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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 181 di giovedì 30 maggio 2019

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA

La seduta comincia alle 9.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

Sul processo verbale.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Chiedo di parlare sul processo verbale.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Grazie, signora Presidente. Intervengo sul processo verbale e, in particolare, sulla trascrizione di quanto è avvenuto ieri. A pagina 83 del resoconto stenografico, all'inizio, c'è una mia domanda - “Cosa?” - e una risposta dell'onorevole Massimo Enrico Baroni che dice: “…ci sei abituato!”. In realtà, le parole pronunciate dall'onorevole Baroni erano: “E' un reato, ci sei abituato!”.

Io, subito dopo che queste parole sono state pronunciate, ho chiesto di intervenire per fatto personale e il Presidente mi ha chiesto di intervenire a fine seduta, però prima di intervenire a fine seduta sono andato dai funzionari che si occupano della trascrizione e ho letto con i miei occhi: “E' un reato, ci sei abituato!”. Quindi, quello che ho visto ieri pomeriggio nella trascrizione non risulta nel resoconto stenografico di oggi e, quindi, vorrei che fosse rettificato.

Detto questo, negli interventi poi di fine seduta, io ho riportato questa frase e l'onorevole Baroni ha confermato di averla detta, quindi non me la sono inventata e per questo chiedo con energia che venga riportata nello stenografico. Dirò di più: l'onorevole Baroni non si è affatto scusato di avermi dato del delinquente abituale, ma ha reiterato l'accusa, cioè mi ha detto che io, nell'esercizio delle mie funzioni di rappresentante della nazione, qui dentro, commetto il reato di calunnia e che sono abituato a commettere il reato di calunnia.

Ora, a parte il fatto che l'onorevole Baroni evidentemente ignora - ma questo non mi stupisce - il dettato costituzionale, per cui le parole che noi pronunciamo in quest'Aula, ai sensi dell'articolo 68, sono opinioni date nell'esercizio delle funzioni e, in quanto tali, non perseguibili ovviamente, mi preoccupa anche che la maggioranza pensi di poter derubricare o comunque archiviare come calunnie quelli che invece sono precisi e circostanziati fatti politici.

Lo abbiamo visto ieri durante la giornata: anche la Ministra Grillo, devo dire dando non la migliore prova di sé, ci ha più volte accusati di aver, genericamente tra l'altro, effettuato malversazioni nel campo della sanità in Calabria e ha accusato un intero partito in modo generico e indiscriminato, facendo di tutta l'erba un fascio.

Io ieri non ho fatto nessuna calunnia, ho soltanto rilevato che la relatrice Nesci chiede, attraverso il provvedimento del quale appunto è relatrice, di derogare a dei criteri di legge estremamente rigorosi per la nomina degli amministratori delle aziende sanitarie locali e che - come ci ha detto lei in Aula - si è nel processo di nomina di un suo collaboratore, sebbene non retribuito, in una posizione nella quale sarà retribuito. Quindi, io non credo di aver calunniato nessuno, credo di aver adempiuto anzi al mio dovere di parlamentare: sono stato eletto qui, dato che sono parte dell'opposizione, per controllare l'operato delle forze di governo. Se cominciamo a dire che, quando le forze di opposizione fanno opposizione, in realtà stanno commettendo il reato di calunnia, capisce Presidente che l'intero gioco democratico va a farsi benedire.

Allora, io mi aspettavo - quando ieri il collega Baroni ha preso la parola - che lui chiedesse scusa per la voce dal sen fuggita, ma non lo ha fatto; anzi, come ribadisco, ha reiterato le sue accuse come risulta dal resoconto. Quindi, quello che le chiedo, innanzitutto, è di ristabilire la verità dei fatti all'interno del resoconto stenografico, a pagina 83, riportando le parole: “E' un reato… ci sei abituato!”, come già il funzionario presente in Aula aveva scritto nelle minute - ripeto: l'ho visto con i miei occhi quindi posso garantire che è così - ma, posto che lo stesso onorevole Baroni ha affermato di aver detto quelle parole, mi pare che il fatto non sia contestato e sia un fatto accertato (come dire: lo dico io, lo dice lui e siamo tutti d'accordo).

Detto questo, io - come ho già detto ieri al Presidente Fico - le anticipo che mi riservo di chiedere la costituzione del giurì d'onore, perché - lo ripeto - il collega Baroni mi ha dato del delinquente e del delinquente abituale, secondo le categorie del diritto penale, e aggiungo che avrebbe potuto chiudere la vicenda chiedendo doverosamente scusa davanti a tutti, perché quello che ha fatto secondo me è sbagliato, ma lui, dimostrando una certa pervicacia - non voglio dire arroganza, ma sicuramente la convinzione dei suoi argomenti - ha continuato a dire che io sono un delinquente abituale e che il reato di cui mi macchio è la calunnia. Quindi, poiché questo ovviamente tocca la mia onorabilità in modo importante, essendo io incensurato e - come ho detto ieri al Presidente - anche una brava persona, intendo che la Camera dei Deputati ristori la mia onorabilità e, quindi, ponga nelle condizioni il collega di rimangiarsi le cose che ha detto, che sono assolutamente inaccettabili.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Grazie, Presidente. Intervengo in merito esattamente a questo passaggio, di cui a pagina 83 del resoconto. Vorrei capire una cosa, visto che qui le parole le abbiamo sentite in diversi, visto che il collega Scalfarotto, oltre alle parole che ho sentito anch'io, ha potuto visionare la minuta, come mai accade che c'è una differenza tra lo stampato e la minuta del verbale, la cui verbalizzazione, nel senso etimologico del termine, è differente? Le parole le abbiamo udite, la minuta le riportava, perché nello stampato c'è un testo differente?

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, capisco la sua precisazione, l'ho fatta parlare, anche se sul processo verbale - come lei sa - il Regolamento prevede che si possa parlare per rettifica, per chiarire il proprio pensiero, il pensiero da lei espresso, e per fatto personale. Prendo atto della precisazione dell'onorevole Scalfarotto. Effettivamente, i resocontisti riportano ciò che viene ascoltato e registrato, questa difformità naturalmente va verificata e, senz'altro, la Presidenza procederà ad una verifica, posso assicurarle questo.

Se non vi sono ulteriori osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Battelli, Benvenuto, Brescia, Cancelleri, Castiello, Colletti, Covolo, D'Inca', Delmastro Delle Vedove, Delrio, Frusone, Gebhard, Giaccone, Giachetti, Guerini, Liuni, Liuzzi, Lorefice, Lorenzin, Lupi, Molinari, Parolo, Pastorino, Sisto, Tateo, Vitiello e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente novantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 9,35. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 9,15, è ripresa alle 9,40.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 35, recante misure emergenziali per il servizio sanitario della Regione Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria (A.C. 1816-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1816-A: Conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 35, recante misure emergenziali per il servizio sanitario della Regione Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria.

Ricordo che nella seduta di ieri è stato, da ultimo, respinto l'emendamento Santelli 3.12.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1816-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il parere, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A), sugli emendamenti della Commissione riferiti all'articolo 11 e sui relativi subemendamenti.

Passiamo all'emendamento 3.33 Viscomi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanichelli. Ne ha facoltà.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Grazie, Presidente. Siamo qui, sull'emendamento dell'articolo 3, il 3.33, che chiede appunto che la disposizione non sia applicata a più di due territori territorialmente contigui. Siamo qui per un decreto molto importante, soprattutto sentito per quanto riguarda i cittadini della Calabria che hanno il diritto di avere una sanità, come tutti gli altri territori. Noi ieri abbiamo assistito a certe dinamiche in quest'Aula da diverse parti dell'emiciclo, che, ci tengo a dire, mi auguro non ricapitino. Questo lo dobbiamo, per questo provvedimento, a chi usufruisce della sanità in questa regione, che ha avuto episodi incresciosi e che con questo provvedimento cerchiamo di risolvere. Noi ribadiamo, comunque, la bontà di questo decreto e anche il parere contrario a questo emendamento. Quello che chiediamo è semplicemente di proseguire con l'esame di questo testo in maniera snella, nel rispetto dei cittadini calabresi e di chi usufruisce della sanità calabrese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (PD). Sì, è evidente che l'intervento del collega che mi ha preceduto serviva, come al solito, per prendere tempo, non avendo riferito nessun elemento di questo emendamento a firma di Viscomi. Come state notando, non solo il provvedimento è una ampia incursione, che noi consideriamo indebita, su temi costituzionali, ma dopo aver attivato e praticato e utilizzato ampiamente strumenti di deroga per consentire una gestione totalitaria da parte del commissario, in questo emendamento viene riproposto un tema che anche ieri è stato sollevato nella discussione, che è quello della definizione e della unicità anche della gestione delle aziende sanitarie in Calabria, essendo difficile e complicato, come è stato detto, e il collega Viscomi propone che non vi siano difficoltà nella gestione e consiglia una pragmatica operazione con questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.33 Viscomi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.13 Santelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.6 Santelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.23 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo agli identici emendamenti 3.1 Rostan e 3.103 Santelli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (PD). Grazie Presidente. Da questo emendamento…

PRESIDENTE. Aspetti, onorevole De Filippo, neanche da qui riesco a sentirla io. Colleghi, vi prego di abbassare il tono della voce. Prego.

VITO DE FILIPPO (PD). Grazie. Da questo gruppo di emendamenti in poi c'è un tema che ieri è stato anche toccato nella discussione, che io vorrei ulteriormente chiarire all'Aula. È il tema degli emolumenti e dei compensi ai direttori generali e ai commissari delle aziende sanitarie calabresi. Voi sapete che in questi anni c'è stata una discussione enorme sul tema degli emolumenti nella pubblica amministrazione, e alcuni gruppi parlamentari, alcuni partiti, si sono spinti a posizioni radicali su questo argomento e anche efficaci in termini di comunicazione. Qui viene introdotta, per la prima volta, forse, nella normativa del nostro Paese, una possibilità per i direttori generali e per i commissari delle aziende sanitarie calabresi che ha, in termini normativi, un solo elemento analogo, che è quello riservato dal codice dell'ordinamento militare ai militari che vengono mandati in missione in luoghi di guerra.

Non è comprensibile che un direttore generale che lavora in Calabria nella sanità debba percepire 50 mila euro in più, più 20 mila euro in più all'anno se non è residente in quella regione; è come se un dirigente della sanità della mia regione vincesse un concorso in Lombardia e, solo perché non è residente in Lombardia, avesse un'integrazione agli emolumenti. Non è vero quello che ha riferito più volte la relatrice nella giornata di ieri, che i direttori generali calabresi percepiscono emolumenti più bassi rispetto a quelli di altre regioni. Ho più volte riferito in Commissione e ho trasmesso documenti puntuali in Commissione che sono stati compilati da Federsanità, per esempio, sul management sanitario del nostro Paese dove, dal quadro sinottico degli emolumenti di tutte le regioni italiane, si vede che quelli calabresi guadagnano esattamente le stesse cifre.

Ma, mi consentirete, più volte la relatrice Nesci - se volessimo utilizzare una parola latina, nescio - fa finta di non sapere su molte questioni. Quindi, abbiamo introdotto una novità assoluta, che è quella per i direttori generali e i commissari della sanità calabrese che con questa norma, dopo che abbiamo abbondantemente derogato sulle procedure di nomina, come è stato platealmente dimostrato ieri, dopo avere affidato al commissario una potenza di fuoco nella nomina, travolgendo la Costituzione e l'assetto anche dei livelli istituzionali del nostro Paese che sono portati ad avere competenze sulla sanità tra regioni e Governo, dopo avere abbondantemente derogato dalle procedure di nomina e dall'elenco nazionale, oggi, con questo gruppo di emendamenti che noi proviamo a proporvi in termini soppressivi all'articolo 3, stiamo vedendo che questi direttori, che vengono nominati con procedure derogate, sono anche meglio pagati rispetto ad altri direttori generali nel nostro Paese. A voi la valutazione e il giudizio di queste proposte e di questi meccanismi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Vorrei sottolineare il punto che poc'anzi il collega De Filippo rimarcava: noi siamo nel cuore del problema, le deroghe che la maggioranza ha scelto di introdurre in questo provvedimento al fine che le nomine, straordinarie, che dovrebbero garantire la risoluzione dei problemi della sanità in quella regione possano essere assegnate a persone che altrimenti non avrebbero le caratteristiche, i titoli necessari.

Questo è il cuore del punto politico della discussione che si è svolta ieri, e, perché sia chiaro all'Aula, per noi quel punto non è risolto e travalica la questione del conflitto di interessi personale. Noi chiediamo una risoluzione di questo punto politico; non siamo disponibili a una discussione serena, tranquilla e breve su un provvedimento che sceglie la deroga come strumento politico di risoluzione del problema della sanità in Calabria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Signora Presidente, nel 1992, ben ventisette anni addietro, presentai una richiesta di referendum di abrogazione di una legge regionale della regione Lombardia, raccogliendo le 20 mila firme previste dalla legge elettorale in quel periodo. Chiedevo, tra l'altro, in questo referendum, che venissero ridotte le indennità di tutti i consiglieri delle aziende sanitarie locali. Un 5 Stelle ante litteram si potrebbe dire, ventisette anni fa. Il governo della regione Lombardia evitò il referendum modificando la norma di legge da: “le indennità non possono essere inferiori a” in: “le indennità non possono essere superiori a”. Il referendum non si celebrò e vennero ridotte in misura insignificante quelle indennità.

Può immaginare, quindi, lei, Presidente, cosa penso a proposito di un emendamento che chiede di sopprimere indennità straordinarie ai direttori generali o responsabili o presidenti o commissari delle varie unità sanitarie della regione Calabria. Sono naturalmente e ovviamente contrario perché il primo obiettivo della nostra attività dovrebbe essere quello di fare star bene e in salute i cittadini di qualunque regione che hanno dei problemi di natura sanitaria. Quindi, mi auguro che tutti i colleghi vogliano approvare questo emendamento e gli emendamenti simili come indicazione proprio di volere una modifica delle norme che riguardano la sola regione Calabria, ma nel senso di andare verso i cittadini e non verso i dirigenti o direttori sanitari.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, Presidente. Gli emendamenti che stiamo trattando in questo momento riguardano una questione che abbiamo già sollevato ieri, che è relativa al riconoscimento degli emolumenti che vengono poi riconosciuti ai direttori generali ai quali viene attribuito un incarico, ma io voglio ritornare su un punto politico che mi sta particolarmente a cuore, e credo che, purtroppo, non abbiamo risolto, che è quello della deroga all'albo nazionale. Io, ieri, dalla discussione che abbiamo fatto, un po' ho avuto questa impressione: abbiamo individuato delle persone competenti, e su questo non abbiamo alcun dubbio. Nell'individuazione delle persone competenti abbiamo anche visto che queste persone possono avere alcune caratteristiche, tra cui il fatto che, magari, queste persone sono in quiescenza.

E, quindi, la norma che abbiamo costruito è diventata una norma che ha consentito, in qualche modo, di fare in modo che persone che sono state individuate, magari per valutazioni sicuramente di merito, come si può anche riconoscere, ma abbiamo praticamente confezionato un abito che può essere perfetto sulle figure di persone che riconosciamo che possano essere persone di valore.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Carnevali. Ha un solo minuto e ha già esaurito il tempo a sua disposizione.

ELENA CARNEVALI (PD). Mi scusi. Detto questo, quindi, su questo argomento voglio ritornare e credo che la deroga all'albo nazionale sia francamente una cosa che abbia bisogno di essere rivista e non possiamo accettare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Presidente, credo che nell'intervento iniziale del collega del MoVimento 5 Stelle, che cercava di far riempire l'Aula, ci sia tutto il farisaismo di questo decreto, che si è mostrato ieri anche nelle parole del Ministro.

Far credere a una narrazione di una povera Calabria, dove il cittadino non ha il diritto di curarsi e, poi, mettere su questa sanità, certamente malata, per tutti i motivi che ci siamo detti, non un balsamo, ma il sale; il sale è la privatizzazione che si cerca di fare attraverso le scelte che passano attraverso le deroghe. Per questo io penso che oggi il problema continui a restare quello della presenza della relatrice, strettamente collegata alle vicende private calabresi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lepri. Ne ha facoltà.

STEFANO LEPRI (PD). Grazie, Presidente. Noi continuiamo a essere davvero sorpresi rispetto all'assenza di attenzione su questa nostra considerazione, che è molto banale: la legge si è evoluta nel senso di definire un albo nazionale da cui i decisori possono attingere, è un albo con centinaia di persone con livello assoluto e, quindi, ci sorprendiamo di come sia possibile che non vi siano persone che possano accedere a incarichi comunque ambiti, seppur in un territorio così difficile. Sarebbe stato comunque, se proprio si poteva e si voleva fare la deroga, opportuno prevedere una soluzione di questo tipo: prima si attinga dalle graduatorie nazionali e, solo qualora non fosse possibile trovare quelle professionalità, ebbene, solo allora, sia possibile eventualmente concedere la deroga. Non avendo ciò previsto, noi abbiamo un sospetto che abbiamo già detto in altre occasioni: che questa deroga non sia altro che il modo per esercitare un intuitu personae molto vicine ai decisori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paita. Ne ha facoltà, sempre per un minuto.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, nella mia esperienza di amministratrice, ho potuto affrontare più di una volta il tema della sanità; devo dire che c'è un'esperienza consolidata nel Paese, perché per scelte così delicate come i ruoli di commissari sia necessario avere una sorta di perimetro nazionale entro cui vengono valutati i requisiti, le competenze, le qualità delle persone che vengono candidate a ruoli, direi, molto delicati e particolari. Ecco, l'idea di uscire da questo perimetro e inserire la possibilità di deroghe su funzioni così importanti è davvero qualcosa di antitetico ai principi della trasparenza e anche ai requisiti minimi di potenzialità dei candidati. Credo che sia una scelta sbagliata e una scelta che cela l'intenzione reale, e cioè quella di passare, anziché da un criterio meritocratico, a un criterio di appartenenza, magari, politica, magari, di parte, che nulla dovrebbe avere a che vedere con le scelte relative alla sanità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. In questo emendamento parliamo di riconoscimento di emolumenti straordinari, ma al di là del merito specifico stiamo affrontando un quadro derogatorio complessivo su cui è costruito questo decreto: la scelta fuori dagli elenchi nazionali, il personale in quiescenza, e, dunque, la trasparenza, la competenza e l'efficacia che ci vengono continuamente ripetute dovrebbero essere frutto di una deroga alle regole. Insomma il rigore che vorreste realizzare e riportare nella sanità calabrese è prodotto da una deroga a quello stesso rigore, con questa narrazione, che anche il collega ci proponeva, di una vis, di un fare salvifico che vi spingerebbe a fare cose che vanno esattamente invece in una direzione contraria.

Ripeto quello che ho detto ieri, voi ci avete detto che volevate tirare fuori la politica dalle nomine sanitarie, in realtà, la tirate fuori quando le scelte le fanno gli altri e vi prendete tutta l'arbitrarietà del caso quando a scegliere siete voi e quando scegliete gli amici degli amici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Siamo di fronte a un provvedimento che presenta dei dubbi molto forti. Abbiamo visto ieri la discussione e abbiamo constatato quante ombre ci siano sulle scelte a monte che vi hanno portato a produrre, in questo provvedimento, delle deroghe che sono vere e proprie deregulation. La scelta di non attingere dall'albo nazionale, che è una delle poche importanti certezze che mette in condizione un amministratore di scegliere con oggettività, è molto prossima a fare di questo provvedimento, con tutte queste deroghe, una legge ad personam. Voi del MoVimento 5 Stelle che avete sempre condannato a morte tutto ciò che avvicinava e avvicina la politica alle scelte individuali, oggi, state facendo una legge ad personam, e questa è una scelta molto grave (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie, Presidente. La domanda a cui non si è voluto rispondere né da parte del Governo né da parte della maggioranza è semplice, ma banalmente drammatica: perché mettere in campo un decreto che stabilisce deroghe che vanno oltre un albo nazionale di abilitati, rispetto ai quali ci sono le competenze, per legge, di chi può svolgere un'attività di direzione generale o, in questo caso, di commissario? La domanda è: perché? Perché si va in deroga? Ed è molto semplice: noi abbiamo svelato che c'era un rapporto amicale tra i candidati e la politica. Però, il punto non basta, perché una volta svelato, la domanda che rimane è: perché non tornate indietro dalla deroga? Mi sono andato a vedere, Presidente, e concludo, centinaia di nomi di professionisti in tutta Italia iscritti in quegli elenchi che, secondo me, farebbero bene a impugnare questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO (PD). Presidente, la sorpresa di questa mattina per tutti noi è stata ritrovare l'onorevole Nesci nel ruolo di relatore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché, diciamoci la verità, ieri l'onorevole Nesci è stata colta con le dita nella marmellata, il Partito Democratico è riuscito a bloccare un caso di conflitto di interessi, ma la verità è che questo provvedimento, alla radice, ha un enorme rischio di conflitto di interessi, perché introduce criteri privatistici, arbitrari e, dunque, esposti al conflitto di interessi, per la prima volta all'interno di processi di questo tipo. C'è un unico modo per sanare questa ferita, reintrodurre il criterio dell'albo nazionale e vorremmo, per rispetto del Parlamento e anche per rispetto del tempo che abbiamo perso ieri intorno a quel singolo caso, che la relatrice intanto passasse la palla a qualcun altro e che la maggioranza avesse il coraggio di riconoscere che solo l'introduzione dell'albo nazionale potrebbe garantire che questo provvedimento fosse al riparo da conflitti di interessi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Grazie, Presidente. Ho avuto modo di lavorare con l'onorevole Nesci ad altri provvedimenti; una cosa l'ho capita e mi è molto chiara: non cambia mai idea, quando ha ragione e anche quando ha torto. E se oggi noi facciamo un provvedimento di legge soltanto per una decisione di un onorevole che non vuole cambiare idea rispetto ad una vicenda che è stata ormai scoperchiata in tutta la sua gravità, io penso, Presidente, che vi siano le condizioni perché il Presidente Fico si interroghi su come è stato gestito questo provvedimento e a che punto siamo. La Calabria ha bisogno di normalità, non ha bisogno di deroghe, non ha bisogno di continuare a scrivere delle regole ad hoc, perché qualcuno, e adesso siete voi, se ne possa approfittare. La Calabria ha bisogno di normalità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Come abbiamo sentito in questi giorni, signora Presidente, dai colleghi dei 5 Stelle e anche dall'intervento sgangherato, allucinato, della Ministra Grillo a cui dobbiamo abbiamo dovuto assistere ieri, questo provvedimento servirebbe a togliere la politica dalla sanità. La verità è che le norme per togliere la politica dalla sanità le ha fatte il Partito Democratico, le ha fatte il Ministro Madia, con l'albo dei direttori generali e degli amministratori delle aziende sanitarie, e questo provvedimento va a derogare a quei criteri così rigidi e a introdurre la possibilità, per la deputata Nesci, di nominare un suo collaboratore, per il momento a titolo gratuito, ma presto pagato da noi contribuenti, in una posizione per la quale non ha i titoli.

Ora, l'onorevole Nesci pare che non cambi mai idea: a me è capitato di sentirla cambiare idea quando è venuta in quest'Aula a chiedere che le sue parole fossero dichiarate insindacabili e, invece, poi in Giunta ci ha detto tutto il contrario. Io le chiederei la stessa flessibilità, onorevole Nesci, attraverso la Presidente: si renda conto, come nell'altro caso, di aver sbagliato e per favore ci eviti di stipendiare un suo collaboratore attraverso un decreto-legge, una norma generale ed astratta…

PRESIDENTE. Concluda.

IVAN SCALFAROTTO (PD). …che viene piegata a finalità personalistiche, privatistiche e sinceramente non particolarmente commendevoli da parte sua (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.1 Rostan e 3.103 Santelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). La ringrazio, signora Presidente. L'articolo 79, commi 3 e 4, del nostro Regolamento stabilisce che la discussione in sede referente, cioè in questo contesto, debba essere introdotta dal presidente di ciascuna singola Commissione o da un relatore dallo stesso incaricato. Il relatore riceve un mandato dalla Commissione di merito per compiere una specifica istruttoria che, fra le altre questioni, ha l'obbligo di garantire - leggo testualmente la lettera d) del comma 4 – “la inequivocità e la chiarezza del significato delle definizioni e delle disposizioni”, cioè il provvedimento non deve contenere ombre di ambiguità, di interpretazioni, di dubbi. Questo è il compito di un relatore che propone e quindi valuta, nel momento in cui esprime un parere, che questi aspetti vengano assicurati unitamente agli altri aspetti. Un relatore non esprime un parere sulla base degli ordini di un capo di partito, sulla base delle simpatie, sulla base dell'appartenenza politica, ma esprime un parere favorevole o contrario su un emendamento per garantire che una legge sia inequivoca. Bene, noi, ieri, abbiamo assistito qui, signora Presidente, ad una dichiarazione del Ministro della Salute che ha assicurato, per la verità con una prosa piuttosto involuta - mi verrebbe da dire se i colleghi del MoVimento 5 Stelle sapessero cosa significa una prosa piuttosto dorotea - che la questione in essere è una questione vera. Cioè, la questione che l'opposizione ha posto rispetto al fatto che questa legge fatta di deroghe non debba portare alla nomina in deroga di un collaboratore della relatrice è una questione reale perché la Ministra - leggo testualmente a pagina 78 del resoconto - ha detto: “noi rinunciamo a qualunque ipotesi … di fare questa nomina in questo momento…” - sottolineo “in questo momento”, come se, voce dal sen fuggita, forse in un altro momento si potesse fare - “…se si porrà naturalmente…”. Bene questo cosa sta a significare? Che è stato il Governo stesso a riconoscere che l'elemento della deroga può portare ad un equivoco della norma. E il sillogismo inevitabilmente porta a far sì che la presenza della relatrice è incompatibile perché è stata la relatrice, nel momento in cui ha espresso il parere contrario alle proposte di modifica della normativa, a porre in essere questo elemento di equivocità. Allora, delle due l'una: o la relatrice rimuove questo equivoco e la presidente della Commissione riprende il proprio potere perché, lo voglio dire, il presidente della Commissione è lì per rappresentare tutti, non per rappresentare una parte politica e la relatrice, essendo nominata in tale funzione, ha questa natura, dell'obbligo di rappresentare in se stessa la totalità. O la relatrice rimuove questo ingombro e la presidente della Commissione riassume su di sé la funzione e, quindi, conseguentemente assicura che l'ordinato svolgimento dei nostri lavori può portare ad un testo di legge non equivoco, oppure si dà parere favorevole sugli emendamenti che il Partito Democratico ha presentato all'articolo 4 e che sono funzionali all'eliminazione del meccanismo di deroga. Altre strade non ce ne sono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Borghi. Ritorniamo su una questione che è già stata sollevata ieri e, come ieri proprio ha precisato il Presidente della Camera, la nomina del relatore compete alla Commissione, non al presidente, così come recita il comma 12 dell'articolo 79 a cui lei faceva riferimento e la Presidenza della Camera non ha alcun potere di sindacato su tale scelta. Il Regolamento non prevede casi di incompatibilità e, quindi, il dibattito non ha natura regolamentare, ma ha natura politica e, come tale, non riguarda la Presidenza, ma i singoli deputati e i gruppi parlamentari.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.28 Ferro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. In merito a questo emendamento, considerata già la bocciatura del precedente che conteneva un po' la richiesta della riduzione del 20 per cento sia per i direttori amministrativi sia per i direttori sanitari sulla base non solo dei criteri, già stabiliti, dal parametro abitanti-posti letto e che davamo già per scontato avesse un esito negativo. Con questo, che invece stiamo discutendo, e, quindi, l'emendamento 3.28, noi siamo a chiedere che la parte che riguarda i compensi dei commissari straordinari non possa superare la soglia dei 240 mila euro. Io credo che questo decreto dovrebbe, in qualche modo, dare, come hanno sottolineato molti che mi hanno preceduto, una sensazione differente, di un cambio di marcia rispetto a dei compensi molto alti, dei compensi che andrebbero rivisti ma soprattutto rivisti per voci molto più essenziali rispetto alle richieste che la sanità calabrese ha, a partire ovviamente dall'ammodernamento tecnologico, ma vedremo nei successivi emendamenti come non è stata prevista nessuna parte economica per questi investimenti. Sinceramente, mi appello alla relatrice e ovviamente all'Aula affinché, in qualche modo, si possa avere una riflessione perché, oltre alla deroga che in qualche modo è già stata discussa ampiamente e che non riteniamo sia un criterio di trasparenza, oggi andiamo ad aumentare delle indennità togliendo risorse ad altre voci importanti. Oscar Wilde diceva che l'uomo assurdo è colui che non cambia la propria opinione: il problema - lo dico a lei e, tramite la sua persona, all'onorevole Nesci - che non si tratta, ahimè, di un'opinione, ma di qualcosa di molto più importante (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). La battaglia che abbiamo fatto come gruppo PD all'interno della Commissione affari sociali mi pare che stia uscendo fuori con nettezza all'interno dell'Aula.

C'è stata una narrazione all'interno della Commissione, anzi è iniziata il 18 aprile con un Consiglio dei ministri fatto in Calabria - forse è la prima volta che succede una cosa così - e ci si aspettava da quel Consiglio dei ministri che si prendessero dei provvedimenti a favore di una regione che, come è stato ripetuto in maniera ossessiva, dal Ministro, dai parlamentari, dalla relatrice, è una Calabria abbandonata, diseredata, distrutta, annichilita da dieci anni di malgoverno. Beh, questo Consiglio dei ministri in una Calabria distrutta ha partorito un topolino: un “decreto sanità” che non aggiunge una lira, che sostanzialmente mette una serie di deroghe, deroghe che però non servono a migliorare la qualità del servizio sanitario calabrese, perché non c'è scritto in nessun articolo di questo decreto che ci sia un punto dove viene descritto come si migliora la sanità calabrese. Lo stesso commissario Cotticelli, generale Cotticelli, che è stato già nominato da oltre sei mesi da questo Governo del cambiamento, è venuto in audizione in Commissione e non ha detto una parola su come intende modificare e migliorare il sistema sanitario calabrese. Però, questo decreto una cosa la fa con certezza e lo scrive nella relazione del Consiglio dei ministri; questo decreto dice due cose: la Calabria non deve esistere più sulla mappa dell'Italia, perché devono arrivare possibilmente commissari da fuori regione, non all'interno dell'albo, ma presi ad personam - poi, discuteremo anche successivamente, nell'articolo 6, della stazione appaltante, oggi stiamo discutendo di questo -, e li facciamo venire pagandoli il doppio, perché in questa regione diseredata non vuole venire nessuno. Ma chi l'ha detto? Chi l'ha detto? La verità è che si usa questa narrazione, che offende la Calabria, perché se si voleva migliorare il sistema sanitario calabrese bisognava tornare alla normalità, bisognava abolire, sostanzialmente, il commissario straordinario per il piano di rientro e riuscire a dare finalmente un governo democratico alla sanità calabrese.

Ma il Governo del cambiamento non vuole questo, l'abbiamo visto: la sindaca Raggi, quando è stata eletta, che cosa ha fatto? Ha scelto come suoi consulenti i peggiori, quelli che erano stati, diciamo così, buttati via da destra e da sinistra. Queste deroghe non servono per l'onorevole Nesci e i parlamentari calabresi che hanno condizionato la Ministra Grillo a nominare dei giovani, che possono veramente portare, al limite, una ventata nuova sulla sanità calabrese, ma servono solo a riciclare i vecchi - i vecchi -, che vengono dalla Sicilia, dal Veneto, dalla Lombardia, cioè da tutte quelle regioni anche che hanno portato avanti un'idea che dalla Calabria ci sia soltanto il peggio. Allora, per favore, diceva bene l'onorevole Serracchiani: ripristiniamo in Calabria la normalità, e la normalità è restare dentro le regole, la normalità è riuscire a dare una risposta effettiva alla sanità calabrese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Grazie, signora Presidente. Vede, ieri abbiamo passato tutta la giornata a cercare di convincere l'onorevole Nesci e il Governo della inopportunità di questo decreto, inopportunità soprattutto per i criteri attraverso i quali vengono scelti i cosiddetti commissari. Non riusciamo a comprendere quali siano le ragioni per le quali si debba andare in deroga a quelle che sono le normative nazionali e questa deroga, purtroppo, abbiamo scoperto che corrispondeva ad un disegno preciso e, cioè, la nomina di un collaboratore dell'onorevole Nesci, che è anche relatrice di questo provvedimento. Ieri, in una scena imbarazzante in quest'Aula, con una crisi isterica da parte del Ministro Grillo, abbiamo assistito ad una arrampicata sugli specchi e, giustamente, l'onorevole Nesci oggi rimane muta, dopo aver fatto figure pessime ieri, ma non ci spiega in che modo possiamo venir fuori da questa impasse che sta bloccando quest'Aula nell'iter di approvazione di questo decreto.

PRESIDENTE. Concluda.

ALESSIA MORANI (PD). Pertanto - chiudo -, noi chiediamo, come ha fatto l'onorevole Bruno Bossio, che si cambi anche questo articolo in cui vengono previsti dei super-stipendi per i commissari, che vengono pescati non tra coloro che hanno delle professionalità, ma derogando quei criteri che, invece, garantirebbero trasparenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rotta. Ne ha facoltà. Vi prego di rispettare i tempi. Prego.

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, io mi attengo alla lettura: “derogare” significa, appunto, venir meno ad una legge in seguito ad una parziale abrogazione per circostanze eccezionali. Allora, noi non comprendiamo quali siano le circostanze eccezionali in questo caso, se non che si vuole favorire solo qualcuno. In altri tempi l'avremmo chiamata - ma l'avrebbero chiamata anche gli esponenti del MoVimento 5 Stelle - una legge ad personam, in particolare costruita esclusivamente per Gianluigi Scaffidi, quindi una persona vicina alla relatrice Nesci, che oggi sorride, più o meno, o tace, ma ancora non ci spiega.

Le persone che vi hanno votato, che hanno votato il MoVimento 5 Stelle, che voi volete oggi, forse, non informare attraverso anche la chiusura di Radio Radicale, hanno diritto di sapere e di sapere se rispettate quei principi con i quali vi siete presentati: avete parlato di trasparenza, avete parlato di “uno vale uno”, avete parlato di competenze e qui tutto questo non c'è. La deroga ad personam, questo c'è (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD). Presidente, il dibattito che stiamo svolgendo da ieri è francamente surreale: voi, per anni, avete parlato di politica fuori dalla sanità e, invece, da quando siete al Governo, state facendo l'esatto contrario della vostra propaganda, come al solito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). La Ministra Grillo ha fatto campagna elettorale negli ospedali durante le elezioni europee e con questo provvedimento, invece di aiutare a mettere ordine, trasparenza e normalità nella sanità calabrese, avete pensato bene di prevedere una norma derogatoria ai criteri dedicati alla scelta dei direttori generali per nominare consulenti e collaboratori, peraltro non pagati, come commissari. E non ci dite, come ci ha detto ieri la Ministra Grillo, che era solo un'ipotesi, perché questa persona, il collaboratore della relatrice, era nella lista che è stata già inviata al presidente della regione Calabria e che è stata rigettata e respinta dal presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Non dite bugie! Allora, volevate tagliare e togliere la politica dalla sanità, certo, ma per mettere i vostri amici, i vostri consulenti, i vostri collaboratori, e questo lo troviamo francamente inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Andrea Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO (PD). Presidente, la questione continua ad essere questa e noi siamo davvero sorpresi dall'ostinazione con la quale la maggioranza continua a gestire in maniera totalmente impermeabile alle critiche che vengono non solo dal Partito Democratico, onorevole Nesci - Presidente, mi rivolgo all'onorevole Nesci per suo tramite -, ma anche dalla discussione pubblica. Oggi, sui giornali italiani troviamo spiattellata, nella gran parte delle pagine dedicate alla discussione parlamentare, la pessima figura fatta dal MoVimento 5 Stelle. Ieri, un po' per gioco, un po' no, ci siamo rivolti inviti reciproci. L'invito che mi viene da rivolgere al MoVimento 5 Stelle è: prendete atto del fatto che la vostra crisi politica è anche dovuta alla distanza enorme che corre tra la vostra retorica e le cose che realizzate. Qui siamo di fronte a un conflitto di interessi, è una norma che spalanca le porte, nella sanità calabrese, al conflitto di interessi. Ma non avete davvero imparato nulla dal voto per le europee? Fate un gesto di buona volontà, modificate un criterio che evidentemente deve essere ripristinato, ovvero reintrodurre l'albo nazionale, tutelando il rischio del conflitto di interessi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Grazie, Presidente. Allora, noi vogliamo continuare ad insistere davvero nell'interesse e per il bene della Calabria e dei calabresi. Io credo onestamente che quel decreto sia il frutto di un lavoro fatto da chi non ha mai amministrato, da chi non ha governato, anche settori complessi come quelli della sanità. Ci vogliono persone competenti, ci vogliono persone capaci, ci vogliono persone libere e indipendenti.

Il problema è che queste persone non saranno né libere né indipendenti, perché stiamo dimostrando attraverso i nostri interventi che proprio le regole in deroga che si sta dando questo Parlamento grazie all'intervento esclusivamente della maggioranza sono delle regole che possono essere ogni giorno infrante in base a quella discrezionalità che consentirà probabilmente la scelta soltanto di alcuni e non di altri e molto probabilmente gli amici degli amici non saranno né liberi né indipendenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Grazie, signora Presidente. Io ieri ho posto delle domande sul dottor Scaffidi al Ministro Grillo e alla relatrice Nesci ma non ho avuto risposta e, quindi, le pongo nuovamente. Voglio sapere: se è vero o non è vero che il dottor Scaffidi non è mai risultato idoneo in nessuna graduatoria né che potrebbe esserlo perché in quiescenza, appunto come previsto dalle norme della “riforma Madia”; se è vero o non è vero che come dirigente della UIL, quindi dirigente sindacale in una situazione di incompatibilità e inconferibilità di incarichi che comportino la gestione di risorse umane, ovvero gare e commissioni di concorso; se è vero o non è vero che ha partecipato a tavoli tecnici come consulente o collaboratore dell'onorevole Nesci e se l'onorevole Nesci non pensi che per questo debba immediatamente dimettersi da relatrice del provvedimento; e anche se è vero o non è vero che, avendo fatto cause alla stessa azienda sanitaria che dovrebbe andare a dirigere, evidentemente si trova in un conflitto di interessi.

Quindi, chiedo per il suo tramite all'onorevole Nesci di darmi risposte su questi quesiti e, particolarmente, sul fatto se non ritenga finalmente di dimettersi da relatrice, dato l'evidente conflitto di interessi. Insomma, un po' di coerenza, onorevole Nesci. Avete fatto dell'onestà il vostro cartello…

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza e comunque…

IVAN SCALFAROTTO (PD). … e praticatela, oltre che predicarla!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lepri. Ne ha facoltà.

STEFANO LEPRI (PD). Grazie, Presidente. Torniamo sempre alle stesse questioni. Davvero non possiamo che essere sorpresi dalla continua assenza di interlocuzione con la maggioranza e con i partiti che dovrebbero - in modo particolare quelli della Lega - dire qualcosa rispetto a questa vicenda. Noi ripetiamo una cosa molto semplice: non è possibile e non è ragionevole che si possa continuare a far finta di nulla. Diciamo che esiste un albo nazionale da cui si può attingere eppure nulla viene detto e non ci viene spiegata la ragione per cui si vuole derogare. È assolutamente incomprensibile se non per una ragione molto meno nobile: si vuole fare l'intuitu personae con gli amici degli amici.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, come dicevo anche nel precedente intervento, non c'è settore più delicato di quello della sanità. In quel settore sono necessari criteri che valgano per tutti, innanzitutto, e che siano la certificazione oggettiva che ci sono i requisiti tecnici per portare avanti un ruolo delicatissimo. Quello che è inaccettabile è che vengano previste in questa realtà deroghe proprio per non rispettare quei criteri e tanto più dopo, come dire, quello che è emerso ieri nel corso della discussione e, cioè, un evidente e un palese conflitto di interessi o di opportunità che non è stato chiarito in quest'Aula e che anche oggi, devo dire con grande stupore, continua a non essere chiarito da parte della relatrice.

Ci vorrebbero parole di chiarezza e servirebbe che dentro quest'atto non fossero previste delle deroghe che ci inducono a pensare che tale conflitto continua a essere persistente anche nella discussione di oggi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Continua il silenzio imbarazzato da parte del MoVimento 5 Stelle su un tema che era un vostro cavallo di battaglia. Ma c'è anche un silenzio molto più furbetto da parte della Lega di fronte a questo vostro autolesionismo che state dimostrando in maniera brutale ormai da ieri. Siamo di fronte a una deroga di una legge che fornisce a chiunque un elenco oggettivo di competenze.

Scegliete di derogare a questa legge, non giustificate la deroga, non accettate il confronto e producete una norma che è esattamente una norma ad personam per consentire a voi di fare quelle operazioni clientelari oggettivamente distanti mille anni luce dalla trasparenza…

PRESIDENTE. Concluda.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). … operazioni che avete sempre condannato. Questa legge vi peserà molto e peserà, oltre che sull'equilibrio della norma, sulle vostre coscienze, se le avete ancora.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie, Presidente. Perché insistiamo? La domanda è legittima. Insistiamo su un argomento che abbiamo trattato ma, grazie alla nostra collega della Calabria, ieri abbiamo svelato l'arcano, un arcano che non è stato però chiarito e che continua, in modo imperterrito, a non chiarirsi.

Io li vedo i sorrisi da quei banchi e vedo i sorrisi della relatrice dei 5 Stelle, quasi come se tutto ciò non la riguardasse. Probabilmente anche in stagioni passate si è troppo sorriso immaginandosi fuori dal mondo reale. Questi sorrisi di oggi voi li pagherete in termini elettorali soprattutto in Calabria quando si accorgeranno che state facendo di quella terra un sacco.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Siani. Ne ha facoltà.

PAOLO SIANI (PD). Grazie, Presidente, grazie molto. Io voglio intervenire per chiarire, come il sottosegretario sa bene perché abbiamo discusso anche in Commissione, che aumentare gli emolumenti ai direttori generali non serve a niente. Serve, piuttosto, riportare nelle corsie degli ospedali e negli ambulatori i medici e gli infermieri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È così che cambia la sanità e non dando più soldi ai manager. Questa è una scemenza assoluta che sanno tutti ma, soprattutto, gli diamo più soldi senza neanche chiedergli prima che cosa vogliamo che loro facciano, per esempio ridurre il disavanzo con i malati che vanno fuori regione. Dovrebbero darci almeno un piano di lavoro prima che vengano assegnati questi soldi.

Quindi, io vi chiedo di ripensarci. È veramente una norma che non ha nessun senso. Fate, piuttosto, lo sblocco del turnover e riportate negli ospedali medici e infermieri.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Occhiuto. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Grazie, Presidente. Io credo che con questo decreto si deroghi non a singole norme, non solo a singole norme, come quelle, per esempio, che prevedono la nomina dei direttori generali da un apposito albo nazionale, ma si stia di fatto derogando a principi che nel dibattito politico di questo Paese ormai sembravano consolidati e sembravano acquisiti. Mi riferisco, per esempio, al principio della responsabilizzazione dei gruppi dirigenti politici locali che tante energie hanno impegnato in questo Paese nel dibattito politico quando per anni abbiamo discusso della necessità di costruire un impianto federalista nel nostro Paese.

Ora vengono i 5 Stelle, che sembrano dirigenti politici venuti dalla Luna, e fanno tabula rasa di un dibattito politico che ha impegnato per tanti anni la dirigenza politica e i parlamentari in quest'Aula e lo fanno anche nel silenzio dei colleghi della Lega. Ma è possibile che non vi rendiate conto che questo decreto è un passo indietro straordinario nel percorso federalista del Paese perché mortifica - mortifica! - le prerogative di una regione e mortifica le competenze di una regione? Oggi si fa per la Calabria, perché si invoca lo stato di necessità, ma si costituisce un precedente e domani si potrebbe fare per il Veneto o per la Lombardia su un altro ambito di competenza della regione e non solo sulla sanità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Si costituisce un precedente che è un precedente pericoloso e questo si fa nel silenzio dei colleghi della Lega e si fa per cosa poi, Presidente? In Calabria ci sono due milioni di cittadini che, è vero, non hanno la possibilità di vedere garantiti i livelli essenziali di assistenza, i loro diritti alla salute, ma su questo decreto si interviene nella direzione di garantire questi diritti?

Si interviene, per esempio, nella direzione di garantire la possibilità di smaltire le liste di attesa e di dare la possibilità a un cittadino calabrese di aspettare gli stessi giorni che aspetta un cittadino di Bergamo o di Brescia per una TAC, per una PET? No, non si interviene su questo. Si interviene, forse, sulla riqualificazione dei presidi sanitari fatiscenti? No, non si interviene su questo, perché non c'è un euro di risorse aggiuntive in questo decreto: non c'è nulla, se non i soldi dati in più ai commissari nominati dal Ministro.

Allora, se ritenete che ci sia un'incapacità strutturale dei gruppi dirigenti politici del Mezzogiorno a guidare la sanità, ad organizzare la sanità, abbiate il coraggio di dire che occorre non un decreto, ma una legge costituzionale che riponga l'organizzazione della sanità in capo al Ministero della Salute; ma non ad un commissario, perché quello che state facendo non è nulla di nuovo, sappiatelo. Il commissariamento della sanità in Calabria c'è da anni, e anche quello ha prodotto disastri. Voi, oggi, che fate? Non intervenite sulle liste d'attesa, non intervenite sulla riqualificazione dei presidi sanitari; nominate non uno, ma decine di commissari, quando i commissari non hanno funzionato in questi anni; è l'istituto del commissariamento che non funziona.

Quindi, è un decreto che non risolve alcun problema, perché i problemi legati all'organizzazione della sanità e alla capacità dei gruppi dirigenti politici di organizzare bene la sanità si risolvono responsabilizzando i gruppi dirigenti politici. L'ultimo Governo di centrodestra fece una cosa intelligente nel 2011: stabilì l'incandidabilità per i presidenti di regione che avessero prodotto dei deficit in sanità. Ecco, la Corte costituzionale poi bocciò quella norma, ma voi dovevate andare in questa direzione, stabilendo un sistema di premialità e di sanzioni per i gruppi dirigenti politici che si occupano, male, di organizzare la sanità. Perché non è commissariando la politica che si risolvono i problemi; non è commissariando la politica, ma è costruendo gruppi dirigenti politici di qualità capaci di assumersi la responsabilità delle loro azioni, e capaci anche di fare in modo che questa responsabilità si traduca in una premialità in termini di consenso o in una sanzione in termini di incandidabilità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Signora Presidente, venerdì scorso mi è venuta incontro al mercato di Romano di Lombardia, provincia di Bergamo una pensionata, la signora Aurora: “Ah, finalmente la rivedo, Fatuzzo. Ma non è più in televisione: e come mai?” “Sono alla Camera dei deputati”. “Ah, bene. E cosa sta facendo? “Eh beh, guardi, martedì parliamo di misure emergenziali per il servizio sanitario della Calabria”. “Ah, perché così riducete i tempi di attesa per fare gli esami, le visite mediche, eccetera”. “No, veramente discutiamo delle indennità dei dirigenti delle aziende sanitarie”. Mi è corsa dietro col mattarello, signora Presidente: ho dovuto scappare perché ce l'aveva con me, pensando che fossi io al Governo. Quindi, passo la palla a coloro che sono al Governo oggi: chi ha orecchie da intendere, intenda.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Emolumenti ed indennità in deroga per 70 mila euro extra, in una regione che ha bisogno, invece, di risorse per qualificare e migliorare la propria offerta sanitaria, e che invece vanno nelle tasche di questi superman della sanità che voi create. Non vi è in compenso una visione per migliorare la sanità calabrese, ma tanti burocratici ruoli in deroga superpagati, con commissari scelti fuori dagli elenchi nazionali, fra il personale in quiescenza, con emolumenti ed indennità straordinarie: una cosa che sarebbe già molto grave, ma che, ripetiamo, diventa clamorosa nel momento in cui scopriamo che il commissario in pectore dell'azienda di Vibo Valentia è persona fuori dagli elenchi nazionali dei direttori, in quiescenza e un collaboratore gratis, in attesa di una nomina strapagata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

GIUDITTA PINI (PD). Presidente, è da ieri che siamo bloccati su questo punto, anche perché c'è una prassi che in questa legislatura Lega e MoVimento 5 Stelle hanno preso su moltissimi provvedimenti: i primi firmatari della proposta di legge sono anche i relatori, oppure quelli che si occupano di un tema diventano anche relatori, automaticamente. Questa cosa io non la ricordo prima, e probabilmente aveva anche una ratio questa cosa, perché ovviamente altrimenti ci si trova in questi tipi di situazioni. Se io scrivo la norma e poi faccio il relatore, come posso essere quello che media per fare in modo che la norma venga approvata e ci siano spazi per tutti? È impossibile.

Questo è il caso specifico: questo emendamento – e concludo su questo – è l'ennesimo tentativo di cercare di fare in modo che ci siano delle leggi che valgono in tutto il territorio nazionale per la selezione dei dirigenti sanitari; e noi siamo bloccati qui da ieri perché la relatrice, che ha scritto la norma, si trova in una situazione di conflitto di interessi su questa norma. Bastava non farla relatrice, e ora basta che faccia un passo indietro e la presidente della Commissione affari sociali prenda atto e ci consenta di continuare col dibattito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Presidente, nel fantastico decreto delle deroghe assistiamo anche adesso come si è previsto che gli amici degli amici scelti fuori dagli albi, fuori da tutto, assumano anche uno stipendio decisamente più importante: parliamo di 50 mila euro, più 20 mila euro se si arriva da fuori Calabria. In fondo, se si è amici dei nuovi potenti è giusto prendere più soldi.

Il tema è: ma questa non è una regione in commissariamento anche per disavanzo? Il tema che 5 Stelle ci ha raccontato, ma anche la Lega per tutti questi anni, non è che bisogna assolutamente tagliare tutti gli stipendi dei poltronifici? E, allora, perché le poltrone che vi sono ostili devono essere tagliate, ma le poltrone dei vostri amici devono essere pagate, e pagate profumatamente? Anche perché pagate col bilancio della regione Calabria. Amici dei 5 Stelle, ci date una risposta? Perché gravate di più per i vostri amici sul bilancio della regione Calabria, aumentando disavanzo e in questo momento, con questo decreto, costituendo soltanto nuova spesa?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Come diceva la collega Santelli, non è una semplice valutazione degli emolumenti in relazione ai compiti, ma è una deroga legislativa con attribuzione di emolumenti superiori a quelli ordinari. È una norma, questa, che pone una novità straordinaria nel sistema; e non basta dire che è giustificata dalla ratio della mancanza di soggetti che si trasferiscono a svolgere questi compiti in regione Calabria, perché 70 mila euro non è una piccola deroga, ed è, soprattutto rispetto alla qualificazione dei soggetti, una sproporzione che è totalmente illegittima, ancorché fatta per legge: questa norma sarà sicuramente sottoposta ad una valutazione, ed è una norma che rischia di scassare in parte anche i conti della regione Calabria. Perché quando voi farete questi super-commissari e ci sarà il raddoppio delle indennità, tutti questi emolumenti si raddoppiano e supererete probabilmente anche il limite, in qualche caso, dei 240 mila euro. Voglio vedere come fate. Perché se uno piglia due o tre ASP c'è anche questo rischio. Quindi, valutate bene questa norma: questa è una norma di spesa, che è una norma in deroga, che è assolutamente…

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). …squilibrata rispetto anche alla ratio del testo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sensi. Ne ha facoltà.

FILIPPO SENSI (PD). Grazie, Presidente. Mi rivolgo, per il suo tramite, ai deputati del MoVimento 5 Stelle, non per un appello, che non voglio fare o per un fervorino, che non ho i titoli per fare, ma per una rapidissima riflessione su quest'Aula: non mi rassegno al fatto che non pensiate e non teniate alla funzione trasformativa che quest'Aula ha sui provvedimenti; è il nostro lavoro, è quello per cui siamo qui.

Il dibattito di ieri ha mostrato chiaramente un impaccio, un imbarazzo, un errore di valutazione, forse però anche un'opportunità per voi, per tornare indietro, così come avete fatto sul revenge porn: ricordate? C'è una maieutica dell'Aula, non una pedagogia, una maieutica, che talvolta, non sempre, riesce a migliorare i provvedimenti che approviamo e, chissà, anche voi. Vi chiedo di non sprecare questa occasione, di mettere da parte l'orgoglio, le bandiere e mostrare la forza della ragionevolezza, del buon senso, della misura, in definitiva della democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Presidente, intervengo per portare qualcosa di nuovo. Stamattina, in Commissione affari regionali, abbiamo udito il SOSE e quando abbiamo trattato dei costi standard sulla sanità ci han detto: guardate, li stiamo calcolando, li stiamo verificando, regione per regione. Questa premessa la faccio perché il collega Occhiuto, nel suo intervento, ha colpito in maniera precisa un punto fondamentale, dicendo che non ha senso commissariare con dei commissari esterni; se infatti dobbiamo dare un incarico, diamolo direttamente allo Stato centrale. Questa forse è la strada più opportuna, perché, di fronte alle deroghe dell'“anche” o di fronte alle regole di qualcuno che non ha i requisiti e deve essere nominato comunque commissario, laddove non si fa un passo indietro, è meglio avere una struttura statale che garantisce trasparenza, capacità e taglio dei costi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (PD). Signora, Presidente, di solito, di fronte ad una sconfitta elettorale, a una batosta elettorale, sarebbe opportuno riflettere e fermarsi e non andare soltanto sulla piattaforma Rousseau, invece vedo che voi andate avanti come un treno senza aver capito che da ieri non ci date delle risposte. Ci dite:“…ma proprio voi parlate, voi di centrodestra e centrosinistra, che avete nominato la sanità in Calabria quando invece noi vogliamo fare altro”; poi però scopriamo non solo che nominate un commissario che faceva già parte della giunta di centrodestra, quindi incapace per vostra definizione, non solo che non date le risposte che abbiamo chiesto, ma che fate esattamente l'opposto, cioè che date delle deroghe a leggi nazionali; ciò vuol dire che non avete compreso cosa vi hanno detto gli italiani domenica. Fermatevi e tornate indietro: tornate in Commissione, così si può ripartire in maniera corretta con questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Presidente, il mio intervento è solo per lasciare agli atti, e anche a chi vedrà questo intervento, la banale constatazione che, bocciando questo emendamento, si consentirà a chi verrà individuato come responsabile di questa attività un'indennità aggiuntiva di 50 mila euro, che si sommerà allo stipendio ordinario, più 20 mila euro per coloro che decideranno di venire fuori regione, per un montante di 70 mila euro più lo stipendio ordinario. Questo lo riteniamo un vero e proprio privilegio erogato in favore di qualcuno, contrariamente a quello che i Cinquestelle hanno sempre ritenuto. Da parte nostra abbiamo semplicemente richiesto - perché questi emendamenti vengono anche da Forza Italia - che almeno si tratti di un'indennità di risultato: se riesci a ottenere quel traguardo, puoi avere un riconoscimento in più, ma non lo puoi avere a danno dei contribuenti e prendendo i soldi dalle tasche degli italiani a prescindere dal risultato che consegui (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.28 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 3.4 Rostan e 3.34 De Filippo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Madia. Ne ha facoltà.

MARIA ANNA MADIA (PD). Presidente, io vorrei lasciare agli atti che nella data di oggi il MoVimento 5 Stelle, espressione della maggioranza di Governo, dopo aver bloccato, nella passata legge di bilancio, la riduzione delle società pubbliche inutili, sta oggi, con il decreto che stiamo discutendo, bloccando l'attuazione di una riforma, di un processo di riforma - perché, Presidente, le riforme non si attuano da un giorno all'altro, ma sono sempre dei processi difficili - introdotto con una norma nella scorsa legislatura che ha l'obiettivo di introdurre dei criteri meritocratici nella nomina dei direttori generali nella sanità. Insomma, quello che in modo semplicistico, ma in tutte le campagne elettorali, si sintetizza nel detto: “fuori la politica dalla sanità”.

Io vorrei lasciare ciò agli atti oggi perché la deroga alla norma che ha introdotto l'albo nazionale non è la deroga a una norma introdotta quando il MoVimento 5 Stelle non era presente in quest'Aula e nei dibattiti parlamentari, e questo non è un punto ininfluente. Ricordo bene il dibattito che ci fu quando discutemmo dell'introduzione dell'albo nazionale; fu un dibattito in cui il Partito Democratico era stretto fra due diverse opposizioni. Un'opposizione era quella del MoVimento 5 Stelle - molti colleghi che ho qui a sinistra erano già presenti nella scorsa legislatura -, che ci chiedeva dei criteri più rigidi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); un'altra opposizione era quella della Lega - che oggi forse è più coerente, votando questo provvedimento -, che attraverso un governatore, il governatore Zaia, faceva ricorso alla Corte costituzionale perché non voleva che la politica uscisse dalla sanità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ricordo molto bene che in quel dibattito forse avrei voluto, a volte, anche seguire ciò che chiedeva il MoVimento 5 Stelle, ma non potevo farlo, affinché la norma poi fosse rispettosa della Costituzione, avesse l'intesa in Conferenza unificata e quindi fosse una norma che poi potesse sopravvivere e potesse essere applicata. Ecco, non mi sarei mai aspettata che, a distanza di pochi anni, fosse il MoVimento 5 Stelle a farsi portatore di un provvedimento in deroga a quella norma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) su cui, pochi anni fa, chiedeva invece una maggiore rigidità. Siccome questo sta avvenendo su tutto, perché ho iniziato con la norma sulla riduzione delle società pubbliche, per la quale già nella scorsa legge di bilancio è stata approvata una norma per andare in deroga, ma sta avvenendo - ed è l'emendamento che stiamo discutendo - anche rispetto allo stipendio e il tetto ai dipendenti e ai dirigenti pubblici, per cui il MoVimento 5 Stelle ci chiedeva meno dei 240 mila euro che noi abbiamo introdotto, io voglio lasciare agli atti questa incoerenza, e lo voglio fare anche rispetto alla gravità di quello che sta capitando oggi in quest'Aula.

Ciò perché si può anche cambiare idea: non è reato cambiare idea e il MoVimento 5 Stelle ha cambiato idea, volendo la politica dentro la sanità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); benissimo, ma quello che noi non possiamo accettare oggi - perché questo è un precedente, Presidente, lo dico a lei e vorrei anche che lo ribadisse al presidente Fico - è il conflitto di interessi che oggi ha la relatrice Nesci, che sta portando avanti una norma in deroga, malgrado ciò che ci ha detto ieri la Ministra Grillo, per far sì che vengano nominate persone a lei molto vicine.

Questo è un precedente grave per questa Istituzione, Presidente, e allora, io davvero le chiedo su questo di far fare una riflessione aggiuntiva al Presidente Fico, perché va bene che i movimenti politici e le forze politiche cambino idea, ma qui c'è la credibilità della Camera dei deputati da difendere, e questo è un precedente troppo grave, ora che è venuto alla luce (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Presidente, l'onorevole Madia ha messo in evidenza l'incoerenza del MoVimento 5 Stelle nell'approccio a temi estremamente delicati. Io, ieri, ho parlato per loro di Gattopardo, nel senso di cambiare il sistema politico perché nulla cambi, per sostituirsi nelle poltrone; chiedo scusa a Tomasi di Lampedusa, che non merita questo paragone, ma probabilmente siamo all'altezza della bassezza dei tempi e quindi tutto è rapportabile. In realtà, collega Madia, il tema è questo: quando si è all'opposizione, quando si guarda il potere, probabilmente lo si fa con un pizzico di cattiveria in più, immaginando ed invidiando chi sta seduto lì e pensando a quando si arriverà, e quando ci si arriva - e questo dimostra la storia di questo Governo - non si fa come quelli di prima, ma si fa molto peggio di quelli di prima perché ci si arriva anche - e di questo io sono strabiliata - con l'arroganza dei neofiti, con quella disinvoltura nella gestione del potere dello Stato che ha solo chi non ha idea del senso della responsabilità e del pudore, ma dice: “Siamo arrivati noi e adesso facciamo quel che vogliamo”. Sono quelli che parlano di merito e di trasparenza, ma quando tocca a loro decidere scelgono gli amici degli amici, i vicini di casa, gli amici di un tempo, le segretarie, i vicini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Che volete fare? E poi ci dicono: “Ma ce la vogliamo prendere con la collega relatrice”? Io rammento l'onorevole Di Maio quando ha spiegato chi era il suo capo segreteria, dicendo che ovviamente al Ministero ci stavano i suoi amici di adolescenza, però, vedete, questo racconta la storia di questo Paese, ma questo decreto racconta anche altro e mi permetto, perché è la cosa più orrenda, colleghi 5 Stelle, di rivolgermi ai colleghi della Lega, che in Calabria hanno preso molti voti e che in questo decreto si stanno esclusivamente preoccupando che non costituisca precedente sulle regioni da loro amministrate, il problema della Lega è: “Riguardi la Calabria, l'importante è che nessuno tocchi il Nord”. Invece, i 5 Stelle stanno facendo una cosa più brutale, non stanno dicendo: “Via le mani dalla politica malsana”, stanno dicendo: “Non è malsana la politica, è malsana ed è incapace la Calabria”. Colleghi deputati del MoVimento 5 Stelle, che avete preso i voti in Calabria e siete calabresi, ma davvero non avete un pizzico di dignità e di orgoglio? Possibile che non c'è, in un albo nazionale, un calabrese degno di amministrare un'ASP? Possibile che i calabresi sono capaci di farlo in tutta Italia, ma in Calabria no? Possibile che sia come ci ha detto il generale Cotticelli: “Non siete capaci, li prenderemo da fuori”? Possibile che vi siate ridotti a dover ascoltare e a dover difendere una roba in cui si dice: siccome la Calabria è una terra lontana, la colonia della colonia, pur di venire qua fuori, vi diamo 50 mila euro in più; poi se venite da fuori, ve ne diamo altri 20 mila, perché per stare in Calabria dovete essere risarciti economicamente? Poi, onorevole Presidente e colleghi, guardiamo i nomi e ci chiediamo: ma questi illustri statisti che avete trovato e raccolto per strada in tutta Italia, sono questi che dovranno salvaguardare e difendere la sanità calabrese e i diritti dei cittadini calabresi?

Chi di voi verrà a difendere questi curricula sulle strade della Calabria? Non riuscirete nemmeno a tornare. Voi che siete così sensibili al pathos dei social, state guardando lo schifo dei cittadini calabresi contro di voi e contro questo Governo e contro la demagogia di questo Governo, che state vedendo e di cui oggi tutti hanno preso atto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente. Questo emendamento, che è a prima firma della collega Rostan, potrebbe essere - credo - anche la soluzione possibile e praticabile per uscire da un'impasse che mi sembra oggettiva, anche eventualmente - lo dico alla relatrice - con una riformulazione di questo emendamento, perché la questione che noi abbiamo di fronte, l'iceberg che sta tenendo fermo questo provvedimento, oltre alla questione che abbiamo visto ieri, è quello delle deroghe alla normativa nazionale. Con questo emendamento proviamo ad intervenire proprio su questo punto, cioè togliendo sostanzialmente la deroga su due aspetti: il primo è che il commissario straordinario è scelto anche nell'ambito dell'elenco nazionale, e devo dire, pur avendo ascoltato gli interventi nella giornata di ieri, non ho ancora compreso le ragioni, organizzative, politiche, di gestione della politica sanitaria calabrese che hanno determinato questa scelta che - come ha ricordato la collega Madia - è l'esatto contrario di quello che, in questo Parlamento e fuori da questo Parlamento, il MoVimento 5 Stelle ha sostenuto per anni. Cioè, l'elenco nazionale - vorrei che fosse chiaro a tutti - è la traduzione organizzativa e metodologica del principio della trasparenza e della sottrazione alla politica della discrezionalità nella scelta dei direttori generali, ovvero rimane la discrezionalità, ma si mette un confine: colui il quale non ha i requisiti per entrare nell'albo non può essere nominato direttore generale da nessuno, indipendentemente dagli appoggi politici, dalle amicizie o da quello che volete.

Mi spiegate perché avete derogato? Lo dovete innanzitutto al vostro elettorato, più ancora che a questo Parlamento. Perché derogate da questo? Basterebbe togliere questo “anche” per riportare tutto dentro i binari di una normalità legislativa che è stata improntata, con l'introduzione dell'albo, esattamente al principio di trasparenza e di meritocrazia. Perché bisogna far deragliare in Calabria questo treno e questa logica? Non ce l'avete spiegato e la spiegazione - guardate - è ancora più brutta, perché la spiegazione a questo punto è che questa norma è ad personam, bisognava far entrare a tutti i costi nel ruolo di direttore, di commissario e quindi di direttore generale, persone o persona che non aveva i requisiti per entrare nell'albo nazionale, introducendo quindi discrezionalità e anche evidentemente un principio di legame di partito, che è l'esatto opposto di quello che voi andate, a più riprese, propagandando anche in questa ultima, recente campagna elettorale. Noi vi diciamo: Fermatevi! Togliete quell' “anche”, togliete quell' “anche” e togliete - concludo - che può essere nominato un unico commissario per più enti del servizio sanitario. Ci avete spiegato - e su questo siamo d'accordo - che ci troviamo in una situazione drammatica della sanità, della sanità calabrese, come tutti i cittadini calabresi possono testimoniare, e, ahinoi, testimoniano i dati dei calabresi che devono andarsi a curare in altre regioni, ma proprio per questo come è possibile derogare a questa norma, dell'unico ente per commissario straordinario e introdurre, invece, il fatto che si può andare ad amministrare più enti? È l'esatto contrario! Insomma, fermatevi e evitate di fare una cosa che è innanzitutto contro i vostri principi (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

DALILA NESCI, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DALILA NESCI, Relatrice. Grazie, Presidente. Poiché sto valutando delle riformulazioni, se è possibile accantonare l'articolo 3, l'articolo 4 e proseguire con l'articolo 5.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 11,09)

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Buongiorno, Presidente. È un piacere vederla su quello scranno. Non che non fosse un piacere vedere la Presidente Carfagna…

PRESIDENTE. Direi che non c'è confronto!

EMANUELE FIANO (PD). Il piacere di vedere lei è quasi altrettanto! Vorrei dire, siccome ho appena ascoltato dalle parole della relatrice che vi è una richiesta di accantonamento degli articoli 3 e 4, immagino che questa richiesta, che per noi è accoglibile, sia propedeutica al fatto che su alcuni elementi molto conflittuali, sui quali si è accesa la discussione politica ieri in quest'Aula, la maggioranza o la presidenza della Commissione o la relatrice possano giungere ad un accoglimento di alcune nostre richieste di modifica degli assunti fondamentali di questo decreto, per esempio inerenti ad alcuni aspetti delle deroghe.

Vorrei che fosse chiaro, Presidente, che, però, in attesa di quale sia l'esito di questo accantonamento, perché immagino che potrebbe esserci, dopo l'accantonamento, un pronunciamento della relatrice in Aula che dice che alcuni emendamenti di quegli articoli sono accolti con delle modifiche, sono riscritti, riformulati, ovviamente noi siamo in attesa, prima, di capire che cosa sia quella riformulazione, se avverrà. Fino a quel momento, per noi, essendo questo decreto completamente non accettabile, è ovvio che continueremo ad esporre le nostre opinioni.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fiano. C'è una proposta di accantonamento, non vedo contrarietà, ho sentito… sull'ordine dei lavori è intervenuto l'onorevole Fiano.. se lei vuole intervenire sul merito, il merito non c'è, se l'accantonamento viene autorizzato. Se non ci sono obiezioni, allora procediamo all'accantonamento degli articoli 3 e 4 e andiamo all'articolo 5, a pagina 6, mi dicono, ed è vero, del fascicolo. I pareri ci sono già.

Passiamo, quindi, agli identici emendamenti 5.3 Ferro e 5.6 Carnevali.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Con questo decreto diciamo che vengono introdotte delle fattispecie molto particolari, tra cui quella che è riferibile all'articolo 5, perché viene esteso ciò che può avvenire sugli enti locali alle aziende sanitarie e, quindi, parliamo di dissesto finanziario degli enti del servizio sanitario regionale. A me, francamente, anche dopo il dibattito in Commissione, continua a rimanere non un'enorme dubbio, non ho ancora avuto risposta, perché sicuramente è insoddisfacente la risposta che ci avete dato, e il punto interrogativo è: ancorché voi dite si fa una new diligence, i nuovi commissari fanno una nuova new diligence, verificano quali sono le condizioni debitorie che quella ASL, quella azienda ospedaliera ha? Quindi noi siamo esposti nei confronti di fornitori di acquisti di beni e di servizi, mettiamo tutti questi debiti in una sorta backing ASL brutta e cattiva e li lasciamo lì, intanto riassestiamo di nuovo il percorso con le nomine dei direttori, dei commissari straordinari, amministrativi, sanitari, sempre tutto in deroga, naturalmente, perché questo è quello che c'è scritto in queste proposte emendative; ma la domanda è: ma come si fa, con che soldi, con che finanze potete pagare i debiti che dovete alle aziende sanitarie che sono state convenzionate, alle aziende che vi hanno fornito i beni e servizi? Perché non basta quella quota che avete detto: una parte la recuperiamo dai pay-back che ci devono le aziende sanitarie.

Nell'assoluta - mi sembra di capire - distanza e poca attenzione da parte dell'Aula, qui si pone un problema, perché, mentre sugli enti locali la nomina di un commissario può mettere nelle condizioni tanto le province, quanto gli enti locali, di aumentare le tasse, aumentare l'IRPEF, aumentare le accise della benzina, quel commissario non ce l'ha questa possibilità operativa, tanto è vero che l'allarme non è arrivato solo al gruppo del Partito Democratico, perché la preoccupazione più grande che c'è è che qui, poi, faremo fallire le ditte e le aziende che hanno i debiti che abbiamo nei confronti di questi fornitori. Il problema è che voi non ci avete spiegato, ed è il motivo della soppressione: una volta che abbiamo adottato questa sorta di transazione di una norma che si applica agli enti locali o alle province, dove però quel commissario ha qualche potere, questo commissario, di poteri dal punto di vista della flessibilità fiscale, degli aumenti fiscali o di qualsiasi norma per portare a casa… e noi ci auguriamo che non lo sia, sulla pelle dei cittadini pagando di nuovo nuove tasse, qualcuno ci spieghi chi paga i debiti.

Allora, o ci dite e ci date una garanzia che questi debiti li pagherà il Ministero della Salute, perché altrimenti, paradossalmente, il meccanismo che avete in testa è quello per cui dite: tanto la regione è brutta e cattiva, tutti quelli che sono stati lì, dalla prima nomina del commissario che veniva sul fronte della Lega, a quelli che sono stati fino adesso, sono solo stati capaci di mandare in dissesto la regione Calabria sulla parte sanitaria; a questo punto, il dissesto lo mettiamo sotto il tappeto e questi debiti - qualcuno ha detto 160 milioni, qualcuno ha detto 250 – questi debiti chi è che li paga? Allora, finché non ci spiegate questa ragione - e ho chiuso - io credo che una riflessione su questo emendamento sia obbligatoria; a meno che - e qui davvero mi viene non più di un prurito mentale - questa non sia semplicemente una norma manifesto, che serve per dire che rassettate e chi ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, quelli che stanno sul territorio potranno solo pagare lacrime e sangue (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, signor Presidente. Rispetto a questo emendamento, ci siamo posti ancora una volta, come Fratelli d'Italia, le soluzioni che questo decreto dovrebbe mettere in campo, soluzioni che però noi non abbiamo ovviamente trovato, né per quanto riguarda i parametri dei LEA, né per quanto abbiamo disquisito delle nomine che dovrebbero avvenire, ancor di più rispetto al debito, e anche dal commissario uscente, l'ingegner Scura, ma ne parleremo anche nei prossimi emendamenti, ancora non arrivano notizie rispetto a quei parametri e a quei direttori generali, che non avrebbero mai consegnato le carte al Ministero e quindi si oscilla da 160 a 161 a 163.

Ovviamente, mi accodo a quella che è stata la richiesta della collega che mi ha preceduto nel capire e nel voler sapere questo debito come verrà sanato, da chi verrà sanato e, soprattutto, anche rispetto alla maggiore percentuale di fondi che vanno in altre regioni per quel tasso, altissimo, di emigrazione sanitaria, come si andrà a trovare una soluzione per far rimanere i calabresi con la possibilità di curarsi nella propria terra.

Chiudo, ricordando quello che scrisse Il Sole 24 Ore proprio qualche mese fa: che l'ospedale più grande del nord è costituito dai calabresi. Questo significa che i famosi 150 milioni di euro che vengono in qualche modo trasferiti potrebbero essere sanati nel patto e nel decreto attraverso una possibilità, non di nomine, ma di assistenza e cura ai calabresi, che rimarrebbero nella loro terra.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi pare che il tema che si pone, anche in questo articolo 5, sia sempre lo stesso: si affrontano, cioè si descrivono le problematiche della sanità nella regione Calabria e poi, ancora una volta, invece di affrontare con un metodo anche analitico e puntuale le problematiche che possono risolvere i problemi, che cosa si fa?

Si inventa un commissario ad acta, cioè il commissario nominato attraverso le deroghe, fuori dall'albo, magari su due ASP con un raddoppio di stipendio, unisce un ulteriore costo con il commissario ad acta. Francamente, così non è una risposta ai problemi della sanità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rotta. Ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, grazie. Vedo con piacere i due sottosegretari, mi spiace che non ci sia la Ministra Grillo, perché le avrei voluto chiedere esattamente l'interpretazione autentica delle sue parole, che leggo, di ieri: perché non ci sono sempre - dice - le professionalità sufficienti tra i medici non ancora in pensione, quindi, ci siamo voluti dare una chance in più per trovare eventualmente figure da mandare in Calabria.

Allora, mi chiedo che cosa c'entri il fatto che purtroppo non ci siano dei medici - sappiamo che è un tema molto complesso, che è un tema di cui tutti ci dovremmo occupare, anzi, questo Governo dovrebbe occuparsi, e che deriva da una mancata programmazione, di cui la colpa non è di questo, non è di quello, ma di questo dovremmo oggi occuparci - e che cosa c'entri la mancata presenza di figure professionali con una professionalità certa con il fatto di volere mettere, invece, una persona amica degli amici, come è stato ribadito oggi, in deroga a qualsiasi tipo di albo, in deroga a qualsiasi misura di trasparenza, in deroga a qualsiasi misura di competenza. E, allora, vorrei sapere qual è la relazione tra le parole addotte, le spiegazioni addotte dalla Ministra Grillo e quello che si sta cercando oggi vergognosamente di fare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Grazie, Presidente. Torniamo sempre sullo stesso punto: come la collega Bruno Bossio, ma anche meglio la collega Madia, che ha ricoperto un ruolo di Ministro nella passata legislatura, hanno sottolineato, qui si tratta di approvare un decreto che vede la politica tornare di nuovo protagonista, purtroppo, nella sanità, e dico perché purtroppo: perché quello a cui abbiamo assistito, con una distratta onorevole Nesci che, seduta al banco dei nove, sta lì fischiettando, facendo finta di non essere la protagonista di questo decreto e di questo conflitto di interessi evidente, sta là senza essersi intanto dimessa, punto primo, e, punto secondo, senza aver spiegato quali siano le motivazioni per cui si dovrebbe andare in deroga a tutti quelli che sono i criteri di nomina nazionali per questi incarichi, e, soprattutto, perché dovremmo derogare anche ad una nomina prevista in un albo nazionale.

Queste spiegazioni non ci sono state date, come non ci è stata data la spiegazione per la quale vengono aumentati anche gli stipendi. Siamo di fronte ad un poltronificio da Prima Repubblica, che è una vera e propria vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Grazie, Presidente. L'articolo 5 avrebbe veramente necessità di una illustrazione maggiore sia da parte del Governo che da parte della relatrice. Non riesco a comprendere come in Calabria, in deroga a tutto, parta anche una gestione straordinaria del debito e del disavanzo della regione in sanità. Quindi, a parte ciò che è evidente, cioè capiamo che il commissario nominato sostanzialmente viene deresponsabilizzato dai risultati perché a sua volta, e a catena con le nomine di cui abbiamo parlato ampiamente, nomina un commissario ad acta, creando una sorta di gestione separata - e non si capisce qui come lo si faccia all'interno della contabilità pubblica - per cui i nuovi commissari nominati dal Governo gestiranno l'ordinaria amministrazione e dei commissari ad acta, a loro volta nominati dai commissari specifici, andranno a fare una sorta di bad company con la gestione dei debiti. Questo, oltre a costituire un vero e proprio falso nella contabilità della regione, bisogna comprendere che cosa rimane in capo al commissario, cosa dovrebbero fare i commissari ad acta nella gestione straordinaria, chi va a ripagare questi debiti. Ora, se il Governo vuole fare una cosa del genere, allora, per dire, o è una sorta di azzeramento dei debiti, e allora qui deve esserci una posta di bilancio dello Stato che mette a disposizione dei commissari ad acta la gestione del debito, oppure il Governo ci deve spiegare come funzionerà la contabilità del debito della Calabria. Ce lo spieghi la relatrice, ci faccia capire se è soltanto un'operazione di maquillage per, in qualche modo, deresponsabilizzare il Governo dai risultati che verranno; il Governo, ovviamente, in relazione alle nomine che va ad effettuare sulla sanità calabrese. Dopodiché, tenuta questa gestione e questa sorta di bad company, chi paga? Pagano i calabresi con tasse aggiuntive? Quindi, il Governo fa i danni e poi le regioni e le amministrazioni che verranno dovranno attuare le tasse aggiuntive? Il Governo vuole mettere mano e vuole assumere il potere, totale, in regione Calabria anche sui conti? Metta qui dentro, se ha il coraggio e se ha la forza di imporlo, cari colleghi dei 5 Stelle, anche alla Lega, i soldi per ripianare i debiti, così come chiedete al comune di Roma per la vostra sindaca Raggi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD). Presidente, la ringrazio. Continuiamo in questo dibattito davvero surreale: noi non capiamo perché la maggioranza continui a non decidere di prendere una soluzione netta e chiara sul punto. Se davvero sono convinti di non avere problemi di conflitti di interesse e vogliono portare avanti questo provvedimento in funzione della sanità calabrese, davvero per aiutare i cittadini calabresi ad avere una sanità migliore, prendano una decisione, cambino la relatrice oppure eliminino dalla lista che è stata inviata alla regione Calabria il nome della persona che ha collaborato, il collaboratore della relatrice, che oggi diventa davvero paradossale continui a occupare questo ruolo in questo provvedimento e continui a bloccare i lavori di quest'Aula per una ragione che eventualmente e probabilmente ci sfugge, ma che lei conosce molto bene. Avete la possibilità di risolvere in un secondo questo problema: affrontatelo e risolvetelo davvero se volete portare avanti questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO (PD). Vorremmo formulare un auspicio, già anticipato dall'onorevole Fiano: che l'accantonamento di questi due punti preluda ad una dimostrazione di umiltà da parte del MoVimento 5 Stelle e della maggioranza. Una dimostrazione che, magari, potrebbe passare attraverso un passo indietro della relatrice e l'accoglimento di suggerimenti che sono venuti da tutte le parti delle opposizioni. Invece, stiamo assistendo, ancora adesso, ad una dimostrazione straordinaria di arroganza, con una relatrice che rimane sorda, pneumaticamente sorda ad ogni critica e anche ad ogni figuraccia, se mi permette questa espressione, e a un MoVimento 5 Stelle che, mentre si riempie la bocca ogni giorno dello slogan “fuori la politica dalla sanità”, non è che intanto fa tornare la politica nella sanità, perché mi viene da dire magari tornasse la politica nella sanità. Voi state facendo tornare nella sanità legami opachi, familistici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), di nessuna trasparenza, che riaprono le porte a conflitti di interessi giganteschi, come quello, voglio ribadirlo ancora una volta, che è stato smascherato ieri dal Partito Democratico. Quindi, magari, che ne so, che questo accantonamento preluda ad una resipiscenza del MoVimento 5 Stelle e ad un passo, finalmente, di umiltà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Grazie, Presidente. Come diceva bene la collega Carnevali, il punto interrogativo qui è, nel momento in cui un'azienda sanitaria viene dichiarata in dissesto, poi dove si trovano i soldi, una volta che è stato messo via il passivo sotto il tappeto. Ma la risposta, per suo tramite, alla collega Carnevali è evidente: il nostro Ministro dello Sviluppo economico, Di Maio ci sta dimostrando che si può salvare una compagnia aerea mettendola sulla bolletta del gas e della luce elettrica di tutti gli italiani. Probabilmente anche le aziende sanitarie calabresi finiranno nella bolletta elettrica, nella bolletta del gas.

Si tratta di queste manovre creative della maggioranza di Governo, quelli che si stupiscono che lo spread sale quando si rifiutano di essere debitori, come dire, affidabili e stanno affondando economicamente questo Paese. È una specie di barzelletta che, purtroppo, non fa ridere gli italiani, che saranno precipitati in una crisi economica senza precedenti se non sottraiamo a questi irresponsabili il governo della nostra economia e anche della nostra salute; cominciamo dalla relatrice Nesci che, dando le dimissioni dal suo incarico di relatrice, potrebbe dare il buon esempio e una luce di speranza a questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lepri. Ne ha facoltà.

STEFANO LEPRI (PD). Grazie, Presidente. In attesa che l'onorevole Nesci abbia l'autorizzazione dal Ministro Grillo, che, a sua volta, probabilmente, ce l'avrà dal Ministro Di Maio, ma che, forse, in questo caso, è in altre faccende affaccendato, quindi, probabilmente le basterà solo l'ok del Ministro Grillo, per modificare l'articolo 3, voglio suggerirle, se mi considera, una modesta suggestione per risolvere questo problema. Siccome l'albo nazionale, gliel'abbiamo detto in tutti i modi, è baluardo garanzia di trasparenza e di concorrenza, consente di poter dire “aria fresca” nelle nostre direzioni regionali delle ASL, se ciò non vuole essere rispettato, decidete almeno così: prima si esaurisce la graduatoria nazionale e solo dopo andrete in deroga; una semplice, semplicissima soluzione che consente a voi di poter dire che, se non troverete offerte e disponibilità a venire in Calabria, potrete attingere in deroga, ma solo a quella condizione, banale, semplice. Vi diciamo anche come fare, seguiteci (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Presidente, è veramente un paradosso constatare che, da una parte, sia alla Camera che al Senato, il MoVimento 5 Stelle abbia presentato dei disegni di legge per modificare la norma vigente che vanno nella direzione, addirittura, di formulare degli elenchi nazionali anche per i direttori sanitari, i direttori amministrativi e i direttori socio-sanitari; da una parte, diciamo curate l'apparenza e cercate di farvi evidenziare come tutori della moralità, del rigore, del talento e del merito, dall'altra, fate una norma in deroga, senza alcuna giustificazione, in cui date a questi direttori, scelti da un punto di vista non politico, partitico, partitico, anche più soldi. Quindi, non solo meno merito, meno trasparenza, ma anche più soldi…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pezzopane.

Salutiamo gli studenti e gli insegnanti del liceo classico Francesco Vivona di Roma, che sono venuti ad assistere ai nostri lavori (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Grazie, Presidente. Quando una regione è in dissesto sul tema della sanità ci sono delle politiche specifiche che devono essere anche favorite dal ruolo del Governo, che hanno la necessità di essere messe immediatamente in atto, perché quando non tornano i conti sulle questioni sanitarie sono generalmente due le questioni che devono essere affrontate. Il primo tema sono le liste d'attesa e il secondo tema sono le fughe che avvengono. Ora, anziché immaginare politiche, anche a livello parlamentare, capaci di intervenire su questi due punti essenziali nella risoluzione del problema strutturale di una sanità in difficoltà, gli interventi che si fanno e che si propongono oggi hanno due direttrici: la prima, quella di cercare di nominare dei direttori o dei commissari che non hanno i requisiti e la seconda, e concludo, è quella di essere capaci di intervenire con deroghe su tutti i livelli. Credo che non ci siamo proprio…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Paita.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gribaudo. Ne ha facoltà, per un minuto.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Grazie, Presidente. Vede, in questo Paese abbiamo un grosso problema con le deroghe e ne abbiamo qualcuno in più da quando c'è questo Governo, il Governo Lega e 5 Stelle. Questa purtroppo, appunto, non è la prima deroga che passa in quest'Aula e in questa legislatura, avete già derogato al pagamento delle tasse, con i condoni agli evasori, avete derogato alla tutela dell'ambiente, con i condoni edilizi vergognosi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e, adesso, volete anche derogare a delle norme in sanità, con delle norme, come è già stato ricordato da tutti i colleghi, opache, con delle vere e proprie norme ad personam e la cosa curiosa è che a fare questo è proprio l'onorevole Nesci. Chi, come me, ricorda bene com'era il comportamento dei colleghi 5 Stelle in quest'Aula cinque anni fa e la scorsa legislatura non può non dimenticare com'era forte quel grido: “onestà, onestà”. E, allora, perché, colleghi del MoVimento 5 Stelle, anziché mettere la testa di Di Maio ai voti sulla piattaforma Rousseau, non mettete la richiesta delle dimissioni dell'onorevole Nesci e, soprattutto, non mettere queste norme, che sono vergognosamente opache (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Alessandro. Ne ha facoltà, per un minuto.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie, Presidente. Io volevo aggiungere, rispetto all'emendamento, una riflessione aggiuntiva che, finora, non è stata più di tanto citata. Si parte dall'obiettivo di risanare e sanare la sanità; lo si fa con una chiara implicazione politica, che è stata più volte ribadita; non lo si fa, però, con la questione più importante; invece di inventarvi norme che per le quali chiediamo la soppressione, inventatevi risorse aggiuntive che consentano alla Calabria di risolvere il problema della sanità. Perché io non vorrei che i commissari nominati vadano a fare, come pure la norma prevede, una sorta di liquidazione coatta del Servizio sanitario regionale e nazionale in Calabria. Per questo io ritengo che, se non vengono messe in campo risorse, straordinarie, per una situazione straordinaria, tra qualche mese saremo ancora qui a discutere dei buchi di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sensi. Ne ha facoltà.

FILIPPO SENSI (PD). Grazie, Presidente. Non è per puntiglio che torno sul filo del ragionamento che avevo provato a sviluppare poc'anzi. Alcuni passi avanti mi pare siano stati fatti, aspettiamo ora di vedere quali, per dare la nostra valutazione, ma, passi avanti o indietro, tutto poggia su una consapevolezza che spero sia condivisa, quella di una responsabilità comune nei confronti dei cittadini che attendono risposte praticabili, non ideologiche. Cambiare idea, non sempre ovviamente, è virtù e non vizio; quando i fatti cambiano, cambiano le opinioni, diceva Keynes. Mi auguro che questo timido ravvedimento, questo cauto muovere verso le soluzioni auspicate dall'opposizione sia propedeutico a un lavoro migliore qui in Aula e a una soluzione più efficace per i cittadini calabresi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (PD). Grazie, signor Presidente, noi vorremmo un sussulto di orgoglio…

PRESIDENTE. Onorevole Fregolent, le chiedo scusa. Il Comitato dei nove, che è diventato un Comitato dei diciotto, se ha bisogno di un'interruzione… Chiedo scusa se vi disturbo, ogni tanto… No, capisco senz'altro; essendo un decreto sulla Calabria, c'è una maggiore tolleranza, ma se fosse possibile, se avete la necessità di interrompere, fatene richiesta e valuteremo (Applausi).

SILVIA FREGOLENT (PD). Grazie, signor Presidente, quello che ci sorprende è che questo provvedimento, scritto così, venga da forze politiche che hanno votato “no” al referendum del 4 dicembre 2016. In quel referendum lì, si trovavano delle soluzioni centrali ai problemi della sanità. Fu bocciato perché si disse che noi volevamo usurpare le regioni e la loro indipendenza e, invece, a distanza di tre anni, finito il vero senso del vostro “no”, cioè sconfiggere e mandare a casa Matteo Renzi, perché in realtà poi state facendo esattamente l'opposto, rispetto a quello che avevate detto in campagna elettorale, fate un provvedimento super centrale in ragione di una sanità locale. Complimenti, potevate soltanto dire agli italiani: vi abbiamo preso in giro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD). Presidente, questo è il provvedimento delle deroghe, nonostante nei precedenti provvedimenti avevate sempre escluso che li poteste fare anche per ragioni di eccezionalità, state derogando sulle norme per la selezione dei direttori generali, chissà perché, poi, guarda caso, circolano nominativi molto legati a componenti di questo Parlamento; derogate sugli stipendi stessi dei direttori generali, andando di fatto a smentire voi stessi: avrei una rassegna stampa copiosissima di vostri consiglieri regionali che, quando sono stati adeguati gli stipendi dei direttori generali delle rispettive regioni, hanno fatto una grancassa e con questo articolo deresponsabilizzate del tutto gli stessi commissari che voi state nominando dandogli super-poteri. Insomma, l'unica deroga che non intendete fare nel provvedimento è quella che libera le risorse per il personale: quello sì che servirebbe per far funzionare gli ospedali e la medicina del territorio in Calabria e in tutto il Mezzogiorno d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signor Presidente. C'è un esigenza di dover accogliere questo emendamento soppressivo presentato dal gruppo del Partito Democratico perché, se così non fosse, si creerebbe una situazione di assoluta perpetuazione del meccanismo di commissariamento degli enti in dissesto finanziario. Lo dico in particolare ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, perché le burocrazie vi hanno messo sotto il naso una norma che consente loro di fare praticamente in eterno i ben retribuiti e i lautamente pagati commissari. Perché, signor Presidente, e mi avvio alla conclusione, alla gestione straordinaria provvede un commissario straordinario nominato dal Ministro della Salute, d'intesa con il Ministro dell'Economia e delle finanze – e qui non vorremmo ritrovarci nella condizione di ieri - il quale, per quanto compatibile, applica la disposizione dei commissariamenti degli enti locali, ma il commissario in questione non può fare come il commissario di un comune che aumenta le aliquote…

PRESIDENTE. Onorevole Borghi, io le toglierei la parola anche per un problema di salute proprio, oltre che per aver esaurito il tempo.

ENRICO BORGHI (PD). Non posso completare il mio pensiero? Allora mi iscrivo per il prossimo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Mah, arrivati a tre giorni di discussione su questo decreto non sappiamo se nel prossimo futuro i cittadini calabresi avranno liste di attesa chirurgiche più brevi; se avranno più medici ed infermieri nei reparti; se avranno più servizi senza dover emigrare; ma sappiamo che, nel prossimo futuro, in Calabria ci saranno tantissimi commissari: commissari ad acta, commissari straordinari, una specie di scuderia di supereroi della Marvel, che, abbiamo capito precedentemente, non vanno a radiazioni del sole come Superman, ma vanno a lauti stipendi in deroga garantiti dalla maggioranza; ma la cosa più grave, che ha sottolineato la collega Carnevali, è che a questi commissari non vengono neppure date le leve per recuperare le risorse necessarie per affrontare il dissesto finanziario. Quindi, avremo dei commissari, avremo tantissimi commissari del tutto impotenti. Inutile dire che i commissari possono essere presi anche dal personale in quiescenza. Lo dico ai colleghi della Lega: vi stanno smontando “quota 100”, voi li mandate in pensione prima e loro li prendono tutti a fare i commissari in Calabria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Guardi, ho rispetto della sua esperienza sicuramente, ma anche dei colleghi che sono intervenuti. Ho sentito solamente due interventi che riguardano l'articolo 5: l'intervento dell'onorevole Borghi, al quale manca la voce e dell'onorevole Carnevali, che è entrata nel merito. Vorrei chiedere e soprattutto ricordare che gli articoli 3 e 4 sono stati accantonati e stiamo parlando dell'articolo 5. L'articolo 5 è una pietra micidiale, e pesante per quanto riguarda questo impianto, ma anche per il futuro del sistema. Attenzione, l'articolo 5 è pesantissimo perché recita - poi interverrò ancora - “…con bilancio separato rispetto a quello della gestione ordinaria, tutte le entrate di competenza e tutte le obbligazioni assunte fino al 31 dicembre 2018.”. In qualche maniera, si fa un ente da una parte e una bad company sanitaria dall'altra, e questo è molto grave (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà. L'onorevole D'Ettore non c'è: s'intende che abbia rinunciato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Per quanto riguarda l'emendamento in esame, come tutti gli altri su cui ovviamente c'è parere contrario, inviterei i miei colleghi della maggioranza, soprattutto quelli sardi, a mandare il provvedimento ai propri rappresentanti nel consiglio regionale sardo, perché insieme abbiamo protestato contro la riforma del centrosinistra e degli indipendentisti, che poi il centrosinistra in campagna elettorale ha rinnegato, con la quale ha accentrato i poteri in un'unica persona in quella che era l'azienda unica, ha chiamato manager, per esempio, un manager da fuori, piemontese o ligure non so bene, ed è stata una riforma che è stata disastrosa. C'è una grande questione aperta su quelli che sono i debiti della sanità e le questioni di accantonamento. Quindi, riflettete su quello che state facendo, perché in Parlamento state facendo un provvedimento dove in altri territori è stato contestato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.3 Ferro e 5.6 Carnevali, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.100 Stumpo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.101 Cannizzaro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.7 Viscomi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'emendamento 5.8 Carnevali. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). L'articolo 5 di cui abbiamo parlato fino adesso, che parla della possibilità di mettere in dissesto le aziende sanitarie, di dichiararne il dissesto, esattamente come è previsto nel provvedimento n. 267 riguardante gli enti locali, introduce una nuova figura. Con questo decreto, infatti, noi abbiamo tre figure: una è il commissario ad acta, una è il commissario straordinario e, poi, siccome non bastavano, abbiamo introdotto anche il commissario liquidatore. Il commissario liquidatore viene scelto - così dice la proposta che stiamo osservando - tra le fila del personale del Ministero dell'economia e delle finanze e può essere anche preso da altre amministrazioni dello Stato, in servizio o in quiescenza. Qui qualcuno mi deve spiegare perché, anche in questo caso, noi dobbiamo andare a prendere delle persone con riferimento alle quali prima diciamo “dotate di idonea esperienza in campo finanziario”. Come sempre, operiamo sui generis, cioè non sappiamo quali sono i criteri: niente; ci dobbiamo affidare totalmente alla nomina che viene fatta indipendentemente dai criteri.

Siccome, poi, dobbiamo essere esattamente generici come lo siamo stati sui direttori generali, come lo siamo stati sui direttori amministrativi, come lo saremo anche sui direttori sanitari, qui lo facciamo anche con i commissari liquidatori e diciamo che andiamo a prenderli all'interno della pubblica amministrazione (molto probabilmente, all'interno dello Stato non abbiamo persone sufficienti). Ricordo qui che stiamo andando a prendere anche del personale che viene dall'AGENAS e dal Corpo della guardia di finanza, quindi abbiamo mobilitato il mondo ma siccome nel mondo non ce ne è uno sufficiente per fare il commissario liquidatore, andiamo a prenderlo, per l'ennesima volta ancora, in quiescenza.

Allora, spiegatemi: da una parte fate “quota 100” perché così avete detto che abbiamo l'ingresso finalmente di nuove leve nella pubblica amministrazione, dall'altra parte, per l'ennesima volta, anche con questo articolo, abbiamo stabilito invece - dopo lo vedremo anche su altre questioni -, che dobbiamo andare a trovare la possibilità di dare una nuova occupazione a persone in quiescenza. Io non ho niente contro le persone in quiescenza, però, molto probabilmente, credo che all'interno dello Stato ci siano persone sufficienti in grado di rivestire questo ruolo.

Poi - lo dico tramite lei, Presidente, con tutto il rispetto, alla presenza dei sottosegretari, vista l'indisponibilità o forse la non opportunità da parte della relatrice - io ho posto un problema in Commissione, ho posto un problema in quest'Aula. Io credo che i Ministri abbiano il dovere di spiegarci. Diteci, una volta che abbiamo realizzato questa bad company sanitaria, chi è quello che pagherà i debiti di questa bad company, perché sapete qual è la differenza? Il tema è che dal 2009 questa regione è commissariata. Ora, tutti gli altri commissari non hanno avuto la possibilità di avere qualcosa da mettere sotto il tappeto: non hanno avuto personale, non hanno avuto soldi in più, magari hanno fatto anche debiti e qualcuno ha fatto anche qualcosa di poco trasparente e opaco (lo possiamo dire perché la relazione della Corte dei conti c'è e queste cose non si possono negare). Pertanto, non è possibile che invece adesso arrivi il commissario liquidatore, si andrà là e, con una bella medaglia, si vada a dire: “guardate, finalmente abbiamo risolto tutti i problemi, perché abbiamo appianato i debiti”. Non si può dire che adesso chi arriva, cioè il nuovo commissario, parte da zero, che abbiamo messo tutto quello che c'è da pagare da qualche parte e quindi si ricomincia da capo.

Io mi aspetto dai due sottosegretari almeno che ciò venga spiegato in quest'Aula, sennò continueremo ad intervenire finché non avremo questa risposta: chi sarà, pagherà e onorerà debiti a fornitori e a persone per evitare licenziamenti e fallimenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Presidente, in questa stranissima norma si prova - immagino, nell'obiettivo del Governo - a mettere la polvere sotto il tappeto. Facciamo finta di ricominciare, facciamo finta che noi siamo bravi e quindi nominiamo i nostri commissari; i commissari non si occuperanno esclusivamente della gestione ordinaria, della parte debiti che, ricordo qui, è la responsabilità primaria dei commissari, perché per questo interviene il Governo, che interviene sul disavanzo e interviene per verificare i costi, mentre questi, stranamente, vengono esonerati da questa responsabilità, immagino in maniera tale da assecondare, poi, una propaganda, per cui i magnifici nove o sette nominati dai 5 Stelle sistemano tutto, laddove poi non si capisce dove vanno i debiti.

Io capisco che il MoVimento 5 Stelle, avendo la gestione del Ministero del lavoro, ha un problema serio di gestione della disoccupazione o della costruzione di nuovi posti di lavoro in Calabria, perché, in realtà, tutto ciò che stiamo leggendo sembra questo: abbiamo fatto non la moltiplicazione dei pani e dei pesci, ma la moltiplicazione delle poltrone e dei poltronifici (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Ci siamo inventati il commissario, che per definizione assume la responsabilità unica di tutta la gestione: questa è la funzione per il diritto amministrativo del commissario. Non si è mai visto un commissario che viene nominato, al quale, poi, dopo la nomina, gli vengono prelevate le responsabilità e spacchettate; dopodiché nominiamo dei commissari ad acta, poi nominiamo dei commissari liquidatori, poi non si sa questi commissari ad acta e questi commissari liquidatori come svolgeranno il loro mandato, con quali soldi e come forniranno: di che cosa stiamo parlando? Il Governo sta tentando di fare il fallimento della regione Calabria sui debiti: se questo è quello che sta cercando di fare, con quali soldi pagherà i debitori? Oppure state cercando di mandare totalmente in default non solo la sanità pubblica, ma anche la sanità privata e quelle poche oasi di efficienza sanitaria che esistono nella nostra regione? State facendo questo? Io immagino che, in realtà, non sappiate neanche quello che state facendo e questo è quello che mi preoccupa maggiormente: non è che stiamo andando contro il muro con una formula di responsabilità, ma con totale arroganza, senza ascoltare nulla, si sta proseguendo su una strada di cui non si capisce quale sia il punto di arrivo perché, oltre i titoli e i nomi, 5 Stelle e Lega non sanno che cosa fare della sanità in Calabria (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

DALILA NESCI, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DALILA NESCI, Relatrice. Presidente, con l'articolo 5, il testo del decreto estende alle aziende sanitarie della regione Calabria la disciplina prevista per gli enti locali in tema di dissesto. La scelta è quella di consentire una gestione contabile passata separata rispetto a quella presente. I dubbi che si sollevano, forse, sono perché tutto ciò non è risultato intellegibile, però inviterei a rileggere la norma in maniera più approfondita, perché con la dichiarazione di dissesto si applicherebbero, in quanto compatibili, le disposizioni del Titolo VIII del TUEL.

Quindi, è molto chiara qual è la strada che prenderanno le aziende sanitarie o ospedaliere per cui avverrà una dichiarazione di dissesto. Semplicemente, l'articolo 5 chiarisce che verranno applicate le normative in tema di dissesto e anche questo articolo 5 si riferisce, ovviamente, alla necessità di istituire questa normativa e queste misure speciali per la Calabria perché, se ancora qualcuno non lo avesse capito, ci sono state gestioni amministrative e contabili scabrose, segnalate non soltanto dalla Corte dei conti ma anche, già dal 2008, dalla commissione ministeriale “Serra-Riccio” che parlò di gestione clientelare e politica della sanità e di gestione amministrativa e contabile confusa per favorire l'infiltrazione della criminalità organizzata.

Quindi, ribadisco che volutamente è stata indotta una gestione confusa della contabilità e dell'amministrazione per favorire l'entrata della 'ndrangheta nella gestione di diversi appalti e forniture. Sono approfondimenti molto chiari che è possibile rinvenire da documenti pubblici e secretati in Commissione antimafia e le inchieste, tra l'altro, chiaramente ci dicono come sono andati i fatti, come, per esempio, nell'ASP di Reggio Calabria, dove sono usciti migliaia e migliaia di debiti e c'è stata anche una gestione truffaldina del pagamento delle fatture, che venivano pagate due, tre, quattro volte, fatture che venivano pagate in maniera volontaria con ritardo proprio per poter far aumentare gli interessi. Dunque, tutto questo è documentato anche dallo scioglimento per mafia, per esempio, dell'ASP di Reggio Calabria, al cui interno pesa anche una gestione contabile imbarazzante e che ha aperto le porte alla criminalità organizzata e, ovviamente, ci sono responsabilità politiche e dirigenziali molto precise che hanno nomi e cognomi.

In questo decreto la volontà del Governo è stata quella di pensare a un istituto speciale per la Calabria, al Capo I. Sappiamo che queste misure sono temporanee e valgono per 18 mesi. Nel caso del dissesto si prevede la compatibilità delle disposizioni del Titolo VIII del TUEL e, quindi, si segna chiaramente qual è la via normativa alla quale si riferiranno queste aziende. Al pari di altre gestioni liquidatorie, viene stabilito che il compenso verrà successivamente definito con un decreto ministeriale del Ministero della Salute, ovviamente adottato di concerto con il MEF.

Ci si chiedeva, ovviamente, come faranno queste aziende ad estinguere i loro debiti. Ecco, questo decreto serve a resettare - e molte volte abbiamo usato questa espressione - la gestione amministrativa e contabile per consentire poi, dopo i diciotto mesi, alla Calabria di poter riprendere una via si spera di normalità, di legalità e di giustizia sociale, che sono legate ai principi di prima. Quindi, l'obiettivo è ovviamente ambizioso e questi debiti verranno certamente, come sempre fino a oggi, pagati dalla Calabria, dalla regione e dalle varie gestioni contabili e amministrative calabresi. Li abbiamo pagati in questi anni anche utilizzando, per esempio, i fondi FAS. È molto chiaro che saranno sempre pagati dalle gestioni interne e che l'obiettivo…

PRESIDENTE. Onorevole Nesci, avrebbe finito il suo tempo.

DALILA NESCI, Relatrice. …ovviamente è definire e chiudere - devo concludere; mi manca questo passaggio - il piano di rientro e con la conclusione del commissariamento noi pensiamo di definire tutti i debiti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà per un minuto.

CARLO FATUZZO (FI). Su questo emendamento 5.8 Carnevali, Presidente, mi asterrò, perché cancella la possibilità di usufruire di dirigenti o funzionari del Ministero dell'Economia e delle finanze in servizio o in quiescenza e cancella le parole “in quiescenza”. Ma le persone pensionate - in quiescenza vuol dire pensionate - le possiamo buttare? Proprio là dove c'è bisogno di esperienza?

È una mia personalissima opinione ma è anche inserita nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea di Nizza. Quindi, escludere le persone in quiescenza dal poter lavorare è una violazione del Trattato dell'Unione europea attualmente in vigore. Per questo mi asterrò, Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, con quello che è accaduto ieri abbiamo sentito la relatrice, che non ha avuto il buongusto di dimettersi, venire qui e farci la lezioncina su come si amministra la sanità e su quali siano le responsabilità. Presidente, lezioni di moralità dalla relatrice, dopo quello che è accaduto ieri, non ne prendiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Si vergogni di alzarsi in quest'Aula e di attribuirsi una patente di etica e di moralità che non le è propria, dopo quello che è accaduto e dopo come è stata svergognata in quest'Aula pubblicamente.

Dopodiché, nel merito ha dimostrato di non capire il testo che qui ci propone, perché lei ci propone di utilizzare il commissariamento degli enti locali. Signora relatrice, un manager o supposto tale che amministra un'ASL non può mettere in campo le azioni che mette in campo un commissario di un ente locale perché non può aumentare le aliquote fino al massimo, perché non può licenziare le persone e perché non può negoziare con il Ministero dell'Interno il piano di rientro. Ma vi rendete conto di che cosa fate e poi venite qui anche a farci la morale? Ma si vergogni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Onorevole Borghi!

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bond. Ne ha facoltà. Colleghi…

DARIO BOND (FI). Presidente, l'onorevole Enrico Borghi nel suo intervento ha perfettamente ragione, perché non si può paragonare un ente locale o, praticamente, un ente pubblico a una struttura sanitaria. Non si può fare un piano di rientro all'interno dell'USL, anche perché sei garantito e devi rispettare almeno i LEA. Quindi, a questo punto dico: a me dispiace criticare la relatrice, perché mi è anche simpatica, però dico che non si può fare un paragone di questo tipo e non si può dire che passi e parti da questo presupposto degli enti locali per diminuire i debiti nella sanità perché questa non è la strada. La strada è, purtroppo, che tu metti i debiti sotto il tappeto e fai finta di nulla e questo non va bene perché così pagano tutti i cittadini, tutti, dal nord al sud (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maria Tripodi. Ne ha facoltà.

MARIA TRIPODI (FI). Grazie, Presidente. Io veramente sono basita da questa discussione e dal decreto di questo Governo e francamente ancora oggi l'onorevole Nesci vuole sottolineare il discorso della legalità e della moralità, dimenticando la discussione che c'è stata ieri in quest'Aula dove - e mi rivolgo per suo tramite, Presidente - di moralità e di legalità, cara collega, non c'è proprio nulla.

Entrando nello specifico, vediamo che altro che decreto nell'interesse dei calabresi! Qui si parla di un poltronificio sistematico. Andiamo nello specifico: per quanto riguarda il commissario ad acta per il dissesto c'è un punto dove viene previsto che il commissario debba a sua volta nominare un altro commissario e un altro commissario ancora. Direi che questo non è un decreto, Presidente, per quanto riguarda un servizio alla sanità calabrese ma un servizio solo agli amici degli amici di questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Ho ascoltato la collega Nesci, la relatrice, argomentare le ragioni della scelta contenute in questo articolo 5 e che in realtà - e di questo voglio rendere edotta l'Aula - contiene, anche qui, una deroga alla normativa nazionale.

Cioè, la collega Nesci ha richiamato l'esigenza di applicare, nel caso di situazioni di gravi problematiche di tipo amministrativo e contabile, la normativa che secondo il Testo unico per gli enti locali n. 267 del 2000 riguarda gli enti in cosiddetto dissesto.

Vorrei però ricordare alla relatrice, se… Cioè, però così è un po' difficile parlare…

PRESIDENTE. Onorevole Fornaro, la relatrice la sta ascoltando, ne sono certo.

FEDERICO FORNARO (LEU). Certamente…

PRESIDENTE. Il collega D'Incà le sta proprio dicendo questo.

FEDERICO FORNARO (LEU). Esatto.

PRESIDENTE. Onorevole Fornaro…

FEDERICO FORNARO (LEU). No, si figuri. Ormai siamo qui.

Vorrei allora ricordare, però, che il testo sugli enti in dissesto non prevede l'individuazione del commissario ad acta, ma la nomina dell'organismo straordinario di liquidazione, cosiddetto OSL, che è composto da tre membri. Perché vorrei ricordare il potere che si attribuisce a queste persone nelle scelte che vengono fatte relativamente ai debiti che vanno pagati; in realtà, c'è anche la parte creditoria. Insomma, qui c'è una deroga, di nuovo, alla normativa. Se si prende la normativa sugli enti in dissesto, allora la si prende tutta: la si prende nominando per ogni singola ASL, o come… Ogni regione ha il suo nome, ma ci siamo capiti. Nomina, a quel punto, l'organismo straordinario di liquidazione.

Seconda deroga. Ovviamente nel testo unico n. 267 del 2000 non è possibile che contemporaneamente una persona sia presente in due organismi straordinari di liquidazione, per evidenti motivi; invece, qui è data facoltà al commissario ad acta di nominare un unico commissario straordinario di liquidazione per uno o più enti del servizio: guardate che voi state accentrando e dando poteri, da un punto di vista economico, incredibili a una persona soltanto, l'esatto contrario di quello che avete detto fino adesso. Se ci sono i rischi che ha ricordato la relatrice, peraltro confermati anche dalla Corte dei conti, non è meglio suddividere il rischio su più persone, cioè il rischio che qualcuno, come dire, impazzisca o possa avere rapporti privilegiati con singoli debitori? Perché, a quel punto, io commissario straordinario decido chi pagare e chi non pagare. È chiaro?

Voi derogate dalla normativa nazionale, e la normativa nazionale ovviamente individuava tre persone, perché con tre persone è più difficile immaginare comportamenti fuori norma o fuorilegge. No, qui voi derogate, derogate su un'unica persona e in più le date la possibilità di fare il commissario straordinario ad acta simil-OSL su più aziende. Guardate che voi state creando dei mostri, ed esponete, da questo punto di vista, la sanità e le singole aziende ad un rischio molto più elevato. Detto in altri termini, se prendete la norma, discutibile perché le considerazioni della collega Carnevali sono assolutamente fondate; ma se per un attimo andiamo su quella strada, allora prendetela tutta, e non fate l'ennesima deroga sulla normativa nazionale (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.8 Carnevali, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.5 Ferro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, solo per sottolineare, rispetto a questa ennesima volontà di nominare un commissario liquidatore… E devo dire, abbiamo disquisito fin qui la necessità, più o meno, e per quanto ci riguarda è un ulteriore incarico che poteva essere, anche nell'assenza di criteri che è stata inserita nel decreto-legge, certamente evitata. Noi a questo punto, considerate le tante difficoltà che ci sono state rappresentate nel trovare delle figure professionali adatte, riteniamo che il bacino potrebbe ampliarsi nella scelta di eventuali nomine a tutte quelle figure manageriali che, in qualche modo, siano all'interno di società a totale capitale pubblico. Auspichiamo che almeno questo possa essere recepito, soprattutto vista - devo dire - la ristrettezza di nomi che pare il Governo abbia rappresentato all'interno di quella famosa lista, e certamente anche di quelle future.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.5 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 5.1 Santelli e 5.9 Viscomi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo già discusso, e purtroppo superato il momento degli emendamenti soppressivi all'articolo 5; e devo dire che le spiegazioni della relatrice, se fossero state fatte prima, forse avrebbero ulteriormente - mi auguro - convinto quest'Aula della necessità di sopprimere questo articolo 5.

Perché si continua in questa tracotante pagliacciata? Da una parte, la narrazione del cattivo stato di salute della sanità in Calabria, colpa di chi ha messo, in questi anni, le mani in pasta per poter confondere le acque, per poter fare degli imbrogli: queste le parole testuali della relatrice, quando lei stessa certamente ieri è stata individuata come colei che ha messo le mani in pasta per poter far nominare dalla Ministra Grillo, come dimostra la lettera che è stata recapitata, attraverso il generale Conticelli, al presidente della regione, un consulente, un collaboratore non pagato, come dice il collega di Fratelli d'Italia, postdatato, per l'ASP del suo collegio. E, allora, francamente questa tracotanza, questa arroganza… Visto che le è andata liscia per tutta la discussione nella Commissione affari sociali, nonostante le audizioni, della Conferenza Stato-regioni, del sindacato, del presidente della regione, avessero detto con chiarezza che questo decreto peggiorava la situazione della sanità in Calabria, è andata avanti come se niente fosse.

E, come se niente fosse, sta andando avanti anche oggi, all'indomani degli eventi, credo abbastanza drammatici per lei, ma evidentemente non ha questa sensibilità su come sostanzialmente si gestisce, il MoVimento 5 Stelle o almeno alcuni parlamentari del MoVimento 5 Stelle, in Calabria, pensano di poter gestire questi 18 mesi di intervento straordinario in maniera sostanzialmente elettorale.

Ma il punto vero è quello che abbiamo detto anche ieri a proposito delle deroghe dell'elenco. Qui non si fa una deroga per la Calabria e poi finisce lì; si apre un precedente drammatico, perché così come si apre il precedente drammatico sulle deroghe all'albo si apre un precedente drammatico sul dissesto delle ASP (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! E questo problema non riguarderà solo la Calabria, perché chiunque al Governo, di questa maggioranza o di una prossima maggioranza, si potrà alzare e fare questa stessa operazione.

Ma ci ricordiamo che in Italia per la sanità c'è il servizio universale? I cittadini sono garantiti attraverso un diritto, che è quello del servizio universale della sanità. Allora altro che LEA, altro che possibilità di curarsi nella propria regione! La verità - e questa la dico fino in fondo - è che con questo decreto si vuole garantire ancora di più la mobilità dei cittadini calabresi fuori dalla Calabria. Ditelo con chiarezza, perché è questo quello che state facendo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, credo che anche lei ricorderà una scena esilarante che entrerà negli annali di questa esperienza: l'intervento del Vice Premier Di Maio a Porta a Porta in cui accusava una non meglio precisata manina di avere scritto norme di cui lui negava la paternità.

Ebbene, inviterei i rappresentanti del MoVimento 5 Stelle a dirci qual è la manina che ha scritto questa norma, che ha nomi e cognomi, perché, altrimenti, per quale motivo consentire il recupero di dirigenti già in pensione, lautamente pagati e stipendiati, recuperarli dalla quiescenza, mandarli in Calabria in aeternum con una normativa impossibile da applicare e quindi loro inamovibili e inchiavardati perpetuamente?

Qual è la manina che vi ha scritto questa norma? Signora relatrice, ma lei lo sa chi gliel'ha scritta questa norma, visto che ce la presenta lei oggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.1 Santelli 5.9 Viscomi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 6.2 Rostan, 6.16 Bruno Bossio e 6.102 Ferro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Presidente, questo è un altro piccolo gioiello del decreto. Tra l'altro, faccio appello anche ai colleghi della Lega, perché ho letto l'intervento dell'onorevole Furgiuele in discussione generale e mi pare che anche l'onorevole Furgiuele ponesse il problema di come veramente, in questo caso, la Calabria è considerata attraverso una lente assolutamente pregiudiziale.

Vorrei leggere quello che c'è scritto in questo articolo: “Gli enti del servizio sanitario della regione si avvalgono esclusivamente degli strumenti di acquisto e di negoziazione aventi ad oggetto beni, servizi e lavori di manutenzione messi a disposizione da Consip Spa nell'ambito del programma (…) ovvero, previa convenzione, di centrali di committenza di altre regioni per l'affidamento di appalti di lavori, servizi e forniture”.

Che cosa dice questo articolo? O vi affidate a Consip - e mi pare che affidarsi a Consip sia un'indicazione rispetto alla spending review che tutti gli enti stanno già adottando, quindi non c'è niente di nuovo -, oppure, coloro che non prevedono le gare Consip non possono usare la stazione unica appaltante della regione Calabria, ma devono rivolgersi ad altre regioni, ad altri enti. Perché? Forse che sulla stazione unica appaltante della regione Calabria pesi qualche ombra? Assolutamente no! Anzi, la stazione unica appaltante della regione Calabria ha avuto un premio, un premio per la capacità di trasparenza nelle gare e la capacità di ridurre i costi su alcuni acquisti. Allora perché? Forse per impedire che le piccole aziende calabresi possano parteciparvi? Sì! Perché non bisogna solo uccidere la sanità in Calabria, bisogna uccidere anche le imprese in Calabria, perché si sa, le imprese, in quanto calabresi, sono mafiose.

Ma io vi dico una cosa: la vera mafia - e voi lo sapete - che fa il business, non è in Calabria, è fuori, al Nord, perché è lì che c'è il valore (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Sì, è al Nord, perché i mafiosi non prendono i soldi in una Calabria povera, li vengono a prendere al Nord.

Allora, per favore, smettetela di criminalizzare la Calabria. Smettetela! In questo faccio un appello: smettetela di usare la Calabria come la bad company dell'Italia. La Calabria è una regione che merita rispetto e, come diceva la collega Serracchiani, c'è solo un modo: farla tornare fino in fondo alla normalità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 6.2 Rostan, 6.16 Bruno Bossio e 6.102 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.11 Ferro, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.10 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colgo l'occasione per salutare gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto “B. Bonfigli” di Corciano, in provincia di Perugia (Applausi), che sono venuti ad assistere ai nostri lavori. Benvenuti!

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.20 Bond.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Io ho voluto portare all'attenzione dell'Aula, e prima della Commissione, un esperimento, che poi è diventato una realtà, che è quello della regione Veneto. La regione Veneto ha cercato di realizzare, attraverso una struttura che si chiama “Azienda zero” - mi spiace anche che non ci sia il sottosegretario Coletto, che ha anche vissuto questa vicenda positiva -, che in quattro anni, tre anni e mezzo per l'esattezza, ha risparmiato quasi 500 milioni di euro. Cosa ha fatto? Ha in qualche maniera centralizzato, ma con molta attenzione, nel rispetto dei territori, delle aziende fornitrici, delle professionalità, delle capacità professionali del personale sanitario e non, ha in qualche maniera centralizzato e razionalizzato tutte le gare. Non è paragonabile alla Consip, perché la Consip ha una storia anche negativa purtroppo che non può essere paragonata. È un'azienda snella, dove sono arrivate dentro delle professionalità da tanti settori e dove ogni realtà, ogni comparto, è un comparto che deve rispettare determinati vincoli fissati dall'ente stesso. L'obiettivo qual è? L'obiettivo è il risparmio e l'obiettivo è la qualità. Ma come si fa a risparmiare e a dare qualità? Certo - e guardo il sottosegretario che è esperto su questo passaggio - perché, quando si va ad affiancare delle professionalità e delle capacità professionali del territorio a delle realtà aziendali che producono 100 e non producono 40, che quindi fanno qualità e si mettono assieme, il risultato è buono, é ottimo. E allora, quando si va a fare un bando per una fornitura di un determinato tipo, oltre che la quantità offerta che riesce a spuntare il prezzo, riesce anche ad avere nella stazione appaltante - guardo il sottosegretario - tali e tante professionalità che sanno vedere anche l'inganno dell'offerta di determinati offerenti e quindi sanno discernere, sanno praticamente dividere quello che è il trucco e quella che è effettivamente l'offerta di qualità. L'“Azienda zero”, relatrice, potrebbe essere un esempio per tutti e ho offerto a voi, Commissione, ma anche a chi vuole, una previa visita studio dell'esperimento, della situazione e della struttura, perché a mio avviso potrebbe risolvere tanti problemi della sanità in Calabria e anche di altre realtà, tipo la Campania o altre, e dare un esempio di parsimonia e di capacità manageriale, con una condizione - e ho finito il mio intervento -: che si abbia l'umiltà di non essere commissariati (Applausi dei deputati del gruppo

Forza Italia -Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.20 Bond, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.5 Santelli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Presidente, è incomprensibile sinceramente la furia con cui questo Governo cerca di devastare e di azzerare qualsiasi istituzione che esiste in Calabria. Assistiamo con questo articolo ad una scelta che oggettivamente è incomprensibile, ossia per tutta la gestione di appalti e servizi viene in assoluto cancellato qualsiasi intervento da parte di ciò che è in Calabria, compresa la stazione unica appaltante. Quindi i commissari si avvarranno esclusivamente di Consip o, in assenza, delle centrali uniche di altre regioni.

PRESIDENTE. Onorevole Santelli, si fermi un momento, riprenderà tra un istante.

JOLE SANTELLI (FI). Grazie, mi perdoni. Ora, bisogna capirci: in assoluto, siamo sicuri che le centrali… Mi scusi Presidente, ma ora non sono nelle condizioni di parlare. Rinuncio all'intervento. Intervengo successivamente.

PRESIDENTE. Non si preoccupi, onorevole Santelli, mi dispiace. Se le portiamo l'acqua ugualmente. Grazie. Onorevole Santelli, se vuole riprendere, beva l'acqua e riprenda. No? Interviene successivamente. Va bene.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.5 Santelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.103 Cannizzaro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cannizzaro. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Grazie, Presidente. L'articolo 6, comma 1, recita che gli enti del servizio sanitario della regione Calabria dovranno avvalersi, per l'acquisto di beni e servizi, della Consip, e ci può stare. Grave, assolutamente grave, è che l'articolo evidenzia che, per l'acquisto di beni e servizi, gli enti del servizio sanitario calabrese, potranno avvalersi anche delle centrali di committenza delle altre regioni.

Io, in questo testo, con la mia penna Bic, ho appena aggiunto: “ennesimo delitto, ennesima assurdità, targata Governo giallo-verde, nei confronti della sanità calabrese”. E spiego anche telegraficamente perché: perché dalla relatrice, da chi comunque ha contribuito a scrivere questo testo, dal Ministro Grillo, che ieri è venuto qui in Aula a fare il suo comizio, emerge, in maniera assolutamente inequivocabile, che non sanno nemmeno di cosa stanno parlando.

Perché voi con questo articolo, da stasera, metterete in ginocchio oltre 100 aziende calabresi, che sono pari a mille posti di lavoro in Calabria, che in tutti questi anni, in maniera assolutamente virtuosa, trasparente, con grandi garanzie, perché sono aziende che hanno, ovviamente, contribuito a mantenere in vita quella sanità pubblica, sana e pulita, non potranno più avere la possibilità di erogare i loro servizi, perché, nel momento in cui usciranno questi bandi dalla CONSIP piuttosto che dalle altre centrali di committenza delle altre regioni, a farla da padrone saranno le aziende multinazionali e, quindi, queste piccole aziende, queste aziende calabresi, non avranno più la possibilità di partecipare, o meglio saranno ovviamente sottomesse da queste multinazionali che, ribadisco, la faranno da padrone.

E allora io credo che, attraverso questa attività emendativa che noi suggeriamo di poter valutare attentamente, è bene che la relatrice in modo particolare possa attenzionare questi emendamenti presentati dall'onorevole Santelli, dal sottoscritto, che certamente vada a valorizzare un istituto che, per legge, è stato già costituito, che è stazione unica appaltante della regione Calabria, che così viene messa fuori completamente, quindi viene assolutamente mortificata.

E allora noi, attraverso questi emendamenti, chiediamo che venga assolutamente messa grande attenzione, che venga riservata molta attenzione alla stazione unica appaltante, in quanto istituto di trasparenza, in quanto istituto di garanzia. E allora suggeriamo, anche attraverso l'attività emendativa, che il commissario possa - potrà! - in futuro, attivare quelle che sono le convenzioni tra l'ufficio del commissario e la stazione unica appaltante. Io credo che elemento migliore, per garanzia, per trasparenza, della stazione unica appaltante, non ci possa essere.

Qualora voi respingeste, e so che lo farete tra qualche secondo, questo emendamento, compirete l'ennesimo delitto alla sanità certamente, ma anche alle aziende che producono e investono quotidianamente nella nostra regione, che sono adesso, proprio mentre io illustro l'emendamento, in attesa di capire se questo Governo darà loro la possibilità di respirare e, quindi, di guardare con un po' di ottimismo al futuro o poter dichiarare e mandare in liquidazione le loro aziende.

Io mi auguro che prevarrà il buon senso e che questo emendamento possa essere attenzionato. So che non sarà così. Se è così come io penso, vi dovreste solamente vergognare perché avete portato in Aula un testo che non è vostro, che è di tanti consulenti esterni che vi hanno prodotto e che siete oggi qui, ancora una volta, in Aula, senza nessuna vergogna a leggere il compitino che altri hanno fatto a casa. Vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Salutiamo gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo “Saval-Parona”, di Verona, e anche dell'Istituto di istruzione secondaria superiore “Leonardo da Vinci”, di Firenze. Grazie per essere venuti ad assistere ai nostri lavori (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Presidente, ci riproviamo. Guardate, colleghi, che quello che state facendo in questo decreto sulla SUAP è una questione particolarmente grave. La SUAP si occupa di una serie di appalti, viene utilizzata per una serie di servizi da parte dei comuni, eccetera. Delegittimare… perché in questo momento il Governo sta dicendo che la stazione unica appaltante della regione Calabria non è in grado, non è capace o, peggio, è, non lo so, opaca, e quindi non è in grado di gestire la sanità. Ora, io rammento - sono andata prima dal collega Minniti perché non ricordavo bene la vicenda e i tratti - che la SUAP nasce proprio su una esigenza di trasparenza e di legalità, la SUAP nasce su indicazione a livello regionale dell'allora prefetto De Sena, nominato dal Governo di centrosinistra, ma appoggiato da tutti in Calabria, come esempio di trasparenza. La SUAP nasce per esigenza di trasparenza. Voi oggi state dicendo che una struttura, nata per trasparenza e che oggi gestisce la maggior parte degli appalti nei comuni soprattutto di alcune province della Calabria e di uffici pubblici, non è strumento di trasparenza. Per farlo, quali imputazioni date? E poi, se non va bene la SUAP in Calabria, spiegateci per quale motivo siete così convinti che centrali appaltanti, invece, di altre regioni siano così esempio di trasparenza. Spiegatecelo o capiamo semplicemente che i beni e servizi vanno comprati altrove e non in Calabria (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Santelli, le abbiamo fatto recuperare un po' del tempo precedente. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà, per un minuto.

CARLO FATUZZO (FI). Innanzitutto, chiedo ai proponenti di permettermi di aggiungere il mio nome a questo emendamento. Ho ascoltato e sono assolutamente d'accordo con quanto ha dichiarato poc'anzi il collega Francesco Cannizzaro, ma sono esterrefatto di leggere un documento nel quale si umilia - e questa è la parola, secondo me, giusta - la calabresità. Come si può scrivere in un testo di legge: in Calabria per il Servizio sanitario nazionale ci si deve servire di altre regioni, di servizi di altre regioni, che non sia la Calabria? Ma sono tutti delinquenti, i calabresi, forse? Ne ho uno accanto a me ed è una bravissima persona. Lo sappiamo tutti: questa legge è una vergogna!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.103 Cannizzaro, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo all'emendamento 6.4 Cannizzaro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Occhiuto. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Grazie, Presidente. Questo emendamento ripropone la questione appena illustrata dagli onorevoli Cannizzaro e Santelli, ed è una questione che evidenzia un pregiudizio marcato nei confronti della Calabria e della stazione unica appaltante della Calabria. Ora, noi ci chiediamo perché, se la SUAP, se la stazione unica appaltante calabrese non è affidabile per gli acquisti in sanità, debba essere affidabile per gli acquisti che fanno i comuni e le province della regione, utilizzando questa stazione appaltante? Se ritenete che sia inaffidabile, cancellatela, dite che tutto debba passare attraverso la Consip, e poi spiegateci perché, se la stazione unica appaltante della Calabria non è affidabile, dovrebbe esserlo quella di un'altra regione, magari contigua alla Calabria. È un decreto, questo, che anche in queste norme di dettaglio nasconde un pregiudizio evidente nei confronti della Calabria, dei calabresi e delle aziende calabresi. Perché sapete che succede quando si stabilisce che non sia la SUAP calabrese a dover affidare i servizi e i lavori, ma siano altre stazioni appaltanti? Che non si combatte la corruzione e che semplicemente si dà la possibilità ad altre aziende di fornire quei servizi e quei beni al sistema sanitario calabrese, magari per il tramite delle stesse aziende che prima fornivano quei beni e che poi dovranno fornire in modalità di subappalto, riducendo anche i margini per quelle aziende ed evitando qualsiasi riduzione della spesa sanitaria.

Ecco, è una norma profondamente ingiusta, è una norma profondamente illogica.

Vi chiediamo, su questo emendamento, di rivedere il vostro orientamento, perché ha ragione l'onorevole Cannizzaro, approvare questa norma significa discriminare tantissime aziende e determinare il licenziamento di tantissimi lavoratori, per un pregiudizio che non merita di essere contenuto in questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cannizzaro. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Sono particolarmente arrabbiato, Presidente, e sono arrabbiato non con coloro i quali della Calabria hanno comunque sempre avuto un pregiudizio, alcuni esponenti politici, magari anche del Nord Italia. Sono particolarmente arrabbiato con i deputati del MoVimento 5 Stelle della Calabria, che si dovrebbero solamente vergognare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) per questo ennesimo delitto che, in quest'Aula democratica, hanno sancito, approvando questo testo e questo articolo, e non considerando il nostro emendamento, che andava a salvaguardare l'unico – l'unico! – istituto di garanzia.

E, allora, vi do un consiglio, vi do un consiglio: commissariate anche la stazione unica appaltante della regione Calabria, perché voi avete testualmente deciso così; commissariatela, tanto per nomine, per commissari ci avete fatto capire che siete veramente bravissimi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo dopo l'ennesima bocciatura di un emendamento simile a questo di Forza Italia, che, ovviamente, sosteniamo e condividiamo perché questa è anche un po' la dimostrazione di chi arriva subito nei palazzi alti senza mai aver governato probabilmente neanche un condominio. E, quindi, pongo le stesse riflessioni fatte dal collega Occhiuto rispetto all'importanza della SUA, perché con questi atti si sta decretando la fine totale di un ente al quale ci siamo dovuti rivolgere tutti, io in qualità di ex amministratore, come ex presidente della provincia - non me ne voglia il collega - prima della legge Delrio, e dove, ovviamente, se ci si affida, come comuni, come province, ma anche con grossi appalti che stanno andando avanti, credo che non affidare questi servizi significa cecità pura da parte di questo Governo.

Chiudo dicendo che inoltre mi è stato più volte detto, anche in Commissione, che il problema della SUA è la mancanza di risorse umane. Voglio ricordare che proprio con la famosa riforma della legge Delrio, che ha dovuto vedere i trasferimenti dalle province alla regione, ci sono più che tante unità da poter impiegare, tanta burocrazia buona, tanta burocrazia che potrebbe mantenere in vita la SUA, che credo, in fondo, sia un'istituzione da difendere. Ma, ancora una volta, noi non difendiamo le istituzioni giuste (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, Presidente. Intervengo perché credo che davvero sia difficile comprendere come, da un lato, si preveda, sempre all'interno di questo articolo, che riguarda la questione relativamente agli appalti, ai servizi e alle forniture, una cosa che sosteniamo e su cui siamo anche d'accordo, quella per cui il commissario ad acta stipula un protocollo d'intesa con l'autorità anticorruzione dell'ANAC, e, dall'altro, stabilire a prescindere, invece, che una società come la SUA, che - io non sono della Calabria, però riporto la discussione che è avvenuta anche nelle parole del collega Viscomi - mi sembra sia stata anche riconosciuta per qualche cosa di buono, non necessariamente è tutto negativo. Ho un po' questo timore, perché noi qui non svolgiamo un'indagine di natura giudiziaria, lo farà la magistratura a coloro che hanno marciato, diciamolo così, e hanno commesso reati, se ne occupa qualcun altro, però qui veramente ormai avete deciso che tutto quello che riguarda la Calabria praticamente l'abbiamo totalmente trasferito al Ministero della Salute, e, per quel che non c'è nel Ministero della Salute, al braccio operativo del commissario ad acta.

Allora, un minimo metro di sobrietà, di misura, anche con le misure cautelative che avete utilizzato e messo, avrebbe una ragione d'essere. Quindi, anche con tutta la sorveglianza, ricordo a tutti che con questo decreto non so quante siano le unità di misura, magari il sottosegretario ce lo può dire, quante figure andiamo a prendere tra carabinieri, Guardia di finanza, andate a vedere le disposizioni transitorie degli emendamenti successivi. Insomma, stiamo portando l'esercito. Abbiamo preso tutto quello che è la Calabria, l'abbiamo portato al Ministero, ma dovete proprio fare tabula rasa di tutto, compresa anche questa società, che, francamente, Viscomi ricordava essere stata premiata per la capacità gestionale? Allora, credo che ci sia davvero un pregiudizio nei confronti in particolare di tutto quello che ha riguardato la Calabria prima della vostra venuta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Grazie, Presidente. Quello che ritengo sia veramente un insulto rispetto alle istituzioni della regione Calabria è proprio la parte relativa alle autorità di committenza delle altre regioni, perché finché il Governo - e chiedo alla relatrice - si fosse limitato all'utilizzo di Consip o almeno avesse indicato anche l'intervento della SUA calabrese, avrebbe avuto un senso, ma guardate lo schiaffo morale, incomprensibile, di dire o Consip o le centrali di committenza delle altre regioni. Quindi, chiederei specificamente alla relatrice: è stata fatta la verifica sulle centrali di committenza di tutte le altre regioni? Perché non mi sembra che siamo l'unica regione commissariata sulla sanità per disavanzo. Possiamo acquistare, quindi, dalla centrale di committenza di Sicilia, Campania, Molise, Lombardia e via di seguito? Perché solo la SUA, però, va bene?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.4 Cannizzaro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.13 Ferro, con il parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Secondo le intese intercorse tra i gruppi, sospendo, quindi, la seduta che riprenderà alle ore 14.

La seduta, sospesa alle 13, è ripresa alle 14,15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascari, Battelli, Benvenuto, Brescia, Colucci, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gallo, Gebhard, Giaccone, Giachetti, Lollobrigida, Lorefice, Lorenzin e Spadoni sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente novantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1816-A.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1816-A: Conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 35, recante misure emergenziali per il servizio sanitario della regione Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1816-A)

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento 6.13 Ferro, a pagina 9 del fascicolo.

Ricordo, inoltre, che sono stati accantonati gli emendamenti riferiti all'articolo 3, a partire dagli identici emendamenti 3.4 Rostan e 3.34 De Filippo, nonché quelli riferiti all'articolo 4.

Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 6.200, che è in distribuzione, e in relazione al quale risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione dei subemendamenti e al termine delle 24 ore di cui all'articolo 86, comma 5-bis, del Regolamento (Vedi l'allegato A).

Avverto, inoltre, che fuori della seduta, l'emendamento 6.9 Cannizzaro è stato ritirato dal presentatore. Chiedo alla relatrice di riferire all'Assemblea gli esiti del Comitato dei nove e come intenda proseguire nell'esame del provvedimento. A lei la parola, deputata Nesci.

DALILA NESCI, Relatrice. Grazie, Presidente. Allora, devo proporre alcune approvazioni e riformulazioni. In particolare, abbiamo approvato, nel Comitato dei nove, a pagina 3, che gli identici emendamenti 3.34 De Filippo e 3.35 Viscomi abbiano parere favorevole, a patto che vengano riformulati come gli identici 3.15 Santelli e 3.29 Ferro che hanno, appunto, parere favorevole.

PRESIDENTE. Chiedo scusa; l'emendamento 3.34 deve essere riformulato…

DALILA NESCI, Relatrice. Posso ripetere, Presidente, per chiarezza? Quindi, gli identici emendamenti 3.4 Rostan, 3.34 De Filippo e 3.35 Viscomi hanno parere favorevole, a condizione che vengano riformulati come gli identici emendamenti 3.15 Santelli e 3.29 Ferro, che hanno parere favorevole.

PRESIDENTE. Va bene, ascolteremo poi i primi firmatari.

DALILA NESCI, Relatrice. Poi, emendamento 3.37 Carnevali, a pagina 5, parere favorevole; identici emendamenti 3.107 Bellucci e 3.17 Santelli, parere favorevole. Poi, a pagina 6, subemendamento 0.4.100.1 Carnevali, riformulato, espungendo la lettera c). Poi, sull'emendamento 8.1 Viscomi c'è un invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Qual è questo, scusi, ripeta?

DALILA NESCI, Relatrice. Emendamento 8.1 Viscomi, a pagina 13. Gli emendamenti all'articolo 12 per il momento, Presidente, sono accantonati, in particolare gli emendamenti 12.22 Carnevali e il 12.102 Bellucci. Come ha annunciato lei in Assemblea, Presidente, l'emendamento 6.200 della Commissione è un nuovo emendamento.

PRESIDENTE. Il parere del Governo sugli emendamenti come riformulati?

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Il Governo esprime parere conforme al relatore.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Volevo porre una questione legata al comportamento dell'onorevole Belotti della Lega che, durante il mio intervento riferito alla questione della criminalizzazione della Calabria, ha fatto un esplicito gesto sessista contro la mia persona (Commenti) e contro le donne. Non lo mimo semplicemente perché mi vergogno per lui e per quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Deputata Bruno Bossio, le chiedo scusa, ma non è un richiamo all'ordine dei lavori: è un richiamo per fatto personale e va in coda alla seduta.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Lo farò in coda alla seduta (Commenti del deputato Belotti).

PRESIDENTE. Allora, siamo al 3…che succede? Deputato Belotti, la richiamo all'ordine! Prenda posto, deputato Belotti (Commenti del deputato Belotti)! Deputato Belotti, non siamo al mercato: prenda la sua posizione e tenga un comportamento adeguato all'Aula.

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 3.4 Rostan e 3.34 De Filippo sui quali la relatrice ha espresso parere favorevole subordinatamente a una proposta di riformulazione, nel senso di renderli identici agli identici emendamenti 3.15 Santelli e 3.29 Ferro. Analogo parere è stato espresso sull'emendamento 3.35 Viscomi. Chiedo pertanto ai deputati Rostan, De Filippo e Viscomi se accettano la proposta di riformulazione. Prendo atto che la deputata Rostan la accetta.

DALILA NESCI, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DALILA NESCI, Relatrice. La Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti 3.4 Rostan e 3.34 De Filippo a condizione che vengano riformulati come gli identici emendamenti 3.15 Santelli e 3.29 Ferro e l'emendamento 3.35 Viscomi verrebbe assorbito.

PRESIDENTE. Quindi, rispetto a quanto letto, avremmo l'emendamento 3.35 Viscomi che sarebbe a quel punto ricompreso, quindi tecnicamente dovremmo aggiungere la firma di Viscomi all'altro del gruppo del Partito Democratico: va bene così? Vi ringrazio. Dunque la deputata Rostan ha accolto la riformulazione; il deputato De Filippo ha accolto la riformulazione; idem per il deputato Viscomi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (PD). Presidente, solo per segnalare all'Aula che il lavoro di tanto in tanto, raramente devo dire, diventa appena appena produttivo: questi numeri e questo emendamento, per chi ha avuto altri impegni nel frattempo, sono sostanzialmente emendamenti che sopprimono una parte del decreto-legge sulla quale ci siamo soffermati ampiamente. Purtroppo non c'è stato un miglioramento totale ma abbiamo tolto sicuramente i 20 mila euro che erano riconosciuti ai direttori generali non residenti in Calabria, una novità assoluta nella normativa nazionale, e ringraziamo la relatrice in questo caso e la maggioranza che mi sembra ha voluto accogliere un suggerimento per la verità non suggerito a bassa voce ma suggerito in maniera anche abbastanza eclatante e clamorosa nel corso della discussione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, è un po' una questione di lana caprina, però mi permetto di sottoporla alla sua attenzione nel senso che gli identici emendamenti 3.15 Santelli e 3.29 Ferro sono esattamente gli emendamenti che prevedono ciò che verrà poi votato con gli identici emendamenti 3.4 Rostan e 3.34 De Filippo e con l'emendamento 3.35 Viscomi come riformulati. Ora è evidente però che gli identici emendamenti 3.15 Santelli e 3.29 Ferro vengono ad essere collocati successivamente nell'ordine delle nostre votazioni solo ed esclusivamente perché quelli precedenti erano diversi. Molto più correttamente si sarebbe dovuto dire che si approvavano gli identici emendamenti 3.15 Santelli e 3.29 Ferro e che venivano assorbiti conseguentemente gli altri tre, perché è evidente che il principio generale che viene accolto è quello degli identici emendamenti 3.15 Santelli e 3.29 Ferro e non degli emendamenti come riformulati.

PRESIDENTE. In questo momento, con il lavoro svolto dal Comitato dei nove, abbiamo praticamente degli emendamenti identici e si votano tutti insieme, quindi compresi gli identici emendamenti 3.15 Santelli e 3.29 Ferro: è chiaro? Bene.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento è importante: credo che sia una battaglia importante vinta non solo perché vengono esclusi i 20 mila euro di indennità aggiuntiva ai commissari, che si aggiungevano alle 50 mila euro già previste dal decreto, ma perché sono 20 mila euro che equivalgono ad una sorta di indennità di trasferta obbligatoria. Cosa voleva dire? Questo era l'emendamento che, secondo il Governo, avrebbe dovuto allettare chi arrivava da fuori dalla Calabria a venire in una terra disgraziata. Siamo contenti che il Governo abbia accettato su nostra battaglia di evitare la tassa Calabria. Chi viene in Calabria penso che farà un'esperienza meravigliosa e importante anche professionale e non ha certo bisogno, se vuole svolgere una funzione istituzionale e seria, di avere le aggiunte economiche previste come bonus trasferta magari dalle regioni del Nord (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ferro. Ne ha facoltà per un minuto.

WANDA FERRO (FDI). Mi associo rispetto a questo emendamento che va ad assorbire anche quello è stato presentato dal collega Viscomi. Devo dire con questa battaglia, attraverso gli emendamenti 3.15 Santelli e 3.29 di Fratelli d'Italia a firma mia e della Bellucci, si elimina la famosa, come è stato sottolineato, tassa per la Calabria ma soprattutto si prevede un compenso già di per sé molto lauto e ampliato che consentirà sicuramente ai nominati di poter pagare con quella indennità le trasferte per venire in Calabria, le famose trasferte obbligatorie.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.4 Rostan e 3.34 De Filippo, nel testo riformulato, identico agli identici emendamenti 3.15 Santelli e 3.29 Ferro, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 3.14 Cannizzaro e 3.106 Bellucci.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Grazie, Presidente. Questo emendamento è veramente importante. I 50 mila euro previsti come indennità aggiuntiva per coloro i quali opteranno per venire a fare i commissari in Calabria vengono subordinati alla verifica dei risultati che i commissari conseguiranno. Mi sembra che sia una cosa importante e necessaria. Non sono 50 mila euro per venire in Calabria ma sono 50 mila euro effettivamente di indennità di risultato. Finalmente e grazie a Forza Italia viene inserito in questo decreto il merito tanto sbandierato dagli altri (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Noi riteniamo fondamentale l'emendamento proposto perché pensiamo che ciascun dirigente svolga in maniera efficiente ed efficace il proprio lavoro nel momento in cui raggiunge degli obiettivi e, quindi, nel momento in cui la valutazione del suo operato è positiva. Allora, non si può immaginare un riconoscimento di un compenso ulteriore, pari a 50 mila euro, se quel compenso non viene giustamente collegato alla valutazione positiva del suo operato. D'altronde, è quello che si fa sempre nella pubblica amministrazione: se ci sono dei compensi aggiuntivi questi devono essere in funzione degli obiettivi che si raggiungono, quindi della capacità di operare nel giusto modo e di poter far ricadere positivamente sulla collettività la propria dirigenza e ancor di più, quindi, in questo caso nella regione Calabria, che ha bisogno di chiarezza, rispetto delle regole e coerenza.

Allora, questo è un contenuto di forma e di sostanza: vuole unire la sostanza, cioè il riconoscimento di un compenso aggiuntivo pari a 50 mila euro sulla base delle proprie capacità, ma anche di forma, cioè dare la dimostrazione che quando lo Stato interviene e opera lo fa garantendo i giusti livelli essenziali del proprio operato e, quindi, una valutazione positiva.

Pertanto, per questo ci auguriamo che il Governo possa dare buon esempio di una capacità che si unisce, quindi, alla possibilità di far ricadere in maniera fattiva il cambiamento nel sistema sanitario calabrese e, quindi, nella miglior risoluzione della questione sanitaria in Calabria.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.14 Cannizzaro e 3.106 Bellucci, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.16 Santelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo. Revoco l'indizione della votazione…

NICOLA STUMPO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Signor Presidente, intervengo per ritirare il mio emendamento 3.100.

PRESIDENTE. Sta bene. L'emendamento 3.100 Stumpo è ritirato.

VITO DE FILIPPO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (PD). Anche il mio emendamento 3.36 è ritirato, Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto, inoltre, che la deputata Santelli ritira il suo emendamento 3.16. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.7 Maria Tripodi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.37 Carnevali, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Ha chiesto di parlare il deputato Boccia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BOCCIA (PD). Grazie, Presidente. Chiedo, signor Presidente, al Governo, alla relatrice e ai colleghi della Commissione di merito di fare, prima di approvare questo emendamento opportuno della Commissione, una valutazione ulteriore sulle funzioni istituzionalmente assegnate e modificate attraverso questo Governo. Presidente, noi chiediamo alla relatrice onorevole Nesci - e poi dirò alcune parole sul suo ruolo e sulla sua scarsa serenità nella valutazione di questo provvedimento - di valutare con particolare attenzione gli emendamenti approvati all'articolo 5. Non potendo più tornare indietro l'Aula, le chiedo davvero di valutare una sospensione o un ritorno in Commissione, perché noi abbiamo approvato una norma che nel panorama italiano di fatto oggi non c'è. C'è un solo caso di azienda sanitaria andata in dissesto seguendo le procedure del TUEL e, quindi, seguendo le procedure degli enti locali in un tempo che non è questo. Sto parlando dell'Umberto I - signor Presidente, la sua conoscenza delle istituzioni romane dovrebbe aiutarla e aiutarci a ricordare il caso - e, dato che sono passati oltre quindici anni, le regole che disciplinavano anche il dissesto degli enti locali erano altre.

Ricordo all'Aula che negli enti locali il dissesto avviene per separare il passato dal presente; e si separa il passato dal presente per evitare che il fallimento della pubblica amministrazione, che spesso noi non consideriamo e non tocchiamo con mano - sono stato testimone di uno dei più grandi fallimenti della storia repubblicana di un comune, penso al comune di Taranto, con il crack del comune di Taranto –, porti a conseguenze – ve lo assicuro - come lo spegnimento delle luci, gli autobus non vanno in giro, i morti non vengono seppelliti, i rifiuti vengono accatastati. Questo accade nei comuni. E la distinzione tra passato e futuro sta nel fatto che l'ente continua a vivere perché non può fermarsi, ma la parte che resta nel passato deve garantire ai creditori, che cosa? Almeno il ristoro o la speranza che questo accada. Se noi lasciamo questo provvedimento così com'è, signor Presidente, noi stiamo dicendo con questa norma che tutti i creditori di tutte le ASL calabresi che andranno in dissesto avranno zero. Ciò perché mentre nel dissesto degli enti locali, così come disciplinato dal TUEL, è possibile vendere immobili, gli ospedali che fanno? Vendono le brandine? Vendono gli ospedali stessi? Mentre è possibile per gli enti locali recuperare i residui attivi, nel caso delle aziende sanitarie calabresi non ci sono residui attivi, se non qualche contenzioso probabilmente con la regione di pertinenza; ma questo di fatto significa che un minuto dopo l'approvazione di questa legge, un minuto dopo l'entrata in vigore del dissesto, le funzioni a cui fa riferimento l'emendamento di cui stiamo parlando verranno violate tutte! È evidente, signora deputata relatrice, che se noi non mettiamo le mani su questa norma, noi stiamo inserendo nel quadro normativo italiano una fattispecie che porterà tutte le aziende in dissesto di fatto a comunicare a tutti i creditori che non hanno diritto ad un euro, ciò perché, come detto, non ci sono residui attivi e gli ospedali non possono vendere beni immobili. C'è una possibilità, perciò vi chiedo di tornare in Commissione, ed è, come dovreste sapere, il cosiddetto “paga debiti”; ma per accedere al “paga debiti”, attraverso procedure esistenti che tutti conosciamo, bisogna inserire nella norma che è possibile utilizzare il Fondo “paga debiti”, previa richiesta della regione di appartenenza, anche per le aziende in dissesto, cosa che oggi non è possibile, perché bisogna essere dentro un piano di rientro. Quindi le chiedo, signor Presidente, di far riflettere ulteriormente l'Aula, perché se noi dovessimo andare avanti così con questa norma, creeremmo un pasticcio senza precedenti: perché se l'intenzione è buona, e cioè quella di consentire alle aziende sanitarie…

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCESCO BOCCIA (PD). …di separare il passato dal futuro, è evidente che il passato diventa un terremoto, solo macerie, nessuno vedrà un euro, i creditori non prenderanno nulla e sarà certo che non prenderanno nulla…

PRESIDENTE. Grazie.

FRANCESCO BOCCIA (PD). Un attimo, signor Presidente, l'ultima cosa che chiedo.

PRESIDENTE. Però, concluda perché ha esaurito da un po' il suo tempo. Faccia la proposta.

FRANCESCO BOCCIA (PD). La ringrazio per la sua attenzione e pazienza. Le chiedo un rinvio in Commissione per aggiustare questo aspetto e questa norma. E poi noi continuiamo a pensare che l'onorevole Nesci sia oggettivamente non più in grado di gestire il rapporto con quest'Aula. Noi continuiamo a chiedere alla presidente della Commissione di valutare la sostituzione dell'onorevole Nesci (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Prima di dare la parola alla deputata Nesci, c'è una richiesta di rinvio in Commissione che è prioritaria rispetto al prosieguo degli interventi con le relative prenotazioni.

Deputata Nesci, volevo anche ricordarle che tra 18 minuti circa ci sarà una sospensione di tre ore, quindi forse questo è un elemento che metto a sua disposizione. Prego, deputata Nesci.

DALILA NESCI, Relatrice. Il parere è contrario.

PRESIDENTE. Sta bene. A questo punto se c'è qualcuno che vuole parlare, di fronte a questa proposta avanzata dal deputato Boccia, a favore.

ELENA CARNEVALI (PD). Chiedo di parlare a favore.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Presidente, Governo, colleghi, la discussione che noi abbiamo fatto per circa un'ora sull'articolo 5 proprio relativamente a questo vulnus così come l'avete pensato, che mette nelle condizioni di non avere alcuna certezza non solo sui creditori, non solo sui fornitori, è talmente dirompente che peraltro non siete stati capaci nemmeno di darci alcune spiegazioni. Io credo che la proposta che ha avanzato il collega Boccia con il rinvio in Commissione bilancio, e soprattutto con la possibilità di accedere almeno al “paga debiti”, cioè al fondo, crea una condizione di serenità, di tranquillità, perché non ci sono margini di manovra che il commissario liquidatore potrà avere.

Noi ve l'abbiamo spiegato per un'ora in quest'Aula in tutte le lingue di cui siamo capaci: perché se l'obiettivo è un obiettivo positivo, quello di fare in modo di ripartire, non è che però possiamo farlo a spese esclusivamente dei creditori, dei fornitori e di chi non avrà la possibilità di agire in alcun modo sul piano fiscale. E come ricordava il collega Boccia, non siamo certo nelle condizioni di poter vendere letti, brandine, mandare a casa il personale, a meno che non pensiamo di chiudere.

Ritorniamo allora al punto di partenza: che questo non è solo un provvedimento che si preoccupa dei piani di rientro, perché alla fine stiamo parlando esclusivamente di questo; ma il rischio di questo provvedimento è che alla fine stiamo davvero rendendo anche l'economia, non solo la salute della regione Calabria, un'economia che si troverà con molte persone che non sapranno a chi andare a chiedere, alla porta di chi andare a bussare, per avere riconosciuti gli investimenti che sono stati fatti, sia in conto capitale che in parte corrente.

PRESIDENTE. Se non ho capito male, c'è un ritiro da parte del deputato Boccia della richiesta di rinvio in Commissione, e un accordo da parte dei gruppi ad anticipare la sospensione già prevista della seduta, per riprenderla poi regolarmente alle ore 18. Va bene così? C'è qualcuno… Deputato Boccia, intanto mi conferma…

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Per capire bene: quindi alla ripresa dei lavori si riparte esattamente da questo punto? Dall'emendamento 3.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento?

PRESIDENTE. Dall'emendamento 3.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, affermativo.

Secondo le intese intercorse, sospendiamo pertanto a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 18.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 14,45, è ripresa alle 18.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

MARIALUCIA LOREFICE, Presidente della XII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIALUCIA LOREFICE, Presidente della XII Commissione. Presidente, solo per chiedere una breve sospensione dell'Aula, di venti minuti, sia perché aspettiamo il parere della Commissione bilancio sull'emendamento 6.200 della Commissione, sia perché la Commissione ha necessità di convocarsi. Quindi, gentilmente le chiederei venti minuti di tempo a disposizione.

PRESIDENTE. Sta bene. Sospendo la seduta fino alle ore 18,25. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 18,05, è ripresa alle 18,25.

PRESIDENTE. Avverto che, con lettera in data odierna, la presidente della Commissione Affari sociali, deputata Marialucia Lorefice, ha comunicato che la relatrice, deputata Dalila Nesci, ha rinunciato al suo mandato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), e che le funzioni di relatore sul provvedimento sono state da lei assunte.

Avverto che, fuori della seduta, le proposte emendative D'Ettore 3.140, Maria Tripodi 10.2 e 10.1, Santelli 11.18 e 15.1, Bagnasco 11.101 e 0.11.200.2, Pedrazzini 12.4 e Novelli 12.8 e 12.107 sono state ritirate dai presentatori.

Avverto, inoltre, che prima dell'inizio della seduta sono stati ritirati dal gruppo del Partito Democratico i seguenti emendamenti: Carnevali 10.3, Schirò 11.15, Ubaldo Pagano 12.10, De Filippo 12.28, Ubaldo Pagano 11.13, Ubaldo Pagano 11.11 e 12.11, De Filippo 12.32 e 12.35, Viscomi 10.4, Ubaldo Pagano 11.12 e 11.9, De Filippo 12.21, 12.23, 12.24, 12.26 e 12.33 (Parte ammissibile), Carnevali 12.34, Schirò 12.37 e Carnevali 0.11.200.1.

Avverto, inoltre, che la Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere sull'emendamento 6.200, della Commissione, e che tale proposta emendativa è stata successivamente ritirata.

Ha chiesto di intervenire sull'ordine lavori la deputata Dalila Nesci. Ne ha facoltà.

DALILA NESCI (M5S). Presidente, in queste ore ho subìto tanti attacchi, e qualcuno ha tentato di gettare ombre sul mio operato, sulla mia correttezza. Poiché intendo assolutamente collaborare per il buon andamento dei lavori dell'Aula e credo fermamente nell'urgenza della conversione di questo decreto, il “decreto Calabria”, perché serve presto lo sblocco del turnover e tutte le misure urgenti contenute in esso, e avendo sempre svolto con correttezza, dedizione e spirito di servizio tutti i mandati che mi ha conferito la Commissione e assolutamente la Presidenza, con grande senso di responsabilità, serietà e assoluta fermezza sono a ribadire e a informare ovviamente l'Aula che ho rimesso il mandato nelle mani della presidente, che è appunto la nuova relatrice. Quindi, buon proseguimento dei lavori (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il presidente del gruppo MoVimento 5 Stelle, deputato Francesco D'Uva. Ne ha facoltà.

FRANCESCO D'UVA (M5S). Presidente, voglio intervenire per ringraziare pubblicamente la collega Dalila Nesci, con cui abbiamo collaborato per sei anni in quest'Aula parlamentare e che si è sempre spesa per combattere il malaffare nella sua regione e per combattere affinché ci sia una sanità degna di questo nome nella sua regione, la Calabria. Voglio ringraziarla perché questo passo indietro permette ovviamente a quest'Aula di fare un passo avanti per avere una sanità degna di questo nome in questa importante regione dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delrio. Ne ha facoltà.

GRAZIANO DELRIO (PD). Grazie, Presidente. Anch'io apprezzo il gesto della deputata Nesci. Voglio solo fare una riflessione agli amici e ai colleghi che sono seduti in quest'Aula. Quest'Aula si chiama Parlamento e serve a esaminare i progetti di legge, le proposte del Governo e a cercare di migliorarle. Sarebbe stato utile fin dall'inizio avere tutti un atteggiamento leggermente più costruttivo, invece che difendere una cosa indifendibile, come è successo in questi giorni. Avremmo evitato una bruttissima figura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) al Ministro della Salute, avremmo evitato una brutta figura e un fatto personale verso la relatrice. Bastava semplicemente ascoltarsi e capire che questa cosa era indifendibile. Quindi, io penso che questo gesto, seppur tardivo, forse riconosce una centralità al Parlamento, che è meglio tenere presente anche nel futuro. Non abbiamo fatto questa battaglia, che abbiamo vinto, sia per la rinuncia alle deroghe, perché il tema delle deroghe agli albi è una cosa gravissima, sia nella retromarcia del Ministro Grillo, quando qui è venuta a dire, dopo avere fatto la sua invettiva, che poi alla fine dirà di no alla nomina di questo signore, e non abbiamo fatto questa battaglia per ottenere le sue dimissioni gratuitamente, ma perché crediamo che questo modo di procedere faccia bene alle istituzioni, faccia bene alle leggi che facciamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), non c'è niente di personale, signor Presidente, verso la relatrice, c'era un fatto istituzionale e di correttezza e di rispetto verso le istituzioni repubblicane. E, purtroppo, questi segni di rispetto non sono stati fatti ai tempi giusti, con due giorni di ritardo ne prendiamo finalmente atto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

L'emendamento 3.140 D'Ettore è ritirato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.101 Stumpo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.17 Santelli e 3.107 Bellucci, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.18 Santelli e 3.20 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Passiamo al subemendamento 0.4.100.1 Carnevali, riformulato. Chiedo alla deputata Carnevali se accetta la riformulazione, chiede di parlare per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Un minuto, sarò brevissima. Accetto la riformulazione, però questo tema è troppo importante, perché abbiamo cercato di sanare quello che non siamo riusciti a fare sui direttori generali. Questo, invece, pone almeno dei requisiti minimi per quanto riguarda la questione della nomina dei direttori sanitari e dei direttori amministrativi. Non è di certo, come dire, la cosa che ci soddisfa di più, ma almeno abbiamo fatto in modo, attraverso questo decreto, che ci siano meno opacità e più trasparenza nei criteri. E ringrazio, ovviamente, della riformulazione.

PRESIDENTE. Quindi, la riformulazione è accettata. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.4.100.1 Carnevali, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

Passiamo all'emendamento 4.100 Nappi. Anche qui c'è una riformulazione, la deputata Nappi ci può dire se accetta la riformulazione o meno. La riformulazione è accettata.

Passiamo, dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.100 Nappi, nel testo riformulato, come subemendato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

Passiamo all'articolo 6. Tutti gli emendamenti che non ho citato sono stati ritirati o sono stati già trattati e votati. Passiamo, quindi, all'emendamento 6.17 Viscomi.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.17 Viscomi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e anche della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.100 Stumpo, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.6 Santelli, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.101 Stumpo, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.7 Santelli, con il parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.18 Rizzo Nervo, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.12 Ferro, con il parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.14 Ferro, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.8 Santelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.15 Ferro, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.104 Santelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 6.1 Rostan e 6.19 Bruno Bossio, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.9 Cannizzaro, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione…No, c'è un problema sull'emendamento 6.9, che non è da votare… Revoco l'indizione della votazione, perché l'emendamento era ritirato, ma era segnato in maniera diversa sul nostro fascicolo, e quindi abbiamo ripristinato l'ordine.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.100 Massimo Enrico Baroni, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

L'emendamento 8.1 Viscomi è ritirato.

L'emendamento 10.3 Carnevali è ritirato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 11.201 della Commissione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD). Grazie, Presidente. Volevo intervenire su questo emendamento, anche perché è un emendamento un po' curioso che, a prima lettura, sembra quasi neutro, ma, in realtà, potremmo rinominarlo emendamento contro Sicilia, contro la regione Sicilia, perché, mentre nella prima parte dell'emendamento, di fatto, si va semplicemente a restringere alle regioni tout court l'applicabilità dell'articolo 11, il segreto si nasconde nell'ultima parte, nell'ultimo capoverso dell'emendamento, quando si esclude la possibilità di applicare i commi 1, 2, 3 e 4, cioè praticamente tutto l'articolo in questione, che è l'articolo che allarga le maglie per il personale in sanità, soltanto alle regioni che possono provvedere al finanziamento del fabbisogno complessivo del proprio servizio sanitario nazionale. Ebbene, le regioni che sono in questa condizione sono le regioni a statuto speciale e le province autonome, ad eccezione della regione Sicilia che, per una legge del 2002, invece, finanzia il proprio servizio sanitario regionale al 50 per cento con il Fondo sanitario nazionale.

Ecco perché con questo emendamento, di fatto, si sta escludendo, dalla possibilità di applicare una maggiore possibilità assunzionale per alcune regioni, proprio alla regione Sicilia. Mi piacerebbe comprendere come mai un Ministro che proviene da quella regione abbia fatto passare un emendamento di questo tipo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Miceli. Ne ha facoltà.

CARMELO MICELI (PD). Grazie, Presidente. Io mi rivolgo ai colleghi parlamentari del MoVimento 5 Stelle, quel movimento che ha avuto una débâcle elettorale, ovunque, tranne che in Sicilia, in particolare. Ebbene, con quale dignità tornerete a casa, nostra, a spiegare un emendamento del genere? È questo è il prezzo che dobbiamo pagare per restare incollati a queste sedie? Non vi vergognate di tradire il Sud e di svendere la nostra terra in questo modo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Rispondetemi se ne avete il coraggio, rispondetemi, per favore; lo dobbiamo a tutti quelli che vi hanno votato, ancora il 30 per cento della nostra isola, degli elettori della nostra isola vi ha dato il sostegno e voi lo svendete per un misero posto in Parlamento; vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.201 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 11.14 Carnevali, 11.2 Mugnai e 11.102. Bellucci, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.10 Ubaldo Pagano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 11.108 Bond, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bond.

DARIO BOND (FI). Presidente, mi rendo conto che i tempi sono ristretti e anche l'Aula non potrà dire nulla o poco, visto il clima e il fatto che dobbiamo chiudere. Però, questa è una questione di giustizia, perché parliamo di una graduatoria dei medici di medicina generale, medici abilitati; il provvedimento dice che possono entrare nella graduatoria a scorrimento senza borsa di studio, borsa praticamente finanziata, anche quelli che non hanno fatto il concorso. Allora, e guardo sempre il sottosegretario, per una questione di meritocrazia è giusto che questi medici, che sono in graduatoria, hanno fatto un concorso, non sono entrati nella formazione solamente perché non c'è la copertura di borse, vengano scavalcati da altri che, per l'amor di Dio, hanno lavorato, dimostrano di aver lavorato nei 24 mesi intercorrenti, ma che non hanno fatto il concorso? È una questione di giustizia.

Allora, siccome l'onorevole Delrio, prima, dicendo una cosa giusta, ha detto: questo è il Parlamento; mi rendo conto che nessuno mi ascolta, ma voglio che rimanga agli atti e nella registrazione di questa seduta per dire che questa è una cosa sbagliata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È come quella questione, un'altra volta, dei poliziotti la cui graduatoria è stata annullata, perché qualcuno ha cambiato il parametro e il criterio. Qui siamo allo stesso livello, i bravi vengono accantonati, i meno bravi passano e fanno i furbi. Meditate, meditate, meditate (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.108 Bond, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.200 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Porto via pochi minuti, perché credo che però questo (Commenti)… scusate, noi abbiamo accelerato e ritirato credo più di trenta emendamenti, ma su questo credo che valga la pena di intervenire…

PRESIDENTE. Prego, prego, parli, ci mancherebbe.

ELENA CARNEVALI (PD). Perché questo emendamento della Commissione, di fatto, ridimensiona totalmente la questione delle graduatorie di merito su cui abbiamo discusso abbondantemente, perché non è che siamo contrari al merito, ma siamo contrari alle norme anticostituzionali. Questo emendamento, se non ho capito male, si riferisce a quella che contiene le tre formule; quindi, per le regioni che non sono a statuto speciale continueremo ad applicare le norme che ci sono adesso, per quelle in piano di rientro si può derogare, naturalmente andrà motivato e, quindi, vale esclusivamente sempre per le regioni commissariate questa sorta di finta medaglia che viene messa e che non varrà su tutto il territorio nazionale. Io voglio rivendicare anche il lavoro che ha fatto in Commissione il Partito Democratico su questo argomento, poi diventato un emendamento della Commissione, che non fa totalmente giustizia, ma che purtroppo o per merito, insomma, diciamo che siamo arrivati al minimo sindacale del correttivo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.200 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 50).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 11.060 Rizzo Nervo, con il parere contrario della Commissione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Presidente, intervengo quanto più velocemente possibile, ma questo emendamento intende affrontare con il necessario realismo un tema molto importante, cioè la carenza dei medici specialisti nei reparti dei nostri ospedali, un'emergenza per la sostenibilità del nostro sistema sanitario che, se non affrontato in termini di estrema urgenza con soluzioni che abbiano impatti immediati, produrrà il concretissimo rischio di un indietreggiamento della sanità pubblica, di un impoverimento dei servizi erogati, sia nella quantità sia nella qualità; una situazione emergenziale che chiede, ripeto, risposte immediate. Per questo l'emendamento propone due cose: la possibilità, in via eccezionale, per soli due anni, di far accedere ai concorsi per posti nel sistema dell'emergenza-urgenza, che in particolare vive tale situazione emergenziale, medici che lavorano già da almeno quattro anni nelle strutture dell'emergenza-urgenza anche se privi di specializzazione specifica, con conseguente possibilità di accedere, ad esito delle procedure concorsuali, alla scuola di specializzazione in medicina d'urgenza, e la possibilità, in via eccezionale, anche in questo caso per soli due anni, di assumere medici specializzandi nell'ultimo anno di scuola di specializzazione, con funzioni adeguate parametrate a livello di competenza, di autonomia acquisita, cioè nell'assumere il problema della carenza di specialisti preferire una chance anticipata per i giovani medici, piuttosto che il ricorso a medici già in pensione, dando semplicemente attuazione anticipata a ciò che è previsto nel comma 547 dell'ultima legge di bilancio, che già prevede la possibilità per i medici in formazione specialistica iscritti all'ultimo anno di essere ammessi alle procedure concorsuali per l'accesso ai ruoli di dirigenza in ambito sanitario. È necessario, a nostro avviso, assumere questa iniziativa riconoscendo l'emergenza e, nel farlo, nondimeno va ribadita la sua parzialità, la sua temporaneità; va ribadito che non può essere l'eccezione che si fa regola e va ribadita la necessità di aumentare, invece, in termini sistemici le borse di specializzazione - lo abbiamo detto molte volte - di migliorare le condizioni lavorative e salariali che oggi tengono lontani molti medici da percorsi di specializzazione. Ma la carenza di medici specialisti chiede risposte immediate e il Parlamento è nelle condizioni di fare una scelta giusta che parla nell'immediato, subito, alla difficile quotidianità di tanti professionisti che lavorano nei reparti dei nostri ospedali italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.060 Rizzo Nervo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.20 Carnevali, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.12.200.1 D'Arrando, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 53).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.200 della Commissione, nel testo subemendato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 54).

In seguito all'approvazione dell'emendamento 12.200 della Commissione sono preclusi gli emendamenti successivi.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.104 Bellucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione. Gli emendamenti che vengono ritirati dovrebbero essere segnalati con un minimo di anticipo, grazie.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.105 Bellucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Gli emendamenti 12.22 Carnevali e 12.102 Bellucci erano stati precedentemente accantonati, quindi chiediamo il parere della Commissione. Presidente, a lei la parola.

MARIALUCIA LOREFICE, Presidente della XII Commissione. La Commissione esprime parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 12.22 Carnevali.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Cerco di spiegare le ragioni di questi emendamenti, perché voglio che rimangano agli atti della Camera e davvero, poiché so che ci sarà quindi una bocciatura, visto il parere contrario dell'Aula, mi auguro che almeno con un impegno del Governo, con un ordine del giorno, possiamo davvero porre rimedio a un problema veramente importante. Tra sei mesi, quindi dal 1° gennaio, le graduatorie nelle aziende ospedaliere varranno solo ed esclusivamente per i posti che sono stati messi a concorso, il che significa che l'effetto del combinato disposto tra i pensionamenti e “quota 100” rallenterà, in particolare, la possibilità di avere le assunzioni in tempi celeri e di fare i bandi in tempi celeri.

Noi che eravamo in Commissione abbiamo sentito non solo le preghiere della Carnevali, ma anche quelle di rappresentanti sindacali di porre rimedio. Rimango e, comunque, voglio anche ringraziare qui per la disponibilità della maggioranza e, sebbene non abbiamo potuto trovare la formula più corretta per risolvere questo problema, sono certa e soprattutto sono fiduciosa perché credo che finalmente si sia presa contezza dell'importanza e del dovere di superare i commi che erano stati inseriti con la legge di bilancio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.22 Carnevali, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.102 Bellucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.25 Carnevali, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.100 Bond, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.27 De Filippo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione…

Revoco l'indizione della votazione; l'emendamento 12.27 De Filippo è ritirato, così come l'emendamento 12.28 De Filippo.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.30 Carnevali, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.38 Ubaldo Pagano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.36 Rizzo Nervo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.0101 Carnevali, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.0102 Carnevali, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.0103 Carnevali, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.102 Novelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

L'emendamento 13.51 Carnevali è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 68).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.52 Carnevali, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 70).

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma dopo l'esame degli ordini del giorno si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1816-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno, in quanto estranei rispetto al contenuto del provvedimento: Vanessa Cattoi n. 9/1816-A/2, volto a prorogare i termini previsti per gli interventi di messa in sicurezza degli impianti di prevenzione degli incendi nelle strutture sanitarie; Ermellino n. 9/1816-A/5, che prevede interventi di competenza presso la regione Puglia al fine di una verifica straordinaria dell'attività dei dirigenti delle strutture sanitarie e la stipula di un protocollo d'intesa con l'Autorità nazionale anticorruzione; Frate n. 9/1816-A/7, relativo all'adozione dei decreti attuativi riguardanti nuovi profili professionali socio-sanitari, con particolare riferimento alle figure di operatore socio-sanitario, assistente sociale, sociologo ed educatore professionale; Mandelli n. 9/1816-A/12, volto ad equiparare lo status contrattuale ed economico dei laureati in farmacia specializzandi a quello dei laureati in medicina e chirurgia; Bond n. 9/1816-A/13, concernente la modifica delle modalità e dei criteri di selezione per l'accesso alla facoltà di medicina e chirurgia.

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Ordine del giorno Panizzut n. 9/1816-A/1, accolto. L'ordine del giorno n. 9/1816-A/2 Vanessa Cattoi è inammissibile.

Ordine del giorno Ribolla n. 9/1816-A/3

PRESIDENTE. Aspetti un attimo che c'è un tafferuglio… A posto.

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Ordine del giorno Ribolla n. 9/1816-A/3, accolto.

L'ordine del giorno Boldi n. 9/1816-A/4 è accolto come raccomandazione.

L'ordine del giorno Barbuto n. 9/1816-A/6 è accolto.

L'ordine del giorno De Filippo n. 9/1816-A/8 è accolto come raccomandazione.

L'ordine del giorno Carnevali n. 9/1816-A/9 è accolto come raccomandazione, e siamo impegnati… Il Ministero della Salute, consapevole dell'importanza della questione che è stata sollevata per le graduatorie, si impegna appunto ad ottenere da parte del Ministero per la Pubblica amministrazione un'apertura sul tema, in ragione della importanza del settore sanitario e di questa criticità.

PRESIDENTE. Sta bene. Comunque, come raccomandazione.

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. L'ordine del giorno Stumpo n. 9/1816-A/10 è accolto come raccomandazione.

Ordine del giorno Ferro n. 9/1816-A/11, parere contrario.

L'ordine del giorno Bagnasco n. 9/1816-A/14 è accolto con riformulazione: “impegna il Governo ad assumere iniziative, compatibilmente con le disponibilità finanziarie, per incrementare”, eccetera.

L'ordine del giorno Novelli n. 9/1816-A/15 è accolto come raccomandazione.

Ordine del giorno Baratto n. 9/1816-A/16, parere contrario.

PRESIDENTE. Ordine del giorno Panizzut n. 9/1816-A/1, con parere favorevole… Quindi questo è accolto. Lo vuole far votare? No, va bene così.

Ordine del giorno Ribolla n. 9/1816-A/3, con parere favorevole: va bene così? È accolto.

Ordine del giorno Boldi n. 9/1816-A/4, come raccomandazione. Deputato Boldi? Accetta.

Ordine del giorno Barbuto n. 9/1816-A/6, parere favorevole. Va bene così, senza porlo in votazione.

Ordine del giorno De Filippo n. 9/1816-A/8, accolto come raccomandazione. Va bene.

Ordine del giorno Carnevali n. 9/1816-A/9, accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Presidente, io chiedo davvero al Governo di rivalutare il parere rispetto a questo emendamento. Abbiamo discusso da 48 ore su questa cosa: francamente credo che una raccomandazione, siamo… Io sono anche sbalordita, se devo essere sincera, e mi auguro davvero che il Governo riveda questo parere. Voglio che rimanga agli atti che non mi basta una raccomandazione, perché c'era un impegno effettivo da parte del Governo di porre rimedio a questa questione sulle graduatorie.

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Mi prendo la responsabilità, parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Bene, quindi non lo votiamo.

Passiamo all'ordine del giorno Stumpo n. 9/1816-A/10, accolto come raccomandazione. Il deputato Stumpo lo accetta.

Ordine del giorno Ferro n. 9/1816-A/11, con parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Pensavo che… C'è un detto, no? Che più buio di mezzanotte non c'è. Io credo che, con neanche un ordine del giorno… Che poi rimangono comunque da parte di questo Governo, anche quando hanno parere favorevole, nei cassetti, quindi è la vittoria di Pirro. Si pensasse più all'idea di tutelare quei famosi livelli essenziali, e quindi a ciò che il cittadino richiede. Devo dire che sono molto delusa, non soltanto dall'esito del decreto-legge, poi vedrà nella mia dichiarazione di voto quanto abbiamo messo in campo, come Fratelli d'Italia; ma certamente, insomma, una pagina buia, con la promessa che i calabresi sono un po' più avanti della politica e capiranno anche questa ulteriore azione negativa.

PRESIDENTE. Quindi lo poniamo in votazione?

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ferro n. 9/1816-A/11, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).

Sull'ordine del giorno Bagnasco n. 9/1816-A/14 c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: viene accolta. L'ordine del giorno Novelli n. 9/1816-A/15 è accolto come raccomandazione: va bene. Sull'ordine del giorno Baratto n. 9/1816-A/16 c'è il parere contrario del Governo: prendo atto che si insiste per la votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baratto n. 9/1816-A/16, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).

PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1816-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Beatrice Lorenzin. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, devo dire che intervengo con un certo imbarazzo su questo provvedimento. Nell'arco di queste ultime 24 ore, anzi più di 24 ore, ormai siamo qui da quasi un giorno e mezzo, abbiamo visto, in quest'Aula, il susseguirsi di una serie di avvenimenti, prese di posizione, uno spettacolo abbastanza impietoso da parte del Governo e della maggioranza su un provvedimento che, all'inizio del mio intervento nella mattina di ieri, ho definito debordante. Questo è un provvedimento che ha tanti punti che porteranno probabilmente a un'impugnativa di questo stesso decreto-legge, dei suoi primi articoli, della predisposizione di una nuova figura, un commissario ad acta con superpoteri che prevarica l'ordinamento italiano, perché sicuramente ha dei profili di illegittimità e di incostituzionalità per quanto riguarda gli articoli 116, 117 e 120 della Costituzione. Ma soprattutto, ha l'ambizione di sancire dei proclami che poi si sono visti, alla prova dei fatti, in questi giorni, completamente sconfessati.

PRESIDENTE. I colleghi deputati che stanno cercando di raggiungere il Transatlantico per parlare affrettino il passo, e quelli che restano in Aula cortesemente lascino la collega Lorenzin nelle condizioni di fare il suo intervento. Colleghi, abbiamo un po' di dichiarazioni di voto, quindi, se non siete interessati, si può tranquillamente continuare la conversazione fuori dall'Aula. Prego, deputata Lorenzin.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Tutti noi abbiamo ascoltato con grandissimo interesse la conferenza stampa che il Ministro Grillo e il Ministro Di Maio hanno dato, pochi giorni fa, su questo decreto, dicendo che finalmente la politica aveva messo via le mani dalla nomina dei direttori generali e dei dirigenti delle amministrazioni sanitarie, dicendo che finalmente si innovava la metodologia dei direttori generali e che un nuovo momento, un nuovo passo era segnato per la storia dell'amministrazione sanitaria italiana. Ieri, in questo emiciclo, si è tenuto un tristissimo spettacolo, dove abbiamo tutti scoperto che la norma era stata scritta per la nomina di una sola persona.

E questo elemento è diventato talmente tanto eclatante da dover portare qui in quest'Aula il Ministro a smentire questa posizione, con grande difficoltà, direi, e a far dare le dimissioni dal ruolo di relatore alla deputata Nesci. Credo che quello che è successo dovrebbe farci riflettere tutti: da un lato, su come sia difficile governare la sanità, dall'altro, signori, basta fare proclami, basta con queste azioni di morale quotidiana; sinceramente ci siamo tutti un pochino stufati. Vorremmo invece vedere lavoro concreto, che in questo anno sul sistema sanitario nazionale non è arrivato, perché si è stati soltanto impegnati per un intero anno a cercare di smontare una legge come quella sull'obbligo vaccinale, a cercare di smontare le tante cose buone fatte per riuscire a garantire l'accesso ai medicinali e alle prestazioni sanitarie dei cittadini italiani in una situazione molto difficile. Uno strumento aveva questo Governo, che era il Patto per la salute, a cui era vincolata la sostanza, cioè 2 miliardi in più al Fondo sanitario nazionale, ma di questo strumento non abbiamo visto traccia. Anzi, in questo decreto vediamo pezzi di quello che si sarebbe dovuto fare in un Patto per la salute in modo articolato, in modo concordato con le regioni e soprattutto in modo da non essere impugnato, cioè una riflessione seria su quello che non ha funzionato, sulla figura dei commissari di Governo nelle regioni in piano di rientro, che è una riflessione necessaria, alla luce anche della necessità di innovare il sistema di controllo e di monitoraggio, non solo dei livelli essenziali di assistenza ma anche degli stessi modelli di attuazione della dirigenza sanitaria nelle singole regioni italiane; quindi capire come superare questi modelli di commissariamento e arrivare al fatto che lo Stato possa garantire che l'amministrazione venga fatta nel modo giusto e corretto nei confronti dei cittadini, che non siano sempre i cittadini a pagare il prezzo, come avviene oggi nelle regioni in piano di rientro e nelle aziende ospedaliere che dovevano avere un piano di riqualificazione e ancora non è avvenuto.

Di questo non c'è traccia, né al Ministero né in questo singolo ordinamento. L'altro aspetto che doveva essere affrontato dal Patto era quello degli specializzandi e degli ospedali in formazione. Viene fatto con un emendamento qui, ma quando queste norme si fanno con un emendamento hanno dentro parecchi errori, e già, a leggere quello che è stato fatto pochi minuti fa, gli errori si vedono. Mi dispiace dirlo, ma ci sono delle carenze in questo emendamento della Commissione, che purtroppo poi vedremo come si realizzerà negli ospedali, dal tema della responsabilità dei medici specializzandi al tema dell'ospedale in formazione, chi lo sceglie, quale, quali sono i criteri. Questo sarà tutto sul tavolo del Ministero della salute nei prossimi mesi, quando questa norma proverà ad avere attuazione.

Ma il fatto più eclatante è quello che si finge di fare uno sblocco del turnover, che in realtà non avviene, perché in questa norma alla fine si dice questo: le regioni che hanno le risorse possono attuare lo sblocco del turnover, le regioni che non hanno risorse aggiuntive non lo possono fare. Peccato che le regioni che non hanno risorse sono quelle stesse regioni che non hanno potuto assumere in questi anni a causa del blocco del turnover, che sono in piano di rientro, che hanno difficoltà finanziarie, che hanno difficoltà di programmazione, per cui finisce che i loro pazienti, i loro cittadini, vanno nelle altre regioni, quelle che riescono a farlo.

Quindi non si è risolto il problema, si è messa una pezza, si è dato un po' di ossigeno alle regioni più virtuose, ma non è che continuando a togliere l'ossigeno alle regioni che non ce la fanno miglioriamo il Servizio sanitario nazionale; continuiamo a vedere la sanità con gli occhi della Ragioneria generale dello Stato, con gli occhi dell'economia di bilancio, ma non con una visione politica sanitaria che tenga insieme tutti gli aspetti di questa difficile e complessa ma affascinante macchina che è quella del Servizio sanitario nazionale.

Siamo arrivati al paradosso: ci è arrivata in Commissione bilancio una norma che è stata bocciata per fortuna dal MEF in cui oggettivamente si diceva questo: se la regione Calabria non ce la fa a garantire le prestazioni, allora diamole ai privati; cioè, si rinunciava alla funzione pubblica del Servizio sanitario nazionale e alla funzione universalistica del Servizio sanitario nazionale. E queste cose avvengono così, mentre uno sta scrivendo una legge in Commissione. Ma dove sono i ministri di questo Governo? Forse sono troppo impegnati a vedere se rimarranno in sella e se continueranno ad avere la poltrona del Governo di questa maggioranza gialloverde, piuttosto che mettere la testa su provvedimenti che segneranno il futuro del Servizio sanitario nazionale nei prossimi anni. Perché così funziona la sanità, non è che tocchi un pezzo e non succede niente, è un domino che si muove e quindi è un'altra occasione persa.

Nel primo decreto che ci arriva sulla salute si comincia con questo show sulla Calabria, uno show! Uno show è stato questo sulla regione Calabria. Io sono arrivata in Aula anche ben predisposta, dicendo: beh, si vuole fare un azzeramento, si vuole prendere in mano la situazione, e invece scopriamo che ci troviamo davanti a un balletto di potere - un balletto di potere! - fatto su 160 milioni di euro di disavanzo, che, nell'ottica, scusatemi, di 114 miliardi, sì, è una cifra importante, ma si poteva affrontare sicuramente con un altro equilibrio. Sono molto preoccupata per l'ordinaria amministrazione, per come funziona il sistema sanitario giorno per giorno nel nostro territorio, perché mancano 2 miliardi di euro alla luce del bilancio, perché a novembre non ci saranno questi soldi, perché tutti i problemi sono ancora lì, sul piatto, sono ancora lì! Come renderemo giustizia all'andamento demografico, all'aumento di domanda sanitaria, agli stipendi dei nostri medici e degli operatori sanitari, alla fuga dei cervelli? Come rendiamo giustizia a questi problemi, che stanno diventando cronici e che si risolvono pezzettino per pezzettino, non demolendo tutto quello che è stato fatto prima, ma semplicemente costruendo qualcosa in più.

E il mio voto a favore, ogni volta che ci sarà una nota in più, un'idea innovativa, un qualcosa che ci porterà avanti, ci sarà sempre. Io non ce l'ho la casacca addosso, ma non posso sopportare che in quest'Aula si vengano a fare moralizzanti stornelli su questioni inesistenti e non si affrontano i veri temi e i veri problemi della sanità, che dopo questo decreto sono ancora tutti qui, compreso quello della Calabria (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nicola Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Brevemente, dopo queste giornate di discussione su questo decreto che ha trasformato il Parlamento della Repubblica per qualche ora in una sorta di consiglio regionale della Calabria, perché impropriamente ci siamo occupati più e male di quello che era un problema, che poi dirò, che andrebbe risolto ed aiutato a risolvere, non di un tema complessivo di discussione, come il Parlamento avrebbe dovuto fare sui temi della sanità, ma tant'è. Così, abbiamo discusso praticamente, esclusivamente e a lungo della prima parte del decreto, quella che toccava il commissariamento complessivo della sanità calabrese, che è un problema che bisognerà risolvere e che io penso questo decreto non risolverà per varie ragioni, che proverò a dire. Vedete, innanzitutto, troppe volte senza conoscere né lo stato della salute della sanità calabrese, né quella del diritto alla salute dei cittadini, si è parlato di avere a cuore sia l'uno che l'altro. E allora, se davvero il Governo avesse avuto a cuore la salute dei cittadini calabresi e lo stato della sanità in Calabria, avrebbe agito diversamente; avrebbe provato a contribuire ad uscire in modo diverso dalla condizione, per esempio, del debito sanitario, provando a rilanciare, provando a fare una scommessa, non occupando e facendo e provando a fare del “sostituismo”.

Anche perché, lo dico con molta franchezza, abbiamo ascoltato, in questi giorni, soltanto questioni nominalistiche, chi nomina i commissari, si nomina un gruppetto ulteriore di lavoro che controlla il controllo dei controllori, chi ha controllato qualcosa, chi ha fatto, chi non ha fatto. Non si è sentita una parola - dopo che il Governo si è arrogato il ruolo di gestore della sanità - che ci dica quale progetto e quale riorganizzazione della sanità si intende mettere in campo. Lo si era capito per via delle nomine, ma non si è avuto il coraggio di farlo fino in fondo. Si è fatto questo decreto, io credo, abusando di alcuni dati non propriamente veri, per quanto disastrosi, parlo dei LEA, parlo dello stato del bilancio, ma soprattutto si sta commettendo una leggerezza; si pensa di poter dare, sull'onda di uno spirito purificatore, in soli diciotto mesi, ad alcuni commissari il compito di risanare tutto. Sarà il vostro fallimento. Se qualcuno pensa che in diciotto mesi… diciotto mesi! Ne sono passati già alcuni da quando il commissario e il subcommissario sono stati nominati, da quando nominerete quelli che dovranno controllare e spiegare ai nuovi commissari cosa troveranno, per cui probabilmente ci saranno dei mesi di studio e poi soltanto qualche giorno per risolvere dei problemi che hanno anni di incrostazioni, di problemi, di mancanza di programmazione. E allora, un Governo che vuole farsi carico davvero di questi problemi, mette a disposizione, non occupa, mette a disposizione. Il Governo dell'“anche”: siete riusciti, attraverso questa parola e due giorni di discussione, poi ammessi, a fare l'inverosimile; cioè, un decreto si fa e si usa la forza dello Stato per imporre le cose, non per lasciarle più libere, “anche”!

E io, vede, attraverso il Presidente, lo dico al Governo, avete accolto come raccomandazione il mio ordine del giorno, prima, io mi raccomando a voi adesso: tenetene conto, è una raccomandazione comune questa, perché in quell'ordine del giorno c'è scritto di andare anche fuori dall'albo nello scegliere i commissari solo dopo aver verificato l'indisponibilità ad assumere tale incarico da parte di tutti i soggetti che rientrano nell'elenco nazionale, in modo tale che in questo modo - e ve lo ridico per la seconda volta: mi raccomando - si evitano le figuracce che abbiamo fatto in questi giorni con le norme ad personam, col tentativo di fare cose che non andrebbero mai fatte.

Insomma, è un decreto che aveva, ed ha ancora, dei punti in sospeso. Vi abbiamo dato una mano a risolverne alcuni, non ci avete dato modo di darvi una mano ulteriore. Avete tolto i 20 mila euro come ulteriore bonus, vi avevamo chiesto di sopprimere, almeno avete tenuto conto di alcuni aspetti sugli aggiuntivi 50 mila euro per questi commissari. Mi è stato detto più volte che in Calabria non vuole andarci nessuno, io non sono convinto che sia così, è soltanto che ne cercavate alcuni e prestabiliti, che andassero a fare le cose che volevate, probabilmente, perché io non ho mai visto da nessuna parte, anche in Calabria, e di commissariamenti in Calabria nel corso degli anni ne sono stati fatti tanti, non riuscire a trovare persone di grande capacità, che andassero a fare quello che lo Stato chiede loro.

Insomma, guardate, ve lo dico e chiudo con una battuta: spesso alcuni interventi che hanno provato a mettere una pezza a quello che stava succedendo, mi sembravano le arringhe degli avvocati del “soccorso rosso” degli anni Settanta, in cui, anziché cercare di ridurre il danno, lo ampliavano (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Fratelli d'Italia), perché sentivano la necessità di rivendicare quello che stavate facendo. Lo avete detto più volte, è scappato a qualcuno: vogliamo mandare uno dei nostri perché così miglioriamo la sanità. Cercate di essere un po' più attenti e anche di avere maggiore dignità. Questo è il Parlamento italiano, non c'è una parte che è capace a fare le cose e altri no; quando si lavora insieme nell'interesse di una parte del territorio, in questo caso dei cittadini calabresi, se aveste avuto la bontà di farlo insieme, avremmo fatto meglio. Lo avete fatto da soli e avete fatto male, per questo voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Arriviamo, devo dire, dopo una lunga maratona, con una insoddisfazione rispetto a quanto è stato prodotto, e non possiamo, ancora una volta, non ribadire come sia diventata una prassi ormai purtroppo costante e sistematica da parte del Governo quella di legiferare attraverso il decreto-legge, così mortificando il ruolo del Parlamento rispetto alle funzioni; e registriamo una continua e costante ingerenza, se non una sostanziale sostituzione. Se i 5 Stelle, nella precedente legislatura, hanno sempre stigmatizzato l'uso improprio della normativa d'urgenza, oggi che i grillini sono al Governo ravvisano costantemente i presupposti previsti dall'articolo 77 della Costituzione, come in questa occasione, in cui si affronta l'emergenza storicizzata della sanità in Calabria. E se certo c'è la necessità di tutelare i LEA, i livelli essenziali di assistenza, e di garantire il fondamentale diritto alla salute dei calabresi mediante la risoluzione delle gravi inadempienze amministrative e gestionali, non si può dimenticare che la sanità in Calabria è commissariata dal Governo da ben dieci anni, con effetti distorsivi che ricadono su tutti i pazienti.

Soprattutto, non si può sottacere che nella realtà il decreto-legge non interviene - lo abbiamo più volte ribadito - con misure mirate per risolvere le valide e condivisibili motivazioni in premessa, ma rappresenta un modo per consegnare al Governo tutti i poteri di nomina per assumere il controllo completo delle strutture calabresi sanitarie. Altro che attenzione per l'interesse dei cittadini calabresi e della loro salute! D'altronde, i pentastellati in Calabria hanno attaccato per anni la gestione commissariale, ritenendola inadeguata a risolvere i reali problemi della sanità; oggi che sono al Governo si comportano come i loro predecessori, anzi, in maniera ancora più arrogante.

I nomi indicati dal commissario Cotticelli per la guida delle aziende sanitarie ospedaliere sono, in fondo, soltanto la cartina di tornasole che rivela la volontà del Governo di occupare delle postazioni di potere. Al di là delle competenze professionali e gestionali dei manager designati, che certamente non mettiamo in discussione, colpisce una circostanza, che provengono quasi tutti, tranne uno, da fuori regione. Si tratta di un'operazione certamente tutta politica di occupazione di potere, pagata a caro prezzo dai cittadini, con cui l'attuale Governo si distingue con particolare sfacciataggine. Difficile credere che i nuovi commissari straordinari provenienti da altri territori e da altri contesti professionali, e profumatamente pagati, potranno fare molto, prima di capire la situazione e ritornare da dove sono venuti. Abbiamo già evidenziato in sede di esame delle questioni pregiudiziali che questo decreto non affronta i problemi urgenti e necessari per la salute dei cittadini calabresi, costretti, ahimè, quotidianamente ad affrontare inefficienze e carenze strutturali, nonché una dolorosa emigrazione sanitaria. Infatti, il provvedimento viola l'autonomia della regione, che verrebbe completamente esautorata delle sue competenze, andando a pregiudicare definitivamente la leale collaborazione che la Costituzione spesso impone, anzi sempre, tra le diverse componenti dello Stato, i cui poteri e le cui funzioni sono certamente fissati e garantiti, giova ricordarlo, dalla medesima Carta costituzionale.

Abbiamo presentato una marea e una serie di emendamenti al decreto, il più rilevante quello dell'immediato sblocco del turnover del personale delle aziende sanitarie ospedaliere. È incredibile che il Governo, dichiarando di voler affrontare le criticità della sanità in Calabria, non abbia valutato come prioritario il tema di poter dotare le aziende sanitarie ospedaliere del necessario personale medico e sanitario dopo ben otto anni di blocco delle assunzioni che hanno mandato al collasso ospedali, reparti e quant'altro. Rispetto a tutto ciò che abbiamo detto in questa discussione, ha creato, soprattutto, quel vuoto gravissimo del prezioso e importante processo di trasferimento delle competenze tra i medici, soprattutto da quelli più anziani a quelli più giovani, decretando la morte definitiva delle scuole di medicina, che per decenni sono state una grande risorsa, soprattutto preziosa per la qualità dell'assistenza.

Dopo che le opposizioni hanno chiesto con forza al Governo di correggere questa evidente stortura, la maggioranza ha consentito di emendare quel testo e far sbloccare il turnover. Ho già dato atto alla maggioranza di non essersi incaponita questa volta su una norma che avrebbe avuto effetti devastanti per la sanità calabrese, ma di aver recepito questa modifica del decreto che consentirà di procedere alle necessarie assunzioni. Per una volta siamo riusciti tutti insieme compatti a dialogare, a confrontarci e fare l'interesse dei cittadini. Come Fratelli d'Italia abbiamo proposto due emendamenti, approvati in Commissione: il primo sulla necessità del commissario ad acta di confrontarsi con il rettore per le nomine dei commissari delle aziende ospedaliere universitarie, il secondo che pone limiti ai compensi dei commissari straordinari. Nel primo caso abbiamo avuto un successo, nel secondo devo dire certamente di no. È la prova che la nostra non era una posizione pregiudiziale, assolutamente, ma un impegno diretto a migliorare le norme nell'unico interesse dei cittadini calabresi. Purtroppo decine di emendamenti, sottosegretario, non sono stati presi in considerazione; in particolare, avremmo voluto rendere più trasparenti e rispondenti i criteri meritocratici delle nomine, ma, soprattutto, ridurre gli emolumenti, e finalmente ci siamo riusciti con i rimborsi rispetto alle missioni, l'unica voce di spesa che sembra stare realmente a cuore a questo Governo.

Mentre si spendono soldi per pagare le indennità ai commissari che arrivano da fuori regione, come se in Calabria non fosse possibile poter individuare personalità di prestigio, oneste e competenti, si lasciano le briciole per l'indispensabile ammodernamento tecnologico delle strutture, mentre si è addirittura ignorato il tema della carenza del personale. Per non parlare, poi, del disprezzo manifestato dalla maggioranza nei confronti della SUA, della stazione unica appaltante calabrese, che in maniera preconcetta e ingiustificata è stata totalmente estromessa dalla gestione dell'approvvigionamento dei servizi e delle forniture per le aziende ospedaliere. Insomma, secondo il Governo basta riservarsi la scelta dei commissari e pagarli profumatamente per risolvere i problemi di una sanità disastrata. Ridurre le liste d'attesa o porre rimedio a gravissime carenze strutturali non rientra in questo percorso, e purtroppo sono i calabresi a pagarne il prezzo. È lo spot politico dei 5 Stelle, e grazie al Governo, ai tanti commissari governativi che si sono succeduti e alla regione, i calabresi subiranno l'incremento delle aliquote fiscali dell'Irap e l'addizionale regionale dell'Irpef.

Giudichiamo positivamente, invece, la previsione della collaborazione con la Guardia di finanza, fiduciosi che questo non sia solo uno specchietto per le allodole. Lo abbiamo votato insieme al capogruppo Deidda in Commissione difesa in modo favorevole, ma, soprattutto, cercando di affidare realmente le funzioni di controllo amministrativo a un corpo investigativo specializzato, per porre un freno alla spesa sbagliata da parte del pubblico e alle irregolarità amministrative, e ovviamente alle infiltrazioni criminali. Massimo Scura: nelle more di questa norma è intervenuto l'ex commissario, il cui contenuto, se fosse confermato, sarebbe gravissimo, sottosegretario. L'ingegner Scura, infatti, ha rappresentato le proprie perplessità circa le motivazioni del decreto-legge, contestandone integralmente i contenuti fino a ritenerlo ingiustificato, in quanto i LEA del 2018 hanno superato il valore di 161. Come ha confermato il dirigente generale del dipartimento della regione Calabria, non erano stati inviati i flussi a Roma da parte delle varie aziende sanitarie.

Mancano ancora i dati della prevenzione, che valgono altri sei-dieci punti. Pertanto, il valore del 2018 va da 167 a 171. E ancora, lo stesso disastro provocato per il mancato inoltro di questi dati si era già verificato nel 2016 e nel 2017, e quindi il livello dei LEA effettivo era di 153,5 nel 2016 e di 161 nel 2017. E, allora, chiediamo se questi parametri e quanto denunciato dall'ex commissario Scura, nominato alla regione Calabria a governo PD, e dallo stesso PD, risultassero veri, sicuramente ci dovremmo porre qualche problema. Io chiudo dicendo che speravo che questo fosse il decreto della speranza per i calabresi; basta con le lotte politiche sulla pelle degli ammalati, basta con l'occupazione delle posizioni di vertice, basta sull'appartenenza e non sul merito e, invece, purtroppo dobbiamo dire basta con la sanità, perché, come dicevo già ieri, risulterà soltanto una fabbrica di consensi, piuttosto che una fabbrica di salute (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Francesco Cannizzaro. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Presidente, onorevoli colleghi, preliminarmente, desidero ringraziare tutti coloro i quali hanno collaborato e contribuito a tentare di migliorare il provvedimento, anche attraverso una batteria di interventi in Aula e nelle varie Commissioni, quindi, mi riferisco in particolar modo ai colleghi del gruppo di Forza Italia, ai colleghi Maurizio D'Ettore e Roberto Bagnasco. Il collega D'Ettore, anche perché affezionato alla regione Calabria, essendo lui di origini calabresi, ha contribuito moltissimo a tentare appunto di far ragionare questo Governo e questa maggioranza e per questo desideravo pubblicamente ringraziarlo per il lavoro egregio che ha fatto. E ringrazio chiaramente tutti coloro i quali, dai nostri responsabili ai nostri consulenti dell'ufficio legislativo, hanno prodotto degli atti per tentare di apportare delle migliorie a questo testo che il 18 aprile scorso, negli uffici della prefettura di Reggio Calabria, è stato, appunto, licenziato dal Governo gialloverde in pochissimi minuti, pensando di licenziare un decreto e, invece, no, avete - Presidente, per il suo tramite mi rivolgo al Governo - licenziato una sorta di legge speciale per imporre quello stato di autorità, per imporre l'autorità dello Stato nella nostra, nella mia regione, nella regione Calabria. Producendo, che cosa? Voi pensate di aver prodotto un decreto che vada a sanare la situazione della sanità in Calabria? La risposta è esattamente “no”. Voi con questo decreto non fate altro che peggiorare la situazione, in alcuni casi e in alcuni comparti, andrete a contribuire alla liquidazione di tante aziende virtuose che hanno, in questi anni, contribuito a mantenere onorabilità a quella sanità pubblica, giusta e sana; quella sanità privata che sopperisce tante volte, spesso e, ahimè, purtroppo, volentieri, a quelle che sono le lacune e le mancanze di una sanità pubblica.

E voi però, qualcosa di buono, secondo voi, lo avete prodotto con questo decreto. Ad esempio, un poltronificio, perché, se è vero come è vero che voi attraverso questo decreto immaginate la nomina di commissari che avranno anche la possibilità di nominare altri commissari, che a loro volta potranno nominare altri sub commissari, che nomineranno altri direttori generali, qui, si è consumato un teatrino politico che segnerà una brutta pagina di storia per la nostra regione e mi riferisco, in particolar modo, al dibattito acceso che ieri ha visto protagonista, in quest'Aula, anche il vostro Ministro, il Ministro Grillo che non ha perso l'occasione, chiaramente, ghiotta, per lei, di dimostrare la sua incapacità e l'inadeguatezza al ruolo di Ministro della Repubblica italiana (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico). E, allora, mi viene da pensare e da evidenziare come questo decreto possa minimamente confermare quelli che sono stati articoli da noi, attraverso l'attività emendativa, segnalati e suggeriti; ad esempio, come si può pensare che verranno attuate delle norme che vengono applicate sui dissesti degli enti locali? Ecco, io credo che qui vi sia anche un principio di incostituzionalità rispetto al testo stesso.

Chiaramente, queste norme dovrebbero, in teoria, secondo il vostro decreto, intervenire nel caso di disordine contabile; questa è un'assurdità, non lo dice Cannizzaro in quest'Aula nel suo intervento durante la dichiarazione di voto, ma lo dice chi meglio e più di Cannizzaro sulla materia può abbondantemente evidenziare queste anomalie, quindi, tecnici, professori universitari ordinari, qui accanto a me ce n'è uno, come il professor D'Ettore che della materia è un luminare a livello Paese.

Allora, noi attraverso l'attività emendativa abbiamo cercato di apportare delle migliorie, non facendo altro che portare quelle che sono le istanze del territorio, delle aziende private, a cui prima facevo riferimento, quelle strutture che comunque hanno sempre, in questi anni, lavorato con serietà e mantenuto un atteggiamento di grande garanzia e trasparenza. Voi, con questo decreto, avete anche liquidato la loro fine, lo dicevo anche un po' durante gli interventi della giornata, lo ribadisco in questa occasione, avete decretato la morte di tante aziende calabresi, aziende calabresi che, oggi, purtroppo grazie a questo decreto non festeggeranno, ma dovranno avviare quelle che sono le procedure di licenziamento di tantissimi operatori sanitari che all'interno delle loro strutture lavorano e perché? Perché noi, attraverso qualche emendamento abbiamo cercato di attirare la vostra attenzione, abbiamo cercato di farlo anche in sede di Commissione, quando, proprio oggi, si è consumato un teatrino politico che voglio raccontare in pochissimi secondi per poi avviarmi immediatamente alla conclusione. Cannizzaro, assieme al gruppo di Forza Italia, presenta un emendamento che viene inizialmente respinto, per poi essere, come dire, ragionato e, quindi, poi, viene accolto, poi, viene riportato al Comitato dei nove, il Governo lo accoglie, lo riformula, la relatrice, l'onorevole Nesci, che, per questa occasione, devo assolutamente ringraziare, perché ha capito l'importanza di quell'emendamento, lo accoglie e, quindi, rinvia alla Commissione bilancio, la quale, chiaramente, richiede un parere alla Ragioneria. La solita manina, mi pare di capire, manda una e-mail sul cellulare del Viceministro, perché voi lavorate così, lo ripeto, lavorate così, dove, praticamente, nello scritto, evidenzia una contrarietà rispetto all'emendamento che, però, il Governo stesso, quindi, il Ministro Grillo, quindi i tecnici del Ministero della Salute avevano non solo accolto rilasciando il parere favorevole, ma, addirittura, avevano riformulato e consegnato al Comitato dei nove. Una contraddizione assurda, una non collaborazione tra i ministeri, una non condivisione di quelli che sono gli atti parlamentari, cosa assolutamente, Presidente, gravissima - sottosegretario Bartolazzi, mi ascolti -, gravissima, gravissima, gravissima.

E io voglio lasciare queste mie parole ai verbali, perché poi tornando nella mia regione, domani mattina, voglio anche raccontare da chi è governata l'Italia in questo momento e voglio anche raccontare il Governo gialloverde cosa ha combinato, l'ennesimo delitto nei confronti chiaramente della mia regione, l'ennesimo delitto nei confronti di tanti operatori e anche di tanti imprenditori e, soprattutto, di tanti pazienti che non avranno magari la possibilità di potersi curare nella sanità pubblica. Perché voi pensate che con questo decreto, in 18 mesi, risolverete il problema della sanità in Calabria, ma non sarà così. Quindi, chi avrà la possibilità economica personale potrà andare a prenotarsi una TAC e capire che problema ha in 24 ore e chi invece non ne avrà la possibilità dovrà aspettare sei mesi, otto mesi e forse magari a sei o a otto mesi non ci arriverà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché, alla fine, è successo proprio questo, perché, poi, voi avete anche respinto un emendamento che mi stava particolarmente a cuore, dove non vi era assolutamente nessuna voce di spesa e non contribuiva a quello che è il disavanzo oramai noto e riconosciuto, ma assolutamente dava la facoltà al commissario, al vostro commissario, il generale dei carabinieri, perché poi voi avete anche questa idea di mandare i militari a governare questi comparti, così, perché comunque la criminalità, la criminalità sempre e comunque, come dire, ha interrotto anche uno stato di equilibrio anche rispetto alla sanità, un momento di normalità, no, no, non funziona così, non è tutto criminalizzabile, non può essere tutto criminalizzato in Calabria, però a voi appartiene quella cultura del sospetto, della paura, della cattiveria, della tristezza in questo caso mi viene anche da dire e quindi agite anche così. Ritorno all'emendamento e concludo veramente: voi avete praticamente bocciato un emendamento che dava la possibilità al vostro commissario, qualora avvertisse la necessità, superando un po' il fabbisogno delle prestazioni, di poter attingere a fondi già in maniera assolutamente puntuale individuati e poter acquistare altre prestazioni qualora l'utenza ne avesse bisogno. Non l'avete nemmeno letto, non lo avete nemmeno letto, non vi siete nemmeno resi conto di quello che voi avete bocciato.

PRESIDENTE. Grazie.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). E allora io a nome del gruppo di Forza Italia non posso sommessamente con assoluto rammarico e tristezza che dichiarare il no secco al decreto-legge che chiaramente segna una bruttissima pagina di storia per la mia regione ma ritengo per l'intero Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, Presidente. Governo e onorevoli colleghi, noi ci abbiamo davvero messo non solo l'anima ma abbiamo messo di più nell'analisi del provvedimento, perché ci sta a cuore la salute di tutti i cittadini italiani, ci sta a cuore la salute dei calabresi e noi l'abbiamo letto con adeguato approfondimento sia la relazione della Corte dei conti sia le relazioni che hanno evidenziato anche le condizioni in Calabria in cui la sanità non riesce a dare sufficienti garanzie dell'adeguatezza di prestazioni sanitarie che sono essenziali per qualsiasi cittadino. Noi abbiamo un dubbio che si sia voluto un po' con il decreto confondere i ruoli. La magistratura, la Corte dei conti, ha già fatto il suo di mestiere che spetta alle istituzioni che presidiano la nostra Repubblica. Qua invece si pensa in qualche modo di sostituire il ruolo che spetta a qualcun altro, mettendo delle norme che francamente hanno rasentato, a nostro giudizio, anche il limite della decenza. Il decreto-legge presenta evidenti profili di incostituzionalità: ve l'ha detto il collega Viscomi quando abbiamo esaminato la questione pregiudiziale che voi trattate come se fosse qualcosa di ordinaria amministrazione, perché è evidente che sono praticamente saltate quelle che sono le regole basilari di una leale collaborazione tra Stato e regioni. Avete peraltro nel decreto, così com'è stato approvato nel Consiglio dei ministri, perché questa è l'altra chicca che è sfuggita molto probabilmente a quest'Aula: siete andati di fatto in Calabria ad approvare, avete fatto apposta una sorta di show e poi il decreto portava solo il titolo “proseguimento dei piani di rientro”. Nessun accenno a quello che riguardava la salute dei cittadini, nessun accenno a quanto riguardava ciò che i cittadini si aspettano dalla sanità. C'è voluta l'azione del Partito Democratico per cercare almeno di mettere nei titoli del provvedimento la cosa essenziale che a noi interessa e che riguarda appunto la salute. Soldi aggiuntivi naturalmente non ce ne sono; risorse disponibili per poter fare in modo di dare disponibilità finanziaria anche per fare investimenti non ce ne sono; avete messo una norma, l'articolo 5 sulle aziende sanitarie in dissesto, che praticamente ci metterà nelle condizioni di vendere brande, macchinari, di chiudere i reparti, di non onorare invece i debiti verso i fornitori di beni e servizi di prestazioni. Abbiamo più di qualche ragionevole dubbio che molti di questi rimarranno a bocca asciutta e non si vedranno onorare ciò che gli spetta per diritto. Ma che cosa c'è di straordinario nel decreto-legge, perché qui si vuole agire con misure straordinarie: la ricetta è sempre quella. Sono dieci anni che la Calabria vige il regime di commissariamento e di piani di rientro. Quindi nella ricetta non c'è nulla di straordinario: è sempre praticamente quella che si è utilizzata in tutti questi anni. Che cos'è invece straordinario? La scelta di stabilire e di derogare a norme nazionali cui tutte le altre regioni sul piano nazionale sono obbligate per legge a dover adempiere. Faccio in particolare riferimento alla norma che non siamo riusciti a modificare riguardante i direttori generali.

E qui c'è una tema importante, una cosa che è inaccettabile: la doppia morale del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) che, da una parte, arriva e fa una bella conferenza stampa, nella quale ci parla di trasparenza, ci parla di merito, basta le nomine in mano alla politica, l'importante è che le mani non siano quelle che riguardano il Ministero della Salute, sul quale invece siamo disponibili a derogare. Abbiamo cercato anche di farvelo capire; abbiamo anche cercato soprattutto con il buon senso di fare in modo che non si realizzassero condizioni di privilegio sulla scorta dell'emergenzialità. Infatti, non è vero che, in un albo di 700 persone o 800 persone, non ci sono le figure adeguate per poter risolvere i problemi della regione Calabria. Certo in diciotto mesi credo che nessuno in qualsiasi Paese può fare in modo di ripristinare ordine e legalità e soprattutto garantire la sanità efficace ad una regione come la Calabria. Ma per quanto riguarda questa scelta, la cosa che peraltro è ancora francamente irragionevole, avete scelto di esautorare completamente su tutto regione, la Conferenza dei sindaci: guardate il sospetto che noi abbiamo è che, in qualche modo, queste scelte d'imperio forse le avete fatte, ispirandovi al modello che ogni tanto noi abbiamo sentito, il modello Maduro. Forse va bene in Venezuela ma non si può stabilire che qui fate la programmazione sanitaria, la programmazione della rete ospedaliera, la programmazione territoriale, la programmazione degli investimenti, tutto in assoluta solitudine del Commissario ad acta del Ministero e poi del Ministero della Salute. A qualcuno, dopo diciotto mesi, lo dovrete consegnare questo piano: lo volete lasciare nelle mani, nella responsabilità e allora perché agire con questo imperio, con questa volontà di fare praticamente tabula rasa di tutto, le istituzioni repubblicane dovrebbero essere riconosciute da tutti. Inoltre noi abbiamo sollevato un problema: alla fine mi tocca dire che il merito va alla Commissione. Ricordo benissimo la battaglia che abbiamo fatto sulla questione dell'introduzione delle graduatorie di merito. Qui riprendo l'intervento che ha fatto una collega perché non è che noi siamo contrari al merito, ci abbiamo anche provato a farlo, abbiamo provato a mettere le graduatorie pubbliche per merito, per valutazione. Le regioni che si sono opposte non sono certo le regioni che stanno da questa parte ma sono state regioni che stanno dai banchi che ci stanno di fronte e allora il principio di costituzionalità, il riconoscimento dell'articolo 120 è una cosa che dovrebbe essere un punto di riferimento per tutti. Ma la cosa che più ci ha veramente non solo rammaricato, perché comunque ricopre un ruolo istituzionale, a proposito di doppia morale poi alla fine si è tradotta devo dire anche con la capitolazione dell'arroganza della Ministra Grillo che è venuta in Aula perché obbligata a spiegarci che noi siamo incapaci di leggere quanto è scritto nei provvedimenti, salvo poi doversi scusare, e che alla fine ha visto anche capitolare la relatrice Nesci per evidente condizioni di conflitto di interesse riguardo alla nomina di una figura sulla base di criteri che sono stati confezionati esclusivamente su persone che erano già state individuate. Ma non solo sono state individuate: sono state date con un atto pubblico al presidente della regione sul quale poi avete garantito - questo non ce lo dimenticheremo - che quella persona non verrà garantita. Chiudo su un'ultimissima cosa. Siamo di fronte a una condizione di emergenza nella sanità pubblica; mancano più di 45 medici; 17 mila infermieri; avete deciso di fare “quota 100” già la bellezza di quattordici mesi fa e non avete deciso invece di mettere le risorse che servivano per aumentare le borse agli specializzandi, per immettere nel nostro Servizio sanitario nazionale le figure che servono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Perché anche questo piccolo segno, un piccolissimo segno che avete messo di superamento del blocco del personale sarà un vantaggio per le regioni più virtuose, economicamente più solide ma non cambierà quasi nulla per le regioni che invece sono in condizioni di piano di rientro.

Un'ultimissima cosa (la concludo così): di quel comma 3 all'articolo 12 io non ho detto niente perché abbiamo deciso di chiuderla lì ma è indegno. È indegno pensare che su persone, che per dieci anni non hanno deciso che cosa facevano nella vita, noi abbiamo stabilito che per loro gli facciamo un'altra norma ad hoc.

Questo decreto è un mix di deroghe, questo è un decreto che è un mix di sanatorie, questo è un decreto che ha qualche piccolissima luce ma, purtroppo, le ombre sulla sanità rimangono ancora grandi ed enormi come crateri (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Rossana Boldi. Ne ha facoltà.

ROSSANA BOLDI (LEGA). Grazie, Presidente. Sono state due giornate abbastanza complicate e pesanti e, quindi, cercherò di ridurre al minimo il mio intervento. Non voglio entrare nel particolare dei singoli articoli; voglio fare, più che altro, una dichiarazione di principio. La Lega Nord voterà a favore su questo provvedimento perché ne riconosce l'urgenza, data la situazione veramente grave in cui versa la sanità della regione Calabria - è già stato detto - e non da oggi. Ci sono dieci anni di commissariamento ma io andrei ancora più indietro, perché se vado a leggere le risultanze della Commissione d'inchiesta sul servizio sanitario nazionale del 2006 tutto quello che c'è oggi c'era già allora, con un cittadino su sei, come dice il Cergas-Bocconi, che si rivolge ad altre regioni per avere cure anche su patologie molto semplici, con strutture fatiscenti, attrezzature non adeguate, l'amministrazione che non regge (e si è visto), fatture pagate più volte, mancati controlli e troppe prestazioni affidate alla sanità privata, che qui spesso, invece di essere soltanto ad adiuvandum della sanità pubblica, diventa preponderante e soffocante. Quindi, ci sono sicuramente i princìpi di necessità e di urgenza e anche il fatto che il commissariamento è per un periodo breve. Queste sono sostanzialmente le motivazioni per cui credo che anche sul filo di lana questo provvedimento sia comunque costituzionale (la brevità, la necessità e l'urgenza).

Questo lo dico perché chiaramente questo provvedimento rappresenta - e questo per noi è molto importante - tutto il contrario di quello che noi intendiamo nell'amministrazione delle nostre regioni e dei nostri territori. Noi siamo per il principio di responsabilità, siamo per il principio di sussidiarietà, noi crediamo ancora che, quando un cittadino vota, dà la sua fiducia agli eletti; noi crediamo nella democrazia rappresentativa, crediamo che i presidenti di regione eletti, così come i sindaci, siano assolutamente responsabili nei confronti dei cittadini che li hanno votati.

Ci auguriamo che presto anche la Calabria possa ritornare in una situazione di assoluta normalità, però, per fare questo, naturalmente bisogna che ci sia un colpo di reni che deve coinvolgere tutta la società calabrese. Anche i cittadini e i pazienti calabresi devono perdere quella nota di rassegnazione che, spesso, si nota andando a visitare queste strutture ed esigere che le persone, che mettono a governare non solo la sanità ma in generale i territori, rispondano per la fiducia che loro danno.

Quindi, un voto favorevole con l'augurio che finisca il muro contro muro e che questo ennesimo commissariamento serva a qualche cosa nell'ottica che finalmente i cittadini calabresi possano usufruire di una buona sanità (Applausi dei deputati dei gruppo Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Francesco Sapia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAPIA (M5S). Grazie, Presidente. Il decreto-legge in fase di conversione nasce dall'entità del disavanzo sanitario della Calabria. Il tavolo interministeriale di verifica degli adempimenti del piano di rientro ne ha certificato l'importo: la regione ha una differenza di 170 milioni annui tra entrate e uscite e ciò ha determinato per legge il blocco delle assunzioni di nuovo personale sanitario. Così risulta ancora più complicata la gestione delle aziende del servizio sanitario regionale. Non ci sono soldi nelle casse, insomma, e perciò i malati non possono avere cure adeguate e sono costretti a emigrare fuori regione oppure a tempi di attesa lunghissimi per le TAC, per le visite specialistiche, per molti esami o per le prestazioni delle unità di pronto soccorso.

La cronaca ha registrato casi di pazienti con traumi… Presidente…

PRESIDENTE. Colleghi, rientrate cortesemente in Aula lasciando...

FRANCESCO SAPIA (M5S). Dicevo che la cronaca ha registrato casi di pazienti con traumi sballottati da un ospedale all'altro della Calabria e infine deceduti. Ci sono punti nascita insicuri, carenze incredibili di medici e infermieri, reparti che scoppiano di pazienti mentre il personale sanitario e gli operatori sociosanitari, che lavorano come bestie precarie mentre, contemporaneamente, attendono da anni un diritto già riconosciuto da molti TAR, ovvero quello di essere stabilizzati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Aggiungete un'emigrazione di pazienti verso altre regioni, che usano il principio di prudenza non nella sanità calabrese ma dalla sanità calabrese; un principio che costa alle casse regionali 320 milioni all'anno. Se non bastasse, negli ultimi dieci anni la Calabria ha pagato più di mezzo miliardo per interventi e terapie eseguite fuori regione senza, però, effettuare i dovuti accertamenti. Al riguardo abbiamo presentato un'interpellanza urgente.

Perciò, bisogna garantire una gestione delle aziende che hanno conti fuori controllo e bisogna intensificare i controlli sugli acquisti per beni e servizi sanitari. Inoltre, servono norme di contrasto da possibili infiltrazioni mafiose, per non ripetere l'errore fatto dall'ASL di Reggio Calabria che è stata commissariata proprio per infiltrazioni. Per questo il Governo nazionale doveva agire d'urgenza e lo sta facendo ora, in maniera rapida e profonda. Inoltre, è fondamentale rinnovare le dotazioni tecnologiche delle strutture pubbliche e, dunque, il Governo ha messo al riguardo oltre 80 milioni di euro. Ci sono apparecchiature vecchie, il che avvantaggia il privato che risulta più competitivo.

La Ministra della Salute, Giulia Grillo, che ringrazio personalmente, ha compreso a fondo tutte queste esigenze e ha voluto il decreto che stiamo convertendo in legge. È fondamentale che le aziende siano rette da persone capaci, affidabili, di polso e di specchiata rettitudine (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Addirittura, il decreto-legge ha visto molti tentativi di ridurne la portata, con polemiche che dovremmo superare nell'interesse collettivo, nell'interesse dei calabresi che hanno diritto a una sanità degna di questo nome a ogni costo! Mi appello, dunque, al senso di responsabilità di tutti i colleghi, indipendentemente dai gruppi di appartenenza, affinché si lavori per dare delle risposte concrete alla Calabria e ai calabresi in tema di una corretta programmazione dell'offerta sanitaria.

La situazione sanitaria della Calabria è drammatica e lo sanno bene i pazienti, ostaggi della malapolitica. Bisogna uscire dalla logica delle contrapposizioni e pensare soltanto al bene degli ammalati e della sanità calabrese. In questo mare in tempesta ho, tuttavia, una sicurezza: quella che, grazie al generale dei Carabinieri, Saverio Cotticelli, si inverta la rotta del degrado amministrativo e dell'illegalità, puntando sulle donne e gli uomini dotati di capacità e con le mani libere, oltre ad auspicare la collaborazione di ogni dirigente e di ogni singolo cittadino per ricominciare a fidarci di nuovo che ammalarsi significa poi, guarire. Per tutte queste ragioni annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà (Dai banchi del gruppo Lega-Salvini Premier un coro: “Noooo”).

CARLO FATUZZO (FI). Sìììì (Commenti)

PRESIDENTE. Per cortesia!

CARLO FATUZZO (FI). Signor Presidente…

PRESIDENTE. Vada avanti lei, non si faccia distrarre, su.

CARLO FATUZZO (FI). …non c'è provvedimento come quello che riguarda la sanità, in questo caso la sanità calabrese, che interessa di più i pensionati. Io parlo quale rappresentante del Partito Pensionati eletto alla Camera nelle liste di Forza Italia-Berlusconi Presidente, e ripeto: questo provvedimento - che interessa soprattutto persone anziane, pensionate o non pensionate, perché la sanità, o meglio la mancanza di sanità, riguarda soprattutto gli anziani - è invece burocratico. Non vedo e non ho letto nulla che riguarda il miglioramento delle strutture sanitarie nel concreto.

PRESIDENTE. Concluda.

CARLO FATUZZO (FI). Per questo motivo, io voterò contro questo provvedimento. Viva i pensionati, pensionati, all'attacco.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Correzioni di forma – A.C. 1816-A)

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire, ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento, la presidente della XII Commissione, deputata Marialucia Lorefice. Ne ha facoltà.

MARIALUCIA LOREFICE, Presidente della XII Commissione. Presidente, a nome del Comitato dei nove, ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento, propongo le seguenti correzioni di forma riferite agli articoli del decreto-legge:

all'articolo 2:

al comma 1, primo periodo, dopo le parole: “1° ottobre 2007, n. 159” sono inserite le seguenti: “convertito, con modificazioni, dalla legge 29 novembre 2007, n. 222”;

all'articolo 3:

al comma 6-bis, terzo periodo, le parole: “trenta giorni dalla visita ispettiva di cui al presente comma” sono sostituite dalle seguenti: “trenta giorni da ciascuna visita ispettiva”;

al comma 9, le parole: “nel presente decreto” sono sostituite dalle seguenti: “del presente decreto”;

all'articolo 8:

al comma 1, le parole: “Agenzia per i servizi sanitari regionali (AGENAS)” sono sostituite dalle seguenti: “Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS)”;

All'articolo 11:

al comma 1, secondo periodo, le parole: “decreto legislativo 27 maggio 2017, n. 75” sono sostituite dalle seguenti: “decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75”;

al comma 4-quater le parole: “e in possesso dei seguenti ulteriori requisiti” sono sostituite dalle seguenti: “e, specificamente, in possesso dei seguenti requisiti”;

all'articolo 12:

al comma 3, dopo le parole: “, in relazione al corso 2020-2022” è inserito il seguente segno di interpunzione: “,”;

al comma 4, lettera b), le parole: “possono prevedere limitazioni del massimale degli assistiti in carico, ovvero” sono sostituite dalle seguenti: “possono prevedere limitazioni del massimale di assistiti in carico ovvero”;

al comma 6, lettera a), le parole: “sulla base di accordi regionali e aziendali” sono sostituite dalle seguenti: “sulla base di accordi regionali o aziendali”.

PRESIDENTE. Ricordo che i presidenti di gruppo hanno avuto comunque copia di queste correzioni formali.

Se non vi sono obiezioni, le proposte di correzione di forma avanzate dalla presidente della Commissione s'intendono accolte dall'Assemblea.

(Così rimane stabilito).

(Coordinamento formale - A.C. 1816-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1816-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1816-A: “Conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 35, recante misure emergenziali per il servizio sanitario della Regione Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 73) (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Massimo Enrico Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (M5S). Presidente, le ricordo che le avevo detto che avevo rinunciato…

PRESIDENTE. Chiedo scusa.

Ha chiesto di parlare il deputato Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Presidente, in quest'Aula 95 anni fa pronunciò il suo ultimo discorso Giacomo Matteotti. Io credo sia doveroso, essendo qui, e per me è davvero emozionante pensare che da uno di questi banchi, non so quale - … quello? Grazie - un uomo ha fatto un discorso che dopo dieci giorni lo ha portato ad essere sequestrato e ad essere ucciso. Noi tutti veniamo in quest'Aula quotidianamente, con ardore, con fatica. Quell'uomo è venuto e ha pronunciato un discorso che è stata la sua condanna a morte. Un fascista venne contro di lui e gli disse: “Ora finalmente faremo quello che dobbiamo fare” e lui disse: “Fareste solamente il vostro lavoro”.

Probabilmente l'ultima sua frase in quest'Aula è stata questa: ad un compagno di partito che gli fece i complimenti per il suo discorso, lui disse: “Io il mio discorso l'ho fatto: ora sta a voi fare il mio discorso funebre”. Ebbe come ultimo gesto, quando da quella macchina lo sequestrarono, quello di lanciare fuori il tesserino da parlamentare, il tesserino che tutti noi abbiamo in tasca, e credo che nel rivederlo domani, dopodomani, la prossima settimana, quando rientreremo in quest'Aula e lo metteremo lì, rivolgeremo un pensiero ad una persona che come ultimo, estremo gesto per lasciare la propria traccia ha fatto questo. Quindi questo è un ricordo di una grande persona (Applausi - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, utilizzo questo strumento per portare alla vostra attenzione l'appello che nasce dalla Sardegna, dalla mia isola. È difficile spiegare a chi non è sardo l'amore che abbiamo per la nostra terra: sì, siamo italiani, l'Italia è la nostra patria, ma la Sardegna è la nostra terra.

E le recenti elezioni europee hanno mostrato l'ennesima discriminazione. Noi alle elezioni europee dobbiamo competere con la Sicilia: milioni di abitanti contro un milione e mezzo. Non ci sono trasporti che permettano una campagna elettorale reciproca: i siciliani non vengono in Sardegna, i sardi non possono andare in Sicilia. È un confronto impari, che ci vede sempre soccombere, perché anche se andassero tutti i sardi, divisi negli schieramenti, non riuscirebbero. Testimonianza ne è anche la scelta del PD, che ha candidato un non sardo in Sardegna - eletto grazie ai voti dei sardi e che ha optato di farsi eleggere in Sardegna - negando il risultato al proprio esponente.

Il problema è sentito. Ho presentato una proposta di legge, ci proviamo ad ogni legislatura a far togliere questa discriminazione, che non esiste in Corsica e nelle altre isole del Mediterraneo. Noi siamo sardi e abbiamo diritto di essere rappresentati in Europa. Non vale il principio che forse chi c'era prima di noi in quelle poltrone non è stato efficace nel rivendicare determinati diritti: lì si decide la zona franca per la Sardegna, si decide la materia dei trasporti e la materia dell'agroalimentare.

Noi sardi abbiamo sacrificato la vita per costruire l'Italia e adesso l'Italia ci deve riconoscere un diritto come i francesi lo riconoscono al popolo corso, come gli spagnoli lo riconoscono alle altre isole. Siamo un'isola e spero che le istituzioni si attivino ed utilizzo questo strumento e utilizzerò tutti gli strumenti parlamentari per rivendicare il diritto dei sardi ad avere un collegio unico ed eleggere i propri rappresentanti con indipendenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 31 maggio 2019 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 20,40.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 i deputati Bisa, De Angelis e Tateo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 5 il deputato Olgiati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 2 i deputati Alessandro Pagano, Terzoni e Tateo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 3 la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 5 e 6 il deputato Zicchieri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 6 i deputati Davide Aiello, Valbusa e Murelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 6 la deputata Ciampi ha segnalato che segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 13 i deputati Ziello e Tiramani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 14 il deputato Cannizzaro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n.14 il deputato Tiramani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 20 il deputato Fusacchia ha segnalato che non è riuscito a votare;

nelle votazioni dalla n. 7 alla n. 19 il deputato De Filippo ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 22 i deputati Marrocco e Vinci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 23 i deputati Emiliozzi e Vinci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 24 il deputato Vinci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 25 il deputato Scalfarotto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 29 il deputato Massimo Enrico Baroni ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nelle votazioni dalla n. 35 alla n. 40 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 40 il deputato D'Alessandro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 42 il deputato De Filippo ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 47 la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 67 il deputato Comencini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 70 la deputata Ciampi ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 1816-A - em. 3.33 377 377 0 189 146 231 82 Resp.
2 Nominale em. 3.13 380 380 0 191 69 311 82 Resp.
3 Nominale em. 3.6 391 311 80 156 73 238 81 Resp.
4 Nominale em. 3.23 391 391 0 196 76 315 80 Resp.
5 Nominale em. 3.1, 3.103 411 411 0 206 173 238 77 Resp.
6 Nominale em. 3.28 424 412 12 207 165 247 77 Resp.
7 Nominale em. 5.3, 5.6 427 427 0 214 182 245 77 Resp.
8 Nominale em. 5.100 418 418 0 210 178 240 77 Resp.
9 Nominale em. 5.101 428 336 92 169 91 245 77 Resp.
10 Nominale em. 5.7 429 429 0 215 186 243 77 Resp.
11 Nominale em. 5.8 439 438 1 220 192 246 77 Resp.
12 Nominale em. 5.5 442 442 0 222 97 345 77 Resp.
13 Nominale em. 5.1, 5.9 433 432 1 217 183 249 76 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 6.2, 6.16, 6.102 440 440 0 221 184 256 76 Resp.
15 Nominale em. 6.11 447 447 0 224 97 350 75 Resp.
16 Nominale em. 6.10 442 442 0 222 186 256 75 Resp.
17 Nominale em. 6.20 451 451 0 226 92 359 75 Resp.
18 Nominale em. 6.5 449 448 1 225 191 257 75 Resp.
19 Nominale em. 6.103 450 450 0 226 194 256 75 Resp.
20 Nominale em. 6.4 441 441 0 221 185 256 75 Resp.
21 Nominale em. 6.13 453 453 0 227 94 359 75 Resp.
22 Nominale em. 3.4 rif, 3.34 rif., 3.15, 3.29 428 428 0 215 428 0 79 Appr.
23 Nominale em. 3.14, 3.106 428 428 0 215 339 89 78 Appr.
24 Nominale em. 3.7 428 403 25 202 161 242 78 Resp.
25 Nominale em. 3.37 432 431 1 216 431 0 78 Appr.
26 Nominale em. 3.300 381 294 87 148 294 0 75 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 3.101 381 381 0 191 139 242 75 Resp.
28 Nominale em. 3.17, 3.107 378 295 83 148 295 0 74 Appr.
29 Nominale em. 3.18, 3.20 381 381 0 191 56 325 74 Resp.
30 Nominale em. 4.1 379 300 79 151 52 248 74 Resp.
31 Nominale subem. 0.4.100.1 rif. 381 381 0 191 381 0 74 Appr.
32 Nominale em. 4.100 rif. 384 333 51 167 251 82 74 Appr.
33 Nominale em. 6.17 382 331 51 166 87 244 74 Resp.
34 Nominale em. 6.100 382 361 21 181 119 242 74 Resp.
35 Nominale em. 6.6 384 383 1 192 383 0 74 Appr.
36 Nominale em. 6.101 384 383 1 192 139 244 74 Resp.
37 Nominale em. 6.7 386 386 0 194 140 246 74 Resp.
38 Nominale em. 6.18 385 385 0 193 140 245 74 Resp.
39 Nominale em. 6.12 380 358 22 180 33 325 74 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 6.14 376 376 0 189 53 323 74 Resp.
41 Nominale em. 6.8 384 384 0 193 54 330 74 Resp.
42 Nominale em. 6.15 380 294 86 148 53 241 74 Resp.
43 Nominale em. 6.104 379 379 0 190 54 325 74 Resp.
44 Nominale em. 6.1, 6.19 383 383 0 192 141 242 74 Resp.
45 Nominale em. 7.100 386 357 29 179 357 0 74 Appr.
46 Nominale em. 11.201 382 380 2 191 295 85 73 Appr.
47 Nominale em. 11.14, 11.2, 11.102 385 385 0 193 140 245 73 Resp.
48 Nominale em. 11.10 376 376 0 189 138 238 73 Resp.
49 Nominale em. 11.108 382 382 0 192 143 239 73 Resp.
50 Nominale em. 11.200 388 388 0 195 388 0 72 Appr.
51 Nominale art. agg. 11.060 383 383 0 192 141 242 72 Resp.
52 Nominale em. 12.20 389 389 0 195 143 246 72 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale subem. 0.12.200.1 394 285 109 143 285 0 72 Appr.
54 Nominale em. 12.200 391 252 139 127 252 0 72 Appr.
55 Nominale em. 12.104 389 388 1 195 142 246 72 Resp.
56 Nominale em. 12.105 391 390 1 196 144 246 72 Resp.
57 Nominale em. 12.22 384 384 0 193 141 243 72 Resp.
58 Nominale em. 12.102 380 380 0 191 139 241 72 Resp.
59 Nominale em. 12.25 385 365 20 183 122 243 72 Resp.
60 Nominale em. 12.100 388 388 0 195 57 331 72 Resp.
61 Nominale em. 12.27 390 341 49 171 95 246 72 Resp.
62 Nominale em. 12.38 385 336 49 169 91 245 72 Resp.
63 Nominale em. 12.36 378 332 46 167 90 242 72 Resp.
64 Nominale art. agg. 12.0101 377 355 22 178 114 241 72 Resp.
65 Nominale art. agg. 12.0102 370 370 0 186 132 238 72 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 73)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale art. agg. 12.0103 377 377 0 189 134 243 72 Resp.
67 Nominale em. 13.102 375 375 0 188 137 238 72 Resp.
68 Nominale em. 13.300 382 296 86 149 252 44 72 Appr.
69 Nominale em. 13.52 382 336 46 169 90 246 72 Resp.
70 Nominale em. 14.300 376 249 127 125 249 0 72 Appr.
71 Nominale odg 9/1816-A/11 369 287 82 144 50 237 72 Resp.
72 Nominale odg 9/1816-A/16 365 294 71 148 50 244 72 Resp.
73 Nominale Ddl 1816-A - voto finale 316 316 0 159 240 76 69 Appr.