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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 197 di mercoledì 26 giugno 2019

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 11,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Battelli, Brescia, Cirielli, Colletti, D'Incà, Delmastro Delle Vedove, Fioramonti, Frusone, Fusacchia, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Grande, Liuzzi, Lollobrigida, Lorenzin, Losacco, Lupi, Orlando, Ruocco, Saltamartini, Schullian, Scoma e Vitiello sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centotré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione delle mozioni Fornaro ed altri n. 1-00198, Quartapelle Procopio ed altri n. 1-00202, Lollobrigida ed altri n. 1-00203, Cabras, Formentini ed altri n. 1-00204 (Nuova formulazione) e Valentini ed altri n. 1-00209 concernenti iniziative di competenza per l'effettiva interruzione della esportazione e del transito di armamenti verso l'Arabia Saudita ed altri paesi coinvolti nel conflitto in Yemen (ore 11,08).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Fornaro ed altri n. 1-00198, Quartapelle Procopio ed altri n. 1-00202 (Nuova formulazione), Lollobrigida ed altri n. 1-00203, Cabras, Formentini ed altri n. 1-00204 (Nuova formulazione) e Valentini ed altri n. 1-00209 concernenti iniziative di competenza per l'effettiva interruzione della esportazione e del transito di armamenti verso l'Arabia Saudita ed altri paesi coinvolti nel conflitto in Yemen (Vedi l'allegato A).

Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 24 giugno 2019, sono state presentate la mozione Valentini ed altri n. 1-00209 e una nuova formulazione della mozione Cabras, Formentini ed altri n. 1-00204, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.

Avverto che è stata testé presentata una nuova formulazione della mozione Quartapelle Procopio ed altri n. 1-00202. Il relativo testo è in distribuzione.

(Intervento e parere del Governo)

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire esprimendo altresì il parere sulle mozioni presentate.

MANLIO DI STEFANO, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Grazie, Presidente. Ci terrei a motivare i pilastri che ci hanno portato a dare i pareri, così da chiarire ogni dubbio su un argomento così importante e sentito da tutti i gruppi parlamentari.

I pilastri di valutazione sono stati i seguenti: la necessità, da parte del Governo, di avere un mandato chiaro per agire a livello politico, oltre l'attuazione, che già esiste e che si rispetta, ovviamente, della legge n. 185 del 1990, si chiede proprio, appunto, un mandato politico preciso in chiave, che è molto sentita in questo momento a livello europeo, di sospensione della vendita di alcuni specifici armamenti.

Si chiede e si valorizza anche un mandato verso l'Unione europea per cercare di riportare i temi della crisi umanitaria e, quindi, della necessità di una trattazione differente rispetto al passato anche della vendita di armi di tutti i Paesi europei. Quindi, si chiede un sostegno verso l'Unione europea per poter fare questo tipo di concertazione. Si chiede un mandato verso le Nazioni Unite su due asset: sostenere, ovviamente, l'azione dell'inviato speciale e sicuramente il sostegno umanitario, che è uno degli argomenti più importanti e sentiti in questo momento nella crisi in Yemen. È anche importante - e questo motiva alcuni dei “no” ad alcune mozioni delle opposizioni - che si dia un giusto racconto del sistema industriale italiano per quanto riguarda il sistema della difesa, che, certamente, non è tra i principali esportatori di armi in Europa e nel mondo in generale e, soprattutto, in quella regione, in particolare Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti, che sono, poi, il centro di quasi tutte le mozioni; la tutela delle istituzioni che fanno riferimento al quadro normativo vigente applicandolo, quindi va tutelato anche il ruolo che la normativa italiana, che è una delle più avanzate in Europa, ha e garantisce, secondo gli istituti come la UAMA e i Ministeri coinvolti, ovviamente; e, poi - questo è quasi scontato dirlo in Parlamento -, il rispetto del diritto internazionale e dei regolamenti dell'Unione europea in materia di commercio.

Per tutti questi motivi, quindi un quadro internazionale che ha bisogno di un mandato preciso e la tutela di alcuni aspetti prettamente nazionali, dichiaro da parte del Governo l'indicazione favorevole alla mozione Cabras, Formentini ed altri n. 1-00204 e il parere contrario su tutte le altre grazie.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). La ringrazio, signor Presidente. E allora, colleghe e colleghi deputati, io vorrei partire da una considerazione: le città dello Yemen. Vorrei partire dalle città dello Yemen che non sono più quelle descritte nel documentario “Le mura di Sana'a”, che fece Pier Paolo Pasolini già nel 1970 in forma di appello all'Unesco per la protezione di quel patrimonio architettonico unico, Presidente, unico al mondo. E non sono più, le città dello Yemen, quelle che qualcuno di noi ha avuto la possibilità di conoscere, di visitare, di vedere sia per motivi, magari, di turismo o anche per motivi di lavoro. Al posto dei quegli edifici, così originali, così unici, oggi ci sono soltanto macerie: e ancora una volta, le bombe hanno prevalso sulla storia, le bombe hanno prevalso sulla cultura di un Paese e, vede, Presidente, hanno prevalso anche sulla vita delle persone. Migliaia di civili, civili uccisi, milioni di sfollati, scuole, case, infrastrutture rase letteralmente al suolo. E, poi, che cosa c'è Yemen, oggi? C'è fame, c'è malnutrizione, c'è carestia, ci sono epidemie, c'è persino il colera. Dunque, lo Yemen sta morendo! Questo è oggi lo stato di questo Paese. Lo Yemen sta morendo, perché sulla pelle della sua popolazione si sta giocando una partita spietata nelle mani di Paesi stranieri: da una parte, si sa, abbiamo l'Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, abbiamo Kuwait, Qatar, Bahrain, Egitto e Sudan, dall'altra, abbiamo l'Iran, che è già coinvolto, con grandi tensioni, con gli Stati Uniti, nel Golfo Persico. E sta morendo lo Yemen anche sotto i colpi di armi prodotte nel nostro Paese o che transitano nei nostri porti. Questo, signor Presidente, lo dice la relazione annuale della Presidenza del Consiglio, dell'aprile scorso, sull'esportazione di materiali militari.

Eppure, noi abbiamo una legge, una buona legge, la n. 185 del 1990, che vieta l'esportazione e il transito di armamenti verso i Paesi in stato di conflitto armato. Ecco, la mozione che abbiamo presentato punta a rendere effettivi i principi di quella legge sul commercio delle armi nella concreta situazione, oggi, dello Yemen. In questo senso, si è pronunciato più volte il Parlamento europeo e si sono pronunciati la Camera e il Senato degli Stati Uniti e, poi, anche le Assemblee legislative di Paesi importanti, come la Germania, la Svezia, la Danimarca, la Finlandia, la Norvegia e l'Olanda, che hanno annunciato l'immediata sospensione di forniture militari - tutte le forniture militari! - sia all'Arabia Saudita che agli Emirati Arabi.

Noi, care colleghe e cari colleghi, dobbiamo fare altrettanto, non possiamo fare di meno: dobbiamo sospendere subito le esportazioni di armi - di tutte le armi! - verso l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi, anche se derivano da autorizzazioni degli anni passati. Non possiamo essere in alcun modo responsabili del massacro di persone innocenti, compresi tanti minori, tanti bambini, visto che stiamo parlando di un Paese che ha un'età media assai bassa.

E, allora, signori della maggioranza, sottosegretario, attenzione all'ipocrisia! “Aiutiamoli a casa loro”, vi piace molto ripetere questo slogan, vi piace; e, poi, riforniamo di armi chi le loro case le distrugge. Come stanno le cose, sottosegretario? Riforniamo di armi chi le loro case le distrugge? Aiutiamoli a casa loro: c'è qualcosa che non funziona, delle due l'una.

E rivolgo un appello a tutte le deputate e tutti i deputati: votiamo insieme, con una scelta unanime, come si fa in un Parlamento che ha chiare le priorità. E votiamo per la sospensione dell'esportazione di armamenti verso i Paesi che stanno distruggendo lo Yemen e stanno violando i diritti umani fondamentali. Tutti gli armamenti! Colleghi della maggioranza, colleghe, sottosegretario, ma che stiamo a fare qui? A dire quali armi sono buone e quali armi sono cattive?

Detto da lei, poi, sottosegretario Di Stefano, detto da lei questo veramente suona molto stridente. Non solo dunque bombe di aereo e missili - come scrivete nella vostra mozione e come lei ha testé ricordato a quest'Aula - perché le altre armi, sottosegretario, sono buone. E sì, quelle non uccidono, quindi facciamo una differenza tra le armi buone e le armi cattive.

E allora, colleghi e colleghe, impegniamoci tutti per la riconversione anche ai fini civili delle industrie che producono questi armamenti, perché non siano le lavoratrici e i lavoratori a pagare questa scelta di civiltà e di umanità. Sono i primi loro, i lavoratori e le lavoratrici - ne sono certa - a considerare non accettabile che il prodotto del loro lavoro possa causare la morte di persone innocenti! Pensate il loro dramma: costruire ordigni che causeranno morte, con la stessa sensibilità che hanno dimostrato i portuali di Genova, il 20 maggio scorso, impedendo, con una loro mobilitazione, che una nave saudita caricasse impianti elettrici ad uso militare.

A questo proposito, ricordo che la nostra mozione impegna il Governo a non autorizzare - leggo -: “il transito e l'utilizzo di porti e aeroporti da parte di cargo aerei e navali che trasportino materiale d'armamento, destinati all'Arabia Saudita e a tutti i Paesi coinvolti nel conflitto armato in Yemen”. È alle bombe che bisogna chiudere i porti, non agli esseri umani, non agli esseri umani che fuggono dalle guerre, che quelle stesse bombe alimentano! Un po' di coerenza e un po' di priorità dovrebbero appunto essere chiare a quest'Aula.

E allora, alla prossima riunione del Consiglio europeo, signor sottosegretario, chiedete - come ha già fatto ripetutamente il Parlamento europeo - che tutta l'Unione europea decida l'embargo di materiale militare, di tutto il materiale militare – tutto! – verso i Paesi coinvolti in quella guerra. Insomma, colleghe e colleghi, diamo un senso concreto alle parole della nostra Costituzione. L'Italia ripudia – ripudia, ripudia! Non solo rifiuta, ripudia! – la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. È bene ripeterlo oggi, in questo frangente (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali e di deputati del Partito Democratico).

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signor Presidente, chiedo scusa all'onorevole Deidda. Solo per segnalare alla Presidenza che le Commissioni, alcune Commissioni hanno terminato i loro lavori, mentre il nostro dibattito era già iniziato. La I Commissione ha terminato alle 11,15, la XIV pochi minuti fa, con voti; facciamo appello alla Presidenza affinché richiami la presidenza di ciascuna singola Commissione al rispetto dell'Aula, perché altrimenti noi rischiamo una coincidenza di lavori, che rischia poi di diventare prassi.

PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Borghi. Avevamo già ricevuto questa notizia, lei ci ha anticipato, ma avevamo già fatto tempestivo invito alla sconvocazione delle Commissioni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Salvatore Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Forse è passato poco meno di un anno quando, proprio da questo banco, intervenni durante l'approvazione di un Trattato con gli Emirati Arabi, appellandomi al Governo per intervenire sul conflitto in Yemen. C'era il sottosegretario, che cortesemente rispose e richiamò tutti, dicendo che il Governo era ben attento a quello che stava succedendo. Purtroppo poi sapevamo benissimo che non era facile entrare in quel conflitto, che era un conflitto ufficiale, ma sporco, molto sporco e dove c'era una coalizione molto ampia, che ovviamente non rispettava i richiami delle altre nazioni. E dispiace che poi oggi arriviamo a questa discussione, quando il conflitto forse sta un po' - meno male - scemando, lascia oggi le macerie, lascia un grande dramma che appunto sono i bambini, le famiglie, le case distrutte, la carestia e la non speranza per il futuro. A questo argomento noi teniamo molto e io lo dico con orgoglio perché Fratelli d'Italia è stato l'unico partito che, quando qui è venuto il rappresentante del Qatar, non s'è alzato in piedi ad applaudirlo. Vi ricordate che qui è venuto il rappresentante del Qatar che faceva parte di quella coalizione ed è stato applaudito, ignorando che faceva parte di quelle forze che stavano bombardando in quel momento lo Yemen? Noi non l'abbiamo applaudito. Ma diciamo anche, onestamente, che fino adesso, con molta ipocrisia si è sbattuto il mostro in prima pagina, cioè si è sbattuto quell'azienda di Domusnovas, che un'azienda che produce armi, dicendo che tutto era causa di quell'azienda. Ma è possibile che un conflitto sia causato da un'azienda che sta in un'isola? Domusnovas, per segnalarlo a qualche collega che ha sbagliato provincia, si trova a Carbonia-Iglesias, non a Cagliari, quindi correggete la mozione. Quando si dice che quei lavoratori stanno producendo morti, quando si dice che la Sardegna sta producendo morte e sta esportando morte, bisogna guardarsi un po' indietro, a chi andava a baciare le mani ai principi dell'Arabia Saudita, a chi andava in Arabia a mercanteggiare altro e non diceva chiaramente che la guerra in Yemen bisognava finirla. Non è un'azienda che ferma la guerra, ma sono i Governi e gli Stati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

La guerra in Yemen è iniziata tanti anni fa. Perché i rappresentanti del Governo di centrosinistra, quando sono andati in Arabia, non hanno fermato quella guerra, invece di ricevere magari gli orologi? E oggi invece si dice che tutto il male è di quell'azienda che c'è a Domusnovas, si dice che tutto il male viene prodotto da quei lavoratori e si dice anche che bisogna riconvertirla. Ma siete mai venuti a Carbonia-Iglesias? Non ci credono più, quando parlo di riconversione, perché dovete dirlo a quelli dell'Alcoa, che aspettano da dieci anni, o quelli della Rockwool, che aspettano da dieci anni. Quindi parliamo dei problemi geopolitici, della grande ipocrisia che c'è sempre stata e gli americani che sbattono l'azienda di Domusnovas su tutti i giornali come produttrice di morte mi devono spiegare perché il migliore alleato è quello che sta bombardando e forse è anche il nostro migliore alleato a volte, l'Arabia Saudita. Allora, perché non siamo in grado di occuparci veramente di rivedere quegli accordi? Quell'azienda, se noi rivediamo quegli accordi, le armi non le vende. Però oggi è facile dire che le morti sono causa di un'azienda, oltre al fatto che c'è un'indagine della magistratura per vedere chi ha sganciato quelle bombe e chi ha causato quelle morti civili. Quindi, quando si parla di questo, dobbiamo veramente cercare di avere una coerenza di fondo, perché io non guardo in faccia la bandiera politica del Governo per dire: “prendi quella strada o prendine un'altra”, come Fratelli d'Italia non ha mai avuto problemi nei conflitti a vedere se il Governo era alleato o era contrario, ma si è sempre detto che bisogna fermare la guerra in Yemen e che bisogna attivare subito gli aiuti. E' giusto sospendere determinati armamenti, è giusto ed era una decisione che doveva prendere il Governo, ma – ripeto – basta sbattere in prima pagina i lavoratori come se fossero degli assassini e basta scrivere, come l'estrema sinistra antimilitarista scrive, che i dipendenti di quell'azienda sono degli assassini. Allora, noi dobbiamo impegnarci tutti - ha ragione la collega Boldrini, unanimemente - perché noi questo conflitto dobbiamo cercare di fermarlo e dobbiamo oggi impegnarci tutti a mandare degli aiuti. Su questo ci deve essere un voto unanime, ma allora rivediamo anche le mozioni, cerchiamo di fare un voto unanime. Sottosegretario, legga con attenzione anche la mozione di Fratelli d'Italia per vedere che non è molto dissimile e non è molto distante da quella della maggioranza, perché chiediamo tutti le stesse cose. Non chiediamo demagogicamente a volte di fermare un mercato ma di fermare determinate armi, perché non facciamo i pacifisti con i gessetti che a volte giudicano tutto come il male.

Quindi, fermiamo veramente la guerra in Yemen! Fratelli d'Italia l'ha chiesto nel 2018, l'ha chiesto tempo fa, l'ha chiesto con forza, quindi lo chiediamo ancora con più forza oggi, con coerenza e soprattutto rispettiamo, però, i lavoratori e il lavoro delle persone, che non sono degli assassini, ma sono onesti lavoratori. E le responsabilità diamole alla politica: la politica se le deve prendere sempre (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11.32).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Valentino Valentini. Ne ha facoltà.

VALENTINO VALENTINI (FI). Presidente, colleghi, le risoluzioni che le forze politiche hanno depositato alla Camera e sulle quali siamo chiamati a votare, presentano, con diversi accenti e sottolineature, una sostanziale comunanza di vedute, sia nella parte analitica che nella parte dispositiva, e di questo dobbiamo rallegrarci. Dobbiamo rallegrarci perché, contrariamente a ciò che avviene su tanti temi di grande rilevanza per la vita del nostro Paese, questa volta la nostra Assemblea si presenta sostanzialmente compatta nel chiedere al Governo di trasformare in impegni, dichiarazioni pronunciate in diverse circostanze dal Presidente del Consiglio Conte o dal Ministro della Difesa Trenta.

Dinanzi a una catastrofe umanitaria senza precedenti, dinanzi a brutali atrocità nei confronti di una popolazione civile inerme, di fronte a documentate violazioni del diritto internazionale e a veri e propri crimini di guerra, vengono formulate al Governo una serie di richieste che anch'io, a nome di Forza Italia, vorrei rimarcare.

Si chiede, tra l'altro, un rinnovato sforzo diplomatico in sede multilaterale per la cessazione del conflitto; l'adozione di una posizione comune forte in seno al Consiglio dell'Unione europea per giungere a una sospensione delle forniture di materiale bellico destinato, direttamente o indirettamente, alle parti in conflitto in Yemen; si chiede il rispetto rigoroso delle disposizioni vigenti in materia di esportazione di armamenti e la possibilità di garantire il soccorso e l'intervento umanitario alle popolazioni. Questo è un atteggiamento del quale mi compiaccio e, ancorché non tempestivo, fa onore alla nostra Assemblea, perché ci colloca nel novero dei Paesi che già hanno adottato provvedimenti o risoluzioni analoghe, tra le quali vorrei ricordare anche la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti e il Parlamento europeo, già a più riprese.

È chiaro che lo sforzo bellico nella regione non si regge sulle esportazioni del nostro Paese e che le famigerate bombe, di cui parlava il collega poc'anzi, prodotte in Sardegna, non è che vengono lanciate con delle fionde dall'alto di rupi dai belligeranti, ma sono montate su modernissimi e costosissimi aviogetti, che richiedono un'assistenza costante in termini di addestramento dei piloti, manutenzione dei veicoli e gestione di sistemi radar necessari al puntamento dei bersagli. Altri Paesi, quindi, hanno interessi politici, militari ed economici ben più cospicui dei nostri ed il loro coinvolgimento è assai maggiore, così maggiori sono le loro responsabilità.

È ovvio che il conflitto continuerà anche senza di noi, ma il contributo del nostro Parlamento si misura in termini morali e di coerenza con il diritto internazionale, con i principi etici e le norme che devono sottendere il nostro comportamento come comunità internazionale. A differenza della Germania, che ha adottato una decisione autonoma da parte del Governo, incurante delle critiche, ricevute da alcuni partner, di indebolire l'industria di difesa europea, sono le sentenze della magistratura che hanno obbligato, invece, il Regno Unito a una sospensione delle nuove licenze e a una revisione delle procedure di autorizzazione, nonostante si cerchi la giustificazione secondo la quale la vendita di armamenti consentirebbe un livello privilegiato di scrutinio e di influenza sulla condotta della guerra.

Lascio ad altra sede l'analisi della genesi e lo sviluppo del conflitto degli interessi in gioco e le ripercussioni nel più vasto quadro del Medio Oriente, perché, sebbene utili e di grande attualità, sarebbero a mio avviso fuorvianti rispetto al compito che ci spetta oggi. Mi limiterò a dire soltanto che la politica di difesa comune europea potrà esistere allorché i principi comuni prevarranno sulle convenienze dei singoli Paesi e che nella storia, anche la più recente, dal Vietnam all'Afghanistan, le incursioni aeree e i bombardamenti indiscriminati non hanno mai sconfitto la guerriglia, anzi, spesso hanno rinfoltito le fila dei terroristi e degli insorti.

E vorrei qui richiamare le parole del Presidente americano, Donald Trump, che ha posto il veto alla risoluzione del Congresso che intendeva vietare la vendita di armamenti all'Arabia Saudita e che, in una recentissima intervista alla televisione americana, ha sottolineato i benefici economici derivanti dalla vendita di armamenti a quel Paese, dicendo - e cito testualmente -: “l'Arabia Saudita è un grande acquirente di prodotti americani. Ciò significa qualcosa per me? È un grande produttore di posti di lavoro americani”.

A tale posizione vorrei contrapporre quella espressa da un altro Presidente degli Stati Uniti, Dwight Eisenhower, che nel discorso di addio alla nazione, pronunciato nel 1961, nel prendere coscienza della sfida posta dalla guerra fredda, ebbe a dire queste parole, parole che conservano tutta la loro attualità e sulle quali invito l'Assemblea a riflettere, cito: “nei concili di governo dobbiamo guardarci le spalle contro l'acquisizione di influenze che non danno garanzie, sia palesi che occulte, esercitate dal complesso militare-industriale”, un termine che da quel discorso è passato alla storia. Prosegue dicendo: “Il potenziale per l'ascesa disastrosa di poteri che scavalcano la loro sede e le loro prerogative esiste ora e persisterà in futuro. Non dobbiamo mai permettere che il peso di questa combinazione di poteri metta in pericolo le nostre libertà e i processi democratici” - ed è quanto questa Assemblea cerca di fare quest'oggi - “Non dobbiamo presumere che alcun diritto sia dato per garantito” - e conclude dicendo - “Soltanto un popolo di cittadini all'erta e consapevole può esercitare un adeguato compromesso tra l'enorme macchina industriale e militare di difesa ed i nostri metodi pacifici ed obiettivi di lungo termine, in modo che sia la sicurezza che la libertà possano prosperare assieme”. Queste parole conservano intatte tutte la loro attualità e la loro cogenza. Queste parole, ancora oggi, esprimono i principi che devono ispirare l'azione di Governo e lo scrutinio democratico che il Parlamento deve esercitare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ivan Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Grazie mille, Presidente. Io, in via di premessa, sento proprio l'urgenza di dire una cosa: tra i tanti disastri di questo Governo, quelli economici, le procedure d'infrazione, i posti di lavoro che diminuiscono, lo spread che sale, c'è un disastro di cui non si parla abbastanza, che è quello della nostra politica estera, che è, nella migliore delle ipotesi, nel migliore dei casi, assente, ma di solito è completamente confusa, incomprensibile per il semplice fatto che i due alleati di Governo non sono d'accordo su nulla. Ci siamo trovati a sentire opinioni discordi sul Global Migration Compact, abbiamo dovuto sentire opinioni completamente differenti sulla posizione su Orbán, navighiamo a vista, per così dire, bonariamente, per quello che riguarda il Venezuela; cioè, sostanzialmente, diciamoci la verità, questo Paese è, dal punto di vista della politica estera, completamente afono, ha perso ogni qualsiasi autorevolezza ed è, purtroppo, anche assolutamente isolato.

Questa vicenda dell'embargo della vendita delle armi a tutte le parti coinvolte nella guerra nello Yemen, in particolare alla coalizione a guida saudita, è un ulteriore elemento di questa commedia degli orrori, anzi dovrei dire, di questa tragedia. Voglio ricordare a tutta l'Aula, ma il sottosegretario Di Stefano lo sa, che noi sono almeno sei mesi che in Commissione chiediamo, per favore, di discutere una mozione o di fare comunque una discussione sulla vicenda nello Yemen e non ci siamo riusciti. Arriviamo in Aula direttamente, senza che la Commissione esteri si sia potuta occupare di questo argomento perché Lega e 5 Stelle non sapevano che cosa dire, e, costretti ad arrivare in Aula, continuano a non sapere che cosa dire. Io sono stupefatto dal testo di questa mozione di maggioranza, sulla quale - lo dico subito - alla fine ci asterremo, più che altro per una questione di carità cristiana e anche perché teniamo davvero a questo argomento così drammatico. Qui l'impegno del Governo è di adottare iniziative per sospendere le esportazioni di bombe d'aereo e di missili. Bombe d'aereo e missili: l'altro, invece, si può fare. Questo è, diciamo, il succo: secondo la maggioranza, nello Yemen, tolte le bombe d'aereo e i missili, siamo a posto. No? Non facciamo una risoluzione per vietare la vendita delle armi, no: le bombe d'aereo e i missili, il resto può andare. Questa è la risoluzione che il Governo della sesta, settima, ottava economia del mondo, Paese fondatore dell'Unione europea, membro del G7, eccetera, ha la faccia tosta di venire a proporci. È una cosa, signor Presidente, che veramente non si può guardare. Noi possiamo dire che abbiamo messo proprio una sorta di pietra tombale sul ruolo dell'Italia nel mondo e nella comunità internazionale. È una vera e propria vergogna su cui il Ministro degli esteri e i suoi sottosegretari dovrebbero riflettere.

Ma di che cosa stiamo parlando, signor Presidente? Stiamo parlando di una cosa dannatamente seria, perché sono ormai quattro anni che va avanti questa guerra in Yemen, è una guerra sostanzialmente bloccata, cioè la linea del fronte non si muove, le parti si confrontano senza che non accada altro che una cosa tragica, cioè una delle peggiori crisi umanitarie che abbiamo presenti nel mondo adesso. Probabilmente, la peggiore crisi umanitaria: parliamo dell'80 per cento del popolo yemenita che ha necessità di sostegno umanitario, parliamo di 17 milioni in condizioni di insicurezza alimentare. Che cosa significa, signor Presidente, insicurezza alimentare? Spieghiamolo anche ai nostri concittadini che seguono i lavori della Camera. Insicurezza alimentare significa non sapere, come dicevano le nostre nonne, come mettere insieme il pranzo con la cena: cioè arrivare ad un pasto senza sapere come il pasto successivo si concluderà. Ci sono sicuramente almeno 2.500 bambini uccisi, dice Save the Children, ma si stima che siano 50 mila i bambini morti per malnutrizione o per problemi igienico-sanitari. E quando parliamo di problemi igienico-sanitari, Presidente, parliamo di una cosa devastante: tanto per darle un esempio, ci sono, su 28 milioni di abitanti nello Yemen, 18 milioni che non hanno accesso all'acqua corrente e all'acqua da bere. Questo significa che soprattutto le donne yemenite devono fare lunghi cammini per poter arrivare all'acqua; e, come si sa, quando manca l'acqua ci sono le malattie. Chiunque può andare sulla rete per vedere quale sia la condizione igienico-sanitaria della capitale Sana'a e delle città dello Yemen: ci sono enormi cumuli di immondizia che sono lì… Lo sono sempre, i cumuli di immondizia, sono sempre un grave, tragico problema, ma quando c'è la guerra lo sono ancora di più. Pensi che si stima che, in questo momento, ci sia nello Yemen il più grande focolaio di colera mai scoperto al mondo: si parla di 725 mila casi sospetti e di mille persone che sono morte di colera.

Che questa fosse una guerra sporca lo si è sempre saputo, le ONG lo hanno sempre denunciato; però c'è stato un salto di qualità, perché noi, almeno dal 2018, anzi a far tempo dal 2018, abbiamo la certezza che non si tratti soltanto di una guerra che, come tutte le guerre, è una cosa orribile, signor Presidente: qui ci sono, ed è stata la comunità internazionale a sancirlo ufficialmente, da entrambe le parti chiarissimi crimini di guerra. Cosa significa crimini di guerra? Significa avere delle bombe cosiddette intelligenti – che brutta espressione, ma così viene detto –, che colpiscono case private; quindi non c'è possibilità di errore, si voleva bombardare la casa privata. Recentemente è stata bombardata una fabbrica di imbottigliamento di acque minerali: si è detto che si trattava di un'industria bellica, ma non c'era alcuna evidenza.

Quando non siamo soltanto in una guerra, che ovviamente l'Italia, ai sensi della Costituzione, ripudia, ma sappiamo chiaramente che ci sono da entrambe le parti crimini di guerra… Però, attenzione, diciamo da entrambe le parti, ma guardiamo che le parti non sono ugualmente forti: la coalizione internazionale a guida saudita ha sicuramente una grande preponderanza, e i mezzi soprattutto per bombardare per via aerea la popolazione inerme.

Quindi, come dicevo, nell'agosto 2018 le Nazioni Unite, gli esperti indipendenti del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite sanciscono, ufficializzano questi crimini di guerra; il Parlamento europe, con due deliberazioni, una dell'ottobre ed una del novembre dello scorso anno, ha chiesto che tutti i Paesi dell'Unione sanciscano un embargo di quelle armi che direttamente o indirettamente possono arrivare nello Yemen, non soltanto nei confronti dell'Arabia Saudita, ma anche nei confronti di Paesi come per esempio gli Emirati Arabi Uniti.

Questo è, quindi, il primo fatto nuovo. Sapevamo, intuivamo che ci fossero crimini di guerra a livello sistematico; adesso lo sappiamo, signor Presidente, adesso ne abbiamo le prove certe, e quindi non possiamo evidentemente più stare fermi. Ed infatti gran parte della comunità internazionale ha deciso di smettere di star ferma: Regno Unito, Germania, Svezia, Svizzera, Belgio, Austria, Olanda, già numerosi partner del nostro Paese hanno sancito un embargo; e ripeto, per tutte le armi, non soltanto per i missili e per le bombe.

Ma c'è un altro elemento che io vorrei ricordare: è che tutta la comunità internazionale è particolarmente attenta a quella che è la vicenda dei diritti umani in Arabia Saudita. Da quando il nuovo erede al trono, “MbS” come lo chiamano, Mohammad bin Salman, è diventato un po' l'uomo forte del regime saudita, Amnesty International e una serie di altri watchdog sui diritti umani esprimono grandi preoccupazioni. Poi c'è stata la vicenda del giornalista Jamal Khashoggi, che sappiamo sostanzialmente si è volatilizzato, ucciso nei locali di una rappresentanza diplomatica dell'Arabia Saudita in Turchia. Questo dev'essere evidentemente un ulteriore elemento di cui non possiamo non tener conto, nel momento in cui andiamo a prendere una decisione in questo senso. Una decisione che - ripeto - sta diventando veramente urgente, perché non prenderla significa voltare la faccia dall'altra parte, non soltanto rispetto ad un conflitto armato tragico, drammatico, ma alla tragedia che sta colpendo donne, bambini, famiglie, gente che sta avendo problemi a livello proprio di nutrizione, gente che muore di fame. Questo, ripeto, è probabilmente il più grave, il più urgente dei casi di crisi umanitaria nel nostro pianeta.

E chi si sta opponendo, mentre il Governo aspetta, dal mese di ottobre, per arrivare finalmente a parlarci di questa vicenda? Lo fanno i nostri lavoratori, signor Presidente.

PRESIDENTE. Per cortesia…

IVAN SCALFAROTTO (PD). Sette minuti e quarantadue secondi, ne ho dieci e quindi arrivo subito… Chiedo scusa, e comunque arrivo.

Sono i nostri lavoratori, i lavoratori che hanno bloccato il carico delle navi nel porto di Genova di materiale bellico. Però, guardi, a questi lavoratori va dato un grande riconoscimento del fatto che hanno avuto la capacità di unire a ciò che è il loro diritto al lavoro anche una grande coscienza civile e una maturità politica davvero difficile da confrontare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); ma è ovvio che noi non possiamo lasciare tutto questo soltanto ai lavoratori. Questo è un Parlamento che, finché c'è e fintanto che non verrà smontato da chi lo vuole smontare per portare la sovranità popolare in qualche società di consulenza a Milano, ha anche delle responsabilità, ha un'autorità, anche morale, da svolgere. E questa autorità morale ci dice che noi dobbiamo stabilire che questo Paese non venderà più armi né all'Arabia Saudita né ai suoi alleati, perché queste armi stanno compiendo dei crimini di guerra. Questa è la decisione da prendere. Sarebbe bastata una mozione di due righe, onorevole Di Stefano: le tante parole che avete fatto, in realtà, mancano, come al solito, di sostanza politica, di impegno morale. Ripeto: ci asterremo, ma lo facciamo per gli yemeniti, certamente non per voi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paolo Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, dal 2015 è in corso in Yemen una guerra civile che ha non solo devastato il Paese più povero della penisola arabica, ma ha generato grande instabilità per l'intera area e i Paesi limitrofi. Quello che sta succedendo in Yemen ha a che fare con il Mar Rosso, la penisola del Sinai, il Corno d'Africa e l'Oceano Indiano occidentale. Possiamo individuare almeno due “strati” nel conflitti in Yemen: il primo è rappresentato dalla guerra civile tra fazioni contrapposte, portatrici di interessi di carattere locale all'interno del Paese; il secondo è caratterizzato da uno scontro indiretto tra le due potenze della regione, Arabia Saudita e Iran. Purtroppo in questa situazione di conflitto trovano terreno fertile organizzazioni terroristiche di matrice islamica.

L'esercito yemenita è diviso in due: una parte combatte al fianco degli Huthi e l'altra delle forze filo-governative. L'unità dello Yemen e la sua stessa forma statuale rischiano di essere erose, con il forte rischio che si formino micro-feudi su base locale. La situazione umanitaria, alimentare, idrica e sanitaria degli yemeniti è catastrofica, ed in continuo peggioramento. La guerra ha distrutto l'economia del Paese, ha affamato gran parte dei suoi abitanti: secondo le Nazioni Unite almeno 10 milioni di persone rischiano la carestia. I morti finora registrati sono più di 250 mila, poco più di 100 mila in combattimento, il resto per malattie e fame; particolarmente colpiti sono stati i bambini. Su una popolazione complessiva di 28 milioni, oltre 3 milioni sono coloro che hanno dovuto lasciare le proprie case.

Sebbene le intese raggiunte a Stoccolma nel dicembre 2018 non abbiano ancora portato a risultati concreti, l'Italia deve continuare, insieme a tutta la comunità internazionale, ad assicurare il proprio sostegno convinto al processo di mediazione dell'ONU. Inoltre, il nostro Paese deve far sì che vi sia un'unità di intenti della comunità internazionale per esercitare una pressione positiva sulle parti in conflitto e sugli attori regionali, affinché gli accordi di Stoccolma vengano implementati.

La nostra priorità dev'essere quella di prevenire un ulteriore aggravarsi della crisi umanitaria, certi che il nostro Governo continuerà ad impegnarsi con ogni mezzo diplomatico a disposizione affinché si giunga alla cessazione delle ostilità in Yemen e si metta fine a questa gravissima crisi umanitaria, sostenendo con forza l'iniziativa dell'inviato delle Nazioni Unite in Yemen, Martin Griffiths (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ehm. Ne ha facoltà.

YANA CHIARA EHM (M5S). Grazie Presidente, colleghe e colleghi, uno, due, tre. Dovessimo contare il numero dei morti della guerra in Yemen, dovremmo arrivare fino a 70 mila. Su una popolazione di 28 milioni, 24 milioni non hanno cibo sufficiente; 9,6 milioni sono sull'orlo della carestia. Dall'inizio del conflitto oltre 3 milioni di yemeniti hanno lasciato le loro case; 800 mila soltanto nel 2018. Con questa mozione l'Italia sospenderà le esportazioni verso l'Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti di bombe d'aereo e missili che possono essere utilizzati per colpire la popolazione civile dello Yemen sino a quando non vi saranno sviluppi concreti nel processo di pace. Tale è in sostanza il messaggio della nostra mozione: lo Yemen non può aspettare e nemmeno noi. Dopo anni in cui i Governi di ogni colore si sono nascosti dietro al rispetto della legge n. 185 del 1990, per la prima volta finalmente comunichiamo una chiara presa di posizione politica indicando la sospensione della vendita di armi all'Arabia Saudita e agli Emirati Arabi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E siamo riusciti a farlo, nonostante l'Italia non sia certo uno dei primi fornitori di armamenti all'Arabia Saudita. Lo facciamo in continuità con quelle che erano le nostre richieste quando sedevamo ai banchi dell'opposizione come spesso ci tengono a ricordare i nostri colleghi. Abbiamo quindi pensato a un impegno non solo in chiave italiana ma in chiave UE, avviando il ragionamento per un embargo comunitario. Come avviene in altri ambiti infatti è solo con un impegno di tutta l'Unione europea che potremo davvero cambiare e segnare un cambiamento. Come già accennato sono decine di migliaia le vittime del conflitto iniziato …

PRESIDENTE. Chiedo scusa, deputata.

YANA CHIARA EHM (M5S). Sì, Presidente.

PRESIDENTE. Qui alla mia destra cortesemente dovreste evitare di parlottare. Prego.

YANA CHIARA EHM (M5S). Grazie, Presidente. Parliamo, come già detto, di un conflitto iniziato nel 2015, una strage in un silenzio assordante con morti quotidiani e il dilagarsi del più grande focolaio di colera mai registrato. Ad oggi è la catastrofe umanitaria più grave del mondo. Servono misure concrete, forti e su alcuni aspetti anche coraggiose affinché ci saranno sviluppi concreti nel processo di pace. Diremo dunque sì a questa mozione per un impegno sull'immediato cessate il fuoco e l'interruzione di ogni iniziativa militare in Yemen, continuando a sostenere in particolare l'iniziativa dell'inviato speciale delle Nazioni Unite per lo Yemen, Martin Griffiths. Diremo sì alla mozione per proseguire nell'azione umanitaria coordinata sotto la stessa guida delle Nazioni Unite per alleviare le sofferenze alla popolazione yemenita. Diremo sì per valutare iniziative che portino alla futura adozione da parte dell'Unione europea di un embargo mirato sulla vendita di armamenti all'Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti, prevedendo anche consultazioni con gli altri Stati membri. Mi scusi Presidente, ma così è veramente troppo impegnativo intervenire.

PRESIDENTE. Ha ragione. Ho cercato di evitare di interromperla, l'ho fatto volta soltanto ma, a questo punto, se lei mi aiuta senza continuare il suo intervento per qualche istante aspettiamo che siano comodi i colleghi deputati e, quando decideranno di fare silenzio, lei potrà riprendere il suo intervento. Deputati, deputato Scalfarotto, deputato Pastorino, abbiamo interrotto una dichiarazione di voto perché c'è eccessivo disordine e brusio. Di Muro, deputato Stumpo, per cortesia. Deputati, vorremmo proseguire i lavori, quindi siete pregati cortesemente se volete parlare di uscire dall'aula. Non stiamo ancora votando, quindi potete allontanarvi e proseguire le vostre conversazioni. Ci siamo? Prego, deputata Ehm.

YANA CHIARA EHM (M5S). Grazie, Presidente. Diremo sì per continuare ad assicurare un'applicazione rigorosa delle disposizioni della legge n. 185 del 1990, in particolare bloccando le esportazioni di bombe d'aereo e missili che possono essere utilizzati per colpire la popolazione civile e la loro componentistica verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti sino a quando non vi saranno sviluppi concreti nel processo di pace con lo Yemen. A proposito di ciò è bene ricordare che, con il Governo attuale, non vi sono state nuove autorizzazioni. Eppure si continua a fabbricare e a vendere armi. Ecco perché se fate una breve ricerca vedrete che nel 2018 risultano tre forniture del valore complessivo di oltre 42 milioni di euro attribuibili alle bombe aeree della Classe MK80 prodotte dalla RWM Italia che risalgono ad una maxi-commessa autorizzata e rilasciata nel 2016 dal Governo Renzi per la fornitura all'Arabia Saudita di 19.675 bombe aeree del valore di oltre 411 milioni di euro. È impossibile così, Presidente.

PRESIDENTE. Colleghi deputati, fino a qualche minuto fa c'era un silenzio esemplare probabilmente perché l'Aula era semivuota. Siamo costretti nuovamente, anche su richiesta della deputata interessata, a prenderci una breve pausa affinché possa essere chiaro a ciascuno che è necessario fare silenzio, altrimenti non si possono proseguire i nostri lavori. È una questione di decenza e di decoro oltre che di educazione, oltretutto non si sta votando: potete uscire e parlare con chi volete fuori dall'Aula e consentire quindi alla deputata di poter concludere il suo intervento. Deputati, deputato Russo, torni alla sua postazione, mi faccia la cortesia. Prego, deputata Ehm, a lei la parola.

YANA CHIARA EHM (M5S). Grazie. Riguardo a questa maxi-commessa o autorizzazione si tratta delle stesse bombe di cui parla la relazione ONU del 2017 che ha documentato il loro utilizzo in bombardamenti anche sui civili in Yemen tanto da costituire, dice la stessa ONU, possibili crimini di guerra. Vede, Presidente, in televisione nei reportage si vedono immagini strazianti di bambini malati, feriti, disperati. Secondo l'Unicef 11,3 milioni di bambini hanno bisogno di assistenza umanitaria. Dopo la conquista della capitale Sana'a da parte degli Huthi nel 2015, il Regno dell'Arabia Saudita, supportato da un'ampia coalizione internazionale, è intervenuta militarmente a sostegno del Governo legittimo dello Yemen conducendo attacchi e bombardamenti su città e villaggi yemeniti. Un report di esperti pubblicato dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, diffuso il 28 agosto 2018, ha accusato le forze governative dello Yemen, la coalizione a guida saudita che li appoggia e le forze Huthi di non aver fatto nulla per impedire e ridurre la morte di civili, senza contare i crimini di guerra come stupri, torture e sparizioni forzate e privazione del diritto alla vita. Anche gli Huthi si sono ovviamente macchiati di orribili nefandezze ma, a differenza degli Emirati Arabi Uniti e dell'Arabia Saudita, verso gli Huthi è fortunatamente in vigore un embargo sulle forniture di armamenti. Il Parlamento arriva, dunque, dopo altre potenze mondiali che si sono espresse in merito a testimonianza di quanto sia già urgente questa situazione. Il Segretario di Stato americano Mike Pompeo, nel dicembre 2018, ha chiesto l'immediata cessazione degli attacchi aerei condotti dalla coalizione a guida saudita contro le forze Huthi nelle aree popolate da civili e, allo stesso tempo, uno stop anche agli attacchi condotti dalle forze Huthi in territorio saudita. A tal fine il Congresso ha votato tre volte in sette mesi per dire stop all'export di armi ai sauditi. Lo scorso dicembre sono iniziati a Stoccolma i colloqui di pace tra le parti che combattono in Yemen, poi proseguiti con riunioni tecniche in Giordania a febbraio per l'implementazione dei primi passi, in particolare sul ritiro delle rispettive truppe dal porto di Hodeida. La Germania ha sospeso temporaneamente le proprie licenze ed esportazioni di armi verso l'Arabia Saudita fino al 30 settembre e, a loro volta, Danimarca, Finlandia, Norvegia e Paesi Bassi in Europa hanno sospeso l'erogazione di nuove licenze verso l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, mentre il Governo del Regno Unito, pur preannunciando ricorso in appello, ha deciso di sospendere le nuove forniture d'armi all'Arabia Saudita e agli altri Paesi della coalizione coinvolti nella guerra dello Yemen.

La mozione impegna questo Governo a proseguire, in tutte le sedi competenti, l'azione volta a ottenere un immediato cessate il fuoco e l'interruzione di ogni iniziativa militare in Yemen; a sostenere l'azione umanitaria coordinata sotto la guida delle Nazioni Unite per alleviare le sofferenze della popolazione yemenita e a valutare l'avvio e la realizzazione di iniziative finalizzate alla futura adozione, da parte dell'Unione europea, di un embargo mirato sulla vendita di armamenti all'Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Dobbiamo, infine, impegnarci finalmente per favorire e supportare la riconversione in produzioni civili delle attività delle aziende che oggi sono interessate alla produzione di armi, anche attraverso l'istituzione, ad esempio, di un fondo ad hoc e il rifinanziamento degli incentivi per la ristrutturazione e la riconversione dell'industria bellica e la riconversione produttiva, destinati proprio alle imprese che operano nel settore della produzione dei materiali di armamento.

Ribadisco con forza, Presidente, che l'Italia non vorrà mai supportare scene e crimini di guerra e questo vale anche per il conflitto yemenita (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Prendiamo a cuore con fraternità e realismo politico la sorte di un altro popolo martoriato, che ha bisogno di più dialogo e diplomazia e di meno armi distruttive, intorno e sopra la sua terra. Ecco, quindi, che fieramente diamo un mandato preciso al Governo di attuare questo impegno concreto. Annuncio, a nome del MoVimento 5 Stelle, il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Stefano Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Presidente, tutte le mozioni che stiamo per votare consentono di fare dei passi avanti, anche quella della maggioranza, pur così circoscritta nella tipologia di armi di cui si chiede la sospensione delle vendite.

Voglio sottolineare, in questa sede, che siamo potuti arrivare a questo risultato, anche perché, in tanti comuni italiani, nei mesi scorsi, sono state approvate mozioni di segno analogo che chiedevano al Parlamento di impegnare il Governo a tal fine.

Voglio ringraziare, innanzitutto, il consiglio comunale di Assisi, dal quale è partita l'iniziativa ed il consiglio comunale di Roma che l'ha raccolta e ha dato un input rilevante a tutti gli altri comuni italiani che poi l'hanno approvata.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fornaro ed altri n. 1-00198, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Quartapelle Procopio ed altri n. 1-00202 (Nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00203, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cabras, Formentini ed altri n. 1-00204 (Nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Valentini ed altri n. 1-00209, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Seguito della discussione del disegno di legge: Deleghe al Governo e altre disposizioni in materia di ordinamento sportivo, di professioni sportive nonché di semplificazione (Testo risultante dallo stralcio disposto dal Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento, e comunicato all'Assemblea il 12 marzo 2019, degli articoli da 6 a 11 del disegno di legge n. 1603) (A.C. 1603-bis-A) (ore 12,11).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1603-bis-A: Deleghe al Governo e altre disposizioni in materia di ordinamento sportivo, di professioni sportive nonché di semplificazione (Testo risultante dallo stralcio disposto dal Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento, e comunicato all'Assemblea il 12 marzo 2019, degli articoli da 6 a 11 del disegno di legge n. 1603).

Ricordo che nella seduta del 24 giugno si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 1603-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo della Commissione, e delle proposte emendative presentate.

Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazione per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.

A tal fine il gruppo Misto per la componente politica Civica Popolare - Alternativa Popolare - PSI - Area Civica è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

Avverto che fuori dalla seduta l'emendamento 7.2 Ilaria Fontana è stato ritirato dalla presentatrice.

Ricordo che a norma dell'articolo 123-bis, comma 3-bis, ultimo periodo, del Regolamento, gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi dichiarati inammissibili non possono essere ripresentati in Assemblea e, ove ripresentati, non sono pubblicati.

Inoltre, non sono pubblicati, in quanto non ricevibili: gli emendamenti già presentati presso la Commissione ma in quella sede ritirati o decaduti per assenza del presentatore; i nuovi emendamenti, non previamente presentati presso la Commissione, riferiti a parti del testo non modificate dalla Commissione stessa, ovvero che non risultino consequenziali rispetto alle modifiche apportate in sede referente.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

In particolare, il parere della V Commissione (Bilancio) reca due condizioni, formulate ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, che saranno poste in votazione a norma dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Comunico che la Presidenza, sulla base del parere espresso dalla V Commissione (Bilancio), non ritiene ammissibili, a norma dell'articolo 123-bis del Regolamento, in quanto recano nuovi o maggiori oneri finanziari privi di idonea quantificazione e copertura, le seguenti proposte emendative: 1.23 Marin; 2.5, 2.6 e 4.3 Rossi; 5.4 Carfagna.

Avverto che per un mero errore tipografico nell'emendamento 5.22 Butti, a pagina 17 del fascicolo, la parola: “sport” deve intendersi sostituita dalla seguente: “esports”.

Avverto, infine, che la Commissione ha presentato gli emendamenti 1.201, 5.201, 7.201 e 9.201 nonché una nuova formulazione dell'emendamento 7.200, che sono in distribuzione.

Su tali proposte emendative risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione dei subemendamenti.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 1603-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

DANIELE BELOTTI, Relatore. Presidente, emendamento 1.1 Toccafondi, parere contrario; 1.2 Toccafondi, parere contrario.

PRESIDENTE. Non è segnalato.

DANIELE BELOTTI, Relatore. Identici emendamenti 1.3 Mollicone e 1.4 Rossi, nonché 1.5 e 1.6 Marin, 1.7 Boldrini, 1.8, 1.9 e 1.10 Marin, 1.11 Rossi e 1.12 e 1.13 Marin, parere contrario.

Emendamento 1.14 Rossi, invito al ritiro con la proposta di trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno.

Emendamento 1.15 Rossi, parere contrario.

Emendamento 1.201 della Commissione, parere favorevole.

Emendamento 1.16 Costa, invito al ritiro con la proposta di trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno.

Emendamenti 1.17 Marin e 1.18 Costa, parere contrario.

Emendamento 1.19 Costa, invito al ritiro con la proposta di trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno.

Emendamenti 1.20, 1.21, 1.22 e 1.23 Marin, parere contrario.

PRESIDENTE. L'emendamento 1.23 Marin è inammissibile.

Identici emendamenti 1.24 Mollicone, 1.25 Toccafondi e 1.26 Rossi.

DANIELE BELOTTI, Relatore. Identici emendamenti 1.24 Mollicone, 1.25 Toccafondi e 1.26 Rossi, parere contrario.

Emendamenti 1.27 Marin e 1.28 Fratoianni, parere contrario.

Emendamenti 1.29 e 1.30 Rossi, invito al ritiro con la proposta di trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno.

Emendamento 1.31 Toccafondi, parere contrario.

Emendamento 1.33 Lattanzio, parere favorevole con riformulazione.

PRESIDENTE. Relatore, deve leggere la riformulazione dell'emendamento 1.33 Lattanzio, cortesemente.

DANIELE BELOTTI, Relatore. La nuova riformulazione dell'emendamento 1.33 Lattanzio prevede: al comma 1, lettera n), sostituire la parola: “azionariato” con le seguenti: “azionariato e altri strumenti di partecipazione”.

Emendamenti 1.200 della Commissione e 1.400 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

SIMONE VALENTE, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore su tutti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Toccafondi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.3 Mollicone e 1.4 Rossi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Marin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.6 Marin.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marin. Ne ha facoltà.

MARCO MARIN (FI). Grazie, Presidente. Mi permetta, nel presentare questo emendamento sulle federazioni sportive nazionali e associazioni sportive associate, di ricordare, togliendomi la maglia per un attimo di Forza Italia, ma tenendo la maglia azzurra sulla pelle, che non più tardi di circa 24 ore fa l'Italia ha avuto l'assegnazione dei Giochi Olimpici e avrà l'onore di organizzare i Giochi Olimpici con Milano e Cortina, ed è una grande vittoria di tutti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Mi pare di poter dire che l'applauso, anche in quest'Aula, per le Olimpiadi italiane e l'abbraccio fra Sala e Zaia, quindi due avversari politici che alla notizia si sono abbracciati, hanno rappresentato il sistema Italia in tutto quello che sa fare, dimostrando che accettando le sfide con coraggio si possono vincere e l'Italia non è seconda a nessuno.

Per rimanere alle federazioni sportive e a questo articolo, c'è, invece, chi era per il “no” anche alle Olimpiadi e per l'Italia del no. Devo ricordare che non più tardi del 18 settembre 2018, nelle Commissioni riunite Camera e Senato, il rappresentante del Governo affermò che per il Governo la candidatura olimpica era morta e sepolta. Noi - le opposizioni, Forza Italia - invitammo il Governo, invece, a sostenere quella candidatura, ricordando che non si poteva fare alla bell'e meglio come Ponzio Pilato.

Ed oggi vedere, perché parliamo di federazioni sportive nazionali e di CONI, che tutti salgono sul carro dei vincitori, anche chi ha affossato le Olimpiadi di Roma del 2024, facendo un danno forte all'Italia, e voleva affossare anche quelle di Milano e Cortina 2026, francamente mi fa sorridere - per non piangere - da italiano, naturalmente. Detto questo, questo emendamento ci ricorda che va chiarita la natura giuridica delle federazioni sportive, perché, quando si entra in modo superficiale nello sport italiano, che è uno sport, come ha dimostrato anche ieri a Losanna, vincente, si rischiano di fare dei danni, si fanno dei danni grossi. Allora, almeno che le parole siano chiare rispetto a un mondo che, ripeto, funziona e funziona molto bene (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.6 Marin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.7 Boldrini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Grazie, signor Presidente. Sono veramente sorpresa dal fatto di aver ricevuto un parere contrario a questo emendamento. Con questo emendamento, signor Presidente, si invita a rimuovere le attuali discriminazioni di genere dirette e indirette derivanti dall'attuale legislazione, anche al fine di assicurare alle donne e agli uomini pari condizioni di accesso alla pratica sportiva a tutti i livelli.

Questo provvedimento capita in un momento molto felice per la nazionale femminile di calcio. Le nostre atlete stanno dando risultati straordinari, noi, le nostre figlie, i nostri figli, siamo molto contenti di vedere questa nazionale che è fatta di giovani professioniste, di donne molto motivate, di donne che nella loro semplicità stanno dando orgoglio al nostro Paese.

Ebbene, queste ragazze…

PRESIDENTE. Deputata Boldrini, le chiedo scusa. Deputati Iovino e Rizzo, scusate se vi stiamo disturbando.

LAURA BOLDRINI (LEU). Dispiace vedere che su questo tema non c'è attenzione.

PRESIDENTE. Colleghi, per favore!

LAURA BOLDRINI (LEU). Mi chiedo se i colleghi e le colleghe stanno seguendo anche questo campionato di calcio femminile, che sta dando lustro al nostro Paese, e, se sì, se ritengono normale che quelle atlete, benché appunto in nazionale, benché ai mondiali, siano delle dilettanti, considerate tali in base alla legislazione. Allora, con questo nostro emendamento, signor Presidente, noi vorremmo semplicemente che uomini e donne abbiano pari condizioni di accesso alla pratica sportiva a tutti i livelli. Ma come può la maggioranza votare contro? Quindi, la maggioranza sta dicendo che uomini e donne non devono avere pari condizioni di accesso alla pratica sportiva. Ma in che anno stiamo vivendo? In quale Paese? È veramente un parere contrario che non farà piacere, immagino, né alle nostre atlete né a chi sta seguendo con interesse e partecipazione questi mondiali di calcio, signor Presidente, perché il minimo che quest'Aula potrebbe fare, per dare un segnale di gratitudine, è consentire a queste atlete di poter essere considerate professioniste.

Signor sottosegretario, come mai avete dato un parere contrario a questo? Ma vi siete accorti di che cosa sta succedendo nel Paese? Sottosegretario Giorgetti, mi rivolgo a lei, che ha anche la delega: ma è possibile dare un parere contrario? Cioè, voi siete d'accordo che ci siano delle discriminazioni; siete d'accordo che le discriminazioni permangano. Questo lo dovete chiarire, non potete far finta di niente: voi state certificando una discriminazione.

E allora, signor Presidente, mi auguro che il rappresentante del Governo, in primis il sottosegretario Giorgetti, prenda la parola in quest'Aula e chiarisca il parere contrario a questo emendamento, che non sono solo io, il mio gruppo e altri deputati e deputate, qui, a volere, ma sono sicura che tanti spettatori e spettatrici delle partite delle nostre ragazze nel campionato mondiale che è in corso, vorrebbero avere lo stesso risultato; altrimenti, quest'Aula rimane totalmente indifferente a quello che accade fuori di qui.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ascani. Ne ha facoltà.

ANNA ASCANI (PD). Grazie, Presidente. Chiaramente credo che a questo punto la maggioranza non abbia letto con la dovuta attenzione l'emendamento che ci apprestiamo a votare, perché se su altri temi, che discuteremo più avanti, all'articolo 5, il professionismo femminile, c'è certamente una discussione da fare sul costo - noi, naturalmente, abbiamo un'opinione chiara, l'abbiamo tenuta in Commissione e la ripeteremo quando sarà il momento di discuterne -, queste sono questioni di principio sulle quali credo almeno teoricamente tutti dovremmo essere d'accordo. Mi permetto, a beneficio dei colleghi, di leggere l'emendamento dell'onorevole Boldrini, che chiede di rimuovere le attuali discriminazioni di genere dirette e indirette derivanti dall'attuale legislazione, anche al fine di assicurare alle donne e agli uomini pari condizioni di accesso alla pratica sportiva a tutti i livelli.

Chi può essere contrario a un principio di questo genere? La maggioranza, magari, non ha avuto il tempo, non ha avuto modo di approfondire, come invece sarebbe stato necessario, questa questione; ovviamente, noi del Partito Democratico sosteniamo questo emendamento e voteremo in ogni caso favorevolmente. Il mio invito al sottosegretario e al relatore è di valutare l'opportunità di accantonare questo emendamento, perché credo francamente che votando contro questa maggioranza direbbe al Paese che si è contro l'idea che si superino le discriminazioni che certo riguardano le nostre atlete, il mondiale che tutti stiamo vedendo, ma riguardano anche la pratica sportiva quotidiana di decine di migliaia di donne che fanno sport, che magari sulla televisione nazionale non ci arriveranno mai, e tutti noi vogliamo impegnarci perché quelle discriminazioni vengano superate.

Quindi, credo davvero che in questo caso la maggioranza debba o rivedere il parere o valutare almeno di accantonare l'emendamento.

PRESIDENTE. Abbiamo la formalizzazione di una proposta di accantonamento, su cui deve esprimersi il relatore, deputato Belotti . Prego, a lei la parola.

DANIELE BELOTTI, Relatore. Respingiamo la proposta di accantonamento semplicemente perché sulla questione delle pari opportunità abbiamo discusso in modo tranquillissimo, sereno, pacato, anche perché è un principio condiviso da tutti in Commissione, tant'è che abbiamo inserito il principio di pari opportunità sia all'articolo 1 che all'articolo 5.

Quanto al professionismo, capisco che in questo momento il fatto che ci sia la nazionale femminile di calcio ai quarti di finale fa enfasi, fa gioco, fa audience, però la questione del professionismo - invito l'onorevole Boldrini a informarsi - è una scelta autonoma che fanno le federazioni. Non dobbiamo essere noi a imporre a una federazione se vuole applicare il professionismo o meno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ciò perché, riguardo al calcio, se andiamo proprio a vedere il fenomeno del calcio femminile, di cui fino a una settimana fa non gliene fregava niente a nessuno, il punto è che sta portando, ad esempio, ad avere società piccole, ma storiche, radicate sul territorio di calcio femminile, che però non possono competere, visto il boom che c'è stato e visto che adesso tutte le calciatrici ambiscono ad avere degli stipendi più alti, e le società sono costrette a chiudere. E se chiudono quelle poche squadre di calcio femminile sul territorio, non avremo più neanche le campionesse, perché è fondamentale riuscire ad avere un presidio. Quindi, è una scelta autonoma delle varie federazioni applicare o meno i criteri del professionismo, che da un lato sono un vantaggio, ma dall'altro, attenzione, sono un grosso svantaggio per le società sportive (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Quindi, sono consentiti due interventi, uno a favore e uno contro, sulla richiesta di accantonamento formulata dalla deputata Anna Ascani.

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare a favore.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, siamo all'inizio di questo provvedimento. Io credo che questo emendamento - mi rivolgo in particolare al sottosegretario Giorgetti e quindi al Governo - non manifesti un atteggiamento ostruzionistico da parte delle opposizioni ma credo ribadisca un principio che, come peraltro ha ammesso lo stesso relatore, dovrebbe essere ed è condiviso da tutti, cioè il tema della lotta alla rimozione delle attuali discriminazioni di genere. Credo che l'accantonamento sarebbe la soluzione più logica per verificare se ci sono le condizioni, eventualmente anche riformulando questo emendamento, per ribadire, in una sede, che, lo ricordo, è una legge delega al Governo, affinché all'interno della delega questo principio, su cui credo non si possa non essere d'accordo, venga ritrovato puntualmente. Quindi rinnovo veramente l'invito a un accantonamento, con la possibilità di ridiscutere insieme. Penso ci sia ovviamente la disponibilità anche della prima firmataria, la collega Boldrini, eventualmente a riformularlo, fermo restando lo spirito con cui è stato formulato all'inizio.

PRESIDENTE. Prendo atto che non ci sono richieste di intervento contro.

GIANCARLO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, su questo argomento credo che la Commissione abbia già lavorato e abbia già trovato una risposta, che si trova alla lettera h), cioè un poco più avanti, sempre nello stesso articolo, che può ovviamente essere ulteriormente precisata. La lettera h) recita: “sostenere azioni volte a promuovere e accrescere la partecipazione e la rappresentanza delle donne nello sport in conformità ai principi del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198”. La lettera h), quindi, credo che in qualche modo recepisca questo emendamento. Se vogliamo - lo dico alla collega Boldrini -, a quel punto, alla lettera h), oltre alla locuzione “sostenere azioni volte a promuovere”, con un inciso, inserire “eliminando le discriminazioni”, credo che potremmo dare un senso compiuto anche rispetto all'emendamento che l'onorevole Boldrini ha proposto.

Per quanto riguarda il professionismo femminile, l'argomento opportunamente è affrontato all'articolo 5, laddove appunto si parla della revisione della legge n. 91 del 1981; e sempre all'articolo 5, potrete trovare, alla lettera b), il principio appunto delle pari opportunità nell'ambito della delega della revisione dei rapporti di lavoro sportivo. Quindi, credo che la Commissione abbia già recepito lo spirito che è emerso nella discussione, e ritengo - però lo sottopongo alla valutazione della proponente, perché sta appunto a lei decidere - che alla lettera h), con l'inserimento di questo inciso dell'eliminazione di discriminazioni dopo il principio del sostegno possa essere risolto il problema. Altrimenti, il parere rimane negativo, perché non è possibile immaginare di inserire due distinte lettere che dicono sostanzialmente la stessa cosa.

PRESIDENTE. Con queste precisazioni riprendiamo il filo del discorso e passiamo ai voti, perché non ci sono interventi…

LAURA BOLDRINI (LEU). Presidente!

PRESIDENTE. Dobbiamo votare la proposta di accantonamento avanzata dalla deputata Ascani. Adesso non stiamo entrando nel merito, abbiamo una proposta di accantonamento su cui si è espresso a favore il deputato Fornaro e nessuno ha chiesto di intervenire per esprimere il proprio parere contrario.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Presidente, c'è stata una richiesta di accantonamento, ma è intervenuto il Governo, che ha fatto una proposta che chiaramente vuole essere alternativa all'accantonamento, perché se la proponente è d'accordo, evidentemente c'è una soluzione diversa. Quindi, capisco che lei, secondo il Regolamento, vuole mettere in votazione la richiesta di accantonamento, ma se per caso la collega Boldrini aderisse alla richiesta del sottosegretario, il tema mi pare sarebbe risolto alla radice (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Non ci piove, ma nessuno ha chiesto di parlare per segnalare (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)

LAURA BOLDRINI (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Prego, deputata Boldrini, a lei la parola.

LAURA BOLDRINI (LEU). Presidente, forse non mi ha visto, ma dopo la proposta del sottosegretario ho chiesto la parola per reagire alla sua…

PRESIDENTE. Io ho visto tante mani alzarsi, non una soltanto.

LAURA BOLDRINI (LEU). Va bene, può capitare; so che può capitare, Presidente, non c'è problema. Sottosegretario, intanto la ringrazio per la disponibilità e, sì, accoglierei il suo invito, purché appunto venga specificato che le stesse condizioni ci debbono essere all'accesso alla pratica sportiva, in modo che siamo più puntuali, perché qui si parla di accesso alla pratica sportiva. Poi parleremo del resto nel corso del provvedimento, ma qui il riferimento è specifico a questo, perché se non uso la stessa misura penalizzo le ragazze, perché non sono sostenute alla stessa maniera dei ragazzi. Dunque, se per lei va bene nello specificare questo, la ringrazio e ritiro l'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Molto bene. Quindi, l'emendamento 1.7 Boldrini è stato testé ritirato. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.8 Marin. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Prestipino. Ne ha facoltà.

PATRIZIA PRESTIPINO (PD). Presidente, dispiace ascoltare tanta disattenzione su un argomento di cui tutti si riempiono la bocca, come il valore sociale, morale e culturale dello sport, e poi, a destra e al centro c'è tanta disattenzione. Detto questo, a nome del Partito Democratico faccio i complimenti anch'io per lo straordinario risultato di Milano-Cortina 2026 al Governo, agli enti coinvolti e, lasciatemelo dire, anche al CONI, al presidente Malagò, a cui sono state tolte funzioni e soldi e, nonostante questo, ha portato a casa un risultato importantissimo per il nostro Paese.

Allora, parliamo di cose concrete, siamo pragmatici. Voi avete presentato, caro sottosegretario, una legge molto ampia, tanto ampia da risultare poco chiara, allora voglio capire, da ex assessore allo sport, da docente, da parlamentare, se ci sono le risorse per finanziare questo straordinario sistema dello sport nazionale, che è formato da quasi 20 milioni di praticanti attivi – e, guardate, solo la metà tesserati sportivi - che esercitano lo sport in maniera saltuaria o continuativa, e decine di migliaia di associazioni sportive che nell'ombra, su base volontaria, esercitano ogni giorno nelle palestre comunali, provinciali, nelle palestre scolastiche lo sport per i cittadini che hanno problemi di carattere economico e hanno una situazione economica più disagiata.

I praticanti sono una parte importante del nostro Paese, che non può essere trascurata: come intende finanziarlo questo mondo, che pullula in tutti gli angoli delle nostre città, delle nostre regioni, del nostro Paese? Questa è la sfida più importante che ci aspetta, caro sottosegretario Giorgetti, perché va benissimo il titolo olimpionico, vanno benissimo le Olimpiadi alle città italiane, ma noi dobbiamo rendere conto alle decine di migliaia di lavoratori, che a volte lavorano anche in condizioni disagiate, in palestre poco attrezzate e poco sicure, di come potranno esercitare i nostri cittadini in sicurezza sanitaria, in sicurezza fisica, lo sport nelle scuole. Diceva qualcuno che di buone intenzioni sono lastricate le vie dell'inferno: ecco, se le buone intenzioni non si trasformano in proposte pragmatiche e, soprattutto, in soldi che finanziano in maniera chiara questa pratica sportiva che coinvolge milioni di persone, io temo che nell'inferno andremo a precipitarci soprattutto per la disattenzione che abbiamo finora riservato ai nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marin. Ne ha facoltà.

MARCO MARIN (FI). Grazie, Presidente. Questo emendamento chiede di definire i criteri per la ripartizione dei finanziamenti alle federazioni sportive nazionali e discipline sportive associate. Presidente, io mi auguro che il Governo abbia conosciuto un po' meglio il mondo olimpico e il mondo dello sport in questi giorni, che abbia potuto respirare quell'aria. In quest'Aula ci sono parlamentari che sono presidenti di federazione e voglio ricordare all'Aula che i presidenti di federazione vengono eletti da tutte le società sportive che fanno parte di quella federazione; spesso, sono dirigenti volontari, anzi, sempre sono dirigenti volontari, perché il mondo dello sport è il primo mondo di volontariato che c'è in Italia. Quindi, sono i presidenti di associazioni sportive dilettantistiche che con la crisi economica fanno fatica a reggere, a rimanere aperti, che spesso sono costretti, in questi anni, a unirsi, anche fra rivalità storiche della stessa città, dello stesso territorio, per poter continuare a vivere; quei presidenti, che sono genitori, ex atleti e appassionati, eleggono i presidenti di federazione. In quest'Aula, nel mio gruppo, abbiamo l'onorevole Barelli, l'onorevole Sibilia, che hanno dedicato la vita allo sport, come fanno i dirigenti. Allora, io dico: ma potranno sapere questi presidenti di federazione, ovvero, sarà giusto che conoscano i criteri? Oggi, che la politica vuole mettere così fortemente la voce e le mani - è un mio giudizio, naturalmente - nell'autonomia dello sport, potranno sapere come vengono fatte le ripartizioni delle risorse? Vede, quei campioni di cui ho sentito parlare sono la punta dell'iceberg! Mi permetta di dire - lo dico, avendo avuto la fortuna di conquistare quattro medaglie olimpiche - che non ho conquistato le medaglie olimpiche perché il CONI faceva in un anno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) la preparazione olimpica dell'atleta Marin, piuttosto che dell'atleta del nuoto, del canottaggio o della ginnastica; si tratta di atleti che erano a Losanna mettendoci la loro faccia. A Losanna ha vinto lo sport italiano (CONI, federazioni, presidenti e atleti); hanno vinto le regioni che hanno tirato dritto quando il Governo faceva come Ponzio Pilato; hanno vinto il comune di Milano e il comune di Cortina, insomma, ha vinto l'Italia.

Allora, io dico, Presidente, che deve essere chiarito come vengono messe queste risorse alle federazioni, perché - ripeto - i campioni, che sono la punta dell'iceberg, rappresentano quei bambini e quei ragazzini che fanno sport con passione e con quei dirigenti sportivi che sono, a partire dall'apice, dalla punta della piramide, i presidenti di federazione per arrivare ai presidenti delle società sportive dilettantistiche, che hanno cominciato a nove, dieci anni: è un percorso lunghissimo, che non inizia quando diventi un campione. Le federazioni sportive sono la vera ricchezza, insieme alle società sportive dilettantistiche, dello sport italiano, questo grande mondo del volontariato, a cui non solo io personalmente dico grazie per quello che ho ricevuto, ma al quale credo che tutti dovremmo dire grazie, perché lo sport fa tantissimo: tiene i ragazzi lontani dalla droga, dal bullismo, ti educa a rispettare gli altri. Mi piacerebbe che qualche persona, che non voglio definire, entrasse in un villaggio olimpico per vedere che c'è grande rispetto, passione condivisa, dove non ti accorgi se incroci una persona se è verde, blu, viola o rossa: sono campioni, che come te condividono la stessa passione sportiva.

Presidente, questo emendamento chiede chiarezza e chiede che le federazioni sportive, quindi i loro presidenti, che sono eletti da tutti i presidenti di associazioni sportive dilettantistiche, che sono la spina dorsale dello sport italiano in questo Paese, possano avere chiarezza nella ripartizione dei fondi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Intanto, chiedo di sottoscrivere questo emendamento ai colleghi che lo hanno presentato. Non parlerò ancora, non è questo il momento, della comprensione di qualunque età nelle pratiche sportive, ma sottolineo quello che già ha chiaramente detto il collega Marin poc'anzi, cioè quanto sia importante che vengano fissati i criteri di ripartizione dei finanziamenti, non soltanto alle federazioni sportive nazionali, eccetera, ma anche ad associazioni benemerite ed enti di promozione sportiva. Dare la possibilità a tutti i cittadini, indipendentemente dal proprio personale reddito, di coltivare le proprie capacità sportive, non solo per raggiungere vittorie ad Olimpiadi o a campionati vari…

PRESIDENTE. Concluda.

CARLO FATUZZO (FI). …ma anche perché il fisico non ha che benefici dalla semplice applicazione della pratica sportiva.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Costa. Ne ha facoltà, per un minuto.

ENRICO COSTA (FI). Grazie. Semplicemente per rafforzare le argomentazioni sostenute dal collega Marin. Noi oggi abbiamo un'occasione molto importante, un veicolo normativo, un veicolo legislativo che ci consente di dare delega, tra l'altro, al Governo di indicare in un decreto legislativo quali saranno i criteri ai quali, poi, Sport e Salute Spa dovrà uniformarsi per finanziare le federazioni, le discipline associate e tutti gli altri.

È evidente che, in assenza di un atto normativo che fissi questi criteri, questi criteri saranno ballerini, saranno discrezionali, saranno lasciati probabilmente anche all'arbitrio di Sport e Salute Spa.

PRESIDENTE. Concluda.

ENRICO COSTA (FI). Io penso che questa non sia la volontà del Governo che ha proposto questo disegno di legge, per cui mi chiedo perché non rivedere questo parere sull'emendamento. Ma dico di più, il relatore…

PRESIDENTE. Grazie.

ENRICO COSTA (FI). …mi fermo, scusi Presidente. Aggiungo soltanto che il relatore, su un emendamento analogo, ha chiesto di trasformarlo in ordine del giorno. Va pure bene trasformarlo in un ordine del giorno, ma l'obiettivo è che sia la legge a fissare, non l'ordine del giorno. Mi pare che, nella gerarchia delle fonti, ci sia una certa differenza tra legge ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.8 Marin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.9 Marin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(S egue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'emendamento 1.10 Marin, sul quale c'è il parere contrario della Commissione e del Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Brevemente, Presidente, soltanto per sottolineare che noi sosterremo questo emendamento, come Fratelli d'Italia, ma che, grazie al lavoro di Commissione, insieme al relatore, siamo riusciti a far accogliere un emendamento di Fratelli d'Italia nel quale sostanzialmente, nell'ambito di tutta questa filiera di emendamenti in cui si richiama la giurisprudenza internazionale e la carta olimpica, il mio gruppo ha ottenuto di inserire il rispetto della Carta olimpica e dell'ordinamento internazionale. Questo permetterà quindi, al di là del dibattito e del confronto d'Aula, un confronto tra gli uffici legislativi del Governo, della Presidenza del Consiglio e del CIO e sarà in quella sede che poi verrà valutata la reale aderenza di questa riforma rispetto alla territorialità del CONI, prevista appunto dalla Carta olimpica e dal CIO rispetto all'impostazione della riforma.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Marin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.11 Rossi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nobili. Ne ha facoltà.

LUCIANO NOBILI (PD). Grazie, Presidente. Guardate, siamo con questo emendamento ad uno dei punti centrali, a uno dei punti nodali, a una delle nostre principali contrarietà all'impostazione che il Governo ha dato. Approfitto anch'io - come hanno fatto già altri miei colleghi - per esprimere tutta la nostra soddisfazione e le congratulazioni al Paese, al CONI, al Governo, a chiunque ci abbia lavorato, al sindaco Sala e alla regione Veneto per lo straordinario risultato che abbiamo portato a casa, come Paese, risultato sul quale noi siamo sempre stati schierati in prima linea per le Olimpiadi di Milano e Cortina. Allo stesso tempo, da cittadino romano, Presidente, mi consentirà di esprimere tutto il mio dispiacere e anche il mio rammarico per la grande occasione che, grazie alle scelte della città di Roma e del Governo, la nostra capitale ha perso negli anni scorsi e che sarebbe stata una grande opportunità per tutto il sistema Paese, oltre che un'iniezione di risorse per lo sport italiano.

Detto questo, in questo emendamento noi vogliamo segnalare una delle criticità principali che questa delega comporta e cioè la spoliazione di un carattere peculiare del CONI e dello sport italiano: la sua autonomia e la sua indipendenza. La presentazione pochi giorni fa all'Acqua Acetosa è stata, da un punto di vista anche simbolico, l'esemplificazione di questa nuova realtà. In un anno di lavoro, questo Governo è riuscito a fare poco, poco e niente per questo Paese, però è riuscito a mettere in maniera decisa e radicale le mani sullo sport, le mani sui soldi dello sport, le mani sul futuro dello sport. Il fatto che, per la prima volta, nei luoghi dello sport ci fosse il potere politico sul palco e il potere sportivo, le istituzioni sportive in platea ad ascoltare dava il segno di questo cambiamento, della fine dell'indipendenza e dell'autonomia dello sport italiano.

Allora, noi diciamo che, purtroppo o per fortuna, ci sono delle regole internazionali, c'è un Comitato Olimpico Internazionale e, dentro le linee guida anche della Carta olimpica, recentemente modificata, questa è una prerogativa che deve essere difesa e quindi il nostro emendamento - e il senso del mio intervento, Presidente, è anche quello di poter aggiungere la mia firma a quella dei colleghi che l'hanno presentata - è la difesa del CONI, come strumento di governo dell'attività sportiva nazionale, nell'ambito delle prerogative che gli riconosce il Comitato olimpico internazionale, e di poterlo fare anche con specifico riferimento a tutte le articolazioni territoriali, di cui sentivo parlare anche poco fa.

La presenza di un'istituzione autonoma e indipendente che possa governare l'attività sportiva e i tanti che la praticano in questo Paese è per noi indispensabile e quindi questo emendamento punta a correggere la principale e grave contraddizione di questo provvedimento e cioè il fatto che lo sport italiano perde la sua autonomia, perde la sua indipendenza a vantaggio di un controllo diretto del Governo. Secondo noi è un grave errore e per questo chiediamo a tutti i colleghi di riflettere bene, perché questo emendamento, almeno da questo punto di vista, tutela il CONI nelle attività di governo dell'attività sportiva nel Paese e nei diversi territori del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Rossi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.12 Marin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.13 Marin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'emendamento 1.14 Rossi: c'è un invito al ritiro. Chiede di parlare il deputato Rossi. Ne ha facoltà.

ANDREA ROSSI (PD). Grazie, Presidente. In questo emendamento riprendiamo un po' quello che è il concetto già espresso in un emendamento presentato dal collega Marin, perché uno degli aspetti sui quali si è costruito il racconto, in queste settimane, per la definizione e la trasformazione della Coni Servizi Spa nella Sport e Salute Spa era appunto il tema della trasparenza, della certezza delle risorse, per garantire appunto alle Federazioni, alle discipline sportive associate e agli enti di promozione sportiva la capacità e la possibilità di avere consapevolezza e conoscenza delle risorse che ovviamente vengono stanziate dalla Sport e Salute Spa. Con questo emendamento, non facciamo altro quindi che chiedere al Governo di introdurre all'interno della delega la possibilità di inserire dei criteri oggettivi, che potevano essere quello dei tesserati, dei risultati sportivi conseguiti o il tema del medagliere olimpico. Visto che c'è stato già un voto comunque da parte di quest'Aula contrario sull'emendamento Marin e visto che c'è stato da parte del relatore una richiesta di invito al ritiro con presentazione di un ordine del giorno, noi accettiamo la proposta del relatore.

Abbiamo, quindi, presentato un ordine del giorno che cerca almeno di indirizzare il Governo affinché, nel momento in cui andrà a dar corpo e a dare forza alla delega, ci siano le condizioni per mettere in campo dei criteri oggettivi per quella che è la distribuzione delle risorse pubbliche.

PRESIDENTE. Dunque, è ritirato l'emendamento 1.14 Rossi.

Passiamo all'emendamento 1.15 Rossi.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.15 Rossi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.201 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'emendamento 1.16 Costa, su cui c'è un invito al ritiro da parte del Governo. Deputato Costa, accoglie l'invito al ritiro?

ENRICO COSTA (FI). Grazie, Presidente. Siamo sull'emendamento 1.16, vero?

PRESIDENTE. Sì, 1.16, affermativo.

ENRICO COSTA (FI). Io penso che sia meglio un ordine del giorno accolto che un emendamento respinto, nella concretezza. Però, l'obiettivo dell'emendamento è quello di avere scolpito nella legge un criterio. Averlo scolpito in un ordine del giorno, con tutto il rispetto, conosciamo bene la fine che fanno gli ordini del giorno… chiederei un impegno rafforzato al Governo nell'ambito dell'ordine del giorno. Quindi, ritiro certamente l'emendamento, l'auspicio è che ci sia poi un'attenzione.

PRESIDENTE. Quindi, è ritirato l'emendamento 1.16 Costa.

DANIELE BELOTTI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DANIELE BELOTTI, Relatore. Innanzitutto, accogliamo con favore il ritiro del dell'emendamento. Solo un invito, chiamiamolo informale, per quanto riguarda l'ordine del giorno: nell'emendamento si specificava che le discipline sportive associate dovessero avere un finanziamento non inferiore al 5 per cento; l'invito che si vuol fare per l'ordine del giorno è di non specificare un termine così preciso, ma di chiedere che venga incrementata la dotazione a favore delle discipline sportive associate.

ENRICO COSTA (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Scusi, ma soltanto per essere chiari: il relatore chiede di ritirare l'emendamento perché venga trasformato in ordine del giorno. L'emendamento è molto chiaro: stabilisce che venga riservata alle discipline sportive associate una quota non inferiore al 5 per cento. Io ritiro…

PRESIDENTE. Onorevole Costa, questo ce lo ha già detto, lei sta parlando per la seconda volta, non è consentito…

ENRICO COSTA (FI). …io ritiro l'emendamento e, dopo il ritiro dell'emendamento, il relatore mi specifica che quell'impegno non può essere assunto, deve essere un impegno generico; abbia pazienza…

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Valente, deputato Costa…

ENRICO COSTA (FI). …lei deve essere anche un po' il garante, Presidente, le chiederei questo…

PRESIDENTE. Il concetto è chiaro. Adesso sentiamo cosa ha da dirci il sottosegretario Valente. Prego, ne ha facoltà.

SIMONE VALENTE, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Ringrazio per il ritiro e il Governo invita poi a presentare eventualmente un ordine del giorno, che, quando verrà presentato, poi verrà valutato anche con eventuali riformulazioni.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signor Presidente. È davvero singolare questa modalità con cui si procede, perché il deputato Costa ha ritirato un emendamento sulla base di un impegno a tradurre il contenuto dell'emendamento in un ordine del giorno.

Ora dobbiamo assistere ad un intervento del relatore che nega questo aspetto e, addirittura, un intervento del Governo che affida alla buona volontà successiva il percorso di definizione. Mi pare quantomeno singolare.

Ora, naturalmente, io non entro nel merito della scelta che ha fatto il deputato in questione, ma inviterei il Governo e il relatore ad attenersi ai loro compiti.

PRESIDENTE. Deputato Costa, le sta bene questo tipo di conclusione? O, se preferisce, possiamo comunque porre in votazione l'emendamento, nonostante lei avesse dato la disponibilità al ritiro secondo le richieste del relatore.

ENRICO COSTA (FI). A me interessa un punto: la quota del rapporto tra quanto viene destinato alle federazioni sportive nazionali e quanto alle discipline sportive associate. È chiaro che il relatore dice “venga aumentato il budget”, ci mancherebbe; però, quello che è importante è che…

PRESIDENTE. Scusi, deputato Costa, lei deve soltanto dirci se accetta le indicazioni date dal sottosegretario Valente …

ENRICO COSTA (FI). …va bene, ne discuteremo dopo, è chiaro; tanto, a questo punto, verrebbe respinto, quindi lo accetto…

PRESIDENTE. …ovvero se vuole che venga posto in votazione il suo emendamento, quindi facendolo rivivere.

ENRICO COSTA (FI). No, io non chiedo che venga posto in votazione, mi fido delle rassicurazioni del relatore e del Governo. Spero che si possa arrivare ad un testo condiviso.

PRESIDENTE. Quindi, conferma il ritiro. Passiamo all'emendamento 1.17 Marin.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marin. Ne ha facoltà.

MARCO MARIN (FI). Grazie, Presidente. Sempre sulla definizione dei criteri e dei parametri: noi crediamo che questa definizione non possa essere fatta solo da Sport e salute e chiediamo che venga previsto un comitato costitutivo dove i rappresentanti del CONI – quindi, vuol dire delle federazioni sportive - e degli enti sportivi partecipino, perché ad oggi è previsto che solo un rappresentante indicato dal CONI partecipi alle riunioni di questa società Sport e salute Spa, solo quando si parla di finanziamenti, che, di fatto, vengono decisi dalla Sport e salute.

Noi, invece, crediamo che vada costituito un comitato e che le federazioni sportive - quelle di cui parlavo prima, che sono, ripeto, insieme alle società sportive del territorio, la spina dorsale dello sport italiano - partecipino effettivamente, perché possano spiegare cosa serve realmente alle federazioni e possano fare, in un modo assolutamente trasparente e costruttivo, la divisione di queste risorse. Noi crediamo che, se non parla di sport e non decide come investire le risorse chi lo sport lo fa tutti i giorni e ci dedica la vita, sicuramente faremo dei passi indietro e non dei passi avanti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Brevissimamente per dire che sottoscriviamo anche questo emendamento e che sosteniamo questa posizione, cioè con lo spostamento dei fondi dal CONI Servizi a Sport e salute, di fatto, si dà ad un organismo politico la titolarità e la gestione dei fondi. Ora, con tutto il rispetto ovviamente per chi è al Governo questa volta, lo sarà tra dieci anni, noi riteniamo che ci debbano essere delle garanzie e dei contrappesi perché anche le federazioni e gli enti sportivi possano avere almeno un parere consultivo sull'impiego dei fondi.

Altrimenti, insomma, la trasparenza, la gestione della macchina sportiva, della struttura nella sua architettura rischia di essere mutilata. Per cui noi sosterremo questo emendamento, confidando che poi il Governo magari ne recepisca il contenuto almeno come ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rossi. Ne ha facoltà.

ANDREA ROSSI (PD). Grazie, Presidente. Noi abbiamo già evidenziato ai rappresentanti del Governo, in Commissione, le ragioni della nostra contrarietà, soprattutto sul cuore del provvedimento, che è l'articolo 1. In particolar modo, su questo aspetto che è stato sollevato, su questo emendamento che è stato presentato dal collega Marin, al quale io chiedo di poter apporre anche la firma del sottoscritto, c'è un elemento che riguarda soprattutto, dal nostro punto di vista, un po' quello che sarà il futuro anche dello sport in Italia. Perché il futuro dello sport in Italia? Attraverso questo emendamento non si fa altro che chiedere di far partecipare il CONI al luogo di decisione della distribuzione delle risorse. Sappiamo che lo sport si sviluppa attraverso quelle che sono le federazioni di promozione sportiva e le discipline sportive associate; lo fa attraverso, ovviamente, quella che è la sua rete importante di radicamento, attraverso le associazioni sportive dilettantistiche e tutto quello che è lo sport di base sul territorio; e lo fa, appunto, attraverso quella che è una rete, una filiera di finanziamento e di sostegno, che è una rete che parte da questo sistema di distribuzione di risorse tra sport e salute e deve arrivare sul territorio, come prima avveniva con la CONI Servizi Spa.

Bene, io dico: se noi riteniamo che oggi ancora il CONI abbia e dovrà avere un ruolo sulla programmazione sportiva, su quelle che sono le idee politiche e sportive di sviluppo, perché il CONI non può partecipare? Perché viene negata al CONI la partecipazione all'interno di un comitato costitutivo sul tema, appunto, della gestione delle risorse? Anche perché non vorrei che ci fosse un'idea qui che noi stacchiamo la parte di guida, che è quella ovviamente del CONI, della Sport e salute Spa, da chi poi veramente, sul territorio, svolge e sviluppa un'attività sportiva, che sono appunto le società sportive dilettantistiche di base. Io penso quindi che un'attenzione maggiore da parte del Governo nel rivedere la possibilità di trovare i giusti luoghi di camere di compensazione tra CONI e Sport e salute Spa per quella che è la gestione delle risorse pubbliche a disposizione della Sport e salute Spa per lo sport italiano, sarebbe opportuna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Ettore, per un minuto. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Mi permetto di segnalare che questo emendamento, oltre ad integrare la lettera f) dell'articolo 1, è coerente all'idea del testo unico in materia sportiva, testo unico che dev'essere integrato con un provvedimento di questo tipo, anche perché nel dibattito in materia da anni si discute della possibilità che il CONI intervenga direttamente rispetto ai finanziamenti. Io, per tanti anni, ho fatto il direttore del corso di perfezionamento in economia e diritto dello sport a Firenze, era uno dei temi più dibattuti e dei temi centrali. Credo che questo emendamento sia coerente con l'idea anche del testo unico; se non è previsto nella legge delega, il testo unico non potrà contenere elementi e innovazioni di questo tipo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.17 Marin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Avverto, a questo punto che, come preannunciato, il Governo ha presentato l'emendamento 1.500 riferito alla lettera h), che è in distribuzione, e di cui do comunque lettura: “Al comma 1, lettera h), aggiungere infine le parole: garantendo la parità di genere nell'accesso alla pratica sportiva a tutti i livelli”. Questa è la versione corretta del Governo.

Poiché alla Presidenza risulta che tale proposta emendativa non reca oneri a carico della finanza pubblica, sarà possibile esaminarla immediatamente, previa espressione del parere da parte del Comitato dei nove. Chiedo quindi al relatore, deputato Belotti, se intenda chiedere ora una breve sospensione al fine di consentire lo svolgimento della riunione del Comitato dei nove, ovvero se intenda accantonare l'emendamento del Governo e quindi proseguire con il resto degli emendamenti. A lei la parola, deputato Belotti.

DANIELE BELOTTI, Relatore. Presidente, per accelerare i tempi, avendo già consultato il Comitato dei nove, saremmo tutti d'accordo sul votarlo, se è possibile.

PRESIDENTE. Quindi significa automaticamente che tutti i gruppi parlamentari rinunciano ai subemendamenti.

DANIELE BELOTTI, Relatore. Esatto.

PRESIDENTE. C'è un accordo anche sul parere da parte del Comitato dei nove?

DANIELE BELOTTI, Relatore. Con parere favorevole.

PRESIDENTE. Parere favorevole. Il Governo ovviamente concorda.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Presidente, io colgo questa occasione veramente per ringraziare sentitamente la disponibilità dimostrata dal sottosegretario Giorgetti nell'aver voluto contribuire con questo Parlamento a migliorare un testo, nell'ottica anche di dare un segnale chiaro fuori da quest'Aula, che le discriminazioni in materia di sport non sono più tollerabili. Era importante che ci fosse su questo una condivisione di visione. Dunque, la formulazione dell'emendamento, garantendo la parità di genere nell'accesso alla pratica sportiva a tutti i livelli, è implicitamente l'affermazione che nessuna discriminazione sarà più tollerata. Dunque, io ringrazio dunque il Governo per la disponibilità, e anche il Comitato dei nove per aver abbreviato il lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ascani. Ne ha facoltà.

ANNA ASCANI (PD). Grazie, Presidente. Naturalmente anch'io ringrazio il Governo. Come dicevo, mi sembrava evidente che non fosse stato colto il senso di questo emendamento, perché altrettanto evidente era che nessuno qui dentro potesse permettersi di dire che non voleva combattere, o almeno provarci, le discriminazioni nel mondo dello sport.

Mi faccia, però, rispondere ad una cosa che ha detto prima il relatore, particolarmente ingiusta. Non so se a lui sia capitato che solo di fronte a questo Mondiale di calcio femminile si è reso conto che ci sono decine di migliaia di donne che vivono sulla propria pelle le discriminazioni; noi lo sapevamo da tempo, è una battaglia che facciamo da tempo, e che quando tratteremo l'articolo 5 ricominceremo a combattere anche nel merito del professionismo. Per ora, naturalmente, io sono contenta che si sia recepito almeno il principio, cioè l'idea che nell'accesso alla pratica sportiva non debbono esserci discriminazioni e dev'essere invece praticata la piena parità. Perché qui il problema non è soltanto consentire alle donne di partecipare, come questa lettera diceva in principio, ma consentire alle donne di partecipare con gli stessi diritti e le stesse opportunità.

Per questa ragione voteremo favorevolmente a questo emendamento.

GIANCARLO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, io colgo l'occasione di questo emendamento semplicemente per condividere con voi quella che è stata la giornata, credo importante per il Paese, dell'assegnazione all'Italia dei Giochi olimpici invernali del 2026 (Applausi). Volevo semplicemente dire che, con grande orgoglio, io ho rappresentato, non semplicemente il Governo: insieme al sottosegretario Valente e poi al Presidente Conte, io ho rappresentato tutto il Parlamento e tutti voi che in qualche modo, in vario modo, avete condiviso e spinto in questa direzione. Quindi, è un successo dell'Italia, che voglio condividere con voi (Applausi – Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Soltanto per riconoscere, rispetto a questa proposta emendativa, che è stata accolta la sensibilità espressa anche da Fratelli d'Italia e per fare ovviamente le congratulazioni alla nostra squadra femminile nazionale, che voglio dire molto spesso rappresenta l'orgoglio e il riscatto di tutte le donne che fanno sport in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Grazie, Presidente. Intervengo per unirci alle parole del sottosegretario Giorgetti e alla felicità di tutto il Paese per l'importante risultato ottenuto: un successo per l'Italia, che dimostra che, quando si accettano le sfide, quando si osa, non si temono concorrenti, un gran bel successo, un bel passaporto per il futuro dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Presidente, anche noi ringraziamo e ci uniamo alle parole dette dal sottosegretario Giorgetti. Ritengo che mai come in questo momento si sia dimostrato come l'unità di tutti porti al successo non di una singola forza politica o del Governo, ma di tutto il Paese e di tutta l'Italia. Tante occasioni sono state perse ed è inutile pensare al passato: bisogna mettersi solo a lavorare insieme e adesso, ancora una volta, credo che dimostreremo come l'Italia, alla faccia di chi pensa già che non riusciremo a vincere la sfida, saprà vincere con serietà e correttezza anche la nuova sfida che abbiamo davanti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Musella. Ne ha facoltà.

GRAZIANO MUSELLA (FI). Vorrei ringraziare per questo grande risultato, che vede coinvolti vari enti: la regione Lombardia, il comune di Milano e anche il comune di Assago, quindi sono orgoglioso di mettere a disposizione anche per il comune di Assago evidentemente un grande risultato anche a livello nazionale e ritengo che sia un fatto positivo anche per tutta l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Meloni. Ne ha facoltà.

GIORGIA MELONI (FDI). Grazie, Presidente. Molto velocemente, per unirmi ai complimenti al sottosegretario Giorgetti, al Governo, alle istituzioni che hanno lavorato a questo importante obiettivo, al CONI e per ribadire come, quando l'Italia riesce a credere in se stessa, a credere nei propri obiettivi, a credere e a essere consapevole della propria grandezza, obiettivamente deve temere pochi. Non è accaduto in passato quando, in altre situazioni - lo dico da romana -, si è ritenuto che, invece, l'Italia non fosse all'altezza di ospitare un grande evento internazionale. Noi siamo all'altezza, lo sono diverse città, lo era anche la capitale e dispiace che non ci si sia creduto prima. Siamo molto, molto contenti che l'Italia possa ospitare le Olimpiadi del 2026 e che qualcuno finalmente abbia creduto in questa nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Incà. Ne ha facoltà.

FEDERICO D'INCA' (M5S). Grazie, Presidente. Anche noi, come gruppo del 5 Stelle, per unirci con soddisfazione al risultato ottenuto da parte del Governo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)… Io ho rispettato tutti gli altri parlamentari in silenzio, e credo che sia corretto anche da parte degli altri esprimere correttezza nei confronti del nostro gruppo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. I colleghi sono pregati di risparmiarsi commenti e altro.

FEDERICO D'INCA' (M5S). La ringrazio, Presidente. Esprimiamo soddisfazione per il lavoro fatto dal Governo e dal sottosegretario Giorgetti, dal sottosegretario Valente e da tutti gli sportivi che erano presenti a Losanna in quella giornata e per cui saremo uniti nel prossimo futuro per vederne i risultati nel 2026, per accogliere la fiaccola olimpica e per insieme poter vedere il grande avvenimento sportivo delle Olimpiadi di Milano e Cortina. Grazie per l'ottimo lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Barelli. Ne ha facoltà, per un minuto.

PAOLO BARELLI (FI). A nome mio personale e del gruppo, voglio esprimere i complimenti per aver fatto ottenere al nostro Paese le olimpiadi a Milano-Cortina, che quindi coinvolgeranno un importante ambito del nostro Paese. Credo che il segnale sia stato molto, molto, molto positivo, apprezzato anche a livello internazionale proprio in un momento in cui abbiamo la necessità di ricostruire un rapporto e un'immagine con l'esterno del Paese. Io ho assistito da fuori ma vedendo in maniera molto precisa quanto accaduto e ritengo che l'iniziativa del Governo di sostegno alla candidatura sia stata determinante e che ne vada assolutamente dato atto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mor. Ne ha facoltà.

MATTIA MOR (PD). Grazie, solo per esprimere, da cittadino e deputato milanese, la mia grande gioia e la gioia del nostro gruppo per il grande risultato e per sottolineare che, al di là della collaborazione delle varie istituzioni di tutti i colori politici, che è stato un fatto che, come ricordato, va preso come esempio anche per future iniziative nel nostro Paese, è stato un successo dovuto alla grandissima partecipazione popolare, alla grande volontà dei cittadini milanesi e lombardi, veneti, ma di tutta Italia che hanno seguito questa candidatura con gioia e con passione. Per sottolineare anche che dobbiamo cercare di smetterla magari a volte di pensare che laddove ci sono grandi eventi ci possano essere soltanto cause di ritardi, di sprechi, ma che i grandi eventi, se gestiti con efficienza e con trasparenza, possono diventare fonte di sviluppo per i territori che li ospitano, come ha dimostrato già la nostra città, con Expo 2015 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Parolo. Ne ha facoltà.

UGO PAROLO (LEGA). Grazie, Presidente. Da deputato eletto in Valtellina e, a nome del gruppo della Lega ovviamente, mi unisco ai ringraziamenti al sottosegretario Giorgetti per il grande lavoro fatto e al Governo, ma vorrei aggiungere per il ruolo fondamentale delle due regioni che hanno sostenuto l'azione non solo politicamente, ma che la sosterranno anche finanziariamente. Un ringraziamento anche naturalmente al comune di Milano, che era un comune capofila in questa operazione così importante; è stato veramente un grande lavoro di squadra, che ha visto il nostro Paese vincente, in una competizione assolutamente non scontata. Adesso inizia il lavoro vero e su questo veramente dovremo continuare a stare uniti per raggiungere gli obiettivi che la gente si aspetta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Per associarmi al ringraziamento non formale a chi ha testardamente voluto questo risultato e ci ha lavorato, a cominciare dagli amministratori locali e ovviamente da parte, per tutti, del sottosegretario Giorgetti. Crediamo che si apra però una grande sfida, come è stato ricordato anche da chi mi ha preceduto: inizia adesso un lavoro per realizzare olimpiadi che limitino al massimo ovviamente l'impatto ambientale, che siano trasparenti e insomma riescano a dare un'immagine di un'Italia che riesce a vincere una battaglia sportiva in questo caso ma poi sa anche vincere la battaglia della realizzazione di impianti sportivi e di tutto quanto è connesso, dando il segnale di un'efficienza e di una capacità che credo possa essere alla nostra portata in uno sforzo comune.

PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Fornaro, con il suo intervento tutti i gruppi hanno avuto la possibilità di prendere la parola subito dopo le dichiarazioni del sottosegretario Giorgetti. Ovviamente, io non posso vietare che si chieda ancora la parola a titolo personale, voglio solo e soltanto rammentare che abbiamo una votazione in sospeso sull'emendamento 1.500 del Governo. Quindi, non so, io ho la richiesta di diversi interventi a titolo personale e se ne aggiungono sempre altri.

Quindi, se mi confermate, io faccio parlare il deputato Napoli che è il primo degli iscritti, a titolo personale, per un minuto. Andiamo avanti con questi interventi. Insomma, ci sono i capigruppo che decideranno come proseguire. Prego, a lei la parola, deputato Napoli.

OSVALDO NAPOLI (FI). Grazie, Presidente. Sarò velocissimo, è inutile ripetere i ringraziamenti al sottosegretario Giorgetti e a tutta quanta la squadra, però, permettetemi di ricordare che io ero a Seul, quando hanno scelto Torino, rappresentavo le istituzioni, anch'io, ero uno dei tanti, ho vissuto una giornata stupenda. Vorrei dire al collega D'Incà, però, di rivolgersi a Torino e ai 5 Stelle di Torino che hanno votato contro la scelta di Torino sede olimpica insieme alle altre città, ecco, questo è giusto ricordarglielo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico), tenendo altresì presente che il presidente della regione attuale, il presidente Cirio, ha proposto di nuovo il coinvolgimento delle sedi olimpiche anche della Val di Susa, dove io vivo, in modo da poter utilizzare alcuni suoi impianti. Mi auguro sicuramente che il sottosegretario Giorgetti, che ha già dato una linea, possa assecondare la linea del presidente Cirio e che possa coinvolgere la Val di Susa e Torino nuovamente in questa grande possibilità olimpica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Presidente, naturalmente, da italiano, non c'è che da rallegrarsi per questa scelta, ma da piemontese, da un lato, vorrei associarmi a un pezzo delle riflessioni fatte dal collega Napoli, perché noi avremmo potuto avere in questo caso ancora più offerta con la creazione delle Olimpiadi delle Alpi e, invece, la scelta del MoVimento 5 Stelle ha impedito ad una regione e a una città come Torino di poter compartecipare a questa festa che sarà comunque una grande festa nazionale. E, poi, vorrei dire che è inutile prenderci in giro, lo dico in particolare al presidente Cirio, i giochi sono fatti, l'Italia ha parlato al mondo, c'è un dossier che è stato approvato, se si voleva andare in quella direzione la Lega avrebbe potuto tranquillamente, come ha fatto in altre circostanze, imporre al MoVimento 5 Stelle un altro tipo di scelta, invece, ha fatto una scelta molto precisa, adesso concentriamoci sulla realizzazione al meglio di queste Olimpiadi, senza prendere in giro gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Zanella. Ne ha facoltà.

FEDERICA ZANELLA (FI). Grazie, Presidente. In qualità di deputato eletto a Milano di origine veneta non posso che congratularmi con il Governo, come con le regioni e con tutti coloro che hanno preso parte a questo grande successo, che ha dimostrato come, quando si rema tutti in una direzione - per esempio per Milano, in altre occasioni, non è stata fatta la stessa cosa, purtroppo abbiamo perso altre occasioni nel passato - si colgono i risultati. Ringrazio, il sottosegretario Giorgetti, perché sicuramente ha portato avanti, con puntualità, esperienza e capacità, questa candidatura di cui mi fa piacere renda parte al Parlamento, abbia cioè coinvolto il Parlamento nel successo di questa iniziativa. Mi dolgo per i piemontesi, perché appunto sarebbe stato bello avere tutto il Nord Italia coinvolto e questo spero insegni ai 5 Stelle che certi pregiudizi ideologici che non fanno crescere l'Italia e non aiutano l'Italia vengano messi da parte anche in altre occasioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ci sono ancora altri interventi a titolo personale. Io ricordo che c'è una intesa intercorsa tra i presidenti dei gruppi per una sospensione alle ore 13,30 e dovremmo farla dopo aver votato, come già ho detto prima, l'emendamento. Quindi, se i capigruppo intendono confermare questo accordo che è stato consegnato alla Presidenza di turno, dovrebbero, diciamo così, fare il loro lavoro. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sensi. Ne ha facoltà.

FILIPPO SENSI (PD). Chiedo scusa, Presidente; volevo associarmi anche io alle congratulazioni dei miei colleghi per il risultato di Milano e Cortina, ma non vorrei dimenticare da romano, in questo momento di gioia, una notizia altrettanto importante e in qualche modo legata a questo giubilo collettivo; vorrei congratularmi con la sindaca di Roma che, contestualmente alla vittoria olimpica, ha annunciato la riapertura della fermata “Repubblica” della metro A (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Nobili. Ne ha facoltà.

LUCIANO NOBILI (PD). Grazie, Presidente. Sarò rapidissimo; ho già detto anch'io della soddisfazione e non vorrei rovinare il clima di festa, però, Presidente, mi rivolgo a lei, c'è un limite a tutto, anche allo sport nazionale della salita sul carro dei vincitori di una battaglia che, non solo, non si è fatta, ma si è contrastata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). A me dispiace che in quest'Aula non ci siano, nelle file della maggioranza, due statisti come Alessandro Di Battista e il suo meccanico, ma queste due persone, insieme al MoVimento 5 Stelle hanno privato la mia città di 2 miliardi di euro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e di una straordinaria opportunità di sviluppo e di protagonismo internazionali, perché le Olimpiadi erano corruttela e spreco. Roma è diventata spreco e corruttela, con loro! Diceva Shakespeare: “O Vergogna, dov'è il tuo rossore?” Come fate a non vergognarvi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Presidente, come rappresentante di uno dei territori che ospiterà le Olimpiadi, desidero esprimere un ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito a questo successo e a questo esito. Ricordo anche che le Olimpiadi ci porteranno al centro della scena internazionale, della scena europea, quindi, quale miglior percorso, oggi, da intraprendere, per migliorare sempre di più e rafforzare il nostro ruolo, all'interno proprio delle relazioni internazionali? Penso che sia proprio il momento giusto per ricordarci questo e per spingerci ad accogliere questa che è una grande sfida, non solo sportiva (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Grazie, Presidente. Visto che vengo da un territorio che è la provincia di Belluno, dove Cortina è il gioiello, volevo solo ringraziare il mio presidente della provincia, il mio presidente della regione Veneto, Luca Zaia, e il sindaco di Cortina. Noi saremo tanto ospitali e accoglieremo tutti, con un buon mangiare e con una bellissima visione che è quella delle Dolomiti, patrimonio dell'Unesco (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gallo. Ne ha facoltà. Poi abbiamo un ultimo iscritto a parlare, il deputato Colletti, e, quindi, dovremmo esserci. Anzi, il deputato Colletti ha rinunciato. Pergo, deputato Gallo.

LUIGI GALLO (M5S). Grazie, Presidente, a me dispiace che si approfitti di un momento alto del Parlamento, in cui si è lavorato a raccogliere un'intesa con proposte che venivano dall'opposizione, su un tema importante. Un'intesa che ha funzionato anche per tutto il lavoro della Commissione; un'intesa che, come possono raccontare i componenti della Commissione, è stata fatta sul merito di tutti i provvedimenti, dato che il testo è stato anche aggiornato, accogliendo elementi sul tema di genere e sul tema delle discriminazioni anche in Commissione. Dopo l'intervento che ricordava un momento importante per il Paese si è dato adito a creare polemiche, quando polemiche non dovrebbero esserci, in un Paese che si candida e cerca di affrontare questi temi in tutto il Paese. Ricordo a tutti che, intanto, a Torino si è raggiunta la possibilità di avere l'ATP di tennis (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) e si sta lavorando per i Giochi del Mediterraneo di Taranto …

PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo, da venti secondi.

LUIGI GALLO (M5S). Quindi, tutte queste candidature importanti per il Paese dovrebbero essere sostenute ugualmente e non dovrebbero essere motivo di polemica politica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.500 del Governo, con il parere favorevole della Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Secondo le intese intercorse tra i gruppi, sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 13,40, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della Giustizia e la Ministra della Salute.

Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative di competenza, anche di carattere normativo e di rango costituzionale, in ordine alle garanzie di indipendenza della magistratura, alla luce delle recenti vicende che hanno interessato il Consiglio superiore della magistratura – n. 3-00819)

PRESIDENTE. L'onorevole Varchi ha facoltà, per un minuto, di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-00819 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente, e buongiorno. Io intervengo per illustrare l'interrogazione che ha ad oggetto le vicende che hanno travolto il Consiglio superiore della magistratura destando sconcerto in tutto il Paese alla luce delle intercettazioni dalle quali emerge una rete di servigi legati alla magistratura italiana e dalle quali emerge un centro di potere esterno al Consiglio superiore della magistratura in cui il magistrato Palamara, con altri consiglieri, dialogava della nomina alla procura di Roma con i parlamentari del Partito Democratico. Ci sono delle forze politiche che da sempre hanno osteggiato le riforme e che adesso, invece, sembrano volerle.

Dunque, Fratelli d'Italia chiede al Ministro quali urgenti iniziative per la propria competenza intenda adottare al fine di restituire credibilità alla magistratura in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha facoltà di rispondere.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. I fatti esposti dagli interroganti configurano certamente uno dei momenti più bui per la magistratura italiana, la cui credibilità è oggettivamente ai minimi storici.

Secondo l'ultimo sondaggio Ipsos, più della metà degli italiani dichiara di non fidarsi della magistratura, mentre solo il 35 per cento continua a riporre la propria fiducia nei magistrati italiani.

Come ho sempre detto, il mio intendimento è reagire - e le istituzioni lo faranno compatte - al fine di restituire a quella che è una delle migliori magistrature in Europa e nel mondo l'alta dignità che le spetta e ciò sarà fatto certamente attraverso l'accertamento delle responsabilità disciplinari rispetto alle quali il Ministero ha già proceduto in estensione rispetto alle contestazioni che sono state fatte dalla procura generale ai soggetti coinvolti ed è chiaro che tutte le posizioni dei soggetti coinvolti nei fatti esposti sono attualmente al vaglio attento del Ministero.

Ma occorrerà anche procedere a una riforma complessiva del sistema di autogoverno che, lungi dal rappresentare un momento punitivo, dovrà avere la funzione e lo scopo di allontanare il potere giudiziario dalle derive in cui risulta impantanato e di evitare che le azioni di pochi elementi trascinino la magistratura in logiche di potere e spartizione che nulla hanno a che vedere con il merito e la professionalità.

Non si tratta, dunque, di ridimensionare il ruolo del Consiglio superiore della magistratura quanto di rilanciarne la funzionalità e il prestigio, depurandolo dal rischio di degenerazioni del correntismo nonché da possibili condizionamenti della politica.

A tal fine, allo stato stiamo lavorando su una riforma riguardante il sistema elettivo dei componenti togati e le cause di incompatibilità e ineleggibilità tanto dei laici quanto dei togati, per garantire la terzietà dell'organo, fino ad arrivare a una revisione dei compensi previsti e delle immediate conseguenze al momento della cessazione dell'incarico elettivo.

Non sono in grado di dare dettagli ma, per dare due esempi principali, nel progetto che stiamo elaborando si prevede che un membro del Consiglio superiore della magistratura, dopo che abbia concluso il mandato, per almeno quattro anni non possa fare domanda per incarichi direttivi nella giustizia e si prevede, per esempio, che i membri laici che si candidano non debbano aver avuto ruoli all'interno del Parlamento o ruoli comunque politici elettivi nei cinque anni precedenti alla candidatura.

La riforma dovrà in ogni modo inserirsi in un percorso dove all'interno della magistratura la meritocrazia rappresenti in generale il metro esclusivo per le progressioni economiche e professionali e per il conferimento di incarichi rilevanti, al fine di non permettere più che si assista ad automatismi che non valorizzino i magistrati competenti e laboriosi ovvero a logiche di spartizione che non solo nascondono meri giochi di potere correntizio ma trasmodino anche nella ricerca del tornaconto personale.

PRESIDENTE. L'onorevole Varchi ha facoltà di replicare.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. La risposta del Ministro è soltanto parzialmente soddisfacente per noi perché alcune delle riforme, segnatamente la separazione delle carriere, la soppressione delle nomine parlamentari e il cambiamento del sistema elettorale dei collegi, sono da sempre delle proposte della destra italiana, che Fratelli d'Italia continua a portare avanti. Ma noi non vorremmo che, a fronte di uno scandalo di così grave portata, come quello che ha riguardato il CSM, le riforme fossero soltanto una foglia di fico dietro cui nascondere i problemi strutturali. Noi questo non lo permetteremo, noi vigileremo affinché le riforme siano sostanziali, perché altrimenti quanto detto dal Ministro in sede di risposta sarà soltanto un'affermazione labiale, destinata a non lasciare traccia; cosa che invece resterà, soprattutto nelle cronache giudiziarie, di ciò che è saltato agli onori della cronaca immeritatamente, perché certamente la magistratura italiana non merita questo.

Ma vorrei concludere, dicendo che la politica non deve avere nessun timore reverenziale nei confronti del potere giudiziario soprattutto in un momento del genere, in cui sulla separazione dei poteri, pilastro del nostro ordinamento, si gioca una partita importantissima per la tenuta dell'impianto costituzionale.

Allora Fratelli d'Italia, come forza di opposizione, vigilerà affinché le riforme siano sostanziali e non soltanto formali, perché è questo ciò di cui il Paese ha bisogno. I cittadini hanno la necessità di continuare a fidarsi della giustizia, perché un cittadino che non crede più nella giustizia è un cittadino che non crede nello Stato, e l'Italia non può permetterselo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative di competenza a salvaguardia dell'autonomia e dell'indipendenza della magistratura, alla luce delle recenti vicende che hanno interessato il Consiglio superiore della magistratura – n. 3-00820)

PRESIDENTE. L'onorevole Palmisano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Dori ed altri n. 3-00820 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

VALENTINA PALMISANO (M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro della Giustizia, come è noto e come è stato anche ricordato da chi mi ha preceduto, il Consiglio superiore della magistratura è scosso da una vera e propria bufera giudiziaria.

Un'indagine condotta dalla procura di Perugia nei confronti di Luca Palamara, ex presidente dell'Associazione nazionale magistrati ed ex membro togato dello stesso CSM, oltre a fare emergere vari illeciti disciplinari, ipotizza episodi di corruzione finalizzati ad indirizzare decisioni sulle nomine degli uffici giudiziari e il corso di alcuni procedimenti.

È, altresì, emerso un grave tentativo di commistione tra poteri diversi dello Stato: dalle intercettazioni risultano contatti e incontri finalizzati a concordare, secondo l'accusa, le nomine dei vertici di procure di Roma e Firenze gradite ad alcuni deputati.

L'inchiesta ha messo a nudo profonde divisioni all'interno della magistratura, metodi opachi di assegnazione degli incarichi e una prossimità al mondo politico giudicata riprovevole.

Alla luce di quanto detto, le chiedo, signor Ministro, quali iniziative intenda intraprendere al fine di restituire credibilità e indipendenza alla magistratura.

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha facoltà di rispondere.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Circa i fatti esposti dagli interroganti non posso che fare integrale riferimento a quanto già detto in occasione dell'interrogazione precedente, che richiamava lo stesso tema.

Colgo l'occasione per aggiungere, però, alcune annotazioni: innanzitutto, il fatto che la lotta alle degenerazioni del correntismo non è un tema che adesso è sul tavolo del Governo perché sono emersi questi fatti, ma era un tema che, tra l'altro su mio impulso personale, era già stato indicato nel contratto di Governo.

Aggiungo anche che l'intenzione del Governo è di introdurre la riforma del Consiglio superiore della magistratura all'interno di un'unica riforma relativa al processo civile e al processo penale.

L'unico punto che si ritiene allo stato attuale di non voler inserire come legge delega, ma come norma prescrittiva, sarà la parte relativa al sistema elettorale dei togati del Consiglio superiore della magistratura, perché riteniamo sia giusto che su questo tema il Parlamento italiano abbia totale centralità.

Per quanto riguarda le porte girevoli, le cosiddette porte girevoli, a cui si è spesso fatto riferimento, deve essere chiaro che secondo il progetto attuale, che vorremmo portare avanti, se un magistrato imbocca la strada della politica, sappia che è una strada a senso unico e non si torna indietro.

Altro che porte girevoli, qui dobbiamo innalzare un muro invalicabile; e questo lo facciamo con un intervento rigido, che, secondo me, dovrebbe riguardare non soltanto il magistrato che viene eletto in politica, ma anche, con gradazione chiaramente differente, il magistrato che, anche soltanto candidandosi in politica, perde già la sua terzietà, che, secondo noi, è un valore irrinunciabile non solo per la magistratura e la giustizia italiana, ma anche proprio per l'intero sistema della nostra democrazia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'onorevole Salafia, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

ANGELA SALAFIA (M5S). Grazie, Ministro. Noi ci riteniamo soddisfatti della sua risposta, apprezziamo il progetto da lei illustrato, che, per quanto ci riguarda, ovviamente avrà il massimo supporto da parte di tutto il nostro gruppo parlamentare. Ministro, per noi lo scandalo che sta coinvolgendo il Consiglio superiore della magistratura rappresenta forse uno dei più gravi scempi istituzionali della storia di questa Repubblica, perché va a minare non soltanto l'opera degli organi costituzionali, ma soprattutto la fiducia dei cittadini nella magistratura. Esponenti dei partiti, parlamentari della Repubblica, che sono stati eletti per rappresentare la nazione, che, invece che assolvere alle loro funzioni con onore, si accordano per mere spartizioni politiche ai danni della dignità delle nostre istituzioni.

Ed è per questo che a tutto questo noi dobbiamo porre fine, e apprezziamo il suo impegno, in quanto è necessario attuare una riforma che valorizzi innanzitutto la terzietà della magistratura, ancorandola ad un principio di meritocrazia; e soprattutto, per quanto ci riguarda, ciò deve passare assolutamente attraverso una netta distinzione tra magistratura e politica. I fatti, purtroppo, ci dimostrano che i partiti ad oggi non sono in grado di operare, di attuare un filtro che applichi questa distinzione tra magistratura e politica, e questo sistema, nella sua patologia, ci impone di intervenire e di provvedere con delle regole ben chiare. Ed è per questo, Ministro, che ci auguriamo che il percorso da lei illustrato sia condiviso da tutti i partiti, e su questo, per quanto ci riguarda, sarà interessante vedere alla prova dei fatti il pensiero del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative volte a fronteggiare la carenza di medici e di personale nei presidi ospedalieri – n. 3-00821)

PRESIDENTE. La deputata Rostan ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00821 (Vedi l'allegato A).

MICHELA ROSTAN (LEU). Grazie, Presidente. I numeri parlano chiaro: c'è un'emergenza nei reparti ospedalieri italiani, un'emergenza nel brevissimo periodo già da questa estate perché manca il personale. Ci sono 8 mila medici in meno nelle corsie rispetto a qualche anno fa, altri 16 mila mancheranno da qui a sei anni. Nel breve periodo siamo di fronte all'effetto di “quota 100”, non era difficile prevederlo. È stato detto che per ognuno che andava in pensione sarebbe stato assunto un giovane: non è vero, non è accaduto, si sapeva che non sarebbe accaduto. I reparti si sono svuotati e oggi andiamo incontro a un'estate senza personale nei presidi di emergenza e nei reparti.

Per le contraddizioni del sistema universitario, poi, si prospetta una crisi anche nel medio periodo: nel 2025 saranno in pensione oltre la metà dei medici ospedalieri italiani. Chiediamo, dunque, al Governo come intenda fronteggiare l'emergenza sia nel breve periodo, a cominciare già da quella di questa estate, sia nel medio periodo.

PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Giulia Grillo, ha facoltà di rispondere.

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Grazie, Presidente. Innanzitutto volevo rassicurare sul fatto che la situazione che si è venuta a creare oggi in ordine alla carenza dei medici specialisti e nell'area della medicina generale non è assolutamente addebitabile a quota 100; quindi, l'informazione, purtroppo, che ha dato l'onorevole nella sua presentazione del question time è errata e, siccome siamo in diretta, è giusto specificare. Quello che invece è giusto dire è che questa carenza che si sta realizzando oggi è una carenza assolutamente prevedibile; parliamo soprattutto di medici specialisti, anzi, addirittura alcune regioni hanno anche chiamato i medici pensionati, che sono tornati a lavorare, e quindi il problema è esattamente l'opposto.

Ora, poiché un medico specialista si forma in quattro o cinque anni e un medico di medicina generale in tre, è chiaro che non ho la bacchetta magica per creare specialisti. Allora, cosa stiamo facendo e cosa abbiamo fatto? Abbiamo aumentato le borse per le scuole di specializzazione del 24 per cento rispetto allo scorso anno. Abbiamo aumentato le borse per il corso di medicina generale, 2.093 borse. Abbiamo rimosso il blocco che c'era tra la frequenza al corso di medicina generale e la possibilità di lavorare. Abbiamo rimosso gli ostacoli che avrebbero consentito anche in passato di attivare il part time per la medicina generale. Abbiamo consentito a chi aveva già ventiquattro mesi di precariato sulle spalle di medicina generale, più l'idoneità al corso, di entrare al corso. Abbiamo rimosso il blocco del turn over anche per le regioni in piano di rientro e dato la possibilità di stabilizzare il personale precario con il “decreto Calabria”. Nell'articolo 12, inoltre, abbiamo dato ancora nuova linfa a quella norma che avevamo inserito in legge di bilancio e che consentiva di fare sì che gli specializzandi al quarto anno potessero partecipare ai concorsi. Adesso possono partecipare ai concorsi anche gli specializzandi del penultimo anno nelle specialità che durano cinque anni; addirittura possono partecipare e cominciare a lavorare. Stiamo lavorando ad un'importante riforma della formazione post-laurea, una formazione che metta a sistema il processo di assunzione dei medici una volta laureati e che, quindi, i medici entrino direttamente nel mondo del lavoro e ci sia un'esatta corrispondenza tra medici laureati e medici necessari a coprire tutte le specialità, in tutti i settori, per evitare che si generino come oggi delle carenze.

Infine, le risorse ci sono, lo vogliamo specificare, perché qualcuno lo ha messo in dubbio: la Corte dei Conti ha stimato che la reinternalizzazione del personale, che era stato esternalizzato per effetto del blocco del turnover, adesso, invece, che verrà reinternalizzato, libererà ben 1,75 miliardi.

PRESIDENTE. L'onorevole Rostan ha facoltà di replicare.

MICHELA ROSTAN (LEU). Presidente, ringrazio il Governo per la risposta, che ritengo chiaramente non soddisfacente. Ad onore della verità, e proprio perché quello che ho detto durante l'illustrazione non è un falso sulla carenza di medici in relazione a “quota 100”, Ministro, tutti gli indicatori danno numeri precisi, e ci dispiace che lei non ne sia a conoscenza, perché i reparti si sono svuotati, ed era prevedibile. La promessa di nuove assunzioni contestuali è mancata, quindi si è mentito, questa è la verità! E il prezzo si paga proprio sulla pelle dei cittadini! Sono ovviamente insufficienti i rimedi a cui pensa il Governo, perché c'è un impoverimento dei servizi. Ci vorrebbe una politica diversa, nuova, di investimenti sulla salute e sul sistema sanitario nazionale, invece si va addirittura verso un'inesorabile contrazione dei finanziamenti. Si fanno quindi dichiarazioni di principio, come ha fatto lei poco fa, leggi manifesto, ma poi non si mette mano veramente a quelle che sono le risorse finanziarie: senza impegni economici non ha senso parlare di rilancio della sanità pubblica. Entro il 2025 il sistema ospedaliero pubblico italiano avrà bisogno di almeno 4 mila medici in urgenza, 3 mila in pediatria, 2 mila in medicina interna e anestesia, oltre mille in chirurgia generale e tante altre figure, molte al Sud, dove peraltro, Ministro, le liste d'attesa sono lunghe e nulla si fa per assorbirle. Allora la situazione è drammatica, il blocco prolungato del turnover, soprattutto nelle regioni con piani di rientro, con “quota 100”, ripeto, ha impoverito molte strutture, e l'imbuto fra università e specializzazioni blocca sostanzialmente il sistema. La preoccupazione fra operatori e cittadini è enorme, in modo particolare fra i cittadini del Sud, e le risposte di questo Governo mi sembrano evasive, parziali ed insufficienti. Allora spero che almeno abbiate un sussulto di coscienza, perché parliamo della salute delle persone. Un tema delicato e complesso come questo richiederebbe quantomeno un supplemento di serietà (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

(Elementi e iniziative di competenza in relazione alla determina del 25 febbraio 2019 dell'Agenzia italiana del farmaco concernente l'inserimento della molecola triptorelina fra i medicinali erogabili a carico del Servizio sanitario nazionale – n. 3-00822)

PRESIDENTE. L'onorevole Pagano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-00822 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Presidente, signor Ministro, come è noto, il 25 febbraio ultimo scorso l'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, ha inserito la molecola della triptorelina - che da ora in avanti chiamerò TPR - tra i medicinali erogabili. Tutto ciò per combattere o comunque per cercare di tamponare i problemi legati alla disforia di genere, che com'è noto è un problema legato all'identità di genere. La molecola è off label, cioè non è dedicata a presumibile soluzione di questa problematica, ma è, secondo il nostro parere, grave, giacché con il contributo dello Stato, vi è una fase dell'adolescenza che potrebbe accentuarsi in termini di disagio. C'è un problema legato all'età e alla responsabilità; un problema legato alla genitorialità, che ovviamente deve prendere questa responsabilità, e, dulcis in fundo, è una materia così sensibile, che riguarda la salute e la difesa dei minori e nello stesso tempo la famiglia, che è in mano a un'autorità amministrativa, perché la decisione è solo ed esclusivamente di tipo amministrativo, nella fattispecie del direttore generale dell'Aifa.

Chiediamo se non ritenga opportuno, signor Ministro, sospendere l'applicazione della determina e operare attraverso una prescrizione che, ovviamente, vada in termini diversi rispetto a quello del documento in esame.

PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Giulia Grillo, ha facoltà di rispondere.

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Presidente, la questione posta è molto tecnica e impone anche l'utilizzo di alcuni termini che possono risultare poco comprensibili, e di questo mi scuso fin da adesso. La triptorelina è un decapeptide sintetico analogo del genere H naturale, ormone liberatore delle gonadotropine, la cui somministrazione continua inibisce la secrezione di gonadotropine con conseguente soppressione della funzione testicolare ed ovarica. In caso di persistenza della disforia di genere a pubertà iniziata, le linee guida internazionali, sottoscritte dalle principali società scientifiche del settore, raccomandano espressamente la sospensione della pubertà mediante analoghi del GnRH, ciò al fine di prolungare la fase diagnostica necessaria ad accertare la stabilità della condizione e a moderare la sofferenza causata da cambiamenti corporei, nonché a prevenire cambiamenti fisici irreversibili. Ciò premesso, bisogna precisare che la determina adottata dall'Aifa è giunta in esito ad un'istruttoria molto approfondita, di cui appare opportuno dare sinteticamente conto di seguito. La richiesta di triptorelina nelle liste di cui alla legge n. 648 del 1996 risale al 17 novembre 2017 e fu sottoscritta dalle principali società scientifiche del settore. Dopo il parere pienamente favorevole della CTS (Commissione tecnico scientifica), l'Aifa, proprio in considerazione della delicatezza della condizione clinica della popolazione interessata, ritenne di dover comunque integrare l'istruttoria chiedendo la valutazione del Comitato nazionale di bioetica. Sulla base delle raccomandazioni del Comitato, Aifa ha dunque indicato, ai fini dell'accesso al trattamento, che la diagnosi sia confermata da un'équipe multidisciplinare specialistica composta da specialisti in neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza, in endocrinologia pediatrica, in psicologia dell'età evolutiva e bioetica, alla quale compete effettuare un'analisi di rischi e benefici che abbia al centro esclusivamente l'interesse e il migliore sviluppo dell'adolescente, per quanto in un contesto di obiettiva sensibilità. Desidero informare che, a seguito di richieste di alcune società scientifiche contrarie alla rimborsabilità dei farmaci a base di triptorelina per l'indicazione della disforia di genere, Aifa ha di recente avviato un'ulteriore ricognizione della letteratura scientifica, pianificando anche una ricerca di eventuali segnalazioni avverse. In caso di segnali di rischio specifici o di rilevazione di nuove evidenze scientifiche che possono indicare un rischio non più accettabile per questa indicazione nella popolazione di riferimento, l'Aifa ha assicurato che, in base alla procedura applicabile a tutti i farmaci, presenterà un'eventuale richiesta di revisione agli esperti delle commissioni scientifiche. In ogni caso, voglio precisare che concordo con gli interroganti in merito all'opportunità da essi evidenziata che, vista la portata etica del tema, il Parlamento venga coinvolto nella discussione in oggetto. A tal fine devo rilevare che è all'esame della XII Commissione del Senato uno specifico affare, le cui conclusioni sono previste a breve; sono già state effettuate dodici audizioni e ne rimangono tre. Assicuro che il Ministero darà ogni necessario contributo al dibattito in corso al Senato o a quello relativo ad eventuali atti di indirizzo che il Parlamento, nella sua autonomia, intendesse sottoporre al Governo.

PRESIDENTE. L'onorevole Pagano ha facoltà di replicare.

ALESSANDRO PAGANO (LEGA). Ministro, non me ne voglia, ma secondo me la visione tecnocratica che ha cercato di dare, specie nella prima parte, non è assolutamente soddisfacente, considerato anche che già c'è stata un'interrogazione scritta presentata tre mesi fa, esattamente come oggi, che non ha mai avuto risposta. Questo la dice lunga sul fatto che certamente c'è un'impostazione che probabilmente è anche di tipo ideologico, visto che tutte le cose che sono state citate nell'interrogazione hanno una discutibile valenza scientifica. Circa le decisioni del Comitato nazionale di bioetica, che ha preso una decisione di tipo pilatesco - se ne è lavato le mani, punto e basta -, penso che sia essenziale citare testualmente quello che dice e cioè che un minore in età pre-puberale che si trova in una condizione “…frequentata e accompagnata da patologie psichiatriche e disturbi dell'emotività e dal comportamento, può esprimere - questo l'elemento dubitativo della Commissione nazionale di bioetica - un parere consapevole e libero?”. Io penso che già questo la dica lunga sul fatto che su questo argomento, cioè sul fatto che si possa bloccare la pubertà in bambini dai 12 ai 16 anni, si possa intervenire liberamente con un farmaco, e la dice lunga anche su tanti temi - mi viene in mente il tema dei vaccini, per esempio -, che sono stati sicuramente meno invasivi rispetto a un problema di questo genere. Cioè bloccare la pubertà di un bambino o di una bambina in età puberale penso sia un fatto che, oggettivamente, sta turbando i genitori che in questo momento stanno ascoltando e, probabilmente, nei prossimi mesi la notizia diventerà ancora più ampia. Eppure, nonostante tutto, il dibattito non c'è stato, o comunque, in generale, c'è stata una decisione presa da un organismo amministrativo, che è l'Aifa. Questo non va bene, signor Ministro, perché non è che una decisione di questo genere può essere presa - con il massimo rispetto - da un direttore generale. L'Esecutivo serve a questo, il Parlamento serve a questo: stiamo parlando di una valenza costituzionale, cioè la salute dei bambini, la salute in generale, le famiglie; questi sono elementi che non possono essere lasciati in mano a un capo amministrativo. I minori, in qualunque caso, a parte le decisioni prese dai genitori piuttosto che dallo stesso minore, evidentemente devono essere tutelati in quanto tali: ci sarà un motivo per cui, per esempio, per comprare le sigarette bisogna avere 18 anni e invece qui, per prendere un farmaco di questa gravità, lo si può prendere impunemente?

Allora, mi dispiace, signor Ministro, mi dispiace sicuramente, però noi siamo in profondo disaccordo. Il problema che la Lega sta sollevando è un problema politico perché è evidente che la difesa dei minori, dei bambini, per noi è un elemento essenziale: lo diciamo in tutte le salse e in tutti i modi. È evidente, quindi, che da questo punto di vista, prima ancora di arrivare al dibattito, è necessario che il Governo, nella sua interezza, probabilmente anche in Consiglio dei ministri, trovi una soluzione per evitare che una decisione di questo genere venga presa in capo a un direttore, a un amministrativo. È intollerabile una cosa di questo genere.

(Iniziative urgenti volte a monitorare sotto il profilo sanitario l'emergenza ambientale connessa alla situazione dei rifiuti a Roma, al fine di escludere conseguenze sulla salute pubblica – n. 3-00823)

PRESIDENTE. L'onorevole Calabria ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00823 (Vedi l'allegato A).

ANNAGRAZIA CALABRIA (FI). Grazie, Presidente. È da troppo tempo ormai che la crisi dei rifiuti a Roma è fuori controllo, con cassonetti che traboccano di immondizia in tutta la città, le strade sempre più sporche e una giunta che palesemente non è in grado di fronteggiare questa emergenza sanitaria e ambientale. I romani e i turisti sono ormai sommersi e seppelliti dalle circa 4 mila 600 tonnellate di rifiuti che producono e di cui nessuno si prende cura. Il rischio di cui parliamo, tra l'altro, è un rischio legato alla salute pubblica di tipo infettivo. Dunque, con questa interrogazione chiediamo quali siano le iniziative urgenti che si intendono adottare, per quanto di competenza, per monitorare sotto l'aspetto sanitario l'ormai conclamata emergenza ambientale connessa alla incapacità da parte della giunta di gestire il ciclo dei rifiuti, al fine di escludere rischi sulla salute pubblica per la popolazione residente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Giulia Grillo, ha facoltà di rispondere.

GIULIA GRILLO, Ministro della Salute. Grazie, Presidente. Innanzitutto, va detto che l'interrogazione pone domande in merito ad un'asserita emergenza ambientale presso il comune di Roma, nel presupposto che il Ministero della salute abbia una specifica competenza al riguardo. Devo rammentare che, in base alla normativa vigente, lo Stato svolge principalmente funzione di indirizzo e coordinamento e di definizione dei criteri generali e delle metodologie per la gestione integrata dei rifiuti. Spetta alle regioni, avvalendosi anche delle agenzie regionali per la protezione dell'ambiente, provvedere alla predisposizione, adozione e aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti, nonché all'incentivazione alla riduzione della produzione dei rifiuti e recupero degli stessi. I comuni concorrono, invece, alla gestione dei rifiuti urbani e, in particolare, il sindaco stabilisce, anche nella veste di autorità sanitaria, le misure per assicurare la tutela igienico-sanitaria in tutte le fasi della gestione dei rifiuti urbani.

Tanto premesso, specifico che al momento il Ministero della salute non ha ricevuto segnalazioni di rischio epidemiologico tali da prefigurare un intervento diverso dal normale monitoraggio. Ritengo, comunque, utile illustrare gli elementi che ha fornito il comune di Roma capitale, dai quali emerge l'impegno a porre rapidamente rimedio ai disservizi segnalati nell'interrogazione. L'amministrazione capitolina ha evidenziato che le attuali criticità del sistema di raccolta nel territorio sono riconducibili alla chiusura della discarica di Malagrotta nel 2013 e all'assenza, da più di sei anni, del Piano regionale rifiuti della regione Lazio. La necessità di un piano regionale dei rifiuti per il Lazio, peraltro, è stata riportata da due sentenze del TAR, che ne hanno intimato alla regione l'adozione, pena il commissariamento. Il comune ha sottolineato anche che un ulteriore appesantimento del sistema cittadino è stato determinato dall'incendio, del dicembre scorso, di uno dei quattro impianti che gestiva il trattamento dei rifiuti della città, in merito al quale sembrano profilarsi anche ipotesi dolose.

Da parte sua, l'amministrazione capitolina è impegnata nell'estensione del progetto di raccolta porta a porta per incrementare le percentuali di rifiuti differenziati, che attualmente ha raggiunto circa 320 mila abitanti, con percentuali sopra il 60 per cento. Il comune ha anche avviato un programma per la raccolta differenziata presso le utenze non domestiche - uffici, bar, ristoranti e negozi - con un incremento di 60 mila utenze in più rispetto al passato. Inoltre, è stato attivato un piano straordinario per la raccolta dei rifiuti presso i siti più sensibili, come scuole, ospedali, e così via. Di particolare rilievo, infine, il contratto nuovo di servizio tra l'amministrazione e l'azienda municipale di raccolta dei rifiuti, che prevede meccanismi di premialità per i dipendenti e i dirigenti dell'AMA in base alla qualità del servizio reso.

In conclusione, emerge l'impegno e la determinazione dell'attuale amministrazione capitolina nel cambiare un sistema fallimentare, basato per decenni esclusivamente sull'uso di discariche per i rifiuti; attività, quest'ultima, più volte condannata dall'Unione europea in quanto dannosa per la salute delle persone.

PRESIDENTE. L'onorevole Calabria ha facoltà di replicare.

ANNAGRAZIA CALABRIA (FI). Registro con rammarico la sua risposta, del tutto inefficiente e insufficiente, Ministro Grillo, perché la tariffa dei rifiuti che pagano i romani è la più alta d'Italia, a fronte di un servizio a dir poco disastroso e che, secondo l'Ordine dei medici, sta diventando addirittura un pericolo per i romani. E badi bene, Ministro, questo non è un pericolo inatteso, ma è tutt'altro; è una realtà ampiamente prevedibile, che sicuramente peggiorerà con l'andare avanti della stagione estiva. Questa situazione, tra l'altro, è figlia della superficialità, dell'arroganza, del pressappochismo, dell'approssimazione con la quale Roma è amministrata dal sindaco Raggi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E mi dispiace, Ministro, noi ci siamo rivolti a lei, ma d'altra parte siete figli dello stesso movimento politico e, dunque, lo spirito di scaricabarile notiamo che ha investito anche lei.

Ecco, il sindaco Raggi è un sindaco che in tre anni ha reso la città di Roma invivibile. Avrebbe dovuto indicare alla regione quali fossero i siti per aprire gli impianti per il trattamento di rifiuti e, invece, ce l'ha dimostrato anche lei con la sua risposta, il sindaco Raggi ha preferito scatenare e animare uno scontro politico sulla pelle dei romani, uno scontro politico appunto tra il comune di Roma, amministrato dal MoVimento 5 Stelle, e la regione Lazio, amministrata dal Partito Democratico.

Roma, dunque, da capitale d'Italia è diventata la capitale dell'incuria, della illegalità; vive, la città di Roma, una profonda emergenza ed è per questo che sarebbe opportuno, sarebbe necessario, un intervento fermo, chiaro e deciso da parte del Governo, magari con un commissario, magari con l'intervento dell'Esercito.

Ecco, una piccolissima nota di attualità: il sindaco annuncia oggi, come se nulla fosse, la riapertura, proprio nella giornata di oggi, mercoledì 26 giugno, della stazione metro Repubblica, dopo otto mesi, con perdite commerciali di circa il 70 per cento del fatturato di servizi per i romani e per i turisti, ma tant'è. La riapertura della stazione metro di piazza della Repubblica è la risposta romana alle Olimpiadi di Milano e di Cortina. Ecco, siamo enormemente orgogliosi che la nostra amata patria sia riuscita a conquistare la sede delle Olimpiadi invernali per Milano e Cortina (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), siamo profondamente soddisfatti perché questa è la vittoria dell'Italia del “sì”, è la vittoria dell'Italia che, quando sa giocare di squadra, quando sa mettersi in gioco, riesce ad essere davvero imbattibile. Invece voi no, voi con la vostra paura, voi con la vostra arroganza e con la vostra incapacità, riuscite magari a vincere esclusivamente le Olimpiadi della spazzatura (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ma tant'è. Vede, Ministro, noi forse oggi avremo chiesto troppo con l'organizzazione delle Olimpiadi, se nemmeno sapete gestire la raccolta dei rifiuti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Iniziative relative alla bozza del Patto per la salute in ordine all'ipotesi di subordinare le risorse definite nell'ultima manovra di bilancio al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica e a variazioni del quadro macroeconomico – n. 3-00824)

PRESIDENTE. L'onorevole Rizzo Nervo ha facoltà di illustrare l'interrogazione De Filippo ed altri n. 3-00824 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Signora Ministra, la nostra domanda muove da una contraddizione che ci pare evidente e preoccupante su un tema così decisivo quale il diritto alla salute dei cittadini, un diritto che attiene alla principale delle sicurezze che danno serenità alle persone: avere servizi adeguati ai propri bisogni di salute.

Vi abbiamo sentito dire, in passato, di condividere la necessità di rimettere al centro dell'agenda politica nazionale la salute, nei rischi che corre fra carenza di medici, diseguaglianze territoriali, rischio definanziamento, attraverso un investimento di risorse aggiuntive sul triennio per 4 miliardi e mezzo. Troviamo deludente e preoccupante che, nella bozza di Patto per la salute inviata alle regioni, quell'investimento venga subordinato ad eventuali modifiche necessarie per gli obiettivi di finanza pubblica, cioè per tenere in ordine i conti.

Lei sa, come noi, che mettere in discussione quelle risorse aggiuntive vuole dire rinunciare ad alcune scelte rilevanti, quali l'abolizione del superticket, l'assunzione di medici ed infermieri ospedalieri, aggravando la situazione di grave carenza medica esistente, già drammatica in alcune regioni. Tagliare la sanità per far quadrare i conti nelle stesse ore in cui si favoleggia di far pagare un 15 per cento di tasse anche ai ricchi è ingiusto e inaccettabile…

PRESIDENTE. Concluda.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Concludo, Presidente. E le chiediamo garanzie, togliendo la clausola in oggetto, dimostrando davvero che la salute dei cittadini non è la Cenerentola delle politiche di questo Governo, subordinabile alla propaganda di Stato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Giulia Grillo, ha facoltà di rispondere.

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Grazie, Presidente. Dopo anni di progressivi e inesorabili disinvestimenti nella sanità pubblica, questo Governo ha effettuato, praticamente alla prima occasione che ha avuto, e cioè nella sua prima legge di bilancio, una scelta di campo che io considero estremamente qualificante per l'intera attività di Governo, e dunque anche per questo motivo irreversibile. E così, dopo innumerevoli tagli, possiamo finalmente ridiscutere in quest'Aula di un aumento del finanziamento del Fondo sanitario nazionale pari a 2 miliardi di euro per il 2020 e ulteriori 1 miliardo e mezzo per il 2021. Questi aumenti, è vero, sono condizionati proprio all'adozione del Patto della salute 2019-21, corrispondendo quindi ad una logica di vero cambiamento, per la quale ai maggiori investimenti deve corrispondere un impegno a realizzare azioni che portino a un effettivo miglioramento del sistema, a beneficio finale ed esclusivo dei cittadini che tali investimenti pagano con le loro tasse.

È questo il senso dell'accordo sancito in legge di bilancio tra, appunto, il Governo da una parte e le regioni dall'altra.

Dico subito che, come Ministro della salute, intendo svolgere il ruolo di garante di questo accordo, in nome del quale, in un contesto di grande serietà e collaborazione, è stato già avviato il percorso che porterà alla stipula del Patto della salute. Per questo motivo, non appena sono venuta a conoscenza delle intenzioni del MEF di inserire nella bozza del nuovo Patto della salute una clausola finanziaria che vincola l'incremento del Fondo al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica e variazione del quadro macroeconomico, ho immediatamente chiesto un incontro al Ministro Tria, dal quale mi recherò insieme al Presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome Bonaccini, per far ribadire l'impegno dell'intero Governo a confermare un quadro di risorse certe da destinare alla sanità pubblica.

Per amore della verità, va detto che questa clausola che abbiamo rivisto comparire in questo Patto della salute e che mi trova totalmente contraria, in realtà era stata inserita nel precedente Patto della salute, varato proprio dal Governo del Partito Democratico, e che produsse allora i suoi effetti, tanto è vero che il finanziamento del Fondo sanitario nazionale previsto nel Patto della salute era di 115,5 miliardi, e invece venne finanziato per 111 miliardi. Ecco, noi non vogliamo fare assolutamente lo stesso errore fatto, in quella circostanza, dal Partito Democratico. Ma voglio ancora essere più franca, perché la mia convinzione è che questo schema debba essere cambiato, e che alla sanità non debba essere tolto più neanche un centesimo; e non solo; che ci voglia una certezza di risorse e di finanziamenti per compiere un'adeguata programmazione. Ed è per questo che in questi giorni le forze parlamentari della maggioranza, MoVimento 5 Stelle e Lega, stanno lavorando proprio ad una mozione che intende impegnare il Governo a finanziare in maniera fissa e ad aumento progressivo il Fondo sanitario nazionale, per far sì che non sia ancora una volta oggetto di possibili tagli, come è stato in passato.

PRESIDENTE. L'onorevole Carnevali, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, signora Presidente. Vede, Ministra Grillo, noi le abbiamo già detto recentemente, sempre in quest'Aula, durante un question time, di usare parole di verità. Bene, noi non le permettiamo più di usare le fake in quest'Aula.

Nella scorsa legislatura, dal 2013 al 2018, noi abbiamo messo 6,5 miliardi di risorse sul Fondo nazionale: siamo entrati nel 2013, avevamo 3.500 borse di specialità; siamo usciti da quest'Aula, noi abbiamo portato le borse a più di 6.500, che, con quelle delle regioni, fanno più di 7 mila (Commenti della Ministra Grillo). Quindi, è inutile che lei si permetta pure di sbeffeggiare: siccome questi dati non li dà lei e non se li inventa, ma li danno le regioni, almeno impari a leggere le tabelle che le regioni danno!

E poi scusi, un'altra osservazione: lei gioca sempre, come al solito, su due piani. Il primo: ha smentito che avrebbe sempre avuto contro il Patto della salute, e poi l'ha utilizzato pari pari; ha detto che con il Governo del cambiamento sarebbe finalmente cambiato; ha voluto, nella legge di bilancio, che entro il 31 marzo il Patto della salute fosse sottoscritto. Il risultato è che non solo ha bocciato i nostri emendamenti, che le chiedevano di avere più tempo, come il buon senso chiede, il buon senso chiedeva; e alla fine che cosa arriva a fare? Lei sta allungando il brodo. Lo allunga facendo gli stati generali di consultazione con la maratona: benissimo, ma perché ci ha impiegato sette mesi a fare la maratona sul Patto della salute? Non poteva iniziare a farla a gennaio? Viene a dirci alla fine… questa è la conclusione, perché nelle risposte che dà alla stampa dice: cercherò garanzie quando faremo l'assestamento di bilancio. Bene, cioè nelle nuove manovre del DEF, con l'aggiornamento del DEF; vuol dire che le risposte noi le avremo da qui a settembre.

La gara di chi è più preoccupato non la vince lei, non la vince questo Parlamento, ma la vincono i cittadini; e lei, oggi, non ha dato meno di mezza risposta e meno di mezza garanzia che quel taglio ai 2 miliardi non ci sarà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 15,40, è ripresa alle 16.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angiola, Battelli, Brescia, Colletti, D'Incà, D'Uva, Dal Moro, Delrio, Gregorio Fontana, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giacomoni, Invernizzi, Liuzzi, Lollobrigida, Lupi, Molinari, Parolo, Ruocco, Paolo Russo, Saltamartini, Sisto, Trano, Valente e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente centosei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1603-bis-A.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 1603-bis-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 1 del disegno di legge n. 1603-bis-A: Deleghe al Governo e altre disposizioni in materia di ordinamento sportivo, di professioni sportive nonché di semplificazione (Testo risultante dallo stralcio degli articoli da 6 a 11 del disegno di legge n. 1603, deliberato dall'Assemblea il 12 marzo 2019).

Ricordo che, nella parte antimeridiana della seduta, è stato, da ultimo, approvato l'emendamento 1.500 (versione corretta) del Governo.

Avverto che, fuori dalla seduta, l'emendamento 3.2 Boldrini è stato ritirato dalla presentatrice.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.18 Costa.

Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.18 Costa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.19 Costa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.20 Marin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.21 Marin.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marin. Ne ha facoltà.

MARCO MARIN (FI). Grazie, Presidente. Questo emendamento prevede che il Comitato Olimpico Nazionale e le federazioni sportive acquisiscano un peso diverso all'interno di Sport e salute Spa, cioè prevede che, fatto salvo il consiglio della Sport e Salute Spa fatto di cinque membri, di cui tre indicati dai tre Ministeri individuati come competenti, altri due membri siano messi dal CONI in rappresentanza delle federazioni sportive e, quindi, scelti dalle federazioni sportive e del Comitato olimpico nazionale; non solo, ma che partecipino, ovviamente con diritto di voto, alle decisioni che verranno prese all'interno di Sport e salute Spa perché, se il mondo dello sport è cambiato così velocemente con un articolo inserito nella finanziaria, noi crediamo, come aveva proposto anche durante le audizioni un membro autorevole del CIO come Franco Carraro, che vada almeno monitorato per un periodo questo percorso. Allora, se non si è voluto fermare il percorso per monitorarlo sei mesi, almeno che si dia spazio alle federazioni sportive, che si inseriscano due rappresentanti a titolo definitivo. La maggioranza rimarrà sempre in carico ai tre Ministeri, come è evidente e, quindi, su un numero di cinque, vuol dire due; ma che siano membri effettivi che vengono convocati, che partecipino attivamente e che possano esprimere il loro voto soprattutto perché quando si parla di risorse, noi riteniamo che qualsiasi manager più bravo del mondo comunque, fatta salva la propria competenza e professionalità, ne saprà sempre meno di chi, da presidente di federazione sportiva, ha dedicato la propria vita allo sport italiano (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo solo per dire…

PRESIDENTE. Se si alza cortesemente, onorevole Mollicone.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Solo per dire che sottoscriviamo l'emendamento 1.21 Marin perché ne condividiamo il senso.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.21 Marin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Onorevole Mollicone, lei sa che qui siamo tutti in giacca non perché abbiamo freddo… onorevole Mollicone, non deve parlare, deve rimettersi la giacca. Non deve spiegare…

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente!

PRESIDENTE. L'onorevole Mollicone non ha la parola. Onorevole Mollicone, non ha la parola; non deve spiegare nulla, deve rimettersi la giacca onorevole Mollicone (Commenti del deputato Mollicone). Onorevole Mollicone, lei deve rimettersi la giacca: si comporti seriamente! Lo ripeto, si comporti seriamente, rimetta la giacca…

Onorevole Mollicone, la richiamo all'ordine, per la prima volta.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.22 Marin.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

L'emendamento 1.23 Marin è inammissibile.

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.24 Mollicone, 1.25 Toccafondi e 1.26 Rossi.

Onorevole Marin, l'emendamento 1.22 l'abbiamo appena votato. L'emendamento 1.23 è inammissibile.

Siamo sugli identici emendamenti 1.24 Mollicone, 1.25 Toccafondi e 1.26 Rossi.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.24 Mollicone, 1.25 Toccafondi e 1.26 Rossi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Scusate, revoco l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rossi. Ne ha facoltà.

ANDREA ROSSI (PD). Mi scusi, Presidente. Semplicemente per ribadire il perché noi abbiamo presentato questo emendamento abrogativo. La lettera l) della legge prevede di prevedere che l'articolazione territoriale del CONI sia riferita esclusivamente a funzioni di rappresentanza istituzionale. Chiunque in quest'Aula abbia avuto la possibilità di poter svolgere il ruolo di amministratore pubblico, sia esso regionale o sia esso a livello locale, sa molto bene di come, oggi, quella che è l'articolazione territoriale del CONI più vicina, cioè quella regionale, ha rappresentato e rappresenta sicuramente un luogo di incontro, di confronto, un luogo, anche di programmazione, un luogo di stimolo a quella che è l'attività sportiva nel territorio, un luogo di mediazione tra le istituzioni del territorio e quelle che sono le federazioni sportive. Io penso che relegare solo ed esclusivamente alla rappresentanza istituzionale le articolazioni territoriali del CONI sia un grave errore politico che metterà le nostre istituzioni locali in difficoltà nella gestione delle attività sportive, degli eventi e della promozione sportiva del territorio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.24 Mollicone, 1.25 Toccafondi e 1.26 Rossi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.27 Marin.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marin. Ne ha facoltà.

MARCO MARIN (FI). Grazie, Presidente. Parliamo, anche qui, delle strutture territoriali del CONI che hanno svolto, in tutti questi anni, un lavoro molto importante; c'è il CONI nazionale, ci sono le federazioni sportive e ci sono delle diramazioni territoriali, quindi, i CONI regionali e i CONI provinciali. Per esempio, chiunque abbia fatto l'amministratore locale di un comune sa benissimo quanto il CONI aiuti e supporti nelle attività di promozione sportiva, attività che vanno poi direttamente nelle scuole, nelle piazze dei vari comuni italiani e delle varie città. Francamente, trovo, quantomeno, non voglio dire divertente ma incomprensibile il fatto di togliere funzioni alle strutture territoriali proprio da chi dice: vogliamo essere presenti, per esempio, con l'autonomia; non togliere le strutture territoriali del Comitato olimpico nazionale italiano e, quindi, dei CONI regionali e provinciali.

E, allora, noi prevediamo che esistano le scuole dello sport che tanto hanno fatto in questi anni, perché è lunga la storia dello sport italiano; ci vuole tanto per costruire quello che è stato costruito e ci vuole pochissimo per distruggerlo. Noi prevediamo che esistano le scuole dello sport e che il CONI territoriale, attraverso le scuole dello sport, abbia il compito di formare i tecnici, di formare i preparatori e non solo, svolgendo un'attività di coordinamento fra tutte le federazioni sportive. Io penso, per esempio, ai CONI regionali che parlano con le fondazioni bancarie che sono attive sul territorio e che, spesso, devono dare delle risorse, aiutare e applicare il principio di sussidiarietà al territorio; i CONI regionali hanno quel compito, i CONI provinciali hanno quel compito; essi parlano, sviluppano, promuovono lo sport.

Ecco, noi, con questo emendamento, vogliamo dire che hanno fatto un lavoro importante fino ad oggi - e io credo che dovremmo dirgli grazie, dovremmo dire grazie del lavoro che hanno fatto - invece qui gli si vuole dire: no, grazie, aspettate, faccio tutto io, voi non ci siete più. Questo emendamento chiede - come sempre quando parliamo di sport questo dovrebbe essere ed è secondo me un argomento trasversale - di mantenere queste funzioni territoriali che sono state fino ad oggi importanti e fondamentali anche per le amministrazioni comunali sul territorio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, a nome del gruppo di Fratelli d'Italia annuncio la sottoscrizione di questo emendamento perché ne condividiamo il senso, anche rispetto all'integrazione dell'architettura sportiva nazionale con le scuole, quindi, rispetto allo sport come massima valorizzazione di corretti stili di vita.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.27 Marin, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.28 Fratoianni, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.29 Rossi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rossi. Ne ha facoltà.

ANDREA ROSSI (PD). Presidente, per comunicare che accettiamo la proposta e per motivare il perché accettiamo la proposta di invito al ritiro da parte del relatore Belotti. Quando abbiamo visto questo comma inserito all'interno della legge delega, ci siamo preoccupati - e di questo devo dare atto che nell'audizione il sottosegretario Giorgetti è stato molto puntuale - del fatto che si volesse rivedere una legge importante, approvata nella passata legislatura, che era quella dell'inserimento del limite dei mandati per quanto riguarda i vertici apicali delle federazioni di tutti gli enti sportivi. Abbiamo compreso che la valutazione fatta da questo Governo - e che possiamo anche condividere - è derivata dal fatto che non è che è solamente in discussione il principio della delega dei tre mandati per quanto riguarda le federazioni di vertice a livello apicale e, soprattutto, quelle nazionali, bensì la loro articolazione territoriale, poiché per alcune federazioni, che ovviamente hanno un numero di iscritti a società sportive estremamente inferiore, molte volte può diventare e risultare difficoltoso generare quel necessario ricambio generazionale che era nell'idea principale e iniziale di questa norma.

Quindi, sia per questo emendamento e - anticipo - anche per il prossimo emendamento, il mio emendamento 1.30, accettiamo l'invito al ritiro, trasformando questi due emendamenti in due ordini del giorno che approveremo a fine seduta.

PRESIDENTE. Quindi, gli emendamenti 1.29 e 1.30 Rossi sono ritirati.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.31 Toccafondi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'emendamento 1.33 Lattanzio. La riformulazione è nota.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.33 Lattanzio, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.200 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.400, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1603-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

DANIELE BELOTTI, Relatore. Presidente, emendamenti 2.1 Marin, 2.2 Fratoianni, 2.3 Marin e 2.5 Rossi, parere contrario.

PRESIDENTE. L'emendamento 2.6 Rossi è inammissibile e anche il successivo. Siamo sull'emendamento 2.7 Butti.

DANIELE BELOTTI, Relatore. Emendamento 2.7 Butti, parere favorevole con riformulazione.

PRESIDENTE. Leggo io la riformulazione per praticità?

DANIELE BELOTTI, Relatore. Sì, grazie.

PRESIDENTE. “I centri sportivi scolastici possono affidare lo svolgimento delle discipline sportive esclusivamente ai laureati in scienze motorie o ai diplomati presso gli ex istituti superiori di educazione fisica. Con decreto del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, da adottarsi entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, sono stabiliti i requisiti e gli ulteriori profili professionali a cui può essere affidato dai centri sportivi scolastici lo svolgimento delle discipline sportive”. Qual è il parere del Governo sulle proposte emendative riferite all'articolo 2?

SIMONE VALENTE, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Parere conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). È per accettare la riformulazione.

PRESIDENTE. Siamo, dunque, all'emendamento 2.7 Butti. Ci arriveremo ma consideriamo accettata la riformulazione già da adesso. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.1 Marin.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marin. Ne ha facoltà.

MARCO MARIN (FI). Presidente, intervengo su questo emendamento e anche sui successivi riferiti ai centri sportivi scolastici. Va bene che si faccia lo sport nelle scuole e nei centri sportivi scolastici ma l'organizzazione deve avere una ratio e, cioè, i centri sportivi scolastici senza le federazioni sportive, gli enti associati e le discipline associate servono a poco o a nulla. Cioè, rimarrebbero fissi all'interno della scuola.

Quindi, con gli emendamenti che abbiamo presentato vogliamo dire: chi fa sport nelle scuole - ed è bene che si faccia - lo fa insieme alle federazioni sportive e anche i costi di affiliazione che vengono fatti rispetto alle federazioni sportive devono essere concordati. Quindi, linee guida, perché parliamo di mondo dello sport, che vengono sempre emanate e condivise insieme alle federazioni sportive e al mondo dello sport, perché quando si partecipa, per esempio, alle gare si partecipa alle gare organizzate dalle federazioni sportive. In questo senso sì ai centri sportivi ma radicati proprio dentro - e fortemente - al mondo dello sport.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Marin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

L'emendamento 2.2 Fratoianni è ritirato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.3 Marin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.7 Butti, così come riformulato (la riformulazione è stata accettata). Ricordo che i due precedenti emendamenti sono inammissibili, come detto prima durante l'espressione dei pareri.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Presidente, grazie. Il gruppo di Fratelli d'Italia accetta la riformulazione e ringrazia anche il relatore, in quanto poi la riformulazione l'abbiamo individuata assieme. Lo consideriamo un primo importante passo in avanti verso un obiettivo che abbiamo cercato di individuare anche in un successivo emendamento, che è il 5.20, che è l'obiettivo dell'inserimento nell'organico di ruolo nelle scuole di un soggetto con laurea nello sport, certamente sì, ma anche con il profilo di educatore fisico, un educatore del benessere fisico, del corretto stile di vita, e non solo un insegnante di attività fisica. Anche perché nel moderno concetto di educazione sportiva hanno una grande importanza la motivazione psicologica, come più volte ci è stato ricordato, la formazione del carattere, ed è fondamentale questo, ovviamente, per l'allievo, ma anche la nutrizione per quanto concerne il problema più volte citato anche dell'obesità. Questo farebbe risparmiare anche una quantità enorme di risorse anche al sistema sanitario nazionale per quanto riguarda la prevenzione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.7 Butti, nel testo riformulato, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

Passiamo alla votazione dell'articolo 2.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prestipino. Ne ha facoltà.

PATRIZIA PRESTIPINO (PD). Grazie, Presidente. Parlo con una certa soddisfazione, da docente, per questa novità, che è l'istituzione di un centro sportivo scolastico nelle scuole; cosa che già avviene, ricordiamolo, nelle scuole superiori che appartengono alla provincia di Roma, all'area metropolitana, però sarà una novità per le altre scuole di primo grado. Allora voglio iniziare dicendo che sono stata soddisfatta che il relatore abbia accolto alcuni emendamenti correttivi in questo senso che hanno migliorato il senso dell'articolo 2. L'abbraccio tra scuole e attività sportive è molto stretto, perché le associazioni sportive, lo abbiamo già detto, garantiscono professionalità, controllo e sicurezza. Quindi, è giusto avere accolto il mio emendamento che diceva che le scuole devono anche ascoltare almeno tre associazioni sportive presenti nel territorio dove la scuola è insediata, di questo siamo soddisfatti.

Poi è stato anche accolto un altro emendamento in cui si permette nelle scuole che il consiglio di istituto abbia un ruolo importante, questa cosa era stata dimenticata: il consiglio d'istituto, chi insegna sa che è un organo di coordinamento e di condivisione delle decisioni delle comunità di genitori, di insegnanti, di ragazzi, di personale docente e non docente. Quello che mi lascia e ci lascia perplessi è che ad aprire e a tenere aperte le scuole nel pomeriggio per l'attività sportiva sarà il personale ATA. Ma dove sono i soldi per pagare il personale ATA, alias bidelli, che dovranno avere questa importante funzione di guardiania e di custodia, e anche, quindi, di sicurezza dell'edificio scolastico?

Non sono previsti soldi, sottosegretario: come è possibile che la scuola, che non riesce ad aprire il pomeriggio, a malapena riesce a aprire per le attività extracurricolari di carattere culturale, per il recupero delle materie dei nostri ragazzi, per i laboratori teatrali, come può tenere da sola aperte le palestre fino a tarda sera dove sarà insediato il centro sportivo scolastico? Ecco, penso che sono piccole cose a cui dobbiamo comunque prestare attenzione. Altra cosa: sempre un nostro emendamento prevede la gratuità dell'offerta della pratica sportiva nelle scuole ai ragazzi che hanno disagio economico. Ma come, abbiamo battuto la povertà e poi, nei luoghi dove i ragazzi che hanno un grande disagio economico lavorano e studiano tutto il giorno, non concediamo a loro e alle loro famiglie la possibilità di praticare lo sport in maniera gratuita?

Quindi, siamo soddisfatti che questi emendamenti nella Commissione, durante i lavori di Commissione, siano stati assorbiti. Quello che mi chiedo e ci chiediamo è dove troverete le risorse per mantenere efficiente ed efficace l'attività del centro scolastico sportivo, che è cosa buona e giusta, ma rischia di infrangersi sulla più banale e la più complessa delle questioni, la copertura economica. Le scuole toglietevi dalla testa che lo facciano di propria tasca, perché non hanno i soldi neanche per pagare attività extracurricolari. Ultima cosa, cito De Coubertin: De Coubertin diceva che per ogni individuo lo sport è una possibile fonte di miglioramento interiore.

Consiglio alla maggioranza, che dovrà esercitare la delega che ci accingiamo a conferirle, di prendere decisioni importanti e di farlo subito, immediatamente dopo aver fatto un intenso e proficuo esercizio di attività fisica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1603-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

DANIELE BELOTTI, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 3.3 Rossi e 3.4 Toccafondi.

PRESIDENTE. Il Governo?

SIMONE VALENTE, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 Rossi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.4 Toccafondi, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1603-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

DANIELE BELOTTI, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti 4.1 Rossi e 4.2 Casciello. Sull'emendamento 4.3 Rossi…

PRESIDENTE. È inammissibile. Il Governo?

SIMONE VALENTE, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 4.1 Rossi e 4.2 Casciello.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Casciello. Ne ha facoltà.

LUIGI CASCIELLO (FI). Presidente, mi rivolgo, tramite lei, al sottosegretario Giorgetti, perché noi abbiamo proposto la soppressione di questo articolo, che riguarda gli organi consultivi per la tutela degli interessi dei tifosi. Già la cosa mi sembra abbastanza bizzarra, perché credo che l'interesse dei tifosi - e mi pare evidente che in particolare parliamo del mondo del calcio, che è lo sport nazionale maggiormente seguito nel Paese - sia quello che la squadra raggiunga dei risultati, e così immaginare che le società debbano cambiare anche il proprio statuto - mi pare entro la fine del 2019, se non vado errato - per permettere la presenza nelle assemblee di una rappresentanza dei tifosi. Ora, io, come molti altri italiani, ho la squadra del cuore, seguo la squadra del cuore, ma sicuramente, come tifoso e appassionato di sport, credo che bisogna fare un po' memoria, bisogna tener presente qual è la situazione del rapporto tra società sportive - ripeto, in particolare quello del mondo del calcio - e le tifoserie.

Tra l'altro, per l'amor del cielo, non c'è nessun tentativo di criminalizzare le tifoserie, ci mancherebbe altro, ma ignorare che in questo Paese una parte delle tifoserie abbia un atteggiamento invasivo e indirizzante - dico io - anche delle politiche societarie, o quanto meno nella vita delle società, mi pare voler guardare semplicemente avanti, ma senza avere la memoria di ciò che accade in questo Paese; allora voglio ricordare qualche esempio. Voglio ricordare la finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli, quando fu necessario che il questore di Roma trattasse con un capo ultrà che aveva una serie di problemi che non mi va nemmeno di citare in quest'Aula; voglio ricordare l'atteggiamento, in positivo, dei tifosi del Genoa - se non ricordo male - nei confronti della squadra di calcio al punto da chiedere che restituissero e dismettessero la maglietta del Genoa; oppure, ancora, quando dovette intervenire la magistratura per sventare un'operazione di espropriazione proprietaria e societaria della Società Sportiva Lazio calcio da parte anche di esponenti della malavita organizzata, insieme ad altri famosi esponenti del mondo dello sport che purtroppo non ci sono più, e quindi certo non cito in questa occasione. Ma poi, anche e soprattutto nelle serie minori: ricorderete quando qualche anno fa una partita di calcio della serie C, Salernitana-Nocerina - io lo ricordo bene, perché sono di Salerno -, fu sospesa dopo pochi minuti perché i tifosi imposero ai calciatori della Nocerina di fingere degli infortuni in modo che mancasse il “numero legale” dei giocatori; e non voglio citare altri casi famosi di ingerenze criminali, verso grandi società italiane, sulle quali, tra l'altro, indaga la magistratura: la vicenda dei biglietti della Juventus non è di ieri. Allora, in questo modo, voi immaginate di poter gestire il mondo della tifoseria con un provvedimento, se mi permettete, populista più che popolare, nell'accezione peggiore, aprendo le porte della società e minando, secondo me e secondo noi, anche il diritto all'attività imprenditoriale. Tra le altre cose, immaginate, anche in un momento di crisi dello sport e degli investimenti da parte dell'imprenditoria, quanto questa novità legislativa possa indurre molti ad un disimpegno, proprio per evitare condizionamenti addirittura all'interno delle società (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vazio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO (PD). Presidente, sarò più breve del collega che mi ha preceduto, ma chiederei al relatore di questo provvedimento di fare attenzione su un emendamento soppressivo che ritengo particolarmente importante. La norma che voi tentate di approvare e che volete approvare è una norma, francamente, con tutto il bene che vi voglio, decisamente atipica nel quadro delle norme del diritto civile: voi inserite una norma che riguarda interessi del tifoso andando a snaturare un impianto normativo che riguarda le società per azioni, cioè imponete - imponete! - alle società per azioni e non solo, alle società sportive, che queste società modifichino i loro statuti per introdurre un organismo consultivo che non è previsto nella natura e nelle cose nell'ambito del codice civile, perché le società sportive e commerciali, le società per azioni, agiscono in forza di norme del codice civile, e sono anche società quotate in Borsa, talvolta, allora mi domando come sia possibile non prevedere un riferimento alle norme del codice civile. Leggo il testo, perché probabilmente lo avete proposto con una certa superficialità. Dite che negli atti costitutivi della società sportive - quindi non solamente del calcio, di tutte le società sportive - sia prevista la costituzione di un organo consultivo che provvede con pareri obbligatori, ma non vincolanti, alla tutela degli interessi specifici dei tifosi. Ho un paio di domande: quali sono gli interessi specifici dei tifosi? Sono quelli di non pagare il biglietto? Sono quelli di non essere controllati alla porta d'ingresso dello stadio? Sono quelli di partecipare in maniera più ordinata alle partite di calcio? O quali sono questi interessi? Credo che andrebbero specificati, perché gli interessi così declinati non sono interessi. Cos'è, un interesse soggettivo? Un diritto soggettivo? Non sappiamo neanche come lo avete qualificato. Ma la cosa aberrante è che prevedete che gli interessi dei tifosi siano governati, all'interno di un organismo consultivo, da chi tifoso non è, o comunque da chi tifoso potrebbe non essere, perché voi eleggete questi soggetti all'interno degli abbonati delle società sportive, ci possono essere abbonati che non sono tifosi e ci potrebbero essere tifosi che non sono abbonati, e quindi questi interessi verrebbero gestiti da chi tifoso non è! Quindi, una doppia aberrazione: introduciamo nelle società commerciali un organismo che non è in natura e pretendiamo che l'interesse dei tifosi - che comunque vanno anche accolti, e io credo che lo spirito sia giusto - vadano tutelati da chi tifoso non è, e quindi non ha la sensibilità che magari ha un tifoso.

Voglio dire che la proposta di soppressione va nel senso di dire: apriamo gli occhi, approfondiamo questo tema. Ma, dall'altro lato, credo che, tenendo conto anche degli aspetti positivi che la norma si prefigge, debba essere quantomeno contornata da una concretezza e da una precisione giuridica che questa norma, abbiate pazienza, non ha. Perché, ripeto, non è possibile prevedere che interessi non meglio specificati di soggetti non costituiti giuridicamente in un'associazione siano giustificati e tutelati da chi tifoso non è, da abbonati, che quindi pagano un biglietto e, per il solo fatto di pagare il biglietto, possono rappresentare interessi di altri soggetti. Credo che questa sia un'aberrazione che vada decisamente corretta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marin. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARCO MARIN (FI). Grazie Presidente, ha già espresso molto bene il principio l'onorevole Casciello, ma ricordiamoci che qui, siccome si parla del calcio, ci sono persone a tutti i livelli e a tutte le categorie che mettono risorse economiche, che ci sono società quotate in Borsa, e noi vogliamo dire che queste persone, a tutti i livelli di società, con appesantimenti economico-burocratici (perché il voto deve essere, tra le altre cose, elettronico anche per le società dilettantistiche), devono sentire quei tifosi che, spesse volte, come ha detto giustamente l'onorevole Casciello, per usare un eufemismo, faranno pressioni fortissime su queste società. Francamente, pensare che ci sono degli imprenditori che amano il calcio, che investono nel calcio e che devono avere pressioni da frange del tifo che, spesso, purtroppo, una minima parte, piccolissima parte, sono violente, lo trovo incomprensibile e, se mi permette, addirittura vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA (ore 16,55)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Grazie Presidente, tramite lei mi rivolgo al sottosegretario Giorgetti che vedo però impegnato. Vorrei rivolgermi tramite lei al Governo.

PRESIDENTE. Colleghi! Prego, onorevole Palmieri.

ANTONIO PALMIERI (FI). Dicevo che, tramite lei, mi rivolgo al sottosegretario Giorgetti e anche al relatore Belotti, offrendo loro una soluzione, una via d'uscita, nel senso che, come hanno già detto i colleghi che mi hanno preceduto, voi in questo modo state scardinando il diritto societario; allora, c'è un modo elegante per voi di uscirne.

Avete votato, e abbiamo votato, pochi minuti fa, alla lettera n) dell'articolo 1, una riformulazione del relatore ad un emendamento 5 Stelle. La nuova formulazione prevede di individuare forme e condizioni di azionariato e di altri strumenti di partecipazione popolare e così via. Credo che quella possa essere una strada percorribile se accettaste di accantonare l'emendamento, di riformularlo nel senso di non andare in questo dettaglio, di non comprendere all'interno le società professionistiche e di ragionare, di dare una norma quadro che indichi al Governo la via di favorire per le piccole realtà sportive - tale è lo spirito del relatore - una effettiva partecipazione popolare.

Quindi, da qui formulo la richiesta di un accantonamento per riflettere e riformulare l'emendamento in una formula, ripeto, che non scardini il diritto societario del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Provenza. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie Presidente, era solo per rivendicare nello spirito alcune delle fonti ispiratrici di questo passaggio che sono legate ovviamente a criteri di trasparenza e a criteri di partecipazione.

In particolare, ho sentito l'intervento del collega Casciello a cui vorrei ricordare sommessamente che il parere dell'organo consultivo è obbligatorio ma non vincolante e che nell'organismo consultivo sono assolutamente esclusi, quindi per cause di ineleggibilità, coloro i quali sono soggetti a un provvedimento di condanna, anche con sentenza non definitiva, per reati commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive.

Penso che noi dobbiamo guardare ai tifosi come a delle persone sane, appassionate e che possono sostenere questo mondo dello sport. È chiaro - e mi sembra anche logico – che ci sono delle frange di tifosi che non vanno denominate con questa terminologia e, quindi, anche alla luce di esempi virtuosi europei, inserire questa norma, che si ispira alla trasparenza e alla partecipazione, così come è stato sollecitato in collegamento anche con l'emendamento che abbiamo votato poc'anzi dell'azionariato popolare e delle altre forme di partecipazione, è un segno di civiltà che il Paese si aspetta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevole Palmieri, le chiedo la cortesia di chiarire alla Presidenza: c'è stato un cambio in corsa, lei ha avanzato una richiesta formale di accantonamento?

Prego, onorevole Palmieri.

ANTONIO PALMIERI (FI). Sì, Presidente, per dare modo di riflettere un po' meglio al Governo e relatore sul tema di cui stiamo trattando.

PRESIDENTE. Allora, su tale richiesta chiedo se vi sia un oratore a favore e uno contro che intendano intervenire.

SALVATORE CAIATA (FDI). Chiedo di parlare a favore dell'accantonamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Presidente intervengo assolutamente a favore dell'accantonamento, perché è fondamentale chiarire un aspetto. La fede, la passione e il coinvolgimento emotivo di tutti i tifosi sono propri di tutte le società; siamo tifosi tutti e, da questo punto di vista, tutti siamo padroni della nostra fede.

Questo è l'aspetto emotivo ed emozionale. Poi vi è l'aspetto giuridico: proprietari delle società sono i proprietari, gli azionisti delle società; non possiamo creare una commistione tra l'aspetto emotivo, che è proprio di tutti, e l'aspetto societario, che è proprio degli organi societari.

Per cui ben venga una delegazione di rappresentanza in seno alle società quando le nostre società avranno forme partecipative, come quelle che esistono all'estero, di partecipazione popolare, per cui azionariato popolare, partecipazione popolare e rappresentanza popolare in seno alle società; ma, fino a quando l'istituto giuridico è quello nostro, non possiamo creare tale commistione, altrimenti vorrei partecipare anche ai consigli d'amministrazione dei teatri per decidere della stagione teatrale o di tutte le altre utenze.

Non facciamo confusione fra la fede in una squadra e la proprietà della stessa squadra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Vi sono colleghi che intendono parlare contro la proposta di accantonamento? Non mi sembra.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento degli identici emendamenti 4.1 Rossi e 4.2 Casciello.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 47 voti di differenza.

DANIELE BELOTTI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DANIELE BELOTTI, Relatore. Mi permetto, dopo aver ascoltato una serie di interventi, di prendere la parola su una materia nella quale ho qualche competenza: ho cinquant'anni, anzi cinquantuno, e quest'anno faccio il quarantacinquesimo abbonamento all'Atalanta (Applausi). Ecco, grazie, magari un applauso per l'Atalanta in Champions League (ogni tanto magari una piccola squadra ci può andare).

Posso semplicemente dire questo: mi sembra che si sia un po' drammatizzata la questione riguardo a questo organo di tifosi. Possiamo però - e magari lo dico, anche tramite la Presidenza, all'onorevole Caiata, che è anche presidente di una squadra di calcio - considerare i tifosi come azionisti morali di una squadra di calcio oppure pensiamo che siano dei clienti?

E' un'altra cosa, perché, altrimenti, vi sarebbe il caso…Vi sono tantissime squadre, 145 negli ultimi quindici anni, mi permetterò di ripeterlo dopo in dichiarazione di voto: 145 squadre, dalla serie A alla serie D, negli ultimi quindici anni, che sono fallite. E quando fallisce una squadra, che rappresenta una comunità, non è come se chiude un negozio, col dispiacere perché chiude il negozio: è una ferita per la comunità, è una ferita per migliaia di persone (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Non è un caso che, quando fallisce una squadra di calcio, il titolo, la palla viene presa in mano dal sindaco: in nessun altro tipo di azienda è il sindaco che interviene direttamente per cercare di salvare la situazione.

Qui ci sono deputati di Bari, di Parma, di Firenze; parlo solo delle realtà più grandi che hanno vissuto situazioni di questo tipo. Abbiamo… Cagliari no! Abbiamo quindi la possibilità di dare cinque minuti ad una rappresentanza dei tifosi, in sede di assemblea dei soci, per alzare la mano e dire come la pensano. Cinque minuti, è questo il dramma? È questa magari invece la formula per evitare le manifestazioni, le contestazioni violente, perché vengono canalizzate in una possibilità di sedere cinque minuti in un'assemblea di soci e dire a tu per tu con la società quello che può andare bene e quello che magari si può migliorare; o meglio magari anche quello che va male, il più delle volte.

Quindi lo spirito è questo, non c'è dietro né la criminalità organizzata, né questo, né quell'altro, né le curve né i violenti: c'è la possibilità di dare voce ai tifosi. Se non la si vuol dare, va bene, torniamo a dare in mano le società a presidenti speculatori, che usano i tifosi, la passione dei tifosi per farsi gli affari loro e mandare in malora e mandare in difficoltà un'intera comunità di tifosi. Noi intendiamo migliorare il dialogo, e lo facciamo in questo modo, sull'esempio di quanto avviene in Germania, sull'esempio di quanto avviene in Spagna; e magari possiamo anche noi dare un esempio ed una voce ai tifosi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rossi. Ne ha facoltà.

ANDREA ROSSI (PD). Presidente, vorrei rispondere molto rapidamente al collega Belotti, tramite lei. Noi comprendiamo molto bene le tematiche che, in questo momento, sono state illustrate, tematiche che riguardano un po' quell'aspetto emozionale ed irrazionale al quale prima l'onorevole Caiata faceva riferimento; ma, di fronte a tematiche che toccano la sfera più emozionale ed irrazionale (parla una persona che ovviamente vive quel mondo, anche all'interno proprio fisicamente degli stadi italiani), ritengo sia un errore non accogliere la proposta, avanzata dall'onorevole Palmieri, ossia quella di consegnare a questo Governo non una delega così stringente. Noi abbiamo scritto un provvedimento dove diamo delle deleghe completamente in bianco e, su questo nuovo articolo, che viene inserito dopo la fase di audizione dei diversi soggetti del mondo dello sport, introduciamo elementi stringenti quali la tipologia di voto, il numero dei presenti.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Rossi.

ANDREA ROSSI (PD). Non diciamo “no” ad una idea di partecipazione dei tifosi; diciamo solo però che, nel momento in cui introduciamo delle deleghe così stringenti, sarebbe più opportuno dare uno spazio diverso e trovare un modo diverso di partecipazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1603-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

DANIELE BELOTTI, Relatore. Emendamento 5.1 Boldrini, parere contrario. Emendamento 5.2 Marin, parere contrario. Emendamento 5.3 Boldrini, parere contrario.

PRESIDENTE. L'emendamento 5.4 Carfagna è inammissibile.

DANIELE BELOTTI, Relatore. Emendamento 5.5 Versace, parere contrario. Emendamento 5.6 Versace, parere contrario. Emendamento 5.7 Ascani, parere contrario. Emendamento 5.201 della Commissione, parere favorevole. Emendamento 5.8 Rossi, parere contrario. Emendamento 5.9 Rossi, parere contrario. Emendamento 5.10 Rossi, parere contrario. Emendamento 5.11 Marin, parere contrario.

Emendamento 5.12 Pettarin, parere contrario. Emendamento 5.13 Marin, parere contrario. Emendamento 5.14 Boldrini, parere contrario. Emendamento 5.15 Occhionero, parere contrario. Emendamento 5.16 Butti, parere contrario. Emendamento 5.17 Ascani, parere contrario. Emendamento 5.18 Occhionero, parere contrario. Emendamento 5.19 Butti, parere contrario. Emendamento 5.20 Butti, parere contrario. Emendamento 5.21 Lucaselli, parere contrario.

Emendamento 5.22, se mi permette di segnalare un errore, un refuso, che però stravolge completamente…

PRESIDENTE. È stato già letto all'inizio della seduta.

DANIELE BELOTTI, Relatore. Sta bene, grazie.

PRESIDENTE. Prego.

DANIELE BELOTTI, Relatore. Emendamento 5.22 Butti, parere contrario. Emendamento 5.200 della Commissione, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIANCARLO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.1 Boldrini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Signora Presidente, qui stiamo entrando nell'ambito del professionismo. Vorrei leggere l'emendamento in questione, il 5.1, dove si dispone la promozione e garanzia delle pari opportunità tra donne e uomini nell'accesso al professionismo sportivo. Perché presento questo emendamento o presentiamo questo emendamento? Qual è il problema, signora Presidente? Vede, quando noi in questi giorni abbiamo visto le nostre atlete, le nostre azzurre, le calciatrici che scattano a destra e a manca, fanno gol e portano a casa vittorie, noi abbiamo l'idea di avere davanti sicuramente delle professioniste. E invece no: quelle ragazze non lo sono; sono delle dilettanti, esattamente come capita a tutte le ragazze, le donne che praticano una disciplina sportiva. Sono destinate ad essere dilettanti, anche se…

PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo di abbassare il tono della voce, per favore. Colleghi… Prego, onorevole Boldrini.

LAURA BOLDRINI (LEU). Quindi dicevo, signora Presidente, e so anche di incontrare la sua sensibilità, che le donne sono dilettanti anche quando giocano nella squadra nazionale, anche quando vanno ai Mondiali; e quindi non possono utilizzare quegli strumenti che sono previsti dalla legge n. 91 del 1981.

Quindi che vuol dire questo? Vuol dire che, secondo il regolamento del settore, le calciatrici non possono accedere alla legge che offre tutele e garanzie per loro, ma non possono avere neanche un rimborso spese annuo superiore a 27 mila euro, al massimo; al massimo possono essere aggiunti dei premi, fino ad arrivare, appunto come nel caso della nazionale, a 40 mila euro l'anno. Il paradosso quindi qual è? Il paradosso è che i calciatori milionari possono accedere anche alle tutele ed avvalersi delle tutele previste dalla legge n. 91 del 1981, in quanto sono professionisti e non hanno il tetto salariale; invece, le ragazze atlete hanno il tetto salariale e non possono avvalersi neanche della legge prevista.

Allora, lei capisce che noi non possiamo, sottosegretario Giorgetti, di nuovo mi appello a lei perché so che la materia le sta a cuore…Tutelare le figure del lavoratore e della lavoratrice dello sport è importante e questa revisione non può più essere procrastinata perché siamo fuori tempo massimo. Se una persona è un lavoratore o una lavoratrice, non lo si può decidere per la capacità finanziaria della federazione, del datore di lavoro, ma a deciderlo, come ricordano anche le sentenze europee che sono state fatte in materia, può essere solo la condizione stessa del lavoratore o della lavoratrice.

Quindi, nel caso delle atlete e degli atleti, perché anche agli uomini è negato lo stato di professionista (tranne che per quattro discipline, per tutte le altre discipline anche ai ragazzi è vietato l'accesso al professionismo), se il reddito principale deriva dallo sport, e quindi le atlete sottostanno alle regole tipiche del lavoro subordinato (gli orari, gli allenamenti, gli impegni) ed erogano una prestazione con continuità, sono innegabilmente lavoratrici alle quali, quindi, dovrebbero essere riconosciute le minime tutele.

E' per questo, signora Presidente, che chiedo una valutazione un po' più approfondita, se possibile, in merito a questo scoglio perché siamo fuori tempo massimo. Quest'Aula oggi ci dà la possibilità di rimuovere tale discriminazione di genere. Mi appello al Governo perché ciò venga fatto, signora Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

GIANCARLO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Grazie, Presidente. Faccio riferimento all'emendamento 5.1 Boldrini ma ci sono anche gli emendamenti Marin 5.2, 5.3 Boldrini ed altri. Direi che la questione può essere risolta alla lettera b) del comma 1, laddove attualmente è previsto “il riconoscimento del principio della specificità dello sport e del rapporto di lavoro sportivo come definito a livello nazionale e dell'Unione europea, nonché del principio della pari opportunità nella pratica sportiva”, aggiungendo una frase che formalizzeremmo con un emendamento: “e nell'accesso al lavoro sportivo sia nel settore dilettantistico sia nel settore professionistico”, come recita il comma 1 esattamente nel principio della delega che il Governo chiede al Parlamento.

Quindi, in questo modo, facendo riferimento ai principi generali previsti dal comma 1, riusciamo in qualche modo a rispondere ad una legittima aspettativa del mondo oggi molto conosciuto del calcio femminile ma evidentemente esteso anche ad altre discipline.

PRESIDENTE. Mi scusi, sottosegretario, lei quindi sta proponendo una riformulazione dell'emendamento 5.3 Boldrini?

GIANCARLO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Propongo di intervenire sulla materia alla lettera b) nella formulazione che ho proposto e che, sentiti gli uffici naturalmente, se i proponenti e la Commissione convengono, potrebbe essere approvata in quella sede.

PRESIDENTE. Quindi, è un invito al ritiro degli emendamenti 5.1 Boldrini e 5.2 Marin e una riformulazione dell'emendamento 5.3 Boldrini?

GIANCARLO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Esatto.

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Ringrazio il sottosegretario per la disponibilità. Chiederemo, però, una sospensione di cinque minuti, visto che stiamo trattando temi importanti e delicati e c'è una riformulazione importante. Cinque minuti credo che consentano, a quel punto, al Comitato dei nove di poter anche approfondire un attimo.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie. Noi prendiamo atto delle dichiarazioni impegnative da parte del Governo. Appare di tutta evidenza che il senso delle dichiarazioni del sottosegretario Giorgetti impatta su una serie di emendamenti e non solo su quello di cui stiamo discutendo e, quindi, sembra naturale aderire alla proposta del presidente Fornaro perché il Comitato dei nove su questo si deve esprimere in maniera organica al fine di poter convenire rispetto al tema che è stato posto.

MARCO MARIN (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO MARIN (FI). Grazie, Presidente. Naturalmente siamo favorevoli alla richiesta del Comitato dei nove di una sospensione di cinque minuti, ma vogliamo già anticipare che, riguardo a quanto abbiamo sentito, che poi mi sembra significativo ma anche molto semplice quando si parla di queste cose, per quanto riguarda l'emendamento di Forza Italia, abbiamo sentito parole importanti. Bene la sospensione, ma siamo consapevoli che le parole vanno nel senso giusto e, quindi, esprimiamo un parere favorevole.

LUIGI CASCIELLO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Casciello, per Forza Italia ha già parlato l'onorevole Marin. Sospendo la seduta proprio per darvi modo nel Comitato dei nove di definire al meglio la questione. La seduta riprenderà alle ore 17,30.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 17,20, è ripresa alle 17,30.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Il relatore ha chiesto di intervenire per riferire all'Aula le determinazioni assunte dal Comitato dei nove.

DANIELE BELOTTI, Relatore. Allora, avremmo trovato un accordo con tutti i componenti del Comitato dei nove per una riformulazione, con identico testo, degli emendamenti 5.1 Boldrini, 5.2 Marin, 5.3 Boldrini, 5.5 Versace, 5.6 Versace e 5.7 Ascani.

PRESIDENTE. Allora, chiedo ai presentatori degli emendamenti un po' di attenzione, così da ascoltare le riformulazioni che il relatore propone.

DANIELE BELOTTI, Relatore. Magari li ripeto, visto che c'è stato un po' di brusio. Emendamenti 5.1 Boldrini, 5.2 Marin, 5.3 Boldrini, 5.5 Versace, 5.6 Versace e 5.7 Ascani. Il testo prevede, al comma 1, lettera b) di aggiungere, in fine, le seguenti parole: “e nell'accesso al lavoro sportivo sia nel settore dilettantistico sia nel settore professionistico”.

PRESIDENTE. Onorevole Boldrini, Prendo atto che ha ritirato l'emendamento 5.1. Accetta la riformulazione dell'emendamento 5.3?

LAURA BOLDRINI (LEU). Sì, Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Marin, emendamento 5.2? Prendo atto che è ritirato. Onorevole Versace, emendamenti 5.5 e 5.6. Dovrebbe accettare la riformulazione e ritirare. Quale ritira, onorevole Versace? Mantiene l'emendamento 5.5, accettando la riformulazione proposta dal relatore, e ritira l'emendamento 5.6. Facciamo così ? Bene.

Onorevole Ascani, accetta la riformulazione dell'emendamento 5.7? Prendo atto che accetta. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, nel testo riformulato, sugli identici emendamenti 5.5 Versace, 5.3 Boldrini e 5.7 Ascani, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41) (Applausi).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.201 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.8 Rossi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.9 Rossi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.10 Rossi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.11 Marin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.12 Pettarin. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Grazie, Presidente. Sempre tramite lei, mi rivolgo ai sottosegretari Valente e Giorgetti e anche all'onorevole Boldrini - purtroppo non la vedo; eccola lì – perché, come abbiamo visto questa mattina e questo pomeriggio, se la collega Boldrini propone dei correttivi e degli emendamenti il Governo le dà retta. Quindi, stiamo vivendo una sorta di gender gap al contrario su questo provvedimento.

Ma fatta questa scherzosa premessa, parliamo di cose serie e di questo emendamento. Io invito le colleghe e i colleghi della Lega a prestare attenzione a questo emendamento, perché la stragrande maggioranza di loro vengono dalle amministrazioni locali e probabilmente molti di loro fanno parte di associazioni sportive, di bocciofile e di club che insistono nel loro territorio. Questa norma, la norma del collega Pettarin, sana un gravissimo errore e una gravissima ingiustizia in merito a cui l'intero mondo del Terzo settore si è lamentato nei confronti del Governo, perché in quella norma sedicente “spazza corrotti” avete approvato - la maggioranza ha approvato - una norma scellerata in base alla quale se uno sventurato ha avuto la ventura di fare il consigliere comunale non può più far parte di alcun tipo di associazione sportiva, a nessun titolo. Allora, io invito seriamente il Governo a prendere l'occasione, visto che pubblicamente - se non ricordo male -, addirittura il Premier si è esposto rispetto agli enti del Terzo settore garantendo un intervento che saldasse questa evidente stonatura e forzatura. Per cui, nuovamente vengo a chiedere di porre l'attenzione su questo emendamento e a rivedere il parere da parte del relatore ed eventualmente, come ha fatto già nell'emendamento poco fa, a prendersi una pausa di riflessione con un opportuno accantonamento di pochi minuti per valutare l'opportunità di cambiare il parere.

Quindi, prevedo la sua domanda, e formulo una richiesta di accantonamento.

PRESIDENTE. Quindi, c'è una richiesta formale di accantonamento dell'emendamento 5.12 Pettarin. Chiedo il parere del relatore sulla richiesta di accantonamento.

DANIELE BELOTTI, Relatore. Presidente, siamo contrari per il semplice fatto che nel “decreto crescita”, all'articolo 43, è stata modificata la norma introdotta dallo “spazza corrotti”. Leggo testualmente quanto dice la lettera b) dell'articolo 43 del “decreto crescita”: “le fondazioni, le associazioni e i comitati i cui organi direttivi o di gestione sono composti per almeno un terzo da membri di organi di partiti o movimenti politici, ovvero persone che sono o sono state, nei sei anni precedenti, membri del Parlamento nazionale o europeo o di assemblee elettive regionali o locali di comuni con più di 15 mila abitanti, ovvero che ricoprono o hanno ricoperto, nei sei anni precedenti, incarichi di governo a livello nazionale, regionale o locale in comuni con più di 15 mila abitanti”. Quindi, sono stati derogati tutti gli altri.

PRESIDENTE. Onorevole Palmieri, mantiene comunque la richiesta di accantonamento anche dopo la spiegazione del relatore?

ANTONIO PALMIERI (FI). Presidente, il punto è il limite dei 15 mila abitanti, perché è evidente che questo non risolve, paradossalmente, il problema.

PRESIDENTE. Quindi, mantiene la sua richiesta di accantonamento.

ANTONIO PALMIERI (FI). Certo, mantengo la richiesta.

PRESIDENTE. Allora, chiedo ai colleghi se vi sia un oratore a favore e uno contro sulla richiesta di accantonamento formulata dall'onorevole Palmieri.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Chiedo di parlare a favore.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Presidente, il punto è quello che l'onorevole Palmieri ha appena evidenziato. L'altro elemento è che tradurre dieci anni, con una modifica, in sei anni non ha alcun tipo di cambio rispetto a quella che è l'essenza della norma che si cerca di cambiare. Il punto è che sottoporre a degli oneri di carattere burocratico le associazioni sportive dilettantistiche, quali quelli che la norma “spazza corrotti”, nonostante le modifiche, prevede, evidenzia la mancata conoscenza di quelli che sono gli elementi organizzativi che moltissime - forse tutte - associazioni sportive dilettantistiche hanno: problematiche di denari, problematiche di burocrazia, problematiche di organizzazione. Sottoporle a quegli oneri vuol dire veramente creare una possibilità che questi soggetti non abbiano più modo di procedere, perché evidenziare che gli oneri siano gli stessi di quelli che spettano ai partiti, compreso il ricorrere a società di revisione per quanto riguarda la documentazione quando si ha la “disgrazia” di avere un componente ex politico nei propri organismi nei precedenti sei o dieci anni, è veramente una situazione che non fa il bene delle nostre associazioni sportive dilettantistiche, ma fa a pugni con la realtà del nostro sport.

PRESIDENTE. Prendo atto che non ci sono colleghi che intendano intervenire contro sulla proposta di accantonamento.

Passiamo dunque ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 5.12 Pettarin.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 47 voti di differenza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Grazie, Presidente. Innanzitutto, desidero sottoscrivere questo emendamento e, in secondo luogo, insisto che non riesco a capire per quale diavolo di motivo se io ho già deciso che, conclusi questo Parlamento e questa legislatura, mi dedicherò a un'associazione bocciofila, un'associazione di boxe o un'associazione di ballo liscio, ma non posso farlo. Ma che cazzo di legge è questa (Commenti)?

PRESIDENTE. Onorevole Fatuzzo, la richiamo all'ordine e la invito a utilizzare un linguaggio consono a quest'Aula, per cortesia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.12 Pettarin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.13 Marin.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marin. Ne ha facoltà.

MARCO MARIN (FI). Presidente, intervengo brevemente, per leggerlo, e ci metto pochi secondi. Noi chiediamo di aggiungere le seguenti parole: “nel rispetto dei principi di pari opportunità tra donne e uomini sanciti dalla Costituzione”. Io francamente faccio fatica a pensare che questo emendamento del gruppo Forza Italia non possa avere parere favorevole da parte del Governo oggettivamente. Allora, è un atteggiamento che francamente…e siccome siamo l'opposizione, noi rispettiamo il Governo e il Governo ci rispetta. Quindi, chiedo anche al sottosegretario Giorgetti che se ci deve dire qualcosa ce lo dica al microfono, non serve far gesti. Il gruppo di Forza Italia chiede un principio semplice, cioè di garantire la pari opportunità fra donne e uomini così come sancito dalla Costituzione. Prendiamo atto che il parere è negativo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.13 Marin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Avverto che gli emendamenti 5.14 Boldrini e 5.15 e 5.18 Occhionero sono stati ritirati dalle presentatrici. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.16 Butti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento il gruppo di Fratelli d'Italia intende affrontare la questione, che certamente è molto ben nota al sottosegretario Giorgetti, della figura del semiprofessionista e lo facciamo a tutela, ovviamente, dell'atleta, perché c'è, come è stato ricordato, il lavoratore sportivo, cioè il professionista, c'è il dilettante, che in modo saltuario esercita l'attività sportiva, ma c'è anche il semiprofessionista, che spesso ha anche un reddito dignitoso, ma che è privo di tutte le tutele che noi conosciamo, laddove, cioè, evidentemente, le società non pagano i contributi dovuti. Quindi, questa è una figura, sottosegretario Giorgetti, che prima o poi dovrete codificare. Questa forse era l'occasione migliore e, per distinguere questi profili, è sì importante capire quale sia il reddito del lavoratore sportivo, ma è indispensabile sapere quanto fattura anche la società, perché ci sono società - e non è una news quella che noi diamo - che fatturano anche 10 o 12 milioni di euro (prendo a esempio alcune società della pallavolo femminile o della pallavolo maschile), che sono ovviamente qualificate come dilettantistiche ma che pagano i loro atleti senza riconoscere contributi sanitari e previdenziali. Secondo me, secondo il gruppo di Fratelli d'Italia, onorevole Giorgetti, onorevole relatore, questa era l'occasione buona - e forse è ancora l'occasione buona, dovesse modificare il suo parere su questo emendamento - per inserire il semiprofessionismo nella norma, che è importante e che il Parlamento sta votando.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.16 Butti, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.17 Ascani. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ascani. Ne ha facoltà.

ANNA ASCANI (PD). Grazie, Presidente. Intanto abbiamo fatto un piccolo passo in avanti grazie al lavoro di tutti e grazie all'impegno del sottosegretario, di nuovo, in linea di principio perché il sottosegretario, oggi, dopo un lungo lavoro in Commissione, per la prima volta ha aperto alla possibilità che si possa fare un passo in avanti riguardo al professionismo delle atlete. Non so quanti tra i colleghi sanno come funziona la norma sul professionismo, cioè che ci sono soltanto quattro sport, esclusivamente maschili, che ad oggi rientrano sotto questa definizione e come a questa definizione si leghino le tutele. Pensando alle atlete ci viene in mente naturalmente una cosa banale come la maternità, per cui noi nella scorsa legislatura abbiamo costituito un fondo, cosa che però sarebbe automaticamente superata se invece le norme sul professionismo fossero automaticamente applicate anche alle donne che praticano quei medesimi sport.

Allora, siccome il sottosegretario oggi ha fatto una cosa nuova rispetto al dibattito in Commissione, cioè ha aperto a quella possibilità, noi qui semplicemente ribadiamo, nella lettera in cui si parla della revisione della normativa sul professionismo sportivo, che proprio lì si dica: “prevedendo espressamente l'applicabilità automatica delle norme sul professionismo sportivo allo sport femminile”, cioè che quello che si stabilisce per gli uomini valga in automatico anche per le donne, cosa che abbiamo detto quando abbiamo parlato di pari opportunità nelle definizioni di principio. Quindi, a me pare impossibile che il Governo, che da un lato dice una cosa, qui ne voglia dire un'altra.

Ora, qualcuno diceva che a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina. Non vorrei che il sottosegretario abbia voluto, per mettere a tacere le opposizioni, stabilire un principio che non ha alcuna intenzione poi di esercitare nella delega, mentre qui, che invece lo si dice in modo più stringente, ci dice di no, proprio perché invece non vuole applicare quelle norme. Siccome, però, a pensar male si fa peccato, facciamo che io rinuncerei volentieri al mio peccato, se il sottosegretario convincesse il relatore a cambiare il suo parere su questo nostro emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.17 Ascani, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.19 Butti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Presidente, noi qui proponiamo una diversa gestione e quindi anche una diversa ripartizione dei ricavi dei diritti audiovisivi ottenuti dalla Lega Calcio di serie A, che sappiamo essere un tema molto delicato; sappiamo bene tutti che praticamente tutti i gruppi nel corso degli anni - ed anche in questa legislatura - ne hanno proposto una sostanziale modifica.

È il decreto Melandri che stabilisce, come sa l'onorevole Giorgetti, che la serie A debba versare, per il tramite della Federazione, il 10 per cento derivante proprio dalla commercializzazione dei diritti sportivi televisivi alle categorie inferiori. Ricordo che all'estero, nella serie A spagnola, in Francia, in Inghilterra, fanno molto - molto di più - per aiutare, incentivare e agevolare non solo le categorie inferiori, ma anche altre discipline sportive. Il tema della ripartizione è stato oggetto anche di interventi significativi da parte dei Governi nel quinquennio precedente.

Quindi, oltre a quanto già previsto dal decreto Melandri, noi chiediamo di aumentare al 15 per cento la percentuale da destinare non solo alle categorie inferiori ma anche all'Anac, perché sappiamo essere impegnata contro il fenomeno delle scommesse sportive clandestine, cioè gestite dalla malavita organizzata, e una parte da destinare anche al fondo anti-ludopatia, perché sappiamo perfettamente che il tema, così come lo avete affrontato nel “decreto dignità”, non è stato affatto risolto. Però, onorevole Giorgetti - Presidente parlo con lei ma, ovviamente, per il suo tramite parlo con l'onorevole Giorgetti -, saremmo anche disponibili a ritirare questo emendamento e a presentare un ordine del giorno, però vorremmo capire da parte sua quale potrebbe essere l'atteggiamento del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

GIANCARLO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Vorrei rassicurare l'onorevole Butti che nella delega c'è una lettera specifica, perché la mutualità, così come è stata reimpostata, oggettivamente tradisce quello che era lo spirito originario da cui era nata. Per cui, sicuramente c'è la volontà di rendere partecipi anche altre discipline sportive. Se vuole fare un ordine del giorno, sono assolutamente disponibile a valutare la questione.

PRESIDENTE. Quindi, l'onorevole Butti ritira l'emendamento 5.19 con la promessa di presentare un ordine del giorno. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.20 Butti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, io vorrei sottoscrivere questo emendamento, e vorrei sottoscriverlo ancora più convintamente perché oggi si celebra la XXXII Giornata mondiale di lotta alla droga. E noi, come Fratelli d'Italia, con questo emendamento vorremmo normalizzare l'educazione al benessere fisico, vorremmo normalizzare il diritto a degli stili di vita sani, vorremmo normalizzare l'educazione allo sport e a una vita vissuta all'insegna della competizione sana con l'altro, di poter trovare nella propria esistenza, dentro di sé, il proprio talento e il senso.

Beh, contro questa cultura, imperante, della normalizzazione dell'uso di droga e dei cannabinoidi, noi proponiamo la normalizzazione del benessere, degli stili di vita sani, dello sport, dell'educazione ad una vita libera dalla droga.

E allora, sottosegretario Giorgetti, sarebbe così bello approvare questo emendamento, perché si potrebbe celebrare sì dignitosamente la Giornata mondiale di lotta alla droga, si potrebbe sì celebrare la vita libera dalla droga, si potrebbe sì promuovere lo sport e soprattutto si potrebbe contribuire a dire, in questa Giornata, no alla droga, senza se e senza ma.

Quindi, le chiedo di unirsi a noi, di unirsi a Fratelli d'Italia e di dirlo forte e chiaro, abbracciando questa campagna (I deputati del gruppo Fratelli d'Italia espongono volantini con scritto: “Nessuno ne parla”).

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, abbassate i volantini, sapete che in Aula non è consentito. Onorevole Mollicone, la prego, tolga quel palloncino, lo sa che in Aula non si può. Non siamo al circo. Una volta a scuola, un'altra volta al circo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.20 Butti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.21 Lucaselli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento il gruppo di Fratelli d'Italia ha inteso affrontare una questione che, secondo noi, in questo momento dovrebbe essere risolta. Come sappiamo, in tema di prestazioni degli addetti che operano nel settore no profit, la riforma del Terzo settore ha ridefinito regole in maniera molto importante e in maniera sostanziale, è rimasta però, a questo punto, una questione che deve necessariamente essere affrontata, e cioè quella di come individuare a livello normativo i giocatori, quindi gli sportivi non professionisti, che partecipano a società e quindi alle associazioni sportive dilettantistiche che dovessero a un certo punto decidere di entrare a far parte del codice del Terzo settore. Perché il problema che noi cerchiamo di affrontare e di risolvere attraverso questo emendamento è che, qualora un'associazione sportiva dilettantistica decida di entrare a far parte degli enti del Terzo settore, queste rigidità, le rigidità previste dal testo unico, creerebbero problemi per la gestione degli sportivi dilettanti, i quali, da un lato, percepiscono comunque compensi, e quindi non possono essere considerati i volontari e, dall'altro, invece, non sono neanche considerati lavoratori, e quindi, ovviamente, qualora invece fossero considerati dei lavoratori, il loro inquadramento tramite Cococo difficilmente consentirebbe di rispettare il trattamento economico e normativo previsto dal CCNL di settore.

Abbiamo, quindi, chiesto, attraverso questo emendamento, la possibilità di armonizzare la normativa e di dare la possibilità in questo caso di un inquadramento certo, a norma di legge.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.21 Lucaselli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.22 Butti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Presidente, credo che qui ci sia un refuso, che solo apparentemente è innocuo, nel senso che è sparita una vocale, è sparita la vocale “e”, quindi penso sia mutato anche il significato e l'obiettivo del nostro emendamento, che riguardava i videogiochi, i giochi elettronici, ed ecco la spiegazione della “e” che precedeva il termine “sport”. Vedo che anche il relatore annuisce. Quindi, non so se il parere contrario del relatore è riferito all'emendamento che noi stiamo valutando, che però ha nel suo contenuto questo refuso che ho appena indicato, o se invece è nei confronti degli e-Sports. Vorrei capire questo. Insomma, stiamo parlando comunque di videogiochi competitivi, che hanno un mercato di un miliardo e mezzo di dollari, che peraltro, come disciplina sportiva, ha attirato l'attenzione anche del CIO recentemente, per la quale ci sono veri e propri cyber-atleti che concorrono in competizioni dove ci sono montepremi addirittura milionari e hanno addirittura una piattaforma TV, che è la Twitch TV, che veicola questo tipo di competizioni. Stiamo parlando di cyber-atleti, allora vorrei capire se il parere era contrario riferito agli e-Sports oppure ad un emendamento che francamente visto così non ha alcun senso, e se così fosse, lo ritirerei anche.

Vedo che anche l'onorevole Giorgetti sorride, però risolviamola questa cosa.

PRESIDENTE. La Presidenza all'inizio lo ha precisato, non so se il relatore onorevole Bellotti vuole aggiungere qualcosa. Prego.

DANIELE BELOTTI, Relatore. Al di là che ovviamente, in forma ufficiale, non potremmo approvare un emendamento che è completamente stravolto dalla mancanza di una semplice lettera, però, prendendo anche per buono il refuso, diciamo che è un po' prematuro per gli e-Sport - poi ognuno può giudicarli come vuole, io sono sempre un po' tradizionalista e definire uno sportivo uno che sta lì a smanettare davanti al computer magari non è proprio la mia idea di sport -; infatti, l'e-Sport, pur essendoci un interesse da parte del CIO, non è ancora prevista, e non è stata definita come disciplina sportiva. Prendo atto che l'onorevole Butti vede molto più avanti, però noi dobbiamo stare un attimino alle attualità.

PRESIDENTE. Onorevole Butti, lo ritira? Prendo atto che l'emendamento 5.22 Butti è ritirato. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.200 della Commissione. Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.200 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 53).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 54).

Passiamo agli articoli aggiuntivi.

Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

Avverto che per un mero errore tipografico, l'articolo aggiuntivo 5.02 Butti deve intendersi come aggiuntivo all'articolo 5 e non all'articolo 4. Prego, onorevole Belotti.

DANIELE BELOTTI, Relatore. Articolo aggiuntivo 5.01 Ascani, parere contrario. Articolo aggiuntivo 5.02 Butti, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

SIMONE VALENTE, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 5.01 Ascani.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.01 Ascani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 5.02 Butti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Presidente, noi prendiamo atto del parere contrario del relatore; però, qui parliamo di produzione audiovisiva degli eventi, ed è un emendamento che mira a restituire alle produzioni audiovisive trasparenza, terzietà e anche sicurezza. Per cui, visto il parere contrario, io sarei orientato a ritirare l'emendamento per presentare un ordine del giorno.

Ma perché parliamo di trasparenza? Perché noi chiediamo che la produzione degli audiovisivi sia centralizzata anziché, come spesso avviene, demandata ai singoli club. Noi chiediamo, cioè, che ci siano delle immagini realizzate con criteri standard garantiti dall'organizzatore della competizione, e non dell'evento; e, credetemi, in tempo di VAR stiamo raccontando una cosa sacrosanta, stiamo dicendo una cosa vera.

Terzietà perché in epoca appunto di VAR le immagini elaborate dalla Lega Calcio e non dai singoli club hanno il rispetto oggettivo e collettivo; e poi sicurezza, perché le autorità competenti in caso di necessità - cioè, di richiedere per esaminare quelle immagini, e non ci riferiamo alle immagini della gara ma a quanto accade sulle curve o sugli spalti -, avrebbero un unico interlocutore, cioè la Lega e non i singoli club.

Quindi, per non pregiudicare il concetto che noi stiamo esprimendo con un voto contrario, preferisco ritirare l'emendamento e presentare un ordine del giorno, sperando nell'indulgenza e nella lungimiranza dell'onorevole Giorgetti.

PRESIDENTE. L'articolo aggiuntivo 5.02 Butti è dunque ritirato.

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1603-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

DANIELE BELOTTI, Relatore. Emendamento 6.1 Rossi, parere contrario. Emendamento 6.2 Boldrini, parere contrario. Emendamento 6.3 Boldrini, parere contrario. Emendamento 6.4 Boldrini, parere contrario. Emendamento 6.5 Rossi, parere contrario. Emendamento 6.200 della Commissione, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

SIMONE VALENTE, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.1 Rossi.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1 Rossi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.2 Boldrini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Signora Presidente, anche qui parto dal testo dell'emendamento, così è chiaro a tutta l'Aula di cosa stiamo parlando. Qui parliamo di previsione esplicita per le associazioni sportive di disposizioni statutarie che garantiscano una rappresentanza equilibrata delle donne e degli uomini a tutti i livelli e per tutte le cariche decisionali. Quindi, anche qui, siccome si tratta di una delega, quello che il Parlamento può fare è comunque dare degli indirizzi.

Partendo dalla realtà, noi ci accorgiamo, signora Presidente, che qui non c'è assolutamente una rappresentanza equilibrata tra gli uomini e le donne. Se vede nel CONI, il CONI ha approvato l'obbligo per le federazioni nazionali di avere almeno il 33 per cento di donne nei propri consigli federali, che sono i CDA, diciamo, delle federazioni; questo, però, a partire dalla prossima composizione, ossia dopo i Giochi olimpici.

Questo tuttavia non può essere sufficiente, è chiaro, perché se non si producono azioni positive che rendono possibile l'ingresso delle donne nel tessuto quasi esclusivamente maschile dello sport, i risultati saranno veramente molto scarsi. Ne è prova il fatto che, a livello territoriale e locale, le donne nelle sedi regionali delle federazioni e nelle sedi regionali del CONI sono attualmente pochissime: vi è una, una sola presidente regionale, sottosegretario Valente, del CONI nel comitato Trento e Bolzano. Quindi, gli organi di rappresentanza e di governo sportivo nazionale e locale devono mettere in campo delle azioni culturali che valorizzino le donne e le rendano anche visibili.

Mi sembrava quindi opportuno, visto che oggi abbiamo fatto comunque un buon salto in avanti per ridurre le discriminazioni, che questo Parlamento potesse dare un indirizzo anche negli organi di rappresentanza, che ci sia un equilibrio tra donne e uomini.

In questo senso, non so se magari si volesse compiere una riflessione, visto che noi non si va ad essere “normativi” su questo, ma si dà un indirizzo in tema di rappresentanza: non so se il sottosegretario Giorgetti, anche da questo punto di vista, riterrebbe un segnale positivo riflettere sul parere che è stato dato (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.2 Boldrini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.3 Boldrini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Signora Presidente, in questo caso siamo di fronte a un emendamento per cui non è veramente plausibile il fatto che non accolga il favore della maggioranza e del sottosegretario Giorgetti. Qui noi parliamo - leggo testualmente - di “previsioni di obblighi e adempimenti in capo alle associazioni sportive atti a rilevare e prevenire eventuali molestie e condizioni di discriminazione previste dal codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198”. Dunque prevenire molestie e condizioni di discriminazione: ma come si fa a votare un parere contrario a questo? Chi può essere favorevole alle molestie? Ripeto: alle molestie? Veramente, il mio è in tutto un atteggiamento privo di polemica, signor Presidente, ma non posso immaginare che voi consideriate, invece, che non si debba fare nulla per prevenire le eventuali molestie: quindi vanno bene le molestie? Allora, nello sport le donne devono essere molestate (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Ma no, non è possibile: non è possibile. Colleghi e colleghe, il testo è chiaro; il testo è molto chiaro ed è molto semplice. Allora, su questo testo, sul fatto di prevenire eventuali molestie e condizioni di discriminazione, penso che nessuna maggioranza possa dirsi contraria, quindi, anche in questo caso, chiedo un supplemento di riflessione, perché forse capisco che magari ci può essere stata anche una svista (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pollastrini. Ne ha facoltà.

BARBARA POLLASTRINI (PD). Grazie, signor Presidente. Mi rivolgo a lei anche perché immagino la sua attenzione, che conosco come conosco la sua sensibilità su questi temi. Anch'io, intanto, voglio aggiungere la mia firma all'emendamento 6.3 Boldrini e, se si può dire, spiritualmente quella del mio gruppo. Mi rivolgo, attraverso lei, al sottosegretario perché, davvero, anch'io non riesco a capire come sia stata possibile quella che ritengo per il momento una svista, che immagino, davvero, il sottosegretario e il relatore vorranno sanare, signora Presidente. Mi chiedo come sia stato possibile non prendere in esame un emendamento di saggezza e soprattutto un emendamento coerente con le leggi e le regole di questo Stato, con le regole che ci siamo date nel corso di tanti anni di battaglie e di traguardi raggiunti, di contrasto pieno e di un piano d'azione contro molestie e violenze alle donne. Tra l'altro, noi siamo tutti al corrente delle denunce delle donne sportive, di tantissime donne sportive, autorevolissime, che hanno detto con chiarezza che le loro discriminazioni non sono solo salariali, non sono solo di presenza nelle associazioni - già in sé discriminazioni inaccettabili in un Paese civile e democratico davvero - ma sono discriminazioni che si possono iscrivere proprio in quel campo odioso e inaccettabile per ognuna di noi che attiene alla dignità di ogni persona.

Quindi, guardi sottosegretario, è un emendamento davvero saggio in piena coerenza con le leggi del nostro Stato, con le leggi di civiltà che ci siamo dati; abbiamo votato - lo voglio ricordare - talvolta all'unanimità in questa Aula, quindi, davvero, io non riesco, non riusciamo come gruppo PD, a comprendere quella che vorrei ritenere per il momento una svista, grave ma una svista. La prego di accantonare l'emendamento e penso di potere unire la mia voce a quella della collega Boldrini per chiedere un'immediata correzione, perché altrimenti non sarebbe proprio comprensibile la scelta a maggioranza della Commissione e la sordità del Governo innanzi a una proposta di pura civiltà e di grande buonsenso (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Per fare una proposta: mi pare anche evidente che sul tema si possa e si debba trovare una soluzione unanime. Da questo punto di vista mi sento di dire che aver proposto l'emendamento all'articolo 6 può presentare evidentemente letture differenti da quelle che erano dei proponenti, perché l'articolo 6 riguarda il tema della professione dell'agente sportivo, mentre la questione in oggetto ovviamente supera il tema dell'agente sportivo e potrebbe trovare - questa è la nostra proposta al relatore e al Governo - una riformulazione, invece, all'interno dell'articolo 8, dedicato alla semplificazione degli adempimenti. All'interno degli adempimenti ci potrebbe quindi essere la previsione di obblighi in capo alle associazioni sportive atte a rilevare eccetera.

GIANCARLO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Direi che la materia, ivi compresa, oltre al genere, anche la tutela dei minori, possa essere utilmente prevista all'articolo 8. Quindi chiedo al relatore di predisporre un testo condiviso così quando arriviamo all'articolo 8 abbiamo la possibilità di intervenire. Effettivamente, l'articolo 6 riguarda gli agenti sportivi, quindi sarebbe mal posto.

PRESIDENTE. Chiedo quindi al relatore quali siano le intenzioni: accantoniamo l'emendamento e poi magari lo riformuliamo in sede di esame dell'articolo 8?

DANIELE BELOTTI, Relatore. Sì, accantoniamo l'emendamento 6.3 Boldrini.

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Per una rivalutazione complessiva di questi temi, è stato giustamente introdotto il tema legato alle violenze ai minori; poiché nell'emendamento 6.4 Boldrini sono toccati temi riguardanti l'omofobia, la violenza di genere, per coerenza chiederei l'accantonamento anche dell'emendamento 6.4 Boldrini in modo da arrivare poi ad avere una formulazione unitaria.

PRESIDENTE. Chiedo al relatore il parere sulla proposta di accantonamento dell'emendamento 6.4 Boldrini.

DANIELE BELOTTI, Relatore. Se mi permettete, il gender gap non c'entra niente riguardo alla discriminazione, perché la diversa retribuzione degli atleti o delle atlete non dipende da una norma ma dipende dagli appassionati, dal volume d'affari che ha una disciplina sportiva…

PRESIDENTE. Quindi lei non accetta la proposta di accantonare?

DANIELE BELOTTI, Relatore. No

PRESIDENTE. Per adesso accantoniamo l'emendamento 6.3 Boldrini e passiamo all'esame dell'emendamento 6.4 Boldrini (Proteste del deputato Basini).

Onorevole Basini, è stato accantonato l'emendamento 6.3 Boldrini, quindi non può fare dichiarazioni di voto… in genere si dà la precedenza al Governo. Quando chiede di intervenire il Governo - lei può protestare quanto vuole -, il Governo ha la precedenza.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.4 Boldrini. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Signora Presidente, allora poiché il relatore ha evidenziato solo uno degli aspetti di questo emendamento, forse per avere una visione completa vale la pena parlare dell'intero emendamento - sono tre righe - in cui si aggiunge, infine, le parole: “e a rimuovere discriminazioni, gender gap, transfobia, omofobia, violenza di genere e molestie in ambito sportivo”. Siamo di fronte a un emendamento che vuole dire che ogni forma di discriminazione deve essere allontanata dallo sport, ogni forma di discriminazione, quindi, quella dovuta appunto all'orientamento sessuale e anche le molestie mirate al genere femminile, le molestie di genere, la violenza di genere.

Quindi, è un emendamento che sollecita qualcosa che dovrebbe essere nelle cose, cioè evitare che nello sport ci siano discriminazioni e questo, relatore, è lo spirito con cui ho formulato questo emendamento che non vuole essere altro che quello che si può evincere leggendolo. Se poi c'è un problema di parola sul “gender gap”, una volta che ho chiarito che per me vuol dire “discriminazione di genere”, sono disposta a metterla in italiano, magari, se questo suona meglio. Comunque, l'importante è che sia chiaro che la discriminazione di genere, la transfobia, l'omofobia, le violenze di genere e le molestie in ambito sportivo non ci devono essere. Questo è il senso del mio emendamento, per questo credevo che il suggerimento del capogruppo di accantonare, di fare un pacchetto di accantonamenti per questi due emendamenti, fosse perché seguono la stessa linea antidiscriminazione, in qualche modo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Grazie, Presidente. Devo dire che per me l'occasione è particolarmente preziosa per sollevare un tema di cui si parla pochissimo, tra l'altro volevo aggiungere la mia firma a questo emendamento, che è quello della discriminazione omofobica e transfobica nel mondo dello sport. Sappiamo tutti come è considerato, a tutt'oggi, nel mondo dello sport, essere omosessuali o, figuriamoci, trans, nonostante i grandi progressi che si sono fatti nella nostra società; ricordiamo che in questi giorni celebriamo i 50 anni del Pride e nonostante i successi che siamo riusciti a portare nella legislazione, anche, incredibilmente, nel nostro Paese, nello sport e, in particolare, nello sport professionistico non si ha notizia di atleti che siano dichiaratamente omosessuali o, peggio, in alcuni settori dello sport femminile si ha, come dire, il pregiudizio contrario, per cui tutte le atlete sono necessariamente lesbiche e, magari, anche questo tema diventa un tema prevalente rispetto alle stesse performance delle medesime atlete.

Allora, io credo che questo sia un argomento di cui veramente si parla molto poco nella nostra società, ma è importante che una classe dirigente, e, quindi, il Parlamento, che ha anche un'autorità morale, si debba evidentemente porre il fatto che ci siano atleti che non possono vivere in libertà e in dignità e che sono preoccupati per la propria carriera, ma, probabilmente, anche per la propria reputazione sociale, per la propria, mi viene da dire, incolumità, perché sappiamo che spesso le curve degli stadi non sono particolarmente tenere quando vogliono attaccare qualcuno e sappiamo, ancora, che il razzismo all'interno degli stadi è un fenomeno importante, radicato e a cui non abbiamo ancora reagito con l'energia e con la determinazione che sarebbe necessaria.

Allora, io credo che nel momento in cui andiamo a discutere un provvedimento sullo sport sia assolutamente indispensabile che il Governo e il Parlamento si dichiarino, innanzitutto, in modo evidente, contro qualsiasi discriminazione, anche perché gli atleti possano gareggiare e allenarsi in modo sereno, senza essere costretti a vivere nella paura, a vivere nel terrore, a nascondersi. Sappiamo quanto anche atleti professionisti siano sotto la pressione dell'opinione pubblica, così come le loro vite private, i loro matrimoni, la stampa, il gossip, allora è evidente che questo non debba imporre a queste persone, che sono persone, per quanto privilegiate e per quanto magari titolari di stipendi particolarmente lussuosi, una compressione dei loro diritti, della loro dignità e della possibilità di vivere come qualsiasi altro cittadino, nel rispetto da parte di tutti.

Allora, posto che questo problema c'è ed è un problema, lo ripeto, di cui, deliberatamente, non si parla e che viene sostanzialmente rimosso, io credo che, nel momento in cui cominciamo a parlare di sport, sia indispensabile e sia importante che, in modo maturo, guardiamo con grande concretezza, con grande pragmatismo a questa vicenda; io penso che sia l'occasione di metterci mano.

Allora, dato che si tratta di una legge delega, io chiedo al sottosegretario Giorgetti di considerare questo aspetto, che non è un aspetto né di costume né di colore, ma che ha a che fare con i diritti e la vita di chi fa sport, mi appello anche al sottosegretario Valente e al MoVimento 5 Stelle che almeno a parole si fa sempre portatore dei diritti della comunità LGBT, ci piacerebbe vedere anche qualche, come dire, applicazione pratica di questo sostegno della comunità LGBT che non sia soltanto verbale e, quindi, chiedo che la maggioranza accetti di unire questa tematica a quella già discussa precedentemente e, quando andremo a lavorare sull'articolo 8, si dica chiaramente che questa legge vuole combattere in modo serio, lo ripeto, pragmatico, quello che è un fenomeno che ancora non abbiamo eradicato dalla nostra società e che necessita di essere risolto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Presidente, vorrei sommessamente fare presente al relatore e, se lo ritiene, anche al sottosegretario che lo sa perfettamente… se il relatore avesse la bontà di ascoltarmi…

PRESIDENTE. Onorevole Belotti…

ROBERTO GIACHETTI (PD). Relatore, volevo sommessamente farle presente che, nell'ambito dei lavori parlamentari, la procedura dell'accantonamento non prefigura un cambio di posizione della Commissione rispetto al parere espresso; capita, però, come in modo virtuoso è successo stamattina e credo che sia una cosa positiva, per esempio, con l'intervento del sottosegretario, che ci sia la possibilità di approfondire una materia e ottenere un risultato che non è un risultato a favore del deputato o del relatore, ma è un risultato a favore di un provvedimento che, generalmente e comunemente, viene considerato migliorato.

Non è una forma ostruzionistica, perché non c'è ostruzionismo in corso; stiamo sviluppando un dibattito, relatore, e, probabilmente, se noi ripensassimo la decisione di non accantonare questo emendamento che, a mio personale avviso, potrebbe, con un approfondimento, trovare una ratio simile a quella che abbiamo fatto per l'emendamento precedente, eviteremmo di fare un dibattito che presumo adesso durerà per un certo tempo. Questo dibattito si approfondisca in Commissione, qualora non ci sia un accordo e non si trovi una soluzione, si torni in Aula e la Commissione manterrà la sua opinione e si voterà in quel senso. Ma non capisco perché, su una cosa che non è ostruzionistica, che non comporta un pregiudizio sulla decisione che ha preso la Commissione, ma una evidente e secondo me realistica possibilità di approfondire un tema che è abbastanza in linea con quello che abbiamo deciso, non proseguire questo dibattito in Commissione e, magari, trovare una soluzione senza che lo alimentiamo in Aula su posizioni contrapposte, tutto qui.

PRESIDENTE. Do la parola al Governo (proteste del deputato Basini), onorevole Basini, ci sono delle regole, previste dal Regolamento, delle prassi e dei precedenti. Le rispettiamo, ma quando chiede il Governo la parola… Intanto, la invito ad essere educato e rispettoso nei confronti della Presidenza. Do la parola al sottosegretario Giorgetti, prego.

GIANCARLO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Colleghi, visto che sono ormai esperto della materia, il Comitato olimpico internazionale ha adottato delle regole che tutti i Comitati olimpici nazionali devono recepire e a loro volta, nei principi informatori, declinare nelle federazioni. Quindi, se noi andiamo a vedere a livello degli statuti e delle regole che le federazioni nazionali hanno adottato, troveremo in qualche modo già recepita tutta una serie di indicazioni di questo tipo. Quello che probabilmente non è recepito è la declinazione a livello di associazioni sportive di questi principi che sono ormai consolidati, diciamo così, nell'ordinamento sportivo internazionale e nazionale.

Quindi, la proposta che faccio io, prima di costruire, come ha giustamente osservato l'onorevole Giachetti, dei dibattiti che lasciano il tempo che trovano nella misura concreta che poi si va ad adottare, è che, sia l'emendamento 6.3 Boldrini sia l'emendamento 6.4 Boldrini, nell'articolo degli agenti sportivi non c'entrano nulla e questo lo abbiamo consolidato con l'intervento dell'onorevole Fornaro. La mia proposta è quella di affrontare la materia all'articolo 8, siamo nell'ambito di una legge delega, con un principio che in qualche modo impegni a declinare anche negli statuti delle associazioni sportive quelli che sono i principi consolidati che ovviamente sono i principi dello sport e che sono già oggi parte integrante dei principi informatori delle federazioni sportive nazionali, in quella sede.

E, secondo me, risolviamo, nell'interesse di tutti e, diciamo così, conformemente a quello che è il principio sportivo, una materia che, secondo me, deve essere un po' depurata dai contenuti ideologici.

Quindi, questo è l'invito che io faccio alla Commissione, cioè di formulare, in sede di articolo 8, un principio di adempimenti a livello di associazioni sportive dilettantistiche che recepisca quelli che sono i principi informatori che in qualche modo il Comitato olimpico internazionale ha già ben stabilito e ben identificato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore sulla proposta di accantonamento?

DANIELE BELOTTI, Relatore. Anche per una questione di tempi, per guadagnare tempo, io voglio fare una proposta di riformulazione se siete d'accordo e se non siete d'accordo allora andiamo in Comitato dei nove. Mi riferisco a una riformulazione che accorpi gli emendamenti 6.3 e 6.4 Boldrini con questo testo: “previsione di obblighi e adempimenti in capo alle associazioni sportive atti a tutelare i minori, rilevare e prevenire eventuali molestie, violenze di genere e condizioni di discriminazione previste dal codice delle pari opportunità tra uomo e donna di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 128, come previsto dalla Carta olimpica”.

PRESIDENTE. Immagino che questa proposta sia espressione del Comitato dei nove.

DANIELE BELOTTI, Relatore. Ovviamente, questo emendamento va trasferito all'articolo 8.

PRESIDENTE. Intanto bisognerebbe scrivere la disposizione. Quindi, a questo punto si accantonano gli emendamenti e li esamineremo quando affronteremo l'articolo 8. Mi sembra più ragionevole procedere così.

Onorevole Belotti, quindi accantoniamo gli emendamenti 6.3 e 6.4 Boldrini, scriviamo la riformulazione - e la condivide, naturalmente, con il Comitato dei nove - e poi la esaminiamo quando arriviamo all'esame dell'articolo 8. Giusto? Questo naturalmente se viene accettata dai presentatori.

Onorevole Belotti, se sta bene passiamo al successivo emendamento.

Passiamo, dunque, alla votazione dell'emendamento 6.5 Rossi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Basini. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BASINI (LEGA). Onorevole Presidentessa e onorevoli colleghi, nel 1856 nel Parlamento subalpino, a Torino, Farini, fra le altre cose, diceva una cosa su cui dovremmo tutti riflettere: “Voi dovete lasciare alla libertà tutta la sua applicazione. Voi potete fare leggi per reprimere, non per prevenire”. La prevenzione è il sistema tipico delle dittature, che non si limitano a reprimere il reato, mettono i cittadini in condizioni di perdere gran parte delle loro libertà per prevenirlo. Questo è vero per quanto riguarda la prevenzione delle possibili discriminazioni e per quanto riguarda tutte le disposizioni che sono stati presentate e che ridiscuteremo all'articolo 8. Devo solo fare un'aggiunta. Vorrei pregare i colleghi della sinistra di non adoperare sempre delle iperboli, di non parlare sempre in maniera drammatica di ogni problema. Non state prendendo il Palazzo d'Inverno tutti i giorni, perché altrimenti passate per dei professionisti dell'indignazione e questo non aiuta il dibattito (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Presidente, voglio chiedere al collega che cosa c'entra con l'emendamento 6.5 del collega Rossi questa sua dotta e illuminante discussione (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. La Presidenza naturalmente coglie l'occasione per invitare tutti a intervenire nel merito degli emendamenti di cui si discute.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (MISTO). In verità, onorevole Presidente, ho cercato di intervenire sull'emendamento 6.3 Boldrini che avete pensato di ritirare e non capisco bene il perché. Se esiste una logica delle cose io leggo che il punto g), che è posto all'attenzione di tanti, un punto sicuramente significativo, parla di tutela dei minori, che è una cosa specifica. Casomai aggiungiamo un altro punto, un punto i), un punto h), ma non riesco a capire perché, se parlo di tutela dei minori, devo sentire dotti interventi dell'onorevole Boldrini e dell'onorevole Scalfarotto che introducono - vorrei leggerlo - questo tema che per me appare del tutto irreale e non so con quali documenti provato: rimuovere nello sport discriminazioni, gender gap, transfobia, omofobia, violenza di genere e molestie in ambito sportivo. Io non ne ho notizie e l'ambito sportivo mi è sempre sembrato un campo libero (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia) in cui la sessualità vive libera senza bisogno di essere protetta e quando sia omosessualità non è certamente discriminata

PRESIDENTE. Concluda.

VITTORIO SGARBI (MISTO). Non capisco perché essere sempre alla moda, seguire la moda, seguire la necessità di obbedire a delle stronzate senza (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Onorevole Sgarbi, onorevole Sgarbi! La richiamo all'ordine (Commenti del deputato Sgarbi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rossi. Ne ha facoltà.

ANDREA ROSSI (PD). Grazie, Presidente.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 18,48)

ANDREA ROSSI (PD). Vorrei riportare l'attenzione di quest'Aula su quello che…

PRESIDENTE. Colleghi! Prego, onorevole Rossi.

ANDREA ROSSI (PD). Grazie, Presidente. Dicevo che vorrei riportare l'attenzione di quest'Aula su quello che è il nostro emendamento che abbiamo presentato oggi, che è l'emendamento 6.5, facendo una premessa: il sottosegretario Giorgetti sa che quando è venuto in Commissione da parte del nostro gruppo c'è stata, rispetto alla questione degli agenti sportivi, una sollecitazione, una sollecitazione che era più che altro riferita al fatto che, essendo la riforma degli agenti sportivi già stata fatta nel 2018 e comprensibilmente con lo sforzo di questa legge delega in termini di autonomia, trasparenza, indipendenza e in termini di introduzione del principio del conflitto di interessi, ritenevamo che fosse più opportuno da parte del Governo intervenire con strumenti più propri, senza dover portare all'interno di quest'Aula un'ulteriore delega su una materia come quella della riforma degli agenti sportivi, che è già stata modificata con una legge, nella passata legislatura, del 2018.

Detto questo, però visto che il soppressivo non è stato accolto e visto anche che ho compreso che da parte del relatore non c'è la volontà (commenti del deputato Sgarbi)… Presidente…

PRESIDENTE. Onorevole Sgarbi! Onorevole Sgarbi! No, non deve comportarsi così! Non può comportarsi così! Prego, onorevole Rossi.

ANDREA ROSSI (PD). Dicevo, appunto, che sul tema degli agenti sportivi, compatibilmente con il parere che è già stato individuato e indicato dal relatore, voglio solo invitare in questo caso il Governo affinché, anche in virtù dalla discussione fatta sul punto precedente - e, in particolar modo, sull'articolo 5 - relativo anche a un'estensione potenziale del professionismo sportivo alle atlete, ribadire che questo emendamento chiede nient'altro che la possibilità, visto che il professionismo sportivo non esiste nell'ambito di quello che è, appunto, lo sport femminile, di immaginare per il Governo, nel momento in cui andrà a scrivere la delega, di tenere in considerazione la possibilità della rappresentanza, seppure non esista in questo momento il professionismo femminile, per quanto riguarda gli agenti sportivi anche verso le donne atlete.

PRESIDENTE. Prego i colleghi di fare maggior silenzio in Aula.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barelli. Ne ha facoltà.

PAOLO BARELLI (FI). Grazie, Presidente. Anch'io avevo chiesto la parola, per dir la verità, durante discussione precedente che io non voglio ovviamente alimentare, però per una questione di correttezza e anche perché magari il silenzio di molti non appaia come parteggiare per una tesi o per l'altra voglio soltanto leggere quello che dice il comma 4 dell'articolo 1 di una federazione sportiva che casualmente conosco bene, ma è così per tutte…

PRESIDENTE. Onorevole Barelli, essendo accantonato, glielo dico, questi emendamenti torneranno nella discussione. Se lei vuole intervenire su questo tema…

PAOLO BARELLI (FI). Siccome avevo chiesto la parola precedentemente…

PRESIDENTE. Le credo, ma diciamo che può conservare l'intervento.

PAOLO BARELLI (FI). Obbedisco.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.5 Rossi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.200 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 59).

L'articolo 6 non viene votato perché ci sono degli emendamenti accantonati.

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 1603-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo dunque all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

DANIELE BELOTTI, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 7.1 Rossi e raccomanda l'approvazione dei propri emendamenti 7.201 e 7.200.

PRESIDENTE. C'è una nuova formulazione dell'emendamento 7.200, che è stata già distribuita.

Il Governo?

SIMONE VALENTE, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.1 Rossi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.201 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 61).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.200 della Commissione (Nuova formulazione), con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 62).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 63).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 1603-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione. Onorevole relatore, qui, all'articolo 8, possiamo collocare, dopo l'emendamento 8.2, la riformulazione degli emendamenti 6.3 e 6.4 dell'onorevole Boldrini, che assumerà la numerazione, eventualmente, 8.100, se la presentatrice la accetterà.

DANIELE BELOTTI, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 8.1 Lucaselli e 8.2 Marin e raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 8.200.

PRESIDENTE. Ecco, lei dovrebbe leggere la nuova formulazione. Gliela stanno portando.

DANIELE BELOTTI, Relatore. Allora, siamo all'articolo 8. La nuova riformulazione degli emendamenti che abbiamo visto prima, 6.3 e 6.4, portati all'articolo 8, citano: “Al comma 2, dopo la lettera d), aggiungere la seguente”…

PRESIDENTE. Mi scusi, relatore. Pregherei i colleghi di fare maggiore silenzio.

DANIELE BELOTTI, Relatore. …”e) previsione di obblighi e adempimenti in capo alle associazioni sportive atti a tutelare i minori e a rilevare e prevenire eventuali molestie, violenze di genere e condizioni di discriminazione previste dal Codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, come previsto dalla Carta Olimpica”.

PRESIDENTE. Grazie. Quando arriveremo, sapremo anche se la presentatrice accetta la riformulazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.1 Lucaselli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.2 Marin. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marin. Ne ha facoltà.

MARCO MARIN (FI). Presidente, brevemente, proprio trenta secondi per dire che abbiamo chiesto di aggiungere “, volte anche a limitare la responsabilità personale dei legali rappresentanti” di queste società sportive, che sono, come ripeto per l'ultima volta stasera, i rappresentanti del volontariato, sono i genitori, gli sportivi, gli appassionati, quelli che gli hanno dedicato una vita. Allora, aggiungere queste due righe, oltre a essere una tutela per loro, vuole anche essere un segnale di attenzione per queste persone che tengono in piedi lo sport italiano.

ANDREA ROSSI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA ROSSI (PD). Presidente, intervengo per sottoscrivere la proposta dell'onorevole Marin.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.2 Marin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.100, che è la riformulazione degli emendamenti Boldrini 6.3 e 6.4. Chiedo all'onorevole Boldrini se accetta la riformulazione.

LAURA BOLDRINI (LEU). Signor Presidente, volevo dire che prendo atto della disponibilità da parte del relatore e del Governo di arrivare a una formulazione condivisa. Nel mio emendamento si parlava esplicitamente anche di transfobia e omofobia, in quanto ritengo che siano motivazioni e discriminazioni insopportabili al nostro tempo, che nell'emendamento non noto, cioè non c'è questo chiaro riferimento, ma in fondo c'è, perché la Carta Olimpica questo lo prevede. Quindi, non c'è stato molto coraggio a voler anche citare esplicitamente queste cause di discriminazione, che a mio avviso sono molto gravi, ma ciononostante, nonostante questa mancanza di coraggio, comunque c'è un riferimento alla Carta Olimpica, che questo contiene. Dunque, sia pure non nella forma ottimale, comunque accolgo la riformulazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Presidente, da vecchio riformista ascolto le parole di Laura Boldrini, ma purtroppo non riesco a essere ottimista come è ottimista lei, perché, signor Presidente, in una vita intera ho scoperto che il primo modo per discriminare qualcuno è negarne semplicemente l'esistenza, è il modo più comodo per dire che qualcuno è inferiore. Come dire, rifiutarsi di nominarlo, non dargli un nome, rimuoverlo, e quello che propone oggi il relatore è esattamente questo: rifacciamoci alla Carta Olimpica, ma io la parola omofobia e transfobia non la voglio dire. È come nel regime fascista, perché lei sa che il codice Rocco non prevedeva il reato di omosessualità, Presidente. Perché? Non si puniva l'omosessualità perché punirla significava riconoscere che esisteva, e naturalmente per il regime gli italiani erano tutti eterosessuali. Questa è la medesima logica, perché non si parla di omosessualità, oppure, come fa l'onorevole Sgarbi, si dice: ma quando mai, l'omosessualità nello sport è una cosa normalissima! Vorrei dire, per suo tramite, all'onorevole Sgarbi che esistono molti ambienti del nostro Paese dove per capire se l'omosessualità è normalissima oppure no basta vedere quante persone omosessuali si sentono a loro agio a dire non della propria sessualità, ma a dire della propria vita, perché si chiama omosessualità ma ha a che fare con la socialità, con gli affetti, col proprio essere, le proprie amicizie, col tempo libero che si usa, le vacanze (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché alla sessualità anche i più fortunati dedicano a questa attività soltanto una parte poco rilevante della propria vita. E all'onorevole Sgarbi, che forse fa eccezione, potrei dire che basta guardare qui dentro…

PRESIDENTE. Onorevole Scalfarotto, si rivolga a me, riporterò.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Vorrei dire all'onorevole Sgarbi che un altro settore dove l'omosessualità è bandita è la Camera dei deputati, è la politica. Se l'onorevole Sgarbi avesse la curiosità di sapere quanti parlamentari vivono liberamente e dignitosamente alla luce del sole il fatto di avere un compagno e non una compagna qui dentro, saremmo due su 630, il che statisticamente è impossibile, signor Presidente. Il Presidente dell'Istat si rivolterebbe nel letto, se gli dicessimo che siamo soltanto due su 630, il che vuol dire che tutti i colleghi qui dentro che sono gay o lesbiche e che non dicono di esserlo e lo fanno nelle proprie case senza far sapere niente a nessuno sanno che questo non è un ambiente accogliente per loro, e quindi, poiché possono scegliere se essere visibili o non visibili, scelgono di essere invisibili. Questo non ci esime, caro signor Presidente, dal dover fare un lavoro per fare in modo che queste persone si sentano a loro agio. Vale nella politica e vale nello sport. Non ce l'abbiamo fatta per il momento nella politica, e devo dire che questo Governo, nonostante la presenza del MoVimento 5 Stelle, del sottosegretario Spadafora, che non perde occasione per occupare le prime posizioni in tutti i gay pride d'Italia, è un Governo sicuramente omofobo. E purtroppo è il Governo che ci tocca, lo vediamo anche quest'oggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (MISTO). Onorevole Presidente, si è aperto un dibattito importante che, preso atto di quello che dice l'onorevole Scalfarotto, presuppone che gli omosessuali che non lo dichiarano in questo Parlamento siano garantiti, quindi occorre rivedere le norme costituzionali, lo statuto, e introdurre emendamenti come questo, che dicono di rimuovere discriminazioni in Parlamento, gender gap, transfobia, omofobia, violenza di genere. Tutto questo è quello che prevede questo emendamento, ma perché a me non funziona? Non il principio, su cui mi ha evocato Scalfarotto, ma l'emendamento parla di tutela dei minori: vogliamo confondere i minori con la transfobia e la transgenia? Cioè, dobbiamo mettere per forza tutto insieme? Questo ho detto. Ammesso che serva quello che lui dice, perché l'omosessualità non viva libera, come io la ritengo da sempre. Io, che sono un lettore e ho conosciuto Pasolini, so che sarebbe il più violentemente contrario a trasformare la normalità dell'omosessualità in un discrimine nel dichiararla (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Dichiararla vuol dire discriminarla! Uno farà quello che vuole, perché è la sua vita, è la normalità! Allora, se devo fare un emendamento contro la normalità, per me essere omosessuale è normale, non è una categoria che deve essere individuata! Allora, non sono i minori, i minori sono altro (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sgarbi.

VITTORIO SGARBI (MISTO). Proteggiamo i minori non gli autodichiarati…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sgarbi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barelli. Ne ha facoltà.

PAOLO BARELLI (FI). Presidente, io volevo intervenire precedentemente, ma lo faccio volentieri a questo punto, per dirle che, al di là della contabilità nei vari ambiti sociali e delle diversità, che chiaramente credo non interessino sicuramente a quest'Aula, voglio invece…

PRESIDENTE. Onorevole Barelli, mi scusi: è per richiamare i colleghi e anche chi è appena intervenuto di consentire agli altri di intervenire.

PAOLO BARELLI (FI). Volevo appunto rimanere ai fatti, in quanto non vorrei che passasse il messaggio che, seppur condivisibile nel principio il concetto che è stato esplicato, cioè che ci sia una parità di accesso alle attività sportive da parte di chiunque, sono talmente tanto d'accordo che leggo esattamente quello che è scritto nello statuto di una federazione: l'ordinamento è retto in base al principio di democrazia interna, nonché del principio di partecipazione all'attività sportiva da parte di chiunque in condizioni di uguaglianza, parità e pari opportunità, nonché in conformità con l'ordinamento sportivo nazionale e internazionale. Questo non è un caso, questo è quanto scritto nello statuto di tutte le federazioni. In più, gli statuti delle federazioni, così pure gli enti di promozione sportiva e le discipline associate, prevedono che tutte le associazioni sportive - tutte, tutte le 70 mila associazioni sportive! - si adeguano allo statuto delle federazioni a cui sono appunto affiliate. Quindi, ripeto, non entro nel merito dell'indagine o della contabilità di chi appartenga a cosa, ma sicuramente nell'ambito sportivo queste discriminazioni a cui ha fatto riferimento non esistono (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), non nell'etica, perché sull'etica siamo tutti d'accordo, ma anche nella forma, e la forma diventa sostanza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.100 della Commissione, che è la riformulazione del 6.3 e del 6.4 Boldrini, che si intende accettata dalla presidente Boldrini e quindi va con parere favorevole di Commissione e Governo

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 66).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.200 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 67).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 68).

(Ripresa esame dell'articolo 6 - A.C. 1603-bis-A)

PRESIDENTE. Torniamo all'articolo 6, che mettiamo in votazione essendo esauriti gli emendamenti in sospeso.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 69).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 1603-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

DANIELE BELOTTI, Relatore. Emendamento 9.1 De Menech, parere contrario. Emendamento 9.201 della Commissione, parere favorevole. Emendamento 9.400, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole. Emendamento 9.2 De Menech, parere favorevole con riformulazione. Emendamento 9.3 Ciaburro, parere contrario. Emendamento 9.200 della Commissione, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

SIMONE VALENTE, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 9.1 De Menech.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Menech. Ne ha facoltà.

ROGER DE MENECH (PD). Presidente, siamo a poche ore dallo straordinario ottenimento delle Olimpiadi di Milano e Cortina: con questo emendamento io credo riconosciamo ancora di più il valore della montagna e degli sport invernali. Siamo tutti super soddisfatti delle Olimpiadi che saranno celebrate in una grande città che ha caratteristiche europee, come Milano, ma soprattutto, per quel che mi riguarda da montanaro, nello splendido Patrimonio dell'umanità che sono le Dolomiti; e Cortina è esattamente la perla delle Dolomiti, il punto dell'eccellenza massima da un punto di vista ambientale e del riconoscimento come Patrimonio dell'umanità. Fra l'altro proprio oggi ricorrono i 10 anni dell'ottenimento di questa grande certificazione di carattere ambientale, che ha una grandissima valenza e che è stato un lungo lavoro svolto sul territorio. Sottolineo anche che i grandi eventi, come lo sono le Olimpiadi, vanno sostenuti sempre, non a corrente alternata. Io ricordo solamente che nel passato abbiamo portato a casa, nella passata legislatura, i Mondiali di pallavolo, i Campionati europei di calcio, le Universiadi che inizieranno fra pochi giorni, la Ryder Cup; e abbiamo portato a casa anche i Mondiali di sci, sempre a Cortina, del 2021.

Perché allora ho fatto questa premessa, con il riconoscimento di un grande lavoro che abbiamo svolto anche nel Governo precedente, e che viene continuato, e noi siamo molto d'accordo e favorevoli, con questo Governo e con le prossime Olimpiadi? Perché qui c'è un emendamento complesso, che recepisce un lavoro lunghissimo effettuato nella passata legislatura, in cui abbiamo messo insieme le associazioni di categoria, la Federazione italiana dello sci, le associazioni che curano gli interessi degli sportivi da una parte, ma anche del mondo turistico dall'altro, per scrivere un articolato che finalmente riconosce e mette in fila, una legge che riordina le disposizioni in materia di pratica degli sport invernali, discesa e fondo, e soprattutto per la loro sicurezza. È un emendamento articolato; io spero che possa essere rivista la posizione. La mia legge, la legge che abbiamo costruito, che è ancora depositata in Commissione cultura, si compone di 24 articoli: prevede la nuova riclassificazione di tutto il demanio sciabile, prevede norme sulla sicurezza importanti per prevenire gli incidenti, prevede tante cose. Prevede fra l'altro, sempre in tema di montagna, anche la sensibilizzazione dell'opinione pubblica e della popolazione rispetto al recepimento della Giornata internazionale della montagna, che è una giornata già istituita in campo internazionale, e che io spero prossimamente questo Governo possa veramente riconoscere fino in fondo.

Per tutto questo io ho allora preparato questo emendamento. Lo dico al relatore, lo dico al Governo, al sottosegretario: questa legge è disponibile per questa proposta che abbiamo oggi all'attenzione del Parlamento, ma è disponibile anche per le successive integrazioni. Io spero che quella legge, costruita con tanta fatica e con tanto dibattito nella scorsa legislatura, possa essere strumento per i decreti attuativi, in particolare nel caso in cui questo emendamento non venga recepito fino in fondo.

Concludo dicendo che gli sport invernali, le discipline dello sci, gli impianti di risalita sono elementi straordinari per ridare speranze a territori spesso marginali di questo Paese: che marginali non sono, che sono, come dicevo, i territori che tutelano al massimo le caratteristiche ambientali, ma che hanno bisogno di sviluppo e hanno bisogno di lavoro. Ecco, recependo pezzi importanti di questo provvedimento, noi possiamo andare nella strada dello sviluppo e della creazione di lavoro. Esattamente la stessa speranza che tutti quanti noi abbiamo con la prospettiva delle Olimpiadi a Milano-Cortina del 2026: ricreare lavoro, costituire una legacy importante per le popolazioni di montagna, in modo che ci sia un grande avvenimento sportivo come le Olimpiadi, ma ci sia soprattutto la possibilità, per le genti di montagna, di continuare a vivere e a lavorare in quei posti stupendi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Presidente, innanzitutto per sottoscrivere l'emendamento anche per conto della collega Gribaudo; e poi per rinforzare l'appello rivolto dal collega De Menech nei confronti del relatore. In considerazione del fatto che siamo in presenza di una delega, ci sembra molto calzante che, nel momento in cui il Governo dovrà comunque andare alla predisposizione di una legge che dovrà necessariamente regolare le Olimpiadi Milano-Cortina 2026, in parallelo rispetto a questa vi sia un'armonizzazione di questa normativa, nel caso specifico sugli sport invernali: tenuto conto del fatto che non stiamo parlando di spesa, che non stiamo parlando di questioni che stravolgono l'impianto della norma, che stiamo andando nella direzione di rafforzare un percorso che sotto questo profilo anche storicamente ha visto questo Parlamento, nelle materie della montagna e degli sci e degli sport invernali, esprimere una posizione unitaria, non si capisce il motivo per il quale il relatore debba esprimere un parere contrario. Quindi in questo senso mi appello alla sensibilità e all'intelligenza politica dell'onorevole Belotti.

PRESIDENTE. L'onorevole De Menech dunque, insieme all'onorevole Gribaudo e all'onorevole Serracchiani, sottoscrive l'emendamento.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1 De Menech, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.201 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 71).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.400 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 72).

Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 9.400 della Commissione bilancio, soppressivo del numero 3 della lettera b), l'emendamento 9.2 De Menech, che incide sul medesimo numero 3, risulterebbe precluso. Tuttavia il relatore ha subordinato il parere favorevole su tale emendamento a una proposta di riformulazione che lo trasforma in lettera aggiuntiva, dopo la lettera b). Se il presentatore accettasse tale riformulazione, l'emendamento 9.2 non risulterebbe quindi più precluso e verrebbe posto in votazione dopo l'emendamento 9.3 Ciaburro. Chiedo quindi all'onorevole De Menech se è d'accordo, prego.

ROGER DE MENECH (PD). Grazie, Presidente. Sì con l'emendamento cercavo…

PRESIDENTE. Deve solo dirmi di sì o no, dopo, quando ci arriviamo, farà un intervento.

ROGER DE MENECH (PD). Va bene, accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 9.3 Ciaburro. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Volevo sottoporre all'Aula l'emendamento in esame perché è un po' bizzarra la situazione in cui ci troviamo. Praticamente l'emendamento introduce l'obbligo in capo agli utenti che svolgono attività con attrezzi quali slitta, slittino, bob, ciambelle, gommoni di percorrere esclusivamente delle aree a specifica destinazione già individuate. Lo sci è cambiato negli anni: già adesso molti gestori di buon senso dedicano aree specifiche per l'utilizzo di questi mezzi di cui sostanzialmente spesso non si il totale controllo, perché immaginiamo che un gommone non abbia la possibilità di muoversi nello spazio liberamente e sotto controllo, ma la cosa bizzarra è che, al comma 2 dell'articolo 9, in fondo, c'è scritto che “al fine di garantire la sicurezza degli utenti sono individuate delle aree a specifica destinazione per la pratica delle attività con attrezzi quali la slitta, lo slittino...” eccetera. Per cui, se già è prevista l'individuazione di queste aree che sono in capo ai gestori di questi impianti di risalita, sarebbe anche utile obbligare gli utenti ad utilizzarle, perché altrimenti i gestori si trovano di nuovo sottoposti a ulteriori costi per fare il controllo e a sostenere sempre più spese per esercitare un controllo quando basterebbe dire: individuate le aree ma obbligate anche gli utenti ad utilizzarle. Quindi chiedo all'Aula di votarlo per una questione di buon senso e di facilitazione rispetto a quanto si va a normare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.3 Ciaburro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 9.2 De Menech, nel testo riformulato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Menech. Ne ha facoltà.

ROGER DE MENECH (PD). Grazie, Presidente. Con il mio emendamento volevo introdurre un pezzo di quella famosa norma che abbiamo preparato nella scorsa legislatura, quel pezzo credo molto significativo, estremamente importante e ringrazio anche della loro sensibilità il relatore e il Governo. Prevediamo infatti di introdurre un meccanismo per rimuovere gli ostacoli all'esercizio dell'attività sciistica per le persone con disabilità e quindi oggi siamo dentro un sistema dell'accoglienza e del turismo invernale in completa evoluzione. L'attenzione massima che devono avere le istituzioni rispetto alle persone diversamente abili deve essere sempre riconosciuta all'interno delle norme. È un primo passo la riformulazione che è stata accolta e proposta dal Governo. Spero tuttavia che nel disegno di legge delega ci siano elementi ancora più importanti: l'abbattimento delle barriere architettoniche sugli impianti che hanno questa destinazione è un elemento di straordinaria importanza, anche e soprattutto perché oggi l'impiantistica sportiva invernale non è più quella tradizionale di un tempo dedicata all'inverno, alle pratiche dello sci ed esclusivamente agli atleti, ma è un'attività che vede protagonista il turista con tutte le abilità, durante tutto l'anno, d'estate e d'inverno, e vede protagoniste anche tutte le generazioni, dai bambini molto piccoli fino alle persone molto, molto avanti negli anni. Per questo motivo rimuovere e ad abbattere le barriere architettoniche diventa un sintomo e un segno della civiltà di un Paese, da una parte, ma anche un'opportunità di sviluppo e di aperura dei mercati turistici delle zone di montagna. Nel disegno di legge delega però, lancio un ulteriore monito e un ulteriore consiglio al Governo, ovviamente: per fare tutto ciò ci vogliono finanziamenti ad hoc. È chiaro che gli impianti che vanno rinnovati devono essere adeguati all'abbattimento delle barriere architettoniche e per fare tutto ciò, sottosegretario, è necessario il rifinanziamento della legge sulla montagna; bisogna stabilire finanziamenti precisi per il rinnovo degli impianti di risalita con queste caratteristiche e spero insomma che nei prossimi provvedimenti o, addirittura, dentro il decreto legislativo, che dovrà essere costruito a valle dell'approvazione del disegno di legge, si possano trovare gli strumenti normativi ma anche e soprattutto i finanziamenti necessari per implementare le strutture turistiche e le strutture sportive di tutti i territori di montagna del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

Onorevole Bond, le chiedo scusa ma chiederei ai colleghi di fare maggior silenzio. Chiedo scusa.

DARIO BOND (FI). Per chiedere di sottoscrivere l'emendamento del collega De Menech a nome anche dell'onorevole Cortelazzo e dell'onorevole Baratto. È un tema molto importante. E anche a nome dell'onorevole Versace.

PRESIDENTE. Perfetto, senz'altro sta bene. Prego, onorevole Ciaburro. Anche lei vuole sottoscrivere?

MONICA CIABURRO (FDI). Esattamente, grazie Presidente.

PRESIDENTE. Senz'altro verrà fatto. Bene. Onorevole Carnevali, prego, per sottoscrivere?

ELENA CARNEVALI (PD). Sì.

PRESIDENTE. Onorevole Carnevali, anche lei vuole sottoscrivere? Altre sottoscrizioni? Onorevole Rotta, anche lei sottoscrive.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.2 De Menech, come riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 74).

Sull'ordine dei lavori.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare, sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Giunge in questi minuti una notizia molto grave per migliaia e migliaia di lavoratori e per le loro famiglie, per un'intera città, perché la proprietà di Ilva Taranto ArcelorMittal Europa annuncia che, in assenza di un cambiamento alla norma inserita da poco nel decreto “crescita” circa la conclusione della protezione legale per quella proprietà, l'ex Ilva chiuderà il 6 settembre, quando entrerà in vigore la legge che ha abolito l'immunità. In conseguenza di questa gravissima notizia, che colpisce migliaia e migliaia di famiglie nella città di Taranto, un'intera comunità, noi chiediamo che, con urgenza, il Governo, nella persona del Ministro dello Sviluppo economico, venga a riferire in quest'Aula su questa notizia e le sue gravi conseguenze (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e si prenda, di fronte a quest'Aula, la responsabilità di quello che potrebbe accadere in quella città per l'inserimento di questa norma.

ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Presidente, mi unisco alla richiesta di chiamare qui davanti all'Aula il Ministro, il Governo, perché naturalmente si tratta del più grande centro siderurgico d'Italia e d'Europa, che dà direttamente o indirettamente lavoro a 30 - 40 mila persone e per il quale nella passata legislatura, allora ero presidente della Commissione industria, facemmo di tutto per tenere assieme le ragioni dell'ambiente e della salute dei tarantini e dei lavoratori con le ragioni produttive e strategiche, perché un grande Paese senza una industria siderurgica e dell'acciaio proprio non ha futuro, un Paese manifatturiero non può dipendere dall'acciaio degli altri Paesi. In ragione di ciò, quello che sta avvenendo è grave, lo si sapeva, è stato fatto un errore troppo grande perché possa passare sotto silenzio.

Chiediamo, anche noi, al Governo di venire qui ad assumersi le proprie responsabilità di fronte al Paese, di fronte ai lavoratori e di fronte alla comunità nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

MARCELLO GEMMATO (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Presidente, mi unisco alla richiesta di convocare il Ministro, data l'attualità degli elementi che ci coinvolgono direttamente. L'Ilva dà direttamente 15 mila posti di lavoro al Sud, con un indotto che coinvolge almeno altrettante persone. Ritengo che, rispetto a delle notizie così preoccupanti, chi, oggi, ha la responsabilità di Governo, debba venire in Aula e assumersene la responsabilità o, comunque, esprimere parole di conforto, soprattutto nei confronti dei lavoratori e del territorio pugliese che, diversamente, si sentirebbero abbandonati dalla politica e da chi oggi amministra e governa l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

GIORGIO MULE' (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI). Presidente, chiediamo con forza che il Vicepresidente del Consiglio e Ministro dello Sviluppo economico venga in quest'Aula, perché quella dell'Ilva rappresenta una questione che va al di là dell'enorme significato che ha per la Puglia, per il Sud e per l'Italia intera, essendo un impianto centrale, che posiziona il nostro Paese in una maniera importante rispetto all'Europa. Chiediamo che venga perché da questa vicenda discende un disdoro per l'intero Paese che – altro che attrarre investimenti – respinge e respingerà gli investimenti di chi non può avere fiducia in uno Stato, in un Governo che non mantiene la parola o che se la rimangia.

Quindi, chiediamo con forza, per l'Ilva e per il Paese, che il Ministro venga al più presto a riferire a questa Camera (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Credo che le richieste di tutti i gruppi di opposizione verranno inviate con prontezza al Governo, da parte della Presidenza della Camera, per concordare con il Ministro Di Maio la sua presenza in quest'Aula. Peraltro, il Governo è anche presente e, quindi, ha recepito immediatamente la cosa.

GIOVANNI VIANELLO (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Vianello, ci mancherebbe altro, solo con maggior prontezza. Prego, ne ha facoltà.

GIOVANNI VIANELLO (M5S). Grazie, Presidente. Mi unisco alle preoccupazioni dei colleghi per la città di Taranto; io, da tarantino, con i miei colleghi tarantini, qui parlamentari, noi pugliesi sappiamo bene cosa significa vivere a ridosso di una fabbrica che secondo il Gip Patrizia Todisco, nel 2012, produce eventi di malattia e morte. È vero, le cose rispetto ad allora sono cambiate, è diminuita quella che è la produzione. Ricordo benissimo che il Governo Berlusconi, con il Ministro Prestigiacomo, aveva autorizzato nel 2011 a produrre 10 milioni di tonnellate. Successivamente, il riesame del 2012, con il Governo Monti, ha rivisto al ribasso questa produzione, a 8 milioni di tonnellate. Tuttavia, i problemi continuavano ad arrivare ed è per questo che è intervenuta la magistratura. Arriviamo, quindi, alla legislatura scorsa, sono arrivati dodici decreti-legge…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Vianello…

GIOVANNI VIANELLO (M5S). Le chiedo semplicemente qualche altro secondo per arrivare al punto perché questa premessa è doverosa…

PRESIDENTE. Però, le devo spiegare qual è il punto. Il punto non è il dibattito sull'Ilva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Se ci sono interventi coerenti, bene, altrimenti no. Solo questo è il punto.

GIOVANNI VIANELLO (M5S). Ha ragione, non è un dibattito sull'Ilva, ma volevo unirmi alle preoccupazioni, perché le preoccupazioni, Presidente, con tutto il rispetto per i colleghi, si devono anche enunciare, nel momento in cui la Corte europea dei diritti dell'uomo interviene sulla materia dei dodici decreti “salva Ilva” e dice chiaramente che i tarantini non si sono potuti difendere, non si sono potuti difendere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Noi vogliamo far sì che si difendano (Commenti). Attenzione, è chiaro, è chiaro che…

PRESIDENTE. Onorevole Vianello, non ci siamo capiti… Collega Lucaselli, ma le sembra il caso?

GIOVANNI VIANELLO (M5S). Concludo, Presidente, concludo semplicemente ricordando che l'attuale gestore gode di una continuità produttiva anche in caso di sequestro, ha discariche autorizzate per decreto-legge e non per aria, ha infinite situazioni…

PRESIDENTE. Onorevole Vianello, non siamo sul dibattito dell'Ilva. Le tolgo la parola, allora.

Colleghi, questa non è una fase di dibattito sull'Ilva, c'era una richiesta di informativa, tutti i colleghi si sono attenuti alla richiesta di informativa. Se, da parte del MoVimento 5 Stelle, ci si vuole avvalere di questa possibilità, bene, se si apre un dibattito sull'Ilva, possiamo deciderlo. La Conferenza dei capigruppo lo calendarizza e lo facciamo e penso che possa essere utile per i tarantini in tutti i sensi, per approfondire le questioni. Non possiamo farlo durante la discussione di un provvedimento sullo sport. È solo questo il punto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 9 – A.C. 1603-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 9.200 della Commissione.

Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.200 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 75).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 76).

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 1603-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 77).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1603-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Non so se il Governo abbia ancora bisogno di qualche sospensione o ha utilizzato questi venti minuti. Rappresentante del Governo, quanto le serve?

SIMONE VALENTE, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Giusto per riformulare alcuni ordini del giorno, chiedo dieci minuti di sospensione.

PRESIDENTE. Dieci minuti; la prego, però, di stare nei tempi. La seduta riprenderà alle 19,55.

La seduta, sospesa alle 19,45, è ripresa alle 19,55.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere.

SIMONE VALENTE, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/1 Toccafondi, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/2 Giannone, accolto con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità che le risorse del Fondo di cui all'articolo 1, comma 369, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, possano essere destinate eventualmente anche ad altre forme di tutele previdenziali”.

Ordini del giorno n. 9/1603-bis-A/3 Villani e n. 9/1603-bis-A/4 Marzana, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/5 Bond, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/6 Rossi, accolto con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, in fase di adozione della delega, secondo i principi di cui all'articolo 1 lettera m), di derogare al limite dei tre mandati per gli organi direttivi delle strutture territoriali, per le federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva anche paralimpici”.

Ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/7 Ascani, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/8 Prestipino, accolto con la seguente riformulazione: inserire all'inizio le seguenti parole: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/9 Nardelli, accolto con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”, che è aggiunta all'inizio.

Ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/10 Ciampi, accolto con la seguente riformulazione: inserire all'inizio: “a valutare l'opportunità” e continua: “in fase di attuazione della delega in materia di ordinamento sportivo a individuare per la ripartizione delle risorse destinate alle federazioni sportive, alle discipline sportive associate e agli enti di promozione sportiva criteri che tengano anche conto del numero di tesserati, del risultato sportivo e del numero dei club associati”.

Ordini del giorno n. 9/1603-bis-A/11 Di Giorgi, n. 9/1603-bis-A/12 Carnevali, n. 9/1603-bis-A/13 Anzaldi e n. 9/1603-bis-A/14 Montaruli, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/15 Butti, accolto con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, in sede di attuazione della delega in materia di riordino delle discipline della mutualità nello sport professionistico, di allocazioni chiare e più precise al fine di valorizzare e incentivare tutte le attività del sistema sportivo, anche destinandone nel caso una quota”.

Ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/16 Mantovani, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/17 Frassinetti, accolto come raccomandazione e all'inizio dell'impegno inserire: “a valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/18 De Menech, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/19 Boschi, accolto con la seguente riformulazione: “a individuare risorse finanziarie aggiuntive finalizzate a incrementare il Fondo di cui all'articolo 1, comma 369, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, da destinare, in particolar modo, al sostegno della maternità delle atlete non professioniste”.

Ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/20 Marco Di Maio, contrario.

Ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/21 Carfagna, accolto come raccomandazione e all'inizio dell'impegno inserire “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/22 Versace parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/23 Costa parere contrario, mentre l'ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/24 Fogliani è accolto con la seguente riformulazione, semplicemente espungendo “di età inferiore a 21 anni”. Sull'ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/25 Mollicone parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/1 Toccafondi.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/1 Toccafondi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).

Sull'ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/2 Giannone si accoglie la riformulazione? Onorevole Giannone?

VERONICA GIANNONE (M5S). Sì, accolgo la riformulazione.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/3 Villani il parere è favorevole, così come sull'ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/4 Marzana.

Sull'ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/5 Bond il parere è contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Avevo presentato un ordine del giorno legato al fatto che nella delega che si dà al Governo c'è anche tutta la parte di trasformazione sport e benessere, di cui praticamente il Ministero si occuperà in termini di organizzazione e in termini di delega. Ho fatto un ordine del giorno che è legato fondamentalmente alla regolazione e al controllo delle misurazioni della performance sportiva, dicendo che il Governo deve dare delle linee guida e deve indicare anche i centri che stanno dentro determinate caratteristiche, perché in questo momento sul mercato italiano c'è di tutto e di più. Allora, vorrei capire, perché ho la sensazione che il sottosegretario non abbia letto bene l'ordine del giorno - lo giustifico pure - ma soprattutto ho la sensazione che il Governo non abbia letto bene l'ordine del giorno. È vero che l'ordine del giorno è scritto a penna, però si può comunque decifrare. Allora, volevo capire da lui il perché del no. Si parla di settore dello sport e del benessere tolto dal CONI, gestito dal Ministero, giustamente o ingiustamente, però mi si dica cosa fa il termine salute, sport e benessere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/5 Bond, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).

Sull'ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/6 Rossi si accetta la riformulazione, sull'ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/7 Ascani il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/8 Prestipino si accetta la riformulazione? No.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prestipino. Ne ha facoltà.

PATRIZIA PRESTIPINO (PD). No, non accetto e mi dispiace che non sia stata compresa l'importanza, che ho già illustrato prima, di dotare la scuola di fondi certi e sicuri, soprattutto di fronte a questa importante novità di creare e realizzare il centro sportivo scolastico. I docenti saranno pagati nelle ore extracurricolari? Sembra di sì, ma, ripeto, se non verrà pagato il personale ATA, questa roba non solo non si può fare, non s'ha da fare, perché le scuole non possono restare aperte se non c'è qualcuno che svolge funzioni di guardiania e custodia. E gli unici deputati a farlo sono loro, sono il personale ATA, e oggi, diciamocelo, c'è tutto un mondo che è in nero, una zona oscura, grigia, e se la vedono le associazioni con i custodi, i bidelli.

Quella roba va regolamentata e va fatta emergere; e l'unica maniera per farla emergere era dare fondi chiari, precisi e utili a livello di custodia e di guardiania per i bidelli delle scuole.

Così, mi dispiace, il centro sportivo scolastico non potrà mai e poi mai decollare, non perché io voglia fare il gufo, ma semplicemente perché forse, da docente, conosco bene la scuola (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/8 Prestipino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 80).

Sull'ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/9 Piccoli Nardelli si accetta la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/10 Ciampi si accetta la riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/11 Di Giorgi c'è parere contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rossi. Ne ha facoltà.

ANDREA ROSSI (PD). Grazie, Presidente. Solo per segnalare una leggera anomalia in questo dibattito che vorrei che potesse ascoltare anche il relatore Belotti. Ci sono due ordini del giorno, che più o meno danno la stessa indicazione al Governo, che chiedono in pratica di poter incrementare, per questo ordine del giorno, o di stabilire, per l'ordine del giorno Costa, una percentuale pari al 5 per cento per le discipline sportive associate rispetto a quelli che sono i contributi.

Segnalo l'anomalia che, esattamente non più tardi di tre ore fa in quest'Aula, nella discussione, durante il dibattito, era abbastanza evidente che ci fosse un accordo tra maggioranza e opposizione per far sì che l'emendamento 1.16 venisse ritirato per consentire l'approvazione di un ordine del giorno.

Prendo atto che non solo per l'ordine del giorno Costa (dove, posso capire, già si andava a introdurre un principio numerico del 5 per cento, che poteva essere vincolante), ma anche per questo ordine del giorno, molto innocuo, dove si chiede semplicemente di incrementare le risorse a favore delle discipline sportive associate, ritroviamo un parere contrario da parte del Governo. Penso che, nel giro di tre ore, l'opinione sia stata estremamente variabile.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/11 Di Giorgi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 81).

Passiamo all'ordine del giorno Carnevali n. 9/1603-bis-A/12, su cui c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Presidente, io chiedo al Governo di rivedere la decisione del voto contrario, e cerco di poterlo spiegare. Una delle difficoltà più grosse che hanno le persone con disabilità, soprattutto nelle pratiche sportive come, per esempio, lo sci, lo sci invernale, è che, prima di arrivare alla possibilità di essere atleti paralimpici, è costoso poter sostenere anche solo l'acquisto di un guscio, che è un guscio al quale viene applicato di fatto un monosci, per potere iniziare almeno la pratica dell'attività sportiva.

Quest'ordine del giorno chiede nella fase attuativa di valutare la possibilità di sostenere l'attività sportiva. Forse il Governo non sa, quindi mi permetto di suggerirlo, che ci sono delle esperienze - le porto l'esperienza bergamasca - per cui l'INAIL di Bergamo sostiene già attività per le persone che hanno avuto, per esempio, incidenti ed infortuni tramite ovviamente fondi che sono disponibili da parte di INAIL, e devo dirle che è una delle esperienze più straordinarie, che si potrebbero prendere anche a modello.

Quindi, il parere contrario, che non dà nemmeno la possibilità di valutare ciò, e preclude a questo punto che ci possa essere un sostegno - semmai ci sarà, peraltro - all'attività sportiva, mi sembra francamente molto severo.

Quindi, chiederei di poter rivalutare il giudizio come raccomandazione, ma respingerlo al mittente francamente mi sembra davvero poco opportuno, se posso sollecitare il Governo in questo senso.

SIMONE VALENTE, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE VALENTE, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, semplicemente è stato dato un parere contrario per il fatto che, poco fa, quest'Aula ha approvato l'emendamento 9.2 De Menech, dove si parlava appunto di disabilità, si metteva al centro la disabilità, per i soggetti che ovviamente vogliono praticare anche gli sport invernali, quindi, in realtà, è già contenuto nel testo di legge. Questo spiega facilmente il fatto che non c'è nessun impegno che il Governo debba prendere, perché già inserito nel testo di legge, che poi ovviamente verrà attuato con la delega.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Carnevali n. 9/1603-bis-A/12, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 82).

Sull'ordine del giorno Anzaldi n. 9/1603-bis-A/13 c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rossi. Ne ha facoltà.

ANDREA ROSSI (PD). Presidente, in quest'ordine del giorno c'era un impegno sul quale molto probabilmente il Governo non ha neanche pensato di produrre una tradizionale riformulazione, di quelle più classiche, cioè “compatibilmente con le risorse disponibili”, o una qualsiasi riformulazione, non so, su un impegno che chiedevamo al Governo in virtù del fatto che, in fase di approvazione del primo provvedimento utile, si reperissero risorse finanziarie per avviare un processo di promozione dei grandi eventi sportivi, occasioni di marketing territoriale, turistico e culturale a cui ricorrere per valorizzare le risorse di un territorio.

Nel pomeriggio abbiamo celebrato, tutta l'Aula, tutte le forze politiche, quest'importante risultato ottenuto non più tardi di quarantotto ore fa a Losanna, con Milano-Cortina 2026 e le Olimpiadi, abbiamo celebrato con alcuni interventi anche l'ATP Finals di tennis per quanto riguarda Torino, e potremmo continuare, ma poi cosa avviene? Che di fronte a un innocuo ordine del giorno, dove si chiede nient'altro che la possibilità, attraverso lo sport, di costruire un processo, un investimento sul marketing territoriale, perché lo sport è anche un elemento che muove in termini di crescita il nostro prodotto interno lordo, non c'è neanche un impegno da parte di questo Governo di una riformulazione. Definirei l'atteggiamento tenuto non più tardi di qualche ora fa in quest'Aula sulle olimpiadi un atteggiamento estremamente ipocrita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Anzaldi n. 9/1603-bis-A/13, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 83).

Passiamo all'ordine del giorno Montaruli n. 9/1603-bis-A/14. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Presidente, non entro nella testa dei membri del Governo, ma immagino che il motivo della contrarietà all'ordine del giorno sia dovuto al fatto che, alla luce degli emendamenti approvati in data odierna a questo provvedimento, l'ordine del giorno sia ridondante rispetto ai lavori. Però mi permetto di dire, da umile deputato alla prima legislatura, rispetto al sottosegretario e anche rispetto a quanto già detto in riferimento all'ordine del giorno della collega che mi ha preceduto, che forse sarebbe stato più opportuno chiederci un invito al ritiro piuttosto che far esprimere il Parlamento contro questo intento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Montaruli n. 9/1603-bis-A/14.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).

Ordine del giorno Butti n. 9/1603-bis-A/15: onorevole Butti, lei accetta la riformulazione? Sì. Ordine del giorno Mantovani n. 9/1603-bis-A/16: parere favorevole. Ordine del giorno Frassinetti n. 9/1603-bis-A/17: onorevole Frassinetti, accetta che sia accolto come raccomandazione con una riformulazione?

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, inizialmente, in Commissione, questo era un emendamento che era stato accolto pienamente, poi è intervenuta la Ragioneria dello Stato. Si tratta dell'istituzione di piccole aree di sosta nelle piste da sci per permettere agli sciatori di trovare un luogo protetto dove fermarsi. Noi sappiamo che gli incidenti avvengono soprattutto per investimenti di persone che sono ferme sui bordi della pista, mi sembrava un emendamento di buon senso, anche soprattutto per tracciati lunghi e difficoltosi, per dare la possibilità, a chi magari non è esperto, di tirare il fiato e di riposarsi un attimo. Quindi mi aspettavo un accoglimento pieno.

SIMONE VALENTE, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE VALENTE, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, prima era stato accolto come raccomandazione e con una riformulazione, in realtà il Governo cambia il parere: il parere è favorevole.

PRESIDENTE. La ringrazio, signor sottosegretario, penso che venga accolto, così come l'ordine del giorno De Menech n. 9/1603-bis-A/18, che è stato sottoscritto anche da altri colleghi: è accolto così. Ordine del giorno Boschi n. 9/1603-bis-A/19, c'era una riformulazione. Va bene così. Onorevole Marco Di Maio n. 9/1603-bis-A/20, c'è invece un parere contrario.

MARCO DI MAIO (PD). Presidente, chiedo al sottosegretario, quindi al Governo, di modificare il proprio parere, perché con questo ordine del giorno chiedevamo un impegno a sostenere maggiormente gli enti di promozione sportiva, senza individuare cifre, senza mettere particolari vincoli. Quindi, signor sottosegretario, le chiedo se, anche eventualmente con una riformulazione, potesse modificare il suo parere così fermamente contrario; e, vista la finalità, che è quella appunto di aumentare, in un provvedimento nel quale si riterrà di poterlo fare, gli stanziamenti a favore degli enti di promozione sportiva… Che - non dimentichiamolo - sono quelli ai quali si rivolge la maggior parte dell'utenza italiana che pratica sport, anche perché promuovono appunto l'attività a tutti i livelli e in tutte le discipline. Riteniamo quindi utile che il Governo prenda in considerazione la possibilità di attribuire più risorse a queste realtà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

SIMONE VALENTE, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE VALENTE, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, visto che anche durante il dibattito su questo tema è emerso, e poi ci sono stati anche dei ritiri di emendamenti per poi presentare degli ordini del giorno, propongo di accogliere come raccomandazione questo ordine del giorno, riformulandolo. Inserendo quindi “a valutare l'opportunità in fase di attuazione della delega”, quindi all'inizio dell'impegno “a valutare l'opportunità”.

PRESIDENTE. Sta bene. Non so se va bene per l'onorevole Di Maio. Accoglie la riformulazione, perfetto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ordine del giorno Carfagna n. 9/1603-bis-A/21, va bene così, accolta la riformulazione.

Ordine del giorno Versace n. 9/1603-bis-A/22, il parere è contrario. Onorevole Versace, se vuole intervenire. Votiamolo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Versace n. 9/1603-bis-A/22, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 85).

Ordine del giorno Costa n. 9/1603-bis-A/23, il parere è contrario. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Casciello. Ne ha facoltà.

LUIGI CASCIELLO (FI). Presidente, come già affermato prima dal collega Rossi per un ordine del giorno che rimandava ad una questione similare, ci sembra veramente surreale che, dopo che il sottosegretario Giorgetti ha invitato al ritiro l'emendamento presentato dall'onorevole Costa, con l'ipotesi di un ordine del giorno che rimandava e chiedeva, impegnava il Governo sulla vicenda di uno stanziamento non inferiore al 5 per cento per le DSA e le FSN; ci sembra veramente non solo singolare, ma neanche solo irriguardoso… Insomma siamo di fronte, vorremmo capire che cosa accade in meno di due ore di dibattito perché si cambi posizione, e soprattutto si riveda un impegno assunto ed un invito al ritiro di un emendamento, a presentare un ordine del giorno che impegni il Governo in maniera esplicita sugli stanziamenti al 5 per cento. Ecco perché invitiamo il Governo a rivedere il giudizio e a rivedere la decisione e ad accettare l'ordine del giorno.

SIMONE VALENTE, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE VALENTE, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, proprio io avevo invitato il collega Costa a ritirare l'emendamento per un ordine del giorno. Quindi anche qui bisogna cambiare il parere, con una riformulazione. Quindi accolto con riformulazione: “a valutare l'opportunità di destinare una quota parte annuale alle DSA non inferiore al 5 per cento del totale dei finanziamenti stanziati, incentivando i processi di aggregazione tra federazioni sportive nazionali e discipline sportive associate, attraverso specifici meccanismi premiali destinati alle federazioni sportive nazionali e discipline sportive associate che assumano misure in tal senso”.

PRESIDENTE. Perfetto. Va bene, ci fa segno il responsabile d'Aula.

Onorevole Fogliani, c'è una riformulazione sul suo ordine del giorno n. 9/1603-bis-A/24. Accolta? Bene, la ringrazio. Onorevole Mollicone, c'è invece un parere contrario sul suo ultimo ordine del giorno, n. 9/1603-bis-A/25. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, io sinceramente non capisco, perché se andiamo a vedere l'impegno al Governo, chiede soltanto di valutare l'opportunità di una riforma di Sport e salute volta a garantire la presenza nel processo decisionale del luogo di decisione della distribuzione delle risorse destinate all'attività sportiva, alle federazioni e agli enti sportivi comprensivi del CONI. Non vogliamo mettere “a valutare l'opportunità”, che mi sembra già abbastanza aleatorio; che sia almeno una raccomandazione, che diventi almeno raccomandazione: per non dare l'impressione, sottosegretario, che con Sport e salute i fondi del CONI passino nella struttura di indirizzo politico, all'interno della quale c'è solo un rappresentante del CONI, e le federazioni e gli enti sportivi che costituiscono il corpo vivo e l'architettura dello sport italiano, diventino dei servi della gleba, che stanno lì in attesa che il principe decida, con spirito di mecenate, di magari rafforzare questa disciplina o quell'altra.

Quindi, ripeto, noi abbiamo tenuto un atteggiamento responsabile. Siamo partiti fortemente critici su questa riforma, lo siamo ancora; andiamo verso, come annunciato, un voto d'astensione complessivamente, domani lo motiveremo; però se poi su segnali di questo tipo c'è chiusura, dopo tutto il lavoro svolto in maniera costruttiva, con il relatore Belotti che - devo dire - è stato molto attento ed ha anche accolto diverse richieste di Fratelli d'Italia, dei partiti dell'opposizione, diventa poi incongruente con questo confronto. Chiediamo quindi che almeno diventi una raccomandazione; altrimenti chiediamo la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mollicone n. 9/1603-bis-A/25.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 86).

PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati. Secondo le intese intercorse tra i gruppi, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà per le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale nella seduta di domani, a partire dalle ore 9,30.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di luglio 2019 e programma dei lavori per il periodo agosto-settembre 2019.

PRESIDENTE. Comunico che nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto, ai sensi dell'articolo 24, coma 2, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di luglio:

Lunedì 1° luglio ( ore 15 )

Discussione sulle linee generali delle mozioni Lazzarini, D'Arrando, Gemmato ed altri n. 1-00145, Siani ed altri n. 1-00200 e Pedrazzini ed altri n. 1-00201 concernenti iniziative per la cura e l'assistenza del paziente oncologico

Martedì 2 luglio (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 2 (ore 14-21, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 3 (ore 11-14 e ore 16-20, con eventuale prosecuzione notturna) e giovedì 4 luglio (ore 10.30-13 e ore 14-18, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 5 luglio)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1680 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e l'Organizzazione internazionale di diritto per lo sviluppo (IDLO) relativo alla sede dell'organizzazione, fatto a Roma il 14 giugno 2017 (approvato dal Senato)

Seguito dell'esame delle mozioni Lazzarini, D'Arrando, Gemmato ed altri n. 1-00145, Siani ed altri n. 1-00200 e Pedrazzini ed altri n. 1-00201 concernenti iniziative per la cura e l'assistenza del paziente oncologico

Seguito dell'esame delle Mozioni Spena ed altri n. 1-00191 (nuova formulazione), Ascari, Bisa ed altri n.1-00196, Siani ed altri n.1-00197, Emanuela Rossini ed altri n. 1-00205 e Rostan e Fornaro n. 1-207 concernenti iniziative volte a prevenire e contrastare la violenza sui minori

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1549 - Disposizioni in materia di limitazioni alla vendita dei prodotti agricoli e agroalimentari sottocosto, di divieto di aste a doppio ribasso per l'acquisto dei medesimi prodotti. Delega al Governo per la disciplina e il sostegno delle filiere etiche di produzione (ove non concluso nella settimana in corso)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1206 - Modifica agli articoli 314 e 315 del codice di procedura penale, in materia di riparazione per ingiusta detenzione ai fini della valutazione disciplinare dei magistrati (ove non concluso nella settimana in corso)

Seguito dell'esame della Relazione delle Commissioni riunite III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) sulla Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali per l'anno 2019, adottata il 23 aprile 2019 (Doc. XXV, n. 2) e sulla Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita al periodo 1° ottobre-31 dicembre 2018, anche al fine della relativa proroga per il periodo 1° gennaio-31 dicembre 2019, deliberata dal Consiglio dei ministri il 23 aprile 2019 (Doc. XXVI, n. 2) (ove non conclusa nella settimana in corso)

Nella seduta di mercoledì 3 luglio, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time)

Venerdì 5 luglio (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 8 luglio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1822 - Differimento dell'efficacia dell'obbligo della patente nautica per la conduzione di unità aventi motore di cilindrata superiore a 750 cc a iniezione a due tempi

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 478 ed abbinate – Disposizioni per la promozione e il sostegno della lettura (ove non svolta nella seduta del 27 giugno)

Discussione sulle linee generali della mozione Cillis ed altri n. 1-00213 concernente iniziative a sostegno del comparto cerealicolo

Martedì 9 luglio (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 9, (ore 14-21, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 10 (ore 11-14 e ore 16-20, con eventuale prosecuzione notturna) e giovedì 11 luglio (ore 10.30-13 e ore 14-18, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 12 luglio)

Seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1698 - Delega al Governo in materia di turismo

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1822 - Differimento dell'efficacia dell'obbligo della patente nautica per la conduzione di unità aventi motore di cilindrata superiore a 750 cc a iniezione a due tempi

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 478 ed abbinate – Disposizioni per la promozione e il sostegno della lettura (ove non conclusa nella seduta del 27 giugno)

Seguito dell'esame della mozione Cillis ed altri n. 1-00213 concernente iniziative a sostegno del comparto cerealicolo

Nella seduta di mercoledì 10 luglio, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time)

Venerdì 12 luglio (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 15 luglio ( antimeridiana e pomeridiana , con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1913 - Conversione in legge del decreto-legge 14 giugno 2019, n. 53, recante disposizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza pubblica (da inviare al Senato - scadenza: 13 agosto 2019)

Discussione sulle linee generali delle proposte di legge nn. 24, 1051, 1366, 1368 e abbinate – Modifiche al Codice della strada

Discussione sulle linee generali della mozione De Maria ed altri n. 1-00199 concernente iniziative in materia di politiche urbane e riqualificazione delle periferie

Discussione sulle linee generali delle proposte di legge nn. 181, 1188 e abbinate - Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici in ambiente extraospedaliero

Martedì 16 luglio (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 16 luglio ( pomeridiana , con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 17 e giovedì 18 luglio (antimeridiana e pomeridiana , con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 19 luglio)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1913 - Conversione in legge del decreto-legge 14 giugno 2019, n. 53, recante disposizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza pubblica (da inviare al Senato - scadenza: 13 agosto 2019)

Seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame delle proposte di legge nn. 24, 1051, 1366, 1368 e abbinate – Modifiche al Codice della strada

Seguito dell'esame della mozione De Maria ed altri n. 1-00199 concernente iniziative in materia di politiche urbane e riqualificazione delle periferie

Seguito dell'esame delle proposte di legge nn. 181, 1188 e abbinate - Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici in ambiente extraospedaliero

Nella seduta di mercoledì 17 luglio, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time)

Venerdì 19 luglio ( ore 9.30 )

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 22 luglio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1603-ter - Disposizioni per il contrasto della violenza in occasione di manifestazioni sportive (collegato alla manovra di finanza pubblica)

Discussione sulle linee generali delle proposte di legge costituzionale nn. 1511, 1826 e abbinate recante modifica all'articolo 58 della Costituzione in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica

Discussione congiunta del conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2018 e del progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2019

Discussione sulle linee generali della mozione Lupi ed altri n. 1-00058 concernente iniziative in ordine alla realizzazione del Terzo valico dei Giovi

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 313 – Norme per l'attribuzione a soggetti pubblici della proprietà della Banca d'Italia

Martedì 23 luglio (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 23 (ore 14-21, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 24 (ore 11-14 e ore 16-20, con eventuale prosecuzione notturna) e giovedì 25 luglio (ore 10.30-13 e ore 14-18, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 26 luglio)

Seguito dell'esame degli argomenti previsti nelle settimane precedenti e non conclusi

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1603-ter - Disposizioni per il contrasto della violenza in occasione di manifestazioni sportive (collegato alla manovra di finanza pubblica)

Seguito dell'esame delle proposte di legge costituzionale nn. 1511, 1826 e abbinate recante modifica all'articolo 58 della Costituzione in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica

Seguito dell'esame della mozione Lupi ed altri n. 1-00058 concernente iniziative in ordine alla realizzazione del Terzo valico dei Giovi

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 313 – Norme per l'attribuzione a soggetti pubblici della proprietà della Banca d'Italia

Nella seduta di mercoledì 24, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, con la partecipazione del Presidente del Consiglio dei ministri (Premier question time)

Venerdì 26 luglio (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 29 luglio ( antimeridiana e pomeridiana , con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge di conversione del decreto legge in materia di beni culturali (ove presentato dal Governo e trasmesso dal Senato)

Discussione sulle linee generali delle proposte di legge nn. 783 e 1608 - Norme in materia di reclutamento e stato giuridico dei ricercatori universitari e degli enti di ricerca

Discussione sulle linee generali della mozione concernente l'istituzione di un tribunale internazionale per processare i crimini di Daesh (in corso di presentazione)

Discussione generale della proposta di legge n. 52 e abbinata - Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque

Martedì 30 luglio (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 30 ( pomeridiana , con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 31 luglio e giovedì 1° agosto (antimeridiana e pomeridiana , con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 2 agosto, con eventuale prosecuzione notturna)

Seguito dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto legge in materia di beni culturali (ove presentato dal Governo e trasmesso dal Senato)

Seguito dell'esame degli argomenti previsti nelle settimane precedenti e non conclusi

Seguito dell'esame delle proposte di legge nn. 783 e 1608 - Norme in materia di reclutamento e stato giuridico dei ricercatori universitari e degli enti di ricerca

Seguito dell'esame della mozione concernente l'istituzione di un tribunale internazionale per processare i crimini di Daesh (in corso di presentazione)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 52 e abbinata - Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque

Seguito della discussione congiunta del conto consuntivo della Camera per l'anno finanziario 2018 e del progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2019 (nella seduta di giovedì 1° agosto)

Nella seduta di mercoledì 31 luglio, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time)

Il calendario del mese di luglio potrà essere integrato, d'intesa tra il Presidente della Camera e la Presidente del Senato, con le votazioni per l'elezione di due componenti del Garante per la protezione dei dati personali e di due componenti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

L'organizzazione dei tempi per l'esame dei progetti di legge nn. 24, 1051, 1366 e 1368 e abb., nn. 181, 1188 e abb., n. 1603-ter, nn. 1511, 1826 e abb., n. 313, nn. 783 e 1608, n. 52 e abb., sarà definita una volta concluso l'esame in sede referente.

L'organizzazione dei tempi della mozione concernente l'istituzione di un tribunale internazionale per processare i crimini di Daesh sarà definita dopo la sua pubblicazione.

Comunico che è stato altresì convenuto, ai sensi dell'articolo 23, comma 6, primo periodo, del Regolamento, il seguente programma dei lavori per i mesi di agosto e di settembre 2019:

Mese di AGOSTO

Eventuale seguito dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge in materia di beni culturali (ove presentato dal Governo e trasmesso dal Senato)

Mese di SETTEMBRE

Proposta di legge n. 1285 - Legge quadro per lo sviluppo delle isole minori marine, lagunari e lacustri (approvata dal Senato)

Proposta di legge costituzionale S. 214-515-805-B –

Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari (approvata della Camera - ove trasmessa dal Senato)

Disegno di legge S. 944 - Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2018 (approvato dalla Camera - ove modificato dal Senato)

Disegno di legge S. 1200 - Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere (approvato dalla Camera - ove modificato dal Senato)

Rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2018 e Assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2019 (ove presentati dal Governo e trasmessi dal Senato)

Proposte di legge nn. 1008 e 1636 e abbinata- Interventi per il settore ittico. Deleghe al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale

Proposte di legge nn. 702, 1461 e abbinata - Disposizioni in materia di conflitti di interessi

Mozione Carfagna e Gelmini n. 1-00210 concernente iniziative in relazione alla situazione politico-istituzionale dell'Albania

Mozione La Marca, Sisto, Speranza, Borghese, Sangregorio ed altri n. 1-00118 concernente iniziative per il rafforzamento dei processi di internazionalizzazione dell'economia del Mezzogiorno, anche attraverso lo sviluppo dei legami con le comunità di origine italiana all'estero

Mozione Pella ed altri n. 1-00082 concernente iniziative per la prevenzione e la cura dell'obesità

Proposta di legge n. 1524 – Modifiche al codice penale, alla legge 29 maggio 2017, n. 71, e al regio decreto-legge 20 luglio 1934, n. 1404, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 maggio 1935, n. 835, in materia di prevenzione e contrasto del fenomeno del bullismo e di misure rieducative dei minori

Proposta di legge n. 113 - Princìpi generali in materia di rigenerazione urbana nonché di perequazione, compensazione e incentivazioni urbanistiche

Proposta di legge n. 907 - Disposizioni concernenti l'impiego di unità da pesca per la raccolta dei rifiuti solidi dispersi in mare e per la tutela dell'ambiente marino

Mozione Mandelli ed altri n. 1-00022 concernente iniziative per il contrasto del fenomeno dell'antibiotico-resistenza

Proposta di legge n. 294 e abbinate - Abrogazione dei commi 5 e 6 dell'articolo 3 del decreto legislativo 16 settembre 1996, n. 564, in materia di contribuzione previdenziale per i lavoratori che svolgono attività sindacale

Mozioni Muroni ed altri n. 1-00181 e Orlando ed altri n.1-00178 concernenti iniziative in relazione all'emergenza climatica e ambientale

Proposta di legge nn. 334, 812 e abbinate - Norme in materia di accesso ai corsi universitari

Proposta di legge S. 310 e abbinate - Istituzione del salario minimo orario (ove trasmesso dal Senato e ove concluso dalla Commissione)

Proposta di legge n. 1056 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla diffusione intenzionale e massiva di informazioni false attraverso la rete internet e sul diritto all'informazione e alla libera formazione dell'opinione pubblica (ove concluso dalla Commissione)

Proposta di legge n. 1064 - Interpretazione autentica dell'articolo 4 del testo unico delle norme di legge in materia valutaria, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 31 marzo 1988, n. 148, in materia di gestione delle riserve ufficiali

Nell'ambito del programma è altresì previsto lo svolgimento di atti di sindacato ispettivo e potranno essere inseriti ulteriori progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ci sono numerosi interventi di fine seduta, pregherei i colleghi di stare nei tempi assegnati. Il primo intervento è dell'onorevole De Maria, che non c'è.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fitzgerald Nissoli. Ne ha facoltà.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Grazie, Presidente. Intervengo per richiamare, dato che ci troviamo in una situazione di incertezza del Governo, l'attenzione del Governo sul voto all'estero. Infatti, se si andasse a votare a breve, si riproporrebbero gli stessi problemi di prima, cioè gli indirizzi degli elettori all'estero sbagliati, quindi un enorme spreco di denaro perché l'invio dei plichi elettorali non andrebbe a buon fine; cioè, i plichi per votare per corrispondenza non arriverebbero mai a tutti i cittadini italiani residenti all'estero a causa di un carente coordinamento tra l'Anagrafe nazionale della popolazione residente all'estero e i registri AIRE che si trovano presso i consolati.

All'inizio di questa legislatura avevo già segnalato il problema al Governo con l'interrogazione n. 4-00196 che non ha mai però ricevuto una risposta. In un contesto ad alto sviluppo tecnologico risulta incomprensibile, soprattutto in Nord America, come possano esserci tali discrepanze di dati concernenti gli indirizzi dei cittadini italiani residenti all'estero.

Spero che lo capisca anche il Governo e prenda presto provvedimenti per evitare il disallineamento dei dati anagrafici e garantire elenchi elettorali corretti. Non vorrei che ci ritrovassimo, alle prossime elezioni politiche, con i soliti problemi dove tutti denunciano e promettono di risolvere ma che poi, a fine campagna elettorale, nessuno affronta.

Chissà se il fatto di non prendere provvedimenti convenga a qualcuno. Sicuramente, non conviene alla democrazia e agli elettori italiani all'estero, quindi sollecito il Governo affinché dia una risposta alla mia interrogazione dell'8 maggio 2018 a distanza di oltre un anno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Sono costretto, purtroppo, in quest'Aula a tornare a parlare di Panzironi. Iniziai a informare quest'Aula e il Governo di questo personaggio e delle sue follie antiscientifiche un anno fa. Dopo i miei interventi e le mie interrogazioni sono intervenuti l'Agcom e l'Antitrust, e il Ministro Grillo spesso fa interventi chiedendo di fermare il fenomeno Panzironi. È intervenuto l'ordine dei medici con una condanna molto ferma.

Soltanto che sono costretto a riparlarne perché questo personaggio, che dice sulle televisioni che si può guarire dal tumore con la sua cura, che si può guarire dal Parkinson, dall'Alzheimer non frequentando i medici tradizionali ma seguendo la sua cura che prevede di non mangiare pasta, di non mangiare zuccheri e di comprare le pilloline che lui produce, si arricchisce con questo sistema e promette di vivere 120 anni. Ovviamente crea un problema di persone che nel frattempo non si curano adeguatamente e rischiano la salute. E questo personaggio, per il 30 giugno, cioè questa domenica, al Palaeur ha organizzato un evento, il Life 120 day, cioè un evento in cui lui dice che è una giornata storica che cambierà la medicina per sempre.

Lui non è un medico ma un giornalista che non porta avanti teorie mediche ma porta avanti la vendita delle sue pilloline. Il problema è che lo fa al Palaeur che è una struttura di Eur Spa che è di proprietà per il 90 per cento del Ministero dell'Economia e delle finanze e per il 10 per cento del comune di Roma. I soci di Eur Spa sono pubblici: quindi soci pubblici permettono e aprono una struttura come il Palaeur per raccontare che si può guarire dal Parkinson, dall'Alzheimer e dai tumori non andando dai medici ma comprando le pilloline di questo cialtrone, ciarlatano antiscientifico che si arricchisce lucrando sulla disperazione delle persone e sulla speranza e sull'illusione di vincere la morte.

Sono qui per fare un ultimo appello: prima di tutto, impedite questo evento perché è pericoloso. Secondo, se non è possibile, chiedo a Eur Spa di riempire la struttura di cartelli in cui c'è scritto che, per curare le malattie, si va dai medici e, per farsi scegliere le diete, si va dai nutrizionisti: sembrano banalità ma è fondamentale difendere i cittadini italiani da questo ciarlatano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

CHIARA GRIBAUDO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD). La ringrazio, Presidente. Ho chiesto di intervenire in quest'Aula perché stamattina, alla Camera, è stato presentato il Rapporto annuale dell'INAIL e, ahimè, i numeri sono implacabili. Le vittime sul luogo di lavoro aumentano e anche le malattie professionali che vengono denunciate e questo sembra ahimè un trend che viene confermato anche nel 2019. Significa, quindi, che si lavora male; significa, quindi, che si lavora senza prevenzione; si lavora in spregio alla salute delle persone. E di tutto questo, mi dispiace, ma il Governo è pienamente consapevole, perché il Governo ha scelto di tagliare i fondi legati all'INAIL e, per quanto riguarda soprattutto i piani di sicurezza, ha scelto, con lo “sblocca cantieri”, di aumentare al 40 per cento la soglia dei subappalti, che rappresentano statisticamente situazioni ad alto rischio per i lavoratori, oltre ad altre amenità che sono state inserite nella legge di bilancio e che hanno modificato il testo unico sulla sicurezza.

Ecco, Presidente, io devo intervenire in quest'Aula, perché, di fronte a questi numeri che credo inquietino ciascuno di noi, il Governo deve agire e deve farlo subito, perché, mentre qualcuno continua a fare solo propaganda, le persone fuori dai palazzi e da Rousseau muoiono e si ammalano di più nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lapia. Ne ha facoltà.

MARA LAPIA (M5S). Presidente, il mio intervento si rende necessario, per porre all'attenzione di quest'Aula, della Presidenza e degli organi competenti quello che sta avvenendo in queste ore nel centro Sardegna.

Lo scorso 20 giugno la direzione della ASL di Nuoro ha comunicato alla ATS Sardegna la sospensione dell'attività del reparto di neurochirurgia dell'ospedale San Francesco di Nuoro, prevista per il periodo decorrente dal 1° al 20 agosto prossimo. Stessa sorte toccherà al reparto di chirurgia vascolare, che resterà, invece, chiuso dal 27 luglio all'11 agosto.

È bene chiarire che saranno sospese tutte le attività, comprese quelle in regime di emergenza-urgenza.

In Sardegna si continua a giocare con la vita dei pazienti; per tutti quei casi di patologie tempo dipendenti significherà perdere minuti preziosi per intervenire prontamente su di essi, mettendo a rischio la loro vita. Le chiusure, infatti, causeranno il trasferimento urgente di cittadini e famiglie presso altri presidi ospedalieri.

La conformazione geografica del territorio sardo, signor Presidente, non permette spostamenti in brevissimo tempo; questo lo sanno sia i vertici dell'ATS che continuano ad avallare incomprensibili e scellerate decisioni, sia coloro che hanno condotto la Sardegna ad un vero e proprio disastro sanitario negli ultimi anni.

Questi provvedimenti sono il frutto della mancanza di personale medico e infermieristico, ormai esasperato e costretto a turni di lavoro al di fuori di ogni legalità.

Il mio intervento, oggi, in quest'Aula mira a scongiurare il realizzarsi di quanto già è stato deciso; non posso accettare, da rappresentante della mia isola, che ancora una volta vengano negati diritti fondamentali ai miei concittadini.

Comunico che ho provveduto in queste ore ad informare gli uffici competenti e il Ministro della salute, per verificare il rispetto delle normative delle azioni poste in essere ed evitare questa scellerata decisione. Pretendo, da chi di dovere, di intervenire senza più attendere, per scongiurare questo ennesimo colpo alla nostra sanità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Federico. Ne ha facoltà.

ANTONIO FEDERICO (M5S). Presidente, con questo intervento voglio portare all'attenzione dell'Aula la situazione paradossale che riguarda il Molise e l'istituendo Parco Nazionale del Matese.

Nelle scorse settimane, il Governo nazionale ha messo 85 milioni di euro a disposizione dei parchi, nell'ambito degli interventi di riduzione delle emissioni di CO2 e di adattamento ai cambiamenti climatici. Il Molise, tuttavia, è rimasto fuori dal finanziamento a causa del ritardo con cui si sta procedendo alla perimetrazione del Parco che spetta proprio alla regione. Ciò significa perdere risorse per la difesa, la valorizzazione e lo sviluppo del Molise, colpendo una delle sue risorse più importanti, la natura.

Il maxi fondo da 85 milioni di euro stanziato dal Ministero dell'ambiente è l'ennesima dimostrazione dell'attenzione che il Governo italiano sta ponendo sulla lotta concreta alle emissioni di CO2 e ai cambiamenti climatici. L'istituzione del fondo, peraltro, rappresenta un grande passo in avanti nella direzione tanto voluta dal ministro Sergio Costa: rendere l'Italia un Paese “parco”, con l'idea di fondo che tutela ambientale e sviluppo del territorio camminano insieme, sempre.

In concreto, vuol dire realizzare una serie di condizioni vantaggiose per chi risiede, lavora e vive i Parchi, aree protette dove, ad esempio, si applicano i più elevati standard ambientali che prevedono anche vantaggi fiscali. “Parco” nella nostra idea vuol dire anche veicoli elettrici, efficientamento energetico, vocazione plastic free, vuol dire bandi specifici per l'educazione ambientale dedicati alle scuole e tanto altro; vuol dire, inoltre, tutela dell'ambiente, quando, ad esempio, questo viene compromesso dalla realizzazione di impianti di trattamento di rifiuti o di interi parchi eolici che non possono, in alcun modo, essere compatibili con la salvaguardia del paesaggio e la tutela ambientale, caratteristiche intrinseche di un parco.

Insomma, il Governo c'è, è al lavoro, si fa sentire e si mette a disposizione dei territori. Tuttavia, dobbiamo registrare la totale assenza della regione Molise che, invece, di accelerare con la perimetrazione del Parco del Matese, continua a mostrare posizioni ambigue, la stessa ambiguità che, però, deve essere superata anche dalla regione Campania.

Dobbiamo capire tutti che rischiamo di perdere l'ennesima opportunità di crescita in zone già in difficoltà, ma noi non ci arrendiamo e cercheremo in tutti i modi, ad ogni livello istituzionale, di garantire a questi territori lo sviluppo che meritano.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barbuto. Ne ha facoltà.

ELISABETTA MARIA BARBUTO (M5S). Presidente, prendo la parola oggi in quest'Aula per ricordare la piccola vittima innocente di un tragico agguato di mafia, perpetrato dieci anni orsono, in una calda sera d'inizio estate alle porte di Crotone. Domenico Gabriele: voglio pronunziare questo nome in maniera forte e chiara e non impedirò all'emozione che provo di inclinare la mia voce. Era il 25 giugno del 2009, faceva caldo quella maledetta sera; faceva caldo, ma Domenico, insieme al suo papà, era andato, come al solito faceva ogni giovedì sera, a giocare a calcetto. Era un bambino Domenico, aveva appena 11 anni; era un bambino che adorava la sua squadra del cuore ed emulava le gesta dei suoi idoli calcistici con l'entusiasmo che solo un bambino di quell'età può avere. Correva felice, Domenico, su quel campo di calcio, correva spensierato, con l'obiettivo di mettere a segno un gol per la squadra. Correvi, Domenico, ma non sapevi, non potevi sapere, che quella corsa spensierata sarebbe stata interrotta per sempre dalla mano vigliacca di delinquenti, di esseri che si fatica anche a definire animali, di esseri che avevano deciso di regolare i conti con un loro avversario, incuranti della presenza di tanta gente e di tanti bambini. Eravate solo delle comparse, eravate solo delle pedine, eravate solo coreografia di un atto eclatante che doveva dare lo spessore dell'onnipotenza di certa gentaglia, dell'esaltazione della violenza che intimidisce, prevarica, annulla nel tentativo di riaffermare il controllo di un territorio. E tu eri lì, piccola vittima innocente, che non dimenticheremo mai. La tua corsa verso la vita, il tuo entusiasmo, la tua passione, i tuoi genitori, i tuoi affetti, i tuoi amici, i tuoi pensieri e all'improvviso il buio; il buio del coma e infine la morte, dopo una lunga degenza di tre mesi presso l'ospedale di Catanzaro.

A distanza di dieci anni continuiamo a ricordare, oggi e per sempre, questa giovane vita spezzata, come tante altre giovani vite finite tragicamente, per mano della violenza mafiosa. Uniamoci tutti, nel ribadire il nostro “no” più convinto ad ogni forma di violenza e di prevaricazione: no alla mafia, come? Al di là dei proclami e delle belle parole, continuando a lottare ogni giorno nel nostro quotidiano, nel rispetto delle regole e dell'umanità, perché gli esempi valgono più di mille parole, perché i giovani ce lo chiedono, perché non si può più aspettare, perché lo Stato sia con noi ed in noi in questa terra meravigliosa e amara, perché sia facile vivere e difficile morire, oggi e sempre. Ciao, Dodò (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Provenza. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA (M5S). Presidente, la comunità della mia città, Salerno, in questi giorni è assolutamente attonita e sconvolta per la tragica e prematura scomparsa del dottor Angelo Maucione, collega anestesista di elevati valori umani e professionali. Angelo, di nome e di fatto, ha dedicato la vita agli altri, in particolare nella formazione delle nuove generazioni da quando, ritornando nella sua Salerno dopo un'esperienza fuori regione, ha messo le sue competenze al servizio della comunità, diventando decano degli anestesisti salernitani, in particolare nel campo della rianimazione e dell'anestesia pediatrica salernitana, che ha fondato e ha contribuito a far crescere negli anni. Dopo essere andato in pensione e dopo una vita dedicata ai piccoli pazienti e alla formazione dei giovani medici salernitani, ha continuato a svolgere la sua attività come volontario della Croce Bianca salernitana, mettendo sempre al primo posto la formazione del personale che lo accompagnava. In tanti lo cercavano anche solo per un consiglio, essendo per tanti un riferimento. Munito del suo immancabile berretto e del suo sorriso, che rimarranno stampati nella mente di familiari, colleghi ed amici, lascia questo mondo dopo aver dedicato alle generazioni future la sua vita che, come un seme, darà i suoi frutti ancora per lunghi anni. È l'esempio di questi uomini che mi rende ancora più orgoglioso della mia Salerno. Ciao Angelo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, onorevoli colleghi, esattamente cento anni fa, com'è oggi, nasceva a Finale Ligure Carlo Donat-Cattin. Una figura di primo piano della rinascita democratica e repubblicana del nostro Paese; giornalista, sindacalista, poi parlamentare, per lunghi anni Ministro, Ministro del Lavoro in una stagione complessa e impegnativa che suggellò la nascita dello statuto dei lavoratori; poi Ministro dell'Industria, Ministro della Sanità e leader della corrente della cosiddetta “Sinistra sociale” della Democrazia Cristiana, conosciuta anche con il nome di “Forze nuove”. Un'esperienza politica di grande livello e di spessore, che credo possa costituire ancora oggi una riscoperta per coloro i quali hanno avuto la fortuna di potersi formare a questo insegnamento e all'esempio, ma anche una scoperta per molti giovani colleghi che, scoprendo questa figura che ha saputo svolgere una grande funzione di servizio delle nostre istituzioni, credo potrebbero molto utilmente rifarsi per poter continuare in questo impegno. Il Partito Democratico ricorda con commozione e con ringraziamento la figura e l'insegnamento di Carlo Donat-Cattin (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bazzaro. Ne ha facoltà.

ALEX BAZZARO (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, intervengo da veneziano e a nome di tutti i colleghi veneti della Lega in un momento di grande gioia ed emozione per la nostra terra. Non posso che unirmi alle parole di plauso pronunciate oggi in Aula per l'opera del nostro Governo che ha permesso la vittoria dell'Italia con la candidatura di Milano e Cortina per le Olimpiadi invernali 2026. Per la mia regione si tratta di un evento storico che riporta in Veneto, tra le montagne più belle del mondo, riconosciute come patrimonio UNESCO, le Olimpiadi, che mancavano dal 1956. È un'occasione storica di sviluppo, di opportunità di lavoro e di vetrina sul mondo, con una chiusura, all'Arena di Verona, che ci rende particolarmente orgogliosi.

Per tutto questo non possiamo non ringraziare chi, per primo e spesso purtroppo da solo rispetto al disfattismo di alcuni esponenti politici veneti, ha creduto fortemente nel sogno olimpico. Come veneti grazie, grazie di cuore al nostro governatore Luca Zaia, alla sua giunta e ai suoi consiglieri regionali, che hanno supportato assieme al nostro Esecutivo un obiettivo storico.

Ancora una volta il buon governo, la seria amministrazione e l'amore per il proprio territorio hanno dimostrato di essere la vera chiave per lo sviluppo del Veneto e dell'Italia. Tre miliardi e 22 mila posti di lavoro per Olimpiadi a impatto zero e senza cattedrali nel deserto. Saranno Giochi olimpici diffusi e, quindi, non solo a Cortina ma in tutta la nostra terra e coinvolgeranno in ogni settore la nostra gente. Lo slogan della candidatura era “we dream together”, “noi sogniamo insieme”: ora, con il pragmatismo che ci contraddistingue, questo sogno lo trasformeremo in una meravigliosa realtà. Vincere fa bene e fa bene anche al PIL: viva le Olimpiadi di Milano e Cortina e viva il Veneto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Presidente, sono stato in visita al centro diurno per anziani di Sant'Ilario d'Enza, in provincia di Reggio Emilia, lo scorso 21 giugno, accompagnato dall'onorevole Lino Miserotti, da Ettore Bersani e Mary Billa. “Dopo 31 anni, oggi vengo al lavoro con lo stesso entusiasmo del primo giorno”, mi ha detto l'operatrice socio-sanitaria Loredana Buratti, che mi ha guidato, insieme alla collega Carla Sartori e al presidente Castagnetti, con l'ex sindaco Moretti, a visitare la struttura, le stanze e a intrattenermi con gli ospiti. Tutti hanno così gradito la visita, tanto che abbiamo scherzato, giocato con ospiti e personale, e anche ballato, cantato e gridato insieme: “Viva i pensionati, pensionati all'attacco”.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fatuzzo. Come sa bene, io penso che questi richiami a fine dei suoi interventi non sono utili né a lei, né all'Aula. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lacarra. Ne ha facoltà.

MARCO LACARRA (PD). Grazie, Presidente. Voglio segnalare all'Aula e, se è possibile per il suo tramite, al Ministro Grillo la situazione di caos che si sta verificando all'interno dell'AIFA, l'agenzia italiana del farmaco. È nota l'importanza strategica che questa agenzia ha nel sistema salute del nostro Paese, eppure il Ministro Grillo pare non si interessi minimamente alle sorti del consiglio d'amministrazione e della governance di questa agenzia. Il presidente del consiglio d'amministrazione, Stefano Vella, si è dimesso già da diversi mesi per conflitto insanabile col Governo relativamente alla “vicenda Diciotti”.

La Conferenza Stato-regioni si è pronunciata nel frattempo, ma nessuna risposta in ordine al ripristino della governance è stata data dal Ministro Grillo. Nel contempo, proprio per protestare rispetto a questa inerzia assolutamente irresponsabile, un altro componente si è dimesso qualche settimana fa, il dottor Sergio Venturi, e in questo momento c'è l'impossibilità di ricostruire il plenum, per cui sarebbe assolutamente indispensabile che intervenga il Ministro perché si rischia di paralizzare l'attività dell'agenzia che ha incidenza, come voi sapete, per l'introduzione e l'utilizzo di nuovi farmaci sul mercato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giorgis. Ne ha facoltà.

ANDREA GIORGIS (PD). Presidente, 36 anni fa, il 26 giugno 1983, la 'ndrangheta assassinava il giudice Bruno Caccia, procuratore di Torino. In questo poco tempo che ho a disposizione voglio ricordare la straordinaria professionalità e determinazione con le quali Bruno Caccia scoprì e combatté la diffusione della 'ndrangheta in Piemonte e con lui voglio ricordare le tante, troppe vittime delle mafie e, al tempo stesso, voglio ricordare e ringraziare i molti che nelle istituzioni e nella società hanno combattuto e combattono le mafie in tutte le sue diverse manifestazioni, animati dalla convinzione che la mafia possa e debba essere sconfitta perché, come disse Giovanni Falcone, “la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 27 giugno 2019 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Deleghe al Governo e altre disposizioni in materia di ordinamento sportivo, di professioni sportive nonché di semplificazione (Testo risultante dallo stralcio disposto dal Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento, e comunicato all'Assemblea il 12 marzo 2019, degli articoli da 6 a 11 del disegno di legge n. 1603). (C. 1603-bis-A)

Relatore: BELOTTI.

2. Seguito della discussione della proposta di legge:

CENNI ed altri: Disposizioni in materia di limitazioni alla vendita dei prodotti agricoli e agroalimentari sottocosto e di divieto di aste a doppio ribasso per l'acquisto dei medesimi prodotti. Delega al Governo per la disciplina e il sostegno delle filiere etiche di produzione. (C. 1549-A)

Relatrice: GAGNARLI.

3. Seguito della discussione della proposta di legge:

COSTA: Modifiche agli articoli 314 e 315 del codice di procedura penale, in materia di riparazione per ingiusta detenzione ai fini della valutazione disciplinare dei magistrati. (C. 1206-A)

Relatore: ZANETTIN.

4. Seguito della discussione del disegno di legge:

Delega al Governo in materia di turismo. (C. 1698-A)

Relatrice: ANDREUZZA.

5. Seguito della discussione della relazione delle Commissioni III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) sulla deliberazione del Consiglio dei Ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali per l'anno 2019, adottata il 23 aprile 2019 (Doc. XXV, n. 2) e sulla relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita al periodo 1° ottobre-31 dicembre 2018, anche al fine della relativa proroga per il periodo 1° gennaio-31 dicembre 2019, deliberata il 23 aprile 2019 (Doc. XXVI, n. 2). (Doc. XVI, n. 2)

Relatori: FORMENTINI, per la III Commissione; IOVINO, per la IV Commissione.

6. Discussione della proposta di legge:

PICCOLI NARDELLI ed altri: Disposizioni per la promozione e il sostegno della lettura. (C. 478-A)

e delle abbinate proposte di legge: BELOTTI ed altri; MOLLICONE ed altri; FRASSINETTI ed altri; CASCIELLO ed altri. (C. 1410-1516-1614-1686)

Relatrice: CARBONARO.

La seduta termina alle 21.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 7 il deputato Casciello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 5 la deputata Varchi ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;

nella votazione n. 6 la deputata Vanessa Cattoi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 6 alla n. 8 il deputato Enrico Borghi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 8 il deputato Di Muro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 10 il deputato Zoffili ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 11 la deputata Marrocco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 19 i deputati De Filippo e Trizzino hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 20 e 21 la deputata Emiliozzi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 21 la deputata Serracchiani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 26 la deputata Andreuzza ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 32 il deputato Zoffili ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 33 e 34 i deputati Raffa e Sasso hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 41 e 42 il deputato Vinci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 43 il deputato Vinci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 48, 49 e 51 il deputato Sgarbi ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 58 la deputata Colmellere ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 59 la deputata Colmellere ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 60 la deputata Legnaioli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 74 il deputato Librandi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 77 il deputato Bellachioma ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 83 i deputati Bellachioma e Benedetti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 86 il deputato Ziello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Moz. Fornaro e a. n. 1-198 478 478 0 240 108 370 85 Resp.
2 Nominale Moz.Quartapelle P. e a. n. 1-202 nf 478 397 81 199 109 288 85 Resp.
3 Nominale Moz. Lollobrigida e a. n. 1-203 481 290 191 146 27 263 85 Resp.
4 Nominale Moz. Cabras e a. n. 1-204 n.f. 476 262 214 132 262 0 85 Appr.
5 Nominale Moz. Valentini e a. n. 1-209 478 451 27 226 83 368 85 Resp.
6 Nominale Ddl 1603-bis-A - em. 1.1 477 477 0 239 206 271 84 Resp.
7 Nominale em. 1.3, 1.4 476 475 1 238 218 257 83 Resp.
8 Nominale em. 1.5 477 477 0 239 219 258 83 Resp.
9 Nominale em. 1.6 479 479 0 240 217 262 83 Resp.
10 Nominale em. 1.8 484 483 1 242 201 282 81 Resp.
11 Nominale em. 1.9 483 471 12 236 204 267 81 Resp.
12 Nominale em. 1.10 484 474 10 238 203 271 81 Resp.
13 Nominale em. 1.11 480 476 4 239 210 266 79 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 1.12 472 381 91 191 121 260 79 Resp.
15 Nominale em. 1.13 478 476 2 239 214 262 79 Resp.
16 Nominale em. 1.15 486 484 2 243 215 269 78 Resp.
17 Nominale em. 1.201 486 486 0 244 486 0 78 Appr.
18 Nominale em. 1.17 479 478 1 240 213 265 77 Resp.
19 Nominale em. 1.500 419 419 0 210 419 0 77 Appr.
20 Nominale em. 1.18 416 415 1 208 169 246 93 Resp.
21 Nominale em. 1.19 421 412 9 207 166 246 91 Resp.
22 Nominale em. 1.20 434 422 12 212 168 254 91 Resp.
23 Nominale em. 1.21 442 431 11 216 174 257 91 Resp.
24 Nominale em. 1.22 441 429 12 215 177 252 91 Resp.
25 Nominale em. 1.24, 1.25, 1.26 448 447 1 224 193 254 88 Resp.
26 Nominale em. 1.27 457 455 2 228 194 261 86 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 1.28 447 350 97 176 93 257 86 Resp.
28 Nominale em. 1.31 463 394 69 198 132 262 86 Resp.
29 Nominale em. 1.33 rif. 470 373 97 187 298 75 86 Appr.
30 Nominale em. 1.200 473 379 94 190 379 0 86 Appr.
31 Nominale em. 1.400 470 470 0 236 468 2 85 Appr.
32 Nominale articolo 1 475 357 118 179 275 82 85 Appr.
33 Nominale em. 2.1 477 459 18 230 192 267 85 Resp.
34 Nominale em. 2.3 475 374 101 188 108 266 85 Resp.
35 Nominale em. 2.7 rif. 481 391 90 196 389 2 85 Appr.
36 Nominale articolo 2 481 281 200 141 281 0 85 Appr.
37 Nominale em. 3.3 477 369 108 185 100 269 85 Resp.
38 Nominale em. 3.4 473 396 77 199 133 263 85 Resp.
39 Nominale articolo 3 480 375 105 188 277 98 85 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale mantenimento articolo 4 475 442 33 222 270 172 82 Appr.
41 Nominale em. 5.5, 5.3, 5.7 rif. 458 458 0 230 458 0 82 Appr.
42 Nominale em. 5.201 458 458 0 230 458 0 82 Appr.
43 Nominale em. 5.8 470 458 12 230 193 265 81 Resp.
44 Nominale em. 5.9 470 469 1 235 204 265 81 Resp.
45 Nominale em. 5.10 476 475 1 238 209 266 81 Resp.
46 Nominale em. 5.11 477 466 11 234 201 265 81 Resp.
47 Nominale em. 5.12 478 477 1 239 202 275 80 Resp.
48 Nominale em. 5.13 482 481 1 241 218 263 80 Resp.
49 Nominale em. 5.16 482 481 1 241 120 361 80 Resp.
50 Nominale em. 5.17 481 480 1 241 214 266 80 Resp.
51 Nominale em. 5.20 477 477 0 239 111 366 80 Resp.
52 Nominale em. 5.21 476 373 103 187 110 263 80 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale em. 5.200 472 471 1 236 471 0 80 Appr.
54 Nominale articolo 5 476 365 111 183 276 89 80 Appr.
55 Nominale art. agg. 5.01 475 473 2 237 208 265 80 Resp.
56 Nominale em. 6.1 470 358 112 180 95 263 80 Resp.
57 Nominale em. 6.2 457 364 93 183 103 261 80 Resp.
58 Nominale em. 6.5 438 436 2 219 168 268 79 Resp.
59 Nominale em. 6.200 439 438 1 220 437 1 79 Appr.
60 Nominale em. 7.1 435 433 2 217 173 260 79 Resp.
61 Nominale em. 7.201 439 348 91 175 348 0 79 Appr.
62 Nominale em. 7.200 n.f. 435 349 86 175 349 0 79 Appr.
63 Nominale articolo 7 439 352 87 177 271 81 79 Appr.
64 Nominale em. 8.1 440 439 1 220 84 355 79 Resp.
65 Nominale em. 8.2 446 440 6 221 172 268 79 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale em. 8.100 433 432 1 217 426 6 78 Appr.
67 Nominale em. 8.200 431 429 2 215 429 0 78 Appr.
68 Nominale articolo 8 435 275 160 138 275 0 78 Appr.
69 Nominale articolo 6 440 266 174 134 266 0 78 Appr.
70 Nominale em. 9.1 436 434 2 218 169 265 78 Resp.
71 Nominale em. 9.201 431 430 1 216 429 1 78 Appr.
72 Nominale em. 9.400 439 437 2 219 268 169 78 Appr.
73 Nominale em. 9.3 432 430 2 216 165 265 78 Resp.
74 Nominale em. 9.2 rif. 428 427 1 214 426 1 78 Appr.
75 Nominale em. 9.200 426 423 3 212 419 4 78 Appr.
76 Nominale articolo 9 430 347 83 174 346 1 78 Appr.
77 Nominale articolo 10 426 296 130 149 295 1 78 Appr.
78 Nominale odg 9/1603-bis-A/1 388 387 1 194 137 250 78 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 86)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nominale odg 9/1603-bis-A/5 399 325 74 163 68 257 78 Resp.
80 Nominale odg 9/1603-bis-A/8 400 399 1 200 144 255 78 Resp.
81 Nominale odg 9/1603-bis-A/11 400 400 0 201 144 256 78 Resp.
82 Nominale odg 9/1603-bis-A/12 404 404 0 203 145 259 78 Resp.
83 Nominale odg 9/1603-bis-A/13 398 398 0 200 142 256 78 Resp.
84 Nominale odg 9/1603-bis-A/14 400 400 0 201 142 258 78 Resp.
85 Nominale odg 9/1603-bis-A/22 389 321 68 161 70 251 78 Resp.
86 Nominale odg 9/1603-bis-A/25 392 382 10 192 129 253 78 Resp.