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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 168 di martedì 30 aprile 2019

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 14,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARZIO LIUNI, Segretario, legge il processo verbale della seduta dell'8 aprile 2019.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signor Presidente. Per una precisazione sul processo verbale, in quanto nella giornata di ieri sono intervenuto in ordine ad una intervista del sottosegretario Fantinati, innanzitutto per ringraziare la Presidenza per avere segnalato la questione al Presidente della Camera. Secondo quanto ci è stato riferito, il Presidente della Camera - e chiederei di questo di poterne constare in sede di verbale - è intervenuto con precisazioni in ordine alla supposta, e non reale, chiusura di questa Camera, di cui a pagina 3 di questo resoconto sommario. Quindi, desideriamo, nella circostanza, darne atto, ferme restando le considerazioni che ha fatto in ordine alle dichiarazioni fatte dal sottosegretario Fantinati, sulle quali prendiamo atto delle garanzie che, in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, sono state fornite sia dal rappresentante del Governo, sia dallo stesso Presidente Fico.

PRESIDENTE. Grazie, deputato Borghi. Consideriamo il suo un intervento non sul verbale, ma sull'ordine dei lavori, per la ragione elementare che il verbale letto dal segretario poco fa non è quello di ieri, ma è quello risalente all'8 aprile. Comunque, teniamo ovviamente in considerazione le sue precisazioni.

Non essendovi osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bitonci, Borghese, Caiata, Colletti, Davide Crippa, Frusone, Gallinella, Gebhard, Grimoldi, Invernizzi, Liuzzi, Lorenzin, Lupi, Morrone, Pastorino, Rosato, Schullian e Scoma sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,10).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Grazie, Presidente. Ci sono notizie molto preoccupanti che arrivano dal Venezuela, notizie di una rivolta militare e dell'appoggio dei militari al Presidente Guaidó. C'è una bella notizia, quella della liberazione di Leopoldo López, finora incarcerato semplicemente per le sue idee come oppositore politico. E c'è la notizia che il Presidente Guaidó si trova in una base militare.

Ecco, come Partito Democratico seguiamo con grande preoccupazione lo svolgersi degli eventi, perché c'è il rischio che il Presidente Maduro, che non ha mai esitato a utilizzare la forza per opprimere gli oppositori, anche in questo caso si faccia prendere la mano. Salutiamo la liberazione di Leopoldo López e speriamo che in questo caso il Governo non abbia esitazioni su da che parte stare; che decida di stare con la libertà, con la democrazia e contro la violenza. Non è accettabile che in Venezuela ci sia il rischio di un contro-colpo di Stato e di una repressione sanguinosa. Teniamo l'attenzione alta e chiederemo, nelle prossime ore, un'informativa del Governo sullo svolgersi e sullo sviluppo della vicenda (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Non essendovi altri interventi, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 14,35.

La seduta, sospesa alle 14,15, è ripresa alle 14,35.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato convenuto che nella seduta odierna dell'Assemblea si procederà, fino alle ore 19, al seguito dell'esame dei seguenti argomenti già previsti all'ordine del giorno:

proposta di inchiesta parlamentare - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni (Doc. XXII, n. 17 e n. 36);

disegni di legge di ratifica:

n. 1538 - Accordi: a) Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Serbia inteso a facilitare l'applicazione della Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, fatto a Belgrado il 9 febbraio 2017; b) Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Serbia inteso a facilitare l'applicazione della Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959, fatto a Belgrado il 9 febbraio 2017;

n. 1539 - Trattati: a) Trattato di estradizione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Kenya, fatto a Milano l'8 settembre 2015; b) Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Kenya, fatto a Milano l'8 settembre 2015;

n. 1540 - Trattati: a) Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale tra la Repubblica italiana e la Repubblica del Kazakhstan, fatto ad Astana il 22 gennaio 2015; b) Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica del Kazakhstan, fatto ad Astana il 22 gennaio 2015;

n. 1541 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Serbia sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Belgrado il 16 dicembre 2013;

proposte di legge n. 682, 1576 e abb. - Introduzione dell'insegnamento scolastico dell'educazione civica.

L'esame di tali argomenti proseguirà nella seduta di giovedì 2 maggio, a partire dalle ore 15.

Seguirà lo svolgimento di interpellanze urgenti, che non avrà pertanto luogo il 3 maggio.

Seguito della discussione della proposta di inchiesta parlamentare: Sabrina De Carlo ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni (Doc. XXII, n. 36-A); e dell'abbinata proposta di inchiesta parlamentare: Palazzotto ed altri (Doc. XXII, n. 17) (ore 14,40).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di inchiesta parlamentare Doc. XXII, n. 36-A: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni; e dell'abbinata proposta di inchiesta parlamentare Doc. XXII, n. 17.

Ricordo che nella seduta del 29 aprile si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice per la III Commissione è intervenuta in sede di replica, mentre il relatore per la II Commissione e il rappresentante del Governo vi hanno rinunziato.

(Esame degli articoli – Doc. XXII, n. 36-A ed abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del Doc. XXII, n. 36-A ed abbinata, nel testo delle Commissioni.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

(Esame dell'articolo 1 - Doc. XXII, n. 36-A ed abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere delle Commissioni.

SABRINA DE CARLO, Relatrice per la III Commissione. Grazie, Presidente. Sull'emendamento 1.10 Zanettin, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “raccogliere gli elementi utili per chiarire tutte le responsabilità e le circostanze che hanno portato alla morte di Giulio Regeni”. Sull'emendamento 1.11 Zanettin, invece, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MANLIO DI STEFANO, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Parere conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.10 Zanettin. Deputato Zanettin, accetta la riformulazione?

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Sì, Presidente. Accetto la riformulazione perché va nello spirito dell'emendamento che avevo proposto.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Chiediamo cinque minuti di sospensione dei lavori e una riunione del Comitato dei diciotto, per provare a trovare una formulazione che permetta, come lei ha annunciato in un'intervista, una approvazione unanime della Commissione d'inchiesta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

MANFREDI POTENTI, Relatore per la II Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI, Relatore per la II Commissione. Grazie, Presidente. Noi siamo contrari alla sospensione dei cinque minuti, ritenendo già risolta la questione che poneva la collega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Zanettin, nel testo riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.11 Zanettin.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Forza Italia ha presentato in Aula solo due emendamenti (il primo lo abbiamo già superato, siamo ora al secondo). Sono emendamenti che hanno carattere migliorativo, costruttivo del testo.

In particolare, questo secondo emendamento, sul quale i relatori hanno espresso parere contrario, ha una finalità, Presidente, che è quella di estendere gli accertamenti che questa Commissione andrà a svolgere anche all'ambito universitario nel quale Giulio Regeni si è trovato a operare. Non possiamo dimenticare che…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Colleghi, un po' di silenzio. Colleghi! Prego.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Non possiamo dimenticare, dicevo, l'ambiguo ruolo, che non è ancora stato chiarito, che hanno avuto l'università di Cambridge e la tutor di Giulio, la professoressa Abdelrahman. Voglio ricordare, in particolare, che quest'ultima, di origini egiziane, sulla sua pagina Facebook, usata fino al 2013, aveva pubblicato il simbolo delle quattro dita dei Fratelli Musulmani, fuorilegge in Egitto e oppositori al Governo di al-Sisi. Ora, Presidente, io non comprendo come mai la maggioranza e i relatori abbiano dato un parere contrario su questo emendamento, un emendamento che consente di svolgere degli accertamenti a 360 gradi che danno credibilità al lavoro di questa Commissione.

Nella discussione di ieri, Presidente, richiamandomi anche al suo appello perché quest'Aula unanimemente votasse questo provvedimento, avevo detto che un emendamento di questo tipo, di sostanza e che non aveva colore politico, ma che aveva soltanto la finalità di ampliare l'oggetto della discussione, poteva, a mio giudizio, essere accolto, e sarebbe stato un elemento che sicuramente poteva qualificare il lavoro anche dell'opposizione in un contributo di leale collaborazione.

Anche in Commissione c'è stato un tentativo molto apprezzabile, in particolare da parte dell'onorevole Fassino, perché questo emendamento fosse recepito almeno nello spirito, ma abbiamo trovato chiusura da parte della maggioranza. Ecco, trovo questa chiusura inspiegabile sul piano dei contenuti e sul piano politico ed è sicuramente negativa, Presidente.

Per cui, io invito sinceramente la maggioranza e i relatori a una riflessione su questo emendamento e sul parere da dare su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Grazie, Presidente. Io penso, nel merito, che l'emendamento, di cui stiamo discutendo, in qualche modo sia già contenuto nel testo della proposta di legge e che non è compito di quest'Aula, oggi, affrontare una parte del lavoro che dovrà affrontare la Commissione d'inchiesta e che quest'Aula sarà chiamata a valutare nel momento in cui la Commissione farà una relazione.

Ma nonostante questa mia valutazione, penso che questa Commissione d'inchiesta arrivi in quest'Aula con un percorso anche travagliato, con uno sforzo fatto da tutti i gruppi parlamentari perché si arrivasse qui, in questa giornata, ad approvare una proposta di inchiesta parlamentare con il massimo del consenso possibile. Proprio per questo io penso che sia necessario, dopo tutto quello che abbiamo fatto per arrivare a questo risultato tutti assieme, prenderci qualche minuto per provare a verificare, fino alla fine, la possibilità che quest'Aula approvi questo testo all'unanimità, trovando una formulazione che riesca a tenere dentro le differenze, che pure esistono, rispetto alle vedute delle politiche che stanno a contorno della questione di Giulio Regeni, ma che invece non riguardano, in sé e per sé, lo sforzo che tutti noi abbiamo chiaro per la ricostruzione della verità e della giustizia.

Io chiedo, dunque, l'accantonamento di questo emendamento e, quindi, una breve sospensione per verificare la possibilità che si riesca ad approvare all'unanimità questo testo. È uno sforzo che credo che tutti insieme dovremmo fare per dare un segnale straordinario, oggi, al Paese, alla comunità internazionale e alla famiglia di Giulio Regeni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). Grazie, Presidente. Io considero che il valore morale, oltre che politico, dell'atto che stiamo compiendo richieda uno sforzo perché sia sostenuto e approvato con un voto unanime del Parlamento. Credo che sarebbe un messaggio forte nei confronti dell'opinione pubblica ma, prima di tutto, un messaggio di grande vicinanza e solidarietà nei confronti della famiglia di Giulio Regeni. Per questo io penso - anch'io, come è già stato detto da altri - che vi sia la necessità di cercare una formulazione di questo emendamento che consenta un voto unanime del provvedimento. Io mi ero permesso, già in sede di Comitato dei diciotto, di avanzare una formulazione che è quella di tenere l'emendamento così come è stato presentato sopprimendo le parole: “possibili connessioni”. Io credo che l'emendamento riformulato con: “anche con riferimento all'attività di ricerca in ambito accademico effettuata dallo stesso” corrisponda allo spirito dell'emendamento. La soppressione delle parole: “possibili connessioni” toglie il rischio di interpretazioni equivoche o, addirittura, di anticipazione di giudizio.

Anch'io, per questo, chiedo se sia possibile avere un momento di pausa e di riflessione per trovare una formulazione che consenta al Parlamento di votare unanimemente su questo provvedimento. Insisto: il voto unanime su un provvedimento di questa natura non è un fatto né formale né marginale; è un fatto che qualifica l'atto che sta prendendo questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

SABRINA DE CARLO, Relatrice per la III Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SABRINA DE CARLO, Relatrice per la III Commissione. Grazie, Presidente. Noi abbiamo fatto un lavoro molto intenso su questa proposta di inchiesta parlamentare e lo scopo era proprio quello di convergere tutti nella stessa direzione. Il fatto di proporre una riformulazione sul primo emendamento andava proprio nel senso di far sì che anche da parte nostra ci fosse un avvicinamento alla richiesta, da parte di Forza Italia, appunto, di una possibile apertura nei loro confronti; e proprio per questo motivo nel primo emendamento io ho inserito anche la parola: “tutte”, cioè per chiarire tutte le responsabilità. E proprio in questo senso io penso che la loro richiesta venga totalmente assorbita da questo “tutte”. Io vorrei che la proposta di questa indagine non partisse già orientata e che quindi rimanesse come già detto. Quindi, il parere rimane contrario.

MANFREDI POTENTI, Relatore per la II Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANFREDI POTENTI, Relatore per la II Commissione. Signor Presidente, colleghi, vorrei associarmi alle conclusioni della collega De Carlo, in quanto, come Lega e come relatore della Commissione giustizia, noi riteniamo che la riformulazione del primo emendamento garantisca comunque la possibilità di svolgere un qualsiasi tipo di attività conoscitiva sull'accaduto. La facoltà, la possibilità, non per, in qualche maniera, andare a minare le lodevoli motivazioni che sono state testé rappresentate dai colleghi che sono intervenuti a sostegno della possibilità di inserire un secondo emendamento, ma si rischia di indirizzare con delle tesi precostituite, così come aveva anche sottolineato, in discussione sulle linee generali, lo stesso collega Formentini, si rischierebbe di andare a creare una valutazione preventiva nei confronti della stessa Commissione circa le possibilità di indirizzo di un'attività conoscitiva come quella legata all'attività di studio del povero Giulio Regeni, che, a mio modesto parere, rimarrebbe comunque e sempre possibile attraverso la formulazione attuale che è stata votata da quest'Aula di questo emendamento che l'onorevole Zanettin stesso appunto ha aderito a vedersi riscritto così come lo abbiamo voluto.

Quindi, a mio modesto parere, noi riteniamo la discussione fondamentalmente inutile, poiché pregevolmente assorbita all'interno di questa prima formulazione di cui al primo emendamento già votato.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Solo per un chiarimento sull'ordine dei lavori, perché probabilmente nella riformulazione c'è stato un refuso, e quindi, nel riformulare, la relatrice non ha letto le parole “tutte le circostanze”. Quindi, se si può chiarire se l'emendamento che abbiamo votato conteneva o non conteneva “tutte” rispetto alla formulazione è ovviamente indispensabile anche per il voto su questo emendamento. Quindi, se si è trattato di un refuso nella prima o nella seconda versione.

PRESIDENTE. Relatrice, se può rileggere la riformulazione.

SABRINA DE CARLO, Relatrice per la III Commissione. Allora, la riformulazione del primo emendamento, che abbiamo già votato, era: “raccogliere elementi utili per chiarire tutte le responsabilità e le circostanze che hanno portato alla morte di Giulio Regeni”.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, entrambi i relatori hanno giustificato il loro parere sull'emendamento 1.11 Zanettin sostenendo, credo politicamente, che i contenuti dell'emendamento 1.11 Zanettin fossero assorbiti - hanno usato, lessicalmente, questa parola - dalla riformulazione dell'emendamento 1.10 Zanettin. Ora, qui si tratterebbe di capire se l'assorbimento assume anche una funzione giuridica, perché, se sì, è evidente che noi non dobbiamo votarlo e lei lo deve dichiarare precluso, se no, significa che non è assorbito e si apre un tema rispetto al quale la proposta del collega Fassino mi sembra molto appropriata.

PRESIDENTE. In questo caso, per come l'ho compresa io, significava che come è stato riformulato l'emendamento 1.10 Zanettin significava avere preso anche lo spirito di ciò che chiedeva l'emendamento 1.11 Zanettin, ma non un assorbimento giuridico, diciamo così, il senso.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Presidente, noi non crediamo che si possa considerare ricompreso questo emendamento, in modo pleonastico, nel precedente e ci pare che la riformulazione che è stata proposta, e cioè di dire “anche con riferimento alle attività di ricerca in ambito accademico effettuate dallo stesso”, abbia un proprio significato. Poi chi vuol capire capisce, ma è abbastanza chiaro; la vicenda è altrettanto chiara. Noi vogliamo far giustizia del caso Regeni, vogliamo approfondirlo e arrivare a capire cosa è successo di questo nostro amico italiano.

Dobbiamo assolutamente approfondirlo, quindi non capisco nemmeno questa contrarietà da parte dei relatori: se si dicono le stesse cose, più o meno, già dette nella riformulazione del precedente, non vedo il perché; se invece si vuole dire qualcosa in più, perché precludersi anche questa strada. “Anche” c'è scritto, “non solo”: “anche la strada di”.

Mi pare che il Parlamento, la Camera, sia pronta a votare all'unanimità l'istituzione di questa Commissione: perché precluderci, una volta tanto, di dare un segnale di civiltà parlamentare alla nazione?

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Mi scusi, Presidente, ma ho motivo di ritenere, anche per le sue personali espressioni di favore all'istituzione di questa Commissione, che lei ha svolto in queste settimane, che andrebbe valutato con interesse politico e non con risposte burocratiche l'intervento che il collega Fassino ha fatto su una modifica del testo che possa portare ad un parere unanime di quest'Aula sull'accoglimento di quell'emendamento. Trovo non solo incomprensibile politicamente che si prediliga una strada che porta ad una divisione politica nei passaggi che portano all'approvazione finale di questo provvedimento, nonché a una divisione politica sull'approvazione di questo emendamento, ma non comprensibile. È stata proposta una soluzione, Presidente, di modifica al testo: non va bene quella soluzione? Il collega Fassino ha chiesto semplicemente che si dia del tempo per vedere di nuovo se è possibile un'altra formulazione e non quella da lui proposta nel corso del dibattito adesso in Aula. Peraltro, di fronte a questa proposta, che è una semplice richiesta di tempo, mi pare che anche il collega di Fratelli d'Italia, Zucconi, che ha appena parlato, si spinga alla ricerca di un consenso unanime su questo passaggio. Oltremodo, la risposta che è stata data dalla relatrice sul perché del diniego a quella soppressione di quelle due parole non è una spiegazione per me politicamente plausibile, premesso il fatto che uno dica che è stato fatto un lavoro lungo su un testo, ma poi il testo non raccoglie su un punto di passaggio così significativo il favore di tutte le forze politiche.

Mi rivolgo a lei, Presidente, e per questo faccio un intervento sull'ordine dei lavori, perché lei ha comunque la potestà di assegnare dei minuti di sospensione ai lavori di quest'Aula; mi rivolgo a lei perché è lei che ha detto al Paese che il passaggio in questa Camera riguardante la costituzione della Commissione d'inchiesta sull'assassinio del nostro concittadino Regeni è un passaggio importante per questa Repubblica: e noi ci vogliamo impantanare perché la relatrice ci dice che hanno lavorato tanto e quindi non è possibile fermarci un quarto d'ora per vedere se sulle parole di questo emendamento non si può trovare un accordo perché ogni passaggio della costituzione e del senso del lavoro della costituenda Commissione non sia unanime?

Mi rivolgo a lei perché sarebbe un passo falso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Zanettin, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

(Esame dell'articolo 2 - Doc. XXII, n. 36-A ed abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

(Esame dell'articolo 3 - Doc. XXII, n. 36-A ed abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

(Esame dell'articolo 4 - Doc. XXII, n. 36-A ed abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

(Esame dell'articolo 5 - Doc. XXII, n. 36-A ed abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

(Esame dell'articolo 6 - Doc. XXII, n. 36-A ed abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

(Esame dell'articolo 7 - Doc. XXII, n. 36-A ed abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

(Esame di un ordine del giorno - Doc. XXII, n. 36-A ed abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A).

Qual è il parere del Governo?

MANLIO DI STEFANO, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Il parere del Governo sull'ordine del giorno Sabrina De Carlo n. 9/Doc. XXII, n. 36-A/1 è favorevole.

PRESIDENTE. Sta bene.

È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale - Doc. XXII, n. 36-A ed abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Presidente, sono passati più di tre anni dal giorno in cui è stato rapito, ucciso e poi ritrovato il corpo di Giulio Regeni; un corpo martoriato, che i segni della tortura avevano reso irriconoscibile. Giulio è diventato da quel giorno il simbolo di una generazione di italiani che con curiosità, coraggio e voglia di cambiare il mondo ha lasciato la propria casa, la propria famiglia per studiare, per capire che cosa accadeva intorno a noi e per trovare delle soluzioni. Giulio ha pagato con la vita, come tanti altri giovani italiani. Giulio apparteneva infatti a quella generazione di italiani che ci rappresenta nel mondo come portatori universali di giustizia, di libertà e di democrazia. Giulio è stato ed è parte di quell'Italia che non si rassegnava all'idea che il mondo dovesse rimanere com'era.

In questi tre anni abbiamo assistito a maldestri tentativi di depistaggio, che sono arrivati direttamente…

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Colleghi, per favore, non ricominciamo…Colleghi…Prego.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Presidente, sono io a chiedere ai colleghi un po' di silenzio e un po' di rispetto, rispetto per ciò di cui oggi ci stiamo occupando (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

Dicevo, in questi anni abbiamo assistito, Presidente, a maldestri tentativi di depistaggio, che sono stati portati avanti direttamente dalle autorità egiziane. Abbiamo assistito al tentativo di strumentalizzare una drammatica vicenda, come quella che ha colpito Giulio Regeni, per ragioni che niente avevano a che vedere con la sua attività di ricerca e con la sua storia, la sua vita. Abbiamo visto in questi anni umiliare le autorità giudiziarie italiane, a cui va il ringraziamento - credo - di quest'Aula e di tutti gli italiani che oggi si battono ancora per la ricerca di verità e giustizia, per il lavoro straordinario che hanno fatto e che stanno continuando a fare, nonostante i tentativi di depistaggio, di occultamento, per distogliere appunto l'attenzione da quel lavoro straordinario.

In questi tre anni abbiamo assistito anche a un'altra brutta pagina. I Governi che si sono succeduti non hanno avuto la capacità di pretendere e di rivendicare fino in fondo verità e giustizia sull'uccisione di Giulio Regeni: questa è una verità che qui oggi ci dobbiamo dire. Abbiamo assistito al rituale stanco di Ministri e Presidenti del Consiglio che sono andati ad incontrare il generale Al-Sisi per discutere di rapporti commerciali e politici tra il nostro Paese e l'Egitto, continuando semplicemente a mettere come frase di circostanza l'impegno comune per la ricerca di verità e giustizia, ma niente è stato fatto e niente è cambiato nell'atteggiamento di quel Paese rispetto a questa vicenda. Abbiamo visto, purtroppo, l'incapacità dei Governi di questo Paese di affrontare la questione trovando un giusto equilibrio tra la tutela degli interessi economici delle nostre aziende e gli interessi politici del nostro Paese nei rapporti con un Paese importante come l'Egitto, rispetto ai valori universali di tutela dei diritti umani, delle libertà civili, della democrazia e della ricerca di verità e giustizia per l'uccisione di Giulio Regeni, che per noi devono essere considerati imprescindibili.

Presidente, la vicenda di Giulio Regeni riguarda la sorte di un nostro connazionale, riguarda la nostra comunità nazionale, ma riguarda molto di più: riguarda il Mediterraneo, riguarda la politica estera di questo Paese, riguarda il modo in cui noi ci approcciamo rispetto al tema dei diritti umani, della loro diffusione, della loro promozione nel mondo, di come noi costruiamo le nostre relazioni internazionali. Presidente, io so che l'Egitto è un Paese strategico in questo momento nel Mediterraneo, io so le contraddizioni di cui quel Paese è portatore rispetto alla vicenda libica, da una parte, e dei rapporti nella regione mediorientale, ma so anche che mai la realpolitik, l'idea della compatibilità tra gli equilibri geopolitici può portare questo Paese a sacrificare valori che stanno iscritti nella nostra Costituzione e che sono fondamento della nostra Repubblica. Allora, oggi, quello che noi dobbiamo fare è trovare le modalità per costruire una ricerca della verità e della giustizia, per porre, rispetto alle relazioni internazionali del nostro Paese, una questione pregiudiziale: gli interessi economici non possono mai venire prima! Questo è quello che noi dobbiamo provare a dire. Allora, il lavoro che questa Commissione d'inchiesta dovrà fare è quello di ricostruire la verità storica e politica su quello che è successo e che sta succedendo in Egitto attorno alla vicenda di Giulio Regeni, perché è una questione che riguarda la memoria e la giustizia per Giulio Regeni, ma è una questione che riguarda anche la dignità e il futuro del nostro Paese. Presidente, quel lavoro servirà anche a dare un indirizzo rispetto a come si riscrivono le relazioni internazionali del nostro Paese, perché non dovremo domani vergognarci di quello che abbiamo sacrificato in nome di qualche interesse economico o di qualche relazione commerciale. Presidente, questa Commissione non ha e non avrà il compito - non ce l'ha, almeno nelle intenzioni di chi, come me, è stato promotore di una proposta di legge già nella scorsa legislatura sull'istituzione di una Commissione d'inchiesta - di sostituirsi o anteporsi rispetto al lavoro della magistratura.

Non sarà compito né di questa Commissione né di questo Parlamento fare il lavoro di accertamento giudiziario, ma noi abbiamo il dovere morale e politico di ricostruire una verità storica su che cosa è accaduto e di contribuire alla ricerca della verità e della giustizia, chiedendo anche all'Egitto di collaborare pienamente, cosa che finora non ha mai voluto fare.

Il lavoro di questa Commissione e il voto di oggi lo dobbiamo dedicare a quelle migliaia di persone che in questi anni non si sono arrese e non si sono rassegnate e hanno continuato a chiedere in ogni luogo, dai balconi e dalle finestre di questo Paese, verità e giustizia per Giulio Regeni. Oggi, è grazie anche a loro che questo Parlamento sta discutendo di questa proposta di inchiesta.

Presidente, io la voglio ringraziare per l'impegno che la sua Presidenza ha assunto rispetto a questa vicenda. Noi apparteniamo a forze politiche e a maggioranze diverse, ma le va riconosciuto che il lavoro della Presidenza della Camera è stato un lavoro importante nella riaffermazione dei principi di ricerca di verità e giustizia sul caso di Giulio Regeni. E anche il gesto - simbolico, è evidente, ma anche i simboli in momenti come questi hanno una loro importanza - di interrompere le relazioni diplomatiche tra il nostro Parlamento e il Parlamento egiziano è un gesto che è importante per questo Paese e oggi riafferma anche l'autonomia del Parlamento rispetto a un Governo che su questo è stato molto più tiepido (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

Quindi, il mio ringraziamento, perché oggi questo risultato lo abbiamo raggiunto grazie anche a una collaborazione tra le forze politiche, che è stata faticosa, è inutile nascondercelo. È stato faticoso arrivare fino a qui, perché ci siamo divisi, abbiamo allungato i tempi di questa discussione, ma quello che è importante è che oggi questo Parlamento arriva, alla fine di un percorso, a dare un secondo segnale simbolico, perché con l'approvazione di questa proposta d'inchiesta noi finalmente avremo uno strumento della politica per rivendicare e chiedere verità e giustizia.

Mi permetta, Presidente, di ritenere, rispetto a questa vicenda, quella di oggi una giornata storica, e di dedicarla infine alla famiglia di Giulio Regeni, alla madre e al padre di Giulio Regeni, che con una straordinaria compostezza, rispetto delle istituzioni e sobrietà, non hanno smesso un solo minuto di combattere per la memoria del proprio figlio (Applausi), per la richiesta di giustizia e verità e per la riaffermazione dei diritti umani come valori universali di cui Giulio Regeni era portatore.

È, quindi, a loro che credo vada il ringraziamento più grande di quest'Aula, perché è grazie a loro che oggi questo Parlamento dà un sussulto di dignità a questo Paese e riafferma il ruolo dell'Italia come portatore di princìpi e di valori che per noi sono indisponibili.

Grazie a tutti voi, colleghi. Spero che questo sia l'inizio di un nuovo percorso per la ricerca di verità e giustizia e che, alla fine, noi possiamo aver dato il nostro contributo alla storia per la memoria e per non solo la morte ma per la vita di Giulio Regeni, che è stata spesa in nome di quei valori (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, quello che in questo momento - ma non soltanto in questo momento - ricordo di Giulio Regeni è una frase che disse sua madre dopo aver visto il corpo martoriato del figlio: ho riconosciuto mio figlio soltanto dalla punta del naso. Un'altra cosa che ricordo, Presidente, è quell'atmosfera irreale, quel silenzio assordante che ci furono durante i funerali di Giulio, che si sono svolti nel paese di Fiumicello.

Giulio, torturato e assassinato e, anche sulla scorta di quanto ho appena ascoltato, in un Paese che consideriamo amico, in un Paese con cui l'Italia mantiene ottimi rapporti. Però, vede, sottosegretario, non possiamo sacrificare la verità sulla base degli ottimi rapporti, anzi - era questo che volevo dire - i buoni rapporti devono proprio servire per poter ottenere risultati laddove, in pancia a questa orribile vicenda, c'è stato evidentemente un ordine di sequestro, un ordine di tortura e un ordine di assassinio di un cittadino italiano, di un ragazzo, di un ricercatore e di una persona che è stata strappata in giovane età in modo barbaro alla sua famiglia, ai suoi amici e alla sua comunità.

Sono d'accordo: non ci sono affari né morali né commerciali che tengano di fatto di fronte alla verità rispetto a questa morte. La giustizia non deve essere impedita in ogni caso né in questo caso né purtroppo in molti altri casi; perché noi giustamente, Presidente, parliamo molto spesso di Giulio Regeni: vorrei si parlasse altrettanto spesso - credetemi che ve lo dico con il cuore in mano e senza nessuna coda polemica - anche di altre vicende. Ricordo molto spesso, ad esempio - è un esempio tra i tanti, purtroppo tra i tanti - coloro che sono stati assassinati e barbaramente uccisi nella famosa strage di Dacca qualche anno fa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e quindi anche quelli sono persone, sono cittadini italiani da dover commemorare e a cui serve dare evidentemente giustizia.

La giustizia non deve essere in ogni caso mai rinunciabile e rinunciataria di fronte a quella che per molti sicuramente - anzi per tutti, non per molti - è la verità sul caso. Tra l'altro, sottolineo che molto spesso purtroppo, devo dire, ho visto una disdicevole strumentalizzazione, a tratti anche politica, della vicenda.

Noi ci togliamo da ogni tipo di strumentalizzazione: non esistono in questo caso, come non mai, destra, sinistra o centro o bandiere. In questo caso, siamo di fronte al martirio di un ragazzo che stava semplicemente facendo il suo lavoro.

La libertà di opinione, la libertà di informazione, la libertà di associazione non possono essere diritti fondamentali soltanto in alcuni Paesi. Devono essere diritti fondamentali universali: ovunque devono esserci queste libertà.

Un ragazzo italiano desideroso di scoprire e desideroso di studiare, desideroso di spiegare l'evoluzione del mondo del lavoro, tra l'altro, ed è l'evoluzione di un mondo che affascina e nulla deve essere - lo ricordiamo - ancora una volta sacrificabile innanzi ad una verità di fatto giudiziaria che attesti ogni responsabilità.

Per come lo interpreto io, non era per Giulio Regeni soltanto un lavoro, era il suo lavoro; non era soltanto una missione ma era la sua missione; non era soltanto un modo di raccontare la vita ma era il suo modo di raccontare la vita, il suo studio, il suo approfondimento, le sue ricerche, i suoi contatti; erano il suo modo. Erano il modo di un ragazzo italiano che di fatto stava cercando alcune verità; stava cercando di spiegare meglio quanto accadeva e accade probabilmente ancora non soltanto nel nostro Paese ma in altri Paesi.

C'è una frase di una canzone che mi resta sempre particolarmente impressa nella memoria in testa quando la leggo e dice “Giulio è di là che dorme e il vento che vien su da Grado” - Grado è la località vicino a Fiumicello - “lo accarezza in fronte”. Sulla base di questo ricordo, noi dobbiamo alla famiglia di Giulio Regeni e a Giulio Regeni e anche a quella comunità incredibile di ragazzi che ho visto al funerale, che ho visto sfilare con le fiaccole, che ho visto camminare sul proprio percorso di vita, che - lo ricordo - accendevano e accendono ad ogni anniversario di morte le fiaccole per ricordarlo, che ascoltano la sua musica, ecco noi dobbiamo a questi ragazzi effettivamente una giustizia ed una verità.

E quindi ben venga che si vada a votare - spero all'unanimità - una proposta di questo tipo. Sono di fatto questi ragazzi e questa comunità - mi avvio alla conclusione, Presidente - la continuazione della vita di Giulio Regeni: è come se in questo caso Giulio Regeni non fosse morto, ma continuasse con le sue idee a camminare sulle spalle di queste brave persone che cercano costantemente, da ormai tre anni, la verità. Questi ragazzi, per come li vedo io, sono le braccia rotte di Giulio, sono le gambe spezzate di questo ragazzo, sono le sue orecchie mozzate, sono la sua bocca martoriata, sono il suo corpo martoriato. Quindi, sulla base di tutto quanto detto e sulla base non soltanto di quello che deve essere meramente un ricordo ma deve essere un mantra che in questo caso la politica deve ripetere, una missione che la politica - una politica alta, una politica con la “p” maiuscola - deve continuare a ricercare in termini di verità, con questa dichiarazione annuncio il voto favorevole del gruppo Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente per la parola. La morte di Giulio Regeni è una tragedia che ha colpito il nostro Paese, la sua famiglia, la sua comunità, è una tragedia che ci vede tutti coinvolti e su questo credo che tutte le espressioni che verranno manifestate in questo Parlamento devono essere unanimi. La famiglia deve capire che le siamo tutti vicini al di là delle posizioni che andremo ad esprimere oggi. L'ho detto ieri e lo ripeto oggi, la cosa che più mi ha colpito nella storia di Giulio Regeni è la sua prima esperienza politica. Lui è stato un sindaco dei ragazzi del suo comune: è un modo per avvicinare i giovani alla politica e alle istituzioni; è un bel modo di iniziare le proprie esperienze nella vita, purtroppo questa sua vocazione all'amore delle istituzioni e all'amore del sapere, all'apertura al mondo l'ha portato in una tragedia forse più grande di lui che lo ha visto vittima di un omicidio brutale. La dignità del nostro Paese ha la necessità che vengano accertati i responsabili di quanto è accaduto e che vengano svolte tutte le indagini in tutti gli ambiti nei quali egli ha operato e che hanno portato a questa sua tragica morte. Però chi ha il dovere di fare tali indagini? Innanzitutto la magistratura e bisogna dare atto che la magistratura italiana, la procura di Roma, il dottor Pignatone, sotto questo profilo hanno svolto un'attività encomiabile che però non è giunta all'identificazione dei responsabili se, solo pochi giorni fa, in una dichiarazione pubblica, il dottor Pignatone ha ammesso che la collaborazione con la procura generale de Il Cairo ha avuto alcuni esiti positivi ma non ha finora consentito l'acquisizione di prove di colpevolezza degli indiziati. Peraltro, la procura di Roma è arrivata anche ad iscrivere nel registro degli indagati alcuni elementi appartenenti ai servizi di sicurezza dell'Egitto e, quindi, ha svolto fino in fondo il suo dovere. Io credo che ci si doveva aspettare di più dai diversi Governi che in questi tre anni si sono succeduti: politici italiani che si sono occupati della vicenda sono sempre stati capaci di espressioni di grande impegno sul piano delle parole, però i risultati raggiunti sono stati assai scarsi: si ha talvolta l'idea che i singoli politici di turno si presentino a Il Cairo, pongano il tema all'attenzione degli interlocutori egiziani ma poi non abbiano necessaria risolutezza per ottenere risultati. E in questo io credo che un Governo come il nostro, così carente sulla politica estera, non aiuti. Mai come oggi, l'Italia risulta isolata, umiliata, esitante su tutti i quadranti internazionali: non li ripeto, Presidente, lei li conosce benissimo, ma, in particolare, vorrei dire, anche per l'attualità, nel quadrante libico, nel Medio Oriente. Questa nostra posizione di debolezza, di isolamento internazionale, che sarebbe quella che, invece, potrebbe consentirci di avere qualche informazione in più sulla vicenda di Giulio Regeni, è sicuramente una delle cause per cui oggi il nostro Paese non è in grado di ottenere giustizia e verità sul caso di Giulio Regeni. L'incompetenza e la superficialità di tanti nostri interlocutori sul piano internazionale ci dimostrano che oggi il nostro Paese non è in grado di svolgere un'adeguata politica estera, quella cooperazione internazionale che, forse, è l'unica che ci potrebbe consentire di ottenere giustizia e verità per Giulio Regeni.

Nell'approccio a questa Commissione parlamentare d'inchiesta, Forza Italia ha voluto essere costruttiva: ha proposto emendamenti in Commissione, ha proposto emendamenti in Aula, con la finalità di rendere il lavoro della Commissione più coerente dal punto di vista giuridico e più esattamente individuato nell'attività di verifica. Abbiamo poco fa discusso, in particolare, un mio emendamento, a mia prima firma, ma che è di tutto il gruppo di Forza Italia, che lo condivide, che chiedeva di estendere le indagini della Commissione parlamentare d'inchiesta anche nell'ambito dell'attività universitaria che Giulio Regeni svolgeva presso l'università di Cambridge. Con un atteggiamento che, francamente, trovo assolutamente inspiegabile e oserei dire anche un po' ottuso, si è voluto respingere questo emendamento.

Noi avevamo già detto subito, Presidente, nell'intervento che abbiamo svolto ieri, che il voto finale sarebbe dipeso anche da come la maggioranza ed i relatori avrebbero apprezzato il lavoro di Forza Italia svolto in Commissione e in Aula. Così non è stato, francamente non lo capisco. Ho apprezzato molto l'atteggiamento, in particolare, dell'onorevole Fassino, che ha cercato una mediazione, ha cercato, credo, l'interlocuzione con tutti i diversi livelli politici di quest'Aula perché si potesse arrivare ad un risultato di voto unanime, ma c'è stata un'assoluta chiusura su questo. Non la capisco, non la spiego, ma credo che sia stata un'occasione sprecata e se vuole anche, mi consenta, Presidente, un'offesa alla sua persona. Lei aveva lanciato un monito ed un invito a che l'intera Camera dei deputati potesse essere unanime su questo tema: bastava poco, bastava un po' di buona volontà, bastava avere l'umiltà di mettersi a un tavolo e discutere, ma nessuno ha voluto aprire un tavolo, nessuno ha voluto discutere e oggi ci troviamo in questa posizione. Quindi, lo dico con rammarico, ma noi voteremo contro. Abbiamo delle perplessità, come ripeto, mi scusi, ci asterremo su questo voto. Presidente, è con rammarico, ma credo che l'atteggiamento responsabile e costruttivo di Forza Italia non è stato apprezzato, è stato assolutamente misconosciuto e credo che, a fronte di questo atteggiamento, il voto di astensione sia il minimo che dobbiamo aspettarci (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). Grazie, signor Presidente. Era il 3 febbraio, come è già stato ricordato, del 2016, quando fu ritrovato il corpo di Giulio Regeni, in uno stato spaventoso, martoriato da ogni tipo di tortura e di vessazioni: fratture, coltellate, tagli, bruciature e quanto di più terribile possa essere inferto al corpo di una persona. Quello che va detto qui, nel momento in cui noi abbiamo deciso di costituire una Commissione d'inchiesta, è che da subito noi fummo davanti ad un'azione di depistaggio.

Nelle prime ore, si disse che Giulio era stato vittima di un incidente stradale, poi si accreditò una rissa adducendo le motivazioni più curiose, poi, di fronte all'evidenza, si diede una disponibilità formale dalla parte delle autorità egiziane che, però, venne accompagnata dalla cancellazione di tutti i riferimenti che potevano consentire le indagini: penso ai tabulati dei cellulari e penso ad altri elementi obiettivi che furono cancellati. Infine, nonostante il riconoscimento di una relazione ufficiale egiziana e, cioè, che Giulio Regeni, effettivamente, era stato arrestato e torturato per sette giorni consecutivi e poi, infine, ucciso, si continuò in un'azione di depistaggio nel cercare delle motivazioni e dei responsabili diversi da quelli che probabilmente, in realtà, sono stati. Come, ad esempio, indicare una banda di quattro criminali uccisi in uno scontro a fuoco dalla polizia egiziana come i responsabili dell'uccisione di Regeni, salvo poi scoprire, nelle indagini successive, che quei quattro uomini, nel momento in cui ebbero lo scontro a fuoco, erano a 100 chilometri dal luogo del rapimento di Regeni e che, in realtà, sui corpi di quei cadaveri c'erano i segni di sparatorie a bruciapelo che testimoniavano di una esecuzione. Un'azione di depistaggio per la quale si è tentato, ancora una volta, di far credere cose diverse da quelle che avvennero davvero.

Così come si è cercato di far credere che l'uccisione di Regeni fosse stata perpetrata da persone vicine ai Fratelli musulmani e, via via, si è continuato ad accreditare tesi che, nella loro non credibilità, hanno avvalorato, in realtà, l'unica tesi per la quale si giustifica questa Commissione d'inchiesta e, cioè, risulta evidente, sempre più evidente, un coinvolgimento di settori degli apparati statali egiziani, segnatamente dei servizi egiziani, legittimi o deviati questo non lo sappiamo, ma, in ogni caso, settori che fanno riferimento agli apparati statali egiziani. D'altra parte, questo accertamento risulta sempre più plausibile alla luce del fatto che, negli ultimi accertamenti, risulta che Giulio Regeni era controllato e spiato dal capo del sindacato degli ambulanti de Il Cairo, che riferiva direttamente ai servizi delle attività, delle azioni e dei movimenti di Giulio Regeni.

Il fatto poi che, in questi mesi, siano stati sottoposti ad arresto o, comunque, a misure di limitazione della libertà l'avvocato egiziano della famiglia Regeni, il consulente della famiglia Regeni è la dimostrazione, ancora di più, di un comportamento non solo reticente, equivoco, ma teso ad impedire in ogni caso un accertamento della verità.

Così come - e anche questo sarà oggetto della nostra inchiesta - non risulta fin qui chiaro quale sia il ruolo che ha esercitato l'Università di Cambridge. In particolare, escludendo che Regeni abbia in qualsiasi modo compiuto degli atti illeciti o, comunque, fosse in contatto con i servizi egiziani, non è chiaro come l'Università di Cambridge abbia tutelato e protetto Regeni, così come altri ricercatori, e non abbia utilizzato, invece, in modo improprio i rapporti di studio e di ricerca che Giulio Regeni inoltrava.

Tutto questo, insomma, richiede che si faccia piena luce: lo chiede la famiglia, e noi abbiamo il dovere morale di dare una risposta al padre, alla madre di Giulio Regeni, ai familiari che sono stati colpiti da questo terribile, terribile assassinio (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali); lo chiede l'opinione pubblica che, giustamente, vuole sapere perché un giovane ricercatore italiano abbia dovuto patire questi patimenti così atroci e trovare morte in quel modo così sciagurato; lo si deve ai tanti giovani che, come Giulio Regeni, sono animati da passione civile, giovani che dedicano la loro attività di studio e di ricerca anche in luoghi esposti a rischio, come ha fatto Giulio Regeni, che poteva benissimo svolgere la sua attività accademica di ricerca in una università italiana e che, invece, si è esposto ai rischi che l'hanno condotto a morte unicamente mosso dalla passione di capire e comprendere gli eventi che muovevano la società egiziana e le “primavere arabe” in quegli anni.

Ed è evidente, quindi, che noi vogliamo avere verità, avere giustizia, e questo lo si potrà avere in primo luogo soltanto se si smuoveranno le autorità egiziane dall'atteggiamento di reticenza, di ambiguità, di occultamento della verità, che fino ad oggi ha caratterizzato il loro comportamento. E devo dire che non ci rassicura quello che ha dichiarato, a conclusione del Vertice euro-arabo di Sharm el-Sheikh, il Presidente al-Sisi, quando ha detto che in Egitto e nei Paesi arabi la concezione e il rispetto dei diritti umani si ispira a criteri diversi da quelli dei Paesi europei; perché un conto è riconoscere le diversità delle identità culturali, sociali o religiose di ogni nazione e di ogni popolo, altra cosa è sapere che ci sono diritti inalienabili sotto ogni cielo e in ogni terra, che appartengono all'individuo e alla persona e che non possono essere né soffocati, né oppressi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

E, quindi, per questo chiediamo, appunto, la verità. E lo chiediamo in primo luogo per rendere giustizia a Regeni. Lo chiediamo per rendere verità e giustizia anche ai tanti altri Regeni che, in questi anni, sono stati oppressi e continuano a essere repressi nella loro attività, perché affermano fondamentali diritti politici e civili. E lo chiediamo, soprattutto, guardando a quel bacino mediterraneo, che è percorso da inquietudini, crisi, turbolenze, guerre, come la crisi siriana o la crisi libica o gli eventi che muovono, in queste settimane, la società algerina.

Non ci sfugge, naturalmente, il ruolo politico che l'Egitto ha nella regione mediterranea, il peso che quel Paese ha, basterebbe pensare all'incidenza che ha sulla crisi libica. Non ci sfugge neanche che l'Italia ha in Egitto un partner economico importante e l'importanza delle relazioni economiche e commerciali con l'Egitto. E tuttavia non c'è ragione di Stato, non c'è ragione di politica estera, non c'è ragione di interesse economico che possa tutelare l'occultamento di un assassinio e di un assassinio di una persona innocente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Per questo noi abbiamo deciso di sostenere l'istituzione di questa Commissione d'indagine, non ci sfugge che il suo compito è arduo e difficile, perché, così come fino ad oggi si è imbattuta in mille difficoltà e ostacoli la magistratura italiana, che pure ha indagato in ogni direzione, gli stessi ostacoli probabilmente si frapporranno anche all'attività della nostra Commissione, così come l'azione diplomatica fin qui è stata, diciamo, frustrata dalla reticenza e dalla insensibilità del Governo egiziano; e tuttavia, proprio per questo, noi riteniamo che a maggior ragione non bisogna rinunciare e non bisogna demordere, e che faremo tutto il possibile perché verità e giustizia a Giulio Regeni sia finalmente riconosciuta, per la sua famiglia, per la sua memoria e per la democrazia e i diritti, non solo in Egitto, ma in tutto il mondo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Signor Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghe e colleghi, tre anni fa fu ucciso in Egitto Giulio Regeni. L'omicidio è stato commesso tra gennaio e febbraio del 2016. Da allora la magistratura italiana sta lavorando per giungere alla verità. L'istituzione della Commissione d'inchiesta ha il compito di chiarire e verificare i fatti, atti o condotte, commissive o omissive, che hanno portato alla morte di Giulio Regeni o difficoltà all'accertamento giurisdizionale delle relative responsabilità. La Commissione ha, altresì, il compito di valutare eventuali iniziative normative per superare, in questo caso per il futuro, i livelli di protezione di persone impegnate in progetti di studio e di ricerca all'estero, in modo da prevenire rischi per la loro sicurezza e incolumità.

Le suddette modifiche al testo originario, frutto delle audizioni tenacemente volute dalla Lega, che hanno sostanzialmente rideterminato i compiti assegnati a questa importante Commissione e, a dispetto di chi pensava ad un comportamento inizialmente ostruzionistico della Lega, hanno avuto invece lo scopo di evitare il rischio di possibili conflitti di attribuzione e di invasione tra i tre poteri dello Stato, evitando, quindi, profili di incostituzionalità del presente provvedimento, incostituzionalità che impedirebbe i lavori della Commissione. Per questi motivi, anticipo il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Sabrina De Carlo. Ne ha facoltà.

SABRINA DE CARLO (M5S). Gentile Presidente, colleghi deputati, sono trascorsi soltanto pochi giorni da quel 25 aprile che, ogni anno, ci ricorda il solenne valore della libertà. Oggi, in quest'Aula, a difesa instancabile dell'universalità dei diritti, il rifiuto dell'oppressione nei riguardi delle torture umane deve diventare corale. Questa deve essere una battaglia politica da portare oltre i confini del nostro Paese, perché i diritti sono imprescindibili, anche oltre il tricolore, perché se altrove quei diritti vengono calpestati senza pietà, non possiamo restare nel silenzio o nell'indifferenza. Penso all'Arabia Saudita, dove l'oppressione raggiunge vette inimmaginabili, alla sorte che è toccata a Asia Bibi in Pakistan, liberata dopo anni di prigione con l'inaudita accusa di blasfemia e costretta alla clandestinità; e ancora, penso a Nasrin Sotoudeh, che ha sopportato 148 frustate inflitte a Teheran perché colpevole di aver difeso i diritti umani. I diritti devono tornare ad essere materia della politica e oggi abbiamo l'opportunità di ribadirlo facendo un passo concreto per trovare la verità sulla morte toccata a Giulio Regeni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Sono passati più di tre anni da quando il corpo del giovane ricercatore friulano, mio corregionale, è stato fatto ritrovare a seguito di un efferato assassinio a Il Cairo, il 3 febbraio 2016. Giulio Regeni, in Egitto per motivi di studio e di ricerca, seguiva con attenzione il comportamento del Governo di Al Sisi, redigeva articoli analizzando le tendenze politiche ed economiche di quel territorio e si era concentrato in particolar modo sugli ambulanti, ragazzi provenienti dai vari villaggi che si guadagnavano a stento da vivere sui marciapiedi de Il Cairo. L'indagine era rivolta a capire se il sindacato di quella categoria fosse in grado di innescare un cambiamento sociale e politico nel Paese. Nel 2015 il clima si fece ostile e quel tipo di indagine socioculturale divenne più difficoltosa perché la stampa era stata imbavagliata; avvocati e giornalisti subivano regolari minacce e i caffè del centro brulicavano di informatori. La polizia fece anche irruzione nell'ufficio in cui Regeni preparava le sue interviste. In quel periodo molti usavano i media per veicolare il messaggio che ci fossero complotti avverso il Governo da parte di stranieri.

Giulio ha vissuto così i suoi ultimi mesi, prima del rapimento, della tortura e della morte, e forse Giulio, negli ultimi istanti della vita, ha pensato al suo Paese, alla sua famiglia, al dolore, al vuoto che avrebbe lasciato nei cuori delle persone a lui care. Era un ragazzo come me, Giulio, amico di alcuni miei amici, nato e cresciuto in un paese poco distante dalla città in cui vivo, da una famiglia perbene, che tante volte ho incrociato senza però riuscire ad avvicinarmi. Cosa si può dire a una madre a cui è stato strappato un figlio con questa brutalità? Quali parole possono lenire un dolore inimmaginabile con il quale si deve imparare a convivere? La compostezza del silenzio forse in questi casi è l'unico strumento per rispettare una perdita tanto crudele e se qualcosa può alleggerire quella sofferenza è soltanto l'impegno di portare avanti le ragioni di una verità che deve essere trovata e resa pubblica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Quella di Giulio Regeni è una storia di crudeltà, perché crudele il più delle volte è stato anche il trattamento che Giulio ha ricevuto post mortem. Di lui si è detta qualunque cosa pur di gettare fango sulla sua memoria. Crudele è stata anche la morte che gli è toccata: del suo corpo è stato fatto uno scempio atroce e disumano, che mi astengo dal riportare con dovizia di particolari in quest'Aula perché sarebbe una sofferenza troppo grande da far rivivere alla sua famiglia. Della sua storia di giovane appassionato alla scoperta del mondo sappiamo ormai tutto. Però, a distanza di tre anni quello che ancora non sappiamo sono la verità storica e quella giudiziaria legate alla sua morte, l'identità dei responsabili della sua tortura e uccisione.

Dopo tre anni di attesa la vicenda che ha portato alla morte di Giulio Regeni è ancora incagliata nella complessa trattativa diplomatica tra Italia ed Egitto. A nulla sono serviti i dialoghi, i tentativi, le richieste e gli appelli. Ad oggi ci sono ancora molti ostacoli alla conoscenza della verità, ma non possiamo fermarci. Abbiamo bisogno, dopo tanta attesa, che alle parole si aggiungano i fatti: dobbiamo sapere chi e perché ha catturato, torturato e ucciso Giulio! Ne abbiamo bisogno non soltanto da rappresentanti delle istituzioni, ma da cittadini di quell'Italia che amiamo e tuteliamo. È un'esigenza corale, perché non possiamo permettere che la nostra dignità di italiani venga offesa con bugie e silenzi. Si gioca, in questa triste vicenda, la dignità del nostro Paese. La ricerca della verità per Giulio è diventata un impegno per la tutela dei diritti umani come segno esemplare della serietà e dell'intransigenza del nostro Paese e della solidità dei suoi valori democratici.

Come spesso ricordano i genitori del giovane ricercatore assassinato, Giulio Regeni continua a fare cose, muove le energie positive di questo Paese e costringe, con il suo esempio, a riflettere sull'inviolabilità dei diritti umani. Oggi Giulio Regeni ci spinge a decidere da che parte stare e non possiamo che stare dalla parte di un cittadino i cui diritti sono stati brutalmente violati e la cui vita è stata spezzata. Una verità c'è e dobbiamo conoscerla. Dobbiamo far ciò perché sulla vicenda dell'omicidio di Giulio Regeni abbiamo più volte avuto il presentimento che ci fossero dei depistaggi atti a coprire i veri responsabili, ma successivamente abbiamo iniziato ad avere qualche conferma. La procura di Roma, infatti, ritiene che la prova del depistaggio sia contenuta negli atti dell'inchiesta spediti in Italia da Il Cairo. Nei documenti ci sono dati tecnici che smentiscono in modo inequivocabile la responsabilità nell'omicidio della banda criminale annientata in Egitto lo scorso marzo. Secondo quanto ricostruito dai PM, la responsabilità della banda e il ritrovamento a casa del capo di documenti di Giulio sarebbe solo una montatura messa in scena per sviare le indagini. Dalle carte, in particolare, emerge che il capo della banda il 25 gennaio, giorno della scomparsa di Giulio, si trovava a oltre 100 chilometri dalla capitale egiziana.

Di fronte a questi fatti intendiamo scongiurare con ogni mezzo il rischio che l'omicidio del giovane ricercatore italiano finisca per essere dimenticato e per essere catalogato tra le tante inchieste in corso in Egitto o possa essere collocato in una delle tante versioni della polizia e del Governo egiziano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È importante tenere alta l'attenzione su casi simili di violazioni di diritti umani. Il cosiddetto “rumore mediatico” creato da manifestazioni e dibattiti che hanno coinvolto anche le istituzioni è servito a non arrendersi alla negazione, al depistaggio e alle tempistiche dilatate nella speranza che la storia venga dimenticata. È necessario, a questo punto, sollecitare le autorità egiziane a rompere il muro di omertà che sta caratterizzando questo caso come quelli di tanti desaparecidos. Abbiamo il dovere di farlo per tutti i Giulio che andranno ancora all'estero, per difendere i loro diritti e i diritti di tutti quelli che hanno subito violenza o soprusi. Come ha ricordato il Presidente Conte qualche giorno fa in Egitto, il caso di Giulio Regeni resta una ferita aperta finché non avremo la verità. L'istituzione di una Commissione d'inchiesta per scoprire perché e da chi Giulio Regeni è stato ucciso si colloca coerentemente all'interno dello sforzo italiano ed europeo di ricerca della verità e della giustizia. Essa non intende sovrapporsi al lavoro attento e scrupoloso della magistratura italiana, che sta cercando di ricostruire le dinamiche e le responsabilità dell'assassinio, ma intende ricostruire la verità storica e politica di quei tragici avvenimenti, riaffermando il primato dei principi di libertà e di giustizia su cui si fonda la nostra democrazia, ed è tanto più urgente e necessaria oggi che la cooperazione giudiziaria non procede, purtroppo, come avremmo auspicato.

Sappiamo bene che tutto questo non servirà a cancellare il dolore di una famiglia dilaniata dalla perdita tragica di un figlio, ma intendiamo far sapere che lo Stato è dalla parte di Giulio e dei diritti, dalla parte della sua famiglia e intende impiegare tutte le risorse in suo possesso per giungere a una risposta che chiarisca cosa è accaduto a quel giovane la cui vita è stata spezzata brutalmente. È giunto, pertanto, il momento di procedere a una doverosa e meticolosa indagine che sveli finalmente una verità che attendiamo di conoscere da un tempo troppo lungo. Il percorso che ci ha portati oggi a poter votare il provvedimento in Aula non è stato dei più semplici: un lavoro lungo con non poche difficoltà superate grazie anche alla collaborazione di tutti i gruppi parlamentari che hanno contribuito. Su questo fine ultimo auspichiamo il consenso unanime di tutte le forze politiche presenti in quest'Aula. È arrivato il momento di essere un Paese unito, è il momento di rendere giustizia a Giulio Regeni con quella strenua difesa dei diritti umani che l'Italia osserva e riconosce. Per tutti questi motivi con grande emozione esprimo il voto favorevole da parte del gruppo del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - Doc. XXII, n. 36-A ed abbinata)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - Doc. XXII, n. 36-A ed abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di inchiesta parlamentare Doc. XXII, n. 36-A: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10) (Generali applausi - L'Assemblea e i membri del Governo si levano in piedi).

Dichiaro così assorbita l'abbinata proposta di inchiesta parlamentare Doc. XXII, n. 17.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 16,03)

Organizzazione dei tempi di discussione dei disegni di legge di ratifica.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione dei disegni di legge di ratifica nn. 1538-A, 1539-A, 1540-A e 1541-A.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta dell'11 aprile 2019 (Vedi l'allegato A della seduta dell'11 aprile 2019).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Serbia inteso a facilitare l'applicazione della Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, fatto a Belgrado il 9 febbraio 2017; b) Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Serbia inteso a facilitare l'applicazione della Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959, fatto a Belgrado il 9 febbraio 2017 (A.C. 1538-A) (ore 16,04).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1538-A: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Serbia inteso a facilitare l'applicazione della Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, fatto a Belgrado il 9 febbraio 2017; b) Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Serbia inteso a facilitare l'applicazione della Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959, fatto a Belgrado il 9 febbraio 2017.

Ricordo che nella seduta del 15 aprile si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 1538-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1538-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palazzotto. Prendo atto che vi rinunzia.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il provvedimento al nostro esame reca la ratifica di due Accordi in materia giudiziaria tra l'Italia e la Serbia. Il primo Accordo ha ad oggetto la cooperazione giudiziaria ai fini della lotta alla criminalità organizzata, alla corruzione e al riciclaggio, e a tal fine intende affinare gli strumenti relativi all'estradizione dei cittadini dei rispettivi Stati contraenti stabiliti dalla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957. I casi previsti riguardano sia l'estradizione processuale fondata su misure cautelari al fine di dare corso a un procedimento penale per i reati di criminalità organizzata, corruzione e riciclaggio, purché punibili secondo le leggi di entrambi gli Stati con una pena detentiva o con altra misura restrittiva della libertà personale non inferiore nel massimo a quattro anni, sia quella esecutiva basata su decisioni passate in giudicato ai fini dell'esecuzione di una sentenza di condanna definitiva a pena detentiva o altra misura restrittiva della libertà personale quando la pena stessa non sia inferiore ad anni due.

Particolare importanza riveste la facoltà di scontare la pena nel proprio Stato all'esito del procedimento penale celebrato nello Stato richiedente, nonché la possibilità per lo Stato richiesto di dare esecuzione alla pena inflitta nello Stato richiedente conformemente al proprio diritto interno.

Il secondo Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Serbia è inteso a facilitare l'applicazione della Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959, Accordo fatto a Belgrado il 9 febbraio 2017. L'Accordo bilaterale aggiuntivo alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959 ha l'obiettivo di migliorare la cooperazione giudiziaria in materia penale tra l'Italia e la Serbia ai fini di contrasto alla criminalità transnazionale.

Nell'ottica di conseguire la più ampia assistenza giudiziaria sono indicati molteplici strumenti, dallo scambio di informazioni di carattere penale al collegamento in videoconferenza quando la persona da sentire si trovi detenuta nel territorio dello Stato richiesto, agli accertamenti sui rapporti bancari, finanziari e di conto corrente nel territorio dello Stato richiesto.

L'Accordo garantisce, inoltre, il rispetto della disciplina dell'Unione europea in materia di trattamento dei dati personali da parte delle autorità competenti a fini di prevenzione, indagine, accertamento ed anche perseguimento di reati o esecuzioni di sanzioni penali, nonché di libera circolazione di tali dati.

L'impegno a intensificare e migliorare l'applicazione degli strumenti per la cooperazione giudiziaria tra gli Stati membri del Consiglio d'Europa, sia con riguardo all'estradizione che per quanto concerne la richiesta di assistenza giudiziaria, nasce dall'esigenza di contrastare in maniera efficace il fenomeno della criminalità organizzata, della corruzione e del riciclaggio: finché l'Europa fisica non coinciderà pienamente con l'Europa dello stato di libertà, sicurezza e giustizia dell'Unione europea, ci sarà la necessità di accordi bilaterali come quello in esame, che stabiliscano regole comuni per contrastare fenomeni dall'elevato disvalore sociale.

In quest'ottica, è doveroso ratificare entrambi gli Accordi bilaterali con la Serbia; sia l'Accordo tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Serbia inteso a facilitare l'applicazione della Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, sia l'Accordo tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Serbia inteso a facilitare l'applicazione della Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959, fatto a Belgrado il 9 febbraio 2017. Quindi, Presidente, con queste premesse dichiaro il voto favorevole del gruppo di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Angela Schirò. Ne ha facoltà.

ANGELA SCHIRO' (PD). Presidente, colleghi, negli ultimi anni per rispondere alle esigenze strategiche del contrasto al crimine internazionale sono stati firmati numerosi accordi di cooperazione giudiziaria: il disegno di legge al nostro esame si inserisce in questo contesto, e reca in particolare l'autorizzazione alla ratifica ed esecuzione di due Accordi tra Italia e Serbia, diretti a facilitare l'applicazione delle due Convenzioni europee del 1957 e del 1959 su estradizione e assistenza giudiziaria in materia penale. L'obiettivo, in sintesi, è quello di intensificare ed affinare gli strumenti di cooperazione giudiziaria tra Italia e Serbia finalizzati alla lotta alla criminalità organizzata e al riciclaggio, prevedendo la facoltà di estradizione reciproca dei propri cittadini sia per i reati di criminalità organizzata, corruzione e riciclaggio che per altri reati gravi: obiettivo di per sé condivisibile, come si vede.

L'esecuzione dei due Accordi si inserisce inoltre nel contesto più generale dello sviluppo delle prospettive strategiche dei rapporti tra la Serbia e l'Unione europea, e tra la Serbia e il nostro Paese. La Serbia, come sappiamo, è impegnata a sostenere ed applicare norme e leggi compatibili con quelle europee, al fine di favorire il proprio processo di adesione e di integrazione europea, ormai definitivamente avviato.

Per quanto riguarda, invece, i rapporti tra la Serbia e il nostro Paese, occorre registrare che essi si sono particolarmente intensificati negli ultimi anni: voglio ricordare che nel 2018 l'Italia è stato il secondo partner commerciale della Serbia: nel 2018 le esportazioni italiane in Serbia hanno registrato un più 4,7 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre l'import italiano è rimasto sostanzialmente invariato. Secondo i dati dell'Agenzia per lo sviluppo della Serbia, l'Italia rappresenta anche il primo investitore estero, con una presenza di circa 600 aziende.

I contenuti specifici del provvedimento sono stati ampiamente illustrati. Per questo non torno sui loro aspetti specifici, se non per dire che la finalità che essi perseguono, di semplificare gli accordi stipulati a livello europeo e di rendere più incisivi i rapporti diretti di collaborazione bilaterale, sono da avallare e sostenere.

Per l'importanza specifica del provvedimento e per l'incontestabile crescita dei rapporti tra i due Paesi, dunque, annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dimitri Coin. Ne ha facoltà.

DIMITRI COIN (LEGA). Presidente, dal punto di vista tecnico, questa ratifica è stata ampiamente dibattuta in discussione generale, ed è stata anche ampiamente spiegata ed illustrata da chi mi ha preceduto; per cui ulteriori sottolineature credo che meritino semplicemente per quanto riguarda il numero dei detenuti che sono nelle carceri italiane e quelli trattenuti nelle carceri serbe: attualmente i cittadini serbi detenuti in carceri italiane sono 154, mentre solo un italiano è detenuto in carceri serbe.

Come gruppo Lega l'unica aggiunta che ritengo di fare è dal punto di vista politico. Come gruppo Lega siamo sempre stati favorevoli a tutti quegli accordi internazionali che prevedano l'estradizione di criminali; ancor meglio se questa estradizione poi porta davvero allo scontare la pena nel proprio territorio.

Con la Serbia, come si diceva anche poco fa, le relazioni internazionali sono migliorate e i rapporti si sono assolutamente intensificati. La Serbia un Paese che sta chiedendo di entrare nell'Unione europea e questo è un passaggio fondamentale per completare quel percorso iniziato dal presidente Vučić l'anno scorso e che dovrebbe concludersi, appunto, quest'anno. Pertanto, detto questo, non mi dilungo oltre e annuncio il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Riccardo Olgiati. Ne ha facoltà.

RICCARDO OLGIATI (M5S). Presidente, onorevoli colleghi, con il presente disegno di legge il Governo chiede alle Camere l'autorizzazione alla ratifica e all'esecuzione dell'Accordo inteso a facilitare l'applicazione della Convenzione europea di estradizione del dicembre 1957, nonché dell'Accordo inteso a facilitare l'applicazione della Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959 tra il Governo della Repubblica Italiana e quella di Serbia, fatti a Belgrado il 9 febbraio 2017.

L'Accordo bilaterale, che è aggiunto alla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957 ed è volto ad agevolarne l'applicazione tra il Governo della Repubblica Italiana e quello della Serbia, si inserisce nel contesto dell'intensificazione e dell'affinamento degli strumenti di cooperazione giudiziaria finalizzati alla lotta alla criminalità organizzata e al riciclaggio. Finalità primaria di tale Accordo aggiuntivo, dunque, è quella di incoraggiare, agevolare e sviluppare i rapporti tra Italia e Serbia nel campo della cooperazione giudiziaria penale, che in tal modo registreranno un notevole passo avanti, essendo stata prevista dai due Stati la facoltà di estradizione reciproca dei propri cittadini sia per i reati di criminalità organizzata, corruzione e riciclaggio che per altri reati gravi. Si tratta di un importante passo avanti nella qualità della cooperazione giudiziaria, in considerazione del fatto che al momento dell'adozione della Convenzione europea di estradizione la Jugoslavia aveva posto una riserva che escludeva l'estradizione dei propri cittadini. Inoltre l'Accordo aggiuntivo in esame presenta una puntuale disciplina della materia dell'estradizione dei cittadini e del transito degli stessi sul territorio delle due parti, nei casi in cui un cittadino consegnato da uno Stato terzo a uno dei due Stati contraenti debba transitare sul territorio dell'altro.

Il secondo Accordo bilaterale, aggiuntivo alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959, si inserisce invece nell'ambito degli strumenti finalizzati all'intensificazione ed alla puntuale regolamentazione dei rapporti di cooperazione posti in essere dall'Italia con gli Stati non appartenenti all'Unione europea, con l'obiettivo di migliorare la cooperazione giudiziaria internazionale e di rendere più efficace nel settore giudiziario penale il contrasto del fenomeno della criminalità transnazionale. L'adozione di norme volte a disciplinare in modo preciso ed accurato il settore dell'assistenza giudiziaria penale è stata imposta dall'attuale realtà sociale, caratterizzata da sempre più frequenti ed estesi rapporti tra i due Stati in qualsiasi settore: economico, finanziario, commerciale, dei flussi migratori. L'incontestabile dato della continua crescita nei rapporti tra i due Paesi implica, dunque, inevitabilmente, la comune esigenza di reciproca assistenza giudiziaria penale.

Per tutte queste ragioni e sulla base dei princìpi di reciprocità, uguaglianza e mutuo interesse, in conformità con i rispettivi ordinamenti giuridici e con gli impegni internazionali assunti dalle parti, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1538-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1538-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1538-A:

“Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Serbia inteso a facilitare l'applicazione della Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, fatto a Belgrado il 9 febbraio 2017; b) Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Serbia inteso a facilitare l'applicazione della Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959, fatto a Belgrado il 9 febbraio 2017”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Trattato di estradizione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Kenya, fatto a Milano l'8 settembre 2015; b) Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Kenya, fatto a Milano l'8 settembre 2015 (A.C. 1539-A) (ore 16,24).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1539-A: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Trattato di estradizione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Kenya, fatto a Milano l'8 settembre 2015; b) Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Kenya, fatto a Milano l'8 settembre 2015.

Ricordo che nella seduta del 15 aprile si è conclusa la discussione generale.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 1539-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1539-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Giusi Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento al nostro esame reca la ratifica di due trattati tra l'Italia e il Kenya, fatti a Milano l'8 settembre 2015 e concernenti l'estradizione e l'assistenza giudiziaria in materia penale. Si tratta di accordi importanti, che stanno a suggellare lo stato di amicizia tra i due Paesi, che si trovano nelle condizioni di poter cooperare anche sul piano della giustizia.

L'Accordo prevede sia l'estradizione processuale che quella esecutiva, su richiesta di uno degli Stati e nel rispetto di due principi che riteniamo fondamentali: il principio della doppia incriminazione e il principio del ne bis in idem, oltre che delle prassi delle norme internazionali consolidate. Quindi un Accordo in materia di estradizione, un altro in materia di cooperazione giudiziaria, che insieme rafforzano, anche sul piano della giustizia, i rapporti tra i due Paesi, in un periodo in cui, in Kenya, si assiste a momenti di tensioni socio-politiche e attacchi terroristici. La stabilità del Kenya è importante anche per gli interessi italiani in Africa orientale. Questi Accordi rafforzano l'amicizia e la cooperazione con un Paese di rilevante importanza per quell'area dell'Africa. Per questa ragione, signor Presidente, dichiaro il voto favorevole del gruppo parlamentare di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Presidente, ratifichiamo oggi un Accordo importante per favorire il contrasto alla criminalità tra Kenya e Italia; è un Accordo che norma la cooperazione giudiziaria penale tra il nostro Paese e il Kenya. Noi voteremo ovviamente a favore, perché il Kenya è un Paese strategico per il contrasto al traffico di persone, per il contrasto al terrorismo, per il contrasto al traffico di armi e di droga nel Corno d'Africa, ma votiamo anche a favore pensando a Silvia Romano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), una persona che in questo momento si trova nelle mani dei terroristi, probabilmente in Kenya. Noi abbiamo bisogno di tutta la cooperazione tra Italia e Kenya per fare in modo che Silvia torni al più presto a casa, quindi oggi votiamo con grande solidarietà questa ratifica, perché pensiamo anche alla cooperazione necessaria a far tornare Silvia a casa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vito Comencini. Ne ha facoltà.

VITO COMENCINI (LEGA). Presidente, il primo Accordo con il Kenya intende disciplinare con chiarezza il settore dell'assistenza giudiziaria penale: ad esempio, su domanda degli Stati contraenti, essi si impegnano a consegnarsi reciprocamente persone ricercate. Naturalmente garantiamo il principio della doppia incriminazione, che è fondamentale in questo senso. Non ripeto quello che hanno già detto i miei colleghi, che ovviamente condivido, aggiungo solo che, in merito appunto a questo Accordo e a tutti gli accordi di estradizione, riteniamo che sia importante concludere questi accordi con i vari Paesi, in modo che sia chiaro a tutti, dopo soprattutto il caso dell'estradizione di Cesare Battisti, come la collaborazione con gli altri Governi sia fondamentale per riuscire appunto a contrastare e anche andare a prendere questi criminali che si trovano in altri Paesi. Un importante successo, appunto quello dell'estradizione di Cesare Battisti, grazie a questo Governo e grazie al Governo brasiliano di Bolsonaro.

Proprio perché l'attuale Accordo consentirà all'Italia di affrontare le problematiche giudiziarie con maggiore trasparenza ed equità anche con il Kenya, il gruppo Lega-Salvini Premier voterà a favore (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Simona Suriano. Ne ha facoltà.

SIMONA SURIANO (M5S). Presidente, il disegno di legge in esame prevede la ratifica di due Trattati tra Italia e Kenya, rispettivamente in materia di estradizione e assistenza giudiziaria in materia penale.

Con il primo Accordo, gli Stati contraenti si impegnano a consegnarsi reciprocamente, su domanda, persone ricercate che si trovino sul proprio territorio, sia al fine di dar corso a un procedimento penale (estradizione processuale) sia per consentire l'esecuzione di una condanna definitiva (estradizione esecutiva).

Il secondo Accordo impegna le Parti a prestarsi assistenza giudiziaria nei seguenti ambiti: ricerca e identificazione delle persone, notifiche, citazione di testimoni e parti offese, trasmissione di documenti e perizie, assunzione di testimonianze e svolgimenti di interrogatori, anche attraverso videoconferenza, trasferimento di persone detenute per il compimento di atti processuali, esecuzione di indagini, ispezioni e perquisizioni, sequestri e confisca dei proventi delle cose pertinenti al reato, accertamenti bancari e finanziari a cui non può essere opposto il segreto bancario.

L'approvazione di questo disegno di legge consentirà di rafforzare, in un settore strategico come quello della cooperazione giudiziaria, le relazioni tra il nostro Paese e il Kenya, tradizionalmente improntate ad amicizia e collaborazione in un ampio spettro di settori: dal dialogo politico alla cooperazione allo sviluppo, passando per il sempre più intenso interscambio commerciale.

Per questi motivi annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1539-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1539-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 1539-A: "Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Trattato di estradizione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Kenya, fatto a Milano l'8 settembre 2015; b) Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Kenya, fatto a Milano l'8 settembre 2015".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale tra la Repubblica italiana e la Repubblica del Kazakhstan, fatto ad Astana il 22 gennaio 2015; b) Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica del Kazakhstan, fatto ad Astana il 22 gennaio 2015 (A.C. 1540-A) (ore 16,35).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1540-A: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale tra la Repubblica italiana e la Repubblica del Kazakhstan, fatto ad Astana il 22 gennaio 2015; b) Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica del Kazakhstan, fatto ad Astana il 22 gennaio 2015.

Ricordo che nella seduta del 15 aprile si è conclusa la discussione generale e la relatrice e la rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 1540-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1540-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Grazie, Presidente. Ritengo che troppe volte in quest'Aula facciamo una discussione sulle ratifiche che non tiene conto delle realtà con cui ci confrontiamo. In questo caso ritengo che stiamo approvando con molta leggerezza un trattato internazionale. Lo dico perché il Trattato in sé è un trattato standard che riguarda la cooperazione giudiziaria e l'estradizione, niente di più. Però il dato che vorrei fosse all'attenzione di tutti i colleghi dell'Aula è che noi stiamo ratificando il Trattato con la Repubblica del Kazakhstan.

Adesso vorrei un attimo che ci fermassimo a ragionare sulla espressione: Trattato di estradizione - Repubblica del Kazakhstan. Se non fosse che, già in assenza di questo Trattato, questo Paese ha dovuto registrare una pagina vergognosa con il caso Shalabayeva e che quindi forse l'idea di chi ha sottoscritto il Trattato era sanare una situazione (si potrebbe chiamare il Trattato Shalabayeva), il problema è qual è la condizione dei diritti umani oggi in Kazakhstan. E vorrei capire anche la posizione del Governo rispetto a questo, il fatto che in Kazakhstan oppositori politici vengano arrestati, imprigionati, condannati e torturati. L'ultimo rapporto di Amnesty International non parla di generiche denunce ma cita nome per nome tutte le persone con la storia di ognuno di loro, che vi invito a cercare perché ognuno di voi ha davanti a sé in questo momento uno smartphone e basta andare a guardare cosa dice la sintesi dell'ultimo rapporto di Amnesty International e che cosa hanno subito dei cittadini del Kazakistan per avere scritto su Facebook un post critico nei confronti del Governo. Noi oggi approviamo un trattato di estradizione verso un Paese dove la condizione dei detenuti, oltre che essere molto spesso arbitraria, è drammatica dal punto di vista delle violazioni dei diritti umani. Leggete i rapporti, le torture, i sacchetti messi in testa per non fare respirare le persone: allora forse è il caso ogni tanto di fermarsi. Capisco che nella routine dell'infinità di trattati che voi avete da sottoporre alla ratifica del Parlamento ogni tanto qualcosa scappi. Però è possibile anche fermarsi ed evitare di fare una ratifica inopportuna come questa. Ora è chiaro che so bene qual è per così dire una delle tesi: un trattato di questa natura contiene in sé il fatto che bisogna, per quanto riguarda i reati, garantire la compatibilità con il nostro sistema giudiziario. Però, attenzione, perché, se questo è vero da un lato e il fatto che si faccia un trattato aiuta nella contrattazione rispetto al rispetto dei diritti umani, è anche vero che non abbiamo nessuna garanzia da parte del Kazakhstan su come verranno trattate le persone estradate da questo Paese nelle carceri kazake. È un tema fondamentale che oggi pongo all'attenzione dell'Aula soprattutto mentre si discute in questo momento a piene pagine di quanto accade in Venezuela e poi, invece, in quest'Aula abbiamo le fette di prosciutto su quanto accade in altri Paesi con cui, invece, abbiamo rapporti solidi di interessi economici soprattutto in campo energetico.

MANLIO DI STEFANO, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Sottosegretario Di Stefano, vuole parlare adesso? A lei la parola, prego. Se intende fare una breve precisazione, altrimenti esauriamo le dichiarazioni di voto dei gruppi. Dipende se è una cosa pertinente.

MANLIO DI STEFANO, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Soltanto per chiarire un punto sollevato dall'onorevole Palazzotto, che sa perfettamente qual è l'attenzione che si è data in passato al tema, ad esempio, del Kazakistan e della Shalabayeva in particolare. Ad oggi, per chiarezza, abbiamo in tutto tre cittadini kazaki nelle carceri italiane; l'Italia, ovviamente, applica la sua tutela del diritto anche quando decide poi di estradare, ma il dato vero è che ci sono circa 600 foreign fighters di origine kazaka, ritenuti tali. Di conseguenza, bisogna predisporre un sistema normativo e d'intesa tra i due Paesi in modo tale che si possa prevenire qualunque tipo di problematica. È in questo ambito che viene inquadrata la ratifica di oggi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il provvedimento al nostro esame reca la ratifica di due Trattati che riguardano l'estradizione e la cooperazione giudiziaria in materia penale tra l'Italia e il Kazakistan che vanno nella direzione di aiutare proprio questo Paese, il Kazakistan, nel processo di modernizzazione istituzionale nel percorso di avvicinamento all'Unione europea. Inoltre, un quadro di cooperazione giudiziaria crea un ambiente ancor più favorevole agli scambi commerciali, visto che l'Italia è il terzo partner commerciale del Kazakistan dopo Russia e Cina. Un partenariato che può essere ulteriormente rafforzato in considerazione delle ingenti risorse minerarie che il Paese asiatico dispone e di cui l'Italia ha bisogno per la propria economia.

Quindi, rafforzare la cooperazione giudiziaria con il Kazakistan va nell'interesse del nostro Paese non solo per lo sviluppo dei rapporti nell'area centroasiatica, ma altresì per combattere il crimine transnazionale. La stipula di tali accordi permette di evitare incidenti diplomatici come quello relativo alla vicenda Shalabayeva, di cui ricordava anche l'onorevole Palazzotto. Ricordo che ci volle oltre un anno, dal maggio del 2013 al dicembre del 2014, perché Alma ottenesse dall'Italia e dal Viminale lo status di rifugiato politico insieme alla figlia. Pertanto, signor Presidente, per quello che abbiamo appena dichiarato, esprimo il voto favorevole del gruppo parlamentare di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Quartapelle. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Grazie, Presidente. Ancora una volta, credo che sia giusto ribadire quanto è importante per il nostro Paese avere dei sistemi di cooperazione internazionale per il contrasto al crimine transnazionale di tutte le forme con tutti quei Paesi che sono disponibili a cooperare con noi per contrastare queste forme di illegalità.

Ricordo, anche per rispondere a quanto diceva il collega Palazzotto, che esiste già oggi una forma di cooperazione più ampia con il Kazakistan, che è membro dell'Interpol e, quindi, all'interno del sistema Interpol, già Italia e Kazakistan cooperano con tutti i problemi che ci sono stati in questo senso. Quindi, definire meglio i termini della cooperazione, anche i termini della collaborazione e anche i termini della nostra assistenza alle istituzioni kazake in maniera tale che anche queste possano evolvere e possano assorbire i temi del rispetto dei diritti umani, dei principi dello Stato di diritto, credo possa, in realtà, favorire un'evoluzione in positivo delle istituzioni di quel Paese. Quindi, noi voteremo a favore di questo Accordo, perché già esistono delle forme di cooperazione con il Kazakistan e approfondirle e rafforzarle non può che fare bene sia alla cultura del rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto in Kazakistan che, in generale, al contrasto delle attività criminali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Billi. Ne ha facoltà.

SIMONE BILLI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, l'Accordo del Governo della Repubblica italiana con il Governo della Repubblica del Kazakistan mira a combattere la criminalità transnazionale, rendendo più efficace nel settore penale la cooperazione giudiziaria internazionale. Le parti impegnate nell'Accordo saranno tenute a prestarsi vicendevolmente la massima assistenza giudiziaria. Questa mutua collaborazione giudiziaria riguarderà questioni decisive, come l'esecuzione di indagini, la ricerca e l'identificazione delle persone, la trasmissione di documenti, di perizie e il trasferimento di persone detenute.

Questo Accordo disciplina con prudenza il processo di estradizione e riconosce a ciascuno Stato il diritto di rifiutare l'estradizione dei propri cittadini. Nel caso di un rifiuto dell'estradizione, lo Stato sarà tenuto ad instaurare un procedimento penale secondo la sua normativa interna, sottoponendo il caso alle proprie autorità competenti. Quindi, questo Accordo muove dal riconoscimento della rapida evoluzione delle realtà sociali e commerciali caratterizzate da una sempre più intensa collaborazione tra i due Paesi in diversi settori, che ci impone di creare norme per disciplinare con rigore e precisione il settore dell'assistenza giudiziaria penale. Per queste ragioni il gruppo Lega-Salvini Premier voterà a favore (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Perconti. Ne ha facoltà.

FILIPPO GIUSEPPE PERCONTI (M5S). Onorevoli colleghi, la Repubblica del Kazakhstan, la più vasta dell'Asia centrale, è diventata un importante polo strategico grazie alla collocazione geografica e alle ingenti risorse minerarie di cui il Paese è ricco. Il Kazakhstan ha perseguito negli anni, quale parte della propria politica estera, un percorso di sostanziale avvicinamento all'Unione europea. L'Italia è uno dei principali partner economico-commerciali di Astana, poiché rappresenta il secondo Paese di destinazione delle esportazioni kazake, mentre per le importazioni l'Italia si attesta al quinto posto dopo Russia, Cina, Stati Uniti e Germania. Mediante un'efficace collaborazione bilaterale, gli accordi delle Convenzioni di estradizione e di assistenza giudiziaria, oltre a consentire, rispettivamente, le reciproche consegne dei propri cittadini allo Stato richiedente e la cooperazione nel settore penale, si pongono come ulteriore fine quello di rafforzare la fiducia reciproca nei rispettivi sistemi di giustizia, presupposto necessario per il reciproco riconoscimento delle sentenze e per una collaborazione nel settore penale di valenza internazionale.

Fra le attività legate all'assistenza giudiziaria si segnalano, in particolare, la notifica di atti e documenti relativi a procedimenti penali, la citazione di testimoni, periti e altre persone per la comparizione volontaria dinanzi all'autorità giudiziaria della parte richiedente, il trasferimento temporaneo di persone detenute al fine di rendere testimonianza o di partecipare ad altri atti processuali, l'acquisizione e la trasmissione di atti, documenti ed elementi di prova, l'esecuzione di indagini, perquisizioni, sequestri e confische. Inoltre, sono previsti lo scambio di informazioni di carattere penale e sulla legislazione, nonché qualsiasi altra forma di assistenza che non sia in contrasto con la legislazione dello Stato richiesto. In conclusione, annuncio il mio voto favorevole per il MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1540-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1540-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 1540-A: "Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale tra la Repubblica italiana e la Repubblica del Kazakhstan, fatto ad Astana il 22 gennaio 2015; b) Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica del Kazakhstan, fatto ad Astana il 22 gennaio 2015".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Serbia sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Belgrado il 16 dicembre 2013 (A.C. 1541-A) (ore 16,54).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1541-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Serbia sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Belgrado il 16 dicembre 2013.

Ricordo che nella seduta del 15 aprile si è conclusa la discussione sulle linee generali. La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 1541-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1541-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Erasmo Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Grazie, Presidente. Anche questa volta provo a intervenire perché è utile almeno utilizzare questo rituale delle ratifiche per provare ad affrontare alcune questioni che riguardano la politica estera del nostro Paese. Vede, in questo momento c'è un processo in corso, ci sono dei trattati, il processo di adesione della Serbia all'Unione europea, e io credo che questo Parlamento abbia troppo spesso sottovalutato, nella discussione sul processo di allargamento dell'Unione Europea, che cosa realmente servisse all'Unione Europea e che cosa realmente servisse ai Paesi dell'est che sono entrati.

E molto spesso ci siamo trovati a doverci confrontare con i problemi che, da questo processo di espansione troppo veloce e troppo affrettato, sono stati prodotti. Non vorrei ricordare da ultimo che lo stesso processo ha riguardato la Turchia, un Paese che velocemente è scivolato verso una dittatura. Ora, rispetto alla Serbia, io credo che quello sia un Paese che in questi anni ha fatto un lavoro straordinario di crescita sul piano culturale e della cultura democratica, però, allo stesso tempo, ritengo che noi partiamo sempre dal lato sbagliato nella costruzione di questi processi.

È un dato di fatto che l'allargamento dell'Unione Europea ad est è stato costruito prevalentemente sulla base di interessi geostrategici e militari, che è stato anticipato sempre da rapporti di natura militare, di cooperazione sul settore della difesa, che riguardavano non solo vendita di armamenti, ma implementazione del sistema di difesa e di militarizzazione del fronte orientale dell'Unione europea e, in particolar modo, dell'adesione alla NATO. Ora, possiamo discutere, invece di continuare a ratificare questi accordi che fanno parte di questo filone, esattamente di quali sono i rapporti di vicinato col nostro vicino Oriente e di qual è il meccanismo o il segnale che vogliamo dare? Perché noi possiamo continuare ad investire in armi, alla militarizzazione della frontiera orientale dell'Unione europea, possiamo immaginare di continuare a mandare soldati in Lettonia perché dobbiamo difenderci dal pericolo di un'invasione russa, però è evidente che nel mondo in cui viviamo oggi non è quello il terreno della costruzione delle relazioni internazionali del nostro Paese, non può essere quello di immaginare di continuare a costruire una frontiera militare tra l'Europa e la Russia. E quindi il nostro voto contrario è perché io immagino che nei rapporti di costruzione, di buon vicinato e di relazioni internazionali del nostro Paese, in particolar modo con la Serbia, prima di arrivare alla ratifica di un trattato di questa natura, bisognasse fare dei passi in avanti più significativi in termini di integrazione politica ed economica, passi che ancora purtroppo non si sono fatti su nessun terreno.

Allora io, da questo punto di vista, penso che, magari, visto che il processo di adesione all'Unione europea della Serbia dovrebbe avere come termine la scadenza di quest'anno per avere un ingresso nel 2021, magari ragionare di come si implementa un sistema di difesa europea e quant'altro dentro un ragionamento che tenesse conto di quella cosa, avrebbe avuto più senso. Purtroppo, però, ci troviamo dentro un complesso di ratifiche di accordi che, sul settore della difesa nello specifico, si muovono a prescindere da una visione di politica estera e quindi continuiamo a fare un errore che purtroppo stiamo pagando nel nostro Paese, ovvero quello di sottomettere la politica estera alla politica di difesa. Infatti, è evidente che se noi, invece di fare qui una discussione politica sulle ragioni dell'adesione della Serbia all'Unione europea, su quale rapporto di partnership e anche in termini geopolitici, in una regione delicata come i Balcani, dobbiamo costruire con il Governo serbo, facciamo prima un Accordo che implementa la cooperazione militare, che fornisce i mezzi e che integra i sistemi di difesa dei nostri due Paesi poi, anche se decidiamo in questo Parlamento che i rapporti con la Serbia - cosa che io non auspico e, anzi, penso che vadano implementati - debbano essere interrotti per una ragione qualsiasi, siamo vincolati dalle scelte fatte in materia di difesa.

È, quindi, un errore in primo luogo sul metodo con cui si costruisce la politica internazionale di questo Paese, un errore che continuiamo a fare a prescindere da quale maggioranza e da quale Governo siede su quegli scranni, perché è una discussione che facciamo da molto tempo. Nella scorsa legislatura con qualcuno che oggi sta seduto nei banchi del Governo avevamo questa stessa posizione ma quando si è sui banchi del Governo si cambia e non si pone il tema, per esempio, di posticipare invece la ratifica di questo Accordo a un processo politico, che è quello di adesione della Serbia all'Unione europea.

Mi dispiace, Presidente: noi continueremo a tenere questa posizione dentro a questo Parlamento e continueremo a rivendicare il primato della politica rispetto alle armi e alle politiche di difesa. Prima si definiscono le linee di politica estera e poi si affrontano i temi dal punto di vista della cooperazione nel settore della difesa e nella vendita e fornitura di armamenti, che poi alla fine finisce per essere il tema centrale, come sempre, di tutti questi trattati (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Salvatore Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Fratelli d'Italia voterà a favore di questo Accordo. Quest'anno, nel 2019, si festeggiano i 140 anni di rapporti diplomatici fra Italia e Serbia e mi pare che ci siano diversi eventi anche riguardanti il commercio e il turismo che il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e le agenzie collegate hanno organizzato per festeggiare questi avvenimenti.

Non nascondo che le preoccupazioni del collega Palazzotto sull'armamento o, comunque, l'attenzione verso la frontiera a est ovviamente destano qualche preoccupazione, ma dico anche che il 26 maggio c'è l'occasione, con le prossime elezioni europee, per cancellare quest'Unione europea che guarda a est più con preoccupazione invece di guardare a est in modo proficuo e con amicizia per sviluppare i commerci, primo fra tutti eliminando quelle sanzioni che hanno determinato con la Russia più di qualche altro problema economico all'Italia.

Ma non mi voglio dilungare perché - ripeto - l'Unione europea - e quello che c'è stato - c'è un modo per fermarla ed è quello di votare le forze che vogliono la pace con l'Oriente e che vogliono un rapporto di amicizia su cui si innesta anche questo rapporto bilaterale con la Serbia, perché tutto quello che è difesa non può essere visto come guerra né può essere visto come un'azione che poi porterà a una guerra e a ostilità bellicose. Tuttavia ricordiamo - e io sfrutto quest'occasione, signor Presidente - quello che sta succedendo sui giornali tra il Ministro della difesa e il sottosegretario Volpi e, comunque, con parte di questo Governo. Da una parte c'è la Lega che dice che con un Ministero a guida leghista ci sarebbero più fondi per la difesa mentre il Ministro della Difesa replica parlando di questioni che in teoria non le appartengono, come magari la questione della castrazione chimica.

Fatto sta che nonostante questo dibattito sui giornali, un dibattito fra il Ministro della Difesa, un sottosegretario e altre parti del Governo (la difesa; noi commerciano), ci sono zero investimenti per quanto riguarda gli sviluppi industriali in materia di difesa. Noi stiamo ratificando tanti accordi in materia di difesa, noi portiamo le nostre aziende, che sono un vanto italiano, in giro per il mondo ma poi andiamo a vedere e gli investimenti che noi facciamo per il nostro esercito e per le nostre Forze armate sono pari a zero. Questo non solo è un problema di politica estera, come diceva il collega Palazzotto, ma è un problema anche di politica interna, di politica industriale e di quello che sta succedendo nel settore della difesa con questo Governo. Forse bisognerebbe riflettere che quando andiamo a fare degli accordi internazionali dovremmo prima di tutto avere un occhio di riguardo per le nostre Forze armate e per le nostre aziende (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Maria Tripodi. Ne ha facoltà.

MARIA TRIPODI (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il provvedimento all'esame reca la ratifica dell'Accordo bilaterale tra l'Italia e la Serbia in materia di cooperazione nel settore della difesa. Tale Accordo risulta di particolare rilevanza in virtù degli interessi strategici dell'Italia in Serbia e dei negoziati di adesione all'Unione Europea avviati nel gennaio 2014.

Tralascio l'articolato ed evidenzio che questo Accordo con la Serbia è volto al miglioramento delle capacità militari nel campo addestrativo, tecnologico e industriale ed è inserito nel quadro degli ordinamenti giuridici dei due Paesi nel rispetto degli obblighi internazionali.

Tale Accordo va nella direzione di consolidare la stabilità dell'area balcanica dopo i tristi eventi che hanno portato a massacri che non dovranno mai più ripetersi, un motivo già da solo soddisfacente, signor Presidente, per dichiarare il voto favorevole del mio gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD). Grazie, Presidente. Anche il gruppo del Partito Democratico voterà a favore su questo Accordo. È un Accordo che riteniamo importante per il merito dell'Accordo stesso che, appunto, riguarda le politiche di difesa e la cooperazione in materia di difesa e di politiche della sicurezza tra i due Stati.

In particolare, nei temi compresi nell'Accordo ricordo le missioni di pace e di solidarietà internazionale come temi che, appunto, sono oggetto di questa cooperazione. Appunto l'Accordo è importante per questo ed è importante nell'ambito di una costruzione di una rete di accordi e di relazioni diplomatiche fra l'Italia e la Serbia. In questa stessa seduta - ricorderete - abbiamo votato poco fa accordi in materia di giustizia e di politiche di repressione della criminalità.

È stato ricordato che la Serbia ha avviato il processo di adesione all'Unione europea. È un processo in corso di definizione positiva e credo che accordi come questi aiutino la costruzione di una rete di rapporti che favorisca, appunto, questo tipo di processi e credo che il fatto che uno Stato come la Serbia aderisca all'Unione europea sia un obiettivo di grande importanza, di pace e di stabilità.

Anche qui è stato ricordato cosa è stata la guerra dei Balcani e come sia importante costruire un processo di crescita democratica in quell'area che, appunto, si traduca anche in un percorso che consenta l'adesione all'Unione europea; peraltro, la rete di relazioni fra Italia e Serbia, ad esempio in materia di interscambio economico, è una rete molto ricca che è importante sostenere e coltivare.

È stata proposta qui una riflessione sull'allargamento a est dell'Unione europea e su quello che questo ha significato anche per gli assetti della stessa Unione. Credo che sia una riflessione che potrebbe avere interesse svolgere. Certamente, ci sono anche problemi e contraddizioni ma credo che non dobbiamo dimenticare come, all'indomani del crollo del Muro di Berlino, quella scelta strategica abbia rappresentato una scelta di stabilità e di democrazia per l'Unione europea, il cui valore credo che vada rivendicato anche oggi e che, appunto, si deve credo davvero completare ragionando anche dell'area balcanica.

Quindi, in questa impostazione generale di iniziativa di politica estera che riteniamo debba avere l'Italia per la specificità degli accordi che ci vengono proposti oggi, annuncio il voto favorevole del mio gruppo, del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paolo Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. L'Accordo tra Italia e Serbia sulla cooperazione nel settore della difesa si propone di ampliare la cooperazione bilaterale tra le Forze armate dell'Italia e della Serbia per consolidare le rispettive capacità difensive e per migliorare la cooperazione reciproca in materia di sicurezza con un mutuo arricchimento delle attività addestrative e dell'efficienza tecnologica e industriale.

Il crescente progresso tecnologico e le molteplici instabilità politiche e militari in Medio Oriente ci impongono di collaborare con gli Stati della regione balcanica come la Repubblica di Serbia affinché questi acquisiscano gli strumenti necessari a far fronte a minacce provenienti dal fronte meridionale.

Voteremo a favore del provvedimento di ratifica perché siamo convinti della grande valenza geopolitica di questo Accordo, che è volto a salvaguardare i reciproci interessi di Italia e Serbia e che sostiene la lotta comune al traffico di esseri umani, all'attività della criminalità organizzata e alle minacce jihadiste (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ehm. Ne ha facoltà.

YANA CHIARA EHM (M5S). Presidente, colleghi deputati, l'Accordo al nostro esame intende incrementare la cooperazione bilaterale tra le Forze armate dei due Paesi al fine di consolidare le rispettive capacità difensive e di migliorare la comprensione reciproca sulle questioni di sicurezza tra Italia e Serbia.

L'Intesa risponde a un preciso impegno politico assunto dal nostro Governo con la controparte serba in materia di cooperazione nel settore della difesa in un quadro di salvaguardia dei reciproci interessi riguardanti il miglioramento delle capacità militari nel campo addestrativo, tecnologico e industriale ed in conformità con i rispettivi ordinamenti giuridici, nonché con gli obblighi assunti a livello internazionale.

Il quadro normativo di settore è tuttora delineato dall'Accordo del novembre 2003, sottoscritto dal nostro Paese con l'Unione di Serbia e Montenegro, ratificato ai sensi della legge 9 dicembre 2005, n. 276, ed entrato in vigore il 3 maggio 2006.

Successivamente il Montenegro, dichiaratosi indipendente da Belgrado, ha convenuto con l'Italia sulla necessità di sottoscrivere un nuovo accordo che disciplinasse in modo più completo ed esclusivo la cooperazione bilaterale in campo militare. Tale Intesa è stata firmata il 14 settembre 2011, ratificata ai sensi della legge del 16 novembre 2015 ed è in vigore dal 5 febbraio 2016.

Il nuovo Accordo si compone di un breve preambolo, in cui viene richiamata la comune adesione alla Carta delle Nazioni Unite, e di tredici articoli, nei quali si affrontano gli impegni internazionali assunti dalle parti, il coordinamento tra i Ministeri della difesa dei due Paesi e si individuano le aree di cooperazione, come la politica di difesa e sicurezza, ricerca, sviluppo di armi, formazione e addestramento militare.

Per tutti questi motivi, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1541-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1541-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 1541-A: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Serbia sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Belgrado il 16 dicembre 2013".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Capitanio ed altri; Gelmini ed altri; Dadone ed altri; Battilocchio ed altri; Toccafondi ed altri; Comaroli ed altri; Gelmini; Mura ed altri; Schullian ed altri; Pella; d'iniziativa popolare; Frassinetti ed altri; Nesci ed altri; Lattanzio ed altri; Fusacchia; Brunetta e Aprea; Misiti: Introduzione dell'insegnamento scolastico dell'educazione civica (A.C. 682-734-916-988-1166-1182-1425-1464-1465-1480-1485-1499-1536-1555-1576-1696-1709-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 682-734-916-988-1166-1182-1425-1464-1465-1480-1485-1499-1536-1555-1576-1696-1709-A: Introduzione dell'insegnamento scolastico dell'educazione civica.

Ricordo che nella seduta del 29 aprile si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

Avverto infine che la Commissione ha presentato gli emendamenti 2.100, 2.101, 3.100, 3.101, 3.102, 4.100, 5.100, 5.101, 6.100, 7.100 e 8.100, che sono in distribuzione e con riferimento ai quali risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione di subemendamenti.

ANGELA COLMELLERE, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELA COLMELLERE, Relatrice. Grazie, Presidente. Chiedo una breve sospensione dell'Aula per dieci minuti al fine di riunire il Comitato dei nove per procedere a due riformulazioni di proposte emendative della Commissione presentate nella giornata odierna.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Per chiedere alla Presidenza se comunque risulta confermato l'orario di chiusura delle ore 19, come confermato in Conferenza dei presidenti di gruppo oggi.

PRESIDENTE. Affermativo, è confermata la chiusura della seduta per le ore 19. Se non ci sono altre obiezioni, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 17,30.

La seduta, sospesa alle 17,20, è ripresa alle 17,35.

PRESIDENTE. Avverto che la Commissione ha presentato una nuova formulazione degli emendamenti 2.100 e 4.100, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A).

(Esame degli articoli - A.C. 682-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge, nel testo della Commissione.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

In particolare, il parere della Commissione bilancio reca talune condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento.

Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.

A tal fine la componente politica +Europa-Centro Democratico del gruppo Misto è stata invitata a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 682-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Presidente, volevo sollevare un punto molto semplice. Anzi, non solo sull'ordine dei lavori ma sull'economia dei lavori, perché credo che la decisione di organizzare il voto sugli emendamenti e sul provvedimento oggi e il voto finale giovedì magari sia stata presa quando non era proprio esattamente chiaro il tempo che avrebbero preso i provvedimenti che abbiamo esaminato prima.

Ora, la situazione vorrei rappresentarla a lei e a tutti i colleghi: ho il sospetto e l'impressione che le votazioni su questo provvedimento saranno relativamente brevi e veloci, alla luce anche di quanto ci siamo detti in Comitato dei nove poco tempo fa. Rischiamo quindi di concludere abbastanza rapidamente questo, e poi di essere riconvocati tutti per un'agenda di Aula che prevede solo il voto finale su questo giovedì, per 45 minuti, un'ora, un'ora e un quarto. Mi chiedo allora se questo rivesta interesse nell'economia generale dei lavori (Applausi), e se non abbia più senso considerare due ipotesi alternative: o se è possibile anticipare e svolgere anche le dichiarazioni di voto e il voto finale oggi, così da chiudere questo provvedimento oggi; oppure se dobbiamo tornare giovedì aggiungiamo altre cose giovedì (Applausi). Perché così non vorrei finire sui giornali perché ci dicono che da tutta Italia, dopo che tutti saremo tornati nei nostri collegi per il 1° maggio, ritorniamo qui per 45 minuti. Credo sia nel buon onore di questa Camera e di ciascun deputato che rivediamo probabilmente, o quantomeno valutiamo di rivedere questo ordine dei lavori, perché così credo che potrebbe comportarci qualche complessità non gradita (Applausi).

PRESIDENTE. Certamente grazie, deputato Fusacchia, per le proposte costruttive che ha posto all'attenzione dell'Assemblea. Le faccio presente che vi è stata una Conferenza dei presidenti di gruppo, che ha stabilito una procedura, che ha stabilito un calendario, e quindi noi comunque andiamo avanti secondo le intese intercorse nella Conferenza dei presidenti di gruppo; salvo - tutti abbiamo ascoltato le sue proposte - diversi accordi da parte degli stessi presidenti di gruppo, che nel caso ci comunicheranno eventuali difformi iniziative rispetto alle decisioni della Conferenza dei presidenti di gruppo di questa mattina.

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere sulle proposte emendative riferite all'articolo 1.

ANGELA COLMELLERE, Relatrice. Emendamento 1.1 Fratoianni, parere contrario. Emendamento Fratoianni 1.2, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE GIULIANO, Sottosegretario di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Il parere del Governo è contrario.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.1 Fratoianni. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Noi abbiamo presentato con spirito costruttivo questo emendamento, con l'obiettivo di rendere più coerente e più completo l'obiettivo di questa legge. Il nostro emendamento dava confini più ampi e chiariva qual era l'obiettivo dell'educazione civica, facendola diventare - e credo che su questo dovremmo essere tutti d'accordo - parte integrante dell'attività dei programmi didattici: contribuire attraverso l'insegnamento dei principi costituzionali e dei valori di cittadinanza ad accrescere il senso critico, la responsabilità, la creatività nonché lo sviluppo della riflessione etica degli studenti, al fine di promuovere la loro piena partecipazione democratica, nel rispetto delle regole e dei diritti e dei doveri, alla vita politica, culturale sociale della comunità. Questa è, a nostro giudizio, l'educazione civica. La formulazione del testo che è arrivato oggi in Aula è molto più restrittiva. Noi credevamo di poter dare un contributo sostanzialmente definendo con più chiarezza, ma prendiamo atto che non c'è da parte della relatrice questa disponibilità; confermiamo la richiesta di voto su questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Fratoianni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.2 Fratoianni. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Questo emendamento è molto semplice: l'articolato prevede sostanzialmente come obiettivo dell'educazione civica la promozione della partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità.

Noi crediamo che introdurre la parola “politica” non sia una bestemmia, anzi sia storicamente una delle funzioni dell'educazione civica.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Fratoianni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 682-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

ANGELA COLMELLERE, Relatrice. Emendamento 2.1 Fratoianni, parere contrario; emendamento 2.2 Fratoianni, parere contrario; la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 2.100 (Nuova formulazione); sull'emendamento 2.3 Fusacchia, vi è l'invito al ritiro, perché sarebbe assorbito da un emendamento della Commissione, il 2.100 (Nuova formulazione); anche sull'emendamento 2.4 Fusacchia, invito al ritiro, perché risulterebbe assorbito da un emendamento della Commissione, sempre il 2.100 (Nuova formulazione); emendamento 2.5 Fusacchia, invito al ritiro; emendamento 2.6 Fusacchia, invito al ritiro, perché assorbito da un emendamento della Commissione, il 2.101; la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 2.101; emendamento 2.7 Ascani, parere contrario; emendamento 2.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE GIULIANO, Sottosegretario di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Parere conforme a quelli espressi dalla relatrice, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.1 Fratoianni.

Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Fratoianni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2 Fratoianni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.100 (Nuova formulazione) della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 2.100 (Nuova formulazione) della Commissione, risultano preclusi gli emendamenti Fusacchia 2.3 e 2.4. Passiamo, quindi, all'emendamento 2.5, sempre a prima firma Fusacchia, su cui vi è un invito al ritiro.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Presidente, lo ritiro, nello spirito con cui abbiamo costruito questo provvedimento.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo all'emendamento 2.6 Fusacchia, sul quale vi è sempre un invito al ritiro.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Presidente, ritiro anche questo emendamento, perché, come ha detto la relatrice, gli emendamenti 2.3, 2.4 e 2.6, a mia prima firma, sono assorbiti dagli emendamenti della Commissione, quindi va bene così.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento 2.101 della Commissione.

Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.101 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.7 Ascani.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ciampi. Ne ha facoltà.

LUCIA CIAMPI (PD). Presidente, intervengo semplicemente per evidenziare questo emendamento, perché per lo svolgimento dei compiti di coordinamento la proposta di legge non prevede alcun compenso, né indennità, per il docente coordinatore. Credo che, invece, si possa prevedere, nell'ambito della contrattazione d'istituto, un compenso a valere sul Fondo per il miglioramento dell'offerta formativa, di almeno 30 milioni di euro l'anno. Visto che tutta questa legge è una legge a invarianza di spesa, credo che, invece, debba essere utilizzato l'investimento su questa legge, che è estremamente importante. L'auspicio, quindi, è che ci siano maggiori investimenti, perché in generale anche le risorse che sono state messe a disposizione di questa legge, 4 milioni annui, sono assolutamente scarse. Almeno su questo punto si chiede questo tipo di emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.7 Ascani, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 682-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A). Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere.

ANGELA COLMELLERE, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 3.1 Fratoianni.

PRESIDENTE. L'emendamento 3.1 Fratoianni è stato appena ritirato. Passiamo all'emendamento 3.100 della Commissione.

ANGELA COLMELLERE, Relatrice. Parere favorevole. La Commissione formula un invito al ritiro e all'eventuale trasformazione in ordine del giorno, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento 3.2 Brunetta. La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti 3.101 e 3.102 della Commissione, mentre esprime parere contrario sull'emendamento 3.3 Fratoianni.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE GIULIANO, Sottosegretario di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il Governo esprime parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.100 della Commissione, posto che l'emendamento 3.1 Fratoianni è stato ritirato.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Scusi, Presidente, solo per la forma. Mi rivolgo per il suo tramite alla relatrice: in aula l'invito alla trasformazione di un emendamento in ordine del giorno non esiste. Stiamo alla forma del nostro Regolamento: se uno vuole l'invito al ritiro di un emendamento dà parere favorevole o parere contrario o si rimette all'Aula, ma l'invito alla trasformazione in un ordine del giorno non esiste.

PRESIDENTE. Sono d'accordo, anche se insomma possiamo configurarlo come un aiutino, un indirizzo (Applausi). Passiamo all'emendamento 3.2 Brunetta. Ha chiesto di parlare il collega Brunetta. Ne ha facoltà.

RENATO BRUNETTA (FI). Signor Presidente, nel complimentarmi con il lavoro fatto dalla Commissione, dalla relatrice e dai commissari tutti, devo rilevare una mancanza, che è rappresentata dall'emendamento 3.2 che ho presentato. Vale a dire che, nelle linee guida degli obiettivi che si vogliono attribuire all'educazione civica, quando si parla di educazione ambientale, sviluppo economico sostenibile e tutela del patrimonio ambientale, dell'identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari, questa ultima parte sintetizza in maniera mirabile un intero disegno di legge che avevo presentato insieme alla collega Aprea circa le eccellenze enogastronomiche del nostro Paese. Il mio emendamento serve a completare tale dizione con queste due ulteriori definizioni, eccellenze enogastronomiche, perché esse rappresentano la cultura materiale del nostro Paese. L'enogastronomia, signor Presidente, è la cultura materiale della nostra alimentazione e sappiamo tutti cosa significhi la cultura all'alimentazione. La cultura come fatto storico, igienico, come fatto di consapevolezza nell'acquisizione degli alimenti. Se poi tutto questo diventa economia, se tutto questo diventa poi valore culturale, tutto questo credo che possa e debba essere…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, colleghi, prego, prosegua.

RENATO BRUNETTA (FI). Credo che questo possa essere collocato nell'ambito della formazione scolastica anche al fine di decodificare i moltissimi, infiniti segnali che vengono dati ai nostri ragazzi e che non sempre sono segnali positivi. Pensiamo all'uso distorto della pubblicità, all'uso distorto dell'alcol, dell'assunzione di sostanze alcoliche. Per cui non dobbiamo avere paura delle parole quando parliamo di formazione, di educazione e di cultura. Sapere cos'è la dieta mediterranea, sapere il valore dell'enogastronomia nella nostra storia e nel nostro Paese è un valore fondante della nostra identità. Mi rendo conto che tutto ciò può destare qualche preoccupazione in ragione della didattica e dell'istruzione in ogni ordine e grado di istruzione. Certamente però non dobbiamo avere paura delle parole, avere paura dei problemi se li affrontiamo correttamente nella scuola, nell'educazione, nella formazione, nella cultura e in questo caso la cultura enogastronomica è la cultura del territorio, è la cultura delle famiglie, è la cultura dei nostri padri ed è anche l'economia. Basti pensare al successo di tante trasmissioni televisive di cooking show che ci bombardano tutti i giorni per capire la necessità di avere un passaggio nella scuola di tali tematiche. Per questo motivo ho insistito nel presentare l'emendamento in esame; ho insistito nell'affiancare alle eccellenze territoriali e agroalimentari, che sono la parte produttivistica, la parte industriale, la parte dei prodotti, anche la parte relazionale dei prodotti nei confronti dell'individuo e della cultura dell'individuo. Per questa ragione, visto il parere negativo della relatrice e del Governo, non voglio che la mia proposta venga bocciata dall'Aula ma penso che possa essere trasformata - lo dico autonomamente anche in ragione di quello che dice correttamente il collega Fiano - in un ordine del giorno perché penso al valore dell'impegno che può avere il Parlamento nei confronti del Governo nell'introdurre la cultura enogastronomica nell'insegnamento delle nostre scuole.

Quindi, per questa ragione accetto di ritirare questo emendamento e lo trasformerò - lo trasformeremo - in ordine del giorno, perché non voglio che quest'Aula perda questa occasione con un voto negativo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

VITTORIO SGARBI (MISTO). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (MISTO). Valutando la considerazione conclusiva…

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, deputato Sgarbi. Tecnicamente, avendo ritirato il deputato Brunetta l'emendamento 3.2 di cui è primo firmatario, se lei intende parlare su questo emendamento - come dovrebbe, perché di questo stiamo parlando - viene meno l'oggetto del contendere. Quindi, o parla sul prossimo oppure lo fa proprio.

VITTORIO SGARBI (MISTO). Volevo semplicemente dire che mi pare un errore il ritiro proposto dall'ottimo onorevole Brunetta, perché, a ben leggere il testo dell'articolo 3, il ritiro porterebbe a questi elementi negativi: togliere la parola “italiane” e contraddire, attraverso l'eliminazione dell'emendamento, ciò che recita la lettera g), perché sul piano dialettico si è parlato di cultura materiale, ma quelli che qui sono definiti beni enogastronomici sono valori spirituali, non materiali. Non per caso, l'Unesco ha indicato Langhe-Roero come beni che sono patrimonio dell'umanità; non per caso, Carlo Petrini ha indicato, tra i pochi valori emergenti rispetto ai beni culturali, i beni enogastronomici.

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

VITTORIO SGARBI (MISTO). Non possiamo entrare in contraddizione votando una cosa, a parte il linguaggio insopportabile in cui si parla di ecosostenibile, di eccellenze territoriali - una cosa che neanche nella più ridicola trasmissione televisiva potrebbe essere usato, un linguaggio pedestre e grottesco -, ma dove si nobilita con la parola “italiano”, quello non lo votiamo? Mi pare una follia. Oltretutto, negando il valore spirituale che ha indicato Petrini, che ha indicato l'Unesco, che ha indicato Farinetti ai beni enogastronomici.

PRESIDENTE. La ringrazio, ha esaurito il suo tempo.

VITTORIO SGARBI (MISTO). Per cui io sono per non ritirarlo.

PRESIDENTE. Tengo a precisare che l'intervento fatto dal deputato Sgarbi è ascrivibile ad un intervento sull'ordine dei lavori, non essendo più in vita l'emendamento 3.2.

Passiamo all'emendamento 3.101 della Commissione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.101 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.102 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

Passiamo all'emendamento 3.3 Fratoianni, sul quale c'è il parere contrario della Commissione e del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI (MISTO-SI-10VM). Presidente, per aggiungere la mia firma a questo emendamento e per sottolineare che mi dispiace che in questo comma 2 dell'articolo 3, in cui le finalità sono anche quelle del rispetto tra le persone, non si sia trovato un modo per inserire questo inciso alla parità di genere, che resta, comunque, un argomento che vediamo tutti i giorni, purtroppo, da affrontare, dal momento che anche qualche giorno fa c'è stata un'ulteriore violenza sessuale ai danni di una ragazza da parte di due giovani.

ENRICO BORGHI (PD). Da fascisti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

SILVIA BENEDETTI (MISTO-SI-10VM). Mi dispiace che anche come Commissione non ci sia stato un lavoro di concertazione per trovare una formula per specificare questa cosa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie per associarmi alle parole della collega Benedetti, perché credo che questo sia un tema di prevenzione culturale, di un ruolo importante della scuola, proprio rispetto al tema di come, attraverso una crescita culturale ed emotiva dei giovani, si possa arrivare a quella parità e solidarietà tra uomini e donne che credo non possa che essere un obiettivo condiviso. Quindi, da questo punto di vista, questo nostro emendamento andava a completare, sostanzialmente, il lungo elenco dell'articolo 3. Francamente, ci sono dentro temi che noi condividiamo, ma avrebbe potuto ospitare tranquillamente anche questo emendamento, se non ci fosse stata, mi sembra di capire - siamo sull'articolo 3 -, una scelta da parte della relatrice di non accogliere nessun emendamento presentato in Aula e soltanto quelli figli del lavoro di Commissione. Ne prendo atto, però considero questa, proprio per il dibattito che spesso sentiamo in quest'Aula, un'occasione persa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 Fratoianni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 682-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

ANGELA COLMELLERE, Relatrice. Grazie, Presidente. Sull'emendamento 4.100 della Commissione (Nuova formulazione), parere favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento 4.1 Fratoianni?

ANGELA COLMELLERE, Relatrice. Sull'emendamento 4.1 Fratoianni, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE GIULIANO, Sottosegretario di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Parere conforme a quello espresso dalla relatrice, signor Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 4.100 della Commissione (Nuova formulazione).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.100 della Commissione (Nuova formulazione), con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 48).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.1 Fratoianni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. L'articolo 4 pone come obiettivo e come fondamento dell'insegnamento dell'educazione civica la conoscenza della Costituzione italiana. Mi sembra che su questo, ovviamente, non si possa che essere d'accordo. Però, è altrettanto - io credo - incontestabile che non si possa spiegare e raccontare, perché stiamo parlando in alcuni casi di studenti e alunni del primo ciclo, la Costituzione italiana senza descrivere e integrare, quindi, nel secondo ciclo, lo studio analitico del testo con conoscenze sul contesto storico, sul dibattito culturale e sui valori che hanno ispirato la nascita della Repubblica e che hanno poi, conseguentemente, portato all'approvazione della Costituzione. Quindi, crediamo che, da questo punto di vista, l'indicazione a livello legislativo debba tener conto di questo aspetto e davvero siamo stupiti del parere contrario della relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1 Fratoianni, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio)

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 50).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 682-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

ANGELA COLMELLERE, Relatrice. Grazie, Presidente. Sugli emendamenti 5.100 e 5.101 della Commissione, così come sull'emendamento 5.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE GIULIANO, Sottosegretario di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Parere conforme alla relatrice, signor Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.101 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 53).

Passiamo alla votazione dell'articolo 5.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Valentina Aprea. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA (FI). Grazie, Presidente. Solo per ringraziare la Commissione che ha voluto accogliere le proposte di Forza Italia, di Gelmini e di Gelmini ed altri - complessivamente Forza Italia ne ha presentate cinque - e ha introdotto per la prima volta nell'ordinamento scolastico italiano l'educazione alla cittadinanza digitale come fattispecie dell'educazione civica, che rappresenta, per tutta Forza Italia, per Gelmini, la nostra presidente e tutti noi, un necessario completamento delle declinazioni finora attuate nella scuola.

Perché prevedere questa educazione? Intanto perché l'avvento di internet, delle reti sociali e dei nuovi mezzi di informazione e comunicazione ha determinato cambiamenti dirompenti, sia sul terreno dei diritti e delle libertà, sia sulle forme di partecipazione alla vita democratica, in sintesi, sui contenuti essenziali della nostra Carta costituzionale. Gli studenti di oggi, i Centennials, rappresentano la prima generazione cresciuta con questa nuova tecnologia, hanno trascorso tutta la loro vita tra videogiochi, videocamere, riproduttori digitali di musica, telefoni cellulari e altri dispositivi dell'era digitale. Sono nativi digitali, ma non sono maturi digitali. Serve un'educazione specifica per fare in modo che i cittadini e soprattutto i più giovani siano maturi per questo nostro tempo, pervaso e determinato dalle tecnologie dei servizi digitali.

Certo, la rete Internet ha ampliato i nostri diritti, i diritti tradizionali, pensiamo alla libertà di manifestazione del pensiero, di informazione e di associazione, di riunione, di iniziativa economica, il diritto del lavoro, ma proprio Internet può rappresentare anche bisogni di tutela inediti, anche in diritti nuovi, come la riservatezza, il diritto all'oblio, alla protezione cibernetica e altro. Pensate che Alfonso Fuggetta, in Cittadini ai tempi di Internet, ci ricorda che Internet è un mondo sconfinato, è un mondo che non dimentica: in rete non esiste “annulla”, proprio non è possibile cancellare in modo definitivo e completo un'operazione effettuata su Internet. In rete non sappiamo sempre con chi interagiamo, in rete non è vero che la facciamo sempre franca. E i ragazzi di Manduria, di Lodi, stanno imparando sulla propria pelle cosa significa soltanto possedere alcuni video sui propri cellulari, che rimandano a reati.

La rete, quindi, ha dinamiche proprie, ma le leggi alle quali soggiace sono sempre le stesse. Non è vero che Internet sia un luogo senza regole: nella rete valgono le stesse regole del mondo reale. Offendere, minacciare, rubare o qualunque altro crimine rimane tale, anche se compiuto per mezzo della rete. In rete, insomma, non si può essere solo attore a tempo parziale.

Stare su Internet è impegnativo e noi possiamo accettare, da educatori e da legislatori, che il tema sia affrontato solo sul piano giuridico, con l'individuazione di nuove fattispecie di reato e come pure abbiamo cominciato a fare in modo anche egregio recentemente proprio in quest'Aula. Il problema della familiarità con le tecnologie e dell'uso consapevole delle tecnologie deve essere prima di tutto una sfida per l'educazione dei giovani del terzo millennio.

Per questo Forza Italia ha voluto declinare per la prima volta nella legge abilità e competenze che vanno sicuramente insegnate dentro alla fattispecie educativa e all'ambito pedagogico dell'educazione civica e per questa ragione ha chiesto e ottenuto, sempre derivando la richiesta dalle proposte di legge Gelmini e Gelmini ed altri, che venga istituita una consulta dei diritti e dei doveri per il bambino e l'adolescente digitale.

Credo che questo sia un aiuto a rendere più efficace l'educazione partendo sempre dai valori della nostra Costituzione ma agìta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Noi voteremo a favore sull'articolo 5 e convintamente per molte delle argomentazioni che ha testé espresso la collega Aprea perché crediamo che questa sia la sfida vera e nuova dell'educazione civica, quella della cittadinanza digitale. Oggi viviamo in un'epoca profondamente diversa rispetto a quella in cui la mia generazione andava a scuola e oggettivamente oggi dobbiamo aiutare i ragazzi ad affrontare questa sfida, quella della cittadinanza digitale, sia in una prospettiva, ovviamente, improntata al futuro, quindi per dargli gli strumenti e per affrontare le sfide del futuro, ma anche per riuscire a dargli degli strumenti per poter controllare e per poterli mettere in guardia rispetto ai rischi che ci sono.

C'è un'unica osservazione che poi tornerà anche più avanti. Questo articolato, l'articolo 5 e i vari commi, dà un programma molto vasto e, ovviamente, ci sono due limiti: il primo, che credo dobbiamo tutti considerare, è che tutte le belle cose che abbiamo detto fino a oggi dovrebbero poi stare dentro un'ora di programma scolastico; ma, soprattutto, il problema è - e ciò ci lascia, devo dire, molto perplessi - che soprattutto questo articolo avrebbe bisogno a monte di un piano di formazione degli insegnanti prima ancora dell'attività rivolta verso i ragazzi e da questo punto di vista la norma di invarianza di risorse è sostanzialmente diventata un po' una moda e, quindi, rischiano in molti casi di essere belle enunciazioni di principio che poi non si tramuteranno in attività concrete da parte degli studenti. Io credo che questo sia da rilevare. Ovviamente, questa è un'osservazione assolutamente costruttiva e mi rivolgo al Governo da questo punto di vista perché se poi questa legge non troverà risorse finanziarie adeguate rischierà di essere una delle tante belle leggi che però alla fine non hanno inciso, mentre abbiamo bisogno che soprattutto i temi dell'educazione digitale e, ovviamente, anche i temi di conoscenza della Costituzione, che abbiamo trattato poc'anzi, siano assolutamente fondamentali. Quindi, da questo punto di vista riconfermo il nostro voto favorevole ma anche questa sollecitazione nei confronti del Governo a ricercare risorse adeguate per la formazione degli insegnanti (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 54).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 682-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

ANGELA COLMELLERE, Relatrice. Grazie, Presidente. Emendamento 6.1 Ascani, parere contrario; emendamento 6.100 della Commissione, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE GIULIANO, Sottosegretario di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, parere conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.1 Ascani.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ascani. Ne ha facoltà.

ANNA ASCANI (PD). Grazie, Presidente. Già in fase di discussione sulle linee generali, riconoscendo l'eccezionale lavoro fatto dalla relatrice e da tutti i commissari in VII Commissione, avevamo rilevato quello che adesso ha in parte anticipato il collega Fornaro, cioè che se c'è un difetto di questa proposta di legge è quello di dover essere approvata ad invarianza finanziaria, il che pesa soprattutto sul capitolo formazione. Come i colleghi noteranno, sulla formazione dei docenti vengono stanziati 4 milioni di euro che, però, non sono nuovi stanziamenti ma sono presi dal Fondo per la formazione della tanto vituperata legge n. 107 del 2015, altrimenti detta “Buona Scuola”, quella che andava cancellata (e meno male che non l'abbiamo cancellata visto che adesso ci servono i soldi che abbiamo stanziato).

Con questo emendamento noi semplicemente chiediamo di rafforzare gli investimenti sulla formazione perché se banalmente 4 milioni di euro li dividiamo per il numero dei docenti, che sono in pianta organica circa 800 mila e se si sommano i supplenti si arriva vicino al milione, in pratica noi stiamo dicendo che stanziamo un euro a docente, il che è piuttosto difficile da praticare, ovviamente, e genererà il fatto che la formazione non sarà per tutti i docenti ma solo per alcuni mentre questa proposta di legge giustamente si pone un altro obiettivo, che è quello di formare tutti i docenti sui temi in questione e soprattutto, avendo approvato l'articolo 5 che riguarda i temi dell'educazione al digitale, è importantissimo fare una formazione anche in questo senso che si aggiunga, anche qui, a quanto già previsto dalla legge n. 107 del 2015.

Quindi, noi andiamo a prendere i soldi dal cosiddetto “Fondo Boschi”, cioè dal “fondone” che il Governo ha a disposizione senza impattare su altri capitoli e credo davvero che in questo il Governo possa fare uno sforzo in più. Non dipende dalla relatrice e non dipende dai commissari ma penso che in questo il Parlamento debba fare un piccolo sforzo altrimenti noi rischiamo di avere costruito una bellissima legge che, però, faticherà a camminare perché il capitolo formazione è obiettivamente troppo debole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1 Ascani, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 56).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 57).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 682-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

ANGELA COLMELLERE, Relatrice. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 7.100 ed esprime parere contrario sull'emendamento 7.1 Fratoianni.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE GIULIANO, Sottosegretario di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Parere conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 7.100 della Commissione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 58).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.1 Fratoianni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 60).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 682-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

ANGELA COLMELLERE, Relatrice. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 8.100.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE GIULIANO, Sottosegretario di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Parere conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 8.100 della Commissione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 61).

Passiamo alla votazione dell'articolo 8.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gallo. Ne ha facoltà.

LUIGI GALLO (M5S). L'articolo 8 di questo provvedimento sull'educazione civica non vorrei che passasse inosservato da parte dell'Aula, da parte dei deputati, perché ritengo che sia un pezzo fondamentale di questa proposta di legge. Lo associo a quello che è uno degli ultimi episodi che è accaduto in queste settimane: abbiamo tutti potuto vedere i fatti di sangue che sono accaduti anche vicino ad una scuola di Napoli est, e in seguito a quei fatti di sangue, con il Presidente della Camera Fico, siamo andati ad incontrare i dirigenti scolastici e i docenti della scuola che hanno potuto osservare e che sono immersi in una situazione drammatica, perché siamo stati chiamati da questa comunità scolastica che ha segnalato che lo Stato sembra non esserci, lo Stato sembra non essere pronto a dare un segnale di vicinanza e ad affrontare quello che accade fuori da una scuola.

L'espressione che mi sembra molto importante riportare adesso in quest'Aula è che, quando il dirigente scolastico e quando i docenti e i vari esperti hanno parlato all'interno di questa riunione con il Presidente della Camera e con il responsabile dell'ufficio scolastico regionale, tutti hanno percepito che, dopo l'intervento educativo che si fa all'interno di una scuola, all'esterno il rischio è di trovarci un burrone dove le famiglie non sono presenti, dove le politiche sociali sono assenti, dove non c'è un intervento sostanziale di recupero vero e di messa in rete degli aspetti positivi di quel territorio. Quindi oggi, quando noi nel progetto educazione civica parliamo di scuola e territorio, non dobbiamo sottovalutare questo aspetto, cioè l'aspetto di costruire delle reti solide intorno a un istituto scolastico con gli enti importanti che sono i presidi culturali di quel territorio, i presidi di legalità di quel territorio o i presidi sociali di quel territorio.

Senza questa rete intorno, che esercita in maniera reale l'esperienza di cittadinanza attiva, in maniera reale un'esperienza che risponde a rendere ogni giorno, quotidianamente, quei valori della Costituzione reali, allora la scuola, con qualsiasi tipo di insegnamento, con qualsiasi tipo di formazione, non potrà affrontare quello che noi le stiamo chiedendo oggi con questa legge, cioè un indirizzo, un accompagnamento ai temi dell'educazione civica o ai temi che riguardano la legalità o ai temi che riguardano la Costituzione. Per dirla in poche parole, la sfida della legalità oppure la sfida per strappare i bambini e i ragazzi dalla criminalità oppure la sfida per strappare il degrado dagli occhi di quella comunità scolastica non l'affrontiamo se non costruiamo delle reti solide intorno ad una scuola capace di intervenire e fare comunità allargata per affrontare tutti i temi di cittadinanza attiva, ma anche i temi semplicemente del vivere quotidiano.

Per questo ritengo che questo possa essere un primo tassello di una misura che deve ancora arrivare, ma che deve essere più ampia, dove si devono intrecciare le politiche sociali, le politiche di lavoro attivo, le politiche di presidio culturale intorno ad una base sostanziale che è una rete capillare che abbiamo in tutto il Paese, che sono le istituzioni scolastiche e che costituiscono il nostro presidio di Stato, che può dare una svolta al territorio nella nostra nazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 62).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 682-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 63).

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 682-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

ANGELA COLMELLERE, Relatrice. Emendamento 10.1 Ascani, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE GIULIANO, Sottosegretario di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.1 Ascani, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 65).

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 682-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

ANGELA COLMELLERE, Relatrice. Articolo aggiuntivo 11.01 Schullian, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE GIULIANO, Sottosegretario di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Il parere del Governo è favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 66).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Schullian 11.01, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 67).

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 682-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

ANGELA COLMELLERE, Relatrice. Emendamento 12.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE GIULIANO, Sottosegretario di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Il parere del Governo sull'emendamento 12.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, è favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 68).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 69) (Applausi).

Si è così concluso l'esame degli emendamenti. Secondo quanto convenuto in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di giovedì 2 maggio, a partire dalle ore 15, per l'esame degli ordini del giorno, lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.

Comunicazioni del Presidente ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento.

PRESIDENTE. Comunico, ai sensi del comma 1 dell'articolo 123-bis del Regolamento, la decisione in merito al seguente disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica: “Disposizioni per il contrasto della violenza in occasione di manifestazioni sportive” (1603-ter).

Alla luce del parere espresso in data odierna dalla V Commissione (Bilancio) ed esaminato il predetto disegno di legge, la Presidenza comunica che lo stesso non reca disposizioni estranee al suo oggetto, come definito dall'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento.

Calendario dei lavori per il mese di maggio e conseguente aggiornamento del programma.

PRESIDENTE. Ad integrazione di quanto comunicato all'inizio della seduta, comunico che nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto che nella seduta di giovedì 2 maggio sarà iscritta all'ordine del giorno, come primo argomento, l'assegnazione in sede legislativa, alla VII Commissione (Cultura), della proposta di legge n. 1203 - Dichiarazione di monumento nazionale del ponte sul Brenta, detto “Ponte Vecchio di Bassano”.

Comunico, altresì, che nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato stabilito, ai sensi dell'articolo 24, comma 3 del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di maggio:

Martedì 7 maggio (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 7 (ore 14-21, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 8 (ore 11-14 e ore 16-20, con eventuale prosecuzione notturna) e giovedì 9 maggio (ore 14-18, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 10 maggio)

Seguito dell'esame delle proposte di legge costituzionale nn. 1585 e 1172 - Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari (approvata, in prima deliberazione, dal Senato) (previo esame e votazione della questione pregiudiziale di costituzionalità presentata).

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1616 - Disposizioni per assicurare l'applicabilità delle leggi elettorali indipendentemente dal numero dei parlamentari (approvata dal Senato).

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 680 - Modifica all'articolo 12 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, concernente l'esercizio di funzioni di prevenzione e accertamento delle violazioni in materia di sosta da parte dei dipendenti delle società concessionarie della gestione dei parcheggi e delle aziende esercenti il trasporto pubblico di persone.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1074 - Disposizioni per la semplificazione fiscale, il sostegno delle attività economiche e delle famiglie e il contrasto dell'evasione fiscale.

Nella seduta di mercoledì 8 maggio, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time).

Giovedì 9 maggio, a partire dalle ore 11, avrà luogo in Aula la cerimonia di commemorazione del “Giorno della memoria” dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi.

Venerdì 10 maggio

(ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 13 maggio (antimeridiana e pomeridiana)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1789 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 marzo 2019, n. 22, recante misure urgenti per assicurare sicurezza, stabilità finanziaria e integrità dei mercati, nonché tutela della salute e della libertà di soggiorno dei cittadini italiani e di quelli del Regno Unito, in caso di recesso di quest'ultimo dall'Unione europea (approvato dal Senato – scadenza: 24 maggio 2019).

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 506 - Modifiche all'articolo 5 della legge 1° dicembre 1970, n. 898, in materia di assegno spettante a seguito di scioglimento del matrimonio o dell'unione civile.

Discussione generale della mozione concernente iniziative in materia bancaria, di tutela dei risparmiatori e di sovranità economica nazionale nell'ambito dell'Unione europea (in corso di presentazione).

Lunedì 13 (a partire dalle ore 16, con eventuale prosecuzione notturna) , martedì 14, mercoledì 15 e giovedì 16 maggio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 17 maggio)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1789 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 marzo 2019, n. 22, recante misure urgenti per assicurare sicurezza, stabilità finanziaria e integrità dei mercati, nonché tutela della salute e della libertà di soggiorno dei cittadini italiani e di quelli del Regno Unito, in caso di recesso di quest'ultimo dall'Unione europea (approvato dal Senato – scadenza: 24 maggio 2019).

Eventuale seguito degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 506 - Modifiche all'articolo 5 della legge 1° dicembre 1970, n. 898, in materia di assegno spettante a seguito di scioglimento del matrimonio o dell'unione civile.

Seguito dell'esame della mozione concernente iniziative in materia bancaria, di tutela dei risparmiatori e di sovranità economica nazionale nell'ambito dell'Unione europea (in corso di presentazione).

Nella seduta di mercoledì 15 maggio, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time).

Venerdì 17 maggio

(ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

L'Assemblea non terrà seduta da lunedì 20 a venerdì 24 maggio

Lunedì 27 maggio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge di conversione del decreto-legge recante misure emergenziali per il servizio sanitario della Regione Calabria (ove presentato alla Camera - da inviare al Senato).

Discussione sulle linee generali della mozione Baldelli ed altri n. 1-00013 recante iniziative volte a potenziare il sistema dei pagamenti dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni.

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 875 e abbinate - Norme sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e dei corpi di polizia ad ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo.

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 52 e abbinata - Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque.

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 478 e abbinate - Disposizioni per la promozione e il sostegno della lettura.

Martedì 28 maggio (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 28, mercoledì 29 e giovedì 30 maggio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 31 maggio)

Seguito dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge recante misure emergenziali per il servizio sanitario della Regione Calabria (ove presentato alla Camera - da inviare al Senato).

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nelle settimane precedenti e non conclusi

Seguito dell'esame della mozione Baldelli ed altri n. 1-00013 recante iniziative volte a potenziare il sistema dei pagamenti dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 875 e abbinate - Norme sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e dei corpi di polizia ad ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 52 e abbinata - Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque.

Esame dei disegni di legge di ratifica:

n. 1797 - Convenzione relativa all'estradizione tra gli Stati membri dell'Unione europea, con Allegato, fatta a Dublino il 27 settembre 1996 (ove concluso dalla Commissione);

n. 1798 - Protocolli: a) Secondo Protocollo addizionale alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale, fatto a Strasburgo l'8 novembre 2001; b) Terzo Protocollo addizionale alla Convenzione europea di estradizione, fatto a Strasburgo il 10 novembre 2010; c) Quarto Protocollo addizionale alla Convenzione europea di estradizione, fatto a Vienna il 20 settembre 2012 (ove concluso dalla Commissione).

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 478 e abbinate - Disposizioni per la promozione e il sostegno della lettura.

Nella seduta di mercoledì 29 maggio, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time).

Venerdì 31 maggio

(ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

L'organizzazione dei tempi per l'esame dei progetti di legge n. 506, n. 875 e abbinate, n. 52 e abbinata, n. 478 e abbinate, n. 1797 e n. 1798 sarà definita una volta concluso l'esame in sede referente.

L'organizzazione dei tempi della mozione concernente iniziative in materia bancaria sarà definita dopo la sua pubblicazione.

Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Carlo Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Presidente, a volte essere anziani e pensionati è anche bello, voglio sottolinearlo anche in merito a un argomento che è quello - sembrerà strano, Presidente, ma è importante anche quello - delle scarpe da ginnastica. Sono stato criticato da parecchie persone, anche di famiglia, perché a volte vengo in Parlamento con le scarpe da ginnastica, o vado in trasmissioni televisive con le scarpe da ginnastica. Mi ero quasi deciso a sbarazzarmene, quando l'altro ieri, sabato, sul giornale leggo: scarpe da ginnastica senza età, capelli bianchi e sneakers. E si legge: si dice che più si invecchia e più si torna bambini, spesso dimenticando la meraviglia che questo comporta: la sincerità, l'autenticità, il ridimensionamento delle sovrastrutture che ci circondano. Cosa c'è, allora, di più bello del vedere una persona dai capelli colore d'argento calzare spensieratamente un paio di scarpe da ginnastica?

Quindi, invito tutti coloro che sono anziani e pensionati a indossare le scarpe da ginnastica, la loro comodità, ogni volta che lo ritengano opportuno. E anche con queste: viva i pensionati! Andare all'attacco (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Stefania Pezzopane. Ne ha facoltà, per due minuti.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Presidente, condanniamo con fermezza il gravissimo episodio di stupro avvenuto a Viterbo. Ieri, sono stati arrestati per violenza di gruppo due esponenti di CasaPound, uno è consigliere comunale del comune di Vallerano.

Alla giovane donna violentata va il nostro pensiero, il nostro abbraccio e la nostra solidarietà.

Seguiremo la vicenda affinché la giustizia faccia rapidamente ed efficacemente il suo corso. La vittima è stata colpita a pugni e calci fino a farla svenire, quindi le è stato alzato il braccio come al pugile dopo il ko, il braccio è caduto a peso morto, e quindi è iniziato per ore lo stupro, tutto filmato, dichiarano gli inquirenti. Forse i criminali volevano mostrarlo, riderci su, magari farlo girare in chat, santificare i bastardi eroi del mondo dell'odio.

Dopo l'esecuzione, la donna è stata minacciata: stai attenta, quello che è successo non deve uscire. Lei, invece, con coraggio ha denunciato.

Chiricozzi, il consigliere comunale, postava su Instagram un truce manifesto, fino a pochi giorni prima, manifesto che ritrae un negro nell'atto di violentare una donna bianca con sopra la scritta: difendila, la prossima potrebbe essere tua madre, tua sorella, tua figlia. In un altro post, sempre lui si preoccupa del fatto che lo straniero stupra di più rispetto all'italiano. Poi, c'è un doveroso omaggio a Priebke, e c'è una minaccia per tutti noi che siamo a favore dello ius soli, e scrive: orneremo i nostri lampioni con i vostri corpi penzolanti, traditori!

La violenza è avvenuta all'interno di Old Manners, un circolo privato che la stampa nazionale e il TG della Rai ieri hanno descritto come il luogo base politica di CasaPound a Viterbo, sede ufficiale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), ove si era ospitato il 25 aprile l'ennesimo evento, con tanto di manifesto, che inneggiava a un gerarca fascista. Quell'evento l'hanno chiamato: l'aperitivo antipartigiano. Il nome del locale compare anche sul sito di CasaPound Italia, alla sezione sedi e contatti locali, sezione Lazio.

La gravità della vicenda è stata liquidata dal Ministero dell'Interno con uno scarno tweet, noi invece chiediamo al Governo e al “Ministro dell'insicurezza” di compiere gesti politici verso questa organizzazione neofascista con cui si continua a flirtare indegnamente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È una battaglia culturale contro l'odio che noi chiediamo a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Carmelo Miceli. Ne ha facoltà.

CARMELO MICELI (PD). Presidente, esattamente trentasette anni fa, il 30 aprile 1982, venivano brutalmente assassinati a Palermo, in via Turba, Pio La Torre e Rosario Di Salvo.

Io credo che oggi quest'Aula abbia perso un'occasione nel non commemorare formalmente Pio La Torre e Rosario Di Salvo, e credo che sia doveroso, per chi come noi viene da quella storia, ricordarli, per quello che erano, cioè sì partigiani, soggetti in grado di rappresentare una parte in politica, sindacalisti - domani è il 1° maggio - che ogni 1° maggio erano in grado di mobilitare milioni di lavoratori; ma credo che in quest'Aula debbano essere ricordati soprattutto per quello che seppero fare: guardare avanti, guardare con lungimiranza ad alcuni temi, soprattutto quello della mafia e del disarmo, della pace nel Mediterraneo, con la capacità di capire che la mafia era un qualcosa che doveva essere sconfitto non semplicemente con la lotta al boss mafioso con coppola e lupara ma con il sequestro dei patrimoni mafiosi e con una normativa che fosse all'avanguardia, che oggi esiste ed è fiore all'occhiello del panorama europeo, ma anche e soprattutto con la capacità di vedere in alcuni fenomeni, quello della necessità di manifestare per il disarmo della base di Comiso, l'opportunità per unire le forze politiche.

Ecco la lungimiranza di questi soggetti: non polarizzare lo scontro su alcuni temi, ma renderlo motivo di unione tra tutte le forze politiche…

PRESIDENTE. La ringrazio.

CARMELO MICELI (PD). …in maniera trasversale.

PRESIDENTE. Concluda.

CARMELO MICELI (PD). Ecco, io credo che noi, il Parlamento - e soprattutto il Governo - da uomini come Rosario Di Salvo e Pio la Torre abbiamo ed abbia tanto da imparare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

VALENTINA D'ORSO (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, oggi è con viva emozione che voglio ricordare la figura e l'opera meritoria dell'onorevole Pio La Torre, assassinato dalla mafia insieme al compagno di partito Rosario Di Salvo il 30 aprile 1982. Un uomo semplice, coraggioso, onesto, Pio La Torre nasce in una borgata di Palermo; cresce insieme a cinque fratelli in una famiglia contadina e, grazie alla sua sensibilità e al profondo senso di giustizia sociale, si spende per combattere per i diritti dei più deboli e dei più bisognosi con la partecipazione alle lotte contadine, con la sua attività di contrasto alla mafia, con il suo appassionato e incessante impegno politico. La Torre, un uomo schietto che parlava al cuore delle persone, non dimenticò mai le sue origini siciliane e le condizioni di vita della sua gente. Pio La Torre comprese che, per colpire efficacemente la mafia, bisognava attaccare i suoi capitali e i suoi beni. È da questa intuizione e dalla profonda conoscenza della fenomenologia mafiosa che nacque la proposta di legge che introdusse il reato di associazione mafiosa e la confisca dei beni riconducibili alle attività illecite dei condannati per mafia. Per questo, oggi, tutti non possiamo che sentirci onorati di sedere sugli stessi scranni in cui sedette Pio La Torre, il quale fece di tutto, come componente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia, affinché si potesse cominciare a parlare di mafia - una parola dapprima addirittura impronunciabile - e a parlare dei legami tra la mafia ed il potere politico in un'epoca in cui si diceva che la mafia non esisteva. Ebbene, dobbiamo dire grazie a Pio La Torre se oggi la parola “mafia” può essere pronunciata e la realtà mafiosa può essere combattuta e, perché no, si può pensare anche di sconfiggerla. Sconfiggere la mafia: ebbene, questo si potrà fare solo se terremo viva la sua memoria nel nostro impegno quotidiano come cittadini onesti…

PRESIDENTE. Concluda.

VALENTINA D'ORSO (M5S). …e se tradurremo i suoi valori e insegnamenti nelle nostre azioni concrete di legislatori e attori politici, attenti a non abbassare mai la guardia contro qualsiasi fenomeno corruttivo e mafioso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

ANTONIO FEDERICO (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO FEDERICO (M5S). Grazie, Presidente. Gentili colleghe e colleghi, alla vigilia della Festa dei lavoratori, voglio raccontarvi una storia di lavoro perso, bistrattato, offeso. Voglio parlarvi degli ex lavoratori della Guala Closures Group, azienda con sede a Termoli, che realizza tappi di bottiglia. Una storia che racchiude tutte le storture del sistema che finora ha strozzato il lavoro in Italia: Jobs Act e licenziamenti in esubero, delocalizzazioni, centri per l'impiego che non funzionano e agenzie interinali allo sbando. Nel 2012 l'azienda comunica ai lavoratori riduzioni del personale e trasferimento del reparto all'estero. Per i lavoratori sono pronti cassa integrazione straordinaria e mobilità. Sindacati, regione e azienda si accordano; agli estromessi è offerto il trasferimento al Nord con lo stesso stipendio, ma solo qualcuno accetta lo stravolgimento di una vita. I lavoratori non si arrendono, impugnano CIGS e mobilità. Parte il processo e il primo grado di giudizio dichiara illegittima la procedura di scelta dei lavoratori da tagliare. Per i dipendenti, però, nessun reintegro al lavoro, ma solo uno stipendio base. Nell'aprile 2015 la scena si ripete: l'azienda annuncia nuovi tagli che colpiscono gli stessi lavoratori già estromessi. Non solo, da ottobre 2016, nonostante i lavoratori in mobilità, l'azienda ha assunto personale interinale con il lavoro su somministrazione, uno dei mille difetti del Jobs Act. In pratica, quindici persone esterne all'azienda ora lavorano alla Guala, svolgendo le stesse mansioni di chi è stato licenziato. Inoltre, da agosto 2018, oltre agli interinali, per usufruire degli sgravi fiscali regionali, l'azienda ha assunto quattro under 30 a tempo indeterminato. In pratica, un'azienda licenzia due volte parte dei suoi dipendenti e intanto assume personale interinale ed esterno: una storia simbolo di un passato che stiamo superando.

Secondo i numeri diffusi dall'osservatorio dell'INPS sul precariato, i risultati del lavoro del Governo sono già visibili: aumentano i contratti a tempo indeterminato, raddoppiano le trasformazioni, cominciano a diminuire le assunzioni a termine, insomma, crescono i nuovi rapporti di lavoro stabili. Basta? No, siamo solo all'inizio ma abbiamo la certezza che con il decreto dignità…

PRESIDENTE. Concluda.

ANTONIO FEDERICO (M5S). …storie come quelle della Guala non saranno più possibili e questo è un bene per il Molise e per l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

VALENTINA PALMISANO (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà per un minuto.

VALENTINA PALMISANO (M5S). Grazie, Presidente. Porto all'attenzione dell'Aula un argomento che mi sta molto a cuore e che ho già affrontato attraverso un'interrogazione presentata al Ministro della Salute: riguarda il futuro dell'ospedale di Ostuni. Oggi mi voglio soffermare sulla situazione relativa ai lavori del suo ampliamento. Tutto ha inizio nel 2004, quando regione Puglia e Governo stipulano un accordo di programma che prevede l'ammodernamento e l'ampliamento dell'ospedale mediante la costruzione di un nuovo edificio. Inizia quindi l'iter per la realizzazione del progetto da parte dell'ASL, che ad oggi, dopo ben quindici anni, ancora non vede la luce. Si sono susseguite, infatti, varianti nel progetto, fallimenti di ditte aggiudicatrici, assegnazioni e riassegnazioni di appalti: questo è gravissimo. La realizzazione della nuova ala è importantissima, non solo per un ammodernamento della struttura sanitaria ma anche per il necessario ampliamento dei posti letto…

PRESIDENTE. Concluda.

VALENTINA PALMISANO (M5S). …soprattutto non costringerebbe i cittadini ad una vera e propria migrazione sanitaria verso altre strutture spesso lontane. Continuerò a seguire e a monitorare la vicenda…

PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo: dovrebbe concludere.

VALENTINA PALMISANO (M5S). …perché si giunga ad una soluzione celere e adeguata sempre al servizio dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

NICOLA ACUNZO (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLA ACUNZO (M5S). Grazie, Presidente. La ricorrenza di oggi mi consente di trasferire a quest'Aula una riflessione importante: studiare e approfondire opere e artisti del teatro e del cinema, oltre a costituire un dovere storico della memoria, è uno strumento insostituibile per capire la vita, i sentimenti e i sogni dell'uomo. Ecco perché il patrimonio teatrale e cinematografico italiano va preservato, tramandato, valorizzato, soprattutto nelle scuole dalle quali usciranno le prossime classi dirigenti. Oggi ricorre il trentesimo anniversario della scomparsa di Sergio Leone, unanimemente riconosciuto come uno dei più grandi registi della storia del cinema. Le sue regie hanno fatto scuola grazie a titoli come Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più, Il buono, il brutto, il cattivo, C'era una volta il West, che hanno profondamente rinnovato il lessico cinematografico. C'era una volta in America ha rappresentato un fenomeno di costume imitato all'estero e negli stessi Stati Uniti d'America. Oggi ricordiamo Sergio Leone, ma è necessario ed è doveroso ricordare tutti i grandi autori che hanno contribuito con le loro opere alla grandezza della cultura italiana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

GIUSEPPINA OCCHIONERO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (LEU). Grazie, Presidente. Volevo richiamare l'attenzione dell'Aula su un fenomeno che riguarda il mio Molise e che sta raggiungendo punte davvero preoccupanti sia per il tessuto sociale, sia per quello economico della mia regione. Mi riferisco al fenomeno dei furti di mezzi e attrezzature agricole che si è localizzato soprattutto nella fascia costiera della mia regione e rispetto al quale, a questo punto, il riferimento alle infiltrazioni criminali non può che essere quasi certo. L'impronta è quella della mala foggiana e decine di trattori e di mezzi agricoli, di attrezzature agricole sono state rubate per un valore superiore a 4 milioni di euro. È evidente che questo infligge un duro colpo agli imprenditori agricoli della mia regione, i quali hanno contribuito ad aumentare il PIL locale e che, soprattutto, sono i maggiori e migliori produttori della nostra agricoltura. In quel pezzo di terra, signor Presidente, viene data vita alla tintilia, che è il vino che ha portato lustro al mio Molise; non c'è solo la tintilia ma si tratta del pezzo di terra in cui cresce grano, olio, frutta, pomodori, insomma tutto quello costituisce l'eccellenza dell'agricoltura della mia regione. È evidente che tutto ciò crea un grave, grosso danno per le piccole e medie aziende che si occupano di agricoltura, soprattutto in un momento in cui c'è un ritorno, un'inversione di tendenza e un ritorno anche dei giovani al lavoro agricolo. Anche l'anno scorso abbiamo avuto una correlazione tra i furti e fenomeni di questo tipo, come ad esempio abbattimenti di trenta ettari di terreno di vigne nella zona di Nuova Cliternia e la malavita organizzata.

PRESIDENTE. Concluda.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (LEU). Ecco, noi non possiamo rimanere in silenzio di fronte a tutto ciò e mi chiedo, a questo punto, quali intenzioni ha il nostro Governo, in particolare il Presidente del Consiglio, che per continuità territoriale è ben a conoscenza del fenomeno di cui parlo. Io mi auguro che abbia intenzione di porre serio rimedio a quella che è una deriva che riguarda la malavita organizzata anche nel mio Molise (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Francesco Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Proseguiamo la battaglia di Forza Italia per Radio Radicale. “Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie”: questa è la poesia Soldati di Ungaretti e si dice di Ungaretti che ha un grande potere evocativo. Ecco, se io dovessi usare lo stesso metro per le parole Radio Radicale, Radio Radicale ha un grande potere evocativo; ma un potere evocativo non soggettivo, ciascuno di noi raccoglie la capacità evocativa a seconda delle proprie esperienze, Radio Radicale ha un potere evocativo oggettivo, senza tempo, onnipresente, con chiarezza, per portare fatti nella cultura di ciascuno perché si possa formare un proprio convincimento. Si tratta del pilastro della nostra cultura e della nostra informazione.

Presidente, Radio Radicale evoca una voce, evoca indipendenza, evoca informazione, evoca libertà, evoca Costituzione, evoca l'articolo 21, si tratta di qualche cosa che io penso possa definirsi sinteticamente: evoca la libertà, una libertà condivisa, che non ha tempo, non ha appartenenza, è dentro di noi e prima di qualsiasi idea che ciascuno si può formare. Ecco perché è inspiegabile come questo Governo tagli la libertà, non sia sensibile a garantire questo servizio, che non è mio, tuo, suo, è di tutti ed è di questo Paese. Allora noi continuiamo a credere e a sperare che in un impeto di rinsavimento il Governo garantisca a Radio Radicale e all'Italia il diritto di continuare ad essere liberi, e liberi vuol dire essere liberi nell'informazione. Avanti tutta, è una battaglia che non si fermerà (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Raffaella Paita. Ne ha facoltà, per un minuto.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, oggi è il 30 aprile, cioè la data fissata per la presentazione del piano di Alitalia. Questa data era dovuta a una proroga richiesta da Ferrovie dello Stato, poiché il termine della presentazione dell'offerta era scaduto il 31 marzo e, com'è noto, la proroga iniziale era dovuta dal 31 gennaio. Insomma, la sostanza è che dal 31 ottobre sono passati sei mesi e sono mesi lunghissimi in cui non si è fatto nulla. Anzi, c'è stato un peggioramento del quadro complessivo perché apprendiamo oggi proprio dalle agenzie di stampa che le Ferrovie hanno inviato una lettera ai commissari per chiedere un ulteriore slittamento della tempistica, perché oggi non ci sono le condizioni per un'operazione di mercato. Ecco, io mi permetto di dire al Governo e a lei, Presidente, che bisognerebbe smetterla con gli annunci, con le millanterie a mezzo stampa, che bisognerebbe smetterla di confondere i piani tra il tema delle concessioni autostradali e il tema di Alitalia, e che i lavoratori e il Paese esigono chiarezza da parte del Governo sul futuro di questa grande, grandissima impresa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà, per un minuto.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Grazie, Presidente. Ci sono stati altri interventi nel ricordo di questa giornata del 30 aprile 1982, dell'agguato e dell'uccisione di Pio La Torre, che fu un uno dei momenti più tragici della storia di questo Paese, ma che costituì un momento nel quale, finalmente, sulla base di un lavoro che era stato fatto con la legge La Torre-Rognoni, si riusciva a dare una risposta a quella che era l'aggressione del fenomeno mafioso sui territori e a dare libertà ai territori e capacità di risposta democratica. Me lo ricordo bene quel giorno, ero studente di giurisprudenza e proprio in quel giorno si discusse e si parlò nei giorni successivi della legge La Torre-Rognoni.

E lo posso ricordare, lo ricordo con questo affetto personale, ma anche ricordandomi - non è stato detto da altri - che quella famosa intesa fra la Democrazia Cristiana, rappresentata da Piersanti Mattarella, e dall'altro, da Pio La Torre, uomo del Partito Comunista, riuscì a portare a un riscatto di quella regione e a una prima vera opposizione alla cultura mafiosa.

Anche in questo giorno il Presidente della Repubblica ha ricordato quegli eventi e penso che sia importante ricordare ciò che avvenne in un momento di solidarietà politica e nazionale per affrontare fenomeni di questa rilevanza.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 2 maggio 2019 - Ore 15:

1. Assegnazione a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 1203 .

2. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

CAPITANIO ed altri; GELMINI ed altri; DADONE ed altri; BATTILOCCHIO ed altri; TOCCAFONDI ed altri; COMAROLI ed altri; GELMINI; MURA ed altri; SCHULLIAN ed altri; PELLA; D'INIZIATIVA POPOLARE; FRASSINETTI ed altri; NESCI ed altri; LATTANZIO ed altri; FUSACCHIA; BRUNETTA e APREA; MISITI: Introduzione dell'insegnamento scolastico dell'educazione civica.

(C. 682-734-916-988-1166-1182-1425-1464-1465-1480-1485-1499-1536-1555-1576-1696-1709-A)

Relatrice: COLMELLERE.

3. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 19,20.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato Cannizzaro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 3 i deputati Andreuzza e Bazzaro hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 6 il deputato Costa ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;

nella votazione n. 8 la deputata Flati ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

nella votazione n. 10 il deputato Paolini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 11 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 13 la deputata Fiorini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 14 e 21 il deputato Sgarbi ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 19 i deputati De Lorenzis e Terzoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 20 i deputati Basini e Lazzarini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 27 il deputato Coin ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 32 il deputato Basini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 36 alla n. 42 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 36 la deputata Paita ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 32 il deputato Bellachioma ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 38 il deputato Ceccanti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 48 i deputati De Maria e Morassut hanno segnalato che hanno erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 48 la deputata Macina ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

nella votazione n. 48 il deputato Mariani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 49 il deputato De Lorenzis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 49 la deputata Dadone ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 55, 57, 59 e 60 la deputata Gobbato ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 56 il deputato Comencini ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 58 il deputato Scalfarotto ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 64 la deputata Frate ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 69 la deputata Braga ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Doc. XXII, n.36-A e ab.-em. 1.10rif 397 396 1 199 396 0 72 Appr.
2 Nominale em. 1.11 424 347 77 174 84 263 69 Resp.
3 Nominale articolo 1 418 360 58 181 360 0 69 Appr.
4 Nominale articolo 2 428 367 61 184 367 0 68 Appr.
5 Nominale articolo 3 426 372 54 187 371 1 68 Appr.
6 Nominale articolo 4 424 367 57 184 367 0 68 Appr.
7 Nominale articolo 5 428 371 57 186 371 0 68 Appr.
8 Nominale articolo 6 429 372 57 187 371 1 67 Appr.
9 Nominale articolo 7 432 371 61 186 371 0 67 Appr.
10 Nominale Doc. XXII, n.36-A e ab.-voto finale 430 376 54 189 376 0 65 Appr.
11 Nominale Ddl 1538-A - articolo 1 430 429 1 215 429 0 64 Appr.
12 Nominale articolo 2 429 429 0 215 428 1 64 Appr.
13 Nominale articolo 3 429 429 0 215 429 0 64 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale articolo 4 417 417 0 209 417 0 64 Appr.
15 Nominale articolo 5 434 433 1 217 433 0 64 Appr.
16 Nominale Ddl 1538-A - voto finale 430 429 1 215 429 0 64 Appr.
17 Nominale Ddl 1539-A - articolo 1 428 426 2 214 426 0 64 Appr.
18 Nominale articolo 2 426 425 1 213 425 0 64 Appr.
19 Nominale articolo 3 414 413 1 207 412 1 64 Appr.
20 Nominale articolo 4 428 428 0 215 426 2 64 Appr.
21 Nominale Ddl 1539-A - voto finale 429 428 1 215 428 0 64 Appr.
22 Nominale Ddl 1540-A - articolo 1 434 425 9 213 425 0 64 Appr.
23 Nominale articolo 2 430 421 9 211 421 0 64 Appr.
24 Nominale articolo 3 432 422 10 212 422 0 64 Appr.
25 Nominale articolo 4 432 423 9 212 423 0 64 Appr.
26 Nominale Ddl 1540-A - voto finale 421 412 9 207 412 0 64 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale Ddl 1541-A - articolo 1 424 423 1 212 423 0 64 Appr.
28 Nominale articolo 2 422 421 1 211 414 7 64 Appr.
29 Nominale articolo 3 422 421 1 211 414 7 64 Appr.
30 Nominale articolo 4 429 428 1 215 421 7 63 Appr.
31 Nominale articolo 5 431 430 1 216 423 7 63 Appr.
32 Nominale Ddl 1541-A - voto finale 413 412 1 207 405 7 62 Appr.
33 Nominale TU Pdl 682 e ab.-A - em. 1.1 404 403 1 202 11 392 62 Resp.
34 Nominale em. 1.2 408 407 1 204 89 318 62 Resp.
35 Nominale articolo 1 411 410 1 206 404 6 62 Appr.
36 Nominale em. 2.1 413 412 1 207 92 320 62 Resp.
37 Nominale em. 2.2 408 407 1 204 92 315 62 Resp.
38 Nominale em. 2.100 n.f. 412 411 1 206 410 1 62 Appr.
39 Nominale em. 2.101 416 415 1 208 415 0 62 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 2.7 411 410 1 206 91 319 62 Resp.
41 Nominale em. 2.200 411 410 1 206 408 2 62 Appr.
42 Nominale articolo 2 408 400 8 201 400 0 62 Appr.
43 Nominale em. 3.100 415 414 1 208 414 0 62 Appr.
44 Nominale em. 3.101 400 399 1 200 399 0 62 Appr.
45 Nominale em. 3.102 399 398 1 200 398 0 62 Appr.
46 Nominale em. 3.3 401 401 0 201 91 310 62 Resp.
47 Nominale articolo 3 402 396 6 199 396 0 62 Appr.
48 Nominale em. 4.100 n.f. 395 395 0 198 317 78 62 Appr.
49 Nominale em. 4.1 397 395 2 198 10 385 62 Resp.
50 Nominale articolo 4 397 391 6 196 390 1 62 Appr.
51 Nominale em. 5.100 399 399 0 200 397 2 62 Appr.
52 Nominale em. 5.101 397 397 0 199 396 1 62 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale em. 5.200 400 399 1 200 399 0 62 Appr.
54 Nominale articolo 5 389 389 0 195 389 0 62 Appr.
55 Nominale em. 6.1 381 324 57 163 82 242 62 Resp.
56 Nominale em. 6.100 379 378 1 190 376 2 62 Appr.
57 Nominale articolo 6 372 372 0 187 372 0 62 Appr.
58 Nominale em. 7.100 385 385 0 193 385 0 62 Appr.
59 Nominale em. 7.1 378 378 0 190 13 365 62 Resp.
60 Nominale articolo 7 380 380 0 191 378 2 62 Appr.
61 Nominale em. 8.100 382 382 0 192 382 0 62 Appr.
62 Nominale articolo 8 384 384 0 193 384 0 62 Appr.
63 Nominale articolo 9 381 381 0 191 381 0 62 Appr.
64 Nominale em. 10.1 382 382 0 192 79 303 62 Resp.
65 Nominale articolo 10 381 381 0 191 380 1 62 Appr.


INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 69)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale articolo 11 380 380 0 191 380 0 62 Appr.
67 Nominale art. agg. 11.01 384 384 0 193 384 0 62 Appr.
68 Nominale em. 12.200 371 301 70 151 300 1 62 Appr.
69 Nominale articolo 12 378 308 70 155 308 0 62 Appr.