio n. 5: Vanessa CATTOI.

Do atto alla Giunta di questa proposta e dichiaro convalidate le suddette elezioni.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Presidente, vorrei solo cogliere l'occasione - e credo che sia doveroso farlo - per ringraziare gli uffici della Camera ed in particolare tutti gli uffici della Giunta delle elezioni, perché è stato un lavoro veramente molto difficile, svolto con grande dedizione ed attenzione, nonché con un grande sforzo; sappiamo perfettamente che gli uffici sono sotto organico, ma siamo riusciti a compiere una parte importante della proclamazione; ne mancano ancora altri, che sono soprattutto i proporzionali, però volevo lasciare agli atti che questo è stato possibile innanzitutto perché c'è stata non solo una collaborazione, ma una dedizione da parte degli uffici veramente straordinaria (Applausi).

PRESIDENTE. Ovviamente la Presidenza si associa ai ringraziamenti.

Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 13,55, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti e la Ministra per il Sud.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Posizione del Governo in merito all'accordo economico e commerciale (Ceta) tra Unione europea e Canada – n. 3-00877)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Fassina e Fornaro n. 3-00877 (Vedi l'allegato A). Chiedo al deputato Fassina se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica.

STEFANO FASSINA (LEU). Presidente, caro Ministro, conosce bene l'oggetto della nostra interrogazione, il Trattato di libero scambio, cosiddetto libero scambio tra Unione europea e Canada; un Trattato che è entrato in vigore in forma provvisoria nel settembre 2017 in attesa della ratifica o della valutazione degli Stati membri. Il Trattato, come sa, raggira la nostra Costituzione, in quanto sottopone a giurisprudenza privata le nostre leggi e privilegia l'interesse privato sull'interesse pubblico. Il Trattato, inoltre, alimenta una pericolosa competizione al ribasso sulle condizioni del lavoro, sugli standard ambientali, sugli standard sanitari. Dobbiamo votare “no”. Vogliamo sapere qual è la posizione del Governo: il Governo intende ratificare o bocciare la ratifica del CETA?

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, Riccardo Fraccaro, ha facoltà di rispondere.

RICCARDO FRACCARO, Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta. Presidente e colleghi deputati, rispondo al quesito posto dagli interroganti sulla base degli elementi forniti dal Ministro Di Maio, impossibilitato a partecipare.

Nel corso del terzo incontro della task force avente ad oggetto costi e benefici del libero scambio istituito presso il Ministero dello Sviluppo economico, si è discusso delle tematiche maggiormente sensibili relative al Trattato CETA. Nello specifico è stato affrontato il tema delle indicazioni geografiche, nonché della tutela delle qualità e della certificazione dei prodotti di eccellenza del settore agroalimentare italiano esportati sul mercato canadese, prevista sempre nel CETA, con lo scopo di svolgere sessioni speciali, ognuna dedicata ad un tema del Trattato. Per quanto attiene invece alla tutela dei consumatori, si prevede che tutti i prodotti agroalimentari provenienti dal Canada debbano ottemperare a normative dell'Unione europea in materia sanitaria e fitosanitaria, ivi comprese le norme che regolamentano l'accesso di organismi o prodotti geneticamente modificati. Analogamente, continuerà ad essere applicato il principio di precauzione, che ha carattere obbligatorio e non può essere derogato da nessun accordo internazionale, incluso il CETA. Inoltre, in tal specifico proposito, va anche considerato che l'andamento degli scambi commerciali può essere influenzato da fattori non strettamente riconducibili alla conclusione dell'Accordo, quali la stagionalità dei prodotti o il verificarsi di eventi legati all'annata produttiva, ovvero l'andamento più generale del mercato mondiale. Quanto alla richiamata questione del meccanismo di risoluzione delle controversie, si rappresenta che nel CETA è stato inserito l'investment court system (ICS), in sostituzione del precedente sistema ISDS. L'ICS è costituito da un tribunale permanente e da una corte d'appello. Il tribunale sarà composto da 15 membri nominati dall'Unione e dal Canada, e non da arbitri nominati dagli investitori e dalla difesa dello Stato. I membri del tribunale della corte d'appello avranno le stesse qualifiche dei membri della Corte internazionale di giustizia e dovranno essere eticamente irreprensibili.

Ciò premesso, con specifico riferimento al quesito posto dagli interroganti, ribadisco ancora una volta quanto già riferito in più occasioni dal Ministro Luigi Di Maio, ossia che il Trattato in discussione così com'è non è ratificabile. Infatti, si ritiene opportuno procedere preliminarmente ad una valutazione più completa ed esaustiva di tutti gli effetti che l'entrata in vigore dell'accordo potrebbe avere sul sistema produttivo, anche con riferimento al settore agroalimentare. In conclusione, per il Ministro Di Maio è prioritario ascoltare le indicazioni pervenute dalle diverse associazioni di categoria, anche quelle della filiera agricola, al fine di intercettare tutte le criticità in essere prima di addivenire ad una decisione definitiva, auspicabilmente condivisa in un fattivo confronto col nostro Parlamento.

PRESIDENTE. Il deputato Stefano Fassina ha facoltà di replicare.

STEFANO FASSINA (LEU). Ministro, le confesso che non sono soddisfatto della risposta, perché lei ha citato una posizione che ci è nota del Ministro Di Maio. Non è la posizione che abbiamo avuto insieme al suo partito, insieme alla Lega nella scorsa legislatura, non è l'impegno che abbiamo preso tutti insieme di fronte agli elettori, firmando anche dei documenti molto precisi sull'impegno di noi, che saremmo stati eletti, a dire no alla ratifica del CETA e oggi ci viene a dire, dopo un anno, che bisogna valutare. La informo - ma probabilmente lei lo sa - che proprio in questi minuti a Toronto è in corso un vertice tra il Presidente canadese, il Presidente Tusk e la Ministra del commercio dell'Unione europea, dove si impegnano a continuare a implementare il Trattato. Rinviare, come voi state facendo, vuol dire continuare ad applicare il Trattato, con tutti gli effetti negativi sulle condizioni del lavoro, sull'ambiente e sulla salute. Sarebbe più serio e responsabile dire che lo volete lasciare in essere, perché rinviare vuol dire consentirne la piena attuazione.

(Chiarimenti in merito al ruolo di Atlantia nel rilancio di Alitalia, nonché in merito al piano industriale e alle prospettive occupazionali della compagnia aerea – n. 3-00878)

PRESIDENTE. La deputata Sara Moretto ha facoltà di illustrare l'interrogazione Paita ed altri n. 3-00878 (Vedi l'allegato A), che ha sottoscritto in data odierna.

SARA MORETTO (PD). Grazie Presidente. “Atlantia è decotta, faranno precipitare gli aerei”: questo affermava il 27 giugno il suo capo politico e Vicepremier Di Maio. Lei, il 3 luglio, ha dichiarato che non c'è alternativa alla revoca totale della concessione ad Autostrade.

Ad oggi nuova Alitalia sarebbe composta da MEF e Ferrovie dello Stato, Delta e proprio da quella Atlantia su cui lei stesso ha speso belle parole. Se non è incoerenza è schizofrenia, oppure è semplicemente incompetenza. In ogni caso, mi vien da pensare che i decotti qui siano altri. A questo punto, Ministro, ci spieghi come ritiene di affrontare il rilancio della compagnia aerea in queste condizioni. Ha cambiato opinione su Atlantia? Ha smesso di usare tragedie e crisi aziendali per la propaganda politica sulle spalle di lavoratori, imprese e cittadini?

Approfitto poi, Ministro: ricordi al suo collega Salvini che non può continuare a scappare dal Parlamento e che lo aspettiamo qui, perché ci spieghi i suoi rapporti con la Russia (Deputati del gruppo Partito Democratico espongono cartelli recanti le scritte: “Salvini cosa nascondi?”, “Capitan codardo”, “Capitan paura” e “Salvini scappa”).

PRESIDENTE. Inviterei rapidamente a togliere i cartelli perché siamo in fase di diretta televisiva, quindi invito gli assistenti parlamentari a procedere (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente). Togliamo i cartelli, togliamo i cartelli immediatamente, grazie!

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, ha facoltà di rispondere.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. La ringrazio Presidente. Vedo nei banchi del Partito Democratico il deputato Andrea Romano e come giustamente, legittimamente, non giustamente, il Partito Democratico può contestare e contesta iniziative del Governo, non vedo come possa accettare che una persona che pochi minuti fa ha dichiarato (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Signor Ministro! Signor Ministro! Signor Ministro! Signor Ministro (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti….ha dichiarato che una donna incinta non può presiedere…

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi, presiedo io! Colleghi, presiedo io! Signor Ministro, lei faccia il Ministro della Repubblica e risponda alle interrogazioni!

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. La ringrazio.

PRESIDENTE. Colleghi (Vive e reiterate proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Colleghi! Colleghi! Colleghi! Colleghi! Signor Ministro! Colleghi!

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Io, Presidente, sono pronto ad andare avanti (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, vi richiamo all'ordine! Signor Ministro, lei faccia il Ministro e non si occupi di altro!

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, procedo.

PRESIDENTE. Signor Ministro, risponda all'interrogazione su Alitalia!

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. La ringrazio Presidente, ma era doveroso ricordare un fatto tanto increscioso (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Non credo che rientri nelle sue competenze, Ministro!

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Se mi permette, Presidente, di iniziare, io inizio (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Vedo lo stato di agitazione conseguente ad un comportamento inaccettabile, ne prendiamo atto (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Colleghi, sarò costretto a richiamarvi! Collega Marattin! Collega Borghi! Collega Borghi! Collega Borghi! Collega Borghi! Grazie. Prego, Ministro.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Quando ha parlato (Dai banchi del Partito Democratico una voce: “Incapace!”), ha parlato chi difende il collega Romano, si può pretendere (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Collega Toninelli! Ministro Toninelli! Ministro Toninelli! Ministro Toninelli!

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Presidente, ma stiamo scherzando!

PRESIDENTE. Ministro Toninelli!

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Presidente (Dai banchi del Partito Democratico una voce: “Sei un buffone!”).

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Colleghi! Colleghi, l'attività della provocazione mi sembra sia nota a tutti in quest'Aula. Colleghi! Collega Romano, si vada ad accomodare! Collega Marattin si vada ad accomodare! Collega Marattin si vada ad accomodare (Deputati del gruppo Partito Democratico si avvicinano ai banchi del Governo)!

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). È inconcepibile (si avvicina ai banchi del Governo)!

PRESIDENTE. Collega Lupi! Collega Lupi, la prego, anche lei! Collega Gribaudo, si vada ad accomodare (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Colleghi, silenzio! Colleghi, siamo in diretta televisiva! Ministro Toninelli, stia sul merito!

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Presidente, io sto perfettamente sul merito, se mi permette il Partito Democratico di poter intervenire (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico – una voce: “Imbecille”).

PRESIDENTE. Collega Gribaudo!

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Sto ricevendo continui insulti.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 15,10, è ripresa alle 15,13.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Riprenderemo dopo il question time i fatti che sono accaduti in Aula in questo momento, che riguardano tutti. Ministro, la pregherei di intervenire, rispondendo all'interrogazione, come la Costituzione prevede. Prego.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. La ringrazio Presidente e grazie agli interroganti. Quando il nostro Governo si insediava, era già passato un anno dal commissariamento di Alitalia, che non aveva ancora portato alcuna soluzione se non vari ultimatum forse più contro i lavoratori che per una soluzione concreta, un modus operandi che dava la netta impressione di non avere il coraggio di sfidare un sistema molto forte e consolidato, che, invece di sfruttare positivamente un mercato florido, ha solo trovato il modo di usare un asset così importante sempre per altri interessi non connessi al profitto e alla buona gestione, come invece doveva essere.

Dal precedente Governo abbiamo ereditato 900 milioni di prestito, con una triade di commissari ben remunerati e una cassa ancora in perdita strutturale.

Insomma, una situazione mai risanata, che avrebbe certamente spinto chi l'ha creata ad un'ulteriore svendita degli asset della compagnia nazionale, con la perdita di altri pezzi di grande valore del nostro mercato.

Una dimostrazione di scarsa consapevolezza del funzionamento del settore del trasporto aereo e della guerra commerciale dei cieli, in corso per mano dei tre colossi di Lufthansa, Air France e British, colossi ben difesi dai rispettivi Paesi.

Alitalia ha subito da vent'anni almeno l'attacco di un branco famelico di affaristi, che l'hanno spolpata e smembrata per mera miopia politica, disinteresse del settore o, nella peggiore delle ipotesi, con dolo, a scapito dei dipendenti e dell'indotto.

Abbiamo subito raccolto questa pesante eredità e abbiamo cambiato radicalmente approccio. Siamo partiti dall'idea della creazione di un grande polo intermodale, in cui trasporto aereo e ferroviario potessero integrarsi fino ad arrivare, tra l'altro, al biglietto unico.

Non si poteva che iniziare da Ferrovie dello Stato: lo scorso 15 luglio, il consiglio di amministrazione delle Ferrovie, esaminate le manifestazioni di interesse ricevute, ha ritenuto di concentrarsi sulla negoziazione con coloro che, allo stato, sembravano fornire all'operazione maggiori chance di positiva conclusione.

Il CdA, al pari di qualsiasi organo gestore investito normativamente e statutariamente di tale compito, ha quindi valutato autonomamente, con indipendenza da un punto di vista tecnico, industriale e finanziario, tutte le offerte o manifestazioni di interesse pervenute alla propria attenzione e liberamente ha ritenuto di selezionare Atlantia quale partner da affiancare a Delta e al MEF per l'operazione Alitalia. FS ha portato avanti delle interlocuzioni a livello industriale e non politico e Mediobanca ha valutato che Atlantia potrebbe avere i requisiti per far parte del consorzio definitivo che dovrebbe dare un futuro alla compagnia. Nella holding Alitalia, ricordiamolo, vi è pure AdR-Aeroporti di Roma, che oggi ha finalmente occasione di dimostrare davvero di poter e di voler fare sistema, supportando sempre meglio a livello operativo la compagnia che copre gran parte dei voli sull'aeroporto di Fiumicino.

Concludo: noi dobbiamo mirare a fare sistema, non a sovrapporre questioni che rimangono del tutto separate, perché, se si pensa di usare Alitalia per arrivare ad altro, lo abbiamo sempre detto, si è sbagliato schema. Comincia ora un attento lavoro…

PRESIDENTE. Concluda, signor Ministro.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Concludo, Presidente. …che avrà ad oggetto, anzitutto, il piano industriale della nuova realtà societaria, che valuteremo al termine della sua elaborazione e che vedrà il necessario coinvolgimento del nuovo partner e la necessaria partecipazione delle parti sindacali.

PRESIDENTE. La deputata Raffaella Paita ha facoltà di replicare.

RAFFAELLA PAITA (PD). Ministro, innanzitutto si sciacqui la bocca quando parla dei deputati del Partito Democratico e di Andrea Romano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). “Alitalia ad Atlantia? Con stop concessioni, no ad azienda decotta. Se abbiamo detto ai funerali delle vittime del crollo del ponte Morandi che revocavamo le concessioni ad Autostrade l'azienda dei Benetton avrà un calo in borsa e avrà difficoltà e se entrerà in Alitalia non aiuterà la compagnia. Mi sorprende che qualcuno sia dalla parte dei Benetton. Io non dico che ho tutte le soluzioni, ma mi lascino lavorare. Mettere dentro un'azienda decotta fa perdere valore ad Alitalia”: queste parole sono state pronunciate da Di Maio, Ministro Toninelli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Noi oggi volevamo sapere se la compagnia avrà un ruolo e se avrà di nuovo competitività e lo volevamo sapere per i lavoratori e per il Paese. Lei non ha risposto. E vede, in merito all'anno di tempo che è costato 900 milioni di prestito, e cioè esattamente un costo di un milione di euro al giorno per lo Stato, li state scaricando sui cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Questa è la verità! Questo è quello che state facendo!

Ecco, forse, Ministro, lei dovrebbe rispondere ad alcune semplici domande. Per esempio, chi ha pronunciato questa frase: “i responsabili hanno un nome e un cognome e sono Autostrade per l'Italia, i vertici di Autostrade dovrebbero prendersi responsabilità e dimettersi”? Siete voi ad averlo detto! “Autostrade è controllata dai Benetton, non ci si può fidare”: siete voi ad averlo detto! “Su Autostrade ha lucrato una sola famiglia, i Benetton”: l'avete detto voi!

Ecco, noi abbiamo sempre avuto rispetto per quell'azienda e anche per i suoi lavoratori. La verità è che voi siete degli incoerenti e avete utilizzato cinicamente il Paese e anche i lavoratori di quelle aziende per fare propaganda politica. Vi dovreste vergognare! La soluzione per Alitalia è precaria. Sapete perfettamente che questa non è una soluzione definitiva, che sono a rischio tanti, tanti posti di lavoro e soprattutto sapete da ieri - e concludo - che Consob ha aperto una verifica sulle vostre parole, perché avete detto delle cose che hanno danneggiato delle aziende di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Chiarimenti in ordine alla trattativa relativa all'ingresso di Atlantia nella compagine azionaria di Alitalia – n. 3-00879)

PRESIDENTE. Il deputato Alessio Butti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-00879 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Ministro Toninelli, Atlantia, che è una holding, controlla interamente società Autostrade, alla quale peraltro state cercando senza grandi successi di revocare anche la concessione dopo il tragico crollo del ponte di Genova che costò 43 vittime. E lei, proprio in quell'occasione, riferendosi ad Atlantia, dichiarò testualmente: “Chi fa cadere un ponte con 43 morti non sa e non può gestire un bene pubblico”. Le do una notizia: Atlantia entra in Alitalia e farà volare milioni di persone in un servizio pubblico. E visto che andate in coppia, anche il Ministro Di Maio, creando peraltro scossoni anche in Borsa, ha dichiarato: “Atlantia è decotta”, ma era un lapsus, ai quali peraltro siamo abituati, voleva dire Atlantia decolla, e lo fa con Alitalia, che sta mettendo a repentaglio il lavoro di centinaia di persone, che ha già drenato miliardi di euro degli italiani e che, soprattutto, versa in pessime condizioni.

La domanda è molto semplice: come è possibile cambiare idea così repentinamente rispetto ad una società che, fino a qualche mese fa, secondo lei e secondo il Ministro Di Maio, non sapeva gestire un bene pubblico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, ha facoltà di rispondere.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. La ringrazio, Presidente e ringrazio anche i colleghi interroganti.

Ovviamente, riprendo da quanto affermato da un'interrogazione medesima fatta dal Partito Democratico e da quanto appena detto su Alitalia sulla scelta di Atlantia da parte di Ferrovie dello Stato e aggiungo che l'operazione in atto ha il preciso scopo di rilanciare il vettore nazionale.

Negli scorsi mesi, con diverse comunicazioni indirizzate a Ferrovie dello Stato, l'ultima in data 23 aprile 2019, Delta ha confermato la propria disponibilità non vincolante a partecipare all'operazione in qualità di azionista di minoranza al fianco di FS, con un investimento di massimo 100 milioni di euro. Poi, a seguito di contatti con possibili partner istituzionali e industriali, Ferrovie dello Stato ha ricevuto conferme di interesse da parte di Toto holding, Atlantia, Claudio Lotito e German Efromovich.

Esaminate tali manifestazioni d'interesse, il Consiglio di amministrazione di Ferrovie dello Stato, lo scorso 15 luglio, ha dunque deliberato di avviare negoziazioni congiunte ai fini dell'eventuale offerta definitiva con Delta e Atlantia, sottoponendo quindi i termini dell'operazione al MEF.

Dopo la lunga storia di Alitalia, cominciata con il commissariamento del 2017, inizia una nuova fase per la nostra compagnia di bandiera, ma voglio sia chiaro che non abbiamo cambiato linea su Alitalia.

Neghiamo ancora una volta con forza qualsiasi ipotesi di baratto con le sorti delle concessioni autostradali. Infatti, il percorso amministrativo, che potrà portare anche alla revoca della convenzione ad Autostrade, i cui presupposti ricorrono chiaramente nella relazione giuridica recentemente acquisita dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, non confligge con l'intervento di Atlantia, che, peraltro, ha già concessioni aeroportuali - e lei lo sa perfettamente – e, quindi, svolge un'attività completamente coerente con Alitalia.

Assicuro che la scelta di Atlantia e la revoca delle concessioni autostradali, sulla quale andiamo avanti senza fare alcun passo indietro, sono due strade totalmente separate che non si incontreranno mai. Quelle di Ferrovie dello Stato sono scelte basate su logiche di mercato, sulle quali il Ministero non può entrare, ma che certamente monitoreremo in futuro con molta attenzione e indipendentemente dal dossier Aspi.

PRESIDENTE. Il deputato Tommaso Foti ha facoltà di replicare.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, noi ringraziamo il Ministro perché per l'ennesima volta ha tentato di spiegarci quello che sapevamo, e cioè che Autostrade e la rete aeroportuale sono due cose diverse. Peccato che il soggetto è il medesimo: si chiama Atlantia. È il soggetto a cui voi avete fatto un processo a vittime neppure riconosciute ancora. Questo è capitato a Genova. Non si vanno a fare le passerelle elettorali con le vittime non ancora riconosciute e poi, con quella stessa società che voi avete ritenuto colpevole, la notte ci fate le società, perché questo sta capitando.

E lei, signor Ministro, lo sa perfettamente, perché è un anno che la attendiamo, dopo quel mese di agosto quando si fece una riunione delle Commissioni appositamente dedicate alla vicenda di Genova, è un anno che l'attendiamo in Commissione lavori pubblici per sapere che cosa volete fare della concessione con Autostrade per l'Italia!

Le dirò di più: non ha ancora risposto neanche questa volta all'avviso di convocazione. Non c'è solo quello che dice la sinistra, cioè Salvini, c'è lei che non viene a rispondere su queste cose che sono cose che interessano al Paese, all'opinione pubblica e, me lo si consenta di dire, anche e soprattutto ai parenti delle vittime.

Noi non ci stiamo a questo gioco delle due strade: o Atlantia era una società affidabile allora, e lo è oggi, o se non lo era allora, non lo può essere oggi. Evidentemente, siete stati folgorati sulla via di Atlantia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Chiarimenti in ordine alla nomina del nuovo consiglio di amministrazione di Anas e alla gestione della medesima società – n. 3-00880)

PRESIDENTE. Il deputato Alessandro Colucci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Tondo n. 3-00880 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ALESSANDRO COLUCCI (MISTO-NCI-USEI). Grazie, Presidente. In data 21 dicembre 2018, l'assemblea degli azionisti di ANAS ha nominato il nuovo consiglio d'amministrazione e il nuovo amministratore delegato nella persona di Massimo Simonini, che, tra l'altro, è un dirigente di terza fascia.

Ci risulta che, con l'insediamento dell'amministratore delegato, ANAS in questi sei mesi ha provveduto al licenziamento o alla sostituzione di molti dirigenti. Contestualmente, ci risulta che in questi sei mesi si sono drasticamente ridotti i lavori appaltati.

Chiediamo al Ministro quali sono stati i criteri che hanno portato alla nomina dell'amministratore delegato, alla sostituzione o licenziamento di diversi dirigenti di prima fascia e se tutto questo non sia causa di un significativo rallentamento dell'attività di ANAS e della diminuzione dei lavori appaltati.

Quest'ultimo dato - e concludo - è grave, soprattutto, in una situazione economica come quella in cui versa l'Italia e considerato il volano economico che rappresenta l'attività di ANAS, che è la stazione appaltante più importante d'Italia.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, ha facoltà di rispondere.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Ringrazio gli interroganti. In premessa ricordo che il MIT assegna ad ANAS risorse pubbliche esclusivamente per la realizzazione e la manutenzione di opere pubbliche, non già per la gestione societaria, sulla quale ANAS finalmente opera in autonomia. Ciò accade oggi a differenza del passato, rispetto al quale ci limitiamo a ricordare il solo episodio del sottosegretario dell'ex Ministro Lupi, magicamente diventato dirigente ANAS senza laurea, senza concorso e con uno stipendio da favola.

Quindi, sull'attività di ANAS, che stiamo rilanciando anche attraverso il fiato sul collo conseguente alle mie costanti visite sui cantieri, informo che il vigente contratto di programma 2016-2020 prevede un incremento degli investimenti da 23,4 miliardi a 30 miliardi di euro, suddivisi in 16 miliardi per la manutenzione programmata, adeguamento e messa in sicurezza e 14 miliardi per nuove opere e completamenti di itinerari, tenuto conto anche che, con le risorse pari a 2,9 miliardi di euro provenienti dal Fondo investimenti 2019, il contratto passerà, quindi, a 32,8 miliardi.

Per il biennio 2019-2020 sono previsti mille affidamenti, 6,9 miliardi di gare, 1.800 cantieri aperti e una produzione di circa 2 miliardi di euro, senza dimenticare gli 1,7 miliardi in più per la manutenzione.

Inoltre, il piano di accelerazione delle gare, attraverso una rimodulazione dei tempi di avvio delle nuove opere e un incremento degli interventi per la manutenzione programmata, consentirà di velocizzare l'avvio dei cantieri e della produzione.

Quanto, poi, all'attribuzione di incarichi, chiaramente si tratta di una scelta di strategia aziendale propria di ANAS e, quindi, ripeto, esula dalla sfera di vigilanza esercitata dal Ministero, il quale opera per assicurare la realizzazione e la manutenzione delle opere infrastrutturali del nostro Paese.

Sulle proprie scelte di personale, la stessa ANAS ha fatto presente di aver avviato una riorganizzazione destinata a definire un nuovo assetto e un rinnovato modello societario su base territoriale, con l'obiettivo di una maggiore vicinanza alle comunità territoriali.

Infine, voglio ricordare che lo “sblocca cantieri” garantirà il commissariamento per circa 7 miliardi di opere - 7 miliardi di opere ANAS -, oltre alla semplificazione delle norme contemplata dallo stesso decreto.

Dunque, ANAS ha oggi tutte le condizioni per andare avanti spedita come mai prima (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) e io sarò il primo a controllare che i nuovi strumenti messi a disposizione della società delle strade siano efficacemente utilizzati; anzi, chiedo a voi parlamentari di segnalare sempre tutte le eventuali inefficienze o i possibili ritardi da parte di ANAS, che avrò modo di seguire di persona insieme alla struttura del mio Ministero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il deputato Lupi ha facoltà di replicare.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Grazie, signor Presidente. Devo dirmi soddisfatto della risposta del Ministero Toninelli, come il Ministro si è dichiarato soddisfatto della scelta di Atlantia per Alitalia (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI e Partito Democratico). La stessa Atlantia, ovviamente, che si è dimostrata incapace di gestire un bene pubblico; oggi, il bene pubblico Alitalia rinazionalizzato è dato in gestione a colui che è incapace di gestire un bene pubblico. Questo è il primo elemento.

Il secondo. Nella sua risposta, il Ministro, che è Ministro da oltre un anno, ha usato solo verbi con il tempo futuro: “garantirà”, “consentirà”, “prevedrà”. Mi scusi, ma in questo anno ANAS cosa ha garantito? Cosa ha realizzato? Cosa ha consentito?

Questo è quello su cui lei, Ministro, deve venire qui a rispondere al Parlamento, perché la differenza tra il parlare e il governare sta nei fatti, e gliene dico alcuni.

Primo: nella massima trasparenza, lei ha preso un dirigente di terza fascia e lo ha fatto diventare amministratore delegato. Nella massima trasparenza, ANAS, nell'anno in cui lei ha fatto il Ministro, ha bandito e realizzato bandi di gara, per il 90 per cento, solo su opere di manutenzione. Nei primi sei mesi di quest'anno - non a caso, lei ha usato verbi con il tempo futuro - sono diminuiti i bandi del 18 per cento. Questi sono i fatti.

Le dico un terzo fatto: perché non ci ha parlato della realizzazione della Pedemontana lombarda? Perché non ci ha parlato della realizzazione della Pedemontana veneta? Che fine ha fatto la Pontina?

Che fine ha fatto la Maglie-Leuca? Che fine ha fatto la strada statale 106 Jonica? I suoi sopralluoghi, Ministro, dove li va a fare? Per vedere se il tombino di ANAS è stato messo a punto? La manutenzione è fondamentale, ma lei stesso ha detto, Ministro, che ANAS ha una funzione di manutenzione, ma anche di realizzazione strategica.

Un'ultima battuta, e ho concluso, signor Presidente: ma non è stato lei, Ministro, a rivendicare la grande autonomia di ANAS, che doveva staccarsi dal gruppo delle Ferrovie dello Stato e ritornare ad essere autonoma? Che cosa è successo? Perché, anziché insultare il Parlamento, lei non viene qui e si difende con i fatti (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI e Partito Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Semplicemente…

(Posizione della Ministra per il Sud in merito ai procedimenti in atto in materia di autonomia differenziata – n. 3-00881)

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lupi.

Il deputato Molinari ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00881 (Vedi l'allegato A).

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro Lezzi, nel Consiglio dei ministri dell'11 luglio, vi era all'ordine del giorno la definizione delle intese per l'attuazione del regionalismo differenziato, le cosiddette intesa sull'autonomia di regione Lombardia, regione Veneto, regione Emilia-Romagna con lo Stato centrale. Abbiamo appreso, da fonti giornalistiche, che, nonostante il lavoro che era stato portato avanti nei Consigli dei ministri precedenti - perché di questi temi si parla da mesi -, lei avrebbe sollevato alcune perplessità in merito agli aspetti finanziari di questo percorso. La cosa ci sorprende molto, perché le intese e il MEF hanno già definito questo aspetto e per quanto riguarda, invece, le materie di delegazione e, quindi, le materie che passeranno dalla competenza statale alla competenza regionale è la Costituzione italiana a definire quali sono i limiti. Per questo la interroghiamo, per capire quali sono i problemi e come possiamo accelerare questo percorso (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. La Ministra per il Sud, Barbara Lezzi, ha facoltà di rispondere.

BARBARA LEZZI, Ministra per il Sud. La ringrazio, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti del gruppo della Lega. Allora, partiamo da una delle premesse: si è parlato della scuola durante questi incontri. Precisiamo che non sono stati, i temi dell'autonomia, trattati in Consiglio dei ministri, ma sono stati trattati soltanto all'interno di un tavolo che è una sorta di pre-Consiglio, convocato e presieduto dal Presidente Conte, ma non è sede di Consiglio dei ministri.

Abbiamo snocciolato tutta la questione che attiene alla scuola, perché c'è, sì, la sentenza n. 13 del 2004, nella quale la Corte costituzionale precisa che, in tema di programmazione scolastica e di gestione amministrativa del relativo servizio, compito dello Stato è quello di fissare i principi organizzativi, dal momento che la distribuzione del personale tra le istituzioni scolastiche non risulterebbe ascrivibile alla materia istruzione, riservata alla competenza esclusiva statale dal secondo comma dell'articolo 117 della Costituzione. Nel dibattito sull'autonomia differenziata in materia di istruzione va tenuta presente, però, anche la sentenza n. 76 del 2013, che ha avuto modo di confermare un altro suo precedente orientamento giurisprudenziale in forza del quale il personale scolastico deve ritenersi alle dipendenze dello Stato, e non delle singole regioni. Ne deriva che ogni intervento normativo finalizzato a dettare le regole per il reclutamento dei docenti non può che provenire dallo Stato, nel rispetto della competenza legislativa esclusiva, di cui all'articolo 117 della Costituzione.

Torniamo ai testi esaminati a partire dall'11 luglio ed alla circostanza che le bozze da ultimo esaminate avrebbero superato i profili in esame, del tavolo. Precisiamo che, nella riunione del 3 luglio, in un clima costruttivo, sereno e sotto la direzione, come vi dicevo, del Presidente del Consiglio, è stata esaminata la parte generale (l'articolo 5), che comprende, quindi, la parte che attiene alle risorse finanziarie. Per quella si è rimasti in attesa di una revisione ad opera degli uffici del MEF, il quale doveva accogliere quanto è stato approvato secondo quanto sancito dall'articolo 119 della Costituzione, ovvero l'istituzione del fondo di perequazione, approvato anche dalla Lega. Durante, poi, la successiva riunione, in cui il testo non è mai arrivato, però, c'è stata l'espressione della volontà di tornare indietro su questo aspetto e di inserire, introdurre al tavolo un altro tema, che è quello delle gabbie salariali, così come proposto dal sottosegretario Giorgetti. Per cui l'intenzione del Governo io ribadisco che è quella, ferma, di portare avanti la riforma delle autonomie secondo il dettato costituzionale e secondo gli accordi presi, senza tornare indietro su questi.

PRESIDENTE. Il deputato Molinari ha facoltà di replicare.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Apprezziamo l'approccio costruttivo con cui ha risposto alla nostra interrogazione, che - le dico la verità, però - contrasta con alcune dichiarazioni che abbiamo letto anche a mezzo stampa questa mattina. È uscito un articolo su Affaritaliani dove lei ha definito le proposte di Lombardia e Veneto proposte impraticabili. Bene, su questo vorrei dirle una cosa, Ministro Lezzi: non c'è soltanto un tema politico legato alla tenuta del Governo, perché deve essere molto chiaro che il contratto che la Lega ha sottoscritto con il MoVimento 5 Stelle ha nel tema dell'autonomia regionale il pilastro fondamentale. Tanto per essere chiari, per la Lega senza l'autonomia non c'è il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ma, oltre a questo, c'è un tema legato al rispetto di quello che è stato il voto dei cittadini lombardi e veneti, che il 22 ottobre 2017 si sono espressi in maniera chiara, chiedendo tutte le competenze, non inventate dalla Lega, ma tutte le competenze che la Costituzione italiana, con la riforma del Titolo V, prevede che possano essere competenze di esclusiva legislazione regionale. Quindi, noi abbiamo il compito e il dovere, come Governo, di dare risposta a questa legittima istanza.

E, per quanto riguarda gli aspetti finanziari, Ministro Lezzi, visto che in un'altra intervista lei ha dichiarato che non è colpa di un bambino se nasce in una regione o nell'altra, facendo intendere che il percorso dell'autonomia differenziata sottragga risorse al Sud, per darle alle regioni che hanno chiesto l'autonomia, le voglio ricordare una cosa: dal punto di vista della spesa sanitaria le intese chiariscono che il sistema del riparto sarà quello attuale, cioè sarà la Conferenza Stato-Regioni a definire quali risorse vanno assegnate alle regioni, e in quel sistema è prevista la perequazione per le regioni più povere.

Oltre a questo, dobbiamo ricordare che, per quanto riguarda le altre competenze, è stato previsto il criterio della spesa storica, e quindi vuol dire che lo Stato trasferirà alle regioni la stessa cifra che oggi spende per svolgere quelle funzioni; quindi, non si toglie nulla a nessuno, ma si garantisce a chi sa organizzarsi meglio di offrire servizi migliori e a chi sa organizzarsi peggio di chiedere l'autonomia più lentamente ed essere valutato dai propri cittadini con il voto regionale.

Chiudo, Presidente - la ringrazio perché mi fa sforare di qualche secondo -, ricordando che il nostro movimento è quello che ha portato a un cambio dell'apparato costituzionale e ha trasformato lo Stato italiano da Stato centralista in Stato che può guardare all'autonomia. Dopo vent'anni di inapplicazione del Titolo V, noi abbiamo il dovere di portare a casa questo risultato e la Lega non recederà.

La ringrazio per l'approccio costruttivo che ha avuto, Ministro Lezzi, ma ci auguriamo che il percorso si concluda al più presto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Congratulazioni).

(Iniziative, anche normative, per un piano complessivo relativo alle zone economiche speciali, comprese quelle del Centro-Nord – n. 3-00882)

PRESIDENTE. Il deputato Rizzone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00882 (Vedi l'allegato A).

MARCO RIZZONE (M5S). Grazie, Presidente. Questa interrogazione è rivolta al Ministro per il Sud e ha ad oggetto le zone economiche speciali. Le zone economiche speciali, ZES, sono state istituite nel 2017 dal “decreto-legge Mezzogiorno” con lo scopo di incentivare in aree specifiche del Sud lo sviluppo delle imprese esistenti e l'attrazione di investimenti che permettano l'avvio di nuove attività imprenditoriali attraverso la concessione, in tali zone, di benefici economici, finanziari e amministrativi.

Ora, considerato che le ZES costituiscono un'occasione di crescita e di sviluppo non solo nelle regioni del Mezzogiorno, ma anche in tutto il territorio nazionale, nelle scorse settimane, nel corso dell'esame del “decreto crescita”, abbiamo discusso dell'allargamento anche alle regioni del Centro-Nord della normativa relativa alle ZES. Lo strumento delle ZES, infatti, può costituire un valido antidoto al graduale calo dell'occupazione causato dalle dismissioni di importanti impianti industriali anche nelle aree del Centro-Nord. Chiediamo, dunque, al Ministro quali iniziative, anche normative, intenda intraprendere al fine di predisporre un piano complessivo per tutte le ZES, comprese quelle attivabili nel Centro-Nord, da finanziare nell'ambito della legge di bilancio per il 2020.

PRESIDENTE. La Ministra per il Sud, Barbara Lezzi, ha facoltà di rispondere.

BARBARA LEZZI, Ministra per il Sud. Grazie ancora, Presidente. Come evidenziato dall'onorevole interrogante, che ringrazio, il “decreto-legge Mezzogiorno”, approvato dalla Camera ad agosto del 2017, ha introdotto per la prima volta un quadro normativo organico in merito alla possibilità di istituire, nel nostro Paese, le ZES.

Ricordiamo che la cornice normativa nella quale sono inserite le disposizioni nazionali sulle ZES è l'atto del giugno 2013 con cui la Commissione ha adottato gli orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale 2014-2020, sulla base dei quali le autorità italiane hanno notificato la loro carta di aiuti a finalità regionale. Il “decreto Mezzogiorno”, puntando sulle sole regioni in ritardo di sviluppo, ha permesso di avviare un percorso che ha comportato la successiva predisposizione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri nel 2018 recante il regolamento di istituzione delle ZES, in cui la titolarità delle richieste di istituzione delle singole ZES è attribuita alle sole regioni meno sviluppate e in transizione, individuate dalla normativa europea e ammissibili alle deroghe previste dall'articolo 107 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea.

Quindi, considerato che per la normativa europea c'è la possibilità che i territori diversi da quelli che già rientrano nell'ambito di operatività della normativa sulle ZES possano ospitare anch'essi zone economiche speciali, sto lavorando ad un intervento normativo che individui la cornice, esattamente come è stato fatto con il “decreto Mezzogiorno”, nella quale possano operare le regioni interessate senza che la relativa istituzione della ZES venga affidata direttamente alla legge. Quindi, in un'ottica di nuove scelte strategiche di riforma economica che sono poste in essere dal nostro Paese, stiamo lavorando perché la normativa delle ZES venga estesa alle aree del Centro-Nord, prevedendo che le regioni interessate possano individuare, come per le ZES meridionali, un'area portuale avente caratteristica TENT. Adesso devo abbreviare, quindi le dirò molto velocemente che uno dei criteri di individuazione delle zone economiche speciali a vantaggio delle regioni saranno le aree di crisi complessa.

PRESIDENTE. Il deputato Carabetta, ha facoltà di replicare.

LUCA CARABETTA (M5S). Grazie Presidente, grazie Ministro Lezzi. Intanto accogliamo con favore il fatto che, dopo il dibattito che c'è stato anche nell'ambito del “decreto crescita”, ci siano stati degli approfondimenti a livello di Governo. È bene ribadire che questo tipo di problematica ha anche uno sfondo europeo, come giustamente il Ministro ha anche sottolineato. Ci sono dei centri, siti di interesse nazionale, le aree di crisi complessa, che sono, ahimè, diffuse nel territorio nazionale e ci sono degli strumenti con i quali il Paese può effettivamente dare una mano dal Governo centrale. Accogliamo con estremo favore il fatto che entro fine anno ci saranno delle novità, anche perché sappiamo che questo diventa poi un provvedimento organico, che ha bisogno di concertazione soprattutto con le regioni e con gli operatori già coinvolti nel corso del periodo precedente, e quindi dal lato nostro c'è tutto il supporto in quest'azione. Sappiamo che ci sono diverse criticità, sappiamo che il Governo centrale può fare molto e siamo certi che lo farà nell'ottica dello sviluppo e della coesione, come da missione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Elementi e iniziative in ordine alla Strategia nazionale per le aree interne, ai fini dello sviluppo della competitività sostenibile e del contrasto al declino demografico di talune aree del Paese, con particolare riferimento ai comuni montani – n. 3-00883)

PRESIDENTE. La deputata Vietina ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00883 (Vedi l'allegato A).

SIMONA VIETINA (FI). Grazie, Presidente. Ministro Lezzi, la Strategia nazionale per le aree interne nel nostro Paese rappresenta un'azione a sostegno della competitività territoriale per contrastare il declino demografico che caratterizza molte aree. Tali aree sono definite come quelle più lontane dai servizi di base e interessano il 60 per cento del territorio e il 22 per cento della popolazione. La Strategia è sostenuta da fondi europei e da risorse nazionali. Al 31 dicembre 2018 risultano approvate le strategie definitive di 34 aree, per 566,8 milioni di investimenti. Nella costituzione degli ambiti territoriali e successive unioni di comuni a molti territori montani più piccoli che si stanno spopolando è stato di fatto impedito il riconoscimento di area interna.

PRESIDENTE. Concluda.

SIMONA VIETINA (FI). In particolare, la regione Emilia-Romagna, preso atto dei criteri e dei parametri nazionali per la definizione delle aree interne, ha definito criteri aggiuntivi, che, di fatto, escludono tutti i comuni montani dell'Appennino forlivese e cesenate. In virtù di quanto esposto, intendo chiederle come siano state utilizzate le risorse destinate alle aree interne riconosciute e finanziate e con quale distribuzione territoriale; se siano stati adottati criteri….

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Vietina.

La Ministra per il Sud, Barbara Lezzi, ha facoltà di rispondere.

BARBARA LEZZI, Ministra per il Sud. Grazie. Quindi illustriamo i criteri per la selezione delle 72 aree interne oggi presenti nella SNAI. La selezione è stata il risultato di un lungo lavoro di cooperazione del Comitato tecnico aree interne in regioni e territori interessati. L'articolo 33 del decreto legislativo n. 267 del 2000, recante Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, secondo cui “Le regioni predispongono concordandolo con i comuni nelle apposite sedi concertative un programma di individuazione degli ambiti per la gestione associata sovracomunale di funzioni e servizi… provvedono a disciplinare, con proprie leggi, nell'ambito del programma territoriale di cui al comma 3, le forme di incentivazione dell'esercizio associato delle funzioni da parte dei comuni”. Le aree interne ed i loro comuni sono stati individuate tramite la mappa delle aree interne costruita dall'ex-dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica del Ministero dell'Economia e delle finanze con la collaborazione di Istat, Banca d'Italia e da altri enti di ricerca sulla base di un set di indicatori. Questo criterio identifica in primo luogo come periferico ed ultra-periferico il 30 per cento del territorio nazionale, con il 7,6 per cento della popolazione con una distanza di oltre 40 minuti dai centri di servizio; un'ulteriore 29,2 per cento del territorio, con il 14,9 per cento della popolazione totale come intermedio, con una distanza compresa tra 20 e 40 minuti. Alcune regioni hanno arricchito la mappa di partenza con riguardo ad ulteriori informazioni rilevanti come, ad esempio, la Sardegna e la Toscana. Le modalità di selezione di tali aree non è normata ma la scelta è avvenuta tramite una procedura istruttoria pubblica svolta da tutte le amministrazioni centrali, raccolta dal Comitato tecnico aree interne e dalla regione interessata.

Per quanto attiene l'Emilia Romagna, il primo Programma di riordino territoriale della regione, datato 23 dicembre 2002, prevede l'identificazione e la costruzione degli ambiti territoriali ottimali per la gestione dei servizi propri comunali, così come definiti dal testo unico degli enti locali, attraverso un progressivo processo di scelta operato dai comuni stessi ovvero dal basso. L'aggiornamento del Piano di riordino territoriale avviene ogni due anni, le forme associative e le funzioni e i servizi ammessi di contributo e di incentivazione regionale.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

BARBARA LEZZI, Ministra per il Sud. Le aree finanziate sono in tutto 72 di cui 40 nel centro-nord, 32 del Mezzogiorno e poi, se me lo consente Presidente, le lascerei il testo scritto in modo tale che l'onorevole interrogante possa consultare tutti i dati contenuti.

PRESIDENTE. Grazie, Ministro. Non si può allegare il testo scritto ma lei lo può consegnare e la Presidenza potrà farlo avere all'interrogante. La deputata Vietina ha facoltà di replicare.

SIMONA VIETINA (FI). Gentile Ministro, non posso dirmi soddisfatta della risposta perché, se da una parte molti progetti sono stati finanziati, non è condivisibile siano stati adottati criteri aggiuntivi penalizzanti per alcune realtà che comunque mantengono tutte le caratteristiche negative delle aree interne e montane. I territori periferici e montani hanno tutti bisogno di grande attenzione: sono fragili ma ricchi di opportunità di sviluppo grazie alle loro risorse culturali, artistiche, alle loro tradizioni locali. Devo sottolineare che tali comuni hanno bisogno di una politica in grado di organizzare una risposta ai problemi dell'abbandono, che sappia rilanciare l'economia locale mettendo al centro persone, bisogni e legittime aspirazioni, una politica indispensabile per contrastare lo spopolamento delle aree interne e montane perché altrimenti le città sarebbero congestionate, una politica nazionale - ripeto: nazionale - come quella per le aree interne deve focalizzare gli interventi sulla capillare conoscenza di tutto il territorio. Per questo ritengo che non possa essere il Ministro per il Sud ad occuparsene, anzi mi chiedo se non sia il caso di creare un apposito dicastero per le aree interne e montane. La proposta di legge n. 1116 da me presentata insieme all'altra mia proposta di legge n. 866 prevede misure di sostegno per le attività economiche nelle aree interne e montane marginali, individuando le necessità in modo capillare e mirato, selezionando le aree in base al reale disagio ma soprattutto in egual modo, senza differenziazioni, affinché ogni comune che vive le stesse difficoltà possa avere le stesse possibilità di superarle. Signor Ministro, non posso pensare che in Italia esistano figli e figliastri, esistano cittadini di serie A e di serie B, le aree montane devono avere tutte la loro dignità in ugual modo per tutte.

PRESIDENTE. Si è così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Benvenuto, Brescia, Colucci, Covolo, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gregorio Fontana, Gallo, Giaccone, Giachetti, Giorgis, Guidesi, Lollobrigida, Lupi, Parolo, Ruocco, Paolo Russo, Saltamartini, Schullian e Vitiello sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente centotré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Colleghi, rispetto a quanto è accaduto durante il question time naturalmente sarà mia cura informare la Presidenza, che comunque è già stata informata, per le misure che il Presidente vorrà proporre all'Ufficio di Presidenza. È chiaro che durante il question time non è possibile esporre alcunché, in particolare - lo sanno i colleghi - perché esso è ripreso in diretta televisiva. Allo stesso modo, un Ministro della Repubblica dovrebbe sapere benissimo che, proprio, sia a tutela del suo ruolo di Ministro sia a tutela del Parlamento, non può esprimersi come il Ministro oggi, in questo caso, si è espresso.

Sull'ordine dei lavori.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signor Presidente. Innanzitutto desidero ringraziare la Presidenza per aver tutelato l'immagine del Parlamento e il ruolo dei parlamentari. Quello che è accaduto in questa circostanza è totalmente inaccettabile. Non è la prima volta che durante un question time un membro dell'Esecutivo si rivolge in maniera minacciosa nei confronti dei deputati dell'opposizione. Avevamo avuto, la scorsa settimana, alcuni gesti di scherno da parte del Ministro Salvini, prima che diradasse completamente le sue presenze in Parlamento, per le note questioni russe, e quest'oggi abbiamo dovuto assistere a questo penoso spettacolo del Ministro Toninelli, che ha dato davvero cattiva prova di sé e, quindi, desideriamo sottoporre alla sua attenzione, anzi rafforzare la sua istanza circa il fatto che di questa tematica e del modo con il quale il question time si sta trasformando da strumento ordinario di interlocuzione fra il Parlamento e il Governo in autentico spettacolo televisivo siano portati all'attenzione degli organi competenti.

Sempre sull'ordine dei lavori, non posso non far rilevare, signor Presidente, che siamo, anche in questa settimana, per una responsabilità esclusiva in capo alla maggioranza, nella circostanza per la quale il mercoledì pomeriggio, alle ore 15,50, lei sta per dichiarare conclusi i nostri lavori perché non abbiamo più nulla all'ordine del giorno. Ciò - lo ripeto - è per esclusiva e piena responsabilità delle forze di maggioranza. Noi eravamo pronti a proseguire nei nostri lavori: sappiamo che si deve portare avanti una discussione nelle Commissioni giustizia e affari costituzionali riunite, ma c'è la disponibilità da parte dei nostri commissari di proseguire il lavoro anche durante il fine settimana, per consentire di rispettare la scadenza di lunedì, nella quale il decreto-legge arriverà in Aula, e ci troviamo, nella seconda settimana di fila, a dovere assistere a questo penoso spettacolo per il quale l'Aula il mercoledì pomeriggio viene congedata e viene riconvocata il martedì successivo. Credo che sia uno spettacolo indecoroso, del quale ha piena ed esclusiva responsabilità questa maggioranza, che non trova evidentemente il tempo per presentare provvedimenti debitamente costruiti, anche perché, come abbiamo visto nelle schermaglie durante il question time, è occupata a regolare i conti al proprio interno e quindi non è in condizione di poter produrre alcunché.

SIMONE BALDELLI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente. Sul disordine dei nostri lavori e sul nostro calendario settimanale sono già intervenuto ieri e spero che la Presidenza di turno abbia trasferito le nostre considerazioni al Presidente Fico. Quanto a ciò che è accaduto oggi, Presidente, non si può non aderire allo speech che ella ha fatto in relazione in particolare al comportamento del Ministro Toninelli, perché va a tutela del ruolo di Ministro e va a tutela di questo Parlamento cercare di registrare il comportamento e darsi una regolata, perché è inaccettabile che un Ministro, durante un question time nel quale lui è in questa sede in un ruolo di servizio per rispondere alle domande che gli vengono fatte, provochi un gruppo su qualsiasi tema, su questioni che non sono di sua competenza. E pensare che il Ministro Toninelli ci veniva spacciato nella scorsa legislatura come il costituzionalista esperto di regolamenti e di leggi elettorali; ora, in questa ha assunto un'altra veste, quella di - esperto è un termine grosso - Ministro dei Trasporti, diciamo così. Ecco, facesse il Ministro dei trasporti e non si azzardasse a mancare di rispetto al Parlamento e ai suoi componenti. Non è compito del Ministro dei trasporti, a maggior ragione durante un question time, in questa sede, e a maggior ragione in diretta televisiva, mettersi a commentare fatti che non sono di sua competenza e a esprimere giudizi sui deputati, di qualunque gruppo essi siano.

Per cui, Presidente, al netto dell'intervento che ci sarà, dell'Ufficio di Presidenza, sull'esposizione di cartelli e su tutto quanto viene in qualche modo previsto come sanzionabile dal nostro Regolamento e su cui evidentemente l'Ufficio di Presidenza si pronuncerà a seguito di istruttorie che eventualmente verranno fatte su richiesta della Presidenza, credo che ci sia un problema molto più ampio, che afferisce ai rapporti tra Governo e Parlamento, e in questo caso questo problema si è manifestato in maniera emblematica.

La ringrazio, Presidente, per le parole che ella ha espresso e per come ha condotto la seduta, rammaricandomi però della figura che si è fatta nel Paese durante una diretta televisiva, rispetto alla quale lo speech di apertura della Presidenza è sempre quello che chiede il rispetto dei tempi e a maggior ragione un comportamento consono, e del fatto che si è dovuto interrompere la seduta per una bagarre che, in qualche misura, al netto dell'esposizione dei cartelli del gruppo del Partito Democratico, è stata in grossa parte responsabilità di una provocazione del Ministro nei confronti di un gruppo.

Io credo, Presidente, che questo sia intollerabile, in genere, chiunque sia il Ministro e qualunque sia il gruppo. Per cui, credo, Presidente, che su questo una riflessione molto seria vada affrontata.

Per tutto il resto, a corollario di quello che ho sostenuto ieri sera, in ordine al fatto che ormai settimanalmente saltino due o tre provvedimenti per assenza di coperture, perché il Governo non si occupa di seguire il merito dei provvedimenti e di preparare relazioni tecniche che possano permettere alla Commissione bilancio di esprimere i pareri compiutamente e nei tempi previsti, da gruppo di opposizione, non posso che ringraziare, perché a differenza di quello che venivano a raccontarci Di Battista e gli altri la scorsa legislatura, quando ciarlavano del Parlamento di fannulloni, io credo che meno provvedimenti fa questa maggioranza meno danni facciamo al Paese.

Per cui, ringraziamo di cuore il Governo per il suo disinteresse, per la sua incapacità e per la sua disattenzione, perché almeno evitiamo di fare pasticci.

Infatti, proprio la modifica del codice della strada, che è saltata, è un provvedimento dentro al quale è nascosta una stangata prossima ventura nei confronti dei cittadini automobilisti, che ci auguriamo non vedrà mai la luce (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Presidente, onorevoli colleghi, intervengo ancora una volta sul tema della cittadinanza, cioè la cittadinanza perduta da chi, nato in Italia e figlio di italiani, dopo essere andato a vivere all'estero ed aver preso la cittadinanza del Paese di accoglienza si è trovato senza la cittadinanza italiana. Ritorno su questo tema perché questo Governo del cambiamento, Governo che vuole mettere prima gli italiani, se è coerente con se stesso, capirà l'importanza di ridare dignità a questi italiani che hanno perduto la cittadinanza italiana. Voglio poi dirlo qui, in quest'Aula, in modo che rimanga agli atti: voglio dire a voi, italiani all'estero che avete perduto la cittadinanza, che io continuerò a battermi per voi, ho bisogno però del vostro aiuto, dobbiamo sensibilizzare insieme questo Parlamento, perché purtroppo ci sono ancora colleghi che non sanno che un italiano nato in Italia ha potuto perdere la cittadinanza, in passato. Allora, datemi forza scrivendo in un minuto la vostra storia, che io leggerò in quest'Aula, in modo che tutti possano venire a conoscenza di questa terribile ingiustizia che molti italiani nati in Italia ancora devono sopportare. Sono sicura che ci saranno colleghi che, a prescindere dall'appartenenza politica, condivideranno con me questa battaglia, e li ringrazio sin d'ora.

Presidente, abbiamo un debito di riconoscenza verso i nostri fratelli, figli della stessa patria, che hanno visto recise le loro radici con la perdita della cittadinanza. È giunto il momento, se veramente si vuole cambiare, se si vuole mettere al primo posto gli italiani, anche quelli di fatto, che il Governo dia un segnale chiaro, delle risposte a questa gente, che soffre per mancanza di un riconoscimento giuridico della propria identità. È un debito di riconoscenza che va sanato presto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vizzini. Ne ha facoltà.

GLORIA VIZZINI (MISTO). Presidente, sono passati più di due mesi dalla sanzione che il direttore dell'ufficio scolastico territoriale di Palermo ha comminato alla professoressa Rosa Maria Dell'Aria, una sanzione le cui motivazioni non sono mai state esplicitate chiaramente. In occasione della Giornata della Memoria, i ragazzi dell'Istituto “Vittorio Emanuele III” di Palermo avevano presentato un loro video-lavoro in cui accostavano, con un confronto tra passato e presente, il “decreto sicurezza” e le leggi razziali del 1938. Dopo una forte presa di posizione di esponenti di Governo leghisti attraverso i social network, il dirigente territoriale ha sospeso la professoressa per un non meglio precisato omesso controllo. Da lì in poi è stata molto forte la mobilitazione pubblica contro l'iniquo e censorio provvedimento, protesta che ha portato gli stessi Ministri Bussetti e Salvini ad incontrare la professoressa il 23 maggio scorso a Palermo. In quell'occasione, i due Ministri si sono espressi chiaramente per l'annullamento della sanzione, rimandando la palla all'ufficio territoriale, che però, fino ad oggi, non ha né annullato la sanzione né spiegato i motivi della stessa. Nessuna risposta è stata data alle interrogazioni parlamentari rivolte al Ministro Bussetti, di cui una a mia prima firma. Inevitabilmente la società civile si è ancora una volta mobilitata negli ultimi giorni: più di 400 docenti, di cui 127 universitari, hanno inviato una lettera di autodenuncia al Ministro Bussetti.

PRESIDENTE. Collega Vizzini, la prego di chiudere.

GLORIA VIZZINI (MISTO). Un grido d'allarme che nasce dall'inesistente trasparenza riguardo al provvedimento adottato ma che vuole sottolineare la notevole portata culturale del fatto. Si ribadisce l'importanza degli articoli 21…

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Giannone. Ne ha facoltà. La pregherei, avendo un minuto a disposizione, di non parlarne tre.

VERONICA GIANNONE (MISTO). Presidente, intervengo per sottoporre alla vostra attenzione un problema molto più diffuso di quanto si creda e purtroppo molto sottovalutato. Si tratta di una sorta di minaccia implicita che tiene sotto scacco le donne che decidono di separarsi, in particolare a causa di situazioni di violenza domestica, diretta o assistita, sia essa psicologica, fisica o economica. La minaccia di cui parlo è quella di togliere e di negare l'affetto, il sorriso e il bene dei propri figli. Parlo di sottrazione dei figli a madri idonee dichiarate tali dai professionisti interpellati dai tribunali dei minori. La sottrazione dei bambini alla madre è stata facilitata - per così dire - dall'introduzione in Italia del cosiddetto principio della bigenitorialità - normato dalla legge n. 54 del 2006 - sull'affidamento condiviso. Principio sacrosanto, che però non prende in sufficiente considerazione anche l'idoneità del padre, disattendendo così i principi contenuti in quella che è la Convenzione di Istanbul, sottoscritta e poi ratificata all'unanimità sia dalla Camera dei Deputati sia dal Senato della Repubblica. L'applicazione del concetto della bigenitorialità a tutti i costi da parte di molti tribunali dei minori fa sì che vengano completamente sottovalutati i segnali e i comportamenti dei soggetti patologici, violenti, gravemente anaffettivi ed inadeguati, il tutto a discapito della volontà e della tutela dei minori. Noi vogliamo ascoltare la voce e le istanze di queste madri idonee, ed è mia espressa intenzione lottare al loro fianco con tutti i mezzi e le prerogative che la mia carica mi concede, per il bene di tutti questi bambini, a prescindere dalle loro condizioni sociali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Licatini. Ne ha facoltà.

CATERINA LICATINI (M5S). Presidente, colleghi, curare il dolore vuol dire curare la vita. Sono tante le storie di sofferenza che logorano il quotidiano di tante persone; storie di dolore, che va certamente assistito e mitigato. A fronte di un elevato margine di sicurezza, gli studi confermano la cannabis terapeutica di efficace applicazione nel trattamento di diversi stati morbosi, da dolore cronico e neuropatico a quello oncologico e ad alcune malattie neurodegenerative, producendo una crescente domanda sanitaria supportata dall'aumento di medici e centri prescrittori. Tuttavia, la domanda è soddisfatta solo in minima parte dalle coltivazioni dello stabilimento chimico-farmaceutico militare di Firenze, unica struttura autorizzata alla produzione in Italia. Ultimamente un milione e mezzo di fondi pubblici sono stati spesi per ottenere dall'estero 400 chilogrammi di cannabis terapeutica, quantità comunque non sufficiente a soddisfare il fabbisogno reale del Paese. Consegue la mancata o scarsa continuità nella disponibilità del prodotto, spingendo spesso i pazienti a fornirsi in contesti non controllati. Mi chiedo: oltre ad aumentare la produzione nel nostro stabilimento italiano, cosa su cui si sta lavorando, perché non riprodurre l'esperienza toscana in altre regioni sotto la guida dell'Istituto chimico-farmaceutico ed impegnando similmente altre risorse militari nel garantirne massima trasparenza e qualità? Sfruttare le nostre vocazionalità pedoclimatiche, per esempio del territorio siciliano, per sperimentare nuovi modelli produttivi, sarebbe una scelta umana ed economica che potrebbe tradursi in opportunità di crescita per il nostro Paese e renderci protagonisti anche all'estero.

Non soffrire è un diritto, lenire il dolore è un dovere di umana compassione e di una sanità che metta al centro la persona. Scavalcare il muro del pregiudizio innegabilmente ancora resistente si può. A turbarci spesso non sono le cose ma l'opinione che abbiamo di esse. Dunque, servono regole precise e nuove sperimentazioni e su questo non abbiamo dubbi, ma questo non può inficiare la disponibilità e la continuità delle cure. Ebbene, se è in nostro potere protendere lo sguardo al meglio, facciamolo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Galizia. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GALIZIA (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, dinanzi all'ennesimo episodio di truffa ai danni degli anziani verificatosi in Puglia vorrei congratularmi con i comandi di Molfetta e di Bitonto per aver assicurato alla giustizia un gruppo di truffatori che si spacciavano per dipendenti comunali o tecnici del gas, entrando nelle case degli anziani e derubandoli.

Bene anche l'intervento svolto dalla polizia locale e dal comune di Molfetta che hanno provveduto all'installazione di nuove telecamere, riuscendo così a individuare gli autoveicoli dei truffatori provenienti da altre città.

Lascia sconcertati apprendere che questo fenomeno, che riguarda i casi di truffa e abuso ai danni di persone anziane, sia così largamente diffuso e in forte crescita. Infatti, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità nel mondo un anziano su sei è vittima di abusi fisici o psicologici. Il numero degli anziani è destinato a crescere nel nostro Paese e aumenterà, pertanto, la platea dei soggetti che potranno essere vittime di queste violenze.

Non possiamo lasciare più soli gli anziani. È necessario, dunque, attuare, a difesa degli anziani, un piano normativo utile ed efficace; serve potenziare il ruolo della polizia locale e anche quello dei carabinieri che, forti della loro lunga storia di prossimità ai cittadini, possono riuscire a vigilare più in profondità e a prevenire i crimini perpetrati ai danni delle vittime più vulnerabili; serve, inoltre, un piano più impattante di diffusione e di divulgazione delle informazioni, perché chi si approfitta di loro spesso adotta schemi ricorrenti e conoscerli è il primo passo per difendersi. Infatti, è importante che si conoscano le tecniche utilizzate da questi malfattori e, allo stesso tempo, i comportamenti da tenere in casi critici e cosa fare nell'immediato per evitare di essere truffati.

La prima arma è la prevenzione. Bisogna agire facendolo bene e in tutto il territorio nazionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Monaco. Ne ha facoltà.

ANTONIO DEL MONACO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, è delle ultime ore la notizia che il rettore del prestigioso convitto nazionale “Giordano Bruno” di Maddaloni, la professoressa Maria Pirozzi, è stata trasferita a Capodrise. La notizia ha letteralmente sconvolto e lasciato increduli genitori, alunni, docenti e il personale tutto del convitto. Chi ha lavorato nel suo team ha avuto modo di vedere quanto il suo impegno sia stato, negli ultimi tre anni, fortemente orientato anche verso un risanamento finanziario su cui verteva il conflitto. È per tale motivo che da più fronti questo trasferimento sembra essere stato motivato di fatto dalla scomodità delle sue azioni. Ebbene, se il trasferimento è stato determinato da una simile motivazione reale allora il territorio è diventato il nuovo scenario di uno spettacolo di illegalità e disonestà.

Tanti stanno dimostrando contrarietà al provvedimento e solidarietà e vicinanza alla professoressa Pirozzi ma, al di là delle persone coinvolte, il problema è la consegna ai nostri figli di una società che decide di imbavagliare chi vuole portare alla luce danni contro lo Stato, perché anche l'economia del convitto e la condizione finanziaria dell'istituto sono e devono essere salvaguardate nell'interesse della società civile tutta.

Non si può rimanere in silenzio di fronte a questo provvedimento, perché significherebbe assumere un comportamento omertoso. Pertanto, come portavoce del territorio mi sono interessato subito alla questione, offrendo la mia solidarietà alla dirigente e alla comunità coinvolta. Fino a prova contraria il rettore del prestigioso convitto è persona stimata e apprezzata. Sono certo che il Ministro dell'Istruzione saprà fare subito chiarezza sul trasferimento in questione, prendendo provvedimenti che allontanino il territorio dal baratro dell'illegalità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 19 luglio 2019 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 16,10.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 i deputati Eva Lorenzoni e Marchetti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 9 il deputato Vinci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 12 il deputato Alessandro Pagano ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

nella votazione n. 13 il deputato Mor ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Moz. De Maria e a. n. 1-199 495 495 0 248 232 263 83 Resp.
2 Nominale Moz. De Maria e a. n. 1-199 p.II 499 499 0 250 234 265 83 Resp.
3 Nominale Moz. De Maria e a. n. 1-199 p.III 499 499 0 250 498 1 83 Appr.
4 Nominale Moz. De Maria e a. n. 1-199 p.IV 497 497 0 249 232 265 83 Resp.
5 Nominale Moz. De Maria e a. n. 1-199 p.V 499 498 1 250 498 0 83 Appr.
6 Nominale Moz. De Maria e a. n. 1-199 p.VI 496 496 0 249 496 0 83 Appr.
7 Nominale Moz. De Maria e a. n. 1-199 p. VII 494 492 2 247 480 12 83 Appr.
8 Nominale Moz. De Maria e a. n. 1-199 p.VIII 496 496 0 249 232 264 83 Resp.
9 Nominale Moz. De Maria e a. n. 1-199 p. IX 498 498 0 250 498 0 83 Appr.
10 Nominale Moz. De Maria e a. n. 1-199 p. X 494 494 0 248 494 0 83 Appr.
11 Nominale Moz. De Maria e a. n. 1-199 p. XI 499 471 28 236 209 262 83 Resp.
12 Nominale Moz. Muroni e a. n. 1-223 rif. 499 499 0 250 498 1 83 Appr.
13 Nominale Moz.Lollobrigida e a. n. 1-225 rif. 497 481 16 241 382 99 83 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 15)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale Moz. Molinari e D'Uva n. 1-226 499 482 17 242 375 107 83 Appr.
15 Nominale Moz. Gelmini e a. n. 1-227 rif. 498 483 15 242 483 0 83 Appr.