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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 202 di mercoledì 3 luglio 2019

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Bazzaro, Benvenuto, Billi, Borghese, Bruno Bossio, Businarolo, Butti, Caffaratto Capitanio, Carè, Centemero, Colletti, Colucci, Corneli, D'Incà, D'Uva, Del Barba, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Di San Martino Lorenzato di Ivrea, Ferraresi, Fitzgerald Nissoli, Gregorio Fontana, Fraccaro, Fusacchia, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Grande, Grimoldi, Invidia, La Marca, Liuni, Liuzzi, Longo, Lorefice, Lorenzin, Losacco, Lupi, Maniero, Molinari, Morelli, Rizzo, Ruocco, Paolo Russo, Saltamartini, Sangregorio, Scagliusi, Schirò, Schullian, Scoma, Carlo Sibilia, Siragusa, Terzoni, Ungaro, Vacca, Valente, Vitiello, Zanella e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centoquindici, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,10).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Irrogazione di sanzioni ai sensi dell'articolo 60 del Regolamento.

PRESIDENTE. Comunico che l'Ufficio di Presidenza, nella riunione odierna, ha preso in esame gli episodi verificatisi nel corso della seduta dell'Assemblea del 14 febbraio 2019. Al riguardo, visti gli articoli 12 e 60 del Regolamento della Camera dei deputati, ha deliberato di irrogare con decorrenza immediata le seguenti sanzioni disciplinari: la sanzione della censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari per un periodo di tre giorni di seduta al deputato Gariglio; la sanzione della censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari per un periodo di due giorni di seduta al deputato Marattin.

Ricordo che, ai sensi dell'articolo 60, comma 3, del Regolamento, le decisioni in tema di sanzioni adottate dall'Ufficio di Presidenza sono comunicate all'Assemblea e in nessun caso possono essere oggetto di discussione.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Vorrei, con questo intervento sull'ordine dei lavori, tornare su quanto avevo denunciato ieri prima della chiusura della seduta e, cioè, che, come prevedevamo, con decisione monocratica della presidente della Commissione giustizia, che lì rappresentava anche il presidente della Commissione affari costituzionali, nella serata di ieri, è stata impedita l'audizione dell'organizzazione non governativa Sea Watch, la cui audizione era stata richiesta a integrazione del procedimento di discussione del “decreto sicurezza bis”.

Aggiungo che, in conseguenza di questa primizia - perché non si ricorda nei precedenti verificati che venga annullata un'audizione già annunciata e formalmente convocata di Commissione -, in conseguenza di quanto accaduto ieri, le altre organizzazioni non governative, la cui audizione era stata programmata per questa mattina, hanno comunicato nella serata di ieri che, in solidarietà con questa cancellazione, non sarebbero intervenute. Il fatto è aggravato, Presidente, dal particolare che lo speech che ha reso la presidente della Commissione giustizia nella serata di ieri adduceva la condizione di arresto della capitana Carola Rackete, secondo la scrivente, ostativa alla sua convocazione in audizione nel Parlamento.

Premesso che i richiedenti l'audizione non hanno chiesto l'audizione della capitana della nave Sea Watch 3, ma di quella organizzazione, che è coinvolta dal dettato del decreto, articoli 1 e 2, come le altre organizzazioni non governative che svolgono azioni di salvataggio nel Mar Mediterraneo, e che mai nessuno ha chiesto l'audizione di quella persona che era capitana di quella nave; premesso che, nella serata di ieri, è giunta l'ordinanza del GIP che, escludendo per la suddetta il reato di resistenza e violenza a nave da guerra e ritenendo che il reato di resistenza a pubblico ufficiale sia stato giustificato da una scriminante legata all'aver agito all'adempimento di un dovere; che, quindi, siccome qui nessuno di noi ha il potere giudicante né questo è un tribunale, ma un magistrato ha parlato ed ha escluso i reati che trattenevano in stato di arresto domiciliare la capitana, si è compiuto, Presidente, un atto che noi riteniamo gravissimo, perché, nell'ambito della procedura di audizione relativa a quel decreto, si è impedito a delle organizzazioni direttamente colpite dalla lettera di ciò che è scritto nel decreto di poter far sentire la loro voce, direttamente la Sea Watch, per conseguenza, le altre. Confermo le parole che alcuni di noi hanno detto ieri sera, Presidente, perché se passa questo criterio che fa precedente - io non ricordo precedenti, ho chiesto anche in Commissione di vedere se esistano precedenti -, che con una scelta di maggioranza si preclude, dopo averla convocata, la possibilità di un'audizione, significa che, qui dentro, le regole che difendono i diritti delle minoranze sono nelle mani dei voti di maggioranza, il che è palesemente molto grave, perché noi non ci sentiamo più garantiti dalle presidenze delle Commissioni coinvolte e, per riflesso, anche dalla Presidenza della Camera. La prego di riportare queste nostre opinioni per un fatto gravissimo, non supportato da elementi di fatto o di condizione giuridica; la prego di riportare il senso del nostro intervento al Presidente della Camera, perché ciò che è accaduto mette in dubbio la possibilità che il dibattito che stiamo svolgendo su quel decreto avvenga secondo i crismi della democrazia parlamentare (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boldrini, sullo stesso tema, immagino. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Sì, signor Presidente, sullo stesso tema, perché anch'io ritengo giusto e appropriato stigmatizzare quanto è accaduto ieri nell'ufficio di presidenza congiunto della I e della II seconda Commissione. Signor Presidente, la mia esperienza parlamentare risale alla scorsa legislatura, da Presidente della Camera: io non ricordo - non ricordo - che, nella scorsa legislatura, una audizione, che viene appunto deliberata in ufficio di presidenza, quindi con un voto in ufficio di presidenza, poi venga sconvocata arbitrariamente sulla base di una lettera che viene mandata, in cui si parla di criteri di inopportunità. Quei criteri di inopportunità, peraltro, che venivano richiamati anche dalla presidente Businarolo, che era sola poiché il presidente Brescia non era presente, sono decaduti nel corso del nostro incontro di ufficio di presidenza, perché la capitana è stata rimessa in libertà e nessuna sanzione amministrativa pecuniaria è giunta all'armatore o al proprietario della Sea Watch. Dunque, neanche ha voluto prendere atto la presidente della condizione sopraggiunta in cui mancavano anche i presupposti di inopportunità.

Quindi, se non si vuole fare in modo che la Sea Watch parli in questo Parlamento, è un problema serio, perché chi altro se non la Sea Watch, che è l'unica che ha fatto salvataggio in mare, con gli effetti di questo “decreto sicurezza bis”, può venirci a dire che cosa significa salvare vite umane al tempo del “decreto sicurezza bis”? Nessun altro. Chiaramente, di fronte al rifiuto di avere delle voci che non sono gradite alla maggioranza, il rifiuto di poter dare a noi deputati e deputate la possibilità di ascoltare la posizione di una ONG che fa salvataggi in mare e, dunque, è la più titolata a parlare, di fronte a tutto questo, noi dobbiamo concludere che c'è un'allergia, si sta manifestando un'allergia di fronte alle voci che non piacciono alla maggioranza. Non esito a parlare, signor Presidente, di abuso di potere: un abuso di potere messo in atto ai danni del confronto democratico, che sempre dovrebbe essere alla base di un Parlamento.

Comunque, l'unica ONG che ha accettato di essere audita - le altre non lo hanno fatto e io rispetto quella decisione in solidarietà alla Sea Watch - è stata la Papa Giovanni XXIII. Ebbene, non ha certo usato parole su cui ci possano essere dubbi: ha parlato di una mancanza di necessità e di urgenza per giustificare un decreto, visto la riduzione drastica degli arrivi via mare e ha anche detto che le norme del “decreto sicurezza”, cito, sono “inutili e dannose”. Altre associazioni, che anche svolgono il soccorso in mare, non hanno avuto la possibilità di rappresentarci la loro posizione, e noi deputati e deputate dobbiamo solamente, quindi, prendere atto che in queste Commissioni oggi può arrivare a dire la propria solo chi non è in conflitto con la posizione della maggioranza. È molto grave, signor Presidente, le chiederei di farlo presente al Presidente Fico, perché in altre circostanze, come lei ricorderà, questo è stato valutato dalla Presidenza e sicuramente valutato in modo critico, con delle raccomandazioni ai presidenti di Commissione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Prendo la parola perché ho sentito dei colleghi intervenire su questo argomento. Io voglio iniziare ringraziando la presidente Businarolo, che ha raccolto le istanze proposte da alcuni gruppi; Fratelli d'Italia, a mia firma, insieme ai colleghi Prisco e Varchi, aveva chiesto di non far parlare in questo Parlamento la ONG Sea Watch, perché chi viola le leggi di questo Stato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), chi viola le leggi di questa nazione, non viene a raccontarci nulla su come noi dobbiamo normare. Non abbiamo bisogno di ascoltarli e siamo contenti che oggi anche altri, in solidarietà con la Sea Watch, abbiano deciso di non venirci a raccontare la loro posizione. Non ne sentiremo la mancanza di questa gente! Non sentiamo la mancanza di chi non rispetta le nostre leggi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ci saremmo aspettati, da parte vostra, colleghi, le scuse per gli insulti da parte di parlamentari del Partito Democratico verso esponenti autorevoli del nostro movimento, la presidente Meloni in primis, anche di natura personale, su quelli che sono stati degli atteggiamenti e su quelle che sono state delle espressioni che confermano quale sia la posizione del nostro movimento rispetto a quella che è una invasione, programmata, di questo nostro continente, attraverso la nostra nazione, un'invasione che vogliamo fermare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Noi abbiamo proposto il blocco navale…

PRESIDENTE. Colleghi… colleghi… onorevole Lollobrigida…

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). …come soluzione…

PRESIDENTE. Onorevole Lollobrigida, la pregherei di ascoltarmi… pregherei i colleghi di non fare confusione, di conservare il rispetto dell'Aula. Pregherei i colleghi, tutti, di attenersi al richiamo al Regolamento sulle audizioni. Se vogliamo aprire un dibattito sull'immigrazione, dal blocco navale a qualsiasi altro tema, lo mettiamo all'ordine del giorno, non lo faremo nell'ordine dei lavori. Prego, onorevole Lollobrigida.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). La ringrazio. Non mi sembra che gli argomenti usati dal collega Fiano e dalla collega Boldrini non abbiano esulato dallo specifico della materia, andando poi a ragionare di quello che è un più ampio scenario, che porta però, come conseguenza, le ragioni per le quali c'è stato un rinvio. Quindi, il collegamento, il nesso, è oggettivo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), mi permetta di concludere il mio intervento.

Ritengo che oggi questo Parlamento si sia assunta una responsabilità, corretta, quella di difendere le leggi: le leggi che permettono di difendere la nostra libertà, le leggi che difendono coloro che vorrebbero prevaricare, che sia un individuo, o gruppi di individui, o gruppi di parlamentari, che hanno governato e dovrebbero difendere le leggi di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e non aiutare a violarlo, com'è successo in queste ore, mettendo a rischio la vita dei nostri soldati. E lo dico alla ministra Trenta: il silenzio che abbiamo ascoltato, da parte del Ministro, rispetto a questo attacco, costante e continuo, ai nostri militari che difendono le nostre coste (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E io chiedo, oggi, al Ministro di esprimersi su questi argomenti, perché, vedete, la capitana Carola Rackete… i tedeschi ne hanno fatti tanti danni in questa nazione, e lei è perfettamente in linea con queste (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali)…

PRESIDENTE. Onorevole… signora sottosegretaria… Vice Ministro Del Re… si accomodi e consenta al Ministro di ascoltare… onorevole Lollobrigida, siamo sull'ordine dei lavori, non lo dico più!

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Ho concluso…

PRESIDENTE. Le tolgo la parola, altrimenti.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Quindi, noi pensavamo che sarebbe stata una cosa ovvia che, rispetto al coraggio dimostrato da Carola Rackete di violare i nostri confini, di aggredire i nostri militari, di non rispettare le nostre leggi, di non aver bisogno di quello che è accaduto oggi, adesso l'hanno trasferita in un luogo più sicuro, a mio avviso in un luogo sicuro poteva restare, doveva restare in galera (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali), a pagare per le scelte coraggiose che aveva fatto, coraggiose (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Grazie onorevole Lollobrigida…

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Assumersi la responsabilità…

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Iezzi. Ne ha facoltà. Onorevole Iezzi, mi appello a lei.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Grazie, Presidente. Sarò pacato, breve e conciso. Io trovo le reazioni alla nostra lettera del tutto strumentali. Noi non abbiamo tentato di sopprimere i diritti delle opposizioni o delle minoranze, o di tacitare le ONG e le loro argomentazioni. Noi abbiamo sollevato il problema di un'organizzazione che, oggi, comunque, è indagata e potrebbe essere frutto di sanzioni amministrative dovute al mancato rispetto di un decreto-legge, sul quale qualcuno chiedeva di essere audito. E mi sembra un chiaro esempio di inopportunità. Come ho detto all'interno delle Commissioni congiunte, affari costituzionali e giustizia, non si trattava di un'audizione, si trattava di una testimonianza, perché sarebbero venuti a riferire su questioni sulle quali sono sottoposti, comunque, a dei provvedimenti e a dei procedimenti.

Io ho trovato, tra l'altro, permettetemi di dirlo, abbastanza scorretto che, per esempio, ieri sera, durante la Commissione, ci sia stata data indicazione dell'assenza, stamattina, dell'ONG, da un parlamentare di opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E ho trovato abbastanza singolare che tutte le lettere, tutte le lettere delle ONG, che stamattina dovevano essere presenti e invece annunciavano la loro assenza, guarda caso, fossero uguali. Mi è sembrato, come dire, frutto, non voglio dire di una regia politica, ma quantomeno di un atteggiamento politico contro un Governo, che, legittimamente, a queste ONG non piace, ma che è ben lungi, come atteggiamento, dalla volontà di discutere nel merito un singolo provvedimento. A me è sembrato che si sia cercato semplicemente di fare politica su questa cosa.

Noi, stamattina, l'ho fatto notare in Commissione, pensando che ci fosse l'audizione delle ONG, eravamo - non lo dico in polemica con gli altri, ma per sottolineare il nostro ruolo - il gruppo politico più presente in audizione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) ed eravamo lì proprio per ascoltare, probabilmente non condividendole, le argomentazioni delle ONG. Se loro politicamente hanno scelto di non parlare, bene, ce ne faremo una ragione e, se vorranno, ci invieranno via fax o via e-mail il contenuto del loro discorso.

Però, mi permetta di dire anche un'altra cosa, Presidente. Io le chiedo, Presidente Rosato, di riferire e di chiedere al Presidente Fico di aprire una riflessione su quanto è successo nei giorni scorsi, perché noi abbiamo avuto dei deputati, dei membri di questa Camera, che, usando il loro ruolo, sono saliti su una nave che stava violando un decreto-legge (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia) e hanno dato copertura politica, hanno dato copertura politica al tentativo di uccidere alcuni agenti della Guardia di finanza (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia - Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Onorevole Iezzi… onorevole Iezzi… onorevole Iezzi… togliamo la parola all'onorevole Iezzi…

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). …quello che è successo…

PRESIDENTE. …togliamo la parola all'onorevole Iezzi... togliamo la parola all'onorevole Iezzi! Non accetto che in quest'Aula si dia dell'assassino a nessun deputato! Onorevole Iezzi, è inaccettabile quello che lei ha detto! È inaccettabile! Si accomodi! Si accomodi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali - Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)! Colleghi… silenzio… silenzio! Colleghi, presiedo io, non ho bisogno di nessuna assistenza! Onorevole Iezzi, le sue parole sono assolutamente inqualificabili!

Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). La ringrazio, Presidente. E la ringrazio, soprattutto, per come ha definito le parole che abbiamo appena ascoltato dall'onorevole Iezzi: inqualificabili. In un'Aula di Parlamento sentire un deputato accusare altri deputati di avere coperto e dato copertura politica ad un tentativo di uccidere agenti di forze dell'ordine italiane trovo sia davvero inqualificabile! Sia, questo sì, qualcosa che trascende la lotta politica, lo scontro politico e nega il senso delle istituzioni e quello che dovrebbe essere il terreno comune su cui ci incontriamo.

Vengo, però, al motivo - e con difficoltà mi trattengo - dell'intervento sull'ordine dei lavori.

Siamo stati fino alle 11 della sera scorsa a discutere in Ufficio di Presidenza di una decisione che era stata già presa di imperio da parte dei due presidenti delle Commissioni. Ora, io credo che si sia scritta una pagina grave e triste della vita parlamentare, perché mi sarei aspettato dalla maggioranza, che ha la forza e tutti gli strumenti, anche procedurali, che hanno le maggioranze, che non avesse voluto perdere l'occasione di avere un confronto nel merito con le famigerate ONG che si occupano di salvataggio in mare. Mi sarei aspettato un fuoco di fila di domande, che avrebbero potuto mettere in luce tutte le zone d'ombra del loro operare, che avrebbero potuto convincere sulla bontà del provvedimento che è in esame, il cosiddetto decreto sicurezza bis. La verità è che nel ciclo di audizioni che abbiamo iniziato, questo provvedimento è stato demolito letteralmente, demolito dai giuristi, demolito dai procuratori.

Ieri abbiamo ascoltato quello che è il magistrato che è il procuratore nello stesso provvedimento e nessuno ha pensato di negare la possibilità a quel procuratore di intervenire nel ciclo di audizioni. Ora, l'unico, l'unico motivo di inopportunità che si poteva ravvisare in quella audizione poteva essere legato al fatto che era pendente il giudizio del GIP, ma il giudizio del GIP c'è stato, ed è stato un giudizio che ha portato, non solo alla scarcerazione, ma ha portato anche (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)… e questa è una grande fortuna che noi abbiamo come legislatori, di solito quando si discute la conversione di un decreto bisogna immaginarne gli effetti, noi qui li abbiamo davanti e gli effetti sono chiari anche in quel dispositivo del GIP; perché, colleghi della maggioranza, avete voluto perdere questa occasione di audire, non quella persona, che è indagata e che vedrà il suo procedimento giudiziario andare avanti, ma una organizzazione? E nel nostro Paese la responsabilità penale e giudiziaria è personale. Allora, sarà nostra cura fare un elenco di tutti quei soggetti, di tutte quelle organizzazioni, grandi gruppi aziendali, organizzazioni che, anche in questa legislatura, sono stati auditi nel corso dei lavori delle Commissioni e che hanno dei propri esponenti, dei propri manager, dei propri dirigenti che stanno attraversando ed affrontando delle inchieste e sono indagati o anche imputati per gravi e gravissimi reati; non le abbiamo mai sentito chiedere l'annullamento di nessuna di queste audizioni (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa-Centro Democratico, Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Colleghi, abbiamo dato la parola a un collega per gruppo, ho numerosi colleghi che hanno chiesto di intervenire anche su temi importanti, ma c'è un principio, quello di un intervento per gruppo, che io ritengo di conservare.

Le parole dell'onorevole Iezzi saranno oggetto di valutazione da parte dell'Ufficio di Presidenza per la gravità del loro contenuto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Colleghi, non credo che questo atteggiamento sia utile. Personalmente, non credo che questo atteggiamento sia utile (Commenti dei deputati Fiano e Iezzi). Colleghi, colleghi, colleghi…. collega Fiano, collega Iezzi… collega Fiano e collega Iezzi…

Colleghi, colleghi, mi sembra di aver stigmatizzato, come deve fare la Presidenza, quello che è avvenuto in quest'Aula, punto (Commenti del deputato D'Ettore). Collega D'Ettore, vuole subentrare alla Presidenza? Bene.

Seguito della discussione della relazione delle Commissioni III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) sulla deliberazione del Consiglio dei Ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali per l'anno 2019, adottata il 23 aprile 2019 (Doc. XXV, n. 2) e sulla relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita al periodo 1° ottobre-31 dicembre 2018, anche al fine della relativa proroga per il periodo 1° gennaio-31 dicembre 2019, deliberata il 23 aprile 2019 (Doc. XXVI, n. 2). (Doc. XVI, n. 2) (ore 11,34).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della relazione delle Commissioni III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) sulla deliberazione del Consiglio dei Ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali per l'anno 2019, adottata il 23 aprile 2019 (Doc. XXV, n. 2) e sulla relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita al periodo 1° ottobre-31 dicembre 2018, anche al fine della relativa proroga per il periodo 1° gennaio-31 dicembre 2019, deliberata il 23 aprile 2019 (Doc. XXVI, n. 2). (Doc. XVI, n. 2).

Ricordo che nella seduta del 25 giugno sono state presentate le risoluzioni Iovino, Formentini ed altri n. 6-00080, Quartapelle Procopio ed altri n. 6-00081, Fornaro n. 6-00082 e Palazzotto, Orfini, Magi, Benedetti ed altri n. 6-00083. Avverto che tale ultima risoluzione è stata sottoscritta anche dalla deputata Fregolent.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su quale argomento?

IVAN SCALFAROTTO (PD). Presidente, sempre sull'ordine dei lavori, ma su un'altra questione, completamente separata. Io devo sollevare questo caso in Aula e chiedere l'intervento della Presidenza per un increscioso evento che si è verificato quest'oggi nel Comitato bicamerale Schengen, durante il quale, in ufficio di presidenza, ho chiesto al presidente Zoffili di esprimere le proprie scuse, perché il presidente Zoffili aveva in precedenza dichiarato, in veste ufficiale, quindi, nella sua qualità di presidente, che avrebbe chiesto ai Presidenti di Camera e Senato di emettere un provvedimento di censura nei confronti dei parlamentari del PD che erano andati sulla Sea Watch, a causa del fatto che si trattava di atti illegali e che si trattava di uno scempio giuridico. Posto che l'autorità giudiziaria ha verificato questi fatti e ha determinato che non si trattava di nulla di illegale, ho chiesto al presidente Zoffili, trattandosi di una questione di fatti assolutamente legittimi, sulla base di una verifica dell'autorità giudiziaria, di scusarsi e di dire che non avrebbe chiesto una censura nei confronti dei parlamentari del PD.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Chiedo scusa, Presidente, ma i presidenti delle Commissioni rappresentano tutti e quando si parte con un procedimento formale io penso che sia giusto dire che, in quanto presidente, il presidente Zoffili rappresenta anche il mio gruppo e nel momento in cui…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Scalfarotto. Sono convinto che il presidente Zoffili abbia registrato il suo appello.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Chiedo scusa, Presidente, ma il presidente Zoffili, su mia richiesta, mi ha detto esattamente il contrario, mi ha detto che dal suo punto di vista, decide lui quando un fatto è reato. La cosa che mi preoccupa, Presidente, è che in quest'Aula stiamo perdendo completamente il principio della separazione dei poteri. Noi ci stiamo trasformando in una sorta di tribunale, nel senso che noi stabiliamo quando un fatto violi…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Scalfarotto. Il suo intervento è legittimo, ma non è sull'ordine dei lavori. L'ordine dei lavori è l'ordine dei lavori. Lei ha avuto modo di esplicare la sua obiezione. Lo ha fatto nei tre minuti a sua disposizione. Mi creda…

(Intervento e parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la Ministra della Difesa, Elisabetta Trenta.

Prego, Ministro, naturalmente la sua replica è sulla relazione.

ELISABETTA TRENTA, Ministra della Difesa. Presidente, onorevoli deputati, gli impegni internazionali delle nostre Forze armate per il 2019 sono stati definiti attraverso un'attenta analisi del quadro geopolitico e geostrategico nel quale i nostri militari devono operare, caratterizzato da continue evoluzioni che non esito a definire, in alcuni casi, convulse. Pensiamo solamente al recente degrado delle generali condizioni di sicurezza in Libia che ci richiede un costante monitoraggio anche dei possibili riflessi sul contingente nazionale, all'Afghanistan, teatro protagonista, negli ultimi mesi, di una marcata accelerazione della dimensione politica, con i negoziati diretti tra talebani e Stati Uniti, sino a pochi mesi fa impensabili, o ai recenti avvenimenti nel Golfo Persico, relativi alla nota serie di incidenti avvenuti in prossimità dello stretto di Hormuz e il repentino innalzamento della tensione in un'area che rappresenta uno snodo cruciale per l'approvvigionamento energetico del Paese.

Nell'articolare il complesso degli interventi delle nostre Forze armate, abbiamo adottato un approccio innovativo che lega le concrete esigenze di sicurezza nazionali al consolidamento delle legittime istituzioni locali, coniugando stabilizzazione e sviluppo e valorizzando i formati multilaterali a nostra disposizione, al fine di garantire la nostra presenza militare nei vari teatri, concentrando forze e risorse nelle aree geografiche di prioritario interesse strategico nazionale, con particolare riferimento al Mediterraneo allargato e all'Africa, operando sia su base bilaterale che in seno alle organizzazioni internazionali di riferimento: NATO, Unione europea e ONU. Il Mediterraneo rappresenta perciò lo spazio nevralgico della nostra azione, e la nostra priorità strategica continua ad essere la pacificazione e la stabilizzazione della Libia.

Continuiamo perciò a sostenere a livello bilaterale le istituzioni e la società civile libica con la Missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (MIASIT). Intendiamo inoltre avviare in Tunisia, su specifica richiesta delle autorità locali, una nuova missione bilaterale di cooperazione e supporto per lo sviluppo delle capacità interforze delle Forze armate tunisine. Nello specifico, il nostro personale sarà chiamato a seguire la realizzazione di uno dei tre comandi regionali destinati alla gestione e al controllo del territorio, per il quale c'è una forte aspettativa tunisina di sostegno, anche finanziario. Nello stesso quadrante, la missione UE EUNAVFOR Med-Sophia ha visto il prolungamento della sua operatività per sei mesi, a partire dal marzo scorso, con il temporaneo congelamento dell'impiego degli assetti navali. In tale quadro, il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha recentemente prorogato di ulteriori dodici mesi l'embargo di armi nell'alto mare al largo delle coste della Libia, e ciò richiama l'opportunità che l'operazione non solo debba proseguire, ma debba anche avere tutte le capacità per poter intervenire, incluso il ripristino della componente navale.

L'articolato complesso di interventi navali nel bacino del Mediterraneo si completa con la missione della NATO Sea Guardian e il dispositivo aeronavale nazionale nell'area del Mediterraneo centrale “Mare Sicuro”, che svolge anche compiti di supporto alla Guardia costiera libica, assicura un'adeguata prontezza per la sicurezza del nostro contingente sul territorio libico nonché la protezione anche degli interessi nazionali, intendo cioè l'attività di pesca e la presenza di piattaforme petrolifere. Analoga attenzione merita il Sahel, origine e transito dei flussi illeciti che impattano direttamente sulla stabilità di tutto il Nord Africa, in particolare della Libia. In quest'area, oltre agli interventi che abbiamo già in essere nei contesti UE e ONU, ha trovato concreto avvio in Niger il nostro programma bilaterale per supportare le capacità militari e di sicurezza locale. In Corno d'Africa prosegue lo sforzo nazionale teso a sincronizzare e coordinare tutte le iniziative in corso nell'area a cura delle missioni European Union Capacity Building (EUCAP) e European Union Training Mission (EUTM) in Somalia e dell'operazione “Atalanta”. Siamo impegnati sul piano bilaterale con la missione addestrativa italiana “MIADIT-Somalia”, che opera a Gibuti e che ha addestrato finora quasi 4 mila unità, tra poliziotti somali e poliziotti e gendarmi gibutiani. Perseguiamo anche l'obiettivo della costituzione, nella nostra base di Gibuti, di un centro di alta formazione per le leadership civili e militari degli Stati regionali, che, contando su contributi di ambito militare, accademico e imprenditoriale, riesca a sviluppare un'ampia gamma di iniziative finalizzate non solo al contrasto dell'estremismo violento, ma anche alla prevenzione della radicalizzazione grazie allo sviluppo sociale ed economico delle popolazioni a rischio.

Per la realizzazione di questo progetto auspichiamo il supporto delle autorità di Gibuti e delle organizzazioni regionali d'area, Unione africana e IGAD, ma soprattutto dell'Unione europea. Anche i Balcani occidentali confermano la loro centralità strategica per l'Italia. In tale contesto, rimane essenziale il ruolo svolto da KFOR, di cui l'Italia detiene il comando ininterrottamente dal 2013 e per il quale intendiamo presentare un'ulteriore candidatura nazionale anche per il prossimo mandato, in ciò pienamente supportati dai Paesi della regione e dei principali alleati NATO. Il contrasto al terrorismo internazionale rappresenta un'altra priorità strategica nazionale, che realizziamo anche attraverso la partecipazione alle iniziative della coalizione anti-ISIS, oggi concentrate sull'attività di ricostruzione. In questo ambito, abbiamo avviato un processo di rimodulazione delle capacità e della consistenza del nostro contingente militare in Iraq, grazie al recupero di risorse consentito dall'avvenuto ritiro, lo scorso 31 marzo, del dispositivo schierato a protezione della diga di Mosul. A completare questo articolato dispositivo di stabilizzazione dell'area, il Dicastero intende assicurare per tutto l'anno, dietro richiesta dei nostri alleati e della Turchia, la partecipazione alle misure previste dal NATO Support to Turkey. Abbiamo perciò deciso di prolungare il dispiegamento della nostra batteria antimissile, che in un primo momento avevamo pianificato di far rientrare in Italia a fine luglio.

Per concludere l'analisi degli interventi nell'area mediorientale, riteniamo ancora fondamentale il ruolo che svolgiamo in Libano, sia nell'ambito della missione ONU-UNIFIL sia a livello bilaterale, grazie alla missione di addestramento delle Forze armate libanesi.

Allargando lo sguardo all'Afghanistan, risaltano sia i colloqui diretti in corso tra gli Stati Uniti e i talebani, che potrebbero creare le condizioni per un ritiro dal Paese, in prospettiva però, del contingente internazionale, sia gli sviluppi del dialogo politico intra-afgano per la pace. Come ho ribadito anche nel recente mio incontro con il nuovo Comandante supremo della NATO, è comunque fondamentale, in esito a queste trattative, salvaguardare gli importanti passi avanti fatti da parte della società afgana in questi anni, sia nel campo dei diritti umani sia con riferimento al rinnovato ruolo sociale e politico delle donne.

L'Italia svolge tuttora, a ovest, nell'area di Herat, le mansioni di framework nation della missione NATO Resolute Support. Pur riaffermando il nostro impegno, intendiamo riequilibrare le risorse complessive disponibili in favore degli impegni più immediatamente aderenti agli interessi e alle aree geografiche di prioritario interesse nazionale, riducendo ulteriormente la consistenza numerica del nostro contingente, comunque non prima della conclusione del processo elettorale per la nomina del nuovo Presidente, fino a un numero massimo pari a 700 unità.

Infine, con riferimento al nostro contributo al potenziamento dei dispositivi di rafforzata deterrenza e difesa della NATO, intendiamo continuare a partecipare alle attività di sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza in Romania, nel secondo quadrimestre, e al rafforzamento della presenza alleata nell'ambito delle misure di rassicurazione sia lungo il suo confine orientale (Enhanced forward Presence) in Lettonia sia per la sorveglianza aerea a Sud Est e navale a Sud, quest'ultima con la partecipazione alle Standing Naval Forces della NATO, per le quali assicureremo il comando della componente di contromisure mine nel secondo semestre 2019.

Il complesso di tutti questi depositi dispositivi illustrati ci porterà nel 2019 a schierare un numero massimo di circa 7.350 donne e uomini, con una presenza media nel corso dell'anno di circa 6.300.

PRESIDENTE. Il parere del Governo, sottosegretario Picchi?

GUGLIELMO PICCHI, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Grazie, Presidente. Il Governo dà parere favorevole sulla risoluzione di maggioranza Iovino, Formentini ed altri n. 6-00080 e parere contrario su tutte le altre risoluzioni.

(Dichiarazioni di voto - Doc. XVI, n. 2)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Magi. Ne ha facoltà, per due minuti.

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Presidente, Ministra, onorevoli colleghi, intervengono nel pochissimo tempo che ho a disposizione per una dichiarazione di voto favorevole sulla risoluzione che chiede che non venga autorizzata la prosecuzione della missione bilaterale di assistenza alla Guardia costiera libica. Vedete, colleghi, chi come noi è stato sempre contrario agli accordi Italia-Libia, che sono stati siglati in modo semplificato, quindi senza una discussione in Parlamento nel 2017, e che in tempi più recenti abbiamo chiesto che fosse istituita una Commissione di inchiesta parlamentare per fare piena luce sugli effetti e sulle modalità di attuazione di quegli accordi, è stato sempre accusato di essere un velleitario che insegue il miraggio dell'universalismo dei diritti umani. Io mi chiedo oggi cosa debba ancora avvenire affinché questo Parlamento si renda conto di quanto sia velleitario e di quanto significhi assumersi una grave responsabilità continuare a sostenere quegli accordi. Nella nottata scorsa c'è stato il bombardamento di un centro di accoglienza, e direi di detenzione, di migranti a Sud-Est di Tripoli: sono state almeno sessanta le vittime.

È ormai chiaro, se poteva non esserlo e potevano esserci dubbi ancora fino a un anno, a un anno e mezzo fa, che questa linea politica che ha perseguito il nostro Paese non ha portato a una stabilizzazione della situazione in Libia e non ha portato all'avvio di alcuna transizione. Inoltre, è soprattutto venuto alla luce in maniera ormai chiara, certificata da numerosi rapporti, che se da una parte si è fatto di tutto per alimentare il sospetto che ci fossero collusioni tra l'attività delle ONG e quella dei trafficanti, è ormai chiaro che la vera collusione è quella tra i trafficanti di esseri umani e parti consistenti della guardia costiera libica.

Per questo voteremo a favore della sospensione della missione bilaterale di sostegno alla guardia costiera (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa-Centro Democratico, Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (MISTO-NCI-USEI). Grazie, Presidente. Oggi noi ci accingiamo a confermare una coerente scelta di politica estera del nostro Paese, alla quale il gruppo della componente Noi con l'Italia-USEI darà ovviamente voto favorevole. Lo facciamo nel convincimento che il Paese non possa non avere una posizione di primo piano nello scenario militare internazionale del Patto Atlantico. Infatti, non a caso, il Ministro confermava che siamo il secondo Paese, dopo gli Stati Uniti, per numero di persone impegnate in operazioni di pace; operazioni di pace rispetto alle quali noi dobbiamo dare solidarietà e gratitudine ai nostri militari impegnati all'estero in missioni dove danno stabilità, sicurezza, assistenza alle popolazioni civili interessate da conflitti e da tensioni, militari ovunque apprezzati per il loro impegno.

Ho avuto modo, Presidente, di incontrare in questi giorni un giovane maggiore, padre di famiglia, impegnato in Kosovo prima e in Afghanistan poi. Mi ha testimoniato il proprio imbarazzo e la propria amarezza, Ministro, per le parole del Premier Conte, che va a scuola dicendo “rinunceremo a cinque fucili per una borsa di studio”, quasi a dire che la borsa di studio è buona e i fucili per difendere la pace sono cattivi. Non è così che difendiamo i nostri militari. Dobbiamo avere un senso di rispetto nei confronti del loro lavoro e di quello che stanno facendo, e dobbiamo, io credo, rafforzare il nostro impegno rispetto a due elementi critici, la Libia e la rotta balcanica.

È di ieri la notizia che a Tarvisio sono stati scaricati ventitré clandestini ritrovati su un camion. La partita dei Balcani diventa importante, le scelte di politica militare sono oggi strettamente connesse con la politica estera, e la politica estera, in un momento come questo, è “la” politica. E la politica ci chiede e ci impegna ad assumere posizioni importanti. Dobbiamo avere la consapevolezza di questo e giocare un nostro ruolo anche in campo europeo, dove una comune politica militare non c'è: basti pensare alla manovra della Francia oggi in Oceano Indiano, dove stanno occupando spazi militari e anche spazi commerciali.

Ci auguriamo che il Governo italiano, nella nuova governance europea che in queste ore si va a costituire e concludere, faccia sentire anche in questo la propria voce, faccia sentire la propria autorevolezza e confermi il prestigio e l'affetto per i militari italiani impegnati in tutte le missioni all'estero.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). La ringrazio, signor Presidente. Signor Presidente, colleghe e colleghi deputati, la risoluzione a prima firma del capogruppo Fornaro, presentata dal mio gruppo, propone alla Camera e al Governo un radicale cambiamento di approccio alla partecipazione delle Forze armate italiane alle missioni internazionali. L'intento è quello di restituire all'Italia il ruolo di importante attore della scena mondiale, che con questo Governo stiamo perdendo, stiamo perdendo giorno dopo giorno. Un Governo che ci sta isolando nel consesso europeo internazionale grazie a un'azione meramente propagandistica, che ci sta condannando alla più assoluta irrilevanza. Voi, voi che agitate la bandiera nazionalista, state, in realtà, indebolendo l'Italia, la state riducendo a piccolo e rissoso comprimario di un gioco eventualmente pensato altrove, la cui regia è fuori dai confini del nostro Paese.

E così vi apprestate stancamente, come mero atto burocratico, a prorogare le missioni già in essere, aggiungendo quella, che peraltro condivido, in Tunisia, senza un minimo di riflessione sull'evoluzione dello scenario globale e su ciò che sta accadendo nei Paesi nei quali inviamo il nostro personale militare.

L'Afghanistan. L'Afghanistan, ad esempio, dove andammo - e molti altri Paesi andarono insieme a noi - dopo l'11 settembre perché i talebani facevano da copertura a Osama Bin Laden e agli autori di quella strage spaventosa. Avremmo dovuto svolgere attività di consulenza e di assistenza per le forze di sicurezza e di difesa afgane; e invece? E invece, siamo finiti diretti al fronte come secondo contingente dopo gli Stati Uniti. Ma Washington, come lei stessa, signora Ministra, ha ricordato, oggi ha aperto una trattativa diretta e privata, che esclude anche il Governo di Kabul, proprio con quei talebani, con quegli stessi contro i quali prese le mosse la missione internazionale. Ma vi rendete conto? Vi rendete conto? Volete considerare oppure no queste novità, soprattutto che dopo questi anni la missione ha mancato i suoi obiettivi? Lo dicevate voi, nella scorsa legislatura, eravate i primi a ribellarvi, a contestare la missione in Afghanistan. E adesso che mi fate? Adesso, dopo che c'è anche una trattativa con i talebani, voi la rinnovate!

Vedete, colleghi e colleghe, prima viene la politica; poi, se e quando strettamente necessario, l'intervento militare. E la politica ci dice che in Niger, con decine di soldati e di mezzi terrestri, siamo presenti per perseguire obiettivi non chiari, perché, quando si mette insieme la lotta al terrorismo con il contrasto dei flussi migratori, ci si mette veramente su una strada ambigua e anche pericolosa.

E veniamo, signora Ministra, alla Libia, dove siamo impegnati in più missioni, con un notevole impegno materiale. Più volte abbiamo detto che, dopo il conflitto contro Gheddafi del 2011, la comunità europea e internazionale non è stata in grado di garantire la stabilità e la democrazia in un Paese che solo con molta fantasia può essere definito uno Stato, ci vuole molta creatività per arrivare a questa definizione. Più volte non solo inchieste giornalistiche, non solo rapporti delle ONG o degli organismi internazionali, ma il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha denunciato le condizioni disumane in cui vengono costrette migliaia di persone nei campi di detenzione ufficiali e non ufficiali e la collusione – collusione! – tra le autorità locali, la guardia costiera e i trafficanti. Sono storie vere, sono storie drammatiche che raccontano una realtà alla quale dovreste prestare un po' di attenzione, colleghe e colleghi, perché parliamo di abusi, di stupri, di omicidi che dovrebbero far inorridire – inorridire! – chiunque e che vi lasciano indifferenti, che dovrebbero scuotere le coscienze delle persone, a partire da chi ha delle responsabilità di Governo! E invece no, c'è chi pensa e persino dice – e persino dice! – “violenze, abusi, torture, ma l'importante è che non arrivino da noi, tutto il resto è secondario, non ci interessa”. Ed è questa la logica che ha portato il Governo attuale a condurre una spregiudicata e cinica offensiva contro chi salva le persone in mare e si rifiuta, giustamente, di riportarle nell'inferno libico! Una campagna contro le ONG che ha portato a trattenere in mare per diciassette giorni quarantatré naufraghi, meritoriamente salvati dalla Sea Watch, nonostante fossero già giunte offerte di accoglienza da altri Paesi. Ma non sia mai, ignoriamole, ignoriamole perché dobbiamo fare consenso sulla pelle di chi non può difendersi, mentre peraltro continuavano ad arrivare a Lampedusa, a Pozzallo, decine di migranti, senza battere ciglio.

Ebbene, il metodo, signor Presidente, è sempre lo stesso: costruire un nemico e scagliargli contro tutto il peggio. Vede, signor Presidente, è la politica dell'odio quella che oggi dilaga, la politica dell'odio, come è accaduto non soltanto ai danni della comandante Carola Rackete, che peraltro è libera, ma persino ai parlamentari presenti negli ultimi giorni a bordo dell'imbarcazione, a cui va tutta la mia, la nostra solidarietà (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Grazie, colleghi, per quello che avete fatto, vi ringrazio: avete esercitato le vostre prerogative. Ed è una cosa indecente che non ci sia appunto un atteggiamento di rifiuto verso questo metodo deplorevole ai danni di parlamentari.

Ebbene, nei giorni scorsi, signor Presidente, è stata diffusa la notizia secondo la quale almeno venti migranti sono stati trovati morti.

Morti di cosa? Morti di fame e morti di sete perché tenuti da mesi in un hangar, in un centro di detenzione - non so come definirlo - della Libia occidentale. Corpi ritrovati tra rifiuti, liquami, carcasse di animali morti: questo è quanto sta accadendo. Stamattina, poche ore fa, un'altra notizia: il generale Haftar avrebbe bombardato un altro centro di detenzione con decine di migranti detenuti arbitrariamente lì dentro, morti per il bombardamento. E la Libia sarebbe quel porto sicuro dove riportare indietro i migranti che cercano sicurezza altrove? Io non l'ho mai pensato, signor Presidente, che la Libia fosse un porto sicuro, mai e, con me, i miei colleghi ma anche chi dovesse averlo pensato in passato non può non tener conto di quel che di nuovo sta accadendo in quel Paese. C'è una guerra interna della quale non si vede uno sbocco e una fine, che ha già prodotto centinaia di morti, migliaia di feriti, ha prodotto un fiume di sfollati, ospedali e aeroporti bombardati: che cos'altro deve succedere per prendere atto della realtà? Signora Ministra, non ho sentito una parola sulla Libia in questi termini, sul conflitto, sulla condizione dei civili neanche una parola da lei. Signor Presidente, ricordiamolo a quest'Aula: che cos'è un porto sicuro? E non cito le interpretazioni di ONG, no, cito il regolamento Frontex. Cito: è il luogo in cui la sicurezza per la vita dei sopravvissuti non è minacciata - e abbiamo visto come si muore nei centri di detenzione a causa dei bombardamenti - dove possono essere soddisfatte le necessità umane di base tenendo conto della protezione dei loro diritti fondamentali nel rispetto del principio del non respingimento; il non-refoulement, signor Presidente, è Frontex che lo definisce in modo chiaro. Qualcuno, dunque, ha la sfrontatezza in quest'Aula di dire che la Libia, con una guerra civile in corso, sta garantendo tutto questo, ossia che è un porto sicuro? Chi ha la sfrontatezza, si alzi in piedi. Non scherziamo, signor Presidente, non scherziamo: che non sia un porto sicuro lo dice l'Onu, lo dice il Consiglio d'Europa, lo dice la Commissione europea, lo dice anche il Ministro Moavero e dovremmo far finta di niente? Quest'Aula dovrebbe ignorare tutto questo? Che vuol dire riportare chi fugge da guerre e persecuzioni in un posto non sicuro? Vuol dire violare le convenzioni e il diritto internazionale cioè il principio del non respingimento della Convenzione di Ginevra (articolo 33) e vuol dire anche che si viola un altro principio, quello che vieta le espulsioni collettive verso luoghi rischiosi previsto dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea all'articolo 19. Colleghi, l'Italia non può essere corresponsabile di tale situazione di clamorosa - ripeto: clamorosa - violazione dei diritti umani e della legittimità internazionale.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

LAURA BOLDRINI (LEU). Concludo, signor Presidente, e la ringrazio per la sua pazienza. Per tale ragione devo spiegare, nella risoluzione del mio gruppo a firma del capogruppo Fornaro, chiediamo di non autorizzare la proroga delle missioni in Libia e per questo, insieme a colleghe e colleghi di altri gruppi, ho firmato la risoluzione che chiede di non autorizzare la missione bilaterale di assistenza alla guardia costiera libica (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, ero abbastanza convinto che dovessimo parlare di missioni internazionali e delle nostre Forze armate e per questo motivo rivolgo prima di tutto l'apprezzamento e i ringraziamenti a tutti gli appartenenti alle Forze armate e alla Guardia di Finanza (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente) perché rischiano la vita per rappresentare la nostra nazione, la nostra patria in ogni contesto. Trovo anche abbastanza assurdo che si esprima solidarietà a chi ha speronato una motovedetta della Guardia di Finanza rischiando di ammazzarli, che il fatto sia stato voluto oppure no. La solidarietà va a quegli uomini e va, ripeto, a tutti gli appartenenti alle nostre Forze armate (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Detto questo, dico che le missioni internazionali oggi hanno un grande assente e mi dispiace perché è da un po' che non vedo il Ministro degli Affari esteri.

Ringrazio lei, signora Ministro della Difesa che viene qui e ci mette anche la faccia, ma su alcuni temi vorremmo sapere qual è la politica estera del Governo, su quale piano si muove: ci sono tanti interrogativi. Questo è un primo punto ma, ritornando a quanto ci siamo detti, a me dispiace che, nelle pagine dei giornali, non compaiono le belle notizie che arrivano dal Libano. I nostri militari che fanno corsi per bambini portatori di handicap e con difficoltà motorie libanesi dentro le piscine; i nostri militari che donano soldi per la ricerca sulle malattie: questa è la nostra presenza in Libano, questa è la faccia migliore dell'Italia ed è il nostro orgoglio che ci fa risplendere in tutto il mondo e che spiega perché noi dobbiamo continuare con le missioni internazionali. Infatti non è il solo caso del Libano: è l'Afghanistan, è la Libia. Noi non andiamo a fare la guerra; noi non andiamo a portare morte e distruzione; noi andiamo prima di tutto ad aiutare la popolazione a sopravvivere e ad alimentare una speranza di vita. Lo dimostrano i fatti ogni giorno, lo dimostrano i nostri militari quando tornano qui e hanno voglia di ripartire: non lo fanno per soldi, non lo fanno per un guadagno, lo fanno perché loro si sentono orgogliosi di rappresentare l'Italia in questo modo. Come dice qualche collega della maggioranza, a volte quando non ricopriamo tutto quel fondo che dovremmo ricoprire con i soldi dalla NATO per raggiungere il 2 per cento del PIL, noi lo ricopriamo con il valore umano: è un ragionamento sbagliato ma è un dato di fatto che i militari sono il nostro orgoglio e la nostra migliore politica estera, sono i nostri migliori ambasciatori nel mondo. Non riusciremo mai a votare contro le missioni; non riusciremo mai a parlar male di alcune missioni; non riusciremo mai a discostarci da qualunque maggioranza che finanzia l'azione dei nostri militari nel mondo e ciò deve essere chiaro perché i nostri militari dovrebbero ricevere il sostegno unanime delle forze politiche sempre e in qualunque caso, perché esse leggono, ascoltano i nostri discorsi e non capiscono a volte perché qualcuno pensa che vadano lì a fare affari sporchi, non capiscono perché si dice che vanno lì magari solamente per difendere interessi economici. I nostri militari non l'hanno mai fatto; non hanno mai difeso solamente gli interessi economici e voglio ribadirlo perché, ripeto, le nostre Forze armate devono ricevere il finanziamento e anzi devono ricevere più finanziamenti ed è questo l'appello che faccio al Governo: investire di più. Dobbiamo investire molto di più; dobbiamo dare loro gli strumenti ma soprattutto dobbiamo aumentare la dotazione organica delle brigate che vanno in missione all'estero: questo è il grande tema. Infatti le stesse brigate che vanno all'estero sono impiegate nell'operazione “Strade sicure”, sono impiegate in altri mille scopi durante la loro vita annuale e non ce la fanno più. Ci mettono l'impegno, sono sempre più grandi di età e allora devono avere un po' di respiro, un po' di ossigeno per potersi addestrare al meglio, per potersi riposare, per poter stare con la famiglia e per poi ripartire per le loro missioni doverose e giuste. Ci aspettiamo che il Ministro degli Affari esteri ci dia una prospettiva futura su quella che deve essere la progettualità sul Medio oriente; sapere se aprirà o no l'ambasciata italiana in Siria; aspettiamo ancora una risposta da mesi; capire cosa è necessario fare con l'Egitto; capire cosa bisogna fare in Libia; fare chiarezza ma è il Ministero degli Affari esteri che deve chiarirlo. Il Ministro della Difesa mi rassicura. Io dico, stiamo attenti a volte a sguarnire l'Afghanistan, a volte ho paura che avere meno uomini in prospettiva, nell'insicurezza, sia qualcosa di pericoloso. Ma noi voteremo a favore della mozione della maggioranza, sicuramente.

Concludo dicendo che forse, ripeto, ogni forza politica deve ricordarsi che quando noi finanziamo queste missioni internazionali, non stiamo finanziando dei Robocop o dei robot: stiamo finanziando degli uomini e delle donne che vanno lì a rappresentare l'Italia e hanno bisogno del nostro aiuto e sostegno, non solo a parole ma anche con fatti concreti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.

MARIA TRIPODI (FI). Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, il gruppo di Forza Italia voterà a favore della partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali e dell'impegno delle nostre Forze armate a garantire la pace, la sicurezza e la stabilità internazionale, ma anche a garantire in questo scenario gli interessi e, soprattutto, la sicurezza del nostro Paese.

Prima di entrare nel merito del provvedimento, permettetemi di fare una doverosa premessa: in questi anni, il nostro Paese ha dimostrato quanto gli uomini e le donne delle Forze armate siano apprezzati in tutto il mondo. Forza Italia ha sempre sostenuto questi uomini e queste donne: a loro va il nostro riconoscimento e ringraziamento per quello che fanno ogni giorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), dal teatro più grande a quello più piccolo, da quello più rischioso a quello dove sono richieste maggiori competenze tecniche, da quello più lontano a quello più vicino. È a loro che va il nostro più convinto sostegno, è a loro che va il nostro plauso, è a loro che va il nostro sentito ringraziamento.

Abbiamo operato e continuiamo a farlo, signor Ministro, in una situazione internazionale scossa da cambiamenti di portata epocale, che stanno riscrivendo gli assetti economici, sociali e demografici in prossimità dei confini nazionali, i cui effetti ricadono direttamente sul nostro Paese.

In questi contesti, l'impegno internazionale dell'Italia si colloca pienamente entro il dettato costituzionale, e nello specifico dell'articolo 11 della Costituzione. In questa cornice, l'impegno internazionale dell'Italia, sia ricorrendo alle missioni internazionali sia agli interventi di natura civile, è fondamentale al fine di promuovere operazioni volte, prima di tutto, a dare la necessaria risposta a persistenti minacce di terrorismo, di radicalizzazione, in sicurezza cibernetica, traffici illeciti, nonché a fenomeni di instabilità potenzialmente pericolosi per la pace e la sicurezza della regione euromediterranea.

Signor Ministro, tale impegno si fonda su un approccio onnicomprensivo alle crisi, proprio dell'Unione europea e pienamente condiviso dall'Italia, con un intervento di carattere militare lungo un arco di crisi che va dall'Africa occidentale sino all'Afghanistan attraverso l'intero Medio Oriente. Tale impegno si distingue per la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali.

Ci conforta che le dichiarazioni rilasciate da lei sul ritiro del contingente italiano dall'Afghanistan non si siano poi concretizzate: sarebbe stato di certo una scelta piuttosto bizzarra, signor Ministro, alla luce del fatto che l'Italia non può assumere tali decisioni in totale autonomia, in considerazione dell'appartenenza alla NATO. Riteniamo, infatti, un punto cardine delle missioni la prosecuzione della nostra partecipazione alla missione NATO in Afghanistan, seppur con una riduzione del nostro contingente.

La nuova missione bilaterale di cooperazione in Tunisia, intesa a fornire supporto per la costituzione di tre comandi regionali per la gestione delle attività di controllo del territorio, rappresenta senz'altro un punto strategico al fine di garantire stabilità nel Mediterraneo, anche ai fini della pacificazione stessa della Libia e per l'interesse dell'Italia al consolidamento del percorso di transizione democratica in atto in tale Paese.

Considerato il legame tra la sicurezza nel Mediterraneo e i confini meridionali dell'Unione europea, la partecipazione dell'Italia alla missione EUNAVFOR Med - Operazione Sophia assume una rilevanza che non può di certo essere sottovalutata.

È opportuno ricordare che tale missione ha salvato, dal 2015, circa 45 mila vite umane dai pericoli del mare e dai trafficanti di uomini, e che l'impegno per la stabilità del Mediterraneo ha confermato la vocazione multilaterale della nostra politica estera e di difesa.

Sul punto, la politica del Governo, signor Ministro, desta molte perplessità, soprattutto alla luce del fatto che la stessa missione è prorogata di tre mesi in tre mesi, e per il momento sino al 30 settembre 2019, senza la partecipazione di navi europee, pur mantenendo l'Italia la guida della stessa missione. Una contraddizione vera e propria, che ci auguriamo vivamente possa essere risolta il prima possibile.

Entrando nel merito della questione, ci tengo a precisare come il voto favorevole di Forza Italia rappresenti un voto di responsabilità, non solo nei confronti di tutte le donne e di tutti gli uomini che rappresentano l'Italia, e non la maggioranza di un Governo sotto un'unica bandiera, ma soprattutto verso quegli interessi generali che sono del Paese. È proprio sul terreno della politica estera, del ruolo che assume l'Italia presso le istituzioni internazionali e sui vari fronti che riguardano la nostra politica estera, che si misura la grandezza del nostro Paese.

È per questo motivo che il nostro voto non si traduce in un voto a favore di questo Governo, ma riteniamo di dover anteporre l'interesse generale del nostro Paese rispetto alle ragioni di critiche e di perplessità che abbiamo avuto modo di esprimere, sia fuori che dentro le Aule parlamentari, rispetto alla politica estera e di difesa.

Apprezziamo il cambio di rotta da parte dei partiti di maggioranza, che fino alla scorsa legislatura erano tra i banchi delle opposizioni e manifestarono in più di un'occasione serie perplessità in merito alla partecipazione dell'Italia ad alcune missioni. Questo è un passaggio fondamentale, poiché nessuna forza politica, signor Ministro, può permettersi di assumere posizioni che porterebbero il nostro Paese al di fuori della tradizione che l'Italia ha sempre avuto: quella di partecipazione agli organismi atlantici e che appartengono alla tradizione storica del nostro Paese negli scenari internazionali.

Nonostante ciò, in questa legislatura e in più di un'occasione, assistiamo ad incertezze e contraddizioni che sembrano mettere in discussione l'appartenenza dell'Italia al quadro geopolitico occidentale, o addirittura l'appartenenza stessa agli organismi internazionali multilaterali, dei quali facciamo - aggiungo - orgogliosamente parte sin dalla loro costituzione.

Non ci stancheremo mai di mostrare, signor Ministro, tutta la nostra contrarietà alle misure introdotte nella legge di bilancio 2019, in cui è stata prevista una riduzione del contributo italiano all'ONU pari a 35 milioni di euro per il 2019 e a 32 milioni di euro a decorrere dal 2020.

Inoltre, con la medesima disposizione è previsto che il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale intervenga anche sul piano internazionale per negoziare un adeguamento delle chiavi di contribuzione dell'Italia alle organizzazioni internazionali delle quali è parte.

Oltre agli interventi di natura propriamente economica - mi avvio alla conclusione, Presidente -, come ho precisato poc'anzi, non possiamo non nutrire fortissime perplessità in merito ad alcune scelte operate da questo Governo in materia di politica estera, che brevemente cercherò di riepilogare.

La prima è riferita al fronte orientale, che riguarda il confine della NATO con la Russia.

Forza Italia voterà a favore della partecipazione del nostro Paese anche alle missioni attualmente in corso e confermate in Lettonia e in altri Paesi del confine orientale, ma nutriamo più di un dubbio sul fatto che la stessa possa considerarsi l'unica politica che l'Italia, l'Unione europea e la NATO mettono in atto nei confronti del grande attore della politica internazionale, quale è la Federazione russa. Sul punto, Forza Italia - e concludo - è stato il primo partito ad opporsi alle politiche di sanzioni discriminatorie, che sono uno strumento tutt'altro che efficace sia dal punto di vista economico che da quello della diplomazia.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Tripodi.

MARIA TRIPODI (FI). Concludo, Presidente, come ho aperto il mio intervento, con un ringraziamento ai nostri militari (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente): a tutti loro va il nostro ringraziamento e la più profonda gratitudine per il loro operato che dà lustro all'Italia nel mondo. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). Signor Presidente, grazie. Noi voteremo con convinzione le missioni internazionali, perché non consideriamo questo un passaggio burocratico. Stiamo discutendo dell'impegno militare e civile del nostro Paese in teatri di guerra e siamo consapevoli che viviamo in tempi in cui la sicurezza è anch'essa diventata un problema globale e anche ciò che accade a migliaia e migliaia di chilometri dal nostro Paese ci investe e ci riguarda. Viviamo in un tempo nel quale ogni Paese è chiamato ad assumersi la propria responsabilità: per oltre mezzo secolo, il mezzo secolo che abbiamo alle spalle, la sicurezza è stata per lungo tempo garantita dalle due potenze nucleari e il mondo era consumatore di una sicurezza che producevano due. Oggi non è più così e siamo chiamati tutti a essere consumatori della sicurezza di cui, però, dobbiamo essere produttori e, quindi, c'è una diretta responsabilità che ci investe e ci riguarda ed è per questo che, come in precedenti passaggi parlamentari, noi voteremo le missioni.

Quello che vorremmo, però, qui dire è che ogni volta che si discute delle missioni occorre, appunto, non avere un approccio burocratico, ma verificare esattamente la congruità di quelle missioni, che cosa stanno facendo e se quello che stanno facendo corrisponde alle finalità che noi ci proponiamo. Questo vale, in particolare, per quelle crisi che più da vicino investono il nostro Paese e, in particolare, quelle aree, dai Balcani al Mediterraneo, che sono più prospicienti al nostro Paese, quindi, tutto quello che accade là ci investe e ci riguarda direttamente.

Ebbene, in particolare, io credo che qui l'attenzione non può che essere concentrata sulla crisi libica: una crisi che, in questi mesi, nuovamente conosce un avvitamento in una spirale di guerra, con la decisione del generale Haftar di scatenare un'offensiva contro il Governo Serraj per occupare Tripoli, smentendo, tra l'altro, le propagandistiche rappresentazioni secondo cui la Conferenza di Palermo avrebbe determinato un accordo tra Haftar e Serraj; una crisi intorno a cui si giocano gli equilibri del Mediterraneo, perché sappiamo tutti che questa crisi vede protagonisti l'Arabia Saudita, la Turchia, il Qatar, l'Egitto; una crisi che si svolge in uno scenario che è caratterizzato da turbolenze anche in altri Paesi, dall'Algeria al Sudan, per non parlare della Siria, dove stiamo per entrare nel decimo anno di guerra civile; una crisi che mette in luce aspetti drammatici di violazione dei diritti umani, in particolare, quando si guarda ai campi nei quali sono ospitati migranti e profughi.

Tutto questo non può essere affrontato con un approccio burocratico: tutto questo richiederebbe - e uso non a caso il condizionale - un ruolo attivo del nostro Paese in questa crisi, in questo scenario. E uso il condizionale perché, in realtà, con questo Governo, noi siamo di fronte a una assoluta latitanza dell'Italia in uno scenario così drammatico, problematico e così strategico per il nostro Paese. Noi impegniamo forze navali, uomini, militari e civili, in missioni in teatri di guerra, quello che manca è una strategia politica dentro cui questo impegno si giustifichi e si legittimi. L'impegno italiano per il quale noi qui siamo chiamati a votare è figlio di un accordo che è stato sottoscritto tra il Governo Gentiloni e il Governo Serraj nel febbraio del 2017 che prevedeva, e prevede dei precisi impegni, all'articolo 2: la sicurezza dei confini alla Libia del sud, il contrasto al traffico dei migranti, la umanizzazione dei centri di accoglienza, con il monitoraggio dell'UNHCR e dell'OIM, la formazione della guardia costiera e del personale dei centri di accoglienza, un impegno a sostegno delle municipalità libiche, un impegno a garantire tutto ciò che può consentire la ricostruzione civile e la rimessa in campo di attività economiche. Un accordo impegnativo, che ha visto il Governo Gentiloni e, in particolare, il Presidente del Consiglio e il Ministro Minniti impegnati tutti i giorni nel garantirne l'applicazione. Ebbene, tutto questo voi l'avete lasciato cadere: l'unica cosa di cui in questo momento il Governo italiano si occupa è che nessuno arrivi in questo Paese; al di là di quello che succede nel bagnasciuga del nostro Paese, voi non vi state occupando di nulla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Credo che vada detto con molta chiarezza che qui c'è una responsabilità gravissima del nostro Governo. Al collega Iezzi, che ha usato parole di cui credo, e spero, si voglia pentire e rammaricare, vorrei dire che chi volge la testa dall'altra parte è assai più complice di quello che accade nel Mediterraneo di chi, invece, si occupa di salvare delle vite umane (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). La vostra azione in questi mesi è stata: criminalizzare le ONG, in disprezzo delle tantissime vite umane che le ONG hanno salvato. Avete sabotato la missione Sophia: Ministro, lei ha detto la missione Sophia è congelata. Con un eufemismo: è congelata, prima di tutto, per il sabotaggio che questo Governo ha determinato della missione Sophia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Avete determinato la chiusura dei porti, in dispregio e in violazione delle norme del diritto marittimo internazionale, e avete trasformato quaranta poveri cristi in un'emergenza internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), quando ci volevano pochi minuti a risolvere quel problema. E c'è il disinteresse totale nei confronti dell'aspetto più drammatico, che è l'aspetto dei campi: campi profughi in cui ci sono, come sappiamo tutti, perché conosciamo le relazioni dell'UNHCR, condizioni di vita disastrose, violazioni di diritti umani fondamentali, vessazioni di ogni tipo; campi nei quali, sulla base di quell'accordo sottoscritto, era previsto il monitoraggio di UNHCR e OIM, che avevano cominciato a realizzarlo e che, oggi, denunciano di non essere nelle condizioni di poterlo fare perché non c'è nessuno che li sostiene, li assiste e li accompagna.

Così come quell'accordo prevedeva, e prevede, corridoi umanitari, che si sono cominciati a realizzare in Italia, ma bisogna dire con grande chiarezza che i corridoi umanitari che si sono realizzati si sono realizzati grazie all'iniziativa della Comunità di Sant'Egidio, della comunità valdese, delle organizzazioni di volontariato e il Governo si è limitato a non ostacolarle, quando, invece, dovrebbe assumere i corridoi umanitari come un'iniziativa propria per svuotare i campi e uscire dalla drammaticità in cui vivono i profughi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

E così, del Fondo per l'Africa si sono perse le notizie. Vorrei segnalare a quest'Aula che, nella legge di bilancio che si sta predisponendo, c'è una riduzione drastica dei fondi per la cooperazione allo sviluppo. Vorrei sapere che cosa significa farli stare meglio a casa loro quando si riducono le risorse per sostenere lo sviluppo di quei Paesi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E l'assenza di una qualsiasi iniziativa politica, che io credo sia fondamentale per dare un senso al nostro impegno con le missioni militari che qui stiamo per approvare.

Insomma, quello che noi vi chiediamo è di cambiare radicalmente strada, di riprendere, invece, il percorso che era previsto dall'accordo Gentiloni-Serraj, di mettere in campo le iniziative che possono consentire di favorire una soluzione negoziale alla crisi libica, messa oggi in causa dall'offensiva del generale Haftar che ha come unico obiettivo quello di liquidare la possibilità di una soluzione politica a vantaggio semplicemente di un'affermazione militare.

Ma se volete che le missioni che noi stiamo per votare e che vedono l'impegno dei nostri uomini, a cui anche da parte del gruppo del Partito Democratico va il ringraziamento per l'attività che ogni giorno svolgono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), se volete che quelle missioni abbiano un senso, allora c'è la necessità di riprendere un'iniziativa politica a partire dall'accordo che era stato sottoscritto e ottemperando ogni giorno per l'applicazione di quegli accordi.

Per questa ragione - e ho chiuso - noi voteremo le missioni EUNAV, UNSMIL e quella di assistenza ospedaliera a Misurata, non parteciperemo al voto sulla missione che prevede l'assistenza alla Guardia costiera libica, perché quell'assistenza era parte di una strategia che vedeva il coordinamento della Guardia costiera italiana e di tutti gli operatori che agivano nel Mediterraneo; voi avete liquidato quel ruolo e oggi, quindi, la Guardia costiera libica, in realtà, assume un ruolo e un'attività che è equivoca e per la quale non è opportuno rinnovare l'assistenza bilaterale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, in uno scenario internazionale altamente instabile, in un'epoca di grandi sfide globali quali il terrorismo, il traffico di esseri umani, i conflitti etnico-religiosi, dominata da instabilità regionali, la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali assicura un ruolo di primo piano al nostro Paese per garantire pace e sicurezza, innanzitutto nella regione del Mediterraneo. Fondamentale sarà, a questo proposito, l'attività svolta dall'hub NATO di Napoli, affacciato proprio su quel fronte sud che è la priorità strategica, non solo per l'Italia, ma per l'Occidente intero.

È essenziale la nostra presenza nel continente africano, con missioni in grado di stabilizzare intere aree, con positive ricadute sui flussi migratori, ma è opportuno ribadire che un Paese, da solo, non può affrontare una sfida epocale come quella della migrazione. La nostra penisola non potrà più essere il solo porto di sbarco per la missione EUNAVFOR MED-Sophia.

L'Italia è impegnata, con i nostri militari, in azioni di aiuto allo sviluppo e al mantenimento della pace in diverse aree del mondo, con un approccio attento alla sicurezza e al rafforzamento delle istituzioni locali, passando dalla stabilizzazione e dalla promozione dello sviluppo, fino alla salvaguardia del patrimonio archeologico e allo sminamento umanitario, riscuotendo ovunque un apprezzamento unanime per le attività svolte con grande dedizione sul campo. L'interesse nazionale e la sicurezza interna del nostro Paese vengono garantiti dalla partecipazione alle missioni internazionali. La professionalità e, al contempo, l'umanità dei nostri militari ha contraddistinto la nostra capacità di intervento e permesso di contrastare il terrorismo di matrice islamica e ridurre la portata dei conflitti interetnici.

Oggi, in quest'Aula, siamo chiamati a rinnovare il nostro impegno al di fuori dei confini nazionali, consapevoli che solo così sapremo garantire un futuro migliore nelle aree interessate dalle missioni internazionali, alle quali costantemente partecipiamo, assicurando pace e sicurezza al nostro Paese e al Mediterraneo allargato, ma anche in tutti quegli scenari dove sono presenti i nostri uomini.

Proprio ieri, Presidente, ricorreva l'anniversario della battaglia del check point Pasta; ventisei anni fa morirono tre nostri soldati (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia) e rimasero feriti ventidue militari italiani. È doveroso, in quest'Aula, ricordarli, ricordare il loro sacrificio e quello di tutti gli altri caduti nelle missioni per la pace, per l'Italia. Noi della Lega voteremo convintamente a favore, perché noi siamo con chi difende i confini della nostra nazione, e non con chi sperona le navi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iovino. Ne ha facoltà.

LUIGI IOVINO (M5S). Colleghi deputati, signora Ministro, signor sottosegretario, innanzitutto permettetemi di rivolgere un ringraziamento alla signora Ministro della difesa per essere qui presente oggi: questa presenza non è sintomatica di un simbolismo, ma è anche la volontà e la responsabilità che si dedica a questo tema, un tema molto importante per il nostro Paese come Stato e come sistema Paese, e soprattutto manifesta un profondo rispetto nei confronti di quest'Aula della Camera dei deputati e del Parlamento sovrano.

Il MoVimento 5 Stelle, fin dalla sua nascita, da sempre, ha perseguito l'unico obiettivo concreto in tema di politica estera e di missioni internazionali: la strada del dialogo, della cooperazione internazionale, il rispetto delle culture e, soprattutto, l'autodeterminazione dei popoli. Cosa che non è stata affatto scontata da parte delle altre forze politiche e delle altre forze politiche che hanno sostenuto i Governi precedenti.

La deliberazione del Consiglio dei ministri del 23 aprile, la relazione delle Commissioni III e IV, e la relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e stabilizzazione sono il solco su cui il Parlamento sovrano e il Governo tracciano la propria azione.

Da un lato, abbiamo affermato, con forza, che la partecipazione dell'Italia, come attore di politica estera impegnato nel promuovere il dialogo, la pace e la sicurezza a livello globale nelle missioni internazionali, assicura centralità e prestigio alle azioni tese e al posizionamento geopolitico del nostro Paese. Dall'altro lato, stiamo continuando a contrastare con grande forza il terrorismo, il traffico di esseri umani, la proliferazione di armi di distruzione di massa, l'instabilità regionale e le esigenze di sicurezza del nostro Paese, con il rafforzamento delle istituzioni locali in quei Paesi dove andiamo a dare una mano con i nostri militari e i nostri uomini e le nostre donne, che ogni giorno sacrificano la loro vita oltre il confine.

Questo approccio, a nostro avviso, è il naturale prodotto di un orientamento culturale, che è teso, sempre e comunque, alla comprensione dei fenomeni internazionali. Il nostro è un modo di condurre gli aiuti che ci ha permesso di essere fortemente apprezzati dai popoli a cui offriamo il nostro contributo umano e che, a differenza degli altri Paesi che, purtroppo, hanno pensato troppo spesso di utilizzare la forza per imporre tragiche idealizzazioni, oggi ci consente di essere riconosciuti come pacifici portatori di valori umani, sociali, professionali ed economici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo lo dobbiamo ai nostri uomini e alle nostre donne in divisa, che hanno rappresentato al meglio, in tutti i luoghi in cui operano, il sentimento di solidarietà italiano. Grazie al loro lavoro possiamo superare definitivamente l'approccio ideologico che hanno portato avanti i Governi precedenti e rispondere a fenomeni complessi, come, ad esempio, quello dell'immigrazione di massa, con soluzioni adeguate, pensate e ragionate.

Solo creando le condizioni per una reale emancipazione sociale ed economica dei Paesi che vivono nell'instabilità, riusciremo a raggiungere il più alto degli obiettivi: la libertà, per un cittadino, di non dover sperare nell'assistenzialismo, ma vivere e poter prosperare tranquillamente nella propria terra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), senza la paura di dover aspettare, a domani mattina, se queste persone sono ancora in vita o meno.

L'Italia non è più disponibile a campare alla giornata, continuando ad avallare un'accoglienza irrazionale, che, ad oggi, ha avuto come unico risultato l'innalzamento della tensione sociale e l'arricchimento di gruppi con a capo organizzazioni criminali travestite da benefattori. E questo ha portato all'abbassamento del costo del lavoro per consentire a cooperative multinazionali di allargare la cerchia dei cosiddetti schiavi moderni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Liberiamoci finalmente della visione romantica di personaggi che ormai sono anacronistici e investiamo maggiormente in nuovi strumenti per la sicurezza dei militari all'estero, in modo da garantire anche ai nostri civili che si occupano di sostegno allo sviluppo un ambiente con il più basso rischio possibile. In questo modo riusciremo a spendere molto meno, pur rafforzando una risposta italiana che è nelle leve del dialogo politico e diplomatico, dell'intervento di supporto militare sul campo e dell'aiuto allo sviluppo delle popolazioni locali.

Con i nostri militari, dispiegati lungo un arco di crisi che va dall'Africa occidentale sino all'Afghanistan, attraverso l'intero Medioriente, l'Italia si distingue per una capacità di intervento e di prevenzione, per eccellenza addestrativa e per uno specifico approccio umanitario, teso innanzitutto a salvaguardare e a proteggere le vite umane, a sostenere le popolazioni civili e, in particolare, gli individui più esposti alle conseguenze dei conflitti che tanti Paesi hanno causato. Il faro da seguire, a nostro avviso, è incrementare questo lavoro, per rendere forti e autonomi i Paesi con cui stringere accordi bilaterali.

È finita finalmente la fase delle vacche grasse per chi utilizzava i soldi degli italiani per fare business sugli immigrati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e ricambiava con voti e finanziamenti a partiti, come hanno rivelato alcune importanti inchieste dove sono stati coinvolti i maggiori partiti di questo Paese, che hanno sostenuto diversi Governi precedenti, insieme a tante altre lobby che di positivo non hanno mai avuto niente. Le parole chiave devono essere: sviluppo, autodeterminazione e cooperazione, e la nostra priorità, oggi, è e deve essere ristabilire e tutelare le condizioni di pace e di sicurezza innanzitutto nella regione del Mediterraneo. L'azione dell'Italia è mirata alla pacificazione, alla stabilizzazione in Libia e nel cosiddetto Mediterraneo allargato.

In questo senso, a nostro avviso, i rapporti con la Tunisia assumono un ruolo chiave per la stabilità del Mediterraneo, anche e soprattutto ai fini della pacificazione in Libia, come qualcuno prima ripeteva. Il consolidamento del percorso di transizione democratica rappresenta un terreno fertile, a conclusione della missione NATO, per l'avvio di una nuova missione bilaterale italo-tunisina, utile a contenere eventuali criticità in quel territorio che possano a cascata, inevitabilmente, mettere a rischio anche la nostra sicurezza nazionale.

L'Italia deve continuare a garantire la guida dell'operazione SOPHIA, rafforzando l'intera sorveglianza dell'area e proseguendo con le attività di sostegno alla Guardia costiera e alla Marina libica. In parallelo dobbiamo continuare a spingere sul cambiamento dell'attuale meccanismo europeo che individua il nostro Paese, per diverse ragioni, forse poco logiche, come unico e principale porto di sbarco. Però, mi preme sottolineare una differenza, Presidente, tra chi cerca di aiutare vite in mare e non accetta queste condizioni e tra chi lucra su queste povere persone, facendo da traghettatore. Questa è una grande differenza che va sottolineata.

Il mandato popolare che abbiamo ricevuto, inoltre, ci impone di rimodulare la partecipazione italiana a missioni che hanno consumato gradualmente i loro obiettivi iniziali e lo facciamo, innanzitutto, ringraziando i nostri contingenti che hanno dato il cuore, l'anima e la vita per consentirci, oggi, di sedere ai tavoli su cui si condividono importantissime informazioni, consapevoli di aver garantito, grazie al loro sacrificio, il nostro contributo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ma senza indugiare nel prendere al momento giusto le dovute e nette decisioni. Il contributo italiano pertanto alla missione NATO in Afghanistan sarà, infatti, progressivamente ridotto di ben 200 unità entro la fine del mese di luglio 2019, fermo restando, però, e questo è un atto di grande responsabilità, il costante monitoraggio degli sviluppi della situazione intra afgana e l'avvio di un processo democratico in quella zona.

Nell'area mediorientale gli sviluppi recenti della tensione tra Libano e Israele confermano la necessità di continuare a guidare la missione UNIFIL per mantenere la pace in una regione ancora schiacciata da numerose tensioni. Siria, Sahel e Balcani rimangono osservazioni strategiche condivise con i nostri partner internazionali per monitorare i flussi migratori con il più alto rischio per la minaccia terroristica. L'operazione che stiamo portando avanti a partire dalla ricostruzione civile, il miglioramento delle opportunità lavorative, la sicurezza alimentare, la prevenzione e il contrasto alla violenza sessuale sulle donne e le bambine e lo sminamento umanitario sono atti concreti che questo Governo sta garantendo.

Avviandomi alle conclusioni, Presidente, ci terrei a ringraziare per questo sforzo immane i militari, gli uomini e le donne della Difesa, i nostri civili, il nostro corpo diplomatico, i nostri cooperanti, i volontari delle associazioni, i ricercatori delle università, le aziende che lavorano quotidianamente su quel territorio e tutti coloro che, ogni giorno, dimostrano che l'Italia del cambiamento non usa, a differenza di tanti altri, le fragilità internazionali per riempire capitoli di spesa virtuali, ma mette in atto operazioni concrete volte alla formazione, alla tutela e alla cooperazione che fanno prosperare quei popoli vicini e lontani che, domani, inevitabilmente, Presidente, saranno i nostri partner nella responsabilità di garantire una pace globale, lunga e duratura.

Con questo dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Salutiamo la delegazione del comune di Terlizzi, presente in tribuna con il suo sindaco (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). La ringrazio, Presidente. Colleghi, soltanto pochi minuti; mi ha fatto piacere ascoltare poco fa da qualche collega, nell'intervento ricordato e citato, l'episodio di 26 anni fa, la battaglia del pastificio, 2 luglio 1993, a Mogadiscio. Però, penso che, al di là del ricordo delle singole parti, sarebbe sempre utile e opportuno - questo possiamo fare noi vivi, questo possono fare le istituzioni repubblicane, a maggior ragione per non declassificare questi interventi soltanto a meri fatti amministrativi - che le istituzioni tutte, dalla Presidenza della Camera a quella del Senato, al Presidente del Consiglio, ho visto ieri un comunicato della Ministra Trenta, possano adeguatamente sottolineare, quando capita un anniversario di questa importanza e gravità, quello che è accaduto.

Rammento che si trattò della prima missione in cui l'Italia partecipò sotto l'egida dell'ONU; oltre 600 miliziani del terribile signore della guerra Aidid aggredirono circa 500 militari italiani, alcuni giovanissimi, militari di leva e fu il primo conflitto armato, in buona sostanza, dopo la seconda guerra mondiale.

Persero la vita Andrea Millevoi, Pasquale Baccaro, Stefano Paolicchi, ci furono 22 feriti tra cui l'attuale tenente colonnello Gianfranco Paglia che, purtroppo, ha perso nella circostanza l'uso delle gambe, e a cui è stata conferita la medaglia d'oro al valor militare (Applausi - l'Assemblea si leva in piedi).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Rampelli, per le sue opportune parole.

Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni - Doc. XVI, n. 2)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le risoluzioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Passiamo alla votazione della risoluzione Iovino, Formentini ed altri n. 6-00080, sulla quale il Governo ha espresso parere favorevole.

Avverto che ne è stata richiesta la votazione per parti separate.

Per quanto riguarda gli impegni, il gruppo Liberi e Uguali ha avanzato richiesta di votare separatamente l'autorizzazione alla prosecuzione delle missioni per le quali ha proposto, nel suo atto di indirizzo, di negarla - ovvero quelle relative alle schede nn. 8, 9, 10, 22, 24, 27, 28, 29, 38, 39, 40, 41 e 42 - rispetto a tutte le altre.

I gruppi Partito democratico e Liberi e Uguali hanno chiesto la votazione per parti separate dell'autorizzazione alla prosecuzione della missione relativa alla scheda n. 23.

Tanto il gruppo del Partito Democratico quanto quello di Liberi e Uguali hanno richiesto di votare separatamente le premesse e il dispositivo.

La Presidenza, come da prassi, porrà in votazione quest'ultimo, per parti separate nel senso sopra illustrato, e, solo ove approvato in tutto o in parte, le premesse.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Iovino, Formentini ed altri n. 6-00080, limitatamente alla parte dispositiva relativa all'autorizzazione alla prosecuzione delle missioni in corso relative alle schede nn. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 25, 26, 30, 31, 32, 33, 34, 35, 36, 37, 43, 44, 50, 45, 46, 47, 48 e 49, unitamente all'autorizzazione della nuova missione relativa alla scheda n. 37-bis/2019, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

In sintesi, per essere più chiari, queste sono le missioni su cui c'è un parere conforme favorevole di tutti i gruppi.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Iovino, Formentini ed altri n. 6-00080, limitatamente alle parti dispositive relative all'autorizzazione alla prosecuzione delle missioni in corso relative alle schede 8, 9, 10, 22, 24, 27, 28, 29, 38, 39, 40, 41 e 42, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Iovino, Formentini ed altri n. 6-00080, limitatamente alle parti dispositive relative all'autorizzazione alla prosecuzione delle missioni in corso relative alla scheda 23, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Essendo stato approvato il dispositivo della risoluzione Iovino, Formentini ed altri n. 6-00080, passiamo ora alla votazione delle premesse di tale atto di indirizzo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Iovino, Formentini ed altri n. 6-00080, limitatamente alle premesse, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Avverto che, a seguito dell'approvazione della risoluzione Iovino, Formentini ed altri n. 6-00080 nel suo complesso, risultano assorbite o precluse le parti dei dispositivi delle risoluzioni Quartapelle Procopio ed altri n. 6-00081 e Fornaro n. 6-00082, volte rispettivamente a concedere o a negare l'autorizzazione alla partecipazione dell'Italia alle singole missioni internazionali per il periodo 1° gennaio-31 dicembre 2019 e 1° marzo-31 dicembre 2019. Risulta altresì interamente precluso il dispositivo della risoluzione Palazzotto, Orfini, Magi, Benedetti ed altri n. 6-00083, conseguentemente, non si porrà in votazione la relativa premessa.

Passiamo, quindi, alla risoluzione Quartapelle Procopio ed altri n. 6-00081, la cui parte dispositiva concernente l'autorizzazione di tutte le missioni internazionali risulta assorbita: risulta alla Presidenza che i presentatori non insistano per la votazione delle premesse di tale atto di indirizzo, e lo confermano.

Passiamo, quindi, alla risoluzione Fornaro n. 6-00082, nell'ambito della cui parte dispositiva l'autorizzazione o il diniego delle singole missioni internazionali risultano rispettivamente assorbiti o preclusi. Risulta alla Presidenza che i presentatori non insistano per la votazione delle premesse di tale atto di indirizzo. Prendo atto che non insistono.

Sull'ordine dei lavori e per richiami al Regolamento.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, vorrei, a nome del gruppo del Partito Democratico - e spero di tutti quanti -, salutare con grande orgoglio l'elezione di David Sassoli a Presidente del Parlamento europeo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali, che si alzano in piedi - Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Grazie all'onorevole Sassoli. Al neoeletto Presidente del Parlamento europeo arriveranno sicuramente gli auguri di tutta l'Aula, essendo lui chiamato a rappresentare anche il nostro Paese.

CARMELO MICELI (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARMELO MICELI (PD). Presidente, provo a chiederle la parola da stamattina, ma lei non mi nota. Onorevole Mollicone, la pregherei di restare in Aula, per favore, gradirei che lei fosse presente.

PRESIDENTE. Onorevole Miceli, allora lei mi conferma che guardavo bene: il richiamo al Regolamento non riguarda l'onorevole Mollicone, ne sono certo.

CARMELO MICELI (PD). No, assolutamente, Presidente.

PRESIDENTE. Prego, per un richiamano al Regolamento.

CARMELO MICELI (PD). Nel giorno in cui l'Europa - a parte premiare l'Italia nella figura di Sassoli, sintomo di quella che è, in realtà, la buona gestione del rapporto internazionale, chi ha una credibilità internazionale - premia due donne a due ruoli di massima importanza, Ursula von der Leyen alla Presidenza della Commissione europea e Christine Lagarde alla BCE, nel giorno in cui accade questo, accade anche che un parlamentare della Repubblica italiana decide di prendersi scherno e di tentare di umiliare delle colleghe…

PRESIDENTE. Onorevole Miceli, questo non è un richiamo al Regolamento…

CARMELO MICELI (PD). Sì, Presidente…

PRESIDENTE. Parli del richiamo al Regolamento.

CARMELO MICELI (PD). …attiene all'articolo 8 e seguenti, 10 e seguenti. Io credo che la responsabilità di sancire chi è vestito in maniera consona o meno ad un'Aula spetti alla Presidenza e agli Uffici che la coadiuvano e non all'onorevole Mollicone (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente), che si permette di pubblicare delle foto di colleghe mostrandone anche il voto dinanzi a tutti su Facebook, consentendo pure volgari articoli della carta stampata.

Ecco, credo che rispetto a questo, Presidente, il contegno dell'onorevole Mollicone dovrebbe essere posto all'attenzione dell'Ufficio di Presidenza, che l'onorevole Mollicone dovrebbe chiedere scusa alle colleghe e che le donne del suo gruppo dovrebbero quantomeno dissociarsi dall'attività del loro collega (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Onorevole Miceli, ho già avuto modo di interloquire con il collega Mollicone in un'altra sede, dicendo che è compito della Presidenza intervenire in merito all'abbigliamento, e la Presidenza non ha riscontrato mai nessuna violazione al nostro Regolamento.

MARIA EDERA SPADONI (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Immagino sullo stesso tema. Ne ha facoltà.

MARIA EDERA SPADONI (M5S). Sì, grazie, Presidente, sullo stesso tema. È assolutamente inqualificabile il fatto che ci siano dei parlamentari che postano su Facebook delle fotografie per cercare in qualche modo di modificare il dress code della Camera: se c'è da modificare un dress code alla Camera lo decide l'Ufficio di Presidenza, non viene deciso da un deputato che decide di postare delle foto, in qualche modo offendendo anche le donne di un gruppo parlamentare, che può essere qualsiasi gruppo parlamentare (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Presidente, di queste cose - lei lo sa così come lo sono anch'io - ne parliamo in Ufficio di Presidenza, sicuramente sarà un tema che dovrà essere sviluppato. Chiaramente, mi aspetto che il collega Mollicone in qualche modo si scusi veramente per il post di pessimo gusto che ha fatto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

LAURA BOLDRINI (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Signor Presidente, su questo punto. Purtroppo tocca intervenire su questi punti. Sarebbe meglio evitare di sprecare così il proprio tempo, però se qualcuno è titolato al decoro dell'Aula, non è certo il singolo deputato.

Comunque, se di decoro si tratta, penso allora che dobbiamo parlare anche di quello dei colleghi deputati, perché in quest'Aula ognuno si veste come gli pare, anche i colleghi danno magari adito a delle interpretazioni di moda che sono assolutamente discutibili.

E ritengo che una donna debba avere la libertà di vestirsi come ritiene, perché non è sulla base di come si veste che si valuta la capacità di svolgere il proprio lavoro e la propria prerogativa di parlamentare.

Se ancora stiamo a controllare le scarpe delle donne, stiamo a controllare il tipo di vestito che indossano, vuole dire che ancora siamo in una mentalità per cui la donna deve apparire al meglio, deve apparire secondo dei crismi. Se poi, però, non c'è altro, questo non importa; l'importante è che appaia come piace all'onorevole Mollicone.

Ecco, non siamo qui per compiacere il senso estetico dell'onorevole Mollicone, e quindi, signor Presidente, credo che sia opportuno stigmatizzare questo comportamento che mette in mora le deputate, solamente le deputate. In qualche modo, l'onorevole si autoincarica di fare il moralizzatore, non so, l'interprete dello stile che deve essere adottato in quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

WALTER RIZZETTO (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Dopo risponderò ai colleghi.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo sulla scorta di quanto ho appena ascoltato dalla Vicepresidente del MoVimento 5 Stelle, dall'onorevole Spadoni, in quanto, Presidente, dopo aver visto probabilmente le immagini piuttosto che anche qualche articolo che è uscito rispetto a quanto il nostro collega Federico Mollicone ieri ha denunciato, ognuno si fa, Presidente, la sua idea rispetto a quanto potrebbe essere e a cosa potrebbe essere una condotta di un certo tipo all'interno di un palazzo che rappresenta le istituzioni. Quindi, sotto questo punto di vista, chiedo a tutti di farsi una propria idea; questa è una posizione, per quanto mi riguarda, piuttosto asettica.

Ma, Presidente, mentre parlava la Vicepresidente Spadoni, ritengo che nessuno qui dentro rispetto al suo intervento possa ricevere lezioni dal MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ricordo alla Vicepresidente Spadoni e al gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle che, circa tre o quattro anni fa, un deputato o una deputata dello stesso MoVimento - e lei lo ricorderà, Presidente - ha registrato un intervento fra l'onorevole Rabino e l'allora deputata Mara Mucci, pubblicandolo sulla pubblica gogna del blog di Beppe Grillo, e sono arrivati dei commenti assolutamente inqualificabili per cui nessun deputato del MoVimento 5 Stelle né i vertici si sono mai scusati, né in Aula né fuori dall'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, qui dentro nessuno prende lezioni di civiltà e di moralità da un gruppo politico che ha usato la gogna politica anche dentro quest'Aula per attaccare non politicamente, ma in modo poco virtuoso deputati e deputate della Repubblica che allora - e voi lo sapete - stavano semplicemente parlando di un qualcosa che è di comune impegno qui, all'interno delle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Noi abbiamo ascoltato gli interventi di tutti e, pur dovendo prendere, presidente Boldrini, per il suo tramite, le distanze dalla pubblicazione di foto che certamente non si possono condividere, ma nel merito io ritengo, noi riteniamo, che sia dovuto quel decoro istituzionale all'Aula, alle istituzioni che rappresentiamo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

E, allora, Presidente, il nostro invito è che la questione venga deferita proprio all'Ufficio di Presidenza, dove è costituito un Comitato per le pari opportunità. Saranno le donne, presidente Boldrini, sempre per il suo tramite, a decidere qual è l'abbigliamento consono a quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), ma un abbigliamento consono ci deve essere per rispetto alle istituzioni che noi tutti rappresentiamo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Lungi da me voler intervenire in un tema così complicato, molto più complesso di altri, ma credo che il richiamo dell'onorevole Bartolozzi sia assolutamente giusto.

Ne abbiamo discusso anche oggi in Ufficio di Presidenza, lo ha posto il collega Rampelli ed è corretto che ci sia una riflessione su questo; luogo dove abbiamo discusso anche sulla possibilità o meno di continuare la prassi delle fotografie e dei filmati, prassi che è sempre stata chiaramente definita illegittima da parte di questa Presidenza e che, purtroppo, però, trova ancora molta facilità tra i colleghi. Quindi, credo che anche questa sarà una discussione che avverrà nell'ambito dell'Ufficio di Presidenza.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 13,05, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della Giustizia, il Ministro dell'Interno, la Ministra della Difesa e il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali e del turismo. Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative di competenza, anche di carattere normativo, con riguardo alla tutela dei minori in relazione ai criteri e alle modalità di affidamento, anche alla luce dell'inchiesta che vede coinvolti i servizi sociali della Val D'Enza – n. 3-00841)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Fiorini ed altri n. 3-00841 (Vedi l'allegato A).

Chiedo alla deputata Fiorini se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica.

BENEDETTA FIORINI (FI). Grazie, Presidente, la illustro. Signor Ministro, lo scorso 27 giugno diciotto persone, ad oggi ventinove, tra cui il sindaco di Bibbiano (Reggio Emilia), politici, medici, assistenti sociali, psicologi di una ONLUS di Torino sono stati raggiunti da misure cautelari dai carabinieri di Reggio Emilia, la mia città. L'inchiesta denominata “Angeli e demoni” riguarda la rete di servizi sociali della Val d'Enza che ipotizza spaventosi abusi istituzionali nel sistema degli affidi. L'accusa di aver redatto false relazioni per allontanare i bambini alle famiglie al fine di collocarli in affido retribuito da amici e conoscenti scuote le coscienze di tutti e genera un allarme nel Paese. Tra i molti e gravi reati contestati ci sono maltrattamenti su minori, lesioni gravissime e si ipotizzano persino due casi di abusi sessuali presso le famiglie affidatarie.

Signor Ministro, alla luce di questi fatti, chiediamo quali iniziative urgenti anche normative intenda avviare affinché simili episodi non si ripetano in futuro. Chiediamo inoltre che si avvii quanto prima l'esame della proposta per l'istituzione di una Commissione d'inchiesta sulle case-famiglia nonché un monitoraggio capillare sulla modalità di affido dei minori nel nostro Paese. Vogliamo chiarezza per le vittime e per tutte le persone coinvolte; chiarezza per i cittadini che assistono sgomenti a questa terribile vicenda (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha facoltà di rispondere.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Premetto innanzitutto che, dall'indagine condotta dalla procura della Repubblica di Reggio Emilia, emergerebbe un'inquietante rete criminosa ordita in danno di malcapitati minorenni sottoposti a veri e propri trattamenti coattivi perpetrati facendo finanche ricorso a dispositivi dotati di impulsi elettromagnetici. Per tali fatti sedici indagati risultano attualmente sottoposti a misure cautelari personali in relazione a vari titoli di reato quali frode processuale, depistaggio, abuso d'ufficio, maltrattamenti su minori, falso in atto pubblico, violenza privata e peculato d'uso. Devo altresì da subito evidenziare che le questioni sollevate dagli interroganti investono solo in parte lo spettro delle competenze del Ministero della Giustizia, cioè in concreto i magistrati ricevono periodicamente relazioni sulla situazione relativa ai minori dati in affidamento. Le competenze del Ministero della Giustizia sono quelle di verificare che chiaramente i magistrati facciano il loro lavoro come si deve e, a tal proposito, è già noto che questa mattina gli ispettori del mio Ministero si sono recati presso il tribunale dei minorenni di Bologna e la procura di Reggio Emilia per verificare la correttezza dell'operato giudiziario in sede di affidamento dei minori. Quello che possiamo fare e che stiamo già ipotizzando è fare in modo di incrociare il più possibile tutti i dati che arrivano dai diversi uffici giudiziari al fine di poter verificare in maniera più stringente l'andamento delle situazioni dell'affido dei minori nei vari territori e poter individuare prima e meglio le situazioni che sono critiche quando ci sono queste criticità. Io chiaramente non posso entrare nel merito dell'inchiesta: la magistratura proseguirà in piena autonomia e indipendenza ma, detto questo, voglio chiarire che il Governo ha ristabilito in Italia il principio della certezza della pena come un principio cardine e inderogabile. Ora, questo discorso vale a maggior ragione ogni volta in cui siano coinvolti dei minori e, in generale, in qualsiasi aula giudiziaria verrà accertata l'esistenza di un abuso nei confronti di un minore, posso garantire che non ci sarà nessuno sconto da parte della giustizia perché la giustizia sarà inflessibile.

PRESIDENTE. Il deputato Bignami, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Grazie, Presidente. Purtroppo, prendendo spunto dalla conclusione del Ministro, dobbiamo rilevare come non sia scontato che i minori non vanno toccati e qui ci sono sia ragioni economiche, su cui ha detto bene lei che sarà la magistratura ad accertare le responsabilità ma, lo dico assumendomi la responsabilità di quel che affermo fino in fondo, anche ragioni ideologiche. Non è un caso, signor Ministro, che quanto è avvenuto sia avvenuto in un territorio che da settantacinque anni non conosce alternanza; non è un caso che sia avvenuto in un territorio dove già c'era stata l'inchiesta “veleno” che aveva dimostrato i limiti di quei servizi sociali. Non esiste un modello emiliano-romagnolo a guida PD di efficienza del sistema sociale. Non è un caso che la signora e il sindaco, sottoposti a misure cautelari, fossero stati ascoltati il 12 marzo 2015 in regione come esempio di virtù e conoscenza. È una vergogna che la regione Emilia-Romagna li abbia chiamati lì e approfitto della presenza del Ministro Salvini per dire che è una vergogna che il sindaco agli arresti domiciliari sia ancora in carica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Non è un caso che il Partito Democratico avesse invitato quei soggetti alla Festa dell'Unità; non è neanche un caso che le organizzazioni LGBTQ, come si chiamano, ne avessero fatto una paladina, perché è in atto in Emilia-Romagna un'aggressione sistematica nei confronti dell'istituto della famiglia, è in atto un'aggressione sistematica nei confronti di un modello che è quello che qualcuno vorrebbe smantellare togliendo identità ai bambini, togliendo identità ai genitori, rimuovendo il padre e la madre e facendo così un genitore 1 e un genitore 2. Allora, se non sorprende che il sindaco di Reggio Emilia fosse a migliaia di chilometri di distanza sulla Sea Watch in quelle ore e non nella sua Reggio Emilia; se non sorprende che il PD di Bibbiano non abbia espresso una parola di solidarietà per le vittime ma solo per il sindaco (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico); sorprenderebbe, signor Ministro, se da parte vostra non ci fosse un'azione chiara e precisa…

PRESIDENTE. Colleghi… colleghi…

GALEAZZO BIGNAMI (FI). …capisco che vi dà fastidio ma questa è la realtà dei fatti, perché potevate anche voi essere lì a chiedere non la costituzione di parte civile…

PRESIDENTE. Concluda.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). …ma a spiegare perché avete reso potenti tali organizzazioni foraggiandole e dando ad esse soldi e creando queste situazioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Intendimenti in merito al contrasto dell'immigrazione illegale e al rafforzamento delle misure di controllo dei confini nazionali, in particolare marittimi, anche alla luce della recente vicenda relativa alla nave Sea Watch 3 – n. 3-00842)

PRESIDENTE. Il deputato Iezzi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-00842 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Grazie, Presidente. Grazie Ministro e grazie colleghi. Innanzitutto credo sia doveroso sottolineare la nostra gratitudine, la nostra solidarietà e vicinanza agli agenti della Guardia di Finanza (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia) che proprio in relazione al caso della Sea Watch 3, oggetto di questo intervento, hanno rischiato la vita nei giorni scorsi. La vicenda ha avuto inizio il 12 giugno scorso quando la nave trasferì a bordo cinquantadue immigrati che si trovavano al largo delle coste libiche contro le indicazioni della guardia costiera libica. Fin dall'inizio la vicenda è stata caratterizzata da una serie di comportamenti di estrema gravità e violenza sia per la scelta di fare rotta direttamente verso l'Italia, sebbene Paese di approdo più lontano e pur mettendo a rischio la vita degli stessi immigrati a bordo, e poi per la decisione di attraccare al porto di Lampedusa senza alcuna autorizzazione, mettendo a rischio, come detto, la vita degli agenti della Guardia di Finanza che cercavano solo di far rispettare la legge. Purtroppo non è la prima volta che questa nave battente bandiera olandese ma gestita da omonima ONG tedesca mette in atto comportamenti pericolosi per la sicurezza degli stessi immigrati e del nostro Paese. Per questo, Ministro, le chiediamo di sapere come intenda proseguire nella linea di contrasto all'immigrazione illegale e nel rafforzamento delle misure di controllo dei confini nazionali in particolare marittimi.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. Mi associo alla vicinanza a dei militari che hanno rischiato la vita per difendere i confini e la sicurezza del nostro Paese e mi auguro che tutti gli apparati dello Stato la pensino nella stessa maniera (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia), perché sarebbe grave se fosse il contrario.

I numeri dicono che quest'anno gli sbarchi sono calati dell'84 per cento rispetto all'anno scorso e del 97 per cento rispetto al 2017. Delle domande di protezione internazionale solo il 7 per cento è stato riconosciuto a livello di rifugiato. Il numero dei morti, secondo i dati dell'ONU, è sceso dai 5.096 del 2016 ai 584 del 2019. Potrei andare avanti con tante altre statistiche (Commenti del deputato Scalfarotto) che il mio Ministero mi ha preparato…

PRESIDENTE. Deputato Scalfarotto… prego, vada avanti.

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Vado avanti e ringrazio il gruppo della Lega che ha presentato questa interrogazione e che è presente al completo, e non mi sembra che si possa dire altrettanto di altri gruppi presenti in questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Il caso della Sea Watch ha dimostrato l'efficacia delle misure adottate con il decreto-legge “sicurezza bis”, che si appresta ad arrivare in Parlamento, e sono sicuro che il Parlamento riuscirà a renderlo ancora più stringente, rigoroso ed efficace. Mi affido, quindi, ovviamente all'intelligenza e al buon senso di quest'Aula: non ci sono altre parole per esprimere il convincimento che, in Italia, possa arrivare chi ha il diritto di arrivare, che proseguano i corridoi umanitari per donne, ragazzi e bambini che scappano davvero dalla guerra e che non arrivano con barchini o barconi gestiti dai trafficanti di esseri umani, che, con quei soldi, poi comprano armi e droga. Ripeto che io non sarò mai complice dei trafficanti di armi e di droga (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia), perché qui non si parla di generosi soccorritori, ma si parla di trafficanti di armi e di droga.

Andremo avanti così, e sono convinto che ci sarà prima o poi anche un giudice, perché il 99 per cento dei giudici italiani amministra la giustizia con obiettività e non con “pre-giudizi” politici; sono convinto che, anche sul tema immigrazione, avremo la fortuna di imbatterci prima o poi come popolo italiano in un giudice che applicherà le leggi e non le disattenderà, perché, in quel caso, si toglie la toga, si candida con il Partito Democratico e viene in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier, che si levano in piedi, e dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico). Fino a prova contraria i giudici devono applicare la legge.

PRESIDENTE. Il deputato Iezzi ha facoltà di replicare. Deputato Iezzi, prego. Deputato Iezzi, ha facoltà di replicare.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Ministro, la ringraziamo per il lavoro che ha svolto fin qui nel tentativo di arginare l'immigrazione clandestina che arriva via mare. Proprio in queste ultime ore abbiamo avuto l'ennesima dimostrazione di cosa si celi dietro il business dell'accoglienza, con l'indagine avviata su quattro ONLUS legate alla criminalità organizzata che ha portato all'arresto di sei persone per i reati di truffa aggravata, autoriciclaggio e associazione a delinquere.

L'immigrazione senza regole - è stato detto - avvantaggia gli scafisti, le mafie e le organizzazioni che lucrano su queste tragedie umane. Purtroppo, nel nostro Paese succedono cose strane: succede che una nave attenti alla vita di agenti della Guardia di finanza, a quegli eroi quotidiani impegnati a garantire la nostra sicurezza, ricevendo dal magistrato di turno una pacca sulla spalla. Succede che alcune forze politiche, nel tentativo forse di nascondere le responsabilità di alcuni propri esponenti dell'indegna vicenda di Reggio Emilia, dove i bambini venivano strappati agli affetti dei propri genitori per essere venduti, molestati ed abusati, mostrino una vicinanza direi fisica a chi ha messo a rischio la vita degli agenti della Guardia di finanza (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico). Succede che Paesi esteri…

IVAN SCALFAROTTO (PD). Presidente!

PRESIDENTE. Deputato Scalfarotto… Iezzi, vada avanti.

IGOR GIANCARLO IEZZI (LEGA). Grazie. Succede che Paesi esteri, nell'indifferenza dei vertici europei, si sentano in diritto di puntare il dito contro il nostro Paese, quando loro dei diritti degli immigrati hanno fatto carta straccia, gettandoli nei boschi italiani sul confine francese o sedandoli nel tragitto dalla Germania al nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Queste cose non devono più succedere. Ministro, lei non è solo: il Paese chiede legalità, il Paese è con lei (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Congratulazioni).

(Chiarimenti in relazione al divieto di ingresso, transito e sosta della nave Sea Watch 3 nelle acque territoriali italiane, recentemente disposto in base al decreto-legge n. 53 del 2019 – n. 3-00843)

PRESIDENTE. Il deputato Fratoianni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00843 (Vedi l'allegato A).

Colleghi! Colleghi! Colleghi, per favore.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Signor Presidente, signor Ministro dell'Interno, dopo averla vista ieri sera livido in volto attaccare la magistratura nel tentativo, peraltro un po' goffo, di mascherare la clamorosa sconfitta subita dalla sua linea, dopo l'ordinanza del GIP di Agrigento, le risparmierò qui l'illustrazione in dettaglio della mia interrogazione; anche perché, come lei sa, io ero a bordo, e, come io immagino e spero, lei avrà seguito, minuto per minuto, quello che stava accadendo durante l'attracco della Sea Watch.

Vado dunque alla domanda. Vorrei sapere perché, signor Ministro, nonostante fosse stato da ore annunciato e raggiunto un accordo internazionale con 5 Paesi europei pronti ad accogliere i profughi della Sea Watch; nonostante da giorni 50 sindaci tedeschi avessero annunciato la loro disponibilità ad accogliere quei profughi; nonostante la diocesi di Torino avesse ripetutamente annunciato la disponibilità senza oneri ad accogliere quei profughi; e nonostante la Libia non possa essere in nessun modo, forse tranne che da lei, considerata un porto sicuro, non abbia autorizzato lo sbarco, evitando di infliggere altre sofferenze inutili a quelle persone.

E voglio sapere anche chi ha ordinato a quella motovedetta di frapporsi fisicamente tra la banchina e la Sea Watch, mettendo sì così a rischio l'equipaggio di quella stessa motovedetta (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il Ministro… Colleghi! Colleghi! Colleghi! Colleghi! Il Ministro… Il Ministro… Colleghi! Colleghi! Il Ministro dell'Interno, Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Eccoli i veri colpevoli: i finanzieri (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico)

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Tu sei il colpevole, non i finanzieri!

PRESIDENTE. Deputata Bruno Bossio!

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. …che hanno, in maniera inaudita, tentato di difendere le leggi e i confini di questo Paese. Pensa te che gente strana: che indossa la divisa di un Paese e difende le leggi e i confini di quel Paese! E questo lo penso anche per i carabinieri e i poliziotti, che, stando a questa sentenza, non hanno più diritto di infliggere l'alt a nessuno perché chiunque, magari arrivando dalla Germania, bianco, ricco e tedesco, si sente in diritto di speronare una macchina dei carabinieri o della Polizia di Stato (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

FEDERICO FORNARO (LEU). Rispondi all'interrogazione! Siamo in Parlamento, non in un talk show!

PRESIDENTE. Colleghi! Deputato Fornaro! Deputato Fornaro! Deputato Fornaro!

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Mi perdonerà l'onorevole interrogante se non ho avuto modo di seguire H24 le sue dirette social, ma mi rifarò nelle prossime ore.

FEDERICO FORNARO (LEU). Avevi le tue!

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Devo dirvi che per la mattina successiva era già stato autorizzato lo sbarco. È per questo che è inammissibile l'atto criminale di chi, sulla pelle dei 41 a bordo e sulla pelle dei 5 finanzieri, ha fatto solo e soltanto una sporca battaglia politica (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia – Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico). Si è trattato unicamente di una sporca battaglia politica, né più né meno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Grazie al nostro tener duro siamo riusciti a coinvolgere cinque Paesi europei; poi prendo nota dei 50 sindaci tedeschi a cui spediremo 100 immigrati a testa, visto che sono così generosi e solidali quando si tratta dello sbarco di 41 persone (Commenti del deputato Scalfarotto).

PRESIDENTE. Deputato Scalfarotto! Deputato Scalfarotto! Vada avanti, Ministro.

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Non ho problemi per le interruzioni del deputato Scalfarotto, assolutamente. Anzi, sarei preoccupato…

IVAN SCALFAROTTO (PD). Ci mancherebbe altro!

PRESIDENTE. Ministro, vada avanti sull'interrogazione.

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Va bene. Comunque, il senso è che ovviamente rappresento l'autorità nazionale di pubblica sicurezza di questo Paese; piaccia o non piaccia, è mio onore e mio onere far rispettare le regole, e finché faccio il Ministro dell'Interno in Italia entra chi ha il diritto di entrare, non una persona in più, non una persona in meno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Quegli immigrati sarebbero sbarcati pacificamente la mattina dopo - sarebbero sbarcati pacificamente la mattina dopo - se di notte non fosse stato commesso quello che è un vero e proprio atto di guerra, che spero come tale venga condannato da un giudice, perché ci sarà un giudice in questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia - Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il deputato Fratoianni ha facoltà di replicare.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Non si preoccupi se non riesce a seguire le mie, peraltro poche, dirette social, Ministro, per essere così impegnato a farne lei una ogni minuto, che capisco non abbia il tempo per seguire quelle altrui (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico). E, tuttavia, le voglio dire che, se avesse autorizzato lo sbarco per il mattino dopo e lo avesse comunicato, o qualcuno lo avesse comunicato, probabilmente la comandante non avrebbe ritenuto necessario, per stato di necessità, entrare nel porto di Lampedusa, ma né lei né alcuna autorità presente, peraltro sollecitata da numerosi parlamentari a bordo, ha in quei minuti annunciato in alcun modo che lo sbarco sarebbe stato autorizzato per il mattino dopo. Nessuna comunicazione è arrivata; e la verità è che la sentenza del GIP di Agrigento segna non solo una sconfitta per le sue scelte, il suo comportamento, il suo cinismo, ma anche per il suo impianto politico più complessivo. Non c'è violazione dell'articolo 1100, perché come dovrebbe lei sapere la Guardia di finanza non può essere considerata nave da guerra dentro le nostre acque territoriali; non c'è resistenza a pubblico ufficiale, perché quella resistenza è giustificata dall'osservanza di norme di carattere convenzionale e dunque sovraordinate (Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi…

NICOLA FRATOIANNI (LEU). No, no, Presidente, guardi, io lo capisco, perché quando si rosica, come si dice a Roma, quando si rosica così tanto (Applausi ironici dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), capisco la reazione, quindi rosicate, continuate a rosicare e mettetevi l'anima in pace, mettetevi l'anima in pace (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico). Avete subito una clamorosa sconfitta nel nome della legge, dello Stato di diritto (Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), della dignità e dell'umanità (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico), vi dovete vergognare!

E dedicatevi, visto che non avete di meglio da fare, continuate a dedicarvi, nel gruppo della Lega, a organizzare fotomontaggi, vero Presidente? Perché quando un deputato della Repubblica si mette a organizzare fotomontaggi a danno di altri deputati, forse qualcosa dovrebbe essere detto anche dalle istituzioni di questa Camera.

E tuttavia - e ho concluso, signor Ministro - il suo comportamento, il suo attacco alla magistratura dimostra, ripeto, non solo il suo cinismo, ma anche il carattere eversivo dei suoi comportamenti. Un Ministro dell'Interno che tratta la sentenza di un giudice, ogni volta che quella sentenza non è gradita, come una scelta politica, determina e mette in atto comportamenti eversivi…

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Arrestatemi!

NICOLA FRATOIANNI (LEU). …lei si comporta in modo eversivo.

PRESIDENTE. Concluda.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). E per concludere, ora le voglio mostrare questo disegno, adesso gliene farò dono, questo disegno l'ho visto ieri, non l'avevo ancora visto, lo ha fatto mio figlio, che ha sei anni, a novembre dell'anno scorso, nella settimana dei diritti dei bambini. Cioè, è arrivato un bambino di sei anni a disegnare una barca con dei bambini, perché spesso, sa, i bambini disegnano altri bambini, e ha fatto scrivere alla maestra, perché lui non sa ancora scrivere (Commenti del Ministro Salvini), una frase molto semplice: “non avere paura che ci sono io e ti tengo”. Perché sa qual è il punto, signor Ministro? Provare a costruire un Paese libero dalla paura. Questo dovrebbe fare un Ministro degli interni. Lei lavora ogni giorno per aumentare la paura nel Paese. Si vergogni, se ci riesce ancora (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico - Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Il Ministro dell'Interno Salvini ripete il gesto di inviare saluti e baci verso la sinistra dell'emiciclo)!

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Sei un buffone!

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione n. 3-00844 (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)… colleghi… colleghi… deputata Bruno Bossio, la faccio…

ENRICO BORGHI (PD). Lo deve richiamare!

PRESIDENTE. Colleghi, rivedremo le immagini… colleghi… siamo in question time… Colleghi (Reiterate proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)… Colleghi, dobbiamo andare avanti…

(Iniziative volte a contrastare la diffusione delle droghe, a partire dall'ipotesi di chiusura dei cosiddetti cannabis shop – n. 3-00844)

PRESIDENTE. La deputata Lorenzin ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00844 (Vedi l'allegato A)... (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Diamo l'opportunità alla collega Lorenzin di poter illustrare il question time. Prego.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Vi ricandida tutti, non vi preoccupate (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Deputato D'Alessandro, dobbiamo andare avanti. Prego, deputata Lorenzin.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, vorrei interrogare il Ministro su una questione molto seria - che riguarda anche lui, nella qualità di Ministro dell'Interno che si occupa della sicurezza nazionale -, che è quella della diffusione della droga nel nostro Paese.

Nel 2019, la relazione europea sulla droga ha evidenziato un aumento dell'1 per cento di consumo di sostanze stupefacenti in Italia. L'Italia si attesta tra i primi cinque paesi in Europa per consumo di eroina. Abbiamo avuto un aumento esponenziale di consumo di eroina, cocaina, droghe sintetiche, siamo tra i maggiori consumatori di marijuana e abbiamo un alert da tutte le società scientifiche, da quella pediatrica, alla società di psichiatria, per quanto riguarda le sostanze psicotrope.

Ora, per quanto riguarda la questione degli shop che vendono la cosiddetta cannabis light, lei stesso ha affermato in più occasioni l'intenzione di chiudere questi shop e che fossero shop che incentivano ad una normalizzazione dell'uso di sostanze. Il 30 maggio scorso, le Sezioni riunite della Corte di cassazione hanno sentenziato che non è possibile, di fatto, commercializzare al pubblico, sotto qualsiasi titolo, prodotti derivanti dalla coltivazione della cannabis sativa, salvo che tali prodotti siano in concreto privi di efficacia drogante, e su questo ci sarebbe molto da dire.

Ora, è più di un anno che noi abbiamo nel nostro territorio nazionale dei negozi che vendono marijuana light senza che questo Parlamento lo abbia deciso, senza che ci sia una regolamentazione, senza che nessuno ne abbia discusso. Questi prodotti vengono venduti senza alcun limite di quantità a bambini, donne incinte, a persone in qualsiasi condizione di salute e anzi viene propagandata come una cosa che fa bene. Più di un anno è passato e vorrei sapere che cosa si intende fare.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. Lo sviluppo del mercato della cosiddetta canapa legale è stato reso possibile grazie alla legge n. 242 del 2016, approvata dalla maggioranza di centrosinistra, ovviamente.

Tale normativa ha consentito il proliferare nelle nostre città di punti vendita al dettaglio, cosiddetti cannabis shop, di prodotti a base di canapa. I rischi per la salute sono evidenti e resi evidenti anche dal Consiglio superiore della sanità; sono emerse, da tali attività, specifiche criticità sulle concrete modalità di vendita al dettaglio di alcuni prodotti, che sarebbero teoricamente da collezione, la qual cosa fa ridere chiunque viva su questa terra.

Aggiungo che sulla materia è intervenuta, come lei ricordava, una pronuncia della Corte di cassazione a Sezioni unite. Ritengo, dunque, necessario che, accanto all'intensificazione dei controlli sulla crescente rete dei cannabis shop, dal mio Ministero dell'Interno richiesta a tutte le prefetture italiane, e in alcune province italiane siamo arrivati a presenza zero grazie ai controlli delle autorità del posto, è ovvio che deve essere affrontata con rigore e tempestività anche l'adeguatezza della legge del 2016 – e, a tal fine, mi rivolgo a codesto Parlamento - al fine di eliminare ogni cono d'ombra o possibili spazi per attività che favoriscano lo spaccio o il consumo di sostanze stupefacenti.

Io ho incontrato tutte le principali comunità di recupero, che sono assolutamente univoche su questa battaglia; contro la droga è necessaria una battaglia città per città, scuola per scuola, tanto che, per l'anno scolastico 2019-2020, abbiamo raddoppiato lo sforzo per l'iniziativa “Scuole sicure”, che coinvolgerà più di cento comuni italiani che potranno beneficiare di specifiche risorse per la realizzazione di sistemi di videosorveglianza, assunzione a tempo determinato di agenti di polizia locale, acquisto di mezzi e attrezzature per la promozione di campagne informative per la prevenzione e il contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti.

Quindi, al Ministero stiamo, tramite le prefetture, dando ogni disposizione perché venga rispettata la sentenza della Cassazione. Da questo Parlamento mi auguro un intervento che metta fine alle ambiguità interpretative della legge del 2016.

Se poi questo Parlamento volesse anche adottare la possibilità di verificare, tramite test antidroga, la lucidità di chi lavora in questo Parlamento, io non mi opporrei sicuramente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ministro Salvini, su questo, sempre il massimo rispetto per quest'Aula.

Deputata Lorenzin, ha facoltà di replicare.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Poiché stiamo parlando di droga e ci sono centinaia di migliaia di ragazzi che stanno male, nel nostro Paese, io vorrei evitare questo show da palcoscenico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E lo dico veramente ai colleghi che sono qui oggi, perché, signor Ministro, noi non abbiamo alcun bisogno di una legge del Parlamento, basta un'ordinanza del Ministro competente, che è il Ministro della Salute, o un decreto fatto dal Consiglio dei ministri, di cui lei è membro autorevole e Vicepresidente del Consiglio.

Allora, la legge n. 242 del 2016, così come è stato ribadito dalla Corte, qualifica come non lecita l'attività di vendita dei prodotti: cioè, l'attività che era stata permessa dalla legge era solo un'attività industriale ad uso produttivo industriale e non ad uso con di commercio. Io stessa, nelle more del passaggio delle consegne da Ministro, mandai i NAS, chiesi un parere al Consiglio superiore di sanità, che fu tassativo e tranchant su questa materia, e chiesi un parere all'Avvocatura dello Stato, che non poteva essere difforme da quello che è stato dato più di un anno fa per poter fare un'ordinanza. Siccome, nel frattempo, arrivò un nuovo Governo, l'ordinanza si poteva fare veramente in una settimana. Abbiamo fatto tantissimi decreti e un decreto che chiudesse questi centri o ne regolamentasse la vendita, non c'è stato; e non c'è stato perché voi state facendo propaganda su questa roba. Perché è facile dire “no” alla droga e poi carezzare il capello o il pelo di chi, invece, va a comprare questi prodotti. Allora, alla droga o si dice di “no” o si dice di “sì”.

Se si dice di “no”, lo si dice tout court e non si fanno le nozze con i fichi secchi. In legge di bilancio avevo previsto un emendamento, trovando le coperture di 200 milioni di euro, per finanziare le regioni che non hanno più un euro del Fondo sanitario nazionale, per fare prevenzione, per aiutare i SerT, per aiutare le comunità. Anch'io ho incontrato le comunità che ha incontrato lei e sa che quello che le chiedono è di fare dei provvedimenti chiari, pochi, ma certi, per il contrasto agli stupefacenti. Mentre tutti qui stiamo parlando delle barche, abbiamo gli spacciatori nelle nostre piazze, nei nostri marciapiedi, davanti a casa di ognuno di noi e non è cambiato niente con il Governo del cambiamento, Ministro, non è cambiato assolutamente nulla.

(Elementi e iniziative in merito al riconoscimento del beneficio della defiscalizzazione della componente accessoria del trattamento economico a favore del personale del comparto difesa e sicurezza – n. 3-00845)

PRESIDENTE. La deputata Marianna Iorio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00845 (Vedi l'allegato A).

MARIANNA IORIO (M5S). Grazie, Presidente, grazie, signora Ministro; intanto voglio ricordare che molti colleghi non sono presenti in quanto sono convocate le Commissioni. Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 aprile 2019, successivo al provvedimento di defiscalizzazione oggetto del decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 95, è stato predisposto su iniziativa della difesa e prevede la tutela dei diritti del personale del comparto difesa e sicurezza, prendendo in considerazione i redditi fino a 28 mila euro.

Nel suddetto decreto si dispone che al titolare di reddito complessivo da lavoro dipendente non superiore alla suddetta cifra è riconosciuta, sul trattamento economico accessorio, una riduzione dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali. Tuttavia, sembra siano sorte difficoltà operative di natura tecnica che potrebbero comportare il riconoscimento del citato beneficio non prima del mese di ottobre e, dunque, chiediamo al Ministro della difesa se sia a conoscenza delle motivazioni che non hanno consentito, fino ad ora, al personale interessato, di ottenere il riconoscimento del citato beneficio della defiscalizzazione e, in caso positivo, quali iniziative intenda porre in essere per eliminare le criticità evidenziate in premessa.

PRESIDENTE. La Ministra della Difesa, Trenta, ha facoltà di rispondere.

ELISABETTA TRENTA, Ministra della Difesa. Grazie, per aver portato avanti questa questione che mi offre l'occasione per affrontare un argomento che mi sta molto a cuore e per il quale mi sono spesa in prima persona e che va nella direzione della tutela dei diritti del personale del comparto difesa e sicurezza. Intendo riferirmi al provvedimento più noto con il termine di “defiscalizzazione” che riguarda i redditi fino a 28 mila euro ed è previsto, come correttamente evidenziato dagli onorevoli interroganti, dall'articolo 45, comma 2, del decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 95, con il quale sono state introdotte nuove disposizioni in materia di revisione dei ruoli delle forze di polizia.

Nel dettaglio del provvedimento ricordo che il relativo DPCM del 12 aprile 2019, predisposto su iniziativa della difesa, prevede che al personale delle forze di polizia e delle Forze armate, in ragione della specificità dei compiti e delle condizioni di stato e di impiego, se titolare di reddito complessivo da lavoro dipendente non superiore, in ciascun anno precedente, a 28 mila euro, sia riconosciuta sul trattamento economico accessorio, comprensivo dell'indennità di natura fissa e continuativa, una riduzione dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali. La misura massima della riduzione e le relative modalità sono individuate dal decreto stesso adottato su proposta dei Ministri interessati, di concerto con i Ministri per la semplificazione e la pubblica amministrazione e dell'economia e delle finanze, in ragione del numero dei destinatari.

Fatta questa doverosa premessa per inquadrare nei giusti termini normativi la complessa questione, passo ad affrontare il merito del quesito posto sulle difficoltà operative di natura tecnica che potrebbero comportare il riconoscimento del citato beneficio non prima del mese di ottobre. Sottolineando in questa sede che, effettivamente, nonostante l'iniziativa e i solleciti da parte della difesa, i tempi con cui si è giunti alla definizione del necessario DPCM hanno comportato, anche in relazione alla molteplicità degli attori coinvolti, l'emersione di difficoltà in sede di attuazione. Sin dal primo momento ho, però, chiesto ai responsabili delle componenti amministrative coinvolte di porre in essere ogni azione possibile al fine di soddisfare le legittime aspettative del personale destinatario del beneficio, pervenendo ad una rapida soluzione delle criticità emerse e assicurando l'effettivo riconoscimento dello stesso secondo le aspettative del personale.

Sono lieta, quindi, di annunciare che, grazie all'impegno dei rappresentanti di tutti i Ministeri coinvolti, mi è stato assicurato che si procederà al conguaglio fiscale a favore degli aventi diritto verosimilmente entro il prossimo mese di agosto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il deputato Chiazzese, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

GIUSEPPE CHIAZZESE (M5S). Presidente, ringrazio il Ministro per la risposta data, in quanto risolve i dubbi avanzati con la presente interrogazione. D'altronde parliamo di una manovra importante che risultava essere molto attesa dalle Forze armate e per le quali lei stessa, Ministro, come ha avuto modo di affermare nella sua risposta, si è spesa in prima persona. Mi ritengo, dunque, pienamente soddisfatto e conto sull'impegno di questo Governo e del Ministro interessato ad anticipare i tempi di applicazione della defiscalizzazione che dalla risposta oggi appresa non sarà ad ottobre 2019, ma entro agosto 2019.

Giova precisare, ancora, che i destinatari della riduzione di imposta sono il personale militare delle Forze armate con un reddito da lavoro dipendente non superiore a 28 mila euro. Il numero complessivo di unità di personale, quindi, che beneficerà di tale defiscalizzazione è pari a 99.156 unità. Si tratta, quindi, di aiutare e porgere la mano a quasi 100 mila persone, 100 mila militari che, vorrei ricordare in questa sede, giornalmente proteggono le nostre strade e le nostre famiglie, garantendo a tutti noi una vita certamente più sicura, militari che lavoreranno con una gratificazione economica maggiore, il che non guasta, e che potranno spendere una cifra maggiore magari per i loro figli, dando anche un impulso all'economia, e non guasta mai nemmeno questo. Con l'auspicio che tale anticipazione sia realizzata nei tempi, rinnovo i ringraziamenti al Ministro intervenuto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Posizione del Governo italiano in merito ad accordi di libero scambio tra Unione europea e Paesi terzi, nell'ottica della tutela del made in Italy nel settore agroalimentare – n. 3-00846)

PRESIDENTE. Il deputato Scalfarotto ha facoltà di illustrare l'interrogazione Gadda ed altri n. 3-00846 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Signor Ministro, guardi, la domanda è molto, molto semplice, vorremmo sapere una volta per tutte se questo Governo è a favore degli accordi di libero scambio o se è un Governo protezionista, perché noi siamo il nono Paese esportatore al mondo e il sesto Paese per avanzo della bilancia commerciale, ma non riusciamo a sentire dal Governo una precisa presa di posizione a favore dell'eliminazione dei dazi e delle barriere non tariffarie. Lei non dice mai niente, signor Ministro, non ci dice se ratificate il CETA, un accordo che ha dato nel primo anno di applicazione quasi l'8 per cento in più di esportazioni nell'agroalimentare, che ha cominciato finalmente a tutelare le nostre indicazioni geografiche, per la prima volta possiamo parlare di Prosciutto di Parma, prima non si poteva, e ha tenuto tutti gli standard normativi europei in piedi. Oggi, non sappiamo niente neanche sul Mercosur che ci apre un mercato di 280 milioni di persone, con una zona geografica a cui siamo legati in modo strettissimo da vincoli storici, antropologici e culturali.

Allora, ci vuol dire se è d'accordo o non è d'accordo che la nostra Italia ha bisogno di eliminare dazi e barriere non tariffarie, oppure lei pensa che quell'8 per cento di esportazioni in più in Canada ce le possiamo dimenticare e qualcuno, ma mi dica chi, restituirà ai produttori dell'agroalimentare italiano quell'8 per cento in più di esportazioni che il CETA che lei non ha ancora ratificato ci ha portato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, Centinaio, ha facoltà di rispondere.

GIAN MARCO CENTINAIO, Ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Grazie, Presidente. Per sapere cosa pensa il Ministro Centinaio basta leggere i giornali e lo si capisce benissimo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), però, caro collega, sono qui in Aula per risponderle ufficialmente su qual è la posizione del Ministro Centinaio.

Per quanto riguarda l'accordo col Giappone noi abbiamo fatto un plauso all'accordo col Giappone, perché l'accordo col Giappone tutela i marchi e in particolar modo i marchi italiani.

Mi spiace contraddirla, ricordandole che noi siamo contrari al CETA, ma proprio per questo motivo, perché a differenza dell'accordo col Giappone, il CETA non tutela i marchi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle). In Canada il Parmesan viene riconosciuto e non vengono tutelati il Parmigiano o il Prosciutto crudo di Parma.

Per quanto riguarda il Mercosur, caro collega, ritengo opportuno premettere che lo scorso 28 giugno il Presidente della Commissione europea Juncker e i leader del Mercosur hanno annunciato di aver raggiunto un'intesa politica di massima sull'accordo di libero scambio. All'indomani dell'annuncio sono stati resi noti alcuni dettagli dell'accordo che, per la parte agricola, sono assolutamente insoddisfacenti.

Dalle informazioni in nostro possesso, purtroppo ancora parziali, non sarebbero infatti stati tutelati gli interessi degli agricoltori in genere, non solo quelli italiani ma anche di quelli europei, sia sul lato difensivo che su quello offensivo. Se le concessioni fossero confermate, si tratterebbe di un accordo molto sbilanciato a danno dell'intera agricoltura europea, che sarebbe chiamata a pagarne il conto. L'Unione ha ceduto sulle importazioni di carne bovina e suina, sul pollame, sul riso e sullo zucchero, e al contempo non ha saputo tutelare le proprie produzioni agroalimentari con forte propensione all'export. Non abbiamo l'intenzione di impedire gli accordi commerciali internazionali, ma siamo contrari a quelli che non tutelano le nostre produzioni, che seguono standard e percorsi di qualità ben diversi da quelli degli altri Paesi extra-Ue. Peraltro, siamo anche molto perplessi sulla parte che riguarda i possibili vantaggi offensivi per le nostre esportazioni di olio d'oliva, pasta e formaggi, sui quali continueremo a chiedere le più ampie garanzie, compreso il totale riconoscimento - quello che dicevo prima sul CETA - dei nostri prodotti DOP e IGP. Vigileremo da subito, perché va bene aprire i mercati, ma servono innanzitutto regole comuni certe e rispettate da tutti. Anche se non siamo ancora in possesso del testo complessivo dell'accordo, necessario per effettuare una doverosa e ancor più accurata analisi dell'impatto, posso tranquillamente ribadire che, come Ministro dell'agricoltura, non sono assolutamente soddisfatto e questo malcontento sarà fortemente rappresentato e fatto valere in tutte le sedi. Le dico, caro collega, che non è solamente il Ministro Centinaio che non è soddisfatto, ma ci sono una serie di Paesi europei che ci hanno già contattati chiedendo di fare lobby sana, comune, per difendere gli agricoltori europei: se lei è a favore del Mercosur, lo vada a dire alle associazioni di categoria (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ministro Centinaio, senza indicare! La deputata Gadda ha facoltà di replicare.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Presidente, lo dico con moderazione: noi non abbiamo bisogno di leggere i giornali, ma il Parlamento è il luogo in cui si fanno delle domande e in cui si devono ricevere delle risposte adeguate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È l'ennesima volta che il Governo fa dei proclami in Aula - ormai il question time ha questo come indirizzo -, ma noi abbiamo bisogno di sapere cosa concretamente voi avete fatto in questo anno. Lei ha parlato del CETA: benissimo, ma che temi avete posto su questo tema? Soprattutto, sarebbe bene che il nostro Governo uscisse dal vicolo cieco in cui si è messo; lo dimostrano le nomine europee di queste ore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che confermano l'asse franco-tedesco, da cui è stata esclusa l'Italia. Voi fate gli interessi degli italiani: sarebbe stato bello vedervi votare un italiano alla Presidenza del Parlamento europeo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), ma non l'avete fatto. Lei ha citato l'olio, benissimo: occasione mancata, perché spettava a noi la guida e la direzione del Comitato olivicolo internazionale e questo non l'avete tutelato! Non l'avete tutelata (Commenti del Ministro Centinaio)!

PRESIDENTE. Ministro! Ministro! Ministro, non deve rispondere o interloquire se non ha la parola. Deputata, vada avanti (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Deputato Scalfarotto!

MARIA CHIARA GADDA (PD). Presidente Fico, siamo al bullismo di Governo. Fare gli interessi degli italiani significa essere…

FILIPPO SENSI (PD). Buzzurro!

PRESIDENTE. Deputato Sensi, moderi il linguaggio! Faccia concludere la sua collega!

MARIA CHIARA GADDA (PD). Evidentemente questo Governo non ha piacere ad interloquire con il Parlamento. Comunque, fare gli interessi degli italiani significa evitare di essere isolati dal mondo e significa evitare le figuracce. Lei ha fatto bene a ricordare le nostre DOP e le nostre IGP, ma credo che sappia - lo spero, quantomeno - che in moltissimi Paesi del mondo non sono nemmeno riconosciute. Nel mondo c'è sì, come lei ripete ad ogni trasmissione televisiva, grande voglia d'Italia, ma questa grande voglia d'Italia è molte volte coperta dalla contraffazione, dell'Italian sounding; io volevo capire da lei, assieme al gruppo del Partito Democratico, come tecnicamente e concretamente intende proteggere le nostre indicazioni geografiche protette e le nostre DOP nel mondo. Come intende far ciò, da soli, isolati con i vostri compagni di Visegrád? Senza accordi? Senza chiedere ai Paesi e alle aree commerciali con cui facciamo accordi bilaterali - come sono quelli che abbiamo citato in questa interrogazione - di rispettare i nostri standard qualitativi? Io credo che lei sappia - credo che in un Parlamento si debba dire anche la verità - che gli accordi commerciali come il CETA hanno delle liste; io volevo capire da lei, questo pomeriggio, se queste liste di prodotti che devono essere protetti e tutelati sono state aggiunte. Che cosa ha chiesto l'Italia in più da proteggere rispetto a quei prodotti?

Queste risposte non le ha date, perché probabilmente alle riunioni dove queste cose in Europa si discutono voi non ci andate: non ci andate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Grazie.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Mi avvio alla conclusione, su un tema fondamentale.

PRESIDENTE. No, deve concludere subito.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Questi accordi commerciali servono proprio per tutelare l'Europa e l'Italia dall'ingresso di prodotti che non hanno standard qualitativi (Dai banchi del gruppo Lega-Salvini Premier: “Tempo, tempo!”).

PRESIDENTE. Colleghi, decido io il tempo! Deputata, deve concludere ora.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Mi scusi, Presidente però è oggettivamente complicato intervenire in questo modo…

PRESIDENTE. Infatti, la sto facendo recuperare.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Oggettivamente è complicato, visto che non c'è rispetto in questo Parlamento (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). I trattati internazionali - e lo dica in quest'Aula - non mettono in discussione gli standard europei in ingresso, e soprattutto ci sono delle quote contingentate. Cosa avete discusso su questi temi delle merci in ingresso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

(Iniziative di competenza in merito all'utilizzo, secondo criteri di trasparenza, dei fondi provenienti dalla tassa di soggiorno – n. 3-00847)

PRESIDENTE. Il deputato Zucconi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-00847 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, il turismo in Italia fattura ogni anno, con l'indotto stretto, 255 miliardi di euro. L'articolo 4 del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23, ha introdotto la tassa di soggiorno per i comuni. La tassa è destinata - meglio dire, avrebbe dovuto essere destinata - a finanziare gli interventi in materia di turismo nei comuni stessi e varrà, nel 2019, complessivamente, un'entrata di 604 milioni. La normativa non chiarisce, inoltre, quale ruolo è assegnato al gestore della struttura ricettiva, tenuto a riscuotere dal turista l'imposta per poi riversarla al comune, il quale è gravato da oneri, adempimenti e rischi nell'espletamento di questo compito; inoltre, in assenza di una definizione normativa del ruolo degli albergatori, le Sezioni Unite della Cassazione hanno recentemente confermato che gli esercenti non assumono né la funzione di sostituto d'imposta, né tanto meno quello di responsabile d'imposta. Infine, le ricordo che non è mai stato adottato il regolamento ministeriale quadro che avrebbe dovuto fissare i princìpi generali per l'imposta di soggiorno.

Su queste basi le chiediamo quali iniziative, per quanto di competenza, intende adottare affinché sia garantita una reale trasparenza nell'utilizzo da parte dei comuni dei fondi provenienti dalla tassa di soggiorno.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Centinaio, ha facoltà di rispondere.

GIAN MARCO CENTINAIO, Ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Grazie, Presidente. Bisogna ammettere una cosa, che il collega nella sua interrogazione ha perfettamente ragione. Come è noto, la tassa di soggiorno è stata introdotta con l'approvazione della legge sul federalismo fiscale municipale, come previsto dall'articolo 4 del decreto legislativo n. 23 del 14 marzo 2011, che ha disposto che i comuni capoluogo di provincia, le unioni di comuni nonché i comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o città d'arte possono istituire, con deliberazione del consiglio, un'imposta di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive situate sul proprio territorio, da applicare secondo criteri di gradualità in proporzione al prezzo, sino a 5 euro per notte di soggiorno, prevedendo anche la possibilità di determinare specifiche esenzioni e riduzioni. Questo è quello che prevede la legge. Personalmente, lo sapete, non condividendo l'esistenza della tassa di soggiorno - io non sono d'accordo sulla tassa di soggiorno! -, l'intenzione originaria del legislatore è nota. L'imposta nasce infatti come tassa di scopo, in un'ottica federalista di responsabilizzazione degli amministratori locali, con il fine esplicito di finanziare interventi in materia di turismo, ivi compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, nonché interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali. Ciò posto, fermo restando che la normativa non attribuisce alla struttura ricettiva incaricata della riscossione il ruolo di responsabile d'imposta, occorre tener presente che la mancata adozione del regolamento quadro previsto dal decreto legislativo n. 23 del 2011, considerata la sufficiente precisione della normativa primaria nel deliberare gli elementi principali dell'imposta, avrebbe avuto modo di aggiungere ben pochi tratti alla disciplina del tributo. Il regolamento, infatti, avrebbe dovuto prevedere solo la normativa di dettaglio per l'applicazione dell'imposta di soggiorno, secondo princìpi che appaiono già contenuti nella disposizione legislativa in esame, che consente comunque ai comuni, nel caso di mancata emanazione del regolamento, di attuare quelli previsti. È un dato che, ad oggi, la tassa di soggiorno non ha raggiunto l'obiettivo sperato.

Spesso i comuni riscontrano introiti minori rispetto alle previsioni, dovuti anche alla mancanza di un sistema che garantisca certezza nella riscossione.

Anche per tale ragione, questo Ministero si è impegnato nella redazione ed emanazione di un'importantissima norma, che sarà, fra l'altro, anche uno strumento fondamentale di contrasto ai fenomeni di elusione ed evasione fiscale. È stato introdotto con il “decreto-legge crescita” il codice identificativo, misura innovativa che ci posiziona finalmente tra i Paesi più virtuosi nelle politiche dell'offerta turistica. Seppure le competenze di questa amministrazione siano limitate ad una visione generale di indirizzo, ribadisco quanto ritengo strategico riconsiderare in linea di principio l'imposta di scopo, contemperando l'interesse generale del miglioramento dell'offerta turistica del Paese Italia a quello locale di poter gestire risorse proprie, dimostrando capacità amministrativa autonoma, puntando sul turismo quale volano per l'economia locale.

Sono d'accordo che i comuni mi vengano a dire che la tassa di soggiorno serve per sviluppare il turismo, però mi piacerebbe vedere dai comuni che la tassa di soggiorno che viene incassata venga realmente utilizzata per lo sviluppo del turismo. In caso contrario, la tassa di soggiorno serve a chi? A quei sindaci che non sanno fare il bilancio e, invece che mettersi a tassare i propri cittadini, utilizzano i turisti come polli da spennare. La tassa di soggiorno non deve diventare una tassa per spennare i cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Zucconi ha facoltà di replicare.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, mi devo dichiarare soddisfatto della sua risposta, perché ha affrontato un po' tutte le tematiche. Vorrei, però, che riuscissimo ad andare un po' oltre e ad approfittare di alcuni passaggi parlamentari. Allora, così a spanne, segnalo che, con i milioni della tassa di soggiorno, un sindaco a caso - visto che siamo a Roma, citiamo Roma - potrebbe sistemare circa 3 milioni di buche, perché 150 milioni sono l'afflusso in cassa dovuto alla tassa di soggiorno al comune di Roma; 150 milioni, fate un conto a buca. Per dire che non viene quasi mai destinata la tassa poi a questo (Applausi del deputato Fatuzzo), teniamolo in conto e rimediamo su questo.

Però lei lo sa, le problematiche le conosce. Noi abbiamo proposto, come Fratelli d'Italia, un percorso che veda una reintroduzione della competenza concorrente fra Stato e regioni, la reintroduzione di un Ministero a sé stante con un proprio portafoglio e un testo di normativa generale sul settore turismo, che è il 14 per cento di PIL in Italia. E potremmo fare già molto se fosse calendarizzata la proposta di Fratelli d'Italia, che noi mettiamo a disposizione del Governo, oltre che la sua, ma se si potesse ancora sfruttare il passaggio parlamentare del disegno di legge sulle deleghe al turismo per vedere di sanare anche sulla tassa di soggiorno alcune piccole cose...Un articolo attuativo per un'applicazione omogenea della tassa di soggiorno e che obblighi i comuni a impiegare in una posta nel bilancio apposita i proventi per precisi scopi turistici. Identificare con certezza la natura dell'esercente come percettore iniziale della tassa di soggiorno. Anche lei sa benissimo, perfettamente - ci siamo già confrontati -, gli albergatori a volte sono in difficoltà. Alla fine, sul codice identificativo va specificato meglio. L'idea è ottima, sicuramente, ma perché non approfittare del passaggio parlamentare per accogliere alcuni emendamenti, anche dell'opposizione o della maggioranza, non importa, per veramente far sì che il codice identificativo vada in porto. L'estate del 2019 dimostrerà, purtroppo, un certo livello di crisi dei flussi turistici verso l'Italia. Si stanno riaprendo…

PRESIDENTE. Concluda.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). …i mercati del Nord Africa, della Turchia, eccetera, ci mettono in difficoltà. E allora bisogna muoversi e non costringere le aziende del settore a combattere la battaglia dei mercati con le mani legate dietro la schiena. È un compito che spetta a tutti, maggioranza e opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). La ringrazio, signor Presidente. Vorremmo sottoporre alla sua attenzione un tema che, come gruppo del Partito Democratico, riproporremo ufficialmente nel corso di una prossima riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, signor Presidente, alla luce anche dei fatti dell'Aula di pochi minuti fa. Giova dover ripetere che questo è il Parlamento della Repubblica e non è la quinta teatrale del personale show del Ministro di turno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E il question time nelle democrazie liberali è uno strumento nel quale il Parlamento…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, siamo in seduta. Per favore, chi deve uscire lo faccia in silenzio.

ENRICO BORGHI (PD). La ringrazio, Presidente. Dicevo, il Parlamento nelle democrazie liberali è uno strumento con il quale tutti i gruppi parlamentari, di maggioranza e di opposizione, pongono dei quesiti ai quali il Governo è tenuto a dover rispondere indipendentemente dallo stato d'animo del Ministro di turno. Possiamo capire che ci possano essere anche delle situazioni contingenti che portano a dei momenti di nervosismo, ma non è accettabile, e lo dico con grande moderazione, signor Presidente, che dai banchi del Governo un ministro si rivolga a dei parlamentari dell'opposizione, lanciando baci, né è accettabile che un altro ministro innanzitutto ponga una questione in termini personali.

Al di là del fatto che, vorrei ricordare al signor Ministro, che parlava di sé in terza persona, che, nella storia, ci sono stati solo Giulio Cesare e Napoleone, che parlavano di sé in terza persona, per cui forse una dose di modestia aiuterebbe tutti quanti, ma noi qui stiamo ponendo delle questioni nell'interesse generale. Non è una questione tra il deputato Scalfarotto e il Ministro Centinaio; è una questione tra un deputato della Repubblica e un Ministro della Repubblica, il quale si deve rivolgere con garbo e con rispetto a quest'Aula perché quest'Aula rappresenta nella sua globalità tutti gli italiani.

Le nostre questioni personali ce le facciamo al di fuori di quella porta, se riteniamo di dovercele fare. Mi sono permesso di dover fare questo intervento perché, altrimenti, andando lungo questa china, noi rischiamo di perdere di vista il valore vero di questo strumento, che è uno strumento importante ed indispensabile, rispetto al quale noi chiederemo delle specifiche dotazioni di carattere regolamentare e una richiesta della Presidenza affinché vengano garantiti i diritti delle minoranze nel quadro di un'interlocuzione. Non possiamo accettare - e concludo - che questo diventi lo show permanente ed effettivo dei membri dell'Esecutivo. Per quello ci sono già i social (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Benvenuto, Billi, Braga, Caffaratto, Cancelleri, Colucci, D'Uva, Delrio, Dieni, Gregorio Fontana, Gallinella, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Grande, Guerini, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Lupi, Molinari, Parolo, Picchi, Rizzo, Ruocco, Saltamartini, Schirò, Schullian, Scoma, Vitiello, Vito, Zennaro e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente centosei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gribaudo. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD). La ringrazio, Presidente. Intervengo in quest'Aula perché, nei giorni scorsi, è accaduto un fatto molto grave: Alexander Delnevo, un lavoratore presso l'outlet di Serravalle Scrivia e delegato sindacale della Filcams Cgil, ha ricevuto una lettera di licenziamento mentre era a casa in congedo di paternità per il suo bimbo appena nato; e questa lettera l'ha ricevuta due giorni prima di ricominciare il proprio lavoro. Alexander ha 37 anni, parla perfettamente l'inglese, lavora da dieci anni nell'outlet McArthurGlen a Serravalle ed è stato un protagonista soprattutto delle battaglie sindacali sulle aperture festive e su un miglioramento delle condizioni dei lavoratori, circa 2.500 persone, all'interno di quell'area commerciale.

È inaccettabile che il suo impegno venga punito in maniera così subdola proprio nel momento in cui la sua famiglia si allarga e, soprattutto, con la scusa che non parla correttamente una lingua straniera, nello specifico la lingua araba. A parere mio, e vorrei portare la solidarietà anche di tutto il gruppo del Partito Democratico, siamo solidali e vicini ad Alexander, alla sua famiglia e soprattutto siamo vicini a quei lavoratori che domani, insieme a lui, faranno un sit-in di protesta alle 17 per ricordare a ciascuno di noi che invece è fondamentale lavorare e battersi per i propri diritti. Mi auguro, però, signor Presidente, che il Ministro del lavoro Di Maio intervenga immediatamente in una faccenda davvero grave, e questo perché l'impegno dei sindacati e dei loro membri è una garanzia di libertà senza la quale si mettono veramente a rischio i diritti democratici di ciascuno di noi. La ringrazio, Presidente, se si farà carico di questo messaggio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Mi è stata segnalata da un pensionato l'esistenza di una legge che obbliga i cittadini e i lavoratori ad ammalarsi o infortunarsi prima di compiere 67 anni di età se vogliono riscuotere la pensione di inabilità; cioè, se si ammalano gravemente o si infortunano un giorno prima di compiere i 67 anni di età, ricevono una pensione per tutta la vita futura; se invece si ammalano il giorno del sessantasettesimo compleanno o dopo non ricevono assolutamente nulla. Una evidente discriminazione. Presenterò certo una proposta di legge. Ci sono milioni di cittadini che hanno lavorato tutta una vita, sono divenuti pensionati e sono stanchi di non essere presi nella giusta considerazione e si stanno organizzando per essere ascoltati. Ritengo che tali ingiustizie debbano finire, signor Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Potenti. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI (LEGA). Grazie, Presidente. Il signor Franco Arnaboldi è originario di Cantù e da oltre quarant'anni imprenditore del settore agricolo che si è insediato nel comune di Cecina, avviando un'attività legata alla coltivazione. Egli ha subìto un esproprio legittimo dei terreni che è avvenuto materialmente il 18 maggio 1981 e formalmente solo il 6 luglio 1989 eseguito per la costruzione del tratto livornese dell'autostrada tirrenica. Mai il signor Arnaboldi avrebbe sognato di dover per oltre 40 anni trovarsi a coltivare non tanto e non più solo dei terreni ma delle cause che lo hanno depauperato e privato di tutti i suoi averi. Infatti, se da una parte la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo del 14 marzo 2019, da questi adita nel lontano 2001, ha riconosciuto la lamentata impossibilità dell'Arnaboldi ad ottenere il pagamento dell'indennità di espropriazione che gli era stata riconosciuta, dall'altra deve indignare questa illustre Assemblea il fatto che il signor Arnaboldi, dopo una estenuante e depauperate lotta, pur creditore dello Stato, è stato lasciato a sostenere un onere individuale di spese legali eccessive che hanno perturbato il giusto equilibrio che avrebbe dovuto essergli preservato. Subiva infatti il pignoramento dei suoi rimanenti beni immobili, compresa la casa, per la somma di euro 11.928 quali spese originatesi da una delle cause coltivate per opporsi all'illegittimo esproprio, che egli, tenuto in via solidale e provvisoria con la controparte di causa, lo Stato, non è stato in condizioni di poter onorare allorché in questo senso richiesto di pagamento. Oggi ha fine il triste iter che vedrà l'Arnaboldi allontanato con la forza pubblica dalla sua casa per ordine del tribunale di Livorno su richiesta dell'acquirente all'asta dei suoi beni e purtroppo non ancora risarcito dei danni patiti nel corso di questi anni. Vadano al signor Franco le scuse di un'intera collettività e dello Stato che dovrà rapidamente e finalmente corrispondere quanto dovutog li ed, infine, da parte di questo interventore e di questa Assemblea vi sia umana vicinanza affinché quest'uomo, danneggiato dallo Stato, non sia solo nel momento più buio e drammatico dell'allontanamento fisico dai luoghi che gli sono cari (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Barzotti. Ne ha facoltà.

VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Un pericoloso sodalizio criminale si è stabilmente inserito nelle gare pubbliche per la gestione dell'emergenza migranti indette dalle prefetture di Lodi, Pavia e Parma. Così abbiamo letto ieri mattina sui giornali, Presidente. Queste le risultanze di due anni di indagini condotte dal nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza. Sarebbero undici persone e quattro ONLUS coinvolte nell'inchiesta “Fake ONLUS”, tutte operanti tra Lodi, Pavia e Parma. Le ONLUS sotto accusa sono indagate per associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato e all'auto-riciclaggio. Sarebbero stati utilizzati falsi documenti per partecipare ai bandi pubblici finalizzati a ottenere fondi destinati all'accoglienza di centinaia di migranti; tali fondi non sarebbero stati utilizzati per erogare i servizi ma, in via prevalente, per scopi personali. Fatti di una così grave portata umana e giuridica sono inammissibili in un Paese civile, Presidente.

Se gli addebiti fossero confermati all'esito dell'iter giudiziario, ci troveremmo di fronte a soggetti spregiudicati che hanno speculato su persone innocenti, bisognose di assistenza, supporto e servizi. Non è la prima volta che ci troviamo di fronte a casi simili e non sarà verosimilmente neanche l'ultima sino a quando non ripenseremo il nostro sistema di accoglienza iniziando a guardare al fenomeno migratorio non come a un'emergenza ma come a un fenomeno strutturale. Mantenere un approccio lucido è fondamentale per regolamentare un settore che, comunque la si pensi, deve oggettivamente garantire un servizio imprescindibile in un momento storico come quello che stiamo vivendo. Tante sono le ONLUS che hanno ben gestito l'accoglienza dei migranti e la loro integrazione e il mio monito è finalizzato a non generalizzare per il malaffare di pochi: sarebbe non solo ingiusto ma anche assolutamente controproducente. Tornando alla notizia di ieri, il mio ringraziamento più sentito va ai finanzieri del comando provinciale di Lodi per la loro attività e a tutto l'apparato giudiziario impegnato nell'inchiesta a cui auguro un buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Costanzo. Ne ha facoltà.

JESSICA COSTANZO (M5S). Grazie, Presidente. Qualche giorno fa i carabinieri della compagnia di Chieri hanno denunciato padre e figlia di origini pachistane che in provincia di Torino, a Poirino, avevano adescato, perché questo è il termine giusto, nove loro connazionali per la distribuzione di volantini di pubblicità. Peccato che ciò avvenisse senza un regolare contratto di lavoro, con turni massacranti e che addirittura i malcapitati dovessero portare con sé dispositivi di geolocalizzazione proprio per essere costantemente monitorati da questi pseudo-datori di lavoro. Si tratta in sostanza di un fenomeno di caporalato. Sappiamo che nasce principalmente in agricoltura; spesso è stato limitato e focalizzato solo nelle regioni del sud del nostro Paese; però è un fenomeno che si è diffuso in tutte le altre regioni e si è esteso anche in altri settori come l'edilizia, i servizi e le cooperative. Noi in Parlamento e come MoVimento 5 Stelle stiamo molto attenti al tema: infatti, in Commissione lavoro, sono la prima firmataria di un'indagine conoscitiva proprio sulla riforma della vigilanza e del sistema ispettivo ma, contemporaneamente, anche la Commissione agricoltura ha avviato un'indagine conoscitiva proprio sul tema legato al settore. Infine il presidente dell'INPS, Pasquale Tridico, ha annunciato di avviare una task force in tutto il Paese che possa coordinarsi con la magistratura e con le forze dell'ordine in maniera tale da rendere più capillari e più incisivi tali controlli su fatti che ovviamente ledono i diritti dei lavoratori a cui non spettano tutele che, invece, sarebbero previste per legge, ma provocano anche una concorrenza sleale a tutte le realtà che rispettano la legge. Ciò è possibile anche attraverso l'utilizzo di nuove tecnologie - pensiamo, ad esempio, all'uso dei droni - per andare a intercettare tali realtà che ledono la nostra economia e per questo continueremo a tenere alta l'attenzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Sportiello. Ne ha facoltà.

GILDA SPORTIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Oggi voglio raccontarvi quanto sta accadendo ad Acerra, un comune della provincia di Napoli, e lo faccio qui in uno dei luoghi simbolo della democrazia affinché quanto accade nei nostri comuni non passi inosservato. Grazie ad una nostra consigliera comunale, veniamo a sapere che il segretario comunale del comune di Acerra, dall'anno 2012, ha diverse deleghe dirigenziali tra le più importanti che riguardano circa il 60 per cento delle attività del comune. Il TUEL però, così come è stato interpretato anche dalla giurisprudenza della Corte dei Conti, stabilisce che il segretario comunale può avere deleghe dirigenziali solo se lo statuto e il regolamento del comune lo prevedono - quelli del comune di Acerra non lo prevedono - oppure stabilisce che il segretario comunale possa avere deleghe dirigenziali soltanto temporaneamente e solo se nella pianta organica del comune non ci siano altri dirigenti, mentre invece nel comune di Acerra ce ne sono ben altri sette. Se non fosse già chiaro così, interviene anche un parere del 9 ottobre 2009 del Ministero dell'Interno che dice chiaramente che al segretario del comune possono essere dati incarichi di delega solo fino alla copertura del posto vacante.

In questa situazione poco chiara ci chiediamo com'è possibile che la stessa persona che dovrebbe supervisionare il funzionamento della macchina comunale sia allo stesso tempo controllore e controllato. Ci chiediamo anche se in queste condizioni possiamo pretendere che i cittadini abbiano garanzie della corretta filiera amministrativa del comune. C'è un motivo per cui le disposizioni ed i pareri prevedono che questo non possa essere fatto, e il motivo è chiaro: che il segretario, che ha importanti compiti di controllo e di garanzia delle dinamiche interne e del funzionamento dell'ente locale, può entrare in conflitto di interesse, se poi lo stesso segretario dev'essere colui che si occupa delle determine e degli atti che emana nel ruolo di dirigente.

Il Movimento 5 Stelle è entrato nelle istituzioni perché ha l'ambizione di rompere quelle dinamiche che tengono in ostaggio la vita politica dei nostri comuni, di molti comuni da molti anni. Tenendo in ostaggio la vita politica di un comune si tiene in ostaggio tutto quello che riguarda i servizi di cui usufruiscono i cittadini e la vita quotidiana dei cittadini stessi.

Faccio questo intervento oggi sia per esprimere la piena solidarietà a Carmela Auriemma, la nostra consigliera comunale, e all'altra consigliera comunale che sono state querelate - pensate - soltanto per aver chiesto di porre fine a questa situazione e che quantomeno venisse fatta chiarezza. Faccio questo intervento - e lo faccio qui per questo - anche per un altro motivo: perché voglio ribadire con forza che i nostri comuni non sono dei feudi, che i nostri comuni sono la casa dei cittadini e che solo e soltanto i cittadini devono essere messi al centro di qualsiasi scelta politica che un comune voglia fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cavandoli. Ne ha facoltà.

È assente: s'intende che vi abbia rinunziato.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 5 luglio 2019 - Ore 10:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 16,15.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 4)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Doc. XVI,n. 2-Ris. Iovino e a. 6-80 505 505 0 253 505 0 76 Appr.
2 Nominale Ris. Iovino e a. n. 6-80 p.II 507 507 0 254 494 13 76 Appr.
3 Nominale Ris. Iovino e a. n. 6-80 p.III 406 403 3 202 387 16 76 Appr.
4 Nominale Ris. Iovino e a. n. 6-80 p.IV 505 501 4 251 387 114 75 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.