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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 134 di mercoledì 27 febbraio 2019

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA RITA TATEO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Benvenuto, Claudio Borghi, Brescia, Castiello, Colletti, Colucci, Davide Crippa, D'Inca', Delmastro Delle Vedove, Dieni, Frusone, Gallo, Garavaglia, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giorgis, Grande, Guerini, Guidesi, Invernizzi, Lorenzin, Lupi, Maggioni, Micillo, Molinari, Molteni, Morrone, Occhionero, Picchi,  Saltamartini, Schullian, Spessotto, Valente, Vito e Zennaro sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente novantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la deputata Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Grazie, Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori.

Come è noto, nel finire della scorsa legislatura, scoppiò, in seguito ad un'inchiesta de Le Iene lo scandalo “rimborsi”, che riguardava alcuni parlamentari del MoVimento 5 Stelle. Di Maio, il capo politico del MoVimento 5 Stelle, dichiarò a suo tempo che coloro che sarebbero risultati infedeli rispetto ai principi del MoVimento e cioè coloro che non avevano fatto i rimborsi secondo le loro regole o che li avevano falsificati, come qualche parlamentare aveva fatto, sarebbero stati espulsi. Il mio conterraneo Cecconi in un'intervista definì carta igienica quel documento che aveva firmato ed infatti siede ancora sui banchi di questa Camera molto comodamente.

Ma c'è qualcosa di più grave: una di queste parlamentari si chiama Giulia Sarti e la maggioranza l'ha voluta eleggere presidente della Commissione giustizia della Camera dei deputati. All'epoca dei fatti la Sarti finì dentro questo scandalo e, per difendersi dalla gogna pubblica e dalle accuse che le venivano mosse, denunciò il suo fidanzato, Bogdan, dicendo che era lui che aveva fatto i bonifici al posto suo, denunciandolo addirittura per appropriazione indebita. Ieri si è concluso il processo e, dal processo, sono emerse cose gravissime che vado a denunciare in questa Camera e per le quali chiedo anche il suo intervento, Presidente. Da questo processo emerge che il portavoce del Presidente del Consiglio dei Ministri, Rocco Casalino, avrebbe istigato la parlamentare Giulia Sarti a commettere un reato, nella fattispecie il reato di calunnia. Ciò risulta da molti articoli di stampa oggi, che riportano gli atti giudiziari, in cui, in una chat della Sarti viene detto: “Tesò” - rivolgendosi al fidanzato Bogdan - “Rocco dice che devo denunciarti per uscire da questa storia”. Dagli atti processuali risulta che il portavoce del Presidente del Consiglio dei Ministri è un soggetto che istiga a delinquere le parlamentari della Repubblica e perciò è un fatto gravissimo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

L'altro fatto altrettanto grave risulta sempre da Il Messaggero di oggi, in cui Casalino, portavoce del Presidente del Consiglio dei Ministri, che dovrebbe avere un ruolo non politico, ma quello appunto di esprimere le valutazioni e le volontà del Presidente del Consiglio dei Ministri, che è di tutti - voglio ricordare in questa Camera – dichiara: “Sarti si è coperta dietro il mio nome” - questo dice Casalino - “con l'allora compagno, se avessi saputo di questi ammanchi o di giri strani l'avrei messa fuori dal MoVimento. Io non tutelo i parlamentari, ma il MoVimento, come sanno tutti”. Casalino non tutela il MoVimento, Casalino è il portavoce del Presidente del Consiglio dei ministri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Per questo, Presidente, questa mattina sono qui a richiedere formalmente che il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, venga a riferire in questa Camera di questi fatti gravissimi e soprattutto allontani immediatamente questo soggetto, Rocco Casalino, che si è coperto - come pare dagli atti processuali - di un reato, cioè quello dell'istigazione a delinquere, se non peggio, e che sta svolgendo non un ruolo di garanzia - come deve essere quello del portavoce del Consiglio dei Ministri - ma è il portavoce invece il MoVimento 5 Stelle.

Per questo, io, Presidente, le chiedo di far venire immediatamente Conte in Aula e di chiedere l'allontanamento immediato di Rocco Casalino, come portavoce del Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. D'accordo. Ovviamente riferirò la sua richiesta al Presidente della Camera. Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 11,30. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 11,10, è ripresa alle 11,30.

Seguito della discussione della proposta di legge: Grande ed altri: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di dialogo politico e di cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Cuba, dall'altra, fatto a Bruxelles il 12 dicembre 2016 (A. C. 1332).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 1332: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di dialogo politico e di cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Cuba, dall'altra, fatto a Bruxelles il 12 dicembre 2016.

Ricordo che nella seduta del 25 febbraio si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Esame degli articoli - A.C. 1332)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, ai quali non sono state presentate proposte emendative. Li porrò dunque direttamente in votazione.

IOLANDA DI STASIO, Relatrice. Chiedo di palare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO, Relatrice. Grazie, Presidente. Volevo semplicemente ribadire l'importanza di questo Accordo di cooperazione tra Unione europea e Cuba, anche perché lunedì è stata fatta la discussione generale e volevo ribadire gli stessi concetti.

In sostanza, quello che andiamo a ratificare quest'oggi riguarda una cooperazione tra Unione europea e Cuba in cui ci impegniamo ad agire nel campo dei diritti umani, del commercio illegale di armi, del disarmo e non proliferazione delle armi di distruzione di massa, di lotta contro il terrorismo, gravi crimini di portata internazionale o anche misure coercitive unilaterali, lotta contro la tratta di esseri umani, contro la produzione e il traffico di droghe illecite.

In sostanza, nei vari titoli viene esemplificato tutto ciò che compete per la parte della cooperazione: come ho già detto, il dialogo politico-istituzionale, come quello di democrazia e rafforzamento delle istituzioni e dello Stato di diritto o anche della promozione della giustizia, della sicurezza dei cittadini e migrazione, sviluppo e coesione sociale; in particolare, le parti si impegnano anche ad azioni di cooperazione volte a promuovere la partecipazione delle donne alla vita politica.

Ribadisco tutto questo, anche alla luce di quanto avvenuto domenica con la votazione avvenuta a Cuba. Tutto ciò è importante per ribadire quel dialogo di cooperazione che sta avvenendo tra le due parti in causa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1332)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Laura Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Grazie, signora Presidente. Care colleghe e cari colleghi, come certamente saprete, domenica scorsa si è svolto a Cuba… signora Presidente, possiamo parlare? Mi rimetto a lei…

PRESIDENTE. Ha ragione, ha ragione, collega. Colleghi, per favore!

LAURA BOLDRINI (LEU). Dicevo, come i colleghi e le colleghe sapranno, domenica scorsa, a Cuba, si è svolto un referendum popolare sul testo di una nuova Costituzione e a questo referendum ha partecipato l'84 per cento degli aventi diritto, quindi una percentuale altissima, e ha prevalso il “sì” alla nuova Costituzione per l'86 per cento, e i “no” hanno raccolto solo il 9 per cento.

Ora, signora Presidente, il testo approvato domenica scorsa raccoglie le riforme in campo economico che erano già state avviate da Raúl Castro e anche dal nuovo leader Miguel Díaz-Canel.

Ora, questo nuovo testo riconosce il business privato, cosa che prima non era riconosciuta, la possibilità di investimenti dall'estero, riconosce anche la proprietà limitata di alcuni mezzi di produzione, quindi un mercato finanziario e bancario più aperto, e guardate che non sono cose da poco.

Purtroppo, però, devo anche dire che, in campo politico, le cose non sono altrettanto lusinghiere. È vero che finisce l'era del Presidente a vita, e questo è positivo, è vero che c'è il limite, quindi, di due mandati ed è vero anche che si istituisce la figura del Primo Ministro a Cuba, però non c'è un'apertura apprezzabile nel campo del pluralismo politico, quindi si rimane a un unico partito.

Quindi, io credo che la comunità internazionale, signora Presidente, debba fare in modo che la Repubblica di Cuba esca da questo isolamento e affronti con sicurezza il percorso verso le riforme democratiche, incisive e anche compiute. Questo chiedono i gruppi di opposizione e ricordo a quest'Aula che ce ne è uno molto interessante: las Damas de Blanco. Damas de Blanco è un gruppo di donne che protesta continuamente, sostanzialmente per la libertà dei loro congiunti che sono stati arrestati, a loro dire, ingiustamente e sono nelle carceri cubane.

La strada del dialogo, dunque, è quella da privilegiare. Perché? Perché le contrapposizioni producono irrigidimenti, producono delle chiusure nazionalistiche, il dialogo invece sollecita l'apertura e sollecita anche il confronto.

Dunque, è la volontà di dialogo e di chiudere una storia di decenni di contrapposizione, che portò l'allora Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, a compiere la storica visita a L'Avana, nel marzo del 2016, e poi anche a pronunciarsi favorevolmente per la fine dell'embargo. Ma come sappiamo, colleghi e colleghe, questa decisione di finire l'embargo non fu poi attuata per responsabilità della maggioranza repubblicana al Congresso federale e oggi l'attuale Presidente, Donald Trump, che, come vediamo, manca di lungimiranza politica, ha riconfermato, invece, l'embargo.

Quindi, il dialogo e la cooperazione sono al centro di questo accordo di cui oggi stiamo parlando, quello tra l'Unione europea e la Repubblica di Cuba, fatto nel 2016, sulla scia, quindi, anche di questa apertura; un accordo che comprende un numero molto ampio di argomenti: contribuire alla modernizzazione dell'economia, ma anche della società cubana, promuovere l'integrazione di Cuba nell'economia mondiale, e guardate che tutto questo non è scontato e non è assolutamente di poco conto.

Si parla, in questo accordo, di diritti umani, di democrazia, si parla di Stato di diritto, di lotta al commercio illegale di armi, si tratta anche di traffico di stupefacenti, di tratta di esseri umani e anche del terrorismo internazionale. Si affrontano i temi del contrasto alla discriminazione razziale, alla xenofobia, all'intolleranza e anche si assume una prospettiva di genere, in un Paese dove purtroppo la violenza contro le donne è una vera piaga sociale.

Quindi, ci si impegna reciprocamente anche per la tutela dell'ambiente, per la gestione del rischio di catastrofi naturali e anche per la riduzione del riscaldamento climatico, tutti temi, cari colleghi e colleghe, che non hanno frontiera e che ci riguardano tutti; tutti temi che sono anche presenti da molto tempo nell'agenda di questo Parlamento e di questa Camera e, dunque, immagino che questa Camera, visto che questi temi sono da tempo al centro dell'interesse, non avrà alcuna difficoltà ad approvare questa proposta di legge di ratifica. Dunque, signora Presidente, annuncio il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Orsini. Ne ha facoltà.

ANDREA ORSINI (FI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, con molto meno ottimismo di quello appena manifestato dalla presidente Boldrini, anch'io annuncio il voto favorevole di Forza Italia alla ratifica di questo Trattato.

È superfluo aggiungere, però, che, né Forza Italia, né io personalmente, abbiamo alcuna simpatia per il regime che governa Cuba. Il sistema cubano è un triste retaggio della parte peggiore del Novecento, parlo naturalmente del sistema comunista o, se preferite, del socialismo reale, come amava definirsi; un sistema che ha garantito la miseria del popolo cubano, la repressione del dissenso politico, la persecuzione delle attività religiose, un vero bagno di sangue soprattutto nei primi anni dopo la rivoluzione, quando aveva un ruolo attivo il troppo compianto Ernesto Che Guevara. Ha garantito la sovversione nel mondo al servizio delle peggiori cause politiche, dall'Africa, all'America Latina.

Ancora oggi Cuba sostiene, dal punto di vista politico, economico e militare i regimi più crudeli e inefficienti; sostiene Ortega in Nicaragua, sostiene Maduro in Venezuela, in questo è in buona compagnia anche in quest'Aula.

Nonostante tutto questo, noi crediamo che sia giusto votare a favore della ratifica dell'Accordo di dialogo politico e di cooperazione tra l'Unione europea e la Repubblica di Cuba. Non è una contraddizione, perché questo accordo significa che anche il regime cubano si sta, in qualche modo, lentamente piegando al principio di realtà, sta prendendo atto del fallimento del socialismo reale e della necessità di cambiare, un cambiamento finora del tutto insufficiente, troppo lento, imposto dall'alto, ma pur sempre uno spiraglio di apertura che è nostro dovere tentare di allargare e di rafforzare.

Proprio domenica scorsa, come ricordava la presidente Boldrini, Cuba ha approvato, con un referendum, una nuova Costituzione. Un referendum, inutile dirlo, molto lontano dalle nostre regole democratiche, senza alcuno spazio per la propaganda dell'opposizione e che, infatti, ha avuto un esito plebiscitario, l'87 per cento di “sì”, come sempre avviene quando le dittature fingono di interpellare il popolo. Una Costituzione che è ancorata al passato, che riconosce l'immutabilità del comunismo e il ruolo guida del Partito Comunista, ma anche una Costituzione che riconosce, per la prima volta, qualche spazio al mercato e all'iniziativa privata e introduce persino qualche modestissima trasformazione del potere istituzionale, così da renderlo meno accentrato.

Se questa è la strada che Cuba ha davvero deciso di imboccare, noi la dobbiamo sfidare a seguirla con molto più coraggio e con molta più coerenza.

Con questo Accordo il Governo cubano si impegna sui diritti umani, quelli che finora ha tranquillamente calpestato in patria e all'estero. Si impegna al controllo del traffico di armi, dopo essere stati per tanti anni i primi fornitori dei terroristi e guerriglieri di mezzo mondo. Si impegna, addirittura, alla democrazia, definita come volontà liberamente espressa dei popoli di determinare il proprio orientamento politico, economico, sociale e culturale. Sono parole dell'articolo 22 del Trattato e sono naturalmente lontanissime dalla realtà della Cuba di oggi.

Noi speriamo che siano la Cuba di domani. Sarà in buona fede il Governo cubano nell'assumere questi impegni? È una domanda che non ha risposta in verità. La politica internazionale è una materia complessa che non si basa sulla buona fede: si basa su interessi, rapporti di forza, dinamiche ideologiche, dinamiche economiche, ideologie, talora anche scelte di valori, più spesso sullo stato di necessità. La necessità in questo caso per l'Italia è non rompere la coerenza europea e, allo stesso tempo, di fare quanto possiamo per la democrazia a Cuba, come dobbiamo farlo per il Nicaragua, come dovremmo farlo e non facciamo purtroppo per il Venezuela, vero colleghi della maggioranza? La necessità per Cuba è di trasformare un sistema che, come tutti i prosceni comunisti, crolla sotto il peso delle sue contraddizioni e dei suoi limiti strutturali. Noi, onorevoli colleghi, siamo dalle parte del popolo cubano, non del Governo cubano, ma prendiamo atto che quel Governo riconosce oggi ciò che non ha mai riconosciuto prima. Per questo votiamo un Accordo che potrebbe essere un passo sulla strada della libertà. La libertà di Cuba ci sta a cuore come la nostra perché la libertà è indivisibile ed è uno dei valori fondanti della condizione di ogni uomo in ogni angolo del pianeta. Noi siamo sempre dalla parte della libertà, per questo voteremo sì (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Ritengo che l'intervento che mi ha preceduto abbia detto alcune cose vere ma non ne capisco minimamente le conclusioni. Cuba è una dittatura atroce, comunista, illiberale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che distrugge qualsiasi possibilità di emancipazione dei popoli. Come pensare di fare un discorso di questo genere, ammettere questo, riconoscere questo e poi dire “e quindi voteremo sì” a un trattato che prevede di consolidare e rafforzare i legami tra le parti in materia di dialogo politico, cooperazione e scambi commerciali sulla base del mutuo rispetto, della reciprocità dell'interesse comune: io non rispetto che incarcera i dissidenti, non rispetto chi prende e mette in galera qualcuno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) perché ha osato criticare Fidel Castro o ha scritto su un muro che Fidel Castro è morto. Io non ho alcun rispetto e non posso votare favorevole a un atto che prevede di rispettare e consolidare i rapporti con una dittatura atroce che affama il proprio popolo, in cui si muore negli ospedali perché mancano le medicine e in cui si racconta che c'è l'istruzione ma nelle scuole non si fa istruzione, si fa indottrinamento culturale e politico. Non posso votare a favore, non possiamo votare a favore di un trattato in cui si riconosce la dignità a un regime che affama il popolo, incarcera i dissidenti e continua a difendere una visione dell'economia e della società che è superata dalla storia, anzi va oltre perché difende il comunismo e lo abbina con un ultraliberismo selvaggio che ha portato i poveri a essere più poveri, i ricchi più ricchi e i servi del regime più ricchi dei più ricchi. I turisti che vanno a Cuba, magari per fare turismo sessuale, sono gli unici che tornano contenti e convinti che Cuba sia il paradiso terrestre. Non è così e l'Aula non può votare a favore di un trattato che prevede di riconoscere la dignità a uno Stato in questo modo. E non lo dice Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, i fascisti, gli anticomunisti ma lo dice Amnesty International che, fino a prova contraria, sono amici della Boldrini e di tutto il “sinistrume” buonista e internazionalista di questo mondo e che nel rapporto annuale 2017-2018 scrive testualmente che continuano gli arresti e le detenzioni arbitrarie. Ci sono i prigionieri di coscienza, la libertà non è ancora stata raggiunta e allora i cari difensori della libertà di quest'Aula, tutti coloro che appena Giorgia Meloni dice qualcosa iniziano a gridare “Fascista! Fascista!”, ora voi volete difendere una dittatura comunista di questo stampo? Non accetteremo mai, mai lezioni di democrazia da chi in modo strabico difende le dittature quando sono comuniste e inizia a gridare al pericolo fascista quando qualcuno dice qualcosa di buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto deputata La Marca. Ne ha facoltà.

FRANCESCA LA MARCA (PD). Grazie, Presidente. A nome del gruppo del Partito Democratico annuncio il voto favorevole alla ratifica ed esecuzione dell'Accordo di dialogo politico e di cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Cuba, dall'altra. Le relazioni tra l'Unione europea e Cuba sono state rilanciate con l'accordo di dialogo politico e di cooperazione finalizzato a promuovere le relazioni tra la UE e Cuba, affinché raggiungano un livello che rispecchi i saldi legami storici, economici e culturali tra le parti. Oltre a creare un solido quadro favorevole al rafforzamento del dialogo politico e della cooperazione bilaterale in un gran numero di settori, l'Accordo fornisce la base per un'azione comune su questioni internazionali e in consessi multilaterali. Esso stabilisce inoltre i principi e gli obiettivi generali delle relazioni tra l'Unione europea e Cuba e crea una struttura istituzionale per la sua gestione. L'Accordo entrerà in vigore integralmente quando sarà ratificato da tutti gli Stati membri dell'Unione europea. L'approvazione dell'Accordo, quindi, si inserisce nel quadro di intensificazione delle relazioni bilaterali italo-cubane degli ultimi anni su diversi piani: quello culturale e quello economico-commerciale. Tra l'altro il nostro Paese è tra i primi dieci partner commerciali della Repubblica caraibica. L'Accordo stabilisce la molteplicità di settori strategici comuni che formeranno oggetto del dialogo politico anche su aspetti particolarmente sensibili come, ad esempio, quelli relativi ai diritti umani ed al commercio illegale di armi. Per queste ragioni il gruppo del PD voterà a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Voteremo a favore dell'Accordo di dialogo politico e di cooperazione tra Unione europea e Cuba, che finalmente regola i rapporti tra UE e Cuba laddove prima, invece, vi era un quadro di cooperazione frammentario. Sottolineo che nell'Accordo vi sono disposizioni inerenti la lotta al terrorismo e lo scambio di informazioni sui gruppi terroristici; la lotta contro la produzione, il traffico e il consumo delle droghe; la lotta alla tratta di esseri umani e al traffico di migranti. Nella terza parte dell'Accordo sono previsti meccanismi di cooperazione per il contrasto al riciclaggio di denaro, alla corruzione e alla criminalità organizzata. Auspichiamo, quindi, che anche i Paesi UE, che ancora non hanno ratificato l'Accordo, possano ratificarlo al più presto perché possa entrare pienamente in vigore sperando che accordi di questo tipo possano fungere da incentivo a processi di democratizzazione e sviluppo economico (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Di Stasio. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Grazie, Presidente. La Repubblica di Cuba sta vivendo un periodo di profondo cambiamento. Proprio in questi giorni i cubani sono stati chiamati ad esprimersi per la riforma costituzionale già approvata in Parlamento e che introdurrà il riconoscimento della proprietà privata così come il riconoscimento e la tutela di alcuni diritti civili e individuali fino ad ora non garantiti per Costituzione, oltre che una maggiore apertura agli investimenti esteri. Cuba è uno Stato che sta vivendo una nuova stagione e lo abbiamo visto e in questo scenario si colloca l'Accordo sul quale siamo chiamati oggi ad esprimerci e che ha come finalità la promozione della relazione tra Unione europea e Cuba, l'individuazione di tematiche strategiche e di interesse comune sulle quali costruire e intensificare il dialogo tra le parti e portare così avanti importantissimi legami storici, culturali ed economici che intercorrono tra le parti ed è per questo che il MoVimento 5 Stelle esprime voto favorevole alla richiesta dell'Accordo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1332)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 1332: “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di dialogo politico e di cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Cuba, dall'altra, fatto a Bruxelles il 12 dicembre 2016".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Sull'ordine dei lavori.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Presidente, intervengo perché nella nostra Commissione è accaduto un fatto molto grave, molto spiacevole, che veramente sta andando avanti da tanto tempo. Noi abbiamo inseguito il commissario Farabollini per molti mesi, per la verità l'ho dovuto raggiungere a Camerino per convincerlo a venire nella nostra Commissione a fare quello che è il suo dovere, cioè a riferire alla Commissione competente rispetto a quello che aveva intenzione di fare appunto come neo-commissario al sisma. L'abbiamo incontrato il 23 gennaio, tutte le forze politiche hanno posto al commissario una serie di domande rispetto a quello che aveva intenzione di fare per far ripartire la ricostruzione in 138 comunità, e il commissario, al termine di quell'audizione del 23 gennaio si è riservato di risponderci nei giorni successivi per iscritto. È passato oltre un mese, e nonostante gli uffici, i funzionari e i dirigenti sollecitino la struttura commissariale quotidianamente per avere queste risposte, il commissario Farabollini non dà risposte alla Commissione. Ripeto, è passato oltre un mese, e se sommiamo a questo il tempo che abbiamo speso per riuscire ad audirlo, parliamo di tanti mesi per riuscire ad avere uno straccio di informazione. Oggi a Roma sono in riunione 60 sindaci del cratere, sindaci importanti (c'è il comune di Amatrice, c'è il comune di Camerino), che sono molto, molto preoccupati per una ricostruzione che non è ancora mai partita. Sono venuti a Roma per costituirsi in associazione - di cui farò parte anch'io - per lanciare l'ennesimo grido di dolore e di attenzione rispetto ad una ricostruzione che non c'era e che non c'è.

Io chiedo, suo tramite, di far pressione sul commissario per darci queste risposte, e chiedo a tutti quanti voi di convincere il commissario Farabollini a fare un atto di onestà intellettuale, quell'onestà intellettuale che manca troppo spesso al MoVimento 5 Stelle e che è al pari dell'onestà che tante volte viene sbandierata: il commissario Farabollini farebbe bene a dimettersi per totale inadeguatezza rispetto al ruolo a cui è stato chiamato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Collega, io l'ho fatta parlare, però chiaramente le sue informazioni sono delle questioni completamente estranee all'attività dell'Aula. Ovviamente comunque riferirò al Presidente della Camera.

Inversione dell'ordine del giorno.

COSIMO ADELIZZI (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

COSIMO ADELIZZI (M5S). Presidente, solo per informare l'Aula che, essendoci delle valutazioni in corso e degli approfondimenti che si sono resi necessari per quanto riguarda la mozione sulla cosiddetta mafia nigeriana e su tutte le mozioni ad essa collegate, volevo chiedere formalmente un'inversione dell'ordine del giorno, spostando quindi il punto numero 2 alla fine e proseguendo regolarmente e in ordine dal punto 3 in poi.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Scusi, Presidente, ma che cosa vuol dire che ci sono delle valutazioni in corso? Cioè, a quale articolo del Regolamento corrisponde la valutazione in corso? Chiederei a lei il numero dell'articolo e del comma, perché questa non è una licitazione privata di mozioni. A noi, che ci siano dei dialoghi interni alla maggioranza attuale o a quella futura con Fratelli d'Italia interessa relativamente zero. Vogliamo capire qual è il punto di merito che motiva il rinvio di questa mozione, perché dire “valutazioni in corso” o non dirlo è la stessa cosa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Collega Lollobrigida, voleva per caso intervenire a favore o contro la richiesta di rinvio?

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Sì, contro, ovviamente.

PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, qui c'è qualcosa che non torna: o i colleghi del MoVimento 5 Stelle stanno un po' disorientati dalle vicende legate a Casalino e alla presidente della Commissione giustizia o non hanno nemmeno il rispetto delle questioni che vengono poste in Aula attraverso uno strumento che è quello del coordinamento tra le varie forze politiche per la calendarizzazione in Aula. Questa mozione arriva in Aula, questo argomento arriva in Aula, il contrasto alla mafia nigeriana arriva in Aula, la visione che noi abbiamo sulle vicende dell'immigrazione clandestina arriva in Aula perché Fratelli d'Italia chiede che se ne discuta, quindi questo punto all'ordine del giorno viene inserito per cercare di portare quest'Aula a discutere di un tema che per noi è prioritario.

Allora, o per il Movimento 5 Stelle - spero non per la Lega - la mafia nigeriana è un argomento che può essere trattato dopo perché non è bastata la vicenda di Pamela, non è bastata la vicenda di Desirée, non sono bastati numerosi arresti in tutta Italia, non è bastato che le nostre strade fossero invase di spacciatori nigeriani per spingere questo Parlamento a trattare un argomento così delicato e a trovare soluzioni, oppure c'è qualcosa che ci sfugge (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi abbiamo evidenziato in ogni maniera in quest'Aula questo contrasto, questa differenza forte sulle politiche sull'immigrazione tra il MoVimento 5 Stelle, globalista, internazionalista, che ha una visione poco rispettosa di chi gli paga lo stipendio, cioè gli italiani, e la Lega, che invece dice altre cose, quindi oggi speriamo, confidiamo che non venga accettata questa richiesta e che la Lega voti contro il rinvio, considerando come noi prioritario questo argomento, per sentire da parte di tutti qual è la propria posizione. Noi vogliamo impegnare il Governo su alcuni punti strategici. Qual è il problema? Non vi siete visti abbastanza? Avete scoperto di non andare d'accordo, di non avere valori di riferimento? Se ce lo chiedevate, ve lo spiegavamo, anzi l'abbiamo fatto più volte in quest'Aula.

Invitiamo la Lega a opporsi e a votare contro questa richiesta di rinvio e a permettere a quest'Aula di impegnare il Governo su questo tema, di scegliere in maniera chiara e netta gli strumenti per batterci contro l'immigrazione clandestina incontrollata, fermare il fenomeno e di contrastare la mafia nigeriana, che è diventata ovviamente un fenomeno intollerabile, sotto qualsiasi aspetto, in questa nostra nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Chi desidera intervenire a favore? Collega Bordonali, prego.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Grazie, Presidente. Vorrei rassicurare gli amici di Fratelli d'Italia: anche il gruppo della Lega ha molto a cuore la discussione di questa mozione.

EMANUELE FIANO (PD). Si vede!

PRESIDENTE. Collega Fiano!

SIMONA BORDONALI (LEGA). Si tratta di un rinvio di poche ore, non vogliamo assolutamente rinviare di giorni, ma veramente di poche ore, per arrivare ad una massima condivisione possibile. Siamo consapevoli delle problematiche e ribadisco che la tematica sta a cuore al gruppo della Lega come al gruppo di Fratelli d'Italia, ma penso che sia una problematica che deve stare a cuore a tutto il Parlamento. Quindi, noi siamo a favore del rinvio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di inversione dell'ordine del giorno, nel senso di portare il punto due all'ultimo punto all'ordine del giorno e proseguire la discussione dal punto 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva per 70 voti di differenza.

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 536 - D'iniziativa dei senatori: Bottici ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità "Il Forteto" (Approvata dal Senato) (A.C. 1160); e delle abbinate proposte di legge: Mugnai; Meloni ed altri (A.C. 390-1005) (ore 12,15).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 1160: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità "Il Forteto", e delle abbinate proposte di legge nn. 390 e 1005. Ricordo che nella seduta del 18 febbraio si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice per la Commissione giustizia, deputata Maria Elisabetta Barbuto, e il rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica.

Sull'ordine dei lavori e per richiami al Regolamento.

GIORGIA MELONI (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIA MELONI (FDI). Presidente, scusi, torno sulla votazione che si è appena celebrata perché, secondo me, apre, al di là del merito di avere una maggioranza che non riesce neanche a decidersi sul fatto che in Italia bisogna combattere la mafia nigeriana - signori, avete qualche problema -, però c'è un problema regolamentare che questo voto apre, perché la mozione sul tema della mafia nigeriana rientra, come lei sa, nelle richieste specifiche dell'opposizione, segnatamente del gruppo di Fratelli d'Italia, su cosa noi si ritiene che in quest'Aula si debba discutere. Ora, lei capisce che, se l'opposizione, che già ha tempi molto limitati, al netto dei decreti-legge, al netto dei numeri della maggioranza, per poter discutere i suoi provvedimenti, quando arrivano questi provvedimenti diventano oggetto di questa dilazione continua, perché la maggioranza non è in grado di decidere, noi possiamo tranquillamente alzarci tutti, andare a casa e loro fanno quello che vogliono (Prolungati applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Allora, il precedente è un precedente grave: è diritto dell'opposizione, perché è stata nostra specifica richiesta, votare queste mozioni, e la maggioranza deve decidere da che parte vuole stare, se vuole combattere la mafia nigeriana o non lo vuole fare, perché la politica è fatta di questo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Articolo 8, Presidente, è rivolto a lei. Condivido tutte le parole che ho appena ascoltato dall'onorevole Meloni (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È suo compito, non condivido il merito della sua mozione…

PRESIDENTE. Colleghi!

EMANUELE FIANO (PD). Non è che qua bisogna essere contrari o d'accordo a prescindere dal partito a cui uno è iscritto o di cui è segretario. È suo compito, Presidente, difendere le prerogative iscritte a calendario. Le quote relative alle minoranze, le quote che vengono stabilite in Conferenza dei presidenti di gruppo, di discussione di provvedimenti legislativi, di mozioni o quant'altra prerogativa delle minoranze devono essere difese, perché il meccanismo che abbiamo appena osservato, e cioè che con il voto di maggioranza, che ovviamente c'è in quest'Aula, altrimenti il Governo cadrebbe, si possano bypassare, sorpassare le nostre prerogative, gli spazi ridotti che devono comunque esserci salvaguardati, non può essere, Presidente, prevaricato da una sua decisione, cioè quella di mettere al voto di maggioranza il calendario nello specifico di ciò che riguarda le mozioni della minoranza.

Credo, Presidente, però, che di questo lei dovrebbe informare il Presidente della Camera e chiedo che lei chieda al Presidente della Camera di convocare la Giunta per il Regolamento, perché, altrimenti, qui gli spazi delle minoranze non esistono. In qualsiasi momento della discussione il Presidente, su richiesta di un membro della maggioranza, può far mettere ai voti un'inversione dei lavori che sposta sine die un argomento che dovrebbe essere in quel mese della quota delle minoranze. Quindi, la prego, censurando il voto che c'è stato, di informare il Presidente della Camera perché questo non può qualificarsi come precedente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente. Sull'ordine dei lavori per dire che noi siamo pronti a votare questa mozione. Abbiamo già dimostrato come la Lega sta fermando gli sbarchi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Abbiamo ridotto gli sbarchi già quasi del 95 per cento (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Fratelli d'Italia), alla faccia del Partito Democratico…

PRESIDENTE. Colleghi!

EDOARDO ZIELLO (LEGA). …che aveva invaso questo Paese di immigrati. La lotta alla mafia nigeriana e a ogni qualsivoglia organizzazione criminale la sta facendo egregiamente il nostro Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, quotidianamente (Deputati del gruppo Fratelli d'Italia scandiscono: voto!). Abbiamo detto, nella legge di bilancio, che avremmo…

PRESIDENTE. Colleghi, ordine!

EDOARDO ZIELLO (LEGA). …messo la sicurezza al primo posto: lo testimoniano le assunzioni di 8 mila agenti, cosa che non ha fatto mai il Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Stiamo aumentando la sicurezza sul territorio, stiamo aumentando i presidi statici di sicurezza, abbiamo quasi azzerato gli sbarchi in questo Paese (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi!

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Non si poteva fare: con la Lega lo abbiamo fatto! Quindi, rinviamo la votazione di poche ore, signor Presidente, tutto qui. Un semplice rinvio di poche ore, perché la Lega è pronta a votare a favore della nostra mozione e di dire: fermiamo l'immigrazione clandestina con le parole, ma anche con i fatti, e i dati sugli sbarchi lo testimoniano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Deputati del gruppo Fratelli d'Italia scandiscono: vo-ta-re, oh,oh!)!

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Grazie, Presidente, sul medesimo ordine dei lavori che ho poc'anzi sentito, mi permetto sommessamente di rilevare ai colleghi del gruppo che sono intervenuti che si è votato in Friuli e il centrodestra unito ha vinto, in Molise il centrodestra unito ha vinto, in Sardegna il centrodestra unito ha vinto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Collega, questo, però, non è sull'ordine dei lavori.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). …in Abruzzo il centrodestra unito ha vinto. Diamo la possibilità al centrodestra di governare la nazione. Staccate la spina…

PRESIDENTE. Collega!

GALEAZZO BIGNAMI (FI). …e torniamo a votare. Basta con le operazioni di palazzo!

PRESIDENTE. Collega, per cortesia, questo intervento non è sull'ordine dei lavori.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Staccate la spina e diamo un Governo di centrodestra…

PRESIDENTE. Grazie, collega.

Colleghi, allora, l'iscrizione di un argomento in quota opposizione - sto dando una risposta, se l'Aula è interessata - non inibisce all'Aula di utilizzare tutti gli strumenti previsti dal Regolamento relativi alla determinazione dell'ordine dei lavori. La questione è già stata affrontata anche nel corso delle precedenti legislature. Ovviamente, colleghi, ne informerò comunque il Presidente della Camera.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Non intendo ritornare, però, sul dibattito. Prego.

EMANUELE FIANO (PD). Non intendo ritornare sull'articolo 8, di cui lei informerà il Presidente, ma, siccome ha permesso al collega della Lega di fare qui un comizio, affermando falsità sull'attività del Governo sorretto dal Partito Democratico sulla questione dell'assunzione di agenti, intendo rispondere.

E se il collega sottosegretario al Ministero dell'Interno Molteni è un uomo, come io l'ho conosciuto, quando era ai tempi dell'opposizione, si alzerà e dirà che ho ragione, perché il collega della Lega ha appena parlato delle circa 8 mila assunzioni nei comparti sicurezza pubblica e difesa previste dalla legge di bilancio nei prossimi dieci anni ma le ricordo Presidente - e la pregherei di farlo sapere al collega della Lega - che il piano previsto dal Ministro Minniti - non so se sia presente - ha previsto in un quinquennio e non in dieci anni esattamente lo stesso numero di assunzioni…

PRESIDENTE. Collega…

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, lei ha permesso al collega di parlare di queste cose e adesso permetta a me di parlare di queste cose (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Il Governo, il Governo del Partito Democratico, come può testimoniare il sottosegretario Molteni, ha stanziato nei cinque anni di Governo 7 miliardi di euro e ha compreso in un piano quinquennale lo stesso numero di assunzioni che, con la legge di bilancio, il Governo Conte ha previsto nel decennio. Se il collega Molteni, come io stimo sia, è un uomo allora si alza e dice: “L'onorevole Fiano sta dicendo la verità” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il collega Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Intervengo sull'ordine dei lavori, però davvero sull'ordine dei lavori (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), Presidente, perché il punto è stato rinviato con una scelta che ha fatto la maggioranza e secondo noi sbagliando, tant'è vero che abbiamo votato contro, e anche mortificando una richiesta dell'opposizione in calendario, come sottolineava giustamente la collega Meloni.

È una richiesta dell'opposizione ed è un punto messo in calendario dall'opposizione. La maggioranza non è pronta? Non capiamo le ragioni ma, insomma, tant'è. Si chiede il rinvio? Però, poi non è che si svolge il dibattito sulla mafia nigeriana dopo che abbiamo rinviato il punto. Scrivete questa “benedetta” mozione e se siete pronti ci avvisate; rifacciamo un'altra inversione dell'ordine del giorno e la discutiamo.

Adesso il punto è stato rinviato e le conseguenze se le assume la maggioranza, che ha dimostrato la propria inadeguatezza anche a discutere quel punto nei tempi stabiliti dalla Conferenza dei presidenti di gruppo. Ricordo che abbiamo dovuto aspettare per due, tre settimane la fine della discussione sulla proposta di legge costituzionale relativa all'articolo 71 per poter discutere della TAV, per cui siamo abituati ormai alla violenza sistematica della maggioranza nei confronti dei diritti dell'opposizione. Tuttavia, in questo faccio appello non tanto a lei, Presidente Spadoni, che è il Presidente di turno, ma al Presidente Fico, in modo che si faccia carico di questo meccanismo che sistematicamente mortifica i diritti della minoranza per questioni politiche di mancanza di accordo interne alla maggioranza di Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché noi abbiamo il diritto di essere tutelati dalla Presidenza della Camera, che è organo di tutela delle opposizioni.

Però, Presidente Spadoni, non è che adesso facciamo il dibattito con - come dire - una parte e l'altra che si accusano di aver fatto o di non aver fatto questo. Il punto è rinviato! Adesso c'è un altro punto, che è quello relativo a Il Forteto. Se, a Dio piacendo e alla maggioranza piacendo, almeno su questo siete pronti, facciamo questo, però con l'impegno, Presidente, che il provvedimento sulla mafia nigeriana lo si discuta entro la giornata di oggi.

PRESIDENTE. Collega, lei ha perfettamente ragione. C'è stata una votazione dell'Aula e il punto è stato rinviato. Quindi, io non tornerei ulteriormente su quest'argomento.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Che articolo?

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Articoli 8 e seguenti.

PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, io voglio capire qual è, se possibile da lei in maniera diretta, l'articolo preciso che permette il rinvio da parte della maggioranza di un punto iscritto all'ordine del giorno dalle minoranze perché è evidente che se questa cosa fosse acclarata e diventasse precedente non ci sarebbe più bisogno di calendarizzare insieme perché il calendario lo fanno le maggioranze e il resto lo subisce. Questo potrebbe essere il meccanismo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

La seconda questione regolamentare che richiamo - e quindi la formalizzo - è la richiesta, visto che alle ore 14 è prevista la Conferenza dei presidenti di gruppo e ci sarà il Presidente Fico, che magari da fuori di quest'Aula starà orchestrando questo rinvio della mozione perché poi di questo si tratta (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Partito Democratico), di sospendere la seduta per evitare un incidente che porterà quest'Aula a funzionare peggio nelle prossime ore.

Dunque, io chiedo di sospendere la seduta di oggi e faccio appello anche ai colleghi di maggioranza che sanno che il voto di questa mozione sarebbe dovuto avvenire precedentemente alla giornata di oggi. Dunque, chiedo di sospenderla per arrivare alla riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo in cui chiarire questa vicenda e chiarire le dinamiche di svolgimento dei lavori di quest'Aula, nel reciproco rispetto tra chi è attualmente maggioranza e chi è opposizione perché le cose nella vita cambiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Quale articolo?

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di intervenire ai sensi degli articoli 139 e 89 del nostro Regolamento.

PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Presidente, come ella sa, l'articolo 139 dispone che, per la presentazione di mozioni, interpellanze e interrogazioni, si adottano, in quanto applicabili, le disposizioni di cui all'articolo 89. L'articolo 89, signora Presidente, attribuisce, in maniera molto saggia, un potere di discrezionalità e di duttilità alla Presidenza, la quale non è chiamata meccanicamente a dover mettere in campo tutto ciò che il rappresentante della maggioranza pro tempore e di turno propone ma deve tener conto delle circostanze e delle condizioni per le quali le proposte vengono avanzate. L'articolo 89, signora Presidente, le dà la facoltà di negare l'accettazione o lo svolgimento di ordini del giorno, emendamenti o articoli aggiuntivi che siano formulati con frasi sconvenienti e via seguitando e, nel caso in cui un deputato insista e il Presidente ritenga opportuno consultare l'Assemblea, allora l'Assemblea decide.

Ora, noi ci saremmo attesi dalla Presidenza quanto meno una richiesta di chiarimento sulla istanza formulata dal collega Adelizzi, perché qui, in punta di diritto, si sta discutendo di una prerogativa propria delle minoranze. Il collega Adelizzi ha detto all'Aula che proponeva uno spostamento e un rinvio in quanto erano in corso non meglio precisate trattative per la definizione di una diversa stesura. Ma la domanda è: di una diversa stesura di cosa? Di una mozione proposta, nella fattispecie, da un gruppo di minoranza, e cioè Fratelli d'Italia, o di una mozione della maggioranza? Perché, in questo caso, sarebbe cambiata profondamente la natura, signora Presidente, e quindi lei, prima di dover mettere ai voti questo rinvio, avrebbe dovuto chiedere al collega Adelizzi di che cosa stava parlando e, cioè, se questa modalità della quale noi non sappiamo nulla, di questa trattativa della quale noi non sappiamo nulla, è inerente all'interno della maggioranza o è inerente a un rapporto tra la maggioranza e un pezzo della minoranza.

Debbo arguire, dall'intervento dalla collega Meloni, che si tratti della prima fattispecie e, cioè, che vi sia una vertenza, una trattativa, un conflitto all'interno dei due gruppi di maggioranza che, nella fattispecie, hanno scaricato sulla Presidenza il peso di doversi assumere questa responsabilità e questo, signora Presidente, non è la prima volta che accade, cioè che la Presidenza della Camera si acconci a dover venire incontro alle ansiogenicità, alle difficoltà e alle contraddizioni interne alla maggioranza e ormai, soprattutto quando ci sono alcuni rappresentanti di un determinato partito che siedono in quella Presidenza, sta diventando una costante e noi questo non lo possiamo accettare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Lo abbiamo detto ieri e glielo vogliamo ribadire: quando una persona si siede lì, signora Presidente, non rappresenta una persona, non rappresenta un movimento politico ma rappresenta tutti quanti e, quindi, sotto questo profilo noi ci uniamo alla richiesta fatta dal collega Lollobrigida di sospendere questa seduta, di investire immediatamente il Presidente Fico e di portare la tematica alla Conferenza dei presidenti di gruppo prevista per le ore 14, perché altrimenti noi ratifichiamo nella prassi un'attività che va a totale danno dei diritti delle minoranze (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il collega Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signora Presidente, sull'ordine dei lavori. Io credo che la proposta di sospensione che ha formulato poc'anzi il collega Lollobrigida sia ragionevole e di buonsenso: credo che andare avanti in questa situazione non sarebbe opportuno. Ci sono alcuni nodi che sono regolamentari, signora Presidente, io non voglio entrare su questo, ma ci sono anche ovviamente dei nodi di carattere politico, di un equilibrio corretto di rapporti tra maggioranza e opposizione.

Ritengo che la Conferenza dei presidenti di gruppo sia il luogo giusto in cui confrontarsi e trovare una soluzione, sia rispetto a questa specifica vicenda, sia più in generale sul tema della presentazione e, quindi, della priorità di proposte delle opposizioni, e il diritto evidentemente dell'Aula di decidere inversioni o rinvii.

Bisogna trovare, io credo, un equilibrio che è prima politico e poi regolamentare. La invito a valutare - lei ne avrebbe, anche senza il voto dell'Aula, tutte le facoltà - di sospendere, rinviando questa questione alla Conferenza dei presidenti di gruppo.

PRESIDENTE. Per quanto riguarda la richiesta del deputato Lollobrigida, al riguardo, faccio presente che, come precisato dal Presidente della Camera nella seduta della Giunta per il Regolamento del 24 settembre 1998 e, successivamente, nella seduta dell'Assemblea del 29 settembre 1998, il rinvio costituisce uno strumento che non incide sul provvedimento in discussione, ma solo sulla procedura per il suo esame. Ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, la decisione sui suddetti richiami spetta al Presidente, il quale può chiamare l'Assemblea a pronunziarsi. La proponibilità e l'ammissibilità delle richieste di rinvio in Commissione, e più in generale dei richiami sull'ordine dei lavori, non possono dunque essere contestate, neppure nei riguardi dei provvedimenti inseriti in calendario su richiesta dei gruppi di opposizione.

Per quanto riguarda la richiesta di sospensione, io, collega Lollobrigida, le ricordo che già alle 14 è prevista la sospensione per la Conferenza dei presidenti di gruppo. Se lei reputa o richiede formalmente che ci sia una sospensione in questo momento (io, però, ricordo che è già prevista alle 14 per quanto riguarda la Conferenza dei presidenti di gruppo), credo che la cosa migliore sia che sia l'Aula ad esprimersi in tal senso sulla richiesta di sospensione.

Quindi, collega Lollobrigida, le chiedo (Commenti)… Colleghi, però non è possibile riaprire un dibattito: c'è il collega Lollobrigida… Un attimo. Chiedo al collega Lollobrigida se sta formalizzando la richiesta di sospensione e, a questo punto, farò esprimere L'Aula.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Intendo formalizzarla, perché credo sia opportuno che la sede che ha stabilito il calendario entri nel merito. Perché è evidente che quel caso unico che lei ha citato fa riferimento ad un provvedimento che non incide sull'urgenza: lì si parla della possibilità dell'Aula di rinviare, perché non incide sul merito del provvedimento; ma non ha senso questo ragionamento per una mozione di indirizzo, che parla di urgenza: io credo che sia del tutto evidente che oggi abbiamo un'urgenza rispetto alla mafia nigeriana e all'immigrazione clandestina. Se uno rinvia sine die il provvedimento solo con la forza della maggioranza, non ha senso che venga calendarizzato…

PRESIDENTE. Chiaro.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). …come punto urgente che noi abbiamo chiesto venisse calendarizzato come tale. Eliminiamo le mozioni, se uno deve ragionare immaginando che si possa fare tutto.

La mia è, quindi, una formalizzazione della richiesta, pregando i colleghi di comprendere con chiarezza che i termini per continuare i lavori, nel momento in cui non c'è la serenità tra i gruppi parlamentari, è una cosa che potrebbe essere riproposta, se la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo giungerà ad un ragionamento che chiarisca il merito della vicenda.

PRESIDENTE. Sta bene.

Chi vuole intervenire contro la richiesta di sospensione? Se nessuno chiede di intervenire, io la pongo in votazione. Nessuno contro.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare a favore.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Innanzitutto, esprimendomi a favore della sospensione dei lavori, per il suo tramite, chiedo un chiarimento ai colleghi della maggioranza che hanno proposto la votazione: è semplicemente stata posposta la votazione sulla mozione sulla mafia nigeriana? La domanda è politica, Presidente: i colleghi della maggioranza quella mozione la vogliono comunque far votare oggi e l'hanno semplicemente spostata a dopo il primo punto, o no? Perché le due cose sono diverse! Perché già noi veniamo da una vicenda politicamente confusa, che è quella del rinvio della votazione sulla legittima difesa; adesso, arriva un'altra richiesta di rinvio di votazione, non sappiamo se sine die o semplicemente, essendo l'ultimo punto del giorno, se la vogliono comunque votare oggi.

È evidente che, essendo tra pochi minuti prevista una riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, e per questo sosteniamo la richiesta di sospensione dei lavori, è in quella sede che il confronto tra i presidenti dei gruppi politici presenti in quest'Aula può chiarire l'ordine dei lavori definitivo. Perché l'ordine dei lavori, seppur interpretando il Regolamento come lei ha fatto e valicando le prerogative delle minoranze, non può essere deciso unicamente con voti di maggioranza, peraltro su proposte della minoranza: altrimenti, la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo a nulla serve, perché noi arriviamo qui con un ordine dei lavori che prevede alcune caselle legate alle minoranze, e in quest'Aula con i voti di maggioranza si rinviano le problematiche politiche che danno problemi interni alla maggioranza.

Per questo noi chiediamo il suo intervento: è ovvio che, se lei lo rimette ai voti di quest'Aula, la maggioranza difende il suo pensiero, e quindi la sospensione dei lavori non ci sarà.

Le chiediamo di cogliere la differenza tra problemi tecnici e problemi interni alla maggioranza che non si mette d'accordo. Sulla legittima difesa non c'erano problemi tecnici, c'erano problemi politici, forse anche oltre che politici; su questa questione dalla mafia nigeriana non ci possono essere problemi tecnici, e oltretutto è un testo della minoranza.

Quindi, sicuramente voteremo a favore della sospensione dei lavori, ma preghiamo lei di esercitare il suo ruolo, ai sensi dell'articolo 8: perché lei, su questioni di questo genere, può esercitare il suo ruolo, se interpreta la sua funzione super partes, e non rimettersi sempre alla dittatura della maggioranza in quest'Aula.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la sospensione dei lavori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva per 460 voti di differenza.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su che cosa? Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, questa votazione entrerà nella storia della Camera dei deputati, perché…

PRESIDENTE. Collega, le ricordo che è sull'ordine dei lavori, quindi non per commentare la votazione appena passata. Vada avanti.

ENRICO BORGHI (PD). Certo, esatto. È esattamente sull'ordine dei lavori: si dà il caso che la votazione faccia parte dei lavori e questa votazione, che lei ha ritenuto di dover fare in una situazione nella quale tutta l'Aula ha smentito lei, perché noi avevamo chiesto che lei applicasse il Regolamento e la sua discrezionalità, mentre invece, ancora una volta…

PRESIDENTE. Collega, mi perdoni, la Presidenza può decidere di far scegliere l'Aula. L'Aula ha deciso.

ENRICO BORGHI (PD). ….lei si è piegata a delle direttive del suo partito, che sono state poi smentite dalla Lega…

PRESIDENTE. Su questo non c'è bisogno di discutere: d'accordo? Le chiedo di avere rispetto della Presidenza, collega Borghi.

ENRICO BORGHI…che per motivi politici è venuta incontro a Fratelli d'Italia e lei ha dimostrato di non avere rispetto dell'Aula e del nostro ruolo!

PRESIDENTE. Collega, ho scelto di far decidere l'Aula. Le chiedo di avere rispetto.

ENRICO BORGHI (PD). No! Lei non ha avuto rispetto del nostro ruolo e dell'Aula!

PRESIDENTE. Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 12,43, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della Giustizia, il Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca e il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative volte a garantire adeguate risorse umane e strumentali presso il Tribunale di Napoli Nord – n. 3-00558)

PRESIDENTE. Il deputato Catello Vitiello ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00558 (Vedi l'allegato A).

CATELLO VITIELLO (MISTO). Grazie Presidente, buonasera Ministro. Il tribunale di Napoli nord va in controtendenza rispetto alla spending review, che, mi permetto di dire, fu una scelta disgraziata all'epoca, nel 2011, perché ha privato numerosi territori del presidio di legalità all'interno degli stessi e va in controtendenza perché, quando venivano cancellate nei tribunali le sezioni distaccate, veniva realizzato questo maxi contenitore all'interno di un territorio, che ha un numero di affari giudiziari e civili che è il quinto in Italia. Ebbene, Ministro, purtroppo, da allora, poco è stato fatto per implementare la pianta organica, innanzitutto, di questo tribunale e anche dal punto di vista strutturale è stato fatto ben poco. Addirittura, Ministro, alcuni magistrati sono costretti a fare udienza nelle proprie stanze perché non hanno i locali idonei.

Allora, siccome questo è un territorio, quello del tribunale di Napoli nord, attenzione, il Presidente lo sa perché conosce la zona, il tribunale è collocato nella città di Aversa, nel Castello aragonese ed è un…

PRESIDENTE. Concluda.

CATELLO VITIELLO (MISTO). …tribunale che si presta naturalmente a garantire la legalità in un territorio molto complicato, molto complesso, stiamo parlando della zona cosiddetta “Terra dei fuochi”. Qualcosa occorre fare in tema di pianta organica, so che lei ieri ha incontrato i rappresentanti del tribunale, le chiedo quindi cosa intende fare il Governo su questo punto.

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha facoltà di rispondere.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Nel rispondere alla sollecitazione inerente alla realtà giudiziaria di Napoli nord, l'occasione è gradita per rappresentare che costante è l'attenzione del Ministero sulla situazione dei relativi uffici giudiziari, tanto che, proprio nella giornata di ieri, ho avuto un incontro presso il Ministero con il Presidente del tribunale, Elisabetta Garzo, il procuratore capo, Francesco Greco, e il Presidente dell'Ordine degli avvocati, Gianfranco Mallardo, tendente proprio a ricercare le soluzioni migliori per affrontare problemi logistici e di personale che interessano l'intero complesso. Per quanto concerne l'attuale insufficienza dei locali destinati ad aula d'udienza, sono in corso di realizzazione cinque aule, con annesse sale testi, locali cancelleria, camere di consiglio, aree di stazionamento per i detenuti, attraverso la ristrutturazione e l'adeguamento della ex Cavallerizza e dei locali ex Falegnameria, antiche costruzioni limitrofe al Castello aragonese, cui l'interrogante faceva cenno, attuale sede di procura e tribunale, rispetto alle quali, consegnato il progetto esecutivo ed esaurite le procedure di verifica e validazione, il Provveditorato del DAP, competente per la procedura, assicura l'inizio dell'esecuzione delle opere in questo primo semestre del 2019.

Al tempo stesso, sono in corso le procedure per l'acquisizione al Ministero di Giustizia dell'immobile storico ex Caserma del Carmine, ove distribuire gli archivi, nonché altri spazi per gli uffici di procura e tribunale. Mi preme evidenziare l'approccio dinamico del mio dicastero verso le piante organiche della magistratura, basato sull'analisi costante dei flussi di lavoro dei singoli uffici giudiziari, così da adeguarne periodicamente le dotazioni in ragione delle specifiche peculiarità ed esigenze del territorio. Tale analisi sarà effettuata certamente anche in relazione all'ufficio giudiziario in esame, anche grazie al prezioso contributo di informazioni e valutazioni degli uffici giudiziari e della classe forense.

Con riferimento alla pianta organica del Tribunale di Napoli nord, è stata costante l'azione del Ministero a sostegno del suddetto ufficio, che ha beneficiato di un aumento della pianta organica del personale amministrativo per dodici unità ed è stato destinatario, a seguito del concorso per 800 posti di assistente giudiziario, di 32 unità di personale dal 2018 ad oggi.

In questo quadro, senza dubbio, le misure contenute nella legge di bilancio relative alle assunzioni di 3 mila unità di personale amministrativo nell'arco del triennio 2019-2021, così come l'aumento della pianta organica della magistratura per 600 unità in tre anni, rappresenteranno l'occasione per rispondere in maniera decisa alle esigenze degli uffici giudiziari di Napoli nord, assolutamente peculiari sia per la tipologia di contenzioso trattato, che per la realtà criminale che ne interessa il territorio circondariale. E chiaramente parliamo di una realtà giudiziaria molto giovane, su cui, probabilmente, inizialmente non erano state ben calibrate le risorse necessarie per far fronte proprio alle peculiarità di quel territorio.

PRESIDENTE. Il deputato Vitiello ha facoltà di replicare.

CATELLO VITIELLO (MISTO). Grazie, Presidente. Mi ritengo soddisfatto, Ministro, perché naturalmente apprezzo anche molto la disponibilità che lei ha manifestato nei confronti dei rappresentanti sia della magistratura che dell'avvocatura, ieri. Quindi, le dico che, naturalmente, avendo un'esperienza classica, pacta sunt servanda, nel senso che poi vedremo se queste cose verranno portate a termine, io tornerò qui a chiederle nel caso di intervenire, proprio perché - traggo spunto dalle ultime cose che ha detto - si tratta di un tribunale giovane, in continuo divenire, però lì la realtà delinquenziale esiste da tempo, quindi probabilmente nel 2011 si è fatto un grosso errore. Adesso, però, dobbiamo correre ai ripari.

Confido nel recupero che lei intende fare col suo dicastero, però corriamo perché è una zona martoriata, è il presidio di legalità, quello che è stato realizzato è fondamentale. Si badi, stiamo parlando del secondo tribunale in Campania, che si distanzia da quello di Napoli per poche unità: mentre Napoli ha un bacino di utenza di circa 1 milione 400 mila persone, Napoli nord ne ha appena 1 milione 200 mila, quindi di poco al di sotto.

Quindi facciamo presto, con urgenza. Naturalmente, le rivolgo l'invito anche a nome dei rappresentanti, so che gliel'hanno rivolto anche ieri ulteriormente, se lei ha la possibilità di venire al Tribunale di Napoli nord e comprendere da vicino quali sono le difficoltà quotidiane che affrontano tutti i rappresentanti, tutti, quelli dell'avvocatura, della magistratura, tutti i giorni, anche il personale amministrativo che si divide fra più magistrati, addirittura alcuni magistrati hanno in dotazione la medesima unità. Quindi, la invito a venire a Napoli nord, ad Aversa, ed insieme potremo comprendere quali sono le difficoltà e naturalmente confido in quello che ha detto.

(Orientamenti del Governo in merito al ruolo e alle funzioni della magistratura onoraria, anche con riferimento alle tutele previdenziali e assistenziali – n. 3-00559)

PRESIDENTE. La deputata Varchi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-00559 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie Presidente e buonasera ai componenti del Governo presenti in Aula. In Italia il funzionamento della giustizia è garantito in larga misura anche dalla magistratura onoraria che, con il 50 per cento dell'organico dei magistrati professionali, la totalità della funzione giurisdizionale del giudice di pace, il 90 per cento delle funzioni di pubblica accusa nei procedimenti monocratici e quasi il 60 per cento delle funzioni giurisdizionali nei tribunali, raggiunge un livello abbastanza elevato.

Ciononostante, questa categoria negli anni ha reiterato delle istanze che sono state puntualmente disattese, anche da ultimo, nel 2017, con la riforma Orlando, che non ha accolto le loro istanze. Questa riforma ha previsto la creazione di una sorta di “statuto unico” della magistratura onoraria, applicabile ai giudici di pace, ai giudici onorari e ai viceprocuratori onorari, con una - cito testualmente - “intrinseca temporaneità dell'incarico”. Tuttavia, ha anche rideterminato la pianta organica dei giudici di pace, con ciò comportando gravi difficoltà, soprattutto per territori magari lontani da tribunali più grossi.

Nel contratto di Governo, che l'attuale maggioranza ha stipulato, si parla di una “completa modifica” della riforma Orlando, prevedendo il riconoscimento del ruolo dei magistrati onorari, anche con specifico riferimento alle questioni attinenti al trattamento delle coperture previdenziali ed assistenziali.

Il quesito che noi intendiamo rivolgere a questo Governo è - anche sulla scorta del tavolo tecnico che è stato istituito e che, però, spiace rilevare, si è riunito soltanto a fine novembre, adesso è stato convocato per il 7 marzo - quale sia l'orientamento di questo Governo in merito alla proposta formulata dai magistrati onorari e quali siano le iniziative urgenti che questo Governo intende intraprendere.

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Bonafede, ha facoltà di rispondere.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Devo innanzitutto premettere che il Dicastero che con orgoglio rappresento ha piena consapevolezza del ruolo assolutamente rilevante della magistratura onoraria, nel contesto complessivo dell'amministrazione della giustizia. Per troppi anni la categoria dei magistrati onorari non ha ricevuto la giusta e meritata attenzione, rimanendo relegata ai margini del sistema giustizia, pur costituendo, di fatto, uno dei pilastri nella realtà quotidiana degli uffici giudiziari. Proprio il riconoscimento che l'attuale formazione governativa tributa all'apporto quotidiano dei magistrati onorari nell'esercizio delle funzioni giudiziarie è alla base dell'impegno, già assunto nel contratto di Governo, volto a migliorarne lo status giuridico e il trattamento complessivo. In coerenza con tale proposito, presso il Ministero della Giustizia, è stato costituito apposito tavolo tecnico per studiare concrete prospettive di riforma della magistratura onoraria al fine di incidere in maniera significativa sulla legge tuttora vigente. Sono state raccolte ed approfonditamente analizzate le varie istanze di inadeguatezza dell'attuale disciplina, anche con riferimento alla carenza di idonee garanzie sotto il profilo previdenziale ed assistenziale.

Quanto appena detto si è snodato attraverso un percorso condiviso che ha visto, da un lato, la partecipazione al suddetto tavolo dei rappresentanti della magistratura onoraria e, dall'altro, il costante impegno dei dipartimenti e delle articolazioni ministeriali coinvolte nella predisposizione di proposte di modifica della cosiddetta legge Orlando, così come era stato indicato nel contratto di Governo. Pertanto, a prescindere dalla scansione temporale delle sedute plenarie del tavolo tecnico, il Ministero non ha mai smesso di lavorare al tema, essendo in atto un'interlocuzione continua tra gli uffici e i tecnici di questo Dicastero specificatamente incaricati.

Mi preme rilevare che, quando c'è un lasso di tempo un po' più ampio tra una seduta e l'altra, ciò non vuol dire che si è interrotto il dialogo o che il Ministero si stia distraendo rispetto a una tematica così importante: semplicemente, a volte viene il momento in cui si deve elaborare tutto il frutto del lavoro che è stato portato avanti sul tavolo, valutarne le coperture, valutarne la fattibilità normativa, e questo è stato fatto. Non a caso, lo studio sin qui realizzato, anche tenuto conto della consistenza del capitolo di bilancio dedicato, ha già condotto alla prospettazione di diverse ipotesi, che verranno adeguatamente vagliate in occasione della prossima seduta, già fissata per il 7 marzo.

In conclusione, mi sento di rassicurare la deputata interrogante, come tutti i magistrati onorari, sulla serietà dell'impegno preso e sulla massima attenzione profusa per garantire una soluzione ottimale di sistema, nonostante le disattenzioni e i gravi danni apportati nel corso degli anni alla categoria.

PRESIDENTE. La deputata Varchi ha facoltà di replicare.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Guardi, non sono soddisfatta della risposta, tuttavia devo complimentarmi con il Ministro, che è riuscito a rispondere senza dire esattamente una parola su ciò che sono gli intendimenti del Governo rispetto alla magistratura onoraria. Io ho sentito parlare di un tavolo per studiare e ho sentito parlare di uffici che devono elaborare le soluzioni possibili. Ebbene, questa maggioranza ha sottoscritto un contratto di Governo e, prima ancora, ha svolto una campagna elettorale, sventolando fogli che contenevano soluzioni immediate. Avete chiesto il consenso agli italiani e in questo caso lo avete fatto anche nei confronti della magistratura onoraria, dicendo che ciò che era stato fatto non andava bene e che voi avreste risolto il problema. Bene, prendiamo atto che, a quasi un anno dal vostro insediamento, non avete avuto abbastanza tempo per studiare, non avete avuto abbastanza tempo per individuare le soluzioni. Allora, vi chiediamo una cosa: i magistrati onorari hanno fatto una proposta che in larga parte è stata condivisa anche dalla magistratura ordinaria, prendetene atto, recepitela e date corso alle istanze di circa 5 mila persone che tengono in piedi il sistema giustizia. Parlo per esperienza di vita vissuta, ogni giorno, nei tribunali d'Italia ci sono viceprocuratori onorari che trattano udienze, ricevendo settanta-ottanta fascicoli che hanno visto solo pochi minuti prima; giudici di pace e magistrati al monocratico che emettono sentenze e fanno tutto questo senza tutele e senza garanzie.

Credo che un Governo del cambiamento che si autodefinisca tale, debba anche dimostrare di esserlo: in questo caso, voi non lo siete affatto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative per il contrasto alla dispersione scolastica e a supporto del sistema scolastico nel Mezzogiorno, anche in considerazione di recenti dichiarazioni del Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca – n. 3-00560)

PRESIDENTE. Il deputato Casciello ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00560 (Vedi l'allegato A).

LUIGI CASCIELLO (FI). Grazie, Presidente. Signor Ministro Bussetti, lo scorso febbraio, durante la visita ad alcuni istituti scolastici in Campania, lei ha rilasciato dichiarazioni che noi giudichiamo offensive verso i docenti del sud, che non si impegnerebbero abbastanza, a suo dire, nel loro lavoro e sarebbero responsabili delle minori prestazioni, presunte tra l'altro, degli studenti meridionali, alimentando stereotipi che piuttosto andrebbero combattuti con l'assunzione di misure necessarie a colmare il gap esistente tra le diverse zone del Paese. Piuttosto, il MIUR è inadempiente in materia di edilizia scolastica i cui fondi sarebbero sbloccati per almeno 7 miliardi ma sono assolutamente ancora assenti nel loro utilizzo. Nell'ambito del PON MIUR, nel 2017, è stato pubblicato l'avviso dello stanziamento di 350 milioni di euro per progetti di edilizia scolastica in Basilicata, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, per accedere ai quali gli enti destinatari hanno presentato i progetti entro la scadenza richiesta del febbraio dello scorso anno 2018. Ma, ad oggi, di questi fondi non se ne sa nulla e siamo preoccupati che possano essere destinati e ripartiti magari per le aree del nord.

Ministro, quindi, le chiediamo…

PRESIDENTE. Concluda.

LUIGI CASCIELLO (FI). …anzitutto se ha intenzione di scusarsi nei confronti dei lavoratori delle scuole del Sud e degli studenti del Sud, adottando immediatamente azioni concrete contro la dispersione scolastica, la criminalità e disoccupazione giovanile, individuando specifici fondi da destinare alle scuole del Mezzogiorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, Marco Bussetti, ha facoltà di rispondere.

MARCO BUSSETTI, Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Grazie, Presidente. Onorevole Casciello, rispondo alla sua interrogazione ribadendo quanto dichiarato proprio in occasione di una recente visita ad alcuni istituti scolastici di Afragola e Caivano, ovvero che non esiste una scuola del Sud e una scuola del Nord, ma la scuola è una sola in tutto il Paese. Le dichiarazioni rilasciate in risposta ad una domanda insistente e ripetuta di un giornalista non hanno quindi nulla di offensivo se dette in modo sereno, oggettivo e non strumentale, come è invece avvenuto per evidenti ed esclusive ragioni di polemica politica. Quando ho parlato di lavoro e impegno non mi riferivo certamente a coloro che lavorano nelle scuole del Meridione.

Provengo dal mondo della scuola e, nei miei tanti anni di servizio anche come dirigente a Milano, ho potuto apprezzare le spiccate capacità e la particolare dedizione di moltissimi dirigenti scolastici, docenti e, più in generale, del numerosissimo personale della scuola e amministrativo di origini meridionali che è stato costretto a lasciare le proprie terre di origine e i propri affetti per trovare un'occupazione.

Da quando sono Ministro ho avuto occasione di visitare diverse istituzioni scolastiche del Meridione e non posso che ribadire il giudizio estremamente positivo sulle capacità e sulla dedizione di un personale scolastico che opera molto spesso in contesti sociali ed economici particolarmente difficili. Non ho pertanto nulla di cui scusarmi.

Sperando così di aver definitivamente chiarito quello che continuo a ritenere un vero e proprio equivoco, rispondo alla sua seconda domanda. In circa nove mesi di mandato governativo ho conseguito, penso, già diversi risultati. Quando mi sono insediato ho trovato circa 7 miliardi di euro già stanziati che erano bloccati e inutilizzati da tempo. Ho pertanto proposto e siglato in Conferenza unificata un accordo quadro con il mondo delle regioni e degli enti locali al fine di velocizzare le procedure di erogazione dei fondi di edilizia scolastica. Di questi 7 miliardi di euro, sono già stati ripartiti tra le regioni ben 5,3 miliardi. Di questi, 1,2 miliardi sono stati assegnati alle regioni del Meridione Basilicata, Campania, Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia. Il mese scorso ho provveduto a firmare un decreto per ripartire i 50 milioni di euro per la realizzazione di palestre e strutture sportive nelle scuole e 114 milioni per un piano antincendio per le scuole, mai realizzato prima. Di questi fondi, ben 56 milioni di euro sono stati erogati alle regioni del Sud: più di 18 milioni di euro per le palestre e 38 milioni di euro per i piani antincendio.

Nelle ultime settimane ho inoltre deciso di stanziare 50 milioni di euro da destinare proprio alle regioni del Sud Italia, e precisamente a 292 aree di esclusione e con problemi di tipo sociale, individuate nelle regioni di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, caratterizzate da povertà educativa minorile, da una forte dispersione scolastica e da un elevato tasso di criminalità organizzata. Di tali risorse potranno beneficiare oltre mille scuole del Mezzogiorno.

Concludo il mio intervento ribadendo, ancora una volta, l'invito a non coinvolgere la scuola - tra le più importanti istituzioni del nostro Paese, che ha il delicatissimo compito di formare le nuove generazioni - in sterili strumentalizzazioni e polemiche politiche. Non lo meritano la scuola, il personale scolastico, non lo meritano soprattutto le nostre ragazze e i nostri ragazzi (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il deputato Casciello ha facoltà di replicare.

LUIGI CASCIELLO (FI). Grazie, Presidente. Prendo atto, Ministro Bussetti, del fatto che lei abbia voluto spiegare quelle sue affermazioni, anche se, purtroppo, anche nel suo intervento ci dimostra che le sue parole tradiscono il suo pensiero, perché non è vero che non c'è una scuola del Nord e una scuola del Sud. Le ricordo semplicemente - le do qualche dato - che il forte divario è confermato dal fatto che in otto regioni in particolare, ma in tutto il contesto, ben un bambino su due non accede alla mensa scolastica. Ma nelle otto regioni dove la percentuale è altissima, sono ricomprese solo regioni meridionali, ad esempio, la Sicilia, con l'80 per cento; la Puglia, con il 73 per cento; il Molise, con il 70 per cento; la Campania, con il 65 per cento; la Calabria, con il 63 per cento; l'Abruzzo, con il 59 per cento. Ministro Bussetti, se questa non è un'altra scuola rispetto alla scuola del Nord, ci dica in quale Paese viviamo.

Lei, poi, ci ha fatto un elenco - ho provato a fare un po' di conti delle centinaia di migliaia di euro che dovrebbero arrivare anche al Sud – però, non mi ritrovo con i 350 milioni ai quali facevo riferimento, nell'ambito del PON.

Dico ancora in che il Sud paga sicuramente molto, paga anche la mancata attenzione da parte dello Stato, che mi auguro possa avere un'inversione di tendenza. Le ricordo gli atti eroici - perché di questo si tratta - di docenti di Pianura, di docenti di Secondigliano, di docenti dei comuni della provincia di Salerno e di Avellino: dovunque anche andare a scuola è un problema. Purtroppo questo Governo ha tagliato i fondi destinati anche al trasporto per i pendolari, e le prime vittime di questi tagli sono gli studenti.

Le ricordo ancora che il Governo ha fortemente contratto le risorse del Fondo per il contrasto alla povertà educativa, mentre sarebbero auspicabili sostegno e sviluppo per la formazione professionale, per dare strumenti concreti e di costruzioni di futuro per il Sud.

Allora, Ministro, naturalmente ci auguriamo che ci sia un'inversione di tendenza, ma le ricordo che le parole sono pietre, e possono anche far male, ma soprattutto che non può esistere un potere senza responsabilità, e per il Sud è necessaria, mai come ora, un'assunzione di responsabilità maggiore, che, fino ad ora, non abbiamo riscontrato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Iniziative in materia di edilizia scolastica, con particolare riferimento all'adeguamento alla normativa antisismica e a quella antincendio – n. 3-00561)

PRESIDENTE. Il deputato Sasso ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-00561 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ROSSANO SASSO (LEGA). Presidente, abbiamo ereditato un patrimonio edilizio scolastico, in Italia, direi abbastanza vetusto, che necessita di continui interventi per la messa in sicurezza, basti pensare che oltre il 50 per cento dei nostri istituti non è in regola con la normativa antincendio e il 25 per cento delle nostre scuole non è in regola con la normativa antisismica, sebbene queste ultime siano ubicate in zone e in territori ad elevato rischio sismico, come gran parte del territorio nazionale è esposto a rischio di terremoti. Per queste ragioni si deduce l'importanza di questo tema, cioè la centralità della sicurezza degli edifici scolastici, affinché il diritto allo studio di milioni e milioni di nostri studenti possa essere garantito in ambienti sicuri ed idonei. Per queste ragioni, chiedo al Governo, al Ministro Bussetti, quali siano le azioni poste in essere affinché si possa mettere effettivamente in sicurezza il nostro patrimonio edilizio scolastico nazionale, quante e quali siano le risorse messe a disposizione che verranno utilizzate dagli enti locali e se si ipotizza quando effettivamente tali risorse potranno entrare nella disponibilità concreta degli enti locali.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, Marco Bussetti, ha facoltà di rispondere.

MARCO BUSSETTI, Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Grazie, Presidente. Onorevole Sasso, la ringrazio sentitamente per la sua interrogazione, perché mi offre l'occasione di riferire sulle numerose iniziative che ho assunto sin dall'inizio del mio mandato, nella consapevolezza che la sicurezza delle scuole, degli studenti e del personale scolastico tutto costituisce una priorità assoluta. Posso comunicare, con soddisfazione, che sono stati sbloccati, ad oggi, quasi tutti i 7 miliardi di euro che ho trovato fermi sui fondi del MIUR, risorse in buona parte già nella materiale disponibilità degli enti locali. In particolare, il 1° febbraio ho approvato il piano 2018, nell'ambito della programmazione triennale nazionale 2018-2020, stanziando ingenti risorse per l'adeguamento delle scuole alla normativa antisismica e antincendio: ben 1,7 miliardi per il solo anno 2018 per il finanziamento di 858 interventi. Lo scorso 11 febbraio ho poi adottato un decreto di riparto, di ulteriori 80 milioni di euro, per l'adeguamento sismico degli edifici scolastici; entro il 13 marzo le regioni potranno far pervenire al Ministero gli interventi da finanziare.

Partendo dai dati dell'anagrafe dell'edilizia scolastica, che ho voluto fossero pubblicati sul sito Internet del Ministero, sono intervenuto immediatamente sulle situazioni di maggiore criticità, autorizzando le verifiche di vulnerabilità sismica: 105 milioni per interventi su 1.555 edifici scolastici delle zone a rischio 1 e 2; circa 1 miliardo e 58 milioni di euro per 1.735 interventi che gli enti locali stanno già effettuando. Stiamo lavorando al nuovo piano 2019 della programmazione triennale, un piano che avrà anch'esso come priorità l'adeguamento sismico e che può contare su uno stanziamento complessivo di 1,2 miliardi di euro. Anche queste risorse sono già state sbloccate ed entro giugno le regioni potranno inviare al Ministero gli elenchi degli interventi da finanziare.

Per quanto riguarda l'adeguamento delle scuole alle normative antincendio, lo scorso 2 febbraio ho autorizzato il piano nazionale antincendio, intervenendo per la prima volta in modo strutturale nel settore, e stanziando 114 milioni di euro per finanziare interventi in ben 2.267 istituti scolastici. Ovviamente, ho sempre garantito, in questi mesi, il ripristino dell'agibilità delle scuole colpite da eventi sismici e calamitosi, finanziando il ripristino di ben 126 istituzioni scolastiche in Molise, Sicilia, Veneto e Liguria. Se a queste risorse aggiungiamo i 177 milioni di economie del mutuo BEI 2015, i cui interventi sono stati in questi giorni autorizzati e pubblicati sul sito del MIUR, i 320 milioni per l'adeguamento sismico di edifici di proprietà delle province e città metropolitane, i 50 milioni per la messa in sicurezza delle palestre e strutture sportive, anche questi già stanziati, i 50 milioni dell'imminente bando relativo alla progettazione di interventi di edilizia scolastica, i 300 milioni per le scuole innovative e i 150 milioni per i poli di infanzia, raggiungiamo la cifra di 5,3 miliardi, che in nove mesi di Governo abbiamo restituito interamente agli enti locali. Sono fermamente convinto che, pur partendo da una situazione complessa, siamo sulla buona strada, e che grazie all'impegno di tutti gli attori istituzionali potremmo realizzare l'obiettivo di avere scuole più sicure, nell'interesse dei nostri studenti e di tutto il personale scolastico (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il deputato Sasso ha facoltà di replicare.

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente, e grazie Ministro Bussetti. Sono pienamente soddisfatto della sua risposta, anche perché i numeri parlano chiaro: parliamo di fondi per oltre 5 miliardi di euro finalmente sbloccati e destinati agli enti locali per la messa in sicurezza delle nostre scuole. Non posso che ovviamente ritenermi soddisfatto da tutto questo. Finalmente il diritto allo studio potrà essere garantito per i nostri studenti in ambienti salubri, sicuri e idonei. Da un uomo di scuola, ma soprattutto da padre - e penso di condividere questa preoccupazione con milioni di altri papà e altre mamme italiani -, desidero che gli ambienti dove ogni giorno accompagniamo i nostri ragazzi siano ambienti sicuri e tranquilli. Siamo fiduciosi e, come deputati del gruppo Lega, saremo al suo fianco nel lavoro costante e quotidiano che ha come obiettivo, ovviamente, quello di una maggiore sicurezza.

E così nella scuola, come per tante altre promesse fatte in campagna elettorale, grazie alla Lega stiamo passando finalmente dalle parole ai fatti. Già le parole, le tante parole; anzi, verrebbe meglio da dire le chiacchiere, spesso inutili, quelle le lasciamo all'opposizione, a chi ha potuto fare qualcosa e fino a ieri governava e non lo ha fatto; ovviamente, sto parlando del PD, ma anche degli amici di Forza Italia, che devono fare opposizione a prescindere, quasi per partito preso. Ma va bene così, più loro parlano più noi cresciamo. A loro le chiacchiere inutili, a noi i fatti concreti, come 5 miliardi, come oltre 5 miliardi di euro di fondi che finalmente saranno destinati agli enti locali, indifferentemente, dal Veneto alla Sicilia, dalla Lombardia come alla mia amata Puglia, per mettere in sicurezza le nostre scuole da Nord a Sud (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative volte a far fronte alla prospettiva di rilevanti carenze di organico nella categoria degli insegnanti per il prossimo anno scolastico, in relazione alle modifiche della disciplina pensionistica – n. 3-00562)

PRESIDENTE. La deputata Casa ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00562 (Vedi l'allegato A).

VITTORIA CASA (M5S). Grazie, Presidente. Il decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, attualmente all'esame del Parlamento per la sua conversione in legge, introduce all'articolo 14 l'accesso al trattamento di pensione con almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi, la cosiddetta quota 100; misura che, fin da subito, ha raccolto anche uno straordinario successo nel mondo della scuola.

Il 28 febbraio 2019 scadono i termini di presentazione della domanda di cessazione dal servizio per accedere alla pensione con quota 100, che, insieme alle altre forme di anticipo quali opzione donna e pensione anticipata, si sommano alle ordinarie domande di cessazione dal servizio, inducendo a ipotizzare un massiccio esodo di insegnanti dalle istituzioni scolastiche.

Se queste previsioni dovessero essere confermate, il prossimo anno scolastico si connoterebbe come un anno particolarmente complesso per la scuola, in quanto si dovrebbe far fronte ad una carenza di organico difficilmente gestibile, che accentuerebbe l'utilizzo di personale a tempo determinato sia curriculare che di sostegno, i cui numeri si attestano già nel corrente anno scolastico a 125 mila unità.

Quindi, chiediamo al Ministro se sia a conoscenza di quanto esposto e quali iniziative intenda intraprendere per rispondere efficacemente e tempestivamente al vuoto di organico che si presume possa verificarsi nel futuro anno scolastico.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, Marco Bussetti, ha facoltà di rispondere.

MARCO BUSSETTI, Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Grazie, Presidente. Onorevole, ai sensi dell'articolo 14, comma 7, del decreto-legge n. 4 del 2019, solo domani, il 28 febbraio, conosceremo con precisione il numero esatto di unità di personale scolastico che ha inteso anticipare la data del proprio pensionamento grazie alla cosiddetta quota 100.

Posso comunque, sin d'ora, anticipare che, alla data di ieri, le domande complessive pervenute erano 15.234, di cui 12.157 presentate da docenti. Un numero consistente, che però non deve destare particolare preoccupazione in quanto posso assicurare che la regolarità dell'avvio del prossimo anno scolastico sarà garantita grazie ad una serie di interventi, anche legislativi, che ho fortemente voluto in questi primi nove mesi del mio mandato.

Proprio in virtù di tali interventi, sono già state avviate o sono comunque di imminente attivazione diverse procedure concorsuali, che permetteranno di far fronte al turnover immettendo in ruolo nuove leve, non solo attingendo dalle graduatorie a esaurimento, cosiddette GAE, ma assumendo anche i vincitori di precedenti concorsi e di quelli in fase di svolgimento.

Più in dettaglio, per la scuola dell'infanzia e primaria verranno assunti come docenti i vincitori e gli idonei dell'ultimo concorso ordinario bandito nel 2016. Si procederà, poi, ad assumere attingendo dalle graduatorie del concorso straordinario previsto dal cosiddetto decreto-legge dignità e si procederà al bando di una nuova procedura concorsuale ordinaria non appena la stessa verrà autorizzata dal Ministero dell'Economia e delle finanze e dal Dipartimento della funzione pubblica, autorizzazione ormai imminente, rinviata dal MEF all'esito della ricognizione delle domande di pensionamento ai sensi del decreto-legge “quota 100”.

Nella scuola secondaria sanno immessi in ruolo a settembre i vincitori e gli idonei del concorso bandito nel 2016, nonché i vincitori del concorso straordinario, cosiddetto FIT. Inoltre, è di imminente avvio una nuova procedura concorsuale, fortemente semplificata nei requisiti di accesso dalla legge di bilancio 2019. Potranno, infatti, parteciparvi tutti i laureati che abbiano acquisito un certo numero di crediti formativi relativi alla didattica senza necessità di una previa abilitazione, che si acquisirà a superamento delle prove del concorso.

In tale concorso, grazie ad un emendamento della maggioranza approvato dal Senato in sede di conversione del decreto-legge “quota 100 e reddito di cittadinanza”, verrà particolarmente valorizzato, ai fini del punteggio, il servizio già svolto dal personale docente presso le istituzioni scolastiche.

Per il sostegno, al fine di assicurare continuità nel reclutamento di docenti specializzati, è stato avviato un nuovo ciclo di corsi di specializzazione per ben 40 mila posti complessivi nel triennio.

Nelle prossime settimane si terranno le prove selettive per l'accesso al primo ciclo con circa 14 mila posti.

Per quanto riguarda il personale ATA, sarà possibile coprire i posti di collaboratore scolastico e di assistente attingendo dalle graduatorie permanenti, mentre per i DSGA, lo ricordo, è già stato avviato il relativo concorso, le cui prove preselettive si terranno prima della pausa estiva.

Per i dirigenti scolastici, infine, sono state semplificate le modalità del reclutamento con riferimento alla procedura concorsuale bandita nel 2017, che è stata trasformata da un lungo corso-concorso in un ordinario concorso, al fine di garantire l'immissione in ruolo dei vincitori già dal 1° settembre di quest'anno.

PRESIDENTE. Il deputato Luigi Gallo, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

LUIGI GALLO (M5S). Grazie, Presidente e grazie, Ministro Bussetti. L'azione del MoVimento 5 Stelle ha permesso, da subito, di affrontare uno dei primi punti del programma per cui il MoVimento 5 Stelle ha avuto piena fiducia dai cittadini, superare la Fornero e realizzare quota 100.

Sono numeri importanti quelli che si stanno dichiarando in quest'Aula, che non hanno paragone con altre epoche. Oggi, con queste misure e con questo ricambio, si apre una prospettiva storica per la scuola per almeno tre motivi.

Il primo, prima di tutto c'è un rinnovamento del personale, con nuova vitalità e nuove energie a vantaggio di tutti gli studenti.

Secondo, c'è una risposta ai docenti precari, a cui vengono offerte grandi opportunità di assunzione a tempo indeterminato per risolvere una piaga della scuola che tutti conosciamo, quando portiamo bambini e bambine, ragazzi e ragazze, dentro l'aula, e sappiamo che non riescono ad avere dal primo giorno di scuola un insegnante di riferimento per ogni disciplina. La scuola non fa una cosa con dignità e questo deve essere superato.

Il terzo motivo è aprire una concreta e reale possibilità per chi è stato truffato con la “buona scuola”, attraverso assegnazioni lontanissime dalla loro casa, dalla loro famiglia e dai loro figli, per potersi finalmente ricongiungere con i loro cari e ritrovare quella serenità necessaria.

Ora, per tutto questo, il Ministro, con lungimiranza e lucidità, ha già semplificato le procedure di reclutamento per avere selezioni rapide e assunzioni rapide, ma chiedo un impegno aggiuntivo al Ministero dell'Economia e al Governo tutto per individuare le risorse necessarie e trasformare le supplenze in posti a tempo indeterminato nel più breve tempo possibile.

La strada del risanamento del mondo della scuola è appena iniziata e deve continuare con la cancellazione delle classi pollaio, il cui iter legislativo è già iniziato in Commissione cultura, nel rispetto del contratto di Governo.

Sappiamo che la strada è quella giusta, perché in queste settimane abbiamo raccolto i pareri favorevoli di tutti i docenti e delle famiglie degli studenti diversamente abili. I 40 mila posti di specializzazione e di insegnamento di sostegno sono anche una grande risposta a questo mondo, e per questo, Ministro, auguro a lei e a tutto il Governo un buon lavoro e la necessità di concretizzare queste misure al più presto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative volte a garantire adeguati finanziamenti a favore dei servizi di trasporto regionale maggiormente utilizzati dai pendolari – n. 3-00563)

PRESIDENTE. Il deputato Stumpo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00563 (Vedi l'allegato A).

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Signor Ministro, con questa interrogazione noi vorremmo sapere se le 26 opere bloccate in questo momento e senza risorse, che sono opere che migliorerebbero la vita dei pendolari, hanno la possibilità, attraverso una politica mirata di cura del ferro, di vedere la luce, e che quindi in Italia, l'esatto contrario di quello che è emerso in un dibattito che abbiamo appena fatto rispetto ai costi-benefici, si possa sancire che la cura del ferro è molto meglio che l'utilizzo della gomma.

Nel dossier di Legambiente definito “Pendolaria 2018” si evince come per le dieci linee peggiori d'Italia, la Roma-Lido, la Circumvesuviana, la Reggio Calabria-Taranto, la Genova-Savona- Ventimiglia e l'Agrigento-Palermo, nulla sia stato fatto.

Insomma, oggi siamo qui a chiederle se i 10,8 miliardi che servirebbero per fare questi lavori possono essere sbloccati per consentire ai cittadini che la mattina si alzano per andare a lavorare o anche a pezzi di territorio che non hanno nessun collegamento di essere collegati; e quali sono le iniziative che il Governo vuole adottare perché ciò possa accadere.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, ha facoltà di rispondere.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. La ringrazio, Presidente, e ringrazio anche il collega Stumpo e gli altri interroganti. Come evidenziato anche dal Presidente del Consiglio dei Ministri in Senato nel corso della seduta di Premier Time lo scorso giovedì, questo Governo ha impostato una linea di politica economica incentrata sugli investimenti che ha l'obiettivo di portare il Paese verso una stagione di crescita e di maggiore equità sociale. Anche attraverso la cabina di regia “Strategia Italia” e la struttura di missione “Investitalia” intendiamo valorizzare le politiche pubbliche finalizzate all'attuazione di piani e programmi di investimento infrastrutturale, di manutenzione e riammodernamento delle infrastrutture delle pubbliche amministrazioni, proporre soluzioni operative e normative e adottare tutte le iniziative più idonee per superare ostacoli e ritardi.

La materia degli investimenti pubblici è prioritaria e richiede un'accelerazione per il completamento di opere importanti per i territori e per i cittadini. Le richieste degli interroganti ruotano intorno al tema degli investimenti pubblici in ambito ferroviario che potrebbero migliorare, in particolare, la vita dei pendolari. Questo è da sempre uno degli obiettivi principali dell'azione del mio Ministero in base anche alle linee programmatiche. A questo proposito evidenzio, quindi, che in ambito di trasporto pubblico locale il programma di investimento sino al 2033 è finanziato con fondi statali per oltre 13 miliardi di euro, oltre a un cofinanziamento regionale di 1,5 miliardi destinato, tra l'altro, al rinnovo del materiale rotabile per ferrovie urbane, metropolitane, sistemi tranviari, filoviari, autobus su gomma, alla sicurezza delle reti ferroviarie isolate e anche ciclovie.

Più specificamente, relativamente alle opere indicate come prioritarie nel dossier “Pendolaria 2018” posso riferire che queste sono sostanzialmente oggetto di interventi nel contratto di programma 2017-2021 con Rete Ferroviaria Italiana, che è stato sbloccato con la recente approvazione da parte del mio Ministero ed è pronto per essere operativo quando sarà stato firmato e approvato anche dal MEF. In questo viene garantita l'intera copertura finanziaria del quadruplicamento della Genova-Voltri-Brignole, del raddoppio della tratta Empoli-Granaiolo, dell'elettrificazione della tratta Siena-Empoli e del potenziamento ed elettrificazione della linea ionica, in particolare nella tratta Sibari-Melito di Porto Salvo, oltre alla progettazione definitiva dell'elettrificazione e velocizzazione della Sulmona-L'Aquila-Rieti-Terni, nonché un intervento di raddoppio ferroviario della linea Milano-Cremona-Mantova e il quadruplicamento della Milano-Rogoredo-Pavia. Con un recente incremento dei treni da parte di Ferrovie dello Stato a Trenord, fortemente voluto dal sottoscritto, nel periodo tra novembre 2018 e gennaio 2019 le percentuali dei treni cancellati sono scese dal 5 all'1 per cento, mentre l'indice generale di puntualità, nello stesso periodo di tre mesi, è migliorato, passando dal 75 all'82 per cento. Per quanto riguarda il Meridione cito il dato degli stanziamenti aggiuntivi destinati alla Sicilia dal contratto di programma RFI, che ammontano a 2,7 miliardi. Inoltre, sempre con risorse allocate nel citato contratto di programma, sono previsti 2 miliardi per interventi inerenti la sicurezza, 688 milioni per tecnologie per la circolazione e l'efficientamento, 1,3 miliardi per la valorizzazione delle reti regionali, 885 milioni per il potenziamento e lo sviluppo infrastrutturale delle aree metropolitane, 700 milioni di investimento per il potenziamento dell'accessibilità su ferro a porti, interporti e aeroporti. È di tutta evidenza, quindi, che il Governo intende garantire la manutenzione e l'incremento delle infrastrutture e dei sistemi di trasporto sull'intero territorio, nel segno del rilancio economico e del miglioramento della qualità della vita dei cittadini.

PRESIDENTE. Il deputato Stumpo ha facoltà di replicare.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Mi dispiace, Ministro: è meno fortunato del suo Ministro predecessore che dopo essere stato interrogato dai colleghi di maggioranza questi si erano ritenuti soddisfatti e, anzi, gli avevano dato un plauso. Per quanto mi riguarda non è così, nel senso che l'elenco della spesa che ci ha fatto l'avevamo già letto e in più ci ha detto una cosa: che tutto passa attraverso il fatto che il MEF sblocchi qualcosa che si chiama “finanziamenti”. Ma siccome lo leggiamo dai giornali e non abbiamo la fortuna di stare nei luoghi dove poi si discutono queste cose - il MEF è in una fase in cui tende a dire che ci sono problemi, mentre voi tendete a dire che non ci sono -, ho l'impressione che anche questa favoletta, che i soldi verranno stanziati per fare le opere che stanno dentro “Pendolaria” oppure che servono ai cittadini, e che non sono presenti in quello studio fatto da Legambiente, avranno lo stesso risultato che ogni tanto noi vediamo: le faranno poi. Io credo che state perdendo l'occasione per trasformare il Paese e portarlo nella modernità (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

(Chiarimenti in ordine all'annunciata procedura per la revoca della concessione autostradale ad Autostrade per l'Italia, in relazione al crollo del ponte Morandi di Genova - n. 3-00564)

PRESIDENTE. Il deputato Orlando ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00564 (Vedi l'allegato A).

ANDREA ORLANDO (PD). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, noi ricordiamo la dichiarazione del Presidente Conte all'indomani della tragedia del ponte Morandi: “Non possiamo aspettare i tempi della giustizia penale. Disporremo la revoca delle concessioni ad Autostrade per l'Italia” e anche la sobria dichiarazione del Vicepresidente del Consiglio: “Chi non vuole revocare le concessioni deve passare sul mio cadavere”. Ricordiamo anche le sue, ma le tralascio. Non abbiamo poi ulteriori notizie. Il quotidiano La Stampa scrive di una nuova missiva al MIT in ordine alla revoca che darebbe ad Aspi il tempo di quattro mesi per fornire addirittura una propria valutazione circa le possibili cause del crollo, e a sentire voi le sapevate già dopo qualche ora rispetto al crollo stesso.

Che fine ha fatto la revoca? Come procede la nazionalizzazione? Questo è molto interessante perché deve essere realizzata a titolo gratuito - credo - perché non c'è traccia di fondi che vanno in questa direzione nella legge di bilancio. E soprattutto, signor Ministro, come opera - se continua a operare - la sorta di comitato d'affari che lei ha trovato al Ministero delle Infrastrutture quando si è insediato e del quale, credo, abbia fatto denuncia alla procura della Repubblica di Roma? La invito a risponderci nel merito e a non fare due cose: a dirci che la procedura è complessa, perché questo si sapeva anche ad agosto, e soprattutto a non dare la colpa agli altri perché anche Peppe vi ha detto che non si può più fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, ha facoltà di rispondere.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. La ringrazio, Presidente, e ringrazio il collega Orlando e gli altri interroganti soprattutto per la possibilità che mi danno di poter chiarire su questa procedura. Però, prima di affrontare il quesito posto, permettetemi di fare un doveroso confronto con una precedente vicenda non dissimile.

Il 28 agosto 2013 hanno perso la vita quaranta persone in un tragico incidente presso il viadotto Acqualonga sull'autostrada A16, gestita dalla società concessionaria Autostrade per l'Italia. Il Governo di allora, a seguito dell'avvenimento, non ritenne neppure di istituire una commissione ministeriale di indagine sull'accaduto. Nei giorni seguenti a quella tragedia non è stato nemmeno posto in dubbio, da parte del Governo del Partito Democratico e di Forza Italia, che vi potesse essere una responsabilità della società concessionaria. Lo scorso 11 gennaio il giudice del tribunale di Avellino per quei fatti ha pronunciato una sentenza penale di condanna nei confronti, tra gli altri, di sei funzionari della società concessionaria.

Credo sia doveroso richiamare questi fatti per evidenziare la differenza nell'atteggiamento dei Governi. L'onorevole interrogante Orlando, che oggi chiede conto di che cosa sta facendo il mio Ministero, era egli stesso un ministro del Governo che allora non fece nulla contro il concessionario (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Per favore, per favore!

PRESIDENTE. Deputato Borghi! Migliore!

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Non fece nulla il Ministro Orlando dell'allora Governo…

PRESIDENTE. Il Ministro ha il diritto di parlare!

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. …non fece nulla contro il concessionario, oggi condannato dal giudice penale (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi!

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. A differenza di quanto avvenne allora, nell'immediatezza del triste evento del crollo del ponte Morandi…

PRESIDENTE. Deputato Romano!

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. …il MIT con nota del 16 agosto 2018…

PRESIDENTE. Colleghi del Partito Democratico, dovete lasciar terminare il Ministro!

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Ha ragione, Presidente.

PRESIDENTE. È un diritto come voi avete la replica. Dopo l'intervento del Ministro ci sarà la vostra replica (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Capisco le difficoltà. Le reazioni sono direttamente proporzionali alle difficoltà.

PRESIDENTE. Si ascolta il Ministro e dopo ci sarà la vostra replica e direte ciò che volete e non sarete interrotti.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente, purtroppo sono le difficoltà che giustificano la loro reazione (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Andiamo avanti. Andiamo avanti.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. A differenza di quanto avvenne allora…

PRESIDENTE. Andiamo avanti, Ministro. Deputata Morani… Borghi! Borghi!

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. A differenza di quanto avvenne allora… A differenza di quanto avvenne allora… A differenza di quanto avvenne allora, nell'immediatezza del triste evento del crollo del ponte Morandi, il MIT, con nota del 16 agosto 2018, ha contestato alla società Autostrade per l'Italia un grave inadempimento agli obblighi di manutenzione, ordinaria e straordinaria, e di custodia dell'infrastruttura affidatale, in oggettiva considerazione del collasso dell'infrastruttura stessa, e ha fissato un termine di quindici giorni per le repliche della concessionaria. Al contempo, è stata nominata una commissione ispettiva ministeriale per accertare, in parallelo all'azione giudiziaria, le cause dell'evento. Aspi ha replicato il successivo 31 agosto, contestando, tra l'altro, la fissazione di un termine incongruo. Alla metà di settembre la commissione ispettiva ministeriale ha reso pubblica la sua relazione. Il 5 ottobre 2018 Aspi ha poi formulato delle prime considerazioni, in punto di procedura adottata e di merito, sulla relazione della commissione ispettiva ministeriale, riservandosi, al contempo, di presentare più articolati rilievi di natura tecnica, che, ad oggi, non sono ancora stati forniti. Per questo motivo, nel mese di dicembre 2018, il MIT ha quindi formalizzato ulteriori e più specifiche richieste di chiarimenti e di informazioni sugli aspetti oggetto di rilievo da parte della commissione ministeriale.

Alla luce dell'oggettiva complessità tecnica degli accertamenti da compiere e per non esporre il Governo a contestazioni sul piano formale, è stato assegnato alla società Autostrade per l'Italia un termine di quattro mesi (Commenti del deputato Migliore)

PRESIDENTE. Deputato Migliore, non è modo! Non è modo!

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. …che sicuramente rappresenta un tempo più che congruo per la difesa. Grazie, Presidente.

Annuncio inoltre che, al contempo, il Ministero ha rafforzato la sua struttura tecnica, integrandovi un pool di giuristi di altissimo profilo, che affiancherà la direzione generale competente in questo delicatissimo quanto importante dossier (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Deputata Morani, le faccio il richiamo formale.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Vorrei evidenziare che la complessità della procedura che stiamo portando avanti è una conseguenza diretta – sottolineo diretta – di una convenzione costruita con grave pregiudizio degli interessi pubblici da parte del Governo di quel partito che ora sta urlando (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)

ENRICO BORGHI (PD). Sei un bugiardo!

PRESIDENTE. Ministro! Ministro, non indichi… Ministro… Ministro, non indichi.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. …e che mi gratifica con le sue urla, e per giunta… E per giunta… Ha ragione, Presidente.

PRESIDENTE. Deputato Migliore! Borghi! Borghi! Deputato… Concludiamo. Concludiamo. Ministro, non indichi.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Da parte di un Governo di centrosinistra… Scusi, Presidente. Ho sbagliato… Presidente, ha ragione.

Da parte di un Governo di centrosinistra, e per giunta successivamente blindata, attraverso la sua legificazione, da un Governo di centrodestra.

PRESIDENTE. Concluda.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Quanto fatto fino ad oggi ha già avuto una prima conseguenza positiva per l'interesse pubblico: quella del pagamento da parte di Aspi del risarcimento agli sfollati e alle imprese del territorio, nonché della messa a disposizione delle risorse necessarie alla demolizione e ricostruzione del ponte, esattamente come avevamo annunciato. Lo Stato non ha messo un centesimo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico),…

PRESIDENTE. Concluda. Deputato…

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. …chi ha fatto crollare ci ha messo i soldi, e non ha fatto ricostruire. Non lo abbiamo fatto…

PRESIDENTE. Concluda, Ministro.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. …come avevamo annunciato.

Concludo, Presidente. Questa è un'ulteriore riprova dell'impegno del Governo affinché finalmente, rispetto a prima, lo Stato torni a fare lo Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. La deputata Paita, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, a me pare del tutto evidente che l'enorme giro di parole fatto dal Ministro Toninelli di fatto si possa concludere con una deduzione: non ha nazionalizzato nulla, ha raccontato bugie agli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! E tutta questa dinamica della quale ci ha raccontato, in realtà è smentita dalle parole che sono state pronunciate dal Ministro e dall'intero Governo proprio nei giorni della tragedia del ponte di Genova. Perché voi vi eravate presi un impegno: un impegno che non avete mantenuto, e un impegno che ha comportato, però, delle gravi conseguenze, Ministro.

Lei ha detto una serie di inesattezze. Una molto grave: per esempio, quella relativa al tema delle concessioni. Perché, vede Ministro, lei dovrebbe avere il coraggio di dire di fronte agli italiani che quelle concessioni sono state votate dal Governo di centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), e un parlamentare che sosteneva quel Governo era Salvini, attuale Vicepremier di questo Governo.

Allora, lei non ha detto la verità, semplicemente non ha detto la verità. E soprattutto si è dimenticato di sottolineare un punto: di dire ai genovesi, ai liguri, agli italiani come intende finanziare l'opera che era stata prevista all'interno di quei programmi, e cioè la Gronda, l'unica opera che è in grado davvero di sgravare il traffico genovese. Perché se voi non la realizzerete attraverso il sistema della concessione, allora dove sono le risorse dello Stato per finanziare quell'infrastruttura, strategica per il nostro territorio?

Ecco, Ministro, una serie di bugie e una sola verità: il fatto che da quel crollo, da quel momento voi avete raccontato delle cose agli italiani che non si sono realizzate, che la nazionalizzazione non c'è, che la concessione è ancora in essere, e che anzi avete bloccato il Paese e tutte le infrastrutture che erano necessarie per crescere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Benvenuto, Brescia, Colletti, Colucci, Gallo, Gebhard, Giaccone, Giorgis, Grande, Lollobrigida, Pastorino, Saltamartini, Scoma e Sisto sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente novanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, Presidente. Intervengo e chiedo l'attenzione dell'Aula, di quelli che ci sono, e la sua in modo particolare, perché poche ore fa, a Genova, è stato presentato dai commissari Innocenzi, Modiano e Lener, il piano industriale relativo a Banca Carige. È un piano industriale che prevede una serie d'iniziative per il periodo compreso tra il 2019 e il 2023; ne abbiamo già parlato in Commissione finanze prima dell'inizio di questa seduta. Le slide - che devono essere ancora presentate ai sindacati, che credo le vedranno intorno alle cinque - sono molto carine; in esse si parla di una banca agile, il riferimento è un motoscafo contro le navi da crociera piuttosto pesanti, sono tanti numeri, un aumento di capitale di 630 milioni, eccetera.

Il numero che ci è saltato agli occhi in maniera più rilevante, signor Presidente, è relativo agli esuberi e quindi, dalle prime indiscrezioni su quello che è stato presentato, ci sarebbero 1.050 esuberi dei lavoratori; da 4 mila, si passerebbe a 3 mila. In realtà, gli esuberi sarebbero 1.250, di cui 200 che potrebbero essere riassunti attraverso nuovo personale più giovane. Si parla di licenziamenti che non avverrebbero in ragione dell'utilizzo del sistema della “quota 100”, però i numeri sono un po' alti, anche perché la “quota 100” era quello strumento che doveva consentire, per ogni persona andata in pensione, di poterne assumere una o due in servizio; insomma, qualcosa non torna. Sicuramente si paventano dei licenziamenti mascherati, perché, sempre in queste slide che sono state proiettate, si fa riferimento alla chiusura di cento sportelli e questi sportelli sarebbero dislocati nel territorio nazionale. Quindi, io mi immagino il personale di Banca Carige in Puglia che fine farà.

Ecco, allora, in ragione di questo, in ragione delle iniziative che potremo portare avanti anche in Commissione finanze e in Commissione lavoro, questo era il punto di caduta, era l'unico punto di attenzione che avevamo richiesto al Governo in occasione dell'approvazione del decreto Carige, ovvero l'attenzione al mondo del lavoro, ed era stato anche approvato un ordine del giorno, sottoscritto poi da tanti colleghi, che sostanzialmente chiedeva al Governo di mettere in campo tutte le iniziative utili ai fini di salvaguardare i posti di lavoro. Lo scenario, invece, mi sembra completamente mutato.

Io credo che sia opportuno e quindi mi rivolgo a lei, affinché faccia da tramite e si faccia carico di chiedere al Governo, attraverso il Ministro Tria, di venire a riferire in Aula circa questo piano industriale, circa la situazione dei lavoratori; tanto nelle prossime ore lo vedremo meglio, quindi tutti potremo capire meglio, ma i numeri appaiono molto chiari. Lo dico in ragione di un impegno che il Governo si è preso in maniera provvidenziale, che abbiamo apprezzato, ma è un impegno che deve essere accompagnato da un'attenzione a tutto, soprattutto al mondo del lavoro. E, quindi, leggere nelle slide che ci saranno comunque 1.050 esuberi è una cosa che, dal nostro punto di vista, non può essere assolutamente accettata, perché il risanamento di Banca Carige non può passare attraverso i lavoratori, come noi avevamo detto fin dall'inizio.

Quindi la pregherei di far presente la richiesta, da parte del gruppo LeU, di un'informativa urgente sul caso Carige al Ministro Tria e al Governo.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Pastorino. Senz'altro porteremo all'attenzione della Presidenza, che porterà all'attenzione del Governo, il tema oggetto del suo opportuno intervento.

Avverto che, in sede di Conferenza dei Presidenti di gruppo, si è registrato il consenso unanime dei gruppi nel senso di riprendere i nostri lavori con il seguito della discussione delle mozioni concernenti iniziative per il contrasto all'immigrazione clandestina e alle organizzazioni criminali straniere, con particolare riferimento alla cosiddetta mafia nigeriana. E, a questo punto, è necessaria la presenza del Governo, che c'è.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori? Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Sì, esatto, Presidente, per richiamare la Presidenza rispetto a quanto è accaduto pochi minuti fa nel question time, perché non è la prima volta che un rappresentante del Governo utilizza le risposte, o meglio, lo spazio destinato alla risposta alle domande portate dalla minoranza, da un lato, per divagare, ma dall'altro, per esprimere dei giudizi falsi ed accuse nei confronti delle minoranze, nella circostanza nei confronti del Partito Democratico.

La cosa grave è che, per l'ennesima volta, la Presidenza non ha censurato il rappresentante del Governo, nella fattispecie il ministro Toninelli, e non lo ha richiamato al suo dovere di fornire risposte alle questioni che sono state portate all'attenzione del question time. Se sdoganiamo l'idea che il question time non è più uno strumento a disposizione dei gruppi, di maggioranza o di minoranza, per richiedere specifiche questioni al Governo, ma diventa un palcoscenico sul quale recitare a soggetto, per l'ennesima volta si mette in campo uno svilimento di quest'Aula e delle nostre istituzioni. E ci dispiace dover sottolineare come, ancora una volta, il Presidente Fico non abbia ritenuto di dover difendere la dignità di queste istituzioni e di dover ricondurre il Governo al suo compito naturale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Borghi, sono certo che il Presidente, che presiedeva in quel momento, ha fatto tutto quello che riteneva corretto fare per un buon e regolare svolgimento della seduta.

Seguito della discussione delle mozioni Lollobrigida ed altri n. 1-00113, Magi, Boldrini ed altri n. 1-00121, Ravetto ed altri n. 1-00126 e Migliore ed altri n. 1-00130 concernenti iniziative per il contrasto all'immigrazione clandestina e alle organizzazioni criminali straniere, con particolare riferimento alla cosiddetta mafia nigeriana (ore 16,08).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Lollobrigida ed altri n. 1-00113 (Seconda ulteriore nuova formulazione), Magi, Boldrini ed altri n. 1-00121, Ravetto ed altri n. 1-00126 e Migliore ed altri n. 1-00130 concernenti iniziative per il contrasto all'immigrazione clandestina e alle organizzazioni criminali straniere, con particolare riferimento alla cosiddetta mafia nigeriana (Vedi l'allegato A).

Avverto che avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 18 febbraio 2019, è stata presentata un'ulteriore nuova formulazione della mozione Lollobrigida ed altri, nonché delle mozioni Ravetto ed altri, Migliore ed altri, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.

Avverto altresì che in data odierna è stata presentata la mozione Iezzi, Macina ed altri n. 1-00132 (Vedi l'allegato A) ed una seconda ulteriore nuova formulazione della mozione Lollobrigida ed altri. I relativi testi sono in fase di distribuzione.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Prima di procedere con le dichiarazioni di voto, ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo per l'espressione dei pareri. Prego sottosegretario, anzi Viceministro… no, è un auspicio.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Sulla mozione di maggioranza Iezzi, Macina ed altri n. 1-00132 il parere è favorevole. Sulla mozione Magi, Boldrini ed altri n. 1-00121 il parere è contrario. Sulla mozione Migliore ed altri n. 1-00130, del Partito Democratico, il parere è contrario. Sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00113 (Seconda ulteriore nuova formulazione) il Governo si rimette all'Aula. Infine, sulla mozione Ravetto ed altri n. 1-00126, di Forza Italia, il Governo si rimette all'Aula.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Colleghi, vi chiederei maggior silenzio in Aula, ci sarà una lunga fase di dichiarazioni di voto, lo dico per chi è interessato a svolgere altre funzioni… colleghi alla mia destra… c'è una lunga fase di dichiarazioni di voto, quindi chi ha altre preoccupazioni, può organizzarsi diversamente.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, sottosegretario, in maniera ricorrente, nel dibattito pubblico italiano e anche in quest'Aula, riaffiora la proposta di utilizzare un blocco navale come strumento di argine, di contenimento dei flussi migratori. Siamo tenuti a ribadire ancora una volta - e non lo diciamo solo noi, ma lo ha detto in maniera chiara la Ministra Trenta, lo ha detto il sottosegretario Tofalo - che questo è uno strumento non percorribile per il contenimento dei flussi migratori, trattandosi, in base al diritto internazionale, di una vera e propria dichiarazione di guerra nei confronti della nazione di fronte alla quale verrebbe attuato questo blocco; non è mai inutile ripeterlo. Forse, invece, sarebbe arrivato il momento di prendere atto che tutti gli sforzi che sono mirati a fermare le migrazioni sono destinati a fallire, soprattutto quando sono sforzi che vengono attuati con mezzi repressivi.

E invece dovremmo cominciare a predisporre politiche atte sì a garantire maggiore sicurezza e questo è l'obiettivo di tutte le mozioni che ovviamente in modo diverso vogliono dare luogo a queste…

PRESIDENTE. Collega Magi, abbia pazienza. Onorevole Ravetto, glielo dico in maniera gentile ma non mi ascolta... Grazie. Onorevole Magi, prego.

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). La ringrazio, Presidente. Forse è arrivato il momento di renderci conto che l'unico modo per garantire davvero maggiore sicurezza sia quello di governare i flussi migratori prima di tutto con misure che consentano la regolarizzazione su base individuale dei migranti irregolari che ci sono in questo momento nel nostro Paese. Questo è l'obiettivo che si prefigge una proposta di legge di iniziativa popolare promossa da moltissime associazioni del terzo settore laico e cattolico nel nostro Paese e depositata qui alla Camera. Essa vuole far emergere dall'irregolarità e dalla marginalità quei cittadini che possono dimostrare di avere rapporti familiari nel nostro Paese o di aver intrapreso percorsi di integrazione o di avere una possibilità di lavoro sul modello di altre legislazioni: pensiamo a quella spagnola o alla recentissima modifica della legislazione tedesca in tal senso. L'altro obiettivo della mozione del gruppo Misto a mia prima firma e che ringrazio la collega Boldrini e la collega Muroni per aver sottoscritto, è impegnare il Governo a sostenere in maniera decisa una riforma del Regolamento di Dublino e a farlo a partire dalla proposta che è stata approvata dal Parlamento europeo nel novembre 2017 che garantirebbe una effettiva condivisione del problema dell'accoglienza e dell'integrazione dei migranti, in un'ottica che è l'unica a nostro avviso che può consentire di governare davvero il fenomeno, cioè affrontarlo a livello europeo e a livello comunitario a partire da un sistema di asilo europeo e da una condivisione dell'onere e dell'onore di accogliere e di integrare i cittadini stranieri nel nostro continente. Al contrario purtroppo - e da questo punto di vista il parere del sottosegretario Molteni non ci stupisce - la via che questo Governo ha intrapreso è opposta: da una parte, nei fatti, il Governo non ha mai partecipato in sede europea ai lavori che potevano consentire un superamento del Regolamento di Dublino, dall'altra, con il decreto sicurezza, sta nei fatti provocando maggiori condizioni di disagio e di conflittualità sociale certo non tali da garantire più sicurezza per i nostri cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tondo. Ne ha facoltà.

RENZO TONDO (MISTO-NCI-USEI). Grazie, Presidente. Non è casuale che il tema della mafia nigeriana sia in qualche modo estrapolato dal tema più generale. Infatti chi ha avuto la volontà di affrontare il problema si accorgerà che le confraternite nigeriane si sono radicate in Italia attraverso settori criminali, traffico di stupefacenti e soprattutto lo sfruttamento della prostituzione. L'ampia maggioranza delle donne nigeriane in Italia, che si stima siano oltre l'80 per cento, si prostituisce sotto la diretta gestione delle confraternite che utilizzano come strumento di controllo ex prostitute che assurgono a ruolo di membri talora anche con ruoli di vertice dell'organizzazione criminale. Per lo spaccio di stupefacenti le confraternite dispongono di un numero molto elevato di pusher intercambiabili e sono in grado di occupare e saturare le aree di spaccio. Alla base delle attività criminali nel settore degli stupefacenti e della prostituzione, i gruppi nigeriani sono fortemente attivi nel favoreggiamento della migrazione clandestina e nella tratta di esseri umani con riduzione in schiavitù. Sono gruppi ramificati a livello internazionale che hanno una forte componente esoterica e pseudo-religiosa. Sappiamo che sono estremamente brutali e sono dediti a riti di iniziazione simili al vudu e alla macumba presenti in Nigeria. In Italia sono state condotte operazioni di polizia giudiziaria a Palermo, Napoli, Cuneo, Macerata, che hanno fatto emergere la presenza delle organizzazioni. In particolare l'operazione della polizia di Stato di Palermo, nel novembre 2016, denominata appunto Black Axe, ha colpito proprio una cellula italiana della struttura criminale africana. In quella circostanza il GIP ha contestato nel provvedimento cautelare agli imputati di essersi avvalsi della forza di intimidazione del vincolo associativo. In questo modo il giudice ha riconosciuto la sussistenza degli elementi propri dell'associazione mafiosa.

È chiaro che il tema specifico della mafia nigeriana è il tassello più grave del capitolo più vasto della migrazione clandestina e inoltre i numeri che sottendono a questo fenomeno e la gravità degli stessi sono confermati dal fatto che le operazioni di intelligence sono svolte dalla polizia italiana in collaborazione con l'FBI statunitense e la polizia canadese. Le operazioni di polizia e gli arresti fatti nel centro di accoglienza per richiedenti asilo di Mineo stanno a testimoniare la forte presenza di questi gruppi criminali nel fenomeno della gestione dell'immigrazione legale. Per queste ed altre importanti ragioni, a cominciare dal forte radicamento del terrorismo islamico in Nigeria, credo opportuno il dibattito odierno e confermo il voto favorevole del gruppo Noi con l'Italia-USEI alle mozioni di Fratelli d'Italia e di Forza Italia, e, invece, l'astensione o il voto contrario sulle altre (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, colleghi, in realtà speravo di sentire… posso anche lasciare la parola alla Boldrini perché volevo sentirla, ero curioso: stavo dicendo questo. Ero curioso di ascoltarla.

PRESIDENTE. Guardi, se lei è così cortese, l'onorevole Boldrini era stata bloccata da un impegno, quindi, se è così cortese, adesso le diamo la parola tra trenta secondi.

Onorevole Lollobrigida, lei sa cosa dire mi sembra, vero?

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Sentirò poi la Presidente Boldrini che abbiamo avuto modo di verificare su questi temi è sempre su posizioni diverse, molto diverse dalle nostre. Oggi però non eravamo soli ad essere su posizioni diverse dalle sue. Oggi forse, grazie a modalità e tecnicismi, l'attuale maggioranza permetterà di votare e di far bocciare la nostra proposta magari anche grazie al suo contributo. Ma entriamo nel tema perché è importante: noi lo avevamo chiesto e ringrazio i colleghi presidenti di gruppo che, nella riunione di poco fa, hanno accettato venisse sanato un vulnus, che rischiava di essere un problema serio, che impediva la discussione nella riunione di oggi di una mozione sull'immigrazione con particolare riferimento alla mafia nigeriana che, invece, deve essere oggetto di attenzione dell'opinione pubblica, di attenzione del Parlamento perché ancora troppo poco è stato fatto. Saluto il sottosegretario Molteni che ci ascolta con attenzione che oggi ha collaborato, immagino, alla stesura della mozione di maggioranza in quanto membro del Governo ma è anche esponente di una partito che l'ha redatta. In essa abbiamo ritrovato alcuni elementi che erano presenti nella nostra mozione: per la verità quasi tutti. Certo le premesse in quella mozione sono diverse dalle nostre e dico subito, sottosegretario Molteni, che siamo andati incontro a voi della Lega in particolare, pensando, dopo il dibattito che c'è stato in Aula sul rinvio, che ci potesse essere qualche acredine motivata dalle premesse che noi inserivamo: infatti non capivamo, a guardare le mozioni del Governo e la nostra, quali potessero essere i distinguo. Allora abbiamo tolto le premesse, abbiamo eliminato dalla discussione le premesse della nostra mozione che leggo in Aula: “considerando grave il fenomeno della immigrazione clandestina e fondamentale affrontare il tema della mafia nigeriana” e motiviamo quelli che chiediamo come impegni al Governo. Io avevo preparato un altro intervento: volevo parlare a fondo delle premesse ma, a questo punto, avendo rimodulato la nostra mozione, entrerò nel tema parlando un po' degli impegni sui quali chiediamo il supporto delle persone che raccontano onestamente una cosa fuori e agiscono di conseguenza all'interno del Parlamento. Vede, sottosegretario, noi siamo molto coerenti: noi abbiamo guardato senza pregiudizi al vostro Governo. Ne sono testimoni il sostegno che abbiamo dato alla forza politica che lei rappresenta e, in particolare, al Ministro Salvini in ogni circostanza: lo abbiamo fatto sul decreto sicurezza; lo abbiamo fatto sul blocco dei porti; lo abbiamo fatto quando una parte della magistratura ha tentato di mettere sotto processo una forza politica perché agiva a tutela e a difesa degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); lo abbiamo fatto, sottosegretario Molteni, senza chiedere nulla in cambio e senza nemmeno dover ricorrere ai cervelloni elettronici, ai maniaci da tastiera che in poche migliaia vorrebbero svilire invece la competenza che a quest'Aula è data da milioni di elettori che ci hanno votato.

Si tratta di milioni di elettori che hanno votato noi sulla base di alcuni impegni che noi abbiamo preso in campagna elettorale, e parlo ovviamente non per il MoVimento 5 Stelle, che ha delle pulsioni globaliste, internazionaliste, quelle che abbiamo combattuto insieme in campagna elettorale, che abbiamo affrontato spiegando agli elettori le differenze tra noi e loro sulle vicende che andiamo ad enumerare.

Oggi abbiamo avuto conferma che la dialettica all'interno del Governo è ancora forte su questi temi, abbiamo visto che avete rinviato la vicenda della legittima difesa, sulla quale probabilmente o pensate che il convincimento sul tema sia inferiore a quello che raccontate oppure avete motivi per darla vinta ai 5 Stelle. Noi abbiamo portato in quest'Aula un tema sulla vicenda dell'immigrazione, come, per esempio, quello del Global Compact, è un fatto noto che è stata Fratelli d'Italia a denunciare la follia con la quale il Presidente del Consiglio Conte aveva annunciato il parere favorevole su questo vergognoso documento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che sostanzialmente rende inutile per gli Stati e per le forze che si dichiarano sovraniste qualsiasi iniziativa tesa a difendere e a tutelare i cittadini che ci pagano lo stipendio e per i quali siamo all'interno di questa Assise.

Siamo riusciti, tutti insieme, a far recedere il Presidente Conte dal partecipare all'incontro di Marrakech, però non siamo riusciti, ancora oggi, ad avere la chiarezza che c'è stata in altre nazioni sovraniste - con le quali dialoghiamo come forze politiche - che invece hanno detto che sono contrarie e che mai sottoscriveranno e mai aderiranno al Global Compact for Migration, che è un atto che continuiamo a ritenere non valido e che chiediamo, in questo nostro documento, sia definitivamente bocciato dal Governo italiano.

Chiediamo il blocco navale come soluzione per evitare che dei disperati - spesso dei disperati, poi anche delinquenti, terroristi - si imbarchino sulle navi per arrivare sulle nostre coste, per salvargli anche la vita. Quando chiediamo il blocco navale, non ci troviamo di fronte chi ci racconta che il blocco navale è inutile; ci si racconta, come in alcune mozioni ho letto, che il blocco navale è un atto di guerra. Allora, intanto abbiamo stabilito che è utile il blocco navale, adesso vediamo se è un atto di guerra. Noi, all'interno della nostra mozione, specifichiamo che il blocco navale che chiediamo deve essere condiviso con altre forze dell'Unione europea, ma soprattutto condiviso con i Governi dai quali nasce il problema, per esempio dalle due Autorità libiche piuttosto che dal Governo tunisino, eventualmente. Se è condiviso, questo atto di guerra, contro chi lo facciamo? Lo facciamo contro gli scafisti, questo è vero, ma non credo che un blocco navale contro gli scafisti, un atto di guerra contro gli scafisti vi impedisca di sostenere la richiesta. Chiedetelo, parlatene a livello internazionale dicendo che l'Italia è d'accordo a farlo, poi vediamo come si realizza evitando che sia un atto di guerra.

Quindi, anche il blocco navale è possibile, come è possibile con queste modalità realizzare hotspot sui territori africani nei quali determinare chi ha diritto a venire in Italia. Li dobbiamo portare in sicurezza, quelli che hanno diritto, non sui barconi, li dobbiamo salvare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Questa è la modalità e il meccanismo migliore. Ma chi non ha diritto resta su quelle coste e non arriva in Italia con nessun tipo di metodo, e per chi dovesse riuscirci, qui i centri sorvegliati, che nel primo Consiglio europeo sembravano essere cosa acclarata. Che cosa sono? Sono strutture nelle quali i soggetti “alla Diciotti”, quei soggetti che avete detto non saranno sulle spalle degli italiani, che avete tenuto un po' sulla nave poi li avete fatti sbarcare e li avete mandati a Rocca di Papa e se ne sono andati in giro e adesso vi chiedono pure i danni, quei soggetti lì, invece, devono andare in dei campi sorvegliati nei quali poter verificare se hanno diritto o non hanno diritto a stare in Italia. Se hanno diritto, restano e hanno l'asilo politico e sono rifugiati; se non hanno questo diritto, si rimandano a casa rapidamente, questo è quello che noi chiediamo che voi votiate.

Espulsioni: dite sempre che mancano i fondi, le norme. Noi chiediamo che la UE metta almeno 3 miliardi insieme a noi per riuscire ad avere la possibilità di fare accordi internazionali e semplificare la procedura di rientro che tanto le è cara e poi permettere di rimandarli velocemente a casa loro; questo è il meccanismo che noi proponiamo e che chiediamo la Lega oggi voti insieme a noi.

ONG ed enti no profit dovrebbero specificare nei loro bilanci a chi vanno i soldi delle iniziative. Non possiamo avere delle anziane signore, noi stessi, che finanziamo un pozzo in Burkina Faso oppure mandiamo riso o soldi per le scuole e poi le ONG ci pagano le navi per portare i migranti in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È intollerabile! Vogliamo trasparenza, vogliamo una legge che specifichi che se uno dà soldi per una cosa poi vengano spesi per quella.

C'è qualcosa sulla quale il Governo possa dirsi contrario rispetto a questo? Perché dà libertà di voto e si deve rimettere al Parlamento? Dia parere favorevole a questi interventi, perché so che lei difficilmente può non condividerli.

E il neocolonialismo francese? Questo anche i 5 Stelle lo possono votare, gliene daremo la possibilità, perché chiederemo la votazione per parti separate di ogni punto di questa nostra mozione. Abbiamo detto e citato per primi il fatto che la Francia ha un atteggiamento neocolonialista nei confronti degli Stati africani, lo abbiamo fatto per primi. Alcuni mesi fa andammo a Ventimiglia per protestare per quello che la Francia fa, ancora oggi, a degli Stati nazionali, stampando loro moneta e ricattandoli. Se quelle nazioni ricche avessero la possibilità di tenere i loro fondi, probabilmente avremmo una pressione migratoria inferiore, anzi, la pressione migratoria andrebbe in favore delle nazioni più omogenee rispetto a quanto lo siamo noi.

L'ultima questione è la mafia nigeriana. La nostra collega Ferro, in discussione generale, ne ha parlato a lungo, non credo si debba tornare su questo, è assurta a notorietà per le vicende di Pamela e Desirée. Purtroppo abbiamo visto molti più colleghi andare sulle navi dei migranti piuttosto che al funerale di Desirée, è stata una cosa che ci ha inorridito (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), crediamo che oggi bisogna combattere la mafia nigeriana con degli atti forti. Sottosegretario Molteni - quando ha finito di parlare con il presidente Sisto le termino e concludo il mio intervento -, noi chiediamo che venga mandato l'Esercito (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) a risolvere in alcune zone franche del nostro territorio la vicenda di questi mafiosi che ammazzano e spacciano in questa nostra nazione portando una mafia nuova - come se non ne avessimo abbastanza - e facendola radicare in questo territorio. La sinistra non ha fatto niente, voi oggi dovete dimostrare, se ne avete la capacità, di andare incontro - che non c'è scritto nella vostra mozione - a questa nostra istanza. Si dia la possibilità di fare, da una parte, quello che Benedetto XVI diceva: diamo il diritto - non quello del Global Compact - ad emigrare ma anche a rimanere nelle loro terre, ai cittadini africani in particolare, ma garantiamo ai cittadini italiani di essere liberi perché sicuri, in questa nostra nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Grazie, signor Presidente, anche per avermi concesso di intervenire nonostante il mio ritardo dovuto ai lavori in Commissione che si sono protratti. Colleghe e colleghi, la mozione che è stata presentata dal gruppo di Fratelli d'Italia parte da un obiettivo che non può essere contestato. Magari questo sorprenderà alcuni colleghi di Fratelli d'Italia, ma sono d'accordo sul fatto che non possa essere contestato che il motivo per cui è stata avviata questa mozione, cioè contrastare la presenza nel nostro territorio della mafia di origine nigeriana, una presenza che produce senz'altro crimini molto odiosi, come la tratta, come la riduzione in schiavitù di ragazze che vengono destinate alla prostituzione, il traffico di stupefacenti, lo sfruttamento della manodopera irregolare. Ma penso, signor Presidente, che questa Camera dovrebbe essere sollecitata a intervenire più complessivamente sulla presenza delle mafie straniere e anche nostrane sul nostro territorio, non solo perché nessuno può ragionevolmente immaginare che le mafie straniere possano agire senza - dico senza! - un accordo con quelle italiane, ma perché anche la penetrazione della criminalità organizzata si è ormai diffusa in tutto il territorio nazionale, e purtroppo, signor Presidente, in tutti i settori della vita economica e sociale.

Va, invece, denunciata una caduta di attenzione sulla mafia, una caduta di attenzione su questa penetrazione da parte delle forze del Governo, tanto che nel cosiddetto decreto sicurezza si sono previste norme che consentono perfino la vendita a privati di beni confiscati, con il rischio che, attraverso il prestanome, tornino appunto nelle mani dei vecchi proprietari, cioè dei mafiosi. Ma, continuando a leggere la mozione che ha come primo firmatario l'onorevole Lollobrigida, si capisce che l'incipit della mafia nigeriana ha un doppio obiettivo strumentale.

Il primo è sotto gli occhi di tutti, è quello di acuire le differenze sul tema dell'immigrazione tra la Lega e il MoVimento 5 Stelle, un intento, quindi, di pura manovra politica.

E il secondo, signor Presidente, è quello di ribadire una serie di proposte che hanno l'esclusivo sapore della propaganda, me lo lasci dire. Mi riferisco al cosiddetto blocco navale: colleghi e colleghe, chiunque qui, in quest'Aula, abbia un po' di familiarità con il diritto internazionale sa che il blocco navale è un atto di guerra, è un'azione di guerra; e mi riferisco anche al cosiddetto, riguardo alla propaganda, rigetto del Global compact for migration, che nel testo nella mozione viene descritto addirittura come l'ennesimo tassello di un progetto volto ad annientare confini, culture e sovranità nazionali.

Tutto questo, signor Presidente, è poi condito anche con l'attacco alla Francia e al franco CFA. Perfetto, ci sono tutti gli ingredienti! E, allora, una classe dirigente degna di questo nome dovrebbe proporsi di governarlo il fenomeno dell'immigrazione, non di usarlo per scopi propagandistici oppure di mera manovra tattica politicista; e governarlo non è affatto impossibile, signori della maggioranza, questo è il punto. Guardate, una notizia, si può governare; si può governare se si segue un approccio razionale e responsabile come quello espresso anche nella mozione Magi-Schullian. Bisogna, innanzitutto, sgombrare il campo da tutte quelle norme, presenti tanto nella Bossi-Fini così come nel decreto sicurezza, che, in nome della lotta alla clandestinità, finiscono per incentivare e anche allargare l'area dell'irregolarità e dell'emarginazione.

Poi, signor Presidente, bisogna lavorare per una piena assunzione di responsabilità dell'Unione europea in materia di asilo, ma anche di immigrazione. Ma questo non lo vogliono i Paesi del gruppo di Visegrád - quelli che sono tanto cari al Ministro Salvini e, credo, anche a Fratelli d'Italia, di fatto, perché spesso sento riferimenti al gruppo di Visegrád -, che, in nome della loro sovranità nazionale, del loro sovranismo, ci lasciano soli. Guardi un po', Presidente, che scherzo ti fa la sovranità e il sovranismo: ci lasciano soli e non si assumono alcuna responsabilità, perché questa è la verità, colleghe e colleghi.

Se tutti si mettono a fare i sovranisti, a rimetterci saremo noi. Altro che prima gli italiani: gli italiani saranno gli ultimi. E, forse, è stato anche in ossequio a queste loro amicizie continentali, definiamole così, che nel Parlamento europeo la Lega e il MoVimento 5 Stelle non hanno votato a favore della riforma del Regolamento di Dublino.

E poi, signor Presidente, se vogliamo essere responsabili, lungimiranti e onesti con noi stessi, dobbiamo anche ammettere che bisogna aprire canali regolari di immigrazione per motivi di lavoro, e favorire questo bisogna farlo quanto più possibile, perché questo ci deve portare, poi, a favorire gli strumenti di integrazione, perché è con l'integrazione, non con improbabili blocchi navali e mai decretate chiusure dei porti, che si costruisce non solo coesione sociale, ma anche sicurezza.

La sicurezza si costruisce attraverso l'integrazione, e, dunque, la sicurezza è una parola che bisogna usare in modo chiaro e circostanziato, non farne un abuso spropositato ai danni dell'intera collettività. E, allora, usare la paura dei migranti, la paura dei migranti come arma di distrazione di massa o come cortina fumogena – non si vede più nulla – può produrre effetti, sottosegretario, sì, ma nel corto periodo. Poi dovrete rendere conto agli italiani di un'economia che non cresce, di una produzione che cala e di un'occupazione che sale solo se è precaria e anche se è di scarsa qualità, lo sappiamo. Aumentano i posti di lavoro, ma a poche ore a settimana; e così dovete rendere conto anche della disuguaglianza sociale che aumenta. Quindi, quel giorno conteranno i fatti, signor sottosegretario, non conterà più né la propaganda né la caccia ai capri espiatori (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ravetto. Ne ha facoltà.

LAURA RAVETTO (FI). Presidente, colleghi, il Presidente Conte è appena rientrato dal Vertice tra i leader della UE e della Lega Araba tenutosi a Sharm el-Sheikh. Ovviamente, con le televisioni e la stampa italiana si è lungamente soffermato sull'esito delle elezioni sarde e sullo stato di agonia del suo Esecutivo. Forse gli italiani avrebbero anche voluto sapere, e noi deputati vorremmo sapere, che posizioni e che proposte l'Esecutivo abbia portato nella discussione, visto e considerato che in agenda vi era un'ampia gamma di argomenti, ma, soprattutto, c'era l'immigrazione e la sicurezza. Quali soluzioni sono state realmente adottate? Nessuna, solo parole. L'unica cosa decisa è stata la data e il luogo del prossimo vertice, che sarà, nel 2022, a Bruxelles. In particolare, il documento conclusivo sui temi dell'immigrazione continua a contenere solo parole di circostanza. Il punto 3 della dichiarazione conclusiva, oltre a ribadire il pieno impegno a favore dell'Agenda universale 2030 per lo sviluppo sostenibile, si limita ad affermare che tale impegno ci guiderà anche nell'affrontare le sfide comuni, come il fenomeno migratorio. E sulla Libia, dopo il tanto ostentato incontro di Palermo, si è ribadito il sostegno agli sforzi delle Nazioni Unite, all'attuazione dell'Accordo politico libico del 2015, con richiesta a tutti i libici di impegnarsi negli sforzi condotti dall'ONU.

Va bene, poca cosa, direi; si potrebbe anche capire, perché ci sono divisioni all'interno del mondo arabo e, diciamocelo, anche tra i partner europei. Sennonché, vedete, il Presidente Conte, prima di questo Vertice, ci aveva annunciato che sarebbe stato un Vertice storico, l'inizio di una cooperazione rafforzata tra Unione europea e Lega Araba, ma per ora la montagna ha partorito il topolino.

Quanto alla situazione delle migrazioni, nel 2018 150 mila persone sono entrate illegalmente nell'Unione europea. Rispetto al 2017 il calo è del 25 per cento, rispetto alla crisi del 2015 è stato addirittura del 92 per cento; e noi di Forza Italia riconosciamo che sul dato incide la drastica diminuzione del numero delle persone che hanno attraversato il Mediterraneo per raggiungere l'Italia. Per la prima volta in anni recenti, la Spagna, e non l'Italia, è il primo punto di approdo e di ingresso in Europa. Giova ricordare che, proprio a seguito dell'azione politica di Forza Italia, che nella passata legislatura ha fortemente voluto l'avvio presso il Comitato Schengen e presso il Senato di una specifica indagine conoscitiva sulle ONG, il nostro Paese ha messo in pratica un nuovo protocollo sulla gestione dell'assistenza in mare, e il Governo ha seguito su questa strada. Tuttavia, il ventiquattresimo rapporto Ismu sulle migrazioni ha rilevato un aumento, nel 2018, degli stranieri irregolari, cioè di quelli che non hanno permesso di soggiorno, che sono circa 533 mila, con un'incidenza dell'8,7 per cento rispetto al totale degli stranieri. Nel 2017 l'incidenza era dell'8,2 per cento.

Quindi, il tema degli irregolari presenti nel nostro Paese non solo non è risolto, ma assume un ulteriore rilievo a seguito dell'abrogazione dell'istituto del permesso di soggiorno per motivi umanitari, contenuto nel “decreto sicurezza”. Sia ben chiaro, Forza Italia non solo ha votato il decreto, è assolutamente d'accordo sulla eliminazione della protezione umanitaria; anzi, in tempi non sospetti, già nella scorsa legislatura, Forza Italia fu la prima, con una proposta di legge a firma mia e dell'onorevole Fontana, a chiedere l'abrogazione di questa protezione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché questo è un bell'istituto, un bel nome, ma celava, di fatto, per lo più delle sanatorie.

Tuttavia, è indubbio che da una parte l'incertezza sull'efficacia retroattiva del “decreto sicurezza” e dall'altra parte il non aver previsto delle soluzioni transitorie tra lo svuotamento dei centri e l'efficacia dei rimpatri sta determinando l'aggiungersi nelle nostre strade di ulteriori immigrati clandestini, che, non potendo essere immessi nel circuito lavorativo, non faranno altro che alimentare l'insicurezza nelle nostre città. Di media, si conta che saranno circa 2 mila in più ogni mese gli stranieri che, non avendo ricevuto né rinnovo né permesso né accoglimento della richiesta di protezione internazionale, si ritroveranno nello stato di clandestinità palese. Per questo risulta fondamentale intensificare le politiche di rimpatrio e espulsione, che sino ad ora non hanno ottenuto grandi risultati o, comunque, non hanno dato i risultati che si erano prefissate con questo Governo.

Per quanto riguarda le espulsioni, sempre recenti dati Ismu indicano in 36 mila gli stranieri che hanno ricevuto il decreto che intima di lasciare l'Italia, ma di questi solo il 19,4 per cento ha ottemperato all'ordine, e di questo 19 per cento ben 4 mila sono stati rimpatri forzati.

Allora, tali dati, colleghi, collocano l'Italia, relativamente all'efficienza dei rimpatri, al quinto posto in Europa, dopo Germania, dopo Francia e dopo Regno Unito, che ancora nell'Europa consideriamo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Quanto alla collaborazione europea, va rilevato come, al momento, non risultino progressi significativi nel negoziato per la modifica delle regole di ingaggio dell'operazione Eunavfor Med Sophia. Signori del Governo, sottosegretario Molteni, l'operazione Sophia continua o non continua? Perché se si ascolta Salvini si dice che non continua finché non si aprono anche gli altri porti europei, allo stato ben sigillati; se si ascolta la Ministra Trenta si dice che si andrà avanti perché porta prestigio all'Italia. Allora, Ministro Salvini e Ministra Trenta, vi mettete a un tavolo, vi guardate negli occhi e magari fate una telefonata al Ministro invisibile Moavero (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché quello degli affari regionali non c'è più, e decidete che cosa fare.

Ma veniamo all'aspetto delle mozioni che oggi discutiamo, che riguardano la correlazione tra l'immigrazione e la mafia nigeriana. La nostra mozione, oltre a porre l'accento sulla necessaria repressione del fenomeno sul nostro territorio, anche attraverso il monitoraggio sui fenomeni di criminalità che coinvolgono in particolare gli immigrati irregolari e anche con un potenziamento dei presidi delle forze dell'ordine, come sempre, però, vuole andare alle radici del problema. Infatti, anche la questione relativa alle mafie nigeriane e alle mafie minori è tutta una questione che nasce nell'Africa subsahariana, dove si sono creati degli accordi tra queste mafie e Boko Haram, che è la più potente organizzazione terroristica jihadista diffusa nel nord della Nigeria. Per la cronaca, non è, come diceva Di Battista da un palco dei 5 Stelle, che Boko Haram controlla il 60 per cento del territorio, salvo poi guadagnarsi una pagina del New York Times per la peggior bufala dell'anno, perché diceva che poi l'altro 40 per cento era sotto Ebola.

Boko Haram controlla molti villaggi in quel Paese. Ebbene, come li sconfiggi quei fenomeni? Accordi bilaterali tra gli Stati europei e la Nigeria, accordi economici, accordi di cooperazione di polizia. L'Africa va liberata prima di tutto dai colonialismi, che non sono soltanto i colonialismi cosiddetti “dolci”, come ci insegna anche Fratelli d'Italia, il doux colonialisme, che poi di dolce hanno poco, ma sono anche i colonialismi più potenti, come quello cinese.

La Cina, attualmente, è il maggior investitore in Africa - 125 miliardi di dollari nell'ultimo decennio - e ha programmato investimenti per una cifra corrispondente a 60 miliardi di dollari nei prossimi tre anni, ma non si tratta di investimenti nella civiltà e nello sviluppo bensì nel controllo di quelle aree e nello sfruttamento da parte delle multinazionali cinesi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

E l'Europa che fa? L'Europa sta un po' a guardare, perché ha adottato - sì - un piano europeo per gli investimenti esterni con il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile, però, con una dotazione di 4,1 miliardi. È un passo in avanti, ma non è ancora sufficiente.

Anche questo Governo, che spesso usa lo slogan “aiutiamoli a casa loro”, quanto ha messo di nuovo nel Fondo di cooperazione, sottosegretario? Poco o niente!

Entro il 2050 un quarto di tutta la popolazione mondiale risiederà nel continente africano: non possiamo disinteressarcene! Naturalmente, non è solo tentando di murare i confini dell'Africa che si risolve il problema. Non è solo quello che si vede che ci deve preoccupare, ma è anche quello che non si vede. Allora, abbiamo il dovere - direi l'obbligo morale - di bilanciare la giusta necessità di sicurezza riducendo gli arrivi, favorendo i rimpatri e risolvendo il problema dei 600 mila clandestini presenti sul nostro territorio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), però con senso - non direi neanche umanità - di sana intelligenza, che ci deve portare a promuovere degli investimenti seri che inducano quelle persone al diritto a non emigrare e non al diritto a emigrare.

Arriviamo alla mozione di Forza Italia. La mozione di Forza Italia ha dei punti chiari: i rimpatri, “no” al Global compact, “sì” ai corridoi umanitari seri fatti con gli aerei, meno partenze, “no” ONG, investimenti, presidi di polizia per monitorare il territorio. Poi, incredibilmente, sulla nostra mozione veniamo a sapere che probabilmente la Lega si astiene? Ma questi sono i punti della Lega! Coerentemente, i 5 Stelle ci votano contro insieme a Leu e insieme al PD (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché la sinistra lì si compatta contro di noi, e voi che fate? Votatela, colleghi! A tenere la bandiera del centrodestra sull'immigrazione rimaniamo soltanto noi di Forza Italia con Fratelli d'Italia? Votatela, colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

Le capacità diplomatiche dell'Italia nei rapporti con i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo sono un tratto comune che ci ha sempre caratterizzati, indipendentemente dai colori del Governo. Vogliamo l'Italia di nuovo protagonista in queste trattative, protagonista con la Libia. Rivogliamo vedere la politica estera di questo Paese, sottosegretario. Se non risolviamo alla radice il problema dell'Africa, questo porterà destabilizzazione nel nostro Paese e in tutta l'Europa.

Se vogliamo essere davvero egoisti, sanamente egoisti, dobbiamo iniziare a diventare intelligentemente altruisti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (PD). Grazie, signor Presidente. Signor sottosegretario, colleghe e colleghi, a dire il vero quando ho letto l'intestazione della mozione a prima firma Lollobrigida ho pensato che fosse un'occasione utile, un'occasione utile per discutere anche in quest'Aula di uno dei fenomeni più pericolosi e perniciosi che ci sono sul nostro territorio. La cosiddetta “mafia nigeriana” è certamente una delle organizzazioni più pericolose e anche più ramificate che in questo momento vivono sul nostro territorio e, purtroppo, prosperano sul nostro territorio insieme ad altre mafie straniere, come quella cinese o quella - che si sta dimostrando tra le più pericolose - albanese.

Devo dire, però, che dalla discussione e anche dagli interventi di chi mi ha preceduto - l'onorevole Ravetto e l'onorevole Lollobrigida - non ho trovato grande interesse per l'esame del fenomeno criminale, mentre ho trovato, invece, una grande attenzione nei confronti di quello che è il fenomeno migratorio, di cui non solo abbiamo discusso più volte ma che qui è stato riproposto anche in termini del tutto scorretti rispetto a quelle che sarebbero le reali esigenze di contrasto e di ciò che deve essere realizzato da parte dello Stato nei confronti di una delle organizzazioni mafiose che agiscono sul nostro territorio.

Quindi, voglio partire da un dato. Dire che non è stato fatto niente nel corso degli anni, significa innanzitutto mancare di rispetto alle forze di Polizia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), mancare di rispetto alla magistratura, mancare di rispetto a coloro i quali si sacrificano tutti i giorni, con una divisa vera indosso e non una finta per fare delle pagliacciate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), per fare ciò che oggi è necessario per il contrasto della criminalità organizzata.

Forse voi non le conoscete neppure le organizzazioni di cui parlate, perché voi vi concentrate più sull'aggettivo che sul sostantivo. Per me, mafia nigeriana significa soprattutto Black Axe, significa l'organizzazione della Vikings confraternity, significa le organizzazioni che si sono incistate nel nostro territorio e che hanno stabilito - vorrei qui fare una citazione che forse stupirà il nostro sottosegretario - un'esistenza di rapporti strutturati tra gruppi criminali nigeriani e criminalità camorristica italiana, soprattutto nella gestione del traffico di droga. Questa affermazione, che è un'affermazione di buonsenso, l'ha fatta, in una sede istituzionale, chi, nonostante tutto, nega l'idea che vi possa essere un'azione non concentrata sulla nazionalità: l'ha fatta il Ministro Salvini quando è venuto a Castel Volturno, un territorio nel quale il rapporto consolidato tra la Black Axe e la camorra, così come pure è consolidato tra la mafia della Black Axe e la 'ndrangheta, rappresenta un dato strutturale. Anzi, questi sono esattamente il braccio operativo, soprattutto per alcune prestazioni criminali, che sono molto pericolose e infami, cioè la tratta delle donne, il relativo loro sfruttamento e oggi anche il traffico di droga.

In questo momento, nelle nostre galere, ci sono decine e decine di rappresentanti di questa organizzazione criminale. Penso, per esempio, a Kenneth Osahon Aghaku, che era a capo di un'organizzazione di 100 miliziani. Io penso che si debba parlare di questo e non della …

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Migliore. Colleghi! Colleghi, grazie.

GENNARO MIGLIORE (PD). …e non della gestione dei flussi migratori.

Vedete, io non accetterò mai un discorso che ho sentito fare da quella parte del Parlamento: abbiamo già i nostri mafiosi, non ne vogliamo anche di stranieri. I mafiosi non saranno mai nostri (Prolungati applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico): i mafiosi sono un cancro, e non hanno nazionalità, e la loro unica bandiera è il dio denaro, è lo sfruttamento, è la violenza. E noi contro i mafiosi di qualsiasi nazionalità saremo sempre in prima linea, perché noi siamo i figli di Peppino Impastato, che disse che la mafia è una montagna di merda; e noi sempre diremo che chiunque sia mafioso è un nemico della nostra società.

Noi siamo contro i mafiosi, e non accetteremo mai di confondere mafia e flussi di uomini e di donne e di bambini: queste persone che scappano, oppure che cercano una nuova vita non meritano di essere annoverate all'interno dell'idea di una costruzione criminale. E le nostre forze di polizia e le nostre forze dell'ordine sono state in prima linea anche contro di loro.

Dobbiamo fare di più; ma se io leggo nella mozione Lollobrigida che ci sarebbe un nesso, perché la prima nazionalità dichiarata è quella degli sbarchi dei nigeriani, guardate, state attenti, e almeno andate a vedere il cruscotto del Ministero dell'Interno: non è neanche tra le prime dieci nazionalità. Ma il problema è che molti di quelli, e soprattutto molte di quelle, che stanno nelle spire della mafia e sono sfruttate, sono sfruttate da una mafia che c'è qui da vent'anni.

Io vedo una sola emergenza: vedo l'emergenza del razzismo, vedo che un bambino viene messo all'indice perché nero e quindi troppo brutto, vedo che un bambino rom viene aggredito con un taglierino, vedo un ragazzo su una barella al quale viene augurato di morire, in un ospedale di Salerno. Vedo invece, e la ringrazio, una grande artista, una ragazza che dicendo “aprite i porti” ha subito bullismo e infamie sulla rete (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); e dovrebbe essere il partito di appartenenza, oltre ad espellere chi in questo momento ha agito in questo modo così infame, a dire da che parte sta.

È il razzismo la vera emergenza. Noi ringrazieremo sempre quelli che stanno dalla parte di chi non ha voce, di chi non ha potere, come i cittadini di Torre Melissa, che hanno soccorso cinquantuno migranti curdi che erano alla deriva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Non fate uscire l'Italia dal consesso internazionale, votando, o non votando, la revisione degli Accordi di Dublino; ma soprattutto non fate uscire l'Italia dal consesso civile, continuando ad occhieggiare, a vellicare gli istinti del basso ventre, quelli dell'odio, della rabbia e della paura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Migliore, grazie anche per lo sforzo fatto con la voce.

Colleghi, io comprendo più facilmente quando c'è un'interruzione di valore politico, cioè si interrompe uno perché non si condivide, piuttosto che un chiacchiericcio continuo, in un'ora e mezza di dichiarazioni di voto. Credo che tutti noi dobbiamo cercare di limitare questo fastidio rispetto a chi interviene.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tonelli. Ne ha facoltà.

GIANNI TONELLI (LEGA). Presidente, la responsabilità che tutti noi abbiamo nei confronti del Paese ci impone di chiamare le cose con il proprio nome: non è più possibile continuare a mentire sulla questione immigrazione alla nostra comunità e a noi stessi. Le istituzioni politiche, nelle precedenti legislature, hanno sempre declinato questa responsabilità, non tanto perché il fenomeno fosse sconosciuto, quanto e soprattutto perché perbenismo, falso buonismo e politicamente corretto non hanno consentito di quadrare il problema dell'immigrazione nella sua reale dimensione, non hanno consentito alla verità di emergere.

Identicamente non è stato consentito parlare e approfondire il fenomeno delle mafie correlate all'immigrazione, prima di tutte ma non la sola, quella nigeriana. Non se n'è potuto parlare perché in Italia o sei a favore di un'immigrazione incontrollata o sei un razzista (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Tutto dev'essere sottoposto, sempre e comunque, all'analisi di lenti ideologicamente polarizzate.

Da trent'anni sto aspettando una simile assunzione di responsabilità da parte del Parlamento: sono oltre trent'anni che la mafia nigeriana opera sul nostro territorio, e posso personalmente certificarlo. Da un'indagine a cui partecipai, nel 1988, ci appariva come un normale fenomeno di sfruttamento della prostituzione operato da nigeriani su donne nigeriane, ma in realtà rappresentava uno dei primi passi di insediamento della mafia nigeriana sul nostro territorio. Da oltre trent'anni sto aspettando che madam Nakowedi, a capo del sodalizio criminoso, riceva il riconoscimento di quadro della mafia nigeriana, e non semplicemente di sfruttatrice della prostituzione.

Oggi il fenomeno ha raggiunto dei livelli di una tale evidenza, radicamento ed efficienza criminale, che non è più possibile negarlo, e soprattutto pone sul tavolo l'improcrastinabile esigenza di cui si è fatta interprete la mozione presentata dalla maggioranza.

Non è possibile continuare a mentire: chi lo fa è complice (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Complice di questa menzogna, complice della tratta di esseri umani, che, secondo le recenti proiezioni dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni, opera annualmente su 800 mila vittime. Complice del loro sfruttamento, nel nostro Paese ed in Europa: andate a San Ferdinando, nella piana di Gioia Tauro, amici falso-buonisti, e verificate le vostre buone intenzioni come da decenni stanno miseramente naufragando sullo scoglio dello sfruttamento, del caporalato, della prostituzione, della miseria più nera, della rinuncia a qualsiasi parametro di dignità umana. Complice di chi, nei grandi progetti del governo internazionale delle lobby, ha scelto di sostituire la nostra nazione invecchiata con nuove leve straniere, mettendo in discussione l'esistenza del nostro essere e quella dell'intera civiltà occidentale. Complice di chi, cinicamente, per raggiungere questo scopo, non ha esitato a condannare a morte in mare decine di migliaia di persone (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Con la chiusura dei porti sono crollate le morti in mare: questa è un'incontrovertibile verità! Complice di chi ha indegnamente pascolato nella greppia delle disgrazie degli esseri umani, al fine di trarne vantaggio e arricchirsi. Complice di chi, ipocritamente, pretende di sciacquarsi la coscienza scaricando gli immigrati sugli altri e sulla comunità, rifiutando ogni intervento diretto e concreto. Cari radical-chic, troppo comodo erigere la nave della tolleranza a Capalbio in onore degli immigrati, e poi vietare loro l'ingresso in paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

E voi, cari VIP della politica, dello spettacolo, delle informazioni e di ogni dove, quanti immigrati avete ospitato a casa vostra? Questo indegno business, che ha portato, in pochi anni, dal 2013 ad oggi, 600 mila persone nel nostro Paese, va stroncato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! È una questione di civiltà, di solidarietà umana, e anche di carità.

Certo, non possiamo mancare di prestare assistenza a chi fugge dalle guerre o dalle persecuzioni facendolo accedere all'asilo politico o alla protezione sussidiaria; ma la tratta degli esseri umani deve essere bloccata. Deve essere bloccata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Anche perché, cari colleghi, il business dell'immigrazione rappresenta il perverso mutante farisaico per acquietare le coscienze di tanti, di troppi, e dietro il quale si nascondono le peggiori degenerazioni di cinici e immorali interessi: prostituzione, narcotraffico, predazione, traffico di organi, derive fanatiche e religiose, morte, morte, tanta morte.

E a tutto ciò non può sottrarsi l'Europa. Se realmente le intenzioni sono quelle di costruire positività futura, non ci si può smarcare dalla revisione della Convenzione di Dublino 3, concepita in uno scenario totalmente differente rispetto a quello attuale. Allora i flussi di ingresso nella Comunità erano maggiormente omogenei, mentre oggi gravano in enorme parte sull'Italia, e su questo ci sarebbe ben altro da dire, quando i precedenti Governi hanno condannato il nostro Paese ad essere l'unico collettore di ingresso sul fronte del contraente africano. Anche l'Europa deve dimostrare concretezza nella gestione normativa ed economica del problema, ovvero deve dimostrare di essere il compendio delle esigenze dei popoli, e non uno strumento in mano a tecnocrati, poteri forti e Paesi egemoni. L'Europa deve far valere il suo peso (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) per il raggiungimento di accordi con i Paesi mediterranei del Nord Africa, dell'area subsahariana e con tutti i Paesi di partenza. Di fronte a un problema epocale e in grado di sovvertire le prospettive e il futuro dell'intero continente, l'Europa deve dimostrare di avere la capacità di sopire gli interessi di bottega dei singoli Paesi, per una strategia comune sul fenomeno dell'immigrazione, anche promuovendo programmi di sostegno e sviluppo nei Paesi di provenienza degli immigrati. Le persone vanno aiutate nella loro terra (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) perché è lì che hanno il diritto di rimanere per crescere i loro figli (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), non schiavizzandosi nelle odissee della tratta degli esseri umani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Sono spiacente per la mozione presentata dagli amici, dai colleghi di Fratelli d'Italia, della quale condividiamo appieno totalmente tutte le finalità e l'analisi. È un problema solo di strumento: il blocco navale sarebbe un atto di ostilità. Il blocco navale lo abbiamo comunque realizzato, poiché abbiamo ceduto dei natanti in disuso; li abbiamo ceduti alla Guardia costiera libica e oggi, con la chiusura dei porti, abbiamo fatto sì che dall'inizio dell'anno, dal 1° gennaio al 26 gennaio, solamente 262 persone siano approdate sul nostro territorio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier): il blocco navale lo abbiamo di fatto realizzato, per cui siamo sulla stessa linea! Ai colleghi di Forza Italia vorrei dire che la loro mozione, per quanto possa, su alcuni punti, essere condivisa, è eccessivamente edulcorata da una quantità notevole di “europeina”. Le cose vanno chiamate con il loro nome: l'Europa ci ha lasciato in braghe di tela (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Se oggi il fenomeno degli ingressi è stato arginato, lo dobbiamo soltanto alle politiche di questo Governo. Vorrei citarvi una parola per vedere se è in grado di evocare quello che è stato il percorso fatto da questo Governo e dal Ministro dell'Interno, Matteo Salvini: Diciotti, per far comprendere che non vi è stato alcun tipo di collaborazione. Se dei risultati ci sono stati, non sono stati certamente tramite le istituzioni europee, ma ce lo siamo dovuti fare in casa, con determinazione e tenacia, e forse con un pizzico di follia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Dai colleghi del PD, oggi, ho sentito 7 miliardi nella precedente legislatura a favore dell'apparato della sicurezza: dignità, decorosità, posso solo invocare Presidente, perché 7 miliardi sono forse la cifra che è stata tagliata per debilitare e rottamare un apparato della sicurezza. Io bene so cosa ho dovuto fare, qual è stato il macello che è stato fatto all'interno dell'apparato delle forze dell'ordine. Sono stati tagliati 40 mila uomini nelle forze dell'ordine, sono state decapitate tutte le risorse e sono stati abbandonati al loro destino, anche come sostegno. Oggi, per contro, questa mozione va nella stessa linea del decreto sicurezza e della legge di bilancio: vi è stata una inversione di tendenza a sostegno di un apparato.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Tonelli.

GIANNI TONELLI (LEGA). Un minuto soltanto, Presidente.

PRESIDENTE. Un minuto no….un secondo!

GIANNI TONELLI (LEGA). Trenta secondi! Dicevo, a sostegno di un apparato. 6.150 persone in più a turnover…. (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Grazie onorevole Tonelli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, la mafia nigeriana è una tra le più sanguinarie mafie straniere operanti in Italia. Si tratta di un'organizzazione estremamente brutale, dedita soprattutto allo spaccio di droga e allo sfruttamento della prostituzione, che si basa sul controllo violento dei propri adepti e dei propri connazionali. È da considerarsi un fenomeno complesso, con diversi livelli e tipologie di criminalità, che puntano al potere economico e politico e oggi si fonda sul traffico della droga e quello degli esseri umani. Quest'ultimo viene, infatti, collocato al terzo posto per giro d'affari e denari movimentati, con una stima di 31 miliardi di dollari, dopo il traffico di droghe e il traffico di armi. Sviluppatasi in tempi abbastanza recenti rispetto alle mafie nostrane, all'incirca nel corso degli anni Ottanta del secolo scorso in seno alle confraternite universitarie nigeriane, si è poi rapidamente espansa nel resto della Nigeria, per poi essere esportata all'estero, in particolare in Europa e nelle Americhe. In Italia, la mafia nigeriana ha stabilito una base nevralgica a Castel Volturno, piccolo comune in provincia di Caserta. È qui che è stata accertata l'esistenza di rapporti strutturati tra gruppi criminali nigeriani e la camorra. Tuttavia, la presenza della mafia nigeriana non si è fermata solo qui. Nel tempo, grazie alla sua versatilità e alla presenza di connazionali sparsi su tutto il territorio nazionale, è riuscita a radicarsi e ad operare attivamente, oltre che in Campania, anche al Nord, come in Veneto, Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna.

PRESIDENTE. Onorevole Ascari, mi scusi, chiederei all'Aula nuovamente silenzio per poter ascoltare anche la sua dichiarazione di voto. Lo chiedo ai banchi di tutti i gruppi. Prego, onorevole.

STEFANIA ASCARI (M5S). E dicevo: anche nel resto del Centro-Sud come in Umbria, Lazio e Sicilia, le attività di interesse della mafia nigeriana sono il traffico internazionale di sostanze stupefacenti, il favoreggiamento dell'immigrazione irregolare e soprattutto la tratta degli esseri umani, finalizzata allo sfruttamento della prostituzione e del lavoro nero. Ed è proprio in questi ultimi ambiti che la mafia nigeriana mostra il suo lato più efferato, sfruttando i flussi migratori, specialmente quelli via mare. Gli adepti dell'organizzazione mafiosa nigeriana riescono a gestire le loro connazionali favorendone l'immigrazione irregolare. Queste donne saranno per l'80 per cento vittime di tratta, destinate ad essere sfruttate in Italia o in altri Stati dell'Unione europea, soprattutto nel giro della prostituzione. La mafia nigeriana, a questo proposito, rappresenta, se vogliamo, l'esempio più lampante di come un'immigrazione incontrollata e un'integrazione dei migranti mal gestita possa portare a degenerazioni estreme, con conseguenze gravissime per l'ordine pubblico e per il rispetto dei diritti umani più basilari, con particolare riguardo ai diritti delle donne e dei bambini.

Per queste ragioni, ci sono alcuni impegni che abbiamo chiesto al nostro Governo, a partire da un controllo di Castel Volturno, roccaforte della mafia nigeriana, un territorio che ha bisogno di un rafforzamento dei presìdi di sicurezza, con un numero adeguato di uomini e mezzi. È poi è necessaria l'istituzione di una banca dati puntualmente aggiornata con i dati relativi alla criminalità organizzata mafiosa nigeriana, a disposizione delle forze di polizia. Il contrasto della mafia nigeriana, come ricordato, non può prescindere dalla lotta senza quartiere alla tratta di esseri umani e alla prostituzione femminile. Per questo è fondamentale, al fine di contrastare efficacemente l'immigrazione clandestina e la tratta, costruire una virtuosa sinergia attraverso la cooperazione internazionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), da sempre uno strumento prezioso per favorire lo sviluppo economico locale in Nigeria, in risposta alle problematiche di povertà che spingono milioni di persone a lasciare il proprio Paese. Inoltre, a livello nazionale ed europeo, è necessario agire sulle cause dei flussi migratori.

E' di tutta evidenza che l'Europa non ha mostrato di voler adottare una politica comune per la gestione dei flussi migratori e certamente non è stata capace di mostrare il volto umano della solidarietà di fronte all'emergenza umanitaria di flussi crescenti di migranti, lasciando sostanzialmente sola l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

In questo scenario appare evidente che servono vie legali e sicure di accesso all'Unione europea per i cittadini che ne hanno diritto, come avviene per i corridoi umanitari. Si tratta di percorsi sicuri di accesso per chi ha diritto alla protezione internazionale. Attraverso i corridoi umanitari le persone che arrivano in Italia sono controllate, sono schedate, sono seguite e inserite in un percorso di integrazione che le pone al sicuro da sfruttamento e violenza. L'immigrazione regolare e controllata toglie, di fatto, materiale umano alla criminalità organizzata. È una strada, questa, che se adottata in modo regolare costituirebbe una valida e più sicura alternativa alle traversate in mare, spesso pericolose ma, soprattutto, mortali. Non è più rinviabile, inoltre, la revisione del Regolamento di Dublino: serve una responsabilità condivisa da parte di tutti i Paesi dell'Unione europea nella gestione del fenomeno dell'immigrazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). L'Italia non può più essere lasciata da sola nel salvataggio e nella prima accoglienza. È necessario, inoltre, lavorare per arrivare ad adeguati accordi bilaterali di riammissione per garantire l'effettivo e tempestivo rimpatrio nel rispetto della sicurezza e della dignità di chi si trova a non avere diritto alla protezione internazionale o per chi non soddisfa le condizioni di ingresso, presenza o soggiorno in uno degli Stati membri.

A livello nazionale è fondamentale l'istituzione di un tavolo nazionale permanente con il coinvolgimento delle regioni ed i rappresentanti delle forze di polizia e degli organi giudiziari, al fine di avere una visione globale dell'evoluzione del fenomeno e ragionare su una strategia di contrasto condivisa. Per tali ragioni, è fondamentale una politica seria di legalità e contrasto alla mafia nigeriana, una politica di immigrazione nazionale ed europea idonea a offrire soluzioni concrete e adeguate nel rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo e della tutela della sicurezza e della stabilità interna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Dobbiamo imparare a distinguere le vittime dai carnefici. Come primo punto del preambolo, la direttiva 2011/36/UE afferma che “La prevenzione e la lotta alla tratta di esseri umani sono una priorità per l'Unione e per gli Stati membri”. Noi vogliamo pensare che lo diventi davvero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Passiamo alla votazione della mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00113 (Seconda ulteriore nuova formulazione).

Avverto che ne è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare distintamente ciascun capoverso del dispositivo, separatamente dalla premessa. Analogamente a quanto già fatto in precedenti occasioni, procederemo dapprima alla votazione del dispositivo e successivamente - solo nel caso in cui il dispositivo risulti in tutto o in parte approvato - alla votazione della premessa.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00113 (Seconda ulteriore nuova formulazione), limitatamente al primo capoverso del dispositivo, su cui il Governo si è rimesso all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, abbiamo molti voti, quindi attendiamo il primo, dopodiché invito a restare seduti.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6) (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00113 (Seconda ulteriore nuova formulazione), limitatamente al secondo capoverso del dispositivo, su cui il Governo si è rimesso all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7) (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00113 (Seconda ulteriore nuova formulazione), limitatamente al terzo capoverso del dispositivo, su cui il Governo si è rimesso all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi invito a maggior silenzio durante le votazioni…

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8) (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Colleghi! Colleghi! Stiamo facendo una cosa semplice: votando. Inviterei intanto i colleghi a sedersi, altrimenti non apro la votazione. Inviterei i colleghi a sedersi, altrimenti non apro la votazione (Commenti del deputato D'Ettore)! Colleghi del Partito Democratico, grazie.

Collega D'Ettore, dico io chi deve…stia tranquillo, me ne occupo io, la ringrazio. La ringrazio collega D'Ettore.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00113 (Seconda ulteriore nuova formulazione), limitatamente al quarto capoverso del dispositivo, su cui il Governo si è rimesso all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9)

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00113 (Seconda ulteriore nuova formulazione), limitatamente al quinto capoverso del dispositivo, su cui il Governo si è rimesso all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione....Revoco l'indizione della votazione.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo scusa, Presidente. Lei ha posto in votazione il quarto o il quinto punto?

PRESIDENTE. Adesso il quinto. Il quarto lo abbiamo appena votato.

ENRICO BORGHI (PD). E il terzo?

PRESIDENTE. Lo abbiamo votato.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie.

PRESIDENTE. Prego (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Colleghi! Colleghi, a me non sembra divertente. Forse con maggior calma e silenzio in aula i lavori sarebbero più semplici per tutti. No, collega D'Ettore, non scarichi le responsabilità.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00113 (Seconda ulteriore nuova formulazione), limitatamente al quinto capoverso del dispositivo, su cui il Governo si è rimesso all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00113 (Seconda ulteriore nuova formulazione), limitatamente al sesto capoverso del dispositivo, su cui il Governo si è rimesso all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00113 (Seconda ulteriore nuova formulazione), limitatamente al settimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo si è rimesso all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00113 (Seconda ulteriore nuova formulazione), limitatamente all'ottavo capoverso del dispositivo, su cui il Governo si è rimesso all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13) (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00113 (Seconda ulteriore nuova formulazione), limitatamente al nono capoverso del dispositivo, su cui il Governo si è rimesso all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14) (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

Colleghi, leggo grande entusiasmo nell'approvazione di questo nono capoverso.

Colleghi del gruppo di Fratelli d'Italia, capisco l'entusiasmo, ma lo conterrei, perché erano nove capoversi. Diciamo che è stato un entusiasmo diffuso.

A seguito dell'approvazione di parte del dispositivo della mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00113 (Seconda ulteriore nuova formulazione), ne verrà ora posta in votazione la premessa. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00113 (Seconda ulteriore nuova formulazione), limitatamente alla premessa, su cui il Governo si è rimesso all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

IVAN SCALFAROTTO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Presidente, siamo veramente stupefatti, perché l'Italia in questa votazione ha scoperto di non avere il Governo.

PRESIDENTE. Onorevole Scalfarotto, capisco, ma siamo sull'ordine dei lavori.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Sì, sull'ordine dei lavori. Mi pare una cosa enorme…

PRESIDENTE. Sarà enorme, però non è sull'ordine dei lavori (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Colleghi, le regole non è che meritano applausi o meno! Se c'è un intervento sull'ordine dei lavori, l'onorevole Scalfarotto ha diritto di farlo.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Presidente, ciò non toglie che abbiamo scoperto di non avere il Governo, perché la decisione è stata presa con l'astensione complessiva della maggioranza, e la decisione su quale sarà la linea di politica estera dell'Italia l'hanno presa Forza Italia e Fratelli d'Italia (Prolungati applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia - I deputati del gruppo Fratelli d'Italia scandiscono: Ministero! Ministero!). Il Governo non esiste! Non avete una politica estera! Avete abdicato al Governo del Paese!

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, inviterei a minore entusiasmo. Minore entusiasmo!

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Anche lei sull'ordine dei lavori: bene, mi stupisca.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Presidente, penso che quello che è accaduto nel voto dell'ultimo capoverso della mozione sia un fatto abbastanza grave, perché il fatto che il Governo decida su un atto di questo tipo di rimettersi all'Aula è un fatto legittimo, ma che la maggioranza di Governo decida di rimettersi all'Aula e sostanzialmente faccia decidere la politica estera ad alcune delle forze di minoranza è un fatto abbastanza incredibile. Credo che su questo sia utile che in quest'Aula il Governo venga a riferire che cosa intende fare, relativamente al Global Compact, anche alla luce di questa votazione, visto che finora non l'abbiamo capito.

GIORGIA MELONI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevoli del gruppo di Fratelli d'Italia! Onorevole De Carlo! Onorevole De Carlo, se l'onorevole Meloni chiede di intervenire, forse non è il caso di disturbare il suo intervento. Prego, onorevole Meloni, sull'ordine dei lavori.

GIORGIA MELONI (FDI). Presidente, sull'ordine lavori, solamente per…

PRESIDENTE. L'onorevole Palazzotto, intervenendo sull'ordine dei lavori, ha chiesto che il Governo venga a riferire, cosa che è assolutamente compatibile.

GIORGIA MELONI (FDI). Anche noi siamo d'accordo sul fatto che venga a riferire il Governo, ma fino a quando il Governo non viene a riferire e non trova una posizione, siamo contenti che ci sia qualcuno in quest'Aula che riesce a far approvare a questo Parlamento quello che si aspetta il popolo italiano (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente), e non lo dobbiamo alla maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Magi, Boldrini ed altri n. 1-00121, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Ravetto ed altri n. 1-00126, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea, per le parti non assorbite e non precluse.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Migliore ed altri n. 1-00130, su cui il Governo ha espresso parere contrario, per le parti non assorbite e non precluse.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Iezzi….

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo? Non c'è una dichiarazione di voto, siamo in fase di votazione. Sul Regolamento? Anche lei mi dica che articolo.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). No, solamente per capire se, rispetto all'approvazione di alcuni punti delle mozioni precedenti che ne contengono di quelli delle mozioni successive, c'è ancora la necessità di votare per intero la mozione oppure se la maggioranza vuole far ritirare quei punti. Per esempio, su Castel Volturno, dove abbiamo ottenuto l'invio dei militari grazie al Parlamento, forse è inutile la mozione così come era stata descritta dalla maggioranza. È superato quel punto, e quindi non dovrebbe essere messo in votazione ed espunto dal testo.

PRESIDENTE. Onorevole Lollobrigida, mentre lei chiedeva la parola, stavo appunto dicendo, capisco il senso del suo intervento, che la mozione verrà posta in votazione per le parti non assorbite o precluse.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Ce lo faccia sapere!

PRESIDENTE. Guardi, questo è avvenuto in tutti gli speech che ho fatto precedentemente e che si fanno abitualmente in quest'Aula da numerosi anni. Funziona così, viene detto per le parti non assorbite e non precluse; poi le analisi verranno.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Iezzi, Macina ed altri n. 1-00132, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, per le parti non assorbite e non precluse.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 536 - D'iniziativa dei senatori: Bottici ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità "Il Forteto" (Approvata dal Senato) (A.C. 1160); e delle abbinate proposte di legge: Mugnai; Meloni ed altri (A.C. 390-1005) (ore 17,36).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 1160: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità "Il Forteto" e delle abbinate proposte di legge nn. 390 e 1005: Mugnai; Meloni ed altri.

Ricordo che, nella seduta del 18 febbraio, si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice della Commissione giustizia, deputata Maria Elisabetta Barbuto, e il rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 1160)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 1160)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20) (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1160)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calabria. Ne ha facoltà.

ANNAGRAZIA CALABRIA (FI). Grazie, Presidente. La Commissione che oggi vogliamo istituire ha un alto e fondamentale compito, una missione scritta tra le righe del testo che stiamo esaminando, un dovere che tutti in quest'Aula sappiamo di condividere: l'accertamento della verità, senza paure, senza ipocrisie, guidati solo dal senso di giustizia verso le troppe vittime che sono arrivate in una comunità sperando di trovare una casa e che, invece, si sono trovate catapultate in una spirale di violenze, di abusi e di maltrattamenti indicibili. I protagonisti dei fatti orribili de Il Forteto hanno compiuto atti che scuotono le coscienze, che indignano, che offendono tutta la nostra società, ma ci sono anche delle evidenti responsabilità omissive, perché chi avrebbe dovuto vigilare ha preferito voltarsi dall'altra parte, lasciando che si continuassero a commettere crimini ignobili.

E, purtroppo, parliamo di quelle stesse istituzioni il cui compito primario dovrebbe essere la difesa di tutti, a cominciare dai più deboli. Ebbene, queste responsabilità si sommano e ancora non sono del tutto chiarite. Questo sarà, dunque, l'impegno della Commissione, capire cosa non ha funzionato, affinché mai più si ripetano casi del genere, mai più. E, d'altra parte, Presidente, la tutela dei più deboli, della dignità e della libertà della persona è iscritta nel DNA di Forza Italia, muove da sempre la nostra azione politica e da sempre orienta il nostro universo valoriale. È questa volontà che ha determinato il nostro impegno in più direzioni per garantire l'incolumità di chi non può difendersi da solo.

Vale per la nostra proposta di legge sull'introduzione di sistemi di videosorveglianza, vale per la Commissione d'inchiesta su Il Forteto, perché, vedete, pur in contesti certamente diversi, il principio è lo stesso: fare sì che lo Stato faccia sentire la sua presenza al fianco degli indifesi, possa sostenere e agevolare l'operato delle forze dell'ordine e possa prevenire nuovi casi di abusi. Questo è il primo dovere della politica.

Grazie, quindi, ancora per l'ascolto, nell'Aula, perché, come è noto a tutti, occuparsi di vicende giudiziarie dagli spalti della politica è molto rischioso. È molto rischioso, perché il pericolo è quello di promuovere una morale della colpa, cercando un feticcio da consegnare all'indignazione del popolo, della piazza. Ecco, il nostro primo compito, quindi, dovrà essere quello di rifuggire questa logica, per seguire quella che voglio definire oggi la morale della giustizia, intesa nel suo senso più autentico. Sì, perché, nel momento in cui emerge, come è emerso sin dall'inizio, nelle cronache e dalle carte processuali, che il sistema Il Forteto si andava perfettamente ad incardinare in un sistema di potere politico e amministrativo, la questione, quindi, non riguarda più solamente il codice penale, ma riguarda la democrazia.

Quest'ultima, infatti, ha il dovere di preservare la dignità delle persone più deboli, più indifese, e, di fronte a casi di reiterata violenza, di maltrattamenti indicibili, come dicevo prima, perpetrati ai danni delle persone più vulnerabili, il suo ruolo più alto, quello della politica, è di riappropriarsi del dovere sociale della verità e della trasparenza. Non possiamo né dobbiamo avere la pretesa di sostituirci all'autorità giudiziaria, ma abbiamo il dovere di chiederci cosa non abbia funzionato. Il grido di dolore, il grido di abbandono di chi in quella comunità ha perso la speranza attraversa i decenni, per arrivare fino a noi e ci viene chiesto di agire e ci viene chiesto di farlo con forza affinché simili orrori non si ripetano mai più (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Mi riservo di intervenire in dichiarazione di voto, ma intervengo solo per salutare e per ringraziare per essere presenti Sergio, Donatella e Debora, che sono tra il pubblico e che sono qui in rappresentanza delle vittime de Il Forteto, di tutte le vittime di questa vicenda (Applausi). Sono tre, ma rappresentano un'intera pagina di questa storia. Quindi, visto che sono in Aula, mi fa piacere ringraziarli per la presenza.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Donzelli; ha fatto bene.

Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1160)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, chiedo alla collega Meloni cortesemente di non fare le dirette Facebook (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Era una conversazione tra di voi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Prego, comunque, di limitare l'utilizzo dei social durante le sedute, come previsto dal Regolamento.

FEDERICO FORNARO (LEU). Ma come ti permetti? Come ti permetti?

PRESIDENTE. Cosa succede, onorevole Fornaro? Onorevole Fornaro, onorevole Fornaro! Onorevole Fornaro, io sento lei che parla, non sento altri. Pregherei di moderare i toni, di moderare i toni.

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

EDOARDO ZIELLO, Relatore per la XII Commissione. Grazie, Presidente. Emendamenti 3.1 e 3.2 Schullian: parere contrario.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ziello.

Onorevole Fornaro, se è stato detto qualcosa che io non ho sentito non lo so. Io non ho sentito nulla e per questo non ho richiamato nessuno. Visto che lei è una persona sempre nelle righe, se è accaduto qualcosa lo dica e la Presidenza ne prende atto.

FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, io pongo solo un problema generale. C'è già un abuso di fotografie eccetera, eccetera. La collega Meloni ha fatto una diretta Facebook per alcuni minuti (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi, colleghi! Colleghi, se l'ha già detto o non lo ha già detto lo decido io, non lei!

FEDERICO FORNARO (LEU). Mi sono permesso semplicemente di dire se poteva fermarlo. Mi si dice di farmi gli affari miei. Se mi consente, c'è un Regolamento e lo rispettiamo tutti! È chiaro? Le dirette Facebook sono vietate! È chiaro (Proteste del deputato Delmastro Delle Vedove)? Ma cosa vuoi? Ma cosa vuoi!

PRESIDENTE. Collega Fornaro, collega Fornaro, collega Fornaro! Collega Fornaro, lei si rivolga alla Presidenza!

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo il rispetto del Regolamento!

PRESIDENTE. Perfetto! Lei si rivolga alla Presidenza, e basta! Abbiamo chiuso questa vicenda, proseguiamo con i nostri lavori.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Presidente, io credo - e lo avevo chiesto prima del collega Fornaro - che l'intimidazione fatta nei confronti del collega Fornaro mi conferma ancora di più che bisogna attenersi al Regolamento tutti quanti. Io sono stata più volta impedita di fare delle foto qui, nell'Aula. Non capisco come fa… Non è la prima volta che la collega Meloni fa le dirette Facebook. Se si cambia il Regolamento, io sarò contenta di questo, ma fino a quando non si cambia, tutti noi ci dobbiamo attenere.

PRESIDENTE. Onorevole Bruno Bossio, lo dico a lei e lo dico al collega Fornaro. È evidente che la Presidenza non segue Facebook quando sta qui e non guarda chi fa le dirette Facebook (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Una volta che è stato segnalato - una volta che è stato segnalato! - ho chiesto alla collega Meloni di sospendere. La diretta Facebook mi sembra sia stata sospesa. Invito sempre - almeno io continuerò a farlo fin quando sarò di turno in Presidenza - a non fare fotografie, a non fare dirette Facebook, a non utilizzare strumenti che non siano previsti dal Regolamento. Oppure si può chiedere di cambiare il Regolamento, cosa assolutamente legittima.

Ha chiesto di parlare il collega Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Intervengo sull'emendamento, Presidente.

PRESIDENTE. Allora, mi scusi, prima il parere del Governo. Pensavo che fossimo ancora sull'ordine dei lavori.

JACOPO MORRONE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, parere conforme a quello espresso dal relatore per la XII Commissione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.1 Schullian.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Grazie, Presidente. Chiedo un attimo di attenzione all'Aula, perché a me spiace che il relatore e il Governo abbiamo espresso un parere negativo su questo emendamento, ma è ormai da mesi che su un tema che credo oggi riguardi il gruppo Misto - e vi garantisco che domani potrebbe riguardare qualunque forza politica o parlamentare rappresentata in questo Parlamento - sta avvenendo un fatto che dovrebbe interessare tutta la Camera dei deputati. La Commissione che stiamo istituendo è una Commissione bicamerale, una Commissione di inchiesta, che vede una rappresentanza paritetica di Camera e Senato. È importante, nella sua ratio e in quella di tutte le Commissioni bicamerali, che ogni gruppo parlamentare possa essere rappresentato, proprio per la funzione che svolge la Commissione bicamerale. Ebbene, per consuetudine i gruppi Misto di Camera e Senato sono considerati un gruppo unico. Che cosa sta accadendo ormai da otto mesi?

Che in nessuna Commissione bicamerale - in nessuna Commissione bicamerale! - il gruppo Misto della Camera dei deputati è rappresentato. Perché? Perché evidentemente c'è un calcolo che viene fatto che dà al gruppo Misto del Senato la rappresentanza, non contemplando il fatto che il gruppo Misto della Camera e il gruppo Misto del Senato sono soggetti diversi e che potrebbero esserci anomalie. Ebbene, io non voglio rimettere in discussione il Regolamento, ma basterebbe una piccola attenzione, che non costa nulla da un punto di vista delle spese, che, invece, aiuterebbe a superare questa consuetudine che vede, in questa legislatura, un elemento che credo possa interessare e debba interessare tutti noi, cioè la possibilità che i deputati aderenti al gruppo Misto - almeno uno -, come da Regolamento, possano svolgere il loro lavoro in Commissioni di inchiesta fondamentali.

L'emendamento che viene presentato non è un escamotage, ma chiede semplicemente di aumentare il numero dei componenti da venti a venticinque per Camera e Senato e in questo modo, in maniera semplice, senza alcun costo, senza interrompere il significato dei valori, il gruppo Misto della Camera e il gruppo Misto del Senato avrebbero la loro rappresentanza e non verrebbe meno la rappresentanza di nessun gruppo parlamentare, né di Camera né di Senato. Io credo che questo sia un elemento di responsabilità e anche un segnale importante che dice del valore delle Commissioni bicamerali.

Mi dispiace se vi ho preso del tempo, ma con un voto, che credo dovrebbe vederci tutti d'accordo, noi potremmo ovviamente riequilibrare, secondo me, una diseguaglianza sbagliata.

Ovviamente, il gruppo Misto - e lo sa la Presidenza - ha già fatto valere le proprie ragioni e ha presentato un ricorso all'Ufficio di Presidenza. Se l'Ufficio di Presidenza non ci darà ragione - questo vale per il passato e credo valga per tutti - solleveremo un conflitto - e ho concluso - di attribuzioni alla Corte costituzionale come gruppo Misto della Camera, ma credo che per il futuro noi possiamo porre rimedio semplicemente aumentando da venti a venticinque il numero dei membri per la Camera e venticinque il numero dei membri del Senato.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lupi.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). La ringrazio, Presidente, anche per la cortesia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà. Prendo atto che rinuncia.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toccafondi. Ne ha facoltà.

GABRIELE TOCCAFONDI (MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, il gruppo Misto della Camera, a norma di Regolamento, come lei sa, all'articolo 14, per fare solo un esempio, ha un suo riconoscimento e quindi ha una sua dignità. La costituzione del gruppo Misto, quindi, non è una concessione ma è un diritto e, come giustamente hanno argomentato - non è la prima volta - il collega Lupi o il collega Schullian, invece il gruppo Misto della Camera è tenuto fuori matematicamente da tutte le Commissione, o dalla stragrande maggioranza delle Commissioni, tranne da quelle permanenti (quindi le bicamerali, le Commissioni d'inchiesta, quelle speciali).

Personalmente, il sottoscritto vorrebbe tanto partecipare alla Commissione d'inchiesta sul Forteto, una questione che ha seguito, che conosce e vorrebbe, da rappresentante del territorio e del popolo italiano, poter partecipare a questa Commissione: non posso. Non posso fisicamente, come gruppo Misto, nemmeno fare la richiesta, perché non è un nostro diritto. Eppure, da parlamentare, mi sento di avere questo diritto, così come i colleghi del Senato. Ebbene, a questa Commissione, così come ad altre, parteciperà di sicuro, del gruppo Misto, qualcuno del Senato, che magari nemmeno ne ha la volontà e l'intenzione. Allora, questo tema o lo si affronta politicamente - e mi sembra che non ci sia stata finora la volontà - oppure lo si può affrontare - chiedo al relatore e al Governo di cambiare parere su questi emendamenti - aumentando i componenti a 25, oppure, ancora, affermando che i gruppi del Misto di Camera e Senato non formano un unico gruppo omogeneo, secondo i due emendamenti presentati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (PD). Presidente, solo per annunciare il voto favorevole del gruppo PD a questo emendamento. Abbiamo provato l'assoluta capacità di collaborare sull'istituzione di questa Commissione e abbiamo provato, anche nelle Commissioni, a far passare questo principio, vista la delicatezza di questo argomento: non ci siamo riusciti e speriamo che l'Aula possa dare un conforto in merito a questo obiettivo. Annuncio quindi il voto favorevole all'emendamento 3.1 Schullian.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, noi voteremo a favore di questo emendamento, che è assolutamente logico. Mi permetto di ripetere una cosa che ho già affermato in altre sedi. La norma dalla quale hanno poi tratto ispirazione tutte le leggi istitutive delle Commissioni bicamerali, partiva da un presupposto regolamentare di assoluto parallelismo tra Camera e Senato. Questo parallelismo è saltato dal dicembre scorso con l'approvazione di un nuovo Regolamento al Senato, che irrigidisce in maniera molto significativa, per non dire che di fatto impedisce, la costituzione di gruppi nuovi rispetto ai gruppi usciti originariamente dalle elezioni. È una norma che ha una sua ratio e io quel Regolamento l'ho votato, quindi questo non è in discussione, tuttavia questo che cosa provoca? Provoca il fatto che le dimensioni del gruppo Misto del Senato tendono, naturalmente, per le logiche politiche, a crescere di numero. Per fare un esempio, se avessimo applicato nella XVII legislatura questo nuovo Regolamento, ci sarebbe stato un gruppo Misto abbondantemente sopra i 100 senatori. Cioè, noi non abbiamo più due gruppi Misti che nascono da Regolamenti simili, ma abbiamo un gruppo Misto al Senato che tendenzialmente sarà sempre molto più grande numericamente rispetto a quello della Camera, con gli effetti che sono stati ricordati prima dai colleghi del gruppo Misto della Camera. Credo, quindi, che questa norma in qualche modo corregga questo cambiamento che c'è stato nel volgere degli anni rispetto al punto di partenza iniziale, che vedeva i due gruppi posti allo stesso modo: non sono più uguali e quindi credo sia giusto tutelare la rappresentanza di un gruppo - quello Misto alla Camera - che altrimenti rischia di non avere più rappresentanza di fatto nelle Commissioni bicamerali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mugnai. Ne ha facoltà.

STEFANO MUGNAI (FI). Presidente, sul merito la proposta di emendamento, ma anche l'argomentazione dei colleghi Lupi e Toccafondi sono assolutamente plausibili e condivisibili. Il punto è che vi è stato un accordo, anche in Commissione, per far sì che questa Commissione d'inchiesta bicamerale partisse in tempi stretti, ovvero per far sì che nessun gruppo presentasse emendamenti. Ringrazio, in questo senso, anche la collega Marzia Ferraioli per il fatto di ritirare un emendamento che era assolutamente puntuale, proprio per velocizzare l'iter dell'approvazione di questa legge. Peraltro, anche nel testo stesso della legge vi sono alcuni passaggi superati dai fatti ed altri anche non pienamente corretti. Nella legge, per esempio, si dice che uno degli obiettivi della Commissione è di lavorare nella direzione di addivenire ad un commissariamento dell'azienda agricola “Il Forteto”. Segnalo che il commissariamento ormai è da settimane che esiste. Così come nell'articolo 2, comma 2, lettera a), si parla di una Commissione che è rivolta anche “…all'adozione di nuovi strumenti di controllo delle comunità alloggio”. Ora, il Forteto non era una comunità alloggio: lì i bambini venivano messi attraverso la formula dell'affidamento familiare. Il punto è che la valutazione che è stata compiuta dai proponenti…Io stesso avevo presentato una proposta di legge anche un po' più articolata, però il meglio è nemico del bene. Vi invito a riflettere sul fatto che in Toscana l'attesa per l'inizio dei lavori di questa Commissione è un'attesa importante, è un'attesa forte.

Allora, sul merito è perfettamente ragionevole far sì che, nel momento in cui si vanno a varare delle Commissioni d'inchiesta, tutti i gruppi parlamentari, ivi compreso il gruppo Misto, possano avere una rappresentanza. Io credo che su questo ci debba essere un impegno di tutta l'Aula, però valutiamolo. Pensare di interrompere di nuovo la nascita della Commissione, credo che sarebbe male interpretato soprattutto dal territorio interessato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Presidente, semplicemente per dire che questa legge non è perfetta. Noi avevamo presentato una legge - anzi, Giorgia Meloni, prima firmataria, aveva presentato una legge di Commissione d'inchiesta - che ci soddisfaceva di più. Abbiamo fatto lo sforzo di rinunciare alla nostra proposta di legge, di non emendare in alcun modo questa proposta di legge che adesso voteremo, semplicemente perché è già tardi per far partire la Commissione d'inchiesta: un solo emendamento approvato porterebbe a far ripassare la Commissione d'inchiesta al Senato e poi a tornare qui: quindi ancora mesi senza risposta alle vittime. Il tema sollevato è comprensibile, ma vi prego di far ciò su altre Commissioni e non sulla pelle delle vittime. Per questo Fratelli d'Italia voterà contro, perché è anche troppo tardi per far partire la Commissione d'inchiesta.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Schullian, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Schullian, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1160)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1160)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1160)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 1160)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 1160)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 1160)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1160)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gabriele Toccafondi. Ne ha facoltà. Onorevole Toccafondi, un attimo. Colleghi, mi raccomando di consentire ai colleghi di svolgere le loro dichiarazioni di voto nell'attenzione dell'Aula. Prego, onorevole Toccafondi.

GABRIELE TOCCAFONDI (MISTO-CP-A-PS-A). Grazie Presidente. La componente del gruppo Misto di Civica Popolare, che rappresento, voterà a favore della proposta. Ci crediamo, ci crediamo al punto che vorremmo, anzi volevamo far parte della commissione di inchiesta, ma non c'è stata data la possibilità, come abbiamo già argomentato in fase di emendamento. Partire dalla verità giudiziaria, dalle sentenze per capire cosa non ha funzionato e trovare le soluzioni: questo a nostro avviso deve essere il compito della commissione parlamentare d'inchiesta sui fatti del Forteto. Che siano stati anni, decenni di omissioni, controlli mancanti, negligenze rispetto ad abusi e reati, è un fatto che emerge dal processo e dalle sentenze. Un terrificante groviglio nel quale nessuna delle istituzioni può essere considerata o può considerarsi marginale: il tribunale dei minori, servizi pubblici, gli apparati dello Stato, che avrebbero dovuto vigilare e far controllare e che non lo hanno fatto assolutamente. Fare chiarezza di trent'anni di attività per capire quali siano state le lacune, gli errori e le omissioni, i controlli non fatti. La Commissione di inchiesta per la cui istituzione…

PRESIDENTE. Onorevole Toccafondi, il suo impegno è encomiabile, però io chiederei nuovamente ai colleghi di fare maggior silenzio. Onorevoli colleghi… mi viene da richiamare sempre lo stesso… Prego, onorevole Toccafondi.

GABRIELE TOCCAFONDI (MISTO-CP-A-PS-A). Grazie Presidente. La Commissione d'inchiesta, per la cui istituzione voteremo oggi, deve essere il luogo in cui fare chiarezza in merito ad una pagina buia e terribile per il nostro Paese e formulare soluzioni affinché, attraverso la vigilanza delle autorità competenti, sia impossibile il ripetersi di fatti orribili come quelli accaduti al Forteto. Il secondo comma dell'articolo 2 è il cuore dell'attività che deve essere svolta dalla istituenda Commissione. La Commissione, si legge, ha il compito di formulare proposte sia per l'adozione di nuovi strumenti di controllo delle comunità-alloggio presenti sul territorio nazionale, sia per il potenziamento del sistema dei controlli sui soggetti responsabili dell'affido laddove siano emerse responsabilità e negligenze. L'istituto dell'affido, le comunità-alloggio, le istituzioni e le famiglie che accolgono, sono uno strumento fondamentale, utilissimo e sono migliaia i bambini e gli adolescenti accolti, cresciuti, educati con amore. I bambini e gli adolescenti accolti in affido familiare nei servizi residenziali attualmente in Italia sono circa 30.000, non contando il fenomeno dei minori non accompagnati. Questi ragazzi, questi bambini, queste realtà familiari, vanno difesi da sette, profeti, abusi ed omissioni. Capire quindi per migliorare: lo dobbiamo alle vittime e lo dobbiamo all'istituto dell'affido, che a migliaia di bambini ha dato una famiglia vera, affetti reali e un futuro.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Toccafondi. Onorevole Donzelli…Onorevole Battelli… Onorevole Battelli… che dice, possiamo provarci?

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie Presidente. Meglio tardi che mai. La commissione d'inchiesta sul Forteto è indispensabile, non è necessaria, non è positiva, è indispensabile, perché non è facile capire quella setta, non è facile capire quella realtà.

Non si tratta soltanto di adolescenti abusati, di donne schiavizzate al lavoro, magari anche in gravidanza, di bambini costretti a lavorare la notte prima di andare a scuola. Non si tratta soltanto di botte, umiliazioni fisiche e psicologiche: si tratta di molto di più. Si tratta di anime svuotate, di uomini a cui sono stati volutamente e scientificamente sottratti i punti di appiglio esistenziali e ancestrali di chiunque; uomini a cui è stato spiegato che la famiglia è il male assoluto; uomini e donne costretti a ripudiare i genitori; uomini e donne a cui è stato impedito di amare, perché avere rapporti con le persone dell'altro sesso all'interno del Forteto è vietato: gli uomini dormono con gli uomini e le donne con le donne. Se guardi una persona dell'altro sesso, vieni processato per ore e ore all'interno del chiarimento e magari punito fisicamente, chiuso la notte in una cella frigorifera perché hai guardato una donna e ti sei fatto le fantasie.

Smontare così quelli che sono i capisaldi di un uomo - l'amore, la famiglia, il diritto al compenso per il proprio lavoro - serve poi per riprogrammare questi uomini e renderli plasmati alla setta, alla religione del profeta, alla finta famiglia funzionale per poter adottare bambini e poi, se non altro, per poter aspirare alla massima ambizione consentita, che è quella di finire – ahimé - tristemente nella camera da letto di Fiesoli, del profeta e così purificarsi di tutti gli errori e tutti i mali.

Ma non è soltanto questo Il Forteto. Il problema de Il Forteto è anche capire chi ha difeso questi fatti, perché la Commissione non dovrà accertare se questi fatti sono accaduti: è già accertato. Ciò è stato accertato dalla magistratura e dalle Commissioni d'inchiesta della regione Toscana. Quello che dovrà fare adesso la Commissione è capire chi ha consentito e difeso tutto questo. Intanto, io voglio dire alcune cose, che forse in quest'Aula non sono state dette ancora con chiarezza, che sono già appurate dalle sentenze e dalle Commissioni d'inchiesta della regione Toscana. Ci sono dei giudici, come il giudice Meucci, considerato il padre del diritto minorile, che appena scarcerato Fiesoli, dopo il primo arresto, non fece altro che affidare un bambino down di tre anni a Fiesoli, per dimostrare che la sentenza già avuta e l'arresto erano sbagliati, e che in realtà “Il Forteto” andava difeso e protetto: Meucci, il padre del diritto minorile.

Piero Tony, da presidente del tribunale dei minori, continuava, nonostante le sentenze passate in giudicato, ad affidare minori al Forteto, dove poi venivano abusati. Tony, presidente del tribunale dei minori, che poi ha fatto carriera ed è diventato procuratore capo a Prato, quando poi è andato in pensione, ha pensato bene, con i massimi onori, di scrivere un libro per spiegarci cosa non va bene nella giustizia in Italia.

Vorrei parlare anche del giudice Andrea Sodi, che nel 2000, 2001 e 2002 si è fatto le vacanze a Budapest, d'estate, con Fiesoli, quindi il pedofilo che stuprava i ragazzi del Forteto, portandosi dietro anche i ragazzi del Forteto: tutti insieme in vacanza, il giudice minorile con lo stupratore e i ragazzi che venivano abusati dentro la setta. Ma non ci sono solo i giudici. Ci sono gli assistenti sociali, che difendevano gli abusatori e non gli abusati; ci sono i sindacati, che erano schierati con gli schiavisti e non con gli schiavi; c'erano le centrali delle cooperative, che fino al mese scorso si battevano contro il commissariamento della cooperativa; ci sono stati i giornalisti, che hanno rinunciato a fare inchiesta per fare i cantori del sistema “Il Forteto”; ci sono stati gli accademici, che hanno aperto le aule magne delle università, nonché i rettori, che hanno accolto come un profeta Fiesoli - e Goffredi - come se fosse il teorico che poteva spiegare sociologicamente come si educavano i bambini, nei master e nelle sedute delle aule accademiche con i rettori affianco. Poi ci sono stati i dirigenti delle istituzioni. Ahimè, non è facile dimenticare neppure la regione Toscana, che nel 2001, dopo la sentenza della Corte di Strasburgo, quando veniva chiesto alla regione Toscana di spiegare cosa accadeva a “Il Forteto”, un dirigente della regione Toscana scriveva che al Forteto c'è un'esperienza consolidata nel tempo, prevedono una spiccata attenzione ai bisogni dell'altro, un modello di intervento su un clima familiare, su un percorso che consente di sperimentare processi relazionali basilari; risultati conseguiti testimoniano attraverso il tempo e attraverso il parere degli operatori coinvolti in questo caso soddisfacenti e positivi. Ciò, ufficialmente, dalla regione Toscana nel 2001, laddove il dirigente Vinicio Biagi non è che sia stato punito, non è che sia stato allontanato, ma ha avuto i premi di produzione e poi è andato in pensione con tutti gli onori del caso. Poi c'è la politica, ahimè, perché in quest'Aula troppe volte - qui e al Senato - ho sentito dire che non si può strumentalizzare la vicenda de “Il Forteto”.

Noi non la vogliamo strumentalizzare, ma diciamo con forza che non si può insabbiare e non c'è alcuna volontà di strumentalizzare. Dico ciò sommessamente, riconoscendo un consigliere di un partito politico fortemente lontano da me, che è Paolo Bambagioni, del Partito Democratico, il quale per primo in regione Toscana ha aperto questa vicenda prima ancora di me. Quindi, non è una questione di parte, ma non possiamo nascondere le colpe del Partito Democratico, perché al Forteto sono passati ad omaggiare fisicamente, a raccontare, a vedere, a visitare e a dire quant'era bello “Il Forteto”: D'Alema, Di Pietro, Livia Turco, Piero Fassino, Riccardo Nencini, Edoardo Bruno, Vittoria Franco, Francesca Chiavacci, Tina Anselmi, Claudio Martini (presidente della regione, che ci faceva le campagne elettorali), Paolo Cocchi.

Il 4 febbraio del 2010, Goffredi, il teorico e l'ideologo de “Il Forteto”, era alla Biblioteca del Senato, alla presenza delle massime istituzioni, a spiegare come si educano i minori. Pochi giorni prima dell'arresto di Fiesoli, il 12 novembre 2011, nel Salone dei Cinquecento, Fiesoli veniva premiato con tutti gli onori dall'allora sindaco Matteo Renzi. Ripeto: nel Salone dei Cinquecento!

L'ex segretario dei DS e del Partito Democratico, di Vicchio, Luciano Petti, ha avuto la casa comprata da “Il Forteto” perché aveva problemi economici. La vicenda del commissariamento - ringrazio il Governo per esserci arrivati - ha avuto dei pareri contrari sempre da parte di tutti. Ricordo ancora il Governo, per bocca di Ferri, il 9 luglio 2015 in quest'Aula, dire: vogliamo distinguere quando si parla di cooperativa “Il Forteto”, la parte che riguarda la socialità, il sociale, il recupero dei minori, e la comunità, che è la parte di oggetto della sentenza pronunciata dal tribunale di Firenze. Mi dispiace: non c'è nessuna distinzione. È una bugia gravissima questa. A chi pensa che ci sia una distinzione tra cooperativa e setta, chiedo di guardare negli occhi le vittime che ci sono qui oggi: Sergio, Donatella, Deborah e tutti gli altri, per dirgli che le loro vite, così defraudate, valgono meno di una caciotta. Voglio che qualcuno vada a dire e abbia il coraggio di dire che fare lavorare un bambino di sei, sette e otto anni, la notte nei campi, per far avere dei soldi e far guadagnare di più la cooperativa non è schiavismo. Voglio che qualcuno abbia il coraggio di dire che 696 anni di contributi non versati non hanno dato un aiuto alla cooperativa. Voglio che qualcuno venga a dire che non è vero - cosa che invece purtroppo è vera - che i bambini che poi venivano abusati all'interno del Forteto venivano affidati direttamente alla cooperativa. Quindi, lo scorso Governo ha mentito anche in quest'Aula su queste vicende!

PRESIDENTE. Onorevole Gallo! Onorevole Battelli! Prego, mi scusi, onorevole Donzelli.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Quindi, la Commissione, oggi, è indispensabile, non per appurare i fatti, che sono già appurati, ma per inchiodare alle proprie responsabilità giudici, giornalisti, magistrati, politici, assistenti sociali, sindacalisti, centrali delle cooperative, che in questi anni non solo hanno chiuso gli occhi ma hanno coperto, incoraggiato, foraggiato gli abusi sui minori e queste vite distrutte e schiavizzate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È necessario capire come ciò sia potuto accadere per evitare che non ciò possa riaccadere mai più (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mugnai. Ne ha facoltà.

STEFANO MUGNAI (FI). Presidente, colleghi, con Giovanni Donzelli abbiamo avuto l'onore, ma anche l'onere, di seguire la vicenda dai banchi del consiglio regionale nella prima Commissione di inchiesta, quella che poi raccontò i fatti. La verità è che quei fatti sono stati cristallizzati anche nelle motivazioni delle sentenze che si sono succedute in questi mesi e che hanno perfettamente sposato quella relazione che insieme scrivemmo, che raccontava la storia di un pezzo di Toscana che nessuno pensava potesse esistere. La sensazione, la prima volta che parlammo con gli amici che ci stanno ascoltando, in rappresentanza delle vittime, era che la narrazione di quei fatti fosse figlia della fantasia più sfrenata, perché talmente gravi, pesanti, drammatici che erano qualcosa che non appariva assolutamente verosimile: invece era la verità. La specificità de “Il Forteto” risiede qui perché, purtroppo, il male è connaturato nella natura umana e immagino che sempre è accaduto e sempre accadrà che ci saranno persone deboli - e dei bambini senza famiglia alle spalle sono i più deboli tra i deboli - che verranno a subire violenze. Però, “Il Forteto” ha un di più; ha un di più perché non è una storia puntuale, ma è una vicenda che si dipana per 35 anni. È una vicenda che non era l'antro dell'orco nell'oscurità.

No, no, era alla luce del sole perché Il Forteto lavorava con il suo profeta Fiesoli per essere alla ribalta, per tessere sistematicamente relazioni istituzionali di altissimo profilo e non si vergognava di teorizzare quella che era la filosofia della setta; che la famiglia fosse il male assoluto lo scrivevano nei libri editi da Il Mulino, e non so quanti riescono a farsi editare da Il Mulino.

Quindi, evidentemente è una storia di relazioni importanti, fatte per far sì che in quel pezzo di Toscana si creasse qualcosa che veniva raccontato come una sorta di paradiso in terra ma in realtà era veramente un girone dantesco. La storia del Forteto, per poter essere raccontata fino in fondo, bisogna fare una citazione letterale un po' antipatica, bisogna citare Sciascia, Il contesto. Il Forteto si spiega con il contesto e con il concetto di omologazione, perché le sentenze per reati specifici c'erano già state, allora è difficile credere - lo dico ai colleghi non toscani: credeteci, perché è andata esattamente così - che, nonostante le sentenze passate in giudicato, tutto il fior fiore di ciò che la Toscana rappresentava, non soltanto nella politica, parlo del mondo accademico, parlo del mondo dei media, parlo di tutti i servizi sociali, tutti i candidati che passavano dal Mugello al Forteto si fermavano a far campagna elettorale. Il presidente Martini, che è stato presidente per dieci anni in Toscana, di tutti i luoghi possibili dove poteva concludere la sua campagna elettorale per essere rieletto presidente - le campagne elettorali le abbiamo fatte tutti, quindi sappiamo che la chiusura della campagna elettorale è il momento più importante - la va a chiudere al Forteto, di tutti i luoghi possibili della Toscana.

Io ho un approccio un po' diverso rispetto a quello di Giovanni Donzelli, con il quale abbiamo fatto un lavoro importante su questa vicenda. Io non butto la croce addosso al politico nazionale che passando dal Mugello qualcuno lo prende e lo porta a fare la visita e a omaggiare quella comunità, perché il politico nazionale, in campagna elettorale, insomma, è ovvio, viene avvicinato da chi gli si porta accanto, però vi era tutto un mondo, il mondo toscano, il modo sul territorio, che il Forteto lo sapeva perfettamente cos'era. Lo sapeva perché c'erano le sentenze, lo sapeva perché in maniera sporadica i giornali avevano provato a raccontarlo fino in fondo, e lo sapeva perché vi era tutta una serie di esempi chiarissimi. Al Forteto i bambini arrivavano da tutta la Toscana e anche da fuori Toscana mandati da tutti i servizi sociali. Era una sorta di ragnatela del ragno, perché il Forteto non voleva neanche il pagamento dell'indennità; nel momento in cui una famiglia o un centro adibito a fare accoglienza di minori in affido prende il minore in affido viene pagata una cifra: il Forteto rinunciava anche a quello, era una trappola perfettamente congegnata. I bambini arrivavano da tutta la Toscana, ma non dal Mugello. I bambini del Mugello, al Forteto, lì accanto, non ce li mandavano. Quindi, in quel territorio, in quella comunità, ciò che il Forteto era lo si sapeva, perché quei bambini andavano a scuola - poco, perché poi, finita la scuola dell'obbligo smettevano, perché già, mentre andavano a scuola, la mattina andavano a badare le bestie e nei campi a lavorare, poi andavano a scuola e, finita la scuola, rientravano nella setta e mai più dovevano uscire -, però andavano a scuola con altri bambini, con gli insegnati, tutta una serie di segnali c'era. Era una sorta di torrente carsico che ogni tanto riaffiorava, la vicenda del Forteto, ma la potenza, la capacità di fuoco del Forteto di muovere tutta una serie di testimonial eccellenti faceva sì che poi alla fine continuasse ad essere un'eccellenza toscana. Non è una forma retorica dire eccellenza toscana, perché quando la Toscana - altri momenti, altri bilanci - andava a promuovere le eccellenze toscane in Australia - bellissime missioni allora - portava il Forteto, dopo le sentenze passate in giudicato.

Come detto, è una vicenda di contesto, è una vicenda di omologazione, perché, è vero, forse il Forteto poteva nascere in tutti i luoghi possibili del mondo, però credo che non sia un caso che sia nato in Toscana. Lo dice uno che evidentemente ha delle responsabilità, perché per anni ha fatto politica per cercare di cambiare il sistema di potere ma ancora governano loro, anche se credo per poco, cioè il Partito Democratico, che però evidentemente ha fallito in questo intento. Però la Toscana non si capisce fino in fondo, soprattutto la Toscana di quegli anni, non soltanto partendo dal presupposto che vi era un'omologazione politica, vi era un'omologazione culturale, e quindi: se stai da una parte, hai ragione a prescindere, se stai da un'altra parte, puoi dire le cose più buone del mondo ma non ti stiamo neanche ad ascoltare. Il Forteto aveva avuto la capacità e l'intelligenza di collocarsi nella parte buona della Toscana, nella parte che comunque ha sempre ragione e allora vi era una fila di personaggi pubblici pronti con la loro vicinanza a testimoniare l'eccellenza del Forteto.

E diventava un gioco di specchi, perché l'assistente sociale, nel momento in cui in consiglio regionale facevamo le audizioni, ti diceva: ma come potevo io pensare che al Forteto avvenissero quelle cose, nel momento in cui tutti i più importanti politici andavano al Forteto e nel momento in cui io mi recavo al Forteto ci trovavo il magistrato del tribunale dei minori? E il magistrato del tribunale dei minori diceva: ma come potevo, nel momento in cui vi era tutta questa sterminata fila di personalità eccellenti a testimoniare la bontà di quella struttura, mettermi di traverso? È stato un alibi collettivo, che però alla fine ha portato un risultato: trent'anni di sofferenze di decine di ragazzi, decine di minori, di cui alcuni si sono suicidati.

Allora la Commissione d'inchiesta parlamentare ha un'importanza perché intanto serve a far luce anche sugli anni sui quali evidentemente l'inchiesta della magistratura non ha potuto operare perché sono reati che sono andati in prescrizione ormai da anni, quindi la Commissione d'inchiesta parlamentare può veramente raccontare fino in fondo la storia del Forteto, che è una storia che merita di essere raccontata, e deve esser fatto a livello più alto delle istituzioni, perché la specificità del Forteto risiede nel fatto che è durata 35 anni ma anche nel fatto che lì i bambini, nell'antro dell'orco, ce li metteva lo Stato, le istituzioni. Allora, credo sia dovere del Parlamento, che è l'istituzione più alta della nostra Repubblica, attraverso un lavoro severo, serio, nella Commissione d'inchiesta, chiedere scusa alle tante vittime che hanno avuto la vita inesorabilmente segnata da quell'esperienza.

E, guardate, lo dico in maniera assolutamente chiara, sarebbe brutto e triste se qualcuno pensasse di utilizzare il lavoro della Commissione come una clava politica da dare in testa all'avversario politico. Per chi fa politica, al di là che ognuno di noi fa finta di avere sempre convincimenti profondi, difficilmente è chiaro dove sta il giusto e dove sta lo sbagliato, mentre sul Forteto è chiarissimo: abbiamo il privilegio di approcciare una vicenda dove è chiarissimo chi ha ragione ed è chiarissimo chi ha torto. Allora chi farà parte di quella Commissione abbia il buonsenso, come hanno avuto tutti i membri delle commissioni del consiglio regionale, di avere rispetto delle vittime e di cercare di raccontare la storia per com'è, senza strumentalizzarla per fini politici, perché poi i fatti sono talmente chiari che chi ha delle responsabilità sarà chiamato a doverne rispondere. È il rispetto che noi dobbiamo come rappresentanti delle istituzioni - che sono colpevoli rispetto a ciò che è avvenuto al Forteto - verso le vittime del Forteto che ci dovrà ispirare in un lavoro difficilissimo e dolorosissimo, perché è doloroso testimoniare e raccontare ciò che hanno subito, ma vi assicuro che sarà doloroso per i membri della Commissione ascoltare quelle testimonianze. Questo lavoro, questo percorso dovrà portare a mettere una parola definitiva, una parola di verità su un buco nero nella storia della Toscana e nella storia del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Presidente, la nostra linea è stata chiara e devo dire che sia al passaggio al Senato che qui alla Camera abbiamo sempre e subito detto “sì” a questa Commissione d'inchiesta. Sono state ricordate le due commissioni regionali presso il consiglio regionale, l'ultima quella del 2016, presieduta da Paolo Bambagioni - è già stato citato -, consigliere regionale, commissione che ha chiesto al Parlamento di istituire una Commissione bicamerale. Siamo qui per questo, con convinzione votiamo questa proposta.

Non abbiamo presentato emendamenti perché riteniamo che debba partire presto, nello stesso tempo abbiamo votato tutti con convinzione l'articolo 5 di questa proposta di legge. Quando noi istituiamo e andiamo a far parte di una commissione d'inchiesta, che a livello bicamerale e parlamentare ha un valore diverso da quella regionale, perché rispetto alle due commissioni regionali si è detto che quella bicamerale o d'inchiesta, a livello parlamentare, ha poteri diversi - ed è giusto che sia così, è giusto che abbia poteri diversi -, allora l'articolo 5 della proposta ci richiama tutti a espletare i nostri compiti con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria.

Allora, vorrei davvero che questa Commissione indicasse la strada nel rispetto di questi limiti e questi poteri che ha l'autorità giudiziaria, perché chi entrerà a far parte di questa Commissione d'inchiesta ha questi poteri.

Quindi vanno lette le carte, non vanno anticipate decisioni, bisogna sentire i testimoni, bisogna capire quello che è stato e nessuno deve aver paura della verità. Noi crediamo in quella verità processuale e lo diciamo anche nel dibattito delle varie Commissioni giustizia, nei vari convegni, che nel nostro Paese deve coincidere sempre di più con la verità sostanziale. Quindi, noi da una parte abbiamo una verità processuale di una sentenza passata in giudicato, che tutti noi dobbiamo rispettare, e, se andiamo a leggere queste sentenze, invito tutti, davvero noi rimaniamo senza parole, e anch'io mi voglio unire al saluto, al rispetto alle vittime, ai familiari delle vittime (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che sono anche oggi presenti. Noi dobbiamo delle risposte. Ci sono state delle risposte giudiziarie, ci sono state delle risposte delle commissioni regionali e oggi anche questa Commissione d'inchiesta, con questi poteri, con questo rispetto per le vittime, deve dare queste risposte.

E, allora, dobbiamo cercare di capire, capire cosa non ha funzionato nella vigilanza, nei controlli, e nello stesso tempo dare delle risposte. Noi - lo voglio ricordare - senza bisogno della Commissione d'inchiesta, negli anni di governo ci siamo posti il tema, per esempio, degli abusi sessuali sui minori e della prescrizione, perché sapete qual è il tema, quando si parla anche di prescrizione di abuso dei minori? Che fino a poco tempo fa, quando poi è entrata in vigore la norma che noi abbiamo approvato, e voglio andare a vedere i verbali, in quanti hanno votato questa norma sulla decorrenza dei termini prescrizionali, perché nell'abuso dei minori il tema qual è? Che io minore mi rendo conto dell'abuso non quando ho dieci anni, che non so a chi dirlo, ma quando, molte volte, ne ho 17 o 18, e capisco cosa vuol dire essere abusato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), capisco cosa ho provato. E allora penso che siano i peggiori reati che possano esistere quelli degli abusi dei minori, tanto che, quando vai a girare negli istituti penitenziari, nelle carceri, c'è un reparto destinato a chi ha abusato sui minori, che molte volte viene emarginato anche all'interno dello stesso popolo dei detenuti. Quindi sono reati odiosi, terribili. E, allora, ci siamo posti questo tema, e voglio ricordare che nella riforma Orlando che abbiamo approvato, la legge n. 103 del 2017, siamo intervenuti sul termine di decorrenza del termine prescrizionale dei reati in danno dei minori.

Oggi, grazie a questa riforma, quando il minorenne che a dieci anni ha subito l'abuso e se ne accorge, purtroppo, a 17, e inizia a parlare, il termine prescrizionale all'epoca decorreva dai dieci anni, quindi già sette anni, otto, a seconda di quando denunciavi o si scopriva, erano buttati via nel termine prescrizionale; oggi, con questa riforma, iniziano a decorrere dalla maggiore età. Lo dico per ricordare un intervento, si parla di abusi dei minori. Nella Commissione d'inchiesta noi dobbiamo andare, nel rispetto delle vittime, a cercare la verità, non solo quella processuale, ma anche quella sostanziale, senza paura, con equilibrio, ma con determinazione ed efficacia. E chi entrerà del Partito Democratico nella Commissione porterà questo contributo, così come porterà tutta quella sensibilità che ha avuto quando abbiamo recepito, sempre nei nostri Governi, le direttive comunitarie, che erano anni che non venivano recepite, sui soggetti vulnerabili, perché è facile ricostruire se poi non crei gli strumenti e non dai all'autorità giudiziaria tutti gli strumenti necessari per quella verità sostanziale che deve coincidere con la verità processuale.

E allora ricordo la tutela dei soggetti vulnerabili e l'ampliamento della definizione in base alle condizioni individuali della vittima, il decreto legislativo n. 24 del 2014, in attuazione della direttiva 2011, le norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato, che è un'altra direttiva che abbiamo attuato, perché come fai a chiedere giustizia, ad avere giustizia, se non dai a quelle vittime, a quei familiari delle vittime, le garanzie minime di tutela, di diritti, di assistenza e protezione. E ricordo il decreto legislativo 15 dicembre 2015, n. 212, con il Governo Renzi, che ha modificato l'articolo 90-quater del codice di procedura penale. Altro tema: noi oggi, come Commissione d'inchiesta, dobbiamo andare a vedere il perché non ci siano stati i risarcimenti. Noi abbiamo creato, sempre con il nostro Governo, un fondo di rotazione per le vittime. Oggi il tema è che molte vittime hanno subito abusi, hanno sofferto, hanno subito delle ingiustizie e non hanno avuto i risarcimenti, non hanno avuto le tutele; così anche gli ex lavoratori non hanno avuto pagamenti. Allora interveniamo e preoccupiamoci, anche come Commissione d'inchiesta, non solo di andare a vedere dove sono state le sacche di inefficienza, ma fare una proposta al Parlamento. Mi auguro che nei lavori della Commissione emerga la verità, si attribuiscano le responsabilità, ma, nello stesso tempo, si facciano delle proposte che davvero non solo consentano che non ci sia più un caso Il Forteto, ma che si risolva il tema e si affrontino tutti vuoti normativi che ci sono.

E parliamo del tema delle comunità familiari: oggi abbiamo dei modelli di eccellenza, ma anche dei modelli che non vanno; abbiamo dei poteri che ha l'autorità giudiziaria di controllo, ma non ha poteri di intervento. E allora proponiamo una riforma anche sul tema dei poteri e delle possibilità che possiamo dare di intervento non solo a chi controlla. Il tema di mettere insieme i soggetti istituzionali, il Garante nazionale per l'infanzia, i garanti regionali, le istituzioni, i servizi sociali, perché questi fatti vengano denunciati tempestivamente. Infatti, un giorno di ritardo in una denuncia in questi reati crea davvero dolore e crea tragedie che sono incolmabili. Poi è vero che è stata commissariata, giustamente, l'azienda agricola, ma noi abbiamo tre soggetti oggi ne Il Forteto: l'associazione, la fondazione e l'azienda agricola.

Sull'azienda agricola, che sta andando avanti, noi dobbiamo, però, anche pensare a portare avanti tutto quello che è stato fatto nell'azienda agricola Il Forteto, perché oggi che c'è un commissario, e chi conosce la realtà del Mugello, chi conosce l'impegno, le tenute e i terreni che sono stati tenuti, pensate tutto il tema del latte, dei coltivatori, degli allevatori, di chi non c'entra niente con questi abusi. Allora, cerchiamo di avere quel distacco e quella autorevolezza nell'andare a punire chi deve essere punito, ma anche di rivendicare quello di buono che c'è e di portarlo avanti in tutto quel progetto anche degli allevatori.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Pensate la vendita del latte: ho saputo che pochi giorni fa il commissario nominato dal Governo ha trovato un accordo con i pastori proprio sul latte, trovando una giusta retribuzione.

PRESIDENTE. Deve concludere.

COSIMO MARIA FERRI (PD). E pensate a quello che sta succedendo in Sardegna sulla questione del latte. Quindi, andiamo avanti senza paura; faremo arrivare il nostro contributo con quella determinazione che farà emergere quella verità nel rispetto delle vittime (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Grazie, collega Ferri.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Boldi. Ne ha facoltà.

ROSSANA BOLDI (LEGA). Presidente, lo scandalo che ha coinvolto la comunità de Il Forteto ha veramente dell'incredibile. Una comunità nata negli anni Settanta, che è nata come azienda agricola, poi diventata, da comunità produttiva, una comunità come alternativa famiglia per ragazzi in difficoltà e favorire, sostanzialmente, il recupero di bambini e di minori disagiati, è diventata un luogo di violenza, di sofferenza, di crimini indicibili, li abbiamo già sentiti descrivere dai colleghi. Esiste una verità giudiziaria, hanno cominciato a passare per i tribunali i due fondatori, Fiesoli e Goffredi, che, tra l'altro, dichiaravano di ispirarsi alle idee di Don Milani. Chiunque abbia letto i libri di Don Milani può capire che nulla c'entra quello che hanno fatto questi due individui. E si sono via via susseguite le indagini, le sentenze, e quindi esiste una verità giudiziaria che si è via via ripetuta negli anni.

E basterebbe leggere le sentenze per capire che i giudici avevano bene individuato quello che stava succedendo in quella comunità. Eppure, il tribunale dei minori inspiegabilmente, anche a fronte di condanne, ha continuato ad affidare minori, disabili, bambini down eccetera alla comunità Il Forteto.

E, allora, io mi domando: ma è possibile che dopo il fatto di sapere, palesemente, che c'è stata una condanna in via giudiziaria, un tribunale dei minori non si ponga almeno il problema, con un principio di precauzione, di smetterla di affidare i bambini a quella comunità? E, tra l'altro - e questo lo dico ma non vorrei allargare il discorso -, non è la prima volta che i tribunali dei minori prendono delle cantonate, pazzesche (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), spesso magari non ben consigliati anche da chi dovrebbe aiutare, che sono i servizi sociali eccetera, ma non vorrei allargare troppo il discorso. Però, forse dovrebbe venire il giorno in cui lo allarghiamo il discorso sul funzionamento dei tribunali dei minori e sulle decisioni che prendono (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ritorno al fatto. Abbiamo detto che la verità giudiziaria esiste, ma non ci basta e io credo che questa Commissione d'inchiesta debba proprio andare a far luce su quello che, invece, pur chiaro nella verità giudiziaria, è rimasto coperto da tutto il resto e, cioè, di chi è la vera responsabilità, dal momento dei primi fatti in avanti, di tutto quello che è accaduto in seguito. Le Commissioni d'inchiesta parlamentari hanno dei poteri grandissimi, potranno quindi far luce. Io credo che noi lo dobbiamo: lo dobbiamo a chi ha subito questi maltrattamenti, lo dobbiamo alle loro famiglie, ma credo - ripeto - che lo dobbiamo perché dobbiamo capire come sia possibile che un sistema di omertà per trent'anni abbia coperto fatti di questo tipo.

Quindi, la Lega voterà molto convintamente a favore sull'istituzione di questa Commissione di inchiesta e si impegnerà proprio perché, al di là della verità giudiziaria - lo ripeto - che già esiste, possa essere acclarata la responsabilità di tutti coloro che alla fine sono stati, al pari di chi in prima persona ha commesso i fatti, altrettanto colpevoli (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ehm. Ne ha facoltà.

YANA CHIARA EHM (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi e colleghe, la proposta di legge che ci apprestiamo a votare istituisce una Commissione d'inchiesta per fare finalmente luce sui fatti accaduti nella comunità Il Forteto che hanno sconvolto la comunità locale e il Paese intero, con anni di denunce, inchieste, confessioni e video shock che riportavano le dichiarazioni delle vittime.

Perché è doveroso esaminare la gestione della comunità? Il Forteto, dal 1978 ha accolto e ospitato decine di giovani: disabili fisici, psichici e minori con problemi di inserimento, affidati dal tribunale dei minori di Firenze, affidati a coppie, tutte rigorosamente senza figli, che facevano parte della comunità e per questo attuando un modello educativo innovativo basato sulla famiglia funzionale e su un percorso esistenziale improntato al rifiuto dei legami biologici e alla ricerca della famiglia alternativa. Ma cosa accadeva, purtroppo, all'interno di quelle mura? Bambini abusati sessualmente, picchiati, allontanati dai genitori naturali e, in alcuni casi, persuasi addirittura a denunciarli per falsi abusi.

I dieci comandamenti de Il Forteto dovevano essere seguiti, meticolosamente, nella comunità: la rigorosa separazione degli uomini dalle donne, considerate inferiori; il divieto di coltivare rapporti con persone all'esterno; il lavoro obbligatorio all'interno della comunità e il trattenimento della paga, ma anche le scelte di voto in occasione delle elezioni politiche e amministrative. “Eravamo obbligati ad avere rapporto omosessuali come mezzo per la purificazione. Dovevamo rifiutare la famiglia di origine. Uomini e donne non potevano stare insieme. La donna era considerata come una meretrice, diventava schiava degli uomini per tutte le operazioni quotidiane”. Chi ci parla è Sergio Pietracito, residente per dodici anni nella setta e oggi presidente della fondazione “Vittime del Forteto”. Voglio ringraziare lui e le vittime che oggi sono presenti qui, in Aula; grazie mille (Applausi)!

Nel 1985 arriva la prima condanna per i due cofondatori, Fiesoli e Goffredi, per maltrattamenti e corruzione nei confronti di minori. Ma, nonostante tutto, Il Forteto continua nel suo percorso cooperativo-comunitario e gli affidamenti alla comunità da parte del tribunale dei minori di Firenze proseguono. Il Forteto viene presentato come un'eccellenza della regione, che le permette di mantenere ottimi rapporti con tutta la classe dirigente, con i membri del tribunale dei minori, con gli operatori ASL e del servizio sociale, con i sindacati e con la lega delle cooperative.

Dopo anni di abusi e atroci sofferenze, anche le istituzioni si sono accorte che cosa stava accadendo e hanno tentato di fare chiarezza, sia con l'istituzione di due commissioni d'inchiesta regionali in Toscana, che però si sono dovute fermare di fronte ai propri limiti, non avendo i poteri dell'autorità giudiziaria, sia con una richiesta di commissariamento, nel 2013, da parte del Ministero dello Sviluppo economico. Intanto, il 22 dicembre 2017 Fiesoli viene condannato in via definitiva dalla Corte suprema di cassazione alla pena di 14 anni e 10 mesi di reclusione per abusi sessuali e maltrattamenti in danno di minori e adolescenti.

Come MoVimento 5 Stelle, già durante la scorsa legislatura abbiamo richiesto l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta, bocciata proprio in quest'Aula il 9 luglio 2015, con i colleghi del PD che votarono contro l'istituzione della Commissione di inchiesta su Il Forteto. Ed è solo con questo Governo che, nel dicembre scorso, la cooperativa Il Forteto è stata commissariata e il Ministero dello Sviluppo economico ha nominato l'avvocato Marzetti come commissario de Il Forteto. Qualcuno dovrà spiegare come mai a Fiesoli sono state aperte le porte del Parlamento e, nel 2011, del Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze, dove lo stesso Fiesoli è stato ospitato come educatore minorile. Anche i rappresentanti della regione Toscana dovranno spiegare come mai, nel corso degli anni, sono stati concessi finanziamenti pubblici alla cooperativa e alla fondazione Il Forteto, nonostante sentenze di condanna passate in giudicato, e come sia possibile che Il Forteto dal 1997 a oggi sia stato finanziato con 1 milione 250 mila euro circa. Ma soprattutto dovranno spiegare come mai la fondazione Il Forteto risulti ancora oggi iscritta nel registro delle persone giuridiche private della regione Toscana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Questa Commissione ha nelle sue finalità quella di esaminare la gestione della comunità, con particolare riguardo all'accertamento dei fatti e delle ragioni per cui le pubbliche amministrazioni e le autorità competenti interessate, comprese quelle con poteri di vigilanza, abbiano proseguito nell'accreditare come interlocutore istituzionale Il Forteto a seguito dei provvedimenti giudiziari riguardanti abusi sessuali e maltrattamenti, alla verifica dei presupposti per la nomina di un commissario della parte produttiva della struttura Il Forteto, inerente alla cooperativa agricola, ai fini di una gestione dissociata dalla comunità di recupero dei minori, nonché allo scopo di far pervenire al più presto il pagamento delle provvisionali in favore delle vittime.

E il compito di formulare proposte in ordine all'adozione di nuovi strumenti di controllo delle comunità alloggio presenti sul territorio nazionale, e al potenziamento del sistema dei controlli sui soggetti responsabili dell'affidamento familiare, e, laddove siano emerse responsabilità e negligenze, alle modalità con cui applicare gli opportuni provvedimenti sanzionatori.

Per anni i nostri portavoce locali e nazionali hanno condotto battaglie, in primis in Toscana, perché si arrivasse all'istituzione di questa Commissione d'inchiesta. Finalmente gli sforzi sono ripagati, e con questo Governo si può dire che Il Forteto non è un caso archiviato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La sosteniamo convintamente per rispetto delle vittime, delle loro famiglie e di tutti coloro che, nelle associazioni e nelle istituzioni, lavorano per il bene primario della società, a maggior ragione quando ci sono minori e si affrontano situazioni di disagio e disabilità. La sosteniamo per evitare che quello che è successo a Il Forteto possa accadere mai più (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Dichiaro quindi, e con orgoglio, a nome del MoVimento 5 Stelle il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

JACOPO MORRONE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

JACOPO MORRONE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, onorevoli colleghi, dopo l'approvazione al Senato, dell'11 settembre 2018…

PRESIDENTE. Abbiamo esaurito le dichiarazioni di voto. Se vuole fare un breve ringraziamento sì, altro non è consentito, in questa fase, al Governo, guardi. Ci sono le cose consentite e quelle no: queste non sono consentite. Le ultime tre righe, ecco (Applausi).

JACOPO MORRONE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie per la concessione, Presidente. Ebbene, sicuramente il Governo è riuscito ad istituire questa Commissione dopo tanti anni, e dopo tanti Governi precedenti che non lo hanno fatto (Commenti).

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Colleghi!

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1160)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1160: “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità ‘Il Forteto'” (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31) (Applausi).

Dichiaro così assorbite le proposte di legge nn. 390 e 1005.

Seguito della discussione delle mozioni Delrio ed altri n. 1-00106, Epifani ed altri n. 1-00127, Vallascas, Andreuzza ed altri n. 1-00128 e Fidanza ed altri n. 1-00131 concernenti iniziative a sostegno del comparto automobilistico e del relativo indotto, anche al fine di favorirne l'evoluzione tecnologica e la tutela dei livelli occupazionali (ore 18,55).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Delrio ed altri n. 1-00106 (Nuova formulazione), Epifani ed altri n. 1-00127, Vallascas, Andreuzza ed altri n. 1-00128 e Fidanza ed altri n. 1-00131 concernenti iniziative a sostegno del comparto automobilistico e del relativo indotto, anche al fine di favorirne l'evoluzione tecnologica e la tutela dei livelli occupazionali (Vedi l'allegato A).

Avverto che dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 18 e nella quale è intervenuto il rappresentante del Governo, sono state presentate le mozioni Epifani ed altri n. 1-00127, Vallascas, Andreuzza ed altri n. 1-00128 e Fidanza ed altri n. 1-00131, che sono già iscritte all'ordine del giorno.

Avverto altresì che in data odierna è stata presentata la mozione Baldelli ed altri n. 1-00133. Il relativo testo è in distribuzione.

(Intervento e parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Davide Crippa, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico. Presidente, mi permetto di motivare una valutazione complessiva alle varie mozioni, anche perché molte delle stesse riprendono la medesima tematica.

Il Governo è consapevole dell'interesse che riveste il settore dell'automotive per il sistema industriale italiano. Per questo motivo, si è già aperto un tavolo di confronto con i principali operatori economici del settore e le associazioni anche dei consumatori, con l'obiettivo sia di accelerare un modello di mobilità sostenibile ed incrementare sia di attrarre gli investimenti di investitori esteri. Il trend di mercato a cui si fa riferimento in numerose mozioni è riferito ad un trend europeo, non soltanto italiano: le vendite sono in calo a prescindere dal sistema bonus-malus. Questo lo ricordo a tutti, anche perché non è nemmeno entrato in vigore.

Il 2018 ha registrato 15 milioni di nuove vetture immatricolate in Europa e nell'area di Islanda, Norvegia e Svizzera: si è rimasti ai livelli del 2017. A condizionare l'andamento dell'anno e il rallentamento nel secondo semestre è stata una congiuntura economica in peggioramento, e pertanto, di fatto, questo ha rallentato complessivamente il numero di immatricolazioni.

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, quando il Governo interviene, l'Aula gradisce sempre, però lei deve dare il parere motivandolo, certo, ma…

DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico. Io sto motivando il parere visto che molte delle premesse, signor Presidente…

PRESIDENTE. Perfetto, ma le repliche erano in un'altra fase, ecco. Tutto qui. Prego.

DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico. Mi scusi?

PRESIDENTE. Le repliche erano in un'altra fase. Adesso c'è…

DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico. Non è una replica. Io le sto dicendo: dovendo esprimere…

PRESIDENTE. Sta bene: sottosegretario, io faccio il Presidente, lei fa il sottosegretario. Lei adesso deve esprimere il parere: se vuole motivarlo, lo faccia, ma nei limiti della motivazione del parere, non faccia una replica. Cortesemente glielo dico: non era polemico, era per guidare i lavori di quest'Aula.

DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico. Io dovendo esprimere, Presidente… Io nella motivazione del parere…

Bene. La ringrazio, e le segnalo che rispetto alle premesse, molte delle quali contengono un trend, io dovevo esprimere un parere. Per cui, negando e dando un parere negativo alle premesse, che contengono, rispetto al trend dell'auto, uno scenario di immatricolazioni negative rispetto all'entrata in vigore del bonus, devo esprimere il perché do un parere negativo sulla premessa.

Per cui, Presidente, in questo contesto le premesse che contengono un'analisi di immatricolazioni che evidenzia una criticità complessiva del mercato dell'auto e la attribuiscono all'entrata in vigore del sistema introdotto nella legge di stabilità, non ci possono in alcun modo trovare d'accordo. Men che meno analizzando un contesto che pone un tetto ai beneficiari del bonus, un tetto di acquisto, pone un malus con un livello di grammi di CO2 superiori a 160. Ricordo, a me e a quest'Aula, che dal prossimo anno per una normativa di immatricolazioni, cioè i costruttori non potranno più vendere, a livello europeo, auto con un livello di emissioni superiori in media a 95 grammi di CO2, noi oggi stiamo introducendo un malus a chi emette sopra i 160 grammi di CO2.

Pertanto, anche queste motivazioni inserite nelle premesse delle risoluzioni non possono trovare un accoglimento da parte nostra, benché poi anche quelle citano che la maggior parte del sistema produttivo Paese è penalizzato da questa introduzione. Io segnalo che alcuni veicoli tipicamente premium sono penalizzati tutti: per cui penalizziamo la Ferrari, si penalizza anche la Porsche in questo sistema di bonus-malus. E quando viene riportato che i veicoli nella classe ad esempio della 500, segnalo che anche la 500, solo uno dei modelli non…

PRESIDENTE. Sottosegretario, io capisco, ma visto che…

DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico. Vado oltre.

PRESIDENTE. Il suo intervento era perfetto in fase di replica, non in fase di espressione del parere.

DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico. Vado ad esprimere i pareri, Presidente.

Mi trovo, a questo punto, a dover dare parere contrario per quanto attiene la mozione Delrio ed altri n. 1-00106 (Nuova formulazione), alle premesse e all'impegno; anche perché nell'impegno il primo è quello che rimette in discussione la legge di bilancio.

La seconda mozione, Epifani ed altri n. 1-00127, anch'essa rimette in discussione tutto il sistema previsto dalla legge di stabilità.

E peraltro anche qui ricordo, visto che viene citato anche negli impegni, un progressivo sistema di passaggio ad una mobilità sostenibile (in più mozioni si ripercuote questo tema), segnalo che stiamo parlando di 10 mila autovetture che verrebbero incentivate, per cui noi riteniamo questo ampiamente all'interno di un percorso di moderazione. Stiamo parlando di 1,5 auto per comune italiano, questo non mi sembra un impatto violento sulla parte produttiva del Paese e men che meno sulla parte elettrica di fornitura. Pertanto, gli impegni anche della mozione Epifani ed altri n. 1-00127 sono tutti non accolti come le premesse.

Per quanto attiene alla mozione Vallascas, Andreuzza ed altri n. 1-00128, sono accolte le premesse e sono accolti gli impegni. Segnalo che il secondo impegno introduce un elemento di importanza…Il primo impegno riprende alcune delle tematiche che erano segnalate anche da alcune altre mozioni in maniera un po' meno strutturata, per cui riteniamo di dare parere favorevole a questo, che sostanzialmente ripercorre la strada che già abbiamo avviato su un tavolo di confronto. Il secondo impegno lo accogliamo positivamente perché di fatto dà…

PRESIDENTE. Collega, signor sottosegretario, lei dica se dà un parere favorevole o contrario, se vuole riformulare un testo lo riformuli, ma illustrare a tutta l'Aula i motivi del parere favorevole onestamente…

DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico. Capisco Presidente, la sua difficoltà…

PRESIDENTE. Sono in quest'Aula da parecchio tempo e non l'ho mai sentito con tanta…

DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico. Si sono sempre motivati i pareri…

PRESIDENTE. Va bene onorevole, arrivi al punto.

DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico. Io sto dando dei pareri motivati come sempre è stato fatto in quest'Aula anche da governi precedenti, come lei ben ricorda. Vado oltre.

PRESIDENTE. Onorevole sottosegretario, sia rispettoso della Presidenza!

DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico. Io sono rispettoso (Commenti), però credo nelle facoltà…

PRESIDENTE. Sia rispettoso della Presidenza e continui a dare i pareri!

DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico. Il Governo deve motivare i pareri, come peraltro ci viene imposto dal Regolamento, per cui…

PRESIDENTE. Guardi, lei il Regolamento non lo conosce, abbiamo appena sentito…

DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico. Accogliendo il suo invito vado avanti…

PRESIDENTE. Signor sottosegretario…

DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico. L'impegno numero due a questo punto risulta accolto (Commenti); l'impegno numero tre risulta accolto.

Sulla mozione Fidanza ed altri n. 1-00131 le premesse non sono accolte e anche gli impegni non sono accolti. L'ultima che è stata presentata poc'anzi, non ricordo il primo firmatario, ma credo sia di Forza Italia, avendo analizzato gli impegni, sia per questi che per le premesse, i pareri sono contrari. Grazie Presidente.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Crippa.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tondo. Ne ha facoltà

RENZO TONDO (MISTO-NCI-USEI). Presidente, io credo che sia stato molto opportuno che il Parlamento abbia riaperto i riflettori su questo tema, perché, al di là del fatto che il Presidente del Consiglio ci comunica che sarà un anno bellissimo, io penso che per l'automotive non sarà proprio un anno assolutamente bello e, quindi, è ottimo che si porti in questa sede l'attenzione rispetto ad un comparto fondamentale. I numeri che abbiamo di fronte ci preoccupano assolutamente: pensiamo al 7,5 per cento di immatricolazioni in meno nel gennaio 2019 rispetto al gennaio 2018, oppure al meno dieci per cento di immatricolazioni nel 2018 rispetto al 2017. Automotive oggi è una colonna portante del sistema industriale italiano, non dimentichiamoci che dà lavoro ad oltre 250.000 occupati, senza contare l'effetto sulle casse dello Stato: nel 2017 i tributi versati per la vendita di automobili sono stati pari a 10 miliardi. E' paradossale, a fronte di tutto questo, il fatto che il Ministro Di Maio sostenga che la TAV non debba essere fatta perché, favorendo il traffico su gomma, noi favoriamo le accise della benzina. E' una contrizione talmente palese che emerge come un macigno. E' il caso di ricordare che gli studi ci confermano che una quota molto bassa della percentuale dell'inquinamento atmosferico deriva dal traffico veicolare, molto di più invece dal riscaldamento delle abitazioni. Sarebbe molto più interessante fornire un piano sostitutivo per le caldaie vecchie e inquinanti che nelle case italiane sono numerose. E, mentre il sistema italiano perde pezzi, ho ricordato in un intervento alcune settimane fa il fatto che la Magneti Marelli se ne è andata dal gruppo FCA, è stata ceduta e il Governo non ha mosso un dito, dicendo che tanto l'occupazione resterà. Ma, quando il cervello di un'azienda va fuori, in un fondo comune, come questo caso giapponese, siamo consapevoli che i rischi in futuro sono notevoli. Tace il Governo su queste cose, sulla Magneti Marelli che se ne va, e si occupa della ecotassa che entrerà in vigore dopodomani. Quindi, è corretta la presentazione di un documento che chiede di rivedere tutto questo, anche perché si va ad aumentare la tassazione dell'autocombustione per incentivare le elettriche e ibride, escludendo anche quelle a metano. Ciò rallenta il mercato, le ibride e le elettriche costano molto di più, la gente, con il periodo di crisi, rinuncerà all'acquisto di auto nuove, si terrà quelle vecchie, il mercato sarà più fermo e l'inquinamento aumenterà. Diventa, quindi, urgente affrontare il tema, sia con il tavolo, con la filiera dell'automotive e soprattutto, prendendo atto con la stesso feroce determinazione che oggi il Presidente Conte ci annuncia, che, se non poniamo in essere atteggiamenti positivi nei confronti dell'automotive, rischiamo di perdere un pezzo importante della nostra economia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Epifani. Ne ha facoltà.

ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Signor Presidente, la mozione nasce dai dati della produzione industriale, che ci dicono che vendite, immatricolazioni, fatturati, ordinativi del settore dell'auto sono in forte calo; è vero che sono in calo in tutta Europa, ma è altrettanto vero che, quando l'Europa cala, l'Italia cala sempre di più.

In secondo luogo, perché di tutto il settore industriale italiano noi abbiamo, ormai da tempo, due grandi criticità; l'una, si chiama settore delle costruzioni, che, dal 2008, ha perso 600 mila posti di lavoro, e non siamo riusciti a riprenderli; e la seconda si chiama esattamente il settore allargato dell'auto, dell'automotive e della filiera corrispondente.

Allora, di fronte a questa gravità della situazione, in termini di occupazione, di ricerca, di know-how, di autonomia tecnologica del nostro Paese, il Governo cosa ha fatto e cosa sta facendo? La prima cosa che ha fatto è quel provvedimento che incentiva l'acquisto di automobili ibride o a trazione elettrica. Io credo che si tratti di una scelta buona incentivare l'acquisto di automobili che aiutano a pulire l'ambiente e costituiscono la ricerca del futuro, ma mi si può spiegare perché mentre si faceva questa scelta, giusta in sé, non la si è graduata, tenendo conto anche degli interessi della nostra industria, che produce, che lavora e che crea occupazione, e che sarà penalizzata due volte; una per colpa sua, perché è in ritardo storico su questo terreno; e una seconda per colpa di un Governo che non tiene conto di questa specificità, di questa difficoltà? C'è qualcuno che me lo può spiegare perché non si è fatto un tentativo di graduare, in maniera più intelligente e più accorta, l'incentivo, tenendo conto anche del nostro sistema produttivo e delle sue caratteristiche?

In secondo luogo, il tavolo aperto. Il tavolo aperto deve essere un vero tavolo che prende decisioni, perché la filiera dell'automotive vale, in termini di PIL e in termini di occupazione, tre volte la produzione di automobili in Italia. Si tratta, cioè, di un settore strategico. Se siamo in ritardo sull'elettrico come produzione automobilistica, lo siamo anche come filiera tecnologica e, come ho spiegato una volta, passare dal motore tradizionale alla trazione elettrica vuol dire passare da centonovantotto componenti a due; noi siamo forti in quelle centonovantotto componenti; se non facciamo le trasformazioni tecnologiche, noi siamo in ritardo, questo è il punto.

Aggiungo: vedo quello che sta facendo la Francia di Macron e la Germania della Merkel. Come mai Macron ha deciso di fare un investimento di un miliardo di euro per costruire due fabbriche di stoccaggio e di produzione di batterie e la stessa cosa la fa la Germania? Posso capire e sapere perché il nostro Governo non segue su questa strada quello che stanno facendo i grandi Paesi che producono automobili in Europa? È chiedere troppo? Quindi, il tavolo deve essere un vero tavolo allargato a tutte le industrie della componentistica italiana e con loro vedere quali misure fare perché questo settore, fondamentale, del nostro insediamento tecnologico non perda in termini di competizione e di futuro.

Infine, aggiungo, prima di terminare, che avremo anche un paio di problemi che riguardano degli stabilimenti importanti, ne abbiamo parlato poco tempo fa; uno è Termini Imerese.

Qual è il futuro di Termini Imerese, non solo della cassa integrazione, che abbiamo visto, fortunatamente, sarà data a questi lavoratori? Qual è il futuro dell'ex Iribus, come si affronta il problema della trasformazione del parco urbano e del trasporto pubblico, in modo da passare tutto a trasporto elettrico? Sono queste le scelte strategiche, di domanda e di offerta, che il Governo dovrebbe affrontare. Questo è il senso della nostra mozione e questo è il senso che rivolgiamo al Governo e a questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fidanza. Ne ha facoltà.

CARLO FIDANZA (FDI). Grazie, Presidente. Intanto ringrazio i colleghi del Partito Democratico per aver chiesto di poter discutere questo argomento. Purtroppo arriviamo, non per colpa loro, a pochi giorni dalla entrata in vigore del provvedimento scellerato che ha introdotto nella legge di bilancio la cosiddetta ecotassa: quasi un'operazione di maquillage dialettico. Provate a chiamarla bonus-malus ma di bonus c'è ben poco. Questa si chiama ecotassa ed è l'ennesima tassa che andrà a gravare il settore automobilistico italiano, che è già uno dei più vessati del mondo e andrà a gravare le famiglie e gli automobilisti italiani, che sono tra i più vessati d'Europa.

Il sottosegretario Crippa, nella sua dotta illustrazione delle motivazioni dei pareri che ha espresso a nome del Governo, ci ha imputato, credo un po' a tutte le mozioni di minoranza, di aver utilizzato in maniera strumentale i dati, tragici, del mercato automobilistico del mese di gennaio, quasi come se noi avessimo voluto collegarli a questa misura. In realtà, sottosegretario, non è questo: bisogna constatare che in un mercato che è già in assoluta difficoltà non soltanto in Italia ma anche nel resto d'Europa, tale da portare a dati in forte decremento, l'introduzione di tale misura, scellerata, avrebbe dovuto portare almeno a un aspetto positivo, cioè che gli italiani corressero nei mesi di gennaio e febbraio, prima quindi del 1° marzo, giorno in cui entrerà in vigore il provvedimento, a cercare di acquistare le ultime auto possibili prima di incorrere nell'ulteriore gravame dell'ecotassa. Non è accaduto neanche questo: neanche l'effetto possibile positivo di un provvedimento negativo si è generato. Il che dimostra ulteriormente che siamo di fronte ad un provvedimento depressivo, un provvedimento depressivo che avete assunto in una notte, cercando di inserirlo, anzi inserendolo dentro un emendamento che doveva andare a coprire gli incentivi per i pescatori penalizzati dal fermo pesca. Proditoriamente, nella notte, ci avete attaccato, all'insaputa persino del presentatore dello stesso emendamento a favore dei pescatori, questo provvedimento assurdo. Poi vi siete accorti che era assurdo, a quel punto, avete cercato una mediazione tardiva. Avete convocato tardivamente le associazioni di categoria e i produttori e ce lo spacciate come la convocazione di un tavolo, una grande concessione democratica, ma avete dovuto correre ai ripari tardivamente per produrre comunque un provvedimento che ha generato l'assoluto disappunto e lo sconforto dell'intero settore.

Avete approvato questo provvedimento, che avrà due effetti sostanziali. Il primo è un grande favore alle case costruttrici estere e una grande sofferenza e penalizzazione nei confronti di chi produce auto in Italia: alla faccia del Governo sovranista, mi verrebbe da dire. Ringraziano a Tokyo, a Seul e a Pechino, mentre invece piangiamo a Mirafiori e negli altri stabilimenti in cui, in Italia, si producono automobili (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Il secondo effetto è quello che, semplicemente, questa grande misura che, secondo voi, servirebbe a combattere l'inquinamento, produrrà più inquinamento perché, gravando la possibilità per gli italiani di acquistare auto, anche diesel, più pulite di nuova generazione che andranno ad alimentare una somma enorme di auto invendute nel mercato dell'usato e del chilometro zero, semplicemente accadrà che gli italiani non compreranno auto nuove. Si terranno le auto vecchie, che sono più inquinanti e, quindi, otterrete l'effetto opposto di quello che invece avreste voluto ottenere, o per lo meno così avete dichiarato.

Poi avete fatto altre scelte folli; per esempio, nel meccanismo di incentivi, avete detto “no” a tutti gli emendamenti che avevamo presentato per incentivare, ad esempio, tutta la filiera del metano che è una filiera nazionale in gran parte prodotta in Italia, una filiera pulita perché voi continuate a compiere un errore che fior di scienziati oggi testimoniano essere tale cioè continuare a considerare il livello di emissioni sulla base della CO2, che tutti ormai sanno essere un climalterante, e non sulla base di elementi molto più inquinanti come il PM10 o il PM2,5 che sono gli elementi inquinanti che effettivamente fanno male alla salute e, sulla base di questo, discriminate un'intera filiera nazionale e pulita come quella del metano.

Non solo, nel frattempo il vostro Governo ha votato a favore di un nuovo regolamento europeo che modifica i regolamenti del passato e che andrà a gravare ulteriormente su livelli di emissioni previsti per i prossimi anni, che saranno assolutamente non raggiungibili e non soddisfacibili dal comparto auto.

Non si può pensare di imporre la transizione ecologica con dei target che non sono raggiungibili da chi le auto le produce. Non si può fare dell'ambientalismo ideologico penalizzando le tasche dei cittadini e penalizzando i produttori e i lavoratori che in quelle aziende lavorano, perché questo semplicemente otterrà l'effetto opposto: non ci sarà un ambiente più pulito, non si venderanno più auto, non ci sarà la transizione ecologica, perché nessuno la potrà raggiungere come tale.

E, allora, noi tutti questi impegni li abbiamo naturalmente capovolti e ribaditi nella nostra mozione, ma voglio dedicare qualche ultimo secondo, Presidente, alla mozione di maggioranza, perché noi siamo ulteriormente rafforzati nella convinzione che abbiate votato, nella legge di bilancio, un provvedimento scellerato da quello che il sottosegretario Crippa e i suoi colleghi di maggioranza scrivono nella vostra mozione di maggioranza. Infatti, da un lato, si chiede di proseguire il tavolo: ecco magari se fate i tavoli prima di decidere sono più utili. Poi, nella mozione di maggioranza, si chiedono aiuti alla rottamazione dei veicoli di categoria Euro 3 o inferiore, per favorire l'acquisto di autovetture usate di categoria Euro 5 o superiori. Che cosa ci state dicendo, nella mozione di maggioranza? Che avete sbagliato, che c'è una fetta enorme di veicoli diesel di ultima generazione puliti che voi non avete incentivato e che rimarranno invenduti nei concessionari e questo impedirà la transizione ecologica e causerà un danno enorme a tutto il comparto automobilistico.

E poi la chicca: l'impegno numero 3), caro sottosegretario Crippa, dove si dice che bisogna prevedere un meccanismo di finestre temporali nel corso dell'anno per valutare l'andamento temporale dell'assorbimento delle risorse, tenendo conto delle esigenze del comparto. Cosa ci state dicendo? Che avete sbagliato, che avete fatto un provvedimento irrealizzabile: solo che, nel frattempo, i cittadini pagheranno ancora una volta la follia delle vostre scelte ideologiche (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente Rosato. Il settore dell'automobile, per alcuni aspetti è uno dei settori indicativi del funzionamento e dell'andamento dell'economia e dello sviluppo di un Paese, un po' come l'edilizia. Quando il settore dell'automobile segna meno dieci, un Governo degno di questo nome si dovrebbe porre delle domande e magari cercare di dare delle risposte. Secondo noi, non vi siete posti le domande, certamente e, se avete provato a dare delle risposte, le risposte sono sbagliate. Intanto perché le risposte non si danno con una legislazione estemporanea, fatta a notte fonda e fatta senza consultare gli operatori. Quando avete tirato fuori l'ecotassa un pezzo della maggioranza ha scricchiolato dicendo: buoni, calmi, vediamo. L'opposizione è salita sui banchi e ha cominciato a dire: ma che cosa state facendo? Grazie a tutto questo avete aperto un tavolo al Ministero, dove tutti vi hanno detto un grosso “no” alla prima versione della cosiddetta ecotassa sulle automobili, tanto è vero che l'avete profondamente cambiata. Adesso ci ritorniamo perché? Lo dico al sottosegretario Crippa che, ancora una volta, si carica di rappresentare il Governo in una questione molto delicata e molto problematica. Perché tutte le forze politiche che stanno in questo Parlamento, fatta salva la maggioranza, che si regge su un compromesso molto sottile e, peraltro, molto autoassolutorio, vi stanno dicendo una cosa: guardate che c'è questo settore che è in grande difficoltà e che comincerà, dal 1° marzo di quest'anno, a soffrire ancora di più per via di questa norma che state introducendo.

Con un approccio più o meno fordista, più o meno tradizionale, ma ve lo stanno dicendo LEU, il PD, Forza Italia, Fratelli d'Italia, tutte le forze politiche che non sono al Governo di questo Paese. Buonsenso vorrebbe che prestaste orecchio a tutto questo, invece no.

Qual è l'obiettivo miracoloso, raggiungere 18 mila immatricolazione di ibrido in un Paese che immatricola 1.900 mila auto? Qual è l'obiettivo, ridurre le emissioni di CO2? Come vi ha detto il collega Mule' in discussione generale: fate il TAV, e ridurrete di 3 milioni di tonnellate l'anno la CO2 (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Fate questo, se proprio volete far qualcosa!

In un mercato che già soffre, sarebbe necessario un tavolo non soltanto per la filiera industriale e la componentistica, perché, guardate, il settore dell'auto comprende tanti altri aspetti e tanti altri interlocutori, con i quali avete il dovere, non l'opzione, di sedervi al tavolo e parlare e ascoltare, prima ancora di fare norme, perché in questo Paese c'è chi le auto le produce, c'è chi, in questo Paese, le auto le vende, c'è chi finanzia l'acquisto delle auto, c'è chi le auto le acquista, i consumatori, c'è chi con le auto ci lavora e c'è chi con le auto guida. Per cui, rivolgetevi anche a tutti questi mondi, ivi compreso quello delle amministrazioni, che, a un certo punto, si inventano i blocchi delle auto sulla presunzione di una tutela ambientale. Allora, guardiamo la questione della tutela ambientale: ISPRA ci dice che l'inquinamento atmosferico dipende per il 38 per cento da riscaldamento, al primo posto; al secondo posto, per il 15 per cento, dagli allevamenti intensivi; al terzo posto, per il 9 per cento, dal traffico auto. Anche lì, visto che abbiamo un Paese in cui ogni tanto qualcuno si sveglia e blocca il traffico delle auto, possibile che abbiate detto “no” anche a un'omogeneizzazione dei criteri? Vale la CO2 o valgono le normative Euro? Euro 5 e Euro 6 hanno sostanzialmente invariato il livello di CO2, ma hanno altre componenti inquinanti o dannose per l'ambiente che vengono valutate. Possibile che in una città il blocco del traffico riguardi certi tipi di macchine e certe categorie e in un'altra tutt'altro? Possibile che non ci sia un meccanismo che obblighi le amministrazioni a informare direttamente, con SMS o con qualsiasi altro meccanismo di informazione diretta, i cittadini del fatto che non possono prendere l'auto, considerando che chi guida un'auto la compra, paga l'IVA, paga le accise sui carburanti, paga il bollo, paga l'assicurazione e non ha neanche il diritto di muoversi liberamente? Ma soprattutto, non legiferate in maniera gratuitamente estemporanea, sedetevi a un tavolo con gli operatori. Vi stiamo dicendo, tutti quanti: tornate indietro rispetto a questa norma, perché ci sono degli errori che avete fatto, di improvvisazione, anche nella norma che avete rivisto. Posticipate l'entrata in vigore di questa norma, sedetevi al tavolo con gli operatori e cercate di capire qual è il percorso che si può fare insieme. Chi vi obbliga a portare avanti, dal 1° marzo, questa norma? E guardate, un Governo intelligente si domanderebbe perché tante forze politiche, con estrazioni, provenienze e culture magari differenti, tutte quante insieme vi chiedono la stessa cosa: o siamo tutti pazzi noi oppure probabilmente c'è un problema, grosso, da questo punto di vista, che si rileva nei settori produttivi, nell'industria, nell'indotto e che imporrebbe al Governo di fare una riflessione. Non la volete fare, siete liberissimi di farlo, continuate così, andati avanti. Qualcuno diceva: continuiamo così, facciamoci del male! Qui il problema è che si fa del male al Paese, in cambio di che cosa? Di una retorica che non porta risultati concreti e che mina il percorso di chi quotidianamente rischia sulla propria pelle, non solo tra chi produce, ma in tutto l'indotto, perché noi sappiamo che una produzione delle automobili è un ciclo che dura anni, e andare a legiferare estemporaneamente su questa materia è la cosa più pericolosa che si possa fare. Continuate così (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lepri. Ne ha facoltà.

STEFANO LEPRI (PD). Presidente, tra due giorni, dopodomani, scatteranno ecotassa ed ecobonus. Tutti i cittadini, almeno a prima vista, potrebbero dire: bene; eppure i limiti, che già altri colleghi hanno ben rappresentato, sono moltissimi, li ricordo velocemente e su alcuni mi soffermo. Il primo limite è sotto gli occhi di tutti: i dati delle vendite di autovetture, a gennaio, in Italia segnano una drastica caduta complessiva, in modo particolare dei produttori nazionali. La ragione è molto chiara: c'è una grande incertezza rispetto a questi strumenti e quindi si rimanda in vista di chiarimenti.

Il secondo limite: CO2 o PM10? Avete scelto CO2, ma molti dicono che in realtà sarebbe stato più ragionevole l'altro criterio. Terzo limite: sono troppo pochi soldi per l'ecobonus, dicono i concessionari, sono solo 20 milioni in tre tranche; alla fine, la loro stima è che andranno a pochissimi, una sorta di terno al lotto su chi prima beneficerà di questi bonus.

Altro limite: non ci sono gli incentivi che servivano, cioè quelli per la rottamazione delle auto più vecchie. Proprio la città di Milano, in questi giorni, avvia la ZTL allargata, nella prospettiva di eliminare le auto più inquinanti, e invece noi facciamo una cosa totalmente diversa: non ci occupiamo delle auto che inquinano di più.

E come dimenticare anche il fatto che voi, in realtà, in questo gioco non fate la somma zero, ma incassate molto di più di quanto date come bonus? Insomma, ha ragione il collega che prima diceva che voi continuate ancor di più a fare cassa con le tasche dei cittadini, e degli automobilisti in particolare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Altro che tagliare le accise sulla benzina, ancora di più taglieggiate gli automobilisti!

Un altro limite: si potrebbe dire che questi soldi, i pochi soldi che avanzate dalla differenza, li volete mettere - e lo dite – nella infrastrutturazione, affinché appunto si possa, nel tempo ragionevole, passare a sistemi di elettrificazione della mobilità privata. Bene, ma questi soldi sono troppo pochi. Basta guardare gli accordi che stanno facendo in questi giorni Germania e Francia per capire che occorrono miliardi per fare questa transazione, voi invece pensate, con pochi spiccioli, di potervela cavare.

Allora, visto che l'enfasi sugli investimenti non vi manca mai, perché non avete valutato un grande investimento per l'infrastrutturazione dei sistemi elettrici di alimentazione per la mobilità privata? Tutto questo non c'è, preferite naturalmente l'elemosina e i sussidi del reddito di cittadinanza e di “quota 100”.

Ma veniamo al maggior limite, perché questo è evidente, lo abbiamo ascoltato anche oggi, nell'audizione dei rappresentanti di FCA in Commissione lavoro: il maggior limite è che questa misura, pensata in modo così strampalato, mette in difficoltà i costruttori, le fabbriche, i lavoratori e la componentistica italiana. Non lo diciamo noi, lo hanno detto i sindacati, lo hanno detto tutte le categorie produttive di rappresentanza: i vantaggi vanno solo alle case automobilistiche straniere e sono penalizzati, guarda caso, i modelli del gruppo FCA. Noi non facciamo, sia chiaro, il tifo per FCA, che fa i suoi interessi, legittimamente, ma noi facciamo il tifo per le fabbriche, per i lavoratori, per gli ingegneri e per le maestranze italiane, che sono un'eccellenza italiana e che fanno in modo che l'automotive sia ancora oggi in Italia il primo settore industriale che occupa 270 mila persone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Ora che FCA – che, ripeto, fa i suoi interessi – ha deciso di investire ben 5 miliardi in Italia, voi cosa fate? Introducete un meccanismo che penalizza i lavoratori italiani, con il risultato che FCA ha annunciato che probabilmente rivedrà al ribasso le sue previsioni di investimenti. Naturalmente speriamo che ciò non avvenga.

Ora passo alle domande, dopo i limiti. La prima domanda è questa: diteci quale altra impresa, oggi in Italia, che sia italiana, che sia straniera, ha annunciato e intende investire 5 miliardi di euro in quattro anni? Beh, è puro autolesionismo pensare di poter frenare questi investimenti.

La seconda domanda la faccio, invece, ai tanti sovranisti, ai leghisti in particolare: perché qui non vale il motto e lo slogan “prima gli italiani”?

Perché noi vogliamo insistere in questo assurdo autolesionismo? E domando: ma Francia e Germania, secondo voi, avrebbero mai pensato ad una legge di questo genere, che danneggia i suoi lavoratori e le sue imprese? Terza domanda, e questa la faccio, anche se c'entra indirettamente, a tutto il Governo, al Presidente Conte, al Ministro Salvini, che vediamo sempre viaggiare anche all'estero, con ruoli di rappresentanza, su automobili straniere. E anche qui la domanda è semplice, e la faccio avendo sentito gli operai che lavorano a Cassino, gli operai che lavorano a Grugliasco: ma perché ci umiliate così? Ma perché non viaggiate con le auto fatte da noi, che sono auto che vendiamo in tutto il mondo?

Immaginate se per caso Macron o la Merkel potrebbero viaggiare con le auto italiane, con le Maserati, con le Alfa Romeo. Un'altra domanda al Ministro Di Maio, in attesa che concluda il suo tirocinio formativo al Ministero del lavoro e al Ministero dello sviluppo economico: perché questa ecotassa contro i motori a scoppio e poi, contemporaneamente, con il no TAV, mantenete migliaia di tonnellate di CO2 e milioni di TIR che passano sotto le Alpi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Dov'è la coerenza in tutto ciò, dov'è? Allora, finite le domande, due proposte, che sono contenute nella nostra mozione. La prima è quella di fare davvero politica; non ci illudiamo, ma ve lo suggeriamo. Abbiate una visione in questo comparto, non basta fare un tavolo come i tanti che costituite e che poi abbandonate dopo poco.

Qui occorre avere una visione. Vi do due suggestioni tra le tante, una l'ha già ricordata un collega: Francia e Germania stanno investendo moltissimo, miliardi, per poter realizzare nelle loro nazioni sistemi per costruire le batterie che saranno poi utilizzate dalle case automobilistiche.

Occorre fare questi investimenti, altrimenti compreremo le batterie dalla Cina e da altri Paesi asiatici. Seconda suggestione: la Brexit, tra le tante cose spiacevoli che porterà ai cittadini della Gran Bretagna, determinerà anche il fatto che tutte le imprese automobilistiche - lo hanno già annunciato - lasceranno quel Paese, e stanno in queste settimane e in questi mesi scegliendo dove rilocalizzare le loro fabbriche. A me risulta che l'Italia non abbia mosso un dito con quei costruttori in Gran Bretagna per capire se noi possiamo ospitare e dare spazio a queste nuove fabbriche, che darebbero ossigeno e darebbero lustro alle nostre maestranze così capaci. Allora, e questa è la seconda richiesta che vi facciamo, ripensateci, avete ancora un giorno.

Non ci illudiamo naturalmente, ma sarebbe stato ragionevole, potete ancora farlo, rinviare fino alla fine dell'anno questo sistema così assurdo del bonus-malus. Costruite le condizioni, partecipate perché questo sistema possa essere costruito in modo efficace. Signor Ministro, signor sottosegretario, membri del Governo, vi chiediamo di ripensarci; non pretendiamo, anche se ce lo auguriamo per il bene dell'Italia, che facciate una politica lungimirante, però almeno risparmiate l'autolesionismo agli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dara. Ne ha facoltà.

ANDREA DARA (LEGA). Grazie, Presidente Rosato. Il mercato automotive vale oggi in Italia il 10 per cento del settore manifatturiero e il 14 per cento degli investimenti, con una spesa in ricerca e sviluppo pari a 1,7 miliardi di euro, cioè il 13,2 per cento del totale. Le nostre piccole e medie imprese sono, infatti, riuscite ad affermarsi sul mercato della componentistica, passando dal semplice indotto nazionale a quello globale grazie alle esportazioni, che ormai raggiungono il 56 per cento. Negli ultimi anni, tali realtà produttive hanno certamente consolidato dei buoni risultati, eccellendo nella progettazione e nel design industriale, ma, purtroppo, ancora la stragrande maggioranza degli investitori internazionali, soprattutto nel campo della mobilità elettrica e della guida autonoma, rivolgono la loro attenzione all'offerta di Francia e Germania.

Da uno studio riportato dal Sole 24 Ore per le imprese italiane si prospettano grandi opportunità di business legate alla trasformazione digitale del settore manifatturiero dell'automotive, ma occorre nel breve termine aumentare il loro appeal sui mercati internazionali per attrarre nuovi investitori. Entro il 2023 solo nella componentistica dell'automotive made in Italy ci potrebbero essere ricadute positive per le piccole e medie imprese valutate intorno ai 2,3 miliardi di euro. La qualità e l'eccellenza raggiunta nel settore della componentistica elettronica sono un vantaggio per le imprese nazionali e occorre partire da qui per aumentare la competitività dei settori della mobilità elettrica e della guida autonoma. In particolare, occorre superare alcune criticità legate alla dimensione mediamente piccola delle nostra realtà produttive che operano nel settore, ma ancor di più si deve fare per combattere la crisi che da alcuni mesi coinvolge l'intero mercato nazionale dell'auto.

Secondo i dati forniti dall'Associazione nazionale filiera industria automobilistica in un report pubblicato lo scorso settembre, il mercato italiano dell'auto avrebbe subito un forte calo, meno 25 per cento, dopo le crescite registrate nei mesi di luglio, più 5 per cento, e agosto, più 10 per cento, relativo al 2018. Gli unici segnali positivi provengono dalle vendite di auto ibride ed elettriche, con un aumento del 13,4 per cento della quota delle vetture green acquistate. Purtroppo, tale inversione di tendenza è ascrivibile, da un lato, al crollo della domanda cinese, che ha ridotto dell'11 per cento le vendite extra UE delle vetture italiane, dall'altro, all'entrata in vigore dallo scorso 1° settembre delle nuove normative sulle emissioni che ha fatto registrare al solo gruppo FCA un calo delle immatricolazioni in Italia del 40,33 per cento e una riduzione delle vendite nei nove mesi precedenti di circa il 10,56 per cento.

Ciò ha portato il Ministero dello Sviluppo economico ad avviare un'interlocuzione col gruppo FCA, approvando nel dicembre 2018, con la collaborazione delle regioni Piemonte, Abruzzo e Campania e della provincia autonoma di Trento, la riformulazione di uno dei progetti finalizzato a sostenere le nuove attività di ricerca e sviluppo sulle motorizzazioni ibride ed elettriche. Tutto questo anche in coerenza con le linee del Governo e a supporto del nuovo piano industriale presentato da FCA a fine novembre, a salvaguardia degli investimenti previsti. Tale riformulazione ha permesso all'azienda di presentare al soggetto gestore per l'approvazione tutti e quattro i progetti definitivi finanziati con le risorse del Fondo crescita sostenibile.

La valutazione positiva da parte dello stesso soggetto gestore sulla valenza tecnologica dei progetti sarà prodromica all'emanazione da parte del Ministero dello Sviluppo economico del decreto di concessione del contributo. Il Governo sta già sostenendo progetti di ricerca e di sviluppo finalizzati sia alla riconversione delle motorizzazioni del gruppo FCA verso l'ibrido e l'elettrico sia, attraverso lo strumento degli accordi di programma, alla produzione di vetture più tecnologiche, ed è di solo qualche giorno fa la notizia del lancio del nuovo modello Panda Connected, frutto di una partnership tra il brand Wind e il marchio FIAT, che sarà presentato in anteprima al salone di Ginevra in occasione dei 120 anni di storia dell'azienda.

In coerenza con gli obiettivi europei e con le nostre strategie di tutela ambientale, cui il nostro Paese ha aderito a livello internazionale, le future scelte di politica industriale dovranno necessariamente invertirsi in modo innovativo nella filiera automotive e indirizzarsi verso soluzioni e business più sostenibili. Per fare questo, occorre porre le basi per un'efficace transizione verso una mobilità a zero emissioni, promuovendo un modello di mobilità ecosostenibile e favorendo piani di riconversione industriale che garantiscano il mantenimento dei livelli produttivi e occupazionali nell'intero comparto.

Nell'ultima legge di bilancio abbiamo, pertanto, inserito la misura del bonus per l'acquisto dei veicoli elettrici e misure di sostegno a investimenti nelle infrastrutture di ricarica elettrica, favorendo il settore automotive anche attraverso il finanziamento e il potenziamento, fra gli altri, degli incentivi previsti dalla nuova Sabatini e quelli relativi all'iperammortamento prorogato per tutto il 2019, con una rimodulazione complessiva del beneficio.

Per quanto riguarda il profilo degli interventi a sostegno delle imprese, in particolar modo con il finanziamento della “Nuova Sabatini”, si prevede lo stanziamento di 480 milioni di euro al fine di agevolare l'accesso al credito delle PMI per gli interventi di digitalizzazione nei processi aziendali e ammodernamento tecnologico degli impianti. Tale strumento, assieme alle altre iniziative del Governo, permetterà di introdurre, a partire dall'anno in corso, circa 8 miliardi di euro nell'economia reale. Al riguardo, giova evidenziare che il 2018 ha segnato l'inizio di una svolta tecnologica e motoristica nel settore automotive; non solo, infatti, auto elettriche e ibride, ma investimenti che portano a un rilancio dell'innovazione, con le nuove tecnologie per la guida autonoma e i robot collaborativi. Pensiamo ai navigatori, ai sensori di parcheggio, ai sistemi di guida e di frenata assistita, alle chiavi intelligenti, ai comandi vocali e, in generale, a tutte le funzioni di connettività a bordo degli autoveicoli che faranno del 2019 l'anno delle grandi sfide 4.0.

Quasi tutte le case automobilistiche major hanno presentato nuove tecnologie compatibili con gli smartphone e accessori personali, e anche su questo fronte le misure e gli incentivi introdotti dalla legge di bilancio 2019 possono contribuire a un importante riconversione della produzione italiana. Per quanto concerne il bonus per l'acquisto di un'auto elettrica, introdotto sempre nella legge di bilancio 2019, ricordiamo che ha lo scopo di rinnovare il parco circolante del Paese, favorendo la rottamazione dei veicoli vecchi e l'acquisto di mezzi a basse emissioni inquinanti. Ciò può certamente favorire la graduale riconversione dell'intero indotto che fa capo all'automotive, primo fra tutti quello della nuova generazione di pneumatici per autoveicoli e biciclette e quello della produzione di batterie, che nei prossimi mesi diventerà strategico per il lancio definitivo della mobilità elettrica nei Paesi europei. È un settore, quest'ultimo, nel quale il Paese Italia potrebbe diventare leader all'interno dell'Unione, incrementando la produzione e investendo in ricerca per la realizzazione di sistemi di accumulo più potenti e efficienti.

Presidente, tutto ciò premesso, accogliamo, quindi, con favore il parere positivo del Governo sulla mozione di maggioranza ed esprimiamo il nostro voto favorevole sul testo in esame, certi che il futuro e la crescita del nostro Paese siano profondamente legati al rilancio e all'ammodernamento di un settore produttivo e strategico come quello dell'automotive (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sut. Ne ha facoltà.

LUCA SUT (M5S). Grazie, Presidente. Oggi ci troviamo qui, a discutere del cambio di passo che vogliamo imprimere a un comparto storico dell'industria italiana, un comparto che nel nostro Paese ha radici ancora più profonde che nel resto dell'Europa. Mi riferisco al comparto automobilistico, per molto tempo fiore all'occhiello del nostro tessuto produttivo, un comparto che fin dalla sua nascita ha dovuto rendersi flessibile rispetto alle condizioni storiche, economiche e sociali del momento. Oggi il settore automobilistico è divenuto attore importante e interlocutore fondamentale per quanto riguarda la cosiddetta questione ambientale, vero e proprio punto cardinale di tutte le scelte politiche del MoVimento 5 Stelle, che da sempre ha portato nei programmi istituzionali il valore dell'eco-sostenibilità, in tutte le sue declinazioni.

In un'epoca come la nostra, nella quale si susseguono previsioni scientifiche preoccupanti riguardo al futuro del nostro pianeta, quella della sostenibilità ambientale è la battaglia più importante e merita la più ampia condivisione di intenti da parte di tutte le forze politiche. Non c'è davvero più tempo per inseguire vecchie tipologie di business e modelli produttivi ormai superati. Qualsiasi politica che voglia definirsi veramente responsabile nei confronti del futuro dei nostri figli non può trascurare l'aspetto ambientale, divenuto ormai fondamentale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Anche l'industria dell'auto, già alle prese con grandi sfide legate alla variazione della domanda, alle trasformazioni della mobilità urbana e all'impatto delle nuove tecnologie del settore, è oggi fortemente sollecitata al cambiamento, un cambiamento che dovrà sapientemente cogliere e interpretare fornendo una risposta sincretica a istanze economiche, da una parte, e ambientali, dall'altra. Mi viene in mente un'espressione efficace che ho letto di recente su Il Sole 24 Ore che sottolinea l'importanza di non rimanere attaccati a una visione “da Blockbuster” dell'industria automotive.

Ecco perché, consapevoli della delicatezza di questo momento per le realtà produttive automobilistiche e per il loro indotto anche, siamo chiamati a rendere il meno complesso possibile questo passaggio al nuovo paradigma che stiamo per introdurre, ovvero quello della mobilità ecosostenibile. Neanche se fossimo smemorati legislatori - e certamente non lo siamo - potremmo dimenticare il grido d'allarme lanciato dagli organismi internazionali della salute dell'area dei Paesi che siamo chiamati ad amministrare. Come si può sottovalutare l'importanza di contenere le emissioni nocive dei nostri veicoli, ribadita dall'Accordo di Parigi? Tale Accordo, signor Presidente, impegna l'Europa a una progressiva uscita dal carbone entro il 2050. Inoltre, i regolamenti europei in materia di emissioni di CO2 dei veicoli prevedono, dal prossimo anno, un livello medio di emissioni pari a 95 grammi su chilometro per le auto nuove. Siamo, infatti, un Paese che muore ancora tanto per l'inquinamento e a confermarcelo, di recente, è stata l'agenzia dell'Unione europea per l'ambiente, che ci colloca al secondo posto per numero di decessi causati da inquinanti prodotti dai processi di combustione, riconducibili anche ai motori degli autoveicoli che tutti i giorni guidiamo. In Italia, lo ricordiamo, sono 4 milioni i cittadini esposti al rischio di morti premature per eccesso di PM 2.5.

Detto questo, posso dirvi che la maggioranza parlamentare che rappresento non ha affatto memoria corta e questa mozione intende ribadire al Governo la necessità di proseguire sul percorso di riconversione ecologica dell'industria dell'auto. Abbiamo il dovere politico di promuovere una rivoluzione culturale che guardi seriamente all'incentivazione di veicoli ibridi ed elettrici. Colleghi, ce l'ha ribadito di recente anche l'ONU: abbiamo vent'anni per salvare il pianeta. È, quindi, d'obbligo una lungimiranza normativa che sia ricettiva del codice rosso ambientale che stiamo vivendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ad oggi, possiamo annoverare solo uno 0,5 per cento di immatricolazioni di auto ibride ed elettriche, ma il nostro obiettivo è ben più ambizioso: guarda al rinnovo graduale del parco auto italiano in direzione ecologica. Per questo ci siamo già messi in moto. Intendiamo agevolare sia il consumatore, attraverso il bonus previsto dalla legge di bilancio per l'acquisto di veicoli elettrici sia le aziende, che potranno usufruire del rifinanziamento degli incentivi previsto dalla “nuova Sabatini” e dall'iperammortamento per le aziende che investono in beni funzionali alla trasformazione tecnologica digitale dei loro processi produttivi.

Il Governo stesso sta investendo molto nella medesima direzione: dai piani di ricerca e sviluppo per la riconversione delle motorizzazioni di FCA all'ibrido e all'elettrico passando per gli accordi di programma già stipulati in alcune regioni che producono veicoli, senza dimenticare le proposte di programma in corso di negoziazione come il Toward Electrification e i progetti presentati da FCA finanziabili dal Fondo crescita sostenibile del MISE, al tavolo dedicato al comparto auto che aggiunge un altro significativo tassello al mosaico di provvedimenti e concertazioni in sostegno del settore, un mosaico, signor Presidente, che non deve rimanere incompiuto. Perciò siamo qui oggi a esortare questo Governo a proseguire sulla strada delle riconversioni degli impianti industriali, una strada sicuramente irta di insidie perché sarà importante evitare una contrazione della produzione, con tutte le ripercussioni occupazionali che essa avrebbe, ma è necessario prendere questa strada.

Esortiamo, quindi, anche il Governo a inserire nel decreto interministeriale di attuazione dei bonus per l'acquisto di veicoli elettrici e ibridi un meccanismo di finestre temporali, atto a valutare l'andamento dell'assorbimento delle risorse. Questa misura è di assoluto buonsenso e permetterà di tenere conto delle esigenze di tutte le case costruttrici di avere un ragionevole margine di tempo per adeguare il sistema e implementare, quindi, la produzione dei modelli incentivabili.

Per questo, onorevoli colleghi, sono ad annunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le mozioni saranno poste votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Delrio ed altri n. 1-00106 (Nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Epifani ed altri n. 1-00127, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vallascas, Andreuzza ed altri n. 1-00128, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

Passiamo alla votazione della mozione Fidanza ed altri n. 1-00131

Avverto che ne è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare il quinto capoverso del dispositivo distintamente dalla restante parte della mozione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fidanza ed altri n. 1-00131, per le parti non assorbite e non precluse dalle precedenti votazioni, ad eccezione del quinto capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fidanza ed altri n. 1-00131, limitatamente al quinto capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo alla votazione della mozione Baldelli ed altri n. 1-00133.

Avverto che ne è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare il terzo capoverso del dispositivo distintamente dalla restante parte della mozione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Baldelli ed altri n. 1-00133, per le parti non assorbite e non precluse dalle precedenti votazioni, ad eccezione del terzo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Baldelli ed altri n. 1-00133, limitatamente al terzo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 871 - D'iniziativa dei senatori: Patuanelli e Romeo: Delega al Governo per l'adozione di disposizioni integrative e correttive dei decreti legislativi adottati in attuazione della delega per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell'insolvenza, di cui alla legge 19 ottobre 2017, n. 155 (Approvata dal Senato) (A.C. 1409) (ore 19,57).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 1409: Delega al Governo per l'adozione di disposizioni integrative e correttive dei decreti legislativi adottati in attuazione della delega per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell'insolvenza, di cui alla legge 19 ottobre 2017, n. 155.

Ricordo che nella seduta del 25 febbraio si è conclusa la discussione generale e il relatore ed il rappresentante del Governo hanno rinunziato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 1409)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 1409)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1409)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1409)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Qual è il parere del Governo?

Sono due gli ordini del giorno: ordine del giorno D'Ettore n. 9/1409/1 e Germanà n. 9/1409/2.

Sottosegretario, non li ha? Se li possiamo fornire, cortesemente, al Governo. Diamo qualche attimo al Governo, quello che gli serve per valutarli.

Onorevole Ferraresi, ritiene necessaria una sospensione?

Cinque minuti di sospensione chiesti dal Governo, senz'altro. Riprendiamo alle ore 20 e qualche minuto. Andiamo tra qualche attimo.

La seduta, sospesa alle 20, è ripresa alle 20,05.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Invito il sottosegretario ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sono entrambi accolti come raccomandazione.

PRESIDENTE. Onorevole D'Ettore va bene la raccomandazione? Va bene. Onorevole Germanà va bene la raccomandazione? Bene, grazie. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1409)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie Presidente, dopo aver esaminato questo importante provvedimento che riforma e istituisce un nuovo codice di impresa, alla luce delle criticità, auspicando, quindi, che questo sistema possa essere migliorato con modifiche mirate a renderlo davvero efficace, Fratelli d'Italia dichiara il suo voto d'astensione. Io, se lei mi autorizza, consegno l'intervento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Frassinetti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Presidente, come lei ricorda, ho fatto già un intervento di trentadue minuti in materia e lei mi ha concesso due minuti in più e, quindi, mi richiamo a quell'intervento per dichiarare l'astensione del gruppo. Se i colleghi vogliono che io ricominci col mio intervento fatto, vedo che c'è un entusiasmo, e, quindi, ripeto, mi rimetto all'intervento già fatto e ringrazio il sottosegretario per aver, quanto meno, valutato come raccomandazione gli ordini del giorno che, del resto, erano concordati anche con gli amici dei 5 Stelle. Potrei continuare, ma mi fermo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, poche parole anche per me, per motivare il nostro voto favorevole alla proposta di legge che si limita a integrare la legge delega con la quale poi è stata fatta la riforma della legge fallimentare e la integra consentendo al Governo di emanare decreti modificativi della legge delega e del decreto delegato, che è stato poi attuato, con il quale è stata modificata la legge fallimentare.

Ricordo, e questo è il motivo per cui noi voteremo favorevolmente, che questa riforma è figlia di un lavoro che è stato fatto nella scorsa legislatura con l'approvazione di una legge delega che avrà un impatto rilevantissimo sul tessuto economico del nostro Paese, perché riforma integralmente la legge fallimentare del 1942, introducendo il nuovo codice della crisi e dell'insolvenza. È una legge che potrà avere effetti molto positivi sul tessuto economico del nostro Paese, sia per quanto riguarda la continuità delle aziende in crisi sia per quanto riguarda la continuità dei rapporti di lavoro sia per quanto riguarda la tutela dei creditori e anche per la tutela del buon funzionamento del nostro sistema economico.

Noi siamo favorevoli perché, in questo modo, si colma una lacuna che c'era nella legge delega e si consente al Governo di intervenire, con decreti modificativi, nel rispetto dei principi della legge delega approvata nella scorsa legislatura, per migliorare un codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza che è stato introdotto grazie a questa legge delega della scorsa legislatura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tateo. Ne ha facoltà.

ANNA RITA TATEO (LEGA). Grazie Presidente, esprimo il voto favorevole del gruppo Lega su questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Perantoni. Ne ha facoltà.

MARIO PERANTONI (M5S). Grazie Presidente, anche io esprimo il voto favorevole del gruppo del MoVimento 5 Stelle su questo provvedimento.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1409)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 1409: S. 871 - " Delega al Governo per l'adozione di disposizioni integrative e correttive dei decreti legislativi adottati in attuazione della delega per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell'insolvenza, di cui alla legge 19 ottobre 2017, n. 155 " (Approvata dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Come convenuto nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, il successivo argomento all'ordine del giorno, la proposta di legge recante modifica dell'articolo 416-ter del codice penale in materia di voto di scambio politico-mafioso, è rinviata alla seduta di martedì 5 marzo.

Colleghi, i gruppi mi hanno fatto sapere che c'è un'intesa per concludere nel rispetto dell'accordo che è stato fatto in Conferenza dei presidenti di gruppo che riguarda la conclusione dei lavori perentoria alle 20,30 e che c'è l'impegno dei gruppi a ridurre le dichiarazioni di voto in maniera compatibile con questo orario di chiusura. Quindi, se non ci sono obiezioni formali, che vanno presentate adesso, io, nel rispetto degli impegni assunti - quindi la chiusura dei lavori alle 20,30 -, procederei con il punto successivo. Bene.

Seguito della discussione della proposta di legge: Molinari ed altri: Modifica all'articolo 4 del testo unico in materia di società a partecipazione pubblica, di cui al decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175, concernente le partecipazioni in società operanti nel settore lattiero-caseario (A.C. 712-A) (ore 20,08).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 712-A: Modifica all'articolo 4 del testo unico in materia di società a partecipazione pubblica, di cui al decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175, concernente le partecipazioni in società operanti nel settore lattiero-caseario.

Ricordo che nella seduta del 25 febbraio si è conclusa la discussione generale e il relatore è intervenuto in sede di replica, mentre il Governo vi ha rinunciato.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 712-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico della proposta di legge, nel testo della Commissione, e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Se nessuno chiede intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere i pareri sugli emendamenti. Colleghi sono necessari, per ottenere anche il risultato di cui sopra, la collaborazione di tutti e il silenzio dell'Aula . Prego, onorevole Liuni.

MARZIO LIUNI, Relatore. Sugli emendamenti 1.9, 1.10, 1.11, 1.14 e 1.13 Incerti e sugli emendamenti 1.51 Luca De Carlo e 1.50 Nevi i pareri sono contrari.

PRESIDENTE. Grazie. Il parere del Governo?

FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.9 Incerti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Incerti con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.51 Luca De Carlo, il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Incerti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.50 Nevi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.14 Incerti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.13 Incerti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Avverto che, consistendo la proposta di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale.

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 712-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A).

Il Governo?

FRANCO MANZATO, Sottosegretario di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/712-A/1 Cabras.

PRESIDENTE. Se i colleghi sono d'accordo, non si mette in votazione. Sta bene.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 712-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole del nostro gruppo alla proposta di legge a prima firma del collega Molinari. La questione che è posta è molto semplice e al tempo stesso riguarda numerose realtà produttive del nostro territorio. Si tratta sostanzialmente di avere la possibilità per gli enti pubblici di continuare ad avere partecipazioni in quelle che una volta comunemente - lo dico per chi ci ascolta - erano chiamate le centrali del latte e quindi diciamo un'istituzione che in passato ha svolto un ruolo importante nel ciclo e nella filiera del latte e che crediamo possa continuare a svolgerlo. Ovviamente il richiamo è affinché questo che venga fatto sempre in una logica di efficienza e di efficacia e non ci sia spazio invece per operazioni di altra natura. Quindi con questo spirito noi sosteniamo e voteremo favorevolmente alla proposta di legge in oggetto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Carlo. Ne ha facoltà.

LUCA DE CARLO (FDI). Grazie, Presidente. Anche il gruppo di Fratelli d'Italia annuncia il proprio voto favorevole su un provvedimento che di fatto sancisce la strategicità del settore lattiero-caseario e quindi del nostro settore primario. Settore primario che in questi anni è forse l'esempio più eclatante di come si sia ceduta sovranità alle grosse multinazionali private che di fatto perseguono business e il loro utile e non certo ideali etici. L'abbiamo visto in Sardegna con quello che è successo con i pastori sardi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) lasciati assolutamente in balìa dell'economia di mercato che li ha stritolati tanto da far pagare un litro di latte tanto quanto un televoto a Sanremo, una cosa vergognosa e scandalosa. Ma lo specchio della Sardegna è lo specchio di tutta l'Italia. Ci sono varie zone, in Sicilia e nella stessa provincia di Belluno, in cui il latte vaccino viene pagato 35 centesimi al litro ed è una sacrosanta vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) quando poi nello scaffale ce lo troviamo a 1,60 euro. Quindi abbiamo ceduto sovranità nei confronti dei privati e l'abbiamo ceduta anche nei confronti dell'Europa, quella stessa Europa che oggi ci impone di mettere un'etichettatura che non definisce la provenienza del latte o dei prodotti caseari perché riconosce la superiorità dei prodotti italiani rispetto a quelli di tutto il resto d'Europa e quindi su questo noi dovremmo batterci. Il 26 maggio contribuiremo con il nostro voto a cambiare questa Europa per farla diventare veramente un'Europa dei popoli e non Europa delle lobby, della finanza, degli speculatori e di quelli che dell'etica e della responsabilità non se ne fanno nulla. Abbiamo ceduto la sovranità, possiamo recuperarla, la recuperiamo perché noi siamo patrioti, siamo innamorati di questa nazione ed è chiara la nostra posizione: una posizione favorevole ad ogni provvedimento che tuteli il made in Italy e tuteli il patrimonio enorme dei prodotti italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Spena. Ne ha facoltà. Tre minuti.

MARIA SPENA (FI). Grazie, Presidente. Sappiamo che le centrali del latte hanno lo scopo di assicurare il controllo igienico-sanitario del latte stesso e si sono sempre distinte negli anni per la capacità di innovazione e sensibilità verso nuove tecnologie. Oggi viviamo un momento di crisi che strozza la nostra agricoltura con margini di guadagno sempre più compressi, quando non addirittura negativi per i nostri contadini e allevatori. La mano pubblica, invece, garantisce anche qualcos'altro: la certezza del prezzo corrisposto al produttore, un problema ormai diventato drammatico. Evidentemente oggi la rivolta dei pastori sardi è testimonianza che oltretutto ha riguardato anche altre regioni come il Lazio e la Toscana. Questi sono i motivi per cui, con i nostri emendamenti, avremmo voluto estendere la portata della norma al settore agroalimentare perché in tutto il settore agricolo si registrano dinamiche che vedono i nostri produttori primari sempre meno ricompensati delle proprie fatiche e del proprio lavoro. Nel complesso, partendo dal settore lattiero-caseario e per sostenere il settore agricolo, i contadini e gli allevatori italiani, noi esprimiamo parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Alessandro. Ne ha facoltà. Tre minuti.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie, Presidente. Mi dispiace rovinare gli interventi entusiasti di tutti i colleghi precedenti, però la proposta di legge in esame in realtà non c'entra nulla né con la strategicità del settore né con gli investimenti necessari sul settore né con l'aiuto che il settore invece deve avere. Qui si compie un'altra operazione cioè una finzione. Vorrei cercare di entrare nel merito con voi per i pochi minuti che ho a disposizione per esempio ponendo delle pubbliche domande. Ad esempio questo provvedimento risolve il problema del prezzo alla fonte? Ad esempio risolve il problema della filiera e degli investimenti? Per caso affronta nel merito ovvero, entrando nel merito, le diverse situazioni delle diverse centrali del latte a cui invece si dà una stessa risposta, peraltro negativa, al ribasso, confondendo carrozzoni, che ci sono, con enti gestiti in modo virtuoso, perché ci sono casi e casi. Per esempio c'è il caso di Brescia che non ha avuto la necessità di derogare alla legge nota come legge Madia perché, dentro quella legge, se dimostri che hai i conti a posto, se dimostri che hai un progetto, se dimostri che c'è una elettiva funzione pubblica, lì si può derogare. Se però si considera, invece, la Centrale del latte di Roma, è una cosa completamente diversa che attraversa i colleghi dei 5 Stelle e della giunta Raggi. Io ho qui, cari colleghi, il parere dei revisori dei conti di Roma Capitale che esprimono il giudizio come sapete sul bilancio e sapete che cosa scrivono sulla Centrale del latte di Roma?

Segnalano l'immobilismo riguardo la definizione della cessione della partecipazione in Centrale del latte di Roma Spa. Cioè, voglio dire, con questa norma i fondi vanno a finire agli agricoltori o vanno a finire ai consigli di amministrazione? Vanno a coprire i buchi precedenti o vanno a finire ai pastori? Questa norma prevede un intervento della finanza pubblica senza legarlo e collegarlo agli investimenti e al prezzo del latte. Tra qualche mese ci ritroveremo a discutere del fatto che il problema non è risolto e che quei soldi hanno coperto i buchi. Noi abbiamo presentato degli emendamenti che dicevano che l'intervento di finanza pubblica doveva essere legata, per esempio, ai bilanci a posto, perché quello che temiamo è che non arrivi nulla agli agricoltori e alla filiera. Ci costringete a non votare a favore, ci asteniamo, perché riteniamo che il settore abbia bisogno di interventi, ma non di questo intervento, non di questi interventi. E quelle risorse che la finanza pubblica o gli enti locali e le regioni metteranno lì, probabilmente potevano essere utilizzati per fare altro. Concludo, Presidente. Qui non si tratta solo di interventi in centrali già esistenti, addirittura si prevede la costituzione di nuove società, che la politica gestirà come poltronifici, come spesso è accaduto nell'esperienza delle centrali del latte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gastaldi. Ne ha facoltà.

FLAVIO GASTALDI (LEGA). Presidente, anche a me dispiace contingentare l'intervento, vista l'importanza che ha questa proposta di legge proprio sul settore lattiero-caseario. L'abbiamo visto anche in questi ultimi tempi, come i recenti fatti di cronaca abbiano portato alla ribalta nazionale di nuovo il settore lattiero-caseario, non solo nella determinazione del prezzo ma anche su tutto un accordo di filiera, che è importante in questo settore.

Si parlava di come questa proposta di legge sia strategica per questo settore: ebbene, possiamo dire tranquillamente che molto probabilmente nella Centrale del latte di Roma, per esempio, vedendo aumentare la partecipazione pubblica al suo interno con questa proposta di legge, ci saranno più controlli, che sicuramente andranno a garantire la qualità del latte prodotto sugli scaffali dei nostri produttori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Si parlava anche del prezzo del latte, che indirettamente è collegato a tutto questo, perché il prezzo del latte della Centrale del latte di Roma - mi rifaccio di nuovo a questo esempio - determina tutto il prezzo del latte del Centro Italia, e questo credo che basti e avanzi per garantire e tutelare le centrali del latte in generale, che sono nella storia garanzia assoluta di tutela della qualità dei prodotti, non solo per i consumatori, che si ritrovano ad avere un prodotto sicuramente con tutti i controlli di qualità - si possono vedere sui siti Internet quali sono, per esempio, i controlli qualitativi che vengono fatti all'interno di queste centrali del latte -, ma anche e soprattutto per gli allevatori, perché si ha certezza del prezzo fin dall'inizio della filiera lattiero-casearia e si riesce a colmare quel delta che è proprio la questione oggi in oggetto, cioè il prezzo del latte alla stalla e al supermercato. Io credo che con una partecipazione pubblica ancora più forte di quella che c'è oggi si riesca a portare all'attenzione dei cittadini ciò che dovrebbero essere i bilanci, e qui si risponde al collega D'Alessandro sui suoi dubbi, perché credo che questa sia una delle cose più importanti alle quali noi dobbiamo pensare. Tutto questo deve essere - e termino, Presidente - propedeutico ad inserirsi in una discussione sul settore del latte, perché con questo provvedimento si inizia solo a capire qual è l'importanza strategica di questo intervento. Credo che con questa proposta di legge noi riusciamo ad iniziare un percorso che ci porterà un domani a una definizione giusta del prezzo del latte per gli allevatori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cillis. Ne ha facoltà.

LUCIANO CILLIS (M5S). Presidente, negli ultimi trent'anni abbiamo assistito alla chiusura di oltre 100 mila stalle italiane che producevano latte di eccellenza. Nel 2017, secondo dati forniti dall'Ismea e visibili a tutti sul sito www.clal.it, la remunerazione del prezzo del latte bovino non è stata in grado di coprire le spese che le nostre stalle hanno dovuto sopportare per la produzione di ogni singolo litro di latte. Questi dati sono impressionanti, portano alla visione della distruzione del nostro made in Italy. Quello che è successo in Sardegna durante quest'ultimo mese è un altro campanello d'allarme formidabile dell'abbandono da parte del legislatore di quello che doveva essere uno dei comparti trainanti, poiché la vendita dei nostri prodotti agroalimentari è il vanto di questo brand made in Italy, che però, effettivamente, non viene mai tutelato a dovere. La necessità di fare entrare il pubblico nuovamente all'interno delle centrali del latte risulta fondamentale, perché riuscirebbe ad assottigliare la differenza tra quanto il consumatore otterrebbe, attraverso una scelta fatta razionalmente, acquistando del prodotto italiano allo scaffale e quello che il contadino, l'agricoltore, l'allevatore riuscirebbe a ottenere realmente. Nel rispetto degli accordi fatti tra i gruppi, sarò molto breve, quindi dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Presidente, volevo solo dire che questo provvedimento non c'entra nulla con il latte, con le stalle e con gli agricoltori, è solamente una grande farsa per nascondere un problema di qualcuno che vuole tenere ancora la gestione del latte da qualche parte!

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 712-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 712-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 712-A: "Modifica all'articolo 4 del testo unico in materia di società a partecipazione pubblica, di cui al decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175, concernente le partecipazioni in società operanti nel settore lattiero-caseario".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 49).

Modifiche nella costituzione di Commissioni permanenti.

PRESIDENTE. Comunico che nella seduta odierna, la IX Commissione (Trasporti) ha proceduto all'elezione della deputata Vincenza Bruno Bossio a segretaria, in sostituzione della deputata Raffaella Paita, dimissionaria.

Comunico altresì che la XIII Commissione (Agricoltura) ha proceduto all'elezione del deputato Guglielmo Golinelli a segretario, in sostituzione del deputato Carmelo Lo Monte, dimissionario.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Presidente, sabato mattina sono stato a Borgo Virgilio, in provincia di Mantova, invitato dalla collega Anna Lisa Baroni a parlare a un gruppo di pensionati.

Si trattava di pensionati che protestavano perché non è stata sbloccata l'indicizzazione introdotta dalla “legge Fornero”, che il Governo attuale aveva promesso di cancellare.

Erano inviperiti contro questo Governo, non solo perché non ha cancellato nulla di quei 5 miliardi all'anno che sono stati prelevati ai pensionati dalla “Fornero”, e quindi adesso sono passati, 2012, 2013, 2014, 2015, 2016, 2017, 2018 e 2019, otto anni, cinque per otto fa quaranta, quaranta miliardi che hanno sanato il bilancio dello Stato per merito dei pensionati che si aspettavano…

PRESIDENTE. Colleghi, non credo che il collega Fatuzzo meriti un trattamento di questo tipo da parte dei suoi colleghi. Chiederei cortesemente di uscire in silenzio a chi ha esaurito il suo lavoro. Prego, onorevole Fatuzzo.

CARLO FATUZZO (FI). Si lamentavano, quindi, del fatto che ogni anno che è passato dalla “Fornero” ad oggi i pensionati hanno perso 5 miliardi all'anno, quindi nove anni, sono, cinque per nove, 45 miliardi, con cui hanno retto il bilancio dello Stato, ed è stato promesso di cancellare la “legge Fornero”, ma la “legge Fornero” in questo punto non è stata cancellata per niente. Promesse purtroppo ad oggi non mantenute, ma non solo, sono stati aggiunti altri 2 miliardi e 300 milioni, prelevati in tre anni, dall'indicizzazione con cui i pensionati si proteggono dall'aumento del costo della vita. È una vergogna! sono inviperiti. Pensionati, all'attacco!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Calvandoli. Ne ha facoltà.

LAURA CAVANDOLI (LEGA). Grazie, Presidente. Solo per dire che a Parma le multe a molti cittadini non sono mai arrivate, ma per loro il loro importo è dovuto ed è stato moltiplicato fino al 500 per cento. Questo è quanto la trasmissione televisiva le Iene ha mostrato ieri sera al grande pubblico. Su questa vicenda stanno indagando Guardia di finanza e magistratura fin dal 2016, ma non sono ancora arrivate risposte ai cittadini destinatari delle ingiunzioni. Da oltre dieci anni il comune di Parma affida la riscossione a una sua partecipata. I messi devono verificare la presenza dei cittadini in casa e, altrimenti, ripassare o lasciare un avviso.

Nel servizio televisivo, un dipendente del comune afferma di aver ricevuto un pacco con 200 atti solo dopo poche ore; praticamente era impossibile consegnare così tanti atti in così poco tempo. In quel periodo il comune aveva emesso oltre 60 mila verbali in tre mesi, le multe dovevano essere notificate entro novanta giorni. Ciò significa mille notifiche al giorno da effettuare tramite solo sei messi, con il rischio, per il comune, che, se la notifica avveniva oltre il termine, la multa non doveva essere pagata.

Ancora una volta Parma, la mia città, assurge agli onori della cronaca per una brutta vicenda. In questo caso, le multe sono diventate salatissime e invece dovevano essere annullate, o i debiti adesso sarebbero prescritti. Confido che la magistratura faccia il suo lavoro, accertando i fatti e le responsabilità in tempi celeri, perché, finché non saranno accertate le irregolarità di queste notifiche, quei debiti restano dovuti, con l'aggravio di interessi e sanzioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Il 14 luglio del 2015 una deputata del MoVimento 5 Stelle chiedeva la rimozione del vicepresidente della Commissione giustizia, destinatario di una richiesta di misura cautelare da parte di una certa procura, perché diceva: preferiremmo evitare di dover attendere un'eventuale sentenza di condanna definitiva, che magari arriverà nel 2022. Preferiremmo, visto che oggi il deputato è vicepresidente della Commissione giustizia e della Commissione antimafia, che venga rimosso da questi incarichi. Bene, quel deputato che, con onore, siede tra le nostre fila, è stato archiviato su richiesta degli stessi pubblici ministeri (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

Allora, quella deputata del MoVimento 5 Stelle era Giulia Sarti: noi siamo diversi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico), noi ci auguriamo che Giulia Sarti sia prosciolta, che rimanga al suo posto di presidente della Commissione e che si rispetti il principio di presunzione di non colpevolezza fino a sentenza definitiva, che non sia espulsa dal partito, che rimanga nell'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Noi siamo garantisti! Noi non siamo come voi, siamo diversi! Che Giulia Sarti sieda tra quei banchi e mantenga il suo ruolo finché non c'è una sentenza definitiva. Presidente, questa è un'Aula in cui le garanzie si rispettano e non si è a corrente alternata. E, allora, diciamo a chi oggi si ammanta di un giustizialismo vergognoso: ricordatevi che quello che voi dite che succede agli altri può succedere a tutti, ma proprio a tutti (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico - Congratulazioni)!

RENATO BRUNETTA (FI). Vergogna! Onestà!

PRESIDENTE. Onorevole Brunetta! Onorevole Brunetta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Papiro. Ne ha facoltà.

ANTONELLA PAPIRO (M5S). Presidente, le interminabili liste di attesa per effettuare visite mediche specialistiche ed esami diagnostici hanno rappresentato per decenni un problema quasi insormontabile per la sanità, soprattutto per la mia terra, la Sicilia, dove le lunghe tempistiche per la possibilità di una visita anche per casi che richiedono una certa urgenza hanno, da sempre, evidenziato una reale vergogna. Tempi di attesa eterni dovuti, oltre che alla discutibilità dell'organizzazione, anche al malfunzionamento, alla carenza e alla cattiva gestione dei macchinari; tempi che fino ad oggi, in taluni casi, hanno messo a repentaglio la vita dei cittadini, costretti, per le questioni urgenti, a ricorrere alla visite private, celermente disponibili, e pertanto unica possibilità perseguibile. Tempi pressoché immediati, costi notevolmente incrementati. Ma per chi non può permettersi questi esborsi?

Oggi possiamo alzare la voce, ma non per protestare sulle vergognose tempistiche, ma per dire che questo Governo, grazie al nuovo piano nazionale liste d'attesa, finalmente ha dato una risposta ad un provvedimento aspettato da anni: 350 milioni per dare più efficienza al sistema sanitario e, cosa assai importante, la possibilità di rimuovere i direttori sanitari inefficienti e che non adempiranno al proprio ruolo di tutela dei diritti dei cittadini. Finalmente, se per un ricovero, una visita o un accertamento le strutture pubbliche non rispetteranno i tempi massimi previsti per legge, ci si potrà concretamente rivolgere ai medici di libera professione o ai privati convenzionati, pagando solo il ticket. E per la prima volta si potranno consultare on line tutte le liste d'attesa, pubbliche e private.

Sembrerà strano, ma questa non è fantascienza. Questa, grazie al lavoro del nostro Ministro Giulia Grillo e di questo Governo, è l'Italia del cambiamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di marzo 2019 e conseguente aggiornamento del programma.

PRESIDENTE. Comunico che nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato convenuto, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, il seguente calendario dei lavori per il mese di marzo:

Martedì 5 (ore 14-21, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 6 (ore 11-14 e ore 16-20, con eventuale prosecuzione notturna) e giovedì 7 marzo (ore 10.30-13 e ore 14-18, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 8 marzo)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1309 e abbinate - Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di legittima difesa (approvata dal Senato)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1302 e abbinate - Modifica dell'articolo 416-ter del codice penale in materia di voto di scambio politico-mafioso (approvata dal Senato)

Lunedì 11 marzo (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge 1432 - Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea - Legge europea 2018 (approvato dal Senato)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 696, 1169 e abbinate - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sullo stato della sicurezza e sul degrado delle città

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1354 e abbinate - Istituzione e disciplina della Rete nazionale dei registri dei tumori e dei sistemi di sorveglianza e del referto epidemiologico per il controllo sanitario della popolazione (approvata dal Senato)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1171 e abbinata - Distacco dei comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla regione Marche e loro aggregazione alla regione Emilia-Romagna, nell'ambito della provincia di Rimini, ai sensi dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione

Discussione sulle linee generali della mozione Aprea ed altri n. 1-00117 concernente iniziative per lo sviluppo della formazione tecnologica e digitale in ambito scolastico

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 395 - Modifiche all'articolo 4 del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 ottobre 2013, n. 112, in materia di accesso aperto all'informazione scientifica

Martedì 12 (ore 14-21, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 13 (ore 11-14 e ore 16-20, con eventuale prosecuzione notturna) e giovedì 14 marzo (ore 10.30-13 e ore 14-18, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 15 marzo)

Seguito dell'esame degli argomenti previsti per la settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1432 - Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea - Legge europea 2018 (approvato dal Senato)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 696, 1169 e abbinate - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sullo stato della sicurezza e sul degrado delle città

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1354 e abbinate - Istituzione e disciplina della Rete nazionale dei registri dei tumori e dei sistemi di sorveglianza e del referto epidemiologico per il controllo sanitario della popolazione (approvata dal Senato)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1171 e abbinata - Distacco dei comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla regione Marche e loro aggregazione alla regione Emilia-Romagna, nell'ambito della provincia di Rimini, ai sensi dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione

Seguito dell'esame della mozione Aprea ed altri n. 1-00117 concernente iniziative per lo sviluppo della formazione tecnologica e digitale in ambito scolastico

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 395 - Modifiche all'articolo 4 del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 ottobre 2013, n. 112, in materia di accesso aperto all'informazione scientifica

Nella seduta di mercoledì 13 marzo, alle ore 16, saranno iscritte all'ordine del giorno le dimissioni del deputato Guido Crosetto.

Lunedì 18 marzo (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 1018 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, recante disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni (scadenza: 29 marzo 2019 - approvato dal Senato)

Martedì 19 marzo (ore 10.30)

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 21 e 22 marzo

Martedì 19 (ore 15.30, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 20 e giovedì 21 marzo (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 22 marzo)

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 1018 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, recante disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni (scadenza: 29 marzo 2019 - approvato dal Senato)

Lunedì 25 marzo (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge . 1455 e abbinate - Modifiche al codice di procedura penale: disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere

Discussione sulle linee generali della relazione della XIV Commissione sulla Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2019, sul Programma di lavoro della Commissione per il 2019, e sul Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1° gennaio 2019 - 30 giugno 2020)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1012 - Istituzione di percorsi formativi in ambito militare per i cittadini di età compresa tra diciotto e ventidue anni

Discussione sulle linee generali della mozione concernente misure correttive in materia di finanza pubblica (in corso di presentazione)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 52 e abbinata - Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1433 - Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell'assenteismo (approvato dal Senato)

Discussione sulle linee generali della proposta di inchiesta parlamentare - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni (Doc. XXII, n. 17) (ove concluso dalla Commissione)

Martedì 26 (ore 14-21, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 27(ore 11-14 e ore 16-20, con eventuale prosecuzione notturna) e giovedì 28 marzo (ore 10.30-13 e ore 14-18, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 29 marzo)

Eventuale seguito dell'esame del disegno di legge S. 1018 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, recante disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni (scadenza: 29 marzo 2019 - approvato dal Senato) e degli argomenti previsti per le settimane precedenti e non conclusi.

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1455 e abbinate - Modifiche al codice di procedura penale: disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere

Seguito della discussione della relazione della XIV Commissione sulla Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2019, sul Programma di lavoro della Commissione per il 2019, e sul Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1° gennaio 2019 - 30 giugno 2020)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1012 - Istituzione di percorsi formativi in ambito militare per i cittadini di età compresa tra diciotto e ventidue anni

Seguito dell'esame della mozione concernente misure correttive in materia di finanza pubblica (in corso di presentazione)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 52 e abbinata - Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1433 - Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell'assenteismo (approvato dal Senato)

Seguito dell'esame della proposta di inchiesta parlamentare - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni (Doc. XXII, n. 17) (ove concluso dalla Commissione)

Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).

Lo svolgimento di interpellanze urgenti avrà luogo il venerdì (dalle ore 9,30).

Lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni avrà luogo nelle sedute del 5, 12 e 26 marzo (dalle ore 11).

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

L'organizzazione dei tempi per l'esame dei progetti di legge nn. 696 e 1169 e abb., 1171 e abb., 395, 1455 e abb., 1012, 52, 1433, del Doc. XXII n. 17 e della relazione della XIV Commissione sarà definita una volta concluso l'esame in sede referente.

L'organizzazione dei tempi della mozione concernente misure correttive in materia di finanza pubblica sarà definita dopo la sua pubblicazione.

Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Annunzio delle dimissioni dalla carica di presidente di una Commissione parlamentare.

PRESIDENTE. Avverto, infine, che la deputata Sarti, con lettera in data di ieri, ha comunicato le sue dimissioni dalla carica di presidente della II Commissione (Giustizia). La Commissione, pertanto, è convocata martedì 5 marzo 2019 alle ore 12 per l'elezione del nuovo presidente.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 1 marzo 2019 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 20,45.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: PAOLA FRASSINETTI (A.C. 1409)

PAOLA FRASSINETTI (FDI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1409). Siamo di fronte ad una delega al Governo per l'adozione di disposizioni integrative e correttive del codice della crisi di impresa e dell'insolvenza. Il testo approvato dal Senato consta di due articoli ed ha come finalità quella di rimediare alla mancata previsione nella legge n. 155 del 2017 della delega al Governo per attuare decreti legislativi integrativi e correttivi della riforma complessiva della disciplina della crisi d'impresa e d'insolvenza. Questa riforma non dovrebbe limitarsi a superare il concetto del fallimento sostituendolo con la liquidazione giudiziale ma dovrebbe avere, se ben gestita, un impatto notevole per aziende, creditori oltre a facilitare l'accesso ai piani di risanamento e agli accordi della ristrutturazione del debito.

Il nuovo codice per la crisi d'impresa è una sfida perché introduce una disciplina organica e unitaria delle procedure concorsuali che prevede, tra l'altro, un sistema di allerta finalizzato alla pronta emersione della crisi nella prospettiva del risanamento dell'impresa e del miglior soddisfacimento dei creditori, privilegiando strumenti che assicurino la continuità aziendale.

Molte novità contenute nella nuova disciplina che orientano i debitori e creditori verso procedure alternative all'esecuzione individuale giudiziale.

I multiformi riti speciali previsti dalle disposizioni in materia concorsuale sono confluiti nel procedimento unitario.

Importante anche il ruolo che riveste l'avvocato che deve attivare i meccanismi e le opportunità che il codice della crisi d'impresa ha predisposto per evitare che la reazione dell'imprenditore alla crisi sia tardiva.

È indubbio però che servono modifiche importanti per rendere questa riforma adeguata a migliorare il sistema.

Per esempio andrebbero implementate le modalità attuali di recupero crediti, è di tutta evidenza che l'attuale sistema presenta una serie di lacune che rendono imprescindibile uno snellimento procedurale ed una più efficace azione di recupero. Sarebbe necessaria una maggiore prontezza ed efficacia della funzione specifica degli OCC che, potendo accedere direttamente ai registri della PA, potrebbero con maggiore rapidità espletare gli incombenti necessari allo svolgimento di tale funzione e corredare la domanda della intera documentazione necessaria, incrementando di conseguenza la celerità della procedura a tutto vantaggio del ricorso dei cittadini a tali strumenti compositivi.

Mi soffermo brevemente su tre criticità che se non risolte rischiano di minare il sistema e riguardano lo schema di decreto in ordine alle procedure di sovraindebitamento.

Mi riferisco al fatto che l'attuale sistema riversa tutti i costi di funzionamento sugli OCC e sui gestori. Il lavoro del gestore, se fatto bene ha dei costi: accesso a banche dati, visure, contributo unificato per deposito devono essere anticipati da OCC gestore. È esemplificativo il fatto che nell'esdebitazione del debitore incapiente impossibilitato a versare alcunché i compensi siano ridotti a metà. Ci quantomeno vorrebbero meccanismi di rotazione degli incarichi che consentano la sostenibilità dei costi senza dover attendere la liquidazione del giudice al termine della procedura che può avvenire a distanza di anni.

Un'altra criticità palese si riscontra nel piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore dove è espressamente stabilito che la difesa tecnica non sia obbligatoria.

Ciò comporta un grave vulnus ai principi costituzionali quantomeno ogni volta che la procedura possa sfociare in una situazione di contenzioso. In simili evenienze, ove vengono contrapposti veri e propri diritti, non è ipotizzabile che l'OCC possa patrocinare il sovraindebitamento senza un avvocato, se non a pena di violare l'articolo 24 della Costituzione. La difesa tecnica deve essere prevista come obbligatoria anche in tutte le procedure da sovraindebitamento compresa la ristrutturazione del debito del consumatore oppure che sia prevista come obbligatoria nelle fasi contenziose della procedura.

Per quanto riguarda gli articoli 352 e 356 che disciplinano le modalità di accesso agli OCRI dei professionisti. A regime sarà previsto un albo al quale potranno accedere i curatori, i liquidatori giudiziali e i commissari giudiziali.

Nel regime transitorio è previsto che possano accedere anche coloro i quali hanno assistito imprese in crisi ottenendo tre accordi omologati o almeno tre concordati ammessi. Poiché le misure di allerta sono intese alla conservazione del valore di impresa e non alla liquidazione e i curatori ei commissari giudiziali sono figure che di norma liquidano i beni dell'impresa e non lottano con l'imprenditore per riuscire a trovare una soluzione di continuità, spesso ostacolata dai commissari giudiziali che preferiscono invece la soluzione fallimentare, è assolutamente necessario che anche a regime gli avvocati e i revisori siano inseriti nell'elenco dei soggetti che possono immediatamente far parte dell'albo, al pari dei curatori e dei commissari giudiziali.

In un contesto più vasto, come ha giustamente detto l'onorevole Ciro Maschio in discussione generale, questo provvedimento avrà raggiunto pienamente l'obbiettivo solo se nel contempo si interverrà in modo efficace sulle cause che hanno determinato i tanti fallimenti delle imprese.

FDI ritiene che se non si interverrà con metodo e urgenza per liberare le imprese dall'eccessiva burocrazia e dalla tassazione soffocante, saranno sempre di più le aziende che dovranno ricorrere alla liquidazione giudiziale.

Alla luce di queste considerazioni auspicando che questo sistema possa essere migliorato con modifiche mirate a renderlo davvero efficace, FDI dichiara il suo voto di astensione.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 3 il deputato Andrea Crippa ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

nella votazione n. 3 la deputata Bartolozzi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 5 la deputata Zanella ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 6 e 7 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 8 la deputata Ciaburro ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 8 il deputato Ceccanti ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

nelle votazioni nn. 8 e 12 la deputata Galizia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 11 la deputata Raffa ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 16 la deputata Emiliozzi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 20 il deputato Benvenuto ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 20 il deputato Caparvi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 20 il deputato Ungaro ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nelle votazioni nn. 26 e 27 il deputato Mariani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 29 i deputati Galizia e Iovino hanno segnalato che hanno erroneamente votato contro mentre avrebbero voluto votare a favore;

nella votazione n. 29 la deputata Cardinale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 30 la deputata De Lorenzo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 31 la deputata Villani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 32 il deputato Pella ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 35 la deputata Andreuzza ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 36 la deputata Paita ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 38 la deputata Corneli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 38 il deputato D'Alessandro ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 40 la deputata Corneli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 41 la deputata Costanzo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 42 il deputato De Luca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 43 la deputata Paita ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 43 il deputato Pettazzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 47 il deputato Buratti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 48 la deputata Ravetto ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Pdl 1332 - articolo 1 422 398 24 200 398 0 79 Appr.
2 Nominale articolo 2 434 410 24 206 410 0 79 Appr.
3 Nominale articolo 3 429 404 25 203 403 1 79 Appr.
4 Nominale articolo 4 437 411 26 206 411 0 79 Appr.
5 Nominale Pdl 1332 - voto finale 450 423 27 212 423 0 77 Appr.
6 Nominale Moz. Lollobrigida e a. 1-113 unf I 463 463 0 232 371 92 72 Appr.
7 Nominale Moz. Lollobrigida e a. 1-113 unf II 464 365 99 183 200 165 72 Appr.
8 Nominale Moz. Lollobrigida e a 1-113 unf III 463 364 99 183 109 255 70 Resp.
9 Nominale Moz. Lollobrigida e a. 1-113 unf IV 469 469 0 235 373 96 70 Appr.
10 Nominale Moz. Lollobrigida e a. 1-113 unf V 475 375 100 188 109 266 70 Resp.
11 Nominale Moz. Lollobrigida e a. 1-113 unf VI 474 282 192 142 109 173 70 Resp.
12 Nominale Moz. Lollobrigida e a 1-113 unf VII 473 376 97 189 109 267 70 Resp.
13 Nominale Moz Lollobrigida e a 1-113 unf VIII 472 375 97 188 276 99 69 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale Moz. Lollobrigida e a. 1-113 unf IX 476 214 262 108 112 102 69 Appr.
15 Nominale Moz. Lollobrigida e a. 1-113 unf X 476 378 98 190 113 265 69 Resp.
16 Nominale Moz. Magi, Boldrini e a. 1-121 474 471 3 236 99 372 69 Resp.
17 Nominale Moz. Ravetto e a. 1-126 472 372 100 187 109 263 69 Resp.
18 Nominale Moz. Migliore e a. 1-130 479 479 0 240 101 378 69 Resp.
19 Nominale Moz. Iezzi, Macina e a. 1-132 478 449 29 225 268 181 69 Appr.
20 Nominale Pdl 1160 e ab. - articolo 1 473 469 4 235 469 0 69 Appr.
21 Nominale articolo 2 458 456 2 229 456 0 69 Appr.
22 Nominale em. 3.1 457 380 77 191 97 283 67 Resp.
23 Nominale em. 3.2 453 380 73 191 98 282 67 Resp.
24 Nominale articolo 3 456 454 2 228 453 1 67 Appr.
25 Nominale articolo 4 457 454 3 228 454 0 67 Appr.
26 Nominale articolo 5 463 460 3 231 460 0 67 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale articolo 6 455 452 3 227 452 0 67 Appr.
28 Nominale articolo 7 465 462 3 232 462 0 67 Appr.
29 Nominale articolo 8 452 448 4 225 446 2 67 Appr.
30 Nominale articolo 9 462 458 4 230 458 0 67 Appr.
31 Nominale Pdl 1160 e ab. - voto finale 452 448 4 225 448 0 68 Appr.
32 Nominale Moz. Delrio e a. 1-106 n.f. 445 445 0 223 183 262 65 Resp.
33 Nominale Moz. Epifani e a. 1-127 442 417 25 209 157 260 65 Resp.
34 Nominale Moz. Vallascas e a. 1-128 446 445 1 223 261 184 65 Appr.
35 Nominale Moz. Fidanza e a. 1-131 p. I 444 361 83 181 97 264 65 Resp.
36 Nominale Moz. Fidanza e a. 1-131 p. II 447 364 83 183 101 263 65 Resp.
37 Nominale Moz. Baldelli e a. 1-133 p. I 444 436 8 219 179 257 65 Resp.
38 Nominale Moz. Baldelli e a. 1-133 p. II 449 364 85 183 102 262 65 Resp.
39 Nominale Pdl 1409 - art. 1 447 414 33 208 414 0 65 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 49)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale articolo 2 440 379 61 190 379 0 65 Appr.
41 Nominale pdl 1409 - voto finale 428 328 100 165 327 1 65 Appr.
42 Nominale Pdl 712-A - em. 1.9 431 429 2 215 73 356 66 Resp.
43 Nominale em. 1.10 431 431 0 216 84 347 66 Resp.
44 Nominale em. 1.51 436 353 83 177 93 260 66 Resp.
45 Nominale em. 1.11 432 431 1 216 85 346 66 Resp.
46 Nominale em. 1.50 434 433 1 217 95 338 66 Resp.
47 Nominale em. 1.14 437 339 98 170 78 261 66 Resp.
48 Nominale em. 1.13 439 404 35 203 139 265 66 Resp.
49 Nominale pdl 712-A - voto finale 427 347 80 174 345 2 66 Appr.