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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 156 di giovedì 4 aprile 2019

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 10.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO AMITRANO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,03).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari,   Battelli, Benvenuto, Bitonci,   Bonafede, Claudio Borghi, Brescia, Businarolo, Cirielli, Colletti, Colucci, Davide Crippa, D'Inca', D'Uva, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Ferraresi, Gregorio Fontana, Frusone, Gallinella, Gallo, Gava, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Guerini, Invernizzi, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Lupi, Micillo, Migliore, Molinari, Morelli, Morrone, Napoli, Parolo, Rampelli,   Rizzo,  Saltamartini, Schullian, Scoma, Sisto, Spadafora e Vignaroli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente novantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Grazie, Presidente. E' notizia di questa notte che le truppe del generale Haftar sono a 100 chilometri da Tripoli, un'avanzata inaspettata molto più veloce del previsto. Noi chiediamo che il Presidente del Consiglio venga a riferire in Aula sulla situazione della Libia. Abbiamo visto, in modo molto chiaro, le fotografie del 12 e del 13 Novembre, del vertice di Palermo in cui il Presidente del Consiglio ha detto che avrebbe tentato un intervento di mediazione tra il Presidente Serraj e il generale Haftar. Se i risultati sono questi, ovvero un'avanzata molto rapida delle truppe del generale Haftar alla conquista di Tripoli, mi chiedo esattamente di che cosa abbia parlato il Presidente del Consiglio al vertice di Palermo. Qualche settimana fa c'è stato un tentativo di mediazione negli Emirati Arabi di cui l'Italia è stata solo informata, non è stata neanche invitata al tavolo. Esattamente su quali interessi italiani sta mediando il Presidente del Consiglio? Quanto il Governo si sta interessando della Libia? Qual è la reale situazione della Libia? In questa Aula, in questa Camera non si parla di Libia da settembre, nonostante numerose richieste dell'opposizione. Chiediamo che, con il deteriorarsi della situazione militare, il Presidente del Consiglio venga a riferire. La Libia è al centro dei nostri interessi strategici, non possiamo continuare a far finta di nulla perché il Governo non sta facendo nulla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Quartapelle. La sua richiesta verrà posta alla Presidenza per un confronto con il Governo, per la presenza del Governo in Aula.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signor Presidente. Noi, come gruppo del Partito Democratico, ieri abbiamo richiesto un intervento immediato del Governo con riferimento alle accuse, o meglio alla denuncia che il Ministro dell'Economia ha fatto, attraverso il principale quotidiano del nostro Paese, il Corriere della Sera, di minacce e di attacchi nei suoi confronti. Il Governo naturalmente non ci ha risposto, ma la lettura dei giornali di oggi è, sotto questo profilo, da un lato esemplificativa, e, dall'altro, preoccupante.

Signor Presidente, un sottosegretario, cioè un membro del Governo, ha ritenuto di dover rilasciare una dichiarazione con riferimento agli attacchi denunciati dal Ministro Tria, sostenendo che quegli attacchi - testuali parole – “non provengono dall'intelligence del MoVimento 5 Stelle”.

Chiedo a lei - e, per il suo tramite, al Presidente Fico - se possa essere lecito nel nostro Paese che movimenti politici siano dotati di una intelligence. Chiedo a lei - e per il suo tramite al Presidente Fico - se sia normale che un membro del Governo risponda ad un altro membro del Governo, sostenendo che, “sì”, vi sono evidentemente degli attacchi di carattere personale, ma che questi non provengono da una intelligence interna al partito che esprime quel sottosegretario. Ora, la situazione potrebbe essere ben raffigurata da Ionesco, se non fosse che noi stiamo in un Paese che sarebbe la settima potenza industriale del mondo e che è rappresentata, dal punto di vista del Governo, da questi personaggi che non trovano niente di meglio che scambiarsi questi obliqui messaggi attraverso i principali mezzi di comunicazione del nostro Paese. Noi riteniamo che, anche a seguito delle gravi dichiarazioni del sottosegretario Buffagni, vi sia innanzitutto l'obbligo da parte del Presidente della Camera di approfondire questi aspetti.

Cosa significa? C'è un'intelligence? C'è una struttura segreta parallela? È finanziata da chi? È portata avanti da un movimento di governo, che tiene sotto controllo magari parlamentari? O è una “voce dal sen fuggita”? Questo è un tema molto delicato e noi crediamo di doverlo denunciare in quest'Aula e crediamo che l'atteggiamento di ignavia sin qui tenuto dal Presidente della Camera, sotto questo profilo, sia un atteggiamento a cui assolutamente porre freno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Borghi. Non credo che il Presidente della Camera abbia avuto atteggiamenti di ignavia. Comunque la sua preoccupazione verrà riportata al Presidente della Camera, che, ove riterrà, interverrà sulla questione.

Cogliamo l'occasione, prima di sospendere la seduta, di salutare gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto di istruzione superiore “Don Milani”, di Rovereto, che sono venuti a seguire i nostri lavori odierni (Applausi).

Sospendiamo brevemente la seduta, che riprenderà alle 10,20 con votazioni.

La seduta, sospesa alle 10,10, è ripresa alle 10,20.

Seguito della discussione della proposta di legge: Massimo Enrico Baroni ed altri: Disposizioni in materia di trasparenza dei rapporti tra le imprese produttrici, i soggetti che operano nel settore della salute e le organizzazioni sanitarie (A.C. 491-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 491-A: Disposizioni in materia di trasparenza dei rapporti tra le imprese produttrici, i soggetti che operano nel settore della salute e le organizzazioni sanitarie.

Ricordo che, nella seduta del 1° aprile, si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentate del Governo sono intervenuti in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 491-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge, nel testo della Commissione, e delle proposte emendative presentate.

Avverto che, fuori della seduta, gli emendamenti 5.7 Bond e 5.8 Pedrazzini sono stati ritirati dai presentatori. Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

In particolare, il parere della V Commissione reca due condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 491-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA PROVENZA, Relatore. Buongiorno, Presidente, grazie. Sugli identici emendamenti 1.100 Ubaldo Pagano e 1.102 Pedrazzini, parere favorevole, mentre sull'emendamento 1.2 Pedrazzini, invito al ritiro. Sull'emendamento 1.101Ubaldo Pagano, invito al ritiro…

PRESIDENTE. È ritirato. Emendamento 1.3 Mugnai?

NICOLA PROVENZA, Relatore. Sull'emendamento 1.3 Mugnai, parere contrario, così come sull'emendamento 1.1 Rostan, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.100 Ubaldo Pagano e 1.102 Pedrazzini, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, solo per questa prima votazione stiamo attendendo, le prossime andranno molto più rapidamente. Nel frattempo, salutiamo gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto professionale di Stato per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera - complimenti - IPSSAR “Tor Carbone” di Roma. Grazie della vostra presenza qui tra noi, oggi (Applausi).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Collega Andreuzza, mi dispiace, nonostante i sette minuti di votazione, non è riuscita a votare. Ne prendiamo atto nel verbale.

Passiamo all'emendamento 1.2 Pedrazzini, sul quale c'è un invito al ritiro. Viene accolto? No.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Pedrazzini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Mugnai, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Rostan, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 491-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

NICOLA PROVENZA, Relatore. Grazie, Presidente. Sull'emendamento 2.5 Ubaldo Pagano il parere è contrario, sull'emendamento 2.100 Lorefice il parere è favorevole, sull'emendamento 2.2 Rostan il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Il Governo esprime parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.5 Ubaldo Pagano, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.100 Lorefice, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2 Rostan, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.

Dichiaro aperta… Revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Grazie, signor Presidente. Solo per far rilevare sull'articolo 2 che, ai fini della presente legge, si intende, per impresa produttrice, qualunque soggetto, anche appartenente al terzo settore. Prima lo facevo osservare al Governo, al sottosegretario: qui si rischia di rendere la vita difficile anche ai prestatori di servizi, che sono fondamentalmente soggetti semplici, una Croce bianca o una Croce verde, che devono in qualche maniera denunciare, attraverso una lungaggine burocratica, dei dati che sono sensibili sotto alcuni punti di vista, ma non per loro, che fondamentalmente sono dei prestatori di servizi semplici. Allora, la mia denuncia, ma anche l'appello che rivolgo al relatore in Aula e al Governo, è che il terzo settore francamente non lo avrei previsto in questo provvedimento legislativo. Per questo motivo, Presidente, il nostro voto sull'articolo 2 è contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

Avverto che l'emendamento 6.101 Menga è stato ritirato dalla presentatrice.

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 491-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

NICOLA PROVENZA, Relatore. Sugli emendamenti 3.21 e 3.100 Gemmato, 3.101 Rostan, 3.102 Novelli, 3.110 Gemmato, 3.10 Mugnai, 3.6 Rostan, 3.11 Versace, 3.111 e 3.20 Ubaldo Pagano, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.21 Gemmato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Riteniamo che questo sia un emendamento assolutamente di buonsenso. Per chi ha letto approfonditamente l'articolato in approvazione, si renderà conto che i limiti imposti sono limiti, come dire, troppo restrittivi. In Commissione addirittura, nella prima lettura, il limite era a 10 euro; il Presidente dell'ANAC, Cantone, ci ha fatto notare in una audizione serena, trasparente, lineare, che un limite così basso corre il rischio di ingessare e imballare il sistema e di ottenere, fondamentalmente, un risultato opposto a quello che la legge si prefigge, ovvero far arrivare centinaia di migliaia di segnalazioni, che, verosimilmente, poi, non produrranno l'intelligibilità dei dati. Perché se io devo andare a cercare fra centinaia di migliaia di segnalazioni, rapporti fra singoli e industrie farmaceutiche diventa assolutamente difficile. Il limite di 50 euro noi l'abbiamo sostituito con il limite di 200 euro a transazione. Lo voglio ricordare a tutti quanti: se due medici si incontrano e vanno a cena sicuramente spendono più di 50 euro; questo determinerebbe che cosa? Che quella cena debba essere segnalata e mi pare questo un atteggiamento da un lato giacobino nell'intento, ma, soprattutto, ripeto, e condividiamo le perplessità del Presidente Cantone, ingesseremmo lo strumento e il mezzo, e otterremmo l'esatto contrario di ciò che con questa legge noi ci prefiggiamo.

Quindi, sostanzialmente noi chiediamo che il limite, da 50 euro, venga portato a 200 euro per singolo evento, e, su scala annuale, portato invece da 500 euro a 2.000 euro annui.

Ritengo che sia - mi appello ai colleghi estensori di questo provvedimento - un emendamento assolutamente di buonsenso, che va nella direzione di portare chiarezza e snellezza al provvedimento.

PRESIDENTE. Onorevole Gemmato, consideriamo questo suo riferimento al suo emendamento 3.100, che parlava delle cifre.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Signor Presidente, colleghi, le proposte emendative che sono state presentate dal collega Gemmato sono finalizzate un po' tutte a rendere più facilmente applicabili le norme previste dalla proposta di legge, che giustamente ha la finalità di aumentare la trasparenza nel settore sanitario, in particolare nei rapporti tra le aziende produttrici e gli operatori sanitari, però diciamo anche, con questi emendamenti, che vogliamo escludere dall'ambito di applicazione degli obblighi di comunicazione le attività che rientrano in un normale rapporto commerciale fra azienda e operatore. È il caso, per esempio, delle iniziative che vengono promosse nell'ambito del rapporto contrattuale tra aziende produttrici e farmacie e che riguardano l'erogazione di benefit per lo svolgimento di attività di pharmaceutical care o di prevenzione e promozione della salute. Quindi, pregheremmo il Governo e anche il relatore di ripensare alla contrarietà su questo tipo di emendamenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Presidente, anche Forza Italia ha presentato un emendamento che va su questa linea, anche perché tenere un limite così basso, di 50 euro, significa veramente ingessare tutto, bloccare tutto. Allora l'appello che faccio ai relatori, agli estensori della legge ma anche al Governo è quello di rivedere il limite: portiamolo almeno a 150-200 euro, com'è la proposta che ho sentito del collega; in qualche maniera dare un segnale che 50 euro nella comunicazione ufficiale e obbligatoria diventa un blocco dal punto di vista mentale ma anche e soprattutto dal punto di vista della burocrazia e della comunicazione. Quindi chiedo al relatore di poter intervenire, se possibile, o magari sospendere un attimo per poi rivedere l'emendamento.

NICOLA PROVENZA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA, Relatore. Presidente, era soltanto per ribadire che nel corso dell'esame in sede referente abbiamo sostanzialmente affrontato questa tematica delle soglie, che partivano, nel testo originario, da 10 euro, e abbiamo compreso che probabilmente la soglia troppo bassa avrebbe creato problematiche di enormi adempimenti e di burocratizzazione eccessiva, che potevano in qualche modo rendere il provvedimento poco agevole. Però, c'è un particolare che sottende alla natura stessa di questo provvedimento, che è rappresentato dal criterio di una trasparenza diffusa. Abbiamo provato ad argomentare più volte su questo tema, cercando di dimostrare che la trasparenza diffusa è un momento di fiducia da istituire nell'ambito di questo provvedimento, ma soprattutto quello di evitare di ragionare su questa norma in maniera persecutoria. Si tratta soltanto di portare alla luce dei trasferimenti di valore, questa soglia, che è stata frutto di una mediazione, è anche l'obiettivo di una trasparenza diffusa, che, dal nostro punto di vista, deve rimanere un cardine culturale di questa proposta di legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, è chiaro ed evidente che la finalità di trasparenza è una finalità che è condivisa ed assolutamente condivisibile, il punto è che l'attività di mediazione di cui parlava il relatore, quindi di portare il limite da 10 a 50, in realtà non tiene conto di quello che succede nella realtà quotidiana, non tiene conto di quelli che sono le quantità quotidiane di soldi che si spendono: con 50 euro oggi si può comprare davvero molto poco.

Allora noi rischiamo, invece, nel momento in cui parliamo di sburocratizzazione, di alleggerimento delle procedure e di velocizzazione di alcuni processi, contemporaneamente di andare a bloccare una procedura, che diventa davvero onerosa, non solo per chi la deve effettuare ma anche per chi teoricamente poi dovrebbe essere il fruitore finale di quella trasparenza. Noi crediamo che l'emendamento presentato dall'onorevole Gemmato sia assolutamente di buonsenso e che potrebbe essere accantonato.

PRESIDENTE. Io mi permetto - e interloquisco con il relatore, perché c'è anche una richiesta di accantonamento, che non so se verrà formalizzata, ma chiederò al relatore di ascoltarla - solo di suggerire - perché io non entro nel merito - a chi ha la competenza per farlo, a tutti i gruppi, maggioranza e opposizione, che il dibattito d'Aula, visto anche le esperienze che abbiamo fatto nel recente passato, serva per verificare qual è il testo su cui si vuole arrivare all'approvazione.

Onorevole relatore, c'è una richiesta di accantonamento sull'emendamento 3.21 Gemmato, faccia una valutazione.

NICOLA PROVENZA, Relatore. Contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD). Presidente, l'intento di una maggiore trasparenza di tutto il complesso normativo è da noi condiviso, peraltro si inserisce nel solco di altre normative approvate nella precedente legislatura che vanno in tal senso. Certo, il testo normativo che era arrivato in Commissione era eccessivamente stringente: si prendeva spunto da normative di altri Paesi europei e non, che però si fondava su un presupposto che tutti quanti gli auditi ci hanno testimoniato essere irraggiungibile. Il primo era la gestione dei flussi informativi, perché una soglia troppo bassa, a 10 euro, avrebbe significato la gestione di informazioni e di flussi informativi che difficilmente sarebbero stati poi decriptabili. Noi proponevamo qualcosa di più stringente e più uniforme rispetto alla normativa su tutte le regalie, le donazioni a qualsiasi titolo erogate a pubblici dipendenti, che era appunto la soglia dei 150 euro, o, in subordine, di accogliere una proposta che peraltro ci veniva dall'ANAC, cioè di demandare a un decreto ministeriale successivo l'individuazione più puntuale con tutti i soggetti che operano nella materia per poter definire quale potesse essere la soglia più opportuna.

Peraltro, inizialmente il provvedimento prevedeva che la gestione dei flussi informativi avvenisse senza alcun tipo di risorse, invece nell'esame che vi è stato, e anche grazie all'apporto dei soggetti auditi, abbiamo compreso che questo era assolutamente impossibile, e il provvedimento che oggi arriva in Aula prevede una dotazione finanziaria - secondo noi ancora insufficiente rispetto all'obiettivo - appunto per innestare presso il Ministero della salute una unità che possa gestire questo flusso di informazioni. Quindi, evidentemente la soglia dei 50 euro è forse troppo bassa, noi avremmo preferito una soglia che potesse essere uniforme anche con tutti gli altri pubblici dipendenti, anche per non dare l'idea di un eccesso di punitività nei confronti di quelli che sono gli operatori del comparto sanitario che, ricordo a tutti, non sono dei delinquenti incalliti ma sono quelli che permettono che possa essere esercitato il diritto alla salute in maniera compiuta e non semplicemente declinandolo all'interno di un articolo costituzionale. Però, questo è stato il punto di sintesi sul quale la Commissione si è ritrovata, per questo noi proveremmo a suggerire al relatore un supplemento di verifica su quegli emendamenti che sono non solo del collega Gemmato ma anche di altri colleghi - che poi affronteremo in seguito - sulla possibilità di andare ad incidere sulla soglia delle dichiarazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (M5S). Grazie, Presidente. Grazie all'ottimo lavoro che è stato fatto in Commissione, sono state messe a sistema tutte le dichiarazioni che sono state fatte dagli auditi, oltre a tutte le dichiarazioni che sono state fatte dalle altre forze politiche. E proprio tutte queste altre forze politiche hanno preteso di innalzare la soglia minima iniziale di 10 euro, considerata troppo bassa, pur essendo la stessa soglia, dobbiamo dirlo, applicata per leggi analoghe già felicemente in vigore in altri Paesi, come gli Stati Uniti e la Francia. Ora, non credo che i Paesi del Sud Europa debbano godere di una trasparenza, in linea di principio, con una gradazione diversa rispetto ad altri Paesi occidentali. Noi abbiamo, quindi, alzato la soglia di 5 volte, fino a 50 euro, ma, rispetto a questo, voglio fare un inciso, la prestigiosa rivista JAMA, il Journal of the American Medical Association, in una pubblicazione molto recente evidenzia una progressione lineare di prescrizioni mediche all'aumentare di semplici pasti offerti da parte di informatori scientifici. È uno studio che analizza il numero di prescrizioni dei medici dopo aver ricevuto, durante la pausa pranzo, i promotori scientifici di farmaci analgesici oppiacei. Questo è uno studio fatto su ben 25.767 medici e la rivista ha un impact factor altissimo per chi è aduso a frequentare le riviste scientifiche, parliamo di un punteggio di 19.

Noi non siamo stati bravi a spiegare l'importanza del fatto che, dopo dieci pasti da 10 o 20 dollari ciascuno, l'aumento delle prescrizioni di farmaci oppioidi è aumentato in media di sei volte. La scienza non sarà democratica, ma, in questo caso, più alziamo la soglia, più gli impediamo di studiare anche gli stessi bias che riguardano i propri comportamenti interni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Bagnasco. Ne ha facoltà, per un minuto.

Onorevole Bagnasco alzi il microfono. Si tira su.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Eccolo lì, più bello che mai. Presidente, solamente per invitare con molta serenità e tranquillità al buonsenso. Ho ascoltato gli interventi di tutti; in Commissione si è parlato molto di questa soglia, si è partiti da 10 euro, siamo arrivati a 50. Io credo che sicuramente ci sarà qualche caso, caro collega, in cui qualcheduno - e ciò purtroppo è molto triste – si sia fatto aiutare, nella sua sensibilità, da cifre di 10 o 20 euro, ma questo è molto triste. La mia preoccupazione, cari colleghi, è che, invece, mettendo un limite così basso, perché 50 euro al giorno d'oggi è una cifra estremamente esigua, si invitano poi le aziende a trovare escamotage diversi. È un invito subdolo, in qualche modo non voluto, sicuramente, a trovare situazioni diverse.

Quindi, l'invito che rivolgo a tutti i colleghi, soprattutto ai relatori del MoVimento 5 stelle, che sono molto impegnati e, direi anche, in maniera estremamente positiva, è di rivedere la loro posizione e arrivare a una formulazione più equa, tipo 100 euro che, comunque, è sempre una cifra abbastanza bassa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

MARCELLO GEMMATO (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Collega Gemmato, lei ha già parlato. Ci sono alcune regole inderogabili.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Gemmato. Ne ha facoltà. Anche lei alzi il microfono, onorevole Gemmato.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Chiedo scusa, Presidente. Faccio ammenda di aver discusso l'emendamento 3.100, rispetto al 3.21 e tutto il dibattito si è incentrato sul 3.100, ma noi stiamo discutendo il 3.21. Solo il collega Zucconi ha fotografato questo fatto.

PRESIDENTE. Perché, evidentemente la conosce meglio, onorevole…

MARCELLO GEMMATO (FDI). Sicuramente, ho fatto cattiva scuola ai colleghi. Allora, riterrei che, in questo momento, Presidente, lei, in qualità di Presidente, dovrebbe ricondurre all'ordine la discussione.

PRESIDENTE. Io ho ricondotto, dopo il suo intervento, che eravamo sul 3.21. Penso che, comunque, chi voterà avrà presente il testo e lo voterà con consapevolezza.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.21 Gemmato, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.100 Gemmato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Ci riproviamo. Allora, vorrei per suo tramite ricordare all'onorevole Provenza e all'onorevole Baroni che l'intento del gruppo di Fratelli d'Italia è parimenti uguali…

PRESIDENTE. Collega Gemmato, chiederei ai colleghi maggior silenzio. Prego, onorevole.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Come dicevo, l'intento del gruppo di Fratelli d'Italia e, penso, dell'Aula tutta, è quello di portare moralizzazione in un comparto strategico socialmente ed economicamente della nostra nazione. Partire dall'assunto per cui alzare le soglie sia un atto prodromico a generare confusione e peggio ancora amoralità, mi risulta essere altamente offensivo dei parlamentari di questa mia parte politica.

Colleghi Provenza e Baroni, e lo dico con amicizia, perché ne abbiamo già discusso in Commissione, il nostro intento è quello di sburocratizzare un mezzo - ce l'ha detto il presidente Cantone - che, se fosse oggetto di segnalazioni da 50 euro in su, porterebbe a un ingessamento della piattaforma, ma, soprattutto, renderebbe illeggibili i dati che affluirebbero, perché noi ci troveremmo ad assistere a centinaia di migliaia di segnalazioni; 50 euro sono pressoché una mezza cena fatta al centro di Roma, una mezza cena fatta fra due soggetti. Allora, questo determinerebbe un afflusso di dati troppo alto per rendere poi leggibile e gestibile il mezzo.

Ritengo sia una posizione di fermezza, in questo momento, rispetto anche a una forza politica, qual è quella di Fratelli d'Italia, che non vi sta chiedendo nulla, se non di alzare leggermente la soglia, peraltro, immagino, anche, non arrecando un danno di bilancio, quindi, non c'è un quantum in più determinato da questo innalzamento di soglia. Pertanto, si tratta di una proposta immediatamente accettabile dalla maggioranza. Ritengo che sia un incaponimento rispetto a una forza politica che, in maniera costruttiva e collaborativa, in questo momento, si pone un obiettivo identico al vostro, e ve lo ribadisco, noi vogliamo moralizzare la sanità e vi stiamo dando un suggerimento per snellire il tutto. Ritengo che questo atteggiamento di chiusura non sia un atteggiamento sano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Anche Forza Italia vuole creare una sorta di trasparenza e moralizzazione del sistema, però lo studio che ha letto l'onorevole Baroni, che stimo per i suoi interventi tecnici in Commissione, è uno studio che porterebbe, secondo me, se i medici lo ascoltassero tutti, un po' di arrabbiatura, perché lui dice, caro sottosegretario, che, dopo dieci mangiate o dieci bevute, uno prescrive con più facilità uno psicofarmaco. Ebbene, è la deontologia professionale? Onorevoli colleghi, un medico tutela un bene primario fondamentale come la salute e la deontologia professionale? Allora, diciamocelo fino in fondo, se volete che questo provvedimento esca da questo Parlamento con un voto quasi unanime, secondo me dovete rivedere questa soglia. Ma, poi, onorevoli colleghi, Baroni e relatore, ha senso parlare di 50 euro in Parlamento, ha senso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

Ha senso parlare di 50 euro? Ma siamo caduti così in basso? 50 euro è il limite! Non avrebbe più senso andare a definire, da parte del Governo, con un provvedimento a margine, parallelo, la definizione dei criteri? Il Parlamento si mette a legiferare su 50 euro: siamo caduti veramente in basso, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, già come fatto erroneamente probabilmente per l'emendamento precedente, noi siamo a richiedere l'accantonamento di questo emendamento perché siamo assolutamente convinti che questa questione debba essere ancora discussa, considerate anche le posizioni che sono state espresse in Aula. Per cui, evidentemente, questa questione va affrontata in maniera più approfondita e indubbiamente lo si può fare attraverso un accantonamento, che del resto non solo non modifica i lavori d'Aula ma darebbe la possibilità di discutere di una questione che rischia, invece, di paralizzare il provvedimento e che rischia, soprattutto, di paralizzare quella che è poi l'applicazione concreta di questo provvedimento.

PRESIDENTE. C'è una richiesta formale di accantonamento. Chiedo al relatore, se ha fatto le sue valutazioni, di raccontarcele. Prego, onorevole Provenza.

NICOLA PROVENZA, Relatore. Parere contrario.

PRESIDENTE. Sta bene. Onorevole Lucaselli, le chiedo se c'è una formalizzazione in tal senso: prendo atto che c'è una formalizzazione della richiesta di accantonamento. Ha chiesto di parlare a favore dell'accantonamento l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo ovviamente a favore dell'accantonamento perché ritengo che sia opportuno fermarci un attimo, accantonare questo emendamento e riuscire serenamente a determinare una soglia che sia più accessibile. Parliamo di 200 euro, rispetto all'economia nostra, ricordando, peraltro, che le soglie vengono mutuate da altri contesti e da altre nazioni, soglie che, evidentemente, in positivo e in negativo, hanno un loro storico. Mutuare pedissequamente ciò che altre nazioni fanno mi sembra stupido, quindi invito il relatore a un attimo di ravvedimento. Chiaramente, noi voteremo a favore.

PRESIDENTE. Prendo atto che non vi sono interventi contrari alla proposta di accantonamento. Intanto, informo che, eventualmente, l'accantonamento comprenderà anche gli emendamenti 3.101 Rostan, 3.102 Novelli e 3.110 Gemmato, perché trattano dello stesso argomento.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'emendamento 3.100 Gemmato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 62 voti di differenza.

Pertanto restiamo sul merito dell'emendamento.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Bagnasco. Ne ha facoltà per un minuto.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Presidente, siamo ripetitivi, ma mi sembra di parlare a chi non vuol capire: lo dico con grande serenità, anche perché in Commissione questa situazione è stata dibattuta con grande serenità. Partendo dal presupposto che tutti i gruppi politici, nessuno escluso - tutti i gruppi politici, nessuno escluso! - avevano e hanno, per quanto riguarda noi di Forza Italia, la stessa identica volontà di moralizzare la situazione, credo che non solo a parole ma anche nei fatti e nel modo con cui hanno votato, con cui sono intervenuti e con cui hanno spiegato le varie situazioni, si sia dimostrato che questa era la volontà comune.

Ora, mi sembra, sinceramente, che non vogliamo capire che 50 euro è offensivo, ma è offensivo soprattutto per tutti gli operatori sanitari, che siano da una parte o dall'altra della barricata. È fortemente offensivo per gli operatori sanitari…

PRESIDENTE. Grazie, collega.

ROBERTO BAGNASCO (FI). …e, come ha detto anche l'onorevole Bond, è fortemente offensivo anche per questo Parlamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (PD). Grazie, Presidente. Io ho ascoltato con molta attenzione il suo intervento. Mi rivolgo soprattutto alla maggioranza e al Governo: l'Aula non è un luogo di recepimento rituale e superficiale, invece è un luogo molto importante, perché ulteriori miglioramenti sono stati fatti anche in altre circostanze. Noi speriamo che anche su questo provvedimento - e soprattutto su alcuni emendamenti - si produrrà un effetto migliorativo ulteriore.

Intervengo per far capire a molti colleghi, che hanno già fatto risuonare in quest'Aula alcuni argomenti, che il gruppo del PD, come proveremo a chiarire in dichiarazione di voto, non arriva a una posizione condivisa su questo provvedimento, travolto da una deriva che molte volte, in termini anche comunicativi malevoli, è stata anche immessa nel sistema sanitario. Noi ci siamo arrivati dopo aver ascoltato e dopo aver approfondito rigorosamente la questione. Voglio ricordare a molti colleghi che alcuni codici di autoregolamentazione - sia di Farmindustria, sia il codice deontologico dei medici, così come i tanti altri soggetti che sono stati auditi -, compresa la normativa nazionale che riguarda i dipendenti pubblici, prevedono un reticolo di provvedimenti che in qualche modo non fa sembrare sorprendente la soglia alla quale noi siamo giunti in termini anche di discussione in Commissione.

Noi, però, abbiamo votato favorevolmente sull'accantonamento perché pensiamo, se ci fosse ancora una possibilità, che il Governo e la maggioranza possano ulteriormente chiarire questo punto. Tuttavia, altresì, non condividiamo sostanzialmente alcune puntualizzazioni che sono state fatte perché l'intento del nostro parere, anche favorevole sul provvedimento, è assolutamente fuori da qualsiasi azione sanzionatoria a prescindere, punitiva o di una valutazione etica e morale del sistema sanitario nel nostro Paese, che è invece da sostenere e da accompagnare con le sue straordinarie eccellenze.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, Presidente. Anche noi - lo ha già ricordato l'onorevole Bond - siamo preoccupati perché un provvedimento sulla trasparenza, che è un provvedimento condiviso, per come si sta impostando, anche con il rifiuto dell'accantonamento dell'emendamento dell'onorevole Gemmato, forse ci porta verso una deriva che apre un'ombra sull'etica e sulla morale dei medici, costringendoli dentro un recinto che è preoccupante: perché è preoccupante ? Perché noi - l'abbiamo ripetuto più volte - abbiamo sia indicato i problemi di tipo tecnico che queste soglie così basse potranno portare poi nell'applicazione della norma, sia anche quella cosa molto più pericolosa che entra nella testa delle persone, che incominciano a guardare con estrema diffidenza alla classe medica e agli operatori sanitari, come se fossero categorie di persone da…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Novelli. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Io credo che il tema proposto con questo emendamento sia un tema che non ha niente di ideologico, ma che probabilmente tenta di riportare un provvedimento che, magari in buona fede e magari su spinta anche ideologica, prova a dare una regolamentazione a una necessità, cioè quella della pubblicità delle pubbliche relazioni in ambito medico e sanitario, con dei criteri che però assurgono alla non ragionevolezza. Concludo velocemente.

Mi permetto di suggerire che, così come è scritta, questa norma rischia di favorire la stessa cosa, ma in nero, non tracciabile; quindi mi permetto di offrire una soluzione, se i relatori vorranno accoglierla con grande pacatezza: proponete un emendamento dei relatori, riscrivetela conferendo la possibilità di determinare la cifra (anche perché nel tempo le cose cambiano) con un decreto ministeriale…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

EMANUELE PRISCO (FDI). Concludo, Presidente. …sentendo le categorie. Con un confronto sano, quindi, tra il Governo e le categorie trovare una norma ragionevole che stia in questa realtà, per favore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, Fratelli d'Italia, come ha detto l'onorevole Gemmato, è assolutamente d'accordo con la trasparenza; ma quando parliamo di trasparenza dobbiamo parlare anche di semplificazione degli atti amministrativi, altrimenti tradiamo quello che è un dettato che dev'essere mantenuto dalle istituzioni e proposto alle realtà che si vedono poi ricadere determinati provvedimenti. Trasparenza e semplificazione, per rendere sostenibile quello che viene chiesto.

Questo, mi permetto di dire, non lo dice soltanto Fratelli d'Italia: abbiamo svolto in questi mesi delle audizioni, abbiamo sentito degli auditi….

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Concludo. Proprio l'ANAC, proprio Cantone ci ha detto che il punto debole di questo provvedimento in maniera determinante era la soglia eccessivamente bassa che veniva proposta. È quindi un'idea che noi proponiamo con forza, e che l'onorevole Gemmato ha voluto inserire in questo emendamento, perché addirittura l'ANAC ci dice che questa soglia diventa inattuabile; e quindi tradisce quella voglia di trasparenza, e tradisce quel dovere di semplificazione che ogni istituzione ha il dovere di inserire nei suoi provvedimenti.

PRESIDENTE. Grazie.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Noi continuiamo quindi a difenderlo, e chiediamo veramente al relatore di pensarci e di accogliere quelle che sono le richieste di Fratelli d'Italia, e quelle che sono le richieste dell'ANAC e quindi di Cantone (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

NICOLA PROVENZA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA, Relatore. Per riferire che effettivamente questo problema era stato sollevato, e proprio in questa direzione ci siamo mossi nel modificare le soglie. Questa considerazione ultima è quindi relativa al testo originario, che ovviamente è stato modificato.

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Volevo solo puntualizzare una cosa: in una necessità di trasparenza ampia, a me sinceramente sembra molto strano, da medico, sentir parlare di soglie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quello che dev'essere messo in chiaro e dev'essere trasparente è il rapporto di potenziale conflitto di interesse che ci può stare tra gli operatori: fosse per me le soglie non ce le avrei messe proprio. Parlare di 50 euro, 10 euro, 30 euro dà la falsa percezione che al di sotto di quello tutto è lecito, al di sopra non è lecito (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Potrebbe essere lecito al di sotto e al di sopra, basta che sia in chiaro: questa è la mia personale opinione.

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, diciamo che la sua personale opinione si materializza con il parere sugli emendamenti: quindi se ritiene, in questo senso, naturalmente l'Aula deve tener conto della valutazione che il Governo vuole dare.

DARIO BOND (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Solo per chiedere al sottosegretario che rappresenta il Governo se può intercedere con il relatore per accantonare questo emendamento. Lo faccia lei, viste le dichiarazioni che ha reso, che le fanno onore.

PRESIDENTE. No, onorevole sottosegretario… Almeno deve chiedere la parola, almeno quello (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Comunque l'accantonamento è già stato respinto.

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Forse mi sono espresso in maniera non molto chiara per tutti. Non è che io sia per l'accantonamento: secondo me anche a titolo gratuito uno deve mettere in chiaro se i rapporti sono potenzialmente conflittuali. Quindi per me 50 euro, 10 euro, 2 euro non fanno testo.

DARIO BOND (FI). Togliamo le soglie!

PRESIDENTE. Colleghi, questa discussione non può essere gestita così: se ci sono delle opinioni del Governo che modificano l'assetto normativo o prevedono modifiche di orientamento sugli emendamenti, il Governo ha tutti gli strumenti per chiedere o una sospensione o un accantonamento del problema.

Sono certo che l'Aula tiene conto della valutazione del Governo.

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, le do per la terza volta la parola, visto che me la chiede. Se si esprime in tal senso… Grazie.

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. La soglia posta per me è ininfluente, quindi l'accantonamento non ha senso. La soglia posta è ininfluente.

ENRICO BORGHI (PD). Abbiamo già votato l'accantonamento!

PRESIDENTE. Sta bene. Tanto l'accantonamento è già stato oggetto di una votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Presidente, però comunque, alla luce anche delle considerazioni del sottosegretario, che non sono peregrine certamente, io indicherei questa presa di posizione al relatore. Il nostro collega Prisco ha indicato una via tra l'altro che secondo me è la migliore, quando ha parlato di rinvio ad un decreto ministeriale, facendo presente che sempre si dice che è sbagliato mettere cifre non indicizzate nelle leggi, perché poi qualsiasi mutazione che dovesse intervenire necessita di una nuova prescrizione normativa; per cui mi pare che questo articolo sia veramente un pochino da rivedere. Alla luce, ripeto, delle osservazioni avanzate anche da un sottosegretario: se poi la Commissione non vuole tenere conto dei pareri del sottosegretario, se ne assume la responsabilità.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Sull'ordine dei lavori.

L'intervento del sottosegretario - che, ricordo, è anche un medico, ricercatore - è piuttosto rilevante. Considerando il fatto che il codice di autoregolamentazione a cui aderisce Farmindustria Italia è quello dell'EFPIA, e cioè è stato fatto proprio, la stessa cosa vale per Assobiomedica, che hanno quindi recepito completamente il codice europeo, che già prevede senza soglia l'obbligo di pubblicità nei siti del settore industriale, io crederei che forse sarebbe opportuno se sospendessimo un attimo i lavori: per fare una cosa buona e giusta, visto che stiamo disciplinando tutti i rapporti nella ricerca italiana, nel settore biomedico, per far almeno essere compliant i vari codici di autoregolamentazione che sono in circolazione, oggi sono già adottati. Tenendo conto anche che ancora non ci siamo: il vero problema sarà l'articolo 6 di questo provvedimento, e cioè come il Ministero può compiere la vigilanza su di una mole di dati così, quando non è a scopo volontario.

Forse una sospensione sarebbe dunque opportuna: non per motivi ostruzionistici, ma per far girare la ruota in modo tale che tutti otteniamo quello che vogliamo, e cioè una norma di trasparenza non punitiva, ma che faccia essere tutti gli operatori, quando lavorano, tranquilli, sapendo di poter fare le cose nel modo giusto, senza avere problemi poi, e nello stesso tempo continuare a compiere la propria attività di ricerca (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica).

PRESIDENTE. C'è una richiesta di sospensione presentata dall'onorevole Lorenzin finalizzata alla convocazione del Comitato dei nove. Io su questo penso che possiamo chiedere il parere del relatore, e poi ho visto alcune mani che si alzavano. Signor relatore…

Tenga conto dell'economia di tempo, ecco, complessiva.

NICOLA PROVENZA, Relatore. Sono contrario alla sospensione.

PRESIDENTE. Sta bene.

Se quindi la presidente Lorenzin ritiene di formalizzare… sì… la richiesta… Quindi, ci sarà una votazione in tal senso.

MARCO MARIN (FI). Chiedo di parlare a favore della sospensione.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO MARIN (FI). Presidente, al di là però della sospensione, che mi pare una richiesta di buonsenso, noi abbiamo il sottosegretario del Governo che ha detto delle cose che non hanno colore politico, che sono condivisibili. È un collega, un medico: abbiamo… Parrà strano forse a qualcuno, lo dico senza polemica, ma alle volte parliamo di magistrati e abbiamo dei magistrati che parlano in Aula; parliamo di medicina, abbiamo dei medici che parlano in Aula, che conoscono anche la materia.

Mi viene il dubbio che questo provvedimento - con la fretta può capitare - sia uscito un po' rabberciato dalla Commissione. Adesso viene in Aula, il sottosegretario dice delle cose; ho sentito dire prima delle cose sui medici (lo dico da medico), che oggettivamente - e mi rivolgo anche al Governo - fanno venire la pelle d'oca. Perché se anche su questo ci mettiamo a voler indicare i colpevoli, qui siamo nell'Aula parlamentare, ci son due forze politiche che sono al Governo: una è consolidata da esperienze anche territoriali e di Governo nazionale, l'altra diciamo che è nuova.

Adesso non è che vogliamo approvare un provvedimento in cui i medici diventano quelli cattivi: mettiamo i 10 euro, i 20 euro, i 30 euro, i 50 euro…Uno non sa neanche se può andare fuori a cena o a pranzo per non incorrere in quello in cui non vorrebbe mai incorrere, cioè in un problema di carattere giuridico, diciamo così (Applausi del deputato Bond).

Allora, il buon senso farebbe sospendere l'Aula non per rallentare, perché arrivano altri articoli importanti e per rimandare tutto in Commissione. Vorrei che il relatore parlasse almeno con il Governo perché il Governo oggi ci sta dicendo, da medico, da sottosegretario medico: guardate che così non funziona. Allora, ha senso tirare dritto perché ci sono i nemici da una parte e tutta la ragione dall'altra? Mi pare, francamente, che non si possa procedere in un provvedimento così importante in questo modo.

Si riunisca il Comitato dei nove - mi pare che il provvedimento sia uscito dalla Commissione, ripeto, abbastanza in fretta -, se ne parli con il Governo e si eviti di mettere dei limiti che umiliano anche la categoria medica, perché qui si sta parlando di umiliare la categoria medica e tutte le categorie collegate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. C'è un intervento contro la richiesta di sospensione? Onorevole Tiramani, prego.

PAOLO TIRAMANI (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo contro perché, secondo me, alcuni interventi, anche dei colleghi dell'opposizione, non hanno capito la natura del provvedimento. Noi da mesi in Commissione lavoriamo su una soglia che deve esserci, perché se una soglia non esiste, viene snaturato tutto il provvedimento. Quello che dice giustamente il sottosegretario, che forse è stato male interpretato da parte di qualcuno, è che probabilmente non dovrebbe esserci neanche la soglia perché si vorrebbe una massima trasparenza. Detto questo, anche andando a favore sulle linee guida richieste dall'ANAC, abbiamo ipotizzato che la soglia minima che andava inserita, di 10 euro, dovesse essere innalzata a 50 euro e questo è stato frutto di discussione per mesi e mesi. Oggi, con un emendamento, chiedere una sospensione e chiedere di rivedere nuovamente questa soglia, secondo me, mortifica il lavoro della Commissione di tutti questi mesi, quindi mi esprimo contrariamente a nome della Lega e della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di una breve sospensione per la convocazione del Comitato dei nove, che è stata presentata dalla collega Lorenzin, con il parere contrario della Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 56 voti di differenza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 Gemmato, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.101 Rostan.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Rostan. Ne ha facoltà.

MICHELA ROSTAN (LEU). Presidente, in linea con la discussione che si sta svolgendo e con gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, vorrei ricordare al relatore che l'Ordine nazionale dei medici, in audizione, ci ha detto che già il codice comunitario concernente i medicinali per uso umano all'articolo 123 prevede che è vietato concedere premi e vantaggi pecuniari, salvo che siano, ovviamente, di valore trascurabile. Allora, dire che una soglia di 50 euro possa effettivamente essere una soglia soddisfacente, è effettivamente per noi trascurabile perché non mi pare che sia capace di determinare una discriminante rispetto all'obiettività, soprattutto per il corretto svolgimento della professione. Ecco perché con questo emendamento noi chiediamo quantomeno di portarla a 100 euro per la donazione unitaria e a mille per quella complessiva annuale. Diciamo ciò per un semplice motivo, perché non vorrei che passasse il messaggio che questo provvedimento, che noi stiamo per votare in quest'Aula, sia soltanto un provvedimento contro la corruzione; deve essere, invece, un provvedimento che porta alla luce e rende trasparenti tutte quelle che sono le transazioni economiche, soprattutto i rapporti di collaborazione fra Big Pharma e medici.

Allora, alzare le soglie, quantomeno a 100 euro, a nostro giudizio appare necessario, soprattutto per non rischiare di creare e di costruire elenchi così lunghi da rendere effettivamente l'informazione un concetto solo apparente. Il rischio è proprio questo: rendere l'informazione un concetto solo apparente, perché poi si dà luogo effettivamente ad un calderone dove diventa difficile sostanzialmente distinguere un caso dall'altro (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.101 Rostan, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.102 Novelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.110 Gemmato, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Nel frattempo, salutiamo gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto superiore “Marco Casagrande” di Pieve di Soligo, che sono presenti stamattina a seguire i nostri lavori (Applausi). Grazie, ragazzi, per la vostra presenza.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.10 Mugnai, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.6 Rostan, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.11 Versace.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Presidente, questo emendamento, come del resto anche quello di Mugnai prima, è un emendamento che tende a semplificare la vita delle aziende e dei soggetti che operano nel settore sanitario. Che senso ha obbligare la comunicazione del codice fiscale e della partita IVA del soggetto, quando sappiamo benissimo chi è il beneficiario e chi è praticamente quello che fa l'operazione via rete? Non ha assolutamente senso mettere dei dati sensibili diciamo nella disponibilità, non dico di tutti, ma quasi. Quindi, noi chiediamo che al comma 3, lettera b), venga tolto l'adempimento di dichiarare il codice fiscale e la partita IVA del soggetto interessato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.11 Versace, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.111 Ubaldo Pagano.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD). L'emendamento è teso a sopprimere la lettera e) del comma 4, la quale prevede che la comunicazione obbligatoria debba contenere anche l'importo e il valore dell'erogazione dei beni, dei servizi o di altra utilità, ovvero la remunerazione della relazione d'interesse. In questo caso, la Corte dei Conti ci ha segnalato che una previsione del genere comporterebbe enormi difficoltà di adempimento da parte delle imprese su cui l'obbligo pende, nella misura in cui, sempre secondo la Corte, quest'obbligo presupporrebbe conoscenze profonde della normativa fiscale. Questo emendamento tende ad accogliere il suggerimento che la Corte dei Conti ci ha fatto in sede di audizione ed eliminare quel tipo di informazioni dal novero delle informazioni che le imprese saranno obbligate a fornire al Ministero; ciò per evitare che possa essere un ulteriore aggravio - in questo caso, sì, molto burocratico - per le imprese, su cui pende il maggior onere per il rispetto di questa normativa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, collega Pagano, vedo che ha un fan club.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo al collega Pagano di poter sottoscrivere questo emendamento e il successivo. Questo in particolare - l'ha spiegato molto bene - perché va incontro a quanto in audizione la Corte dei Conti ci ha rappresentato, ovvero non burocratizzare troppo il rapporto fra le aziende e il portale presso il quale verranno caricati gli elementi, perché diversamente renderemmo lo strumento ingestibile. Potete notare come tutte le nostre notazioni vadano in questa direzione, cioè rendere lo strumento flessibile e gestibile e non apportare una mole di dati che diversamente porterebbero lo stesso ad essere inutilizzabile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Presidente, solo per chiedere di sottoscrivere questo emendamento.

PRESIDENTE. Bene. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.111 Ubaldo Pagano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.20 Ubaldo Pagano.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie Presidente. Credo che il collega Pagano, che ho liberato dalle grinfie di Baroni, non si fosse accorto che parlavamo del suo emendamento che gli chiedevo di sottoscrivere, nella misura in cui condividiamo lo spirito dell'emendamento e cioè quello di evitare che i corsi ECM, l'educazione continua in medicina, che sono uno strumento obbligatorio, per quanto riguarda i medici, i farmacisti e gli operatori sanitari in genere, vengano ad essere aggravati e possano diventare a pagamento. Allo stato, i corsi ECM vengono organizzati dalle aziende non con un profilo di interesse, non con un profilo coercitivo rispetto alla prescrizione, ma immagino con una linea di orizzonte che è quella dettata dal fatto di far conoscere i propri prodotti o comunque approfondire delle tematiche cogenti per la classe medica e la classe scientifica. Ora, riteniamo che il fatto di dover segnalare e quindi burocratizzare quell'aspetto, potrebbe portare - questo è il nostro dubbio - al fatto che i corsi ECM diventino a pagamento e soprattutto vadano a nuocere a tutti quei colleghi iscritti ad ordini professionali, ma disoccupati, che evidentemente si trovano a dover pagare la Cassa di prestanza, si trovano a pagare l'ordine professionale di appartenenza e ora, pur da disoccupati, dovrebbero pagare anche i corsi ECM. Quindi, condivido e sottoscrivo questo emendamento ed evidentemente esprimo anche un parere favorevole e voterò a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento del collega Pagano, ma anche per far mio l'intervento dell'onorevole Gemmato.

PRESIDENTE. Bene. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Presidente, intervengo solo per sottoscrivere l'emendamento.

PRESIDENTE. Bene. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.20 Ubaldo Pagano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo alla votazione dell'articolo 3.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Intervengo in dichiarazione di voto sull'articolo 3. Voto contrario da parte di Forza Italia, proprio per le considerazioni che abbiamo fatto durante la discussione e per le proposte che non sono state accettate dei nostri emendamenti, ma anche degli emendamenti degli altri partiti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Anche noi esprimeremo voto contrario sull'articolo 3 e lo facciamo con vero rammarico, perché avremmo voluto contribuire all'articolazione di questa parte del provvedimento, contaminandolo con delle misure di buon senso. Purtroppo questo non è stato possibile farlo e quindi per questo votiamo contro. Mi permetto di dire anche che la rappresentazione che è emersa in questo pezzo di discussione d'Aula è una rappresentazione e una discussione che non ci rappresenta. Ingenerare il sospetto per cui si parli di Romanzo criminale e non della classe medica e scientifica, che ha assicurato al nostro sistema sanitario nazionale di diventare il quarto al mondo - fonte Bloomberg dello scorso anno - è qualcosa che non risponde alla verità e alla nostra coscienza. Secondo me, quando si parla della classe medica, lo si dovrebbe fare con deferenza, se ci sono mele marce - e lo dico per suo tramite al collega Baroni - non siamo noi che ce ne dobbiamo occupare, ma è la Magistratura che se ne deve occupare in maniera puntuale, e lo fa - te lo posso assicurare - in maniera stringente.

Quindi, però, far assurgere a elemento esemplificativo o rappresentativo il medico che delinque e che giustamente deve andare in galera, rispetto alla totalità dei medici, che invece sono operatori sanitari e che - ripeto - hanno consentito al nostro Sistema sanitario nazionale di celebrare, l'anno scorso, il quarantesimo anno di compleanno, o rappresentarlo come membro di una banda criminale non ritengo sia positivo. Anche per questo, noi voteremo contro questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

NICOLA PROVENZA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA, Relatore. Intanto, mi permetto di far osservare sia al collega Gemmato che gli altri colleghi che nessuno in quest'Aula si è permesso di criminalizzare la classe medica, anzi riteniamo che questo provvedimento possa rendere merito a tutti i medici, ai colleghi, alle professioni sanitarie e a tutti quelli che operano nel mondo della salute, rendere merito per il lavoro che quotidianamente svolgono accanto agli ammalati e accanto alla sofferenza. Anzi, sono convinto che approvare questa norma darà più lustro alla loro funzione e alla loro opera nel servizio sanitario.

PRESIDENTE. Salutiamo gli studenti e gli insegnanti del Liceo scientifico statale “Carlo Donegani” di Sondrio, che sono venuti ad assistere ai nostri lavori. Benvenuti, ragazzi (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boldi. Ne ha facoltà.

ROSSANA BOLDI (LEGA). Grazie, Presidente. Brevissimamente, io sono intervenuta più volte anche nel corso della discussione del provvedimento in Commissione. Il mio timore era proprio, specialmente all'inizio della discussione, che si volesse in qualche modo appannare l'immagine della figura del medico e questo sarebbe stato - e sarebbe - devastante, perché porre dei dubbi a quella compliance, a quel rapporto strettissimo di fiducia che deve esserci tra il paziente e il medico sarebbe veramente grave.

Poi, ci sono state le audizioni; sono venuti gli ordini delle professioni sanitarie, è venuto l'Ordine dei medici, sono venuti tutti e tutti hanno detto che, in realtà, erano contenti di questo provvedimento, perché avrebbe permesso finalmente una trasparenza completa dei rapporti, anche perché, purtroppo, non ci dobbiamo negare che negli anni qualche problema, molto localizzato, sempre di responsabilità personale - penso a qualche problema riferito a scandali rispetto a finanziamenti in tema di sanità - l'abbiamo avuto.

Quindi, nessun intento punitivo, nessun pregiudizio ma, assolutamente, voglia di rendere il tutto più trasparente: ce l'hanno detto loro. Anche da parte loro e da parte delle associazioni, vi è l'assoluta condivisione di questo provvedimento. Molti si sono già dotati per conto loro di codici che vanno assolutamente in questa direzione, per cui ci hanno proprio detto in Commissione che accoglievano con favore questo tipo di provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (PD). Grazie, Presidente. Annuncio su questo articolo il voto di astensione del gruppo del PD, perché questa è stata una delle occasioni nelle quali maggioranza e Governo non hanno accolto un rigoroso intervento di miglioramento che noi avevamo proposto. Poi, Presidente, rivolgendomi a lei, devo fare una dichiarazione pubblica. Io apprezzo veramente con moltissima considerazione la serietà, l'intelligenza e anche l'approccio che il collega Gemmato in questi mesi ha saputo rappresentare in Commissione, ma in questa circostanza mi devo per un secondo distinguere.

Se noi avessimo, come gruppo, percepito che in questo provvedimento ci poteva essere solo un grammo, o anche meno, di diffamazione degli operatori del Sistema sanitario nazionale, la maggioranza e il Governo ci avrebbe trovato armati fino ai denti sulle barricate.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 11,45)

VITO DE FILIPPO (PD). Abbiamo, invece, come diremo in dichiarazione di voto, contestualizzato questo provvedimento in un più generale dibattito che è stato, direi, di livello planetario, perché nasce esattamente con questa connotazione. Quindi, non leggiamo in nessuno degli articoli e in nessuno degli ingredienti di questa norma un profilo diffamatorio o di delegittimazione degli operatori della sanità nel nostro Paese; se così fosse stato, noi saremmo sicuramente collocati dall'altra parte. Quindi, consideriamo che, forse, è utile non caricare il dibattito di questo ingrediente, perché, in molte circostanze, consigliano gli avvocati che l'eccesso di difesa fa perdere le cause (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Grazie, Presidente. Io voglio pensare con assoluta serenità che da parte della maggioranza non ci sia stata nessuna volontà di negatività nei confronti delle classi sanitarie in generale, però devo dire che l'intervento dell'onorevole Gemmato non è campato per aria e qualche dubbio lo fa venire (sicuramente non voluto, di questo ne do atto alla maggioranza con convinzione). Non si voleva criminalizzare in alcun modo - e non si è criminalizzato in alcun modo - le classi sanitarie, ma si sono assunti atteggiamenti assolutamente negativi su quelle che potevano essere le indicazioni di gran parte della minoranza, indicazioni che condividevano lo spirito del provvedimento - ripeto, condividevano lo spirito del provvedimento - e che avrebbero sicuramente potuto migliorarlo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 491-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

NICOLA PROVENZA, Relatore. Grazie, Presidente. Sull'emendamento 4.100 Boldi, parere favorevole, mentre sull'emendamento 4.2 Pedrazzini, invito al ritiro.

PRESIDENTE. Il Governo?

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.100 Boldi, con parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

L'emendamento 4.2 Pedrazzini è precluso.

Passiamo alla votazione dell'articolo 4.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Boldi. Ne ha facoltà.

ROSSANA BOLDI (LEGA). Naturalmente noi voteremo a favore dell'articolo 4 e volevo anche spiegare il perché della soppressione del comma 7 dell'articolo 4. Sostanzialmente, questa sarebbe stata una norma, in effetti, incontrollabile, inattuabile, che avrebbe dato luogo ad appesantimenti burocratici, a testimonianza che noi proprio questo non vogliamo all'interno di questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Grazie, Presidente. Per annunciare il nostro voto di astensione e per dire che ci asteniamo su questo articolo perché non è stato accettato un emendamento che avevamo presentato per quanto riguarda proprio i rapporti di parentela di secondo grado, per le detenzioni di asset azionari. In parte è stato accettato, ma non la formulazione che avevamo presentato noi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 491-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

NICOLA PROVENZA, Relatore. Grazie, Presidente. Sugli emendamenti 5.2 Mugnai e 5.6 Pedrazzini il parere è contrario; sull'emendamento 5.100 Baroni il parere è favorevole; sugli emendamenti 5.5 Pedrazzini e 5.1 Rostan il parere è contrario…

PRESIDENTE. Gli emendamenti 5.7 Bond e 5.8 Pedrazzini sono stati ritirati.

NICOLA PROVENZA, Relatore. Sull'emendamento 5.9 Bagnasco il parere è contrario, mentre sull'emendamento 5.200 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.2 Mugnai.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.2 Mugnai, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.6 Pedrazzini, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.100 Baroni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (PD). Sì, Presidente. Questo è un altro caso di incomprensibile chiusura della maggioranza.

PRESIDENTE. Colleghi, per favore!

VITO DE FILIPPO (PD). Perché escludere AGENAS da una procedura, che in questi anni è stato uno dei soggetti istituzionali che ha interloquito con l'autorità anticorruzione, ha un expertise rilevante? Io sono un po' sorpreso di questo emendamento della maggioranza e vi chiederei di ripensarci.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (M5S). Grazie, Presidente. Proprio in sede di audizione e proprio grazie a un lavoro proficuo che ha fatto AGENAS nel documento che ci ha lasciato in sede di audizione, ci eravamo fatti un'idea anche sull'utilizzo di un istituto che si chiama NuOC per quanto riguarda la vigilanza e che comprende la stessa AGENAS. Proprio per questa ragione…

PRESIDENTE. Deputato Fiano!

MASSIMO ENRICO BARONI (M5S). Proprio per questa ragione, siccome in questa sede, con questo emendamento, stiamo parlando delle persone che dovranno contribuire al decreto attuativo per l'istituzione, probabilmente con termini anche molto informatici, del database pubblico, ovvero del registro pubblico telematico, successivamente ad alcuni incontri che sono stati fatti con la direzione generale del dipartimento dell'innovazione e della digitalizzazione del Ministero della salute, abbiamo appreso che quel tipo di dipartimento lavora continuamente a stretto contatto con l'Agenzia per l'Italia digitale, che è stata inserita in sede di Commissione ma in realtà non serviva perché già questa cosa avviene nella prassi; così, allo stesso modo AGENAS è uno degli enti controllati del Ministero della salute ed è chiaro che più attori si inseriscono per emanare il decreto attuativo, più diminuiscono le probabilità che questo decreto attuativo venga emanato in tempi certi e veloci. Da questo punto di vista, ricordiamo anche quanto è stato difficile fare un decreto attuativo, il DPCM sul registro tumori, che era di soli sette articoli, anche molto snello, ma che ha creato molte difficoltà nel ricevere tutte le tabelle e tutte le istituzioni dei registri tumori locali. Quindi, ci è stato chiesto di levare la maggior parte degli attori in quanto il Ministero della salute, in capo a cui è il registro pubblico telematico, sarebbe stato rallentato nell'emanazione del suddetto decreto attuativo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.100 Baroni, con parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.5 Pedrazzini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Grazie, Presidente. Trenta secondi, solo per dire che questo emendamento, al comma 7 dell'articolo 5, vuole potenziare l'efficacia del parere del Garante per la protezione dei dati personali e vorremmo creare una sorta di parere favorevole al Garante proprio per la sensibilità dell'attività di questo soggetto. Quindi, vorrei che la maggioranza ci ascoltasse su questo: poniamo attenzione su questo passaggio, che è un passaggio garantista. Non si vuole assolutamente stravolgere la legge, ma vogliamo che il Garante per la protezione dei dati personali dia un parere, non solo un parere ma un parere positivo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.5 Pedrazzini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.1 Rostan, su cui vi è il parere contrario della Commissione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Rostan. Ne ha facoltà.

MICHELA ROSTAN (LEU). Presidente, onestamente ci sorprende il parere contrario a questo nostro emendamento, perché, in un testo normativo del genere, a nostro giudizio, non può mancare un riferimento come quello che chiediamo, cioè la garanzia della privacy.

Ebbene, il comma 7 stabilisce che, con decreto del Ministro della salute, vengano determinate la struttura e le caratteristiche tecniche del registro pubblico telematico dove dovranno essere annotate e, quindi, rese pubbliche tutte le informazioni di cui si parla a lungo in questa legge. Noi chiediamo semplicemente che, in questa parte del testo, si faccia un esplicito riferimento alla garanzia della privacy.

Questo è un testo di legge che, con tutta evidenza, lo sappiamo, già in parte sacrifica il diritto alla riservatezza, ovviamente in nome di un interesse pubblico superiore, che è quello all'informazione sulle relazioni, che però possono anche incidere sulla qualità delle funzioni stesse, ma tutto questo, a nostro giudizio, non può avvenire in assenza di un esplicito riferimento a tutta la complessa normativa sulla privacy. Noi crediamo che sia necessario, ed è proprio per questo motivo, Presidente, che formalizzo, tramite lei, una richiesta di accantonamento.

PRESIDENTE. C'è una richiesta di accantonamento. Relatore?

NICOLA PROVENZA, Relatore. Presidente, volevo intanto ricordare, così approfitto anche per rispondere all'intervento del collega Bond, che questo tipo di emendamenti entrava effettivamente nello specifico rispetto alla privacy, ma, visto che questa è garantita dal coinvolgimento del Garante dei dati personali per l'emanazione del decreto, ci sembrava effettivamente un'aggiunta non in linea. Quindi, per questo motivo, il parere sull'accantonamento è contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare contro il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (M5S). Presidente, ci siamo a lungo interrogati anche sul combinato disposto che, al momento dell'emanazione del decreto attuativo, deve avvenire in tema di privacy, soprattutto alla luce del GDPR, il nuovo regolamento europeo sulla privacy, del 2016, recepito in Italia nel 2017. Ebbene questo, soprattutto per quanto riguarda il registro pubblico telematico, che sarà quindi il cuore pulsante, questo database, consultabile da tutti in Italia e all'estero, così come avviene già per il database presente per la legge analoga in vigore in Francia, ovvero Transparence Santé. Questo tipo di database pubblico, telematico, che non è possibile replicare, che non è possibile pubblicare con finalità diverse da quelle specifiche della legge, ha già assorbito in Francia ovviamente il GDPR.

Quindi, essendo la proposta in oggetto fatta in modo per duplicare il medesimo strumento informatico pubblico, in realtà non abbiamo sentito l'esigenza di rinforzare o di ripetere la questione della privacy, perché già originariamente avevamo scritto “sentito il Garante per la protezione dei dati personali”, e ovviamente un decreto attuativo non potrà mai andare contro un regolamento europeo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, intervengo per sostenere la richiesta della collega Rostan di mettere in votazione la richiesta di accantonamento, perché noi riteniamo che il tema della privacy non possa essere ritenuto implicito, ma sia opportuno che nella legge sia esplicitato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 5.1 Rostan.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 76 voti di differenza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1 Rostan, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Gli emendamenti 5.7 Bond e 5.8 Pedrazzini sono stati ritirati.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.9 Bagnasco.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Presidente, con questo emendamento cerchiamo di introdurre un consiglio molto chiaro del Garante della privacy: il Garante della privacy evidenzia che, per impedire che un eccesso di informazioni poco rilevanti occulti quelle più significative - e questo succede spesso -, si potrebbe prevedere che solo talune tipologie di erogazioni e accordi tra soggetti, che presentano un rischio più elevato in termini di abusi in funzione del contesto e della loro frequenza e identità, siano inserite nel registro pubblico telematico, a fronte di altre, di rilevanza molto più limitata, che potrebbero essere oggetto di semplici obblighi di comunicazione al Ministero senza comportare alcuna diffusione online.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.9 Bagnasco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Saluto l'istituto professionale di Stato Ugo Tognazzi di Pollena Trocchia che è venuto, qui, a trovarci (Applausi).

Passiamo alla votazione dell'articolo 5.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Preannuncio il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia all'articolo 5 in esame. L'articolo ci convinceva e, quindi, di qui, il voto favorevole, però, non posso non stigmatizzare il fatto che tutte le proposte emendative derivanti, non dico dalle opposizioni, ma dai gruppi parlamentari che contribuiscono o vogliono contribuire alla redazione di una legge fondamentale per il nostro Stato e, soprattutto, lo ripeto, per un comparto primario della nostra nazione, non siano state prese in considerazione. Questa chiusura della maggioranza rispetto a suggerimenti orizzontali, condivisibili, che non hanno impatto sul bilancio economico, evidentemente, della stessa legge, mi pare una chiusura a riccio non condivisibile dal punto di vista politico. Noi vogliamo votare a favore di questo provvedimento, ma ci state mettendo nella condizione di criticare lo stesso.

Ora, ritengo che il gruppo di Fratelli d'Italia quando si parla di moralità non sia secondo a nessuno e, quindi, mantiene una posizione ritta e ferma, nonostante gli atteggiamenti di chiusura che derivano dalla maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 491-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

NICOLA PROVENZA, Relatore. Grazie, Presidente. Emendamento 6.100 Bologna, parere favorevole; emendamento 6.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole; articolo aggiuntivo 6.01 Rostan invito al ritiro; articolo aggiuntivo 6.0100 Ubaldo Pagano, favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.100 Bologna, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

Ricordo che l'emendamento 6.101 Menga è stato ritirato.

Passiamo ai voti

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 6.01 Rostan; c'è un invito al ritiro. Lo votiamo? Bene, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.01 Rostan, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 6.0100 Ubaldo Pagano.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD). Presidente, con questo emendamento intendiamo istituire una relazione da trasmettere annualmente a questo Parlamento, da parte del Ministero della salute. Infatti, pensiamo che sia fonte di fondamentale importanza, anche stante la materia che ha una caratterizzazione abbastanza sperimentale qui in Italia, che si possa, nel corso della concreta applicazione, avere dei dati per poterne validare anche la concreta operatività. I dati e le informazioni riguardanti la prima fase di attuazione potrebbero essere di grande ausilio anche per comprendere il funzionamento degli strumenti che stiamo mettendo in campo e, solo, forse, avendo a disposizione queste indicazioni, ci sarà possibile correggere con ulteriori interventi normativi eventuali mancanze o implementare le criticità che sono emerse. Insomma, siccome stiamo provando tutti quanti insieme a fare una legge che faccia fare un passo in avanti, non per la criminalizzazione della classe degli operatori sanitari, ma per poter garantire maggiore trasparenza e riannodare i fili della corrispondenza di amorosi sensi tra i fruitori, che sono i cittadini, e gli operatori sanitari, avere la possibilità, nel corso d'opera, di poter raccogliere tutti i dati per validarne gli obiettivi di sintesi che questa normativa si propone, è sicuramente il modo migliore per sgombrare il campo da tutti i retro-pensieri che, come abbiamo anche potuto notare nel dibattito in quest'Aula, hanno alimentato e accompagnato l'iter di approvazione di questa normativa. Quindi, io ringrazio anche la maggioranza che ha voluto dare parere favorevole; so che questo emendamento era in animo anche da parte di altri gruppi, quindi, da questo punto di vista, noi siamo stati soltanto il terminale ultimo per la presentazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.0100 Ubaldo Pagano, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

Saluto gli studenti e gli insegnanti del liceo linguistico “Cesare Battisti” di Lovere. Benvenuti (Applausi)!

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 491-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

NICOLA PROVENZA, Relatore. Emendamento 7.100 D'Arrando, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.100 D'Arrando, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 491-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno invito il rappresentante del Governo ad esprimere i pareri.

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Presidente, chiedo cinque minuti per la valutazione, perché si tratta di ordini del giorno anche scritti a penna. Quindi, se permettete che io possa leggerli almeno.

PRESIDENTE. Colleghi, c'è un ordine del giorno che è arrivato adesso. Sospendo la seduta per cinque minuti.

La seduta, sospesa alle 12,25, è ripresa alle 12,30.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Qual è dunque il parere del Governo?

ARMANDO BARTOLAZZI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Il parere è favorevole su tutti e tre gli ordini del giorno presentati, Pedrazzini n. 9/491-A/1, Bologna n. 9/491-A/2 e Gemmato n. 9/491-A/3.

PRESIDENTE. Prendo atto che nessuno insiste per la votazione.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 491-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Rostan. Ne ha facoltà.

MICHELA ROSTAN (LEU). Presidente, come già evidenziato durante la discussione generale, ci siamo disposti su questo provvedimento, fin dalle prime battute dei lavori in Commissione, all'apertura e al dialogo, superando le divisioni tra maggioranza e minoranza, e tenendo sempre da parte i motivi di contrapposizione politica.

Abbiamo soprattutto provato a lavorare in modo unitario: lo spirito con il quale abbiamo valutato questo testo è di assoluta collaborazione e di costruzione condivisa di una normativa che, nonostante tutto, nonostante anche il mancato recepimento delle nostre indicazioni, appare necessaria. Abbiamo presentato diversi emendamenti in Commissione e qui in Aula, alcuni dei quali sono stati accolti, secondo me migliorando il testo; tuttavia, sarebbe stato utile inserirli per rendere la legge ancora più efficace, e soprattutto più stringente. Nell'insieme riteniamo, però, che si sia fatto un buon lavoro e si possa, dunque, dare il via libera ad una legge che va nell'interesse del Paese e soprattutto dei cittadini.

La trasparenza nei rapporti tra imprese, organizzazioni e soggetti che sono attivi e che operano nel settore della salute è un obiettivo irrinunciabile, direi quasi naturale di una democrazia; la trasparenza è incardinata per sua stessa natura alla consapevolezza e alla libertà. Si è cittadini attivi nella conoscenza: il nostro stesso ordinamento costituzionale, affidando al popolo la sovranità, stabilisce che esso, per esercitarla in modo consapevole, ha diritto ad informazione e a conoscenza. Potremmo definire la trasparenza, dunque, un cardine della nostra democrazia ed un principio costituzionale del nostro ordinamento: le libertà individuali e collettive si esercitano solo nella conoscenza, le persone hanno il diritto di scegliere e per questo hanno anche e soprattutto il diritto di sapere.

Mi preme fissare anche oggi, qui, in occasione della dichiarazione di voto finale con chiarezza questo principio, perché credo che sia sbagliato indicare questo provvedimento soltanto come uno strumento di contrasto alla corruzione: se lo raccontiamo così, se continuiamo a raccontarlo così, vuol dire che siamo convinti che il mondo delle relazioni fra soggetti sia per sua stessa natura corruttivo e portarlo alla luce significhi spazzarlo via.

Io credo invece che le relazioni fra le imprese, le organizzazioni ed i soggetti individuali siano un valore, ma che esse, per non sollevare dubbi, devono svolgersi pubblicamente, cioè devono avere un momento di emersione.

Questa norma, quindi, indica, da una parte, il diritto dei soggetti ad avere relazioni e collaborazioni e, dall'altra, il contestuale diritto delle persone a sapere, a conoscere, potendo così orientare le proprie scelte e formare le proprie opinioni con consapevolezza.

Le reti si strutturano, si mostrano e i cittadini conoscono e valutano: questo fa la legge che stiamo varando ed è in questo senso un momento di avanzamento del nostro Paese.

Normative come quella che stiamo affrontando, del resto, non a caso, esistono anche in altri Paesi occidentali che si sono posti prima di noi il problema di portare alla luce il mondo dei contatti e il mondo dei rapporti. Lo ha fatto prima di noi, ad esempio, la Francia, già nel 2011, con una norma molto precisa, una norma molto dettagliata, che impone un meccanismo assoluto di trasparenza di tutti gli attori del campo, fino ai mass media, evidenziando tutti i rapporti, le relazioni e le collaborazioni fra di loro, ed offrendo così alla pubblica opinione tutti gli elementi per poter scegliere.

Normative simili ci sono in Lussemburgo, in Finlandia e negli Stati Uniti, dove la legge ha assunto il nome di Sunshine Act, indicando così con chiarezza l'obiettivo che non è impedire i rapporti, ma renderli trasparenti.

In sede di discussione generale abbiamo segnalato come opportuno il riferimento, nella legge, agli articoli 32 e 97 della Costituzione, che tutelano uno la salute e l'altro l'imparzialità della pubblica amministrazione. Ci servono a dire che il principio di trasparenza è già parte integrante del nostro ordinamento: esiste il codice di comportamento dei dipendenti pubblici, esistono codici deontologici delle professioni, che rappresentano già importanti punti di riferimento da tempo, su cui peraltro proprio gli ordini professionali vengono chiamati a vigilare.

Il conflitto di interessi è una preoccupazione di tutti gli ordini professionali, in particolare da tempo di quello dei medici: il codice di deontologia medica prevede disposizioni in materia di conflitto di interessi a carico del medico, che deve mettere al centro sempre la salute, gli interessi del paziente e l'onestà intellettuale nel rapporto fiduciario. Anche sui pubblici dipendenti opera un apposito codice di comportamento, che definisce un quadro di doveri e di limiti.

E, allora, la domanda che ci poniamo è se era necessaria un'ulteriore norma, dunque. Sì, per noi era ed è necessaria, perché è necessario costruire un percorso di pubblicazione delle informazioni e di trasparenza dei dati di cui c'è sempre bisogno.

Non sono mancati, nei lavori su questo progetto di legge, i punti critici e le difficoltà, anche qui oggi in Aula: definire nel dettaglio i soggetti singoli che operano nel settore della salute non è agevole e, forse, sarebbe stato utile un supplemento di riflessione ed un approfondimento.

Sulle soglie delle transazioni tra soggetti sono state introdotte piccole modifiche, per evitare di raccogliere informazioni non significative, informazioni inutili, caricando di burocrazia un tema a cui invece serve soprattutto chiarezza. Sappiamo che i dati, quanto più sono precisi e selettivi, tanto più sono e diventano utili: troppi dati può significare costruire una nebulosa sovraffollata di informazioni, che determina alla fine per paradosso più fatica ad orientarsi e, quindi, minore informazione.

Nell'insieme, però, riteniamo che questa norma sia un buon passo in avanti, ed una legge che può aiutare il settore della salute, che può sostenere i cittadini nelle loro scelte, che può essere utile anche agli stessi operatori che, nel solco della trasparenza, possono operare con tranquillità, sapendo che nessuno potrà speculare sulle relazioni, dal momento che ciò che è alla luce del sole per sua natura è al di sopra di ogni sospetto. Una legge che va incontro agli interessi di tutti, e che segna, nonostante tutto, un passo avanti per l'intera comunità. Per questi motivi, il gruppo di Liberi e Uguali voterà a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lorenzin. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, ovviamente non posso che essere a favore di una norma che aiuta la trasparenza dei rapporti tra il mondo della medicina e il mondo dell'industria, i medici, gli operatori ed i ricercatori e le associazioni dei pazienti, nonché tutto il mondo della formazione e dell'informazione che gira intorno a questo importantissimo settore. Purché sia chiaro a tutti, cioè a coloro che sono qui, al legislatore, che una norma sulla trasparenza non può e non deve essere una norma punitiva, che i rapporti in questo settore non solo sono necessari ma sono vitali.

C'è un vecchio libro di Stokes, che s'intitola Il quadrante di Pasteur, che disegna dei grafici in cui si rappresenta il mondo della ricerca e della medicina così come avviene nelle interrelazioni oggi: se noi prendiamo una grande città della scienza (pensate a Boston o Milano, per parlare di due città, una degli Stati Uniti e una in Italia), vedrete che questo quadrante è un pulviscolo di colori, di frecce, di freccette, di relazioni tra istituti di ricerca pubblici, privati, IRCCS, università, accademia, industria del pharma, industria chimica, mondo della fisica, robotica, investitori privati, investitori pubblici, associazioni di pazienti, medici, operatori, analisti, operatori sanitari. Questa è oggi la scienza; è addirittura difficile, in questo momento storico, fare una differenza tra medicina di base e medicina applicata, gestire i rapporti. Per questo è assolutamente importante che ci sia un'azione di trasparenza, ma che su questa non si giochi una brutta partita provinciale e ignorante, cioè una partita che vada a cercare il nemico. Questo deve essere uno strumento a favore degli operatori, dei ricercatori e dei medici, che possano vivere con tranquillità e con trasparenza tutti i rapporti che sono necessari per fare ricerca, necessari per formarsi, necessari per fare bene la medicina; e la stessa cosa vale, per esempio, per il Terzo settore, per il mondo del volontariato, per le associazioni di pazienti che devono necessariamente interagire con il mondo della ricerca per sapere ed essere consapevoli di tutte le nuove opportunità che sono messe in campo. È di pochi minuti fa un'importantissima scoperta fatta al CNR in collaborazione con l'AIRC e con grandi studi di ricerca italiani: questo è il modo in cui si lavora, pazienti, medici, industria, ricerca e innovazione, mondo dell'accademia. Rendiamo questo trasparente, ma a favore del cittadino e del grande sistema scientifico italiano, che è ancora un pezzo che molti ci invidiano.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, parlare di sanità trasparente in quest'Aula non può che vedere Fratelli d'Italia al fianco del relatore e al fianco della maggioranza che propone la stessa legge. Parliamo di un comparto primario della nostra nazione, nel quale si decidono le sorti della salute, nel quale si decidono anche e sono incardinati importanti asset economici della nostra nazione. Proprio per questo motivo, il voto di Fratelli d'Italia, nel momento in cui si parla di moralizzazione, sarebbe, come dire, una contraddizione nei termini che non vi fosse. Noi siamo per la moralizzazione, noi siamo per questa legge, noi siamo per tutte le forme di moralizzazione all'interno della cosa pubblica italiana. Detto questo, però, Presidente, non posso esimermi dallo stigmatizzare l'atteggiamento del collega dei 5 Stelle il cui incipit dell'intervento durante la discussione sulle linee generali, e lo dico in maniera dispiaciuta e sommessa, è stato rappresentare una sorta di sbobinatura di una intercettazione telefonica fra un medico e un informatore scientifico dove si parlava di malaffare, assurgendo quel medico e quell'informatore scientifico ad esemplificativo di una categoria, quella medica e dell'informazione scientifica, che, invece, tanto ha fatto e tanto fa per la nostra nazione.

Partire da quel presupposto e dire che questa legge può evitare queste storture a noi fa rabbrividire. Al controllo delle storture normate dal codice penale vi è la magistratura, non vi deve essere né un parlamentare dei 5 Stelle né, tanto meno, uno di Fratelli d'Italia; e quindi, se vi sono storture, è la magistratura che interviene, non un codice etico sostanziale che noi in questo momento ci stiamo dando. Quindi, se nello spirito e nell'animo questo provvedimento è condivisibile, e noi lo voteremo, come già ricordato, convintamente, non possiamo non rappresentare la nostra indignazione rispetto a certe dichiarazioni che riguardano - lo ricordo ancora - il campo e la professione medica, la professione sanitaria, i farmacisti, i medici, i medici veterinari, farmacisti ospedalieri, farmacisti territoriali, medici ospedalieri, medici del territorio, che hanno contribuito a dare un valore al nostro sistema sanitario nazionale.

Il nostro sistema sanitario nazionale, fonte Bloomberg, è il quarto sistema sanitario nazionale al mondo. Se esistono delle mele marce, lo ripeto, non devono essere assurte a casi rappresentativi della categoria, ma devono essere schiacciate. Più che schiacciate, giudicate, e scusate il tono giacobino che in questo momento sta pervadendo una persona che fa parte di quel mondo e che, evidentemente, si sente mortificata se pochissime mele marce vanno ad inficiare il lavoro svolto da molti; però mi preoccupa il fatto che dei colleghi parlamentari cadano nella trappola di rappresentare il comparto farmaceutico come se parlassimo di una sorta di Romanzo criminale. Voglio ricordare che in audizione il presidente di Farmindustria, Scaccabarozzi, ci ha detto che questa legge per lui era ampiamente condivisibile, addirittura riduttiva rispetto al codice etico proprio di Farmindustria. Stessa cosa l'ha rappresentata l'ordine dei medici: non si è scandalizzato, collega Baroni - lo dico simpaticamente, perché condividiamo insieme l'esperienza della XII Commissione -, rispetto all'articolato di questa legge.

Ciò che ci scandalizza, lo ripeto, sono le considerazioni a margine che si fanno, e si fanno durante le dichiarazioni di voto, ma, soprattutto, anche questo voler imbrigliare, e noi abbiamo prodotto diversi emendamenti che purtroppo non sono stati accolti dalla maggioranza, che erano emendamenti e dubbi che in questa seduta e soprattutto nelle sedute di Commissione noi abbiamo rappresentato insieme al presidente Cantone, quando ci diceva che il limite originario di 10 euro era troppo basso, avrebbe ingessato il provvedimento, avrebbe fatto afferire nella centrale di raccolta di tutti questi dati troppi dati, che non avrebbero reso intellegibili i movimenti di interesse all'interno del comparto sanitario e avrebbero ottenuto, come risultato, l'esatto contrario di ciò che questa legge si propone.

Peraltro, e lo dico ai colleghi estensori, non mi convince il fatto che questa legge, peraltro chiamata Sunshine Act, a me piace chiamarla Sanità trasparente, perché sono orgogliosamente italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e l'italiano anche in quest'Aula dovrebbe essere la nostra lingua di appartenenza, dicevo, non è il fatto che nel Sunshine Act, cioè l'atto dal quale è stato mutuato l'articolato di questa proposta in esame, fosse previsto in America che la soglia è di 10 euro e ciò ci deve convincere del fatto che 10 euro sono giusti. Non sempre ciò che gli americani fanno è giusto, anche perché, lo ricordo, sempre per rimanere in un tema politico d'attualità, negli Stati Uniti d'America è prevista la castrazione chimica. Allora non vedo perché noi dobbiamo seguire i 10 euro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e mutuare larga parte di un articolato di legge quando si parla di una norma restrittiva e non per un'altra; ma questa, evidentemente, è una provocazione simpatica che sto facendo, ma, nella sostanza, poi dico che ogni nazione ha la contestualizzazione delle proprie norme. Contestualizzando, 10 euro sono pochi, in Commissione il limite è salito a 50, ma, ripeto, era ed è una profonda convinzione del presidente dell'Anac, Cantone. Ma, soprattutto, noi chiedevamo di aumentarlo a 200 e ci è stato detto di no. Ripeto, questo lo dicevamo per non rendere un provvedimento ingessato, ma per rendere lo stesso intellegibile e fare in modo che i flussi di interesse nell'ambito del comparto sanitario fossero intellegibili. Ciò detto, vi rappresento anche il fatto, e lo voglio dire perché non vorrei che dal dibattito d'Aula di quest'oggi emergesse soltanto l'aspetto negativo e non il positivo di questa legge, ovvero il fatto che il positivo è la moralizzazione, e, lo ripeto, siamo tutti d'accordo; il negativo è che si rappresenti la classe medica in maniera negativa.

Quando parlo di classe medica, parlo di classe medica, evidentemente, e anche di professioni sanitarie, perché, lo ripeto, è la stessa che ci assicura uno dei sistemi sanitari nazionali migliori al mondo; soprattutto, il comparto farmaceutico, e lo voglio ricordare a tutti quanti, anche questo, con un piglio d'orgoglio, è l'unico comparto nel quale nell'ultimo anno noi abbiamo superato la Germania. Il fatturato è di 31 miliardi di euro: siamo primi in Europa, unico caso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), unico comparto anticiclico, all'indomani della crisi che da dieci anni attanaglia la nostra nazione, insieme all'agricoltura, che produce degli utili importanti e ci fa essere leader in Europa. Rispetto a questo, ritengo che la storia che in questo Parlamento si debba raccontare è un'altra storia, una storia che parta da questi dati, parta da tante notazioni positive che nei pochi minuti a mia disposizione sto portando all'economia di quest'Aula.

La questione morale è una questione che attiene i singoli, e, proprio per questo, mi permetto di citare Immanuel Kant, ma lo faccio in maniera propositiva e lo ricordo ai colleghi 5 Stelle: la moralità non si declama, la moralità è qualcosa che ci appartiene. Immanuel Kant, nella Critica della ragion pratica, ci dice che “Il cielo stellato è sopra di noi, la legge morale è dentro di noi”. Colleghi, vi assicuro che la classe medica si orienta rispetto a questo dettato di Kant (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, Presidente. La proposta di legge al nostro esame interviene con una serie di norme per conseguire una maggiore trasparenza nei rapporti che si instaurano in un complesso e importante ambito qual è quello della salute, al fine di contrastare conflitti di interesse e fenomeni di corruzione. È così previsto che vengano messi online tutti i dati concernenti i rapporti che hanno rilevanza economica, o di vantaggio tra le imprese produttrici di beni e di servizi sanitari e i professionisti che, a diverso titolo, lavorano nel settore della salute. Tutti questi dati vengono quindi caricati sul sito web del Ministero della Salute, nel registro pubblico telematico, e mantenuti per cinque anni. Noi, a questo proposito, avevamo previsto un emendamento che poi è stato respinto, che riduceva a tre anni il tempo di mantenimento nel pubblico registro telematico di questi dati. Il registro pubblico chiaramente è liberamente accessibile per la consultazione ed è previsto con funzioni che permettono la ricerca e l'estrazione dei dati. Viene quindi demandato ad un decreto del Ministero della Salute l'individuazione delle caratteristiche tecniche del registro pubblico telematico, nonché i requisiti e le modalità per la trasmissione delle comunicazioni e l'inserimento dei dati. Come ha ben sottolineato anche il Garante della privacy, nella sua audizione in Commissione referente, sarebbe stato necessario dare effettive garanzie ai soggetti coinvolti, visto che molti dati vengono resi pubblici e disponibili sul web, evitando tra l'altro il rischio dell'indiscriminata reperibilità in rete delle informazioni contenute nel registro e suscettibili di determinare conseguenze negative per gli interessati. Questo secondo noi è un punto dirimente e su questo, avevamo presentato un emendamento e abbiamo depositato un ordine del giorno, che in questo caso è stato accolto favorevolmente. Già in sede di discussione generale del provvedimento avevamo evidenziato come, nonostante le finalità sicuramente condivisibili - e questo vogliamo sottolinearlo -, e alcuni lievi miglioramenti introdotti durante l'esame in Commissione referente, il testo ci lasci però perplessi. È infatti forte il rischio di far passare una sorta di demonizzazione nei confronti di molte professionalità che operano in un importante settore, come quello sanitario. Noi su questo siamo particolarmente sensibili; la maggioranza e il Governo hanno cercato di convincerci che non è questo il messaggio che vuole passare con l'approvazione di questo testo di legge, ma noi su questo - utilizzo un termine che ho utilizzato poco fa - rimaniamo perplessi e riteniamo che, purtroppo, la norma, così come è impostata, possa dar adito a questo tipo di considerazioni, che non sono comunque positive per i lavoratori del settore sanitario. Anche noi siamo convinti che qualunque ambiente, dall'ambiente sanitario a quello della politica, a quello delle professioni, vada moralizzato, dove è il caso si debba moralizzare; siamo contro la corruzione, siamo contro ogni forma di interesse contrario al bene pubblico, ma bisogna prestare attenzione, quando si maneggiano strumenti così delicati, come le leggi che poi vanno ad incidere anche sul sentire comune delle persone. Lo sappiamo cosa accade con la politica dove tendenzialmente viene messo tutto in un grande calderone e le considerazioni in negativo passano attraverso le persone che in quel momento si occupano; in questo caso, ho fatto riferimento alla politica, ma naturalmente possiamo riferire queste considerazioni a qualunque tipo di attività. Siamo di fronte a diverse norme e obblighi, che rischiano di confliggere in più passaggi con i principi di proporzionalità e correttezza e di contrasto con le norme sulla privacy.

La giusta esigenza di trasparenza finisce, in più di un'occasione, con lo scontrarsi con il diritto di ognuno alla tutela dei dati. Pertanto, vale comunque la pena sottolineare che, già attualmente, vi sono molte disposizioni e norme - sono state richiamate nel corso della discussione - che intervengono proprio nell'ambito del contrasto ai fenomeni di corruzione e al conflitto di interessi. Tra le tante, ricordiamo infatti che attualmente il codice di deontologia medica già prevede apposite disposizioni in materia di conflitto di interesse; ai medici dipendenti pubblici già trova applicazione il codice di comportamento dei dipendenti pubblici, per loro infatti sono già previsti obblighi di comunicazione alle ASL di appartenenza su ogni corrispettivo economico incassato per attività esterne dagli obblighi professionali. La legge n. 448 del 1998 interviene nei conflitti di interesse sulle violazioni degli obblighi connessi alla esclusività delle prestazioni da parte dei dirigenti medici. Il Piano nazionale anticorruzione ANAC dedica una sezione specifica alla sanità, mettendo in campo strumenti mirati per innalzare i livelli di trasparenza e combattere i fenomeni di corruzione. E, ancora: il codice etico del 2018 di Assobiomedica, che è stato ricordato sempre durante la discussione del provvedimento, rappresenta l'industria e i dispositivi medici, prevede regole più trasparenti nei rapporti con gli operatori sanitari e definisce il sistema di controlli. Direi che un impianto normativo c'è, esiste già, ed è anche molto articolato.

Con questa proposta di legge, le imprese produttrici sono obbligate a rendere pubbliche tutte le transazioni finanziarie, convenzioni, erogazioni in denaro, beni, servizi o altre utilità verso un soggetto che opera nel settore della salute. È sufficiente che la transazione abbia valore superiore ai 50 euro (abbiamo provato a modificare questo importo, che ci sembrava estremamente contenuto e anche foriero di problematiche successive anche in termini poi di applicazione della legge, per quanto riguarda la tecnicità dell'applicazione stessa). Stessa cosa, ma con una soglia di valore leggermente più alta, nel caso in cui le transazioni finanziarie siano a favore delle organizzazioni sanitarie: in questo caso, l'obbligo di comunicazione scatta per un valore unitario maggiore di 500 euro o un valore complessivo annuo superiore ai 2.500 euro. È inoltre previsto che debbano essere dichiarate anche le relazioni di interesse dirette o indirette, consistenti nella partecipazione, anche a titolo gratuito od onorifico, a convegni, eventi formativi, comitati, commissioni, organi consultivi o comitati scientifici. Abbiamo chiesto che venisse tracciato un limite oltre il quale la pubblicità delle relazioni di pubblico interesse, di interessi intercorrenti tra le imprese e i professionisti del settore sanitario, leda il nucleo essenziale incomprimibile del diritto alla protezione dei dati delle persone fisiche coinvolte. Andava specificato, riguardo ai previsti obblighi di pubblicità, che venisse garantito il rispetto dei principi di proporzionalità, correttezza e minimizzazione, nonché di limitazione della permanenza online delle informazioni. Quello che non ci convince - lo ha messo in rilievo anche molto bene l'onorevole Bond durante uno dei suoi interventi - è la previsione introdotta in Commissione, per cui nella nozione di “impresa produttrice” viene fatto ora rientrare anche il soggetto appartenente al terzo settore, che ora sarà tenuto a comunicare tutti i dati relativi all'erogazione e all'accordo da inserire nel registro pubblico telematico. Per chi conosce molte delle realtà anche piccole, che operano quotidianamente nel terzo settore, questo sarà un aggravio burocratico che forse ci si poteva risparmiare. Proprio su questo noi avremmo voluto un'apertura maggiore da parte della maggioranza, perché il mondo complesso, ma anche sostanziale, importante del terzo settore ha bisogno di fiducia, perché poi evochiamo sempre la sua grande importanza nel sostenere e nel coadiuvare le azioni del pubblico.

Lo richiamiamo sempre, ma il mondo del terzo settore ha bisogno di fluidità, ha bisogno di fiducia, ha bisogno di semplificazioni, perché il terzo settore è un pilastro fondamentale per sostenere un sistema che è retto dal pubblico, ma in buona parte anche dal privato, cioè dal terzo settore. In conclusione, il provvedimento al nostro esame, che nasce da una giusta e condivisibile esigenza di aumentare la trasparenza nell'ambito del settore sanitario, mantiene diverse criticità, le abbiamo elencate, soprattutto per quanto riguarda le garanzie nei confronti dei soggetti coinvolti. Ci auguriamo - e siamo convinti che accadrà, che possa accadere - che il Senato possa migliorare questo testo in Aula e che, quindi, si sanino le situazioni che abbiamo sottolineato essere per noi delle criticità. Per questi motivi, il gruppo di Forza Italia si asterrà sul provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (PD). Grazie, Presidente. La proposta che stiamo per approvare è anche l'effetto, è il frutto di un dibattito parlamentare - mi consentiranno i colleghi - della scorsa legislatura e di una discussione pubblica nei sistemi sanitari del nostro continente e anche a livello internazionale. Vorrei, con brevissimi cenni, ricostruire velocemente questo scenario per dare il senso anche di un posizionamento dal gruppo del Partito Democratico su questo provvedimento e per dare, proprio nel merito profondo della questione, il giudizio che noi ci apprestiamo a dare esattamente con un voto che espliciterò alla fine di questo mio breve intervento.

Non ho difficoltà, come capita sovente nella discussione parlamentare, a riconoscere al collega Baroni che all'inizio di questa legislatura ha riproposto la questione che, come lui stesso più volte ha ripetuto, ha documentabili vicende precedenti anche in termini di iniziative parlamentari su molti aspetti che hanno riguardato questa norma. Come spero che sia il proponente che il relatore della norma, il collega Provenza, sappiano bene che il gruppo del Partito Democratico, dall'inizio di questa discussione, ha contribuito in maniera fattiva con documenti, con valutazioni di scenari e anche con emendamenti che, a partire dal collega Pagano, che è stato da noi indicato come quello più attento a seguire il provvedimento, anche con altri emendamenti dello stesso collega Siani, credo abbiano consentito alla proposta, che era arrivata in Commissione con una certa compilazione, di uscirne sicuramente rafforzata, migliorata e assolutamente in condizione di essere giudicata positivamente dal gruppo del Partito Democratico.

Noi sapevamo e sappiamo che ci sono posizioni che consideriamo addirittura, mi consentirete, ideologiche su alcuni temi: l'efficienza nella sanità è per noi una ideologia, uso questo termine; la trasparenza in sanità è per noi un'ideologia, non è un campo di battaglia che spero, dopo questo provvedimento, non riproporrete con gli stessi desueti strumenti di comunicazione che sono censurabili perché sono essi stessi poco trasparenti.

Il contesto internazionale: è molto interessante dire a quest'Aula e, soprattutto, alla maggioranza, mi consentiranno i colleghi, che il provvedimento che noi stiamo per approvare ha un luminoso punto di riferimento, che è l'amministrazione Obama. Il cosiddetto Sunshine act esordisce a livello internazionale con la riforma della sanità in quel continente che, paradossalmente, in questi mesi stiamo vedendo essere disarticolata, superata, abolita dall'amministrazione Trump. È molto interessante seguire queste rotte politiche internazionali, che collocano a seconda delle circostanze, mi consentiranno con un po' anche di ironia, la maggioranza che governa il nostro Paese. L'“Obamacare” prevedeva all'interno uno straordinario atto sulla trasparenza in sanità: quella riforma viene smontata in questi tempi bui della vita americana da un'altra amministrazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Le relazioni di interesse e le transazioni finanziarie che, ovviamente, in quel Paese avevano dimensioni molto grandi, assolutamente rilevanti, con il Sunshine act di Obama vengono posti in trasparenza e consentono, sostanzialmente, di costruire un meccanismo ulteriore di efficienza della sanità americana, che, come sapete, con l'evoluzione proprio della riforma di Obama si avvicina molto in termini di universalismo e di equità, superando il sistema assicurativo, al Sistema sanitario del nostro Paese.

Abbiamo discusso molto e siamo stati proprio noi del gruppo del PD a riproporre i documenti come quelli della Corte dei conti francese, che, sostanzialmente, verificava in maniera anche puntigliosa la riforma francese sulla trasparenza in sanità. E proprio sulla base di quella esperienza, che aveva luci ed ombre, quella francese, noi spero abbiamo costruito un provvedimento ancora non perfetto, ma sicuramente migliorato rispetto a quell'esperienza. Sapevamo che il Codice europeo sulla trasparenza, come ha detto l'onorevole Lorenzin, adottato dall'EFPIA era sicuramente un documento molto importante, anche devo dire pervasivo, che le imprese farmaceutiche, sia del nostro Paese che quelle europee, hanno accolto, hanno accettato e utilizzano come condotta nell'organizzazione dei loro rapporti e delle loro relazioni.

Abbiamo potuto approfondire come proprio nel nostro Paese ci sia un documento molto bello, molto efficace, che è il position paper degli oncologi italiani, che dimostra in maniera puntuale come la trasparenza in sanità costruisca l'efficienza, rafforzi un rapporto molto più positivo e virtuoso tra paziente e Sistema sanitario nella dimensione assolutamente più grande dei diritti che hanno i pazienti e le persone nel nostro Paese.

Ma vorrei darvi un ultimissimo cenno, che è molto importante. A livello nazionale, sin dal 2013, con il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici, si è incominciato a mettere mano a questo tipo di relazioni. Nelle audizioni e negli emendamenti abbiamo positivamente raccolto questa storia legislativa del nostro Paese, ma, soprattutto, mi consentiranno i colleghi, è stato citato più volte, secondo me, in alcune circostanze, anche questa mattina, non in maniera puntuale, perché l'audizione di Cantone bisognerebbe rileggerla, bisognerebbe approfondirla. È importante quell'audizione, soprattutto, perché descrive i precedenti di questa norma, i precedenti importanti - cioè, il Piano anticorruzione del 2015 e del 2016 -, che, per la prima volta nella storia italiana - per la prima volta, sottolineo nella storia italiana -, avevano una sezione dedicata agli acquisti in sanità, che sono i prodromici, importanti, fondamentali elementi che hanno consentito, poi, di arrivare a questa norma. La legislatura precedente, con l'avvio dell'attività dell'Autorità anticorruzione e con i Piani nazionali di anticorruzione che ho citato - quello del 2015 e quello del 2016 -, hanno sostanzialmente prodotto gli effetti politici, culturali e istituzionali che hanno consentito oggi di approvare, secondo me, questa norma. Era maturo il tempo per una norma sistemica: avete in questo modo colto sicuramente il senso di una storia e di uno scenario internazionale.

La sanità, mi consentiranno i colleghi della maggioranza, è materia per elezione costituzionale, ci sarebbe bisogno sempre, mi consentirete, di uno spirito collaborativo ampio; purtroppo, così non è e così non è stato, per esempio, sottosegretario, sul fondo, sul personale, sull'oscillante, ondivaga, opaca, retrograda, primordiale e primitiva azione che avete declinato, soprattutto, sui vaccini. Questa volta, spero non casualmente, avete indovinato il metodo. Spero non casualmente. È proprio per questa ragione, che spero non sia fortuita, io annuncio il voto favorevole del gruppo del PD (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tiramani. Ne ha facoltà.

PAOLO TIRAMANI (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo, onorevoli colleghi, a nome del gruppo della Lega per chiudere questa discussione che riguarda un progetto di legge promosso dal collega Baroni e dal gruppo del MoVimento 5 Stelle, riguardante il Sunshine Act, la trasparenza sanitaria. È un provvedimento che noi abbiamo condiviso, che però ha portato a un percorso di discussione, anche perché alcune cose, a nostro dire, andavano riviste.

C'è stata ampia discussione in Commissione, una discussione che ha portato a un confronto leale anche con soggetti istituzionali. Abbiamo audito importanti organi nazionali, quali il presidente della Corte dei conti, piuttosto che recepito pareri dell'ANAC e, a frutto di tutte queste discussioni, abbiamo emesso un provvedimento che soddisfa pienamente i commissari della Commissione sanità e il gruppo della Lega.

Noi riteniamo che questo provvedimento sia necessario e, contrariamente a quanto detto da tanti colleghi dell'opposizione, riteniamo che sia un provvedimento efficace, perché finalmente fa chiarezza e stabilisce dei paletti netti su quelli che possono essere i benefici che i singoli operatori o le associazioni possono ricevere; dei paletti che hanno un contesto ben chiaro: ogni singolo operatore può ricevere delle utilità fino a 50 euro per ogni singola donazione, per un totale annuo di euro 500; mentre, invece, ha un effetto moltiplicatore di 10, quindi 500 euro per ogni singola donazione, fino a 2.500 euro, ciò che riguarda associazioni e ONLUS. Questo per tutto ciò che si vuole evitare di dichiarare.

Ma il concetto, che io non ho capito, che molti hanno rimarcato, è il fatto che delle donazioni superiori, delle utilità superiori, possono essere liberamente fatte; semplicemente, tutti questi tipi di utilità devono essere registrati su questo portale pubblico che il Ministero si impegnerà, nei prossimi sei mesi, a rendere operativo, dando piena chiarezza a tutte quelle che possono essere le utilità che i singoli e le associazioni possono ottenere. Ed è proprio per questo che riteniamo che sia un atto dovuto per questa nazione.

A tutti coloro cui spesso sento dire che ritengono che nel mondo sanitario ci sia malaffare, che ci sia poca chiarezza: più di uno strumento di questo tipo, che permette di rendere pubbliche le donazioni e permette di dare paletti chiari, io sinceramente non capisco che cosa si potesse fare di più.

Ritengo, inoltre, che, per quelle che sono le sanzioni, questa Commissione abbia lavorato in maniera coerente, riuscendo anche a capire che nel mondo dell'associazionismo, delle ONLUS, ci potessero essere delle difficoltà anche a recepire le indicazioni nei tempi previsti, motivo per cui siamo riusciti a concordare con il MoVimento 5 Stelle e con gli altri gruppi delle sanzioni amministrative che possono essere coerenti con gli errori che legittimamente le associazioni possono rischiare di fare, ma riteniamo che tutto ciò vada nella direzione dell'interesse nazionale.

Troppo spesso sentiamo parlare di malasanità, di problemi legati all'indotto sanitario e farmaceutico, ma tutto ciò non vuol dire che senza una regolamentazione ci sia qualche cosa di positivo.

Io ritengo, quindi, in conclusione, che il gruppo di lavoro sia stato positivo, ritengo che tutto ciò che è stato emanato e condiviso abbia portato ad un risultato significativo ed è per questo che esprimiamo parere positivo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI (M5S). Grazie, Presidente. La trasparenza per uno Stato moderno è un istituto strategico, che rende concreta la prevenzione della corruzione, favorisce il rispetto di ogni deontologia etica e mette un granello di sabbia, in questo caso cristallino, nell'untuoso motore dei comportamenti opportunistici in sanità. Una sanità trasparente, in grado di bonificare sacche di opacità, che per la loro rilevanza economica sono un reale problema per l'Italia: da un lato, favoriscono la nuda sponsorizzazione e il marketing dell'industria sanitaria, dall'altro, disincentivano gli esempi, le buone pratiche e i maggiori investimenti in ricerca e sviluppo.

Su quest'ultimo tema, la Fondazione Gimbe, specializzata nella formazione e ricerca in ambito sanitario, circa un mese fa ha accettato la sfida di Farmindustria e ha confrontato i trasferimenti di valore identici di due Paesi dell'Unione europea, l'Italia e il Regno Unito, erogati da parte dell'industria farmaceutica ai medici.

La cifra è, a dir poco, favolosa: è di poco superiore al mezzo miliardo di euro per entrambi i Paesi. Il dato incredibile è che il Regno Unito spende tre quarti di questi soldi in ricerca e sviluppo, mentre l'Italia solo il 41 per cento. Abbiamo un delta negativo, quindi, di un terzo. Ciò significa che in Italia, oltre 180 milioni di euro, nel 2017, vengono considerati più remunerativi in termini di ritorno di investimento se vengono allocati, da parte delle multinazionali, in marketing e sponsorizzazioni, mentre per il Regno Unito la stessa cifra proveniente dall'industria privata viene allocata in ricerca e sviluppo.

Al momento, siamo un Paese dove investire in legami di interesse è più conveniente che investire nell'indipendenza della ricerca scientifica. Ma stiamo attuando un cambiamento dal basso, basato su consapevolezza e informazione, e facciamo un concreto passo in avanti nell'attuazione della nostra meravigliosa Costituzione.

La proposta di legge determina un nuovo livello essenziale del diritto alla conoscenza in ambito sanitario, dando attuazione e legando ben tre articoli della Costituzione: l'articolo 32, che sancisce la tutela della salute come bene collettivo, l'articolo 41, sulla libera iniziativa economica, e l'articolo 117, alla lettera m), sui nuovi diritti civili e sociali. Da questo combinato disposto discende uno dei nuovi diritti collettivi emergenti: il diritto a una sanità trasparente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Questo è un provvedimento culturale, che riunisce la nazione sotto il segno di una sanità che pretende e ottiene un diritto alla conoscenza dei rapporti economici e delle interconnessioni ad essi sottese.

La proposta di legge partiva da alcuni assunti, disponendo l'obbligo in capo alle imprese produttrici di dichiarare semestralmente le erogazioni in favore degli operatori della salute e delle organizzazioni sanitarie. Tali elargizioni o trasferimenti di valore, se superiori a 50 euro, confluiranno in un database consultabile sul sito del Ministero della salute, che si chiamerà “Sanità Trasparente”.

In Commissione abbiamo ascoltato quanti ci hanno detto che la quantità di informazione da trasferire sarebbe stata eccessiva con una soglia così bassa come la nostra proposta iniziale e l'abbiamo alzata di cinque volte per diminuire il numero di dichiarazioni da parte delle aziende. Presidente, non riesco a sentire bene il suono della mia voce…

PRESIDENTE. Colleghi…

MASSIMO ENRICO BARONI (M5S). Abbiamo esteso l'ambito di applicazione della proposta di legge anche ai prodotti nutrizionali grazie all'opposizione, una novità assoluta per un provvedimento che ci collocherà, comunque, ai primi posti in Europa per livelli di trasparenza percepiti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Il MoVimento 5 Stelle, fin dall'inizio, ha previsto la repressione degli illeciti, non sanzioni penali nella nostra proposta di legge, ma che mettessimo mano al portafoglio delle multinazionali, prevedendo sanzioni amministrative di venti volte il valore dell'omesso importo.

Abbiamo garantito l'applicazione del whistleblower per la segnalazione di eventuali illeciti, a garanzia, oltre che di una trasparenza diffusa, di un monitoraggio diffuso. Abbiamo previsto un ravvedimento operoso per i soli errori materiali e le sanzioni saranno dimezzate per le micro imprese con fatturati inferiori a un milione di euro.

Sempre grazie al lavoro di tutta la XII Commissione, che ringrazio, specifichiamo che i dati non potranno essere riutilizzati al di fuori della finalità della presente legge.

Grazie all'impianto del provvedimento, ogni singola dichiarazione sarà facile e veloce da trasmettere da remoto tramite una semplice connessione a Internet, con pochi e semplici campi da riempire su uno schermo bianco.

Nella stragrande maggioranza dei casi, tutta questa mole di dati è già raccolta e archiviata nei database Excel e CSV delle società dell'industria sanitaria grazie al codice di autoregolamentazione EFPA, che tuttavia ha lasciato anonima e non tracciata la quota parte investita in ricerca e sviluppo, circa 220 milioni di trasferimenti, da assommare ad altri 100 milioni di euro relativi a quel 30 per cento di medici che, non avendo firmato la liberatoria sulla privacy, compone un totale di 330 milioni di trasferimenti di valore, che risultano opachi e senza beneficiario annesso. Siamo stati accusati in fasi diverse di criminalizzare la classe medica, le professioni sanitarie, ma questo atteggiamento stipato è stato via via sciolto, grazie ad un'autentica divulgazione della legge Sunshine Act e Transparence Santé, oltre al coinvolgimento delle parti interessate, che, nel corso di questi anni, si sono fatte persuase - per dirla alla Camilleri - della bontà intrinseca del provvedimento.

È quindi opportuno chiarire cos'è ma soprattutto cosa non è questa proposta di legge. Primo, in merito ai legami di interesse: non stigmatizza i legami tra gli operatori sanitari e l'industria farmaceutica, li rende pubblici e chiari per tutti. Secondo, i costi: non ha costi per lo Stato né per i medici, aiuterà a valorizzare i medici che usano l'istituzione della trasparenza e collaborano in modi proficui con il privato. Terzo, burocrazia: non aumenta la burocrazia per i medici, non hanno adempimenti sulle dichiarazioni, che restano in capo alle società dell'industria sanitaria. Quarto, la fiducia: non allontana i medici dai pazienti, la trasparenza è un prerequisito della fiducia e un antidoto alla diffidenza nei confronti dei servizi sanitari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quinto, i trasferimenti di valore: non riguarda le normali parcelle pagate dai pazienti ai medici, ma solo i trasferimenti di valore da parte di imprese profit che operano legittimamente nel settore della sanità. Sesto, i conflitti di interesse: non criminalizza nessuno, ma sterilizza eventuali conflitti di interesse, perché li rende visibili a tutti a 360 gradi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Settimo, gli stipendi: non rende pubbliche le dichiarazioni dei redditi dei professionisti, pubblicizza pochi trasferimenti di valore, erogazioni liberali, consulenze, spese per convegni, regalie o benefit. Ottavo, le partecipazioni azionarie: non pubblicizza tutte le partecipazioni azionarie o brevettuali di medici e operatori sanitari, dichiara solo quelle qualificate provenienti dal settore sanitario. Nono, la distinzione: non favorisce la promiscuità tra attività pubblica e privata, aiuta a tenerle chiaramente ben distinte. Decimo, professioni sanitarie e influencer: non si rivolge solo ai medici, è destinata a tutte le figure sanitarie e amministrative del settore della salute.

Con l'approvazione di questa proposta di legge agire alla luce del sole sarà la regola. Ieri abbiamo votato il “codice rosso” in materia dei diritti delle donne, oggi votiamo il “codice bianco” dell'industria sanitaria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per quanto riguarda il MoVimento 5 Stelle, dichiaro il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 491-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

NICOLA PROVENZA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLA PROVENZA, Relatore. Grazie, Presidente. Solo qualche secondo per ringraziare, intanto tutti gli auditi: come sottolineato da moltissimi colleghi, abbiamo avuto un corposo ciclo di audizioni, che ha consentito alla Commissione di avere una visione completa della materia su cui si andava a legiferare.

Assolutamente il ringraziamento agli uffici e ai servizi d'Aula e di Commissione. Saluto e ringrazio il Ministro Giulia Grillo e il sottosegretario Bartolazzi, che ha seguito il provvedimento in tutte le sue fasi. Ringrazio gli uffici legislativi del gruppo, per la competenza, ma soprattutto per la passione che hanno messo nel seguire questo lavoro, nonché tutti i componenti della Commissione affari sociali - e ne guardo qualcuno in particolare -, perché abbiamo condiviso un'esperienza di lavoro effettivamente fantastica. Dedico a tutti gli operatori della salute questa legge, perché ritengo che quelli che compiono il proprio dovere tutti i giorni a fianco degli ammalati e a fianco della sofferenza avranno sicuramente un riconoscimento, attraverso questa norma, che renderà più evidente e più trasparente il loro lavoro e la loro funzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 491-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 491-A: "Disposizioni in materia di trasparenza dei rapporti tra le imprese produttrici, i soggetti che operano nel settore della salute e le organizzazioni sanitarie".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38) (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vito. Ne ha facoltà.

ELIO VITO (FI). Signor Presidente, settant'anni fa, il 4 aprile del 1949, fu firmato il Trattato istitutivo della NATO, l'Organizzazione Nord Atlantica che in questi settant'anni ha assicurato pace e sicurezza nel mondo. Il nostro Paese vi aderì sin dalle sue origini. Voglio ricordare oggi, a settant'anni, l'attualità di quell'alleanza, signor Presidente, che non è mai stata e non è tuttora solo un'alleanza militare e di difesa ma un'alleanza di valori comuni tra Paesi che celebrano la democrazia e la libertà. E questi valori comuni sono ancora oggi più che mai attuali, in Italia, in Europa, nel mondo.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA (ore 13,30)

ELIO VITO (FI). Celebrare oggi i settant'anni della NATO non significa ripercorrere un mondo che ormai è cambiato, significa, signor Presidente, affermare la nostra appartenenza a quei valori ed anche a quella alleanza, che non può essere messa in discussione da nuovi equilibri, da nuove esigenze, anche di carattere economico, finanziario, commerciale, perché l'ancoraggio a quei valori e a quell'alleanza hanno segnato profondamente il nostro Paese e l'Occidente in termini di appartenenza ad una comunità comune. Voglio dire, Presidente, che non vi può essere maggioranza, non vi può essere Governo, non vi può essere scelta politica che possa mettere in discussione questa nostra appartenenza, perché questa appartenenza fa parte della radice del nostro Paese.

Ed è per questa ragione che credo che sia giusto, oggi, a settant'anni, ricordarne con orgoglio la nascita e rivendicarne con fierezza la nostra appartenenza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Seguito della discussione delle mozioni Braga, Muroni ed altri n. 1-00152, Colucci ed altri n. 1-00154, Ilaria Fontana, Lucchini ed altri n. 1-00155 e Mazzetti ed altri n. 1-00158 concernenti iniziative in materia di cambiamenti climatici e per la promozione della candidatura dell'Italia quale Paese ospitante della COP 26 nel 2020 (ore 13,32).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Braga, Muroni ed altri n. 1-00152, Colucci ed altri n. 1-00154, Ilaria Fontana, Lucchini ed altri n. 1-00155 e Mazzetti ed altri n. 1-00158, concernenti iniziative in materia di cambiamenti climatici e per la promozione della candidatura dell'Italia quale Paese ospitante della COP 26 nel 2020 (Vedi l'allegato A).

Ricordo che, nella seduta di lunedì 1° aprile 2019, si è svolta la discussione sulle linee generali ed è intervenuto il rappresentante del Governo.

Avverto che in data odierna è stata presentata la mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00164; il relativo testo è in distribuzione (Vedi l'allegato A).

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

SALVATORE MICILLO, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Grazie, Presidente. Inizio dalla mozione Braga, Muroni ed altri n. 1-00152.

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di abbassare il tono della voce.

SALVATORE MICILLO, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Le prime sette premesse vanno bene; l'ottava è da eliminare; la nona va bene; la decima è da eliminare e l'undicesima lo stesso, da eliminare; la dodicesima da eliminare, la tredicesima da eliminare…

FEDERICO FORNARO (LEU). Ma non sono numerate!

PRESIDENTE. Onorevole Fornaro, sull'ordine dei lavori? Non sono numerate e, quindi, non riuscite a capire quali passaggi il Governo chiede di espungere. Come possiamo procedere?

Sottosegretario, se magari potesse spiegare meglio…

SALVATORE MICILLO, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Quindi, leggo dall'inizio alla fine del capoverso. Va bene. Quindi, da “il 15 marzo 2019” a “radicali” che è la prima premessa, va bene. Va bene così? Bene. Da “i cambiamenti climatici in atto” fino a “ecosistema”, va bene. Da “secondo importanti pubblicazioni specialistiche” fino a “vaste zone dell'Africa”, va bene. Da “secondo l'ultimo rapporto dell'IPCC” fino a “depositi sotterranei”, va bene. Da “l'Accordo di Parigi sul clima, raggiunto il 12 dicembre” fino a “le emissioni climalteranti”, va bene. Da “nonostante la portata storica dell'Accordo di Parigi” fino a “ma anche sociale ed economico”, va bene. La settima, da “nella recente COP 24” fino a “vincolante e condiviso”, va bene. Poi, da “nel mese di dicembre 2018” fino a “la Norvegia e la Finlandia”, questa premessa è da eliminare, in quanto la promessa di PNIEC (Piano nazionale integrato energia e clima), trasmessa a fine anno, è in linea con gli obiettivi europei per rispettare i contenuti degli accordi di Parigi …

PRESIDENTE. Colleghi della Lega, c'è il rappresentante del Governo che sta esprimendo i pareri.

SALVATORE MICILLO, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Il nono capoverso, da “il Piano nazionale” fino a “sanzionabile” va bene. La decima parte, da “l'attuale proposta di PNIEC” fino a “cambiamenti climatici” è da eliminare. Poi da “PNIEC contiene obiettivi nazionali inferiori” fino a “Consiglio d'Europa del 22 marzo 2019” è da eliminare. Il numero 12, da “infine si evidenzia che la proposta” fino a “agli obiettivi indicati”, è da eliminare. Poi, da “nonostante le preoccupanti risultanze dell'ultimo rapporto dell'ONU” fino a “tutela del territorio e del mare”, è da eliminare. Poi, abbiamo da “inoltre, la mancata attuazione della direttiva firmata il 16 marzo” fino a “ha di fatto bloccato ogni sviluppo in tale direzione” è sempre da eliminare. Da “la portata e l'urgenza della crisi climatica” fino a “tessuto industriale produttivo”, va bene. Da “l'Italia, nel contesto europeo” fino a “delle istituzioni universitarie” va bene.

Da “la COP 26 che si terrà nel 2020” fino a “l'Accordo di Parigi 2015”, va bene. Da “l'Italia può raccogliere la leadership del contrasto ai cambiamenti climatici” fino a “COP 24 di Katowice”, va bene.

Poi, per quanto riguarda gli impegni del Governo, la prima parte, da “a proseguire con la massima efficacia” fino a “importante obiettivo” è accoglibile. La seconda parte, da “ad attuare politiche necessarie” fino a “combustibili fossili”, e poi, fino a “favorire la transizione verso la mobilità elettrica, destinando il 50 per cento degli investimenti in infrastrutture per la mobilità sostenibile nelle città e per il trasporto pubblico collettivo e condiviso”, questo è accoglibile con riformulazione; quindi, inserire dopo le parole: “corretta gestione dell'acqua” le parole: “attraverso un utilizzo idrico sostenibile fondato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili”; nonché eliminare le parole: “che punti alla riduzione della loro produzione e al recupero di materia ed energia”.

La terza, da “a modificare” fino a “entro il 2050”, non è accoglibile. La quarta, da “ad attuare la strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile” fino a “valutazione annuale della sua attuazione” è accoglibile con riformulazione. Sostituire le parole: “la Commissione nazionale per lo sviluppo sostenibile già prevista dalla direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 16 marzo 2018” con le parole: “la governance per la sua attuazione”.

La quinta, invece, da “ad assumere iniziative normative” fino a “Costituzione”, non è accoglibile. Questa è soltanto la prima mozione, Braga.

Adesso, abbiamo la mozione Colucci ed altri n. 1-00154. Allora, per quanto riguarda le premesse, da “lo sviluppo sostenibile” fino a “presenti sulla terra”, va bene. Da “il modello di sviluppo che si è affermato in particolare” fino a “rinnovabili”, va bene. Da “l'utilizzo esponenziale” fino a “sempre più estremi e imprevedibili”, va bene. Da “un sistema climatico stabile è fondamentale” fino a “prosperità nel mondo”, va bene. Da “oltre 9 milioni di persone ogni anno” fino a “legate a catastrofi ambientali”, va bene. Da “l'accordo sottoscritto a conclusione della COP 21 di Parigi” fino a “rispetto ai livelli preindustriali”, va bene. Da “in precedenza” fino a “obiettivo del 15 per cento entro il 2030”, va bene.

Poi, da “nel gennaio 2019” fino a “transizione verso la sostenibilità”, va bene. Da “l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile” fino a “per raggiungerli entro il 2030”, va bene. Da “per quanto riguarda il nostro Paese” fino a “inadeguatezza delle strutture o loro eccessivo impatto sul territorio”, va bene.

Premessa n. 11, da “nel marzo 2018 il Governo italiano pro tempore” fino a “trovato applicazione”, va bene. Da “la Strategia energetica nazionale” fino a “sostanzialmente modificati”, va bene.

La premessa 13, invece, da “il 19 marzo 2019 il Ministero dello sviluppo economico” fino a “emissioni di gas serra” è da riformulare, eliminando l'ultimo periodo, dalle parole: “a detta di esperti” fino alla fine, in quanto il PNIEC risulta adeguato per rispettare gli impegni di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.

La premessa 14, da “ le manifestazioni del 15 marzo 2019” fino a “sviluppo della società”, va bene.

PRESIDENTE. Sottosegretario, se per lei fosse più facile, potrebbe dirci soltanto quali sono le parti da riformulare e quelle che chiede di espungere. Superiamo quelle che vanno bene.

SALVATORE MICILLO, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Allora, andiamo direttamente agli impegni del Governo. La prima parte, da “a dare immediata e piena attuazione” fino a “strategia stessa” non è accoglibile. Da “ad assumere iniziative affinché i provvedimenti legislativi” è accoglibile. La terza è accoglibile. La quarta è accoglibile. La quinta non è accoglibile. La sesta è accoglibile e la settima è accoglibile. L'ottava non è accoglibile.

PRESIDENTE. Passiamo allora alla successiva mozione.

SALVATORE MICILLO, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Mozione Ilaria Fontana, Lucchini ed altri n. 1-00155. Andiamo direttamente agli impegni del Governo.

PRESIDENTE. Quindi, le premesse sono accolte tutte.

SALVATORE MICILLO, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Sì, Presidente. Sono tutti accolti, ad eccezione del settimo capoverso, che è riformulato nel seguente modo: sostituire le parole: “dall'incentivazione di una filiera corta di gestione” con le parole: “dall'ottimizzazione della filiera di gestione”, e poi il resto è tutto accolto.

PRESIDENTE. Passiamo alla mozione Mazzetti ed altri n. 1-00158.

SALVATORE MICILLO, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Le premesse sono tutte accolte.

PRESIDENTE. Le premesse sono tutte accolte e, quindi, passiamo agli impegni.

SALVATORE MICILLO, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Tranne la trentesima premessa: “cogliere questa possibilità, non significa rallentare il processo” fino alle parole: “per quanto riguarda le merci”. Questa premessa è da eliminare e, quindi, non accoglibile.

Poi andiamo alle premesse nn. 36, 37 e 38…

PRESIDENTE. Non le conviene citare i numeri perché…

SALVATORE MICILLO, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. La premessa “nell'ambito della gestione dei rifiuti e dell'incentivo all'utilizzo delle materie prime seconde, il codice dell'ambiente (decreto legislativo n. 152 del 2006), all'articolo 184-ter, prevede la definizione di cessazione della qualifica di rifiuto” è da eliminare.

Lo stesso vale per la premessa n. 37, dalle parole: “la norma stabilisce che l'operazione di recupero (…)” fino alle parole: “19 novembre 2008”, che è da eliminare.

Lo stesso vale per la premessa che inizia con le parole: “questo comporta che il controllo effettuato” e finisce con le parole: “decreto legislativo n. 152 del 2006”. Tale premessa è da eliminare.

PRESIDENTE. Riesce a seguire, onorevole Mazzetti?

SALVATORE MICILLO, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Poi abbiamo la premessa che inizia con le parole: “la recente sentenza del Consiglio di Stato n. 1229 del 2018 (…)” e che finisce con le parole: “citata norma”. Tale premessa è da eliminare.

PRESIDENTE. Siamo sulle premesse.

SALVATORE MICILLO, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Sì, Presidente.

Premessa n. 40, che inizia con le parole: “arrestare questo processo virtuoso” e che finisce con le parole: “a livello comunitario e ministeriale”. Questa premessa è da eliminare.

Poi andiamo direttamente agli impegni. Il primo capoverso, che inizia con le parole “ad assumere iniziative” e termina con le parole: “al processo internazionale”, è accoglibile. Lo stesso vale per l'impegno: “a candidare l'Italia quale Paese ospitante della conferenza sul clima, COP26 del 2020”. Tale impegno è accoglibile. Il terzo capoverso, che inizia con le parole “ad adottare con urgenza iniziative” e termina con le parole: “dell'Unione europea”, è accoglibile con la seguente riformulazione: sostituire la frase: “favorire la riduzione dei limiti di biossido di azoto (NO2), anche per non incorrere in procedure di infrazione da parte dell'Unione europea” con la seguente frase: “favorire la riduzione in concentrazioni atmosferiche di biossido di azoto per favorire la risoluzione delle procedure di infrazione in materie aperte da parte dell'Unione europea”. Il quarto impegno è accoglibile. Il quinto impegno è accoglibile purché riformulato nel seguente modo: “ad assumere iniziative compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”. Quindi, aggiungere dopo le parole: “ad assumere iniziative” le parole: “compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”. Il sesto impegno, che inizia con le parole: “a dare impulso” e termina con le parole: “beni riciclati”, è accoglibile con la seguente riformulazione: eliminare le parole: “anche prevedendo, tra l'altro, l'individuazione dei criteri per definire la cessazione della qualifica di rifiuto”. Poi abbiamo il settimo capoverso, che inizia con le parole: “a prevedere un piano di investimenti pubblici finalizzato a” e termina con le parole: “capacità degli invasi”, è accoglibile.

Infine, abbiamo l'ultima mozione, Lollobrigida ed altri n. 1-00164, in cui la premessa che inizia con le parole: “si ritiene che il piano sia carente e inadeguato rispetto a più profili” e termina con le parole: “relative misure” è da eliminare. Poi abbiamo il capoverso che inizia con le parole: “anche nel settori dei trasporti le politiche del PNIEC sono deludenti, eppure” e termina con la parola: “emissioni”. Tale capoverso è da eliminare. Il capoverso che inizia con le parole: “ed ancora, si rileva, che il PNIEC” e termina con le parole: “quando necessarie” è da eliminare. Il capoverso della premessa che inizia con le parole: “alla luce dello scenario fin qui delineato” e termina con la parola: “climatici” è da riformulare nel seguente modo: “alla luce dello scenario fin qui delineato, dunque, si evince l'esigenza che l'Italia assuma un ruolo primario nell'attuazione delle strategie volte alla mitigazione del fenomeno dei cambiamenti”. Il quarto capoverso degli impegni, che inizia con le parole: “ad adottare iniziative che promuovano” e termina con le parole: “virtuose di riciclo”, non è accoglibile.

L'ottavo capoverso degli impegni, che inizia con le parole: “a promuovere ogni utile iniziativa”, è accoglibile con la seguente riformulazione: “a promuovere ogni ulteriore iniziativa in tema di benessere animale e buone condizioni agronomiche e ambientali di terreni al fine di favorire l'utilizzo di nuovi metodi produttivi più efficienti e meno inquinanti, proteggendo il suolo dal sovrasfruttamento e aumentando la capacità di stoccaggio di anidride carbonica dei terreni agricoli”. La ringrazio, Presidente.

PRESIDENTE. I rimanenti impegni quindi sono accolti.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (MISTO-NCI-USEI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e membri del Governo, la nostra mozione è nata da una preoccupazione: l'assenza del Governo sui temi dello sviluppo sostenibile. Non sono bastati danni catastrofici come inondazioni, desertificazione e addirittura morti e distruzioni per svegliare la coscienza di molti su questo argomento, ma ha avuto più efficacia Greta Thunberg, una ragazza di 16 anni svedese che, con le sue battaglie e il suo impegno civile…

PRESIDENTE. Onorevole Colucci, mi scusi. Colleghi, colleghi! Chiedo ai colleghi che vogliono restare in Aula per assistere alle dichiarazioni di voto di abbassare il tono della voce per consentire ai vostri colleghi di intervenire. Proviamo, onorevole Colucci.

ALESSANDRO COLUCCI (MISTO-NCI-USEI). Grazie, Presidente. Dicevo che c'è voluta una ragazza di 16 anni svedese per svegliare le coscienze di tutti, per fare impegnare maggiormente i Paesi su questo argomento e devo dire che, se si analizzano i dati, era inevitabile dedicarsi a un tema di questo tipo. Nel 2016 ci sono state 24 milioni di persone che sono fuggite da 118 Paesi per il cambiamento climatico, per i danni e per le catastrofi. Da oggi al 2050, si ipotizza uno spostamento di 200-250 milioni di persone. Addirittura si stima che l'inquinamento, ogni anno, uccida sette milioni di persone. Allora, io credo che questi dati diano ragione alla proposta che ha riguardato la ragazza Greta di essere proposta come premio Nobel della pace, perché uno spostamento così importante di uomini e di donne comporta sicuramente turbamenti nell'ambito geopolitico del mondo.

Il Governo e la sua maggioranza oggi propongono una mozione sulla quale noi ci asterremo, perché crediamo che sia una posizione, in alcuni passaggi condivisibile e, in altri, molto ideologica, e noi crediamo che un approccio ideologico sia l'approccio sbagliato su questi temi: rischia di immobilizzare e di non far nulla su questo argomento. Non siamo per bloccare le cose, non siamo neanche per far finta di non accorgerci di quello che succede nel mondo, ma crediamo che ci sia una terza via su questo argomento, che è quella dello sviluppo sostenibile, ovvero uno sviluppo che risponda alle necessità delle generazioni attuali, senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie necessità.

E, allora, è per questo che nella mozione chiediamo di impegnare il Governo su alcuni passaggi. Io ho ascoltato i pareri del Governo e credo che sia importante il coinvolgimento delle regioni e delle province così come, vedendo l'attivismo e l'impegno di tutti i gruppi, sia utile anche inserire in Costituzione l'attenzione allo sviluppo sostenibile. Dunque, accetto anche queste proposte da parte del Governo pur di poter andare avanti su tutti gli altri aspetti e, particolarmente, sull'attuazione della direttiva che prevede una regia e un coordinamento sulle politiche di sostenibilità. Il passaggio ancora importante sono la candidatura dell'Italia ad ospitare la COP 26 nel 2020 a Milano e un ampio confronto sul tema della sostenibilità, proprio in ragione del fatto che la Commissione europea ha predisposto un documento verso un'Europa sostenibile entro il 2030, ed è bene confrontarsi per poi avere, come Paese Italia, una posizione unica e forte da sostenere in sede europea.

Voteremo a favore anche delle altre mozioni Mazzetti ed altri n. 1-00158, Braga, Muroni ed altri n. 1-00152, e ovviamente come dicevo la nostra mozione, perché vediamo molti punti in comune. Credo che più si riesce ad essere numerosi nell'insistere su temi legati alla sostenibilità, e maggiormente si potranno portare risultati per il bene non solo nostro, ma anche delle future generazioni, perché ha ragione Greta quando ci dice che siamo profondamente responsabili oggi di quello che sarà il mondo nel futuro. Esprimo quindi voto favorevole su queste tre mozioni, e ribadisco l'astensione sulla mozione presentata dalla collega Fontana.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Presidente, naturalmente sarebbe stato auspicabile raggiungere una mozione unitaria su questi temi, ma c'è un motivo ben preciso per cui non si è riusciti a giungere ad un testo condiviso. Perché guardi, Presidente, la questione climatica ha in sé più elementi. Innanzitutto è sicuramente una questione trasversale: la mobilitazione dei Fridays For Future organizzata dai giovani in tutto il mondo racconta quanto la questione del clima abbia acquisito una dimensione finalmente popolare.

È una questione economica: tanto è vero che la Shell, una delle grandi multinazionali del petrolio, ha lasciato l'associazione USA dei raffinatori per divergenze politiche sul clima, ed ha annunciato che entro 10-15 anni vuole diventare primo operatore elettrico mondiale, quindi non proprio un'organizzazione di pericolosi ambientalisti.

È una questione di sviluppo, che riguarda fortemente le politiche industriali, quelle politiche industriali che da troppo tempo mancano in questo Paese, che invece potrebbero davvero tracciare una strada importante anche per la creazione dei cosiddetti green jobs, di cui tutti si riempiono la bocca, ma poi manca quell'aggancio necessario appunto con le politiche industriali.

La questione climatica è anche una questione di ricerca, di innovazione, di formazione universitaria; e quando si parla di messa in sicurezza del territorio e di economia circolare, se affrontati seriamente questi temi dovrebbero per esempio riguardare che tipo di formazione noi diamo ai nostri giovani. Perché la messa in sicurezza del territorio ha bisogno di ingegneri, di urbanisti, di geologi, che sappiano lavorare in team e che soprattutto abbiano in sé una nuova cultura di approccio al territorio.

Ecco, tutte queste questioni che incrociano il tema del clima impongono da una parte delle scelte radicali, e dall'altra impongono una visione. E quindi - come dire? - c'è un'incongruenza rispetto a invece come vive il nostro Governo, questo Governo, di iniziativa legislativa in iniziativa legislativa, di decreto in decreto, si guarda adesso alle prossime elezioni europee. Noi invece abbiamo bisogno, per occuparci del mutamento climatico, di un piano per il Paese che traguardi almeno i prossimi venti-trent'anni, avremmo bisogno di capire come questo Paese affronterà il futuro; e questo naturalmente il Governo non può farlo, perché è un Governo a tempo rispetto alle cose elencate nel contratto, con cui si continua a governare questo Paese.

Ecco, noi invece abbiamo bisogno di coraggio e di radicalità sul clima. Perché guardi, per finanziare i provvedimenti necessari per affrontare i mutamenti climatici non ci sono molte scorciatoie: o si tolgono risorse alle future generazioni… Ed è per questo che l'elemento fondamentale delle mobilitazioni di questi mesi è assolutamente l'elemento generazionale, i giovani ci stanno dicendo: non potete rubarci il futuro. Quindi o si tolgono quindi le risorse a loro, o si operano tagli alle spese correnti, o più coerentemente e giustamente si taglia a chi ha più ricchezza, ed è fondamentale su questo fare delle scelte, dicevo, radicali e coraggiose.

Certo, c'è da accompagnare la transizione necessaria per un nuovo modello di sviluppo e di crescita economica, ma non possiamo più far finta di occuparcene, non ne abbiamo più il tempo: gli scienziati ci dicono che se entro 12 anni non invertiamo la rotta, non avremo possibilità di affrontare la crisi climatica. E noi tutti sappiamo che non esiste, almeno per ora, un pianeta B su cui costruire un nuovo modello di sviluppo.

Ecco…

PRESIDENTE. Colleghi, ma non c'è bisogno di… Colleghi, non c'è bisogno di urlare per farvi ascoltare tra un banco e l'altro. Prego.

ROSSELLA MURONI (LEU). Grazie, Presidente.

Nel frattempo, mentre appunto sui mutamenti climatici non si prendono decisioni, anche se il nostro Paese è stato tra i firmatari degli accordi di Parigi del 2015, e però rimaniamo bloccati ormai da anni, e devo dire che questa è una responsabilità trasversale, accadono delle cose importanti nel rapporto, ad esempio, tra il nostro Paese e l'Unione europea. Noi siamo un Paese in infrazione per quanto riguarda temi fondamentali per l'ambiente: la gestione dei rifiuti, la gestione delle acque reflue, la qualità dell'aria. Nel frattempo il nostro Governo in Europa non assume decisioni importanti: quando la scorsa settimana l'Europa ha votato sulla decarbonizzazione al 2050, altro elemento fondamentale per poter parlare in piena dignità di clima, il nostro Paese è rimasto attonito, nel senso che nel mentre Germania e Francia si dividevano, con Macron che spingeva sulla decarbonizzazione, l'Italia non si è espressa, e né il Presidente del Consiglio dei ministri ha ritenuto di dover dire due parole nella conferenza stampa finale. E poi succede che nel nostro Paese sono ormai mesi che aspettiamo almeno un provvedimento che si occupi di questioni ambientali: altro che politiche per il clima!

A me sorprende molto che, ad esempio, nella mozione che ho firmato con la collega Braga ci sia stata una bocciatura per quanto riguarda il passaggio sulla gestione dei rifiuti. Io penso che il tema dell'economia circolare e della gestione dei rifiuti sia fondamentale, anche rispetto alle politiche climatiche; nel mentre appunto si bocciano alcuni passaggi della mozione, però lo stesso Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare dice alla regione Sicilia che nel loro Piano regionale c'è assoluta necessità di localizzare sul territorio dell'isola almeno due o più impianti di incenerimento per la gestione dei rifiuti, nei limiti delineati dal decreto-legge “sblocca Italia”. Ecco, come dire che quando fa comodo si continua a guardare al passato.

Ma la cosa che mi preoccupa veramente, signora Presidente, è che si continua a non guardare al futuro. Allora si fa presto a dire “Greta Thunberg” e a scendere in piazza; noi possiamo fare delle cose invece molto concrete per combattere i mutamenti climatici nel nostro Paese. Innanzitutto con un Piano energia e clima ben più ambizioso. Lo dico chiaramente: il Piano energia e clima presentato dal Governo italiano è in assoluta continuità con la SEN firmata dall'allora Ministro Calenda. Non è un piano ambizioso: io personalmente l'ho criticato allora, continuo a criticarlo tutt'oggi. Mancano in questo Paese i decreti sulle energie rinnovabili, e le aziende e le imprese che hanno investito in questo settore continuano ad essere sospese in un vuoto normativo che non consente loro di dare piena potenza invece a quello sviluppo economico che le energie rinnovabili, se ben fatte e ben integrate sul territorio, potrebbero portare.

Manca uno stop alla plastica monouso: stiamo aspettando ormai con ansia il famoso decreto-legge “salva mare”. È evidente che anche sul rapporto con l'industria della plastica c'è un braccio di ferro in corso tra le due forze di Governo, perché è evidente che almeno una, la Lega, sulle questioni ambientali ha una cultura assolutamente diversa ed ortogonale rispetto al MoVimento 5 Stelle, e forse il MoVimento 5 Stelle dovrebbe iniziare a prenderne finalmente atto.

E se non è così, allora portiamo subito in Aula la legge sul consumo di suolo: è pronta, possiamo discuterla, possiamo approvarla, possiamo farne una legge trasversale, perché poi tutti noi snoccioliamo i dati sul rischio, sulle frane e su purtroppo i danni e le morti che ogni anno registriamo nel nostro Paese.

Ci avete tenuto giorni e giorni a discutere di un buco in una montagna pronto nel 2035, la famosa TAV Torino-Lione, e non avete mai avuto il coraggio, invece, di parlare di un piano generale dei trasporti e della logistica, che questo Paese aspetta da tantissimi anni e che forse potrebbe anche dare un senso ad un buco in una montagna pronto nel 2035. Manca l'approvazione della legge sull'agricoltura biologica al Senato, così come mancano i decreti “end of waste”. Ecco, nella mozione noi indichiamo una serie di azioni concrete che il Governo dovrebbe fare, e nel frattempo ne ho enumerate alcune molto pratiche che questo Parlamento potrebbe approvare rapidamente, dando finalmente quella chiave di sviluppo sostenibile che noi chiediamo nella nostra mozione. Lo sviluppo sostenibile come concetto fondamentale che abbia dignità costituzionale e poi l'applicazione di una strategia nazionale, con la piena applicazione della Commissione, che accompagni anche la candidatura del nostro Paese alla COP 26, ad ospitare la COP 26 al 2020. Credo che questi debbano essere degli obiettivi trasversali, ma è evidente che nel merito, nella velocità, nell'urgenza e nella radicalità rimangono delle differenze incolmabili (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lorenzin. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, questo è un tema direi strategico non solo per il Paese, ma a livello globale, e forse, ringraziando i colleghi che hanno presentato le mozioni, richiederebbe anche un diverso impegno da parte del Parlamento e del Governo, cioè che ci fossero veramente degli stati generali sul clima per prendere delle misure idonee a contrastare l'effetto serra da qui ai prossimi venticinque anni. Noi ormai sappiamo quello che sta accadendo, basta vedere il tasso di siccità nel nostro Paese; abbiamo continuamente allarmi per quanto riguarda il settore agricolo, pensiamo alle produzioni del riso, alle produzioni nella pianura padana. Al contempo, accanto a queste fasi di siccità, si alternano delle fasi di piogge abbondantissime, quelle che vengono definite le bombe d'acqua, uragani e tifoni dati dal surriscaldamento del mare, come tutti possiamo ricordare all'inizio di questo autunno, quando, non soltanto la Sicilia, ma anche la Liguria sono state investite da uragani e tempeste.

Addirittura abbiamo avuto, poi, il crollo tragico e drammatico del ponte nel mese di agosto. Abbiamo una situazione di calamità naturali che stanno diventando non più un'eccezione, ma la norma. In quest'Aula, negli anni scorsi, abbiamo discusso più volte di quello che bisognava fare e di quanto fosse già non ambizioso, ma una strategia di contenimento, il mantenimento dell'aumento della temperatura a un grado e mezzo. Gli Accordi di Parigi non si stanno rispettando, e quindi noi avremo a breve e probabilmente dovremo gestire nei prossimi anni altro che i barconi della speranza a cui siamo stati abituati in questo quinquennio, ma un vero e proprio esodo di massa dall'area subsahariana verso il continente europeo, ma anche spostamenti di massa in tutta l'area asiatica. Le grandi metropoli sul mare stanno già facendo piani di evacuazione e simulazioni da qui al 2025, quando intere megalopoli saranno interessate dall'innalzamento dell'acqua del mare.

Non sono delle cose a noi lontane, noi siamo una penisola in mezzo all'acqua e questi sono degli aspetti che riguardano la nostra vita. Nel novembre del 2018 si è tenuto a Milano il G7 salute: per la prima volta l'argomento era l'impatto dei cambiamenti climatici sulla salute delle persone e degli animali; lì abbiamo studiato l'effetto dei virus e dei cambiamenti climatici sulla salute delle persone. A quell'evento, dove riuscimmo a ottenere l'attenzione anche degli Stati Uniti, sono seguiti una serie di eventi promossi dall'Italia proprio con i più grandi scienziati per capire come operare e come fare prevenzione rispetto a un cambiamento che è già in atto, è ora, non è che avverrà. Credo che immaginare delle politiche “a silos”, che riguardano solo il trasporto, solo l'agricoltura, solo il sistema sanitario o solo il tema delle riduzioni delle emissioni, sia una strategia perdente e miope di fronte a quella che è una sfida a tutto tondo per il futuro del nostro pianeta, il futuro della nostra nazione, il futuro dei nostri figli.

Per poterlo fare, bisogna avere coraggio; abbiamo visto in questi giorni le polemiche intorno all'ecobonus. Bisogna essere in grado di mettere in atto politiche attive reali, cioè che uno switch off industriale sia tale; accompagnare il comparto industriale, che non è un nemico, ma deve essere un protagonista di una trasformazione che darà anche un'opportunità di sviluppo economico importante; utilizzare la ricerca e le nuove tecnologie anche per pianificare nuovi modelli di controllo del territorio, da quelli più semplici, che possono essere il controllo degli argini dei fiumi, a quelli più complessi, cioè strategie di mobilità, passare dalla gomma al treno, ad esempio. Insomma, ci sono una serie di cose che noi possiamo fare, innanzitutto lavorando evidence based, cioè tenendo conto delle evidenze scientifiche, facendoci aiutare dai nuovi progetti e dai nuovi programmi di ricerca e metterli in campo tutti insieme, perché questa è una sfida che ci ingaggia oggi e domani (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, buongiorno sottosegretario, l'Organizzazione mondiale per la sanità stabilisce che, entro il 2030, ci sarà una morte certa per circa 250 mila persone all'anno dovuta ai cosiddetti cambiamenti climatici. Questo dovrebbe essere già un dato, sottosegretario, che ci permette di affermare con forza che è ora di smetterla con le parole ed è l'ora giusta di passare ai fatti. I cambiamenti climatici a questo punto sono, sotto un certo punto di vista, fortunatamente considerati, perché, sino a qualche anno fa, probabilmente non era così, un grave pericolo a livello mondiale; tra l'altro, le previsioni delineate dai più importanti istituti sono decisamente preoccupanti rispetto a questo tema, oserei dire critiche. Parliamo di temperature che aumentano continuamente, parliamo di regimi rispetto alle precipitazioni atmosferiche che vengono e sono modificate di anno in anno, ne parlava prima la collega Lorenzin, parliamo di conseguente scioglimento dei ghiacciai, determinando chiaramente un innalzamento del livello medio, a livello mondiale, del nostro mare.

Tra l'altro e purtroppo, e peggio ci sentiamo, l'aumento dei gas serra in atmosfera è dovuto di fatto a emissioni antropogeniche, quindi di fatto causate dall'uomo e da quello che l'uomo evidentemente sta portando avanti in termini di scellerate politiche nei confronti dell'ambiente. Il vero punto di svolta e la vera chiave di svolta rispetto a questo tipo di iniziative non sta, secondo me, tanto nella collettività. È molto difficile far capire all'intera collettività quanto evidentemente stiamo vivendo, ma ogni individuo, attraverso anche un'azione forte della politica, dovrebbe quantomeno assumersi la consapevolezza di gravi effetti rispetto al cambiamento climatico, affinché cambi e venga ad essere declinato in modo migliore lo stesso stile di vita complessivo dei gruppi sociali, dei popoli, fondamentalmente, per applicare ed andare incontro a scelte concretamente più sostenibili da un punto di vista ambientale. Tra l'altro, il gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite va a sottolineare che, e lo ha sottolineato più volte, si necessita di un'azione veramente molto urgente per il clima allo scopo di mantenere entro un grado e mezzo nei prossimi anni, come lei sa, il riscaldamento globale.

Serve andare evidentemente verso un'economia a zero carbonio in tutti i settori, i più importanti, i settori più energivori; in questo senso, sono il settore energetico, dei trasporti e quello alimentare. Ora, rispetto al nostro atto presentato, noi andiamo a parlare di questi temi: in primis del necessario ridimensionamento della cosiddetta anidride carbonica, nonché metano, nonché anche, ad esempio - in pochi ne stanno parlando negli ultimi tempi - dei gas refrigeranti HFC; anche questi, evidentemente, svolgono purtroppo il loro compito. A dicembre 2018 - lo citava anche lei nel suo intervento o per lo meno rileggendo degli interventi dei colleghi - a Katowice, in Polonia, si è tenuta una grande riunione rispetto ai cambiamenti climatici.

In tale sede sono state stabilite, di fatto, le cosiddette regole per mettere in pratica entro il 2020 quanto si è deciso durante la Conferenza del clima di Parigi del 2015.

Sul cosiddetto Piano nazionale integrato per l'energia e il clima, già citato, io non posso far altro che sottolineare quanto è stato già ricordato in quest'Aula: non fa nessun passo avanti rispetto alla strategia energetica nazionale allora voluta dall'ex Ministro Calenda. Perché? Perché non c'è nulla di più, anzi qualcosa c'è in meno, rispetto alle energie rinnovabili, rispetto alla plastica e all'abuso di plastica, rispetto ai rifiuti. Di fatto, è assente un approccio organico al tema dell'energia rispetto al quale devono essere ampiamente, secondo noi, coinvolti tutti i livelli di governo, il livello centrale, il livello regionale ed il livello locale, che sono stati evidentemente dimenticati. Ora, sottosegretario, io non penso sia utile ritornare a quanto abbiamo vissuto rispetto ad anni passati, che poteva essere considerato, ad esempio, nei confronti delle energie rinnovabili, una sorta di metadone di Stato. Lei sa perfettamente che, in pancia a molte energie rinnovabili e in quel settore di mercato, forse ad un certo punto è stato fatto anche troppo - lo ripeto - in termini di incentivi ed in termini di metadone, sotto questo punto di vista. Perché? Perché, ad un certo punto, laddove nasce il vero risparmio energetico - e non sono sicuramente i campi fotovoltaici, ma è la privata abitazione - , quando abituiamo le persone a dotarsi di energie rinnovabili, solo e soltanto quando ci sono degli incentivi molto ampi, ebbene è altrettanto chiaro che, quando questi incentivi, Presidente, vengono a decadere, quello è un mercato che evidentemente si ferma. Bastano le cosiddette detrazioni fiscali rispetto alla riqualificazione energetica degli edifici? Potrebbero essere - anzi sono sicuramente una buona cosa - ma non bastano, non bastano perché ad esempio - io ne sono assolutamente convinto - il tema delle detrazioni fiscali ritengo debba essere reso strutturale, invece - come lei sa - è rinnovato di anno in anno in sede di legge di stabilità. Tra l'altro, addirittura, per le persone e per le famiglie che hanno, in termini di tasse pagate allo Stato, un determinato cumulo, le cosiddette detrazioni dovrebbero essere addirittura modulari, ovvero, se una famiglia o una persona ha la possibilità di detrarre in meno di dieci anni o in meno di cinque anni, facciamoglielo fare. Ecco, io penso che questo potrebbe essere, oltre alla strutturalità, rispetto all'intervento, un buon inizio per poter vedere effettivamente un rifiorire rispetto a questo mercato, che tra l'altro aveva impiegato moltissimi addetti, ma che molto spesso sono anche andati a casa per mancanza di lavoro. Chiediamo quindi, con il nostro atto parlamentare, che questo tipo di impostazione venga portato avanti in modo importante dal Governo e che si facciano dei passi avanti. Per adesso non ne vediamo. Ho ascoltato giustamente - e voglio sottolineare alcuni passaggi rispetto al ciclo dei rifiuti - e ho visto purtroppo che il Governo ha bocciato un punto fondamentale del nostro atto parlamentare: provvedere ad ogni forma di recupero dei rifiuti per produrre energia, attraverso forme incentivanti. Con questo non voglio dire che debbono essere creati e costruiti termovalorizzatori ovunque - è esattamente il contrario - ma in realtà noi in questo momento abbiamo (e guardiamo forse a distanza) delle buone pratiche già esistenti rispetto alla termovalorizzazione fatta bene, che potrebbe addirittura, in concerto con altri sistemi, portare un beneficio. Ci sono dei Paesi che addirittura non pagano neanche più il riscaldamento perché un termovalorizzatore che funziona bene e inquina poco (quello, non altri sicuramente) riesce a far applicare loro uno sconto piuttosto importante rispetto ad un mercato che dovrebbe essere - lo ripeto – incentivato in modo intelligente.

Rispetto ai punti della nostra mozione noi chiediamo, chiederemo e continueremo a chiedere una fiscalità ambientale di vantaggio rispetto alla riconversione degli attuali sistemi energetici ed industriali. Rendiamoci conto, sottosegretario, che ad oggi in Italia esistono ancora famiglie che hanno la caldaia a gasolio, perché magari vivono in una zona non raggiunta dal metano, in cui non si riesce ad approvvigionarsi di altre energie. Ricordiamo che ci sono molti siti produttivi, con fabbriche e industrie, che devono essere riqualificati da molti e molti anni però sono fermi perché mancano da parte statale e da parte anche imprenditoriale i fondi per poter effettuare le bonifiche. Dopodiché chiudo, sottosegretario, rispetto ad un tema che ci sta e mi sta particolarmente a cuore, anche sulla base e sulla scorta di quanto il Ministro dell'ambiente aveva già affermato, quello della plastica. Ecco, dobbiamo fare evidentemente un passo avanti rispetto alla plastica: bene il Ministro Costa, quando parlò di aiuti per il recupero della plastica; la nostra proposta di legge già depositata parla di un aiuto, ad esempio, rispetto al recupero della plastica in mare, grazie anche alle flotte dei pescherecci. È chiaro che per queste persone, la plastica è considerata, come lei sa, rifiuto speciale e quindi per il conferimento addirittura devono pagare qualcosa; ecco noi dovremmo incentivare le flotte dei pescherecci affinché, quando sono in fermo pesca, vadano effettivamente a fare gli “spazzini del mare”, dando un incentivo importante al lavoro di queste persone (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

Abbiamo bisogno, sottosegretario, ora come non mai – concludo, Presidente - di poche parole, ma soprattutto di progetti per risollevare quello che soprattutto lasceremo ai nostri figli e ai nostri nipoti. Voteremo a favore delle mozioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzetti. Ne ha facoltà.

ERICA MAZZETTI (FI). Grazie, Presidente. Oggi i cambiamenti climatici sono evidenti e sotto gli occhi di tutti ed è quindi un tema che è diventato imprescindibile e, di conseguenza, deve essere all'ordine del giorno dell'agenda di ogni governo - mondiale, europeo, nazionale - ma anche in quella di tutti gli amministratori locali e lo sforzo deve essere planetario. Dovrebbe vedere coinvolti tutti i continenti, purtroppo non può essere sufficiente il ruolo solitario dell'Europa, che peraltro si conferma essere la più virtuosa sotto questo aspetto. Ma tutto questo deve anche rappresentare nuove opportunità economiche, dal punto di vista dell'occupazione, dello sviluppo di tecnologie pulite e dell'innovazione, una vera sfida climatica, che da vincolo deve trasformarsi in opportunità di crescita economica, promuovendo un nuovo sviluppo economicamente compatibile e sostenibile. Sui cambiamenti climatici, per onestà intellettuale, è doverosa una precisazione in premessa: l'uomo ha sicuramente contribuito ad accelerare un processo climatico, che però deriva sicuramente da evidenti elementi anche naturali. Ce lo dice la storia della terra: da sempre ore di desertificazione si sono succedute a ore di glaciazione. Questa mozione nasce dall'esigenza di attuare una serie di azioni concrete da parte del Governo, che affiancano quelle degli enti locali, delle agenzie educative, delle imprese, delle associazioni e dei cittadini per realizzare un concreto, diffuso e definitivo cambio di tendenza, rispetto a ogni atteggiamento umano, che va ad accelerare il fenomeno dei cambiamenti climatici, deleteri per la nostra vita sulla terra. È necessario partire dall'importante passo avanti, con l'accordo di Parigi approvato il 12 dicembre 2015, pur considerando che il percorso per contrastare il surriscaldamento glaciale è ancora molto lungo e accidentato e che, nel quadro della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, l'accordo ha compreso elementi per una riduzione progressiva delle emissioni globali di gas serra e si è basato per la prima volta su principi comuni, validi per tutti i Paesi, senza distinzione fra Paesi industrializzati e Paesi in via di sviluppo. Uno degli obiettivi principali è stato quello di aiutare i flussi finanziari privati e statali, verso uno sviluppo a bassa emissione di gas serra, e a migliorare la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici. La Conferenza di Parigi è stato il primo di una serie di altri importanti appuntamenti, dove in particolare sono stati decisi i criteri con cui misurare le emissioni di anidride carbonica, a valutare le misure per contrastare il cambiamento climatico delle singole nazioni. Nel rapporto del gruppo intergovernativo del cambiamento climatico è confermato che un aumento medio della temperatura globale di almeno 1,5 gradi centigradi sui livelli preindustriali è ormai inevitabile, ovvero nei prossimi dodici anni, e che, per tenersi entro i 3 gradi centigradi di aumento complessivo sarà necessario tagliare le emissioni di anidride carbonica del 45 per cento entro il 2020, cioè domani.

Una tempestiva cooperazione internazionale, la solidarietà e un coerente e costante impegno a favorire un'azione comune rappresentano l'unica soluzione per onorare la responsabilità collettiva di preservare l'intero pianeta e la sua biodiversità per le generazioni presenti, ma soprattutto future.

In questo quadro, gli impegni assunti dall'Italia in occasione degli importanti appuntamenti internazionali sono sempre stati chiari e netti nella volontà di contribuire ad un miglioramento delle condizioni climatiche ed ambientali.

Tuttavia, nonostante i buoni proclami dei passati Governi di sinistra, il nostro Paese risulta essere ancora meno coerente sul fronte della riduzione delle emissioni di anidride carbonica da combustibile fossile e sull'emissione di biossido d'azoto.

Anche l'attuale Governo non ha fatto nulla di più e lo dimostra l'ultima legge di bilancio, dove non c'è stato alcun segnale concreto per la lotta contro il cambiamento climatico. È stata unicamente confermata la proroga di un anno delle detrazioni per le spese relative ad interventi di riqualificazione degli edifici e, per finanziare l'importante programma di riqualificazione energetica degli immobili della pubblica amministrazione centrale, sono stati previsti solamente 25 milioni per il 2019, una cifra del tutto irrisoria e insufficiente.

È recente, infatti, la notizia che la Commissione europea ha deferito il nostro Paese alla Corte di giustizia dell'Unione europea per la ripetuta violazione dei limiti annuali di biossido di azoto nell'aria delle città e per il mancato adeguamento delle norme europee sui sistemi di trattamento delle acque di scarico di oltre 700 agglomerati e 30 aree sensibili dal punto di vista ambientale.

In quest'ottica, bisogna avere ben presente che, senza modificare profondamente l'attuale sistema produttivo, non sarà possibile mitigare il riscaldamento globale. E, va da sé, che il sistema produttivo si modifica solo con interventi a monte, in primo luogo con una nuova politica energetica che favorisca l'utilizzo di tecnologie e fonti energetiche a bassa emissione di carbonio e definisca una vera e propria tabella di marcia di decarbonizzazione che riguardi tutti i settori, attraverso investimenti pubblici, incentivi fiscali e semplificazione; un ambiente economico, caratterizzato da un sistema fiscale leggero e precursore di crescita e di investimenti a lungo termine.

Il contributo alla mitigazione dei cambiamenti climatici non passa attraverso azioni isolate o solo dagli accordi decisivi ed importanti che si sono sottoscritti a Parigi e nelle altre conferenze internazionali, ma ha senso in un'ottica di sistema in cui ognuno svolge il proprio ruolo specifico e coordinato.

Un altro grande tema sul quale è importante porre attenzione è una nuova fiscalità ambientale, quale imperativo delle prossime politiche economiche. Solo così l'Italia può collocarsi pienamente dentro al processo europeo disegnato con la nuova direttiva sull'economia circolare. La reindustrializzazione europea si può basare unicamente su imprese innovative ed efficienti sotto il profilo delle risorse. Il cambiamento deve iniziare con urgenza ed incentivare sistemi fiscali che avvantaggino l'uso di risorse ambientali rinnovabili e sostenibili per l'ambiente.

Un capitolo fondamentale riguarda, inoltre, la fiscalità ambientale in materia di beni e prodotti. In questo ambito, la direzione è quella di una revisione dell'imposta sul valore aggiunto, con l'obiettivo di orientare il mercato verso modi di produzione e consumo sostenibile, prevedendo ad esempio un regime di imposta agevolato per i manufatti realizzati con una percentuale di materiale riciclato, spostando cioè la tassazione dal lavoro all'inquinamento.

In questa prospettiva l'Italia può e deve svolgere una funzione trainante a livello europeo nella direzione dell'accelerazione della transizione energetica verso l'utilizzo di fonti rinnovabili e l'efficientamento energetico dei processi produttivi. Queste sono scelte di programmazione del territorio volte a favorire uno sviluppo economico in chiave di sostenibilità, in alternativa ad un modello basato sui combustibili fossili e su cui l'attuale Governo ha il dovere di dare segnali chiari e coerenti, e non quelle irrisorie proposte, fatte nelle mozioni odierne della maggioranza e nella legge di bilancio approvata nel dicembre 2019.

Attenzione, però, vorrei fare una precisazione importante: cogliere questa possibilità non significa rallentare il processo infrastrutturale e tecnologico, come molti di voi vorrebbero, quanto piuttosto un impegno dinamico, finalizzato a concepire gli investimenti in grandi opere - come il treno ad alta velocità da estendere e l'ammodernamento della rete ferroviaria - più concorrenziali e più convenienti, sotto il profilo dell'impatto ambientale, del trasporto su gomma, soprattutto per quanto riguarda le merci.

Un Paese responsabile che guarda al progresso ed alla crescita economica deve prevedere, fra i suoi piani di investimento, azioni che riguardano la rigenerazione delle grandi città, in un'ottica di efficientamento energetico, lo sviluppo della rete metro-ferro-tramviaria, un coerente programma di gestione del ciclo dei rifiuti e la non trascurabile prospettiva di una sinergia tra lo Stato ed i privati. L'obiettivo deve essere quello di realizzare un'energia sicura, economica, efficiente e sostenibile.

Adesso parliamo anche dei rifiuti, altro tema importante per l'ambiente e per il clima. L'Italia è il Paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti e questo anche grazie a modalità innovative di gestione dei rifiuti e sistema avanzati per il loro recupero. Ma oggi, ancora oggi, mentre vi sto parlando, il sistema del ‘fine rifiuti' è bloccato: da un anno, un anno esatto, i nostri impianti di riciclo soffrono del blocco delle autorizzazioni.

Forza Italia è stata l'unica a battersi perché questa anomalia si risolva nelle more dell'entrata in vigore dell'applicazione delle direttive europee (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e della sentenza del Consiglio di Stato, che delega allo stesso l'emanazione delle linee guida e della autorizzazione conseguente.

Ma il Governo, che si definisce Governo dell'economia circolare, rimane sordo alle grida d'aiuto e oggi siamo in piena emergenza rifiuti. Le discariche abusive nascono come funghi e la questione ormai è arrivata al pericolo per la popolazione. Ed è proprio per questo che è in via di presentazione, da parte del nostro gruppo parlamentare, una proposta di legge volta a favorire l'adeguamento delle dotazioni impiantistiche necessarie alla corretta gestione ed al trattamento con rifiuti urbani e assimilabili.

Questa mozione, Presidente, è l'ennesimo tentativo da parte del nostro gruppo parlamentare di risolvere un problema gravissimo per la salute pubblica e noi impegniamo il Governo: a farsi carico, fra i Paesi partecipanti alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, dell'adozione di un codice che esiga un livello elevato di trasparenza, con solide norme vincolanti per tutte le parti al fine di misurare accuratamente i progressi e consolidare la fiducia tra le parti che partecipano al processo internazionale; a garantire una autonomia finanziaria degli enti locali che impegnano risorse derivanti dalla tassazione delle imprese in investimenti nel settore energetico ambientale, per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica nell'aria e per il miglioramento della gestione del ciclo dei rifiuti e delle acque di scarico; a prevedere un piano di investimenti pubblici, finalizzati a promuovere un nuovo modello energetico ambientale fondato…

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Mazzetti.

ERICA MAZZETTI (FI). Vado alle conclusioni, allora. In un momento come questo, in cui l'ambiente è centrale, tutto è fermo. Noi ci domandiamo perché, anche se una risposta forse la abbiamo: le attuali forze di Governo non trovano l'accordo e le conseguenze, come sempre, ricadono sul popolo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD). Signora Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, voglio cogliere prima di tutto il valore positivo del voto che ci apprestiamo a fare: il presente e il futuro del pianeta, le ragioni dell'Europa, gli interessi del nostro Paese sono alla base della mozione, che, insieme al collega Orlando, agli altri colleghi del mio gruppo e alla collega Muroni che ha sottoscritto con noi questa mozione, abbiamo presentato e portato all'attenzione dell'Aula, cogliendo il valore e l'importanza della manifestazione straordinaria di centinaia di migliaia di giovani lo scorso 15 maggio e della mobilitazione che da mesi sta proseguendo in tutto il mondo, per chiedere con urgenza che ci siano, da parte dei capi di Stato, azioni concrete e radicali e un impegno più forte per contrastare i cambiamenti climatici.

È un messaggio potente di cambiamento, che scuote le coscienze perché viene prima di tutto da quella generazione che per prima paga sulla propria pelle gli effetti dei cambiamenti climatici e che è consapevole di essere l'unica, l'ultima, davvero in grado di invertire la rotta.

Secondo l'ultimo allarmante rapporto dell'IPCC, l'umanità ha a disposizione soltanto undici anni per evitare la catastrofe ambientale. Eventi climatici estremi sono già oggi all'origine di conflitti e migrazioni di massa che sconvolgono la vita di milioni di persone. La distruzione delle risorse naturali, il livello di inquinamento degli oceani, del suolo e dell'aria hanno impatti devastanti sulla salute umana e sulla qualità dell'ecosistema.

Sappiamo che non c'è più tempo, l'Accordo di Parigi sul clima del 2015 deve essere attuato, anche se siamo in ritardo, e la direzione di marcia intrapresa non è sufficiente a contenere l'aumento della temperatura media globale entro il grado e mezzo.

La strada per la sua attuazione procede con lentezza e fatica, anche a causa del disimpegno dell'America di Trump, di quello annunciato del Brasile di Bolsonaro, per la resistenza di tanti Paesi, anche europei, a guida sovranista, che ne rallentano il cammino.

Nella COP 24, in Polonia, è stato fatto il punto sullo stato di avanzamento degli impegni assunti, ed è positivo avere dotato l'Accordo di Parigi di una rulebook per la sua attuazione nel 2020, mentre non sono stati concordati impegni sull'adozione di un quadro normativo vincolante. Tuttavia, proprio l'Europa continua a mantenere una centralità assoluta, tanto più in vista delle prossime elezioni, perché dalla sua capacità di rilanciare un ruolo di leadership su questi temi, quel ruolo importante giocato a Parigi nel 2015 proprio per raggiungere l'accordo, dipende gran parte della possibilità di orientare nel giusto verso l'azione globale per il clima. Ecco perché nella nostra mozione abbiamo scelto di dedicare una parte importante degli impegni che chiediamo al Governo italiano proprio alle posizioni da sostenere con più decisione a livello europeo. I segnali, occorre dirlo, non sono dei migliori: il Consiglio europeo del 22 marzo, sul tema dei cambiamenti climatici, si è concluso senza particolari avanzamenti, rinviando a una nuova discussione a giugno; i leader degli Stati membri non hanno raggiunto un accordo sul sostegno alla strategia di lungo termine proposta dalla Commissione europea e sostenuta con una risoluzione approvata dal Parlamento europeo, che prevede la carbon neutrality entro il 2050 per tutta l'Unione. Non possiamo tacere in quest'Aula il rammarico per il fatto che in quel Consiglio europeo il Governo italiano si è schierato a fianco dei Paesi riluttanti o addirittura contrari a questa misura: una scelta miope che contraddice le tante affermazioni enfatiche che sentiamo e che continuiamo a sentire su questi temi, un tradimento alle promesse fatte ai giovani che, a fianco di Greta Thunberg, chiedono anche al nostro Governo più coraggio e più coerenza, coerenza che non c'è. Dobbiamo dire con chiarezza che il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima, redatto dal Governo e trasmesso a gennaio alla Commissione europea, è del tutto inadeguato rispetto all'ambizione dell'Italia di porsi in un ruolo di capofila nella transizione energetica e nelle politiche di adattamento ai cambiamenti climatici, obiettivi, contenuti in quel Piano, che sono persino più bassi di quelli già fissati a livello europeo. Allora colpisce il crollo delle ambizioni, la negazione di tutte le chiacchiere che i colleghi del MoVimento 5 Stelle facevano dai banchi dell'opposizione quando accusavano i Governi di centrosinistra di non fare abbastanza, ed è evidente, leggendo la mozione di maggioranza, su cui ci asterremo, per la timidezza e l'ambiguità dei suoi contenuti, che anche in questo caso a comandare sono le ragioni della Lega, che, non dimentichiamolo, non ha votato l'Accordo di Parigi e che su questi temi si trova in grande sintonia con i Paesi di Visegrád, che sono il vero freno ad un'azione più incisiva a livello europeo. Il MoVimento 5 Stelle che fa? Si adegua, si adatta. Ma è bene dire che le critiche a quel Piano non vengono solo dalle opposizioni o dalle associazioni ambientaliste, ma anche da molti rappresentanti dei settori economici che già oggi hanno compreso l'importanza e scelto la strada della green economy. Per questo dovrebbero essere considerate dalla maggioranza e dal Governo per migliorare le nostre ambizioni e tradurle in scelte concrete, per questo vi chiediamo di assumere qui un impegno a modificare i contenuti di quel Piano, per approvare uno strumento coerente con gli obiettivi europei e internazionali stabiliti dagli accordi di Parigi, in particolare a fissare un target di riduzione delle emissioni al 2030 pari o superiore a quello europeo, del 40 per cento, ed una quota di produzione di energia da fonti rinnovabili superiore al 32 per cento, oggi prevista a livello europeo, e di sostenere a giugno, nel prossimo appuntamento europeo, la proposta di arrivare alla carbon neutrality entro il 2050. Sempre in quest'ottica, con un voto del Parlamento, vogliamo chiedere l'impegno del Governo a perseguire con la massima efficacia ogni iniziativa utile a sostenere la candidatura dell'Italia ad ospitare la COP 26 nel 2020: un obiettivo possibile, importantissimo, al di là della valenza dell'evento in sé. Ci auguriamo che su questo appuntamento il Governo esca dall'ambiguità e colga l'opportunità di contare sulla presenza di istituzioni pubbliche e private che su questo tema, in particolare a Milano e in Lombardia, rappresentano già oggi eccellenze e riferimenti a livello europeo e mondiale. Le ragioni della nostra mozione stanno anche nella preoccupazione che abbiamo rispetto al ritardo con cui si stanno perseguendo gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Nonostante l'inserimento degli indicatori del BES nella legge di bilancio, l'Italia non è su un sentiero di sviluppo sostenibile, lo ha certificato l'Asvis, presentando il suo rapporto, qualche settimana fa, proprio qui alla Camera.

La legge di bilancio è totalmente assente di una strategia per favorire la transizione ecologica, vi chiediamo pertanto di attuare la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, rendendo finalmente pienamente operativa la commissione nazionale, approvata con una delibera del Governo Gentiloni nel 2017, e ad assumere e sostenere - ci stupisce molto che su questo abbiate espresso un voto contrario, perché vi eravate impegnati a farlo pubblicamente prima delle elezioni - l'inserimento del principio dello sviluppo sostenibile in Costituzione.

La portata e l'urgenza della crisi climatica richiedono con forza una maggiore capacità di impulso all'affermazione di un nuovo modello di sviluppo. L'Italia, nonostante le buone cose fatte dai nostri Governi - certo insieme a qualche occasione mancata e qualche errore -, ha ancora molta strada da fare, e il Partito Democratico, che ha tra le sue culture fondative quella ambientalista, deve tornare a rilanciare con forza, in Italia e in Europa, la battaglia per un nuovo modello di sviluppo fondato sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale, sulla lotta alle disuguaglianze, che, non dimentichiamolo, dipendono anche dall'esposizione agli impatti dei cambiamenti climatici. La sostenibilità ambientale, ancora oggi percepita erroneamente come un vincolo, è, al contrario, una straordinaria opportunità di sviluppo, di innovazione e di competitività. È l'economia giusta, a cui dobbiamo orientare le nostre scelte di politica economica e di investimento pubblico e privato, deve diventare un motore di sviluppo trasversale, che coinvolge filiere e settori che vanno dalla rigenerazione urbana alla lotta contro il dissesto idrogeologico, alla qualità e la tracciabilità dei prodotti agroalimentari, alla mobilità sostenibile, fino ad attuare pienamente i principi dell'economia circolare.

Signora Presidente, sappiamo bene che una mozione non ha il valore di una norma approvata dal Parlamento, e resta il rammarico per non essere riusciti, su un tema così importante, ad arrivare ad una posizione unitaria, ma almeno questa discussione è servita - lo dimostrano i pareri contrari del Governo ad alcuni punti per noi irrinunciabili della nostra mozione - a chiarire qual è la vera posizione della maggioranza - Lega e 5 Stelle responsabili in egual misura - e dell'Esecutivo su questi temi: contrari agli inserimenti del principio dello sviluppo sostenibile in Costituzione, contrari alla vera eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi e alla riduzione di produzione di rifiuti, al recupero di materia ed energia - incredibile! -, contrari a rivedere al rialzo gli obiettivi di riduzione delle emissioni e di produzione delle energie rinnovabili. Per questo noi esprimeremo un voto di astensione sulla mozione della maggioranza, sosterremo alcune parti delle mozioni degli altri gruppi, e restiamo comunque convinti che il pronunciamento del Parlamento su questi atti, su queste mozioni, rappresenti una sfida e nel tempo stesso un sostegno effettivo all'azione del Governo e delle altre istituzioni, per cogliere fino in fondo la centralità della sfida climatica e l'importanza di costruire un modello di sviluppo sostenibile, utile e necessario per l'Italia e l'Europa di oggi e di domani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucchini. Ne ha facoltà.

ELENA LUCCHINI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, i cambiamenti climatici oggi sono considerati la principale minaccia internazionale: questo è l'esito di un'indagine condotta negli Stati Uniti sui cittadini di ventisei nazioni, tredici delle quali, ovvero il 50 per cento, ha dato tale responso. Negli ultimi tempi, l'emergenza clima è divenuta il tema centrale a livello mondiale ed è stata inserita nell'agenda di diversi Governi, una questione annosa e prioritaria, della quale obiettivamente si è parlato poco, troppo poco, negli anni passati, lo dico anche un po' con un tono di disappunto. E ora, un po' all'improvviso, e tardi, come purtroppo spesso accade, grazie soprattutto a manifestazioni globali che hanno avuto risonanza in tutti i Paesi del mondo, l'umanità pare aver preso finalmente coscienza che questo problema è reale e che non è più possibile rinviare.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 14,40)

ELENA LUCCHINI (LEGA). È doveroso ricordare - la storia ci insegna - che nel corso dei millenni sulla terra si sono susseguite ere glaciali ed interglaciali caratterizzate da arretramento dei ghiacciai e periodi di siccità. Tali fenomeni naturali, tuttavia, non devono essere utilizzati per giustificare i cambiamenti climatici, in quanto la scienza ha dimostrato che la mano dell'uomo ha accelerato tali processi, portando repentinamente ad un innalzamento della temperatura globale. Occorre però fare chiarezza, ragionare in maniera ponderata e non strumentalizzare un argomento così importante puntando il dito verso chi oggi ha fatto progressi a tutela dell'ambiente. Parlo della culla della civiltà, della Comunità europea, che più di ogni altra si è emancipata in tal senso, non come accade purtroppo in altre zone del mondo, ad esempio nei Paesi emergenti, dove la sola convenienza economica ha avuto il sopravvento, ma soprattutto dove non vi è ancora piena consapevolezza dei danni che ciò arrecherà all'ambiente, di conseguenza a se stessi, a noi e al resto del mondo, perché tutto è in stretto collegamento: l'aria che respiriamo e l'acqua degli oceani, che si muove attraverso le correnti e raggiunge anche i nostri mari.

Oggi, diverse aziende perseguono vie innovative, nuove tecnologie in grado di contenere, limitare e ridurre a zero l'impatto ambientale, dimostrando di aver compreso, prima di altri, che è necessario cambiare quanto prima possibile, denotando senso di responsabilità, ma, soprattutto, che si può fare, si può fare industria, tutelando l'ambiente allo stesso tempo. Si può e si deve fare economia circolare, per esempio, nel vero senso del termine, non solo fermarsi alle parole, solo perché se pronunciate hanno un buon impatto nella società in cui viviamo e, poi, non comprenderne appieno neanche il significato. Non si può, quindi, demonizzare un materiale o un intero settore perché trovare un capro espiatorio è più facile e perché questo tipo di approccio fa prendere più voti e crea consenso (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

La buona politica dice la verità, di fronte ai problemi individua la soluzione, non aggira l'ostacolo perché è più conveniente. L'economia circolare sta alla base del riciclo dei materiali, dove ogni rifiuto può essere visto non più solo come rifiuto in sé, ma come risorsa e fonte di ricchezza da rigenerare all'infinito, riducendo gli sprechi e il conferimento in discarica, così come prevede la direttiva comunitaria e, al tempo stesso, creare un nuovo indotto e nuovi posti di lavoro con il mercato del riciclo. Oggi, le alternative esistono, si può produrre e non inquinare allo stesso tempo, questa è la strada giusta che la Lega vuole portare avanti, quella del progresso tecnologico, che permette di mantenere il nostro importante tessuto industriale, dando la possibilità alle aziende, nei modi e nei tempi dovuti, attraverso opportuni incentivi o forme di premialità, di innovarsi, tutelando posti di lavoro e ambiente.

L'altra strada da perseguire in parallelo è indubbiamente quella dell'educazione ambientale, a partire dai più piccoli, sono quelli i momenti in cui si apprende e si consolida la consapevolezza di che cosa è giusto e di che cosa è sbagliato, oltre alla grande fonte di insegnamento che può rappresentare ognuno di quei ragazzi quando torna a casa e la condivide con i genitori e il resto della famiglia, perché ognuno di noi con un piccolo gesto può essere artefice, insieme a mille altri, di un disastro ambientale o della salvezza dell'ecosistema del quale anche noi facciamo parte.

Ecco, Presidente, questa è la Lega che, dopo aver constatato che il problema c'è ed esiste, propone soluzioni e rimedi concreti, condivide con il tessuto produttivo e industriale, perché, solo lavorando insieme, in sinergia, si raggiungono gli obiettivi. E, per questo, a nome del gruppo Lega-Salvini Premier, annuncio il voto favorevole alla mozione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Federico. Ne ha facoltà.

ANTONIO FEDERICO (M5S). Presidente, colleghe e colleghi, è stato già detto in quest'Aula, ma io ne sento tutto il peso e intendo ribadirlo, quella della lotta al cambiamento climatico è la sfida più grande che la mia, la nostra, generazione si trova ad affrontare. Le attività dell'uomo hanno notevolmente influenzato la vita sulla terra, in questo caso, in negativo; abbiamo creato un paradigma produttivo e di consumi basato sull'idea assurda che le risorse fossero infinite e che l'inquinamento delle matrici aria, acqua, terra potesse essere insignificante rispetto alla vastità delle terre emerse, del mare e del cielo. Non è evidentemente così. Abbiamo continuato a crescere e a consumare risorse naturali, prelevandole da un sistema finito, senza mai porci le domande giuste: stiamo facendo anche il bene del pianeta, gli ecosistemi sono in grado di sopportare tutto questo, è davvero sostenibile questo sviluppo? Non ci siamo mai posti queste domande, non abbiamo voluto porle a noi stessi e agli altri per non fermare la locomotiva in corsa. A pagare il conto di questa corsa, però, siamo tutti noi, l'intero genere umano che deve affrontare le conseguenze del global warming, l'innalzamento della temperatura media del pianeta. Ad essere precisi, davanti all'accelerazione registrata in questi ultimi tempi, è il caso di parlare di vero e proprio global warning. Ma come va affrontato questo allarme globale? Semplicemente, con intelligenza e buon senso, nessuno sogna il ritorno ad un medioevo tecnologico, anzi, direi proprio il contrario. Secondo il rapporto del gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, il mondo ha bisogno di interventi rapidi, di vasta portata e senza precedenti, una rivoluzione culturale a cui devono partecipare anche i cittadini. Dobbiamo smettere di pensare che la battaglia contro i cambiamenti climatici sia una cosa lontana e che non riguardi ciascuna e ciascuno di noi.

Non a caso, sono nati movimenti spontanei come quelli del Fridays for future, che si ribellano all'inerzia dei Governi e lanciano il loro global warning, perché non c'è più tempo da perdere.

Predica bene chi vive bene, diceva Miguel de Cervantes. Ecco, se pensiamo alla vita spericolata che la nostra società ha vissuto finora, c'è poco da predicare e ancora molto da praticare. Quanto alle pratiche su clima e ambiente, il MoVimento 5 Stelle ha, da sempre, le idee chiare e, ora, quelle idee sono anche nel contratto di Governo. Chiedo scusa, Presidente, avrei bisogno di un po' di attenzione, grazie.

PRESIDENTE. Sì, comincerei a chiedere anche ai colleghi del suo gruppo, a quelli che sono lì sopra…

ANTONIO FEDERICO (M5S). Assolutamente, le chiedo supporto in questo.

PRESIDENTE. Prego, proceda.

ANTONIO FEDERICO (M5S). Quanto alle pratiche su clima e ambiente il MoVimento 5 Stelle ha da sempre le idee chiare e ora quelle idee sono anche nel contratto di Governo, come dicevo. Dobbiamo potenziare le azioni di contrasto ai cambiamenti climatici, superare le fonti fossili e puntare su efficienza energetica, rinnovabili ed economia circolare. Il Ministro dell'ambiente Costa ha confermato l'impegno dell'Italia a uscire dal carbone nel 2025.

L'Italia è sulla via del cambiamento, dobbiamo fare di più e meglio, ma, sia chiaro, tutti devono dare il proprio contributo, la diplomazia deve cambiare marcia, come hanno auspicato i rappresentanti del nostro Governo nelle sedi istituzionali, le regioni, poi, devono favorire la transizione energetica, la mobilità sostenibile e puntare su un ciclo dei rifiuti che superi la cultura dell'incenerimento, cultura che, ricordiamo, aumenta la produzione di CO2 e inquina. A tal proposito, negli interventi precedenti si è fatto riferimento a fantomatici nuovi inceneritori per la regione Sicilia che addirittura avrebbero avuto l'avallo del Ministero dell'ambiente. Voglio leggere una brevissima nota del Ministro Costa di stamattina, affinché resti anche agli atti di quest'Aula rispetto a questa questione.

Il Ministro Costa dice: “Ho dato mandato immediato al Capo di gabinetto e al segretario generale di aprire un'istruttoria amministrativa interna per conoscere chi abbia violato la mia direttiva politica: mai e poi mai avrei proposto quanto letto nelle deduzioni nell'ambito della VAS del Piano regionale rifiuti della Sicilia. Risulta dunque evidente che la rivalutazione del fabbisogno di incenerimento potrà essere effettuata solo a seguito della prefigurazione, nel piano di gestione dei rifiuti della regione siciliana, delle politiche di prevenzione della formazione dei rifiuti, di incremento della raccolta differenziata, nonché dell'esaustiva individuazione dei flussi”. Il Ministro Costa ha concluso dicendo: “Mai e poi mai da questo Ministero ci sarà un via libera a nuovi inceneritori” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ecco, di tutto questo e di quelli che sono gli effetti dei cambiamenti climatici e del global warning a cui ho fatto riferimento precedentemente, si è discusso a Katowice, in Polonia, dove i Paesi del mondo hanno avuto modo di raccontare come stanno affrontando la questione del climate change, secondo protocolli internazionali che individuano azioni di mitigazione e adattamento. Ho avuto anche l'onore di partecipare a questi tavoli lo scorso inverno e, quindi, do una testimonianza anche diretta di quanto accaduto.

Parliamo di mitigazione quando decidiamo di intervenire sulle cause dei cambiamenti climatici e, allora, bisogna concentrarci sulle politiche di decarbonizzazione e abbandono progressivo delle fonti fossili e conseguente riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera, la cui presenza in eccesso provoca il fenomeno dell'effetto serra, con conseguenze devastanti, scioglimento dei ghiacciai, innalzamento degli oceani e inabissamento delle terre emerse.

Dicevo, quindi, azioni di mitigazione e adattamento. Per adattamento intendiamo le attività tese a ridurre l'impatto degli effetti dei cambiamenti climatici, ad esempio, il contrasto al dissesto idrogeologico, uno dei problemi che sentiamo di più in Italia e contro il quale il Governo è già intervenuto in maniera importante, tramite investimenti per 11 miliardi di euro. Inoltre, anche stasera, dovrebbe essere in approvazione il decreto “Salva mare” che è stato anche citato più volte negli interventi precedenti, che mi hanno preceduto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Alla luce di fenomeni di tale portata è banale ma fondamentale evidenziare che a migliori e più efficienti politiche di mitigazione corrisponde minore impegno sull'adattamento. Insomma, più siamo bravi a ridurre le cause dei cambiamenti climatici, meno spenderemo per ripararne i danni. L'Italia, grazie a questo Governo è pienamente consapevole di quanto sta accadendo e del nesso esistente tra attività dell'uomo e crisi climatica in corso ed è già candidata ad essere capofila mondiale su questi temi. Ho già accennato a quanto il nostro Paese ha fatto con gli importanti interventi in termini di adattamento ai cambiamenti climatici, ma non possiamo dimenticare anche il piano clima energia, già presentato in sede europea e che ora avvierà il suo percorso di pubblico dibattito anche sul territorio nazionale.

Infine, ma non ultima per importanza, la candidatura del nostro Paese a ospitare la COP 26 nel 2020, non solo una decisione simbolica, ma la prova che l'Italia vuole giocare un ruolo da protagonista a livello globale nella lotta al climate change. In questa lotta il Governo è parte attiva e sono sicuro che anche il dibattito parlamentare saprà dare un ulteriore contributo, a conferma della bontà della strada intrapresa. Ci piacerebbe ribadire, perché ne siamo convinti, che su questi temi si debba essere tutti dalla stessa parte e noi confermiamo queste intenzioni, noi ci siamo.

La mozione presentata dal Partito Democratico può essere condivisibile su alcuni punti che accogliamo, ma non senza ricordare, in quest'Aula, che quella mozione l'hanno scritta le stesse mani che hanno redatto il decreto “sblocca Italia” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) o che a inneggiare oggi alle gesta di Greta Thunberg sono gli esponenti dello stesso partito che meno di tre anni fa boicottava il referendum sulle trivelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). L'unica coerenza che possiamo riconoscere al Partito Democratico è quella che mostrano quando ci confermano di voler continuare a puntare sull'incenerimento dei rifiuti.

La nostra visione è, invece, chiara: abbandoniamo un'economia che arricchisce pochi a scapito della salute di tanti e del pianeta e puntiamo sulla sostenibilità dei processi, sulla ricchezza diffusa e sui tanti posti di lavoro che crea l'economia circolare, la riqualificazione energetica degli edifici, l'efficienza e il risparmio energetico. Pratichiamo bene per poter vivere bene, noi tutti e le prossime generazioni. Per queste ragioni, signor Presidente, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle sulla mozione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per una precisazione, il sottosegretario Micillo. Ne ha facoltà.

SALVATORE MICILLO, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Grazie, Presidente. Nella mozione Colucci ed altri n. 1-00154 nelle premesse, salvo il diciottesimo capoverso, la premessa è da riformulare eliminando l'ultimo periodo dalle parole: “a detta di esperti” sino alla fine.

PRESIDENTE. La ringrazio, molto utile.

Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Passiamo alla votazione della mozione Braga, Muroni ed altri n. 1-00152.

Avverto che i presentatori non hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e pertanto il parere sui relativi capoversi della premessa e del dispositivo è da intendersi contrario. Avverto altresì che è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare le parti sulle quali il parere del Governo è favorevole distintamente da quelle sulle quali il parere del Governo è contrario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Braga, Muroni ed altri n. 1-00152, limitatamente ai capoversi primo, secondo, terzo, quarto, quinto, sesto, settimo, nono, sedicesimo, diciassettesimo, diciottesimo e diciannovesimo delle premesse e ai capoversi primo e secondo, lettere a), b), c), d) e f) del dispositivo. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39) (Applausi).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Braga, Muroni ed altri n. 1-00152, limitatamente alle restanti parti delle premesse e del dispositivo. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Passiamo alla votazione della mozione Colucci ed altri n. 1-00154.

Avverto che è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare le parti sul quale il parere del Governo è favorevole distintamente da quelle sulle quali il parere del Governo è contrario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Colucci ed altri n. 1-00154, per le parti non assorbite e limitatamente alle premesse ad eccezione del diciottesimo capoverso e i capoversi secondo, terzo, quarto, sesto e settimo del dispositivo. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41) (Applausi).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Colucci ed altri n. 1-00154, limitatamente al diciottesimo capoverso della premessa e ai capoversi primo, quinto e ottavo del dispositivo. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Ilaria Fontana, Lucchini ed altri n. 1-00155, per le parti non assorbite e come riformulata su richiesta del Governo. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

Passiamo alla votazione della mozione Mazzetti ed altri n. 1-00158.

Avverto che i presentatori non hanno accettato la richiesta di espunzione dei capoversi trentesimo, trentaseiesimo, trentasettesimo, trentottesimo, trentanovesimo e quarantesimo della premessa e pertanto il parere deve intendersi contrario alla premessa nella sua interezza.

Avverto altresì che i presentatori non hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo relative ai capoversi terzo, quinto e sesto del dispositivo e pertanto il parere deve intendersi contrario su tali capoversi.

Avverto, infine, che è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare dapprima i capoversi del dispositivo su cui il parere del Governo è favorevole, a seguire i capoversi del dispositivo su cui il parere del Governo è contrario e infine, ove il dispositivo sia in tutto o in parte approvato, la premessa.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Mazzetti ed altri n. 1-00158, limitatamente ai capoversi primo, secondo, quarto e settimo del dispositivo per le parti non assorbite. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Mazzetti ed altri n. 1-00158, limitatamente ai capoversi terzo, quinto e sesto del dispositivo per le parti non assorbite. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

A seguito dell'approvazione di parte del dispositivo della mozione Mazzetti ed altri n. 1-00158, ne verrà ora posta in votazione la premessa.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Mazzetti ed altri n. 1-00158, limitatamente alla premessa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00164, per le parti non assorbite, come riformulata su richiesta del Governo. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Dovremmo ora passare al seguito della discussione delle mozioni concernenti iniziative volte a sostenere la candidatura di Milano a sede di sezione specializzata del Tribunale unificato dei brevetti.

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, per rivolgermi, per il suo tramite, ai colleghi presidenti di gruppo, perché le mozioni che sono state presentate su questo punto convergono tutte, convergono tutte in un parere favorevole rispetto all'ipotesi di sostenere la candidatura di Milano. Mi chiedevo se non era più utile rinviare il punto alla prossima settimana, nel tentativo e nella ricerca io credo più corretta e giusta per l'obiettivo di avere una condivisione ed un'unica mozione. Credo che possa essere una scelta su cui poter lavorare, nel rispetto, ovviamente, dei colleghi di Forza Italia che sono stati i primi proponenti, ma credo che rispetto all'obiettivo si possa provare a lavorare ad avere un'unica mozione.

ANDREA MANDELLI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA MANDELLI (FI). Presidente, sicuramente aderiamo alla richiesta dell'onorevole Fornaro e non ci sottraiamo certo alla volontà di un confronto per arrivare a un testo condiviso. È ovvio che noi, nella nostra mozione, abbiamo scritto alcune situazioni specifiche e particolari, a cui teniamo in maniera assoluta. Quindi, assolutamente aderisco alla richiesta dell'onorevole Fornaro, siamo pronti al confronto, ma chiaramente noi abbiamo voglia di mantenere alcuni capisaldi che abbiamo scritto all'interno di questa mozione.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Presidente, per aderire, a nome del gruppo del Partito Democratico, alla proposta del presidente Fornaro.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Presidente, anche il gruppo della Lega aderisce alla proposta del collega Fornaro.(Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Onorevole Bordonali, vedo che ha riscosso successo nel suo gruppo.

Preso, quindi, atto che c'è un consenso ampio tra tutti i gruppi, rinviamo l'esame di questo punto…

ANGELA IANARO (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELA IANARO (M5S). Presidente, solo per confermare che anche il MoVimento 5 Stelle concorda con la proposta dell'onorevole Fornaro.

MARCO OSNATO (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Presidente, volevo dire che l'onorevole Bordonali ha ricompreso nel suo intervento anche le nostre motivazioni, e quindi aderiamo anche noi.

PRESIDENTE. L'avevo intuito, dall'applauso con cui l'avete accompagnata.

MANFRED SCHULLIAN (MISTO-MIN.LING.). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANFRED SCHULLIAN (MISTO-MIN.LING.). Visto che la dichiarano tutti, dichiariamo anche noi l'adesione.

PRESIDENTE. Considerato che c'è un consenso unanime di tutti i gruppi, l'esame di tali mozioni viene rinviato a martedì 9, quando sarà il primo punto all'ordine del giorno.

Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 16,20 con la discussione generale del disegno di legge recante interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell'assenteismo.

La seduta, sospesa alle 15,05, è ripresa alle 16,30.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Benvenuto, Brescia, Colletti, Colucci, D'Incà, D'Uva, Delmastro Delle Vedove, Fantinati, Gregorio Fontana, Frusone, Gallo, Gebhard, Giaccone, Giachetti, Grillo, Liuni, Lorefice, Lorenzin, Micillo, Molinari, Parolo, Schullian, Scoma e Tateo sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente novantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Discussione del disegno di legge: S. 920 - Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell'assenteismo (Approvato dal Senato) (A.C. 1433-A); e dell'abbinata proposta di legge: Ravetto (A.C. 781) (ore 16,32).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1433-A: Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell'assenteismo; e dell'abbinata proposta di legge n. 781.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta del 2 aprile 2019 (Vedi l'allegato A della seduta del 2 aprile 2019).

Preciso in proposito che l'organizzazione dei tempi deve intendersi aggiornata nel senso di assegnare a ciascun relatore per la maggioranza un tempo di venti minuti sia per la discussione sulle linee generali sia per il seguito dell'esame.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 1433-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Avverto che i presidenti dei gruppi parlamentari MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico ne hanno chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.

Avverto, altresì, che le Commissioni I (Affari costituzionali) e XI (Lavoro) si intendono autorizzate a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire il relatore per la maggioranza per la XI Commissione (Lavoro).

VIRGINIO CAPARVI, Relatore per la maggioranza per la XI Commissione. Signor Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, le Commissioni riunite I e XI hanno approvato con modifiche il disegno di legge recante interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell'assenteismo, già approvato in prima lettura dal Senato. L'articolo 1 istituisce presso il Dipartimento della funzione pubblica il nucleo delle azioni concrete di miglioramento dell'efficienza amministrativa, denominato Nucleo della concretezza, composto da 53 unità di personale e preposto alla verifica della realizzazione delle azioni concrete da determinarsi in un apposito piano triennale per il miglioramento dell'efficienza della pubblica amministrazione.

L'attività del Nucleo si esplica, in particolare, attraverso sopralluoghi e visite, e ricomprende la possibilità di proporre misure correttive. Al Nucleo deve inoltre essere comunicata l'avvenuta attuazione delle misure correttive richieste. L'inosservanza del termine, oltre a rilevare ai fini della responsabilità disciplinare e dirigenziale, comporta l'inserimento in un elenco delle PA inadempienti riportato sul sito del Dipartimento della funzione pubblica e nella relazione annuale trasmessa al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'interno, alla Corte dei conti e alle Camere. L'intervento normativo avviene mediante inserimento di tre articoli aggiuntivi al testo unico n. 165 del 2001, e si tratta del 60-bis, ter e quater.

Il comma 1 del nuovo articolo 60-bis, nel disporre l'istituzione del Nucleo della concretezza, fa salve le competenze dell'Ispettorato per la funzione pubblica, nonché dell'Unità per la semplificazione e la qualità della regolazione, organi entrambi già incardinati presso il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri. Il comma 2 prevede l'elaborazione di un Piano triennale delle azioni concrete per l'efficienza delle pubbliche amministrazioni. Il piano triennale è predisposto con cadenza annuale dal Dipartimento della funzione pubblica ed è emanato con decreto del Ministro per la pubblica amministrazione; per le azioni da effettuarsi negli enti territoriali è prevista l'intesa in sede di Conferenza unificata. Il piano contiene le azioni volte a garantire la corretta applicazione delle disposizioni in materia di organizzazione, funzionamento, trasparenza e digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni, le azioni concrete per rendere più efficienti le pubbliche amministrazioni, con indicazione altresì dei tempi per la realizzazione di azioni correttive, le modalità di svolgimento delle attività del Nucleo della concretezza nei confronti delle regioni, degli enti strumentali regionali, degli enti del servizio sanitario regionale e degli enti locali.

In discussione in Commissione, rispetto a questo articolo 1, che poi è quello che dà il nome al provvedimento, la contestazione prevalente è stata quella del dire che si tratta di una mera copia di ciò che fa già l'Ispettorato per la funzione pubblica.

In realtà i presupposti e le prerogative di questo Nucleo della concretezza sono altre, perché si parte da una presa di coscienza differente, cioè quella di dire che c'è inefficienza non solo laddove c'è illecito, e quindi giustamente va perseguito e combattuto, ma c'è inefficienza soprattutto laddove c'è disorganizzazione. Quindi, molto spesso non è la fase punitiva quella che può risolvere, in qualche modo, l'inefficienza o quantomeno non solo, ma c'è molto spesso, e lo vediamo anche nelle piccole amministrazioni, nei piccoli comuni, una disorganizzazione, una non capacità ad applicare buoni modelli organizzativi. Quindi, il Nucleo della concretezza, che consta di 53 unità, è semplicemente un aggregatore di buone pratiche e un trasferitore di queste buone pratiche sul territorio; quindi, non è nato con la ratio di punire gli inefficienti, ma con quella di coadiuvare e aiutare per combattere l'inefficienza.

L'articolo 2, invece, prevede l'introduzione di sistemi di verifica biometrica dell'identità e di videosorveglianza degli accessi per i dipendenti delle amministrazioni pubbliche ai fini della verifica dell'osservanza dell'orario di lavoro e reca un principio generale sullo svolgimento della prestazione nella sede di lavoro da parte dei dirigenti delle amministrazioni pubbliche. L'introduzione di tali sistemi è prevista in sostituzione di quelli di rilevazione automatica attualmente in uso ed è specificato che i sistemi si riferiscono agli accessi. Sono esclusi dalla previsione dei nuovi sistemi il personale in regime di diritto pubblico e i dipendenti titolari di un rapporto agile. Il comma 1 dell'articolo 2, quindi, attraverso l'impiego contestuale e non alternativo dei sistemi, prevede il trattamento sia dei dati personali, quali l'immagine della persona, sia di dati biometrici.

La definizione delle modalità attuative della sostituzione dei sistemi di rilevazione automatica attualmente in uso con quelli di verifica biometrica dell'identità e di videosorveglianza è demandata ad un decreto, avente natura regolamentare, del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione, previa intesa sancita in sede di Conferenza Unificata-Stato, regioni, province autonome, città e autonomie locali, previo parere del Garante per la protezione dei dati personali sulle modalità di trattamento dei dati biometrici. Nel corso dell'esame presso le Commissioni competenti si è disposto che il personale docente ed educativo sia escluso dall'ambito di applicazione di quanto disposto dall'articolo in esame, mentre i dirigenti scolastici sono soggetti ad accertamento secondo modalità stabilite con apposito decreto emanato dal Ministro per la pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, previo parere del suddetto Garante.

Per quanto riguarda i dirigenti delle amministrazioni pubbliche, il comma 2 stabilisce che essi adeguino la propria prestazione nella sede di lavoro alle esigenze dell'organizzazione e dell'incarico dirigenziale svolto, nonché a quelle connesse con la corretta gestione e il necessario coordinamento delle risorse umane. Crediamo che questa misura non sia una misura assolutamente punitiva, anzi, seppur possa sembrare paradossale, va a tutela della stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici onesti, che non hanno nulla da temere da sistemi di rilevamento biometrico, che, tra l'altro, usiamo anche noi in quest'Aula, e che, dunque, magari sono anche stanchi di sentirsi assimilati a una parte, sì, residuale, sì, minoritaria, di cosiddetti “furbetti del cartellino”, che, in realtà, sono dei veri e propri truffatori dello Stato.

Quindi, non c'è in questo articolo la volontà di rendere il posto di lavoro un posto videosorvegliato e controllato in ogni angolo, non c'è una volontà di istituire un Grande Fratello nelle pubbliche amministrazioni, ma semplicemente la volontà di riportare qualche regola e di tutelare veramente le persone oneste che fanno il loro lavoro.

Con l'articolo 3 interveniamo, invece, per quanto riguarda le assunzioni, lo sblocco dei concorsi, finalmente una regolamentazione che abbiamo già dato in legge di bilancio sulla proroga delle graduatorie, snelliamo le procedure concorsuali e facilitiamo la composizione delle commissioni.

L'articolo 3, infatti, interviene in materia di facoltà assunzionali delle amministrazioni statali, nonché in ambito di concorsi pubblici attraverso modifiche apportate in sede referente, di personale in disponibilità e assunzioni delle categorie protette. In particolare, il comma 1 conferma, fatta salva, come specificato in sede referente, la previsione dell'articolo 1, comma 399 della legge di bilancio, che, a decorrere dal 2019, le suddette amministrazioni possono procedere ad assunzioni a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale corrispondente ad una spesa pari al 100 per cento di quella relativa al personale di ruolo cessato nell'anno precedente. Resta ferma per i Corpi di Polizia, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco e il comparto della scuola e delle università l'applicazione delle norme di settore. Il secondo periodo del comma 3 consente, a decorrere dal 2019, il cumulo delle risorse corrispondenti a economie da cessazioni del personale già maturate con riferimento ad un arco temporale non superiore a cinque anni, anziché non superiore a tre anni, come da normativa vigente.

Ai sensi del comma 2, le amministrazioni interessate dal limite di cui al comma 1, predispongono i piani triennali dei fabbisogni di personale, tenendo conto dell'esigenza di assicurare l'effettivo ricambio generazionale e la migliore organizzazione del lavoro, nonché in via prioritaria di reclutare figure professionali con elevate competenze in materia di digitalizzazione, razionalizzazione e semplificazione dei processi e dei procedimenti amministrativi, qualità dei servizi pubblici, gestione dei fondi strutturali e della capacità di investimento, contrattualistica pubblica, controllo di gestione, attività ispettiva, contabilità pubblica e gestione finanziaria.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 16,45)

VIRGINIO CAPARVI, Relatore per la maggioranza per la XI Commissione. Ai fini dell'autorizzazione all'avvio delle procedure concorsuali e relative assunzioni, il primo periodo del comma 3 conferma le norme vigenti; tuttavia, con riferimento al triennio 2019-2021, il comma 4 reca norme transitorie, intese a ridurre i tempi di accesso al pubblico impiego, fatta salva, come specificato durante l'esame, la previsione di cui all'articolo 1, comma 399, della legge di bilancio, secondo cui determinate amministrazioni non possono effettuare assunzioni di personale a tempo indeterminato con decorrenza giuridica anteriore al 15 novembre.

In particolare, tale comma consente di procedere, in deroga alla procedura di autorizzazione sopracitata e alle norme sulla mobilità volontaria: all'assunzione a tempo indeterminato di vincitori o allo scorrimento delle graduatorie vigenti, nel limite massimo dell'80 per cento; all'avvio di procedure concorsuali nel limite massimo dell'80 per cento delle facoltà di assunzione previste per il corrispondente triennio, al netto delle risorse di cui alla lettera a), solo successivamente alla maturazione della corrispondente facoltà di assunzione, secondo le modalità previste dalla normativa vigente, che prevede il ricorso a concorsi pubblici unici per le amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, le agenzie e gli enti pubblici non economici, o, come specificato in corso d'esame in sede referente, alla Commissione per l'attuazione del Progetto di riqualificazione delle pubbliche amministrazioni per lo svolgimento delle procedure selettive delle restanti amministrazioni. Per tali assunzioni, le amministrazioni tengono conto degli eventuali specifici titoli di preferenza previsti dalle disposizioni vigenti.

Resta fermo il rispetto delle norme richiamate dal medesimo comma 4, tra cui il principio della previa verifica della sussistenza di situazioni di sovrannumero o di eccedenze di personale nella medesima amministrazione.

Le amministrazioni che si avvalgano della facoltà di cui al comma 4 devono comunicare, ai sensi di quanto previsto al comma 5, entro trenta giorni i dati relativi alle assunzioni o all'avvio delle procedure di reclutamento al Dipartimento della funzione pubblica ed alla Ragioneria generale dello Stato, al fine di consentire agli stessi di operare i controlli successivi e di procedere alle eventuali restanti autorizzazioni ai sensi del comma 3.

Il comma 6, come sostituito nel corso dell'esame, dispone che, nelle more dell'entrata in vigore del decreto del Ministro per la pubblica amministrazione, a cui è demandata la definizione delle modalità semplificate di svolgimento dei concorsi pubblici unici, le procedure concorsuali, di cui alla suddetta lettera b) del comma 4, sono svolte dal Dipartimento della funzione pubblica, con modalità semplificate, anche in deroga alla disciplina in materia di modalità di svolgimento dei concorsi, dei concorsi unici e delle altre forme di assunzione nei pubblici impieghi, per quanto riguarda, in particolare: nomina e composizione della commissione d'esame; tipologia e modalità di svolgimento della prova di esame, prevedendo: nel caso di domande pari almeno al doppio dei posti banditi, la possibilità di esperire, prima della prova d'esame, prove selettive, se del caso con quesiti a risposta multipla, gestite da enti o istituti pubblici o privati specializzati; forme semplificate di svolgimento delle prove scritte; svolgimento di prove pratiche in aggiunta o in sostituzione alle prove scritte; lo svolgimento e la correzione delle prove preselettive e delle prove scritte in forma semplificata di cui sopra, mediante l'ausilio di sistemi informatici e telematici; in caso di concorso per titoli ed esami, la valutazione dei titoli solo dopo lo svolgimento delle prove orali e l'attribuzione di un punteggio fisso, stabilito dal bando, con la previsione che il totale dei punteggi dei titoli non possa essere superiore ad un terzo del punteggio complessivo attribuibile.

Per ridurre i tempi di accesso al pubblico impiego, il comma 7, introdotto in sede referente, dispone che il Dipartimento della funzione pubblica provvede allo sviluppo di un portale del reclutamento per la raccolta e la gestione delle domande di partecipazione ai concorsi pubblici e delle fasi delle procedure concorsuali, in modalità automatizzata e nel rispetto delle previsioni relative alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali e del Codice in materia di protezione dei dati personali per l'adeguamento al richiamato regolamento UE (D. Lgs. 196/2003), anche mediante la creazione del fascicolo elettronico del candidato.

I commi 8 e 9, introdotti nel corso dell'esame, recano disposizioni in materia di concorsi pubblici, personale in disponibilità e assunzioni delle categorie protette.

I commi da 11 a 16, introdotti in corso d'esame, intervengono in materia di composizione delle commissioni esaminatrici dei concorsi pubblici per l'accesso a un pubblico impiego, prevedendo anche l'istituzione di un apposito Albo nazionale dei componenti delle suddette Commissioni.

Più nel dettaglio, il comma 11 dispone che - fermo restando quanto previsto per la costituzione delle commissioni esaminatrici per il reclutamento del personale non contrattualizzato - il presidente e i membri delle suddette commissioni possono essere scelti anche tra il personale in quiescenza da non più di quattro anni alla data di pubblicazione del bando di concorso ed in possesso di determinati requisiti. Ai suddetti incarichi non si applica la previsione che fa divieto alle pubbliche amministrazioni di attribuire determinati incarichi a soggetti già lavoratori privati o pubblici, collocati in quiescenza.

Passiamo, dunque, all'articolo 4, volto a favorire la mobilità tra pubblico e privato, introdotto in corso d'esame da parte delle Commissioni. In particolare, reca modifiche agli articoli 23-bis del decreto legislativo n. 165 del 2001 e 18 della legge n. 183 del 2010, disponendo che: tutto il personale delle pubbliche amministrazioni, e non solo quello dirigenziale come attualmente previsto, è collocato in aspettativa senza assegni per lo svolgimento di attività presso soggetti e organismi, pubblici o privati, e conseguentemente il suddetto personale non può, nei successivi due anni, ricoprire incarichi che comportino l'esercizio di determinate funzioni; nel caso di svolgimento di attività presso soggetti diversi dalle amministrazioni pubbliche, il suddetto periodo di collocamento in aspettativa, che non può superare i cinque anni, sia rinnovabile una sola volta; il periodo massimo di dodici mesi di aspettativa non retribuita riconosciuto ai dipendenti pubblici (anche per avviare attività professionali e imprenditoriali), ex articolo 18 della legge n. 183 del 2010, sia rinnovabile per una sola volta.

Infine, l'articolo 5 reca una disciplina normativa volta a porre rimedio ai problemi sorti in seguito alla risoluzione, da parte di Consip, di alcune convenzioni di fornitura di buoni pasto per pubblici dipendenti.

Nel corso dell'esame in sede referente, sono state introdotte modifiche riguardanti gli appalti nei servizi di ristorazione disciplinati nel codice dei contratti pubblici.

Ai sensi del comma 1, le pubbliche amministrazioni che abbiano sottoscritto ordini d'acquisto in attuazione delle convenzioni per la fornitura del servizio sostitutivo di mensa mediante buoni pasto (edizione 7) e mediante buoni pasto elettronici (edizione 1), per i lotti che sono stati oggetto di risoluzione da parte di Consip, richiedono ai propri dipendenti la restituzione dei buoni pasto, maturati e non spesi, e li sostituiscono con altri buoni pasto, di valore nominale corrispondente, acquistati secondo le modalità previste dalla normativa vigente. A quest'ultimo fine, il comma 3 istituisce nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze un apposito fondo da ripartire, con una dotazione di 3 milioni di euro per il 2019. L'utilizzo del fondo è disposto, previa ricognizione dei fabbisogni e in relazione alle esigenze presentate, con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze.

Il comma 2 prevede che il recupero dei crediti vantati dalle pubbliche amministrazioni nei confronti della società aggiudicataria dei lotti sia gestito centralmente dalla Consip, attraverso l'escussione unitaria della cauzione definitiva, agendo anche in via giudiziale. Nell'esercizio di tale azione, la Consip si avvale del patrocinio dell'Avvocatura dello Stato.

Il comma 4 concerne la copertura finanziaria dell'onere derivante dall'istituzione del fondo di cui al comma 3, pari a 3 milioni di euro per il 2019, cui si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2019-2021, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per il 2019, allo scopo utilizzando parzialmente l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.

I commi 5 e 6, introdotti durante l'esame in Commissione, apportano alcune modifiche alla disciplina relativa agli appalti nei servizi di ristorazione, di cui all'articolo 144 del Codice degli appalti. In sostanza, si dispone che gli accordi tra le società di emissione e i titolari degli esercizi convenzionabili prevedano obbligatoriamente una garanzia fideiussoria, rilasciata da imprese bancarie o assicurative che rispondano ai requisiti di solvibilità previsti dalle leggi, che le società emittenti i buoni pasto sono tenute a consegnare agli esercizi convenzionati.

L'articolo 6 reca alcune disposizioni finali, tra cui la qualificazione delle disposizioni di cui ai precedenti articoli 1 e 4 come norme di diretta attuazione dell'articolo 97 della Costituzione, nonché reca la clausola di salvaguardia con riferimento alle regioni a statuto speciale e alle province autonome.

Ciò che è emerso in discussione in Commissione, da parte anche delle opposizioni, è un attacco rispetto alla poca concretezza di questo provvedimento, che invece noi intendiamo difendere perché crediamo che essere concreti voglia dire operare in tempi brevi rispetto ai problemi che realmente affliggono il Paese e affliggono, in questo caso, la pubblica amministrazione, e quindi sbloccare i concorsi, favorire le assunzioni, favorire il ricambio generazionale, snellire, semplificare e combattere anche quel fastidioso fenomeno dell'assenteismo.

Per noi sono risposte concrete, che ovviamente troveranno il nostro parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore di minoranza, il deputato Viscomi.

ANTONIO VISCOMI, Relatore di minoranza. Presidente, definito questo provvedimento, fin dalla sua originaria deliberazione governativa, qualche mese fa, come “decreto concretezza”, il disegno di legge che arriva oggi in Aula rappresenta in modo emblematico gli effetti che definirei perversi di un'attività di legiferazione che è orientata più alla ricerca del consenso immediato, anche grazie all'uso di parole facilmente spendibili nella comunicazione social e meno alla ricerca di soluzioni basate sulla consapevole comprensione delle pubbliche amministrazioni come sistema complesso, sia sul piano organizzativo, sia su quello normativo, ordinamentale e istituzionale. La conseguenza è su questo tavolo ed è evidente: è un testo di legge che promette ciò che non può oggettivamente mantenere; è un testo di legge che è segnato da un'ansia prescrittiva, che tutto vorrebbe riportare sotto il controllo occhiuto del legislatore e che, a questo fine, nega non solo gli spazi propri di autodeterminazione delle autonomie locali e delle regioni, ma nega anche quegli spazi negoziali, ormai da tempo opportunamente affidati al confronto, che è ordinato e ordinante allo stesso tempo, con le parti sociali, in quanto riconducibile alla micro-organizzazione e alla gestione dei rapporti individuali e collettivi di lavoro che le amministrazioni, ormai dal 1993, governano con i poteri del privato datore di lavoro, cioè fuori dall'alveo di intervento del diritto amministrativo e della relativa logica.

Se l'obiettivo della legge era dettare interventi per la concretezza, cioè dettare interventi - a me pare - per assicurare l'efficienza e l'efficacia dell'organizzazione delle attività delle pubbliche amministrazioni, allora occorre francamente riconoscere che l'obiettivo non è stato raggiunto e fra le cause di questo fallimento deve essere sicuramente annoverata l'omessa considerazione della ovvia ed evidente correlazione fra testo normativo, che è stato pensato qui invece come pura espressione di volontà politica, da affermare in modo imperioso e quasi muscolare in alcuni punti, e contesto organizzativo che avrebbe invece invocato uno spazio di adeguamento flessibile della norma generale alle specificità istituzionali e burocratiche della galassia delle pubbliche amministrazioni.

Per questo reputo che essere riusciti a richiamare la concretezza a proposito del decreto del Ministro Bongiorno sulle pubbliche amministrazioni, sarà sicuramente stato per gli estensori un esercizio concettuale arduo, come peraltro già era avvenuto per la dignità del “decreto Di Maio”. Alla fine, quello proposto è un decreto composto da sei articoli, che la stessa relazione illustrativa e tecnica definisce di contenuto eterogeneo (buoni-pasto, rilevazione delle presenze, assunzioni), insomma un decreto omnibus operante nel solco di una tradizione legislativa consolidata: altro che cambiamento. A pretendere di dare il tono e il senso del testo normativo è l'articolo 1, che istituisce il famoso nucleo delle azioni concrete di miglioramento dell'efficienza amministrativa, denominato “nucleo della concretezza”; una pattuglia, lo ricordava prima il relatore di maggioranza, di 53 valorosi, cioè tre dirigenti, di cui uno generale, 23 unità in posizione di comando fuori ruolo e 30 da assumere con uno specifico concorso; di questi trenta, però, venti - venti! - sono da inquadrare nell'area funzionale iniziale in qualità di ausiliari.

Tutti questi sono chiamati ad assicurare la concreta realizzazione delle misure indicate nel piano triennale. Cosa siano queste azioni concrete, allo stato non è chiaro perché il progetto di legge parla genericamente di misure finalizzate a garantire la corretta applicazione delle disposizioni in materia di conformità dell'attività amministrativa ai princìpi di imparzialità e buon andamento. A quanto è dato di capire, concretezza è qui sinonimo di corretta applicazione delle norme, dunque, se proprio si vuole, di legalità, valore fondativo, importantissimo - certo - questo della legalità, ma che spesso nelle nostre pubbliche amministrazioni si è tradotto da principio di massima garanzia, in principio di massima ipocrisia, dal momento che la correttezza formale non sempre ha coinciso con un adeguato grado di efficienza ed efficacia dell'azione amministrativa.

Il fatto è, Presidente, che fra le norme e i cittadini esiste un termine medio che sembra sfuggire all'attenzione del disegno di legge, cioè il termine “organizzazione”, che poi è lo stesso termine medio che trasforma le procedure amministrative in processi lavorativi. L'organizzazione, per definizione, è plurale, come plurale è la galassia delle pubbliche amministrazioni chiamate ad operare in contesti economici, sociali e culturali, essi stessi plurali. Da questo punto di vista, se proprio si vuole dare una mano al sistema delle amministrazioni, occorre individuare strumenti, forme, modi, risorse, per affiancare, accompagnare, sostenere, suggerire, realizzare soluzioni organizzative idonee, che siano anche plausibili e sostenibili nella singola amministrazione, anche valorizzando le competenze e il ruolo degli organismi di valutazione che già esistono e ricordandosi sempre che già nel “rapporto Giannini” del 1979, già allora, si segnalavano i danni dell'assenza di uffici, organizzazione e metodo nelle singole amministrazioni pubbliche. Un'amministrazione che non pensa alla propria organizzazione difficilmente riuscirà ad essere concreta nei rapporti con i cittadini, ma proprio questa prospettiva è del tutto assente nel disegno di legge, che invece sembra configurare il nucleo della concretezza non come una copia dell'ispettorato ma come un surrogato funzionale dell'ispettorato (ma non, guarda caso, dell'ispettorato del MEF e dei suoi nuclei, che invece costituiscono e da tempo il vero punto critico nell'attuale assetto dei controlli), tanto da delineare fragili linee di confine ma anche modalità operative sostanzialmente omogenee: visite ispettive, processi verbali - così c'è scritto nel testo della legge -, vizi rilevati e misure correttive richieste, termine per controdedurre (tre giorni) e per adempiere, responsabilità disciplinare e dirigenziale per il mancato adempimento e inserimento sanzionatorio dell'amministrazione interessata in un elenco pubblico.

Non è chiaro cosa concretamente farà il nucleo della concretezza per migliorare i livelli di efficienza ed efficacia dell'azione amministrativa, ma è chiaro come lo farà: con ispezioni, documenti, verbali, che produrranno altri documenti, altre relazioni, altre memorie. Insomma, un ulteriore organo di controllo esterno che si somma agli altri già esistenti (ispettorato, MEF, Corte dei conti) e una stanca riproposizione del modello di pianificazione triennale, una disattenzione profonda per la dimensione organizzativa delle amministrazioni pubbliche, che si traduce nell'assoluta disattenzione, anzi nella negazione, per la dimensione collettiva e sindacale, anche sui profili dell'organizzazione del lavoro. Questo è l'articolo 1 del disegno di legge. Dimenticavo: è previsto un costo di più di 4 milioni di euro per il nucleo per il 2019.

A critiche non meno gravi va incontro anche l'articolo 2, che introduce in modo massivo e indiscriminato i sistemi di identificazione biometrica e i sistemi di videosorveglianza degli ingressi. Per economia di tempo trascuro di considerare tutti i limiti di una visione organizzativa che ignora le dinamiche positive che possono essere innescate da interventi su aree come la formazione, il ruolo, il team, la motivazione, la leadership, e che invece considera la mera presenza in ufficio come l'elemento cardine su cui operare per recuperare qualità, efficienza ed efficacia dell'azione amministrativa. È del tutto evidente - almeno a mio modesto avviso - che una cosa è il controllo delle presenze, altra cosa è il controllo sulla prestazione lavorativa, ed è del tutto evidente che presenza nel luogo di lavoro ed utilità produttiva della prestazione di lavoro non sono la stessa cosa. Trascuro di approfondire queste questioni; mi limito a ribadire qui quanto sia veramente incredibile che il Governo non abbia voluto far tesoro delle osservazioni e dei suggerimenti del presidente dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali nel corso dell'audizione in Commissione. In quella sede, Soro ha ricordato che la Corte di giustizia, con la sentenza “digital rights”, ha dichiarato invalido un atto normativo dell'Unione per violazione del principio di proporzionalità: in quel caso il diritto alla protezione dei dati è stato ritenuto eccessivamente compromesso - nonostante l'indiscutibile merito della finalità di contrasto dei reati - da una misura, quale la conservazione dei tabulati telefonici e telematici massiva, in quanto indirizzata alla generalità dei cittadini e non limitata ad esigenze repressive dei soli reati gravi. Per questo i principi di necessità e proporzionalità dovrebbero indurre a ritenere illegittime le misure limitative del diritto ogni qualvolta sia possibile adottare misure parimenti efficaci ma meno invasive.

Le conseguenze prevedibili? Rispondo a questa domanda con le parole dell'Autorità garante, che cito testualmente: non può ritenersi in alcun modo conforme al canone di proporzionalità l'ipotizzata introduzione sistematica, generalizzata e indifferenziata, per tutte le pubbliche amministrazioni di sistemi di rilevazione biometrica delle presenze, in ragione dei vincoli posti dall'ordinamento europeo per l'invasività di tali forme di verifica e le implicazioni proprie della particolare natura del dato. Il fatto è, Presidente, che è facile giocare a fare gli sceriffi, trasformando tutti i pubblici dipendenti in fannulloni insensibili ai bisogni dei cittadini, molto meno facile è tentare di ridare senso e significato al lavoro pubblico e fornire ai dipendenti pubblici strumenti idonei a garantire l'effettività dei diritti dei cittadini. Avete scritto e volete fare approvare l'articolo 2, sapendo che lo stesso articolo sarà dichiarato non conforme all'ordinamento nazionale e a quello dell'Unione. Intanto, però, qualcuno potrà dire che oltre ai porti avrà chiuso anche le porte degli uffici, più che organizzativa mi sembra una logica securitaria.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ANTONIO VISCOMI, Relatore di minoranza. Concludo, Presidente, con una sola frase. Mi pare che i limiti concettuali e normativi del progetto legislativo in esame siano ragionevolmente da individuare così: troppa attenzione alla normazione e poca sensibilità per l'organizzazione, poca sensibilità alle modalità di erogazione della prestazione e molta attenzione al mero fatto della presenza, da controllare sempre, dovunque e comunque (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Viscomi. Prendo atto che il Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito. È iscritta a parlare l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Presidente, sottosegretario, da questo disegno di legge tutti si aspettavano misure concrete per semplificare e per mettere in moto la macchina amministrativa e, soprattutto, per rendere più efficiente l'amministrazione pubblica, dare finalmente quelle risposte immediate su problemi irrisolti, come il trattamento giuridico ed economico del personale non dirigenziale, le politiche di reclutamento, la formazione e le nuove assunzioni in settori strategici come la scuola. Ma, se entriamo nel merito delle proposte presentate, si trova poco di tutto ciò. Siamo di fronte a un sistema aggrovigliato e privo di quei giusti incentivi che sono essenziali per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi che, proprio con il decreto concretezza, il Governo si era prefissato, iniziando dall'istituzione del famoso Nucleo della concretezza che si aggiunge all'ispettorato per la funzione pubblica, questo fungerà da supporto alle pubbliche amministrazioni. Tuttavia, non comprendo il perché della necessità di sopralluoghi e visite di carattere essenzialmente ispettivo, addirittura con la redazione di un processo di verbale per ogni verifica. Quindi, di fatto, avremmo solo una sorta di duplicazione dell'ennesimo organo ispettivo e di controllo e si continuerà con quella che è la burocrazia difensiva, per chiedere, poi, cosa? Cento pareri prima di applicare un'innovazione e, alla fine, non far nulla, fino a quando non si ricevono questi pareri e, quindi, mi permetto, immobilismo. È ovvio che stando così le cose, sorgono molti dubbi circa l'effettività e l'utilità di un tale organismo. Ma il punto fondamentale della questione è il personale. Come si può pensare di rispondere alla finalità che intende perseguire, ossia controllare, monitorare, la prateria immensa della nostra pubblica amministrazione con sole 53 unità, a fronte di migliaia di amministrazioni regionali, locali, scuole, con campi e competenze che sono tra loro molto diversi?

Noi avevamo presentato, come Fratelli d'Italia, tre emendamenti che prevedevano un numero più consistente di unità, ma sono stati immediatamente respinti. Condividiamo pienamente la battaglia di contrastare i comportamenti dei dipendenti infedeli, volti alla falsa attestazione della presenza in servizio, che penalizza, e confermo, la stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici, i quali, in modo professionale e con grande onestà intellettuale, oltre che con un grande, enorme sacrificio, prestano quotidianamente la loro attività a garanzia e a favore dello Stato e dei cittadini. Ma l'assenteismo così come raffigurato in questo disegno di legge rischia di essere avvertito solo come l'unica causa dell'inefficienza della pubblica amministrazione, con il serio rischio che, progressivamente, si instauri a fronte di una minoranza e, lo ripeto, una minoranza di assenteisti, un clima tendenzialmente ostile verso una categoria di lavoratori considerati solo da controllare e punire. Sempre in questo ambito, nulla o poco è stato previsto per la produttività del pubblico dipendente, perché il solo rispetto dell'orario di lavoro non è garanzia di qualità della prestazione svolta e me lo lasci dire, sottosegretario, con trent'anni di lavoro nell'amministrazione lo posso garantire. Sono necessari meccanismi volti a migliorare effettivamente la qualità delle funzioni di ognuno, come la crescita e la valorizzazione delle competenze; bisogna investire nella formazione del personale e premiare effettivamente il merito, penalizzando, di contro, gli atteggiamenti indolenti e non collaborativi.

L'adeguamento dei fondi destinati al trattamento economico accessorio del personale dipendente, superando così le diverse questioni determinate dall'articolo 23 del decreto legislativo n. 75 del 2017 - stiamo parlando della possibilità di destinare risorse al trattamento economico accessorio dei dipendenti oltre l'importo del tetto fissato per il 2016 attraverso la contrattazione collettiva -, è stato totalmente soppresso con un emendamento presentato dai relatori. Infine, la possibilità di nuove assunzioni di fatto non fa fronte al reale bisogno di personale delle amministrazioni pubbliche che, verosimilmente, aumenterà a seguito di quella che è l'introduzione di “quota 100”. E le misure previste per l'assunzione dei vincitori di concorsi già espletati e lo scorrimento di graduatorie resteranno, inoltre, sostanzialmente inapplicate, purtroppo per l'infausto blocco proprio delle assunzioni per l'anno 2019, introdotte dalla legge n. 145 del 2018.

Avevamo studiato un emendamento che consentiva, nel rispetto degli strumenti di programmazione sia organizzativa che economico-finanziaria, la facoltà di utilizzo tempestivo delle capacità assunzionali, in modo da poter sopperire alle esigenze sopraggiunte; nello specifico, la disciplina in materia stabilisce che la capacità assunzionale sia compiuta in base ad una percentuale della spesa del personale cessato nell'anno precedente. Così facendo, però, in alcuni casi, vengono a crearsi notevoli difficoltà e mi riferisco, soprattutto, a quei comuni medio e piccoli dove figure apicali come un ragioniere o un tecnico vanno in pensione. Ebbene, queste persone attualmente possono essere sostituite solamente a partire dall'anno successivo, mettendo così in seria difficoltà la macchina organizzativa e burocratica e con il continuo utilizzo di contratti di lavoro a tempo determinato o soluzioni precarie. Ovviamente, anche questo emendamento è stato respinto.

Adesso, parliamo della scuola; avevamo presentato diversi emendamenti, la previsione di un concorso riservato finalizzato ad abilitare con procedure semplificate i docenti con tre annualità di servizio, l'apertura delle GAE, la tutela dei docenti disabili assunti con la legge n. 68 del 1999; emendamenti tutti dichiarati inammissibili per estraneità di materia. Ma, intanto, nella scuola dove c'è maggiore presenza di contratti a tempo determinato, si parla di oltre il 13 per cento, circa il doppio di tutti gli altri comparti, si continuerà ad applicare la normativa di settore e per il precariato non cambierà nulla. Però, signor sottosegretario, quello che continuo a non capire è: se il precariato nella scuola è estraneo alla materia del decreto concretezza, come mai è stato bocciato anche un emendamento che riguarda il precariato nella pubblica amministrazione?

In Commissione lavoro, infatti, avevo presentato un emendamento che chiedeva di riservare il 50 per cento dei posti banditi a concorso per le assunzioni del personale non dirigenziale con un servizio di almeno tre anni, e l'intenzione era di dare finalmente una risposta definitiva al precariato nella pubblica amministrazione. Respinto! Certo, parlare di precari è un argomento facile con il sistema “usa e getta” adottato, cioè ad ogni scadenza elettorale: anche questa volta state sventolando sotto il naso di questi lavoratori la promessa di una stabilità occupazionale che, invece, non raggiungeranno mai. Sbaglio o era proprio il Ministro del Lavoro che ha dichiarato guerra al precariato? Ricordo una sua famosa frase: “Voglio quindi debellare, una volta per tutte, il fenomeno del tempo determinato all'infinito”.

Concludo, anche se credo, Presidente, che io abbia più minuti, perché facciamo un solo intervento. Mi era stato detto così.

PRESIDENTE. Collega, il suo gruppo ci ha indicato che lei parla per dieci minuti e io per dieci minuti la faccio parlare.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente, e mi scusi. E, allora, vado a concludere. Questo disegno di legge - e mi dispiace ripeterlo nuovamente - presentato come rivoluzionario, ci restituisce un senso di incompiutezza e di insoddisfazione che accomuna questa alle altre riforme epocali della pubblica amministrazione, tutte pensate per essere risolutive e mestamente, invece, archiviate. Mi dispiace non aver trovato un provvedimento, ma lo possiamo sempre fare con una volontà che superi quella che è la problematica, cioè la burocrazia, per permettere finalmente - finalmente! - alla nostra pubblica amministrazione di ritornare a essere veramente innovativa e, quindi, produttiva (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Aiello. Ne ha facoltà.

DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sottosegretario Fantinati, il provvedimento in esame, collegato alla legge di bilancio per il 2019, la nostra manovra del popolo, rappresenta il simbolo dell'impegno del Governo del cambiamento per modernizzare profondamente la nostra pubblica amministrazione attraverso misure che ne migliorino l'efficienza e l'introduzione di strumenti di verifica dell'osservanza dell'orario di lavoro. Abbiamo affrontato anche il problema posto dall'avvenuta risoluzione di alcune convenzioni per la fornitura di buoni pasto per i pubblici dipendenti.

Più in particolare, questo disegno di legge governativo introduce nell'ordinamento il piano triennale delle azioni concrete per l'efficienza della pubblica amministrazione e istituisce, presso il Dipartimento della funzione pubblica, il nucleo della concretezza. Questo nucleo è preposto alla verifica della realizzazione delle azioni concrete indicate nel medesimo piano per il miglioramento dell'efficienza della pubblica amministrazione. Questo piano comprende le azioni che riguardano la corretta applicazione delle disposizioni in materia di organizzazione e funzionamento della pubblica amministrazione e la conformità dell'attività amministrativa ai principi di imparzialità e buon andamento. Inoltre, comprende anche le azioni per l'implementazione dell'efficienza della pubblica amministrazione, con l'indicazione dei tempi per la realizzazione di azioni correttive e le modalità di svolgimento dell'attività del nucleo della concretezza nei confronti anche di enti territoriali e di enti strumentali regionali, di enti e aziende del servizio sanitario regionale. Il nucleo della concretezza assicura la realizzazione delle misure previste dal piano triennale mediante sopralluoghi e visite, intesi a rilevare lo stato d'attuazione delle disposizioni da parte delle pubbliche amministrazioni e le modalità organizzative e gestionali, con l'eventuale indicazione di misure correttive.

Le pubbliche amministrazioni dovranno, quindi, provvedere alla tempestiva comunicazione al nucleo della concretezza dell'avvenuta attuazione delle eventuali misure correttive suggerite. L'inosservanza del termine per l'attuazione delle misure correttive da parte delle amministrazioni statali, delle agenzie e degli enti pubblici non economici nazionali rileva ai fini della responsabilità disciplinare e dirigenziale e determina l'iscrizione della pubblica amministrazione inadempiente in un elenco pubblicato sul sito del Dipartimento della funzione pubblica. Entro il 30 giugno di ogni anno il medesimo Dipartimento della funzione pubblica trasmette una relazione sugli esiti dei sopralluoghi e delle visite, con la segnalazione dei casi di mancato adeguamento alle misure correttive al Ministro per la Pubblica amministrazione, al Ministro dell'Interno e alla Corte dei conti. Si prevede, inoltre, che il prefetto possa segnalare al nucleo della concretezza eventuali irregolarità dell'azione amministrativa degli enti locali e chiederne, quindi, l'intervento.

Per contrastare, invece, i cosiddetti “furbetti del cartellino” sono state introdotte due importanti misure: la prima è un sistema di verifica biometrica dell'identità; la seconda è l'installazione di un sistema di videosorveglianza negli uffici pubblici e, quindi, videosorveglianza degli accessi per i dipendenti della pubblica amministrazione, e questo viene fatto ai fini della verifica dell'osservanza dell'orario di lavoro. A tale scopo, il Ministero dell'Economia e delle finanze ha già provveduto a istituire un fondo ad hoc per la relativa installazione, quindi per la relativa spesa. L'introduzione di questi sistemi è prevista in sostituzione ai sistemi attualmente in uso per il controllo degli accessi negli uffici pubblici. Sono esclusi dalla previsione dei nuovi sistemi il personale in regime di diritto pubblico e i dipendenti titolari di un rapporto di lavoro cosiddetto “agile”, cioè quei rapporti di lavoro subordinato che si svolgono senza precisi vincoli di orario di lavoro, con svolgimento della prestazione lavorativa in parte in locali aziendali, all'interno dei locali aziendali, e in parte all'esterno e, quindi, senza una postazione fissa. Tale misura rispetta comunque i principi di proporzionalità, non eccedenza e gradualità che devono essere rispettati nell'adozione di questi sistemi e che sono stati anche richiamati durante l'audizione dinanzi alle Commissioni da parte del Garante per la protezione dei dati personali, il Garante per la privacy.

Queste misure hanno già provocato anche attacchi da parte delle opposizioni che accusano il Governo di voler trattare i dipendenti pubblici alla stregua di criminali o terroristi e di voler, quindi, violare la privacy dei dipendenti. Ovviamente, non è affatto così: infatti, questo sistema che si intende adottare consente di trasformare l'impronta in caratteri alfanumerici facendo sì che solo una parte del dato del dipendente venga comunicata all'amministrazione di appartenenza.

Per quanto riguarda, invece, i dirigenti delle amministrazioni pubbliche, si specifica che essi adeguano la propria prestazione, nella sede di lavoro, alle esigenze dell'organizzazione e dell'incarico dirigenziale svolto nonché a quelle connesse con la corretta gestione e il necessario coordinamento delle risorse umane. Inoltre, i dirigenti sono inclusi nell'ambito di applicazione dei nuovi sistemi di controllo, fatta salva la summenzionata esclusione per quelli in regime di diritto pubblico.

La definizione delle modalità attuative della sostituzione dei sistemi di rilevazione automatica attualmente in uso con quelli della verifica biometrica dell'identità e della videosorveglianza sarà demandata a un successivo decreto avente natura regolamentare che verrà emanato dal Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la funzione pubblica, previa intesa sancita in sede di Conferenza unificata Stato, regioni, province autonome, città e autonomie locali e previo parere del garante per la protezione dei dati personali.

Per quanto di mia competenza, sono soddisfatto delle modifiche apportate all'articolo 3 in base alle quali abbiamo ridotto i tempi di accesso al pubblico impiego prevedendo, da un lato, una deroga temporanea all'obbligo previsto dalla normativa vigente e, dall'altro, intervenendo sulla disciplina del personale in disponibilità. Così razionalizziamo le modalità di accesso al pubblico impiego delle cosiddette categorie protette, prevedendo, al contempo, la possibilità di effettuare reclutamenti dedicati e più celeri. Prevediamo, infatti, che nel triennio 2019-2021 le pubbliche amministrazioni non debbano, prima di procedere all'espletamento di procedure concorsuali finalizzate alla copertura di posti vacanti in organico, attivare le procedure di mobilità dirette a verificare la disponibilità al trasferimento di personale in servizio presso altre amministrazioni e appartenente a una qualifica corrispondente a quella necessaria.

Si introduce anche la previsione di avviare una causa di risoluzione anticipata del rapporto di lavoro del personale in disponibilità e viene chiarito l'ambito applicativo del divieto di avviare nuove procedure concorsuali o procedere a nuove assunzioni a tempo indeterminato o determinato per un periodo superiore a dodici mesi, se non a seguito di questa verifica, quindi della verificata impossibilità di ricollocare il personale in disponibilità iscritto nell'apposito elenco, precisando che questo divieto non riguarda il conferimento di incarichi dirigenziali. Quindi, questo divieto opera soltanto laddove, nell'ambito del personale in disponibilità, vi siano lavoratori in possesso delle qualifiche e categorie di inquadramento occorrenti. Si assicura, quindi, la riduzione dei tempi di accesso al pubblico impiego, resa ancora più necessaria dall'entrata in vigore del regime pensionistico cosiddetto “quota 100”, mediante la rapida formazione delle commissioni esaminatrici dei concorsi pubblici.

Infatti in particolare il comma 7-bis stabilisce che possono essere nominati presidenti o componenti delle commissioni esaminatrici anche i dipendenti in quiescenza da non più di quattro anni dalla data di pubblicazione del bando di concorso, che abbiano posseduto durante il servizio attivo la qualifica richiesta per il personale in servizio. Si prevede inoltre che a decorrere dal 1° gennaio 2011 le indennità, i compensi, i gettoni, le retribuzioni o le altre utilità comunque denominate, corrisposte dalle pubbliche amministrazioni di cui al comma 3 dell'articolo 1 della legge n. 196 del 2009, incluse le autorità indipendenti, ai componenti di organi di indirizzo siano comunque automaticamente ridotti del 10 per cento rispetto agli importi risultanti alla data del 30 aprile 2010. Viene inoltre precisato che i nuovi compensi si applicano esclusivamente alle commissioni esaminatrici nominate successivamente alla data di entrata in vigore della legge.

Concludo, Presidente, esultando per l'introduzione di un piano di assunzione, il cosiddetto turnover, che andrà a migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione, che è l'esigenza principale di questo provvedimento. L'esigenza è quella di inserire in servizio all'interno della pubblica amministrazione una nuova generazione di dipendenti pubblici, che sappiano rispondere meglio alle esigenze di digitalizzazione e alle esigenze dei cittadini. La pubblica amministrazione potrà quindi assumere in servizio il 100 per cento del personale andato in pensione nell'anno precedente. Si dovrà comunque procedere all'assunzione in via prioritaria di personale con elevate competenze in materia di digitalizzazione, razionalizzazione e semplificazione dei processi amministrativi.

Concludo quindi, Presidente, dicendo che questo provvedimento si aggiunge ai tanti altri provvedimenti già approvati dal Governo e da questo Parlamento, i quali hanno come unico obiettivo il miglioramento della qualità della vita degli italiani. In questo caso rendere l'azione della pubblica amministrazione efficace, efficiente ed economica non potrà che portare beneficio a tutti gli italiani che ogni giorno si interfacciano con gli enti pubblici. Oggi facciamo quindi un altro passo avanti nella giusta direzione: e queste non sono solo parole, ma fatti concreti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Salutiamo gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto “Majorana” di Avola, in provincia di Siracusa, e dell'Istituto comprensivo “Lucia Schiavinato” di San Donà di Piave, Venezia, che sono venuti ad assistere ai nostri lavori (Applausi). Questa è una seduta con la discussione generale, per questo i colleghi presenti in Aula sono pochi.

È iscritto a parlare il collega Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA (FI). Presidente, cari colleghi, che una riforma delle azioni della pubblica amministrazione fosse urgente e prioritaria è fatto acclarato, e da sempre sostenuto da Forza Italia, per le ricadute positive in termini di prevenzione di comportamenti non conformi, come l'assenteismo richiamato da questo disegno di legge sin dal titolo, ma soprattutto di contrasto alla palude stagnante di inefficienza che complica ogni giorno la vita delle aziende e degli investitori che con la pubblica amministrazione e le sue norme devono interagire. Sempre che decidano di farlo ancora, visti i dati poco lusinghieri del rapporto della Banca mondiale che ci contraddistingue per una performance negativa rispetto alla media degli altri Paesi europei.

Questo sarebbe dovuto essere il primo provvedimento, infatti. Abbiamo invece in esame un provvedimento che solo marginalmente tratta temi che interessano la complessiva riorganizzazione della pubblica amministrazione annunciata, se non per la creazione di nuovi nuclei e cabine di regia, che molto agili non paiono poi essere, ed un'ulteriore stratificazione delle norme.

Da numerosi anni a questa parte il tema della semplificazione è diventato di interesse collettivo: è aumentata infatti la percezione di una sua necessaria attuazione ai fini della modernizzazione della vita del Paese. Il dibattito sul tema è rimasto costante, ma il concetto di semplificazione ha registrato nel tempo una notevole evoluzione, muovendo da un'accezione classica di snellimento delle procedure e dei controlli ad un'accezione più moderna dove semplificazione diventa facilitazione, implicando in sé un'idea di miglioramento dei rapporti tra pubblica amministrazione e cittadino.

Il rapporto più recente che inquadra il tema e fornisce i dati più aggiornati è il Report 2017 della CNA, dedicato a piccole imprese e pubblica amministrazione, condotto su un campione rappresentativo del settore di 1.035 imprese associate alla Confederazione; e consideriamo che quattro su cinque avevano meno di dieci addetti.

Il quale ha evidenziato che l'incombente costo che la burocrazia italiana scarica sulle imprese micro, piccole e medie è stimato in circa 22 miliardi annui: per semplificare, parliamo di 5 mila euro l'anno ad impresa, 16 euro al giorno, 2 euro all'ora per ogni impresa. Spiace quindi non intravedere, Presidente, nonostante il disegno di legge sia cosiddetto della concretezza, la visione organica che il tema meriterebbe e la traccia dell'adeguato percorso che ci avrebbe potuto vedere accomunati nell'intendimento verso un traguardo condiviso.

Gli emendamenti del gruppo di Forza Italia, sin dalla discussione in Senato e proseguita nella Commissione lavoro - dove il presidente di gruppo di Forza Italia Paolo Zangrillo, la vicepresidente Renata Polverini e l'amico collega Fatuzzo hanno in qualche modo portato proposte - avevano un obiettivo: tendere a migliorare il testo, che avrebbe necessitato di un esame più approfondito. Il disegno di legge infatti si dimostra debole nella sua architettura portante, parte in sovrapposizione e parte in contrasto con le disposizioni vigenti.

Tra i profili di criticità emersi, vorrei soffermarmi su alcuni aspetti particolarmente rilevanti, anche in funzione del ruolo di sindaco che ricopro. Forza Italia chiedeva di prevedere, in merito all'implementazione delle conoscenze, oltre al piano dei fabbisogni un piano per lo sviluppo delle competenze informatiche e digitali, volto a migliorare l'infrastruttura ed il livello di abilità dei dipendenti. Prima di parlare di assunzioni, quindi, forse si sarebbe dovuta definire la riorganizzazione del lavoro, l'individuazione di competenze e risorse necessarie per la reale sburocratizzazione. Il vero investimento da fare, infatti, prima delle semplici assunzioni è il personale in forza e la sua dotazione: non ha senso avviare campagne di assunzione nella pubblica amministrazione privilegiando le competenze digitali dei candidati, quando le stesse pubbliche amministrazioni non hanno ancora le infrastrutture tecniche necessarie al compiersi del processo. E quel che risulta incomprensibile in termini di efficacia, è che attraverso il neocostituito nucleo si conferisce potere di controllo sulle pubbliche amministrazioni locali alle prefetture, demandando meno potere di controllo allo Stato centrale: altro che autonomia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Ammesso che contrasti il fenomeno dei furbetti del cartellino, come possono 53 persone verificare 10 mila pubbliche amministrazioni in tutto il Paese?

Sullo sblocco delle graduatorie. In riferimento alle assunzioni, il piano previsto è lineare e non tiene conto dei reali fabbisogni: non è cioè successivo ad una riorganizzazione che individui le assunzioni dove esse possono essere realmente utili e necessarie. Sappiamo che ci sono dei comparti che necessitano di un'immediata presenza di personale: in particolare scuola e sanità, ove assistiamo ad una carenza tale da vedere richiamati i medici in pensione. Corretto rilevare la necessità di procedere a nuove assunzioni per la pubblica amministrazione, visto l'assurdo blocco stabilito per legge negli anni precedenti, così come il salario accessorio, lo sblocco del turnover; ma i processi di semplificazione sono da ridisegnare a livello locale, più che da stabilire centralmente, con obbligo di adeguamento da parte delle amministrazioni locali, dove talvolta nemmeno sono previsti gli strumenti e le dotazioni tecnologiche di base.

Sul tema delle risorse. Vi sono o no - lo chiedo ai colleghi di maggioranza e al rappresentante del Governo - per questo piano centralizzato le risorse? Perché i 35 milioni messi a disposizione, come è stato sottolineato in sede di audizione, sono troppo pochi, se guardiamo alle previsioni per le amministrazioni locali: a partire dall'obbligo di provvedere ad installare i nuovi dispositivi e smantellare quelli già in uso, provvedendo ad utilizzare proprie risorse, e comunque non oltre il fondo messo a disposizione. Come si può imporre, cari colleghi, un obbligo alle pubbliche amministrazioni senza dar loro le risorse necessarie? Pensiamo solo ai comuni di minore dimensione demografica, ed io ne sono un rappresentante (sono 6 mila in Italia): che hanno già difficoltà a pareggiare i propri bilanci, con pochi dipendenti da controllare e con zero euro messi a disposizione.

Risulta assurdo poi il controllo sui dirigenti: come possiamo verificare la loro presenza, se devono svolgere attività fuori sede o se per esempio prestano servizio in più enti contemporaneamente? Ma conosciamo il Paese come realmente è fatto, conosciamo qual è la realtà dei comuni, dei territori? Il principio da applicare sarebbe stato quello per cui il controllo dev'essere eseguito non tanto sulla presenza, ma sull'attività svolta, sia dal punto di vista qualitativo che sull'efficienza.

Nella pubblica amministrazione ci sono delle eccellenze che si registrano laddove c'è un importante riferimento alla qualità del lavoro che consente di far risaltare la premialità e la produttività. Troviamo insieme uno strumento di valutazione equiparabile al mondo del lavoro privato, in grado, quindi, di stimolare veramente la pubblica amministrazione affinché sia veramente più efficiente ed efficace, e non di controllarla e frustarla.

Per quello che riguarda il buono mensa, brevemente, sul tema dei buoni pasto, pur riconoscendo la lacunosità dell'impianto normativo originario, nulla è previsto per i pubblici esercizi che hanno subito il danno economico derivante dall'inadempimento, prima, o dall'insolvenza, poi, dell'aggiudicatario fallito. Vi sono moltissimi esercizi, cari colleghi, esposti a rischi economici significativi, addirittura al fallimento. Come pensate di sostenerli? O, invece, li volete abbandonare?

E, infine, sul tema dei segretari comunali, sicuramente molto caro a noi amministratori locali, quest'ultimo punto mi permette di mettervi a fuoco alcune tematiche e alcune problematiche. Di recente, è stata data voce all'appello di numerosi sindaci che si trovano nell'impossibilità di gestire le ordinarie attività amministrative per carenza di segretari comunali.

L'insufficienza di tale professionalità è particolarmente avvertita negli enti locali di modeste dimensioni demografiche, di dimensioni demografiche piccole, dei cinquecento, dei mille, dei 2 mila, dei 3 mila abitanti, e, soprattutto, collocati in quelle zone disagiate, quelle zone montane. Per darvi alcuni dati, nell'Abruzzo ben 123 sedi sono vacanti: è solo l'indice di una grave situazione in cui versa buona parte del Paese, a partire dal mio Piemonte, dove si registrano 324 vacanze, in Lombardia 414, in Veneto 130.

Il numero dei segretari comunali è di gran lunga inferiore rispetto alle sedi comunali e, per garantire la funzionalità dei comuni, sono costretti ad accettare convenzionamenti di sedi e incarichi a scavalco di difficile gestione sotto il profilo professionale, ma, soprattutto, sotto quello gestionale.

Sono necessarie, quindi, e urgenti misure in tal senso nell'interesse degli enti locali e della collettività amministrata per coprire le sedi di quei 1.828 comuni, su un totale di 8 mila comuni italiani, ancora sprovvisti di segretario. Questo sarebbe un impegno importante e significativo, perché poi sono i sindaci che ogni giorno si confrontano con le reali esigenze e le richieste che arrivano da parte dei cittadini stessi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Concludendo, aspetteremo con grande interesse il provvedimento sulla semplificazione che il Ministro ha annunciato, ma sul disegno di legge in esame, purtroppo, non possiamo essere d'accordo. Non si semplifica, non si sburocratizza, non si guarda all'interesse generale delle attività economiche, ma nemmeno a quello particolare del merito e della premialità per i dipendenti pubblici, danneggiando l'intera categoria, composta nella maggior parte dei casi da personale diligente, ma anche l'immagine stessa del Paese.

Andiamo a porre in essere nuove complicazioni, strumenti di vigilanza e controllo, dal Nucleo della concretezza in giù, di cui non si sentiva onestamente il bisogno, e accantoniamo, invece, il tema del merito, in cui Forza Italia veramente crede, e lo dimostra ogni giorno in tutti i temi e le iniziative che porta avanti.

Pertanto, su questo chiediamo un piano di ristrutturazione disegnato sulle pubbliche amministrazioni locali, ma dobbiamo in qualche modo anche non correre il rischio di perdere un'altra occasione di andare verso una vera legislazione, una concreta semplificazione.

Per questa ragione esprimiamo la nostra contrarietà, come bene hanno fatto il collega Zangrillo e i qui presenti colleghi, la vicepresidente Polverini e il collega Fatuzzo, in Commissione lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Legnaioli. Ne ha facoltà.

DONATELLA LEGNAIOLI (LEGA). Signor Presidente, onorevoli rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, giunge all'esame di questa Assemblea il provvedimento noto come “decreto concretezza”, già esaminato ed approvato dai colleghi del Senato.

Il testo che qui noi oggi andiamo a esaminare si costituisce di pochi, ma sostanziali articoli. Il primo di questi istituisce, presso il Dipartimento della funzione pubblica, un Nucleo della concretezza, preposto alla verifica della realizzazione delle azioni concrete per il miglioramento dell'efficienza della pubblica amministrazione.

Dal novello articolo 60-bis, il comma 1, nel disporre l'istituzione del Nucleo della concretezza, fa salve le competenze dell'Ispettorato per la funzione pubblica, nonché dell'Unità per la semplificazione e la qualità della regolazione, mentre il comma successivo prevede l'elaborazione di un piano triennale delle azioni concrete per l'efficienza delle pubbliche amministrazioni. Il comma 3 disciplina l'attività del Nucleo, la quale si concreta in sopralluoghi e visite. L'intento ricognitivo è volto a rilevare lo stato di attuazione delle disposizioni da parte delle pubbliche amministrazioni. Il comma 4 procedimentalizza l'attività del Nucleo della concretezza presso le amministrazioni, prevedendo, in particolare, la redazione di un verbale per ogni sopralluogo, mentre il comma 5 stabilisce che, qualora i sopralluoghi siano effettuati presso enti locali, i relativi verbali devono essere trasmessi anche al prefetto competente.

Ancora, in termini di obblighi di comunicazione, il comma 6 prevede una tempestiva comunicazione al Nucleo da parte delle pubbliche amministrazioni, mentre il successivo comma precisa che l'inosservanza del termine per l'attuazione delle misure correttive rileva ai fini della responsabilità disciplinare.

Secondo l'articolo 60-ter, invece, il prefetto può segnalare al Nucleo eventuali irregolarità dell'azione amministrativa degli enti locali e chiederne l'intervento.

È importante precisare, per potere apprezzare al meglio il testo, che le vigenti disposizioni di questo primo articolo si applicano senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

L'articolo 2 prevede l'introduzione di sistemi di verifica biometrica dell'identità e di videosorveglianza degli accessi per i dipendenti delle amministrazioni pubbliche.

Il valore della disposizione è collegato alla volontà di verificare l'osservanza dell'orario di lavoro. L'introduzione dei sistemi suddetti è prevista in sostituzione di quelli di rilevazione automatica attualmente in uso. Una modifica approvata dalla XI Commissione ha specificato che i sistemi si riferiscono agli accessi.

Per quanto riguarda i dirigenti delle amministrazioni pubbliche, il comma 2 del presente articolo 2 specifica che essi adeguano la propria prestazione nella sede di lavoro alle esigenze dell'organizzazione e dell'incarico dirigenziale svolto.

L'articolo 3 restringe l'ambito di applicazione del limite dell'ammontare complessivo delle risorse destinate al trattamento economico accessorio del personale.

La disposizione prevede, nello specifico, che il suddetto ammontare non possa superare il corrispondente importo determinato per l'anno 2016.

L'articolo 4 conferma il limite vigente per le assunzioni da parte delle amministrazioni statali e reca modifiche ed integrazioni alle norme sulle procedure e alle assunzioni in oggetto. In particolare, il comma 1 conferma che le amministrazioni suddette possono procedere ad assunzioni nel limite di un contingente di personale, fermo restando per alcuni comparti l'applicazione delle norme di settore. Il secondo periodo del comma 3 consente, a decorrere dal 2019, il cumulo delle risorse. Le amministrazioni interessate dal limite di cui al comma precedente predispongono i piani triennali dei fabbisogni di personale, mentre il comma 4, in riferimento al triennio 2019- 2021, reca norme transitorie intese a ridurre i tempi di accesso al pubblico impiego e consentendo deroghe ad hoc. Resta comunque fermo il rispetto delle norme richiamate dal medesimo comma 4, tra cui il principio della previa verifica della sussistenza di situazioni di sovrannumero o di eccedenze di personale.

L'articolo 5 reca una disciplina specifica per i problemi posti dall'avvenuta risoluzione da parte di Consip Spa di alcune convenzioni di fornitura di buoni pasto per pubblici dipendenti, mentre al sesto articolo si qualificano le disposizioni di cui ai precedenti articoli 1 e 4 come norme di diretta attuazione dell'articolo 97 della Costituzione in materia di pubbliche amministrazioni.

Non solo, ma, sulla base del vigente comma 3, si precisa che le norme di cui all'articolo 5 costituiscono principi fondamentali in materia di coordinamento della finanza pubblica, mentre il comma 4 specifica che le regioni e gli enti locali adeguano i propri ordinamenti alle disposizioni della presente legge.

Questo è in sintesi, cari colleghi, il provvedimento del quale noi oggi iniziamo la discussione; un testo che, nonostante il numero esiguo di articoli, è cardinale per arrivare a un'efficiente revisione della pubblica amministrazione, dove, ahinoi, troppe volte abbiamo assistito ad episodi di dipendenti che, nell'orario di lavoro, risultavano fuori servizio, a fare la spesa, a giocare a tennis, al bar o con gli amici o persino alle slot, o, come in questi giorni abbiamo sentito nei telegiornali, perfino in vacanza.

E io, da dipendente pubblico, sono sempre rimasta offesa, perché ho sempre fatto, invece, il mio dovere. Senza dimenticare, infatti, casi eclatanti di decine di dipendenti dello stesso comune, che giusto in occasione di festività o ricorrenze particolari, si ammalano misteriosamente. L'assenteismo in Italia, purtroppo, è una piaga e, bisogna dirlo, crea pericolose distorsioni. Anzitutto svilisce e mortifica chi con correttezza e serietà si impegna ogni giorno nel luogo di lavoro. Nei comuni, nelle regioni, nei Ministeri, lavorano grandi professionalità, abbiamo il dovere di garantire loro che presunti furbi con questo Governo non hanno vita lunga. In secondo luogo, il comportamento scorretto dei dipendenti determina una perdita di efficienza produttiva, che si traduce in sprechi, inefficienze e, conseguentemente, maggiori costi a carico della finanza pubblica: un peso che evidentemente non ci possiamo assolutamente permettere. Per questo motivo, onorevoli colleghi, a nome del mio gruppo, Lega-Salvini Premier, auspico che questo provvedimento venga discusso e approvato da questo consesso quanto prima (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il collega Epifani. Ne ha facoltà.

ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Grazie, Presidente. Cari colleghi, voglio fare solo qualche considerazione. Innanzitutto mi sono chiesto perché i colleghi, nell'illustrare questo provvedimento, non facciano altro che leggere i titoli di questo provvedimento, nel senso che ci ripetono esattamente tutto quello che è scritto nei fogli di accompagnamento, tutti a ripetere pedissequamente le stesse cose. Allora, qui i casi sono due: o c'è pigrizia, e non lo credo, oppure c'è qualcos'altro, e lo credo. Cos'è questo qualcos'altro? È che in realtà nel provvedimento non c'è nulla, tranne due cose di cui dirò. Il grosso del provvedimento non dice nulla, è un provvedimento che non serve, è un provvedimento che si propone uno scopo ambiziosissimo con finalità incerte e sbagliate e con strumenti inesistenti. Non crediate che sia un giudizio, il mio, troppo drastico, è esattamente quello che pensa una persona che ha un po' di esperienza, che non è affatto rivoluzionario, né conservatore, che conosce la complessità dei processi della pubblica amministrazione e il dibattito che da quarant'anni nel Paese c'è stato attorno a questi temi, e non trova in questo provvedimento quel più di cambiamento del quale, invece, la nostra pubblica amministrazione avrebbe bisogno. Questa è la mia opinione.

Volete qualche esempio? Quali sono gli obiettivi del nucleo di concretezza? Quali sono i fini? Le parole usate, sapete quali sono? Trasparenza, tempestività, imparzialità, digitalizzazione, sono obiettivi su cui concorrono tutti, ma sono così bassi che assolutamente non dicono nulla, ne potrei aggiungere altri dieci e questo è il risultato. Ma, aggiungo, ed è la cosa, secondo me, che mi fa dire che non serve: sono figli non di una cosa nuova, magari, come ho sentito, fosse una proposta rivoluzionaria, è una proposta conservatrice, perché vi prego di credere che prima degli studi del professor Giannini e del professor Cassese, erano esattamente queste le modalità con cui si approcciava la riforma della pubblica amministrazione, tutta sulle procedure, tutta sulla conformità degli atti e nulla sugli obiettivi e la qualità dei processi di trasformazione. Ma l'avete visto che non c'è nulla sulla qualità? Si parla di formazione? Si parla di competenze? Si parla di obiettivi? Si parla di produttività? Si parla del rapporto di formazione dei dirigenti? Si parte attraverso un processo, come dire, di competizione selettiva e positiva tra amministrazioni? Niente! Niente! Aggiungo - apro e chiudo la parentesi - che non c'è nulla sugli utenti. Ma, è singolare questa riforma, eh! Una riforma viene fatta normalmente per accedere al rapporto con i cittadini e migliorare il rapporto con i cittadini, servire meglio i cittadini, i diritti dei cittadini, ma non sono neanche citati, non c'è nessuna parte, eppure tutti gli studi più avanzati parlano di come coinvolgere gli utenti nei processi di trasformazione. Ricordo uno per tutti: il tribunale dei malati, ma ne potrei dire tanti su ognuna delle pubbliche amministrazioni, nella scuola, nell'istruzione, nei comuni, nelle politiche sociali, nulla di nulla sulla qualità, questo è il punto!

Per di più, altra impostazione vecchia, la logica non è “basso-alto”, la logica è “alto-basso”, è dirigistica, apparentemente dirigistica, sostanzialmente inefficace. Questa è la mia ferma opinione.

Ho detto anche che ci sono due aspetti, invece, su cui ci sono cose più precise, le riconosco. La lotta all'assenteismo dei pubblici dipendenti è una lotta sacrosanta: un pubblico dipendente che non fa il suo dovere colpisce, oltre che i cittadini, i suoi colleghi, perché c'è tanta gente che va a lavorare, fra i lavoratori pubblici, con la febbre e c'è chi, senza febbre, si mette malato oppure fa il furbo con il cartellino. È una lotta, non c'è dubbio, però non esageriamo. Ascoltiamo bene le cose che ha detto il Garante della privacy intervenendo nella nostra Commissione, se si vogliono prendere i dati biometrici, lo si faccia, nessuna obiezione, ma attenzione a sommare una cosa, più una cosa, più una cosa, perché la logica non è quella di rendere, come dire, l'esigenza del dovere di lavorare dentro un meccanismo che rende più forte la comunità del lavoro, la motivazione al lavoro e la produttività del lavoro; ma unicamente attraverso la logica dei controlli, la logica della prevenzione, anche questo è un po' vecchio, mi permetto di dire. Allora, quello che è necessario si faccia, quello che è superfluo non si faccia e lo si faccia sempre nel rapporto con le organizzazioni sindacali, perché è materia delicata, perché è materia nella quale sarebbe utile ritornare anche a un rapporto virtuoso tra legge e contrattazione collettiva, e anche di secondo livello, perché lì è il cuore del controllo, dell'organizzazione del lavoro e della prestazione del lavoro. E la seconda cosa è questo snellimento sulle politiche di assunzione, che si aggiunge a quello fatto nella legge di bilancio, con la quale naturalmente io credo che si possa essere ovviamente d'accordo.

Noi abbiamo un problema gigantesco di invecchiamento della pubblica amministrazione, abbiamo sbagliato a fare un blocco indiscriminato del turnover per oltre dieci anni, siamo passati da avere un rapporto tra cittadini e dipendenti pubblici tra i più alti in Europa ad averlo tra i più bassi, ma, soprattutto, se non si rinnova il personale delle pubbliche amministrazioni, l'età media continua ad aumentare in maniera imbarazzante. Non so più come ripeterlo! In sanità è 54 anni l'età media dei lavoratori; nella scuola, nella ricerca, nell'università, abbiamo i ricercatori, i professori, i maestri e gli insegnanti più anziani d'Europa e arriviamo all'assurdo che se li teniamo bloccati un altro po', quando questi vanno in pensione, e con “quota 100” ci vanno ancora di più, non sappiamo con chi sostituirli! Io avevo detto dell'allarme mesi fa, di quello che avevo sentito nell'ospedale pubblico di Rovigo, nella regione Molise, quando ti dicono: non sappiamo come fare, dobbiamo richiamare al lavoro quelli che sono andati in pensione. Ma vi rendete conto dell'assurdo? Invece di favorire l'assunzione di giovani, di valutarli con attenzione, senza particolari forme clientelari e con rispetto alle competenze e al merito che le persone hanno, si favorisce una situazione assurda. Si risparmi, ma non su questo, perché il ricambio generazionale anche nelle pubbliche amministrazioni è fondamentale per assicurare il servizio ai cittadini e la qualità stessa delle prestazioni. Questo è il mio giudizio sul provvedimento. L'ho voluto dire con chiarezza, con nettezza, così come io sono abituato a fare, per questo dico che è un'occasione persa, per questo dico: altro che rivoluzione! Spero di sbagliarmi, come sempre, do sempre l'onere della prova, ma guardate che con questi strumenti creiamo una cosa che non so a che cosa serva, che non so se e come potrà funzionare e che, svolgendosi dall'alto verso il basso, non incrocerà i veri problemi di produttività e di qualità delle pubbliche amministrazioni (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Mura. Ne ha facoltà.

ROMINA MURA (PD). Grazie, Presidente. A me pare che il provvedimento concretezza delle azioni della pubblica amministrazione altro non sia che l'ennesimo tassello di questa retorica comunicativa in cui si sostanzia questa esperienza di Governo. Mi pare sia questo.

C'è stata la povertà e, quindi, l'abolizione della povertà, c'è stata l'operazione dignità e, quindi, l'entrata in vigore della dignità per decreto, c'è stata poi la sicurezza e adesso la concretezza. Quindi, un tentativo quasi di sostituire la realtà con delle suggestioni, sollecitando fra l'altro - e questa la cosa che mi preoccupa maggiormente -, la percezione dei cittadini spesso in senso negativo, perché poi, quando si parla di lotta all'assenteismo, si fa intendere che fra quei 3 milioni di lavoratori della pubblica amministrazione l'assenteismo sia un'epidemia talmente diffusa che serve il Grande Fratello per controllare tutti e quindi prevenirla, quando poi, nell'ultimo anno - lo dicono i dati ufficiali - i licenziamenti disciplinari per questioni appunto legate all'assenteismo e alla falsa attestazione della presenza nel posto di lavoro sono stati appena 89, che sono comunque tanti, però 89, di fronte a 3 milioni di dipendenti pubblici, sono numeri che dicono che l'assenteismo va combattuto, la falsa attestazione della presenza nel posto di lavoro va combattuta, ma differentemente, con altre misure.

“Concretezza” è un termine che di fronte a un cittadino - non parliamo di noi addetti ai lavori - che prova a vedere questo termine come qualificazione di un provvedimento potrebbe indurre a pensare che si tratta di una rivoluzione: la sburocratizzazione dei processi, la semplificazione, un miglior accesso dei cittadini alla pubblica amministrazione - perché poi ha ragione il collega Epifani: dei cittadini in questo provvedimento non si parla mai, quando oggi, invece, la misura migliore dell'efficienza dell'amministrazione è proprio verificare quale sia l'accessibilità dei cittadini rispetto alla pubblica amministrazione -, ma a me pare che questo disegno di legge altro non sia che l'ennesima impronta sulla storia della pubblica amministrazione italiana, non una riforma; un'impronta per dire: ci abbiamo provato a fare una grande rivoluzione. Un'impronta che rifugge dall'approfondimento della complessità e dalle differenze che ci sono nel nostro Paese, perché la pubblica amministrazione italiana è legata molto anche alla geografia del nostro Paese. La retorica della propaganda anche qui ha preso piede, e probabilmente, attraverso questa, state rinunciando a un'opportunità, l'opportunità di raggiungere un obiettivo di innegabile importanza, che è quello di provare a risolvere le principali fragilità della pubblica amministrazione italiana - che storicamente si annidano nelle varie articolazioni - per provare a rilanciare, perché la pubblica amministrazione è anche quella leva che può aiutare il Paese ad essere maggiormente competitivo, che può aiutare, attraverso un'effettiva, maggiore efficienza, a produrre equità e a cancellare gli squilibri territoriali, che ancora sono tanti nel nostro Paese. Io credo che se si fosse voluto fare questo, si sarebbe potuto agire sulle fragilità di quello che si è fatto negli anni precedenti, sulla riforma Madia e sulle altre riforme, metterle a sistema, migliorarle, valorizzarle, e non inventarsi cose nuove, doppioni, come, per esempio, il nucleo della concretezza, che secondo me è inutile rispetto all'articolazione e a tutti gli altri soggetti e alle altre professionalità che già sono presenti nel Dipartimento della funzione pubblica presso la Presidenza del Consiglio.

Altra cosa che mi preoccupa è l'approccio centralista di questa riforma, perché questo è il tema: in maniera neanche troppo celata si reintroducono i controlli sulla pubblica amministrazione, che ovviamente vanno a confliggere con quella che è l'autonomia di cui all'articolo 5. Ripeto: altra cosa è introdurre una riforma con un approccio lineare, che quindi si applica a tutti nello stesso modo. Immagino, per conoscenza diretta, cosa succederà quando il nucleo della concretezza entrerà nei nostri piccoli comuni. Vi ricordo che in Italia, fra gli 8 mila comuni, il 70 per cento sono quelli che hanno una popolazione pari o inferiore a 5 mila abitanti. Cosa succederà in queste strutture, dove non è tanto la quantità dei dipendenti che manca ma spesso la qualità e la diversificazione delle competenze? Quindi immagino quale possa essere l'approccio rispetto a questa questione. Io mi sarei aspettata, per esempio, in un provvedimento sulla concretezza, di vedere raccontata questa differenza della pubblica amministrazione nelle sue varie articolazioni territoriali. Mi sarei aspettata che da qualche parte, in qualche modo, ci fosse stato un riferimento ai problemi di connettività che ci sono in molte articolazioni della pubblica amministrazione, perché spesso la mancanza di efficienza è legata al fatto che, per esempio, ancora il piano della rete, il piano della banda ultra larga non è arrivato in determinati territori.

La sensazione, ripeto, è questa, cioè che, rispetto a un obiettivo meritorio e condiviso da tutti, ancora una volta ci sia una carenza di mezzi, e che la retorica della propaganda anche stavolta abbia preso assolutamente piede. Rispetto alla questione del ricambio generazionale, altro tema che c'è, perché la pubblica amministrazione italiana oggi, rispetto alla questione efficienza, ha sicuramente una carenza di figure giovani, fresche, rispetto a questo, noi abbiamo fatto delle proposte in Commissione, per provare a valorizzare le figure che già ci sono, per esempio con la stabilizzazione dei contratti a tempo determinato per coloro che hanno lavorato per più di tre anni, anche non continuativamente, per arrivare e prorogare le stabilizzazioni, ma su questo abbiamo avuto una totale chiusura. Non solo. Si vogliono aiutare gli enti locali a migliorare l'efficienza amministrativa? Si lavori, per esempio, sulla cancellazione di uno dei criteri che in questi anni non ha consentito la rigenerazione del personale, che è quello della spesa storica del personale come vincolo per le assunzioni. Infine, relativamente al tema che secondo me è un po' la ciliegina di questo provvedimento, cioè le misure contro l'assenteismo e la falsa attestazione delle presenze al lavoro, è chiaro il vostro approccio punitivo, che avete tentato di negare nei vari interventi, ma l'approccio punitivo che voi state utilizzando rispetto alla giusta e alla sacrosanta lotta contro gli assenteisti è chiaro ed evidente, e tende ad alimentare - attenzione, anche qui come è stato fatto prima con i politici e con altre categorie di rappresentanti istituzionali e di soggetti che esercitano funzioni pubbliche - la cosiddetta macchina del fango, per dipingere il dipendente pubblico come il nuovo nemico da perseguire, quindi i dipendenti pubblici tutti furbetti, inutili, fannulloni e raccomandati.

Io credo che tutto questo non aiuti nel percorso e soprattutto nel raggiungimento dell'obiettivo che voi vi siete posti, quello di una maggiore efficienza dell'attività amministrativa. Credo, anzi, che alimentare la diffidenza dei cittadini nei confronti dei dipendenti pubblici non aiuti questo percorso, perché è proprio attraverso una maggiore autorevolezza, competenza, e anche il senso dell'etica dei dipendenti pubblici che noi possiamo migliorare la pubblica amministrazione. Queste cose vengono migliorate solamente se lo Stato investe su queste figure, non se agisce in senso punitivo. Ancora, ritengo che ci siano due princìpi che si sarebbero dovuti sviluppare in questo provvedimento: il principio che i cittadini cui sono affidate le funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore e che la legge è uguale per tutti, ma io credo veramente che questo Governo non possa portare a compimento questi princìpi, considerato che qualche mese fa avete consentito, attraverso un voto parlamentare, che un Ministro della Repubblica, quindi un eminente rappresentante pubblico e che esercita funzioni pubbliche, si sottraesse al giudizio di un tribunale. Quindi dico che è davvero difficile parlare di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione a seguito di questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Alaimo. Ne ha facoltà.

ROBERTA ALAIMO (M5S). Presidente, colleghe e colleghi, rappresentanti del Governo, il provvedimento oggi in discussione è frutto dell'impegno di questo Governo del cambiamento, e contiene misure per il miglioramento dell'efficienza delle pubbliche amministrazioni. In particolare, il provvedimento introduce nel nostro ordinamento, con l'articolo 1, il Piano triennale delle azioni concrete per l'efficienza delle pubbliche amministrazioni, ed istituisce, presso il Dipartimento della funzione pubblica, il nucleo della concretezza, preposto alla verifica della realizzazione delle azioni concrete indicate nel medesimo piano per il miglioramento dell'efficienza delle pubbliche amministrazioni. Il nucleo della concretezza, in collaborazione con l'ispettorato della funzione pubblica, avrà il compito non di vigilanza, bensì di coordinamento, tutoraggio, trasferimento di modelli organizzativi tra pubbliche amministrazioni virtuose e quelle in difficoltà, lente e disorganizzate.

Il MoVimento 5 Stelle ha a cuore l'investimento nell'amministrazione pubblica, base per lo sviluppo e il cambiamento di questo Paese, e lo dimostrano le misure finora portate avanti, come “quota 100”, il primo passo della rivoluzione pensionistica che milioni di italiani aspettavano da anni.

Altresì, con questo provvedimento, avviamo misure per accelerare le assunzioni mirate e il ricambio generazionale nella pubblica amministrazione. Finalmente, mettiamo fine al blocco assunzionale; da un lato, ci sarà uno svecchiamento dei dipendenti pubblici, con la fuoriuscita di personale anziano e l'accesso di giovani esperti, con competenze specifiche quali la digitalizzazione, la semplificazione dei procedimenti amministrativi, la gestione dei fondi strutturali, la contrattualistica pubblica, il controllo di gestione e la contabilità pubblica; dall'altro, torneremo a bandire concorsi pubblici, con iter snello e veloce, ma senza rinunciare alla garanzia di trasparenza. L'innovazione non può che iniziare dalle persone.

I precedenti Governi hanno imposto il blocco del turnover, ma, al contempo, hanno proceduto spesso con l'affidamento di servizi a consulenze esterne e con la creazione di migliaia di precari. La politica in passato ha giocato sul bisogno delle persone e per questo ha rimandato il problema di anno in anno, senza trovare soluzioni definitive. Il MoVimento 5 Stelle, invece, si batte con forza per liberare le mani dei cittadini e dei dipendenti ed è quello che vogliamo fare con questo piano assunzionale straordinario. Un cittadino che ottiene un lavoro stabile e con le sue forze è un cittadino libero.

Altro punto centrale di questo provvedimento è l'introduzione di sistemi di verifica biometrica e di videosorveglianza degli accessi per i dipendenti delle amministrazioni pubbliche, al fine di contrastare il fenomeno dell'assenteismo. Questo, non perché riteniamo che i dipendenti siano furbi o fannulloni, ma perché va tutelata la maggioranza dei dipendenti onesti che ogni giorno compie il proprio dovere con impegno, dedizione e correttezza.

Purtroppo, tante volte abbiamo sentito parlare di casi di false attestazioni delle presenze; ebbene, il dipendente onesto non può che apprezzare questi strumenti che lo tutelano a svantaggio di chi vuole fare il furbo o del dirigente che non controlla abbastanza.

Tra i dati forniti dall'ispettorato della funzione pubblica e riportati da fonti di stampa, 139 sono i provvedimenti avviati nel 2018 nei confronti di dipendenti colti a falsificare l'attestazione della presenza, 35 conclusi con sospensioni, censure o archiviazioni per il lavoratore e 40 sono ancora in corso. Dunque, a nulla sono servite le riforme introdotte dai governi precedenti, visto che nella pubblica amministrazione il problema dell'assenteismo rimane; anzi, spesso, accade che chi lavora poco e male, non solo non viene punito, ma viene addirittura premiato con avanzamenti di carriera. Non possiamo più permettere che ciò accada, perché viene sia danneggiata la qualità del servizio pubblico che lesa la sua stessa immagine. Vogliamo garantire, prima, che tutti i dipendenti vadano a lavorare e, poi, che lavorino bene.

Queste misure rappresentano un primo passo per la promozione di una pubblica amministrazione efficiente, snella e semplice, così come ci chiedono, a gran voce, i cittadini. Ci aspetta una lunga strada, dobbiamo investire maggiormente sulla formazione permanente dei dipendenti, sulla valorizzazione dei meriti, su una nuova visione di valutazione della performance, su un serio ordinamento delle carriere e della dirigenza. Del resto, qualità e merito sono il binomio perfetto per puntare all'eccellenza.

Non dobbiamo mai dimenticare che la pubblica amministrazione, con le donne e gli uomini che vi lavorano, non è una semplice impresa fornitrice di servizi pubblici, ma scandisce i tempi della nostra vita ed è l'elemento di regolazione di tutte le attività economiche e sociali.

La PA rappresenta il cuore pulsante del nostro Paese ed è per questo che il MoVimento 5 Stelle farà di tutto per realizzare un vero cambiamento, non solo teorico, ma anche concreto, all'interno delle pubbliche amministrazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Villani. Ne ha facoltà.

VIRGINIA VILLANI (M5S). Presidente, onorevoli colleghi, sottosegretario Fantinati, voglio ringraziare innanzitutto il Governo e le Commissioni tutte per il lavoro svolto sul testo arrivato quest'oggi in Aula. L'impianto della proposta introduce importanti novità al fine di migliorare l'efficienza delle pubbliche amministrazioni.

Tra le innovazioni più significative, vorrei evidenziare la creazione del Nucleo della concretezza, che ha come obiettivo primario quello di assicurare la concreta realizzazione delle misure previste dal piano triennale predisposto dal dipartimento della funzione pubblica, lo sblocco del turnover per le assunzioni da parte delle pubbliche amministrazioni statali e, soprattutto, le misure per il contrasto all'assenteismo che, attraverso l'introduzione di sistemi di verifica biometrica dell'identità e di videosorveglianza degli accessi per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni, forniscono a queste uno strumento necessario per contrastare i cosiddetti furbetti del cartellino ed avere, quindi, nella pubblica amministrazione un esempio di efficienza e di rigore.

Proprio su quest'ultimo punto introdotto dalla proposta di legge mi vorrei soffermare per ricordare l'importante lavoro svolto dalla Commissione cultura, scienza e istruzione e per il grande risultato raggiunto. Attraverso un confronto aperto, democratico e costruttivo, noi del gruppo del MoVimento 5 Stelle siamo riusciti a superare l'obbligo della verifica biometrica inizialmente previsto per i docenti, ottenendo un duplice risultato: da un lato, un evidente risparmio della spesa pubblica, dall'altro, una maggiore considerazione del ruolo e della funzione svolta dai docenti.

È un successo, per me, particolarmente significativo, in quanto riconosce che, all'interno del mondo della scuola, l'assenteismo è pressoché inesistente. Basta considerare, infatti, che per un docente risulta molto difficile anche solo arrivare in ritardo, senza esporsi a responsabilità penali, visto che ha la responsabilità di un'intera classe di alunni.

Vorrei, inoltre, esprimere la mia soddisfazione per l'impegno preso dal Ministro Bongiorno a valutare la possibilità di escludere da tale obbligo anche i dirigenti scolastici, recependo con grande attenzione le mie considerazioni sulla specificità del ruolo del dirigente scolastico rispetto agli altri dirigenti della pubblica amministrazione. Il dirigente scolastico, infatti, è responsabile dell'erogazione di un servizio che ha connotati unici nel panorama del servizio pubblico, proprio a causa della sua specificità; si relaziona con una platea di attori del territorio che spesso lo portano lontano dalla sede di lavoro abituale; egli è responsabile dei risultati e organizza autonomamente il proprio lavoro, i suoi tempi e il modo della propria attività, correlandola in maniera flessibile alle esigenze dell'istituzione scolastica che dirige.

Se poi consideriamo che in Italia abbiamo circa 8 mila uffici di presidenza, cioè circa 8 mila dirigenti scolastici, e che questi uffici di presidenza sono articolati in 42 mila plessi scolastici - questo perché le istituzioni scolastiche autonome in Italia comprendono plessi che vanno dalla scuola dell'infanzia fino alla scuola secondaria di primo grado, se non proprio alle scuole superiori - dunque, è chiaro che, in uno scenario così vario e articolato come quello scolastico, la visita dei vari plessi da parte del dirigente scolastico rientra nella sua attività quotidiana e si sostanzia come visita didattica connessa all'attività di gestione e controllo, ma anche come sopralluogo nella sua veste di datore di lavoro o di responsabile della sicurezza.

In conclusione, vorrei sottolineare come noi, in quanto Governo del cambiamento, abbiamo il dovere di attuare azioni concrete che portino, non solo un cambiamento dello status quo, ma anche un miglioramento tangibile nella vita dei cittadini, evitando inutili aggravi per le casse dello Stato.

Anche questo provvedimento, insieme ai tanti già approvati dal Governo e da questo Parlamento, ha come unico obiettivo il miglioramento della qualità della vita degli italiani. Siamo certi che il “decreto concretezza”, con le varie misure messe in campo, garantirà una pubblica amministrazione improntata all'efficacia, all'efficienza e all'economicità e arrecherà numerosi benefici agli italiani che ogni giorno si rivolgono agli enti pubblici e vedranno sicuramente lo Stato come amico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Congratulazioni).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Lorenzoni. Ne ha facoltà.

EVA LORENZONI (LEGA). Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il disegno di legge all'esame racchiude nel nome che si è scelto di conferirgli, “concretezza”, l'obiettivo principale che intende perseguire, ovvero l'efficacia e l'efficienza della pubblica amministrazione; una pubblica amministrazione in grado di rispondere prontamente alle richieste e alle esigenze dei cittadini, una pubblica amministrazione al servizio dei cittadini, un riassetto della macchina pubblica attraverso diverse misure, dalla riforma della dirigenza ai controlli biometrici in funzione anti furbetti del cartellino, fino alla semplificazione burocratica, e la volontà di estendere le buone pratiche coniugando rigore e premialità, nonché rendere l'azione amministrativa più veloce e certa, a beneficio del Paese e dei cittadini.

Il provvedimento si compone di pochi articoli ma il cuore della riforma per una pubblica amministrazione efficiente è contenuto nei primi due. L'articolo 1, infatti, prevede l'istituzione del nucleo delle azioni concrete di miglioramento dell'efficienza amministrativa, denominato nucleo della concretezza, che dovrà far rispettare il piano triennale predisposto dal Dipartimento della funzione pubblica avente l'obiettivo di garantire la corretta applicazione delle disposizioni in materia di organizzazione e funzionamento delle pubbliche amministrazioni e la conformità dell'attività amministrativa ai principi di imparzialità e buon andamento e implementare l'efficienza delle pubbliche amministrazioni con l'indicazione dei tempi per la realizzazione delle azioni correttive. Per realizzare la sua funzione il nucleo si avvarrà di 53 unità di personale e lavorerà in collaborazione con l'ispettorato per la funzione pubblica, svolgerà sopralluoghi e visite presso le singole amministrazioni proponendo eventuali misure correttive con l'indicazione dei tempi di realizzazione. La mancata attuazione delle misure comporterà responsabilità dirigenziale e disciplinare dei dirigenti e l'iscrizione dell'amministrazione in un'apposita black list. Le critiche circa una sovrapposizione e/o duplicazione da parte del nucleo ci appaiono alquanto strumentali atteso che il nucleo della concretezza piuttosto serve a implementare le strutture della pubblica amministrazione già esistenti.

Innovative e di rilievo sono le misure contenute nell'articolo 2 per il contrasto all'assenteismo, fenomeno che riteniamo debba essere sì punito con le sanzioni ma, prima ancora, dev'essere impedito ed evitato. Se in alcuni uffici pubblici i dipendenti lavorano privi di motivazione è anche perché talvolta devono sopperire al lavoro del collega assenteista, il che provoca in essi un senso di frustrazione e d'impotenza. È giusto e doveroso tutelare e premiare chi fa il proprio dovere, i tanti dipendenti pubblici persone perbene e oneste, mentre bisogna punire con fermezza chi se ne approfitta. Troppi i casi di cronaca di dipendenti che nell'orario di lavoro risultavano essere a fare la spesa, a giocare a tennis o chissà dove, mentre colleghi compiacenti timbravano al posto loro. Basti ricordare l'eclatante caso di Sanremo, nell'ottobre 2015, con 196 dipendenti comunali coinvolti su circa 400 impiegati o quello dell'ospedale napoletano “Loreto Mare”, nel febbraio 2017, che ha visto 94 persone indagate e 55 raggiunte da un ordine di custodia cautelare. L'assenteismo è una piaga diffusa perché gran parte dei lavoratori pubblici si sente tranquillo, parato dal posto fisso e, di conseguenza, incline a farsi gli affari propri. C'è poi una sorta di omertà negli uffici, con colleghi compiacenti o costretti a compiacere perché, come ha dichiarato il Ministro Bongiorno, è difficile che si faccia una denuncia del proprio collega visto che con questo si deve convivere ancora. Può sfuggire al dirigente l'assenza ingiustificata sporadica ma non quella cronica. L'introduzione di sistemi di controlli biometrici rappresenta, dunque, la necessità di creare deterrenti per prevenire il fenomeno dell'assenteismo cronico stroncandolo alla radice e per dare, al contempo, un segnale forte di solidarietà al dipendente corretto e un messaggio che la pacchia è finita al “furbetto del cartellino”.

Rispetto al testo del Senato è stato soppresso l'articolo 3 originario, che disponeva la non applicazione del limite concernente l'ammontare del trattamento accessorio del personale delle amministrazioni pubbliche agli incrementi previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro successivi al 22 giugno 2017 nonché agli oneri relativi al trattamento accessorio delle assunzioni effettuate successivamente al 22 giugno 2017 in deroga alle facoltà assunzionali vigenti e in deroga ai relativi limiti finanziari, previsione nel frattempo entrata in vigore con l'articolo 11 del decreto-legge n. 135 del 2018.

Non di minore importanza è l'articolo 3 nel testo approvato dalle Commissioni referenti, ex articolo 4 del testo del Senato. Dopo anni di blocco prima totale e poi parziale delle assunzioni, giustificato da logiche di spending review ma che nei fatti ha avuto conseguenze disastrose specie per quei comparti con forte carenza di organico contribuendo ad aumentare la precarietà nelle P.A., viene previsto lo sblocco totale del turnover nel 2019 con assunzioni mirate. In particolare, si prevede che le assunzioni possano essere fatte nel limite del 100 per cento della spesa dell'anno precedente, aprendo, quindi, alla possibilità di assumere più persone di quelle uscite purché nel limite della spesa dell'anno precedente. Si ricorrerà ai concorsi ma anche - per velocizzare i tempi - allo scorrimento delle graduatorie. Si guarderà soprattutto alle competenze nella digitalizzazione e nella semplificazione dei procedimenti amministrativi ma anche nella gestione dei fondi strutturali e nella contrattualistica pubblica. Si tratta di un maxi-piano di assunzioni che porterà a un significativo ricambio generazionale nella pubblica amministrazione.

Infatti, stando ai dati della Ragioneria dello Stato nel prossimo triennio i dipendenti pubblici in uscita, grazie anche agli ulteriori canali di uscita per il pensionamento come la “quota 100” appena attuata dalla Lega, potrebbero raggiungere quota 450 mila, circa 150 mila all'anno, il che con lo sblocco, appunto, delle assunzioni significherà circa 450 mila posti di lavoro per i nostri giovani.

A nome del gruppo Lega-Salvini Premier auspico una grande condivisione di tali norme e, quindi, una rapida approvazione del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Grazie, Presidente. Questo documento che stiamo discutendo si intitola: “Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell'assenteismo”, come hanno già ripetuto i tanti colleghi che mi hanno preceduto e con i quali in Commissione abbiamo svolto un ottimo lavoro di confronto. È vero: noi dell'opposizione abbiamo chiesto tanto e ci è stato dato poco, ma questa è la democrazia. Dunque, devo dare un giudizio su questo disegno di legge che, secondo me, potrebbe essere importantissimo per la vita pubblica e, quindi, anche per la vita dei privati cittadini, che col pubblico hanno sempre a che fare dalla mattina alla sera. Auguro alla maggioranza di raggiungere gli obiettivi che si è proposta, che sono degli obiettivi sacrosanti. Magari si riuscisse ad avere più concretezza e a lottare contro l'assenteismo! Quindi, gli auguri li ho sempre fatti anche in tutti gli altri documenti presentati dalla maggioranza i quali se portassero dei benefici avrebbero il mio plauso convinto e sostenuto, come poc'anzi alcuni che hanno parlato prima di me.

Ma riflettendo proprio sul titolo di questo disegno di legge io vedo una concretezza un po' troppo astratta e vedo una lotta all'assenteismo effettuata in modo diverso da come io la vorrei, da come io l'avrei voluta e da come io avrei proposto se fossi stato in maggioranza e in maggioranza con la possibilità di fare delle proposte. Vedo che proprio all'articolo 1 si parla della istituzione del nucleo della concretezza, composto da un una cinquantina di persone di dipendenti circa e dirigenti insieme. Che devono fare? Devono sorvegliare e controllare che si comportino bene i comuni, le province, le regioni e tutti gli enti pubblici possibili e immaginabili esclusi alcuni, per esempio esclusi i magistrati di cui parlerò fra breve.

Quello che trovo veramente difficile lo ha già accennato molto chiaramente - e gli faccio i complimenti - il collega Pella di Forza Italia che ha parlato poc'anzi. Si tratta della mancanza di segretari comunali nei comuni ma, soprattutto, la mancanza di sostegno ai comuni - e lui è vicepresidente nazionale dell'associazione dei comuni -, alle province e alle regioni. Personalmente - e l'ho già detto altre volte - ho occasione di vedere cosa succede a Roma, per le strade di Roma. Non parlo delle buche di Roma perché ci sono buche in tutte le parti d'Italia di ogni misura ma, per esempio, le province non hanno più la possibilità di svolgere quel lavoro così importante, come una volta, che è proprio quello della vigilanza e del buon funzionamento delle strade provinciali e i comuni, in particolare, non hanno più i mezzi economici per sopperire alle necessità della popolazione che più ha necessità di essere assistita dal pubblico, dall'ente pubblico.

Non aver visto nulla di ciò in questo documento mi fa molto dispiacere, come mi fa molto dispiacere vedere che, a leggere il provvedimento, si sente molto forte l'intento non dico punitivo, ma l'intento di considerare i lavoratori del pubblico - faccio un paragone un po' azzardato, vi prego di comprendermi - un po' come quando una volta c'erano i lavori forzati, e c'era chi controllava che il galeotto non si fermasse neanche un momento dalla sua importante attività di spaccare le pietre. Perché si va a cercare di evitare che i dipendenti pubblici facciano - l'hanno già detto in tanti - i lazzaroni, quelli che vanno in giro a fare la spesa durante l'orario di lavoro. Lo so, ce ne sono, ne ho visti dappertutto anche io; ma non è così, secondo me, che si può cambiare, laddove c'è questa brutta, bruttissima, pessima abitudine; non è con la paura di un castigo, di una sanzione che si riesce a cambiare il rapporto tra il pubblico ed il cittadino.

A mio parere… Non capisco come mai non c'è l'acqua a disposizione del collega Fatuzzo. Grazie. Vi prego di scusarmi. Ringrazio pubblicamente l'onorevole Polverini per gli aiuti concreti che mi dà, nella mia attività di neofita del Parlamento nazionale.

PRESIDENTE. Siamo tutti grati all'onorevole Polverini, ma tenga conto che il tempo è quasi esaurito.

CARLO FATUZZO (FI). Non ho finito! No, non mi dite che ho già finito, perché mi succede che quando ho pochissimo tempo, finisce subito, quando ne ho tanto, anche. È un po' strana la cosa: teoria della relatività di Einstein, probabilmente. E, allora, veramente vado un po' più veloce.

Quello che io vorrei è che il cittadino vedesse nel pubblico l'amico, amico pubblico, non il nemico: colui che non fa niente, colui che quando si presenta e si suona il campanello non c'è mai, colui che fa di tutto per mettergli i bastoni fra le ruote. Magari sono superiori.

Vado a parlarvi invece adesso di quello che non è e vorrei che fosse. Esistono i giudici, esiste la giurisprudenza: sono dipendenti pubblici anche i giudici e tutti coloro che lavorano nei palazzi di giustizia. So che c'è una legge, la legge n. 533 del 1973, denominata processo del lavoro e della previdenza sociale e dell'assistenza sociale, la quale prevede che quando il cittadino si rivolge al tribunale per avere la sentenza se abbia diritto ad un'assistenza sociale, a una pensione di assistenza sociale o a una pensione di previdenza sociale, non possono trascorrere più di 30 giorni nel rinvio delle udienze.

Ebbene, il 2 aprile 2019, cioè due giorni fa, una pensionata ha proposto una causa di principio contro l'INPS di Verona. La pensionata mi ha anche autorizzato a dire il nome, non sono fantasie: si chiama Longhi Florida. C'è stato un rinvio di dieci mesi, quindi se ne parlerà fra dieci mesi: questa non è pubblica amministrazione amica dei cittadini.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

CARLO FATUZZO (FI). Se il tempo è finito, vado verso la fine, allora, ma guardate quanti argomenti di cui avrei potuto parlare. I controlli biometrici, lo devo dire…

PRESIDENTE. Guardi, ha altri trenta secondi: scelga lei.

CARLO FATUZZO (FI). Trenta secondi: va bene Presidente, lei è perfetto nel richiamarmi.

Direi che vorrei si pensasse anche ai pubblici amministratori che sono i poliziotti, i quali hanno buoni pasto, di cui si parla in questo disegno di legge, che sono stati di recente aumentati a 7 euro a buono pasto, e non so come possano essere in forma quando vanno in missione con un buono pasto di 7 euro. Credo che anche questo sia un esempio di amministrazione che dovrebbe essere migliorata, e di molto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (PD). Grazie, Presidente. Questo disegno di legge è nato con grandi aspettative: doveva essere l'occasione per riformare la pubblica amministrazione, per ridare centralità al pubblico impiego, per valorizzare la funzione dei lavoratori pubblici anche in chiave strategica; ricordando che gli oltre 3 milioni di persone che lavorano nel complesso della pubblica amministrazione sono indubbiamente un grande motore potenzialmente per rilanciare il nostro Paese e per dare risposte, per fare la differenza anche non solo sul piano nazionale, ma anche su quello internazionale. Credo che, con totale buona fede, probabilmente anche per questo motivo il Governo ha inteso denominare questo provvedimento disegno di legge “concretezza”: un nome promettente, ma che all'atto pratico però, a proposito di concretezza, risulta tutto schiacciato su norme che sono molto lontane dagli obiettivi che si sono prefissati. Provo a riassumere in quattro punti il perché, richiamando interventi che già ci sono stati da parte del mio gruppo, in maniera molto più puntuale e autorevole della mia.

In primo luogo, si istituisce l'ennesimo organismo di controllo, cioè si va a duplicare, anziché semplificare: si parte ancora una volta dall'approccio già utilizzato in maniera sbagliata per altri provvedimenti di questa legislatura, come il cosiddetto disegno di legge “spazza corrotti”, col quale si è eliminata la prescrizione persino per coloro che vengono dichiarati innocenti nel primo grado di giudizio. Tutti sono colpevoli fino a prova contraria; o, per citare uno dei principali riferimenti culturali e giuridici di questa maggioranza, il dottor Piercamillo Davigo, non esistono innocenti, ma solo colpevoli non ancora scoperti. Ecco, secondo questo provvedimento tutti i dipendenti pubblici sono furbetti in attesa di essere scoperti: perché partendo da questo assunto, Lega e MoVimento 5 Stelle hanno istituito un nuovo organismo di controllo, detto nucleo della concretezza, composto da cin  quantatré unità di personale preposto alla verifica della realizzazione delle azioni concrete, da determinarsi in un Piano triennale per il miglioramento dell'efficienza della pubblica amministrazione. In sostanza un nuovo organismo, un nuovo carrozzone che si va a sommare a quelli già esistenti, ad altri istituti ed organismi indipendenti di valutazione, e va sostanzialmente a duplicare cose che già esistevano.

Secondo motivo di contrarietà: non si ascoltano i lavoratori. Il nucleo per la concretezza di cui sopra viene individuato come il soggetto che deve vigilare sull'attuazione del Piano triennale, che però, nella sua redazione, non è previsto tenga in alcun conto, in alcuna considerazione l'opinione, la parola dei lavoratori pubblici: parliamo di un esercito di 3 milioni di persone, che non possiamo pensare possano, in qualche modo, accogliere con entusiasmo, con partecipazione, con trasporto una iniziativa legislativa che viene calata dall'alto, senza tenere minimamente conto delle esigenze di chi quotidianamente alimenta la pubblica amministrazione.

Terzo motivo di contrarietà: continuano ad essere bloccate le assunzioni. Si è presentato questo disegno di legge come un testo che avrebbe sbloccato il ricambio nella pubblica amministrazione: falso. Intanto perché si sta rallentando l'approvazione di questo testo, che, nelle intenzioni iniziali, doveva entrare in vigore all'inizio dell'anno, e siamo già ad aprile; poi, tra gli effetti di “quota 100”, che lascerà molti buchi negli organici, ed il contestuale blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione fino al 15 novembre di quest'anno (che è una dicitura inserita nella legge di bilancio tuttora in vigore, per dire che, sostanzialmente, per tutto il 2019 sono bloccate le assunzioni), si impedisce qualsiasi innesto di forze fresche nel sistema della pubblica amministrazione, fatti salvi ovviamente – e ci mancherebbe – i concorsi che erano già in essere nel 2018.

Quarto motivo di contrarietà: si dimenticano le regioni, gli enti locali, i territori. Nel provvedimento si dice che le amministrazioni statali possono procedere ad assunzioni in futuro, nel limite di un contingente di personale corrispondente ad una spesa pari al 100 per cento di quella relativa al personale di ruolo cessato nell'anno precedente. Però, non si accoglie la proposta che il Partito Democratico ed altre forze di opposizione hanno avanzato, di permettere di far fare queste assunzioni anche alle regioni e agli enti locali, ai comuni, alle province, che sono in enorme sofferenza di personale, non solo per numero, ma anche per competenze, perché i pensionamenti non sostituiti hanno messo molti comuni in grave difficoltà.

Questo provvedimento pare totalmente lontano dalla realtà, perché i numeri ci dicono chiaramente che i bisogni sono altri, non certo quelli contenuti in questo testo.

In Italia ci sono meno dipendenti pubblici per abitante rispetto a Paesi che per noi sono riferimento, Francia e Germania ad esempio. Addirittura, sono un terzo rispetto al numero di dipendenti pubblici ogni mille abitanti che registra la Svezia, uno dei Paesi che spesso viene preso a modello di efficienza, come molti altri Stati scandinavi e del Nord Europa. Il numero di dipendenti pubblici in Italia è il 13,6 per cento del totale degli occupati contro il 18 per cento medio dei Paesi dell'area OCSE, che, lo ricordo, è l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico che raggruppa gli Stati più industrializzati e sviluppati del mondo. Quindi, abbiamo una media di lavoratori pubblici, a dispetto degli stereotipi, più bassa rispetto ai nostri principali partner internazionali. Abbiamo, per contro, un livello di retribuzione per le posizioni dirigenziali che è più alto, secondo solo all'Australia, con 395 mila dollari l'anno contro una media di 232.500 dollari. Siamo sotto la media, invece, per le retribuzioni che vengono assegnate ai lavoratori pubblici di cui avremmo più bisogno, cioè quelli con competenze tecniche e specifiche, e in questo provvedimento non c'è nulla che vada nella direzione che noi abbiamo auspicato e che questi numeri ci dicono si dovrebbe perseguire.

Inoltre c'è un altro problema, forse il più drammatico di tutti questi dati, che non sono dati del Partito Democratico, ma di un rapporto dell'OCSE che fa riferimento all'anno 2015, che è l'ultimo disponibile: la più alta quota di dipendenti statali con più di 55 anni si registra in Italia, il 45 per cento dei dipendenti pubblici ha più di 55 anni; la media dei Paesi OCSE è del 24 per cento.

Ecco, questo disegno di legge non tiene in alcun conto questi dati, questi numeri; la risposta, anziché quella di stimolare, di andare incontro a queste esigenze, è quella, invece, di punire. Lo dimostra la decisione di introdurre sistemi di controllo di videosorveglianza e di controllo biometrico, che sono assolutamente sproporzionati rispetto all'obiettivo, che condividiamo, di punire i cosiddetti “furbetti del cartellino” o i truffatori che dicono di essere al lavoro e, in realtà, non ci sono; e, infatti, con precedenti interventi fatti con il precedente Governo si è andati in qualche modo a intervenire in maniera molto efficace su questo punto, ma si ha, ancora una volta, un approccio di tipo punitivo, e non, invece, quello che servirebbe, cioè stimolare i dipendenti pubblici a essere e a sentirsi parte di un progetto, di una visione di insieme e di sviluppo del nostro Paese.

Noi abbiamo provato in questo dibattito parlamentare anche a fare delle proposte, tenuto conto del poco che c'era in questo testo di legge. Ad esempio, abbiamo proposto di usare i 35 milioni di euro che si spendono per stabilire e installare questi nuovi sistemi di videosorveglianza, di controllo, una sorta di Grande Fratello della pubblica amministrazione, di spenderli invece per la formazione dei dipendenti pubblici, che è una cosa di cui c'è un grandissimo bisogno. Formazione costante dei dipendenti pubblici per far fronte alle nuove esigenze: in un mondo che corre, non possiamo pensare di limitarci ad avere le competenze che abbiamo sempre avuto. Abbiamo proposto investimenti per l'inserimento di nuove competenze, tenuto conto dei cambiamenti sociali, digitali, di tutto quello che sta avvenendo nel nostro Paese e nel mondo. Abbiamo chiesto e abbiamo proposto di avere un'attenzione particolare alle comunità locali, agli enti locali, alle regioni, alle province.

È stato detto di “no” a tutti questi interventi correttivi che abbiamo proposto. Allora, credo che questo disegno di legge, che di concretezza ha solo il nome, purtroppo non cambierà di una virgola né la lotta a chi in maniera truffaldina dichiara di essere al lavoro e in realtà non c'è, e, purtroppo, nemmeno andrà a migliorare la capacità di risposta della pubblica amministrazione ai bisogni delle imprese e dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Lacarra. Ne ha facoltà.

MARCO LACARRA (PD). Signor Presidente, membri del Governo, colleghi, ancora una volta ci troviamo di fronte a manifestazioni roboanti che in qualche modo reclamizzano un provvedimento legislativo che, come i precedenti, nella sostanza non produce nessun effetto rispetto agli obiettivi che lo stesso provvedimento mira a raggiungere. Anche in questo caso si parla di rivoluzione, si parla di trasformazione integrale di un sistema, quello della pubblica amministrazione, che ha sicuramente degli aspetti deficitari, ma che con questo provvedimento certamente non vedranno migliorati neppure di un passo lo sviluppo e la crescita del nostro Paese. Si è parlato di “spazza corrotti”, sappiamo, di “decreto dignità”, si è parlato di sconfitta della povertà. Oggi si dice che con la concretezza miglioreremo l'azione della pubblica amministrazione. Beh, devo dire che anche il titolo di questa legge non è efficace come i precedenti, perché almeno nel titolo i provvedimenti che sono stati portati all'attenzione di quest'Aula si presentavano sicuramente con slogan più accattivanti. Francamente, parlare di concretezza nella pubblica amministrazione, e sappiamo che il termine concretezza è esattamente il contrario di astrattezza, quasi a voler intendere che fino ad ora nella pubblica amministrazione non ci siano stati comportamenti concreti e diretti soprattutto a fornire servizi ai cittadini, perché questo fa la pubblica amministrazione. L'obiettivo di rendere più efficace e più efficiente la macchina amministrativa è certamente un obiettivo che ci sta a cuore, ma non è quello che si dice in questa norma il percorso che porta verso quell'obiettivo, che pure noi condividiamo.

Infatti, ci sono degli istituti che vengono introdotti che sono assolutamente lontani dalla concretezza; piuttosto sono astratti e forse, in questo, si è voluto sottolineare, con quella denominazione, quanto siano lontani dal concreto questi provvedimenti. Il Nucleo della concretezza: qualcuno mi spieghi questi 53 Superman come potranno governare i processi e controllare i processi di 8 mila comuni, di venti regioni, delle numerosissime amministrazioni e degli enti, ovviamente, partecipati, e come si potranno andare a sovrapporre, perché evidentemente si creerà proprio un conflitto operativo con gli organismi che sono previsti nel nostro ordinamento e che sono organismi centrali e locali, gli organismi di valutazione dei dirigenti, la figura del dirigente. Nel momento in cui si creerà una situazione di conflitto fra la posizione che ha il dirigente di un ente locale, del piccolo comune della Puglia piuttosto che dell'Emilia Romagna, rispetto a una valutazione fatta da un supereroe che fa parte di questo nucleo straordinario della concretezza, chi sarà chiamato a dirimere eventuali conflitti? Su che cosa, poi, si incentrerà l'attività di questi personaggi, le cui qualifiche non sono neppure chiare? Si fa riferimento a un intervento degli organismi territoriali del Governo, dei prefetti, e si fa riferimento a irregolarità che i prefetti dovrebbero segnalare. Bene, abbiamo l'istituzione di un nuovo istituto giuridico, l'irregolarità. Le pubbliche amministrazioni, come è noto, agiscono per provvedimenti e per atti amministrativi. Gli atti amministrativi o sono legittimi o sono illegittimi, la mera irregolarità non appartiene al mondo giuridico; se sono illegittimi, ci sono gli strumenti che sono dati ai cittadini, che sono comunque i destinatari dell'azione amministrativa e che hanno già gli strumenti per insorgere contro provvedimenti amministrativi che siano illegittimi. Allora, la funzione di questi personaggi che vengono individuati sarà quella di appesantire e rendere ancora più confuso il meccanismo della pubblica amministrazione e, soprattutto, i processi decisori della pubblica amministrazione.

Ci saremmo aspettati, invece, che si investisse di più sull'informatizzazione degli uffici pubblici, sulla education dei cittadini rispetto all'utilizzo di strumenti informatici e innovativi che veramente sono finalizzati a semplificare l'azione della pubblica amministrazione. E in questo provvedimento non c'è nulla di tutto questo: è un provvedimento che ci fa tornare indietro di trent'anni, ma, soprattutto, che non chiarisce quali siano le modalità e gli strumenti attraverso i quali si vuole rendere più efficace la macchina amministrativa. Intravedo nella costituzione del Nucleo della concretezza soltanto possibilità di incremento del contenzioso e delle conflittualità interne agli enti pubblici.

Ma chiederei al Ministro Bongiorno, suo tramite, Presidente, se si è mai recato presso gli uffici di un piccolo comune, se ha mai potuto verificare quali siano realmente le ragioni che a volte rendono difficile la rapidità e l'efficienza di un'azione amministrativa a vantaggio dei cittadini. Se ha mai potuto valutare quali siano i veri ostacoli che impediscono alla pubblica amministrazione di essere efficace nella sua azione come noi vorremmo. E io credo, invece, che, come accade ormai da un anno a questa parte, per tutti i provvedimenti che vengono presentati all'attenzione di quest'Aula, ci sia un'assoluta distanza dalle esigenze dei cittadini, ci sia una distanza e una mancata conoscenza di quali sono i veri problemi di questo Paese. E questo provvedimento non aiuta assolutamente a migliorare e a risolvere quei problemi.

Contrasto all'assenteismo: è chiaro che sul principio siamo tutti d'accordo, è evidente che a nessuno di noi fa piacere, soprattutto quando come utenti ci rechiamo presso gli uffici pubblici, vedere che quegli uffici non funzionano in modo opportuno e ci siano dei dipendenti che in qualche modo violano il principio di fedeltà e di rispetto nei confronti della pubblica amministrazione. Ma noi pensiamo che l'introduzione di un sistema di controllo personale come quello che viene previsto in questa norma - peraltro senza alcun coinvolgimento e alcuna trattativa con gli organismi che sono a tutela dei lavoratori, delle forze sindacali che sono completamente ignorate e trascurate in questo provvedimento -, che un incattivimento delle forme di controllo possa portare a un risultato positivo ed eliminare la piaga dell'assenteismo? Che peraltro è una piaga di dimensioni molto contenute, considerato, come è stato detto, che su 3 milioni di dipendenti i casi di tradimento del ruolo di dipendente pubblico sono molto, molto ridotti e limitati.

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO LACARRA (PD). Concludo, Presidente. Quello che si intravede in questo provvedimento è la visione culturale insopportabile, che tradisce una deriva verso un'azione repressiva, che io credo che i 3 milioni di lavoratori italiani non meritino. Perché il prossimo passo sarà, allora, a questo punto, l'introduzione del braccialetto elettronico, per poi finire a dei microchip sottopelle per fare in modo di controllare ogni singolo movimento del pubblico dipendente.

Noi faremo una fiera opposizione rispetto a questo provvedimento, attraverso anche la presentazione di numerosi emendamenti anche in Aula, perché vogliamo affermare il principio che non è con la repressione o con la limitazione della dignità e dei diritti dei cittadini che si può ottenere una vittoria contro l'assenteismo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 1433-A)

PRESIDENTE. Prendo atto che i relatori e il rappresentante del Governo rinunziano alla replica.

Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Irrogazione di sanzioni ai sensi dell'articolo 60 del Regolamento.

PRESIDENTE. Comunico che l'Ufficio di Presidenza, nella riunione odierna, ha preso in esame gli episodi verificatisi nel corso della seduta dell'Assemblea del 28 dicembre 2018.

Al riguardo, visti gli articoli 12 e 60 del Regolamento della Camera dei deputati, ha deliberato di irrogare la sanzione della censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari per un periodo di due giorni di seduta al deputato Fiano, con decorrenza dal 5 aprile 2019.

Ricordo che, ai sensi dell'articolo 60, comma 3, del Regolamento, le decisioni in tema di sanzioni adottate dall'Ufficio di Presidenza sono comunicate all'Assemblea e in nessun caso possono essere oggetto di discussione.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, con lettera trasmessa in data odierna, la Presidente della Commissione finanze ha rappresentato l'esigenza, unanimemente condivisa in seno all'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, che l'inizio dell'esame della proposta di legge n. 1074, recante “Disposizioni per la semplificazione fiscale”, sia differito di una settimana.

Secondo le intese intercorse tra i gruppi, il provvedimento sarà, pertanto, iscritto all'ordine del giorno della seduta di lunedì 15 aprile per lo svolgimento della discussione sulle linee generali e, a partire dalla seduta di martedì 16 aprile, per il seguito dell'esame. In entrambe tali sedute sarà collocato dopo il decreto-legge in materia di agricoltura.

Avverto, inoltre, che, come già comunicato per le vie brevi ai gruppi e a differenza di quanto previsto nel vigente calendario dei lavori, nella seduta di interrogazioni a risposta immediata, prevista per mercoledì 10 aprile, non interverrà il Presidente del Consiglio dei ministri.

Avverto, infine, che sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna l'organizzazione dei tempi per l'esame della mozione concernente iniziative a favore della famiglia e per l'incremento della natalità e per l'esame dei seguenti disegni di legge di ratifica: n. 1468-A - Accordo di cooperazione Italia-Niger in materia di difesa; n. 1638 - Convenzione del Consiglio d'Europa sulla manipolazione di competizioni sportive; n. 1681 - Accordo Italia-Istituto universitario europeo sulla sede dell'Istituto universitario europeo.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Grazie, Presidente. Vorrei anch'io intervenire in questa maratona oratoria in favore di Radio Radicale. In Italia la libertà di stampa è sancita dall'articolo 21 della Costituzione e, come Paese membro dell'Unione europea, l'Italia si impegna a rispettare il principio di libertà di stampa sancito dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione.

E voi, rappresentanti di un Governo, per così dire, mai legittimato dalla maggioranza dei cittadini, che vorrebbe il centrodestra, negate, proprio voi, l'espressione in un Paese fondatore dell'Unione europea, la libertà e autonomia di una radio storica, una lingua oggettiva e indipendente, tagliando brutalmente le risorse a Radio Radicale.

Non più tardi di due giorni fa - due giorni fa! - la regione Lombardia ha approvato una mozione a garanzia del servizio offerto da Radio Radicale. Visto che la regione Lombardia è a trazione Lega e la mozione è stata votata dal MoVimento 5 Stelle, telefonatevi! Errare è umano, perseverare è diabolico. Ripeto, e per favore, telefonatevi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Signor Presidente, il 21 maggio prossimo, quindi fra pochissimo, se non interviene un intervento del Governo, Radio Radicale chiuderà. Sono contento di poter parlare per la Radio Radicale.

Sono stato amico di Pannella finché era in vita, credo che tutti siamo convinti che Radio Radicale abbia, obiettivamente e senza distinzione di parte, trasmesso tutte le sedute della Camera, del Senato, tutti i congressi di partito di tutti i partiti, approfondimenti che, mentre si viaggia in automobile, si ascoltano, ancora oggi, di persone competenti.

Non è giusto, non è giusto lasciar chiudere Radio Radicale. Non deve morire la Radio Radicale. È qualcosa della nostra civiltà italiana di cui andare fieri e orgogliosi. L'appello è per la Lega e per i 5 Stelle, che non lascino morire Radio Radicale. Viva Radio Radicale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Nei giorni scorsi, Il Fatto Quotidiano ha fatto emergere una notizia che credo meriti di essere approfondita e chiarita. Risulta, infatti, che la Casaleggio Associati, presieduta da Davide Casaleggio, socio fondatore del MoVimento 5 Stelle, riceva finanziamenti da Deliveroo, una delle principali piattaforme digitali del food delivery, cioè della consegna a domicilio di cibo attraverso i cosiddetti riders, e li riceva per uno studio annuale sull'e-commerce; soldi privati, certo, che vengono messi a sostegno di un convegno di area governativa, invece che per aumentare i minimi salariali che oggi si aggirano intorno ai 6 euro l'ora per quei lavoratori.

Deliveroo è tra le piattaforme digitali della gig economy, una delle più restie a riconoscere i diritti minimi e le tutele lavorative ai riders, che si sono visti al contrario abbassare ulteriormente il minimo garantito per il loro lavoro.

Deliveroo è, ad esempio, una delle poche piattaforme digitali che non ha firmato la Carta di Bologna, un tentativo virtuoso a livello locale di condividere alcuni importanti diritti e tutele per i riders, in una concertazione fra lavoratori, sindacati e piattaforme digitali. Deliveroo è anche il principale soggetto di AssoDelivery, una sorta di associazione di categoria delle piattaforme digitali, che ha mostrato in questi mesi a dir poco prudenza e resistenza rispetto ad una regolamentazione del rapporto del lavoro dei riders, che era stata annunciata dal Governo a più riprese attraverso il Ministro Di Maio, sin dal giugno 2018.

Ebbene, come la storia parlamentare degli ultimi mesi ci ha mostrato, questa regolamentazione del lavoro dei riders non vi è stata: ogni volta viene annunciata come prossima e ogni volta salta. Allora il dubbio va oltre la malizia: c'è forse un collegamento fra un finanziamento della principale realtà imprenditoriale del food delivey - che più di altri si oppone al riconoscimento dei diritti dei riders - alla società privata del fondatore del MoVimento 5 Stelle e il reiterato rinvio di un decreto che regolamenti i diritti e le tutele dei riders da parte del Ministro Di Maio, capo politico del movimento di cui Davide Casaleggio è fondatore? Insomma, Presidente, il mancato riconoscimento dei diritti minimi dei lavoratori delle piattaforme digitali da parte del Ministro Di Maio è solamente l'ennesimo capitolo dell'ormai rituale quotidiana smentita delle promesse e degli impegni elettorali o siamo di fronte ad un palese conflitto di interesse che condiziona la libertà del Governo e del legislatore in una materia tanto importante come quella della dignità del lavoro? Noi terremo alta l'attenzione su questo - abbiamo presentato un'interrogazione al Ministro - e manterremo alta la proposta perché vi sia magari qualche convegno sull'e-commerce in meno e qualche tutela, diritto e dignità in più per questi lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prestipino. Ne ha facoltà.

PATRIZIA PRESTIPINO (PD). Presidente, porto all'attenzione di quest'Aula un tema che secondo me non viene mai trattato, quello della tutela e del benessere degli animali. In soli due giorni - vengo al punto - in Sardegna sono stati maltrattati, e in un caso ucciso, due cani, uno in provincia di Cagliari (una cagnolina gravida è stata bruciata viva) e un cagnolino, un cucciolo, a Sassari, che grazie a Dio è stato salvato e adesso è nelle mani delle amorevoli cure di alcune animaliste. Sui social e sui giornali online queste notizie stanno campeggiando e il Ministro dell'Interno Salvini ha fatto oggi un post dove ha commentato: bastardi! Caro Ministro Salvini, non basta usare queste aggettivazioni, nonostante siano giuste: lei è il Ministro dell'Interno, deve garantire che queste persone vengano prese, assicurate alla giustizia e abbiano una pena certa, perché il discorso degli animali oggi sta a cuore ai cittadini italiani, sia per gli animali di affezione che non di affezione, quindi annuncio un'interrogazione al Ministro dell'Interno. Questo pone anche il focus sull'esigenza di una legge importante, che inasprisca le pene per chi maltratta gli animali, come chiedono da tantissimo tempo tante associazioni animaliste. Come diceva Gandhi, la civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta i suoi animali: mettiamoci una mano sulla coscienza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iovino. Ne ha facoltà.

LUIGI IOVINO (M5S). Presidente, sono 70 anni oggi dall'istituzione della NATO attraverso il Patto Atlantico, siglato il 4 aprile del 1949 a Washington. Sono passati tanti anni e questa è l'organizzazione militare più longeva dal secondo dopoguerra ad oggi. Ma non è solo un'organizzazione militare, è un'organizzazione politico-militare, perché fra i tanti obiettivi annoveriamo anche la sicurezza nazionale non solo dei Paesi che ne fanno parte. L'Italia ha fatto tanto, e sta continuando a contribuire all'organizzazione della NATO, soprattutto grazie alla professionalità dei nostri militari. Vediamo anche che la NATO si è evoluta nel corso degli anni, l'ha fatto per adeguarsi ai tempi, all'evoluzione e al progresso tecnologico, perché le guerre e le minacce non sono più le solite minacce convenzionali, ma l'evoluzione della società ha imposto dei ritmi, e siamo anche convinti che questi ritmi possano essere vinti e possano avere una risposta da parte dell'Organizzazione in termini di investimenti in settori come la cybersecurity, la resilienza energetica delle infrastrutture di ogni Paese. Infatti, investire in questo non vuol dire investire solo nella difesa militare, vuol dire investire nella difesa come settore che va a tutelare la sicurezza nazionale e quindi la sicurezza dei cittadini. Noi siamo convinti, Presidente - e lo ripeteremo sempre - che questa Organizzazione può funzionare e può dare un grosso contributo alla pace nel mondo, ma soprattutto a stabilizzare quella crisi che viviamo tutti i giorni attraverso il Sud, soprattutto nello scenario del Mediterraneo, perché il Mediterraneo è il focus su cui la NATO sta puntando i riflettori, lo vediamo con l'hub NATO che è stato costituito a Napoli. Siamo convinti che puntare e investire in questi settori possa sicuramente dare un sollievo sia all'Italia sia ai Paesi del Medio Oriente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.

CARLA GIULIANO (M5S). Presidente, il 3 aprile 1989, alle ore 16,12, il treno 12472, proveniente da Bari, causò un terribile incidente entrando nella stazione ferroviaria di San Severo - la mia città - lanciato a fortissima velocità sui binari. Il deragliamento fu inevitabile, il treno distrusse l'intera parte sud dello storico fabbricato della stazione, terminando la sua corsa in prossimità del piazzale antistante lo scalo ferroviario. La terribile collisione provocò ben otto vittime e numerosi feriti. Lo slancio generoso di tutta la popolazione sanseverese, delle forze dell'ordine, dei soccorritori e degli operatori delle associazioni di volontariato, che entrarono celermente in azione, consentì di salvare numerose vite umane.

Presidente, voglio ricordare oggi i nomi delle otto vittime che persero la vita in quel tragico pomeriggio del 3 aprile di trent'anni fa: Nicola Carafa, di San Severo, capo gestione ferroviario; Ciro Vasciarelli, di San Severo, assistente di stazione; Giovanni D'Anello, di Sannicandro Garganico, manovratore ferroviario; Antonio Ognissanti, di San Severo, dirigente movimento in servizio quale capostazione titolare; Claudio Padalino, di Foggia, macchinista in servizio sul treno; Domenico Iannitti, di Apricena, macchinista in servizio sul treno; Michele Capotosto, di San Severo, impiegato FIAT; Luciano Accettulli, di San Severo, imprenditore edile. Si tratta di una pagina tragica della storia della mia città che deve essere sempre ricordata e raccontata anche alle giovani generazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Giuliano, per questo opportuno e dovuto ricordo.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che nella seduta di mercoledì 10 aprile, alle ore 16, avrà luogo la discussione della relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti dei deputati Nesci e Parentela.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 5 aprile 2019 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di una interpellanza urgente .

La seduta termina alle 19.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 8 e n. 11 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 1 i deputati Andreuzza, Caffaratto, Mariani, Melilli e Morani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 7 la deputata Paita ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 7 il deputato Saitta ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 10 il deputato Marchetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 17 il deputato Marco Di Maio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 20 i deputati Binelli e Moschioni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 20 il deputato Bellachioma ha segnalato che ha erroneamente votato a favore;

nella votazione n. 20 il deputato Morgoni ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nelle votazioni nn. 25 e 26 la deputata Giordano ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 35 il deputato Zanichelli ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

nella votazione n. 36 il deputato Scerra ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

nella votazione n. 36 la deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 37 il deputato Fatuzzo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere astenersi dal voto;

nella votazione n. 38 i deputati De Luca e Perconti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 43 il deputato Ferri ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Pdl 491-A - em. 1.100, 1.102 387 387 0 194 387 0 78 Appr.
2 Nominale em. 1.2 411 402 9 202 156 246 77 Resp.
3 Nominale em. 1.3 415 415 0 208 171 244 77 Resp.
4 Nominale em. 1.1 410 410 0 206 172 238 76 Resp.
5 Nominale articolo 1 420 365 55 183 364 1 76 Appr.
6 Nominale em. 2.5 428 370 58 186 95 275 75 Resp.
7 Nominale em. 2.100 428 428 0 215 427 1 75 Appr.
8 Nominale em. 2.2 438 353 85 177 98 255 75 Resp.
9 Nominale articolo 2 445 420 25 211 358 62 75 Appr.
10 Nominale em. 3.21 466 366 100 184 105 261 73 Resp.
11 Nominale em. 3.100 467 372 95 187 112 260 73 Resp.
12 Nominale em. 3.101 465 465 0 233 205 260 73 Resp.
13 Nominale em. 3.102 457 457 0 229 198 259 73 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 3.110 458 361 97 181 105 256 73 Resp.
15 Nominale em. 3.10 467 467 0 234 204 263 73 Resp.
16 Nominale em. 3.6 470 470 0 236 207 263 73 Resp.
17 Nominale em. 3.11 467 439 28 220 76 363 73 Resp.
18 Nominale em. 3.111 474 474 0 238 207 267 73 Resp.
19 Nominale em. 3.20 474 474 0 238 205 269 73 Resp.
20 Nominale articolo 3 465 359 106 180 267 92 74 Appr.
21 Nominale em. 4.100 466 382 84 192 381 1 74 Appr.
22 Nominale articolo 4 468 379 89 190 379 0 74 Appr.
23 Nominale em. 5.2 460 361 99 181 95 266 74 Resp.
24 Nominale em. 5.6 462 462 0 232 195 267 74 Resp.
25 Nominale em. 5.100 460 393 67 197 289 104 74 Appr.
26 Nominale em. 5.5 452 450 2 226 189 261 74 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 5.1 456 456 0 229 190 266 74 Resp.
28 Nominale em. 5.9 449 439 10 220 86 353 74 Resp.
29 Nominale em. 5.200 457 456 1 229 455 1 74 Appr.
30 Nominale articolo 5 447 382 65 192 382 0 74 Appr.
31 Nominale em. 6.100 441 362 79 182 362 0 74 Appr.
32 Nominale em. 6.200 447 447 0 224 447 0 74 Appr.
33 Nominale articolo 6 447 386 61 194 386 0 74 Appr.
34 Nominale art. agg. 6.01 454 388 66 195 124 264 74 Resp.
35 Nominale art. agg. 6.0100 446 446 0 224 445 1 74 Appr.
36 Nominale em. 7.100 453 293 160 147 292 1 74 Appr.
37 Nominale articolo 7 447 385 62 193 385 0 74 Appr.
38 Nominale Pdl 491-A - voto finale 437 377 60 189 377 0 69 Appr.
39 Nominale Moz. Braga e a. 1-152 - I p. 435 435 0 218 435 0 67 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 47)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale Moz. Braga e a. 1-152 - II p. 434 355 79 178 91 264 67 Resp.
41 Nominale Moz. Colucci e a. 1-154 - I p. 437 437 0 219 437 0 67 Appr.
42 Nominale Moz. Colucci e a. 1-154 - II p. 437 437 0 219 170 267 67 Resp.
43 Nominale Moz. Fontana Ilaria e a. 1-155 rif. 433 290 143 146 290 0 67 Appr.
44 Nominale Moz. Mazzetti e a. 1-158 - I p. 435 435 0 218 435 0 67 Appr.
45 Nominale Moz. Mazzetti e a. 1-158 - II p. 433 351 82 176 83 268 67 Resp.
46 Nominale Moz. Mazzetti e a. 1-158 - III p. 429 344 85 173 79 265 67 Resp.
47 Nominale Moz. Lollobrigida e a. 1-164 rif. 430 430 0 216 430 0 67 Appr.