Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 205 di martedì 9 luglio 2019

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 11,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA RITA TATEO , Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 5 luglio 2019.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Benedetti, Bergamini, Borghese, Cancelleri, Colletti, Colmellere, Gallinella, Gebhard, Liuzzi, Lorenzin, Lupi, Maniero, Patassini, Ribolla, Rosato, Paolo Russo, Schullian, Scoma e Vitiello sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente novantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

(Iniziative di competenza volte a contrastare la pesca illegale di tonno rosso, anche a fini di tutela della salute – n. 3-00854)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno, Gadda ed altri n. 3-00854 (Vedi l'allegato A).

Il sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Franco Manzato, ha facoltà di rispondere.

FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Signor Presidente, onorevoli deputati, è altissima la tensione che il Ministero che rappresento pone al preoccupante fenomeno della pesca illegale, non dichiarata o non regolamentata, sapendo bene che la commercializzazione di pesce pescato illegalmente può avere ricadute molto gravi sulla salute dei cittadini, proprio perché si svolge clandestinamente, al di fuori del controllo degli organi sanitari.

Se il tonno rosso viene mal conservato in strutture igienicamente inadeguate può costituire un pericolo per la presenza di istamina nelle carni e la conseguente sindrome sgombroide in chi consuma prodotto alterato. Oltretutto, nel tonno rosso commercializzato illegalmente non possono essere effettuati neppure i controlli sui livelli di mercurio presenti nelle carni e sussistono, quindi, anche pericoli legati a contaminanti chimici.

Il personale delle Capitanerie di porto-Guardia costiera, provvede a controlli mirati sul tonno, sia in navigazione, sia ai punti di sbarco, nei mercati ittici, nei luoghi dove avviene la vendita al pubblico, presso i grossisti e nei luoghi di ristorazione.

Dall'inizio del 2019 ad oggi, sono quasi 19 le tonnellate di tonno rosso fatte oggetto di sequestro e corrispondenti ai sanzioni per mancata tracciabilità e pesca illegale.

Questo Ministero, infatti, nello specifico la Direzione generale della pesca marittima e dell'acquacoltura, identificata ai sensi dell'articolo 5, comma 5, del Regolamento (CE) n. 1224/2009, quale autorità competente al coordinamento delle attività di controllo pesca nazionali, si avvale, per l'attività ispettiva e sanzionatoria, del Corpo delle capitanerie di porto-Guardia costiera, quale centro di controllo nazionale della pesca, ai sensi dell'articolo 22, comma 2, del decreto legislativo n. 4 del 2012. Attraverso la capillare presenza, lungo gli 8 mila chilometri di costa, dei 307 uffici e 11 mila uomini e donne che ne costituiscono l'organico complessivo, il Corpo delle capitanerie di porto-Guardia costiera assicura l'esercizio, oltre che di altre molteplici funzioni incardinate sulla dipendenza funzionale di altri dicasteri, dell'attività di controllo sul settore della pesca marittima.

Per quanto attiene, nello specifico, alle attività di controllo sulla pesca marittima, effettuata dal Corpo delle capitanerie di porto-Guardia costiera, vado a rappresentare alcuni dei dati relativi all'anno 2018: circa 130 mila ispezioni e controlli sui pescherecci, centri di produzione e commercializzazione, punti di sbarco e mercati ittici; circa 6 mila missioni navali dedicate alla vigilanza-pesca con più di 200 mila miglia nautiche percorse; 80 missioni di pattugliamento aereo; più di 5 mila missioni di controllo sul territorio per un totale di quasi 300 mila chilometri percorsi. Per quanto riguarda la relativa attività sanzionatoria, sono state accertate 6.144 violazioni, per un importo complessivo delle sanzioni superiori a 12 milioni di euro; sono stati sottoposti a sequestro 460 mila chili di prodotti ittici, pescati e commercializzati illegalmente o irregolarmente; sono stati sequestrati circa 8 mila attrezzi, in ottemperanza a norme UE; sono stati stilati più di 18 mila rapporti di ispezione ICCAT-EU.

In tale contesto è fondamentale agire su un doppio binario: da un lato, verificare attentamente il rispetto delle disposizioni tecniche, in un'ottica di contrasto alla pesca illegale non dichiarata o non regolamentata, ma, dall'altro, individuare le attività prioritarie volte al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo della filiera della pesca, tenuto conto del rilevante interesse per la tutela della biodiversità marina e della conseguente necessità di garantire lo sfruttamento sostenibile delle risorse acquatiche.

Si conferma, pertanto, il massimo impegno di questo Ministero nel perseguire le violazioni riguardanti la pesca marittima con i controlli effettuati dal Corpo delle capitanerie di porto-Guardia costiera, anche in collaborazione con le altre forze di polizia e i competenti organi sanitari, al fine di tutelare massimamente la salute del consumatore e la preservazione della risorsa.

Io avrei finito, però un minimo di approfondimento andrebbe fatto, perché l'interrogante fa anche riferimento un po' alle suddivisioni delle quote tonno avvenute in quest'ultimo periodo, anche se l'interrogazione è di oltre un anno fa; con riferimento a ciò, si è notato che, anche giustamente, delle polemiche sono si sono verificate nei giornali rispetto alla ripartizione storica e soprattutto alla quota aggiuntiva, che poi in qualche modo deve essere non solamente distribuita, in quel caso alle tonnare fisse, ma anche al controllo delle stesse, perché è un ambito molto particolare, un ambito che ha un particolare interesse economico e, quindi, è soggetto, ovviamente, a controlli superiori rispetto a quelli che in qualche modo vengono fatti quotidianamente dalle Capitanerie di porto.

Ricordo anche che, entro brevissimo, penso un paio di settimane, verrà convocato il tavolo strategico della pesca in generale e anche un piano strategico sulla pesca del tonno rosso, proprio perché per la qualità del prodotto, per il valore strategico che ha questo tipo di produzione, deve essere non solamente regolamentata e controllata, ma che si possa consegnare, come Governo, anche una strategia che possa durare nel tempo e possa dare alle imprese - che usufruiscono di questo prodotto, di questo di questo pesce, che è pregiatissimo, il tonno rosso - una certezza negli investimenti che fanno, ma anche nei controlli sempre per tutelare la salute dei cittadini.

PRESIDENTE. La deputata Maria Chiara Gadda ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Grazie, Presidente. Sono parzialmente soddisfatta di questa risposta. Come ha ricordato il sottosegretario, ci troviamo a discutere un'interrogazione che è stata depositata un anno fa, un'interrogazione che, comunque, rimane sempre più attuale nei contenuti, perché i fatti che ho citato nel giugno scorso si riferiscono ad intossicazioni derivanti proprio da tonno rosso e da pescato non tracciato e, soprattutto, da un pescato che non mantiene tutte le caratteristiche e le corrette prassi igienico-sanitarie, e si sono manifestate anche in queste ultime ore, non soltanto in Sicilia, come ho citato nella mia interrogazione, ma anche nella capitale. Quindi, da questo punto di vista, bene ha fatto il sottosegretario a ricordare l'intera filiera della pesca, che non si ferma sul natante, ma che si ferma poi anche nelle fasi successive di trasformazione e di commercializzazione del prodotto, perché credo che in questa fase debba essere assegnata priorità anche, sicuramente, alla libera e sana concorrenza tra imprese.

Nell'interrogazione cito, da un lato, il tema delle quote, che è assai rilevante da questo punto di vista e che fotografa una situazione complessa e articolata, relativamente alla pesca di un prodotto che ha un altissimo valore sul mercato, ma, dall'altro lato, anche la certezza e la salubrità relativamente a questo prodotto, che deve essere consegnata ai cittadini che chiedono sempre di più il tonno rosso nelle proprie tavole e nelle tavole della ristorazione, ma deve esserci piena certezza sulla tracciabilità.

E questo è il punto, che non è legato soltanto alla pesca di frodo: credo, infatti, che debba essere maggiormente posta l'attenzione proprio a quei natanti che non hanno l'autorizzazione a pescare questo tipo di prodotto e che, quindi, non hanno strumenti necessari per poterlo conservare adeguatamente in mare. Infatti, tutti questi fatti sono legati principalmente al prodotto, che poi viene sbarcato a terra - nella stragrande maggioranza dei casi - morto, come diversamente avviene per altri tipi di natanti, che sono citati nell'interrogazione, natanti che prevedono anche la presenza di osservatori internazionali a bordo che verificano le corrette prassi igienico-sanitarie che devono essere tutelate in ogni fase del percorso.

In questa sede mi sento di dover ringraziare le forze dell'ordine, dai NAS alle Capitanerie di porto, al Comando repressioni e frodi e anche ai medici di sanità pubblica, che, come lei ha citato, intervengono in modo capillare su tutto il territorio nazionale. Ecco, la parziale insoddisfazione è legata anche a questo aspetto. Probabilmente una qualità così elevata dovrebbe essere accompagnata anche da risorse maggiori in termini di mezzi, di strumentazioni e anche di personale, perché ricordo che nel settore dell'agroalimentare, ma anche relativamente al tema del tonno rosso, l'Italia nel Mar Mediterraneo è tra i Paesi che rappresentano una quota molto importante assieme a Francia e Spagna. E quindi, da questo punto di vista, probabilmente una risposta che mi avrebbe fatto piacere sentire doveva essere legata anche a risorse maggiori. Bene, apprendo oggi che il Governo ha intenzione di convocare un tavolo strategico sulla pesca. Il decreto che è uscito e che lei ha citato, e che purtroppo non ho potuto riprendere nella mia interrogazione perché scritta, appunto, un anno fa, probabilmente avrebbe dovuto mettere attorno a un tavolo tutti gli operatori che a diverso titolo hanno a che vedere con il prodotto tonno rosso, perché abbiamo mezzi, natanti e aziende molto diversi.

Abbiamo sicuramente - mi avvio alla conclusione - i mezzi che hanno questa attività come principale; poi esiste un grande tema che è quello della pesca accessoria, che, probabilmente, dovrebbe essere regolato e normato maggiormente proprio a tutela del consumatore. L'ultimo aspetto riguarda - e concludo - il tema della tracciabilità, perché, purtroppo, quando si parla di prodotti pescati non all'interno di queste regole, dei percorsi previsti dalle norme nazionali ed internazionali, parliamo anche di prodotti che non hanno alcun tipo di tracciabilità; e quindi, da questo punto di vista, probabilmente un lavoro maggiore e un coordinamento maggiore del Governo sarebbe auspicabile proprio anche per normare quello che avviene, ad esempio, non soltanto con la pesca di frodo, ma anche in quella piccola attività anche esistente di pesca sportiva e di pesca accessoria. Quindi, credo che questo dibattito dovrà necessariamente continuare anche dal punto di vista legislativo.

(Iniziative di competenza per garantire il pagamento dell'indennità relativa al 2018 a seguito della defiscalizzazione dei redditi per il personale militare, delle forze di polizia e dei vigili del fuoco – n. 3-00831)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Deidda e Frassinetti n. 3-00831 (Vedi l'allegato A).

Il sottosegretario di Stato per la Difesa, Raffaele Volpi, ha facoltà di rispondere.

RAFFAELE VOLPI, Sottosegretario di Stato per la Difesa. Onorevole Deidda, la ringrazio per l'opportunità di ribadire quello che è già stato detto in quest'Aula attraverso un question time dal Ministro rispetto all'attenzione che il Ministero ha alla domanda che lei fa, e quindi alla spero soddisfacente risposta che le potremo dare. Stiamo parlando di quella che è riconosciuta dal Ministero come una delle tante parti di sensibilità verso le persone, donne e uomini che lavorano per noi alla sicurezza del Paese e alla difesa del Paese. Parliamo della defiscalizzazione riguardante i redditi fino a 28 mila euro: di fatto, come si sa, abbiamo trovato anche poi nei provvedimenti successivi, rispetto al principio, l'individuazione specifica, ovvero se il titolare di reddito complessivo di lavoro dipendente non supera in ciascun anno precedente i 28 mila euro sia riconosciuta la possibilità sulla parte del trattamento accessorio di una riduzione dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali.

Ovviamente, questo ha avuto la necessità di un po' di tempo di verifica, perché ci serviva una concertazione con gli altri Ministeri della funzione pubblica e dell'economia e delle finanze; andava fatto questo lavoro per capire quant'era anche la platea, e quindi la provvista finanziaria che andava in copertura a questo provvedimento. Lei ci fa una domanda specifica, che è quella di sapere quando diventerà attuativo. Le posso dire che il Ministero della difesa ha fatto un lavoro di continuo sollecito rispetto alla concertazione con gli altri ministeri, che necessariamente era dovuta per quanto le dicevo prima. I tempi in questi casi hanno una necessità di approfondimento, di contatto e di lavoro, ma le posso dire che le confermo quando era già stato detto, che verosimilmente il conguaglio avverrà entro il prossimo mese di agosto.

PRESIDENTE. Il deputato Deidda ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie Presidente, grazie sottosegretario. Sono ovviamente soddisfatto. Come ha detto, mercoledì scorso il Ministro aveva risposto, ma questo è un chiarimento ulteriore che permette, comunque, di tranquillizzare la rappresentanza militare che aveva denunciato il problema e anche le associazioni, ovviamente spaventati non tanto dalla volontà vostra, che avete sempre dimostrato e state dimostrando comunque un'attenzione su quello che è il benessere del personale, ma sulla difficoltà della burocrazia, dei rapporti con gli altri ministeri. Quindi grazie e attendiamo. Comunque speriamo che le vostre parole si tramutino presto in fatti; nel mentre, grazie.

(Iniziative di competenza volte a verificare le condizioni di lavoro del personale della società Seta, nonché le condizioni dei mezzi di trasporto utilizzati, a salvaguardia della sicurezza di autisti e passeggeri – n. 3-00790)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Ascari n. 3-00790 (Vedi l'allegato A).

Il sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali, Claudio Cominardi, ha facoltà di rispondere.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Grazie, Presidente. In relazione all'interrogazione in oggetto, per quanto attiene agli specifici fatti e alle questioni segnalate dall'onorevole interrogante, il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha interessato l'Ispettorato nazionale del lavoro per acquisire tutti gli elementi utili per rendere possibile tutti gli opportuni approfondimenti sul caso. Più nello specifico, sono state richieste apposite informazioni in merito alle condizioni di lavoro e retributive applicate dalla SETA Spa, anche in relazione agli asseriti disallineamenti salariali fra gli autisti che prestano la propria attività nella province di Modena, Reggio Emilia e Piacenza. Rendo noto, infatti, che SETA Spa rappresenta il gestore unico del servizio di trasporto pubblico locale automobilistico nelle tre province testé citate ed i controlli effettuati dagli ispettorati territorialmente competenti hanno riguardato non solo SETA Spa, ma anche le ditte operanti come sue subaffidatarie nelle province di cui trattasi, e quindi la HOLACHECK Srl e la SOGEA Srl.

Dagli elementi acquisiti dall'Ispettorato nazionale del lavoro è emerso che nei confronti di SETA e di SOGEA sono stati effettuati controlli sulla normativa in materia di orario di lavoro svolto dal personale viaggiante adibito al trasporto pubblico urbano ed extraurbano. All'esito delle verifiche, che hanno altresì riguardato l'esame dei prospetti dei turni di guida, sono state contestate violazioni circa l'orario di lavoro e comminate le relative sanzioni amministrativo-pecuniarie. Aggiungo, inoltre, che allo stato attuale non risultano pervenute nuove denunce e/o segnalazioni nei confronti delle società di cui trattasi; pur tuttavia voglio sottolineare il fatto che l'aver proceduto ai siffatti controlli, dai quali sono effettivamente emerse queste violazioni, evidenzia la cruciale importanza che riveste per il Ministero del Lavoro il tema della vigilanza sulle dinamiche contrattuali sotto il profilo salariale e contributivo, al fine di garantire il massimo rispetto della normativa in materia di lavoro.

Continueremo, dunque, a prestare massima attenzione sulla corretta applicazione dei contratti e degli accordi collettivi di lavoro, con particolare attenzione al settore dell'autotrasporto, dove l'esigenza prioritaria è quella di assicurare piena tutela psicofisica dei lavoratori. Dall'analisi del rapporto annuale dell'INL per l'attività di vigilanza del 2018 emerge, infatti, che nello specifico settore dell'autotrasporto le infrazioni più diffuse e ricorrenti sono proprio quelle che riguardano la violazione della disciplina in materia di orario di lavoro sotto il profilo del rispetto dei tempi di guida e di riposo. Per questi motivi, anche nel 2019 è in atto una scrupolosa attività di controllo tesa a garantire la corretta applicazione della normativa lavoristica e previdenziale assicurativa proprio con riferimento ai settori della logistica, del trasporto e dei servizi, specialmente nell'ambito delle società cooperative, al fine di verificare la correttezza dell'inquadramento contrattuale e delle condizioni di lavoro dei soci lavoratori, e quindi contrastare ogni forma di elusione degli obblighi retributivi e contributivi.

Sulla vicenda esposta in questo atto di sindacato ispettivo ricordo, infine, che un ruolo fondamentale, specie in un'ottica di prevenzione prima ancora di repressione, è quello riservato agli enti locali che controllano le società in oggetto, che devono tenere alta la loro attenzione affinché fenomeni del genere non tornino a verificarsi. A tal proposito, la regione Emilia-Romagna, appositamente interpellata sul punto, ha reso noto di avere sollecitato gli enti locali e l'agenzia locale per la mobilità Amo a porre in essere maggiori controlli sull'operato di SETA, al fine di garantire sempre maggiore attenzione all'organizzazione del servizio, e quindi il rispetto degli obblighi di legge e contrattuali che disciplinano la prestazione lavorativa di tutti i dipendenti.

PRESIDENTE. La deputata Ascari ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Sono soddisfatta e la ringrazio, sottosegretario, per la risposta che ha voluto fornire a me e a questa Assemblea.

Soprattutto mi fa piacere prendere atto che il Governo ha risposto subito a questa mia interrogazione, presentata meno di un mese fa; e questo è un segno importante che la questione della mobilità e dei trasporti, insieme a quella della tutela dei diritti dei lavoratori, ci sta veramente a cuore, e che è intenzione di questo Esecutivo far uscire l'Italia dal cono d'ombra dello sfruttamento e delle irregolarità.

La Società emiliana trasporti auto-filoviari, chiamata appunto con l'acronimo SETA, trasporta circa 62,6 milioni di passeggeri, a fronte di 877 mezzi marcianti ed un organico di 1.063 dipendenti. Molti di questi dipendenti, soprattutto autisti, hanno recentemente scioperato per via delle condizioni di servizio, che li costringono a pressanti turni lavorativi che arrivano fino a 13 ore di seguito, sollevando contestualmente il problema della violazione della normativa sullo straordinario, sul riposo settimanale e sulle ore di guida continuative. Come MoVimento 5 Stelle siamo stati votati ed eletti per cambiare le norme in materia di lavoro, norme che spesso sono sbilanciate a favore dell'azienda perché così le avevano volute i Governi precedenti. Noi invece crediamo che al centro ci debbano essere il lavoratore e la sua sicurezza, e le tutele cui ha diritto contribuiscono ad innalzare la qualità del suo lavoro, il rispetto del lavoratore per quanto riguarda orari, riposi, straordinari e i mezzi che utilizza per svolgere il suo lavoro quotidiano. Non possiamo quindi tollerare oltre che dei bus destinati al trasporto urbano prendano fuoco all'improvviso, mettendo così a repentaglio, in pericolo l'incolumità di autista e passeggeri, e generando un disagio concreto agli utenti.

La mobilità è essenziale, la mobilità è fondamentale per una città; lo è soprattutto per noi del MoVimento, che da sempre portiamo avanti una battaglia sulla mobilità efficiente e sostenibile. I trasporti sono una delle nostre cinque stelle, uno dei capisaldi. Garantire una buona mobilità significa garantire la possibilità di muoversi in libertà e sicurezza, anche per le persone anziane; significa compiere una scelta ecologica e migliorare sensibilmente così la qualità della vita dei cittadini. Investire sui mezzi di trasporto significa investire sulla sicurezza di tutti i cittadini, e questo dovrebbe essere la priorità di ogni amministratore. Per questo ringrazio dunque il sottosegretario Cominardi per la risposta che ha voluto fornire, e mi auguro che per il futuro l'impegno sarà sempre concreto in materia di monitoraggio, sicurezza e rispetto dei diritti dei lavoratori.

(Iniziative in ordine alla regolarità degli appalti di lavoro all'interno del gruppo Levoni e delle condizioni a cui sono sottoposti i lavoratori – n. 3-00490)

PRESIDENTE. Il Vice Ministro dello Sviluppo economico, Dario Galli, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Ascari n. 3-00490 (Vedi l'allegato A).

DARIO GALLI, Vice Ministro dello Sviluppo economico. Presidente, rispondo all'atto di sindacato ispettivo in parola rappresentando quanto segue: con decreto del Ministero dello Sviluppo economico del 19 marzo 2018, la società cooperativa Planet è stata posta in liquidazione coatta amministrativa, ed è stato nominato commissario liquidatore l'avvocato Rocco Suma. La cooperativa di produzione e lavoro in questione svolgeva prevalentemente attività di facchinaggio, ed operava sulla base di un contratto di subappalto con il consorzio Job Service, al quale aderivano altre cooperative - Ilia, Work Service, Elios, Framas, Planet - anch'esse poste in liquidazione coatta amministrativa con decreti del Mise del 19 marzo 2018 e nomina del medesimo commissario liquidatore nella persona del citato avvocato Suma. Al riguardo, pertanto, riferisco le notizie acquisite dagli uffici preposti del Mise presso il medesimo commissario liquidatore.

Il commissario liquidatore, con propria relazione del 17 agosto 2018, comunicava che dopo aver ricevuto il decreto di nomina ed accettato l'incarico, attivatosi immediatamente per acquisire la documentazione contabile afferente la detta società Planet, apprendeva che i documenti erano stati sequestrati dalla Guardia di finanza di Vignola. Convocato presso la stessa, veniva a conoscenza altresì dell'esistenza di indagini che riguardavano non solo la Planet, ma anche altre società cooperative facenti parte del consorzio Job Service. Pertanto, non potevano essere riconsegnati i documenti sequestrati e dopo ulteriori diffide ai vari amministratori, rimaste senza esito, e richieste ai professionisti che avevano tenuto la contabilità, solo in data 24 ottobre 2018 la Guardia di finanza ha provveduto a riconsegnare al commissario circa 40 faldoni di documenti della società cooperativa Planet.

Tale documentazione è attualmente all'esame del commissario liquidatore, ma ad una prima indagine si evince che mancano alcuni libri contabili principali. Sul punto il commissario liquidatore, con propria relazione del 15 aprile scorso, ha fatto presente che, sulla base della documentazione sociale restituita dalla Guardia di finanza, sta provvedendo a ricostruire i passaggi salienti della vita societaria.

Rilevato che non risultano presenti ancora numerosi atti e documenti importanti, lo stesso ha nuovamente diffidato l'amministratore a dare contezza della loro mancanza ed ha provveduto a depositare esposto querela presso la Guardia di finanza. Inoltre riferisce che, ai fini del deposito dello stato passivo, sarà effettuata la pubblicazione in Gazzetta della comunicazione di cui all'ex articolo 207 della legge fallimentare (comunicazioni ai creditori e ai terzi), oltre a quelle già effettuate presso gli enti istituzionali. Specifica, ancora, che tutte le cooperative sono state oggetto di accertamenti oltre che da parte della Guardia di finanza anche dall'Agenzia delle entrate.

Per quanto concerne la problematica relativa agli ex lavoratori della cooperativa, il commissario liquidatore, in data 12 novembre 2018, ha fatto presente che: “(…) ha avuto contatti con i legali di lavoratori che pretendono il riconoscimento ed il pagamento di somme loro dovute per il TFR però, trattandosi di procedura concorsuale, non è possibile procedere ad alcun pagamento o rilascio di certificazione per richiedere le somme al Fondo di garanzia, senza preventive istanze di ammissione al passivo, verifica del diritto, approvazione dello stato passivo medesimo. Qualunque pagamento fatto in modo diverso sarebbe contra legem ed esporrebbe a responsabilità anche penali”.

Per i lavoratori della Planet si sono resi necessari alcuni incontri presso la prefettura di Modena, al fine di trovare una forma di reinserimento e ristoro delle somme non percepite, attraverso l'intervento dell'azienda per la quale effettivamente essi prestavano servizio; i contatti sono ancora in corso. Ha, inoltre, fatto presente che sono ancora in corso accertamenti e lo stesso ha provveduto per tutte ad evidenziare i fatti alla procura della Repubblica di Modena affinché venissero accertati eventuali ed ulteriori reati compiuti dagli amministratori delle citate cooperative. Ha precisato, altresì, che le cooperative Elios e Framas sono di prossima chiusura. In ordine al fenomeno delle cooperative cosiddette “spurie”, come si è avuto modo di rappresentare in altre sedi parlamentari, tale patologia del sistema cooperativistico in Italia è da tempo all'attenzione del Ministero dello Sviluppo economico che, attraverso programmi di vigilanza straordinari, nonché lo studio e la proposizione di modifiche normative (da ultimo, si segnalano le importanti innovazioni introdotte dalla legge di bilancio 2018, quali il divieto per le cooperative di essere governate da un amministratore unico), ha tentato di dare una positiva risposta alla crescente richiesta di interventi contro il citato fenomeno.

L'attività di vigilanza straordinaria ha fatto emergere con maggiore evidenza come la capacità di aggressione al fenomeno sia soprattutto da collegarsi all'utilizzo dei vari strumenti investigativi che le diverse amministrazioni predisposte alla vigilanza sul settore possono mettere in campo. Per tale motivo si sta cercando di perseguire una maggiore collaborazione con gli altri soggetti pubblici vigilanti - l'Ispettorato nazionale del lavoro, l'Agenzia delle entrate, la Guardia di finanza – affinché le sinergie, che scaturiscono dai vari approcci di controllo e dai diversi ambiti di intervento connessi ai vari comportamenti illegittimi messi in atto dalle cooperative, possano portare con maggiore efficacia all'individuazione dei casi di coop “spurie”.

Inoltre, vorrei evidenziare che di recente (gennaio 2019) si è insediato presso il Mise il tavolo interistituzionale per la riforma dell'ordinamento cooperativo, al quale prendono parte anche le associazioni nazionali di rappresentanza e tutela del movimento cooperativo, per l'approfondimento delle tematiche relative alla lotta contro la falsa cooperazione, la riforma della vigilanza cooperativa, la promozione e lo sviluppo cooperativo. In tale sede verranno anche elaborate proposte normative di riforma sull'esercizio della vigilanza e sulle procedure sanzionatorie. Circa l'accordo di sviluppo, di cui si riferisce nell'atto in discussione, confermo che l'iniziativa Alcar è stata deliberate dal CdA dell'Agenzia per lo sviluppo in data 14 novembre 2018. Ritengo opportuno aggiungere che in data 18 dicembre 2018 è stata inviata la comunicazione di ammissione ed è, al momento, in fase di definizione la relativa determina.

In relazione all'impatto occupazionale previsto, l'accordo di sviluppo, sottoscritto in data 1° marzo 2018 da tutte le società richiedenti le agevolazioni e citate nell'atto in esame, tra cui Alcar Uno Spa e GlobalCarni Spa, dal Mise, dalla regione Emilia-Romagna e dall'Agenzia, riporta testualmente che “La nuova occupazione generata dalla realizzazione del presente programma agevolato è pari a n. 48 unità, rispettivamente Alcar Uno Spa n. 12 unità, GlobalCarni Spa n. 10 unità, Prosciuttificio Il Conte Srl n. 6 unità e Certosa Salumi Spa n. 20 unità”.

“Le suddette società decadono dal beneficio ricevuto, qualora nei cinque anni successivi alla data di conclusione del programma agevolato, decidano di delocalizzare o cessare la propria attività o decidano di ridurre l'attività in misura tale da incidere significativamente sui livelli occupazionali dichiarati nella proposta di Contratto di sviluppo e/o nell'istanza di attivazione dell'accordo di sviluppo”.

Conseguentemente, nella citata comunicazione di ammissione inviata dall'Agenzia Invitalia ad Alcar Uno Spa in data 14 gennaio 2018 è riportata la stessa dizione poc'anzi riferita. Tale obbligazione, che ha origine dall'impegno che viene assunto dalle società beneficiarie delle agevolazioni con la sottoscrizione del riferito Contratto di sviluppo per il previsto incremento dei lavoratori, sarà anche riportata nell'eventuale determina di concessione delle agevolazioni. Tra l'altro, è da evidenziare che la richiamata determina prevedrà, tra le cause di revoca delle agevolazioni, il mancato rispetto nei confronti dei lavoratori dipendenti dei contratti collettivi di lavoro, delle norme sul lavoro e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Riferisco in ultimo quanto comunicato dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali sugli esiti ispettivi effettuati nel 2016, congiuntamente con INPS e INAIL, nei confronti della società Alcar Uno Spa e di vari sodalizi: le verifiche si sono concluse con l'adozione di verbali unici di accertamento, mediante i quali sono state contestate varie violazioni accertate e conseguentemente sanzionate. Tali controlli hanno interessato anche i lavoratori che operavano nello stabilimento della GlobalCarni Spa e la Steer Disosso Srl, dove effettivamente si sono riscontrate diverse irregolarità necessariamente contestate.

PRESIDENTE. La deputata Stefania Ascari ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

STEFANIA ASCARI (M5S). Presidente, mi dichiaro soddisfatta. Vice Ministro, la ringrazio per la risposta che ha voluto fornire a me e a quest'Assemblea. La tutela dei diritti dei lavoratori è un tema a me molto caro e non intendo arretrare di un millimetro rispetto alla loro difesa, soprattutto quando eventuali violazioni riguardano la mia regione, l'Emilia Romagna. Mi fa molto piacere constatare che il Governo ancora una volta sia sulla stessa lunghezza d'onda, avendo valutato la necessità di verificare se esistano ancora i presupposti per portare avanti l'accordo raggiunto dal Ministero dello Sviluppo economico al riguardo della situazione esposta nella mia interrogazione. Voglio ricordare ai colleghi presenti in Aula che le imprese Alcar Uno e GlobalCarni, controllate dal gruppo Levoni, risulterebbero destinatarie di un importante investimento: stiamo parlando di quasi 22 milioni di euro, secondo quanto inserito nel suddetto accordo, di cui ben 7,6 milioni da contributi pubblici; la regione Emilia Romagna è chiamata a dare un contributo di poco più di un milione di euro. Per questo mi ritengo soddisfatta anche delle misure che il Governo intende intraprendere al fine di verificare la regolarità degli appalti di lavoro all'interno del gruppo Levoni e delle condizioni cui sono sottoposti i lavoratori, a partire dalla promozione di ispezioni dell'Ispettorato nazionale del lavoro, come suggerito nell'interrogazione.

Mi rincuora sapere che, se verranno confermate le denunce della Flai-Cgil dell'Emilia Romagna e del sindacato S.I. Cobas, non ci sarà alcuna esitazione a fa venir meno a questo accordo; e non ci sarà alcuna esitazione a denunciare all'autorità giudiziaria i responsabili di queste violazioni, come lei appunto ha detto che è stato fatto. I cittadini - e in questo caso mi riferisco a tutti i cittadini - hanno ancora una volta la prova che questo Esecutivo e questo Parlamento sono e saranno sempre dalla parte dei lavoratori, monitorando e denunciando eventuali situazioni illecite, anche e soprattutto alla luce della recente approvazione del “decreto crescita”, intervenuto proprio sulla questione degli appalti, tra le altre cose. Dal canto mio, voglio ribadire ai miei concittadini di Modena coinvolti in questa situazione che in me troveranno sempre disponibilità all'ascolto e alla difesa - nelle sedi opportune, ovviamente - dei loro diritti. Come rappresentante del territorio mi sono trovata più volte ad interrogare il Governo in materia di lavoro, e ho sempre trovato da parte dell'Esecutivo un'attenzione altissima e prontezza nel mettere in campo strumenti di controllo e verifica. È nostra intenzione contribuire, da legislatori, a creare situazioni lavorative più attente alle esigenze dei lavoratori e delle loro famiglie, combattendo con assoluta inflessibilità vecchi e nuovi caporalati.

(Elementi ed iniziative di competenza in merito alle criticità relative alla rilevazione del censimento permanente della popolazione e delle abitazioni – n. 3-00307)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Mattia Fantinati, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Donzelli e Foti n. 3-00307 (Vedi l'allegato A).

MATTIA FANTINATI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, in relazione a quanto evidenziato dall'onorevole interrogante, si rappresenta che l'Istat ha avviato la stagione dei censimenti permanenti introducendo innovazioni finalizzate alla costruzione di un sistema stabile ed efficiente per la produzione di dati censuari con cadenza annuale, anziché decennale come in passato. Tale sistema si avvale di una nuova architettura metodologica, organizzativa e informatica basata su tecnologia web e prevede più canali di raccolta dei dati, vale a dire: interviste auto-compilate sul web, interviste effettuate presso i centri comunali di raccolta, interviste telefoniche da parte del comune e interviste faccia a faccia effettuate da rilevatori comunali dotati di tablet connessi ai server centrali dell'Istituto.

Nel primo periodo di rilevazione, considerato l'alto grado di innovazione del sistema, si sono registrate alcune criticità di varia natura che hanno rallentato le operazioni dei rilevatori e dei coordinatori comunali. A tali difficoltà l'Istat ha fatto fronte immediatamente, risolvendo tutte le problematiche. Le operazioni censuarie sono, dunque, proseguite normalmente con dati di rilevazione soddisfacenti: alla data del 15 novembre 2018, cioè a circa a metà del periodo previsto per la rilevazione complessiva, risultavano già compilati circa 750 mila questionari, pari a circa il 50 per cento delle famiglie attese.

Con riferimento alla tematica dell'abbandono dell'incarico da parte dei rilevatori per le difficoltà riscontrate, i sistemi informativi dell'Istat non consentono di rilevare né la tipologia o il contenuto degli incarichi conferiti, né eventuali modifiche, in quanto trattasi di rapporti intrattenuti tra il comune e il rilevatore. Da alcuni dati presenti nei sistemi si può tuttavia notare una riduzione molto contenuta del numero dei rilevatori nel periodo durante il quale si sono verificate le disfunzioni, nell'ordine di alcune decine su 12 mila unità. Nello stesso periodo si osserva un corrispondente aumento del numero degli operatori back-office comunali, dato che può essere letto come scelta strategica del comune per rafforzare le operazioni di lavoro interno rispetto alla raccolta dati diretta, per risolvere, prima dell'intervento dell'Istat, le criticità verificatesi. Ad ogni modo, successivamente alla risoluzione dei problemi relativi ai sistemi informatici, la variazione del numero dei rilevatori si è attestata entro limiti del tutto fisiologici. Da ultimo, si rappresenta che, in base agli elementi forniti dall'Istat, non risultano comuni che abbiano formalmente dichiarato la sospensione delle attività censuarie.

PRESIDENTE. Il deputato Tommaso Foti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

TOMMASO FOTI (FDI). Grazie, signor Presidente, e grazie signor rappresentante del Governo. È evidente - penso che anche il Governo con me condivida - che il censimento è una di quelle attività determinanti, per quanto riguarda la conoscenza delle variazioni che si hanno non solo in termini di popolazione e non solo in termini di abitazioni ma anche in termini più generali all'interno della popolazione che vive in Italia. Quindi, è uno strumento di particolare delicatezza che vive una sua innovazione, come il rappresentante del Governo ha testé affermato, in relazione alla decisione di andare ad una rilevazione annuale rispetto a quella in precedenza decennale dei dati e soprattutto in relazione anche ad un utilizzo massiccio del web. Sotto questo profilo, l'interrogazione che l'onorevole Donzelli ha presentato e di cui io sono cofirmatario ha avuto un pregio, cioè di mettere in luce alcune disfunzioni che la risposta del signor sottosegretario di fatto conferma.

Certo, le conferma in un periodo abbastanza limitato, nel senso che si dice che già dal 15 novembre ben 750 mila questionari erano stati compilati: rispetto ai tre mesi a disposizione, si è nella media. Ma è evidente che alcune disfunzioni si sono verificate e sono disfunzioni che giustamente dovevano essere denunciate. D'altra parte, lo stesso Istat alla fine dice di non dire nel momento in cui lascia alla vicenda comunale e dei rilevatori e ad un rapporto rilevatori-comune il fatto degli abbandoni o meno. Anche questo è un elemento che noi avevamo posto in rilievo, di fatto vi è stato; la misura non è nota, nel senso che solo a livello induttivo si può dire che sono alcune decine, ma i fatti non ci possono dimostrare alcunché di certo perché non vi è un elemento di certezza al riguardo, ma è certo che si è verificata anche questa disfunzione. Abbiamo anche aggiunto e rilevato come in alcuni casi il tablet non funzionasse e i rilevatori hanno dovuto provvedere poi attraverso il sistema cartaceo a raccogliere i dati e a inserirli successivamente.

Mi pare che la nostra interrogazione fosse un'interrogazione in sé precisa e dettagliata. Prendiamo atto che nessun comune, alla fine, ha rinunciato a poter svolgere il lavoro. Tuttavia debbo evidenziare come è largamente auspicabile che per il prossimo anno le cose procedano in modo del tutto più funzionale e migliore perché continuiamo a ritenere questa un'attività di primaria importanza rispetto alla quale ogni e qualsiasi disfunzione diventa una disfunzione che si riverbera nei confronti dello Stato.

(Iniziative volte a garantire gli incrementi salariali dei dipendenti pubblici a cui si applica l'elemento perequativo introdotto nel contratto collettivo nazionale 2016-2018 – n. 3-00855)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Murelli ed altri n. 3-00855.

Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Mattia Fantinati, ha facoltà di rispondere.

MATTIA FANTINATI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. In relazione a quanto evidenziato dall'onorevole interrogante si rappresenta che l'elemento perequativo è stato previsto dai seguenti articoli per i contratti collettivi relativi alla tornata contrattuale 2016-2018 fino al 31 dicembre 2018. L'articolo 75 del contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale delle funzioni centrali; articoli 37 e 62, 88, 93 e 107 del contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del comparto istruzione e ricerca; articolo 66 del contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del comparto funzioni locali; articolo 78 del contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del comparto sanità. Per quanto concerne nello specifico il comparto sanità, l'articolo 78 del contratto collettivo nazionale di lavoro sottoscritto il 21 maggio 2018 ha previsto l'erogazione dell'elemento perequativo della retribuzione per il solo periodo da aprile a dicembre 2018, ferme restando la natura di una tantum dello stesso e la corresponsione con cadenza mensile. L'introduzione del predetto elemento perequativo si è resa necessaria in sede negoziale anche a seguito delle intese intercorse con le parti sociali con l'accordo del 30 novembre 2016 per garantire una particolare attenzione ai livelli retributivi più bassi dopo un lungo periodo di sospensione delle norme contrattuali e per evitare effetti distorsivi sul personale destinatario dell'erogazione dei benefici contrattuali di cui all'articolo 1, comma 12, della legge n. 190 del 2014, il cosiddetto bonus di 80 euro.

Il citato bonus era stato previsto sotto forma di detrazione fiscale di importo pari a 960 euro annui, 80 euro per dodici mensilità, da corrispondere qualora il reddito complessivo risultasse non superiore a euro 24.000. Per i soggetti con reddito complessivo superiore a 24.000 euro, ma non a 26.000 euro era stato previsto, invece, un meccanismo a scalare, con riduzione progressiva dell'importo del bonus al crescere del reddito complessivo fino ad annullarlo al raggiungimento del limite di 26 mila euro.

Appare utile evidenziare che, proprio al fine di sterilizzare gli effetti della riduzione del bonus conseguenti agli incrementi contrattuali, è stata inserita una misura nella legge di bilancio per il 2018, articolo 1, comma 132, che ha previsto l'innalzamento a 600 euro del limite inferiore, da 24.000 a 24.600, e superiore, da 26.000 a 26.600, della fascia reddituale all'interno della quale il bonus si riduce in modo lineare.

Sulla base delle previsioni dell'articolo 78 del contratto collettivo nazionale di lavoro della sanità, l'elemento perequativo rappresenta una specifica, autonoma e distinta voce retributiva la cui corresponsione avviene una tantum nell'arco di un determinato periodo temporale, 1° aprile-31 dicembre 2018, le cui caratteristiche principali sono le seguenti: non ha natura stipendiale e pertanto non rientra in nessuna delle nozioni di retribuzione previste dai vigenti contratti collettivi nazionali di lavoro, con la conseguenza che esso non può essere considerato nella base di calcolo del compenso per lavoro straordinario, dell'indennità di turno né di qualunque altro compenso che assuma comunque una delle suddette nozioni di retribuzione come base; non può essere qualificato come trattamento economico accessorio e, pertanto, non è sottoposto alla trattenuta per i primi dieci giorni di assenza per malattia; è imponibile ai fini pensionistici in quanto emolumento che il lavoratore riceve in relazione alla prestazione di lavoro resa con qualsiasi qualifica alle dipendenze e sotto la direzione del datore di lavoro, tuttavia non concorre al calcolo del trattamento di fine rapporto, TFR, e del trattamento di fine servizio, TFS, erogato ai dipendenti pubblici. Per l'erogazione dell'indennità di buonuscita e dell'entità di premio di servizio sono presi in considerazione, infatti, solo le retribuzioni utili ai fini della prestazione. Il biennio economico del 20 settembre 2001 è destinatario del predetto emolumento retributivo, con importi mediamente più contenuti rispetto al restante personale inquadrato nella categoria inferiore.

In particolare, l'articolo 78 del contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto sanità ha previsto, per il personale inquadrato nella categoria D, un importo dell'elemento perequativo che varia da un minimo di 4 euro per la posizione DS6 ad un massimo di 17 euro per la posizione D1.

In merito alla questione relativa all'erogazione del predetto emolumento anche nell'anno 2019 va evidenziato che l'articolo 1, comma 440, della legge 30 dicembre 2018, n. 145 ha previsto, alla lettera b), l'erogazione in favore del “personale di cui all'articolo 2, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165, dell'elemento perequativo una tantum ove previsto dai relativi contratti collettivi nazionali di lavoro riferiti al triennio 2016-2018 nelle misure, con le modalità e i criteri ivi definiti e con decorrenza dal 1° gennaio 2019 fino alla data definitiva della sottoscrizione dei contratti collettivi nazionali di lavoro relativi al triennio 2019-2021 che ne disciplinano il riassorbimento”. Conseguentemente, il Governo ha già adottato tutti i provvedimenti necessari per porre rimedio alla situazione evidenziata dall'onorevole interrogante.

PRESIDENTE. La deputata Murelli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

ELENA MURELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Ringrazio il sottosegretario per la risposta. La risposta era molto esplicativa del sistema perequativo e di come è stato imposto direttamente dal Governo Renzi. Il Governo sta direttamente ponendo rimedio e quindi cercherò di approfondire come il Governo intende porre rimedio a questa stortura, perché nella risposta viene data solo una spiegazione di quello che è il sistema perequativo, ma non di come si intende porre effettivamente rimedio a tale sistema. Sicuramente è molto importante e fondamentale porre attenzione alla situazione contrattuale degli infermieri, in particolare; la mia interrogazione era su questo, anche se riguarda tutti i dipendenti pubblici, proprio per la carenza che abbiamo di infermieri e anche di medici, questione alla quale il Governo sta ponendo rimedio - infatti è stato emanato un provvedimento per l'assunzione di medici specializzandi - ma sicuramente dobbiamo andare porre attenzione a quello che è il sistema contrattuale perché qui si fermava al 2016-2018, ma non si pensa a quello che accadrà nel 2019-2021.

Nella risposta finale del sottosegretario Fantinati, invece, il Governo intende porre rimedio; e, secondo me, è proprio fondamentale porre rimedio all'attenzione contrattuale degli infermieri, perché sono lavori sicuramente stressanti e su turni, ma queste persone devono avere un'attenzione particolare per la nostra salute.

Ritengo, quindi, fondamentale che il nostro Governo continui a porre attenzione a questa particolare categoria (Applausi del deputato Fatuzzo).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

CARLO FATUZZO (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Presidente Fabio Rampelli, io ho seguito i lavori delle interrogazioni con molto piacere, perché le ritengo importantissime. Ho dovuto, però, rinunciare a partecipare alle audizioni della XI Commissione, di cui faccio parte, altrettanto interessanti e importanti.

Io chiedo per quale motivo si tengono in contemporanea sedute alla Camera e sedute nelle Commissioni nelle quali si è competenti; per cui ritengo che non si possa svolgere il nostro lavoro in questo modo. Non so se lei mi risponderà che è previsto nel Regolamento, ma se è previsto chiedo che si cambi il Regolamento; se non è previsto, mi domando come mai.

PRESIDENTE. Intanto, nel caso, questo sarebbe un richiamo al Regolamento, non un richiamo all'ordine dei lavori.

In secondo ordine, questo è quanto stabilito dalla Conferenza dei presidenti di gruppo; quindi, nel caso, lei ha un presidente di gruppo e può rivolgersi tranquillamente al suo presidente di gruppo per porre la vicenda all'interno della Conferenza dei presidenti di gruppo.

Poi, la informo comunque che questa prassi dura da qualche decennio, probabilmente dallo stesso esordio del Parlamento italiano; e, quindi, volentieri registriamo questa sua lamentela, ma è esattamente quello che è accaduto, anche per dare fluidità, efficienza, tempestività ai lavori del nostro Parlamento; perché se tutto dovesse fermarsi ogni volta che c'è una riunione, è ovvio che noi andremmo in maniera molto più lenta e, quindi, saremmo più improduttivi.

Quello che fino adesso è valso è l'impossibilità di mantenere la contemporaneità delle convocazioni, nel caso in cui l'Aula sia chiamata ad esprimersi attraverso delle votazioni: allora, lì scatta l'incompatibilità e, quindi, la sconvocazione delle Commissioni di qualunque ordine e specie.

Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 14.

La seduta, sospesa alle 12, è ripresa alle 14.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che non vi sono ulteriori deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente novantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Signora Presidente, io ritengo necessaria la nostra richiesta, come gruppo di Liberi e Uguali, che il Ministro Costa venga a riferire in Aula su quanto sta accadendo nella capitale del nostro Paese sul fronte dei rifiuti.

Dai giornali apprendiamo che è stata riunita nuovamente questa cabina di regia, che dovrebbe tenere insieme i livelli istituzionali, Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, regione Lazio e comune di Roma: una buona notizia, ma siamo preoccupati per il lavoro che avrà davanti questa cabina di regia. Anche perché, in un'audizione della Commissione ecomafie, la sindaca Raggi aveva detto che, in realtà, questa cabina di regia non stava funzionando.

Ecco, io credo che quello che stiamo vedendo in questi giorni nelle strade della capitale italiana sia davvero incredibile, gravissimo. Lo stato in cui i cittadini romani stanno vivendo, e in cui noi stiamo accogliendo i turisti che visitano la nostra città da tutto il mondo, è indegno di un Paese civile; e, soprattutto, tengo a sottolineare lo stato di preoccupazione e di agitazione che stanno vivendo i quartieri della capitale.

Ieri sera alle 19,30 la sindaca Raggi ha comunicato i dieci siti di trasferenza, ovvero quei luoghi in cui i camion più piccoli, che raccolgono, stanno raccogliendo, dovrebbero raccogliere in realtà i rifiuti nella capitale, dovrebbero trasferire i rifiuti in un camion più grande. Noi abbiamo già visto accadere situazioni in cui quei luoghi di trasferenza poi diventavano dei depositi di rifiuti, delle discariche a cielo aperto.

I cittadini romani non sono più disponibili ad accettare una situazione del genere; anche perché il caso, il fato ha voluto, in maniera assolutamente paradossale, che proprio in questi giorni sia arrivata la tassa sui rifiuti: quindi, ai cittadini romani si chiede di pagare le tasse, e però contemporaneamente si chiede loro di convivere con i rifiuti in terra.

Io credo che stiamo dando uno spettacolo indecente e stiamo mettendo davvero a rischio la credibilità delle istituzioni.

Io chiedo, quindi, che il Ministro Costa venga urgentemente a riferire in Aula come intende affrontare la situazione e quali sono i prossimi passi. Anche perché lui sa bene, essendo un carabiniere, che i rifiuti sono un business importante per le ecomafie: laddove lo Stato fallisce la gestione dei rifiuti, si infila la criminalità organizzata.

Vede, Presidente, Falcone diceva che seguendo l'odore dei soldi si trovava la mafia: ecco, anche seguendo l'odore dei rifiuti spesso si trova la criminalità organizzata e questa è una cosa che noi non possiamo consentire (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Onorevole Muroni, naturalmente riferirò la sua richiesta al Presidente Fico, affinché possa inoltrarla al Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Presidente, sull'ordine dei lavori, per segnalare all'Aula e al Governo che, proprio in queste ore, anzi adesso, in questo momento, sta approdando in aula in consiglio regionale della Toscana e sta per essere approvata una legge che è stata definita “salva clandestini”. Per la verità, era stata chiamata la legge “samaritana” e prevedeva un bando di 10 milioni di euro; così facendo, la Toscana sarà la prima regione che, in aperta sfida ai recenti decreti-legge governativi in materia, prevede di sostenere gli irregolari in attesa di rimpatrio con i soldi pubblici. Noi ci chiediamo se il Governo e l'Aula…

PRESIDENTE. Onorevole Zucconi, però venga alla proposta sull'ordine dei lavori.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Sì. Ci chiediamo se il Governo e l'Aula siano a conoscenza di tali fatti, di tale iter, e se il Governo non voglia venirne a riferire in Aula; anche perché, per quanto riguarda un'impugnazione sulla validità della legge davanti alla Corte costituzionale, lo stesso ufficio legale della regione Toscana ha sollevato il problema.

Chiediamo quindi a lei, Presidente, se si debba venire a riferire su quella che è una palese violazione, non soltanto in termini politici ma in termini istituzionali, di leggi vigenti dello Stato, e se è giusto che una regione normi questi aspetti in palese contrasto, in disobbedienza totale con quelle che sono le recenti normative attuate dallo Stato nazionale.

Se noi consentiamo veramente alle regioni di bypassare la normativa nazionale e di attuare questi meccanismi, con un effetto domino potremmo ritrovarci veramente a dei conflitti ancora più pesanti.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zucconi. Come lei sa, il Governo ha la possibilità eventualmente di impugnare le leggi regionali ma riferirò, comunque, al Presidente della Camera di questa sua richiesta e, per gli eventuali ambiti di competenza del Governo, naturalmente sarà il Governo a decidere se riferire in Aula o meno.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori e chiedo che venga a riferire al più presto il Ministro Fontana se sia vero quello che hanno scritto i giornali, cioè che avrebbe proposto di aumentare gli assegni familiari per ogni figlio a partire dalla nascita e fino ai 26 anni nella misura di 400 euro al mese; innanzitutto, per richiamarlo in quanto ritengo che questi argomenti debbano trovare risposta attraverso le proposte di legge, le discussioni in Commissione e in quest'Aula parlamentare e, in particolare, per chiedergli se non ritenga che si debba far cessare lo scandalo degli assegni familiari ai pensionati che hanno il coniuge a carico che sono fermi da ben 29 anni a 11,21 euro al mese. Ripeto: 11,21 euro al mese…

PRESIDENTE. Onorevole Fatuzzo, questa è la stessa richiesta che lei ha fatto ieri? Il Governo è già stato informato.

CARLO FATUZZO (FI). Io di questo non ne ho avuto notizia da nessuna parte e, quindi, mi sembra corretto che venga in Aula.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fatuzzo.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Presidente, solo semplicemente per chiedere, tramite lei che riferisca al presidente Fico, se sia possibile avere il Governo in Aula perché ci riferisca sull'ultimo rinvio sul regionalismo differenziato e sull'autonomia fatto ieri in Consiglio dei Ministri e ci spieghi, il Ministro Stefani, a che punto stanno le questioni perché si sentono talmente tante bugie girare che onestamente l'Aula dovrebbe essere informata.

Non possiamo apprendere dai giornali una serie di opzioni che poi magari tante volte vengono smentite dai fatti.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bond. Inoltrerò anche la sua richiesta al Presidente Fico.

Non essendo ancora decorso il termine di preavviso per lo svolgimento di votazioni elettroniche, sospendo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 14,25.

La seduta, sospesa alle 14,10, è ripresa alle 14,25.

Rinvio del seguito della discussione del disegno di legge: Delega al Governo in materia di turismo (A.C. 1698-A).

PRESIDENTE. Dovremmo ora passare all'esame del disegno di legge n. 1698-A, recante delega al Governo in materia di turismo.

Poiché tuttavia la Commissione Bilancio non ha ancora espresso il parere sul testo e sugli emendamenti presentati, l'esame del provvedimento non potrà avere luogo.

Ha chiesto di parlare, non appena i colleghi prendono posto abbassando il tono della voce… colleghi nell'emiciclo alla mia destra!

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signora Presidente. Noi non possiamo non far rilevare un paio di aspetti alla luce della comunicazione che lei oggi in questo momento ha reso all'Aula. Da un lato, infatti, appare piuttosto singolare questa distonia fra le emergenze che il Paese in queste ore sta vivendo e il calendario dei nostri lavori; la seconda è che, nonostante il fatto che la maggioranza abbia stabilito un calendario dei lavori siffatto, ci troviamo a dover fare i conti col fatto che la medesima maggioranza non è in condizioni di poter procedere.

Ora stiamo discutendo di questioni che, nell'economia dei lavori parlamentari, non sembravano di particolare complessità. Il tema della riforma della legge delega sul turismo è stato un tema che è stato affrontato, dibattuto e sufficientemente costruito in sede di Commissione. Il fatto che si arrivi qui e sugli unici due provvedimenti che hanno una loro pregnanza, se così possiamo definirli, non siamo ancora in condizioni di avere il parere della V Commissione ci fa dire una cosa piuttosto semplice, se posso.

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi! Prego, onorevole Borghi.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie. Ci fa capire, dicevo, che evidentemente ci sono dei problemi politici alla base di questa impostazione, perché la maggioranza ha chiesto di costruire un calendario dei lavori di questa settimana piuttosto light (definiamolo così). Ora si presenta in quest'Aula e non è in condizione di poter far partire i lavori su due provvedimenti e ci costringe a una modifica dei nostri lavori. Probabilmente a questo punto - e lo pongo a lei, Presidente, anche come punto di domanda - una volta che avremo esaurito questi provvedimenti di cui stiamo per apprestarci all'esame, che dal punto di vista cronologico ci porteranno via due ore, due ore e mezza o tre ore, noi rischiamo di arrivare attorno alle ore 18 e, se la V Commissione non avrà completato i propri lavori, a dover aggiornare a domani i lavori della Camera. Insomma, abbiamo mobilitato l'intero emiciclo per fare due ore di lavoro.

Allora, mi pare evidente che c'è qualcosa sotto e vorremmo capire, se è possibile, che cosa, perché contemporaneamente - e lo segnalo alla Presidenza - abbiamo invece una precipitazione della richiesta di espressione dei pareri sul cosiddetto “decreto insicurezza due”. Cioè, non si capisce il motivo per il quale l'Aula viene sostanzialmente congelata nel rinvio permanente e, per esempio, nella Commissione affari esteri vi è una precipitazione di dover fornire un parere quando non vi è un'impellenza di scadenza, almeno in questa settimana. Ci pare piuttosto incongruo tutto quello che sta accadendo.

PRESIDENTE. Naturalmente prendo atto della sua contestazione ma, come lei sa, il parere della Commissione bilancio è requisito fondamentale per passare poi all'esame del provvedimento e, quindi, io sono costretta a passare al secondo punto all'ordine del giorno.

Onorevole Fiano, normalmente si dà la parola ad un deputato per gruppo. È un altro tema? Invece l'onorevole Foti intende intervenire su questo punto? Allora, io darei prima la parola all'onorevole Foti e poi a lei.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

Colleghi, colleghi di tutti i settori… se non siete ancora pronti, sospendiamo la seduta e la riprendiamo più tardi, altrimenti vi chiederei di abbassare il tono della voce e di raggiungere i vostri posti.

Prego, onorevole Foti.

TOMMASO FOTI (FDI). Mi scusi, Presidente, ma anche il gruppo di Fratelli d'Italia vuole sollevare la questione già prima rappresentata, perché lei ha perfettamente ragione quando dice che sotto il profilo procedurale, in assenza del parere della Commissione bilancio, non si è in grado di procedere sul punto all'ordine del giorno, però, noi vorremmo anche far presente che è ormai qualche mese che abbiamo un calendario dei lavori che non viene minimamente rispettato e procede a singhiozzo, proprio per questa ragione. Allora, è evidente che, quando si calendarizzano i provvedimenti, occorre anche, necessariamente, prendere le opportune precauzioni, affinché il procedimento parlamentare possa poi esaurirsi. Non possiamo continuare a dover rinviare questo o quel provvedimento, in attesa di pareri della Commissione bilancio, ma in passato anche di altre Commissioni, ben essendo chiari il giorno e l'ora in cui i provvedimenti sarebbero stati trattati in quest'Aula.

Allora, io penso, signora Presidente, che non sia un problema notarile quello che viene qui sollevato, ma un problema di natura politica, un problema che investe direttamente la Presidenza della Camera, è un problema che investe direttamente i presidenti delle Commissioni, perché, mi sia consentito di dirlo, non è che la delega al turismo sia stata pochi giorni in Commissione. È evidente che se non vi è una copertura di tipo finanziario alle 11 del martedì mattina, dubito che la stessa possa trovarsi alle 17 dello stesso giorno, a meno che quella delle 11 non sia meramente una questione di lana caprina volta ad acquistare ulteriore tempo, il che è inaccettabile.

Quindi, a nome del gruppo mi permetto di chiederle formalmente di rappresentare il nostro completo disappunto alla Presidenza della Camera per lo svolgimento dei lavori di quest'oggi, ma anche delle precedenti settimane (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Lo farò sicuramente.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. Anche a nome del gruppo di Forza Italia le chiedo di rappresentare al Presidente della Camera il disagio per la mancanza del rispetto della programmazione dei nostri lavori; è una mancanza di programmazione che si registra e si continua a registrare anche all'indomani della lettera della Presidenza della Camera alla Presidenza del Consiglio che riguardava, è vero, principalmente, lo strumento della decretazione d'urgenza, ma che riguarda anche il modo confuso di procedere, in questo caso in relazione alle coperture finanziarie, alla relazione tecnica, ai documenti che la Ragioneria deve fornire alla Commissione bilancio per essere nelle condizioni di potersi pronunciare compiutamente su questo o su un altro provvedimento.

Ecco, Presidente, quando viene meno la programmazione dei lavori parlamentari, si entra in un mondo magmatico, mobile, volubile dei lavori parlamentari che, come dire, non era nell'idea di chi ha stabilito il principio della programmazione dei lavori parlamentari e che rende tutta la nostra attività più confusa e meno efficace. Allora, Presidente, anche a fronte di questo, c'è una questione di metodo su cui la Presidenza ha il dovere di vigilare e c'è una questione di merito di cui il Governo, prima ancora che la maggioranza parlamentare che ad esso si ispira, deve farsi carico; il Governo deve farsi carico delle proprie responsabilità, Presidente. Allora, da questo punto di vista è bene che ciascuno si prenda le proprie responsabilità.

Se il Governo non è in grado di garantire le coperture sui provvedimenti, almeno abbia il buonsenso, la buona creanza e l'educazione di comunicarlo in tempi ragionevoli alla Presidenza della Camera, affinché il calendario dei lavori venga adeguato e aggiornato conseguentemente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente, intervengo per associarmi alle preoccupazioni e, devo dire, al disagio già espresso dai colleghi che mi hanno preceduto. Io vorrei aggiungere un fatto; sarebbero comprensibili un ritardo o degli intoppi sul parere della Commissione bilancio o sull'assenza delle relazioni tecniche se ci trovassimo di fronte a un provvedimento arrivato a sorpresa in Aula, per gli slittamenti di altri; ma che fosse all'ordine del giorno questo provvedimento, così come quello sulla promozione della lettura, è un dato acclarato già dalla scorsa settimana. Francamente, se non si riesce ad attivare una procedura che consenta il rispetto del calendario stabilito nella Conferenza dei presidenti di gruppo, arrivo a dire, un po' provocatoriamente: che cosa facciamo a fare gli Uffici di Presidenza? Perché, da questo punto di vista, io credo che l'andamento di queste ultime settimane sia insufficiente, ovviamente, nella quantità dei provvedimenti e nelle ore di lavoro, ma diventa a questo punto anche assolutamente ingiustificabile; credo e spero, e di questo la prego di far partecipe il Presidente, che sia giusto che lui convochi, come ha già fatto in un'occasione, una riunione con i presidenti delle Commissioni, perché, dal nostro punto di vista, ma credo sia un'opinione largamente condivisa, così veramente non si può andare avanti.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, signora Presidente. Le Commissioni riunite affari costituzionali e giustizia hanno ricevuto una lettera del Presidente della Camera in risposta alla nota vicenda, già trattata anche in quest'Aula, della decisione dei presidenti delle suddette Commissioni di non audire l'organizzazione Sea Watch nell'ambito delle audizioni…

PRESIDENTE. Colleghi, posso chiedervi di evitare capannelli in Aula, in tutti i settori? Colleghi… Prego, onorevole Fiano.

EMANUELE FIANO (PD). Alcuni deputati hanno scritto al Presidente della Camera in ordine a questo episodio, che non ha precedenti, della cancellazione di un'audizione già programmata. In risposta alla lettera, il Presidente Fico ha inviato una gentile lettera agli scriventi, nella quale non assevera completamente il comportamento dei presidenti; infatti, nel penultimo paragrafo di questa lettera, il Presidente Fico propone una soluzione a quella mancata audizione - parliamo delle audizioni per il decreto “sicurezza” a cui hanno accennato anche prima i miei colleghi in ordine all'organizzazione dei lavori del Parlamento - e sostiene che la stessa si potrebbe svolgere, circoscrivendo gli argomenti di cui si può trattare nell'audizione di questa organizzazione. Il Presidente Fico ha proposto una soluzione tecnico-politica per garantire - lei forse ricorderà gli interventi che abbiamo fatto direttamente in Aula al Presidente Fico - il diritto, fin qui sempre garantito in questa Camera, alle opposizioni di proporre audizioni. Ma questo invito per iscritto del Presidente, questa proposta del Presidente, che permetteva di audire quell'organizzazione, la cui mancata audizione ha peraltro determinato anche la mancata audizione di tutte le altre organizzazioni non governative che sarebbero dovute intervenire, proposta che peraltro ha incontrato il plauso di esponenti anche di altri gruppi…

PRESIDENTE. Colleghi…

EMANUELE FIANO (PD). Che peraltro ha incontrato il plauso anche di esponenti di altri gruppi, non del Partito Democratico o non dei radicali o non di LeU, che hanno fatto rilevare nel corso della discussione di oggi, nell'Ufficio di presidenza delle Commissioni riunite, come effettivamente veniva calpestato un diritto. Questa proposta del Presidente della Camera non è stata raccolta. Io segnalo questo fatto grave. Siamo di fronte a due precedenti non già prima verificatisi, e cioè che viene cancellata una audizione già programmata, con le persone già invitate, calpestando un diritto di richiesta di audizione e che una proposta del Presidente della Camera non viene raccolta dei presidenti delle Commissioni. Si è sancito un fatto molto grave. Non siamo stati i soli a notarlo: anche da parte di altri gruppi dell'opposizione questo fatto è stato notato.

Io mi appello alla Presidenza della Camera, perché se la più alta carica in questo edificio sancisce che una via di uscita c'era e si potevano ascoltare queste organizzazioni e le presidenze delle Commissioni ci negano questo diritto, si commette una violazione molto grave all'interno di questa Camera, molto grave è la lesione che noi abbiamo subito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e mi preme che lei segnali al Presidente della Camera quanto è successo, perché da questo evidentemente si determineranno anche i nostri comportamenti in merito al decreto che dovremo discutere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Riferirò, naturalmente, al Presidente Roberto Fico.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Ravetto. Ne ha facoltà.

LAURA RAVETTO (FI). Grazie, Presidente. Allora, prima di tutto devo far notare che il Presidente Fico, nella sua lettera - sempre su quanto detto e a proposito dell'intervento fatto dall'onorevole Fiano - ha sì detto che si sarebbe potuto magari perimetrare l'audizione, ma ha altresì precisato, come è ovvio che sia, che, su base regolamentare, la decisione ultima e la competenza spetta ai presidenti, in questo caso, delle due Commissioni riunite, che hanno deciso in tal senso.

Io però volevo, a nome del mio gruppo, precisare la posizione di Forza Italia, anche perché sono uscite alcune indiscrezioni da parte delle agenzie: Forza Italia, sin dall'inizio, è stata contraria all'audizione di questa ONG, dell'ONG Sea Watch, e questo perché questa ONG non è mai stata parte terza - e le audizioni si riferiscono a soggetti terzi - ma è sempre stata parte in causa di un caso specifico, caso specifico che era già caso specifico quando è stata deliberata l'audizione e che si è trasformato in caso ancor più specifico, perché caso giudiziario, quando l'audizione si sarebbe dovuta tenere, quindi, anche per ragioni di opportunità, il mio gruppo ritiene che sia stato corretto non audire una parte coinvolta in un procedimento giudiziario che, rammento, era in una fase cautelare (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia) e solo cautelare, per cui il giudice sinora si è pronunciato solo in via cautelare, quindi non decidendo che il capitano della nave Sea Watch venisse allontanato dal nostro Paese e io ritengo, credo, per mere ragioni di opportunità, perché vorrà procedere all'interrogatorio del soggetto, ma che rimane in una fase di merito, perché ora, come mi insegna la collega Giusi Bartolozzi, saremo nella fase del riesame e su un soggetto su cui pendono ben due capi di imputazione per due tipi differenti di reato, con un provvedimento di sequestro della nave.

Mi stupisco altresì che i colleghi del PD, che sempre invocano il principio sacrosanto della separazione dei poteri e del ruolo della magistratura, poi di fatto oggi lo vogliano svuotare, non fidandosi di ciò che faranno, ma volendo ascoltare la rappresentante dell'ONG nella nostra Commissione, quando la Commissione affari costituzionali non è - lo ricordo - una Commissione d'inchiesta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Bene passiamo quindi al secondo punto all'ordine del giorno…

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Speranza. Ne ha facoltà.

ROBERTO SPERANZA (LEU). Grazie Presidente, io ritengo che sia importante che l'Aula abbia piena contezza di quanto avvenuto nei lavori della I Commissione.

PRESIDENTE. Colleghi, però scusatemi: non è un dibattito su questo tema. Erano interventi sull'ordine dei lavori, ho lasciato parlare la collega Ravetto vista la delicatezza del tema, però non vorrei aprire un dibattito su un tema che su un tema che non era all'ordine del giorno.

ROBERTO SPERANZA (LEU). No Presidente, ma riguarda l'ordine dei lavori assolutamente, sono stati fatti due interventi da parte di due gruppi…

PRESIDENTE. Prego, onorevole Speranza, mi appello al suo buonsenso, prego.

ROBERTO SPERANZA (LEU). Io mi appello invece al buonsenso suo Presidente e anche del Presidente Fico, perché ritengo che quanto avvenuto sia lesivo del procedimento parlamentare, perché non era mai avvenuto prima che, sulla base della richiesta di gruppi di opposizione, venissero convocati in audizione dei soggetti e che poi, sulla base di un input di forze di maggioranza, d'un tratto questi soggetti venissero in qualche modo estromessi dalla possibilità di un'audizione.

Siamo di fronte ad un inedito che - vorrei essere chiaro - trascende il merito di questo provvedimento, su cui ognuno di noi ha evidentemente un'opinione e avremo modo di confrontarci ancora in Commissione come in Aula.

Qui c'è una violenza inaudita che viene fatta ai danni delle opposizioni, perché, nel merito, c'era bisogno di quelle audizioni, che erano esattamente le audizioni dei soggetti che meglio di altri conoscono la materia, di cui questo decreto si occupa ovvero i salvataggi in mare, le vicende che stiamo vivendo in queste ore.

Dopodiché, la cosa diventa ancora più grave sulla base della lettera che il Presidente Fico ha voluto inviarci, perché il Presidente Fico cosa dice in questa lettera? Riconosce che c'è un diritto del presidente della Commissione di deliberare sulla materia e di organizzare le audizioni, ma offre anche una possibilità.

Il Presidente Fico diceva: si può tenere questa audizione, delimitandone il campo per evitare che essa possa interferire con i procedimenti giudiziari in corso.

Che cosa avviene? Se ne discute stamattina in Ufficio di Presidenza e la Commissione, con i gruppi di maggioranza e i due presidenti, decidono di andare avanti, consumando così non solo l'atto di uno schiaffo violento contro i diritti delle minoranze, ma anche consumando un atto io credo difficile da giustificare, perché si tratta di un vero e proprio schiaffo politico non solo ai gruppi di maggioranza, ma anche al Presidente della Camera che, nella sua funzione di garanzia di tutte le forze parlamentari, aveva provato ad indicare una strada possibile e io penso che, quando si lede il diritto delle minoranze, quando si offre, come è avvenuto ora sostanzialmente, uno spettacolo indecoroso, che costituisce una ferita per le nostre istituzioni democratiche e repubblicane, si fa qualcosa di grave, che non può non essere sottolineato con il massimo dell'attenzione e con il massimo del rigore (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Naturalmente riferirò delle vostre contestazioni al Presidente Fico.

Seguito della discussione della proposta di legge: Fogliani ed altri: Modifiche di termini in materia di obbligo di patente nautica e di formazione al salvamento acquatico (A.C. 1822-A) (ore 14,48).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 1822-A: Modifiche di termini in materia di obbligo di patente nautica e di formazione al salvamento acquatico.

Ricordo che nella seduta dell'8 luglio si è conclusa la discussione generale.

Il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 1822-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge, nel testo della Commissione.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Avverto che, fuori dalla seduta, l'emendamento 1.50 Scagliusi è stato ritirato dal presentatore.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 1822-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative. Lo porrò direttamente in votazione.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1822-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 1822-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se la deputata Paita non chiede di intervenire per illustrare l'unico ordine del giorno presentato, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

MICHELE DELL'ORCO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Grazie, Presidente, l'ordine del giorno n. 9/1822-A/1 Paita viene accolto dal Governo.

PRESIDENTE. Sta bene.

Immagino che quindi la presentatrice non insista per la votazione.

È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1822-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Naturalmente, come è successo già ieri in discussione generale, non sarò lunghissimo, anzi dico, con onestà intellettuale, che questo è un provvedimento che avremmo potuto approvare direttamente in Commissione, forse, visto il tema, e soprattutto è un provvedimento che non è altro che la proroga di una proroga, nel senso che si sta approvando…

PRESIDENTE. I banchi del Governo, colleghi! E poi chiedo, per favore, un po' di silenzio per consentire all'onorevole Stumpo di svolgere il suo intervento.

NICOLA STUMPO (LEU). Si sta provando ad evitare che, già nel corso della giornata di oggi, ci siano delle persone che, lavorando, possano incappare in delle multe, per responsabilità non certamente loro; si era detto che bisognava risolvere questo problema entro il 1° gennaio 2019, non lo si è fatto e ora si va al 1° gennaio 2020. Ci sono delle questioni anche di natura ambientale - io dico - che porterebbero a dire che è l'ultima proroga che si fa per questioni tecniche legate al tipo di motore. Non voglio entrare in questioni tecniche, però dico che ci sarà il nostro voto favorevole questa volta e solo questa volta per una proroga della proroga, proprio perché serve a un reparto in questo momento, come quello turistico, che ha bisogno di certezze proprio in questi mesi.

Per questo, daremo il voto favorevole al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Noi voteremo a favore di questo provvedimento, ma lo riteniamo una pezza, perché - come ha detto l'onorevole Stumpo - è una proroga della proroga e praticamente - per molti colleghi forse è una materia molto tecnica - molti colleghi non sanno che, nella scorsa legislatura, fu approvato il nuovo codice della nautica e, stranamente, fu introdotta una norma che prevede la patente nautica solamente per un tipo di motore di una nota marca, cioè praticamente, dall'oggi al domani, chi era possessore del motore di una certa marca si ritrova con l'obbligo della patente, quando ci sono tante tipologie simili di motore che non prevedono la patente nautica. È un motore molto diffuso in tutta Italia, da Venezia a Sant'Antioco e, stranamente, viene messo fuori mercato questo tipo di motore. È da inizio legislatura che io ho presentato una proposta di legge…

PRESIDENTE. Colleghi, evitiamo capannelli, riunioni e addirittura persone che si parlano da uno scranno all'altro e da un settore all'altro. Posso chiedervi di abbassare il tono della voce?

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Anche perché poi alcune forze politiche fanno i comunicati stampa, dicendo che sarà risolto il problema, ma poi, quando si parla del problema, si pensa ad altro. Il problema è che è depositata da inizio legislatura - neanche c'era il Governo - una proposta di legge che riporta il tutto a prima dell'approvazione del nuovo codice nautico, questo per dare il tempo alla maggioranza e al Governo di fare un provvedimento giusto che riguarda tutti i motori, quindi se ci deve essere la patente nautica per una questione di sicurezza, allora va fatta per tutti i motori, non si vede perché debba essere fatta per una sola marca di motore che è forse fra le più diffuse. Quindi, noi voteremo a favore; apprezziamo le rassicurazioni che la materia sarà rivista e per questo ringraziamo chi mi ha rassicurato e chiediamo celerità, perché oggi la precarietà delle attività non è hobbistica: ci sono attività che campano sulla nautica e sono in tutta Italia; c'è bisogno del vostro intervento, si chiede quindi celerità e quindi mi affido alla parola e assolutamente votiamo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sozzani. Ne ha facoltà. Colleghi anche nei settori di Forza Italia, per favore! Prego, onorevole.

DIEGO SOZZANI (FI). Grazie, Presidente, colleghi. Il settore della nautica rappresenta un importante e valido segmento della nostra economia, un settore che è tornato a crescere e si auspica continui nella piena espansione, come dimostrano i dati, che, a partire dal peggior anno registrato, quello del 2014, dimostrano una crescita del 60 per cento in appena quattro anni. Come indicatoci da Ucina-Confindustria, la platea delle imbarcazioni private ammonta a circa 6.000/8.000, mentre alcune centinaia sono quelle di imprese di noleggio da diporto, che hanno acquistato motori di cilindrata superiore ai 750 cavalli a iniezione a due tempi, al fine di utilizzarli per la locazione a persone che ovviamente si possono trovare nella condizione di non avere apposita patente nautica. Sono queste le imprese che stanno subendo le innovazioni normative oggetto della proposta in esame, la cui applicabilità si intende differire, in particolar modo, in vista della stagione balneare ormai avviatasi. Pertanto, Forza Italia non può che dirsi favorevole ad ogni misura volta a sostenere l'impresa e l'economia del Paese. Con la proposta di legge in esame, che reca le modifiche di termini in materia di obbligo di patente nautica e di formazione al salvamento acquatico, s'intende quindi differire al 1° Gennaio 2020 - come è già stato poc'anzi detto - il termine per l'applicazione delle disposizioni del Codice della nautica da diporto, che prevede l'obbligo della patente nautica per la conduzione di unità aventi motori di cilindrata superiore ai 750 centimetri cubici a iniezione a due tempi. Questo rinvio consente di scongiurare i danni economici denunciati dagli operatori del settore e di aiutare concretamente in tal modo lo sviluppo del settore e del turismo nautico. Forza Italia non può che salutare favorevolmente questa proposta, che è stata esaminata velocemente e con piena disponibilità da parte di tutte le forze politiche. Senza alcun fare polemico, premesso il nostro pieno supporto agli interventi previsti dalla proposta di legge in esame, se di un neo si può parlare, è quello delle condizioni in cui sta versando il settore, che ci ha condotti a dover esaminare tale provvedimento. Considerando le ricadute negative per le imprese e il mercato della nautica, sarebbe stato, e lo sarebbe tuttora, più opportuno dare un segnale ancora più concreto, come quello di un intervento di immediata applicazione. Mi riferisco, ad esempio ad un decreto-legge, come quello cosiddetto Milleproroghe del 2018, che da ultimo ha introdotto una norma di differimento analoga a quella in esame, che avrebbe potuto essere replicata ancora nel corso degli ultimi mesi. Invitiamo pertanto il Governo a valutare l'opportunità e quindi la possibilità di introdurre le medesime disposizioni di riferimento già in uno dei decreti-legge in corso di esame. L'iter legislativo è stato sì veloce: incardinata il 2 Maggio, la proposta è oggi all'esame dell'Assemblea, ma ci troviamo appunto al 9 Luglio e il rischio è che il Senato non licenzi la proposta di legge prima di agosto, a stagione estiva ormai avanzata.

Il provvedimento verte altresì sul tema della formazione al salvamento in acque marittime, acque interne e piscine, prorogando al 2020 anche il termine per l'applicazione delle disposizioni del decreto ministeriale n. 206 del 2016 per l'individuazione di soggetti autorizzati all'esercizio dei corsi di formazione, al salvamento e al rilascio delle relative abilitazioni per l'attività di assistente bagnante e la validità delle autorizzazioni allo svolgimento di attività e di formazione e concessione per la tenuta delle attività di salvamento acquatico rilasciate entro il 31 dicembre 2011.

Pertanto, Presidente - e concludo -, rivolgo l'auspicio di tutta Forza Italia perché, per suo tramite, il Governo valuti l'introduzione delle medesime norme in provvedimenti di immediata applicabilità e intanto, come ovvio, annuncio il voto favorevole del gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, il Partito Democratico voterà a favore di questo provvedimento, ma ritiene, comunque, nell'arco della discussione che c'è stata in Commissione, di avere esercitato responsabilmente il suo ruolo di opposizione. In Commissione, infatti, abbiamo da subito mostrato una disponibilità al confronto, in particolare con le forze della maggioranza, sapendo però che per noi il principio da seguire, sempre e comunque, è quello della sicurezza. Lo dico perché la questione che affrontiamo può sembrare marginale, ma, in realtà, non è di poco conto.

Sappiamo bene che ci sono dei legittimi interessi degli operatori economici in questo importante segmento dell'economia legata alla nautica da diporto. Lo dico da ligure e da persona che conosce il settore: so delle difficoltà delle imprese che operano nel settore del noleggio delle unità da diporto, ma so anche che questo è un secondo differimento, che il primo differimento del termine è stato introdotto da questa maggioranza e da questo Governo. Forse, quel tempo che è passato poteva essere usato in modo più responsabile e proficuo per non arrivare così, in modo impreparato, alla richiesta di un'ulteriore proroga. Se la prima volta sono stati gli operatori a trovarsi spiazzati dalla novità introdotta all'interno del codice, che peraltro porta tanti elementi positivi, in questa circostanza è evidente che ad essere spiazzato è stato il Governo, che avrebbe avuto tutto il tempo di intervenire e di trovare una soluzione che non è solo legislativa, ma è anche di politica di settore. Ora il termine sarà spostato al 2020 e noi ci assumiamo la responsabilità di aver anticipato questo termine con un emendamento in Commissione e, poi, in qualche modo, accolto e condiviso anche dal collega Fogliani, perché il 2021 avrebbe significato una proroga che non avrebbe risolto complessivamente la situazione. Ci sono - e lo dicevano anche dei colleghi nel corso degli interventi - i dati forniti da UCINA nell'ambito del settore, in particolare su quello dei motori a due tempi, da 750 di cilindrata, ma per noi ha molta importanza anche la questione relativa alla sicurezza. Allora, avremmo voluto audire, per esempio, all'interno della Commissione, le capitanerie di porto per approfondire questo profilo; in Commissione, invece, non c'è stato il tempo per farlo.

Noi dobbiamo utilizzare questi mesi perché, invece, la questione venga approfondita, sviscerata nel dettaglio e si trovino delle soluzioni che non siano, ripeto, meramente delle toppe, ma che sia, invece, una capacità di programmazione nel lungo periodo. È per questo che vogliamo che il tempo di differimento del termine introdotto questa volta venga veramente utilizzato per cercare soluzioni che siano definitive.

Abbiamo chiesto che tutto ciò avvenisse anche all'interno di un ordine del giorno che ho presentato, proprio perché questa tematica ha bisogno di essere affrontata in tempi rapidissimi, ma in modo organico, senza lasciare nulla al caso e guardando sia al tema della necessità di dare una risposta al settore, sia anche, dall'altro lato, di avere un approccio il più possibile equilibrato anche sul tema della sicurezza.

Non voglio in alcun modo fare polemica, però le proroghe sono state una caratteristica costante di questi mesi di Governo, proroghe che, ovviamente, avvengono solo ed esclusivamente per alcuni ambiti. Per quanto riguarda, per esempio, il tema degli NCC, non si è voluto in alcun modo tenere in considerazione le difficoltà che questo settore vive. Allora, penso che, anche partendo da una questione specifica e settoriale, si possa, in qualche modo, capire qual è lo stile di questo Governo: è quello, appunto, di assumere delle decisioni, che sono quasi sempre improvvisate, che non sono mai il frutto di un lavoro serio e di programmazione.

Quindi, per quanto ci riguarda, noi veniamo incontro alle esigenze del settore, ma chiediamo, attraverso il voto e attraverso l'accoglimento dell'ordine del giorno da parte del Governo, che questo tempo non vada sprecato e che si lavori per il prossimo anno, arrivando ad una decisione definitiva che non penalizzi nessuno, ma che guardi anche al tema della sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fogliani. Ne ha facoltà.

KETTY FOGLIANI (LEGA). Grazie, Presidente. La proposta di legge che ci accingiamo ad approvare, da me proposta nel mese di maggio, prevede, come ampiamente detto, il differimento al 1° gennaio 2020 del termine per l'applicazione delle disposizioni del codice della nautica da diporto, che prevede l'obbligo della patente nautica per la conduzione di unità aventi motore di cilindrata superiore a 700 cc a iniezione a due tempi. Tale differimento si rende necessario alla luce del fatto che i motori di cilindrata superiore a 750 cc a iniezione a due tempi sono tra i più venduti nel mercato, nonché quelli più impiegati in ambito turistico, soprattutto per la locazione temporanea delle imbarcazioni ad uso turistico o ricreativo. I motori in oggetto, infatti, sono circa 7 mila: molti di questi sono stati acquistati dalle 217 società italiane di locazione di piccoli natanti che, alla luce delle vigenti disposizioni, vedrebbero, di fatto, paralizzato il loro settore di attività.

L'introduzione dell'obbligo della patente nautica a decorrere dal 2018 per tali motori ha determinato un evidente danno all'attività delle imprese che avevano acquistato i citati propulsori proprio in regime della possibilità di conduzione senza l'obbligo di patente nautica. Analogamente, anche i privati possessori delle unità su cui sono installati i citati motori che non erano in possesso della patente nautica si sono trovati nell'impossibilità di condurli.

Per evitare i comprensibili danni economici che un tale obbligo avrebbe potuto provocare alle imprese, agli utenti e all'interno del sistema della nautica, settore in ripresa e molto importante per il nostro Paese, l'applicazione di tale obbligo è stata già differita al 1° gennaio 2019, così salvando la stagione estiva 2018. Oggi, a stagione estiva già avviata, un analogo intervento si rende necessario per evitare danni economici agli operatori del settore e contribuire, al contempo, allo sviluppo del turismo nautico, in linea, peraltro, con le finalità perseguite, a suo tempo, dalla riforma del codice della nautica da diporto.

Nello stesso solco si inserisce un'altra proroga, quella relativa all'entrata in vigore del decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti inerente l'individuazione dei soggetti autorizzati alla tenuta dei corsi di formazione e di salvamento in acque marittime, acque interne e piscine. Anche in questo caso è necessaria una particolare ponderazione degli interessi da tutelare per pervenire alla migliore soluzione possibile.

Siamo ben consapevoli che la proroga, peraltro su una materia così rilevante, sia in fatto di sicurezza della navigazione che di sviluppo economico, non può essere la regola, ma oggi, nelle more di una prossima definitiva soluzione da parte del Governo, nonché nel tentativo di tutelare il settore nautico e l'importante indotto economico, che esso è in grado di generare, differire tale termine appare una scelta di buonsenso; per questo, auspichiamo l'approvazione della proposta che reca la mia prima firma, anche alla luce dell'accordo unanime tra maggioranza e opposizione, che ringrazio, raggiunto in Commissione. Per questi motivi, il gruppo Lega voterà a favore (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scagliusi. Ne ha facoltà.

EMANUELE SCAGLIUSI (M5S). Grazie Presidente, gentili colleghe e colleghi, l'Italia, bagnata da ben 8 mila chilometri di coste, ha sempre visto nella nautica un settore d'eccellenza. Parliamo di un comparto che deve molto ai tanti piccoli porti e alle marine presenti lungo le coste nazionali, dove tantissime piccole e piccolissime imbarcazioni generano anche un indotto turistico rilevante, caratterizzante del made in Italy.

Proprio per evitare di arrecare danni al turismo nautico e, al contempo, per venire incontro ai diportisti italiani, ci accingiamo finalmente a votare e, quindi, ad approvare questa proposta di legge. Oggi cerchiamo di alleviare una problematica che ci portiamo dietro dal 2017, quando, con il decreto legislativo n. 229, è stato interamente revisionato il codice della nautica da diporto.

Il deferimento al 1° gennaio 2020, contenuto in questa proposta di legge, della disposizione riguardante l'obbligo della patente nautica per la conduzione di unità aventi motori di cilindrata superiore a 750 centimetri cubi a iniezione a due tempi, si rende necessario alla luce della riforma nel 2017 e degli inevitabili danni economici per gli operatori del settore, che contribuiscono allo sviluppo del turismo nautico.

Prima della riforma del 2017, infatti, la patente nautica era necessaria solo per la conduzione dei motori a carburazione a due tempi, mentre non era necessaria per i motori ad iniezione con cilindrata superiore ai 750 cc. È, quindi, necessario allungare il periodo di ammortamento del costo di acquisto di un motore marino, che non può essere limitato ad un solo anno.

Come MoVimento 5 Stelle, anche attraverso atti di sindacato ispettivo, abbiamo sollevato la necessità di affrontare la questione il più presto possibile, per garantire l'ordinato e regolare svolgimento delle attività nautiche e relative alle piccole e piccolissime imbarcazioni da diporto.

In Commissione trasporti abbiamo lavorato, come è nostra prerogativa da sempre, di concerto con tutte le altre forze politiche e si è convenuto di posticipare l'obbligo della patente nautica per questo tipo di imbarcazione al gennaio 2020, sebbene inizialmente avessimo proposto un deferimento al 2021. In questa maniera, solleviamo i diportisti e le imprese dall'obbligo quantomeno per questa ulteriore stagione balneare.

Durante lo svolgimento delle audizioni nelle Commissioni congiunte trasporti e politiche europee alla Camera, lo scorso luglio, è stato lo stesso rappresentante dell'UCINA a delineare una platea di soggetti colpiti dalla normativa, che si aggira tra i 6 mila e gli 8 mila diportisti. A questi si aggiungono le circa 217 imprese che hanno acquistato motori di questa tipologia proprio al fine di utilizzarli per l'allocazione di piccole unità, evidentemente per soggetti non titolari di patente nautica, che si sono trovati spiazzati a loro volta dalla novità legislativa.

Al contempo, con questa proposta di legge che ci accingiamo a votare proroghiamo al 31 ottobre 2020 l'entrata in vigore del decreto ministeriale per l'individuazione dei soggetti autorizzati alla tenuta dei corsi di formazione e salvamento in acque marittime, acque interne e piscine, e al rilascio dell'abilitazione all'esercizio dell'attività di assistente bagnante. Così facendo, proroghiamo le attuali autorizzazioni rilasciate entro il 2011.

C'è un intero comparto che attende risposte da quest'Aula e le attende con una certa rapidità. È anche per questo che prevediamo che questa legge entri in vigore il giorno successivo a quello della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Concludo, pertanto, il mio intervento e lascio spazio al voto, dichiarando il voto favorevole del gruppo del MoVimento 5 Stelle, come mi auguro sia quello delle altre forze politiche, che avranno sicuramente ben compreso le richieste del comparto e le risposte che stiamo dando ai diportisti italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1822-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1822-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 1822-A: "Modifiche di termini in materia di obbligo di patente nautica e di formazione al salvamento acquatico."

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Rinvio del seguito della discussione della proposta di legge: Piccoli Nardelli ed altri: Disposizioni per la promozione e il sostegno della lettura (A.C. 478-A); e delle abbinate proposte di legge: Belotti ed altri; Mollicone ed altri; Frassinetti ed altri; Casciello ed altri (A.C. 1410-1516-1614-1686) (ore 15,15).

PRESIDENTE. Dovremmo ora passare all'esame della proposta di legge n. 478-A, recante “Disposizioni per la promozione e il sostegno della lettura”. Poiché, tuttavia, anche in questo caso, la Commissione Bilancio non ha ancora espresso il parere sul testo e sugli emendamenti presentati, l'esame del provvedimento non potrà avere luogo.

SIMONE BALDELLI (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente. Il condizionale sull'ordine dei lavori è d'obbligo, anzi sul disordine dei lavori. Mi permetto di dire, Presidente, quando facciamo il calendario nella Conferenza dei presidenti di gruppo e poi lo leggiamo all'Assemblea, dovremmo dire che la Conferenza dei presidenti di gruppo ha stabilito che questo potrebbe essere il calendario.

Presidente, per due volte nella stessa giornata vediamo saltare provvedimenti. Intanto mi domando e le domando: ma c'è un Ministro per i rapporti con il Parlamento in questo Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Liberi e Uguali), o il Ministro per i rapporti con il Parlamento si occupa solo della democrazia diretta? Perché, prima di occuparsi della democrazia diretta, dovrebbe occuparsi di quella rappresentativa, e dovrebbe fare in modo che i provvedimenti abbiano le coperture necessarie per permettere alla Commissione bilancio di valutare gli emendamenti e di dare i pareri per l'Assemblea, quando la Conferenza dei presidenti di gruppo stabilisce che i provvedimenti cadono in Assemblea.

Allora, prendiamoci ciascuno le nostre responsabilità. Peraltro, mi pare che si tratti, tra l'altro, di provvedimenti sostanzialmente condivisi o, come dire, con un ampio margine di condivisione, almeno in questo caso. Non credo che ci siano partiti che si mettano, lancia in resta, a fare battaglie contro la lettura. Allora, si può sapere cosa fa il Governo e qual è il compito del ministro per i rapporti con il Parlamento, in questo Parlamento, visto che almeno non è neanche possibile vedere che si riesca ad ottenere tempi certi per le coperture dei provvedimenti? Presidente, è una situazione insostenibile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Immagino sulla stessa questione, prego. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signora Presidente. Mentre noi siamo qui all'interno di questa bolla, fuori c'è un mondo e credo non sia molto edificante per i lavori e per il prestigio di questa istituzione sapere che, mentre Roma è invasa dai rifiuti, mentre in queste ore a Pozzallo le nostre forze dell'ordine hanno salvato altri 47 naufraghi, mentre, in Inghilterra, Corbyn annuncia un secondo referendum sulla Brexit, mentre Alitalia sta per essere rinazionalizzata e mentre il Ministro Salvini sta litigando furiosamente con il sottosegretario Spadafora, l'Aula del Parlamento italiano è impegnata in un essenziale provvedimento sul rinnovo della patente nautica, cose che nei Paesi normali vengono affrontate in sede legislativa e ratificate in dieci minuti, senza dover impegnare un'aula di 630 deputati, e ora ci si viene a dire che anche il secondo provvedimento - segnalo - proposto dalle minoranze, perché altrimenti non ci sarebbe stata neppure materia del contendere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), anche su questo provvedimento, non è arrivato il parere della Commissione bilancio.

Per la verità siamo stati abituati che, quando le cose vi interessano, arrivano anche cose extra parere. Tacciamo sul ricordo di come abbiamo fatto la legge di bilancio e in quel caso quali fossero i pareri degli organismi preposti, ma, insomma, c'è uno iato clamoroso tra il mondo fuori, tra le emergenze di questo Paese, tra le esigenze della nostra popolazione e i lavori di questa Assemblea. Come non far rilevare questa azione che ha una responsabilità precisa in capo alla maggioranza e che porta - ahimè - ad una ulteriore delegittimazione di questa istituzione. Questo è un fatto molto grave (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e noi riteniamo che la Presidenza si debba assumere un surplus di iniziativa, signora Presidente.

Non è più possibile immaginare che la Presidenza della Camera, a cui naturalmente va il nostro rispetto deferente, svolga, però, una funzione di carattere notarile. Nel momento in cui emerge costantemente un'incapacità da parte della maggioranza di rispettare le programmazioni che ci si è dati, occorre che la Presidenza intervenga per la tutela e la salvaguardia della garanzia di queste istituzioni. Questa è un'istituzione che è fatta per lavorare e per dare risposte ai cittadini. Se la maggioranza non mette in condizione la Camera di lavorare, intervenga la Presidenza e calendarizzi immediatamente quei provvedimenti che noi abbiamo depositato e che vanno nella direzione che ho citato in precedenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Le vostre considerazioni naturalmente rimangono agli atti, sarà mia cura riferire al Presidente Fico.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Semplicemente perché volevo che rimanesse agli atti una cosa: ogni volta che c'è l'argomento della Commissione bilancio che non ha dato il parere non vorrei che qualcuno pensasse che è dovuto a un disservizio da parte della Commissione bilancio, cosa che ovviamente anche l'opposizione e gli onorevoli commissari che sono parte della Commissione bilancio possono testimoniare. Da parte della Commissione bilancio non c'è alcun disservizio, tutte le cose vengono trattate con massimo rigore, come da tradizione, direi, della Commissione bilancio, indipendentemente da chi ne fosse il Presidente pro-tempore. Evidentemente, quando il parere non c'è, è perché mancano gli elementi per la formulazione del parere, ma di certo non è - e di questo vorrei che l'Aula fosse certa - un ritardo dovuto alla Commissione bilancio, tutto lì (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Seguito della discussione delle mozioni Cillis, Viviani ed altri n. 1-00213, Spena ed altri n. 1-00218 e Incerti ed altri n. 1-00219 concernenti iniziative a sostegno del comparto cerealicolo (ore 15,23).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Cillis, Viviani ed altri n. 1-00213 (Nuova formulazione), Spena ed altri n. 1-00218 e Incerti ed altri n. 1-00219 concernenti iniziative a sostegno del comparto cerealicolo (Vedi l'allegato A).

Ricordo che nella seduta di lunedì 8 luglio 2019 si è svolta la discussione sulle linee generali. Avverto che in data odierna è stata presentata la mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00221. Il relativo testo è in distribuzione (Vedi l'allegato A).

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, che esprimerà il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Grazie, Presidente, sulle mozioni presentate il Governo esprime parere favorevole, su tutte. Chiedo, ovviamente, sulla mozione presentata da Fratelli d'Italia una piccola modifica, se è possibile, una riformulazione sul punto n. 6. Sostanzialmente, invece di introdurre misure di agevolazione fiscale, bisognerebbe prevedere di introdurre misure di aiuto economico. Se si accetta questa formulazione, il parere è positivo su tutte le mozioni.

Ricordo anche, rispetto a una sensibilità che è stata dimostrata da tutti i gruppi su questo argomento, che è un punto fondamentale da prendere in considerazione anche per la strategia futura sul sistema agricolo italiano e agroalimentare italiano, perché sia il sistema cerealicolo, ma anche tutto il comparto seminativi, in futuro avrà una proposta di ricollocazione all'interno della filiera, modificando anche la parte contrattualistica, così da poter garantire a tutti i componenti della filiera di poter avere una remunerazione conosciuta prima di avere aiuti di Stato. Questo in virtù del fatto che il sistema agroalimentare italiano quantitativamente nel mondo vale poco, ma qualitativamente, invece, è un'eccellenza; per questo si deve puntare sui prodotti di qualità, sui prodotti finiti che entreranno nel mercato mondiale. Quindi anche la parte dei seminativi avrà un valore importante se, attraverso la ricerca, attraverso la tecnologia, attraverso anche la promozione di prodotti che contengono questo tipo di produzione all'interno della propria filiera, possono avere una giusta remunerazione e una riconoscibilità in termini di qualità nei mercati internazionali.

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signora Presidente, anche alla luce del parere positivo del Governo a tutte le mozioni che sono state presentate, credo che sia giusto formulare una proposta di un tentativo di costruzione di una mozione unitaria. Credo che ci siano tutte le condizioni. Noi, ad esempio, non abbiamo presentato una mozione specifica proprio perché riteniamo che su questo tema, anche avendo letto quelle presentate dagli altri gruppi, si possa e si debba provare a ricercare una soluzione unitaria. Quindi credo che ci sia questa possibilità; noi la auspichiamo e, a maggior ragione, mi sembrerebbe un po' inusuale votare a quel punto, con il parere favore del Governo, e quindi, ragionevolmente, con una posizione quasi pressoché unanime, tutte le mozioni. Invece, credo che sarebbe più forte come segno anche di attenzione nei confronti del comparto, che oggettivamente è in difficoltà, una mozione unitaria. Quindi, rivolgo questa valutazione per porla all'attenzione dei presentatori delle mozioni e dei colleghi presidenti di gruppo.

PRESIDENTE. C'è una proposta, quindi, da parte dell'onorevole Fornaro di raggiungere un accordo su un'eventuale mozione unitaria. Se non c'è alcuna preclusione da parte dei gruppi, magari si potrebbe immaginare di sospendere brevemente la seduta per raggiungere un accordo e presentare una mozione unitaria.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). A noi risultava che ci fosse già un accordo tra i gruppi per votare tutte le mozioni. Vorrei sapere, a questo proposito, se la maggioranza ha cambiato opinione.

PRESIDENTE. Se c'è qualcuno che intende intervenire. La Presidenza, naturalmente, non può sostituirsi alla maggioranza, quindi io invito e sollecito i colleghi; se non ottengo alcuna risposta proceduralmente… onorevole Gagnarli, intende intervenire? Se magari rendete edotta anche la Presidenza della vostra…

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Intendiamo procedere con le votazioni, con parere favorevole, di tutte le mozioni presentate.

PRESIDENTE. Benissimo. Mi dicono gli uffici che è arrivata alla Presidenza una riformulazione della mozione Spena ed altri n. 1-00218, ma è tardiva perché sono già stati espressi i pareri del Governo, e quindi è arrivata dopo il parere del Governo. Consideriamo la mozione così come è stata depositata.

FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Se è arrivata in questo momento anche una modifica sulla mozione di Forza Italia, verifichiamola, prendiamo dieci minuti di sospensione e verifichiamo qual è questa modifica.

PRESIDENTE. Questo però lo stabilisce la Presidenza, e la Presidenza ha stabilito che è arrivata fuori tempo massimo.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signora Presidente, prendo atto della volontà dei gruppi di maggioranza e dei presentatori e rispetto questa loro decisione, credo però che, in una logica anche di valorizzazione del ruolo del Parlamento, ci siano occasioni - e questa poteva essere una di queste - in cui, come abbiamo fatto anche nel recente passato, si possa arrivare a tentare una soluzione unitaria. Detto questo, noi condividiamo molte parti delle mozioni che sono state presentate, sia dalla maggioranza che dai gruppi di opposizione, che riprendono una questione certamente fondata: i dati della crisi del comparto cerealicolo sono sotto gli occhi di tutti e sono dati purtroppo molto negativi. Ad esempio, il valore della produzione di grano duro nel 2017, rispetto all'anno precedente, è calato di oltre 20 punti percentuali, e la produzione raccolta in tonnellate del 16,6; meglio sul grano tenero, comunque siamo a meno 2,4 per cento nel valore di produzione e a ben 7,9 per cento in meno sulla produzione. Quindi credo che sia stato giusto, da questo punto di vista, affrontare anche in Aula e non soltanto in Commissione il tema. La risposta evidentemente non può che essere un'attenzione del Governo, sia nelle politiche nazionali e anche nella ridefinizione delle politiche agricole comuni, di un sostegno a questo settore. Un sostegno che, però - noi vorremmo sottolineare -, deve andare nel segno della qualità. Ovviamente c'è un tema di produzione, soprattutto in pianura, da un punto di vista quantitativo, su cui è maggiore anche la competizione con le produzioni di altre nazioni concorrenti. A questo riguardo, siccome in tutte le mozioni ritorna il tema della difesa del made in Italy, c'è da domandarsi - e lo domandiamo da tempo - che fine ha fatto la decisione, che era stata annunciata in campagna elettorale da entrambi i partiti che oggi sono al Governo, di non sottoscrivere l'accordo CETA, che vede proprio uno dei problemi maggiori della sua attuazione nelle importazioni e nell'apertura che si ha al grano canadese, con tutte le problematiche anche legate alla diversa legislazione in materia di uso di fitofarmaci? Da questo punto di vista, noi siamo qui a ribadire in quest'Aula che ci aspettiamo che a breve si ribadisca, con un atto formale, questa volontà di non sottoscrivere l'accordo CETA, altrimenti ci sarebbe da pensare che le promesse di campagna elettorale siano state facilmente dimenticate, sia dal MoVimento 5 Stelle sia dalla Lega. Non sarebbe la prima volta, ma allora si abbia anche il coraggio di assumersi le proprie responsabilità, e credo non sia un caso che nella mozione di maggioranza non si faccia cenno a questo aspetto. Quindi la difesa della produzione, del made in Italy, della nostra tipicità, della tipicità del nostro grano, è assolutamente necessaria, però - lo ribadiamo - nel quadro della qualità. Da questo punto di vista, per esempio, si può fare di più e meglio nel recupero e nella valorizzazione dei cosiddetti grani antichi. Noi siamo stati, insieme con la collega Muroni, protagonisti di interrogazioni, per esempio, sul grano Cappelli, sul fatto che non c'è ancora certezza e contezza sulla proprietà di questo tipo di sementi, e questo sta in molte realtà limitando quella che potrebbe essere una risposta, cioè il passaggio da un tipo di coltivazione cerealicola tutta tesa alla quantità a quella che invece cerca di recuperare, attraverso i grani antichi e attraverso i grani biologici, un valore aggiunto per i produttori.

Certamente è oggi una nicchia di mercato, ma è una nicchia di mercato che tutti gli indicatori danno in crescita potenziale nel futuro, e soprattutto potrebbe essere uno strumento importante di sostegno verso le coltivazioni di grano e, quindi, degli agricoltori impegnati in questa attività nelle aree marginali, cioè la montagna e l'alta collina. In altri termini, la difesa della biodiversità cerealicola può e deve diventare non soltanto un manifesto di carattere ideale, una visione anche della nostra agricoltura, ma molto concretamente anche uno strumento per rendere redditizia la coltivazione del grano in aree e in territori che evidentemente possono dare resa per ettaro infinitamente inferiore rispetto a quelli della pianura. Sulla pianura - ritorno sul punto - quel tipo di coltivazione ha ovviamente caratteristiche diverse, lì dobbiamo difendere da una competizione sleale che spesso arriva, e da questo punto di vista - ritorno sul tema CETA - quel segnale sarebbe molto importante, anche a difesa del nostro grano. Quindi, noi ci esprimeremo poi nel voto tenuto conto di questi elementi fondamentali che noi abbiamo individuato rispetto alla crisi della filiera e delle attività legate al grano, e, su questa base, esprimeremo di volta in volta il nostro voto (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Presidente, il settore agroalimentare rappresenta per l'Italia un fattore identitario fondamentale per la bellezza del paesaggio, ma complessivamente anche per la tenuta idrogeologica del territorio e per il lavoro e il sostentamento che ne determina. Rubo una massima a Lev Tolstoj, il quale sosteneva: “solo col lavoro agricolo può aversi una vita razionale, morale. L'agricoltura indica cos'è più e cos'è meno necessario. Essa guida razionalmente la vita”. Questo per esplicare come sia necessario per tutti comprendere il reale valore di questo settore e dell'intero processo, che vede impegnati uomini e donne che con il proprio lavoro portano il cibo sulle nostre tavole. Noi di Fratelli d'Italia abbiamo sempre cercato di difendere e tutelare l'intero panorama agroalimentare italiano, battendoci con tutte le nostre forze per eliminare le criticità strutturali del settore e per vincere le sfide del mercato globale, spesso foriero di distorsioni dovute ad una concorrenza non sempre leale, che ha minato e continua a minare il lavoro delle nostre aziende. Le mozioni in esame oggi, fra le quali è presente una a nostra firma, riguardano il comparto agroalimentare italiano che sta attraversando maggiori difficoltà, quello cerealicolo, il quale riveste un ruolo centrale nell'agricoltura italiana sia in termini di consumo annuo sia per quanto riguarda la domanda dell'industria. La superficie italiana destinata ai cereali è superiore ai 4 milioni di ettari, cioè il 32 per cento della superficie agraria utile, ma anche se storicamente la disponibilità di grano è sempre stata abbondante, dagli anni Novanta assistiamo ad una riduzione costante delle riserve, dovuta ad un consumo che oggi è quasi prossimo ai quantitativi prodotti annualmente. Da qui la necessità del nostro Paese di importare una parte del fabbisogno, che purtroppo si scontra con una globalizzazione finanziaria che fa scommesse e mette fuori dal mercato i nostri grani, costringendo i produttori a commercializzarli ad un prezzo inferiore ai costi di produzione. Caso eclatante, che può essere considerato come un calzante esempio della situazione dell'intero comparto, è quello del mais, il quale è il cereale di maggiore interesse per l'agricoltura italiana per l'elevata potenzialità produttiva della coltura e per l'alto valore nutritivo del foraggio. Negli ultimi quindici anni, però, le superfici maidicole sono passate da oltre un milione di ettari a circa 650 mila, senza dimenticare che alla fine degli anni Novanta la quantità prodotta soddisfaceva il fabbisogno nazionale, mentre oggi oltre il 60 per cento del mais consumato in Italia viene acquistato dall'estero.

Sicuramente questi ultimi anni, caratterizzati da situazioni meteorologiche avverse, non hanno di certo aiutato, e per questo si continua a registrare un crollo costante delle rese. Il mais italiano, dunque, vive oggi una situazione critica che compromette la sopravvivenza delle aziende e dei sistemi di stoccaggio, visto che, come detto in precedenza, le quotazioni sono distanti dal coprire i costi di produzione. Consentitemi a questo punto una breve parentesi. A mio avviso, infatti, è di estrema importanza attivare anche un piano di revisione e conversione industriale nella produzione del mais che possa permettere al nostro Paese di anticipare i tempi ed adeguarsi così a quello che è e sarà l'impegno mondiale contro l'uso della plastica.

Oltre alla volatilità del prezzo appena analizzata, il comparto cerealicolo, anche in relazione alla sua estrema complessità, mostra altre criticità strutturali che debbono essere eliminate al più presto e, per questo motivo, le mozioni in esame oggi hanno una rilevante importanza per il futuro dell'intero settore. Riteniamo che, anche in relazione a ciò che ho espresso in precedenza, il Governo debba impegnarsi in tempi brevi a rimuovere le criticità relative alle dinamiche internazionali di mercato, in modo tale da permettere all'intero comparto di recuperare competitività nei confronti della concorrenza cerealicola internazionale, obiettivo necessario per mantenersi in equilibrio nell'ambito del sistema economico di integrazione dei mercati. In linea con quanto detto si può dimostrare certamente utile l'introduzione di misure che prevedano una defiscalizzazione per le imprese del settore volta a ristabilire quella redditività minima che possa consentire loro di continuare a svolgere il proprio lavoro, con particolare attenzione ai territori maggiormente marginalizzati del nostro Paese, cioè le aree rurali e montane dove le imprese agricole continuano a soffrire in relazione alle condizioni particolari del territorio in cui operano. Allo stesso modo crediamo giusto che venga reso operativo il piano cerealicolo nazionale magari anche tramite opportune e sistematiche modifiche che permettono a quest'ultimo di stare al passo con i tempi. Non va parallelamente sottovalutata neanche la problematica riferita all'inadeguatezza del sistema produttivo italiano la quale potrebbe e dovrebbe essere risolta tramite un sostegno costante e duraturo alla ricerca scientifica, introducendo agrotecniche più efficienti e creando varietà innovative e di elevata qualità e, quindi, anche maggiormente competitive sul mercato internazionale. Il futuro del comparto cerealicolo dipende dal nostro sostegno, dal sostegno delle istituzioni e per questo le mozioni che votiamo oggi sono di fondamentale importanza. Le criticità del settore sovraesposte vanno affrontate ed eliminate nel più breve tempo possibile poiché le imprese del settore hanno bisogno di un aiuto concreto per poter andare avanti nel proprio lavoro che ha fatto conoscere la qualità delle nostre produzioni in tutto il mondo, un lavoro che è l'esempio dell'eccellenza del made in Italy, un lavoro che il nostro partito ha sempre difeso e tutelato insieme a tutte le altre eccellenze italiane. Io ed i miei colleghi siamo dunque favorevoli alle mozioni in esame oggi; siamo favorevoli in coerenza con quello che sosteniamo da anni, cioè la tutela della qualità delle produzioni del nostro territorio che fanno del made in Italy uno dei marchi più rispettati e conosciuti al mondo; la defiscalizzazione delle imprese dei settori in difficoltà ed il sostegno al settore agroalimentare italiano. Per tutto ciò precedentemente esposto, annuncio il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Spena. Ne ha facoltà.

MARIA SPENA (FI). Grazie, Presidente. Dunque vorrei iniziare da qualche slogan che ha caratterizzato il lancio di alcuni marchi di pasta: la nostra pasta fatta con il grano cento per cento italiano. Uno di questi riporta: solo i migliori grani italiani, perché la qualità comincia dal grano. Per poi passare ancora ad un altro che intitola: solo grano italiano. Si è voluto puntare tutto sulla qualità: la qualità della pasta dipende direttamente dal grano che usiamo, dalla sua origine; è per questo che i pastai italiani hanno investito molto sulla ricerca per trovare i semi italiani migliori e con un alto contenuto proteico per creare una pasta di qualità. Da qui gli accordi di filiera con gli agricoltori della Sicilia, della Puglia, del Molise, delle Marche, del Lazio, dell'Emilia che hanno visto, grazie a questi accordi di filiera, quintuplicare i volumi di grano duro acquistati ed è proprio grazie a questi accordi di coltivazione che si riuscirà ad aumentare finalmente la produzione di grano duro italiano di qualità e si potranno remunerare adeguatamente gli agricoltori che potranno così programmare al meglio il proprio lavoro.

La pasta è il piatto più apprezzato al mondo e il simbolo della nostra cultura, orgoglio nazionale: pasta significa tradizione, anche tradizioni familiari, simbolo della nostra cucina italiana da sempre. È un prodotto buono e soprattutto è accessibile a tutti. Ma dietro le quinte della pasta italiana, oltre ai micro-pastifici che puntano sull'artigianalità e a quei grandi industriali che puntano più sull'innovazione, c'è tanto altro. Siamo i primi produttori in Europa, con un primato del 45 per cento di grano duro, con oltre 200 mila imprese agricole coinvolte e produciamo l'11 per cento dell'intero prodotto globale, con 4,2 milioni di tonnellate. Ma non sempre e non tutti gli anni il grano italiano raggiunge gli standard di qualità per produrre buona pasta. In particolare, una parte del grano duro italiano difetta del contenuto proteico minimo necessario per ottenere una semola di qualità. Oggi quindi, se il 60-70 per cento di grano italiano è pastificabile, la restante percentuale noi la dovremmo importare. Quindi, la importeremmo da molti Paesi come, ad esempio, il Canada, la Francia, il Kazakistan ed anche la Grecia. Se è vero il primato della produzione in Europa, molti dei nostri agricoltori però sono schiacciati dall'andamento dei prezzi della materia prima tanto che non considerano più conveniente investire nella semina del grano duro. Secondo Coldiretti, infatti, negli ultimi dieci anni è scomparso un campo di grano su cinque, con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati, con effetti dirompenti per l'economia, per l'indotto e per l'ambiente. Oltre che per il consumo della pasta, noi siamo anche primi produttori del mondo e nell'export di pasta, ma anche questo primato potrebbe essere a rischio. Non sottovalutiamo la concorrenza internazionale: Paesi come la Turchia e l'Egitto, che chiaramente hanno un prodotto di qualità inferiore, stanno erodendo quote di mercato alla pasta italiana. Non dimentichiamo anche la produzione negli Stati Uniti e in Brasile. È in costante calo anche l'impiego delle sementi certificate: è diminuito del 12 per cento e, quindi, ciò comporta chiaramente un abbassamento del livello qualitativo delle nostre produzioni.

Ma tanti sono anche gli aspetti favorevoli: il crescente gruppo, come dicevo prima, dei contratti di filiera; inoltre l'entrata in vigore dell'obbligo di indicare sull'etichetta dei pacchi di pasta l'origine della materia prima. Infatti, si è assistito ad un proliferare di marchi e linee che garantiscono l'origine italiana al 100 per cento del grano impiegato. Oggi il consumatore è in grado di influenzare la grande distribuzione poiché le sue scelte impongono di trasformare le scelte anche degli agricoltori. Secondo Coldiretti, infatti, è cresciuto di conseguenza del 20 per cento il valore del grano duro in Italia. La ricerca italiana oltretutto è sempre stata un'eccellenza soprattutto per i miglioramenti genetici. Il recente annuncio del completamento del genoma del grano duro, in cui i capofila sono stati il CREA, il CNR e l'Università di Bologna, l'Università di Salerno, avrà effetti importanti per tutto quanto il settore soprattutto per l'industria sementiera. Quanto all'ammodernamento dei centri di stoccaggio, nelle regioni dove i livelli produttivi sono stati mantenuti gli imprenditori hanno innovato con nuove metodologie di stoccaggio in silos metallici di nuova concezione.

Va sfatato il mito della superiorità del grano estero per la pasta di qualità: i produttori nazionali, i produttori italiani sono in grado di realizzare semole con contenuto proteico anche superiore al 14 per cento. La scelta del grano duro coltivato sul nostro territorio è una garanzia per la salute di tutti quanti noi, perché in Italia è vietato – e questo lo voglio sottolineare - l'utilizzo del glifosato sul grano in preraccolta, a differenza invece di quanto accade per quello estero, soprattutto quello proveniente dal Canada, dove ne viene fatto chiaramente un uso intensivo per accelerarne la maturazione.

Noi, quindi, con questa mozione, Presidente, andiamo a rinforzare ancora di più l'attività del Governo in merito soprattutto agli incentivi della filiera del grano duro. Ed è per questo che abbiamo chiesto di incentivare la disponibilità di grano duro nazionale di qualità e prodotto in modo sostenibile, e quindi di incentivare gli accordi di filiera; di prevedere specifiche misure per il miglioramento, la modernizzazione e la concentrazione dei centri di stoccaggio; di stimolare e sostenere la ricerca nazionale, affinché chiaramente possa diventare un'eccellenza a livello internazionale; di promuovere e difendere, sia a livello nazionale che internazionale, la nostra pasta, che è simbolo dell'Italia in tutto il mondo; di costituire in tempi rapidi la commissione CUN, al fine di consentire ai produttori di collocare il proprio prodotto ad un prezzo congruo. Quindi, per tutti questi motivi, Presidente, a nome del gruppo di Forza Italia, esprimiamo il parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Incerti. Ne ha facoltà.

ANTONELLA INCERTI (PD). Grazie, signora Presidente. Colleghi, sottosegretario Manzato, credo sia importante oggi che ci sia in Aula questa mozione, anziché nelle ristrette Commissioni di merito, perché oggi ci occupiamo, come hanno ricordato anche i colleghi che mi hanno preceduto, di un settore fortemente complesso, ma anche strategico per il nostro Paese; per molte ragioni che venivano ricordate, ma che anch'io voglio ricordare. Intanto, per come è articolata la filiera, per la primaria importanza nell'alimentazione, perché è matrice originaria del nostro made in Italy più tipico: venivano ricordate la pasta, ma – perché no? –, la pizza; comunque per il ruolo fondamentale che hanno le farine nella nostra alimentazione e nella panificazione. Importante per il ruolo che l'industria molitoria ha e per l'artigianato; per il peso e per la valenza dei cereali nel comparto dei mangimi, nella filiera zootecnica: io ricordo che da questa derivano molti nostri prodotti tipici, formaggi, prosciutto, salumi. E, infine, anche per il ruolo agronomico e paesaggistico.

Un sistema, quindi, molto complesso, fortemente diversificato. Giustamente veniva ricordato che noi siamo il primo produttore di grano duro al mondo, siamo leader mondiali nella pasta. Stiamo stabilmente, seppure con variazioni fra i 4 e 5 milioni di tonnellate/anno, contendendoci il primato con il Canada; il 65 per cento della produzione sta nel Sud del Paese: è quindi un contributo fondamentale, economico e sociale, anche per molte vaste aree rurali del nostro Paese. Tuttavia, è esposto costantemente a dinamiche di mercato e crescente instabilità dei prezzi e di incidenza sull'intera filiera, per molte ragioni, che vengono ricordate nella nostra mozione: l'andamento climatico, il prezzo del petrolio, i tassi di cambio, le guerre commerciali tra le grandi potenze; e nel caso del cerealicolo in particolare, noi non siamo in grado di garantire un'equa ripartizione del valore generale, con compressione ovviamente della redditività per l'anello più debole, i nostri agricoltori.

Quindi, una filiera complessa, in cui è decisivo poter gestire il post raccolta, soddisfare la domanda, spuntare un prezzo soddisfacente per gli agricoltori.

Per questo, con questa mozione noi segniamo anche la necessità di riprendere e rafforzare un percorso, peraltro iniziato nella XVII legislatura. I nostri Governi di centrosinistra hanno affrontato una fase di crisi notevolissima per l'intera filiera: erano crollati i prezzi, vi era perdita di valore delle materie prime; hanno fatto ciò mettendo a punto un piano, organico, di tutela della produzione, in cui vi sono le basi per affrontare in modo sistematico le questioni attinenti al ribasso del prezzo del grano, con impegni molto precisi, come arginare strutturalmente le speculazioni del prezzo del grano, assicurare sostegno agli agricoltori. Gli obiettivi di allora sono, a maggior ragione, quelli di oggi, e indicati da questa mozione: sostenere l'aggregazione e l'organizzazione economica dei produttori sull'intera filiera produttiva; dare valore, come si è ricordato, ai contratti di filiere; migliorare la qualità del grano e l'uso di sementi certificate; implementare con il Fondo che era stato destinato, al fine di puntare in modo più decisivo sulla certificazione e l'etichettatura finale dei prodotti di filiera come elemento di unicità in Europa.

Chiediamo quindi al Governo un impegno preciso e urgente, aggiornando il Piano cerealicolo nazionale per tutelare maggiormente gli agricoltori, valorizzando il grano di origine italiana; i contratti di filiera per garantire una continuità della materia prima, che spesso non è disponibile, certificandone la qualità, sostenendo quelle aziende che si affiancano e consolidandone il rilancio, sostenendo la ricerca per sviluppare tecniche agronomiche a basso impatto e riducendo gli input chimici. Veniva giustappunto ricordata la campagna che è stata avviata nel 2018 contro il grano canadese al glifosato, che ha ridotto del 50 per cento l'importazione da questo Paese. Quindi è molto utile sostenere l'aumento di competitività, come veniva ricordato, anche di quelle aziende agricole di alta collina o di montagna, che stanno valorizzando e recuperando varietà di grano duro antico, e vanno da questo punto di vista sostenute, sviluppando anche strategie di aggregazione di tali aziende, e creando quindi maggiore sinergia nell'ambito di tutta la filiera. Occorre favorire quindi sempre di più il grano di qualità e la produzione nazionale, anche in accordo, in modo particolare, con quelle regioni produttrici nei piani di sviluppo rurale, e sostenendo anche la cooperazione ed innovazione della filiera. Da ultimo, non meno importante, occorre rafforzare i controlli per contrastare l'arrivo da Paesi terzi di grano di bassa qualità, che pure arriva; è bene, se accoppiati, in modo particolare, ad una vera strategia di export. Ed infine, essere presenti nei tavoli europei affinché vi siano norme comuni che rendono obbligatoria l'indicazione d'origine del frumento sulla confezione delle paste, in modo particolare per contrastare in modo decisivo il dumping e qualsiasi forma di concorrenza sleale tra i vari Stati, a cui pure stiamo assistendo.

Per queste ragioni noi annunciamo il voto favorevole sulle altre mozioni del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lolini. Ne ha facoltà.

MARIO LOLINI (LEGA). Presidente, sottosegretario, onorevoli colleghi, finalmente oggi arriva in quest'Aula, dopo le dichiarazioni da parte di alcuni colleghi che facevamo solo chiacchiere, una mozione per il mondo agricolo, per il mio mondo agricolo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier); arriva una mozione, diverse mozioni a tutela della nostra agricoltura, a tutela di un settore, quello cerealicolo, che è in gravissima situazione di crisi. Una crisi enorme, una crisi che sta danneggiando aziende agricole, operatori del settore e certamente non possiamo permettercelo. Non possiamo permettercelo perché l'agricoltura rappresenta, oltre che la bellezza del nostro paesaggio, la vera pietra miliare per quanto riguarda la nostra economia: una pietra miliare vera, una pietra miliare che dà da mangiare e sostiene numerose aziende e tanti e tanti addetti.

Vi saranno certamente - ma sicuramente il Governo avrà da fare per quanto riguarda questo compito - tanti temi da dover sviluppare, cosa che non è stata fatta negli anni precedenti; non è stato affrontato dovutamente il problema per quanto riguardava anche la salubrità dei nostri prodotti e di quello che mangiamo, soprattutto quello che mangiamo e che diamo da mangiare ai nostri figli (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Oggi dobbiamo pensare a dargli da mangiare dei prodotti salubri, dei prodotti esenti da quelle che sono le contaminazioni che avvengono in altre agricolture e mi riferisco - prima è stato accennato - al grano canadese. Ebbene, da noi, grazie al nostro grandissimo e bel clima e alla nostra Italia, il grano si essicca naturalmente, si essicca in campo e, quindi, non c'è bisogno di usare il glifosato e non c'è bisogno, quindi, di mettere nuove molecole per quanto riguarda la produzione del nostro sistema alimentare.

Gli impegni da parte del Ministero certamente sono innumerevoli. Si sta arrivando a decidere su quelle che saranno le emergenze nel comparto agricolo nazionale e mi riferisco essenzialmente al Tavolo grano-pasta e mi riferisco a quelle che sono state le dichiarazioni dell'onorevole sottosegretario Manzato alla Commissione agricoltura del Senato che voglio leggere perché è importante che l'Aula sappia quello che il sottosegretario, insieme al Ministro Centinaio, ha detto. Precisa che il Tavolo - quindi, il Tavolo grano-pasta - si è appena insediato e che la sua attività deve ancora entrare a regime. L'obiettivo dell'iniziativa è quello di affrontare un problema di carattere generale che riguarda non solo il grano e altri seminativi ma tutti i prodotti agricoli italiani qualificabili come commodities, che spuntano prezzi troppo bassi sul mercato interno e internazionale. Per questi prodotti però l'Italia non può competere con altri Paesi sul fronte della quantità ma deve necessariamente puntare sulla qualità, che è molto alta e va valorizzata. Per fare questo - come già ha preannunciato il sottosegretario in altra occasione e il Ministro Centinaio - il Governo intende contribuire a ridisegnare tutte le filiere produttive in modo da trasformare tutti i prodotti da commodities a specialties. Ciò comporta, anzitutto, rivedere i meccanismi di funzionamento dei PSR ma anche mediante una contrattualistica che leghi tutti gli attori della filiera della produzione, a partire dalla distribuzione, e consenta a ciascuno di ottenere prezzi univoci e finalmente remunerativi. Si tratta di un modello sperimentato con successo già da altri Paesi dell'Unione europea. Tutto il sistema agroalimentare italiano deve andare, quindi, in tale direzione, investendo sempre di più sui prodotti di qualità che non devono essere solo i marchi di eccellenza con le produzioni IGP, DOP e DOC ma anche i prodotti di base. In tal modo sarà possibile assicurare prezzi remunerativi anche ai piccoli produttori e soddisfare la domanda del mercato per i prodotti di qualità, che è molto alta in Italia e all'estero.

E, quindi, ben venga la Commissione unitaria, ben venga, quindi, anche il superamento delle attuali quotazioni di mercato per quanto riguarda i prezzi delle materie prime e mi auguro, dunque, che il Governo - e auguro, quindi, al Governo - possa svolgere, con l'appoggio di tutto il Parlamento, su tutte le mozioni che stiamo discutendo, un buon lavoro. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cillis. Ne ha facoltà.

LUCIANO CILLIS (M5S). Presidente, colleghe e colleghi, sottosegretario Manzato, oggi chiediamo al Governo di dare un deciso segnale di svolta a tutto il mondo agricolo e agroalimentare italiano, partendo dal settore cerealicolo e, in particolare, da quello del frumento duro. Parliamo di un settore che produce un'eccellenza agroalimentare tutta italiana, la pasta, simbolo non solo della dieta mediterranea ma, più in generale, della cultura e delle tradizioni del nostro Paese.

Con la mozione che stiamo per votare chiediamo al Governo un cambio di paradigma, chiediamo al Governo di porsi al fianco dell'intera filiera cerealicola e di dare finalmente e realmente un aiuto al sistema. Lo dobbiamo ai tanti operatori del settore che con passione e nonostante le enormi difficoltà continuano a tenere alto il nome del nostro Paese nel mondo. Poter contare su uno Stato presente e su strumenti efficaci per queste aziende è vitale ed è l'unico modo attraverso cui si riesce ad avere un riequilibrio tra i vari anelli della filiera.

L'Italia produce circa l'11 per cento dell'intera produzione globale di granella, con 4,2 milioni di tonnellate su un totale di 38 milioni circa stimato al 2018 e detiene il primato anche in Europa con il 45 per cento della produzione. Nonostante la notevole incidenza della produzione nazionale su quella europea, il fabbisogno dell'industria di trasformazione, che ammonta a circa 6 milioni di tonnellate, viene soddisfatto dall'importazione di materia prima sia comunitaria sia extracomunitaria, che varia tra 1,5 e 2,5 milioni di tonnellate. L'Italia è dunque leader in Europa per produzione di grano ed esportazione ma, purtroppo, non è autosufficiente.

Come tutti i settori merceologici, poi, il successo commerciale attira l'attenzione di nuovi competitor come avviene, ad esempio, per la Turchia, che sta costruendo una filiera interna di produzione ed esportazione della pasta per entrare e farsi spazio in un mercato molto, molto ghiotto. Si replica così la stessa dinamica in virtù della quale le produzioni ortofrutticola e olearia italiana, che si sono visti infliggere pesanti colpi, hanno visto un vantaggio competitivo da parte della penisola iberica e dei Paesi magrebini. Dobbiamo, dunque, agire subito per non perdere il primato anche nel settore del grano e per farlo è assolutamente indispensabile che le aziende cerealicole siano in grado di offrire una materia prima e un prodotto trasformato di qualità elevata. Dobbiamo mettere insieme caratteristiche originali e prestazioni superiori rispetto ai concorrenti, contenendo i costi di produzione e, al tempo stesso, minimizzando l'impatto del sistema produttivo sulla salute e sull'ambiente di coltivazione. Dobbiamo anche fare i conti, poi, con alcuni grandi player esteri che si sono organizzati per aggredire il comparto primario e rendere questo cereale non più soltanto un bene alimentare ma, addirittura, una commodity contrattata sui mercati internazionali al pari del petrolio. Mi riferisco, in particolare, al caso del Canada. Questa nazione si è accaparrata il 50 per cento del mercato mondiale di grano duro diventando il primo produttore e il maggiore esportatore al mondo, trasformando quelli che sembravano insormontabili impedimenti geografici e ambientali - e mi riferisco alle temperature rigide e alle enormi superfici da coltivare e da mettere in comunicazione - in punti di forza. Hanno sviluppato un ciclo di produzione primaverile-estivo e un network logistico-infrastrutturale fatto di siti di stoccaggio primari al cui interno vengono conservate, controllate, miscelate e classificate le partite di grano che poi raggiungono i più importanti porti del Paese per ridurre i costi di trasporto e concentrare l'offerta. In parallelo, il sistema di ricerca canadese ha attuato un efficace programma di miglioramento genetico finalizzato alle differenti esigenze che i clienti hanno in linea e mi riferisco alle tecnologie di pastificazione.

In Italia per contro anche se la gran parte della produzione media nazionale ha un contenuto proteico capace di soddisfare ampiamente le esigenze qualitative dell'industria di trasformazione, purtroppo è poco o per nulla diffusa la pratica dello stoccaggio differenziato per classi qualitative né esiste un sistema centralizzato di concentrazione e organizzazione dello stoccaggio e dell'offerta in classi qualitative ben riconoscibili, come invece fa il Canada. Non distinguere per qualità per il nostro Paese significa deprezzare l'intera produzione nazionale. Per uscire da questa condizione e perfezionare le rese qualitative e quantitative del frumento duro l'Italia dispone grazie al CREA, una delle nostre eccellenze scientifiche, del più grande strumento che la ricerca genetica abbia mai messo in campo: il sequenziamento del genoma del frumento duro. Ma in che maniera, mi chiedo, possiamo mettere a frutto questo inestimabile tesoro? Lo si può fare riportando il settore della ricerca e dello sviluppo al posto che merita, salvaguardando le professionalità delle aziende sementiere italiane e degli agricoltori che si occupano anche della produzione e propagazione dei semi selezionati e certificati; lo si può fare sfruttando al massimo i sistemi di trasferimento delle innovazioni in agricoltura, come la piattaforma Agri Transfer, che consente di accedere ai dati tecnologici delle produzioni e di metterli in rete direttamente con i più grandi player della divulgazione agro scientifica e dell'approfondimento dell'informazione; lo si può fare rimettendo al centro, a fare da cerniera di approfondimento e sviluppo delle conoscenze, le facoltà di agraria capillarmente diffuse su tutto il territorio nazionale e con il contributo della rete di professionisti agronomi ed agrotecnici che operano fianco a fianco con i nostri agricoltori.

Investire in ricerca scientifica significa mirare a potenziare le prestazioni agro ambientali, a rendere più efficace la filiera e più performante il prodotto, in linea con le stringenti regole europee e con le esigenze dei consumatori, significa il rispetto delle pratiche di rotazioni colturali per ottimizzare naturalmente le prestazioni dei terreni, la ricerca di pratiche colturali in grado di minimizzare l'impatto sull'ambiente, la ricerca genetica di varietà che possano puntare a un uso più efficiente dell'acqua e degli alimenti nutritivi esogeni, di varietà che presentino resistenza alla ruggine, alla septaria, all'oidio, alla fusariosi della spiga; questa è la frontiera verso cui si deve spingere la ricerca.

Uno dei fattori capitali che ci aiuta in questo sforzo e che avvantaggia il frumento nazionale ed in particolare quello del meridione d'Italia è proprio la posizione geografica che, a prescindere dalle varietà colturali e dalle annate prese in considerazione, presenta un'elevata qualità igienica del frumento, la produzione è così caratterizzata dalla completa assenza di micotossine, per la capacità di maturare naturalmente sotto i raggi del sole del Sud, senza l'ausilio di agenti chimici esogeni, come il famigerato glifosate, utilizzato nella tecnica conosciuta come preharvest, necessaria alle latitudini canadesi per seccare e trebbiare il frumento più velocemente, scongiurando il pericolo che l'inizio della stagione fredda pregiudichi il raccolto.

Di significativa importanza rimane, inoltre, il ruolo che il Governo può e deve ricoprire nel favorire la formazione di filiere trasparenti ed efficaci. Troppo spesso, la frammentazione delle aziende agricole e le loro dimensioni medio-piccole ne riducono notevolmente il potere d'acquisto e di contrattazione. Quasi con certezza matematica queste imprese agricole vengono messe nell'angolo dal mercato, rendendo vani tutti gli sforzi che possano mettere in campo per migliorare la propria remunerazione. I singoli produttori, inoltre, non hanno alcuna possibilità di discutere, valutare e proporre al complesso dell'industria agroalimentare criteri qualitativi oggettivi ed inoppugnabili che possano poi trasformarsi in un risultato economico soddisfacente, creando sistemi di filiera trasparenti e forti. Senza l'accompagnamento, Presidente, e il coordinamento dello Stato con azioni strutturali questo prezioso ecosistema non sarà mai tale.

A tal proposito sarà importante concludere in tempi brevi i tavoli per la formazione della CUN del grano, la Commissione unica nazionale, impegno che il Governo sta portando tenacemente avanti sin dalla nascita dell'Esecutivo. Colgo questa occasione per complimentarmi con i colleghi del MoVimento 5 Stelle in Commissione agricoltura, in particolare con il collega L'Abbate, che nella scorsa legislatura hanno avuto la lungimiranza di avanzare questa proposta. Sarà fondamentale, infine, un forte impegno nelle attività di controllo e supervisione sui prodotti extra UE, analogamente a quanto accaduto con il riso, per avere il massimo della trasparenza, tutelando al tempo stesso l'agroalimentare italiano e la sicurezza del consumatore.

La strada da seguire è chiara e condivisa, come conferma la mozione che abbiamo esaminato. La concretezza dimostrata dal Ministero dell'agricoltura e da questo Governo anche in altri provvedimenti riguardanti le tematiche dell'agroalimentare fa ben sperare che il traguardo sia raggiunto in tempi brevi. Lo dobbiamo alle migliaia di aziende che fanno del grano e della pasta italiani la punta di diamante del nostro made in Italy. Con questo auspicio e con questa consapevolezza dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Presidente, io concordo in pieno con tutte le relazioni che ho sentito, e le dichiarazioni di voto. Volevo solo intervenire brevemente, per questi due minuti, per rimarcare l'importanza, come l'onorevole Lolini, ma anche il sottosegretario e la collega Spena hanno introdotto, della trasformazione della filiera. Noi finalmente riusciremo, se il Governo, ma anche le Commissioni parlamentari riusciranno a fare questo importante passaggio, a non dare degli interventi finanziari a pioggia, ma a intervenire direttamente nell'azienda.

Allora, la preghiera che faccio al sottosegretario, ma al Governo intero è che se interveniamo direttamente nell'azienda agricola dobbiamo, in qualche maniera, incentivare l'imprenditore agricolo a fare delle azioni di miglioramento; le azioni di miglioramento, caro sottosegretario, devono essere anche sostenute da una grande ricerca. Le porto solo un esempio, affinché l'intera Aula lo capisca: i cereali soffro terribilmente di aflatossine, di micotossine; molto prodotto europeo e mondiale arriva in Italia con una quantità di micotossine elevatissima, e sono cancerogene. Ecco, noi dobbiamo, in qualche maniera, come prima cosa, aiutare l'imprenditore e la filiera a raccogliere quel seme in un momento opportuno e a stoccare quel seme in stoccaggi opportuni che non creino micotossine; seconda cosa, le chiedo, l'ho già chiesto, qui, in quest'Aula, di potenziare le analisi doganali, sta entrando di tutto, ancora adesso sta entrando di tutto: micotossine, glifosato (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). È vero che è stata ridotta l'importazione del seme del 50 per cento dal Canada, ma guardate, ragazzi, che sta entrando tanto prodotto ancora pieno di diserbanti, e ci fanno male! La battaglia deve essere trasversale per tutti; questi controlli doganali, caro sottosegretario, devono essere fatti, devono essere potenziati i tecnici che analizzano questi prodotti alimentari; ne va della nostra salute (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cillis, Viviani ed altri n. 1-00213 (Nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4) (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Spena ed altri n. 1-00218, per quanto non assorbita dalla votazione precedente, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5) (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Incerti ed altri n. 1-00219, per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6) (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00221, come riformulata su richiesta del Governo e per le parti non assorbite dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Sull'ordine dei lavori.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio Presidente. Dunque, alle 16,20 noi abbiamo concluso il programma della giornata. Però sarebbe utile per i colleghi, signora Presidente, avere nozione di quello che succede domani, in questa settimana così pesante di votazioni.

Veda, il Presidente della Commissione bilancio, onorevole Claudio Borghi, ci ha impartito una dotta lezione sul fatto che l'assenza di una relazione tecnica su due provvedimenti che avevamo all'ordine dei lavori non dipenda dalla sua volontà. Pur tuttavia sarebbe utile, per il giudizio dei colleghi parlamentari e anche suo e della Presidenza, sapere che, per esempio, uno dei provvedimenti dei quali manca la relazione tecnica era stato incardinato nella discussione di Commissione nel febbraio di quest'anno. Non pretendiamo di dare un giudizio sul fatto che da febbraio a luglio non sia stata ancora formulata una relazione tecnica o che le Commissioni di riferimento, certo non presiedute da membri dell'opposizione, non l'abbiano richiesta, ma noi vorremmo capire dalla Presidenza, per poter informare di conseguenza i nostri colleghi, se le suddette relazioni tecniche di due dei provvedimenti che avevamo oggi all'ordine dei lavori e che non possiamo iniziare a votare, saranno presenti nella mattinata di domani. Altrimenti, richiediamo la convocazione urgente della Conferenza dei capigruppo per capire quale sarà il lavoro dei deputati della Repubblica questa settimana. Noi lo vorremmo, però, sapere entro questa sera (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché i parlamentari della Repubblica sono pagati dai cittadini italiani per lavorare, non per girare intorno a Montecitorio.

Quindi, o la Presidenza della Camera - non lei ovviamente, la Presidenza in senso esteso - è in grado di informarci sul fatto che sia convocata questa sera la Commissione bilancio, che la Ragioneria dello Stato stia inviando la relazione tecnica, che sia convocata domattina oppure chiediamo la convocazione della Conferenza dei capigruppo per riformulare l'ordine dei lavori, perché non è pensabile di non avere nessuna informazione sui lavori che si svolgono da qui a giovedì pomeriggio, alle 18, orario di termine dei lavori previsti per questa settimana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

SIMONE BALDELLI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, io credo che la cura migliore contro certe cialtronate e certi modi di fare sia quella omeopatica, nel senso che, per fortuna, certe forze politiche che nella scorsa legislatura, in condizioni analoghe a quella di oggi, avrebbero preso la parola o prendevano la parola per lamentarsi del Parlamento dei fannulloni, che si lavorava poco, che il Governo doveva prendersi le sue responsabilità, che era colpa del Governo che non si lavorava, oggi sono quelle stesse forze che sono al Governo e grazie alle quali, in una seduta come quella di oggi, dalle 14 alle 16,30 si esaurisce l'ordine del giorno.

Ecco, io mi auguro che questa cura omeopatica, che in questo momento vede la Lega ma soprattutto il MoVimento 5 Stelle al Governo e che impedisce ai colleghi del MoVimento 5 Stelle di pronunciare le stesse cialtronate con cui ci hanno riempito la testa per cinque anni, perché oggi sono loro i responsabili di quello che succede, ecco, io penso che questa sia la cura migliore per far aprire gli occhi in primis a chi siede in questo Parlamento, in secundis a chi segue i lavori da fuori, su che cosa significa essere incapaci di rappresentare una forza di Governo.

Questo è il clima e il timing dei lavori parlamentari che questa maggioranza e che questo Governo riesce a garantire in quest'Aula.

Per quanto ci riguarda, almeno chi dovrà tornare in Commissione ci tornerà, ma ricordatevi quello che avevate il coraggio di dire la scorsa legislatura di fronte a situazioni del genere; e se ce l'aveste, un minimo di vergogna, oggi sarebbe questo il momento di chiedere scusa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Naturalmente, riferirò al Presidente della Camera e la Presidenza ha sollecitato il Governo riguardo ai relativi pareri; comunque, darò lettura naturalmente dell'ordine del giorno immediatamente dopo gli interventi di fine seduta.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. A questo punto darei spazio, quindi, agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Signora Presidente, passo i fine settimana a visitare case di riposo per non autosufficienti.

Il costo dei ricoveri degli inabili non autosufficienti deve essere tutto a carico dello Stato.

Viva i pensionati, pensionati all'attacco!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie, Presidente. Venerdì scorso, la sindaco pro tempore di Roma - con un proclama entusiasta ovviamente attraverso post su Facebook con tanto di foto con sorrisetto beffardo in modalità Joker, che ricorda più i toni di potenziali guerre puniche 2.0 che una corretta comunicazione istituzionale - annunciava trionfalmente: “I camion di AMA sono già in viaggio per gli impianti regionali di smaltimento dei rifiuti di Civitavecchia, Viterbo, Colleferro, Pomezia, Roccasecca, Frosinone.”

Sembrano espressioni di Tito Livio o di un Sallustio in versione moderna o, per venire allo scorso millennio, filmati esultanti dell'Istituto Luce: la sindaco battagliera, scaricando le colpe sulla regione inerte, si pone, audace condottiera, alla testa di una improbabile guerra della “monnezza” alla conquista delle colonie dell'impero.

C'è da ridere o c'è da piangere?

Sappia, la sindaco metropolitana - a proposito: sempre più urgente rivedere le norme sulle elefantiache, inutili ed inefficienti città metropolitane - che i territori della provincia sono indignati per questo trattamento e si stanno mobilitando per evitare che sui comuni ricadano le conseguenze di una gestione approssimativa e superficiale della vicenda rifiuti, che vede nella regione Lazio una coprotagonista altrettanto latitante ed inadeguata.

Sabato saremo in piazza a Civitavecchia con i sindaci del territorio, per dire “no” a questo orrendo disegno, goffamente neocoloniale, che tra l'altro è in antitesi con tutte le linee-guida europee sulla sostenibilità ambientale; un “no” deciso a nuove servitù su un territorio che in questi termini ha già dato tanto, troppo.

È una battaglia di buonsenso e il territorio la porterà avanti a testa alta e con la schiena dritta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gerardi. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GERARDI (LEGA). Grazie, Presidente. Torno ad intervenire in quest'Aula dopo poco più di una settimana per riportare l'attenzione su quello che sta succedendo in provincia di Frosinone.

Da qualche giorno, si è riaperta l'emergenza rifiuti qui a Roma, come avviene ogni anno ormai, soprattutto nel periodo estivo, quando comunque la capitale ospita molti più turisti, e giustamente il Presidente della regione Lazio, Zingaretti, ha provveduto ad emanare una nota nella quale, di nuovo, le province della regione e soprattutto la provincia di Frosinone, ancora una volta, verranno messe sotto stress e verranno trasformate e caricate di immondizia che arriva dalla capitale.

I rifiuti verranno conferiti - e sono già arrivati i primi sei camion, ieri mattina - nello stabilimento Saf di Colfelice, uno stabilimento che è stato già sotto gli occhi della magistratura anche perché è sottoposto a dei procedimenti per chiuderlo perché comunque ormai gli invasi sono arrivati al limite della capienza.

Quindi, i rifiuti, da Roma, per la maggior parte, verranno scaricati nello stabilimento di Colfelice e chi vive in quella zona ormai è tornato a fare i conti e soprattutto a passare un'estate, quindi anche con le temperature calde, con le finestre chiuse e i condizionatori spenti, perché altrimenti le abitazioni verrebbero invase dagli odori nauseabondi che sprigionano e che vengono trasportati con l'aria.

La cosa peggiore, Presidente, è che sul nostro territorio vivono dei rappresentanti della regione Lazio, quindi della giunta Zingaretti; addirittura, vive l'attuale Presidente del consiglio regionale, che nella precedente legislatura è stato assessore all'ambiente e, insieme al Presidente Zingaretti, non sono stati in grado di mettere in atto un piano di rifiuti. Quindi, ne va a sottolineare l'incapacità di entrambi di risolvere il problema dei rifiuti e, quindi, a ricorrere a questi mezzi di emergenza per liberare una città come Roma dai rifiuti.

PRESIDENTE. Deve concludere.

FRANCESCA GERARDI (LEGA). Mi auguro e chiedo, per il suo tramite, Presidente, un intervento serio da parte del Ministro Costa, anche perché le chiacchiere se le porta il vento, la puzza no (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Penna. Ne ha facoltà.

LEONARDO SALVATORE PENNA (M5S). Grazie, Presidente. Quarantuno anni fa, il 9 luglio 1978 iniziava il mandato di uno dei più grandi Presidenti che la nostra Repubblica abbia mai conosciuto, Sandro Pertini (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico). Antifascista e perciò imprigionato, partigiano nella Resistenza, figura di riferimento del movimento operaio, riuscì, con la sua forte personalità, la sua empatia, ad annullare la distanza tra il Palazzo e i cittadini, trasformando un'istituzione nata come prolungamento dell'istituto monarchico in democratica, aprendo il Palazzo del Quirinale ai cittadini, soprattutto ai giovani, e divenendo il modello non solo per i suoi successori, ma per molti che da allora si impegnano nelle istituzioni.

In questo anniversario mi piace ricordare Pertini con le sue stesse celebri parole ancora attualissime. Nel corso di uno dei consueti incontri al Quirinale con i giovani, Pertini ammonì: “Oggi la nuova Resistenza in cosa consiste? Ecco, l'appello ai giovani: di difendere queste posizioni che noi abbiamo conquistato; di difendere la Repubblica e la democrazia. Oggi, ci vogliono due qualità: l'onestà e il coraggio. L'onestà (…). E, quindi, l'appello che faccio ai giovani è questo: di cercare di essere onesti, prima di tutto. La politica deve essere fatta con le mani pulite. Se c'è qualche scandalo, se c'è qualcuno che dà scandalo, se c'è qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi sporchi interessi, deve essere denunciato”.

In queste parole sta la sintesi della vita di un uomo che ha segnato e segnerà per tanti anni a venire le istituzioni e che è fonte di ispirazione ancora oggi di quanti ritengono il loro percorso dentro le istituzioni come una missione al servizio dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cassese. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO CASSESE (M5S). Presidente, voglio porre qui l'attenzione su quanto accaduto oggi in Puglia, nella mia città, Grottaglie, dove, in esecuzione di un provvedimento emesso dal GIP del tribunale di Taranto, la Polizia di Stato ha eseguito otto ordinanze di custodia cautelare emesse a carico di otto indiziati dei reati di usura, estorsione e rapina, commessi in concorso tra loro, dal 2015 ad oggi, ai danni di un imprenditore agricolo della mia amata città. Come prima cosa, voglio esprimere la mia gratitudine alle forze dell'ordine per il prezioso lavoro che hanno svolto, in particolare al Commissariato di Grottaglie, guidato da Andrea Rosato, che ha condotto una complessa e lunga attività di indagine sino al felice epilogo dell'operazione Dirty Money di oggi e al Questore di Taranto, Giuseppe Bellassai. Con entrambi questa mattina ho avuto modo di complimentarmi personalmente.

Colleghi e colleghe, questa vicenda mette in evidenza il drammatico e diffuso reato dell'usura, tanto difficile da portare alla luce e da contrastare senza la collaborazione della vittima che denuncia. Ma essa ci chiama anche a riflettere, più in generale, anche sul nesso tra criminalità e settore agricolo. Proprio nella provincia jonica, infatti, si è assistito negli ultimi tempi ad una vera e propria escalation di violenza: tiranti e ceppi di tendoni tagliati, furti di trattori e di gasolio agricolo, intimidazioni e racket, soprattutto ai danni di aziende che insistono in alcune aree rurali, tra Castellaneta, Ginosa, Manduria e appunto Grottaglie. Il risultato ottenuto nella mia città quest'oggi trasmette una rinnovata fiducia nelle istituzioni e nella possibilità di sconfiggere questi gravissimi reati, ma chiama allo stesso tempo in causa tutti noi, in questa sede, ad un impegno deciso sul piano legislativo, affinché questi gravissimi fenomeni vengano finalmente sradicati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Galizia. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GALIZIA (M5S). Grazie Presidente, onorevoli colleghi. Dinanzi agli ennesimi episodi di assenteismo all'interno degli uffici pubblici, l'ultimo verificatosi solo pochi giorni fa nella città di Molfetta, presso l'ospedale “Don Tonino Bello”, in provincia di Bari, urge un intervento di rafforzamento della disciplina normativa in corso, in grado di scoraggiare i “furbetti del cartellino”, che, continuando ad assentarsi dal lavoro durante l'orario di servizio, tendono a dare all'opinione pubblica una visione distorta dell'intero comparto della pubblica amministrazione. I 300 episodi di assenteismo registrati a Molfetta denotano chiaramente un comportamento scorretto e non rispettoso di alcuni lavoratori assenteisti, tanto nei confronti dell'azienda ospedaliera, quanto soprattutto di chi diversamente svolge il proprio lavoro con serietà ed onestà, impegno e sacrificio, spesso in contesti complessi, come quello ospedaliero pugliese, dove di sovente si caratterizzano per una carenza di personale, strutture e apparecchiature non sufficienti o non idonee ai bisogni dell'utenza. Resta indiscusso, in ogni caso, l'ottimo lavoro che ha svolto la Guardia di finanzia, a cui va tutta la mia stima per aver portato a termine un'indagine lunga e molto complessa, denominata “Quinto piano”, grazie alla quale è stato svelato un sistema di fraudolenta solidarietà ai danni del nostro Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellicani. Ne ha facoltà.

NICOLA PELLICANI (PD). Grazie, Presidente. Domenica scorsa, a Venezia, una grande nave, la Costa Deliziosa, un bestione di 92 mila tonnellate, durante una vera e propria tempesta di pioggia e di vento a 46 nodi, stava andando a sbattere contro riva Sette Martiri e ha sfiorato uno yacht ormeggiato mentre attraversava il canale della Giudecca. Dopo l'incidente del 2 Giugno, è stato così sfiorato un altro incidente che poteva trasformarsi in tragedia. Non è possibile continuare così. Il Governo continua a rinviare le decisioni, ma questo è il momento di decidere: bisogna fermare il passaggio delle grandi navi nel bacino di San Marco e nel Canale della Giudecca, è l'ora di dire “basta”. E vanno accertate al più presto le responsabilità di quanto accaduto domenica, in quanto le previsioni meteo annunciavano forte maltempo già da un'ora e mezza prima della partenza della nave. La Procura di Venezia ha aperto un'indagine, ipotizzando il reato di rischio di naufragio. È stata una scelta irresponsabile decidere di far partire ugualmente la nave, con condizioni di tempo così avverso. Purtroppo, nonostante tutte le parole spese per le grandi navi, si continua a registrare un atteggiamento di sudditanza nei confronti delle compagnie di navigazione, ma la sicurezza e il rispetto per la città di Venezia vengono prima di tutto.

Dopo questo episodio, bisogna pensare ad una misura drastica: chiudere i passaggi delle grandi navi dal canale della Giudecca e dal bacino di San Marco. Ci vuole, però, il coraggio di prendere delle decisioni: il Ministro Toninelli aveva annunciato, entro il 30 giugno, una proposta concreta per allontanare le grandi navi dal bacino di San Marco e dal canale della Giudecca, ma ancora oggi non trova di meglio che continuare ad annunciare altri rinvii.

Caro Ministro, la tattica di buttare la palla avanti, lasciando le cose come stanno, scarica i problemi sui veneziani, penalizzando la città e l'intero Paese. Convochi immediatamente il “comitatone” e si confronti con la città (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi di fine seduta.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 10 luglio 2019 - Ore 11:

(ore 11 e ore 16)

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Delega al Governo in materia di turismo. (C. 1698-A)

Relatrice: ANDREUZZA.

2. Seguito della discussione della proposta di legge:

PICCOLI NARDELLI ed altri: Disposizioni per la promozione e il sostegno della lettura. (C. 478-A)

e delle abbinate proposte di legge: BELOTTI ed altri; MOLLICONE ed altri; FRASSINETTI ed altri; CASCIELLO ed altri. (C. 1410-1516-1614-1686)

Relatrice: CARBONARO.

(ore 15)

3. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 16,40.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni n. 1 e n. 2 i deputati Bordonali e Bellachioma hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 7)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Pdl 1822-A - articolo 1 476 475 1 238 475 0 79 Appr.
2 Nominale articolo 2 476 476 0 239 476 0 78 Appr.
3 Nominale Pdl 1822-A - voto finale 494 494 0 248 494 0 75 Appr.
4 Nominale Moz. Cillis e a. n. 1-213 n.f. 496 494 2 248 494 0 73 Appr.
5 Nominale Moz. Spena e a. n. 1-218 498 496 2 249 496 0 73 Appr.
6 Nominale Moz. Incerti e a. n. 1-219 499 499 0 250 499 0 73 Appr.
7 Nominale 41102 7 Moz. Lollobrigida e a. n. 1-221 rif. 493 490 3 246 490 0 73 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.