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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 146 di giovedì 21 marzo 2019

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 9,35.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 19 Marzo 2019.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Battelli, Benvenuto, Bianchi, Bitonci, Borghese, Claudio Borghi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Colletti, Colucci, Cominardi, Covolo, Davide Crippa, D'Inca', D'Uva, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Durigon, Fantinati, Ferraresi, Gregorio Fontana, Formentini, Frusone, Galli, Gallinella, Gallo, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Grande, Grimoldi, Guerini, Guidesi, Invernizzi, Lollobrigida, Lorefice, Lorenzin, Losacco, Lupi, Manzato, Micillo, Molinari, Molteni, Morelli, Morrone, Parolo, Pastorino, Rixi, Rizzo, Ruocco, Saltamartini, Schullian, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Tofalo, Valente, Vignaroli, Villarosa, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1018 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, recante disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni (Approvato dal Senato) (A.C. 1637-A/R) (ore 9,43).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1637-A/R: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, recante disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni.

Ricordo che nella seduta di ieri si sono svolti gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,44).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno avere luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1637-A/R)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno.

Avverto che l'ordine del giorno Villani n. 9/1637-AR/173 è stato ritirato dalla presentatrice.

Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Grazie, Presidente. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/1 Fassina: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/2 Pastorino: parere favorevole, compatibilmente ai limiti di finanza pubblica. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/3 Conte: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/4 Rostan: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/5 Boldrini, accolto come raccomandazione con la seguente riformulazione: nell'impegno inserire, come incipit: “a valutare il coinvolgimento” e così via. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/6 Epifani: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/8 Occhionero, parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare gli effetti applicativi della disposizione richiamata in premessa, al fine di adottare, nell'ambito della compatibilità finanziaria, ulteriori iniziative normative, volte a prevedere la conferma della prestazione dell'assegno di ricollocazione nei confronti dei disoccupati percettori della Naspi”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/9 Stumpo: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/10 Acquaroli: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/11 Bellucci: accolto come raccomandazione, purché riformulato con l'aggiunta della seguente clausola: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/12 Bucalo: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/13 Butti: parere favorevole, con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare la possibilità di assumere iniziative normative volte ad escludere ab initio dalla concessione del beneficio i soggetti condannati in via definitiva”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/14 Caretta: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/15 Ciaburro: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/16 Cirielli: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/17 Luca De Carlo: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/18 Deidda, parere favorevole inserendo l'espressione “nei limiti di finanza pubblica” e riformulando l'impegno, nei termini di “valutando la possibilità”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/19 Delmastro Delle Vedove, accolto come raccomandazione come di seguito riformulato: “impegna il Governo a valutare la possibilità di assumere iniziative anche di carattere normativo, affinché siano cause di decadenza dal beneficio del reddito di cittadinanza tutti i reati corruttivi e i reati di pedofilia e pedopornografia e quelli sessuali, nonché per il reato di impiego di minori nell'accattonaggio”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/20 Donzelli: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/22 Fidanza: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/23 Frassinetti: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/24 Gemmato: parere favorevole, con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/25 Lollobrigida: parere favorevole, con riformulazione: “a valutare la possibilità di adottare iniziative (…)”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/26 Lucaselli: parere favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/27 Maschio: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/28 Mollicone: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/29 Montaruli: parere favorevole, con la seguente riformulazione del dispositivo: “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/30 Osnato: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/32 Rampelli: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/33 Rizzetto: accolto come raccomandazione, con la seguente riformulazione del dispositivo: “a valutare l'opportunità di (…)”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/34 Rotelli: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/35 Silvestroni: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/36 Bordonali: parere favorevole, se riformulato aggiungendo la locuzione “nei limiti di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/37 Varchi: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/38 Zucconi: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/39 Comaroli: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/40 Fogliani: parere favorevole, se riformulato aggiungendo la locuzione: “nei limiti di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/41 Iezzi: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/42 Zicchieri: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/43 Patassini: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/44 Salafia: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/45 Leda Volpi: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/46 Troiano: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/47 Testamento: accolto come raccomandazione, se riformulato, con l'aggiunta della locuzione “nei limiti di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/48 Frate: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/49 Dori: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/50 Sarli: parere favorevole, con la seguente riformulazione del dispositivo: “a valutare nell'ambito delle possibilità di finanza pubblica, l'opportunità che (…)”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/51 Casa: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/52 Galizia: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/53 Penna: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/54 Menga: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/55 Lapia: accolto come raccomandazione, con la seguente riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/56 Alaimo, parere favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare, nell'ambito delle possibilità di finanza pubblica, l'opportunità che (…)”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/57 Carbonaro: parere favorevole “nei limiti di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/58 D'Orso: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/59 Vianello: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/60 Zolezzi: parere favorevole.

Ordine del giorno Deiana n. 9/1637-AR/61, parere favorevole. Ordine del giorno Sportiello n. 9/1637-AR/62, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno Angiola n. 9/1637-AR/64, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno Manzo n. 9/1637-AR/65, parere favorevole con riformulazione: “a valutare la possibilità di porre in essere”.

Ordine del giorno Flati n. 9/1637-AR/67, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno Donno n. 9/1637-AR/68, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno Segneri n. 9/1637-AR/69, parere favorevole con riformulazione: aggiungendo alla fine del periodo “fatte salve le risorse del Fondo per la lotta alla povertà e l'inclusione sociale destinate ai servizi sociali territoriali”.

Ordine del giorno Spadoni n. 9/1637-AR/70, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno Gabriele Lorenzoni n. 9/1637-AR/71, accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Onorevole, scusi, l'ordine del giorno Spadoni n. 9/1637-AR/70 con riformulazione?

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. No, come raccomandazione così com'è.

PRESIDENTE. Quindi accolto come raccomandazione.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Sì.

Ordine del giorno Gabriele Lorenzoni n. 9/1637-AR/71, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno Invidia n. 9/1637-AR/72, parere favorevole. Ordine del giorno L'Abbate n. 9/1637-AR/73, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno Cancelleri n. 9/1637-AR/74, parere favorevole. Ordine del giorno Costanzo n. 9/1637-AR/76, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno Siragusa n. 9/1637-AR/77, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno Ciprini n. 9/1637-AR/78, parere favorevole. Ordine del giorno Viviani n. 9/1637-AR/79, parere favorevole se così riformulato: “nei limiti di finanza pubblica”.

Ordine del giorno Ubaldo Pagano n. 9/1637-AR/80, parere contrario sulle premesse, mentre sono accolte come raccomandazione le parti restanti; si chiede tuttavia di espungere nell'impegno le parole da “d'intesa con la Conferenza Stato regioni” fino a “nonché”.

PRESIDENTE. Quindi sono espunte le premesse e viene riformulato il dispositivo.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Sì, il dispositivo è riformulato, espungendo anche la parte “d'intesa con la Conferenza Stato-regioni ad adottare, già a partire dal primo provvedimento utile e, comunque, a seguito delle risultanze nel citato Rapporto annuale, le modalità idonee all'impiego delle professionalità assunte dagli ambiti territoriali e sociali nell'ambito del Programma Operativo Nazionale (PON) Inclusione 2014-2020, nonché”.

PRESIDENTE. Sta bene.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Ordine del giorno De Menech n. 9/1637-AR/81, accolto come raccomandazione. Si chiede però di riformulare con “a valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno Miceli n. 9/1637-AR/82, accolto come raccomandazione, e riformulato con “a valutare l'opportunità, nei limiti di finanza pubblica,”.

Ordine del giorno Nobili n. 9/1637-AR/83, parere favorevole, però riformulato “nei limiti di finanza pubblica”.

Ordine del giorno Foti n. 9/1637-AR/84, accolto come raccomandazione, riformulato con “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica,”

Ordine del giorno Trancassini n. 9/1637-AR/85, accolto come raccomandazione, se riformulato: “nei limiti di finanza pubblica”.

Ordine del giorno Bruno Bossio n. 9/1637-AR/86, invito al ritiro. Ordine del giorno Fragomeli n. 9/1637-AR/87, invito al ritiro. Ordine del giorno Lacarra n. 9/1637-AR/88, accolto come raccomandazione, sempre riformulato: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Ordine del giorno Gribaudo n. 9/1637-AR/89, invito al ritiro. Ordine del giorno Carla Cantone n. 9/1637-AR/90, parere favorevole, purché riformulato: “nei limiti di finanza pubblica”.

Ordine del giorno Mura n. 9/1637-AR/91, parere favorevole, sempre riformulato: “nei limiti di finanza pubblica”. Ordine del giorno Serracchiani n. 9/1637-AR/92, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno Zan n. 9/1637-AR/93, accolto come raccomandazione, purché riformulato: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/94 Viscomi, parere favorevole, se riformulato inserendo le parole: “nei limiti di finanza pubblica”. L'ordine del giorno n. 9/1637-AR/95 Lepri è accolto come raccomandazione, se riformulato, inserendo le parole: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/96 Pizzetti, parere favorevole, se riformulato inserendo le parole: “nei limiti di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/97 Melilli, invito al ritiro. Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/98 Madia, parere favorevole, se riformulato inserendo le parole: “nei limiti di finanza pubblica” e “a valutare la possibilità di”.

L'ordine del giorno n. 9/1637-AR/99 Berlinghieri è accolto come raccomandazione, così com'è.

Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/100 Carnevali, parere favorevole, se riformulato inserendo le parole: “nei limiti di finanza pubblica”.

Gli ordini del giorno n. 9/1637-AR/101 Siani e n. 9/1637-AR/102 Pini sono accolti come raccomandazione, se riformulati, inserendo le parole: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sugli ordini del giorno n. 9/1637-AR/103 Schirò e n. 9/1637-AR/104 Rizzo Nervo, invito al ritiro.

Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/105 Noja, parere favorevole, se riformulato, inserendo le parole: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/106 Ascani, parere favorevole, se riformulato inserendo le parole: “nei limiti di finanza pubblica” e “a valutare la possibilità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/107 Ungaro, invito al ritiro.

Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/108 Sensi, parere favorevole. Il monitoraggio è già nell'ottica.

Sui successivi ordini del giorno, che sono praticamente identici, n. 9/1637-AR/109 Scalfarotto, n. 9/1637-AR/110 Fregolent, n. 9/1637-AR/111 Pagani, n. 9/1637-AR/112 Losacco, n. 9/1637-AR/113 Moretto, n. 9/1637-AR/114 Braga, n. 9/1637-AR/115 Gariglio, n. 9/1637-AR/116 Piccoli Nardelli, parere favorevole.

Sugli ordini del giorno n. 9/1637-AR/117 Cantini, n. 9/1637-AR/118 Cardinale, n. 9/1637-AR/119 Cenni, n. 9/1637-AR/120 Ciampi, n. 9/1637-AR/121 Critelli e n. 9/1637-AR/122 De Luca, parere favorevole, se riformulati inserendo le parole: “a valutare l'opportunità di” e “entro i limiti di finanza pubblica”.

L'ordine del giorno n. 9/1637-AR/123 Rotta, è accolto come raccomandazione, se riformulato inserendo le parole: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/124 Enrico Borghi, parere favorevole, se riformulato inserendo le parole: “entro i limiti di finanza pubblica”.

L'ordine del giorno n. 9/1637-AR/125 Prestipino, è accolto come raccomandazione, se riformulato inserendo le parole: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/126 Morani, invito al ritiro.

Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/127 Pezzopane, parere favorevole, se riformulato inserendo le parole: “entro i limiti di finanza pubblica”.

L'ordine del giorno n. 9/1637-AR/128 De Maria è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/129 Anzaldi, invito al ritiro.

L'ordine del giorno n. 9/1637-AR/130 Bonomo, è accolto come raccomandazione, se riformulato inserendo le parole: “a valutare l'opportunità”.

L'ordine del giorno n. 9/1637-AR/131 Buratti, è accolto come raccomandazione, se riformulato inserendo le parole: “compatibilmente con i limiti di finanza pubblica”.

Sugli ordini del giorno n. 9/1637-AR/132 Paita, n. 9/1637-AR/133 Paolo Russo, n. 9/1637-AR/136 Polverini e n. 9/1637-AR/137 Zangrillo invito al ritiro.

Ordine del giorno n. 9/1637-AR/138 Novelli, accolto come raccomandazione se riformulato inserendo le parole: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/139 Rosso: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/140 Siracusano: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/141 Fatuzzo: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/142 Fitzgerald Nissoli: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/143 Musella: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/145 Occhiuto: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/146 Mandelli Andrea: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/147 Bignami: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/148 Sarro: accolto come raccomandazione se riformulato inserendo le parole: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/149 D'Ettore: accolto come raccomandazione se riformulato inserendo le parole “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/150 Brambilla: parere favorevole se riformulato inserendo le parole “nei limiti di finanza pubblica” ed espungendo nell'impegno le parole “attualmente assolutamente insufficienti”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/151 Versace: parere favorevole se riformulato inserendo le parole: “a valutare la possibilità di”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/152 Palmieri: accolto come raccomandazione se riformulato inserendo “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/153 Mugnai: accolto come raccomandazione se riformulato inserendo “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/154 Dall'Osso: parere favorevole se riformulato nell'impegno inserendo “a valutare la possibilità di”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/155 Gelmini: accolto come raccomandazione se riformulato inserendo: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/156 Labriola: accolto come raccomandazione inserendo “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Ordine del giorno n. 9/1637-AR/157 Pedrazzini: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/158 Bagnasco: accolto come raccomandazione inserendo le parole “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/159 Rossello: accolto come raccomandazione se riformulato con: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/160 Gagliardi: accolto come raccomandazione, si chiede però di riformulare espungendo nell'impegno le parole da “in quanto” fino a “in modo significativo”.

PRESIDENTE. Un attimo, sottosegretario… Colleghi, facciamo silenzio, per cortesia?

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/161 Ruffino: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/162 Mazzetti: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/163 Casino: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/164 Pella: accolto come raccomandazione, ma si chiede di formularlo inserendo le parole: “a valutare l'opportunità di” e “compatibilmente con i vincoli di spesa”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/165 Nevi: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/166 Ripani: accolto come raccomandazione, ma si chiede di riformulare inserendo le parole: “a valutare l'opportunità” e “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/167 Tripodi: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/168 Giacometto: accolto come raccomandazione, ma si richiede di riformulare inserendo le parole: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/169 Cannatelli: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/171 Zanella: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/172 Scoma: accolto come raccomandazione, ma si richiede di riformulare inserendo le parole “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, sottosegretario. L'ordine del giorno n. 9/1637-AR/170 Bond, è giudicato inammissibile solo limitatamente al secondo impegno, quindi è opportuno, anzi indispensabile, dare il parere del Governo sulla parte restante.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Invito al ritiro.

PRESIDENTE. Quindi, ordine del giorno n. 9/1637-AR/170 Bond: invito al ritiro; ordine del giorno n. 9/1637-AR/171 Zanella: invito al ritiro. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/172 Scoma?

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Accolto come raccomandazione se riformulato inserendo “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”

PRESIDENTE. Poi, l'ordine del giorno n. 9/1637-AR/173 Villani è ritirato dal proponente.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Sì. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/174 Boccia: accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Perfetto. Intanto approfittiamo per salutare studenti e docenti dell'Istituto “Don Milani”, di Montichiari, in provincia di Brescia, che sono qui venuti ad assistere ai nostri lavori (Applausi).

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa?

EMANUELE FIANO (PD). Per un chiarimento su un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Prego.

EMANUELE FIANO (PD). Volevo chiedere, perché magari a me è sfuggito… però il sottosegretario non deve parlare…

PRESIDENTE. Dovreste allontanarvi dai banchi del Governo, colleghi.

EMANUELE FIANO (PD). Scusi, Presidente, l'ordine del giorno n. 9/1637-AR/41, a prima firma Iezzi, a pagina 24, ha un parere favorevole e basta, giusto?

PRESIDENTE. Giusto.

EMANUELE FIANO (PD). Allora io domando al sottosegretario - mi perdoni -: visti i circa 120 ordini del giorno nei quali alla vista di un impegno possibile si prescrive una riformulazione che prevede che la previsione non possa interferire con l'equilibrio di finanza pubblica, come mai in quest'ordine del giorno, a prima firma Iezzi, l'ipotesi di assunzione di almeno 100 unità di polizia viene accolto senza la previsione di un impegno di mantenimento dell'equilibrio di finanza pubblica? È molto singolare, oltre che impossibile. Quindi le richiedo una risposta dal sottosegretario, Presidente.

PRESIDENTE. Deputato Fiano, non so se il Governo intende rispondere, non ci sono ovviamente problemi… Non risponde. Per il resto, il suo intervento non era appropriato, nel senso proprio che non è un richiamo al Regolamento, non è un richiamo all'ordine dei lavori, e io le avevo anche chiesto su cosa intendeva parlare. Quindi, direi comunque di andare avanti e chiamare gli ordini del giorno. Cominciamo dall'ordine del giorno n. 9/1637-AR/1 Fassina: c'è un invito al ritiro. Prendo atto si insiste per la votazione. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/1 Fassina.

Dichiaro aperta la votazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/2 Pastorino, c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, con parere favorevole conseguente. Deputato Pastorino, la accetta? Bene.

Andiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/3 Conte, accolto come raccomandazione. Va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/4 Rostan vi è il parere favorevole del Governo.

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1637-AR/5 Boldrini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.

Chiedo scusa, un po' di silenzio, per favore, in Aula.

LAURA BOLDRINI (LEU). Signor Presidente, sono costretta a intervenire perché, accolto come raccomandazione, riformulato, sottosegretario, veramente, vuol dire un impegno pressoché nullo da parte del Governo.

Signor Presidente, sono norme importanti, queste contenute nell'articolo 2 del decreto che, appunto, definiscono la platea dei beneficiari. Avevamo presentato anche degli emendamenti, ma l'ennesimo voto di fiducia di questo Governo ci ha impedito, appunto, di sottoporli all'attenzione dell'Assemblea, alla faccia della centralità del Parlamento.

Ora, nell'articolo 2, ci sono due scelte molto negative nel merito e, peraltro, di dubbia costituzionalità, su cui quest'Aula dovrebbe riflettere; scelte che derivano da una vera e propria ossessione che ha accompagnato, fin dall'inizio, i due partiti che compongono la maggioranza: l'ossessione di ridurre il più possibile il numero dei migranti nella platea dei beneficiari. Li avrebbero esclusi del tutto, signor Presidente, se avessero potuto, ma guarda un po' che c'è la Costituzione e questo non glielo ha consentito.

Preda di questa ossessione non è soltanto - come, è chiaro, ci si poteva aspettare - il Ministro Salvini, ma anche il Ministro Di Maio si è affannato ad assicurare che i beneficiari stranieri sarebbero stati molto pochi.

Naturalmente, si parla di persone regolarmente presenti in Italia, ma che importa se sono povere, che importa se hanno figli da mantenere: la loro colpa è di non essere italiani e, quindi, sono considerati diversamente poveri.

La prima di queste scelte ossessive è quella che stabilisce il criterio secondo il quale colui o colei che richiede il reddito di cittadinanza deve essere residente in Italia per almeno dieci anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo.

Allora, vale la pena, signor Presidente, ricordare a quest'Assemblea che il tempo minimo di residenza per accedere al reddito di inclusione è di due anni; dunque, ci saranno molte più persone che ora beneficiano del ReI e che tra poco non usufruiranno né di questa misura, né del reddito di cittadinanza; dunque, altri emarginati, dunque, altri esclusi, come, signor Presidente, se non ce ne fossero già abbastanza.

Ma questa norma è, inoltre, chiaramente incostituzionale. La Corte costituzionale, lo scorso anno ha bocciato il tetto di 10 anni di residenza, previsto per accedere al cosiddetto bonus affitti, che era un contributo per il pagamento del canone di locazione concesso alle persone indigenti.

Quindi, la misura che ora state approvando ha il destino segnato, perché è già scritto nella sentenza della Consulta…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, deputata Boldrini, ma c'è un brusio insopportabile. Colleghi, cortesemente, abbiamo una giornata abbastanza lunga davanti, ci sono tante votazioni, gli ordini del giorno saranno probabilmente discussi, se c'è questa situazione è difficile lavorare e, soprattutto, è difficile poterlo fare in maniera spedita. Quindi, vi prego di osservare il silenzio necessario per consentire all'Aula di fare il suo lavoro.

LAURA BOLDRINI (LEU). Come dicevo, signor Presidente, la misura che stiamo per approvare - anzi, che stanno per approvare - ha il destino segnato, perché è già scritto nelle sentenze della Consulta, dunque, sarà bocciata. E, qui, è intervenuto l'esperto, il senatore della Lega, Luigi Augussori, che è anche consigliere comunale a Lodi, che ha presentato un emendamento, accolto, che riproduce - pari, pari - la norma di quel consiglio comunale che, appunto, a Lodi discriminava i bambini nell'accesso alle mense scolastiche, sulla base della nazionalità oppure del Paese di provenienza. Una norma odiosa che è stata rigettata dal tribunale di Milano e che, ora, ci ritroviamo in questo decreto; una norma che dice che i cittadini dei Paesi extracomunitari debbono produrre una certificazione rilasciata dallo Stato di provenienza, comprovante il possesso di beni mobili o immobili, un vincolo che non riguarda, ad esempio, i cittadini italiani che dovessero avere beni di loro proprietà in altri Paesi, quindi, è chiaramente discriminatoria. Neanche questa norma passerà al vaglio di costituzionalità. Ma, poi, si aggiunge che, entro tre mesi dall'entrata in vigore della legge di conversione, il Ministero del Lavoro deve stilare l'elenco dei Paesi nei quali non è possibile acquisire questa documentazione.

Ecco, questa norma non dice due cose: primo, che cosa succede in quei tre mesi alle persone che hanno titolo per accedere al reddito di cittadinanza; secondo, sulla base di quali criteri si deciderà che un Paese è in grado oppure no di produrre questa documentazione, e non è poco.

Allora, con questo ordine del giorno proponiamo che il Ministero si faccia aiutare, da chi sa, da chi se ne intende, a individuare i criteri per compilare l'elenco dei Paesi che sono in quelle condizioni…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

LAURA BOLDRINI (LEU). Sì, recupero un attimo il tempo perso prima…

PRESIDENTE. Quello lo avevamo già calcolato.

LAURA BOLDRINI (LEU). Proponiamo che siano i rappresentanti delle comunità straniere presenti in Italia, nonché le organizzazioni sindacali e le associazioni che si occupano concretamente della tutela dei diritti dei migranti. Dunque, è un ordine del giorno di buonsenso e fatto con spirito di collaborazione. Mi spiace che non ci sia stata, neanche da questo punto di vista, la disponibilità ad accoglierlo in quanto tale, cioè in quanto ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/5 Boldrini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/6 Epifani, con il parere favorevole del Governo. Quindi, passiamo direttamente all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/8 Occhionero sul quale c'è un parere favorevole con riformulazione. Prendo atto che la riformulazione è accolta.

Ordine del giorno n. 9/1637-AR/9 Stumpo, sul quale c'è un invito al ritiro. Si insiste per la votazione, quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/9 Stumpo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/10 Acquaroli, su cui c'è un invito al ritiro. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Acquaroli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). Grazie, Presidente. Noi non ritireremo questo ordine del giorno, che riteniamo molto importante perché è un ordine del giorno che interviene soprattutto sui requisiti degli ultimi dieci anni, di cui di residenza negli ultimi due anni, per gli italiani residenti all'estero. Chiediamo di votare questo ordine del giorno e chiediamo al Governo di accoglierlo, perché riteniamo che il reddito di cittadinanza sia un'opportunità, possa essere un'opportunità pure per gli italiani che, per gravi difficoltà lavorative, si siano trasferiti in altri Paesi. Con questo strumento almeno potrebbero provare ad essere reinseriti nel mondo del lavoro e nel mercato del lavoro del loro Paese; quindi, non riusciamo a capire per quale motivo questo strumento debba essere precluso a giovani italiani o meno giovani che si sono trasferiti e non possono vederlo utilizzato. Riteniamo che il Governo stia facendo una valutazione sbagliata e che con poco almeno potrebbe prendere un impegno nei confronti di tutti coloro che vorrebbero tornare nel loro Paese, in Italia, e non hanno, invece, la possibilità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Approfitto per salutare studenti e insegnanti, presenti in tribuna per assistere ai nostri lavori, delle classi quinte della scuola primaria “Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II” di Roma (Applausi).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/10 Acquaroli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/11 Bellucci, accolto come raccomandazione, con riformulazione. Non accetta la riformulazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario Cominardi, abbiamo passato questi giorni facendo anche nottate nel tentativo di convincerla, convincervi che c'erano delle modifiche da fare a questo provvedimento. Ci abbiamo provato in tutti i modi, perché l'obiettivo lo condividiamo; certo che la povertà va annullata, certo che c'è necessità di più lavoro, ma non condividiamo i modi in cui lo avete proposto. E, allora, abbiamo provato a farlo con i nostri emendamenti, ma purtroppo avete messo la fiducia, e noi abbiamo votato contrario perché non ci si può fidare di un Governo che non vuole migliorare attraverso il confronto i suoi provvedimenti. E allora questo ordine del giorno, oggi, con una raccomandazione che viene accolta nei limiti di finanza pubblica, non può essere accettato; e non può essere accettato perché tratta di un argomento molto importante, che è quello delle disabilità. Cioè, se voi volete annullare la povertà, prima di tutto dovete annullare quella povertà che riguarda i poveri tra i poveri. Ed è, mi permetto di dirlo, vergognoso…

PRESIDENTE. Colleghi deputati, non è possibile lavorare in queste condizioni. Chiedo scusa per l'interruzione, deputata Bellucci, porti pazienza qualche secondo. Cerchiamo di ristabilire le condizioni minimali per poter proseguire i nostri lavori, un attimo. Prego.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario Cominardi, è vergognoso che voi abbiate incluso i trattamenti sanitari, e quindi la pensione di invalidità di persone cieche e sorde, come se fossero una ricchezza, perché li avete inclusi in quei parametri che vanno a quantificare il reddito della famiglia; è vergognoso perché ce lo dice anche il TAR e il Consiglio di Stato. Quindi, leggendo quella che è la giurisprudenza, dovreste sapere, e ben sapere, che non può essere paragonato un assegno di invalidità a qualsiasi altro introito della famiglia. E, allora, con questo ordine del giorno noi speravamo che voi faceste giustizia, che poteste riconoscere ai disabili quello che uno Stato deve riconoscergli, cioè uno stato di difficoltà, il fatto che debbono essere messi nelle stesse condizioni parimenti a qualsiasi altro cittadino.

E, allora, come si può, commissario, come si può considerare la pensione di invalidità come un bene parimenti agli altri, come un investimento di titoli, come 50 mila euro sul conto, come si può? Questo ordine del giorno non doveva essere accolto come raccomandazione e, soprattutto, nei limiti di finanza pubblica, ma era necessario che voi escludeste le pensioni di invalidità da quelli che sono i trattamenti, e quindi da quello che è il reddito familiare, ma non lo avete fatto. E, allora, noi rimaniamo qui basiti, anche perché della disabilità ne avevate fatto un vessillo: come avete detto che la povertà si dovrebbe annullare, e noi vi abbiamo detto che la povertà non si annulla per decreto, vi diciamo ugualmente che in questi casi la disabilità non può essere annullata attraverso la denominazione di un Ministero. Non è questo che annulla la disabilità, non è un nome dato a un Ministero: la disabilità si annulla facendo sì che qualsiasi provvedimento abbia un'attenzione alla disabilità, e, in questo caso, avevate la possibilità di riconoscere alla disabilità quello che è giusto fare, semplicemente non riconoscendo nel reddito familiare quella che è una pensione di invalidità. Avete perso un'occasione e così avete disconfermato voi stessi; avete disconfermato quella che all'inizio del vostro insediamento era la volontà di aiutare i disabili. Li avete presi in giro, sì, li avete presi in giro, perché non bastano le allocazioni economiche che avete fatto in legge finanziaria, seppur minimali; era necessario che in ogni legge e in ogni provvedimento di qualsiasi Ministero ci fosse la possibilità di inserire un'attenzione ai disabili, a quelli di cui vi volete prendere cura coerentemente.

E allora no, non la accogliamo, non accogliamo questa raccomandazione, non la accogliamo nei limiti di finanza pubblica, perché accoglierla sarebbe partecipare al vostro fallimento in termini di attenzione ai disabili; e noi siamo qui per dirvi che fate bene quando farete bene, ma per dirvi anche che, invece, quando sbagliate, e ricordandovi che state sbagliando, allora non accettiamo le vostre proposte. Ve lo ricorderemo sempre, ve lo ricordiamo in questo caso e chiediamo a voi di essere coerenti, perché alla vostra incoerenza non partecipiamo. Speriamo, quindi, che voi possiate nel tempo pensare a quello che state facendo e essere veramente coerenti e anche competenti, dal momento che ormai l'onestà è diventata qualcosa che avete perso. Allora vi aiutiamo almeno ad essere competenti, invece che incompetenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Noja. Ne ha facoltà.

LISA NOJA (PD). Grazie, Presidente. Ma io, a questo punto, non mi rivolgo ai membri del Governo, che hanno reso abbastanza chiara la loro posizione rispetto a questo tema, dando parere negativo puntualmente in sequenza a tutti gli emendamenti che tutte le opposizioni hanno presentato per cercare di cucire una ferita profonda che è stata inferta al rapporto nei confronti delle persone con disabilità.

A queste, voglio ricordare, per tre mesi è stato raccontato che le pensioni di invalidità sarebbero state portate a 780 euro: è stato ricordato più volte in quest'Aula. Mi rivolgo ai colleghi e alle colleghe, invece, perché so che in quest'Aula molte persone, anche della maggioranza, hanno una profonda sensibilità rispetto al tema. Vi chiedo: abbiate un moto di coraggio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), abbiate un moto di umanità: per una volta, non rispettate l'ordine di scuderia e votate favorevolmente sull'ordine del giorno in esame che chiede una cosa semplice. Non fate diventare il riconoscimento di una condizione di svantaggio individuale della persona con disabilità uno svantaggio per tutta la famiglia perché conteggiare la pensione di invalidità nel reddito familiare significa compiere due gravi errori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Significa sottrarre al reddito di cittadinanza di una famiglia che ha una persona con disabilità 3.750 euro - ripeto: 3.750 euro - trattandola in modo più svantaggioso di una famiglia che non ha un componente con disabilità e significa far sentire la persona con disabilità componente di quella famiglia ancora una volta un peso. La sua presenza diventa uno svantaggio per quella famiglia. Quindi vi prego, davvero vi prego, colleghi, questa volta fate prevalere la coscienza sull'ordine di scuderia e votate favorevolmente. Fate un atto di coraggio, di umanità e di generosità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Grazie, Presidente. Presidente, come ho detto la scorsa serata, ho ricordato le parole di Alessandro Di Battista in quest'Aula qualche anno fa, che ricordava le parole di don Lorenzo Milani: non c'è giustizia più ingiusta che fare parti uguali tra diseguali. Non è giusto, non è giusto. Quindi, Presidente, innanzitutto vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/1637-AR/11 Bellucci, perché appunto ricalca quanto ho detto nella scorsa serata. Detto questo, Presidente, non c'è cosa più ingiusta che fare parti uguali tra diseguali: veramente il trattamento assistenziale deve essere scorporato. E veramente mi fido del sottosegretario Cominardi e del sottosegretario Villarosa: ripensateci, perché è una cosa veramente ingiusta, è ingiusto per chi è disabile vivere questa cosa e poi, dopo, quando sarà esaminato il mio ordine del giorno, ve ne ridirò un'altra (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Vorrei invitare il Governo a rivedere il parere sull'ordine del giorno della collega Bellucci, perché sappiamo il valore degli ordini del giorno ma penso che il Parlamento almeno si possa prendere un impegno di civiltà su questo importante tema. Non si può considerare nel reddito familiare un assegno di assistenza che non è un privilegio: l'assegno di assistenza viene dato perché vi è in quella famiglia una persona con difficoltà, che ha bisogno dell'assistenza e dell'aiuto della sua famiglia, che è un elemento fondante per la nostra civiltà e di tenuta per la nostra comunità. Non possiamo considerare quella piccola entrata che ne viene in funzione di un bisogno come se fosse un privilegio, quando poi quello stesso privilegio del reddito di cittadinanza viene invece dato ai nomadi, agli stranieri, viene dato ai condannati per qualsiasi reato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) ma viene considerato come se fosse un privilegio per chi invece ha un disabile in famiglia.

Rivedete almeno questo parere: non è che si chiede di intervenire con un provvedimento normativo. Si dice: pensateci, in un prossimo provvedimento normativo correggete questa stortura che è venuta fuori - voglio ancora credere e spero - in buona fede da parte della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signor Presidente. La maggioranza del cambiamento ha introdotto anche una novità nella nostra discussione, cioè il fatto che non si senta in dovere di spiegare le motivazioni per le quali il Governo, di fronte a tali tematiche, giustifica il proprio atteggiamento. Ora giova, quindi, ripetere un'argomentazione che siamo stati costretti a dover sottolineare in più circostanze, cioè che gli strumenti degli ordini del giorno sono l'unico momento nel quale, in Aula, le opposizioni hanno la possibilità di incidere non sotto il profilo legislativo ma sotto il profilo dell'indirizzo, perché, per l'ennesima volta, ci siamo trovati un dibattito compresso. Probabilmente, cari colleghi, se non aveste posto la fiducia e ci aveste consentito di discutere nel merito gli emendamenti da noi proposti, non ci saremmo trovati qui a discutere del tema. Infatti, siamo sicuri che, se il Governo avesse dato libertà ai deputati della maggioranza di esprimersi sul tema, i deputati della maggioranza avrebbero votato a favore del contenuto dell'ordine del giorno in forma emendativa. Il tema, quindi, impone due riflessioni. La prima di natura politica: il Governo deve spiegare a quest'Aula perché non intende accogliere, neppure con la formula dell'accoglimento favorevole con riformulazione, così come ha fatto per altri strumenti, introducendo il vincolo della compatibilità pubblica, che, ça va sans dire, è un vincolo di carattere generale, perché nessuno di noi è qui a proporre di sfondare le casse dello Stato per riconoscere i diritti dei disabili ma veramente bisognerebbe fare esattamente l'opposto, cioè bisognerebbe riconoscere i diritti dei disabili, salvaguardando gli equilibri di bilancio. Se il Governo non ritiene neppure di accedere a tale formulazione, deve spiegare perché sceglie, su un tema così delicato, di attuare la forma più blanda e - vogliamo dirlo - più politicamente ipocrita che ci possa essere. Infatti lo strumento della raccomandazione su un tema così delicato è un'assoluta ipocrisia. Piuttosto alzatevi e dite perché siete pervicacemente contrari come lo siete stati in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), così come avete oscurato sul sito della Camera chi è venuto in audizione a dirvi che questo era un errore e spiegate per quale motivo state comprimendo i diritti e la libertà dei vostri parlamentari di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. In un'ipotesi del genere in cui viene posta la fiducia, gli ordini del giorno servono essenzialmente a mettere a nudo le gravi carenze del provvedimento, a guardare in faccia i componenti del Governo, a metterli nelle condizioni di affrontare i problemi, ad evitare che possano, girando lo sguardo qua e là per l'Aula, evitare delle responsabilità che si assumono, magari anche utilizzando il telefono mentre si discutono problemi di tale delicatezza e tale rilevanza, almeno per rispetto delle categorie di cui ci stiamo occupando. Gli ordini del giorno hanno soltanto una funzione propulsiva, sono un tentativo disperato, etico, parlamentare di - come posso dire - pregare che qualche cosa si possa muovere in modo conforme alla Costituzione. Presidente, credo che mai come in questo ordine del giorno ci sia un'antinomia.

Qui non ci doveva essere un ordine del giorno: questa doveva essere la legge. Ripeto: questa doveva essere la legge! Il solo fatto di discuterlo, come ordine del giorno, è una vergogna per questo Parlamento.

Siamo di fronte ad una scelta impensabile, una scelta che nessuno poteva neanche immaginare: un reddito di cittadinanza che noi vediamo già come qualche cosa fuori di logica, addirittura, penalizza i penalizzati. Una scelta che neanche l'indifferenza di chi siede a quei tavoli potrà in nessun modo neutralizzare, perché l'indifferenza, il cinismo, l'incapacità di muovere all'interno di sé quello che si deve muovere per fatto etico è di una gravità assoluta.

Presidente, non siamo di fronte soltanto ad una scelta cinica, antietica, che non risponde se non ad una pervicace volontà di portare a termine un provvedimento secondo canoni aritmetici, ma che non risponde, ripeto, all'articolo 3 della Costituzione, penalizzando già chi è penalizzato. Altro che parità di trattamento, qui si penalizza chi è già penalizzato!

Ma io credo che, al di là dell'articolo 3 e dell'indegnità di questa scelta, vi è un contra legem evidente. Sono citati nell'ordine del giorno dei provvedimenti del giudice amministrativo che hanno sancito con chiarezza quale deve essere la scelta. Allora, io credo che il Governo possa e debba, in un impeto, mi auguro ancora presente, di saggezza, rivedere il suo parere, dare il parere favorevole su questo ordine del giorno, per cercare in zona Cesarini di recuperare quello che è ormai già perso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Carnevali. Ne ha facoltà. Approfitto per chiedere ai colleghi alla mia sinistra di evitare colloqui, dialoghi, a maggior ragione perché la persona che sta per prendere la parola sta esattamente nelle vostre vicinanze. Prego, deputata Carnevali, a lei la parola.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno, insieme a tutti gli emendamenti che abbiamo presentato e sono stati respinti al mittente durante la discussione nelle Commissioni, svela e mette finalmente parole di verità rispetto alle affermazioni che abbiamo sentito, anche ieri – e lo dico tramite lei - dal collega Ziello nella dichiarazione di voto che è stata fatta. Perché, vede, il punto vero è che avete fatto un Ministero per la famiglia e le disabilità per decidere scientemente che, se c'era qualcuno da punire con questo provvedimento, erano proprio le famiglie e le persone con disabilità.

Questo ordine del giorno non può essere assunto come raccomandazione, perché giustizia verrà fatta al primo ricorso e voi lo sapete benissimo. Il primo ricorso, come hanno già detto moltissime associazioni, poiché non è possibile includere tra le provvidenze ai fini del reddito la pensione di invalidità, voi lo perderete, e quella sarà un'operazione di giustizia che, finalmente, farà chiarezza rispetto a tutte le bugie che avete raccontato in quest'Aula, che avete raccontato in questi giorni; soprattutto, finalmente, farà giustizia perché vi costringerà anche a rimettere e a dare il reddito di cittadinanza alle persone che attualmente avete escluso.

Quindi, è assurdo scegliere di accoglierlo con una raccomandazione. Penso che un ordine del giorno nel senso di valutare la possibilità non dico che vi salvi la coscienza, ma almeno, in qualche modo, vi fa ravvedere sul fatto che siete certi che sarete, comunque, costretti a fare marcia indietro. Non è solo un atto di pudicizia, è un atto di giustizia contro le ingiustizie che avete fatto con questo provvedimento sulla scala di equivalenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). In primo luogo, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno Bellucci. In secondo luogo, voglio sottolineare che vengono conteggiati come reddito, come già detto, questi 289 euro al mese che vengono dati dalle leggi a coloro che sono inabili al 100 per cento.

Esiste l'istituto della integrazione al trattamento minimo delle pensioni pagate dall'INPS, che interessa circa 3-4 milioni di cittadini e anche di più, per cui quando per i calcoli della pensione non si arriva ai 505 euro di integrazione al trattamento minimo, si ha diritto ad avere questa integrazione al minimo, purché non si superi un certo reddito. Ebbene, oramai da 60 anni, questa integrazione al trattamento minimo non considera come reddito la pensione agli invalidi al 100 per cento di 289 euro al mese.

Allora, chiederei al Governo di non portare avanti in continuazione delle leggi che una volta considerano non reddito, giustamente, la pensione degli inabili al 100 per cento di invalidità in quanto tale, e questo provvedimento che invece considera reddito questa invalidità del 100 per cento.

Mi meraviglio che non si prenda neppure l'impegno, che non costa nulla in questo momento, che quando avremo i mezzi finanziari per fare una legge giusta che cancelli il conteggio, il calcolo dell'inabilità dal reddito personale del cittadino perché non ha nulla a che fare, non si prenda neanche quell'impegno laddove, come sempre è stato ricordato, in tutta la campagna elettorale si è dichiarato: quando andremo al Governo aumenteremo la pensione agli invalidi civili. In questo caso, viene diminuito il reddito di cittadinanza di quello che si riscuote come invalidità di 289 euro al mese di invalido civile. Ripeto che desidero sottoscrivere questo ordine del giorno; accolgo con piacere l'approvazione della collega Bellucci.

PRESIDENTE. Intanto approfittiamo per salutare studenti ed insegnanti dell'Istituto “Monterisi” di Bisceglie, in provincia di Bari, che sono qui in tribuna ad assistere ai nostri lavori (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Polverini. Ne ha facoltà.

RENATA POLVERINI (FI). Presidente, per suo tramite, se lo consentono i colleghi Fiano…. Perfetto. Vorrei parlare in particolare con il sottosegretario Cominardi, che ringrazio per aver seguito tutti i lavori delle Commissioni referenti.

Sottosegretario, vede, noi abbiamo insieme a lei passato due settimane complete, insistendo anche qualche sera molto tardi e addirittura l'ultimo giorno fino alla mattina all'alba. Le discussioni più dure e più importanti le abbiamo tenute sulla grande questione della disabilità. Io sono rimasta molto colpita dal fatto che - probabilmente, come ha detto qualcuno, per un ordine arrivato dai partiti che sostengono questa maggioranza - non si è mostrata sensibilità nemmeno di fronte a colleghi come la collega Noja, come la collega Versace, che sulla loro pelle vivono questa condizione di disabilità.

Perché lei è intervenuto in Aula, in Commissione, in Sala Mappamondo: lei non è riuscito a mantenere il silenzio, come sta facendo oggi, a fronte delle grandi richieste che arrivavano da tutti i gruppi sulla questione della disabilità. Anche in Commissione vi abbiamo contestato che avevate costituito un Ministero per la famiglia e le disabilità lasciandolo sostanzialmente vuoto, forse solo per dare il patrocinio all'evento che si svolge a Verona.

Penso che oggi, sottosegretario, lei ha la possibilità di dimostrare che non mentiva quando ha detto che gli emendamenti venivano respinti semplicemente perché c'era in atto un grande progetto, un grande provvedimento legislativo che andava a sanare tutte le gravi lacune che il nostro Paese ha sulla condizione della disabilità. Ecco, lo faccia oggi in quest'Aula: accolga questo ordine del giorno, dia un segnale che in Commissione non ha mentito, dia un segnale che quel Ministero serve veramente per risolvere i problemi del Paese. E con questo sottoscrivo anch'io l'ordine del giorno della collega Bellucci.

PRESIDENTE. Intanto approfitto per correggere, perché Bisceglie non è in provincia di Bari ma nella provincia della BAT.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). (La deputata Montaruli premette al suo intervento espressioni secondo la lingua dei segni).

PRESIDENTE. Deputata Montaruli dovrebbe parlare perché qui non c'è alcuna possibilità di tradurre. Mi pare che sia la lingua dei segni. Quindi, se vuole parlare, le consento di farlo, a breve, altrimenti sono costretto a toglierle la parola.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Se quest'Aula avesse approvato la legge sulla lingua dei segni, se negli scorsi provvedimenti fossero stati approvati gli emendamenti sulla lingua dei segni, quest'Aula non sarebbe stata più sorda di me oggi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e avrebbe compreso quello che avevo da dire. Quindi questa è lingua italiana e posso continuare il mio intervento in lingua italiana, anche se dei segni.

PRESIDENTE. No, mi dispiace, ma sono costretto a toglierle la parola perché non c'è possibilità di resocontare il suo intervento, a meno che lei non lo accompagni - le do questo suggerimento - con le parole. Quindi parli con la lingua dei segni, ma parli anche. A lei la parola.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Lo accompagno, visto che quest'Aula non ha modalità di conoscerla…

PRESIDENTE. Ecco, benissimo. Così capiscono tutti.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie Presidente, grazie membri del Governo. (La deputata accompagna il suo intervento con le corrispondenti espressioni della lingua dei segni) Oggi approviamo un importante provvedimento: il reddito di cittadinanza. In questo provvedimento mancano importanti sostegni alla disabilità. Questo ordine del giorno che noi oggi presentiamo, insieme alla collega Bellucci, vogliamo che venga approvato, per dare un aiuto, un aiuto vero, un aiuto concreto a tutti i disabili, compresi i sordi. Quindi, vi chiediamo di approvarlo e di cambiare il vostro responso in favorevole (Applausi).

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali.

Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Grazie, Presidente. Innanzitutto, vorrei dire che questo Governo ha tutta la sensibilità rispetto alla questione della disabilità e, per questa ragione, già è intervenuto sui fondi per le non autosufficienze; ha intenzione, anche grazie al Ministero per la disabilità, grazie al Ministro Fontana, grazie al sottosegretario Vincenzo Zoccano, di intraprendere ulteriori iniziative sul tema della disabilità. In questo provvedimento c'è stata un'attenzione anche per i nuclei familiari in cui vi è un componente disabile (lo abbiamo visto modificando il testo qui alla Camera, in Commissione, modificando la scala di equivalenza, quindi creando una condizione di vantaggio giustamente per le famiglie in cui vi è un componente disabile); vi sono anche requisiti diversi - relativamente al patrimonio mobiliare, per fare un esempio - ed è un qualcosa che è stato fatto per sconfiggere la povertà.

Io vorrei solo ricordare una cosa, ma senza alcun intento polemico: oggi, quantomeno per i nuclei familiari in povertà, dove ci sono anche componenti disabili, c'è un aiuto economico che prima non c'era (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier). Ora, in una famiglia numerosa dove vi è un componente disabile si potranno avere fino a quasi 1.400 euro al mese: ieri cosa c'era? Ieri questo non c'era ed è corretto dirlo.

Detto ciò - sto solo riportando un po' di verità, raccontando quello che è stato fatto -, considerata la sensibilità di quest'Aula e considerata la sensibilità anche del Governo qui rappresentato, modifico il mio parere, dando un parere favorevole (Applausi), con una riformulazione: “a valutare l'opportunità di” e “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. L'abbiamo sempre fatto in quest'Aula, non ci stiamo inventando nulla. Quindi chiedo comunque di segnalarmi tutti gli ordini del giorno che riguardano questo tema, in modo tale da poter cambiare anche i pareri successivi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Avremmo bisogno di sapere se la deputata Bellucci accoglie la riformulazione del Governo.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Accolgo la riformulazione. Mi sarebbe piaciuto che non ci fosse il limite di finanza pubblica, ma accolgo la riformulazione (Applausi).

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Grazie, Presidente. A nome del Partito Democratico appongo la nostra firma a questo ordine del giorno.

GIUSEPPINA VERSACE (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA VERSACE (FI). Grazie, Presidente. Io intervengo per chiedere di sottoscrivere l'ordine del giorno della collega Bellucci e per ricordare al Governo che potevamo evitare di arrivare fino a questo punto perché, a parità di reddito, non si possono applicare le stesse regole anche a chi vive in condizioni di svantaggio. Questa a casa mia non si chiama attenzione. Attenzione vuol dire anche prevenire situazioni di questo tipo: potevate pensarci prima. Comunque, bene che ci sia un confronto costruttivo come in questo caso. Speriamo che ce ne siano anche altri nel corso della mattinata. Sottoscrivo l'ordine del giorno.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Ricordo che a questo punto non si vota più l'ordine del giorno, perché è stata accolta la riformulazione del Governo. Comunque, prego, onorevole.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Sì, Presidente. solo per annunciare che tutto il gruppo di Forza Italia sottoscrive l'ordine del giorno Bellucci (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Sottoscriviamo, come gruppo, l'ordine del giorno della nostra collega Bellucci. Poi, mi permetto di fare un'osservazione sulle dichiarazioni che il Sottosegretario ha fatto. Il problema, caro sottosegretario, non è negare il fatto che a famiglie dove ci sono anche disabili con questa legge arriveranno delle risorse in più, cosa che noi riconosciamo e ammettiamo. Il problema era un altro, cioè che tra due famiglie che avevano minori, quella famiglia che aveva un minore con un'invalidità civile aveva meno possibilità di un'altra famiglia di accedere al reddito di cittadinanza: questa è l'ingiustizia (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali) che chiedevamo di sanare e questa è l'ingiustizia che, grazie al lavoro dei colleghi, dell'Aula e dell'onorevole Bellucci, il Governo, sia pure con quella formulazione, mi pare che abbia finalmente capito.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Grazie, Presidente. A nome del gruppo del MoVimento 5 Stelle, chiedo anch'io, senza ulteriori considerazioni, di sottoscrivere l'ordine del giorno in oggetto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

ELENA MURELLI (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELENA MURELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Anch'io, a nome del gruppo della Lega, voglio sottoscrivere l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Per annunciare la sottoscrizione di questo ordine del giorno. Ovviamente, l'aveva sottoscritto e presentato la nostra collega, che è il nostro capogruppo in Commissione: la volevo pubblicamente ringraziare perché è riuscita a mettere d'accordo tutte le forze politiche presenti in Parlamento (Applausi). Ovviamente, tutti i deputati che non avevano sottoscritto l'ordine del giorno di Fratelli d'Italia provvederanno a sottoscriverlo, anche personalmente.

PRESIDENTE. La sua sottoscrizione individuale, deputato Lollobrigida, quindi vale per l'intero gruppo che rappresenta. Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno 9/1637-AR/12 Bucalo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Signor Presidente, noi non accettiamo il ritiro, perché questo ordine del giorno dava una soluzione per poter finalmente risolvere quello che è il precariato storico della categoria dei docenti di terza fascia. Prendo atto che il Governo non vuole dare soluzioni, nonostante il precariato sia stato oggetto di grande spot pubblicitario elettorale, è stato anzi previsto come priorità al punto 22 del contratto di Governo; adesso nei fatti invece prendo atto che si continua ad ignorare questo grave problema, ad ignorare i diritti non tutelati di questa categoria di docenti, che sono stati totalmente dimenticati, ma utilizzati come “usa e getta” dal MIUR, ogni anno, ogni inizio di anno, quando vanno a coprire migliaia di cattedre vacanti. Quindi noi come Fratelli d'Italia continuiamo a dare sostegno a questa categoria di docenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bucalo n. 9/1637-AR/12, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Butti n. 9/1637-AR/13, su cui è stato espresso parere favorevole, purché riformulato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Presidente, io innanzitutto ringrazio il Governo; ma proprio per la sensibilità dimostrata nella lievità della richiesta di riformulazione, chiedo di valutare l'opportunità di accoglierlo così, integralmente.

Mi sembra di capire dal linguaggio dei segni che il sottosegretario non sia disponibile. Comunque accolgo la riformulazione.

PRESIDENTE. Il Governo non è obbligato a prendere la parola, come sa.

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Caretta n. 9/1637-AR/14, su cui è stato formulato un invito al ritiro.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Presidente, non accetto l'invito al ritiro, e chiedo che l'ordine del giorno sia messo in votazione. Però mi faccio anche una domanda, e mi chiedo con quale criterio sia stato valutato questo mio ordine del giorno, perché prevedeva e aveva lo scopo di eliminare il requisito discriminatorio presente all'articolo 2. In questo provvedimento vengono praticamente esclusi tutti quegli italiani che sono stati magari costretti ad andare all'estero per questioni di lavoro o per questioni di studio. Ecco, questi italiani che rientreranno o sono rientrati negli ultimi dieci anni non avranno la possibilità di chiedere il reddito di cittadinanza. Credo che questa sia veramente una vergogna, un'ulteriore vergogna presente in questo provvedimento che permette agli immigrati di prendere il reddito di cittadinanza, ma esclude i nostri italiani dal poter far richiesta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi di Fratelli d'Italia siamo per “prima gli italiani” e combattiamo fino in fondo per poter proteggere anche i nostri italiani che, costretti ad andare all'estero, possano rientrare ed usufruire di questo reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Schirò. Ne ha facoltà.

ANGELA SCHIRO' (PD). Grazie. Con il nostro ordine del giorno n. 9/1637-AR/103, abbiamo chiesto più o meno la stessa cosa e, cioè, semplicemente di non abbandonare gli italiani all'estero che desiderano tornare in Italia e di trattarli come cittadini a tutti gli effetti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Infatti, devo dire che ho trovato abbastanza imbarazzante l'invito al ritiro del mio ordine del giorno, del nostro ordine del giorno, a fronte del fatto di aver visto che l'ordine del giorno del MoVimento 5 Stelle, seppur solo accolto come raccomandazione, invece sia passato. È ben chiaro che alla fine servirà soltanto per motivi propagandistici. Per cui noi chiediamo, visto che questo ordine del giorno dice le stesse cose, di sottoscriverlo. Speriamo che non rimanga soltanto un ordine del giorno, ma che si faccia realtà e che questo Governo dimostri che i nostri cittadini all'estero sono cittadini a tutti gli effetti, hanno il diritto di ritornare in Italia senza avere paura di essere trattati qui come cittadini di serie B (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signor Presidente. Questo intervento potrebbe quasi essere un intervento sull'ordine dei lavori per spiegare al Governo qual è la sua funzione.

PRESIDENTE. La volevo solo avvisare che ha un minuto e cinquanta residui. Giusto per darle un orientamento.

ENRICO BORGHI (PD). La ringrazio, signor Presidente, sarò nei tempi. Intervengo per dire al Governo che le furbizie vengono a galla, così come sul tema della disabilità siete tornati giustamente sui vostri passi, il fatto che voi su temi, anche in questo caso di interesse generale e che appartengono alla sensibilità di tutti, perché i disabili, gli italiani all'estero sono temi generali sui quali nessuno si può appropriare della bandiera, non si capisce il motivo per il quale gli ordini del giorno presentati dalle minoranze hanno il parere contrario e, sugli stessi argomenti, gli ordini del giorno presentati dalla maggioranza vengano accolti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È una contraddizione dei termini, perché - lo dico a quei signori là sotto - voi siete il Governo della Repubblica, non siete né l'emanazione della Casaleggio e associati né il prolungamento di un partito politico. Un Governo della Repubblica in quanto tale si atteggia nei confronti di questo Parlamento in maniera oggettiva in rapporto ai contenuti di merito. Smettiamola di agitare come bandierine faziose argomenti che appartengono e devono appartenere a tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Vede, Presidente, qui discutiamo di reddito di cittadinanza e, forse, però, si dimentica il significato della parola “cittadinanza”, perché in Italia la cittadinanza si acquisisce iure sanguinis, quindi per nascita o per adozione. Noi, invece, ci troviamo a discutere, anche attraverso questi ordini del giorno - in questo caso, vorrei sottoscrivere quest'ordine del giorno -, troppo spesso, invece, di un reddito, cioè di una dazione economica, che verrà dato per la maggior parte a persone che cittadini non sono.

Non lo sono in virtù di quel principio che dicevo prima. Ecco, allora, noi vorremmo, invece, che ai nostri ragazzi, ai nostri cittadini, che questo Stato troppo spesso ha costretto a recarsi all'estero per poter trovare lavoro, per poter trovare la possibilità di avere una carriera, a quelle famiglie, venisse data la possibilità di ritornare nella nostra nazione. Noi vorremmo che l'accento venisse posto su quelle persone, perché è facile parlare di slogan, è facile a riempirsi la bocca con “prima gli italiani”. Ecco, se è “prima gli italiani”, dobbiamo fare in modo che gli italiani ritornino sul nostro territorio, ritornino a lavorare nelle nostre aziende e che non ci sia, come troppo spesso accade, quella fuga di cervelli di cui tutti parliamo, ma al quale problema nessuno riesce a dare soluzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/14 Caretta, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/15 Ciaburro, su cui vi è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, dunque, questo ordine del giorno, che traduce una parte degli emendamenti che ha presentato Fratelli d'Italia, cerca di porre l'attenzione su una questione che è davvero molto complessa, e davvero non capiamo, ci sfugge il motivo per il quale ordini del giorno come questo non vengano considerati e addirittura se ne chiede il ritiro.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA (ore 11,15)

YLENJA LUCASELLI (FDI). Perché, vedere, secondo noi, considerato anche quello che ci è stato raccontato, quindi quelle che, secondo chi lo ha proposto, dovrebbero essere le finalità di questo provvedimento, dovremmo forse considerare che il reddito di cittadinanza – quindi, i soldi degli italiani, perché di questo stiamo parlando - non dovrebbero essere dati a persone che si sono macchiate di reati non colposi con pene superiori ai due anni. Noi riteniamo che, poiché il reddito di cittadinanza deve essere inteso come un aiuto sostanziale - da un lato - a un sistema di welfare che troppo spesso ha delle falle e, dall'altro, come possibilità data a chi è fuori dal mercato del lavoro di essere reinserito, in quest'ottica, riteniamo che il reddito di cittadinanza dovrebbe essere rivolto innanzitutto a quei soggetti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/15 Ciaburro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/16 Cirielli, su cui vi è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, sottoscrivo l'ordine del giorno e non sono intenzionato a ritirarlo, perché credo che la giornata di oggi sia particolare e possa far riflettere questo Parlamento sul contenuto di questo ordine del giorno. Voglio cogliere l'occasione per ringraziare i Carabinieri italiani per quello che hanno fatto ieri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché hanno salvato la vita a cinquantuno ragazzi.

Quest'ordine del giorno punta l'indice su una necessità che abbiamo, perché vi sono 39 mila precari tra i Carabinieri e la Polizia, a cui si aggiungono i precari del Soccorso pubblico. Noi, con questo ordine del giorno sensibilizziamo il Governo a guardare con attenzione ai precari in questo segmento, perché garantire i Carabinieri significa avere la possibilità di salvare tante altre vite, di garantire sicurezza in questa nazione, quindi invito il Governo e il sottosegretario a rivedere il parere secondo il quale chiedendo il ritiro dell'ordine del giorno senza una ragione. Nel caso, prenderemo atto di chi voterà in favore delle Forze di polizia, dei Carabinieri italiani, di chi lavora nel soccorso, e chi, invece, riterrà di bocciare quest'ordine del giorno, che chiede sostegno economico per chi tutti i giorni fa il proprio dovere in nome e in difesa degli italiani e della patria e che viene trascurato anche dal punto di vista anche economico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. La politica è una questione di scelta: ci sono i fondi che scarseggiano, poi uno deve scegliere come spenderli. Dispiace che il reddito di cittadinanza, così come è concepito, senza gli emendamenti che aveva presentato Fratelli d'Italia, porterà al paradosso per cui il reddito di cittadinanza sarà percepito da stupratori, pedofili, spacciatori e sfruttatori di minori che li portano ad accattonare, e, invece, non saranno dati i soldi per stabilizzare le forze dell'ordine che devono arrestare gli stupratori, gli spacciatori, i criminali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, è una questione solo di scelta della politica: c'è chi preferisce dare il reddito di cittadinanza al pedofilo che, mentre sta su Internet, continua a prendere il reddito di cittadinanza per guardare le foto dei pedofili, e chi preferisce, come Fratelli d'Italia, togliere questi soldi al pedofilo e darli alle forze dell'ordine per stabilizzarle. È solo una questione di scelta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/16 Cirielli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/17 Luca De Carlo, su cui vi è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luca De Carlo. Ne ha facoltà.

LUCA DE CARLO (FDI). Presidente, io non ritiro questo emendamento, perché, lo riconosco, sono brutalmente di parte, nel senso che questo è un emendamento che va a favore dei comuni, ma non soltanto dei comuni e degli amministratori pubblici, anche dei dipendenti dei comuni.

È infatti paradossale il fatto, così come recita l'articolo 4, al comma 15, che si stabilisca che il beneficiario del reddito di cittadinanza è tenuto a offrire nell'ambito del Patto per il lavoro o per l'inclusione sociale la propria disponibilità per la partecipazione a progetti a titolarità dei comuni. Bellissimo, è un'ottima idea, però, lo si lega poi alla disponibilità e alla compatibilità con le altre attività del beneficiario. Io vorrei capire quali sono queste altre attività del beneficiario che pregiudicano il fatto che costui, debitamente, diciamo così, remunerato dallo Stato, debba mettere queste in secondo piano rispetto alle attività che ha: sono forse il tempo libero? Sono forse - che ne so - qualche sport? O si dà, implicitamente, già nella legge la quasi autorizzazione - perché di questo stiamo parlando - a svolgere del lavoro nero? Cioè, uno non va nei comuni o ci va da 8 a 16 ore al massimo, se è d'accordo, sempre compatibilmente con le proprie attività, cioè se la propria attività è quella di svolgere un altro lavoro, probabilmente a nero, su questo noi non possiamo essere d'accordo. Quindi noi abbiamo presentato questo ordine del giorno, a proposito del lavoro socialmente utile che il beneficiario del reddito svolgerà nei confronti dei comuni; ciò accadeva già con il lavoro in mobilità, laddove i lavoratori in mobilità lavoravano per un tot di ore nei comuni per coprire il costo che lo Stato sosteneva per la loro mobilità e lo facevano per il numero di ore corrispondenti alla mobilità che percepivano. Noi chiediamo semplicemente questo: chiediamo che ciò non sia a seconda della propria disponibilità, che non sia un carattere assolutamente aleatorio, ma che sia legato esclusivamente a quanto si percepisce: in base a quanto si percepisce, proporzionalmente si dovranno svolgere ore all'interno del comune. Dobbiamo ciò anche ai nostri dipendenti. Io ho dipendenti pubblici - faccio il sindaco - che fanno i gli operatori a 1.200 euro al mese e trovo assolutamente scandaloso che altri, magari percependo sicuramente meno, possano decidere di fare lavori socialmente utili a seconda e compatibilmente con le altre attività.

Chiedo, poi, con questo ordine del giorno, che non necessariamente si debbano svolgere questi lavori nel proprio comune di residenza, perché ci troveremo comuni con centinaia di migliaia di persone e comuni, magari piccoli, che non hanno nemmeno la struttura per far fronte a questa esigenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/17 Luca De Carlo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/18 Deidda, sul quale c'è un parere favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione? Sì, bene.

Passiamo dunque all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/19 Delmastro delle Vedove, accolto come raccomandazione, se riformulato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delmastro delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Non si accetta alcuna riformulazione. Fratelli d'Italia ha contrastato questo provvedimento nella sua complessità e nella sua genericità. Noi riteniamo che questo sia un provvedimento di finanza allegra che scaricherà una montagna di debito pubblico sulle future generazioni, un provvedimento che si arrende al declino e che immagina che il futuro dell'Italia sia il reddito di cittadinanza come metadone di Stato applicato alle politiche del lavoro e lo abbiamo sempre ritenuto inopportuno. Ciò nonostante, abbiamo tentato di migliorarlo e abbiamo chiesto banalmente che venissero esclusi dal reddito di cittadinanza coloro che sono stati condannati per: reati corruttivi, per pedofilia, per pedopornografia, per violenza sessuale, per impiego di minori nell'accattonaggio. Oggi il Governo ci dice: valuteremo, un domani, forse, se c'è la possibilità. Per Fratelli d'Italia non può esistere reddito di cittadinanza se viene percepito da coloro che violentano le donne, per Fratelli d'Italia si ribalta il concetto, non è che si valuta domani se possono o non possono prenderlo! Il reddito di cittadinanza non solo è inopportuno, ma diventa immorale se finisce nelle mani dei pedopornografi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che così avranno il tempo di stare di fronte a Internet tutto il giorno, con le tasche gonfie del reddito di cittadinanza, a guardare chissà che cosa, su Internet. Per Fratelli d'Italia si ribalta il principio; il reddito di cittadinanza non può esistere se viene percepito da coloro che hanno fatto violenza sessuale sulle donne, quelle stesse donne a cui questo Governo, in questi giorni, ha revocato addirittura i fondi per le case rifugio dove vengono accolte quando maltrattate in famiglia. Per Fratelli d'Italia non può esistere il reddito di cittadinanza che finisce a quelle persone immorali che mandano i loro figli, in primavera, estate, autunno e inverno, con pioggia, neve e grandine, a fare accattonaggio! Sto parlando, evidentemente, di un'etnia che è più, come dire, propensa a commettere questo tipo di delitto in termini statistici.

Allora, noi oggi chiediamo che quest'Aula si esprima, dicendo a chiare lettere, a caratteri cubitali, che il reddito di cittadinanza, provvedimento che comunque Fratelli d'Italia ritiene inopportuno, almeno non diventi un provvedimento immorale che conferirà i soldi di coloro che producono reddito, tramite la tassazione, a pedopornografi, a pedofili, a corrotti - per i quali hanno fatto lo “spazza corrotti” e, quindi, certo, prima verranno licenziati perché c'è lo “spazza corrotti” e il giorno dopo prenderanno il reddito di cittadinanza -, a coloro che impiegano i figli nell'accattonaggio! Ecco, se vi è questo, per Fratelli d'Italia non può esistere il reddito di cittadinanza: ciò è di una banalità straordinaria.

Ringrazio il Governo, che tenta di dire che forse un domani “valuterà”. Per noi se queste categorie prendono il reddito di cittadinanza, il reddito di cittadinanza non può passare, perché diventa da inopportuno a immorale e vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Presidente, mi dispiace che qualche collega e amico stia mugugnando, perché sono scomode da sentirsi queste cose, quando poi si va a raccontare tutt'altro in piazza, perché non è che si può andare a dire in giro: abbiamo eliminato la corruzione, siamo dalla parte delle donne, siamo dalla parte della legalità, siamo contro i rom - ruspe contro i rom - e poi diamo il reddito di cittadinanza ai rom che mandano i bambini ad accattonare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non si può fare la grande propaganda sullo “spazza corrotti” - abbiamo eliminato la corruzione! - e poi al corrotto gli si dà il reddito di cittadinanza. Non ci si può stracciare le vesti contro il congresso mondiale della famiglia di Verona, dicendo che umilia le donne e poi a chi stupra le donne gli diamo il reddito di cittadinanza, altrimenti è un'ipocrisia vergognosa.

Allora, noi, che siamo coerenti con quello che diciamo e quello che votiamo in Aula, diciamo chiaramente che il reddito di cittadinanza può avere un senso solo se non va a: i criminali, i pedofili, gli stupratori, i rom che mandano i bambini al semaforo ad accattonare invece che a scuola! Questi non possono prendere il reddito di cittadinanza: chi è d'accordo voti a favore di questo ordine del giorno, chi vota contro non vada poi in piazza a raccontare altro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno del collega.

PRESIDENTE. Bene, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/19 Delmastro delle vedove, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Onorevole Lucaselli, lei era già intervenuta due volte, quindi, comunque, non può parlare e la votazione è in corso. Chiede di sottoscriverlo? Benissimo, grazie.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/20 Donzelli, accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Solo per un po' sottolineare quello che in qualche modo oggi, attraverso questo provvedimento, con tanti ordini del giorno, considerata la richiesta ennesima – e chissà quante ce ne saranno ancora, della fiducia – che ha, ovviamente, costipato totalmente qualunque forma di dibattito, andiamo a chiedere, come Fratelli d'Italia…

PRESIDENTE. Onorevole Ferro, mi scusi, insistete per la votazione? Perché, altrimenti, lei non potrebbe fare la dichiarazione di voto.

WANDA FERRO (FDI). Insisto per la votazione, certo.

PRESIDENTE. Perfetto.

WANDA FERRO (FDI). Insisto per la votazione perché ritengo che questo sia uno di quegli ordini del giorno che guardano ad uno spaccato importantissimo della nostra società, e quindi alle donne rispetto a quella normativa della legge n. 243 del 2004, la cosiddetta “opzione donna”, che vede una sperequazione tra le lavoratrici autonome e quelle del settore pubblico rispetto alla possibilità di poter, in qualche modo, andare prima in pensione, e quindi di poter equiparare i termini anagrafici piuttosto che quelli della parte contributiva.

Riteniamo che anche rispetto alla norma in essere ci sia poca costituzionalità, e quindi, insomma, coloro che troppo spesso si riempiono la bocca di quanto sia importante sostenere la donna nella nostra società oggi potrebbero, in qualche modo, dare sostanza a queste tante parole.

Abbiamo, ovviamente, apprezzato, come Fratelli d'Italia, quello che è avvenuto sull'emendamento e oggi ordine del giorno della collega Bellucci, sposato da tutto il Parlamento, ma riteniamo che una rondine non faccia primavera. All'interno di questo provvedimento, signor Presidente, e per lei e per il suo tramite, al sottosegretario, non abbiamo guardato al comparto della sicurezza, non abbiamo guardato abbastanza, e nei tempi che richiedeva, alla parte della disabilità, non abbiamo guardato alla sanità, dove chiedevamo, attraverso un emendamento che ci è stato detto essere in qualche modo inammissibile, perché non conforme con la materia, il prolungamento di tante professionalità sanitarie.

Abbiamo chiesto di guardare agli italiani all'estero. E, quindi, dico che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire: troppo facile decidere a chi dare questa cittadinanza, e mi auguro che non venga fatto solo attraverso quei soliti meccanismi di scelta attraverso il blog.

Il buonsenso non sembra albergare, troppo spesso avete delle parole alle quali tenete particolarmente. Abbiamo visto quella sull'onestà, onestà, onestà. Abbiamo visto quella sulla dignità, e la dignità mi pare che, anche attraverso questa erogazione ad alcuni settori e ad altri no del reddito di cittadinanza, non alberga per tutti con regole chiare e certe, non ultimo, ovviamente, l'intervento dei colleghi che mi hanno preceduto.

E, allora, diciamo per una volta al sottosegretario, al Governo, di guardare a questa parte, l'altra metà del cielo, quelle lavoratrici che chiedono, ovviamente, di avere pari requisiti, che chiedono di poter andare, rispetto ai termini di disparità tra un settore e l'altro, in pensione, ma, soprattutto, come diceva qualcuno, date alle donne le giuste opportunità e le sapranno utilizzare. Ma ho l'impressione che questo Governo non soltanto le neghi alle donne, ma le neghi a buona parte della società tutta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/20 Donzelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/22 Fidanza, accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fidanza. Ne ha facoltà.

CARLO FIDANZA (FDI). Grazie, Presidente. Insisto per la votazione e mi appello soprattutto ai colleghi della Lega, perché, vedete, questo ordine del giorno tratta un argomento importante, perché spesso noi ci riempiamo la bocca – non noi, ma una parte consistente del panorama politico italiano – sui dettami che ci vengono dall'Unione europea. In questo caso si direbbe proprio “ce lo chiede l'Europa”, perché esiste, da diverso tempo, una direttiva comunitaria, la n. 38 del 2004, che prevede che i cittadini comunitari residenti in Italia, per poter rimanere nel nostro Paese e non essere, invece, allontanati e rimpatriati, debbano dimostrare, passati i primi tre mesi, di avere una serie di requisiti, tra cui quello di un lavoro naturalmente regolare, avere un reddito sufficiente che impedisca di dover farsi carico, da parte dell'assistenza sociale dello Stato che li ospita, del loro mantenimento, addirittura di avere un'assicurazione sanitaria che copra le spese in caso di loro malattia o infortunio, ancora una volta per non gravare sulle finanze dello Stato che li ospita.

E noi dovremmo applicare questa normativa comunitaria, recepita nell'ordinamento italiano, per esempio nel caso di quelle tante migliaia di cittadini comunitari che albergano nei campi rom, regolari e irregolari, della nostra nazione, verso i quali, invece, non viene applicata questa normativa, e che, quindi, percepiranno il reddito di cittadinanza. Allora, noi chiediamo al Governo di accogliere pienamente questo ordine del giorno, ci appelliamo soprattutto agli amici e ai colleghi della Lega Nord, ex Lega Nord, ora Lega, perché non può riempirsi la bocca di politiche di pugno di ferro nei confronti dei nomadi irregolari e poi pensare, invece, di concedere loro il reddito di cittadinanza. Le regole ci sono, addirittura ce lo chiede l'Europa; applichiamole, facciamo un censimento dei cittadini comunitari che non rispettano questi dettami, e che, quindi, sono qui in violazione delle stesse regole comunitarie, e, in attesa di rimpatriarli, come prevedrebbe la normativa comunitaria, per lo meno non arriviamo al paradosso, assolutamente inaccettabile, di concedere loro il sussidio di Stato del reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. In realtà, c'era un invito al ritiro. Chiedo conferma al Governo: invito al ritiro o accolto come raccomandazione? Invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Ricordo di avere presentato probabilmente un ordine del giorno in materia di “decreto sicurezza” che prevedeva misure che il Governo avrebbe dovuto adottare nei confronti di quei cittadini comunitari non in possesso di reddito che stanziavano sul territorio nazionale. Rivolgendomi al Ministro dell'Interno, rivolgendomi al Governo di cui fa parte anche la Lega, non pensavo a provvedimenti di assistenza per i nomadi o per chi non può dimostrare il reddito e come vive nel nostro territorio nazionale. Pensavo a misure per rimandarli al Paese loro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/22 Fidanza, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/23 Frassinetti. C'è un invito al ritiro, onorevole Frassinetti.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, onorevole Presidente e onorevoli colleghi, già ieri nell'illustrazione ho cercato di convincere il Governo affinché accogliesse l'ordine del giorno in esame che parla di insegnanti e di scuola. Capisco che ormai è palese, dopo questo anno, che gli insegnanti non sono certo nelle priorità del Governo, però ci voleva veramente poco per poter far si che “quota 100” fosse raggiunta anche dai docenti che, come si sa in questo caso, iniziano la loro attività anche a quarant'anni. Ci sono problemi di stabilizzazione, c'è il problema di dover rinnovare la classe docente nella nostra nazione. Questo era un modo, una misura molto semplice affinché bastasse un solo requisito, tra l'età e gli anni di contribuzione, per poter agevolare gli insegnanti a raggiungere “quota 100”. Fratelli d'Italia è a fianco degli insegnanti anche in questo caso e pensa veramente che, con un minimo sforzo, si potrebbero accontentare, agevolando il loro ingresso a “quota 100” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/23 Frassinetti.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/24 Gemmato, su cui è stato espresso parere favorevole con riformulazione. Non accetta la riformulazione e insiste per la votazione?

MARCELLO GEMMATO (FDI). Signor Presidente, accetto la riformulazione. Questo però non mi esime dal poter fare alcune considerazioni. Innanzitutto che è un riconoscimento…

PRESIDENTE. Però se accetta la riformulazione, non lo poniamo in votazione e quindi non c'è dichiarazione di voto.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Non posso intervenire?

PRESIDENTE. No, perché non lo poniamo in votazione e, quindi, di conseguenza, la dichiarazione di voto non è ammissibile, non è prevista.

Quindi passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/25 Lollobrigida sul quale è stato espresso parere favorevole con riformulazione. Onorevole Lollobrigida, accetta la riformulazione? Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1637-AR/25 Lollobrigida.

Ordine del giorno n. 9/1637-AR/26 Lucaselli: anche in questo caso il parere è favorevole con riformulazione. Onorevole Lucaselli, accetta la riformulazione? Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1637-AR/26 Lucaselli.

Ordine del giorno n. 9/1637-AR/27 Maschio, sul quale è stato un invito al ritiro. Onorevole Maschio, lo ritira o insiste per la votazione?

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Non vedo motivo per ritirarlo, anzi insisto convintamente per la votazione, anche in considerazione dell'approccio che fino ad oggi e fino ad ora si è visto su altri ordini del giorno simili. Quindi ritengo che sul reddito di cittadinanza va dato un segnale chiaro e non di confusione nei confronti dei cittadini italiani.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/27 Maschio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signora Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori perché credo sia giusto che l'Aula e soprattutto all'esterno di quest'Aula si sappia che, se le minoranze non fossero state in Aula, su questo ordine del giorno non ci sarebbe stato il numero legale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Poiché questa è la norma manifesto, la norma su cui si è creato il collante, la norma su cui si è realizzato il contratto del Governo del cambiamento, evidentemente tutto questo sta a dimostrare che vi è un malessere all'interno della maggioranza, voglio ribadirlo. Le minoranze sono qui per rispetto dell'Aula e la maggioranza non è in grado da sola di garantire la prosecuzione dei lavori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/28 Mollicone: è stato formulato un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Non accettiamo ovviamente l'invito al ritiro e su questo ordine del giorno chiediamo la votazione e lo illustriamo in dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Prego.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Il provvedimento in esame, colleghi, reca alcune modifiche alla disciplina sull'ordinamento dell'INPS e dell'INAIL, prevedendo, tra le altre riforme, anche la reintroduzione del consiglio di amministrazione tra gli organi di tali enti. Inoltre è stata introdotta la figura del vicepresidente tra gli organi degli enti. Nello specifico il provvedimento dispone che, ai sensi del testo finora vigente, sono organi dell'INPS e dell'INAIL: il presidente, il consiglio di indirizzo e vigilanza, il collegio dei sindaci, il direttore generale. È inserito tra gli organi degli enti in oggetto anche il consiglio di amministrazione. Viene ripristinato, quindi, tale organo, già previsto prima dell'entrata in vigore del decreto-legge n. 78 del 2010. Per quanto riguarda i poteri attribuiti al presidente, si ripropone sostanzialmente la disciplina prevista dal decreto legislativo n. 479 del 1994. Il presidente ha la rappresentanza legale dell'istituto, convoca e presiede il consiglio di amministrazione, può assistere alle sedute del consiglio di indirizzo e vigilanza. La nomina del consiglio di amministrazione è di fondamentale importanza anche in considerazione della complessità della gestione di un istituto che - pensate, colleghi, questo dato forse è poco conosciuto - ha un movimento finanziario di ben 800 miliardi di euro l'anno. Sarebbe assurdo il procrastinarsi della situazione attuale, vale a dire che un potere esclusivo sia affidato a una sola persona, nella figura del presidente. Da più parti è stata formulata la richiesta della nomina di un consiglio di amministrazione, considerate anche le dimensioni dell'ente tanto che, nella precedente legislatura, la Commissione lavoro aveva licenziato un testo unificato concordato tra i parlamentari e valutato positivamente. Per questo abbiamo voluto e continuiamo a impegnare il Governo a valutare la possibilità, nell'ambito della riforma della struttura della governance del sistema previdenziale italiano, di costituire nell'organigramma dell'INPS un CdA con competenze di indirizzo strategico. Ciò per garantire un controllo maggiore su un monstre giuridico-amministrativo che ha la seconda voce nel bilancio dello Stato. Ci chiediamo e lo chiediamo anche al sottosegretario Durigon, per il tramite della Presidenza, per quale ragione un ordine del giorno così di buon senso non possa essere accettato, visto anche il pregresso della Commissione della scorsa legislatura, almeno come raccomandazione.

Cioè noi diciamo se è stato unito l'INPS all'INAIL, c'è questo movimento finanziario, il presidente ha troppo potere, affianchiamogli un consiglio di amministrazione. Ci sembra assolutamente buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Grazie, Presidente. Soltanto per spiegare il voto contrario a questo ordine del giorno del Partito Democratico perché, come probabilmente il collega sa e sa il gruppo di Fratelli d'Italia, sono in discussione, a parte le previsioni già contenute in questo decreto, due disegni di legge a firma Murelli, uno Cantone l'altro, che disciplinano la governance INPS e non ci sembra il caso di intervenire con questo ordine del giorno che, tra l'altro, porta delle previsioni anche diverse e, in alcuni casi, contraddittorie o contrarie rispetto a quello che è già previsto in quei disegni di legge, a proposito dei quali, tra l'altro, la discussione - mi permetto di anticipare - sta andando avanti in modo spedito e c'è già anche una condivisione su molte parti della governance INPS.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polverini. Ne ha facoltà.

RENATA POLVERINI (FI). Grazie, Presidente. Per motivare il voto di astensione del gruppo di Forza Italia sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/28 Mollicone perché, come il collega sa, ovviamente, non solo ci sono delle proposte di legge pendenti che richiamano più o meno il lavoro fatto nella scorsa legislatura, ma il Governo è andato oltre, lo ha superato, perché non soltanto ha inserito in questo provvedimento il consiglio di amministrazione, ha lasciato vivo il CIV, il Consiglio di indirizzo e vigilanza, ha raddoppiato i presidenti, perché ci sarà un presidente e un vicepresidente e, nelle more, ci sarà un commissario che, probabilmente, durerà tutto il tempo in cui il Governo avrà bisogno di utilizzare l'Istituto in maniera più celere. Quindi, il Governo del cambiamento ha cambiato, è stato costretto, naturalmente, a raddoppiare, perché in questo scambio tra il MoVimento 5 Stelle e la Lega, naturalmente, altro non rimane, per applicare il manuale Cencelli, che raddoppiare le poltrone (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Presidente, grazie. A noi sembra veramente strano, perché l'ordine del giorno del collega Mollicone va in una direzione che mi sembra condivisa, anticipa oppure è stata superata. Proprio per questo motivo, sottosegretario, io credo che possa essere preso in considerazione il fatto di prenderlo e di accettarlo, non di fare in modo e di dire, come ha detto l'onorevole Serracchiani, che è stato già affrontato e, quindi, è stato superato. Io credo che ci siano tutte le caratteristiche per poterlo accettare da subito.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/28 Mollicone, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Solo per registrare che con questa votazione, evidentemente, il Partito Democratico ha già un'idea ben chiara, insieme alle forze di Governo, sul prossimo CdA dell'INPS e dell'INAIL (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non era chiaramente sull'ordine dei lavori.

Ordine del giorno n. 9/1637-AR/29 Montaruli: c'è un parere favorevole con riformulazione. Viene accolta la riformulazione? Viene accolta.

Ordine del giorno n. 9/1637-AR/30 Osnato: c'è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. È di tutta evidenza che non possiamo aderire a questo invito. Non possiamo aderire perché, sinceramente e con tutta la buona volontà, non si capisce questa ostilità del Governo verso questa nostra richiesta in questo ordine del giorno. Cosa facciamo in questo ordine del giorno? Noi chiediamo semplicemente che si organizzi un monitoraggio rispetto all'erogazione del reddito di cittadinanza in cui non ci sia una discriminazione tra gli aventi diritto durante l'assunzione rispetto agli incentivi che il Governo stesso ha previsto rispetto a queste assunzioni. Quali sono questi incentivi? Sono incentivi rispetto agli oneri e ai contributi previdenziali, sono degli incentivi che sono variabili rispetto anche alla precedente attività lavorativa degli aventi diritto stessi.

È chiaro che nei nostri dubbi, non solo nei nostri, ma in molti altri che abbiamo riscontrato sui mass media rispetto a questo provvedimento, c'è anche quello di una possibilità, di una evidente possibilità oserei dire, di abusi da parte di opportunità offerte dal provvedimento stesso. Uno di questi rischi si corre proprio negli incentivi previsti dall'articolo 8: noi crediamo che offrire questo strumento alla maggioranza, ma al Governo oserei dire, affinché si possano togliere eventuali alibi anche rispetto al cattivo utilizzo di questi incentivi non possa vedere un Governo in buona fede contrario.

A noi pare di vedere, come qualcuno oggi ha detto, che questo provvedimento, che è un po' la bandiera della maggioranza, debba per forza passare senza nessun tipo di osservazione, nessun tipo di miglioria perché serve, in questo momento, anche difficile, per una parte della maggioranza dal punto di vista della comunicazione e della presenza sul territorio, come il pane, mi verrebbe da dire. Mi sembra che sacrificare la trasparenza, la puntualità e l'efficacia di un provvedimento a fini utilitaristici da parte di una forza politica sia veramente offensivo.

PRESIDENTE. Salutiamo studenti e docenti del Liceo scientifico-linguistico “Falcone e Borsellino” di Arese, in provincia di Milano e quelli dell'Istituto “Vittorio Alfieri” di Asti, che seguono i nostri lavori dalla tribuna del pubblico (Applausi).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/30 Osnato, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Ordine del giorno n. 9/1637-AR/32 Rampelli, accolto come raccomandazione: va bene? Onorevole Lollobrigida, lo vuole sottoscrivere? Benissimo.

Ordine del giorno n. 9/1637-AR/33 Rizzetto, sempre accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Lo volevo sottoscrivere e non accettare l'accoglimento come raccomandazione.

PRESIDENTE. Quindi insistete per la votazione?

WALTER RIZZETTO (FDI). Sì.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali.

Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Cambierei il parere in favorevole, con riformulazione: “a valutare l'opportunità di” e “compatibilmente con i vincoli di finanza”.

PRESIDENTE. Onorevole Rizzetto accetta la riformulazione? Sì, l'accetta. Bene.

Passiamo all'ordine del giorno 9/1637-AR/34 Rotelli su cui c'è un invito al ritiro. Prego, onorevole Rotelli.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, scusi, chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Chiedo scusa, Presidente, ma forse nella confusione ci siamo capiti male; c'è stata un po' di confusione e io tra l'altro l'ho ascoltata poco. Noi stavamo parlando dell'ordine del giorno 9/1637-AR/32 Rampelli…

PRESIDENTE. Ma io ho richiamato più volte l'ordine del giorno 9/1637-AR/33 Rizzetto, anche dopo il parere espresso dal Governo.

WALTER RIZZETTO (FDI). Guardi, Presidente, io non voglio contestare la sua Presidenza - ci mancherebbe altro - ma rispetto all'ordine del giorno 9/1637-AR/32 Rampelli si era alzato il capogruppo, l'onorevole Lollobrigida, per dire che non accettava la riformulazione.

PRESIDENTE. E ha ribadito che si riferiva all'ordine del giorno 9/1637-AR/33 Rizzetto.

WALTER RIZZETTO (FDI). No, non poteva parlare sull'ordine del giorno 9/1637-AR/33 perché è un mio ordine del giorno.

PRESIDENTE. E si vede che c'è stato un malinteso, una confusione.

Quindi torniamo all'ordine del giorno 9/1637-AR/32 Rampelli, sul quale voi insistete per la votazione.

WALTER RIZZETTO (FDI). Sull'ordine del giorno 9/1637-AR/32 Rampelli noi evidentemente insistiamo per la votazione e vorremmo intervenire. Dopodiché, chiaramente, considerato che a questo punto - è colpa mia - ho capito male la riformulazione del Governo sull'ordine del giorno 9/1637-AR/33 Rizzetto, chiediamo se evidentemente si può anche ripetere la riformulazione.

PRESIDENTE. Quindi non l'aveva accettata?

WALTER RIZZETTO (FDI). No, perché io avevo capito che si trattava della riformulazione dell'ordine del giorno 9/1637-AR/32 Rampelli.

PRESIDENTE. Capisco la confusione. Chiedo magari ai colleghi di prestare un po' più di attenzione.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali.

Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Innanzitutto confermo il parere favorevole, come riformulato, sull'ordine del giorno 9/1637-AR/33 Rizzetto, ma vale lo stesso discorso anche per l'ordine del giorno 9/1637-AR/32 Rampelli, che è analogo ad altri emendamenti, se non ho capito male, relativamente alla questione disabilità, per cui anche per l'ordine del giorno 9/1637-AR/32 il parere diventa favorevole, con riformulazione “a valutare l'opportunità di” e “compatibilmente con i vincoli di finanza”. Questo vale sia per l'ordine del giorno 9/1637-AR/32 Rampelli, che per l'ordine del giorno 9/1637-AR/33 Rizzetto, così per essere inequivocabili.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno 9/1637-AR/32 Rampelli e 9/1637-AR/33 Rizzetto accettato la riformulazione dei loro ordini del giorno.

Passiamo all'ordine del giorno 9/1637-AR/34 Rotelli. Chiedo al presentatore se accetta l'invito al ritiro.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Naturalmente “no”, non accettiamo questo invito al ritiro. La parola che è stata più utilizzata nell' andare appresso a questo reddito di cittadinanza, nel fare in modo che questo provvedimento arrivasse in Aula è stata quella di “equità”, equità che poi fa coppia e slogan con altre parole, sempre con lo stesso accento, che sono state portate continuamente all'attenzione di quest'Aula in questi anni. Tuttavia, qui di equità c'è poco. L'aver posto la fiducia ha sicuramente tagliato la possibilità di fare commenti e dibattito in Aula, ma non toglie la possibilità ora, da parte nostra, con gli ordini del giorno, di stigmatizzare quanti siano i paradossi di questo intervento legislativo.

Con l'ordine del giorno n. 9/1637-AR/34 abbiamo sottolineato come ci sia uno squilibrio per quanto riguarda le questioni rivolte all'esonero dei versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro, per quanto riguarda i lavoratori, che vengono riconosciuti al datore di lavoro che assume, sia all'ente di formazione accreditato. Il datore di lavoro è tenuto alla restituzione dell'incentivo se, praticamente, entro i 36 mesi successivi all'assunzione c'è il licenziamento. Noi crediamo che questo sia un limite troppo lungo, che non dà garanzie al datore di lavoro, che non dà la possibilità realmente di far ridecollare quella che è la proposta lavorativa e la possibilità di impiego, e con questo ordine del giorno abbiamo pensato, in maniera assolutamente equilibrata, di proporre al Governo la possibilità di ridurre il termine a 24 mesi e a non a 36, quindi a due anni invece che a tre. Quindi è per questo che lo mettiamo in votazione perché non riusciamo a capire come un intervento di buonsenso come questo e di maggiore equilibrio, che dovrebbe sanare uno dei tanti paradossi proposti dal reddito cittadinanza e da questo provvedimento, possa essere non approvato, non appoggiato e non ammesso dal Governo stesso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull' ordine del giorno 9/1637-AR/34 Rotelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1637-AR/35 Silvestroni, accolto come raccomandazione. Insiste per la votazione, onorevole Silvestroni?

MARCO SILVESTRONI (FDI). Chiedo al Governo, se con la sensibilità che già ha avuto in precedenza, magari può cambiare il parere da raccomandazione ad approvazione, visto che comunque è un tema che prevede le forme di senilità all'interno dei nuclei familiari, cosa già prevista dal reddito di cittadinanza. Per cui, mi appello alla sua sensibilità, sottosegretario, se può eventualmente riformularlo e accettare questo ordine del giorno in approvazione.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali.

Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Grazie, Presidente. Accolgo l'invito con un parere favorevole, riformulando l'ordine del giorno sempre con la solita formulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza” e “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Accetta la riformulazione, onorevole Silvestroni? Sì, benissimo: accetta la riformulazione.

Passiamo all'ordine del giorno 9/1637-AR/36 Bordonali, sul quale c'è un parere favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione, onorevole? Sì, bene.

Ordine del giorno 9/1637-AR/37 Varchi: invito al ritiro. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Io non posso che declinare questo invito al ritiro per un motivo molto semplice, perché nel mio ordine del giorno sono contenute alcune delle promesse che il MoVimento 5 Stelle ha fatto sia nel corso della campagna elettorale per le elezioni regionali siciliane, sia nel corso dei primi mesi di Governo, in cui il Ministro Di Maio ha assunto gli incarichi che tutti conosciamo. Io ricordo molti dei parlamentari siciliani eletti tra le file del MoVimento 5 Stelle partecipare alle manifestazioni, ai sit-in, degli ex sportellisti siciliani e successivamente partecipare alle riunioni delle delegazioni fatte al Ministero dell'onorevole Di Maio. Allora non comprendo quale sia la difficoltà nell'accettare questo ordine del giorno che - lo sappiamo - non ha alcun carattere di cogenza, ma che sarebbe un buon modo per dimostrare che si è consequenziali alle parole, cioè che quando si prendono degli impegni in campagna elettorale e poi si ha la possibilità di governare si confermano gli impegni che sono stati assunti in campagna elettorale, ed anche, fino a Dicembre 2018, con ulteriori incontri delle delegazioni, durante l'esercizio dell'attività di Governo.

Io credo che la volontà del Ministro Di Maio, con il riferimento specifico alla Sicilia, sia quella di creare nuovo precariato, con le assunzioni che deve fare l'ANPAL per i cosiddetti Navigator. Allora, è obbligatorio precisare che in Sicilia i Navigator ci sono già e sono gli ex sportellisti; sono delle persone formate e qualificate con fondi pubblici; sono persone che già da anni svolgono il lavoro che dovranno andare a svolgere i Navigator.

E allora io mi domando: quale precariato vuole combattere il MoVimento 5 Stelle? Il precariato ereditato dal governo Crocetta, o vuole semplicemente crearne di altri? E ancora io mi domando: se le elezioni regionali non le avesse vinte Musumeci ma le avesse vinte Cancelleri, i parlamentari siciliani del MoVimento 5 Stelle la penserebbero ancora così (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Non credo, non lo so.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 12,13)

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). E allora chiedo quantomeno ai parlamentari siciliani del MoVimento 5 Stelle la libertà di coscienza di votare a favore di questo ordine del giorno, per gli ex sportellisti siciliani e per evitare di dilapidare ancora una volta denaro pubblico, quando le stesse funzioni che i navigator devono andare a svolgere potrebbero svolgerle persone già formate per fare questo. Non accetto quindi l'invito al ritiro e chiedo che venga posto in votazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, da parlamentare siciliana io condivido quello che ha espresso la collega e voterò a favore dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Miceli. Ne ha facoltà.

CARMELO MICELI (PD). Presidente, solo per chiedere di poter sottoscrivere l'ordine del giorno, e nel contempo annuncio pure il voto favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Varchi n. 9/1637-AR/37, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Zucconi n. 9/1637-AR/38.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Presidente, per dire che decliniamo l'invito al ritiro e consideriamo in generale il provvedimento di cui stiamo discutendo, soprattutto nella parte che riguarda il reddito di cittadinanza, addirittura inemendabile, perché rappresenta secondo noi una coerente ed ulteriore opera di disarticolazione del concetto stesso di lavoro che è presente in Costituzione. È una disarticolazione operata col contrapporre lavoratori contro aziende, contrapporre alcuni tipi di disoccupati ad altri tipi di disoccupati, e quindi lavoratori contro lavoratori. È un'opera di disarticolazione coerente rispetto ai principi dei 5 Stelle, che prosegue nel mondo del lavoro con il decreto-legge “dignità”, continua con questo provvedimento sul reddito di cittadinanza, ma riguarda anche la società: abbiamo sentito dileggiare l'appuntamento di Verona che qualcuno ha accostato al Medioevo, ignorando che proprio durante il Medioevo sono state recuperate e tramandate opere giuridiche che costituiscono la base del nostro ordinamento attuale, quindi dimostrando un po' di ignoranza in generale.

E allora vogliamo che questo ordine del giorno sia votato, perché tutte le migliaia di aziende del turismo… Vi ricordo il testo dell'ordine del giorno per poterci confrontare meglio, che è questo: impegnava il Governo a valutare l'opportunità, anche in provvedimenti futuri, di introdurre ulteriori forme di decontribuzione per le aziende che assumono anche con contratto part-time o a tempo determinato soggetti beneficiari del reddito di cittadinanza.

Allora tutte le aziende del turismo che, pur avendo un'apertura annuale, vorranno e dovranno stagionalmente assumere dei dipendenti, non potranno giovarsi dei benefici e delle contribuzioni previsti dal reddito di cittadinanza. Le aziende del turismo vi ringraziano, ringraziano questa maggioranza, che si trovino a Capri o a Rimini il problema è lo stesso: questo è un altro passaggio sul quale noi sottolineiamo che avete dichiarato in qualche forma una guerra contro le piccole e medie aziende (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zucconi n. 9/1637-AR/38, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo all'ordine del giorno Comaroli n. 9/1637-AR/39, su cui è stato espresso parere favorevole.

Ordine del giorno Fogliani n. 9/1637-AR/40, parere favorevole con riformulazione. Collega, accetta la riformulazione? Collega Fogliani? D'accordo.

Ordine del giorno Iezzi n. 9/1637-AR/41, parere favorevole,

Passiamo alla votazione degli identici ordini del giorno Zicchieri n. 9/1637-AR/42 e Paolo Russo n. 9/1637-AR/133.

Su questo aveva chiesto di parlare per una precisazione il rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Presidente, intervengo per una correzione: vorrei uniformare il parere espresso sull'ordine del giorno Zicchieri n. 9/1637-AR/42 a quello sull'ordine del giorno Paolo Russo n. 9/1637-AR/133. Vengono cioè accolti entrambi come raccomandazione.

PRESIDENTE. Sta bene.

Il rappresentante del Governo ha fornito una precisazione, formulando quindi lo stesso parere sugli ordini del giorno Zicchieri n. 9/1637-AR/42 e Paolo Russo n. 9/1637-AR/133, che, essendo identici, verranno trattati congiuntamente.

Chiedo pertanto ai presentatori se accettano l'accoglimento come raccomandazione. Deputato Zicchieri, ne ha facoltà.

FRANCESCO ZICCHIERI (LEGA). Sì, Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene.

Deputato Paolo Russo? D'accordo.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Scusi, io ero intervenuto anche all'inizio della seduta perché non mi hanno convinto le spiegazioni del Presidente che l'ha preceduta sulla questione inerente un ordine del giorno che è stato approvato, al quale noi avremmo dato anche parere favorevole, ma è la formula di accoglimento del Governo che non mi soddisfa. E quindi ai sensi… Anzi, ai sensi dell'articolo 8 (quindi, mi perdoni, Presidente, è un intervento sul Regolamento) le voglio sottolineare la seguente cosa: molti ordini del giorno hanno recato con sé proposte al Governo di individuazione di fattispecie specifiche di applicazione del reddito di cittadinanza le quali, ove recavano la possibilità di un aumento delle spese per le casse pubbliche, hanno avuto l'approvazione, come raccomandazione o con riformulazione, con la clausola da parte del Governo “ove questo non modifichi l'equilibrio di bilancio finanziario”.

Questo ordine del giorno Iezzi n. 9/1637-AR/41 che è stato appena accolto, che trova sicuramente la nostra accoglienza positiva, segnalo che impegna il Governo ad individuare le risorse finanziarie per l'assunzione di ulteriori 100 unità di personale delle forze di Polizia di Stato (benissimo), ma non individua la necessità che questa individuazione di risorse si attui ad invarianza finanziaria.

Quindi, noi abbiamo ordini del giorno «di serie A» e ordini del giorno «di serie B». Quando la richiesta dell'individuazione delle risorse finanziarie - e potrei leggerle gli ordini del giorno della minoranza - è scritta da esponenti della minoranza, quell'individuazione di risorse deve avvenire nel rispetto dell'equilibrio di bilancio, quando l'ordine del giorno è «di serie A» - ripeto, nel merito noi lo condividiamo -, l'individuazione delle ulteriori risorse - lo segnalo alla Presidenza, ai sensi dell'articolo 8 e seguenti, per il giusto andamento dei lavori di quest'Aula e perché il trattamento dei deputati di quest'Aula sia equanime da parte del Governo - avviene senza la richiesta dell'equilibrio finanziario, il che vuol dire che, accogliendolo senza modifiche, l'assunzione di quelle 100 unità delle forze di polizia - bene che siano - può avvenire nell'ambito della delega sopracitata con reperimento fuori dall'attuale equilibrio finanziario delle risorse necessarie, il che non solo contraddice le regole della legge di bilancio, ma, a parte questo - perché questo è un ordine del giorno, non è un emendamento -, contraddice il trattamento che altri ordini del giorno hanno avuto, e questo, Presidente, non è corretto.

PRESIDENTE. Collega, capisco, ovviamente questa è una questione di merito. Entrando nel discorso regolamentare, il Governo dà dei pareri sugli ordini del giorno e i pareri vengono approvati o meno, questo è. Importante è il rispetto del Regolamento e che l'iter dell'Aula vada avanti.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/43 Patassini e Tommasi, accolto come raccomandazione. Prendo atto che i presentatori accettano l'accoglimento come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/44 Salafia e Businarolo: accolto come raccomandazione. Collega Salafia lo accoglie come raccomandazione? D'accordo, prendo atto che è accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/45 Volpi: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/46 Troiano: parere favorevole. L'ordine del giorno n. 9/1637-AR/47 Testamento è accolto come raccomandazione con riformulazione: collega Testamento, l'accoglie? Sì, d'accordo. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/48 Frate, parere favorevole. No, l'ordine n. 9/1637-AR/48 Frate è accolto come raccomandazione: viene accettata? Sì, d'accordo.

L'ordine giorno n. 9/1637-AR/49 Dori è accolto come raccomandazione: d'accordo. Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/50 Sarli vi è parere favorevole con riformulazione: d'accordo. L'ordine del giorno n. 9/163-AR/51 Casa è accolgo come raccomandazione: d'accordo. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/52 Galizia: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/53 Penna: parere favorevole. L'ordine del giorno n. 9/1637-AR/54 Menga è accolto come raccomandazione: d'accordo. L'ordine del giorno n. 9/1637-AR/55 Lapia è accolto come raccomandazione con riformulazione: d'accordo. Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/56 Alaimo vi è parere favorevole con riformulazione: d'accordo. Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/57 Carbonaro vi è parere favorevole con riformulazione: d'accordo. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/58 D'Orso: parere favorevole. L'ordine del giorno n. 9/1637-AR/59 Vianello è accolto come raccomandazione: viene accettata? Sì. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/60 Zolezzi: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/61 Deiana: parere favorevole. L'ordine del giorno n. 9/1637-AR/62 Sportiello è accolto come raccomandazione; d'accordo. Ordine del giorno n. 9/163-AR/64 Angiola…

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Presidente, accogliamo tutte le riformulazioni, per quanto riguarda gli ordini del giorno presentati dal nostro gruppo.

PRESIDENTE. Quindi, ordine del giorno n. 9/1637-AR/65 Manzo: parere favorevole con riformulazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/67 Flati: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/68 Donno: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/69 Segneri: parere favorevole con riformulazione. Ordine del giorno n. 9/163-AR/70 Spadoni: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/71 Lorenzoni Gabriele: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/72 Invidia: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/73 L'Abbate: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/74 Cancelleri: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/75 Amitrano: inammissibile. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/76 Costanzo: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/77 Siragusa: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/78 Ciprini: parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/79 Viviani vi è parere favorevole con riformulazione; d'accordo. Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/80 Ubaldo Pagano vi è parere favorevole con riformulazione: ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD). Signor Presidente, onorevoli colleghi, devo essere sincero: sono rimasto un po' confuso dalla scelta fatta dal Governo su questo mio ordine del giorno, perché è da settembre che chiediamo di fare chiarezza sul grande tema delle risorse stanziate nell'ambito del PON Inclusione 2014-2020. Parliamo di quasi 500 milioni di euro destinati agli ambiti territoriali sociali per rafforzare i servizi sociali e attuare altri importanti interventi in ambito socio-educativo, formativo e di reinserimento nel mondo del lavoro. Il 12 ottobre ho presentato un'interrogazione per sollevare la questione e per cercare di sollecitare il Ministro Di Maio a prendere quantomeno una posizione al riguardo; non avendo avuto alcuna risposta dal Ministro ho depositato un'ulteriore interrogazione alcuni mesi più tardi, il 13 dicembre. Bene, il 5 febbraio, dopo quasi quattro mesi, il Ministro si è degnato di rispondermi, ma lo ha fatto a modo suo, dando risposte totalmente evasive rispetto alle questioni sollevate. Ad oggi, ancora non mi è chiaro se l'abbia fatto di proposito o se, più semplicemente, non aveva capito le domande. Risposte talmente inadeguate e fuorvianti che persino un membro del suo stesso Governo in Commissione ha solidarizzato con la mia insoddisfazione e ha garantito personalmente di dare un vero riscontro al problema nel merito.

Nel frattempo, giusto ieri, scopriamo, dopo la pubblicazione del decreto direttoriale del Ministero del Lavoro, che le pubbliche amministrazioni lavoravano in direzione totalmente opposta alla posizione manifestata dai vertici del Ministero e delle politiche sociali. Infatti, con decreto direttoriale n. 65 del 2019 – sottosegretario, provi a farsene dare una copia - voi avete sostanzialmente accolto tutte le richieste contenute nel mio ordine del giorno, prorogando le attività al 2020, e rinnovando il PON Inclusione per il prossimo triennio. Di questo, ovviamente, sono estremamente felice, perché viene permesso agli ambiti territoriali finalmente di poter lavorare con serenità e professionalità; ora, però, delle due l'una: o i membri di questo Governo competenti in materia non hanno alcuna direzione politica - non dico potere o controllo, dico direzione politica - sui processi decisionali dei Ministeri che dirigono, oppure hanno sempre nascosto a questo Parlamento la verità rispetto alla questione PON, mancandoci totalmente e ripetutamente di rispetto e ledendo, ancora una volta, le nostre prerogative.

Detto in totale sincerità, delle due, credo sia vera la prima: siete talmente estranei alle questioni che passano per i Ministeri che non sapreste nemmeno distinguerle. Fortunatamente nelle pubbliche amministrazioni c'è ancora tanta gente dotata di buonsenso, che molto spesso prende, al posto vostro, decisioni fondamentali per mandare avanti questo Paese.

Chiedo di mettere ai voti quest'ordine del giorno, perché la riformulazione che mi avete proposto stravolge completamente il senso. Peraltro, sommessamente vi suggerisco di leggervi il decreto direttoriale, perché il mio ordine del giorno, predisposto dopo aver letto il decreto direttoriale, ripercorre pari pari quello che un dirigente dello Stato, che oggi è sotto la vostra direzione politica, ha messo nero su bianco.

Insomma, state dando vita a un gigantesco paradosso, che solo sommessamente mi suscita un po' di ilarità, ma ormai l'arte dell'improvvisazione nel condurre cose di cui non riuscite a comprendere le finalità è un tratto distintivo. Vi voglio, però, vedere pigiare quel pulsante rosso a un ordine del giorno su qualcosa che voi stessi avete messo nero su bianco solo ieri mattina (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Specifico che il parere era: accolto come raccomandazione ove riformulato. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/80 Ubaldo Pagano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1627-AR/81 De Menech, accolto come raccomandazione, ove riformulato. Collega De Menech, accetta? Va bene? D'accordo.

Ordine del giorno n. 9/1627-AR/82 Miceli, accolto come raccomandazione, ove riformulato. Collega Miceli, accetta?

CARMELO MICELI (PD). Si potrebbe dare lettura della riformulazione, Presidente?

PRESIDENTE. Sottosegretario, se è possibile dovrebbe rileggere la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1627-AR/82 Miceli. Il collega Miceli sta chiedendo la riformulazione.

Scusi un attimo, collega. Colleghi, è possibile abbassare il tono della voce, perché il sottosegretario sta riproponendo la riformulazione richiesta dal collega Miceli.

Prego, sottosegretario.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Ordine del giorno n. 9/1627-AR/82 Miceli. Riformulato con: “a valutare l'opportunità di” e “nei limiti di finanza pubblica”

PRESIDENTE. Accetta, collega Miceli?

CARMELO MICELI (PD). No, Presidente, e chiedo di intervenire per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà

CARMELO MICELI (PD). Presidente, non accetto la riformulazione, perché io credo che questo Governo abbia il dovere di essere consequenziale alle promesse che va facendo in giro. Questo Governo si permette il lusso di incontrare lavoratori disperati, come è avvenuto a Termini Imerese, non più tardi di venticinque giorni fa, e lo fa in persona di uno dei suoi massimi esponenti, il Ministro Luigi Di Maio. A dei disperati, a lavoratori che hanno prestato servizio per società indirettamente coinvolte nella vicenda Blutec, perché lavoravano al servizio di Blutec e, quindi, hanno prestato servizio per ditte che hanno determinato quella zona di crisi complessa, quella situazione di crisi complessa, il Ministro Di Maio aveva promesso, dinanzi all'osservazione di un lavoratore che faceva notare come questo provvedimento non contenesse niente per loro e non ci fosse nessuna salvaguardia per loro, che avrebbe rimediato con il cosiddetto decretone. Ebbene, il provvedimento è arrivato al Senato e al Senato non è stata prevista nessuna salvaguardia per questi lavoratori; il Ministro Di Maio, nuovamente interpellato, prometteva che avrebbe posto rimedio con il passaggio alla Camera, con un emendamento alla Camera; l'emendamento non è mai stato presentato. Mi permettevo io di presentarlo, per prevedere la salvaguardia di questi lavoratori, così come promesso e poi dimenticato dal Ministro Di Maio, ma l'emendamento non ha potuto essere evidentemente trattato né discusso perché tagliato dalla fiducia e, oggi, un semplice ordine del giorno che ripercorre le parole del Ministro Di Maio deve essere riformulato salva la presenza di risorse finanziarie adeguate? Ma, allora, la promessa fatta a quei lavoratori a Termini Imerese che promessa era? Una promessa vuota. Per quale motivo in quell'occasione ai lavoratori non si è detto: provvederemo, se ci saranno le risorse adeguate? Ecco, dinanzi a questa presa in giro, a questa plateale presa in giro è giusto che i colleghi della maggioranza, specie quelli che vengono dalla mia provincia, se ne assumano la responsabilità, premendo, se ne hanno il coraggio, il pulsante rosso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, io intervengo per sottoscrivere a titolo personale, ovviamente, l'ordine del giorno del collega Miceli e per annunciare il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia, per un motivo molto semplice, perché, volendo parafrasare chi intendeva aprire quest'Aula come una scatoletta di tonno, io credo che ci sia ormai un corto circuito mentale tra esponenti di questa maggioranza che, quando sono chiusi qui dentro, votano e scrivono determinati provvedimenti, quando, poi, il venerdì prendono l'aereo per tornare in Sicilia, continuano a ingannare i loro elettori, cittadini siciliani, in questo caso, con promesse che poi puntualmente disattendono appena tornano qui.

Allora, io vorrei segnalare, visto che il legislatore dovrebbe essere al di sopra di ogni sospetto, se vi è un problema di crisi di identità di alcuni colleghi e per suo tramite, Presidente, io chiedo di accertare, se del caso, questa situazione, perché se non vi è una crisi di identità quando si entra qui dentro, si dovrebbe avere il coraggio di votare ciò che si è detto fino a qualche giorno prima.

Perché, stare a Termini Imerese dietro uno striscione a dire qualcosa significa arrivare in Aula e poi essere consequenziali. Allora, se questo non si fa, io chiedo che i colleghi eletti nella provincia di Palermo si assumano la responsabilità delle loro azioni, perché non è più tollerabile un partito, un movimento a corrente alternata che quando è qui dentro fa il partito di Governo e quando è fuori fa ancora il partito che protesta. Allora, no, non può funzionare; ormai al Governo ci siete voi, ormai quello che dite poi dovete farlo e le promesse che fate dovete mantenerle. Ecco perché noi voteremo a favore di questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, anche io e gli altri colleghi siciliani del gruppo di Forza Italia sottoscriviamo l'ordine del giorno del collega Miceli e lo voteremo favorevolmente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Presidente, prendo la parola perché il collega presentatore ha avuto modo di ricordare al Governo le cose che si dicono sui territori e le parole che si impiegano, i gesti che si fanno, la speranza che si dà soprattutto a coloro che sono più in difficoltà e disperati rispetto alla minaccia, dopo diventata realtà, della perdita del posto di lavoro. Anche io mi riferisco alla vicenda Blutec, che è anche in Abruzzo, c'è uno stabilimento in Val di Sangro, e sentite cosa scrivono i lavoratori su questa vicenda: ci eravamo lasciati al tavolo con la promessa della riconvocazione di un nuovo incontro, ad oggi non c'è stata alcuna riconvocazione, però sono venuti in campagna elettorale e in campagna elettorale, per le elezioni regionali, hanno convocato, guarda caso, al Ministero, un tavolo ad hoc, salvo poi promettere, dopo le elezioni regionali, la riconvocazione di un altro tavolo che, ad oggi, non c'è; poi è accaduto tutto quello che è accaduto e ancora di più, rispetto agli impegni assunti.

Avete avuto il coraggio di convocare i lavoratori durante la campagna elettorale, utilizzandola, non lo so, come merce di scambio rispetto alle loro paure e alle loro aspettative. Puntualmente si verificava la disponibilità del Governo ad ascoltare i lavoratori, puntualmente si verificavano e si ascoltavano le parole roboanti del Ministro che assicurava i lavoratori che il Governo non avrebbe indietreggiato di un millimetro rispetto alle loro esigenze, parliamo di padri e madri che hanno figli a casa, che hanno dei mutui, che hanno una macchina da pagare e che si erano fidati delle vostre parole. Ad oggi, dopo la campagna elettorale in Abruzzo non siete più venuti, quelli stanno lì, aspettando la convocazione di un tavolo, soprattutto dopo gli arresti intervenuti in quella vicenda. Quell'azienda in crisi conclamata ha bisogno di una risposta del Governo, per cui ringrazio il collega per aver posto, nel porre il caso della Sicilia, anche il caso dell'Abruzzo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Se non ci sono altri che chiedono di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/82 Miceli, con il parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Salutiamo la classe quinta G del liceo classico Augusto di Roma che sta assistendo ai nostri lavori.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo all'ordine del girono n. 9/1637-AR/83 Nobili; parere favorevole con riformulazione. Chiedete di votarlo? Bene, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/83 Nobili, con il parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro aperta la votazione…no, revoco l'indizione della votazione. Mi scusi, collega, non l'avevo vista.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Polverini. Ne ha facoltà.

RENATA POLVERINI (FI). Faccio subito, Presidente: per sottoscrivere, perché è identico a un emendamento che in Commissione è stato bocciato a mia prima firma.

PRESIDENTE. Nessuno altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/83 Nobili, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/84 Foti, su cui c'è parere favorevole come raccomandazione, ove riformulato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, signor rappresentante del Governo, l'onorevole Montaruli, con un intervento di rara efficacia, prima ha posto all'attenzione del Parlamento la natura omissiva dello stesso rispetto al tema della lingua dei segni. Se possibile, in questo momento si sta facendo peggio, perché su altro tema delicato, sensibile e che io penso meriti attenzione particolare anche sotto il profilo umano, mi riferisco al trattamento pensionistico di guerra, il Governo propone una riformulazione e un'accettazione come raccomandazione di un ordine del giorno che, in verità, non sarebbe assolutamente necessario solo se al reddito di cittadinanza si applicassero le norme vigenti, segnatamente l'articolo 5 della legge 8 agosto 1991, n. 261, che chiaramente indica che i percettori del trattamento pensionistico di guerra hanno un reddito che non può essere computato per qualsiasi altra finalità.

In realtà, come sa bene il rappresentante del Governo, qui si apre una discriminazione tra percettori del reddito e del trattamento pensionistico di guerra diretto, che viene escluso dall'ISEE sul quale si calcola la possibilità o meno di erogare il reddito di cittadinanza, mentre viene compreso, e quindi aggrava la posizione dei percettori del trattamento pensionistico di guerra indiretto. Penso che una discriminazione di questo tipo, signor rappresentante del Governo, non abbia senso. Lei sa perfettamente che il 5 febbraio le associazioni, quando sono state audite avanti la competente Commissione del Senato, hanno rilevato che questa è una discriminazione che non può stare in piedi.

Faccio appello alla sua attenzione solo per trasformare almeno quella che è una raccomandazione in un accoglimento, pur con la riformulazione, ma un accoglimento pieno di questo ordine del giorno, perché, francamente, non c'è bisogno di raccomandazione al riguardo. A mio avviso, può essere tranquillamente recepito, anche perché la formula di rito che lei ha introdotto è quella di “valutare l'opportunità di”. È già prevista la possibilità che vi sia idonea copertura finanziaria, mi sembra nella logica delle cose l'accoglimento pieno di questo ordine del giorno.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Va bene, cambio il parere, ovviamente con la riformulazione con “i vincoli di finanza” e “a valutare l'opportunità”.

PRESIDENTE. D'accordo, quindi direi che andiamo avanti, perché viene accettato, suppongo.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/85 Trancassini, accolto come raccomandazione, ove riformulato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, non possiamo accettare che il buon senso venga svilito ad una semplice raccomandazione; il buonsenso, un po' come l'onestà, Presidente, va praticato, perché voi scoprite in questi giorni che c'è una grande differenza fra ostentare un principio e praticarlo. Ecco, il nostro è un ordine del giorno di buonsenso: abbiamo chiesto di implementare, di dare più fondi ai comuni per i servizi socio-assistenziali, leggendo, tra l'altro, e facendo proprie le premesse di questa legge, perché questa legge vuole colmare le diseguaglianze. E sulle disuguaglianze noi che amministriamo nelle piccole, ma anche nelle medie comunità, ci confrontiamo tutti i giorni con questo tipo di problematiche, che non sono solo quelle legate alla povertà. E voi vi affidate, invece, semplicemente a un ISEE che, molto spesso, è bugiardo, perché nell'ISEE ci sono sia i finti poveri che i finti ricchi, mentre, invece, nei comuni gli assistenti sociali, gli assessori, i consiglieri comunali, tutti coloro che svolgono con estrema passione il mandato di rappresentante locale, si confrontano tutti i giorni con questo tipo di problematiche e tutti i giorni si confrontano con l'assenza di fondi, l'assenza di riforme e l'assenza di personale.

Vi abbiamo detto questo, e lei mi svilisce questo ordine del giorno a semplice raccomandazione, valutando l'opportunità se e compatibilmente con i vincoli di bilancio.

Credo che se lei, e anche lei, Presidente, nell'interfacciarvi, nella vostra vita di tutti i giorni, con il vostro compagno, con la vostra compagna, o anche semplicemente rispondendo ai vostri figli, rispondete a una legittima richiesta dicendo, appunto, che l'accogliete come raccomandazione e valuterete l'opportunità di e lo farete solo e soltanto se è all'interno dei vincoli di bilancio della vostra famiglia o della vostra azienda, vuol dire che li state semplicemente prendendo in giro, e questo io, sinceramente, da sindaco più che da parlamentare, ma anche da cittadino, non ve lo permetto su un argomento come questo.

Faccio appello a tutti gli amministratori che sono in quest'Aula: in quest'Aula ci sono molti sindaci, che ho avuto il piacere di incontrare e di conoscere e con i quali parlo la stessa lingua, ci sono molti consiglieri comunali con i quali parliamo la stessa lingua. Vi chiedo di alzarvi e di dire anche voi, insieme a me, a questo Governo che noi abbiamo bisogno di più fondi per far fronte all'emergenza socio-assistenziale che c'è oggi in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Acquaroli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscrivere questo ordine del giorno e voglio intervenire a sostegno di quanto appena detto dal collega Trancassini. L'incidenza sul bilancio di un comune, soprattutto quelli medio-piccoli, dei servizi sociali è assolutamente importantissima, e tanti, troppi trasferimenti che sono stati tagliati in questi ultimi anni hanno ridotto tanti enti locali veramente sul lastrico. Ritengo che la povertà si possa contrastare, anzi, si debba contrastare anche con le politiche dei servizi sociali dei comuni, e porto la testimonianza anche riguardo ad alcuni settori che, in maniera indegna, sono lasciati proprio a carico esclusivo delle finanze degli enti locali.

Mi riferisco, in particolare, alle comunità dove vengono affidati i minori tolti alle famiglie: voi dovete capire e dovete sapere che, quando in un comune di piccola entità ci sono cinque o dieci bambini, ragazzi, affidati in comunità perché tolti alle famiglie, significa che il bilancio di quell'ente deve farsi carico di una spesa insostenibile e, per farsene carico, taglia altri servizi assolutamente indispensabili per quelle comunità. Allora credo che sia questo il contesto nel quale il Governo si debba far carico veramente del contrasto della povertà ma anche di non abbandonare gli enti locali e i comuni che non ce la fanno più, perché contrastare la povertà significa anche dotare i comuni e le strutture dei servizi sociali dei comuni degli strumenti e delle risorse necessarie per fronteggiare tutte le esigenze soprattutto di chi è più debole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/1637-A/R/85 Trancassini a nome del gruppo del Partito Democratico perché è evidente che, con l'introduzione del reddito di cittadinanza e la cancellazione del reddito di inclusione, si creerà un grandissimo problema per i comuni italiani. Com'è noto il reddito di inclusione veniva erogato attraverso i servizi sociali dei comuni che hanno esattamente la mappatura delle condizioni di disagio e di povertà. Oggi questo non avverrà più, anzi verranno sottratti fondi ai comuni e per questo dovranno sopportare delle ulteriori spese, perché comunque la condizione di disagio che vivono quelle famiglie non può essere certamente abbandonata a causa del provvedimento in esame che così sciaguratamente non prende in considerazione la realtà quotidiana che i comuni italiani debbono affrontare. Per questo riteniamo che l'ordine del giorno in esame vada assolutamente nella giusta direzione, perché i comuni hanno necessità di avere risorse per far fronte a tali condizioni di disagio. Oggi ci troviamo di fronte a sindaci che saranno spiazzati, di fronte a famiglie che purtroppo non vedranno più un aiuto, il reddito di inclusione, che, per quanto potesse essere insufficiente, era comunque un aiuto e che oggi non ci sarà più. Per questo il gruppo del Partito Democratico sottoscrive l'ordine del giorno n. 9/1637-AR/85 Trancassini e voterà favorevolmente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega De Carlo. Ne ha facoltà.

LUCA DE CARLO (FDI). Signor Presidente, anch'io per sottoscrivere l'ordine del giorno del mio collega e di fatto per ricordare che quello in esame è un provvedimento centralista, che butta via il bambino con l'acqua sporca. Si poteva correggere il sistema, uno dei pochi sistemi che in Italia funzionava, cioè la prossimità del comune ai propri cittadini, la possibilità del comune di vagliare, attraverso i propri servizi sociali da anni radicati sul territorio, le situazioni di disagio e soprattutto la facoltà e la capacità che i comuni ormai hanno assunto in questi anni di dividere i furbetti del quartierino, cioè coloro che aggirano l'ISEE con pratiche elusive e a volte anche evasive, e coloro che in realtà hanno veramente bisogno. Tutto questo era un patrimonio ormai dei comuni, un patrimonio frutto del lavoro degli assistenti sociali, delle amministrazioni pubbliche e di chi ci ha preceduto. Oggi, invece, la visione è totalmente differente: un po' di colpa e un po' di responsabilità è anche dei Governi precedenti. L'unione dei comuni, la vulgata sul costo dei consiglieri comunali, il loro numero, la distruzione delle province: tutto un disegno che puntava a riportare la politica lontana dai cittadini. Noi, invece, vorremmo che la politica ritornasse più vicino ai cittadini; vorremmo che le politiche fossero fatte dalla prossimità, cioè dall'avere servizi vicino ai cittadini. Oggi ci troviamo drammaticamente ad affrontare una situazione totalmente differente: esattamente il contrario del federalismo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Musella. Ne ha facoltà.

GRAZIANO MUSELLA (FI). Grazie, Presidente. Anch'io prendo la parola per sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/1637-AR/85 Trancassini. A mio avviso, esso è importante perché fa rilevare, ancora una volta, la necessità che hanno le nostre amministrazioni comunali nell'ambito del sostegno alle famiglie e alla povertà, cosa che fanno ormai da anni. In Italia si spendono 50 miliardi per intervenire nei confronti della povertà e i nostri comuni sono il front office dello Stato nei confronti dei nostri cittadini.

Credo sia fondamentale in questo momento dare un segnale e un contributo alle amministrazioni locali che hanno in questi anni garantito una rete di sostegno sociale importantissima. Tra l'altro, soprattutto negli ultimi anni, sono sempre state lasciate sole e hanno subito tagli importanti nella spesa corrente e nei trasferimenti, cosa che giustamente, secondo me, va invertita e naturalmente credo che, con l'ordine del giorno in esame, lo si possa fare.

CARLO FATUZZO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/1637-AR/85 Trancassini.

PRESIDENTE. Sta bene. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente anch'io per sottoscrivere l'ordine del giorno proprio perché bisogna assolutamente garantire e sostenere i comuni che sono i primi coinvolti direttamente con i cittadini e ne conoscono le realtà, per cui devono avere assolutamente i fondi necessari per assolvere il loro compito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietina. Ne ha facoltà.

SIMONA VIETINA (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno perché sono convinta che il reddito di cittadinanza non risolverà il problema della povertà, che invece può essere in parte risolto dalle attenzioni che hanno i sindaci nei piccoli comuni che conoscono le realtà territoriali e che si trovano in grandissima difficoltà. Voglio soltanto fare un esempio: nel caso in cui ci si debba trovare ad integrare la retta di una casa di riposo, il bilancio comunale di un piccolo comune può saltare. Dunque vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno perché è necessario avere riguardo alle reali necessità del territorio e trovare le modalità corrette per poterle affrontare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

RENATA POLVERINI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Collega, Polverini, lei ha fatto già due interventi, quindi non potrebbe intervenire. Chiede di sottoscrivere l'ordine del giorno?

RENATA POLVERINI (FI). Lo sottoscrivo anche a nome del gruppo di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Anch'io per sottoscrivere l'ordine del giorno e non potremmo fare diversamente noi di Fratelli d'Italia che abbiamo una provenienza politica, una militanza politica che ci ha portato ad essere amministratori locali, consiglieri comunali, assessori, sindaci rispetto all'esigenza oggi di dare gli strumenti soprattutto in un momento in cui la crisi è profonda. Parlo soprattutto a livello meridionale: i sindaci sono sotto attacco. Chi vi parla è fratello di un sindaco che è stato minacciato e ha avuto un proiettile dietro la porta del proprio gabinetto di sindaco, perché non si riesce ancora a dare le giuste risposte ai cittadini e ciò porta all'esasperazione. Ritengo che possano e debbano essere dati segnali di discontinuità. L'ordine del giorno presentato dal collega Trancassini va in quel senso. Ritengo che la sensibilità della Lega, che è un partito di territorio che vede anch'esso all'interno della propria squadra politica tanti amministratori, debba portare il sottosegretario a rivedere l'orientamento espresso in Aula e ad accettarlo. Sappiamo che l'ordine del giorno poi non è immediatamente esecutivo: è un indirizzo politico. Riteniamo che l'indirizzo politico debba andare in tal senso. Capiamo che i colleghi dei Cinque Stelle che diversamente - non è una notazione come dire di merito, ma è una constatazione - vivono il proprio essere rappresentanti del popolo italiano sulla Rete, probabilmente non percepiscono tale differenza. Noi, che stiamo continuamente a disposizione del nostro popolo, la percepiamo e per questo sottosegretario le chiediamo, ripeto, di invertire la tendenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, signor Presidente. Soltanto per sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Trancassini ribadendo un po' i concetti che già sono stati sottolineati da chi mi ha preceduto rispetto al sostegno importante di quel famoso Terzo settore che vede troppo spesso gli enti locali non supportati e quindi i comuni dover essere in qualche modo il primo presidio al quale ci si rivolge spesso senza strumenti. Quindi ritengo utile e doveroso apporre la mia firma a questo ordine del giorno, ringraziando il collega Trancassini.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signora Presidente. Per richiedere che il Governo risolva, anche questa volta con una sua iniziativa, l'impasse in cui siamo caduti, perché questa mattina, per la terza volta, dopo i disabili, dopo gli italiani all'estero, ora parliamo dei comuni, cioè stiamo parlando di temi di interesse generale, e non si capisce per quale motivo il Governo non intenda sciogliere questo nodo! Mi permetto di dire anche che non si capisce per quale motivo le forze di maggioranza su questi temi siano totalmente silenziose: battete un segno di vita, altrimenti, cari amici della Lega, certificheremo una volta per tutte che siete diventati nuovi centralisti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), mentre nei confronti del MoVimento 5 Stelle cala impietosamente la tela (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/85 Trancassini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/86 Bruno Bossio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/87 Fragomeli, sul quale c'è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Fragomeli. Ne ha facoltà.

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Grazie, Presidente. Prima di entrare nel merito dell'ordine del giorno una premessa, perché quello che abbiamo ascoltato ieri nelle dichiarazioni di voto dall'onorevole Ziello sulla completa cancellazione della “legge Fornero” merita una spiegazione. Per il suo tramite, un consiglio al collega Ziello: se non ha modo di incrociarlo, faccia una telefonata al sottosegretario Durigon che è competente in materia e gli spiegherà che la “legge Fornero” è viva e vegeta e funziona ancora per moltissimi italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

E do un altro consiglio all'onorevole Ziello: quando torna nella sua Toscana, si metta in coda in un CAF o in un patronato e ascolti le risposte che riceveranno moltissime di quelle persone che pensavano ad una pensione anticipata e che non la otterranno con questa riforma. Questa è una riforma che non tiene conto di molti aspetti. In particolare, i più frustrati da questa riforma sono quelli a cui voi in campagna elettorale avete promesso “quota 41”, i lavoratori precoci, quelli che hanno iniziato a lavorare a 14 anni, quelli che non andranno in pensione a 62 anni con 38 anni di lavoro, ma con 43, 44 o 45 anni di lavoro: questa è l'età dignitosa che pensa la Lega per i lavoratori precoci. Siamo molto stupiti, quindi, da questa posizione. Ma i soggetti più penalizzati da questa riforma sono chiaramente i giovani, coloro che pagheranno “quota 100” ma che, con i probabili buchi contributivi su cui noi vi abbiamo chiesto di intervenire in questa norma, non arriveranno mai ad entrare in “quota 100”. Quindi, i giovani pagheranno “quota 100” ma non potranno mai avere prestazioni da “quota 100”né potranno avere la pensione anticipata contributiva, quella a cui vi abbiamo chiesto di togliere dei vincoli per consentire sempre a quei giovani che pagano “quota 100” di andare in pensione a 64, 65 anni, se hanno versato oltre vent'anni di contributi e se non hanno un vincolo rispetto all'assegno pensionistico. Ma siete sordi anche su questo tema. Quindi, alla fine, i giovani saranno i più penalizzati.

Con questo ordine del giorno chiedevamo una cosa banale: almeno un minimo di remunerazione a questi ragazzi che oggi lavorano e che per i prossimi anni pagheranno “quota 100”, una posizione contributiva aperta all'INPS, il fatto che per la previdenza italiana essi esistono al compimento del diciottesimo anno di età. Una previsione a costo quasi zero, ma che fa diventare meno invisibili i giovani, che gli consente di acquisire maggiore consapevolezza rispetto al versamento contributivo, che li rende protagonisti della previdenza. Anche su questo avete detto “no”. Quindi, per favore, è inascoltabile questa propaganda, queste discussioni avvolte nella propaganda, che non tengono conto né delle future generazioni, né di quei giovani di ieri - lo ribadisco, i giovani di ieri -, quelli che hanno iniziato a lavorare a 14 anni, che si aspettavano di poter andare in pensione magari a 57, 58, 59 anni e che invece ci andranno oltre i 60, con l'aspettativa di vita e con una pensione con 45 anni di contribuzione.

Per favore, lasciate stare la “legge Fornero” e pensate agli italiani e ad una riforma pensionistica che tenga conto di chi è entrato in fabbrica, di chi fa lavori usuranti, di chi si impegna, come in parte abbiamo fatto noi nella precedente legislatura, aspetti che invece sono completamente assenti da questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/87 Fragomeli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/88 Lacarra.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Grazie, Presidente. Semplicemente per cambiare il parere sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/88 Lacarra in parere favorevole, però riformulato come segue: “a valutare l'opportunità di” e “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

PRESIDENTE. Collega Lacarra, accetta? Perfetto.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/89 Gribaudo, sul quale c'è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Gribaudo. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Grazie, Presidente. Con questa scelta, il Governo decide di non decidere, o meglio, se, come ho capito, l'invito è al ritiro e non c'è nessuna riformulazione di questo ordine del giorno, significa che state scegliendo di non occuparvi di chi, da anni, con professionalità - parlo dei 654 lavoratori precari di ANPAL Servizi - svolge un ruolo difficile, complicato, cioè di lavorare nell'ambito delle politiche attive del lavoro. Sono 654 persone che hanno superato delle selezioni pubbliche, sono persone che con professionalità e dedizione hanno svolto questo lavoro per anni. Una parte di queste sono state stabilizzate negli anni precedenti.

Eravamo all'ultimo miglio, cioè mancavano queste 654 persone, e su un provvedimento da 15 miliardi voi mi dite che non avete trovato delle risorse per stabilizzare 654 lavoratori e lavoratrici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) che svolgono un ruolo fondamentale! E, per contro, dite che assumerete 3 mila navigator senza un concorso, ma con un quizzone. Io mi domando: dov'è la meritocrazia in questo Paese, dov'è che davvero si combatte per abolire la precarietà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Voi, Governo, con questa scelta decidete di creare una fabbrica di precarietà, create un precedente sbagliatissimo nei confronti di tutti. Eppure, voi ci state venendo a spiegare che, con il reddito di cittadinanza, di fatto volete provare a dar vita a una nuova politica attiva del lavoro. Io credo che voi, insieme al presidente dell'ANPAL, il professor Parisi del Mississippi, non vi rendiate conto che il mercato del lavoro nel nostro Paese è tutta un'altra cosa. Mi dispiace perché è un'occasione persa, è un'occasione persa che davvero con pochissime risorse si poteva risolvere; i lavoratori e le lavoratrici continueranno a cercare un'interlocuzione con il Governo - come è giusto che sia - e noi, ancora una volta, staremo dalla parte di chi con serietà e rigore lavora per dare delle risposte a chi cerca lavoro nel nostro Paese. Vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. Se la collega Gribaudo è d'accordo, io sottoscriverei la proposta. Chiedo una riflessione evidentemente al sottosegretario, perché vede, sottosegretario, voi avete lanciato questo tipo di provvedimento. A parte la definizione che ha dato il Ministro Di Maio sullo “stop” alla povertà, parlate molto spesso di lavoro e non di precariato – giusto, ci mancherebbe altro - ma vi rendete conto che in Italia ad oggi l'ANPAL, che dovrebbe essere il luogo principe, laddove non esiste il precariato, è dotata di oltre 600 persone che sono precari? Vi rendete conto che i navigator saranno precari? State conducendo una battaglia di precari contro i precari, state cercando di far trovare lavoro precario da persone che non avranno un lavoro diciamo a tempo indeterminato, quindi da altri precari. Questa, Presidente e sottosegretario, è evidentemente l'alveo entro il quale il precariato non verrà ad essere decapitato, così come noi chiediamo da anni, ma continueremo con questo modus operandi semplicemente e solo per un mero ritorno in termini di feedback elettorali. Questo noi non lo accettiamo; abbiamo parlato e abbiamo ascoltato anche l'illuminato Presidente di ANPAL, il dottor Parisi, in Commissione e, ad un certo punto - lei, sottosegretario, c'era - ci sono tremate le ginocchia, quando, alla richiesta del collega Zangrillo e mia, anzi alla provocazione con cui abbiamo detto al dottor Parisi: “Guardi, dottor Parisi, che molto probabilmente, quando ci sarà un navigator che incrocerà una giusta, una sufficiente, offerta di lavoro la tiene per lui e non la darà ai suoi interlocutori”, ebbene la risposta del Presidente di ANPAL è stata: “Ma magari”. Allora, voglio dire, sottosegretario, ci ripensi. Questo è un ordine del giorno, lei sa che non è vincolante, a meno che non abbiate già ampiamente deciso che ANPAL non potrà offrire, a coloro che lavorano rispetto questa organizzazione, un contratto a tempo indeterminato che potrebbe offrire degli interlocutori quantomeno credibili per coloro che cercano un lavoro stabile.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/89 Gribaudo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Salutiamo gli studenti e i docenti dell'Istituto salesiano “Beata Vergine di San Luca”, Bologna, che stanno assistendo ai nostri lavori (Applausi).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Ordine del giorno n. 9/1637-AR/90 Carla Cantone, favorevole ove riformulato: d'accordo, va bene. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/91 Mura, favorevole con riformulazione: d'accordo. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/92 Serracchiani: accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Grazie, Presidente. Noi vorremmo che questo ordine del giorno venisse messo in votazione anche perché chiederei al sottosegretario una riflessione rispetto a come è stato dato l'accoglimento come raccomandazione. Noi abbiamo sempre detto che in questo Paese è necessario che il sistema pensionistico abbia degli interventi soprattutto nella flessibilità in uscita, ma li abbia strutturali e soprattutto non crei i problemi che negli anni si sono creati, in passato, quando si è presa una decisione per l'oggi e non per il domani. Anche “quota 100” va ahimè in quella direzione, tocca soltanto un piccolo pezzo, una piccola categoria di lavoratori, ma non tocca quelle categorie che, viceversa, hanno bisogno, sì, di una flessibilità in uscita e hanno bisogno soprattutto di interventi che permettano, ad esempio, ai lavoratori precoci, che hanno iniziato a lavorare giovanissimi, ai lavoratori che hanno fatto lavori usuranti, ai lavoratori che hanno fatto lavori gravosi, di andare in pensione prima anche dei cosiddetti “quota 100”, perché in questo momento si sta creando una gravissima iniquità. Visto che “quota 100” riguarda soprattutto gli uomini, penalizza le donne, visto che riguarda soprattutto gli uomini del Nord, penalizza il Sud e, visto che si tratta soprattutto di pensionamenti che toccheranno il sistema pubblico, vista la richiesta di 38 anni continuativi di contributi, lascia da parte molte di quelle categorie di persone che hanno, sì, bisogno di un intervento di flessibilità quanto prima. Io la invito a una riflessione - invito lei, sottosegretario, e il Governo ad una riflessione - perché in realtà noi vi abbiamo soltanto chiesto questo, una seria riflessione con il coinvolgimento delle rappresentanze dei lavoratori e delle imprese, volta a definire un nuovo sistema di flessibilità strutturale del regime pensionistico e con una particolare attenzione alle condizioni pensionistiche dei giovani lavoratori. Ora, dire di “no” a questo e accontentarsi di una raccomandazione mi sembra poco, il che significa o che non volete coinvolgere le rappresentanze dei lavoratori e dei datori di lavoro, o che non volete guardare alla piattaforma sindacale unitaria, che è stata fatta nella scorsa legislatura e che ancora oggi è pienamente valida e potrebbe essere utilizzata come base di discussione, e che, allo stesso tempo, non volete occuparvi dei giovani lavoratori. Infatti, diciamo la verità, in questo decreto, a parte il reddito di cittadinanza, che mi auguro nessuno voglia considerare come l'unica prospettiva dei giovani italiani, non c'è nulla per quanto riguarda i giovani di domani e, in particolare, non c'è nessun intervento strutturale su quello che sarà il sistema pensionistico, che nei prossimi anni dovrà accoglierlo. Vi invitiamo pertanto ad una seria riflessione, esattamente come c'è scritto nell'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Grazie, Presidente. L'onorevole Serracchiani mi ha convinto, quindi cambio il parere in parere favorevole, però sempre con le locuzioni “a valutare l'opportunità di (…)” e “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica” (Applausi).

PRESIDENTE. Bene. La collega Serracchiani accetta la nuova riformulazione. Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1637-AR/93 Zan, accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Zan. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO ZAN (PD). Grazie, Presidente. Anch'io mi rivolgo al sottosegretario affinché cambi parere, da raccomandazione a parere favorevole, seppur con riformulazione. Stiamo parlando dei lavoratori postali, che hanno la buonuscita ferma: è stata fissata nel 1998 senza nessuna rivalutazione. Ora, per legge, sia per i dipendenti pubblici che privati, è prevista una rivalutazione del TFS, tranne che per questi lavoratori, non si sa perché. Dunque, va eliminata questa disparità di trattamento, anche perché poi questi lavoratori si rivolgono ai tribunali e vincono le cause, ma dopo contenziosi lunghissimi e costi enormi.

Lo Stato peraltro, di fronte a questi contenziosi, ci rimette sempre. Per cui di fronte ad un loro diritto riconosciuto per legge, non capiamo perché ci sia una tiepida raccomandazione anziché un parere favorevole, e invito su questo il sottosegretario a riflettere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Presidente, intervengo per cambiare il parere in favorevole, sempre con la seguente riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica” e “a valutare l'opportunità di”.

Vorrei chiedere alla Presidenza, se ne ho facoltà, se c'è la possibilità, di cambiare parere su tutti quegli emendamenti di cui parlavo inizialmente che hanno a che fare con il tema della disabilità, che mi sono segnato e per i quali vorrei dare, appunto, approfittando per snellire i lavori…

PRESIDENTE. Sottosegretario, riesce a darci anche i numeri, eventualmente? Ce li ha?

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Sì. Li elencherei.

PRESIDENTE. Prego.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Il parere sui seguenti ordini del giorno, quindi, diventa da “accolto come raccomandazione” a parere favorevole, sempre inserendo la riformulazione “nei limiti di finanza pubblica” e “a valutare l'opportunità di”.

Ordini del giorno Lepri n. 9/1637-AR/95, Siani n. 9/1637-AR/101, Rotta n. 9/1637-AR/123, Prestipino n. 9/1637-AR/125, Buratti n. 9/1637-AR/131, D'Ettore n. 9/1637-AR/149, Mugnai n. 9/1637-AR/153, Dall'Osso n. 9/1637-AR/154, Labriola n. 9/1637-AR/156, Gagliardi n. 9/1637-AR/160 e Nevi n. 9/1637-AR/165.

PRESIDENTE. Quindi, sottosegretario, questi ordini del giorno ricevono parere favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di” e “compatibilmente con la finanza pubblica”. Sta bene.

Passiamo alla votazione dell'ordine Viscomi n. 9/1637-AR/94.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Viscomi. Ne ha facoltà.

ANTONIO VISCOMI (PD). Presidente, è proprio il tenore della riformulazione che non posso accettare, perché peraltro non riesco a capirlo, “nei limiti delle risorse finanziarie”: perché le risorse derivano dai risparmi delle precedenti otto salvaguardie, e perché in questo modo si fa un passo indietro rispetto alla mozione unitaria approvata il 30 ottobre dell'anno scorso in Commissione lavoro, ed approvata con il parere positivo dello stesso sottosegretario per il lavoro e le politiche sociali Durigon. Per cui chiedo di votare l'ordine del giorno proposto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Quindi chiede di metterlo in votazione, collega? Sta bene.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Viscomi n. 9/1637-AR/94, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 13,25)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Passiamo all'ordine del giorno Lepri n. 9/1637-AR/95, parere favorevole con riformulazione. Perfetto, accetta; andiamo avanti.

Ordine del giorno Pizzetti n. 9/1637-AR/96, parere favorevole con riformulazione. Va bene così.

Ordine del giorno Melilli n. 9/1637-AR/97, c'è un invito al ritiro.

Passiamo quindi ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Melilli n. 9/1637-AR/97, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Passiamo all'ordine Madia n. 9/1637-AR/98, parere favorevole con riformulazione. Va bene.

Ordine del giorno Berlinghieri n. 9/1637-AR/99, accolto come raccomandazione. Va bene.

Ordine del giorno Carnevali n. 9/1637-AR/100, parere favorevole con riformulazione. Va bene.

Ordine del giorno Siani n. 9/1637-AR/101, parere favorevole con riformulazione. Va bene.

Ordine del giorno Pini n. 9/1637-AR/102, accolto come raccomandazione, purché riformulato.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pini n. 9/1637-AR/102, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Ordine del giorno Schirò n. 9/1637-AR/103, su cui è stato formulato un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Schirò. Ne ha facoltà.

ANGELA SCHIRO' (PD). Presidente, io non ritiro l'ordine del giorno e chiedo di metterlo in votazione, ed invito tutti i colleghi che hanno presentato e sottoscritto ordini del giorno simili a votarlo.

Pensare che le persone che io rappresento, le italiane e gli italiani all'estero, siano vittime del vostro inganno ed ascoltare le storie di persone illuse e deluse dalle vostre promesse non mantenute mi fa male.

Colpisce ancor di più che l'inganno riguardi la parola “cittadinanza”: attorno a questa parola gravita l'identità di chi, come me, risiede all'estero. Essere cittadini italiani, per noi che viviamo fuori dall'Italia, è un elemento fondamentale: il nostro essere italiani ci fa portare avanti le nostre tradizioni, la nostra cultura e ci permette di votare. Ricordo ancora oggi l'emozione del mio primo voto per il Parlamento italiano.

Oggi questo diritto mi permette di rappresentare altre persone come me, mi permette di rivendicare la nostra cittadinanza e i nostri diritti qui nel Parlamento italiano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Mi permette di stigmatizzare questo Governo, che discrimina i suoi propri cittadini nel momento in cui un italiano, un italiano all'estero desidera di tornare in Italia, perché magari si trova in difficoltà e vive in condizioni di grave disagio economico e sociale, come ho ripetuto tante volte in questi ultimi giorni. Neanche per il riscatto agevolato della laurea avete incluso i tanti ragazzi italiani che studiano all'estero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), creando un'ulteriore disparità di trattamento tra chi consegue la laurea in Italia e chi la consegue all'estero. Forse vi sfugge - forse! -, ma di cittadinanza ce n'è solo una, quella disegnata dalla nostra Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Presidente, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/1637-AR/103 Schirò.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/103 Schirò, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/104 Rizzo Nervo: anche qui c'è un invito al ritiro. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Presidente, ovviamente non possiamo accettare l'invito al ritiro di questo ordine del giorno. Non possiamo farlo perché sui valori costituzionalmente tutelati, come l'uguaglianza delle persone davanti ai diritti, non è possibile in alcun modo fare passi indietro, semmai servirebbe avanzare sulla strada della non discriminazione, che ha subìto, lungo questi mesi, pericolosi cedimenti. Eppure capiamo che sarebbe comodo, per voi della maggioranza, se noi lo ritirassimo: consentirebbe a molti di voi di ritirare conseguentemente l'imbarazzo dell'incoerenza, l'imbarazzo di tanti colleghi che ebbero modo di esprimere sdegno e indignazione, palese contrarietà, fino a chiedere le scuse pubbliche del sindaco di Lodi, in occasione del regolamento per l'accesso alle prestazioni sociali agevolate di quel comune, che discriminava i bambini stranieri che non erano nelle condizioni di produrre un aggravio documentale chiesto alle loro famiglie, a differenza delle famiglie italiane, per accedere al servizio mensa, e per cui non ebbero modo di accedere alla mensa venendo divisi dai propri compagni. Grande indignazione, condanna unanime da parte di alcuni autorevoli colleghi di maggioranza - “i bambini non si toccano”, ricordo disse il Ministro Di Maio -, e ora, dopo qualche mese, in virtù di un contratto che si fa ogni giorno di più beffa della coerenza, le parole di quel regolamento, pari pari, letteralmente, diventano requisito d'accesso al reddito di cittadinanza per cittadini stranieri extracomunitari regolari. Il regolamento di Lodi diventa, insomma, grazie a voi, al vostro voto, legge dello Stato; esattamente le parole di un regolamento dichiarato illegittimo dal tribunale di Milano perché produce - cito - discriminazione diretta dei cittadini stranieri extracomunitari regolarmente presenti in Italia, per cui quel comune è stato condannato e costretto alla modifica. Una norma che ha, come altre di questo provvedimento, un destino segnato, perché - non è mai inutile ricordarlo - siamo in uno Stato di diritto, e vi è una Costituzione che ha incise le straordinarie parole dell'articolo 3 sull'uguaglianza delle persone, e perché esprime le stesse medesime illegittimità già segnalate dal tribunale di Milano rispetto all'articolo 43 del Testo unico sull'immigrazione e sull'articolo 14 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, laddove indicano che non sia possibile chiedere adempimenti supplementari, a parità di condizioni, alle persone. Noi vi abbiamo dato molte occasioni, lungo questa discussione, di ravvedimento operoso, ma non sono state raccolte. Ora ve ne diamo un'altra, prima che ci pensi la giurisprudenza ad intervenire.

Dunque vi mettiamo di fronte alla responsabilità personale della coerenza, insistendo per la votazione di questo ordine del giorno. Il Presidente Fico ebbe a dire - l'ho già ricordato ieri sera -, in merito al regolamento di Lodi, che chi produce un regolamento discriminatorio deve solamente chiedere scusa. Bene, se voi voterete contro a questo ordine del giorno, dopo aver bocciato i nostri emendamenti, cedendo definitivamente ad una cultura che immagina di rendere sempre più complessi, sofferenti i percorsi di inclusione delle persone straniere, avrete anche voi da chiedere scusa, in modo del tutto analogo alla sindaca di Lodi, per aver prodotto ancora una volta discriminazioni in luogo di uguaglianza e sofferenza in luogo di diritti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Presidente, siccome è lo stesso argomento del mio ordine del giorno, intendo, a nome del gruppo, sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/1637-AR/104, del collega Rizzo Nervo. Solo per questo intendevo intervenire.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Presidente, sarò velocissima: intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/104 Rizzo Nervo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/105 Noja, vi è parere favorevole con riformulazione: va bene così. Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/106 Ascani vi è parere favorevole con riformulazione: va bene.

Sull'ordine dei lavori.

PAOLO SIANI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO SIANI (PD). Presidente, Piersanti Mattarella, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, don Peppino Diana, Mimmo Beneventano, Marcello Torre, Simonetta Lamberti, Paolino Avella, Angelo Vassallo, Giancarlo: questi sono alcuni degli oltre mille nomi che in questo momento a Padova e in altre 400 città in Italia vengano letti da ragazzi, studenti, sindaci e amministratori, sono i nomi delle vittime innocenti delle mafie (L'Assemblea e il rappresentante del Governo si levano in piedi - Applausi).

Mi sembra giusto che anche in quest'Aula questi nomi si sentano e si ascoltino. Voglio chiudere con le parole che il Presidente Mattarella stamattina ha inviato a don Luigi Ciotti: vogliamo liberare la società dalle mafie. È un traguardo doveroso e possibile, che richiede l'impegno di tutti. Il mio c'è (Applausi).

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/107 Ungaro; c'è un invito al ritiro.

PIERA AIELLO (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERA AIELLO (M5S). A titolo personale, Presidente. Stamattina, insieme ad alcuni membri della Commissione giustizia siamo andati nel luogo dove si è suicidata Rita Atria, anche lei una vittima di mafia; era sorella di un delinquente e figlio di un mafioso, ha denunciato tutta la sua famiglia ed è diventata una testimone di giustizia, come me…

PRESIDENTE. È sull'ordine dei lavori, l'intervento, non a titolo personale.

PIERA AIELLO (M5S). Noi, oggi, abbiamo sentito fortemente di ricordare tutte le persone che si sono sacrificate e che sono state uccise per amore di quello in cui credevano. Quest'anno mi sento rinforzata, perché sono andata con i miei colleghi, con i quali stiamo svolgendo dei lavori importanti nell'ambito della lotta contro la mafia, e volevo ricordare Rita Atria, che è una delle più piccole vittime, è una delle tante piccole vittime, aveva solo 17 anni, ed è morta perché ha denunciato principalmente la sua famiglia, dopodiché, tutti delinquenti della Valle del Belice (Applausi).

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, sull'ordine dei lavori?

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Sì, Presidente. Semplicemente per rammentare come la sensibilità nei confronti delle mafie è quotidiana, e certamente l'Aula non è in condizioni di esprimerla con quella pienezza che, invece, richiede l'impegno di ciascuno di noi, quotidianamente per combattere questi fenomeni. Come diceva Aldo Moro, l'adempimento dei propri doveri costituisce l'unico modo, probabilmente, per rispondere a questa contro-legalità; alla contro-legalità si risponde con la difesa strenua della legalità, ogni giorno, qui dentro, come al di fuori di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questo è il messaggio che, credo, noi dobbiamo affidare, oggi, soprattutto, alle vittime innocenti, rispondendo, con questa forza dell'adempimento, a chi, invece, vorrebbe fare di questo Paese un Paese che non è degno di questo nome. La nostra Costituzione ci porta ad avere questo forte senso dell'adempimento.

Il gruppo di Forza Italia, da questo punto di vista, credo che non sia secondo a nessuno per sensibilità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, intervengo preliminarmente per rivolgere, anche a nome del gruppo di Fratelli d'Italia, un abbraccio ideale alla collega Piera Aiello, per le sue parole coinvolte e coinvolgenti su un tema così importante come questo.

Noi di Fratelli d'Italia siamo evidentemente particolarmente sensibili sul tema della lotta alla mafia che, a nostro avviso, deve avvenire senza se e senza ma. Abbiamo più volte, con i nostri atti parlamentari, caratterizzato un'azione che vuole essere di contrasto totale e assoluto a tutte le mafie che, sotto ogni forma, si presentano per infestare il nostro amato Paese.

Quindi, sotto questo profilo, colgo l'occasione, oltre che per ribadire l'impegno incessante di Fratelli d'Italia su questo fronte, anche per ricordare, come amava dire il giudice Paolo Borsellino, che è proprio nell'adempimento del proprio dovere che si segna la cifra dell'impegno di ogni italiano. E noi, da patrioti, siamo fermamente convinti di voler svolgere, qui ed ora, il nostro dovere, per combattere tutte le mafie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

GIANLUCA CANTALAMESSA (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA CANTALAMESSA (LEGA). Presidente, mi associo al ricordo fatto dagli altri colleghi e mi piace ricordare che, ognuno di noi, in quest'Aula, è un pezzo dello Stato, tutti insieme formiamo lo Stato e lo Stato è molto più forte dell'anti-Stato. Su queste battaglie, se riusciamo a vedere quello che unisce il tanto che ci unisce e non il poco che ci separa, riusciremo a relegare l'anti-Stato al ruolo che ha; deve finire in carcere, per rispetto di tutte le persone che hanno perso la vita e per rispetto dei nostri figli e del futuro del nostro paese (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1637-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/107 Ungaro, sul quale c'è un invito al ritiro. Insistono per la votazione, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/107 Ungaro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Ordine del giorno n. 9/1637-AR/108 Sensi, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/109 Scalfarotto, favorevole. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/110 Fregolent, favorevole. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/111 Pagani, favorevole. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/112 Losacco, favorevole. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/113 Moretto, favorevole. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/114 Braga, favorevole. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/115 Gariglio, favorevole. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/116 Piccoli Nardelli, favorevole.

Ordine del giorno n. 9/1637-AR/117 Cantini, favorevole con riformulazione. Va bene? Sì. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/118 Cardinale, favorevole con riformulazione; va bene. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/119 Cenni, favorevole con riformulazione; va bene. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/120 Ciampi, favorevole con riformulazione; va bene. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/121 Critelli, favorevole con riformulazione; va bene. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/122 De Luca, favorevole con riformulazione; va bene. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/123 Rotta, favorevole come raccomandazione, con riformulazione; va bene; anzi, no, favorevole con riformulazione. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/124 Enrico Borghi, favorevole con riformulazione; va bene.

Ordine del giorno n. 9/1637-AR/125 Prestipino, favorevole con riformulazione. Onorevole Prestipino, accetta la riformulazione?

PATRIZIA PRESTIPINO (PD). No, Presidente, non accetto e vi spiego anche perché. Intanto, perché voglio sottolineare che dopo il voto di fiducia avvenuto ieri siamo passati da “quota 100” a “quota 10”, dove “quota 10” sono le questioni di fiducia poste dal Governo gialloverde da quando risiede a Palazzo Chigi. Non male per chi ha fatto di misure così importanti, sociali, una sua bandiera e, nonostante questo, ha dovuto utilizzare ancora una volta lo strumento della fiducia per serrare i ranghi della maggioranza bicolore.

Ma la fiducia che viene tradita, cari colleghi, non è solo quella della Camera, umiliata ancora una volta e ancora una volta costretta a una votazione sbrigativa e senza un adeguato dibattito su temi così importanti che bruciano sulla pelle dei nostri cittadini. La fiducia che viene tradita è quella di 600 mila italiani, destinati a crescere, che stanno già presentando domanda per il reddito di cittadinanza e che mettono nelle vostre mani una speranza di futuro, mentre voi avete in mente solo una misura precaria, che non ha neanche una copertura adeguata e che, forse, si andrà dissolvendo anche dopo la deadline delle elezioni europee.

La fiducia che viene tradita è quella di chi vi chiede un aiuto per superare un momento di difficoltà, ma vuole ritrovare la dignità nel lavoro, in un posto di lavoro, unico modo per liberare tutti, ma davvero tutti, dal bisogno e dalla povertà. La sola forma di libertà che noi conosciamo, come recita la nostra Costituzione, è attraverso un lavoro che dia un sostegno economico, garantisca le giuste condizioni di vita e doni ad ognuno una prospettiva e una identità sociale.

Invece in questo vostro decretone vengono sminuite le politiche attive di ricollocamento nel mercato del lavoro per chi oggi non ne ha e, ogni volta che vi sono mancate le risorse, i tagli sono arrivati proprio su quelle vitali misure di riorganizzazione dei centri dell'impiego e anche sulle assunzioni dei famosi navigator, che sono state, infatti, dimezzate. La fiducia che viene tradita oggi è quella dei tanti pensionati oltre i 67 anni. Vi siete dimenticati di queste colonne delle famiglie italiane, i veri ammortizzatori sociali del nostro Paese; e, difatti, la spesa per la cosiddetta pensione di cittadinanza è solo il 5 per cento della spesa complessiva per tutte le misure del vostro decretone. Ma la fiducia che viene più tradita - lasciatemelo dire - da un Governo che ha istituito un Ministero per i disabili, che non c'è mai stato, parola del vostro leader Salvini, è proprio quella dei cittadini più fragili e delle loro famiglie.

Nel calcolo del reddito complessivo familiare per accedere al celeberrimo reddito di cittadinanza si nasconde una vera e propria trappola per le famiglie in cui è presente una persona con disabilità; lo hanno detto molto bene le mie colleghe già prima di me: l'escamotage tecnico per nascondere questa mancanza di attenzione verso chi più ne ha bisogno risiede nella scala di equivalenza, utilizzata per calcolare il reddito di cittadinanza e il limite di reddito per accedervi. Come sempre, però, cari colleghi, caro Governo, sono i dettagli che fanno la differenza, e troviamo anche le prestazioni assistenziali tra i redditi che portano a superare la soglia ed escludere le famiglie da questo beneficio, invece di aumentare le pensioni di invalidità, come da voi promesso più volte. Cari colleghi, caro Governo, la fiducia è una cosa seria e, anche se voi la utilizzate troppo spesso in quest'Aula, vorrei ricordarvi, con le parole di Sartre, che la fiducia si guadagna goccia a goccia, ma si può perdere anche a litri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dall'Osso. Ne ha facoltà.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscrivere questo ordine del giorno e chiedere al Governo di ripensarci, adottando la solita formula che ha utilizzato per tutti. È stato già fatto? Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/125 Prestipino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/126 Morani, su cui c'è un invito al ritiro. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Solo per annunciare il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia a questo ordine del giorno, perché ci pare particolarmente emblematico che all'interno dell'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro rimangano centinaia di lavoratori precari, ci sembra veramente un'assurdità; e, siccome questo ordine del giorno impegna il Governo alla stabilizzazione del rapporto di lavoro dei suddetti, pensiamo che anche le competenze che possono avere maturato in questo tempo di lavoro all'Anpal siano da sfruttare. Siccome l'impegno al Governo è un impegno tutto sommato generico a reperire le risorse economiche necessarie, noi siamo favorevoli a questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/126 Morani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/127 Pezzopane, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione: andiamo avanti. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/128 De Maria, accolto come raccomandazione: andiamo avanti. Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/129 Anzaldi c'è un invito al ritiro: lo votiamo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/129 Anzaldi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/130 Bonomo, accolto come raccomandazione: andiamo avanti. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/131 Buratti, accolto con riformulazione: andiamo avanti. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/132 Paita, su cui c'è un invito al ritiro. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, solo per chiarire che noi non ritireremo l'ordine del giorno e chiediamo che venga votato. Nei giorni scorsi le organizzazioni sindacali della provincia di La Spezia hanno lanciato un allarme per quanto riguarda la tenuta occupazionale dell'Arsenale militare di La Spezia; attualmente ci lavorano 639 addetti, con una dotazione teorica dell'organico di 735 unità. Per il combinato disposto del blocco delle assunzioni sommato agli effetti della quota 100, verranno meno 170 unità lavorative, che, naturalmente, metteranno in crisi la struttura dell'Arsenale militare di La Spezia. Peraltro bisogna anche sottolineare che finora il Governo ha disatteso tutti gli impegni di rilancio della nostra struttura, che, peraltro, come è altrettanto noto, è un polo strategico della difesa italiana.

Quindi, quello che noi chiediamo all'interno di questo ordine del giorno è, da un lato, di favorire il reintegro di queste assunzioni, facendo in modo che non ci siano pericoli in termini di sicurezza e di operatività per l'Arsenale di La Spezia, e l'altra sottolineatura va in riferimento agli investimenti che erano stati promessi in questa realtà e che finora sono stati disattesi. Pertanto, chiediamo che venga votato e faccio anche un appello, siccome stiamo parlando di una questione importantissima che riguarda il Paese, ad un ripensamento e a una votazione positiva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

MANUELA GAGLIARDI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANUELA GAGLIARDI (FI). Presidente, solo per chiedere l'autorizzazione a sottoscrivere l'ordine del giorno dell'onorevole Paita.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/132 Paita, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/133 Paolo Russo, che è identico al n. 9/1637-AR/42 sul quale c'era un invito al ritiro. Ricordo che gli ordini del giorno n. 9/1637-AR/134 Cortelazzo e n. 9/1637-AR/135 Pentangelo sono inammissibili. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/136 Polverini: è stato formulato un invito al ritiro. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Polverini. Ne ha facoltà.

RENATA POLVERINI (FI). No, Presidente, non posso assolutamente accettare l'invito al ritiro anche perché questa è una questione che ci trasciniamo da troppo tempo. In ogni provvedimento utile, cerchiamo di richiamare l'attenzione del Governo - lo abbiamo fatto anche nell'ultima manovra di bilancio - sui precari di ANPAL…

PRESIDENTE. Deputata Polverini, le ho dato la parola, però aveva già finito il tempo e anche ha fatto due interventi.

RENATA POLVERINI (FI). Come è possibile? Comunque va bene: non lo ritiro e insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/136 Polverini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/137 Zangrillo, sul quale è stato formulato un invito al ritiro. Deputato Zangrillo?

PAOLO ZANGRILLO (FI). Grazie, Presidente. Io mi rivolgo al sottosegretario Cominardi: ma, sottosegretario, mi aiuti a comprendere la ragione dell'invito al ritiro di questo ordine del giorno. Qui semplicemente sto chiedendo di rendere obbligatoria la possibilità, da parte delle aziende che si connettono con i centri per l'impiego, di inviare lavoratori presso le aziende stesse per svolgere degli stage formativi. Dunque, questo è un provvedimento che non prevede alcuna copertura. Noi sappiamo che i centri per l'impiego, in Italia, oggi intermediano più o meno il 3 per cento delle persone che trovano un lavoro. Ora, lo stage formativo è uno strumento, per chi conosce le aziende, per chi ha avuto l'avventura di frequentare un'azienda, che serve, da un lato, all'azienda per conoscere il lavoratore, dall'altro, al lavoratore per incominciare a lavorare, farsi conoscere, farsi apprezzare e, quindi, lavorare per creare un'opportunità di lavoro stabile. Ora, sottosegretario Cominardi, veramente mi spieghi semplicemente per quale motivo non potete accettare questo ordine del giorno: non ci sono coperture da prevedere; c'è la possibilità di aiutare i centri per l'impiego, che sono sfasciati, ad avere un rapporto più efficace con le aziende. Ora, io veramente non riesco a comprendere il perché di un invito al ritiro.

CARLO FATUZZO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. No, deputato Fatuzzo, non può, perché ha già parlato, ha finito.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Vorrei aggiungere la mia firma all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/137 Zangrillo, perché ritengo che sia veramente efficace e vada nella giusta direzione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/137 Zangrillo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Passiamo ora all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/138 Novelli, accolto come raccomandazione se riformulato. Prego, onorevole Novelli.

ROBERTO NOVELLI (FI). Va bene la riformulazione.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo, dunque, all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/139 Rosso, sul quale è stato formulato un invito al ritiro. Deputato Rosso?

ROBERTO ROSSO (FI). Grazie, Presidente. Mi rivolgo al sottosegretario perché non capisco l'invito al ritiro. È una proposta realizzabile. Non mira a sminuire il provvedimento, cerco di spiegarmi meglio. Noi abbiamo capito, in questi giorni di dibattito, che ci sono dei problemi nei centri per l'impiego: sono pochi, 550 in Italia; solo il 3 per cento di chi si rivolge al CPI trova lavoro e, quindi, è prevedibile che le misure di rafforzamento che sono previste da questo provvedimento necessiteranno di molto tempo per avere effetto. E, quindi, è anche prevedibile che i beneficiari del reddito di cittadinanza non riceveranno tutte e tre le offerte di lavoro che sono previste. Se aggiungiamo a tutto questo la difficoltà di chi non ha esperienza o ha maturato esperienza di lavoro in ambiti o settori che sono in crisi e, quindi, abbiamo imprese che non sono in grado di offrire nuovo lavoro, ecco il motivo per il quale andiamo a fare una proposta concreta e facile. Per aumentare, cioè, la probabilità di far trovare il lavoro ai percettori del reddito, proponiamo percorsi di riqualificazione professionale tramite la formazione che consentirebbe di trovare occupazione alle persone anche in settori diversi da quello in cui hanno esperienza. Allora, chiedo al sottosegretario, cosa c'è da ritirare in tutto questo? È una proposta concreta che migliora il provvedimento: anche perché, se non lo facciamo, andremo a creare non dei nuovi lavoratori, ma andremo a creare delle persone che stanno in ozio. Siccome la nostra Costituzione prevede che la Repubblica sia fondata sul lavoro e non sull'ozio, mi aspetto dal sottosegretario che cambi opinione su questo ordine del giorno.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Presidente, per chiedere di sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/1637-AR/139 Rosso, non solo a titolo personale, ma anche a nome del gruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/139 Rosso.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/140 Siracusano sul quale è stato formulato un invito al ritiro. Deputata Siracusano?

MATILDE SIRACUSANO (FI). Grazie, Presidente. Sottosegretario Cominardi, il reddito di cittadinanza è concepito come misura di contrasto alla povertà. Ebbene, con l'ordine del giorno in esame ho voluto dare un suggerimento al Governo, segnalando una condizione di povertà estrema che insiste nella città di Messina. Sottosegretario, nella città di Messina vi è una baraccopoli molto estesa, nella quale vivono 7 mila cittadini italiani, 7 mila cittadini messinesi, dove vi sono alloggi fatiscenti con, ad esempio, tetti in Eternit, dove i bambini giocano in mezzo a fogne a cielo aperto. Quindi, se non è povertà estrema questa, qual è? Con questo ordine del giorno ho chiesto di prevedere che una parte delle risorse stanziate per il reddito di cittadinanza siano destinate a queste situazioni, con formule come, ad esempio, l'affitto di alloggi degni di tali nome. Comprendo che le risorse rintracciate per il reddito di cittadinanza siano nettamente inferiori a quelle che erano state preventivate e promesse. Però, sottosegretario, vi sono delle priorità e vi è un criterio di giustizia che dovrebbe orientare il Governo a fare delle scelte. Quindi, le chiedo di attenzionare tale situazione di emergenza abitativa della città di Messina, rivedendo il parere su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo intanto per dire alla collega Siracusano se permette che sottoscriva questo ordine del giorno; e per ribadire, come messinese, le gravi condizioni in cui vivono da anni e sono stati sempre e continuano a essere sempre dimenticati i cittadini messinesi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Prendo atto che anche la deputata Varchi sottoscrive l'ordine del giorno n. 9/1637-AR/140 Siracusano.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/140 Siracusano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/141 Fatuzzo, su cui c'è un invito al ritiro. Deputato Fatuzzo?

CARLO FATUZZO (FI). Presidente non so se posso parlare, perché prima mi ha detto che non posso parlare. Come faccio a rispondere?

PRESIDENTE. Infatti, anche ora. Lo vuole far votare? Mi deve solo dire «sì» o «no». Lo vuole far votare?

CARLO FATUZZO (FI). Assolutamente sì.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/141 Fatuzzo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/142 Fitzgerald Nissoli: c'è un invito al ritiro.

Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/142 Fitzgerald Nissoli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Sull'ordine del giorno 143 Musella c'è un invito al ritiro.

Prego, deputato Musella.

GRAZIANO MUSELLA (FI). Grazie Presidente, questo ordine del giorno è molto simile all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/85 del collega Trancassini, quindi immagino farà la stessa fine, però credo che valga la pena ribadire il fatto che avete trascurato, nel vostro provvedimento, l'importanza degli enti locali, che sono l'avanguardia dello Stato nei nostri territori.

Come dicevo prima, si spendono 50 miliardi e voi ne avete aggiunti 7, confondendo però il sostegno alla ricerca del lavoro con il sostegno alla povertà, sprecandone un'enormità in navigator precari, piattaforme digitali complicate e costose, e procedure burocratiche ancora più difficili, soprattutto per la comprensione per i nostri poveri e per tutti coloro che cercano un impiego stabile. I comuni conoscono le realtà locali, sono una garanzia anche contro le furbizie, che si possono scatenare con il vostro provvedimento; i comuni erogano, da anni, i contributi nel sociale; misure, come la social card, già iniziate dal Governo di centrodestra (presidenza Berlusconi), sono ancora esistenti in diversi comuni italiani.

Con il vostro provvedimento, oggi, i comuni devono comunicare all'INPS dati che sono in loro possesso e potrebbero da subito essere utilizzati per l'erogazione, come è sempre accaduto d'altro canto, per qualsivoglia contributo locale; anziché buttar via denari in cose difficili, si affrontino, facilmente, le esigenze immediate dei nostri cittadini, semplificando e non complicando procedure e istruttorie.

Comunque, in questo ordine del giorno si impegna il Governo proprio a destinare risorse ai comuni ai fini di controlli, di verifiche e dei progetti dei lavori socialmente utili, soprattutto per la loro copertura assicurativa. I progetti socialmente utili sono già esistenti da tempo, non sono entrati in funzione nelle amministrazioni comunali semplicemente perché mancavano di copertura assicurativa e, quindi, mancavano di risorse, di cui oggi i comuni in Italia hanno estrema necessità; quindi, vi invito a individuare la possibilità di rimettere in discussione questo ordine del giorno, grazie.

PRESIDENTE. Deputato Sorte, c'è una luce puntata, grazie…

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/143 Musella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1637-AR/145 Occhiuto, sul quale vi è un invito al ritiro.

Deputato Occhiuto?

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Sì, Presidente, assai brevemente perché vorrei segnalare all'Aula il contenuto di quest'ordine del giorno, dichiarando che chiederemo che venga posto, chiaramente, in votazione.

Questo ordine del giorno interviene su una parte del decreto che riguarda l'incremento delle risorse per la cassa integrazione. Per carità, un intervento meritorio, che condividiamo, che abbiamo chiaramente detto di condividere; ci siamo resi conto però, in sede di discussione in Commissione bilancio, che questo incremento avviene attraverso il reperimento delle risorse dal Fondo sociale per occupazione e formazione, che è un fondo istituito con un decreto del 2008, e si prevedeva di utilizzare queste risorse, evidentemente rinvenienti dalle risorse comunitarie del Fondo sociale europeo o dal vecchio FAS, stabilendo un vincolo di destinazione. Si diceva, cioè, che l'85 per cento di queste risorse dovesse essere destinato al Sud, il 15 per cento al Centro-Nord. Bene, è sempre stato così; questa volta, mentre si prelevano risorse da questo fondo, si dimentica il vincolo di destinazione. Noi avevamo chiesto, con un emendamento, che questo vincolo fosse rispettato anche questa volta.

L'abbiamo riproposta, questa necessità, con l'ordine del giorno, il Governo ci dice di no: ecco, sono intervenuto per segnalarlo all'Aula, ma per segnalarlo soprattutto al MoVimento 5 Stelle, che tanti voti ha avuto nel Mezzogiorno e che però, anche nella discussione sugli ordini del giorno, spesso se ne dimentica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/145 Occhiuto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Passiamo all'ordine del giorno Mandelli n. 9/1637-AR/146, accolto come raccomandazione. Va bene.

Ordine del giorno Bignami n. 9/1637-AR/147, accolto come raccomandazione. Va bene.

Ordine del giorno Sarro n. 9/1637-AR/148, accolto come raccomandazione purché riformulato. Va bene.

Ordine del giorno D'Ettore n. 9/1637-AR/149, parere favorevole con riformulazione. Va bene.

Ordine del giorno Brambilla n. 9/1637-AR/150, parere favorevole con riformulazione.

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Versace n. 9/1637-AR/151, su cui è stato espresso parere favorevole, purché riformulato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Versace. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA VERSACE (FI). Presidente, chiedo l'attenzione del sottosegretario e dei colleghi per illustrare meglio questo ordine del giorno, che è chiaro, semplice e soprattutto vuole tutelare un principio basilare previsto anche dalla nostra Costituzione.

PRESIDENTE. Deputata Versace, dovrebbe dirmi se accoglie la riformulazione o meno.

GIUSEPPINA VERSACE (FI). No, Presidente, non accolgo la riformulazione ed anticipo già l'intenzione di porlo in votazione. Però, mi permetta di illustrare il contenuto di questo ordine del giorno. Ho anch'io ho finito il tempo come Fatuzzo?

PRESIDENTE. No. Prego, prego.

GIUSEPPINA VERSACE (FI). Sarò velocissima, perché è una cosa molto importante, secondo me. Il comma 3 dell'articolo 2 di questo testo specifica che non hanno diritto al reddito di cittadinanza coloro che si trovano in stato di disoccupazione per dimissioni volontarie. Il principio può anche essere condiviso, ma invito tutti a prestare un po' più di attenzione perché ci possono essere delle eccezioni. Il mio ordine del giorno chiarisce che questa regola non dev'essere applicata a coloro che si sono dovuti licenziare volontariamente per necessità assistenziali dovute ad una condizione, spesso improvvisa, di non autosufficienza che li tocchi in prima persona o che tocchi un loro familiare convivente.

Immaginiamo che un lavoratore, per via di una malattia o di un incidente, si trovi in una condizione di non autosufficienza o di disabilità grave, che gli impedisca di continuare a svolgere il proprio lavoro e si debba licenziare; oppure, costretto a licenziarsi per prestare assistenza e dare più dignità al proprio familiare convivente in situazioni di non autosufficienza o di disabilità grave, per andare a colmare quel vuoto che spesso lo Stato crea. Li chiamano i care giver, gli invisibili, quelli che rinunciano a tutto, alla propria dignità, al proprio lavoro, ma anche Dio solo sa a cos'altro, proprio per colmare quel vuoto creato dallo Stato; e lo Stato cosa fa? Li premia - passatemi il termine - escludendoli dal diritto di ottenere il reddito di cittadinanza.

Io mi chiedo come, come avete potuto non considerare, nell'elaborazione di questo testo, una di queste due possibilità. Il reddito di cittadinanza (di cui probabilmente molti hanno dimenticato, ed allora gliela ricordo io, la definizione, che sono andata a prendere proprio sul sito ufficiale) è una misura di politica attiva del lavoro, di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all'esclusione sociale: quindi “povertà”, “disuguaglianza” ed “esclusione sociale” sono proprio le parole chiave di questo provvedimento. Ma come la vogliamo contrastare la disuguaglianza? Applicando gli stessi criteri di selezione a chi vive in condizioni differenti, e peraltro spesso anche più svantaggiate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

La disabilità - mi permetto di ricordarlo - è spesso motivo di impoverimento: non si possono applicare le stesse misure e gli stessi criteri a chi vive in condizioni differenti; e questo è un principio basilare citato anche dalla nostra Costituzione, si chiama principio di uguaglianza sostanziale, articolo 3, comma 1, per chi volesse andare a rileggerselo.

Io, Presidente, concludo per ricordare la Convenzione ONU. La Convenzione ONU del 2006 sui diritti delle persone con disabilità è stata ratificata nel 2009 dall'Italia, ha compiuto dieci anni e a mio avviso dev'essere un faro per tutti noi legislatori, dev'essere un punto di riferimento importante per qualsiasi provvedimento che venga redatto: non si può non tenerla in considerazione. Quindi io invito ad andare a rileggere anche questa. A volte - per usare una metafora artistica, Presidente, me lo conceda - mi sembra come se il Governo fosse composto da attori di teatro. Allora si preparano per andare in scena, si apre il sipario, vanno sul palco, recitano un copione, vantano attenzione alle persone disabili, ai più fragili, applausi, applausi, like, poi il sipario si chiude; escono di scena e tornano ad essere distratti, senza considerare davvero quelli che sono i diritti delle persone più svantaggiate.

Questo è l'ordine del giorno: semplice, facile (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico), pienamente condiviso in Commissione, sottoscritto ed appoggiato da tanti colleghi di tutti i gruppi di opposizione. Vi invito ad una riflessione maggiore, vi invito a non chiudere definitivamente il sipario. Pensateci, rivedete il parere su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Congratulazioni).

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Solo per annunciare la sottoscrizione da parte di tutto il Partito Democratico.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Presidente, solo per chiarirle che non vorrei che magari fosse sfuggito qualche cosa. Io ho chiesto appunto di cambiare tutti i pareri da “accolto come raccomandazione” a parere favorevole con la riformulazione; difatti sono stati accolti anche delle opposizioni tutta una serie di ordini del giorno di questo tenore. Vale lo stesso discorso per questo ordine del giorno. Io confermo quindi che il parere è favorevole, ma mi pare fosse già così, favorevole con la riformulazione, com'è valso per tutto il resto dei colleghi che hanno presentato ordini del giorno analoghi, con la riformulazione “a valutare l'opportunità di” e “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Questo dico (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Soltanto per chiedere di poterlo sottoscrivere.

PRESIDENTE. Deputata Versace, accetta o meno la riformulazione?

GIUSEPPINA VERSACE (FI). A questo punto, ringrazio e accolgo la riformulazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Sta bene. Io qui dall'inizio avevo segnato “favorevole con riformulazione”.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Sottoscrivo a nome del MoVimento 5 Stelle l'ordine del giorno come riformulato e accolto dalla collega.

PRESIDENTE. Sta bene.

Passiamo, quindi, all'ordine del giorno Palmieri n. 9/1637-AR/152, accolto come raccomandazione purché riformulato. Perfetto.

Ordine del giorno Mugnai n. 9/1637-AR/153, parere favorevole con riformulazione. Va bene.

Ordine del giorno Dall'Osso n. 9/1637-AR/154, parere favorevole con riformulazione. Prego, deputato Dall'Osso.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Presidente, si immagini questa situazione: se lei avesse un'impresa, fosse l'AD, l'amministratore delegato di un'impresa, lei potrebbe scegliere se assumere una persona disabile…

PRESIDENTE. Dall'Osso, lei vuole…

MATTEO DALL'OSSO (FI). Le sto spiegando. Mi lasci un secondo, un minuto!

PRESIDENTE. No, ascolti prima me: lei accetta la riformulazione e, quindi, vuole poi porlo in votazione o meno?

MATTEO DALL'OSSO (FI). Sì, io la accetto, ma vorrei spiegare anche…

PRESIDENTE. No.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Come no? Ma come no?

PRESIDENTE. Perché lei può intervenire solo per dichiarazione di voto. Se si vota, allora può dichiarare il suo voto; se non si vota, la interrompo qui.

MATTEO DALL'OSSO (FI). Accetto.

PRESIDENTE. Perfetto. L'ordine del giorno n. 9/1637-AR/155 Gelmini è accolto come raccomandazione con riformulazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/156 Labriola: parere favorevole con riformulazione. L'ordine del giorno n. 9/1637-AR/157 Pedrazzini è accolto come raccomandazione: va bene. L'ordine del giorno n. 9/1637-AR/158 Bagnasco è accolto come raccomandazione con riformulazione: va bene. L'ordine del giorno n. 9/1637-AR/159 Rossello è accolto come raccomandazione: perfetto. Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/160 Gagliardi vi è parere favorevole con riformulazione: va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/161 Ruffino c'è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (FI). Quest'ordine del giorno stabilisce le cause di revoca e decadenza, parla di ottenimento indebito del reddito di cittadinanza e di monitoraggio delle disposizioni. Ricordo a quest'Aula brevemente, ma anche in modo accorato, quanto si siano dimenticati tutta una serie di passaggi che avrebbero reso l'eventuale applicazione del reddito di cittadinanza molto più semplice. Ricordo al Governo quanto si sia dimenticato quanto possiedono oggi i nostri comuni, i servizi sociali, in materia di banca dati, quanto si sia scambiato il ruolo dell'assistente sociale con il navigator, quanto si troveranno sprovvisti di un importante sostegno quei percettori possibili di reddito di cittadinanza che non avranno la possibilità di essere sostenuti nei loro percorsi da parte di figure preposte. Abbiamo i navigator che si dovranno preparare, che dovranno cercare di capire quali saranno i bisogni dei possibili percettori in maggiore difficoltà. In sintesi, stiamo sprecando delle risorse preziose, stiamo in qualche modo, col reddito di cittadinanza, decretando la fine di un'esperienza importante, come quella del servizio sociale, e stiamo defraudato le nostre comunità di importanti servizi. C'è una grande confusione tra Rei, reddito di cittadinanza, quello che offre il servizio sociale e quello che offrirà - chissà quando - il navigator. Questo è uno dei motivi che ci rende veramente scettici su queste scelte e che riteniamo metterà ancora in maggior difficoltà chi è in difficoltà e chi sarà in difficoltà anche perché non riuscirà a raggiungere l'eventuale posto di lavoro con l'auto che magari non possiede (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/161 Ruffino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

L'ordine del giorno n. 9/1637-AR/162 Mazzetti è accolto come raccomandazione: va bene. L'ordine del giorno n. 9/1637-AR/163 Casino è accolto come raccomandazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/164 Pella: va bene anche questo. Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/165 Nevi vi è parere favorevole con riformulazione: va bene. L'ordine del giorno n. 9/1637-AR/166 Ripani è accolto come raccomandazione: va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/167 Maria Tripodi c'è un invito al ritiro: prendo atto che si insiste per la votazione. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/167 Maria Tripodi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

L'ordine del giorno n. 9/1637-AR/168 Giacometto è accolto come raccomandazione con riformulazione: va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/169 Cannatelli c'è un invito al ritiro: prendo atto che si insiste per la votazione. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/169 Cannatelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/170 Bond.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CLAUDIO COMINARDI, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Presidente, semplicemente per cambiare il parere in favorevole se così riformulato negli impegni: “al fine di tutelare la salute e i soggetti deboli a dare impulso alla verifica dei requisiti industriali necessari per la piena attuazione della verifica dell'identità del giocatore tramite introduzione della tessera sanitaria elettronica oppure di tessera elettronica che permetta l'inequivocabile identificazione del giocatore”.

PRESIDENTE. Quindi sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/170 Bond vi è parere favorevole con riformulazione: l'accetta, deputato Bond? Perfetto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Presidente, io vorrei che in quest'Aula fosse chiara una cosa, perché con il reddito di cittadinanza, all'articolo 27, noi facciamo una bella operazione: di fatto andiamo a fare una nuova revisione per quel che riguarda il sistema dei giochi. Ricordo a tutti che la legge…

PRESIDENTE. Deputata Carnevali, mi scusi. Bond lei ha accettato, quindi non vuole che l'emendamento sia posto in votazione, giusto? Perfetto, allora non posso consentire dichiarazioni di voto, perché l'emendamento non sarà votato. Andiamo avanti.

Sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/171 Zanella c'è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Zanella. Ne ha facoltà.

FEDERICA ZANELLA (FI). Presidente, ovviamente mi sorprende e un po' mi inquieta l'invito al ritiro, perché qui si tratta di un bene prezioso per i cittadini, ovvero la loro privacy. Si tratta del trattamento dei dati di milioni di richiedenti il reddito di cittadinanza e di quelle centinaia di migliaia a cui riuscirete a darlo, che sono persone che verranno profilate in modo molto invasivo, quindi mi sorprende il fatto che non accettiate la richiesta di istituire un osservatorio apposito per vigilare, di concerto con il Garante della privacy, sull'impiego dei dati, in particolar modo quelli riguardanti i consumi effettuati con la carta del reddito di cittadinanza.

Sarebbe in primis un'importante garanzia per i cittadini, e per voi è un'importante dimostrazione di non essere una diretta emanazione della Casaleggio Associati, che ovviamente, sull'utilizzo dei dati impropri, potrebbe guadagnarci buoni denari.

Quindi, vi pregherei di rivedere il parere e di accettare questo ordine del giorno, perché è a tutela dei cittadini e della loro privacy, che è un bene ineludibile e preziosissimo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

CARLO FATUZZO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Può intervenire solo se lo vuole sottoscrivere.

CARLO FATUZZO (FI). Presidente, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/1637-AR/171 Zanella.

PRESIDENTE. Perfetto. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/171 Zanella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Ordine del giorno n. 9/1637-AR/172 Scoma, accolto come raccomandazione, con riformulazione; perfetto, va bene. L'ordine del giorno n. 9/1637-AR/173 Villani è stato ritirato. Ordine del giorno n. 9/1637-AR/174 Boccia, accolto come raccomandazione. Insiste per la votazione. Bene, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1637-AR/174 Boccia, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1637-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Magi. Ne ha facoltà.

Colleghi, vi chiedo un po' di silenzio, anche mentre uscite dall'Aula, per favore, che adesso sono iniziate le dichiarazioni di voto e deve parlare il vostro collega Magi.

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, ci troviamo di fronte, per l'ennesima volta, a un'occasione persa, a un'occasione sprecata, perché il Governo e la maggioranza hanno fatto prevalere la demagogia e una prospettiva elettoralistica, anziché la possibilità di un lavoro comune e condiviso con quella parte dell'opposizione, come la nostra, che era ed è favorevole a realizzare uno strumento più efficace di contrasto alla povertà assoluta, di eliminazione della povertà assoluta nel nostro Paese e di contenimento della povertà relativa. Sarebbe servito un programma di riforma e di rafforzamento dei servizi per il lavoro e di quelli sociali dei comuni, che sono, purtroppo, sottodimensionati, e sarebbe servito rimodulare le prestazioni di welfare esistenti che sono troppo spesso erogate in maniera non parametrata all'ISEE, alla condizione reale delle famiglie. Inoltre, prendere più tempo avrebbe consentito di recepire e di consolidare i buoni risultati del ReI.

Avete, invece, preferito uno sguardo miope, reso miope dall'ottica elettoralistica in vista della scadenza elettorale. Ne è uscito un provvedimento frettoloso e difettoso e, purtroppo, non sarete gli unici a pagarne le conseguenze, perché si produrrà un'ulteriore sfiducia da parte dei cittadini nelle istituzioni.

Purtroppo, questo provvedimento del reddito di cittadinanza non funzionerà, non funzionerà per eliminare la povertà assoluta nel nostro Paese e la furbizia, che avete adottato in extremis, di avere limitato al minimo la quantità di persone che saranno prese in carico dai centri per l'impiego, servirà solo a camuffare gli effetti del provvedimento. Farete ricadere in buona parte le responsabilità dell'inefficacia del reddito di cittadinanza sui comuni che sono già in difficoltà per la riduzione e per la mancanza di risorse. In questo modo volete mascherare il fallimento dei centri per l'impiego, di cui maschererete, appunto, il fallimento fino a maggio, poi, emergeranno, dopo le elezioni, tutti i problemi strutturali di questa misura. Emergerà quello che hanno detto in maniera chiara l'Ufficio parlamentare per il bilancio e l'ISTAT, questa non è una misura universale contro la povertà, è una misura, anzi, che presenta dei profili discriminatori molto forti all'interno del territorio nazionale, perché avete voluto adottare unicamente un parametro monetario per tutto il Paese, mentre per la povertà, evidentemente, in un Paese complesso da un punto di vista economico, produttivo e sociale come il nostro, non può essere adottato un parametro a livello nazionale, e presenta profili discriminatori, profili che direi in tutto e per tutto incostituzionali, nei confronti dei cittadini stranieri. Su questo in I Commissione abbiamo posto l'attenzione del relatore rispetto, ad esempio, ai cittadini che sono beneficiari di una protezione, di una protezione sussidiaria o di un vero e proprio asilo. Ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta.

Sul fronte dell'incremento delle risorse umane nei centri per l'impiego e, quindi, delle misure di inserimento lavorativo, avete voluto giocare, creando una misura doppia, in parte di contrasto alla povertà e in parte di politica attiva del lavoro. Sul fronte delle politiche attive del lavoro, evidentemente, le risorse in più che inserite, i 13 mila operatori in più, serviranno a portare a 21 mila gli operatori dei centri per l'impiego e saranno comunque insufficienti, ma, soprattutto, evidentemente, non potrà avvenire questa aggiunta di nuova forza lavoro in quest'anno e, soprattutto, questi operatori andranno formati. Allora, perché non aspettare? Perché non programmare un'attuazione scaglionata nel tempo? Ma anche questa è una domanda retorica, per i motivi di prospettiva elettorale di cui sopra.

Un punto cruciale è che ogni riforma sui servizi per l'impiego che voglia avere l'ambizione di produrre qualche effetto positivo non può che scontrarsi con la questione delle competenze concorrenti tra Stato e regioni e questo accadrà anche con il reddito di cittadinanza. La ricaduta occupazionale, come lo stesso Ufficio parlamentare di bilancio ha previsto, in maniera impietosa, nei vostri confronti, sarà modesta, sarà dello 0,1 o dello 0,2 per cento, tutt'altro rispetto alle promesse che avete fatto, e lo stesso avverrà per l'aumento del PIL.

Noi siamo, quindi, contrari a questa misura del reddito di cittadinanza, ma non ci rassegniamo, invece, a una riforma complessiva del welfare, che vada a costruire strumenti sostenibili, andando, appunto, ad autofinanziarsi, trovando le risorse in quelle indennità che oggi esistono e che sono date in maniera iniqua, ingiusta e in modo non parametrato, come dicevo, al reddito. È per questo che esiste una proposta di legge che abbiamo depositato che va proprio in questa direzione.

Infine, su quota 100, sottolineo che è una controriforma temporanea delle pensioni, con effetti contrari a quelli che sono annunciati. Nei fatti si bloccheranno e si bloccano le assunzioni di giovani per pagare le pensioni a chi andrà in pensione anticipatamente.

Questo avverrà spostando in avanti e spostando sulle spalle dei più giovani inoccupati i costi di questa operazione. Da un Governo i cui i Ministri passano la maggior parte del loro tempo nelle piazze a fare campagna elettorale, anziché nei propri uffici dei Ministeri a elaborare e a studiare i provvedimenti, magari consultandosi con le parti sociali e con chi ha studiato a fondo questi problemi, probabilmente non potevamo aspettarci di meglio. Il nostro voto è un voto contrario. Buona campagna elettorale al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cecconi. Ne ha facoltà.

ANDREA CECCONI (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Inizio senza, ovviamente, nessun tipo di vena polemica e dispiace, francamente, di non poter vedere qui il Ministro Luigi Di Maio, perché non solo questo è un provvedimento importante per la politica del Governo e per questo Paese, ma è anche un provvedimento in cui so perfettamente che lui si è speso non solo in una battaglia politica e una campagna elettorale molto forte, ma un provvedimento a cui credeva fermamente. Pur non essendo il voto finale il voto che fa entrare in vigore la norma nel nostro Paese, avrei gradito la sua presenza perché so quanto lui si è impegnato e ha lavorato. Non per questo la presenza del sottosegretario Cominardi è da meno: conoscendo tutto il lavoro che ha fatto sul reddito di cittadinanza, so che ne è uno dei padri e uno che lo ha scritto insieme al Ministro.

Detto questo, noi ci troviamo davanti a un provvedimento che è epocale in questo Paese sia per quanto riguarda l'entrata in vigore del reddito di cittadinanza, ma anche per la misura rispetto alla quota 100. È un momento importante per questo Paese e credo che noi dovremmo essere oggi contenti di poter dare ai cittadini italiani due misure che renderanno la loro vita migliore, più sostenibile. Sono sempre molto polemico rispetto ai provvedimenti e cerco sempre di vedere all'interno dei testi le cose che non vanno, non tanto per farne una polemica o in opposizione, ma perché se tu riconosci le cose che non funzionano, provi con l'attività parlamentare a cercare di migliorarle. Ecco, guardando il provvedimento per come è uscito dopo l'analisi del Senato e quindi della Camera, credo che questo sia un ottimo provvedimento. Detto questo, il provvedimento non ha problemi? Certo che ha qualche problema; un provvedimento di così grande portata non può non avere problemi e credo che in futuro, con la dovizia di dati che avremo nei prossimi mesi e con l'analisi che questo Parlamento potrà fare nei prossimi mesi o con la legge di stabilità, molte di queste storture si sistemeranno.

Però mi dispiace sentire molti colleghi e molti esponenti di altri partiti politici dire che ci vuole ben altro, che la misura non è sufficiente e ci vuole ben altro, che i controlli non sono sufficienti e che ci vuole ben altro, che la riforma delle pensioni non è strutturale e che ci vuole ben altro. Questo “benaltrismo” cozza con quello che noi stiamo vivendo in questo Paese: non si poteva più aspettare, non si poteva più sopportare di avere 5 milioni di poveri o sulla soglia di povertà in questo Paese, non si poteva più tollerare di avere il 30 per cento di disoccupazione giovanile. E a queste persone, a questi milioni di persone, andava data una risposta. Credo che oggi questo Parlamento stia dando la risposta giusta.

In questo modo possiamo garantire e rassicurare il padre di famiglia che non verrà lasciato solo, possiamo permettere a un giovane di guardare con speranza al futuro e poter trovare un lavoro, un'occupazione nel privato ma anche nel pubblico, che come sappiamo si libererà di molti posti di lavoro, che nei prossimi mesi e nei prossimi anni andranno a rinforzare la nostra pubblica amministrazione con braccia forti e giovani che cercheranno e sicuramente riusciranno a migliorarne la prestazione.

Quindi, per concludere, non solo il voto è favorevole e il voto è fatto con il sorriso e con il cuore, però sono sicuro che da oggi e con l'approvazione finale del Parlamento anche i cittadini sapranno che avranno di fianco uno Stato che non li lascerà indietro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lorenzin. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, onorevoli colleghi, purtroppo, invece, per quanto mi riguarda e per quanto ci riguarda non posso commentare questo provvedimento con il sorriso sulle labbra. Lo faccio, invece, con grandissima preoccupazione e non con uno spirito strumentale per il fatto che faccio parte della minoranza, ma perché questo provvedimento scassa nel profondo l'impalcatura del welfare State che deve garantire e tenere insieme le prossime generazioni con quelle attuali.

In quest'Aula abbiamo sentito in questi giorni di tutto, ma possiamo dire che abbiamo sentito di tutto nel Paese negli ultimi mesi. Si è declamato, ancora ieri, che grazie a questo provvedimento viene abolita la povertà in Italia e viene cancellata la legge Fornero: sono due grandissime bugie e quando la maggioranza parte con spiegare una riforma strutturale con due grandissime bugie, declamandole in tutte le salse, vuol dire che c'è seriamente da preoccuparsi.

Partiamo dall'ultima delle due cose, la legge Fornero. Lo dirò in brevi passi: la legge Fornero è nata in quest'Aula, in un momento drammatico del Paese; la legge Fornero è nata perché stava saltando l'Italia e stava saltando il sistema previdenziale. Io sono stata una delle più critiche all'epoca, insieme all'onorevole Sacconi, che non votò questo provvedimento perché lo riteneva eccessivamente rigido; la pecca principale della Fornero era che era una legge rigida e non esistono riforme delle pensioni rigide. Nella storia delle riforme dei sistemi previdenziali si lavora su finestre, si lavora su diverse tipologie professionali, si lavora sulle categorie, si lavora sul genere, perché l'essere uomo o donna non è la stessa cosa in questo Paese e non è la stessa cosa per le lavoratrici donne, che oggi, nella media, stentano ad avere più di 25 anni di lavoro continuativo, lavorano più tardi, sono precarizzate, hanno tutto il peso della cura familiare ancora oggi.

E la risposta alle donne che lavorano e alle loro difficoltà non è certo la legge Pillon, non sono certo i provvedimenti assurdi di cui stiamo sentendo in questi giorni; poteva essere questo un luogo dove mettere queste risposte, ma non è stata neanche questa legge. Ebbene, perché la Fornero non è stata abolita? Innanzitutto, perché questa è una norma sperimentale che dura tre anni e sostituisce ad una rigidità un'altra rigidità, ancora più iniqua. Immaginatevi che cosa è la quota 100: 38 più il rimanente di anni, cioè 62. Questa è la massima somma della rigidità, cioè se tu compi gli anni non il 31 dicembre del 2018, ma il 1° gennaio del 2019, tu andrai in pensione cinque anni dopo: cinque anni dopo. Quindi, già abbiamo la prima iniquità.

La Fornero rimane con tutti i suoi paletti e si fa una norma soltanto per un gruppo di persone che per tre anni potranno andare in pensione: perché? Qual è lo scopo? Quando si tocca una riforma previdenziale per cosa si fa? Per fare una misura più equa e lo si fa per garantire la sostenibilità alle prossime generazioni, cioè per garantire a chi è oggi giovane di poter avere una pensione domani, considerando il fatto che forse la priorità che dovrebbe essere sul nostro banco è quella di immaginare che i giovani di oggi, che versano i contributi con il retributivo, con un sistema, quindi, dove pagano in base a quanto guadagnano, sono già oggi, se avessero la fortuna di fare lo stesso lavoro in continuità per tutta la vita o ad avere comunque una conseguenza dei loro lavori e dei loro versamenti, andranno in pensione, forse, a settant'anni e saranno più poveri dei loro genitori oggi.

Mi chiedo - lo dico ai parlamentari giovani, così tanti in questa legislatura, così tanti, sempre così impegnati a stare sui social network e a postare le fotografie mentre sciano, mangiano e fanno altro -, ma se ai vostri genitori gli aveste detto: papà, mamma, andrete in pensione fra due anni, non adesso, ma io avrò la possibilità di avere la pensione, secondo voi i vostri genitori che cosa vi avrebbero risposto? Ma così si fanno le leggi, pensando alla solidarietà tra generazioni, a quello che accadrà fra dieci, quindici, vent'anni, perché quanti sono i giovani oggi e quanti saranno giovani o saranno vecchi tra trent'anni già lo sappiamo: è la demografia che ce lo dice e la tenuta del sistema previdenziale italiano è uno dei problemi principali.

Non è bastato il fatto che avete cambiato il presidente dell'INPS e, adesso sì, che ce n'è uno politicizzato che viene qua a darci numeri senza nessuna base di evidenza scientifica. E tutto questo sempre per fare che cosa? Per arrivare alle elezioni europee. Noi siamo imbrigliati, prigionieri da dieci mesi sulle elezioni europee. Per fortuna che non c'è più tempo di fare nessun'altra riforma, perché sennò ci casca l'Italia in testa! Ma come faremo a recuperare questo tempo? Ma poi è una norma, quella di “quota 100”, abbiamo detto rigida ma iniqua: voi immaginatevi che non si fa niente per questi poveri - diciamo poveri - lavoratori dell'edilizia che si ritroveranno a 65 o a 67 anni sulle impalcature; sulle donne, su opzione donna, si è deciso di fare una proroga di un anno e non si è messo mano a una delle ingiustizie più grandi che hanno le donne durante la maternità. Delle falle complete. Abbiamo cercato di migliorare una legge che era immigliorabile nella sua impalcatura iniziale, ma è stato come parlare al vento, perché? Perché era nel contratto di Governo, perché è stato promesso durante le elezioni da gente che, quando parla della Fornero, non si è mai letta neanche un articolo di quella legge e non sa il lavoro che è stato fatto in tutti gli anni successivi per recuperare migliaia di esodati, per aprire le finestre, per cercare comunque di recuperare alla pensione persone che ne avrebbero avuto pienamente diritto per motivi sociali e per motivi legati al carattere usurante dei lavori che facevano. Per non parlare dell'Ape social. Per cui ci ritroviamo che i più fragili, coloro che veramente hanno bisogno di poter anticipare la parte pensionistica non lo potranno fare e chi usufruirà della finestra sono uomini che lavorano al Nord e lavoratori dipendenti - perché è questa la tipologia delle persone (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica e Partito Democratico) - e che hanno una pensione tale che si possono permettere di anticipare l'uscita dal lavoro e rinunciare anche a una parte dei propri soldi: un errore concettuale enorme, gigantesco. E adesso voi non saprete come fare a recuperare i medici che mancano, gli infermieri che mancano, gli insegnanti che mancano all'appello, perché avete fatto una norma complessa in modo semplice, farraginoso e superficiale. E guardate è più grave “quota 100” del reddito di cittadinanza perché, mentre il reddito di cittadinanza è stato impostato nel modo sbagliato e alla fine sarà un sussidio ma sono 10 miliardi una tantum, questa è una profonda modificazione del sistema previdenziale e ci vorrà tempo per rimettere mano, sperando che avremo soldi per recuperare questi 30 miliardi e pensare ai giovani che oggi rischiano di non avere la pensione, grazie a un provvedimento provvisorio che riguarda una piccola platea per prendere quattro voti in più straccioni - straccioni i voti, non le persone - fra qualche mese. È un modo di affrontare la politica irresponsabile, incosciente, durante una nuova recessione economica, durante un cambiamento globale. Ma come si fa? Ma possibile che non ci interessa niente di quanto accadrà a queste giovani generazioni tra qualche anno? Ma i quarantenni che si vedono scippare la loro pensione ma non ci pensano come vivranno quando ce ne avranno 70 o 75? Come si pagherà l'assistenza sanitaria? Cosa si fa sulla socio-assistenza? Dove si mettono le mani tra i tanti problemi che ci sono non solo tra i poveri ma tra i milioni di persone che non sono povere ma che vivono da poveri, perché non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese? E allora serviva lavorare sui salari, serviva lavorare sul lavoro, serviva lavorare sull'assistenza sociale, rafforzare il ReI e non fare un provvedimento che aiuterà purtroppo probabilmente - siamo contenti per loro - solo questi navigator, che troveranno anche loro finalmente un lavoro. Precari e disoccupati che aiutano altri precari e disoccupati: è solidarietà? Sì, ma non c'entra niente con la formazione al lavoro; non c'entra niente con le politiche attive; non c'entra niente con gli incentivi a mettere insieme un sistema che regga rispetto ai cambiamenti epocali che abbiamo di fronte. E se la vostra risposta è, poiché non ci sarà più lavoro, perché è cambiato il mondo del lavoro, è cambiata la tecnologia, allora diamo i sussidi a tutti, allora questo è un altro discorso ma guardiamoci davanti alla realtà: con cosa lo paghiamo?

PRESIDENTE. Concluda.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Chi lo paga il conto? Lo stiamo pagando tutti noi amaramente e rischieremo di pagarlo ancora più salato nei prossimi anni (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica e di deputati di Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Su questo provvedimento non esprimeremo un voto contrario, bensì di astensione, come già anticipato nell'intervento sulla fiducia, perché leggiamo come un segnale di interesse verso quanto davvero succede sui territori il fatto che sia stata rispettata la nostra competenza legislativa e amministrativa come province autonome. Ciò ci permetterà di salvaguardare il nostro modello di welfare nell'ambito delle politiche attive e di assistenza, modello collaudato, funzionante, di successo, operando così in continuità con misure che hanno la stessa finalità del reddito di cittadinanza. L'aver poi inserito la salvaguardia rafforzata della nostra autonomia con il riferimento alla modifica della Costituzione del 2001 andrà ad evitare eventuali conflitti di competenza e dunque contenziosi che a nulla gioverebbero ai nostri cittadini. Che cosa ci impedisce però di votare a favore del provvedimento? In Trentino-Alto Adige il sistema di accesso al mercato del lavoro ha due presupposti: formazione e rapporto con le imprese. Entrambi questi presupposti appaiono assenti o contraddittori nel provvedimento in esame. Questo ci lascia perplessi e temiamo entri in campo un eccesso di burocratizzazione nel Paese che non aiuti ad attuare le finalità del provvedimento. Inoltre manca un vero sostegno alle famiglie e al ruolo genitoriale, in particolare delle donne che lavorano. Non è stata accolta la nostra proposta emendativa che aveva come obiettivo di riconoscere alle madri un anno di contributi figurativi a figlio e nemmeno quella che proponeva un sostegno, anche previdenziale, alle madri che assistono un disabile. Ora questi sarebbero stati, anche se rielaborati in altre proposte da parte del Governo, aiuti concreti alla famiglia e alla figura della donna che, diciamolo, sta sostenendo molto le famiglie soprattutto nelle situazioni di fragilità che non sono a volte economiche ma sono sociali e che il provvedimento lascia drammaticamente scoperte. Quindi vorrei trasformare una preoccupazione in una raccomandazione personale al Governo che faccio anche a me stesso e a tutti noi. Ora la palla per l'applicazione del provvedimento passa alle regioni e agli enti locali: non dobbiamo far scendere la guardia e l'allerta sulle povertà, in particolare la povertà infantile, perché sappiamo benissimo che ciò che accade nei primi mille giorni di vita di un bambino incide sulle fasi successive della vita come adulto. Pertanto la raccomandazione è di cercare di trovare sostegni anche attraverso altri strumenti, anche attraverso un ripensamento, fondendo il settore sociale con quello sanitario, per ottimizzare e per finalizzare meglio gli aiuti alle fragilità sociali e ai nuclei familiari dove vivono bambini da zero ai cinque anni, i più piccoli dei nostri concittadini (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (MISTO-NCI-USEI). Grazie, signor Presidente. Confesso di provare un senso di disagio non per il fatto che si voti la fiducia un'ennesima volta - è normale, lo fanno tutti quando governano e quindi mi stupisce che qualcuno si stupisca ancora - ma intervengo sul fatto che, proprio mentre siamo qui a parlare di lavoro e di economia, in questo preciso momento fuori da qui il Primo Ministro cinese - ripeto capo del Partito Comunista di quel Paese - arriva qui con una delegazione di cinquecento persone e certamente non è venuto a fare una vacanza. È venuto a fare affari evidentemente, ad intraprendere relazioni commerciali e spero quantomeno a non esportare un modello di lavoro che in Cina sta producendo ricchezza ma che da noi diventerebbe letale per i diritti dei nostri cittadini. Questo un po' mi preoccupa e credo sia un tema che doveva rimanere presente nel nostro modo di pensare perché la potenza della Cina in questo momento mette a rischio, secondo me, il tessuto economico e sociale non solo del nostro Paese ma di tutta l'Europa.

Nello specifico del provvedimento vorrei provare a dare, oltre alle osservazioni puntuali che già ieri abbiamo fatto e che alcune riprenderò nel mio intervento, alcune considerazioni di carattere più ampio al senso del voto contrario che Noi con l'Italia-USEI andrà ad assumere sul provvedimento oggetto della nostra valutazione.

Penso, innanzitutto, che il lavoro abbia un valore intrinseco, direi quasi immanente, un diritto in sé come il diritto naturale; il lavoro non è solo un elemento che dà reddito ma è la manifestazione della volontà dell'individuo di mettere in proprio, mettere in capacità la sua natura umana di sviluppare elementi di opportunità, di positività.

Questo, ovviamente, è un valore filosofico che, credo, bisogna tener presente. Il lavoro è reddito, ma non è solo reddito. Il reddito è una parte importante del lavoro, è un complemento, non l'unico, anzi ve ne sono altri che fanno parte della natura umana come l'inventiva, la creatività, la voglia di essere partecipi del proprio futuro, che dobbiamo tenere in considerazione.

Aggiungo un'altra considerazione prima di entrare nel merito: il reddito di cittadinanza appare oggi, a mio avviso, paradossalmente in contraddizione rispetto all'articolo 1 della Costituzione che prevede il diritto del lavoro, il fatto che la Repubblica italiana sia fondata sul lavoro. Perché? Perché nel momento stesso in cui noi andiamo a istituzionalizzare il concetto che non riusciamo ad assicurare il diritto del lavoro e mettiamo il reddito di cittadinanza come misura assistenziale, statualizziamo il nostro modo di pensare che il lavoro non sarà per tutti un diritto. Questo, credo, realizzi uno iato sociale che dobbiamo in qualche modo superare.

Credo che questo sia assistenza sociale e non lavoro; legittima, ma non è quello che noi oggi dobbiamo inseguire.

Ricerche internazionali ci confermano che misure di sostegno al reddito non hanno successo se l'ammontare del sostegno è vicino a quanto si percepisce lavorando perché, evidentemente, la misura scoraggia il reinserimento delle persone disoccupate nel mercato del lavoro. L'INPS ha evidenziato che - stiamo attenti - il 45 per cento dei dipendenti privati nel Mezzogiorno ha redditi di lavoro inferiori a quelli garantiti dal reddito di cittadinanza. Cosa significa questo? Significa che non c'è nessun interesse a tentare di ottenere un posto di lavoro, anzi conviene rimanere con il reddito di cittadinanza e, magari, accompagnare questo reddito di cittadinanza, che è superiore allo stipendio medio di un dipendente privato, con qualche lavoretto in nero che certamente non mancherà.

Questo è un rischio che corriamo e credo sia disincentivante rispetto all'obiettivo che vorremmo tutti raggiungere.

C'è un'altra considerazione. L'ISTAT ci segnala oggi che la soglia di povertà per un single al Nord del Paese è di 810 euro, al Sud di 560, a fronte di 780 euro che andiamo ad erogare con il reddito di cittadinanza. È del tutto evidente che questo è disincentivante non solo al Sud, dove diventa assolutamente disincentivante, ma anche al Nord. Questo credo sia un problema che sfugge oggi, perché, così facendo, noi andiamo ad assicurare un reddito che per molti giovani è superiore a quello che ottengono lavorando; non dimentichiamoci, infatti, che la gran parte dei giovani che lavorano hanno redditi, tra l'altro precari, che oggi si avvicinano agli 800 euro quando va bene. Pertanto, se uno prende il reddito di cittadinanza non ha nessun interesse, in questo momento, a cercarsi un lavoro fisso.

Se poi ci spostiamo sul tema dell'assistenza che, ripeto, è un tema che va affrontato e, quindi, in qualche modo diventa un tema centrale anche della nostra attività, ci rendiamo conto che il problema dell'occupazione così non viene risolto proprio perché non si creano posti di lavoro.

Ieri, il collega Colucci diceva, giustamente, che la nostra proposta sarebbe stata quella di utilizzare le risorse destinate al reddito di cittadinanza per creare posti di lavoro; cioè dare sussidi, una dotazione finanziaria a coloro i quali assumono i giovani e non solo.

Per il reddito di cittadinanza è prevista una dotazione pari a 5,9 miliardi per quest'anno, 7,1 miliardi per il 2020 e 7,3 miliardi nel 2021. Se noi prendiamo queste risorse e immaginiamo di spalmarle all'interno del sistema delle imprese affinché l'imprenditore formi, assuma e stabilizzi la persona che si trova di fronte, credo che il risultato sarà più positivo rispetto a quello che otterremo garantendo un assegno, che si ferma lì.

C'è poi il tema dell'intermediazione che viene fatta dagli uffici per l'impiego. Qualcuno ha già detto stamattina che gli uffici per l'impiego sono oggi nel nostro Paese un vero problema. Noi abbiamo - dati INPS - 2,8 milioni di disoccupati; solo un quarto di questi 2,8 milioni di disoccupati si rivolgono ai servizi per l'impiego - potrebbe essere anche un numero soddisfacente - ma solo il 97 per cento di questo quarto di cittadini disoccupati raccolgono l'indicazione che viene data e portano a casa un'esperienza positiva da questo; gli altri vengono stabilizzati o assunti in virtù di altri rapporti di conoscenza personale, di raccomandazione, o di altri sistemi, che non sono sempre migliori ma comunque non si passa più attraverso l'ufficio dell'impiego.

Io le posso assicurare, rappresentante del Governo, che come imprenditore non ho mai assunto uno dei miei dipendenti attraverso l'ufficio per l'impiego; l'ho sempre assunto per conoscenza e per contatto di carattere personale.

Quindi, noi rimaniamo in una situazione di difficoltà in cui i potenziali beneficiari del reddito di cittadinanza vengono prima illusi con la promessa di un assegno, che però non sarà in eterno, e poi delusi perché alla fine dell'assistenza con l'assegno del reddito di cittadinanza non troveranno un posto di lavoro, rimarranno peggio di prima e, soprattutto, ci sarà un mercato del lavoro fermo, perché non avrà avuto le incentivazioni necessarie.

Ecco, io credo che vada sottolineato che i Governi che sono interessati a valorizzare la cultura del lavoro sanno che una forma robusta di sostegno alla povertà può venire solo attraverso misure espansive, misure che investano sulla cultura del rischio, che investano sull'innovazione, che rendano il Paese più attrattivo per gli investimenti, che abbassino il cuneo fiscale e combattano il lavoro nero e creino occupazione anche attraverso una maggiore mobilità dei dipendenti. Questo è il tema principale per cui noi, rispetto al reddito di cittadinanza, abbiamo manifestato, lungo tutto il nostro lavoro, una posizione contraria.

Rispetto poi a quota 100, è chiaro che il centrodestra unito nell'ultima campagna elettorale si era presentato con la volontà di riformare la legge Fornero, lo diceva poc'anzi anche la Ministra Lorenzin.

Noi troviamo un elemento di criticità nel fatto che si offre oggi al lavoratore la possibilità di andare in pensione prima autotassandosi, ma poi non si permette a quel lavoratore di svolgere altre attività. Credo che sia una scelta coerente con la logica dei 5 Stelle che predicano la decrescita felice, un po' meno coerente con gli amici della Lega che dovrebbero, soprattutto nelle parti del Paese più dinamiche e sviluppate, favorire sviluppi di imprenditorialità e di lavoro.

Vi è - e mi avvio alla conclusione - la forte preoccupazione, inoltre, che deriva dal fatto che le misure che si vanno ad adottare, specialmente con la quota 100, peggiorano di fatto la sostenibilità del bilancio del nostro Paese, aumentano la spesa pensionistica nei prossimi anni e di fatto vanno ad ostacolare la crescita potenziale della nostra economia rendendola di fatto più vulnerabile.

Concludo proprio ricollegandomi al rischio di vulnerabilità con il quale ho aperto il mio intervento. La presenza del sistema cinese nel nostro mondo rischia di essere un problema. Io parlo vedendo sotto gli occhi ciò che può accadere sul porto di Genova e su quello di Trieste, ma soprattutto mi rifaccio a cos'è accaduto in Europa in questi dieci anni: il Portogallo e la Grecia, in profonda crisi, sono finiti sotto l'egemonia del dragone cinese. L'Italia in difficoltà rischia, a mio avviso, di fare altrettanto.

Mi auguro che oggi il Presidente del Consiglio abbia ben chiaro questo rischio e che questo rischio venga tenuto alla larga perché in questo modo dividiamo il Paese dall'Europa e, soprattutto, rischiamo di gettarlo nelle mani di chi ha poco interesse a sviluppare le potenzialità immense delle capacità e dell'economia del popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Epifani. Ne ha facoltà.

ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Signor Presidente e signori del Governo, cari colleghe e colleghi, noi esprimeremo un voto di astensione sul provvedimento, sul decreto che l'Aula si accinge a votare.

Questo nostro giudizio nasce da due giudizi di per sé divergenti. Da una parte, noi consideriamo giusto, corretto prendersi cura di coloro che in questi anni sono rimasti indietro nel Paese. Tutti gli indicatori ci dicono ormai con chiarezza che l'area della povertà, soprattutto dopo la crisi del 2008 e fino ai giorni nostri, si è estesa in maniera tale da portare una parte del Paese a vivere in condizioni non accettabili; e, in secondo luogo, riteniamo anche corretto rendere meno rigida quella che si chiama riforma Fornero, perché da questo punto di vista, fermo restando che fu approvata in un momento particolarmente delicato per la vita del Paese sul quale io vorrei che si portasse tutti un po' più di attenzione e di responsabilità, non c'è dubbio che la riforma Fornero, a differenza di tutte le riforme previdenziali fatte in precedenza in Italia, a partire da quelle degli anni Novanta, non ha tenuto conto di due sostanziali questioni: la gradualità e l'equità.

Quando noi prevedemmo, nei primi anni Novanta, l'aumento dell'età pensionabile, lo facemmo con gradualità: non passavi da un giorno all'altro a 2-3-4 anni in più di lavoro com'è capitato con la riforma Fornero e insieme facemmo equità. Io ricordo che c'erano casse previdenziali in cui i rendimenti tra lavoratori erano così diversi che quello che valeva 1 per alcuni, valeva 2 e mezzo per altri; se potevi ancora andare in pensione nel pubblico con 14 anni, 6 mesi ed 1 giorno, per altri dovevi aspettare 35 anni e anche di più. Quindi, occuparsi di queste due questioni sociali è un fatto di per sé importante, ma cos'è che non va di questo provvedimento? Sostanzialmente tre cose. La prima: come si finanzia questo provvedimento? Qui parliamo di miliardi e miliardi; in un triennio è una cifra che si avvicina ai 30 miliardi di euro; una cifra enorme stante la situazione del bilancio pubblico italiano. Come l'hai finanziata questa cifra? In disavanzo. È corretto finanziare in disavanzo un aumento della spesa corrente? Io dico di no e la storia ci dice di no, perché quello che devi finanziare con il disavanzo è la spesa per investimenti, che è l'unica spesa, a breve tempo, in condizione di far riprendere la domanda, la crescita, lo sviluppo e l'occupazione. L'errore della manovra di bilancio della fine dell'anno scorso fu esattamente questo.

Quando leggo che il Ministro Tria sta preparando un provvedimento straordinario per accelerare gli investimenti in piccole e grandi opere, perché solo in questo modo si può rilanciare la crescita, non riesco a capire perché quello che cerca di fare oggi non l'ha fatto con la manovra di bilancio di sei mesi fa, quando tutti i segni del rallentamento economico erano presenti. Noi lo dicemmo in quest'aula al Governo: state sbagliando. Noi andiamo verso la crescita zero: in Europa si riduce e in Italia si azzera. Se non fai adesso una politica anticiclica, che si può fare solo con la leva degli investimenti, soprattutto quelli di piccola dimensione in grado di attivare subito occupazione e lavoro (penso a quelli sull'ambiente, sul territorio, sulla sicurezza delle case, delle scuole, degli edifici pubblici), se non lo fai quando ne hai bisogno, poi rischi di farla dopo, quando le cose peggiorano. È esattamente quello che è successo!

Poi abbiamo due obiezioni di merito su come gli strumenti sono espressi. Sulla lotta alla povertà, c'è qualcuno che mi spiega perché non si è presa la misura che c'era già alla fine della passata legislatura - il reddito di inserimento - e non si è lavorato su quella? Perché ogni Governo deve ricominciare da capo sul terreno della lotta alla povertà? Una logica di buonsenso prevedeva che tu prendevi quello strumento, ci mettevi più soldi, lo correggevi nelle parti dove aveva dimostrato di non essere efficace e lo rendevi subito operativo; poi, sull'avviamento al lavoro dovevi utilizzare un altro strumento, perché tenere assieme l'avviamento al lavoro e il sostegno alla povertà diventa un'impresa, come vedrete - come vedremo - particolarmente complessa. Si è voluto fare altrimenti.

A me non sfugge che dare centinaia di euro ad una famiglia bisognosa è un fatto che la gente si aspetta, è un fatto che segna un tratto di civiltà del nostro Paese, ma quando vedo poi come si sono modulate queste scelte e questa ambizione di tenere assieme, di aiutare chi ha bisogno di avere e l'avviamento al lavoro dei giovani e dei meno giovani, capisco che qui non ci troviamo e che tante attese che questa misura suscita andranno naturalmente disattese.

Poi ci sono delle perle. I 10 anni di residenza per coloro che vengono da Paesi extracomunitari, che cos'è? Che segno è? Perché non si è andati a 5 anni, come una parte del welfare locale per gli extracomunitari già oggi in funzione? Perché 10 anni? È un segno ideologico o è un segno che tratta della condizione di queste persone? Forse che la povertà riguarda solo alcuni e non altri? L'idea della povertà qual è? Che ci sono poveri e poveri? Quando si parla di povertà si parla di estremo bisogno, si parla di necessità di avere: uno Stato degno di questo nome deve saperla affrontare allo stesso modo, deve avere delle cautele - lo capisco - ma discriminare sul terreno della povertà fa togliere quel segno di distinzione che una misura a sostegno della povertà prevede.

Ancora, ci sono altri due perle (queste, lo capisco, più complicate da spiegare). Se tu fai della famiglia il fulcro della politica di assistenza e poi fai della scelta individuale la scelta del rapporto con l'avviamento al lavoro, come tieni assieme i due fattori? Noi l'abbiamo visto con una serie di emendamenti. Ma vi rendete conto che se una madre o un padre si devono dimettere perché il figlio è inabile, disabile, invalido e ha bisogno di assistenza, questa scelta individuale preclude il reddito di cittadinanza a tutta la famiglia? C'è, cioè, un dilemma etico! La stessa cosa per i soldi, che si possono spendere in contanti, poi con la carta, si possono spendere in questo e non in quello, ma ciò non prefigura un'idea di Stato etico. Ma che rispetto c'è delle scelte individuali delle persone? Quindi, dilemma tra famiglia e individuo, Stato etico nella scelta di come utilizzare questi soldi, più tutto un armamentario semipoliziesco di controllo delle truffe: c'è qualcosa che non mi torna in una politica che vuole essere di ampio respiro e di rispetto nei confronti della povertà.

E anche su “quota 100”, ripeto una cosa che ho detto in tante occasioni e in tanti modi. Ho già detto che bisognava intervenire sulla riforma Fornero per via di questa troppa rigidità, perché, come si dice sempre, non puoi fare norme uguali per diseguali: non è che un edile di 65 anni è come uno che sta ad una scrivania per trenta o quarant'anni; sono due condizioni diverse, ma la legge cosiddetta Fornero le tratta allo stesso modo, sbagliando. Si doveva intervenire così, con questo criterio di valori! Tu potevi scegliere: o di sostenere i precoci, come facemmo all'inizio degli anni Novanta, o di sostenere coloro che hanno pochi contributi, perché fanno lavori discontinui e poveri (e hanno oggi secondo me maggiore valore per essere affrontati). Ma quando noi facemmo i precoci negli anni Novanta, chi aiutavamo? Quelli che a 15 anni erano andati negli anni Cinquanta e Sessanta a lavorare in quelle fabbriche: quelle fabbriche, il terrorismo, quell'organizzazione del lavoro, quei ritmi, le notti, l'ambiente rendevano una persona a 55 anni una persona che non ce la faceva più, nel fisico e nella mente! E allora tu proteggevi con questa scelta di valore queste persone, ma oggi cosa mi rappresenta “quota 100”? E perché una “quota 100” fatta in questo modo? È un fatto arbitrario, è una convenzione, ma era questa la priorità?

E nel pubblico lo sapete che se non si accelerano le assunzioni noi siamo già oggi in condizioni difficilissime? Io l'avevo già visto e già sentito il direttore sanitario dell'ospedale di Rovigo dire: noi utilizzeremo i pensionati. E voi, invece, a spiegarmi: no, non si possono utilizzare i pensionati. Com'è che oggi la regione Molise ci spiega che, non avendo più medici, è costretta a ricorrere ai pensionati medici? Vi rendete conto che se i tempi non collimano tra chi esce e chi viene assunto, quelli che ci perdono sono i cittadini? Queste sono le cose che non vanno e di questo bisognerebbe occuparsi.

Queste sono le critiche che avanziamo ed in ragione di questo, cioè per il fatto di operare una scelta che parla ad un pezzo di Paese, che va visto con grande rispetto, per il fatto che viene finanziata con una scelta di politica economica sbagliata e di bilancio sbagliata, ribadendo che, contemporaneamente, si è in condizione non di affrontare correttamente le due questioni, che il nostro voto di astensione ci pare, in tutta coscienza, quel voto che, da una parte, è in grado di rispettare tutto quello che si fa verso chi ha bisogno o verso chi non ce la fa più e, dall'altra, però, anche di dire che un'altra strada era ed è possibile (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, vede, se volessimo dare un titolo alla giornata, il titolo sarebbe: dove è scomparso il Ministro Di Maio; date un navigator a Di Maio; ha perso la strada per venire in Aula, laddove - chiaramente apprezziamo il sottosegretario qui presente - Di Maio si è dimenticato rispetto al provvedimento che secondo lui è un provvedimento performante e rispetto a quanto di fatto stiamo vivendo in questi mesi. Il Ministro non si è visto una volta in Commissione e non si è visto una volta in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); si sta togliendo dalle responsabilità, prevedendo, probabilmente, non proprio un futuro roseo. Vede, Presidente, il reddito di cittadinanza, svolto, fatto, applicato in un Paese che ha ancora l'11 per cento di disoccupazione globale, sarà un problema.

E sarà un problema perché il beneficio stesso non viene garantito fino al miglioramento della propria condizione economica, ma viene interrotto dopo dodici o diciotto mesi, e delegato a politiche di welfare che incentivano assunzioni sottoqualificate a costi ridotti per le imprese.

In estrema sintesi, ci sarà una giungla di contratti al ribasso per coloro che sono purtroppo poveri. Ma continueranno ad essere poveri, tant'è vero che, nella stesura iniziale del provvedimento “reddito di cittadinanza” del MoVimento 5 Stelle, nel 2013, le coperture erano tra i 16 e i 17 miliardi e non esattamente la metà, così come lo state scrivendo ad oggi. Voglio essere chiaro su un punto, Presidente: per quanto ci riguarda - e l'abbiamo toccato e trattato più e più volte in quest'Aula e in Commissione -, i poveri resteranno poveri e, tanto per essere chiari su un concetto, secondo noi e per noi, l'assegno di invalidità piuttosto che l'accompagnatoria non sono reddito, non sono per queste persone un reddito, sono un aiuto che non deve andare ad incidere rispetto alla fruizione o meno della misura. Mi chiedo ancora dove siano le pensioni di invalidità a 780 euro, così come descritto.

Ci troviamo quindi di fronte, Presidente, ad una lettura semplificata oltre che propagandistica della situazione. Quella che invece viene proposta - e sarebbe dovuta essere nelle intenzioni del Governo quasi come risolutiva - è, lo rinnovo, una versione semplificata, propagandistica che mira a far ricadere tutte le colpe di quello che non sarà, ancora una volta, sui più deboli. Qui, invece, Presidente, il vero problema sono le cosiddette disuguaglianze, cioè tutte le norme che sono state approvate sino ad oggi e negli ultimi anni e che hanno portato le persone alla precarizzazione del lavoro e al taglio dei fondi per il cosiddetto welfare. Tanto per essere chiari: Jobs Act e la riforma Fornero, che voi completamente non toccate né abrogate. Il vostro obiettivo è chiaro: rendere operativa la fase 1 di quell'erogazione dell'assegno, possibilmente prima delle elezioni europee.

Ci sono alcuni punti, poi, che sono più comici che non tecnicamente applicabili: ci saranno dei navigator che saranno delle persone precarie che cercheranno di lavoro ad altri precari e che voi non volete stabilizzare; ci saranno delle distanze molto ampie da percorrere parte di coloro che, per 859 euro al mese, dovranno spostarsi anche di 500 chilometri al giorno; e ci saranno misure offerte a persone che in questo caso non potranno trovare un lavoro perché, se in Italia c'è l'11 per cento di disoccupazione e i disoccupati sono 3 milioni, nei 18 mesi è purtroppo impossibile reperire ben 9 milioni di offerte di lavoro! È impossibile! Sono tutte misure propagandistiche, utili più per l'esultanza islamica in rete che non a trovare ad un giovane italiano un lavoro per mettere su famiglia e per crescere dei figli. Questo state facendo! Possiamo quindi dirci tranquillamente che il reddito di cittadinanza non abolirà la povertà? Sì, possiamo dirlo, perché a breve i miliardi che voi state per spendere si trasformeranno di fatto in trenta denari, con tanto di bacio di Giuda.

La nostra ricetta qual era? È stata una ricetta semplice, che tutti quelli che hanno frequentato la Commissione hanno sottolineato. La nostra ricetta era ed è ancora: sgravi per le aziende, detassazione del costo del lavoro, abbattimento della burocrazia, abbattimento del cuneo fiscale. L'unico faro che Fratelli d'Italia ha in quest'Aula oggi, e continuerà ad avere, è l'articolo 1 della Costituzione, che dice che la nostra Repubblica democratica è fondata non sull'assistenza ma sul lavoro, Presidente. Questo è il faro che ci guida. Ebbene sì, scusateci, ma siamo, sotto questo punto di vista, tradizionalisti: siamo per il lavoro di cittadinanza. Siamo per stare affianco alle aziende, siamo per stare a fianco di chi crea posti di lavoro. E non sono in Italia i centri per l'impiego a creare i posti di lavoro, perché i posti di lavoro in Italia li creano coloro che tutte le mattine, molto presto, alzano la saracinesca e lottano contro uno Stato che taglieggia i loro guadagni e che riesce a mettere loro il bastone fra le ruote attraverso una burocrazia troppo intensa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). D'altra parte, Presidente, è stato lo stesso Ministro Tria che ci ha annunciato, in un'intervista al Corriere della Sera, qualche settimana fa, che l'Italia è un Paese in stagnazione. Mi chiedo, tra l'altro, dove sia la flat tax, rispetto a questi a questi ragionamenti.

Su “quota 100”, Presidente, anche se noi, rispetto all'articolo di “quota 100”, avremmo votato a favore, però anche in “quota 100” non avete abolito la “legge Fornero”. Avete mentito ai lavoratori usuranti, avete mentito agli esodati, avete mentito ai precoci, avete mentito alle donne, perché “opzione donna” è limitata - ad esempio, le donne nate nel 1961 non possono accedere né a “quota 100” né ad “opzione donna” -, è un capitolo assolutamente limitato, quindi avete tradito anche loro. Alla faccia della campagna elettorale che è stata fatta in tutte le piazze!

Avete abbandonato completamente il Sud Italia - che necessita fondamentalmente di infrastrutture e non di assistenza -, spostando i lavoratori laddove sono più richiesti, quindi verso il Nord Italia, andando ad espropriare un territorio di radici sulle quali dovrebbe ancora crescere. È paradossale mandare in pensione persone con 62 anni di età e 38 anni di contributi e non mandare in pensione persone che hanno iniziato a lavorare a 15 anni e che, dopo 41 anni di lavoro, di contributi e di sudore, non riesce ad andare in pensione. Queste persone qui, quelli che hanno iniziato a lavorare a 15-16 anni, Presidente, sono quelli che hanno costruito il nostro Paese. Sono quelli che hanno acceso un mutuo, costruito una casa, si sono sposati, hanno messo al mondo dei figli, ma fondamentalmente non ci sarà nessun tipo di risposta per quanto riguarda le loro legittime esigenze sulle pensioni. I vostri errori, tra l'altro - e mi avvio alla conclusione -, saranno pagati a caro prezzo da chi? Saranno pagati a caro prezzo dai nostri giovani, dai giovani che attualmente hanno 25, 30, 35 anni, che dovranno sopportare il peso di queste misure per i prossimi trent'anni.

Presidente, lo dico chiaro: il reddito di cittadinanza probabilmente verrà dato a quello psicopatico che ieri ha sequestrato un autobus pieno di bambini, lo sosterrà lo stesso bambino che ha alzato il telefono e ha denunciato il fatto! Questo succederà nei prossimi anni in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

Presidente, senza il lavoro non si abolisce nessuna povertà, in un Paese che è ancora terra di conquista da parte di multinazionali che ancora ad oggi sfruttano per qualche anno i nostri lavoratori, i nostri operai, e poi se ne vanno senza la possibilità di poter applicare nessun protezionismo, né di aver inciso rispetto ad una formazione adeguata in questo senso. Bastava guardare quello che era stato già fatto o era stato teorizzato. Mi permetto in quest'Aula di ricordare la figura di una persona che ha fatto molto all'epoca, rispetto al mondo e al mercato del lavoro, e questa persona è stata uccisa barbaramente dalle Nuove Brigate Rosse il 19 marzo 2002: questa persona si chiamava Marco Biagi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Bastava guardare un po' quello che aveva scritto negli anni il professor Biagi.

Però, Presidente, noi ci siamo stati, siamo stati in Commissione e abbiamo frequentato giustamente l'Aula, abbiamo cercato di alzare la mano laddove effettivamente potevano esserci dei vulnus - e ce ne sono molti - rispetto a questa riforma, ma come siamo stati in Commissione - e ieri ho ascoltato qualche collega parlare di sociale -, non parlateci di questione sociale, perché in quanto al sociale potremmo esservi di aiuto e potremmo darvi qualche lezione su come si sta al fianco di pensionati, al fianco di lavoratori, al fianco di deboli, al fianco di donne e al fianco di senza tetto. Sul sociale potremmo insegnarvi molto! Le nostre bandiere, che sono stati di fatto i nostri emendamenti, Presidente, continueranno a sventolare, laddove si parlerà di diritti dei lavoratori e di diritti dei più deboli. Le nostre bandiere non si ammaineranno di fronte ad un vostro rifiuto. Le nostre bandiere, in Italia e soprattutto in Europa, le vedrete sventolare sulle macerie di questo che di fatto sarà un fallimento annunciato. Annuncio il voto contrario al provvedimento da parte del gruppo Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Polverini. Ne ha facoltà.

RENATA POLVERINI (FI). Presidente, devo dire che non con poca sorpresa vedo i banchi del Governo particolarmente sguarniti della presenza che invece ritenevamo necessaria, da parte intanto del Ministro Di Maio, che almeno per il “decreto dignità” aveva avuto il buon gusto di partecipare addirittura alla discussione generale, oltre che ai lavori della Commissione, e presenziare per tutte le votazioni.

Vedo con sorpresa che non c'è una presenza massiccia di altri autorevoli esponenti del MoVimento 5 Stelle, e sono molto sorpresa, perché il reddito di cittadinanza è sicuramente uno dei cavalli di battaglia non del MoVimento 5 Stelle, ma che ha portato alla nascita del MoVimento 5 Stelle.

Sarà che l'altro cavallo di battaglia si è infranto ieri sulla via del Campidoglio, ma, evidentemente, oggi, il MoVimento 5 Stelle comincia a cambiare pelle e non ritiene evidentemente necessaria una sua presenza nemmeno durante il voto finale del provvedimento sul quale abbiamo sudato in queste settimane, tutti, maggioranza e opposizione, cercando di dare un contributo. Presidente, non vedo nemmeno autorevoli esponenti della Lega che, pure, mi sarei aspettata fossero presenti, perché la “quota 100” - che, pure, se non in quota, ma semplicemente è chiamato così, un sistema di rigidità di uscita dal mercato del lavoro - è stato uno, se non “il” cavallo di battaglia della campagna elettorale di Matteo Salvini.

Invece, siamo qui, cari colleghi delle Commissioni XI e XII, in splendida solitudine, rappresentati, e lo ringrazio, da un esponente del Governo - non me ne vorrà il sottosegretario - del quale io non conosco nemmeno il dicastero di riferimento, però, questo è; sono cambiati i tempi, evidentemente, e quando si diceva che il Parlamento era centrale, forse, si mentiva già allora, perché allora si andava per le piazze, oggi, evidentemente, si rimane chiusi nelle segrete stanze.

Siamo abbastanza fortunati, noi della Commissione lavoro, perché abbiamo l'onore e il piacere di aver avuto i due provvedimenti principali per il quale nasce questo Governo, per il quale nasce il contratto di Governo: il “decreto dignità”, che abbiamo portato avanti con la Commissione finanze, e il decreto, denominato “decretone”, reddito di cittadinanza e “quota 100”, che poi è diventato, anche questo, una sorta di decreto omnibus: c'è qualsiasi cosa. Ebbene, siamo fortunati, perché vi avevamo misurato rispetto alla vostra impreparazione, rispetto alla vostra ottusità nel non ascoltare minimamente alcun suggerimento rispetto alla vostra confusione, con la quale portate avanti provvedimenti complessi; ecco, pensavamo di avervi misurato nel “decreto dignità”, invece, non me ne vogliano i colleghi con i quali ci siamo confrontati nei cinque anni precedenti a questa legislatura, ma, in questo provvedimento, siete riusciti a fare di più. Ciononostante, voglio ringraziare il sottosegretario Cominardi, che è stato con noi, tranne adesso, per queste ormai tre settimane intense, i colleghi e soprattutto le relatrici di maggioranza a cui rinnovo anche oggi, l'ho già fatto in Commissione in discussione generale, la mia solidarietà, insieme ai presidenti Giaccone e Lorefice, che comunque ce l'hanno messa tutta, seppur, lo ripeto, in una situazione di assoluta confusione.

Ecco, vedete, se noi parliamo dei principi che reggono questo decreto, la lotta alla povertà, la flessibilità in uscita, la disoccupazione, le politiche attive del lavoro, perché non sottoscriverlo? Perché vi sono due correnti di pensiero; noi siamo quelli che pensano che la lotta alla povertà inizia laddove ci sono i poveri veri e, invece, i poveri veri non avranno il vostro beneficio, come lo chiamate voi, perché i poveri veri sono quelli che vi hanno raccomandato le associazioni che si occupano per davvero dei poveri (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), la Comunità di Sant'Egidio, la Caritas, quelli che vi hanno detto anche oggi. Voi non solo avete bocciato gli emendamenti, ma anche gli ordini del giorno. Avete rifiutato di darlo a chi, magari con una certificazione delle associazioni che li accolgono, vive veramente in una situazione di povertà, con un domicilio invece che con una residenza, e crediamo che la cittadinanza non si dia con un beneficio, con un'erogazione da parte del Governo. La cittadinanza si ottiene per Costituzione se nasci in Italia da genitori italiani, la dignità la dà il lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e noi su questo dovevamo lavorare, su questo vi abbiamo incalzato per tre settimane, su questo tutte le associazioni che abbiamo ascoltato vi hanno dato un indirizzo, su questo il nostro Paese ha fatto tanto negli anni precedenti e potevamo tranquillamente continuare con strumenti che avevano funzionato, sia per i disoccupati giovani, sia per i meno giovani, sia per tutti coloro che sono, in questo momento drammatico, alla ricerca della dignità, dal lavoro e non dal beneficio erogato dal Governo.

Ecco, noi abbiamo in qualche modo cercato di suggerirvi alcune strade. Guardate, io l'ho detto, questo è un campo di rieducazione familiare, chiunque si addentra in questi meandri per ottenere il reddito di cittadinanza non sa dove deve andare, alle Poste, al CAF, al patronato, all'INPS, deve avere un computer… Quando gli spieghiamo che devono avere, come famiglia, 9.360 euro di reddito per averne diritto, sanno perfettamente che i loro figli, quelli che vivono con loro, non avranno la possibilità di accedere al reddito e, quindi, avranno difficoltà anche a trovare un lavoro. Facciamo fatica a spiegargli che la carta che usate voi, che noi, ingenui, pensavamo fosse una carta nuova, vi abbiamo anche incalzato con interrogazioni, in realtà è la carta tanto sbeffeggiata del Governo Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), abbiamo ancora le ferite sulla pelle di quello che si è detto contro quella carta e voi usate quella. Facciamo fatica a dirgli che devono prendere solo 100 euro e che devono utilizzare quella carta semplicemente per comprare le cose che voi ritenete possano acquistare. Siamo tornati, guardate, veramente, alle leggi suntuarie, per chi non le conoscesse erano quelle che per tanti anni dicevano anche come ti dovevi vestire; ecco, stiamo tornando là, abbiamo deciso di utilizzare il nucleo familiare e noi siamo contenti, perché la famiglia è il nucleo centrale della società, ma non in questo modo, perché non è possibile che tutti i componenti della famiglia siano sottoposti a qualunque scelta anche di un solo componente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questa è una cosa di una gravità inaudita, ma lo sapete quanti ragazzi, perché vogliono cambiare lavoro, magari si dimettono, perché hanno una difficoltà, una mamma che deve licenziarsi perché ha un bambino, ma lo sapete che questo comporterà la perdita del beneficio? È una cosa gravissima, ma è ancora più grave che si siano tolti i diritti individuali, in questo Paese. C'è già sul campo delle donne un arretramento, è evidente, e adesso c'è anche nel campo dei diritti individuali.

Noi questo non lo accettiamo e, allora, penso che avete fatto male a non ascoltare le indicazioni che vi sono arrivate da più parti. Penso che avete fatto male anche a non ascoltare le opposizioni che volevano semplicemente darvi una mano per avere un provvedimento migliore, non per stravolgerlo; non siamo come voi, che, quando eravate in opposizione, pensavate sempre di essere dalla parte del giusto. Noi a volte vogliamo soltanto suggerire un percorso migliore per raggiungere quelle persone che si aspettano molto da questo reddito di cittadinanza e che, invece, ahimè, non lo avranno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Avete messo in campo un impianto sanzionatorio che, lo voglio ridire, perché l'ho detto in discussione generale, rispetto alle ultime sentenze sui femminicidi, dobbiamo stabilire se in questo Paese è più difficile, in termini di sanzioni, uccidere una donna oppure omettere un'informazione nel reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), siamo a sei anni!

E, allora, guardate, noi non voteremo questo provvedimento, non lo voteremo nemmeno per quello che avete fatto in campo previdenziale. Innanzitutto, perché, come ho detto stamattina, invece di portare avanti la proposta di legge per la nuova governance degli istituti di previdenza, di assistenza e di infortunio, avete moltiplicato le poltrone (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); il manuale Cencelli non vi ha consentito di fare un istituto per uno, allora, avete raddoppiato i presidenti, avete raddoppiato gli organismi, mettendo il CdA e lasciando il consiglio di indirizzo e vigilanza, ma soprattutto state vendendo agli italiani la “quota 100” che, in realtà, altro non è che la possibilità per pochi italiani, da voi individuati, di andare in pensione, prendendo di meno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). È inutile che continuiate a dire che non è così, è inutile, prenderanno di meno e saranno, per la maggior parte, dipendenti pubblici. State sbagliando, state sbagliando tutto.

Sottosegretario, qualche giorno fa, le ho chiesto di portare i saluti al Ministro, visto che lei avrà occasione di incontrarlo; questa volta, invece, le voglio dire che lui è stato veramente bravo, in soli 20 minuti è riuscito a fondare nel nostro Paese un nuovo welfare, è riuscito addirittura a far impallidire personaggi come Bismarck, Beveridge, persone che hanno inventato lo Stato sociale, che ci hanno messo molto di più.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

RENATA POLVERINI (FI). Di Maio, ovviamente, con tutte le cariche che ha, è stato più bravo. Quindi, per questo e per altre ragioni, il gruppo di Forza Italia voterà no (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Delrio. Ne ha facoltà.

GRAZIANO DELRIO (PD). Grazie, Presidente. I democratici italiani sono fortemente contrari a questo provvedimento perché crediamo che il Governo abbia perso una straordinaria occasione. Non siamo contrari perché non vogliamo la lotta contro la povertà: governare, signor sottosegretario - lo dica anche al Ministro Di Maio e al Ministro Salvini -, non significa chiedere se uno è contrario a fare la lotta alla povertà, se uno è contrario a creare lavoro, ma governare significa come si fa la lotta alla povertà, come si creano i posti di lavoro. È questo il punto chiave che non avete voluto capire, chiudendovi su voi stessi in una specie di manifesto ideologico incapace di dialogare seriamente per i bisogni di questo Paese.

È un Paese che in questo anno ha avuto una regressione profonda della sua economia; in questo anno questo Paese ha perso 100 miliardi di investimenti, ha perso 11 punti di produzione industriale. Un Paese, quindi, che ha una fame di lavoro, ha una fame di lotta alla disoccupazione; e, in questa condizione, un Governo “normale” avrebbe dovuto aprire a una discussione, avrebbe dovuto coinvolgere, perché noi siamo a favore di misure che combattano e sradichino definitivamente la povertà. E voi avreste trovato tutta la nostra collaborazione, se aveste fatto un provvedimento come vi abbiamo proposto il primo giorno del nostro insediamento, un provvedimento che affrontava alla radice le questioni della povertà.

Per esempio, un provvedimento che migliorasse il ReI, perché il reddito di inclusione andava sicuramente migliorato. Noi abbiamo commesso tanti errori, nel costruire le cose non è che ci si vanta punto e a capo; si sa che si commettono errori amministrando, ma, invece che aprire a un dialogo per il bene del Paese, per il bene delle nostre comunità, per il bene dei nostri cittadini, voi avete preferito chiudervi, porre la fiducia e perdere così una straordinaria occasione per fare di questa misura una misura storica di welfare. Diciamolo, lo dico senza veli: questo giorno poteva essere un giorno storico per il welfare italiano, è vero; è vero perché si potevano confrontare delle visioni. Per esempio, la Lega poteva efficacemente mettere in campo l'abolizione della Fornero, come aveva promesso Salvini. Va bene, ci aveva promesso che avrebbe abolito le accise della benzina e non lo ha fatto, ci aveva promesso 600 mila rimpatri e non lo ha fatto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), ma almeno l'abolizione della Fornero faccela, facci l'abolizione della Fornero! Cioè, smonta il meccanismo della Fornero, smontalo!

Leggo le parole del vostro consulente sul lavoro, il professor Brambilla: la quota 100 è un'opzione, la usa chi ha i requisiti, ma non è alternativa alla Fornero, che rimane perfettamente in carica. Voi non l'avete votata nel 2011, la state votando oggi la legge Fornero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Oggi voi state dicendo che la legge Fornero va bene, perché vi accontentate di quella che è poco più di una salvaguardia. Quella di oggi sarebbe potuta essere una giornata storica per il welfare, quando il welfare è selettivo, cioè aiuta le persone che hanno realmente bisogno. Il welfare italiano è quello di un Paese che spende la metà della sua spesa pubblica per il welfare in termini di pensioni, sanità e assistenza: spendiamo la metà, non spendiamo poco, non venite dalla terra di nessuno, spendiamo 400 miliardi di euro per pensioni, sanità e assistenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Però, si poteva dire: guardate che la legge Fornero, per le ragioni che ha efficacemente illustrato l'onorevole Epifani, ha avuto dei difetti, ha avuto fretta e non ha saputo distinguere. E quindi noi abbiamo fatto otto salvaguardie, abbiamo speso 20 miliardi, più di quello che spendete voi. Per che cosa? Per aiutare le persone che erano rimaste penalizzate da questa misura, le persone che lavorano da più di trent'anni, le persone che fanno lavori usuranti, le persone che avevano realmente bisogno di andare via dal lavoro, le persone, come è stato detto anche oggi, che hanno costruito il nostro Paese con la fatica e con il sudore della loro fronte, con la fatica delle loro mani. No, invece avete scelto di fare una cosa per pochi, per 300 mila persone che smetteranno di versare i contributi e diventeranno a carico dello Stato.

E così altre migliaia di persone, le persone che hanno più faticato, le donne, per esempio, che hanno svolto il lavoro di cura e che hanno buchi nei periodi contributivi, le persone che, per ragioni che non dipendono da loro, non hanno potuto completare questi famosi anni di contribuzione che oggi prevedete, bene, tutti questi rimarranno fuori. Avete creato un esercito di esclusi con quota 100, non avete riformato la legge Fornero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); un esercito di esclusi, di esclusi dal welfare, dai diritti, perché questa era la grande occasione che avevamo davanti. E avete caricato tutto questo, questa operazione, perché bisogna anche chiedersi chi paga questi costi, un Governo serio non solo si propone di studiare il come fare le riforme, di come combattere la povertà, di come dare il giusto premio a chi ha contribuito allo sviluppo del Paese con un meritato riposo, oltre a questo, avete anche avuto il coraggio di caricare tutto non solo sulle spalle dei nostri giovani, perché questo è il punto chiave. Questi 30 miliardi, questi tre anni di sperimentazione per una misura temporanea sono tutti caricati sulle nuove generazioni, sono tutti caricati sui nostri figli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), su di loro, sul loro bisogno di avere un sistema di welfare realmente selettivo, perché bisogna che sia selettivo per poter aiutare coloro che hanno davvero bisogno, nel momento del bisogno. Non solo lo avete caricato sui giovani, ma anche, nella finanziaria, lo avete caricato sui pensionati: 5 milioni di pensionati finanzieranno la misura di quota 100 per poche centinaia di migliaia di privilegiati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Quindi, tre miliardi e mezzo di introiti da 5 milioni di pensionati, che non avranno diritto ai loro adeguamenti pensionistici.

Avete, quindi, rubato il futuro ai nostri giovani e avete caricato sulle spalle di quelli che davvero pagano le tasse, perché come sapete il sistema di welfare italiano viene pagato con tutte le imposte dirette e con parte delle imposte indirette. Peccato che le imposte dirette, come l'Irpef, siano pagate da una minoranza degli italiani; avete caricato su coloro che lavorano, i lavoratori dipendenti, le persone serie e gli imprenditori che pagano le tasse, una misura per la vostra campagna elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), per poter dire la bugia che avete abolito la legge Fornero, quando la legge Fornero è totalmente attiva e poche centinaia di migliaia di persone saranno coinvolte da questa misura. Salvini è capace di scappare dai processi, ma non è capace di dire la verità agli italiani, questo è il punto chiave (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). È bravissimo a scappare dai processi, è bravissimo a stare sopra la legge, ma non è capace di dire la verità agli italiani, questo è il punto chiave.

Allora, siccome ve lo hanno detto i vostri esperti di pensioni che questa è una finzione, questo è un grande momento difficile per il Paese, perché, nel momento in cui non c'è sviluppo, non c'è lavoro, abbiamo già perso 90 mila posti di lavoro, e vi divertite a fare questo provvedimento.

E va bene, passiamo alla seconda parte di questa giornata storica del welfare italiano, che è la parte che riguarda il reddito di cittadinanza. E qui mi permetta di dire, Presidente, la nostra grande delusione per gli amici deputati del MoVimento 5 Stelle, una grandissima delusione: è un'occasione persa di portata storica. Avete fatto una cosa - e io qui vi faccio i complimenti, perché avrei voluto che l'avessimo fatta - che noi non abbiamo fatto: avete messo per la prima volta la quantità di risorse davvero sufficienti per fare la lotta, davvero pesanti, pesanti, mai nella storia di questo Paese, vi va riconosciuto questo, è stato uno sforzo vero, serio, vi va riconosciuto.

Il problema, come ha detto l'Alleanza contro la povertà, signor Presidente, è ancora una volta il come, che cosa è servito, a che cosa servirà. L'Alleanza contro la povertà ha definito questo provvedimento: maggiori risorse - e quindi complimenti - e peggiori risposte; maggiori risorse, peggiori risposte. Avete costruito un gigante dai piedi di argilla, perché avete basato questa roba su due errori fondamentali. Il primo è che avete confuso la lotta alla povertà - ve lo abbiamo detto in tutte le salse, ma non avete voluto capire -, la lotta alla povertà non è una politica attiva del lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

La lotta alla povertà è un'altra cosa: non sono le stesse cose, non potete chiedere le stesse cose. Un quarto dei poveri italiani non verrà raggiunto da questa misura. Maggiori risorse, peggiori risposte. Lo sapete, avete ascoltato le audizioni? Avete ascoltato quelli che lottano, ogni giorno, contro la povertà o siete come i leghisti che pensano che le ONG e il Terzo settore siano i nemici del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Le avete ascoltate la Caritas, le ACLI, le ARCI, questi che “favoriscono la pacchia”, li avete ascoltati? I poveri li avete ascoltati, i poveri? Allora i poveri hanno…

PRESIDENTE. Colleghi…

GRAZIANO DELRIO (PD). Avete messo in piedi un meccanismo di risorse che esclude i più poveri. Quindi, questo meccanismo, attenti: i disoccupati di lungo periodo sono fuori, sono fuori dal vostro orizzonte di welfare; le famiglie più povere sono fuori; le famiglie numerose sono fuori. Capite? Avete creato una misura in cui le maggiori risorse peggioreranno le risposte per le categorie più importanti, per le categorie che hanno più bisogno. Avete creato un meccanismo - Presidente, mi rivolgo alla sua sensibilità - che ancora una volta dice che gli immigrati sono cittadini «di serie B» - cittadini «di serie B» - perché il provvedimento è fortemente incostituzionale e io spero che il primo ricorso alla Corte ci dia ragione, anzi ne sono sicuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È fortemente incostituzionale e noi non ci stancheremo, i democratici italiani non si stancheranno di dire in quest'Aula - se voi ve ne vergognate sono problemi vostri; ripeto: sono problemi vostri - noi non ci stancheremo di dire in quest'Aula che, prima di tutto, vengono i diritti delle persone - ripeto: delle persone - al di là della nazionalità, della razza, del sesso, della condizione sociale: le persone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E la Corte vi dirà che avete fatto un provvedimento fortemente incostituzionale…

PRESIDENTE. Concluda.

GRAZIANO DELRIO (PD). Concludo. I piedi di argilla sono che avete basato sui centri per l'impiego: sapete che nessuno trova lavoro con i centri per l'impiego; sapete che non avete nemmeno stabilizzato quelli dei centri per l'impiego che sono precari. La lotta alla precarietà era la prima cosa e non li avete stabilizzati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Avete messo un meccanismo fondato sui centri per l'impiego che è farraginoso e non avranno nemmeno gli spazi per poter aiutare queste persone, e avete indebolito fortemente il ruolo dei comuni, dove l'unico strumento di lotta alla povertà è l'approccio multidimensionale, è la presa in carico, altroché…

PRESIDENTE. Deve concludere, deputato Delrio.

GRAZIANO DELRIO (PD). Ho terminato, Presidente, altroché, altroché lo Stato etico e i controlli ai consumi. Era il progetto di vita che dovevate promuovere, la presa in carico dei comuni, la promozione del territorio e della comunità che accoglie le fragilità. Avete scelto, cioè, una via burocratica e non combatterete, non sconfiggerete la povertà. L'unica cosa che è sconfitta oggi è il resto del popolo italiano che lavora, che paga le tasse, che presto vedrà una manovra di 30 miliardi per correggere gli errori che avete commesso, anche con questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molinari. Ne ha facoltà.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Colleghi!

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Onorevoli colleghi, per noi quella di oggi è una giornata molto importante perché, con il voto di oggi, noi andremo a dare attuazione a uno dei pilastri fondamentali di quella che è la nostra visione politica e la nostra visione di riforma del Paese, ma soprattutto quella che è l'azione di Governo del nostro Esecutivo, perché, vedete, noi arriviamo al voto su questo provvedimento, la conversione in legge del “decretone”, dopo che negli ultimi anni ci siamo fatti carico, come Lega, di cercare di interpretare un sentimento che ci pare altri partiti non abbiano saputo interpretare nei loro anni di Governo. In un periodo, cioè, in cui veniva raccontato che in Italia tutto andava bene e le ricette erano eterodirette da Bruxelles, le ricette liberiste che hanno portato il nostro debito pubblico ad aumentare e il nostro popolo ad essere sempre più povero, in quel momento, mentre il clima nei tagli era questo, c'era un partito, la Lega, che diceva: attenzione, cari signori, perché noi sentiamo un grido molto forte che viene dalla popolazione italiana, che è il grido che chiede maggiore sicurezza, in particolare maggiore sicurezza sociale, perché quelle politiche hanno calpestato diritti che per il popolo italiano sembravano acquisiti a titolo definitivo e che, invece, in un attimo sono stati messi a repentaglio, dal giorno alla notte (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

E, quindi, visto che noi ci siamo fatti carico di questa istanza, noi siamo stati il partito che non ha dato fiducia al Governo Monti e siamo stati il partito che ha votato contro la “riforma Fornero”: questo va detto perché mi fa sorridere quanto oggi sento in quest'Aula, suggerimenti, per carità anche costruttivi, su come migliorare questa “quota 100” da parte dei partiti che invece ci hanno costretto a farla la “quota 100” perché avevano votato la “legge Fornero” (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo pilastro su cui si basa la nostra visione, questa richiesta di sicurezza sociale, ci ha imposto di agire subito per dare risposta a quella richiesta di sicurezza. Quindi, cari colleghi, quando sento dire dalle opposizioni che reddito di cittadinanza e “quota 100” sono operazioni elettorali che la maggioranza sta facendo in vista delle europee, vi dico, cari signori delle opposizioni, che anche questa volta non avete capito. Come non avevate capito quali erano le esigenze della popolazione negli anni in cui governavate, adesso non sapete analizzare la realtà, perché la verità è che noi andiamo a realizzare queste riforme non per vincere le elezioni europee, ma perché abbiamo vinto le elezioni politiche, e questa si chiama coerenza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Siamo due partiti che stanno facendo quello che hanno promesso (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle)! Siamo due partiti che stanno dimostrando che anche alcuni dogmi che sembravano insuperabili, invece si possono superare e non è stato a costo zero arrivare a questo punto, perché se oggi noi convertiamo in legge il “decretone” è perché prima, qualche mese fa, Lega e MoVimento 5 Stelle, soli contro tutti, contro tutte le opposizioni, contro tutti i commentatori nazionali e internazionali, hanno ingaggiato, in sede europea, un braccio di ferro con la Commissione, perché la Commissione europea aveva un obiettivo chiaro sulla nostra legge finanziaria: non farci applicare queste due misure sociali, il reddito di cittadinanza e la “quota 100” (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle). Perché l'idea di Bruxelles era quella per cui quelle ricette sbagliate che hanno portato il nostro Paese ad avere un terzo delle famiglie a rischio povertà e 5 milioni di poveri fossero ricette che non dovevano essere messe in discussione e, quindi, questo Governo e questa maggioranza sono un Governo e una maggioranza sovversivi rispetto a quei dogmi, perché stanno dimostrando che, con la volontà politica, se si vuole fare una battaglia per i cittadini, se si vuole fare una battaglia per la giustizia sociale, non c'è niente che tenga: il popolo ha ragione quando vota bene e quando ha governanti che fanno le cose che promettono (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

Ebbene, queste due misure sono due misure che, vi dicevo, rispondono alla richiesta di diritti sociali e danno risposta a un'esigenza di una parte importante della popolazione, che è la parte che si è impoverita in questi anni.

Vedete, è vero, il reddito di cittadinanza è senza dubbio la misura che hanno portato avanti i nostri compagni di viaggio del MoVimento 5 Stelle, ma è una misura su cui anche noi abbiamo cercato di applicarci perché volevamo in qualche modo convincerci e smontare la convinzione che il reddito di cittadinanza fosse la misura che era stata raccontata, la misura per i fannulloni, la misura per quelli che stanno sul divano, la misura per quelli che non hanno voglia di lavorare. E, vedete, la prova pratica che abbiamo fatto un buon lavoro, prima di entrare nel merito del provvedimento, l'ho avuta proprio in questi giorni, perché prima di tutto la narrazione di quelli che non hanno capito come funzionano le cose era una narrazione che diceva che il reddito di cittadinanza sarebbe servito solo al Sud, mentre invece la “quota 100” sarebbe servita solo al Nord. Poi sono usciti i dati delle richieste ed è venuto fuori che la regione che ha più richieste per “quota 100” è la regione Sicilia, che non mi pare stia a Nord, e la regione che ha più richieste per reddito di cittadinanza è la Lombardia, che sta a Nord e non sta a Sud (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle). Quindi, anche qui c'era qualcuno che non aveva capito che l'emergenza sociale, l'impoverimento del Paese non riguardava più soltanto il Sud, ma le politiche, che hanno portato alla depressione della domanda interna e al depauperamento del tessuto industriale italiano, stavano danneggiando anche classi sociali che fino a poco tempo fa erano classe media e che oggi sono diventati poveri, e questi stanno principalmente a Nord, e vi assicuro che chi è venuto in questi giorni a chiedere informazioni sul reddito di cittadinanza non sono fannulloni: sono per lo più padri di famiglia con le mani callose che magari hanno fatto gli operai una vita (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle). È finita la cassa integrazione, anche perché qualcuno ha approvato il Jobs Act che la cassa integrazione l'ha molto ridotta, se ne sono andate via le fabbriche, non ci sono più possibilità di lavoro e, quindi, abbiamo persone che hanno lavorato una vita, per una vita sono state classe media e che oggi vengono qui e chiedono un aiuto al Paese, chiedono l'aiuto alla comunità per poter andare avanti.

In questo nuovo proletariato ci sono anche quelli che erano professionisti, persone che, fino a pochi anni fa, facevano lavori cosiddetti decorosi, commercialisti, avvocati che oggi magari sono costretti a togliersi, a disiscriversi dall'albo perché non hanno i soldi per pagare la retta, e anche queste sono persone che oggi, con grande umiltà, vengono a chiedere il reddito di cittadinanza e vengono a chiedere allo Stato un aiuto (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle). Ebbene, già questo basta capire che non si tratta della misura per i fannulloni, ma diciamo che, con l'intervento che noi abbiamo messo in campo, insieme al Movimento 5 Stelle, credo che abbiamo la prova provata che questa è una misura che può aiutare anche l'assunzione delle persone e diventare una politica attiva del lavoro. Prima di tutto, c'è l'obbligo di aderire al progetto per la formazione, quindi c'è un obbligo, per chi non lavora, di fare dei percorsi formativi che gli permettono di entrare nel mondo del lavoro; è passata la nostra proposta, che prevede la detassazione per le imprese che assumono chi beneficia del reddito di cittadinanza e, cari signori del Partito Democratico, per anni ci avete detto che la misura della decontribuzione dell'IRAP del Jobs Act era una grandissima riforma; ora che noi stiamo dicendo che chi assume un disoccupato che ha il reddito di cittadinanza ha la stessa esenzione fiscale, invece non va bene: è diventata una misura non più attiva per il lavoro; solo la vostra lo era, questa non lo è (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

C'è il contributo per chi decide di mettersi in proprio, anche lì come forma di defiscalizzazione. Quindi è un provvedimento che permette la formazione, il fatto di fare lavori socialmente utili e il fatto di incentivare le imprese ad assumere persone, oltre alla possibilità di mettersi in proprio. Quindi, è sicuramente anche una politica attiva del lavoro e una politica su cui noi abbiamo voluto incidere con il controllo per gli stranieri, perché è stato raccontato che questo provvedimento era un provvedimento che sarebbe servito ad arricchire gli stranieri che arrivano in Italia; noi abbiamo messo dei paletti chiari: bisogna essere qui da almeno dieci anni, due anni devono essere continuativi, e soprattutto è richiesto, per chi presenta una dichiarazione ISEE, dato che ci sono dei requisiti patrimoniali da rispettare, che l'ambasciata dello Stato di origine certifichi che lo straniero, che chiede il reddito di cittadinanza, non ci stia banalmente fregando, perché, se le regole valgono per i cittadini italiani, devono valere anche per i cittadini stranieri (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle). Onorevole Delrio, non capisco come questa possa essere una discriminazione; a me pare semplicemente parità di trattamento.

E veniamo ora alla “quota 100”, che era la misura che interessava più alla Lega. Ma diciamo una cosa: noi, la “quota 100” abbiamo voluto farla principalmente per una ragione di giustizia; senza andare nei tecnicismi, noi riteniamo che sia stato vergognoso che questo Paese abbia privato del diritto al lavoro e del diritto del futuro migliaia di cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle), senza che vi fosse una ragione vera per farlo e facendo venire meno il contratto sociale tra lavoratori e Paese. Ebbene, si è detto che i Governi precedenti hanno fatto molto; è vero, “opzione donna” è stata una buona misura; è vero, le salvaguardie per gli esodati sono state buone misure; è vero, l'Ape social è una buona misura; vi do un'informazione: tutti questi provvedimenti restano, in più però c'è una novità, che la gente potrà andare in pensione cinque anni prima (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle); scusate se è poco, se è così irrilevante.

Inoltre, visto che si è detto - e questa è una critica costruttiva che ho sentito, nell'Aula - che questo provvedimento che non pensa ai giovani, perché i nuovi contribuenti hanno molti buchi contributivi e, quindi, con difficoltà riusciranno, tra molti anni, ad avere la pensione, voglio far presente una cosa: che ci si dimentica che con la pace contributiva, noi qui, abbiamo dato la possibilità di riscattare fino a cinque anni di buchi contributivi a chi non li aveva al 50 per cento del costo grazie all'intervento dello Stato, e per i più giovani, cioè chi entra nel regime post 1996, c'è la possibilità di riscattare gli anni di laurea, i cinque anni di laurea, anche qui a meno della metà del costo. E, quindi, questo è chiaramente un provvedimento che già pensa al futuro, ma cari signori noi non è che non dobbiamo dare giustizia ai lavoratori, agli anziani di oggi perché dobbiamo pensare al futuro. Oggi abbiamo questa emergenza qui e dobbiamo dare risposte a tutte quelle persone che da queste politiche sono rimaste fregate, signor Presidente, onorevoli colleghi.

E, vedete, io voglio chiudere con questa immagine, proprio pensando a quei lavoratori, perché voglio contrapporre all'immagine delle lacrime di coccodrillo di Elsa Fornero, che, quando venne in quest'Aula e quando andò in televisione, annunciò questa vergognosa riforma, fingendosi in qualche modo dispiaciuta, e voglio contrapporre a questa immagine invece l'immagine dignitosa di quella generazione che, per chi ha la mia età, è la generazione dei padri e delle madri, che hanno dovuto affrontare questi anni di lavoro non previsti con la dignità che soltanto il popolo italiano ha. E io chiedo scusa, chiediamo scusa a questi lavoratori, perché siamo arrivati troppo tardi, perché sono quelli che non beneficeranno di questa riforma, di questa “quota 100”, ma abbiamo, allo stesso tempo, l'orgoglio di poter dire che, per tanti altri, grazie all'azione di questo Governo, della Lega e di questa maggioranza, le cose cambieranno; potranno tornare a vivere, potranno tornare ad avere più tempo per stare in famiglia, potranno tornare a organizzarsi meglio la vita, potranno recuperare quel danno, quel furto di futuro che questo Stato ha fatto nei loro confronti.

Chiudo, signor Presidente: in questa riforma che portiamo avanti, in questa attenzione per i più deboli, per i lavoratori e per i poveri di questo Paese, si estrinseca secondo me la parte più nobile dell'attività politica, che è la lotta per i diritti sociali, la lotta per i più deboli, la lotta per chi rimane indietro. Una lotta che la retorica post anni Duemila voleva considerare una lotta conclusa, una lotta di cui non c'era più bisogno, invece noi abbiamo visto in questo Paese, in un Paese ricco, in un Paese del G7, in un Paese avanguardia delle battaglie sociali e delle battaglie. sindacali che, in realtà, certi diritti non sono mai conquistati per sempre, sono sempre in pericolo Ebbene, signor Presidente, onorevoli colleghi, io sono orgoglioso di far parte di un partito e di una maggioranza che oggi ha scritto il suo pezzo di storia sulla lotta per i diritti sociali in Italia per le fasce più deboli e per i lavoratori (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Per questo, signor Presidente, voteremo favorevolmente alla conversione del decreto (Vivi applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Uva. Ne ha facoltà.

FRANCESCO D'UVA (M5S). Grazie Presidente, quello che stiamo per approvare è un provvedimento importante non solo per il Movimento 5 Stelle, non per questa maggioranza, ma per l'intero Paese; parliamo di 5 milioni di poveri, parliamo di persone che vogliono andare in pensione e finora non gli è stato possibile, parliamo di persone che hanno pensioni minime e parliamo, soprattutto, di quei cittadini che, grazie a “quota 100”, potranno entrare nel mondo del lavoro. Presidente, sul reddito di cittadinanza si è detto di tutto. Dalla scorsa legislatura già si diceva che era impossibile, che non avremmo mai trovato i soldi per il reddito di cittadinanza; arriviamo al Governo, prima legge di bilancio, e troviamo i soldi per il reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

A quel punto, deve cambiare la critica, non si può più dire quello; e allora si dice che è una misura assistenzialista, si dice che lo è, magari forse lo è meno perché c'è stato qualche emendamento che l'ha resa meno assistenzialista. Ma non è vero perché, di fatto, già dalla scorsa legislatura, il testo, che avevamo all'epoca, che ora è diverso e migliorato, prevede proprio che tutto sia collegato al mondo del lavoro. Altra menzogna da smontare. Hanno detto poi che la gente resterà sul divano; bene, ennesima menzogna, Presidente, perché, se tu percepisci il reddito di cittadinanza, devi formarti, devi metterti a disposizione del tuo comune, non è possibile che stai sul divano.

Andiamo poi ad assumere 7 mila navigator. Queste persone servono proprio ad aiutare il percettore del reddito di cittadinanza a trovare lavoro, quindi noi stiamo proprio facendo di tutto per evitare che ci siano persone che prendono il reddito e poi siano costrette a stare sul divano loro malgrado (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier). Facciamo qualcosa che non è mai stata fatta: stiamo migliorando i centri per l'impiego investendo un miliardo di euro. Ebbene, tutti pronti a criticare questi centri per l'impiego e nessuno che si sia preoccupato di dargli una sistemata (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier). Deve arrivare questo Governo di incompetenti gialloverdi per farlo.

Si è detto che è una misura per i furbi, non per quei 5 milioni di poveri di cui parlavo prima; no, è per i furbetti che i soldi ce li hanno e che però fanno carte false per avere il reddito di cittadinanza. Bene, noi facciamo di tutto, anche qui, per evitare una cosa del genere: ci sono norme ad hoc contro i cambi di residenza fittizi, contro i divorzi ad hoc. Poi andiamo anche a migliorare i controlli: vi saranno 100 ispettori del lavoro in più, e potenziamo i controlli con nuove risorse per i carabinieri. È chiaro poi, Presidente, che chi frega lo Stato con questa legge va in galera; questa è la differenza rispetto a quello che è stato fatto in passato.

Ancora, altra cosa bellissima: il reddito di cittadinanza va ai mafiosi, va al clan Spada, si è detto di tutto. Non è vero, non è vero perché queste persone non avranno un euro del reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier)! Poi si è detto, ancora, sì, perché non abbiamo finito, Presidente; in questi mesi si è detto di tutto per smontare questa manovra, che è fondamentale per gli italiani. Si è detto anche che noi la stiamo facendo per le elezioni europee, che si poteva anche aspettare, che non c'era nessuna fretta.

Ebbene, noi ce l'avevamo nel programma del 2013: cinque anni fa non pensavamo alle europee del 2019, potete stare tranquilli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma soprattutto, le persone che dicono una cosa del genere dovrebbero chiedere alle 600 mila persone che sono andate a fare richiesta del reddito di cittadinanza: chiedete loro se era veramente il caso di aspettare ancora per approvare una misura del genere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti della deputata Ravetto).

Il testo, Presidente, è stato migliorato nelle sedi parlamentari. Questa è una misura che serve per contrastare la povertà, ma non siamo stati sordi, non siamo stati insensibili - anzi siamo molto sensibili - al tema della disabilità. Per questo, Presidente, abbiamo fatto in modo che fosse più facile accedere al reddito per quelle famiglie che hanno al loro interno una persona con disabilità, non solo perché il beneficio, in questo caso, sarà maggiore: questa è una cosa che ci tengo a sottolineare perché si è detto il contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Andiamo anche ad aiutare i lavoratori sottopagati a trovare un lavoro migliore, proprio accedendo alle politiche attive per il lavoro. È chiaro che qui bisogna fare altro, bisogna puntare anche al salario minimo, questo è ovvio; ma questo si farà e ci stiamo lavorando già nell'altro ramo del Parlamento, al Senato, e spero che diverse forze politiche ci vorranno seguire nella prossima battaglia su questo tema (Commenti del deputato Enrico Borghi).

Presidente, il reddito di cittadinanza - l'abbiamo detto più volte e voglio sottolinearlo - è anche una manovra economica, perché nel momento in cui noi diamo il reddito a dei cittadini, ci sarà maggior liquidità sul territorio. Significa che ci saranno le piccole e medie imprese, che sono l'ossatura del nostro Paese, che avranno più liquidità perché aumenteranno i consumi. Questo è un aiuto indiretto fondamentale per le imprese. Ma, Presidente, c'è un altro aiuto diretto che invece diamo alle imprese ed è quell'aiuto secondo cui, se un'impresa assume un percettore, un beneficiario del reddito di cittadinanza, allora avrà degli sgravi importantissimi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Se addirittura pensiamo alle imprese del Sud, in questo caso c'è un doppio bonus, che è una cosa fondamentale, considerando che parliamo di un territorio che, dopo anni, dopo anni di questione meridionale è ancora sottosviluppato rispetto al Nord, purtroppo.

Poi c'è anche, Presidente, l'autoimprenditorialità. C'è un aiuto anche in tal senso, perché se un percettore del reddito di cittadinanza vuole avviare un'impresa, allora in questo caso avrà facilitazioni fondamentali (Commenti della deputata Ravetto).

Presidente, io non voglio dire con tutto quello che ho già detto…

PRESIDENTE. Deputata Ravetto, per favore! D'Uva, continui. Deputata Ravetto (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

FRANCESCO D'UVA (M5S). Presidente, io sono del Meridione… Presidente, io sono meridionale e purtroppo il Sud, dalle politiche che ci sono state finora, non è stato aiutato abbastanza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi io posso capire le critiche dei colleghi. Purtroppo il territorio del Sud si è sempre sentito abbandonato e misure come questa fanno in modo che si senta meno solo, quindi la rivendico assolutamente. Presidente, si tratta di un primo passo. Io non voglio dire che questa è la panacea di tutti i mali; sarebbe una falsità e non oso dirlo, ma è un primo passo per far capire ai cittadini che lo Stato non è una canaglia che ti viene a cercare sotto casa, che ti tassa ed è un nemico; lo Stato ti è amico. Deve passare questo messaggio ai cittadini, perché lo Stato siamo noi. Questo è un messaggio fondamentale, che con questo provvedimento facciamo capire.

Non c'è soltanto il reddito di cittadinanza, Presidente, c'è anche la pensione di cittadinanza (lo dicevo poc'anzi). Ci sono degli anziani, ci sono dei pensionati che quest'inverno hanno rinunciato ad accendere i riscaldamenti perché avevano la pensione troppo bassa e non sapevano come arrivare a fine mese. Bene, in questo “decretone” c'è proprio la pensione di cittadinanza per aumentare quelle pensioni che sono troppo basse per vivere dignitosamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è un punto centrale del provvedimento che stiamo convertendo.

“Quota 100”. “Quota 100” è stato uno dei punti in cui abbiamo sicuramente trovato più facilmente il dialogo con la Lega; era uno dei punti che avevamo nel nostro programma, con cui ci siamo presentati il 4 marzo ed è fondamentale perché già ci sono quasi 100 mila richieste. Già ci sono 100 mila persone che hanno fatto richiesta per “quota 100”. È un primo passo per smantellare la riforma Fornero, che ha fatto in modo che ci fossero persone senza più stipendio, senza più lavoro e senza poter andare in pensione: una vergogna incredibile di questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

“Quota 100” permetterà anche un rinnovamento del mondo del lavoro, perché se le persone possono andare in pensione ci sarà qualcun altro che dovrà svolgere quella mansione e quindi ci sarà la generazione a cui appartengo che potrà più facilmente accedere al mondo del lavoro, cosa che è stata preclusa loro negli anni passati.

Noi siamo ambiziosi, Presidente, noi siamo fiduciosi che entro la fine della legislatura potremo fare più di “quota 100” e potremo arrivare a “quota 41”, che era un altro punto che avevamo nel programma e che veramente sarebbe fondamentale per superare realmente, al cento per cento, la legge cosiddetta Fornero (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

Presidente, vado verso le conclusioni. Io credo che a questo punto chi voterà contro questo provvedimento semplicemente non volterà le spalle al MoVimento 5 Stelle, alla maggioranza di Governo, ma volterà le spalle a quei 5 milioni di italiani, a tutte quelle persone che aspettano queste misure. Faccio quindi un appello alle forze politiche per rivedere la propria posizione e poter votare favorevolmente un provvedimento così importante.

Io vorrei concludere il mio discorso con una citazione: “È difficile vincere contro chi non si arrende mai”. Lo diceva una delle persone che più si è battuta per far diventare realtà le misure che stiamo per votare oggi: Gianroberto Casaleggio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). A lui e a Beppe Grillo, che da sempre si sono battuti per la realizzazione di questo sogno, dedichiamo questo bellissimo momento. Presidente, mi permetta di dire anche a livello personale che, dopo tanto lavoro fatto in questa legislatura, nella scorsa, i colleghi delle Commissioni affari sociali e lavoro, così come tutte le persone che hanno voluto lavorare (penso ai banchetti con gli attivisti in cui abbiamo spiegato cosa fosse questo reddito di cittadinanza, penso alle marce da Perugia ad Assisi), ebbene, Presidente, con tutto ciò, io con una certa emozione annuncio il voto favorevole del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle (Vivi applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

DALILA NESCI, Relatrice per la maggioranza per la XII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DALILA NESCI, Relatrice per la maggioranza per la XII Commissione. Ringrazio tutti per la collaborazione perché questo provvedimento è un provvedimento inedito, innovativo, che mette insieme le politiche attive del lavoro e le misure di integrazione al reddito, su cui c'è stato quindi davvero l'apporto di tutti. Dico, Presidente, perché ci è stato detto di tutto in questi giorni, che non siamo stati né megalomani, né tanto meno irresponsabili, ma abbiamo risposto…

PRESIDENTE. Si attenga al ringraziamento. Si attenga al ringraziamento.

DALILA NESCI, Relatrice per la maggioranza per la XII Commissione. …a richiami giusti dell'Europa. Grazie, quindi, agli uffici e a tutti quanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

ELENA MURELLI, Relatrice per la maggioranza per la XI Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELENA MURELLI, Relatrice per la maggioranza per la XI Commissione. Presidente, scusatemi se vi rubo anch'io un minuto, ma volevo ringraziare partendo direttamente dai due presidenti, Lorefice e Giaccone, che hanno gestito con maestria e diplomazia i lavori di Commissione. A tutti i membri delle Commissioni XI e XII, in particolare alla deputata Noja e alla deputata Versace, che hanno portato il loro contributo; ai deputati Fatuzzo e Cannatelli, che sono rimasti con grande senso di responsabilità insieme alla deputata Noja fino alla fine, sabato mattina; questo è sicuramente molto importante. Un grazie agli uffici tutti, di Commissione, governativi, ministeriali, in particolare al dottor Cerreto e alla dottoressa Tripaldi, ai presidenti di gruppo delle opposizioni che hanno portato un lavoro costruttivo, a quest'Aula. Il mio ultimo ringraziamento va ai sottosegretari Durigon e Cominardi, perché abbiamo portato un risultato importante, un grande passo, un nuovo passo del Governo del buonsenso, che passa dalle parole ai fatti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

MARIALUCIA LOREFICE, Presidente della XII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIALUCIA LOREFICE, Presidente della XII Commissione. Presidente, io credo che i ringraziamenti - parlo a nome mio e del presidente Giaccone, ovviamente - siano prima che doverosi, sentiti. Ringraziamo tutti i colleghi, di maggioranza e di opposizione…

PRESIDENTE. Per favore, colleghi! Prego, Lorefice.

MARIALUCIA LOREFICE, Presidente della XII Commissione. Ringraziamo tutti i colleghi, di maggioranza e di opposizione, delle Commissioni affari sociali e lavoro, perché credo che al di là delle legittime posizioni che ogni gruppo parlamentare ha noi abbiamo lavorato in queste settimane nel rispetto e nell'ascolto reciproco.

Ringrazio le relatrici Nesci e Murelli, ringrazio personalmente il presidente Giaccone, con il quale ho avuto il piacere di lavorare. E, poi, è doveroso anche ringraziare i consiglieri e le segreterie, i funzionari delle due Commissioni, i funzionari dei Ministeri, i nostri sottosegretari Durigon e Cominardi e tutti i membri del Governo. Credo che abbiamo lavorato intensamente per migliorare il testo…

PRESIDENTE. Colleghi! Presidente Lorefice, concluda.

MARIALUCIA LOREFICE, Presidente della XII Commissione. Presidente, sto semplicemente facendo i ringraziamenti per il lavoro che è stato fatto, e credo che abbiamo raggiunto, oggi, un importante obiettivo per dare un futuro e una speranza nuova a questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, il mio è un intervento in dissenso rispetto anche a tutti questi ringraziamenti. Sono veramente disgustato da questo clima, anche perché, mentre voi state qui ad autoelogiarvi (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

PRESIDENTE. È sull'ordine dei lavori…

FEDERICO MOLLICONE (FDI). …non spendete una parola per l'ennesimo avviso di garanzia all'assessore Frongia, a De Vito, a Lanzalone (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Siete veramente all'ultimo stadio! O-ne-stà! O-ne-stà (I deputati del gruppo Fratelli d'Italia scandiscono: Onestà! Onestà!)!

PRESIDENTE. Colleghi! Dobbiamo votare…

(Coordinamento formale - A.C. 1637-A/R)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1637-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1637-A/R: S. 1018 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, recante disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 50) (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Dovremmo ora passare al seguito della discussione della proposta di legge n. 696-A ed abbinate, relativa all'istituzione di una Commissione d'inchiesta sullo stato della sicurezza e sul degrado delle città. Poiché, tuttavia, la Commissione bilancio non ha espresso il parere sugli emendamenti presentati, l'esame del provvedimento è rinviato alla prossima settimana, e sarà collocato come primo argomento all'ordine del giorno nella parte pomeridiana della seduta di martedì 26 marzo, con inizio alle ore 15.

Avverto che, con lettera del 19 marzo, la presidente della Commissione affari esteri, anche a nome della presidente della Commissione giustizia, facendo seguito agli esiti della riunione degli uffici di presidenza integrati dai rappresentanti dei gruppi, ha rappresentato l'impossibilità di concludere l'esame in sede referente dei Documenti XXII, nn. 17 e 36, recanti l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte di Giulio Regeni in tempo utile per l'inizio dell'esame in Assemblea, previsto dal vigente calendario dei lavori a partire da lunedì 25 marzo con la clausola “ove concluso dalle Commissioni”.

Avverto altresì che, con lettera del 20 marzo, il presidente della Commissione ambiente, nel rappresentare che l'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha preso atto della mancata presentazione della relazione tecnica richiesta sul provvedimento, ha manifestato l'esigenza di rinviare ad un successivo calendario dei lavori l'esame in Assemblea delle proposte di legge n. 52 ed abbinata in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo delle acque, previsto anche a far data dal prossimo lunedì 25 marzo.

Colleghi del MoVimento 5 Stelle, non è consentito fare queste fotografie! Quindi, stigmatizzo questo comportamento e il modo di mettersi in posa davanti alle tribune!

Avverto inoltre che, con lettera in data odierna, il presidente della Commissione affari costituzionali, anche a nome del presidente della Commissione lavoro, ha comunicato che le Commissioni riunite hanno convenuto sull'opportunità di chiedere una posticipazione al mese di aprile dell'avvio della discussione in Assemblea del disegno di legge n. 1433, recante interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni, previsto dal prossimo 25 marzo.

Conseguentemente, secondo le intese intercorse tra gruppi, tutti e tre i provvedimenti citati non saranno iscritti all'ordine del giorno delle sedute della prossima settimana.

Quanto infine al disegno di legge n. 1455, in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, anch'esso calendarizzato a far data da lunedì 25 marzo, avverto che, con lettera del 20 marzo, la presidente della Commissione giustizia ha comunicato che nella riunione dell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi è emerso un orientamento unanime ai fini del differimento di due giorni dell'inizio dell'esame in Assemblea. Secondo le intese intercorse tra i gruppi, la discussione generale di tale provvedimento sarà pertanto prevista - ove sia concluso l'esame degli altri argomenti previsti per la giornata precedente - nella parte antimeridiana della seduta di mercoledì 27 marzo, mentre il seguito dell'esame sarà iscritto all'ordine del giorno della medesima seduta dopo la votazione per le elezioni dei componenti della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti, con eventuale prosecuzione nella giornata di giovedì 28 marzo.

Da ultimo, comunico che nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per la discussione della Relazione della XIV Commissione sulla Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2019, sul Programma di lavoro della Commissione per il 2019 e sul Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (Doc. LXXXVI, n. 2-A); per l'esame della proposta di legge n. 1012-A, recante avvio di un progetto sperimentale per la realizzazione di percorsi formativi in ambito militare per i cittadini di età compresa tra 18 e 22 anni.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Di Lauro. Ne ha facoltà.

CARMEN DI LAURO (M5S). Grazie, Presidente. Il cantiere navale di Castellammare di Stabia, già Regio Arsenale, è la più antica fabbrica di navi intesa in senso moderno. Venne realizzata e inaugurata al tempo dei Borbone di Napoli, poi sovrani del Regno delle Due Sicilie. Tra le sue produzioni più rappresentative si annovera senza dubbio quella dell'Amerigo Vespucci, varata nel 1931 proprio nel cantiere stabiese. Parliamo del gioiello della Marina militare italiana, che ha dato lustro in tutto il mondo al nostro Paese e che oggi rappresenta l'invidiata nave scuola per l'addestramento degli allievi ufficiali dell'Accademia. Oggi, a distanza di oltre un secolo, lo stabilimento navale della Fincantieri di Castellammare, il quale conta l'impiego di circa 1.370 operai altamente qualificati, è impegnato nella costruzione della nave ammiraglia per la Marina militare italiana, la più grande nave costruita in termini di tonnellaggio, dimensioni e complessità tecnologica. Commessa di nave intera che, oltre a esaltare le professionalità delle maestranze territoriali, potrebbe contribuire significativamente allo sviluppo economico dell'intero comprensorio costiero. Dopo essere uscito dal lungo periodo di crisi, dovuto anche alla congiuntura economica globale non favorevole, oggi il gruppo Fincantieri sta vivendo una fase di importante sviluppo nei mercati nazionali e internazionali. Lo stabilimento di Castellammare di Stabia intende cogliere la sfida, in questa cruciale fase storica, giocando un ruolo di primo piano. In altre parole, uno stabilimento che per il futuro non dovrà essere considerato di supporto, bensì capace di contribuire in autonomia allo sviluppo strategico dell'intero comparto, confermando così la propria vocazione storica e il proprio prestigio sullo scenario nazionale.

Vado a concludere, Presidente. Per attuare ciò occorrono iniziative in sinergia da parte di tutti gli attori istituzionali, finalizzate a creare le condizioni favorevoli per un definitivo rilancio di uno stabilimento che rappresenta un vero e proprio pezzo di storia di questo paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Del Monaco. Ne ha facoltà.

ANTONIO DEL MONACO (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, ieri pomeriggio, un carabiniere di sessant'anni, il brigadiere capo Tommaso Mascolini si è tolto la vita nella caserma Amintore Caretto del quartiere Miano di Napoli. Erano all'incirca le 17 quando la moglie del militare, avendo provato invano a contattarlo sul cellulare, ha chiamato in caserma per avere notizie del marito, non ritiratosi a casa dopo il servizio. I colleghi lo hanno cercato nel suo alloggio, ma la porta era chiusa dall'interno; l'hanno dovuta aprire con la forza e hanno trovato il collega a terra, esanime. Il militare aveva imbracciato l'arma d'ordinanza e si era sparato un colpo alla tempia che è stato letale. A nulla sono serviti i tentativi di soccorso.

Il brigadiere Mascolini era in forza al 10° reggimento Campania e in passato era stato più volte in missione all'estero, come nel 2010, quando aveva partecipato alla missione ONU tra i terremotati di Haiti. Prossimo alla pensione, lascia, oltre alla moglie, una figlia di 28 anni. I suoi colleghi lo ricordano come una persona gioviale e non capiscono il perché di tale gesto estremo, compiuto proprio sul luogo del lavoro. Sulle motivazioni cercherà di far luce la magistratura, ma resta il fatto che ci troviamo di fronte all'ennesimo tragico suicidio in caserma. Basta sfogliare la cronaca nera degli ultimi anni per rendersi conto che quello di ieri non è un caso isolato. Recentemente si sono registrate decine di episodi simili, come il caso di un altro carabiniere appartenente al nucleo investigativo di Napoli che ha deciso di togliersi la vita davanti alla compagnia di Battipaglia, utilizzando anche lui, in questo caso, la propria pistola d'ordinanza, cosa che avviene nell'80 per cento dei casi dei suicidi tra i militari.

Gli uomini in divisa che decidono di farla finita sono purtroppo sempre di più. In tutta Italia, negli anni tra il 2012 e il 2016, ci sono stati ben 255 suicidi tra i militari, ovvero circa 50 casi all'anno, un numero impressionante che desta allarme sociale. A volte si tende a etichettare un tale gesto come causato da problemi di natura personale e a escludere a priori che la causa scatenante possa essere ricercata all'interno dell'ambiente lavorativo, ma senza ombra di dubbio l'intervento continuo e ripetuto in situazioni di difficoltà e pericolo, tipico dell'attività che tutela l'ordine pubblico, può condurre a una situazione persistente di stress.

Occorre perciò approfondire e riflettere sulle dinamiche del suicidio nelle Forze armate e di polizia, al fine di trovare strategie per prevenire o, quanto meno, limitare tali tragici eventi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gubitosa. Ne ha facoltà.

MICHELE GUBITOSA (M5S). Presidente, onorevoli colleghi, intervengo, oggi, per parlare della sicurezza delle nostre strade e autostrade. In settimana, una trasmissione televisiva ha mandato in onda un servizio sulle barriere di protezione che risulterebbero spesso inadeguate. Dovrebbero essere selezionate in base al tipo di traffico e alla tipologia della strada su cui vengono installate e, invece, a quanto hanno scoperto, vengono scelte spesso sulla base del loro costo. L'interrogativo riguarda in particolare la tenuta delle barriere spartitraffico che, spesso, si infrangono troppo facilmente, causando incidenti mortali. Da quanto è emerso, i New Jersey, non garantiscono la sicurezza.

A smuovere le acque per la prima volta è stata la procura di Avellino che ha aperto un fascicolo all'interno di un'indagine nata nel 2013. Lungo l'autostrada A16 si era verificata la peggiore strage automobilistica d'Italia, in cui morirono 40 persone e per le cui cause si è da poco concluso il processo penale di primo grado a carico di 15 imputati, nove dei quali, tra cui alcuni dirigenti di Autostrade, sono stati condannati. Sono immagini che sono impresse nella nostra memoria, immagini che ci auguriamo di non vedere mai più.

Intanto, la procura di Avellino sta andando avanti con l'indagine bis sulla sicurezza di 11 viadotti compresi nel tratto Baiano-Benevento. Dal fascicolo era emerso che l'ufficio ispettivo territoriale del MIT aveva riscontrato in relazione agli anni 2016 e 2017 la sussistenza di gravi inadempimenti nella gestione da parte della società concessionaria, derivanti dall'inadeguato stato manutentivo dell'infrastruttura e da una carenza delle condizioni di sicurezza in cui verte l'esercizio aziendale.

Durante il servizio televisivo, l'ANAS ha evidenziato che le barriere sono a norma di legge, mentre il nostro Ministro delle Infrastrutture ha dichiarato che non farà sconti a nessuno e che continueranno i sopralluoghi. La nostra attenzione è massima; tutti i cittadini hanno diritto di poter viaggiare in sicurezza sulle strade italiane, senza aver paura che un viadotto crolli o che le barriere di protezione non siano a norma (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Papiro. Ne ha facoltà.

ANTONELLA PAPIRO (M5S). Presidente, nel lontano 1981, con il decreto-legge n. 244, poi convertito con la legge n. 390, il Governo nazionale, in collaborazione con le regioni del Mezzogiorno, decise di dare un sostegno ai lavoratori in cassa integrazione speciale, a fronte di un impegno in attività socialmente utili presso enti pubblici o privati. Quell'intervento, poi, fu esteso a tutto il territorio nazionale. Nacque così una categoria pensata a breve termine, ma che, protratta e ampliata nel tempo, si è trasformata in una vera e propria realtà lavorativa. Quest'ultima, però, nonostante siano passati moltissimi anni, diversi provvedimenti legislativi nazionali e regionali, sembra non riesca a trovare una dimensione definitiva e stabile nella mia terra, la Sicilia.

Seppur indispensabili per lo svolgimento delle loro mansioni, necessarie all'interno di comuni, scuole, parrocchie, aziende sanitarie e altre amministrazioni, alle volte compensando la mancanza di vuoto organico e la carenza di personale assunto, gli ASU, in particolare, di fatto, percependo un sussidio e non un compenso lavorativo, mi si consenta di dirlo, sono dei veri e propri lavoratori in nero, senza contratto né contributi, bloccati in un limbo dal quale da decenni sembra sia impossibile uscire.

Difatti, per quanto recenti provvedimenti dello Stato centrale abbiano consentito la stabilizzazione di molti precari, risulta impossibile applicarli in questi casi, poiché, a causa di un accordo tra amministrazioni centrali e regione Sicilia, avvenuto anni fa, la competenza di merito è stata trasferita all'assessorato del lavoro regionale. È chiaro che adesso bisogna impegnarsi per dare anche a questi lavoratori risposte concrete, attese da fin troppo tempo, e sarà responsabilità di tutte le realtà istituzionali collaborare affinché queste ultime vengano date in maniera tempestiva, e concludo, perché l'obiettivo di una politica seria e responsabile non può che essere quello di garantire dignità ad ogni categoria lavorativa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti del liceo scientifico “Fermi” di Massa, che stanno seguendo i nostri lavori. Un saluto ragazzi e un saluto ai vostri professori (Applausi).

Ha chiesto di parlare il deputato Nobili. Ne ha facoltà.

LUCIANO NOBILI (PD). Presidente, in queste ore, Roma, la capitale d'Italia, è attraversata da numerosi scandali ed episodi gravissimi, tra questi, però, uno scandalo che ci sta particolarmente a cuore è quello del grave incidente che è avvenuto questa mattina nella stazione Barberini della metropolitana A di Roma, una linea che serve ogni giorno oltre 700 mila romani. L'ultima scala mobile rimasta funzionante, delle quattro presenti in stazione, si è letteralmente accartocciata sotto i piedi dei passeggeri. Solo per un miracolo non c'è stato nessun ferito, come invece purtroppo è accaduto a ottobre in un incidente identico, analogo, nella stazione Repubblica, che peraltro è chiusa all'uso dei romani da oltre cinque mesi, perché l'amministrazione Raggi non è in grado neanche di ripristinare una stazione della metropolitana. In quell'occasione, l'alibi della sindaca furono i tifosi russi, vogliamo sapere, oggi, in questo caso, qual è l'alibi.

L'episodio è gravissimo, sono episodi gravissimi; è gravissimo il record degli autobus in fiamme, è gravissimo il record di incidenti in metropolitana, è gravissimo il fatto che, in quest'Aula, così come in Commissione trasporti, insieme ai miei colleghi e in numerose interrogazioni rimaste senza risposta al Ministro Toninelli abbiamo denunciato che da oltre un anno le stazioni della metropolitana di Roma sono senza manutenzione ordinaria e straordinaria e non viene rispettata neanche la più elementare normativa antincendio. Inoltre, ci sono, come se non bastasse, 186 milioni di euro, stanziati a dicembre 2017 dal Ministro Delrio e dai nostri Governi che, prima, per l'incapacità di stabilire una convenzione tra il Ministero e il comune di Roma e, oggi, per ragioni misteriose, non sono ancora stati utilizzati e sono soldi esattamente per la manutenzione di quelle stazioni.

Guardi, Presidente, Roma in queste ore è attraversata da scandali molto gravi. Noi siamo e restiamo garantisti anche per chi, come gli esponenti del MoVimento 5 Stelle, mostravano le arance agli esponenti del Partito Democratico coinvolti in inchieste (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), ma, mentre l'esperienza politica del MoVimento 5 Stelle a Roma affonda nella corruzione, dopo le grida di onestà, c'è una città che, come quelle scale mobili, sprofonda sotto un disastro amministrativo che i romani non possono consentire un solo giorno di più (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Presidente, oggi, con la sentenza della Cassazione che annulla senza rinvio la misura cautelare nei confronti del presidente della regione Calabria, Mario Oliverio, vince la giustizia giusta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Non quella della gogna mediatica, delle indagini che sono già condanne; non quella delle misure cautelari usate come clave politiche su un territorio devastato da una mafia che non viene mai sconfitta; di chi pensa che, in queste terre, ci si possa permettere il lusso di fermare un presidente onesto, perbene, nel pieno esercizio delle sue funzioni, con misure cautelari non giustificate. Nessuno di noi si è mai sottratto alle indagini, mai. Noi, diversamente da altri, non scappiamo!

Ma il giusto processo è tale proprio se garantisce tutti. Per questo dico che oggi vince la giustizia giusta, la giustizia alta, quella dell'Alta Corte. Come affermano i legali del presidente Oliverio, gli avvocati Veneto e Belvedere, e leggo testualmente: la Corte di cassazione ha annullato nella sua totalità, e non solo per la parte cautelare, l'ordinanza che imponeva l'ordine di dimora al presidente Oliverio. La Suprema Corte di cassazione ha accolto integralmente il ricorso, la cui prima parte era incentrata sull'assenza di gravità indiziaria; ha annullato senza rinvio l'intera ordinanza, ad iniziare proprio dalla mancanza di indizi di colpevolezza del reato di abuso d'ufficio contestato. È, pertanto, evidente che la Corte ha distrutto l'intero castello accusatorio, soprattutto in riferimento al merito dell'imputazione. Da oggi, finalmente, il presidente della regione è di nuovo un uomo libero, da oggi inizia una nuova primavera per la Calabria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 22 marzo 2019 - Ore 10,30 :

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 16,55.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato Bellachioma ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 1 il deputato Vinci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 4 il deputato Sasso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 4 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita a votare;

nelle votazioni nn. 2, 3 e 4 il deputato Bellachioma ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 5 la deputata Varchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 6 il deputato Cubeddu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazione nn. 6, 7 e 8 e nn. 13, 14 e 15 la deputata Ascari ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 7 i deputati Scalfarotto e Sensi hanno segnalato che non sono riusciti ad astenersi dal voto;

nelle votazioni n. 8 e 34 il deputato D'Alessandro ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 8 la deputata D'Arrando ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 8 e 9 il deputato Caffaratto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 10 la deputata Benedetti ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

nella votazione n. 10 la deputata Giordano ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 10 il deputato De Luca ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 11 la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto;

nelle votazioni nn. 12 e 13 le deputate Tateo e Murelli hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 14 la deputata Saltamartini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 15 la deputata Licatini ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 16 la deputata Andreuzza ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 21 la deputata Legnaioli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 21 e 22 il deputato Sensi ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 25 il deputato Potenti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 26 e 31 il deputato Comencini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 30 la deputata Madia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 31 il deputato Marco Di Maio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 30, 31 e 36 il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 34 il deputato De Lorenzis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 36 il deputato Moschioni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 38 la deputata Murelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 38 alla n. 49 i deputati Benvenuto e D'Eramo hanno segnalato che non sono riusciti a votare;

nella votazione n. 39 il deputato De Luca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 39 la deputata Legnaioli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 40 la deputata Licatini ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 43 il deputato Vinci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 47 il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 50 la deputata Emiliozzi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 1637-A/R - odg 9/1 473 473 0 237 200 273 61 Resp.
2 Nominale odg 9/1637-A/R/5 485 414 71 208 107 307 57 Resp.
3 Nominale odg 9/1637-A/R/9 491 400 91 201 119 281 56 Resp.
4 Nominale odg 9/1637-A/R/10 486 486 0 244 203 283 56 Resp.
5 Nominale odg 9/1637-A/R/12 485 388 97 195 109 279 54 Resp.
6 Nominale odg 9/1637-A/R/14 483 483 0 242 216 267 54 Resp.
7 Nominale odg 9/1637-A/R/15 483 386 97 194 108 278 56 Resp.
8 Nominale odg 9/1637-A/R/16 485 383 102 192 109 274 54 Resp.
9 Nominale odg 9/1637-A/R/17 487 477 10 239 109 368 54 Resp.
10 Nominale odg 9/1637-A/R/19 480 380 100 191 110 270 54 Resp.
11 Nominale odg 9/1637-A/R/20 488 298 190 150 29 269 53 Resp.
12 Nominale odg 9/1637-A/R/22 492 491 1 246 112 379 53 Resp.
13 Nominale odg 9/1637-A/R/23 478 289 189 145 28 261 53 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/1637-A/R/27 483 400 83 201 142 258 53 Resp.
15 Nominale odg 9/1637-A/R/28 497 416 81 209 33 383 51 Resp.
16 Nominale odg 9/1637-A/R/30 281 281 0 141 0 281 51 Resp.
17 Nominale odg 9/1637-A/R/34 516 432 84 217 29 403 51 Resp.
18 Nominale odg 9/1637-A/R/37 501 422 79 212 141 281 52 Resp.
19 Nominale odg 9/1637-A/R/38 505 493 12 247 208 285 52 Resp.
20 Nominale odg 9/1637-A/R/80 489 489 0 245 207 282 52 Resp.
21 Nominale odg 9/1637-A/R/82 485 485 0 243 209 276 52 Resp.
22 Nominale odg 9/1637-A/R/83 497 497 0 249 211 286 52 Resp.
23 Nominale odg 9/1637-A/R/85 494 494 0 248 217 277 52 Resp.
24 Nominale odg 9/1637-A/R/86 483 483 0 242 213 270 52 Resp.
25 Nominale odg 9/1637-A/R/87 485 485 0 243 207 278 52 Resp.
26 Nominale odg 9/1637-A/R/89 484 484 0 243 210 274 52 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale odg 9/1637-A/R/94 467 467 0 234 195 272 53 Resp.
28 Nominale odg 9/1637-A/R/97 472 472 0 237 197 275 51 Resp.
29 Nominale odg 9/1637-A/R/102 478 478 0 240 203 275 51 Resp.
30 Nominale odg 9/1637-A/R/103 474 473 1 237 198 275 51 Resp.
31 Nominale odg 9/1637-A/R/104 465 463 2 232 172 291 50 Resp.
32 Nominale odg 9/1637-A/R/107 458 458 0 230 188 270 51 Resp.
33 Nominale odg 9/1637-A/R/125 464 464 0 233 194 270 51 Resp.
34 Nominale odg 9/1637-A/R/126 465 465 0 233 193 272 51 Resp.
35 Nominale odg 9/1637-A/R/129 468 468 0 235 198 270 51 Resp.
36 Nominale odg 9/1637-A/R/132 466 466 0 234 197 269 51 Resp.
37 Nominale odg 9/1637-A/R/136 464 464 0 233 194 270 51 Resp.
38 Nominale odg 9/1637-A/R/137 465 458 7 230 187 271 51 Resp.
39 Nominale odg 9/1637-A/R/139 464 464 0 233 193 271 51 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 50)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale odg 9/1637-A/R/140 472 472 0 237 200 272 51 Resp.
41 Nominale odg 9/1637-A/R/141 478 384 94 193 101 283 51 Resp.
42 Nominale odg 9/1637-A/R/142 485 485 0 243 204 281 51 Resp.
43 Nominale odg 9/1637-A/R/143 479 376 103 189 103 273 51 Resp.
44 Nominale odg 9/1637-A/R/145 471 470 1 236 196 274 51 Resp.
45 Nominale odg 9/1637-A/R/161 473 374 99 188 101 273 52 Resp.
46 Nominale odg 9/1637-A/R/167 473 473 0 237 199 274 52 Resp.
47 Nominale odg 9/1637-A/R/169 470 469 1 235 198 271 51 Resp.
48 Nominale odg 9/1637-A/R/171 463 363 100 182 91 272 51 Resp.
49 Nominale odg 9/1637-A/R/174 444 444 0 223 188 256 51 Resp.
50 Nominale Ddl 1637-A/R - voto finale 446 432 14 217 291 141 44 Appr.