Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 151 di giovedì 28 marzo 2019

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 10.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Andreuzza, Bazzaro, Benvenuto, Bianchi, Brescia, Businarolo, Colletti, Cortelazzo, D'Inca', D'Uva, Del Barba, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Frusone, Gallo, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Grimoldi, Guerini, Iovino, Molinari, Pellicani, Rizzo, Scagliusi, Sisto, Sodano, Stumpo, Traversi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centocinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,04).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendiamo quindi la seduta, che riprenderà alle ore 10,20 con il prosieguo delle nostre attività.

La seduta, sospesa alle 10,05, è ripresa alle 10,20.

Seguito della discussione del disegno di legge: Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere (A.C. 1455-A); e delle abbinate proposte di legge: Bartolozzi ed altri; Cirielli ed altri; Ascari ed altri; Annibali ed altri; Foti e Butti (A.C. 1003-1331-1403-1457-1534).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1455-A: Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere; e delle abbinate proposte di legge nn. 1003-1331-1403-1457-1534.

Ricordo che nella seduta del 27 marzo 2019 si è conclusa la discussione generale e la relatrice e il rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 1455-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo della Commissione, e degli emendamenti presentati.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Avverto che, fuori dalla seduta, gli emendamenti 8.100 Cirielli e 11.0102 Iovino sono stati ritirati dai presentatori.

Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare. A tal fine, il deputato Catello Vitiello è stato invitato a segnalare l'emendamento da porre comunque in votazione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 1455-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Grazie, Presidente. La Commissione esprime parere favorevole sull'articolo premissivo 01.02 Annibali, se riformulato in modo che il testo sia identico a quello dell'articolo aggiuntivo 3.0101 Salafia. L'articolo premissivo 01.04 Morani è accantonato. Il parere è contrario sugli articoli premissivi 01.015 Morani e 01.023, 01.028 e 01.029 Ferri. Il parere è altresì contrario sugli articoli premissivi 01.0100 Bartolozzi e 01.032 Ferri. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 1.4 Annibali, 1.106 Bartolozzi, 1.3 Versace, 1.100 e 1.101 Bartolozzi, 1.17 Boldrini e 1.107 Zanella. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 1.102 D'Orso, se così riformulato: al comma 1, sostituire le parole: “dall'articolo 582” con le seguenti: “dagli articoli 582(…)”…

PRESIDENTE. Scusi, relatrice. Colleghi, stiamo leggendo una riformulazione che sicuramente dopo tutti i colleghi vorranno risentire. Se l'ascoltano adesso, sarà più pratico. Prego, relatrice.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Ricomincio: al comma 1, sostituire le parole: “dall'articolo 582”, con le seguenti: “dagli articoli 582 e 583-quinquies”. Conseguentemente: all'articolo 2, comma 1, capoverso, sostituire le parole: “dall'articolo 582”, con le seguenti: “dagli articoli 582 e 583-quinquies”; all'articolo 3, comma 1, capoverso 2-bis, sostituire le parole: “dall'articolo 582”, con le seguenti: “dagli articoli 582 e 583-quinquies”; all'articolo 9, comma 1, capoverso Art. 64-bis, comma 1, sostituire le parole: “dall'articolo 582” con le seguenti: “dagli articoli 582 e 583-quinquies”; all'articolo 10: al comma 1, capoverso 1-bis, sostituire le parole: “dall'articolo 582”, con le seguenti: “dagli articoli 582 e 583-quinquies”; al comma 5, capoverso 1-bis, sostituire le parole: “dall'articolo 582”, con le seguenti: “dagli articoli 582 e 583-quinquies”; dopo l'articolo 13, aggiungere il seguente: Art. 13-bis. - 1. All'articolo 11, comma 2, della legge 7 luglio 2016, n. 122, dopo le parole: “secondo comma del codice penale”, sono aggiunte le seguenti: “nonché per il delitto di deformazione dell'aspetto mediante lesioni permanenti al viso, di cui all'articolo 583-quinquies del codice penale”.

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Cortesemente, quando poi sarà il momento di votare, io ho seguito, ma tutta l'ultima parte se è possibile avere…

PRESIDENTE. Non c'è dubbio che ci sarà una distribuzione dell'emendamento. Questo lo do per acquisito e sono certo che la relatrice ha già provveduto. Proseguiamo con gli emendamenti sull'articolo 1. Prego, relatrice.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Sull'emendamento 1.103 Salafia, parere favorevole, mentre sui successivi emendamenti 1.104 e 1.105 Bartolozzi e 1.9 Ferri, parere contrario.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola al Governo per il parere, salutiamo la delegazione che arriva dal Kazakistan, con il Vice Ministro Roman Vassilenko, Vice Ministro degli affari esteri, accompagnato dall'ambasciatore Sergey Nurtayev, che sono qui oggi ad assistere ai nostri lavori. Grazie per la vostra presenza (Applausi).

Qual è il parere del Governo sulle proposte emendative?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. I pareri sono conformi a quelli della relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo premissivo 01.02 Annibali, sul quale la relatrice ha subordinato il parere favorevole ad una proposta di riformulazione.

Onorevole Annibali, se accetta la riformulazione?

LUCIA ANNIBALI (PD). Sì, accetto.

PRESIDENTE. Benissimo, la riformulazione viene accettata. Quindi, l'articolo premissivo 01.02 Annibali sarà collocato a pagina 12 del fascicolo, rinumerato come 3.0102 e sarà, quindi, posto in votazione congiuntamente all'articolo aggiuntivo Salafia 3.0101 risultando ad esso identico a seguito della riformulazione.

Quello dopo è accantonato.

Passiamo, dunque, all'articolo premissivo 01.015 Morani, su cui c'è un parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo 01.015 Morani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, questa è la prima votazione, quindi aspetteremo che tutti entrano in Aula. Dopo, visto che abbiamo numerose votazioni, è previsto che chi è in Aula vota, gli altri, purtroppo, no .

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo 01.023 Ferri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo 01.028 Ferri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo 01.029 Ferri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'articolo premissivo 01.0100 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietina. Ne ha facoltà.

SIMONA VIETINA (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, come tutti sappiamo, la notizia di reato è un'informazione che permette alla polizia giudiziaria e al pubblico ministero di venire a conoscenza di un illecito penale. La presenza di una notizia di reato produce principalmente tre effetti: in primo luogo, segna il passaggio dalla funzione di polizia di sicurezza, cioè dall'osservazione generica e ricerca di eventuali reati che possono essere commessi, alla funzione di polizia giudiziaria o, meglio, indagine di reato; in secondo luogo, impone alla polizia giudiziaria che abbia appreso la notizia l'obbligo di informare il pubblico ministero, ai sensi dell'articolo 347 del codice di procedura penale; infine, impone al pubblico ministero l'obbligo di provvedere all'immediata iscrizione della notizia nel registro delle notizie di reato, ai sensi dell'articolo 335 del codice di procedura penale.

Proprio su tale versante, è fondamentale che, in alcune fattispecie di reato richiamate nel presente emendamento, le iscrizioni della notizia di reato nell'apposito registro siano comunicate immediatamente alla persona offesa e al difensore.

La ratio della presente proposta risiede principalmente nel fatto che in merito a determinati reati, come i maltrattamenti contro familiari e conviventi, gli atti sessuali con minorenni, gli atti persecutori e la violenza sessuale, come dimostrano i numerosi casi di cronaca, vi è una naturale inclinazione da parte del colpevole di reiterare nel tempo l'atto criminoso. Proprio per questo motivo risulta fondamentale garantire alla vittima la massima tempestività nelle indagini, anche come supporto per l'eventuale adozione di misure cautelari. Ma c'è di più: in questo modo il pubblico ministero, quale titolare dell'azione penale, potrà avere un contatto diretto e immediato con i fatti e le fonti di prova, al fine di essere posto nelle condizioni di analizzare tutte le sfumature del caso. A ciò si aggiunge che verrebbe così garantito il rispetto dei giusti tempi per i procedimenti relativi ai reati in questione.

Si tratta, quindi, di un passaggio fondamentale, che non potrebbe fare altro che dare completezza al presente provvedimento, che, all'articolo 1, estende ai delitti di maltrattamenti, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni aggravate, commessi in contesti familiari o nell'ambito di relazioni di convivenza, il regime speciale attualmente previsto per i gravi delitti, indicati dall'articolo 407, comma 2, lettera a), numeri da 1 a 6, del codice di procedura penale. In tal modo, la polizia giudiziaria sarà sempre tenuta a comunicare immediatamente al pubblico ministero le notizie di reato anche in forma orale.

Chiediamo, dunque, alla maggioranza di prendere in seria considerazione l'articolo premissivo 01.0100, proprio perché si tratta di una proposta di buonsenso e di fondamentale importanza per assicurare l'obiettivo principale del presente provvedimento: la tutela delle vittime di violenza domestica e di genere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà, per un minuto.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Per l'Aula, Presidente, perché in Commissione ne abbiamo parlato: il Governo si è mostrato attento e anche la relatrice, perché in questa proposta di legge risulta sversata tutta la parte della proposta di legge di Forza Italia sugli obblighi di informazione alla persona offesa. Cosa rimane fuori, sottosegretario? Ne abbiamo discusso anche in Commissione: l'obbligo previsto dall'articolo 335 del codice di procedura penale, cioè quando si scrive la notizia di reato. La notizia di reato viene scritta, viene data comunicazione all'indagato, ma non anche alla persona offesa: è qui il vulnus, sottosegretario, perché è proprio in quel momento che l'indagato andrà a cercare la persona offesa ed è proprio in quel momento che la persona offesa ha necessità di avere maggiore protezione. Quindi, io prego la relatrice e il sottosegretario, è l'unico obbligo di informazione - anzi ce n'è un altro, sul quale poi torneremo, sulla fissazione di udienza di convalida -, è uno dei due obblighi di informazione che sono rimasti fuori dal testo normativo. L'articolo 335 è importantissimo: l'obbligo di comunicare la notizia di iscrizione nel registro degli indagati è importantissimo proprio per consentire - e chiudo - alla persona offesa di tutelarsi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Solo per evidenziare i risvolti pratici di questo articolo premissivo, perché troppo spesso dalle cronache noi apprendiamo di violenze perpetrate dopo che la persona offesa, la vittima, ha sporto denuncia, come reazione da parte del denunciato alla avvenuta comunicazione della notizia. Quindi, io credo che estendere questo obbligo di informazione anche alla persona offesa, al fine di consentirle di adottare più opportuni rimedi alle reazioni del denunciato sia un atto di saggezza. Spiace che la maggioranza non intenda recepire questo articolo premissivo, che comunque Fratelli d'Italia voterà favorevolmente.

PRESIDENTE. Avverto che sono stati ritirati dai presentatori i seguenti articoli aggiuntivi: 4.0101 Bologna, 13.0100 Carbonaro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Grazie, signor Presidente. Anch'io dimostro un certo stupore nel parere che è stato dato a questa proposta emendativa, perché questo articolo premissivo ci riporta alla vita della persona che trova il coraggio di fare questo passo così importante. Dunque, la comunicazione alla parte lesa, la parte offesa, è assolutamente un passaggio necessario perché la vittima possa anche trovare delle misure di protezione per se stessa.

Quindi, aver dato un parere contrario vuol dire ignorare l'importanza di questo momento per la vittima. Dunque, io veramente chiedo al sottosegretario di riflettere, perché non si vede a che cosa si deve una contrarietà su questo articolo premissivo. È una misura aggiuntiva che va a vantaggio della sicurezza della donna. Quindi, signor sottosegretario, la prego di riflettere - non so se mi sta ascoltando, vedo che sta al telefono - dicevo, questo articolo premissivo della collega Bartolozzi va incontro al bisogno di sicurezza della donna, dunque perché dare un parere contrario a questo articolo premissivo? Anche noi voteremo favorevolmente.

PRESIDENTE. Salutiamo gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo “Alfredo Baccelli”, di Tivoli (Roma), che sono venuti oggi ad assistere ai nostri lavori, grazie ragazzi e grazie alle vostre insegnanti (Applausi).

MATILDE SIRACUSANO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO (FI). Presidente, non vorremmo iniziare con richieste di accantonamento, però, in virtù delle riflessioni già espresse e condivise con i colleghi degli altri gruppi parlamentari, formalizziamo la richiesta di accantonamento per questo articolo premissivo, che riteniamo fondamentale.

PRESIDENTE. Relatrice, qual è la sua valutazione sulla richiesta di accantonamento?

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Presidente, parere contrario.

PRESIDENTE. Se l'onorevole Siracusano insiste, mettiamo la richiesta in votazione, altrimenti… insiste? Bene. Ci sono interventi a favore sull'accantonamento?

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Chiedo di parlare a favore.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Sì, Presidente, il mio è un intervento a favore dell'accantonamento, sia nel merito, che nel metodo: nel merito, per le ragioni dianzi richiamate, che sono state più volte espresse in sede di audizione dai soggetti che la Commissione ha convocato; e anche per una questione di metodo, perché quest'Aula ha già accantonato l'articolo 4, quindi inevitabilmente si dovrà tornare su una serie di questioni che riguardano questo provvedimento. Quindi, a mio avviso, nulla osta a che si ritorni successivamente anche su questo articolo premissivo, che, evidentemente, è stato affrontato troppo superficialmente da parte della maggioranza.

PRESIDENTE. Ci sono interventi contro? No.

Passiamo, dunque ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, sulla richiesta di accantonamento dell'articolo premissivo 01.0100 Bartolozzi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 67 voti di differenza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo 01.0100 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'articolo premissivo 01.032 Ferri.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Presidente, volevo illustrare brevemente questo articolo premissivo, che vuole introdurre una condizione di ammissibilità per chi chiede di accedere ai riti alternativi. Allora, i riti alternativi hanno delle premialità, in questo caso il patteggiamento, e quindi vogliamo limitare la condizione di ammissibilità e porre un paletto ulteriore, e quindi dire a chi è indagato, imputato: vuoi una premialità, vuoi accedere a un rito alternativo? – e sappiamo quali sono le conseguenze giuridiche e gli effetti anche dei benefici ai sensi degli articoli 444 e 445 del codice procedura penale – Però, te la devi meritare la premialità. Allora, seguendo lo schema che è già vigente nel nostro codice di procedura penale, cito due casi: si parla tanto di lotta alla corruzione. In materia di corruzione si è condizionato l'accesso del patteggiamento a delle condotte di carattere riparatorio, tanto che l'articolo 444, comma 1-ter, del codice di procedura penale in materia di reati contro la PA, laddove manchi l'integrale restituzione del prezzo del profitto del reato, non fa accedere alla premialità del patteggiamento. C'è un'altra norma, in materia di reati tributari, l'articolo 13-bis del decreto legislativo n. 74 del 2000, dove si dice: vuoi accedere al patteggiamento, vuoi una premialità? Devi porre in essere una condotta riparativa, e quindi devi estinguere il debito tributario, devi pagare. Così di là, nella corruzione, restituisci quello che è rubato, di qua, quello che non hai dato al fisco. Con questo articolo premissivo dico: in reati così brutali e crudeli come questi di cui stiamo a discutere, a tutela della donna, come minimo limitiamo l'accesso al patteggiamento, perché, da una parte si vogliono alzare le pene, dall'altra si vuole dire maggiore tutela, e noi abbiamo provato a migliorare questa norma e questo provvedimento con diversi emendamenti. Purtroppo, vedo che il risultato è che la maggioranza non ci sente. Ecco, bocciando questa proposta emendativa, voi regalate la premialità, senza alcun paletto.

Io vi consento, con questo articolo premissivo, di dire: vuoi patteggiare? Per lo meno, come condizione di ammissibilità, risarcisci il danno. Mi sembra il minimo, sennò uno può patteggiare con tutti gli effetti…sapete meglio di me che, quando patteggi, il giudice fa uscire la parte civile, perché ti condanno alle spese processuali, ma non valuto la domanda di risarcimento del danno. Esci, l'imputato patteggia, la persona offesa deve farsi poi una causa civile, con tutte le conseguenze del giudizio civile e tutti i tempi relativi. Quindi esci, non sei risarcito e ti pagano solo le spese processuali.

Quindi, chiedo di inserire come condizione di ammissibilità per chi vuole patteggiare perlomeno il fatto di risarcire il danno. Mi sembra che il Governo e il relatore abbiano dato parere negativo, mi auguro che cambierà questo parere, altrimenti vi assumete la responsabilità di fare delle norme bandiera; andate a raccontare in giro che le cose migliorano, e, su una cosa davvero semplice e lineare, che esiste già nel nostro codice di procedura penale, vi ho fatto due esempi, penso che queste fattispecie penali, così gravi, davvero meritino l'introduzione di questa condizione di ammissibilità. Altrimenti è inutile aumentare le pene, quando poi fai patteggiare uno e nemmeno ti risarcisce il danno. Quando poi ti condannerà il giudice civile, sarai nullatenente, non hai un euro, non hai un immobile, e quindi questa persona offesa si troverà l'imputato che ha fatto il patteggiamento, e quindi non c'è stato nemmeno il processo e non ha valutato nemmeno la tua domanda. Fai la causa civile: anche se un giudice civile ti dà ragione, devi poi farla eseguire, andarla a far eseguire nel patrimonio, se ce l'ha, di quello che è stato condannato. Così almeno limiti l'accesso al patteggiamento e condizioni la premialità sin dall'inizio, nel momento della ammissibilità del rito speciale, al risarcimento del danno.

Chiedo davvero che si voti questa proposta emendativa, altrimenti non raccontatemi che, con questo provvedimento, cambiate le cose, perché sono piccoli segnali - possono apparire tecnici, ma non sono tecnici - che sono di buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Avverto che è in distribuzione la versione corretta dell'emendamento 3.10 Vitiello, per un refuso sul fascicolo.

Salutiamo gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo “Galileo Galilei”, di Alessandria, che sono in visita oggi qui da noi (Applausi). Grazie ragazzi per la vostra presenza.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo 01.032 Ferri, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Annibali, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.106 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Appena poche parole, però ci tengo. È un testo tecnico, questo, ed è un articolato, un emendamento molto simile a quello che la collega Annibali aveva presentato, che non ha sostenuto, non ha esplicitato, ma verbalmente spendo io due parole, Presidente. Di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando dell'articolo 347, cioè l'articolo che prevede la trasmissione immediata da parte della Polizia giudiziaria al pubblico ministero della notizia di reato. Allora, tutto il corpo del testo normativo che stiamo andando a licenziare, il cosiddetto codice rosso, come piace al Ministro Bongiorno, è centrato sulla velocizzazione della prima fase, sia dell'acquisizione delle indagini che della trasmissione al PM. Cosa stiamo cercando di fare io e la stessa collega Annibali con l'emendamento che abbiamo visto prima? Diciamo: sì, diamo velocità nell'acquisizione dell'audizione della persona offesa da parte del PM, ma mettiamo un termine alla trasmissione che della notizia di reato che la PG ha acquisito deve essere fatta al pubblico ministero, e cioè, quando la persona offesa andrà in un primo presidio a denunciare il fatto, la lesione piuttosto che il maltrattamento che ha subito da parte del compagno, la Polizia giudiziaria ha l'obbligo di riferire al PM immediatamente, e per i reati di cui all'articolo 407, cioè quelli di particolare allarme sociale, immediatamente e comunque non oltre le 24 ore.

Il nostro emendamento tenta, sottosegretario, di garantire, quindi estendere, lo stesso modulo acceleratorio che hanno i reati dell'articolo 407 anche alla violenza di genere, e non capisco, sinceramente, il perché del parere contrario della relatrice, che in questo momento non mi sembra molto attenta, e del sottosegretario. Relatrice, stiamo chiedendo che questa fase acceleratoria, che è già prevista nel codice per i reati dell'articolo 407, venga estesa alla violenza di genere. È il corpo del provvedimento del “codice rosso”.

Perché non estenderlo ai reati di violenza di genere? Vogliamo che il PM senta la persona offesa nei tre giorni, ma la PG si può tenere la notizia di reato quanto gli pare? Io non lo capisco! Allora, per riaprire l'articolo 407 l'obbligo di riferire è immediato, nelle 24 ore. Per i reati di violenza di genere l'obbligo sarebbe quello del primo comma e, cioè, senza ritardo. Senza ritardo può voler dire un mese, due mesi, tre mesi, quattro mesi. Se volete far sì che la notizia passi subito dovete dare un termine e il termine è quello dell'articolo 407, cioè immediatamente o non oltre le 24 ore. Non si può tentare di imprimere un'accelerazione al procedimento quando il procedimento ce l'ha già il pubblico ministero e non prevedere l'accelerazione quando il procedimento è dinanzi alla polizia giudiziaria, perché è quello il momento in cui la vittima ha bisogno di maggiore protezione. Quindi, la polizia giudiziaria deve necessariamente avere un termine, che non ha sanzione e, quindi, non è cogente, ma, diciamo, che in qualche modo gli dà un imprimatur nel movimento e questo termine qual è? Lo stesso che è nel codice. Vi stiamo semplicemente chiedendo di estendere la garanzia che già c'è per talune fattispecie di reato anche alla violenza di genere. Si tratta di un'estensione nell'accelerazione della fase prima che procedimentale, quindi prima che arrivi al pubblico ministero.

Non comprendo il parere contrario e gradirei che ci fosse una spiegazione sul parere contrario. L'ho chiesta in Commissione, l'abbiamo chiesta in Commissione e non è arrivata. L'ho chiesta anche al sottosegretario e non è arrivata. Io gradirei averla e non è in un'ottica polemica ma è in un'ottica di contribuzione: se vogliamo far bene per le donne dobbiamo far bene in tutte le fasi e la prima fase è la più importante. Quindi, io gradirei, se c'è un parere contrario, di conoscere le ragioni motivate e non “così abbiamo deciso” perché questo non mi basta. Vorrei comprendere il motivo ed eventualmente consentire ai colleghi di poter ribattere e controdedurre rispetto a quello che la relatrice ci potrà dire.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Presidente, io ho sottoscritto l'emendamento 1.4 Annibali che prima abbiamo votato e, purtroppo, non è passato. Questo riprende l'emendamento che è stato presentato prima e cambia solo il periodo: entro 24 ore. Noi proponevamo entro le 48 ore, però il senso è quello.

Secondo me è un emendamento che va votato come andava votato quello di prima, perché in effetti anche in questo caso emerge la contraddizione. Noi vogliamo creare una norma che non sia bandiera e slogan e vogliamo dare degli strumenti al giudice e alla polizia efficaci che diano le risposte di tutela e che intervengano laddove oggi può sembrare esserci un vuoto normativo.

Allora, il discorso di obbligare il pubblico ministero a sentire entro tre giorni la persona offesa, con tutte le conseguenze tecniche che sono state segnalate in sede di audizione, con le problematicità e le criticità, e poi non intervenire, invece, sul punto della trasmissione della documentazione della denuncia, vincolando in un periodo temporale ben determinato la trasmissione della querela e della documentazione da parte della polizia giudiziaria, vuol dire non affrontare il tema, perché io magari, cittadino anche in difficoltà, che subisco un'aggressione o subisco una violenza e mi rivolgo alla stazione dei carabinieri di un piccolo comune è chiaro che il coordinamento diventa più difficile.

Allora, cercare di aiutare la polizia giudiziaria e le varie stazioni dove il cittadino si rivolge con un termine preciso che va a completare quello che c'è già scritto nel codice, “senza ritardo”, così come previsto dall'articolo 347 del codice di procedura penale, vuol dire aiutare il pubblico ministero a essere più efficace e più tempestivo perché così ti arriva subito la querela e perché non tutti i cittadini vanno in procura a presentare la denuncia ma vanno alla stazione dei carabinieri che giustamente la trattano con i tempi e col carico che hanno. Infatti, ci sono delle priorità interne e ringraziamo le forze dell'ordine per il lavoro che fanno sul territorio con grande professionalità e impegno.

Con questa norma vogliamo dare un termine per aiutare il loro lavoro, per aiutare il coordinamento con il pubblico ministero e per dare quella garanzia di certezza in termini di tempestività nella trasmissione della querela dalle varie stazioni e dai vari commissariati all'ufficio della procura, che poi è il titolare delle indagini, è colui che deve dirigere le indagini e adottare i provvedimenti urgenti, coordinandosi e acquisendo tutti gli elementi.

Quindi, una norma di buonsenso che guarda l'efficacia della risposta che diventa molto più efficace con questa norma e con questi emendamenti, sebbene abbiate già bocciato quello a firma Annibali che avevo sottoscritto anch'io e, quindi, presumo e posso già immaginare l'esito del voto su questo. Allora, ciò vuol dire non voler risolvere il problema, vuol dire non dare una risposta efficace, vuol dire limitarsi a quella norma bandiera dei tre giorni, con tutte le complicazioni che sono state evidenziate. Quindi, anch'io voterò a favore su questo emendamento, come ho fatto con quello precedente, e davvero invito il Governo e il relatore a cambiare idea e a essere coerenti anche con l'impianto del disegno di legge che oggi è sottoposto all'esame di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Avverto che l'emendamento 5.100 Lattanzio è stato ritirato dal presentatore.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.106 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Versace, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.100 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, in discussione sulle linee generali ieri ho sentito lamentare qualche collega del PD del fatto che il testo fosse stato definito dal Ministro Bonafede come “blindato” e questo prima che il testo arrivasse in Commissione e oggi in Aula e la cosa un po' mi ha sorpreso, perché avevo sentito e letto le dichiarazioni del Ministro Bonafede e poi avevo visto i lavori in Commissione, con un minimo di apertura, e ho detto: “Sarà la solita opposizione ostruzionistica”. E invece no! E invece no, Presidente, perché tutti gli emendamenti, tra i quali questo che ora vado a rappresentare con poche parole, relativi agli articoli 1 e 2, che poi sono il cuore della proposta - non della Lega e solo del Ministro Bongiorno, ma anche di quella che Forza Italia ha presentato a maggio 2018 -, parrebbero essere “blindati” e spero di essere sconfessata in quello che dico. Io lo dico veramente con molta apertura: io spero di essere sconfessata dai colleghi della Lega e, quindi, che mi sia mostrata un'apertura nel dibattito anche per il tramite degli accantonamenti e delle riformulazioni, ma un'apertura per la contribuzione migliorativa del testo di legge.

Cosa prevediamo noi, Presidente, in questo mio emendamento 1.100? Prevediamo che al comma 1 - quindi il cuore del provvedimento, quello sull'obbligo di riferire la notizia di reato - la particolare tutela che è assegnata ai reati di cui all'articolo 572, cioè i maltrattamenti, e agli articoli 609-bis e seguenti, cioè la violenza sessuale nelle varie tipologie in cui essa si snoda, venga assicurata anche ad altre fattispecie che sono nello stesso titolo e nello stesso capo: quelle di cui agli articoli 600-bis, 600-ter, 600-quater e 600-quater.1, che sono, Presidente - prendo il codice - la riduzione e il mantenimento in schiavitù e servitù; la pornografia minorile; la detenzione di materiale pornografico e la pornografia virtuale. Sono, ripeto, fattispecie che sono contenute sempre nel Capo III, Dei delitti contro la libertà individuale, e nella medesima Sezione I. Non capisco perché riservare un trattamento differenziato a fattispecie normative che hanno ad oggetto lo stesso bene giuridico tutelato, la stessa identità: non lo comprendo. Se votate contro l'emendamento 1.100 da me presentato, vorrà dire che confermerete quanto diceva ieri il Partito Democratico ossia che il testo non si può toccare. Quindi, pur essendo un emendamento migliorativo, un contributo che non fa niente di più che estendere, come è normale che sia, a fattispecie simili la stessa protezione e garanzia giuridica, se boccerete l'emendamento, vorrà dire che evidentemente devono passare quelle due norme così per come sono scritte, sbagliate o giuste che siano, e allora a cosa serve il dibattito in Commissione e a cosa serve il dibattito in Aula? Il dibattito in Commissione c'è stato sugli articoli da 3 e seguenti, sui quali il MoVimento 5 Stelle ha rappresentato un'apertura. Chiedo alla Lega di presentare la stessa apertura anche sugli articoli 1 e 2, perché l'apporto che noi vogliamo dare al testo è migliorativo. Se non è così, prego la relatrice o prego qualche collega della Lega di dirmi: hai torto, collega; non si può fare questa cosa perché non è coerente col sistema. E allora tacerò (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 Bartolozzi con parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.101 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (FI). Grazie, Presidente. Intervengo brevemente: l'emendamento è molto tecnico. Anche in questo caso si tratta di estendere la fattispecie di reato anche per quanto riguarda il reato di tratta, la pornografia minorile, la detenzione di materiale pornografico, eccetera. Colgo l'occasione, per non prendere la parola successivamente, per dire che mi tolgo il cappello di fronte a chiunque oggi sta lottando per una condizione migliore per le donne e che sta lottando contro tutto ciò che è violenza di genere e domestica. Non posso fare lo stesso nei confronti di quei movimenti femministi ad orologeria nati spesso e volentieri solamente allo scopo politico di usare il femminismo come una clava. Ricordo il famoso: “Se non ora quando?”. Speriamo davvero che il femminismo e i diritti delle donne diventino una volta per tutte un valore universale e trasversale che va dalla destra alla sinistra.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.101 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.17 Boldrini. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la Presidente Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Grazie, signor Presidente. Prima di entrare nel merito dell'emendamento, vorrei dire al collega che mi ha preceduto che “Se non ora quando” non è un'associazione di femministe ad orologeria: è un'associazione che si occupa delle donne a trecentosessanta gradi e la pregherei di portare rispetto (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali), perché è molto offensivo quanto ha detto. Dobbiamo molto a questa associazione come a molte altre associazioni che si occupano delle donne, laddove lo Stato non è in grado di farlo.

Signor Presidente, torno al merito dell'emendamento. Qui siamo nel cosiddetto revenge porn: che cos'è il revenge porn? Questo va spiegato: è una pratica molto odiosa, che consiste nella diffusione senza consenso di materiale intimo. Dunque, parliamo di foto, parliamo di video, cioè di una diffusione che viene fatta senza il consenso della parte coinvolta. Dunque è un fenomeno che lede in gran parte dei casi la donna e la dignità della donna, perché viene fatto quando una coppia si lascia, laddove c'è questo atteggiamento lesivo verso la partner, la donna, e quindi per vendetta o anche per ricatto sono diffuse immagini lesive della sua dignità.

Abbiamo avuto, signor Presidente, casi veramente di lutti: in quest'Aula, nel 2017, la mamma di Tiziana Cantone venne qui, in occasione della giornata che dedichiamo contro la violenza sulla donna, il 25 novembre, a chiedere che l'Aula si occupasse di introdurre nell'ordinamento il reato di revenge porn, proprio perché sua figlia, 31 anni, si tolse la vita proprio perché non riuscì a far togliere dalla Rete e dai social network le terribili immagini di lei che erano state messe dal suo ex partner senza il suo consenso.

Ora, dicevo che il revenge porn è la nuova frontiera della violenza sulla donna: la violenza 4.0. C'è una recente ricerca di skuola.net che dice che la pubblicazione non consensuale si sta diffondendo a livelli molto preoccupanti specialmente tra gli adolescenti. Sono 6.500 giovani che hanno partecipato a questa ricerca, tra i 13 e 18 anni, e circa uno su quattro, signor Presidente - quindi stiamo parlando del 24 per cento - si è scambiato immagini intime attraverso i social media e il 15 per cento ha dichiarato che le foto e i video sono stati poi condivisi con altre persone. Quindi parliamo di un fenomeno che investe i nostri giovani, in particolare le nostre ragazze. Ora il nostro ordinamento non conosce questa fattispecie. Io ho raccolto una petizione fatta sul change.org di tre associazioni: Insieme in rete, i Sentinelli e Bossy che hanno raccolto più di 100 mila firme - 104.000 firme - per chiedere al Parlamento di munirsi e di introdurre il reato. È un esercizio di partecipazione democratica fatto dai giovanissimi. Io ho incontrato anche i promotori della petizione e presenterò a breve una proposta di legge. Ci sono dei colleghi e delle colleghe che al Senato faranno la stessa cosa, tuttavia oggi, qui, adesso, abbiamo la possibilità di mandare un segnale chiaro e forte fuori da quest'Aula e di dire che noi ascoltiamo le richieste dei giovani che ci dicono di non lasciarli soli. Perché dobbiamo aspettare più tempo? Perché dobbiamo aspettare di mettere a punto le nostre proposte di legge? Io dico, cioè, di fare un passo indietro: introduciamo già nell'ordinamento questa fattispecie, dopodiché sarebbe, in questo caso, una bella risposta, magari anche unanime della Camera: un segnale di attenzione. Mi auguro che i colleghi e le colleghe vogliano compiere uno sforzo e che la maggioranza riconsideri il suo parere (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, intervengo per sottolineare il clima di collaborazione che c'è su questo provvedimento, a tutela delle vittime della violenza di genere, per fare in modo che rimanga agli atti che questa è una battaglia trasversale, non solo per i vari partiti ma anche tra i generi. Pensiamo che nello specifico di questo emendamento anche Fratelli dell'Italia era intervenuto a favore della tutela delle vittime del revenge porn e potrebbe essere significativo anticipare eventuali provvedimenti di legge (anche noi stiamo lavorando ad un testo) per venire incontro a quello che sta diventando un fenomeno sociale molto preoccupante. Abbiamo visto quello che è successo a Catania solo poche ore fa, dove addirittura i carnefici hanno inviato i video alla vittima chiedendo, come se fosse un trofeo, di valorizzare quell'esperienza. È una cosa atroce, nella politica e nella società della diffusione istantanea delle immagini bisogna porre un argine normativo: per cui penso che su questo tema si possa trovare una condivisione comune.

PRESIDENTE. Avverto i colleghi, per l'organizzazione dei tempi della nostra seduta, che per accordo tra i gruppi abbiamo deciso si sospenderà tra le 13,30 e le 14,30. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pollastrini. Ne ha facoltà.

BARBARA POLLASTRINI (PD). Presidente, volevo aggiungere il mio nome e quello del Partito Democratico all'emendamento dell'onorevole Laura Boldrini e rivolgere un appello, attraverso di lei, Presidente, a tutte le forze politiche perché la domanda che anche noi ci siamo posti è molto semplice: perché aspettare, perché aspettare ancora? Ogni gruppo ha un'opinione su questa proposta di legge. Noi l'abbiamo espressa con autorevolezza ieri in discussione generale, però siamo sempre per migliorare ciò che è possibile migliorare: siamo qui per questo.

Io dico - e anche noi chiediamo - se non sia possibile da parte delle forze di maggioranza ascoltare la richiesta, l'appello che non viene solo da quest'Aula in quest'Aula, ma viene da associazioni, movimenti, da insegnanti, psicologi, sociologi, da chi si occupa dei mutamenti che attraversano la mente e i cuori degli adolescenti e dei giovani e giovanissimi, perché, appunto, dobbiamo ascoltare ciò che ci viene richiesto fuori di qui e inserire questo emendamento che dice: da subito consideriamo il reato di revenge porn, da subito rispondiamo ad un'esigenza culturale di questa società, sempre nella logica che prevenire è meglio che correggere ed intervenire dopo. Qui stiamo parlando di giovani, di giovanissimi; stiamo parlando, quindi, del futuro, della mentalità, dei sentimenti della società italiana.

Mi rivolgo in particolare alle colleghe e ai colleghi del MoVimento 5 Stelle: voi fate un punto d'onore, state molto attenti sul tema della democrazia diretta. Ebbene, quanto diceva l'onorevole Boldrini è vero: inserire questo emendamento verrebbe incontro alla raccolta di firme di associazioni che stanno già mobilitando centinaia di migliaia di giovani, insegnanti e sociologi. Quindi anche noi vi chiediamo, chiediamo alla maggioranza, di accogliere questo emendamento, che è un emendamento di saggezza, è un emendamento di umanità ed è un emendamento che ancora una volta mette la prevenzione al centro della nostra idea di contrasto ad ogni forma di violenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, come non condividere gli interventi dell'onorevole Boldrini e dell'onorevole Pollastrini? Presidente, è un emendamento; noi ne abbiamo uno a seguire, a prima firma della collega Zanella, che riproduce un testo di legge che è stato presentato nel 2016 dalla collega Sandra Savino, testo di legge per il quale il Governo e la relatrice hanno dimostrato sensibilità in Commissione, dicendo che sono pronti ad un esame approfondito, ma non a licenziare il testo, perché al Senato risulta incardinato analogo testo di legge, con le audizioni in corso.

Ebbene, due considerazioni velocissime, perché poi la collega Zanella espliciterà il contenuto dell'emendamento che segue. Primo: non si può attendere, sottosegretario, perché ogni giorno c'è un fatto di cronaca, ogni giorno c'è un fatto di cronaca, ogni giorno c'è un fatto di cronaca a danno di donne; quindi ogni giorno che perdiamo, ogni giorno che perdiamo non può essere recuperato. E non possiamo attendere un altro mese, altri due mesi per licenziare un testo che è pronto. L'abbiamo detto in discussione generale, l'abbiamo detto in Commissione: l'Aula a questo serve, l'esame del testo e a licenziare un testo che poi potrebbe essere corretto dopo, nell'esame, magari, al Senato. Quindi, non è un testo blindato: potremmo licenziarlo oggi, per ulteriori approfondimenti.

Altra necessità che spingerebbe, a mio giudizio, la relatrice a rivedere il parere, e il Governo a fare altrettanto: non potete dire che comunque sono fattispecie di reato che hanno una qualche protezione nel reato di stalking. Vero, il reato di stalking con l'uso dei mezzi informatici ed informatizzati è stato introdotto nel 2009, aggravato poi con pene, nel 2013, ma le condotte sono totalmente diverse, perché nel caso di stalking aggravato dall'uso del mezzo informatico noi abbiamo bisogno di una condotta che è abituale, che si protrae nel tempo; noi, qui, invece, con l'articolo 612-ter vogliamo prevenire, punire e sanzionare quelle condotte che si verificano anche una sola volta. Quindi, relatrice e sottosegretario, io non so se il testo che noi potremmo licenziare oggi potrebbe essere oggetto di approfondimento al Senato: perché non licenziarlo oggi? Se lo licenziamo oggi e se va al Senato in maniera veloce, com'è verosimile che succeda trattandosi… Lo ha anticipato il Ministro Bongiorno, sarà licenziato sicuramente dall'Aula entro marzo e, verosimilmente con tempi velocissimi, ad aprile, al Senato. Inseriamo questa norma! Le donne non possono attendere neanche un altro giorno in più.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà, per un minuto.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, era solo per ribadire che noi voteremo a favore di questo emendamento presentato dalla collega Boldrini, così come a quello successivo presentato dal gruppo di Forza Italia, perché condividiamo in pieno l'esigenza di cogliere l'occasione di questa legge per introdurre una norma che, questa forse sì, ha un carattere di urgenza, perché gli atti persecutori commessi tramite gli strumenti informatici sono sempre più diffusi. Segnalo peraltro che anche noi avevamo una norma che introduceva una specifica aggravante per questo tipo di reato (che è già stata peraltro votata, era una norma a prima firma Morani, l'articolo premissivo 01.015), perché anche noi condividiamo l'esigenza e l'opportunità di introdurre questa fattispecie; non condividiamo invece l'argomento che è stato posto anche in Commissione, cioè che in Senato c'è già una proposta di legge che interviene sul punto, perché questa secondo noi non è una ragione sufficiente per impedire di utilizzare questo treno che passa in questo momento per accelerare i tempi anche su questa discussione. Per cui noi come abbiamo votato a favore del nostro emendamento, che è già stato bocciato, voteremo favorevolmente anche a questi altri emendamenti che intervengono sullo stesso tema, anche se con fattispecie lievemente diversa da quella che noi avevamo immaginato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Presidente, anch'io voterò questo emendamento, ritengo che sia fondamentale. È un tema, quello del revenge porn, davvero discusso, attuale purtroppo, che coinvolge anche i giovani, che in qualche modo ci aiuta a collegarci anche col mondo della scuola.

La scorsa legislatura ci ha visto approvare una legge importante come quella sul cyberbullismo, tema che è stato approvato, tra l'altro, all'unanimità, quindi con il contributo di tutte le forze politiche. Sono temi che non vanno sottovalutati, allora oggi non volerli affrontare e rimandare a un altro disegno di legge, quando può essere inserito in questo contesto, penso che sia davvero un una un'occasione mancata. Tra l'altro, all'estero questa norma è già riconosciuta in Paesi come la Germania, la Gran Bretagna, in Canada e anche in altri 34 Stati degli USA. Quindi, davvero invito maggioranza, Governo e relatrice a rivedere questa posizione, che mi permetto di definire miope, che non guarda al vero problema, che è quello della rete di questi reati e la diffusione di queste immagini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Carfagna. Ne ha facoltà.

MARIA ROSARIA CARFAGNA (FI). Presidente, se l'obiettivo di questo provvedimento è quello di rafforzare la tutela penale contro gli atti di violenza domestica e di genere, non capisco perché non possa trovare spazio all'interno di questo provvedimento l'introduzione dell'articolo 612-ter. È una nuova forma di violenza, è una nuova forma di stalking (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), che non riesce purtroppo a trovare oggi protezione e tutela, perché noi parliamo - ricordiamocelo - di ragazze ricattate, di ragazze terrorizzate, di ragazze spinte sull'orlo della follia e a volte sull'orlo del suicidio. Capisco che ci sono in ballo degli equilibri, a volte anche delle bandierine di partito da mettere, però non è questo il caso: colleghi, non è questo il caso. Tante volte Forza Italia ha votato proposte di altri partiti politici soltanto per garantire sicurezza, protezione e libertà alle donne italiane (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), vi chiediamo di fare la stessa cosa. C'è in discussione la possibilità di fare un passo avanti, un passo di civiltà, mettiamo una bandierina del Parlamento, della Camera, su questa questione, e introduciamo con questo provvedimento l'articolo 612-ter. Vi prego di accantonare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Sulla richiesta di accantonamento, chiederei la valutazione della relatrice.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Presidente, parere contrario (Commenti).

PRESIDENTE. Colleghi, ci sono altri modi per esprimere consenso e dissenso. C'è una richiesta del Presidente Carfagna di formalizzare l'accantonamento, quindi se c'è un intervento contro e un intervento a favore procediamo a farlo, altrimenti lo mettiamo in votazione. Accantoniamo, eventualmente, anche il successivo emendamento, quindi facciamo la votazione sull'accantonamento dei due emendamenti, trattandosi della stessa materia. Chiede di parlare a favore dell'accantonamento l'onorevole Boschi.

MARIA ELENA BOSCHI (PD). Presidente, intervengo per sostenere la richiesta avanzata dalla collega Carfagna sull'accantonamento di questo emendamento e di quello successivo, che, pur non essendo del Partito Democratico, noi abbiamo sottoscritto e sosterremo in entrambi i casi, perché comunque analoghi alla proposta che la nostra collega Morani ha presentato in questa legislatura, che peraltro ha trovato in qualche modo anche una sua modulazione in un emendamento che abbiamo affrontato in precedenza e che purtroppo è stato respinto. Questo è un tema che è particolarmente attuale, lo hanno già detto le colleghe che mi hanno preceduto, ed è una pratica odiosa, perché la vittima viene ferita, oltraggiata e offesa ripetutamente nel tempo con immagini che continuano a circolare nella rete. Non c'è una protezione idonea per le vittime, che possono essere donne - nella maggior parte dei casi sono donne - ma non soltanto donne, ovviamente, e che trovano molta fatica ad ottenere una tutela, sia dalle piattaforme che diventano il mezzo per la diffusione di queste immagini sia attraverso una tutela giuridica con il diritto all'oblio. Allora, intervenire attraverso delle sanzioni più gravi serve a creare un deterrente per una pratica che purtroppo sta crescendo come diffusione.

Non bastano, ovviamente, le sanzioni penali, lo sappiamo bene; c'è un tema anche di cultura e di educazione al rispetto dell'altro e anche di attenzione alla propria privacy, alla propria riservatezza. Tuttavia crediamo che oggi abbiamo l'occasione perché il Parlamento possa - io mi auguro all'unanimità su questo tema - fare un passo in avanti importante. Soprattutto, non vorrei che la necessità di rinvio portata avanti dalla maggioranza di fronte alla possibilità oggi di dare una risposta a tante persone che vivono questa difficoltà e a tante famiglie che purtroppo hanno perso delle figlie che non hanno retto l'onta degli oltraggi, delle offese che ricevevano per la diffusione di queste immagini, derivasse da una voglia di insabbiare e far mettere su un binario morto la proposta di legge che c'è al Senato su questo tema. Il rischio, infatti, è che poi questo reato possa essere in qualche modo utilizzato per sanzionare delle condotte che hanno riguardato anche una nostra collega in questo Parlamento, l'onorevole Sarti, che ha visto diffondere immagini sul suo conto. Ovviamente, non sta a me dire chi è il responsabile della diffusione di quelle immagini, ma non vorrei che qualcuno, per timore che poi ci potessero essere delle sanzioni vere, capaci di punire fino in fondo gli autori di quel reato, oggi decidesse di mettere sul binario morto una proposta che invece potrebbe dare una risposta concreta a tante persone nel nostro Paese e creare una cultura diversa, di rispetto dei diritti delle donne, ma non solo delle donne. Quindi, chiediamo almeno un accantonamento per un'ulteriore riflessione. Del resto, abbiamo già accantonato un altro emendamento, quindi comunque ci sarà necessità di riflettere su alcuni temi su questa proposta: facciamolo anche per il revenge porn (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Presidente, vorrei chiarire che su questo tema c'è la massima attenzione e sensibilità. Il problema del revenge porn non è nato ora, ma è un problema che c'è da tanti anni. È un problema, però, che va trattato con enorme serietà, in un modo strutturale e non sventolato in maniera strumentale come una bandiera politica. Si tratta di un problema gravissimo - gravissimo! - che colpisce nella sfera più intima le persone coinvolte. Vorrei precisare che gli emendamenti relativi al revenge porn proposti dalle opposizioni si approcciano all'argomento in maniera repressiva, ovvero prevedono giustamente - giustamente! - pene anche esemplari per il colpevole (Commenti), ma il problema essenziale a monte di questo fenomeno è l'identificazione del colpevole: chi è il colpevole? Infatti, ci troviamo in un mondo - quello del web - in cui è praticamente impossibile, difficilissimo risalire all'autore della pubblicazione e della diffusione delle immagini (Commenti).

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi! Avete chiesto che ci sia una risposta da parte della relatrice: lasciamogliela dare.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Grazie, Presidente. Dobbiamo immaginare un sistema di scatole cinesi, in cui si esce anche fuori dalla competenza nazionale, quindi c'è anche un problema di rapporti con gli altri Stati. Noi ci dobbiamo chiedere seriamente qual è la soluzione più corretta. Noi siamo d'accordo che queste vittime vanno tutelate, ma nel modo giusto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti)! Si deve andare ad eliminare la fonte della diffusione delle immagini e così scovare anche il colpevole. Ecco perché vogliamo prevedere un provvedimento completo, ad hoc, mirato, strutturale, perché è una materia importante e complessa, che presenta delle criticità e che merita un adeguato approfondimento, che - noi riteniamo - solo l'iter legislativo ordinario può dare e garantire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questa proposta di legge c'è già ed è già incardinata al Senato. Non può un mero emendamento essere lo strumento con il quale affrontiamo la questione, senza prima essersi confrontati con esperti, con tecnici, o senza che prima ci sia stato un confronto tra tutte le parti politiche. Non si può dare una risposta frettolosa, che potrebbe comportare il rischio di rivelarsi inefficace a fronte di questo fenomeno terribile, un fenomeno che riguarda non solo il piano penale ma un piano ben più complesso: la piattaforma informatica, il web. Quindi ribadisco che deve essere trattato con un iter legislativo ordinario, in modo strutturale e serio, senza alcuna bandiera (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Colleghi, ho visto molte richieste di intervento, peraltro, tutte a titolo personale, che faremo dopo il voto sull'accantonamento. Dopo il voto sull'accantonamento, procederemo con le richieste di intervento a titolo personale che ci sono sul merito dell'emendamento. Quindi, passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 49 voti di differenza.

Comunico che è stato chiesto dal rappresentante del gruppo del Partito Democratico il voto segreto sull'emendamento Boldrini 1.17. Poiché tale proposta emendativa nel suo contenuto prevalente è volta a introdurre una nuova fattispecie di reato, incidente, quindi, sull'articolo 25 della Costituzione, la richiesta può essere accolta. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Presidente, il tempo è adesso: ora! Basta: è ora, ora, ora (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Presidente, da uomo - lo ripeto - da uomo, lo sottoscrivo, lo vorrei sottoscrivere, perché è ora, è ora. Lo so che in quest'Aula si fa fatica anche a dire quel nome. Ringrazio l'onorevole Boschi per averlo fatto e aver spezzato la cappa che c'è su questo. Un abbraccio a Giulia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lorenzin. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, intervengo per sottoscrivere, anch'io, questo emendamento ed esprimere veramente grande imbarazzo rispetto all'intervento della relatrice che si è rifiutata di accantonare un emendamento che tratta della violenza di genere, che è l'ordine del giorno su cui stiamo lavorando ora (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Liberi e Uguali). Dove avviene la violenza sulle donne, oggi, sulle ragazzine, sulle bambine? Avviene online! E, allora, se voi non volete intervenire su quello che accade online, come se ci fossero diverse tipologie di diritto penale, come se non avessimo già la polizia postale che lavora ogni giorno su questi reati, allora significa che non stiamo facendo nulla, che stiamo facendo l'ennesima legge manifesto che aumenta di qualche anno le pene, ma che, poi, non entra nel merito dei problemi e non entra neanche, ancora una volta, nel merito dell'attività di questo Parlamento. Infatti, cara collega, i problemi e le questioni si affrontano in Commissione: lì si fanno le audizioni, lì si affrontano i temi, ci si raccorda con il Senato, non si lavora a compartimenti stagni su un tema come questo, dove ci si riempie poi la bocca nei talk show, mentre le donne continuano a morire (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Liberi e Uguali)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Presidente, intanto ci permettiamo di rimandare al mittente l'illazione secondo la quale la proposta formulata dal gruppo Forza Italia non si qualificherebbe per essere una proposta seria: lo è in tutto e per tutto; soprattutto, è una proposta concreta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E per quanto riguarda la finalità, se qualcuno ritiene che si possa scrivere meglio, con maggior dovizia, con maggior particolarità, non è questo ciò che ci preoccupa, anzi la richiesta di accantonamento era proprio funzionale a poterci sedere attorno a un tavolo e, partendo anche dal contributo che Forza Italia aveva dato, costruire un percorso e una norma che fosse solida. Mi permetto di dire che il tempo non solo è ora.

Il tempo era ieri, il tempo era ieri l'altro! Il tempo era tre giorni fa, dieci giorni fa, un anno, due, perché troppa gente, troppe ragazze, troppe persone hanno già pagato con la vita e questo Parlamento è in ritardo anche su questo! La proposta di Forza Italia voleva essere una piattaforma da cui partire per costruire una proposta condivisa, cosa che ancora mettiamo a disposizione dell'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Colleghi, salutiamo gli studenti e gli insegnanti della scuola secondaria di primo grado “Antonio Vivaldi” di Alessandria che sono venuti a seguire i nostri vivaci lavori di stamattina (Applausi). Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, io sono francamente basita dalla risposta della relatrice per almeno due ordini di ragioni. In primo luogo non comprendo come mai un emendamento non è uno strumento idoneo a introdurre una modifica del genere, quando, con lo stesso strumento, questa maggioranza ha introdotto quella famosa bomba a mano nel processo penale che è la prescrizione; quindi fate un attimo pace con voi stessi, posto che o l'emendamento va sempre bene o l'emendamento non va mai bene (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Liberi e Uguali). In secondo luogo, vorrei capire come può una maggioranza di Governo dire che non è in grado di combattere questi abusi sul web? Come potete dire di voler lasciare la giungla del web alla più totale impunità? Come potete pensare di essere il Governo del cambiamento se non riuscite nemmeno ad affrontare temi del genere che sono di un'attualità stringente? Quindi, Presidente, concludo, dato il brevissimo tempo a mia disposizione, dicendo che Fratelli d'Italia sottoscrive, con il consenso dei firmatari, gli emendamenti (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (PD). Presidente, la collega Varchi mi ha anticipato perché anch'io sono rimasta piuttosto stupita dalle parole nella spiegazione della relatrice, la quale dice che con un emendamento non si può pretendere di inserire qualche cosa. Tuttavia, appunto, ricordo che con un emendamento - tra l'altro di tre righe, mi sembra, mentre qui parliamo di emendamenti molto più complessi, molto più compiuti - si è fatta una bella, anzi una brutta riforma della prescrizione, in quel caso, tra l'altro, imposta d'imperio dal Ministro. Quindi, in realtà, gli strumenti, secondo me, vengono utilizzati un po' a piacimento.

Ho sentito anche dire che non devono farsi queste battaglie senza bandiera, ma forse la scelta di dare dignità o meno a uno stesso strumento dipende proprio dalla necessità di mettere una bandiera su determinati provvedimenti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sandra Savino, che rinuncia. Allora, l'onorevole Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Per sottoscrivere, anche io, Presidente, questo emendamento e per fare un appello a tutte le donne e agli uomini di questo Parlamento, perché questo è un emendamento con cui si introduce finalmente un reato che riguarda il revenge porn. Troppe donne abbiamo visto soffrire per questo reato; abbiamo visto donne che si sono suicidate; è stata ricordata Tiziana Cantone, ma vorrei ricordare anche Michela Deriu.

Allora, abbiamo l'occasione, oggi, di fare qualche cosa che serva davvero: facciamolo tutti insieme. Facciamo in modo che questo emendamento, che è stato proposto dall'onorevole Boldrini, diventi un patrimonio comune di quest'Aula parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), diventi per tutti noi una medaglia sul petto, perché oggi abbiamo l'occasione, unica, attraverso lo strumento ordinario - vorrei dire alla relatrice del MoVimento 5 Stelle, perché stiamo discutendo appunto attraverso un iter legislativo assolutamente ordinario - di approvare un emendamento che però può essere risolutivo per tante donne che oggi, purtroppo, sono sotto ricatto, laddove noi abbiamo il dovere di punire, invece, i ricattatori, cioè coloro che rendono queste donne, purtroppo, delle vittime e che noi abbiamo il dovere di tutelare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Carfagna. Ne ha facoltà.

MARIA ROSARIA CARFAGNA (FI). Presidente, solo per dire che abbiamo dimostrato, anche nel corso dei lavori in Commissione, di offrire la massima collaborazione affinché si potesse costruire un clima di concordia e di unità su questi temi: non lo spezziamo attraverso dichiarazioni, come quelle della relatrice, che coprono di ridicolo - lo ripeto, di ridicolo - l'intero Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico, Fratelli d'Italia e Liberi e Uguali)!

Per questo, Presidente, ancora una volta, chiedo al Governo, a questa maggioranza e alla relatrice un supplemento di riflessione, perché respingendo questi emendamenti, questo Parlamento, ma soprattutto la maggioranza e il Governo del cambiamento, sostanzialmente sigleranno una resa nei confronti di questa nuova abominevole forma di violenza che - come è stato detto - ha già mietuto troppe vittime. Il legislatore non può arrivare in ritardo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico, Fratelli d'Italia e Liberi e Uguali)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (MISTO). Grazie, Presidente. In Commissione se ne è parlato diffusamente: è una delle prime cose che ci siamo detti, cioè che questo provvedimento, il “Codice rosso”, era mancante dal punto di vista del revenge porn. Fin dal primo minuto - il sottosegretario lo sa - io ho anticipato quello che sarebbe stato l'unico emendamento che avevo intenzione di presentare. Poi con il tempo è cambiato tutto, perché abbiamo presentato altri emendamenti. Non voglio certamente fare l'avvocato della collega Ascari, ma vi confido che la relatrice ha fatto un grande lavoro e in questo momento si trova in difficoltà, così come si è trovata in difficoltà in Commissione quando ha dovuto rinunciare al suo testo di legge perché doveva dare preminenza e prevalenza al testo del Governo, ma il suo testo era quello completo.

L'unica cosa che mancava era il revenge porn: gliel'abbiamo detto fin dal primo momento. Io dico al sottosegretario e alla relatrice, ma già lo sanno perché ce lo siamo già detti: non aspettate altro tempo! Conoscete qual è la ricaduta dell'articolo 2; ogni momento perso è un momento tolto alla tutela delle vittime, perché non si recupera.

In questi termini, ritengo che il voto segreto dia la possibilità a tutti di votare questo emendamento. Si è detto che il Governo e la maggioranza ha fatto di peggio, avendo introdotto con un emendamento la prescrizione, ma vi ricordo anche che è stata una prescrizione post datata, quindi…

PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Vitiello. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO (PD). Grazie Presidente. E' veramente imbarazzante - lo dico con rispetto - l'intervento della relatrice, perché è sembrata una spettacolare lezione di “benaltrismo”, quella patologia politica per cui c'è un problema, c'è una soluzione possibile, ma la soluzione è ben altra perché il problema è ben altro. Ma qui abbiamo una soluzione a portata di mano: intanto adottiamo questa, in attesa che arrivi la soluzione perfetta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), Presidente, a meno che non vogliamo pensare male, perché non sarà un caso che la relatrice ha svolto questo ragionamento appartenendo a una forza politica che si è sempre sistematicamente opposta ai limiti all'uso del web come strumento di violenza politica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questo va detto con franchezza. La collega Boschi ha ricordato opportunamente come un'esponente del MoVimento 5 Stelle, la collega Sarti, sia stata vittima di violenza sul web e noi lo abbiamo ricordato, non solo in questa occasione. Ma allora, guardiamoci in faccia: adottiamo intanto questa soluzione, anche se qualche partito dovrà modificare, alla luce di questa soluzione, modalità, strumenti e abitudini che l'hanno visto purtroppo - quel movimento politico e i suoi militanti - usare il web come sistematico strumento di violenza politica contro gli avversari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Presidente, intervengo per stigmatizzare l'espressione di parere della relatrice della legge. Praticamente, ci dice che non possiamo introdurre questa fattispecie di reato per tre ragioni, che sono tutte molto strumentali. Dice che non sarebbe adeguato lo strumento dell'emendamento (non torno sul tema della prescrizione); ci dice che la norma non sarebbe qualificata, mentre è il prodotto di un lavoro molto lungo e collegiale tra associazioni di vittime, associazioni di psicologi, polizia postale e giuristi di primo livello nazionale; ci dice poi che non avrebbe il carattere della sistematicità, ma allora mi chiedo e vi chiedo in quale altro provvedimento di legge dovrebbe essere inserita questa norma, se non in quello che si occupa della violenza domestica e di genere (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

Mi si dice che bisogna affrontare organicamente il tema della piattaforma: e cosa dobbiamo aspettare per sanzionare questa condotta? Una direttiva europea in materia di utilizzo dei dati su internet? Il tema mondiale dell'utilizzo dei big data? Vogliamo rimandare all'infinito? Mi pare che dietro, Presidente, ci siano altre ragioni. La vicenda che ha colpito dolorosamente la collega del gruppo si vuole tenerla nascosta?

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Conte, bisogna tenerla nel minuto. La ringrazio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Grazie, Presidente. Io prendo la parola per fare un appello. Abbiamo la possibilità dell'utilizzo del voto segreto. Io spero che l'appello che rivolgerò, in particolare ma non solo alle colleghe della maggioranza, trovi una breccia. Noi abbiamo la possibilità di affrontare un problema gravissimo, che miete vittime, che lo fa tutti i giorni e lo fa soprattutto tra le giovanissime e io vi faccio un appello accorato: usate la libertà di coscienza!

Io capisco che stamattina c'è stata una conferenza stampa che ha lanciato al Senato il via alla legge, ci sarà un'altra legge, ci sarà una legge più estensiva - non lo metto in dubbio - ma adesso noi abbiamo la possibilità di essere utili e di esserlo per tantissime donne che rischiano di essere ulteriori vittime (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD). Io invece, forse in contrasto con altri interventi, dico che una delle questioni sollevate dalla relatrice è fondata, cioè effettivamente contrastare nella dimensione nazionale un tema che ha una dimensione transnazionale è effettivamente insufficiente. Ma non è la prima volta però che il Parlamento individua una fattispecie di reato - penso al terrorismo - e poi promuove una convenzione internazionale per fare in modo tale che quel tipo di reato sia perseguito a livello internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Allora, io mi rivolgo al sottosegretario Ferraresi: sarebbe bello se in questo momento lei si alzasse in piedi e dicesse che il Governo si impegna a promuovere una Convenzione internazionale per la repressione di questo tipo di crimini. Lo abbiamo fatto con il terrorismo, lo abbiamo fatto tutti insieme sul terrorismo, lo potete fare anche su questo argomento e credo che questo aumenterebbe il prestigio del nostro Paese, non toglierebbe nulla all'iniziativa che oggi stiamo portando avanti, anzi le darebbe uno sbocco politico alto e io, credo, anche apprezzabile. Mi auguro che il sottosegretario Ferraresi su questo dica una parola. Io credo che sarebbe giusto alla fine di questi lavori votare tutti insieme un ordine del giorno che va esattamente in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Salutiamo gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto tecnico commerciale “Galilei”, di Avigliana, in provincia di Torino, che sono venuti ad assistere ai nostri lavori (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Prestipino. Ne ha facoltà.

PATRIZIA PRESTIPINO (PD). Grazie, Presidente. Muta la società, mutano i costumi, mutano le forme di comunicazione, ma i reati restano, la violenza resta, la violenza contro le donne, quella verbale e quella fisica, non solo resta, ma si incrementa giorno dopo giorno. E quindi devono cambiare le risposte che la giustizia deve dare a questo tipo di reato. Vi dico da insegnante, che ha insegnato fino a un anno fa, che le violenze verbali contro le studentesse minorenni sono devastanti negli effetti. Noi ci dobbiamo mettere una mano sulla coscienza e dobbiamo - come ha detto bene il mio collega Orlando - dare una risposta adeguata. Le forme troviamole insieme, ma diamo una risposta adeguata a un problema, che è fisico, morale, psichico e che deve essere affrontato cominciando dalla scuola, intanto per l'educazione del rispetto dei ragazzi nei confronti delle ragazze. Guardate che, durante la ricreazione, quando i nostri maschietti appellano in maniera offensiva le nostre ragazze, io sono sempre intervenuta in maniera quasi ossessiva. Quello è un problema che deve partire dalle famiglie e dalla scuola. Censuriamo questi comportamenti, ma diamo una risposta seria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà. Sta osservando un minuto di silenzio, onorevole Caiata? Però non si usa. Se lei vuole parlare, lo faccia, altrimenti passiamo al prossimo.

SALVATORE CAIATA (MISTO). E' il silenzio assordante con il quale stiamo dando una risposta a tutte le vittime.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.17 Boldrini.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'emendamento 1.107 Zanella. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.

FEDERICA ZANELLA (FI). Grazie, Presidente. Ovviamente, io faccio riferimento al dibattito che si è appena chiuso, anche perché una parte del mio emendamento riprende l'emendamento della collega Boldrini. Volevo confortare la relatrice dicendole che non è che ci siamo accorti del revenge porn perché ci sono stati accadimenti di cronaca: noi di questi temi ci occupiamo da anni, io da quasi un decennio. Mi sono ampiamente confrontata sia con la società civile che con gli stakeholder, con le altre istituzioni e il nostro emendamento riporta puntualmente, non è basato su due righe superficiali, anche una parte di una proposta di legge sulla tutela sul web della persona in generale, mia, una proposta di legge della presidente Gelmini, una del collega Bignami e una della collega Savino. Abbiamo quattro proposte di legge che si occupano non solo del revenge porn, ma anche del sexting, poi ve lo declinerò meglio, però noi non abbiamo bisogno di mettere il cappello su una problematica di questo genere. Vi chiediamo di accettare l'emendamento, che, ribadisco, è declinato anche in una proposta di legge, perché le vittime non possono aspettare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente): questo va fatto non domani, subito e, non si preoccupi, non è scritto con superficialità, ci siamo già confrontati con tutti.

Detto ciò, è ovvio ed evidente che quando si parla di violenza sulle donne, ma, in generale, contro le persone, noi non possiamo non tenere conto di una delle forme più lesive della dignità della persona, che passa, appunto, attraverso i mezzi informatici o telematici. Parliamo, quindi, della diffusione online di video, immagini o anche testi sessualmente espliciti contro, ovviamente, la volontà della persona. Questo è il sexting: sexting primario e sexting secondario che noi chiediamo di far diventare delle fattispecie di reato, così come il revenge porn, che di queste fattispecie è l'aggravante più subdola, proprio perché è la vendetta di un convivente che, appunto, cerca di vendicarsi della fine del proprio legame. Con questo emendamento chiediamo che vengano introdotte entrambe queste fattispecie di reato, proprio per la loro feroce lesività. Come le dicevo, cara relatrice, io mi occupo da almeno dieci anni di questo tema e ho potuto toccare con mano delle situazioni davvero tragiche, con ragazze che sono arrivate all'orlo del suicidio o hanno proprio tentato l'atto estremo perché non accettavano e non riuscivano a reggere la gogna mediatica che immagini, video o chat che le commentavano creavano nella loro dignità. È una forma lesivissima della dignità di una persona, e quando si parla di violenza contro le donne non possiamo non contrastarla in maniera determinata questa forma lesivissima. Io vi ricordo le parole di una di queste ragazze che purtroppo non ce l'hanno fatta, perché alcune si sono salvate, anche se porteranno per sempre le cicatrici, sia fisiche che morali, della lesione di questa dignità e dei loro atti. Carolina Picchio purtroppo non ce l'ha fatta: lei, prima di gettarsi dalla finestra, ha lasciato un testamento morale, perché non dovesse più succedere. Ha lasciato scritto: “Le parole fanno più male delle botte” (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Noi parliamo di una forma di violenza ferocissima, lesivissima, a cui oggi possiamo dare una risposta con un emendamento che riprende una proposta di legge. Ma noi lo sappiamo benissimo che l'iter di una proposta di legge è molto più lungo: perché dobbiamo aspettare? Io, se la conforta, le declinerei brevemente i punti principali della nostra proposta di legge, perché capirà che non sono basati su un'estemporanea o sul fatto di cronaca che ha riguardato una nostra collega. Noi chiediamo che sia il sexting, quindi l'immettere immagini sessualmente esplicite o video sessualmente espliciti contro la volontà di una persona, sia il revenge che il sexting vengano puniti con una reclusione da sei mesi a cinque anni.

Alla stessa pena, ovviamente, soggiace il sexting secondario ovvero, visto che la lesività pervasiva è dovuta alla viralità dell'immagine, anche chi riceve e divulga o non blocca deve essere punito. Poi, se è commesso da persona che è stata legata da relazione affettiva - e qui andiamo al revenge porn o sexting - si applica la pena della reclusione da due a sette anni, con l'aggravante, con una pena aumentata fino alla metà per reato commesso a danno di minori, di una donna in stato di gravidanza o di una persona con disabilità.

Mi sembra che siano sufficientemente declinati, i punti specifici sono tutti richiamati dalla mia legge, sottoscritta da gran parte del nostro gruppo di Forza Italia, dalla legge della Boldrini: ma cosa dobbiamo aspettare, chiedo alla relatrice ancora? Le vittime non possono aspettare, facciamola diventare legge subito. Due nuove fattispecie di reato: sexting e revenge porn (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ricordo che è stato chiesto dai rappresentanti dei gruppi di Forza Italia e Partito Democratico il voto segreto sull'emendamento Zanella 1.107, cioè questo. Poiché anche tale proposta emendativa, analogamente alla precedente, nel suo contenuto prevalente è volta ad introdurre una nuova fattispecie di reato, incidendo, quindi, sull'articolo 25 della Costituzione, la richiesta può essere accolta.

Cogliamo l'occasione per salutare gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto tecnico commerciale “Luigi Einaudi”, di Staranzano, in provincia di Gorizia, che sono venuti ad assistere ai nostri lavori (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Grazie, Presidente. Credo che sia inutile discutere sull'importanza del tema, tutti siamo consapevoli dell'importanza del tema. Quello su cui oggi, invece, deve decidere quest'Aula, assumendosi ciascuno di noi la propria responsabilità, è come intervenire su questo tema. Probabilmente, le vittime di questi reati, quelli che vogliamo che siano reati, sono tante, sono troppe: potrebbe accadere che una ragazza domani si suicida, dopodomani.

Io, da parlamentare, non voglio che la responsabilità di ciò ricada su un Parlamento che in questo momento, scusatemi, solo per scelta di firma, solo per primato, solo perché una maggioranza ritiene che deve avere la propria firma su questo testo, sceglie di non intervenire. Ci sono temi che appartengono alla dignità dei parlamentari tutti e, soprattutto, del Parlamento. Ciascuno di noi, in proprio, deve assumersi la propria responsabilità e dire: interveniamo subito, prima possibile, interveniamo bene (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI (MISTO). La motivazione per la quale questi emendamenti non vengono votati dal MoVimento 5 Stelle non è nessuna di quelle elencate dalla relatrice: la motivazione è che alle ore 10 di oggi, alla Sala Nassiriya, c'è la conferenza stampa di presentazione di “Diciamo no al revenge porn. Presentazione legge contro la violenza sul web” del senatore Patuanelli, ossia il capogruppo del MoVimento 5 Stelle.

Quindi, la problematica non è tanto il merito della questione: la problematica è dire “l'abbiamo fatto noi” e, quindi, ricusare tutto il lavoro che questo Parlamento e la Commissione giustizia hanno fatto per poter dire di essere stati i primi a fare questa cosa (Applausi dei deputati dei gruppi Misto, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e Liberi e Uguali). Il tutto sulla pelle delle vittime di questa schifezza. Sono veramente schifata. Avete preso il peggio del peggio della politica di slogan. È uno schifo! Uno schifo (Applausi dei deputati dei gruppi Misto, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e Liberi e Uguali)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gelmini. Ne ha facoltà.

MARIASTELLA GELMINI (FI). Grazie, Presidente. Solo per dire che per Forza Italia questa battaglia è una battaglia antica. Io voglio ringraziare da Mara Carfagna, a Stefania Prestigiacomo, da Federica Zanella, a Giusi Bartolozzi, a Galeazzo Bignami, ma ricordare che la prima proposta di legge sul revenge porn è datata 27 settembre 2016 ed è della collega Sandra Savino (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), che per prima ha posto questo tema, lo ha posto con forza.

Quindi, davvero condivido quanto ha detto la collega poc'anzi: è inaccettabile che, per una ragione di propaganda, che è l'unico collante di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), si voglia votare “no” a degli emendamenti che potrebbero salvare tante vittime solo per mettersi una bandierina sul petto.

Vergognatevi! Questo è il Parlamento e voi dovreste avere rispetto per le vittime e rispetto per il tema! Invece il consenso e la propaganda vengono prima di tutto. Questo è il Governo gialloverde, gli italiani prima o poi se ne accorgeranno (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Liberi e Uguali e Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Siracusano. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO (FI). Presidente, in linea con i miei colleghi manifesto dissenso rispetto a questa procedura assurda. Quello che ha detto la collega: oggi, in questo momento, state facendo una conferenza stampa sul revenge porn e, contestualmente, respingete un emendamento. Oggi che noi diciamo alla gente che dobbiamo produrre uno strumento che contrasta ogni forma di violenza, che oggi abbiamo deciso di chiamare “codice rosso”, come lo spieghiamo ai cittadini che oggi non produrremo un testo che veramente sarà in grado di contrastare ogni forma di violenza?

Noi vi abbiamo chiesto anche di rivederlo, questo emendamento, riformulatelo, non possiamo subordinare tutto questo a procedure parlamentari di intestazione, dobbiamo dare una risposta chiara ai nostri ragazzi che ci stanno guardando. E per questo, insieme alle mie colleghe di Forza Italia, faccio un appello a tutti i colleghi uomini di sottoscrivere questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo volentieri questo emendamento facendo rilevare quanto segue: è una norma non soltanto di grande civiltà, non soltanto attuale, che non soltanto tutte le donne dovrebbero votare, ma anche tutti gli uomini. Perché sia ben chiaro: oggi in Aula voi avete, con un'assenza tra i banchi del MoVimento 5 Stelle significativa, la prova di quanto facciano male questi comportamenti. Oggi una delle persone offese da quelle condotte non è comparsa in quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico), chiedetevi perché non è comparsa, chiedetevi il motivo! Perché questa condotta va immediatamente stigmatizzata e non ci sono logiche politiche. Dovreste essere voi dei 5 Stelle a votarla, questa legge, subito! Perché voi subite oggi l'onta di quello che è accaduto ed è vergognoso - vergognoso! - che non percepiate una sensibilità nei confronti di una vostra collega, che oggi non c'è in Aula per questo stesso motivo.

Allora il voto segreto, Presidente, è un voto che deve essere segreto, ma esplicito. Noi non siamo soldati ciechi nei confronti della politica, noi siamo soggetti che ragionano e voteranno questa norma convintamente (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boschi. Ne ha facoltà, per 5 minuti.

MARIA ELENA BOSCHI (PD). Grazie, Presidente. Continuiamo ad intervenire dai banchi dell'opposizione, perché pensiamo che il Parlamento abbia valore e che davvero il confronto sul merito, sui provvedimenti, possa indurre i colleghi a cambiare opinione. Noi immaginiamo che non tutti, soprattutto i colleghi che non fanno parte della Commissione giustizia, abbiano avuto modo di affrontare magari approfonditamente nei giorni precedenti questo tema. Però, il dibattito di questa mattina credo che abbia dato a tutti noi elementi sufficienti per poter votare tranquillamente la proposta che viene in questo caso da Forza Italia, ma che è analoga a quella proposta da LEU e che è analoga a quella che aveva proposto il Partito Democratico, sapendo che risolve un problema concreto che oggi esiste nella nostra società, esiste per tantissime donne, purtroppo, esiste anche per gli uomini ed esiste, soprattutto, per i minori.

Perché noi sappiamo che è un fenomeno che si sta diffondendo anche tra i più giovani, anche tra persone che sono più fragili perché sono in una fase di sviluppo, di maturazione e non sono ancora in grado, magari, di difendere se stessi, la propria privacy, la propria sessualità, in modo adeguato.

Allora, di fronte a persone che hanno fragilità maggiori, c'è bisogno di un intervento serio, che sicuramente non può essere solo di carattere repressivo. L'ho già detto prima, serve un lavoro culturale, serve un lavoro nelle scuole, serve un lavoro con le famiglie, utilizzando anche i social network per dare messaggi di tipo diverso, ma che non può prescindere anche dalla sanzione. Di questo oggi stiamo parlando.

Allora - e io mi rivolgo davvero ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, ma anche della Lega, che sono silenti in questo dibattito - perché non dare una risposta concreta oggi? Avete alzato le pene su tutto, avete fatto interventi giustizialisti su tutto, scardinando il nostro ordinamento in qualunque settore abbiate messo le mani in questi primi mesi di Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), su tutti i settori della giustizia. È un rilancio continuo di tweet, post, dichiarazioni a mezzo stampa degli esponenti del Governo, di Lega e MoVimento 5 Stelle a chi la spara più grossa contro gli autori dei reati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Allora, io credo che il ruolo del Governo e il ruolo, soprattutto, di ciascuno di noi, come parlamentare che rappresenta il popolo italiano in quest'Aula, non sia semplicemente quello di fare un tweet o un post di andare in un talk-show televisivo a piangere le vittime dei reati, ma sia quello di dare risposte concrete con gli strumenti che abbiamo a disposizione, che sono le leggi, gli emendamenti che si discutono in quest'Aula. Allora, non voglio sentire nuovamente, magari, il Ministro dell'Interno, che, giustamente, piangendo una vittima, poi invoca pene più severe, invoca pene esemplari, quando qui i suoi parlamentari, che sono espressione del suo partito, i rappresentanti del Governo di cui lui fa parte, non prendono la parola per dire: abbiamo un sussulto di dignità, possiamo dare oggi una risposta concreta con una norma che, peraltro, è stata proposta anche da Forza Italia, con la quale governate, con la quale vi siete presentati alle elezioni? Nessun imbarazzo, non dovete nemmeno votare una norma del PD o di un'altra forza politica di opposizione. Sono temi che credo stiano davvero a cuore a tutti, non penso vi sia una forza politica che li sente più propri e una forza politica che non li riconosce come elementi di valore, quindi davvero non capisco la ragione per cui oggi si dica di “no”. Io vorrei che qualcuno ci spiegasse la ragione vera, politica, un esponente della Lega o del MoVimento 5 Stelle, ma, a maggior ragione, il Governo, perché oggi siamo a discutere in quest'Aula di un provvedimento perché è il Governo che si è intestato alcuni temi e che oggi non solo sta zitto, ma dà parere contrario su questo emendamento, è il Governo che chiede ai suoi parlamentari di non votarlo. Allora, qual è la ragione politica? Io non ci credo che i rappresentanti di Lega e MoVimento 5 Stelle non siano contrari al revenge porn, non ci credo che non abbiano a cuore le vittime di questi reati, non ci credo che non siano preoccupati per il diffondersi di questi reati.

Io sono convinta che siate preoccupati voi quanto noi. Io sono convinta che sia anche nella vostra sensibilità dare una risposta adeguata alle vittime. Ma allora perché non lo facciamo oggi? Perché rinviamo? Perché davvero il rischio è che oggi abbiamo uno strumento inserito in una proposta che sicuramente vedrà la luce, che sicuramente sarà approvata rapidamente in via definitiva dal Parlamento e che, quindi, potrebbe entrare in vigore a breve, rispetto a una proposta di legge al Senato, che probabilmente sarà insabbiata, che probabilmente avrà lungaggini, avrà ritardi, che forse non basterà un'intera legislatura per poter approvare. Lo so perché mi sono occupata dei rapporti con il Parlamento, lo sanno tanti colleghi che non sono alla prima legislatura e che, come me, hanno esperienza delle dinamiche parlamentari. Non è la stessa cosa approvarlo oggi o dire ci ripenseremo, ci rifletteremo, ci sarà un'altra proposta di legge. Altrimenti, avreste già dato un'accelerazione a quelle che sono state presentate da tanti colleghi in questa legislatura mesi fa e che, invece, sono rimaste in un binario morto.

Allora, e concludo Presidente, io non credo che qui ci sia una rivendicazione di parte, noi stiamo sostenendo un emendamento che non è nostro, che io chiedo di sottoscrivere e che voterò, come tutto il mio gruppo, ma che non è nostro, ma che se fa una cosa giusta non possiamo non sostenere. Chiedo ai colleghi del MoVimento 5 Stelle e della Lega di avere lo stesso coraggio e di dire al Governo: cambia il parere, facci votare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Io credo e noi siamo assolutamente convinti che questi siano temi che dovrebbero unire il Parlamento e non dividerci. E quindi vorrei riportare, in particolare i colleghi di maggioranza, al tema e alla questione di oggi. La questione di oggi è che stiamo votando disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere e la mia domanda all'Aula, a tutti noi e alle nostre coscienze è questa: c'è o non c'è un'emergenza del revenge porn? C'è o non c'è la necessità di tutelare le donne e i minori rispetto a questa fattispecie assolutamente nuova? Io credo che, in coscienza, nessuno possa dire di no. C'è questa emergenza e proprio perché noi oggi stiamo votando disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, non si capirebbe, non si comprende perché noi non inseriamo questa fattispecie, che ha un carattere emergenziale.

Vi sarà poi il tempo e la possibilità - lo dico alla relatrice - nel prosieguo dell'attività parlamentare, dopo avere introdotto in questo provvedimento, coerentemente con il provvedimento stesso, questa nuova fattispecie di reato, di un articolato più ampio sui temi della prevenzione, sugli strumenti da adottare, ma se oggi voi approvate questo provvedimento senza il revenge porn, è chiaro ed evidente che l'obiettivo della conferenza stampa di questa mattina è un obiettivo assolutamente non inerente l'emergenza ed è solo di tipo propagandistico. Lo dico poi in conclusione: guardate che, se passa questo precedente, iniziamo ad avere un problema di incastro impossibile tra l'attività parlamentare della Camera e quella del Senato, perché, se voi oggi bloccate l'introduzione di questa fattispecie perché in un altro ramo del Parlamento viene depositata una legge, create un precedente che da adesso in avanti potrebbe rendere di fatto impossibile il prosieguo su molti provvedimenti. Insomma, il voto segreto, da questo punto di vista, è un voto di libertà, e chiedo a tutti di votare in libertà a favore di questo emendamento (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Desidero portare all'attenzione dell'Aula, ma soprattutto dei gruppi di maggioranza, e segnatamente del MoVimento 5 Stelle, che tutte le perplessità avanzate dalla relatrice nel corso del suo intervento, che ha scatenato il dibattito in quest'Aula, sono state superate dai loro colleghi del gruppo al Senato. Mi dispiace che non li abbiano avvisati, perché probabilmente noi saremmo molto più avanti nell'esame di questo testo; ed infatti dalla conferenza stampa al Senato, riportano le fonti di stampa, il Sole 24 Ore e tutte le agenzie, che le modifiche e le rivoluzioni che questo provvedimento dovrebbe introdurre sono sostanzialmente tre.

All'esito dell'introduzione dell'articolo 612-ter del codice penale vi sarà la punizione da sei mesi a tre anni, invece che da sei mesi a cinque anni, come proposto dalla collega Zanella; la facoltà di inoltrare al titolare del sito o del social media la richiesta di rimozione dei contenuti, quindi anche le preoccupazioni della relatrice sono state superate dai suoi colleghi al Senato, che hanno scoperto come intervenire sul web per risolvere questi problemi (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente); la procedibilità a querela o d'ufficio per i casi più gravi, così come nella proposta Zanella. E insomma, al netto di una dosimetria meno rigorosa della pena, a dispetto della fama di giustizialisti che caratterizza i colleghi del MoVimento 5 Stelle, questa volta superati dai colleghi di Forza Italia in quanto a commisurazione della pena, tutte le proposte sono inalterate. Quindi, a questo punto, la domanda che io rivolgo a quest'Aula è: ma davvero ha senso non fornire all'Italia, ai cittadini, alle donne troppo spesso vittime di questo tipo di reati, uno strumento che è già in nostro possesso con l'emendamento Zanella, che tutto il gruppo di Fratelli d'Italia sottoscrive, invece di aspettare l'inizio di un lavoro in Commissione giustizia al Senato annunciato oggi?

Ovviamente no. Quindi, è chiaro che il voto di Fratelli d'Italia, segreto, ma esplicito, sarà favorevole in merito a questo emendamento, però, affinché rimanga agli atti, il comportamento del gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle non è l'esercizio legittimo dell'attività politica, delle prerogative parlamentari, ma è la strumentalizzazione autentica delle due Aule nelle quali hanno eletto i loro rappresentanti, piegate alle esigenze di propaganda dettate dalla Casaleggio Associati (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente), questo va ribadito. Voi voterete “no” a un provvedimento che avete proposto al Senato in queste stesse ore. E, allora, mi domando, Presidente, se forse non sia il caso di sospendere l'esame di questo provvedimento, affinché il MoVimento 5 stelle possa munirsi dell'autorizzazione che, evidentemente, nessuno in quest'Aula è in grado di dargli, perché stanno fuori quelli che decidono, per votare a favore di questo emendamento (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Salafia. Ne ha facoltà.

ANGELA SALAFIA (M5S). Grazie, Presidente. Mi sento di rimandare al mittente tutte le critiche che ci sono state sollevate, perché vorrei ricordare a quest'Aula, come è stato ampiamente descritto anche dalla relatrice, che questo argomento è già oggetto di un testo, di una proposta di legge che è in esame in questo momento al Senato, a cui daremo sicuramente ampio esame e respiro, e ci sembra assolutamente riduttivo, in questo momento, esaminarlo attraverso un emendamento. Vorrei anche ricordare che, in cinque anni di Governo, nessuno ha mai fatto calendarizzare in Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) o ha mai votato un provvedimento che abbia anche soltanto ad oggetto la violenza di genere o il cosiddetto revenge porn. Per cui, noi siamo la prima forza politica in assoluto che si sta occupando in questo momento di questo argomento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Devo dire che, più si susseguono gli interventi da parte dei colleghi dei 5 Stelle, più rimaniamo basiti. Rimaniamo basiti rispetto a delle proposte emendative che potrebbero essere degli strumenti sicuramente opportuni e necessari per quella che oggi si registra come un'emergenza sociale; e devo dire che non riesco a comprendere se è peggio il silenzio del sottosegretario piuttosto che le parole della relatrice, non soltanto in quanto relatrice, ma in quanto donna. Lo dico per chi, come noi è da sempre – e non credo che sia in qualche modo da sottolineare come una esattezza quella detta dalla collega che mi ha preceduto – la prima forza ad occuparsi di queste importanti battaglie.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

WANDA FERRO (FDI). Forse avrà perso qualche altra circostanza che si è registrata, in modo intelligente, saggio in questo Parlamento nelle precedenti legislature. Voglio solo concludere dicendo che non è più il tempo di aspettare, e, comunque sia, il silenzio, ma, soprattutto, la contrapposizione di un movimento che nasce e cresce all'interno del blog sarà la peggiore onta che possiate lasciare a questa nostra nazione e alle donne (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ferro. Pregherei i colleghi di rispettare il tempo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rossello. Ne ha facoltà.

CRISTINA ROSSELLO (FI). Presidente, a me sembra che il legislatore, consentendo alla persona offesa di tutelarsi, eserciti la più alta funzione che si debba esercitare in quest'Aula, questo è il suo ruolo primario. La funzione agevolativa del legislatore non deve essere persa come elemento teleologico di quello che facciamo noi qui; quindi, non si può sottrarre tempo alla tutela di una vittima semplicemente per protagonismi di parte, soprattutto, poi, quando c'è un'etica di fondo, ma l'etica di fondo della sottrazione di una legge da parte di uno all'altro soggetto che ha lavorato per anni è un tema che le parti si possono regolare altrove. Qui il tema è l'impellenza della tutela, e quindi bisogna dare precedenza all'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Signor Presidente Rosato, desidero sottoscrivere l'emendamento 1.107 Zanella.

PRESIDENTE. Sta bene. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Perego. Ne ha facoltà.

MATTEO PEREGO DI CREMNAGO (FI). Grazie, Presidente. Intendo sottoscrivere anch'io l'emendamento a prima firma Zanella, e lo faccio da padre di due figlie, prima che da deputato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); e, con l'occasione, voglio ringraziare il grande sforzo che le donne del nostro partito fanno in difesa di questa battaglia per la libertà e per la giustizia delle donne. Quello che mi chiedo è che forse ci vorrebbe il contributo maggiore di noi uomini, non soltanto in quest'Aula del Parlamento, ma anche nella diffusione di una cultura della non violenza, della gentilezza, perché è questo che serve a questo dibattito, il contributo di noi uomini. Non può essere una sola prerogativa delle donne che difendono i loro diritti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gagliardi. Ne ha facoltà.

MANUELA GAGLIARDI (FI). Grazie, Presidente. Vorrei lanciare un appello a tutte le onorevoli colleghe che sono qui presenti oggi, ma non in quanto donne, ma soprattutto in quanto madri, perché i dati che abbiamo oggi a disposizione ci dicono che la fascia fortemente colpita da questo tipo di reato è quella dei giovani, è quella degli adolescenti, è quella dei minori. Oggi, tardare ulteriormente nell'introdurre questa fattispecie di reato può danneggiare irrimediabilmente e irreparabilmente giovani che non hanno ancora, forse, gli strumenti per potersi tutelare da soli.

Quindi, chiedo veramente a tutte le colleghe di rivalutare la loro posizione, indipendentemente dai colori, indipendentemente dalle bandiere politiche, perché questo è un tema su cui nessuno deve mettere il cappello (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Grazie. Tramite lei, Presidente, voglio rispondere all'onorevole Salafia; ricordarle, intanto, due leggi: la legge 15 ottobre 2013, n. 119, e legge 9 agosto 2013, n. 94. Siamo intervenuti sull'articolo 612-bis. Le volevo ricordare la legge sul cyberbullismo. A noi non interessa mettere la medaglia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ho riconosciuto che è stata votata da tutti in Parlamento, che riguarda la prevenzione, la formazione, l'educazione. Vorrei ricordare le direttive comunitarie, recepite, sulla vittima, sulla vulnerabilità, sui diritti di assistenza, il Fondo di rotazione delle vittime e tanti altri provvedimenti.

Oggi avete l'occasione di punire severamente comportamenti davvero pericolosi. Quando si interviene con una norma si guarda anche all'attualità, a quello che sta succedendo nel Paese, e oggi c'è chi vive il dramma - è un dramma! - di essere vittima di questi reati, di questi video che incidono sulla libertà e sulla dignità delle persone. Noi dobbiamo dare una tutela penale rafforzata a queste persone.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ferri.

COSIMO MARIA FERRI (PD). E, allora, non perdiamo questa occasione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ferri.

Saluto gli studenti e gli insegnanti dell'istituto comprensivo di Correzzola, in provincia di Padova, che sono venuta ad assistere ai nostri lavori (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Labriola. Ne ha facoltà.

VINCENZA LABRIOLA (FI). Grazie, Presidente. Sottoscrivo l'emendamento. Voglio ricordare che Forza Italia in tema di diritto di tutela delle donne non è da meno a nessuno. Il grande lavoro fatto dal mio gruppo è molto importante su questo tema. Voglio, inoltre, dire che la conferenza stampa avvenuta oggi al Senato è l'ennesima violenza sulle donne, perché non accogliere questo emendamento oggi è un'ennesima violenza nei confronti delle donne che hanno subito, delle donne che sono morte, delle adolescenti che hanno tentato di togliersi la vita.

Il tempo è oggi. Ci troviamo in un'Aula parlamentare dove, senza bandiera politica, questo tema deve essere affrontato senza se e senza ma. Il tempo è oggi, e invito tutte le colleghe a non avere mandato da un capobastone per poter votare a favore su questo emendamento perché i temi, e i momenti, e i giorni e il tempo per la tutela delle donne sono oggi e non saranno domani…

PRESIDENTE. Grazie…

VINCENZA LABRIOLA (FI). …e non saranno nella conversione della prossima proposta di legge messa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Labriola.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

GIUDITTA PINI (PD). Grazie, Presidente. Innanzitutto, la scorsa legislatura iniziò con la ratifica della Convenzione di Istanbul, votata da tutto il Parlamento, e proseguì con l'introduzione del reato di femminicidio, che il MoVimento 5 Stelle invece non votò (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ciò detto, mentre noi stiamo qui a discutere, Di Maio è in giro a dire che ci vuole il carcere a vita per chi stupra. Ora, non so se sia al corrente che qui stiamo facendo un'altra cosa. Io vi chiedo, onorevoli colleghi del MoVimento 5 Stelle, non di fidarvi di me, ma di fidarvi del vostro istinto; non cade il Governo se voi inserite una norma di buonsenso sul revenge porn, non cade, si fortifica, al limite. Abbiate uno scatto di orgoglio come parlamentari della Repubblica. Votate un emendamento che introduce un reato che non c'era e dimostrate a tutti noi, anche solo per potere fare i vostri video “gne-gne-gne”, che avevamo torto noi e che siete bravi voi e che, quindi, fate le leggi prima addirittura delle conferenze stampa. Pensate un po': fate prima le leggi e poi le conferenze stampa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lorenzin. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, c'è un limite anche all'oblio. Purtroppo non riusciamo a portare l'oblio su Internet, ma lo stiamo portando sulla storia delle donne. Qui, lo dico alle colleghe del MoVimento 5 stelle che stanno intervenendo: in questo Parlamento, le donne d'Italia hanno fatto la storia, l'hanno fatta in 70 anni di battaglie unite, da destra a sinistra mentre fuori si lottava su altre questioni (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Ma su una siamo sempre state tutte unite, su una: quella consapevolezza della grande fatica di una battaglia ininterrotta, che purtroppo non finisce mai, per la rivendicazione dei nostri diritti e che oggi è una battaglia contro la cultura dell'odio; e non è dicendo queste sciocchezze – che per la prima volta il MoVimento 5 Stelle ha fatto una legge sulla violenza, che è un'emerita sciocchezza – che mettiamo un punto in più per tutte le donne, le ragazze e le bambine, le nostre figlie là fuori che sono sole e indifese, mentre noi qui dentro insieme, superando le differenze e superando gli steccati, dobbiamo fare qualcosa di buono. Per questo siamo qui (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Versace. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA VERSACE (FI). Grazie, Presidente. Lei ha colto l'occasione per salutare gli studenti che oggi osservano i nostri lavori. Io colgo l'occasione– oltre che per salutare questi studenti – per ricordare ai colleghi di maggioranza che noi abbiamo una grande responsabilità, a maggior ragione perché oggi ci sono degli adolescenti che stanno seguendo i lavori in Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Liberi e Uguali), lavori che sono legati a un tema così delicato che tocca proprio loro. La condivisione delle immagini di tipo sessuale sulla rete è un reato, è una cosa gravissima che provoca dei sensi di colpa, delle frustrazioni, delle angosce che portano ragazze di 15-16 anni a togliersi la vita.

Noi abbiamo una grande responsabilità. Quando schiacceremo il pulsante per votare - a maggior ragione che abbiamo chiesto il voto segreto - vi invito a tirare fuori sensibilità e responsabilità perché, hanno detto bene i colleghi Boschi e Fornaro, questi temi non devono conoscere colore politico, ma solo il buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Grazie, Presidente. Io, per il suo tramite, volevo dire alla collega Salafia che, purtroppo, qui le chiacchiere stanno a zero, perché vorrei ricordare alla collega che questa maggioranza è la maggioranza che domani farà aprire un congresso che porta il ruolo della donna al Medioevo (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), un congresso che è tutto giocato contro le donne, che vuole distruggere le conquiste, di anni, del movimento femminile e la parità di genere in questo Paese.

PRESIDENTE. Colleghi!

IVAN SCALFAROTTO (PD). Allora, il MoVimento 5 Stelle ha consentito che il simbolo della Repubblica italiana sia il primo simbolo tra i patrocini di questo congresso che si tiene a Verona. Dunque, il discorso è semplicemente questo (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Colleghi, è inaccettabile! Colleghi, è inaccettabile!

IVAN SCALFAROTTO (PD). Pigiate sul bottone verde. Questo è quello che dovete fare!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Carfagna. Ne ha facoltà.

MARIA ROSARIA CARFAGNA (FI). Grazie, Presidente. Voglio solo dire che sono profondamente rattristata perché in oltre dieci anni di impegno parlamentare non mi è mai capitato - mai capitato! - di assistere a un dibattito su questi temi in un clima così divisivo e così conflittuale (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Liberi e Uguali). Non mi era mai capitato! Vi assumete questa responsabilità. Mai nessuno si era spinto fino a tanto.

Ma cosa dovremmo fare noi? Dovremo ridurre il dibattito a questo? Dovremmo ricordare che il Governo Berlusconi ha approvato, in Consiglio dei ministri, la legge sullo stalking dopo un mese dal suo insediamento e che quella legge è diventata dopo dieci mesi legge dello Stato e che da lì non ci siamo mai più fermati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Non è questo il tipo di dibattito che vogliamo portare in quest'Aula e io penso che quando ci si assume la responsabilità di lacerare il Paese anche su questi temi prima si va a casa è meglio è (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Presidente, ho una proposta per proseguire i nostri lavori. Provo a proporla a lei, ma la propongo anche ai sottosegretari che sono qui in Aula. Considerato che poco più di un'ora fa c'è stata una conferenza stampa, da parte del MoVimento 5 Stelle, al Senato in cui si presenta un disegno di legge dove si vuole introdurre il revenge porn, io propongo al Governo e alla presidente della Commissione di riunire il Comitato dei nove e di proporre una riformulazione dell'emendamento 1.107 Zanella che ricalchi il disegno di legge presentato questa mattina in Senato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Credo che questo possa essere un metodo di lavoro che ci possa consentire di proseguire, naturalmente in maniera celere, anche i nostri lavori e che ci consenta soprattutto di introdurre una norma, a questo punto assolutamente trasversale a tutto il Parlamento perché, come è stato detto dalla collega Varchi, il testo di legge del MoVimento 5 Stelle è molto simile a quello presentato dalla collega Zanella come emendamento a questo provvedimento, per cui, secondo me, per fare bene il nostro mestiere, dovremmo proseguire così, introdurre l'emendamento anche voluto dalla maggioranza cosicché in questa giornata possiamo fare veramente una cosa utile alle donne e agli uomini che possono essere vittime di un reato così grave (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sulla proposta presentata dalla collega Morani, di sospendere la seduta per convocare il Comitato dei nove per la valutazione dell'emendamento, chiedo l'espressione del parere della relatrice.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Va bene, sospendiamo (Applausi).

PRESIDENTE. Relatrice, possiamo dire che bastano venti minuti per comprendere se ci sono gli estremi? Colleghi! Colleghi! Colleghi! Mi dica lei, relatrice, di quanto tempo ha bisogno.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Se è possibile, Presidente, quaranta minuti.

PRESIDENTE. Quaranta minuti. Sta bene.

Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 13,15.

La seduta, sospesa alle 12,37, è ripresa alle 13,15.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la presidente della Commissione giustizia, Francesca Businarolo. Ne ha facoltà.

FRANCESCA BUSINAROLO, Presidente della II Commissione. Grazie, Presidente. Le chiederei di sospendere i lavori, per consentire al Comitato dei nove un approfondimento di istruttoria almeno fino alle 15,30.

PRESIDENTE. Sta bene. Se non ci sono obiezioni…

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Presidente, noi prendiamo atto della richiesta della presidente della Commissione giustizia. Occorrerebbe, però, a questo punto, un soprassalto di resipiscenza, nel senso che mi pare molto chiaro che non siamo nelle condizioni di potere concludere il provvedimento nella giornata odierna, stante anche la richiesta che la presidente della Commissione fa, in questo momento, all'Aula.

Poiché questo è un provvedimento su cui la sensibilità dell'Aula è molto forte e c'è una larga convergenza da parte delle forze politiche di portarlo a positivo compimento, forse parrebbe più opportuno un ritorno in Commissione per consentire, la settimana prossima, di affrontare in maniera ordinata questo tipo di percorso, evitando, a questo punto, l'inevitabile percorso che ci porterà, dopo le 15,30, a sentirci dire dalla relatrice che si chiede la posticipazione del provvedimento.

PRESIDENTE. Onorevole Borghi, per cercare di interpretare correttamente: se lei chiede il rinvio alla prossima settimana, cioè di non proseguire, oppure se lei chiede un formale rinvio del provvedimento in Commissione. Forse, se capisco il senso, la richiesta è di rinviare alla prossima settimana i nostri lavori. Chiederei la valutazione prima alla relatrice e dopo…

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Aggiunga la sua valutazione.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Presidente, la mia è una aggiunta all'intervento dell'onorevole Borghi e non è solo per esprimere anche il nostro favore in ordine ad un rinvio di una settimana ma per suggerire alla Presidenza, signor Presidente, di utilizzare quest'ora o quest'ora e mezza di sospensione per dar modo al Comitato dei nove di riunirsi e, nel frattempo, di convocare una Conferenza dei presidenti di gruppo per decidere insieme ciò che bisogna fare in ordine ai tempi di approvazione del provvedimento. Infatti, è evidente che il provvedimento ha avuto una gestazione finora molto condivisa, quasi unanime all'interno dell'Aula ed è un provvedimento al quale tutti i gruppi assegnano un valore simbolico e anche sostanziale importante. Suppongo che non sia facile né giusto addivenire ad un rinvio di una settimana soltanto attraverso il voto dell'Aula per cui, poiché abbiamo un'ora di sospensione utile a far lavorare il Comitato dei nove, se il Presidente volesse, potrebbe convocare una veloce Conferenza dei presidenti di gruppo affinché i gruppi, insieme, decidano come proseguire in maniera ordinata nella discussione e nell'esame del provvedimento stesso.

TOMMASO FOTI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, a me pare che la proposta del collega Borghi sia quella più ragionevole perché evidentemente, al di là del merito dell'emendamento, siamo ancora agli emendamenti sull'articolo 1.

Oggi non si riesce a chiudere il provvedimento, tanto vale lasciare al Comitato dei nove tutto il tempo necessario per poter risolvere ogni e qualsiasi problema, tenuto conto anche di un'altra cosa, Presidente: mi pare che un provvedimento calendarizzato per la prossima settimana non venga chiuso in Commissione affari costituzionali e Commissione lavoro, quindi la prossima settimana anche questo mancherebbe, sicché la sostituzione di un provvedimento con l'altro non recherebbe alcun danno all'Aula stessa.

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Per associarmi alla richiesta, credo, di un sano realismo. Oggi credo che non sarà possibile e non è possibile concludere il provvedimento; non c'è, quindi, alcuna necessità di accelerazione e credo che un ritorno in Commissione o, comunque, un rinvio alla prossima settimana possa consentire gli approfondimenti e la ricerca di un testo con la massima condivisione che i temi che stiamo trattando, credo, suggerirebbero.

PRESIDENTE. Prima delle nostre formalità, salutiamo gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo “Benedetto Croce”, di Flumeri che sono venuti oggi ad assistere ai nostri lavori. Grazie ragazzi (Applausi).

Ci sono i quattro delegati d'Aula e presidenti di gruppo dei quattro gruppi che hanno chiesto di rinviare alla prossima settimana il seguito.

La presidente Businarolo aveva proposto di riprendere i lavori alle ore 15,30 per proseguire con le nostre votazioni. Io chiederei alla presidente Businarolo, o alla relatrice, se ritiene di accogliere questa richiesta, oppure se la mettiamo in votazione.

FRANCESCA BUSINAROLO, Presidente della II Commissione. Presidente, se è possibile, io anche per questa cosa, vorrei approfondire e rispondere alle 15,30.

PRESIDENTE. Sta bene.

Allora, credo che la richiesta (Commenti)… Colleghi, colleghi! La presidente Businarolo avrà le sue motivazioni che la spingono ad assumere questa decisione. Quindi, porremo in votazione (Commenti)

È evidente, risponderò anche sulla Conferenza dei capigruppo, collega. Però, mi sembra ci sia una questione intanto di rinvio o meno del provvedimento alla prossima settimana; poi, evidentemente, alla luce di questo, risponderò anche sulla Conferenza dei presidenti di gruppo.

Se ci sono interventi a favore o contro, se no poniamo in votazione la richiesta. Non ci sono richieste di interventi.

Passiamo, quindi, ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio alla prossima settimana.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 87 voti di differenza.

C'è una richiesta del gruppo di Forza Italia di avere una convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo, che io riporterò senz'altro al Presidente Fico, il quale la valuterà, penso anche all'esito del Comitato dei nove, e, quindi, in seguito alle decisioni che in quella sede verranno raggiunte. Comunque, la riporto senz'altro al Presidente Fico.

Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 13,25, è ripresa alle 15,30.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Brescia, Businarolo, Colletti, D'Uva, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Ferraresi, Formentini, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Lollobrigida, Lorenzin, Molinari, Orlando, Schullian, Scoma e Sisto sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente centosette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 1 – 1455-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1455-A, recante modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere e delle abbinate proposte di legge.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta sono cominciate le dichiarazioni di voto sull'emendamento Zanella 1.107. Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 5.200, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A).

ALFREDO BAZOLI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, io voglio denunciare, da quest'Aula, l'andamento veramente indecente dei lavori su questo provvedimento. Abbiamo interrotto l'esame in Aula a mezzogiorno e mezzo, per valutare l'introduzione nel disegno di legge della proposta sul revenge porn e abbiamo rinviato il Comitato dei nove in attesa di sapere se la maggioranza avrebbe accettato l'introduzione di questo emendamento. Abbiamo poi scoperto dalle agenzie che la maggioranza, nel frattempo, aveva già deciso, quindi ci è stato poi comunicato, in modo molto secco, che non sarebbe stato introdotto, e, nel frattempo, abbiamo appreso che la maggioranza ha colto l'occasione per introdurre un'ennesima modifica di questo testo di legge - ennesima modifica, quindi non riformulazione di emendamenti già accantonati - che introduce un'ulteriore modifica di questo testo di legge, che interviene nel bel mezzo della discussione che stavamo facendo e che era già iniziata questa mattina. Noi abbiamo chiesto un termine per i subemendamenti, ma credo che questo modo di procedere sia inaccettabile. Noi stiamo continuando a fare modifiche, stratificazioni di modifiche su questo testo di legge, che in teoria la Commissione doveva avere già licenziato qualche giorno fa, continua invece a modificare, modificare e modificare. Abbiamo ancora accantonato tutto l'articolo 4, sul quale non ci sono ancora i pareri della relatrice e del Governo, per cui il Comitato dei nove dovrà comunque tornare a riunirsi per valutare l'articolo 4, quindi stiamo procedendo in maniera schizofrenica e, secondo me, inaccettabile, perché c'è una confusione totale. Credo che questo modo di procedere non sia accettabile, perché non consente un lavoro ordinato neanche per noi che cerchiamo di dare un contributo allo svolgimento di questi lavori. Penso che questo modo di procedere non possa essere tollerato; secondo, me sarebbe molto più utile un rinvio dei lavori di quest'Aula, perché così non si riesce a lavorare in maniera ordinata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ENRICO COSTA (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Grazie, Presidente. Allora, sono stati sospesi i lavori di quest'Aula con un obiettivo preciso, perché il Comitato dei nove lavorasse ed individuasse una soluzione rispetto all'impasse che si era generata su un emendamento specifico, l'emendamento della collega Zanella. È evidente che noi ci aspettavamo che l'introduzione dei lavori del Comitato dei nove fosse proprio su questo punto. Ci poteva essere un dibattito, ci sarebbe potuta essere una riformulazione, una proposta da parte del relatore, una mediazione da parte del Governo; ebbene, siamo arrivati in Comitato dei nove e abbiamo discusso di tutt'altro. Abbiamo appreso dalle agenzie la posizione della maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia), o meglio, abbiamo appreso dalle agenzie la posizione del MoVimento 5 Stelle, cioè di una parte della maggioranza, siamo arrivati alle 15,26 – quattro minuti prima della convocazione dell'Aula – e la relatrice ha svelato le sue carte, nel senso di dire: non se ne fa nulla.

Penso che ci debba essere un principio che vige in quest'Aula, il principio della leale collaborazione. Leale collaborazione significa che ciascuno può mantenere le proprie posizioni, ma non fa il gioco delle tre carte, accettando una sospensione, fingendo di arrivare ad una posizione di collaborazione su un testo – devo dire, condiviso nella sostanza – e invece usa strumentalmente questa pausa semplicemente magari per serrare le fila, per compattare il gruppo, per cercare di sopprimere le voci ribelli, che mi pare fossero abbastanza in ebollizione nelle file del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

Ebbene, lo dico a quei parlamentari del MoVimento 5 Stelle che sollecitavano anche loro una mediazione: hanno chiesto la sospensione semplicemente per farvi cessare le ostilità. Io penso che questo non sia un modo civile di conduzione dei lavori - non mi riferisco a lei, ovviamente, Presidente -, di leale collaborazione fra maggioranza e opposizione, su un tema che, nella sostanza, veramente dovrebbe unire tutti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

WANDA FERRO (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Devo dire che ci si domanda perché questa sospensione dell'Aula, quando, rispetto alla discussione, come ha detto già il collega Costa, non si è affrontato il vero motivo per il quale avevamo deciso di riunire nuovamente il Comitato dei nove, ma soprattutto anche rispetto a quella parte che riguardava l'eventuale applicazione di quanto era stato già fatto dai colleghi 5 Stelle al Senato, come detto dalla collega Varchi e ripreso egregiamente dalla collega Morani.

Noi, ovviamente, non accettiamo l'idea che si possa procedere ad una modifica, e non a quella risposta che in qualche modo cercavamo rispetto agli emendamenti per noi importanti da poter approvare. Riteniamo che un rinvio alla prossima settimana di questa discussione sia un atto di responsabilità, ma soprattutto idoneo a far sì che esca fuori una norma che veramente sia un “codice rosso” da battere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

LAURA BOLDRINI (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Signor Presidente, intervengo anch'io per dire che siamo rimasti abbastanza stupefatti dalle modalità con cui tutto questo sta andando avanti, perché, se si chiede un'interruzione dei lavori su un punto specifico, lei mi insegna che il Comitato dei nove su quel punto si incontrerà, discuterà e arriverà in Aula con una decisione. Bene, all'ultimo, dopo le varie sollecitazioni, ci era stato detto che la decisione era stata presa via agenzia. Cioè, noi l'abbiamo appreso dalle agenzie di stampa che era stato deciso di andare avanti, quindi siamo stati in un Comitato dei nove dove c'è stata la possibilità certamente di darci nuovi testi e riformulazioni, ma su tutt'altro, su tutt'altro! Noi siamo state stamattina a parlare di un crimine molto delicato, che tocca migliaia di giovani adolescenti, il revenge porn. Quest'Aula aveva la facoltà di fare un lavoro unanime, di dire che a noi la sicurezza delle ragazze sta a cuore, perché le nostre figlie oggi incappano in questa nuova violenza che distrugge le loro esistenze; invece, signor Presidente, non c'è stata nessuna intenzione di unire le forze, di fare uno sforzo collegiale per arrivare all'introduzione di questa fattispecie. Semplicemente perché? Perché nell'altro ramo del Parlamento questa mattina è stata presentata una proposta di legge, ma tanti gruppi hanno altre proposte di legge, io la presenterò fra pochi giorni. La mia cosa era dire: facciamo tutti un passo indietro, colleghi e colleghe, diamo la precedenza alla risposta, inseriamo questo emendamento in un testo che già è in Aula. Allora, non è stato possibile, per mettere una bandiera, per dire siamo noi i primi, ma questo è molto triste, è molto avvilente, svilisce anche un esercizio di democrazia diretta, perché 105 mila firme erano state messe sotto una petizione fatta da alcune associazioni. Oggi potevamo dare la risposta; questa risposta è mancata, per di più in un modo che non è molto corretto, perché in Comitato dei nove siamo venuti a conoscenza della decisione dalle agenzie di stampa.

Quindi, signor Presidente, io penso che lei che ha richiamato la centralità del Parlamento dovrebbe almeno trovare questi metodi abbastanza poco in linea col suo spirito che vuole dare a questa Camera centralità (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI, Relatrice. Grazie, Presidente. A seguito del Comitato dei nove, alla richiesta della collega Morani, esprimo parere contrario (Commenti).

ALESSIA MORANI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Presidente, la proposta che ho fatto prima dell'interruzione era una proposta, credo, di buonsenso, che poteva andare incontro sia alle esigenze della maggioranza che delle opposizioni che, in maniera corale, questa mattina, hanno chiesto a quest'Aula parlamentare di approvare un emendamento al disegno di legge cosiddetto “codice rosso”, sul revenge porn. La mia proposta voleva provare a dare una mano anche alla maggioranza ad uscire da un'impasse evidente dovuta al fatto che questa mattina, in Senato, era stato proposto in una conferenza stampa un disegno di legge, al Senato, che prevedeva proprio la disciplina del revenge porn.

Essendovi in quest'Aula, credo da parte di tutti, per lo meno l'ho creduto fino alla ripresa dei lavori, l'intenzione e la volontà di disciplinare questo nuovo reato, ho fatto la proposta di inserire all'emendamento della collega di Forza Italia una riformulazione che prevedesse la formulazione della legge presentata al Senato dal MoVimento 5 Stelle, in particolare, dal capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Senato. Ci sono volute quasi quattro ore per decidere che la nostra proposta non poteva essere accettata, peraltro, senza motivazione, perché la collega non ha spiegato quale sia la motivazione per la quale il loro testo, il testo del MoVimento 5 Stelle, non può essere introdotto attraverso un emendamento riformulato, oggi, mentre discutiamo in quest'Aula.

Io credo che si tratti, anzitutto, di una grande presa in giro, perché potevano risparmiarci quantomeno queste quattro ore, potevano immediatamente dire che non c'è nessuna volontà di disciplinare il revenge porn, perché non lo volete fare (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Il vostro problema è che con il disegno di legge del Senato voi lo insabbiate, fate finta di volerlo fare, ma non lo volete fare, perché questo provvedimento, oggi, può diventare immediatamente legge, se naturalmente anche l'altra Aula parlamentare lo approverà, e può diventare immediatamente valido ed efficace.

Il problema però di questa maggioranza ipocrita, lo ripeto, ipocrita, è quello di dire di voler risolvere un problema, peraltro in quest'Aula parlamentare siede una deputata dello stesso MoVimento 5 Stelle che è stata vittima in maniera vergognosa di quel tipo di reato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che, però, purtroppo, oggi, non esiste, ma non si vuole però farlo esistere, è evidente. Allora, si dica con un po' di coraggio, un po' di verità che la maggioranza, MoVimento 5 Stelle e Lega, non vuole introdurre questo reato, perché non lo vuole ed è inutile andare a gridare nei talk show o su Facebook o su Twitter o su Instagram che si vogliono dare pene esemplari, per dare pene esemplari servono i reati, perché laddove un reato non esiste, non può esistere neppure una pena.

Quindi, purtroppo, Presidente, bisogna registrare, e che tutti lo sappiano, che non c'è nessuna volontà da parte né del Movimento 5 Stelle né tanto meno della Lega di introdurre un reato, quello sul revenge porn, che, invece, qui, abbiamo chiesto tutti quanti, quantomeno le opposizioni, Fratelli d'Italia, Forza Italia…

PRESIDENTE. Deputata Morani, le dico solo che siamo più sulla dichiarazione di voto sull'emendamento che sull'ordine dei lavori.

ALESSIA MORANI (PD). No, non è una dichiarazione di voto, perché la proposta che avevo fatto era mia e sto argomentando la motivazione per cui quello che le opposizioni chiedono non viene proprio tenuto in nessuna considerazione da parte né della maggioranza né del Governo.

Per cui io credo che questo comportamento sia assolutamente da stigmatizzare, è una grande presa in giro alla democrazia rappresentativa e a tutte le donne che sono state vittime di questo reato, perché la vergogna di cui si stanno macchiando è quella di non voler introdurre un reato odioso che ha fatto anche dei morti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Presidente, sull'ordine dei lavori. Presidente, vorrei la sua attenzione, perché mi rivolgo all'Aula, ma vorrei rivolgermi innanzitutto a lei, Presidente, per segnalarle ciò che lei avrà già registrato, oggi e nei giorni passati.

Su questo provvedimento, in Commissione giustizia, nelle ultime settimane e anche in Aula fino a qualche ora fa, fino a stamattina, si era scritta o si stava scrivendo una bella pagina di politica, lo stavano facendo tutti i gruppi parlamentari, c'era stato un consenso unanime che, credo, come dire, rappresentasse per il Parlamento un fatto estremamente positivo, su un tema così simbolicamente e sostanzialmente rilevante (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Oggi, noi siamo delusi, le rappresentiamo questa delusione, ma siamo convinti che sia anche la sua delusione, come Presidente della Camera, perché, oggi, per l'atteggiamento della maggioranza, questo clima di unanime consenso, al di là delle divisioni, al di là delle differenze, di leale collaborazione fra gruppi parlamentari che hanno sensibilità diverse, si è rotto, lo ripeto, si è rotto e, guardate, il sospetto che io ho, lo dico anche ai miei colleghi di Forza Italia, è che non si sia rotto sull'emendamento Zanella, sarebbe stato, come dire, forse, più accettabile, il sospetto che ho è che questo clima si sia rotto, ancora una volta, per le divisioni all'interno della maggioranza su un altro emendamento, che da qui a poco dovremmo discutere, all'articolo 4, l'emendamento che riguarda la castrazione chimica. Allora, se è così, non potete scaricare su tutto il Parlamento la responsabilità delle vostre divisioni, anche quando il Parlamento si sforza di scrivere insieme una bella pagina di politica!

Allora, Presidente, io consegno a lei il compito di decidere su come procedere nei lavori d'Aula, perché è pacifico che entro le 18 noi questo provvedimento non riusciremo a finirlo, ad approvarlo in via definitiva. Valuti lei se è utile lavorare, anche con una convocazione ad horas della Conferenza dei capigruppo, come avevo chiesto prima, in un clima condiviso all'interno dei gruppi parlamentari o se, anche questa volta, anche su questo argomento, le divisioni della maggioranza debbono vanificare il lavoro che in Parlamento si sta facendo.

Io questa riflessione, Presidente, la vorrei consegnare a lei, perché noi abbiamo fiducia nel ruolo istituzionale che lei svolge e a lei ci affidiamo perché a noi piacerebbe che il clima costruito in Commissione potesse proseguire anche in Aula, nell'esame e nell'approvazione degli emendamenti e del testo della proposta di legge in questione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. A titolo personale?

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Sì, un minuto, Presidente, per rappresentare ai colleghi qualcosa che invece noi in Comitato dei nove abbiamo fatto: abbiamo acquisito il testo del Senato, proposto dalla senatrice del MoVimento 5 Stelle e, allora, quello che vorrei dirvi - e che i colleghi non sanno - è che i due testi, cioè il testo del Senato, e il testo della collega di Forza Italia, di Federica Zanella, sono identici, identici, Presidente, nella formulazione, identici nell'individuare le condotte che vengono censurate. L'unica differenza è quella sulla pena che, addirittura, il MoVimento 5 Stelle prevede più lieve di quella che, invece, prevede Forza Italia.

Ma, Presidente, quello che dico è tanto più vero che il collega Perilli del Senato, posta su un'ANSA: le opposizioni per puro calcolo politico e dopo aver ignorato per anni questo problema vogliono risolvere tutto e subito con un emendamento che copia il nostro testo base.

E allora se è così, se il testo base è identico, perché è identico, perché non farlo passare adesso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Colletti. No? Lo avevo segnato. Deputato Occhiuto, rispetto all'ordine dei lavori e alle richieste che sono state fatte, il Comitato dei nove si è riunito e ha fatto, nell'indipendenza, le proprie valutazioni. Questa mattina già si è votato il rinvio del provvedimento e il rinvio è stato respinto e c'è il parere sull'emendamento Zanella, quindi la Commissione ha dato parere contrario; a questo punto io devo andare avanti sul provvedimento e siamo in dichiarazione di voto dell'emendamento 1.107 Zanella, quindi adesso lo mettiamo in votazione.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Su cosa?

EMANUELE FIANO (PD). Sull'ordine dei lavori, Presidente. Come prima questione, le vorrei chiedere di chiarire sul rinvio: abbiamo votato un rinvio? Non dell'emendamento? Ma, la questione che vorrei porle è nell'ordine della relazione tra questo ramo del Parlamento e l'altro. Quello che si sta configurando sotto i suoi occhi, quindi la massima autorità di questo ramo del Parlamento, la Camera dei deputati, è che la motivazione addotta, come prescrive il Regolamento, dalla relatrice, per giustificare un parere contrario ad un emendamento, o la motivazione che si è diffusa anche attraverso le agenzie di stampa, è che analoga materia viene discussa in un progetto di legge, non mi pare ancora finalizzato, presentato in altro ramo del Parlamento. Il che significa, Presidente, se lei è così cortese da ascoltarmi, che noi stiamo mettendo in campo, sotto i suoi occhi, una pratica per la quale una maggioranza che ritenga più utile, per ragioni non esplicitate, discutere in altro ramo del Parlamento la medesima materia, impedisce a questo ramo del Parlamento di discuterla perché lo farà in altro ramo del Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ma lei, Presidente, è lì seduto, sullo scranno più alto, per difendere le prerogative di questa Camera, non per avallare il fatto che ci sia una scelta politica non conseguente al Regolamento di questa Camera, ma politica, per spostare la discussione in altro ramo. Quella materia è presente oggi qui e, quindi, il fatto che ci si dica, anche a mezzo stampa, fatto del tutto irriverente nei confronti dell'autonomia di questa Camera, che la materia sarà discussa in un altro ramo del Parlamento, è una lesione dei diritti della Camera che lei dovrebbe difendere. Il testo è qui oggi, gli esponenti degli stessi partiti che avranno la possibilità di votarlo al Senato ci dicono che preferiscono discutere in un altro ramo: e che cosa vuol dire questo? Il testo è qui oggi, se voi intendete avallare il senso di quell'emendamento in altro ramo del Parlamento, vuol dire che loro, signor Presidente, potrebbero farlo qui oggi. Guardi che questo meccanismo non è affatto ammissibile, è una lesione dei nostri diritti. Se c'è una materia che qui, per il parere che ci viene detto esprimeranno al Senato, può essere accolta, peraltro all'unanimità in quest'Aula, che cosa vuol dire spostarla in un'altra Aula del Parlamento? Fra l'altro, la fattispecie avviene non sotto la gestione di uno dei Vicepresidenti, ma sotto la gestione del Presidente della Camera. Io la prego di porre attenzione a questo aspetto: non è un aspetto indifferente che la giustificazione alla non accettazione di quell'emendamento non sia nel merito, perché non ci è stato detto che sono contrari nel merito, ma ci è stato fatto sapere a mezzo stampa che sono favorevoli a non discuterla qui, e ciò, quindi, avviene calpestando i diritti dei parlamentari di questo ramo del Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Liberi e Uguali).

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori, ne ha facoltà.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Ci tengo a rassicurare i componenti di questa Assemblea riguardo agli intendimenti del nostro gruppo, che non sono assolutamente - come già sottolineato da altri colleghi - quelli di eludere il tema, ma sicuramente il nostro impegno è quello che va oltre, è quello che va anche a chiedere, attraverso un iter legislativo ordinario, che, con le dovute audizioni che si possono avere in Senato con un testo di legge specifico, si vada ad approfondire gli aspetti che qui, anche da molti di voi, sono stati opportunamente sollevati. E quindi riteniamo che il tema del revenge porn debba essere affrontato con un provvedimento di legge complessivo e articolato, e un emendamento inserito in questo provvedimento sia, proprio perché a quel punto successivo alle eventuali audizioni che ci sono state in Commissione, non sufficientemente approfondito, come potrebbe essere con il provvedimento che è in Senato in questo momento e avrà i modi e i tempi di approfondimento necessari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

SILVIA FREGOLENT (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Sempre sull'ordine dei lavori? Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (PD). Sì, Presidente, perché veramente c'è un limite alla presa in giro. Noi abbiamo avuto un decreto che si chiamava “decreto Genova”, dove sono stati previsti articoli che non riguardavano Genova, tra cui un condono ad Ischia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e ci si dice che qui, che stiamo facendo una materia organica…

PRESIDENTE. Rimanga sull'oggetto dell'ordine dei lavori.

SILVIA FREGOLENT (PD). …qui, un emendamento, discusso già in Commissione, è estraneo per materia! Ma stiamo scherzando? Perché se fosse stato estraneo per materia, signor Presidente, i suoi uffici non ci avrebbero neanche concesso di discuterlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), lo avrebbero espunto. Essendo invece nell'ordine dei lavori, e tra l'altro, evidentemente, il collega che ha parlato non ha letto la proposta di legge del suo gruppo, perché esattamente l'emendamento che oggi viene riproposto dai colleghi di Forza Italia è uguale! Perché quel provvedimento che loro dicono essere più completo, non è completo, riguarda soltanto la pena di un reato che stiamo discutendo adesso ed è esattamente uguale. Quindi, se c'è la volontà politica della maggioranza, si fa oggi, con un emendamento che non è estraneo, perché riguarda la materia che stiamo discutendo, altrimenti i suoi uffici, ripeto, non ce l'avrebbero accettato. Quindi le chiedo, Presidente, almeno in questo momento di fare chiarezza e di dire che le opposizioni non vogliono perdere tempo, ma vogliono normare una norma che non può più perdere tempo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Giusto per chiarezza, tutto quello che sta avvenendo in Aula, che è avvenuto questa mattina, che è avvenuto nel Comitato dei nove, è perfettamente a norma di Regolamento, e qui assolutamente non ci piove. L'emendamento in questione sta facendo il suo percorso e iter parlamentare. La relatrice, dopo che si è riunito il Comitato dei nove, ha dato un parere. La Presidenza chiaramente non entra nel merito di quel parere, entrerebbe in una ammissibilità o in una inammissibilità, e chiaramente l'emendamento è ammissibile proprio perché non è estraneo per materia. Ma la discussione deve andare avanti perché non c'è nessuna questione ostativa dal punto di vista regolamentare, da Presidente della Camera, per non mandare in votazione questo emendamento, che legittimamente viene votato e legittimamente la Camera approverà o boccerà. Quindi, da questo punto di vista, si deve assolutamente andare avanti. Poi le questioni politiche di altro genere sono chiare e appartengono ai gruppi. Dalla Presidenza c'è sempre la massima garanzia a tutela di tutti i gruppi politici.

ANDREA ORLANDO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Poi inizieremo a limitare chiaramente gli interventi sull'ordine dei lavori, perché se andiamo sempre sulla stessa questione, la Presidenza ha già risposto al riguardo. Prego, deputato Orlando.

ANDREA ORLANDO (PD). Sull'intervento che lei ha appena fatto, signor Presidente, perché io nutro il massimo rispetto per la funzione che lei esercita, ma la sua funzione non è semplicemente quella di osservare in modo notarile il rispetto delle regole, ma di salvaguardare anche il prestigio di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ora, noi siamo di fronte a una puerile posizione di un gruppo parlamentare, sostenuto da un altro alleato, che impedisce l'approvazione di una propria norma per una questione di copyright. Ora, quello che io le pongo, signor Presidente, è una questione che è già stata posta dai miei colleghi, ma è possibile pregiudicare la convergenza di una volontà - che è stata in qualche modo registrata - di tutti i gruppi parlamentari, perché nel merito questo si sta verificando, in ragione del fatto che la maggioranza esercita una sorta di diritto di voto ad approvare una propria norma?

Ora io le dico: noi qui stiamo sancendo sostanzialmente un diritto di veto addirittura ad esercitare l'approvazione di una norma che la stessa maggioranza propone. Si crea un precedente davvero curioso, del quale lei rischia di essere il responsabile, perché viene introdotto nella prassi di questa Camera. Le chiedo di riflettere sulle conseguenze di questo aspetto. Voglio dire una cosa nello sforzo ulteriore di venire incontro alle esigenze propagandistiche dei nostri colleghi: noi non avremmo problemi a riconoscere il copyright di questa iniziativa politica, non avremmo problemi a riconoscere il fatto che, affianco alla parte repressiva, deve essere prevista anche una parte che riguarda la prevenzione e l'educazione, che è, sì, quella sottoposta a un processo di audizioni. Ma mi rivolgo ai miei colleghi: se nei mesi che ci separano dall'approvazione di questa legge succede un altro fatto come quello che è successo nei mesi scorsi, noi che cosa potremmo rispondere di fronte a una madre che piange, di fronte a una figlia che è esposta al pubblico ludibrio e alla vergogna? Potremmo rispondere semplicemente che ci si trova di fronte a un gruppo parlamentare che sta facendo le audizioni, quando noi oggi siamo d'accordo sull'approvare questa norma (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e Liberi e Uguali). Signor Presidente, non mi rivolgo a chi non è in grado di capire o non ha voluto capire, mi rivolgo a lei, e mi rivolgo a lei nell'esercizio che lei deve fare nella tutela del prestigio di questo ramo del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Deputato Orlando, l'ho ascoltata con molta attenzione, però ribadisco ciò che ho detto prima: il mio ruolo, non solo formale, ma sostanziale, è di mandare avanti l'iter parlamentare nel momento in cui si svolge tutto con la massima correttezza e a norma del Regolamento; e non è una questione notarile, ma è una questione sostanziale di procedura per non creare altra tipologia di precedenti nel non mandare avanti alcuni provvedimenti, e non entro certo nel merito di un parere. Poi, rimane sempre che tutte le altre questioni politiche tra i gruppi sono questioni politiche che non interessano alla Presidenza della Camera nell'iter parlamentare.

SIMONE BALDELLI (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. Quello che lei poc'anzi ha detto è estremamente corretto. Lei non ha la facoltà di impedire alla maggioranza di compiere errori, di avere un atteggiamento pregiudiziale, di chiudere le porte a una proposta che pure sulla carta e nel merito sembra condividere; non ha neanche la possibilità di impedire questo atteggiamento pregiudiziale o di indurre la maggioranza ad un atteggiamento di coerenza.

C'è da dire, rispetto alle argomentazioni del collega, che il Senato è liberissimo, visto che abbiamo ancora un regime di bicameralismo paritario, seppure abbiamo cominciato un senso unico alternato, per cui c'è un provvedimento che fa la Camera e il Senato non lo tocca, o il Senato e la Camera non lo tocca, oppure provvedimenti che sono con la bandierina 5 Stelle e altri con la bandierina della Lega. Questo mi pare di capire che sia a bandierina 5 Stelle, se ci siamo intesi su come funzionano le cose qua dentro nell'ultimo anno.

Però guardate che il Senato è liberissimo di fare le audizioni che vuole e, se viene approvata la proposta Zanella, che, peraltro, non mi pare difforme dal disegno di legge dei colleghi 5 Stelle al Senato, il Senato può fare le audizioni, lo può modificare; finché siamo in un bicameralismo paritario, che, tra l'altro, vi siete battuti per mantenere con la battaglia per il referendum, così funzionano le Camere.

Allora io non faccio carico al Presidente del comportamento della maggioranza; dico che un gruppo serio di maggioranza non si mette a fare le lagnanze su chi c'era prima e non lo ha fatto; un gruppo serio di maggioranza, di fronte a una questione di merito, su cui condivide il punto, si alza e dice “sì” oppure si alza e dice “benissimo, prendiamoci del tempo per riflettere”.

Con il voto che avete fatto prima avete precluso al Presidente di poter convocare una Conferenza dei presidenti di gruppo, perché avete scelto di andare avanti. La richiesta, Presidente, gliel'ha rinnovata poc'anzi il collega Occhiuto, e quello sì che è in capo a lei, è l'idea di verificare, attraverso una Conferenza dei presidenti di gruppo, seppur veloce, quali siano le volontà dei gruppi parlamentari e, nel qual caso, cercare di capire effettivamente come si procederà, atteso che, come ha già precisato il presidente Occhiuto, difficilmente arriveremo a finire il provvedimento di qui a un'ora e mezza o di qui a due ore.

Per cui, dovendo andare comunque alla prossima settimana, forse avrebbe senso evitare che con questo voto si sfregiasse quel clima costruttivo che si è cercato di costruire nel corso di tutti questi giorni, su un tema, tra l'altro, condiviso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Perché, se chiediamo uno per uno ai colleghi e alle colleghe del MoVimento 5 Stelle o della Lega se su questo tema sono d'accordo, nessuno vi dirà di no.

Allora c'è una questione di natura politica, di problemi, non lo so, certamente di egoismo della maggioranza. Perché chi dice che questo dibattito parlamentare è inutile in fondo, a volte, ha ragione? Perché, quando ci si trova d'accordo, per ragioni esclusivamente pregiudiziali, strumentali o egoistiche si finisce per bocciare una norma che si condivide soltanto per farne un punto di bandierina; allora tutto questo diventa strumentale non alla soluzione di problemi, ma a una campagna di propaganda. Dobbiamo capire se c'è un ufficio propaganda che ha già messo sulla rampa di lancio i missili degli hashtag, delle bandierine su Instagram, eccetera, perché alle 17,30 siete pronti per dire che state andando avanti, che è stato approvato un emendamento 5 Stelle e nessun altro deve poter contribuire nel merito di tutto questo, oppure no.

E lì c'è il buonsenso, che, purtroppo, vediamo essere merce rara; per questo, Presidente, ci rivolgiamo a lei come figura di equilibrio, non di forzatura politica, perché mai ci permetteremo di aspettarci né di chiederle men che meno questo. Però, Presidente, in questo quadro sarebbe opportuno che la maggioranza si ponesse il problema di chiedere una sospensione dei lavori e di fare una Conferenza dei presidenti di gruppo, perché ho come la sensazione che, se dovesse quest'Aula, magari a voto segreto, comunque su input della maggioranza, bocciare l'emendamento Zanella, magari di qui a mezz'ora o tre quarti d'ora si alza qualcuno della maggioranza e ci chiede di andare alla prossima settimana, dopo averci fatto votare due ore fa che si andava avanti.

Allora, Presidente, salviamo il senso del ridicolo e salviamo quel buonsenso che tutti, maggioranza e opposizione, all'inizio di questo percorso hanno messo in campo per cercare di fare una norma giusta e condivisa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Quale articolo?

ENRICO BORGHI (PD). Articolo 8, signor Presidente, che le attribuisce una funzione specifica per quanto riguarda il buon andamento dei nostri lavori. Vede, le agenzie stanno battendo in questi minuti le dichiarazioni, proprio nel merito della questione nella quale l'Aula è impegnata, anzi, direi è bloccata da diverse ore, di una nostra collega, che non mi sembra di scorgere in quest'Aula, che è la deputata Giulia Sarti, la quale ha avuto modo di esprimere attraverso Facebook una sua valutazione rispetto all'inopportunità che questo emendamento venga inserito nel corpo giuridico che stiamo discutendo. Signor Presidente, la vicenda in sé è una vicenda che imporrebbe qualche riflessione, perché la deputata Giulia Sarti ha dato le dimissioni dalla presidenza di una delle più importanti Commissioni di questo Parlamento, e quindi, per la natura intimamente istituzionale, sarebbe stato opportuno…

PRESIDENTE. Però qual è l'oggetto del richiamo al Regolamento?

ENRICO BORGHI (PD). Articolo 8 e seguenti, signor Presidente. Sarebbe stato opportuno che quella dichiarazione venisse resa in Aula e lei…

PRESIDENTE. No, questo, però, non è sul richiamo al Regolamento. Deputato Borghi, questo è su altro, si attenga al richiamo al Regolamento.

ENRICO BORGHI (PD). Capisco che sono argomenti che le provocano anche una certa qual difficoltà...

PRESIDENTE. No, non ho nessun problema ad affrontare qualsivoglia argomento. Richiamo al Regolamento.

ENRICO BORGHI (PD). Allora, se non ha nessun problema e mi usa la cortesia di potermi consentire, come ha consentito a tutti gli altri colleghi, di poter intervenire, potrà magari convenire con me che una persona che ha dato le dimissioni dalla presidenza della Commissione giustizia di questa Camera avrebbe dovuto rendere quelle dichiarazioni in quest'Aula in questo momento, e questo sarebbe stato…

PRESIDENTE. Continuo, però, a dirle che questo non è un richiamo al Regolamento. Questo è un altro tipo di…

ENRICO BORGHI (PD). …e questo sarebbe stato…

PRESIDENTE. Qual è l'aggancio?

ENRICO BORGHI (PD). …un modo con il quale il buon andamento dei nostri lavori, previsto dall'articolo 8 del Regolamento, si sarebbe potuto configurare.

Da ultimo, una valutazione politica se mi è consentito, signor Presidente, e se lei…

PRESIDENTE. No, sul richiamo al Regolamento non è consentita.

ENRICO BORGHI (PD). …se lei non mi toglie la parola… Allora, lei mi toglie la parola… Prendo atto che lei mi toglie la parola, perché qui non si fa politica, ma si lavora (Commenti)!

PRESIDENTE. Per favore, colleghi!

ENRICO BORGHI (PD). Evidentemente, lei rimpiange chi diceva che qui non si fa politica, ma si lavora. Prendo atto. Coraggio.

PRESIDENTE. Sul richiamo al Regolamento.

ENRICO BORGHI (PD). Coraggio, Presidente Fico, prosegua pure così (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

WANDA FERRO (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Deputata Ferro, lei è già intervenuta.

WANDA FERRO (FDI). Per un richiamo al Regolamento, articoli 8 e seguenti, signor Presidente.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Intanto per dire, ovviamente, che siamo molto allibiti rispetto a chi - e mi riferisco al collega Zanichelli - parla di rassicurazioni. Non dobbiamo essere noi rassicurati, ma le tante donne vittime di abuso e, soprattutto, coloro che potranno esserlo perché…

PRESIDENTE. Deputata Ferro, le chiedo di attenersi al richiamo al Regolamento.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, voglio anche lanciare a lei un appello: non abbiamo dubbi che lei sappia applicare il Regolamento di quest'Aula, per il rispetto che noi portiamo all'istituzione che rappresenta, ma in quest'Aula non possiamo essere soltanto dei vigili urbani. Quando si parla di questi temi abbiamo, secondo me, tutti l'onere e l'onore di dover rappresentare la strada da segnare, che è quella strada di due testi totalmente identici, che non solo non danno a noi la possibilità di avere approvato quello che tutte le opposizioni stanno chiedendo oggi, ma dove state smentendo anche il lavoro al Senato di chi fa parte dello stesso gruppo politico vostro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Anche su questo richiamo al Regolamento ribadisco ciò che ho detto prima nei due interventi precedenti.

Ha chiesto di parlare per richiamo al Regolamento il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Sì, Presidente, faccio riferimento all'articolo 72, comma secondo. Intervengo sul Regolamento anche per dare un'informazione a tutti i colleghi nel momento in cui noi ci accingiamo a votare su un emendamento, ancorché a scrutinio segreto, e questo emendamento riproduce sostanzialmente la proposta da parte del MoVimento 5 Stelle al Senato (qualcuno dice che sia identico e io sono andato a vedere la proposta presentata al Senato e cambiano sostanzialmente soltanto, in alcuni casi, gli anni di pena inflitta a seconda delle fattispecie, ma l'impianto è esattamente identico a quello dell'emendamento che abbiamo in questione). Il comma 2 dell'articolo 72 del Regolamento, come lei sa, Presidente, recita: “Non possono essere assegnati alle Commissioni progetti di legge che riproducano sostanzialmente il contenuto di progetti precedentemente respinti, se non siano trascorsi sei mesi dalla data della reiezione” (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e Liberi e Uguali).

Signor Presidente, a me interessa solo che lo sappiano tutti i colleghi che sono d'accordo su questa materia. Siccome si dice “andremo avanti”, “faremo” e via dicendo, eccetera eccetera e siccome non sappiamo cosa accadrà - lunga vita al Governo, da parte di alcuni; da parte di altri, magari no - però deve essere chiaro che se noi in questo momento respingiamo una proposta emendativa che sostanzialmente è identica alla proposta che viene presentata al Senato, qualora il Senato approvasse quella proposta di legge e la trasmettesse alla Camera, lei, in applicazione del Regolamento, non potrebbe, prima di sei mesi, assegnare alle Commissioni la proposta di legge (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e Liberi e Uguali). Da questo ne consegue che poi c'è tutto il dibattito in Commissione.

Noi oggi stiamo decretando, fuori da qualunque ipocrisia, che non si decide di approvare questa norma e la si rinvia alle calende greche. Non ci sono ragioni diverse! Lo dice il Regolamento, non è un'interpretazione estensiva. Lei sa perfettamente che questo è l'equivalente di quando noi non possiamo esaminare ordini del giorno che portino sostanzialmente lo stesso contenuto di emendamenti che sono stati bocciati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Deputato Giachetti, rileggendo, con lei, l'articolo 72: “Non possono essere assegnati alle Commissioni progetti di legge che riproducono sostanzialmente il contenuto di progetti precedentemente respinti”. Stiamo parlando di progetti di legge. Quindi, stiamo parlando di progetti di legge (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier), ma, se dobbiamo attenerci al Regolamento, è così. Non stiamo parlando di emendamenti: sono progetti di legge. Non è un progetto di legge bocciato o respinto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento la deputata Carnevali. Ne ha facoltà. Per favore, colleghi. Colleghi! Prego, deputata Carnevali.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, Presidente. Intervengo sempre ai sensi dell'articolo 8. Ci sono delle scelte, colleghi…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Colleghi! Prego, deputata Carnevali.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, Presidente. Ci sono delle scelte, colleghi, che valgono molto di più di una percentuale di consenso, che avrebbero, peraltro, dato l'altezza che questo Parlamento deve alle tante ragazze di cui anche oggi abbiamo sentito raccontare la storia, proprio attraverso le pagine dei quotidiani, alla presentazione del progetto di legge dei 5 Stelle, per quell'infamante, quanto abominevole, reato che vogliamo introdurre che è quello della diffusione delle immagini intime via web.

Qui il meccanismo è questo: noi ragioniamo nella logica della partita doppia, del dare ed avere, ed è proprio sulla partita doppia che noi lasciamo sul pavimento della solitudine, sul pavimento dell'assenza delle tutele, sul pavimento tante ragazze che verranno lasciate sole da qui a quei sei mesi che prima l'onorevole Giachetti vi ha ricordato semplicemente perché c'è un interesse esclusivamente di natura personale. Bene, io penso che questa sia la scelta più drammatica che oggi questo Parlamento ha deciso di fare.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Sul Regolamento?

ROBERTO GIACHETTI (PD). Presidente, io però voglio sottolineare - e poi mi taccio perché, ovviamente, per me, come sempre, decide lei - che nel combinato disposto con l'articolo 8, nel quale lei ha il dovere di spiegare bene quali sono i termini della votazione che noi stiamo facendo, lei converrà con me, Presidente – non so se ci sono dei precedenti, non so se lei ritiene che forse su questo sarebbe da convocare la Giunta per il Regolamento – la ratio della norma non si riferisce alla tipologia, si riferisce a un fatto sostanziale, che la Camera dei deputati non può tornare a votare sullo stesso argomento sul quale ha già votato e ha già deliberato.

Ora, il fatto che un emendamento ha la forma di emendamento lei sa perfettamente che a una Commissione non può essere rimesso un emendamento; alla Commissione può essere rimesso un progetto, ma se il testo del progetto è identico - e in questo caso si dice addirittura sostanzialmente - al contenuto di un emendamento che è stato respinto, io mi permetto di avere prudenza nell'affermare che, siccome questo è un emendamento e non è un progetto, si può andare avanti come se niente fosse, perché a lei non sfugge che questo potrebbe essere un modo attraverso il quale aggirare una norma che è molto chiara e che ha come presupposto il fatto che la Camera, una volta che è stata respinta una proposta, non può esaminarla prima di sei mesi. Se il contenuto è sostanzialmente identico, che la forma sia una proposta o che sia un emendamento, non cambia nulla, Presidente. Mi permetto, mi permetto: prudenza, perché questo potrebbe rappresentare un precedente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ho già risposto su questo, però io credo…

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Sempre su questa questione? Prego, deputato Fornaro, ne ha facoltà. Sul Regolamento.

FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, sull'articolo 72, comma 2, in aggiunta alle cose, che condivido, che ha detto il collega Giachetti…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore.

FEDERICO FORNARO (LEU). No, ma riguarda tutti. Questo emendamento, che, ricordo, è l'emendamento 1.107 Zanella, non è un emendamento ordinario; introduce un nuovo articolo nel codice penale, il 612-ter in materia di diffusione di immagini e video sessualmente espliciti.

In aggiunta a quello che diceva il collega Giachetti, è evidente che qui siamo dentro l'articolo 72, comma 2, perché il testo che arriverà dal Senato sarà ovviamente composto da più articoli ma il cuore quale sarà? L'introduzione nell'ordinamento dell'articolo 612-ter.

Se oggi noi bocciamo l'introduzione del 612-ter, lei non può non considerare questo come un atto di questa Camera e, quando arriverà quel progetto di legge per il Senato, ciò, a nostro giudizio, rientra nel 72, comma 2, del Regolamento. Di lì ad allora lei potrà riunire la Giunta per il Regolamento ma questo, mi permetto di sottolineare, non è un emendamento ordinario: è esattamente l'introduzione di un nuovo articolo che è il cuore del testo che i colleghi del Cinque Stelle hanno presentato al Senato (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ritornando di nuovo alla questione regolamentare dell'articolo 72, comma 2, ribadisco che riguarda esclusivamente i progetti di legge e sostanzialmente i progetti di legge uguali non possono essere rivotati entro sei mesi e ciò si denota anche dall'applicazione che la Camera dei deputati ha sempre fatto di tale articolo, perché la Camera dei deputati ha sempre fatto riferimento ai progetti di legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lo dimostra in qualche modo anche l'emendamento precedente l'1.17 Boldrini che è sostanzialmente uguale a quello che noi stiamo per votare e, se noi non potessimo votarlo, non lo voteremmo, perché sostanzialmente è uguale al precedente che abbiamo già votato, e ciò dimostra che possiamo andare avanti tranquillamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo sull'articolo 72 del Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Rotta. Ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA (PD). Sì, Presidente, intervengo a titolo personale perché vede ciò che emerge dalla nostra discussione, ovvero il mancato accoglimento da parte della maggioranza della proposta di discutere adesso, anzi di approvare adesso il revenge porn, ci dice una cosa del Governo che per noi è molto chiara, trasversalmente, in tutti gli atti e in tutte le norme: ossia che le donne possono sempre aspettare, che le donne vengono dopo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Dunque vorrei dare un consiglio ai colleghi della Lega e alle colleghe della Lega ma anche a quelli del 5 Stelle che, prima di appuntarsi delle spillette, dovrebbero meritare quello che presumono di fare e non fanno. Oggi c'era un'occasione molto chiara e decisa di approvare questo nuovo reato del revenge porn: non si è voluto fare, dovete avere il coraggio di dirlo, e la vostra spilletta potete mettervela pure sotto il banco, tanto per essere chiari. In secondo luogo, come hanno sottolineato alcuni dei colleghi…

PRESIDENTE. Concluda.

ALESSIA ROTTA (PD). …È molto chiaro, Presidente, è molto chiaro che c'è una questione anche di forma, ma non è forma. Siamo in un'Assemblea parlamentare dov'è chiaro che lei dovrebbe far rispettare evidentemente tutte le voci anche quelle dell'opposizione e allora proprio per una questione di copyright, come diceva Orlando, non si vuole approvare perché altrimenti non si potrebbe mettere una spilletta che è molto più importante della sostanza a questo punto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pollastrini. Ne ha facoltà.

BARBARA POLLASTRINI (PD). Grazie, signor Presidente. Intervengo a titolo personale. Voglio dirlo di nuovo con rispetto per lei naturalmente e la carica che ricopre ma, vede, noi abbiamo innanzi - l'abbiamo sentito - una querelle sull'interpretazione del Regolamento. La sua interpretazione pur autorevole e l'interpretazione dell'onorevole Giachetti e dell'onorevole Fornaro. Chiunque abbia ragione, rimane un dato di fondo: che interpretazione, non interpretazione, non è chiarita a quest'Aula e soprattutto non sarà chiarito fuori da qui alle donne, agli adolescenti, agli insegnanti, alle forze dell'ordine, a chi dovrà applicare questa legge, quando verrà approvata anche dal Senato, perché non potrà tutelare le vittime perché avremo innanzi a un rinvio…

PRESIDENTE. Concluda.

BARBARA POLLASTRINI (PD). …perché forze dell'ordine e prevenzione dovranno fermarsi. Questo è il punto politico e lei nella funzione che ricopre - lo dico con la massima umiltà - non può sottrarsi a un dovere e all'interpretazione di un suo ruolo politico: non è mai avvenuto così in chi ricopre un ruolo autorevole.

PRESIDENTE. Deve concludere.

BARBARA POLLASTRINI (PD). C'è una responsabilità a cui tutti siamo richiamati e anche lei è richiamato e non può nascondersi questa responsabilità…

PRESIDENTE. Concluda.

BARBARA POLLASTRINI (PD). … dietro l'interpretazione asettica di un Regolamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Cenni. Ne ha facoltà.

SUSANNA CENNI (PD). Intanto ho già sottoscritto l'emendamento della collega Boldrini e desidero sottoscrivere anche l'emendamento 1.107 della collega Zanella. Intervengo a titolo personale sostanzialmente per dire che quanto sta accadendo in quest'Aula, colleghi, è una cosa davvero molto grave, ed è grave per ragioni istituzionali, che sono state ben spiegate dal collega Giachetti e da altri che mi hanno preceduto. È una gravità di carattere politico perché dagli interventi che ci sono stati questa mattina è chiaro che sul tema c'è una condivisione pressoché unanime in quest'Aula sulla necessità di intervenire e di trasformare in reato un gesto vergognoso come quello di condividere sui social immagini fortemente riservate che attengono alla sfera personale degli individui; e ciò è una cosa molto grave dal punto di vista democratico perché mina il rapporto, Presidente, di fiducia che c'è fra Parlamento e Paese.

PRESIDENTE. Concluda.

SUSANNA CENNI (PD). Qui siamo di fronte ad un bisogno, ad una cosa vergognosa e la nostra scelta oggi può decidere. Se noi decidiamo di prendere la strada dell'ipocrisia, facendo finta di niente, oppure quella del coraggio. Ecco io credo che dovremmo provare a prendere la seconda strada (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

MARTINA NARDI (PD). Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Nardi. Ne ha facoltà.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARTINA NARDI (PD). Grazie, signor Presidente. Colleghi, qui e ora abbiamo discusso per molte ore e per molte ore abbiamo ascoltato le ragioni anche di carattere procedurale: ma non ci avete convinto, signor Presidente. Non ci avete convinto e ci convince invece il fatto che vogliate rimandare alle calende greche, quando invece qui ed ora è possibile provare ad affrontare l'argomento. Anch'io, come altri miei colleghi, chiedo di sottoscrivere l'emendamento 1.107 Zanella che mi convince perché riesce finalmente a dare una risposta concreta ad un problema reale perché, vedete colleghi e colleghe, noi diamo messaggi, non facciamo solo leggi; diamo messaggi a tutte le persone che ci guardano, ci ascoltano, i cittadini che dobbiamo rappresentare. Il messaggio che arriva quest'oggi è un messaggio triste, di un Parlamento che guarda ad altro, che non si occupa sul serio delle questioni…

PRESIDENTE. Concluda.

MARTINA NARDI (PD). …che invece oggi tengono banco e che rimanda a un futuro futuribile. Qui e ora (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente)..

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie, Presidente. Cercherò di dire in pochi secondi quello che penso veramente che va al di là del merito e del contenuto dell'emendamento, nel senso che il contenuto dell'emendamento consente di dirlo. Credo che ci sia molto di più sull'atteggiamento del MoVimento 5 Stelle, molto di più, e che non riguardi il contenuto dell'emendamento. Il molto di più riguarda questa paura che hanno di una norma che probabilmente poi andrebbe a sbattere in casa loro. Questo è il punto, secondo me, politico: una norma che andrebbe a sbattere in casa loro e, per educazione e cortesia, qui non cito casi, esempi…

PRESIDENTE. Concluda.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). …concludo, e notizie di stampa ma credo che il vero motivo sia questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ANDREA MANDELLI (FI). Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mandelli. Ne ha facoltà.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA MANDELLI (FI). Presidente, a titolo personale, solo perché sono un po' rammaricato di sottolineare che il nostro è un dibattito surreale. Siamo stati tutti eletti sicuramente per affrontare i problemi del Paese e per cercare, se è possibile, di risolverli. Credo che l'emendamento della collega Zanella vada in questa strada: affronta il problema e lo risolve. Ritengo davvero che, se noi dobbiamo fare un bel servizio al nostro Paese, non possiamo che ascoltare anche i cittadini che ci chiedono che la norma venga applicata e, quindi, dare spazio all'emendamento vorrà dire fare il nostro lavoro e dare una risposta reale al Paese. Voglio anche dire che non possiamo aumentare la distanza tra la richiesta dei cittadini e il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico): siete stati eletti, avete voluto aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, fatelo, dateci una mano a fare una cosa che la gente vuole, dateci una mano a fare in maniera che questo problema veramente serio possa essere affrontato. Poi i provvedimenti di legge del Senato lo miglioreranno…

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA MANDELLI (FI). …ma qua noi oggi diamo una risposta concreta ai cittadini e noi oggi abbiamo questo dovere specifico (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Presidente, intervengo anch'io a titolo personale, per affermare, assieme a tutti gli altri colleghi, che oggi stiamo scrivendo davvero una bruttissima pagina di storia parlamentare. Abbiamo vissuto, in passato, momenti esaltanti in quest'Aula quando, grazie alla generosità, all'intelligenza, innanzitutto delle donne parlamentari di ogni schieramento, ma anche col supporto dei colleghi, abbiamo saputo rinunciare a primogeniture, in nome dell'approvazione di valori che sono oggi pilastri nel nostro ordinamento giuridico.

Ricordo il giorno in cui abbiamo approvato la legge che modificava il reato di violenza sessuale da reato contro il costume a reato contro la persona: tutte le donne parlamentari firmarono quel progetto di legge, indipendentemente dall'appartenenza ai partiti. La prima firma era Finocchiaro, la relatrice della legge, col consenso di tutti, fu Alessandra Mussolini. Ecco oggi, invece, in nome dell'egoismo, in nome di un'ostinazione incomprensibile…

PRESIDENTE. Concluda.

STEFANIA PRESTIGIACOMO… noi stiamo rinunciando alla possibilità di dare anche seguito, Presidente, ad atti votati da quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico), perché io le voglio ricordare che, nel mese di novembre, noi abbiamo approvato una mozione a prima firma Carfagna che, al punto 13…

PRESIDENTE. Deve concludere.

STEFANIA PRESTIGIACOMO… invocava proprio un intervento della maggioranza e del Governo su un tema come questo! Allora, le ricordo che noi, in questo momento, stiamo disattendendo a un impegno che quest'Aula, all'unanimità, ha assunto in nome di una battaglia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)

PRESIDENTE. Deve concludere. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Aggiungo, Presidente, che l'impegno è un impegno che riguardava il Governo e che è stato votato da questa Assemblea. Lo leggo: “ad adottare le opportune iniziative normative” - siamo qui – “al fine di prevenire qualsiasi atto di violenza sulle donne, volte ad introdurre nell'ordinamento una nuova fattispecie di reato per chiunque pubblica o divulga attraverso strumenti informatici o telematici immagini, video privati e sessualmente espliciti, comunque acquisiti, realizzati o detenuti senza il consenso delle persone ivi rappresentate”. Lo avete votato voi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Lo abbiamo votato noi! Oggi questa possibilità di votarlo c'è, e la maggioranza, con egoismo si tira indietro per problemi e questioni che non c'entrano niente con la tutela di queste persone, che sono le nostre donne, che sono le nostre mogli, le nostre compagne, le nostre figlie.

Allora, guardate, noi non facciamo più appello alla maggioranza in quanto tale, della quale non ci fidiamo più, perché questo clima, oggi, qui, con questo gesto, si rompe.

Noi facciamo appello alle coscienze di ciascun deputato e ciascuna deputata…

PRESIDENTE. Concluda.

SIMONE BALDELLI… che rappresentano la nazione e che siedono tra i banchi della Lega e del MoVimento 5 Stelle, perché ci sarà un voto segreto e, vivaddio, Regolamento e Costituzione tutelano la loro libertà di coscienza (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico)! Usatela, dimostrate che non siete né schiavi né impiegati, né della…(Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (PD). Grazie, Presidente. Io volevo un attimo uscire dal tema revenge porn, non perché non sia importante perché io non lo sostenga, ma semplicemente per dire che questa chiusura da parte di maggioranza e Governo non mi stupisce, perché, facendo parte della Commissione giustizia e avendo seguito i lavori di questo provvedimento, ho capito che la chiusura era in atto - e così sarebbe stato - quando si sono rifiutati di dar vita ad un comitato ristretto per lavorare tutti insieme su questo tema. Quindi, già da allora ho capito che, in realtà, si trattava di una bandierina che nasceva da diatribe interne, quindi già allora questo tema così importante, di cui tutti ci vogliamo occupare, era stato profondamente svilito. Oggi credo che abbia raggiunto il suo apice, un apice a cui si aggiunge veramente una profonda tristezza (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Grazie, Presidente. Abbiamo, quindi, preso atto del fatto che vi è l'intendimento di non cercare di ricostruire quel clima di concordia e condivisione che aveva, fino ad oggi, accompagnato i lavori, tuttavia rimane ancora una possibilità, che nel voto precedente per poco non si è sostanziata, ovvero che tramite il voto segreto si ponga rimedio a questa ingiustizia, perché nelle more di attuazione di quel provvedimento che è stato annunciato al Senato vi saranno altri episodi, basta scorrere i giornali di quest'oggi per rendersene conto. Invece, col voto di oggi già potremmo dare un segnale chiaro, per far comprendere a chi commette quei fatti in che cosa incorre e a quali conseguenze andrà incontro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Presidente, io non avrei moltissimo da aggiungere, se non fare un appello veramente alla coscienza delle donne e degli uomini eletti nel MoVimento 5 Stelle, e anche nella Lega. Forse alcuni sono troppo giovani, non hanno figli adolescenti, ma se avessero figli adolescenti forse non ci penserebbero due volte, perché siamo già in ritardo! Siamo già in ritardo, danni terribili sono stati fatti, e non è un problema soltanto e tanto delle donne adulte, ma soprattutto dei giovani. Quindi, pensateci, oggi è il momento perché questo reato, per difendere i vostri figli, passi in questa istituzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Schullian. Ne ha facoltà.

MANFRED SCHULLIAN (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Le perplessità e i dubbi sollevati dai colleghi Giachetti e Fornaro sull'applicazione dell'articolo 72 sembrano gravi e abbastanza precise; devo dire che la sua risposta non è stata sufficientemente esauriente e soddisfacente. Propongo, pertanto, la sospensione dell'attività dell'Aula e l'immediata convocazione della Giunta per il Regolamento, per chiarire definitivamente questa problematica (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Minoranze Linguistiche, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marin. Ne ha facoltà.

MARCO MARIN (FI). Mi permetta di cominciare dicendo, Presidente, che da lei - perché lei ha la personalità per farlo - mi aspetto, quando presiede l'Aula, anche un po' di coraggio. Cioè, lei può scegliere di presiedere l'Aula in modo impiegatizio - mi permetta - o di decidere di influire anche su quello che è l'andamento dell'Aula. Allora, vede, Presidente, noi oggi stiamo per votare un emendamento - poi vedremo il provvedimento che arriva al Senato, sarà probabilmente sovrapponibile -, credo e spero che tutta l'Aula sia d'accordo. Kafka è un dilettante rispetto al comportamento di oggi della maggioranza, perché oggi voterete “no” a un emendamento, poi presenterete una proposta di legge praticamente sovrapponibile. Sovrapponibile, uguale, Presidente. Noi dovremmo, oggi, urlare che voi siete contro un emendamento che difende le donne, difende i giovani, basta leggere i dati di quante foto…

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO MARIN (FI). Concludo, Presidente, a titolo personale abbiamo un minuto. Ma lei, Presidente, capisce quanto ci sentiamo tutti toccati, credo 630 deputati, e non si può far diventare questo tema un tema divisivo. C'è la mozione, c'è un emendamento: lo condividete quello che è scritto nell'emendamento o non lo condividete? La proposta di legge arriva dopo, è arrivata in “zona Cesarini”, cioè è arrivata tardi. Non importa, Presidente, qui si va a votare un emendamento che è chiaro. Oggi tutti i parlamentari deputati si prendono la responsabilità di votare “sì” o “no”. Se votate “no”, se l'Aula voterà “no”, Presidente, credo che venga a cadere anche la funzione di quest'Aula, perché voteremo “no” a un emendamento che è chiarissimo, che difende le donne, particolarmente i giovani. Io ringrazio la deputata Zanella, la collega che l'ha presentato, come ringrazio tutti i firmatari, ma per me sarebbe stato più logico che tutti i gruppi si alzassero e dicessero “possiamo sottoscriverlo anche noi, lo sottoscriviamo” e che passasse all'unanimità; invece l'Aula - Presidente, qui mi rivolgo anche a lei, perché lei la conduce - ha deciso di far sì che a quell'emendamento…

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO MARIN (FI). … chiarissimo – e concludo – ci sarà, purtroppo, una minoranza che voterà “sì” e una maggioranza che voterà “no”. Diremo al Paese che la maggioranza dei deputati non vuole intervenire su questo tema (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mule'. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI). Grazie, Presidente. Noi discutiamo, oggi, di un emendamento che la maggioranza e la relatrice hanno detto di non appoggiare e hanno chiesto di rinviarlo perché si attende un altro testo. Presidente, non si piantano bandiere, noi oggi sotterriamo i diritti. Oggi, non votando questo emendamento scaviamo la fossa della dignità e della civiltà. Noi, oggi, ci rivolgiamo a delle scolaresche, che ci stanno ascoltando e stanno seguono i nostri lavori; dovremmo dire loro che da domani non ci sarà ancora nessuno che li difende, quando qualcuno cercherà di ricattarli, quando qualcuno li umilierà, quando qualcuno li porterà anche al suicidio, come è già successo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

In quest'Aula, oggi, chi non vota questo emendamento non abbia più il coraggio di dichiararsi una persona che obietta chi fuori, quei lupi che là fuori continuano a mangiare chi, indifeso, non ha alcuna possibilità di dire basta. Chi non lo vota non dica di essere dalla parte delle donne! Chi non lo vota non dica di essere dalla parte della civiltà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Penna. Ne ha facoltà.

LEONARDO SALVATORE PENNA (M5S). Presidente, intervengo solamente per esprimere, davvero, una grande sorpresa a proposito dei toni violenti che vengono usati nei confronti del MoVimento 5 Stelle che, guarda caso, è il movimento che ha presentato in Senato, all'indomani dei fatti di cronaca, il progetto di legge sul revenge porn. Adesso, qui, si ribaltano i toni, come se fossimo noi i responsabili di non voler introdurre nell'ordinamento questo tipo di reato, quando, invece, questo lo vogliamo introdurre e regolamentare, come è stato ricordato (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)

EMANUELE FIANO (PD). Allora, vota l'emendamento!

PRESIDENTE. Deputato Fiano, deputato Fiano, colleghi…

LEONARDO SALVATORE PENNA (M5S). Io, invece, vorrei ribaltare il concetto. Siccome qui è stato detto, anche due secondi fa, che, non approvando questo emendamento, quasi diventiamo responsabili, allora io dico: ritardando, invece, l'approvazione della legge sulla violenza domestica, al contrario, non è che questi ritardi si ritorceranno sul fatto che tutte le violenze che quotidianamente vengono perpetrate nei confronti delle donne avranno difficoltà a essere perseguite?

Perché qui sembra che, al contrario, invece, mancando il revenge porn - che sarà oggetto di regolamentazione, spero tra qualche mese - invece, ci sia… ecco, questo è il problema, che stiamo ritardando, invece, nell'approvare la legge sulla violenza domestica. Questo è, chiediamocelo pure, questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Aprea. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA (FI). Signor Presidente, per sottoscrivere l'emendamento Zanella e per dare una motivazione in più ai colleghi e alle colleghe che ancora non hanno deciso di votare. Non fatelo per noi, fatelo per quelle ragazze e quei ragazzi che tutti i giorni vengono in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e che voi, puntualmente, salutate con un applauso, dimostrando l'attenzione per i giovani del nostro Paese. Quelle studentesse e quegli studenti meritano qui ed ora il voto, per prevenire cose terribili che succedono alle giovani e ai giovani di questo Paese.

Dunque, facciamolo ora, facciamolo con convinzione, diamo noi una lezione di educazione civica, invece di scrivere le leggi e non dare il buon esempio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questo è il momento, ragazze e ragazzi, oggi, si voterà anche per il vostro futuro. Non si può, Presidente, ma l'ho fatto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Presidente, nella discussione più volte sono stati fatti i nomi di Tiziana, di Paola, a questi nomi potremmo aggiungerne altri.

Io penso concretamente a quelle ragazze, così come penso concretamente alle donne, alle figlie, ai bambini e mi chiedo cosa loro penserebbero di questo dibattito cinico, assurdo, kafkiano che si regge su un contrasto allucinante, insopportabile, tra quello che sta avvenendo, qui, alla Camera e quello che è avvenuto al Senato. Lì, presentate una legge che dispone gli stessi contenuti di un emendamento che, qui, volete bocciare.

Siete dei cinici, degli ipocriti. Non è accettabile un comportamento così. Voi non deliberate, non decidete, non diventa norma, continua a essere un comportamento e questo è inaccettabile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Signor Presidente, solo per dire che l'emendamento a mio primo nome non è passato per 14 voti, a voto segreto, dunque, con uno scarto molto piccolo ed è una bella notizia, questa. Come è stato bello il dibattito che c'è stato, vedere che le colleghe e i colleghi di ogni gruppo hanno aderito a questo emendamento, a quello mio e a questo della collega Zanella.

Quindi, io penso che non rispettare questo spirito che si è creato con il dibattito in Aula voglia dire, veramente, creare un vulnus per questa Camera. Vuol dire che, su un tema così importante, dove si giocano le vite delle giovani donne, noi non riusciamo neanche a trovare una sintesi, signor Presidente.

Quindi, mi appello ai colleghi e alle colleghe, che possano, almeno, approvare questo emendamento che non porta il mio nome, porta il nome della collega Zanella, ma io sarei felicissima se venisse approvato (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Noja. Ne ha facoltà.

LISA NOJA (PD). Presidente, io volevo dire solo una cosa. Poco fa, l'onorevole Prestigiacomo ha ricordato cosa accadde nel 1996 in quest'Aula, quando tante donne si unirono per far sì che il reato di violenza sessuale diventasse un reato contro la persona.

Io non ero qui, però, era una giovane ragazza fuori di qui e per me fu molto importante sapere che tante donne, in questa istituzione, si misero insieme, se ne infischiarono delle resistenze dei loro partiti di appartenenza e fecero una cosa grande per tutte noi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Liberi e Uguali).

Fu importante per due ragioni, perché quel lavoro che venne fatto mi disse che qui dentro c'erano persone che mi avrebbero tutelato e perché mi fece capire che avrei sempre potuto avere il coraggio di dire di no e di tutelare la mia libertà di donna.

Se noi diciamo di no, oggi, a quell'emendamento, rompiamo e infrangiamo quella memoria e non consentiremo a tante ragazze che hanno, oggi, l'età che avevo io, di avere un ricordo veramente bello e importante e di trarre da quest'Aula quella forza che trassi io, allora (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e Liberi e Uguali - Congratulazioni).

JOLE SANTELLI (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Deputata Santelli, lei ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori, ma se è il medesimo oggetto, non posso darle la parola.

JOLE SANTELLI (FI). No, Presidente. Non è assolutamente il medesimo oggetto.

PRESIDENTE. Quindi, su cosa?

JOLE SANTELLI (FI). Le volevo chiedere se era possibile sollecitare, nei confronti del Governo, la presenza sui banchi, che vediamo abbastanza affollati, dell'unico Ministro che forse si è occupato realmente di questo tema, il Ministro Bongiorno (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico). Noi vogliamo vedere il Ministro dei diritti che venga qui e indichi al suo partito di votare contro il revenge porn, non nei talk show, ma in Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico). Se, Presidente, può chiedere al Ministro Bongiorno di presenziare in quest'Aula, gliene saremmo grati e saremmo soprattutto grati al Ministro Giulia Bongiorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Porchietto. Ne ha facoltà.

CLAUDIA PORCHIETTO (FI). Presidente, non sono solita intervenire molto, in Aula, perché ritengo che le competenze di natura tecnica spesso mi portino a intervenire soltanto su materie economiche o tecniche, ma credo che oggi sia importante rispetto a quanto è stato detto in quest'Aula fare un appello; un appello alle due forze politiche, non soltanto ad una forza di maggioranza, che esprimono, oggi, molte parlamentari donne molto giovani, un'esperienza importante e significativa che le ha portate in quest'Aula.

Ma la cosa che mi stupisce è che proprio queste donne giovani non abbiano oggi il coraggio di esprimere una propria posizione personale. E questo rammarica, perché abbiamo fatto tutti un passaggio forte in questi anni per portare nuove leve su questi scranni, l'ha fatto il mio partito, ma l'hanno fatto gli altri e molto spesso la maggioranza si fregia del dire che hanno portato linfa nuova in quest'Aula. La vogliamo vedere, oggi, la vogliamo vedere (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico)! Vogliamo capire se sono logiche di vecchia politica o se, oggi, finalmente abbiamo all'interno dell'Aula del Parlamento qualcuno che ha il coraggio di prendere delle decisioni per il futuro delle ragazze (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (MISTO). Presidente, volevo semplicemente dire una cosa. Oggi, godo di un privilegio che è quello della libertà di coscienza, quello di non dover obbedire a ordini di scuderia e invito, chiedo e spero che tanti miei colleghi, mettendo la mano per votare, oggi, disattendano l'ordine di scuderia, per dare seguito alla loro coscienza (Applausi dei deputati dei gruppi Misto e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

VINCENZA LABRIOLA (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori, non nel medesimo oggetto che abbiamo trattato prima?

VINCENZA LABRIOLA (FI). No, no, Presidente. La ringrazio per la parola, volevo soltanto chiedere se fosse possibile rimandare questo argomento alla prossima seduta perché il revenge porn, il dibattito che sta avvenendo in questo momento non ha tempo d'attesa, perché avviene sui social, avviene sui media. Noi abbiamo oggi dei nuovi mezzi tecnologici che ci permettono di distruggerci la vita in un secondo. Noi abbiamo in mano i telefonini, che sono delle macchine fotografiche, che sono sempre connesse ai social, non possiamo aspettare sei mesi, tre mesi, che venga discussa una proposta di legge che è stata presentata al Senato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Noi abbiamo bisogno sul punto di dare risposte oggi, perché l'immediatezza della comunicazione ci porta a dover dare delle risposte oggi, non domani o fra tre mesi, con nuove audizioni al Senato. Questo emendamento è giusto oggi, perché la velocità dell'informazione, la velocità con la quale si diffondono le immagini, non ha tempo da attendere. Questo è il punto fondamentale per cui chiediamo oggi di poter votare questo emendamento. Non è una bandiera politica, è un fatto di civiltà, perché ci troviamo, fortunatamente per certi versi e sfortunatamente per altri, di fronte a un mezzo che è più potente di noi e che non aspetta sei mesi per pubblicare una nostra foto intima, nostra, dei nostri amici, dei nostri figli, dei nostri nipoti.

Il problema è questo, il problema fondamentale è che il Parlamento e la gente che è fuori di qui non ha tempo da perdere, non ha tempo da aspettare. Dobbiamo dare risposte oggi. Quindi, su questo dibattito, se si reputa opportuno, io una riflessione alla maggioranza gliela farei fare, perché è una questione di tempo e chi ha tempo non perda tempo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Dall'Osso. Aveva già parlato... prego, ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Presidente, si ricorda le parole: “è difficile vincere contro chi non si arrende mai”? Le faccio sommessamente notare che oggi l'amica Giulia non è in Aula. Presidente, è ora che si deve votare, ora! È ora che si deve votare, poi dopo al Senato facciano quello che vogliono, ma è ora che si deve votare. Ve lo ripeto, è ora, è ora! Chi se ne frega di chi è la firma, chi se ne frega di chi è la firma (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Spena. Ne ha facoltà.

MARIA SPENA (FI). Grazie, Presidente. Se prima la mia collega richiedeva la presenza del Ministro Bongiorno, io invece vorrei approfittare della presenza ai banchi del Governo di alcuni esponenti donne, perché, vedete, la fine della relazione che noi oggi andremo, anzi che voi andrete a votare, sarà la fine della relazione con i nostri cittadini, sarà la fine della relazione con le nostre donne e con tutte quelle adolescenti la cui vita viene lesa. E dobbiamo portare rispetto anche per tutte quelle donne e per quelle giovani donne che devono seguire dei percorsi duri da affrontare. E vorrei porre anche un ringraziamento alle scuole, a tutti quegli insegnanti che si accollano queste ulteriori problematiche e che seguono da vicino le storie di queste alunne lese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Avverto che sono esauriti i tempi previsti per gli interventi a titolo personale. La Presidenza, essendone stata avanzata richiesta, concederà per tali interventi un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baratto. Ne ha facoltà.

RAFFAELE BARATTO (FI). Grazie, Presidente. Io credo che non votare un emendamento come questo non dia onore a questo Parlamento, anche perché noi, quando ci troviamo davanti alla nostra gente, alle nostre persone e soprattutto ai nostri ragazzi, dobbiamo dare un esempio di quello che stiamo a fare all'interno di questo Parlamento.

Per cui, io credo che sarebbe un segno positivo votare tutti insieme, davanti a questo Paese, questo emendamento. Io credo che mai come in questo momento daremmo un segnale propositivo, ma davvero di buonsenso e di un Paese e di una camera tutta unita, votando per le nostre donne, ma soprattutto per qualcosa che sarebbe il futuro dei nostri giovani e delle nostre ragazze, ma di tutto quanto questo Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Brunetta. Ne ha facoltà.

RENATO BRUNETTA (FI). Vede, signor Presidente, le istituzioni parlamentari non stanno godendo di una buona fama di questi tempi. Le istituzioni parlamentari sono alla base della democrazia. Oggi abbiamo la possibilità di scrivere una straordinaria pagina parlamentare, una straordinaria pagina di democrazia, ridando alla democrazia parlamentare il senso del suo rapporto con i cittadini, con la società, con i bisogni del Paese. E cosa, più di una materia come questa, per rispondere alla violenza attraverso una pagina di vita parlamentare di grande consenso nella produzione di un bene pubblico, qual è quello di superare le divisioni per ricolloquiare con la gente, con i cittadini, con i nostri giovani? Oggi è l'occasione - e mi rivolgo ai colleghi della Lega - di dare questa risposta per rivitalizzare l'istituzione parlamentare, che lei, in questo momento, signor Presidente, presiede. Onore al Parlamento, onore a quest'Aula, onore a chi deciderà di votare secondo coscienza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, signor Presidente. Quest'oggi in Aula la maggioranza avrebbe l'occasione di equipararsi a Paesi a cui guardate molto spesso come riferimento: la Germania, Israele, il Regno Unito e anche 34 Stati degli USA, che hanno già legiferato su questo argomento. Non votando questo emendamento, oggi vi dimostrate ad alto tasso di insensibilità e anche di cinismo. Cinismo perché? Perché, per motivazioni puramente politiche, per riuscire a mettere il cappello su un argomento che volete essere vostro, riuscite a rimandare l'approvazione di una norma che potrebbe essere utile per cercare di compensare i drammi che si verificano quando qualcuno utilizza in modo strumentale il corpo e l'immagine di donne che diventano delle vittime e sulle quali, poi, le ferite sono profonde e a volte sono irrimediabili.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Caon. Ne ha facoltà.

ROBERTO CAON (FI). Grazie, Presidente. Questo è un tema con riferimento al quale ogni persona deve farsi l'esame della propria coscienza prima di votare, e non che sia un manichino liscio che si lascia trasportare da una piattaforma Rousseau. Mi dispiace, se il nuovo oggi è vestito da una piattaforma che detta qualsiasi punto di riferimento, questa non è più democrazia, questa non è la democrazia di “uno vale uno”, ma di “Rousseau vale tutto”. Mi dispiace anche per gli amici della Lega, gente che io ho frequentato per anni e che sa come si lavora con il popolo, come ci si accinge a cercare anche di portare a casa quella popolarità che serve, ma in questo momento fa da stampella a queste persone che sono vestite solo di Rousseau; veramente, la Lega è scaduta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Zanella. Ne ha facoltà.

FEDERICA ZANELLA (FI). Presidente, grazie. Allora, mi risulta che la Evangelisti, presentando la proposta di legge, abbia parlato di allarme sociale…

PRESIDENTE. Deputata Zanella, mi dispiace, ma ha già parlato…

FEDERICA ZANELLA (FI). Sull'ordine dei lavori, faccio una proposta sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori rispetto a?

FEDERICA ZANELLA (FI). Rispetto all'emendamento che abbiamo presentato e che stiamo discutendo, vi do una possibilità, una via d'uscita. Visto che si è parlato di allarme sociale, vi diamo la possibilità di trovare un veicolo normativo che dia risposte immediate a questo allarme sociale di cui parliamo da cinque – dicesi cinque – ore. Visto che noi siamo ontologicamente diversi da voi e ci preme dare risposte ai cittadini, non mettere una bandierina, sono disposta a ritirare la mia prima firma (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Liberi e Uguali), purché ci sia qualcuno che faccia proprio l'emendamento e lo metta a sua prima firma, Lo propongo alla relatrice, al Comitato dei nove del provvedimento: fatelo vostro, diamo risposte subito, ora! Le vittime non aspettano, non avete più scuse. Mettete comunque la vostra bandierina (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico, Fratelli d'Italia e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Biancofiore. Ne ha facoltà.

MICHAELA BIANCOFIORE (FI). Grazie, Presidente. Intanto, è molto triste vedere i sogghigni che, da stamattina, la relatrice sta facendo: non sa cosa rispondere, si rivolge ai suoi colleghi, è veramente disarmante vedere un atteggiamento del genere della maggioranza. Ma mi voglio rivolgere in quest'Aula, chiedendo anche di sottoscrivere l'emendamento, soprattutto agli amici della Lega, ai fratelli, ai cugini della Lega, con i quali abbiamo fatto migliaia di battaglie di giustizia, di buonsenso insieme. Ma è mai possibile…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore!

MICHAELA BIANCOFIORE (FI). …che di fronte a un emendamento tanto serio, a un emendamento di cui si discute, peraltro, in queste ore, relativo alla violenza domestica, relativo alla violenza sessuale che è stata subita anche in questi giorni da molte donne, sulle quali c'è lo scandalo addirittura del Vicepresidente Salvini, del Ministro Salvini, non vi sentite dentro una ribellione, non sentite di dover parlare, di dover finalmente far sentire la vostra voce su una cosa che non ha niente a che fare con quello che andranno a fare al Senato? È aggiuntiva, ma, santo Dio, in quest'Aula facciamo valere quello che è stato il nostro senso di 25 anni di storia insieme; senso di buonsenso, lasciatemelo dire, e, soprattutto, di giustizia sociale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ravetto. Ne ha facoltà.

LAURA RAVETTO (FI). Grazie, Presidente. Voglio tornare alla proposta di generosità della collega Zanella (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Liberi e Uguali). La collega Zanella ha detto una cosa chiara, ha detto: io rinuncio alla paternità di questo emendamento, ve lo regalo, 5 Stelle! Ve lo regalo, Lega! Vogliamo ascoltare dalla relatrice: se ne vuole appropriare? Una deputata del MoVimento 5 Stelle, una della Lega che lo firmi; metteteci la firma, fatelo vostro, ve lo votiamo, vi daremo la paternità, faremo le agenzie, anzi, la maternità. Faremo le agenzie, applaudendovi. La relatrice ci dia una risposta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Vietina. Ne ha facoltà.

SIMONA VIETINA (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sono un parlamentare di prima nomina e ho assistito, in quest'Aula, a un teatrino assurdo. Gente che vuole apparire…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore!

SIMONA VIETINA (FI). …e che non vuole il bene dei propri cittadini, dei propri giovani, delle proprie donne. Ecco, io voglio chiedere soltanto una cosa: se votare oggi l'emendamento servisse anche per salvare un'unica vita, non ne sarebbe valsa la pena (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico)? Allora, vi chiedo: votiamolo oggi, perché aspettare a farlo domani?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Vitiello. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore, un po' di silenzio, non si sente niente.

CATELLO VITIELLO (MISTO). Grazie, Presidente, soltanto per fare chiarezza, perché stanno girando agenzie di stampa che dicono il falso. Innanzitutto, non è vero che non si è discusso in Commissione questo tema, perché proprio il sottoscritto ha fatto domande specifiche su questo agli auditi e ho ricevuto risposte naturalmente rispetto alla mancanza di un reato di questo tipo all'interno del codice (Applausi dei deputati dei gruppi Misto e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Secondo, non è vero che al Senato è arrivato prima: al Senato è arrivato il 5 marzo, incardinato il 14 marzo (Applausi dei deputati dei gruppi Misto, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Liberi e Uguali); quindi, ben dopo la nostra discussione in Commissione. Terzo, non è vero che nella scorsa legislatura non si è trattato il tema, perché ci sono due proposte di legge a firma Savino e a firma Di Maggio nn. 2994 e 4055, che sono state depositate e, purtroppo, non discusse. Bisogna fare le agenzie, ma attenzione a dire sempre il vero (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fontana. Ne ha facoltà.

GREGORIO FONTANA (FI). Grazie, Presidente. Penso che su un tema come questo il Parlamento abbia il dovere di decidere e dare delle soluzioni sul merito…

PRESIDENTE. Colleghi!

GREGORIO FONTANA (FI). …ma anche il dovere di tenere conto dell'importanza del tempo per dare risposte su questo argomento. Ecco, qui c'è un'opportunità importante data dall'emendamento Zanella, con la possibilità, addirittura, da parte del relatore, di cui sarebbe importante avere una risposta rispetto a quello che ha detto la collega Zanella, anche di proporre una riformulazione, e quindi di riproporre una possibilità di trovare un'ampia maggioranza per dare una risposta sul tema posto. Ecco, quindi, che Forza Italia non si rassegna; non si rassegna non solo nelle questioni procedurali che sono state poste, ma anche nel merito, per convincere questo Parlamento, i colleghi, della grande opportunità, sia nel merito che nel tempo, per poter dare una risposta a questo problema (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Intanto, in premessa, faccio una riflessione a me e ai colleghi: se una deputata di questo Parlamento ha deciso di non venire, bisogna rispettare la sua volontà (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier) e non citarla più, come lei stessa ha chiesto. Quindi, pregherei i colleghi, amici o non amici, di esimersi e di portarla al di fuori del dibattito parlamentare. Guardi, lo dico proprio io, perché concordo con i colleghi che chiedono di votare l'emendamento, anche perché nei contenuti è identico ad una proposta che viene dalla maggioranza, in particolare dal MoVimento 5 Stelle, e non ritengo che oggi il Parlamento stia dando un bello spettacolo, all'esterno, di unità (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente), come dovrebbe esserci in temi come questi.

Se, all'esterno, diciamo tutti che ci troviamo scandalizzati da determinate situazioni che si vanno a verificare, evidentemente anche all'interno dobbiamo essere coerenti con le parole che lanciamo all'esterno quali slogan e tramutarle in fatti qui, in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Grazie, Presidente. Ho la fortuna di sedere in quest'Aula ormai dal 2001, quindi da quasi 19 anni, e devo dire che è la prima volta che vedo su un tema sul quale sostanzialmente tutti diciamo di voler dare una risposta…

PRESIDENTE. Colleghi!

ANTONIO PALMIERI (FI). …di fronte alla proposta generosa della collega Zanella, la risposta del silenzio totale da parte del banco dei nove e della maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico), da parte della relatrice, da parte del presidente della Commissione. Credo che sia veramente un peccato. La collega lo ha già detto: si parla di allarme sociale. La parola allarme, lei lo sa, indica una urgenza alla quale porre rimedio; se fosse successo - e chiudo - nella scorsa legislatura, a parti invertite, il suo gruppo avrebbe dato l'assalto ai banchi del Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico e di deputati del gruppo Liberi e Uguali), avrebbe impedito di proseguire i lavori con quella violenza alla quale ci avete abituato e che vi è costato il record mondiale di sospensione dalle sedute. È veramente un peccato, è veramente un peccato buttare via un'occasione generosa come quella offerta dalla collega, opponendo a questa richiesta uno sdegnato silenzio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA (FI). Grazie, Presidente. Vorrei porre a lei e a tutti i colleghi una semplice domanda: ma voi pensate che ai cittadini italiani interessi se un emendamento porta il nome di Zanella o qualsiasi di noi 630, oppure diventa legge per garantire sicurezza alle nostre donne e alle nostre figlie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Perché se voi pensate che la pubblicità sia l'anima del commercio, almeno per quanto compete il Parlamento, non lo è. Noi dobbiamo legiferare nell'interesse dei nostri cittadini e non per un punto in percentuale in più ai partiti a cui apparteniamo ma per quello che è l'interesse di tutti i cittadini che noi amministriamo.

E, allora, voglio dire una cosa. Ai cittadini non interessa se arriva prima la Camera oppure il Senato. Ai cittadini interessa se una legge è approvata e io lo dico perché ho una figlia di 13 anni, così come tanti di voi. Ma, se in questi mesi, ad un non recepimento di quello che è stato il gesto generoso della deputata Zanella dovesse succedere, a qualcuno dei nostri familiari, delle persone più care, quanta responsabilità avremo ognuno di noi? Allora, accettiamo questa proposta che va nel giusto verso, non di difesa di parte ma di interesse comune perché noi amministriamo l'Italia e non un partito (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Signor Presidente, avendo ascoltato con attenzione quello che ha detto la prima firmataria dell'emendamento…

PRESIDENTE. Deputato Fatuzzo, mi scusi: lei ha già parlato. Stavamo controllando…

CARLO FATUZZO (FI). Sull'ordine dei lavori. Sull'ordine dei lavori, allora.

Presidente, ho sottoscritto l'emendamento e devo chiedere di togliere la mia sottoscrizione a seguito di quanto ha fatto la prima firmataria Federica Zanella. Non mi sembra un intervento…E' una dichiarazione di cancellare anch'io, per la stessa motivazione che ha esposto la prima firmataria, la firma che avevo apposto successivamente in Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Io credo che molti di noi abbiano fatto parte di questa Assemblea prima o di altre assemblee magari meno importanti di questa e, quindi, capiamo anche un po' di tattica di Assemblea e di aula. Però, credo che oggi si stia francamente esagerando (Deputate del gruppo di Forza Italia si avvicinano ai banchi del Governo trattenute dagli assistenti parlamentari)...

PRESIDENTE. Deputata Prestigiacomo, deputata Prestigiacomo, deputata Prestigiacomo! La richiamo all'ordine, deputata Prestigiacomo! Deputata Bartolozzi!

Sospendo la seduta per cinque minuti.

La seduta, sospesa alle 17,15, è ripresa alle 17,34.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa ed è immediatamente convocata la Conferenza dei presidenti di gruppo.

Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 17,35, è ripresa alle 17,55.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato convenuto di interrompere a questo punto l'esame del disegno di legge n. 1455 e abbinate - Modifiche al codice di procedura penale: disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere.

L'esame del provvedimento riprenderà pertanto nella seduta di martedì 2 aprile, dove sarà collocato al primo punto dell'ordine del giorno, tra gli argomenti da esaminare con votazioni, a partire dalle ore 14.

Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

PRESIDENTE. Comunico di aver chiamato a far parte della Commissione parlamentare per le questioni regionali il deputato Bernardo Marino, in sostituzione della deputata Paola Deiana, dimissionaria.

Interventi di fine seduta.

PAOLO TIRAMANI (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO TIRAMANI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, intervengo per denunciare un grave fatto accaduto in Val Sessera in Valsesia in queste ore. Da tre giorni circa i monti di Crevacuore di Serravalle Sesia per opera di un piromane stanno prendendo fuoco: centinaia e centinaia di ettari, famiglie evacuate, strade chiuse. Questa notte nel comune limitrofo al mio, dove esercito la funzione di sindaco, è stato appiccato un secondo fuoco di origine dolosa, un secondo atto da parte di un piromane. Vorrei innanzitutto ringraziare i Vigili del fuoco, la Protezione civile, l'Associazione anti incendi boschivi, tutti i volontari che si stanno adoperando per evitare disagi a queste persone ed evitare disastri alle nostre popolazioni. Però vorrei in quest'Aula chiedere ai colleghi un aiuto perché credo che sia molto importante inasprire le pene per atti di questo tipo. Già durante lo scorso Governo, il Governo Gentiloni, si parlò molto spesso di un emendamento che poteva inasprire le pene, prevenendo quindi probabilmente l'azione scriteriata di questi delinquenti. Tutto questo non è mai stato fatto. Chiedo attenzione da parte di tutti i colleghi per portare un'azione corale da parte di tutti i gruppi che fanno parte del Parlamento per infliggere pene esemplari a persone che senza scrupolo devastano l'ambiente…

PRESIDENTE. Concluda.

PAOLO TIRAMANI (LEGA). …ammazzano animali e bruciano centinaia e centinaia di ettari di patrimonio pubblico (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, accolgo con piacere la notizia che il Ministro Di Maio si è accorto finalmente degli italiani all'estero. Infatti ha affermato sul giornale on line La Voce di New York di voler lavorare ad una norma specifica sugli italiani all'estero che consenta di non escluderli dal reddito di cittadinanza. Avevo già presentato un emendamento e un ordine del giorno a mia prima firma sull'argomento e forse non erano stati compresi dal Ministro. Chiedo che il Ministro venga in Aula a spiegare se, dopo aver incontrato gli italiani all'estero, la sua linea politica è cambiata. Gli italiani all'estero ne sarebbero davvero contenti. Resto a disposizione del Ministro se intende lavorare seriamente in questa direzione e metto a disposizione del Ministro la mia esperienza e il lavoro svolto per gli italiani all'estero. Si è sprecata una bella occasione: siamo tutti italiani dentro e fuori i confini nazionali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

LEONARDO DONNO (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LEONARDO DONNO (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, che la mafia stia cambiando pelle è un dato ormai noto. Quello che aumenta e che spesso sfugge di pari passo con gli episodi di microcriminalità e infiltrazioni mafiose nelle pubbliche amministrazioni è la fame di giustizia dei cittadini italiani. Chiediamo di riporre fiducia nelle istituzioni, in cambio però dobbiamo dimostrare di meritarla. Parto dalla mia terra, il Salento, nell'ultima relazione del presidente della corte d'appello, Roberto Tanisi, il quadro che emerge è tutt'altro che rassicurante. Molti politici e funzionari pubblici si venderebbero per poco: alcuni avrebbero anche fatto ricorso a metodi mafiosi. Si parla di micro-corruzione dilagante: in un anno i procedimenti per corruzione sono passati da 32 a 61 con 298 indagati, il quadruplo rispetto all'anno precedente. È un'allerta chiara quella in tema di pubblica amministrazione che fa il paio con lo scioglimento per mafia di ben tre comuni ad oggi: Surbo, Sogliano Cavour e Parabita. È a rischio poi - è una notizia di ieri - anche il comune di Carmiano, sempre in provincia di Lecce. Quello che realmente fa tremare è l'esponenziale aumento dei delitti basati sull'indebita percezione di contributi o finanziamenti concessi dallo Stato o dall'Unione Europea, così la mafia indossa i guanti bianchi, si insinua, tenta di passare inosservata.

Numeri come quelli che ho elencato non necessitano di commento: la mafia non è più coppola e lupara, per dirla citando Borsellino. La lotta alla mafia oggi va di pari passo con la lotta alla corruzione. Per questo abbiamo fortemente voluto la legge spazza-corrotti. Per la prima volta in Italia i reati più gravi contro la pubblica amministrazione verranno equiparati ai delitti mafiosi. Il maltolto sarà restituito ai cittadini e le pene saranno esemplari. Con la legge sul voto di scambio politico-mafioso spezziamo qualsiasi legame tra politica e malaffare. Chi si candida a rappresentare i cittadini nelle istituzioni e lo fa accettando i voti della mafia, colpisce al cuore la democrazia e la legalità. Sono certo che questa sia la strada giusta per lanciare un segnale importante ad un Paese stanco e sfiduciato, dove la mafia purtroppo ha stretto la mano anche a chi ci ha preceduto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

TERESA MANZO (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TERESA MANZO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Castellammare di Stabia non è solo la città delle acque con le sue ventotto sorgenti o la città dei cantieri navali dai quali sono state varate le navi ammiraglie della Marina militare italiana. Ne ricordo una fra tutte: l'Amerigo Vespucci, che nel 1931 iniziava la sua gloriosa storia. Ma è anche la città dalla storia antichissima che colloca la sua fondazione addirittura prima dell'età romana: ne sono prova le antiche ville romane già conosciute in epoca borbonica e riportate alla luce negli anni Sessanta dal professore Libero D'Orsi, grazie alle quali oggi reperti preziosissimi sono a disposizione dell'umanità. Villa San Marco, costruita durante l'età augustea; Villa Arianna, la più antica di Stabia tra quelle riportate alla luce, risalente al secondo secolo avanti Cristo, entrambe con affreschi sopravvissuti all'eruzione del Vesuvio che ha seppellito, oltre l'antica Stabia, le città di Ercolano, Pompei ed Oplonti. Negli ultimi giorni, ovvero circa il 14 febbraio scorso, nei pressi di Piazza Unità d'Italia a Castellammare di Stabia, durante i lavori di scavo per la realizzazione di un progetto di un parcheggio sotterraneo, sono stati rinvenuti resti di antiche strutture murarie. Da una prima valutazione gli esperti della soprintendenza di Napoli addirittura ipotizzano il ritrovamento di una cisterna risalente al 600 e oltre alla struttura sono stati rinvenuti reperti di epoca romana di straordinario interesse storico: un'area archeologica di importantissimo valore storico, artistico e monumentale dove sarebbe ubicata una Stabia sotterranea con i suoi segreti da riscoprire, tali da scrivere tante nuove pagine della storia. Infatti lo scavo attuale ha rappresentato un'occasione di studio e approfondimento degli esperti che ora si trovano di fronte a reperti unici e soprattutto diversi da quelli svelati a Pompei ed Ercolano. Tale scoperta conferma ciò che oggi rappresenta l'unica strada per il rilancio di Castellammare di Stabia, grazie alle numerose risorse culturali, artistiche che alimentano vocazione turistica nonché culturale-naturalistica. Alla luce della scoperta di questa nuova area archeologica, occorre individuare un piano di sorveglianza per i reperti e di tutela per l'enorme patrimonio storico dalle cattive intenzioni di qualche malfattore spregiudicato ma sembra che ad oggi l'amministrazione comunale non abbia ancora provveduto a tale sorveglianza. Presidente, concludo dicendo che l'arte e la cultura sono custodi della memoria storica di un Paese. Tutelare quei reperti significherebbe tutelare la memoria storica di Stabia e degli stabiesi; tutelare quei reperti significherebbe rilanciare il territorio, riportando alla luce il ricordo di un'epoca, di splendore e di una prosperità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

GIOVANNI RUSSO (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI RUSSO (M5S). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, oggi, 28 marzo 2019, ricorre il 96º anniversario della costituzione dell'Aeronautica Militare e da quest'Aula intendo rivolgere il mio saluto e formulare i miei più fervidi auguri alle donne ed agli uomini in servizio, a quelli in congedo, al personale civile delle famiglie dell'Arma azzurra. Un ringraziamento particolare, da cittadino prima che da uomo delle istituzioni, lo rivolgo a tutto il personale della Forza armata impegnato nelle missioni internazionali, lontano dall'Italia e dai propri affetti. Nata nel 1923, da sempre l'Aeronautica militare ha intrecciato la propria storia con quella del Paese nei momenti di gloria ed in quelli di sofferenza.

L'aeronautica è lo scudo che garantisce la sicurezza dei cieli d'Italia ma è anche lo strumento, attraverso il quale, il nostro grande Paese spiega le ali per portare pace e soccorso nei contesti internazionali come sta accadendo in questi giorni con gli aiuti portati alle popolazioni del Mozambico.

Questa giornata è poi un'occasione per me per volgere il mio pensiero alla bandiera, simbolo di unità, di onore e valore militare, ed agli aviatori, di ogni ordine e grado, caduti negli anni per la difesa della patria e per la salvaguardia delle libere istituzioni. I loro nomi sono scolpiti nella memoria, e soprattutto nei marmi di Palazzo dell'Aeronautica. Il loro ricordo sarà eterno, come quella pietra sulla quale sono iscritti. A loro ed alle loro famiglie rivolgo un commosso ringraziamento. E dal profondo del cuore, colmo di gratitudine per tutti loro, sento di gridare forte: viva l'Aeronautica militare! Vive le Forze armate! Viva l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rotta. Ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, per parlare ancora una volta del famigerato - a questo punto - congresso cosiddetto della famiglia di Verona, per un'altra inquietante scoperta ad opera di due giornalisti dell'Espresso, Biondani e Sironi, che ci riferiscono come ci siano dei finanziamenti particolarmente strani, dal nostro punto di vista, inquietanti, offshore, da parte di una rete di personaggi vari - li voglio definire così -, tra oligarchi russi, associazioni di estrema destra bandite dal nostro Paese, integralisti degli Stati Uniti. Una pioggia di soldi offshore, e figura anche l'oligarca russo Malofeev. Ecco, non una rete democratica.

Soldi ad una rete di movimenti integralisti, tra cui spiccano appunto gli organizzatori del congresso di Verona, che si nasconde, purtroppo, e a nostro avviso macchia il concetto della famiglia, un'unità per noi molto importante, tutelata dalla nostra Costituzione, che di certo non ha bisogno di soldi di una rete occulta internazionale. Sono finanziati anche - lo voglio ricordare, a proposito dei valori fondamentali - dal regime azero e da Rosoboronexport, la società statale russa che si occupa di armamenti, che quindi dà i suoi finanziamenti con soldi sporchi - in altre parole - a favore di un congresso che dovrebbe riguardare tutt'altro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Presidente, faccio riferimento all'articolo 16, comma 2, del Regolamento, che riguarda la Giunta per il Regolamento, che, come noto, è una Giunta che è a sua disposizione per tante funzioni, compresa quella prevista al comma 2, cioè la possibilità, di cui lei si può avvalere, di dare pareri sulle questioni di interpretazione del Regolamento. Presidente, io ho evitato di re-intervenire sulla questione di cui abbiamo discusso prima, perché ho preso atto della sua risposta e non volevo turbare l'andamento del dibattito, però, siccome credo alle regole di quest'Aula e penso che siano molto importanti, nonché che la giusta interpretazione possa avere un rilievo in un senso o nell'altro, ho aspettato la fine della seduta per, in tutta serenità e tranquillità, lasciare agli atti e alla sua valutazione la possibilità di rimettere alla Giunta per il Regolamento la questione che le ho posto prima.

Vorrei fare una premessa, signor Presidente. Penso di averlo testimoniato in tante occasioni - non ho avuto il prestigio di essere il Presidente della Camera, ma ho fatto il Vicepresidente - e so quale sia il livello di preziosità del lavoro che svolgono i funzionari che ci assistono, ovviamente in tutte le questioni che ci troviamo di fronte, quindi non ho nessun bisogno di dire che ne conosco la professionalità e che ho sempre rispettato tutte le decisioni; ovviamente penso che, se io ho un'opinione rispetto ad una interpretazione di un articolo del Regolamento e i funzionari ne hanno un'altra, potrebbe anche succedere, ogni tanto, che, magari, la mia interpretazione sia quella giusta, non perché io sia più bravo, più intelligente, più professionale e via dicendo, ma perché magari, nel contesto, può fornire qualche elemento di valutazione. Per questo le rimetto - e vado a concludere il mio intervento - la questione che le ho posto, perché, signor Presidente, è chiaro che la risposta che lei mi ha dato era riferita ad una testualità della norma che abbiamo previsto lì; penso però che, nel momento in cui noi interpretiamo il Regolamento, quella norma del Regolamento, non possiamo non porci il problema di qual era la ratio con la quale coloro che hanno fatto questa norma l'hanno concepita. La ratio è una ratio che appartiene a tutte le fasi deliberative - lo abbiamo visto, è declinata anche in diverso modo nel nostro Regolamento, ha diverse fattispecie - cioè che la Camera, l'Assemblea, non può tornare a deliberare dopo che c'è stato un voto che ha respinto una determinata decisione. Questo accade sulla questione che riguarda gli emendamenti e gli ordini del giorno, dove si specifica proprio che non può essere lo stesso testo, tant'è che, con degli artifici, noi abbiamo in talune occasioni messo al voto degli ordini del giorno che, se nella sostanza erano la stessa cosa, non lo erano però nella stessa forma.

In questo caso, il fatto che il comma addirittura indichi “sostanzialmente” a mio avviso si riferisce proprio al fatto che non può neanche sostanzialmente essere rivotata una cosa che è stata votata precedentemente e respinta. Quindi, la prevalenza è questa difficoltà e non quella se sia un progetto o un emendamento. Lei ha fatto riferimento all'emendamento che era stato precedentemente respinto dell'onorevole Boldrini, ma, Presidente, è del tutto evidente che, quando si analizza lo stesso provvedimento, la dinamica dell'emendamento è che, se c'è un emendamento uguale a un altro, si mettono in votazione tutti e due e, se viene respinto, viene respinto, e se viene approvato è quell'emendamento, e anche se ne abbiamo presentati sei, si votano tutti insieme. È chiaro che, se non sono identici, si devono votare, poi si possono votare a scalare o meno e via seguitando, ma siamo nel medesimo provvedimento.

Io le chiedo semplicemente di valutare - poi la Giunta del Regolamento sicuramente confermerà l'interpretazione che lei ha dato -, perché, siccome penso che la ratio sia quell'altra, noi paradossalmente ci potremmo trovare nella situazione che c'è una legge in corso d'esame, io presento una proposta di legge in forma emendativa, come emendamento a quella proposta di legge, mi viene bocciata, come emendamento, e, identicamente, quella proposta di legge, il giorno dopo, la presento in Commissione - magari si creano altre maggioranze, c'è una trattativa, può succedere qualunque cosa - e noi, il giorno dopo, palesemente violando la norma del Regolamento, ci ritroviamo a deliberare su una questione che, non solo sostanzialmente ma in forma identica, abbiamo bocciato il giorno prima.

La questione è passata, non riguarda più questo argomento, con tutto il tempo che vuole, ma io non penso che sia infondata la mia interpretazione del Regolamento sul fatto che si mira alla sostanza del precetto che non si possono votare cose che sono state respinte prima. Può darsi che invece, effettivamente, la prevalenza sia quella della forma, per cui il progetto è il progetto e non ci si può riferire all'emendamento. Penso - e lo rimetto a lei, ovviamente, come sempre - che forse questo potrebbe essere oggetto di una valutazione della Giunta del Regolamento, perché non mi sembra che sia una cosa completamente campata per aria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sì, deputato Giachetti, mi piace anche disquisire e parlare degli articoli e dei commi del Regolamento. In questo caso, anche proprio l'interpretazione mia personale mi fa pensare che invece la ratio sia proprio quella di riferire l'articolo - come è descritto e scritto - ai progetti di legge, perché è un qualcosa di molto più articolato. Allora, se si presenta un progetto di legge e questo progetto di legge viene bocciato in un progetto molto più articolato rispetto chiaramente a un emendamento, non si può ripresentare lo stesso progetto. Invece, secondo me, non vuole essere riferito agli emendamenti, perché la questione degli emendamenti sarebbe molto, molto più complessa.

Detto questo, ho fatto controllare anche un po' di precedenti di quando fosse stata sollevata, magari in altre legislature, questa questione, e, se non sbaglio, la prima volta - per quello che abbiamo per ora controllato velocemente prima - è stata affrontata dalla Presidente Iotti nel 1986, poi nel 1999 e poi nel 2009, nel senso che la Camera ha sempre interpretato questo articolo del Regolamento in questi termini, fermo restando che poi, è chiaro, ci possono essere evoluzione di ogni tipo. Però, da questo punto di vista, mi sento personalmente abbastanza sicuro che l'interpretazione a quell'articolo, a cui lei faceva riferimento, è molto fedele rispetto alla questione dei progetti di legge, fermo restando che la Giunta per il regolamento può fare qualsiasi tipo di interpretazione su questo e dare una mano, proprio perché è una Giunta per il Regolamento che dà una mano all'interpretazione delle questioni che vengono poste.

Organizzazione dei tempi di esame di una proposta di legge.

PRESIDENTE. Avverto che, nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna, sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame della proposta di legge n. 491-A, recante disposizioni in materia di trasparenza dei rapporti tra le imprese produttrici, i soggetti che operano nel settore della salute e le organizzazioni sanitarie (Vedi l'allegato A).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 29 marzo 2019 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 18,15.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni nn. 1 e 2 il deputato Acunzo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 7 il deputato Mariani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 4 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 2 il deputato Romaniello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 3 e 8 il deputato Bellachioma ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 4 i deputati Boldi e Zordan hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 6 la deputata De Angelis ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 10 il deputato Mulè ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 11 la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 12)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 1455-A e a. - art. prem. 01.015 389 389 0 195 88 301 91 Resp.
2 Nominale art. prem. 01.023 399 391 8 196 83 308 91 Resp.
3 Nominale art. prem. 01.028 396 396 0 199 91 305 90 Resp.
4 Nominale art. prem. 01.029 399 399 0 200 92 307 90 Resp.
5 Nominale art. prem. 01.0100 405 405 0 203 171 234 90 Resp.
6 Nominale art. prem. 01.032 424 424 0 213 102 322 89 Resp.
7 Nominale em. 1.4 426 426 0 214 182 244 88 Resp.
8 Nominale em. 1.106 437 437 0 219 192 245 88 Resp.
9 Nominale em. 1.3 430 430 0 216 189 241 87 Resp.
10 Nominale em. 1.100 430 430 0 216 190 240 86 Resp.
11 Nominale em. 1.101 441 428 13 215 185 243 86 Resp.
12 Segreta em. 1.17 450 450 0 226 218 232 83 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.