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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 165 di mercoledì 17 aprile 2019

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Battelli, Benvenuto, Brescia, Colletti, Covolo, D'Incà, D'Uva, Daga, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gallinella, Gallo, Gebhard, Giaccone, Giachetti, Invernizzi, Lollobrigida, Lupi, Maniero, Manzato, Molinari, Parolo, Pastorino, Schullian, Scoma e Stumpo sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente novanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Trasferimento a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 1615.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di proposta di legge a Commissione in sede legislativa.

Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la sotto indicata Commissione ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento: alla IX Commissione (Trasporti): Marino ed altri: "Modifiche alla legge 9 agosto 2017, n. 128, in materia di affidamento dei servizi di trasporto nelle ferrovie turistiche isolate dalla rete ferroviaria nonché di vigilanza sull'applicazione delle norme di sicurezza" (A.C. 1615) (La Commissione ha elaborato un nuovo testo).

Se non vi sono obiezioni, così rimane stabilito.

(Così rimane stabilito).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 11,30. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 11,05, è ripresa alle 11,30.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

In ricordo del maresciallo maggiore dei Carabinieri Vincenzo Di Gennaro.

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Colleghi e colleghe, come sapete, lo scorso 13 aprile, nel corso di un'operazione di controllo a Cagnano Varano, in provincia di Foggia, è rimasto ucciso il maresciallo maggiore Vincenzo Carlo Di Gennaro, mentre il carabiniere Pasquale Casertano è rimasto ferito. In questo doloroso momento, desidero anzitutto ricordare il coraggio, il senso di umanità e l'impegno con cui il maresciallo Di Gennaro ha messo la propria capacità professionale al servizio dell'intera comunità, fino a sacrificare la propria vita. Per queste ragioni e per esprimere personalmente, anche a nome della Camera dei deputati, la solidarietà e la vicinanza ai familiari, ho preso parte, ieri, ai funerali che si sono svolti a San Severo.

È più che mai necessario oggi ribadire con forza la gratitudine e l'apprezzamento a tutte le donne e a tutti gli uomini dell'Arma dei carabinieri, che, con professionalità e dedizione, sono impegnati ogni giorno su tutto il territorio nazionale nella difesa della legalità, della sicurezza, della giustizia e della democrazia del nostro Paese (Applausi). Ho già trasmesso a questo scopo una lettera al Comandante generale dell'Arma, generale Giovanni Nistri.

Nell'esprimere al carabiniere Pasquale Casertano gli auguri sinceri di pronta guarigione, desidero rinnovare a nome di tutta l'Assemblea il più profondo e commosso cordoglio alla famiglia del maresciallo Di Gennaro.

Invito i colleghi ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio) (Applausi).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). Grazie, signor Presidente. Le cronache dei giornali questa mattina danno tutte conto di un fatto che noi consideriamo particolarmente grave, e cioè di uno scontro esplicito e duro tra il Ministro Salvini e il Ministro Trenta, il Ministro Salvini e i vertici delle Forze armate, un fatto assolutamente inedito per la storia politica di questo Paese e soprattutto un fatto particolarmente grave di fronte alla criticità e alla drammaticità della crisi libica. Ora, che la crisi libica sia grave mi pare che tutti ne abbiamo piena consapevolezza e ne abbiamo discusso qualche giorno fa con il Presidente del Consiglio; proprio perché la situazione è di particolare delicatezza questo richiede, da parte di chi vuole agire, come l'Italia, che vi sia una unità di intenti, una visione chiara dell'azione del Governo e dell'azione di politica estera e di tutela del Paese e richiede quindi che vi sia una capacità di muoversi, agendo con una sola mano e parlando con una sola voce, dicendo le stesse cose. Quello che è accaduto ieri è esattamente il contrario. Il Ministro Salvini - non è la prima volta che lo fa - invade competenze che non gli sono proprie, determina una reazione particolarmente dura e stizzita dei vertici delle Forze armate, a cui si è rivolto intimando…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore!

PIERO FASSINO (PD). Si è rivolto ai vertici delle Forze armate, intimando delle misure e degli atti che non è competenza del Ministro dell'Interno intimare alle Forze armate e questo ha determinato - come tutti sappiamo - una reazione del Ministro Trenta, di cui tutti possiamo leggere oggi il tono e le parole sui giornali. Ora, tutto questo io credo che, non solo sia grave, ma richieda un chiarimento. Noi non possiamo, anche per la credibilità nei confronti dei nostri interlocutori - in primo luogo, gli interlocutori libici, oltre che quelli degli altri Paesi europei -, essere un Paese che dice una cosa con un Ministro e il suo contrario con un altro Ministro. Si impone un chiarimento e chiediamo al Presidente del Consiglio di riferire al Parlamento su quali sono le direttive e gli orientamenti che il Governo intende seguire nel gestire in modo omogeneo e coordinato la crisi libica. Venire in Parlamento a riferire non è solo importante per chiarire questo passaggio così delicato, ma potrebbe anche essere il momento per fare il punto sulle iniziative che il Governo italiano sta assumendo e che sono state qui annunciate, quali iniziative si stanno assumendo, che esito danno, come si intende coordinarsi con l'Unione europea e come si intende anche stabilire un rapporto con la Francia. Non ci sfugge la difficoltà dei rapporti con questo Paese in questi mesi, ma è indubitabile che Italia e Francia sono i Paesi più direttamente investiti dalla crisi libica e un coordinamento delle politiche su questo tema è essenziale, se non si vuole che, con la presunzione di ciascuno di operare da solo, in realtà non si sia in grado di incidere in nessun modo nella crisi libica, con tutte le conseguenze e i rischi che l'esplosione di quella crisi può comportare, per noi e per l'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, signor Presidente.

Per associarmi alla richiesta, che è stata appena fatta, che il Presidente del Consiglio, Conte, venga in Aula a riferire su quanto è accaduto, perché vede, signor Presidente, quello che è accaduto ieri è qualcosa di molto grave e di molto preoccupante. C'eravamo abituati a vederne molte in questo Paese; abbiamo visto le leggi ad personam, quello che ancora non avevamo visto erano le circolari ad navem. Ecco, ieri, il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha voluto innovare, sul piano delle procedure, anche da questo punto di vista, emettendo una circolare, esplicitamente riferita contro una nave specifica, una nave italiana, la Mare Jonio, della piattaforma Mediterranea, una circolare che ha l'obiettivo di impedire a quella nave di fare il suo dovere, quello che sta facendo e per cui, per la verità, le Istituzioni di questo Paese dovrebbero ringraziarla, cioè andare nel mar Mediterraneo a cercare di evitare che le persone che scappano dalla guerra, dalla fame e dalla disperazione e - oggi, più che mai - da una situazione di conflitto conclamata, affoghino durante il tragitto, com'è accaduto nei primi mesi del 2019 al 27 per cento delle persone che hanno cercato di affrontare quel viaggio. Succede che quella circolare sia, nei fatti, un volantino di propaganda, lo strumento di una campagna elettorale. Ma, sapete che c'è? C'è che quel volantino non è stato stampato in una sede di partito, ma è stato stampato e diffuso in uno dei Ministeri più importanti del Paese, il Ministero dell'Interno, e succede, per di più, che in quel volantino si profili un ruolo del Ministro dell'Interno che eccede, e di molto, le sue funzioni. Il Ministro dell'Interno di questo Paese si sveglia e pensa di essere improvvisamente diventato il capo di tutto, il capo delle Forze dell'Ordine, perché chiede alle Forze dell'ordine, a prescindere, di alzarsi e di andare ad arrestare questo o quello, il capo della magistratura, perché chiede alla magistratura di indagare questo o quello, e ora anche il capo delle Forze armate. Ebbene, quando leggiamo sui giornali che, da fonti molto rilevanti delle Forze armate, arrivano parole come quelle che abbiamo letto e cioè non solo che è inaccettabile quella circolare, ma che quella circolare è il tono e il sapore del regime, io credo che noi dobbiamo cominciare a preoccuparci, credo che sia arrivato il momento di porre un qualche argine alla deriva democratica di questo Paese. Dunque, ci associamo e chiediamo con forza che il Presidente del Consiglio Conte venga in Aula, ci dica qual è la posizione del Governo su quello che è capitato e su una situazione che è francamente ormai del tutto intollerabile (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Per associarci alla richiesta appena fatta dai colleghi. Vede, i problemi non sono solo quelli che sono stati sollevati, ma c'è un problema di fondo enorme di fronte a questo Parlamento, ed è il problema della collegialità del Governo. Noi assistiamo quotidianamente a Ministri di questo Governo che intervengono sulla stessa materia, con dichiarazioni che contestano, gli uni, le prese di posizioni degli altri. Ora assistiamo e abbiamo assistito a fonti dello Stato Maggiore della difesa che intervengono rispetto a documenti, come la direttiva emanata dal Ministro dell'Interno e diretta agli stessi vertici della nostra difesa. C'è una questione di collegialità del Governo che va chiarita davanti al Parlamento su materie delicatissime, come quelle della difesa, della politica estera e della tutela delle frontiere del nostro Paese. Non possono coesistere pubblicamente linee diverse. Per questo, ci associamo alla richiesta e speriamo vivamente lei la voglia trasmettere al Governo.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 29 marzo 2019, n. 27, recante disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi e di sostegno alle imprese agroalimentari colpite da eventi atmosferici avversi di carattere eccezionale e per l'emergenza nello stabilimento Stoppani, sito nel Comune di Cogoleto (A.C. 1718-A) (ore 11,45).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1718-A: Conversione in legge del decreto-legge 29 marzo 2019, n. 27, recante disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi e di sostegno alle imprese agroalimentari colpite da eventi atmosferici avversi di carattere eccezionale e per l'emergenza nello stabilimento Stoppani, sito nel Comune di Cogoleto.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1718-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione, e delle proposte emendative riferite all'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A).

Ricordo che, nella seduta di ieri, è stato da ultimo approvato l'emendamento Parentela 8-quater.102 e sono stati accantonati gli emendamenti Schullian 4-bis.100, 4-bis.300 della Commissione Bilancio, Cenni 7.4 e gli identici emendamenti Viviani 7.100, Gagnarli 7.101 e Cenni 7.102.

Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 4-bis.200 e la nuova formulazione dell'emendamento 10-quater.0200, in relazione ai quali risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione dei subemendamenti, nonché il subemendamento 0.7.100.200, riferito agli identici emendamenti 7.100 Viviani, 7.101 Gagnarli e 7.102 Cenni. Le proposte emendative della Commissione sono in distribuzione.

Avverto inoltre che, fuori dalla seduta, l'emendamento 4-bis.100 Schullian è stato ritirato dal presentatore.

Chiedo al relatore se intenda riprendere l'esame del provvedimento iniziando dagli emendamenti riferiti all'articolo 9.

FILIPPO GALLINELLA, Relatore. Sì.

PRESIDENTE. Sta bene.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.4 Cardinale, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.5 Lucaselli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.14 Ciaburro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, intervengo affinché rimanga a verbale che le ultime due votazioni non hanno visto il raggiungimento del numero legale da parte della maggioranza, nel caso in cui non ci fosse stata la minoranza a votare.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.15 Ciaburro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.10 Nevi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.13 Ciaburro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 9.100 Cardinale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Cardinale. Ne ha facoltà.

DANIELA CARDINALE (PD). Grazie, Presidente. Questo emendamento propone lo stanziamento di un contributo straordinario, pari a 2 milioni e mezzo di euro, per contrastare il virus della Tristeza, che da anni purtroppo interessa le coltivazioni agrumicole siciliane. È un emendamento che dovrebbe essere ovvio in un provvedimento che tratta di emergenze: chi è siciliano, e non solo, sa quanto questo virus abbia segnato la nostra agrumicultura, quanti danni abbia portato al comparto e come abbia modificato anche il paesaggio, sono state, infatti, migliaia le piante abbattute. Sappiamo che il Fondo istituito non è sufficiente e, anche se si fa riferimento agli 8 milioni di euro previsti dall'ultimo decreto ministeriale, il problema permane. Noi quindi, con questo emendamento, chiediamo che le risorse possano essere implementate; chiediamo che questa emergenza continui ad essere considerata tale anche dal Governo centrale e che vengano assegnate risorse per il contrasto al virus e per supportare le aziende del settore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.100 Cardinale, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.7 Elvira Savino, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere contrario della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'emendamento 010.06 Critelli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Critelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CRITELLI (PD). Grazie, Presidente. Questo emendamento rivela una certa ipocrisia di fondo da parte delle forze di maggioranza, perché noi leggiamo - mi rivolgo, per il suo tramite, alla sottosegretaria - disposizioni di sostegno alle imprese agroalimentari colpite da eventi atmosferici avversi di carattere eccezionale. Manca un piccolo inciso: che queste disposizioni riguardano solo la regione Puglia. Ora noi evidentemente riconosciamo una eccezionalità ai fenomeni che sono avvenuti in quella regione nei mesi del 2018; nessuno di noi immagina di sottrarre un solo centesimo alle risorse che qui vengono indirizzate nei confronti della regione Puglia, ma esistono anche altri casi, Presidente. C'è il caso dell'Emilia-Romagna, del Lazio, della Basilicata, della Lombardia: sono numerosi gli emendamenti presentati anche dalle altre forze politiche. Allora, non si capisce perché la maggioranza e il Governo si ostinino a voler negare queste risorse. Eppure, noi proponiamo un emendamento molto ragionevole, firmato assieme agli altri colleghi del gruppo del Partito Democratico: un emendamento che chiede di incrementare le risorse per 10 milioni di euro. Vede, Presidente, nei mesi di febbraio e marzo 2018 - cito il caso dell'Emilia-Romagna - i danni stimati ammontano a quasi 100 milioni di euro. Sono stati colpiti in particolar modo i frutteti, gli ortaggi da Piacenza a Rimini; c'è stato un intervento della regione Emilia-Romagna che ha già svolto i compiti a casa, ma credo che siano tante le regioni del Paese che necessitano di un intervento da parte del Governo.

E - me lo lasci dire, Presidente - come spesso accade, questa maggioranza si contraddice da sola e, come spesso accade, cari colleghi, questa maggioranza smentisce sé stessa perché, nella seduta della Commissione politiche economiche dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna del 23 gennaio 2019, una risoluzione presentata dal gruppo parlamentare del Partito Democratico - io capisco il vociare e la distrazione delle forze di maggioranza ma, quando sono chiamate alle loro responsabilità o quando si presentano atti messi nero su bianco, è più conveniente alzare il volume e girarsi dall'altra parte - nella seduta della Commissione politiche economiche, la risoluzione presentata dal gruppo del Partito Democratico ha avuto il voto unanime, colleghi – il voto unanime - di tutti i rappresentanti di tutte le forze politiche, compresi il MoVimento 5 Stelle e la Lega Nord. Intervenendo - leggo testuali parole, prese dal comunicato - il rappresentante del MoVimento 5 Stelle dice: “anche i Cinque Stelle hanno presentato un'interrogazione sul problema nell'estate scorsa; la questione risarcimenti è all'attenzione delle istituzioni” e poi chiedeva alla regione Emilia-Romagna se avesse, come dire, adempiuto a tutti gli obblighi, con risposta affermativa da parte della regione Emilia-Romagna. Allora interviene il consigliere regionale della Lega che dice - cito anche qui testualmente – “Il Ministro delle Politiche agricole ha assicurato l'impegno dell'Esecutivo a destinare una quota del Fondo di solidarietà nazionale anche per il risarcimento dei danni subiti dagli agricoltori delle altre regioni fra le quali l'Emilia-Romagna”. Risoluzione votata, Presidente, all'unanimità.

Ebbene oggi, per il suo tramite, mi rivolgo alla sottosegretaria chiedendo, come abbiamo già fatto in Commissione, un ulteriore piccolo sforzo di riflessione, magari un accantonamento della proposta emendativa in esame perché oggi, quando invece si arriva in Aula e quando bisogna passare dalle parole ai fatti, abbiamo l'ennesima dimostrazione di come questo sia il Governo degli slogan a cui poi non viene dato nessun seguito. Perché sono stati mesi di passerelle elettorali da parte dei rappresentanti delle forze di maggioranza, in particolar modo da parte dei rappresentanti della Lega Nord, che vengono in Emilia-Romagna a dirci come quanto prima loro espugneranno quella regione, ma quando si tratta di togliere fuori i soldi per dare risposte agli agricoltori di quella regione e alle imprese di quella regione che sono stati colpiti da danni si girano dall'altra parte e fanno finta di niente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico): questa è la vostra capacità di Governo.

Allora, sottosegretaria, prenda il coraggio a due mani e accantonate l'articolo premissivo 010.06 che ho presentato e su cui i vostri consiglieri regionali hanno votato a favore nell'Assemblea legislativa. Accantonatelo, trovate queste risorse - sono 10 milioni di euro - e almeno per una volta, dal 1° giugno dell'anno scorso, fate in modo che alle vostre chiacchiere possano seguire i fatti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Intervengo intanto per chiedere al collega Critelli di poter sottoscrivere il suo emendamento 010.06, e poi, ricollegandomi alla giornata di ieri e al ritiro del nostro emendamento all'articolo 6, credo che questa formulazione sia corretta. Quindi, invito anch'io il Governo a ripensare la sua contrarietà perché oggettivamente il rischio è quello che avevamo sottolineato ieri cioè in un provvedimento, il cui titolo riguarda in qualche modo tutto il territorio nazionale, la rubrica è chiarissima, “Disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi ….nonché di sostegno alle imprese agroalimentari colpite da eventi atmosferici avversi di carattere eccezionale…”, poi, alla fine, nella sostanza si interviene solo sulla Puglia.

Abbiamo già ricordato - credo che non si debba ritornarci sopra - il fatto che si condivide ovviamente il carattere particolarmente grave della situazione pugliese però, nel momento in cui il provvedimento riguarda l'intero territorio nazionale, una soluzione come quella prospettata dalla proposta emendativa in esame, quindi con un intervento anche quantitativamente di risorse abbastanza limitato sarebbe stato un modo per dare una risposta a tutti ed evitare e - chiudo su questo - un rischio che diventa reale, cioè quello rispetto alle sole gelate del febbraio-marzo 2018, di finire di fare figli e figliastri, perché ci sarà una regione, la Puglia, su cui ci sarà un intervento e ci saranno regioni che, invece, sostanzialmente non vedranno riconosciuto questo carattere di avversità eccezionale.

Quindi, mi associo anch'io e formalizzo la richiesta di accantonamento.

PRESIDENTE. C'è una richiesta formale di accantonamento. Qual è il parere del relatore?

FILIPPO GALLINELLA, Relatore. Contrario, Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore sulla richiesta di accantonamento il deputato Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (PD). Presidente, noi chiediamo l'accantonamento di questa proposta emendativa perché, come è stato spiegato dal mio collega Critelli, noi stiamo proponendo semplicemente di dare una risposta concreta a migliaia di aziende agricole che non possono accedere agli aiuti necessari per far fronte a una avversità di carattere atmosferico che non può certo essere imputata a loro e per la quale hanno il diritto di poter accedere alle risorse e agli aiuti che le istituzioni devono mettere a disposizione. Peraltro, in questa proposta emendativa si prevedono anche delle coperture e si prevede anche, in maniera molto puntuale, in che modo si può far fronte ai maggiori stanziamenti che noi chiediamo. D'altro canto, non può avvenire che le forze di Governo vengano nei territori a dichiararsi accanto agli agricoltori e votino nelle regioni e in consiglio regionale provvedimenti che dicono di voler aiutare gli agricoltori e poi al Governo vi dimenticate e voltate le spalle ad aziende che rischiano di chiudere, aziende che hanno posti di lavoro, aziende dietro alle quali ci sono delle famiglie.

Noi vi chiediamo di accantonare questa proposta emendativa, ma non semplicemente di accantonarla per accontentare una richiesta dell'opposizione ma per riflettere davvero concretamente sulle opzioni che noi vi abbiamo dato, e non solo il Partito Democratico, perché anche altri gruppi di opposizione hanno presentato analoga richiesta. Riflettete su questa proposta, riflettete sulla opportunità anzi, direi, sulla necessità che come Governo avete di dare una risposta concreta a migliaia di aziende agricole che sono in profonda difficoltà e alle quali avete fatto promesse sui territori che non state mantenendo. Avete un'occasione per rimediare, non sprecatela. Noi saremo pronti a sostenere questi sforzi insieme, se voi vorrete ascoltare le proposte che arrivano dal gruppo del Partito Democratico, ma il mondo dell'agricoltura, in Emilia-Romagna in particolare, è un settore trainante per l'economia e, quindi, anche per una parte considerevole dell'economia di questo Paese. Non voltate le spalle agli agricoltori, altrimenti ve ne pentirete (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ALESSANDRA PESCE, Sottosegretaria di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA PESCE, Sottosegretaria di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Grazie, Presidente. Giusto per sottolineare che il “decreto emergenze” ha avuto la focalizzazione sulla regione Puglia che è stata decisamente messa in ginocchio dalle gelate e, in particolare, nel comparto olivicolo, che rappresenta il 50 per cento della produzione olivicola nazionale.

Ci rendiamo perfettamente conto che esistono situazioni variegate anche nelle altre regioni e assolutamente non c'è l'intenzione di voltare le spalle, ma la necessità di adottare dei provvedimenti di carattere ministeriale per prendere in carico le difficoltà che si sono registrate. Quindi, per questo il decreto è finalizzato su una situazione veramente emergenziale, così com'è nel titolo del decreto stesso.

FILIPPO GALLINELLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FILIPPO GALLINELLA, Relatore. Grazie, Presidente. Intervengo per motivare la richiesta del “no” sull'accantonamento, perché è un tema, questo, che abbiamo dibattuto in Commissione. Ieri, il sottosegretario Manzato ha spiegato il motivo, e oggi l'ha ribadito anche il sottosegretario Pesce. È un tema che è all'attenzione della Commissione, perché le questioni le vogliamo affrontare con le possibilità che abbiamo, e il Governo si è impegnato a dare una mano e una risposta anche alle altre problematiche legate alle gelate e alle calamità naturali non rientranti nel decreto. È per questo che diciamo “no” sulla richiesta di accantonamento.

PRESIDENTE. Quindi, sulla richiesta di accantonamento si sono espressi a favore e contro i deputati Marco Di Maio e Gallinella.

Passiamo, dunque, ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'emndamento 010.06 Critelli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 34 voti di differenza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 010.06 Critelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 010.08 Ferro, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 010.04 Incerti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Incerti. Ne ha facoltà.

ANTONELLA INCERTI (PD). Grazie, Presidente. Io intervengo per reiterare di nuovo la richiesta di accantonamento di questa proposta emendativa, anche perché, tramite lei, rispondendo alla sottosegretaria Pesce, voglio ricordare che noi in queste proposte emendative ci siamo semplicemente attenuti al titolo di questo decreto, che cita, appunto, il sostegno alle imprese agroalimentari colpite da eventi atmosferici avversi di carattere eccezionali.

Dunque, io ho presentato questa proposta emendativa volutamente nell'articolo 10 e non nell'articolo 6, proprio perché chiediamo risorse aggiuntive al Fondo di solidarietà nazionale e, quindi, non intendiamo intaccare le risorse che vengono rese alla regione Puglia perché, come hanno già detto altri colleghi, riconosciamo l'eccezionalità degli eventi. Tuttavia, io rifaccio ancora la richiesta di ripensare di accantonare perché io trovo davvero grave - e lo voglio ribadire - che prima in Commissione e poi di nuovo oggi in Aula la maggioranza, ancora una volta, rifiuta il sostegno del Fondo di solidarietà nazionale per i produttori - io cito espressamente l'Emilia-Romagna, ma questo vale anche per altre regioni - che sono stati vittime delle gelate di marzo e che hanno perso il 90 per cento della loro produzione, il 90 per cento sono dati tecnici stimati dalla regione.

Questo è grave per tre per tre motivi: il primo motivo è che la richiesta di deroga appunto al decreto legislativo n. 102 del 2004, che prevede che questi danni siano coperti da assicurazione, è motivata dal fatto che, in quel momento, era possibile assicurarsi proprio perché non era funzionante la piattaforma. E lo dico perché gli agricoltori emiliano-romagnoli, dato che noi sosteniamo fortemente la necessità di assicurarsi, sono assicurati quasi al 100 per cento. Dunque, ripeto, noi non siamo soliti invocare delle deroghe, ma lo si fa perché c'è un motivo assolutamente fondato; quindi, vi era l'impossibilità materiale, lo ripeto, di assicurarsi. Secondo, è grave, come ha già ricordato qualche collega, che nella Conferenza Stato-Regioni e rapporti con il Governo si era preso l'impegno di attivare un risarcimento nei confronti dell'Emilia Romagna, e, come è stato ribadito, lo ha fatto a nome di tutti i gruppi l'assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna.

E poi è grave perché - l'ultimo punto, secondo me, il più grave - si sono riconosciuti dei diritti ad alcune zone del Paese ed altre no, cioè ci sono territori che vengono risarciti per le gelate e altri territori no. Quindi, anche se di fatto una regione come la nostra ha delimitato subito i danni, ha fatto la stima, ha fatto dei sopralluoghi, ha lavorato appunto con le associazioni di categoria, ha formulato un impatto modesto, proprio per non gravare da questo punto di vista rispetto a un provvedimento che è di 50 milioni di euro, quindi molto poco rispetto a quanto si mette nelle risorse, ma questo riconoscimento avrebbe fatto una grande differenza per gli agricoltori emiliani e romagnoli, che oggi ricevono in risposta il fatto che alcuni territori in questa nazione valgono e altri territori invece non valgono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Per chiedere alla collega Incerti di sottoscrivere questo emendamento. Mi permetto, per il suo tramite, di interloquire con la sottosegretaria Pesce, assolutamente con totale rispetto, però le cose che lei ha detto di fatto non si ritrovano nel titolo di questo provvedimento. E infatti - il suo collega Manzato può testimoniare - avevamo anche posto il problema, nei lavori di Commissione, di cambiare il titolo di questo provvedimento, proprio per evitare di creare aspettative in quei territori dove le gelate ci sono state e che, in qualche modo, questo provvedimento non recepisce. Questo senza cancellare, ovviamente, e senza sminuire - lo voglio dire in maniera chiara - neppure di un grammo la gravità della situazione pugliese, con i dati che lei giustamente, signora sottosegretaria, ha ricordato. Però, oggettivamente, la sua enunciazione di principio e disponibilità, che ovviamente non possiamo che valutare positivamente, ieri, fatta dal suo collega Manzato ha portato a ritirare l'emendamento, però dovrebbe sostanziarsi, e questo emendamento era perfetto per sostanziare questa disponibilità e uscire da una valutazione di principio, perché la questione è che, se noi andiamo incontro alle legittime aspettative di diverse regioni che hanno avuto questo evento straordinario nel febbraio-marzo 2018, non ci sono le risorse sul Fondo nazionale.

E, quindi, il tema è da questo punto di vista non tanto di principio, ma, molto più banalmente, tra virgolette, di risorse. Questa è la ragione per la quale credo che questa proposta emendativa possa e debba essere accantonato - mi associo alla richiesta della collega Incerti - per verificare se il Governo possa ricercare le risorse per aumentare il Fondo di solidarietà nazionale.

PRESIDENTE. C'è una richiesta di accantonamento dell'articolo premissivo 010.04 Incerti. Relatore?

FILIPPO GALLINELLA, Relatore. No, Presidente, perché le motivazioni credo che siano note. Capiamo la volontà di poter intervenire, ma credo che il Governo abbia risposto su questo, come, magari, immagino anche su altre questioni, che verranno nei prossimi emendamenti, legati alle gelate.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire a favore dell'accantonamento il deputato Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (PD). Presidente, intervengo anche su questa richiesta di accantonamento perché questo emendamento, che la collega Incerti ha molto bene illustrato, è specifico sull'Emilia-Romagna, ma, in realtà, può essere applicato anche per le altre regioni escluse da questo decreto emergenze. Ma nel caso specifico dell'Emilia-Romagna siamo in presenza di aziende che, per condizioni non legate alla propria volontà e alla propria incapacità, non erano nelle condizioni di stipulare le polizze assicurative, sono state colpite da un'ulteriore calamità, come quella delle gelate, e vanno sostenute. Se non si inserisce un aiuto di questo tipo in un decreto denominato emergenze, qual è l'altro veicolo legislativo nel quale il Governo intende dare una risposta concreta a queste aziende emiliano-romagnole e a quelle delle altre regioni? Ce lo dicano adesso, perché non si può, ripeto, continuare a ripetere, da mesi: “faremo, sosterremo, daremo una mano” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), e poi, però, arriva un decreto che si chiama emergenze, che deve aiutare le aziende agricole che sono in difficoltà, e si esclude una regione importante come l'Emilia-Romagna.

Vogliamo sapere e chiediamo ulteriormente al Governo, qui autorevolmente rappresentato, di dirci, adesso, con quale provvedimento daranno una risposta a questi agricoltori, perché, altrimenti, viene da pensare che l'Emilia-Romagna la si voglia volutamente colpire per ragioni di carattere politico. Se non è così, siete in grado adesso sicuramente di dirci e di comunicare a quest'Aula con quale provvedimento si andrà a dare risposta alle aziende agricole che hanno avuto un problema molto serio, che sta mettendo a repentaglio la loro sopravvivenza, e che hanno il diritto di sapere se questo Governo è dalla loro parte oppure no. Finora non lo è stato.

PRESIDENTE. Nessuno chiede di intervenire contro.

Passiamo dunque ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 010.04 Incerti.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 35 voti di differenza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 010.04 Incerti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 010.09 Ferro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 010.010 Bignami e 010.011 Ciaburro, sui quali vi è il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Presidente, la vicenda è nota: si tratta dei danni subiti dagli agricoltori emiliano-romagnoli e di altre regioni a seguito dell'ondata di gelo siberiano che ha afflitto la regione Emilia-Romagna e tutta la nazione nel febbraio 2018. L'orientamento del Governo è altrettanto chiaro: questi emendamenti erano stati presentati anche in sessione di bilancio, e vi è stata una valutazione negativa del Governo in ordine alla possibilità di andare in deroga alla normativa che disciplina le calamità, aprendo così la risarcibilità rispetto a questi danni da parte del Governo medesimo.

Abbiamo anche ieri sentito che, parimenti, il Governo non ritiene di poter accogliere gli emendamenti sulla base di una valutazione che francamente ci convince poco, ovvero che non vi sia attinenza di materia, laddove invece la rubrica del provvedimento in esame non cita la Puglia, ma riguarda tutto il settore agricoltura; ed anche oggi il Governo ha ribadito che non intende andare incontro alle esigenze degli agricoltori, sebbene – e anche questo è opportuno dirlo – quei prodotti non fossero assicurabili in quel momento, perché non erano ancora aperte le campagne assicurative.

Quello che, a questo punto, però vorremmo sapere dal Governo, che ha dichiarato di essere attento e sensibile rispetto a questo fenomeno ed a questa situazione, è come, quando e con quanto intenda almeno farvi fronte. Io dirò una cosa che forse per i colleghi del Partito Democratico non sarà gradevole, ma questo Governo sta riuscendo a far fare bella figura in Emilia-Romagna al Partito Democratico: perché il Partito Democratico in regione sta spingendo per ottenere questo tipo di provvedimento, e, per la prima volta dopo tempo, fa bella figura rispetto al Governo; che, invece, dimostrandosi sordo e cieco rispetto a queste istanze, sta consegnando persone che attendono da questo Governo una risposta ad un provvedimento, che poi sia concretamente sostenibile o meno, ma la regione Emilia-Romagna, le si deve dare atto, lo sta facendo, di affiancamento rispetto alle esigenze dei coltivatori. Non esistono coltivatori di “serie A”, non esistono coltivatori di “serie B”, nessuno mette in discussione l'emergenza Puglia, ma nessuno può mettere in discussione l'emergenza di quanto è successo in Emilia-Romagna.

Allora, visto che non volete inserirlo in questo contesto, visto che in bilancio, nonostante avessimo indicato le coperture, non avete ritenuto di accogliere le istanze che abbiamo formulato, a questo punto una domanda: come intendete farvi fronte, quando intendete farvi fronte e con quali somme intendete farvi fronte? Perché, torno a dire, l'unica cosa certa di questa vicenda è che nessuna responsabilità può essere imputata agli agricoltori; le campagne assicurative non erano aperte, non hanno mancato in nulla, hanno avuto la sventura di finire in un periodo in cui il Governo precedente non poteva operare, e questo Governo, dopo che è passato un anno e più, ancora non ha preso provvedimenti. Non riteniamo che questo sia un trattamento che si debba riservare ai coltivatori, a chi onora la terra tutti i giorni lavorandola (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, a me pare che la richiesta che è stata formulata un po' da tutti i banchi al Governo non possa trovare un silenzio di questo tipo. La questione della regione Emilia-Romagna, come di altre regioni, non è un'invenzione dell'ultima ora: è più di un anno che lavoriamo su questo tema, che l'assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna si è pronunciata all'unanimità su questo tema, che sono stati assunti impegni ben precisi, anche dal Ministro, sulla questione. Allora, noi possiamo anche comprendere che in questo provvedimento si dica “non c'è copertura finanziaria a sufficienza per”, ma ci vorrà pure un impegno per dire come intendiate uscire da una situazione che penalizza persone che non hanno colpa, penalizza persone che non potevano assicurarsi in quel momento perché le campagne assicurative non erano aperte.

Non è che un agricoltore, oltre a lottare contro la burocrazia, debba lottare anche contro il tempo, perché qualcuno pensa in quest'Aula che del tempo e delle condizioni meteorologiche sia responsabile l'agricoltore.

È evidente che vi era un fronte da parte di tutte le componenti politiche dell'assemblea legislativa della regione Emilia-Romagna, che, in accordo anche con il presidente della regione, con l'assessore delegato, ma con un'interlocuzione periodica con gli uffici del Ministero, aveva tracciato una strada possibile: che era una strada che portava ad una soluzione di un problema che diversamente metterà in ginocchio decine e centinaia di operatori del settore agricolo. A me pare allora che questo atteggiamento, quasi di far finta di non sentire, mortifichi quest'Aula e non qualifichi questo Governo, che sempre più sfugge dai problemi reali per dedicarsi soltanto ad una campagna di effetti annuncio, dopo i quali non troviamo mai nulla perché sotto il vestito sistematicamente non c'è niente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 010.010 Bignami e 010.011 Ciaburro, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 010.0108 De Filippo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (PD). Presidente, sia nella giornata di ieri che oggi abbiamo, colleghi, ascoltato parole solenni dei due sottosegretari sull'attenzione che vorrebbero riservare ad altri eventi calamitosi che sono capitati in altre regioni del nostro Paese. Se le parole che si esprimono in quest'Aula hanno un significato, un'importanza ed anche un rispetto, noi le consideriamo parole importanti: testualmente hanno detto i due rappresentanti del Governo, sia ieri che oggi, che, con atti amministrativi e con atti legislativi futuri, provvederanno a risolvere questi problemi.

Ovviamente i due rappresentanti del Governo non hanno consapevolezza forse di che cosa significa stare in un'azienda agricola, guidarla, condurla, anche in una fase complicata di una stagione agraria. Molti di questi emendamenti, compreso quello che io vi sto rappresentando, sono com'è noto riferiti al 2018, alle gelate di febbraio e di marzo; e come nel caso della Basilicata, che vi stiamo rappresentando, e come da delibera che la regione ha trasmesso puntualmente nel mese di maggio al Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, dove vengono descritte, delimitate le aree e viene fatta la declaratoria puntuale dei danni in quel territorio, per molti di questi territori i danni sono al di sopra del 70 per cento. L'intervento quindi che doveva essere effettuato dal Governo doveva avere anche una temporalità congrua, perché siamo già abbondantemente in ritardo; e non so se voi avete parlato con gli agricoltori, su che cosa significhi perdere il raccolto e la produzione al 70 per cento di un'intera annata agraria.

Io credo che voi avreste dovuto fare molto di più, ed aggiungere, anche con risorse che non sembrano importanti, sono qualche decina di milioni di euro, che avrebbero dato una risposta a territori come la Basilicata, l'Emilia e anche ad altri territori che sono stati segnalati anche nella discussione.

Ovviamente, colleghi, vi risparmio di citare, lo potrei fare, le dichiarazioni che, come tanti chierici vaganti, i rappresentanti del Governo hanno fatto sul territorio della mia regione, nella campagna elettorale di qualche settimana fa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Anche il presidente Gallinella ha fatto un'escursione amena, qualche mese fa, nei territori della Basilicata, e io, proprio ieri sera, rivedevo il video delle sue interviste, in cui riferiva di una grande straordinaria attenzione che avrebbe riservato a quegli agricoltori, anche in relazione alle gelate di febbraio e di marzo che nella Basilicata hanno costituito un danno per 39 milioni di euro. Se guardate la dimensione di quella regione, capite che i quasi 40 milioni di euro di danni, che sono nella delibera che è stata trasmessa al Ministero dalla regione Basilicata, rappresentano un danno enorme.

Noi abbiamo ascoltato, in queste escursioni amene, i rappresentanti del Governo e anche il presidente Gallinella raccontare qual è l'attenzione; oggi, clamorosamente, la seconda gelata per gli agricoltori della Basilicata, perché tutte quelle parole che stanno al vento o stanno al gelo, come dire, in questa circostanza, non si tramutano mai in nulla. Ma essendo anch'io figlio di una famiglia di agricoltori di quella regione, so che gli agricoltori della mia regione, come si dice in un proverbio, hanno le scarpe grosse e il cervello fine e, quindi, ricorderanno le vostre parole solenni, anche in quest'Aula, che spero si potranno tramutare nel giro di qualche giorno in un atto amministrativo che deve riconoscere, come è stato quasi sempre nella storia agricola nazionale, quel danno e remunerarlo sufficientemente per far ripartire l'attività produttiva in quelle aziende (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, solo per sottoscrivere, insieme al collega Speranza, questo emendamento a prima firma De Filippo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 010.0108 De Filippo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 010.0101 Caretta.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere di aggiungere la mia firma

PRESIDENTE. Perfetto. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 010.0101 Caretta, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 010.0102 Caretta.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere anche io questo emendamento che riguarda la mia regione, la regione Marche. Volevo semplicemente ribadire il fatto che anche gli agricoltori della mia regione meritano una tutela che, purtroppo, però, evidentemente dal Governo non viene riconosciuta.

Vorrei anche ricordare che la mia regione è una regione particolare, colpita anche da eventi non solo calamitosi come ciò di cui si parla in questo emendamento, ma anche dal terremoto di qualche tempo fa. Per cui io credo che per la regione Marche ci poteva essere una maggiore attenzione e, soprattutto, ci poteva essere anche il riconoscimento di questa situazione, così particolare e così complessa, che, evidentemente, però, non preoccupa questo Governo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 010.0102 Caretta, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 010.0103 Caretta.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Io intervengo per chiedere di mettere la mia firma su questo emendamento che condivido e che tratta un argomento molto delicato ed importante, conseguente ai danni delle gelate intervenute in Abruzzo all'inizio del 2018. Questi danni, conseguenza di queste gelate, si sono realizzati, purtroppo, in aree in cui già precedentemente si erano verificati degli importanti eventi calamitosi, con conseguenze sia in generale sulle attività produttive che sulle attività agricole.

Ora, l'emendamento dei colleghi pone un problema serio che, peraltro, è stato argomento, nella recente campagna elettorale delle elezioni regionali, di una grande propaganda politica, da parte delle forze che oggi governano il Paese, che hanno promesso in quei territori immediati interventi.

Voglio ricordare che l'Abruzzo è terra ove si sta intervenendo per riparare i danni di ben due terremoti; e quando a quei territori si aggiunge una calamità naturale che riguarda anche il settore agricolo, è evidente che il sistema economico va in assoluto corto circuito.

Ora, mi chiedo e chiedo ai colleghi delle forze e del Governo pentaleghista e che risiedono in quei territori e che in quei territori hanno preso i voti, come voteranno su questo emendamento. Io sono certa che voteranno tutti a favore e che anche loro apporranno la loro firma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie, Presidente. Per chiedere l'impegno - richiedendo ai colleghi di sottoscriverlo - al Governo di essere conseguenti.

Vede, Presidente, c'è una gigantesca questione politica, non è solo una questione finanziaria. Ed è lo iato che c'è tra ciò che dite sui territori e ciò che fate dentro questo Palazzo. Infatti, sui territori, in ogni dove, Lega e 5 Stelle, che sono le forze di Governo, hanno una narrazione volta a garantire interventi, ad alzare la voce, a portare le questioni nei consigli regionali e nei consigli comunali, poi quando siete qui fate esattamente il contrario. E non può essere, la giustificazione da parte del Governo, quella secondo cui c'è un'emergenza più emergenza di un'altra. L'emergenza è emergenza, non ci sono emergenze diverse, quando colpiscono aziende che sono allo stesso modo messe in difficoltà; certo, senza levare un euro allo stanziamento per la Puglia, ma integrando e chiedendo di utilizzare il fondo. Infatti, voi dite di “no” all'utilizzo del fondo, questo è il problema.

Non vi stiamo dicendo di levare un euro da altre parti, vi stiamo dicendo: guardate che c'è il fondo e perché non volete utilizzarlo? Questa domanda, a cui non avete risposto, secondo me nasconde degli intendimenti. E questo vorremmo capire, perché se non fosse così…

PRESIDENTE. Concluda.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Concludo. …basterebbe che uno dei due sottosegretari si alzasse e dicesse: questo è il tempo entro il quale facciamo provvedimenti per le altre regioni. Questo è possibile saperlo in quest'Aula o no? E chiedo, Presidente, tramite lei: i colleghi abruzzesi come fanno a votare contro questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Grazie, Presidente. Ho sentito gli interventi di tutti i colleghi provenienti da tante regioni d'Italia; anche il Veneto - e guardo il sottosegretario - nella primavera del 2018 ha avuto dei grossi danni e vi assicuro che vedere delle coltivazioni distrutte dal gelo oppure dalla grandine fa veramente male per un agricoltore.

L'ho fatto anche ieri, questo intervento. La richiesta che faccio - e vorrei, in qualche maniera, avere soddisfazione da parte del sottosegretario o del Ministro presenti, domani od oggi - è quella di capire un attimo dove si va a parare. Perché? Perché tutti chiedono delle cifre, tutti giustamente, presidente Gallinella, dicono: abbiamo avuto dei danni. Allora, perché il Governo non mette in piedi una sorta di cornice all'interno della quale, anche in una legge finanziaria o in una legge specifica, si stabiliscono delle caratteristiche, dei meriti e degli interventi?

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA (ore 12,50)

DARIO BOND (FI). E poi, perché non cominciamo ad aprire - finalmente, dico io, e guardo al Governo - tutta la questione della parte assicurativa? Ci sono dei momenti in cui l'agricoltore non ha assolutamente la possibilità di essere coperto dalla parte assicurativa privata.

Allora, guardando in faccia tutti e volendo bene all'agricoltura, perché non cominciamo tutti assieme a pensare ad una parte assicurativa governativa, che dia copertura a questi danni?

La preghiera che faccio, sottosegretario, è: alla fine di questa discussione, o domani, ci dica qualcosa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 010.0103 Caretta, con il parere contrario della Commissione, del Governo e anche della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'emendamento 010.0104 Caretta.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Per sottoscriverlo, grazie.

PRESIDENTE. Va bene.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Il ragionamento che si è fatto su tutte le altre regioni, purtroppo, ha colpito nei danni anche la regione Piemonte. Essendo l'agricoltura un punto nevralgico del nostro patrimonio italiano, credo che non si possa non immaginare di trovare delle soluzioni per quelli che sono dei danni straordinari legati al clima e che non sono prevedibili. Per cui, immaginare un disegno organico all'interno del quale andare anche a prevenire in questo senso quelli che possono essere dei disagi legati a dei fattori climatici, che, ahimè, vediamo, stanno modificandosi, è assolutamente necessario e dobbiamo assolutamente porcelo come obiettivo in tempi brevi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

CHIARA GRIBAUDO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Grazie, Presidente solo per sottoscrivere l'emendamento.

PRESIDENTE. Va bene. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 010.0104 Caretta, con il parere contrario della Commissione, del Governo e anche della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 010.0105 Caretta, con il parere contrario di Commissione, Governo e anche della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo all'emendamento 010.0106 Caretta.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caretta. Ne ha facoltà.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente. Anche in Veneto una quantità ingente di neve e ghiaccio ha distrutto tutta la produzione dei kiwi. È da ieri che stiamo discutendo su questo decreto-legge e ci chiediamo, visto e considerato che parliamo di emergenze agricole, se tutte le regioni, Veneto, Toscana, Emilia Romagna, tutte le regioni per le quali abbiamo presentato gli emendamenti, siano escluse da questo decreto-legge sulle emergenze agricole.

Io credo che anche quanto è successo in Veneto, quanto è successo in Emilia-Romagna, in Piemonte, eccetera, debba essere tenuto in considerazione da questo Governo e debbano essere messi in pista, comunque, fondi per aiutare queste aziende a ripartire.

DARIO BOND (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Chiedo di sottoscrivere l'emendamento, Presidente.

VITTORIO SGARBI (MISTO). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (MISTO). Sottoscrivo l'emendamento dell'onorevole Caretta.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 010.0106 Caretta, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 010.0100 Caretta, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo all'emendamento 010.015 Spena.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Spena. Ne ha facoltà.

MARIA SPENA (FI). Grazie, Presidente. Evidentemente, Presidente, siamo stati un po' sviati dal titolo di questo decreto, che parla, appunto, di emergenze in agricoltura, se così tanti sono stati gli emendamenti presentati in Commissione che riguardano il ristoro di tutte quante le regioni che sono state colpite da eventi atmosferici. Anche noi lo facciamo per il Lazio, che ha subito questo nel novembre del 2018, soprattutto nella zona dell'Agro Pontino, tra le zone più fertili del nostro territorio nazionale, che ha visto molte aziende vedere distrutti i propri mezzi di produzione, le proprie serre, le proprie stalle. Si quantificano danni intorno ai 100 milioni di euro e, anche lì, si è recato il Ministro Centinaio.

Quindi, insieme anche agli altri colleghi, volevo capire qual è il disegno unitario che questo Governo mette in atto per le altre regioni che non siano la Puglia. Noi qui vogliamo ribadire fortemente che la Puglia per noi rimane l'emergenza delle emergenze, l'emergenza madre che, finalmente, con questo decreto si va a risolvere, ma non per questo non possiamo non pensare a tutto quanto il mondo agricolo, che non può aspettare, perché i danni e le colture perse non vengono rimpiazzate il mese dopo. I danni in agricoltura sono ingenti, i tempi dell'agricoltura non sono quelli degli altri settori e, quindi, se veramente vogliamo tutelare il made in Italy, vogliamo delle risposte più concrete (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 010.015 Spena, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo all'emendamento 010.05 Cardinale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cardinale. Ne ha facoltà.

DANIELA CARDINALE (PD). Grazie, signora Presidente. Il presente emendamento prevede che le procedure di cui all'articolo 6 possano essere utilizzate in favore delle aziende agricole ubicate nel territorio della regione Sicilia che hanno subito danni a seguito delle piogge alluvionali nel periodo compreso da giugno a novembre del 2018, nel limite della dotazione ordinaria finanziaria del Fondo di solidarietà nazionale, come rifinanziata ai sensi dell'articolo 10.

La ragione di questo emendamento, come anche del successivo, lo 010.07, sta tutta nel fatto che per le calamità legate alle piogge alluvionali che in Sicilia hanno determinato danni enormi nel comparto agricolo nei più disparati settori non vi è stato un solo atto che abbia riconosciuto le difficoltà di questo territorio e offerto un sostegno alle attività economiche del settore agricolo. Molte province della Sicilia, da Caltanissetta, a Enna, a Trapani, a Catania, hanno subito danni ingentissimi, ed è paradossale che, nel momento in cui noi esaminiamo un provvedimento che nel titolo reca la parola “emergenza”, non si affronti la criticità di questo territorio. L'auspicio, pertanto, è che si valuti il merito di questo come del successivo emendamento, raccogliendo la richiesta di sostegno che viene dagli operatori di questi territori.

CARMELO MICELI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARMELO MICELI (PD). Grazie, Presidente. Solo per chiedere di poter sottoscrivere l'emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 010.05 Cardinale, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 010.07 Cardinale, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.5 Nevi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.3 Lucaselli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 10.012 Martina.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Martina. Ne ha facoltà.

MAURIZIO MARTINA (PD). Grazie, Presidente. Per chiedere l'accantonamento di questo emendamento. Questo decreto ha un titolo molto importante: “Disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli”. Noi sappiamo che proprio nelle settimane scorse in Europa, dopo dieci anni di discussione molto complicata, si è approvata una direttiva contro le pratiche sleali in agricoltura e sappiamo che il tema fondamentale dell'equità dei prezzi nel rapporto tra i costi di produzione del comparto agricolo e i prezzi di derrate e prodotti agricoli è una delle questioni decisive di equità nel settore agricolo. Con questo emendamento noi proviamo a proporre al Governo e alla maggioranza un salto di qualità nella discussione su questi temi, utilizzando lo strumento del decreto che stiamo discutendo. In particolare, lo facciamo chiedendo la modifica dell'articolo 62 del decreto legge n. 1 del 2012, importantissimo per il settore agroalimentare, introducendo l'obbligo di inserire nei contratti agricoli un esplicito riferimento alle modalità di determinazione del prezzo con riferimento ai costi e lo facciamo proponendo l'istituzione di un osservatorio nazionale sui prezzi e sui costi agroalimentari, proprio per anticipare una parte importante delle proposte che quella direttiva che menzionavo prima dovrebbe in ogni caso implementare, anche nella legislazione nazionale. Pongo una questione politica alla maggioranza e al Governo: Riusciamo insieme a fare un salto di qualità nella discussione di questo decreto e ad affrontare per tempo un tema decisivo come quello dell'equità dei prezzi, per evitare di rincorrere, al di là del colore politico delle maggioranze e dei Governi, le emergenze, come è accaduto, ad esempio, nel caso della questione sarda di poche settimane fa? Si dice, dalle parti della maggioranza, che servirebbero coperture, ma non è vero: vi informo che anche quello che abbiamo fatto in questi anni noi, con l'introduzione dell'obbligo in etichetta dell'origine della materia prima, era a costo zero, lo abbiamo applicato, è diventato un fattore di successo per alcuni settori - pensate al settore lattiero-caseario, dove il prezzo del latte bovino oggi è certamente più alto di qualche anno fa - in ragione di quello che abbiamo fatto con l'introduzione dell'obbligo di certificazione della materia prima direttamente in etichetta, ora io qui domando al Governo e, per il suo tramite alla maggioranza, di compiere insieme a noi un salto di qualità nella definizione di questo decreto. Una questione decisiva come questa affrontiamola insieme! Facciamo un salto di qualità! Iniziamo a battere un colpo, facciamo quello che la Francia ha fatto nel 2018, alla fine del 2018, con una legge che può seguire esattamente la scia della proposta che stiamo facendo noi qui con questo emendamento. Non parcellizziamo il lavoro anche di accompagnamento di disposizioni urgenti, settore per settore, in ambito agricolo, ma semmai accompagniamo questo lavoro anche con una innovazione legislativa necessaria, che darebbe un segnale chiaro, di come l'Italia continua ad essere un Paese-guida nella costruzione anche della legislazione nazionale su questo fronte decisivo dell'equità dei prezzi, in particolare a tutela di chi produce (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Chiedo al relatore se intenda accettare la proposta di accantonamento formulata dall'onorevole Martina.

FILIPPO GALLINELLA, Relatore. Sì, Presidente, accantoniamo l'articolo aggiuntivo 10.012 Martina.

PRESIDENTE. Sta bene, l'articolo aggiuntivo è accantonato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 10-bis.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Incerti. Ne ha facoltà.

ANTONELLA INCERTI (PD). Grazie, Presidente. Molto velocemente per dire che noi ci asteniamo su questo emendamento non perché non siamo d'accordo. Anzi, gli emendamenti del Partito Democratico mettevano in evidenza come il decreto inizialmente non avesse tenuto conto dei lavoratori che lavorano nelle aziende colpite e che di fatto copre soltanto il 2019. Noi ci chiediamo - lo avevamo chiesto già da aprile, avendo incontrato il Ministro e i lavoratori da molto tempo - perché in tutto questo tempo non sia stato possibile trovare le coperture anche per il 2020 invece di limitarsi solo al 2019. Noi ci auguriamo che, nel passaggio al Senato, almeno si tenga conto che, essendo già aprile, sia possibile anche la copertura per il 2020.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente. Per richiamare l'attenzione dell'Aula su questo emendamento e sulle problematiche che sottendono. Nel lavoro di Commissione era stata approvata, con il parere favorevole del Governo, una stesura emendativa, che poi troviamo nel testo che è arrivato in Aula, che era molto più ampia; era una soluzione della problematica dei lavoratori agricoli a tempo determinato molto più ampia.

Successivamente, è intervenuta la Commissione bilancio, che ha di molto ridotto la portata di questo emendamento. Quindi, francamente auspico che, prima di votare - sarebbe molto utile - il Governo intervenga.

È chiaro che probabilmente in questa fase non si può fare di più, però c'è il passaggio al Senato e sarebbe importante che, in questa sede, il Governo si assumesse l'impegno, che peraltro non riguarda soltanto il Ministero dell'agricoltura - lo ricordo ai colleghi e alle colleghe -, ma anche il Ministero del lavoro, perché siano reperite le risorse necessarie per ritornare all'emendamento iniziale, che è molto più ampio e permette, quindi, di intervenire in maniera più efficace su una problematica che riguarda migliaia di lavoratori.

Da questo punto di vista, quindi chiedo l'accantonamento di questo emendamento, in modo tale da poter dare il tempo al Governo di approfondire e, se del caso, di prendersi impegni per le fasi successive. Formalizzo la richiesta di accantonamento.

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Fornaro, su quale emendamento formalizza la richiesta di accantonamento?

FEDERICO FORNARO (LEU). Sull'emendamento 10-bis.300.

PRESIDENTE. Chiedo al relatore il parere rispetto alla proposta dell'onorevole Fornaro sull'accantonamento dell'emendamento 10-bis. 300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento..

FILIPPO GALLINELLA, Relatore. Presidente, ho seguito con tutti i colleghi la questione dei lavoratori in Commissione con molta attenzione. Avevamo trovato una formulazione, che però poi ha trovato dei limiti in alcune indicazioni della Commissione bilancio, sulla quale credo non ci siano margini, al momento, per poter intervenire e, quindi, richiedere anche la richiesta di accantonamento. Quindi, sono costretto a dire di no, perché le risorse trovate per l'anno 2019 hanno quella formulazione. Poi magari più avanti vedremo, comunque sia, di seguire la vicenda e di riuscire, nell'ambito delle risorse dello Stato, a dare una risposta a chi eventualmente rimarrà fuori da questo intervento.

PRESIDENTE. Onorevole Incerti?

ANTONELLA INCERTI (PD). Grazie, Presidente. Io chiedo…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Incerti, ma lei ha già parlato…

ANTONELLA INCERTI (PD). Intervengo a favore della richiesta di accantonamento…

PRESIDENTE. Non l'ho ancora posta in votazione. Sottosegretaria Pesce?

ALESSANDRA PESCE, Sottosegretaria di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Presidente, la riformulazione che è stata presentata è sulla base delle evidenze della Commissione bilancio. In questa sede, in ogni caso, vorrei rappresentare l'impegno del Governo a trovare delle soluzioni successivamente, per quanto riguarda la questione, perché il tema è assolutamente a cuore e al centro delle problematiche. Per cui, in questa situazione manteniamo questa formulazione, con l'impegno, nello stesso tempo, però, di reperire delle ulteriori risorse più avanti.

PRESIDENTE. Avendo ascoltato il parere del relatore e anche del sottosegretario, e trattandosi di una condizione posta dalla Commissione bilancio, credo che si possa soprassedere rispetto all'accantonamento.

Quindi, ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto sull'emendamento l'onorevole Nevi. Ne ha facoltà.

RAFFAELE NEVI (FI). Signora Presidente, l'ennesima promessa a vuoto del Ministro Di Maio, perché avevamo ascoltato mirabolanti dichiarazioni del Ministro Di Maio, nella sua veste di Ministro del lavoro, nelle quali affermava che era tutto a posto, che il Governo avrebbe garantito. Anche in Commissione avevamo trovato una buona quadra, tant'è vero che non abbiamo riproposto l'emendamento, e poi arriva la Commissione bilancio e si scarica la responsabilità sulla Commissione bilancio, come se fosse un ente terzo che viene dalla luna.

Queste sono, purtroppo, le questioni che viviamo tutti i giorni, cioè, a fronte delle chiacchiere, a fronte delle promesse, troviamo invece degli impegni che mancano, e la classica dichiarazione è: “ci impegniamo, il Governo farà di tutto per trovare una soluzione”; ma non si sa quando, non si sa dove, non si sa come.

Questa cosa deve finire, perché qui si sta giocando sulla pelle di centinaia, migliaia di lavoratori, che sono devastati; famiglie che non ce la fanno ad andare avanti e a pagarsi le risorse per la sussistenza domestica. Penso che su questo ci vorrebbe più serietà e non continuare a prendere in giro i lavoratori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Epifani. Ne ha facoltà. Colleghi, vi chiedo di abbassare il tono della voce in tutti i settori. Prego, onorevole Epifani.

ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Signora Presidente, colleghi, il tema naturalmente è molto importante e sentito da tutte le organizzazioni sindacali dei lavoratori dell'agricoltura, anche perché l'altra faccia della crisi, delle calamità o dei problemi riguarda la condizione di chi lavora in agricoltura. Quindi, è evidente che c'era e c'è un rapporto tra come affronti la crisi dell'impresa e come affronti i problemi sociali dei lavoratori.

Il sottosegretario dice: non siamo stati nelle condizioni di farlo, però prendiamo l'impegno di farlo nel futuro. Osservo due cose: nel futuro le risorse saranno sempre meno possibili, perché andiamo verso una fase di politica di bilancio particolarmente complicata, mentre si poteva, con un piccolo sforzo, risolvere qui il problema non solo per il 2019, ma anche per il 2020 e il 2021, così come tutte le organizzazioni sindacali, il nostro gruppo e i gruppi di opposizione hanno chiesto al Governo di fare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Si predica bene e si razzola male, signora Presidente. Ancora una volta, constato che quando si tratta di pensare al futuro da pensionati di chi oggi è un lavoratore i soldi non ci sono mai, i fondi non ci sono mai, la Commissione bilancio non trova i fondi.

Mi rammarico di questo, spero che sia l'ultima volta, e che nelle prossime occasioni non si verifichi ancora una volta, come da sempre, che i pensionati futuri e presenti siano sempre all'ultimo posto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Presidente, non posso non tornare su quello che è stato detto poc'anzi negli ultimi interventi: questa è l'ennesima promessa che è stata tradita. Tra l'altro, devo dire che è stata particolarmente tradita, perché il lavoro che è stato fatto da tutti ci permetteva di riuscire a coprire - ed erano state anche trovate le risorse - le giornate di lavoro che appunto avevano perso i lavoratori della Puglia proprio per le calamità che sono state ricordate. Per questo motivo, sinceramente, visto che il lavoro è stato fatto, visto che le risorse erano state trovate e che queste risorse coprivano interamente il 2019 e il 2020, non riusciamo davvero a capire questo passo indietro del Governo, questo passo indietro del Ministro Di Maio, e non comprendiamo perché, ancora una volta, ai lavoratori non si diano quelle risposte che il Ministro quotidianamente promette.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caretta. Ne ha facoltà.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Presidente, ancora una volta abbiamo visto che sono state fatte promesse da parte del Governo che poi non sono state mantenute. Avevamo trovato una soluzione in Commissione, ma poi la Commissione bilancio ha bocciato il tutto e quindi siamo ancora al punto di partenza: in sostanza, non sono state trovate soluzioni per tutte quelle persone che hanno perso il lavoro a causa della crisi del comparto agricolo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10-bis.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 10-ter.100 Viviani, sul quale c'è una riformulazione. Onorevole Viviani, accetta la riformulazione?

LORENZO VIVIANI (LEGA). Sì, accetto, Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10-ter.100 Viviani, così come riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10-quater.100 Viviani, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 10-quater.101 Parentela.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cenni. Ne ha facoltà.

SUSANNA CENNI (PD). Grazie, Presidente. Sull'emendamento in esame noi abbiamo qualche riserva. La riserva è la seguente: già nel suo intervento precedente il Ministro Martina ha ricordato quanto sia stato importante l'articolo 62 del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, ossia dare una copertura normativa seria ai contratti scritti soprattutto a tutela degli agricoltori meno forti sul mercato. Ora la modifica che si propone, “salvo rinuncia espressa per iscritto da parte dell'agricoltore cedente”, a noi pone qualche interrogativo che forse il proponente potrà spiegarci convincendoci magari sulla validità della sua proposta. Infatti sappiamo benissimo che sul mercato agricolo, quando siamo in presenza di prodotti stagionali, la durata può essere inferiore da quella già prevista dall'articolo 62 ma, inserendo questa aggiunta, questa specifica, a noi viene un dubbio, pensando ad esperienze purtroppo che abbiamo visto su altre normative. Penso alla pratica odiosa delle dimissioni in bianco. Quindi non la riteniamo un'aggiunta valida ma riteniamo che l'emendamento 10-quater.101 Parentela potrebbe indebolire la posizione degli agricoltori.

FILIPPO GALLINELLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FILIPPO GALLINELLA, Relatore. Non voglio tranquillizzare nessuno, non è il mio compito ma è chiaro che il comma 1, che noi andiamo a modificare con questa aggiunta, recita: “I contratti, stipulati o eseguiti nel territorio nazionale, aventi ad oggetto la cessione di prodotti agricoli, di cui all'articolo 168…stipulati obbligatoriamente in forma scritta, ai sensi dell'articolo…devono avere una durata non inferiore a dodici mesi.”. Quindi non si contempla nemmeno la possibilità di avere magari un contratto tra un cedente e un acquirente della durata di sette-otto mesi, per cui possono valere le stesse regole di controllo per combattere sia le pratiche sleali sia il monitoraggio dei prezzi. Tenuto conto che ci sono casistiche in cui i contratti possono essere di durata inferiore a dodici mesi, ferma restando la volontà di chi stipula il contratto ovviamente, perché deve essere espressamente richiesto da chi fornisce il prodotto, noi volevamo che anche questi, per contratti possibili e che siano di durata inferiore a dodici mesi, possa usufruire dei benefici che introduciamo all'articolo 10-quater. Solo per tale scopo: per non escludere chi, per una serie di motivi, non può fare contratti di dodici mesi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Grazie, Presidente. Intervengo a fronte di quanto ha appena affermato il presidente Gallinella. Se questa fosse stata davvero l'intenzione della maggioranza, si sarebbe dovuto riformulare l'emendamento Parentela perché, quanto ha sollevato l'onorevole Cenni, corrisponde al vero. Il tema possono essere i contratti stagionali che possono avere anche una durata inferiore ad un anno ma la formulazione dell'emendamento Parentela credo meriti attenzione perché non risponde alle esigenze che ha appena anticipato il presidente Gallinella. La rinuncia espressa per iscritto da parte dell'agricoltore cedente non fa alcun riferimento a eventuali contratti di tipo stagionale, che si devono intendere applicati per contratti che già oggi sono inferiori ad un anno. Ciò testimonia anche il modo abbastanza superficiale con cui alcuni articoli del provvedimento sono stati analizzati. Quindi chiedo davvero un ripensamento perché l'emendamento rischia di essere molto pericoloso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente. Ritengo che la formulazione dell'emendamento del collega Parentela, così come inserita nel testo, si presta a interpretazioni anche differenti rispetto a quelle formulate dal presidente Gallinella. Quindi, consiglierei più prudenza e, se del caso, un accantonamento per approfondire; cioè, se l'esigenza è poter consentire anche contratti stagionali, potrebbe esserci una formulazione differente perché, in qualche modo, un'interpretazione per così dire più malevola porrebbe nelle condizioni sostanzialmente di negare l'intero impianto dell'articolato e del comma 1, perché di fatto lo nega. Perché “salvo rinuncia (…)” riguarda tutto e non soltanto la parte relativa ai dodici mesi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luca De Carlo. Ne ha facoltà.

LUCA DE CARLO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per associarmi alla richiesta del collega Fornaro e chiedere l'accantonamento dell'emendamento 10-quater.101 Parentela proprio perché apre un po' il campo a interpretazioni che sono diverse probabilmente da quelle a cui lo stesso relatore voleva che arrivassimo. Quindi, a scanso di equivoci, chiederei di accantonarlo.

PRESIDENTE. Chiedo allora al relatore il parere sulla proposta di accantonamento.

FILIPPO GALLINELLA, Relatore. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Sta bene. L'emendamento 10-quater.101 Parentela è accantonato.

Dovremmo ora passare alla nuova formulazione dell'articolo aggiuntivo 10-quater.0200 della Commissione: poiché su tale proposta emendativa la Commissione bilancio non ha ancora espresso il parere, dobbiamo procedere al suo accantonamento.

Passiamo quindi agli identici emendamenti 11.1 Luca De Carlo e 11.4 Cenni sui quali il relatore e il rappresentante del Governo hanno espresso parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 11.1 Luca De Carlo e 11.4 Cenni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 11.2 Lucaselli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Nell'ottica che abbiamo cercato di raccontare già da ieri e già in discussione generale, che è un punto al quale il gruppo di Fratelli d'Italia tiene moltissimo, noi riteniamo che i fondi messi a disposizione di tutte le misure del provvedimento siano insufficienti. Ma il problema più grave non è soltanto l'insufficienza dei fondi per risolvere in maniera strutturale i problemi. Il vero punto è che le somme vengono poi distribuite all'interno degli articoli del provvedimento in maniera irrazionale, senza una logica e senza che vi sia una finalità precisa rispetto a quanto il provvedimento vuole raggiungere. Quindi con l'emendamento in esame, così come con moltissimi altri, chiediamo di fatto un aumento della dazione finanziaria che, all'interno e nell'ambito di quanto è previsto dal provvedimento, possa meglio regolare alcune funzioni. Come sappiamo l'articolo 11 si riferisce alle campagne promozionali o di comunicazione istituzionali. Riteniamo che per la ripresa di alcuni comparti, come quelli di cui discutiamo che sono assolutamente fondamentali per l'economia e che fanno in questo momento da volano all'economia italiana, sia quanto mai necessario predisporre misure economiche capaci di svilupparli.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.2 Lucaselli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 11.100 Gemmato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Condividiamo lo spirito dell'articolo 11, segnatamente del primo comma, nel quale si destinano 2 milioni di euro per attivare una campagna - come dire - di comunicazione rispetto alla opportunità di consumare olio extravergine di oliva e agrumi. Riteniamo che questo sia fondamentale nella misura in cui il nostro prodotto, il prodotto della nostra terra, produce degli aspetti salutistici nei consumatori. Questo lo diciamo in forza di un vecchio adagio e di una vecchia convinzione, cioè che la dieta mediterranea sia prodromica a corretti stili di vita e prodromica alla salute e lo diciamo anche in forza di alcuni studi scientifici che sono stati fatti - e penso allo studio prodotto dal professor Moschetta dell'università degli studi di Bari - che ci dicono che fondamentalmente l'utilizzo dell'acido oleico, evidentemente contenuto all'interno dell'olio d'oliva, ha addirittura delle attività antitumorali che vanno a contrastare l'iperproduzione cellulare e poi ci sono anche degli studi della Food and Drug Administration americana che ci dicono e ci portano in tal senso, ovvero che l'olio extravergine d'oliva, che ha un titolo di polifenoli adeguato, può portare evidentemente degli aspetti positivi rispetto alla cura e alla prevenzione, soprattutto, di patologie molto importanti come il tumore. Questo occorre farlo sapere ai cittadini italiani e farlo sapere ai cittadini del mondo. Infatti, dobbiamo far sapere che il nostro olio extravergine d'oliva può servire a curare anche particolari patologie tumorali. Solo così potremmo, in una semplice regola dell'economia della domanda e dell'offerta, evidentemente aumentare la domanda e, quindi, poter innalzare l'offerta e, quindi, far vendere l'olio extravergine pugliese a prezzi ben più alti rispetto a quelli di 6-7 euro che a malapena forse vanno a colmare quelli che sono i prezzi di produzione.

Al netto di questa breve digressione vado a dire, invece, quella che è la convinzione e l'estratto del mio emendamento. L'emendamento prevede un aumento di questo Fondo di 2 milioni, che sosteniamo, appunto, e condividiamo, portandolo a 2,5 milioni per evidentemente comportare che cosa? Per delucidare gli agricoltori pugliesi rispetto all'opportunità di sottoscrivere delle polizze assicurative. Presidente, questo lo dico anche al Governo: purtroppo la gestione del rischio nell'agricoltura del Mezzogiorno, così come evidenziato nel rapporto ISMEA, ci dice che soltanto il 12 per cento degli agricoltori meridionali e il 12 per cento degli agricoltori pugliesi sottoscrivono delle polizze assicurative per i danni che le intemperie e le gelate, come purtroppo quelle che hanno colpito la Puglia nel marzo e nel febbraio scorso, potrebbero portare.

Quindi, la gestione del rischio nell'agricoltura nel Mezzogiorno non viene percepita dagli agricoltori pugliesi e meridionali come un'opportunità o come una puntuale copertura dei rischi e questo avviene, sempre secondo questo rapporto ISMEA, per motivi vari. I motivi sono che, per esempio, hanno rinunciato alla copertura assicurativa perché il quantum economico è elevato e quindi - e condivido ciò che diceva poc'anzi il collega Bond - andrebbe aperta una riflessione profonda circa i costi, perché con l'assoluta volatilità dei prezzi in agricoltura molte volte ci si ritrova a fare delle assicurazioni molto costose che poi portano addirittura alla mancata copertura o, meglio, a un premio che assicura un qualcosa che vale meno del premio assicurato. Il 75 per cento degli intervistati addirittura non è a conoscenza del fatto che esistano delle polizze che hanno dei vantaggi economici notevoli per chi le sottoscrive, come alcuni sgravi fiscali. Se noi aumentiamo da 2 a 2,5 milioni il quantum dell'articolo 11 e andiamo soprattutto a dare alle organizzazioni sindacali rappresentative degli agricoltori gli strumenti per informare i propri iscritti allora potremmo fare in modo che quel 13 per cento di polizze stipulate al sud possa indubbiamente salire. Presidente, io sto parlando anche al Governo e chiedo che il Governo possa…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore! I banchi del Governo, colleghi! Onorevole Gadda. Prego.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Poi, c'è anche la burocrazia. Gli agricoltori, sempre in questo rapporto, evidenziano che esiste un carico di burocrazia notevolissimo…

PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole Gemmato.

MARCELLO GEMMATO (FDI). …che evidentemente - e concludo - scoraggia gli stessi dal poter sottoscrivere queste polizze.

Per questi motivi, Presidente, io chiedo all'Aula che questo emendamento possa essere votato, proprio per mettere gli agricoltori pugliesi e meridionali nelle condizioni di poter sottoscrivere queste polizze (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Presidente, chiedo di sottoscrivere l'emendamento del collega; lo sottoscrivo perché ha proprio la caratura e l'importanza giusta in un momento giusto. Serve aumentare le risorse proprio per coprire le cose che tu menzionavi in questo momento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, intervengo innanzitutto perché vorrei chiedere al collega Gemmato di poter sottoscrivere il suo emendamento, che mi pare vada davvero nell'ottica dell'utilizzo di queste somme, che pure sono a carico del bilancio dello Stato, davvero nel miglior modo possibile. Infatti, quello che gli agricoltori spesso affrontano in totale solitudine è proprio l'impossibilità di sostenere alcuni costi, in particolare quelli relativi alle polizze assicurative nel caso, per esempio, della Xylella così come delle gelate, di cui tutti i colleghi hanno parlato diffusamente e che è stato un problema che sicuramente - in questo sì! - purtroppo ha unito l'Italia. Pertanto, credo che questa attività di promozione e di conoscenza rispetto a temi fondamentali come quello della polizza assicurativa vada assolutamente nel senso di un utilizzo responsabile delle somme messe a disposizione dallo Stato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, signora Presidente. Solo per sottoscrivere, ovviamente, questo importante emendamento che auspichiamo possa trovare l'accoglimento da parte del Governo, considerato, insomma, che da troppo tempo ci si riempie la bocca con un asse portante e con un settore altrettanto trainante per la nostra nazione come quello del settore agricolo, che però in questo provvedimento non ha visto nessuna attenzione, né per le imprese, né per i lavoratori, né per l'aspetto che riguarda nella salute e nell'ambiente questo grande spaccato di nazione, né certamente vedrà lo sviluppo nelle acciaierie. Troppe volte le promesse in campagna elettorale vengono disattese, così è avvenuto da parte di chi aveva promesso, anche rispetto alle tante associazioni di categoria, di assumere degli impegni. Quindi, sottoscrivo questo emendamento del collega Gemmato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, anche in relazione a questo emendamento, che pure pare soltanto ispirato al buon senso e a consentire che il mondo agricolo possa essere messo nelle condizioni di meglio conoscere quella che è una situazione che spesso neppure le organizzazioni di categoria riescono a rappresentare in modo esaustivo, nonostante questo, mi pare abbastanza stupefacente che il Governo e il relatore e chi altri neppure prestino la dovuta attenzione, ma soprattutto fingano di ignorare che questo è un emendamento che non stravolgerebbe il provvedimento, bensì, semplicemente, lo completerebbe. In ragione di ciò io continuo a ritenere che sarebbe doveroso che il relatore e il Governo ripensassero il parere espresso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. L'attività agricola per definizione è sottoposta a una serie di situazioni che non dipendono esclusivamente dalla volontà dell'uomo, dalla capacità dell'uomo o dalla stagionalità, ma dipendono anche da tanti avvenimenti che, ovviamente, tutti conosciamo e che sono anche in parte alla base della discussione che stiamo facendo oggi. Quindi, in funzione di questo io credo che sia difficile comprendere la scelta del Governo di non appoggiare questo emendamento che non fa altro che dare a un asset importante del nostro Paese una possibilità di poter, appunto, mettere una piccola “pezza” ai rischi che si corrono rispetto a questi infortuni che possono capitare durante la stagione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie. Visto i contributi che hanno portato i colleghi, oltre che a chiedere di sottoscrivere l'emendamento, chiedo formalmente l'accantonamento.

PRESIDENTE. Chiedo al relatore quale sia il suo parere sulla proposta di accantonamento.

FILIPPO GALLINELLA, Relatore. Contrario.

PRESIDENTE. Chiedo se vi siano un oratore a favore e uno contrario. Ha chiesto di parlare a favore l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Insisto perché venga accantonato questo emendamento. La ragione è di tutta evidenza, se solo si avesse il buon senso di leggerlo e di interpretarne lo spirito autentico, che è quello di creare un'imprenditoria del settore agricolo quanto più consapevole possibile. Naturalmente, la nostra intenzione è quella di destinare maggiori fondi a questo tipo di iniziativa e, per tale ragione, l'accanimento con cui il Governo con pervicacia continua a negare questa possibilità - lo dico da siciliana, in quanto vengo da una terra che dell'agricoltura ha fatto una bandiera e penso ai tanti prodotti che vanno tutelati -, francamente è un atteggiamento che appare quanto meno ostile nei confronti delle regioni, in particolar modo quelle del Sud, che nell'agricoltura hanno una importante fonte di sostentamento e di imprenditoria.

PRESIDENTE. Nessuno chiede di parlare contro.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'emendamento 11.100 Gemmato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 85 voti di differenza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.100 Gemmato, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 11-bis.100 Viviani. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Condividiamo sia l'articolo contenuto nel testo, ma anche le proposte migliorative anche del collega del Partito Democratico, ma sarei curioso di sapere se siano state quantificate bene le risorse che vengono stanziate in questo decreto. Vorrei ricordare una promessa fatta dal Governo, in particolare dal Ministro Grillo, per quanto riguarda gli allevamenti suinicoli sardi. Sapete bene - avevate già dichiarato inammissibile un ordine del giorno su un altro decreto - che la Sardegna è l'unica regione in Europa dove c'è un embargo, dove noi non possiamo allevare i suini di razza sarda, cioè non possiamo fare una filiera con quei prodotti perché c'era la peste suina. Dopo 45 anni, con l'aiuto di tutti, l'abbiamo sconfitta, ma l'Unione europea, nonostante la peste suina continui a invadere tutta Europa attraverso i cinghiali, che sono migratori - quindi si diffonde a macchia d'olio in tutta Europa -, nessuno osa chiedere l'embargo per la Francia, per il Belgio, per la Romania, per la Polonia o per gli altri Paesi dove questi animali stanno impestando la fauna. Ebbene, da noi c'è ancora l'embargo e non possiamo produrre i suini. Quanti sono i danni che noi subiamo perché siamo costretti ad abbattere animali, perché magari su un allevamento di 90 a volte ce ne sono due malati, ma vengono abbattuti tutti e 90?

Ma quanti sono i danni perché non possiamo produrre i nostri prodotti che hanno un'eccellenza rispetto ad altri prodotti che vediamo commerciati nei supermercati? Bene, noi chiediamo questo, chiediamo che il Governo si ricordi di mantenere la promessa di andare nell'Unione europea e farci togliere questo odioso embargo, che sta ammazzando i nostri allevamenti nell'isola (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Credo che la perplessità che ha poc'anzi messo in campo il collega Deidda trovi riscontro rispetto non soltanto al problema della Sardegna, ma di tante altre regioni, come la Calabria, dove più volte abbiamo denunciato questi problemi, che certamente dovranno in questo emendamento chiarirci rispetto alle risorse individuate se sono sufficienti a coprire le tante preoccupazioni non soltanto di coloro che devono abbattere gli animali malati, ma anche di quella parte che riguarda i cinghiali, che vengono ormai, ahimè, a moltiplicarsi senza nessun quadro né su base regionale né tantomeno da parte del Ministero, che, ovviamente, crea danni alle tante colture e alle quali nessuna risposta è arrivata. Oltre che non aver dato risposte alle gelate, neanche ai danni da cinghiali o da suini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Proprio discutendo di questi temi pare che questo emendamento ponga all'attenzione una questione, cioè cosa succede rispetto agli aiuti de minimis, e quindi in relazione a quanto previsto dalla nuova normativa di Bruxelles che ha innalzato i tetti sui 25 mila euro e poi sui 20 mila euro senza l'obbligo di tenere il registro. Ecco, noi crediamo che, laddove si faccia una riforma e si discuta all'interno di un decreto di questioni di tipo economico che indubbiamente vanno ad incidere sull'attività imprenditoriale, e soprattutto su quella imprenditoriale agricola, dobbiamo capire se poi i fondi stanziati di fatto riescono a coprire anche gli obblighi che ci vengono imposti dalla Comunità Europea, e se, quindi, siamo in grado di utilizzare quei fondi proprio nel rispetto delle regole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fidanza. Ne ha facoltà.

CARLO FIDANZA (FDI). Grazie, Presidente. Mi associo alle considerazioni della collega Lucaselli. Questa continua, anche negli emendamenti precedenti, puntualizzazione sul rispetto del regime de minimis la capisco da un punto di vista procedurale, ma dal punto di vista politico limita fortemente l'impatto positivo di queste misure di sostegno a un settore come quello della suinicoltura che da molti anni vive una situazione di estrema difficoltà, rispetto alla quale i vincoli europei rischiano di causare una ristrettezza nelle possibilità di intervento da parte dello Stato. Quindi è assolutamente necessario che in sede europea si intervenga per poter agire anche al di fuori di questi parametri, perché altrimenti gli interventi di sostegno rischiano di essere completamente vanificati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Incerti. Ne ha facoltà.

ANTONELLA INCERTI (PD). Grazie, Presidente. Solo per rimarcare che accogliamo con piacere questo emendamento. Voglio ricordare che era stato il Partito Democratico che aveva sollevato il tema in questo provvedimento di avere un occhio particolare e di sostenere il settore suinicolo in grande difficoltà. Questo è un primo passo, che ci fa piacere che rafforzi un intervento a favore del reddito dei suinicoltori, ma che pone anche il tema di un provvedimento più ampio, speriamo in futuro, che sia strutturalmente legato a risolvere problemi da lungo tempo sollevati dagli agricoltori del settore. Quindi, è con piacere che è stato accolto il nostro suggerimento, e, pertanto, voteremo a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Solo per annunciare, ovviamente, che noi voteremo a favore di questo emendamento, come i colleghi hanno appena specificato, nel tentativo di riuscire a comprendere come su questo argomento si possa incidere maggiormente, anche rispetto ai parametri della UE, e quindi, come il collega Fidanza sottolineava, ci sia necessità di intervenire in maniera più cogente come nazione per riuscire a superare quei regolamenti di carattere burocratico che invece potrebbero riuscire meglio ad affrontare le questioni cogenti come quella che è stata citata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Presidente, per aggiungere alle molte considerazioni già svolte anche una riflessione ulteriore a favore di questo emendamento, che segnala l'importanza rispetto al tema proposto di un settore particolare che, come è stato ricordato più volte, è in grande difficoltà. Ne discende però poi anche la possibilità di difendere un prodotto, quello di derivazione, autenticamente italiano, che merita di essere difeso. Per farlo è evidente che non si può prescindere da un sostegno rispetto a questo settore, perché è un settore oggettivamente in difficoltà e che rischia di essere costretto e stretto nelle maglie di regolamenti europei, che spesso ci costringono a dover colpire parti del nostro settore produttivo, in particolare quello agricolo, e magari così indirettamente favorire anche mercati esteri.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Per sottoscrivere l'emendamento, e per dire che in determinati settori della produzione agricola e in determinate situazioni di crisi, come è nel caso della carne suinicola ed in generale delle produzioni suinicole, servirebbe effettivamente avere una certa elasticità da parte dell'Europa nel prevedere in questi casi uno splafonamento del sistema del de minimis. È chiaro che ci vuole, ci vorrà tanto lavoro per cambiare queste regole, ma è fondamentale cominciare a buttare le basi della discussione proprio su questo tipo di argomento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Presidente, condivido ovviamente, e chiedo anch'io di sottoscrivere questo emendamento. Ne condivido l'essenza e la sostanza, non solo per le considerazioni portate dai colleghi in Aula, ma anche perché un supporto così puntuale agli allevamenti di suini deve prevedere anche una discrasia su quello che è poi un atteggiamento irricevibile rispetto a ciò che ha detto l'onorevole Deidda poc'anzi: c'è una forte discriminazione nei confronti degli allevamenti in Sardegna, mentre poi l'Europa fa tutt'altro. Anche questa discrasia fra Europa e Italia, fra piccolo e grande in quest'Aula dev'essere sottolineata, e noi di Fratelli d'Italia lo facciamo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Presidente, è evidente che in campagna elettorale più volte, soprattutto in Sardegna, si è parlato di questo problema. Guardo il collega sardo che siede nei miei banchi, perché più volte ci siamo trovati nel discutere come tutte le forze politiche dovevano essere a parole a favore della soluzione che oggi viene presentata attraverso questo emendamento, un emendamento che anch'io chiedo di sottoscrivere, e diventa incomprensibile un voto contrario rispetto a quanto proposto dai colleghi che l'hanno avanzato. È evidente ancora una volta come ci sia una discrasia rispetto a quello che si dice all'esterno e poi si fa in quest'Aula; spero di essere smentita dal voto che arriverà successivamente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Solo per chiedere di essere autorizzato a sottoscrivere l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, anch'io mi unisco e voglio sottoscrivere questo emendamento, perché la questione sarda è una questione importante, che non riguarda soltanto la Sardegna ma riguarda noi tutti. Quello che ha sottolineato l'onorevole Deidda, l'embargo in cui versa la regione Sardegna a fronte comunque delle difficoltà di produzione e poi anche di vendita dei suoi maiali, è una questione che dev'essere posta all'attenzione di quest'Aula, e che non può vedere cecità e non può vedere silenzi: se noi non ci occupiamo della Sardegna e della continuità territoriale della sua produzione e della sua produttività, abbandoniamo un'isola a se stessa e la non aiutiamo a poter vivere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Carlo. Ne ha facoltà.

LUCA DE CARLO (FDI). Presidente, vedete, viviamo nel paradosso che in quest'Aula facciamo i difensori degli agricoltori, dei prodotti italiani, e poi non ci rendiamo conto che ci sono dei laccioli, delle norme burocratiche europee che frenano di fatto chi agricoltura la fa.

È oggettivamente riconosciuto che l'agricoltura italiana sia in un momento di difficoltà, nonostante una crescita ed un impegno gravosissimo da parte degli operatori: operatori che in tutta Italia… Io ho girato un po' con la Commissione agricoltura, anche un po' visitando varie realtà: mi sono reso conto di come gli agricoltori non chiedano sussidi, ma chiedono la possibilità di lavorare, e la possibilità di lavorare passa attraverso la sburocratizzazione dei loro processi. Questo è uno di quegli emendamenti che consentirebbe di farlo. Capire che questo è fondamentale per l'agricoltura è una cosa oggettiva, cui noi tutti dovremmo tendere. Vivere poi di sussidi continui, ripeto, non è qualcosa che la nostra agricoltura vuole fare, ma quello a cui puntiamo è un'agricoltura di qualità, che si ottiene anche e soprattutto attraverso una sburocratizzazione, soprattutto in un momento di oggettiva difficoltà come quello che segue un'emergenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, intervengo per sottoscrivere questo emendamento. L'intervento del mio collega Sasso ha ben individuato le criticità che ci sono in questo comparto. Non si può, quindi, assolutamente dire che si difende il made in Italy, quando poi non si aiutano determinate aziende e determinati allevamenti, che sono uno dei principali volani dell'economia di una regione che spesso è in difficoltà; l'abbiamo visto anche per materie analoghe proprio sulla questione dell'agricoltura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Presidente, anch'io per sottoscrivere questo emendamento, perché c'è anche una contraddizione di fondo, e sembra che i suinicoltori siano messi sul famoso letto di Procuste: quando cercano di crescere vengono bastonati e vengono limitati nella loro possibilità di sviluppo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

In realtà, l'esempio che ha portato il collega Deidda sul suino sardo rende l'idea di uno squilibrio più generale; credo, quindi, che prevedere misure più incisive sugli aiuti de minimis, ed in particolare sugli aiuti de minimis nel settore agricolo, sia importante per difendere realmente la nostra produzione anche nei dettagli e non solo nelle enunciazioni di principio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11-bis.100 Viviani, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

Interrompiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 con il question time e alle ore 16 con il seguito dell'esame del decreto-legge.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, il Ministro dell'Interno e la Ministra della Difesa.

Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Chiarimenti in ordine al rapporto tra componenti del Governo e piattaforma Rousseau – n. 3-00698)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Baldelli e altri n. 3-00698 (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Simone Baldelli se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente Rampelli. Ministro Fraccaro, la domanda è molto semplice; voi vi vantate che l'80 per cento dei provvedimenti di questo Governo provengono dal MoVimento 5 Stelle. Quasi tutte le cose che il MoVimento 5 Stelle fa, a livello politico, sia in termini programmatici, sia in termini tattici, che strategici, passano per il voto della piattaforma Rousseau, che è controllata dall'associazione Rousseau.

Il Garante per la privacy ha multato qualche settimana fa, per 50 mila euro, la piattaforma Rousseau, sostenendo che questa piattaforma è manipolabile, non è sicura e non garantisce la sicurezza del voto.

Allora, noi ci domandiamo: nelle mani di chi siamo, Ministro Fraccaro, lei che è Ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta? Se la piattaforma Rousseau è, diciamo così, manipolabile non solo da chi la governa, ma anche da qualcuno all'esterno, le decisioni del Governo da chi sono prese? Voi a chi siete leali, alla Repubblica e alla Costituzione o alla piattaforma Rousseau (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, Riccardo Fraccaro, ha facoltà di rispondere.

RICCARDO FRACCARO, Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta. Signor Presidente, colleghi deputati, rispondo al quesito posto dagli interroganti, con il quale si chiede di conoscere quale rapporto intercorra tra i componenti del Governo e la piattaforma Rousseau. Al riguardo, va preliminarmente ricordato che quest'ultimo è uno strumento informatico a disposizione degli attivisti che viene da essi utilizzato per partecipare alla vita politica del MoVimento 5 Stelle, nonché per comunicare tra di loro, avanzare proposte di legge e, su di esse, esprimersi. In particolare, tra le funzioni che la piattaforma mette a disposizione degli iscritti vi è, ad esempio, la possibilità di condividere gli atti predisposti dai portavoce a livello locale, di collaborare attraverso la rete sui progetti condivisi e, più in generale, di conoscere tutte le iniziative del MoVimento 5 Stelle. La piattaforma in oggetto è, quindi, uno degli strumenti con cui gli iscritti concorrono a definire le attività della propria forza politica che si affianca ad altre modalità di partecipazione, come, ad esempio, i Meetup.

Tutt'altra questione è, invece, l'attività del Governo che si sviluppa attraverso le riunioni del Consiglio dei ministri o i vertici e le riunioni politiche che periodicamente vengono convocate a Palazzo Chigi o presso le sedi istituzionali. Per sua natura essa è nettamente distinta e separata rispetto alle forme di partecipazione interna delle forze politiche che sostengono questo Esecutivo.

Altre forze politiche hanno utilizzato o utilizzano tuttora gli strumenti che ritengono idonei al confronto interno, come assemblee degli iscritti, primarie o altre forme di consultazione, alle quali partecipano iscritti e, spesso, anche non iscritti. Alcuni partiti, poi, non hanno alcuna forma di confronto assembleare alla quale possano partecipare gli iscritti e si affidano, pertanto, alle sole decisioni prese dai vertici.

In conclusione, non vi è alcun rapporto tra i membri del Governo che, in quanto tali operano nelle preposte sedi istituzionali, e la piattaforma Rousseau che riguarda la sola organizzazione interna di una forza politica che la utilizza per le proprie esigenze di comunicazione e partecipazione.

PRESIDENTE. Il deputato Simone Baldelli ha facoltà di replicare.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente Rampelli. Una risposta perfetta nella sua burocrazia. Non c'è alcun rapporto tra i componenti del Governo e la piattaforma Rousseau; quindi lei mi sta dicendo, Ministro Fraccaro, che né lei, né il Ministro Di Maio, né i Ministri dei 5 Stelle versate un contributo mensile, come tutti i parlamentari del MoVimento 5 Stelle, alla piattaforma Rousseau? Io credo che sia così, che voi lo versiate.

Il Ministro Salvini che è seduto vicino a lei, è stato oggetto di un provvedimento giudiziario sul quale la piattaforma Rousseau si è pronunciata e se la piattaforma Rousseau si fosse pronunciata in maniera diversa, magari perché il voto, ipoteticamente, avrebbe potuto, in qualche misura, essere stato orientato o dal governo della piattaforma o da qualsiasi società di cyber spionaggio, questo Governo sarebbe andato a sbattere, perché vi sareste spaccati come maggioranza. Ciò tanto per capire quanto è delicato il meccanismo che voi mettete nelle mani di questa piattaforma, che dal punto di vista tecnologico, come dice il Garante, è “hackerabile”, vulnerabile, non garantisce la segretezza del voto, non garantisce la segretezza dei dati degli iscritti e, intorno a questo, fate ruotare la responsabilità politica di alcune scelte dalle quali derivano, non solo la sopravvivenza del Governo, ma anche le manovre di finanza pubblica; il vostro programma, il contratto di Governo, lo avete fatto votare alla piattaforma Rousseau! Questo è quello che succede, con la vulnerabilità del caso; vi riempite la bocca di democrazia diretta, ma quella non è democrazia diretta o, forse, è democrazia, ma perché è diretta da qualcuno.

Guardate, la democrazia è pluralismo, è confronto tra idee diverse e testimonia il vostro concetto del pluralismo quello che i vostri sostenitori vanno scrivendo in rete quando dicono a chiunque la pensi diversamente da loro che deve scomparire; dimostra, il vostro concetto di pluralismo, come pensate di sopprimere le voci libere, come Radio Radicale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico).

Allora, questo Paese non ha bisogno di essere controllato, nell'80 per cento dei propri provvedimenti, da una piattaforma opaca, di dubbia sicurezza informatica che dipende non si sa bene da chi e da cosa. Tenendo presente che i soci dell'associazione Rousseau, da cui dipende la piattaforma, sono dipendenti di alcuni vostri Ministri, Fraccaro, altro che “non c'è alcun rapporto” (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

(Iniziative volte a garantire un adeguato controllo del territorio in provincia di Foggia, a fronte dell'incremento di gravi eventi criminosi – n. 3-00699)

PRESIDENTE. Il deputato Tasso ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00699 (Vedi l'allegato A).

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Buon pomeriggio ai rappresentanti del Governo; Ministro Salvini, i gravissimi fatti di sangue avvenuti recentemente in provincia di Foggia e basso Tavoliere, seppur di matrice completamente diversa, riaccendono i fari della cronaca criminale su un territorio difficile, dove agisce, come sapete, la cosiddetta quarta mafia.

Dal 2017, anno della strage di San Marco in Lamis, in poi, il livello di attenzione e di presenza dello Stato, vorrei sottolinearlo, si è alzato notevolmente e la qualità del lavoro degli organi inquirenti ha prodotto importanti risultati. Il territorio di Foggia, però, è vasto, molto vasto, si tratta della terza provincia d'Italia per estensione, e gli interessi illeciti sono molteplici: traffici di armi, stupefacenti, estorsioni, usura, delitti contro il patrimonio, reati ambientali legati allo smaltimento illecito dei rifiuti, rifiuti tossici “tombati”, discariche abusive, scarichi illegali, ovviamente altamente inquinanti.

Perciò, le chiedo, Ministro Salvini, quali iniziative il Governo intenda adottare per rafforzare il controllo del territorio da parte delle forze dell'ordine, onde assicurare il rispetto della legalità, il diritto alla sicurezza e alla salute dei cittadini nelle zone indicate in questa interrogazione.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Ringrazio l'onorevole interrogante per le domande. Desidero, innanzitutto, rinnovare i sentimenti di vicinanza del Governo e di tutta l'Aula ai familiari del maresciallo Di Gennaro e del carabiniere Pasquale Casertano, ucciso e ferito nell'agguato di poche ore fa (Applausi), che non ha nulla di riconducibile a logiche di criminalità organizzata, ma non per questo, ovviamente, è meno grave.

La situazione dell'ordine e della sicurezza, come lei ricordava, nella provincia di Foggia è costante oggetto di attenzione da parte sia delle forze dell'ordine che delle autorità della giustizia e di pubblica sicurezza e, a fronte di tali condizioni critiche, la risposta dello Stato, come lei ricordava, negli ultimi mesi è stata particolarmente presente ed efficace. Ricordo, ad esempio, che proprio l'11 marzo scorso è stata disposta la proroga dell'impiego a Foggia del contingente di rinforzo dell'Arma dei carabinieri impiegato nei servizi di vigilanza e prevenzione del territorio, mentre, proprio questa mattina, è proseguita l'opera di abbattimento delle costruzioni abusive vicino al centro per immigrati di Borgo Mezzanone che già era cominciato nei mesi di febbraio e di marzo.

Ovviamente, l'obiettivo rimane quello di innalzare ulteriormente l'azione di prevenzione e contrasto alle mafie. In tal senso, le risorse stanziate nell'ultima legge di bilancio per l'attuazione di un piano straordinario di assunzione delle forze dell'ordine senza precedenti negli ultimi anni permetteranno di incrementare la presenza delle forze di polizia e di sicurezza anche nella provincia di Foggia. Questo è un impegno che mi assumo personalmente, a partire dall'anno in corso, nei confronti di tutti i cittadini onesti, gli imprenditori onesti e gli agricoltori onesti della provincia di Foggia e della Puglia che meritano di vivere un territorio liberato dall'oppressione del crimine organizzato.

È questo il modo migliore per onorare la memoria di un servitore dello Stato, che, adempiendo al suo dovere, ha sacrificato la propria vita per la sicurezza di tutti.

PRESIDENTE. Grazie, Ministro Salvini. Preciso che questa mattina il cordoglio per il carabiniere ucciso è stato espresso anche dal Presidente della Camera.

Il deputato Tasso ha facoltà di replicare.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Come ha ricordato giustamente, nel presentare questa interrogazione sono partito da due episodi tanto gravi, quanto diversi tra di loro, come ricordato dagli inquirenti. Mentre il primo episodio - e giustamente ha fatto, lei, a ricordare la memoria del maresciallo Di Gennaro - non si inserisce in una logica di criminalità organizzata, il secondo invece si inquadra nella guerra di mafia in atto da gennaio scorso tra clan rivali del basso Tavoliere. Entrambi gli episodi, però, configurano l'espressione, come dire, del livello di violenza che la malavita, organizzata e non, ha assunto nelle zone in questione e che sfocia in reazioni aggressive verso lo Stato, verso le forze dell'ordine, verso i cittadini. Questi sono elementi per i quali, pur ribadendo la qualità degli inquirenti, Arma dei carabinieri, forze di polizia in genere, ben venga un incremento deciso del controllo dello Stato. E, poiché è noto che una Direzione distrettuale antimafia può essere istituita solo nei capoluoghi sede di Corte d'appello, si auspica la creazione almeno di un distaccamento della DDA medesima.

Vede, Ministro, il territorio a cui mi riferisco, Daunia, Gargano, Tavoliere, è abitato - e lei lo ha ricordato - da cittadini operosi, che desiderano impegnarsi affinché il futuro sia meno difficile, sia dignitoso, sia appagante per chi vuole vivere del proprio onesto lavoro. Ne sono certo perché vivo quella terra, colgo la qualità di quella gente, ne percepisco le enormi potenzialità, e sono certo che anche lei, Ministro Salvini, condivide le mie parole perché so che conosce bene le zone a cui mi riferisco.

Per questo concludo, ringraziando per la risposta ricevuta e esprimerò, in maniera ancora più forte e in tempi brevi, la mia piena soddisfazione e ovviamente dei cittadini che rappresento, perché vorrà dire che l'impegno del Governo si sarà concretizzato in ulteriori, positivi risultati.

(Chiarimenti in merito alla situazione dei migranti in Italia a seguito dell'applicazione del cosiddetto «decreto sicurezza», con particolare riferimento all'abolizione del permesso di soggiorno per motivi umanitari e alla revisione del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) – n. 3-00700)

PRESIDENTE. Il deputato Marco Di Maio ha facoltà di illustrare l'interrogazione Fiano ed altri n. 3-00700 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

MARCO DI MAIO (PD). Grazie, Presidente. Ministro, in campagna elettorale ha promesso che, se fosse arrivato al Governo, avrebbe svolto tra i 500 e 600 mila rimpatri. Nei primi sette mesi del suo Esecutivo, tra il giugno del 2018 e il dicembre del 2018, i rimpatri sono stati 3.851, in sensibile calo rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Di questo passo, per mantenere le promesse fatte in campagna elettorale, servirebbero tra i 75 e gli 80 anni, che, più o meno, è lo stesso periodo di tempo nel quale il suo partito è chiamato per una sentenza di un tribunale, a restituire 49 milioni di euro che sono stati indebitamente appropriati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Per favore…

MARCO DI MAIO (PD). In questi mesi, col «decreto sicurezza» questo Governo ha smantellato il sistema di accoglienza e integrazione e diffuso sui territori, il cosiddetto SPRAR, e cancellato i permessi di soggiorno per motivi umanitari. In questo modo, da un giorno all'altro, migliaia di persone, che erano regolarmente presenti nel nostro Paese, sono diventate irregolari.

Vogliamo, quindi, sapere quanti sono i nuovi irregolari creati da questo decreto e, soprattutto, cosa intendete fare con queste persone, che, proprio grazie al «decreto sicurezza» si trovano, da un giorno all'altro, per strada, nelle nostre città, accrescendo degrado e insicurezza nelle nostre comunità locali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Rispondo molto volentieri, perché i numeri evidentemente gli italiani li conoscono benissimo. Sin dal mio insediamento ho inteso perseguire con determinazione l'obiettivo di contrastare i flussi migratori irregolari e l'odioso business del traffico di esseri umani nel Mediterraneo.

Grazie alle iniziative messe in campo, non devo ricordare che nel 2018 gli sbarchi si sono ridotti dell'83 per cento, mentre in questo 2019 gli sbarchi sono ridotti del 92 per cento, ma soprattutto, dato di cui vado più orgoglioso, si è dimezzato il numero di morti e dispersi nel Mar Mediterraneo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

È curioso come i buoni causassero più morti rispetto ai presunti cattivi, forse evidentemente le parti erano invertite. (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). In tale contesto… Capisco che i numeri possano andare fastidio, ma questa è la realtà dei fatti…

PRESIDENTE. Per cortesia, sta parlando il Ministro e siete pregati di fare silenzio, grazie.

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. No, ma va bene che parlino, più parlano più va bene, quindi non è un problema…

PRESIDENTE. Ministro, possono parlare quando è il loro turno, prego, vada avanti.

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Ha ragione, mi scusi. In tale contesto, va letta anche l'adozione del decreto-legge sicurezza e immigrazione, con cui il Governo ha nei fatti reso più veloci le procedure per il riconoscimento dello status di protezione internazionale, aiutando davvero i profughi in fuga dalla guerra e rigettando le domande di coloro che non sono in fuga da nessuna guerra, ma la guerra la portavano in Italia.

In tal senso, la riforma del sistema SPRAR non va interpretata come una limitazione del diritto di accedere ad un modello di accoglienza, quanto piuttosto una razionalizzazione in linea con gli standard europei.

Quanto al tema dei rimpatri, occorre distinguere tra rimpatri conseguenti a espulsione e quelli su base volontaria assistita. Nel primo caso, osservo che il calo rilevato dagli onorevoli interroganti non appare significativo sotto il profilo statistico e comparativo, in quanto dovrebbe essere posto in relazione alla drastica riduzione del numero degli sbarcati. Relativamente, invece, ai rimpatri (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)… posso? Grazie. Relativamente, invece, ai rimpatri volontari assistiti, informo che, dal 1° gennaio 2018 ad oggi, ne risultano effettuati 1.283.

Le innovazioni introdotte dal decreto sicurezza e immigrazione non hanno determinato ripercussioni sul sistema di accoglienza, che ha mantenuto la sua fisiologica funzionalità. Evidentemente, il fatto che qualcuno si sia ritirato dal sistema d'accoglienza, riducendosi i fondi quotidiani dai 35 ai 21 euro, vuol dire che qualcuno non accoglieva per generosità, ma accoglieva per fare quattrini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e questo va ad aiutare i cooperanti veramente generosi.

Confido, dunque, che il proseguimento del trend in discesa degli sbarchi possa favorire il funzionamento di un modello più razionale, economico ed equo, in relazione alle aspettative degli effettivi aventi diritto.

I numeri che ho riportato mi rendono orgoglioso del lavoro del Parlamento, del Governo e mio, come Ministro dell'Interno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il deputato Emanuele Fiano ha facoltà di replicare.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, signor Presidente, e ringrazio anche il signor Ministro. Sono in imbarazzo nello scegliere se lei sia più mentitore o più reticente. La ringrazio, però, del numero, che ci ha appena comunicato, dei rimpatri effettuati quest'anno: 1.283. Dall'inizio dell'anno ci sono 100 giorni, lei ha parlato di 1.283 rimpatri, che diviso i 100 giorni dell'anno in corso, fa 12,83 rimpatri al giorno, come testimonia, in effetti, il cruscotto che ho appena guardato sulla pagina del sito del Ministero dell'Interno. Le segnalo che questo è un peggioramento di cinque unità e mezzo rispetto all'anno precedente, il 2018, nel quale l'Italia, tra il suo mandato di Governo da giugno e quello precedente del Ministro Minniti, ha avuto una media di rimpatri di 18 al giorno, quindi sta peggiorando.

Ma non siamo noi che abbiamo promesso agli italiani, signor Ministro, che lei avrebbe rimpatriato 500 mila persone. Noi, con questa interrogazione, avremmo voluto che lei, agli italiani, dicesse la verità, che mentì in campagna elettorale, dicendo che avrebbe rimpatriato 500 mila irregolari e che sta mentendo adesso, perché sta abbassando la media di rimpatri rispetto all'anno scorso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Sono i numeri che lei ha appena testimoniato nella Camera dei deputati.

Io capisco la difficoltà del dover ammettere che il provvedimento «decreto sicurezza», che è stato approvato da quest'Aula, sta aumentando, in questo Paese, gli irregolari. Alla fine dell'interrogazione che noi le abbiamo rivolto c'era una domanda semplice: di quanto sono aumentati gli irregolari da quando è entrato in funzione il «decreto sicurezza», ovvero le persone che non hanno visto rinnovare il proprio permesso di soggiorno per motivi umanitari a seguito delle nuove norme? Lei non ci ha risposto, perché deve essere reticente, perché non può dire agli italiani che, a parte la diminuzione degli sbarchi, che certo era parte del suo programma ed è parte della sua azione, il resto del programma, cioè la diminuzione dell'irregolarità in Italia, di coloro che vengono da altri Paesi, è invece in aumento.

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

EMANUELE FIANO (PD). L'azione politica del suo Governo e del suo Ministero, che ha mentito in campagna elettorale, sta producendo il contrario di ciò che ha promesso quanto al numero di irregolari presenti nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Chiarimenti e iniziative di competenza in merito alla vicenda della nave Sea Watch 3 – n. 3-00701)

PRESIDENTE. Il deputato Alberto Stefani ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-00701 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ALBERTO STEFANI (LEGA). Presidente, gentile Ministro, onorevoli colleghi, dalle notizie recenti si apprende che lei, Ministro, risulta nuovamente indagato per il reato di sequestro di persona, questa volta per quanto attiene alla vicenda della nave Sea-Watch 3. Si tratta della nave della ONG tedesca battente bandiera olandese che, dirigendosi verso le coste italiane con decisione del tutto arbitraria e lesiva del diritto internazionale, avrebbe messo a rischio e a repentaglio la vita delle decine di migranti a bordo della nave stessa, nave, tra l'altro, che gli ispettori olandesi hanno più volte dichiarato inidonea alle operazioni di salvataggio in questa questione. Si chiede pertanto di sapere, signor Ministro, quali siano e quali siano stati gli intendimenti che il suo Ministero ha deciso di adottare per risolvere la questione.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Presidente, confermo che il 12 aprile scorso sono stato iscritto, in buona compagnia di colleghi di Governo, dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Catania, nel registro degli indagati per il reato di sequestro di persona, che comporterebbe, con l'aggravante dei minori, fino a 15 anni di carcere. Ciò in relazione ad asseriti ritardi nello sbarco di 47 migranti raccolti nell'area SAR libica. Ho la risposta dettagliata, che poi lascio agli atti della Camera per avere dati, verbali e missive alla Rappresentanza italiana in Europa, alla Commissione europea, al Ministero degli Affari esteri, Ministero dell'Interno e Presidenza del Consiglio. È un film già visto. Posso solo confermare a questa Camera che riteniamo di aver agito, come Ministro e come Governo, nel pieno rispetto dei diritti e delle convenzioni internazionali. Ribadisco e ribadiamo il fatto che in Italia si arriva con il permesso di arrivare, questo a prescindere dai processi che si possono aprire, che possono essere due o cento. Io non cambio assolutamente idea da Ministro dell'Interno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier): in Italia si arriva se si ha il permesso di arrivare; anche perché ricordo a questa Camera che i proventi relativi al business del traffico di esseri umani vengono reinvestiti dai trafficanti - questo è provato dall'intelligence - nell'acquisto di armi e di droga. Io complice del traffico di armi e di droga, aprendo i porti italiani, non lo sono e non lo sarò mai (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Possono aprirne cinquanta di processi, io andrò avanti nella stessa maniera, oltretutto, aggiungo - ricollegandomi all'iniziativa precedente - dimezzando il numero di morti e dispersi nel Mar Mediterraneo, e proseguendo con l'arrivo dei corridoi umanitari via aereo di donne, bambini e disabili davvero in fuga dalla guerra (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Un Paese normale e civile così si comporta. Per quello che mi riguarda, nonostante l'ampio dibattito giornalistico, i porti italiani erano, sono e rimangono inaccessibili, sigillati e blindati ai trafficanti di esseri umani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. La ringrazio, Ministro Salvini. Avviso che, nello svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, non è possibile depositare un testo, ma sicuramente troverà il modo per far conoscere i dati che lei ha citato a tutti i deputati presenti.

Il deputato Alberto Stefani ha facoltà di replicare.

ALBERTO STEFANI (LEGA). Ministro, la sua risposta evidenzia come gli atti dell'Esecutivo abbiano seguito il solco dell'interesse nazionale, che richiede, da una parte, di regolare i flussi e di controllare le frontiere, dall'altra di fermare gli accessi illegali nel nostro Paese. Permettere che un'organizzazione non governativa - tra l'altro già ledendo le norme del diritto internazionale del mare - leda anche le norme dell'ordinamento giuridico interno che impediscono gli accessi illeciti nel nostro Paese significherebbe spalancare di nuovo le porte ai trafficanti di esseri umani, che per troppo tempo si sono presi beffa del nostro Paese. Allora, Ministro, in fondo, davanti a situazioni come questa, ci sono due modi per risolverle: qualcuno, come ha fatto in passato, si è girato dall'altra parte (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier); il secondo modo, invece, è quello di affrontarle a viso aperto e di rispondere con coraggio al compito che ci hanno affidato e che le hanno affidato gli elettori. È proprio per questo che lei ha scelto la strada più difficile, la strada più insidiosa, che da una parte le porterà qualche avviso di garanzia, diffamazioni, strumentalizzazioni, ma dall'altra parte ha e avrà dietro di sé la maggioranza del popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative a tutela dell'ordine pubblico con riferimento alle aree del napoletano, del foggiano e del brindisino – n. 3-00702)

PRESIDENTE. La deputata Carla Giuliano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Macina ed altri n. 3-00702 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

CARLA GIULIANO (M5S). Presidente, signor Ministro, gravi fatti criminosi continuano a segnare zone della Campania e della Puglia. In particolare, a Napoli ed Afragola sono aumentati episodi di violenza tra bande rivali e sono stati compiuti gravi atti intimidatori contro attività commerciali. In Puglia, soprattutto nel foggiano, sono stati fatti esplodere diversi ordigni contro attività commerciali a scopo intimidatorio, e da ultimo si è verificato a Cagnano Varano il mortale agguato al maresciallo maggiore dei carabinieri Vincenzo Carlo Di Gennaro, in servizio di pattuglia. Anche a Brindisi, dall'inizio dell'anno, si è registrato un aumento di rapine e furti. I provvedimenti in termini di prevenzione e repressione della criminalità risultano ancora parziali. Ministro, chiediamo le sue valutazioni sui fatti in premessa, nonché le misure che intende adottare per contrastare l'escalation criminale che si verifica nelle zone del foggiano, del napoletano e del brindisino, che pone a rischio anche l'incolumità dei cittadini.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Presidente, ringrazio l'interrogante. Contrastare le mafie, ovunque operino sul territorio nazionale, è priorità mia e dell'intero Governo. Ricordo il “decreto sicurezza” in merito al potenziamento in termini di uomini, mezzi e capacità operative dell'Agenzia per i beni confiscati alla mafia, alla camorra e alla 'ndrangheta. Ricordo, in manovra economica, il piano straordinario di assunzioni per avere in strada entro questo 2019, dopo un percorso di formazione, 8 mila fra poliziotti, carabinieri, finanzieri, agenti della polizia penitenziaria e vigili del fuoco. Ad Afragola, proprio in queste ore, sono stati portati a compimento gli ultimi sgomberi, e nei giorni scorsi gli ultimi arresti di alcuni dei personaggi che si sono macchiati di crimini nell'ultimo periodo. Per quello che riguarda Foggia e parallelamente Brindisi, come in risposta all'interrogazione precedente, c'è un invio di uomini militari e mezzi ulteriori rispetto alla pianta organica prevista. A questo aggiungo, sul territorio nazionale, nel “decreto sicurezza”, approvato da questo Parlamento, lo stanziamento di 37 milioni di euro per finanziare impianti di videosorveglianza in 429 comuni, fra cui molti nelle aree ricordate dall'interrogante. A questi si aggiungono altri 90 milioni di euro, fra quest'anno e il 2022, per aumentare il numero di comuni che potranno fruire di impianti di videosorveglianza. Agire sul piano della sicurezza e della legalità, sui molteplici fronti che ho appena citato, non è utile solo a restituire tranquillità e serenità ai cittadini ma rappresenta anche una straordinaria opportunità per liberare lavoro, energia e risorse. Ricordo a tal proposito che, pur non essendo né nel foggiano, né nel brindisino, né nel napoletano, è mia scelta, proprio nell'ottica di una battaglia di liberazione nazionale nei confronti delle varie mafie che stanno incancrenendo alcuni gangli del nostro Paese, io passerò la mattinata del 25 aprile a Corleone, nel cuore della Sicilia, per ricordare che la mafia non è la Sicilia, non è l'Italia: questo Parlamento e questo Governo la combattono e combatteranno con tutte le armi che la democrazia ci mette a disposizione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. La deputata Anna Macina ha facoltà di replicare.

ANNA MACINA (M5S). Grazie, Presidente. Grazie, signor Ministro. Ella ha certamente ragione quando ricorda tutto quello che è già stato fatto, il problema è che, però, a nostro avviso, i fatti cui si è fatto cenno ci raccontano di una criminalità che sfida lo Stato a volto scoperto e che non sempre è organizzata, non sempre si tratta di mafia, non sempre si tratta di criminalità organizzata.

Ci sono momenti in cui i nodi vengono al pettine, e quei nodi non li abbiamo creati noi, ma a noi spetta il compito di provare a scioglierli ed in quest'ottica i cittadini hanno tutto il diritto di pretendere che lo Stato si occupi della loro sicurezza e garantisca la loro sicurezza. E quindi è doveroso e va benissimo l'intervento repressivo ma è un intervento postumo, che interviene dopo. Allora è preferibile ed è auspicabile che si intervenga anche in maniera preventiva. Lei ha fatto riferimento alla videosorveglianza, ma noi sottoponiamo alla sua attenzione anche la necessità di ripristinare i presidi di legalità. È sicuramente nell'ottica di un effetto deterrente il maggiore stanziamento di fondi per la videosorveglianza e sottoponiamo sempre in quest'ottica a lei, signor Ministro, la richiesta di iniziative e misure ineludibili che, al fianco del perseguimento e della repressione della criminalità, siano anche in grado di costruire una rete strategica di prevenzione che assicuri alla complessa macchina della sicurezza nazionale lo sguardo, l'analisi e l'ottica di intervento. Inoltre vogliamo rammentarle, vogliamo ricordarle le lamentele della Polizia che in queste ore e nei mesi passati sta manifestando perché chiede a gran voce di essere ascoltata sul rinnovo contrattuale: anche la valorizzazione degli uomini e delle donne che sul territorio …

PRESIDENTE. Concluda per favore.

ANNA MACINA (M5S). …mettono a rischio la loro vita per difendere tutti quanti noi è un segno che il Governo e il Ministro darà a tutti coloro che si occupano della nostra sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Intendimenti in ordine all'ipotesi di un'operazione militare e umanitaria, sul modello di quella denominata «Mare Nostrum», con riferimento alla crisi libica in atto – n. 3-00703)

PRESIDENTE. Il deputato Federico Fornaro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00703 (Vedi l'allegato A).

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Signora Ministra, l'intensificarsi degli scontri armati in Libia, in particolare nelle aree vicine alla capitale Tripoli, con il coinvolgimento dei civili e ormai centinaia di vittime, sta mostrando come il Paese sia in situazione di aperta guerra civile, mentre non si intravede al momento un'efficace azione diplomatica in grado di fermare il conflitto. Il Presidente del Consiglio recentemente, alla Fiera del Levante, ha detto che, se ci sarà una crisi umanitaria, l'Italia saprà affrontarla. Lei, signora Ministra, in una recente intervista a Radio Capital ha dichiarato che il pericolo che possano aumentare gli sbarchi è assoluto e ha sottolineato inoltre che, se si dovesse arrivare alla guerra, non avremmo migranti ma rifugiati e i rifugiati devono essere accolti. Le chiediamo quindi, signora Ministra, per quanto di sua competenza, se non intende, in previsione di una possibile crisi umanitaria di profughi, proporre un'operazione militare umanitaria sul modello di quella denominata Mare Nostrum che coinvolga i Paesi dell'Unione europea affinché si possano mettere in essere tutti gli strumenti necessari per poter affrontare al meglio la situazione e combattere i trafficanti di esseri umani e portare il necessario soccorso ai profughi.

PRESIDENTE. La Ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, ha facoltà di rispondere.

ELISABETTA TRENTA, Ministra della Difesa. Prima della mia risposta all'interrogante, che ringrazio per l'opportunità concessami di intervenire sul tema Libia anche in questa sede, desidero esprimere la vicinanza del mio Dicastero e mia personale alla popolazione libica che, già provata da anni di sofferenze e privazioni, è oggi costretta ad affrontare una nuova durissima prova. Il bilancio aggiornato dell'Organizzazione mondiale della sanità degli scontri di questi giorni ammonta purtroppo a 174 morti e 756 feriti. Gli ultimi sviluppi della situazione, connotati da una particolare recrudescenza delle operazioni militari, sono motivo di forte preoccupazione per il Governo italiano impegnato, come sapete, in maniera robusta sul piano politico-diplomatico per il raggiungimento di un immediato cessate il fuoco e per il conseguente riavvio del dialogo politico libico sotto la guida dell'Onu. È al riguardo imperativo scongiurare una crisi umanitaria devastante per le popolazioni libiche e per le probabili ricadute sul nostro Paese. In questo complicato contesto ritengo che non esista una soluzione militare alla situazione interna libica, aggravata ulteriormente dalle iniziative scoordinate di diversi attori internazionali mossi da differenti agende politiche. Come ho più volte affermato, la definitiva pacificazione e stabilizzazione della Libia può essere raggiunta solo grazie a soluzioni politiche concordate dalle principali componenti libiche grazie all'azione di raccordo e impulso internazionale per arrivare a consultazioni elettorali libere e sovrane in linea con quanto convenuto da ultimo nel discorso della Conferenza di Palermo.

In tale contesto, il nostro personale militare impiegato a Misurata e Tripoli continua a svolgere il proprio prezioso ruolo di supporto, assicurando l'impegno nei confronti del popolo libico e delle istituzioni che va dalla sicurezza all'addestramento militare, dalla cooperazione in materia umanitaria e sanitaria alle iniziative per dare impulso allo sviluppo infrastrutturale ed economico del Paese al fine di dotarlo di proprie autonome capacità di difesa e sicurezza, come chiestoci dallo stesso Governo libico e in accordo con le pertinenti risoluzioni ONU. Restiamo pronti, inoltre, a fronteggiare ogni possibile ulteriore aggravamento della situazione grazie al dispositivo di sorveglianza e sicurezza nazionale dell'operazione “Mare Sicuro”, attivo allo scopo di anticipare ogni possibile riverbero negativo della crisi anche nell'area mediterraneo-centrale. Tengo tuttavia a ribadire a chi prospetta un impegno militare di qualsiasi tipologia o natura che non saranno ripetuti gli errori del passato e che non sosterremo alcun ipotetico impegno unilaterale di altri Paesi. Ancora oggi, dopo anni, stiamo vivendo le conseguenze di un impegno militare che non aveva pensato al dopo. In virtù di questa considerazione, onorevoli deputati, concludo ribadendo il nostro concreto sostegno al popolo libico per una transizione sostenibile e duratura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il deputato Federico Fornaro ha facoltà di replicare.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Ministra. Concordiamo anche noi che non ci possa essere una soluzione in Libia che passi esclusivamente da un intervento militare e che c'è necessità di un'attività più complessiva di pacificazione. Mi consenta, però, signora Ministra, lei non ha sostanzialmente risposto alla nostra interrogazione nella quale proponevamo sostanzialmente e volevamo capire se, in presenza di una possibile crisi umanitaria, si potesse riproporre un'operazione come quella di Mare Nostrum. Mi pare comunque che lei, anche in altra occasione, abbia sottolineato la necessità del rispetto delle convenzioni internazionali sul diritto del mare e, se qualche persona fuori di qui ha ascoltato le risposte ad alcune interrogazioni da parte del Ministro Salvini, ci sarebbe da interrogarsi se apparteniate allo stesso Governo. Le impostazioni sono veramente differenti a cominciare evidentemente dal riconoscimento, che non può essere altrimenti, che oggi, in presenza di una guerra civile in Libia, la Libia non è più un porto sicuro, se mai lo è stato: a nostro giudizio non lo è mai stato nel recente passato e men che meno adesso. Quindi, da questo punto di vista, il rispetto delle convenzioni internazionali va oltre il diritto italiano. E non posso non rilevare quanto accaduto ieri con una circolare del Ministro dell'Interno che è stata notificata allo Stato maggiore della Difesa e alla Marina che sostanzialmente ha invaso anche le sue competenze e credo che, da questo punto di vista, c'è veramente da domandarsi quale sia la linea del Governo sulla Libia e su una possibile crisi umanitaria e la risposta lo dico - concludendo l'interrogazione - non può continuare ad essere quella che ormai appare un disco rotto della propaganda di Salvini con i porti chiusi perché poi, quando si vanno a chiedere i documenti e gli atti attraverso i quali si possa evincere che i porti sono chiusi, c'è lo zero assoluto.

(Iniziative del Governo in merito alla crisi libica in atto, anche in relazione alla prospettiva dell'incremento degli sbarchi di migranti sulle coste italiane – n. 3-00704)

PRESIDENTE. Il deputato Fidanza ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-00704 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

CARLO FIDANZA (FDI). Grazie, Presidente. Signora Ministro, di fronte alla crisi libica è di tutta evidenza ed è emerso anche in quest'Aula, pochi minuti fa, che c'è una divaricazione totale all'interno del Governo. Non si capisce quale sia la linea del Governo: il Ministro Salvini poco fa ha ribadito la linea dei porti chiusi, cioè la direttiva che ieri è stata emanata e che tanto ha fatto arrabbiare un'altra parte del Governo che lei peraltro rappresenta in termini di appartenenza politica. Inoltre lei ha dichiarato in una intervista di queste ore che, nel caso di un aggravamento della crisi libica, ci troveremmo di fronte non a migranti ma a rifugiati e in tal caso i rifugiati devono essere accolti. Ecco allora ci pare di vedere che in realtà si vada verso una trasformazione delle Forze armate in una sorta di ONG. Non si può pensare che tutti quelli che fuggono dalla Libia siano automaticamente profughi perché abbiamo tanti immigrati…

PRESIDENTE. Concluda.

CARLO FIDANZA (FDI). …che non sono libici - e concludo, Presidente - che scappano dalla guerra ma migranti economici che scappano da altri Paesi. Allora, qual è realmente la linea del vostro Governo, se riuscite ad averne una?

PRESIDENTE. Il Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ha facoltà di rispondere.

ELISABETTA TRENTA, Ministro della Difesa. La comprensibile attenzione che il tema della Libia riscuote nella seduta odierna e non solo mi porta giocoforza a riprendere nella mia risposta buona parte di quanto ho poc'anzi dichiarato. Cercherò, in ogni caso, di evitare ogni possibile ripetizione.

Nel presupposto che non esista una soluzione militare alla situazione interna libica, il Governo italiano resta seriamente impegnato, sia sul piano politico sia su quello diplomatico, per una pronta e duratura soluzione del conflitto in atto e per il conseguente riavvio del dialogo politico libico. Pertanto, la definitiva pacificazione e stabilizzazione della Libia può essere raggiunta solo grazie a soluzioni politiche concordate dai principali attori libici. Non di meno, è necessario uno sforzo europeo per scongiurare una crisi umanitaria devastante per le popolazioni libiche e per le probabili conseguenze sul nostro Paese. Come ho avuto modo di affermare, il pericolo che possano aumentare gli sbarchi è reale ed esige una soluzione di ampio respiro regionale ed europeo.

Ciò chiarito, il Governo è fortemente impegnato a porre in essere le necessarie misure atte a una soluzione pacifica della crisi, sia attraverso una costante azione diplomatica a 360 gradi sia supportando le forze di sicurezza del Governo libico riconosciuto dalla comunità, ciò grazie all'operato del nostro personale militare impiegato a Misurata e a Tripoli e al dispositivo di sorveglianza e sicurezza nazionale dell'operazione “Mare sicuro”, il cui contributo è volto a prevenire ogni possibile ulteriore aggravarsi della situazione nell'area del Mediterraneo centrale.

Concludo, onorevoli deputati, affermando che qualsiasi iniziativa militare non rappresenta la giusta soluzione alla crisi in atto e, pertanto, confermo il nostro concreto e convinto sostegno al popolo libico per una transizione verso un Paese stabilizzato anche grazie all'impegno proficuo dell'intera Europa.

PRESIDENTE. Il deputato Carlo Fidanza ha facoltà di replicare.

CARLO FIDANZA (FDI). Grazie, Presidente. Naturalmente noi non possiamo ritenerci soddisfatti di questa risposta, signora Ministro, perché certamente voi avete ereditato una scelta sbagliata, quella dei Governi del PD, di schierarsi in maniera acritica con il Governo di Al-Serraj sbilanciando completamente il quadro della nostra presenza in Libia ma non avete cambiato la situazione e, anzi, mentre si faceva la Conferenza di Palermo e si annunciava la cabina di regia con Trump alla fine la Francia portava a compimento il suo piano di espansionismo in Libia e il risultato è che la Total è in Libia e l'ENI e l'Italia di fatto non ci sono più e il piano del presidente Macron si è di fatto realizzato.

Il fatto di escludere del tutto, come ha più volte detto anche oggi, un'operazione internazionale con guida europea di peacekeeping sul territorio libico ci preoccupa, perché di fatto si concretizza uno scenario molto chiaro: non esiste una linea concreta, ci si affida sostanzialmente alla provvidenza, non esiste un fattore dissuasivo e non esiste un'iniziativa politico-diplomatica che possa ripristinare una presenza italiana su un territorio a noi vicino, che può rappresentare per noi un fattore di rischio di assoluta evidenza anche connesso - e concludo - alla possibile infiltrazione di elementi legati al terrorismo e al fondamentalismo islamico, su cui siamo stati anche allertati e che hanno, ancora una volta in queste ore, dimostrato la loro pericolosità sul territorio italiano e di cui sicuramente non sentiamo il bisogno in nuovi eventuali flussi che potrebbero arrivare nel nostro Paese.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 16,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Battelli, Benvenuto, Businarolo, Covolo, D'Uva, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Dieni, Frusone, Gallinella, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Grimoldi, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Lorenzin, Losacco, Lupi, Maniero, Manzato, Migliore, Molinari, Parolo, Ribolla, Schullian, Sisto, Vito, Zennaro e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente novantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Roberto Giachetti. Ne ha facoltà. Colleghi, per cortesia, chiedo di fare silenzio. A lei la parola, deputato Giachetti.

ROBERTO GIACHETTI (PD). La ringrazio, Presidente. Non avrei mai immaginato, nella mia vita, di dover prendere la parola in quest'Aula per annunciare la scomparsa di Massimo Bordin, che è morto poche ore fa, a 67 anni. Massimo Bordin non solo è stato un mio amico fraterno, ma è stato anche il mio direttore e il direttore di tanti colleghi di Radio Radicale. Se volete che io risponda alla domanda su quale sia un modello di giornalismo, io penso che Massimo Bordin sia stato un modello di giornalismo. Non era solo un giornalista, ma era una persona che informava e formava, un uomo di un'intelligenza superiore che, coniugando un pozzo di cultura con una memoria straordinaria e un'ironia raffinata, era un punto di riferimento per tutti coloro che la mattina hanno avuto la fortuna di ascoltarlo.

Massimo Bordin è anche negli archivi della Camera dei deputati - non si sa - ma Massimo Bordin, quando io l'ho conosciuto ormai parecchi decenni fa, aveva lavorato con grande passione, con grande intelligenza e con grande cultura al lavoro dei radicali nella relazione di minoranza sulla loggia massonica P2 e molte delle cose che sono archiviate di quella relazione sono il frutto della collaborazione, insieme a Massimo Teodori allora deputato radicale, della sua fatica e del suo lavoro.

Conosciamo tutti Massimo Bordin per le sue rassegne stampa alla mattina. Massimo Bordin, però, era un giornalista che si è occupato di tante cose: si è occupato, per esempio, del Medioriente e, in particolare, di Israele e a Massimo Bordin va ascritta la geniale idea di occuparsi dello “Speciale Giustizia”, che ha creato lui praticamente, su Radio Radicale e che poi ha consentito nel corso del tempo - e partendo all'inizio solo da qualche processo - di poter aprire la finestra di Radio Radicale anche su tantissimi processi e ormai su quasi tutti i processi che riguardano questo Paese.

Massimo Bordin è stato una persona straordinaria, una voce libera, una persona che mancherà sicuramente - e l'ho visto leggendo le agenzie - un po' a tutti, perché era davvero un punto di riferimento, un punto di riflessione, un punto, per quanto mi riguarda, anche di ispirazione nel mio agire politico. Massimo Bordin ha voluto tenere riservata la sua malattia e ha voluto lavorare fino all'ultimo giorno in cui gli è stato possibile. Chi di noi lo conosceva si è reso conto, negli ultimi mesi, che la sua classica voce rauca e la sua tosse andavano oltre quella che era la sua normalità, anche quella per cui tutti l'avevano conosciuto, e, in particolare, quando abbiamo sentito e quando ho sentito le ultime due rassegne stampa ho capito che Massimo era lì nonostante non ce la facesse più.

Massimo ha impiegato gran parte del suo tempo per raccontare anche il nostro Paese e le ultime energie le ha spese insieme a tanti di noi, ma in prima fila per lavorare fino all'ultimo, fino all'ultimo respiro per salvare Radio Radicale. Massimo Bordin ci ha lasciato: vorrei umilmente rivolgermi a tutti i deputati, non mi rivolgo al Governo, a tutti i deputati, per fare in modo che almeno sia possibile nei prossimi giorni che non ci lasci Radio Radicale (Generali Applausi - L'Assemblea si leva in piedi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Polverini. Ne ha facoltà.

RENATA POLVERINI (FI). Grazie, Presidente. Ho poca voce, ma ci tenevo particolarmente a questo intervento. Oggi, 17 aprile, è scomparsa una voce amica, la voce più amica di tutti coloro che, come me, da sempre la mattina ascoltano la rassegna stampa di Massimo Bordin. Alcuni di noi, e mi stringo veramente all'amico Giachetti, lo hanno già detto, lo sapevano; non lo hanno detto non solo per la riservatezza dovuta a lui e alla sua famiglia, ma anche perché speravamo che non fosse vero. È stato direttore di Radio Radicale, oggi raccontava per noi i giornali tutti i giorni, la mattina; è stato un giornalista capace, ha raccontato la cronaca alla luce della storia e dei fatti senza filtri o pregiudizi. Mancherà a tutti noi quella sua voce rauca, ma unica, quella sua ironia, quelle sue pause, che raccontavano più di mille parole, quella capacità di indicare a tutti noi gli argomenti sui quali concentrarsi e riflettere.

Mancherà ancora di più sicuramente agli amici di Radio Radicale, ai quali va il nostro abbraccio e il nostro sostegno in questa battaglia per la salvezza della loro radio, che, oggi più che mai, senza Marco Pannella e senza Massimo Bordin, è ancora più difficile. Voglio ricordare, insieme a Massimo Bordin, anche le conversazioni della domenica pomeriggio con Marco Pannella, che erano a volte anche molto divertenti; riflettevano, litigavano, ma ci raccontavano di due persone che hanno contribuito a scrivere la storia della politica e del giornalismo nel nostro Paese. Voglio dire a tutti gli amici di Radio Radicale e alla famiglia di Massimo Bordin che noi ci saremo per impedire che la voce di Massimo sia spenta ulteriormente anche spegnendo la sua radio (Applausi).

Voglio dire agli amici di Radio Radicale, alla sua famiglia e a tutti coloro che la mattina, accendendo la radio, sentiranno la sua mancanza che noi saremo qui a combattere per Radio Radicale, per le persone che si sono impegnate in quella radio, per persone come Marco Pannella e soprattutto per Massimo Bordin, che merita, io credo, tutto il nostro impegno; e merita, e mi rivolgo a lei, Presidente, in questo momento più che mai l'attenzione del Governo. Grazie e buon viaggio a Massimo (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Grazie, signor Presidente. Anch'io volevo unirmi alla voce dei colleghi e delle colleghe, e ricordare in quest'Aula Massimo Bordin, una grande personalità, una voce libera, una voce autorevole, una figura del giornalismo italiano che ha contrassegnato il giornalismo italiano.

Conoscevo Massimo Bordin; certo, non ero in rapporti così stretti come il collega Giachetti, ma lo conoscevo per la sua curiosità, l'interesse che aveva verso il mondo; è stato già detto, il conflitto israelo-palestinese, il Medio Oriente. E spesso mi capitava, di rientro dalle missioni che facevo per conto delle agenzie delle Nazioni Unite, di ricevere la telefonata di Bordin, che voleva capire meglio, che voleva avere ragguagli, che voleva che quell'esperienza diventasse anche comune, condivisa, e dunque c'era sempre l'invito a partecipare a un dibattito.

Ecco, la sua rassegna stampa era uno sguardo intelligente sugli eventi nazionali, ma direi quasi soprattutto su quelli internazionali, di cui nel nostro Paese si sente spesso la mancanza; uno sguardo intelligente.

Ci sentiremo tutti più soli, tutti e tutte noi che ci interessiamo degli accadimenti e che non ci fermiamo agli slogan, ai titoli, ma che vogliamo capire meglio quello che accade nel nostro Paese e anche quello che accade vicino e lontano da casa nostra.

Quindi, sono qui a ricordare lui insieme al mio gruppo, a esprimere sentite condoglianze alla famiglia, agli amici, ai colleghi di Massimo Bordin. E l'augurio, signor Presidente, è che Radio Radicale continui il suo lavoro, continui a portare avanti l'impegno di Bordin; questa sarebbe la cosa più bella che noi potessimo fare per lui: fare in modo che Radio Radicale continui il suo impegno, continui a informarci ogni giorno, continui a rendicontare sui nostri lavori ogni giorno. Questa sarebbe la cosa non solo più bella per lui, ma anche più utile per il nostro Paese (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Adelizzi. Ne ha facoltà.

COSIMO ADELIZZI (M5S). Grazie, Presidente. Ai familiari, agli amici e ai colleghi di Massimo Bordin va il più sentito cordoglio da parte di tutto il MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È fuori da ogni dubbio la professionalità e la dedizione con la quale Massimo Bordin ha portato avanti per anni, per decenni, il suo lavoro, e quindi, senza volermi dilungare troppo, volevo semplicemente dire che siamo pienamente d'accordo sul fatto che oggi il giornalismo italiano perde uno dei più grandi protagonisti della sua storia (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Anche il gruppo di Fratelli d'Italia si unisce alle espressioni di cordoglio per la scomparsa di Massimo Bordin, sicuramente un grande professionista.

Permettetemi di raccontare qualche vicissitudine di carattere personale, perché l'ho conosciuto discretamente bene. Scriveva e soprattutto parlava di quello che accadeva in Vigilanza Rai, quando avevo l'onore di guidare prima il gruppo di Alleanza Nazionale e, poi, del Popolo della Libertà. Non eravamo amici, ci capitava di bere un caffè assieme, ma non eravamo nemmeno nemici. Eravamo consapevoli avversari, eravamo consapevoli delle nostre differenze culturali, di per sé anche molto evidenti.

Era un uomo estremamente acuto, ed era un uomo estremamente colto; soprattutto, era perfettamente consapevole degli scenari della politica internazionale. Era un uomo colto anche rispetto ai testi sacri della destra culturale e politica, e su questo ci confrontavamo spesso. Era un uomo col quale difficilmente si poteva concludere un confronto, dicendo “sono riuscito a convincerti”, perché evidentemente tanti anni di militanza politica e di giornalismo l'avevano ormai portato concretamente a saldare le proprie convinzioni.

Tutti quelli che, anche come me, pur non condividendo totalmente il sostegno a Radio Radicale, ascoltavano e ascoltano la rassegna stampa di Massimo Bordin, avevano compreso che qualcosa era cambiato, avevano compreso il suo disagio fisico: questa voce anche piacevolmente rauca, tipica del fumatore, si era trasformata in una voce ansimante, in una voce gravida di difficoltà. E lo si capiva anche dai suoi commenti, che non erano più ironici come prima, non erano più sagaci come prima: sapevano della pesantezza del commento radiofonico.

Ricordiamo di lui i confronti serrati con Marco Pannella, e ricordo un cronista di Radio Radicale che diceva che entrare in quella sala mentre erano a confronto Pannella e Bordin significava esporsi alla diossina come è accaduto per l'Icmesa.

Era un professionista intelligente, un professionista come abbiamo detto acuto, distante da noi anni luce. Però, riconosciamo la sua grande professionalità, riconosciamo in lui una professionalità libera, una professionalità che difficilmente scendeva a compromessi. Ed è con questo mio passaggio che intendo salutarlo, anche commosso e non pensavo così tanto. Ripeto: non eravamo amici ma non eravamo nemmeno nemici; lui era un grande professionista (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vittorio Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (MISTO). Onorevole Presidente, ho letto, come tutti i colleghi, la notizia della morte di Massimiliano Bordin. Devo dire che ho sentito con interesse le parole della Polverini e della Boldrini. Faccio un po' fatica a sentire le parole del capogruppo, credo tale, del MoVimento 5 Stelle, credo, che ha dichiarato attraverso due suoi illustri rappresentanti, il sottosegretario Crimi ed il Ministro dello sviluppo economico: “La nostra posizione è molto chiara: l'intenzione del Governo, mia e del Ministro dello sviluppo è di non rinnovare la convenzione con Radio Radicale”. Si vergognino di piangere adesso contro quello che hanno voluto chiudere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! C'è un limite all'indecenza! Quelli che oggi piangono Bordin hanno chiuso Radio Radicale: o la riaprono dopo la morte di lui e tutti insieme rinnegano quella stupidaggine del dottor Crimi e del dottor Di Maio (anzi, dottore mai), oppure non ha senso il loro pianto verso uno che hanno umiliato per versare 300 euro ogni deputato alla piattaforma Rousseau. Sono soldi di Stato che vengono dati ad un'iniziativa privata.

Una cosa come questa indigna, soprattutto perché tutti voi sapete (e lo leggiamo in un bell'articolo di Merlo che ha indicato con esattezza l'indegnità di quella scelta di Crimi e di Di Maio) che 430.700 registrazioni, 12 mila sedute di Aula, 10 mila sedute di Commissioni parlamentari, 3 mila congressi, 20 mila conferenze sono stati proposti a noi da Radio Radicale. L'unico modo di commemorare Bordin è non chiudere Radio Radicale! Si vergognino questi falsi democratici, i quali sono indegni di quello che hanno detto (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). Presidente, partecipo al cordoglio per la morte di Bordin, un professionista di grande spessore, di intelligenza, di cultura, che ha inventato la rassegna stampa. Per anni la rassegna stampa di Radio Radicale è stata la rassegna stampa per definizione: se uno non aveva tempo di leggere i giornali o non vi poteva dedicare lo spazio adeguato, ascoltava la rassegna stampa di Bordin e si faceva un'idea di quello che si sarebbe potuto trovare sui giornali. Io ho avuto la fortuna di conoscerlo e di partecipare ad alcune delle sue iniziative, dei suoi dibattiti, anche ad un dibattito di quelli storici con Marco Pannella, e quindi lo ricordo con amarezza, e credo che perdiamo qualcosa di importante.

Così come la funzione di Radio Radicale è qualcosa che va al di là del confronto, del contesto politico, perché in quella radio c'è la memoria storica della Repubblica italiana: in larga misura ci ritroviamo i testi delle cose che abbiamo detto, quelle che abbiamo sostenuto, e credo che questo faccia parte di un patrimonio che prima di buttare a mare bisognerebbe pensarci su due volte (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Basini. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BASINI (LEGA). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, è con una certa commozione che parlo di Bordin, perché ho avuto il privilegio di conoscerlo, di seguirlo nelle sue trasmissioni, ammirandone l'equilibrio, l'equanimità verso tutti. E devo dire che al di là dell'importantissima funzione di servizio pubblico che Radio Radicale ha svolto, trasmettendo le sedute di quest'Aula e del Senato, non solo, ma i dibattimenti giudiziari, i congressi dei partiti, anche la rassegna stampa di Bordin, oltre ad essere stata un esempio nel suo genere, è stata una delle cose più interessanti e più informative che il panorama dell'informazione trasmessa via etere abbia mai offerto. È quindi con grande cordoglio che lo ricordo; e devo dire che mi unisco, da parlamentare convinto e orgoglioso di far parte di questa maggioranza, all'idea del collega Sgarbi, che il miglior modo di onorare Bordin sia di mantenere in vita Radio Radicale (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Abbiamo concluso gli interventi sull'ordine dei lavori in particolare dedicati alla morte di Massimiliano Bordin. La Presidenza si associa ai sentimenti di cordoglio manifestati dai gruppi parlamentari, ed esprime la sua vicinanza alla famiglia Bordin, alla grande comunità umana di Radio Radicale per questo grave lutto.

Intanto passiamo ad un elemento di gioia, tra virgolette, cioè il saluto agli insegnanti e agli alunni dell'Istituto comprensivo “De Gasperi - Stefano da Putignano” di Putignano, in provincia di Bari; e agli studenti e agli insegnanti dell'Istituto di istruzione superiore “Bramante” di Macerata, che sono qui ad assistere ai nostri lavori (Applausi).

NICOLA PROVENZA (M5S). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Su cosa, chiedo scusa?

NICOLA PROVENZA (M5S). Sempre sull'ordine dei lavori.

Volevo semplicemente…

PRESIDENTE. Mi auguro su un altro argomento rispetto a quello che è stato trattato fin qui, perché…

NICOLA PROVENZA (M5S). Sì sì, assolutamente, assolutamente.

PRESIDENTE. …i gruppi hanno avuto ognuno la possibilità di esprimere… Prego, a lei la parola.

NICOLA PROVENZA (M5S). Io penso che abbiamo il dovere di ribadire in quest'Aula un concetto di fondo: rispetto ad un evento quale la morte, bisogna avere il coraggio, il rispetto e la dedizione verso i lavori, e non strumentalizzare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

PRESIDENTE. Scusi, deputato Provenza, io le ho fatto appositamente questa domanda perché le regole valgono per tutti nessuno escluso, anche per il MoVimento 5 Stelle. Ogni gruppo parlamentare ha avuto a disposizione il suo tempo e lo ha speso come meglio ha creduto, utilizzando gli argomenti che ha ritenuto utili. Quindi, se lei vorrà, abbiamo una lunga seduta davanti a noi e, quindi, potrà prendere la parola quando riterrà.

Riprendiamo il seguito della discussione del decreto…

TOMMASO FOTI (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Su cosa, deputato Foti? Non sullo stesso argomento se no sarò costretto a toglierle la parola

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, è tutt'altro argomento. Ho doverosamente lasciato che tutti intervenissero prima; mi pare doveroso, però, signor Presidente, rappresentarle quanto sta accadendo a proposito dell'esame del DEF. Il Documento di economia e finanza che è al nostro esame è stato presentato alla Camera il 10 aprile; il Presidente della Camera ha deciso di trasmetterlo immediatamente alle Commissioni, fissando il tempo per il suo esame a oggi, al più, a domani mattina. In Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici non abbiamo potuto, ad oggi, esaminare il DEF, perché soltanto ieri, ma in realtà stamattina alle 11, è stato trasmesso ai componenti della Commissione un documento che deve essere allegato per legge obbligatoriamente al DEF, il cosiddetto Allegato infrastrutture. La Commissione è stata aggiornata a domani mattina alle 9,30 e ci risulta che la Commissione bilancio sia convocata domani mattina alle ore 9 per l'espressione del parere.

Ora, io so di sollevare una questione che lei potrà soltanto girare, probabilmente, al Presidente della Camera…

PRESIDENTE. Non sia pessimista.

TOMMASO FOTI (FDI). Ma non è pensabile che neppure in termini di esame da parte della Commissione competente si possa esprimere un parere al riguardo. Quindi, io le chiedo di chiedere al Presidente della Camera di intervenire, perché sia possibile esprimere, da parte della Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera, il parere dovuto sul DEF e successivamente la Commissione bilancio possa pronunciare il suo parere, ai sensi del Regolamento e segnatamente dell'articolo 118-bis, commi 1 e 2.

PRESIDENTE. Ovviamente, il Presidente Fico ci ascolta e sarà egualmente informato di questa sua rimostranza. Tuttavia, le faccio presente che la decisione è stata presa dalla Conferenza dei capigruppo e, quindi, è stata in qualche maniera condivisa. Sempre per le risposte che posso permettermi di offrirle, oggi e qui, domani comunque è convocata la Commissione e la Commissione stessa, nella giornata di domani, ha comunque la possibilità, il titolo e lo spazio per effettuare le sue osservazioni, dopodiché se non risultasse sufficiente il tempo stabilito i gruppi che lo riterranno potranno sempre chiedere un altro tipo di procedura.

C'è un'altra richiesta di intervento, mi auguro che sia l'ultima; era stata in realtà preannunciata ore fa, prima purtroppo dell'informazione sul lutto riguardo alla morte di Massimiliano Bordin, e quindi mi sento di confermare questo intervento. Do la parola al deputato Marattin, sempre sull'ordine dei lavori.

LUIGI MARATTIN (PD). Come ha detto il collega Giachetti, che abbraccio anche fisicamente, ricordo che si chiamava Massimo Bordin, non Massimiliano Bordin.

Solo per dire, Presidente, che chiediamo che il Presidente del Consiglio o il Ministro dell'economia vengano a riferire o comunque, in occasione, domani, della discussione del Documento di economia e finanza 2019, vengano a chiarire un equivoco che soltanto in maniera superficiale può apparire una polemica politica.

Infatti, nel momento in cui noi assistiamo al Ministro dell'Economia che, in audizione, nelle Commissioni competenti, legge la parte del Documento di economia e finanza 2019 in cui viene confermato l'aumento dell'IVA dal 1° gennaio e i due Vicepremier dicano che non è vero e lo invitino a iscriversi a un altro partito, questa non è una vicenda che attiene alla polemica politica, attiene alla psicanalisi o attiene alla manipolazione e alla distorsione sistematica dei fatti a cui questa maggioranza ci ha abituato.

Aggiungo che la Viceministra Castelli avrebbe dichiarato negli scorsi minuti che non c'è mai stato nessun Governo che nel DEF di aprile abbia scritto nero su bianco la volontà di disinnescare le clausole IVA. Invito la Viceministra Castelli e tutti coloro che dovessero seguire a leggersi il DEF 2017, in cui l'allora Governo a guida PD scrisse chiaramente, nero su bianco, nel Documento di economia e finanza che la successiva legge di bilancio avrebbe cancellato, come poi fu fatto, le clausole IVA. Quindi, affermare che nessun Governo mai, in aprile, disinnesca o, meglio, scrive nero su bianco sul DEF di voler disinnescare le clausole IVA è una bugia, come tante altre bugie si sentono ripetere in questi mesi.

In ogni caso, noi non siamo disposti a tollerare di vivere in un Paese in cui in questo Parlamento vengano presentati documenti di finanza pubblica che attestano una cosa e, parallelamente, si cerca di rappresentare una realtà alternativa, fatta a chiacchiere, in cui si nega quella cosa. È un'offesa al ruolo del Parlamento, al buon senso e alla dignità della politica che invito tutti a non sottovalutare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1718-A.

PRESIDENTE. Incardiniamo un attimo la discussione, poi, il deputato Gallinella che ha chiesto di parlare, potrà farlo, come già previsto. Quindi, riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1718-A.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 1718-A)

PRESIDENTE. Avverto che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo approvato l'emendamento Viviani 11-bis.100 e risultano ancora accantonate le seguenti proposte emendative: 4-bis.200 della Commissione, 4-bis.300 della Commissione bilancio, 7.4 Cenni, gli identici 7.100 Viviani, 7.101 Gagnarli e 7.102 Cenni, con il relativo subemendamento della Commissione, 10.012 Martina, 10-quater.101 Parentela, 10-quater.0200 (Nuova formulazione) della Commissione.

La Commissione affari costituzionali ha espresso il prescritto parere che è in distribuzione (Vedi l'allegato A). Avverto che la Commissione bilancio ha espresso il parere sugli emendamenti 4-bis.100 e 10-quater.0200 (Nuova formulazione), nonché sul subemendamento 0.7.100.200 della Commissione (Vedi l'allegato A). In particolare, la V Commissione (Bilancio) ha subordinato la revoca del parere contrario sugli identici emendamenti 7.100 Viviani, 7.101 Gagnarli e 7.102 Cenni all'approvazione del subemendamento 0.7.100.200 della Commissione. Chiedo al relatore se intenda riprendere l'esame del provvedimento dagli identici articoli aggiuntivi 11-bis.01 Fornaro e 11-bis.020 Gadda.

FILIPPO GALLINELLA, Relatore. Sì, grazie, Presidente, riprenderei proprio da questi e vorrei segnalare una riformulazione all'emendamento 11-ter.101 Moretto che è stato motivo di dibattito in Commissione. La riformulazione è la seguente: “all'articolo 40, comma 6, della legge 28 luglio 2016, n. 154, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «per le violazioni di cui al comma 2, lettere d), e) ed f), commesse da soggetti titolari di licenza di pesca professionale, il sequestro e la confisca dei natanti e dei mezzi di trasporto e di conservazione del pescato si applicano solo in caso di recidiva»”.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 11-bis.01 Fornaro e 11-bis.020 Gadda, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Passiamo alla votazione degli identici articoli aggiuntivi 11-bis.02 Fornaro e 11-bis.016 Luca De Carlo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luca De Carlo. Ne ha facoltà.

LUCA DE CARLO (FDI). La ratio di questa proposta emendativa è quella di estendere anche alle imprese agricole, e particolarmente alle imprese agricole in difficoltà, la possibilità di ottenere significativi vantaggi, analogamente a quanto avviene già per le imprese di altri settori economici, nel caso di interventi, di investimenti soprattutto, per qualificare ulteriormente la propria attività. In tale ambito, la previsione di un credito d'imposta per i nuovi investimenti, commisurato al vantaggio che in termini analitici ottengono le imprese tassate su parametri di analiticità attraverso la misura del super o dell'iper ammortamento, può rappresentare una valida iniziativa a sostegno proprio del settore agricolo. Ecco, quindi, una norma che, di fatto, equipara le imprese agricole alle altre imprese che già beneficiano del super e dell'iper ammortamento, anche con Industria 4.0 del precedente Governo, rivista per una parte dal Governo attuale anche con delle proposte emendative presentate da Fratelli d'Italia, ciò è un segnale soprattutto nei confronti di quelle imprese - che oggi sono tante - che hanno subito eventi calamitosi o, comunque, eventi straordinari che le hanno messe, di fatto, in ginocchio. La possibilità di fare investimenti normalmente ad esse è preclusa od esclusivamente legata al fattore dei fondi europei, più probabilmente i fondi PSR, che a volte costituiscono l'unica fonte di finanziamento, ma a volte sono l'unica forma veramente coercitiva nel senso che spesso gli imprenditori agricoli sono costretti non a fare gli imprenditori e, quindi, scegliere con propria ratio il tipo di investimento, ma purtroppo spesso sono costretti a correre dietro a quelli che sono, invece, i finanziamenti europei.

PRESIDENTE. La campanella non era per lei, deputato De Carlo, ma per cercare di fare un po' di silenzio.

LUCA DE CARLO (FDI). Deve specificare che campanella è…

PRESIDENTE. Di solito, quando si usa la campanella, comunque è, al limite, per preavvisare che ha un minuto di tempo per concludere il suo intervento. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Innanzitutto per chiedere l'autorizzazione al collega De Carlo di poter sottoscrivere questo emendamento, che ci pare assolutamente di buonsenso perché in realtà affronta un problema sostanziale, un problema di natura economica. Perché vede, quando una calamità si riverbera e si riversa su un'impresa agricola, diventa sostanziale la possibilità di poter ricominciare quell'attività, quindi di poter dare nuovamente vita al proprio scopo e, per far sì che questo venga attuato, si passa inevitabilmente dall'ammodernamento delle strutture magari distrutte. Quello che noi chiediamo è che vengano effettuati degli ammortamenti su tutte quelle aziende che investono in nuovi beni strutturali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gemmato. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, anch'io vorrei apporre la mia firma all'emendamento presentato dal collega De Carlo. Estendere il credito d'imposta anche alle aziende agricole in crisi mi sembra una misura che debba essere accolta e anche ampiamente da quest'Aula.

È inutile sottolineare il fatto per cui, al netto della crisi che attanaglia momentaneamente le aziende agricole colpite da calamità, l'asset agricolo in Italia è l'unico, insieme alla farmaceutica, a vivere un momento anticiclico, cioè, negli ultimi dieci anni, purtroppo, la crisi che attanaglia la nostra nazione vede soltanto questi due asset primari della nostra economia essere anticiclici e quindi continuare a produrre degli utili importanti per la nostra nazione.

Ritengo, proprio per questo, che le aziende in crisi debbano essere in questo momento aiutate, e quindi estendere, e concludo, il credito d'imposta anche alle imprese agricole in difficoltà credo sia una misura di buon senso da accogliere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, chiedo di sottoscrivere anch'io questo bellissimo emendamento del collega De Carlo perché comunque aiutare le imprese agricole che sono in crisi è un atto doveroso, considerato che vengono da anni in cui l'Unione europea le sta strangolando; ciò dovrebbe essere comunque un segnale che diamo, anche per la prossima campagna elettorale delle europee: cambiare l'Unione europea perché, fino adesso, ha strangolato le nostre imprese agricole, le ha taglieggiate, stabilendo regole che non possono essere seguite. Per questo chiediamo ai colleghi di votare questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Anch'io per sottoscrivere l'emendamento del collega Luca De Carlo; anch'io mi unisco agli interventi svolti dai colleghi di gruppo per chiedere l'estensione del credito d'imposta nei confronti delle aziende agricole che si trovano in estrema difficoltà, soprattutto in questo momento particolare storico; quindi, non vedo perché ci debba essere una negazione di questo emendamento, lo detta il buon senso, e quindi chiediamo alla maggioranza di unirsi e di votare a favore dell'emendamento De Carlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie Presidente, mi permetto di chiedere al collega De Carlo di poter apporre anche la mia firma a questo emendamento; lo faccio convintamente, perché ritengo che l'agricoltura non possa essere figlia di un dio minore rispetto alle altre attività economiche della nostra nazione, anzi ritengo che debba tornare ad essere un'attività primaria, come dice la dottrina stessa dell'economia; l'attività agricola deve essere un'attività primaria all'interno di uno Stato che ne riconosce il valore sociale ed economico e anche, se vogliamo, politico, rispetto al contesto internazionale; quindi, è chiaro che non possiamo non chiedere di estendere queste opportunità; in un momento appunto in cui, magari, come diceva il collega Gemmato, l'agricoltura si pone anche in una visione anticiclica rispetto al resto della nostra produzione, non possiamo non incentivare ulteriormente questa attività economica, non possiamo non essere vicini ai nostri agricoltori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie Presidente, questo è un altro emendamento di buonsenso che sottoponiamo all'Aula proprio per fornire un contributo a quelle che sono delle emergenze, vere, agricole, attribuendo, laddove questi agricoltori, queste imprese effettuano investimenti in beni materiali e strumentali, questo credito di imposta, che va in compensazione; quindi, non si capisce davvero la ratio per la quale a chi vuole produrre di più, investendo, non si possa riconoscere questo credito d'imposta. Per cui, chiediamo all'Aula appunto di votare favorevolmente questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Grazie Presidente solamente per chiedere di essere autorizzato a sottoscrivere anch'io questo emendamento e, se è possibile, per fare la medesima dichiarazione, ma credo che dovrà farla lui, per il collega Bond.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Grazie Presidente, chiedo al collega De Carlo di poter sottoscrivere l'emendamento, anche in ragione delle motivazioni sottese alla presentazione dello stesso che ritengo dimostrino come, in effetti, un Governo, che non riesce a puntare sull'agricoltura e non riconosce queste minime misure di supporto evidentemente dovrebbe porsi degli interrogativi, dei dubbi sull'effettiva tenuta di un sistema.

Pertanto, nella richiesta, che rinnovo, auspico evidentemente la maggioranza possa valutare positivamente questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Presidente, intervengo anch'io per sottoscrivere l'emendamento del collega De Carlo, un emendamento molto concreto, in cui si chiede il credito d'imposta per gli investimenti in agricoltura; non capisco come il Governo quindi non possa accettarlo. Un emendamento di buon senso, che va nella direzione nella quale stamattina si è svolto anche il dibattito proprio per incentivare l'agricoltura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Presidente, se c'è ancora spazio, chiedo al collega De Carlo di apporre anche la mia firma, e dico al Ministro che lo svantaggio di parlare dalla prima fila, con tutti che passano davanti, ha un vantaggio, quello di avere voi a strettissimo giro e contatto. Questo è un emendamento di buon senso, un emendamento che prova a dare spazio al coraggio di che ancora investe. Sicuramente lei lo verificherà sui territori, ma quando in una realtà, anche piccola, c'è qualcuno che ancora investe in agricoltura, non solo dà un grande segnale alla propria azienda, ma dà un grande segnale alla comunità, allora dargli in cambio un credito d'imposta credo che sia uno sforzo che questo Governo può fare. Per cui, chiedo a lei e anche al relatore di accantonare questo emendamento e di pensarci bene prima di cancellarlo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il relatore Gallinella è d'accordo sulla proposta di accantonamento?

FILIPPO GALLINELLA, Relatore. No, Presidente.

PRESIDENTE. Non è d'accordo. C'è una proposta di accantonamento: chi è contrario all'accantonamento si deve palesare. Non c'è nessuno che vuole parlare contro, quindi diamo la parola al deputato Mollicone, che parlerà a favore dell'accantonamento.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Credo che accantonare questo emendamento, come è stato detto e illustrato in maniera molto appassionata dai miei colleghi e presentato dal collega De Carlo, sia un'assoluta necessità, perché, vedete, questo Governo ha un problema col credito d'imposta, Ministro, lo abbiamo visto anche con gli editori: abbiamo visto che Crimi ha annunciato il credito d'imposta del Governo Gentiloni, invece di fare quello del 2019. Almeno sull'agricoltura, almeno a favore dei nostri agricoltori che ancora investono e che credono nel valore della terra e dello sviluppo attraverso la terra, date un segnale, di riflessione quanto meno, qualora ne siate ancora capaci.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento degli identici articoli aggiuntivi 11-bis.02 Fornaro e 11-bis.016 Luca De Carlo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 78 voti di differenza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, anch'io vorrei sottoscrivere l'emendamento del mio collega onorevole De Carlo, perché affronta il tema dell'agricoltura. L'agricoltura è un'arte nobile, possiamo dire, è quella che si occupa di dissodare il terreno, di poterlo coltivare, di dare vita, per questo dovrebbe essere tutelata e sostenuta da uno Stato giusto. Il primo uomo sulla Terra era un agricoltore, quindi anche in questo noi dovremmo riconoscere il valore del coltivare la nostra terra. L'onorevole De Carlo vuole soltanto estendere il credito d'imposta, per riconoscere i giusti diritti e il giusto valore a chi operosamente, ogni giorno, con fatica, onora la propria vita e la propria terra coltivandola e facendo sì che possano nascere dei frutti. Credo che tutti lo dovremmo sottoscrivere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Deputata, lei ha già parlato. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 11-bis.02 Fornaro e 11-bis.016 Luca De Carlo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Passiamo alla votazione degli identici articoli aggiuntivi 11-bis.03 Fornaro, 11-bis.017 Ferro e 11-bis.023 Incerti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Incerti. Ne ha facoltà.

ANTONELLA INCERTI (PD). Presidente, chiedo l'attenzione del Governo, perché credo che questo sia un punto che deve prendere seriamente in considerazione. Presidente, sto parlando a un'Aula… Chiedo un attimo di attenzione.

PRESIDENTE. Colleghi deputati, siete pregati di fare silenzio e di permetter alla collega di esprimersi.

ANTONELLA INCERTI (PD). Dicevo, chiedo al Governo di ripensare all'approvazione di questo emendamento, intanto perché c'è il tema del carico fiscale…

PRESIDENTE. Deputato Occhiuto!

ANTONELLA INCERTI (PD). Dicevo, Presidente, che chiedo al Governo di riprendere in considerazione l'approvazione di questo emendamento. C'è il tema del carico fiscale in agricoltura in generale: io voglio ricordare che nella scorsa legislatura questo è stato uno dei temi fondamentali non solo della Commissione agricoltura ma di tutto il Governo, che ha affrontato un primo importante passo che ha visto l'esenzione dei fabbricati rurali. A maggior ragione, questo Parlamento non ha mai negato l'abolizione dell'IMU o adottato provvedimenti ad hoc per le esenzioni in caso di calamità naturali, e penso al tema del terremoto: davvero non abbiamo mai visto quest'Aula negare l'esenzione, almeno per l'anno corrente.

Tra l'altro, si tratta di un emendamento che chiede a disposizione soltanto 200 mila euro, rispetto a un provvedimento di 60 milioni di euro, noi ci chiediamo perché non si possa trovare la copertura per questa esenzione. Chiediamo un supplemento di ripensamento perché credo che sarebbe una risposta positiva nei confronti di tutte le aziende agricole che si sono trovate ad affrontare calamità naturali così importanti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. La proposta emendativa in esame si inserisce in un gruppo di emendamenti all'interno dell'articolato davvero in maniera molto molto importante perché l'esonero dal pagamento di IMU e TASI diventa sostanziale e fondamentale per le imprese che hanno subìto devastazioni e problemi di ogni sorta nelle loro attività. Ciò che chiediamo attraverso l'articolo aggiuntivo è l'esonero per il 2019 - per cui un anno di imposta relativamente breve - di IMU e TASI sui terreni agricoli e sui fabbricati rurali che siano strumentalmente destinati alle attività indicate dal capitolato. Ritengo che sia davvero una proposta assolutamente corretta rispetto alle esigenze degli imprenditori che, dovendo già affrontare problematiche di natura tecnica nel dover riorganizzare le proprie attività, hanno poi di fatto un problema di natura economica, cioè l'impossibilità di sostentare e mantenere le proprie attività commerciali e agricole attraverso il lavoro. Ed è quindi in questo senso che probabilmente il decreto-legge dovrebbe occuparsi maggiormente proprio di chi lavora producendo reddito e producendo attività, aiutandolo attraverso un sistema di esonero che di fatto ha un impatto minimale sui conti dello Stato. Di fatto la percentuale di carico sul bilancio dello Stato è davvero molto bassa che potrebbe sicuramente essere reintrodotta nell'alveo delle norme rappresentate nel decreto-legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà per un minuto.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Siamo di nuovo di fronte a una proposta emendativa di buon senso e soprattutto che davvero dà un piccolo aiuto alle imprese agricole sofferenti. Esonerare dal pagamento dell'IMU e della TASI, solo per l'anno in corso, le aziende in sofferenza è cosa molto piccola all'interno del provvedimento: non si capisce davvero per quale motivo non si possa andare incontro a queste aziende. Peraltro per tali aziende quelle attività rappresentano almeno il 50 per cento del fatturato da esse conseguito nell'anno 2018: per cui si tratta di aziende che fanno principalmente quelle attività per sostenere se stesse e le loro famiglie. Quindi un aiuto in questo senso davvero sarebbe cosa piccola all'interno di un provvedimento che tratta milioni di euro, mentre in questo caso si parla di 200 mila euro. Dire no significa dire no a tante persone sofferenti che portano avanti tutti i giorni un lavoro faticoso e che ci fa sentire orgogliosamente italiani con prodotti di eccellenza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 11-bis.03 Fornaro, 11-bis.017 Ferro e 11-bis.023 Incerti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 11-ter.101 Moretto. Chiediamo alla deputata Moretto se accetta la proposta di riformulazione presentata dalla Commissione.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Intervengo per aggiungere la firma e accettare la riformulazione dell'emendamento 11-ter.101 Moretto.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11-ter.101 Moretto, nel testo riformulato, con parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

Intanto chiedo scusa perché non ho visto in tempo la richiesta di intervento di Benedetti. Però vi chiedo anche la cortesia di segnalarvi con un minimo di anticipo.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 12.1 Pastorino sul quale è stata presentata una proposta di riformulazione su cui chiedo il parere del presentatore. Prendo atto che il deputato Pastorino accetta la riformulazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gagliardi. Ne ha facoltà.

MANUELA GAGLIARDI (FI). Chiedevo di parlare sull'articolo, in realtà, ma mi hanno corretto e mi hanno detto sull'emendamento. Quindi sì, grazie Presidente. Dunque l'articolo 12 che è stato inserito in modo un po' forzato in questo decreto-legge, che in realtà parla di misure per l'agricoltura, pone rimedio ad una situazione di emergenza ambientale che era già stata evidenziata con un'interrogazione al Ministero dell'Ambiente del 14 febbraio scorso discussa in Commissione. Infatti esattamente il 14 febbraio scadeva l'ultima proroga dell'ordinanza di protezione civile attraverso la quale si stavano eseguendo gli interventi di messa in sicurezza del sito di interesse nazionale ex Stoppani di Cogoleto, in provincia di Genova. Lo stabilimento Stoppani era stato definitivamente chiuso nel 2003, tra l'altro dopo più di un secolo di attività e a causa delle inadempienze della società poi anche fallita. Dal 2006 veniva gestito attraverso ordinanze di protezione civile considerate le elevate criticità sia ambientali sia sanitarie che presentava il sito. Il pericolo più grave riguardava - in realtà riguarda ancora oggi - lo sversamento nel mare di cromo esavalente che è un elemento chimico molto pericoloso per la salute delle persone e anche naturalmente per il nostro ambiente. Con l'interrogazione del 14 febbraio scorso si chiedeva al Ministro di adottare urgentemente le misure necessarie a prorogare la gestione commissariale nella persona del prefetto di Genova che la stava effettuando già in quel momento e già da alcuni anni: ciò per consentire proprio la conclusione della messa in sicurezza del sito di interesse nazionale, per evitare il verificarsi di gravi danni alla salute delle persone e all'ambiente ma soprattutto anche per non sprecare tutte le risorse - parliamo di milioni di euro - che erano state fino a quel momento investite e che tra l'altro avevano prodotto comunque risultati positivi perché con quelle risorse si era già raggiunto circa il 90 per cento della messa in sicurezza del sito.

Ora, la scelta del Governo, attraverso l'articolo 12, di non prorogare lo stato di emergenza ma, comunque, di disporre il rientro della gestione ordinaria al competente Ministero dell'Ambiente, ancorché non pienamente condivisibile, signor Presidente, perché noi avremmo auspicato una prosecuzione della gestione emergenziale con l'ordinanza di Protezione civile, però avrà il sostegno del nostro gruppo, proprio con l'auspicio che comunque entro la data indicata, ossia il 31 dicembre 2020, tutte le attività di messa in sicurezza vengano completate, così, appunto, come previsto dalla norma. Tra l'altro, anche il Ministro si avvarrà della figura del prefetto di Genova in qualità di commissario e questa, appunto, è una scelta che condividiamo.

Dunque, mi sento di affermare, anche con un po' di soddisfazione, che il gruppo di Forza Italia ha svolto un ruolo importante nella elaborazione di questa normativa e nell'aver comunque contribuito, con le proposte emendative in Commissione, al miglioramento della stessa e, contemporaneamente, vorrei comunque ringraziare tutti gli altri parlamentari liguri perché abbiamo dimostrato di saper fare squadra per la nostra regione, per i nostri concittadini e per il nostro ambiente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, Presidente. Intanto io ringrazio per l'accoglimento dell'emendamento e per la riformulazione. Mi avevano chiesto di togliere la parola “2020” - e adesso non ripeto, appunto, quanto ha detto la collega Gagliardi - però la verità vera - e lo dico al Ministro - è che dal 2006 a oggi non è ancora iniziata la bonifica del sito, perché poi banalmente è così. Quindi, togliere questo limite temporale, che adesso è stato spostato al 2021, consente comunque di prendere coscienza che, al di là della messa in sicurezza, c'è un problema di bonifica, di inquinamento, di falde acquifere e quant'altro che dal 2006 viene solo rincorso con proroghe di anno in anno. Quindi, il significato di questo emendamento che è stato accolto - e, quindi, dà una finestra di un altro anno in più - come degli altri è quello di dire che comunque il problema della bonifica e del riutilizzo del sito c'è.

Dunque, ringrazio per aver accolto la riformulazione, ma tanto lavoro deve essere ancora fatto e mi rivolgo non solo al Governo ma anche al presidente della Commissione. Ringrazio, infine, il collega Fornaro, commissario in Commissione, per avere sostenuto questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.1 Pastorino, così come riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

Prendo atto che il deputato Zolezzi accetta la riformulazione del suo emendamento 12.101.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.101 Zolezzi, così come riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.100 Pastorino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 12.18 Paita. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Grazie, Presidente. Condivido le valutazioni che precedentemente faceva la collega Gagliardi circa il fatto che abbiamo lavorato come delegazione ligure per migliorare questo decreto e cercare, appunto, di fare qualcosa di concreto per la realtà ambientale ligure. Ricordo a tutti che stiamo parlando di Stoppani che è stata una delle tre realtà più inquinate della Liguria insieme ad Acna e al ciclo di Cornigliano.

Con l'emendamento 12.19 il Partito Democratico ha proposto di stanziare 5 milioni in più per gli interventi di messa in sicurezza del sito e, in particolare, delle acque di falda. Invece, questo emendamento, che sottoponiamo all'attenzione del Parlamento, chiede che entro 60 giorni dall'approvazione della legge di conversione del decreto il Ministro dell'Ambiente, la regione e gli enti interessati, a partire ovviamente dai comuni, predispongano un cronoprogramma degli interventi puntuali che sia anche valutato dalle Commissioni competenti in merito e, naturalmente, tutto ciò ai fini di avere una tempistica certa sulla messa in sicurezza del sito, perché da troppo tempo noi abbiamo una realtà ambientalmente degradata e l'esigenza, per la Liguria, di vederla risanata. Sono emendamenti che hanno anche un riscontro circa il lavoro portato avanti dal collega Pastorino. Dunque, chiediamo che su questo punto ci sia una valutazione positiva, nonostante l'espressione sia stata negativa, e chiediamo che ci sia un ripensamento perché è molto importante per il territorio ligure (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, Presidente. Intervengo molto brevemente intanto per chiedere di sottoscrivere questo emendamento, che è molto simile al nostro 12.4. Quindi, appunto si tratta, sia in questo caso che nel prossimo, di dare dei tempi certi perché, come dicevo prima, la messa in sicurezza è andata avanti e la bonifica non è ancora iniziata. Quindi, entro tre mesi, come dice il nostro emendamento, o in 60 giorni - poco importa - l'obiettivo che vorremmo porre all'attenzione dell'Aula è quello di stringere e di non lasciare un po' al caso le iniziative anche legate alla bonifica, ma di dire che da oggi a 60 giorni o a tre mesi o alla data che si vorrà mettere questi interventi verranno programmati, studiati e finalmente realizzati. Lo si deve, dopo tanti anni, ai cittadini di Cogoleto e lo si deve, dopo tanti anni, ai cittadini della Liguria perché in effetti manca sempre, al di là delle iniziative, un pezzo, che oggi almeno andremo a codificare in un periodo certo di inizio e di inizio di programmazione. Quindi, insomma, a me sembra un emendamento che non appesantisce nulla, che comunque dà un respiro, dà una possibilità di un percorso certo nel suo inizio, e quindi chiedo che venga valutato per quello che rappresenta.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.18 Paita, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 12.22 Paita.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Su questo emendamento voglio sollecitare l'attenzione della Lega, perché ho sentito spesso pronunciare nelle loro parole un sentimento di orgoglio per rappresentare molti eletti dei comuni anche in quest'Aula. Ecco, se c'è una preoccupazione che investe i comuni di tutta Italia, non soltanto quelli di Cogoleto ed Arenzano, è avere problemi ambientali gravi, come quelli, appunto, del sito Stoppani, e vedere riportate a loro sostanzialmente le aree senza avere terminato la procedura di messa in sicurezza e di bonifica, perché, ovviamente, questo significa per i comuni interessati avere un peso enorme sotto il profilo finanziario senza avere la possibilità da parte dello Stato di una messa in sicurezza completa di quelle realtà. Allora, quando noi decideremo di riportare queste aree ai comuni, dobbiamo dare loro la certezza che le aree siano definitivamente bonificate, è il senso dell'emendamento che sto presentando. Penso che si debba avere consequenzialità e soprattutto coerenza nel definirsi anche paladini del territorio. Se non passasse questo emendamento, noi metteremo a serio rischio la possibilità del comune di Cogoleto e di Arenzano di vedere finalmente terminata una fase lunghissima di compromissione ambientale di quella realtà, e quindi vi prego davvero di ripensarci, perché, non sostenendo questo emendamento, di fatto voi darete un colpo davvero pesante alla Liguria; e, siccome spesso sento dire che si vuole aiutare Genova, che si vuole aiutare la Liguria, allora siate coerenti e questa volta sostenete davvero fino in fondo un territorio che ne ha bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.22 Paita, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.301, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.3 Pastorino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.200 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.4 Pastorino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Dobbiamo ora passare alle proposte emendative che risultano ancora accantonate. Procederò a elencarle, invitando il relatore e il rappresentante del Governo a esprimere il parere. Emendamento 4-bis.200 della Commissione.

FILIPPO GALLINELLA, Relatore. Parere favorevole.

FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Conforme.

PRESIDENTE. Vogliamo fare l'elenco? Prego, relatore.

FILIPPO GALLINELLA, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 4-bis.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Conforme.

FILIPPO GALLINELLA, Relatore. Sul 7.4 Cenni c'è un invito al ritiro, sullo 0.7.100.200 della Commissione il parere è favorevole. Sugli identici 7.100 Viviani, 7.101 Gagnarli e 7.102 Cenni il parere è favorevole, sul 10.012 Martina invece è contrario. Poi, invece, propongo una riformulazione al 10-quater.101 Parentela. Ora gliela leggo Presidente...

PRESIDENTE. Sì.

FILIPPO GALLINELLA, Relatore. Dopo le parole “devono avere”, aggiungiamo: “ad eccezione dei contratti di carattere stagionale”.

PRESIDENTE. Perfetto. Quindi, è così riformulato.

FILIPPO GALLINELLA, Relatore. Sì, così il parere è favorevole.

Sull'articolo aggiuntivo 10-quater.0200 (Nuova formulazione) della Commissione, il parere è ovviamente favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo ha dato i pareri fino all'emendamento 7.4 Cenni escluso. Partiamo, quindi, dall'invito al ritiro dell'emendamento 7.4 Cenni.

FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. E sul resto, insomma, se è conforme basta che…

FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. È conforme su tutte le proposte emendative.

PRESIDENTE. È conforme su tutti.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4-bis.200 della Commissione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-bis.200 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-bis.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 49).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.4 Cenni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Cenni. Ne ha facoltà.

SUSANNA CENNI (PD). Presidente, solo per informare i colleghi e la Camera sull'iter di questi emendamenti, perché questo emendamento, il 7.4, era stato depositato così come appare anche in Commissione; c'è stata una discussione, e c'è stato innegabilmente anche un lavoro del presidente e dello stesso Governo per cercare le risorse. Si tratta della tragica vicenda dell'incendio della montagna pisana del settembre scorso, e delle grandi difficoltà dal punto di vista normativo ad intervenire su questa materia, perché essendo un incendio di natura dolosa non si può accedere al fondo di solidarietà.

Tramite un intervento, un decreto del Mipaaft, è stato consentito di utilizzare le risorse della regione per il ripristino dei terreni; mancava il tema degli indennizzi, sui quali interveniamo con questo emendamento.

Nel passaggio dalla Commissione all'Aula si sono poi aggiunti anche gli emendamenti della maggioranza, i tre emendamenti che seguono, che sono tutti uguali. Ovviamente, quindi, io ritiro questo emendamento per convergere sulla riformulazione complessiva. Mi resta il dubbio che forse sarebbe stato più corretto riformulare questo emendamento, vista anche l'osservazione della Commissione bilancio su tutti gli altri emendamenti che sono seguiti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); ma questa pare essere oramai una prassi abbastanza diffusa in questa maggioranza.

Mi consenta, Presidente, di aggiungere un'ultima cosa. Ovviamente, ritiro l'emendamento e accettiamo la riformulazione, potendo assieme consegnare un risultato positivo a Calci e agli olivicoltori della montagna pisana; è un po' più curioso vedere che alcuni emendamenti, come quelli sulle gelate nelle varie regioni, sono stati bocciati in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), e che ora appaiono come ordini del giorno della maggioranza con lo stesso testo, depositati e probabilmente messi in votazione fra poco.

Ecco, credo che su questo forse sarebbe utile un po' di franchezza, almeno fra di noi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. L'emendamento è stato ritirato? Quindi l'invito al ritiro è accolto, giusto? Sta bene.

Passiamo alla votazione del subemendamento 0.7.100.200 della Commissione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mugnai. Ne ha facoltà.

STEFANO MUGNAI (FI). Presidente, è per richiedere la sottoscrizione dell'emendamento 7.100 Viviani a nome di tutto il gruppo di Forza Italia, perché ciò che è avvenuto nel settembre scorso nei comuni di Busi, Vicopisano, Calci è un incendio di vastissime proporzioni che ha messo in ginocchio tante attività, che su quel territorio insistono. In Commissione Forza Italia si è battuta per arrivare a questo risultato, lo ha fatto sul territorio; e quindi sono a risottolineare la necessità da parte del gruppo di Forza Italia di poter sottoscrivere l'emendamento 7.100 Viviani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Presidente, per dire come ancora una volta questo Governo passa dalle parole ai fatti: negli scorsi sei mesi il Partito Democratico sul territorio ci diceva che noi non avremmo fatto nulla per la montagna pisana, che ce ne saremmo infischiati delle imprese che hanno un'attività su quel monte. Ebbene, questi 2 milioni sono la risposta più concreta e più diretta alle loro falsità, perché noi non speculiamo sulle disgrazie della nostra popolazione: la nostra popolazione noi la aiutiamo, e questi 2 milioni, grazie all'impegno del Ministro Centinaio, sono la risposta più concreta per testimoniare la nostra sensibilità e la nostra vicinanza al nostro popolo, che merita tutto il nostro impegno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

ANTONELLA INCERTI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONELLA INCERTI (PD). Solo per chiedere cosa stiamo mettendo in votazione, nel senso che eravamo all'emendamento 7.4 Cenni ritirato…

PRESIDENTE. No, l'emendamento 7.4 Cenni è stato ritirato.

ANTONELLA INCERTI (PD). Esattamente.

PRESIDENTE. C'era un invito al ritiro del Governo, che è stato accolto dall'interessata.

ANTONELLA INCERTI (PD). Dunque?

PRESIDENTE. Adesso siamo al subemendamento 0.7.100.200 della Commissione. Ci siamo già da un po'…

ANTONELLA INCERTI (PD). Sì, lei non l'aveva annunciato, per cui non avevo…

PRESIDENTE. No no, l'avevo annunciato.

ANTONELLA INCERTI (PD). Non avevamo capito esattamente.

PRESIDENTE. Fino adesso abbiamo, subito dopo l'intervento della deputata Cenni, parlato del subemendamento 0.7.100.200 della Commissione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.7.100.200 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 7.100 Viviani, 7.101 Gagnarli e 7.102 Cenni, nel testo subemendato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.012 Martina, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 10-quater.101 Parentela, su cui c'è una proposta di riformulazione. Prendo atto che il deputato Parentela accetta la proposta di riformulazione. Quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10-quater.101 Parentela, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 53).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10-quater.0200 (nuova formulazione) della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 54).

Dovremmo ora passare all'esame degli ordini del giorno. Poiché il rappresentante del Governo ha chiesto dieci minuti di tempo per esaminare gli ultimi ordini del giorno presentati, sospendo brevemente la seduta, che riprenderà alle ore 18.

La seduta, sospesa alle 17,43, è ripresa alle 18,07.

PRESIDENTE. Dovremmo passare ora all'esame degli ordini del giorno presentati. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Manzato. Ne ha facoltà.

FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Grazie, Presidente, per valutare bene gli ordini del giorno che sono numerosi, avremmo bisogno ancora di un po' di tempo per l'analisi. Quindi, chiedo almeno venti minuti di sospensione.

PRESIDENTE. Venti minuti? Quindi, fino alle 18,25.

Intanto, colgo l'occasione per salutare gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo “S@mnium” di Pontelandolfo Fragneto Monforte, in provincia di Benevento (Applausi) e gli studenti e gli insegnanti del liceo scientifico e delle scienze umane “Politi” di Agrigento che sono qui ad assistere ai nostri lavori (Applausi).

Sottosegretario, io, però, approfitto della circostanza per far presente al Governo, affinché, insomma, ci si possa regolare, che gli ordini del giorno sono comunque depositati e vanno esaminati prima della seduta. Poi, se ci sono delle aggiunte non previste, quindi, quattro ordini del giorno, cinque ordini del giorno, si chiede la sospensione se non si riesce a esaminarli nel corso della seduta, però, se diventa una regola quella di chiedere sospensioni così lunghe, penso che non sia giusto infliggere queste pause all'Aula. Glielo dico così, a titolo di cronaca.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 18,25.

La seduta, sospesa alle 18,08, è ripresa alle 18,32.

PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1718-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno, in quanto del tutto estranei rispetto al contenuto del provvedimento: Nevi n. 9/1718-A/8, volto a consentire alle regioni la definizione della cessazione della qualifica di rifiuto (si veda l'emendamento 12.23, dichiarato inammissibile in sede referente); Bond n. 9/1718-A/14, concernente il passaggio graduale all'utilizzo della ricetta veterinaria; Benedetti n. 9/1718-A/55, volto ad incrementare le risorse per la retribuzione del personale del comparto funzioni centrali e del personale di livello dirigenziale del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (si veda l'analogo articolo aggiuntivo 9.04, dichiarato inammissibile in sede referente); Osnato n. 9/1718-A/58, volto a ridurre l'ammontare del valore complessivo delle accise del combustibile a uso agricolo (si veda l'analogo articolo aggiuntivo 11.018, dichiarato inammissibile in sede referente).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere. A lei la parola, sottosegretario Manzato.

FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Signor Presidente, l'ordine del giorno Gemmato n. 9/1718-A/1, viene accolto; l'ordine del giorno Lucaselli n. 9/1718-A/2, viene accolto con riformulazione nel senso di impegnare il Governo a valutare l'opportunità di tutelare con norme ad hoc gli imprenditori olivicoli colpiti dal batterio della Xylella; eliminare dal secondo capoverso le parole: “stanziando risorse più significative” e cassare il terzo impegno. Se viene accettata questa riformulazione, l'ordine del giorno viene accolto. Gli ordini del giorno Cillis n. 9/1718-A/3, Cadeddu n. 9/1718-A/4, Cassese n. 9/1718-A/5 e Minardo n. 9/1718-A/6 sono accolti. L'ordine del giorno Spena n. 9/1718-A/7 è accolto con riformulazione: vengono sostituite le parole “ad attivarsi” con “a valutare la necessità di”. L'ordine del giorno Nevi n. 9/1718-A/8 è inammissibile. Ordine del giorno Luca De Carlo n. 9/1718-A/9, accolto; Trancassini n. 9/1718-A/10, accolto; Paita n. 9/1718-A/11, accolto come raccomandazione; ordine del giorno Anzaldi n. 9/1718-A/12, accolto con riformulazione: eliminare nell'impegno le parole “entro 60 giorni dalla conversione in legge del presente provvedimento” e le parole da “e affinché” fino alla fine del periodo. Ordine del giorno Fasano n. 9/1718-A/13, accolto con riformulazione, nel senso di impegnare il Governo “a valutare l'opportunità di (…)”. L'ordine del giorno Bond n. 9/1718-A/14 è inammissibile. Ordine del giorno De Filippo n. 9/1718-A/15, accolto con riformulazione, nel senso di impegnare il Governo “a valutare la necessità di consentire l'accesso (…)” ed eliminare le parole, nel secondo capoverso: “la facoltà di accedere”. Ordine del giorno Critelli n. 9/1718-A/16, accolto con riformulazione, nel senso di impegnare il Governo “a valutare la necessità di consentire l'accesso (…)” ed eliminare le parole “la facoltà di accedere”.

Ordine del giorno Deidda n. 9/1718-A/17, accolto con riformulazione: dopo “impegna il Governo” inserire “a valutare l'opportunità di (…)”; ordine del giorno Plangger n. 9/1718-A/18, accolto; Gastaldi n. 9/1718-A/19, accolto; Lolini n. 9/1718-A/20, accolto; Viviani n. 9/1718-A/21, accolto; Golinelli n. 9/1718-A/22, accolto. Ordine del giorno Coin n. 9/1718-A/23, accolto con riformulazione: dopo “impegna il Governo” inserire “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno Lo Monte n. 9/1718-A/24, accolto; Bubisutti n. 9/1718-A/25, accolto. Ordine del giorno Ciaburro n. 9/1718-A/26, accolto con riformulazione: inserire “a valutare l'opportunità di (…)”; ordine del giorno Ubaldo Pagano n. 9/1718-A/27, non accolto, parere contrario; ordine del giorno Boccia n. 9/1718-A/28, accolto. Ordine del giorno Lacarra n. 9/1718-A/29, accolto sempre con la premessa “a valutare l'opportunità di adottare (…)” eccetera. Ordine del giorno Gadda n. 9/1718-A/30, accolto con riformulazione: inserire “a valutare l'opportunità di (…)”; ordine del giorno Losacco n. 9/1718-A/31, non accolto, parere contrario. Ordine del giorno Cardinale n. 9/1718-A/32, accolto con riformulazione: inserire “a valutare l'opportunità di avviare (…)” e poi eliminare le parole “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno D'Alessandro n. 9/1718-A/33, accolto con riformulazione: inserire “a valutare necessità di consentire l'accesso” ed eliminare le parole “la facoltà di accedere”. Ordine del giorno Dal Moro n. 9/1718-A/34, accolto con riformulazione: la stessa dicitura di prima, riformulazione identica; ordine del giorno Incerti n. 9/1718-A/35, non accolto, parere contrario; D'Attis n. 9/1718-A/36, accolto con riformulazione: inserire “a valutare l'opportunità (…)”; Labriola n. 9/1718-A/37, non accolto, parere contrario; Paolo Russo n. 9/1718-A/38, accolto con riformulazione: inserire “a valutare l'opportunità (…)”; Mura n. 9/1718-A/39, accolto con riformulazione: sempre inserire “a valutare l'opportunità (…)”; Serracchiani n. 9/1718-A/40, non accolto, parere contrario, perché sono inserite le misure 51 e 52 dei PSR, quindi devono essere attivate dalle regioni. Ordine del giorno Elvira Savino n. 9/1718-A/41, non accolto, parere contrario; Sisto n. 9/1718-A/42, parere contrario; Foscolo n. 9/1718-A/43, accolto con riformulazione: inserire “a valutare l'opportunità di (…)”; Cavandoli n. 9/1718-A/44, accolto con riformulazione; Bordonali n. 9/1718-A/45, accolto con la stessa riformulazione, così come per gli ordini del giorno D'Eramo n. 9/1718-A/46, Patassini n. 9/1718-A/47, Bellachioma n. 9/1718-A/48, Liuni n. 9/1718-A/49, Ziello n. 9/1718-A/50, Stefani n. 9/1718-A/51 e Zicchieri n. 9/1718-A/52.

Ordine del giorno Ciampi n. 9/1718-A/53, non accolto, parere contrario; Caon n. 9/1718-A/54, accolto. L'ordine del giorno Benedetti n. 9/1718-A/55 è inammissibile. Ordine del giorno L'Abbate n. 9/1718-A/56, accolto, parere favorevole; Tarantino n. 9/1718-A/57, accolto; Osnato n. 9/1718-A/58, inammissibile; Ferro n. 9/1718-A/59, accolto; Silvestroni n. 9/1718-A/60, non accolto, parere contrario; Gagnarli n. 9/1718-A/61, accolto; Caretta n. 9/1718-A/62, accolto; Schullian n. 9/1718-A/63, accolto con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di verificare che gli oneri informativi previsti (…)” eccetera.

PRESIDENTE. Cominciamo con l'ordine del giorno n. 9/1718-A/1 Gemmato, il con parere favorevole del Governo; quindi possiamo procedere all'ordine del giorno n. 9/1718-A/2 Lucaselli, sul quale vi è stata una proposta di riformulazione avanzata dal Governo. La collega Lucaselli accoglie la riformulazione? Prendo atto che è accolta.

Quindi passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718-A/3 Cillis, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, come per gli ordini del giorno n. 9/1718-A/4 Cadeddu, n. 9/1718-A/5 Cassese e il n. 9/1718-A/6 Minardo. Mentre sull'ordine del giorno n. 9/1718-A/7 Spena c'è una proposta di riformulazione: prendo atto che la collega Spena la accetta.

Ricordo che l'ordine del giorno n. 9/1718-A/8 Nevi è inammissibile. Ordine del giorno n. 9/1718-A/9 De Carlo, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/1718-A/10 Trancassini, parere favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/1718-A/11 Paita c'è la proposta di accoglierlo come raccomandazione: la collega Paita, prima firmataria, accetta l'indicazione del Governo? Prendo atto che la presentatrice l'accetta.

Quindi passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718-A/12 Anzaldi sul quale è stata presentata una proposta di riformulazione da parte del Governo. Prendo atto che il deputato Anzaldi l'accetta. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718-A/13 Fasano, sul quale vi è sempre una proposta di riformulazione da parte del Governo: prendo atto che il collega Fasano accoglie la proposta.

Ricordo che l'ordine del giorno n. 9/1718-A/14 Bond è inammissibile. Ordine del giorno n. 9/1718-A/15 De Filippo, sul quale è stata avanzata una proposta di riformulazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (PD). Grazie. Io sono stato attentissimo ma non ho capito la riformulazione: se il sottosegretario Manzato può ripeterla, gentilmente.

PRESIDENTE. Sottosegretario Manzato, prego.

FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Sugli impegni la riformulazione è la seguente: “impegna a valutare la necessità di consentire l'accesso alle imprese agricole ubicate nei territori della regione Basilicata…”; nel secondo impegno, sopprimere la frase “la facoltà di accedere” e comunque premettere semplicemente “a valutare la possibilità di…”.

PRESIDENTE. Collega De Filippo, è soddisfatto della riformulazione?

VITO DE FILIPPO (PD). No, nel primo impegno se eliminiamo questo secondo periodo mi sembra senza significato.

PRESIDENTE. Questo lo deve stabilire lei. Le cose sono due: o accetta la riformulazione oppure poniamo l'ordine del giorno in votazione.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Mi perdoni, Presidente. Il Governo ha diritto di modificare quello che vuole e il firmatario di accettare, però la proposta del Governo deve avere un senso nella nostra lingua: come si dice, prima l'italiano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Se lei, al secondo periodo, mi toglie semplicemente “la facoltà di accedere”, me lo legge con un significato proprio in italiano? Per sapere cosa votiamo, altrimenti, togliendo una parte della sintassi, votiamo una cosa che non ha né senso positivo, né negativo: deve essere una riformulazione che vale qualcosa. Le opinioni sono legittime per carità; pertanto, se lo vuole mettere un attimo da parte e poi ce lo riformula in maniera compiuta.

PRESIDENTE. Sottosegretario Manzato, considerato che avete comunque lavorato su sessantatré ordini del giorno, meno i quattro inammissibili, e comunque è stato un lavoro improbo: vuole verificarlo meglio oppure mettiamo in votazione l'ordine del giorno n. 9/1718-A/15 De Filippo?

FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Andiamo avanti e intanto verifico questo odine del giorno.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Presidente, l'ordine del giorno del giorno n. 9/1718-A/15 De Filippo ha una riformulazione simile, nella proposta avanzata da parte del Governo, anche relativamente ad altre regioni. Quindi chiedo davvero al Governo di valutare tutti gli ordini del giorno del Partito Democratico che hanno questa riformulazione, anche perché - tengo a sottolineare - ordini del giorno del medesimo tenore che riguardano altri gruppi parlamentari, soprattutto di gruppi parlamentari di maggioranza, sono stati accolti senza riformulazioni: medesimo tema, medesimo argomento e medesima richiesta. Quindi chiedo davvero al Governo di valutarlo con attenzione.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, cioè lei sta chiedendo a nome del Partito Democratico di accantonare tutti gli ordini del giorno sui quali il Governo ha proposto una riformulazione analoga a questa? Quindi quali sarebbero? Sottosegretario, accantoniamo gli ordini del giorno che ha proposto la deputata Gadda, oppure li vogliamo esaminare?

FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. No.

PRESIDENTE. Resta accantonato l'ordine del giorno n. 9/1718-A/15 De Filippo.

Passiamo a votare, invece, l'ordine del giorno n. 9/1718-A/16 Critelli con la riformulazione proposta dal Governo, se viene accolta, altrimenti si mette in votazione.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Ha fatto il primo intervento sull'ordine del giorno De Filippo n. 9/1718-A/15.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Adesso intervengo sull'ordine del giorno n. 9/1718-A/16 Critelli. La proposta di riformulazione dell'ordine del giorno è la medesima dell'ordine del giorno n. 9/1718-A/15 De Filippo, quindi se si accantona l'ordine del giorno n. 9/1718-A/15 De Filippo, si accantona anche l'ordine del giorno n. 9/1718-A/16 Critelli.

PRESIDENTE. Come lei ha potuto ascoltare, ho formulato a suo nome la stessa proposta al Governo, che l'ha rifiutata. Quindi, non possiamo sostituirci al pensiero e alle decisioni del Governo, che è autonomo nelle sue scelte. Quindi il Governo dice di votare l'ordine del giorno l'ordine del giorno n. 9/1718-A/16 Critelli. Quindi, immagino che sia respinta la proposta…

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Vediamo se riusciamo a venirne a capo: ci aiuti.

EMANUELE FIANO (PD). Sì, sì assolutamente, solo per risolvere. Chiedo semplicemente che il sottosegretario cortesemente ci legga il periodo che sta sotto “impegna il Governo”, così come da lui proposto con la modifica. Così lo leggiamo e capiamo se siamo favorevoli o contrari, perché se io leggo solo le parole che lui ha chiesto di sottrarre non ne capisco il significato. Se quindi ce lo legge.

PRESIDENTE. Sottosegretario Manzato, diciamo che viene posta una questione che non è di merito ma di comprensibilità del testo da voi riformulato.

FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Quindi “…la necessità di consentire l'accesso alle imprese agricole ubicate nel territorio della regione Basilicata, che hanno subito danni dalle gelate eccezionali verificatesi dal 26 febbraio al primo marzo 2018 e che non hanno sottoscritto polizze assicurative agevolate a copertura dei rischi, in deroga all'articolo 1, comma 3, lettera b), del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102 e successive modificazioni e integrazioni, agli interventi previsti per favorire la ripresa dell'attività economica e produttiva di cui all'articolo 5…”.

PRESIDENTE. Quindi questa riformulazione, che è decisamente comprensibile, vale per gli ordini del giorno n. 9/1718-A/15 De Filippo e l'ordine del giorno n. 9/1718-A/16 Critelli. Va bene, deputata Gadda? Prendo atto che è accolta la riformulazione degli ordini del giorno n. 9/1718-A/15 De Filippo e n. 9/1718-A/16 Critelli.

Quindi, passiamo all'ordine del giorno n. 9/1718-A/17 Deidda, sul quale c'è una proposta di riformulazione che il deputato Deidda accoglie. Abbiamo invece un parere favorevole sugli ordini del giorno n. 9/1718-A/18 Plangger, n. 9/1718-A/19 Gastaldi, n. 9/1718-A/20 Lolini, n. 9/1718-A/21 Viviani e n. 9/1718-A/22 Golinelli.

Abbiamo invece sull'ordine del giorno n. 9/1718-A/23 Coin una proposta di riformulazione: il deputato Coin la accoglie?

DIMITRI COIN (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DIMITRI COIN (LEGA). Accolgo la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1718-A/23 da me presentato.

PRESIDENTE. Sta bene. Sugli ordini del giorno n. 9/1718-A/24 Lo Monte parere favorevole così come per l'ordine del giorno n. 9/1718-A/25 Bubisutti. Abbiamo invece una proposta di riformulazione sull'ordine del giorno n. 9/1718-A/26 Ciaburro, che la accoglie. Parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/1718-A/27 Ubaldo Pagano: lo poniamo in votazione? A lei la parola deputato, Ubaldo Pagano.

UBALDO PAGANO (PD). Grazie, Presidente. Vorrei davvero chiedere al Governo di modificare il parere in merito a questo ordine del giorno perché, pur a provvedimento approvato, le imprese della filiera olivicola-olearia delle zona colpita dalla Xylella potrebbero non disporre degli strumenti utili per una ripresa solida e duratura. Con questo ordine del giorno stiamo semplicemente dando una speranza - sappiamo benissimo la valenza degli ordini del giorno - attraverso l'istituzione di un Fondo di almeno 30 milioni di euro per finanziare i progetti di rilancio delle attività del settore e soprattutto dei frantoi, ai quali, secondo noi, in questo provvedimento non viene prestata la dovuta attenzione. Queste risorse sarebbero essenziali sia per rimettere in sesto tutte quelle attività duramente colpite in questi anni di crisi del settore, sia soprattutto, per la riconversione di quelle imprese per cui una prospettiva di rinascita - ahinoi - non esiste. A tal proposito, oltre alla concessione di un contributo a fondo perduto, immaginiamo anche che venga concessa la possibilità di crediti di imposta per l'acquisto di strumentazioni e macchinari per la riconversione e, peraltro, da questo punto di vista, proviamo anche, in questa maniera, a dare una prospettiva alle migliaia di lavoratori che, a causa della crisi dei frantoi, hanno perso il lavoro e languono rispetto alla loro riconversione lavorativa.

Sempre in questa direzione propongo l'esenzione delle imposte municipali, quindi con le dovute compensazioni sugli immobili utilizzati per l'esercizio di queste attività economiche, come anche un ammortamento per i nuovi beni strumentali acquistati per la realizzazione di progetti di rilancio delle attività; insomma, un qualcosa che afferisca a una prospettiva, a un messaggio di fiducia.

Mi rendo conto, evidentemente, che non avete tutte le risorse che vengono richieste in questo ordine del giorno ma, magari, anche attraverso una riformulazione, potremmo immaginare comunque di dare una speranza, anche perché mi pare di capire, leggendo molto velocemente e sommariamente qualche ordine del giorno fatto dai colleghi di maggioranza sullo stesso argomento, che invece in quella circostanza voi avete espresso dei pareri differenti.

Insomma, noi non pensiamo - almeno personalmente - che questo provvedimento, soprattutto rispetto alla capacità di incidere nella lotta contro la Xylella, sia un punto avanzato, però molte delle misure che in esso sono contenute, come, ad esempio la finanziarizzazione degli interventi a favore dei frantoi delle zone colpite maggiormente dalla Xylella, sono un po' carenti rispetto alla dotazione economica.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718-A/27 Ubaldo Pagano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Ordine del giorno n. 9/1718-A/28 Boccia, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/1718-A/29 Lacarra, accettato con una proposta di riformulazione che viene accolta dal primo firmatario.

Prendo atto che la deputata Gadda accoglie la proposta di riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1718-A/30 formulata dal Governo.

Ordine del giorno n. 9/1718-A/31 Losacco, parere contrario del Governo.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718-A/31 Losacco, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Prendo atto che i presentatori accolgono la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1718-A/32 proposta dal Governo e non insistono per la votazione.

Ordine del giorno n. 9/1718-A/33 D'Alessandro: è accettato con riformulazione. Deputato D'Alessandro, accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/1718-A/33?

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie, Presidente. Per dire che non accetto - e quindi non accolgo - la riformulazione da parte del Governo. Io sto a quello che il Governo ha detto in quest'Aula quando colleghi di più schieramenti sono intervenuti segnalando situazioni identiche in altre regioni rispetto alla regione Puglia, che giustamente, come abbiamo detto, merita un intervento urgente, un intervento urgente che oggi variamo e che il Governo si è apprestato a dire, in tutta la discussione, alzandosi più volte con la presenza dei sottosegretari, che man mano si sarebbero fatti interventi anche per le altre regioni.

L'ordine del giorno reca esattamente questo, cioè impegna il Governo a intervenire e non a valutare l'opportunità di intervenire. C'è una differenza profonda tra la presa in giro e l'impegno! Per la mia regione io chiedo l'impegno e non una medaglia da mostrare con un mezzo ordine del giorno approvato per poter tornare in Abruzzo e dire che ho avuto un mezzo ordine del giorno approvato: io voglio l'impegno del Governo a nome della regione! Vorrei che i cittadini e gli agricoltori avessero il pari trattamento che hanno, giustamente, altri agricoltori in altre parti d'Italia: perché “valutare l'opportunità di” e non provvedere a fare un intervento? Sappiamo tutti, da un anno a questa parte, che di tutti gli ordini del giorno che hanno recato quella formulazione, cioè “a valutare l'opportunità di”, non se n'è fatto neanche uno da quando abbiamo iniziato questa legislatura.

Allora io non mi fido di questo Governo, non mi fido delle parole assunte in quest'Aula, perché altrimenti il sottosegretario non avrebbe nessun problema ad alzarsi e a dire: “Per tutte le regioni che hanno subìto un danno, come vi abbiamo detto in Commissione e come vi abbiamo detto in Aula, ci impegniamo a mettere in campo ulteriori provvedimenti”, tuttavia “ulteriori provvedimenti” significa impegnarsi ed assumerli.

Voglio segnalare che anche nell'ordine del giorno, come abbiamo fatto con gli emendamenti, noi facciamo riferimento al Fondo di solidarietà nazionale. Insomma, che ci dovete fare con questo Fondo di solidarietà nazionale se non la solidarietà quando intervengono dei fatti del genere? Che ci dovete fare? Per l'Abruzzo il Fondo di solidarietà nazionale è utilizzabile o no? Io voglio sapere perché non è utilizzabile a tal punto non da votare un emendamento, che è norma, ma da votare un ordine del giorno, che impegna: neanche quello! Non l'emendamento, non l'ordine del giorno che impegna, ma un generico “a valutare l'opportunità di…”: “a valutare l'opportunità di” lo dovete andare a dire agli agricoltori! Non è che venite in Abruzzo solo in campagna elettorale! Dovete andare a dirlo agli agricoltori, a quelli a cui avete detto che questo Governo sarebbe stato attento, anche di più di quelli di prima, alle istanze degli agricoltori, soprattutto alle istanze delle imprese danneggiate, che non hanno complessivamente un danno pari a quello nella regione Puglia, tant'è che abbiamo sostenuto l'intervento. Però, ogni singola azienda che è rimasta ferita dai fenomeni in questo caso indicati dall'ordine del giorno ha problemi pari alla singola azienda di un'altra regione.

Concludo, Presidente: mi sarei aspettato coerenza. Se uno passa ore - parlo del sottosegretario - in Commissione, e ora in Aula, a dire che per gli altri problemi ci sarebbero stati identici interventi, si boccia l'emendamento e si riformula un ordine del giorno, ma per farci che? Che ci devo fare con “valutare l'opportunità di”? Che ci devono fare gli agricoltori abruzzesi con “valutare l'opportunità di”? Racconteremo all'Abruzzo che non avete assunto alcun impegno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Immagino che il Governo non abbia avuto ripensamenti ascoltandola, perché non ci sono cenni particolari.

Passiamo quindi ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718-A/33 D'Alessandro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Non vi allontanate, perché abbiamo sicuramente una votazione da fare molto presto. Sull'ordine del giorno n. 9/1718-A/34 Dal Moro c'è una proposta di riformulazione, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/1718-A/35 Incerti, invece, c'è un parere contrario. Prego, deputata Incerti.

ANTONELLA INCERTI (PD). Grazie, Presidente. Sì, chiedevo un chiarimento al Governo sulla motivazione del rifiuto di questo ordine del giorno, nel senso che riprende il tema che è simile a tutti gli altri che sono stati accolti, seppure con riformulazione. Chiedevo – ma non so se mi risponderanno, perché non mi stanno ascoltando – se il problema è quello della copertura che ho indicato. Ripeto, chiederei un chiarimento sul perché viene dato parere contrario a questo ordine del giorno, perché si tratta del tema da cui sono discesi tutti gli altri. Se il tema è il tipo di copertura che io propongo, chiedo allora al Governo, se questo è il tema, di riformularlo o cambiando copertura o togliendo addirittura la copertura, se è questo il problema. Quindi, chiedo se questo è il tema.

PRESIDENTE. Sottosegretario, vuole intervenire?

FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Sì, in effetti il problema è la copertura; poi, se eventualmente riformulato con la stessa formulazione dei precedenti, e cioè “a valutare l'opportunità di intraprendere iniziative legislative” sul primo periodo e la stessa cosa, “valutare l'opportunità di adottare provvedimenti”, togliendo l'ultimo periodo, va benissimo.

PRESIDENTE. Accoglie questa riformulazione, deputata Incerti?

ANTONELLA INCERTI (PD). No, non accolgo questa riformulazione. Apprezzo lo sforzo di riformulare, però nel caso dell'Emilia-Romagna, ma come di altri, anche riprendendo quanto diceva il collega D'Alessandro, credo che sia giunto il momento, ai coltivatori a cui faccio riferimento, di dare un impegno vero, non a valutare l'opportunità. Questo è il terzo provvedimento in cui ci si aspettava un intervento; purtroppo, non è arrivato neanche in questo caso. Allora, invece, chiedo che venga posto in votazione, non accettando la riformulazione, perché, ripeto, chiedo di intraprendere iniziative legislative volte ad assicurare a queste imprese dei territori dell'Emilia-Romagna come ad altre regioni.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718-A/35 Incerti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, dobbiamo velocizzare le operazioni di voto, quindi vi chiedo di non allontanarvi perché abbiamo una serie di votazioni da fare. Non possiamo impiegare cinque minuti ogni volta per fare una votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Sull'ordine del giorno n. 9/1718-A/36 D'Attis vi è una proposta di riformulazione avanzata dal Governo. Prego, deputato D'Attis.

MAURO D'ATTIS (FI). Grazie, Presidente. Vorrei l'attenzione del sottosegretario, perché ringrazio per la dimostrazione di disponibilità, perché accoglie con la riformulazione di “valutare l'opportunità di”, ma vorrei segnalare che veramente c'è da valutare “l'opportunità di”, perché questa è una situazione paradossale, signor sottosegretario. Si prevede il ristoro per i frantoi pugliesi che sono stati colpiti, seppure indirettamente, dal fenomeno delle gelate. Questo significa che prevalentemente sono interessati i frantoi della Puglia centro-settentrionale. La Puglia centro-meridionale, quella cioè che è stata colpita per prima, e sin da subito, dalla crisi dovuta alla Xylella, viene di fatto esclusa. Quindi, restano esclusi, sostanzialmente, i frantoi prevalentemente delle province di Brindisi, Lecce e Taranto, dove la Xylella ha dato subito i suoi primi effetti nefasti. Le chiedo, signor sottosegretario, che questo ordine del giorno, che lei ha accolto come Governo, diventi da “valutare l'opportunità di” a essere effettivamente poi, quanto prima, reso accessibile anche per i frantoi che non sono segnatamente quelli riguardanti l'emergenza delle gelate, ma l'emergenza totale della Puglia, che è quella della Xylella, che, come ha riguardato le regioni della Puglia centro-settentrionale, così ha interessato anche quelle della Puglia centro-meridionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Deputato D'Attis, quindi va bene così.

Passiamo pertanto all'ordine del giorno successivo, n. 9/1718-A/37 Labriola, con il parere contrario del Governo. Prego, deputata Labriola.

VINCENZA LABRIOLA (FI). Presidente, non capisco per quale motivo si sia dato parere contrario a questo ordine del giorno, che impegnava il Governo a prevedere un reimpianto nelle medesime particelle di almeno un numero pari di ulivi che sono stati riconosciuti resistenti al batterio. Questo io non me lo spiego, perché evidentemente il Governo non ha capito l'importanza degli ulivi in quel territorio. In quei territori colpiti da Xylella è come se fosse avvenuto un terremoto, un evento disastroso che ha deturpato la storia, la cultura, la tradizione e l'economia di un territorio. Non valutare un pari reimpianto vuol dire distruggere la cultura, la tradizione e l'economia di quel territorio.

Questi terreni a cosa dovrebbero essere destinati se non alla storia e alla cultura che quegli ulivi lì rappresentano, alle economie che lì quegli ulivi rappresentano? Non capisco per quale motivo il Ministro e il sottosegretario abbiano dato parere negativo. È come dire non ricostruiamo più le zone terremotate, e la stessa cosa è per gli ulivi: vuol dire non ridare più l'anima, la cultura, la storia e l'economia di quelle zone che sono state deturpate, che sono state gestite in malo modo da una politica che non è stata visionaria e che non ha dato il giusto riscatto e la giusta osservazione alla Puglia in tutti questi anni.

Questo mi sembra un ennesimo schiaffo. Quindi, prego il Governo, che è presente, di cambiare parere o in toto o magari con una riformulazione, perché è molto importante per quei territori. Ripeto, sarebbe come non ricostruire le zone terremotate.

La stessa cosa accadrebbe se non venisse accolto questo ordine del giorno, perché lì quegli ulivi hanno una storia, una cultura e un'economia che deve essere salvaguardata, anche per le future generazioni. Non ci scordiamo che il nostro ruolo è proprio questo: conservare e tramandare la nostra cultura, storia, economia alle generazioni future; motivo per cui mi appello nuovamente al Governo di cambiare parere a questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo conferma la sua opinione.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Labriola n. 9/1718-A/37, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Ordine del giorno Paolo Russo n. 9/1718-A/38, con proposta di riformulazione. Deputato Paolo Russo? Va bene, accoglie la riformulazione.

Ordine del giorno Mura n. 9/1718-A/39, sempre con proposta di riformulazione. Accolta.

Sull'ordine del giorno Serracchiani n. 9/1718-A/40 c'è il parere contrario da parte del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Serracchiani n. 9/1718-A/40, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Passiamo all'ordine del giorno Elvia Savino n. 9/1718-A/41.

Deputata Elvira Savino, prego.

ELVIRA SAVINO (FI). Grazie, signor Presidente. Questo ordine del giorno chiede al Governo di valutare la possibilità di istituire la figura del commissario straordinario per la gestione del Piano nazionale di emergenza per la gestione della Xylella fastidiosa in Italia, e in Puglia in particolare. Questa richiesta è stata avanzata dalle associazioni degli agricoltori in considerazione proprio della vastità dell'area colpita da questa emergenza, e della complessità, rilevante, dei problemi da affrontare. Il commissario, in questo caso e come richiesto da questo ordine del giorno, avrebbe il compito di attuare tutte le misure ritenute necessarie ad evitare una possibile ulteriore diffusione di questa gravissima malattia che ha flagellato il nostro territorio, avocando, in taluni casi, i poteri delle amministrazioni competenti qualora queste fossero inadempienti, e anche di attuare tutte le misure necessarie per il rilancio del settore agricolo ed agroalimentare dei territori che sono stati colpiti dalla Xylella. Quindi, una richiesta molto importante per quei territori, soprattutto per velocizzare queste pratiche. Per cui non comprendiamo le ragioni di questo parere negativo, e chiediamo al Governo di rivederlo proprio in ragione dell'importanza di questa richiesta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Elvira Savino n. 9/1718-A/41, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Passiamo all'ordine del giorno Sisto n. 9/1718-A/42, su cui c'è il parere contrario da parte del Governo.

Prego, deputato Sisto.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Ringrazio comunque il Governo per l'attenzione, e lo inviterei ad una riflessione molto pacata. Innanzitutto una prima riformulazione: manca il “Francesco Paolo Sisto”, e quindi vi chiedo di riformulare comunque col nome. Ma, a parte questo, io vi chiedo di valutare la possibilità di consentire: quindi, è già una proposta che implica, che cosa? La semplificazione delle procedure. È vero che questo è il Governo del cambiamento e della semplificazione? Bene: se è il Governo del cambiamento e della semplificazione, consentire che il titolare possa espiantare gli alberi di Xylella fastidiosa con una procedura di silenzio assenso a me sembra una valutazione possibile. Cioè, perché sia efficace, una terapia, bisogna studiare un sistema che la renda efficace, e il silenzio assenso, che è un istituto assolutamente previsto nel nostro sistema, può consentire, se ben calibrato, tant'è che vi chiedo di valutare la possibilità…

Insomma, i nostri agricoltori possono soffrire di ulteriori complicazioni burocratiche per poter raggiungere l'obiettivo di eliminare questa terribile malattia dai loro possedimenti? Io penso allora che il Governo, se valuta la possibilità di un meccanismo di questo genere, ha semplicemente offerto una chance. Poi il silenzio assenso può essere articolato in tanti modi, con tanti controlli, con tante realtà, con tante caratteristiche; ma perché caricare burocraticamente un adempimento che serve soltanto al benessere degli agricoltori? Ecco, io credo che, da questo punto di vista, accogliere questa, che è già, se è possibile, una riformulazione di un ordine del giorno quando vi dico “valutate la possibilità di consentire”; io confido che il Governo vorrà, su questa proposta di riformulazione normativa, mutare parere, e darci la possibilità di confidare in una semplificazione delle attività (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sisto n. 9/1718-A/42, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Ordine del giorno Foscolo n. 9/1718-A/43, con proposta di riformulazione da parte del Governo. Il deputato Foscolo la accoglie.

Ordine del giorno Cavandoli n. 9/1718-A/44, sempre proposta di riformulazione del Governo. Accolta.

Ordine del giorno Bordonali n. 9/1718-A/45, proposta di riformulazione da parte del Governo. Accolta.

Ordine del giorno D'Eramo n. 9/1718-A/46, va bene.

Ordine del giorno Patassini n. 9/1718-A/47, va bene.

Ordine del giorno Bellachioma n. 9/1718-A/48, accolta.

Ordine del giorno Liuni n. 9/1718-A/49, accolta.

Ordine del giorno Ziello n. 9/1718-A/50, accolta.

Ordine del giorno Stefani n. 9/1718-A/51, va bene? Accolta.

Ordine del giorno Zicchieri n. 9/1718-A/52, accolta.

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Ciampi n. 9/1718-A/53.

Prego, deputata Ciampi.

LUCIA CIAMPI (PD). Presidente, questo mio ordine del giorno vuole riproporre quanto già proposto in altri tre emendamenti in provvedimenti precedenti e in precedenti ordini del giorno, per quanto riguarda i fatti dell'incendio di vaste proporzioni che si è verificato nei comuni di Vecchiano, Buti, Calci e Vicopisano, in provincia di Pisa. Io, tramite lei, voglio rispondere all'onorevole Ziello che il Partito Democratico nella provincia di Pisa non dice falsità, dice la verità; la verità è che ora, solamente ora, dopo sette mesi questo è il primo provvedimento che viene preso in ordine a quei fatti che io ho denunciato fin dal settembre del 2018 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). L'incendio ha interessato ettari di bosco e coltivazioni, ha distrutto centinaia di ettari di oliveti, castagneti, ha provocato danni anche a immobili abitativi, a strutture. Sono stati calcolati danni per circa 10 milioni di euro, senza contare gli ettari bruciati e, quindi, la ricostituzione del bosco. I danni sono quindi ingentissimi; questa grande emergenza necessitava di interventi urgenti che ci sono stati solamente, urgentemente, da parte della regione Toscana, che immediatamente ha investito 850 mila euro e, poi, altri 350 mila euro. Tutte le popolazioni hanno fatto sottoscrizioni immediate; gli enti locali, tutti, hanno provveduto a versare i loro contributi per aiutare le popolazioni e anche le persone che hanno dovuto abbandonare la casa (quattro case distrutte).

Il Ministro Centinaio ha assicurato il suo impegno, ma è venuto - anche lì - a fare la sua passerella, a dire che immediatamente avrebbe provveduto; tuttavia, ha provveduto urgentemente solo la regione Toscana. Il Governo ha rifiutato lo stato di emergenza, perché, parole del Ministro, non risulta che l'incendio di cui trattasi abbia coinvolto in modo significativo le strutture e le infrastrutture sul territorio. Ora, con questo provvedimento, nonostante che il Partito Democratico, con la deputata Cenni, avesse presentato in Commissione un emendamento che prevedeva il ristoro di 5 milioni, questo emendamento è stato ritirato e sono stati presentati in Aula emendamenti che ricopiano e ricalcano quell'emendamento per 2 milioni: ci accontentiamo anche dei 2 milioni, ma non ci prendete in giro! Questo è il primo intervento che riguarda questo grave disastro sul territorio pisano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718-A/53 Ciampi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Ordine del giorno n. 9/1718-A/54 Caon, parere favorevole del Governo; ordine del giorno n. 9/1718-A/56 L'Abbate, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/1718-A/57 Tarantino, favorevole; ordine del giorno n. 9/1718-A/59 Ferro, favorevole; ordine del giorno n. 9/1718-A/60 Silvestroni e Trancassini, parere contrario. Lo votiamo? Bene, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1718-A/60 Silvestroni e Trancassini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Ordine del giorno n. 9/1718-A/61 Gagnarli, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/1718-A/62 Caretta e Ciaburro, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1718-A/63 Schullian c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo che è stata accolta dal presentatore.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1718-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Beatrice Lorenzin, che però non è presente; si intende che vi abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Federico Fornaro. Ne ha facoltà.

Chiedo ai colleghi, cortesemente, di osservare il silenzio necessario per consentire al deputato Fornaro di svolgere la sua dichiarazione di voto. Chi vuole uscire dall'Aula lo faccia nel silenzio che si rende necessario. A lei la parola, deputato Fornaro.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, siamo arrivati al termine di un lavoro di due giorni in Aula e di un lungo lavoro durante la settimana in Commissione su un provvedimento importante. Vorrei iniziare, sottolineando un aspetto positivo…

PRESIDENTE. Dobbiamo allontanarci dai banchi del Governo perché il Governo deve ascoltare le dichiarazioni di voto. Deputata Incerti, non vorrei apparirle scortese, ma è la regola.

Prego, deputato Fornaro.

FEDERICO FORNARO (LEU). In diverse occasioni, da questi banchi, avevamo denunciato una indisponibilità della maggioranza a discutere, nella forma, spesso, delle mozioni di fiducia, spesso nel sostanziale silenzio di dibattiti d'Aula, durati giorni, con tutte votazioni negative sulle proposte delle opposizioni. Devo dare atto, quindi, in questa sede, per onestà intellettuale, che invece questo provvedimento ha visto…

PRESIDENTE. Mi rendo conto, guardi…non so più…

LAURA BOLDRINI (LEU). Presidente eserciti le sue prerogative!

PRESIDENTE. Lei non parli. Stiamo qui, abbiamo tutto il tempo, possiamo tranquillamente attendere che i deputati parlino qui in Aula tra loro. Tanto, comunque le dichiarazioni di voto vanno fatte, il voto finale pure, quindi, abbiamo tempo…

Colleghi, occorre fare silenzio! Chi vuole parlare deve molto semplicemente allontanarsi dall'Aula: è un concetto semplice! Quando il concetto viene ribadito otto volte, diventa complicato davvero riuscire ad intendersi. Non è vietato parlare, bisogna semplicemente mettersi in un altro posto.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Come dicevo, per onestà intellettuale, invece, questa volta dobbiamo riconoscere una disponibilità al confronto e all'ascolto da parte della maggioranza e anche del Governo; devo riconoscere anche che per larghi tratti è stato presente il Ministro dell'agricoltura, cosa che non è avvenuta su altri provvedimenti di altri Ministeri.

Detto questo, credo che all'interno del provvedimento ci siano cose importanti: che si sia data una risposta, certamente, in termini di risorse, destinando 300 milioni nel Piano straordinario per i prossimi due anni; che sia stata data una risposta in Commissione, ma, ahimè, poi, fortemente indebolita dall'intervento della Commissione bilancio sul tema dei braccianti e, quindi, sul tema dei lavoratori (che, come ha ricordato, il collega Epifani nel suo intervento quest'oggi, sono l'altra faccia della medaglia).

È evidente che ci sono le aziende agricole colpite, in Puglia, in particolare, dall'evento della Xylella e, poi, anche dalle gelate, che quindi stanno soffrendo, ma ovviamente, come dicevo prima, l'altra faccia della medaglia sono i lavoratori, quelli a giornata che rischiano di non raggiungere il minimo per poter poi agganciare la cosiddetta disoccupazione agricola.

Quindi, il nostro auspicio è che su questo terreno, già nel passaggio al Senato, ci possa essere una risposta.

Stupisce un po' che questo emendamento avesse avuto il parere favorevole dei due Ministeri, Agricoltura e Lavoro, in Commissione e che poi, in realtà, la Commissione bilancio abbia sostanzialmente detto che non erano state reperite le risorse necessarie. Detto questo, sul tema che è stato trattato meno, la crisi dell'ovicaprino, vorrei soltanto sottolineare un aspetto: ovviamente dobbiamo intervenire per un'emergenza che, ricordo, è un po' anche sotto gli occhi di tutti - le immagini sono di poche settimane fa -, però esiste un problema che rimane di fondo, cioè la necessità di una ristrutturazione della filiera. I problemi dell'ovicaprino, in particolare del settore sardo, ovviamente, arrivano da lontano, e occorre uno sforzo, importante, di tutti gli attori per poter ristrutturare la filiera ed evitare di ritrovarci, fra poco tempo, di nuovo nella stessa identica crisi.

Rispetto alla crisi dell'olivicolo, ovviamente c'è il tema della Puglia, che, come è stato ricordato, rappresenta oltre il 50 per cento della produzione nazionale, ed è stato colpito prima dall'evento della Xylella, della diffusione della Xylella, e poi dalle gelate. Lo abbiamo sottolineato anche in discussione generale: il provvedimento manca di facilitazione alle procedure di impianto, reimpianto ed innesto. C'è una risposta parziale alla crisi dei frantoi, soltanto per la parte relativa alle gelate, che hanno colpito, in realtà, più la parte settentrionale della regione, e non si dà invece una risposta, che speriamo possa essere trovata in maniera sistemica all'interno del piano straordinario. E qui c'è l'altra questione: a maggior ragione, nel momento in cui il Governo ha trovato e recuperato circa 300 milioni tra le economie dei fondi europei, sarebbe stata necessaria, più funzionale, più efficiente e più efficace l'istituzione di un commissario straordinario. Su questo - mi rivolgo anche al Ministro, e lo ringrazio della presenza - continuiamo a ritenere che sia una cosa da valutare, perché sappiamo la resistenza del MoVimento 5 Stelle all'istituzione dei commissari, però, in questo caso, credo che sarebbe uno strumento molto più utile per poter dialogare con le associazioni, con i comuni, con gli operatori, piuttosto che allungare la filiera decisionale facendola partire da Roma. Quindi, da questo punto di vista, a nostro giudizio, manca questo tassello, così come sono oggettivamente insufficienti i 5 milioni per aiuti in conto mutui.

C'è un altro aspetto che credo vada sottolineato, che riguarda in questo caso indirettamente l'agricoltura: sono 95 mila, nella sola provincia di Lecce, i proprietari di terreni in cui sono impiantati gli ulivi che non sono aziende agricole - è un numero molto rilevante -, e all'interno di questo decreto non c'è una possibilità di ristoro danni e contributi del reimpianto proprio per i proprietari di territori olivicoli non aziende agricole. Qual è il rischio? Il rischio è evidente: senza un intervento, senza un sostegno, queste persone, che non hanno un interesse diretto, non sono aziende agricole, potrebbero essere tentate sostanzialmente di trasformare il loro terreno in un deserto, eradicando e non più reimpiantando. Il danno per il paesaggio sarebbe molto evidente e molto grave, e ovviamente questo, nel medio periodo, aprirebbe lo spazio anche a possibili speculazioni.

Mancano anche, lo ricordo, interventi fiscali per le aziende dentro l'area contaminata dalla Xylella. Da questo punto di vista, questo provvedimento quasi gira attorno all'area infetta e si rimanda tutto al piano straordinario. Quindi, l'auspicio è che il Parlamento possa avere informazioni e si possa confrontare rispetto ai termini e alle modalità del piano straordinario.

In ultimo, signor Presidente, c'è un tema che è stato sollevato a più riprese durante la discussione degli emendamenti, cioè che in questo provvedimento non c'è stata la risposta che molti agricoltori, molte aziende si aspettavano sul tema delle gelate della primavera del 2018 – Emilia Romagna, Basilicata, Lazio, Agro Pontino – e, per altre, del novembre del 2018.Sostanzialmente, questi temi e queste problematiche non trovano qui una risposta. La sottosegretaria Pesce si è impegnata a verificare le condizioni di intervento e di risposte su questi territori, però c'è un dato oggettivo, cioè che, a nostro giudizio, si sarebbero potute trovare risorse per rimpinguare il Fondo nazionale emergenze, che in questo momento non è capiente per poter dare queste risposte.

Per tutte queste ragioni, quindi ancora ringraziando il relatore per la disponibilità e la pazienza di questa settimana di lavoro, nella prospettiva anche che nel passaggio al Senato - ricordando a tutti che le tempistiche molto veloci che ci sono state imposte, tra virgolette, consentono un terzo passaggio tranquillamente -, ci possa essere sul tema dei lavoratori, sulle questioni che ho poc'anzi ricordato, una risposta concreta.

Con questo spirito, il gruppo di Liberi e Uguali si asterrà sul provvedimento, nella prospettiva che, attraverso il passaggio al Senato, si possano risolvere molte delle questioni che sono state qui sollevate e quindi ci possa essere eventualmente nel terzo passaggio anche una valutazione differente (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Maria Cristina Caretta. Ne ha facoltà.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente. Fratelli d'Italia, a fronte della profonda difficoltà in cui si dibattono i settori agricoli del nostro territorio, non può non giudicare positivamente alcune delle misure contenute nel provvedimento in oggetto, funzionali alla realizzazione di interventi improcrastinabili. Riteniamo, infatti, necessari gli stanziamenti, seppur contenuti, destinati alla copertura dei costi sostenuti per gli interessi dovuti a valere dei mutui contratti dalle imprese agricole, così come quelli per il rifinanziamento del Fondo di solidarietà nazionale e per l'attuazione di campagne promozionali per incentivare il consumo di olio extravergine di oliva.

Giudichiamo allo stesso modo la stretta, seppur tardiva, per contrastare la Xylella fastidiosa, con cui viene disposta la distruzione delle piante contaminate, nonché di qualunque altro materiale possa essere veicolo di diffusione di organismi nocivi, e l'introduzione di pesanti sanzioni per chi non si adegua alle disposizioni.

Siamo consapevoli che le misure approvate per il comparto olivicolo siano un primo passo importante per sostenere concretamente le imprese agricole e far respirare i nostri produttori, ma riteniamo che le risorse finanziarie vadano necessariamente implementate.

È chiaro dunque che, seppur condividendo in grandi linee il provvedimento, non ci riteniamo però pienamente soddisfatti delle misure contenute nello stesso. Fratelli d'Italia segue da sempre in modo attento le tematiche riferite al settore agricolo, poiché lo considera un motore vitale per il sistema Paese, e chiede, da sempre e con forza, che la crisi del settore agricolo sia qualificata come emergenza nazionale e trattata alla pari delle gravi crisi industriali italiane; proprio per questo motivo non possiamo far altro che considerare insoddisfacente lo stanziamento di risorse previsto per gestire le emergenze, le quali, molto spesso, sono causate da problemi atavici. Riteniamo, infatti, che le problematiche che affliggono l'intero settore agricolo non possono essere risolte esclusivamente dall'erogazione di finanziamenti a pioggia fini a se stessi, e che - sia chiaro - costituiscono comunque un aiuto per le imprese e per il territorio, ma siamo convinti che l'erogazione di risorse debba essere accompagnata obbligatoriamente da una programmazione a lungo termine, che sia in grado di prevenire ed estirpare alla radice tali problematiche.

Mi sento di esprimere, dunque, una forte perplessità, soprattutto in riferimento al principio che ha ispirato il decreto in oggetto, cioè quello prettamente emergenziale.

Tale approccio, caratterizzato dalla formulazione di misure e soluzioni volte a tamponare più che a prevenire, denota una scarsa attenzione alla programmazione e allo sviluppo nel medio e lungo termine. A nostro avviso le problematiche con le quali le imprese agricole e i produttori sono costretti a confrontarsi da lungo tempo dovrebbero essere risolte tramite interventi strutturali e di prevenzione e non con meri tappabuchi. Ad esempio la crisi del prezzo del latte ovino si ripete con cadenza ormai periodica e viene affrontata sempre nel momento di maggiore gravità con misure che perdono di efficacia nel lungo periodo e portano poi, come è avvenuto di recente, a nuovi picchi di crisi. Analogo discorso può essere fatto per l'epidemia della Xylella fastidiosa che viene fronteggiata ormai dal lontano 2011 e che, a causa delle problematiche giudiziarie della burocrazia, non è stata ancora debellata. Queste sono solamente alcune delle problematiche ormai radicate che necessiterebbero più che di misure tampone, volte al contenimento delle emergenze, di programmazione ad ampio respiro e a lungo periodo. Esprimiamo dunque profondo rammarico poiché ci siamo visti respingere numerosi emendamenti che avevano come obiettivo l'estensione al biennio delle misure previste nel provvedimento con conseguente stanziamento di nuove risorse. Abbiamo provato inoltre - rimanendo inascoltati dal Governo - a dare un aiuto per favorire la ripresa delle aziende agricole ubicate in tutte le regioni italiane colpite dalle gelate di inizio 2018 che hanno causato danni incommensurabili alla coltivazione. In Veneto una quantità ingente di neve e ghiaccio ha completamente distrutto le coltivazioni di kiwi; mentre nelle regioni del centro-nord in Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia, Liguria, Lazio, Marche e Abruzzo si sono registrati danni ingenti alle piante frutticole, a quelle di ulivo e raccolti di orticole. La stima dei danni a livello nazionale è stata calcolata fra i 300 e i 500 milioni di euro. Molti degli emendamenti da noi presentati sono stati bocciati per mancanza di copertura e siamo rimasti stupiti per questo: infatti è sempre utile ricordare alla maggioranza che sostiene l'Esecutivo che, se si trovano i soldi per il reddito di cittadinanza, a maggior ragione bisognerebbe reperirli per sostenere chi la mattina si alza e va a lavorare duramente come fanno i nostri agricoltori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Anche perché, nello stesso tempo, è doveroso ricordare che è stato approvato un emendamento del relatore che prevede lo stanziamento di 300 milioni di euro per la rigenerazione olivicola del Salento. Che sia chiaro, riteniamo sacrosanto questo stanziamento perché permette il rilancio del settore agricolo in un territorio martoriato come quello pugliese ma questo stanziamento dà ristoro esclusivamente ad un territorio specifico seppur in profonda difficoltà, dimenticandosi quindi di altre realtà e di altre regioni che hanno bisogno di un cospicuo aiuto per riprendersi. Ben venga dunque lo stanziamento di risorse per la Puglia ma, visto che riteniamo che non ci siano imprese di agricoltori di serie A o di serie B, avremmo preferito che anche i nostri emendamenti, volti a dare supporto e ristoro agli agricoltori degli altri territori in difficoltà, venissero presi in considerazione. Ci riteniamo invece soddisfatti per l'approvazione di un emendamento volto al sostegno del settore ittico tramite il contrasto della pesca illegale e il riordino del sistema sanzionatorio che ricalca esattamente il contenuto di una proposta di legge presentata da Fratelli d'Italia durante la passata legislatura. Con l'approvazione di questo emendamento siamo finalmente riusciti a vincere una battaglia che combattiamo da tempo e a dare voce alle istanze portate avanti dalle associazioni di categoria che chiedevano la revisione del quadro sanzionatorio. Si poteva fare di più, si poteva fare meglio con una maggiore capacità di ascolto e di senso di responsabilità da parte del Governo nei confronti di chi, animato da spirito collaborativo, ha suggerito degli interventi finalizzati al sostegno dei lavoratori e alle imprese economiche del comparto agricolo. Per questi motivi dichiaro il voto di astensione da parte del gruppo di Fratelli d'Italia: un'astensione che va letta come segnale di stimolo nei confronti del Governo affinché quest'ultimo rifletta attentamente e decida di apportare delle modifiche al testo in Senato, prevedendo non solo un ulteriore stanziamento di risorse ma anche e soprattutto l'introduzione di una programmazione a lungo termine e ad ampio respiro che possa risolvere finalmente le criticità dell'intero settore agricolo.

Fratelli d'Italia continuerà la battaglia in difesa dei nostri agricoltori che rappresentano un pilastro della nostra economia, contribuendo in maniera determinante a diffondere in Italia e all'estero le eccellenze del nostro made in Italy di cui l'enogastronomia è sicuramente la bandiera e il simbolo che ci riempie di orgoglio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Spena. Ne ha facoltà.

MARIA SPENA (FI). Grazie, Presidente. Dunque, intervengo al termine di questi interminabili lavori in Commissione agricoltura e vorrei ringraziare il presidente Gallinella, i sottosegretari e anche lei, Ministro, della sua presenza qui: c'è tutta la filiera agricola del Governo e di questo siamo assolutamente soddisfatti e ne prendiamo atto. Quindi, al termine dei lavori della Commissione, il provvedimento ha impegnato ingenti risorse pari a 70 milioni per il 2019; 154 milioni nel 2020; 150 milioni nel 2021. Nel 2019 quindi dei 70 milioni alcuni sono andati sulla filiera del latte e altri sul Fondo di solidarietà, sull'agrumicolo, sulle campagne promozionali, sui frantoi e sul settore suinicolo. Fa piacere che chi per anni ha perfino negato l'esistenza del problema della Xylella si sia reso finalmente conto dell'enormità del problema e abbia adottato drastiche misure previste nel decreto-legge, tanto da prevedere anche l'uso della forza pubblica contro chi si oppone agli abbattimenti. Si prevede anche l'accesso ai fondi da parte degli ufficiali sanitari e si prevedono multe anche pesanti per coloro che non denunciano l'infezione o si oppongono agli abbattimenti laddove necessari. Questo intervento tardivo, per molto tempo anche osteggiato, arriva però quando i danni sono stati già fatti, danni che si contano per più di un miliardo di euro: il batterio avanza alla velocità di 2 chilometri al mese. Il Governo ha quindi agito in presenza di un catastrofico crollo del comparto olivicolo registratosi quest'anno. Secondo un rapporto ISMEA, infatti, la produzione dell'olio made in Italy è passata dalle 600 mila tonnellate del 2008 alle 200 mila del 2018. Quindici anni fa, Ministro, l'Italia era il primo produttore di olio al mondo, oggi invece il Belpaese arranca dietro la Spagna; ha il saldo della bilancia commerciale negativo e assiste, anno dopo anno, alla perdita di quote di mercato. Negli ultimi quindici anni la Spagna ha fatto quattro piani olivicoli straordinari che hanno permesso la sostituzione delle vecchie piante poco produttive con piante nuove. A questo tragico destino del settore olivicolo non vorremmo che fosse destinato anche un altro settore per noi molto importante, l'agrumicolo, per cui, con il collega Nevi, abbiamo battagliato in Commissione perché anche questo settore, nelle tre regioni del sud Italia, dalla Calabria alla Sicilia alla stessa Puglia, è un comparto che sta soffrendo molto. Va detto anche che l'incidenza delle sovvenzioni per la frutticoltura da parte dell'Unione è di solo il 5 per cento del reddito agricolo. Giova ricordare anche che, già nel settembre scorso, il gruppo di Forza Italia, proprio a prima firma dell'onorevole Nevi, aveva già fatto presente al Ministero che si preannunciava una massiccia importazione di agrumi da Paesi quali la Spagna e il Marocco, cosa che noi non vorremmo più vedere perché, Ministro - convengo con lei sulla politica che noi stiamo portando avanti anche su vostra indicazione - noi sulle nostre tavole vorremmo mangiare solo frutta italiana a partire appunto anche dal kiwi laziale, quindi dell'Agro Pontino. Nel frattempo, quindi un'inchiesta sulla stampa, infatti, ha evidenziato che il prezzo delle clementine è sceso a 20 centesimi al chilo in Puglia e 12 centesimi in Calabria; mentre per rientrare dei costi dovrebbero essere pagati almeno 50 centesimi.

Solo in Puglia, un milione e mezzo di quintali sono rimasti invenduti. Quindi, mentre abbiamo visto le strade bianche in Sardegna con il latte sversato sulle strade, non vorremmo vedere le nostre terre del sud Italia di colore arancione nei prossimi anni, Ministro. Quindi, sull'agrumicolo cerchiamo di intervenire prima dei tempi che si sono visti per la Puglia. Si spendono 14 milioni di euro per distribuire formaggio romano DOP agli indigenti; non potevamo spendere altri 5 milioni per distribuire agrumi, altrettanto ricchi di vitamine, agli stessi indigenti?

Il gruppo di Forza Italia ha, quindi, presentato due emendamenti per aumentare da 5 a 10 milioni il ristoro per i mutui degli agricoltori e per incrementare di 5 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2019 e 2020, i fondi per il piano agrumicolo, ma questa proposta non è stata accettata.

Signor Ministro, sulle regioni - e ormai abbiamo parlato tanto delle regioni extra Puglia, soprattutto dell'Emilia-Romagna e dell'Agro Pontino - ringrazio anche la buona volontà del sottosegretario per aver posto l'attenzione, appunto, su una parte del Lazio particolarmente fertile e sicuramente spero in un nostro impegno maggiore rispetto ai fondi da destinare ai nostri agricoltori della zona laziale.

Inoltre, avremmo voluto incrementare anche il Fondo di solidarietà ma non sono stati accolti in Commissione gli emendamenti di Forza Italia volti a incrementare di 20 milioni lo stesso Fondo, che a oggi è di 45 milioni, perché questo avrebbe aiutato sicuramente a far fronte a un numero crescente di emergenza nel settore agricolo.

Sicuramente questo provvedimento ha dei punti di forza su alcuni aspetti della produzione agricola e di particolari filiere. Importanti interventi sono stati attuati come quello sulla trasparenza del latte ovino con la registrazione obbligatoria delle produzioni e delle cessioni sul SIAN, dove si è riusciti ad ampliare i termini per le registrazioni e il numero dei nuovi adempimenti posti in carico alle imprese del settore. In particolare, il capo IV del provvedimento ha visto l'aggiunta anche da parte della Commissione di cinque nuovi articoli che intervengono più in generale sulle emergenze in agricoltura determinate dal clima sempre più fuori controllo.

Le risorse messe in campo non sono poche e ne prendiamo atto, ma sono concentrate soltanto su alcune priorità mentre le esigenze in agricoltura - lo sappiamo - sono tante. Ma va bene così, va bene così anche che se questo decreto si sarebbe potuto soprannominato “decreto olive pugliesi”. Comunque, va bene così, come abbiamo più volte sottolineato. Noi italiani siamo i primi consumatori al mondo di olio d'oliva. È sempre al centro della nostra cucina ed è al centro della nostra dieta mediterranea. Dunque, la catastrofe della Puglia, che ha fatto crollare la produzione di olio di oliva nazionale e pugliese, per noi è quindi - lo ripeto - la priorità.

Le luci di questo decreto avrebbero potuto subire meno buio se si fossero accettati dei nostri emendamenti e delle nostre richieste. In questo modo non possiamo che valutare l'insieme del provvedimento anche come un'occasione mancata per un vero e proprio sostegno a vari comparti del mondo agricolo e, quindi, confidando nella sensibilità di tutti i gruppi si sarebbe potuti arrivare a un maggiore significato per la nostra agricoltura. Tuttavia, noi esprimiamo un voto di astensione, sperando, appunto, che al Senato si possa fare meglio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Maria Chiara Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Grazie, Presidente. La Camera si appresta a votare un decreto del quale nessuno mette in dubbio la necessità e l'urgenza e su cui il gruppo del Partito Democratico ha dato il suo contributo positivo e responsabile. È un provvedimento atteso da tanti territori che ha avuto, però, un iter molto travagliato: prima la promessa fatta agli agricoltori pugliesi di un provvedimento ad hoc più volte posticipato; poi la proposta di un disegno di legge, su cui avevamo dato la nostra disponibilità; poi questo decreto, che arriva alle Camere con un grandissimo ritardo, un ritardo di quasi due mesi rispetto alla prima deliberazione in Consiglio dei Ministri e ormai sta diventando un'abitudine di questo Governo. Insomma, un decreto e un provvedimento scomparso dai radar per quasi due mesi e diventato alla fine, dalla promessa iniziale, una sorta di omnibus in cui giustamente si sono concentrate le tante crisi che in questo anno di Governo gialloverde sono intervenute e che per troppo tempo sono rimaste irrisolte.

Mi dispiace, però, sottolineare che in questo provvedimento omnibus, che - ripeto - non viene incontro alle prime richieste e alle prime promesse fatte agli agricoltori pugliesi, nel momento in cui la Lega ritorna al Governo per l'ennesima volta ricompaiono anche le quote latte. Ecco, su questo punto mi soffermerò molto poco, ma ogni volta che la Lega torna al Governo si pensa a questo tema, si pensa alle proroghe, si pensa alle sospensioni e questo proprio nel momento in cui, con una procedura di infrazione aperta, abbiamo una trattativa con l'Unione europea. Questo è un messaggio, devo dire, anche da questo punto di vista molto negativo anche nei confronti dei tanti produttori che con grande fatica non hanno splafonato e che hanno pagato le quote latte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi, davvero un provvedimento, che doveva nascere per le urgenze e per le emergenze strutturali del Paese, che inserisce anche questo articolo 3 su cui al Senato si dovrà fare un ripensamento.

Un testo, poi, in cui si sono sovrapposte, ahimè, anche tensioni interne alla maggioranza e la corsa a mettere delle bandierine. Io mi chiedo, pur essendo soddisfatta degli articoli e delle misure previste per il comparto del latte ovi-caprino - e vedo il Ministro Centinaio di fronte a me -, dove sono finite le promesse del Ministro Salvini fatte in Sardegna prima della campagna elettorale? Dov'è l'euro al litro per il latte nel comparto ovi-caprino (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Io lo dico in modo non polemico al Ministro Centinaio, che ha gestito questa situazione, convocando a un tavolo, presso il Ministero dell'Agricoltura e non certo presso il Ministero dell'Interno, tutti i soggetti interessati perché questo è il modo di procedere, questo è il modo di dare delle risposte a un comparto che è fragile. Infatti, non c'è soltanto il tema del prezzo, come ben sa il Ministro; c'è anche un tema di un sistema produttivo molto fragile, in cui abbiamo piccolissimi produttori che fanno fatica ad aggregarsi e su cui è necessario anche un investimento maggiore per ottimizzare e per razionalizzare i costi di produzione. Poi, certamente il tema dell'equo prezzo del latte è un tema fondamentale, un tema importante.

E poi compare sulla scena anche il Ministro Di Maio, anche il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali che si sostituisce al Ministro dell'Agricoltura, convocando presso il suo Ministero, presso il Ministero del Lavoro, le associazioni agricole. Anche qui noi abbiamo dato il nostro contributo perché in agricoltura i partiti non si devono dividere e l'agricoltura è fragile di per sé. Però, abbiamo un Ministro che prima promette delle misure ai lavoratori della Puglia colpiti dalla Xylella e colpiti dalle gelate e poi fa marcia indietro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) perché, come hanno ricordato tanti colleghi, nel 2019 non sono sufficienti le misure che sono state inserite in quanto abbiamo decine e centinaia di lavoratori che hanno perso giornate di lavoro e che le perderanno anche nei mesi successivi, giornate di lavoro che non gli consentono di avere l'indennità di disoccupazione. Quindi, mentre il Governo concentra le proprie risorse su “quota 100” e sul reddito di cittadinanza, abbiamo dei lavoratori che non possono lavorare per fattori esterni, per fattori gravi su cui, appunto, ritorna il provvedimento.

Su questo provvedimento noi ci asterremo perché ci sono delle misure importante per questi comparti. Ci asterremo perché si poteva fare di più e si poteva fare meglio, come ha scritto anche nel suo parere il Comitato per la legislazione. In questo provvedimento ci sono moltissime norme contraddittorie che apriranno anche del contenzioso, scritte male e, quindi, probabilmente tutto questo tempo che avete avuto a disposizione poteva essere usato innanzitutto per valutare, anche con le associazioni, le formulazioni più corrette, magari anche recependo i contributi positivi dati dalle opposizioni e dati soprattutto dal Partito Democratico. Lo ripeto: il Partito Democratico ha dato il suo contributo e siamo fieri e orgogliosi di aver inserito, grazie anche al parere favorevole del Governo, tanti temi che nel testo iniziale non erano presenti: mi riferisco al settore ittico, con una proposta di legge che era stata approvata in prima lettura alla Camera nella scorsa legislatura e che oggi il collega D'Alessandro ha ripresentato e che in parte, per quanto riguarda il sistema sanzionatorio, è stata inserita in questo provvedimento, dando una risposta in questo modo a tantissimi pescatori che, per mesi, non potevano svolgere la loro attività.

E, quindi, davvero questo è un punto importante, così come un punto importante è la risposta che è stata data alla montagna pisana, a Calci. Questo anche per la determinazione della collega Cenni e della collega Ciampi, che ci hanno creduto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e che per mesi hanno posto questo tema con interrogazioni e con risoluzioni. E quindi, da questo punto di vista, è una battaglia che possiamo dire di aver vinto tutti insieme. Lo stesso si può dire per il settore della suinicoltura piuttosto che per queste giornate dei lavoratori della Puglia. Non ci soddisfa, il 2019 è quasi finito, siamo ad aprile 2019. Al Senato doveva essere preso un impegno anche per integrare queste risorse.

Però c'è un tema di fondo che non si può eludere in questo provvedimento, ne parleremo, credo, anche nelle prossime ore nella fase di discussione del Documento di economia e finanza: manca una visione di sistema. Certo, ci sono delle risorse importanti, e apprezzo lo sforzo che ha fatto il Governo da questo punto di vista, ma manca una visione di sistema. Serve capire come e in quale direzione le risorse vengono assegnate. Poi, sulle risorse si dovrebbe fare un capitolo, perché i 300 milioni, ovvero i 150 più 150 milioni che vengono promossi e sbandierati in Puglia, non sono delle risorse nuove, sono semplicemente delle riallocazioni, dei residui che già erano nella facoltà, con la programmazione 2020-2021, delle regioni del Sud a Obiettivo 1. Quindi, bisogna dire grazie al lavoro positivo e anche alle risorse che avevano stanziato anche i Governi precedenti. Questa davvero deve essere una misura collegiale e davvero le risorse integrative che sono state assegnate sono troppo poche, troppo poche per dare una risposta a un territorio che è stato piegato non soltanto da una fitopatia grave. Il tema dei cambiamenti climatici in agricoltura interviene in modo molto pesante, i cambiamenti climatici e la lotta alle fitopatie dev'essere la programmazione dei nostri prossimi mesi, ma, oltre a questo, la Puglia e l'intero comparto olivicolo pugliese è stato colpito anche dalle gelate del febbraio e del marzo 2018. Quindi, da questo punto di vista, il piano straordinario che è stato tanto decantato doveva essere circostanziato. Noi abbiamo proposto, come Partito Democratico, molti emendamenti, da questo punto di vista, per dire come e a chi dovevano essere assegnate queste risorse. È un'occasione persa, stiamo dilazionando nel tempo quanto si sarebbe potuto fare assolutamente oggi.

E sulla Puglia permettetemi una parentesi: sono felice, sono contenta che oggi, salvo alcune eccezioni, si possa fare questa battaglia insieme. Se si fosse fatta cinque anni fa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), quando le persone e quando deputati del MoVimento 5 Stelle gridavano al complotto, quando hanno impedito l'applicazione del Piano Silletti, che voi oggi continuate nell'esatto modo, con la stessa modalità con cui abbiamo iniziato noi anni fa, oggi non ci sarebbero milioni di piante malate.

E mi appresto alla chiusura mostrando un'insoddisfazione, però, perché questo decreto, come porta il titolo, doveva parlare di situazioni emergenziali. È necessario che questo Governo dia delle risposte agli agricoltori dell'Emilia-Romagna, dell'Abruzzo, della Basilicata, del Lazio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e di tutte le regioni che sono state colpite dagli eventi calamitosi e da quelle stesse gelate per cui si dà una risposta alla Puglia.

Noi abbiamo fatto degli emendamenti di saggezza, considerando la situazione particolare della regione Puglia. Quindi, abbiamo proposto al Governo misure aggiuntive rispetto a quelle che erano state promesse alla Puglia. Quindi, da questo punto di vista, il Governo dovrà trovare delle risposte, perché gli agricoltori italiani necessitano di risposte; e, se si parla di made in Italy, se si parla di agricoltura italiana, se si parla di valorizzazione dei prodotti tipici, come fate in una mezza paginetta del Documento di economia e finanza, ecco, questa è l'occasione giusta per dare una vera risposta al made in Italy italiano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Viviani. Ne ha facoltà.

LORENZO VIVIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Questo provvedimento nasce per dare risposte decise a due emergenze agricole che hanno messo in ginocchio la Sardegna e la Puglia, regioni che hanno nell'agricoltura e nel settore zootecnico parte principale della loro economia e occupazione. Risposte che, è scontato dire, il precedente Governo non è riuscito a dare, come non sono riuscite a dare alcuni governi regionali, che hanno drammaticamente fallito il loro mandato di salvaguardia del territorio e delle sue ricchezze, come, ad esempio, è accaduto in Puglia riguardo alla gestione dell'emergenza Xylella. Una fitopatia che ha portato alla rovina ormai più della metà del patrimonio agricolo della regione, la quale poggia la sua economia sulla produzione olivicola.

Si tratta, Presidente, di una regione che ha nel DNA del suo bellissimo paesaggio gli olivi e che la mancanza di azione istituzionale ha ferito drammaticamente. Troppo si è aspettato, e adesso si piange sulle migliaia di piante secche che devono essere tagliate; è per questo che il Ministero delle politiche agricole, oltre ad aver messo a disposizione dei fondi consistenti per la ripresa dell'intero settore, anche procurando delle risorse per i frantoi oleari, ha voluto scendere in campo con interventi normativi che permettano di lottare ed arginare questa fitopatia in modo tale da fermarla, scongiurando una sua progressiva contaminazione al resto della regione e alle regioni limitrofe.

È paradossale che il leitmotiv dello scorso Governo “ce lo chiede l'Europa” sia passato in cavalleria l'unica volta che veramente doveva essere rispettato. Infatti, non è stato seguito il protocollo europeo sulle fitopatie, portando così, con l'inerzia rallentata dalla macchina della burocrazia, alla morte di migliaia di piante, alla perdita di aziende e di posti di lavoro, e quindi alla rovina di un intero settore agricolo strategico (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Questo Governo deve arginare una volta per tutte questa fitopatia e far ripartire la Puglia. Il Governo ha messo a disposizione una somma pari a 300 milioni per la rigenerazione olivicola del Salento. Far ripartire la Puglia è fondamentale per il nostro ruolo di produttori in un panorama internazionale nel quale nasce ogni giorno maggiore concorrenza e dove non possiamo perdere la nostra posizione, che sarà sì seconda per quantità, ma prima sicuramente per qualità del prodotto a livello mondiale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Veniamo alla Sardegna: la risposta di questo Governo all'emergenza del prezzo del latte in Sardegna è stata senza precedenti. Due grandi Ministri, Matteo Salvini e Gian Marco Centinaio, si sono impegnati nel risolvere il problema che, oltre ad aver destabilizzato l'economia dell'intera regione, ha avuto delle ripercussioni sull'ordine pubblico. Il Ministro Centinaio e il Ministro Salvini si sono messi al tavolo per coordinare una risoluzione del problema tra soggetti che purtroppo da anni, dico da anni, hanno perso fiducia l'uno nell'altro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Parliamo del problema di chi produce il latte e di chi lo trasforma, dell'incongruenza all'interno dei consorzi di tutela e della mancata programmazione della produzione. Acquistare un prodotto DOP o IGP dovrebbe, oltre che garantire un prodotto proveniente dal territorio di riferimento, oltre che portare sulle tavole sapori, storie e tradizioni della nostra terra, valorizzare l'intera filiera, far sì che quel costo in più, quella spesa che si fa volentieri come consumatore per avere un prodotto di qualità, vada a favore anche dell'anello più debole, ma fondamentale, imprescindibile per la territorialità, il produttore, in questo caso gli allevatori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ed è per questo che con questo provvedimento vogliamo rilanciare i nostri allevatori di latte ovicaprino attraverso lo stanziamento di 10 milioni, che vanno a sostenere i contratti di filiera, di distretto, la promozione, le ricerche, gli interventi strutturali proprio nell'intero settore ovicaprino. Sono stati stanziati 14 milioni, messi sul Fondo nazionale indigenti per l'acquisto di formaggi DOP fatti con latte di pecora, allo scopo di favorire un consumo delle scorte di formaggio, di abbassare, altresì, l'offerta, facendo innalzare il prezzo, e, allo stesso tempo, dare la disponibilità di un prodotto di ottima qualità a persone economicamente disagiate (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Inoltre, è stato varato uno stanziamento di fondi per la ristrutturazione dell'intero comparto latte ovicaprino e, cosa più importante, si vuole andare a perseguire, attraverso la registrazione da parte dei primi acquirenti, una maggiore tracciabilità, che deve censire nel dettaglio la nostra produzione italiana, rendendo possibile una più saggia e lungimirante programmazione per valorizzare questa risorsa inestimabile. E, soprattutto, vogliamo monitorare fino all'ultima goccia il latte estero che arriva in Italia, perché, se abbiamo da una parte gente disperata che getta il frutto del proprio duro lavoro per le strade perché il prezzo concordato è nettamente inferiore al prezzo di produzione, vogliamo sapere quanto latte estero, magari proveniente da qualche Paese con costi di produzione e controlli qualitativi più bassi dei nostri, arriva e viene usato dai trasformatori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

In questo decreto è stato anche inserito, in un secondo momento, un articolo riguardante un'emergenza ambientale che riguarda la mia terra, la Liguria, dove per anni l'ambiente è stato calpestato con la produzione di un veleno chiamato cromo esavalente. Si tratta di una produzione industriale che ha mortificato più di tutti una terra e un paese, Cogoleto, a chiara vocazione turistica.

In quella terra, per anni, le precedenti giunte regionali hanno speso soldi dei contribuenti buttandoli in un buco nero che non ha portato alla sperata e definitiva bonifica del sito: urge la messa in sicurezza di quest'area!

Negli anni fino ad oggi è avvenuta la contaminazione delle falde acquifere, del fiume e del mare antistanti questo sito industriale, pregiudicando gli organismi marini stanziali, trovati con altissime concentrazioni di cromo, senza considerare l'effetto che tale produzione può aver avuto sull'intero Mar Ligure. Infatti, il cromo disperso si accumula negli organismi e quindi si propaga in tutta la catena alimentare. Di fronte a questa situazione tragica, c'è chi ancora incolpa di poca attenzione per la salvaguardia dell'ambiente quei quattro pescatori rimasti, come fossero gli unici e i soli responsabili del cattivo stato di salute dei nostri mari (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Proprio parlando di pesca, siamo andati ad aggiungere in Commissione un articolo condiviso da tutte le forze politiche, che qui ringrazio, con lo scopo di archiviare definitivamente il regime sanzionatorio entrato in vigore nel 2016, il quale oltre ad elevare i verbali a cifre folli non dava la possibilità di modulare la sanzione in proporzione all'entità della violazione commessa, criminalizzando e mettendo tutti i pescatori alla berlina come delinquenti. Un provvedimento che, unito ai regolamenti europei, non ponderati sulla particolarità del nostro mare, sulle nostre marinerie, sui nostri attrezzi da pesca, in questi ultimi anni ha messo in difficoltà sia i controllati che i controllori, ha creato tensioni ed ha visto scioperi di intere marinerie che volevano solo una cosa: non essere considerate criminali (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ma non ci siamo fermati a questo in sede di Commissione. Come Lega abbiamo presentato emendamenti, che daranno un vero aiuto immediato gli operatori del primario, come l'anticipo della PAC da parte delle regioni, che potranno erogare fondi, anticipando quelli che devono arrivare dall'Europa, dando così un ristoro immediato alle aziende. Abbiamo dato un aiuto al settore suinicolo, anch'esso in crisi per i prezzi schiacciati dalla concorrenza a basso costo di Paesi terzi e di Paesi dell'Unione europea, dove i costi di produzione sono notevolmente più bassi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Penso alle misure tecniche di contrasto alla febbre catarrale ovina, la cosiddetta lingua blu, agli interventi per il settore agrumicolo e, per ultimo, ma non per importanza, all'intervento sul comune di Calci, che abbiamo visitato, come ricordavano i colleghi precedentemente, con la Commissione agricoltura (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Insomma, votiamo un provvedimento che nasce per due emergenze che hanno colpito delle regioni dove questi comparti in crisi significano tutto, ma che ha accolto al suo interno anche altre criticità. Un provvedimento richiesto, fatto e portato avanti dal Ministro Centinaio; un ulteriore passo per questo Governo nella tutela delle nostre produzioni, che ha visto nel decreto-legge “semplificazioni” un passaggio importante in materia di etichettatura degli alimenti.

Un ulteriore traguardo nella tutela del made in Italy, nella tutela dei consumatori e nella valorizzazione delle nostre produzioni locali. È per questa serie di motivi che annuncio il voto favorevole al provvedimento del gruppo della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giuseppe L'Abbate. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE L'ABBATE (M5S). Presidente, gentili colleghe, egregi colleghi, viviamo in un periodo storico in cui sembra essersi perso il valore dello straordinario lavoro che compie chi ogni giorno permette a noi tutti di portare in tavola il cibo che serve non solo a nutrirci, ma a goderne e a farci vanto nel mondo intero: noi italiani, ancor più viste le eccellenze agroalimentari che i nostri agricoltori sono in grado di produrre e che la nostra filiera sa trasformare in maniera eccelsa con tradizioni antiche di alto valore. Eppure, basta soffermarsi un attimo a riflettere, e cosa deve riuscire a vendere un agricoltore per potersi permettere di acquistare un caffè? Servono tre chili di arance per un caffè, due chili di olive, tre litri di latte vaccino, cinque chili di grano duro: ve l'immaginate un agricoltore che poggia una cesta di arance su un bancone di un bar e chiede un caffè? Ovviamente, il mio vuol essere un piccolo e semplice esempio, per dimostrare quanto sia poco remunerato il lavoro dei nostri agricoltori rispetto a quanto i consumatori sono disposti a spendere per acquistare tali prodotti, singoli o trasformati.

Nonostante il settore alimentare abbia occupato un tempo nel tempo un numero maggiore di persone in confronto ad altri settori industriali, con quasi 1 milione di lavoratori pari al 3,7 per cento degli occupati in Italia, l'agricoltura è sempre stata considerata negli anni la “Cenerentola” del Paese. A dimostrarlo sono le tante emergenze che oggi ci ritroviamo ad affrontare, figlie dei carenti, se non proprio totalmente assenti, interventi strutturali dal passato.

Un aspetto fondamentale che ha contraddistinto il lavoro sui diversi contenuti di questo provvedimento varato dal Governo, è stato quello di intervenire sia nell'ambito delle emergenze in sé (perché gli agricoltori, allevatori delle diverse filiere produttive necessitano inevitabilmente di risposte immediate e chiedono risultati già nel breve periodo), ma al contempo sia con interventi strutturali per evitare che queste emergenze si ripropongano e ripetano negli anni a venire, affinché, insomma alla politica delle toppe si anteponga la politica di visione e di risoluzione dei determinati problemi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Diversi i settori in cui con questo provvedimento il Governo prima e la Commissione agricoltura poi sono intervenuti, ad iniziare dal lattiero-caseario, soprattutto per il comparto del latte ovino e caprino, che ha visto le vibranti proteste di piazza degli allevatori proprio poche settimane fa; un settore su cui avevamo già lavorato in Commissione agricoltura, approvando all'unanimità un'importante risoluzione. Oggi torniamo a confermare il nostro impegno, destinando una dotazione di 10 milioni di euro per il rilancio ed il sostegno del comparto, a cui si sommano 5 milioni di euro per fronteggiare gli interessi sui mutui delle imprese e 14 milioni di euro per il Fondo indigenti, che consentirà, quindi, l'acquisto di formaggi DOP prodotti esclusivamente con latte di pecora. Soprattutto, interveniamo con uno strumento che consentirà ai nostri produttori, anche a quelli di latte vaccino, di potersi sedere al tavolo delle trattative con il mondo della trasformazione avendo a disposizione gli stessi dati. Da domani, infatti, sia il prodotto italiano che quello straniero importato e presente sul territorio nazionale saranno tracciati: porremo fine così alle cagliate entrate - e che entrano tuttora - nel nostro Paese, che vengono poi utilizzate per realizzare prodotti nostrani spacciati per italiani quando non lo sono (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Con la tracciabilità dei prodotti e disponendo di dati certificati, gli allevatori potranno controllare l'andamento dei mercati ed avranno finalmente l'opportunità di contrattare un prezzo del latte che dia remunerazione e dignità al proprio lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Interveniamo, poi, sul settore agrumicolo, anch'esso in crisi. La dotazione finanziaria inserita in questo provvedimento è pari a 5 milioni di euro per fronteggiare gli interessi sui mutui accesi dalle imprese del comparto; a questi si aggiungono i 15 milioni di euro che sono già stati stanziati per il comparto. Diamo manforte, poi, al settore suinicolo con 5 milioni di euro, destinati a rafforzare i rapporti di filiera, ad aumentare l'informazione e la promozione dei prodotti suinicoli verso il consumatore, a migliorare la qualità ed il benessere animale promuovendo le innovazioni, i contratti di filiera e le organizzazioni d'impresa.

Diamo risposte anche ai pescatori. Se nei mesi passati il Governo ha dato un'accelerata storica ai diversi pagamenti del fermo pesca, oggi poniamo fine ad una questione che ha portato il mondo ittico a protestare finanche in Piazza Montecitorio: quel sistema sanzionatorio da più parti ritenuto davvero vessatorio e su cui da domani assicureremo un corretto bilanciamento tra precetto e sanzione per il contrasto alla pesca illegale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Poniamo fine a questioni che il Paese si porta dietro addirittura dagli anni Novanta, come il recupero del prelievo supplementare relativo alle quote latte: siamo sotto infrazione comunitaria, e se non interveniamo rischiamo pesanti sanzioni. Autorizziamo l'anticipazione del 50 per cento dell'importo richiesto sui pagamenti diretti PAC, dando respiro alle imprese agricole e dei settori in crisi. Rimpinguiamo il Fondo di solidarietà nazionale per interventi indennizzatori con ulteriori 20 milioni di euro. Facciamo sì che i contratti di filiera recepiscano già di fatto quei parametri che permettano di evitare le cosiddette pratiche sleali e le situazioni di squilibrio, misure su cui proprio in questi giorni si sta esprimendo l'Unione europea. Siamo intervenuti su un problema che ci trasciniamo da anni e che riguarda gli zuccherifici. Abbiamo stanziato 2 milioni di euro per le imprese olivicole dei Monti Pisani, che hanno subito il disastro dell'incendio. Garantiamo il proseguimento dell'attività di messa in sicurezza e bonifica del territorio occupato dallo stabilimento Stoppani.

Soprattutto interveniamo sul settore che è stato il motivo iniziale e la causa scatenante di questo provvedimento, ovvero il settore olivicolo-oleario, che ha subìto nella ragione a maggior vocazione, ovvero la Puglia, dove si produce il 50 per cento dell'olio nazionale e l'8 per cento dell'olio mondiale, la combinazione di due enormi calamità che hanno inferto un duro colpo alla filiera.

Due calamità la cui drammaticità ha visto unito tutto, o quasi tutto il fronte agricolo, dagli imprenditori ai braccianti ai frantoiani, che hanno lasciato a casa ognuno la propria bandiera, per indossare un'unica casacca di colore arancione: le gelate straordinarie verificatesi a cavallo tra febbraio e marzo 2018 e l'avanzata del batterio da quarantena Xylella fastidiosa, che la scienza - e con la scienza intendo il fronte scientifico, e non qualche singolo ricercatore indipendente, le cui pubblicazioni sono sconosciute agli stessi colleghi - ci conferma portare a morte certa gli ulivi.

Con questo provvedimento, tanto atteso dal comparto olivicolo, diamo finalmente applicazione alla declaratoria di calamità, permettendo l'accesso in deroga al Fondo di solidarietà nazionale e concedendo pertanto i relativi vantaggi fiscali, contributivi e sui mutui alle imprese olivicole colpite dalle gelate. Il nostro raggio d'azione ha contemplato l'intera filiera olivicola, interessandosi dei sinora dimenticati frantoi che svolgono un ruolo fondamentale, che è quello della trasformazione. Il crollo della produzione nei territori colpiti dalle gelate li ha costretti, nell'ultima campagna olearia, a chiudere i battenti anzitempo a fine ottobre, a novembre o, in alcuni casi, addirittura a non iniziare proprio l'attività. Per costoro abbiamo stanziato un contributo di otto milioni di euro in conto capitale. Se da un lato, per l'intero settore olivicolo, abbiamo previsto cinque milioni di euro per fronteggiare gli interessi sui mutui delle imprese, dall'altro, scongiuriamo che queste emergenze reddituali e produttive sfocino in emergenze sociali di intere comunità, concedendo quel sostegno previdenziale e assistenziale in favore dei lavoratori agricoli e dei piccoli coloni.

L'altra devastante calamità che sta cambiando lo scenario della Puglia, modificandone radicalmente il paesaggio e cancellando una tradizione secolare se non millenaria, è l'avanzata del batterio Xylella fastidiosa. Oggi e solo oggi, con il Governo Conte, passiamo dalle parole ai fatti, con un coinvolgimento delle forze politiche e delle richieste delle associazioni di produttori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Dobbiamo far sì che questa crisi, questa vera e propria tragedia diventi un'opportunità per rilanciare l'intero comparto olivicolo. Mentre altri Paesi, come la Spagna, negli ultimi trent'anni, hanno redatto, finanziato e realizzato ben cinque piani olivicoli, surclassandoci in produzione e redditività, la politica in Italia ne ha solo annunciati due, realizzandone zero. Per questo servono riforme importanti, nonché una visione futura, sinora totalmente assente e che a suo modo è anche una causa di ciò a cui stiamo assistendo oggi, in Puglia. L'intento è quello di risollevare l'olivicoltura italiana, partendo proprio dal Salento, con un piano di rigenerazione olivicola e di rilancio dell'economia agricola che ha visto un impegno concreto di ben 300 milioni di euro a valere sul Fondo di solidarietà e coesione, messi a disposizione dal Ministro Lezzi, che si sommano ai 100 già stanziati in precedenza.

Intervenendo lungo tutta la filiera, dai produttori sino ai frantoiani, nei territori considerati infetti, gli interventi da portare avanti sono di altro tipo, dato che la crisi persiste da ormai cinque anni e che, quindi, dovranno essere inglobati in un piano di rilancio dell'intera area, ripensando un'economia che ad oggi non c'è praticamente più.

PRESIDENTE. Concluda, per favore, ha esaurito il suo tempo.

GIUSEPPE L'ABBATE (M5S). In definitiva, sosteniamo completamente la nostra ferma volontà politica con un impegno economico importante e senza precedenti. È la dimostrazione di come questa maggioranza tenga davvero a cuore il settore primario. Introduciamo più norme generali che vanno anche a far fronte a futuri attacchi fitosanitari, in modo tale da non far trovare il nostro Paese non preparato…

PRESIDENTE. Concluda, deve concludere.

GIUSEPPE L'ABBATE (M5S). Per tutte queste ragioni, dichiariamo fermamente e convintamente il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

FILIPPO GALLINELLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FILIPPO GALLINELLA, Relatore. Presidente, voglio ringraziare in primis tutte le forze politiche che hanno collaborato a migliorare il decreto, sia in Commissione che in Aula. L'agricoltura ha sempre unito e io mi auguro che nel prosieguo dei nostri lavori questo clima venga mantenuto, io mi impegnerò a farlo. Ringrazio il Ministro e i sottosegretari perché sono stati sempre presenti nella discussione di questo decreto e con loro abbiamo migliorato il testo, per dare risposte sempre più concrete agli agricoltori. Poi, ringrazio gli uffici della Camera, in particolar modo la segreteria e tutto il personale, perché giorno e notte hanno lavorato a migliorare il testo e a coordinarlo.

È una grande soddisfazione per me, è il mio primo decreto e credo di aver fatto, insieme ai colleghi, un grande lavoro (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

(Coordinamento formale - A.C. 1718-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1718-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1718-A: Conversione in legge del decreto-legge 29 marzo 2019, n. 27, recante disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi e di sostegno alle imprese agroalimentari colpite da eventi atmosferici avversi di carattere eccezionale e per l'emergenza nello stabilimento Stoppani, sito nel comune di Cogoleto.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 65) (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle

e Lega- Salvini Premier).

Approvazione in Commissione.

PRESIDENTE. Comunico che nella seduta di oggi, mercoledì 17 aprile 2019, la IX Commissione permanente (Trasporti, poste e telecomunicazioni) ha approvato, in sede legislativa, la seguente proposta di legge di iniziativa dei deputati Marino, Mura, De Martini, Pittalis, Rotelli, Barbuto, Barzotti, Bruno Bossio, Cabras, Cadeddu, Carinelli, Corda, De Lorenzis, Deiana, Ficara, Grippa, Manca Alberto, Pentangelo, Perantoni, Raffa, Rosso, Scagliusi, Scanu, Sozzani, Termini e Vallascas: “Modifiche alla legge 9 agosto 2017, n. 128, in materia di affidamento dei servizi di trasporto nelle ferrovie turistiche isolate dalla rete ferroviaria nonché di vigilanza sull'applicazione delle norma di sicurezza”, con il seguente nuovo titolo: “Modifiche alla legge 9 agosto 2017, n. 128, in materia di affidamento dei servizi di trasporto nelle ferrovie turistiche”.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera in data odierna, il presidente del gruppo MoVimento 5 Stelle ha comunicato che il comitato direttivo del gruppo ha deliberato l'espulsione della deputata Sara Cunial ai sensi dell'articolo 21 dello statuto del gruppo. Pertanto, a decorrere dalla medesima data, la deputata Sara Cunial cessa di far parte del gruppo del MoVimento 5 Stelle.

La predetta deputata si intende conseguentemente iscritta al gruppo Misto.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra i gruppi, nella seduta di domani, giovedì 18 aprile, avrà luogo a partire dalle ore 12 il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge recante disposizioni per il riconoscimento della cefalea primaria cronica come malattia sociale.

Seguirà, a partire dalle ore 13, l'esame del Documento di economia e finanza 2019. Conseguentemente, il seguito dell'esame degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno della odierna seduta è rinviato alla seduta di martedì 30 aprile, dove sarà collocato, come stabilito dal vigente calendario dei lavori, prima degli altri argomenti già previsti. Nell'ambito di tale seduta, avrà comunque priorità l'esame della proposta di legge n. 680, concernente l'esercizio di funzioni di prevenzione e accertamento delle violazioni in materia di sosta.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gianpaolo Cassese. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO CASSESE (M5S). Colleghi e colleghe, voglio condividere con voi quanto accaduto in questi giorni e quanto sta accadendo in queste ore nella mia terra, la Puglia, soprattutto nei comuni del tarantino, dove si è abbattuta l'ennesima calamità naturale. Grandinate di inusitata violenza, l'ultima ieri pomeriggio, ci hanno consegnato un paesaggio sfigurato e surreale, totalmente coperto, in pieno aprile, da una coltre bianca, avvolto da una nebulosa di ghiaccio, con distese di piantagioni distrutte, colture ancora in fiore devastate e con gli agricoltori ancora una volta in ginocchio. Prima, Pulsano, San Giorgio Jonico, Roccaforzata, Monteiasi; poi, Montemesola, Massafra, Martina Franca, Crispiano, Fragagnano, Monteparano, San Marzano di San Giuseppe e Grottaglie, colpiti al cuore.

Grottaglie, la mia città, che oggi piange i danni subiti dalle pregiate uve da tavola, soprattutto per le varietà tardive, che, data la stagione, non erano ancora del tutto protette con le consuete coperture. Una vera sciagura!

Così stiamo pagando fortemente anche il prezzo della tropicalizzazione del clima. Così gli agricoltori sono costretti a bere ogni volta la parte più amara del calice. Dovremmo fare uno sforzo in più congiuntamente, istituzioni locali e nazionali ed associazioni di categoria, per svolgere un lavoro di sensibilizzazione verso gli operatori agricoli, affinché si tutelino di fronte al ripetersi di sempre più frequenti eventi climatici straordinari, come previsto dal decreto legislativo n. 102, che, come sappiamo, non interviene a supporto dell'agricoltore se non si supera una determinata soglia del danno o se la coltura è assicurabile. Ciò consentirebbe di non trovarci ad affrontare questa emergenza ogni volta con interventi straordinari, come quello del “decreto-legge emergenze agricole” appena approvato dalla Camera, che interviene anche sui danni provocati dalle gelate in Puglia così come sulla Xylella. La nostra agricoltura è troppo preziosa per non essere protetta, e questo il Governo lo sa bene, come vediamo dai provvedimenti che sta attuando. Auspico che gli enti locali preposti - so che alcuni si sono già attivati - procedano rapidamente per verificare l'estensione e la gravità dei danni subiti e chiedano, se sussistono i presupposti, che venga riconosciuto lo stato di calamità.

PRESIDENTE. Deve concludere.

GIANPAOLO CASSESE (M5S). Sono certo che il Governo sarà ancora una volta…

PRESIDENTE. È andato oltre il tempo a sua disposizione.

GIANPAOLO CASSESE (M5S). Sono due minuti o sbaglio?

PRESIDENTE. Sono passati da 23 secondi.

GIANPAOLO CASSESE (M5S). Sono certo che il Governo sarà ancora una volta dalla parte degli agricoltori e del loro prezioso lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Decade dalla possibilità di intervenire a fine seduta il deputato Roberto Morassut, che non c'è.

Ha chiesto di parlare il deputato Carlo Giacometto. Ne ha facoltà, per un minuto.

CARLO GIACOMETTO (FI). Presidente, mi fa un po' effetto intervenire nella giornata odierna nel sostenere le ragioni di Radio Radicale e del servizio pubblico che ha svolto ininterrottamente dal 1975 ad oggi, proprio nel giorno in cui ci ha lasciati la sua voce storica. Non ho infatti avuto il privilegio, come la collega Polverini, di conoscere personalmente Massimo Bordin, ho però avuto, credo come tutti qui dentro, la fortuna di ascoltare la sua rassegna stampa e di conoscere il suo lavoro, apprezzandone professionalità, competenza, intelligenza, cultura, ironia, amore per la democrazia e per le libertà. Con la sua scomparsa, viene a mancare il punto di riferimento, l'asse portante dell'intera storia di Radio Radicale, con il suo sguardo in assoluto più attento, più forte e anche più critico. Per ribadire ancora una volta, prendendo parte alla maratona oratoria del mio gruppo, la nostra avversione appunto più radicale alla fine delle sue trasmissioni, vorrei smontare due fake news: la prima è che Radio Radicale non è una semplice emittente, ma una testata giornalistica che svolge attività di informazione di interesse generale; la seconda è che la convenzione che regola il rapporto tra la Radio e il Ministero non è piovuta dal cielo ma è frutto di una gara che si è svolta nel 1994, di natura triennale.

PRESIDENTE. La ringrazio. Deve concludere.

CARLO GIACOMETTO (FI). Mancano trenta secondi.

PRESIDENTE. Trenta secondi proprio no, perché lei ha sforato di quasi un minuto. Non ci siamo.

CARLO GIACOMETTO (FI). Mancano 33 giorni alla fine delle trasmissioni, credo che il Ministro Di Maio, il Vicepremier, possa trovare le risorse necessarie e il tempo per salvaguardare una storia fondamentale che coincide con l'Italia contemporanea (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pietro Pittalis. Ne ha facoltà. Ha un minuto a disposizione, io la preavviso, non possiamo fare interventi da due minuti.

PIETRO PITTALIS (FI). Me li fa recuperare, Presidente.

PRESIDENTE. Cosa le faccio recuperare?

PIETRO PITTALIS (FI). Sta parlando lei…

PRESIDENTE. Guardi, è in automatico: quando parlo io, automaticamente il cronometro si ferma, quindi lei stia sereno.

PIETRO PITTALIS (FI). Allora inizio da questo momento, benissimo. Signor Presidente, colleghe e colleghi, Forza Italia continua da questi banchi a denunciare l'atteggiamento cinico e pilatesco di questo Governo e del sottosegretario Crimi sulle sorti di Radio Radicale, destinata nel disegno di questi signori a scomparire dal panorama della libera e non condizionabile informazione. Uno strumento che da decenni trasmette le sedute del Parlamento, le riunioni di tutti i partiti e i processi nelle aule di giustizia senza intermediazioni giornalistiche, dando voce a tutti indistintamente; un mezzo che si è fatto messaggio e che ha contribuito - lo dico senza retorica - alla crescita politica e culturale del nostro Paese. Il suo essere servizio pubblico è scritto con lettere di fuoco nella storia dell'Italia repubblicana. In passato Radio Radicale è stata difesa e sostenuta da uomini come Marco Pannella, con iniziative non violente, con gli scioperi della fame e della sete, consapevole che si trattava di difendere gli spazi di libertà di tutti e per tutti. Oggi Marco Pannella non c'è più e non può più parlare in difesa di Radio Radicale.

PRESIDENTE. Concluda.

PIETRO PITTALIS (FI). Non c'è più neanche Massimo Bordin, Presidente, e allora - e concludo veramente - non lasciamo che Radio Radicale cessi la propria attività per poi un giorno doverne celebrare mestamente…

PRESIDENTE. Grazie, il messaggio è chiarissimo. Ha chiesto di parlare il deputato Carlo Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Presidente, è un po' di anni che rifletto su come finalmente riuscire a risolvere il problema delle pensioni, o meglio il problema dei pensionati, che quando arrivano alla pensione ricevono secondo me molto meno di quanto hanno pagato e di quanto avrebbero ottenuto se il 34 per cento del lordo che danno all'INPS venisse messo a frutto fin dal primo giorno di lavoro, visto che viene consegnato all'ente già dal primo mese di lavoro il primo 34 per cento del lordo dello stipendio, che poi viene trattenuto per 40-45 anni, a volte anche di più. L'unica possibilità, a mio parere, è di ritornare al sistema a capitalizzazione, perché il cosiddetto sistema a ripartizione è solamente un gioco di parole per giustificare l'ammanco da parte di tutti i Governi di tutti gli anni trascorsi - e anche di tutti gli Stati - che ha immediatamente speso quelle somme che avrebbero dovuto essere utilizzate per aumentare il capitale.

PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è scaduto.

CARLO FATUZZO (FI). È quello che si aspettano tutti i pensionati. Quindi, viva i pensionati! Pensionati, all'attacco!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Roberto Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Signor Presidente, troppi pazienti italiani sono lasciati senza medicine salvavita perché ai grandi distributori conviene rastrellare sul nostro mercato e rivenderli a prezzi più alti nel Nord Europa. Parliamo di farmaci indispensabili per la salute, come anticoagulanti o prodotti contro l'Alzheimer, che spariscono regolarmente dal nostro Paese per essere smerciati all'estero. A volte i medicinali essenziali smettono di essere disponibili anche per più settimane di seguito. Dopo una segnalazione di un malato, questa mattina mi sono recato personalmente in diverse farmacie romane chiedendo se fosse disponibile un farmaco utilizzato per curare la sindrome extrapiramidale tremorigena, in pratica il Parkinson: è introvabile! Questo malato, finite le sue piccole scorte, rischia una progressione della sua malattia. È uno scandalo purtroppo legale. Annuncio un atto di sindacato ispettivo a cui mi auguro il Ministro della Salute risponda nell'immediato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Caterina Licatini. Ne ha facoltà.

CATERINA LICATINI (M5S). Presidente, colleghi, alcuni paesi della Sicilia hanno già intrapreso un percorso virtuoso volto alla realizzazione di un sistema di raccolta differenziata che, seppur non capillare, intende optare per un modello basato sulla riduzione e riutilizzo e riciclo del rifiuto. In merito all'attuazione della raccolta differenziata nella regione Sicilia, con particolare riferimento allo smaltimento della frazione organica, che rappresenta quasi il 40 per cento dei rifiuti prodotti, si riscontra un numero assolutamente insufficiente di impianti di compostaggio. Tra l'altro, alcuni di questi risultano inidonei ed altri sono stati chiusi. È il caso dell'impianto di compostaggio della Sicilfert, del comune di Marsala, sequestrato dalla magistratura per le irregolarità riscontrate e per reati di inquinamento ambientale. Da ultimo, invece, è il caso del sito di Belpasso, la cui rottura è stata determinata da uno scorretto conferimento, ovvero ferro al posto dell'umido, costringendo attualmente circa 50 comuni siciliani a conferire presso altre sedi o addirittura in discarica. Inoltre, a seguito della chiusura di questi impianti, gli enti locali interessati si sono visti aumentare il costo dello smaltimento dell'umido dai 100 euro a tonnellata a 190 euro, a discapito chiaramente della cittadinanza. Giusto per fare un esempio, la prima chiusura del sito di Belpasso è costata al comune di Marsala ben 50 mila euro in più. Oltre agli effetti di carattere igienico-sanitario ed economici, si corre il rischio di non poter assicurare le percentuali di raccolta differenziata come previsto dalla normativa vigente ed una ancora più grave proliferazione di discariche abusive.

Non secondario, inoltre, che tale disservizio finisce di fatto con il vanificare i progressi compiuti da cittadini negli ultimi anni verso la raccolta consapevole ed efficiente. Superare queste criticità si deve, se si intende davvero proseguire nella strada della civiltà. Da siciliana sento ancora più pressante il dovere di sollecitare…

PRESIDENTE. Concluda.

CATERINA LICATINI (M5S). …un intervento urgente da parte della regione per poter garantire un'adeguata gestione del flusso dei rifiuti provenienti dai comuni. Attendiamo una risposta, anzi la Sicilia attende (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Marialuisa Faro. Ne ha facoltà.

MARIALUISA FARO (M5S). Grazie, Presidente. Faccio questo intervento a nome mio e dei miei colleghi della provincia di Foggia per unirci al dolore per la perdita del maresciallo maggiore Vincenzo Di Gennaro, ucciso a Cagnano Varano il 13 aprile. È un evento che ha scosso tutta la provincia di Foggia. Ringraziamo sempre le forze dell'ordine che quotidianamente con coraggio antepongono la loro vita al fine di tutelare e garantire la sicurezza dei cittadini. Il maresciallo era orgoglioso di prestare servizio nella sua provincia, con fierezza indossava la sua divisa e noi siamo orgogliosi di aver avuto un uomo che ha dedicato tutta la sua vita ad aiutare gli altri. È stato definito il carabiniere buono, perché giusto, corretto e rispettoso verso i cittadini e i suoi colleghi. Il suo nome deve essere ricordato e diventare il simbolo di una provincia che vuole ribellarsi ad un'immagine che non le appartiene. Ed oggi vogliamo salutarti così, come facevano i cittadini di Cagnano Varano: ciao marescià e grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bernardo Marino. Ne ha facoltà.

BERNARDO MARINO (M5S). Colleghi, oltre cinquecento dipendenti della compagnia aerea Air Italy di stanza nella base di Olbia, potrebbero perdere il posto di lavoro a causa della decisione del vettore di abbandonare l'aeroporto Costa Smeralda. Su una situazione figlia di una serie di complicazioni legate al nuovo bando per la continuità territoriale della Sardegna che, per l'ennesima volta, è stato bocciato dalla Commissione europea, al di là delle questioni tecniche sulle scelte operate dalla precedente amministrazione regionale che di fatto hanno portato nuovamente il caos sui cieli della Sardegna, è evidente che la politica deve provare in tutti i modi ad evitare un nuovo dramma sociale, deve impedire in tutte le maniere che la forza lavoro di una compagnia storica per Olbia e la Sardegna - si tratta della ex Alisarda poi Meridiana - venga definitivamente annullata dopo il bagno di sangue causato dalla precedente crisi societaria risoltasi con l'arrivo di Qatar Airways nella compagine azionaria. Oggi i dipendenti di Alitalia hanno visto cancellato l'operativo del loro vettore sulle storiche rotte da Olbia per Roma e Milano operate per oltre cinquant'anni dalla compagnia. Questi lavoratori chiedono a gran voce che le istituzioni tutelino il loro diritto al lavoro: non possiamo e non dobbiamo lasciarli soli in questa battaglia cruciale per le sorti economiche e occupazionali del territorio della Gallura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Erik Umberto Pretto. Ne ha facoltà.

ERIK UMBERTO PRETTO (LEGA). Grazie, Presidente. Nel tardo pomeriggio di ieri due agenti della polizia locale di Vicenza in servizio presso il Parco di Campo Marzo sono stati accerchiati con fare minaccioso da una trentina di immigrati di origine africana nel corso di un normale controllo. Uno degli stranieri, dopo aver rifiutato l'identificazione, ha aggredito brutalmente i due agenti ferendoli con una violenza tale che uno dei due ha subito il distacco di una falange a causa dei morsi inferti. Dopo l'arresto si è scoperto che lo straniero è un cittadino nigeriano di ventun anni, in Italia con permesso di soggiorno per motivi umanitari. È stata un'aggressione turpe, orribile, barbara e certamente estranea alla civiltà che siamo abituati a conoscere nei nostri territori. La società italiana è stata fin troppo tollerante nei confronti di simili personaggi che, giunti in Italia, hanno approfittato del nostro Stato sociale, mostrando totale mancanza di rispetto verso la nostra comunità nazionale. Il diritto di rimanere nel nostro Paese deve essere meritato in seguito a un percorso di integrazione che vada prima voluto e cercato da parte di chi vuole stabilirsi in Italia. Chi crea disordine contribuendo a creare situazioni di degrado o delinquenza va respinto nel primario interesse dei cittadini italiani. La tutela della sicurezza è una priorità che la Lega ha preso, un impegno con gli elettori che onoreremo grazie all'operato del nostro Ministero dell'Interno Matteo Salvini. Ai due agenti feriti e a tutti i servitori dello Stato va la nostra piena solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Stefania Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Ieri, su Raiuno, è andata in onda una prima puntata di una fiction intitolata “L'Aquila: le grandi speranze” e noi, grazie anche alla grande promozione che la RAI ha fatto e grazie anche ai trailer e alle ospitate nelle trasmissioni di talk, immaginavamo un racconto serio e che facesse riferimento alle nostre grandi battaglie, alle nostre grandi sofferenze, alle grandi speranze. Ci siamo invece, già dopo i primi minuti, trovati di fronte a degli espedienti narrativi che hanno camuffato completamente la vicenda storica e hanno sovrapposto cose che nulla hanno a che fare con quella vicenda ancora viva nel dolore, a pochi giorni dal decennale. In particolare voglio segnalare come fatto molto grave in una fiction della RAI pubblica, l'uso che è stato fatto di giovani che scorrazzavano all'interno delle mura storiche e tra le macerie come bande, baby gang che combattevano tra di loro tra fumogeni e bastonate per accaparrarsi i resti delle macerie. Vorrei dire al popolo italiano, a quei 3 milioni che hanno guardato quella puntata e alla RAI che è un'immagine indecente: nessun ragazzo ha mai rubato, non ci sono state baby gang; i ragazzi non potevano andare in bicicletta nel centro storico dell'Aquila perché era chiuso;…

PRESIDENTE. Concluda per favore.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). I nostri figli in quei giorni erano nelle tendopoli e nella costa con un unico desiderio: dimenticare il terremoto e tornare nella loro casa e nella loro scuola. È una cosa indecente: la RAI ci deve chiedere scusa e deve cambiare registro. Sul terremoto non si possono fare questi giochi, questi escamotage insopportabili e propagandistici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gianluca Benamati. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BENAMATI (PD). Grazie, Presidente. Intervengo su un argomento affatto diverso. Richiamo il decreto-legge “crescita” che è stato approvato, salvo intese, il 4 di aprile dal Consiglio dei ministri e ad oggi, 17 aprile, non è ancora in disponibilità delle Camere. Apprendiamo dalle agenzie di stampa, da un retroscena del Governo, che forse ci sarà un nuovo passaggio in Consiglio dei ministri alla fine del mese di aprile, se non ai primi giorni di maggio. Signor Presidente, questo pone due questioni e una che vorrei sottolineare alla Presidenza della Camera. Una di forma che in politica è anche sostanza: in questo caso l'articolo 77 della Costituzione ci dice che alla decretazione d'urgenza deve seguire la consegna alle Camere. Un lasso ragionevole di tempo è ammissibile: in questa condizione credo che lo abbiamo superato. La seconda questione invece è proprio di sostanza: stiamo discutendo il DEF con una crescita debole, debolissima - 0,1 per cento del Pil per quest'anno - incredibile secondo la mia opinione perché sarà molto meno, ma appoggiata su questo decreto crescita come elemento sostanziale per ottenerla. Quindi vede che le ragioni perché questo decreto giunga rapidamente alle Camere ci sono. Questo ritardo, signor Presidente, ed è quello che vorrei chiedere a nome anche del mio gruppo, fa sì che anche il Presidente della Camera, anche la Presidenza - mi avvio a conclusione - debba stigmatizzare il comportamento del Governo chiedendo al Governo un comportamento diverso per il presente e per il futuro perché ogni farsa, signor Presidente, ha i suoi limiti e qui i limiti li abbiamo abbondantemente superati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Alessandra Ermellino. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA ERMELLINO (M5S). Grazie, Presidente. Quattordici indagati questa mattina a Taranto per accuse a vario titolo di frode e falso in atto pubblico nell'ambito di un'indagine sui servizi d'accoglienza migranti. Il capoluogo ionico, soprattutto in queste ultime settimane, è al centro della cronaca giudiziaria per fatti che in vari ambiti non sembrerebbero funzionali alla tutela dell'interesse pubblico. Prima di accennare al caso delle ultime ore, voglio esprimere la mia gratitudine per il lavoro svolto dagli inquirenti e dai loro bracci operativi, le Forze Armate e le forze dell'ordine: che il mio ringraziamento li raggiunga proprio oggi che in Aula abbiamo ricordato l'importanza della prevenzione per contrastare gli eventi criminosi. L'ultimo evento che merita di sicuro accertamenti non fa altro che confermare la tesi che ho sempre sostenuto sull'argomento dell'accoglienza a Taranto avallata in senso generale da una parte del percorso che stiamo facendo qui in Parlamento. Le persone, a prescindere se coinvolte dalle tratte infami o reduci da viaggi della speranza, non rappresentano né un dato da utilizzare per attaccare gli avversari politici né uno strumento per fare business.

Non voglio essere promotrice di politiche unicamente utili a infiammare posizioni considerate da qualcuno razziste oppure, al contrario, scadere in un ottuso buonismo che si culla della protesta contro la disumanità dell'uomo contro l'uomo. Auspico, però, che non appena si faccia chiarezza su questo ultimo caso di cronaca, tutti smettano di rincorrere facili slogan e che si entri, anche a Taranto, nel merito di un problema sociale reale e concreto che merita soluzioni invece delle solite strumentalizzazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gianfranco Di Sarno. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO DI SARNO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, colgo l'occasione per portare all'attenzione di quest'Aula i fatti gravissimi verificatesi oggi a Sant'Anastasia, in provincia di Napoli, dove all'istituto di scuola primaria “Tenente De Rosa” è crollata una parete divisoria nel corso delle lezioni, creando un'evidente situazione di pericolo per l'incolumità degli studenti e di tutto il personale scolastico. Nel crollo sono rimasti coinvolti cinque bambini e un insegnante di sostegno, che fortunatamente hanno riportato solo diverse contusioni medicate dal personale del 118 intervenuto sul posto unitamente alle forze dell'ordine, che hanno messo in sicurezza la zona coinvolta. Come è ben noto, i nostri ragazzi devono sentirsi al sicuro e ciò costituisce una priorità del Governo che ha già stanziato il primo miliardo per l'antisismica, velocizzando le procedure di assegnazione dei fondi agli enti locali proprietari di immobili a uso scolastico su cui grava il compito di destinare tali risorse per la messa in sicurezza e per la ristrutturazione degli edifici pericolanti. Concludo, Presidente, evidenziando che tali eventi non sono causati dalla mancanza di risorse economiche ma dall'inefficienza dei controlli sulla manutenzione e sulla prevenzione attuata nel corso di questi anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 18 aprile 2019 - Ore 12:

1. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

LAZZARINI ed altri; PINI ed altri: Disposizioni per il riconoscimento della cefalea primaria cronica come malattia sociale. (C. 684-1109-A)

Relatrice: LAZZARINI.

(ore 13)

2. Discussione del Documento di economia e finanza 2019. (Doc. LVII, n. 2)

La seduta termina alle 20,55.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni nn. 1, 2 e 3 e dalla votazione n. 34 alla n. 64 il deputato Vinci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 16 il deputato Mariani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 11 e 30 il deputato De Luca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 13 la deputata Gobbato ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 21 e 22 la deputata Murelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 22 il deputato Sensi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 24 la deputata Spena ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 30 il deputato Benamati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 31 e 32 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 33 la deputata De Angelis ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 33 il deputato Massimo Enrico Baroni ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

nelle votazioni dalla n. 35 alla n. 64 il deputato Benvenuto ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 40 i deputati Perconti e Villani hanno segnalato che hanno erroneamente votato a favore mentre avrebbero voluto votare contro;

nella votazione n. 41 il deputato Massimo Enrico Baroni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 41 e 44 il deputato Zoffili ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 42 e 43 il deputato Zoffili ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 52 la deputata Foscolo ha segnalato che si è erroneamente astenuta mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 55 la deputata Barzotti ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 62 il deputato De Maria ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 1718-A - em. 9.4 446 446 0 224 204 242 71 Resp.
2 Nominale em. 9.5 445 444 1 223 203 241 70 Resp.
3 Nominale em. 9.14 451 450 1 226 210 240 70 Resp.
4 Nominale em. 9.15 459 459 0 230 214 245 70 Resp.
5 Nominale em. 9.10 463 463 0 232 217 246 70 Resp.
6 Nominale em. 9.13 462 462 0 232 218 244 69 Resp.
7 Nominale em. 9.100 469 467 2 234 220 247 67 Resp.
8 Nominale em. 9.7 471 469 2 235 221 248 67 Resp.
9 Nominale art. prem. 010.06 484 483 1 242 229 254 65 Resp.
10 Nominale art. prem. 010.08 483 377 106 189 121 256 65 Resp.
11 Nominale art. prem. 010.04 475 474 1 238 216 258 62 Resp.
12 Nominale art. prem. 010.09 480 380 100 191 122 258 62 Resp.
13 Nominale art. prem. 010.010, 010.011 472 472 0 237 224 248 63 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale art. prem. 010.0108 468 468 0 235 217 251 63 Resp.
15 Nominale art. prem. 010.0101 472 471 1 236 217 254 63 Resp.
16 Nominale art. prem. 010.0102 485 484 1 243 222 262 63 Resp.
17 Nominale art. prem. 010.0103 484 484 0 243 225 259 61 Resp.
18 Nominale art. prem. 010.0104 482 482 0 242 219 263 61 Resp.
19 Nominale art. prem. 010.0105 483 483 0 242 224 259 61 Resp.
20 Nominale art. prem. 010.0106 484 484 0 243 225 259 61 Resp.
21 Nominale art. prem. 010.0100 484 483 1 242 222 261 61 Resp.
22 Nominale art. prem. 010.015 484 484 0 243 221 263 61 Resp.
23 Nominale art. prem. 010.05 481 481 0 241 217 264 61 Resp.
24 Nominale art. prem. 010.07 484 484 0 243 221 263 61 Resp.
25 Nominale em. 10.5 482 482 0 242 219 263 61 Resp.
26 Nominale em. 10.3 484 484 0 243 224 260 61 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 10-bis.300 465 267 198 134 267 0 61 Appr.
28 Nominale em. 10-ter.100 rif. 473 473 0 237 473 0 61 Appr.
29 Nominale em. 10-quater.100 470 445 25 223 444 1 61 Appr.
30 Nominale em. 11.1, 11.4 460 459 1 230 205 254 61 Resp.
31 Nominale em. 11.2 465 465 0 233 206 259 61 Resp.
32 Nominale em. 11.100 428 428 0 215 175 253 61 Resp.
33 Nominale em. 11-bis.100 411 411 0 206 410 1 61 Appr.
34 Nominale art. agg. 11-bis.01, 11-bis.020 436 436 0 219 181 255 77 Resp.
35 Nominale art. agg. 11-bis.02, 11-bis.016 432 432 0 217 177 255 75 Resp.
36 Nominale art. agg. 11-bis.03, .017, .023 442 442 0 222 189 253 75 Resp.
37 Nominale em. 11-ter.101 rif. 443 443 0 222 443 0 75 Appr.
38 Nominale em. 12.1 rif. 443 443 0 222 443 0 75 Appr.
39 Nominale em. 12.101 rif. 438 258 180 130 258 0 75 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 12.100 441 441 0 221 191 250 75 Resp.
41 Nominale em. 12.300 433 433 0 217 433 0 75 Appr.
42 Nominale em. 12.18 444 444 0 223 97 347 74 Resp.
43 Nominale em. 12.22 445 445 0 223 92 353 74 Resp.
44 Nominale em. 12.301 438 438 0 220 437 1 74 Appr.
45 Nominale em. 12.3 449 449 0 225 7 442 74 Resp.
46 Nominale em. 12.200 452 452 0 227 451 1 73 Appr.
47 Nominale em. 12.4 455 455 0 228 115 340 73 Resp.
48 Nominale em. 4-bis.200 453 453 0 227 452 1 73 Appr.
49 Nominale em. 4-bis.300 454 366 88 184 365 1 73 Appr.
50 Nominale subem. 0.7.100.200 447 447 0 224 447 0 73 Appr.
51 Nominale em. 7.100, 7.101, 7.102 450 450 0 226 450 0 73 Appr.
52 Nominale art. agg. 10.012 454 453 1 227 198 255 73 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale em. 10-quater.101 rif. 457 457 0 229 457 0 73 Appr.
54 Nominale art. agg. 10-quater.0200 n.f. 447 447 0 224 447 0 73 Appr.
55 Nominale odg 9/1718-A/27 434 433 1 217 177 256 69 Resp.
56 Nominale odg 9/1718-A/31 434 429 5 215 173 256 69 Resp.
57 Nominale odg 9/1718-A/33 441 441 0 221 184 257 68 Resp.
58 Nominale odg 9/1718-A/35 446 446 0 224 187 259 68 Resp.
59 Nominale odg 9/1718-A/36 439 434 5 218 177 257 67 Resp.
60 Nominale odg 9/1718-A/40 439 439 0 220 181 258 67 Resp.
61 Nominale odg 9/1718-A/41 443 371 72 186 112 259 67 Resp.
62 Nominale odg 9/1718-A/42 440 361 79 181 103 258 67 Resp.
63 Nominale odg 9/1718-A/53 431 430 1 216 172 258 67 Resp.
64 Nominale odg 9/1718-A/60 429 350 79 176 95 255 67 Resp.
65 Nominale Ddl 1718-A - voto finale 400 275 125 138 275 0 62 Appr.