Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 175 di martedì 14 maggio 2019

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 10,35.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

SILVANA ANDREINA COMAROLI , Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Battelli, Benvenuto, Bitonci, Bonafede, Claudio Borghi, Brescia, Businarolo, Colletti, Cominardi, D'Incà, D'Uva, Delrio, Di Stefano, Fantinati, Gregorio Fontana, Fraccaro, Frusone, Fusacchia, Gallinella, Gallo, Giaccone, Giachetti, Grande, Grillo, Guerini, Invernizzi, Liuni, Molinari, Rizzo, Ruocco, Spadafora, Tofalo, Vacca, Valente, Vignaroli, Villarosa, Vitiello e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,39).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo, pertanto, la seduta che riprenderà alle ore 11,05.

La seduta, sospesa alle 10,40, è ripresa alle 11,05.

Seguito della discussione della proposta di legge: Ruocco ed altri: Disposizioni per la semplificazione fiscale, il sostegno delle attività economiche e delle famiglie e il contrasto dell'evasione fiscale (A.C. 1074-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 1074-A: Disposizioni per la semplificazione fiscale, il sostegno delle attività economiche e delle famiglie e il contrasto dell'evasione fiscale.

Colleghi, chiedo scusa! Deputato Sisto, deputato Marattin…

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per il seguito dell'esame è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (Vedi calendario).

Ricordo che nella seduta del 15 aprile si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge, nel testo della Commissione.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Avverto che, fuori dalla seduta, sono stati ritirati gli articoli aggiuntivi Trano 6.0101 e 33.0102, Corda 24.0120, nonché tutte le proposte emendative a prima firma di deputati del gruppo Forza Italia, ad eccezione degli emendamenti D'Ettore 13.101 e Mandelli 29.201.

Avverto, inoltre, che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili in sede referente: Pastorino 15.0112, 20.0103, 22.0100, 34.0100, 34.0101, 34.0102, 34.0104, 34.0105, 34.0106 e 34.0107; Ungaro 19.98 e 19.99; Fragomeli 20.0107.

Avverto, infine, che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 89, comma 1, del Regolamento, gli identici emendamenti Gadda 23.0102 e Caretta 23.0104, in quanto estranei rispetto ai contenuti del provvedimento e non previamente presentati in sede referente, che prevedono la possibilità di iscrivere alla gestione previdenziale ed assistenziale per l'agricoltura i figli dell'imprenditore agricolo che prestino il proprio lavoro nell'impresa del genitore.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Per chi si fosse distratto, ricordo che stiamo votando l'articolo e non l'emendamento, non ci sono pareri. Possiamo chiudere, è la prima votazione e, quindi, ci siamo presi un po' di tempo in più.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Salutiamo alunni e insegnanti della scuola statale “Orazio Flacco” di Carosino, in provincia di Taranto, che sono qui in tribuna ad assistere ai nostri lavori (Applausi).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

CARLA RUOCCO, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 2.200 Fregolent e 2.103 Marco Di Maio.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.200 Fregolent.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (PD). Grazie, signor Presidente. Questa proposta di legge ha come tema le semplificazioni, e non si può semplificare a costo zero, qualcuno deve essere scontento. Se si vuole semplificare senza togliere alcune competenze a quelli che sono dei seri professionisti, dubito che noi in questo Paese arriveremo mai ad una vera e propria semplificazione.

Con questo emendamento il Partito Democratico presentava la possibilità di fare una dichiarazione precompilata sull'IVA. L'Agenzia delle entrate prevedeva una bozza, che dava al contribuente, il quale aveva un tempo per apportare le modifiche, e così la procedura si sarebbe completata.

Lo so che questo emendamento non è gradito ad alcune categorie di professionisti, ma, ripeto, bisogna capire se vogliamo semplificare, come abbiamo fatto noi nella passata legislatura; qualcuno si può anche scontentare.

PRESIDENTE. Chiedo conferma del fatto che il deputato Di Maio intenda intervenire sull'emendamento successivo: giusto.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.200 Fregolent, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Salutiamo studenti e insegnanti dell'Istituto comprensivo di Palombara Sabina, in provincia di Roma, che sono arrivati da poco in tribuna per assistere ai nostri lavori (Applausi).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.103 Marco Di Maio.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (PD). Grazie, Presidente. Intervengo per sensibilizzare la maggioranza e quest'Aula sull'opportunità di modificare il parere a questo emendamento, perché è un emendamento con il quale noi chiediamo di dimezzare, sostanzialmente, la ritenuta che oggi il sistema bancario applica su tutti i bonifici che implicano delle detrazioni fiscali. Oggi c'è una trattenuta dell'8 per cento, noi proponiamo di portarla al 4. È una misura che sarebbe sicuramente apprezzata dai consumatori e dalle imprese perché intanto, ovviamente, lascerebbe una maggiore redditività a entrambi, ma soprattutto i settori economici che beneficiano di queste detrazioni, che operano in settori che prevedono queste detrazioni, si stima abbiano una redditività attorno al 10 per cento. Se noi applichiamo una detrazione dell'8 per cento è come se chiedessimo in anticipo alle imprese l'80 per cento della propria redditività, il che, capite bene, è insostenibile, soprattutto in un momento in cui purtroppo, grazie anche o per colpa di questo Governo, delle azioni di politica economica che questo Governo sta portando avanti, i fatturati sono in calo. Quindi, approvare questo emendamento significherebbe dimezzare le detrazioni che le banche applicano ai bonifici, e quindi darebbe un sollievo all'economia sia lato imprese che lato consumatori. Quindi, in un decreto definito semplificazioni ci aspettiamo che le semplificazioni possano riguardare anche i minori costi che i cittadini e le imprese devono pagare sulle operazioni bancarie. Per cui, rinnovo la richiesta di modifica del parere e chiedo alla relatrice e alla maggioranza di ripensare alla linea che stanno prendendo su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.103 Marco Di Maio, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Presidente, parere favorevole sull'emendamento 3.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Parere conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 4.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Parere conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Deputata Ruocco, cortesemente può esprimere il parere della Commissione anche sull'articolo aggiuntivo 4.0100 Lollobrigida?

CARLA RUOCCO, Relatrice. Parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Parere conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione dell'articolo 4.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie mille, Presidente. Io intervengo perché siamo sinceramente dispiaciuti…

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, deputato Osnato. Stiamo esaminando l'articolo 4 e non l'articolo aggiuntivo 4.0100 Lollobrigida.

MARCO OSNATO (FDI). Io ho chiesto di parlare sull'articolo 4…

PRESIDENTE. Perfetto.

MARCO OSNATO (FDI). …in riferimento a un emendamento che noi avremmo però voluto votare positivamente…

PRESIDENTE. Prego.

MARCO OSNATO (FDI). …che era a firma, peraltro, dell'onorevole Lollobrigida, mio e del collega Acquaroli e che, a nostro modo di vedere, inspiegabilmente viene ostacolato dal Governo e dalla maggioranza, perché vede, in questo emendamento noi chiedevamo con molta semplicità che il credito d'imposta derivante dalla cessione del bonus energetico, già previsto nella nostra normativa, potesse essere ampliato anche a istituti finanziari, questo perché evidentemente esiste un mercato importante che riguarda questo tipo di crediti per un'economia importante come quella del mondo edilizio che sta lavorando molto sul tema del bonus energetico e avrebbe potuto aprire nuovi mercati proprio per tante realtà tipo le amministrazioni condominiali e, quindi, un ambito che interviene in modo importante sulle attività previste dalle imprese edilizie come, per esempio, le spese di ristrutturazione edilizia. Quindi, crediamo che sia assolutamente inspiegabile questa attività ostativa da parte della maggioranza e del Governo. Credevamo che questo Paese avesse bisogno di far riprendere un mercato importante come questo in un momento in cui si cerca di uscire da una crisi.

Per cui, non voteremo, ovviamente, a favore di questo articolo e siamo molto perplessi per questa scelta che peraltro contraddice quanto leggiamo in ogni titolo di provvedimento proposto da questa maggioranza come crescita, semplificazione, dignità e quant'altro e poi quando c'è da andare sul concreto non vediamo molte di queste intenzioni confermate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.0100 Lollobrigida, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione sull'emendamento 6.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

CARLA RUOCCO, Relatrice. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 6.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Il Governo esprime parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione sugli emendamenti riferiti all'articolo 7.

CARLA RUOCCO, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 7.100 Fregolent, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 7.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Il Governo esprime parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.100 Fregolent.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (PD). Grazie, Presidente. Ci troviamo di fronte a una semplificazione effettiva del versamento dell'acconto mensile dell'IRAP dovuta dalle amministrazioni dello Stato. Ci lamentiamo sempre che i cittadini e gli imprenditori italiani impiegano più della metà dell'anno a fare pratiche burocratiche per il pagamento delle tasse. Se non arriviamo a trovare un modo vero ed effettivo per semplificare la portata di tali attività, non sappiamo che senso abbia approvare una proposta di legge dal titolo “Semplificazione” che, in realtà, non semplifica niente. Noi chiediamo al Governo di ripensarci, perché è un emendamento di buonsenso. Noi, come Partito Democratico, abbiamo presentato pochissimi e puntuali emendamenti con coperture effettive, tanto è vero che da parte della Commissione bilancio i nostri emendamenti non hanno subìto la falcidia che hanno avuto quelli di altri gruppi. Quindi, chiediamo veramente di venire incontro ai cittadini e chiediamo al Governo di ripensarci (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.100 Fregolent, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione sugli identici emendamenti soppressivi dell'articolo 10.

CARLA RUOCCO, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti soppressivi 10.100 Fragomeli e 10.101 Pastorino.

PRESIDENTE. Avverto che, poiché sono state presentate proposte emendative interamente soppressive dell'articolo 10, porrò in votazione il mantenimento di tale articolo.

Passiamo quindi ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 10.

Dichiaro aperta la votazione…

Chiedo scusa la votazione è sospesa… c'era una richiesta di intervento. Revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, Presidente ma il parere della relatrice appare un po' frettoloso nel senso che qui si parla di un decreto semplificazione invece l'articolo 10 che è stato introdotto mi pare ad aprile, perché prima non c'era, complica la vita dei comuni perché i nuovi termini per la presentazione delle dichiarazioni IMU-TASI, lo avevo già detto anche in altra discussione, comportano diversi effetti negativi connessi al rallentamento dell'esigibilità di somme oggetto di recupero e del processo di aggiornamento delle banche dati tributarie.

Quindi il primo effetto riguarda il ravvedimento operoso, i cui termini si allungano da giugno a dicembre, e quindi i comuni perdono il gettito relativo a questi sei mesi. Il secondo effetto…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, deputato Pastorino. È possibile osservare un po' di silenzio, per cortesia?

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Prego.

LUCA PASTORINO (LEU). Il secondo effetto è sui termini di accertamento per omessa dichiarazione, che con la modifica si riducono di sei mesi: nello specifico l'omessa dichiarazione 2018 oggi può essere contestata dal contribuente dal luglio 2019; con la nuova formulazione invece è obbligatorio attendere il 2020. Nel testo della Commissione bilancio io ho visto che c'è l'osservazione che può essere richiesta nei cinque anni, ma, per esigenze anche di praticità, veniva sicuramente meglio il termine del 30 giugno. Inoltre, prevedere come data di presentazione della dichiarazione il 31 dicembre non appare una semplificazione, dal momento che cade in un periodo dell'anno complicato per commercialisti, CAF, contribuenti e quant'altro. Quindi, insomma, il 30 giugno forse è il periodo migliore. Io invito quindi ad un ripensamento; magari lo accantoniamo un attimo, visto che sono mesi che stiamo su questo provvedimento e lo portiamo in Aula oggi per diverse vicissitudini che conosciamo. Chiedo quindi un accantonamento.

PRESIDENTE. Il parere della relatrice?

CARLA RUOCCO, Relatrice. Si vota.

PRESIDENTE. È contrario. Si può quindi intervenire uno a favore e uno contro rispetto alla proposta di accantonamento testé avanzata dal deputato Pastorino.

SILVIA FREGOLENT (PD). Chiedo di parlare a favore.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (PD). La dimostrazione che vogliamo portare il provvedimento a casa è il modo con il quale tutte le opposizioni, LeU, Fratelli d'Italia, Forza Italia e Partito Democratico, si sono attivate affinché questo provvedimento oggi fosse in Aula. Anzi, forse possiamo dirlo: al netto della caparbietà del sottosegretario qui presente, che è stato sempre al nostro fianco in questi giorni per portare a casa il provvedimento, e la caparbietà della presidente, non abbiamo visto molta volontà da parte del Governo di portare a casa questo provvedimento.

Le cose di buon senso dette dall'onorevole Pastorino fanno sì che bisogna capire solo che cosa vogliamo fare di questo provvedimento: se è effettivamente un provvedimento che semplifica la vita dei cittadini, delle pubbliche amministrazioni, delle imprese, o se rimane un titolo da cui è stata spolpata gran parte degli interventi, per volontà dello stesso Governo, per litigi all'interno della maggioranza, non dei gruppi, della maggioranza di Governo.

Io credo quindi che un accantonamento, visto che stiamo andando con una certa speditezza, un ripensamento da parte del Governo sarebbe d'uopo. Non tanto e non solo per la volontà delle opposizioni, ma per fare una bella figura, perché quando in questi giorni con il decreto-legge “crescita” arrivano le imprese e chiedono semplificazioni, e voi rispondete loro: tranquilli c'è l'atto Camera n. 1074; e poi le semplificazioni: tranquilli, c'è l'atto Camera n. 1074 ma nell'atto Camera n. 1074 non le trovano, la brutta figura la fate voi.

RAFFAELE TRANO (M5S). Chiedo di parlare contro.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (M5S). Presidente, qui praticamente stiamo attribuendo una facoltà aggiuntiva ai contribuenti, di presentare questa dichiarazione nel termine del 31 dicembre. Sostanzialmente allarghiamo questo termine, e non è preclusa la possibilità quindi di presentare precedentemente la dichiarazione: è soltanto un'estensione, un allargamento temporale che non crea alcun problema di sorta neanche per le amministrazioni comunali. Vorrei ricordare che noi abbiamo tenuto conto di tante istanze da parte delle opposizioni; siamo pertanto convinti che siamo nella giusta strada appunto per dare una facoltà maggiore a tutti i contribuenti italiani.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, sulla proposta di accantonamento degli identici emendamenti 10.100 Fragomeli e 10.101 Pastorino.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 77 voti di differenza.

Passiamo dunque alla votazione del mantenimento dell'articolo 10.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fragomeli. Ne ha facoltà.

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Presidente, questa potremmo annoverarla tra le cosiddette false semplificazioni, nel senso che ci avete abituato in questo periodo come Governo ad occuparvi giustamente delle persone in difficoltà, della pace fiscale, di un intervento quindi agevolativo rispetto alle tasse. Io non voglio aprire una diatriba tra i contribuenti onesti e gli evasori, ma voglio parlare di una categoria degli italiani che in questo momento questo Governo non contempla, che sono i buoni contribuenti. I buoni contribuenti sono quelli che, a differenza di quello che si scrive in questo articolo (e la faccio semplice per farla capire a tutti), se compiono un intervento sulla loro casa e la modificano perché la ristrutturano nel 2018, hanno fretta nel 2019 di regolarizzare il loro rapporto col fisco, perché se la casa non è più di 100 metri quadri ma è di 110 metri quadri ha un'altra rendita, ha un altro valore su cui si pagano le tasse.

Ebbene, i cittadini italiani onesti e buoni contribuenti non vedono l'ora di poter chiarire la loro posizione col fisco, dichiarare quanto è la loro casa, quanto devono versare e, come prevede la legge, versare una quota a giugno o a dicembre; perché questa norma non cambia il versamento: cambia la possibilità di dichiarare una modifica rispetto alla propria abitazione. Ebbene, secondo noi è sbagliato da questo punto di vista spostare il tema, perché allontaniamo il momento in cui il cittadino deve regolarizzare una sua situazione rispetto appunto alla norma. Quindi secondo me è sbagliato, dovremmo mantenerla a giugno, in modo da consentire da questo punto di vista il prima possibile… Perché, torno a dire, se io modifico entro dicembre di un anno la mia abitazione e voglio regolarizzarla entro giugno, quindi non sfasando il tempo della regolarizzazione, sono anche più contento se sono un buon contribuente. Ma la cosa vera si può riverberare anche sul versamento, perché se io dichiaro appunto a giugno e poi entro dicembre completo il pagamento, non ho bisogno neanche di un ravvedimento operoso sull'annualità successiva, perché è chiaro che se ho tempo entro il 31 dicembre di regolarizzare la mia dichiarazione legata all'anno precedente, è chiaro che sforerò poi nell'anno successivo per i pagamenti. Nulla di male: un ravvedimento operoso minimo, verserò quello che dovrò versare, ma sono in un altro anno di competenza.

Quindi oggettivamente, sia in termini di dichiarazione sia in termini di versamento non capiamo la bontà di questo procedimento. E per una volta, occupiamoci di chi col fisco vuole avere un rapporto regolare, puntuale, non perdersi in mezzo alle scadenze, perché uno dei temi di semplificazione che dovremmo avere in questo Paese è semplificare anche in termini di scadenze: non allungarle, non procrastinarle, perché c'è gente che vuole fare il suo dovere civico di pagare le tasse e non perdersi tra 200 scadenze, che poi non capisce più nulla. Quindi per una volta avevamo un sistema sulla Tasi e sull'IMU ben strutturato: non modifichiamolo, diamo la possibilità a metà anno di sistemare il proprio rapporto col fisco e di pagarlo.

Questa è semplificazione; quella che leggiamo in questo articolo ci sembra una falsa semplificazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Se non ci sono richieste di intervento, passiamo ai voti.

Prima abbiamo dimenticato di chiederlo, ma se ci sono notizie contrarie, ci avvisi, sottosegretario Bitonci: prendo atto che il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice. Si vota il mantenimento dell'articolo 10, quindi, con parere favorevole.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 10.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Salutiamo il consiglio comunale dei ragazzi di Martellago, in provincia di Venezia, che stanno assistendo, in tribuna, ai nostri lavori e li ringraziamo per questo (Applausi).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 10.0100 Fragomeli.

Deputata Ruocco, qual è il parere della Commissione?

CARLA RUOCCO, Relatrice. Contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Conforme al relatore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fragomeli. Ne ha facoltà.

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Velocemente, su questo tema importante della nuova IMU. Ormai, anche in altri provvedimenti, non ultimo nel decreto “crescita” vediamo, giustamente, che si attribuisce una giusta importanza all'aumento della deducibilità dell'IMU rispetto ad alcune categorie di immobili. È chiaro che nello stesso articolato di questa legge vediamo una semplificazione della TASI sempre su alcune tipologie di immobili, sugli immobili-merce.

Quindi, a questo punto, nasce sempre di più l'esigenza di pensare a una riforma dell'IMU che contempli anche la TASI sulla medesima tipologia di immobili. Cosa intendo dire? Intendo dire che se la base imponibile è la stessa, se le modalità sono le stesse, perché fare due F24, perché mandare due imposte sul medesimo immobile? Ormai, è chiaro perché, lo ribadisco, ci potrebbe essere, su un determinato immobile una quota di IMU ad aliquota standard e una quota aggiuntiva introdotta di TASI, che non cambia niente sul versamento da parte del cittadino o dell'impresa, perché verserebbe comunque 100, magari, con un F24, 60 e, con un altro, 40; quindi, siamo ormai in dirittura d'arrivo, da questo punto di vista, elevando anche la deducibilità che era una sostanziale differenza tra il tributo IMU e il tributo TASI. C'era una sostanziale differenza; elevando anche questa, perché vi ricordo che la TASI ha una deducibilità, in quanto tributo sui servizi, al 100 per cento che, a regime, nel decreto “crescita” si vuole portare al 70, penso che ormai le condizioni ci siano tutte per pensare che una semplificazione in Italia contempli anche la fusione tra l'IMU e la TASI (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.0100 Fragomeli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (PD). Grazie, Presidente. Volevo dichiarare il voto favorevole, su questo articolo, del mio gruppo e motivarne le ragioni. Questo articolo riguarda gli ISA, gli indici di affidabilità fiscale e noi apprezziamo che in questo provvedimento non si proceda all'eliminazione degli ISA, che era stata paventata più volte da esponenti del Governo, soprattutto della Lega, e dal Ministro Matteo Salvini stesso. Quindi, siamo molto ben felici di ciò che si fa con questo articolo, ossia si effettua una cura dimagrante sui dati che devono essere inseriti e, invece, non si procede a una eliminazione che sarebbe costata oltre 2 miliardi di euro. Volevo un attimo approfittare del tempo a disposizione per spiegare cosa sono questi ISA; mentre con l'articolo non si dovranno, ai fini ISA, ridare i dati già in possesso dell'amministrazione finanziaria, è giusto ricordare che questi ISA sono stati introdotti dal Governo Gentiloni, appunto, per migliorare e sostituire gli studi di settore, che erano stati giudicati dalle parti sociali non più adatti per l'accertamento fiscale. Con gli ISA si passa da una logica repressiva a una logica premiale; infatti, mentre il sistema degli studi di settore era imperniato sulla possibilità di effettuare accertamenti presuntivi sulla stima dei ricavi, il nuovo sistema tiene conto di una pluralità di indicatori, consentendo ai contribuenti più affidabili, appunto, di accedere a un regime premiale, a un regime che comporta tempi di accertamento più brevi, l'esclusione da accertamenti sintetici e presuntivi, procedure semplificate per i rimborsi e la compensazione dei crediti d'imposta; tutto questo in coerenza con le raccomandazioni dell'OCSE e del Fondo monetario internazionale. Quindi, tutto ciò aiuta il nostro Paese a creare un sistema fiscale più neutrale e anche più efficiente.

Vorrei anche ricordare qualche dato importante; secondo quanto riportato dal rapporto sui risultati conseguiti in materia di contrasto all'evasione, allegato alla Nota del DEF 2018, c'è stato un recupero della riscossione pari a 20 miliardi di euro, di cui 1,3 miliardi provenienti solamente da versamenti spontanei. Tutta l'idea dietro il meccanismo degli ISA è, appunto, quella di incentivare i versamenti spontanei. Quindi, noi apprezziamo che il Governo non li abbia sostituiti e voteremo a favore di questo articolo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

CARLA RUOCCO, Relatrice. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 12.400; sull'emendamento 12.200 Fregolent il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Parere conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.400 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 12)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 12.200 Fregolent.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (PD). Presidente, questo articolo estende i termini di validità della DSU, la dichiarazione sostituiva unica. con il nostro emendamento vogliamo reiterare la possibilità, per chi richiede la prestazione sociale, di dare un nuovo ISEE più corretto con il reddito percepito. Questo per venire incontro a chi perde il lavoro e appunto diventa disoccupato tutto d'un tratto, affinché abbia la possibilità di aggiornare i dati forniti con la DSU e quindi l'ISEE possa essere cambiato a prescindere dall'estensione della validità della DSU.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.200 Fregolent, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Presidente, emendamento 13.100 D'Ettore, parere contrario…

PRESIDENTE. No, è ritirato.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Emendamento 13.101 D'Ettore, parere favorevole; emendamento 13.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Parere conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 13.101 D'Ettore. Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.101 D'Ettore, con il parere della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14, a cui è riferita un'unica proposta emendativa, integralmente soppressiva, l'emendamento Trano 14.100 (Vedi l'allegato A).

Ai sensi dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento, si porrà quindi in votazione il mantenimento dell'articolo. Nessuno chiedendo di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere su tale proposta emendativa.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Parere conforme.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Presidente, la soppressione di questo articolo rende ancora più urgente che la data del 2 agosto, per l'entrata in vigore della riforma del Terzo settore, venga resa non vincolante o prorogata: è la richiesta che stanno facendo tutte le associazioni del Terzo settore. Invece, la richiesta di vedere inserite delle agevolazioni fiscali per le bande musicali si sposta al “decreto crescita”, lì noi ci aspettiamo che dalle parole si passi ai fatti.

PRESIDENTE. Ricordo che la relatrice e il rappresentante del Governo hanno espresso parere favorevole sull'emendamento Trano 14.100: chi intende sopprimere l'articolo, deve quindi votare contro il mantenimento; chi, invece, intende mantenerlo, deve votare a favore.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (PD). Presidente, in realtà noi abbiamo sperato fino all'ultimo che questo articolo 14 rimanesse. Come Partito Democratico, avevamo presentato degli emendamenti che nel frattempo si sono persi nelle varie letture, lo abbiamo fatto anche nella legge di bilancio. Il Terzo settore aspetta con urgenza alcuni decreti attuativi per la buona riuscita di quella riforma che facemmo nella passata legislatura. All'inizio di questa legislatura, con la prima legge di bilancio, alla lettura della Camera, il Terzo settore ha avuto un incremento fiscale che non si aspettavano, per fortuna poi corretto al Senato, ma in questo momento il Terzo settore ha bisogno di certezze, e noi vedevamo, con questo articolo 14, un elemento a favore. Noi ci appelliamo affinché, come ha ricordato la collega, si metta mano a questa materia. Noi speravamo di farlo già con questo articolo, quindi ci appelliamo al Governo affinché ci ripensi a dare il parere favorevole a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Presidente, faccio mie le parole della collega Fregolent e dell'altra collega che mi ha preceduto. Aggiungo solo una cosa: questo articolo è l'ennesimo articolo che è stato stralciato da un testo originario che da agosto a oggi ha visto rovesciare completamente gli argomenti, eliminare pezzi. Lo dico anche per il nostro lavoro, quindi per la mortificazione del lavoro di tanti mesi, perché oggi portiamo in votazione, sostanzialmente tutti d'accordo, seppur con sfumature diverse, un testo che è molto vuoto, che di semplificazioni ne ha veramente poche.

Questa parte, ovvero l'articolo 14, era comunque una parte qualificante sulla quale c'era una certa aspettativa, una certa attesa, lo troveremo nel “decreto crescita” - bene -, però, in ragione dei nei mesi passati comunque a discutere in maniera assolutamente costruttiva all'interno della Commissione e anche fuori. Io credo che questo sia un po' un piccolo schiaffo alla nostra relazione costruttiva, lungimirante, e quindi mi premeva sottolinearlo. Quindi, mi associo all'invito ad un'ulteriore riflessione, in modo tale che possa essere mantenuto il testo dell'articolo 14.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (PD). Sì, Presidente. Mi ricollego alle parole dei colleghi, cioè non si capisce bene perché la maggioranza intenda sopprimere questo articolo, che è stato aggiunto in sede referente e andava a modificare l'articolo 89 del codice del Terzo settore appunto per inserire le associazioni con fini assistenziali tra gli enti associativi non commerciali ai fini delle imposte sui redditi. Quindi, vorrei un attimo chiedere, se possibile, alla maggioranza e al Governo una spiegazione del perché una norma che era così importante e che vedeva il nostro favore viene soppressa adesso in Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Credo che non sia usuale un parere favorevole a un soppressivo di un intero articolo. Chiederei alla relatrice, io credo ovviamente per coloro i quali non fanno parte della Commissione, e sono la larga maggioranza di quest'Aula, di avere per lo meno le motivazioni per le quali si dichiara un voto favorevole a un soppressivo dell'intero articolo.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLA RUOCCO, Relatrice. L'argomento sarà trattato nel “decreto crescita”, quindi in maniera più dettagliata, pertanto lo sopprimiamo qui, per poi riaffrontarlo prontamente in un altro provvedimento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 14.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Desidero annunciare che il nostro collega Devis Dori è diventato padre del piccolo Pietro. I migliori auguri da parte della Presidenza e di tutta l'Assemblea al nostro collega, alla mamma e al nuovo arrivato (Applausi).

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Sull'emendamento 15.400 della Commissione il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione sugli articoli aggiuntivi 15.050 Fragomeli, 15.130 Pastorino.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Sull'articolo aggiuntivo 15.0114 Pastorino?

CARLA RUOCCO, Relatrice. Parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Sull'articolo aggiuntivo 15.0120 Pastorino?

CARLA RUOCCO, Relatrice. Parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Sull'articolo aggiuntivo 15.0113 Pastorino?

CARLA RUOCCO, Relatrice. Parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Sull'articolo aggiuntivo 15.0110 Pastorino?

CARLA RUOCCO, Relatrice. Parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.400 della Commissione, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15 nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 15.0130 Pastorino e 15.0150 Fragomeli, con il parere contrario della Commissione e del governo.

Dichiaro aperta la votazione. Revoco la votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fragomeli. Ne ha facoltà.

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Grazie, Presidente. Stiamo parlando della TARI, la cosiddetta tassa rifiuti che, forse ce ne dimentichiamo, è quella che garantisce il decoro e la pulizia delle nostre città ed è anche quella che, tendenzialmente, in quasi tutti i comuni italiani, rappresenta la terza entrata per un comune italiano perché, dopo l'IMU-TASI e dopo l'addizionale IRPEF, ci troviamo di fronte all'altra grande entrata, che è appunto la TARI.

Con questo emendamento, che va letto in combinato disposto con quello all'articolo 19, poniamo due questioni. La prima è un tema di autonomia, perché se questo emendamento non passa, da domani mattina i comuni italiani dovranno avere meno autonomia nel disciplinare le aliquote e i riferimenti alla tassa rifiuti e ci saranno alcune categorie di contribuenti che avranno degli aumenti esponenziali sulla tassa rifiuti. Negli scorsi anni abbiamo contenuto questo dando autonomia ai comuni di modificare i coefficienti per alcune tipologie di contribuenti; se non lo facciamo, ci sarà una maxi stangata sulla tassa rifiuti. Tuttavia, la cosa più grave di questa norma è legata al fatto che, con una modifica che si fa all'articolo 19, collegata, però, sempre alla disciplina della tassa TARI, noi ci troveremo di fronte al fatto che i comuni, che normalmente approvano all'inizio dell'anno il bilancio di previsione e prevedono quanto uno debba pagare di tassa rifiuti, prevedono una serie di rateizzazioni per agevolare il contribuente (quindi, se devo pagare 100, mi viene consentito di dilazionare magari in tre rate il pagamento, magari una ad aprile, una a settembre e una a dicembre). Cosa succederà? Succederà che fino a ottobre, quando sarà pubblicato sul sito del MEF l'effettiva disciplina della TARI e l'ammontare della TARI che il contribuente deve pagare, il comune non potrà più applicare la TARI dell'anno alle prime due rate, ma sarà costretto ad applicare la TARI dell'anno precedente. Quindi, cosa succede? Che io pagherò una prima rata sull'anno precedente, una seconda rata sull'anno precedente e, a dicembre, il famoso conguaglio. Quindi troveremo a Natale una grande sorpresa per gli italiani, che avranno la maxi rata sui rifiuti perché ci si dovrà adeguare alla nuova disposizione della TARI dell'anno perché, precedentemente, non lo si è potuto fare. Questo è un grande problema e se non faranno la maxi rata a dicembre, dovranno fare delle rate aggiuntive nell'anno successivo per i cittadini. Quindi, questo sta diventando un grosso problema che non si riverbera, poi, solo sulla TARI, ma su altre imposte perché vieta ai comuni di applicare, nel momento in cui approvano il bilancio di un anno, le tasse per come le hanno approvate, ma devono aspettare fine anno per adeguarle. È una cosa folle, che va contro l'autonomia comunale e che crea un grosso problema rispetto all'entrata anche sui flussi di cassa dei comuni. Quindi, non è comprensibile perché dobbiamo permettere a un comune di applicare quello che ha deliberato nel suo bilancio a inizio dell'anno, a dicembre. Stiamo riportando una situazione vetusta, negativa, per il contribuente italiano, che dovrà pagare a fine anno quello che poteva pagare in modo dilazionato durante l'anno: è incomprensibile! Tutto per una data inutile, che può essere mantenuta, di pubblicazione sul sito, ma che non fa prescindere la libertà e l'autonomia dei comuni di applicare da marzo o da aprile ai cittadini delle rateizzazioni su quella che è la tassa rifiuti: è inconcepibile! Quindi, non capiamo perché si insista in questa dicitura e si mantenga, quindi, l'obbligo di applicare la tassa dell'anno precedente, costringendo i comuni italiani ad applicare la beffa di un maxi conguaglio a fine anno: è incomprensibile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 15.0130 Pastorino e 15.0150 Fragomeli, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 15.0114 Pastorino, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 15.0120 Pastorino.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Devo dire che non comprendiamo le ragioni per le quali sia stato dato parere negativo a questo emendamento, che prova a chiarire una questione che nella vita dei comuni ha un'importanza significativa. Se si avvia una controversia nei confronti degli agenti della riscossione, questo emendamento propone che la commissione tributaria provinciale competente sia quella dove ha sede il soggetto attivo di imposta, cioè sostanzialmente il comune. Come voi sapete, colleghi, ci sono moltissime aziende, soggetti e agenti della riscossione che attuano la loro attività, svolgono la loro attività in tutta Italia.

È evidente, che da questo punto di vista, c'è un costo aggiuntivo da parte dei comuni quando si avvia la controversia perché si è costretti ad andare a quel punto nella sede del tribunale dove ha sede - chiedo scusa per la ripetizione - l'azienda stessa. Quindi, c'è una dispersione di risorse e di costi; viceversa, in questo caso si costringe, tra virgolette, gli agenti della riscossione ad andare nella commissione tributaria provinciale dove ha sede il comune. Da questo punto di vista, francamente non capisco perché dobbiamo fare un favore agli agenti della riscossione, che, al netto di quelli che lavorano correttamente, nel recente passato in molte occasioni ci sono stati casi di fallimenti e di sottrazione di risorse importanti ai comuni. Per tutti, la vicenda di Tributi Italia, che ha coinvolto quasi mille amministrazioni comunali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (PD). Signor Presidente, nel dire che chiederemo a Pastorino di poter sottoscrivere il suo emendamento, siamo arrivati a quasi metà della lettura del provvedimento e, anche per come si sono avviate le votazioni in Commissione, sono un po' confusa. Infatti, noi abbiamo assistito, un anno fa, ad una campagna elettorale contro l'Agenzia delle entrate e contro Equitalia. Noi non abbiamo mai demonizzato dei soggetti; abbiamo cercato, quando eravamo al Governo, di cambiarli. Qui ci troviamo di fronte ad agenti che riscuotono le tasse, quindi fanno il loro dovere. In caso di diatriba con gli enti locali chiediamo che il luogo dove si tiene la causa sia dove sia il comune. Noi non dobbiamo pensare che tutti i comuni sono Roma, Milano, Torino, dove hanno molti funzionari che possono anche permettersi di andare nei luoghi dove ci sono gli agenti riscossori. L'Italia è fatta di piccoli comuni, il cuore portante dell'Italia sono i piccoli comuni; e, in una fase dove dicevamo e invitavamo i piccoli comuni ad aggregarsi, spesso oggi hanno un unico segretario che se lo dividono in tre o quattro comuni, pensiamo ai comuni montani. Ora, noi, invece di andare incontro alle amministrazioni, andiamo incontro a quelli che voi, a parole - mi rivolgo soprattutto alla Lega, che è rappresentata qui dal sottosegretario -, avete demonizzato. Noi non abbiamo mai demonizzato nessuno, ma almeno venire incontro ai piccoli comuni ci sembrava d'uopo. Quindi, è per questo motivo che chiedo al collega Pastorino di poter sottoscrivere l'emendamento e, a nome del Partito Democratico, già preannuncio il voto favorevole all'emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Ringrazio la collega Fregolent, chiedo anche la sottoscrizione, da parte del nostro capogruppo Fornaro, e chiedo sostanzialmente un accantonamento, un ripensamento su questo emendamento. Questa è una serie di emendamenti che sono stati prodotti banalmente dall'Associazione nazionale dei comuni italiani, che mettono in evidenza questioni di normale pratica amministrativa, di agevolazione, di semplificazione per la vita dei comuni e degli amministratori locali. Almeno su questo chiederei al Governo e alla relatrice di ripensarci, di accantonarlo e poi, magari, da qui alla fine, esprimere un parere diverso da quello che è stato espresso prima.

PRESIDENTE. C'è una richiesta di accantonamento. Relatrice Ruocco?

CARLA RUOCCO, Relatrice. Respinta.

PRESIDENTE. Quindi, c'è una richiesta di accantonamento con il parere contrario del relatore.

Ha chiesto di intervenire a favore il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (PD). È un emendamento di buonsenso, senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, che viene incontro agli enti comunali. Come opposizione, ci stiamo comportando con interventi puntuali sugli emendamenti, senza fare ostruzionismo, come avete visto in queste ore, e questo è un emendamento di buon senso. Chiediamo alla maggioranza di prendersi un paio d'ore per riflettere, perché questo è un emendamento che viene veramente incontro alle esigenze dei comuni e, ripeto, non ci sono oneri per la finanza pubblica.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Lo accantoniamo.

PRESIDENTE. Quindi, è cambiato il parere. L'articolo aggiuntivo 15.0120 Pastorino viene accantonato.

Passiamo dunque all'articolo aggiuntivo 15.0113 Pastorino.

Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 15.0113 Pastorino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 15.0110 Pastorino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 16.200 Fregolent. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 16.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 16.200 Fregolent.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (PD). Grazie, signor Presidente. Questo emendamento, a leggerlo - a parte un italiano un po' complicato - è talmente generico che mi chiedo perché venga respinto dal Governo e dalla maggioranza. Noi chiediamo di facilitare e di ridurre gli adempimenti che i soggetti devono produrre per il pagamento delle tasse. Ci sembrava l'emendamento giusto nel posto giusto, visto che si parla di semplificazioni. Evidentemente, che questo provvedimento non semplifica lo dimostra proprio il fatto che bocciate un emendamento talmente generico - talmente generico! -, talmente ovvio e che va al cuore e al nucleo di questo provvedimento, emendamento che potevate fare vostro, emendarlo, modificarlo, ma accoglierlo. Dunque, veramente non si capisce il motivo della bocciatura.

E ritornando a quello che si è detto prima per quanto riguarda il Terzo settore, molti dei provvedimenti che sono contenuti in questo provvedimento sono stati fatti propri dalla legge di bilancio e da altri decreti. Se vi era un momento per capire e per far valere la centralità del Parlamento rispetto all'arroganza di un Governo che decreta e pone le fiducie, era proprio approvare così com'era e così com'era stato scritto questo provvedimento, che non è un provvedimento delle opposizioni, è un provvedimento della maggioranza a cui le opposizioni hanno dato un proprio contributo fattivo, come con questo emendamento, talmente generico che bocciarlo vuol dire che non si vuole semplificare effettivamente la vita dei cittadini e dei contribuenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.200 Fregolent, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 17.200 Fregolent, 17.201 Marco Di Maio e 17.202 Fragomeli.

La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 17.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Parere conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 17.200 Fregolent.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (PD). Presidente, intervengo per illustrare l'emendamento. Con questo articolo si introduce l'obbligo del contraddittorio e si mette mano anche allo statuto del contribuente. Noi chiediamo che, appunto, tra la data di notifica o dalla data di ricevimento e la scadenza delle osservazioni non possono decorrere meno di sessanta giorni, appunto per venire incontro al contribuente. Pensiamo che sia un emendamento di buon senso e se veramente l'obiettivo di questo provvedimento è quello della semplificazione fiscale allora dobbiamo essere dalla parte del contribuente. Quindi, questa è la sostanza dell'emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.200 Fregolent, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.201 Marco Di Maio, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 17.202 Fragomeli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fragomeli. Ne ha facoltà.

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Grazie, Presidente. Purtroppo rileviamo che continua un po' la mattanza sugli enti locali in particolare sulla questione dell'obbligo all'invito al contraddittorio: perché dico questo? Perché c'è una sostanziale differenza tra imposte erariali e imposte comunali. Innanzitutto perché su molte imposte erariali c'è una base imponibile complessa che cambia e quindi c'è la necessità di un confronto e, quindi, prima dell'accertamento, la necessità di confrontarsi con il contribuente e di verificare.

Quando parliamo di un tributo locale - prima abbiamo parlato della TARI - invitiamo un cittadino all'obbligo del contraddittorio sui metri quadri dell'abitazione? Invitiamo un cittadino su un tema come quello dell'IMU o della TASI rispetto alla rendita? Ma è chiaro che sono elementi cosiddetti deterministici e semplificati della base imponibile di alcune imposte locali che non necessitano assolutissimamente di un obbligo di invito al contraddittorio, perché altrimenti ci viene un dubbio ossia che, in un comune medio, questo più che uno strumento deflattivo diventa una pace bis, tris o qualcos'altro, cioè rende impossibile l'applicazione dell'uscita di un accertamento in un comune che magari deve mandar fuori venti inviti a presentarsi per temi che sono oggettivamente poco opinabili, perché stiamo parlando di basi imponibili che si riflettono su strumenti come quelli catastali su cui il cittadino o il comune non è che può diversificare le interpretazioni, perché se è un fabbricato C1 o se è C2 o se è una rendita di 100 o una rendita di 500 è scritto nel catasto. Chiamo il cittadino per dire che cosa? Premesso che ci sono già strumenti deflattivi nell'accertamento con adesione anche con gli enti locali, quindi, se io mi accorgo che c'è un tema di approfondimento nel rapporto e nella relazione con il contribuente dell'imposta locale, posso comunque azionare lo strumento di un incontro e quindi far comparire il cittadino per parlare e porre la sua questione, ma farlo in modo assoluto su tutti i tributi è una follia: si rischia di mettere a repentaglio il recupero dell'evasione fiscale negli enti locali. È un tema vero, è un tema importante che non va assolutissimamente sottovalutato. Quindi, da questo punto di vista, ci sono previsioni regolamentari dei comuni che eventualmente possono essere rafforzate sull'accertamento con adesione ma imporre l'obbligo di invito al contraddittorio per ogni singola imposta, per ogni singolo accertamento, torno a dire, di tributi e imposte che sono definiti al dettaglio, è un rallentamento oggettivo della politica antievasione degli enti locali e creerà sicuramente problemi molto seri. Quindi noi ribadiamo che più che su una materia di deflattivo rischia di essere una materia elusiva e contro il contrasto all'evasione fiscale e ribadiamo, quindi, che non si debba applicare alla maggior parte sicuramente a quasi tutti i tributi e imposte locali l'obbligo di invito al contraddittorio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.202 Fragomeli, con parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

(Esame dell'articolo 18 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

(Esame dell'articolo 19 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

CARLA RUOCCO, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti 19.100 Pella, 19.101 Pastorino e 19.200 Fragomeli; mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 19.300 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Il Governo esprime parere conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 19.101 Pastorino e 19.200 Fragomeli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie. Mi scuserete ma chiediamo un accantonamento anche sugli identici emendamenti in esame nel senso che, anche in questo caso, ci sono elementi di complicazione. Questo è un articolo che è comparso all'ultimo e presenta criticità che mi ero permesso già di segnalare in sede di Commissione. Quindi l'ANCI interviene con un emendamento che abbiamo fatto nostro in tre gruppi almeno. È un emendamento composito ma, per far capire, con la lettera b) si chiede l'eliminazione del comma 15-ter perché per l'imposta sulla pubblicità, la Tosap, e per la Tari la proposta di legge prevede che le delibere siano efficaci dalla data di pubblicazione sul sito informatico del MEF se pubblicate entro il 28 ottobre e inviate entro il 14 dello stesso mese; inoltre si prevede che per le scadenze di pagamento fissate prima del 1° dicembre debbano essere utilizzate le tariffe applicabili l'anno precedente. Insomma, cioè, non si capisce proprio la ratio di questo passaggio.

Ciò comporta, ad esempio, che per la TARI devono essere utilizzate le tariffe dell'anno precedente esponendo di fatto finanziariamente i comuni, perché le fatture del gestore si pagano con le entrate del tributo e pertanto gli eventuali aumenti dei costi del servizio di gestione e smaltimento rifiuti dovrebbero essere sostenuti dal comune con risorse della propria fiscalità generale, cosa che ritengo non si possa neanche fare, essendo l'aumento recuperabile dal contribuente solo con il conguaglio. Inoltre la necessità di assicurare l'accertabilità dell'entrata entro l'anno di riferimento creerebbe esigenze di conguaglio oggettivamente difficilmente gestibili nell'arco del mese di dicembre.

E poi questa formulazione - questo è un altro dato di fatto - non considera che alcuni tributi (la TOSAP per esempio, o l'imposta sulla pubblicità) non prevedono un versamento a conguaglio… Voglio dire, altrimenti la cambiamo, ma è così. E l'unica scadenza di pagamento è prevista al 31 gennaio di ciascun anno, per cui i contribuenti dovrebbero pagare in base alle tariffe dell'anno precedente, ed eventualmente rimandare all'anno successivo, al 31 gennaio dell'anno successivo, per un conguaglio, per un'eventuale modifica delle tariffe.

Questo allora è un emendamento veramente che porta non ad una semplificazione, ma al mantenimento di un sistema normale, che questo articolo 19 complica dal punto di vista dell'agibilità e delle tempistiche. Invito quindi a riflettere, come avevo già fatto in Commissione; non mi pare che ci siano costi aggiuntivi, perché si tratta di tenere tutto com'è, sostanzialmente, per cui rinnovo la mia richiesta di accantonamento.

PRESIDENTE. Vi è dunque una richiesta di accantonamento sugli identici emendamenti 19.101 Pastorino e 19.200 Fragomeli.

La relatrice?

CARLA RUOCCO, Relatrice. Respingiamo la richiesta.

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Chiedo di parlare a favore.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Io insisto, perché è un tema che adesso il collega Pastorino ha ben evidenziato, io l'ho fatto all'articolo 15 relativo alla Tari. Ma non è solo la Tari il problema: il problema si estende anche ad altri tributi locali, di cui non si vuole comprendere la difficoltà. In questo caso stiamo parlando dell'imposta di pubblicità e della TOSAP, la tassa di occupazione di spazio pubblico.

Forse non tutti sanno in quest'Aula come funziona un bilancio comunale e come funziona il pagamento delle tariffe comunali. Ci sono delle persone anche a Roma che occupano quotidianamente uno spazio pubblico, e all'inizio dell'anno, se lo occupano perennemente, pagano la TOSAP. Questi, se la pagano, ogni anno sanno che ci possono essere degli aumenti. La pagano - udite udite! - entro il mese di gennaio. Anche loro, nel caso in cui dovesse cambiare perché il comune nell'approvazione del bilancio di previsione modifica quella tariffa, si troveranno un conguaglio a dicembre (quindi è dopo ottobre) sia sul pagamento della TOSAP che delle imposte di pubblicità. Non si capisce perché… Se c'è l'intenzione nell'autonomia di un ente locale di modificare un'entrata per le motivazioni più varie di bilancio o meno, che questa venga subito recepita in bilancio e che il contribuente paghi quello che deve pagare, e non si trovi a rincorrere i pagamenti: qui più che semplificazioni stiamo introducendo il conguaglio del conguaglio! Il cittadino non dovrà trovarsi semplificato in una rata unica, ma dovrà avere più rate per pagare quello che avrebbe dovuto pagare all'inizio, con una rata giustamente definita dal comune nell'anno di competenza. Quindi è incomprensibile, oltre che per la Tari anche per l'imposta di pubblicità e per la TOSAP: ribadisco, ci sono tantissime persone che tutti gli anni pagano per quegli “x” metri quadri che occupano per la loro attività. Stiamo quindi andando a creare confusione anche alle imprese commerciali, piccoli esercizi che utilizzano dello spazio pubblico magari di fronte alla loro attività, che dovranno sicuramente effettuare un conguaglio, perché a gennaio non potranno pagare quanto stabilito dal bilancio dell'anno medesimo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Chiedo di parlare contro.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). In realtà non c'è nessun aggravio, perché intanto dipende da che cosa farà il comune, perché se il comune mantiene le stesse tariffe il problema non esiste: nel caso per esempio precedente della Tari, se si va verso una situazione virtuosa di aumento della raccolta differenziata le tariffe diminuiscono, e quindi questo ne ha solo un beneficio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento degli identici emendamenti 19.101 Pastorino e 19.200 Fragomeli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 140 voti di differenza.

Indìco quindi la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 19.101 Pastorino e 19.200 Fragomeli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

Passiamo alla votazione dell'articolo 14.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Presidente, oltre a preannunziare il voto contrario del mio gruppo, mi rivolgo per il suo tramite al collega Gusmeroli che anche ha fatto il sindaco, perché ha fatto un'osservazione che secondo me sottolinea e certifica il fatto che questa roba è un pasticcio. Perché, al di là del fatto che il comune può aumentare o non aumentare le tasse, nella questione specifica della Tari il collega ha detto: andiamo verso la maggiore percentuale di raccolta differenziata, quindi i costi dovrebbero comprimersi, quindi il problema non si pone. Ma se si va a leggere questo comma 15-ter, il problema si pone, nel senso che se il comune pubblica entro… Si prevede che per le scadenze di pagamento fissate ante 1° dicembre debbano essere utilizzate le tariffe applicabili l'anno precedente, ovvero l'anno in cui magari si paga di più perché la differenziata non è cresciuta. Questo va a vantaggio sicuramente del comune, non del cittadino, quindi alla rovescia. In qualsiasi modo la giri, o a danno del comune o a danno del contribuente, c'è un problema; che poi si materializza - lo dico anche a chi ha fatto o chi è sindaco - in una complicazione inutile per quanto riguarda i comuni.

Ripeto, nella prima fattispecie se il tributo aumenta è il contribuente che pagherà di meno, poi subirà un conguaglio; se invece il tributo diminuisce, succederà l'esatto contrario; ma capisce che questa è una cosa inspiegabile dal punto di vista della dell'opportunità di farlo. Io lo dico da ex amministratore, anzi da amministratore locale: una roba così complica soltanto le cose soprattutto ai piccoli comuni, ai comuni che hanno magari gli uffici finanziari composti da poche persone; e comunque confonde la vita in generale alle persone, in una materia comunque già complicata.

Invito quindi a votare in modo contrario, perché questo, ripeto, è un articolo che per i comuni e le persone, non solo per i comuni, è una roba che non si capisce veramente da dove inizia e dove finisce (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

(Esame dell'articolo 20 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Sull'emendamento 20.100 Fregolent, il parere è contrario. Sull'articolo aggiuntivo 20.0104 Fornaro, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 20.100 Fregolent.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (PD). Grazie, Presidente. Questo articolo introduce l'esenzione della TASI per gli immobili pronti alla vendita, però, l'articolo prevede che questa venga introdotta solo a partire dal 1° gennaio 2022 e, quindi, di nuovo, questo si conferma il Governo del rinvio, un Governo che promette e rinvia tutto, anche, qui, semplici, innocue, inoffensive norme fiscali che noi, appunto, con questo emendamento vogliamo anticipare al 1° gennaio 2020. Ciò conferma il rinvio, lo avete fatto con la TAV, lo fate con la prescrizione, lo fate con l'IVA, fino alla disciplina sui canoni non percepiti e fino, anche, appunto, all'esenzione della TARI sugli immobili destinati alla vendita, una misura che verrebbe incontro al sistema del mercato immobiliare. Quindi, noi chiediamo che questa norma venga anticipata a partire dall'anno prossimo e non in futuro, sine die.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (PD). Signor Presidente, è indubbio che in questi anni il mercato immobiliare è stato la parte produttiva del nostro Paese maggiormente sofferente e, anche negli anni di crescita del mercato immobiliare, le società edilizie, le aziende edilizie sono state quelle che hanno avuto meno vantaggio dalla crescita, nonostante l'abolizione dell'IMU sulla prima casa. Con questo emendamento noi cerchiamo di andare incontro proprio a tutti i costruttori che ci hanno chiesto in questi anni di fare concretamente qualcosa, affinché questa moria di posti di lavoro, che è avvenuta proprio nell'ambito delle costruzioni, si fermasse. Questo emendamento è una proposta di buonsenso che va in questa direzione. Chiediamo pertanto al Governo di cambiare il suo parere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Martino. Ne ha facoltà.

ANTONIO MARTINO (FI). Noi del gruppo Forza Italia, chiediamo di sottoscrivere l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Anche noi di Fratelli d'Italia chiediamo di sottoscriverlo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20.100 Fregolent, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Passiamo alla votazione dell'articolo 20.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, intervengo in dichiarazione di voto sull'articolo 20. Il nostro gruppo voterà in maniera contraria a questo articolo, perché, ovviamente, la questione esiste e la ricordava prima la collega Fregolent: la crisi del settore edilizio; però, francamente, non capiamo perché si debba dare questo ulteriore elemento di vantaggio ai costruttori. È stato discutibile, ma giusto, eliminare l'IMU - peraltro, lo ricordo, con un danno sui bilanci comunali perché poi, alla fine, lo Stato non ha sostanzialmente compensato il minor gettito fiscale derivante dalla scelta contenuta in quella norma ai comuni stessi -, ma che bisogno c'era di togliere anche lo 0,1 per cento di pagamento della TASI? Quale ragione c'era e che cosa c'entra con il tema oggetto di questo provvedimento, cioè con le semplificazioni?

Questa non è una semplificazione, è un regalo – perché questo bisogna dirlo -, è un regalo al sistema e al mondo delle costruzioni. Francamente, stiamo parlando di qualche decina di milioni di euro, non stiamo parlando di un regalo molto più significativo, come era stato, da questo punto di vista, l'intervento sull'IMU e devo dire che sono rimasto veramente stupefatto quando ho letto questo articolo che, ripeto, con l'oggetto del provvedimento non c'entra assolutamente nulla.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Essendo la TASI una tassa, quindi, il corrispettivo di un servizio, è assolutamente improprio lasciarla su immobili che sono invenduti e, quindi, in quel momento non si avvalgono di nessun servizio, questa è la ratio, quindi, voteremo favorevolmente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (PD). A nome del gruppo del gruppo del Partito Democratico, dichiaro di votare a favore dell'articolo, anche se avremmo voluto, con l'emendamento che ci è stato bocciato prima, renderlo effettivo. Perché, volevo rassicurare il collega Fornaro, visto che si parte dal 2022, c'è tutto il tempo per ravvedersi dall'attuare veramente questo provvedimento, mentre, invece, le società e le aziende di costruzioni stanno fallendo ora, e ora chiedevano questo intervento. Però, meglio pensare che nel 2022 può avvenire che pensare che non avvenga proprio. Per questo ribadisco la nostra fiducia moderata verso un “sì” a questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Molto brevemente, mi rivolgo, per suo tramite, alla presidente Ruocco; è tutto vero, però, quando uno costruisce degli immobili, ci sono le infrastrutture, le strade e così via. Quindi, nel contesto di un'agevolazione e di un contesto di difficoltà, che oggettivamente c'è e che nessuno vuol nascondere, comunque, un minimo di costo fisso c'è. Quindi, trovare una soluzione diversa, ancorché rinviata al 2022 - perché poi parliamo sempre di provvedimenti che verranno quando noi chissà dove saremo, noi, parlo di questo Parlamento -, ha anche poco senso, però, giusto per essere chiari, quando uno costruisce degli immobili nuovi, tutto quello che sta intorno fa parte di una roba che si chiama beni comuni e, quindi, non è proprio così.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baratto. Ne ha facoltà.

RAFFAELE BARATTO (FI). Anche Forza Italia voterà “sì”; mi aggiungo anch'io ai colleghi che mi hanno preceduto e credo che sia adesso il momento in cui c'è bisogno, davvero, di dare forza alle nostre imprese, altrimenti, se aspettiamo ancora un po', rischiamo di prender su i cocci di queste imprese, ma soprattutto dei dipendenti di queste imprese. Per cui dobbiamo dar forza a queste imprese per chi assume e per un futuro forte, però, a breve.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 20.0104 Fornaro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Questo emendamento, signor Presidente, cerca di risolvere un problema che può apparire minimale, perché, giustamente, viene individuata la possibilità, per il comodato gratuito, soprattutto per i figli, di avere un decremento, uno sconto fiscale sull'IMU. Qui, c'è, però, un problema interpretativo della norma, perché la norma dice: a condizione che il comodante possieda un solo immobile in Italia. È una norma corretta, perché ovviamente si rivolge a favorire le situazioni normali di chi ha un immobile e cede un secondo immobile in comodato al figlio. Il problema qual è? È che non viene chiarita la percentuale di proprietà, quindi l'interpretazione della norma attuale è che se tu, ad esempio, hai avuto la cosiddetta legittima e sei proprietario magari di un monolocale in montagna per il 16,66 per cento, sei proprietario di un altro immobile, non di una porzione dell'immobile. Con questo emendamento almeno si porta il caso di comproprietà al 50 per cento, e si escludono quindi tutte le situazioni - minimali, peraltro, che sono però presenti - di questa possibilità, cioè di essere proprietario per una piccola quota di un altro immobile che, come risultato, ti impedisce di fruire dello sconto fiscale nel momento in cui tu dia un immobile in comodato ad un figlio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (PD). Presidente, chiedo di sottoscrivere l'emendamento, mi sembra un emendamento di buonsenso. Se vogliamo arrivare all'effettiva riduzione delle tasse e favorire le famiglie, questo è un emendamento che dovrebbe essere approvato, perché innanzitutto chiarisce la portata della norma e la specifica in senso concreto a favore delle famiglie. Quindi, chiediamo al Governo di ripensarci e di dare un parere favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Presidente, chiedo anch'io di sottoscrivere questo emendamento, sono favorevole al 100 per cento a quanto ha dichiarato il collega che mi ha preceduto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baratto. Ne ha facoltà.

RAFFAELE BARATTO (FI). Presidente, come gruppo Forza Italia, sottoscriviamo l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Presidente, per sottoscrivere l'emendamento. Mi ha anticipato il collega, mi fa piacere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 20.0104 Fornaro, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

(Esame dell'articolo 21 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21, al quale non sono riferite proposte emendative (Vedi l'allegato A).

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 49).

(Esame dell'articolo 22 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Presidente, sull'emendamento 22.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Parere conforme.

PRESIDENTE. Se nessuno chiede di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 51).

(Esame dell'articolo 23 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Presidente, sull'emendamento 23.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole; sull'articolo aggiuntivo 23.0103 Gadda, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 23.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento: se nessuno chiede di parlare, passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 53).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 23.0103 Gadda, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

(Esame dell'articolo 24 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Presidente, sull'emendamento 24.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole; sull'articolo aggiuntivo 24.0120 Corda, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Parere conforme.

PRESIDENTE. L'articolo aggiuntivo 24.0120 è ritirato. Passiamo quindi alla votazione dell'emendamento 24.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 24.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 55).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 56).

(Esame dell'articolo 25 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 25 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Sugli emendamenti 25.100 Pastorino, 25.200 e 25.104 Fregolent il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 25.100 Pastorino.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.100 Pastorino, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio). Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 25.200 Fregolent. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (PD). Presidente, con questo emendamento cerchiamo di estendere la possibilità, per chi non ha percepito i canoni delle locazioni non abitative, per ragioni di equità e di uniformità di trattamento, non ci debba pagare le tasse. Ci sembra, anche qui, un emendamento di buon senso. Lo abbiamo fatto in ragione di tutti quei soggetti che si trovano in difficoltà nel reperire le somme di locazione e non vedo perché, non avendo percepito un introito, ci debbano pagare le tasse. È un emendamento che va a favore dei cittadini e chiediamo, pertanto, al Governo di cambiare effettivamente il parere. “Prima gli italiani” vuol dire che le persone che si comportano in maniera perbene e ricevono un danno per essere solo persone perbene, almeno non abbiano la beffa da parte dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Per chiedere di sottoscrivere l'emendamento a prima firma Fregolent e annunciare il voto favorevole del nostro gruppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baratto. Ne ha facoltà.

RAFFAELE BARATTO (FI). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscrivere a nome di Forza Italia questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.200 Fregolent, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio). Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.104 Fregolent, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio). Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 25.

Dichiaro aperta la votazione….Revoco l'indizione della votazione.

Passiamo alla votazione dell'articolo 25.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gusmeroli. Ne ha facoltà.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Visti gli emendamenti che sono stati presentati, vorrei chiarificare che questo è un ottimo risultato della Pdl della Commissione, col parere favorevole del Governo, perché da adesso, dal 1° gennaio del 2020, a legge approvata, finalmente cessa una assurdità della legge per cui uno dichiara i redditi e paga le imposte anche se non sono percepiti. E quindi questo è un grosso passo in avanti. Certamente si poteva fare di più, si poteva fare anche per i contratti in corso, però questo è un grande risultato, perché con i nuovi contratti, dal 1° gennaio 2020, il concetto dell'equità acquisisce un suo fondamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (PD). Io, per suo tramite, signor Presidente, volevo ringraziare il vicepresidente Gusmeroli per la spiegazione dell'articolo. Dopodiché, gli emendamenti che ci hanno bocciato avrebbero reso efficace per tutti i cittadini un provvedimento che da molte parti si sta attendendo. Per questo non ci ha convinto pienamente e non voteremo favorevolmente, ma ci asterremo nella votazione dell'articolo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 25.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 60).

(Esame dell'articolo 26 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Sull'emendamento 26.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento il parere è favorevole. Poi?

PRESIDENTE. Immagino che, poiché vi è il parere favorevole sull'emendamento soppressivo, non leggiamo i pareri sugli altri, che si intendono contrari.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 26.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, Presidente. Dato che è il secondo che sopprimiamo oggi, sarebbe interessante che venisse spiegato il perché. Poi sarà il fatto che sarà nel “decreto crescita”, però lo dico per chi non ha assistito ai nostri lavori in Commissione bilancio, altrimenti si capisce poco.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Come anche precedentemente detto, anche questo argomento è affrontato nel “decreto crescita” e riguarda tutta quanta la parte degli incentivi per il rientro dei lavoratori. Quindi, è tutta una parte che poi viene riassunta nell'altro intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (PD). Presidente, era per dichiarare il voto contrario all'emendamento. Questo è un articolo che prevedeva una serie di nuovi sgravi fiscali per il rientro di cittadini lavoratori italiani all'estero in Italia e non capiamo per quale motivo questo articolo viene tolto da questo provvedimento e messo nel “decreto crescita”. Noi vorremmo riaffermare la centralità del Parlamento, lavoriamo a questa proposta di legge da novembre, abbiamo fatto una serie di audizioni in questo senso, si è avviato un dibattito anche in Commissione, a livello di Commissione, e non capiamo per quale motivo l'articolo viene, tutto ad un tratto, tagliato, soppresso, rimandato in un altro provvedimento. Noi siamo pronti a dibatterne qui e ad affermare anche il principio che il Parlamento può iniziare l'attività legislativa, e quindi noi voteremo contro l'emendamento soppressivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (PD). Gli emendamenti che abbiamo presentato sono emendamenti di buon senso per il rientro dei “cervelli” in Italia. Ce n'è un gran bisogno, c'è un bisogno di favorire i nostri cittadini che sono andati all'estero per motivi lavorativi di ritornare qui nel loro Paese e tutti ce lo chiedono. Il fatto che sia nel “decreto crescita” non vuol dire che non si poteva trovare spazio in questo provvedimento, visto che è stato calendarizzato molto prima questo provvedimento. Visto che facciamo parte anche come referenti del “decreto crescita”, sappiamo la velocità con la quale giustamente sono state fatte le audizioni per il “decreto crescita” e, invece, la capacità con la quale abbiamo analizzato nei suoi dettagli questo provvedimento da settembre. Quindi, non è una giustificazione che ci convince e voteremo, come ha detto il collega Ungaro, affinché questo articolo rimanga nel provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Anche noi ci associamo a questi dubbi e a queste riserve rispetto a questa scelta che compie la maggioranza: è vero che c'è un veicolo, tra virgolette, in arrivo come il “decreto crescita”, però mi permetto di sottolineare un rischio alla relatrice. Siccome credo che questo sia un tema su cui si sarebbe potuta e dovuta trovare una larga condivisione, il rischio è che un rinvio, oggi, al “decreto crescita” metta questo tema all'interno - su questo almeno spero ci possa essere un accordo - di uno strumento come il “decreto crescita” che è già molto carico. Quindi un rischio che alla fine…

PRESIDENTE. Deputato Baldelli, tutto bene?

FEDERICO FORNARO (LEU). Il rischio che noi intravediamo è che poi alla fine ci possa essere una selezione degli argomenti, e questo argomento, che non c'era ovviamente nel testo originale del “decreto crescita”, possa essere espulso. Quindi, francamente, avremmo preferito che di questo tema si potesse parlare e eventualmente anche votare a favore in questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gusmeroli. Ne ha facoltà.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Direi che il tema è un tema sensibile per tutti; la Lega sul tema ci ha molto lavorato, ricordo il grande lavoro fatto dal capogruppo Centemero e dall'onorevole Pagano, ma anche da tutti gli altri gruppi. Tutto il lavoro che è stato fatto in Commissione finanze è stato posto e inserito nel “decreto crescita”, che sicuramente ha una possibilità di tradursi in legge molto più rapidamente di quanto non possa fare questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 61).

Poiché a seguito dell'approvazione dell'emendamento 26.300 risulta soppresso l'articolo 26, risultano conseguentemente preclusi tutti gli ulteriori emendamenti ad esso riferiti.

(Esame dell'articolo 27 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 62).

(Esame dell'articolo 28 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 28 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

CARLA RUOCCO, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo 28.0100 Ungaro.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Parere conforme.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, Presidente. Per chiedere l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo 28.0100 Ungaro.

PRESIDENTE. Dopo, perché votiamo prima l'articolo 28 e poi vi è la richiesta di accantonamento.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 28.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 63).

Sull'articolo aggiuntivo 28.0100 Ungaro c'è una richiesta di accantonamento. Relatrice?

CARLA RUOCCO, Relatrice. Respinta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore la deputata Bruno Bossio.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Chiedo a questo Governo e alla maggioranza, signor Presidente, attraverso di lei, cosa impedisce di approvare questo articolo aggiuntivo. In verità noi ci stiamo provando dal novembre 2018 con una proposta di legge a mia prima firma, sottoscritta, però, da molti parlamentari PD. Abbiamo anche proposto degli emendamenti alla legge di bilancio, non solo noi come Partito Democratico, ma sono stati respinti. La motivazione della Vice Ministra Castelli è che era troppo complicato, bisognava coordinarsi con l'Europa.

Eppure la stessa Vice Ministra è stata smentita in diretta durante la trasmissione Report, quando dagli uffici di Bruxelles è stato detto che sostanzialmente l'IVA può essere abbassata al 5 per cento senza coordinarsi con l'Europa, tant'è che sono stati inseriti i tartufi con la legge di bilancio nella tabella A, parte II-bis, che è la stessa tabella e la stessa parte in cui chiediamo di inserire l'abbassamento. L'abbassamento di cosa? Dei prodotti igienici femminili. Ed è la stessa Commissione europea, anzi, il Parlamento europeo, dopo la Commissione, che il 15 gennaio 2019 a Strasburgo ha votato una risoluzione in Parlamento in cui invita tutti gli Stati membri ad eliminare o abbassare questa tassa. E, d'altra parte, quasi tutti i Paesi europei l'hanno adottata. La Spagna recentemente, ma ancora di più la Francia, l'Olanda, l'Inghilterra e addirittura in alcuni Paesi, come l'Irlanda e la Scozia, è già stata del tutto abolita. Negli USA, però, non solo in 14 Stati è stata abolita ma anche recentemente, a proposito della sensibilità su questo tema, nella Notte degli Oscar è stato premiato un cortometraggio che si occupa di queste questioni.

In Italia sono state raccolte centinaia di migliaia di firme da parte dei nostri studenti e, infatti, le università si stanno organizzando autonomamente per una distribuzione gratuita dei prodotti igienici femminili. Quindi, c'è una maggioranza del Paese e una sensibilità trasversale. E, allora, cosa impedisce a questa maggioranza e a questo Governo di far diventare fino in fondo i nostri giovani cittadini europei (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare contro la relatrice Ruocco. Ne ha facoltà.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Presidente, intanto voglio precisare che per la prima volta la proposta di legge pone all'interno del suo testo tutta una serie di misure che aiutano proprio l'economia circolare, il riuso e il riciclo dei prodotti. Quindi, c'è molta sensibilità per questa tematica relativa all'ambiente.

Per tutti questi altri aspetti che vengono evidenziati negli emendamenti è evidente che questo è un percorso che sta iniziando. In questo caso, nel caso specifico dell'emendamento, occorre un ulteriore stanziamento di risorse che non è escluso che verrà fatto negli interventi a seguire. Però, ciò che è importante all'interno di questa proposta è che per la prima volta - e questo tengo a precisarlo - si dà la possibilità alle imprese che invece di utilizzare materia prima utilizzano la materia prima seconda, cioè tutti i materiali riutilizzati nonché per tutta la parte dei resi, degli imballaggi e quant'altro, di ottenere delle forti agevolazioni fiscali e, quindi, si inizia a chiudere finalmente il ciclo virtuoso anche del riuso. Questa è la prima volta - sottolineo - che una Commissione finanze si occupa così approfonditamente di questo tema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Abbiamo trovato dei soldi per questo e siamo molto orgogliosi di questo. Quindi, è un percorso che continuerà anche a livello di dibattito europeo per quello che riguarda anche la revisione delle aliquote IVA, perché anche quelle dovranno essere riviste proprio per agevolare i prodotti che sono ecocompatibili. Quindi, è un processo un po' più ampio e lo affronteremo anche nei provvedimenti successivi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'articolo aggiuntivo 28.0100 Ungaro.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 92 voti di differenza.

Passiamo quindi alla votazione dell'articolo aggiuntivo 28.0100 Ungaro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere innanzitutto di sottoscrivere l'emendamento e per insistere. Io non capisco perché le misure a difesa e a sostegno delle donne hanno sempre bisogno di spazi più ampi, di un contesto più normato, di tempi più lunghi, di ragionamenti, di ulteriori verifiche e, invece, ci sono delle cose che trovano corsie preferenziali, in cui è evidente che l'interesse economico prevale.

Ho visto e naturalmente apprezzo le misure sul fronte dell'ecosostenibilità ma non capisco perché quando si tratta di noi donne, dei nostri diritti e dei nostri bisogni, c'è sempre un contesto più ampio da ragionare, c'è qualcosa da aspettare, qualcuno a cui chiedere il permesso e, invece, non si tiene conto del fatto che quello che noi poniamo è una misura di civiltà, un riconoscimento oggettivo delle caratteristiche del nostro mondo e non capisco perché il Governo non ne voglia prendere atto. Vedo anche che i fondi per alcuni temi si trovano: guardate all'abolizione della TASI, dove c'è stato - come dire - un florilegio di verdi su quel tabellone. Per abolire la TASI si trovano i soldi e per venire incontro ai diritti delle donne, invece, i soldi non si trovano mai e questo è un dato di fatto (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gribaudo. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Grazie, Presidente. Come è già stato illustrato dalle colleghe che mi hanno preceduta, francamente noi riteniamo questo un tema centrale perché la salute delle donne fa parte dei beni collettivi che devono essere difesi. Io ho capito l'intervento della collega Ruocco ma francamente non stiamo parlando di economia circolare. Noi qui stiamo dicendo di mettere al centro un'esigenza concreta e reale per favorire davvero un utilizzo diverso di questi strumenti per la salute delle donne. Francamente questa è una battaglia che - lo ricordo molto bene - veniva fatta anche dalle collega Ruocco quando stava all'opposizione. Oggi noi abbiamo uno strumento ed è uno strumento che possiamo utilizzare e migliorare. Nel Parlamento si migliorano i testi e abbiamo chiesto - l'ha chiesto la collega Enza Bruno Bossio - di avere almeno una spiegazione e mi dispiace ma la risposta della collega Ruocco non è una spiegazione a questa che è una richiesta di sostegno alla salute delle donne (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, intervengo per chiedere di sottoscrivere l'emendamento e annunciare anche il voto favorevole del nostro gruppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (PD). Grazie, signor Presidente. Solo per ricordare alla presidente Ruocco, che sicuramente se lo ricorderà perfettamente, che nella passata legislatura in Commissione finanze all'interno della delega fiscale c'era un argomento bello grande che riguardava l'ambiente. Quindi, mi fa piacere che in un provvedimento come questo si continui una sensibilità che non è da tanto tempo che c'è ma che già nella passata legislatura veniva riscontrata. Per quanto riguarda questo emendamento non si tratta di economia circolare, come hanno ricordato benissimo le mie colleghe, ma di prodotti che vengono utilizzati per la salute e per l'uso delle donne e spesso molte di queste non hanno scelta di fare diversamente e, quindi, non si vede perché bisogna pagare una tassazione superiore, come se fosse un bene di lusso o beni accessori che possono essere bellamente non utilizzati. Spero che essere donna sia un valore e non una iattura per questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gusmeroli. Ne ha facoltà.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Presidente, anche in questo caso il tema non può che trovarci tutti favorevoli. Il problema qui è che la proposta emendativa non presenta nessuna disponibilità economica, nessuna possibilità di copertura e, peraltro, è stato bocciato dalla V Commissione. Quindi, nel merito non possiamo che essere tutti d'accordo ma non basta il merito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Presidente, semplicemente voglio sottoscrivere l'emendamento e dire alla maggioranza che se siamo tutti d'accordo le coperture per una cosa di questo tipo si trovano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (PD). Voglio solo ricordare, per suo tramite Presidente, al collega Gusmeroli che le coperture sono previste nell'emendamento al comma 3. Quindi, l'emendamento è stato presentato con copertura completa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Martino. Ne ha facoltà.

ANTONIO MARTINO (FI). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'emendamento come gruppo di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Noja. Ne ha facoltà.

LISA NOJA (PD). Presidente, solo per chiedere di sottoscrivere anche l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.

ALBERTO ZOLEZZI (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio tutti i colleghi per l'attenzione al tema ambientale che è importantissimo ed è bene che sia all'attenzione di tutti. In questo testo, come ha detto la presidente Ruocco, ci sono moltissimi collegamenti di sviluppo e di incentivo all'economia circolare; si ragionerà e si deve ragionare sul tema importantissimo per la salute: si ragionerà, si deciderà insieme cosa fare sul tema. Ricordo comunque che alcuni prodotti, gli assorbenti per la persona, costituiscono un milione e centomila tonnellate di rifiuti all'anno. Si potrà anche ragionare sul favorire determinati prodotti fra questi, magari quelli lavabili, quelli compostabili che pare che diano anche maggiore salute. Questo è un testo che davvero fa crescere anche l'ecologia, la salute e la sostenibilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Scusate, vorrei dire, signor Presidente, anche ai colleghi che stanno parlando di tema ambientale: proprio perché c'è un tema ambientale bisogna abbassare l'IVA in maniera tale che le ragazze tutte, le donne tutte possono comprarsi prodotti di qualità. Quindi, il tema ambientale si affronta proprio in questo modo, primo. In secondo luogo, riguardo alle coperture, sembra che ci sia a favore delle donne e delle mamme - l'ha annunciato l'onorevole Di Maio - un miliardo e mezzo di risparmio sul reddito di cittadinanza: quale miglior regalo per le donne che abbassare l'IVA sugli assorbenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Grazie, Presidente. Solo per dire, per suo tramite, al collega Zolezzi che non è assolutamente un tema ambientale e che, se parla di assorbenti lavabili, è perché non sa di cosa sta parlando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Morani. Ne ha facoltà.

BARBARA POLLASTRINI (PD). Presidente…

PRESIDENTE. Deputata Morani, poi lei.

BARBARA POLLASTRINI (PD). A titolo personale, Presidente. Vorrei…

PRESIDENTE. Mi scusi, vi stavate sovrapponendo. Prego continui, continui poi Morani.

BARBARA POLLASTRINI (PD). Come vede tra di noi non ci sono problemi (Commenti). Presidente, mi rivolgo a lei…

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!

BARBARA POLLASTRINI (PD). …e, attraverso lei, alla presidente perché il collega Ungaro ha posto un problema serissimo: dice non ci sono problemi per la copertura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ripeto che dice che non ci sono problemi per la copertura. Allora è un'occasione per tutti: meglio chiudere - ripeto: chiudere - un argomento che sta diventando imbarazzante per voi perché non sapete come trattare un semplice fatto di diritti, di dignità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Presidente, la ringrazio intanto perché vorrei sottoscrivere anch'io l'articolo aggiuntivo 28.0100 Ungaro e poi perché ho ascoltato l'imbarazzante intervento del collega Zolezzi che poneva un termine ambientale sugli assorbenti lavabili: evidentemente il collega Zolezzi non ha mai utilizzato assorbenti, quindi non sa di che cosa parla e invece inviterei la maggioranza a rivalutare il parere sulla proposta emendativa in esame perché, come è stato detto non ci sono problemi di sorta e c'è massima condivisione da parte delle forze politiche: se si vuol far qualcosa per le donne lo si faccia ora (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

CARLA RUOCCO, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Relatrice, poiché ha già parlato al massimo può fare proprio una breve precisazione.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Vorrei soltanto evidenziare il rispetto dei ruoli. Capisco che il collega Ungaro si esprima sulla copertura ma la valutazione sulla copertura deve essere data dalla Commissione bilancio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e la Commissione bilancio ha cassato la proposta emendativa (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ora io sono presidente della Commissione finanze per cui devo anche rispettare…

ENRICO BORGHI (PD). Non è vero!

CARLA RUOCCO, Relatrice. È cassato…, lei può dire che non è vero, ma l'articolo aggiuntivo è cassato dalla Commissione bilancio.

PRESIDENTE. Con calma, con calma, deputato Borghi.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, potrei sapere dalla sua voce come mai una proposta emendativa, cassata dalla Commissione bilancio secondo l'arguta relatrice, si trova in questo volume degli emendamenti perché normalmente gli emendamenti cassati dalla Commissione bilancio…

PRESIDENTE. In questo emendamento, giusto perché ho qua…

EMANUELE FIANO (PD). Scusi, non è cassato dalla Commissione bilancio, vorrei che lei lo chiarisse alla relatrice.

PRESIDENTE. Deputata Morani… senza urlare… deputata Morani ha già parlato.

Qui è chiaro che l'emendamento è presente nel fascicolo; c'è solo il parere contrario della Commissione bilancio ma è sull'emendamento: quindi è chiaro non è cassato nel senso che non è presente nel fascicolo ma c'è il parere contrario della Commissione bilancio. Questo sto dicendo, Presidente Ruocco, giusto per chiarire.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Zanella. Ne ha facoltà.

FEDERICA ZANELLA (FI). Grazie, Presidente. Il Governo si riempie la bocca di aiuti alle famiglie, di aiuti alle mamme e alle donne. Le donne per cinque giorni al mese per circa quarant'anni hanno bisogno purtroppo di utilizzare assorbenti e tampax e quant'altro: non è un bene di lusso, non può essere trattato come un bene di lusso e nei paesi civili europei non viene tassato come un bene di lusso. Quindi io chiedo di sottoscrivere l'articolo aggiuntivo 28.0100 Ungaro (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI (MISTO-SI-10VM). Vorrei ricordare che in Commissione avevo presentato un emendamento proprio per le agevolazioni fiscali relativamente ai pannolini per i neonati e la prima infanzia ed assorbenti igienici femminili biologici compostabili o riutilizzabili. Questo per rispondere al collega Zolezzi; nel senso che posso capire anche la questione dell'impatto ambientale dei prodotti: benissimo ma non avete voluto considerare nemmeno la declinazione più ambientalista dell'agevolazione fiscale e io credo che sia un peccato perché chiaramente sono prodotti che utilizziamo tutte, tutto l'anno e non abbiamo alternative. Benissimo vogliamo portare avanti la parte virtuosa: potevate lavorare e trovare una copertura in questo caso in questa direzione, cosa che purtroppo non è stata fatta (Applausi di deputati dei gruppi Misto e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Boccia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BOCCIA (PD). Grazie, Presidente. Presidente, un indizio normalmente determina un sospetto; due o più indizi fanno una prova. Ricordo ai colleghi e all'Aula che il Governo ha già respinto, signor Presidente, in sede di legge di bilancio almeno due emendamenti del gruppo del Partito Democratico sullo stesso tema e con una motivazione poi rimangiata dallo stesso Governo cioè che servisse l'autorizzazione della Commissione europea sulla modifica IVA al 5 per cento, cosa poi evidentemente errata e sbagliata. Ora, invece, presidente Ruocco…

PRESIDENTE. Prego.

FRANCESCO BOCCIA (PD). Vorrei essere ascoltato anche dalla relatrice. Presidente Ruocco, in sede di legge di bilancio la maggioranza ha già respinto per ragioni politiche e non di copertura emendamenti sullo stesso tema posto dal collega Ungaro. All'epoca la giustificazione - è agli atti e allo stenografico del Parlamento - della sottosegretaria Castelli era l'autorizzazione della Commissione europea, poi rivelatasi in realtà una notizia sbagliata, perché stiamo parlando dell'IVA al 5 per cento. Oggi ci dite che non ci sono le coperture ed è oggettivamente sbagliato. Le coperture ci sono: si può non essere d'accordo e questo ha decretato il parere contrario della Commissione bilancio ma non che le coperture siano sbagliate; c'è un giudizio politico su queste coperture. Quindi le chiedo, presidente Ruocco, si assuma la responsabilità e rinviamo, se siamo tutti d'accordo, il provvedimento in Commissione bilancio, concordiamo le coperture perché stiamo parlando di qualche milione di euro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), torniamo qui e approviamo all'unanimità un emendamento che è di tutti, che riguarda tutte le donne italiane e riguarda tutte le famiglie italiane (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Chiedo di sottoscrivere l'articolo aggiuntivo 28.0100 Ungaro. Non possiamo più considerare gli assorbenti beni di lusso: questo è il punto. Non è possibile in questo Paese continuare a non riconoscere che sono beni di prima necessità. Lo chiedono le nostre ragazze. Ci sono Paesi come la Scozia che hanno reso gli assorbenti gratuiti per le studentesse. Iniziamo a ragionare e iniziamo ad andare incontro all'esigenza…

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Colleghi! Sta intervenendo una vostra collega: esigo rispetto mentre parla la vostra collega. Prego.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Quindi oggettivamente non possiamo più continuare a considerarli beni di lusso, questo è il punto. Mi unisco quindi alla richiesta di far tornare questo articolo in Commissione e di trovare le coperture, perché sono tutte a carico delle nostre donne e delle ragazze: soprattutto ce lo chiedono loro (Applausi dei deputati dei gruppi Misto, Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Presidente, desidero associarmi alla richiesta che ha avanzato il collega Boccia, e anche aggiungere la mia firma a questo emendamento, perché in verità io avevo presentato un emendamento praticamente identico in Commissione, che, nell'ambito però (ho appreso adesso in Aula) di accordi tra i gruppi, è stato poi ritirato per mantenere solo due emendamenti sui quali invece c'era il parere favorevole della Commissione bilancio. Però io da tempo avevo sottoscritto a nome del mio gruppo un emendamento in tal senso, perché ritengo che il tema sia veramente importante, ha un forte impatto sulla maggioranza della popolazione italiana. Capisco i sorrisini che possono giungere da qualche parte dell'emiciclo, però il tema è veramente importante. Quindi, siccome credo che ci sia invece la volontà da parte di tutti i gruppi di approfondirlo, è proprio vero quello che diceva il collega Boccia: la bocciatura della Commissione bilancio sulle coperture non è stata una bocciatura sull'inopportunità o sulle tipologie di coperture indicate, ma è stata una bocciatura politica. Allora, se fosse possibile, anch'io mi appello alla presidente della Commissione che è una collega donna, di fare un piccolo approfondimento, dato che tanto siamo ormai vicini alla sospensione dell'Aula. Io credo che sarebbe quanto mai opportuno dare almeno una motivazione più plausibile su un'eventuale bocciatura; credo invece che con un surplus di lavoro parlamentare potremmo invece dare una risposta positiva alle donne italiane (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

Colleghi, per favore, un po' di silenzio…

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, per chiedere la possibilità di sottoscrivere questo emendamento, che secondo noi va evidentemente ridiscusso, non solo per tutte le voci che abbiamo sentito in quest'Aula, ma perché evidentemente ci sono delle questioni che dovrebbero superare l'ideologia, dovrebbero superare le differenze politiche, le differenze partitiche. Questa ci sembra una di quelle questioni che dovrebbero essere affrontate esclusivamente con il buonsenso e con la logica dell'utilità reale per le nostre donne.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, innanzitutto chiedo anch'io di sottoscrivere questo emendamento. Poi le vorrei rivolgere una preghiera: io credo che lei dovrebbe stigmatizzare le risatine che stanno venendo da quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché credo che un atteggiamento del genere al giorno d'oggi da parte anche di tanti colleghi uomini non faccia davvero onore a questa discussione. Non stiamo discutendo di nulla: stiamo discutendo di un problema reale, quotidiano che hanno le donne; e quindi noi dovremmo cercare di dare una soluzione, anche prendendo spunto dall'ipotesi che formulava il collega Boccia. Lo dico anche alla relatrice Ruocco: lei, da donna, ma come fa oggi a non dire nero su bianco che su questa questione bisogna essere tutte unite (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? E non possiamo girarci dall'altra parte. Credo che sia davvero un appello di buonsenso, raccoglietelo: almeno su questo, date un segnale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Sull'ordine dei lavori, signor Presidente, perché se la maggioranza avesse avuto un po' più di sagacia politica avrebbe accolto questa proposta di accantonamento che avevamo avanzato; invece come al solito si va avanti come i treni, e poi alla prima curva ci si rende conto che ci sono degli ostacoli. Vorrei fare una proposta: visto che siamo anche vicini alla… Anzi, abbiamo già superato l'orario convenuto per la sospensione, che la presidente Ruocco riporti al Comitato dei nove questo articolo aggiuntivo, non lo metta ai voti di quest'Aula, e alla luce delle sensibilità che sono emerse nel corso del dibattito riaffronti il tema e porti un nuovo parere all'attenzione dell'Aula.

Io credo che sarebbe una risposta importante, che tutte le donne italiane si attendono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

CLAUDIO BORGHI, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI, Presidente della V Commissione. Ho sentito discussioni strane sul fatto che il parere della Commissione bilancio sia un parere politico. Per definizione tutti i pareri delle Commissioni sono politici, nel caso qualcuno non avesse capito come funzionano queste cose (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ed è così da quando esiste il Parlamento: la Commissione bilancio non è la Ragioneria (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). La Commissione bilancio, come tutte le altre… Attenzione… Scusate…

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Facciamo terminare l'intervento.

CLAUDIO BORGHI, Presidente della V Commissione. La Commissione bilancio dà dei suoi pareri su delle questioni sulle delle motivazioni che sono oggettive, e poi c'è una votazione su tali pareri e su tali proposte di pareri, e quindi per forza diventa un fatto politico. Vorrei ricordare però che, sulla proposta da parte del relatore di considerare di dare parere contrario a questo emendamento perché a suo dire le coperture non erano correttamente specificate, non c'è stato alcun tipo di opposizione e alcun intervento da parte dell'opposizione (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Non è registrato, andatevi a vedere i resoconti: non è registrato un singolo…

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Deputata Morani!

CLAUDIO BORGHI, Presidente della V Commissione. Non è registrato un singolo intervento di dissenso da parte dell'opposizione. Per cui io non capisco sinceramente la questione: dato che di rappresentanti dell'opposizione in Commissione bilancio ce ne sono tanti, se veramente ci fosse stata questa enorme questione o questa ingiustizia che sembra si stia delineando, ci sarebbe stato qualcuno che avrebbe detto, forse le cose non vanno bene. Invece così non è stato (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

IVAN SCALFAROTTO (PD). Allora chiudiamo l'Aula?

CARLA RUOCCO, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Scalfarotto!

CARLA RUOCCO, Relatrice. Innanzitutto va bene tutto, però strumentalizzare gli argomenti non è carino. Allora chi parla di aliquota IVA sui beni di lusso dice sciocchezze sapendo di dire sciocchezze, perché tutt'al più esiste un'aliquota IVA ordinaria, non esistono le aliquote IVA dei beni di lusso, quindi soprattutto riguardo ai prodotti in questione. Detto questo, al Senato si sta analizzando, peraltro nella Commissione apposita, il disegno di legge a firma Sileri che prevede proprio nella Commissione affari sociali argomento (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Facciamo concludere.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Poiché qui si sta facendo una gran confusione, peraltro si vogliono catalogare necessariamente come prodotti medici dei prodotti che riguardano l'igiene femminile: l'argomento è un pochino più ampio. Fermo restando quello che ha detto giustamente il presidente Borghi, che condivido e sottoscrivo, c'è anche un discorso nel merito, in linea di massima perfettamente condiviso, ma che va affrontato in combinato disposto anche con altre Commissioni. Peraltro, c'è una discussione aperta al Senato: perché doversi sovrapporre?

Allora la proposta è: presentiamolo come ordine del giorno, anche in virtù del fatto - ovviamente la parola poi va al Governo - che all'esame della stessa Commissione finanze, peraltro in congiunta con la Commissione bilancio, si sta esaminando il decreto-legge “crescita”, si può in quella sede peraltro, essendo una materia molto sentita, addirittura intervenire attraverso un decreto-legge. C'è, quindi, un disegno di legge al Senato nella Commissione affari sociali; c'è un decreto-legge che sta passando adesso alla Camera e che può avere dei tempi ancora più ridotti; c'è stata già l'espressione del parere della Commissione bilancio qui in questa sede, dove nessuno ha eccepito, andiamo avanti e presentiamo un ordine del giorno in maniera costruttiva, facciamo andare avanti i lavori e non fermiamo i lavori di questo provvedimento, ed anche contemporaneamente del decreto-legge “crescita”, la cui riunione è peraltro prevista tra pochi minuti, nel momento in cui c'è la sospensione d'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); quindi, se c'è l'intenzione da parte dell'Aula di fare andare avanti i lavori ci sono mille soluzioni davanti per affrontarle tutte insieme, come, peraltro, in Commissione finanze abbiamo affrontato per tutto questo pacchetto, che non è stato semplice, però, è stato fatto. Quindi, io invito a fare delle proposte nei binari che ho appena esposto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Boschi. Ne ha facoltà.

MARIA ELENA BOSCHI (PD). Grazie, Presidente. Che non sia stato semplice, come diceva la presidente Ruocco, esaminare questo provvedimento in Commissione finanze, ce ne siamo accorti alla bilancio, dove abbiamo dovuto sostanzialmente riscrivere daccapo, con diverse condizioni poste dalla Commissione bilancio, l'intero provvedimento che, peraltro, era del tutto privo di coperture; quindi, la difficoltà era oggettiva, ma per colpa della maggioranza e di chi ha esteso il provvedimento, non certo delle opposizioni. In Commissione bilancio abbiamo avuto una discussione sul provvedimento; il presidente Borghi ricorderà che, forse non sul singolo emendamento in questo caso, ma, come ricordava prima il collega Boccia, durante la sessione di bilancio, sono stati molteplici gli interventi del PD su questo punto specifico, il mio, quello dell'onorevole Boccia, dell'onorevole Bruno Bossio e molti altri; quindi, sono stati affrontati ampiamente questi temi, e ricordo che il Partito Democratico ha votato contro il parere su questi emendamenti alla Commissione bilancio, proprio perché non condivideva la scelta proposta dalla maggioranza. Quindi, si tratta di una scelta fatta a maggioranza, su cui il PD non concordava.

Dopodiché, se dobbiamo tornare a quello che ha detto la presidente Ruocco, siamo partiti nella discussione mezz'ora fa, dicendo che questo emendamento non si poteva votare perché aveva il “no”, il veto della Commissione bilancio e non aveva le coperture; questo ha detto la presidente Ruocco. Adesso, mezz'ora dopo, reinterviene e riprende la parola, dicendo che non si può votare, perché c'è un provvedimento più ampio al Senato. Quindi, non è più un problema di coperture, ma di opportunità politica, perché c'è un provvedimento, guarda caso, a firma MoVimento 5 Stelle al Senato in discussione sullo stesso tema. Mi pare di vedere una scena già vista, quella che abbiamo affrontato sul revenge porn (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), in cui un emendamento in questa sede non è stato votato, fino a che poi le opposizioni non hanno fatto così tante pressioni che la maggioranza e il Governo si sono dovuti ricredere, perché ce n'era un altro al Senato.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

MARIA ELENA BOSCHI (PD). Noi abbiamo fatto una proposta molto concreta, Presidente, concludo, dicendo che c'è la possibilità di correggerlo ora; non lo si vuol fare, perché quando si tratta di diritti delle donne c'è sempre un giorno migliore, un'opportunità migliore per rinviare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e, probabilmente, il Governo risolverà tutto perché l'IVA l'aumenta su tutto, a breve, quindi, non c'è più un problema di emendamenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Porchetto. Ne ha facoltà.

CLAUDIA PORCHIETTO (FI). Grazie, Presidente. Io volevo riprendere un attimo quanto è stato detto dalla collega Ruocco, perché ho sentito parlare di un eventuale inserimento nel fantomatico decreto “crescita”; ormai, il decreto “crescita” serve per tutto, anche, a questo punto, per l'IVA sugli assorbenti; mi sembra surreale. Vorrei ricordare che all'interno della Commissione finanze abbiamo battuto i record dei rapper, vale a dire, la presidente Ruocco parlava talmente in fretta nel cassare gli emendamenti che diventava veramente difficile poter intervenire. Allora, visto che siamo in tempo per porre rimedio, quantomeno, ad una parte di ciò che è stato cassato, io inviterei il Governo a prendere atto di quello che tutto il Parlamento sta chiedendo; mi sembra una cosa equa poter soddisfare questi interventi, qui, e non rimandare come sempre ad altri provvedimenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Io so che il discredito che il MoVimento 5 Stelle e la Lega vogliono buttare sul Parlamento è parte integrante delle loro politiche, però, sentire il presidente della Commissione bilancio che ignora quella che può essere l'opinione dell'Aula fa specie, ma, ancora di più, fa specie il fatto che la presidente della Commissione finanze non voglia prendere lezione dal precedente. Allora, noi abbiamo già dimostrato, sulla vicenda del revenge porn che la collega Boschi richiamava, quanto il Parlamento possa avere un ruolo importante nell'evidenziare questioni che, magari, lungo l'iter legislativo sono sfuggite, sono state largamente sottovalutate, come questa, e, invece, di ricorrere, come si farebbe a “Fraccaropoli”, a proposte di referendum propositivo o mini Parlamenti inutilizzabili, perché ingolfati di lavoro, possiamo utilizzare, grazie al cielo, ancora un Parlamento che funziona…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Quindi, possiamo dimenticarci di quello che accade al Senato, perché grazie anche agli orientamenti del MoVimento 5 Stelle e della Lega siamo ancora in un regime di bicameralismo paritario, e, vivaddio, fare il lavoro per il quale siamo pagati, presidente Ruocco. C'è una buona idea, c'è un interesse che serve, una cosa che tutti riteniamo giusta, non mettiamoci due giorni a fare come con il revenge porn che arriviamo, poi, alla soluzione giusta e condivisa. La faccia subito, non perdiamo tempo, non ci faccia perdere tempo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ravetto. Ne ha facoltà.

LAURA RAVETTO (FI). Grazie, Presidente. Sì, a tutti noi questo ricorda il tema del revenge porn. Allora, Presidente, facciamo come con il revenge porn: il PD sono certa che accoglierà questa proposta, farà come fece la collega Zanella. Visto che per i 5 Stelle è soltanto un problema di bandierina, dal momento che stiamo bloccando questo articolo aggiuntivo perché c'è una legge a prima firma 5 Stelle al Senato, vorrà dire che il PD regalerà questa proposta emendativa ai 5 Stelle, firmatelo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico). Ne avevamo uno della collega Prestigiacomo, ci ha rinunciato, ve lo regaliamo. Siamo il Parlamento, Presidente, quindi non ci si parli di combinazioni varie tra le Commissioni, e votiamo subito un provvedimento che tutte le donne di questo Parlamento stanno chiedendo alla presidente donna della Commissione di approvare (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Schullian. Ne ha facoltà.

MANFRED SCHULLIAN (MISTO-MIN.LING.). Presidente, sarei tentato di sollecitare le colleghe deputate a occupare i banchi del Governo. Non lo farò, ma mi permetto di suggerire la sospensione della seduta (comunque abbiamo già passato il tempo) anche per consentire alla maggioranza di ripensarci (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Rotta. Ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, noi accogliamo naturalmente la proposta dell'onorevole Ravetto e invitiamo, anzi, le colleghe e i colleghi dei 5 Stelle - ne basta uno, naturalmente - a dirsi d'accordo, perché non capiamo diversamente come non potrebbero essere d'accordo.

D'altra parte, come ci ha confermato ora la presidente Ruocco, il MoVimento 5 stelle è d'accordo, tant'è che c'è un'altra proposta al Senato.

Allora, però, occorre chiarezza, davvero, la chiarezza per la chiarezza, dai due presidenti della Commissione bilancio e della Commissione finanze; non abbiamo ben capito se è un tema di copertura o non lo è; ci sembra di aver capito che non lo sia, perché, se lo fosse, anche la legge, supposta tale, in preparazione al Senato avrebbe il medesimo problema di copertura.

Se non è un problema di coperture, a questo punto, facciamolo ora, facciamolo subito e diamo un senso al nostro stare qui. Giusto? Poi non parliamo, se no, di risparmi di tempo e quant'altro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Siracusano. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO (FI). Presidente, per ribadire il problema, ci risulta che questo provvedimento del senatore Sileri sia bloccato in Commissione dall'8 novembre 2018 (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico). Abbiamo l'opportunità, adesso, con un articolo aggiuntivo di buonsenso, di affrontare il problema: facciamolo adesso.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare, per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, in base all'articolo 8, propongo, a lei, la sospensione prima del voto di questo articolo aggiuntivo; abbiamo una sospensione della seduta dell'Aula, c'è un'ora di tempo o non so quanto lei concederà per verificare, magari, alcune condizioni o accordi, tra i quali quello che ha fatto la collega Ravetto e che noi accogliamo. In questo modo, visto che l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo non è stato accolto, per lo meno ci diamo una possibilità in più, poiché non capiamo ancora le ragioni per cui non ci si possa accordare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare, sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Credo che la proposta del collega Schullian sia una proposta di buonsenso. Per quel che riguarda la maggioranza, non cambia nulla, votare adesso o votare fra un'ora non cambia. Potrebbe aiutare, in quest'ora, riflettere su una questione che mi sento di poter dire che non è strumentale, riguarda un tema che è stato già oggetto anche di iniziative nella XVII legislatura ed è una questione che vede un largo consenso.

Credo che in questo momento forzare e votare sia inutile; lasciare uno spazio di possibile ripensamento e di riflessione anche tra i gruppi credo che possa essere una cosa di buon senso, visto anche che siamo ben venti minuti oltre l'orario di chiusura.

SIMONE BALDELLI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Comprendo, Presidente, che essendo in dichiarazione di voto, per la Presidenza diventa complesso imporre l'interruzione di questa fase, però, questa fase si può invece interrompere, anche a fronte del voto che c'è stato (è stato proposto l'accantonamento ed è stato respinto). Però, se la Commissione, per bocca della relatrice, intendesse in questo senso - forse sarebbe anche opportuno che la relatrice ascoltasse - riunire nuovamente il Comitato dei nove per presentare magari un emendamento della Commissione su questo (questa è una delle ipotesi) o, comunque, riunire il Comitato dei nove, in questo caso la Presidenza avrebbe assolutamente facoltà di interrompere la fase delle dichiarazioni di voto e sospendere i lavori per permettere al Comitato dei nove di consultarsi nuovamente su questo.

Io credo che sarebbe un passaggio di buonsenso, a prescindere dalla posizione politica, perché mi pare che sia emerso, da parte di molti gruppi, la volontà di convergere sul contenuto di questo articolo aggiuntivo. Peraltro, anche il gruppo di Forza Italia, con l'onorevole Prestigiacomo e altri colleghi, l'aveva presentato e sottoscritto, ma noi quella proposta emendativa l'abbiamo ritirata. C'è una proposta che ha formulato la collega Ravetto che credo che possa essere una proposta di grande buonsenso.

Presidente - e approfitto di questo intervento anche per permettere ai presidenti della V e VI Commissione di consultarsi sul da farsi -, credo che ascoltare la disponibilità della relatrice sarebbe un segnale di intelligenza e di disponibilità, e mi pare, insomma, che dare segnali di intelligenza e di disponibilità anche sotto elezioni non faccia male a nessuno.

Pertanto, anziché infilarci in un dibattito elettorale o impiccarci a un parere che abbiamo già espresso, chiedo alla relatrice, presidente Ruocco, di poter considerare, attraverso lo strumento di una riunione del Comitato dei nove, la possibilità di interrompere questa fase. E, allora, a mio avviso, anche il Presidente Fico immagino non avrebbe nessuna difficoltà a sospendere la seduta in questo momento e riprenderla, quando sarà - speriamo anche di riuscire a recuperare un minimo di tempi di pausa -, con l'esito del Comitato dei nove. Però, questo presuppone la volontà del Comitato dei nove stesso.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Presidente, ci sono i precedenti formali, materiali e poi ci sono i precedenti fisici; quindi, la prego, non usi l'argomento che, avviate le dichiarazioni di voto, si deve passare al voto, perché fisicamente le trasmetto, visto che ho fatto anche il Vicepresidente della Camera, un certo numero di occasioni nelle quali ragioni politiche hanno comportato che le dichiarazioni di voto fossero sospese, fosse sospesa la seduta e poi si fosse ripreso, perché si dovevano risolvere problemi, che è esattamente quello che ci troviamo a fare in questo momento.

Se poi lei decide che questo non si faccia, è una sua scelta, come tutte le scelte che io – si figuri – rispetto, ma non accampiamo in questa circostanza il fatto che non si possono sospendere le dichiarazioni di voto, perché io sono stato bruciato quando ho posto questo problema in altre venti, trenta occasioni nel passato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Solo per fare un momento di chiarezza: nel momento in cui è stato votato anche l'accantonamento e siamo in dichiarazione di voto sull'articolo aggiuntivo, è chiaro che la sospensione potrebbe quasi assomigliare a un accantonamento e, quindi, superare il voto dell'Aula. Questo è uno dei punti su cui chiaramente io stavo riflettendo. Ma nel caso in cui arrivassero fatti nuovi, le cose potrebbero cambiare.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Presidente, chiediamo una sospensione.

PRESIDENTE. A questo punto sospendiamo l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 15,30.

La seduta, sospesa alle 14,25, è ripresa alle 15,35.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bitonci, Brescia, Businarolo, Colletti, D'Incà, Delrio, Dieni, Gregorio Fontana, Frusone, Gallo, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Liuni, Liuzzi, Losacco, Parolo, Ruocco, Schullian, Sisto, Vitiello, Vito e Zennaro sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente novantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione della proposta di legge n. 1074-A.

(Ripresa esame di un articolo aggiuntivo - articolo 28 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione della proposta di legge n. 1074-A: “Disposizioni per la semplificazione fiscale, il sostegno delle attività economiche e delle famiglie e il contrasto dell'evasione fiscale”.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato accantonato l'articolo aggiuntivo Pastorino 15.0120 e hanno avuto inizio le dichiarazioni di voto sull'articolo aggiuntivo Ungaro 28.0100. Ha chiesto di parlare la relatrice, la deputata Carla Ruocco. Ne ha facoltà.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Grazie, Presidente. Allora, prima della sospensione si era discusso ampiamente sull'emendamento riguardo ai prodotti femminili di igiene femminile, in particolare degli assorbenti femminili. Ora, durante questa pausa di sospensione, la richiesta era quella di rivedere l'aliquota applicata, quindi piuttosto che l'aliquota ordinaria attuale, si era chiesto di applicare un'aliquota agevolata, che poi sarebbe l'aliquota al 10 per cento o al 5 per cento. Durante la pausa, proprio venendo incontro alle esigenze dell'Aula, abbiamo chiesto un approfondimento sulle coperture che servirebbero qualora si volessero applicare queste aliquote agevolate e la Ragioneria ha quantificato, in caso di riduzione di aliquota al 10 per cento, 212 milioni e, in caso di riduzione IVA al 5 per cento - quindi l'aliquota ancora più bassa - 300 milioni. L'emendamento riportava una copertura di 5 milioni, quindi è evidente che in questa sede non è possibile purtroppo venire incontro alla richiesta di copertura della Ragioneria.

Però ribadisco che l'argomento è molto sentito e quindi nei provvedimenti, che saranno adesso all'esame contemporaneamente nella nostra Commissione e in Commissione Bilancio, potremmo approfondire, anche sulla base adesso della giusta e corretta quantificazione che la Ragioneria ha fornito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Martino. Ne ha facoltà.

ANTONIO MARTINO (FI). Per noi, insomma, è stato un lavoro importante quello della Commissione. Dal nostro studio, fatto dall'onorevole Prestigiacomo e dalle nostre deputate, veniva fuori una cifra di circa 60 milioni di euro; ovviamente prendiamo per buoni i 300 milioni di euro - perché ovviamente diamo per buono quello che dice il Governo - ma è importante che però venga preso un impegno non vago su quale sarà il provvedimento che conterrà questa problematica nelle prossime settimane.

PRESIDENTE. Chiede di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Enrico Borghi.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, Presidente. Per chiedere la produzione della relazione tecnica da parte della Ragioneria che supporti le cifre che sono state fornite in questo contesto, perché altrimenti diventa difficile capire il motivo di una distonia così forte tra una disponibilità asserita all'interno dell'emendamento e una cifra così consistente.

PRESIDENTE. Borghi, da questo punto di vista, ci vuole una richiesta espressa della Commissione per la relazione di quantificazione da parte della Ragioneria, in sede referente chiaramente, non adesso in Aula.

ENRICO BORGHI (PD). Presidente, vorrei poter ricondurre, evidentemente, la questione ad una dimensione più politica, cioè, se in sede referente è possibile richiedere la produzione di una relazione tecnica, delle due l'una: o vi è la volontà da parte della maggioranza di affrontare il tema, e allora si torna in Commissione e si affronta la questione, oppure si approva questo emendamento e, nel limite dei 5 milioni, si affida poi in sede esecutiva la possibilità di articolare le modalità con le quali si introduce questo sconto dell'IVA del 5 per cento. Non mi faccia dettagliare adesso quale può essere la casistica, ma credo che chiunque potrebbe cogliere la questione. Il tema è tutto politico: la volete o non la volete questa riduzione del 5 per cento, sì o no (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali)? Non nascondetevi dietro le cifre per le quali noi non abbiamo qui un riscontro ufficiale, come lei Presidente ha confermato!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore! Prego, deputata.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Presidente, io voglio sottoscrivere questo emendamento e, così come detto dai miei colleghi, trovo abbastanza inquietante e preoccupante che non ci sia un “no” nel merito, ma che si tergiversi, rinviando ad altro provvedimento, unicamente per mettere una firma su una questione che non dovrebbe avere firme e appartenenze, ma dovrebbe avere solo una risposta positiva. In questo modo, non avendo un atteggiamento positivo su questo emendamento, vi prendete la responsabilità di dire di “no”, mentre avete detto di “sì” a tante altre questioni che evidentemente vi interessano di più, ivi compresi i produttori delle sigarette elettroniche e quant'altro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che ritenete più importanti - o forse più affidati alle vostre esigenze di partito - rispetto alle esigenze delle donne. Io trovo tutto questo scandaloso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Signor Presidente, poche parole per dire che questo è un emendamento sentito da tante famiglie, perché c'è una necessità reale. Noi ci troviamo in un Paese in cui solo il 49 per cento delle donne lavora e, quando lavorano, queste donne guadagnano meno degli uomini e guadagnano male. Ora, abbiamo la possibilità di dare un segnale di attenzione con questo emendamento. Signor Presidente, io non vorrei che si dimenticasse anche l'esperienza del revenge porn, perché errare è umano, ma perseverare è diabolico. In quell'occasione, dopo la pausa - la pausa era certamente quella del fine settimana - che era utile approvare quell'emendamento perché nessuno avrebbe capito il motivo per cui bisognava respingerlo, visto che stavamo parlando della violenza sulle donne. In questa stessa sede, oggi dico: non si capisce perché noi, oggi, qui, non possiamo discutere e approvare questo emendamento. Veramente, quest'Aula ha la possibilità di dare un segnale a milioni di ragazzi, a milioni di donne, che capirebbero il lavoro che stiamo facendo in un provvedimento come questo. Invece no, si volta loro le spalle perché forse al Senato c'è un provvedimento ad hoc. Ma non è questo il modo di occuparsi dei bisogni delle persone! È veramente un'occasione persa non votare favorevolmente su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pini.

GIUDITTA PINI (PD). Grazie, Presidente. Guardate, noi non abbiamo avuto la possibilità di vedere questa relazione tecnica. Nell'emendamento si chiede - e avevamo trovato le coperture - per quattro anni. Facciamo una cosa: cerchiamo di riformularlo; chiediamo al Comitato dei nove di riformularlo e di fare una sperimentazione solo per un anno. Avevamo trovato una copertura di 12 milioni; nella scorsa legge di stabilità sono stati trovati 4 milioni per abbassare l'Iva sui tartufi; possiamo anche metterci un minuto, un minuto qui a guardare una cosa (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali), almeno per la sperimentazione di un anno; poi, dopo, capiremo come farla (con il codice fiscale, a seconda dell'ISEE o della dichiarazione dei redditi). Insomma, siamo qui apposta per fare questo lavoro: fermiamoci un secondo e cerchiamo di capire; troviamo una mediazione su questa questione e, invece che quattro anni, facciamo una sperimentazione di un anno.

Sono sicura, Presidente, che con la sua saggezza e la saggezza della Commissione bilancio, che ha trovato i soldi per i tartufi, troveremo anche i soldi per questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, Presidente. Anch'io voglio, in particolare, rivolgermi a lei e, tramite lei, alla presidente per il seguito di questo provvedimento. Questo provvedimento, che si occupa di semplificazione fiscale e di sostegno di attività rivolte anche alle famiglie vede, credo in quello su cui noi abbiamo provato a sensibilizzare quest'Aula in tutto questo tempo, una norma che sarebbe finalmente un segnale. Le modalità applicative le possiamo trovare insieme, la cosa importante è che, per la prima volta, un segnale importante rivolto non solo alle famiglie e alle nuove generazioni potrebbe essere messo in campo.

Di risorse ne sono state trovate tante per altre misure sicuramente meno impattanti sulla vita delle persone e sulla vita delle donne. Io credo che, per la possibilità, per l'ampiezza del margine di raggio che abbiamo anche sul piano economico, sia giusto mettere in campo finalmente una misura che possa essere un segnale vero e concreto e non sempre, come al solito, rimandare a qualcos'altro e al Senato un provvedimento che credo che, finalmente, possa cambiare, anche con un piccolo segnale, l'esistenza di molte donne (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bonomo. Ne ha facoltà.

FRANCESCA BONOMO (PD). Grazie, Presidente. Intanto, vorrei apporre anche la mia firma a questo emendamento, poi vorrei chiedere al Governo di porre l'attenzione su questo emendamento e di cercare di trovare un punto di convergenza, perché credo che si stia parlando di una questione molto importante, proprio i diritti delle donne, una riconoscenza importante. Chiederei al Governo anche di lavorare per raggiungere degli obiettivi subito, perché ci viene detto che c'è una legge in discussione al Senato, ma sappiamo benissimo quali sono anche le tempistiche e, invece, ci sono dei problemi, delle questioni nazionali e delle domande che devono essere risolti subito. Così come direi anche di non mettere in competizione le questioni. Si faceva prima l'esempio che sono stati trovati i fondi - e qui faccio anche una battuta - sui tartufi: per noi, per me da piemontese, è importante ovviamente questo tema come valorizzazione anche del made in Italy e di un prodotto territoriale, ma è importante e dovrebbe essere importante, soprattutto per un Governo come questo, che dice di tenere ai diritti delle donne e delle famiglie, cercare di trovare le coperture su un provvedimento così importante.

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCESCA BONOMO (PD). Quindi, chiediamo, e chiedo ancora al Governo, di valutare l'accoglimento di questo emendamento, così come diceva anche la collega Pini, eventualmente, per una prima sperimentazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie, Presidente. Siamo partiti, prima dell'interruzione dei lavori dell'Aula, su una presunta bocciatura che non era per la copertura finanziaria da parte della Commissione bilancio, ma, come è emerso, è stata una bocciatura nel merito. Adesso siamo tornati in Aula con la storia che non ci sarebbe la copertura finanziaria. Cortesemente, Presidente, tramite lei, chiedo altrettanta cortesia al rappresentante del Governo perché, di solito, sulle coperture non si esprime né un parlamentare né la capogruppo di una Commissione né il presidente di una Commissione, ma si esprime il Governo. Vorrei sapere da parte del rappresentante del Governo in merito alle coperture, se ci sono, se non ci sono, e se ci sono, per esempio, solo per un anno. Il Governo, solitamente, in Aula, interviene per rappresentare nel merito l'esistenza o meno delle coperture finanziarie. Con tutto il rispetto per chi ha sostituito anche il Governo…

PRESIDENTE. Concluda.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). …chiedo formalmente, Presidente, chiaramente se il Governo vorrà, di esprimersi sulle coperture.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Cenni. Ne ha facoltà.

SUSANNA CENNI (PD). Grazie, Presidente. Io speravo che la pausa potesse essere utilizzata, magari, per una riformulazione e il raggiungimento di un punto di mediazione utile a raggiungere l'obiettivo. Ovviamente, anche io chiedo di sottoscrivere l'emendamento e, sinceramente, chiedo al Governo e alla relatrice una riflessione ulteriore, perché qui non stiamo parlando di un emendamento di un provvedimento che va a parlare a un settore produttivo, a una nicchia, stiamo parlando della vita quotidiana delle donne di questo Paese e, in modo particolare, delle ragazze, delle studentesse, di coloro che vivono la necessità di approvvigionamento di questi prodotti come una necessità e un costo pesante. Io vi chiedo davvero ancora un ripensamento, perché in quest'Aula le donne, trasversalmente, sono state capaci di consentire al Parlamento di portare a casa dei risultati importanti. Abbiamo l'opportunità di farlo anche oggi, quindi sfiliamo questo tema dalla contrapposizione politica e facciamo una cosa utile per le donne.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Nardi. Ne ha facoltà.

MARTINA NARDI (PD). Grazie, Presidente. La politica torna protagonista quando parla della vita concreta delle persone. Allora, anche noi, agli occhi dei più che molto spesso ci bistrattano, invece, riacquisiamo una centralità e un ruolo. Questa è un'occasione, una piccola, grande occasione per far tornare la politica protagonista, perché parliamo della vita delle donne, di moltissime famiglie, parliamo della loro economia, parliamo del fatto che, dal punto di vista economico, questa spesa è una spesa che grava obbligatoriamente sulle tasche di tutte le famiglie del nostro Paese e per tutte le donne ha un peso rilevante. Parlare di diminuire il carico fiscale è un tema caro anche a questa maggioranza: bene, questa è una piccola, grande occasione, è un segno. Ci sono le coperture? La presidente della Commissione, la relatrice ha dichiarato che ci sono, che la copertura c'è, perché c'è un provvedimento pronto al Senato per essere portato in Aula: bene, allora, lo si faccia ora, si dia un chiaro, chiarissimo segnale alle donne di questo Paese, agli uomini e alle donne di questo Paese, dicendo che la politica si occupa anche di loro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Grazie, Presidente. Le politiche per la famiglia passano spesso per misure semplici che entrano nella vita quotidiana delle persone. Mi rivolgo a un'Assemblea abbastanza disattenta: questo non è un esercizio di parola, ma credo che sia il luogo giusto dove porre questo tema, in un Parlamento in questo momento disinteressato dai nostri interventi. Ma proviamo a pensare alle tantissime famiglie italiane che faticano ogni mese a fare una spesa: l'acquisto di questi prodotti determina una quota importante delle spese delle famiglie italiane e di tante donne, di tante ragazze che non possono fare a meno dell'acquisto di questi prodotti, che influiscono sul budget familiare. Quindi, portare attenzione da parte di questo Parlamento e da parte del Governo relativamente ad agevolazioni fiscali su questi prodotti significa dare anche alle famiglie più in difficoltà, in questo difficile momento storico, anche maggiori margini per aumentare i consumi relativamente ad altri prodotti. Quindi, chiedo alla relatrice, al presidente della Commissione e al Governo maggiore attenzione.

PRESIDENTE. Concluda.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Provare a pensare a misure che possano consentire alle famiglie di acquistare prodotti di cui non si può fare a meno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Andrea Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO (PD). Grazie, io mi rivolgo ai colleghi della Lega, signor Presidente, perché la Lega, lo sappiamo, negli ultimi mesi, ha scelto di fare battaglie ideologiche, forse crociate, sul tema della famiglia, la famiglia normale, secondo loro, quella che dovrebbe essere la famiglia normale, la famiglia tradizionale, la famiglia regolare. Lo diceva un attimo fa la collega Gadda parlando di famiglie: quale provvedimento, se non questo, impatta concretamente nella vita delle famiglie, normali o non normali che siano, secondo la terminologia ideologica della Lega? Allora, guardatevi un po' di fronte allo specchio, colleghi della Lega, e provvedete concretamente a ridurre il carico fiscale sulla vita di quelle famiglie che, per esempio, hanno più di una figlia. Io lo confesso, sono un privilegiato, ci mancherebbe: ho due figlie - due su quattro, gli altri due sono maschi - e posso immaginare famiglie meno privilegiate della mia quali spese debbano sostenere, ogni mese, per provvedere ai bisogni di questo tipo. Allora, visto che vi riempite la bocca così facilmente della parola famiglia, a cui è associate un carico ideologico del tutto sbagliato, fate per una volta un provvedimento nella direzione della vita quotidiana della famiglia e approvate un emendamento come questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD). Grazie, Presidente. Chiedo anch'io di sottoscrivere questo emendamento e mi permetto di riportare un attimo l'attenzione all'avvio di questa discussione in quest'Aula.

Credo che si sia posta fine a una discussione surreale che ha fatto dire ad alcuni colleghi che la contrarietà a questo articolo aggiuntivo è rispetto al fatto che non persegue un obiettivo di economia circolare. Penso che di questi temi si debba parlare con grande rispetto. Stiamo parlando di una questione che è stata discussa in tante occasioni, su cui abbiamo sentito in altre occasioni anche delle colleghe degli altri gruppi parlamentari sostenere questa battaglia, questa battaglia legittima, questa battaglia giustissima di riconoscimento non solo di una politica di sostegno alle donne, a tutte le donne, alle ragazze, come è stato sottolineato prima, ma più in generale di risposta ad una possibilità di dare un accesso all'utilizzo di questi strumenti, di questi prodotti, a un costo più basso.

PRESIDENTE. Concluda.

CHIARA BRAGA (PD). Io credo che il silenzio di tante colleghe, ma non solo delle colleghe, di tanti rappresentanti che, magari, hanno discusso e privatamente hanno dato il loro assenso su questa proposta sia un pessimo segnale e rinnovo la richiesta alla presidente della Commissione e ai colleghi di rivalutare la possibilità di modificare questo articolo aggiuntivo e dare un buon segnale nell'esame di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Carla Cantone. Ne ha facoltà.

CARLA CANTONE (PD). Grazie, Presidente. Questo tema per chi ascolta può sembrare banale, può far sorridere, ma non è così, non solo per le famiglie che hanno più figlie in casa. Io, oltre a sottoscrivere questo articolo aggiuntivo, chiederei a tutti i deputati maschi, che hanno un po' di buon senso e che si rendono conto di un fatto che non è banale, di sottoscriverlo anche loro, perché non è mica vero che interessa solo le vostre figlie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), le vostre mamme, le vostre mogli, non è vero. Ve ne accorgerete quando arriverete a sessant'anni, parlo dei maschi, e vedrete che avrete bisogno di assorbenti per l'incontinenza o per la prostata, pensateci prima (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Mura. Ne ha facoltà.

ROMINA MURA (PD). Presidente, anch'io vorrei sottoscrivere…

PRESIDENTE. Deputata Mura, mi scusi, non riesco ad ascoltarla. Colleghi, colleghi… Deputato Marattin, sta intervenendo la sua collega… Deputato Marattin, si sente, è alta voce. Prego, deputata Mura.

ROMINA MURA (PD). Presidente, anch'io vorrei sottoscrivere l'articolo aggiuntivo e, attraverso di lei, mi vorrei rivolgere alla presidente Ruocco. Stiamo trattando un tema che riguarda la generalità delle donne; tra l'altro, qui dentro, il provvedimento, di cui alla proposta emendativa Bruno Bossio, è condiviso da tutti i gruppi parlamentari, anche dal MoVimento 5 Stelle.

Qualche giorno fa, in occasione della festa della mamma, il Vicepremier di riferimento della presidente Ruocco ha detto che con il risparmio del reddito di cittadinanza verranno assunti provvedimenti per la famiglia e per le donne. Ecco, quale migliore occasione per impiegare quelle risorse?

Aggiungo un'ultima cosa: sono convinta che, se oggi il tema fosse stato di stretta pertinenza maschile, avremmo già risolto in senso positivo; invece quando si tratta delle donne bisogna sempre rinviare (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Per favore, liberiamo i banchi del Governo, grazie.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Io, se posso, vorrei proprio sottoscrivere questo articolo aggiuntivo, assolutamente, ma tutta la vita, grazie mille!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 28.0100 Ungaro, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64) (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Esame dell'articolo 29 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 29 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A). Invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Sugli identici emendamenti 29.100 Marco Di Maio e 29.201 Mandelli il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 29.100 Marco Di Maio e 29.201 Mandelli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (PD). Grazie, Presidente. In questi articoli, che noi condividiamo, si affrontano diverse norme che sono tese a sostenere la riapertura delle attività commerciali e l'ampliamento delle attività in essere nei comuni al di sotto dei 20 mila abitanti. Sono norme che condividiamo e che, con questo emendamento, andiamo a migliorare, perché questo emendamento punta a evitare che si usi strumentalmente il beneficio, l'incentivo che si prevede con la legge che stiamo discutendo e, soprattutto, prevede che non si possa andare in deroga alle norme già esistenti in materia di commercio al dettaglio, in particolare per quel che riguarda gli iter autorizzativi e le singole leggi regionali che disciplinano il commercio.

Accogliamo, ovviamente, con soddisfazione il parere favorevole della maggioranza. Ci saremmo aspettati la stessa attenzione anche nel precedente articolo aggiuntivo perché avremmo potuto completare un pacchetto di norme che avrebbero veramente semplificato la vita ai cittadini e, invece, nel rammaricarci per l'occasione mancata col precedente articolo aggiuntivo, però, ci rallegriamo per il parere positivo a questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 29.100 Marco Di Maio e 29.201 Mandelli, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 65).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 29, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 66).

(Esame dell'articolo 30 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 30 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A). Invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Sull'emendamento 30.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 30.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 67).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 30, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 68).

(Esame dell'articolo 31 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 31 (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 31.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 69).

(Esame dell'articolo 32 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 32 (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 32.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 70).

(Esame dell'articolo 33 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 33 (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 33.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 71).

(Esame dell'articolo 34 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 34 (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 34.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 72).

(Esame dell'articolo 35 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 35 (Vedi l'allegato A)

Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 35.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 73).

(Esame dell'articolo 36 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 36 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 36.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 74).

(Esame dell'articolo 37 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 37 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

CARLA RUOCCO, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi 37.0100 e 37.0101 Pastorino e parere favorevole sull'articolo aggiuntivo 37.05 Gebhard.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Parere conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 37.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 75).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.0100 Pastorino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 76).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.0101 Pastorino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 77).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.05 Gebhard, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 78).

(Ripresa esame di un articolo aggiuntivo – articolo 15 - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Dobbiamo ora passare all'articolo aggiuntivo 15.0120 Pastorino, in precedenza accantonato. Chiedo alla relatrice di esprimere il parere su tale proposta emendativa.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 15.0120 Pastorino. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, vorremmo capire le ragioni, visto che era stata accolta una volta tanto una richiesta di accantonamento: la motivazione del parere negativo qual è, se è possibile?

CARLA RUOCCO, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLA RUOCCO, Relatrice. Signor Presidente, abbiamo chiesto nella pausa sia al MEF sia all'Agenzia delle entrate un'espressione di parere e, purtroppo, ci hanno dato parere negativo.

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, che rimanga agli atti che questa decisione è una decisione incomprensibile, che favorisce gli agenti della riscossione e i soggetti iscritti all'albo ma penalizza in maniera vergognosa i piccoli comuni. Credo che questo vada detto e che ciò venga votato anche - e lo dico con rispetto - dai colleghi della Lega, per esempio, lo trovo francamente incomprensibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (PD). Grazie, signor Presidente. Mi ricollego a quanto dichiarato ora dal collega Fornaro per lasciare agli atti. Che l'Agenzia delle entrate sia contraria a questo emendamento mi sembra d'uopo perché, effettivamente, non ha nessun interesse a venire incontro ai piccoli comuni. Francamente, che il Governo delle autonomie, dell'indipendenza e delle autonomie rinforzate, come vi definite voi, creda all'Agenzia delle entrate e non a quanto detto dai piccoli comuni in audizione ci pare una novità di non poco conto, che non lesineremo di sottolineare nei nostri territori che stanno andando al voto. Quando vi metterete le felpe nelle varie città, capiremo chi ringraziare per il fatto che quelle città devono venire a Roma per fare le cause (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Presidente, intervengo per associarmi alle considerazioni fatte dalla collega Fregolent. È davvero incomprensibile che, in queste ore, nei territori i rappresentanti della maggioranza si stanno riempiendo la bocca a favore delle municipalità, delle aree interne e dei piccoli comuni, mentre poi qui fanno esattamente l'opposto. Non è il Governo del cambiamento, è il Governo dell'asservimento alle burocrazie: complimenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antonio Martino. Ne ha facoltà.

ANTONIO MARTINO (FI). Grazie, Presidente. L'Abruzzo, da dove provengo, è una regione piccola. I territori sono frastagliati e i piccoli comuni soffrono già in maniera importante. Oggi bisogna essere vicini ai comuni e ai tanti sindaci che fanno questo mestiere nell'amministrazione per volontariato e che sono vicini alla gente forse più di noi in quest'Aula. Quindi, è importante dar loro la forza e dargli anche la possibilità di risparmiare ed essere più efficaci nell'azione amministrativa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 15.0120 Pastorino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno, in quanto estranei rispetto al contenuto del provvedimento: n. 9/1074-A/1 Bucalo, concernente l'istruttoria per il rilascio del documento unico di regolarità contributiva; n. 9/1074-A/4 Cancelleri, volto ad estendere retroattivamente l'efficacia dell'incentivo per le assunzioni nelle regioni del Mezzogiorno; n. 9/1074-A/10 D'Orso, volto a modificare la normativa vigente in materia di imposta di registro dovuta per gli atti giudiziari; n. 9/1074-A/15 Caretta, relativo all'iscrizione e alla gestione previdenziale ed assistenziale per l'agricoltura dei figli degli imprenditori agricoli; n. 9/1074-A/16 Deidda, concernente il riconoscimento delle funzioni di organismo pagatore in favore dell'ARGEA Sardegna.

PRESIDENTE. La deputata Bruno Bossio ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1074-A/17.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Presidente, abbiamo discusso molto della questione legata a questo ordine del giorno. C'è stata una discussione molto forte e speravamo che, alla fine, l'emendamento fosse approvato. Purtroppo non è andata così, quindi mi aspetto che questo ordine del giorno sia sostanzialmente approvato, perché effettivamente venga mantenuto quell'impegno che a parole oggi è stato preso, cioè che non si sarebbe fatto ciò in questo provvedimento ma che ci sarà rapidamente un prossimo provvedimento in cui sarà approvato l'abbassamento dell'IVA per i prodotti igienici femminili. È una proposta, come hanno detto tutti, rivolta alle donne; è una proposta antidiscriminatoria e credo che se c'è un luogo dove investire positivamente quelli che sono i contributi e quella che è - diciamo - una riorganizzazione del bilancio, ciò non possa che essere a favore della salute delle donne.

PRESIDENTE. Il deputato Del Barba ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1074-A/22.

MAURO DEL BARBA (PD). Grazie, Presidente. Anche in questo caso si tratta di ripristinare un minimo di equità, laddove la previsione per quanto attiene ai canoni sia quella di non assoggettarli a imposizione fiscale qualora non riscossi. Si chiede quindi che questa previsione venga estesa dal Governo o che si valuti almeno la possibilità di estenderla anche ai canoni contratti prima del 2020.

PRESIDENTE. Il deputato Librandi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1074-A/24.

GIANFRANCO LIBRANDI (PD). Grazie, Presidente. Sottosegretario, con quest'ordine del giorno vogliamo sottolineare la complessità di nuove regole che potrebbero mettere a rischio le già difficili situazioni economiche e finanziarie di alcuni comuni. È pur vero che, confidando in una raccolta differenziata sempre più efficiente, i costi dovrebbero diminuire, ma situazioni particolari o di emergenza possono intervenire facendo aumentare i costi della gestione dei rifiuti, ponendo a carico dei nostri comuni difficoltà nel pagamento del servizio d'ulteriori debiti. Rimane, quindi, il fatto che le nuove procedure rappresentano un'ulteriore complicazione nella gestione dei comuni, perciò chiediamo al Governo di ripristinare l'efficacia delle deliberazioni TARI al fine di evitare che siano utilizzate le tariffe dell'anno precedente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il deputato Ungaro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1074-A/2.

MASSIMO UNGARO (PD). Presidente, questo ordine del giorno si appella al Governo per rivedere la disciplina dell'IMU per gli italiani all'estero. Gli italiani all'estero, come voi sapete, non hanno beneficiato dell'esenzione IMU e ancora pagano l'imposta municipale unica sull'unico immobile che spesso possiedono in Italia e che spesso ereditano dai loro genitori nei piccoli centri e nei piccoli comuni. Noi pensiamo che esonerare l'IMU per gli italiani all'estero sia anche a beneficio dei piccoli comuni, che potrebbero beneficiare del turismo di ritorno. Purtroppo, a causa di questa tassa sappiamo di molti italiani all'estero che sono obbligati a vendere l'immobile, quindi vi è una pressione al ribasso sui prezzi degli immobili in molti piccoli comuni d'Italia. Pertanto, noi pensiamo che questa sia una strategia intelligente per gli italiani all'estero per rilanciare il turismo di ritorno e favorire i piccoli comuni d'Italia.

PRESIDENTE. Il deputato Bond ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1074-A/13.

DARIO BOND (FI). Molto brevemente, Presidente. Dopo alcuni mesi di funzionamento e di andata a regime della fatturazione elettronica, possiamo dire che in alcune parti d'Italia, le isole, le isole minori e la montagna, la fatturazione elettronica trova una scarsa - si fa per dire - applicazione, perché purtroppo non c'è copertura Internet. Non c'è la copertura della rete e soprattutto questi piccoli imprenditori, questi negozi di vicinato, ma soprattutto le aziende agricole e anche le piccole aziende agricole, si trovano in una difficoltà enorme a fare una fatturazione elettronica.

Ora, la preghiera che rivolgo al Governo, attraverso il sottosegretario Bitonci, è di prevedere qualcosa, o un'esenzione o un riequilibrio di questo sistema, perché queste persone si trovano a cambiare il computer, a cambiare la stampante, a trovare una segretaria nuova e anche a provare tutti i sistemi per avere la copertura della rete e sono costi, molte volte costi anche molto elevati per questi poveri cristi che hanno dei fatturati molto molto limitati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il deputato Baratto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1074-A/11.

RAFFAELE BARATTO (FI). Grazie, Presidente. Solo per illustrare il mio ordine del giorno che ho ripresentato anche un'altra volta riguardante la questione dell'IVA. Oggi cosa succede? Può accadere che un'azienda che ha delle commesse fallisca. Oggi noi sappiamo che una causa va avanti anche dieci, dodici o quindici anni. Cosa diciamo? Che quando avviene il fallimento, almeno l'IVA venga restituita magari dopo un anno: sarebbe liquidità che viene inserita ancora nelle aziende.

So che il sottosegretario più di una volta mi ha detto che è costoso e lo capisco. Però, vorrei chiedere al sottosegretario e al Governo se può essere chiesto ancora una volta al MEF se davvero quei costi sono effettivi. Magari in un prossimo progetto di legge, perché magari si tratta di sei, settecento, ottocento milioni o un miliardo di euro che vengono reinseriti nel mercato e credo che in momenti come questi sarebbe davvero una buona linfa per tutte le nostre aziende. Ringrazio il sottosegretario (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il deputato Zanichelli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1074-A/3.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Intervengo per illustrare il mio ordine del giorno perché sono sempre di più le persone che non hanno un apparecchio televisivo in casa e che ogni anno devono comunicare all'Agenzia delle entrate che non hanno nessuna TV e ogni anno devono fare questa comunicazione per non pagare il canone giustamente, non avendo l'apparecchio televisivo.

Il mio ordine del giorno è volto a chiedere al Governo di valutare la possibilità di cambiare tale norma in modo tale che un cittadino che non ha la televisione non debba tutti gli anni comunicare la stessa identica cosa all'Agenzia delle entrate, cioè che non ha una televisione, fintanto che ovviamente non acquista una televisione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Ricordo che l'ordine del giorno n. 9/1074-A/1 Bucalo è inammissibile.

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1074-A/2 Ungaro, purché sia riformulato aggiungendo: “a valutare l'opportunità di”; parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1074-A/3 Zanichelli. L'ordine del giorno n. 9/1074-A/4 è inammissibile.

Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno n. 9/1074-A/5 Alberto Manca, n. 9/1074-A/6 Aprile e n. 9/1074-A/7 Trano. Il Governo esprime parere favorevole come raccomandazione sull'ordine del giorno n. 9/1074-A/8 Siragusa e parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1074-A/9 Amitrano. L'ordine del giorno n. 9/1074-A/10 Dorso è inammissibile. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1074-A/11 Baratto; parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1074-A/12 Nevi, purché riformulato aggiungendo: “a valutare l'opportunità di”; parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1074-A/13 Bond, purché riformulato aggiungendo: “a valutare l'opportunità di prevedere”; parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1074-A/14 Lollobrigida, purché riformulato aggiungendo le parole: “l'opportunità di adottare”.

Gli ordini del giorno n. 9/1074-A/15 Caretta e n. 9/1074-A/16 Deidda sono inammissibili. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1074-A/17 Bruno Bossio, purché sia riformulato sostituendo, al posto di “inserire”, le parole: “valutare l'opportunità di inserimento”.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1074-A/18 Fregolent, purché sia riformulato aggiungendo: “a valutare l'opportunità di”; parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1074-A/19 Fragomeli purché sia riformulato aggiungendo: “a valutare l'opportunità di”; parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1074-A/20 Topo, con la seguente riformulazione: “a valutare gli effetti applicativi della disposizione richiamata in premessa, al fine di adottare ulteriori iniziative normative”.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1074-A/21 Ruocco; parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1074-A/22 Del Barba, con la seguente riformulazione: “a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte (…)”; sull'ordine del giorno n. 9/1074-A/23 Colaninno il parere è favorevole sempre con la seguente riformulazione: “a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte (…)”; parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1074-A/24 Librandi, sempre con la seguente riformulazione: “a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte (…)”; parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1074-A/25 Mancini, purché sia riformulato aggiungendo: “a valutare l'opportunità di”.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Intervengo per stigmatizzare un fatto, signor Presidente, che il rappresentante del Governo non ha fatto un plissé sugli ordini del giorno della maggioranza che sono stati recepiti in toto e su tutti - ripeto: tutti - gli ordini del giorno del Partito Democratico ha ritenuto di dover introdurre la variante del “valutare l'opportunità di”, che è una modalità elegante con la quale dice, sostanzialmente, che non gliene importa assolutamente nulla.

Ora, si tratterebbe qui di avere lo stesso metro di paragone per tutti perché, se il Governo ritiene di avere le mani libere dal Parlamento, ce le ha sia nei confronti della maggioranza sia nei confronti dell'opposizione; altrimenti, perseveriamo nell'ipocrisia.

Dopodiché, ciascun primo firmatario è naturalmente libero di ritenere e di chiedere che venga messo in votazione oppure si può ritenere soddisfatto; ma volevo significare questo dato per sottolineare un'espressione di parere che è assolutamente ipocrita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/1074-A/20 Topo, modifico il parere con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di” e basta; e così anche per l'ordine del giorno n. 9/1074-A/22 Del Barba: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Quindi, iniziamo dall'ordine del giorno n. 9/1074-A/2 Ungaro, parere favorevole con riformulazione: va bene; n. 9/1074-A/3 Zanichelli: favorevole; n. 9/1074-A/5 Alberto Manca: favorevole; n. 9/1074-A/6 Aprile: favorevole; n. 9/1074-A/7 Trano: favorevole; n. 9/1074-A/8 Siragusa: favorevole come raccomandazione, va bene.

Ordine del giorno n. 9/1074-A/9 Amitrano: favorevole; ordine del giorno n. 9/1074-A/11 Baratto: favorevole; ordine del giorno n. 9/1074-A/12 Nevi: favorevole con riformulazione. Va bene, deputato Nevi? Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/1074-A/13 Bond: parere favorevole con riformulazione; ordine del giorno n. 9/1074-A/14 Lollobrigida: parere favorevole con riformulazione; ordine del giorno n. 9/1074-A/17 Bruno Bossio: parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Non accetto la riformulazione e vorrei che l'ordine del giorno fosse messo ai voti proprio per sottolineare l'ipocrisia della relatrice Ruocco che ha detto che la tematica sarebbe stata accolta dal Governo: invece dobbiamo ancora “valutare l'opportunità di”. Francamente, dopo tutta la discussione di oggi, dopo il fatto che tutto il Parlamento si è espresso a favore del provvedimento, mi sembra francamente assurdo.

Quindi, chiederei al Governo di rivedere la riformulazione, di accogliere l'ordine del giorno per come è stato scritto perché è coerente con il dibattito di oggi oppure lo mettiamo ai voti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Non cambio parere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (PD). Presidente, vorrei sollecitare di ottenere la relazione tecnica per stimare esattamente il costo di questo provvedimento, ed invitare magari il Governo a qualche iniziativa: per esempio in Scozia in un fondo a parte viene versata tutta l'IVA aggiuntiva che deriva da questa differenza tra le aliquote, magari appunto un fondo a favore delle iniziative contro la violenza sulle donne potrebbe essere qualcosa di intelligente per il Governo.

E poi una cosa di priorità politica: questo Governo trova i soldi per operare condoni sui debiti tributari delle aziende che producono sigarette elettroniche, noti finanziatori della Lega Nord (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); trova i soldi per abbassare le accise sui micro-birrifici; trova i soldi per una marea di altri condoni fiscali ed edilizi, e non trova i soldi su un'iniziativa politica che vede tutto il Parlamento d'accordo. È veramente surreale, quindi chiediamo al Governo di applicarsi. Ricordiamoci che in Italia sui rasoi maschili si paga un'IVA del 4 per cento come per i beni di prima necessità, sui prodotti femminili un'IVA del 22 per cento: è un'ingiustizia, risolviamola il prima possibile (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Io penso che esista anche un limite alla presa in giro del Parlamento sovrano di questo Paese, signor Presidente: perché noi abbiamo trascorso circa due ore a discutere del fatto che non c'erano le coperture ma c'era un altro disegno di legge in un altro ramo del Parlamento, che il MoVimento 5 Stelle e la Lega, figuriamoci i diritti delle donne, chi li tocca, ma che siamo impegnati e vogliamo fare; e poi quando arriviamo alla resa dei conti, arriviamo alla concretezza di un ordine del giorno che dice, traduce ciò che la sua maggioranza, signor sottosegretario, le ha detto in modo stentoreo… Lei sta qui perché ha la fiducia della Camera, lo sa? Non è qui di passaggio! Allora, se ha ascoltato questo dibattito, ha chiaro che le sue forze che la sostengono con la fiducia le hanno detto che questa cosa si deve fare? E le forze che danno la fiducia, se il sottosegretario fa il contrario di quello che gli avete detto, avete il coraggio e il carattere (non dico altro) per ritirarla questa fiducia, o no? Altrimenti che cosa diavolo ci stiamo a fare qui dentro? Ma insomma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Io pretendo a nome di tutti i cittadini che rappresentiamo di non essere preso in giro. Allora, signor sottosegretario, qui dentro si è detto che sugli assorbenti e sui prodotti dell'igiene femminile bisogna ridurre l'IVA; e questo l'ha detto non l'ultimo dei passanti, ma la presidente della Commissione finanze, che o ci ha presi in giro o ha detto nella solennità dell'Aula queste cose. Allora lei come si permette di dare questo tipo ridicolo di parere? E la presidente non ha nulla da dire? Signora presidente, il Governo la sta smentendo, e lei, con il suo gruppo, è il principale gruppo di maggioranza, che dà la fiducia al Governo. Ma lo sappiamo come funziona il vincolo fiduciario? Lo sappiamo come funziona una Repubblica parlamentare? O siamo già a Fraccaropoli?

PRESIDENTE. Colleghi!

IVAN SCALFAROTTO (PD). Ma insomma! Questa è una presa in giro che non può passare sotto silenzio: i nostri concittadini devono sapere. Allora o ci dite che voi siete contrari a questa misura; ma ditelo, benedetto Iddio! Abbiate il coraggio delle vostre opinioni! Siete venuti qui ad aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, e vi comportate come persone che non hanno il coraggio delle proprie opinioni. Siete 300, benedetto Iddio (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali)!

Allora io vorrei sapere se il Governo e la maggioranza che lo esprime hanno ancora un rapporto fiduciario oppure no: perché se la presidente della Commissione bilancio viene sbugiardata in questo modo, deve soltanto dare le dimissioni, questa è l'unica cosa che può fare (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier). Ma stiamo scherzando? State rumoreggiando.

PRESIDENTE. Colleghi…

IVAN SCALFAROTTO (PD). Guardate che ci sono milioni di donne italiane che devono sopportare questa spesa tutti i mesi, e che hanno chiesto, come fatto anche in altri Paesi, il diritto di non avere un onere finanziario mensile sul budget della famiglia, e non c'è motivo per non dar loro ascolto. Abbiamo allora svolto un dibattito tutta la giornata. Ripeto, la maggioranza ha preso un impegno; dopo mezz'ora il Governo smentisce questo impegno. Ma cosa ci stiamo a fare qui dentro? Non è possibile, è una cosa non ammissibile. Signor sottosegretario, le ripeto: il popolo, i nostri concittadini, gli elettori sono testimoni di quello che è stato discusso qui dentro. Lei non può prendere una decisione che è contraddittoria, che contrasta e rinnega le cose che la sua maggioranza le ha chiesto di dire. Signor sottosegretario, io le chiedo formalmente di darci una risposta (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bruno Bossio n. 9/1074-A/17, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 80).

Ordine del giorno Fregolent n. 9/1074-A/18, parere favorevole con riformulazione. Va bene. Ordine del giorno Fragomeli n. 9/1074-A/19, parere favorevole con riformulazione. Ordine del giorno Topo n. 9/1074-A/20, parere favorevole con riformulazione. Ordine del giorno Ruocco n. 9/1074-A/21, parere favorevole. Ordine del giorno Del Barba n. 9/1074-A/22, parere favorevole con riformulazione. Ordine del giorno Colaninno n. 9/1074-A/23, parere favorevole con riformulazione. Ordine del giorno Librandi n. 9/1074-A/24, parere favorevole con riformulazione. Ordine del giorno Mancini n. 9/1074-A/25, parere favorevole con riformulazione. Perfetto.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). Presidente, se consentiamo l'uscita mi pare una cosa ragionevole…

PRESIDENTE. Prego, può intervenire però.

Colleghi, un po' di silenzio. Ho più interventi in dichiarazione di voto. Prego.

BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). Signor Presidente…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, altrimenti non andiamo avanti. Colleghi di tutti i gruppi per favore, un po' di silenzio…

BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). Signor Presidente, su questo testo astenersi è un atteggiamento di benevolenza parlamentare forse eccessivo, perché c'è un contrasto troppo evidente tra il titolo assai roboante, semplificazione fiscale e contrasto all'evasione fiscale, e i contenuti di questa legge. Ma questo è il carattere costitutivo del Governo del cambiamento, e anche della sua maggioranza parlamentare: proclami e nient'altro.

Mi è capitato, nella passata legislatura, presiedendo la Commissione parlamentare per la semplificazione, di condurre un'approfondita indagine conoscitiva, sulla necessità di una profonda semplificazione fiscale, abbinata alla ricerca di giustizia fiscale, trasparenza con il contribuente e contrasto all'evasione e all'elusione fiscale. L'impressione che si ha è che con queste norme ci sia un'ulteriore complicazione fiscale. E, poi, perché richiamare il contrasto all'evasione fiscale? È un richiamo beffardo; questo Governo ha strizzato l'occhio all'evasione e agli evasori con condoni e sanatorie e gli strumenti votati al contrasto sono stati o indeboliti o abbandonati. Il redditometro è stato archiviato, in attesa che vengano fissati i nuovi criteri per determinare il reddito in relazione ai consumi del contribuente; le indagini finanziarie sono sempre meno utilizzate da Guardia di finanza e Agenzia delle entrate, nonostante la quantità enorme di dati a disposizione; gli studi di settore sono stati messi in soffitta, senza porsi il problema di incentivare il contrasto di interesse tra contribuenti, come sarebbe necessario in presenza di un'economia sommersa che prospera con la tecnica consolidata del doppio prezzo; quando uno chiede un servizio oppure acquista un bene particolare si sente fare la domanda fatidica: lo vuole con la fattura o senza? E questo determina un mercato su due tempi, su due modalità…

PRESIDENTE. Mi scusi, Tabacci. Colleghi, colleghi, per favore… colleghi di Fratelli d'Italia… colleghi di Forza Italia… Occhiuto, deputato Occhiuto, Baldelli, c'è un vostro collega che sta intervenendo, per favore…

BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). Gli indici sintetici di affidabilità fiscale, che dovrebbero subentrare, sono interpretati come una presa in giro; anche la fatturazione elettronica viene vista come una procedura fastidiosa e, comunque, non la emetterà chi continua a legare la prestazione alla non emissione di fatture corrispondenti, quindi, non è un automatico. E, così, cresce l'economia sommersa e l'ammontare dei pagamenti in nero e non riusciamo a contenere l'evasione nei limiti fisiologici di altri Paesi che hanno in tasca la stessa moneta. Questo mina profondamente la credibilità del nostro Paese e, d'altronde, come si fa a cambiare verso se la pratica attesa è quella dei continui condoni, rottamazioni, sconti o paci fiscali? È una pratica fuorviante; basterebbe accrescere la fedeltà fiscale, per ridurre il peso del debito pubblico e avere un migliore equilibrio di bilancio e, invece, il contrasto all'evasione è lo strumento richiamato per determinare coperture di bilancio assai inaffidabili. Con questa legge non si cambia certo verso, anzi, si continua a suonare con lo stesso pericoloso spartito.

PRESIDENTE. Saluto gli insegnanti, i docenti e gli studenti dell'Istituto “Tito Lucrezio Caro” di Napoli. Benvenuti (Applausi). Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (MISTO-NCI-USEI). Signor Presidente, quando si affronta un tema che riguarda la semplificazione burocratica e i procedimenti che riguardano le imprese in generale e, comunque, il sistema fiscale, si dovrebbe essere pregiudizialmente a favore, in quanto affrontiamo un tema che ripetutamente è portato all'attenzione della nostra comunità economica e, quindi, cercherò di trovare le motivazioni per dare un giudizio almeno parzialmente positivo sul provvedimento che oggi andiamo a deliberare. Innanzitutto, bisognerebbe chiederci: per chi bisogna semplificare? Semplifichiamo per le imprese o semplifichiamo per il sistema Stato, per il sistema burocratico? È chiaro che dovremmo semplificare per le imprese, per coloro i quali crescono, danno sviluppo, creano lavoro, danno la possibilità di creare la ricchezza di cui questo Paese ha bisogno. In parte, questo provvedimento, in modo timido, lo fa, certo che quando sento gli interventi e le interviste che fanno alcuni esponenti della maggioranza, in particolare dei 5 Stelle, e quando vedo che il provvedimento è targato da un parlamentare che di professione fa il direttore dell'ufficio delle imposte, credo che la genesi sia importante, si pone da una parte diversa da quelle che sono le imprese, ma il beneficio di inventario mi consente di sperare che non sia così. Io credo che bisogna stare molto attenti quando si pongono misure invasive o troppo invasive. Immaginiamo, ad esempio, l'acquisto di uno strumento informatico; l'acquisto di uno strumento informatico anche di qualche migliaio di euro può essere insignificante per una grossa impresa o per una media impresa che ha decine o centinaia di dipendenti, potrebbe essere, invece, importante, in senso negativo, per la piccola impresa che si trova a dover far quadrare il bilancio anche per pochi quattrini.

Semplificare dovrebbe significare togliere o dovrebbe significare semplificare la vita di tutti; non vorrei essere come Mauro Corona che dice, nelle sue battute straordinarie, imitate anche da Crozza, che bisogna “togliere, togliere, togliere”, ma togliere significa eliminare pesi, costi e io credo che questo sarebbe il mantra di cui dovrebbe farsi carico ciascuno di noi, soprattutto in un'Europa che corre a velocità diverse, senza farsi carico delle situazioni di diversità che ci sono nei Paesi. Io ricordo, alcuni anni fa, accompagnai nella vicina Carinzia, io vengo dal Friuli Venezia Giulia, dall'Alto Friuli, un'impresa che andò a piantare le tende e a svilupparsi di là. “Perché - chiesi all'imprenditore -, perché paghi meno tasse?” Mi rispose: “No, vengo qui, a 20 chilometri dal confine, perché qui ho avuto tutte le licenze e tutte le pratiche in maniera molto più veloce. Ciò che in Italia, in Friuli-Venezia Giulia, avrei impiegato un paio d'anni, qui l'ho fatto in un paio di mesi”. E noi abbiamo perso 30 posti di lavoro e un'impresa.

Quindi, ciò che significa semplificare deve essere valutato positivamente, ma deve esser semplificazione vera, soprattutto in un'Europa, e parlo per un attimo di una situazione di macro economia, che ha voluto l'unità di politica monetaria, ma non un'unità politica fiscale. Noi siamo stati costretti, abbiamo voluto l'euro, ma abbiamo voluto comunque mantenere sistemi fiscali differenziati e questo ovviamente pesa. Ecco, io credo, e concludo, che il compito che ci attiene nell'applicazione di questa legge sia quello di costruire le condizioni perché le imprese possano crescere. Non c'è maggior tristezza per quanto mi riguarda che trovare un artigiano, un commerciante o un piccolo imprenditore che sconsiglia al proprio figlio di continuare l'attività; non c'è maggior tristezza di un artigiano che dice al figlio: vai a cercarti un lavoro in fabbrica o vai a cercarti un lavoro nella pubblica amministrazione, perché l'attività di tuo papà è diventata troppo onerosa e troppo pesante. Io credo che sia diseducativo, ma, soprattutto, che quando accade qualcosa del genere, noi perdiamo un piccolo pezzetto della forza propulsiva del nostro Paese. Ecco, per questo io credo che questo provvedimento vada nella direzione giusta come indicazione filosofica, ma, soprattutto, che debba avere maggior coraggio nell'affrontare alcuni temi che oggi frenano l'economia, frenano il passaggio d'impresa e frenano lo sviluppo. È per questo che lo prendo come un incoraggiamento e il nostro voto, il voto di Noi con l'Italia-USEI, sarà un voto di astensione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Presidente, molto velocemente, perché non vorrei ripetere concetti che abbiamo espresso più volte, ma li abbiamo espressi più volte anche perché questo decreto l'abbiamo guardato tante volte, nel senso che era stato presentato il 6 agosto dell'anno scorso, era stato annunciato come un provvedimento sconvolgente dal punto di vista della novità e della portata normativa, poi, nei fatti, nel corso dei mesi, si è svuotato all'inverosimile, quasi aleggiasse nella Commissione una sorta di contrapposizione più che evidente tra il lavoro della Commissione e della sua presidente e il Governo stesso. Arriviamo, oggi, a questa approvazione in prima lettura di un testo che vedremo che fine farà, nel senso che, poi, insomma, vedremo al Senato quali sorti avrà, se verrà calendarizzato o meno. È un testo che, in ultima fase, attraverso il parere della Bilancio, insomma, è stato anche un po' tanto riscritto, perché il parere della Bilancio espresso qualche giorno fa, su un testo, lo ripeto, già modificato e stravolto, che all'inizio aveva dei contenuti molto, molto diversi, anche in termini di agevolazioni fiscali. Oggi, abbiamo avuto una discussione lunghissima sulla questione degli assorbenti, ricordo che c'era tutta una parte legata ad agevolazioni sull'IVA per certe tipologie merceologiche o di prodotti che è scomparsa nel passaggio da una lettura interna alla Commissione a un'altra.

Poi, alla fine, comunque, la Commissione bilancio si è espressa in una maniera molto, molto puntuale, consentendoci di arrivare in Aula, ma con un parere che aveva - se non ho contato male - 21 condizioni e cinque raccomandazioni: si potrebbe quasi dire che la Commissione bilancio ha riscritto grandissima parte di questo provvedimento.

Il nostro voto sarà un voto di astensione, perché su tante questioni siamo d'accordo, ma siamo molto dispiaciuti - l'abbiamo detto in più di un'occasione - che comunque del lavoro del Parlamento e della Commissione, che ha anche al proprio interno una condivisione di obiettivi in termini di praticità e di lungimiranza oltre che di dialogo costruttivo tra persone, seppur in posizioni politiche diverse, poi alla fine rimane ben poco. Su alcune cose siamo d'accordo, come ho detto, ma non ci sono, a nostro avviso, delle novità sconvolgenti. Per esempio, all'articolo 2, che prima era l'articolo 1, perché prima non c'era, non vi è più l'abolizione della comunicazione sui dati sulle liquidazioni periodiche dell'IVA così come era stato annunciato all'inizio, ma è semplicemente una comunicazione dei dati e basta. La novità è che c'è la modifica di una parte dell'articolo 21-bis della legge n. 122 del 2010, laddove si modifica al 16 settembre la seconda comunicazione, ma questa era una roba che succedeva già, nel senso che comunque il Governo andava sempre a modificare questa scadenza portandola al 16 settembre, quindi oggi la si norma. Poi c'è la novità - questa sì - per cui la comunicazione del quarto trimestre è un'alternativa effettuata con dichiarazione annuale e comunque non oltre il mese di febbraio.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA (ore 16,55)

LUCA PASTORINO (LEU). L'articolo successivo si chiamava “Modifiche per i termini per la comunicazione dei dati delle fatture emesse e ricevute”, invece, poi, di tutta questa partita, che comunque è di interesse, non se ne parla più. Certo, ci sono delle cose interessanti, quali la cedibilità trimestrale dei crediti IVA; ci sono delle parti che riguardano disposizioni in termini di versamento unitario e quindi l'utilizzo per il pagamento di concessioni governative e tasse scolastiche attraverso un modello F24, ma poi, anche la questione delle scadenze della dichiarazione dei redditi, che passa al 30 novembre, è una cosa che succedeva già tutti gli anni, in quanto veniva prorogata al 30 novembre. Con questo pretesto di legge si stabilisce un punto a questo rincorrersi ogni anno di scadenze che venivano allungate, ma novità di grande portata, da questo punto di vista, non ci sono.

Mi permetto di sottolineare come comunque - e non è la prima volta, per questo guardo il sottosegretario Bitonci -, se da una parte ringrazio per aver recepito il mio emendamento, che è stato inserito nel testo dell'articolo 37, dall'altra parte, sulle questioni sollevate dai comuni c'è sempre un po' di difficoltà a recepirle. Io ho intravisto anche da parte del vicepresidente della Commissione un atteggiamento un po' “ostile” su alcuni temi, ma le questioni che abbiamo sollevato questa mattina e anche nei giorni scorsi nel corso della discussione sono questioni vere, che impattano con la praticità e la gestione di un comune, soprattutto se piccolo.

Quindi, mi ripeto sul dire che l'articolo 10, che cambia i termini della presentazione delle dichiarazioni IMU-Tasi, un favore ai comuni non lo fa, perché gli effetti sono connessi al rallentamento delle esigibilità delle somme oggetto di recupero e anche il processo di aggiornamento delle banche dati tributarie. È vero che poi abbiamo nei comuni le società di consulenza esterna, ma comunque sono tutti i tempi che vanno registrati e aggiornati, quindi lo slittamento in avanti della dichiarazione determina in effetti un gettito che arriva comunque in ritardo e altre conseguenze. La cosa che non abbiamo capito - e qui mi ripeto ancora, ma non l'abbiamo capita per la finalità - è il passaggio relativo all'articolo 19, che è comparso non più tardi di un mese fa perché prima non c'era, che parla dell'efficacia delle deliberazioni regolamentarie e tariffarie relative alle entrate tributarie degli enti locali. Insisto su questo punto - abbiamo avuto anche una discussione questa mattina - chiedendo lo stralcio di una parte del comma terzo della lettera b) dell'articolo 19, perché per l'imposta sulla pubblicità, la Tosap e la Tari si è detto che le delibere dei comuni sono efficaci dalla data di pubblicazione sul sito informatico del MEF se pubblicate entro il 28 ottobre ed inviate entro il 14 dello stesso mese; inoltre si prevede che per le scadenze di pagamento fissate ante 1° dicembre devono essere utilizzate le tariffe applicabili l'anno precedente. Questo comporta, come dicevo, che per la Tari devono essere utilizzate le tariffe dell'anno precedente, di fatto esponendo finanziariamente i comuni, perché le fatture del gestore del servizio di raccolta dei rifiuti si pagano con le entrate del tributo, pertanto gli eventuali aumenti dei costi del servizio di gestione e smaltimento dei rifiuti dovrebbero essere sostenuti dal comune con risorse derivanti dalla propria fiscalità generale. Poi, la necessità di assicurare l'accertabilità delle entrate entro l'anno di riferimento crea esigenze di conguaglio difficilmente gestibili nell'arco del mese di dicembre, soprattutto se sei una piccola struttura, un piccolo o anche medio comune. Poi, questa formulazione della norma - lo ribadisco, perché i tributi sono articolati in questo modo e la loro riscossione anche - non considera che alcuni tributi, quali la Tosap, l'imposta di pubblicità e il corrispondente canone, non prevedono un versamento a conguaglio e l'unica scadenza di pagamento è prevista al 31 gennaio di ciascun anno, per cui i contribuenti dovrebbero pagare in base alle tariffe dell'anno precedente ed eventualmente rimandare all'anno successivo per il conguaglio e per un'eventuale modifica delle tariffe.

Mi permetto di sottolineare anche il fatto che se queste nostre osservazioni sono orientate a dare la possibilità di gestire meglio o di lasciare così com'è la gestione di questa parte dei tributi dei piccoli comuni, dall'altro possono anche ingenerare nel contribuente stesso delle difficoltà, laddove questa storia dei conguagli oppure dell'applicazione delle tariffe dell'anno precedente può portare il contribuente, per un anno, a dover pagare di più e poi, magari - sì - a beneficiare due anni dopo di un conguaglio: di fatto, la realtà è questa.

Spendo ancora una parola per la proposta emendativa 15.0120, da me presentata ed esposta molto bene dal capogruppo Fornaro, che individuava banalmente la sede di incardinamento del contenzioso tributario presso la commissione tributaria provinciale nella cui circoscrizione ha sede il soggetto attivo di imposta. Questa è una norma che ci è stato detto avere un costo - sarà sicuramente così e poi vedremo meglio la relazione dell'Agenzia delle entrate, perché oggi non c'è stato tempo -, però mi permetto di dire che non credo che possa essere un costo esorbitante e assolutamente esagerato, dato che questi emendamenti non sono stati depositati oggi ma sono stati depositati in Commissione anche due mesi fa e visto che nel frattempo abbiamo trovato la copertura finanziaria che prima mancava per quei 60 milioni che completano e formano il costo di questo decreto. Insomma, ci si poteva arrivare, con uno sforzo in più, sempre nell'ottica di agevolare i comuni.

Quindi, il nostro sarà un voto di astensione, che comunque prende nota delle cose positive, quali anche la parte finale, ovvero la parte che va dall'articolo 29 al 34, per i quali abbiamo votato favorevolmente, quindi quelli riguardanti le agevolazioni per la promozione dell'economia locale mediante l'apertura e l'ampliamento di attività commerciali, artigianali e dei servizi, o anche le stesse disposizioni in materia di rifiuti e di imballaggio, l'agevolazione fiscale sui prodotti da riciclo e riuso. È chiaro che complessivamente il giudizio politico è negativo, alla luce di quello che doveva essere la portata dell'intervento - che, ripeto, vedremo poi se vedrà la luce -, un provvedimento di natura parlamentare nato nella Commissione finanze, nato attraverso il lavoro che i membri di tutti i gruppi della Commissione hanno svolto con lungimiranza, con correttezza e nel rispetto dei ruoli e del dialogo istituzionale che c'è, c'è sempre stato e che mi auguro sempre ci sarà (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Presidente, comincerò questa mia breve dichiarazione - la mia sintetica sul serio, non come quella finta del collega Pastorino, che ci ha annunciato dieci minuti fa che stava concludendo - con una considerazione che dà anche la plastica rappresentazione di quella che, a nostro modo di vedere, è la valutazione circa l'impatto che questo provvedimento avrà sulla società italiana. Ovvero, la nostra considerazione è che noi non abbiamo dei veri buoni motivi per votare contro questo provvedimento, però, purtroppo, non abbiamo neanche dei motivi validi per votare a favore.

Evidentemente, quindi, con questo gioco di parole stiamo sostanzialmente prendendo atto di un provvedimento che, come è stato ricordato, era arrivato alla nostra attenzione nell'agosto dello scorso anno e che via via si è sgonfiato, via via ha perso di importanza e di priorità rispetto anche ad un atteggiamento del Governo, via via è diventato probabilmente altro da quanto voleva essere. Sicuramente non è un provvedimento che ci può offrire una prospettiva vera e certa di sviluppo per la nostra Nazione, per i nostri cittadini, per le nostre imprese, per tutto il sistema Paese; è un provvedimento che, pian pianino, ha visto venire meno tutta una serie di opportunità che avremmo potuto invece presentare agli italiani. Non sono state ascoltate le opposizioni: è chiaro, non bastano pochi emendamenti accettati all'ultimo minuto purché non toccassero minimamente il tema delle coperture, peraltro assolutamente deboli e in qualche modo anche poco certe, a mio modo di vedere; non basta avere fatto finta di accontentare qualche forza politica, a fronte invece di importanti idee che noi avevamo fornito anche rispetto appunto al dare un po' di ossigeno al nostro sistema economico e produttivo. È evidente a tutti che in ogni articolo un po' più significativo è presente il continuo rimando a esercizi di bilancio futuri, si butta la palla sempre più avanti sperando che qualcuno non ce ne renda conto; è importante avere il titoletto dell'articolo, avere la parola “semplificazione”, la parola “incentivo”, la parola “dematerializzazione”, la parola che magari può fare effetto in termini comunicativi, ma nella sostanza ben poco si potrà da domani veramente utilizzare. Ci sorprendono poi i tanti richiami nel testo, che ci sono stati in tutto il lavoro in Commissione anche per impedirci appunto di apportare il nostro contributo ai consueti equilibri finanziari o, peggio ancora, alle autorizzazioni che ogni volta bisogna avere da altri enti, magari anche sovranazionali, la continua sottomissione della volontà del Parlamento a una serie di presupposti che non trovano legittimazione mai, però, nel consesso democratico, che invece questo Parlamento rappresenta. Allora - e mi avvio veramente a concludere - noi abbiamo idea che questo documento non sia una semplificazione reale, non sia un'opportunità per questa Nazione, ma sia un tentativo, secondo noi mal riposto, di semplificare la campagna elettorale delle forze di Governo; servirà a far sì che ci sia l'ennesimo post, con relativo selfie di qualcuno; ci sarà magari un ennesimo balconcino dal quale qualcuno trionfante si affaccerà, purtroppo però gli italiani non credo che saranno lì sotto a festeggiare. Quindi, Fratelli d'Italia continuerà la sua battaglia in quest'Aula e soprattutto fuori da quest'Aula, affinché invece gli italiani possano avere delle risposte concrete, possano avere delle soluzioni applicabili nei temi appunto che oggi noi abbiamo affrontato, che sono sicuramente quelli dell'economia. Noi crediamo che non si possa ancora ritardare sul tema dell'occupazione. Noi chiediamo incentivi in tema di lavoro; siamo dell'idea che più assumi meno paghi: bisogna dare incentivi alle aziende che assumono, bisogna creare occupazione vera (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi crediamo che, per creare veramente consumi nuovi, più forti e più efficaci, che siano un volano vero a una ripartenza dell'economia, bisogna trovare soluzioni nuove e innovative e la flat tax è una di quelle, noi l'abbiamo detto, c'è nel nostro programma; abbiamo anche presentato una proposta di flat tax incrementale sui redditi incrementali rispetto agli anni precedenti e, anche qui, nonostante gli amici della Lega abbiano tentato un po' di scopiazzarla, ancora non vediamo però la possibilità di portarla avanti. Siamo dell'idea che gli sgravi fiscali - per l'amor del cielo, nessuno travisi le mie parole - siano importanti, la riduzione dell'IRAP sia importante anche sui prodotti femminili, ma debba essere organica, in tutti i sensi su tanti sistemi e su tante realtà merceologiche nel nostro Paese e quindi bisogna sicuramente ridurre la pressione fiscale sul serio. Siamo convinti che, anche per rilanciare l'economia, bisogna dare supporto alle famiglie e quindi noi riteniamo che bisogna dar via a quel piano di natalità importante di incentivi alle famiglie, incentivi alla maternità, incentivi alle donne ,che giustamente non possono e non devono lasciare un'occupazione più o meno certa soltanto perché hanno deciso di diventare madri. Noi non dobbiamo dare l'alibi a padri, che non vogliono svolgere fino in fondo il loro lavoro di padri, perché hanno paura magari che un domani ne risenta la loro carriera; noi dobbiamo far sì che questo Paese si affacci alla modernità di una Nazione che deve tornare a essere leader, e crediamo lo debba fare con serietà e non con palliativi e con placebo, come quelli che abbiamo visto oggi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Martino. Ne ha facoltà.

ANTONIO MARTINO (FI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, finalmente dopo un lasso di tempo improprio per un Paese moderno, che fa parte dell'élite delle democrazie occidentali, è arrivato al voto in Aula un provvedimento da troppo tempo atteso dalla parte produttiva della nostra Italia. Sono trascorsi mesi da quando il DL “Ruocco” è stato presentato nelle Commissioni, tempo in cui le stime economiche di crescita sono cambiate purtroppo verso il basso. Mentre i due azionisti di maggioranza hanno paralizzato l'attività del Governo a causa di liti continue, il nostro Paese è rimasto al palo, inerme, di fronte a una manifesta incapacità a tradurre in materia legislativa i provvedimenti che, a gran voce richiedono gli imprenditori e il tessuto economico in generale, ingabbiati dai loro reciproci veti, che hanno portato, con compromessi al ribasso, a danneggiare i fondamentali economici italiani. La loro campagna elettorale permanente ha causato danni, che non saranno capaci di rimediare. Si è pensato solo a mantenere, quanto più possibile, un contratto che gli italiani, a ben ricordarlo, non hanno votato; si è pensato che bastasse dare una mancia assistenzialista attraverso il reddito di cittadinanza per risolvere i problemi. Ma non è attraverso una mancia di Stato che si rimette in moto l'economia, non attraverso il più bieco sistema assistenziale ed improduttivo che si risale la china. Ad aggravare la situazione di crisi del nostro Paese, sono sopraggiunte le previsioni della Commissione europea sulla crescita. Queste infatti stimano che l'Italia potrebbe non rispettare l'obiettivo del 2,4 per cento per il 2019 e potrebbe lasciare che superi addirittura il 3 per cento per l'anno prossimo. Nel frattempo, il testo che era entrato in Commissione, è stato alla fine dei lavori stravolto e cambiato. Il testo iniziale era la logica conseguenza di una filosofia che era già stata introdotta attraverso la fatturazione elettronica, un'azione legislativa non a favore delle categorie produttive, ma sempre a favore dell'Agenzia delle Entrate e quasi mai rivolto a chi ha difficoltà a confrontarsi quotidianamente con una burocrazia fiscale indegna di un Paese occidentale, ovvero quelle migliaia di imprese e professionisti che avevano già subito, attraverso l'introduzione della suddetta fatturazione elettronica, una difficoltà in più sul loro cammino verso un regime di polizia tributaria, che non capisce le difficoltà reali di tutti i giorni, di chi si trova ad affrontare una crisi sistematica; quegli italiani che tutti i giorni, quando si recano al lavoro, hanno il problema di affrontare uno Stato che, invece di aiutarli ed agevolarli, trova il modo di ostacolarli e di rendere più difficile il prosieguo della loro attività. Quello che oggi occorre davvero è una profonda e radicale riforma dell'intero sistema fiscale, che vada attraverso semplificazioni e deregulation, che abbia il coraggio di dare un vero shock fiscale. Ci rendiamo conto che questa maggioranza, a causa delle evidenti contraddizioni e visioni differenti, è del tutto incapace di produrre un provvedimento di questo tipo; ciò nonostante Forza Italia ha dato il suo contributo al fine di migliorare un testo inizialmente insufficiente e dare quindi un timido segnale verso la giusta direzione. È infatti grazie al nostro contributo se oggi è presente l'estensione dei termini di scadenza per le missioni della fatturazione da dieci a quindici giorni e ancora le semplificazioni introdotte, come l'emendamento a firma Forza Italia, sui controlli formali in materia di dichiarazioni dei redditi, che impediscono al fisco di richiedere documenti già in suo possesso. Così facendo, abbiamo tolto inutili adempimenti che gravano su contribuenti ed imprese e ad oggi potranno risparmiare risorse e tempo. Altra novità importante è la fine dello spesometro, che il nostro gruppo ha profondamente invocato. Si tratta di risultati importanti, volti a ridurre l'invadenza del fisco nella vita dei cittadini e a migliorare l'efficienza della stessa macchina pubblica. Molto rimane da fare. Il gruppo di Forza Italia, anche all'esito delle audizioni condotte in fase preliminare, ha ripetutamente chiesto l'accoglimento di provvedimenti, chiesto a gran voce dalle categorie e dalla stessa amministrazione dello Stato. Ad esempio, mi riferisco alla nota questione della variazione IVA, oggetto di un emendamento bocciato più volte dalla maggioranza.

Migliaia di imprese creditrici in procedure fallimentari continuano a rimanere ostaggio del fisco che, oggi, trattiene l'IVA versata per anni a causa di un'errata interpretazione dell'Agenzia delle entrate, a fronte di una chiara sentenza della Corte di giustizia europea. Credo sia venuto il momento davvero per il Governo di intervenire anche su questo fronte: una misura di questo tipo garantirebbe alle imprese italiane risorse di cui, a maggior ragione, oggi si sente il bisogno.

Vorrei ribadire ancora in questa sede l'importanza di una misura che questo gruppo più volte ha chiesto ossia che venisse approvata l'abolizione della cosiddetta presenza ispettiva minima. Ancora oggi, le imprese con fatturati tra 5 e 100 milioni di euro sono costrette, anche in assenza di indizi concreti, a subire formali ed invasivi controlli che ne bloccano, spesso, l'attività per mesi. L'obbligo per l'Agenzia delle entrate e Guardia di finanza di eseguire tali controlli rappresenta un retaggio di polizia fiscale inefficiente, perché, come sottolineato in audizione della stessa Guardia di finanza, impedisce di concentrare risorse laddove esiste davvero un rischio di evasione. Lo abbiamo fatto, tenendo presente che l'unico contratto che ha davvero valore è quello del voto degli italiani. Quando ci siamo presentati con le altre forze che compongono il centrodestra abbiamo promesso di fare tutto per semplificare il fisco e, come già fatto durante i Governi Berlusconi, avremmo abbassato le tasse e rimesso in ordine i conti.

Correnti con questo, che per noi è l'unico vincolo della democrazia, e coerenti con la nostra storia, che non abbiamo mai tradito, ci asteniamo su un provvedimento che, seppur timido ed incompleto, presenta, anche e, soprattutto, grazie al lavoro del nostro gruppo, alcuni segnali di positività (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (PD). Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, chiedere al Partito Democratico se è favorevole alle semplificazioni ci sembra quasi una provocazione: la maggiore delle semplificazioni sarebbe stata quella di votare “sì” al referendum del 4 dicembre 2016, che vedeva finalmente uno Stato più efficiente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), senza enti che fanno la stessa cosa, ma, purtroppo, sappiamo com'è andata.

Avevamo grandi aspettative e devo dire che abbiamo fatto di tutto perché queste aspettative venissero realizzate con la finalità di sostenere le famiglie, le imprese, contrastare l'evasione fiscale. Un progetto di legge, quindi, che si prefiggeva l'obiettivo di agevolare, tra l'altro, l'aumento degli assegni per i nuclei familiari, la promozione dell'economia locale con l'apertura di nuove attività commerciali, artigianali e servizi, la riduzione delle aliquote di beni e servizi per i bambini e le persone disabili e non autosufficienti. Oltre un miliardo e mezzo di euro all'anno sarebbero stati messi, quindi, a disposizione di cittadini ed imprese. Ma proprio come il Governo del cambiamento, che ha promesso crescita, ma ha prodotto recessione, anche questo provvedimento si è svuotato completamente di investimenti e di interventi sensibili per trasformarsi in una serie di norme parziali, spesso inutili e superate, che riguardano quasi esclusivamente la semplificazione e che non incidono, quindi, nello sviluppo sociale ed economico.

Scendendo nel dettaglio, vediamo, infatti, che il testo è stato notevolmente modificato rispetto alla proposta di legge, i cui contenuti originari erano anche in parte condivisibili, come abbiamo detto nell'esame in Commissione. Se alcune norme risultavano, quindi, superate, frammentate, come lo “spesometro”, la tassazione opzionale del reddito professionale, erano comunque presenti provvedimenti che avevano una valenza sociale, quali l'estensione dell'assegno di natalità e l'IVA agevolata per i prodotti dell'infanzia e la disabilità, nonché la riduzione delle rette nelle strutture sociosanitarie.

Nonostante la buona volontà dell'opposizione e del Partito Democratico, la discussione in Commissione è stata, però, oggetto di liti e veti incrociati dei partiti di maggioranza che, anche grazie all'ostruzionismo del Governo, hanno modificato la proposta di legge, rendendola inutile e controproducente. Le norme di valenza sociale sono state soppresse proprio da emendamenti della relatrice, l'onorevole Ruocco, perché considerati troppo onerosi dal Governo. Quindi, a parole, promuovete la famiglia, nei fatti, niente.

Norme pericolose e palesemente incostituzionali sono state sventate dalle iniziative del Partito Democratico. L'azione del PD si è, inoltre, concretizzata nel dibattito in Commissione, con l'accoglimento di alcuni emendamenti che hanno migliorato notevolmente il testo. Mi riferisco, in particolare, all'ampliamento delle compensazioni con il modello F24 anche per le tasse sulle concessioni governative e le tasse scolastiche, alla possibilità di aggiornare i dati ISEE prendendo a riferimento i redditi riferiti al periodo più ravvicinato qualora risultasse più conveniente per il nucleo familiare, alla delimitazione dell'applicazione dell'agevolazione volta a promuovere l'economia locale ai soli esercizi di vicinato e alle medie strutture di vendita, al fine di incrementare le risorse alle stesse destinate.

Molti emendamenti del PD non sono stati approvati in Commissione, ma avrebbero ulteriormente contribuito a migliorare il testo, come, ad esempio, l'estensione della disciplina agevolata di non imponibilità dei canoni non percepiti anche alle locazioni non abitative per ragioni di equità e uniformità di trattamento; l'anticipazione della decorrenza della nuova disciplina sull'imponibilità di canoni non percepiti alla data di approvazione della legge, anziché il 1° gennaio 2020, applicandola così a tutti i contratti, non soltanto quelli di nuova stipula, evitando una disparità di trattamento non comprensibile; la correzione della disparità di trattamento tra soggetti, lavoratori e ricercatori, che rientrano a partire dal 2020 e quelli già rientrati a seguito delle procedure normative di favore, estendendo la concessione dei benefici fiscali previsti dalla proposta di legge; fino alla battaglia che abbiamo fatto qui, in Aula, sull'IVA dei prodotti sanitari femminili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) che, a parole, avete detto che ci avreste accolto e non avete neanche accolto il nostro ordine del giorno. Mi sono soffermata sull'iter in Commissione e in Aula per far risaltare ancora una volta l'iniziativa propositiva del Partito Democratico nei confronti di un provvedimento che poteva rappresentare, come proprio rappresenta il titolo originario, uno strumento per approvare disposizioni per la semplificazione fiscale e il sostegno delle attività economiche e delle famiglie e il contrasto dell'evasione fiscale, come era da noi auspicato e a cui abbiamo contribuito. Purtroppo, se per il sostegno delle famiglie e delle attività economiche non è rimasto nulla, le misure inserite per il contrasto dell'evasione e per la semplificazione fiscale sono parziali e inefficaci. Ne è ulteriore riprova, come abbiamo già ricordato, anche il fatto che la copertura finanziaria originariamente prevista per oltre un miliardo e mezzo è stata notevolmente ridotta. Per quanto riguarda la semplificazione e l'evasione fiscale, nonostante i 37 articoli di cui si compone il provvedimento, vi è una totale mancanza di norme adeguate. Anche in questo settore gli interventi prioritari realmente efficaci erano stati realizzati dalle precedenti legislature, dai Governi a guida PD. Con la legge delega 11 marzo 2014, n. 23, i Governi a guida PD hanno, infatti, emanato undici decreti legislativi volti a semplificare gli adempimenti gravanti sui contribuenti. Mi riferisco allo snellimento degli adempimenti per le comunicazioni dell'IVA, alla rateizzazione per i soggetti in difficoltà, alla fatturazione elettronica e alla trasmissione telematica delle operazioni fiscali, alla dichiarazione dei redditi precompilata del 2016 che l'Agenzia delle Entrate mette a disposizione con dati già preinseriti.

Per favorire la certezza del diritto nei rapporti tra fisco e contribuente è stata, inoltre, prevista l'immediata esecutività delle sentenze in favore del contribuente, il potenziamento dello strumento della mediazione, ora applicabile a tutte le controversie di tipo tributario, nonché l'estensione della tutela cautelare. Per favorire la crescita e l'internazionalizzazione delle imprese sono stati, poi, ridotti i vincoli delle operazioni transfrontaliere e, allo stesso tempo, sono stati introdotti accordi preventivi con il fisco per chi investe in Italia e nuove forme di interpello per le società che effettuano grandi investimenti. Si è trattato di misure concrete, che hanno inaugurato un nuovo rapporto tra fisco, cittadini ed imprese, che ha portato, nel 2016, ad avere il record di recupero dell'evasione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico): 19 miliardi, una crescita del 28 per cento rispetto al 2015.

Quindi, cari colleghi - e mi appresto a concludere -, questo provvedimento è soprattutto un'occasione mancata: poteva essere un'opportunità per continuare il percorso virtuoso ed efficace di riforme intrapreso nella scorsa legislatura, ma si è rivelato un fallimento a causa dei contrasti tra il Governo e la sua maggioranza. Le riforme, in ogni campo, richiedono scelte ed indirizzi chiari: non si possono fare le riforme, cari colleghi della maggioranza, cercando di accontentare tutti e finendo per scontentare solo i cittadini onesti. Confidiamo che questo provvedimento possa comunque, nel corso della discussione in Senato, recuperare le sue finalità originarie e reintrodurre, sia per quanto riguarda il sostegno delle famiglie e delle imprese, sia per ciò che concerne la semplificazione e il contrasto dell'evasione fiscale, un impianto normativo solido ed efficace, in continuità con i provvedimenti vigenti approvati nella scorsa legislatura e con la collaborazione attiva delle opposizioni.

Visto che noi siamo così sensibili al tema delle semplificazioni e dato solamente il titolo, perché è rimasto solo questo di semplificazione in questo provvedimento, non ce la sentiamo di votare in contrasto, ma, come diceva l'onorevole Osnato, non ci scalda il cuore neanche per votare in maniera favorevole per tutte le cose che ho detto.

Manca veramente di tutto questo provvedimento, manca soprattutto della consapevolezza che i cittadini vorrebbero un'Italia più giusta ed equa, e questo provvedimento, che poteva essere un'occasione per dare un giusto segnale, non lo è. Quindi, il Partito Democratico si asterrà. Ci auguriamo che al Senato accogliate i nostri provvedimenti e i nostri emendamenti per rendere più efficace il provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gusmeroli. Ne ha facoltà.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Onorevole Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, la dichiarazione dei redditi del 1994 è entrata nella storia d'Italia come la dichiarazione dei redditi lunare, stigmatizzata anche da un Presidente della Repubblica. Ebbene, in venticinque anni noi non abbiamo migliorato la vita delle aziende e dei professionisti, l'abbiamo solo peggiorata, anzi, se dobbiamo dire, l'unico miglioramento l'ha fatto questo Governo con la mini flat tax a 65 mila euro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che ha tolto tutti i lacci e i lacciuoli, ha tolto la contabilità, ha tolto la fattura elettronica, ha tolto tutto, e ha ridotto anche le imposte per loro. Venticinque anni fa si facevano le dichiarazioni dei redditi a mano e si consegnavano entro il 31 maggio; adesso, con i computer più sofisticati, con i software più sofisticati, non si fa in tempo a consegnarle e a inviarle entro il 31 ottobre. Chiediamoci perché e che bisogno ha, questo Paese, di semplificazione. Se chiediamo a cinque commercialisti di fare a mano una media dichiarazione dei redditi, di media complessità, probabilmente otteniamo cinque risultati diversi. Anche questo deve significare qualcosa e ci deve impegnare, oggi come nel futuro, perché il tema della riduzione delle imposte, il tema della semplificazione, è associabile e deve essere associato all'evasione. Se noi vogliamo togliere cibo all'evasione, dobbiamo ridurre le imposte e semplificare la vita a chi le imposte le deve pagare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Questa Pdl, che nasce dal Parlamento, nasce in Commissione, non ha chissà quali provvedimenti scientifici, ma ha come retta via il buon senso, ci sono norme di assoluto buon senso. Pensiamo che, con l'utilizzo di tutti i computer, noi siamo ancora qui e le aziende stampano vagonate di carta, di registri; con questa legge togliamo qualsiasi stampa, non taglieremo più alberi, quindi c'è pure un recupero ambientale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ma con questa legge facciamo anche giustizia sociale. Perché? Perché finalmente, dal 1° gennaio 2020, chi ha una casa di abitazione in affitto non pagherà più le imposte anche se l'inquilino non paga l'affitto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), pagherà le imposte solo sull'affitto veramente incassato.

Con questa legge, noi togliamo anche la TASI alle imprese di costruzioni. Noi abbiamo ampliato i termini per l'emissione della fattura elettronica. Noi - e qui è una sconfitta - abbiamo cercato come Commissione di togliere gli studi di settore. Alt, direte voi, ma gli studi di settore li ha tolti il Governo Gentiloni. E invece no, è bene che si sappia, agli studi di settore il Governo Gentiloni ha cambiato solo nome e il nuovo nome è ISA: indici sintetici di affidabilità, e sono talmente sintetici che sono dieci pagine da compilare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ma perché non abbiamo potuto abolire gli ISA-studi di settore, questi giochetti che ha fatto il Governo precedente? Perché? Perché quando ha trasformato i nomi da studi di settore a ISA ci ha messo 1 miliardo 300 milioni di gettito da recupero fiscale. Quindi, è bene che si sappia che per togliere gli ISA bisogna trovare 1 miliardo e 300 milioni. Allora questa Commissione cosa ha fatto? Ha fatto una cosa semplicissima, ha detto: bene, almeno nella compilazione degli studi di settore, alias ISA, cerchiamo di non chiedere due o tre volte gli stessi dati. Ecco la semplificazione.

In questa legge c'è anche per la prima volta la possibilità di pensare al riutilizzo delle materie prime degli imballaggi, che non è una norma da sottovalutare in un mondo dove lo spreco la fa da padrone e se vogliamo lasciare un mondo migliore ai nostri figli. Permettetemi una punta di orgoglio, perché cinque articoli di questa norma di legge sono un regolamento che abbiamo studiato cinque anni fa in un piccolo comune del Lago Maggiore, Arona, ed è la norma per gli incentivi ai negozi di vicinato, commerciali e artigianali; una norma che ha permesso di riaprire tante serrande chiuse, che è stata poi estesa e utilizzata anche in grandi città come Novara e Alessandria, e oggi abbiamo qui con noi un giovane candidato sindaco di Genola che l'ha messa nel suo programma elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ora, se la approviamo, questa norma varrà per tutti i comuni d'Italia inferiori a 20 mila abitanti e parliamo di 7.500 comuni su 8 mila. Ovviamente, se il Governo - e sicuramente accadrà - vorrà aumentare lo stanziamento, darà ulteriori frutti.

Chiudo anche con i ringraziamenti: ringraziamenti al gruppo della Lega della Commissione finanze, che ci è stato vicino; al gruppo della Lega perché nel gruppo della Lega tutti stanno portando le loro esperienze da sindaco; ma io voglio ringraziare anche il gruppo dei 5 Stelle della Commissione finanze (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle), perché noi abbiamo lavorato molto bene assieme e il frutto di questo lavoro è la Pdl 1074. Non posso dimenticare la nostra presidente Carla Ruocco: io che ho seguito tutto l'iter della legge, sinceramente posso dire che non potevo avere una collaborazione migliore. Voglio ringraziare gli uffici e coloro che hanno collaborato. Voglio ringraziare anche il Governo, perché questa è una legge parlamentare, ma se non ci fosse stato il sottosegretario Massimo Bitonci (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle) a seguirci tutti i giorni, ad aiutarci nelle coperture, questa legge oggi non la potremmo votare.

Bene, il cammino della semplificazione è iniziato, il cammino di un rapporto tra fisco e contribuente è iniziato, il cammino del riutilizzo dei materiali è iniziato, e qui - è importante - le associazioni di categoria dei commercianti e degli artigiani hanno una norma per i negozi di vicinato, perché ricordiamoci che l'Italia si basa sulle piccole e medie industrie e sui piccoli negozi. La nostra economia ne avrà sicuramente un grande giovamento. Con questa legge, meno tempo dedicato alla burocrazia, più tempo dedicato al lavoro. Grazie di cuore a tutti, il gruppo della Lega voterà favorevolmente (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle – Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruocco. Ne ha facoltà.

CARLA RUOCCO (M5S). Grazie, Presidente. Come presidente di Commissione, nonché come firmataria e relatrice di questa legge, mi sento oggi veramente emozionata ed orgogliosa di rappresentare una Commissione che ha lavorato minuto per minuto su quello che deve essere il benessere dei cittadini rispetto ad un argomento che tutti sentono fortissimo, cioè il rapporto tra il fisco e i contribuenti. Devo dire che ho trovato veramente vicinanza da parte di tutti i membri della Commissione, della maggioranza, ma anche il gruppo della Lega, dal vicepresidente Gusmeroli, al sottosegretario Bitonci, agli altri. Con spirito enorme, uno spirito di servizio, abbiamo raccolto le istanze dei cittadini che soffrono, che sono a disagio davanti ad un fisco oppressivo e abbiamo codificato in una serie di proposte a costo zero, o comunque con coperture contenute ma che potessero arrecare un enorme vantaggio ai cittadini, con grande impegno, tutti insieme, con un grande lavoro di squadra, producendo un bellissimo risultato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Tutta la Camera dei deputati deve essere orgogliosa perché questa, Presidente, glielo voglio dire, è una proposta di legge di iniziativa parlamentare: nasce da una Commissione, con l'impegno di una Commissione, ed è stata portata in Aula. Oggi il dibattito, tra l'altro, è stato affrontato anche dalle opposizioni nel merito punto per punto, affrontando i contenuti dei singoli emendamenti e dei singoli articoli. Ecco, già questo è un enorme risultato.

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi! Scusi un attimo, onorevole Ruocco. Colleghi, potete abbassare il tono della voce?

CARLA RUOCCO (M5S). Dall'esperienza di vicepresidente nella passata legislatura avevo in mente tante istanze che provenivano dagli operatori economici, dai cittadini, dai professionisti che si imbattono quotidianamente con la materia fiscale, dalla stessa Agenzia delle entrate, per fare collimare un discorso di compliance, un discorso di onestà nei confronti del fisco e, soprattutto, di dialettica tra fisco e contribuente. Con questa proposta ho avuto l'opportunità di poter mettere nero su bianco tutto quello che era stato da me raccolto nell'esperienza pregressa, quindi molta attenzione ai principi dello Statuto del contribuente, molta attenzione alla compliance fiscale, molta attenzione alla riduzione degli oneri burocratici. Spesso si parla di riduzione del carico fiscale, ma proprio gli oneri burocratici e del fisco sono un'insidia assai maggiore: chiedete a qualunque impresa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Ed è assai più difficile trovare un momento di ragionamento su quelli, perché bisogna, giustamente, mettere insieme anche le esigenze di uffici, che sono abituati a degli schemi dichiarativi, quindi cercando di mettere insieme l'alleggerimento che il contribuente cerca, inevitabilmente, con quelle che sono le esigenze di una giusta e corretta lotta e contrasto all'evasione e all'elusione fiscale. Abbiamo trovato, quindi, anche molta comprensione da parte degli uffici, non solo della Camera (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che si sono impegnati senza soluzione di continuità, ma anche l'Agenzia delle entrate, che ha collaborato strettamente con noi per impegnarsi proprio ad una riduzione drastica degli adempimenti, che - insieme con loro - abbiamo rinvenuto come adempimenti superflui.

Adesso faccio una panoramica generale dei provvedimenti che passano con questa legge. Dal 1° luglio vi saranno cinque giorni in più per l'emissione della fatturazione elettronica dal momento dell'effettuazione dell'operazione; è ridotto il numero delle comunicazioni e dei dati contabili delle liquidazioni trimestrali IVA, così come sono semplificate o eliminate diverse dichiarazioni, tra le quali - ricordo - la proroga dei contratti di locazione, la proroga del regime della cedolare secca, la riduzione degli oneri dichiarativi per gli indici di affidabilità fiscale, l'estensione della validità della dichiarazione sostitutiva unica, la riduzione delle dichiarazioni delle associazioni sportive dilettantistiche. Sono semplificati e resi omogenei i termini e le modalità di invio delle delibere regolamentari e tariffarie relative alle entrate tributarie locali, in modo tale da consentire il prelievo automatizzato delle informazioni utili per l'assolvimento degli adempimenti relativi al pagamento dei tributi.

I contribuenti in regime di forfettario sono esonerati dagli oneri informativi contenenti dati ed informazioni già presenti nelle banche dati a disposizione dell'amministrazione finanziaria. Si può cedere a terzi il credito IVA trimestrale, anche se chiesto a rimborso. È vietato chiedere ai contribuenti informazioni già disponibili presso l'anagrafe tributaria, a pena di inefficacia della richiesta. Sono ridotte le comunicazioni per l'impegno della trasmissione telematica. Vengono soppressi alcuni inutili adempimenti relativi ai rapporti locatizi e alla cedolare secca. È esteso il modello F24 al versamento delle tasse scolastiche e tasse sulle concessioni governative, ed inoltre si dispone che il versamento delle addizionali all'IRPEF sia effettuato dai sostituti d'imposta per i propri dipendenti cumulativamente per tutti i comuni di riferimento.

Viene spostato il termine di presentazione della dichiarazione IMU-TASI dal 30 giugno al 31 dicembre dell'anno successivo a quello in cui si è verificato il presupposto impositivo. Si eliminano gli obblighi dichiarativi relativi al possesso dei requisiti per fruire delle agevolazioni IMU e TASI per gli immobili concessi in comodato a parenti in linea retta di primo grado. Si prevede che i contribuenti interessati dall'applicazione degli ISA non debbano dichiarare a tali fini dati già contenuti negli altri quadri dei modelli di dichiarazione ai fini delle imposte sui redditi, onde poi arrivare ad uno schema di ISA precompilato. Vengono estesi i termini di validità dei dati contenuti nella dichiarazione sostitutiva unica ed è introdotto un regime alternativo semplificato al rilascio delle dichiarazioni d'intento all'IVA; si consente la tenuta della contabilità in forma meccanizzata in luogo dell'obbligo di copia cartacea e l'amministrazione finanziaria è obbligata a mettere a disposizione almeno 60 giorni prima della scadenza la documentazione e gli strumenti necessari affinché i contribuenti possano assolvere correttamente gli adempimenti.

Inoltre, richiamo l'attenzione su un punto qualificante della proposta che introduce nell'ambito dell'accertamento fiscale un nuovo obbligo per l'amministrazione finanziaria, che è tenuta ad avviare un contraddittorio con il contribuente per definire in via amministrativa la pretesa tributaria. Si promuove, quindi, un nuovo rapporto tra fisco e contribuente contro la logica di accertamenti a pioggia, talvolta non suffragati da validi elementi. Tra le misure di sostegno alle attività economiche e alle famiglie mi preme ricordare in primo luogo l'esenzione dal pagamento della TASI per i fabbricati costruiti e destinati alla vendita e la norma salva affitti, per cui non si dovranno più pagare le tasse sui canoni non percepiti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Vi sono, inoltre, norme volte a sostenere l'economia circolare consistenti in un credito d'imposta per il riciclo e riutilizzo degli imballaggi e alcune agevolazioni fiscali per l'acquisto di prodotti provenienti per il 75 per cento dal riciclaggio di rifiuti e rottami e dal compost di qualità. Importante è l'agevolazione volta a promuovere l'economia locale attraverso la riapertura e l'ampliamento di attività commerciali, artigianali e di servizi; quindi, agevolazioni fiscali per chi nei comuni piccoli voglia aprire un'attività imprenditoriale artigianale e voglia realizzare un proprio sogno in questo Paese.

Si tratta, quindi, di decisivi passi verso un processo di semplificazione a sostegno dell'economia virtuosa, una mini riforma fiscale che realizza appieno il contratto di Governo. Il mio auspicio è che le nuove misure possano in futuro essere potenziate e divenire permanenti mediante lo stanziamento delle necessarie risorse da parte del Governo. Quindi, è un percorso importante che oggi si inizia, che ha trovato la convergenza di tutti; è un percorso di buon senso e che dobbiamo continuare a perseguire, perché questa è la strada giusta, la strada del lavoro di squadra, la strada della produttività.

Questo vogliono i cittadini da noi: impegno, lavoro di squadra e obiettivi chiari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1074-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 1074-A: "Disposizioni per la semplificazione fiscale, il sostegno delle attività economiche e delle famiglie e il contrasto dell'evasione fiscale".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 81) (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

Sui lavori dell'Assemblea (ore 17,49).

PRESIDENTE. Dovremmo ora passare al seguito dell'esame della proposta di legge n. 680, concernente l'esercizio di funzioni di prevenzione e accertamento delle violazioni in materia di sosta.

Secondo le intese intercorse tra i gruppi, tuttavia, tale argomento sarà iscritto all'ordine del giorno a partire dalla seduta di martedì 28 maggio, dopo il seguito dell'esame del decreto-legge recante misure emergenziali per il servizio sanitario della regione Calabria.

Seguito della discussione della proposta di legge: Morani: Modifiche all'articolo 5 della legge 1° dicembre 1970, n. 898, in materia di assegno spettante a seguito di scioglimento del matrimonio o dell'unione civile (A.C. 506-A) (ore 17,50).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 506-A: Modifiche all'articolo 5 della legge 1° dicembre 1970, n. 898, in materia di assegno spettante a seguito di scioglimento del matrimonio o dell'unione civile.

Ricordo che nella seduta del 13 maggio si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice è intervenuta in sede di replica, mentre il rappresentante del Governo vi ha rinunciato.

(Esame degli articoli - A.C. 506-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge, nel testo della Commissione, e delle proposte emendative presentate.

Avverto che fuori della seduta le proposte emendative 01.050 e 1.52 Miceli sono state ritirate dal presentatore.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 506-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

ALESSIA MORANI, Relatrice. Presidente, le chiedo dieci minuti per convocare il Comitato dei nove in maniera molto veloce.

PRESIDENTE. Dieci minuti vi bastano oppure preferite magari..? Vi bastano.

Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 18,05.

La seduta, sospesa alle 17,50, è ripresa alle 18,05.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la presidente della II Commissione (Giustizia), onorevole Businarolo. Ne ha facoltà.

FRANCESCA BUSINAROLO, Presidente della II Commissione. Grazie, Presidente. Per chiedere un rinvio alle 18,30, per permettere al Comitato dei nove di approfondire un paio di temi che si devono ancora sciogliere.

PRESIDENTE. È sicura che alle 18,30 sarete pronti per ricominciare o vogliamo andare direttamente…?

FRANCESCA BUSINAROLO, Presidente della II Commissione. Sicura al 100 per cento no, ma al 90 per cento sì.

PRESIDENTE. Sospendo allora la seduta, che riprenderà alle ore 18,30.

La seduta, sospesa alle 18,07, è ripresa alle 18,30.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Riprendiamo il seguito della discussione della proposta di legge n. 506-A.

Avverto che, fuori della seduta, gli emendamenti 1.51 Bazoli e 1.60 Annibali sono stati ritirati dai presentatori.

Invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione. Prego, onorevole Morani.

ALESSIA MORANI, Relatrice. Grazie, Presidente. L'articolo premissivo 01.050 Miceli è stato ritirato.

PRESIDENTE. Sì, rimane l'identico articolo premissivo 01.01 Bartolozzi.

ALESSIA MORANI, Relatrice. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario sull'articolo premissivo 01.01 Bartolozzi; mentre esprime parere favorevole sull'articolo premissivo 01.02 Bartolozzi. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 1.2 Montaruli, 1.3 Montaruli, 1.1 Montaruli e 1.4 Montaruli; parere favorevole sull'emendamento 1.6 Bartolozzi; parere contrario sugli emendamenti 1.50 Montaruli e 1.14 Montaruli. L'emendamento 1.51 Bazoli è stato ritirato, giusto Presidente?

PRESIDENTE. Sì. Emendamento 1.13 Montaruli.

ALESSIA MORANI, Relatrice. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Anche l'emendamento 1.52 Miceli è stato ritirato; quindi emendamento 1.53 Bartolozzi.

ALESSIA MORANI, Relatrice. Emendamento 1.53 Bartolozzi, parere contrario; 1.66 Zanettin contrario; 1.54 Bartolozzi favorevole con la seguente riformulazione: “al comma 2, primo capoverso, sostituire le parole: la durata del matrimonio; con le seguenti: , in rapporto alla durata del matrimonio alla data dell'ordinanza presidenziale emessa ai sensi dell'articolo 708 del codice di procedura civile”.

La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 1.55 Bartolozzi, 1.56 Bartolozzi, 1.22 Zanettin, 1.57 Bartolozzi, 1.58 Bartolozzi e 1.59 Bartolozzi. L'emendamento 1.60 Annibali è stato ritirato, giusto?

PRESIDENTE. Sì.

ALESSIA MORANI, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 1.61 Bartolozzi, 1.27 Rossello, 1.29 Montaruli, 1.30 Zanettin e 1.62 Bartolozzi. L'emendamento 1.32 Bazoli è stato ritirato. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 1.63 Bartolozzi, 1.33 Bartolozzi, 1.37 Zanettin, 1.64 Bartolozzi e 1.65 Bartolozzi.

PRESIDENTE. Alla Presidenza non risulta ritirato l'1.32 Bazoli a meno che l'onorevole Bazoli non intenda annunciare adesso il ritiro dell'emendamento 1.32 perché a noi non risulta ritirato. Lo ritira, onorevole Bazoli? Prendo atto che l'emendamento 1.32 Bazoli è ritirato.

Chiedo quindi al Governo di esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 1.

JACOPO MORRONE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 01.01 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Approfitto della proposta emendativa in esame per rappresentare all'Aula cosa ci accingiamo a licenziare. Per quanti di noi non erano presenti ieri in discussione generale - eravamo pochi, eravamo una decina - vorrei far comprendere ai colleghi dell'Aula cosa ci apprestiamo a licenziare. Stiamo parlando dell'assegno di divorzio.

Il gruppo di Forza Italia, Presidente, ieri in discussione generale - l'ho fatto io per i colleghi del gruppo - ha espresso perplessità non tanto sul contenuto della proposta Morani quanto sul metodo che ha accompagnato i nostri lavori in Commissione che ha praticamente negato ogni e qualsiasi forma di confronto. Ci siamo dovuti ridurre, Presidente, al Comitato dei nove e alla sospensione di un quarto d'ora appena fatta per poter rivedere l'assegno. Perché dico questo? Perché è vero che c'è stato uno sforzo di condivisione ed è vero che stiamo cercando di licenziare con il favore di tutti un testo che dovrebbe essere condiviso da tutti in Aula, però non posso non sottolineare l'amarezza per il parere contrario espresso sui patti prematrimoniali. Non si può, Presidente, parlare di assegno di divorzio senza avere riguardo alla condizione di affido dei figli, all'assegnazione della casa coniugale, alle determinazioni patrimoniali che possono essere prese tra i coniugi. Allora per questo avevamo suggerito già in Commissione l'inserimento e l'approfondimento dell'istituto dei patti prematrimoniali che consentirebbe ai coniugi la definizione volontaria delle loro volontà dal punto di vista patrimoniale tra marito e moglie. Quello che abbiamo ottenuto in Commissione è stato un semplice rinvio dell'esame della proposta emendativa, perché c'è stato detto che c'è una proposta di legge già pronta al riguardo. Noi auspichiamo - Presidente, il mio intervento non vuole essere in tono polemico - che il testo che abbiamo all'esame venga condiviso da tutti oggi in Aula. Però auspichiamo che il metodo di lavoro che ha accompagnato i nostri interventi in Commissione resti isolato all'esame del testo dell'assegno di divorzio e che invece in Aula ci sia l'approfondimento che è mancato. Quindi so che è una richiesta inutile ma lo faccio alla collega relatrice di maggioranza che tra l'altro ha presentato una proposta simile sui patti prematrimoniali, io auspico che la relatrice voglia cambiare il proprio parere. So che il Governo ha prestato particolare attenzione; ripeto, non intervengo in un'ottica critica, collega Morani, so che il suo testo al riguardo è molto più cospicuo della proposta emendativa presentata dal gruppo di Forza Italia ma non comprendo il parere contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Intervengo solo per dichiarare che intendo sottoscrivere questo emendamento al pari delle altre proposte emendative che hanno come prima firmataria la collega Bartolozzi. Peraltro in discussione generale rispetto agli accordi prematrimoniali di cui si occupa la proposta emendativa in esame vi era anche un consenso mi è parso di capire comune, quindi ritengo incomprensibile un voto contrario rispetto alla proposta emendativa in esame.

ALESSIA MORANI, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI, Relatrice. Grazie, Presidente. Intervengo dopo l'onorevole Bartolozzi perché è stato rappresentato un metodo di lavoro che non corrisponde a quello che è stato invece il confronto tra opposizione, che io oggi rappresento - questo è un disegno di legge in quota opposizione - e maggioranza. Infatti, Presidente, il confronto che c'è stato in queste settimane su una materia molto delicata quale il diritto di famiglia è stato un confronto - l'ho già detto anche in Commissione - che mi ha stupito per l'equilibrio con cui ci si è confrontati anche partendo da posizioni molto diverse e molto lontane tra loro. Per cui ritengo che da un punto di vista parlamentare il metodo di lavoro sia corretto e ha consentito di arrivare in Aula ad un provvedimento dell'opposizione con un'ampia condivisione anche da parte della maggioranza. Rispetto in particolare all'articolo premissivo sui patti prematrimoniali sul quale è stato espresso un parere contrario e rispetto al quale il collega Miceli ha presentato una proposta emendativa dello stesso tenore che ha ritirato, vorrei spiegare all'Aula che non si tratta di un parere contrario rispetto all'istituto in sé, quindi all'introduzione dell'istituto, poiché è noto che è dalla passata legislatura che esiste una proposta di legge a mia prima firma proprio sui patti prematrimoniali per introdurre questa novità giuridica nel nostro ordinamento.

La motivazione del parere contrario è stata data attraverso un confronto con la maggioranza, che immagino voglia anche approfondire il tema, visto che si tratta di una innovazione assoluta per il nostro ordinamento e l'approfondimento del tema merita chiaramente anche un ciclo di audizioni, che sul tema non c'è stato; merita un approfondimento particolare, perché, ribadisco, si tratta di un tema particolarmente delicato che non può essere risolto con un emendamento in un disegno di legge che ha ad oggetto un tema diverso, che è appunto quello dell'assegno di divorzio. Per cui il parere contrario non è dovuto ad una contrarietà all'introduzione dell'istituto in sé, ma al fatto che, proprio perché è un istituto importante e innovativo, merita l'approfondimento dovuto, come è stato fatto, ad esempio, anche per l'assegno di divorzio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Signora Presidente, su questo emendamento io ho una persona con la quale mi trovo spesso di parere contrario, che è mia figlia Elisabetta, Elisabetta Fatuzzo. Perché io dico: non fare mai prima quello che puoi fare dopo; lei invece mi risponde: non fare mai dopo quello che puoi fare prima. Debbo dire che l'esperienza mi ha portato e mi porta a darle ragione: per cui penso che è meglio prima, cioè quando si contrae il matrimonio, avere già stabilito cosa si farà se dovesse accadere, fra dieci anni, vent'anni, trent'anni, quarant'anni, cinquant'anni, un divorzio o una separazione legale; meglio prima che dopo. Per questo motivo sono assolutamente favorevole a trattare al più presto questa proposta dei colleghi di Forza Italia, che l'hanno presentata.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 01.01 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 82).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 01.02 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, sarò telegrafica, per non tediare i colleghi. Questa è una cosa importantissima per il gruppo di Forza Italia e credo per noi tutti, perché con questo emendamento noi consentiamo alle parti, quindi al marito o alla moglie che chiede una pronuncia sullo status, concediamo la possibilità che il tribunale emetta una sentenza immediatamente. Quindi, senza attendere l'esito del giudizio di divorzio, che dura anni, che può durare anni, con questo emendamento noi rendiamo le persone libere: dal momento in cui il ricorso è depositato e il presidente fisserà l'udienza presidenziale, già in quella fase potrà dichiarare libere, quindi pronunciare sullo status. Credo sia una battaglia di civiltà, e di questo ringrazio la relatrice ed il Governo per il parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 01.02 Bartolozzi, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 83).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.2 Montaruli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Presidente, l'emendamento 1.2, così come l'emendamento 1.3…

PRESIDENTE. Colleghi!

AUGUSTA MONTARULI (FDI). …così come l'emendamento 1.1, trattano lo stesso argomento e sono motivati dalla stessa ragione. La sentenza delle Sezioni Unite, e anche questo provvedimento, hanno sostanzialmente contraddetto la sentenza Grilli del 2017. In particolare, le sentenze delle Sezioni Unite hanno affermato che l'assegno di mantenimento, rispetto alla formulazione vigente del testo, avrebbe una funzione sia afflittiva, sia perequativa sia compensativa. In questo testo invece, presentato dalla collega Morani, differentemente rispetto a quanto affermano le Sezioni Unite, non vi è alcun dettaglio sulla funzione dell'assegno divorzile. Andando comunque a modificare il testo previgente, rimane il dubbio sulla funzione, quindi si apre ad orientamenti interpretativi; da qui la necessità di specificare che tipo di funzione ha l'assegno di mantenimento.

Noi, quindi, abbiamo dato un'indicazione, che è quella di un'indicazione di assegno di mantenimento in funzione assistenziale: cioè l'assegno di mantenimento interviene nel momento in cui c'è uno scompenso tra i redditi delle persone, degli ex coniugi, e in particolare viene negato nel momento in cui il coniuge, e i due coniugi comunque hanno un'autosufficienza economica; così come voleva quel terremoto giuridico rappresentato dalla sentenza Grilli, che aveva suscitato il plauso dell'opinione comune, ma che oggi viene tradito – se questo è il termine più corretto – da questo testo. Noi vogliamo tornare, quindi, attraverso questi emendamenti, alla sentenza cosiddetta Grilli: a cioè specificare che l'assegno di mantenimento è possibile nel momento in cui c'è una un'assenza di autosufficienza. E, in particolare, questo si rende ancor più necessario perché il testo Morani, al di là di come la si pensi sulla funzione dell'assegno di mantenimento, cancella la parte del testo attuale in cui si afferma che l'assegno di mantenimento dev'essere attribuito quando il coniuge non ha mezzi adeguati, o comunque non può procurarseli per ragioni oggettive. Diventa, quindi, assolutamente aperto, il testo attuale, ad ogni tipo di interpretazione; riteniamo quindi necessario andare a fare questa specifica.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.3 Montaruli.

CARLO FATUZZO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Presidente, chiedo di sottoscrivere l'emendamento.

PRESIDENTE. Bene. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 85).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.1 Montaruli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Rispetto a questo emendamento, invece, poiché il testo Morani ha il merito di inserire la possibilità, comunque, dell'assegno a termine…

PRESIDENTE. Colleghi, facciamo un po' di silenzio, abbassiamo il tono della voce. Onorevole Rostan…

AUGUSTA MONTARULI (FDI). L'emendamento prevede che l'assegno a termine sia la regola, assegno a termine che poi può essere prorogato, e non l'eccezione, così, invece, come è previsto dal testo Morani. Peraltro, questo emendamento si pone in coerenza con gli emendamenti successivi ove l'assegno di mantenimento diventa una formula residuale rispetto alla possibilità, prevista in tutti gli ordinamenti europei, di liquidare la somma in un'unica soluzione. Pertanto, credo che, anche alla luce dell'entusiasmo con il quale si è salutata la novità di poter introdurre l'assegno a termine, questo emendamento vada approvato, perché conferma e, anzi, rafforza questo intendimento.

CARLO FATUZZO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Chiedo, ai sottoscrittori di aggiungere anche la mia firma.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 86).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.4 Montaruli.

CARLO FATUZZO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Presidente, chiedo di sottoscrivere l'emendamento.

PRESIDENTE. Bene. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 87).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.6 Bartolozzi, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 88).

L'emendamento 1.50 Montaruli è precluso dall'approvazione dell'emendamento 1.6 Bartolozzi. Passiamo, quindi, alla votazione dell'emendamento 1.14 Montaruli. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.14 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 89).

L'emendamento 1.51 Bazoli è stato ritirato.

Passiamo dunque all'emendamento 1.13 Montaruli sul quale c'è un invito al ritiro. Onorevole Montaruli?

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Mantengo l'emendamento e, adesso, ne spiego il senso. Noi stiamo disciplinando il rapporto tra i coniugi o, meglio, tra i coniugi che diventano ex coniugi. Capita, anche in assenza di prole, che la casa familiare, nonostante non sia intestata a uno dei due coniugi, finisca al coniuge che non è intestatario della casa. Allora, l'assegnazione della casa familiare è o non è un elemento perequativo, compensativo o assistenziale? A nostro giudizio, lo è, perché non si può non considerare il valore di un immobile che non è stato intestato all'ex coniuge, ma che comunque viene assegnato al coniuge non intestatario.

Allora, noi riteniamo che sia essenziale introdurre questo elemento e che venga considerato quale elemento in alternativa, anche, all'assegno di mantenimento. Lo dico soprattutto agli amici della Lega, perché voi avete depositato un testo relativo, invece, al mantenimento dei figli, il testo Pillon, che prevede, invece, proprio il tema dell'assegnazione della casa familiare con la presenza, invece, della prole. Qui siamo in un contesto completamente diverso; qui, la prole non c'è e si tratta solo del rapporto tra due coniugi e la casa familiare viene assegnata all'altro coniuge. Allora, voi state dando parere contrario a questo emendamento, ponendovi addirittura in contrasto rispetto a quello che voi stessi avete depositato. Allora, quando c'è il figlio vorreste togliere la casa familiare, quando il figlio non c'è gliela vorreste assegnare e vorreste, addirittura, che questa assegnazione della casa familiare non venisse considerata ai fini del mantenimento. È un fatto assolutamente assurdo. Quindi, io prego francamente, soprattutto, la forza della Lega e la maggioranza di Governo di rivalutare questo emendamento, perché, in effetti, il parere che avete dato rappresenta una contraddizione rispetto a quello che voi stessi pensate sulla casa familiare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Signora Presidente, questo emendamento della collega Montaruli mi fa venire in mente tantissime persone e tantissimi, anche, amici i quali si trovano a vivere in una automobile perché costretti a lasciare la casa al coniuge, coniuge di solito donna, e l'uomo si ritrova senza nulla e per di più deve anche dare un assegno di mantenimento, molto spesso, anche quando si ritrova senza lavoro e con grandi necessità. Quindi sono favorevole a che si tenga presente anche l'uomo oltre che la donna, nella regolamentazione della possibilità di sopravvivere a un matrimonio che purtroppo finisce.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.13 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 90).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.53 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 91).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.66 Zanettin. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, illustro brevemente il testo dell'emendamento, anche se sono consapevole che, col parere negativo della relatrice, le speranze di accoglimento non ci sono. Comunque, tra i parametri per la quantificazione dell'assegno divorzile, nel testo originario della relatrice Morani era prevista la durata del matrimonio, che poi è stata espunta dal testo oggi all'esame della Camera. L'emendamento che ho presentato ripropone fra i criteri prioritari la durata del matrimonio, accompagnandolo anche a quelli che sono gli indirizzi della vita familiare che sono stati fissati dai coniugi ai sensi dell'articolo 144 del codice civile. Da questo punto di vista, chiedo appunto l'approvazione di questo emendamento.

ALESSIA MORANI, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI, Relatrice. Presidente, devo riprendere il collega, perché era distratto: nella riformulazione dell'emendamento 1.54 Bartolozzi noi ripristiniamo, al primo comma, la durata del matrimonio tra i criteri. Quindi lo può anche ritirare, se vuole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.66 Zanettin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 92).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.54 Bartolozzi, sul quale c'è un parere favorevole con riformulazione. Chiedo all'onorevole Bartolozzi se accetta la riformulazione.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, intervengo molto velocemente. Intanto accetto la riformulazione e ringrazio la relatrice e il Governo. Cosa stiamo cambiando? Stiamo stabilendo che nella determinazione dell'assegno divorzile criterio prioritario diventi la durata del matrimonio, e non la durata del matrimonio inteso quale pronuncia emessa dal giudice del divorzio, ma durata della convivenza di fatto matrimoniale, cioè fino al momento in cui il presidente, nell'udienza di separazione, autorizza i coniugi a vivere separati. Quindi, le lungaggini dei processi non andranno più a svantaggio delle parti, perché nella durata del matrimonio sarà considerato unicamente il periodo che intercorre tra quando il matrimonio viene celebrato e il momento in cui il presidente autorizzerà i coniugi a vivere separati. Anche questa credo sia una battaglia di grande civiltà, quindi ringrazio nuovamente la relatrice e il Governo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.54 Bartolozzi, così come riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 93).

A seguito dell'approvazione dell'emendamento 1.54 Bartolozzi, risulta assorbito l'emendamento 1.55 Bartolozzi.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.56 Bartolozzi. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.56 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 94).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.22 Zanettin. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, questo emendamento si ricollega a quello precedente. Bocciando il mio precedente emendamento abbiamo escluso che il parametro dell'articolo 144 del codice civile, quindi l'indirizzo della vita familiare, possa entrare fra quelli prioritari; con questo emendamento chiediamo che quanto meno esso venga indicato fra quelli equiordinati, quindi che fra i diversi criteri che il giudice deve tener conto e dei quali può tener conto ci sia anche l'indirizzo concordato dai coniugi ai sensi dell'articolo 144 del codice civile. Mi sembra una questione di equità: ci sono diversi criteri, consideriamo anche questo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.22 Zanettin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 95).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.57 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 96).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.58 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 97).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.59 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 98).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.61 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 99).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.27 Rossello.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Solo per sottoscriverlo.

PRESIDENTE. Bene. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.27 Rossello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 100).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.29 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 101).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.30 Zanettin.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. La proposta di legge in esame inserisce la possibilità per il tribunale di predeterminare la durata dell'assegno, nel caso in cui la ridotta capacità reddituale del richiedente sia dovuta a ragioni contingenti o comunque superabili. La formulazione della norma, prevedendo la possibilità di liquidazione di un assegno, seppur limitata nel tempo, non appare idonea a definire la situazione patrimoniale dei coniugi, in quanto, venendo comunque a costituire un diritto in favore del beneficiario, non potrà impedire che, alla scadenza del termine, permanendo le condizioni che lo hanno determinato, la domanda di riconoscimento di assegno divorzile venga riproposta.

D'altra parte, la previsione di una temporalità dell'assegno appare basata su un giudizio assolutamente prognostico, fondato su criteri troppo vaghi e opinabili, dove la discrezionalità del giudice sarebbe giocoforza eccessiva. Una chiarificazione della situazione patrimoniale dei coniugi potrebbe invece derivare dall'espressa possibilità di rateizzare, e quindi dilazionare nel tempo, la cosiddetta una tantum, ovvero la possibilità che la corresponsione dell'assegno divorzile avvenga su accordo delle parti e previa valutazione di equità da parte del tribunale, in un'unica soluzione, ma con l'esclusione della possibilità, per il percipiente, di proporre una successiva domanda di contributo economico. In luogo della predeterminazione temporale di un assegno divorzile si avrebbe così la possibilità di modulare nel tempo l'una tantum con l'effetto di precludere la possibilità di discutere successivamente la situazione. A questo tende questo emendamento per il quale appunto chiedo il voto.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). In coerenza con l'emendamento 1.50, presentato da Fratelli d'Italia, chiedo di poterlo sottoscrivere.

PRESIDENTE. Bene. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.30 Zanettin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 102).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.62 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 103).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.63 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 104).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.33 Bartolozzi, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 105).

Passiamo all'emendamento 1.37 Zanettin.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Molto brevemente, Presidente. Questo è un emendamento, sostanzialmente, di drafting, con cui propongo l'inserimento dell'inciso “che ne hanno determinato la cessazione”. Noi lo riteniamo necessario per specificare che la disciplina dell'articolo 2 si riferisce all'assegno divorzile, come sopra determinato, in base alla disciplina che abbiamo dettato. In assenza di questa specificazione, nel richiamo alle situazioni titolo di cessazione dell'assegno, si potrebbero fornire indizi interpretativi contrari alla ratio di questo provvedimento. È una norma, ripeto, assolutamente di drafting, interpretativa, che chiarisce alcune lacune, non capisco perché sia stato dato un parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.37 Zanettin, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 106).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.64 Bartolozzi, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 107).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.65 Bartolozzi, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 108).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 109).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 506-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 110).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 506-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

JACOPO MORRONE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sull'ordine del giorno n. 9/506-A/1 Fatuzzo il parere è contrario sulle premesse e favorevole limitatamente al primo impegno. Sull'ordine del giorno n. 9/506-A/2 Bartolozzi il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Quindi, in sostanza, sull'ordine del giorno n. 9/506-A/1 Fatuzzo vi è una riformulazione, lei chiede di espungere le premesse e gli altri impegni e di lasciare soltanto il primo impegno?

JACOPO MORRONE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Esatto, quello dalle parole “ a valutare” fino alla parola “matrimonio”.

PRESIDENTE. Onorevole Fatuzzo, accetta la riformulazione?

CARLO FATUZZO (FI). Signora Presidente, poiché quest'Aula è cacofonica, vorrei che mi ripetesse la formulazione dell'intero ordine del giorno.

PRESIDENTE. Prego, sottosegretario.

JACOPO MORRONE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Il parere è contrario alle premesse, favorevole al primo impegno, al primo capoverso, che va dalle parole “a valutare l'opportunità di assumere” fino alla parola “matrimonio;” e contrario al secondo impegno.

PRESIDENTE. Rimarrebbe in piedi soltanto il primo impegno. Sul primo impegno c'è il parere favorevole del Governo. Se lei accetta la riformulazione…

CARLO FATUZZO (FI). Dividendo per due l'emendamento, ritengo che non ho la minoranza, non ho neanche la maggioranza, ma mi accontento.

PRESIDENTE. Bene. Sull'ordine del giorno n. 9/506-A/2 Bartolozzi il parere è favorevole, quindi immagino che non si insiste per la votazione.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 506-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.

Colleghi, però vi chiedo di fare silenzio… colleghi… colleghi del MoVimento 5 Stelle. Prego, onorevole Boldrini.

LAURA BOLDRINI (LEU). Signora Presidente, colleghe e colleghi deputati, questa proposta di legge interviene su un tema che ha suscitato molte discussioni e anche un continuo aggiornamento della stessa giurisprudenza. Si sono susseguite diverse pronunce anche della Corte di cassazione, così come dei singoli tribunali. Ora, la Camera dei deputati già…

PRESIDENTE. Colleghi del Partito Democratico… colleghi del MoVimento 5 Stelle… colleghi, se volete abbandonare l'Aula vi chiedo di farlo in modo tale da consentire alla collega Boldrini di svolgere il suo intervento. Colleghi… colleghi del Partito Democratico… colleghi… onorevole Migliore… onorevole Madia… colleghi della Lega in alto… onorevole Fogliani… Prego, onorevole Boldrini.

LAURA BOLDRINI (LEU). Grazie, signora Presidente. Dicevo che la Camera dei Deputati, già nella scorsa legislatura, era intervenuta approvando un testo in Commissione giustizia, in sede referente. Quindi ringrazio la relatrice, la collega Morani, per il lavoro di audizioni e di ricerca di un punto di incontro tra le diverse posizioni, che ha consentito l'approdo in Aula di questa proposta. Ma quale deve essere la nostra preoccupazione di legislatori? Io credo quella, appunto, di decidere sulla base delle esperienze reali vissute dalle persone e quella di legiferare sulla base dei principi di solidarietà e di equità.

+Nel caso specifico, quello al divorzio è uno dei diritti che un certo vento restauratore vorrebbe rimettere in discussione. Ne abbiamo avuto un esempio anche nel recente convegno cosiddetto sulle famiglie che si è tenuto a Verona. E invece è un diritto che va difeso, signora Presidente, perché ha rappresentato una conquista di civiltà per il nostro Paese. Ma non vi è dubbio che molto spesso questo atto sia vissuto con un sentimento di tristezza, di disagio, che si prova quando si chiude una pagina di vita vissuta. È comunque, quindi, un passaggio difficile, sempre difficile per tutti. E a questa difficoltà non deve aggiungersi, per quanto possibile, una preoccupazione di carattere economico e, soprattutto, una conseguenza di disparità sociale tra i due ex coniugi. Questo è il problema al quale bisogna trovare una soluzione equa e anche soddisfacente. Aggiungo che giustamente bisogna lasciare al giudice la possibilità di apprezzare le circostanze concrete della situazione che è chiamato a valutare, perché ogni vicenda fa storia a sé, ma bisogna fare attenzione a che questa discrezionalità non sia eccessiva. E questo lo dico sia perché potremmo trovarci a giudizi differenti tra i diversi tribunali su circostanze che invece sono analoghe, sia perché recenti sentenze, soprattutto in materia di violenza di genere, hanno suscitato giustamente la preoccupazione di un ritorno indietro in materia di tutela dei diritti e della dignità delle donne. Da questo punto di vista, signora Presidente, il testo originario presentato dalla collega Morani dava maggiori garanzie perché dettagliava in modo più chiaro, separandole tra loro, le condizioni per l'attribuzione dell'assegno da quelle per la sua quantificazione. Raccoglierle, come è stato fatto in Commissione, in un unico comma rischia di conferire un'eccessiva arbitrarietà alle valutazioni del giudice. Io poi avevo sottoscritto l'emendamento a prima firma Annibali perché l'espressione “doveri coniugali”, oltre ad apparire concettualmente superata e anche un po' rétro, è anche troppo generica e lascia un margine eccessivo di discrezionalità al giudice. L'emendamento rendeva, invece, questo concetto più attuale e anche più chiaro, parlando di scelte di fatto operate dai coniugi nel corso della vita in comune, oltre che della cura e dell'assistenza prestata al coniuge e ai figli e del lavoro domestico prestato nel corso della convivenza. Ma, come dicevo, questo emendamento è stato ritirato. In conclusione, signora Presidente, per quanto esposto, le dico che avremmo preferito veramente votare il testo originario della collega Morani, ma purtroppo questo non è stato possibile (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Fratelli d'Italia ha cercato di migliorare il più possibile questo testo. Alla collega Morani va il merito di avere presentato questo testo prima della pronuncia delle Sezioni unite sull'assegno di divorzio, però va il torto di avere recepito in modo assolutamente piatto quanto riferito dalle stesse Sezioni unite, abdicando, di fatto, al ruolo del legislatore, che, nonostante gli emendamenti approvati, avrebbe potuto fare ben di più, cercando di incardinare l'assegno di divorzio in una riforma strutturale sul diritto di famiglia. Noi abbiamo votato a favore dell'articolato perché comunque gli emendamenti approvati dell'opposizione hanno portato ad un miglioramento del testo, ma per il giudizio complessivo che diamo a questa non riforma ci asterremo.

E ci asterremo perché siamo convinti che, così come è stato recepito quanto pronunciato dalle Sezioni unite in questo testo, aprirà nuovamente a contrasti interpretativi che ci getteranno nuovamente, getteranno molte donne e molti uomini nuovamente nell'incertezza; un'incertezza che dovevamo provare a superare definitivamente e che con questo provvedimento non supereremo, perché, se si voleva recepire davvero quello che dicevano le Sezioni unite, allora l'alternativa era lasciare o il testo com'era o, se no, ci si doveva discostare in modo coraggioso, andando noi come legislatori a definire se volevamo escludere il tenore di vita quale criterio per la quantificazione dell'assegno di mantenimento, cosa che non facciamo, cosa di cui sono convinte molte forze politiche, senza tenere in considerazione, però, che la Cassazione, in particolare, sottosegretario, la prima sezione della Corte di Cassazione, già dopo le Sezioni unite si è pronunciata richiamando nuovamente, proprio alla luce delle Sezioni unite, il tema del tenore di vita, e richiamandolo quale elemento giurisprudenziale per la quantificazione dell'assegno di mantenimento.

Avremmo potuto, come legislatori, definire se volevamo un assegno di mantenimento con una funzione assistenziale, con una funzione compensativa, con una funzione perequativa. Il legislatore, ancora una volta, sta in silenzio, abdicando completamente, completamente, alla giurisprudenza quello che è la definizione dell'assegno di mantenimento. E, allora, nuovamente ci prestiamo ad altri contrasti giurisprudenziali, di cui saremmo complici se votassimo a favore di questo provvedimento. E ancora devo sottolineare come non si tenga assolutamente in considerazione l'assegnazione della casa familiare in assenza di prole. Ancora una volta non si tiene in considerazione il valore dell'assegnazione della casa familiare in assenza di prole all'altro coniuge. Ma avrà o no un valore l'assegnazione della casa familiare al coniuge che non è intestatario di quel bene? Avrà un valore o no? Sì, ce l'ha; eppure noi lo escludiamo. E, infine, devo dire che non si tiene in considerazione un aspetto di cui nessuno qua ha parlato, ma che esiste, che è quello delle donne che rinunciano a delle aspettative di vita per poter crescere i propri figli; ma devo dire anche c'è una rinuncia da parte degli uomini ad avere un rapporto con i propri figli quando si dedicano completamente al lavoro, rimanendo assenti, e questa visione in cui non si considera la parte del genitore che lavora tutto il giorno, sta assente dal nucleo familiare, dà un indice di come il figlio venga visto quasi come un peso. Il figlio non è un peso, il figlio è un'opportunità, è una modalità di crescita della famiglia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e non considerare il sacrificio che fa il genitore che decide, unitamente ovviamente al coniuge, di non dedicarsi fisicamente alla casa, ma di dedicarsi materialmente all'esterno della casa, rimanendo assente, quindi sacrificando il proprio tempo con i propri figli, questo non entra come criterio, e quindi si considerano i figli di fatto come un peso, un peso di cui dobbiamo ricompensare qualcuno.

Allora, sì, bisogna dare la possibilità alle donne di recuperare il tempo perduto, le possibilità di crescita nel mondo del lavoro per aver deciso di accudire i propri figli, ma bisogna anche riconoscere che esiste una determinata parte di genitori che a malincuore decide di dedicarsi al sostentamento, all'esclusivo sostentamento della famiglia, rimanendo assente da casa, e sacrifica il tempo con i propri figli. Questo è un sacrificio e non è un vantaggio; è un sacrificio, non è un vantaggio di cui poi punire il coniuge che è rimasto assente per costrizione dal nucleo familiare. E allora, di fatto, dietro questa finta riforma dell'assegno di mantenimento divorzile cosa rimane? Rimane il concetto stesso di famiglia.

E abolendo tra i criteri per l'assegnazione dell'assegno di mantenimento anche i motivi che hanno portato allo scioglimento del matrimonio voi andate a demolire ancora una volta il concetto di famiglia, perché non possiamo ritenere che sia meritevole di assegno di mantenimento colui che ha contribuito allo scioglimento del matrimonio non comportandosi in maniera fedele, in maniera coerente con quelli che sono i principi su cui il matrimonio si dovrebbe basare. Voi togliete quel criterio, lo togliete; togliete il criterio per il quale si devono tenere in considerazione i motivi che hanno portato allo scioglimento del matrimonio, lo togliete e, quindi, contribuite ad abolire, ancora una volta, il concetto di famiglia. Ecco, su questo noi non possiamo dare il nostro consenso, non possiamo farlo perché va al di sopra dei criteri dell'assegno di mantenimento ma si inizia a entrare nell'alveo dei valori e sui valori come quelli della famiglia noi non transigeremo mai. Per questo Fratelli d'Italia darà un voto di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Un provvedimento che è stato lavorato più volte, un testo di legge che è arrivato in una formulazione in Commissione giustizia, che poi è stato modificato durante l'esame in Commissione e ulteriormente modificato durante i lavori di Aula. Allora, Presidente, le nostre considerazioni non possono non partire da due punti fermi: uno è il metodo, un metodo di lavoro che noi non abbiamo apprezzato sino in fondo perché, come ho già detto in sede di discussione sulle linee generali e come in qualche modo rappresentato brevemente in Aula oggi, sono mancati quel confronto e quel dialogo sui singoli punti del provvedimento che meritavano sicuramente un approfondimento maggiore e non sto parlando solo dei patti prematrimoniali ma di tanti emendamenti che prevedevano una distinzione tra i criteri di attribuzione e i criteri di quantificazione dell'assegno divorzile. Ci siamo ridotti, dunque, a una discussione nel merito dei provvedimenti relegata a breve parentesi durante il Comitato dei nove. Quindi, è con profonda amarezza che auspico e che rappresento ai colleghi veramente un cambiamento di marcia nella conduzione dei lavori che riguardano il mondo della giustizia, specie in materie così delicate.

Nonostante questo e nonostante il fatto che noi non abbiamo potuto condividere l'andamento dei lavori in Commissione e in Aula, il gruppo di Forza Italia esprimerà un voto favorevole sulla proposta di legge della collega Morani ed esprimerà un voto favorevole perché il testo che esce fuori e che ci apprestiamo a licenziare è sicuramente un testo migliorativo di una norma che è risalente a più di trent'anni fa e che ha necessitato, proprio perché risalente nel tempo, di continui interventi della giurisprudenza di merito nonché della Cassazione a sezioni semplici e a sezioni unite. Ecco perché il legislatore deve riappropriarsi necessariamente in questa sede del potere di normare e di licenziare testi articolati che siano precisi e che possano condurre i giudici in questo loro lavoro.

Il testo che licenzieremo oggi, dicevo, è un testo migliorativo dell'attuale articolato di legge ed è migliorativo perché, grazie al lavoro che Forza Italia ha fatto e grazie al contributo dei componenti di Forza Italia, è prevista la possibilità, in sede di giudizio di divorzio, di emettere la cosiddetta “sentenza parziale sullo status”. Ho ringraziato di questo sia la relatrice sia il Governo per aver espresso un parere favorevole e adesso ringrazio tutti i colleghi che hanno votato favorevolmente su quell'emendamento perché in questo modo consentiamo, in aderenza a quelle che sono le pronunce della CEDU e, soprattutto, rispettando il dettato costituzionale, a coloro i quali vogliono una pronuncia immediata sullo status di ottenerla già alla prima udienza in sede di divorzio.

E ancora, Presidente, il lavoro che Forza Italia ha fatto su questo testo è apprezzabile sotto un altro punto di vista. Infatti, grazie all'incessante lavoro dei colleghi del mio gruppo abbiamo ottenuto una profonda rivisitazione dei criteri che saranno demandati al giudice nella quantificazione dell'assegno perché il testo di legge della collega Morani prevede e prevedeva un'elencazione coordinata di diversi criteri ma il gruppo di Forza Italia ha ottenuto che tra questi criteri fosse considerato principale quello della durata della convivenza matrimoniale, con ciò intendendosi lo spazio di tempo che intercorre tra la celebrazione del matrimonio e l'udienza presidenziale in fase di separazione. Non sono, Presidente, piccoli accorgimenti o piccole migliorie al testo di legge. Noi li riteniamo importanti e li giudichiamo tali. Abbiamo apprezzato lo sforzo che il Governo ha fatto in questa direzione e quindi, nonostante si potesse fare molto di più di quello che abbiamo fatto, il gruppo di Forza Italia voterà favorevolmente sul testo di legge della collega Morani sull'assegno di divorzio (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, il Partito Democratico ha fortemente voluto questo testo di legge inteso a dare una soluzione normativa definitiva a una questione, quella dell'assegno divorzile, di particolare interesse per migliaia di italiani. Non ripercorrerò qui le stratificazioni giurisprudenziali che su questa delicata questione si sono succedute nel corso degli anni dato che sono già state esaustivamente descritte in discussione sulle linee generali dai miei colleghi che sono intervenuti, la relatrice Morani e il collega Miceli. Mi limiterò, però, a ricordare che a fronte di un testo di legge molto scarno, si è avuta un'evoluzione della sua interpretazione nel corso del tempo, che ha avuto un'accelerazione nel corso degli ultimi due anni, a partire dalla nota sentenza della Cassazione del 2017, la cosiddetta “sentenza Grilli”, che archiviava improvvisamente il criterio pressoché costante adottato fino ad allora: quello che individuava i presupposti della corresponsione dell'assegno divorzile nella necessità di garantire al coniuge debole il mantenimento del tenore di vita avuto in costanza di matrimonio, il famoso tenore di vita; un criterio che, con il passare del tempo, era apparso sempre più inadeguato e spesso fonte di iniquità per la ormai acquisita consapevolezza che la rottura del vincolo matrimoniale comporta un impoverimento generale che riguarda tutti i contraenti.

Quella sentenza sostituiva al tenore di vita un nuovo criterio, quello della verifica dell'indipendenza economica del coniuge richiedente al sussistere della quale veniva meno il diritto all'assegno. Pertanto, una vera e propria rivoluzione che riduceva la corresponsione dell'assegno a una funzione puramente assistenziale ma, soprattutto, che portava con sé l'idea di un matrimonio senza responsabilità, di una sorta di matrimonio usa e getta, di un legame dal quale era lecito liberarsi senza conseguenze né di natura personale né di natura patrimoniale. Dunque, una concezione minima, quasi individualista, che disconosceva qualunque vincolo di solidarietà successivo.

Quella sentenza suscitò molte critiche ma soprattutto vi è stato un periodo d'incertezza giurisprudenziale con sentenze di merito e di legittimità che dopo di allora si susseguirono in parte seguendo la decisione della Cassazione e in parte invece discostandosene. In quel frangente, nella scorsa legislatura e su impulso di una nostra ex collega molto brava, Donatella Ferranti, che allora era presidente della II Commissione (Giustizia), si avviò un lavoro volto a dare soluzione normativa al contrasto crescente che si sostanziò, dopo un ciclo di audizioni che vide i maggiori esperti italiani in materia fornire il loro contributo, in un testo di legge che venne approvato in Commissione a larga e trasversale maggioranza nel dicembre 2017 e con il quale si innovava profondamente la legge sul divorzio, introducendo criteri chiari che componevano un nuovo ed equilibrato bilanciamento degli interessi in gioco.

Quel testo di legge era talmente convincente ed era talmente calibrato che divenne la base della decisione assunta nel luglio 2018 dalle sezioni unite della Cassazione che ne hanno ripreso compiutamente la sostanza e gli effetti individuando criteri atti a garantire all'assegno divorzile una funzione al tempo stesso assistenziale, compensativa e perequativa secondo una moderna concezione analoga a quella presente negli altri Paesi europei. Il testo della proposta di legge ha proprio lo scopo di scolpire nei testi di legge quei criteri e quegli obiettivi per dare un assetto normativo stabile e limpido, non soggetto ad ulteriori oscillazioni giurisprudenziali che neppure la funzione nomofilattica delle Sezioni Unite può garantire compiutamente. Si intende così garantire la certezza del diritto e insieme il giusto equilibrio tra la libera autodeterminazione degli individui e il principio di solidarietà, ridando così al matrimonio il suo giusto significato: l'istituto che crea legami, responsabilità e vincoli. Si individuano, dunque, i criteri che deve valutare il giudice secondo il suo prudente apprezzamento per individuare e riconoscere il ruolo e il contributo fornito dal coniuge economicamente più debole alla formazione del patrimonio personale e familiare e compensare le disparità, uno squilibrio economico che lo scioglimento del vincolo ha prodotto. Sono criteri semplici e chiari, volutamente inseriti senza un ordine gerarchico salvo il riferimento alla durata del matrimonio, perché al giudice è dato il compito di individuare la soluzione più equa e corretta nel caso concreto. In una materia nella quale più che in altre le circostanze di fatto varie come può essere varia la vita delle persone non consente di introdurre vincoli predeterminati ma richiede che il legislatore fornisca una griglia all'interno della quale il giudice ritagli la decisione più adatta alla situazione concreta. È un intervento normativo necessario dunque e che peraltro non si limita a scolpire quei criteri nella legge ma introduce anche altre migliorie e correttivi assecondando tante istanze e suggerimenti pervenuti dagli operatori, dagli esperti tra cui un nuovo strumento a disposizione del giudice ovvero la possibilità di un assegno di durata predeterminata quando lo squilibrio economico sia dovuto a ragioni contingenti o comunque superabili. Presidente, concludo. Il Parlamento oggi fa il suo dovere dando un assetto finalmente stabile, in modo equilibrato e innovativo ad una materia di interesse di tanti italiani come l'assegno divorzile. Lo fa su impulso del Partito Democratico e grazie ad una collaborazione e condivisione della maggioranza della quale voglio dare atto secondo un metodo di confronto aperto e costruttivo che raramente abbiamo riscontrato in questa legislatura e che pure dovrebbe costituire la norma e non l'eccezione. Un titolo di merito particolare credo meriti la mia amica e collega Alessia Morani, relatrice del provvedimento e firmataria della proposta di legge (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) per la tenacia e l'equilibrio con cui ha perseguito questo risultato. Per una volta, Presidente, voteremo convinti e soddisfatti il provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bisa. Ne ha facoltà.

INGRID BISA (LEGA). Grazie, Presidente. Sottosegretario Morrone, onorevoli colleghe e colleghi, siamo in Aula oggi per votare la proposta di legge relativa alla modifica all'articolo 5 della legge 1° dicembre 1970, n. 898 in materia di assegno spettante a seguito di scioglimento del matrimonio o dell'unione civile. La riforma della legge sull'assegno di divorzio è finalizzata ad adeguare l'ordinamento ai tempi attuali. Si è reso necessario adeguare i criteri per stabilire l'entità dell'assegno di mantenimento in modo da superare definitivamente il parametro del tenore di vita tenuto durante il matrimonio. Il testo di legge a prima firma della deputata del Partito Democratico Alessia Morani è stato modificato anche con il contributo della Lega. Cambiano le regole sull'assegno di mantenimento dopo il divorzio: verrà revocato anche in presenza di una stabile convivenza registrata o non.

Un'altra novità riguarda l'introduzione di un assegno a tempo. Infatti verrà assegnato nel caso in cui un coniuge versi in uno stato di ridotta capacità reddituale dovuta a ragioni contingenti o superabili. Inoltre, con un emendamento Lega in Commissione, è stato eliminato il riferimento all'equilibrio economico tra i due coniugi: in pratica si dice addio al criterio del tenore di vita più volte messo in discussione dai giudici ermellini, dando quindi una funzione assistenziale all'assegno. Svanito, quindi, il carattere compensativo dell'assegno, i nuovi criteri per l'attribuzione di tale assegno sono il patrimonio e il reddito netto di entrambi i coniugi durante il matrimonio; l'età e le condizioni di salute di chi richiede il mantenimento; il contributo fornito da ciascuno dei due alla conduzione familiare e alla formazione del patrimonio comune; l'eventuale riduzione della capacità reddituale dovuta a ragioni oggettive; il contributo per figli minori, disabili o non indipendenti a livello economico; la mancanza di un'adeguata formazione professionale quale conseguenza dell'adempimento dei doveri coniugali. Questi ultimi tre criteri rappresentano delle novità rispetto alla legge attualmente in vigore così come la sostituzione del concetto più generico di condizione dei coniugi con quello più specifico di condizioni personali ed economiche in cui i coniugi vengono a trovarsi a seguito della fine del matrimonio.

Ora in discussione generale Forza Italia - mi riferisco particolarmente a lei, collega Bartolozzi, per il suo tramite ovviamente, Presidente - riferisce di stare non in un'Aula, non in Parlamento ma in un'aula di giustizia, ha parlato di Cassazione a iosa e principi a iosa. Vorrei ricordare alla collega Bartolozzi, sempre per il suo tramite Presidente, che il nostro diritto si fonda sul diritto romano quindi ha una storia e per modificare al meglio ogni norma in essere è necessario far riferimento ai principi cardine presenti nel nostro ordinamento: questa si chiama democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Inoltre devo smentire quando sempre lei, collega Bartolozzi, sempre per il suo tramite, Presidente, riferisce che non si può dire che oggi noi stiamo licenziando un testo che era inevitabile e che è assolutamente necessario portare all'attenzione del Parlamento, perché non è così ed è una bugia: era una modifica, invece, necessaria a fronte della diatriba giurisprudenziale e dottrinale in essere attualmente. Sempre la collega di Forza Italia e sempre per il suo tramite, Presidente, quando ha detto in discussione generale che non ci sono criteri nuovi rispetto ai principi enunciati dalla Cassazione se non uno solo ossia l'assegno a termine: non lo condivido, perché noi legislatori abbiamo indicato nella proposta di legge una serie di criteri a cui il giudice deve attenersi a fine di decidere. E ancora sempre per il suo tramite, Presidente, quando la collega Bartolozzi ci dice che la Cassazione a Sezioni Unite avrebbe detto che eliminare la distinzione tra il criterio attributivo e quello quantificativo avrebbe comportato l'attribuzione al giudice di una maggiore discrezionalità e quindi una maggiore adattabilità al caso concreto, ora con tutta l'immaginazione che possa aver avuto nel leggere e rileggere quella sentenza, nulla in tal senso ho visto scritto ma questo non mi stupisce, Presidente, visto che da sempre in molte occasioni avvocati e magistrati anche se in questo ambito sono legislatori, hanno una forma mentis diversa da cui partono.

Inviterei poi la collega Montaruli di Fratelli d'Italia, sempre per il suo tramite, Presidente, quando enuncia principi della Cassazione e in particolare l'ordinanza del 14 febbraio 2019 a non limitarsi a riportare la massima che, a volte, come in questo caso, è fuorviante ma leggere attentamente il contenuto per esteso. Infatti, in quel passaggio cardine dell'ordinanza, che ha citato appunto in discussione generale la collega Montaruli, la Cassazione afferma che la corte etnea, pur non facendo mistero di orientare l'asse del proprio deliberando sul criterio del tenore di vita goduto dal coniuge in costanza di matrimonio, ha tuttavia proceduto in questa direzione, seguendo un percorso argomentativo che guarda con prudenza al criterio del tenore di vita e volutamente ne evita ogni forzatura, non a caso annotando che esso concorre e poi va bilanciato caso per caso con tutti gli altri criteri indicati nella norma. Quindi non è in alcun caso vero che la Cassazione in quel caso ha ripreso esclusivamente il principio del tenore di vita. La collega Montaruli poi, sempre in discussione sulle linee generali, avrebbe riferito di aver depositato una serie di emendamenti sul punto, ossia sulla richiesta di porre nero su bianco l'esclusione del tenore di vita: ebbene, io non ho visto alcun emendamento depositato in tal senso. Così concludo, Presidente, annunciando il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, la proposta di legge che ci accingiamo a votare si propone di modificare la disciplina dell'assegno divorzile: una proposta presentata dalla collega Morani, ma accolta con favore dalla maggioranza in quanto occasione per regolare un istituto che ha una notevole incidenza pratica sulla vita di moltissimi cittadini. Vi fornisco qualche dato: dall'ultimo report dell'ISTAT disponibile, quello del 2017, emerge come nel 2016 vi siano stati quasi un milione di divorzi in Italia, e dall'ultimo rapporto Caritas sulla povertà, che fotografa anch'esso la realtà italiana del 2016, emerge che separazioni e divorzi sono tra le cause che portano addirittura a vivere in strada, facendo eco al rapporto Caritas 2014 che già riferiva come il 66 per cento dei separati non riesca a provvedere alle spese per i beni di prima necessità.

Attenzione, perché parliamo di persone, e non di numeri. È un dato ormai certo e noto che la rottura delle relazioni coniugali comporta l'impoverimento degli ex coniugi, o comunque un peggioramento delle loro condizioni economiche. Il legislatore ha quindi il dovere di intervenire per fornire una cornice legislativa chiara, e al tempo stesso capace di adattarsi alle fattispecie concrete, alla pluralità dei modelli familiari ed alla molteplicità di situazioni personali conseguenti allo scioglimento del vincolo. Ogni coppia, ogni famiglia ha una storia a sé, ed ha un suo modo unico di affrontare un momento così delicato, spesso drammatico qual è il momento della frattura della relazione: modalità che sfuggono a logiche rigorose perché entrano in gioco i sentimenti, ed il giudice è chiamato a regolamentare il caso concreto portato alla sua attenzione, quel caso che è unico perché uniche sono le persone e le loro dinamiche. E dunque deve essere dotato degli strumenti che gli consentano di fornire risposte eque e ragionevoli, che gli consentano, come proprio ieri diceva il collega Cataldi in discussione sulle linee generali, di cucire un abito su misura adatto proprio alla coppia che ha davanti. Ebbene, noi riteniamo che con questa proposta di legge il legislatore stia fornendo al giudice questi strumenti, con un intervento legislativo preciso, chirurgico direi, che si è reso necessario alla luce degli orientamenti oscillanti e contrapposti recentemente proposti dalla giurisprudenza: sentenze, sia di legittimità che di merito, che hanno creato confusione laddove invece vi è estrema necessità di chiarezza. Qualcuno potrà dire che, essendo intervenute nel luglio 2018 le Sezioni Unite della Cassazione, ogni problema interpretativo della norma in vigore sia stato spazzato via; ma sarebbe prontamente smentito da pronunce successive dei giudici che dalle Sezioni Unite hanno voluto discostarsi, o comunque verrebbe smentito dai principi stessi del nostro ordinamento, che non assegna alla giurisprudenza, neppure a quella delle Sezioni Unite, valore precettivo vincolante per il futuro. Inoltre mi preme evidenziare che il provvedimento che ci accingiamo a licenziare non è un mero “copia incolla” delle Sezioni Unite come è stato ribadito, contestato, ma è molto di più e molto altro. Questo provvedimento intende innanzitutto superare il parametro del tenore di vita goduto in costanza di matrimonio, che ancora aleggia in qualche aula di tribunale, garantendo talvolta rendite di posizione vita natural durante anche a fronte di unioni di breve durata, e che si traduce spesso in un ingiustificato arricchimento del coniuge beneficiario a discapito di un corrispondente depauperamento del coniuge onerato. Le evoluzioni sociali, il comune sentire, l'affermazione dei principi di autodeterminazione e autoresponsabilità ci chiedono di superare un'impostazione ormai anacronistica, e di valorizzare piuttosto fattori come il contributo personale ed economico che ciascun coniuge ha fornito alla conduzione della vita familiare, e di tenere conto, questo sì, del sacrificio delle possibilità di formazione, di esperienze lavorative e capacità reddituali che un coniuge abbia fatto in ragione della famiglia. Con la sentenza di divorzio il rapporto matrimoniale si estingue non solo sul piano personale, ma anche sul piano economico patrimoniale, e questa è la regola. Il riconoscimento dell'assegno divorzile costituisce quindi, e da sempre, un'eccezione codificata, una deroga necessaria, opportuna, perché espressione del principio di solidarietà sociale di cui all'articolo 2 della Costituzione e del principio di uguaglianza dei coniugi di cui all'articolo 29 della Costituzione. Ma ribadiamo che l'assegno divorzile non dev'essere mai occasione per l'indebito arricchimento di un coniuge o per il degrado esistenziale di altro coniuge.

PRESIDENTE. Colleghi, i banchi del Governo, il banco dei nove, e poi se in tutti i settori per cortesia abbassiamo il tono. C'è una collega che sta intervenendo.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Ma ribadiamo, Presidente, che l'assegno divorzile non dev'essere mai occasione per l'indebito arricchimento di un coniuge o per il degrado esistenziale dell'altro coniuge.

Rivendichiamo inoltre la portata innovativa dell'assegno a tempo, introdotto con questa proposta di legge: strumento idoneo a garantire quel contemperamento di interessi contrapposti tra onerato e beneficiario. E rivendichiamo il tanto atteso ed invocato recepimento in via legislativa di quello che è diventato ormai un principio consolidato in giurisprudenza: l'obbligo di versare l'assegno divorzile cessa non solo in caso di nuove nozze del beneficiario, ma anche nel caso in cui quest'ultimo intraprenda una stabile convivenza, anche non registrata.

Rivendichiamo infine il metodo adottato per portare avanti questa proposta di legge, che ha visto un dialogo schietto e costruttivo tra le forze di maggioranza e la forza politica che l'ha presentata per il tramite della relatrice e prima firmataria, deputata Morani, alla quale va riconosciuto uno spirito di collaborazione e la disponibilità ad accogliere gli emendamenti delle forze di maggioranza volti a migliorare il testo. Un lavoro di sintesi, che ha avuto quale unico obiettivo l'interesse dei cittadini, di quei milioni di cittadini che verranno coinvolti dagli effetti del provvedimento, ed è questo probabilmente lo spirito che dovrebbe ispirare qualsiasi dibattito parlamentare.

Lo abbiamo sempre detto: il Governo del cambiamento è aperto al dialogo, alle cose giuste, logiche; tutto ciò che ha come scopo ultimo il bene per i cittadini lo condividiamo e lo votiamo. Ed è per questo che dichiaro convintamente il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 506-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 506-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 506-A: “Modifiche all'articolo 5 della legge 1° dicembre 1970, n. 898, in materia di assegno spettante a seguito di scioglimento del matrimonio o dell'unione civile”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 111).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raffaelli. Ne ha facoltà.

ELENA RAFFAELLI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, tengo a richiamare la vostra attenzione sulla preoccupante situazione in cui versano molte aree della Romagna, colpite dalle conseguenze dell'ondata di maltempo che ha determinato l'esondazione di corsi d'acqua, danneggiando abitazioni e coltivazioni agricole, oltre a causare frane e dissesti, in collina e in montagna, con cedimenti di carreggiate, interruzioni e difficoltà nel traffico. L'unica nota positiva è che, a quanto è dato sapere, non si registrano particolari danni alle persone.

Vi richiamo a sostenere con la vostra considerazione la popolazione che ha subito maggiormente questa calamità e sono certa che non mancherà il vostro sostegno. Cito, in particolare, gli abitanti delle aree colpite dall'esondazione del fiume Savio nel cesenate e i residenti di due frazioni del forlivese, Villafranca e San Martino, le cui abitazioni, campi ed aziende sono sommerse da fango e acqua.

Penso che quanto accaduto debba servire da monito a tutti, amministratori, tecnici e popolazioni, perché si faccia di più e meglio per la tutela concreta e fattiva del territorio. L'onorevole Morrone ed io, insieme a tutti i romagnoli, teniamo a ringraziare coloro che si stanno prodigando per aiutare la popolazione e mettere in sicurezza persone e territorio, vigili del fuoco, polizia municipale, tutte le forze dell'ordine, protezione civile.

Stiamo seguendo con attenzione anche l'evoluzione della situazione di ulteriore dissesto dell'alta collina e della montagna della Valle del Savio e di altre aree montane della Romagna, dove si sono verificati fenomeni franosi e cedimenti di carreggiate. Dopo i danni causati dall'interruzione dell'E45 per la chiusura del viadotto del Puleto, questa è un'ulteriore battuta d'arresto per una zona ricca di bellezze e di potenzialità di sviluppo, a cui dobbiamo dare risposte concrete e positive.

I romagnoli sono un popolo coraggioso e laborioso, ma dobbiamo fargli sentire il nostro appoggio, l'appoggio di chi li rappresenta in questa importante assise e dell'Esecutivo che non dimentica e non vuole lasciare indietro nessuno (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (PD). Presidente, da domenica e lunedì e ancora oggi, perdura una situazione di grave disagio in tutta la Romagna, in particolare, nelle zone della provincia di Forlì-Cesena e di Ravenna. La situazione è esplosa, in particolare, nell'area del forlivese, nell'area di Villafranca, dove il fiume Montone ha rotto l'argine, peraltro un argine vicino al quale erano in corso lavori di manutenzione da parte della società Autostrade su un ponte, per cui una delle richieste che facciamo al Governo è anche quella di chiarire se ci siano connessioni tra questo fenomeno e i lavori che la società Autostrade stava svolgendo proprio in quel tratto.

La rottura dell'argine ha invaso completamente l'abitato di Villafranca, ci sono oltre 600 famiglie bloccate dalla piena del fiume e incastrate tra il fango, l'acqua e i detriti che la piena ha portato con sé. È una situazione drammatica che credo richieda l'impegno da parte di tutte le forze politiche in maniera unitaria e senza bandierine, per far sì che prima di tutto si riesca a dare una risposta immediata e concreta a questa emergenza.

Da questo punto di vista credo vada rivolto un grandissimo ringraziamento e apprezzamento a tutte le persone, operatori di pubblica sicurezza, volontari e amministratori, che stanno lavorando per affrontare questa emergenza.

Noi chiediamo due cose, sostanzialmente; la prima è che venga in tempi più rapidi possibili riconosciuto lo stato di emergenza nazionale e di calamità naturale per le produzioni agricole di quella zona e, poi, anche, che si colga l'occasione del decreto “crescita” per inserire in quel provvedimento, da subito, un primo fondo a favore di tutte le popolazioni che sono state colpite da questa straordinaria ondata di maltempo e che hanno bisogno di sentire vicine le istituzioni, non solo, nell'occasione dell'emergenza, ma, anche, nel difficile percorso di ripartenza e di ricostruzione. Non ci interessa fare alcun tipo di polemica, ma ci interessa, anzi, collaborare, assieme alla maggioranza, se ci saranno le condizioni, per portare avanti questi risultati concreti, mettendo da parte le appartenenze e mettendo invece in primo piano le risposte concrete che i cittadini ci chiedono e che siamo convinti apprezzerebbero sicuramente se riusciremo a metterle in campo in tempi brevi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Girolamo. Ne ha facoltà.

CARLO UGO DE GIROLAMO (M5S). Presidente, mi unisco anch'io ai miei colleghi per dare all'Aula il senso anche della nostra, in qualche modo, unione. Prima la collega parlava di orgoglio romagnolo; noi romagnoli, oggi, in qualche modo, ci siamo ritrovati in quest'Aula a ricordare gli eventi appunto drammatici delle ultime ore. Il maltempo che ha colpito la nostra zona, la zona, soprattutto, del forlivese e del cesenate con l'esondazione del fiume Montone e del fiume Savio ci preoccupa, tanto che questa triste vicenda ha portato l'agenzia regionale per la sicurezza territoriale e anche la protezione civile ad emettere una allerta con codice rosso. Sicuramente, tutto questo ha lasciato segni profondi in noi; sicuramente sono state grandi ore di preoccupazione che, come giustamente i colleghi hanno ricordato, tutti noi qui da Roma abbiamo seguito, in contatto con le autorità e abbiamo riportato anche sul nostro territorio la preoccupazione che ci attanagliava. È ovvio che durante queste ore, il miglioramento delle condizioni meteorologiche ha favorito e sta favorendo, in qualche modo, un progressivo rientro alla normalità, ma sicuramente questo non basta, non basta perché per tornare a livelli di guardia e di non preoccupazione servirà anche e soprattutto un nostro intervento.

Le forze dell'ordine, le autorità e la protezione civile hanno fatto in questo periodo un grandissimo lavoro - e mi unisco quindi al plauso e al ringraziamento per quanto fatto -, sicuramente, controllando e presidiando gli argini; poco fa, ho chiuso ancora il telefono con la prefettura di Forlì-Cesena e mi sono sincerato del fatto che su un tratto gli argini del fiume Montone siano messi in sicurezza e proseguano i lavori, continuando quest'opera di monitoraggio. Sicuramente, anche durante le prossime ore cercheremo di far tornare la situazione alla normalità. Anche da parte mia ci sarà l'impegno a proseguire, anche dal punto di vista legislativo, nell'aiuto alle popolazioni e al nostro territorio colpito, in questo caso mettendo da parte qualsiasi bandierina e collaborando per il bene solamente della nostra gente e della nostra terra. Il maltempo sicuramente ci ha messo in ginocchio, ma credo che questa volta, quanto mai questa volta, uniti, collaborando, tutti noi, istituzioni con i cittadini di ogni livello, sono certo che ci rialzeremo molto presto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Presidente, nell'offrire la nostra solidarietà e il nostro pensiero alle popolazioni colpite e ringraziando le forze dell'ordine, i vigili del fuoco, la protezione civile che stanno intervenendo in queste ore per aiutare i cittadini, io, però, vorrei che quest'Aula riflettesse sul fatto che è sbagliato parlare di semplice maltempo, quello che noi stiamo registrando in queste ore è l'ennesimo episodio che racconta la fragilità del nostro territorio e quanto anche l'Italia sia in piena emergenza climatica. Nel 2018 sono state 32 le vittime in 148 eventi meteorologici estremi, 66 gli allagamenti da piogge intense e 20 le esondazioni fluviali.

Colleghi, colleghe, ci troviamo di fronte a una situazione che troveremo piuttosto ricorrente, nel passato, ma, purtroppo, anche nel futuro e, quindi, è necessario che il nostro Paese si attrezzi con un grande piano di adattamento al clima che cambia. I fenomeni meteorologici estremi che siano alluvioni, piogge intense o siccità continuata che danneggia anche la nostra agricoltura purtroppo sono fenomeni con cui noi dobbiamo fare i conti e la politica dovrebbe iniziare a dare risposte giuste e di lungo termine (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, anche il gruppo di Fratelli d'Italia si associa alle espressioni di solidarietà alle popolazioni sia della provincia di Forlì-Cesena che della provincia di Modena, perché anche in provincia di Modena si sono registrati allagamenti e situazioni di pericolo. È evidente che la situazione dell'assetto idrogeologico in vaste aree della regione Emilia Romagna non può ulteriormente essere ignorata, e alcuni interventi che erano stati rinviati nel corso degli anni devono necessariamente essere effettuati. Da parte del nostro gruppo ovviamente vi è tutta la disponibilità anche a valutare l'esame di provvedimenti d'urgenza che volessero essere emanati, proprio per cercare anche di agire nel senso della prevenzione, soprattutto perché in genere si parla a consuntivo, ma già le agenzie dicono che la giornata di venerdì si preannuncia ugualmente come una giornata in sé molto problematica per le stesse zone colpite da queste alluvioni. Quindi, da parte nostra vi è tutta la disponibilità ad esaminare qualsiasi norma e qualsiasi provvedimento che voglia essere emanato. In ogni caso, il nostro sollecito e il nostro grido d'allarme è anche rivolto al fatto che troppe volte si annunciano finanziamenti per quanto riguarda la difesa dell'assetto idrogeologico, una nuova serie di interventi e poi, in realtà, questi soldi annunciati non vengono mai concretamente spesi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. A questo punto sospendiamo brevemente la seduta, che riprenderà alle ore 20,30 con l'esame delle mozioni concernenti iniziative in materia di riforma del credito e del sistema di vigilanza bancaria. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 20,20, è ripresa alle 20,30.

Seguito della discussione della mozione Meloni ed altri n. 1-00179 concernente iniziative in materia di riforma del credito e del sistema di vigilanza bancaria, a tutela dei risparmiatori e per la salvaguardia della sovranità economica nazionale nell'ambito dell'Unione europea.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della mozione Meloni ed altri n. 1-00179, concernente iniziative in materia di riforma del credito e del sistema di vigilanza bancaria, a tutela dei risparmiatori e per la salvaguardia della sovranità economica nazionale nell'ambito dell'Unione europea (Vedi l'allegato A).

Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 13 maggio 2019, è stata presentata la mozione D'Uva e Molinari n. 1-00184. Il relativo testo è in distribuzione (Vedi l'allegato A).

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, parere contrario sulla mozione Meloni ed altri n. 1-00179 e parere favorevole sulla mozione D'Uva e Molinari n. 1-00184.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signora Presidente, già durante la discussione generale avevamo dato atto ai colleghi di Fratelli d'Italia della giustezza di una sollecitazione ad una discussione, ad un confronto, sui temi del funzionamento del sistema bancario, sui temi della vigilanza, italiana e europea, però credo che questa discussione, che è giusto fare, che credo avrà poi anche uno spazio nella Commissione d'inchiesta che è stata approvata alcune settimane fa, debba basarsi su dati veri e non su mezze verità o falsità che, a furia di ripeterle, diventano una verità. Faccio esplicito riferimento alle critiche contenute nella mozione dei colleghi di Fratelli d'Italia al decreto-legge n. 133 del 2013, quello che sostanzialmente effettuò una rivalutazione monetaria del capitale di Banca d'Italia portandolo fino a 7 miliardi e mezzo rispetto alla cifra di 156 mila euro, che era ferma da decine di anni. Da quel momento - e devo dire che ha contribuito molto anche la propaganda del MoVimento 5 Stelle, che, ricordo, durante la discussione di quel provvedimento alla Camera fece qualsiasi cosa, credo fino a salire sui tetti - si raccontò agli italiani una cosa non vera che si continua a ripetere, lo ripetono anche i colleghi di Fratelli d'Italia, cioè che la Banca d'Italia sia stata privatizzata e che oggi sostanzialmente - cito il testo della mozione dei colleghi di Fratelli d'Italia - il regalo che sarebbe stato dato ai privati è il fatto che, a fronte di un capitale di Banca d'Italia pari a 7 miliardi, con un tasso di dividendi del 6 per cento, i privati incassano circa 450 milioni di euro all'anno a fronte dei precedenti 50-70 milioni di euro. Questo, in tutta la campagna elettorale, era stato molto enfatizzato. Per brevità, anche perché c'è un accordo a stare nei tempi, cito invece il bilancio presentato nel 2018 da Banca d'Italia, che, a fronte di un utile netto di 6,2 miliardi di euro, assegna ai soci partecipanti 340 milioni, ma in realtà soltanto 227 sono andati a finire nelle tasche dei soci cosiddetti privati. Perché? Per due ragioni: primo, perché la decisione sulla quota di utile che va ai soci non è determinata dai soci stessi; secondo, perché una norma, che qua non è citata e che invece era stata inserita nel 2013, prevede che, qualora la quota detenuta da un singolo soggetto sia superiore al 3 per cento, la parte superiore al 3 per cento è sterilizzata ai fini proprio dei dividendi. Quindi, in buona sostanza - lo dico per chi ci ascolta -, quegli stessi che vi hanno detto per anni che Bankitalia era privatizzata oggi si trovano di fronte a un dato che mi sembra incontrovertibile, cioè che, di fronte a un utile di 6,2 miliardi, oltre alle imposte lo Stato ha incassato 5 miliardi 700 milioni.

Questo è il punto, cioè che Banca Italia è e continua a essere un istituto di diritto pubblico, ed era necessario rivalutare quel capitale. Detto questo, anche la mozione di maggioranza pone l'accento su alcune questioni che anche noi condividiamo. È giunto il momento di rivedere, alla luce delle prime applicazioni, le norme della vigilanza europea, a cominciare dal funzionamento concreto del cosiddetto bail-in. Ma guardate, più che il tema della divisione, che anche qua ritorna tra le attività di investimento a rischio da parte delle banche e la cosiddetta attività tradizionale, in questo momento il problema del sistema bancario europeo e italiano è l'eccesso di finanza, è l'eccesso di finanza tossica, e su questo dobbiamo dire che l'attività di BCE, le scelte compiute da BCE sono molto discutibili.

BCE per scelta - e in questo c'è un elemento anche politico che deve essere riconosciuto, non solo tecnico - negli stress test, quelli che avevano provocato sul sistema bancario italiano molti problemi, aveva sostanzialmente dato un rischio zero ai cosiddetti derivati, cioè alla finanza tossica e, viceversa, un elevato livello di rischio sulle attività caratteristiche. Questo ha provocato un effetto di stress test negativi sulle banche italiane in maniera maggiore, quando - cito un dato del 2015, consentitemi una cosa antipatica, che è l'autocitazione - nel 2015, il sottoscritto denunciava il fatto che una sola banca tedesca avesse in pancia sia derivati semplici, ma soprattutto derivati di seconda generazione, pari a venti volte il prodotto interno lordo tedesco e cinque volte il prodotto interno dell'Eurozona. Quindi noi abbiamo il diritto e abbiamo il dovere, da questo punto di vista, di tutelare il nostro sistema bancario, che evidentemente ha superato una crisi molto difficile, e ci sono ancora situazioni molto critiche; vorrei ricordare, da ultimo, la vicenda di Carige, che non si capisce ancora come si concluderà e in questa sede credo che vada data la massima solidarietà ai lavoratori che rischiano, alla fine, di essere quei piccoli azionisti, quelli che finiranno di pagare un mal governo di molti anni fa di questa banca.

C'è quindi un tema - e chiudo su questo - su cui io vorrei sfidare, però, i proponenti: in nessuno dei due documenti si è ragionato attorno al tema fondamentale della Mifid, di un'eventuale riforma della Mifid. Bisogna, a nostro giudizio, più che fare un attacco frontale nei confronti del sistema bancario, che evidentemente ha le sue responsabilità, ha sottovalutato rischi in varie fasi della storia recente del Paese, ha accettato per esempio lo svilupparsi e ha contribuito allo svilupparsi di una bolla immobiliare che, quando è scoppiata, ha coinciso con quella finanziaria e ha prodotto la grande crisi da cui fatichiamo ad uscire, bene, per noi, il sistema bancario deve ritornare ad avere due soggetti centrali: i risparmiatori e le imprese.

Poi c'è anche un tema di finanza, perché non viviamo sulla luna, ma non può essere la finanza aggressiva, la finanza speculativa, il focus e, peraltro, anche una delle principali fonti di reddito. Bisogna ritornare ad avere un sistema bancario sano, che abbia nella gestione caratteristica il fondamento dei suoi ricavi. Per queste ragioni, annuncio il voto contrario del nostro gruppo sulla mozione presentata dai colleghi di Fratelli d'Italia e l'astensione sulla mozione presentata dalla maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Negli interventi che ho sentito in discussione generale, ho sentito - mi perdoneranno - parole molto spesso anche di ovvietà, purtroppo talvolta ho sentito anche consonanze a me non proprio gradite, anche tra gli amici del Partito Democratico e, devo dirlo, anche alcuni amici di Forza Italia che sono intervenuti; parole rispetto alla nostra proposta, nella quale nessuno ha mai negato che statutariamente la Banca d'Italia è un istituto di diritto pubblico, non saremmo stati così incoscienti da negare quanto scritto in uno Statuto.

Però, è evidente a tutti, prima che a Osnato, prima che a Fratelli d'Italia, e l'ho citato nella mia dichiarazione precedente al professor Boeri, l'uomo che voi avete scelto molto spesso e che ci avete indicato come padre dell'economia progressista, era chiara prima di tutto a lui e a tanti come lui l'anomalia di una dicotomia chiara, forte, tra funzione pubblica di questa autorità e una proprietà assolutamente privata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ma la dimostrazione vi è nella pletora di organismi interni che sono stati creati proprio per offrire un paravento, un cuscinetto, a questa dicotomia stessa, C'è l'assemblea, c'è il consiglio superiore, il direttorio, il collegio sindacale, il Governatore, il direttore generale, tre vicedirettori e chi più ne ha più ne metta. È chiaro a tutti che questo serve soltanto a creare fumo intorno a una situazione che è chiaramente anomala. Ed è anche falsa l'obiezione quando si dice: no, ma questo è una garanzia che la politica - come ha detto qualcuno di voi - non metta mano alla governance della Banca d'Italia, che rimane indipendente. Ma qual è, questa indipendenza, se poi il Governatore è scelto dal Presidente della Repubblica su indicazione del Governo? Dov'è questa indipendenza dalla politica?

E lo dico a fronte del fatto che, ricordo, in quest'Aula si è consumato, nella scorsa legislatura, un attacco fortissimo all'allora Governatore Visco da parte proprio del Partito Democratico, che lo attaccò fortemente e ne chiese la rimozione. Però, devo dire anche che il Partito Democratico, la collega Fregolent, ha ragione su una cosa: non è un problema del Partito Democratico, quello che noi evidenziamo nella mozione. Il Partito Democratico è coerente nel suo rapporto, talvolta eccessivo a mio modo di vedere, o forse anche strumentale, col sistema bancario italiano. Quindi, non dice niente di nuovo rispetto a quanto ha sempre fatto in questi ultimi anni.

Il problema si presenta ad altri, a chi riteneva che la nazionalizzazione della Banca d'Italia fosse una priorità fondamentale, tanto da presentare nella scorsa legislatura un progetto di legge che sinceramente era molto simile a quello che abbiamo presentato noi. Ora, queste persone, però, si trovano più o meno comodamente sedute sulle poltrone governative e hanno altre priorità, evidentemente, non hanno più la priorità di chiedere quello che chiedevano soltanto qualche mese fa; così anche i loro colleghi di partito, cari amici in questo caso del MoVimento 5 Stelle, che da rivoluzionari della rete si sono trasformati, invece, nei più solerti sostenitori dello status quo, e lo vediamo, ahimè, anche dal raffazzonato documento, che sembra più una improbabile arringa difensiva ispirata da quei poteri forti che volevate cacciare dal tempio, come i mercanti, e che invece sono qua a dirvi quello che dovete fare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Come si può, amici Cinquestelle, oggi, dichiararsi contrari a ciò che, fino a ieri, era anche un vostro cavallo di battaglia? È bastata una fugace apparizione nei palazzi del potere per perdere quella verginità che ci avete ostentato e che per noi rimane solamente presunta?

Agli amici, però, della Lega devo anche dire - lo dico al presidente Borghi per primo, se c'è, se mi ascolta - che è ora di fare la maggioranza, di farla sul serio e di portare avanti la determinazione della proprietà dello Stato dell'oro che è detenuto dalla Banca d'Italia, perché non è possibile che ce lo facciamo scippare con una circolare dalla Banca centrale europea (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quello è oro degli italiani! E non è nazionalismo, questo, è realismo.

E perché non possiamo anche ricominciare a ridiscutere anche gli effetti del fiscal compact? Perché non possiamo ricominciare a decidere se lo scenario che è mutato in questi anni ci deve permettere di andare in Europa e di venire qui a chiedere altre prospettive per il nostro Paese? Noi ci siamo dichiarati sovranisti, non l'abbiamo nascosto, però cerchiamo, oltre che di dichiararlo, anche di praticarlo nella pratica quotidiana. E lo dimostra questa proposta, lo dimostrava ancora di più il progetto di legge che abbiamo presentato e che siamo riusciti con fatica a incardinare in Commissione finanze e che ci è stato stoppato perché siete riusciti, per discutere in una Commissione del Parlamento italiano, a stopparlo chiedendo alla Banca centrale europea il permesso di discuterlo! Ma dov'è il sovranismo? Dov'è (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Allora oggi offriamo, a chi richiede che “prima l'Italia” sia non totalmente e non soltanto uno slogan, ma sia un faro al quale ispirare la nostra pratica politica, questa possibilità: c'è una mozione, ci sono dei punti che voteremo separatamente e si possono approvare. O si approvano o non si approvano, tertium non datur, come diceva qualcuno. Noi continuiamo a farlo con determinazione, con coraggio, con la consapevolezza che il futuro della nostra nazione dovrà essere necessariamente in mano agli italiani, e non potrà essere - lo dico con tutta la forza che posso - qualche burocrate non legittimato da nessun presupposto democratico o, peggio ancora, qualche banchiere a decidere le sorti della nostra patria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, onorevole rappresentante del Governo, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, credo che oggi anche in quest'Aula solenne si debba tener conto di un dato drammatico: lo spread ha raggiunto quota 280. Per qualche tempo questo indicatore economico è rimasto sotto controllo, ma negli ultimi giorni, nelle ultime ore, sta cominciando a risalire. Dobbiamo essere tutti consapevoli di questo pericolo. Lo spread non si mangia a colazione, come diceva qualche illustre Ministro di questo Governo; lo spread è un pericolo per i nostri risparmi, per i risparmi degli italiani, per il futuro dei nostri figli. Presidente, credo che discussioni come quelle che questa sera vengono fatte in quest'Aula solenne rischino di gettare benzina sul fuoco che arde.

C'è un atteggiamento a mio giudizio pericoloso, irresponsabile, illegittimo dal punto di vista normativo, nell'affrontare tematiche delicatissime, che mettono in discussione il futuro e la prosperità del nostro Paese. E credo che la crisi di credibilità che il nostro Paese sta scontando si misuri anche da quello che stasera discutiamo e da quello che stasera questo Parlamento voterà. Mettiamo un po' di ordine nelle questioni che stiamo affrontando: la prima, la Banca d'Italia è già oggi un istituto di diritto pubblico. Molti di coloro che sono intervenuti secondo me ignorano una fondamentale distinzione, quella di ente pubblico da quella di ente di Stato. La Banca d'Italia è un ente pubblico, non è un ente di Stato. Era ente di Stato la Banca centrale dell'Unione Sovietica, ma credo che nessuno di noi possa pensare a quell'esperienza come ad un'esperienza positiva (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Era sottomessa alla politica del Governo anche la Banca centrale nell'Argentina di Perón (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia); magari qualcuno dei nostri politici oggi si ispira nelle proprie azioni a Juan Domingo Perón, il caudillo sudamericano, però vediamo tutti com'è finita l'Argentina (Applausi del deputato Brunetta). Sicuramente Forza Italia al caudillo Perón non si ispira. Per questo ritengo assolutamente irresponsabile pensare di nazionalizzare oggi la Banca d'Italia; altrettanto irresponsabile riterrei pensare di sottrarre alla gestione della Banca d'Italia le riserve auree, trasferendone ex lege la proprietà allo Stato. Ricordiamo che le riserve auree di questo Paese furono il frutto di scelte politiche lungimiranti di una classe politica, quella degli anni Cinquanta, dopo la guerra, dopo il disastro della guerra, che investì in quelle risorse.

Oggi l'Italia per fortuna vanta delle riserve auree che sono le terze al mondo, le quarte considerato il Fondo monetario internazionale. La classe politica di quegli anni, lungimirante, capace, prudente, decise di investire in lingotti d'oro l'avanzo delle esportazioni italiane, e la riserva deve funzionare come un paracadute, di emergenza. E allora, colleghi, credo che questa garanzia per il futuro dei nostri figli e del nostro Paese debba mantenere e debba restare oggi dove essa è, perché è del tutto evidente quali sono le finalità di chi vuol mettere le mani sulla sulle riserve auree della Banca d'Italia. Il Governo italiano è impegnato - lo sappiamo tutti - in una negoziazione con la Commissione europea per evitare una procedura di infrazione, perché l'ultima manovra di bilancio ha determinato un grande buco, e ci sono poi le clausole di salvaguardia alle quali fare fronte. La tentazione è tanta di mettere le mani su quelle riserve per cercare di tamponare i buchi di una politica clientelare che è stata portata avanti, ed irresponsabile, da questo Governo.

Noi siamo contrari, in questo momento l'oro della Banca d'Italia non si tocca (Applausi del deputato Brunetta). Siamo anche convinti che questo Governo questo oro non lo utilizzerebbe per abbattere il debito pubblico, creare realmente più crescita ed occupazione, ma, invece, per finanziare spese improduttive - penso a “quota 100”, penso al reddito di cittadinanza - e assecondare ulteriori e più ancora strampalate promesse elettorali. Ecco perché, al di là dei vincoli dei trattati internazionali, l'oro della Banca d'Italia è bene che resti dove è adesso. Va altresì detto che nazionalizzazione della Banca d'Italia e affidamento delle riserve auree al Governo determinerebbero una rottura traumatica degli accordi europei sottoscritti dal nostro Paese (Applausi del deputato Brunetta).

L'uscita dall'euro è un tema che le cosiddette forze sovraniste hanno agitato nella scorsa campagna elettorale; oggi non se ne parla più, però, vedete, il tema c'è, perché è del tutto evidente che, se rompiamo gli accordi internazionali, l'uscita dall'euro è automatica. L'uscita dall'euro, che nessuno vuole, almeno a parole, può essere l'effetto di un cigno nero, di un incidente. Ecco, l'incidente può essere proprio questa rottura degli accordi internazionali che questo Parlamento o, almeno, taluni in questo Parlamento con queste mozioni vorrebbero attuare. A questa manovra Forza Italia si opporrà in maniera netta. Noi voteremo contro la mozione a prima firma Meloni, presentata da Fratelli d'Italia, che ha una dote: la nettezza e la chiarezza. Dice delle cose, noi non le condividiamo, però si capisce cosa vuol dire.

Molto più insidiosa, molto più ambigua, molto più pericolosa è invece la mozione della maggioranza, presentata a prima firma D'Uva e a firma Molinari. È però molto pericolosa, insidiosa, perché, all'interno dei dispositivi e della parte motiva, introduce tutta una serie di sassolini che possono incrinare il meccanismo europeo e la nostra credibilità nei mercati. Forza Italia voterà contro anche questa mozione, in modo netto.

Non possiamo permetterci crisi di credibilità nel nostro Paese; il nostro Paese deve rimanere solido all'interno delle istituzioni europee e non deve mettere in dubbio il suo ruolo all'interno della BCE e della politica monetaria. Per questo, Presidente, e la ringrazio, annuncio il voto contrario di Forza Italia ad entrambe le mozioni presentate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (PD). Grazie, signora Presidente. L'amico Osnato si stupisce che su certi temi Forza Italia e Partito Democratico la pensino nello stesso modo e abbiano usato le stesse parole. A me invece non stupisce che la sua mozione sia stata più o meno ritagliata e ricopiata da quella della maggioranza. Lei è il primo firmatario ed è originale, loro si sono trovati in difficoltà, avendo per anni parlato su questi temi con un certo linguaggio, e oggi, al Governo, non sapendo come uscire, fare un tentativo di smembrare la sua mozione e poi, però, ribadire alcuni atti. Dunque, forze europeiste contro forse sovraniste. Sono tematiche, quelle delle banche, che vengono usate nei talk show e nei social network con una facilità sconvolgente e persone che hanno studiato per anni queste materie vengono così dichiarate bugiarde e invece neofiti economisti si sentono come l'allenatore della propria squadra di calcio alla domenica e hanno la soluzione giusta a problemi complessi.

Questa mozione quindi, a differenza della proposta di legge che, a quanto ho capito, è stata messa da parte e non si sa se mai verrà alla luce, poteva essere semplicemente ignorata votando contrariamente senza una dichiarazione di voto e un impegno da parte del Partito Democratico. Tuttavia, non ci possiamo permettere neanche questo perché siamo in una fase molto delicata - e lo ricordavano prima i colleghi che sono intervenuti - con lo spread a 280 e con BlackRock, fondo americano che era interessato a partecipare al salvataggio di Carige, che si è ritirato in quanto la finanza italiana non dà garanzie di serietà e di sostenibilità. Allora, ci tocca fare le maestrine con la penna rossa e venire a spiegare perché “no” sulla mozione di Fratelli d'Italia e perché “no” sulla mozione della maggioranza.

Con l'oro della Banca d'Italia non si scherza e neanche con l'usare degli eufemismi che possono far sembrare che la Banca d'Italia in fondo sì è pubblica, ma non tanto; sì, è pubblica, ma non volevamo proprio dire che non è pubblica: la vogliamo nazionalizzare. Ma se è pubblica che bisogno c'è di nazionalizzare una cosa che è già pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? A meno che voi non vogliate comprare quelle quote, come è stato rilevato prima negli interventi del collega Fornaro, e del collega Zanettin di Forza Italia. Ma, allora, diteci con quali soldi: volete per caso tagliare sanità, pensioni, scuola, cultura, trasporti o volete mettere nuove tasse (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Perché oggi noi facciamo parte di un sistema, un sistema complesso, come è stato dichiarato precedentemente: la Banca centrale d'Italia fa parte della Banca centrale europea e la Banca centrale europea serve a stabilizzare l'Eurozona. Quando noi ce la prendiamo tanto con l'Europa cattiva dobbiamo sapere che anche noi contribuiamo alle scelte politiche e via Nazionale vi contribuisce nella sua indipendenza perché, vivaddio, è indipendente. Quei soldi, i 90 miliardi della riserva aurea, dati in mano a un Governo verrebbero utilizzati per cosa? Per grandi riforme o per comprare gli elettori con piccola manovalanza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Io propendo – ahimè –, vedendo come avete trattato l'economia italiana, più per la seconda parte.

Ebbene, noi abbiamo fatto parte di Maastricht facendo un trattato europeo e non una circolare, onorevole Osnato, perché il Trattato di Maastricht non è una circolare con la quale ci hanno scippato l'oro della Banca d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È un trattato che nel 1992 abbiamo firmato sapendo che noi, piccola Italia, da soli non saremmo andati da nessuna parte e siamo andati verso la grande Europa, che è fin troppo piccola per com'è l'economia mondiale, ma voi ci volete far ritornare piccoli, anzi minuscoli e microscopici. Per fortuna che c'è l'Europa! Lo diciamo in un momento in cui all'Europa viene data la responsabilità di tutto mentre, invece, forse sono le scelte poco coraggiose degli Stati che fanno parte del Consiglio europeo a non rendere coraggiosa quest'Europa. Per fortuna la BCE è indipendente. Mario Draghi se n'è fregato della Merkel, di Conte e di tutti, ed è andato avanti con le sue politiche economiche, aiutando anche il nostro Paese a risanare l'economia. Meno male che ci sono soggetti indipendenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e del deputato Brunetta) perché se tutto dovesse dipendere dalla spicciola politica saremmo ancora a chiedere che cosa fa l'Europa per la nostra economia.

Ebbene, per questi motivi - e mi avvio alla conclusione, perché avevamo detto che saremmo stati brevi negli interventi - io non voglio uscire dall'euro perché il mio gruppo non vuole uscire dall'euro, perché l'euro è la nostra moneta, perché ci sono i millennial che quando noi gli parliamo di lire ci guardano e ridono: non le hanno conosciute, non le hanno mai viste, il loro primo stipendio è in euro e l'euro è l'unica moneta che hanno conosciuto.

Visto che noi parliamo sempre di giovani - ma fondamentalmente ce ne freghiamo di loro – ecco, proprio per i giovani e per le future generazioni dobbiamo rimanere nell'euro. Voteremo “no” sulla vostra mozione e “no” su una mozione, quella della maggioranza, che volendo scimmiottare i sovranisti, ma non potendolo fare per paura che domani lo spread vada a 350, è molto più insidiosa e pericolosa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Patassini. Ne ha facoltà.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, colgo l'occasione, per suo tramite, della sollecitazione dell'onorevole Fregolent per dire che noi siamo una grande Italia e vogliamo una grande Italia in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

IVAN SCALFAROTTO (PD). E la Padania?

TULLIO PATASSINI (LEGA). …e questa grande Italia ha saputo dimostrare e sta dimostrando, in quest'anno, di essere un elemento innovatore e fondante dell'Europa che sarà.

Questa mozione dovrebbe parlare di sistema, di stabilità, di finanza, ma una finanza che si rispetti parte dai risparmiatori, parte da quei risparmiatori che sono stati bistrattati negli ultimi anni, quei risparmiatori che si sono trovati dalla sera alla mattina, perché ce lo chiedeva l'Europa, perché ci chiedevano il bail-in, senza un euro nei loro conti. Questa è la verità! Poi, possiamo parlare di quello che vogliamo, nonostante questo attacco al risparmio italiano che, voglio ricordarlo, è garantito dall'articolo 47 della Costituzione, perché “la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito” e gli italiani, che la Costituzione la rispettano e la amano, sono tra i più grandi risparmiatori al mondo. Noi italiani abbiamo depositati, nonostante le perdite di questi anni delle banche di cui parleremo dopo, 4.374 miliardi di euro, che sono nei conti correnti, che diventano 9 miliardi di euro se a questi si aggrega anche l'immenso e importante patrimonio pubblico.

Evitiamo di attaccare i risparmiatori perché i risparmiatori vanno difesi e noi in legge di bilancio - legge di bilancio 2018 e bilancio 2019 - abbiamo previsto 1,6 miliardi per far recuperare quello che i risparmiatori hanno perso (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché senza risparmio non c'è credito e senza credito le imprese non possono sviluppare un'Italia importante e grande così come la vogliamo. Infatti, è evidente che nel sistema bancario in questo momento c'è liquidità ma le imprese devono essere messe nelle condizioni di poter prosperare e avere l'assistenza del sistema bancario. Dunque, per le imprese abbiamo previsto incentivi e abbiamo previsto forme di incentivo nel “decreto crescita”, nel “decreto semplificazione” e anche nella legge di bilancio, perché prima di tutto facciamo venire alle imprese fame e sete di credito e poi assorbiamo questa fame e sete di credito perché vogliamo un'Italia che cresca, vogliamo un'Italia che cresca attraverso i suoi marchi storici, attraverso le imprese e quei marchi storici che tuteleremo sia con un apposito disegno di legge, già incardinato in Commissione, sia con la risposta al “decreto crescita”.

Le banche, dal canto loro, se hanno liquidità devono essere messe in condizioni di erogare credito, perché le nostre banche, a differenza delle banche grandi, importanti e sistemiche che si sono riempite di derivati, in questi anni hanno sostenuto l'economia reale. Questo è l'aspetto fondamentale! I derivati sono delle banche tedesche e delle banche francesi, cioè delle banche che, guarda caso, il Partito Democratico aveva preso a modello come oggetto e come occasione a cui tendere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Noi non vogliamo un'assenza di regole, ma vogliamo regole adatte al sistema Italia perché, in questo momento, non possiamo permettere che un vestito inadatto all'Italia blocchi lo sviluppo dell'Italia stessa.

Abbiamo previsto e innovato le riforme delle banche di credito cooperativo, perché le banche di credito cooperativo erano un altro asset dell'Italia che era diretto verso altri Paesi. Le banche di credito cooperativo oggi, vicine ai piccoli, agli artigiani e alle famiglie risparmiatrici, sono state tutelate, tutelate; le holding o le capogruppo, come si dicano in senso tecnico, non sono scalabili e sono in mano al patrimonio degli italiani. Banca d'Italia, è vero, poteva fare molto, molto di più. Per questo il nostro obiettivo è intervenire sulla governance, con nuove regole, per rendere la Banca d'Italia aggiornata e a questo punto vorrei tranquillizzare l'onorevole Zanettin sulla questione dell'oro. Signori, l'oro non si spedisce in Europa o in Germania con una circolare o con un decreto: l'oro è degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e penso che questa cosa debba esservi chiara. Quindi, ringrazio l'onorevole Claudio Borghi per aver presentato questo provvedimento; riporteremo l'oro, ancorché ancora adesso l'oro sia italiano, nella proprietà dello Stato, perché l'oro è semplicemente detenuto dalla Banca d'Italia come qualunque correntista ha un conto in una banca. L'oro è degli italiani e noi vogliamo solo evitare che l'oro venga girato da qualche parte e che prenda il volo, perché per noi non è questione di aprire e non riaprire accordi: è semplicemente la questione di restituire agli italiani ciò che è nostro. Poi, è chiaro: l'oro è una riserva, l'oro è una ricchezza: non facciamo come gli 80 euro di Renzi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Scusate, 30 miliardi di euro che sono stati…

IVAN SCALFAROTTO (PD). Toglieteli!

PRESIDENTE. Collega… colleghi! Colleghi! colleghi!

TULLIO PATASSINI (LEGA). Anche perché… concludo il mio intervento con il dire che lo spread

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Onorevole Scalfarotto…

TULLIO PATASSINI (LEGA). Concludo dicendo che la BCE ha un compito più importante a nostro avviso: non deve essere il guardiano dello spread o quello che controlla il meteo come controlla lo spread. Potrebbe essere invece un prestatore di ultima istanza per gli Stati membri per finanziare grandi opere strategiche perché guardiamo prima di tutto allo sviluppo prima della stabilità.

Per questo voteremo convintamente, come abbiamo sempre fatto, la mozione Molinari, D'Uva (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruggiero. Ne ha facoltà.

FRANCESCA ANNA RUGGIERO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, la mozione che ci apprestiamo a votare interviene in un ambito delicato, oggetto di grandi discussioni a livello nazionale e comunitario. Siamo intervenuti in legge di bilancio per porre rimedio a una situazione che negli scorsi anni ha visto venir meno a un diritto fondamentale tutelato dalla nostra Costituzione: il risparmio.

Di non secondaria importanza è la discussione sorta sul lavoro svolto dalla Banca d'Italia come organo di vigilanza, nonché dalla Banca centrale europea come istituto in grado di intervenire a sostegno dell'economia degli Stati membri alla luce dell'attuale situazione economica.

Il Fondo per l'indennizzo dei risparmiatori si configura come una sorta di struttura rimediale nei confronti della violazione della normativa nazionale in materia e della legislazione comunitaria sancita in particolare dalla Mifid 2 e dalla normativa nazionale di recepimento e può costituire un utile punto di riferimento anche per le iniziative analoghe di altri Paesi dell'Unione europea. Dare piena attuazione a quanto disposto dalla legislazione vigente per l'indennizzo dei risparmiatori è, dunque, fondamentale, così come lo sono le iniziative volte al miglioramento della governance della Banca d'Italia al fine di allinearla ai prevalenti standard europei e di incrementarne ed estenderne i poteri di vigilanza. Riteniamo, inoltre, lecito che si chieda trasparenza in merito alla proprietà statale delle riserve auree in deposito presso la Banca d'Italia. Non si tratta di incidere minimamente nella sfera decisionale della Banca d'Italia: quello che stiamo chiedendo è semplicemente di fare trasparenza su ciò che appartiene al popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Riteniamo, inoltre, necessario ripensare al ruolo della Banca centrale europea che, a nostro avviso, necessita di una riforma dei propri compiti che rendano la sua azione efficace nel mutato contesto economico internazionale, al fine di rafforzare il ruolo di prestatore di ultima istanza per gli Stati membri e consentire il finanziamento diretto di opere pubbliche giudicate prioritarie dal Parlamento europeo. L'Italia e l'Europa devono dotarsi di nuovi strumenti in grado di rispondere in maniera più efficace alle nuove sfide dell'economia mondiale. Far finta che tutto, in questi anni, sia andato bene non aiuterà né l'Italia né l'Europa ad affrontare i problemi e le sfide che si pongono di fronte a noi. Ed è per questo motivo che esprimo il voto favorevole sulla mozione, a nome del gruppo MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Come da prassi le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Avverto che i presentatori della mozione Meloni ed altri n. 1-00179 hanno chiesto la votazione per parti separate nel senso di votare dapprima distintamente ciascun capoverso del dispositivo e a seguire, solo ove il dispositivo sia in tutto o in parte approvato, anche la premessa.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Meloni ed altri n. 1-00179, limitatamente al primo capoverso del dispositivo su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 112).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Meloni ed altri n. 1-00179, limitatamente al secondo capoverso del dispositivo su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 113).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Meloni ed altri n. 1-00179, limitatamente al terzo capoverso del dispositivo su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 114).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Meloni ed altri n. 1-00179, limitatamente al quarto capoverso del dispositivo su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 115).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Meloni ed altri n. 1-00179, limitatamente al quinto capoverso del dispositivo su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 116).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Meloni ed altri n. 1-00179, limitatamente al sesto capoverso del dispositivo su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 117).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Meloni ed altri n. 1-00179, limitatamente al settimo capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 118).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Meloni ed altri n. 1-00179, limitatamente all'ottavo capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 119).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Meloni ed altri n. 1-00179, limitatamente al nono capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 120).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Meloni ed altri n. 1-00179, limitatamente al decimo capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 121).

In virtù della reiezione del dispositivo della mozione Meloni ed altri n. 1-00179, non si procederà alla votazione della relativa premessa.

Passiamo alla votazione della mozione D'Uva e Molinari n. 1-00184.

Avverto che il gruppo Fratelli d'Italia ne ha chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare dapprima distintamente ciascun capoverso del dispositivo; a seguire, solo ove il dispositivo sia in tutto o in parte approvato, la premessa.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione D'Uva e Molinari n. 1-00184, limitatamente al primo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 122).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione D'Uva e Molinari numero 1-00184, limitatamente al secondo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 123).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione D'Uva e Molinari numero 1-00184, limitatamente al terzo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 124).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione D'Uva e Molinari numero 1-00184, limitatamente al quarto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 125).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione D'Uva e Molinari numero 1-00184, limitatamente al quinto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 126).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione D'Uva e Molinari numero 1-00184, limitatamente al sesto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 127).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione D'Uva e Molinari numero 1-00184, limitatamente al settimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 128).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione D'Uva e Molinari numero 1-00184, limitatamente all'ottavo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 129).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione D'Uva e Molinari numero 1-00184, limitatamente al nono capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 130).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione D'Uva e Molinari n. 1-00184, limitatamente al decimo capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 131).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione D'Uva e Molinari n. 1-00184, limitatamente all'undicesimo capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 132).

A seguito dell'approvazione del dispositivo della mozione D'Uva e Molinari n. 1-00184 ne verrà ora posta in votazione la premessa.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione D'Uva e Molinari n. 1-00184, limitatamente alla premessa, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 133).

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che con lettera pervenuta in data odierna, il deputato Salvatore Caiata, già iscritto al gruppo parlamentare Misto, componente Sogno Italia-10 Volte Meglio, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

La presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Colleghi, non siamo allo stadio e i fischi non sono tollerati.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Colleghi, colleghi, la seduta non è finita e sta per intervenire un vostro collega.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Ricordo che parlo quale rappresentante del Partito Pensionati, eletto nelle liste di Forza Italia-Berlusconi Presidente e parlo perché sempre più cittadini….

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole.

Colleghi, colleghi di tutti i settori… colleghi alla mia sinistra, colleghi di fronte al banco della Presidenza… colleghi alla mia destra… non stiamo dando un bello spettacolo, mi permetto di dirlo.

Colleghi in alto… di fronte alla Presidenza… onorevole Buffagni…

Prego, onorevole Fatuzzo.

CARLO FATUZZO (FI). Presidente Mara Carfagna, parlo perché sempre più cittadini, non pensionati o pensionati, subiscono delle aggressioni che provocano gravissime lesioni e molto spesso anche la morte, assassinati. E per questo plaudo all'iniziativa del collega, onorevole Felice Mariani, campione olimpionico di judo, che si è messo a disposizione per chiunque voglia imparare la difesa personale.

Se Rossella Setti, a sua volta campionessa di boxe, karate e così via, non avesse avuto queste capacità di difesa e, sottolineo difesa, personale, lei e il suo fidanzato sarebbero nell'aldilà e questo purtroppo è successo ad un'anziana di 85 anni - proprio in questi giorni, se ne è parlato - perché i rapinatori l'hanno ammazzata. Questo non va bene, deve finire, bisogna anche auto difendersi apprendendo come si deve. Viva i pensionati, pensionati all'attacco.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signora Presidente, intervengo per preannunciare un intervento di sindacato ispettivo a seguito della incredibile vicenda che ha visto il Governo non venire incontro alla richiesta della regione Piemonte di procedura d'urgenza per gli appalti di messa in sicurezza della statale 34 del lago Maggiore in Piemonte, per la quale vi sono 34 milioni di fondi statali per la realizzazione di due gallerie paramassi a cui si aggiungono 25 milioni di fondi regionali per il consolidamento dei versanti. Nei giorni scorsi, il Politecnico di Torino ha definito la strada e il versante della strada una “bomba a orologeria” e per questo motivo, anche in considerazione del fatto che il 18 marzo 2017 vi fu una frana con un morto, la regione Piemonte ha chiesto una procedura d'urgenza.

Signora Presidente, su questo tema la maggioranza si è divisa irresponsabilmente sul territorio in funzione elettorale, fra la Lega che ha annunciato l'imminente procedura di emergenza in un prossimo fantomatico decreto sblocca-cantieri di cui non abbiamo notizia e i 5 Stelle che, occupando con i sottosegretari Sibilia e Crippa la prefettura di Verbania, per fare campagna elettorale hanno smentito la necessità della procedura d'urgenza. In mezzo ci sono i cittadini, c'è il territorio, c'è la credibilità dell'Italia, perché stiamo parlando di un'arteria internazionale, c'è la penalizzazione di un'economia di un territorio che vive di turismo, di commercio e di frontalierato.

Chiedo, pertanto, signora Presidente, che il Governo immediatamente provveda alla convocazione della regione Piemonte, per definire le procedure d'urgenza per l'appalto dei lavori della statale 34 del lago Maggiore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sensi. Ne ha facoltà.

FILIPPO SENSI (PD). Presidente, prendo a pretesto il settantaseiesimo giorno di digiuno e di battaglia civile per la salvezza di Radio Radicale da parte di Maurizio Bolognetti, resistente lucano, “capatosta” come i fatti che il cinismo della maggioranza ha deciso di ignorare. Ma il punto e il nodo restano a dispetto dei rinvii dell'obbligo nel quale sperate, lo dico per il suo tramite, Presidente, di sprofondare la voce di Radio Radicale, la sua storia e il suo futuro. Mancano pochissime ore alla chiusura e nonostante qualche voce a titolo personale, la melina, in particolare, dei 5 Stelle, sta uccidendo di asfissia questo spazio di libertà, di democrazia, così come ha fatto con tante testate nazionali e locali e mi associo in questa sede alla campagna lanciata oggi da Il Manifesto con una delle sue prime, assai eloquenti. Non pensiate che questa violenza perché silenziosa vi renda meno responsabili, meno complici, meno colpevoli. In tutto il mondo le istituzioni democratiche si stanno a fatica riprendendo voce e centralità, dal Parlamento britannico alle Commissioni del Congresso statunitense. Voi preferite invece spegnere, mettere a tacere e lasciare che i giochi si facciano al buio, fuori dal tiro dei microfoni aperti di Radio Radicale.

Sappiate - e concludo, Presidente - che fino all'ultimo istante, fino all'ultimo secondo, fino all'ultimo fiato, in quest'Aula, nelle Commissioni, nei tribunali e nelle piazze, saremo lì ad inchiodarvi alle vostre responsabilità e alle vostre colpe (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Polverini. Ne ha facoltà.

RENATA POLVERINI (FI). Presidente, prendo la parola a poco più di un mese dall'11 aprile, quando annunciai la maratona oratoria in sostegno di Radio Radicale. Nel frattempo sono accadute tante cose, è venuto a mancare, come ricordiamo bene, il direttore storico di Radio Radicale, Massimo Bordin, nonché - io direi - insostituibile nella sua rassegna stampa della mattina, Stampa e regime. C'è stata anche, qualche giorno fa, una relazione dell'AGCOM che in una relazione molto dettagliata di sei pagine chiede di confermare la convenzione con Radio Radicale, sostanzialmente riconoscendo, come abbiamo detto noi, che offre un servizio pubblico e riconosce tutto quello che fa per l'istituzione principale di questo Paese, cioè il Parlamento, ma anche per tutte le altre istituzioni, per il mondo delle associazioni, dei partiti, dei sindacati, di tutti quei contesti dei quali Radio Radicale si è sempre occupata.

Stamattina, arrivando in macchina molto presto, ho ascoltato come sempre la rassegna stampa: stamattina si parlava di quanto Radio Radicale, con il sostegno naturalmente dei suoi dirigenti e militanti, fa anche per le carceri italiani. Insomma, non soltanto è una voce per il Paese, ma è anche una voce che mantiene in collegamento coloro che stanno espiando una pena con le istituzioni rappresentative dell'Italia. Ecco, anche oggi siamo qui per sollecitare il Governo a poche ore, come è stato già detto, dalla chiusura definitiva di Radio Radicale, perché ci possa essere un intervento. Concludo, Presidente, dicendo che anche le penne di altissimo livello che in questi giorni si stanno sostituendo a Massimo Bordin ci dicono quanto è importante Radio Radicale per il nostro Paese. Penso che la libertà e la democrazia non possano che passare per la libertà di stampa, quindi viva Radio Radicale (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Angiola. Ne ha facoltà.

NUNZIO ANGIOLA (M5S). Presidente, nella giornata di ieri abbiamo appreso dell'importante operazione portata a termine dalle Fiamme gialle, che hanno sequestrato più di 20 tonnellate di legumi e cereali spacciati per italiani ma importati da Cina e Canada in particolare. Sono stati denunciati 24 commercianti, tra grossisti e dettaglianti, per frode alimentare, con conseguente sequestro di prodotti e macchinari utilizzati per la lavorazione e il confezionamento della merce. Tra i vari prodotti è stata falsificata anche la lenticchia di Altamura, protetta dal marchio IGP, che prevede la coltivazione ed una parte della lavorazione in 19 comuni, tra cui diversi comuni della Murgia barese. Dei 24 delinquenti denunciati solo uno è di Altamura, e certamente non ha nulla a che fare con il Consorzio di tutela e valorizzazione della lenticchia di Altamura IGP e con le centinaia di onesti produttori che ad esso aderiscono.

Oggi vorrei innanzitutto esprimere compiacimento e apprezzamento per il lavoro svolto dalle Fiamme gialle torinesi, coordinate dal maggiore Giovanni Lupi. In secondo luogo, vorrei segnalare che l'articolo 32 del cosiddetto “decreto crescita”, che sta per essere approvato dalla Camera dei deputati, ha previsto importanti misure per la tutela dei prodotti di origine italiana contro i fenomeni legati all'italian sounding. In terzo luogo auspico che il Governo prosegua lungo il sentiero tracciato dal “decreto crescita” e che si moltiplichino gli sforzi contro la contraffazione, utilizzando tecnologie all'avanguardia per contrastare questi diffusissimi comportamenti illeciti, non solo in termini di intelligence ma anche utilizzando strumenti innovativi per la tracciabilità dei prodotti in questione attraverso in particolare lo strumento della blockchain.

Auspico infine che il Consorzio di tutela e valorizzazione della lenticchia di Altamura IGP, mirabilmente presieduto dal professor Antonio Nisi, continui a vigilare e a collaborare con le forze dell'ordine, affinché ogni tentativo di contraffazione venga tempestivamente scoperto e severamente punito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carbonaro. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA CARBONARO (M5S). Presidente, onorevoli colleghi: “caro collega spero che questo mio messaggio ti trovi bene e non ti rechi troppo disturbo”. Sembra il cordiale incipit di una normale e-mail tra colleghi di lavoro, peccato che si tratti invece di un messaggio elettorale inviato dalla professoressa Elisabetta Gualmini, vice di Bonaccini, agli indirizzi di posta elettronica dei dipendenti dell'Università di Bologna. Nella notte del 13 maggio, infatti, la professoressa Gualmini ha utilizzato il proprio account istituzionale dell'università per spedire numerose e-mail agli indirizzi istituzionali dei dipendenti dell'ateneo. L'oggetto? “Vicina, in Europa”; talmente vicina che nel testo chiede a tutti i dipendenti dell'università, senza troppi giri di parole, di scrivere il suo nome nella scheda elettorale.

La professoressa Gualmini, dopo aver reperito tutti gli indirizzi dei dipendenti dell'Università, ha forse utilizzato la rete di distribuzione dell'Ateneo per le comunicazioni ufficiali provenienti dall'amministrazione generale? La stessa Università, in una nota afferma che nessuna richiesta in merito è arrivato dalla professoressa. Il caso è stato segnalato da alcuni consiglieri del MoVimento 5 Stelle in regione Emilia Romagna. Si tratta di una palese scorrettezza, ancor più grave se consideriamo il contesto nel quale è avvenuto, ovvero l'Università di Bologna, un Ateneo che da sempre contribuisce in maniera importante alla trasmissione dei valori democratici e civili di questo Paese.

La professoressa Gualmini ha spesso denunciato le presunte critiche scorrette degli avversari politici, salvo poi cadere nel più classico degli autogol.

Per questo siamo convinti che la credibilità della politica passi dalla coerenza tra le parole e i fatti. Non abbiamo bisogno di urlarci addosso reciproche accuse nelle risse televisive, abbiamo bisogno di esempi, invito pertanto tutti noi, senza polemica, a riflettere seriamente su questo aspetto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Giorgi. Ne ha facoltà.

ROSALBA DE GIORGI (M5S). Grazie, Presidente. Personale della polizia penitenziaria costretto ad affrontare turnazioni e carichi di lavoro insostenibili, strutture e servizi che troppo spesso lasciano a desiderare, una popolazione carceraria che risulta essere superiore rispetto a quella che l'istituto di pena può ospitare, numero di detenuti che si tolgono la vita in costante aumento: è la descrizione di quanto accade nella gran parte delle case circondariali italiane e quanto accade soprattutto in quella di Taranto, che appena la scorsa settimana è tornata ad essere al centro della cronaca per l'ennesimo suicidio di un suo recluso, per l'ennesima tragedia che ha visto come vittima un quarantaduenne, la cui determinazione a farla finita è stata più forte della certezza che alla fine di agosto avrebbe espiato la pena a cui era stato condannato.

Si è trattato di un drammatico evento, che purtroppo nel penitenziario del capoluogo ionico non può ritenersi un caso isolato. Anzi, a febbraio un altro uomo ha preferito porre fine alla sua esistenza senza attendere la celebrazione del processo a carico. Non pare azzardato ipotizzare che dietro questi gesti estremi vi possano essere anche le difficili condizioni di vivibilità all'interno di una struttura carceraria che da anni viene indicata come la più affollata d'Italia. Un primato tutt'altro che invidiabile, confermato da numeri che non ammettono repliche, se ci si sofferma solo a pensare che i 306 posti regolamentari nelle 282 celle sono occupati dal doppio dei detenuti. Questi ultimi, se da un lato possono contare su un teatro, su tre biblioteche e su un laboratorio, dall'altro non hanno a disposizione un campo sportivo, una palestra o un'officina. Ma non solo: ad occuparsi di loro sono solo quattro educatori, e questo quando, invece, la pianta organica ne prevede otto.

In poche parole, all'interno della casa circondariale di Taranto siamo di fronte ad una situazione senza precedenti, che rischia di assumere proporzioni ancora più preoccupanti. La carenza di personale, la gravità delle condizioni di vita e gli atti di autolesionismo non possono lasciare indifferenti, ormai sono emergenze la cui soluzione non può essere differita (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lovecchio. Ne ha facoltà.

GIORGIO LOVECCHIO (M5S). Presidente, si può cambiare una regola mentre si gioca una partita? Ebbene sì. Ieri, 13 maggio, la condanna di primo grado per illeciti amministrativi inflitta al Palermo Calcio ha fatto retrocedere di Palermo all'ultimo posto della classifica della serie B. Questo ha permesso al Perugia di diventare ottavo e di partecipare così ai playoff, ed avrebbe permesso anche al Foggia di poter disputare i playout insieme alla Salernitana, solo che ieri sera abbiamo appreso che il consiglio direttivo della Lega della serie B ha deciso di abolire i playout, facendo disputare solo i playoff.

Due dei tre componenti del consiglio direttivo della Lega B sono il presidente del Perugia e, l'altro, il presidente della Salernitana, in potenziale conflitto di interesse con la decisione presa. Magari sarà una coincidenza, magari i due presidenti non sono stati influenzati nelle loro decisioni dall'evidente vantaggio per le rispettive società, ma in ogni caso non accetto che le regole vengano stravolte in corso d'opera. Chiedo che questa assurda decisione venga riconsiderata e che prevalga il rispetto delle regole e la certezza del diritto.

In attesa delle valutazioni del collegio di garanzia, gli organismi competenti devono chiarire la decisione, per ridare credibilità all'intero sistema calcio. Non si possono calpestare le regole a campionato finito. Mi appello, come tutto il territorio foggiano, al sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Giancarlo Giorgetti, affinché intervenga per assicurare la regolarità del campionato di serie B. Queste squadre vogliono salvarsi dimostrando il loro valore sul campo di gioco. Una decisione presa a tavolino è lesiva dei valori dello sport e del gioco del calcio. Si può cambiare una regola mentre si gioca una partita (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie, Presidente. Lo scorso 11 maggio si è spento, nella sua Venezia, Gianni De Michelis. Una vita a tutto gas, quella di Gianni, cresciuto nel fervente laboratorio politico della Venezia della fine degli anni Sessanta. A venticinque anni, da professore universitario di chimica, trascinava già folle di studenti con la verve del comunicatore contemporaneo. Ha amato il contatto con la base fin dalle sue prime esperienze politiche, quando distribuiva volantini fuori dal Petrolchimico di Porto Marghera.

A ventiquattro anni era un consigliere socialista del comune di Venezia, poi assessore all'urbanistica, dal 1976 deputato della Repubblica. Fu uno dei protagonisti della svolta craxiana del Midas, conservando un rapporto leale, ma mai servile, con Craxi. Fu sempre il più esperto tra gli esperti in ogni materia che diventava di sua competenza. Dal 1980 al 1992 fu un grande uomo di Governo, Ministro delle partecipazioni statali, del lavoro, poi Vicepresidente del Consiglio. Fu, infine, il più grande Ministro degli Esteri della storia della nostra Repubblica, attraversando il muro di Berlino, la prima Guerra del Golfo, la costruzione dell'Unione Europea. Restituì all'Italia una centralità strategica nella polveriera mediterranea. Seppe tenere testa a personaggi come Margaret Thatcher o Helmut Kohl, sconvolgendo riti diplomatici consolidati, per tirare dritto verso gli interessi economici e politici italiani.

Non si è mai risparmiato nel dialogo, e negli ultimi anni, già fiaccato dalla sua malattia, continuava a ricevere esponenti della politica nazionale e persone comuni, per confronti interminabili a casa sua, a Roma, un luogo pieno di lui, delle cataste dei suoi libri, delle migliaia, milioni di carte di appunti, di idee.

Perché tu eri così, Gianni, una persona accogliente, aperta, generosa. Eri un ciclone, il più esigente, il più sanguigno, il più colto. Dal 2004 al 2009 ho avuto il privilegio di stare al tuo fianco nell'emiciclo di Bruxelles, io, più giovane deputato d'Europa, accanto a te, gigante, che avevi personalmente contribuito a costruire quell'Europa.

Riposa in pace, ora che puoi, libero da un corpo che non ti apparteneva più e certo che hai dato al nostro Paese, finché hai potuto, un contributo fondamentale per la crescita di libertà e giustizia sociale. Ti accolgano in cielo, con un mazzo di garofani rossi, i tanti compagni del tuo cammino con i quali hai condiviso il sogno di un'Italia più dinamica, più moderna e più libera. Ciao De Michelis, e come sempre, sempre avanti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dall'Osso. Ne ha facoltà, per un minuto.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Grazie, Presidente. Desio, Monza. Un poliziotto di 32 anni si è ucciso sparandosi con la pistola d'ordinanza, lunedì sera. Ora basta, basta, davvero basta.

Ho presentato con i colleghi di Forza Italia un'interrogazione a risposta orale, la n. 3-00690, in cui abbiamo chiesto se il Governo abbia intenzione di fornire elementi su quanti siano i decessi per cause volontarie nella Polizia di Stato, nella Polizia penitenziaria, nei Carabinieri, nella Guardia di finanza, nell'Esercito, nella Marina militare, nell'Aeronautica, nel 2018 e nei primi mesi del 2019, e quali iniziative di tutela il Governo abbia intenzione di porre in essere per far finire questo processo, veramente in favore delle Forze armate e delle Forze dell'ordine.

Ministro dell'Interno, per cortesia, abbia la bontà di dire qualcosa. Ministro, riferisca in Aula dei suicidi delle Forze dell'ordine. E alla Ministra della Difesa Trenta: riferisca in merito ai suicidi delle Forze armate. Le famiglie aspettano risposte, il Paese aspetta risposte, noi vogliamo che gli operatori delle Forze dell'ordine e delle Forze armate siano tutelati. Sveglia! È ora di lavorare e non far propaganda e mangiare panini al sacco (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mura. Ne ha facoltà, sempre per un minuto.

ROMINA MURA (PD). Grazie, Presidente. Paolo Palumbo è un giovane chef di Oristano, ha ventun anni ed è malato di SLA. Come tutti i ragazzi della sua età, utilizza i social per parlare al mondo, per esternare i suoi pensieri e le sue speranze. E come altre e altri prima di lui, è stato travolto dall'odio e dal veleno della rete.

Signora Presidente, sa qual è la colpa di Paolo? Per gli odiatori seriali che lo hanno preso di mira in questi giorni scorsi, tanto da indurre i parenti e il fratello, in particolare, a disattivare il suo profilo social? Aver condiviso in rete la sua speranza di guarire attraverso una terapia che dovrà fare in Israele.

Porto questo episodio in Aula innanzitutto per portare solidarietà a Paolo da parte mia e del gruppo del Partito Democratico e poi per ricordare, in particolare a due gruppi politici che oggi sono anche maggioranza di Governo e che spesso hanno utilizzato il veleno della rete e lo hanno indotto per scopi elettorali, che forse tutti dovremmo sentirci chiamati in causa in quanto rappresentanti istituzionali e impegnarci, oltre che a costruire cornici legislative che puniscano in qualche modo i comportamenti illeciti, a diventare noi stessi esempio di civiltà e rispetto, sia nella dialettica politica qui dentro, sia sui social, diventare esempio. Però non mi pare che sia così, perché nelle piazze, in quelle virtuali come in quelle reali, c'è un Ministro dell'interno che non perde occasione per seminare odio, predicare intolleranza e prevaricare su chi legittimamente dissente, a proposito di esempio, cattivo esempio (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 15 maggio 2019 – Ore 15

1. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta termina alle 21,50.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 i deputati Fiano e Noja hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 1 il deputato Alberto Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 2 e 3 la deputata Noja ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 6 la deputata Lazzarini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 7, 12 e 50 il deputato Buratti ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nelle votazioni nn. 7 e 19 il deputato Cannizzaro ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 14 il deputato Zennaro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 19 e 27 la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 19 il deputato Cubeddu ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 24 i deputati De Luca e Bellachioma hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 25 e 28 la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 29 il deputato Giglio Vigna ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 30 e 33 la deputata Giordano Conny ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 33 la deputata Lazzarini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 44 la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 42 il deputato De Lorenzis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 45 il deputato Buratti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 45 i deputati Badole e Giacometti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 47 le deputate Madia e Gadda hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 50 il deputato Andrea Romano ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;

nella votazione n. 51 la deputata Marrocco ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 64 la deputata Eva Lorenzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 69 il deputato De Lorenzis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 70 la deputata Saltamartini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 76 il deputato Iovino ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 81 la deputata Emiliozzi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 85 il deputato Alberto Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 91 la deputata Emiliozzi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 91 la deputata Giannone ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 97 la deputata Gelmini ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 97 il deputato De Girolamo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 98 il deputato Varrica ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 110 i deputati Tonelli, Lombardo e Cassese hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 116 la deputata Berlinghieri ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nelle votazioni dalla n. 121 alla n. 124 il deputato Sgarbi ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Pdl 1074-A - articolo 1 414 414 0 208 335 79 76 Appr.
2 Nominale em. 2.200 425 425 0 213 170 255 75 Resp.
3 Nominale em. 2.103 428 428 0 215 177 251 74 Resp.
4 Nominale articolo 2 431 333 98 167 333 0 73 Appr.
5 Nominale em. 3.300 439 257 182 129 257 0 73 Appr.
6 Nominale articolo 3 440 259 181 130 259 0 73 Appr.
7 Nominale em. 4.300 441 262 179 132 262 0 72 Appr.
8 Nominale articolo 4 444 436 8 219 260 176 72 Appr.
9 Nominale art. agg. 4.0100 442 442 0 222 184 258 72 Resp.
10 Nominale articolo 5 449 267 182 134 267 0 72 Appr.
11 Nominale em. 6.300 450 265 185 133 265 0 71 Appr.
12 Nominale articolo 6 446 262 184 132 262 0 71 Appr.
13 Nominale em. 7.100 447 447 0 224 190 257 71 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 7.300 447 263 184 132 263 0 70 Appr.
15 Nominale articolo 7 450 264 186 133 264 0 70 Appr.
16 Nominale articolo 8 446 356 90 179 356 0 70 Appr.
17 Nominale articolo 9 452 354 98 178 354 0 70 Appr.
18 Nominale mantenimento articolo 10 446 424 22 213 261 163 70 Appr.
19 Nominale art. agg. 10.0100 446 361 85 181 109 252 70 Resp.
20 Nominale articolo 11 442 442 0 222 442 0 70 Appr.
21 Nominale em. 12.400 442 266 176 134 266 0 71 Appr.
22 Nominale em. 12.200 446 444 2 223 190 254 71 Resp.
23 Nominale articolo 12 447 261 186 131 261 0 71 Appr.
24 Nominale em. 13.101 448 448 0 225 448 0 71 Appr.
25 Nominale em. 13.300 455 269 186 135 269 0 71 Appr.
26 Nominale articolo 13 456 452 4 227 452 0 71 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale mantenimento articolo 14 456 455 1 228 195 260 71 Resp.
28 Nominale em. 15.400 458 261 197 131 261 0 71 Appr.
29 Nominale articolo 15 459 270 189 136 270 0 71 Appr.
30 Nominale art. agg. 15.0130, 15.0150 447 446 1 224 191 255 70 Resp.
31 Nominale art. agg. 15.0114 450 368 82 185 111 257 70 Resp.
32 Nominale art. agg. 15.0113 444 264 180 133 9 255 69 Resp.
33 Nominale art. agg. 15.0110 446 354 92 178 101 253 69 Resp.
34 Nominale em. 16.200 456 361 95 181 100 261 69 Resp.
35 Nominale em. 16.300 460 269 191 135 268 1 69 Appr.
36 Nominale articolo 16 453 359 94 180 359 0 69 Appr.
37 Nominale em. 17.200 459 458 1 230 198 260 69 Resp.
38 Nominale em. 17.201 456 455 1 228 196 259 69 Resp.
39 Nominale em. 17.202 450 354 96 178 100 254 69 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 17.300 459 265 194 133 265 0 69 Appr.
41 Nominale articolo 17 461 356 105 179 355 1 69 Appr.
42 Nominale articolo 18 456 353 103 177 261 92 69 Appr.
43 Nominale em. 19.101, 19.200 455 455 0 228 199 256 69 Resp.
44 Nominale em. 19.300 456 270 186 136 270 0 69 Appr.
45 Nominale articolo 19 453 368 85 185 268 100 69 Appr.
46 Nominale em. 20.100 458 450 8 226 191 259 69 Resp.
47 Nominale articolo 20 449 449 0 225 440 9 69 Appr.
48 Nominale art. agg. 20.0104 448 446 2 224 190 256 69 Resp.
49 Nominale articolo 21 447 350 97 176 350 0 69 Appr.
50 Nominale em. 22.300 446 279 167 140 279 0 69 Appr.
51 Nominale articolo 22 445 259 186 130 259 0 69 Appr.
52 Nominale em. 23.300 442 262 180 132 262 0 69 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale articolo 23 439 343 96 172 343 0 69 Appr.
54 Nominale art. agg. 23.0103 446 357 89 179 99 258 69 Resp.
55 Nominale em. 24.300 451 259 192 130 259 0 69 Appr.
56 Nominale articolo 24 445 346 99 174 346 0 69 Appr.
57 Nominale em. 25.100 447 358 89 180 101 257 69 Resp.
58 Nominale em. 25.200 440 440 0 221 188 252 68 Resp.
59 Nominale em. 25.104 435 345 90 173 97 248 68 Resp.
60 Nominale articolo 25 446 350 96 176 350 0 68 Appr.
61 Nominale em. 26.300 434 433 1 217 265 168 68 Appr.
62 Nominale articolo 27 433 433 0 217 433 0 68 Appr.
63 Nominale articolo 28 424 352 72 177 351 1 68 Appr.
64 Nominale art. agg. 28.0100 442 442 0 222 189 253 72 Resp.
65 Nominale em. 29.100, 29.201 452 452 0 227 452 0 71 Appr.


INDICE ELENCO N. 6 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale articolo 29 451 451 0 226 451 0 71 Appr.
67 Nominale em. 30.300 452 395 57 198 395 0 71 Appr.
68 Nominale articolo 30 452 452 0 227 452 0 71 Appr.
69 Nominale articolo 31 450 450 0 226 450 0 71 Appr.
70 Nominale articolo 32 447 447 0 224 447 0 71 Appr.
71 Nominale articolo 33 452 452 0 227 452 0 71 Appr.
72 Nominale articolo 34 454 437 17 219 437 0 70 Appr.
73 Nominale articolo 35 451 351 100 176 351 0 70 Appr.
74 Nominale articolo 36 449 350 99 176 350 0 70 Appr.
75 Nominale articolo 37 459 400 59 201 309 91 70 Appr.
76 Nominale art. agg. 37.0100 462 448 14 225 15 433 70 Resp.
77 Nominale art. agg. 37.0101 458 458 0 230 15 443 70 Resp.
78 Nominale art. agg. 37.05 460 381 79 191 380 1 70 Appr.


INDICE ELENCO N. 7 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nominale art. agg. 15.0120 455 455 0 228 196 259 70 Resp.
80 Nominale odg 9/1074-A/17 459 459 0 230 198 261 69 Resp.
81 Nominale Pdl 1074-A - voto finale 453 265 188 133 265 0 67 Appr.
82 Nominale Pdl 506-A - em. prem. 01.01 433 430 3 216 78 352 66 Resp.
83 Nominale em. prem. 01.02 436 434 2 218 434 0 66 Appr.
84 Nominale em. 1.2 442 439 3 220 77 362 66 Resp.
85 Nominale em. 1.3 443 441 2 221 78 363 66 Resp.
86 Nominale em. 1.1 444 443 1 222 81 362 66 Resp.
87 Nominale em. 1.4 432 427 5 214 71 356 66 Resp.
88 Nominale em. 1.6 443 442 1 222 442 0 66 Appr.
89 Nominale em. 1.14 437 435 2 218 78 357 66 Resp.
90 Nominale em. 1.13 433 385 48 193 21 364 66 Resp.
91 Nominale em. 1.53 439 437 2 219 79 358 66 Resp.


INDICE ELENCO N. 8 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nominale em. 1.66 440 436 4 219 77 359 66 Resp.
93 Nominale em. 1.54 rif. 441 438 3 220 428 10 66 Appr.
94 Nominale em. 1.56 434 433 1 217 80 353 66 Resp.
95 Nominale em. 1.22 444 440 4 221 79 361 66 Resp.
96 Nominale em. 1.57 436 435 1 218 80 355 66 Resp.
97 Nominale em. 1.58 436 434 2 218 78 356 66 Resp.
98 Nominale em. 1.59 428 426 2 214 76 350 66 Resp.
99 Nominale em. 1.61 434 433 1 217 78 355 66 Resp.
100 Nominale em. 1.27 434 432 2 217 89 343 66 Resp.
101 Nominale em. 1.29 435 432 3 217 79 353 66 Resp.
102 Nominale em. 1.30 432 430 2 216 77 353 65 Resp.
103 Nominale em. 1.62 426 424 2 213 73 351 65 Resp.
104 Nominale em. 1.63 428 427 1 214 75 352 65 Resp.


INDICE ELENCO N. 9 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 117)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nominale em. 1.33 432 430 2 216 77 353 65 Resp.
106 Nominale em. 1.37 429 428 1 215 74 354 65 Resp.
107 Nominale em. 1.64 431 430 1 216 76 354 65 Resp.
108 Nominale em. 1.65 427 424 3 213 75 349 65 Resp.
109 Nominale articolo 1 436 423 13 212 422 1 65 Appr.
110 Nominale articolo 2 430 418 12 210 416 2 65 Appr.
111 Nominale Pdl 506-A - voto finale 405 386 19 194 386 0 63 Appr.
112 Nominale Moz. Meloni e a. 1-179 - I p. 368 366 2 184 15 351 62 Resp.
113 Nominale Moz. Meloni e a. 1-179 - II p. 362 360 2 181 15 345 62 Resp.
114 Nominale Moz. Meloni e a. 1-179 - III p. 368 366 2 184 15 351 62 Resp.
115 Nominale Moz. Meloni e a. 1-179 - IV p. 366 364 2 183 15 349 62 Resp.
116 Nominale Moz. Meloni e a. 1-179 - V p. 370 368 2 185 16 352 62 Resp.
117 Nominale Moz. Meloni e a. 1-179 - VI p. 373 371 2 186 15 356 62 Resp.


INDICE ELENCO N. 10 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 118 AL N. 130)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
118 Nominale Moz. Meloni e a. 1-179 - VII p. 369 368 1 185 18 350 62 Resp.
119 Nominale Moz. Meloni e a. 1-179 - VIII p. 372 370 2 186 16 354 62 Resp.
120 Nominale Moz. Meloni e a. 1-179 - IX p. 368 366 2 184 16 350 62 Resp.
121 Nominale Moz. Meloni e a. 1-179 - X p. 368 366 2 184 15 351 62 Resp.
122 Nominale Moz. D'Uva e Molinari 1-184 - I p. 372 352 20 177 259 93 62 Appr.
123 Nominale Moz. D'Uva e Molinari 1-184 - II p. 370 360 10 181 254 106 62 Appr.
124 Nominale Moz. D'Uva e Molinari 1-184 - III p 371 346 25 174 253 93 62 Appr.
125 Nominale Moz. D'Uva e Molinari 1-184 - IV p. 365 341 24 171 250 91 62 Appr.
126 Nominale Moz. D'Uva e Molinari 1-184 - V p. 371 347 24 174 254 93 62 Appr.
127 Nominale Moz. D'Uva e Molinari 1-184 - VI p. 369 359 10 180 267 92 62 Appr.
128 Nominale Moz. D'Uva e Molinari 1-184 - VII p 372 362 10 182 270 92 62 Appr.
129 Nominale Moz. D'Uva e Molinari 1-184 -VIII p 370 360 10 181 269 91 62 Appr.
130 Nominale Moz. D'Uva e Molinari 1-184 - IX p. 370 360 10 181 269 91 62 Appr.


INDICE ELENCO N. 11 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 131 AL N. 133)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
131 Nominale Moz. D'Uva e Molinari 1-184 - X p. 368 358 10 180 269 89 62 Appr.
132 Nominale Moz. D'Uva e Molinari 1-184 - XI p. 371 361 10 181 255 106 62 Appr.
133 Nominale Moz. D'Uva e Molinari 1-184 - XII p 368 359 9 180 254 105 62 Appr.