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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 185 di mercoledì 5 giugno 2019

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARZIO LIUNI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 3 giugno 2019.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'Istruzione dell'università e della ricerca e la Ministra della Difesa. Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative volte al blocco immediato del passaggio delle grandi navi nel bacino di San Marco a Venezia, anche valutando le soluzioni alternative previste dal cosiddetto “decreto Clini-Passera” - n. 3-00756)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Fornaro e Stumpo n. 3-00756 (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Fornaro se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, lo scorso 2 Giugno, come è noto, la Msc Opera, una nave di 275 metri e 65 mila tonnellate di stazza, nella laguna, nel Canale della Giudecca si è scontrata con una barca fluviale con a bordo 130 persone, ormeggiata all'imbarcadero San Basilio. Nello scontro sono rimaste ferite cinque turiste. L'incidente avvenuto nella laguna ripropone il tema dell'esclusione delle grandi navi dalla laguna di Venezia e contestualmente la necessità di un piano alternativo, che si basi sull'allontanamento delle grandi navi dal percorso: bacino di San Marco-Canale della Giudecca, come del resto già previsto dal decreto “Clini-Passera” del 2012, ancora oggi in vigore, ma mai applicato. Chiediamo quindi come intenda procedere allo stop immediato al passaggio delle grandi navi nel bacino di San Marco e, in tale contesto, se non ritenga necessario attuare le soluzioni alternative del decreto suindicato “Clini-Passera”, rispettose della tutela dell'ecosistema della laguna di Venezia.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. La ringrazio, Presidente. Ringrazio i colleghi parlamentari interroganti; sono tre i question time aventi il medesimo oggetto e cerco di splittare le risposte in questi tre question time. Il decreto interministeriale del 2 marzo 2012, conosciuto come “Clini-Passera” e emanato a seguito della tragedia della Costa Concordia, naufragata nei pressi dell'Isola del Giglio, subordinava l'efficacia del divieto di transito nel canale di San Marco, nel Canale della Giudecca, delle navi superiori a 40 mila tonnellate alla disponibilità di vie di navigazione alternative a quelle vietate. Dal 2012 ad oggi, il problema è rimasto irrisolto e non è mai stato individuato alcun percorso alternativo per le grandi navi. Di conseguenza, il divieto di transito non è mai stato applicato. La Capitaneria di porto è intervenuta con due successivi provvedimenti, dapprima nel 2013, vietando il passaggio di navi superiori alle 96 mila tonnellate a San Marco e Giudecca e riducendo il numero massimo di transiti previsti - gli effetti di questa ordinanza sono poi stati sospesi dal TAR nel 2014 - e successivamente, ad aprile 2018, l'autorità marittima ha emanato un provvedimento ad oggi in vigore, che nelle more della piena operatività di una soluzione alternativa, ha disciplinato il passaggio delle grandi navi nel canale lagunare della Giudecca, allo scopo di mitigare l'impatto ambientale e incrementare il livello di sicurezza, secondo criteri sempre più stringenti e con l'obiettivo di ridurre progressivamente il numero degli ingressi delle navi più grandi. Le misure adottate dalla Capitaneria di porto si basano su uno studio di valutazione dell'impatto ambientale, determinato dal passaggio delle grandi navi nelle acque portuali di Venezia, documento con cui, da un lato, sono stati catalogati tutti i possibili effetti generati dal transito delle navi attraverso i canali marittimi prossimi al centro storico veneziano e, dall'altro, è stata indicata una metodologia per l'attuazione del principio di mitigazione degli effetti del passaggio di tali navi nella laguna. Com'è noto, questo Governo, in particolare il Ministero che guido, insieme ai Ministri Bonisoli e Costa, ha intrapreso un percorso finalmente concreto, finalizzato ad individuare entro poche settimane il nuovo terminal crocieristico. L'iter tecnico-amministrativo comporta tuttavia tempi senz'altro incompatibili con l'urgente necessità di ridurre ulteriormente i rischi connessi al transito delle grandi navi, emersi a seguito dell'incidente di domenica scorsa. Pertanto, ho subito convocato l'autorità marittima, il provveditore e l'Autorità portuale di Venezia e contemporaneamente ho invitato le stesse autorità a riattivare il gruppo di lavoro costituito nel marzo del 2017 e che ha già adottato l'ordinanza in vigore, quella di cui sopra. Ho appena avuto notizia che questo Comitato, composto dalle tre autorità appena menzionate, si convocherà già per martedì della prossima settimana, tutto questo allo scopo di mitigare nell'immediato il pericolo costituito dal passaggio delle grandi navi nello splendido bacino di San Marco.

PRESIDENTE. Il deputato Federico Fornaro ha facoltà di replicare per due minuti.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie Presidente. Siamo parzialmente soddisfatti perché è del tutto evidente che, dopo l'incidente del 2 Giugno, occorreva e occorre prendere una decisione rapida, perché abbiamo rischiato un incidente ancor più grave di quello che è avvenuto e quindi c'è una questione aperta che necessiterebbe, a nostro giudizio, di procedere a uno stop immediato al passaggio delle grandi navi nel bacino di San Marco e così non è, stando alle sue parole. Vorremmo anche ricordare in questa sede che il 13 luglio del 2016 l'Unesco ha reso noto un documento nel quale si denunciava la condizione di rischio dell'ecosistema della Laguna di Venezia, fragile anche a causa dei transiti di grandi navi commerciali e passeggeri. Venezia è un patrimonio unico, come tutti noi sappiamo, e quindi la sua tutela credo che debba essere assolutamente prioritaria. Quindi, da questo punto di vista, crediamo che occorra un intervento rapido e incisivo da parte delle autorità competenti e del Ministero perché l'unica cosa che non sarebbe accettabile per i veneziani e per tutti coloro che hanno a cuore la città di Venezia è che si continuasse ad andare avanti così, con la presenza nei canali di queste enormi navi, con i rischi, non soltanto per l'incolumità dei turisti, ma anche per l'intero ecosistema veneziano. Quindi, crediamo che da questo punto di vista occorra rapidamente arrivare a ricercare una soluzione.

(Intendimenti in ordine alla questione del passaggio delle grandi navi nella laguna di Venezia, al fine di garantire la sicurezza dei cittadini, dei turisti e dei lavoratori - n. 3-00757)

PRESIDENTE. Il deputato Giorgio Mule' ha facoltà di illustrare l'interrogazione Brunetta ed altri n. 3-00757 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

GIORGIO MULE' (FI). Grazie, Presidente. Ministro, spero che lei non derubrichi questo mio intervento a una stupidaggine, come ha fatto per due volte nei confronti delle dichiarazioni del Vicepremier Salvini sui fatti di Venezia, sarebbe poco rispettoso per quest'Aula. Auspico invece - e lo faccio qui vivamente - che lei oggi ci risponda chiaramente su che cosa intenda fare per evitare un altro incidente come quello avvenuto a Venezia. Ministro, oggi le cose sono semplici: non l'abbiamo chiamata a dire se si fa, o non si fa, la TAV, per quello ci pensano i suoi colleghi di Governo, vogliamo sapere perché per un anno si è disinteressato della questione, non è andato a Venezia come chiesto dal sindaco Brugnaro, non ha permesso ai cantieri delle grandi opere di andare avanti, insomma per un anno ha fatto quello che fa quotidianamente, cioè più o meno nulla. Allora, ci dica in maniera chiara cosa vuole fare a Venezia con le grandi navi e, per una volta, faccia lo sforzo di fare quello per cui è pagato dagli italiani e quindi il Ministro.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, ha facoltà di rispondere.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. La ringrazio, Presidente. Ciò che mi preme chiarire, dopo le accuse ricevute in questi giorni, è che non esiste alcun progetto del Porto di Marghera. Si tratta di un'idea, uno studio embrionale, e non certo di una soluzione che da domani farebbe traslocare le grandi navi dalla laguna di Venezia. Mancano la via, la disciplina dello smaltimento dei fanghi e la relativa quantificazione economica; non esiste uno studio di fattibilità tecnico-economica, dunque non esiste alcuna ipotesi progettuale. Non è mai stato formalizzato alcunché al mio Ministero, non è mai stato inviato nulla di quello di cui molti in questi giorni hanno parlato, quindi non c'è mai stato alcun blocco da parte mia; non vedo come si possano bloccare o abbandonare nei cassetti del Ministero progetti mai pervenuti. Al contrario, subito dopo il nostro insediamento, abbiamo istituito presso il MIT un tavolo interistituzionale, insieme al Ministero dell'ambiente e a quello dei beni culturali, abbiamo dunque appreso dal presidente dell'autorità di sistema portuale dell'esistenza di un'analisi multicriterio delle alternative per la crocieristica di Venezia e, dopo averne chiesto formalmente copia, giungevano sulla mia scrivania 13 idee di circa due paginette, questo va sottolineato. Ad oggi, il lavoro fatto, riguardante le grandi navi nella laguna di Venezia e quindi riguardante la Giudecca e il bacino di San Marco consiste in 13 idee di due paginette l'una. Nonostante quindi l'evidente scarsità di elementi, i tecnici del mio Ministero, del Consiglio superiore dei lavori pubblici e degli altri due Ministeri competenti hanno approfondito le soluzioni che mi sono pervenute e, all'esito del confronto, abbiamo chiesto al Presidente Musolino, dell'Autorità di sistema portuale, di procedere entro novanta giorni alla redazione di un elaborato di fattibilità tecnico-economica di tre delle ipotesi progettuali avanzate, cioè Chioggia, San Nicolò e Malamocco. Abbiamo fornito stringenti parametri di natura economica, urbanistica ed ambientale. Questa decisione è stata condivisa sin da subito con l'allora Viceministro, Edoardo Rixi, oltre che con il comune di Venezia e con la regione Veneto. Due settimane fa sono arrivati solo due degli approfondimenti richiesti in quanto l'ipotesi di Malamocco è stata ritenuta impraticabile dal provveditore Linetti e dall'autorità di sistema portuale per ragioni di natura ambientale. Inoltre è emersa la necessità di aggiornare la disciplina degli interventi di escavazione, trasporto e reimpiego dei fanghi estratti dai canali: infatti qualsiasi soluzione che consenta l'approdo delle grandi navi fuori dal canale della Giudecca comporterebbe la necessità di rendere praticabili vie d'acqua alternative da sottoporre ad escavi e a dragaggi.

A questo riguardo, lo scorso marzo, il provveditore interregionale per il Veneto, il Trentino-Alto Adige e il Friuli-Venezia Giulia ha chiesto un parere all'Avvocatura dello Stato circa la forma giuridica in cui tale disciplina dovrà essere adottata. A breve arriverà la risposta, a giorni. Aggiungo che, nel corso di questi mesi, al MIT si sono svolti vari incontri per raccogliere le istanze di tutti i soggetti interessati: abbiamo ascoltato e continueremo ad ascoltare le istituzioni del territorio, le compagnie crocieristiche e i terminalisti di Venezia. In questi giorni i Ministri coinvolti stanno tirando le fila e analizzando i progetti in possesso sotto tutti gli aspetti. La soluzione definitiva dovrà certamente contemperare i bisogni di sicurezza dei cittadini da un lato e di salvaguardia dei lavoratori dall'altro lato, con le esigenze ambientali, commerciali e turistiche, evitando ripercussioni negative in termini di impatto economico, produttivo ed occupazionale.

PRESIDENTE. Il deputato Brunetta ha facoltà di replicare per due minuti.

RENATO BRUNETTA (FI). Signor Ministro, forse devo informarla di alcune cose. Uno, serviva un incidente per convocare il comitato? Non poteva farlo nei mesi trascorsi? Due, la informo che il canale dei petroli esiste già; la informo che il canale Vittorio Emanuele esiste già e necessita solo di alcuni lavori di adeguamento per quanto riguarda le profondità necessarie; la informo che Porto Marghera esiste già, così come esiste già la stazione marittima e che quindi la soluzione prospettata da comune, città metropolitana e regione è una soluzione che avrebbe bisogno di pochissimo tempo e di pochissime risorse per essere attuata. Il tutto porterebbe le grandi navi non fuori dalla laguna - è una stupidaggine dire una cosa di questo genere perché la laguna è anche Porto Marghera, la laguna è anche la stazione marittima - ma porterebbe le grandi navi non nel bacino e poi con il giro per la Giudecca ma porterebbe le grandi navi ad entrare dal canale dei petroli, canale Vittorio Emanuele, Marghera e stazione passeggeri, stazione marittima. Per questa ragione le citate ipotesi alternative, Chioggia, Malamocco e Lido (le riassumo così, velocemente) appaiono pure follie che non stanno né in cielo né in terra. Chioggia perché è un altro porto assolutamente non attrezzato e non collegato con Venezia; Malamocco e Lido perché sono follie fondamentaliste che tra l'altro comporterebbero un impatto ambientale ancora superiore a quello del MOSE in questa fase.

Quindi, signor Ministro, da veneziano le chiedo: si occupi di Venezia ma si occupi di Venezia con buon senso, razionalità e concretezza e ascolti i governi locali, ascolti la città di Venezia, la città metropolitana di Venezia e ascolti la regione e sul “comitatone”, sui contenuti del comitato tecnico…

PRESIDENTE. Deve concludere.

RENATO BRUNETTA (FI). …come dire, attui quanto sia percorribile immediatamente con poche risorse anche perché, in caso contrario, le navi continueranno a passare come oggi per il canale della Giudecca con i pericoli impliciti in questo passaggio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Iniziative volte a individuare soluzioni alternative per l'approdo della crocieristica a Venezia – n. 3-00758)

PRESIDENTE. Il deputato Maniero ha facoltà di illustrare l'interrogazione Scagliusi ed altri n. 3-00758 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

ALVISE MANIERO (M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro, le chiedo scusa in anticipo perché vedo che in realtà ha già risposto a molte delle domande che farò, in particolare riguardo ai fantomatici progetti che già esisterebbero e che sarebbero stati bloccati - non si capisce bene da chi - e anche riguardo ad alcune follie che vedrebbero Marghera, quindi un centro petrolchimico, come destinazione risolutiva di grandi navi che già ora pongono pericoli alle banchine di San Basilio, come abbiamo visto.

Quindi ricordando l'incidente grave dello scorso 2 giugno che ha visto una nave da crociera dell'MSC, probabilmente a causa di un blackout, perdere il controllo, ferire diversi turisti, mettere in pericolo le banchine di San Basilio, evitando ben peggiori disastri, ecco, a seguito di questo le fonti di stampa hanno riportato…

PRESIDENTE. Concluda, collega.

ALVISE MANIERO (M5S). Sì. A seguito dell'incidente è stato convocato un tavolo d'urgenza presso il Ministero e soprattutto si continua a ripercorrere la prospettiva di un progetto che sarebbe già ad un certo stato di avanzamento progettuale ma di cui non abbiamo notizia. Chiediamo quindi, Ministro, di avere più notizie al riguardo e la ringraziamo.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, ha facoltà di rispondere.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. La ringrazio, Presidente. Ribadisco che le tredici idee arrivate nel 2017 dalla valutazione di indirizzo fatta dal cosiddetto “comitatone” valgono ciascuna circa due paginette: non è mai stato fatto ad oggi - ve lo confermo in seguito alla riunione fatta l'altro ieri all'interno del mio Ministero con tutti gli interlocutori istituzionali che hanno portato tutte le carte, dalla prima all'ultima – e non esiste alcun progetto. Di conseguenza, ascoltare le parole del collega parlamentare Brunetta affermare che il porto di Marghera è sicuramente una soluzione facile, economica e immediatamente percorribile, trovo che sia veramente qualcosa di insostenibile dal punto di vista tecnico, giuridico ed ingegneristico semplicemente per un motivo: perché sapete che, ad oggi, per poter fare il porto di Marghera come porto crocieristico e togliere le grandi navi dal canale della Giudecca e dal bacino di San Marco, bisognerebbe dragare ed escavare attraverso una procedura di caratterizzazione che può essere fatta solo in seguito ad un “protocollo fanghi” che ovviamente è necessario aggiornare, considerato che l'ultimo risale a più di vent'anni fa. Ad oggi non esiste alcun “protocollo fanghi”: di conseguenza chi oggi sostiene che Marghera può essere ed è una soluzione così facile dice evidentemente una falsità, perché per decidere - chi l'ha deciso? - che Marghera può essere un'ipotesi da considerare, prima bisogna fare il protocollo fanghi, poi bisogna fare la caratterizzazione e vedere se quei fanghi sono veleni oppure no. Prima di questo non esiste alcuna valutazione neppure in termini di supposizione. Coloro quindi che oggi affermano che all'interno del mio Ministero ci sia sulla scrivania un progetto sono smentiti dai fatti.

Detto questo, stiamo facendo un “protocollo fanghi”, faremo le caratterizzazioni ovunque perché non ci sono proposte o progetti alternativi, che vanno creati, senza prima le verifiche scientifiche fatte sui fanghi. Ovviamente però, intanto, le autorità competenti del territorio stanno riunendosi e verranno costantemente, come già sono venute l'altro ieri, al mio Ministero per aggiornare e per restringere l'ambito di movimento, diciamo così, da parte delle grandi navi crocieristiche all'interno.

Aggiungo un piccolo dato: in questo lavoro fatto, iniziato a giugno 2018, nelle varie interlocuzioni al mio Ministero, ovviamente abbiamo parlato anche con i colossi di queste navi, i colossi crocieristici, le grosse società crocieristiche e con loro stiamo costruendo l'idea definitiva di un progetto che non abbia impatti ambientali, che non tocchi l'occupazione, che mantenga elevato il livello turistico perché Venezia - mi pare scontato - debba tornare, perché non lo è più, il centro mondiale della crocieristica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La ringrazio, Presidente.

PRESIDENTE. Grazie a lei. La deputata Barbuto, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.

ELISABETTA MARIA BARBUTO (M5S). Grazie, Presidente. Vogliamo ringraziare il Ministro per aver fatto ulteriormente chiarezza in seguito agli interventi anche dei giorni scorsi, gli interventi precedenti sul tema oggetto dei vari question time. Il problema sicuramente esiste e ha condotto all'adozione del decreto del 2012, la cui applicazione per l'appunto è stata subordinata all'individuazione di uno scalo alternativo rispetto all'attuale, al quale però finora è stato comunque subordinato; e quindi le navi hanno continuato a solcare e solcano tuttora la laguna - quindi il canale della Giudecca e il bacino di San Marco - in mancanza di uno scalo alternativo. Stiamo parlando del 2012 e siamo arrivati al 2019: prendiamo atto che effettivamente questo progetto di cui si parla non esiste.

Mi chiedo spesso e volentieri, se un progetto non esiste e invece viene alimentata nei cittadini l'idea che il progetto esista, parlarne e usarlo strumentalmente come ariete politico nei confronti dell'avversario non aiuta nessuno e allontana sempre di più da quello che è un progetto fondamentale, che è quello del bene comune e che certa politica, purtroppo, sembra essersi dimenticata. Non vorrei qui ripercorrere nuovamente quello che il Ministro ha detto con estrema chiarezza in merito a quelle che sono le varie analisi progettuali che sono pervenute in seguito a sua specifica richiesta sul suo tavolo e non vorrei nemmeno soffermarmi ulteriormente su quello che è lo studio e anche la richiesta, dal punto di vista giuridico, dell'individuazione per la caratterizzazione e, quindi, per il dragaggio dei fanghi nelle località che sarebbero state indicate come scalo alternativo. Prendiamo, però, atto del lavoro del Ministro e speriamo e auspichiamo che naturalmente tutti quanti gli altri interlocutori istituzionali collaborino e, quindi, provvedano celermente. Noi vogliamo, comunque, rinnovare in questa sede la nostra fiducia al Ministro e augurargli buon lavoro, perché effettivamente la situazione è complessa e ci auguriamo che al più presto possa trovare una soluzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative volte a garantire un adeguato servizio ferroviario, tramite lo sviluppo dell'alta velocità, a favore di Foggia e della relativa provincia - n. 3-00759)

PRESIDENTE. Il deputato Antonio Tasso ha facoltà, per un minuto, di illustrare la sua interrogazione n. 3-00759 (Vedi l'allegato A).

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Ministro Toninelli, a partire dal 9 giugno, con il cambio dell'orario estivo, Trenitalia ha previsto che due collegamenti Bari-Roma e viceversa, precisamente il Frecciargento da Bari delle 6,19 e quello da Roma delle 19,03, fermeranno anche nella stazione di Barletta, precedentemente non prevista. Bene, benissimo! Io sono davvero sinceramente felice per gli amici barlettani. Allo stesso tempo, però, sono rammaricato perché la stazione di Foggia diventerà l'unico capoluogo escluso da tali treni a mercato su questa tratta. Quindi, per i circa 700 mila abitanti della provincia di Foggia, che, si badi, raddoppiano in estate, e per l'intero sistema produttivo della Daunia oltre - oltre! - al danno del mancato rilancio dell'aeroporto “Gino Lisa” si potrebbe aggiungere a breve la beffa dei treni che non fermano solo a Foggia. Puntualizzerò meglio in sede di replica e le chiedo, Ministro, se voglia adoperarsi presso Trenitalia per evitare che i cittadini e l'intero sistema produttivo della Capitanata subiscano una situazione, come dire, tanto paradossale quanto ingiusta.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, ha facoltà di rispondere.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. La ringrazio, Presidente, e ringrazio anche il collega parlamentare Tasso che ha giustamente richiamato il contratto istituzionale di sviluppo per l'area di Foggia, perché è un tema caro al Governo e sul quale contiamo molto per sbloccare opere ferme da anni e dare sostegno a progetti fondamentali per la valorizzazione e lo sviluppo della Capitanata. Infatti, occorre realizzare interventi strategici connessi tra loro per dare concreta attuazione al potenziale territoriale non pienamente espresso sino a oggi. Al tavolo di confronto con gli attori territoriali sono già pervenute oltre cento proposte progettuali per vari settori come ambiente, infrastrutture, sviluppo economico e produttivo, turismo, cultura e valorizzazione delle risorse naturali. In particolare, per la Capitanata sono allo studio proposte che vanno dal porto turistico e commerciale di Peschici alla superstrada del Gargano, dall'aeroporto “Gino Lisa” alla diga Piano dei Limiti. Intanto, il CIPE ha già approvato l'assegnazione di risorse finanziarie per 280 milioni di euro, un passo importante che apre la strada allo sblocco di opere che il territorio aspetta da molto tempo. Quanto poi - e veniamo al punto - ai servizi ferroviari, Trenitalia evidenzia che il nuovo orario estivo 2019, operativo da domenica 9 giugno, offre otto treni giornalieri Frecciargento che collegano Foggia con Roma nell'arco della giornata. Le motivazioni riferite da Trenitalia, invece, per la mancata fermata a Foggia degli altri Frecciargento sono che l'analisi di fattibilità tecnica ed economica ha evidenziato un significativo allungamento dei tempi di percorrenza, come ci dicono, dai quindici ai venti minuti. Infatti, il treno sarebbe costretto a cambiare direzione per poi proseguire verso Roma. La maggiore durata del viaggio genererebbe una riduzione della domanda da Bari a Roma non recuperabile dalla potenziale domanda specifica da Foggia, con ripercussioni negative sulla sostenibilità economica che, come detto, costituisce un elemento della quale la società è costretta a tenere conto, questo è quanto la società Trenitalia ci riferisce. Come Ministro, ovviamente, mi riservo di svolgere ulteriori verifiche per individuare eventuali risoluzioni anche nell'ambito del contratto istituzionale di sviluppo dell'area.

PRESIDENTE. Il deputato Antonio Tasso ha facoltà di replicare.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Naturalmente ringrazio il Ministro Toninelli per la risposta, che mi soddisfa, un po' meno quella di Trenitalia che adesso proverò anche ad argomentare. Ribadisco che il Mezzogiorno d'Italia, la Puglia e la Capitanata hanno bisogno di infrastrutture e di servizi, nelle varie modalità di trasporto, che siano in condizione di garantire ai cittadini e ai vari segmenti produttivi territoriali di avere le medesime dotazioni infrastrutturali e condizioni dei servizi delle aree più sviluppate. D'altronde - e lei lo ha ricordato e la ringrazio - proprio il Governo che lei rappresenta - e che io sostengo - attraverso il contratto istituzionale di sviluppo, il CIS della Capitanata, ha proprio l'obiettivo di promuovere lo sviluppo di tale contesto provinciale che, ahimè, è penultimo, a livello nazionale, per la qualità della vita. Di passaggio voglio anche ricordare che sul nostro territorio, sul territorio che rappresento, vi sono delle opere ferroviarie che, se ammodernate e potenziate, potrebbero sostenere un maggiore sviluppo produttivo, turistico e commerciale che, aumentando il benessere dei cittadini, procurerebbe un maggiore introito economico per lo Stato e anche per i gestori delle linee ferroviarie, soprattutto per i cosiddetti “treni a mercato”. Mi riferisco alla tratta Foggia-Manfredonia, che agevolerebbe l'accesso a un mondo turistico e commerciale di potenzialità elevatissima, e alla tratta dell'Alto Gargano San Severo-Peschici e, Ministro, sto parlando di zone, come lei sa, ad alta densità turistica.

Tutto questo passa, però, dall'attenzione per la stazione centrale di Foggia e a quella in fieri di Foggia Cervaro, fondamentale per la linea alta velocità Bari-Napoli e strategica per la rete Trans-European Network, il TEN-T, il cui cronoprogramma realizzativo è inspiegabilmente in ritardo nonostante vi siano già i fondi disponibili e nonostante i vantaggi chiaramente che procurerebbe a 4 milioni e mezzo di residenti in Puglia e in Basilicata, oltre che accrescere l'accessibilità e la competitività per i territori e per i sistemi produttivi interessati. Concludo, signor Ministro, dicendole veramente col cuore in mano che la Capitanata è come una tigre in gabbia: liberiamola, liberiamo questa tigre e della sua energia ne godremo tutti (Applausi del deputato Tondo).

(Elementi e iniziative per il completamento del collegamento autostradale Asti-Cuneo - n. 3-00760)

PRESIDENTE. Il deputato Andrea Giaccone ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-00760 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ANDREA GIACCONE (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, con questa interrogazione ritorniamo su una pluridecennale questione, ahinoi, quella dell'Asti-Cuneo. È impossibile descrivere in un minuto la genesi di quest'opera perché forse ne servirebbero cento. Dunque, veniamo alle ultime puntate. In data 27 aprile 2018 è stato emesso un comunicato con cui veniva formalizzata la decisione della Commissione europea a favore dell'operazione. A questo atto dovranno seguire l'approvazione degli atti aggiuntivi alla convenzione a cura degli organi istituzionali preposti. Il 1° agosto, signor Ministro, in risposta a un'interrogazione in Aula ha assicurato le istituzioni e i cittadini delle province interessate dell'intenzione del Ministero di portare a completamento l'infrastruttura attraverso l'individuazione, in tempi rapidi, della migliore soluzione per poter far partire l'opera nei prossimi mesi. Ebbene, a distanza di un anno vogliamo sapere quali progressi si sono fatti, perché di risultati concreti nello specifico le popolazioni non ne hanno visti. Inoltre, siamo qui a chiedere qual è lo stato dell'arte dell'approvazione del progetto e del piano economico-finanziario da parte del CIPE e quali provvedimenti urgenti il Ministro intenda adottare per garantire in tempi rapidi il completamento del collegamento autostradale da Asti a Cuneo.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, ha facoltà di rispondere.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente, e grazie, ovviamente, anche ai colleghi parlamentari interroganti. In relazione alla realizzazione del collegamento autostradale Asti-Cuneo anticipo, innanzitutto, il punto centrale e cruciale della richiesta, evidenziando ai colleghi parlamentari che la fase progettuale e costruttiva dell'opera è già in corso.

Venendo all'illustrazione del complesso lavoro svolto finora, come avevo annunciato ho lavorato per far ripartire l'opera da anni bloccata individuando la migliore soluzione per realizzarla. Questa soluzione, dopo un complesso lavoro di confronto, è stata accolta attraverso la presentazione al Ministero di un piano finanziario da parte delle due società interessate e annunciata lo scorso marzo. La soluzione conserva la struttura originaria del finanziamento incrociato, ma è fortemente migliorativa rispetto a quelle individuate in precedenza, a tutto vantaggio dell'interesse pubblico. L'attuale proposta infatti, in accordo con l'indirizzo del Governo, esclude proroghe di altre concessioni come quella del Satap A4, che avrebbe generato 1,3 miliardi di euro a favore del concessionario, rivede al ribasso i tassi di congrua remunerazione attualmente pari a 7,23 per cento, prevede livelli tariffari invariati fino al 2021 per l'Asti-Cuneo e fino al 2022 per Satap A4 (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico), contempla tassi…

PRESIDENTE. Collega Morani!

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Contempla tassi di rendimento corrispondenti alle indicazioni fornite dall'Autorità stessa ed inferiori alle condizioni di mercato, pone l'assunzione del rischio traffico e del rischio di costruzione a carico dei concessionari. La congruità delle condizioni della nuova soluzione è stata rappresentata anche agli uffici della Commissione europea, e nel momento in cui sarà adottata genererà un'economia in termini di minori flussi di cassa quantificabile in circa 220 milioni di euro; 220 milioni di euro non è poco di risparmio! Ricordiamo poi che l'operazione di finanziamento incrociato aveva già avuto il via libera in sede comunitaria, e che in assenza di essa Asti-Cuneo non risulterebbe nelle condizioni di completare i lavori.

Rispetto a tutto il lavoro portato avanti in questi mesi, allo stato attuale, l'approvazione del progetto è soggetta alle nuove disposizioni introdotte dal “decreto Genova”, come voi ben sapete. I piani finanziari sono quindi sottoposti alla disciplina dell'Autorità di regolazione dei trasporti, che in data 18 marzo 2019 ha avviato una procedura di consultazione pubblica, attualmente in corso di definizione (questa è la motivazione di qualche settimana di ritardo). Il recepimento dell'indicazione dell'Autorità di regolazione dei trasporti consentirà, nelle prossime settimane, il perfezionamento dell'iter approvativo degli atti convenzionali, con i successivi lavori per il completamento dell'opera. Colgo l'occasione per evidenziare che, anche se si fosse portato avanti il piano approvato dal precedente Governo, questo sarebbe stato in ogni caso soggetto al “decreto Genova”, che punta a riequilibrare gli interessi dei cittadini e quelli dei concessionari privati.

Concludo quindi specificando quanto detto all'inizio: la fase progettuale e costruttiva dell'opera è già in corso, in quanto, in attesa del perfezionamento dei passaggi amministrativi che ho illustrato, il concessionario Asti-Cuneo, che ho più volte incontrato insieme alla mia struttura, ha proseguito nelle procedure espropriative per l'acquisto e l'occupazione temporanea delle aree necessarie alla realizzazione del lotto 2.6. Contestualmente sono state avviate le procedure per la contrattualizzazione delle attività di engineering e di costruzione. I lavori per il completamento dell'opera sono quindi in corso, e proseguono con una soluzione più rispondente alle esigenze dei cittadini (Applausi del deputato Zanichelli).

PRESIDENTE. Il deputato Andrea Giaccone ha facoltà di replicare, per due minuti.

ANDREA GIACCONE (LEGA). Presidente, quello che mi preme rimarcare… Ringrazio il signor Ministro per la risposta, ma è evidente che la gente e le popolazioni delle province interessate non possono più aspettare, non possono aspettare altro tempo e lasciare che 9 chilometri, dico 9 chilometri di percorso, impediscano un collegamento rapido tra Asti e Cuneo. Stiamo parlando di congestionamento che si trascina da anni, di strade assolutamente inadatte, di rischi connessi per la viabilità, di un aumento di tempi di percorrenza, con conseguenti perdite economiche, per non parlare anche dei costi ambientali connessi al passaggio di mezzi pesanti su strade non funzionali. Aggiungo anche, inoltre, che Asti-Cuneo vuol dire portare avanti e concludere delle opere di compensazione importanti che le nostre comunità locali aspettano da anni.

Per cui ringrazio il Ministro per la risposta, lo invito a procedere ancora più con energia affinché il nostro territorio possa avere presto quest'opera a disposizione.

(Intendimenti in ordine alla revoca della sanzione inflitta ad una docente in servizio presso un istituto tecnico-industriale di Palermo e iniziative volte ad assicurare adeguate sanzioni nei confronti di docenti che diffondono messaggi di ispirazione xenofoba e razzista – n. 3-00761)

PRESIDENTE. La deputata Lucia Ciampi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Ascani ed altri n. 3-00761 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria, per un minuto.

LUCIA CIAMPI (PD). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il diritto di critica è disciplinato dall'articolo 21 della Costituzione, e il ruolo dell'insegnante è quello di formare coscienze critiche: questo è l'obiettivo massimo. I recenti fatti che hanno coinvolto una docente di italiano in una scuola di Palermo, sospesa per 15 giorni per non aver vigilato sulla realizzazione di un video in occasione della Giornata della memoria in cui si accostavano le leggi razziali del 1938 al “decreto sicurezza”, sono da considerarsi ingiustificati, lesivi dei princìpi costituzionali di libertà di insegnamento e di espressione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Una docente - lo sa bene, Ministro - non può sindacare la libertà di espressione degli alunni, e la sua libertà di insegnamento è tutelata dalla Costituzione, purché non oltrepassi il limite del buon costume e non minacci l'ordine pubblico. Invece, hanno oltrepassato i limiti del buon costume post pubblicati da un docente dell'Istituto alberghiero di Mestre, in cui… gliene risparmio altri, gliene cito solo uno: “La senatrice a vita Segre sta bene in un simpatico termovalorizzatore”. Allora, nonostante che il Ministro interrogato…

PRESIDENTE. Collega, dovrebbe concludere.

LUCIA CIAMPI (PD). Concludo, Presidente. Abbia dichiarato l'urgenza di dover assumere iniziative e misure sanzionatorie nei confronti di questo docente, non risultano peraltro ancora iniziate le iniziative nei confronti dello stesso.

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

LUCIA CIAMPI (PD). E, a differenza degli annunci, la sospensione della professoressa di Palermo non risulterebbe ufficialmente revocata. Ecco, sono qui a chiederle questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, Marco Bussetti, ha facoltà di rispondere.

MARCO BUSSETTI, Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Grazie, Presidente. Onorevole Ciampi, rispondo alla interrogazione ricordando preliminarmente che, da circa venticinque anni, l'organizzazione della pubblica amministrazione italiana è fondata sul principio della netta separazione tra organi di indirizzo politico, aventi il compito di definire gli obiettivi ed i programmi da attuare e di verificare la rispondenza dei risultati della gestione amministrativa alle direttive generali impartite, e i dirigenti, ai quali è invece affidata la gestione amministrativa, compresa l'adozione di tutti gli atti di organizzazione delle risorse umane, ivi compresi i provvedimenti disciplinari. In forza di tale principio, nessun Ministro, neanche quello dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, può sanzionare disciplinarmente un dipendente pubblico, né può revocare, come nel caso della professoressa di Palermo, una sanzione disciplinare comminata da un dirigente.

Voglio anche, inoltre, precisare che secondo una normativa vigente, che è l'articolo 55 del decreto legislativo n. 165 del 2001, la competenza a irrogare sanzioni disciplinari nei confronti di pubblici dipendenti appartiene, a seconda della gravità dell'infrazione disciplinare, al responsabile della struttura di appartenenza: nel caso del personale della scuola al dirigente scolastico, ovvero all'ufficio per i procedimenti disciplinari incardinato, per quanto concerne l'amministrazione scolastica, nell'ufficio scolastico periferico.

Ciò premesso, posso comunque confermare che i competenti uffici del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca sono, in questi giorni, impegnati a verificare con i legali dalla professoressa la praticabilità giuridica di una conciliazione della vertenza. L'iter si sta portando avanti.

Quanto, invece, alla richiesta di azioni disciplinari nei confronti dei docenti che incitano alla xenofobia e ad altre forme di razzismo, nel ribadire sempre che il Ministero non può sanzionare un docente e, più in generale, un dipendente scolastico, voglio assicurarle che i competenti uffici del mio dicastero, nel rispetto delle norme vigenti, provvederanno a sanzionare qualsivoglia forma di razzismo o intolleranza posta in essere in ambito scolastico, sia che provenga dal personale scolastico sia che provenga dagli studenti. Non dobbiamo, infatti, mai dimenticare che la scuola, come diceva Pietro Calamandrei, è un organo centrale della democrazia, e la democrazia deve permettere ad ogni uomo la sua parte centrale di sole e dignità.

PRESIDENTE. La deputata Anna Ascani ha facoltà di replicare.

ANNA ASCANI (PD). Grazie, Presidente. Peggio del peggior Ponzio Pilato! Il Ministro non sarà assolto dalla responsabilità politica di quello che è accaduto rifacendosi a responsabilità di altri. Il Ministro sa che quella sospensione è stata comminata per omessa vigilanza, e che la culpa in vigilando di un docente è sull'incolumità fisica dei ragazzi: non si può vigilare sulle opinioni dei ragazzi a scuola! Non si può (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! E lei, da Ministro, non lo deve consentire!

Peraltro, Ministro, non la preoccupa che la DIGOS entri a scuola per verificare cosa è accaduto durante un'ora di lezione (Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Perché quando, invece, un docente inneggia apertamente al nazismo nessuno se ne occupa? Lei, da Ministro, non è preoccupato del fatto che la DIGOS chieda alla dirigenza scolastica che cosa è accaduto in un'ora di lezione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Lei non è preoccupato per l'autonomia degli insegnanti, per la libertà dei ragazzi? Lei non è non ha detto una parola su questo, non ha espresso un'opinione su questo, non ha detto assolutamente nulla, probabilmente perché nulla aveva da dire.

Lei, Ministro, qua fuori si è fatto una bella foto in cortile quando abbiamo approvato la legge sull'educazione civica, forse le è sfuggito che in quella legge noi abbiamo affermato il principio che l'autonomia critica, quella di cui parlava la Montessori, è ciò che la scuola deve promuovere. Allora lasciate in pace la scuola, toglietevi le manie di controllo sulla scuola, e preoccupatevi della qualità del sistema scolastico, che forse l'educazione civica, ancor più che ai nostri ragazzi, serve a lei e al vostro Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Chiarimenti e iniziative in ordine agli indirizzi politici nel settore della difesa e a tutela dell'immagine e della professionalità dei militari italiani – n. 3-00762)

PRESIDENTE. Il deputato Salvatore Deidda ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-00762 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Signora Ministro, prima di tutto mi consenta di fare gli auguri alla benemerita Arma dei carabinieri per il suo 205° compleanno. Da carabiniere ausiliario aggiungo che dobbiamo essere tutti orgogliosi dell'Arma dei carabinieri. Ma a proposito delle politiche sulla difesa, noi vogliamo chiedergli chiarimenti su quelle che sono le linee, perché da quando lei ha fatto le sue dichiarazioni all'inizio del mandato qualcosa secondo noi è andato storto, perché si continua a parlare di tagli, si continua a parlare di questo uso duale in maniera secondo noi improprio, perché l'uso duale non prevede di fare la guardia ai depositi dei rifiuti a Roma su indicazione della Raggi e non è - l'avete messo nero su bianco - acquistare strumentazioni militari per usi civili quando invece si parla di Forze armate.

PRESIDENTE. La Ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, ha facoltà di rispondere.

ELISABETTA TRENTA, Ministra della Difesa. Presidente, le numerose tematiche sottese dal quesito e la ristrettezza dei tempi a disposizione per rispondere comportano una trattazione dei vari argomenti necessariamente sintetica. Intendo tuttavia evidenziare che le molteplici attestazioni di stima arrivate a livello istituzionale e dai cittadini, nonché lo stesso svolgimento delle celebrazioni della Festa della Repubblica, dimostrano l'assoluta infondatezza delle critiche riportate in premessa al testo scritto dagli interroganti. Quanto alla presunta assenza di fondi per il personale, sono stati avviati contatti diretti con i Ministeri dell'interno e della funzione pubblica per dare avvio alla concertazione già finanziata con l'attuale legge di bilancio; si è concluso l'iter finalizzato al riconoscimento della defiscalizzazione degli emolumenti accessori a favore del personale con un reddito annuo inferiore ai 28 mila euro. In merito all'asserita diminuzione dei finanziamenti per il Dicastero, va sottolineato come le assegnazioni previste dal comma 95 della legge di bilancio 2019 consolidano una dotazione addizionale pari a 5,8 miliardi di euro, cui si aggiungono oltre 3,4 miliardi provenienti dalle risorse del Ministero dello sviluppo economico destinate al sostegno dei programmi della difesa, un totale pertanto di oltre 9,2 miliardi di euro, superiore al 20 per cento della consistenza complessiva del Fondo investimenti, pienamente in linea con le assegnazioni dei precedenti esercizi finanziari, a testimonianza dell'attenzione che il Dicastero continua a ricevere da parte dell'Esecutivo.

Fermo restando che la relazione esaustiva sui programmi sarà delineata nell'ambito del redigendo documento programmatico pluriennale 2019-2021, posso anticipare che le risorse saranno destinate all'ammodernamento dello strumento militare, al mantenimento dell'operatività dei mezzi, alla razionalizzazione infrastrutturale, alla prosecuzione delle bonifiche ambientali, alla ricerca tecnologica, al potenziamento del dominio cibernetico e al sostegno dei programmi da sviluppare in seno alla Cooperazione strutturata permanente europea (PESCO). Per quanto concerne le tempistiche di pagamento dei compensi spettanti al personale impegnato nell'operazione “Strade sicure”, il Centro nazionale amministrativo dell'Esercito ha reso noto che, a partire dall'esercizio finanziario in corso, il pagamento viene disposto entro i due mesi successivi all'inserimento delle variazioni stipendiali tramite apposita piattaforma informatica.

Relativamente al riordino delle carriere, l'effettiva implementazione delle norme contenute nei decreti legislativi nn. 94 e 95 del 2017 ha evidenziato alcune criticità, che richiedono un intervento immediato, che sarà possibile grazie alla delega in materia già riconosciuta al Governo e da esercitare entro il 30 settembre 2019. Al riguardo sottolineo che in questa fase si stanno vagliando tutte le sollecitazioni e le istanze provenienti dalle varie articolazioni della Difesa al fine di addivenire a un completo soddisfacimento di tali esigenze proprio attraverso le previsioni dell'esercizio della delega.

Mi preme sottolineare, in conclusione, che il soddisfacimento delle richieste e delle esigenze del personale militare è stato sempre considerato da me prioritario, e che sono state poste in essere tutte le possibili iniziative per risolvere le criticità evidenziate nell'atto.

PRESIDENTE. Il deputato Salvatore Deidda ha facoltà di replicare.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Signora Ministro, non vengono dalle opposizioni le critiche alla gestione della difesa, perché prima il sottosegretario Volpi, poi il sottosegretario Tofalo - ultimamente proprio in occasione della Festa della Repubblica -, poi il Cocer, poi i vari ambienti, ma soprattutto le audizioni dei vari Capi di Stato Maggiore hanno lamentano che purtroppo noi siamo in una fase in cui la difesa viene trascurata. Non ci sono abbastanza soldi per gli straordinari di “Strade sicure”, perché ne vengono pagati solo una parte e una parte viene messa in un monte ore e non possono essere poi sfruttate - queste ore di riposo - perché i soldati devono partire per le missioni internazionali. Ci sono problemi nel sistema antiaereo, che dobbiamo rinnovare completamente e non si sa quali fondi abbiamo a disposizione. Dobbiamo programmare le spese per vedere qual è il velivolo del futuro. Ci sono buchi dappertutto, che purtroppo non vengono coperti, e non si sa. C'è un buco nero, c'è un grande punto interrogativo, ma la nostra preoccupazione sono le voci di questa maggioranza sul fatto che c'è un progetto di legge sull'acqua pubblica che prevede ancora un fondo da tagliare alla Difesa di 1 miliardo, e ancora non è stata tolta quella voce; si parla di un consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle che dice ci sono troppe divise; le ricordo un sottosegretario, che è ancora in carica, che disse “più scienziati e meno militari”. Ci sono troppe voci che riportano comunque che la Difesa è un fondo da tagliare, e purtroppo non vediamo fatti, perché sono belle parole quelle che lei dice: “il benessere dei militari”, però purtroppo i fatti noi non li vediamo, e nei giornali leggiamo sempre troppe voci equivoche. I militari e le Forze armate devono essere rispettati come tali, non sono una ONG, non sono una nuova Protezione civile; i militari devono avere le caserme nuove, devono avere le strumentazioni moderne, perché noi siamo ben lontani dal fondo di spesa da raggiungere della NATO. Se non lo raggiungeremo e non doteremo i nostri militari delle dovute risorse, l'Italia sarà fanalino di coda e non ci saranno più arruolamenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e del deputato Fatuzzo).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Salutiamo i docenti e gli studenti dell'Istituto di istruzione superiore “Carducci-Volta-Pacinotti” di Piombino, in provincia di Livorno, che stanno assistendo ai nostri lavori (Applausi).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Covolo, Del Barba, Gallinella e Giaccone sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente novanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signora Presidente, il gruppo del Partito Democratico intende porre all'attenzione della Presidenza una serie di fatti che riteniamo di estrema rilevanza e, per alcuni aspetti, anche di gravità, che coinvolgono il Parlamento e soprattutto lo vedono tenuto in una scarsissima considerazione in queste ore da parte dei rappresentanti del Governo, ponendo una serie di interrogativi sugli ordini dei lavori delle prossime ore.

Innanzitutto non possiamo non rilevare l'incredibile conferenza stampa con la quale il Presidente del Consiglio ha ritenuto di doversi rivolgere contemporaneamente agli italiani, ma in realtà si è rivolto a due italiani, cioè ai suoi due Vice Premier, aprendo di fatto una serpeggiante crisi di Governo e non coinvolgendo il Parlamento, quindi siamo in presenza di una serpeggiante crisi di Governo extra-parlamentare, le cui conseguenze si stanno riverberano sui lavori di questa Assemblea. Signora Presidente, l'Aula della Camera, a causa dello scontro interno tra le forze di maggioranza, questa settimana, fatta eccezione per questo question time, non sarà convocata, e non certo per responsabilità dell'opposizione, che è qui presente e fa il proprio mestiere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ma noi ci siamo in queste ore dovuti acconciare - è questo il secondo fatto grave - al fatto che in Commissione sul decreto cosiddetto crescita, che si è bloccato, la maggioranza aveva previsto la convocazione per venerdì scorso: ha sconvocato la Commissione e l'ha riconvocata per lunedì, l'ha sconvocata e l'ha riconvocata per ieri, l'ha sconvocata e l'ha riconvocata per questa mattina, l'ha sconvocata e l'ha riconvocata per oggi pomeriggio, l'ha sconvocata e l'ha riconvocata per lunedì.

E tutto questo si sta intrecciando con le vicende, che sono note alle cronache, ma non a questo ramo del Parlamento, della questione del decreto “sblocca cantieri”, di cui si sta occupando l'altro ramo del Parlamento e sul quale noi temiamo fortemente, stante anche il fatto che sta arrivando in pendenza di scadenza, che verrà messo il bavaglio alla Camera dei deputati e non ci verrà concesso di poter emendare, di poter migliorare, di poter sostituire una serie di norme che ci preoccupano molto, soprattutto perché realizzate in maniera incongrua rispetto ai lavori di questa Assemblea e alle indicazioni che questa Assemblea ha fornito.

E poi c'è l'ultimo dato, signora Presidente, ancora una volta di totale esautoramento di questo Parlamento. In queste ore è arrivato un annuncio di una procedura di infrazione per violazione delle regole del debito da parte della Commissione europea. Questa procedura tocca da vicino l'intero cuore della politica economica del Governo; cioè, l'Europa sta mettendo sotto osservazione e sotto forte critica le due misure fondamentali, quota 100 e reddito di cittadinanza, su cui è stata costruita la legge di bilancio. Il Governo non è presente alla Camera, non ci comunica nulla, fugge e non viene a riferire.

Noi chiediamo formalmente, in questa circostanza, alla Presidenza che intervenga sul Governo perché venga immediatamente a riferire alla Camera, perché noi siamo estremamente preoccupati e perché bisogna tutelare l'Italia rispetto a questa situazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e del deputato Fatuzzo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente. Per associarmi alle preoccupazioni, alle forti preoccupazioni che ha espresso il collega Borghi. Noi siamo in una fase, devo dire, assolutamente originale, in cui leggiamo di telefonate concilianti tra i due Vicepremier, leggiamo di possibili rimpasti, assistiamo a una conferenza stampa che, anch'essa, non ha precedenti per modalità e spirito, e intanto, come è stato già ricordato, in particolare questo ramo del Parlamento è sostanzialmente bloccato dalle divisioni interne alla maggioranza che hanno impedito, questa settimana, il rispetto di un calendario concordato la scorsa settimana nella Conferenza dei presidenti di gruppo.

Credo che sia giusto sottolineare questo aspetto in quest'Aula e richiamare, quindi, il Presidente della Camera, per il suo tramite, a esprimere, io credo, un forte disagio nei confronti di questa situazione.

Non è più possibile assistere senza intervenire di fronte a una situazione come questa: è assolutamente urgente e necessario che il Presidente del Consiglio venga in Aula a riferire, perché è in quest'Aula che ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, a cominciare dai due contraenti del cosiddetto contratto di Governo.

Si aggiunge, poi, la lettera di apertura della procedura per infrazione sul debito da parte dell'Unione europea. Credo ci siano tutte le condizioni perché quest'Aula - e richiamo qui le parole del Presidente Fico al momento del suo insediamento - ritrovi la sua centralità. Se è vero che il Parlamento è centrale, non possiamo continuare ad assistere a questa crisi, tra virgolette, “extraparlamentare” e questo deve essere il luogo in cui ognuno non solo si assume le proprie responsabilità di fronte al Paese, ma mette nelle condizioni i cittadini anche di poter valutare le posizioni di maggioranza e opposizione.

PRESIDENTE. Chiaramente, colleghi, prendo atto dei vari punti che sono stati sollevati, e quindi ovviamente riferirò al Presidente della Camera soprattutto per quanto riguarda la richiesta di un'informativa urgente al Governo.

Ricordo anche che la Conferenza dei presidenti di gruppo è stata già calendarizzata alle ore 17,30 e molti dei punti che sono stati toccati verranno affrontati in quella sede.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo convocata alle ore 17,30. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 18,45.

Modifica nella composizione di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che i deputati Martina Loss e Mauro Sutto, proclamati il 30 maggio 2019, hanno dichiarato, con due distinte comunicazioni rispettivamente del 31 maggio e del 1° giugno 2019, di aderire al gruppo Lega-Salvini Premier.

Modifica del calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di giugno 2019 e conseguente aggiornamento del programma.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei Presidenti di gruppo, è stata stabilita la seguente rimodulazione del calendario dei lavori per il mese di giugno:

Venerdì 7 giugno (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 10 giugno (ore 16)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 11 giugno (ore 14)

Informativa urgente del Governo in merito all'eventuale avvio di una procedura per disavanzi eccessivi nei confronti dell'Italia

Martedì 11 (ore 15,30, con votazioni non prima delle ore 18,30, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 12 e giovedì 13 giugno (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nelle giornate di venerdì 14, sabato 15 e domenica 16 giugno, antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Esame del disegno di legge S. 1248 - Conversione in legge del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, recante disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l'accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici (ove trasmesso dal Senato - scadenza: 17 giugno 2019)

Nella seduta di mercoledì 12 giugno, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time)

Lunedì 17 giugno ( antimeridiana )

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1807 - Conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, recante misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi (da inviare al Senato – scadenza: 29 giugno 2019)

Lunedì 17 giugno ( pomeridiana , con votazioni non prima delle ore 18 e con eventuale prosecuzione notturna e nelle giornate di martedì 18, mercoledì 19, giovedì 20 e venerdì 21 giugno, antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1807 - Conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, recante misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi (da inviare al Senato – scadenza: 29 giugno 2019)

Seguito dell'esame dei progetti di legge di ratifica:

Disegno di legge n. 1648 - Accordo rafforzato di partenariato e di cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica del Kazakhstan, dall'altra, con allegati, fatto ad Astana il 21 dicembre 2015

Disegno di legge n. 1660 - Protocollo al Trattato del Nord Atlantico sull'adesione della Repubblica di Macedonia del Nord, fatto a Bruxelles il 6 febbraio 2019

Proposta di legge n. 1680 - Accordo tra la Repubblica italiana e l'Organizzazione internazionale di diritto per lo sviluppo (IDLO) relativo alla sede dell'organizzazione, fatto a Roma il 14 giugno 2017 (approvata dal Senato)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 622 - Istituzione della Giornata nazionale della memoria e del sacrificio alpino

Esame della mozione Lazzarini, D'arrando ed altri n.1-00145 concernente iniziative per la cura e l'assistenza del paziente oncologico

Esame della mozione Spena ed altri n. 1-00191 concernente iniziative volte a prevenire e contrastare la violenza sui minori

Nella seduta di mercoledì 19 giugno, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time)

Nella seduta di mercoledì 19 giugno, alle ore 16, avranno luogo le Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 giugno 2019

Giovedì 20 giugno (pomeridiana, ove conclusi gli argomenti iscritti all'ordine del giorno delle sedute della settimana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 21 giugno)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1603-bis - Deleghe al Governo e altre disposizioni in materia di ordinamento sportivo, di professioni sportive nonché di semplificazione (collegato alla manovra di finanza pubblica)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1549 - Disposizioni concernenti l'etichettatura, la tracciabilità e il divieto della vendita sottocosto dei prodotti agricoli e agroalimentari, nonché delega al Governo per la disciplina e il sostegno delle filiere etiche di produzione

Discussione sulle linee generali delle proposte di legge nn. 24, 1051, 1368 e abbinate – Modifiche al Codice della strada

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1206 - Modifica all'articolo 315 del codice di procedura penale, in materia di trasmissione della sentenza che accoglie la domanda di riparazione per ingiusta detenzione ai fini della valutazione disciplinare dei magistrati

Discussione sulle linee generali della mozione concernente iniziative di competenza per l'effettiva interruzione della esportazione e del transito di armamenti verso l'Arabia Saudita (in corso di presentazione)

Lunedì 24 giugno (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1698 - Delega al Governo in materia di turismo

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 478 e abbinate – Disposizioni per la promozione e il sostegno della lettura

Discussione sulle linee generali della Relazione delle Commissioni riunite III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) sulla Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali per l'anno 2019, adottata il 23 aprile 2019 (Doc. XXV, n. 2) e sulla Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita al periodo 1° ottobre-31 dicembre 2018, anche al fine della relativa proroga per il periodo 1° gennaio-31 dicembre 2019, deliberata dal Consiglio dei ministri il 23 aprile 2019 (Doc. XXVI, n. 2)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 52 e abbinata - Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 313 - Norme per l'attribuzione a soggetti pubblici della proprietà della Banca d'Italia

Discussione sulle linee generali della proposta di legge popolare n. 2 e della proposta di legge n. 1586 – Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell'eutanasia

Martedì 25 giugno (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 25 (ore 14-21, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 26 (ore 11-14 e ore 16-20, con eventuale prosecuzione notturna) e giovedì 27 giugno (ore 10.30-13 e ore 14-18, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 28 giugno)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1603-bis - Deleghe al Governo e altre disposizioni in materia di ordinamento sportivo, di professioni sportive nonché di semplificazione (collegato alla manovra di finanza pubblica)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1549 - Disposizioni concernenti l'etichettatura, la tracciabilità e il divieto della vendita sottocosto dei prodotti agricoli e agroalimentari, nonché delega al Governo per la disciplina e il sostegno delle filiere etiche di produzione

Seguito dell'esame delle proposte di legge nn. 24, 1051, 1368 e abbinate – Modifiche al Codice della strada

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1206 - Modifica all'articolo 315 del codice di procedura penale, in materia di trasmissione della sentenza che accoglie la domanda di riparazione per ingiusta detenzione ai fini della valutazione disciplinare dei magistrati

Seguito dell'esame della mozione concernente iniziative di competenza per l'effettiva interruzione della esportazione e del transito di armamenti verso l'Arabia Saudita (in corso di presentazione)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1698 - Delega al Governo in materia di turismo

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 478 e abbinate – Disposizioni per la promozione e il sostegno della lettura

Seguito dell'esame della Relazione delle Commissioni riunite III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) sulla Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali per l'anno 2019, adottata il 23 aprile 2019 (Doc. XXV, n. 2) e sulla Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita al periodo 1° ottobre-31 dicembre 2018, anche al fine della relativa proroga per il periodo 1° gennaio-31 dicembre 2019, deliberata dal Consiglio dei ministri il 23 aprile 2019 (Doc. XXVI, n. 2)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 52 e abbinata - Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 313 - Norme per l'attribuzione a soggetti pubblici della proprietà della Banca d'Italia

Seguito dell'esame della proposta di legge popolare n. 2 e della proposta di legge n. 1586 – Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell'eutanasia

Nella seduta di mercoledì 26 giugno, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time)

Nella seduta di mercoledì 26 giugno, alle ore 16, avrà luogo la votazione per l'elezione di due componenti del Garante per la protezione dei dati personali

Venerdì 28 giugno ( ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti.

Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rizzo Nervo. Ne ha facoltà, per due minuti.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Sono passati ormai dieci giorni dalla notizia del fallimento di Shernon holding, proprietaria della catena Mercatone Uno, notizia che i lavoratori, 1.800 persone, hanno appreso attraverso i social network.

È una vicenda assurda nel merito e nel metodo, una vicenda che chiama in causa molte responsabilità, che chiederà di capire nel tempo come è stato esercitato quel dovere di sorveglianza affidato al Ministero dello Sviluppo economico, se non si configuri una culpa in vigilando, cosa ancor più necessaria laddove venisse confermata la notizia di reato che la società non abbia adempiuto per diversi mesi al pagamento degli oneri previdenziali e tributari, non pagando fornitori e locatori, introitando acconti su ordini da evadere, cosa che ha prodotto l'apertura di un'indagine per bancarotta fraudolenta da parte della procura di Milano.

Ma oggi tutto questo, la responsabilità e le eventuali colpe, passano in secondo piano rispetto all'urgenza di dare continuità reddituale ai 1.800 lavoratori, a quelle 1.800 famiglie che dalla sera alla mattina si sono trovate senza lavoro e senza ammortizzatori sociali. Per farlo è necessario - e già scontiamo un incomprensibile ritardo - che venga presentata formale istanza per la retrocessione dell'amministrazione straordinaria, che consente un esercizio in qualche modo provvisorio dell'attività. Il Ministro Di Maio lo ha chiesto al tribunale fallimentare di Bologna ma, come è noto, il tribunale fallimentare di Bologna non ha il potere d'ufficio per decidere sulla retrocessione; agisce solo su istanza di parte e ha già detto di essere pronto a farlo con solerzia qualora richiesto. E, allora, questa istanza chi la deve presentare? La devono presentare i commissari straordinari individuati dal MISE. Nella risposta all'interrogazione in Commissione lavoro il Governo ci ha detto che sono in corso verifiche per questo. Ma quali verifiche! Si proceda subito senza aspettare un minuto di più: ci sono 1.800 famiglie in ansia e senza una prospettiva che può sorgere solo dopo che questa azione, che è già nelle possibilità immediate dei commissari, verrà fatta.

E ancora, sempre nella concretezza delle soluzioni, è necessario attivarsi per un accordo con le banche per garantire la sospensione del pagamento delle rate dei mutui familiari dei lavoratori coinvolti.

PRESIDENTE. Deve concludere.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Concludo, Presidente. Insomma, se il Governo volesse sospendere la settimana delle liti tardo-adolescenziali e volesse occuparsi, qui e ora, di situazioni che impattano drammaticamente sulla vita di migliaia di famiglie ci sarebbe molto lavoro da fare, certo quello che si fa nei ministeri e non sui palchi nelle piazze italiane (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pellicani. Ne ha facoltà.

NICOLA PELLICANI (PD). Grazie, Presidente. Le immagini paurose della grande nave da crociera fuori controllo a Venezia che travolge un battello fluviale e va a sbattere contro una banchina hanno fatto il giro del mondo. Solo per caso non è successa una tragedia. Oggi il Ministro Toninelli è intervenuto in Aula, ma ha utilizzato una vicenda così grave come scudo per polemizzare con i suoi alleati di Governo, senza dare alcuna risposta di merito e continuando con la politica dei rinvii e degli annunci.

Oggi abbiamo appreso dal Ministro che martedì si riunirà il gruppo di lavoro con il compito di prendere le prime decisioni. Ma per decidere cosa, Presidente? Verranno ridotti i passaggi dal bacino di San Marco e dal Canale della Giudecca? Ma i rischi e i problemi di sicurezza rimarranno intatti. La verità è che fino a oggi il Governo ha dimostrato solo disinteresse per Venezia. Ora emerge anche che sul tavolo del Ministro ci sarebbero tredici soluzioni alternative per allontanare i passaggi da San Marco. E dopo la ricognizione tecnica, fatta con relazioni di poche paginette come sostenuto dallo stesso Ministro poco fa, resterebbero in campo due ipotesi: Chioggia e Lido, entrambe soluzioni irrealistiche e irrealizzabili, come ben sanno al Ministero. Del resto, altrettanto irrealistica sarebbe la riapertura del canale Vittorio Emanuele per mantenere il terminal alla Marittima.

Caro Ministro, Venezia e i veneziani meritano maggiore attenzione e una precisa assunzione di responsabilità da parte del Governo. Intanto, il Governo cominci a convocare il “Comitatone”. In un anno non l'avete mai riunito. Perché? Temete il confronto con la città forse? L'ultimo “Comitatone” lo convocò il Governo di centrosinistra nel novembre del 2017. In quell'occasione emerse una soluzione alternativa per le grandi navi, condivisa con tutti gli enti locali, comune, città metropolitana, regione e porto. Non vi piace? Benissimo, dite cosa volete fare, ma non potete continuare a prendere in giro il mondo intero e, soprattutto, non potete pensare di prendere decisioni sulla testa dei veneziani. Ci state provando con il MOSE e con il decreto “sblocca cantieri” ma Venezia non si governa per decreto. Venga, Ministro, si confronti con la città. Venezia va rispettata. Basta con le grandi navi in mezzo alla città.

PRESIDENTE. Concluda.

NICOLA PELLICANI (PD). Il turismo va governato. Bisogna porre dei limiti: limiti alle navi, limiti all'invasione turistica, limiti di alberghi. Basta con lo sfruttamento selvaggio di Venezia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Signora Presidente, parlo come segretario nazionale del Partito pensionati eletto nelle liste di Forza Italia a deputato di questa Camera. Intervengo per invitare, anche lei Presidente e quale che sia il collega che volesse unirsi a me e anche chi sta seguendo questa dichiarazione di fine seduta da casa propria attraverso il circuito televisivo, a venire - e proseguendo il tour che ho cominciato, di visita delle case di riposo - lunedì prossimo, alle 10,30 a Fidenza, alla casa di riposo di Fidenza, per portare il plauso, mio personale e di chi volesse intervenire, alle assistenti, agli assistenti e al personale tutto che nelle case di riposo assistono persone non autosufficienti, a cui non possono, purtroppo, badare i familiari o perché non ci sono o per motivi economici. Questo per portare anche la vicinanza del deputato o dei deputati a questi ammalati, che, ho constatato, hanno molto piacere di vedere che c'è un'attenzione nei loro confronti, non tacendo che vorrei che si desse concreta attuazione a tutte le iniziative perché queste persone vengano considerate meritevoli, molto di più rispetto a quanto è accaduto fino a oggi, della vicinanza dello Stato. Viva i pensionati, pensionati all'attacco.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Perconti. Ne ha facoltà.

FILIPPO GIUSEPPE PERCONTI (M5S). Grazie, Presidente. Nel comune di Bivona, in provincia di Agrigento, ha sede l'istituto di istruzione secondaria superiore “Luigi Pirandello”, che raccoglie e sostiene diversi indirizzi liceali, tecnici e professionali. Ogni giorno a Bivona si recano centinaia di giovani provenienti dai comuni vicini che ricadono a cavallo tra le province di Agrigento e Palermo, nell'area interna interessata dal parco dei Monti Sicani e, quindi, Alessandria della Rocca, Cianciana, San Biagio Platani, Burgio, Lucca Sicula, Villafranca Sicula, Cammarata, San Giovanni Gemini, Santo Stefano Quisquina, Prizzi, Palazzo Adriano, Lercara Friddi, Castronovo e Vicari.

Ciononostante, i collegamenti viari, scarsi e fatiscenti, da sempre costituiscono un vero e proprio handicap per lo sviluppo delle aree di riferimento. A complicare ulteriormente il quadro hanno concorso in modo deciso i fenomeni atmosferici estremi che hanno interessato anche quest'area, con vere e proprie tempeste e bombe d'acqua e che gli scorsi 2 e 3 novembre hanno provocato frane, smottamenti e inondazioni, portando distruzione e morte e rendendo inagibili le strade dell'intera area geografica. Per giorni numerosi giovani dell'area dei Monti Sicani sono stati privati del diritto allo studio, sancito dall'articolo 34 della Costituzione, perché impossibilitati a raggiungere la sede scolastica a causa del tracollo delle infrastrutture danneggiate, ma da tempo bisognose di interventi di manutenzione, ordinaria e straordinaria, se non di ammodernamento.

Ieri una rappresentanza di questi studenti ha incontrato la Vicepresidente Spadoni per consegnare le firme raccolte nell'esercizio del diritto di petizione ai sensi dell'articolo 50 della Costituzione, per portare a conoscenza del Parlamento le questioni e le problematiche sopra descritte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Filippo Sensi. Ne ha facoltà, per un minuto.

FILIPPO SENSI (PD). Grazie, Presidente. Stando soltanto a questi ultimi e ultimissimi giorni l'elenco delle crisi industriali, degli annunci di cassa integrazione e del trasferimento all'estero di interi settori produttivi si fa ogni ora più lungo e doloroso: Whirlpool, Mercatone Uno, richiamata dal collega Rizzo Nervo, e oggi ex Ilva e Knorr (taccio di Alitalia). Realtà industriali assai diverse, presenti da anni in Italia, da Nord a Sud. Crisi che hanno talvolta un'origine assai remota, ma che chiedono di essere affrontate qui e ora da un Governo che, mi permetta Presidente, non è riuscito in un anno - non sono pochi giorni - a dare risposte, ad affrontare emergenze e a offrire credibilità e speranza alle molte migliaia di lavoratori coinvolti in questa drammatica situazione.

Sono l'improvvisazione del Governo, la mancanza di fiducia e di autorevolezza e l'incapacità a individuare vie d'uscita possibili a preoccupare il Partito Democratico, i lavoratori e le loro famiglie, con un intero sistema produttivo che ogni giorno di più disegna una mappa desertificata, un furto di competenze, professionalità, lavoro e ricchezza che poi, giocoforza, si traduce nel languore degli zero virgola e nella stagnazione nella quale siamo immersi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 7 giugno 2019 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 19.