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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 154 di martedì 2 aprile 2019

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MIRELLA LIUZZI , Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 29 marzo 2019.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bitonci, Borghese, Cancelleri, Colletti, Daga, Ferrari, Frusone, Gallinella, Gallo, Gebhard, Grimoldi, Lorenzin, Lupi, Pagani, Perego di Cremnago, Ripani, Rizzo, Rosato, Roberto Rossini, Schullian, Scoma, Toccalini, Traversi e Maria Tripodi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente novantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

(Iniziative di competenza volte all'erogazione dei compensi spettanti ai componenti della commissione giudicatrice del concorso per il reclutamento del personale docente bandito nel 2016 – n. 3-00402)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Zanettin n. 3-00402 (Vedi l'allegato A).

Il sottosegretario di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca, Salvatore Giuliano, ha facoltà di rispondere.

SALVATORE GIULIANO, Sottosegretario di Stato per l'Istruzione, l'università e la ricerca. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole Zanettin, posso assicurarle che, a seguito delle verifiche effettuate da questo Ministero, non appare corretta la notizia riportata da il Giornale di Vicenza secondo la quale non sarebbero stati corrisposti, nella regione Veneto, i compensi per le funzioni di presidente e di componente delle commissioni giudicatrici dei concorsi ordinari 2016 relativi al reclutamento di personale docente.

Infatti, la competente direzione generale del MIUR, in data 23 gennaio 2019, ha riferito che sono stati assegnati, nel corso degli anni, per i concorsi sopra richiamati, all'ufficio scolastico regionale per il Veneto, gli importi che di seguito le riferisco: per l'esercizio finanziario 2016 sono stati conferiti, entro novembre 2016, complessivamente 610 mila euro in relazione al concorso in argomento; per l'esercizio finanziario 2017 sono state assegnate, nel mese di novembre 2017, le risorse necessarie per il pagamento delle commissioni per la prova suppletiva del concorso docenti 2016, per un importo complessivo di euro 71.261,60; sono state, inoltre, assegnate, nel mese di settembre 2017, le risorse in termini di cassa per il pagamento dei residui derivanti dagli impegni relativi all'anno 2016, per un importo totale di 571.499,21 euro; per l'esercizio finanziario 2018, nel mese di ottobre, si è provveduto ad assegnare le risorse in termini di cassa per il pagamento degli impegni ancora non estinti, per un totale di 399.413,60 euro, sia per il concorso docenti 2016 sia per il concorso per soli titoli relativo al personale ATA.

Concludo, rassicurandola del fatto che l'ufficio scolastico regionale per il Veneto, in data 22 gennaio 2019, ha dato conferma che, nel mese di dicembre 2018, sono stati erogati tutti i compensi spettanti ai componenti e ai presidenti delle suddette commissioni.

PRESIDENTE. L'onorevole Zanettin ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Assolutamente non sono soddisfatto, Presidente. Qui è evidente, signor sottosegretario, che c'è una discrasia evidente fra uffici periferici e Ministero, perché io ho fatto una verifica con dei docenti interessati all'erogazione di questi compensi, proprio poche ore fa, prima di prepararmi a questa discussione, e mi hanno confermato che i soldi non sono arrivati. Sono persone assolutamente credibili, non faccio i nomi, perché, ovviamente, è una questione di privacy, ma è del tutto evidente che quella risposta, che a lei è stata predisposta dai suoi uffici - lei non è responsabile, è del tutto ovvio - è superficiale e carente. Infatti, i docenti, in particolare alcuni docenti della provincia di Vicenza, provincia nella quale sono stato eletto, mi confermano che i soldi non sono arrivati. Probabilmente, si saranno persi per strada, da qualche parte, però, evidentemente, trattandosi di un'amministrazione come quella del Ministero, la quale è amministrazione che parte dal capo, che è il Ministro, ma arriva fino all'ultimo degli impiegati, è stata carente e, fino ad oggi, permane questa carenza.

Quindi, io la invito, fra virgolette, ad una garbata tirata d'orecchie alla sua struttura, perché non è possibile che un sottosegretario e un Governo si espongano a questa piccola brutta figura; ma è una brutta figura perché, evidentemente, non basta che i soldi si fermino in qualche ufficio, in qualche tesoreria, ma devono arrivare al diretto destinatario. Ripeto, io sono certo, perché ho avuto conferma da almeno due dei docenti che a suo tempo mi avevano sollecitato questo intervento, che i soldi non sono arrivati.

Io spero che - attraverso il mio intervento di oggi e l'intervento suo, nel momento in cui torna al Ministero, prende in mano il telefono e chiama, probabilmente, il provveditorato di Vicenza, ma anche altri provveditorati del Veneto - questo problema venga risolto, mi auguro in tempi rapidissimi, dando a questi docenti, che hanno svolto un'attività, hanno anche anticipato dei costi e attendono da più di un anno questi compensi, la giusta retribuzione per l'attività svolta.

(Elementi e iniziative di competenza in relazione ai fenomeni odorigeni causati dalla raffineria Eni di Taranto nei mesi di luglio e agosto 2018 – n. 3-00205, n. 3-00661 e n. 3-00662)

PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni De Giorgi n. 3-00205, Vianello e Cassese n. 3-00661 e Vianello n. 3-00662, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A).

Il sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare, Salvatore Micillo, ha facoltà di rispondere. Colleghi, vi prego, i banchi del Governo.

SALVATORE MICILLO, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Grazie, Presidente. Con riferimento alle questioni poste, sulla base degli elementi acquisiti si osserva, in via preliminare…

PRESIDENTE. Vi chiedo di liberare i banchi del Governo, per favore.

SALVATORE MICILLO, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. …in via preliminare, che il monitoraggio delle emissioni odorigene e gli interventi di mitigazione sono dettagliatamente normati nella autorizzazione integrata ambientale della raffineria ENI, di cui al DM n. 92 del 14 marzo 2018, che prevede quattro specifiche prescrizioni volte al monitoraggio delle suddette emissioni limitatamente alle sorgenti ubicate all'interno del perimetro dell'installazione e alla definizione di procedure operative all'attuazione di idonee misure correttive nel caso di eventi odorigeni.

Inoltre, il decreto AIA ha prescritto al gestore di effettuare gli interventi necessari per mitigare le emissioni odorigene derivanti da serbatoi contenenti prodotti con tendenza a generare vapori, nonché uno studio al fine di valutare l'eventuale presenza delle suddette emissioni connesse all'attività di carico e scarico effettuata presso il campo boe.

Ciò premesso, con specifico riferimento all'evento verificatosi presso la raffineria il 21 agosto 2018, in adempimento alle prescrizioni dell'AIA, il gestore ha trasmesso al Ministero le informazioni nelle quali vengono descritte le cause, ossia forte avvenimento meteorico e blocco generale degli impianti della raffineria per mancanza di energia elettrica e conseguente coinvolgimento dei gas in torcia. ISPRA, quale autorità di controllo, ha riferito che l'evento è da classificarsi con la nuova denominazione NaThec, in quanto è dovuto a fenomeni naturali in aree geografiche caratterizzate dalla presenza di stabilimenti industriali a rischio di incidente rilevante. Occorre evidenziare che la raffineria può funzionare “in isola” ovvero senza alimentazione esterna, ma in casi come quello in argomento l'alimentazione di emergenza non può essere immediata. Ad ogni modo, l'evento non ha provocato alcun incidente rilevante e tutta la raffineria, anche dopo molti anni di esercizio, ha resistito alle pressioni massime di progetto.

Con nota del 3 settembre, il gestore ha comunicato di avere eseguito test sugli inquinanti. L'ISPRA, con nota del 18 settembre, ha comunicato che tali inquinanti risultano inferiori ai valori limite stabiliti dall'AIA. Conseguentemente, il gestore ha comunicato la fine delle operazioni di riavviamento degli impianti e il Ministero dell'ambiente, con nota del 4 ottobre 2018, ha disposto un'ispezione straordinaria da parte di ISPRA volta ad effettuare specifici accertamenti. Nel corso dell'ispezione, l'Istituto ha verificato le cause dell'evento sopra riportate, accertando che le azioni messe in atto dal gestore e i dati registrati risultano conformi alle prescrizioni fissate nell'AIA, prendendo altresì atto delle misure individuate dal gestore per migliorare l'affidabilità elettrica della raffineria e indicando le ulteriori azioni da intraprendere al fine di evitare il ripetersi di eventi, seppur da considerare remoti, come quello verificatosi il 21 agosto. Gli esiti dell'ispezione straordinaria sono disponibili per la consultazione sul sito istituzionale del Ministero.

Per quanto concerne le ipotesi degli sversamenti in mare, il gestore ha dichiarato che in occasione dell'evento, in conformità all'AIA, è stato attivato lo scarico di emergenza (scarico B) di acque meteoriche di seconda pioggia, informando preventivamente la capitaneria di porto, che è intervenuta insieme all'ARPA Puglia per campionamento in loco.

Al riguardo, si evidenzia che, in adempimento a una specifica prescrizione del decreto AIA, il gestore ha trasmesso al Ministero una relazione relativa alla verifica del sistema di raccolta e trattamento delle acque meteoriche, conformemente al regolamento della regione Puglia n. 26 del 9 dicembre 2013, proponendo interventi di risanamento eventualmente necessari, compreso l'adeguamento dell'attuale sistema di trattamento delle acque reflue. Nell'ambito dell'istruttoria, attualmente in corso, su tale relazione potranno, se del caso, essere fissate ulteriori prescrizioni per la gestione del citato scarico di emergenza.

Si segnala, infine, che, in relazione alla tipologia dell'evento NaThec, sono in corso studi e ricerche per limitarne gli impatti ambientali. La valutazione su siffatta tipologia di rischio, anche se remoto, comporterà l'aggiornamento di tutti i relativi rapporti di sicurezza, non solo per l'impianto ENI in argomento ma anche per tutti gli impianti soggetti al decreto legislativo n. 105 del 2015.

PRESIDENTE. L'onorevole De Giorgi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

ROSALBA DE GIORGI (M5S). Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, la ringrazio per la risposta ad un'interrogazione che ha ricordato, ancora una volta, come Taranto sia costretta a convivere con una piaga che da anni porta malattia e morte: l'inquinamento ambientale. Il duplice episodio verificatosi la scorsa estate preoccupò non poco l'intera popolazione sia per le scarse informazioni ricevute su quanto accaduto, sia perché l'aria che si respira a Taranto non è delle più salutari, certamente. Sì: Taranto è e resta al centro di un'emergenza sanitaria che è causata dai deleteri effetti della produzione industriale e lascia esposti a rischi gravissimi tutti i cittadini senza distinzione di età.

Nel capoluogo ionico, ogni giorno, si è costretti a registrare il ricovero in ospedale di persone affette da neoplasie o il decesso di chi non riesce a vincere la sua battaglia contro il male. Fra le vittime dei fumi e dei veleni sprigionati dagli impianti della grande industria figurano soprattutto bambini, tantissimi bambini - ma questo lei certamente lo sa -, così come sa che da decenni tutto questo viene sopportato da una città alla quale è stato negato quel diritto alla salute contemplato nell'articolo 32 della Costituzione; un diritto troppo spesso ignorato e calpestato, così come tre mesi fa è stato ribadito dalla sentenza emessa dalla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, organo giudicante che, accogliendo il ricorso di 180 cittadini di Taranto, ha rilevato la violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare dei ricorrenti a seguito della mancata adozione da parte delle autorità italiane di tutte le misure necessarie per salvaguardare efficacemente il diritto in oggetto.

In quell'occasione i giudici hanno evidenziato come il persistente inquinamento causato dalle emissioni dell'attività industriale abbia messo in pericolo la salute dell'intera popolazione, che vive in un'area considerata a rischio. La decisione della Corte europea dei diritti umani ha fatto leva anche e soprattutto sulle risultanze dello studio epidemiologico denominato Sentieri, il cui aggiornamento è stato pubblicato dall'Istituto superiore della sanità quasi un anno fa, nel giugno del 2018. È uno studio che non ha fatto altro che confermare la gravissima situazione sanitaria che si registra nel territorio di Taranto, città ad alta densità industriale, comprovata dalla presenza del siderurgico ILVA e della raffineria ENI a ridosso di un centro abitato completamente indifeso. A tal proposito, come non ricordare la beffa delle cosiddette collinette ecologiche, quelle stesse collinette che, realizzate decine di anni fa tra lo stabilimento e il quartiere Tamburi, dovevano servire per ridurre l'impatto delle emissioni provenienti dalla fabbrica dell'acciaio. Come non ricordare che un paio di mesi fa quegli argini sono stati posti sotto sequestro dalla magistratura perché sono risultati il deposito di veleni di ogni specie derivanti dalle lavorazioni degli impianti del polo siderurgico.

Non crei meraviglia, quindi, se i dati del rapporto Sentieri, da un lato, hanno confermato le criticità del profilo sanitario della popolazione emerse in precedenti analoghe indagini e, dall'altro, hanno riscontrato, con riguardo alla fascia d'età pediatrica, l'incremento di tumori di ogni tipo, l'allarmante eccesso di mortalità per tutte le cause e l'ospedalizzazione a seguito di malattie respiratorie acute.

Signor sottosegretario, so che il Governo sta lavorando perché episodi come quelli registrati la scorsa estate siano solo degli orribili ricordi; so che il Governo sta predisponendo le basi affinché a Taranto il diritto alla salute trovi nuovamente cittadinanza; so che il Governo ha assunto questo impegno, dimostrando di voler mantenere alta l'attenzione sulla città ionica. È inutile girarci intorno, siamo di fronte ad una strage che porta lutti e disperazione; siamo di fronte ad una strage a cui non dobbiamo rassegnarci. Tutto questo deve finire il prima possibile: è quanto si chiede per Taranto e per i tarantini.

PRESIDENTE. L'onorevole Vianello ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sue interrogazioni.

GIOVANNI VIANELLO (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio il sottosegretario Micillo. La questione sulla raffineria, come ha già detto la mia collega De Giorgi, è un altro peso ambientale, un peso rilevante che si riversa sulla città di Taranto. È bene, quindi, che il Ministero abbia messo gli occhi sulla raffineria e abbia inviato, quindi, l'ISPRA a fare ispezioni e controlli. Tuttavia, il problema di Taranto, ovviamente, è un problema che non nasce ieri, che non nasce oggi ma dagli anni Sessanta, rappresentando un modello obsoleto di sviluppo basato sul carbone e sul petrolio. Ben venga, quindi, la proposta del Ministero dello sviluppo economico e del Governo sul piano clima e tutti i provvedimenti che sono stati fatti, ad esempio nel decreto semplificazioni, per abbandonare il modello produttivo del petrolio, per limitarlo e per favorire una transizione energetica che, a questo punto, è l'unica possibilità che ha l'Italia intera - e nella fattispecie anche Taranto - per avere una riconversione economica.

La riconversione economica è fondamentale per la città di Taranto e il Governo ci sta lavorando; ci sta lavorando ormai da mesi, in vari settori. Non possiamo più abbandonare una città, come è successo per i Governi passati che hanno abbandonato una città, a questi modelli produttivi. Quindi occorre coraggio e questo Governo lo sta dimostrando, per cambiare questo modello produttivo e andare verso la riconversione economica. Taranto ha già pagato un “benessere” per altri territori, ne ha patito e ne sta patendo, ovviamente, tutte le problematiche, ad incominciare dal punto di vista sanitario ma anche da quello ambientale. Per questo, noi continueremo a sostenere questo Governo fino a quando esso, come ha fatto fino adesso e come ha previsto, appunto, nelle linee guida e nel piano clima, vorrà cambiare la situazione a Taranto.

(Elementi e iniziative di competenza in relazione alla presenza delle sostanze cosiddette Pfas nelle acque destinate ad uso alimentare sul territorio nazionale e, in particolare, nella regione Veneto – n. 3-00060)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Zanettin n. 3-00060 (Vedi l'allegato A).

Il sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare, Salvatore Micillo, ha facoltà di rispondere.

SALVATORE MICILLO, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Grazie Presidente, grazie agli onorevoli interroganti. La problematica relativa alla presenza di sostanze perfluoroalchiliche - i Pfas, appunto - nelle acque della provincia di Vicenza e comuni limitrofi, e più in generale nel territorio nazionale, è molto complessa, in quanto in essa sono ricompresi molteplici aspetti che interessano principalmente la tutela della salute e quella dell'ambiente. Con riferimento agli aspetti inerenti il monitoraggio, il Ministero dell'ambiente, nell'ambito delle proprie funzioni di indirizzo e coordinamento, ha evidenziato la necessità di estendere a livello nazionale gli approfondimenti tesi a valutare l'estensione e l'entità del fenomeno di contaminazione delle acque da Pfas e di individuare le eventuali fonti di inquinamento necessarie per la predisposizione di programmi di monitoraggio ad hoc. A tal fine, nel mese di luglio 2016, il Ministero ha chiesto formalmente ad ISPRA di procedere all'acquisizione, tramite il sistema agenziale nazionale, dei dati di monitoraggio disponibili delle sostanze perfluoroalchiliche nelle acque superficiali e sotterranee.

Nei primi mesi del 2017, il Ministero ha sollecitato le regioni alla predisposizione dei piani di monitoraggio dei composti Pfas nelle acque superficiali, sotterranee e negli scarichi, nonché ad assumere tutte le iniziative di competenza volte a controllare i corpi idrici. Allo stato attuale, le agenzie regionali di Lombardia, Lazio, Toscana, Emilia-Romagna, Friuli, Liguria, Sicilia ed Umbria stanno effettuando i monitoraggi sui Pfas, che saranno caricati dalle stesse nell'apposita sezione attivata sul sistema SINTAI.

La prima campagna di monitoraggio, i cui i risultati saranno utilizzati per valutare l'estensione dell'inquinamento e stabilire l'eventuale adozione di misure per contrastare il fenomeno, si è conclusa alla fine del 2018. Al fine di dare seguito alla specifica richiesta del Ministero dell'ambiente circa il monitoraggio sperimentale a livello nazionale, l'ISPRA ha inviato a dicembre 2018 la relazione finale contenente gli indirizzi per la realizzazione e per la progettazione delle reti di monitoraggio delle sostanze Pfas nei corpi idrici superficiali e sotterranei. Le attività sono state condotte dalla SNPA nei mesi di febbraio e marzo 2018 su un numero complessivo di 302 stazioni, relative a 20 tra regioni e province autonome, di cui 185 stazioni delle acque superficiali e 117 stazioni delle acque sotterranee. Sono state effettuate 3.186 determinazioni analitiche. Il numero di stazioni campionate è stato molto variabile da regione a regione: in 150 casi, il 14 per cento del totale, sono state rilevate concentrazioni pari o superiori al limite di qualificazione, distribuite in maniera non uniforme sul territorio nazionale, ma che interessano tutte le regioni e le province autonome investigate.

In particolare, tra i Pfas ricercati nelle acque superficiali, soltanto Pfos e Pfoa raggiungono concentrazioni superiori agli standard di qualità ambientale-media annua, SQA-MA.

Solo per il PFOS si sono registrati 83 superamenti della SQAMA, pari al 45 per cento dei casi; per il PFOA sono stati registrati sette superamenti del valore di SQAMA in tutta la regione Veneto. Nelle acque sotterranee, con per le acque superficiali, tra i PFAS ricercati, soltanto PFOS e PFOA hanno fatto rilevare casi di concentrazione superiori ai valori soglia fissati per le acque sotterranee. In particolare, in 232 casi – il 20 per cento – sono state rilevate concentrazioni pari o superiori ai limiti di quantificazione. Per PFOS sono state rilevate presenze in 65 stazioni sotterranee su 117 (il 56 per cento dei casi), con sette superamenti del valore soglia di 30 in tre diverse regioni: Friuli-Venezia Giulia, Sicilia e Veneto. Per PFOA sono state rilevate presenze in 44 stazioni sotterranee su 117 (il 38 per cento dei casi), con quattro quasi di superamento dei valori soglia di 500 nelle predette tre regioni.

Per quanto concerne i dati di monitoraggio relativi alla regione Veneto, gli stessi derivano anche dall'attività di sorveglianza svolta dall'ARPAV, che, tra le azioni messe in campo, ha provveduto anche alla realizzazione di un programma di controllo dei PFAS nelle fonti di pressione, in particolare nelle attività produttive e nei depuratori, negli impianti di stoccaggio e trattamento dei rifiuti e nelle discariche. In merito a queste ultime, l'ARPAV ha fatto presente che nel periodo di riferimento, per quanto riguarda le acque sotterranee, sono state controllate 60 discariche e campionati 239 piezometri. In 25 discariche (il 42 per cento), si è rilevata la presenza di almeno un parametro soglia, mentre i superamenti del valore soglia massimo si riferiscono a 7 discariche (il 12 per cento), prevalentemente in provincia di Vicenza. I valori soglia considerati sono quelli previsti dal DM 6 luglio 2016. Sempre secondo quanto riferito dall'ARPAV, all'analisi dei dati emerge che c'è un solo superamento per il parametro PFOA in una discarica in provincia di Verona, e 14 superamenti che riguardano il parametro PFOS, di cui 12 in provincia di Vicenza, uno in provincia di Treviso e uno in provincia di Verona. Per quanto riguarda, invece, il percolato, nel periodo di riferimento sono stati analizzati 103 campioni provenienti da 56 discariche: nell'84 per cento delle discariche indagate – 47 su 56 – si è rilevata la presenza di sostanze PFOS nel percolato, con superamento della classe massima di concentrazione considerata in dieci discariche (il 18 per cento). L'attività del Ministero dell'Ambiente, nelle proprie funzioni di indirizzo e di supporto alla regione Veneto, nel merito della specifica situazione di contaminazione delle acque da PFAS, si è espletata, oltre che in un'intensa e costante coordinata attività istituzionale, anche attraverso la ricostituzione del gruppo di lavoro tecnico che, dal 2016, è stato esteso anche alle componenti regionali dell'Agenzia per l'Ambiente, divenendo il luogo privilegiato il dialogo tra Ministeri, istituti scientifici e di ricerca nazionale, la regione Veneto e dell'ARPAV, allo scopo di condividere informazioni e individuare congiuntamente soluzioni fondate sulle migliori tecniche disponibili. Si segnala, infine, che, sebbene non si disponga ancora di sufficienti dati specifici, anche il settore tessile contribuisce largamente ai rilasci di queste sostanze nell'ambiente. Usi e rilasci dovrebbero comunque diminuire in modo sensibile dopo il 2020, per effetto dell'entrata in vigore di alcuni provvedimenti restrittivi già definiti. Alla luce delle informazioni esposte, emerge, dunque, che le problematiche rappresentate sono tenute in debita considerazione da parte del Ministero dell'Ambiente, il quale ha provveduto e provvederà, per il futuro, alle attività di valutazione di competenza in materia con il massimo grado di attenzione, e a svolgere un'attività di monitoraggio e sollecito, tenendosi informato anche attraverso gli enti istituzionali competenti.

PRESIDENTE. L'onorevole Zanettin ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, no, non sono soddisfatto della risposta del Governo. La domanda che avevo posto era la seguente: cosa intendiamo fare a livello di legislazione nazionale sul tema dei PFAS, queste sostanze che, come è noto, sono assai dannose all'organismo umano e incidono anche sul tasso di fecondità del nostro organismo? Quanto ci ha detto il sottosegretario oggi è assai deludente, e oserei dire anche molto generico; lui stesso, nella sua risposta, ha ammesso che neppure tutte le regioni hanno fatto e svolto queste analisi. Di converso, la regione Veneto, in via autonoma e senza aspettare il legislatore nazionale, ha stabilito già nel 2017 limiti assai restrittivi per l'acqua destinata al consumo umano, che, tra l'altro, sono i limiti più bassi di tutto il pianeta per quanto riguarda queste dannosissime sostanze, e, con la delibera n. 1591 del 2017, la giunta regionale veneta ha ritenuto inoltre di avviare una serie articolata di interventi finalizzati a sperimentare tecnologie di trattamento per le riduzioni dei carichi inquinanti sulle risorse idriche, con l'obiettivo di perseguire per l'acqua destinata al consumo umano dei cosiddetti comuni dell'area rossa degli indicatori di performance, pari alla somma dei PFOS più PFOA, inferiori ai 40 nanogrammi per litro, mantenendo comunque l'obiettivo tendenziale della virtuale assenza delle sostanze citate. Grazie all'attività dei gestori locali, che si sono immediatamente impegnati con solerzia, ormai l'acqua distribuita nei comuni della zona rossa rispetta l'obiettivo di essere del tutto priva di PFAS.

Il Veneto, quindi, è corso prontamente ai ripari, ma cosa sta facendo, invece, il Governo per le acque destinate al consumo umano su tutto il territorio nazionale? Uno studio dell'IRSA-CNR del 2013 ha individuato la presenza di PFAS nelle acque superficiali anche in vari bacini idrografici italiani. In particolare, ha messo in evidenza la presenza di PFAS nelle acque superficiali dei bacini idrografici dell'Arno, in Toscana, del Lambro, in Lombardia, e del Tanaro, in Piemonte, oltre che nel Brenta, in Veneto. Non mi risulta che nessuno degli enti che si occupano del ciclo integrato dell'acqua su questi territori abbia mai sottoposto le acque trattate ad analisi finalizzate ad accertare la presenza di PFAS; neppure possiamo escludere la presenza di PFAS allo stato nelle acque minerali in vendita nei nostri supermercati. Mi smentisca, sottosegretario, se ritiene, ma, per quanto mi consta, oggi nessun produttore di acque minerali le sottopone a queste analisi. Cosa aspetta il Governo a varare una normativa che renda obbligatoria per tutti, e non solo per i veneti, queste analisi?

Altra domanda: quali limiti alle concentrazioni di PFAS negli scarichi degli impianti di depurazione in corso d'acqua il Ministero intende adottare in queste aree del territorio nazionale in cui gli esiti del monitoraggio sulle acque superficiali, che in questi anni dovrebbe essere stati effettuati dalle diverse agenzie regionali per l'ambiente – e mi chiedo se sono state fatte davvero quelle analisi -, dovessero riscontrare una anomala presenza di PFAS? E, più in generale, quali limiti intende imporre il Ministero a livello nazionale per le sostanze perfluoroalchiliche? Finora mi pare che a livello di legislazione nazionale non sia stato fatto niente. Anche in questo caso la regione Veneto è più avanti. Infatti, già il 7 marzo 2016 ha adottato nei confronti di Arica, che si occupa della depurazione delle acque nel bacino della cosiddetta zona rossa, un decreto autorizzativo nel quale è stato stabilito un percorso tecnico-amministrativo di progressiva riduzione dei limiti dello scarico in acque superficiali delle sostanze perfluoroalchiliche. L'applicazione di un cronoprogramma di lavori da parte dei gestori e delle utenze industriali ha comportato un aumento dei costi per gestori e aziende del territorio interessato, creando di fatto un gap di competitività nei confronti di altre aziende presenti nel territorio nazionale, per le quali, invece, non è stata mai fissata una concentrazione limite da rispettare allo scarico.

La mia interrogazione aveva lo scopo di sensibilizzare il cosiddetto Governo del cambiamento su queste tematiche ambientali di grande rilevanza, ma mi pare di capire, dalla risposta di oggi, che l'occasione è andata perduta: si continua a perdere tempo prezioso. Parlare dell'ambiente è assai facile, ne abbiamo avuto una dimostrazione solo ieri in occasione della discussione della mozione sul cambiamento climatico, meno facile è, invece, attuare politiche davvero coerenti, ed oggi ne abbiamo visto un esempio.

(Chiarimenti e iniziative in ordine agli obblighi di trasparenza a carico di soggetti che ricevono erogazioni pubbliche previsti dalla legge n. 124 del 2017 – n. 3-00653)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato, Claudio Cominardi, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Giorgis ed altri n. 3-00653 (Vedi l'allegato A).

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Presidente, rispondo per quanto di competenza ai quesiti posti dagli onorevoli interroganti, rappresentando quanto segue. Come è noto, la disciplina sulla trasparenza delle erogazioni pubbliche introdotta dall'articolo 1, commi da 125 a 129, della legge 4 agosto 2017, n. 124, stabilisce obblighi di pubblicità ulteriori rispetto a quelli già previsti dal decreto legislativo n. 33 del 2013, in capo a tre categorie di soggetti: alla prima appartengono le associazioni e le fondazioni, nonché le ONLUS che intrattengono rapporti economici con le pubbliche amministrazioni; alla seconda, le cooperative sociali; nella terza rientrano tutte le imprese. A ciascuna categoria corrispondono particolari tipologie di adempimenti. Con riferimento alla prima categoria di operatori, come specificato dalla circolare n. 2 dell'11 gennaio 2019 del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, la pubblicazione delle informazioni avviene entro il 28 febbraio di ogni anno sui propri siti Internet o portali digitali degli enti percipienti l'ausilio pubblico. In mancanza del sito Internet, il riferimento ai portali digitali rende possibile l'adempimento degli obblighi di pubblicità e di trasparenza anche attraverso la pubblicazione sulla pagina Facebook dell'ente medesimo.

Ove l'ente non disponga di alcun portale digitale, la pubblicazione in parola potrà avvenire anche sul sito Internet della rete associativa alla quale l'ente del Terzo settore aderisce, che fa sì che il vincolo associativo in tal modo costituitosi all'interno della rete consenta di ritenere proprio del singolo ente aderente, sia pure in via mediata, il sito Internet o il portale digitale della rete medesima. Per le imprese, invece, occorre distinguere tra società tenute alla redazione della nota integrativa del bilancio di esercizio, società di capitali e cooperative sociali, e società che non sono soggette al medesimo obbligo, articolo 2083 del codice civile, ossia i piccoli imprenditori, e obblighi semplificati per le società di persone, articoli 2214, 2215, 2215-bis, 2216 e 2217 del codice civile, e microimprese, articolo 2435-ter del codice civile. Per le prime l'adempimento degli obblighi informativi di cui si tratta avverrà, secondo quanto stabilito dalla legge, mediante pubblicazione degli importi ricevuti nella nota integrativa del bilancio di esercizio e nella nota integrativa dell'eventuale bilancio consolidato. Per la seconda categoria di imprese, ossia quelle che non sono soggette all'obbligo di predisposizione della nota integrativa, invece, il Governo è a conoscenza della necessità di chiarire quali siano le modalità di adempimento del citato obbligo di trasparenza e si sta adoperando in tal senso. A tal proposito, informo che il Ministero dello Sviluppo economico per la parte di propria competenza sta predisponendo un apposito intervento normativo volto soprattutto a superare le criticità e le incertezze interpretative relative ai destinatari dell'obbligo di trasparenza previsto dalla legge per la concorrenza del 2017, nonché alle relative modalità di adempimento dello stesso e al suo oggetto, come evidenziato anche dagli onorevoli interroganti. In particolare, relativamente alle problematiche connesse agli incarichi professionali, la nuova previsione, in fase di definizione, sarà volta a determinare in maniera chiara l'oggetto dell'obbligo di trasparenza.

Quanto agli altri quesiti, invece, fermo restando l'applicazione dell'obbligo di trasparenza a tutte le categorie di imprese, dovranno essere chiarite le specifiche modalità di adempimento anche per quelle non tenute alla redazione della nota integrativa del bilancio.

In conclusione sottolineo che questa è solo una delle iniziative che il Governo sta intraprendendo affinché la norma della legge per la concorrenza, n. 124 del 2017, sia applicata nel modo meno gravoso possibile per le imprese.

PRESIDENTE. L'onorevole Giorgis ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

ANDREA GIORGIS (PD). Grazie, Presidente. L'obiettivo dell'interrogazione era molto semplice, ed era quello di chiedere al Governo di chiarire la portata e il contenuto di alcuni obblighi di trasparenza che l'articolo 1 della legge n. 124 del 2017 pone a carico di soggetti che ricevono erogazioni pubbliche. Più precisamente, l'interrogazione voleva fare in modo che il Governo chiarisse che cosa si debba intendere per incarichi retribuiti e se per incarichi retribuiti si debbano considerare tutti gli incarichi di cui agli articoli 14, 15 e 15-bis del decreto legislativo n. 33 del 2013. E, più specificamente, l'interrogazione chiedeva di sapere se il Governo intende adoperarsi per chiarire se debbano considerarsi esclusi dagli obblighi di pubblicazione della nota integrativa di bilancio di esercizio i corrispettivi erogati alle imprese in adempimento di contratti di appalto o concessione.

Ora, dalle parole che ho ascoltato, non mi pare che il Governo abbia chiarito che cosa si debba intendere per incarichi retribuiti, né mi sembra che il Governo si sia preoccupato di assicurare quella certezza del diritto che è presupposto indispensabile per consentire alle imprese di non essere costrette a muoversi in un'incertezza che determina costi, tempi e naturalmente svantaggi economici.

Mi riservo, naturalmente, di leggere con più attenzione le parole che ho ascoltato ma devo dire che ho la sensazione che il Governo non abbia capito quanto è importante assicurare certezza del diritto e quanto è importante sollevare le imprese e tutti coloro che operano nella sfera economica da una situazione di incertezza.

(Iniziative di carattere ispettivo volte a verificare la regolarità degli appalti di lavoro all'interno di Inalca e le condizioni dei lavoratori – n. 3-00491)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali, Claudio Cominardi, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Ascari n. 3-00491 (Vedi l'allegato A).

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Grazie, Presidente. Sulla questione posta dall'interrogante, concernente le verifiche ispettive effettuate nei confronti della società Inalca Spa, azienda del gruppo Cremonini leader in Italia e in Europa nel settore della lavorazione delle carni, è attualmente pendente un procedimento penale presso il tribunale di Lodi, concernente l'ipotesi di truffa ai danni dello Stato, con udienza fissata per il prossimo 9 luglio. La vicenda giudiziaria in oggetto trae origine da una specifica attività ispettiva condotta dall'allora direzione generale per l'attività ispettiva del Ministero del Lavoro, oggi ispettorato nazionale del lavoro, all'esito della quale è stato accertato un comportamento elusivo attribuibile a Gescard Srl, impresa appaltatrice della stessa Inalca, volto a conseguire un'indebita fruizione del beneficio contributivo previsto dal legislatore in favore dei lavoratori privi di una stabile occupazione. Più in particolare, è emerso che Inalca Spa, nonostante la risoluzione del contratto di appalto con la cooperativa Consorzio Euro 2000, che prevedeva l'impiego al proprio interno di ben 850 lavoratori a tempo indeterminato, ha continuato di fatto a servirsi degli stessi per mezzo di un contratto di somministrazione di lavoro stipulato con l'agenzia per il lavoro Trenkwalder. Conseguentemente, attraverso tali contratti di durata semestrale, è stato formalmente consentito ai lavoratori di maturare il requisito dell'occupazione non stabile, condizione per il successivo godimento dell'esonero contributivo poc'anzi citato. Non a caso, infatti, gli 859 lavoratori in questione sono stati in seguito assunti con un contratto di lavoro a tempo indeterminato da una terza impresa, la Gescar Srl, che nel frattempo era divenuta al 100 per cento di proprietà dell'Inalca Spa. Di fatto, quindi, tali maestranze hanno sempre continuato a svolgere, senza alcuna soluzione di continuità, la medesima attività lavorativa presso le sedi dove già abitualmente operavano in forza dei precedenti contratti di appalto ma, attraverso la strumentale e artificiosa parentesi semestrale alle dipendenze dell'agenzia per il lavoro Trenkwalder, le società Gescar e Inalca hanno potuto beneficiare delle agevolazioni contributive previste dal legislatore in favore dei lavoratori privi di una stabile occupazione.

Preciso, inoltre, che, a seguito dell'accertamento dei fatti di cui in premessa, per effetto del disconoscimento delle agevolazioni in questione, queste ultime sono state poste a recupero, con l'aggiunta delle relative sanzioni civili. Il verbale di recupero contributivo è stato, però, impugnato davanti al tribunale di Lodi, in funzione di giudice del lavoro, la cui sentenza di primo grado, favorevole all'azienda ricorrente, è stata appellata con udienza fissata il prossimo 16 ottobre.

A prescindere dall'esito dei vari processi civili e penali relativi a tale vicenda, ciò che mi duole constatare è che in casi come questi a farne le spese sono i lavoratori e il sistema di diritti a loro tutela. Segnalo, infatti, che, conseguentemente al passaggio dal precedente al nuovo datore di lavoro, le maestranze coinvolte hanno altresì perso alcune peculiari garanzie occupazionali di cui, invece, in precedenza godevano. Mi riferisco in particolare al fatto che presso il Consorzio Euro 2000 i suddetti lavoratori fruivano della tutela del reintegro nel posto di lavoro nei casi di licenziamento illegittimo previsto dal vecchio articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Ricordo a tutti, infatti, che il precedente Governo, con la riforma del Jobs Act, ha sostanzialmente eliminato quel principale strumento di tutela previsto per la parte “debole” del rapporto di lavoro.

Questo Governo sta dimostrando, con i propri provvedimenti normativi, di voler voltare pagina rispetto all'esperienza del passato, di aprire ad una nuova stagione di tutele e di diritti sia per chi ancora oggi vive una situazione di precarietà lavorativa e vanta una legittima aspettativa alla conversione verso forme contrattuali più stabili sia per chi oggi un lavoro non ce l'ha e si sente, per questo motivo, abbandonato dallo Stato. Con la legge istitutiva del reddito di cittadinanza e “quota 100”, infatti, verremo incontro a tutte queste esigenze: favorendo la fuoriuscita dal mercato del lavoro, garantiremo per tutti quei giovani e meno giovani disoccupati di poter esercitare il loro diritto al lavoro. Anche gli imprenditori avranno tutto l'interesse a facilitare l'ingresso nel mercato del lavoro di nuove energie approfittando del sistema di incentivi previsti dalla legge, nonché della riduzione del costo del lavoro, principale ostacolo al turnover. Su tale ultimo aspetto segnalo infatti il via libera della Corte dei conti alle nuove tariffe INAIL che garantisce un risparmio medio del 30 per cento per le aziende.

Riguardo all'ultimo quesito formulato dall'onorevole interrogante, inerente le attività che questo Governo intende adottare per evitare che fondi pubblici vengano impiegati per sostenere quelle imprese che, attraverso meccanismi elusivi, raggirino la legge, voglio sottolineare la massima attenzione da parte degli organi di controllo della vigilanza ispettiva in materia di esternalizzazione, appalti e distacchi.

PRESIDENTE. L'onorevole Ascari ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

STEFANIA ASCARI (M5S). Presidente, ringrazio il Governo per la risposta, che ci ha voluto fornire in tempi brevi; non posso che dichiararmi soddisfatta per quanto mi è stato riferito oggi. Ci siamo già occupati, come MoVimento 5 Stelle, del problema dell'impiego di lavoratori da parte delle cooperative appaltatrici nel settore industriale, in particolare, in quello relativo alla trasformazione del cibo, fenomeno molto diffuso nella mia terra, l'Emilia Romagna, e, in particolare, nel modenese.

L'Emilia Romagna è una regione tristemente nota per la presenza di cooperative spurie, attraverso le quali, spesso, grandi aziende somministrano lavoro, risparmiando sul salario dei lavoratori e andando ad erodere i diritti degli operai impiegati in queste aziende. Uno dei primi casi di cui mi sono interessata è stato quello di Italpizza, sul quale ancora stiamo mantenendo alta la nostra attenzione, un caso ancora aperto, nonostante il Governo si sia già pronunciato in merito, rispondendo a una mia precedente interrogazione.

In questo caso specifico, invece, parliamo di Inalca, società che fa parte del gruppo Cremonini, leader assoluto, in Italia, nel settore della produzione e trasformazione delle carni bovine. Inalca, infatti, detiene la leadership nella produzione di hamburger e di carni in scatola.

Attraverso questa interrogazione, ci siamo occupati della storia dei lavoratori Inalca, gestiti in appalto, una vicenda particolarmente lunga e tortuosa, fatta di cambi di casacca a danno soprattutto dei lavoratori impiegati negli stabilimenti dell'azienda del gruppo Cremonini. In questo quadro, diventa dunque opportuno verificare la regolarità degli appalti di lavoro e delle condizioni a cui sono sottoposti i lavoratori. Il problema della violazione dei diritti dei lavoratori tramite un utilizzo scorretto del sistema delle cooperative è una questione seria, che tocca migliaia di famiglie su tutto il territorio italiano e che merita tutto il nostro interesse.

A questo vanno aggiunti, inoltre, tutti quei benefici fiscali e previdenziali di cui questo sistema ha sempre goduto, causando così un danno allo Stato nel momento in cui queste cooperative puntualmente falliscono, senza versare tasse e contributi.

Il lavoro è la colonna portante della nostra democrazia, il valore, come ci ricorda l'articolo 1 della nostra Costituzione, su cui si fonda la Repubblica italiana. Per questo non ci è consentito, come legislatori, di abbassare la guardia su questo tema.

Perciò non posso che accogliere positivamente la risposta e l'impegno preso dal Governo per contrastare questo fenomeno, che degenera in sfruttamento e disuguaglianza a danno dei lavoratori.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 14.

La seduta, sospesa alle 11,45, è ripresa alle 14.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che non vi sono ulteriori deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente ottantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta che riprenderà alle ore 14,20.

La seduta, sospesa alle 14,02, è ripresa alle 14,20.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Seguito della discussione del disegno di legge: Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere (A.C. 1455-A); e delle abbinate proposte di legge: Bartolozzi ed altri; Cirielli ed altri; Ascari ed altri; Annibali ed altri; Foti e Butti (A.C. 1003-1331-1403-1457-1534).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1455-A: Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere; e delle abbinate proposte di legge nn. 1003-1331-1403-1457-1534.

Ricordo che nella seduta del 28 marzo hanno avuto inizio le dichiarazioni di voto sull'emendamento 1.107 Zanella.

Avverto… per favore, colleghi!... che è in distribuzione il subemendamento 0.4.0103.1 D'Ettore. Su tale proposta emendativa la V Commissione (Bilancio) ha espresso il parere, che è in distribuzione, condizionando alla sua approvazione la revoca del parere contrario sull'articolo aggiuntivo 4.0103 Bartolozzi.

Avverto, inoltre, che la Commissione ha presentato l'emendamento 1.500 che è in distribuzione e in relazione al quale risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione dei subemendamenti.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 1455-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Ha chiesto di parlare la presidente Gelmini. Ne ha facoltà.

MARIASTELLA GELMINI (FI). Grazie, Presidente. Questo intervento è per annunciare il ritiro dell'emendamento della collega Zanella, a valle di una battaglia molto importante, perché la settimana scorsa, in quest'Aula, l'opposizione, e in particolare tutte le colleghe di Forza Italia, sono state costrette a un atteggiamento e a comportamenti plateali per far riflettere le colleghe e i colleghi di maggioranza che si opponevano all'approvazione dell'emendamento 1.107 Zanella sul sexting e sul revenge porn.

Come sappiamo, si tratta di due fattispecie di reato molto, molto importanti, che rappresentano, di fatto, nuove forme di violenza psicologica nei confronti delle donne. Con l'emendamento 1.107 Zanella abbiamo proposto l'introduzione di un reato specifico e di sanzioni penali importanti e, a tal proposito, circa la necessità di fare presto e di introdurre queste due fattispecie di reato, vorrei citare le parole di un magistrato, un magistrato coraggioso, Paola Di Nicola, che ha detto: “Le aspettative su questa norma - si riferisce, evidentemente, al revenge porn - sono altissime perché c'è un vuoto di tutela. Di questa norma c'è un enorme bisogno perché i giudici non possono fare quasi nulla o, comunque, troppo poco. Sarebbe uno strumento in mano alla magistratura rispetto a un fenomeno diffusissimo e spesso taciuto”.

Allora, a me spiace che siamo state costrette a ricorrere allo strumento dell'occupazione dei banchi del Governo, ma non posso non segnalare che senza questo nostro comportamento l'emendamento, inspiegabilmente e ottusamente, sarebbe stato bocciato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e si sarebbe perso del tempo prezioso per salvare delle vite. Poi è arrivata un'apertura da parte del Vicepremier Di Maio e, quindi, si è potuto far prevalere, rispetto alla “brandizzazione”, rispetto alla volontà di mettere una bandierina su una proposta, il contenuto della proposta stessa e la tutela e la salvaguardia della vita di tante persone (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Noi siamo orgogliose e orgogliosi, come gruppo parlamentare, di questo straordinario fatto, perché il tempo è un fattore fondamentale. Noi non vogliamo più leggere sui giornali di morti come quella di Tiziana Cantone, non vogliamo che ci siano altre donne e altre persone la cui dignità venga infranta e vilipesa sulla rete (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E sicuramente tutto questo viene legato a un filo penale, ma vorrei ricordare che non è solo…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Colleghi!

MARIASTELLA GELMINI (FI). Dicevo che queste fattispecie, ovviamente, hanno una ratio penale e a noi fa piacere che oggi la Commissione abbia migliorato il testo dell'emendamento 1.107 Zanella, lo abbia riformulato e che quella proposta sia la proposta, se ho ben compreso, di tutto il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché credo che su queste battaglie ci debba essere un'assoluta trasversalità, un'assoluta corresponsabilità nel salvaguardare le vite.

Dico anche un'altra cosa, Presidente Fico: che, però, saremmo degli illusi se pensassimo che questi fenomeni si combattono solo attraverso l'istituzione di nuove fattispecie penali. Si tratta di una battaglia innanzitutto culturale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), di una battaglia legata alla prevenzione di certi comportamenti, e spiace davvero constatare che proprio noi parlamentari, che dovremmo dare l'esempio ai tanti adolescenti, a quel 4 per cento di adolescenti che, purtroppo, incorre nell'errore di vilipendere gli altri sul web, proprio alcuni di noi, invece, utilizzano l'insulto, la diffamazione e lo stravolgimento dei fatti come arma di battaglia politica (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Liberi e Uguali). Questo è inaccettabile! Noi abbiamo letto sui social da parte dei colleghi dei 5 Stelle una rappresentazione completamente stravolta della realtà e della pagina parlamentare che si sta consumando in quest'Aula. Non a caso, Presidente, io le ho scritto una lettera, perché ritengo che questi comportamenti siano inaccettabili (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché la battaglia politica non può mai arrivare a offendere la dignità delle persone e nemmeno a uno stravolgimento dei fatti o a una narrazione totalmente demagogica e propagandistica.

Quindi, oggi approviamo il reato di sexting e di revenge porn. Siamo contenti, sarà una bella pagina di vita parlamentare, ma poi ci aspetta una battaglia molto più grande: da un lato, occorre che anche lei, Presidente, prenda le distanze da questo modo di fare politica e da questo modo di attaccare le persone (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e, poi, serve una grande battaglia culturale contro il bullismo, contro il cyberbullismo, contro il sexting, contro il revenge porn, una battaglia che non possiamo confinare all'interno del codice penale, ma deve essere una battaglia che portiamo avanti tutti insieme con la schiena dritta e con senso di responsabilità, perché ce la prendiamo con gli alunni, ce la prendiamo con gli studenti e poi la politica è la prima a dare i cattivi esempi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Di cattivi esempi siamo stanchi! La battaglia politica non può essere fatta di una finta propaganda. Quello che i 5 Stelle hanno scritto sui social è semplicemente vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e lei, Presidente, ha il dovere di stigmatizzarlo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Dunque, questo emendamento è stato ritirato in questo momento.

Passiamo pertanto alla votazione dell'emendamento 1.500 della Commissione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Spadoni. Ne ha facoltà.

MARIA EDERA SPADONI (M5S). Grazie, Presidente. In verità, prima ho alzato la mano per fare un intervento sull'ordine dei lavori che pensavo fosse importante in questo momento, perché la collega Gelmini ha parlato di un tema effettivamente importante, di un tema che si è visto soprattutto in questi giorni nei vari social. Io voglio soltanto segnalare che proprio ieri il MoVimento 5 Stelle ha fortemente contrastato quello che è successo giovedì, soprattutto per quanto riguarda le offese che ci sono state, anche sessiste, nei confronti delle colleghe e delle opposizioni. Io personalmente l'ho fortemente condannato e ho detto che non verrà tollerato nessun tipo di commento né sessista, né violento, né razzista. Ho provveduto, sulla mia pagina Facebook, a cancellare tutti i commenti sessisti, violenti o razzisti e so che anche la comunicazione del MoVimento 5 Stelle l'ha fatto proprio nelle sedi opportune.

Quindi, su questo ci sarà sempre compartecipazione e ci sarà sempre un atteggiamento di rispetto, perché le differenze politiche ci possono essere, ma commenti sessisti o violenti noi li condanneremo sempre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Grazie, Presidente. Solo per smentire le parole appena citate. Sto leggendo il suo tweet: probabilmente lei non sa che ha scritto queste cose, quindi io le suggerisco di licenziare in tronco chi le ha scritte. “Le opposizioni rallentano il codice rosso, provvedimento che aumenta le pene per i reati di violenza sessuale su donne e bambini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Grande amarezza, brutta pagina quella che si è consumata oggi”. Per me, la brutta pagina l'hanno fatta loro (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lorenzin. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, sempre per dire che solo gli sciocchi non cambiano mai idea. Abbiamo visto che, in questo Parlamento, si è cambiato idea: questo va bene, però ricordiamocelo, a proposito dell'attacco sui social, mi dispiace dire che ancora campeggia sul sito del MoVimento 5 Stelle “Vergogna, le opposizioni bloccano la nuova norma contro la violenza sessuale sui bambini e sulle donne” (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Non possiamo avere due pesi e due misure: dobbiamo averne uno solo. Quindi, benissimo che le donne hanno tutte accolto questo appello del Parlamento; ne avremo qualcun altro, fra qualche ora, sulla castrazione chimica: sarà un altro grande tema di dibattito, e spero che riusciremo a farlo scevro da pregiudizi.

Ma, invece, parlando di evidenza scientifica: come oggi con questo emendamento, tutte le colleghe che si sono battute portano un pezzo in più alla battaglia contro la violenza sulle donne, sulle ragazze e sulle bambine (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Signor Presidente, le chiedevo la parola proprio per sottolineare il dato che oggi riapriamo i nostri lavori con una buona notizia: la maggioranza ha capito di aver commesso un errore ed è arrivata a prospettarci una soluzione. Io trovo questo molto importante. Ringrazio il sottosegretario Ferraresi per come ha voluto condurre la discussione sull'emendamento al revenge porn, perché vede, la scorsa settimana era finita male, come se la maggioranza fosse sorda alle istanze delle opposizioni: quando c'è stata la bocciatura, per soli 14 voti, del mio emendamento, è chiaro che dalla parte della maggioranza c'erano stati molti deputati e deputate che avevano votato a favore, a dire che il tema c'era. E c'era, anche, il tema perché quello era il risultato di una petizione pubblica, lanciata da tre associazioni su change.org, che chiedevano a questo Parlamento di fare subito, di introdurre subito un emendamento o una legge, e comunque di inserire nell'ordinamento il reato di revenge porn.

Questo intendeva fare il mio emendamento, l'emendamento anche della collega Zanella. A questo punto, noi siamo stati convocati per discutere un nuovo testo, che diventerà della Commissione; quindi, voglio dire che mi fa piacere che il Parlamento finalmente sia ritornato al luogo della sintesi politica, e non alla discussione senza avere un'interlocuzione.

Certo, poi c'è stato un metodo di presentare i lavori che è stato completamente distorsivo, come se noi opposizione avessimo fatto di tutto per bloccare il cosiddetto codice rosso. Non è questo; dispiace che un gruppo parlamentare strumentalizzi in questo modo, e lo faccia senza poi cancellare, signor Presidente, i commenti indicibili, sessisti, volgari a compimento di questa rappresentazione. Da un gruppo parlamentare io mi aspetto altro: se ci sono commenti così sgradevoli e così volgari e violenti, mi aspetto che quei commenti vengano cancellati, specialmente quando parliamo di violenza sulle donne, perché altrimenti stiamo rasentando la farsa.

Volevo, quindi, solamente dire che sono lieta, mi rallegro appunto con il sottosegretario, per essere riusciti a trovare invece una soluzione, ed introdurre finalmente nel nostro ordinamento il reato di revenge porn (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, in Aula c'è troppo brusio. Vi chiedo di abbassare la voce, colleghi, se no non proseguiamo.

Ha chiesto di parlare la deputata Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (PD). Presidente, io intervengo a nome del Partito Democratico, per dire che anche il nostro gruppo parlamentare, la nostra forza politica ha dato sicuramente un contributo, attraverso le nostre deputate e i nostri deputati, affinché questo tema così importante entrasse in questo provvedimento. E devo dire che, dopo uno svilimento totale del dibattito su questo tema, invece la costruzione di questo emendamento ha dimostrato che è possibile raggiungere un accordo, è possibile lavorare anche in armonia su temi così importanti; che forse il lavoro in armonia e condiviso porta anche a risultati e a strumenti migliori.

E, allora, io continuo a sottolineare quello che, come Partito Democratico, abbiamo evidenziato in queste lunghe settimane di lavoro su questo testo, che, invece, tale metodo di condivisione non è stato purtroppo possibile adottarlo. E questo lo ripetiamo, per una serie, dal nostro punto di vista, di giochi tutti interni alle due forze di maggioranza, che secondo noi hanno fortemente inficiato l'intero provvedimento, svilendo questo tema, svilendo anche il dibattito in Commissione, strozzando di fatto ogni discussione, ogni confronto, e chiaramente incidendo anche sul merito; dando, quindi, vita ad un provvedimento che probabilmente è monco, che probabilmente non è coraggioso, e che probabilmente è anche inadeguato, sotto certi punti di vista.

È bene che si possa proseguire poi nel dibattito, superato quindi il tema del revenge porn, per poter andare poi dentro a quelli che sono altri temi di questo provvedimento ed evidenziare quelle che sono le criticità: che si sarebbero potute superare attraverso un lavoro, ripeto, di condivisione, a cui il Partito Democratico è da sempre stato assolutamente disponibile fino all'ultimo momento, avendo chiesto, a più riprese, un comitato ristretto, che poteva essere formale o informale, ma vedendosi sostanzialmente respinta questa richiesta. È, quindi, semplicemente un modo per sottolineare forse un metodo di lavoro migliore, che porta anche a risultati migliori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, io intervengo per ribadire alcuni concetti che avevo espresso già nel corso della seduta di giovedì.

Fratelli d'Italia da sempre ha ribadito il proprio sostegno ad iniziative legislative in tal senso, perché riteniamo che…

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Prego.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Riteniamo che il nostro codice penale, pur mantenendo l'impianto originario, che ne dimostra l'assoluta validità e bontà anche a distanza di diversi decenni, ha la peculiarità di doversi adattare alla società che cambia, doversi adattare alle esigenze mutate di cittadini che si trovano a dover fronteggiare esigenze di tutela, che evidentemente anni fa non erano nemmeno lontanamente immaginabili.

Noi abbiamo una facilità estrema ormai, da parte di tutti, di accedere a strumenti di diffusione di massa di immagini, video, contenuti, che sono i nostri smartphone, che è la linea Internet ormai davvero a portata di chiunque. È, però, innegabile che l'Italia non sia ancora attrezzata in termini di educazione, in termini di cultura al rispetto delle sfere più intime, al rispetto della vita privata; e troppo spesso, allora, noi abbiamo ascoltato dalle cronache giudiziarie storie atroci, come quella di Tiziana Cantone, abbiamo ascoltato storie culminate nel peggiore dei modi.

E rispetto a queste vicende, al di là del dibattito parlamentare, io avevo già detto che il mio gruppo avrebbe votato, così come farà, l'emendamento per l'introduzione dell'articolo 612-ter, e lo ribadisco. Perché, al di là di come vadano i lavori parlamentari, non è mia intenzione oggi discutere il modus operandi della maggioranza; magari lo farò più avanti, perché sono certa che me ne daranno l'occasione. Però, su questo tema io vorrei ribadire ancora una volta che è necessario talvolta che la politica faccia quadrato, che alle esigenze della propaganda vengano sostituite quelle della buona politica, la politica che è in grado di capire quando è il momento di intervenire su un testo così importante, come il nostro codice penale, con un provvedimento del genere. Probabilmente una legge avrebbe fornito una tutela più complessa; però, intanto, oggi quest'Aula, questo Parlamento dirà basta a questo tipo di reati, dirà basta a giovani donne vittime di vendetta pornografica.

Questo significa l'emendamento che noi andiamo ad approvare, questo è quello che si punisce: si punisce il tradimento della fiducia riposta nei confronti di una persona con la quale si ha, in un determinato frangente della propria vita, una relazione assolutamente confidenziale, che poi si trasforma nel peggiore incubo con l'utilizzo di questi strumenti, che certamente hanno portato sviluppo, ma sono in grado anche di portare tragedie nella vita di alcuni. Fratelli d'Italia stigmatizza semplicemente il fatto che a questa soluzione non si sia arrivati giovedì, perché a quest'ora saremmo molto più avanti nei nostri lavori rispetto all'approvazione di una norma che l'Italia non può più attendere. Ribadisco ancora una volta l'impegno di Fratelli d'Italia, che voterà favorevolmente sull'emendamento della Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (MISTO). Grazie, Presidente. Giovedì, alle 20,04, il MoVimento 5 Stelle postava sui propri social una foto di tutte le deputate che occupavano i banchi del Governo, e non solo deputate, anche il sottoscritto, indicati come i responsabili o quantomeno come coloro che volevano ostacolare od ostruire l'approvazione della legge contro lo stupro. Io, Presidente, lascio alla sua immaginazione cosa è seguito a quella pubblicazione. Non è un problema sessista, non è un problema di offese, è un problema di minacce, di un odio seriale che viene scatenato con queste azioni. Era un'azione, quella fatta, per il bene delle donne, per il bene di una legge giusta. Seminare vento vuol dire raccogliere tempesta. Impariamo a non essere degli odiatori seriali. Abbiamo bisogno di serenità e di sorriso per fare le cose perbene. Da qualche giorno sono oggetto continuo di minacce per aver fatto questa cosa, per aver cercato di migliorare una legge che aiuta tutte le donne, e non solo le donne. Le scuse non servono, serve solo la buona volontà per il futuro e la capacità di capire gli errori che si fanno (Applausi di deputati dei gruppi Misto e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Zanella. Ne ha facoltà.

FEDERICA ZANELLA (FI). Grazie, Presidente. Benché rimaniamo convinti che il nostro emendamento declinasse meglio queste fattispecie, plaudiamo di cuore allo sforzo di redigere un emendamento condiviso, che poi banalmente era quello che chiedevamo giovedì, prima che dovessimo, a forza, occupare i banchi del Governo per fermare i lavori. Ma noi siamo felici della battaglia che abbiamo combattuto strenuamente e tutte insieme, perché è una battaglia di civiltà, come poi, in un momento di resipiscenza, ha ammesso anche il Premier Conte, nonché la maggioranza.

Ribadisco, noi riteniamo che fosse fondamentale colmare questo vulnus normativo, perché le due fattispecie di reato di sexting e revenge porn vanno veramente a dare delle risposte immediate ai cittadini ed è per quello che a noi non interessava, come abbiamo significato più volte, “brandizzare” un emendamento, ci interessava che questa norma passasse. Siamo felici che finalmente ci sia, siamo felici che sia una battaglia condivisa con l'intero Parlamento. Noi saremo sempre a disposizione per combattere battaglie di civiltà tutti insieme e contiamo che la prossima volta la maggioranza sia più propensa a recepirle immediatamente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.500 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1) (Generali Applausi).

Passiamo ora all'emendamento 1.102 D'Orso. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, solo per dichiarare il voto favorevole di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. Solo per far presente ai colleghi che non è che basta che l'onorevole Spadoni cancelli qualche messaggio dal suo profilo; sono ancora online commenti come: “devono crepare nel peggiore dei modi, bastarde”… “come mai lo hanno bloccato? Forse a loro piace essere stuprate”… “se proteggete gli stupratori vuol dire che lo siete anche voi”… “fate schifo”… “vorrei che violentavano le donne che stanno festeggiando e le mogli e i figli dei parlamentari, signori uomini che festeggiano”… “tutte queste mezze donne che festeggiano sono a dir poco squallide”… “vi auguro di essere tra le vittime, forse solo allora vi renderete conto di quanto siete venduti”… “per fare cagnara, ‘ste oche sono sempre pronte”… “le onorevoli signore, le lavandaie del mercato dell'immondizia”… Presidente, questa immondizia è quello che quotidianamente si riversa contro le nostre deputate e i nostri deputati! E non c'è stato uno del MoVimento 5 Stelle che si sia degnato di prendere le distanze da questa immondizia (Prolungati applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico, Liberi e Uguali e Fratelli d'Italia)! E Presidente, lo fanno su questo, ed è paradossale perché è una legge che dovrebbe difendere le donne, con quella cultura! Ed è una vergogna perché lo fanno su tutto, Presidente! Io sono stato costretto ad alzarmi in quest'Aula per chiedere a lei, Presidente, per il suo equilibrio e anche per il ruolo che le compete, di chiarire il voto, perché, così come su questo e su mille altri provvedimenti, non è che quando una legge passa a maggioranza e le opposizioni hanno delle obiezioni, la maggioranza difende il popolo e gli altri sono dei nemici del popolo. Alimentate un odio che in questo Paese non deve aver luogo! Vi dovreste vergognare (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Liberi e Uguali)!

PRESIDENTE. Concluda.

SIMONE BALDELLI (FI). E non è soltanto il caso in cui il vostro leader, dopo quattro o cinque ore, vi smentisce e vi fa fare retromarcia, e anche quando legittimamente l'opposizione vi pone degli argomenti e voi ve ne infischiate, perché al primo posto non c'è il bene del Paese, non c'è il merito delle questioni, c'è solo la vostra schifosa propaganda (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico)! Questo è quello che succede e lo fate su tutto! E quando avviene qualche momento di resipiscenza, ve ne diamo atto, ma prendete atto che la correttezza è quella di prendere le distanze, di non raccontare bugie agli elettori, perché poi lo trovate il matto che vi prende veramente sul serio. E allora, quando si passa, magari, dagli insulti alle vie di fatto, dovreste pentirvi di quello che fate. Pensateci prima.

La democrazia è un valore che va salvaguardato; lo dico in primis a lei nella sua figura di Presidente, garante di tutti. Io sono stufo, noi siamo stufi di venire rappresentati come i nemici del popolo ogni volta che abbiamo una posizione diversa da questi signori: è intollerabile, Presidente (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Liberi e Uguali)! Lei deve farsi carico, come uomo delle istituzioni, di proteggere il diritto dell'opposizione a dire “no” con le argomentazioni che crede, senza l'accusa di essere dei nemici del popolo, perché questa è una propaganda squadrista!

In questo caso, le minacce, il turpiloquio e gli insulti sono plasticamente evidenti; altre volte sono latenti, ma è un messaggio continuo e costante, a cui, in un Paese civile, bisogna saper dire basta (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. D'Orso, accetta la riformulazione di questo emendamento?

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Grazie, Presidente. Dal mio punto di vista, quello che viene detto molto spesso sui social, lo sappiamo tutti, è pressoché incontrollabile, però, di sicuro, dal nostro punto di vista, i comportamenti offensivi e di odio, da qualunque parte essi vengano, sono da stigmatizzare e ce ne dissociamo completamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e questo credo che debba avvenire da tutta l'Aula, che da questo punto di vista deve essere di esempio. A noi del MoVimento 5 Stelle hanno detto di tutto nelle campagne elettorali: siamo quelli impreparati, inadeguati, forse che andavano bene solo per certi mestieri. Ecco, credo che a questo punto dobbiamo tutti cercare di dare un comportamento maggiormente esemplare per chi, fuori da quest'Aula, ci osserva. Questo passa anche dalle cose che vengono dette qui, dal livore che certe volte viene rivolto al nostro gruppo. Da questo punto di vista, mi impegno per questo provvedimento e per i prossimi a mettere da parte l'odio e il livore e a rimanere sul provvedimento, che è quello che francamente penso che serva al popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

SILVIA BENEDETTI (MISTO). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI (MISTO). A seguito delle parole del collega, credo che sarebbe allora saggio intanto cancellare quel post fatto sulla pagina Facebook del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati dei gruppi Misto e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Quindi, avvisate la comunicazione che quel post va cancellato. Poi, credo che sia giusto assumersi la responsabilità di ciò che si fa, perché è vero che alcune cose su Facebook sono incontrollabili, ma sono incontrollabili tanto più se le persone vengono aizzate con una narrazione dei fatti distorta (Applausi dei deputati dei gruppi Misto e Forza Italia-Berlusconi Presidente), strumentale, propagandistica (scegliete la parola che preferite). Quindi credo che la cosa migliore da parte vostra sia rispondere a ogni persona che riconoscete come dalla vostra parte, dire che avete sbagliato ad aizzarla e che deve cambiare registro: assumetevi questa responsabilità (Applausi dei deputati dei gruppi Misto e Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Solo per stigmatizzare quello che è stato ampiamente detto dal collega Baldelli rispetto a quella che, forse, è una delle violenze peggiori: la violenza delle parole. È vero, come dice il collega Zanichelli, che alla fine stiamo parlando di azioni, di emendamenti, ma il problema è che spesso forma e sostanza dovrebbero camminare di pari passo se hanno realmente un significato e soprattutto quando si parla di violenza di genere, di quello che è avvenuto in questi giorni, che secondo me potrebbe vedere una proposta, che rivolgo ai colleghi dei 5 Stelle, auspicando che possa essere una proposta accolta: nel vostro essere bravi a fare i tweet, fatene uno unico, tutti voi deputati, dove respingete al mittente e prendete le distanze da queste cose. Altrimenti queste rimarranno parole che non potranno vedere assolutamente da parte di quest'Aula la condivisione, ma soltanto una marcia indietro rispetto ad una battaglia che doveva essere una battaglia trasversale, una battaglia che accomunava il Parlamento nel dire “no” alla violenza e nel mettere dei paletti.

Sinceramente, ad oggi, ci sentiamo in qualche modo colpiti da quella violenza verbale che non avete respinto ma che avete in quest'Aula soltanto ed esclusivamente messo alla berlina, comunque non fuori da qui.

Allora, vi chiediamo, se realmente quello che avete detto nelle vostre dichiarazioni - colleghe - trova una verità, di scriverlo puntualmente: siete in tanti e sarete ancora una volta i re del blog nel dare finalmente una lezione di etica a tutti quanti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Presidente, non volevo intervenire perché, per alcuni aspetti, ho apprezzato anche la prima parte dell'intervento del collega dei 5 Stelle, però, per il suo tramite, qui bisogna pure smetterla, come diceva il collega prima di Forza Italia, di scatenare il Paese e poi, nonostante una certa pressione, di dissociarsi. Qui non c'è bisogno di dissociarsi dai commenti sguaiati di tante persone che arrivano, per usare un'espressione, sotto al post: qui la domanda è se ci dissociamo dal post, se ci dissociamo da quello che è stato postato ufficialmente sui social del MoVimento 5 Stelle! Non è che si può passare questa come una distrazione. Non è la prima volta che succede, come ricordavano i colleghi prima (quindi ci scusiamo e ci dissociamo perché ciò è successo o perché è andato fuori dal nostro controllo). Il paradosso di questo è che succede tutto ciò su una legge che stiamo cercando di varare contro la violenza sulle donne e così via. Allora, la dissociazione, che deve arrivare dai colleghi in quest'Aula - ma ciò non succede solo con i colleghi del MoVimento 5 Stelle, mi verrebbe da dire - deve essere legata al movimento politico e al partito politico di riferimento: non è possibile che con questo scaricabarile non si capisca, fra un po', chi abbia postato questa cosa! Sarà stato qualcuno, qualche social media manager, eccetera.

Allora, mi piacerebbe, visto che ritengo sincero il sentimento che è stato espresso a nome del gruppo dei 5 Stelle dal loro capogruppo, che nei prossimi passaggi normativi si abbia a presupporre che faremo qualcosa, in modo che non si abbia più a ripetere questa cosa, perché non è possibile e accettabile che in maniera seriale qualcuno si dissoci su qualcosa che controlla strumentalmente (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Grazie, Presidente. Intervengo anch'io, come i colleghi, per ricordare ai colleghi del MoVimento 5 Stelle che, se vogliono essere minimamente credibili, devono rimuovere adesso tutti i post e tutti i tweet che hanno scatenato commenti inaccettabili. Non è sufficiente, collega, che lei prenda le distanze da questi commenti: dovete rimuoverli e dovete farlo adesso! Collega Spadoni, lei ha preso la parola per prima e io ho molto apprezzato quello che ha detto, ma ancora c'è un suo tweet di quattro giorni fa con una serie di commenti che sono veramente incredibili. Gliene leggo uno: “…ma per forza, chi può essere interessato a non mandare in galera stupratori e pedofili? Non ci vuole mica tanto a capirlo”.

Questo è il commento a un suo tweet, dove lei, collega, racconta una storia molto diversa. Lei dice che le opposizioni si sono rallegrate semplicemente perché hanno fermato e hanno rallentato l'approvazione di una legge contro le violenze. Allora, collega, vorrei invitarla, quando racconta quello che accade in quest'Aula, all'o-ne-stà, o-ne-stà (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico): onestà che vi manca, che vi manca! Allora, le vostre scuse non valgono nulla se non rimuovete i vostri post e i vostri tweet, e dovrete farlo adesso, altrimenti noi, ad ogni intervento, leggeremo un vostro post: vi smentiremo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Avverto che il gruppo di Forza Italia ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. La Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signor Presidente. A chi è capitato di entrare in quest'Aula non a seguito di occasionali clic sulla rete o di selezioni non meglio precisate da parte di qualche Srl, venivano spiegate due regole auree, che valgono per qualsiasi assemblea elettiva e che valgono, in generale, per chi fa politica.

La prima regola è che in politica la forma è sempre sostanza, quindi gli atteggiamenti che vengono tenuti e i modi con i quali ci si pone in quest'Aula e fuori da quest'Aula rendono plasticamente l'idea della concezione che si ha della democrazia. E se si vuole evitare di passare dalla parte dei sepolcri imbiancati, bisogna evidentemente essere conseguenti, non basta una dichiarazione generica di attestazione di buona volontà in quest'Aula. Bisogna essere conseguenti, quindi bisogna rifiutare che sui propri siti, sui propri profili, sulle pagine ufficiali dei propri partiti vi siano degli attacchi nei termini che sono stati qui ricordati. La seconda regola non scritta, signor Presidente, è che le parole, in bocca a chi ha responsabilità come le nostre, colleghi del MoVimento 5 Stelle, sono pietre. In queste ore, il sindaco di Torino, Chiara Appendino, alla quale noi esprimiamo tutta la nostra solidarietà (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente), è stata oggetto di un vergognoso attentato, è stata oggetto di un attacco alla democrazia. Vedete dove si arriva quando si risvegliano i demoni delle parole? Si arriva lì, e si arriva anche oltre, purtroppo. Quindi, chi ha delle responsabilità deve essere conseguente. Signor Presidente, poche ore fa, mentre qui ci sentivamo fare la morale, un senatore di quel partito ha scritto sul suo profilo Facebook - poi rapidamente cancellato, ma una volta che queste cose vengono buttate nell'etere vi rimangono in eterno -, testualmente, che i bombaroli bravi di una volta, quelli che sapevano colpire, purtroppo non ci sono più. Signor Presidente, nel Paese di piazza Fontana, nel Paese della strage di Peteano, nel Paese di piazza della Loggia, del Rapido 904, del treno Italicus, queste parole non si possono sentire, non si possono ascoltare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! E il vostro dovere, se volete essere coerenti con quello che avete detto qui, è di alzarvi e prendere le distanze da queste parole vergognose, altrimenti sarete solo dei sepolcri imbiancati (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Liberi e Uguali)!

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, credo che dobbiamo provare a trarre anche una lezione tra quello che è successo sabato e quello che è successo oggi. Pochi minuti fa credo abbiamo scritto tutti insieme, votando all'unanimità, una bella pagina, che è seguita però a una brutta pagina, una bruttissima pagina, quella di giovedì, anche rispetto - se mi è consentito - all'indipendenza e al ruolo di questo Parlamento. Però voglio riprendere quello che ha detto il collega Zanichelli e voglio provare a interloquire con lui, in un ragionamento che è anche di tipo politico. Se guardiamo alla storia dell'Italia repubblicana, se guardiamo quindi a chi ci ha preceduto in quest'Aula, se i muri potessero parlare, racconterebbero di scontri in quest'Aula durissimi. Nel 1953, per dare un dato, in occasione dell'ultimo voto al Senato sulla “legge truffa”, ci furono incidenti in Aula e ci fu un danneggiamento alle suppellettili dell'Aula del Senato pari a quasi 20 milioni di lire dell'epoca, cioè vennero lanciate le ribaltine nei confronti della Presidenza. Quindi non è vero che in passato tutto avveniva in un altro clima, in un clima di grande rispetto, però - questo vorrei sottolinearlo - rispetto anche alle cose che si leggono, non c'erano macchine del fango strutturate come quelle che stiamo oggi vedendo. I social, da questo punto di vista, sono un medium, sono uno strumento, sono però lo strumento di un'idea sbagliata, nefasta per la democrazia, della lotta politica, sono macchine del fango costruite per l'odio, per diffondere l'odio, per aumentare e non restringere il divario tra i cittadini e quello che Pasolini chiamò - ed è rimasto - il palazzo. È questo il punto, collega Zanichelli: il punto è che se non fermiamo, se non fermate, le macchine del fango, tutte le vostre parole rimarranno inutili, perché quei commenti sono generati da un lavoro lungo, da un lavoro costante, da un lavoro pervicace di costruzione dell'odio come cifra della lotta politica. E da questo punto di vista, la “bestia”, che è stata raccontata da alcuni giornalisti, di cui si è dotata la Lega nella sua propaganda, risponde alla stessa logica, che è una logica sbagliata - lo dico ai colleghi della Lega -, perché non è attraverso l'odio che si costruisce la democrazia, ma la si demolisce.

Chiudo, essendo intervenuto sull'ordine dei lavori, signor Presidente, per richiamare lei, come massima carica dello Stato dopo il Presidente della Repubblica e la Presidente del Senato, in quanto, dopo quello che è successo, dopo le cose immonde che si sono lette contro le colleghe di Forza Italia, del PD, di Fratelli d'Italia, di Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali e Forza Italia-Berlusconi Presidente) per quello che è successo giovedì, dopo quello che è successo e dopo la giornata di oggi, da presidente di un gruppo parlamentare mi aspetterei una sua lettera a tutti i parlamentari, per richiamare la civiltà del dibattito politico, il rispetto dell'altro e l'abbandono delle politiche dell'odio. Dobbiamo emarginare i produttori di odio (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali e Forza Italia-Berlusconi Presidente), dobbiamo sconfiggere le macchine del fango, è un compito che spetta a tutti noi, ma è un compito a cui lei, a mio giudizio, deve richiamarci tutti, nessuno escluso (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

OSVALDO NAPOLI (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI (FI). Presidente, sarò velocissimo, e faccio riferimento a quanto detto dal collega Borghi e al collega Fornaro. Una giornata estremamente importante, ma anche molto delicata, e la solidarietà da parte di Forza Italia, venuta già ieri da parte del coordinatore regionale, Zangrillo, e da parte del sottoscritto, come capogruppo in comune di Torino, è stata la prima cosa che abbiamo fatto, come è giusto che sia, anche se molto spesso la stessa cosa non riceviamo dagli altri, subiamo, ma noi sappiamo essere più in alto e sappiamo dare solidarietà quando è ora di darla.

La cosa che mi preoccupa è quello che diceva il collega Borghi: Presidente Fico, lei fa parte certamente, pur nella sua indipendenza, di un partito politico, e leggere le parole di Airola “non sono più i bombaroli di una volta”, mi permetta… Sotto l'aspetto personale, avevamo espresso allora la nostra vicinanza al senatore Airola, quando Massimo dice: l'affetto che voi mi avete dato per superare un momento particolare di Airola. Beh, la prego, Presidente Fico, bloccatelo, fermatelo, è sufficiente andare qua sopra per leggere i suoi comportamenti, che sono ripetitivi in termine negativo. Dopo aver ricevuto da parte nostra e da parte di tutti, su problemi personali, l'affetto di tutti, lui continua a comportarsi in maniera che direi pessima, ed è un termine estremamente delicato. La prego, Presidente Fico, dica a Di Maio di bloccarlo, quest'uomo probabilmente non ha più il senso della ragione. A tutto credo che ci sia un limite (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

GIANFRANCO ROTONDI (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO ROTONDI (FI). Signor Presidente, penso che, per il valore di esempio che il Parlamento deve avere, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni, utenti privilegiati del mondo social - tanti di noi sono genitori di adolescenti che rimproveriamo quotidianamente per una parola in più, per una virgola mal interpretata -, sfiguriamo parecchio a leggere questo florilegio di ingiurie e di frasi inaccettabili nei confronti di colleghe, al di là delle appartenenze partitiche.

Quindi, unisco il mio invito a quello già manifestato da tanti a ritirare questi post, poiché io esprimo sempre rispetto per il Vicepresidente del Consiglio, Di Maio, che tante volte ci ha stupito anche nell'iter parlamentare del provvedimento che stiamo esaminando: penso alla svolta di giovedì scorso. Che dire? Che Di Maio ordini di ritirare questi post visto che da soli non ci arrivano (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.102 D'Orso, (Nuova formulazione) con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.103 Salafia, con parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.104 Bartolozzi, con parere contrario della Commissione e del Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bendinelli. Ne ha facoltà.

DAVIDE BENDINELLI (FI). Intervengo solo per dichiarare il voto favorevole del gruppo di Forza Italia all'emendamento 1.104 Bartolozzi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Entriamo nel cuore del provvedimento, cercherò di essere brevissima. L'articolo 347 del codice di procedura penale dispone che la PG ha l'obbligo di riferire la notizia di reato al pubblico ministero senza ritardo nei casi del primo comma e per le ipotesi di cui all'articolo 407, per particolari reati, immediatamente, ed è questo il testo che il Ministro Bongiorno ha ripreso nel provvedimento in esame. Cosa facciamo noi, colleghi? Noi introduciamo un ulteriore accorgimento: trasformiamo l'avverbio di tempo “immediatamente”, in un'indicazione temporale: “entro le ventiquattro ore”. Perché lo facciamo? Perché dire “immediatamente” può non voler dir nulla. Presidente, non lo diciamo solo noi ma lo dice anche il CSM: nelle linee guida dello scorso anno il CSM specifica che, nella direzione delle indicazioni alla Polizia giudiziaria, si danno direttive per la trasmissione in tempo reale al PM delle notizie di reato riguardanti i reati di violenza di genere. Scrivere “entro ventiquattro ore” invece che “immediatamente” darà indicazione al PM di dover agire entro un termine che comunque è limitato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.104 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.105 Bartolozzi.

TOMMASO FOTI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, soltanto per chiedere la cortesia agli uffici di aggiungere la mia firma all'articolo aggiuntivo 4.0104 Turri.

PRESIDENTE. Sta bene. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bendinelli. Ne ha facoltà.

DAVIDE BENDINELLI (FI). Grazie, Presidente. Intervengo sempre per dichiarare il voto favorevole del gruppo di Forza Italia sull'emendamento 1.105 Bartolozzi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Labriola. Ne ha facoltà.

VINCENZA LABRIOLA (FI). Grazie, Presidente. Ci fa piacere che oggi tra i banchi del Governo ci sia il Ministro Bongiorno e proprio a lei mi rivolgo leggendo proprio un suo tweet nel quale parla del codice rosso annunciando che è una norma che prevede che, quando una donna fa una denuncia per una violenza, deve essere ascoltata entro tre giorni. Riteniamo che l'emendamento 1.105 Bartolozzi, pressappoco come quello precedente, vada nella direzione di stringere i tempi. “Immediatamente” per noi non vuol dire nulla ma se per alcune fattispecie di reato come maltrattamenti contro familiari e conviventi, lesioni aggravate, riduzione in schiavitù, prostituzione minorile e così via si introducono i termini abbreviati - entro ventiquattro ore - per la comunicazione della notizia di reato da parte della Polizia giudiziaria al pubblico ministero, se l'emendamento fosse accolto, sentiremmo di avere una tutela in più a favore della donna. Quindi, auspico che il Governo possa cambiare parere sull'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.105 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.9 Ferri con il parere contrario della Commissione e del Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Grazie, Presidente. L'emendamento in esame si inserisce nella impostazione anche del disegno di legge che il Governo ci ha sottoposto e di cui stiamo discutendo e prevede l'obbligo del pubblico ministero di emettere un decreto motivato in caso di diniego, quando è la persona offesa a sollecitare il pubblico ministero ad avanzare richiesta di misura cautelare a carattere protettivo. Quindi, se lo scopo e l'obiettivo del testo è tutelare la persona offesa e coinvolgerla nella fase investigativa e, quindi, si dice che la persona offesa ha bisogno di più tutela, tale tutela deve essere effettiva e, quindi, diamo più poteri alla persona offesa. Nel momento in cui alla persona offesa, della quale con il vostro testo si prevede l'audizione anche in tre giorni, si riconosce il potere di sollecitare il pubblico ministero ma non si prevede un obbligo del pubblico ministero di emettere un decreto motivato anche in caso di diniego, ecco che non si capisce perché non si possa accogliere questo emendamento.

Chiedo, davvero, ai Ministri oggi presenti di valutarlo, perché si vuole prevedere nell'ambito del procedimento cautelare un meccanismo analogo a quello che è già stato sperimentato - è già sperimentato - in sede di incidente probatorio, così come prevede l'articolo 394 del codice di procedura penale, laddove si riconosce alla persona offesa la facoltà di sollecitare il pubblico ministero nell'iniziativa cautelare, ossia nell'esercizio di prerogative che sono e restano dell'organo pubblico, ma delle quali il pubblico ministero deve dare conoscenza alla persona offesa nell'eventualità in cui non intenda assecondare tale richiesta. Quindi, in questo modo, la persona offesa ha un decreto motivato di diniego del pubblico ministero e anche lo stesso pubblico ministero è responsabilizzato nel momento in cui decida di rigettare questa sollecitazione della persona offesa. Ciò, pertanto, si inserisce nel solco della scelta compiuta con il provvedimento in esame, nella parte, appunto, in cui si valorizza il contributo della vittima nella fase investigativa. Del resto, non ha senso prevedere un obbligo di audizione della persona offesa entro tre giorni, quando poi non si consenta alla persona offesa di vedere il perché il pubblico ministero non risponda a una sua sollecitazione di richiesta di misura cautelare. Quindi, questo penso che sia importante al fine anche di rilevare e valutare il pericolo di reiterazione del reato al fine di predisporre adeguate misure di protezione. Si riconosce così un ruolo alla vittima di reato direttamente collegato all'adozione di provvedimenti restrittivi. Quindi, questo penso che sia un motivo che debba consentire al relatore e al Governo di accogliere questo emendamento.

Poi - e mi avvio a concludere - c'è un altro motivo: il riconoscimento in capo alla vittima di un potere di sollecitare l'iniziativa cautelare del PM, andando ad incidere sul versante dell'effettività. Infatti, già oggi, alla persona offesa di qualsiasi reato, l'articolo 90 del codice di procedura penale riconosce una facoltà generale di poter depositare memorie e richieste al PM e al giudice. Quindi, questa fase interlocutoria, che ha un senso e che è importante perché coinvolge la persona offesa anche nell'attività delle indagini - quindi, può aiutare il pubblico ministero - diventa meno effettiva se, poi, di fronte al silenzio oppure al rigetto del pubblico ministero, non ci sia un provvedimento, una motivazione che possa anche consentire alla persona offesa di capire il perché della mancata risposta a una sollecitazione.

Quindi insisto per l'accoglimento di questo emendamento, che mi pare che sia in linea col provvedimento e non capisco il perché ci sia questa chiusura di fronte a un emendamento che vuole avere un valore, davvero, di effettività e di tutela della persona offesa, e che si inserisce nelle norme che già sono previste nel codice di procedura penale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.9 Ferri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo, adesso, alla votazione dell'articolo 1.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Carfagna. Ne ha facoltà.

MARIA ROSARIA CARFAGNA (FI). Grazie, Presidente. Solo per fare chiarezza su alcuni punti, perché continuiamo a sentire cose strane dentro quest'Aula e fuori da quest'Aula. Il “codice rosso” è un obiettivo e un traguardo di tutte le forze politiche presenti all'interno di quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia): è un obiettivo e un traguardo di tutti. Naturalmente, parlo per la mia parte politica che ha offerto grande collaborazione, che ha contribuito a rafforzare e implementare questo provvedimento con uno spirito estremamente costruttivo sin dall'inizio dell'esame di questo provvedimento e non facciamo fatica a riconoscere che alcune delle nostre proposte sono state recepite (penso, per esempio, a quella sul braccialetto elettronico o a quella sull'obbligo di potenziare il dovere di informazione nei confronti della vittima). D'altronde, Forza Italia su questi temi ha una storia e una credibilità che le derivano dalle battaglie che abbiamo condotto negli ultimi anni contro ogni forma di violenza ai danni di bambine, donne e ragazze. Il fatto che la collega Bartolozzi abbia depositato un provvedimento di legge che conteneva anche il “codice rosso” e lo abbia fatto dieci mesi fa, d'altronde, non è un caso. La battaglia per il “codice rosso” si innesta all'interno di questa battaglia ultra decennale che noi rivendichiamo. Siamo felici, naturalmente, della vicenda conclusa positivamente sul revenge porn e ci auguriamo che questo spirito di collaborazione possa riprendere, nonostante la brutta parentesi che si è consumata in quest'Aula nel pomeriggio di giovedì. Noi, naturalmente, metteremo una pietra sopra su quello che è accaduto giovedì: per la prima volta, quest'Aula si è spaccata, si è lacerata sul tema dei diritti delle donne e ciò non è mai accaduto. Io credo che questa responsabilità, purtroppo, debba essere - ahimè - riconosciuta alle forze di maggioranza, ma sono certa che le forze di maggioranza abbiano anche imparato la lezione. Su questi temi non ci si divide, su questi temi bisogna dialogare, bisogna ascoltare le proposte di buon senso che arrivano anche da altre forze politiche (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Per questo, io sono certa che il Governo e la maggioranza vorranno prestare ascolto alle altre istanze che noi sottoponiamo all'attenzione di quest'Aula. Mi riferisco, per esempio, a quelle che portano la mia prima firma e che mirano a introdurre una nuova fattispecie di reato: quella dei matrimoni forzati e precoci. Ci troviamo di fronte a una nuova forma di violenza, di coercizione inaccettabile, ignobile e intollerabile per un Paese civile come il nostro, ai danni di bambine e di ragazze che scelgono di aderire al nostro sistema di valori, che scelgono di vivere secondo il nostro sistema di libertà, che scelgono le nostre leggi e la nostra civiltà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Mi riferisco, per esempio, anche all'altra proposta, che riguarda l'implementazione del fondo per le famiglie affidatarie di orfani di femminicidio. Io sono certa che dopo la brutta pagina di politica parlamentare a cui abbiamo assistito giovedì, si possa riprendere un clima di dialogo. Noi lo faremo sicuramente, come abbiamo sempre fatto in questi anni e mi auguro che anche dal Governo e dalla maggioranza si voglia prestare ascolto e si manifesti disponibilità nei confronti delle tante proposte di buon senso che ci apprestiamo ad esaminare da qui in avanti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA (ore 15,30)

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1455-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Grazie, Presidente. Intervengo sul complesso degli emendamenti sull'articolo 2 e approfitto della presenza in Aula del Ministro Bonafede e della Ministra Bongiorno per porre alcune questioni a cui invito i Ministri presenti magari a dare una spiegazione, perché l'articolo 2 di questo provvedimento prevede che vi sia un obbligo da parte del pubblico ministero di sentire le vittime entro tre giorni dopo la commissione di un presunto maltrattamento, di una presunta violenza sessuale, di atti persecutori o reati collegati a questi. Intervengo in particolare su questo perché nelle audizioni che abbiamo fatto in Commissione durante l'iter d'esame del provvedimento sono emerse molte criticità rispetto al fatto dei cosiddetti tre giorni in cui sentire le vittime e vorrei riportare la voce della dottoressa Maria Monteleone, procuratrice aggiunta di Roma e coordinatrice del pool antiviolenza, la quale nell'audizione del 20 febbraio 2018 ha affermato che l'obbligo è una misura che aggrava il rischio di vittimizzazione secondaria della vittima perché purtroppo aumenta le volte in cui la vittima viene sentita e infligge, quindi, un aggravio di sofferenze che possono essere dannose sia per le parti lese sia per le indagini e possono addirittura produrre la paralisi delle procure.

Credo che nell'intenzione dei Ministri proponenti vi sia quella di accelerare in qualche modo anche le indagini rispetto ai reati di violenza nei confronti delle donne. Noi abbiamo proposto diversi emendamenti per provare a correggere alcune parti di queste norme, anche in virtù proprio dei consigli che ci sono stati dati durante la fase delle audizioni in Commissione. Il problema che vorrei porre, però, ai Ministri presenti - e gradirei, se è possibile, una risposta - è come si possa pensare, con un provvedimento come “quota 100”, di riuscire ad accelerare le indagini quando noi sappiamo che con “quota 100” sostanzialmente i tribunali verranno svuotati del personale che serve proprio per fare in modo che le indagini possano essere più veloci.

Lo dico perché negli anni dei nostri Governi per la prima volta dopo vent'anni credo - e vado a memoria - si sono fatti dei concorsi e questi concorsi, però, non sono stati ancora esauriti nello scorrimento delle graduatorie, nonostante naturalmente il fatto che noi abbiamo più volte chiesto di far scorrere completamente le graduatorie, e poi c'è il fatto tra l'altro - e come è noto mi riferisco per il suo tramite, Presidente, al Ministro Bonafede - che, dato che noi già siamo sotto organico nei tribunali, se anche facessimo scorrere completamente la graduatoria degli idonei giudiziari comunque non riusciremo a, tra virgolette, tappare i buchi delle fuoriuscite che si hanno con “quota 100”.

Pertanto, io credo che, per amore di verità e per un dovere - come dire - di trasparenza nei confronti non solo di questo Parlamento ma del Paese, i Ministri presenti dovrebbero alzarsi e dirci come pensano di fare, posto che per fare dei concorsi nella pubblica amministrazione - poiché a Costituzione invariata nella pubblica amministrazione ancora si entra attraverso concorso - ci vuole un anno, nella più ottimistica delle previsioni, ma probabilmente ci vogliono un anno e mezzo o due anni per poter completare questi concorsi.

Per cui, per evitare che quello che avete scritto in questo provvedimento diventi lettera morta, perché di questo si tratterebbe nel caso in cui non vi occupaste di rimpinguare gli organici dei nostri tribunali, io vorrei sapere - però non, diciamo, con la propaganda ma con la verità - come pensate di riuscire a risolvere il problema gigantesco delle fuoriuscite di “quota 100” e come pensate di poter raccontare al Paese che ci sarà un'accelerazione dei processi che vedono vittime le donne di violenza quando questo non è possibile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Avverto che gli emendamenti 2.1 e 2.2 Annibali nonché 3.1 Versace e 3.100 Bartolozzi, che risulterebbero preclusi a seguito dell'approvazione degli emendamenti 1.102 D'Orso e 1.103 Salafia, potrebbero comunque essere messi in votazione, qualora i presentatori ne facessero richiesta, intendendosi i riferimenti all'articolo 582 del codice penale e 577, primo comma, del medesimo codice sostituiti, rispettivamente, con i riferimenti agli articoli 582, 583-quinquies e 577, primo comma, numero 1), introdotti nel testo a seguito dell'approvazione delle suddette proposte emendative.

Avverto che il gruppo del Partito Democratico ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. La Presidenza concederà a tale gruppo, essendone stata fatta richiesta, un tempo aggiuntivo pari a un terzo di quello originariamente previsto.

Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 2 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Grazie, Presidente. L'emendamento 2.2 Annibali è ritirato. No, non è ritirato?

PRESIDENTE. Non è ritirato.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Chiedo scusa. Allora, il parere è contrario.

Emendamenti 2.1 Annibali, 2.3 Bordo, 2.9 Varchi, 2.100 Boldrini, 2.6 e 2.5 Bordo, 2.10 Annibali e 2.4 Bordo: parere contrario.

Sull'emendamento 2.101 Turri il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “Al comma 1, capoverso, aggiungere, infine, le parole: e salvo che si tratti di persona minore degli anni 18”.

PRESIDENTE. Il Governo? Sottosegretario Ferraresi, le chiedo di esprimere i pareri a nome del Governo.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.2 Annibali.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (PD). Grazie, Presidente. Io non ritiro questo emendamento perché è proprio con questo emendamento del Partito Democratico - e mi riallaccio anche alle osservazioni che ha già fatto la collega Morani - che in realtà entriamo nel merito…

PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo di fare silenzio. Prego, onorevole Annibali.

LUCIA ANNIBALI (PD). Dicevo che proprio con questo emendamento che in realtà entriamo nel merito di questo provvedimento e nel cuore soprattutto della comunicazione di questo provvedimento che, appunto, prevede i cosiddetti famosi tre giorni.

Allora, l'intento di questo articolo e comunque del provvedimento in sé può essere senz'altro condivisibile ma la differenza fondamentale rispetto al risultato e rispetto all'efficacia la fa poi la soluzione che si trova e che si propone. Io dico anche che questo articolo e questo provvedimento vogliono in realtà rafforzare e non introdurre una corsia preferenziale rispetto a questi procedimenti, perché la trattazione prioritaria, anche per quanto riguarda la fase delle indagini, è appunto già stata inserita e prevista nella cosiddetta legge sul femminicidio del 2013.

Quindi, questo emendamento in realtà dimostra come il Partito Democratico abbia voluto dare, fortemente e con grande verità, il suo contributo rispetto a questi lavori proponendo, appunto, una serie di riformulazioni che tenessero conto delle tantissime osservazioni critiche che sono arrivate proprio sul termine dei tre giorni, e non parlo soltanto di tecnici. Infatti, noi abbiamo sentito 20 auditi e la quasi totalità di questi auditi, in tre settimane di audizioni, si è espressa in senso contrario.

La collega Morani ha indicato le parole e la posizione della dottoressa Monteleone, che è senz'altro autorevole su questo tema, mentre io vorrei portare anche la posizione di Telefono Rosa, per esempio, che in realtà richiama in sé poi la posizione di tutte le altre associazioni e centri antiviolenza che da sempre si occupano di questo tema, che credo debbano essere tenute in conto. Telefono Rosa dice che un termine così ristretto - tre giorni - è sia utopistico che insidioso e malsicuro. È utopistico perché qualsiasi operatore del diritto è a conoscenza di quanto sia oberata e subissata di lavoro ogni segreteria dell'ufficio del pubblico ministero, che sarebbe materialmente impraticabile riuscire a sentire la persona offesa in così poco tempo. È insidioso e malsicuro perché la persona offesa non avrebbe il tempo materiale per mettere al sicuro se stessa e la propria prole. Quindi, in realtà, ciò si pone anche come rischio nei confronti della persona offesa stessa. Ci dice - questo è particolarmente interessante - Telefono rosa, ma in realtà chi si occupa di questo tema lo sa benissimo, che piuttosto bisognerebbe focalizzare l'attenzione sui soggetti che si interfacciano con persone vittime di reati endofamiliari, quindi bisognerebbe implementare in ogni procura i pool di pubblici ministeri con idonea formazione sulla dinamica con cui vengono posti in essere tali reati.

Il punto, allora, in realtà è la formazione, ma anche su ciò questo provvedimento è fallace, quindi - come diceva la collega Morani - rischia di restare lettera morta, perché con questo provvedimento non c'è alcun investimento finanziario rispetto alla formazione.

Io credo, quindi, che gli intenti possano anche essere apprezzabili, ma poi la soluzione che si adotta è assolutamente inefficace, se non addirittura rischiosa. Abbiamo parlato di condivisione e di apporto di tutte le forze politiche. Accogliere questi emendamenti - che peraltro erano già presenti nella proposta di legge della relatrice, che quindi già emendava questo articolo e quindi era già consapevole evidentemente delle criticità ma poi sono scomparsi - forse sarebbe stata la soluzione, il metodo migliore per dare davvero un senso a questo provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2 Annibali (Nuova formulazione), con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Annibali (Nuova formulazione), con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.3 Bordo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bordo. Ne ha facoltà.

MICHELE BORDO (PD). Presidente, noi davvero non comprendiamo le ragioni per le quali la relatrice, quindi anche il Governo, abbiano scelto di non considerare nessuno degli emendamenti proposti dal Partito Democratico su questa norma, sull'articolo 2, che come è stato detto è la norma che prevede l'obbligo per il magistrato, per il pubblico ministero, di ascoltare la persona offesa dopo tre giorni dall'iscrizione del reato.

Noi abbiamo detto nella discussione generale che questa è una norma manifesto, scritta solo per fare propaganda ed assolutamente inapplicabile. Ci è stato detto anche da magistrati esperti che seguono questi temi, che si occupano di questi reati, che la norma, così come è scritta, è assolutamente inapplicabile. Fornisco all'Aula solo qualche dato per dimostrare l'irragionevolezza e le criticità che questa norma presenta. Se, per esempio, questo obbligo fosse stato già in vigore oggi, per l'anno 2018 avrebbe riguardato circa 3 mila procedimenti in corso per la procura di Roma. Voi capite bene che se la procura di Roma, se i PM di Roma dovessero dedicarsi solo ed esclusivamente a questo tipo di reati, con questo obbligo previsto, che riguarda 3 mila procedimenti, ciò significherebbe bloccare di fatto ogni altra attività della procura di Roma, ma voi capite bene che è una cosa che assolutamente non esiste, che non si può fare.

Di più: questa è una norma scritta senza prevedere nessuna sanzione. Se il magistrato che ha l'obbligo di sentire la persona offesa dopo tre giorni non dovesse procedere, per le ragioni a cui prima facevo riferimento, vuoi per mancanza di tempo o perché magari non ha il personale a disposizione, non subirebbe alcuna conseguenza. Allora, ci pare di capire - bisogna sottolinearlo - che questo è un modo previsto solo ed esclusivamente per dire: noi l'avevamo scritto, c'è scritta la norma, ma la responsabilità per la sua mancata applicazione è solo ed esclusivamente del magistrato, il quale non ha compreso che quel tipo di reato andava seguito con maggiore attenzione e maggiore urgenza. Siccome noi, invece, siamo tutti dello stesso avviso e siamo convinti che il codice rosso debba essere un obiettivo condiviso da tutti, io penso che dobbiamo fare in modo che le norme vengano scritte per bene. In questo emendamento non si dice che il magistrato non debba ascoltare con urgenza, subito, immediatamente la persona offesa. Qui si dice semplicemente che se il magistrato non può farlo direttamente, perché è possibile che non possa farlo direttamente entro tre giorni, lo possa fare attraverso le modalità previste dall'articolo 370 del codice di procedura penale, cioè una cosa che già esiste nel nostro codice: perché non utilizzarla? È, francamente, questa l'irragionevolezza che noi non comprendiamo, rispetto alla quale vorremmo che da parte vostra ci fosse un supplemento di riflessione, atteso che vogliamo raggiungere tutti lo stesso obiettivo, cioè combattere la violenza di genere, ma vogliamo farlo con gli strumenti giusti e non attraverso una norma che, così come è scritta, rischia di essere solo ed esclusivamente un modo per fare propaganda e non certamente per risolvere il problema (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Presidente, anch'io ho firmato questo emendamento e condivido quanto ha già detto l'onorevole Bordo. Il tema è ormai emerso chiaramente: il Governo non vuol fare retromarcia perché nel termine dei tre giorni ha impostato tutta la campagna comunicativa. A noi non interessa la comunicazione: a noi interessa tutelare la persona offesa, far lavorare i pubblici ministeri e consentire loro di essere efficaci e di dare una tutela che sia seria ed effettiva.

Il termine dei tre giorni non porta a questo risultato, creerà confusione e molte volte l'audizione non va fatta subito, quindi creare una rigidità con un termine di tre giorni porta a non ottenere quel risultato che, invece, noi dovremmo raggiungere tutti insieme. Molte volte, il pubblico ministero deve aspettare per capire, deve sentire alcune persone informate sui fatti prima di intervenire. E poi non ha senso creare questi paletti e queste rigidità al pubblico ministero, considerando che in alcune procure, soprattutto quelle piccole, non c'è nemmeno un'organizzazione tale che consenta ad alcuni pubblici ministeri di trattare solo le fasce deboli. Quindi, una rigidità di questo termine comporta delle disfunzioni organizzative soprattutto nelle piccole procure e creerà sicuramente un risultato non positivo. Dunque, chiediamo davvero al Governo di ragionare e di rinunciare a una comunicazione sui tre giorni, che non ha un valore, in realtà, giuridico ed efficace.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.3 Bordo, con il parere contrario di Commissione e Governo

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.9 Varchi, con il parere contrario di Commissione e Governo

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'emendamento 2.100 Boldrini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Grazie, signora Presidente. Vorrei spiegare il senso di questo mio emendamento, perché, vedete, la previsione contenuta in questa proposta di legge, secondo la quale il pubblico ministero ha l'obbligo di sentire la persona offesa entro tre giorni, sicuramente nasce da un intento positivo. Chi può essere contrario a una velocizzazione in materia di giustizia, quando ci sono reati che riguardano la violenza sulle donne? Quindi, io voglio credere che a tutti e tutte noi interessi fare un provvedimento che concretamente vada a vantaggio delle donne.

Ma poi, signora Presidente, noi in Commissione abbiamo fatto un lavoro accurato, abbiamo ascoltato numerose esperte, abbiamo ascoltato le procuratrici, le giudici, abbiamo ascoltato le avvocate, e penso che abbia un senso fare questo esercizio, se poi si prende in considerazione quello che emerge dalle audizioni in Commissione. Ce lo hanno detto la gran parte delle audite, ci hanno detto che questa misura, nella condizione attuale in cui si trovano i nostri uffici giudiziari, è del tutto irrealistica! Ce l'hanno detto in ogni modo. E le associazioni di donne hanno anche detto che una donna, in un lasso così breve di tempo, di tre giorni, la donna che ha subito violenza, magari essere ascoltata per ben due volte… ecco, potrebbe creare un ulteriore trauma per lei e, dunque, anche compromettere la sua attendibilità nel procedimento.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 16)

LAURA BOLDRINI (LEU). Ora, io mi rivolgo alle colleghe e ai colleghi che erano in Commissione: è vero o no che ci hanno detto così? Signora Ministra, signor Ministro, questo ci hanno detto le persone audite in Commissione: in teoria è una buona idea, in pratica, se non stanziate risorse, è una presa in giro. A invarianza di spesa non si fanno le cose che voi vi proponete di fare.

Allora io credo che sarebbe stato più credibile dare le risorse agli uffici giudiziari, metterli in condizione di lavorare, altrimenti scarichiamo sui pubblici ministeri una responsabilità, specialmente nelle sedi più piccole, che non potranno rispettare. Sappiamo già che è così, sappiamo già che a invarianza di spesa stiamo prendendo in giro sia le procure, ma soprattutto le stesse donne, che, invece, hanno bisogno di provvedimenti seri.

Perché voi non volete investire nella sicurezza delle donne? Lo dico a lei, Ministra Bongiorno, perché non crede che la sicurezza delle donne, la giustizia per le donne non meriti la spesa pubblica, un investimento di spesa pubblica? Perché non vuole dare agli uffici degli strumenti, dei mezzi, per potersi attenere a questa scadenza dei tre giorni, che tutti noi vorremmo ci fosse, ma che sappiamo bene non ci sarà se non fate un adeguato investimento?

Io poi vorrei anche dire che il testo del mio emendamento, come quasi tutti i miei emendamenti, deriva dal testo di legge, dalla proposta presentata dalla collega Ascari. Io voglio rendere merito alla collega Ascari di aver predisposto un testo molto completo, articolato. E lo dico ai signori del Governo: voi avete presentato un testo scarno, va bene? La collega Ascari aveva presentato un testo molto più completo, ha dovuto rinunciare al suo testo e allora alcune di noi, dalle opposizioni, hanno deciso di prelevare quel testo e farne emendamenti. E anche questo testo che io ho sottoposto come emendamento viene da quanto elaborato dalla collega Ascari. Ma c'è una differenza: la collega Ascari, con un senso di realismo forse maggiore del mio, parlava di “urgenza”, cioè il PM deve convocare con urgenza la parte lesa; io, per venire incontro alle richieste del Governo, ho detto “massima urgenza”; ciò nonostante, il parere della relatrice al mio testo, che nasce dal suo e che andava incontro alle richieste del Governo, è stato un parere contrario (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Miceli. Ne ha facoltà.

CARMELO MICELI (PD). Grazie, Presidente. Intanto chiedo, con il consenso degli onorevoli Boldrini e Conte, di poter sottoscrivere l'emendamento. Poi, se mi consente, vorrei pure intervenire. Intanto, mi stupisce che una fine giurista come l'avvocato Giulia Bongiorno assecondi questa logica della comunicazione perversa. Perché vede, io non riesco a capire, Ministro, se per lei è davvero così fondamentale che la persona offesa, vittima di violenza, debba essere sentita nel giro di soli tre giorni, per quale motivo lei fa una previsione normativa che inserisce un termine che è meramente ordinatorio e non perentorio? Per quale motivo lei non prevede nessuna conseguenza all'eventuale mancata osservanza del termine di tre giorni?

Nessuna avocazione, non ne consegue una sanzione nei confronti del pubblico ministero, non ne consegue un intervento del procuratore capo, non ne consegue nulla. È evidente che la previsione è solo ed esclusivamente finalizzata a ragioni di carattere comunicativo, che, peraltro, perdono ogni efficacia in relazione alla tipologia dei reati di cui stiamo parlando, perché lei, che peraltro si è occupato spesso del tema, dovrebbe sapere che ciò che è necessario in questi casi non è sentire con assoluta urgenza, ma è sentire bene la vittima di reati del genere.

Infatti, a differenza di quello che sostiene, non bastano tre giorni per capire se siamo dinanzi ad una cosiddetta isterica; serve molto più tempo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali) per capire se dietro quella “isterica” c'è una persona che ha dei disturbi, delle patologie, delle difficoltà che la portano ad accusare talvolta anche il compagno. E, quindi, sarebbe stato molto più doveroso prevedere un termine più elastico e, probabilmente, un intervento anche di uffici specializzati, di esperti del settore; cosa che, invece, per logiche della comunicazione, voi non volete prevedere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Liberi e Uguali ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. La Presidenza concederà a tale gruppo, essendone stata fatta richiesta, un tempo aggiuntivo pari a un terzo di quello originariamente previsto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, volevo rivolgermi al Ministro della giustizia, perché, signor Ministro, nello spirito con cui abbiamo lavorato quest'oggi, credo che una sua parola possa essere utile e anche, credo, chiarificatrice.

Qui il nodo è molto semplice: nel testo si fa riferimento a un obbligo da parte del pubblico ministero di assumere informazioni da parte della parte offesa entro tre giorni. L'emendamento a prima firma della collega Boldrini indica un termine più generico e, al tempo stesso, stringente di massima urgenza.

La mia domanda al Ministro è, alla luce delle difficoltà di organico che anche lei durante l'ultima relazione al Parlamento ha giustamente denunciato - abbiamo in molte procure difficoltà di organico - se tale formulazione non sia più coerente con lo stato attuale della giustizia e con le lacune nell'organico. Detto in altri termini, se lei è in grado di garantire che i tre giorni siano realisticamente e concretamente praticabili.

PRESIDENTE. Avverto che sono esauriti anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza per gli interventi a titolo personale. La Presidenza, pertanto, non potrà consentire lo svolgimento di ulteriori interventi a titolo personale.

Il deputato Ferri non interviene, ma sottoscrive l'emendamento.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.100 Boldrini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.6 Bordo, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.5 Bordo, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.10 Annibali.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (PD). Grazie, Presidente. Forse vale la pena intervenire velocemente anche su questo emendamento, che è un ulteriore tentativo di provare a dare un contributo e migliorare il testo dell'articolo 2, e lo fa raccogliendo anche un suggerimento che è venuto da un audito, il dottor Roia, perché nel testo del Governo leggiamo che il termine dei tre giorni decorre dall'iscrizione della notizia di reato.

Il giudice Roia ci ha consigliato, come riformulazione, quella di stabilire “dalla comunicazione del reato”; quindi, potrebbe essere una soluzione per accelerare ancora di più, perché comunque i tempi della comunicazione e poi dell'effettiva iscrizione della notizia di reato presso le procure possono essere notevoli, in qualche modo.

E, allora, è un emendamento che non va a toccare in alcun modo i tre giorni, non va a toccare in alcun modo il testo del Governo e l'articolo che, di fatto, abbiamo capito tutti che è intoccabile, però vuole dare un piccolo contributo. Questo piccolo contributo è stato bocciato, a dimostrazione che, in realtà, questo testo è veramente blindato e non accoglie neanche una minima riformulazione, che comprende due o tre parole al massimo.

PRESIDENTE. Salutiamo studenti e insegnanti dell'Istituto tecnico commerciale “Piovene” di Vicenza, che sono qui a farci visita e ad assistere ai nostri lavori (Applausi). Li ringraziamo per questo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bendinelli. Ne ha facoltà.

DAVIDE BENDINELLI (FI). Grazie, Presidente. Solo per esprimere, a nome del gruppo di Forza Italia, il voto contrario al presente emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, solo per rappresentare alla collega….

PRESIDENTE. No, non ci sono più interventi a titolo personale.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Un minuto!

PRESIDENTE. Mi dispiace, abbiamo letto l'avviso poco fa che sono scaduti tutti i tempi possibili anche per gli interventi a titolo personale.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.10 Annibali, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.4 Bordo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Bordo. Ne ha facoltà.

MICHELE BORDO (PD). Presidente, questo è l'ultimo emendamento presentato dal PD all'articolo 2 di questo disegno di legge, ed è uno degli emendamenti che abbiamo presentato per provare a limitare i danni di questa norma, che, come abbiamo detto, sarà difficilmente applicabile, anzi inapplicabile. Approfitto della presenza del Ministro Bonafede per chiedergli un supplemento di attenzione e di riflessione proprio su questo emendamento, perché questo è un emendamento che non elimina l'obbligo per il PM di sentire entro tre giorni dall'iscrizione della notizia di reato la persona offesa, ma dice: fermo restando l'obbligo, se il PM dovesse ritenere diversamente, può anche decidere di non sentire la persona offesa. Dico io: al PM che indaga, non vogliamo lasciare neanche questa libertà, neanche la possibilità di valutare se la denuncia presentata tre giorni prima è così grave da meritare che la persona offesa venga ascoltata di nuovo dopo tre giorni? Può ritenere che ciò che è scritto nella denuncia presentata alla polizia giudiziaria - che agisce su delega del pubblico ministero -, quella denuncia è di per sé già sufficiente perché il PM possa scegliere di non ascoltare di nuovo la persona offesa. Almeno su questo, che non cancella di fatto l'impalcatura che avete costruito, dell'obbligo dei tre giorni, credo che ci siano le condizioni perché, da parte vostra, ci possa essere un'apertura e un supplemento di riflessione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.4 Bordo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.101 Turri, su cui vi è parere favorevole, con riformulazione.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Presidente, chiedo gentilmente di accantonare l'emendamento 2.101 Turri.

PRESIDENTE. Conseguentemente all'accantonamento dell'emendamento 2.101 Turri, è accantonato l'intero articolo 2, che avremmo votato subito dopo.

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1455-A)

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Presidente, sull'emendamento 3.10 (Versione corretta) Vitiello, parere contrario; sull'emendamento 3.2 Annibali, parere contrario; sull'emendamento 3.1 (Nuova formulazione) Versace, parere contrario; sull'emendamento 3.100 (Nuova formulazione) Bartolozzi, parere contrario; sull'emendamento 3.5 Bartolozzi, parere contrario.

PRESIDENTE. Anche il parere sugli articoli aggiuntivi, per cortesia.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Sull'articolo aggiuntivo 3.0102 (Nuova formulazione) Annibali, parere favorevole; sull'articolo aggiuntivo 3.021 Annibali chiedo un accantonamento; sull'articolo aggiuntivo 3.022 Annibali, parere contrario; sull'articolo aggiuntivo 3.0100 Bartolozzi, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme a quello espresso dalla relatrice, Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.10 (Versione corretta) Vitiello. Se nessuno chiede di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.10 (Versione corretta) Vitiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Annibali, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Versace (Nuova formulazione), con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 Bartolozzi (Nuova formulazione), con parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.5 Bartolozzi, con parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 3.0101 Salafia e 3.0102 (Nuova formulazione) Annibali, con parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

Ricordo che il successivo articolo aggiuntivo 3.021 Annibali è accantonato.

Quindi, passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 3.022 Annibali.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. L'articolo aggiuntivo in esame è un tentativo di ovviare a una delle criticità che rileviamo nel testo di legge che consiste nel fatto che, come purtroppo troppo spesso capita al legislatore, ci si è fatti prendere la mano sull'innalzamento delle pene edittali; cioè, si sono aumentate le pene minime e le pene massime dei reati previsti dal disegno di legge, perché sappiamo che l'aumento delle pene è il mezzo, è il modo più semplice ed efficace di comunicare all'esterno da parte dell'Aula. Si dice, cioè, all'opinione pubblica: noi aumentiamo le pene e così facciamo vedere quanto siamo severi contro i malvagi che fanno le cattive azioni.

Tuttavia, si comunica anche il messaggio che questo è il modo sostanzialmente di risolvere i problemi: si alzano le pene e così i problemi si risolvono. Ma sappiamo benissimo e dovremmo ormai averlo, per così dire, interiorizzato, perché ormai la cosa è di dominio pubblico e comune, che alzare le pene non serve praticamente a nulla; dal punto di vista della efficacia dissuasiva, ormai la letteratura scientifica ci dice che non serve assolutamente a nulla perché per una persona che deve commettere un reato, anche un reato di violenza sessuale, non cambia nulla che il reato sia punito con dieci o con dodici anni nel massimo della pena edittale. Dunque, si manda un messaggio sbagliato e si continua a intervenire sul sistema delle pene in maniera da rendere il sistema totalmente disarmonico.

Ci è stato spiegato anche in audizione, ma l'abbiamo letto anche sugli organi di stampa che, in realtà, l'innalzamento delle pene è funzionale a fare in modo che si applichino tempi più lunghi nelle misure cautelari, perché sappiamo che le misure cautelari dipendono dai massimi e dai minimi di pena edittale, quindi si aumentano le pene in modo che le misure cautelari, come la custodia cautelare in carcere, possano essere applicate in maniera più estesa. Noi, allora, abbiamo pensato che, se questo è l'obiettivo, tanto vale intervenire esattamente lì, sulle misure cautelari, cioè sui tempi di fase. Questo articolo aggiuntivo cerca esattamente di intervenire in quella direzione: per quei reati si raddoppiano i tempi di fase per le misure cautelari. In questo modo, si raggiungerebbe l'obiettivo senza continuare a scardinare il nostro sistema penale con continui, inutili e inefficaci aumenti di pena che non servono a nulla se non a lavarsi la coscienza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.022 Annibali, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 3.0100 Bartolozzi con parere contrario della Commissione e del Governo.

Indìco la votazione… no, chiedo scusa. Revoco l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Le chiedo scusa io. Ritengo che l'articolo aggiuntivo in esame sia importantissimo perché il codice rosso è una cosa importante e l'accelerazione dei termini di fase delle indagini è importantissima e non è vero quanto ho sentito dire che compulsiamo la vittima, compulsiamo la persona offesa perché dimenticate che, nell'articolo 2, c'è un inciso che dice “salvo che sussistano imprescindibili esigenze di tutela della riservatezza delle indagini, anche nell'interesse della persona offesa”. Quindi, se la persona offesa non se la sente di dichiarare qualcosa nei tre giorni, il pubblico ministero avrà un motivo per rimandare l'esame. Il profilo qual è, però (e, da qui, l'invito al Governo e alla relatrice ad un ripensamento del parere negativo)? Se non prevediamo una sanzione al termine dei tre giorni, il termine acceleratorio che stabiliamo di fatto non serve a nulla, cioè ci potrà essere il giudice che lo fa e il giudice che non lo fa, salvo poi andare a poter configurare un reato di omissione nel caso in cui la violazione si ripeta.

Proprio per evitare questo, suggerisco di porre come sanzione alla mancata attivazione dei poteri del PM l'avocazione e consentire al procuratore generale di sostituirsi nei casi in cui il PM non fa il suo dovere.

Io prego veramente la relatrice di rivedere il parere che ha dato e il Governo di potersi esprimere in maniera favorevole.

PRESIDENTE. Avverto che il gruppo del Partito Democratico ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. La Presidenza consentirà a un solo deputato di tale gruppo, su ciascun emendamento, lo svolgimento di un intervento della durata di trenta secondi, al fine di esprimere la posizione del gruppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (PD). Presidente, posso capire il motivo che porta a proporre questo emendamento, perché si è detto che il termine di tre giorni, su cui, lo ripeto, noi siamo fortemente critici, è privo di sanzione, quindi si potrebbe dire che è un termine, in realtà, ordinatorio e non perentorio, ma io penso che, comunque, mettere sulla carta, sulla lettera, un termine così stringente di tre giorni, possa, di fatto, nella realtà, tradursi in una sanzione disciplinare a carico dei pubblici ministeri che, già, oberiamo, già ostruiamo i loro uffici, in più li vogliamo anche avocare, ciò mi sembra abbastanza abnorme. Quindi, siamo contrari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, grazie. Nei fatti, al di là del tecnicismo che trasuda da questo emendamento, il dato sostanziale è assolutamente rilevante e, a mio avviso, va preso in esame, perché “codice rosso” rischia di essere una meravigliosa dichiarazione di intenti, ma in assenza di appositi fondi destinati, in assenza della previsione di termini perentori e non ordinatori che, lo dico a beneficio di qualcuno che magari ci ascolta dall'esterno, è ciò che fa la differenza rispetto a un obbligo da parte del magistrato a pena di decadenza rispetto all'azione che deve andare a compiere. Quindi, affinché il “codice rosso” non sia un semplice provvedimento bandiera o un provvedimento propaganda, ma realmente possa incidere nella tutela che lo Stato vuole approntare rispetto alle vittime di questi reati, a mio avviso questo emendamento merita un approfondimento in più. Ora, siccome comunque il Comitato dei nove dovrà affrontare una serie di emendamenti che sono accantonati, io chiedo l'accantonamento anche di questo emendamento, che sottoscrivo (Applausi della deputata Bartolozzi).

PRESIDENTE. Il parere su questa proposta della relatrice? Sulla proposta di accantonamento dell'articolo aggiuntivo 3.0100 Bartolozzi; proposta di accantonamento formulata poco fa dalla deputata Varchi.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Presidente, parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.0100 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

PRESIDENTE. Salutiamo studenti e insegnanti dell'Istituto di istruzione superiore Michele De Nora, di Altamura, in provincia di Bari, che sono qui con noi, in tribuna ad assistere ai nostri lavori. Li ringraziamo per questo (Applausi).

Dovremmo ora passare all'articolo 4 e alle proposte emendative ad esso riferite, ivi compresi gli articoli aggiuntivi. Poiché, tuttavia, il Comitato dei nove non ha espresso ancora il parere, l'articolo e gli emendamenti ad esso riferiti devono momentaneamente considerarsi accantonati.

(Ripresa esame dell'articolo 2 – A. C. 1455-A)

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Grazie, Presidente. In merito all'emendamento 2.101 Turri, che era stato accantonato, si dà parere favorevole con una nuova riformulazione. Al comma 1, capoverso, dopo le parole: “esigenze di tutela”, aggiungere le seguenti: “di minori di anni 18 o”.

PRESIDENTE. Il parere del Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Favorevole, Presidente.

PRESIDENTE. Conforme. Onorevole Turri, accetta la riformulazione?

ROBERTO TURRI (LEGA). Sì, Presidente. Accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bazoli. Ne ha facoltà, per trenta secondi.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, noi onestamente preferivamo la formulazione di prima, che era molto più chiara. Questa formulazione, secondo noi, non risolve i problemi che, invece, quella di prima puntava a risolvere, cioè escludere i minori di anni 18 dalla necessità di essere sentiti entro tre giorni, perché i minori hanno bisogno, per essere sentiti, di particolare cautela; invece, questa riformulazione, secondo noi, non risolve il problema, per cui noi, da parere favorevole, a questo punto, ci asterremo sull'emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.101 (Ulteriore nuova formulazione) Turri, così come riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

FRANCESCA BUSINAROLO, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCA BUSINAROLO, Presidente della II Commissione. Grazie, Presidente. Chiedo la sospensione della seduta per mezz'ora, per poter permettere la riunione del Comitato dei nove per dare i pareri sulle proposte emendative accantonate (nella Sala del Governo).

PRESIDENTE. Sta bene. Non essendovi obiezioni, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 17,10.

La seduta, sospesa alle 16,40, è ripresa alle 17,10.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Chiedo alla relatrice Ascari notizie del lavoro espletato dal Comitato dei nove in questa mezz'ora. Prego, relatrice, a lei la parola.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Grazie, Presidente. Al termine della riunione del Comitato dei nove chiedo di ripartire dall'articolo premissivo 01.04 Morani, che era stato accantonato e su cui esprimo parere favorevole a condizione che sia riformulato…

PRESIDENTE. Favorevole con riformulazione…

STEFANIA ASCARI, Relatrice. …come l'emendamento 6.101 Palmisano.

PRESIDENTE. Sta bene.

Andiamo, ora, all'articolo aggiuntivo 3.021 Annibali.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Rimane accantonato, Presidente.

PRESIDENTE. Rimane accantonato. Quindi, non possiamo procedere sull'articolo 3.

Avverto che, fuori della seduta, l'articolo aggiuntivo 4.0104 Turri è stato ritirato dal presentatore.

Rispetto alla riformulazione dell'articolo premissivo 01.04 Morani attendiamo il parere del Governo.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme, Presidente, a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Chiedo alla deputata Morani se accetta la riformulazione del suo articolo premissivo 01.04. La cercavamo nella sua postazione, collega.

ALESSIA MORANI (PD). Ha ragione, Presidente. Sono indisciplinata e sono al tavolo del Comitato dei nove, seppur non facendo parte del Comitato.

Accolgo la riformulazione che è stata proposta seppure con un rammarico, poiché l'articolo premissivo che avevamo scritto noi era una proposta emendativa che, secondo la mia modestissima opinione, era più descrittiva anche per l'applicazione delle circostanze attenuanti e aggravanti a uso della magistratura. Accogliamo la riformulazione, però con questo cruccio, poiché l'emendamento che avevamo scritto noi entrava più nel dettaglio ed era fatto un po' meglio.

PRESIDENTE. Sta bene.

Essendo stata accettata la proposta di riformulazione, l'articolo premissivo 01.04 Morani verrà posto in votazione congiuntamente all'emendamento 6.101 Palmisano, rispetto al quale risulta identico, e rinumerato come 6.104.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. C'è un errore?

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Chiedo scusa, Presidente: riformulato come il 6.101.

PRESIDENTE. Lo avevamo detto bene: come il 6.101 Palmisano, che viene rinumerato e diventa, congiuntamente a quello accantonato e rielaborato da voi, il 6.104. D'accordo?

PIETRO CARLO PADOAN (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIETRO CARLO PADOAN (PD). Presidente, apprendiamo, da fonti di stampa, che il Vicepresidente del Consiglio Di Maio, nel commentare la presentazione del Rapporto OCSE sull'Italia ieri, avesse detto, tra l'altro, che rinviava al mittente qualsiasi raccomandazione di austerità, e soprattutto che chiedeva all'OCSE di non intromettersi nei fatti della politica economica italiana. Osservo che nel Rapporto OCSE, nelle sue raccomandazioni, non c'è alcuna menzione di misure definibili come austerità. Ma non è questo il punto: il punto è che forse il Vicepresidente Di Maio si dimentica che l'OCSE non è un qualunque osservatore esterno, è un'istituzione internazionale, che come, per esempio, il Fondo monetario, la Banca mondiale, include fra i suoi membri il nostro Paese. Quindi, cosa vuol dire non intromettersi? Secondo me, può voler dire due cose. Primo, che l'obiettivo dell'affermazione del Vicepresidente del Consiglio Di Maio è quello di continuare nell'allontanamento dell'Italia dal contesto internazionale e isolarsi sempre di più, cosa che è diventata insopportabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Secondo, che di fronte a raccomandazioni rigorose, forse non del tutto condivisibili, ma sicuramente formulate in modo da sostenere la crescita italiana, il Vicepresidente del Consiglio non abbia nulla da opporre.

Quindi, che cosa vuol dire non intromettersi? Forse c'è il suggerimento che l'Italia dovrebbe abbandonare questa istituzione internazionale, magari al parimenti di altre. Ciò è molto preoccupante! Per cui, nell'ambito dell'ordine dei lavori, chiedo a nome del Partito Democratico che il Vicepresidente Di Maio venga in Aula a spiegare cosa intendesse (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il Governo è presente, e quindi immagino che queste sue richieste saranno riportate al Vicepresidente Di Maio, così come è informato di questa sua richiesta indirettamente il Presidente della Camera Roberto Fico.

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1455-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Emendamento 4.2 Annibali, parere contrario. Emendamento 4.3 Boldrini, parere contrario. Articolo aggiuntivo 4.0102 Novelli, parere contrario.

L'articolo aggiuntivo 4.0104 Turri è stato ritirato.

PRESIDENTE. È ritirato. Prima della seduta l'articolo aggiuntivo 4.0104 Turri è stato ritirato.

Passiamo quindi al subemendamento…

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Subemendamento 0.4.0103.1 D'Ettore, parere favorevole. Ed è favorevole anche sull'articolo aggiuntivo Bartolozzi 4.0103.

Articolo aggiuntivo 4.0105 Bartolozzi, parere contrario. Articolo aggiuntivo 4.0106 Santelli, parere contrario. Articolo aggiuntivo 4.0100 Carfagna, accantonato. Articolo aggiuntivo 4.0107 Carfagna, accantonato.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. 30 secondi.

ENRICO BORGHI (PD). Molto rapidamente, mi chiedo il motivo per il quale è il Comitato dei nove è venuto in Aula e abbiamo ancora degli accantonamenti da parte della relatrice. Significa questo che avremo un'altra interruzione dei nostri lavori in corso d'opera?

PRESIDENTE. Potrebbe accadere. Non riesco a smentirla; potrebbe anche capitare che magari il parere verrà espresso nelle more della discussione e delle votazioni.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.2 Annibali.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, con riferimento agli emendamenti dell'articolo 4, rilevo che l'emendamento depositato dagli esponenti del gruppo parlamentare della Lega, avente ad oggetto la castrazione chimica, è stato ritirato. Credo allora che valga la pena ricordare che la sottoscritta ha interrogato in sede di question time, il 31 ottobre scorso, proprio il Ministro della giustizia, poiché vi era stato un acceso dibattito su questo tema; in quella sede il Ministro Bonafede aveva sostanzialmente smentito il Ministro Salvini ed altri esponenti della Lega, che invece avevano suggerito l'ipotesi dell'introduzione di questo meccanismo.

Noi abbiamo visto l'emendamento presentato dai colleghi della Lega e alcuni di noi hanno chiesto anche di sottoscriverlo, perché riteniamo che questo strumento della castrazione chimica…Peraltro mi richiamo a quanto dichiarato dal Ministro Bonafede proprio in risposta alla mia interrogazione, per cui questo è uno strumento assolutamente temporaneo, è un trattamento assolutamente reversibile, laddove, come accade già in altri Paesi europei, è già adottato. È quindi di tutta evidenza che Fratelli d'Italia avrebbe sostenuto con favore questo emendamento. Tuttavia, spiace rilevare a noi esponenti di centrodestra che, ancora una volta, la Lega debba “abbozzare” rispetto alle prese di posizione del MoVimento 5 Stelle, arrivando addirittura, dopo diversi giorni di lavori su questo provvedimento, dopo un dibattito assolutamente animato, a ritirare un proprio emendamento che Fratelli d'Italia avrebbe certamente sostenuto, ragion per cui presenteremo un ordine del giorno proprio sul tema, sperando che raccolga il consenso anche dei presentatori dell'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La ringrazio per l'abilità nel parlare con un brusio di fondo, che prego i colleghi di far cessare.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Per un richiamo al Regolamento. Ho ascoltato con molto interesse l'intervento della collega di Fratelli d'Italia, che ha svolto una dichiarazione di voto su un emendamento che è stato ritirato. Volevo sapere se nella capacità innovativa che ispira la Presidenza c'è l'introduzione delle dichiarazioni di voto sugli emendamenti che sono stati ritirati: basta saperlo, così ci adeguiamo per il futuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Io ho invitato la deputata Varchi a parlare sull'emendamento 4.2 Annibali; la deputata Varchi ha evidentemente pensato di svolgere il suo intervento ad ampio spettro (Applausi).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Annibali, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

A questo punto dovremmo passare alla votazione dell'articolo 4.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Brevemente, Presidente, per annunciare la nostra astensione su questo articolo, per la ragione che noi condividiamo gli obiettivi di questo articolo, che sono finalizzati a formare gli organi di polizia, gli operatori di polizia, cosa assolutamente fondamentale. Il problema è che non si possono formare gli operatori di polizia senza risorse aggiuntive e questo è uno dei grandi difetti di questo provvedimento di legge, che non prevede risorse aggiuntive per dare adeguato spazio ai provvedimenti che sono previsti. Quindi noi ci asterremo per segnalare questa carenza strutturale di questo provvedimento di legge.

PRESIDENTE. La ringrazio. Dobbiamo però recuperare l'emendamento 4.3 Boldrini. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Signor Presidente, da lei non me l'aspettavo che mi saltasse di buon grado! Comunque, ci tenevo ad illustrare questo emendamento, perché qui parliamo della formazione degli operatori di polizia. Quindi, l'intento di questo emendamento va in questa direzione, così come tutto l'articolo 4 va in questa direzione. Però, io trovo che nell'articolo 4, signor Presidente, ci siano due problemi. Il primo problema è che non c'è un impegno di spesa: andare a fare la formazione significa anche investire delle risorse, perché altrimenti, a costo zero, quale formazione possiamo dare agli operatori di polizia? Adesso qualcuno mi deve spiegare com'è possibile che in questo provvedimento, che vuole dare una risposta alla violenza sulle donne, non vi sia una voce di spesa, un capitolo di spesa, neanche un centesimo che venga investito nella formazione degli operatori di polizia. Il secondo problema che io vedo in questo articolo 4, che invece io introduco con l'emendamento, è quello di introdurre, signor Presidente, e di coinvolgere i centri antiviolenza e le associazioni nella formazione degli operatori di polizia. Peraltro questo già accade, quindi non si vede perché questo mio emendamento, in cui si mette nero su bianco e si istituzionalizza una buona pratica, non debba essere approvato e ci sia un parere contrario. Quindi io pregherei il sottosegretario Ferraresi, che oggi, in altri momenti, ha dimostrato disponibilità, a riconsiderare questo parere, cioè il parere che comunque il Governo ha dato insieme alla relatrice, perché effettivamente l'emendamento dice solo di coinvolgere le associazioni e i gruppi antiviolenza in questo tipo di formazione. Peraltro, è una cosa che sarebbe molto gradita e che andrebbe a dare qualità alla formazione stessa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.3 Boldrini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Colgo l'occasione per salutare a nome dell'Assemblea insegnanti e studenti dell'Istituto di istruzione superiore “Giovanni Bertacchi”, di Lecco, che sono qui in tribuna ad assistere ai nostri lavori e un gruppo di studenti dell'Università degli Studi di Messina, sempre presenti ad assistere a questa seduta. Li ringraziamo entrambi per questo (Applausi).

Passiamo, quindi, all'articolo 4. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Prometto un intervento a spettro enormemente ridotto, Presidente.

PRESIDENTE. Consumi il tempo che vuole, fino a cinque minuti.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Questo articolo pone l'accento su un tema assolutamente fondamentale, a nostro avviso, in materia di contrasto alla violenza di genere. Perché? Perché molto spesso, come anche le cronache rassegnano, si consumano delle tragedie perché la vittima denunciante, probabilmente, viene accolta all'interno dei presidi delle forze dell'ordine da personale che - a causa della enorme mole di emergenze che si trova costretto a gestire data la perenne carenza di organico delle nostre forze dell'ordine e forze di polizia - talvolta si trova a non essere nelle condizioni di porre l'accento sul fatto denunciato. Questo cosa comporta? Questo comporta un ritardo, magari, nella trasmissione della comunicazione di notizia di reato, comporta un ritardo nel chiedere agli uffici della procura interventi tempestivi, comporta quindi, in estrema sintesi, la mancanza di tutela per la denunciante, che, talvolta, pur essendosi già recata presso posti di Polizia o Carabinieri o altri presidi dello Stato sul territorio, si ritrova comunque a non avere una immediata attenzione.

Noi crediamo che lo spirito di questo provvedimento, ossia quello di formare anche obbligatoriamente parte delle forze dell'ordine per questo tipo di reati a scopo special preventivo, sia assolutamente giusto. Il problema, però, è un altro: se si prevede una norma del genere, ma non si prevedono i fondi per la realizzazione con la clausola di invarianza finanziaria, ancora una volta si decide di non decidere. Quindi, questo Governo, queste forze di maggioranza ci dicono: si dovrebbe fare così, noi lo scriviamo, lo mettiamo in una norma che, essendo atto governativo, ha una fortissima caratterizzazione in termini di indirizzo politico, secondo noi si deve fare così, però i fondi li destiniamo ad altre iniziative, li destiniamo al reddito di cittadinanza, li destiniamo ad altro. E allora così non può funzionare.

Il nostro voto sarà, comunque, favorevole, ma, perché resti agli atti di questa Camera, la maggioranza ancora una volta ha perso l'opportunità per realizzare quello che, invece, resterà semplice lettera, con una aggravante: qui si prevedono dei corsi obbligatori; e l'obbligatorietà dovrebbe essere qualcosa che dà luogo a sanzioni, dà luogo a decadenze. Allora io vorrei capire anche dalla maggioranza come pensano, senza fondi, poi, di chiedere alle nostre forze dell'ordine, che già soffrono la carenza di fondi, le carenze strutturali, le carenze di organico, di dover affrontare pure questi oneri imposti da questa legge, che forse è scritta da persone che non sanno in che condizioni operano i nostri uomini e le nostre donne in divisa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.0102 Novelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 4.0103 Bartolozzi e al relativo subemendamento 0.4.0103.1 D'Ettore. Ricordo che la Commissione bilancio ha subordinato la revoca del parere contrario su tale articolo aggiuntivo all'approvazione del subemendamento ad esso riferito. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, vorrei richiamare l'attenzione dell'Aula…

PRESIDENTE. Sul subemendamento?

ALFREDO BAZOLI (PD). Sull'articolo aggiuntivo e sul subemendamento, quindi diciamo quello che risulta dall'applicazione del subemendamento, perché qui è previsto che la sospensione condizionale della pena per alcuni reati sia subordinata alla partecipazione a specifici corsi e percorsi di recupero presso enti e associazioni che si occupano di prevenzione, assistenza psicologica, eccetera. Un principio corretto, sennonché, siccome non ci sono oneri per la finanza pubblica in questo provvedimento, cioè è un provvedimento a costo zero per la finanza pubblica, il subemendamento prevede che gli oneri per la partecipazione ai corsi di recupero siano a carico del condannato. Cosa vuol dire questo? Che si fa una distinzione per censo: se uno ha i soldi per pagarsi i corsi di recupero, accede alla sospensione condizionale della pena; se uno non ha i soldi per pagarsi i corsi di recupero, non può accedere alla sospensione condizionale della pena. È un principio inaccettabile questo, perché si introduce una distinzione per censo per l'applicazione dei benefici di legge. Quindi, così come riformulato, per noi è inaccettabile questo articolo aggiuntivo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, giusto per fugare i dubbi del collega, è, o, comunque, a carico del condannato, perché, noi non capivamo il parere contrario della Commissione bilancio, il principio è che i corsi che fai con esito, noi avevamo scritto, positivo, ma comunque che i corsi che fai di recupero sono a carico degli enti che hanno le convenzioni, quindi sicuramente non sono a carico dello Stato. Laddove non ci siano convenzioni, sono a carico del condannato, quindi è comunque a carico al condannato. Quindi, nessun tipo di sperequazione tra fattispecie diverse, è unica, e mi sembra un ulteriore rafforzamento. Sì, è così, è, o, comunque.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.4.0103.1 D'Ettore, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.0103 Bartolozzi, nel testo risultante dall'approvazione del subemendamento 0.4.0103.1 D'Ettore, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.0105 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 4.0106 Santelli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Presidente, vorrei chiedere un attimo di attenzione ai colleghi (scusate per la voce che non c'è). Questo articolo aggiuntivo, in realtà, è particolarmente delicato e pone un tema di cui ci siamo già occupati negli anni precedenti. Uno dei momenti fondamentali per ottenere la denuncia della donna che è stata maltrattata è il momento in cui si presenta al pronto soccorso. Spesso, però, in quella sede arriva accompagnata anche dai suoi carnefici: l'articolo aggiuntivo che cosa fa? Fa sì che venga istituita una sede separata all'interno del DEA, in maniera tale che la donna possa essere avvicinata da operatori, associazioni e Polizia giudiziaria ed essere libera di sporgere la denuncia.

L'articolo aggiuntivo parte da una sperimentazione iniziata a Grosseto, fatta propria, poi, dalle prefetture e, infine, diventata momento principale delle linee guida per le aziende sanitarie ospedaliere e le ASL. Ora, il tema qual è? Mi viene detto dalla relatrice e dai relatori che, al di là del merito, potrebbe esserci un problema finanziario. Il problema finanziario non esiste, perché è già nelle linee guida: è già previsto. Questa materia è già di competenza regionale ed è già passata - come potranno confermare poi, mi auguro, anche altre colleghe che hanno partecipato direttamente ai lavori delle linee guida - in Conferenza Stato-Regioni.

Sarebbe veramente un bel segnale che lo inserissimo in questa legge, perché daremmo disposizione e rango legislativo ad un'esperienza che è partita dal basso ed è diventata un'esperienza simbolo per la lotta a tutti i reati contro le donne. Grazie, Presidente: mi auguro che la relatrice ci ripensi o che, almeno, accantoni l'articolo aggiuntivo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (PD). Presidente, questo è appunto il tema delle linee guida nazionali, che sono state oggetto di un lavoro nella scorsa legislatura, un lavoro molto faticoso. Io capisco l'intento, però mi lascia molto perplessa questa specifica rispetto ai reati procedibili d'ufficio. Siccome è stato un testo molto difficile da costruire, ho timore ad andare a ritoccare qualche cosa, ma il punto che vorrei sollevare - un po' l'ha sollevato la collega - è che la Commissione bilancio ha bocciato questo emendamento perché dice che chiede risorse ulteriori. Allora, le linee guida, che nascono da una legge di stabilità del 2015 per il 2016, stabiliscono l'invarianza finanziaria, quindi non ci sono risorse aggiuntive. Per cui, se deve essere bocciato, almeno che sia bocciato con una ragione che sia plausibile.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.0106 Santelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Ricordo che gli articoli aggiuntivi Carfagna 4.0100 e 4.0107 sono accantonati.

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1455-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Presidente, sull'emendamento 5.104 Bartolozzi, parere contrario; sull'emendamento 5.3 Boldrini, parere contrario; sull'emendamento 5.102 Perantoni, parere favorevole; sull'emendamento 5.101 Bartolozzi, parere favorevole se riformulato come l'emendamento 5.102 Perantoni; sull'emendamento 5.16 Boldrini, parere contrario; sull'emendamento 5.105 Annibali, parere contrario; sull'emendamento 5.200 della Commissione, parere favorevole; sull'articolo aggiuntivo 5.0101 Bartolozzi, parere contrario; sull'articolo aggiuntivo 5.0103 Sandra Savino, parere contrario.

PRESIDENTE. Il parere del Governo, sottosegretario Ferraresi?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Sta bene. Salutiamo studenti e insegnanti e dell'Istituto comprensivo San Marco Argentano, di Cosenza, che sono in tribuna a seguire i nostri lavori (Applausi).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.104 Bartolozzi. Se nessuno chiede di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.104 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.3 Boldrini, su cui vi è il parere contrario del Governo e della Commissione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Presidente, intervengo solo per illustrare brevemente questo emendamento, che contiene due parti distinte, una riguarda la qualificazione dei minori che assistono ai maltrattamenti come persona offesa dal reato e non solo come persona danneggiata. La distinzione evidentemente non è solo semantica, ma ha un valore processuale, perché mette i minori che assistono al maltrattamento in famiglia in condizione di svolgere tutte le attività processuali piene della vittima, essendo esse stesse vittima di queste condotte che si consumano nell'alveo familiare. La seconda porzione dell'emendamento, invece, introduce - ce ne sono altri dello stesso tipo - una novità di carattere processuale, e cerca di equiparare ai casi di flagranza, disciplinati dal nostro codice di procedura con l'espressione “subito dopo” per i fatti che si verificano nell'immediatezza, o subito dopo, quindi di flagranza e di quasi flagranza, fatti che si verificano non subito dopo ma in una prosecuzione progressiva nell'ambito delle quarantotto ore. Cioè, si tratta di introdurre l'ipotesi di arresto differito, che esiste, ad esempio, nella normativa sulla violenza sugli stadi, che supera la censura di violazione del principio di uguaglianza, perché è ragionevole perseguire l'obiettivo di politica criminale di impedire che fattispecie, che sono molto spesso caratterizzate da una progressione criminosa, cioè da un aggravamento dei fatti nel tempo, rimangano impunite in un tempo in cui il pubblico ministero, se non su iniziativa della Polizia giudiziaria, non è in grado di intervenire. Allora, consentire, su una rilevazione oggettiva, quindi fuori da casi di denunce strumentali di coloro che assistono a maltrattamenti in famiglia, al pubblico ministero di disporre l'arresto anche nelle quarantotto ore successive l'immediatezza del fatto, pur non essendo tecnicamente un caso di flagranza o quasi flagranza, cioè essendo un caso di fuori dalla flagranza, significa garantire una protezione a quelle ipotesi di progressione che altrimenti non verrebbero garantite e mettere in condizione la giustizia di adoperare misure cautelari anche per situazioni che lo meritano pur essendo fuori dalla previsione codicistica (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.3 Boldrini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.102 Perantoni. C'è una richiesta di riformulazione dell'emendamento 5.101 Bartolozzi affinché divenga conforme - con l'autorizzazione ovviamente della firmataria, Bartolozzi - all'emendamento 5.102 Perantoni. Prendo atto che è accettata la riformulazione. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.102 Perantoni e 5.101 Bartolozzi, come riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.16 Boldrini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.105 Annibali. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (PD). Presidente, con l'emendamento in esame chiediamo di estendere il codice antimafia anche ai reati di violenza sessuale anche nelle ipotesi aggravate e non soltanto ai maltrattamenti, perché il codice antimafia ha inserito e previsto l'articolo 612-bis e sostanzialmente il perno è la pericolosità sociale di questi soggetti. Quindi riteniamo che inserire anche i reati di violenza sessuale sia un modo per completare la gamma di reati appunto di violenza di genere. Mi sembrava quindi un emendamento di buonsenso.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.105 Annibali, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.200 della Commissione, con parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.0101 Bartolozzi, con parere contrario della Commissione e del Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Rossello. Ne ha facoltà.

CRISTINA ROSSELLO (FI). Presidente, con riferimento alla sistematica giuridica la collega Bartolozzi ha sottoposto una possibilità di emendamento nell'ambito dei delitti contro l'uguaglianza. Esplicitare la discriminazione fondata sul genere in rubrica, all'articolo 604-bis, consente una chiara riconoscibilità del bene da tutelare: è una richiesta non meramente tecnico-formale, ma di pregnante sostanzialità. La proposta mira a individuare tra le vittime del delitto contro l'eguaglianza, il soggetto colpito dalla discriminazione di genere e a fornire all'autorità giudiziaria la condizione tecnica per intervenire con facilità e immediatezza. Il concetto del genere come bene giuridico tutelato è esplicitato in via mediata proprio per colpire tutte le condotte di superiorità e di odio, di istigazione a commettere o di commissione di atti di discriminazione, oltre che di propaganda e di odio contro il genere. Si mira quindi a colpire anche l'istigazione a commettere o la commissione di atti di violenza o di provocazione con particolare riguardo al 604-ter del codice penale, che mira a inserire il genere come categoria giuridica dell'aggravante. Ora ci sembra che sia particolarmente di attualità e sentiamo anche la presenza del Ministro come un orecchio amico nell'evidenziare tutti quei casi della Lega del Lol che sono successi in Francia: una fattispecie del genere in Italia avrebbe trovato un'immediata tutela anche per l'autorità giudiziaria a riconoscere una fattispecie del genere e allora con la collega ci siamo proposte di sottolineare alla sensibilità del Governo la tematica. In particolare, ci riferiamo anche ai casi degli attacchi in branco che una stessa nostra collega ha subito proprio per effetto di un atto di istigazione e, quindi, peroriamo questa causa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Signor Presidente, anch'io vorrei sottoscrivere, con il permesso della collega Bartolozzi, l'articolo aggiuntivo 5.0101 Bartolozzi. Lo trovo assolutamente pertinente: c'è un vuoto nel nostro ordinamento. Non è prevista infatti l'istigazione all'odio di genere che tutte noi in quest'Aula sappiamo che invece esiste nella realtà e dunque approvare la proposta emendativa della collega significa mettere in campo un antidoto giuridico contro la misoginia che purtroppo è molto presente nella nostra società. Quindi, invito i colleghi e le colleghe a sostenerlo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'articolo aggiuntivo 5.0101 Bartolozzi che il gruppo di Fratelli d'Italia voterà. Più volte in quest'Aula ci siamo interrogati sul modo di contrastare la violenza di genere che molto spesso si manifesta anche, per quanto ci riguarda, nel corso della nostra attività politica. Il diffondersi di mezzi di comunicazione come i social network hanno dato la stura a una serie di comportamenti che vanno biasimati e naturalmente questo si riversa anche nella vita di tutti i giorni e dunque spesso ci si trova a subire, da parte di esponenti dell'altro genere, violenze che hanno come origine non già fatti personali, non già questioni specifiche ma un dato di genere e allora credo che di fronte a tutto questo anche le colleghe del MoVimento 5 Stelle, che di recente si sono esposte con video e altro a sostegno delle donne, debbano sostenere la proposta emendativa in esame. Quindi dichiaro che l'intero gruppo di Fratelli d'Italia lo sottoscrive e lo voterà per un motivo molto semplice: siamo di fronte ad un allarme sociale assolutamente reale e allora l'invito che io rivolgo a tutti i colleghi e le colleghe presenti, oggi, in Aula, è di andare oltre gli slogan e di dare seguito alle clip che spesso si realizzano, perché vanno pubblicate, poi, sui social e sui siti, e di sostenere questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.0101 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

L'articolo aggiuntivo 5.0103 Sandra Savino è assorbito.

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1455-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Grazie, Presidente. Emendamento 6.100 Bartolozzi, favorevole con la seguente riformulazione: all'articolo 6, comma 1, lettera a), dopo le parole: “n. 1”, aggiungere le seguenti: dopo le parole: “o il discendente”, sono aggiunte le seguenti: “anche per effetto di adozione di minorenne e”. Conseguentemente, al medesimo comma 1, lettera b), aggiungere, in fine, le seguenti parole: e dopo le parole: “la sorella”, sono aggiunte le seguenti: “l'adottante o l'adottato nei casi regolati dal titolo VIII del libro primo del codice civile”.

Emendamento 6.101 Palmisano, parere favorevole.

PRESIDENTE. Qui, ricordo che parliamo del 6.101, nonché dell'identico 6.104 che risulta dalla riformulazione e dalla conseguente ricollocazione dell'emendamento 01.04 Morani. Riformulazione accettata dalla presentatrice.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Articolo aggiuntivo 6.08 Boldrini, parere contrario. Articolo aggiuntivo 6.0102 Boldrini, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme alla relatrice, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.100 Bartolozzi, con parere favorevole con riformulazione. Collega Bartolozzi, dovrebbe dirci se accetta la riformulazione.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Accetto la riformulazione, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.100 Bartolozzi, come riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

Passiamo all'emendamento 6.101 Palmisano, con tutte le accortezze e sottolineature che già avete ascoltato. Come avevo detto prima, tale emendamento è identico al 6.104 Morani come riformulato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 6.101 Palmisano e 6.104 Morani, come riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Scusate, revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento, come già accaduto nel passato, interviene sul bilanciamento delle circostanze attenuanti e aggravanti. Ora, io vorrei, affinché restasse agli atti di questa Camera, rilevare come il bilanciamento è uno strumento nelle mani del giudice per contenere tra il minimo e il massimo edittale la pena nella dosimetria che egli ritiene più adeguata al caso di specie. È uno strumento attraverso il quale il giudice estrinseca e realizza quel libero convincimento che è un principio costituzionalmente garantito. Ora, francamente, andare a incidere su una tipologia di reati, impedendo a un giudice, nell'esercizio del suo libero convincimento, di bilanciare le attenuanti e le aggravanti è, francamente, ai limiti, se non oltre i limiti, del dettato costituzionale. Quindi, Fratelli d'Italia voterà contro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 6.101 Palmisano e 6.104 Morani, come riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.08 Boldrini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 6.0102 Boldrini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Epifani. Ne ha facoltà.

ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Signor Presidente, cari colleghi, l'emendamento propone, dentro lo schema del provvedimento, di introdurre nel codice penale il reato di molestia sessuale. Si capisce perché - l'aspetto generale riguarda le vittime di violenza anche sessuale - l'introduzione di questo tipo di reato ha il vantaggio e la forza di avere un significato evocativo, di intervenire come deterrente in una situazione nella quale aumentano i casi di molestia (penso soprattutto, adesso, ai posti di lavoro) e di aiutare le persone che sono oggetto di queste forme di intimidazione o di pressione, che finiscono per degradarne la coscienza, per degradarne la condizione e per degradarne lo stato. Spesso si tratta, come sempre, di persone che non hanno talvolta la forza per poter reagire con la forza necessaria. La forza della legge aiuterebbe a vincere questa battaglia (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.0102 Boldrini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 1455-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Grazie, Presidente. Emendamenti 7.101 e 7.102 Bartolozzi e 7.103 Annibali, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Pareri conformi a quelli espressi dalla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.101 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, veramente pochi secondi. La norma prevede una nuova fattispecie di reato - quindi, da reato aggravato, le lesioni aggravate - per le lesioni che provocano deformazione all'aspetto della persona. Cosa stiamo cercando di fare con l'emendamento? Attualmente la norma prevede la punizione quando si cagiona alla persona offesa la deformazione o lo sfregio permanente del viso. Ora, colleghi, lo sfregio permanente può essere qualsiasi cosa. Noi abbiamo sentito gli auditi dire che anche una semplice incisione con una penna sul volto può essere una lesione punita con otto anni di carcere. Quindi, abbiamo proposto alla relatrice e al Governo di mantenere il reato quando si cagiona un danno come quello della deformazione nei tratti del viso, ma di togliere le parole “sfregio permanente” perché la dizione è troppo generica e comprende tutto, dalle minima lesione a quella più grande. Io prego la relatrice di effettuare un ripensamento sul parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.101 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.102 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Credo che sia opportuno, per le stesse ragioni che la collega Bartolozzi ha puntualmente rappresentato e tenuto conto che si tratta di un reato, come innovativamente previsto, punito con la reclusione da 8 a 14 anni, stabilire che per “sfregio permanente” si deve intendere, comunque, una lesione gravissima. Questo è un chiarimento che io vorrei dalla relatrice per evitare che i lavori preparatori consentissero a qualcuno di ritenere che lo sfregio permanente possa essere una qualsiasi lesione, anche non gravissima.

Tranquillizzo la relatrice: nella giurisprudenza le parole “sfregio permanente” sono utilizzate proprio in questo senso.

Quindi, sarebbe opportuno chiarire che questa norma si inserisce nel solco della giurisprudenza, che vuole che lo sfregio permanente sia una lesione gravissima, perché altrimenti non si giustifica una pena così grave e si corre il rischio, invece, di introdurre delle novità che in qualche modo possono essere strumentalizzate, con un rapporto tra fatto e pena che non è quello che il nostro legislatore ha voluto.

Quindi, invito la relatrice a darci questo chiarimento sul fatto che per sfregio permanente si intende una lesione gravissima (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.102 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Avverto il gruppo Forza Italia ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. La Presidenza consentirà a un solo deputato di tale gruppo su ciascun emendamento lo svolgimento di un intervento della durata di trenta secondi al fine di esprimere la posizione del gruppo.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.103 Annibali.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (PD). Presidente, solo per dire che questo emendamento in realtà raccoglie il cuore della proposta del Partito Democratico, che vuole promuovere, attraverso una proposta peraltro anche piuttosto articolata, percorsi di trattamento all'interno degli ordinamenti penitenziari, quindi nella fase di esecuzione della pena. Di fatto, questi reati presentano un alto tasso di recidiva e di fatto è necessario lavorare e abbattere la pericolosità sociale di questi soggetti. Per cui, questo era un modo reale e non fittizio, come invece poi hai scelto di fare il Governo, che non ha assorbito la mia proposta ma l'ha bocciata, di fare. In realtà, quindi, si perde profondamente il senso di questa proposta e anche l'idea e l'impegno di svolgere percorsi che sono invece fondamentali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.103 Annibali, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Passiamo alla votazione dell'articolo 7.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (PD). Presidente, l'articolo 7 nel testo della Commissione introduce, come si diceva prima, il reato di deformazione del volto. Allora, noi riteniamo che, in realtà, prevedere una pena come quella prevista sia sproporzionato, soprattutto se la andiamo ad equiparare ad altre lesioni che possono avere una stessa incidenza sulla qualità della vita di altre persone. Quindi, questo articolo e questo reato mancano, secondo noi, di ragionevolezza e non sono capaci di tenere insieme il dolore di altre persone; probabilmente lo fanno soltanto per una questione comunicativa. Forse, invece, la ragionevolezza avrebbe dato restituzione a un rispetto e a una dignità del dolore, che è uguale per tutti. Quindi, noi non siamo favorevoli (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà per trenta secondi.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, solo per esprimere rapidissimamente la incredulità sul rapporto fra fatto e sanzione che si vuole introdurre in quest'Aula. Io direi che questo è un modo surrettizio per svilire le norme penali. Se la norma penale prevede delle pene incredibili per fatti che non sono parimenti gravi, noi andiamo incontro ad un diritto penale della disapplicazione, della non credibilità, della non affidabilità. La dosimetria della pena va commisurata al fatto, voi state stravolgendo questo principio! Presidente, credo che una riflessione della relatrice…

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). …che ci confermi che le lesioni sono gravissime sarebbe soltanto utile a mantenere un minimo di equilibrio in quest'Aula.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 52).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 1455-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Emendamento 8.13 Boldrini, parere contrario. Emendamento 8.101 Spadoni, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice,

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.13 Boldrini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Signor Presidente, sono dispiaciuta del fatto che non sia stato dato parere favorevole a questo mio emendamento, che va incontro ad una difficile situazione psicologica che vivono le persone che sono vittima di violenza e che hanno solo tempo sei mesi per presentare la querela. Ci sono donne che sono state violentate, che prima di capire quello che è successo loro, di fare i conti con la nuova realtà, hanno impiegato anni. Il termine, allora, che noi abbiamo nell'ordinamento, di sei mesi, è un termine che è ancora un retaggio culturale che ci stiamo portando dietro da tempi non proprio buoni per le donne. È un retaggio che va più a vantaggio dello stupratore che della vittima: bisogna fare presto, bisogna chiudere la faccenda, prima possibile e non dare alle ragazze, alle donne, la possibilità di riprendersi dallo shock; si dice che o la fai subito, o la fai entro sei mesi o non la puoi più fare; in realtà, quando avrai capito quello che ti è successo, a quel punto non la potrai più fare, perché saranno scaduti i termini. Io chiedevo, quindi, un allungamento dei termini per la violenza a 36 mesi, per dare alla donna più capacità, più possibilità di arrivare a questa decisione; chiedevo di dare più tempo anche alla donna vittima di stalking, cioè 24 mesi.

Mi dispiace che questo emendamento abbia avuto parere contrario. Si afferma, ancora una volta, che questa maggioranza è sorda alle motivazioni della vittima ed è più vicina, invece, a quelle di chi, appunto, ha commesso questo atto violento ai danni della donna.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.13 Boldrini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Avverto che il gruppo Liberi e Uguali ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. La Presidenza consentirà a un solo deputato di tale gruppo su ciascun emendamento lo svolgimento di un intervento della durata di 30 secondi, al fine di esprimere la posizione del gruppo.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 8.101 Spadoni. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Spadoni. Ne ha facoltà.

MARIA EDERA SPADONI (M5S). Presidente, solo poche parole per questo emendamento, che prolunga il termine entro il quale una donna può presentare querela. Se ne è parlato anche nell'emendamento precedente: al momento, una donna ha soltanto sei mesi per poter presentare querela, e con questo emendamento ampliamo il termine da sei mesi a dodici mesi. Perché? Perché è fondamentale far capire, o permettere soprattutto ad una donna di metabolizzare quello che è successo, perché a volte psicologicamente è difficile comprendere addirittura se effettivamente c'è stata una violenza; e soprattutto c'è la ragione più banale: che non è semplice, non è semplice denunciare, non è semplice sporgere querela. Chiaramente, il segnale che si deve dare, anche con questo provvedimento, è che bisogna denunciare subito; però, credo che si debba anche rendere giustizia a tutte quelle donne che non sono riuscite, per motivazioni che non possiamo né dobbiamo giudicare, a denunciare.

Per cui ringrazio la relatrice per il parere favorevole a questo emendamento, e ovviamente spero che ci sia un voto unanime dell'Aula per riuscire a dare effettivamente un segnale importante alle donne di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà, per 30 secondi.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Il perché noi non voteremo favorevolmente a questo emendamento: non perché non vogliamo che le donne abbiano più tempo, ma perché dentro l'articolo 612-bis, come ci hanno detto tutti in sede di audizioni, non c'è solo lo stalking per la violenza di genere, c'è lo stalking condominiale, ci sono tantissime fattispecie. Vi ricordo che il problema della querela è stato modificato nel 2013, perché prima era procedibile d'ufficio, poi è diventato a querela di parte (sei mesi), proprio perché dentro l'articolo 612-bis ci sono tantissime tipologie di atti, di fatti che vengono governati dal 612-bis, e non c'è solo la violenza di genere. Con lo stalking condominiale noi che prevediamo, la querela fino ad un anno?

Quindi, voteremo contrariamente a questo emendamento, non perché non vogliamo dare maggiore garanzia alle donne, ma perché il 612-bis non è solo un reato per violenza di genere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.101 Spadoni, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 54).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 55).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 1455-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Grazie, Presidente. Sugli identici emendamenti 9.100 Boldrini e 9.21 Varchi il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, agli identici emendamenti 9.100 Boldrini e 9.21 Varchi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Annibali. Ne ha facoltà per 30 secondi.

LUCIA ANNIBALI (PD). Sì, per chiedere alla collega Boldrini di poter sottoscrivere questo emendamento, che raccoglie una istanza in particolare di Telefono Rosa e forse poteva essere anche un buon segno quello di fare entrare in questo testo anche una richiesta delle associazioni. Quindi per sottoscrivere, se posso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Sì, Presidente. Questo emendamento nasce dal lavoro assolutamente costruttivo che è stato condotto in seno alla Commissione giustizia, con riferimento alle audizioni. Noi nel corso delle audizioni abbiamo ascoltato diverse associazioni che da anni operano in questo settore. In particolar modo, mi riferisco ad una audizione, quella tenuta con le rappresentanti del Telefono Rosa, che, nella persona della presidente, hanno spiegato con dovizia di particolari e anche in maniera molto tecnica perché talvolta loro si fermano, in sede processuale, nell'opera di affiancamento che conducono in favore delle donne vittime di violenza. Si fermano per ragioni meramente economiche: non essendo associazioni o persone giuridiche che perseguono il fine dell'impresa, hanno la necessità di far quadrare i conti. Ed allora, talvolta, durante i processi ci sono delle donne che rimangono da sole, che non hanno la struttura per potersi permettere le consulenze, per potersi permettere tutta una serie di iniziative che meglio le aiuterebbero ad esplicare quel diritto di difesa costituzionalmente garantito. E, allora, Fratelli d'Italia con questo emendamento ha recepito le osservazioni svolte dai tanti soggetti auditi; peraltro, con riferimento a questo provvedimento, gran parte dei soggetti auditi sono stati convocati e interrogati, mi si passi il termine improprio, dal MoVimento 5 Stelle. E, dunque, mi sorprende questo atteggiamento di chiusura nei confronti di quelle persone, nei confronti di quelle associazioni, nei confronti di quegli enti verso cui il MoVimento 5 Stelle ha speso parole di elogio, ha speso parole di apprezzamento.

Allora, io mi rivolgo alla maggioranza di questo Parlamento: non potete, fuori da qui, scattare le fotografie e realizzare le iniziative con queste persone, che, quando poi chiedono aiuto per realizzare quello che vogliono fare, trovano da parte vostra la chiusura sistematica su ogni proposta di modifica. Non è più tollerabile, ne va della vostra credibilità e, ovviamente, questo non è mio problema, né oggetto di interesse da parte mia, ma veramente ne va della bontà di un provvedimento rispetto al quale tutte le opposizioni hanno dimostrato di non avere preclusioni, ma rispetto al quale tutte le opposizioni hanno cercato di portare un contributo. Allora, io chiedo, Presidente, un supplemento di riflessione su questo emendamento e il suo accantonamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Per sottoscrivere anch'io, Presidente, questo emendamento e per chiedere, come hanno fatto sia la collega Annibali che la collega Varchi, un supplemento di riflessione alla relatrice, perché credo che questo sia un emendamento molto importante.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Sì, anch'io ho pochissimo tempo, lo so, ma è anche un mio emendamento e, dunque, anche noi chiediamo un supplemento di riflessione, perché le associazioni svolgono un lavoro meritorio e, dunque, che ci sia il patrocinio a spese dello Stato dà sicurezza a tante donne vittime di violenza, che altrimenti sarebbero sole nel processo. Quindi, signor sottosegretario, la prego di ascoltare questa nostra richiesta e di consentire un parere favorevole a questi nostri emendamenti, il mio e quello della collega Varchi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pollastrini. Non può parlare, purtroppo. Vuole sottoscrivere l'emendamento?

BARBARA POLLASTRINI (PD). Sì, signor Presidente, volevo sottoscrivere l'emendamento con convinzione e faccio appello non dico all'umanità, ma al buonsenso di tutte noi e di tutti noi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Sì, per chiedere alla relatrice l'accantonamento, per approfondire questo tema.

PRESIDENTE. Quindi, c'è ufficialmente, relatrice Ascari, una richiesta di accantonamento degli identici emendamenti 9.21 Varchi e 9.100 Boldrini. Che facciamo?

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Parere contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Vitiello. Ne ha facoltà. Parla a favore o contro l'accantonamento?

CATELLO VITIELLO (MISTO). A favore, grazie Presidente. Io, naturalmente, le faccio richiesta anche di sottoscrizione dell'emendamento, perché lo condivido pienamente. Ritengo che meriti una riflessione in più, perché, sebbene l'istituto del gratuito patrocinio sia uno di quegli istituti che all'interno del processo penale andrebbe rivisto grandemente, soprattutto alla luce delle tabelle professionali, però è certamente vero che queste associazioni meritano uno spazio privilegiato all'interno del processo, perché fanno un'attività assolutamente meritoria. Chiedo, perciò, alla relatrice di fare un'ulteriore riflessione: accantonare questo emendamento e magari pensare ad un parere favorevole per votarlo tutti quanti assieme.

PRESIDENTE. C'è qualcuno che intende parlare contro la proposta di accantonamento? No.

Passiamo, dunque, ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento degli identici emendamenti 9.21 Varchi e 9.100 Boldrini.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 58 voti di differenza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 9.21 Varchi e 9.100 Boldrini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 57).

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 1455-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Grazie, Presidente. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 10.100 e 10.5 Varchi, 10.101 Bartolozzi e 10.8 Varchi e sugli articoli aggiuntivi 10.04 Foti, 10.0100 Bartolozzi, identici 10.07 Varchi e 10.0101 Bartolozzi e sul 10.09 Zucconi.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.100 Varchi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Per illustrare brevemente questo emendamento che Fratelli d'Italia ha proposto per tutelare ancor più le donne, le persone offese. Noi vogliamo che la persona offesa o il proprio difensore siano avvertiti anche nel caso di permesso di scarcerazione dell'imputato o del condannato. Anche un permesso premio di poche ore, di una sola giornata, potrebbe essere determinante per poter far sì che la persona che vuole offendere si possa paventare davanti alla persona offesa. Quindi, penso che sia molto importante modificare l'articolo 90-ter del codice di procedura penale, aggiungendo proprio la comunicazione alla persona offesa, nonché l'articolo 30-bis delle norme sull'ordinamento penitenziario, dove, anche qui, non è previsto l'avviso alla persona offesa.

Inoltre, nella seconda parte dell'emendamento c'è un importante divieto che andrebbe previsto, cioè il divieto dell'imputato o del condannato di frequentare i luoghi dove di solito va o abita oppure staziona la persona offesa. Direi che questo emendamento è un emendamento di buon senso, che, se accolto, potrebbe veramente attuare un meccanismo di tutela della persona offesa che non si capisce come mai, in questo contesto, dove è stato previsto in altre modalità, non ci sia anche nel permesso anche di un solo giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.100 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Avverto che il gruppo Fratelli d'Italia ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. La Presidenza concederà a tale gruppo, essendone stata fatta richiesta, un tempo aggiuntivo pari a un terzo di quello originariamente previsto.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.5 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.101 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà per trenta secondi.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. La relatrice ha dato parere favorevole e il Governo ha accettato tutta la proposta di legge che contraddistingueva il lavoro di Forza Italia sugli obblighi di informazione a tutela della persona offesa e del difensore, comunicati anche al difensore, nella fase prima delle indagini preliminari, durante le indagini preliminari, addirittura dopo che il condannato viene scarcerato. Beh, non capiamo perché proprio questo caso, cioè l'articolo 390, la fissazione dell'udienza di convalida dell'arresto e fermo, non debba essere comunicato alla persona offesa e al suo difensore, ove nominato: è il momento in cui la vittima corre il peggior pericolo, perché, nel momento in cui il suo aggressore viene fermato o arrestato, è lì che la andrà a cercare per colpirla.

PRESIDENTE. Deve concludere.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Quindi, sinceramente, non capiamo perché l'ultimo obbligo di informazione venga tirato fuori; non ha senso, è veramente il momento più importante di protezione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento10.101 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.8 Varchi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Questo emendamento interviene sul disposto dell'articolo 390 del codice di procedura penale, ossia la richiesta di convalida dell'arresto o del fermo. È, dunque, un momento in cui la contrapposizione tra la vittima della violenza e l'indagato che successivamente sarà imputato raggiunge il primo momento topico, il primo momento in cui lo scontro diventa conclamato, il primo momento in cui lo Stato ritiene di dover intervenire con un provvedimento, l'arresto o il fermo, che poi sarà sottoposto al vaglio del giudice per le indagini preliminari per l'eventuale convalida; quindi, è un momento in cui la persona offesa ha il pieno diritto di intervenire per mettere a conoscenza dell'autorità giudiziaria tutti i fatti utili affinché la decisione sia quanto più ponderata possibile. Noi riteniamo, dunque, che l'esclusione della parte offesa, personalmente o con un difensore di fiducia, da questo momento… È il momento in cui colui che compie la violenza viene posto in stato di arresto o in stato di fermo, e quindi vi è un'esasperazione delle rispettive posizioni, ed è proprio lì che la persona offesa comincia ad avvertire il serio rischio per la propria incolumità. Allora, è ovvio - sarebbe ovvia conseguenza -, in un provvedimento del genere, dare la possibilità alla persona offesa di informare l'autorità giudiziaria di tutto quanto accade, perché è possibile che in fasi concitate ancora vi siano degli elementi non cristallizzati in atti di indagine, che quindi non vengono posti alla conoscenza del giudice che poi deve provvedere. Quindi, è un emendamento volto ad introdurre un po' di buon senso nell'ambito del provvedimento, un buonsenso che vuole garantire la partecipazione della persona offesa sin dalle fasi delle indagini preliminari. Ovviamente, questa garanzia l'abbiamo nel momento in cui vengono effettuate le notifiche per legge e non per mera volontà. Quindi, l'invito che rivolgo a tutta l'Aula è di votare questo emendamento, perché è uno strumento in più a tutela della persona offesa in un momento specifico del procedimento - perché ancora non siamo dentro il processo - in cui è aumentato lo scontro tra le parti e quindi è aumentato il rischio per la vita della persona offesa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e della deputata Bartolozzi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà, per trenta secondi.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, parlerò molto velocemente, visto il tempo che ho a disposizione. Dirò soltanto che quanto riferito dalla collega Varchi è assolutamente condivisibile: è un momento topico per la tutela della persona offesa. Mi sembra che non raccogliere questo appello sia assolutamente irresponsabile. Noi voteremo favorevolmente, convinti che questa tesi sia assolutamente conforme a quello che il codice di procedura penale vuole. Trenta secondi rispettati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Grazie, perfetto, dieci secondi di anticipo. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.8 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 62).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.04 Foti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.0100 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 10.07 Varchi e 10.0101 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 10.09 Zucconi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Signor Presidente, membri del Governo, colleghi, attraverso questa modifica si interviene sull'articolo 444 del codice di procedura penale, nella parte in cui individua alcune tipologie di reato che per la loro gravità e odiosità non possono essere oggetto del cosiddetto patteggiamento tra imputato e pubblico ministero - la pena su richiesta - quando questo abbia ad oggetto una pena superiore ai due anni.

Ricordiamo che sono esclusi dall'applicazione alcuni reati in materia di criminalità organizzata e di stampo terroristico, i delitti di carattere sessuale che vedano coinvolti minorenni eccetera. Con la proposta si mira ad estendere il divieto di applicare, ai sensi dell'articolo 444 del codice di procedura penale, pene superiori ai due anni per i più significativi reati riconducibili all'area della violenza domestica e della violenza di genere, maltrattamenti in famiglia (articolo 572 del codice penale), lesioni gravi o gravissime commesse nei confronti di familiari, parenti, conviventi, atti persecutori. In sintonia con il quadro normativo esistente, la proposta in questione nell'articolo aggiuntivo inibisce l'accesso al rito premiale solo per le condanne connotate da una più intensa gravità. Infatti l'obiettivo perseguito attraverso la proposta emendativa è rafforzare la tutela della vittima di queste forme di criminalità rispetto alla possibile esclusione dal contesto processuale che la colpisce quando vi è l'ammissione alla procedura patteggiata. Com'è noto nel cosiddetto patteggiamento non solo non è ammessa a partecipare né la persona offesa né la parte civile ex articolo 444, comma secondo, del codice procedura penale, nel quale si prevede che il giudice non decide sulla costituzione di parte civile limitandosi a liquidare le spese processuali, ma addirittura la sentenza che applica la pena concordata non ha efficacia di giudicato nei giudizi civili di danno, imponendo alla vittima di percorrere la strada del processo civile come se l'imputato non fosse mai stato condannato. Allora, caro Ministro, secondo noi questo è veramente un difetto della norma. So che sulle questioni del patteggiamento ci sono forti e serrati confronti e ringrazio quindi in modo particolare il mio gruppo per avermi consentito di presentarlo e di scegliere una strada, ma qui si parte dalla convinzione che lo Stato debba reagire in modo articolato. Noi avevamo presentato altre proposte e anche ordini del giorno perché veramente ci fosse una risposta articolata dello Stato rispetto a questi reati e la mia proposta emendativa è solo la parte che consente ulteriormente di restringere le maglie della risposta dello Stato perché, se dobbiamo fronteggiare un fenomeno così grave e così odioso - anche in questi giorni ci sono purtroppo fatti di cronaca continui a dimostrarlo - abbiamo l'occasione qui di parlarne oggi ma ci sono persone vittime delle violenze che devono parlarne ogni giorno. Quindi rinnovo l'invito a prendere in considerazione l'approvazione dell'articolo aggiuntivo 10.09 da me presentato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.09 Zucconi, con parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 1455-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice Ascari ad esprimere il parere della Commissione.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Grazie, Presidente. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 11.20 Bartolozzi e 11.100 Annibali e sugli articoli aggiuntivi 11.09 Boldrini, 11.0100 Prestigiacomo, 11.0101 Versace e 11.0.28 Siracusano.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Il Governo esprime parere conforme alla relatrice, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 11.20 Bartolozzi.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, le segnalo che ho perso tre voti per malfunzionamento delle cassettiere, delle bottoniere, che sono state anche cambiate. Ho perso anche l'ultimo voto per questo motivo e i due precedenti. Quindi, lo segnalo per il processo verbale e poi chiedo di verificare ai tecnici che sono già intervenuti cortesemente se c'è una soluzione, perché non funziona.

PRESIDENTE. Intanto direi di sbloccare la postazione del collega Mollicone e vediamo se si riesce a risolvere il problema.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.20 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.100 Annibali, con parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 69).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.09 Boldrini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.0100 Prestigiacomo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.0101 Versace, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.028 Siracusano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 1455-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Quindi, passiamo direttamente alla votazione dell'articolo.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 74).

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 1455-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di intervenire, invito la relatrice ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Grazie, Presidente. Emendamento 13.100 Varchi, parere contrario. Articolo aggiuntivo 13.013 Boldrini, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Conforme al parere della relatrice, Presidente.

CARLO FATUZZO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa, scusi?

PRESIDENTE. Presidente, chiedo solo di sottoscrivere la proposta di legge n. 1003, a prima firma Bartolozzi, l'intera proposta di legge.

PRESIDENTE. Di cosa stiamo parlando, scusi? Si spieghi meglio.

CARLO FATUZZO (FI). Avrei piacere di sottoscrivere o l'intera proposta di legge, come verrà fuori alla fine, o, comunque, la proposta presentata tra quelle che stiamo discutendo in un unico formato, la n. 1003, prima firmataria la collega Bartolozzi.

PRESIDENTE. Deputato Fatuzzo, se scende giù al banco della Presidenza, ci spiega meglio. Intanto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.100 Varchi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 76).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 13.013 Boldrini. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Presidente, molto brevemente per motivare anche una richiesta di accantonamento dell'emendamento; l'esigenza che poniamo è quella che le piattaforme social di diritto estero individuino in Italia un domicilio legale al quale sia possibile facilmente, con certezza di risultato, indirizzare istanze, richieste e diffide finalizzate alla rimozione di contenuti audio, video o di altra natura aventi ad oggetto i contenuti offensivi dei quali ci stiamo occupando con questa normativa. Questo è l'unico modo per dare anche una tempistica certa al primo momento di difesa delle vittime di queste azioni.

PRESIDENTE. C'è una proposta di accantonamento, qual è l'opinione della relatrice?

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Parere contrario.

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare a favore della richiesta di accantonamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per trenta secondi.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, mi rivolgo alla relatrice, davvero, perché ripensi a questa indisponibilità, perché questo va letto alla luce dell'introduzione, con l'emendamento con cui abbiamo iniziato la giornata, del revenge porn, perché questa è la possibilità concreta di poter bloccare in Italia- e, quindi, rimuovere la problematica di società di diritto estero - proprio gli audio e i video di contenuti intimi, diffusi senza il consenso delle persone ivi rappresentate. Io capirei un parere contrario se non avessimo introdotto la fattispecie del revenge porn, ma nel momento in cui l'abbiamo introdotta qualche ora fa è evidente che ciò è necessario, questo è uno strumento assolutamente utile, fondamentale, legato proprio all'introduzione nell'ordinamento di questa nuova fattispecie. Mi rivolgo anche al Governo perché su questo punto attraverso l'accantonamento ci sia la possibilità, visto che ci sono già altri emendamenti accantonati, di poter riflettere e ragionare proprio alla luce dell'approvazione di quell'altro emendamento.

PRESIDENTE. Prendo atto che non ci sono interventi contro.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'articolo aggiuntivo 13.013 Boldrini.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 138 voti di differenza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13.013 Boldrini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 77).

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 1455-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Grazie, Presidente. Emendamento 14.1 Annibali, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 14.1 Annibali. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Annibali. Ne ha facoltà per trenta secondi.

LUCIA ANNIBALI (PD). Con questo emendamento il Partito Democratico vuole offrire una copertura - e quindi all'intero provvedimento - per superare la clausola di invarianza finanziaria che, come abbiamo detto, certamente inficia l'intero provvedimento. L'emendamento è stato bocciato ed evidentemente pare brutto investire su un tema così delicato e ne prendiamo tristemente atto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.1 Annibali, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 79).

Dovremmo ora passare alle proposte emendative precedentemente accantonate, gli articoli aggiuntivi 3.021 Annibali, 4.0100 e 4.0107 Carfagna. Chiedo, quindi, alla presidente della Commissione come si intenda proseguire nell'esame del provvedimento.

FRANCESCA BUSINAROLO, Presidente della II Commissione. Grazie, Presidente. Chiedo di rinviare a domani mattina, nel prosieguo dei lavori dell'Aula, per permettere al Comitato dei nove di approfondire e decidere su come votare questi emendamenti che sono stati accantonati.

PRESIDENTE. Interrompiamo, quindi, a questo punto, l'esame del provvedimento che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 11.

Organizzazione dei tempi di esame di un disegno di legge.

PRESIDENTE. Avverto che nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame del disegno di legge n. 1433-A e abbinata, recante interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell'assenteismo (Vedi l'allegato A).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. I colleghi che vogliono uscire dall'Aula sono pregati di farlo in ordine e in silenzio, perché abbiamo ancora gli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare la deputata Silvana Nappi, che vi rinuncia.

Ha chiesto di parlare la deputata Carmela Bucalo. Ne ha facoltà.

Colleghi, occorre prestare silenzio per consentire ai deputati che stanno svolgendo il loro lavoro con gli interventi di fine seduta di poterli esporre senza interferenze. Quindi, siete pregati di allontanarvi dall'Aula, chi lo vuole fare, in silenzio. Deputata Bucalo, pazienti un attimo. Deputati, riuscite ad ascoltarmi? Chi vuole parlare è pregato di accomodarsi fuori dall'Aula, per favore. Non è un modo, questo, di procedere. Prego, deputata Bucalo.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, signor Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, oggi ricorre la Giornata mondiale della consapevolezza sull'autismo disposta dalle Nazioni Unite nel 2007 per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla patologia autistica.

Nel nostro Paese sono 100 mila i bambini e gli adolescenti affetti da autismo, praticamente un bambino ogni cento. Fino a oggi la scuola, più di tutte le realtà istituzionali, è quella che nel bene e nel male si è fatta carico del problema autismo, impegnando con attenzione risorse nella gestione di un processo che è quello dell'integrazione. Ovviamente, c'è molto ancora da fare, molti sono stati gli errori e sono stati fatti anche tanti passaggi in avanti, ma ancora c'è il silenzio, c'è l'intolleranza e, soprattutto, le discriminazioni. I bambini affetti da autismo necessitano di interventi complessi, percorsi formativi progettati nei minimi dettagli e fatti in sinergia tra famiglia, docenti di sostegno, assistenti e servizio pedagogico. Bisogna cominciare a programmare una flessibilità organizzativa e didattica da parte dell'insegnante curriculare, perché l'elemento più importante è quello di riuscire a instaurare un clima solidale e comprensivo da parte dei compagni, e tutto ciò è possibile solo attraverso la conoscenza, essere in grado di spiegare ai ragazzi che accolgono un coetaneo autistico cos'è questa patologia, e soprattutto quali sono le modalità per comunicare con il loro nuovo amico. Questo processo di inclusione non è un vantaggio solamente per il bambino autistico, perché lo aiuterà…

PRESIDENTE. Deve concludere.

CARMELA BUCALO (FDI). …a sentirsi parte del gruppo… Mi scusi. Ma aiuterà tutta la classe.

Mi scusi, Presidente, io voglio un solo minuto: voglio concludere, permettetemi…

PRESIDENTE. No, un minuto è troppo: un secondo, ha a disposizione.

CARMELA BUCALO (FDI). Un secondo. Con una mia esperienza personale, che rappresenta il valore assoluto di trent'anni nella scuola…

PRESIDENTE. Deve concludere, deputata Bucalo.

CARMELA BUCALO (FDI). Dedico questo mio intervento a tutti i ragazzi autistici: grazie di essere presenti (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Elena Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Presidente, oggi è una giornata in cui il mondo si colora di blu, ed è un blu che serve a noi per riflettere su tutti i traguardi che abbiamo raggiunto e sulle sfide che ancora, invece, dobbiamo affrontare, per quel che riguarda in particolare quello che noi dobbiamo a tanti ragazzi e tante ragazze e tanti adulti, che sono ragazzi con lo spettro autistico.

Nella scorsa legislatura abbiamo approvato la prima legge dedicata sull'autismo, abbiamo aggiornato i livelli essenziali di assistenza, abbiamo dedicato anche dei fondi specifici; oggi abbiamo ancora delle sfide molto importanti: quella di garantire una diagnosi precoce, quella di applicare le linee di indirizzo, quella di fare in modo che per ogni persona siano garantiti tutti gli interventi che riguardano ogni sfera, quella educativa, quella affettiva, quella relazionale…

PRESIDENTE. Concluda.

ELENA CARNEVALI (PD). …quella sociale, in modo che per ogni persona sia garantito quel pieno diritto di essere cittadini protagonisti della nostra società. È un impegno che abbiamo assunto, che vedremo nelle mozioni che approveremo peraltro in Commissione, spero davvero in questa settimana. Concludo su una cosa, Presidente: noi oggi abbiamo saputo, da parte del nostro Premier, Conte, che a conoscenza del Parlamento ci dovrebbe essere questo codice sulle disabilità.

PRESIDENTE. Deve concludere, però.

ELENA CARNEVALI (PD). Noi lo stiamo attendendo davvero, perché non l'abbiamo ancora di fatto ricevuto, lo attendiamo davvero con molta impazienza.

PRESIDENTE. Grazie.

ELENA CARNEVALI (PD). E non mancherà il contributo del Partito Democratico, in continuità con l'impegno che abbiamo profuso negli anni precedenti con riguardo alla disabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Renata Polverini. Ne ha facoltà.

RENATA POLVERINI (FI). Presidente, io annuncio che il gruppo di Forza Italia ha deciso di mettere in campo una maratona di interventi di fine seduta tutti i giorni a sostegno della sopravvivenza di Radio Radicale, delle agenzie di stampa, dei quotidiani, delle emittenti televisive che rischiano di chiudere.

Come sappiamo, la convenzione di Radio Radicale è confermata soltanto fino al 21 maggio, il contributo è stato dimezzato, l'emendamento Brunetta purtroppo non ha avuto il successo che pure il Governo gli aveva assicurato. Radio Radicale fa parte del patrimonio del nostro Paese, è una struttura privata efficacemente impegnata nel servizio pubblico. Ha tutte le sedute – dal 7 giugno 1977, del Senato, e dal 26 settembre 1976, della Camera – registrate e conservate. È una struttura che trasmette non soltanto le nostre sedute, ma anche quelle del Consiglio superiore della magistratura, della Corte costituzionale, i processi più importanti, le attività dei partiti, dei movimenti, delle associazioni, consigli comunali, regionali, del Parlamento europeo. Molti italiani grazie a Radio Radicale possono sentire le voci di molti di noi, e non soltanto di quelli che hanno prestigiosi incarichi istituzionali o di partito, senza nessuna mediazione giornalistica e nessuna selezione, per permettere agli ascoltatori di conoscere per deliberare, come oggi ancora scandisce la frase, sul sito di Radio Radicale, di Luigi Einaudi. Sappiamo che sono tantissimi gli interventi registrati, tantissimi gli oratori, le interviste, le udienze, le giornate di congressi di partito, di associazioni, di sindacati, di dibattiti, di presentazioni di libri, di comizi, di manifestazioni, di conferenze stampa e di convegni. Ecco, io voglio fare appello a tutti i colleghi in quest'Aula.

Voglio anche richiamare l'impegno del Presidente Fico quando, da presidente della Commissione di vigilanza RAI, censurò il comportamento della RAI per premiare invece quello che era l'atteggiamento di Radio Radicale, in particolare su processi importanti, che mai sarebbero arrivati agli italiani se non ci fosse stata questa emittente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico). Concludo quindi dicendo che da oggi in avanti, fino a che il Parlamento ed il Governo non daranno una risposta positiva, noi tutte le sere prenderemo la parola (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Roberto Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Presidente, nel solco della collega ed amica Polverini, come deputato di Forza Italia proseguo in questa che spero sia una breve sequenza, perché mi auguro che il Governo possa prendere delle iniziative che siano in sintonia con gli impegni che tutti gli altri Governi hanno sempre dedicato nei confronti dell'editoria in generale; ed in particolare, se me lo consentite, di Radio Radicale, su cui voglio focalizzare il mio brevissimo intervento.

La democrazia è un bene che non va mai dato per acquisito definitivamente: questa è una frase che molto spesso ci sentiamo dire, qualche volta diciamo anche, ma sulla quale non riflettiamo fino in fondo. La libertà di informazione direi che è per la democrazia un pilastro fondamentale, se non il pilastro fondamentale. Non si può parlare evidentemente di libertà di informazione, senza che venga consentita agli organi che l'informazione devono fornire una vita senza un lavoro precario, come in questo momento si sta sviluppando per moltissimi giornalisti, sia per quanto riguarda Radio Radicale, sia per quanto riguarda evidentemente le altre testate. Il passaggio di contributo da 10 a 5 milioni è chiaramente insostenibile: insostenibile per una testata che non può evidentemente, per sua stessa natura, fruire dei vantaggi delle altre testate e degli introiti pubblicitari, che sicuramente, con il lavoro che viene svolto, potrebbero arrivare anche in maniera importante, ma snaturando sicuramente quello che è il lavoro che sviluppa Radio Radicale.

PRESIDENTE. Concluda.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Quindi… E poi ricordiamo anche la base, che…

PRESIDENTE. Deve concludere.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Finisco, concludo, vorrei dire tante altre cose. Che Radio Radicale è un qualcosa di particolare: è un'impresa radiofonica che svolge attività di informazione di interesse generale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucia Ciampi. Ne ha facoltà.

LUCIA CIAMPI (PD). Presidente, io voglio denunciare un fatto gravissimo che si è verificato nella città di Pisa, un atto di discriminazione che fa male ad una città che è una città da sempre dell'accoglienza, culla della cultura. Una giovane neolaureata, italiana, figlia di un italiano e di una ugandese, quindi un po' scuretta di colore, come lei si definisce, ha ricevuto il diniego di affittare una camera perché la proprietaria ha dichiarato: “Qui siamo italiani, siamo razzisti, siamo fascisti. Viva l'Italia!” Allora, al di là dell'episodio in sé, io voglio stigmatizzare il fatto che si fomenta,…

PRESIDENTE. Concluda.

LUCIA CIAMPI (PD). …spesso con slogan beceri, un clima di odio che fa sì che le persone si sentano autorizzate a parlare in queste maniere, ad usare questi temi in maniera così discriminatoria e vergognosa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Nicola Pellicani. Ne ha facoltà.

NICOLA PELLICANI (PD). Presidente, intervengo per portare all'attenzione dell'Assemblea un fatto molto grave, ovvero il declassamento dell'Ospedale civile di Venezia. Questa decisione della regione a guida leghista sta generando grande preoccupazione in città: si è già svolta una grande manifestazione pubblica che ha mobilitato quasi 100 associazioni, si è mobilitato il Partito Democratico, ma si sta mobilitando tutta la città, tanto che giovedì scorso il consiglio comunale di Venezia ha votato all'unanimità un ordine del giorno in difesa dell'ospedale. Il declassamento della struttura sanitaria di Venezia, a ospedale di base, la più bassa di quelle previste, è la prova di come la regione Veneto non intenda riconoscere la specialità di Venezia, che ricordo essere un sito di preminente interesse nazionale, come previsto dalla legge speciale del 1973.

Va evidenziato, inoltre, che l'ospedale civile è chiamato a garantire una efficace e tempestiva risposta, non solo agli abitanti della città antica, ma a tutti quelli delle isole minori, ed è la struttura di riferimento anche di tutti i pendolari e delle persone che frequentano Venezia per ragioni di lavoro, di studio, senza contare che ogni anno la città accoglie 30 milioni di turisti; ciò significa che ogni giorno sono 130 mila, forse 150 mila, le persone che frequentano Venezia.

Venezia, forse vale la pena di ricordarlo ancora una volta, è una città unica, per la quale tutto il mondo ci guarda. Non possiamo privarla di un ospedale adeguato, che rischia di diventare e di essere ridotto a un servizio di pronto soccorso…

PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.

NICOLA PELLICANI (PD). Finisco. Ciò non possiamo consentirlo. Venezia va rispettata perché non rappresenta un problema per il Paese, bensì una grande opportunità, ma di questo ne sono consapevoli i veneziani, non il Governo, né questo Parlamento, che finora hanno brillato per disattenzione nei confronti di Venezia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Anna Laura Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Il mio intervento nasce dal desiderio di ringraziare il Governo e i colleghi parlamentari calabresi, perché ieri è stata scritta in positivo una pagina importante per la Calabria, in una delle aree più complesse, quella di Gioia Tauro. Ieri, infatti, il Ministro Toninelli ha sancito l'inizio di una nuova era per il porto di Gioia Tauro e per tutta l'area industriale retrostante, poiché finalmente si è posta la parola fine ad una gestione poco lucida e lungimirante, che non ha permesso lo sviluppo di questo porto che poteva essere il volano della Calabria e probabilmente dell'Italia intera, quanto piuttosto esso è diventato il centro di attività illecite, compromesse con la criminalità organizzata, oggetto di tante promesse, di una politica regionale che raramente le ha mantenute.

Da adesso in poi, con la supervisione del Ministro Toninelli e di tutto il Governo, inizieremo a scrivere una nuova storia per Gioia Tauro, fatta di investimenti, pronti per recuperare quel vuoto che è stato generato e che ha condotto questo porto a perdere il 15 per cento della produttività mettendo ai margini gran parte della forza lavorativa. Da oggi, grazie anche alla spinta data alle ZES con questo Governo e da noi parlamentari, potremo finalmente rendere Gioia Tauro l'hub del Mediterraneo, che la Calabria merita e l'Italia intera (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Angela Ianaro. Ne ha facoltà.

ANGELA IANARO (M5S). Grazie, Presidente. Porto all'attenzione dell'Aula il grido di dolore che anima dallo scorso sabato la protesta dei cittadini di Sant'Agata de'Goti, in provincia di Benevento, costretti in pochi mesi per la terza volta ad esporsi pubblicamente in difesa del locale presidio ospedaliero, il Sant'Alfonso Maria de' Liguori, una struttura fino allo scorso anno pienamente funzionante e punto di riferimento di una vasta comunità, classificato come spoke nella rete trauma, poi a poco a poco oggetto di un progressivo smantellamento che ha ridotto i reparti per effetto di un accorpamento voluto dal commissario ad acta, che ne ha stabilito l'annessione all'ospedale Rummo di Benevento per la nascita di un polo oncologico. Ma nel febbraio 2018 l'ospedale viene riconvertito da ospedale per acuti ad ospedale per post acuzie, il Pronto Soccorso viene disattivato e in suo luogo istituito un Punto di primo intervento, la cui responsabilità clinica e organizzativa ricade sull'azienda ospedaliera Rummo. Lo scorso novembre, dopo una strenua battaglia condotta a livello regionale e parlamentare, è stato confermato a Sant'Agata il punto di accesso alla rete di emergenza, ma, incomprensibilmente, come Pronto Soccorso in zona disagiata, che ha portato alla chiusura del reparto.

PRESIDENTE. Concluda.

ANGELA IANARO (M5S). Questo episodio ha dato avvio a una protesta vibrante da parte dell'intera popolazione, non solo di Sant'Agata ma anche dei paesi limitrofi. La protesta ha assunto rilievi drammatici, se pensiamo che ci sono tre mamme che si sono incatenate e portano avanti lo sciopero della fame da sabato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cosimo Adelizzi. Ne ha facoltà.

COSIMO ADELIZZI (M5S). Grazie, Presidente. Voglio oggi approfittare di questa occasione per ringraziare pubblicamente in quest'Aula, davanti a tutti i colleghi presenti, le lavoratrici e i lavoratori dell'azienda Treofan di Battipaglia, perché è soprattutto grazie alla determinazione e ai sacrifici di queste donne e di questi uomini se, in questi ultimi giorni, si è riusciti a raggiungere un risultato importante. Stiamo parlando dello stop ai licenziamenti che l'azienda aveva già annunciato, dell'avvio di un percorso di reindustrializzazione del sito, dell'erogazione di 12 mesi di cassa integrazione per reindustrializzazione che era stata abolita dal Jobs Act del Governo precedente e che è stata reintrodotta da questo Governo, e dell'elargizione dell'assegno di ricollocazione a tutte le lavoratrici e i lavoratori che, negli anni, hanno fatto crescere la Treofan di Battipaglia, la “loro” azienda, come amano definirla, garantendo utili e cospicue commesse, mettendoci tanta passione e ricevendo, quindi, di conseguenza, tanti premi di produttività, fino agli ultimi giorni di lavoro. Un ultimo ringraziamento va, quindi, al Governo, per tutto il lavoro che ha fatto e per quello che ancora dovrà fare, a partire dal Ministro Luigi Di Maio, passando per tutti gli uffici che hanno lavorato a questa crisi, a questa vertenza e a tutte le altre, per arrivare al Vice Capo di Gabinetto, Giorgio Sorial.

PRESIDENTE. Concluda, grazie.

COSIMO ADELIZZI (M5S). Concludo, Presidente, con un messaggio forte e chiaro per gli addetti ai lavori: questo per me è solo un punto di partenza, e non è un punto di arrivo. Io continuerò a lottare e a battermi per il riconoscimento dei diritti di questi lavoratori e di queste lavoratrici e di tutti i lavoratori e le lavoratrici del Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Roberto Rossini. Ne ha facoltà.

ROBERTO ROSSINI (M5S). Grazie, Presidente. Gli organi di informazione nei giorni scorsi hanno riportato la notizia secondo cui una Società no profit, la Security Without Borders ha scoperto che alcune centinaia di cellulari di cittadini italiani, forse parliamo di oltre un migliaio, sono stati infettati per un presunto errore in seguito al download di almeno una delle circa venti applicazioni che contenevano uno spyware denominato “Exodus”, inserite nel play store di Google, bypassando i filtri di sicurezza dello stesso. Uno spyware pensato per le intercettazioni di Stato, creato dalla società ISER, che avrebbe vinto un bando della polizia di Stato per lo sviluppo di un sistema di intercettazioni passiva e attiva. Lo spyware permetteva di gestire il cellulare a distanza, registrare le chiamate, leggere le chat, anche quelle criptate come WhatsApp e Telegram, conoscere gli indirizzi web visitati, le foto scattate, gli appuntamenti inseriti in agenda, sapere la posizione fisica della persona tramite GPS o anche dalle antenne degli operatori, ma anche l'accesso alla rete domestica se il telefono era collegato al wi-fi. Oltre a tutto questo, poteva realizzare intercettazioni ambientali aprendo il microfono del cellulare e, di conseguenza, ascoltando tutti i rumori circostanti, comprese le conversazioni fatte di persona.

La notizia è gravissima, anche perché migliaia di messaggi e di conversazioni intercettate, non solo di persone indagate da varie procure, ma anche di cittadini normali, estranei a qualsiasi indagine giudiziaria, potrebbero essere finiti su server dislocati all'estero. Secondo le prime ammissioni di uno degli indagati, ISER avrebbe diffuso in rete questa applicazione…

PRESIDENTE. Concluda. Ha esaurito il suo tempo.

ROBERTO ROSSINI (M5S). …allo scopo di effettuare dei test. So che magistratura, Copasir e il Garante della privacy sono già al lavoro, e mi auguro che possano far luce su questo incredibile fatto. Personalmente, valuterò la possibilità di presentare un'interrogazione, così che i cittadini siano informati in maniera trasparente su quanto accaduto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Franco Vazio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO (PD). Giustizia è fatta! Anche la Corte di appello ha pronunciato finalmente una sentenza di assoluzione per l'onorevole Paita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È la parola fine ad una vicenda giudiziaria dai contorni drammatici, esplosa in piena campagna elettorale. Abbiamo ragione noi, quando affermiamo che la giustizia esiste. Il tempo è galantuomo. Ritornano, però, alla mente i titoli di prima pagina, i comizi elettorali, i commenti di quei giorni. Toti ha vinto ed è Presidente della regione Liguria per questa ragione? Nessuno lo può affermare. Certo è che questa storia ha pesantemente condizionato il dibattito politico. Non è lo spunto per una polemica, ma solo una pacata riflessione sul significato di giustizia, sulla fretta di colpire presunti colpevoli in piazza, sulla voglia di chi, senza idee, vuol percorrere scorciatoie antidemocratiche (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Lella Paita, dopo avere ascoltato la sentenza di primo grado con le lacrime agli occhi, disse di voler correre a casa da suo figlio per spiegargli che la sua mamma si era comportata bene. Noi lo sapevamo, non avevamo bisogno della sentenza della Corte di appello; resta, però, il dispiacere di non poter cancellare dal cuore di Lella e dei suoi cari una sofferenza troppo grande e, oggi possiamo dire, totalmente ingiusta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (PD). Signor Presidente, è arrivata una notizia che penso dovrebbe far riflettere tutta l'Aula, anche quest'Aula vuota, che è quella della totale assoluzione, da parte della Cassazione, di Mimmo Lucano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), al quale è stata revocata anche la misura cautelare di divieto di dimora a Riace.

Questo Governo si è incaricato di interrompere un'esperienza straordinaria, mentendo su quelle che erano le malversazioni, presupposte, e che sono state dalla Cassazione negate, nella gestione degli appalti dei rifiuti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Non c'erano matrimoni combinati.

Mimmo Lucano, che è stato candidato a Premio Nobel per la pace e che è un orgoglio del nostro Paese, dovrà essere risarcito, non dal punto di vista di questo Governo, ma dal punto di vista della dignità che questo Paese deve riconoscere a un uomo che ha avuto un solo torto: quello di stare dalla parte di chi era più debole e di lavorare perché un mondo senza odio si facesse strada (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 3 aprile 2019 - Ore 11:

(ore 11 e al termine del punto 6)

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere.

(C. 1455-A)

e delle abbinate proposte di legge: BARTOLOZZI ed altri; CIRIELLI ed altri; ASCARI ed altri; ANNIBALI ed altri; FOTI e BUTTI. (C. 1003-1331-1403-1457-1534)

Relatrice: ASCARI.

2. Seguito della discussione della proposta di legge:

MASSIMO ENRICO BARONI ed altri: Disposizioni in materia di trasparenza dei rapporti tra le imprese produttrici, i soggetti che operano nel settore della salute e le organizzazioni sanitarie. (C. 491-A)

Relatore: PROVENZA.

3. Seguito della discussione delle mozioni Braga, Muroni ed altri n. 1-00152, Colucci ed altri n. 1-00154, Ilaria Fontana, Lucchini ed altri n. 1-00155 e Mazzetti ed altri n. 1-00158 concernenti iniziative in materia di cambiamenti climatici e per la promozione della candidatura dell'Italia quale Paese ospitante della COP 26 nel 2020 .

4. Seguito della discussione delle mozioni Mandelli ed altri n. 1-00085, Lollobrigida ed altri n. 1-00156, Molinari e D'Uva n. 1-00157 e De Luca ed altri n. 1-00159 concernenti iniziative volte a sostenere la candidatura di Milano a sede di sezione specializzata del Tribunale unificato dei brevetti .

(ore 15)

5. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

(ore 16)

6. Votazione per l'elezione di quattro componenti effettivi e di quattro componenti supplenti della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti

(al termine delle votazioni)

7. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

S. 920 - Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell'assenteismo (Approvato dal Senato). (C. 1433-A)

e dell'abbinata proposta di legge: RAVETTO. (C. 781)

Relatori: FRANCESCO SILVESTRI (per la I Commissione) e CAPARVI (per la XI Commissione), per la maggioranza; VISCOMI, di minoranza.

La seduta termina alle 20.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 i deputati D'Alessandro, Pettazzi, Stumpo, Speranza, Bersani, Epifani e Ferrari hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 2 e 3 il deputato De Luca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 1, 2 e 3 il deputato Vinci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 4 il deputato Romano ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;

nella votazione n. 4 il deputato Nobili ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 4 il deputato Caffaratto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 4, 5 e 6 il deputato Vinci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 7 il deputato Vinci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 7 il deputato Trizzino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 7 e 8 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita a votare;

nelle votazioni nn. 17 e 19 il deputato Bellachioma ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 18 la deputata Murelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 19 la deputata Varchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 26 il deputato Potenti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 28 il deputato De Luca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 29 il deputato De Maria ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

nella votazione n. 36 il deputato Sasso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 40 il deputato Silvestroni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 43 la deputata Gobbato ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 44 il deputato Lolini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 45 e 46 la deputata Giordano ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 46 il deputato Ferrari ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 47 la deputata Giordano ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 48 il deputato Fiano ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 49 il deputato Verini ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 53 il deputato Giglio Vigna ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 54 il deputato Cortellazzo ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nelle votazioni nn. 63 e 64 il deputato De Filippo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 64 la deputata Murelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 67 il deputato Buratti ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 68 la deputata Boldi ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 68 il deputato Marino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 70 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 75 il deputato Ceccanti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 1455-A e abb. - em. 1.500 461 461 0 231 461 0 69 Appr.
2 Nominale em. 1.102 rif. 477 477 0 239 477 0 67 Appr.
3 Nominale em. 1.103 475 475 0 238 475 0 67 Appr.
4 Nominale em. 1.104 479 368 111 185 115 253 66 Resp.
5 Nominale em. 1.105 484 374 110 188 116 258 67 Resp.
6 Nominale em. 1.9 487 487 0 244 118 369 64 Resp.
7 Nominale articolo 1 488 488 0 245 486 2 64 Appr.
8 Nominale em. 2.2 rif. 492 492 0 247 124 368 63 Resp.
9 Nominale em. 2.1 rif. 495 495 0 248 120 375 62 Resp.
10 Nominale em. 2.3 483 483 0 242 107 376 62 Resp.
11 Nominale em. 2.9 485 403 82 202 136 267 62 Resp.
12 Nominale em. 2.100 488 488 0 245 109 379 61 Resp.
13 Nominale em. 2.6 480 480 0 241 104 376 61 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 2.5 482 482 0 242 109 373 62 Resp.
15 Nominale em. 2.10 488 488 0 245 109 379 61 Resp.
16 Nominale em. 2.4 487 486 1 244 106 380 62 Resp.
17 Nominale em. 3.10 v.c. 487 486 1 244 215 271 61 Resp.
18 Nominale em. 3.2 488 486 2 244 219 267 60 Resp.
19 Nominale em. 3.1 rif. 488 382 106 192 119 263 60 Resp.
20 Nominale em. 3.100 rif. 486 383 103 192 120 263 60 Resp.
21 Nominale em. 3.5 495 388 107 195 122 266 60 Resp.
22 Nominale articolo 3 489 475 14 238 475 0 60 Appr.
23 Nominale art. agg. 3.0101, 3.0102 rif. 493 492 1 247 492 0 60 Appr.
24 Nominale art. agg. 3.022 493 419 74 210 122 297 60 Resp.
25 Nominale art. agg. 3.0100 495 495 0 248 120 375 59 Resp.
26 Nominale em. 2.101 rif. 491 381 110 191 381 0 60 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale articolo 2 497 496 1 249 386 110 60 Appr.
28 Nominale em. 4.2 485 484 1 243 217 267 57 Resp.
29 Nominale em. 4.3 492 491 1 246 104 387 57 Resp.
30 Nominale articolo 4 497 394 103 198 394 0 57 Appr.
31 Nominale art. agg. 4.0102 495 494 1 248 221 273 58 Resp.
32 Nominale subem. 0.4.0103.1 495 494 1 248 389 105 58 Appr.
33 Nominale art. agg. 4.0103 496 494 2 248 390 104 58 Appr.
34 Nominale art. agg. 4.0105 496 495 1 248 222 273 58 Resp.
35 Nominale art. agg. 4.0106 494 493 1 247 116 377 58 Resp.
36 Nominale em. 5.104 494 390 104 196 119 271 58 Resp.
37 Nominale em. 5.3 500 499 1 250 106 393 58 Resp.
38 Nominale em. 5.102, 5.101 rif. 504 504 0 253 504 0 58 Appr.
39 Nominale em. 5.16 505 503 2 252 113 390 58 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 5.105 502 501 1 251 114 387 58 Resp.
41 Nominale em. 5.200 495 494 1 248 493 1 58 Appr.
42 Nominale articolo 5 500 392 108 197 391 1 58 Appr.
43 Nominale art. agg. 5.0101 496 495 1 248 228 267 58 Resp.
44 Nominale em. 6.100 rif. 489 488 1 245 488 0 58 Appr.
45 Nominale em. 6.101, 6.104 493 492 1 247 379 113 58 Appr.
46 Nominale articolo 6 485 484 1 243 484 0 58 Appr.
47 Nominale art. agg. 6.08 490 394 96 198 10 384 58 Resp.
48 Nominale art. agg. 6.0102 483 386 97 194 10 376 58 Resp.
49 Nominale em. 7.101 489 386 103 194 112 274 58 Resp.
50 Nominale em. 7.102 489 383 106 192 114 269 57 Resp.
51 Nominale em. 7.103 489 489 0 245 114 375 57 Resp.
52 Nominale articolo 7 492 386 106 194 384 2 57 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale em. 8.13 482 387 95 194 12 375 57 Resp.
54 Nominale em. 8.101 495 376 119 189 332 44 56 Appr.
55 Nominale articolo 8 492 390 102 196 390 0 56 Appr.
56 Nominale em. 9.21, 9.100 482 482 0 242 212 270 56 Resp.
57 Nominale articolo 9 485 485 0 243 485 0 56 Appr.
58 Nominale em. 10.100 461 461 0 231 203 258 57 Resp.
59 Nominale em. 10.5 461 461 0 231 202 259 57 Resp.
60 Nominale em. 10.101 467 467 0 234 204 263 57 Resp.
61 Nominale em. 10.8 472 472 0 237 206 266 57 Resp.
62 Nominale articolo 10 470 460 10 231 460 0 57 Appr.
63 Nominale art. agg. 10.04 468 290 178 146 28 262 58 Resp.
64 Nominale art. agg. 10.0100 469 469 0 235 207 262 58 Resp.
65 Nominale art. agg. 10.07, 10.0101 474 474 0 238 210 264 58 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale art. agg. 10.09 470 468 2 235 102 366 57 Resp.
67 Nominale em. 11.20 470 380 90 191 114 266 57 Resp.
68 Nominale em. 11.100 462 462 0 232 203 259 57 Resp.
69 Nominale articolo 11 472 373 99 187 372 1 57 Appr.
70 Nominale art. agg. 11.09 472 381 91 191 116 265 56 Resp.
71 Nominale art. agg. 11.0100 473 473 0 237 210 263 56 Resp.
72 Nominale art. agg. 11.0101 474 474 0 238 210 264 56 Resp.
73 Nominale art. agg. 11.028 475 475 0 238 210 265 56 Resp.
74 Nominale articolo 12 480 479 1 240 479 0 56 Appr.
75 Nominale em. 13.100 483 483 0 242 210 273 55 Resp.
76 Nominale articolo 13 482 380 102 191 380 0 55 Appr.
77 Nominale art. agg. 13.013 468 468 0 235 203 265 56 Resp.
78 Nominale em. 14.1 479 479 0 240 207 272 56 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 79)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nominale articolo 14 481 481 0 241 279 202 56 Appr.