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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 133 di martedì 26 febbraio 2019

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA RITA TATEO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 25 febbraio 2019.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bitonci, Borghese, Claudio Borghi, Braga, Cancelleri, Colletti, Cominardi, De Menech, Deidda, Ferrari, Frusone, Gallinella, Gebhard, Iovino, Licatini, Liuzzi, Lorenzin, Lupi, Parolo, Patassini, Perego Di Cremnago, Polverini, Rizzo, Giovanni Russo, Saltamartini, Schullian, Scoma, Sisto, Toccalini, Tondo e Maria Tripodi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente novantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

(Iniziative di competenza in relazione alla presenza di un'alga tossica riscontrata nel luglio 2018 lungo il litorale barese – n. 3-00098)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Losacco n. 3-00098 (Vedi l'allegato A).

Il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Salvatore Micillo, ha facoltà di rispondere.

SALVATORE MICILLO, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Grazie, Presidente. Con riferimento alle questioni poste, si osserva che la presenza della microalga epibentonica potenzialmente tossica Ostreopsis ovata è nota da tempo in Italia e non solo nel Mediterraneo, ed è stata oggetto di numerose pubblicazioni scientifiche e documenti tecnici, nonché delle linee guida pubblicate dal Ministero della salute nel 2007, aggiornate dall'Istituto superiore di sanità nel 2014. Di fatto, tale specie di microalga può produrre una sostanza potenzialmente tossica che, a determinate condizioni, può provocare alcuni disagi per la salute pubblica, da considerarsi, comunque, lievi e transitori.

Allorquando le microalghe siano localmente ed abbondantemente presenti, quindi in caso di fioritura, l'azione della tossina, nella maggior parte dei casi, può realizzarsi con l'inalazione di un aerosol marino, che si forma quasi esclusivamente in presenza di forte vento e mareggiate in seguito a periodi abbastanza lunghi di calma. I sintomi, assimilabili a quelli parainfluenzali, si presentano dopo 2-6 ore dall'esposizione e regrediscono di norma dopo 24-48 ore senza ulteriori complicazioni. Tali sintomi sono solitamente transitori e, generalmente, non richiedono alcun tipo di trattamento. A scopo preventivo, può essere consigliato nelle zone in cui è stata accertata l'abbondante presenza della specie, di evitare di stazionare lungo le coste rocciose durante le mareggiate estive, soprattutto, se a questo seguono lunghi periodi di alta pressione atmosferica con mare calmo.

Considerati i potenziali effetti poc'anzi descritti, la problematica legata alla fioritura di Ostreopsis ovata è stata già trattata all'articolo 3 del DM del 30 marzo 2010, in attuazione del decreto legislativo n. 116 del 2008 sulle acque di balneazione e ripresa nel decreto del 19 aprile 2018 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 196 del 24 agosto 2018.

Tutto ciò premesso, è opportuno rilevare che il monitoraggio della presenza delle fioriture della citata microalga è già attivo da molti anni e in molte regioni costiere italiane, in particolare, ARPA Puglia ha fatto presente di monitorare la presenza e la distribuzione di Ostreopsis ovata sin dalla stagione estiva del 2007, campionando, ogni anno, le acque marine nel periodo giugno-settembre, con frequenza quindicinale in venti siti distribuiti sull'intero territorio regionale pugliese e rappresentativi della tipologia costiera potenzialmente interessata dalla presenza della specie, nonché corrispondenti ad altrettante acque di balneazione. È noto, infatti, che Ostreopsis ovata, proprio per le sue caratteristiche bioecologiche, colonizza i substrati rocciosi e, in ogni caso, quelli duri che ospitano microalghe, prediligendo baie o zone a scarso idrodinamismo, mentre non è presente sui fondali sabbiosi.

Quindi, il posizionamento dei punti di prelievo in Puglia si basa sulle caratteristiche geomorfologiche dei litorali, quelli prevalentemente rocciosi, o sulle segnalazioni storiche di fioriture. Nel caso in cui, nel corso del monitoraggio si evidenzi il superamento dei valori soglia così come stabiliti dalle già citate linee guida, l'ARPA Puglia ne dà immediatamente comunicazione alle istituzioni preposte - Regione, ASL o comune di competenza territoriale - per eventuali misure da adottare, tra queste quelle progressive indicate dalle linee guida dell'Istituto superiore di sanità pubblicate con il rapporto ISTISAN n. 14/19 e successivi aggiornamenti. Si segnala, inoltre, che tutti i risultati dello specifico monitoraggio effettuato da ARPA Puglia sono disponibili sul sito ufficiale dell'Agenzia, con la pubblicazione periodica dei dati relativi al periodo monitorato.

Tali dati possono essere visualizzati utilizzando la mappa interattiva disponibile, che permette di consultare i risultati relativi all'ultima analisi effettuata in ciascuna area, evidenziando, con bandierine di colore diverso, le differenti classi di abbondanza di Ostreopsis ovata in colonna d'acqua e sul fondo. Sono, comunque, disponibili anche i bollettini in formato tabellare.

Alla luce delle informazioni esposte, si rassicura, comunque, che per quanto di competenza il Ministero all'ambiente continuerà a svolgere le proprie attività di monitoraggio e a tenersi informato, in collaborazione con gli altri soggetti istituzionali competenti, senza ridurre in alcun modo il livello di attenzione sulla questione.

PRESIDENTE. Grazie, signor sottosegretario. Cogliamo l'occasione per salutare gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo 1 di Ladispoli, che sono venuti oggi ad assistere ai nostri lavori (Applausi).

Il deputato Losacco ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

ALBERTO LOSACCO (PD). Grazie, Presidente. Questa interrogazione è un'interrogazione che ho fatto nel luglio 2018, un momento di grande allarme per la popolazione e anche per gli operatori turistici a seguito di numerose disdette che erano arrivate in quel periodo. Si segnalava, appunto, un fenomeno che purtroppo, negli ultimi anni, si ripete in modo sistematico: si tratta della presenza, come diceva il sottosegretario, di un'alga tossica, l'Ostreopsis ovata, che è frequente lungo l'Adriatico, ma si presenta anche lungo la costa ionica, suscitando, come dicevo, preoccupazione tra la popolazione e anche tra gli operatori turistici e i pescatori.

È evidente che se vi sono dati che fanno scattare la bandiera rossa, il divieto di balneazione, questo comporta ripercussioni pesanti sul settore turistico, e sappiamo che la Puglia, soprattutto in estate, è una regione che registra molti visitatori anche per l'attrattività delle sue coste e del suo mare. Gli effetti più comuni di questa alga sulla salute dell'uomo sono riniti, faringiti, laringiti, bronchiti, febbre, dermatiti e congiuntiviti. Le raccomandazioni dell'ARPA sono state due fino a questo momento: limitare il consumo di ricci di mare, che brucando sulle alghe potrebbero potenzialmente accumulare la tossina e, poi, evitare lo stazionamento lungo le coste rocciose durante le mareggiate.

Siamo verso la fine dell'inverno e ci avviamo alle stagioni di grande richiamo turistico per la Puglia, questa regione ha ben 800 chilometri di coste e sappiamo che il mare è una voce importante dell'economia regionale. Noi, oltre al dettaglio di ciò che è stato fatto, ci saremmo attesi qualche parola in più sulle azioni da porre in essere adesso, per non trovarci in estate ad affrontare altre emergenze, come quelle che hanno portato a questo atto di sindacato ispettivo. Ci attendevamo un cronoprogramma di interventi e misure maggiormente incisive per prevenire siffatte situazioni. Purtroppo è un atteggiamento lacunoso, che sottovaluta la portata di questi fenomeni e dal MoVimento 5 Stelle, che guida il Ministero dell'ambiente, ci saremmo attesi una maggiore sensibilità: è evidente che non è così. Chiediamo, quindi, che almeno si raccolga questa replica e ci si attivi per supportare la regione Puglia e prevenire situazioni emergenziali a tutela delle coste e del mare pugliesi, che sono risorse strategiche per il nostro territorio e per l'intera nazione.

(Iniziative volte allo scorrimento della graduatoria relativa al concorso pubblico a complessivi 300 posti di allievo agente del corpo di polizia penitenziaria maschile bandito nell'anno 2015 – n. 3-00112)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Vittorio Ferraresi, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Silvestroni n. 3-00112 (Vedi l'allegato A).

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Con l'atto di sindacato ispettivo in epigrafe, l'onorevole interrogante, richiamato il grave tasso di scopertura dell'organico della polizia penitenziaria, stimabile in circa 8 mila unità, e l'approvazione della graduatoria di concorso pubblico per titoli ed esami a complessivi 300 posti, elevati a 424, di allievo agente del Corpo di polizia penitenziaria, indetto con PDG 19 giugno 2015, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, IV Serie speciale, n. 57 del 28 luglio 2015, a seguito della quale sono stati dichiarati vincitori i candidati collocatisi dal posto n. 1 al posto n. 424 della graduatoria medesima, chiede di sapere se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti e se ritenga o meno indispensabile adottare con urgenza iniziative che autorizzino l'assunzione degli allievi agenti di polizia penitenziaria vincitori delle procedure concorsuali per scorrimento delle graduatorie. Occorre preliminarmente prendere le mosse da un duplice ordine di premesse.

In primo luogo, stante la riduzione complessiva degli organici operata dalla legge 7 agosto 2015, n. 124, cosiddetta legge Madia, e rivista dal decreto legislativo n. 95 del 2017, che aveva rimodulato la dotazione organica complessiva del Corpo, passata da 44.610 unità a 41.202 unità, deve darsi atto che la vacanza del Corpo di polizia penitenziaria, pur essendo significativa, non è di 8 mila unità, bensì di circa 4 mila unità, tanto a rettifica del dato menzionato nell'interrogazione; forse si faceva riferimento ad una carenza del dato globale pre legge Madia. In secondo luogo, rispetto al ruolo di agenti e assistenti, a cui fa riferimento la procedura concorsuale oggetto dell'interrogazione in disamina, allo stato, si riscontra un esubero di 373 unità. In altre parole, le qualifiche a cui si riferiscono le criticità di scopertura differiscono da quella cui si riferisce il concorso richiamato nell'atto di sindacato ispettivo, per la quale, invece, si rileva un esubero che, come tale, non legittima l'adozione di iniziative di tipo legislativo necessarie per procedere ad assunzioni straordinarie mediante scorrimento della graduatoria.

Tanto premesso, però, il potenziamento degli organici della polizia penitenziaria rientra tra le priorità dell'agenda politica di questo Dicastero, nella piena consapevolezza della rilevanza che tale obiettivo riveste nella duplice direzione di garantire maggiore efficienza del circuito penitenziario e standard più elevati di sicurezza all'interno delle carceri, anche a tutela di coloro che vi lavorano quotidianamente.

Con la legge di bilancio per il 2019, quindi, al fine di incrementare l'efficienza degli istituti penitenziari, nonché per le indifferibili necessità di prevenzione e contrasto della diffusione dell'ideologia di matrice terroristica in ambito carcerario, è stata pianificata l'assunzione di 1.300 unità del Corpo di polizia penitenziaria nell'anno 2019 (la legge dice a decorrere da marzo; quindi a decorrere da marzo, mediante scorrimento delle graduatorie vigenti, tra cui in via prioritaria quella citata proprio dall'interrogante, che peraltro vede elevati i posti dagli originari 300 a 424) e di 577 unità nel periodo 2020-2023, con uno stanziamento di maggiori risorse per 71,5 milioni di euro per il triennio 2019-2021. Inoltre, oltre a questo investimento, che partirà da marzo, per le assunzioni in Polizia penitenziaria, quindi con lo scorrimento, è prevista l'immissione in ruolo di 977 allievi vice ispettori, al termine del relativo corso di formazione in itinere, presumibilmente previsto sempre per il mese di marzo.

Quindi, nella medesima direzione, oltre all'espletamento di quattro concorsi pubblici per allievo agente per complessivi 1.438 posti, con assunzione dei vincitori nei mesi di novembre e dicembre 2018, si iscrive la selezione con concorso interno di 977 unità di personale avviate al corso di formazione per la nomina alla qualifica di vice ispettore del Corpo, la cui conclusione è prevista nel mese di marzo 2019, ed il concorso straordinario per titoli a 2.851 posti di vice sovrintendente del Corpo di polizia penitenziaria.

In questo quadro, sfruttando la circostanza che l'amministrazione è autorizzata ad assumere agenti anche in soprannumero, purché nei limiti delle vacanze presenti negli altri ruoli e che, come evidenziato, l'attuale sovrannumero sarà riassorbito con la nomina dei 2.851 vice sovrintendenti e 976 vice ispettori, si provvederà alla rimodulazione organica del ruolo degli agenti assistenti, con decreto del Ministro della giustizia di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze, per garantire la copertura di tutti i ruoli che attualmente presentano carenze, assicurando l'invarianza di spesa.

PRESIDENTE. Il deputato Marco Silvestroni ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente e grazie al sottosegretario Ferraresi per la risposta. Sottosegretario, dopo le ripetute interrogazioni che ho presentato proprio su questa gravissima situazione in cui versano gli agenti di polizia penitenziaria all'interno delle carceri, prendo atto che finalmente il Governo prende atto a sua volta che la sicurezza degli agenti viene prima della sicurezza dei detenuti.

Ma saremo chiaramente soddisfatti quando la polizia in senso generale, ma soprattutto la polizia penitenziaria sarà in grado di lavorare in sicurezza e sarà dotata di strumenti in grado di poter proteggere la propria sicurezza. Noi di Fratelli d'Italia saremo soddisfatti quando si effettuerà una vera decongestione delle strutture penitenziarie e i tanti detenuti extracomunitari potranno scontare la loro pena nel loro Paese, visto che, come sappiamo, in Italia un detenuto su tre è straniero.

Comunque, nel ringraziarla ancora, sottosegretario, credo che, quando non è un partito politico a deludere i cittadini, e non è questo chiaramente il caso, dobbiamo preoccuparci che non sia lo Stato a deludere i cittadini, perché in questo caso le istituzioni difficilmente potranno recuperare la loro credibilità.

Quindi, occorre farsi carico che, dietro a questo concorso pubblico, ci sono tanti ragazzi e ragazze, ci sono famiglie e tante aspettative. Loro, chiaramente, hanno fatto la loro parte, ora il Governo, come lei prima ha appena raccontato, farà la sua parte a partire dal 2019. Su queste procedure concorsuali del 2015, della polizia penitenziaria, ricordo sempre - e quindi le do atto di aver preso conoscenza e aver voluto, comunque, intervenire - che vi sono 300 ragazzi appesi chiaramente a una speranza e come istituzioni avete il dovere di non deluderli perché chiaramente hanno già passato tre anni dell'incertezza più totale.

(Stato di attuazione degli interventi per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale danneggiato dagli eventi sismici del 2009, del 2016 e del 2017 – n. 3-00269)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i Beni e le attività culturali, Gianluca Vacca, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Torto n. 3-00269 (Vedi l'allegato A).

GIANLUCA VACCA, Sottosegretario di Stato per i Beni e le attività culturali. Grazie, Presidente. L'onorevole Torto, nel riassumere le delibere CIPE di assegnazione delle risorse per la realizzazione dei programmi di interventi sui beni danneggiati dai sismi che hanno colpito l'Abruzzo, chiede di conoscere lo stato di attuazione degli interventi e le iniziative che si intendono promuovere per accelerare la fase di ricostruzione.

Ho scelto di rispondere a questa interrogazione per potermi permettere una risposta un po' più lunga e più dettagliata sulla base delle informazioni che mi sono state fornite dal Segretario regionale dell'Abruzzo e premetto che, almeno in parte, replicherò alcune notizie che ho già fornito al riguardo, come la deputata sa, lo scorso mese di dicembre, in risposta ad una interrogazione scritta.

Come è noto, la delibera CIPE n. 135 del 21 dicembre 2012, sulla base di una programmazione predisposta dall'allora Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell'Abruzzo (ora Segretariato regionale), assegna complessivi 70 milioni 500 mila euro per 26 interventi di consolidamento e restauro nel settore dei beni culturali. Di tali interventi soltanto uno riguarda immobili del patrimonio culturale pubblico dello Stato assegnato al Ministero, ossia il Castello cinquecentesco de L'Aquila, mentre gli altri 25 si riferiscono a chiese e oratori appartenenti per lo più ad enti ecclesiastici o transitati talvolta nella proprietà di enti locali.

La delibera riserva 57 dei 70 milioni e mezzo di euro complessivi ad interventi da realizzarsi nel comune de L'Aquila. Successivamente, con delibera CIPE n. 92 del 17 dicembre 2013, sulla base di una proposta di rimodulazione avanzata dalla stessa Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell'Abruzzo, fermo restando l'importo complessivo assegnato di 70 milioni e mezzo di euro, venivano eliminati due interventi previsti a L'Aquila (l'oratorio De Nardi e la chiesa di San Marco - II lotto ) ed inseriti ulteriori 21 interventi afferenti sia al cratere sismico del 2009, che al di fuori di esso, portando quindi a 45 il numero complessivo degli interventi a valere su tale fonte di finanziamento.

La delibera CIPE n. 77 del 6 agosto 2015 per il programma interventi sui beni culturali danneggiati dal sisma, nell'individuare, nel Segretariato regionale per l'Abruzzo, sia il soggetto proponente che attuatore, ha previsto 55 interventi per un importo complessivo di 56 milioni 950 mila euro, di cui 37 milioni 200 mila euro dedotti dalle risorse già assegnate dalla citata delibera CIPE n. 135 per l'edilizia pubblica del comune de L'Aquila e 19 milioni 750 mila euro appositamente assegnati al Segretariato.

Da ultimo, la delibera CIPE n. 112 del 22 dicembre 2017, nell'individuare ancora il Segretariato regionale come stazione appaltante, assegna complessivi 48.923.619,75 euro per la realizzazione di 70 interventi inclusi nel piano annuale 2018, di cui 46.361.619,75 per l'esecuzione di 43 interventi di lavori e 2.562.000 per la progettazione esecutiva di 27 interventi che ne sono privi, al fine di consentirne l'appaltabilità. Contestualmente, dispone che l'1 per cento del costo complessivo del piano annuale, pari a 489.236,20 euro, sia destinato al finanziamento di servizi di natura tecnica e assistenza qualificata.

Poiché l'onorevole Torto chiede lo stato di attuazione degli interventi per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale danneggiato dai sismi del 2009, del 2016 e del 2017, vanno aggiunti alle suddette delibere gli importi disposti direttamente dal Ministero mediante due distinti decreti ad hoc.

Il primo, del 16 ottobre 2016, dispone l'assegnazione al Segretariato regionale per l'Abruzzo di un milione di euro a valere sul capitolo relativo alle “spese per la sicurezza del patrimonio culturale ed interventi conseguenti ad emergenze nazionali”. Tale primo accredito è stato, quindi, integrato, con successivo decreto del 20 dicembre 2016, per un ulteriore importo di 1.100.000 euro, portando, quindi, l'importo complessivo stanziato dal Ministero al Segretariato regionale ad un totale di 2.100.000 euro. In entrambi i decreti si specifica nelle premesse come l'importo sia finalizzato a far fronte “alla copertura finanziaria degli interventi urgenti che questa Amministrazione dovrà sostenere per mettere in sicurezza il patrimonio culturale danneggiato e per avviarne il recupero, compreso il costo relativo allo spostamento dei beni mobili, acquisto di attrezzature, allestimento e funzionamento dei laboratori di restauro”.

Sempre per il sisma 2016-2017 sono state, quindi, assegnate delle ulteriori risorse dal Dipartimento della protezione civile.

Per un'agevole visione complessiva dell'intera situazione ho già consegnato all'onorevole Torto, nella precedente interrogazione scritta, le due tabelle redatte dal Segretariato regionale riportanti il monitoraggio finanziario e fisico di tutte queste risorse, aggiornato, rispettivamente, al 30 novembre 2018 e al 16 novembre 2018.

Le principali motivazioni del rallentamento nell'esecuzione degli interventi sono le seguenti. L'articolo 11, comma 11-bis, della legge n. 125 del 2015, di conversione del decreto-legge n. 78 del 2015, ha previsto, a partire dal 15 agosto 2015, l'applicabilità del regime dei lavori pubblici per i lavori di riparazione e ricostruzione di chiese o edifici di culto appartenenti al patrimonio culturale finanziati con risorse pubbliche, attribuendo la funzione di stazione appaltante ai competenti uffici territoriali del Ministero.

Di fatto, in Abruzzo tale funzione è stata svolta e continua a essere svolta dal Segretariato. Non pochi dubbi interpretativi sono sorti intorno alla possibilità, prevista nel medesimo dettato normativo, di poter acquisire progetti, anche con diversi livelli di definizione, già redatti e depositati alla suddetta data, commissionati da soggetti non pubblici (curie, consorzi di ricostruzione, parroci) tanto da richiedere anche un parere della locale Avvocatura distrettuale dello Stato de L'Aquila, che si è in effetti espressa nel febbraio 2016.

Il codice dei contratti pubblici (decreto legislativo n. 50 del 2016), contrariamente alla previgente normativa in base alla quale per procedere all'appalto e all'esecuzione dell'opera sugli interventi sui beni culturali era ritenuto sufficiente il livello definitivo della progettazione, ha imposto, per poter procedere, il livello progettuale esecutivo.

Il dover procedere all'adeguamento di numerosi progetti, al fine di renderli esecutivi, ha determinato un inevitabile prolungamento dei tempi anche per la necessità di dover acquisire sugli stessi le nuove autorizzazioni di legge indispensabili per la verifica, la validazione e l'appaltabilità dell'opera.

Inoltre, la legge regionale n. 8 del 4 marzo 2016, nel modificare la legge n. 28 dell'11 agosto 2011, ha cambiato le prescrizioni in materia di riduzione del rischio sismico e le modalità di vigilanza e controllo sulle opere e costruzioni in zone classificate 1 e 2 nella mappa del rischio sismico regionale, ovvero in quasi tutta la regione Abruzzo. Con tale ultima modifica e diversamente dal regime previgente gli interventi sul patrimonio edilizio esistente non possono essere realizzati senza autorizzazione sismica rilasciata dai competenti uffici regionali, e quindi dal Genio Civile.

Gli eventi sismici purtroppo susseguitisi a breve distanza di tempo nella regione Abruzzo hanno indotto un graduale e progressivo accumularsi di programmazioni e di interventi, anche di somma urgenza, i quali ormai, com'è possibile dedurre anche dalle tabelle riportate, sfiorano il numero di 200. Tutto questo, tuttavia, senza che a tale previsione abbia fatto seguito un proporzionale incremento di risorse umane del Segretariato regionale, che anzi, anche in conseguenza di massicci recenti pensionamenti, presenta una percentuale di copertura per l'Area III pari oggi a meno del 39 per cento e dove, a fronte di 18 unità previste nella ripartizione delle dotazioni organiche, ne sono presenti solo sette, con grave carenza soprattutto di architetti e di funzionari amministrativi in grado di pianificare e seguire adeguatamente le gare. Svariati interpelli richiesti ed emanati nel tempo, anche di recente, dalla Direzione generale Organizzazione non hanno avuto esito. Questo ha comportato la necessità di rivolgersi per gli incarichi di responsabile unico del procedimento (RUP) e di direttore dei lavori anche al personale delle due soprintendenze territoriali, L'Aquila e Abruzzo, già gravati da concomitanti e delicati impegni afferenti alla tutela del patrimonio culturale.

Si è pertanto concordato, di volta in volta, con le due dirigenti delle soprintendenze territoriali, gli incarichi attribuibili ai propri funzionari, cercando, per quanto possibile, di contemperare le esigenze dei rispettivi uffici.

Peraltro, la recente immissione di nuove unità di personale presso le medesime soprintendenze, a seguito dei recenti concorsi, non può coprire tutti gli incarichi vacanti, atteso che le Linee guida n. 3 emanate dall'ANAC richiedono espressamente, per il ruolo di responsabile unico del procedimento, una ben precisa anzianità di servizio, variabile dai due ai tre ai cinque anni, a seconda del titolo di studio conseguito; anzianità che, con tutta evidenza, non è in possesso dei neo assunti, i quali possono, al limite, rivestire il ruolo di direttore dei lavori e/o progettisti.

A fronte di una programmazione complessiva sui due sismi 2009 e 2016-2017, come detto, di quasi 200 interventi, con contestuali risorse finanziarie stanziate che si avvicinano ai 200 milioni di euro, il personale in possesso dei requisiti per poter svolgere il ruolo di responsabile unico del procedimento è ampiamente insufficiente, con casi di funzionari che svolgono tale funzione su una ventina di cantieri.

Da subito il Governo in carica ha individuato le evidenti criticità che ho appena elencato, ed è per questo che sono state adottate delle precise scelte già da subito. Non a caso, è stata individuata una specifica delega sulla ricostruzione dei beni culturali, che mi è stata affidata con lo scopo di avere un referente politico specifico sul tema. Di conseguenza, sono state promosse da subito una serie di iniziative con l'obiettivo di migliorare e accelerare la fase di attuazione della ricostruzione dei beni danneggiati dal sisma.

Inoltre, vorrei sottolineare che, per far fronte a una carenza di personale qualificato che acceleri le procedure di ricostruzione dei beni culturali danneggiati dagli eventi sismici, gli uffici del Ministero stanno predisponendo, in attesa del piano di reclutamento che sta per partire e che vedrà l'assunzione al Ministero di migliaia di persone, gli atti ministeriali per dare attuazione alla delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica n. 112 del 22 dicembre 2017, prima richiamata, che ha disposto l'assegnazione dell'importo di 489 mila euro e rotti quale finanziamento dei servizi di natura tecnica e assistenza qualificata dedicato all'esigenza rappresentata dal Mibact, al fine di assicurare la continuità delle attività di ricostruzione, di accelerare il processo di ricostruzione pubblica e di assicurare l'efficacia dell'azione di realizzazione degli interventi nel settore “Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale”. Risorse, quindi, che saranno assegnate al Mibact per le esigenze delle relative strutture territoriali.

A ciò si aggiunge un ulteriore intervento del Governo nella legge di bilancio 2019, che prevede, all'articolo 1, comma 619, l'autorizzazione alla spesa di 600 mila euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020 per il rafforzamento delle attività di conservazione e per la realizzazione di progetti sperimentali relativi a iniziative in materia di sicurezza del patrimonio culturale nelle aree colpite dagli eventi sismici avviatisi il 24 agosto 2016.

Inoltre, sono in corso ulteriori valutazioni per migliorare l'intera fase di ricostruzione.

In particolare, per quanto riguarda i RUP, stiamo adottando il regolamento attuativo dell'articolo 113 del codice dei contratti pubblici, concernente gli incentivi alle funzioni tecniche. L'attuazione di questo regolamento fornirà un importante impulso alla ricerca e alla valorizzazione di figure professionali presenti nell'amministrazione che spesso, in considerazione delle responsabilità connesse all'incarico, non partecipano agli interpelli, generando un disallineamento tra il numero di RUP e i cantieri aperti.

Spero, quindi, le sia chiaro, onorevole Torto, il grande sforzo, sia in termini tecnici che organizzativi, che gli uffici del Ministero sul territorio stanno sostenendo per conseguire quel risultato che lei nel suo atto parlamentare auspica e noi, nella quotidiana attività d'ufficio e a livello centrale come autorità politica e di Governo centrale, perseguiamo.

PRESIDENTE. La deputata Torto ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

DANIELA TORTO (M5S). Grazie, Presidente. Sottosegretario, innanzitutto la ringrazio per la dettagliata risposta. Mi ritengo particolarmente soddisfatta per il quadro generale da lei evidenziato questa mattina.

Riconosco l'impegno di questo Governo e del Ministero dei beni culturali nella volontà di potenziare la macchina amministrativa attraverso l'incremento delle risorse umane, con il fine di gestire in maniera più veloce e qualificata le programmazioni e i servizi di natura tecnica e di assistenza. Inoltre, alla luce di ciò che è emerso in seguito a un mio precedente atto di sindacato ispettivo riguardante, in particolare, i ritardi sullo stato di attuazione degli interventi sulla chiesa di Sant'Urbano a Bucchianico e sulla chiesa di San Francesco a Chieti, voglio sottolineare che il Ministero dei beni culturali sta effettivamente lavorando e adoperandosi in maniera positiva al fine di ridurre le molteplici criticità ereditate dai precedenti Governi. Seppure in una situazione difficile di carenza di personale tecnico, che lei ha ben illustrato, sono sicura che questo Governo stia procedendo in maniera efficace. Difatti, non è affatto trascurabile l'effetto positivo che sarà generato dall'implementazione di diverse unità di personale nelle strutture regionali del MiBAC e che sicuramente contribuirà a velocizzare le attività di ricostruzione e il ripristino dei beni culturali e delle chiese danneggiate dagli eventi sismici.

Vengo allora a conclusione, signor sottosegretario. Non mancherò di proseguire nella mia attività istituzionale al fine di contribuire a raggiungere risultati concreti nella convinzione che soprattutto le chiese dei nostri piccoli comuni, e, quindi, del nostro territorio, rappresentano il centro culturale ma anche il centro sociale e identitario delle nostre comunità. Detto questo io la ringrazio di nuovo per l'illustrazione data e mi auguro che prosegua il costante dialogo e la proficua sinergia tra il Governo e questo Parlamento.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Saluto gli studenti e gli insegnanti dell'istituto di istruzione di secondo grado “Gandhi” di Merano, che sono venuti a trovarci e a seguire queste fase delle interrogazioni che caratterizza i nostri lavori (Applausi).

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 14.

La seduta, sospesa alle 11,35, è ripresa alle 14.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Cavandoli e Maniero sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente ottantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 14,20.

La seduta, sospesa alle 14,02, è ripresa alle 14,20.

Seguito della discussione della mozione Molinari, D'Uva, Gadda, Nevi, Luca De Carlo, Muroni ed altri n. 1-00124 concernente iniziative volte a vietare l'utilizzo dei pesticidi e dei diserbanti nelle produzioni agricole, favorendone lo sviluppo con metodo biologico.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della mozione Molinari, D'Uva, Gadda, Nevi, Luca De Carlo, Muroni ed altri n. 1-00124 (Nuova formulazione) concernente iniziative volte a vietare l'utilizzo dei pesticidi e dei diserbanti nelle produzioni agricole, favorendone lo sviluppo con metodo biologico (Vedi l'allegato A).

Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 28 gennaio 2019, è stata presentata la mozione Molinari, D'Uva, Gadda, Nevi, Luca De Carlo, Muroni ed altri n. 1-00124, e contestualmente sono state ritirate le mozioni Muroni ed altri n. 1-00100, Luca De Carlo ed altri n. 1-00109, Molinari, D'Uva ed altri n. 1-00110, Nevi ed altri n. 1-00111 e Gadda ed altri n. 1-00112.

Avverto altresì che, in data 25 febbraio 2019, è stata presentata una nuova formulazione della medesima mozione n. 1-00124, che è già stata iscritta all'ordine del giorno.

(Intervento e parere del Governo)

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire, esprimendo altresì il parere sulla mozione all'ordine del giorno.

ALESSANDRA PESCE, Sottosegretaria di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Esprimo il parere favorevole del Governo sulla mozione presentata, e vorrei anche ringraziare le forze politiche per aver presentato una mozione unitaria, con una visione di insieme e strategica sul settore.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Rossella Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Presidente,…

PRESIDENTE. Scusi, collega. Prego.

ROSSELLA MURONI (LEU). Presidente, per il suo tramite vorrei ringraziare la sottosegretaria Pesce per le parole dette, e per lo sforzo anche che ha accompagnato in queste settimane i colleghi di tutti i gruppi politici, con cui ci siamo confrontati per arrivare ad una mozione unitaria. Penso che sia una mozione importante sicuramente per i contenuti, ma anche per il metodo che abbiamo utilizzato. Guardi, Presidente, è una mozione in cui naturalmente, nelle premesse soprattutto, si sente il sapore anche della mediazione politica, del confronto: ci sono dei passaggi che rimangono diversificati; ma è innanzitutto una mozione a difesa dell'agricoltura italiana, che è la cosa che ci stava più a cuore credo a tutti, indipendentemente dall'appartenenza di gruppo.

Ecco, io credo che questa sia una mozione importante, perché introduce dei principi fondamentali per l'agricoltura italiana: innanzitutto prospetta una visione, che è quella della sostenibilità in agricoltura, e lo fa parlando di un tema controverso, che è quello dei pesticidi. Ed introduce appunto delle novità importanti: più controlli sui pesticidi, anche per verificare che vengano usati correttamente, quindi in difesa della salute degli agricoltori; maggiori controlli sui prodotti agroalimentari importati dai Paesi terzi che vengono trattati con il glifosato; promuovere un monitoraggio uniforme a livello nazionale sulla contaminazione da fitofarmaci nelle acque e piani di tutela delle acque in ogni regione. Sono alcuni degli impegni chiesti all'Esecutivo dalla mozione bipartisan che andiamo oggi a votare, per andare nella direzione di un'agricoltura sostenibile, che faccia sempre meno uso di pesticidi, che è uno dei livelli di intervento necessario per difendere gli agricoltori italiani e il made in Italy.

Il Governo con questa mozione dovrà mettere in campo anche iniziative per arrivare ad un utilizzo più responsabile dei fitofarmaci, e per favorire e rafforzare l'utilizzo di pratiche sostenibili e amiche del clima: introduciamo un elemento fortemente ambientale, legato alla lotta al mutamento climatico, che, come stiamo registrando anche in questi giorni, ha forme sempre più estreme nel nostro Paese. E poi la centralità dell'agricoltura biologica, che viene vista come una direzione di marcia importante: non una contrapposizione tra metodi diversi, quindi, ma sicuramente un'evoluzione necessaria in cui accompagnare l'agricoltura e gli agricoltori italiani.

Il miglior modo per ridurre l'inquinamento da pesticidi e diserbanti, insieme alle conseguenze che ha sulla salute, è infatti ridurre progressivamente l'uso di queste sostanze: un indirizzo a favore dell'agroecologia che dovrà caratterizzare anche la nuova politica agricola comune. E quindi in questa mozione c'è un riferimento importante a come noi vogliamo stare in Europa su questi temi, e a come vogliamo utilizzare i fondi comunitari.

Altro impegno qualificante previsto per il Governo dalla mozione, è quello di assumere iniziative normative nell'ambito della revisione del Piano d'azione nazionale sull'uso sostenibile dei fitofarmaci, per introdurre l'obbligo di avviso ai residenti prima di ogni trattamento chimico ed una distanza minima di sicurezza tesa ad evitare il rischio di contaminazione chimica di colture bio, abitazioni e spazi pubblici. E questo, Presidente, sottosegretario, era tra le richieste più importanti che ci venivano dalle comunità locali: noi vorremmo evitare che la contrapposizione tra produzione economica e salute dei cittadini si ripercuota e si verifichi anche in quest'ambito; invece l'agricoltura può rappresentare un nuovo modo di trattare il territorio e di dare cittadinanza alle comunità locali.

Per la prima volta poi si cita in un atto parlamentare il problema del multiresiduo, un problema annoso che chi si occupa di questi temi conosce bene e che la legislazione italiana ancora non affronta, e della valutazione degli effetti sinergici derivanti dalla contemporanea presenza di più principi attivi in uno stesso alimento, anche se ognuno in concentrazioni entro i limiti di legge. Uno stimolo a rivedere regole normative sui limiti consentiti alla presenza di residui chimici sui cibi, di cui c'è grande bisogno, come testimonia anche un recente report dell'associazione Legambiente.

L'Esecutivo dovrà inoltre favorire la ricerca sui sistemi produttivi sostenibili e sui prodotti fitosanitari di origine naturale. Quello della ricerca e della promozione di una nuova cultura è uno dei nodi su cui ci siamo trovati davvero d'accordo come forze politiche, perché la ricerca ci fa uscire dalle opinioni, ed invece ci aiuta a procedere grazie alla scienza su una via tracciata che è razionale, è sostenibile, e sicuramente tiene conto anche del livello economico ed occupazionale.

L'Esecutivo si dovrà impegnare a livello europeo per promuovere il modello italiano come riferimento, anche rispetto ai controlli di qualità. È sollecitata anche un'azione per arrivare ad un divieto definitivo nell'Unione per l'uso di neonicotinoidi, i pesticidi sistemici che fanno male alle api e quindi all'impollinazione, che è uno dei temi all'ordine del giorno nell'Unione europea.

PRESIDENTE. Scusi, collega. Colleghi! Prego.

ROSSELLA MURONI (LEU). Ancora le api non appassionano i miei colleghi, ma io spero che invece presto riuscirò a dimostrare che è un tema importante, perché riguarda la salute dei cittadini e la possibilità di continuare ad essere un Paese produttivo e all'avanguardia nel made in Italy e nella produzione agroalimentare.

All'ordine del giorno della Camera era originariamente - lo sappiamo - una mozione a mia prima firma, per un'agricoltura pesticidi free e capace di difendere la qualità dei prodotti italiani, l'ambiente, la salute dei consumatori ed il futuro dei nostri agricoltori. Io sono soddisfatta, perché, anche se naturalmente ognuno di noi ha ritirato la propria mozione, quindi ha ceduto un pezzo dei propri argomenti, credo che le motivazioni che mi hanno spinto a scrivere questa mozione, che mi è stata sollecitata e su cui sono stata aiutata da un grande network di associazioni che si chiama “Cambia la terra”, e dal gruppo che promuove una petizione online che ha raccolto 40 mila firme, proprio per liberare l'agricoltura dai pesticidi; ecco, io credo che quei principi rimangano nella mozione unitaria, che la mozione unitaria abbia degli impegni importanti per questo Governo. Credo quindi sia mio compito, oltre che mio piacere, ringraziare i colleghi che si sono resi disponibili a collaborare e a confrontarsi, il collega Liuni in particolare; e credo questa sia la dimostrazione che, anche in questa legislatura, si potrebbe giungere a dei provvedimenti…In questo caso naturalmente mi rendo conto che è una mozione, non è un disegno di legge o un decreto-legge; ma credo che, se noi avessimo più volte la disponibilità, e il Governo si mettesse nella condizione di ascoltare e di capire le motivazioni che vengono date quando si chiede di cambiare dei provvedimenti, ecco, credo noi ci troveremmo più spesso nelle condizioni di votare una cosa che soddisfa tutti e che mette al centro l'interesse dei cittadini, che, in questi casi, sono sia gli agricoltori che le comunità locali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Colleghi, però questo brusio non è accettabile. Colleghi…

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luca De Carlo. Ne ha facoltà.

LUCA DE CARLO (FDI). Grazie, Presidente. Grazie, colleghi. Mi unisco anch'io ai ringraziamenti della collega Muroni perché la mozione unitaria è, secondo me, frutto di sintesi, frutto di un ottimo lavoro, coordinato anche dal collega Liuni, di un'istanza di tutela della salute che ci viene dal territorio ma anche dell'istanza che ci viene dal mondo agricolo, dai produttori agricoli che ovviamente cercano il giusto equilibrio tra la tutela ambientale e la tutela dei propri interessi che poi sono gli interessi della nostra comunità nazionale che ha nell'agricoltura il suo settore primario non solo nel nome ma assolutamente anche nell'interesse.

Infatti, dobbiamo dare al tema dei fitosanitari la giusta importanza anche alla luce delle preoccupazioni dei cittadini che chiedono alla politica di tutelare la salute: la raccolta di firme sul glifosate - oltre un milione - ne è la prova.

Deve essere anche l'occasione di fornire un'informazione seria e basata su riscontri scientifici e non sull'onda emozionale di un momento. Sui pesticidi, infatti, non dobbiamo certo abbassare la guardia, ma il primato italiano nella sicurezza alimentare non deve essere messo in dubbio o in discussione da allarmismi infondati.

Anche il rapporto diffuso da Legambiente non mette in alcun modo in discussione il nostro primato italiano a livello non solo europeo ma internazionale in materia di sicurezza alimentare. Il dato più interessante che emerge è costituito, infatti, dalle percentuali più alte di contaminazione riscontrate sui prodotti agricoli importati. Se l'anno scorso il primato era del thè verde di origine cinese, quest'anno il record spetta al peperone di provenienza cinese con 25 residui; seguito dal pepe vietnamita con 12 residui e da una pomacea prodotta in Colombia con 15 residui.

Siamo ben lontani dai dati più che rassicuranti sui prodotti agricoli italiani diffusi dal Ministero dalla Salute lo scorso anno, unico ente ufficiale accreditato in grado di confermare con certezza la salubrità di un alimento, secondo il quale si riscontra il 99,2 per cento dei prodotti agricoli regolari rispetto alla presenza di residui di antiparassitari su un'analisi relativa a oltre 11.000 campioni (ortofrutta, cereali, olivo e vino).

L'Italia dimostra l'elevata professionalità delle imprese agricole italiane nell'impiego dei prodotti fitosanitari, indice anche di un livello di sostenibilità ambientale dovuto all'ampio ricorso alla difesa integrata e all'agricoltura biologica e biodinamica.

La distribuzione di fitofarmaci classificati come molto tossici e tossici, ad esempio, è diminuita, nel periodo 2003-2017, del 43 per cento - questi sono dati Istat - mentre il totale complessivo dei prodotti fitosanitari si è ridotto addirittura del 26 per cento.

È, in ogni caso, importante sottolineare che, anche quando il campionamento registra un superamento del limite di residuo consentito, ciò non comporta problemi per la salute per il consumatore, poiché la quantità di residuo ammessa dalla legge è anche cento volte inferiore alla soglia stabilita dall'Organizzazione mondiale della sanità e dalla FAO. Si tratta, in sostanza, di un limite legale ma non tossicologico.

Però, ripeto, non dobbiamo abbassare la guardia. L'obiettivo deve essere, quindi, quello di aumentare il numero dei campionamenti effettuati dal Ministero della Salute e dai laboratori accreditati estendendo e rafforzando ulteriormente la rete di monitoraggio soprattutto all'importazione, supportandola con adeguate risorse umane e finanziarie, mantenendo alta l'attenzione sul problema dei residui ma anche evitare inutili allarmismi che non siano fondati su evidenze scientificamente dimostrate.

Sono necessari, inoltre, più controlli sul campo e un inasprimento forte delle sanzioni a chi avvelena la terra. Certo sì, sarebbe stato tutto molto più facile se non avessimo - avessero - smembrato il Corpo forestale dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) in nome di un risparmio che non si è visto e con il risultato di aver perso l'unico corpo preposto alla prevenzione.

È decisamente preferibile poi acquistare prodotti agricoli italiani rispetto a quelli esteri, sicuri di avere un alimento ultra-controllato e di qualità, considerato oltretutto che molti prodotti fitosanitari altamente tossici sono vietati in Italia da anni, mentre continuano ad essere consentiti nei Paesi extra-UE.

Un altro aspetto su cui occorre avviare un'iniziativa concreta a breve - che sempre passa invece purtroppo in secondo piano se non addirittura sottovalutato - è l'investimento nella ricerca perché non si possono escludere dal mercato sostanze attive senza individuare alternative percorribili per le imprese agricole, creando vuoti nella difesa fitosanitaria e lasciare così le colture esposte ad avversità e parassiti con danni economici rilevanti. L'obiettivo è sostituire progressivamente le sostanze attive e di sintesi chimica per quanto possibile con sostanze attive di origine naturale.

A tal fine, sollecitiamo il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e il Ministero dell'Ambiente, della tutela del territorio e del mare perché finanzino un programma di ricerca di lungo periodo che consenta di avere i dati sperimentali necessari perché le società produttrici di prodotti fitosanitari abbiano interesse a registrare le nuove molecole.

Sarebbe questa un'istanza da far presente anche a livello europeo perché, ad esempio, una parte delle risorse comunitarie destinate alla ricerca in agricoltura siano finalizzate solo ed esclusivamente a tale obiettivo.

Il tema dell'impiego dei prodotti fitosanitari, inoltre, deve essere affrontato con un approccio multilaterale ed internazionale al di fuori dei confini della stessa UE nell'ambito delle norme del Codex alimentarius, perché non ha alcun senso vietare l'uso di alcune sostanze attive ad elevata tossicità nel mercato europeo e poi consentire che i prodotti importati arrivino al consumatore con residui di prodotti fitosanitari cancerogeni o mutageni perché autorizzati nei Paesi extra-UE.

Studi comparativi sui prodotti fitosanitari utilizzati nella UE e in Canada in occasione dell'accordo CETA hanno evidenziato la differenza: numerose sostanze attive ad elevata tossicità vietate da tempo in Europa sono ancora autorizzate in Canada. Se una sostanza attiva è cancerogena deve essere eliminata dal mercato mondiale e non soltanto in un'area commerciale.

La tutela della salute umana e dell'ambiente ha un valore universale, mentre la disparità delle diverse legislazioni in materia di prodotti fitosanitari sta soltanto creando gap concorrenziali tra imprese agricole localizzate in diversi Paesi, ma anche esponendo il consumatore ad un rischio incontrollato e soprattutto inconsapevole.

In conclusione, è opinione condivisa che occorre perfezionare la legislazione che disciplina l'autorizzazione all'immissione in commercio dei prodotti fitosanitari e il loro impiego; meno che tale obiettivo non possa essere perseguito contrapponendo l'agricoltura biologica alla produzione integrata, in quanto la stessa normativa prevede che si debbano, ove possibile, privilegiare tecniche che garantiscono minor impatto ambientale, quindi quelle biologiche.

Va tenuto anche conto che la PAC oggi è oggettivamente tutta orientata ad un modello di sostenibilità molto avanzato che ha consentito, oltre tutto, all'Italia di avere residui di tali prodotti sugli alimenti più bassi del mondo.

Per tutte le ragioni che ho esposto annuncio il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Spena. Ne ha facoltà.

MARIA SPENA (FI). Grazie, Presidente. Sul tema degli agrofarmaci si è raggiunta un'intesa tra tutte le forze per presentare una mozione unitaria perché testimonianza di una direzione comune verso il benessere dei cittadini e la tutela del nostro ambiente.

È un segnale importante perché sul tema occorre distendere gli animi rifiutando una contrapposizione ideologica tra agricoltura biologica e agricoltura convenzionale ed integrata che, ad oggi, rappresentano l'80 per cento del comparto agricolo.

Questa contrapposizione farebbe male alla nostra economia: a tutela dell'interesse nazionale dobbiamo cercare di esportare la nostra agricoltura che primeggia per qualità, salubrità e rispetto dell'ambiente.

L'agricoltura italiana è la più green d'Europa non soltanto grazie al maggior numero di certificazioni a livello comunitario per prodotti a denominazione DOP e IGP, ma anche in termini di biodiversità.

L'Italia è al vertice mondiale della sicurezza alimentare con il minor numero di prodotti alimentari con residui chimici irregolari. È un'immagine dell'eccellenza del prodotto italiano nel mondo che è associato anche a fattori climatici e ambientali favorevoli, visto il clima della nostra posizione geografica.

Per questo in Italia l'uso di agrofarmaci è già meno necessario che altrove e pensiamo a tutto il grano duro che serve per i nostri pastifici. Sappiamo che tutto il mondo mangia pasta e la pasta per eccellenza è quella italiana. Noi non produciamo grano a sufficienza, dobbiamo importarlo anche da altri Paesi come, ad esempio, il Canada: un Paese dove non c'è il sole d'Italia e occorre irrorare i campi di glifosate proprio per accelerarne la maturazione, cosa che per fortuna qui non serve. In tal senso, la mozione serve anche a riesaminare gli studi disponibili sui rischi del glifosate e delle formulazioni a base di tale erbicida.

Dunque, il biologico in questo senso va benissimo per la qualità e genuinità del nostro cibo, ma non per questo possiamo nasconderne la realtà. Sappiamo che il biologico ha una resa molto bassa: per portare solo prodotti bio sulle nostre tavole avremmo bisogno del doppio delle terre da coltivare o comunque l'uso del suolo sarebbe enormemente maggiore.

Il biologico da solo non basta, e non può che rimanere un prodotto di nicchia e di eccellenza, quindi con i suoi alti costi, che non tutti ad oggi si possono permettere, e che non farebbe bene ad un'economia come quella italiana, che già dipende per importazione di beni esteri per il fabbisogno alimentare. Dobbiamo ulteriormente investire sulla tutela del made in Italy e delle nostre eccellenze, delle nostre denominazioni di origine controllata, delle nostre indicazioni geografiche protette, puntando su etichettatura e tracciabilità, perché altrimenti tutto rischia di risultare vano, se ci sono dei prodotti frutto di importazione. Lo vediamo in questi giorni in Sardegna per la crisi ovicaprina, dove ci troviamo agnelli di Sardegna IGP allevati e macellati in Inghilterra e pecorino romano DOP confezionato con latte rumeno, mentre i pastori sardi giustamente lottano perché il loro latte viene pagato sempre meno. In genere, dobbiamo dire che tutta la produzione agricola primaria soffre di margini di guadagno sempre più risicati, il prezzo oggi riconosciuto ai prodotti dell'agricoltura viene spinto sempre più al ribasso, ormai da troppo tempo. È in crisi il settore agrumicolo, per non parlare poi dei pomodori e del prezzo del grano, che è crollato. Questo non può essere più tollerato, perché le nostre campagne hanno bisogno, prima di tutto, di lavoro, di braccia e di teste, non di campi deserti e giovani che cercano occupazioni più redditizie altrove (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Al riguardo dobbiamo anche tenere a mente che su tutto ciò che viene dall'estero, sia biologico che no, i controlli, seppur rigorosi, non sempre riescono a stabilire come e in che grado le derrate sono state prodotte con l'utilizzo di agro-farmaci, e di quali, tra questi. Se la normativa europea è la più rigorosa al mondo e garantisce una tutela sull'uso degli agro-farmaci, lo stesso non si può dire per i Paesi come la Cina, terzo esportatore mondiale di agro-alimentare. Non possiamo quindi pensare di rallentare ulteriormente la nostra agricoltura e fare un passo indietro di almeno cinquant'anni nelle tecniche di produzione per conseguire un minor raccolto. La strada c'è, la strada più naturale da seguire è proprio quella dell'innovazione e della ricerca sull'agricoltura. L'alternativa è già in campo, ed è quella dell'agricoltura integrata, degli imprenditori che innovano, che investono, che mirano a qualità sostenibile e a tecniche rispettose dell'ambiente e della salute.

Tutto questo richiama sicuramente la necessità di un utilizzo più responsabile e consapevole degli agro-farmaci, soprattutto maggiori controlli sul commercio, in primis quello online, affinché queste sostanze non siano disponibili nelle mani di chiunque ma di uso esclusivo di chi è formato e autorizzato. Insieme occorre affrettarsi anche per rendere omogenea tra le varie regioni la situazione dei controlli sulle nostre acque, con l'individuazione delle zone vulnerabili e la definizione di buone pratiche in agricoltura per limitare l'inquinamento delle nostre acque. Queste esigenze sono tutte quante ben espresse in una mozione che cerca di essere la più completa possibile. Mi pare, quindi, il caso di cogliere positivamente l'intento finalmente comune di tutto quanto l'arco parlamentare per una ricerca e una sintesi utile alla nostra agricoltura che va al di là degli schieramenti, e che, soprattutto, va oltre la voglia di decrescita. Per questo, il nostro sarà un parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Antonella Incerti. Ne ha facoltà.

ANTONELLA INCERTI (PD). Signora Presidente, per suo tramite voglio ringraziare anche, per la sua presenza, la sottosegretaria Pesce, quindi il Governo. È con una certa soddisfazione - credo - che oggi in Aula votiamo una mozione unitaria - come hanno ricordato i colleghi che mi hanno preceduto - che è il frutto di un equilibrio di diverse visioni, ma un equilibrio ricercato, dove ognuno ha messo la sua parte e tolte delle altre, che ha tenuto conto di ciò che è emerso dalla discussione e dal dialogo e dal confronto di tutti i gruppi parlamentari. Una mozione unitaria che giunge, tra l'altro, a pochi mesi dall'approvazione, sempre unanime, di quest'Aula, della legge sull'agricoltura biologica.

Ciò a dimostrazione di un interesse di questo Parlamento per l'agricoltura, la nostra agricoltura italiana, che, certo, come hanno ricordato tutti, è un comparto di straordinaria importanza per il nostro Paese, davvero un'eccellenza per la qualità dei prodotti che produce, per la varietà dei prodotti che sa offrire al mercato e soprattutto ai consumatori. Nello stesso tempo, rimarca l'altrettanta consapevolezza che sull'agricoltura oggi si scaricano tensioni globali, problematiche di ampio respiro. Penso naturalmente alla rilevanza dei cambiamenti climatici, alle ricadute che incombono sulla nostra agricoltura, soprattutto sui nostri agricoltori: siccità, alluvioni, ma più in generale il tema del dissesto idro-geologico, importante per un settore in sviluppo come l'agricoltura. Allora, con questa mozione si è provato a fare un passo avanti, inserendo alcune regole che in qualche modo vogliono accettare la sfida di un nuovo modello di sviluppo agricolo e che vadano nella direzione di tenere insieme lo sviluppo della nostra agricoltura ma anche la tutela ambientale, così come la salute e la sicurezza alimentare. Un modello, quindi, che proponiamo nella mozione, più equilibrato rispetto all'uso dei fitofarmaci, perché così davvero si può difendere la nostra agricoltura e dargli valore.

Ci muoviamo in un quadro normativo europeo che, voglio ricordare, è molto cautelativo. Lo dico anche per dare sicurezza ai consumatori, perché la nostra Europa difende e controlla i prodotti che vengono dai Paesi extraeuropei, ce lo dice la direttiva 2009/128/CE, che ha istituito un quadro sostenibile e di progressiva riduzione dell'uso dei fitofarmaci. Un dibattito che in Europa continua e si fa anche molto serrato, penso all'uso del glifosato e alla risoluzione, di poche settimane fa, che ha individuato in Europa nuove priorità, secondo un principio di trasparenza e tutela dell'ambiente, chiedendo un cambio d'approccio - che è anche l'anima e il tema di questa mozione - e una nuova valutazione delle autorizzazioni concesse. Ed è vero che in questo contesto sta crescendo la consapevolezza dei nostri agricoltori, come qualcuno ha ricordato, registrando una progressiva diminuzione dell'uso dei fitofarmaci. Tuttavia - ed è questo anche il passo in avanti che si propone questa mozione - è vero che noi continuiamo ad usare ancora molti fitofarmaci. Ce lo dicono i dati sugli inquinanti, sul consumo dei principi attivi, sulle risorse spese dall'agricoltura per acquistare questi fitofarmaci (quasi 1 miliardo di euro), che sono costi che diventano nel tempo costi ambientali e costi sanitari, come ci ricorda anche l'Organizzazione mondiale della sanità, quindi con ricadute sociali molto forti. Aggiungo, come è già stato ricordato anche in discussione generale, che pur in questo ambito i fondi PAC al 97 per cento guardano in modo non ancora così sufficiente ai nuovi processi di maggiore sostenibilità, quelli ottenuti con l'agricoltura biologica, mentre sappiamo che sempre più la sensibilità del consumatore si dirige e si rivolge a prodotti che sappiano coniugare qualità, sicurezza e attenzione alla salvaguardia dell'ambiente. E nonostante una legislazione nazionale attenta all'autorizzazione dell'impiego di fitofarmaci, che ne consiglia un uso limitato, strettamente necessario, mettendo in campo anche azioni di controllo, è vero - è quello che rimarca questa stessa mozione chiedendo un passo avanti - che continuiamo ad avere residui in alcuni alimenti. Molti sono anche provenienti da Paesi extraeuropei, è vero, ma anche nostri, come frutta e verdura, perché sappiamo che continuiamo a prendere in esame solo il singolo residuo attivo non tenendo conto del multi-residuo, cioè quello che segna una ricaduta anche sulla qualità delle nostre acque, come tra l'altro si evince da dati ufficiali come quelli Ispra del 2016. Voglio ricordare che sono stati trovati ancora, sia in acque superficiali che sotterranee, presenze piuttosto cospicue di fitofarmaci.

Tra l'altro, abbiamo una copertura di questo controllo non ancora sufficiente, ci sono parti intere del Paese che ancora non hanno e non ci danno le informazioni corrette, così come una campagna di sensibilizzazione, che è quello che chiede anche questa mozione, deve essere messa in campo, così come questa mozione rimarca alcuni passaggi ancora da fare, ad esempio la trasmissione alle regioni delle informazioni sull'ecotossicità, le norme che vietano la vendita on line di questi prodotti. Manca l'attuazione di un atto integrativo relativo, ad esempio, all'agricoltura biologica e agli obiettivi per aumentarne la superficie, così come ancora troppe deroghe sono diventate prassi ordinaria.

Ecco, allora, noi vogliamo, con questa mozione, impegnare il Governo a fare questi passaggi. Ne cito alcuni - alcuni sono già stati ricordati -: noi siamo alla vigilia della revisione del Piano d'azione nazionale, PAN, e allora sarebbe il momento, con la nuova adozione, nel 2019, di coinvolgere di più tutti gli attori che fanno parte dell'agricoltura, dalle istituzioni pubbliche al mondo scientifico, dalle associazioni agricole a quelle ambientaliste, dagli agricoltori biologici ai consumatori, per definire meglio gli obiettivi quantitativi, le risorse da finanziare, i tempi per ridurre i rischi, ma anche gli impatti del Piano sui sistemi di agricoltura con metodo biologico e l'agricoltura integrata. Inoltre, rispetto a quello che citavo prima, con il nuovo PAN ci sarà anche la nuova PAC e chiediamo alla nuova PAC criteri ed iniziative che favoriscano pratiche agricole che determinino effetti positivi per la tutela dell'ambiente e il contrasto ai cambiamenti climatici, prevedendo strumenti più adeguati per valorizzare i prodotti dell'agricoltura biologica e per, naturalmente, ridurre la presenza di sostanze chimiche e di sintesi negli ecosistemi. Ancora, e da ultimo: promuovere di più programmi di ricerca sui sistemi produttivi più sostenibili e che prescindano dall'utilizzo il più possibile di fitofarmaci dannosi per la salute e per l'ambiente, potenziando controlli sull'uso di questi ed incrementando anche le sanzioni. Insomma, sostanzialmente, con questa mozione, che - ripeto - ha la sua importanza anche per l'unitarietà - e per questo vorrei ringraziare appunto tutti i colleghi che ci hanno lavorato -, chiediamo a questo Governo di far sentire maggiormente, in occasione anche di alcuni appuntamenti europei, la nostra voce, di far fare un passo avanti all'agricoltura più sostenibile, accettando le nuove sfide che sono proposte all'agricoltura. Credo che non si tratti semplicemente di fermarsi all'uso dei fitofarmaci e crediamo che anche con questa mozione vogliamo tracciare quelle che sono le prospettive di un'agricoltura del futuro, una sfida anche a una rigenerazione dei nostri suoli, tenendo insieme la qualità dei prodotti - come già ribadito -, la salute, la sicurezza alimentare e la sicurezza ambientale, perché davvero, solo così potremo dare valore a quell'eccellenza che è la nostra agricoltura.

Per questo motivo, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marzio Liuni. Ne ha facoltà.

MARZIO LIUNI (LEGA). Grazie, signor Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo. Quando parliamo di fitofarmaci o fitosanitari, intendiamo tutti quei prodotti di sintesi o naturali che vengono utilizzati per combattere le principali avversità delle piante, quali malattie infettive, fitopatie, parassiti animali e piante infestanti.

Dagli anni Ottanta è nata l'esigenza di garantire processi di produzione in agricoltura nei quali l'obiettivo della produzione fosse armonizzato con quello della tutela dell'ambiente. Di qui la necessità di una legislazione sulla immissione in commercio dei fitofarmaci, che autorizzasse tali prodotti rispettando severi parametri in merito al loro effetto sulla salute umana e sull'ambiente e all'adozione di misure di mitigazione del rischio nel momento in cui sono impiegati dall'utilizzatore. La legislazione italiana ha già introdotto forti limitazioni all'uso dei fitofarmaci, ha disciplinato il loro impiego nelle aree frequentate dalle popolazioni o da gruppi vulnerabili, nelle fasi di pre-raccolta, ha finalizzato e ottimizzato il raccolto o la trebbiatura e ha previsto anche il divieto dell'uso su suoli vulnerabili e aree di rispetto, ai fini della tutela delle acque profonde.

Ma ovviamente è necessario andare oltre, prevedere una rivisitazione generale sull'uso dei fitofarmaci, andando verso una migliore definizione degli interventi di lotta integrata. L'agricoltura integrata è un'agricoltura senza pregiudizi e senza ideologie, è una combinazione di tutte le tecnologie disponibili, che consente di ottenere i migliori risultati col minimo impiego di prodotti chimici. Vietare totalmente l'uso dei fitofarmaci non è la soluzione ottimale, anche perché stimolerebbe il commercio illegale di fitofarmaci stessi. È necessario, invece, stimolare le imprese agricole ad assumere comportamenti più virtuosi, sostenendo la riconversione produttiva verso metodi di produzione più sostenibile.

Il nostro Paese è il più sicuro, grazie alla formazione professionale dei nostri agricoltori e a fitofarmaci che hanno caratteristiche sempre meno impattanti per la salute e per l'ambiente.

PRESIDENTE. Colleghi!

MARZIO LIUNI (LEGA). Il consumatore si sta sempre più indirizzando verso prodotti derivanti dall'agricoltura biologica. Lo dimostra il fatto che l'Italia, a livello europeo, è la nazione con la più alta percentuale di coltivazioni biologiche. L'agricoltura biologica ha, sì, uno scarso utilizzo di fitofarmaci, ma non è l'unica agricoltura a basso impatto ambientale, non esiste un'agricoltura migliore o una peggiore, esiste quella che mira a garantire la sicurezza alimentare, che aiuta gli agricoltori a proteggere e conservare le risorse naturali per soddisfare le esigenze dei consumatori in un'ottica di tutela della salute umana e dell'ambiente. L'agricoltore è il custode dell'ambiente e del territorio, effettua tutti gli sforzi necessari per la conversione della natura e la riduzione del rischio idro-geologico. Il ruolo dell'agricoltore è fondamentale per la salvaguardia di un sistema produttivo sostenibile sotto il profilo ambientale ed economico, attraverso la conservazione e la trasmissione della tradizione agricola locale, la valorizzazione delle tipicità locali e la cura e la protezione del territorio dagli effetti dannosi dell'abbandono dell'attività agricola in genere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Il settore agricolo è il primo ad avere interesse affinché le rilevazioni nelle acque di fitofarmaci siano potenziate e uniformate, infatti le attuali carenze, soprattutto nelle regioni meridionali, non assicurano la messa a disposizione di dati certificati, necessari invece per programmare efficaci interventi a carico dei settori dei territori più impattanti. È necessario assicurare che le attività di analisi dei pesticidi nelle acque sia effettuata in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale. L'utilizzo di pesticidi e, in genere, di prodotti fitosanitari in agricoltura è un tema centrale per lo sviluppo sostenibile del settore primario. Fondamentale è l'integrazione tra i prodotti fitosanitari e le necessità agricole in termini di produzione e di mantenimento delle quantità, oltre che della qualità produttiva. È indispensabile che l'agricoltura trovi un sistema per conciliare le proprie esigenze con la salvaguardia dell'ambiente e della salute umana. Negli ultimi anni il nostro Paese è alle prese con diversi parassiti, che stanno mettendo a rischio l'intero settore ortofrutticolo, dalla cimice asiatica, una piaga per tutto il Nord-Est, dalla Xylella, che sta distruggendo gli ulivi di un'intera regione, e i fitosanitari, al momento, sono l'unico modo valido per debellarli o quantomeno frenarne l'espansione. Ma questi hanno un effetto limitato e per avere un efficace controllo sulla loro diffusione è necessario intervenire costantemente, con ovvie conseguenze.

Una delle possibili soluzioni sia per debellare gli infestanti, che per ridurre drasticamente l'uso dei fitofarmaci, potrebbe essere l'introduzione di antagonisti naturali. È necessario legiferare, avendo a supporto dati scientifici certi e indiscutibili per poter dare ai consumatori informazioni certe per poter effettuare scelte consapevoli. Non si può intervenire sull'onda della suggestione del sentito dire e sull'impressionabilità della notizia. Queste vanno vagliate, confutate scientificamente, ed è qui che entra in campo la ricerca, che va incentivata. Notizie fuorvianti e non veritiere non tutelano l'interesse dei consumatori, né tanto meno degli agricoltori, che - come ho detto prima - sono i primi custodi dell'ambiente e del territorio, soprattutto i guardiani delle tradizioni e delle culture.

È importante acquistare frutta e verdura italiana, perché nei Paesi extracomunitari vengono ancora impiegati i fitofarmaci vietati da anni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) nel nostro Paese; e quindi, acquistare prodotti provenienti da Paesi terzi ed esporre il consumatore a sostanze tossiche è un rischio che non si corre con le produzioni made in Italy.

Concludo il mio intervento dicendo che ci riteniamo soddisfatti del lavoro svolto, che ha portato alla definizione di una mozione unitaria su un argomento così importante, sia per gli agricoltori, ma soprattutto per la salute dei consumatori e la tutela dell'ambiente. Mi spiace che alla maggior parte di quest'Aula non freghi niente della salute dei consumatori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e continua a non fregargliene niente.

Si è riusciti a trovare un'unanimità di intenti, in quanto si è compreso pienamente che è necessario avere un diverso approccio con i fitofarmaci. Il nostro impegno deve essere quello di trasformare l'agricoltura italiana, che è un'agricoltura di tradizione e di qualità, in un'agricoltura moderna, attenta alle esigenze e alla salute dei consumatori e alla salvaguardia dell'ambiente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paolo Parentela. Ne ha facoltà.

PAOLO PARENTELA (M5S). Grazie, Presidente. I pesticidi sono destinati ad influenzare i processi di base degli organismi viventi e, pertanto, possono uccidere o controllare gli organismi nocivi come i parassiti. Allo stesso tempo, possono provocare effetti negativi indesiderati su organismi non bersaglio, sulla salute umana e sull'ambiente.

Nonostante tutti i tentativi fatti per circoscrivere i rischi legati all'impiego di pesticidi e per evitare gli effetti indesiderati, è ancora possibile ritrovare quantitativi in alcuni pesticidi nelle varie matrici ambientali, soprattutto sul suolo e sulle acque. E anche nei prodotti agricoli sono ancora presenti residui superiori ai limiti stabiliti per legge.

Inoltre, i limiti sui rifiuti fitosanitari negli alimenti e i relativi controlli a livello europeo e nazionale, come previsto dalle normative vigenti, prendono in esame solo il singolo principio attivo, senza tenere in considerazione l'aspetto del multiresiduo e la valutazione degli effetti sinergici derivanti dalla contemporanea presenza di più principi attivi in uno stesso alimento, anche se ognuno in concentrazione entro i limiti di legge.

Di particolare preoccupazione, infatti, sono gli interferenti endocrini: gli esperti dell'Unione europea hanno approvato i criteri scientifici proposti dalla Commissione europea nel giugno del 2016 per identificare interferenti endocrini presenti nei pesticidi e nei biocidi, cioè le sostanze in grado di interferire con il sistema ormonale e causare patologie anche gravi.

Le sostanze attive con proprietà di interferenza endocrina devono essere limitate dall'industria chimica. L'EFSA, infatti, con l'Agenzia europea delle sostanze chimiche, ha pubblicato delle linee-guida sulle modalità per individuare queste sostanze con proprietà di interferenza endocrina in pesticidi e biocidi.

Il costo, come viene detto anche dal rapporto Cambia la Terra, viene pagato prima di tutto in termini di perdita di biodiversità e di danni agli ecosistemi naturali, un patrimonio in termini di biodiversità che può essere seriamente compromesso dall'impiego di questi pesticidi e fertilizzanti di sintesi, che modificano gli equilibri naturali tra microrganismi presenti nel suolo.

La sempre maggiore consapevolezza dei consumatori e della società in generale sui prodotti e i rischi rappresentati dall'impiego dei pesticidi ha recentemente indotto alcuni rivenditori e Governi, soprattutto in Europa, a prendere iniziative a sostegno di forme di agricoltura e metodi di gestione dei parassiti, che limitino ed orientino meglio l'impiego di prodotti fitosanitari; si pensi, ad esempio, all'agricoltura biologica: io vorrei ricordare che, in questo ramo del Parlamento, è stata approvata due mesi fa un'importante legge che il settore aspettava da molto tempo e ora siamo in attesa che venga approvata al Senato affinché diventi legge; e mi auguro che questa legge venga approvata al più presto.

Una delle sfide più importanti sarà la prossima programmazione della Politica agricola comune in Europa. La proposta del nuovo Regolamento di attuazione pone tra gli obiettivi principali lo sviluppo sostenibile dell'agricoltura.

Per tali motivi, in questa mozione impegniamo il Governo a prevedere, con particolare riferimento alle condizioni di accesso ai regimi ecologici da inserire nei piani strategici nazionali, criteri e iniziative volte a favorire pratiche agricole con effetti positivi per la tutela dell'ambiente e il contrasto ai cambiamenti climatici, prevedendo anche adeguati strumenti per la valorizzazione e la promozione dell'agricoltura biologica e per la riduzione della presenza di sostanze chimiche di sintesi negli ecosistemi; e, in tal modo, rispondere anche alla domanda di cibo sano, che viene espressa in misura sempre maggiore dai cittadini.

Con questa mozione impegniamo il Governo anche a potenziare il sistema dei controlli sull'uso corretto dei pesticidi, incrementando anche i controlli sui prodotti agroalimentari che importiamo dai Paesi terzi, evitando così prodotti ad alto contenuto di glifosato e tutelando la filiera produttiva italiana, garantendo alti standard di qualità.

In Italia, i monitoraggi condotti sulle acque superficiali e profonde evidenziano una contaminazione diffusa e cumulata, soprattutto a causa della persistenza di alcune sostanze. Un problema aggiuntivo è costituito dal fatto che queste sostanze, seppur in piccole quantità, si aggiungono ad altri inquinanti, peggiorando la qualità delle nostre acque.

L' Ispra, infatti, ogni anno ricorda che il 60 per cento delle acque di superficie è contaminato da queste sostanze nocive. Ma questo monitoraggio che fa l'Ispra non avviene in tutte le regioni, in particolare questo monitoraggio non viene effettuato in alcune regioni del centro-sud.

Per questo motivo impegniamo il Governo in questa mozione, affinché il monitoraggio del livello di contaminazione dei pesticidi nelle acque, di cui si occupa Ispra, sia omogeneo su tutto il territorio nazionale e che tutte le regioni si dotino di un piano per la tutela delle acque, al fine di assicurare un alto livello di protezione della salute umana, animale e dell'ambiente.

Il Piano di azione nazionale, il famoso PAN, per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, attualmente in vigore, evidenzia significative criticità. Occorre una più attenta individuazione degli obiettivi quantitativi, dei tempi per la riduzione dei rischi e dell'impatto dei pesticidi sulla salute umana e dell'ambiente.

Per tale motivo, impegniamo il Governo ad intraprendere ogni utile iniziativa volta a rivedere e migliorare questo Piano d'azione nazionale sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, attraverso un processo trasparente, favorendo il coinvolgimento, oltre che delle istituzioni pubbliche e del mondo scientifico, delle associazioni agricole, ambientaliste e dell'agricoltura biologica, dei consumatori e la definizione degli obiettivi quantitativi, delle risorse finanziarie, delle misure e dei tempi per la riduzione dei rischi e degli impatti dei pesticidi sulla salute e sull'ambiente, valutando l'impatto del Piano sui sistemi di agricoltura con metodo biologico e agricoltura integrata, in modo da rendere sempre più competitiva la qualità della produzione agricola del nostro Paese.

Altra importante revisione del Piano nazionale è il tema sulle distanze minime di sicurezza dalle abitazioni, dai confini privati e dalle coltivazioni biologiche, introducendo anche l'obbligo di avvisare i residenti prima di ogni trattamento.

Altro tema importante è il quadro sanzionatorio: l'impianto attuale, infatti, risulta insufficiente. La maggior parte delle penalità trascura le materie relative ad informazione e sensibilizzazione, alla manipolazione e stoccaggio dei prodotti fitosanitari, al trattamento dei relativi imballaggi e delle rimanenze, soprattutto relativamente all'applicazione dei principi generali della lotta biologica e della difesa integrata.

È necessario anche promuovere un coordinamento tra le strutture competenti dei Ministeri delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, dell'Ambiente e della Salute, al fine di approfondire la relazione tra l'utilizzo dei fitofarmaci e l'impatto su ambiente e salute, nonché garantire la trasparenza e l'accessibilità a indagini e risultati.

Altra proposta inserita in questa mozione è quella di porre fine all'assurdo divieto sulle eventuali introduzioni di antagonisti naturali, laddove è necessario: problema che è stato già oggetto di una mia interpellanza urgente di qualche mese fa e, quindi, io ho coinvolto il Governo in questa assurda storia che impedisce, di fatto, la lotta biologica nel nostro Paese, perché praticamente è stata recepita male la direttiva Habitat, non abbiamo previsto delle deroghe per prevedere l'introduzione di insetti alieni, affinché si possa fare la lotta biologica. Mi auguro che questo problema venga risolto al più presto.

A proposito di insetti utili, bisogna fermare al più presto i gravi fenomeni di apicidio. Le nostre api sono le sentinelle della biodiversità e sono fondamentali per la produzione agricola del nostro Paese. In questa mozione, infatti, impegniamo il Governo ad assumere iniziative in relazione ai trattamenti antiparassitari con prodotti fitosanitari che sono tossici per le nostre api, al fine di salvaguardare l'azione pronuba, non solo durante il periodo di fioritura, ma anche in quello di melata. Presso le competenti sedi europee, occorre introdurre un divieto definitivo e non solo parziale e temporaneo dei famosi neocotinoidi e di altri insetticidi sistemici dannosi per le nostre amiche api.

Altro caso che affrontiamo, altro tema importante che affrontiamo in questa mozione, sono i noti casi delle deroghe che vengono permesse a livello europeo. Sono noti, infatti, i casi in cui il reiterarsi quasi automatico di queste emergenze, per le quali si è autorizzata l'immissione in commercio di un prodotto fitosanitario, trasforma queste deroghe in una prassi ordinaria: mi riferisco al Regolamento (CE) n. 1107/2009.

In questa mozione, quindi, impegniamo il Governo a limitare il più possibile il ricorso alle utilizzazioni in deroga consentite da questo Regolamento ai soli casi realmente necessari, al fine di garantire che tale possibilità sia utilizzata esclusivamente nella sua più classica accezione di prassi straordinaria e limitata nel tempo.

In Europa, inoltre, occorre migliorare questa armonizzazione della normativa al fine di evitare che questo strumento della deroga diventi una vera e propria prassi. Tra le soluzioni strutturali non possiamo escludere ogni utile iniziativa finalizzata alla promozione di programmi di ricerca su sistemi produttivi agroalimentari sempre più sostenibili, soprattutto attraverso l'uso di prodotti fitosanitari di origine naturale. Per questo motivo il MoVimento 5 Stelle continuerà sempre a lavorare sulle varie alternative sostenibili per promuovere sgravi fiscali, rendendo più appetibile, soprattutto dal punto di vista economico, tali prodotti naturali per i nostri agricoltori, per la loro salute e soprattutto per garantire una filiera più equa e più sana per i nostri consumatori.

È necessario sostenere in termini strategici questo modello agricolo, invece di continuare a sprecare risorse naturali ed economiche a favorire modelli che sono ormai superati, e per questo occorrono scelte politiche coraggiose, in grado di favorire il cambiamento e sostenere la transizione agro-ecologica. La votazione di questa mozione è un altro passo in avanti verso questa direzione; per questo motivo, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Benedetti. Ne ha facoltà per due minuti

SILVIA BENEDETTI (MISTO). Bene la mozione unitaria, riprende diverse criticità e richieste che avevo illustrato in una mozione mia votata nel 2015, ma che, ahinoi, non è stata poi realizzata. Già nella scorsa legislatura sottolineavo il problema delle autorizzazioni in deroga, che purtroppo questo Governo continua ad attuare, basta vedere il caso cloropicrina. Perciò resta tuttora necessario rendere maggiormente stringente il ricorso a tali deroghe, così da non alterare il vero significato di emergenza sanitaria. Proprio perché si parla di emergenza, l'autorizzazione eccezionale dovrebbe essere considerata l'ultima possibilità e non la prassi.

In quella stessa mozione sottolineavo come al punto A.5.6 del PAN fossero già presenti, ma mai attuate, le misure obbligatorie per i trattamenti eseguiti in aree agricole in prossimità di aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili, con una distanza minima prevista di trenta metri. Credo che nella definizione del nuovo PAN sia assolutamente prioritario risolvere questo problema, evidenziato anche da una recente raccolta firme del gruppo “no pesticidi”, arrivata a 30 mila richieste. Altri impegni presenti nella mozione della scorsa legislatura: intensificare e sostenere le attività di ricerche sugli effetti cumulativi dei pesticidi, implementare il monitoraggio nazionale sulla presenza di residui di pesticidi nelle acque, superando la differenza ad oggi presente tra le regioni italiane, e poi anche definire un apparato sanzionatorio più esaustivo, ma, soprattutto, prevedere tutti i controlli per garantire l'attuazione del PAN.

Seppur con rammarico che molti di questi impegni avrebbero potuto già essere concretizzati quattro anni fa, oggi ringrazio la collega Muroni e voto favorevolmente a questa mozione, nella speranza che non restino sulla carta. Prima questi impegni diventano realtà meglio è per tutti noi.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Molinari, D'Uva, Gadda, Nevi, Luca De Carlo, Muroni ed altri n. 1-00124 (Nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, vi ricordo che non è possibile fare foto in Aula, grazie.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1) (Applausi).

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 5-199-234-253-392-412-563-652 - D'iniziativa popolare; d'iniziativa dei senatori: La Russa ed altri; Ginetti e Astorre; Caliendo ed altri; Mallegni ed altri; Ginetti ed altri; Gasparri ed altri; Romeo ed altri: Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di legittima difesa (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (A.C. 1309-A); e delle abbinate proposte di legge: Molteni ed altri; Gelmini ed altri; d'iniziativa del consiglio regionale del Veneto; Meloni ed altri (A.C. 274-580-607-1303) (ore 15,17).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dal Senato, n. 1309-A: Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di legittima difesa; e delle abbinate proposte di legge nn. 274-580-607-1303.

Ricordo che sono state presentate le questioni pregiudiziali di costituzionalità Conte n. 1 e Bazoli ed altri n. 2 (Vedi l'allegato A).

(Esame di questioni pregiudiziali - A.C. 1309-A)

PRESIDENTE. Passiamo quindi all'esame di tali questioni.

Avverto che i tempi per il relativo esame sono computati nell'ambito del contingentamento relativo alla discussione generale. A norma del comma 4 dell'articolo 40 del Regolamento, in caso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire, oltre ad uno dei proponenti, purché appartenenti a gruppi diversi, per illustrare ciascuno degli strumenti presentati per non più di dieci minuti, un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di cinque minuti. Al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 40, comma 4, del Regolamento, ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali sollevate per motivi di costituzionalità.

Il deputato Federico Conte ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale di costituzionalità n. 1.

FEDERICO CONTE (LEU). Presidente, la proposta di legge sulla legittima difesa è divenuta di fatto la bandiera politica, una delle bandiere politiche della Lega in questa legislatura; è la proposta che esprime in maniera più significativa la cifra demagogica della sua politica securitaria. È una riforma a costo zero, che, però, avrà un impatto in termini di comunicazione politica, in termini demagogici molto forte, alla vigilia delle europee. La discutiamo ora per questa ragione. È una riforma di cui non si avverte alcuna necessità effettiva, perché le statistiche sui processi di omicidio in cui si invoca la legittima difesa sono statistiche addirittura irrilevanti dal punto di vista quantitativo, e quindi assolutamente rassicuranti. Non vi è un caso in cui un cittadino abbia invocato, per giustificarsi di aver privato la vita di un'altra persona, alla legittima difesa senza che questa gli sia stata riconosciuta, se effettiva.

Eppure è diventato un tema all'ordine del giorno. Fa seguito alla proposta di legge sui migranti, al decreto sicurezza e andrà in quella stessa direzione per provocare nel Paese un dibattito teorico su questioni non decisive e distrarre l'attenzione degli italiani dalle questioni sostanziali e decisive che affliggono la nostra democrazia e la nostra economia. Qual è il rischio di questa proposta di legge inutile? Qual è il suo costo politico? È l'idea che si possa traslare dal piano della riserva pubblicistica al piano privatistico il dovere di difendere i cittadini, le politiche sulla sicurezza. Questa traslazione nasconde un germe assai pericoloso, slatentizza nella società una tendenza che potrà dare problemi, che riguarda, evidentemente, la liberalizzazione in prospettiva dell'uso delle armi. Per giungere a questo risultato il legislatore compie una forzatura giuridica duplice: introduce all'articolo 52 del codice penale due presunzioni legali assolute, iuris et de iure, come le definiscono i nostri giuristi.

Sono la presunzione che la difesa sia sempre legittima e sempre proporzionata, che si realizza introducendo al secondo comma dell'articolo 52 l'avverbio “sempre”, con l'aspirazione di privare e di sottrarre allo spazio di accertamento discrezionale del giudice la verifica dell'equilibrio tra la difesa e l'offesa che l'ha provocata e la più grave ancora presunzione che passa attraverso la stessa eliminazione del concetto di necessità, che avviene attraverso l'introduzione del quarto comma, che ci vuole dire che la difesa è sempre necessaria anche quando posta in essere per fronteggiare una semplice intrusione, una semplice violazione di domicilio.

Queste due presunzioni legali sono, a nostro avviso, anticostituzionali e violano i principi cardine della nostra Costituzione perché la presunzione legale, per dettato costituzionale, per essere tale non deve essere smentita dalla realtà sulla quale interviene e non deve essere, per dirla elegantemente, contraria all'id quod plerumque accidit, a quello che avviene normalmente. Possiamo negare, noi, che normalmente si dà il caso di una difesa sproporzionata con cui, ad esempio, si priva della vita un signore che sta semplicemente ponendo in essere un modesto furto? Se la realtà dei fatti può essere questa, presumere che la difesa sia sempre proporzionata e sempre necessaria evidentemente è irragionevole e la Corte costituzionale ci dice che è possibile derogare al principio di eguaglianza, sancito all'articolo 3 della Costituzione, solo se l'eccezione è ragionevole, solo se si fa torto - e mi rivolgo ai colleghi del MoVimento 5 Stelle - alla regola che siamo tutti uguali davanti alla legge perché c'è una ragione che la giustifica in termini di ragionevolezza. Se non vi è ragionevolezza - e non è ragionevole ritenere che la difesa sia sempre necessaria e proporzionale - quel principio è violato e la norma è contraria al parametro di costituzionalità che abbiamo qui invocato.

Inoltre, lo è per una seconda ragione che riguarda la vita del nostro ordinamento in relazione ai nostri partner europei, agli ordinamenti ai quali facciamo richiamo e che, attraverso il filtro dell'articolo 117 della Costituzione, dobbiamo rispettare per valutare la costituzionalità della legge. Mi riferisco, in particolare, alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, a un ordinamento sovraordinato che all'articolo 2 stabilisce che il ricorso alla forza letale - il ricorso alla forza letale! - è possibile solo se è assolutamente necessario. È assolutamente necessario ricorrere alla forza letale in relazione a un attentato che non arriva neanche a mettere in discussione il bene della propria incolumità o dei propri cari, un bene la cui difesa è sicuramente legittima e giustificata, ma che si limita, invece, all'intrusione, alla violazione del proprio domicilio e alla messa in discussione, cioè, di beni materiali? Io ritengo evidentemente che così non sia e che anche per questo verso, cioè per il rispetto della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, alla quale siamo evidentemente legati da un vincolo costituzionale, questa norma sia incostituzionale.

Del resto, che questa sia una forzatura legislativa lo dice lo stesso legislatore, che non si limita a intervenire sull'articolo 52 per disarticolarne totalmente la struttura normativa, ma, all'articolo 55, lì dove è normato l'eccesso colposo, con una contraddizione in termini perché non vedo alcuna ragione di intervenire per normare un eccesso che riguarda la forzatura di vincoli che si sono già rimossi. Se il legislatore è intervenuto all'articolo 55 è per presidiare ulteriormente il proprio obiettivo, cioè quello di liberare la forza letale a prescindere dalle ragioni giustificative che la possono attrezzare. L'intervento sull'articolo 55 evidentemente significa una direzione politica chiara: l'anticipazione significativa della soglia in cui è possibile reagire a un'offesa anche al proprio patrimonio privando la controparte della propria vita. L'anticipazione di questa soglia trasforma la difesa in un'aggressione, dal che questa legge potrà consentirci di parlare più che di legittima difesa di legittima offesa.

Si tratta di una scelta legislativa molto delicata e molto pericolosa, che segna questo tempo in una sola direzione: quella della paura e della sicurezza, e lo dico di nuovo ai colleghi del Movimento 5 Stelle, anche avendo a riguardo a quello che sta avvenendo in Italia dal punto di vista elettorale: questa è una norma che renderà ancora più forte il vostro partner di Governo Matteo Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Il deputato Franco Vazio ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale di costituzionalità Bazoli ed altri n. 2, di cui è cofirmatario.

FRANCO VAZIO (PD). Presidente, grazie. L'istituto della legittima difesa è una delle cause di giustificazione del reato e trova il suo fondamento nella necessità di autotutela della persona che si manifesta nel momento in cui, in assenza dell'ordinaria tutela apprestata dall'ordinamento, quella che dovrebbe garantire lo Stato appunto, viene riconosciuta entro determinati limiti. È una deroga al monopolio dello Stato dell'uso della forza. Il quadro normativo attuale in materia di legittima difesa è il risultato di una riforma dell'articolo 52 del codice penale approvata nel 2006 proprio da un Governo di centrodestra. Tale riforma, aggiungendo un secondo e un terzo comma all'articolo 52, ha introdotto la cosiddetta “legittima difesa domiciliare” o “legittima difesa allargata”, che presume la legittima difesa in caso di reazione a chi si introduce nella propria abitazione e minaccia il proprietario o il furto dei suoi beni, insomma quando c'è il pericolo per l'incolumità, quando non ci sia desistenza e quando vi sia pericolo di aggressione.

Invece, il testo oggi in discussione modifica e incide sull'articolo 52 rafforzando la presunzione di proporzionalità inserita nel secondo comma nel 2006 e introduce ex novo un quarto comma, un'ipotesi di presunzione di legittima difesa domiciliare. In realtà, la giurisprudenza più recente è intervenuta a fare chiarezza e ha sostanzialmente eliminato alcune, se non tutte, le questioni che vengono oggi messe in discussione. Si rileva, infatti, che nella proposta di riforma della legittima difesa vi sono diversi profili di illegittimità costituzionale. Si introduce una presunzione di proporzione per cui nell'ipotesi di legittima difesa domiciliare si sancisce per legge che sussiste sempre il rapporto di proporzione, con la conseguenza che dovrebbe essere sempre legittima, e quindi non colpevole, la reazione sproporzionata, così facendo venir meno i principi di attualità e concretezza del pericolo e quello della proporzionalità, appunto. Una presunzione del genere appare, dunque, incompatibile con i principi della Costituzione, sia perché contrasta con qualsiasi ratio di legittima difesa, in quanto il diritto di autotutela deve essere bilanciato anche con gli interessi di chi si è messo nelle condizioni di subire una reazione difensiva, sia perché, sulla base di una consolidata giurisprudenza costituzionale, le presunzioni di per sé plausibili sono illegittime e violano il principio di eguaglianza diventando arbitrarie e irrazionali se non rispondono a dati di esperienza generalizzati.

Un terzo profilo di possibile illegittimità costituzionale deriva dal contrasto con l'articolo 2 della CEDU, che ammette la liceità dell'uccisione di una persona da parte del soggetto aggredito solo e soltanto ove tale comportamento risulti assolutamente necessario per respingere una violenza illegittima in atto contro una persona, e non per una mera aggressione al patrimonio.

Quanto all'introduzione dell'esclusione della responsabilità per colpa nell'ipotesi in cui l'eccesso si realizzi in situazioni di minorata difesa dell'aggredito ovvero in stato di grave turbamento dello stesso, questa maggioranza punta a sottrarre spazio alle valutazioni discrezionali del giudice e a introdurre una sorta di presunzione legale di assenza di colpa, con il rischio di escludere la responsabilità penale nei casi in cui il soggetto ha effettivamente agito per colpa. Una parte della nuova formulazione dell'eccesso colposo presenta profili di illegittimità costituzionale perché non si applica a tutte le scriminanti, ma solo alla legittima difesa. Tutte le cause di giustificazione di un reato hanno la stessa dignità e, in ogni caso, non ci possono essere automatismi, essendo sempre necessario l'accertamento da parte di un giudice.

Tali obiezioni e giudizi sono stati espressi da tutti i giuristi, magistrati, avvocati che sono stati auditi in Commissione, e sono stati assolutamente e bellamente trascurati nella discussione da parte di questa maggioranza.

Si ritiene condivisibile un solo punto della riforma, e cioè quello relativo al risarcimento dei danni dei cittadini che si trovano ad affrontare le spese legali nel caso di indagine o giudizio a loro carico. Tale punto trae origine da un'idea del PD, e dal nostro emendamento nel provvedimento discusso ed approvato dalla Camera nella XVII legislatura.

Ma esistono dei profili di merito, per i quali io mi appello a questo Parlamento, per far sì che i colleghi che andranno ad esaminare questo provvedimento facciano mente locale sulle conseguenze di un'approvazione di una legge tanto devastante. Innanzitutto non risponde ad alcuna emergenza, questo tipo di legge: non esiste un'emergenza di alcun tipo a riguardo a fatti che sono presidiati da questa legge. Dai dati che sono diffusi dal Ministero dalla giustizia, si evince che i procedimenti definiti in un processo nei tribunali italiani dal 2013 al 2016 per legittima difesa sono stati dieci, e cinque per eccesso colposo, su un totale di 1.300.000 procedimenti penali: 10 e 5, 15 processi in tutto, in un contesto in cui le rapine e i furti via via sono diminuiti dal 2013 ad oggi. Si tratta quindi di una questione che si vuol far passare come un'emergenza, e che invece emergenza non è, e non è altro se non la percezione che si vuole indurre e che è stata indotta nel Paese, cavalcando paure e stimolandone il cinismo.

E gli sforzi che abbiamo prodotto nella passata legislatura, e che si riferivano al concetto di legittimo turbamento nei casi di effrazione, di introduzione nel domicilio, e che erano oggetto anche di un emendamento che io stesso presentai al precedente progetto di legge, poi approvato dalla sola Camera dei deputati, è stato anche superato dalla giurisprudenza, che ha colmato interpretativamente quella lacuna. La sentenza del 20 giugno 2018 della IV sezione penale della Cassazione ha sostanzialmente… Leggo il passaggio perché i colleghi si rendano ben conto, laddove la Cassazione stabilisce che “La corte territoriale, con un giudizio ex ante, ha valutato, con motivazione ampia e ben strutturata, tutte le circostanze di fatto, dando rilievo al complesso dalle risultanze probatorie, ed ha apprezzato e ritenuto scusabile, con giudizio logico e coerente, perciò insindacabile, l'errore di valutazione circa la sussistenza dei presupposti di fatto, di proporzione, di necessità di difesa che rappresentano gli elementi costitutivi della legittima difesa”. Non esistono problemi circa il legittimo turbamento, perché anche sotto questo profilo la Cassazione ha risolto questo tema.

Sull'uso delle armi, colleghi, una riflessione va fatta: non possiamo trascurare questi elementi. Vi voglio dare solamente questo dato, perché parliamo sovente di cose sulle quali non ci misuriamo sui numeri: la guerra del Vietnam per gli Stati Uniti ha portato un dato di morti oltre 60 mila, e fu una tragedia che è stata raccontata in film, in epopee straordinarie da parte appunto degli Stati Uniti d'America. Ebbene, questa tragedia, se la paragoniamo al fatto che nel 2017 negli Stati Uniti ci sono stati 40 mila morti per fatti di armi, ci fa comprendere che l'uso delle armi non risolve questo problema, ma lo complica, lo aggrava (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Il tema rilevante è il concetto della legge del castello che voi volete introdurre, cioè il fatto che se uno entra in casa mia io sono legittimato ad ucciderlo. Vi voglio però far riflettere su un fatto: è quello che accade negli Stati Uniti, è quello che accade nei Paesi in cui c'è questa legittima difesa del castello; e cioè che il ladro, il rapinatore che entra in casa ed è armato, e sa che c'è la legittimità nell'uso delle armi e della forza, spara per primo e non si pone il problema di scappare. Spara e uccide gli abitanti, perché questi morti sono sovente e soprattutto gli abitanti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E concludo, Presidente, solamente richiamando qualche esempio. Sarà legittimo, per esempio, uccidere un bambino che va a recuperare la palla scappata nel cortile…

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCO VAZIO (PD). …del vicino, scavalcando la recinzione (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), così come sarà legittimo…

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

FRANCO VAZIO (PD). …sparare alla schiena ad un ladruncolo che sta scappando dalla proprietà in questione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

FRANCO VAZIO (PD). Sì, concludo riassumendo le conclusioni in questo modo: le norme sulla legittima difesa già ci sono e funzionano molto bene (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier); intervenire nei termini in cui vuole intervenire questo Governo determina profili di incostituzionalità ed è pericoloso e dannoso, poiché si rischia di veicolare il messaggio che siano legittime condotte illecite e gravi…

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

FRANCO VAZIO (PD). ...fino all'omicidio, e si illudono i cittadini sul fatto che, a fronte del verificarsi di simili circostanze, non venga nemmeno aperto un procedimento penale.

PRESIDENTE. Grazie, collega. Grazie.

FRANCO VAZIO (PD). E per questo dev'essere accolta questa pregiudiziale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Devis Dori. Ne ha facoltà. Colleghi!

DEVIS DORI (M5S). Presidente, colleghi, tutte le argomentazioni giuridiche svolte nelle due questioni pregiudiziali, relativamente alla proposta di legge recante modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di legittima difesa, ruotano attorno a due concetti essenziali.

Anzitutto, nelle pregiudiziali si afferma che, con la presente legge, si introdurrebbe un meccanismo automatico, secondo il quale la difesa sarebbe sempre legittima, privando quindi della necessaria discrezionalità e autonomia valutativa l'autorità giudiziaria. Questo primo assunto non è condivisibile, né con riferimento al secondo comma né al quarto comma dell'articolo 52 del codice penale: in entrambi i casi, infatti, i due “sempre” contenuti nei due commi incidono, tra l'altro solo a certe condizioni, esclusivamente su uno degli elementi caratterizzanti la scriminante della legittima difesa, cioè la proporzionalità tra difesa ed offesa. Ma la legittima difesa presuppone anche la valutazione da parte del giudice degli altri elementi, ovvero la necessità di difendere un diritto proprio o altrui e il pericolo attuale di un'offesa ingiusta, che, se non neutralizzata tempestivamente, sfocerebbe nella lesione di quel diritto tutelato dalla legge. È, quindi, fuorviante far leva esclusivamente su uno di questi elementi per affermare che la norma creerebbe un sistema automatico che sfuggirebbe alla valutazione del giudice nella formazione del suo libero convincimento.

La stessa Cassazione, con riferimento alle modifiche già introdotte dalla legge n. 59 del 2006, ha confermato che il “sempre” va ad incidere, al verificarsi di certe condizioni, solo sul requisito della proporzione. E questo vale anche per il nuovo quarto comma dell'articolo 52, perché anche in questo caso il “sempre” non investirebbe tutti gli elementi della legittima difesa, ma solo la proporzionalità. Non va sottovalutata, infatti, la pregnanza del termine “respingere”: l'atto del respingimento presupporrebbe da parte del giudice la contestuale valutazione dell'attualità del pericolo e della necessità/inevitabilità della reazione difensiva. Senza attualità del pericolo e necessità della difesa, non si potrebbe nemmeno parlare di respingimento, che presuppone una risposta ad un'azione altrui diretta, presente, in atto, in corso, incombente. Quindi, anche nel caso del quarto comma dell'articolo 52, il “sempre” incide, a certe condizioni, solo sulla proporzionalità, mentre gli altri elementi resterebbero oggetto del giudizio dell'autorità giudiziaria.

Il secondo concetto espresso nelle pregiudiziali è che, attraverso lo stato di grave turbamento, si giustificherebbe ogni atto come legittima difesa, e che quindi ci si troverebbe di fronte ad una giustizia fai da te, in quanto il cittadino potrebbe reagire a piacimento perché la condizione psicologica individuale, cioè il grave turbamento, sarebbe impossibile da verificare. Anche in questo caso l'affermazione non è condivisibile. A tal proposito, si rileva che il concetto di grave turbamento non è una novità nel panorama penalistico italiano: ad esempio, negli atti persecutori, lo stalking, la prova del grave stato d'ansia e di paura deve essere ancorata, secondo la giurisprudenza, ad un evidente turbamento psicologico della vittima.

Relativamente al reato di stalking, ove è previsto uno stato di ansia e di paura, la stessa Corte costituzionale, con sentenza n. 172 del 2014, ha affermato: “Quanto al perdurante grave stato di ansia e di paura, trattandosi di eventi che riguardano la sfera emotiva e psicologica, essi devono essere accertati attraverso un'accurata osservazione di segni e indizi comportamentali desumibili dal confronto tra la situazione pregressa e quella conseguente alle condotte dell'agente, che denotino un'apprezzabile destabilizzazione della serenità e dell'equilibrio psicologico della vittima. Anche la giurisprudenza di legittimità ha precisato che la prova dello stato di ansia e di paura può e deve essere ancorata ad elementi sintomatici che rivelino un reale turbamento psicologico ricavabili dalle dichiarazioni della stessa vittima del reato e dai suoi comportamenti conseguenti alla condotta posta in essere dall'agente. Non vi sono quindi elementi per affermare che il grave turbamento possa legittimare qualsiasi comportamento perché la valutazione rimarrebbe al giudice, come già avviene in altri ambiti della disciplina penalistica. Sulla base delle considerazioni giuridiche appena esposte, riteniamo che sussistano le condizioni per procedere all'esame da parte dell'Assemblea del testo della proposta di legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Enrico Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Grazie, Presidente. Vorrei introdurre questo intervento, evidenziando perché, secondo noi, è necessario intervenire con una legge sull'attuale sistema normativo. Perché intervenire? Perché è cambiata molto la pelle della criminalità perché oggi ogni furto in abitazione è una potenziale rapina: un tempo non era così. Un tempo c'era il topo d'appartamento che entrava in casa soprattutto quando i proprietari erano assenti e, se si accendeva una luce, fuggiva. Oggi è cambiato molto l'approccio della criminalità. Oggi ci sono bande organizzate che entrano nelle case, sapendo che ci sono i proprietari e hanno gli strumenti per neutralizzarle. La percezione, la sensibilità, il timore del cittadino, del proprietario è molto diverso rispetto al passato. Perché si dice che calano i numeri? Perché effettivamente i numeri dei furti in abitazione calano ma siamo sempre sui 200.000 furti in abitazione l'anno. Cresce però il timore e proprio perché ogni furto in abitazione è una potenziale rapina. C'è una carica criminale molto maggiore - lo vediamo dai fatti di cronaca - come c'è un aumento del numero delle rapine in abitazione a fronte della diminuzione del numero di furti. Quindi, quando si parla della percezione del cittadino, si parla di una sensazione, una sensibilità che tende molto di più alla paura, al timore, al turbamento psichico rispetto al passato. È necessario che il legislatore ne prenda atto, prenda in considerazione gli accorgimenti normativi per evitare che, come accade e come è accaduto in questi ultimi anni, ci sia una giustizia fatta a macchia di leopardo. In un tribunale chi si difende in Aula è soltanto indagato; in un altro tribunale è rinviato a giudizio; in un altro tribunale è condannato dopo il primo grado: sono sempre però alla fine tutti assolti. Infatti abbiamo comunque un sistema che prevede che il fatto di reato nelle sue componenti è sussistente ma c'è una causa di giustificazione. Chi lo deve giustificare? Deve giustificarsi colui che si è difeso: deve portare le prove (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), portare gli elementi, portare tutti gli aspetti perché la causa di giustificazione venga ritenuta operante. La proposta di Forza Italia prevede esattamente l'opposto, che sia la pubblica accusa a fornire gli elementi perché la causa di giustificazione venga ritenuta insussistente e il diritto di difesa. Pertanto ci batteremo in sede di merito per avanzare la proposta dell'inversione dell'onere della prova che nel testo in esame aleggia ma non è concretizzata, non è scritta nero su bianco e noi sappiamo che, quando le cose non sono scritte nero su bianco, ci sono sempre le interpretazioni. Ricorderete tutti che nel 2006 si è intervenuti sul tema della legittima difesa e si è intervenuti proprio sul tema della legittima difesa domiciliare.

Ricordo i titoli dei giornali: da una parte coloro che sostenevano la riforma affermavano: bene, avremo risolto tutti i problemi interpretativi, non ci saranno più zone d'ombra. Dall'altra il Partito Democratico, forse all'epoca erano i DS, sostenevano esattamente l'opposto ossia che ci sarebbe stato il far west. Non c'è stato nulla di tutto ciò: c'è stata una magistratura che è intervenuta e devo dire ha anestetizzato la norma. Quanto alla questione pregiudiziale, ritengo che siano tutti aspetti di merito che non attengono ai profili di costituzionalità ma devo dire una cosa ai colleghi del Partito Democratico: loro sostengono che è incostituzionale parlare di turbamento psichico ma nella scorsa legislatura avevamo parlato e avevamo approvato, con il loro voto, una norma che evidenziava proprio il tema del turbamento psichico e quindi mi chiedo cosa sia cambiato dalla scorsa legislatura ad oggi…

PRESIDENTE. Concluda.

ENRICO COSTA (FI). … se non ovviamente un posizionamento politico. Ritengo che noi dovremmo respingere le questioni pregiudiziali; dovremmo fare valutazioni di merito; dovremmo approvare e riflettere sul tema dell'inversione dell'onere della prova ma certamente non ci sono temi che attengono ai profili di costituzionalità che sono enunciati nelle questioni pregiudiziali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, la prima cosa che dobbiamo fare è sgombrare il campo dalle false informazioni che sono state fatte circolare sulla proposta di legge. Essa non ha nulla di rivoluzionario e quindi di incostituzionale semplicemente perché circoscrive meglio l'area che oggi è connessa alla legittima difesa e all'eccesso colposo di legittima difesa e circoscrive meglio la discrezionalità del giudice proprio perché, come ricordava in discussione generale il collega Costa, sono cambiati oggi i parametri di aggressione che viene portata avanti in determinate fattispecie. Una volta il ladro, che veniva colto dentro casa, fuggiva; oggi non di rado reagisce, sequestra, minaccia, tortura, lega e quindi occorre che l'ordinamento provveda ad adeguare le norme in modo conforme. Dov'è l'incostituzionalità di tale norma che proviene anche dal popolo italiano che è il nostro datore di lavoro, cari colleghi, il popolo italiano che ha votato la Costituzione? Se voi fermate cento persone e chiedete loro se ritengono giusto che un signore che è venuto dentro casa, ti ha minacciato e che per avventura è rimasto malconcio debba avere anche un risarcimento, ebbene io vi sfido su cento a trovarne più di cinque ideologicamente orientate che dicono che è giusto che abbia addirittura un risarcimento. Ebbene, questa norma, coglie peraltro un orientamento giurisprudenziale che già si è affermato anche di recente. Nel 2018, se non ricordo male, la Corte di Cassazione, che con la sentenza n. 29515 del 20 giugno 2018 ha assolto un tabaccaio per omicidio di un ladro, mostra come già, sulla base dell'interpretazione aderente al testo del diritto vigente, potessero essere soddisfatte buona parte delle istanze sottese alla riforma. Quindi cogliamo e codifichiamo un orientamento che già la magistratura, più ancora che alcuni appartenenti al Parlamento, ha già codificato e raccolto. Quanto all'onorevole Fazio, che stimo per carità, non mi può dire che la norma legittima che si spari al bambino che entra nel giardino di casa per recuperare la palla perché siamo in un Parlamento e facciamo cose serie e non possiamo fare esempi che sono chiaramente lontani dal vero. Come pure non possiamo far credere a taluni settori dell'opinione pubblica che la norma scrimina e non ci sarà più il processo: non è così. Ripeto: non è così. Si gioca sulla differenza tra procedimento e processo: il procedimento è chiaro che ci sarà sempre; il processo potrà non esserci allorché, ad esempio, il giudice dell'udienza preliminare, ravvisata la sussistenza di tutte le condizioni per riconoscere la legittima difesa, non procederà a giudizio dell'indagato.

Già questo fa capire che la presunzione di sostenere l'incostituzionalità di questa norma è palesemente un artifizio propagandistico. Quando non si ha meglio da dire, si parla di incostituzionalità.

Ricordo anche - l'ho ricordato anche in discussione generale - che questa norma consente al giudice di meglio valutare l'uomo che viene giudicato, sulla base delle sue condizioni fisiologiche, psicologiche e biochimiche in cui si trova durante l'attacco, attacco che viene scriminato - attenzione - se avviene in un determinato luogo, e non ovunque. Quindi, davvero ci sono tutti i paletti che una corretta legislazione, coerente e conforme al dettato costituzionale, prevede per evitare di incorrere appunto in censure della Suprema Corte (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Riccardo Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, ci troviamo di fronte a un provvedimento che modifica il codice penale in modo non solo irragionevole, irrazionale, illogico, irreale, ma profondamente incostituzionale: si pretende di fissare una giustificazione a priori e in assoluto per fatti che hanno i connotati del reato e che vanno o andrebbero valutati – ahinoi - e soppesati nell'ambito di una valutazione appunto circostanziata.

Si pretende di fissare una protezione preventiva generalizzata - altro che circoscritta, collega della Lega - e arbitraria, una protezione nei fatti totale, una licenza, e lo si fa illudendo i cittadini italiani che non saranno poi sottoposti a un procedimento penale e indagati.

Questo intervento non rispetta la Costituzione e non rispetta la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo. Mi rivolgo, in particolare, chiedendo di votare a favore di queste pregiudiziali, a tutti quei colleghi che in quest'Aula, in occasione dell'esame sulla riforma costituzionale sul referendum propositivo, sono intervenuti in modo accorato, preoccupato, scandalizzato, per paura di scivolamenti populisti nel trattare la materia penale attraverso la partecipazione popolare.

Eccoci qui serviti, colleghi, con un provvedimento che è sostenuto da larga parte di questo Parlamento. Mi rivolgo ai liberali in quest'Aula, chiedendo di votare a favore delle pregiudiziali di costituzionalità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Maria Carolina Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, intervengo anticipando sin d'ora il voto contrario di Fratelli d'Italia a entrambe le pregiudiziali di costituzionalità, per delle ragioni di merito che altri colleghi prima di me hanno affrontato e sulle quali dunque non intendo dilungarmi.

Però, va detto, fuori da ogni equivoco, che gli allarmismi su questa modifica legislativa sono frutto di un esercizio di stile rispetto al quale si trincerano alcuni esponenti delle opposizioni dietro una paura, un terrore di un Far West che quasi da domani dovrebbe scatenarsi in Italia con l'approvazione di questa legge.

Noi crediamo che addirittura il Governo con questa legge abbia perso un'occasione, Fratelli d'Italia lo ha già detto nel corso dell'esame di questo provvedimento al Senato. Si è persa un'occasione per fare ciò che si era annunciato in campagna elettorale, si è persa una occasione per una modifica sostanziale che in questo momento non c'è.

È già stato detto della valutazione sul grave turbamento, quindi su un elemento prettamente psicologico che evidentemente non può essere rilevato ipso facto al momento della vicenda, ma che comunque prevede un accertamento da parte del giudice.

Non vi è alcuna modifica rispetto alla normativa in materia di armi, è bene dirlo anche rispetto a quanto si continua a leggere sui giornali.

Quello che c'è, però, è un evidente allarme sicurezza, cambiato nel nostro Paese. È un allarme che certamente in alcune regioni d'Italia è maggiore, è un allarme che non può passare inosservato, perché ritengo che il diritto penale abbia il grande pregio di adattarsi al mutare degli eventi, di adattarsi al mutare della sensibilità dei cittadini italiani.

Allora, è vero che le modifiche al codice penale non si fanno seguendo l'impulso e seguendo la folla, ma è altrettanto vero che, a fronte di un'esigenza di modifica così stratificata negli anni, pure questo Parlamento è già intervenuto in passato e non mi pare che si sia scatenata quella guerra civile che ancora oggi in quest'Aula noi sentiamo paventare; in realtà, non si introduce nessun meccanismo automatico, è bene dirlo ed è bene non creare in persone che cercano alibi la speranza di impunità, perché così non è.

Non è giusto promettere la speranza di impunità, perché non è giusto anteporre il valore di un dato materiale al valore della vita, però una cosa voglio dirla: c'è un'esigenza di sicurezza, la sicurezza è libertà, la sicurezza è libertà all'interno della proprietà privata, e rispetto a questo non ci possiamo sottrarre.

Quindi, Fratelli d'Italia voterà convintamente contro queste pregiudiziali, chiedendo che il provvedimento venga esaminato dall'Aula e possibilmente approvato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità Conte n. 1 e Bazoli ed altri n. 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Flavio Gastaldi. Ne ha facoltà.

FLAVIO GASTALDI (LEGA). Presidente, visti i numerosi fatti di cronaca relativi alla protesta dei pastori sardi, che apre uno scenario sulla determinazione del prezzo del latte coinvolgendo anche gli allevatori e i pastori nella trattativa finora condotta a senso unico dagli industriali, e dato che all'ordine del giorno è presente una proposta di ampio consenso - così come è emerso nella giornata di ieri in discussione generale - concernente partecipazioni pubbliche in società operanti nel settore lattiero-caseario, ambito collegato direttamente alla determinazione del prezzo del latte, soprattutto in certe zone della penisola, chiedo l'inversione dell'ordine dei lavori, al fine di dare la giusta priorità a un settore martoriato da troppo tempo, tempo che necessita di risposte urgenti nel più breve tempo possibile consentito dai lavori d'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Collega, dovrebbe precisare: vuole il rinvio oppure vuole un'inversione? Credo di aver capito un rinvio.

FLAVIO GASTALDI (LEGA). Un rinvio.

PRESIDENTE. D'accordo. Sulla proposta di rinviare alla prossima settimana il seguito dell'esame del provvedimento, darò la parola, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, ad un deputato contro e ad uno a favore, per non più di cinque minuti ciascuno.

Ha chiesto di parlare contro la deputata Mariastella Gelmini. Ne ha facoltà.

MARIASTELLA GELMINI (FI). Grazie, Presidente. Se abbiamo compreso esattamente i termini della proposta, non si tratta di un'inversione dell'ordine del giorno perché, se si trattasse - ma chiedo un chiarimento su questo - di anticipare la proposta di legge sul comparto lattiero-caseario e immediatamente dopo, trattandosi di un provvedimento che impegna l'Aula per poche ore, di votare e di esaminare la legittima difesa, noi saremmo d'accordo, però dalle sue parole, Presidente, si evince, invece, un rinvio alla prossima settimana e poi magari ancora a quella dopo. Allora, io dico: abbiamo, anzi avete già perso nove mesi dall'inizio di questo Governo e noi riteniamo che l'affermazione di un diritto alla difesa, non più di una scriminante, ma di un vero e proprio e pieno diritto alla difesa non sia ulteriormente rinviabile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

E non comprendiamo come si possa, in quest'Aula, chiedere un ulteriore rinvio, posto che questo provvedimento è solo alla seconda lettura; per un problema contabile avrà anche una terza lettura; quindi, se ci sono dubbi - e questa è la vera ragione - da parte di una componente la maggioranza, cioè del MoVimento 5 Stelle, faccio loro presente che questa è l'Aula nella quale esaminare, emendare, modificare, migliorare i provvedimenti, così come ha chiesto Buffagni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Mi pare, invece, che la volontà sia un'altra, non sia quella di esaminare e di modificare il testo, ma di provare, ancora una volta, a rinviare sine die un provvedimento che gli italiani aspettano da troppo tempo. Su questo noi siamo assolutamente contrari (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e ci domandiamo come la Lega - che ha nel suo leader, Matteo Salvini, che ogni giorno va giustamente in carcere a trovare persone che sono cittadini innocenti, che si trovavano non tutelati dallo Stato - faccia oggi a chiedere il rinvio del provvedimento. Questo è davvero incomprensibile.

Noi ci opponiamo con forza e chiediamo che quest'Aula analizzi finalmente il diritto alla difesa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore il deputato Zanichelli. Ne ha facoltà.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Grazie, Presidente. Io dichiaro che il gruppo del MoVimento 5 Stelle è favorevole alla proposta di rinvio richiesta dal collega. Non c'è alcuna volontà da parte nostra di soprassedere alla discussione di un provvedimento che avrà tutto il tempo per essere discusso. Abbiamo ritenuto e riteniamo giusto discutere anche provvedimenti come le prossime mozioni, che ci saranno sempre conseguentemente all'ordine del giorno anche dell'opposizione, quindi noi siamo favorevoli al rinvio di questo punto.

Annuncio anche che, proprio come ha dichiarato poc'anzi il collega, il tema attinente al settore lattiero-caseario ci sta a cuore, quindi, anche dal nostro punto di vista, anticipo l'intenzione futura per quanto riguarda il posticipo e il rinvio futuro, che poi metteremo sicuramente in discussione, Presidente, per quanto riguarda la proposta di legge dello scambio politico-mafioso. Quindi io annuncio, Presidente, che siamo favorevoli alla proposta di rinvio del punto all'ordine del giorno e chiediamo di proseguire con i punti successivi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Essendone stata fatta richiesta, sulla proposta di rinvio del seguito del provvedimento, darò la parola, ai sensi dell'articolo 45 del Regolamento, ad un deputato per gruppo.

Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD). Signor Presidente, noi, a differenza di Forza Italia, che cerca di realizzare l'improbabile impresa di scavalcare a destra la Lega, proponendo forse la reintroduzione della legge del taglione, saremmo favorevolissimi a un rinvio all'infinito di questo provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali), però non ci sfugge un particolare tecnico: il rinvio impedirà una discussione congrua su questo provvedimento, perché con il contingentamento voi impedirete una discussione seria su un provvedimento che fa uno sfregio al nostro ordinamento giuridico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È evidente la ragione qual è: voi volete mettere un velo pietoso - ma non so quanto pietoso per gli italiani - su una contraddizione che è evidentemente esplosa con le elezioni regionali in Abruzzo e in Sardegna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico): l'inseguimento dissennato del populismo penale, utilizzato da Salvini in queste settimane, premia la Lega e porta alla catastrofe il MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Collega, siamo su una richiesta di rinvio, ovviamente.

ANDREA ORLANDO (PD). È così evidente che la toppa non copre il buco, e segnalo che nel provvedimento che è stato sottoposto come elemento che dovrebbe essere discusso prima, quello che riguarda il latte, non c'è nemmeno una società sarda (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Voi state prendendo in giro il Parlamento, gli italiani, ma la cosa più grave è che state prendendo in giro voi stessi. Voi non vi rendete conto che state portando all'autodissoluzione un movimento che ha avuto milioni di voti…

PRESIDENTE. Collega, le ricordo che siamo sul rinvio (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico).

ANDREA ORLANDO…per la totale subalternità. Guardi, lo so che le dà fastidio ascoltare questo.

PRESIDENTE. No, collega, io le sto ricordando che lei sta intervenendo sul rinvio. Quindi, le chiedo di rivolgersi alla Presidenza e di parlare del rinvio. Prego, prosegua.

ANDREA ORLANDO (PD). Ma lei presiede l'Aula e non può entrare nel merito della discussione, e il merito della discussione è questo.

Questo rinvio non copre la vergogna di una coalizione che ormai non tiene su niente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente. Mi pare evidente che le ragioni di questa richiesta di rinvio siano ragioni politiche, siano ragioni di convenienza politica all'indomani dei risultati elettorali. Con il merito del provvedimento non hanno nulla a che vedere; quindi, da questo punto di vista, credo che questo provvedimento per noi avrebbe avuto bisogno di tutto il tempo necessario, parlamentarmente parlando, e quindi è del tutto solare la scelta del rinvio per andare a marzo, al mese prossimo, con i tempi contingentati.

Avete sbandierato ai quattro venti questo provvedimento; al momento di guardare in Aula, di entrare nel merito, di esporvi anche alla critica rispetto a questo provvedimento, scegliete di andare oltre ed è evidente che questo fa parte anche di un modello di applicazione del contratto che noi più volte abbiamo evidenziato dannoso per il Paese. Questo modello prevede sostanzialmente la spartizione di potere intesa come un provvedimento tra me e l'altro soggetto contraente il patto. Questo appartiene alla Lega - lo sappiamo tutti - e quindi il MoVimento 5 Stelle è in difficoltà ad entrare nel merito e a ricercare nel merito delle soluzioni, anche di mediazione. Questo modo di fare le leggi, questo modo di legiferare danneggia il Paese.

Poi, mi sia consentita un'osservazione, per il suo tramite: siamo stati rimproverati, neanche troppo benevolmente, dal collega Sisto, in dichiarazione di voto sulla legge costituzionale, per la nostra scelta di astensione, ma mi domando dov'è il garantista Sisto, dove sono i garantisti di Forza Italia su un provvedimento come questo. Francamente mi ha stupito l'intervento della collega Gelmini: un tentativo di scavalcare a destra la Lega non so dove possa portarvi. Comunque noi, da questo punto di vista, voteremo contro questa richiesta, che ha un sapore tattico, ha un sapore antico, ha il sapore di chi cerca di spostare - e mi riferisco in avanti, al MoVimento 5 Stelle - l'amaro calice che saranno costretti a bere in nome dell'accordo di potere che regge questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Grazie, signor Presidente. Anche noi voteremo contro la richiesta di rinvio e voteremo contro, per due semplici ragioni. Una è che riteniamo da sempre che sia necessaria un'iniziativa legislativa su questo tema: lo riteniamo oggi e lo ritenevamo anche nella scorsa legislatura. E io credo che, al di là delle questioni politiche, si possa cambiare idea, ma guardare e ricordare la realtà forse serve a tutti, anche per avere un dibattito serio e un confronto serio tra di noi.

Non spetta a me difendere la collega Gelmini, però ricordo a me stesso che nella scorsa legislatura non fu Forza Italia a superare a destra la Lega, ma la coalizione che reggeva il Governo, di cui tra l'altro io facevo parte, aveva messo all'ordine del giorno e come priorità l'approvazione urgente di una legge sulla legittima difesa in questo Parlamento. E, allora, il Ministro della giustizia era il mio amico, nonché collega, Orlando. Si può cambiare idea, non si può però dire che uno scavalca a destra o scavalca a sinistra. Credo che la coerenza di ognuno di voi, di noi, anche per dare legittimità a questo Parlamento e a questa Assemblea, sia di dire: ho cambiato idea, non ritengo più necessario, oggi lo scenario politico è diverso, ma non rinfacciare agli altri una coerenza di una posizione che ha sempre contraddistinto la coalizione di centrodestra, in questo caso Forza Italia, ma anche noi che nella scorsa legislatura avevamo una posizione all'interno del passato Governo. E credo che questo sia assolutamente corretto.

La seconda osservazione: è evidente che questo rinvio ha una natura politica, legittima, devo dire che può anche aiutare all'approvazione più accelerata, perché passare al prossimo mese ci permette di avere tempi certi per l'approvazione del provvedimento, ma qui credo che il problema non sia la Lega, ma riguardi assolutamente i colleghi del MoVimento 5 Stelle, che non recupereranno, invece, un consenso nei confronti dei propri elettori, che stanno perdendo solo perché adesso, essendo al Governo, iniziano a fare marcia indietro sui provvedimenti, ma credo che lo recupereranno - è un consiglio umile che posso dare - solo se avranno la coscienza di essere al Governo e se anziché dire sempre “no”, inizieranno ad assumersi la responsabilità di governare con i fatti, che vuol dire realizzare le cose, fare le infrastrutture, dare leggi che tutelino l'interesse dei cittadini e capire che quando si governa non si può fare demagogia.

Questa è la ragione per cui noi voteremo contro la richiesta di rinvio e ci auguriamo che su questo tema della legittima difesa si possa avere un confronto serio e ampio, senza alcun pregiudizio nei confronti di nessuno. Chi vuole la legittima difesa non è un assassino, non è uno che vuole il far west, vuole solo dare certezze in questo Paese riguardo a una legge che oggettivamente manca (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

SIMONE BALDELLI (FI). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, lei ha il dovere di spiegare all'Aula il significato del voto, poiché la richiesta mi sembra un po' complicata, nel senso che, da quello che ho capito, non stiamo votando soltanto il rinvio ad altra seduta del provvedimento sulla legittima difesa, stiamo votando anche l'anticipazione di un altro punto, che è un punto peraltro in quota maggioranza, che è quello del lattiero-caseario, se non ho capito male. Quindi, Presidente, le chiederei di spiegare all'Assemblea nella sua completezza il significato del voto.

PRESIDENTE. Ovviamente, possiamo chiedere al collega Gastaldi esattamente cosa intendeva, però al momento stiamo votando la richiesta del rinvio di una settimana del provvedimento di cui stiamo parlando adesso.

SIMONE BALDELLI (FI). Io ho sentito che chiedeva anche l'anticipo dell'undicesimo punto all'ordine del giorno, che è la proposta di legge sul settore lattiero-caseario, però magari ho sentito male io. Poi se vogliamo procedere all'esegesi del pensiero del collega, però insomma…

PRESIDENTE. Sì, sì, chiaro…

SIMONE BALDELLI (FI). …per capire quello che votiamo, Presidente. Perché altrimenti proseguiamo con il punto successivo all'ordine giorno, che riguarda l'istituzione della Commissione di inchiesta sul sistema bancario.

PRESIDENTE. Certo. Collega Gastaldi, mi conferma la richiesta di rinvio di una settimana?

FLAVIO GASTALDI (LEGA). Confermo la richiesta di rinvio di una settimana, Presidente.

PRESIDENTE. D'accordo.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Per la verità possiamo anche andare a prendere lo stenografico, ma la proposta che è stata fatta dal collega della Lega è stata fatta perché si è sostenuto che vi era un'urgenza di dover affrontare un provvedimento per risolvere il problema dei pastori sardi. Se questo non è, quantomeno chiederei che venisse riformulato nella proposta, perché altrimenti rischiamo di prendere in giro l'Assemblea, oltre che i pastori sardi.

Segnalo alla Presidenza che vi è un problema non banale nel caso in cui ci fosse questo tipo di richiesta, e cioè che sul provvedimento relativo al settore lattiero-caseario non c'è stata l'espressione da parte del Comitato dei nove e, quindi, una inversione non sarebbe tecnicamente fattibile in questa sede.

PRESIDENTE. È chiaro. Io ho chiesto due volte al collega Gastaldi se fosse un rinvio, il collega Gastaldi mi ha confermato questa cosa, quindi io credo che in questo momento siamo nella fase di richiesta di rinvio di una settimana.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su che cosa?

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Intervengo a nome del gruppo, un gruppo che non ha trattato l'argomento, e quindi su questo….

PRESIDENTE. Quindi sulla richiesta di rinvio? Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Sì, Presidente, sulla richiesta di rinvio e solo per esprimere la nostra contrarietà, ovviamente, al rinvio di questo provvedimento. Abbiamo sentito l'intervento del collega della Lega, che faceva riferimento ad un problema importante come quello del settore lattiero-caseario, sono state date delle motivazioni tecniche e, probabilmente, anche di natura politica potrebbero esserne aggiunte per evitare il rinvio o l'inversione dell'ordine del giorno, come inizialmente ci era sembrato di comprendere.

La vicenda della legittima difesa è una vicenda a cui noi teniamo particolarmente, che abbiamo sottolineato per importanza durante la campagna elettorale, abbiamo preso impegni di natura formale anche con le vittime della persecuzione giudiziaria rispetto a episodi nei quali, evidentemente, avevano difeso il loro diritto a tutelare se stessi, le proprie famiglie o anche altri in tante parti della nazione, e lo abbiamo fatto impegnandoci.

Oggi, vedere rinviato questo provvedimento per ragioni che sono poco note, sicuramente non è per parlare in anticipo della vicenda legata al settore lattiero-caseario, quindi eviterei la strumentalizzazione di criticità e di problematiche riguardanti una regione nella quale abbiamo appena stravinto le elezioni insieme agli amici della Lega, per trovare una giustificazione di rinvio. Si dica le cose per quello che sembrano: a noi sembra che ci sia una conflittualità evidente tra la Lega e il MoVimento 5 Stelle su questo tipo di provvedimento e si chiede il rinvio probabilmente per risolvere in corridoi di palazzo, piuttosto che qui in sede di dibattito parlamentare, questioni di loro pertinenza esclusiva come maggioranza.

Quindi noi chiediamo - ed evidentemente non sosterremo questo tipo intervento - di discutere questo provvedimento subito, immediatamente, perché non c'è possibilità di attendere oltre, anche per le ragioni che prima sono state sottolineate dalla collega Gelmini e sulle quali non ritorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio del seguito dell'esame del provvedimento alla prossima settimana.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva per 78 voti di differenza.

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 690 - D'iniziativa dei senatori: Patuanelli ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario (Approvata dal Senato) (A.C. 1353); e delle abbinate proposte di legge: Zanettin ed altri; Rampelli ed altri; Ruocco ed altri; Brunetta (A.C. 654-772-793-905) (ore 16,20).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata dal Senato, n. 1353: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario; e delle abbinate proposte di legge nn. 654-772-793-905.

Ricordo che nella seduta del 18 febbraio si è conclusa la discussione generale e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre il relatore vi ha rinunciato.

(Esame degli articoli - A.C. 1353)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e degli emendamenti presentati.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Avverto che il deputato Bignami ha ritirato la sua firma dall'emendamento 3.12 Zanettin.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 1353)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito il Vicepresidente della Commissione, deputato Gusmeroli, in sostituzione del relatore, ad esprimere il parere della Commissione.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI, Vicepresidente della VI Commissione. Sull'emendamento 1.1 Del Barba il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico. Parere contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Del Barba. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BARBA (PD). Grazie, Presidente. Intervengo sull'emendamento che riguarda la durata della Commissione d'inchiesta. Il testo prevede una durata che, a nostro avviso, è sproporzionata, l'intera legislatura; non è né congrua né, probabilmente, opportuna. La proposta di una durata a tempo determinato di ventiquattro mesi appare sicuramente più congrua, due anni sono sufficienti per affrontare tutti i temi previsti nella Commissione d'inchiesta, ma appare, se ben vedete, anche più opportuna. Un tempo sostanzialmente indeterminato come l'intera legislatura espone la Commissione d'inchiesta all'incertezza degli accadimenti, e questo rischio è ulteriormente aggravato dal numero sconfinato di competenze, dalla quantità di competenze che le vengono attribuite. Quindi, direi che ci sono delle questioni ragionevoli, sia di congruità che di opportunità.

Inoltre, Presidente, vorrei far riflettere quest'Aula su un ulteriore inconveniente – e sconvenienza – relativamente al prevedere l'intera legislatura come durata di una Commissione d'inchiesta così delicata: abbiamo già avuto l'esperienza, nella scorsa legislatura, di una Commissione d'inchiesta che si è protratta fino alla soglia della campagna elettorale. Ora, prevedere come durata l'intera legislatura lascia chiaramente capire la volontà, purtroppo, di reiterare gli errori che sono già stati commessi. Ebbene, in quella Commissione d'inchiesta si lavorò molto seriamente fino a un certo punto, fino al momento in cui fu chiaro che si sarebbe leggermente anticipato il termine della legislatura. Da quel momento in poi, la Commissione d'inchiesta venne trasformata in una campagna elettorale permanente, che portò tutte le opposizioni ad assumere toni e posizioni palesemente sopra le righe, che poi si sono dovuti smentire al primo provvedimento che ha riguardato proprio le banche.

Ecco, allora – e concludo, Presidente – l'invito di limitare i tempi, dare dei tempi certi e congrui relativamente all'ambito che è stato previsto, ma, soprattutto, di evitare che, per la seconda volta, la Commissione d'inchiesta sulle banche si trasformi in un anticipo di campagna elettorale, in una sorta di programma televisivo dentro cui mettere sotto inchiesta banchieri, bancari, politici e il sistema finanziario italiano esclusivamente per scopo elettorale, e non per fare finalmente ordine. È un rischio che va assolutamente evitato, anche perché, a quel punto, Presidente, piuttosto di nominare un presidente della Commissione d'inchiesta, tanto varrebbe nominare un conduttore di talk show, anche se, da quanto leggiamo, la realtà, forse, supera il surreale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Del Barba, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1353)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ALVISE MANIERO, Relatore. Invito al ritiro.

PRESIDENTE. Per tutti gli emendamenti?

ALVISE MANIERO, Relatore. Sì.

PRESIDENTE. Il Governo?

CARLO SIBILIA, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.1 Schullian.

Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Schullian, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.2 Schullian.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Schullian. Ne ha facoltà.

MANFRED SCHULLIAN (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. L'articolo 2 della proposta di legge, che disciplina la composizione, prevede che la composizione della Commissione parlamentare debba assicurare comunque la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo esistente in almeno un ramo del Parlamento. Purtroppo, la prassi che si è instaurata vuole che il gruppo Misto della Camera venga considerato come gruppo unico assieme al gruppo Misto del Senato, pur non essendo omogenei tali gruppi. In effetti, sono due gruppi completamente diversi per vocazione, per composizione e anche per ispirazione politica.

Con questo emendamento vogliamo far considerare il gruppo Misto della Camera un gruppo autonomo, in modo da rispettare il principio, appena citato, della composizione della Commissione che deve assicurare la presenza di ciascun gruppo esistente in almeno un ramo del Parlamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signora Presidente, per dichiarare il nostro voto favorevole sull'emendamento a prima firma del collega Schullian e, per il suo tramite, per chiedere al relatore di modificare la contrarietà, perché il problema che si pone - lo ricordo ai colleghi - era un problema che esisteva già prima ma si è aggravato con l'approvazione del nuovo Regolamento del Senato. Infatti, con il nuovo Regolamento del Senato il gruppo Misto tende a crescere come una sorta di blob durante la legislatura perché, a differenza della Camera, anche in presenza di un numero minimo di senatori, non è più possibile costituire un gruppo se non ci si è presentati alle elezioni.

Quindi, io credo che sia una richiesta sacrosanta perché la natura dei due gruppi Misto è andata modificandosi dopo l'approvazione del Regolamento del Senato e, quindi, noi potremmo trovarci, di qui a qualche mese, con un gruppo al Senato di dimensioni molto rilevanti e, soprattutto, con una fortissima eterogeneità in nessun modo assimilabile col gruppo della Camera. Non vedo poi il problema; cioè, stiamo parlando di Commissioni di 40 membri. Quindi, riuscire a garantire la rappresentanza a tutti i gruppi anche per la natura della materia che è oggetto della Commissione d'inchiesta è sacrosanto, ma allo stesso modo non vedo assolutamente la difficoltà ad avere un rappresentante per il gruppo Misto della Camera e uno per il gruppo Misto del Senato. Mi permetto davvero di sottolineare ancora la giustezza e la correttezza di questa richiesta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (MISTO). Presidente, intervengo soltanto per sottoscrivere anch'io questo emendamento, perché ritengo che sia un'opportunità per riequilibrare le forze rappresentative del Parlamento. Penso che sia doveroso guardare al gruppo Misto della Camera con la stessa dignità di quello del Senato e questa sembra l'occasione buona per farlo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2 Schullian, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.52 Mancini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Mancini. Ne ha facoltà.

CLAUDIO MANCINI (PD). Grazie, Presidente. Colleghi, questo emendamento, come altri che seguiranno, tende a definire il ruolo della Commissione come una Commissione il più possibile di garanzia sia per il criterio di scelta dei suoi componenti, come in questo emendamento, sia per i criteri di elezione dell'ufficio di presidenza e che, comunque, tendono a definire un ruolo della Commissione e della sua presidenza come un ruolo di garanzia.

Abbiamo già sottolineato, nel dibattito sulle linee generali, come noi riteniamo che sia importante che questa Commissione sia gestita secondo criteri istituzionali di forte imparzialità che possano assicurare alla nostra istituzione e all'opinione pubblica che la conduzione del delicato compito di guida di questa Commissione avvenga senza strumentalità.

Ma soprattutto non si deve pensare di fare di questa una grancassa di risonanza di posizioni politiche e partitiche, come pure è stato espresso in alcuni passaggi nel corso del dibattito sia in Aula sia negli interventi sui giornali che hanno teso a definire questa Commissione come la Commissione che deve far “cantare” gli esponenti del mondo bancario.

Noi, invece, riteniamo che debba essere una Commissione che lavora, una Commissione che svolge un ruolo di garanzia e, quindi, questo emendamento tende a dire che anche i gruppi, nell'indicare le personalità che ne faranno parte, devono tener conto delle specifiche competenze che queste hanno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.52 Mancini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.51 Mancini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Cattaneo. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CATTANEO (FI). Grazie, Presidente. Io chiedo di aggiungere la mia firma su questo emendamento. Noi l'abbiamo detto durante la discussione del “decreto Carige” e con grande senso di responsabilità non abbiamo fatto facile populismo ma siamo voluti scendere sul terreno della responsabilità e abbiamo votato a favore di quel provvedimento. Pertanto, oggi siamo a dire che una Commissione d'inchiesta è giusta, perché chiamare alle responsabilità chi si è reso responsabile di atti di governance colpevoli, negativi e che hanno portato, quindi, al disastro di questa e di altre banche è un principio assolutamente corretto.

Però, vogliamo, con la nostra attività parlamentare, migliorare il provvedimento e in questo senso, quindi, noi vogliamo che rispetto al passato si facciano passi in avanti ma noi, ancora una volta, di passi in avanti rispetto al passato non ne vediamo. L'esercizio del controllo ci sta molto a cuore e allora diciamo, con emendamenti come questi e con altri che verranno, di provare, insomma, a fare un'attività che sia il più possibile presente, che accompagni, quindi, un lavoro che sia capillare e che - lo diciamo subito - sia un lavoro non teso a sventolare, con quell'atteggiamento giustizialista che sta tanto a cuore ai 5 Stelle, questo o quel colpevole, ma a fare un minuzioso e responsabile lavoro di responsabilità vera e acclarata. Noi non ci presteremo a un gioco populista e qualunquista.

Emendamenti come questi quindi ci convincono. Li voteremo e speriamo che la maggioranza voglia con noi migliorare questo provvedimento e per questo voteremo a favore del suddetto emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Mancini. Ne ha facoltà.

CLAUDIO MANCINI (PD). Grazie, Presidente. Nel ringraziare il collega Cattaneo per aver sottoscritto l'emendamento devo confessare che non l'avevo illustrato, convinto che fosse stato accolto e sono sorpreso che non lo sia stato perché noi chiediamo che la relazione alle Camere sia semestrale. Questo non è un fatto formale; è un fatto sostanziale. Noi abbiamo osservato nel dibattito sulle linee generali che la durata della Commissione per l'intera legislatura a noi pare eccessiva. Avremmo preferito - e abbiamo un emendamento in questo senso - una durata minore limitata a tre anni e, soprattutto, una relazione al Parlamento più rapida, perché uno dei presupposti del lavoro di questa Commissione è quello di proporre modifiche legislative e, quindi, è sì una Commissione d'inchiesta ma ha anche un compito di proposta.

Se questo compito di proposta non viene svolto rapidamente, noi rischiamo che le relazioni alle Camere di questa Commissione diventino un rito stanco che non produce alcuna attività. Quindi, una relazione semestrale potrebbe dare il senso di una maggiore concretezza al lavoro di questa Commissione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.51 Mancini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.50 Verini… Revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Mancini. Ne ha facoltà.

Chiedo ovviamente a tutti i colleghi di eventualmente farlo presente prima, se vogliono intervenire, per agevolare la Presidenza.

CLAUDIO MANCINI (PD). Presidente, chiedo scusa per il ritardo della segnalazione, ma ero in attesa di capire se il collega Verini illustrasse l'emendamento; io, in sua vece, immeritatamente cercherò di renderlo chiaro all'Aula.

Noi con questo emendamento proponiamo una procedura di votazione per il presidente e per l'ufficio di presidenza, che ne definisca con chiarezza i compiti di garanzia.

Ho già illustrato nel precedente emendamento le ragioni per le quali noi riteniamo necessario che questa Commissione abbia una presidenza di garanzia: questo emendamento traduce, attraverso le procedure di voto mutuate da altre Commissioni parlamentari che hanno storicamente una funzione molto delicata e di riconosciuta garanzia per tutte le parti politiche, tale esigenza, per consentire un sistema che garantisca tutte le forze rappresentate.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.50 Verini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.53 Mancini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mancini. Ne ha facoltà.

CLAUDIO MANCINI (PD). Presidente, illustro rapidamente. Questo emendamento assegna al Presidente del Senato e al Presidente della Camera il compito di nomina dei componenti della Commissione e dell'ufficio di presidenza. Le ragioni sono, credo, facilmente intuibili: noi riteniamo che la Presidenza del Senato e la Presidenza della Camera possano garantire un'indicazione che abbia quel carattere istituzionale che ho già richiamato, e quindi questo emendamento definisce tale tipo di procedura.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.53 Mancini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 2.20 Giacomoni e 2.56 Mancini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cattaneo. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CATTANEO (FI). Presidente, noi con questo emendamento, a prima firma Giacomoni, chiediamo in maniera molto chiara e netta che, se davvero la Commissione vuole essere una Commissione di garanzia per un'inchiesta approfondita, scrupolosa, allora si decida che il ruolo di presidente di questa Commissione venga affidato tra onorevoli o senatori scelti tra i partiti che compongono le opposizioni.

Solo in questo modo noi avremo la certezza che, ancora una volta, il Governo non vuole fare le due parti in commedia, come troppo spesso noi vediamo: un Governo che ama fare il Governo, la maggioranza, e poi farsi anche in maniera autonoma l'opposizione interna. No, se voi davvero volete prestare un servizio al Paese, volete approfondire in maniera scrupolosa, allora abbiate un atto di coraggio: affidate la presidenza di questa Commissione alle minoranze.

Ciò avviene in tanti organismi di controllo: avviene nei comuni, avviene nelle regioni, è avvenuto nelle passate legislature anche per Commissioni d'inchiesta importanti. Abbiate, allora, il coraggio di affidare questa Commissione d'inchiesta alle opposizioni parlamentari.

Allora sì che dimostrerete il vostro scrupolo e la vostra attenzione per approfondire, e non invece quella voglia, che vedo emergere da parte di alcuni componenti della maggioranza, di indicare persone che hanno altri obiettivi.

Non sfuggirà, infatti, che già gli organi di stampa hanno indicato il nome e cognome di chi doveva andare a presiedere questa Commissione. Qui non vogliamo prestarci al teatrino della politica: il nome e il cognome sono quelli di Gianluigi Paragone. Il MoVimento 5 Stelle sembra avere già affidato a questo senatore la presidenza di questa Commissione, e noi non ci stiamo, a noi non va bene: non va bene, come sempre, essere delegittimati nell'apprendere dai giornali le scelte che avvengono, e non va bene anche un metodo che vede scegliere una persona che si è contraddistinta già nella sua attività di giornalista, di presentatore televisivo, per un atteggiamento aggressivo, e a volte anche pregiudiziale, nei confronti del sistema bancario. Basta vedere i libri che ha scritto, basta vedere le trasmissioni che ha condotto su questo tema.

Allora, lo diciamo subito: se questa Commissione d'inchiesta deve diventare il palcoscenico per qualcuno, noi non ci stiamo. Questa Commissione non deve essere il palcoscenico per la gloria di qualche ex presentatore televisivo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), noi vogliamo che questa sia una Commissione seria e scrupolosa.

Allora, dimostratelo anche voi, e accogliete l'emendamento che prevede di attribuire la presidenza alle minoranze.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Mancini. Ne ha facoltà.

CLAUDIO MANCINI (PD). Presidente, devo dire che, contrariamente al solito, non sono del tutto d'accordo con il collega Cattaneo, nel senso che mi pare che, dopo le elezioni sarde, la presidenza ai 5 Stelle già configuri una presidenza di minoranza (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Baratto. Ne ha facoltà.

RAFFAELE BARATTO (FI). Presidente, credo che l'intervento del collega Cattaneo sia assolutamente importante: anche perché dalle file della maggioranza, sia in Commissione sia in Aula, si parla sempre di collaborazione da parte di tutta l'Aula e da parte di tutta la Commissione: ma questo sarebbe davvero un esempio di collaborazione. Altrimenti che collaborazione è se si guarda sempre in un unico senso? Credo che davvero sarebbe un primo esempio per dare la possibilità a tutti di dimostrare di essere per davvero importanti soprattutto in una Commissione importante come questa, per dare un diritto a tutti i cittadini. Ritengo per davvero che la maggioranza dovrebbe dare un esempio per tutti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Grazie, Presidente. Ci rendiamo conto delle difficoltà nelle battaglie di visibilità che i colleghi del MoVimento, come il Presidente Fico ama chiamarli, stanno vivendo e pertanto siamo altrettanto consapevoli del fatto che questa Commissione d'inchiesta guidata da Gianluigi Paragone, dovrebbe diventare un proscenio tale da poter un po' supplire a tale carenza. Sommessamente ci permettiamo di ricordare che la Commissione non deve essere funzionale a soddisfare l'ego di qualcuno o di qualche movimento ma deve essere funzionale alla tutela dell'Italia, degli italiani, dei risparmiatori truffati e non deve avere ulteriori e ultronee finalità. Con questa finalità ben rappresentata dal collega Cattaneo il gruppo Forza Italia è a favore della Commissione, diversamente è meglio far chiarezza da subito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Interveniamo da Forza Italia sul tema e sull'emendamento. Mi rivolgo in particolare al Governo che deve intervenire sulla posizione che la maggioranza sta prendendo perché la Commissione d'inchiesta per ragioni di garanzia e poiché ha sul tema i poteri dell'autorità giudiziaria non può che essere riconosciuta alle minoranze, quale che sia la minoranza. Un Governo e una maggioranza sereni sul tema accettano che le minoranze abbiano la presidenza e pare invece che in questo momento ci sia la necessità di posizionarsi da parte dei 5 Stelle: già si sa chi può essere il presidente. Chiediamo a voi e al Governo una riflessione: è molto grave quello che state facendo, soprattutto in questo momento di grave necessità di tutela del risparmio. Voi prendete una posizione sbagliata. “Nave senza nocchiere in gran tempesta”: lì voi siete e cercate un nocchiere che in questo momento non avete.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marin. Ne ha facoltà.

MARCO MARIN (FI). Grazie, Presidente. Ritengo che sull'emendamento si giochi molto della credibilità della maggioranza, del Governo a MoVimento 5 Stelle e Lega ma, non solo del Governo, dei gruppi parlamentari. Vorrei ricordare che c'è già stata una Commissione banche nella scorsa legislatura e sapete cosa ha fatto - lo dico ai colleghi deputati del MoVimento 5 Stelle e della Lega - sapete cosa ha fatto il Governo del Partito Democratico? Ha messo presidente della Commissione sulle banche un rappresentante del Governo, di maggioranza cioè, in quell'occasione, il senatore Casini. Dunque, se questo è il Governo del cambiamento, come voi vi arrogate di essere, ma di fatto non siete, dovreste dare un segnale di cambiamento. La Commissione va data all'opposizione: altrimenti, invece che del cambiamento, siete un Governo del restauramento!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, signora Presidente intervengo per dire che noi voteremo a favore dell'emendamento in esame. Però vorrei approfittare dell'occasione per provare ad aprire una riflessione nell'Aula anche per evitare che il dibattito su questo passaggio si avviti attorno al giudizio che ciascuno può avere di Paragone, il cui nome occupa le cronache dei giornali, di questo o dell'altro ipotetico o presunto presidente. Adesso a me pare che questione seria sarebbe cominciare a introdurre nella discussione dell'Aula un impianto di carattere generale. Ritengo, ad esempio, che sarebbe buona norma immaginare che le Commissioni di inchiesta, qualunque sia l'argomento di cui si occupano, siano di norma presiedute dalle opposizioni per una ragione semplice: l'opposizione è la parte del Parlamento che non detiene il potere, le leve del Governo, e dunque se il Parlamento predispone una Commissione che ha il compito di sviluppare un'inchiesta su uno qualsiasi dei temi di cui il Parlamento è chiamato a discutere, sarebbe buona norma, dal punto di vista dell'equilibrio dei poteri democratici, affidarla all'opposizione.

Se la discussione fosse fatta così, a me pare che avrebbe una levatura più rilevante e anche un impianto di metodo più generale e più utile…

PRESIDENTE. Collega Picchi… collega Picchi….

NICOLA FRATOIANNI (LEU). …alla comprensione della questione. Ciò detto…

PRESIDENTE. Mi scusi.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Sì.

PRESIDENTE. Collega Picchi. Prego.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Dunque - chiudo subito - noi voteremo a favore perché condividiamo la valutazione nel merito della proposta ma credo che dovrebbe essere l'occasione per tutti e tutte, considerato che si è oggi opposizione e domani Governo e questo vale per ciascuna delle forze politiche presenti nel Parlamento, cogliere l'occasione per approvare oggi l'emendamento in esame e magari anche per prendere collettivamente, anche attraverso lo strumento degli ordini del giorno, un impegno sul futuro cioè l'idea che, di qui in avanti, ogni Commissione d'inchiesta abbia un presidente o una presidente stabiliti dall'opposizione del momento (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. È chiaro che nella logica della democrazia, nella quale maggioranza e opposizione hanno una dialettica, se c'è un ruolo che l'opposizione deve rivestire è proprio il controllo e la vigilanza degli atti più introspettivi sulle attività che si svolgono nel Paese e del Governo ma non solo, anche di tutti i centri di potere che fanno parte anche del sistema economico. Dunque capisco che ci sia della difficoltà perché questo forse non era un punto presente o specificato nel contratto di Governo, però si può anche ogni tanto lasciare un po' di spazio all'inventiva e accettare un suggerimento che viene da quest'Aula a favore di una maggiore efficacia anche dell'analisi e valutazione democratica che si può fare con una Commissione d'inchiesta. Lo dico perché, absit iniuria verbis, ma il paragone che è stato fatto sulla Commissione precedente è chiaramente calzante: non crediamo che sia stato utile allora indicare un membro della maggioranza alla presidenza perché l'accusa che Fratelli d'Italia ha fatto in quell'occasione è stata proprio il fatto di avere una Commissione poco puntuale, poco aggressiva - mi lasci usare questo termine - poco incline ad analizzare nei loro veri aspetti le problematiche del sistema bancario (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.20 Giacomoni e 2.56 Mancini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.57 Mancini.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, noi abbiamo apprezzato che lei abbia voluto richiamare l'attenzione del Governo quando interveniva un collega, perché tra l'altro il sottosegretario Sibilia è anche il sottosegretario competente. Sarebbe interessante capire sulla base di quale elemento regolamentare il Governo può anche stazionare in permanenza davanti ai banchi, in piedi, osservando, commentando e intralciando le attività di attenzione. Quindi il Governo in quest'Aula dovrebbe stare seduto nei banchi del Governo: altrimenti possiamo anche sdoganare altre modalità di happening alla sua discrezione, signora Presidente. Basta saperlo.

PRESIDENTE. D'accordo. Chiaramente sarebbe opportuno che il Governo si sedesse ai propri banchi.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.57 Mancini. Nessuno chiedendo di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.57 Mancini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.54 Mancini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mancini. Ne ha facoltà.

CLAUDIO MANCINI (PD). Presidente, questo emendamento andrebbe accolto, dopo che sono stati respinti gli emendamenti che chiedevano l'assegnazione della presidenza alle opposizioni, perché è un emendamento che definisce una procedura per l'elezione del presidente che in prima istanza prevede la maggioranza dei due terzi dei componenti la Commissione per eleggere il presidente. È chiaro che la maggioranza attuale probabilmente avrà, all'insediamento della Commissione, ancora la maggioranza per eleggere il presidente, però approvare questo emendamento, che definisce una procedura che prevede la maggioranza dei due terzi dei componenti, in prima votazione, per eleggere il presidente… Presidente io mi appello a lei… Grazie, sottosegretario.

La maggioranza dei due terzi garantirebbe alla presidenza della Commissione la ricerca della massima convergenza tra le forze parlamentari, per dare a questa Commissione una funzione di garanzia del Parlamento e non legata alla maggioranza. Noi solleviamo questa questione della presidenza non solo perché siamo preoccupati per le anticipazioni di stampa, ma perché dobbiamo rilevare come il nome del senatore Paragone sia emerso nella discussione della maggioranza insieme alla definizione del Ministro Savona come candidato alla presidenza della Consob. Allora, l'impressione che ne abbiamo avuto, francamente, è che il MoVimento 5 Stelle, dopo esser stato costretto a rinunciare alla candidatura per la presidenza della Consob del dottor Minenna, abbia avuto come compensazione, in maggioranza, la presidenza di questa Commissione d'inchiesta per il senatore Paragone e che, quindi, la Commissione d'inchiesta sia lo scambio per la presidenza della Consob, tant'è che ci domandiamo se l'accelerazione in Aula dell'esame di questo provvedimento che porta all'elezione del senatore Paragone e il rinvio in Commissione finanze delle audizioni del Ministro Savona per valutare i suoi requisiti per la presidenza dalla Consob non siano collegati. La nostra impressione, Presidente, è che si stia giocando al rinvio della nomina Consob perché si vuole prima incassare la nomina di Paragone come presidente di questa Commissione, quindi una lottizzazione delle due cariche, che dovrebbero essere di garanzia, in quanto una, di un'autorità di vigilanza sul mercato e l'altra, una Commissione d'inchiesta su una materia così delicata, che sono ridotte a scambio, ad accordo di potere, per soddisfare le ambizioni della senatore Paragone, ma soprattutto per mettere le mani sulla Consob.

Il rinvio di questa discussione sulla Consob, Presidente, lo abbiamo stigmatizzato spesso in Commissione. Adesso c'è una scadenza all'8 marzo per la votazione, ma le richiamiamo che l'audizione del Ministro Savona non è stata ancora fissata, che quella votazione a voto segreto non è stata ancora fissata, quindi noi rimaniamo di questa idea: siamo abbastanza sicuri che fino a che non si sarà insediato Paragone, con i suoi uffici, alla guida di questa Commissione d'inchiesta, non verrà dato il via libera alla nomina del Ministro Savona (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cattaneo. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CATTANEO (FI). Presidente, con rammarico ci siamo visti bocciare quell'emendamento che chiedeva di affidare alle minoranze la presidenza della Commissione d'inchiesta, argomentando e spiegando con motivazioni del tutto ragionevoli; invece, ancora una volta, la ragionevolezza ha lasciato il posto al desiderio di questa maggioranza di fare due parti in commedia: opposizione e maggioranza allo stesso modo. Allora ci riproviamo. Condivido anche con chi ha detto, in quest'Aula, che non bisogna personalizzare, non è che ce l'abbiamo con Gianluigi Paragone in sé, ma con il metodo con cui si arriva a immaginare la presidenza di Gianluigi Paragone. Allora, se è vero che non bisogna personalizzare nell'attaccare questo o quello, ma nel rivendicare un metodo, allo stesso modo chiediamo alla maggioranza di applicare un metodo che questo emendamento esplicita in maniera molto chiara, positiva - e per questo chiedo di aggiungere la mia firma in calce -, ovvero che il nome possa essere almeno frutto di un'ampia convergenza, che sia una figura ritenuta, dalla maggioranza e dalla minoranza, adatta, idonea a ricoprire quel ruolo.

Lo abbiamo già dimostrato, abbiamo dimostrato di non avere la bava alla bocca ma di cercare, di volta in volta, di analizzare le situazioni e di scegliere le persone migliori. Allora, se lo dimostriamo noi di non avere la bava alla bocca, non vorremmo che la bava alla bocca, invece, ce l'abbia qualcuno della maggioranza, che si avvicina ai lavori di questa Commissione con quell'intento di andare alla ricerca del capro espiatorio, di brandire il nemico del popolo ancora una volta, buono per qualche veloce giudizio mediatico, ma poco utile a un desiderio responsabile della ricerca di verità che questa Commissione deve fare e che a noi interessa più di ogni altra cosa.

Speriamo che almeno questo emendamento trovi l'accoglimento, perché alla fine stiamo dicendo di trovare una convergenza ampia, il meccanismo spiegato è anche molto ragionevole. Se non vorrete dare seguito nemmeno a questa indicazione, allora una volta di più dimostrerete di avvicinarvi a questa Commissione non col desiderio di dare ai cittadini un lavoro serio e scrupoloso, ma solo quello di lanciare qualche anatema, qualche accusa buona per i giornali ma poco utile per il Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signora Presidente, il collega Fratoianni prima ha indicato le ragioni che indurrebbero a una scelta più forte, più radicale, cioè quella di affidare le Commissioni d'inchiesta alle opposizioni, come accade in molte tradizioni parlamentari di grandi democrazie. Questo emendamento è una sorta di seconda scelta, però va anch'essa nella direzione di sottrarre la presidenza a una scelta semplice della maggioranza e prova a indurre alla ricerca di un nome più condiviso.

Noi voteremo a favore, nella convinzione - lo dico perché resti agli atti - che questa Commissione rischia di entrare nel vivo dei suoi lavori in una fase molto complicata dell'economia italiana, che inevitabilmente si rifletterà anche sul sistema bancario. Quindi, crediamo che ci debba essere un'attenzione dovuta, ma ci debba essere anche una capacità di evitare che questo diventi un luogo in cui gli elementi di propaganda sopravanzino gli elementi di merito, di indagine giusta e sacrosanta e, detto in altri termini, non venga usato semplicemente per avere qualche presenza in televisione o qualche titolo di giornale a danno dell'immagine del sistema bancario italiano sui mercati internazionali.

Ricordo che la chiusura anche di una stagione di finanziamento, di liquidità, del sistema bancario attraverso la BCE spingerà inevitabilmente le banche a ricercare finanziamenti sul mercato finanziario e, quindi, il tema della credibilità e dell'affidabilità è un elemento che non può essere sottovalutato.

Quindi, questo emendamento andava in questa direzione, e l'individuazione di una figura autorevole e condivisa era anche un elemento di garanzia rispetto ai rischi che ho poc'anzi ricordato (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.54 Mancini. Revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Grazie, Presidente. Solo per ricordare che questa Commissione deve prima di tutto tutelare i nostri risparmiatori, soprattutto i risparmiatori gabellati, fregati dalle banche o che hanno perso tutto.

Guardo l'onorevole Maniero che si è speso tanto in questi tempi, insieme ad altri colleghi del Veneto, per tutelare i risparmiatori fregati da Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza e dico: se una Commissione deve essere saggia, deve essere la più aperta possibile, non può essere l'espressione di un partito, ma deve essere l'espressione dell'intero Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.54 Mancini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo alla votazione dell'articolo 2.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Cattaneo. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CATTANEO (FI). Solo per dire che, con rammarico, ci siamo visti bocciare tutti gli emendamenti, emendamenti di assoluto buonsenso. Evidentemente, non si vuole lavorare per fare chiarezza, ma solo per fare uno show. Quindi, noi ci asterremo sulla votazione di questo articolo e auspichiamo che, almeno sul lavoro che proseguirà in Aula sui prossimi articoli, ci sia una disponibilità diversa.

Esprimo, quindi, con rammarico su questo articolo la nostra astensione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (PD). Grazie, Presidente. Anche noi ci asterremo, dato il rifiuto di tutte le nostre proposte emendative su questo articolo e confidiamo che la maggioranza accolga i nostri emendamenti sull'articolo 3.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, Presidente. Anche per noi vale la stessa valutazione, nel senso che, pur non avendo presentato emendamenti, le osservazioni che sono state fatte dal nostro gruppo e dagli altri, erano assolutamente condivisibili.

Quindi, si potrà arrivare ad un punto di incontro, ad un punto di mediazione, ma ricordo all'Aula che in Commissione comunque la discussione non c'è stata, nel senso che il relatore è venuto a bocciare tutti questi emendamenti con delle spiegazioni che poco ci hanno convinto.

Questa era un'occasione importante per condividere un percorso che, a parole, riteniamo tutti molto opportuno, doveroso e lungimirante però nei fatti inciampiamo anche su queste cose che non sono secondarie, ma che denotano la prospettiva di un Parlamento che insieme lavora su un settore così importante, così come la storia recente e anche molto recente ha dimostrato.

Quindi, confermo il nostro voto di astensione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1353)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere della Commissione.

ALVISE MANIERO, Relatore. Presidente, invito al ritiro o parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 3.

PRESIDENTE. Bene. Il Governo?

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Parere conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.1 Del Barba. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Del Barba. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BARBA (PD). Grazie, Presidente. Svolgerò l'intervento su questo emendamento, cumulativamente ai successivi tre, sempre a mia prima firma. Direi che il dibattito di quest'Aula ha messo in evidenza il clima collaborativo con cui anche le opposizioni vorrebbero svolgere la discussione e il voto.

Si vorrebbe che questa Commissione d'inchiesta rappresentasse la volontà unanime del Parlamento nel fare chiarezza e nel mettere ordine su una materia tanto delicata, tanto cruciale e importante per gli italiani e mi sembra che sommessamente - come qualche collega ha detto - si è voluto evidenziare un rischio: il rischio contenuto nell'impostazione data dalla maggioranza di trasformare quello che dovrebbe essere un lavoro serio in un palcoscenico e in un anticipo di campagna elettorale. Ne sono chiari indizi i temi relativamente alla durata, di cui abbiamo già parlato, alle modalità di scelta del presidente e, in questo caso, per gli emendamenti che stiamo trattando, anche alle competenze.

Si è scelta la via delle competenze sterminate - ne abbiamo discusso in Commissione -, una sorta di licenza di uccidere, che verrebbe consegnata in modo permanente ai commissari, affinché si possa tenere una pistola puntata alla tempia a tutti gli interpreti del sistema finanziario italiano.

È evidente che, se sarà così, non si farà un favore al nostro Paese, non si farà un favore al sistema finanziario, non si farà un favore alle famiglie e non si farà un favore agli imprenditori. Allora, già in Commissione abbiamo tentato di ridurre le competenze senza successo, direi senza essere minimamente ascoltati.

Questi emendamenti - e chiudo, Presidente - si prefiggono lo scopo semplicemente di evidenziare delle priorità, premettendo quelli che, a nostro modo di vedere, sono i temi importanti già emersi dal lavoro della scorsa Commissione d'inchiesta. Mi permetto di ricordarli: l'adeguatezza e l'efficacia della disciplina vigente relativa al sistema bancario, l'efficacia e l'adeguatezza degli strumenti di vigilanza sul sistema bancario, l'efficacia e l'adeguatezza delle disposizioni vigenti a tutela dei risparmiatori e tutta la questione dei non performing loan, che quindi individuano il punto di debolezza per gli istituti di credito e per l'accesso al credito da parte delle imprese.

Quindi nemmeno pretendiamo di ridurre questo sconfinato ambito delle competenze, perché ormai abbiamo capito che la maggioranza è sorda da questo punto di vista, ma semplicemente di ribadire delle priorità, premettendo i temi che davvero importano ai risparmiatori, alle famiglie e alle imprese italiane (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Del Barba con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Del Barba con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'emendamento 3.3 Del Barba. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (PD). Grazie, signora Presidente. Se un senso ha, questa Commissione, visto che già nella passata legislatura c'è stata una Commissione di inchiesta sulle banche, quindi immagino che non sia la riproposizione della passata Commissione d'inchiesta, è una nuova Commissione d'inchiesta, dove ovviamente si vaglieranno degli elementi nuovi, ci sembra opportuno capire, comprendere e far comprendere, soprattutto ai cittadini che stanno fuori dal Palazzo, quali possono essere gli strumenti che loro hanno per sottoscrivere in maniera assolutamente trasparente le azioni e le obbligazioni che gli vengono proposte e che sono il vero tema che in questi anni ha caratterizzato il problema banche. Ora, a noi sembra abbastanza assurdo che chi faceva della trasparenza il nuovo modo di intendere il rapporto risparmiatori-banche, bocci un emendamento che chiede che in questa Commissione d'inchiesta si faccia luce se effettivamente i cittadini, quando vanno a sottoscrivere e a impiegare i propri denari, abbiano tutte le conoscenze atte a farlo in maniera trasparente. Visto che dovevate essere Governo del cambiamento ci si aspettava che un emendamento di chiarezza e di trasparenza nei confronti dei risparmiatori venisse accettato, ma evidentemente è finita la campagna elettorale e dei risparmiatori ve ne fate un baffo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, Presidente. Intanto per sottoscrivere l'emendamento. Vede, questo è un punto nodale, al di là dell'espressione finale, che parla di prodotti finanziari ad alto rischio, io mi sarei fermato anche prima perché la questione dell'adeguatezza dei prodotti venduti alla clientela è fondamentale ed è un nodo importantissimo. Lo abbiamo conosciuto negli anni, quando abbiamo assistito ad istituti di credito che vendevano e collocavano presso una clientela retail, quindi anche a persone di una certa età, azioni di Banca Carige, per dire, piuttosto che obbligazioni argentine e quant'altro. Quindi, evidentemente, una falla nel sistema di informazione e di verifica dell'adeguatezza. La corrispondenza del profilo di rischio del cliente al prodotto collocato o venduto è una questione di assoluta rilevanza. Quindi, faccio mie le parole della collega Fregolent, che mi ha preceduto, perché anche su questo argomento in Commissione, ma anche nella discussione sul decreto Carige, avevamo avuto una convergenza di analisi in termini prospettivi. Quindi, un emendamento di questo tipo, ancorché modificato, è opportuno da inserire nelle competenze di questa Commissione, lo dice - come dicevo prima - la storia recente e non recente dei disastri fatti a danno, soprattutto dei piccoli risparmiatori. Evidentemente, ancorché migliorati dall'inizio dell'anno gli strumenti di analisi del prodotto finanziario-assicurativo collocato sul mercato ad una clientela che non è obbligata ad avere una cultura finanziaria di un certo tipo, perché ognuno fa il proprio mestiere, quindi, uno si aspetta, una volta varcata la soglia dell'istituto bancario, di ricevere una consulenza personalizzata in funzione delle esigenze che si richiedono. Questo è un aspetto, ripeto, fondamentale. Il nostro voto sarà pertanto favorevole e mi meraviglio che non ci sia stata da parte della maggioranza un'attenzione e una sensibilità su questo tema, che, ripeto ancora una volta, è fondamentale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cattaneo. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CATTANEO (FI). Grazie, Presidente. Io credo che noi ci siamo trovati più volte, nel sentirci ripetere quanto uno dei problemi più grandi per i cittadini, per i risparmiatori italiani, sia stata la scarsa conoscenza dei prodotti finanziari quando vengono offerti al cliente e soprattutto i prodotti finanziari ad alto rischio, che si sanno essere ad alto rischio, nella misura in cui il consumatore, il cliente, non è stato messo in guardia abbastanza.

Allora inserire questo dettagliamento, questa attenzione in più, ci sembra un elemento di assoluta ragionevolezza. Chiedo, personalmente, di aggiungere la mia firma all'emendamento. Faccio notare che nell'articolo 3, così come proposto alla Camera, non è che le competenze che troviamo siano scarse o siano vaghe; se uno legge, e io spero che in quest'Aula in tanti abbiano letto i dettagli dell'articolo 3, sono numerosi i dettagliamenti sull'attività delle competenze che andranno approfonditi. Allora, se già ci sono tante competenze sottolineate, noi ne sottoponiamo alcune di assoluto buonsenso, su cui la maggioranza più volte si è detta favorevole. Dateci una buona motivazione sul perché voi non dobbiate accogliere questi emendamenti.

Se poi la buona motivazione è che avete deciso che il provvedimento è chiuso, che non accoglierete nulla perché tanto così è deciso e così è, se vi pare, allora evitiamo di riversare risorse, energie, attenzione e ce ne andiamo a casa.

Se invece volete migliorare insieme a noi il provvedimento - un provvedimento su cui stiamo tutti ponendo un atteggiamento di attenzione responsabile, non stiamo facendo ostruzionismo, non stiamo facendo battaglie populiste -, allora aiutateci a migliorarlo. Qua si parla di un'attenzione in più rispetto ai prodotti ad alto rischio, diteci perché non dovestre accogliere questo emendamento.

Attendiamo una risposta esaustiva e convincente, perché al momento di risposte esaustive e convincenti non ne avete date.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baratto. Ne ha facoltà.

RAFFAELE BARATTO (FI). Grazie, Presidente. Credo che sarebbe stata una questione di buonsenso accettare i nostri emendamenti, anche perché noi li abbiamo fatti soprattutto per tutelare i risparmiatori e i cittadini su queste proposte che, alle volte, le banche fanno a chi, magari, investe tutto quello che ha risparmiato magari in una vita di lavoro. Credo che ci sarebbe voluto poco per accettare queste proposte o questi emendamenti Allora, credo che un Governo, una maggioranza che davvero, come dice, vuole tutelare i cittadini avrebbe dato davvero un buon esempio accettando gli emendamenti di una minoranza che non vuole fare ostruzionismo, ma vuole dare una garanzia a chi finora è stato davvero fregato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Mancini. Ne ha facoltà.

CLAUDIO MANCINI (PD). A questo punto del dibattito su questo emendamento noi ci saremmo aspettati un collega della maggioranza che si fosse alzato dicendo: ma cosa dite, noi abbiamo fatto il decreto per il ristoro dei risparmiatori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché era annunciato al 7 febbraio, e quindi è stato già fatto, immagino, colleghi della maggioranza. La verità è che non si alza nessuno, né dai banchi della maggioranza né dai banchi del Governo, perché non si sa cosa dire, perché si è raccontata una balla che adesso non si riesce ad attuare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Non sono in Commissione finanze e ho guardato e letto adesso l'articolo 3. Ci sono tante e tali competenze, e mi rivolgo anche al sottosegretario Bitonci, che francamente questa Commissione ha talmente tanti poteri che probabilmente non conterà nulla. E, allora, è uno specchietto, è un qualcosa per dire: ci stiamo occupando, facciamo il comunicato stampa e in qualche maniera riempiamo il buco. Voglio solo citarne uno, alla lettera o) dice: analizzare il rapporto costi-benefici degli strumenti derivati sottoscritti dallo Stato e dagli enti locali. Ma, se andiamo a questi livelli, dobbiamo parlare anche di usura, dobbiamo parlare anche di tante altre cose che sono successe all'interno delle banche, e non lo facciamo.

Quindi, mi appello al sottosegretario: blocchiamo un attimo la discussione e cambiamo, caro onorevole, questi punti o comunque li modifichiamo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 Del Barba, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.4 Del Barba.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (PD). Che questa Commissione d'inchiesta sia l'ennesima spartizione di poltrone lo si capisce dal fatto che l'emendamento 3.4 pensavamo venisse accolto. Si parla di titoli tossici, i titoli che sono all'interno delle banche, quelle che voi, anche nel “decreto Carige”, avete detto: non si sa ancora quante banche saranno soggette a una procedura di salvataggio, perché la crisi è stata particolarmente pesante, nonostante quello che il centrosinistra ha raccontato in questi anni. Noi abbiamo le prove che questa crescita, questo sviluppo economico che voi avete raccontato non è affatto vero, tant'è vero che abbiamo dovuto salvare Carige e ci saranno altre banche da salvare, proprio perché ci sono un sacco di titoli tossici.

Noi chiediamo che in questa Commissione di inchiesta venga fatta un'indagine su effettivamente che cosa c'è e quantificare questi titoli tossici, e questo emendamento ci viene respinto. Allora, diciamolo che è un'ennesima spartizione di poltrone, non serve a niente questa Commissione d'inchiesta, assolutamente a niente. Non serve per i risparmiatori, perché il decreto è ancora da venire; non serve per capire e per fare effettivamente… Signora Presidente, capisco che il mio intervento non interessi al Governo, però vorrei almeno che formalmente non ci fosse nessuno davanti.

PRESIDENTE. Collega Squeri! Collega Squeri!

SILVIA FREGOLENT (PD). Che venga fatta effettivamente luce su questi temi, che sono veramente importanti e che interessano veramente i cittadini, ed il fatto che voi ci respingete questo emendamento la dice lunga su questa Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Presidente, intervengo di nuovo intanto, se possibile, per sottoscrivere l'emendamento, ma anche per dire che questa è una tematica fondamentale. In effetti, tra le competenze di questa Commissione c'è un po' la qualunque, in certi passaggi le competenze sono molto molto ampie. Questo non vuol dire una cosa assolutamente negativa, ma il tema dei NPL è un tema centrale, così come abbiamo convenuto, e mi riferisco anche al sottosegretario Villarosa, che ci assiste sempre in Commissione finanze, ma nell'Aula un po' meno. Questa è una questione che riguarda un tema centrale, ovvero come affrontare, all'interno del bilancio delle banche e come affrontare in modo organico, serio e lungimirante la questione dei crediti deteriorati, perché c'è una differenza tra una prospettiva di curarli e cederli eventualmente… Presidente, a me sembra di essere un po' allo stadio: ci vado e, secondo me, c'è meno casino.

PRESIDENTE. Colleghi!

LUCA PASTORINO (LEU). Dicevo, anche con il sottosegretario Villarosa, che è qui presente in Aula ed è sempre presente in Commissione finanze, abbiamo convenuto circa la necessità di andare ad effettuare un'analisi tra una gestione magari interna all'istituto di credito dei crediti deteriorati, e quindi valutarne il beneficio, rispetto alla prassi ad oggi in uso che prevede la cessione di stock senza una distinzione, di fatto, tra i diversi profili di credito a delle percentuali che possono andare anche in danno a degli istituti di credito in difficoltà o che potrebbero comunque avere un vantaggio migliore tra il cederli in stock a operatori specializzati piuttosto che invece gestirli in modo diverso.

Questo fa parte della discussione che abbiamo convenuto essere opportuna all'interno della Commissione finanze, e ci aspettavamo che questo tema, come diceva la collega Fregolent, fosse tra gli obiettivi di analisi di questa Commissione. Quindi, mi stupisco di nuovo, anche per la discussione che abbiamo avuto, e qui mi rivolgo anche ai colleghi del Partito Democratico, di Forza Italia, ma anche dalla stessa maggioranza. Sulla Commissione finanze tutto si può dire, tranne che non sia un luogo di discussione serena, al di là del fatto che il relatore ci abbia bocciato tutti gli emendamenti con il sorriso, come fa ora. Comunque sia, questo è un argomento importante, esattamente come quello che abbiamo trattato prima.

Quindi, sottoscrivendo l'emendamento e preannunciando il voto favorevole del gruppo di LeU, rimango comunque stupito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Consiglio ai responsabili d'Aula e ai capigruppo di 5 Stelle e Lega di fare qualche telefonata e dire ai colleghi di rientrare in Aula, perché, almeno nelle ultime quattro o cinque votazioni, la maggioranza, che pure con un certo atteggiamento arrogante non si è degnata di accogliere nessuna proposta emendativa dell'opposizione, non era in numero legale. Noi continuiamo a partecipare ai lavori, votiamo, però rendetevi conto che questa cosa di essere contemporaneamente arroganti e assenti non solo è intollerabile, ma è anche, in qualche misura, ridicola (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.4 Del Barba, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA (ore 17,40)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Presidente, se non ho visto male il pannello dell'esito delle votazioni, questo emendamento è stato respinto con 249 voti contrari e con 202 favorevoli, se non ho visto male; il che significa che, se la minoranza non fosse in Aula, questa Camera non sarebbe in numero legale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.5 Meloni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per l'economia dei lavori in un'unica occasione per gli emendamenti 3.5, 3.6, 3.8, 3.9, 3.10, 3.11 e 3.13 Meloni. Evidentemente, questi emendamenti sono volti a dare più concretezza all'azione di questa Commissione così come nei poteri previsti dall'articolo 3, ma ci sono alcuni punti che vale la pena evidenziare per suggerirli anche all'Aula.

Con questi emendamenti noi crediamo di dare maggiore intensità all'analisi della crisi economica internazionale che si è prodotta dal 2008 in poi, in modo da avere un particolare riferimento alla sensibile contrazione del credito che gli istituti di credito hanno concesso alle imprese e ai privati.

Chiediamo di vedere, appunto, che cosa ha prodotto questa crisi finanziaria e quali conseguenze ha prodotto sull'aggravamento del debito sovrano e chiediamo, inoltre, di verificare la compatibilità tra il sistema del credito e il sistema economico nazionale e le misure adottate dall'Unione europea in questi ambiti con particolare riferimento ai meccanismi di vigilanza europea, al fine di verificare anche il rispetto dei requisiti di patrimonializzazione di questi istituti.

PRESIDENTE. Colleghi, sta parlando un vostro collega di Fratelli d'Italia. Prego.

MARCO OSNATO (FDI). Crediamo anche che sia importante verificare il ricorso a strumenti finanziari derivati che, appunto, scommettono sul deprezzamento dei titoli governativi e crediamo che questo sia un grave vulnus, un ambito sicuramente sensibile sul quale la Commissione deve mettere un focus maggiormente elevato.

Vogliamo sapere quali siano stati gli interventi posti in essere a tutela dei risparmiatori in seguito alle segnalazioni che questi hanno inoltrato agli organi preposti circa gli atteggiamenti ingannevoli e illeciti messi in atto dagli istituti bancari, perché è chiaro che se, a segnalazioni e a evidenze chiare, non susseguono poi azioni concrete difficilmente questo sistema può migliorare e controllare se stesso.

Poi, è importante la congruità e l'accessibilità dei risarcimenti disposti in favore dei soggetti danneggiati e noi speriamo che finalmente si possa fare anche chiarezza su questa eventuale procedura di infrazione che la Commissione europea sta ipotizzando nei confronti dell'Italia su cui parliamo da tanto, però evidentemente ancora adesso non abbiamo le idee chiare.

Inoltre, vogliamo evidentemente valutare l'opportunità di una verifica approfondita da parte degli organi di vigilanza anche in tema di prevenzione affinché non succedano altre situazioni che abbiamo visto e che abbiamo visto anche di recente con il “decreto Carige”, in modo che invece di dover piangere sul latte versato - come si dice - magari qualche volta riusciamo ad anticipare delle situazioni sgradevoli e pericolose per i nostri risparmiatori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.5 Meloni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.6 Meloni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.50 Fragomeli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fragomeli. Ne ha facoltà.

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Grazie, Presidente. Questo punto sulle competenze non è un punto secondario. Infatti, stiamo parlando di valutare le condizioni al fine di istituire una procura nazionale per i reati bancari e finanziari.

Questo tema è stato affrontato anche nella precedente Commissione e nelle conclusioni, appunto, era stata stilata questa ipotesi da valutare successivamente.

Però, ci stupisce che su un argomento come questo - e per il suo tramite lo dico anche ai rappresentanti del Governo in Aula - non sia stata attivata nessuna audizione in Commissione, né rispetto ai componenti del Ministero della giustizia né rispetto ai rappresentanti della magistratura.

Nella precedente legislatura non si è mai denegata una possibilità di audizione al giudice Greco, al procuratore Greco di Milano, quando si parlava di reati finanziari, mentre qui noi addirittura arriviamo a ipotizzare l'istituzione di una procura nazionale senza audire nessuno tra tutti gli addetti ai lavori e tra coloro che si occupano di questa materia.

Secondo me, è molto grave: o ha ragione il collega Bond, quando dice che questa serie di competenze è solo uno specchietto e non c'è nessuna voglia e volontà di portarla avanti, oppure sono temi che vanno affrontati e approfonditi. L'organizzazione della magistratura è una cosa seria, che va strutturata e va giustamente valorizzata.

Lo dico perché poi l'emendamento successivo, invece, è un po' più provocatorio e dico che, a questo punto, possiamo anche istituire una procura e metterci dentro, oltre ai reati finanziari e tributari, anche l'evasione fiscale e l'antiriciclaggio. Facciamo tutte procure finalizzate in modo da rischiare, però, di rendere veramente complicata l'azione della magistratura.

Ci rendiamo conto che, dopo quello che è avvenuto al Senato sul caso “Diciotti” ormai non c'è più questo grande feeling tra il MoVimento 5 Stelle e la magistratura, però su un tema così importante che ha visto in passato questo Parlamento esprimersi - e penso alla procura antimafia e alla procura antiterrorismo - non è ipotizzabile che queste cose vengano calate dall'alto ma dovrebbero essere il frutto di una discussione approfondita, perché se il tema è serio deve essere affrontato in un modo altrettanto serio.

Quindi, poniamo questo emendamento perché secondo noi era fondamentale approfondirlo e non tanto nel merito perché si possono anche valutare delle forme molto più pregnanti e forti di investigazione sui reati finanziari e tributari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Intervengo per riprendere un po' gli argomenti del collega Fragomeli. Infatti, il tema è molto importante e significativo, quello delle competenze per quanto riguarda i processi e i reati in materia finanziaria.

Credo che il tema sarà oggetto anche di un ulteriore mio emendamento, che illustrerà il collega Cattaneo, che tende a porre in alternativa la procura nazionale con quella che invece io ritengo essere la soluzione migliore, quella delle procure e tribunali distrettuali e corti di appello distrettuali per questo tipo di reati.

È un tipo di problematica che probabilmente richiede l'audizione soprattutto del Consiglio superiore della magistratura, che ha le sue idee in questo senso, che in parte divergono o divergevano, almeno nella passata consiliatura (io facevo parte appunto di quell'organo di rilevanza costituzionale), dalla procura nazionale per i reati finanziari. Piuttosto, andiamo ad individuare nei tribunali distrettuali, corti di appello distrettuali e procure distrettuali gli organi competenti per questo tipo di reati.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.50 Fragomeli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signora Presidente, per un richiamo al Regolamento, ai sensi dell'articolo 20, che, come lei sa, stabilisce che spetti al Presidente della Camera convocare ciascuna Commissione permanente per la propria costituzione mediante l'elezione dell'ufficio di presidenza, composto da un presidente, due vicepresidenti e due segretari.

Ci giungono notizie - di questo, quindi, vogliamo informare la Presidenza - che si sarebbe dimessa la presidente della Commissione giustizia di questa Camera.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 17,52)

ENRICO BORGHI (PD). Essendo questa vicenda, qualora confermata, una vicenda di una particolare delicatezza, noi non siamo in condizioni di conoscere il merito, ma poniamo un tema di natura procedurale, perché abbiamo da poche ore votato un rinvio su un provvedimento che è anche di competenza della Commissione giustizia; e, quindi, desideriamo far presente alla Presidenza questo fatto, rispetto al quale chiediamo naturalmente che venga resa un'adeguata informativa circa la sua effettiva sussistenza e, se del caso, circa le motivazioni per le quali la presidente della Commissione giustizia della Camera avrebbe rassegnato le dimissioni.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, sull'ordine dei lavori. Io, sulla scorta di quanto evidenziato dall'onorevole Borghi, rilevo che anche altri provvedimenti di competenza della Commissione giustizia stanno per approdare in Aula per essere sottoposti al vaglio di questa Camera, e credo sia opportuna una sospensione, quantomeno con riferimento a quei provvedimenti, al fine di chiarire se, in questo momento, la Commissione giustizia è priva di rappresentanza o no.

PRESIDENTE. Colleghi, questo è un provvedimento che riguarda la stessa Commissione. Ovviamente, l'Aula sarà informata di eventuali dimissioni nel momento in cui effettivamente l'Ufficio di Presidenza riceverà la richiesta appunto di dimissioni. Al momento, a livello procedurale possiamo procedere. Ed ovviamente si procederà all'elezione di un eventuale nuovo presidente.

Passiamo, quindi, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.51 Fragomeli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.7 Zanettin.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Cattaneo. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CATTANEO (FI). Vediamo che, purtroppo, anche sull'articolo 3 non c'è grande attenzione da parte del Governo; noi andiamo avanti nel proporre emendamenti migliorativi.

Con questo emendamento noi tendiamo a definire i compiti della Commissione, nel senso di prevedere che questa abbia il compito di valutare la possibilità di istituire sezioni specializzate per i reati bancari e finanziari presso procure e tribunali distrettuali, nonché ovviamente anche presso le corti di appello. Perché il vero collo di bottiglia, se noi andiamo a vedere quello che è successo, nel momento in cui si sono attivate azioni giudiziarie per andare alla ricerca dei colpevoli, in fondo il vero collo di bottiglia del sistema non sono state tanto le procure, quanto i tribunali.

Già in Commissione giustizia è stato citato, per esempio, il caso del tribunale di Parma durante gli anni del processo Parmalat: non certo rispetto a quel processo, che è andato avanti, ma rispetto al funzionamento di tutta la restante attività ordinaria.

Quindi, noi con questo emendamento poniamo l'accento su un tema che potrebbe essere di gran lunga migliorativo di un aspetto decisivo nella ricerca della verità, dei colpevoli all'interno delle aule giudiziarie.

Allora, voi volete avere un approccio giusto al processo, migliorarlo, o volete un approccio giustizialista come sempre? Decidete da che parte stare. Noi, come sempre, non abbiamo dubbi su da che parte stare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baratto. Ne ha facoltà.

RAFFAELE BARATTO (FI). Solo per dire e confermare quello che diceva molto bene l'onorevole Cattaneo, perché l'esempio è il tribunale di Treviso che è bloccato per la questione di Veneto Banca.

Allora, io avrei voluto, anche rivolgendomi ai colleghi veneti - caro Maniero, so che tu sei sensibile a queste cose - che almeno questi emendamenti fossero stati davvero presi in considerazione, perché sarebbero stati un buon esempio di collaborazione e di buonsenso per i nostri cittadini, ma così purtroppo non è stato.

Allora si parla bene, però si razzola male, come diciamo molto bene in Veneto. Giusto, Maniero?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.7 Zanettin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione ).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.8 Meloni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.52 Fragomeli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.55 Ungaro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (PD). Grazie, Presidente. Nello stesso spirito degli interventi dei colleghi Mauro Del Barba, Fragomeli e Mancini che mi hanno preceduto, la Commissione non deve diventare un banco degli imputati, uno spettacolo con un Torquemada in pectore, il senatore Paragone, magari per distrarre l'opinione pubblica, dall'enorme sconfitta elettorale del MoVimento 5 Stelle in Abruzzo e in Sardegna o anche dall'imminente recessione che sta arrivando. La Commissione deve diventare uno strumento utile per indagare su cosa non funzioni nel nostro sistema bancario, per cercare di migliorarlo. Da questo punto vista, non condivido le parole del collega Bond: le competenze devono essere definite in maniera chiara e decisa e condivido con lui che ovviamente l'obiettivo qui è salvaguardare e tutelare i risparmiatori. Dobbiamo cogliere, come legislatori, l'importanza dell'unione bancaria e come l'Europa, in questo caso, può essere una soluzione ai nostri problemi e anche al nostro sistema bancario, perché soltanto con l'unione bancaria potremo recidere il circolo vizioso tra crisi del debito sovrano e sistema bancario. Quindi, sarà molto importante usare la Commissione come volano per far sì che il nostro sistema bancario si adatti alle esigenze dell'unione bancaria. Questo è il senso dell'emendamento 3.55 da me presentato.

Ce ne sarà un altro tra un attimo sui giovani, ma anche qui c'è un'altra funzione che la Commissione deve assolutamente incorporare, ovvero trovare il decreto attuativo che il Governo aveva promesso di attuare entro l'8 febbraio perché non ce n'è traccia. Quindi, chiedo al sottosegretario Villarosa, che non vedo più in Aula e, quindi, al sottosegretario Bitonci di farci sapere quando sapremo quali sono i criteri per il FIR, il Fondo per l'indennizzo dei risparmiatori. Avete promesso di farlo entro l'8 febbraio, ancora non ce n'è traccia: vi chiediamo di farci sapere quando verrà attuato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.55 Ungaro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.9 Meloni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.53 Fragomeli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.54 Ungaro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (PD). Presidente, è un'occasione per estendere le competenze della Commissione e anche per capire quanto sia reale l'accesso al credito per i giovani del Paese ovvero l'inclusione finanziaria e bancaria dei giovani d'Italia under 35. Quanto è facile ottenere un fido? Quanto è facile ottenere un mutuo prima casa? Quanto è facile ottenere un prestito d'onore? Quanto è facile ottenere un finanziamento per avviare una impresa se si ha meno di 35 anni, in questo Paese?

Credo sia una competenza, un obiettivo nobile che questa Commissione si deve assumere, quando parliamo del sistema bancario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Presidente, intervengo per chiedere di poter sottoscrivere questo emendamento e per dire che il problema, il tema, è importante, anche perché recentemente le banche tendono a restringere il credito e creano proprio difficoltà all'accesso ad esso ai giovani, alle nuove famiglie e a tutte quelle persone giovani che vogliono impiantare un'azienda o metter su una propria famiglia. Quindi l'emendamento, secondo me, ha la sua caratura e la sua importanza per la sua ricaduta nazionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Presidente, questo è un tema centrale, al di là della specificità dell'emendamento e la sua finalità. È chiaro che è un tema da abbracciare tutto, ad oggi il costo del credito è un tema su cui ragionare, perché si parlano di percentuali pari al 22 per cento annuo al netto di oneri eventuali quali interessi moratori. Quindi ci si chiede, al di là appunto della fattispecie trattata dal collega Ungaro, come questo eccessivo costo, specie per piccole e medie imprese, sia da esaminare, da verificare e anche da ridurre, soprattutto in fasi economiche di flessione come questa. È chiaro che l'attività della Commissione si amplia in modo veramente largo, però questo è un altro tema centrale che riguarda appunto la quotidianità e la vita di tutti i giorni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.54 Ungaro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.56 Ungaro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (PD). Presidente, intervengo brevemente. Questo emendamento è soltanto per non buttare via le cose buone fatte dai Governi precedenti. Ovvero: in Italia facciamo tantissime norme, sarebbe anche giusto valutarne l'impatto. Per esempio, questo emendamento chiede che la Commissione valuti anche l'impatto che hanno avuto sul nostro sistema bancario le misure come le GACS, lo schema di garanzia sulla cartolarizzazione dei crediti in sofferenza, che hanno permesso appunto di restringere il volume di crisi di sofferenza da 360 miliardi di euro a poco più di 200 miliardi di euro, quindi è una misura che ha funzionato bene. Sarebbe giusto non soltanto estenderla ma anche cercare di capire bene come ha funzionato, studiarla, da qui la proposta appunto di studiarla anche in sede di Commissione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Presidente, oltre che a chiedere la sottoscrizione dell'emendamento, dico all'onorevole Maniero che questo punto meriterebbe di essere inserito, perché, prendendo l'esempio specifico dei fallimenti del nostro Veneto, ci troviamo ad avere un parco di imprenditori che sono presi per la gola proprio perché le sofferenze sono arrivate alla SGA di Napoli, e in molti casi la vita di queste aziende dipende proprio dal comportamento di questa SGA. Quindi, analizzare il comportamento o meno della cessione dei crediti deteriorati alle varie società che fanno questo lavoro sarebbe utile e buono per capire dove possiamo incidere, dove possiamo salvare. Quindi ti chiedo, visto che sei al tavolo che conta, che questo punto in qualche maniera venga assorbito, perché non costa nulla e secondo me salverebbe la vita di molti imprenditori. Prendetevi un attimo di tempo, cinque minuti bastano. Questa non è politica, è buonsenso. Grazie, Ungaro, d'averlo fatto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.56 Ungaro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.10 Meloni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.11 Meloni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.12 Zanettin.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, ho presentato questo emendamento nella speranza che la nuova Commissione parlamentare d'inchiesta possa affrontare con serietà e obiettività le gravi problematiche che incombono sul sistema creditizio nazionale, valutandone l'adeguatezza rispetto alle mutevoli necessità del mercato globale e proponendo eventuali correttivi alla normativa di riferimento. Più nello specifico, questo emendamento invita l'Aula ad un focus sull'istituto del voto capitario. Come ho detto già in altri interventi in quest'Aula, ho seguito da vicino, essendone stato socio storico, le vicende delle banche popolari venete, e mi sono convinto che in questi casi il crack è stato determinato certamente da mala gestio degli amministratori e da carenze delle autorità di controllo e vigilanza, ma ancor di più da un quadro normativo del tutto inadeguato per istituti che nel frattempo erano cresciuti troppo. Mi riferisco alla non quotazione dei titoli, che la legge consentiva a questi istituti, e al voto capitario. Proprio al voto capitario fa riferimento questo emendamento. Considero quest'ultimo un residuato storico di un'epoca che non esiste più, che legittima classi dirigenti locali del tutto autoreferenziali e selezionate tramite cooptazione e che negli anni hanno dato cattiva prova, pensiamo appunto agli esempi di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca.

In questi casi gli amministratori controllavano giganti della finanza che capitalizzavano miliardi di euro, e poi, quando il castello di carta è crollato e i veli si sono squarciati, si è verificato che erano titolari di azioni della banca che gestivano solo per qualche decina o, al massimo, centinaia di migliaia di euro. In pratica, prendevano decisioni sulla pelle di migliaia di risparmiatori senza rischiare un proprio capitale. Credo che questo non debba succedere più, per questo personalmente ritengo che il voto capitario vada escluso nelle società quotate o ad azionariato diffuso e vada mantenuto solo nelle realtà aventi davvero carattere mutualistico come le BCC. Su una tematica di tale rilevanza sarebbe opportuno che la Commissione d'inchiesta potesse soffermarsi e per questo caldeggio l'approvazione di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.12 Zanettin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.13 Meloni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.14 Giacomoni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Baratto. Ne ha facoltà.

RAFFAELE BARATTO (FI). Grazie, Presidente. Questo emendamento è volto a definire i compiti della Commissione, nel senso di prevedere che questa abbia il compito di valutare non solo l'adeguatezza, ma anche l'efficacia della disciplina, una disciplina legislativa, regolamentare, nazionale ed europea sul sistema bancario, finanziario, nonché sulla vigilanza che ha creato danni immani.

Ne costituiscono un esempio i danni che sono stati creati nelle popolari. Credo che le crisi delle popolari venete hanno insegnato a tutti che l'unico efficace strumento di prevenzione che esista è una politica responsabile, che si assuma l'onere di vigilare sul sistema bancario insieme alle preposte autorità. Io credo davvero che questo sia assolutamente importante e che la Commissione debba essere davvero uno strumento importante e spero che non sia l'ennesima promessa elettorale, altrimenti sarebbe ancora una volta una presa in giro per i nostri cittadini e sarebbe stato un buon esempio - e lo ribadisco - dare la presidenza alla minoranza, questo sarebbe stato davvero un buon esempio efficace per tutti quanti e sicuramente una sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.14 Giacomoni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Salutiamo l'Istituto Comprensivo di Primiero, in provincia di Trento, e l'Istituto di Istruzione Secondaria “Stenio”, di Termini Imerese, in provincia di Palermo, che stanno assistendo ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.15 Zanettin.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Questo emendamento, invece, ha la finalità di porre all'attenzione della costituenda Commissione d'inchiesta il quadro macroeconomico ed internazionale nel quale attualmente si collocano le banche italiane. E voglio ricordare a quest'Aula che ci troviamo in una situazione economica complessiva in grave deterioramento, che non lascia presagire nulla di buono: siamo in piena recessione, la produzione industriale è crollata e il Fondo monetario parla addirittura di rischi globali per effetto del contagio italiano. Sul fronte creditizio, all'orizzonte si intravedono ulteriori situazioni critiche: pensiamo alla Banca Popolare di Bari, alla Banca Popolare di Sondrio, che continuano a prorogare la trasformazione in Spa imposta per legge. Si aggiunge la Popolare di Ragusa, i cui soci lamentano di essere da anni nella impossibilità di vendere le azioni. Mi ha impressionato l'allarme lanciato il 20 novembre dello scorso anno, di fronte alla Commissione affari economici e finanziari del Parlamento europeo, dai responsabili della vigilanza BCE, Danièle Nouy e Andrea Enria: se si continua con uno spread così alto si prospetta uno scenario greco per le banche italiane e, a precisa domanda dei parlamentari sulle prospettive di medio-lungo periodo i due funzionari hanno preferito rispondere con un poco incoraggiante “incrociamo le dita”. Questo emendamento ha lo scopo proprio di indirizzare i lavori della Commissione, piuttosto che a operazioni di mera propaganda e speculazione politica, come parrebbe nelle intenzioni di alcuni esponenti della maggioranza giallo-verde, ad una disamina seria e approfondita dello stato in cui si trova il nostro sistema bancario nel contesto macroeconomico, con la finalità di elaborare proposte normative a supporto dei nostri istituti di credito.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.15 Zanettin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo alla votazione dell'articolo 3.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. L'articolo 3 è quello che, come dire, riassume tutte le competenze di questa Commissione parlamentare d'inchiesta. E fra le competenze non inserite nel testo, ma sulle quali io credo che dovrà soffermarsi, giocoforza, questa nuova Commissione, vi è la tragica vicenda del Fondo indennizzo risparmiatori introdotto con l'ultima legge di bilancio. Di questo fondo, Presidente, ormai si sono perse le tracce. I relativi decreti attuativi, secondo il testo della legge di bilancio, dovevano essere varati entro il 31 gennaio, poi, a detta del sottosegretario Villarosa, entro l'8 febbraio, poi, ancora, a detta del Vicepremier Di Maio, a Vicenza, nella settimana successiva, alla maxi assemblea del 9 febbraio. Sta di fatto che nessuno finora li ha visti. Alle associazioni dei risparmiatori sono state consegnate solo delle bozze, peraltro prive di precisi riferimenti normativi e di un minimo di tempistica plausibile. Il Governo sta facendo davvero una figura indegna, credo ne sia consapevole anche il sottosegretario Villarosa. Nel frattempo, nonostante i nostri continui solleciti, resta un mistero il contenuto della lettera inviata dall'Unione europea. Abbiamo presentato interrogazioni, abbiamo sollecitato in Aula la risposta del Governo, abbiamo chiesto l'intervento autorevole del Presidente Fico. Non è servito a nulla. Quali inconfessabili segreti vi sono contenuti? Cosa avete da nascondere? Nell'attesa ci sono cittadini e famiglie che vivono nella disperazione, illusi nelle loro aspettative di ristoro in cambio di qualche promessa elettorale, ed ora brutalmente scaricati senza riguardo alcuno, truffati dal Governo gialloverde, così come sono stati truffati dai banchieri. Merita di essere ricordato che la prima formulazione del Fondo indennizzo risparmiatori, uscito da questa Camera nella sua prima lettura dalla legge di bilancio, si basava su tre principi: danno ingiusto accertato da arbitro, base per il calcolo del prezzo di carico con rivalutazione, prospettiva di incrementare l'iniziale percentuale di ristoro del 30 per cento. Questa impostazione è stata stravolta nel passaggio al Senato dall'emendamento Accoto, Gallicchio, Marco Pellegrini, Pirro, Presutto, Turco, Pesco, Patuanelli: il gotha pentastellato in materia finanziaria. Credo sia giusto menzionare in quest'Aula chi ha messo la propria firma su un provvedimento così gravido di conseguenze nefaste per i risparmiatori veneti.

Un profilo che Bruxelles potrebbe tenere in considerazione per giustificare la procedura di risarcimento senza passare per l'arbitro è l'emergenza sociale, ma che emergenza sociale ci potrà mai essere se il Governo aspetta mesi ed anni per varare una normativa che avvii gli indennizzi? Credo che anche questi profili dovranno essere affrontati da questa Commissione d'inchiesta, anche se privi di un preciso riferimento testuale perché ogni giorno che passa la fiducia che i cittadini hanno riposto in questo Governo gialloverde lascia spazio alla disperazione e di questa disperazione, prima che dalle urne, onorevole Villarosa, sarete interpellati dalla vostra coscienza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (PD). Grazie, Presidente. Anche noi ci asterremo sull'articolo 3, benché noi siamo a favore dell'istituzione della bicamerale d'inchiesta sul sistema bancario, non possiamo che astenerci dopo che sono state bocciate le nostre proposte emendative.

Allora io faccio un appello, qui, al Governo, specificatamente al Sottosegretario Villarosa e anche al relatore di maggioranza, a dirci come intravedono la linea politica, il mandato politico per questa Commissione d'inchiesta sul sistema bancario, specificatamente, oltre ai vari temi posti con i nostri emendamenti, come ci poniamo di fronte all'importanza dell'unione bancaria, perché è veramente inutile che a Francoforte i tassi siano negativi, se poi a Ragusa le nostre banche prestano al 12, al 13 per cento, se non facciamo i compiti a casa e guardiamo a come rimettere in sesto il nostro sistema bancario: quindi, unione bancaria. Il secondo è l'accesso al credito per i giovani d'Italia, i giovani under 35: come la maggioranza e il Governo intendano incorporare queste finalità nel mandato di questa Commissione. E terzo: quali sono le misure per smaltire il carico dei crediti in sofferenza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1353)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1353)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ALVISE MANIERO, Relatore. Sull'emendamento 5.1 Del Barba c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Sottosegretario Villarosa?

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 5.1 Del Barba.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Del Barba. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BARBA (PD). Grazie, Presidente. Anche in questo caso non si capisce perché l'emendamento non possa essere accettato. Anche in questo caso l'emendamento va nella direzione di evitare i rischi che sono stati più volte sottolineati nel corso dell'intero dibattito, ma soprattutto in questo caso direi che avrebbe meritato l'attenzione e l'approvazione perché si tratta di materia giudiziaria.

Non si vede perché, visto che le competenze, peraltro, della Commissione sono sconfinate, non si debba limitare l'accesso di queste richieste alle competenze già decisamente ampie e non si debba richiedere che vi sia una motivazione ogniqualvolta venga fatta richiesta di accesso agli atti. Altrimenti viene da pensare, come purtroppo lungo tutto il dibattito ci è stato fatto ritenere, che davvero, anche nel caso in cui sia coinvolta la giustizia, la Commissione la si voglia usare per delle incursioni indiscriminate e indistinte, da operare nell'interesse di una parte politica.

Direi che nessuno ha bisogno che rimangano sul campo sospetti di questo tipo. L'emendamento, peraltro, non limita in alcun modo l'attività della Commissione; chiede solo che ci sia maggiore trasparenza e maggiore rispetto per i procedimenti in corso.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1 Del Barba, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1353)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 1353)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 1353)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di intervenire per illustrare l'ordine del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'ordine del giorno n. 9/1353/1 Fregolent.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Parere contrario.

PRESIDENTE. Prendo atto che la collega Fregolent insiste per la votazione.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1353/1 Fregolent, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1353)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tabacci. Ne ha facoltà. Scusi un attimo, collega. Colleghi, se dovete uscire, vi chiedo di farlo in silenzio, perché ci sono dei colleghi che devono ancora intervenire, per cortesia. Colleghi, anche quelli vicino al collega Tabacci, che sta cercando di intervenire. Colleghi, devo sospendere la seduta? Vi chiedo, per cortesia, se dovete uscire, di farlo in silenzio. C'è un collega che sta cercando di intervenire.

BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Non volevo recare troppo disturbo, ma è un'incombenza che si deve assolvere.

A conclusione di un disegno di legge occorre fare una dichiarazione di voto, e, nel caso specifico, mi permetto di dire che questa Commissione parlamentare di inchiesta avrebbe potuto risolversi in una semplice Commissione d'indagine conoscitiva senza i poteri della magistratura. L'avevo già sollevato nella scorsa legislatura, ovviamente inascoltato, perché le competenze fissate dal progetto di legge tendono a delineare un quadro di indagine conoscitiva. Non è un'inchiesta giudiziaria, e questa è l'ambiguità. Ma perché si insiste tanto sull'inchiesta giudiziaria, cioè sul fatto di attribuire alla Commissione parlamentare di inchiesta i poteri dell'autorità giudiziaria? Perché i parlamentari che entrano in questa Commissione non riescono a reggere il loro ruolo normale e vogliono un di più. Pensano davvero di potersi trasformare in un'Aula di tribunale e, quindi, vogliono esprimere delle sentenze, ma questo è in contrasto con la funzione parlamentare. Per questo motivo io non posso votare a favore e penso di interpretare anche i miei colleghi. Quindi, mi limiterò ad astenermi. Del resto, già nella passata legislatura non aveva votato su questo provvedimento.

Tra l'altro, l'esperienza della “Commissione banche” nella scorsa legislatura, di cui ho fatto parte, è stata accompagnata da una strumentalizzazione pelosa e palese fin troppo evidente. Ricordo le performance del sottosegretario Villarosa, che qui ha l'amabilità di ascoltarmi, e anche del sottosegretario Sibilia, che faceva coppia con lui, nonché della presidente Ruocco e giocavano a mettere in evidenza, diventandone così lo strumento in maniera più o meno consapevole, i contrasti operativi tra la Consob e la Banca d'Italia avvalendosi di gole profonde, più o meno profonde, che così consumavano le loro vendette trasversali e non certo per riscattare i presunti risparmiatori traditi - ma su questo Villarosa è un esperto in materia - e sono arrivati persino ad audire gli amministratori rinviati a giudizio delle due banche venete, così per fare un po' di confusione, tanto era chiaro che un rinviato a giudizio che viene ascoltato in una Commissione parlamentare ha il diritto di difendersi come meglio crede e, quindi, anche di dire il falso, perché è consentito che chi viene chiamato di fronte a una Commissione parlamentare che ha i poteri dell'autorità giudiziaria possa dire il falso. Lo si sapeva e loro l'hanno fatto; hanno recitato la loro parte con grande efficacia. Dicevano il falso e i parlamentari se lo bevevano, perché la Commissione parlamentare non è la sede per amplificare le ragioni della loro difesa che poi, tra l'altro, era fondata sullo scarico della responsabilità sulla vigilanza, così come concordato con i loro avvocati, ma la Commissione beveva come se si trattasse di verità rivelate.

E così una Commissione senza durata che cosa fa? Parifica. Questa è la Commissione antimafia. Voi sapete che in tutte le legislature si deve, all'inizio di ogni legislatura, decidere l'istituzione della Commissione antimafia, perché la mafia è un fenomeno che accompagna la vita delle istituzioni del nostro Paese, ahimè, e questo non è un titolo di vanto. Allora, l'idea che noi diamo continuità alla Commissione sulle banche finisce per parificare il giudizio sulla mafia al giudizio sulle banche, come se le banche fossero un'istituzione mafiosa. È una questione non di lana caprina ma di tutta evidenza. Io penso che il sistema bancario non sia un sistema mafioso e, quindi, sarebbe bene ricondurre all'interno di una gestione ordinaria quella di una Commissione non di inchiesta ma sufficientemente di indagine, perché per conoscere gli argomenti che sono contenuti nel testo basterebbe, appunto, una Commissione di indagine.

E, poi, occorre verificare l'efficacia e l'adeguamento degli strumenti di vigilanza sul sistema bancario e finanziario e il loro coordinamento. Questo è un tema molto delicato perché si può discutere della qualità di tale coordinamento tra Consob e Banca d'Italia e questo avviene anche quando si discute di sicurezza in cui si può mettere in discussione l'efficacia del coordinamento tra la polizia e i carabinieri.

Ma la cosa grave è quando non si distingue tra gli uni agli altri e si fa confusione tra guardie e ladri. In questo caso le guardie sarebbero gli organi di vigilanza e i ladri sarebbero gli amministratori delle banche. Il non fare distinzione equivale a creare una grande confusione e questo, se non ce la mettiamo bene in testa, allora giustifica tutto, anche gli amministratori rinviati a giudizio che vengono a tenere i loro comizi all'interno della Commissione parlamentare.

Se poi questa Commissione assume un valore nevralgico nell'assetto istituzionale del Paese, come mi è parso di capire e la maggioranza sostiene, allora sarebbe stato corretto assegnarla a un parlamentare dall'opposizione e qualche collega l'ha detto. Cioè, se questa Commissione ha un valore di per sé profondo rispetto all'equilibrio istituzionale diventa quindi evidente, come nel caso del Copasir, affidarla a un componente dell'opposizione come una garanzia in più; se, invece, è una Commissione normale se la prenda pure la maggioranza, ma non c'era bisogno pomposamente di chiamarla Commissione d'inchiesta perché bastava una Commissione d'indagine.

In realtà, la maggioranza pensa di continuare a speculare sulle disavventure dei risparmiatori e non distingue neppure tra i risparmiatori e gli speculatori, tant'è che il provvedimento che è stato annunciato più volte dal sottosegretario Villarosa ancora non l'abbiamo visto. Ma quand'è che viene avanti questo decreto attuativo? Quando? La prossima settimana? Quante volte è che lei dice “la prossima settimana”? Sono settimane che ci annuncia che la prossima settimana il testo vedrà la luce e noi non lo vediamo semplicemente per una ragione molto semplice: avete pasticciato attorno al tema dei risparmiatori azionisti e non avete chiarito questa cosa. Se un azionista, che è uno che prende una quota di una società, è stato raggirato deve essere certificata questa operazione da un'autorità terza e non può essere che l'azionista assuma il ruolo di essere un raggirato perché è in contrasto con la definizione stessa di azionista rispetto al codice civile. Ci mancherebbe altro che un comproprietario di una società per azioni fosse raggirato e non fosse consapevole che stava comprando delle azioni. Passi per le obbligazioni, ma per le azioni? E voi su questo non siete neppure stati in grado di definire le cose e di distinguere.

Però, quando eravate all'opposizione potevate fare di ogni erba un fascio ma adesso, che siete in maggioranza, avete visto come gli elettori cambiano poi rapidamente il verso, l'avete visto. L'avete visto: hanno cambiato molto rapidamente il verso perché si rendono conto che voi non potete fare due parti in commedia e non vi è consentito. Penso che sarà un'operazione molto complicata da parte vostra riportarla a conclusione perché, sottosegretario Villarosa, anche la furbizia ha degli anticorpi e quando la si esercita con troppa esagerazione succede che poi gli anticorpi mostrano la loro forza. Essere troppo furbi non porta fortuna (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa-Centro Democratico, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luca Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, Presidente. Io sono qui per anticipare, per annunciare e per confermare il voto favorevole del gruppo di LeU. È chiaro che l'intervento del collega Tabacci, che mi ha preceduto e che qui ha delineato anche il percorso e i lavori svoltisi all'interno della Commissione di inchiesta approvata nella scorsa legislatura, mi fa dire nuovamente che da parte nostra il voto favorevole è finalizzato e orientato verso la speranza di una prospettiva di una Commissione che abbia dei poteri forti, ma che sia una Commissione seria, una Commissione dove non ci sia da discutere troppo sulla nomina del presidente. È anche vero appunto, per l'importanza che si è data all'interno di quest'Aula e all'interno del dibattito, che forse evidentemente vi è un piccolo ragionamento in più sulla presidenza da affidare alla minoranza piuttosto che alla maggioranza come elemento di garanzia e che, come è stato detto, si sarebbe dovuto fare.

La realtà della discussione all'interno del nostro dibattito, prima in Commissione e poi in Aula su un testo che è passato al Senato ed è stato profondamente cambiato, denota come comunque sia stata poca, anzi assolutamente nessuna la possibilità di incidere su un testo che poteva andarci bene: magari con qualche minimo correttivo che andasse proprio a mitigare quei rischi di deriva, appunto, che possono verificarsi nel momento in cui non si prende questo strumento nel modo giusto, e lo si trasforma in uno strumento di potenziale propaganda, uno strumento di inquisizione piuttosto che indagine, e di contributo a noi, che siamo in Commissione finanze, che siamo nella Commissione parlamentare per la risoluzione di tante questioni che abbracciano il sistema bancario, di cui abbiamo parlato negli anni, di cui abbiamo parlato recentemente anche in occasione - lo dico sempre - della discussione che abbiamo svolto per il provvedimento che ha riguardato Banca Carige.

All'interno appunto dell'articolo 3, di cui abbiamo parlato questo pomeriggio, in effetti le competenze - lo dicevamo prima qui, all'interno del gruppo - sono tantissime. Ci stupisce che, pur essendo tantissime, manchino dei pezzi fondamentali, quale un riferimento specifico sul profilo di rischio, sull'analisi della corrispondenza tra profilo di rischio dell'investitore e l'investitore medesimo, se non su un punto, una parte un po' sfumata. E tante altre questioni all'interno, appunto, di una serie di argomenti che sono comunque molto importanti: che vanno, per esempio, dall'indagare sul tendenziale cambiamento di assetto del conto economico del sistema bancario, dal baricentro dell'attività creditizia al crescente peso dell'attività del risparmio gestito e dei servizi; e tante, tante altre cose che riguardano anche, come diceva il collega Ungaro (è un discorso sul quale siamo assolutamente d'accordo), la platea che vuole accedere al credito. L'accesso al credito è un argomento che è stato sicuramente all'ordine del giorno, che è sicuramente all'ordine del giorno nella quotidianità, nella vita di tutti i giorni, con diverse sfaccettature, quando le banche fanno fatica, nel momento in cui la congiuntura economica non è poi così positiva, perché le due cose vanno insieme. Diciamo, quindi, che un sistema bancario va bene, anche se l'economia che lo circonda ha dei fondamentali e delle prospettive di crescita che oggi non sembrano essere presenti.

Un inciso lo faccio su un punto che, alla fine, riguarda il fatto di verificare l'efficacia dello strumento di conciliazione dell'arbitrato bancario. Ne abbiamo parlato in Commissione la settimana scorsa, a seguito di un'interrogazione proposta dal nostro gruppo di LeU, e poi anche dal gruppo della Lega Nord, se non ricordo male. In quella sede, all'unanimità, di fronte ad una risposta del sottosegretario Villarosa che sostanzialmente certificava quello che avevamo evidenziato, ovvero un'inopportunità da parte di Bankitalia di ridurre della metà i tempi di prescrizione per far sì che le persone potessero affidarsi a questo sistema che funziona… Perché i numeri dicono che nel 2018 sono stati erogati ai risparmiatori 40 milioni di euro, se non ricordo male, e come effetto leva, su sentenze o su pareri che hanno fatto scuola, altri 400 milioni di euro. Insomma, quindi, questo è anche un tema forse marginale, ma che incontra la quotidianità.

Ritorno su alcune questioni, proprio per far sì che le discussioni sul sistema bancario che abbiamo svolto in questi mesi di legislatura non abbiano termine e non si diluiscano in altre dinamiche, perché i problemi sono tanti, le questioni da affrontare sono tante. L'ho citato prima, il costo del credito, incrocio sempre con gli argomenti di cui parlavamo prima: al 22 per cento annuo, al netto di altri oneri eventuali, è una roba che è difficilmente sostenibile, soprattutto davanti ad una platea di piccole e medie imprese che fanno fatica, ripeto, in un contesto non certo florido per alcuni settori economici.

Il sistema dei controlli da implementare: anche questo è un tema che richiede un approfondimento. Non bisogna quindi secondo noi focalizzarsi sugli interventi fatti ex post su soggetti o su attività ed imprese in crisi, ma piuttosto magari si potrebbe pensare ad un ricorso alle ispezioni, alla verifica dei fondamentali svolta in diversi momenti.

La questione dei crediti deteriorati. Anche su questo ci aspettavamo, all'interno dell'articolo 3, dei vari punti che ci sono, un'attenzione particolare, perché questo non è un aspetto marginale. I crediti si distinguono tra le sofferenze, tra quelli di improbabile realizzo integrale, e quelli scaduti da oltre novanta giorni. Allora, ci chiediamo, ci siamo chiesti (ma non solo noi, tutti), se queste tipologie di crediti debbano avere destini comuni, oppure se è giusta la fissazione di un prezzo di cessione per masse indifferenziate di crediti, oppure se non è preferibile, come dicevo prima in discussione degli emendamenti, gestirli in proprio e studiarli, piuttosto che darli ad operatori specializzati per l'incasso, magari a basse percentuali di realizzo? Perché è questo che sta succedendo, ed anche le ipotesi che girano, anche la discussione di Banca Carige… Tra l'altro, domani è il 27, vedremo questo piano industriale, vedremo anche se l'azione del Governo si limiterà alla prima fase di garanzia oppure dovrà traguardare anche la seconda fase della capitalizzazione temporanea. Insomma, sono tutti argomenti che riguardano, però, la quotidianità.

Sull'adeguatezza per l'operazione fatta effettuare dal cliente abbiamo già parlato. Ma questo, sottosegretario Villarosa, è un tema fondamentale, perché, negli anni, la normativa a garanzia dell'investitore o del cliente ha dovuto sempre rincorrere se stessa di fronte all'evidenza di disastri o di operazioni fatte sottoscrivere al cliente, che mal si conciliavano alla tipologia e all'aspettativa e alle esigenze del cliente stesso. Prova ne sono, appunto, la sottoscrizione di azioni o di obbligazioni subordinate.

Poi, è vero quello che diceva il collega Tabacci, che di fronte all'azione – lo dice anche il codice civile – è chiaro che uno si trova davanti ad un percorso di rischio o di aspettative diverse rispetto a quello di un profilo di un'obbligazione subordinata, o non subordinata; chiaramente in un contesto molto diverso, ma le obbligazioni, insomma, ecco… Però, anche lì, le azioni sono state molto spesso collocate in questi anni - parlo della Liguria, parlo di esempi che posso portare quotidianamente - a persone di una certa età, anche oltre gli ottant'anni, che di cultura finanziaria ne hanno poca; ma non è giusto neanche che ce l'abbiano, perché ognuno, ripeto, deve fare il proprio lavoro, e farlo nella consapevolezza di un servizio che si va a cercare per la realizzazione dei propri obiettivi.

C'è anche una questione, che mi pare non sia citata nei punti dell'articolo 3, che è quella relativa ai conflitti di interessi, sul collocamento di prodotti della banca o emessi dalla banca. Allora ci si interroga, appunto, se la banca in questo caso dovrebbe assumersi una parte del rischio legato al collocamento o alla vendita di questi prodotti, magari assumendosene il rischio ovvero, in caso di esito negativo, assumendosene la responsabilità. Sono tanti argomenti.

La questione delle autorità, l'abbiamo citata in tanti. È chiaro quindi che le dinamiche della scorsa legislatura citate prima mi interessano poco, perché a noi come gruppo interessa veramente porci nelle condizioni di avere uno strumento efficace che possa dare delle risposte. È un tema anche questo, perché negli anni comunque di fronte all'esterno, al piccolo obbligazionista, all'azionista, alla persona normale, è chiaro che i disastri bancari come quelli che abbiamo conosciuto sono inspiegabili ai più; e quindi forse un problema di monitoraggio, di affinamento delle varie complementarietà esiste.

Ripeto quindi, il voto favorevole è chiaramente subordinato anche alla relazione annuale che verrà presentata alle Camere, sempre che andremo avanti, perché sarà una verifica ex post di quelle che sono le premesse che oggi, in Aula, la maggioranza ha descritto: ovvero di una Commissione che serve, con dei poteri, e che mette nelle condizioni il sistema bancario di navigare meglio. Lo vedremo, e condizioneremo il rinnovo del nostro voto favorevole a quel momento (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marco Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Presidente, in estrema sintesi ci teniamo a preannunciare un voto favorevole a questo provvedimento. Un voto favorevole, ovviamente ma non solo, perché abbiamo presentato una delle proposte accorpate: Fratelli d'Italia aveva promesso, in campagna elettorale, che sul tema delle banche sarebbe stato inflessibile, sarebbe stato puntuale nel richiedere chiarezza e trasparenza su quello che in questi anni abbiamo visto ed è successo. Depositando questa proposta di legge evidentemente abbiamo mantenuto una promessa, che manteniamo anche oggi con un voto favorevole; sebbene tutti i punti che noi avremmo voluto non sono interamente ricompresi nel provvedimento, ma siamo sicuri che, nello svolgimento dei lavori, potremo ottenere le risposte che i nostri risparmiatori meritano.

Ma è un voto favorevole anche perché, appunto, è un tema atteso dal Paese, atteso dai nostri concittadini, atteso dai nostri risparmiatori, atteso anche da coloro che, nelle aziende di credito, nelle banche si impegnano con serietà per dar luogo a quella che è la funzione tipica del credito: lo sviluppo del territorio, lo sviluppo dell'impresa e dell'occupazione, delle famiglie, insomma lo sviluppo della nostra nazione. Allora è chiaro che, nell'analizzare il sentimento dei nostri concittadini, non possiamo però non considerare la grande occasione perduta, il grande fallimento che consiste, è consistito nella Commissione bicamerale della scorsa legislatura. È chiaro che è stata l'occasione persa perché in quel momento bisognava fare chiarezza, in quel momento bisognava entrare nei gangli delle gravi manchevolezze compiute dai molti istituti di credito coinvolti nei molti crack; capire quali erano stati gli anelli deboli dei controlli, gli anelli deboli della vigilanza, le compromissioni; quali erano state le visioni contorte di chi doveva esercitare un diritto garantito dalla Costituzione e, invece, aveva preferito esercitare un ruolo di monarca assoluto, in qualche caso un oligarca che, invece dello sviluppo del proprio Paese e della propria nazione, favoriva lo sviluppo dei beni propri o dei suoi amici. E quell'occasione è stata persa perché ne è stata ritardata l'istituzione, ne sono state limitate le competenze, anche chi doveva essere forse più vigile e più attento affinché la Commissione svolgesse nel modo più proficuo il proprio lavoro, invece magari talvolta ha tirato un po' a sé le redini, ha mollato le vele e ha fatto sì che non si andasse verso la conclusione che tutti quanti si aspettavano. Allora oggi siamo qui ad approvare un provvedimento che non deve avere né lo stesso prologo né lo stesso svolgimento e soprattutto la stessa conclusione. Sappiamo che è tempo ormai di liberare un ambito del Paese, quello del credito, del sistema bancario, che, da troppi anni, soffre di incrostazioni. Prima ho parlato di oligarchia, ho parlato di monarchie ma non credo di aver esagerato: noi abbiamo denunciato in questi anni le troppe, troppe relazioni non virtuose che ci sono all'interno di un mondo economico, di un mondo del credito, di un mondo politico che in questi anni ha depredato territori dal risparmio degli italiani, da ciò che invece le tante imprese, le tante famiglie aspettavano come ossigeno per superare l'asfissia della crisi di questi anni. E allora è chiaro che noi aspettiamo - l'abbiamo già detto in discussione generale ma vogliamo qui ripeterlo - l'abolizione del segreto d'ufficio sulle ispezioni che la Consob e Bankitalia fanno periodicamente. È chiaro che crediamo che tenere all'oscuro gli altri organi, sia di controllo sia di indirizzo, come anche le Aule parlamentari su quanto accade durante le ispezioni, sia un errore; come è un errore non condividere, non creare un sistema condiviso di informazioni presso tutti gli organi di vigilanza. L'ho già detto: accade in molti Paesi, accade ad esempio, talvolta anche giustamente, nella tanto accusata Germania che fa questo. Talvolta vogliamo prendere esempio anche dalla Germania, quando, come in questo caso, fa cose positive. È chiaro che vogliamo anche che la politica, alla quale i cittadini giustamente chiedono responsabilità, si assuma tale responsabilità con gli strumenti però che le competono. Dunque riteniamo che il Ministero dell'Economia e delle finanze debba avere strumenti per avere centralità nell'indirizzo delle politiche e del credito nel Paese. Insomma crediamo che la trasparenza sia il punto dal quale partire per ogni tipo di riforma e di analisi del nostro sistema di credito. È chiaro che, come dicevo prima, non possiamo allo stesso tempo dimenticare il passato e nel passato c'è quello che abbiamo sentito anche nella discussione di oggi, durante l'analisi dell'articolato, il grave problema dei risparmiatori truffati. Dobbiamo capire quali sono gli strumenti che possono tutelare i risparmiatori e coloro che in buona fede avevano affidato forse risparmi, forse guadagni delle loro imprese che servivano magari a creare un tesoretto per i momenti di crisi, coloro che avevano avuto fiducia nel sistema della nostra povera Italia e che oggi si ritrovano in mano praticamente il nulla.

Dobbiamo capire se vi sono strumenti che tutelino questo patrimonio da chi, volendo intascare tutti gli utili, e, quando si trova nel momento di crisi, scaricare le difficoltà sui cittadini-risparmiatori o sullo Stato, ha depredato queste banche del proprio patrimonio. È chiaro che anche per capire questo bisogna capire cosa è successo, bisogna analizzare cosa è successo, bisogna però anche rendere esplicito chi è, quali sono le categorie, quali sono i soggetti che lo hanno fatto, quali sono i grandi debitori degli istituti di credito: deve essere chiaro, deve essere scritto, deve essere sui siti Internet, deve essere trasparente a tutti sapere quali sono le aziende che magari tuttora speculano sul mercato e che lo fanno grazie a quelle truffe o a quelle malversazioni e sapere quali sono gli amministratori e i manager che sono stati compiacenti. Non perché ci interessi - l'ho già detto e lo ripetiamo che Fratelli d'Italia è una forza garantista - la pubblica gogna: a noi interessa che chi ha responsabilità non si nasconda dietro sistemi malati ma si assuma responsabilità davanti ai cittadini, ai risparmiatori e agli utenti di queste banche (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Dunque, poiché a noi piace definirci patriottici anche quando si parla di economia, crediamo che, quando si ha un atteggiamento sovranista in politica, bisogna anche sapere come tutelare gli interessi nazionali. Dunque l'interesse nazionale si tutela anche cercando di capire chi sono e cosa fanno le agenzie di rating che ogni giorno ci dicono quello che noi sbagliamo e quello che noi dovremmo fare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Vogliamo capire in base a quali titoli e a quali convenzioni e a quali regolamenti - e, se ci sono, se sono ancora affini alle nostre esigenze, alle esigenze del Paese, di questo sistema - le agenzie di rating hanno la loro valenza o meno. Vogliamo sapere in questa Commissione o, se nel caso, fare una Commissione ad hoc cosa ne è stato dei derivati, di questo grande tema che ho sentito anche oggi echeggiare in quest'Aula. Qualcuno diceva non dobbiamo andare fino lì, in fondo: no, no, noi vogliamo andare lì, in fondo, e vogliamo vedere anche i derivati che hanno messo in difficoltà anche gli enti pubblici e chi erano i manager nelle banche legati molto spesso alla politica, non da questa parte, che andavano negli istituti di credito, anche nella mia città, Milano, a proporre derivati che erano sicuramente svantaggiosi per l'ente pubblico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allo stesso modo vi sono molto altre pratiche poco chiare: finanziamenti baciati che servivano ovviamente a tenere in piedi un sistema di relazioni tra coloro ai quali venivano concessi i prestiti e questi stessi che dovevano sostenere i titoli delle banche stesse; i crediti deteriorati tutti fatti in spregio alle regole del MiFID. Dunque mi avvio a concludere, Presidente. Se l'articolo 47 della Costituzione - perché spesso qui la Costituzione trova molti estimatori, poi però bisogna praticarla nei fatti - ci dice che “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio, disciplina, coordina e controlla il credito” - queste sono le parole esatte - io devo capire se in questi settant'anni di Repubblica e della Costituzione, questo è stato fatto, se è stato sempre fatto, se noi abbiamo intenzione di farlo anche adesso, oggi, partendo proprio da questa Commissione. Perché, a molti di noi che siedono su questi banchi fin da ragazzini ci piaceva intonare una canzone che faceva un po' da inno alla nostra comunità. La canzone era una canzone di invocazione a riappropriarci del nostro domani e un verso della canzone dice proprio che “il popolo vinca dell'oro il signor”.

PRESIDENTE. Collega, ha concluso il tempo.

MARCO OSNATO (FDI). Con molta serenità oggi crediamo che da qui bisogna riportare i soldi del signore agli italiani che li hanno risparmiati e li hanno investiti per il bene del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cattaneo. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CATTANEO (FI). Grazie, Presidente. Come dichiarazione di voto del gruppo di Forza Italia - lo dico subito per sgombrare il campo da qualsiasi incertezza, equivoco, strumentalizzazione - noi ancora una volta facciamo prevalere il senso di responsabilità e decidiamo di votare a favore della Commissione di inchiesta.

Lo facciamo proprio perché amiamo stare dalla parte di chi non cerca titoli sensazionalistici sul giornale, non cerca un palcoscenico attraverso la Commissione di inchiesta per se stesso, per agitare il dito verso questo o quell'altro colpevole buono per una veloce colpevolizzazione di qualcuno ma lo facciamo per amore della verità, convinti che, attraverso la Commissione d'inchiesta, possiamo fare qualche passo in avanti rispetto ai grandi assenti del tema banche di questa e della passata legislatura, ovvero assicurare una volta di più, una volta ancora, un po' di giustizia, soprattutto a quei risparmiatori che sono stati truffati.

Lo facciamo per amore di verità e per serietà verso quelle persone. Come Forza Italia rivendichiamo con orgoglio che, in questa e nella scorsa legislatura, siamo l'unica forza parlamentare che è sempre stata dalla stessa parte, appunto non da quella che urlava nelle piazze, additando i banchieri di allora colpevoli di ogni nefandezza, salvo poi presentare un “decreto salva banche” identico in tutto e per tutto a quell'altro. Noi non urlavamo nella passata legislatura, non urliamo adesso, ma siamo coloro che con fatica, con responsabilità, appunto, vogliono cercare la verità, e lo faremo, all'interno di questa Commissione di inchiesta, però ci fate arrivare a questo voto con una grande amarezza, perché buoni sì ma sciocchi no. Infatti, vi abbiamo proposto degli emendamenti migliorativi, e vi avevamo detto nella discussione del “decreto Carige” che due elementi mancavano: uno era un esercizio maggiore del controllo rispetto al sistema finanziario, ma non abbiamo trovato traccia di nulla che facesse fare passi avanti al nostro sistema di controllo, niente di niente, tutto uguale a prima; e poi abbiamo detto che ci aspettavamo e ci aspettiamo dei passi in avanti rispetto a dare almeno giustizia ai risparmiatori truffati. Rispetto a queste due grandi tematiche, che solleviamo come gruppo, purtroppo abbiamo trovato delle grandi occasioni perse nella discussione che ha accompagnato questo decreto, perché ancora una volta ci avete proposto, alla fine, una Commissione, nulla di nuovo. Il Governo del cambiamento ha proposto ciò che in tutte le legislature abbiamo visto: solo una Commissione d'inchiesta uguale a tutte le altre, senza poteri aggiuntivi, senza nessuna novità sostanziale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Anzi, abbiamo paura che l'unica novità sostanziale sia quella magari di avere un presidente buono ad andare sui giornali, buono ad andare in TV ma non altrettanto buono nel fare passi in avanti sostanziali per il sistema finanziario e per dare elementi in più. Questa è la grande occasione persa. Poi permettetemi anche di dire che, mentre noi in quest'Aula abbiamo accompagnato il dibattito su Carige e oggi sulla Commissione banche, l'abbiamo denunciato allora e lo denunciamo oggi, c'è qualcuno che in quest'Aula ha preso in giro i risparmiatori truffati; ancora una volta, lo vogliamo denunciare da questi banchi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché, in campagna elettorale, qualcuno ha agitato speranze, sapendo che non aveva titolo, che non poteva dare seguito a quelle speranze. Ha agitato speranze, dicendo ai risparmiatori che avrebbero trovato risarcimento pieno, avrebbero trovato finalmente risposte ai loro drammi, ma sapendo di mentire hanno mentito, e in quest'Aula poi non gli hanno dato seguito in nulla e per nulla. Allora noi ci avviciniamo all'istituzione di questa Commissione con una grande sfiducia, la sfiducia crescente dei risparmiatori, che si sono sentiti traditi nella passata legislatura e che si sono sentiti presi in giro e traditi anche in questa legislatura. Qui nessuno può salire in cattedra a puntare il dito contro alcuno. Noi non puntiamo il dito contro nessuno, ma rivendichiamo, viceversa, un lavoro magari poco visibile ma certamente quotidiano, sul territorio, dal Veneto alla Toscana, ovunque ci sarà bisogno, come in Liguria, con i nostri parlamentari che hanno seguito il “decreto Carige” con grande attenzione. Noi lavoreremo per fare dei passi avanti sostanziali. Poi, certo, abbiamo detto in quest'Aula che le personalizzazioni non ci piacciono, però, se le personalizzazioni non ci piacciono e non vogliamo demonizzare il presidente in pectore di questa Commissione, altrettanto deve valere per chi oggi governa il Paese. Allora, ditemi se è possibile indicare presidente di una Commissione una personalità che si è resa responsabile di queste esternazioni, che il 27 maggio dello scorso anno twittava: “Mattarella Presidente del sistema e dei poteri finanziari”. Per carità, abbiamo sentito di peggio, abbiamo sentito un Vicepremier che, prima di diventare Vicepremier, chiedeva l'impeachment del Presidente della Repubblica e, dopo pochi giorni, andava a votare sulla Costituzione nelle mani del Presidente della Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Quindi, per carità, ci avete abituato a un teatrino vergognoso. Ancora, questo senatore pubblica libri dal titolo “GangBank. Il perverso intreccio tra politica e finanza che ci frega il portafoglio e la vita”, e qualche tempo fa inoltre ha reso queste dichiarazioni alla stampa nazionale: “Sicuramente chiamerei Banca d'Italia e Consob. Li faremo cantare”. Ecco, queste righe, queste parole trasudano una differenza, che direi antropologica, tra noi e voi. Noi siamo quelli comunque garantisti, siamo quelli che non sbattono il mostro in prima pagina per soddisfare una sete di vendetta politica o per avere una remunerazione elettorale; noi siamo quelli che vogliono assicurare e dare certezza del diritto agli onesti cittadini, ma facendolo non con questa violenza, con questi toni, con questo modo di fare, che peraltro già dimostra di non produrre alcun risultato, né risultati sostanziali. Incominciate a capire da elezioni recenti che questo approccio non vi darà nemmeno risultati dal punto di vista di una remunerazione in termini elettorali, perché un conto è urlare nelle piazze, un conto è avere questo atteggiamento quando ci si siede sui banchi del Governo. Noi abbiamo provato a suggerirvi di dare la presidenza di questa Commissione alle opposizioni, sarebbe stato un elemento di garanzia, un elemento, al di là di tutto, di buonsenso. Succede in 8 mila comuni italiani che le commissioni di garanzia vengano date automaticamente alle opposizioni, l'abbiamo argomentato anche nel dibattito di oggi, invece niente. Abbiamo anche suggerito quantomeno di cercare figure largamente condivise, che vi fosse un meccanismo di votazione che permettesse l'identificazione di figure autorevoli, ma niente, voi avete le vostre idee! Noi abbiamo il sospetto che voi vogliate semplicemente una Commissione che sbatta il mostro in prima pagina, noi abbiamo idea che non ve ne frega niente dei truffati, non ve ne frega niente di trovare soluzioni, ve ne frega di brandire qualche testa di colpevole per sciacquarvi la coscienza e avere qualche titolone sui giornali. Noi stiamo, come detto, da un'altra parte.

Detto questo è evidente che questa Commissione arriva in un quadro devastante: negli ultimi dieci anni la forbice di fiducia tra il sistema finanziario e il cittadino si è enormemente allargata, la distanza si è fatta quasi incolmabile; dal 2008, una crisi economica senza precedenti, che ha cambiato per molti versi il volto della finanza mondiale, ci ha fatto trovare in qualche modo impreparati a quello tsunami, che poi ci ha investito negli anni successivi, nel 2010, nel 2012; un mercato che ha iniziato a temere che l'Italia non fosse più capace di rimborsare il suo debito, e da lì la crisi industriale, con la produzione crollata del 25 per cento, il PIL crollato del 10 per cento negli anni successivi. Insomma, una crisi profonda, che si è attivata perché il sistema finanziario non era solido. Noi oggi siamo qui, con questa Commissione, a cercare di attivare un meccanismo che riesca a garantire di più la tenuta del sistema finanziario, ma anche e soprattutto a dare una fiducia maggiore al cittadino e al risparmiatore. Presidente, vado a concludere. Noi lavoreremo, e lavoreremo sodo in questa Commissione. Avremmo voluto fare di più e meglio, nel senso che avevamo proposto in maniera costruttiva molti emendamenti che potevano migliorare la qualità del nostro lavoro profuso, però, cari Cinquestelle e caro Governo, noi non accettiamo lezioni da nessuno. Verremo in Commissione con la schiena dritta, per un atteggiamento non giustizialista ma per cercare insieme la giustizia e la verità a tutela dei risparmiatori, e per dare garanzie che non si ripetano fatti come quelli che abbiamo visto anche con Carige. Lo faremo con senso di responsabilità, ma lo faremo davvero senza darvi la possibilità di dare seguito al vostro populismo e al vostro qualunquismo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gian Mario Fragomeli. Ne ha facoltà.

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Presidente, con l'approvazione odierna vorrei che si rimarcasse innanzitutto che non siamo all'anno zero. La proposta di legge in approvazione prevede la ricostituzione di una seconda Commissione d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario.

L'intenzione dei colleghi della maggioranza, in particolare del MoVimento 5 Stelle, è di azzerare quanto fatto nella precedente legislatura, romanzando la realtà e proponendoci l'ennesimo racconto: non c'è stato il tempo, la Commissione è stata costituita senza la convinzione di affrontare dalle radici la crisi del sistema bancario, i risparmiatori non sono stati tutelati, e via discorrendo. Noi del PD, al contrario, quando ci occupiamo dell'economia del nostro Paese e dei risparmi degli italiani, preferiamo restare ancorati ai dati, alla realtà dei numeri, senza perderci nell'enfasi propagandistica.

Il primo dato, oggi come allora, senza nessuna rivisitazione, è che la costituzione della Commissione banche si è resa necessaria allo scopo di approfondire la crisi del sistema bancario e finanziario, conseguente alla più grande crisi economica degli ultimi decenni; una realtà, la nostra, profondamente diversa da quella degli Stati Uniti o della Spagna, nei quali fu la crisi finanziaria stessa a produrre la recessione economica delle imprese. Certo, il nostro sistema produttivo, imperniato sulle piccole imprese, ancora oggi vive fortemente sul credito bancario. Siamo passati dal 71 al 61 per cento del 2009.

Il secondo dato è ascrivibile a un sistema bancario originariamente strutturato sulla base di una forte incidenza di banche medio-piccole e pensato con l'obiettivo di raggiungere crediti elevati e, di conseguenza, grandi esposizioni; un sistema caratterizzato da una scarsa redditività e per questo debole e incapace di sostenere investimenti e ripresa economica; un sistema sul quale abbiamo lavorato nella scorsa legislatura, adottando riforme importanti, come quelle banche popolari e del credito cooperativo. Ci siamo lasciati alle spalle la Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca, con il loro sistema opaco e poco trasparente, con le loro improbabili determinazioni del prezzo delle azioni, un rapporto malsano tra credito e sottoscrizione di azioni finanziate. A nostro parere, la riforma delle banche popolari ha, quindi, inciso positivamente sulle politiche di gestione del credito, ha attenuato i rischi che determinano la diffusa coincidenza tra la figura dell'azionista e quella del cliente. Abbiamo cercato di creare un sistema bancario non più sulle relazioni ma sulle regole, indirizzandolo sempre di più verso la dovuta trasparenza e un dimensionamento opportuno, allo scopo di renderlo più sicuro.

In sostanza, abbiamo posto la condizione per superare una crisi che ha portato prestiti non garantiti, a insoluti, a prestiti contro acquisto di azioni, obbligazioni subordinate con rendimenti molto elevati; una vicenda che ormai conosciamo bene. E nonostante tutto questo, il vostro Governo sembra aver completamente fermato la spinta riformatrice.

Abbiamo giustamente detto finora quanto abbiamo fatto nella scorsa legislatura e dobbiamo aggiungere chiaramente anche una gestione quanto meno azzardata, che è sconfinata nel penale, una responsabilità che è di carattere personale e sulla quale abbiamo sempre sostenuto l'intervento della magistratura quale organo indipendente nel quale crediamo, a differenza del MoVimento 5 Stelle, che, dopo il caso Diciotti, ha smarrito la fiducia e il riconoscimento nel suo ruolo, coniando una nuova branca della filologia, quella dell'autorizzazione a chiamata. Dico “a chiamata” perché si assumono solamente quando vanno a colpire gli avversari politici e non gli alleati di Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Nelle scorse settimane abbiamo assistito a gesti inconsulti, a manette, a quant'altro, così come a presunte lezioni di morale politica sul tema delle autorizzazioni, fatte da esponenti del MoVimento 5 Stelle, motivati però da una profonda disonestà intellettuale. Noi del PD, consapevoli della difficoltà umana, prima ancora che politica, a quelle autorizzazioni che riguardavano i nostri colleghi abbiamo detto “sì” e la magistratura - ve lo ricordo - solo poche settimane fa è arrivata a giudizio anche sulle banche fallite. Non vogliamo sembrare presuntuosi, ma anche su questo avevamo ragione: i manager di Banca Etruria, presidente e direttore generale, sono stati condannati a cinque anni per bancarotta fraudolenta. Negli stessi giorni, altri sono stati archiviati dall'accusa per falso in prospetti e ricordiamo bene come proprio su questi siano state costruite sceneggiature da premio Oscar, che basavano la propria trama non sulle prove, ma sui rapporti parentali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Per arrivare, poi, al tema centrale dei risparmiatori truffati, al loro diritto al rimborso, tema che abbiamo affrontato noi, con il nostro Governo, introducendo in prima istanza il Fondo di solidarietà per gli obbligazionisti, trasformandolo poi in Fondo di ristoro e adesso in FIR. E sono quelle norme da noi introdotte che hanno permesso l'accoglimento, da parte dell'ANAC, per Banca Etruria, dell'85 per cento della richiesta di rimborso: 14 milioni di euro ridati alle persone che hanno subito falsificazioni delle loro schede; un sistema che ha previsto il rimborso dei risparmiatori, ma vagliato dalla Commissione europea e con esso concordato, diversamente da quello che state facendo voi, in un decreto che non arriva mai, contestato probabilmente dalla Commissione europea e sul quale non sappiamo quando si arriverà al reale rimborso. Eppure, siete stati proprio voi, in campagna elettorale, a chiederci di non dar corso alla legge di bilancio dal 2018, ma di fare in modo che fosse il nuovo Governo ad occuparsi degli azionisti. Il risultato è triste: sonnolente attesa, e siete voi i colpevoli di questa attesa.

Preso atto anche nel nuovo contesto oggettivamente diverso, veniamo, infine, all'oggi. Noi del Partito Democratico raccogliamo la sfida di una nuova Commissione d'inchiesta, partendo dal presupposto che ci si possa confrontare sul passato e sul futuro del sistema bancario, in particolare misurandoci sulla funzione di indagine che non deve sovrapporsi a quella della magistratura ordinaria, perché è fondamentale tutelare il risparmio degli italiani, ma anche sugli aspetti conoscitivi necessari a una nuova legislazione, affinché vengano portate a compimento le riforme affidate nella precedente legislatura.

Noi del Partito Democratico daremo il nostro contributo e sarà vincolato fortemente a voler migliorare l'Autorità di vigilanza come Consob, per la quale abbiamo assistito a un'incomprensibile latitanza imposta da voi stessi. Vorrei ricordare l'inerzia dimostrata non per qualche settimana, ma per cinque mesi, con ventiquattro settimane passate solo a discutere sulla designazione del nuovo presidente. Siamo preoccupati, non lo nascondiamo, quando pensiamo che l'esordio sulle nomine della governance di controllo del sistema finanziario abbia richiesto tanto tempo, per di più per interessare una figura che è stata prescritta e non assolta in processi per reati finanziari, perché è di questo che stiamo parlando quando parliamo di Savona. Un approccio, quello del MoVimento 5 Stelle, in palese contraddizione rispetto a quanto fece Di Maio nel luglio 2013, nel corso della precedente legislatura: penso alle interrogazioni per incompetenza e marcata indipendenza di Vegas, che aveva fatto il Viceministro, il conflitto di interessi; a quanto pare, le porte girevoli sono diventate comode e il pronto utilizzo è anche per voi 5 Stelle.

Noi del PD collaboreremo nel momento in cui verrà perseguito il raggiungimento dell'unione bancaria. Oggi, oggettivamente, non è chiaro il percorso che questo Governo ha intenzione di attivare e che secondo noi è, invece, fondamentale. Tutti sappiamo, infatti, quanto l'unione bancaria europea sia nata a seguito di fenomeni di turbolenza finanziaria e al fine di spezzare l'intreccio tra rischio sovrano e rischio bancario. Questo è uno dei temi in cui noi crediamo.

Abbiamo visto - e vado a concludere - che tra i pilastri dell'Unione bancaria sono stati sicuramente portati a buon punto dai precedenti Governi un sistema unico di vigilanza, un sistema unico di risoluzione delle crisi, ma manca un sistema unico di garanzia dei depositi, che appunto non è ancora stato definito. Su quest'ultimo pilastro constatiamo che il Governo italiano non fa sentire la sua voce in Europa, eppure siamo tutti consapevoli dell'importanza di avere una tutela forte, attraverso l'Unione bancaria, con un sistema unico dei depositi che fornisca le stesse garanzie ai risparmiatori e agli azionisti di tutta Europa, e questo a prescindere dal luogo in cui vivono. Siamo, purtroppo, fermi al vertice di Mesenberg dello scorso 19 giugno, nel corso del quale i Presidenti Macron e Merkel hanno rilanciato alcune di queste proposte, con la Germania che ha accettato il principio di una rete di sicurezza comune per gli istituti bancari, da realizzarsi entro il 2024, e quella di una garanzia europea dei conti correnti.

Speriamo vivamente che l'operato di questa Commissione e il Governo sapranno dialogare con l'Europa, non solo sul tema delle responsabilità, ma anche su quello delle opportunità dei risparmiatori italiani, in modo che nella Carta degli europei rientri anche quel diritto di avere un conto corrente con le stesse regole applicabili tanto Dublino, come a Berlino e a Torino, e in qualsiasi altra parte d'Europa.

Con questo auspicio, il Partito Democratico voterà favorevolmente alla costituzione della Commissione d'inchiesta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Silvia Covolo. Ne ha facoltà.

SILVIA COVOLO (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, in un sistema finanziario come quello italiano, che è bank-based, ritengo che debba essere molto stringente la vigilanza sugli istituti erogatori del credito a famiglie ed imprese, in un momento storico in cui la fiducia nei confronti delle banche è minima, essendovi innumerevoli imprese e risparmiatori che hanno subìto pregiudizi ingiusti in conseguenza di violazioni massive degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza, buona fede oggettiva e trasparenza, imposti dal Testo unico in materia di finanza agli operatori del settore, complice l'omesso intervento di autorità statali preposte al controllo, come Banca d'Italia e Consob.

Lo dico con particolare riferimento alla regione da cui provengo, il Veneto, in cui 208 mila famiglie di risparmiatori hanno perso 10 miliardi di euro per investimenti effettuati presso Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, poste in liquidazione coatta amministrativa. Come dimenticare coloro che si sono tolti la vita dopo aver perduto tutti i risparmi faticosamente accantonati e come dimenticare coloro che hanno subito un cambiamento radicale della loro esistenza per aver visto evaporare le risorse investite nelle banche di fiducia?

Pensiamo che vada rivolta la massima attenzione a queste situazioni e per questo esprimiamo apprezzamento per l'azione condotta finora dal Governo del cambiamento, che, fin dal suo insediamento, ha incontrato tutte le associazioni dei risparmiatori che si sono recentemente riunite a Vicenza, lo scorso 9 febbraio, alla presenza dei due Vicepremier Salvini e Di Maio e del governatore del Veneto Luca Zaia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo Esecutivo non si è limitato ad ascoltare, ma ha cercato di dare soluzioni concrete, erogando un fondo indennizzi ai risparmiatori, di un miliardo e mezzo di euro, distribuiti in tre anni, da destinare, secondo le previsioni della legge finanziaria 2019, in favore dei risparmiatori che hanno subito danni per violazioni del testo unico in materia di finanza da parte delle banche poste in liquidazione coatta amministrativa tra il 16 novembre 2015 e il 1° gennaio 2018, tra cui rientrano a pieno titolo le due banche venete che ho sopra menzionato.

È previsto un risarcimento del 30 per cento del danno al prezzo di acquisto delle azioni e del 95 per cento delle obbligazioni, fino ad un ammontare pro capite di 100 mila euro, superando il mis-selling e riconoscendo un pregiudizio generalizzato. L'accettazione non comporta rinuncia a causa di risarcimento del danno. Riteniamo doveroso intraprendere tutte le strade possibili per offrire il massimo ristoro possibile a tutti i risparmiatori pregiudicati dal comportamento delle banche, favorito, come predetto, dalla mancata vigilanza e intervento delle autorità statali di controllo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

Il nostro voto sarà favorevole rispetto a questa proposta di legge, tendente ad istituire una Commissione bicamerale di inchiesta sul sistema bancario e finanziario costituita da venti deputati e venti senatori, con il compito non tanto di giudicare, quanto di raccogliere notizie e dati necessari all'esercizio delle funzioni delle Camere rispetto a queste tematiche. La Commissione d'inchiesta potrà esercitare i poteri coercitivi che sono propri della magistratura nella fase istruttoria delle indagini, fermo restando che essa non ha poteri giudicanti e non può accertare reati o irrogare sanzioni. Tra i vari compiti assegnati alla Commissione, l'articolo 3 prevede anche quello di valutare le condizioni per l'istituzione di una Procura nazionale per i reati bancari e finanziari sul modello della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. Ciò è di fondamentale importanza, considerata la specificità e la rilevanza di queste fattispecie, che devono essere trattate con priorità rispetto ad altre liti bagatellari o rispetto a reati minori, che, purtroppo, intasano le nostre procure (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Auspichiamo che l'attività dell'istituenda Commissione d'inchiesta, le cui funzioni e compiti sono meglio dettagliati nella proposta di legge, prosegua parallelamente a quella della magistratura ordinaria per l'accertamento della responsabilità civile e penale di tutti coloro che sono stati coinvolti nei crac dei principali istituti bancari responsabili della perdita dei risparmi degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

L'accertamento in ordine alla ricorrenza dei presupposti per la declaratoria di fallimento alla data di messa in liquidazione di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca potrebbe dare spazio alla contestazione di reati come la bancarotta fraudolenta in capo ai vertici degli istituti. Mi avvio alla conclusione, Presidente: grazie a questo Governo siamo passati ad indennizzare un risparmiatore che abbia investito 100 mila euro in azioni fino all'ammontare di 28 mila euro, contro i 10 mila euro che avrebbe ricevuto con il “decreto Baretta-Santini-Puppato”, che prevedeva il riconoscimento del danno da mis-selling in sede arbitrale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). L'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta in questa materia potrà costituire un ulteriore passo nel percorso che dovrà condurre a fare luce su una delle pagine più brutte della storia finanziaria italiana e, soprattutto, a garantire il massimo indennizzo a tutte le vittime del sistema bancario dell'ultimo decennio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (M5S). Presidente, colleghi, membri del Governo, siamo oggi chiamati a votare l'istituzione di una Commissione di inchiesta sulle banche e sul sistema finanziario. Ebbene, a me fa piacere sentire da parte di tutti i colleghi, di maggioranza e di opposizione, la necessità di istituire questa Commissione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Devo, però, avvisare i colleghi: questa non sarà la Commissione a cui vi eravate abituati nella scorsa legislatura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti), e in particolare il presidente non sarà una cariatide della vecchia politica come è stato il Presidente Casini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), che è entrato in queste Aule quando ancora un muro separava Berlino est da Berlino ovest (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Collega, le chiedo di usare dei toni e una terminologia adeguata a quest'Aula.

RAPHAEL RADUZZI (M5S). Questa Commissione non durerà tre mesi, solo per dire “lo abbiamo fatto” e dare un contentino ai cittadini che la chiedevano. Questa Commissione non eviterà di audire i manager e i direttori delle banche inquisiti o di scomodare la Banca centrale europea. Questa sarà una nuova Commissione, che farà davvero luce sulle tante ombre del passato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ebbene, veniamo ai contenuti: al primo posto della proposta di legge che stiamo esaminando troviamo che la Commissione dovrà valutare le condizioni al fine di istituire una Procura nazionale per i reati bancari e finanziari sul modello della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. Questo ci rendiamo conto sia un atto forte, ma il nostro Paese ha bisogno di misure forti e di atti concreti per evitare che ci siano ancora banchieri che spolpano, letteralmente spolpano, i risparmi degli italiani. In questa Commissione ripercorreremo, però, anche i tanti episodi del passato che hanno avuto risvolti enormi nel nostro Paese, ma che sono passati totalmente sotto traccia. Riprenderemo, per esempio - lo dico anche ai colleghi di Forza Italia -, quello scandaloso doppio downgrade che avvenne per mano dell'agenzia di rating Standard & Poor's, downgrade basato su evidenti errori macroscopici, che travisavano i dati macroeconomici del nostro Paese, come quelli sulla quota del debito estero e sulla quota del debito estero pubblico e bancario. Alla luce di quegli eventi e della sentenza del tribunale di Trani, dovremmo essere noi a operare un downgrade a Standard & Poor's.

Ovviamente, nella Commissione d'inchiesta riprenderemo tutti i più grandi scandali bancari, a partire da MPS, Monte dei Paschi di Siena, che ha sistematicamente falsato tutti i bilanci e tutti i prospetti dal 2008 al 2015 ed è arrivata a iscrivere con le operazioni Deutsche Bank, che non manca mai, e Nomura 5 miliardi di derivati come se fossero titoli di Stato; cioè, dei contratti che contenevano clausole specifiche cheapest to delivery option e la cosiddetta clausola early termination nel caso di un credit event sono passati per dei semplici titoli di Stato. Ma dov'era la vigilanza in questi casi? E sempre su MPS, chi dei vertici di Banca d'Italia ha beatamente ignorato quei report che arrivavano dalla filiale di Padova di Banca d'Italia, in cui si avvisava che Banca Antonveneta era un istituto appestato, in preda a coma irreversibile e che non valeva sostanzialmente nulla, e che invece MPS comprò per 17 miliardi?

Chi, in Banca d'Italia, ha ignorato quei report (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

Ancora, finalmente andremo a puntare i riflettori sugli amici degli amici, sui grandi debitori, su coloro che quelle banche le hanno affossate. Pensiamo, ad esempio, a Sorgenia di De Benedetti, società che ha affossato i bilanci non solo di MPS, ma di molte altre banche amiche, come Banca Etruria. Lo stesso De Benedetti, poi, che grazie a informazioni riservate, cioè insider trading, ha fatto grandissimi affari, speculando sulla disastrosa riforma delle popolari del Governo Renzi.

Ma parallelamente ai grandi casi di mala gestione e truffa - e penso a Veneto Banca e Popolare di Vicenza che taroccando le MiFID tramite azioni baciate e, insomma, falsi documenti hanno piazzato sostanzialmente di tutto ai risparmiatori veneti - vicino a ciò, dicevo, la Commissione analizzerà le altre cause che hanno portato al dissesto tantissime banche italiane. Sicuramente la prima causa è legata al ciclo economico e a una ripresa che non è mai avvenuta. Noi siamo l'ultimo Paese in Europa per crescita negli ultimi anni e siamo gli unici che non sono tornati ai livelli pre-crisi perché abbiamo attuato delle politiche di austerità e abbiamo distrutto domanda interna, come diceva il caro Monti.

Ma una causa di pari importanza, scarsamente rappresentata e nota all'opinione pubblica, è data dalla regolamentazione europea e su questa ci soffermeremo nella Commissione d'inchiesta. Verificheremo che impatto abbia avuto il progetto di unione bancaria e vigilanza unica caratterizzato da un inasprimento dei requisiti patrimoniali e un'attenzione - oserei dire - spasmodica per il credito commerciale, ignorando totalmente il rischio di mercato. Ciò significa che sono state fatte le pulci alle banche che hanno fatto le banche e hanno prestato all'economia reale, cioè la maggioranza delle banche italiane, ma si è ignorato l'elefante nella stanza dei derivati tossici di cui sono piene zeppe le banche tedesche e francesi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Su questo dovremmo porcela una domanda, cioè sul perché noi o, meglio, i passati Governi hanno posto praticamente tutti gli asset del sistema bancario italiano sotto la vigilanza unica, comprese le banche di credito cooperativo, mentre altri Paesi, come la Germania, non se lo sognano neppure e tutelano a spada tratta il loro sistema di Landesbank e Sparkasse. Allora andremo a verificare l'effetto e l'instabilità che ha generato l'introduzione in maniera anche anticipata del bail-in, che ha distrutto la fiducia dei risparmiatori e ha fatto perdere nel 2016 il 60 per cento del valore azionario delle principali banche italiane. Una legislazione che, come ci ha recentemente confermato Banca d'Italia in audizione, negli Stati Uniti d'America non si sognerebbero mai di applicare, una legislazione che non fa altro che indebolire il pubblico a discapito del privato nella gestione delle crisi bancarie. E a proposito di ciò, come non ricordare lo scandalo dei 5 miliardi regalati a Banca Intesa per comprarsi Veneto Banca e Popolare di Vicenza opportunamente alleggerite dei crediti deteriorati?

E a proposito di crediti deteriorati, la Commissione indagherà le disposizioni emanate dall'autorità di vigilanza e penso alle linee guida e al relativo addendum della BCE in materia di gestione di NPL, linee guida che lasciano una discrezionalità immensa alla vigilanza, come abbiamo visto anche recentemente nei fatti di cronaca, ma al contempo impongono alle banche di svendere in tempi rapidissimi i debiti di risparmiatori e di imprese perché in un mercato con tantissime offerte e poca domanda se il venditore deve realizzare in tempi brevi ovviamente il prezzo crolla. E pensate che Etruria, grazie a quei competentissimi commissari - che tra l'altro ora sono indagati - mandati da Banca d'Italia nel 2015, ha svenduto NPL al 17 per cento del loro valore: uno scandalo, praticamente nulla. E chi acquista sono quei fondi locusta che molto spesso sono interessati solo al collaterale, alle case e agli asset posti in garanzia, e ci fanno margine a doppia cifra, e anche qui troviamo sempre gli amici degli amici come Algebris di Davide Serra, quello che veniva alla Leopolda a darvi le lezioncine sulla finanza buona (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Sembra difficile ma questa è una proposta di legge che ha al centro le persone. Può essere difficile, dicevo, perché si parla anche di concetti astratti che sembrano distanti, come le agenzie di rating, i requisiti patrimoniali e l'unione bancaria, ma questi temi influenzano davvero e profondamente la vita e la qualità della vita dei cittadini italiani…

PRESIDENTE. Concluda.

RAPHAEL RADUZZI (M5S). …e determinano in che modo una famiglia ottiene o non ottiene un mutuo, determinano il tasso di interesse che si vede fare un'azienda per un prestito e come e a chi possono essere venduti determinati tipi di strumenti finanziari. Ecco, ora partirà finalmente la Commissione d'inchiesta…

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

RAPHAEL RADUZZI (M5S). …e noi faremo luce su tutte queste situazioni. Per questo motivo annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1353)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 1353: S. 690 - "Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario" (Approvata dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

Dichiaro così assorbite le proposte di legge nn. 654, 772, 793 e 905.

Inversione dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Davide Zanichelli. Ne ha facoltà.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Grazie, Presidente. Faccio una proposta che è quella di inversione dell'ordine del giorno, passando alle due ratifiche che abbiamo iscritte all'ordine del giorno fino alla conclusione dei lavori di oggi e passare domani ai restanti punti iscritti attualmente all'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Se sulla proposta di inversione dell'ordine del giorno, nel senso di passare direttamente al punto n. 9 recante il seguito della discussione dei progetti di legge di ratifica, non vi sono obiezioni, la stessa si intende accolta dall'Assemblea.

(Così rimane stabilito).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo transattivo fra il Governo della Repubblica italiana e la Comunità europea dell'energia atomica sui princìpi governanti le responsabilità di gestione dei rifiuti radioattivi del sito del Centro comune di ricerca di Ispra, con Appendice, fatto a Bruxelles il 27 novembre 2009 (A.C. 1394-A) (ore 20).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1394-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo transattivo fra il Governo della Repubblica italiana e la Comunità europea dell'energia atomica sui princìpi governanti le responsabilità di gestione dei rifiuti radioattivi del sito del Centro comune di ricerca di Ispra, con Appendice, fatto a Bruxelles il 27 novembre 2009.

Ricordo che nella seduta del 25 febbraio si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica. Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 1394-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione.

Passiamo alla votazione dell'articolo 1, al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

PAOLO FORMENTINI, Relatore. Su entrambi gli emendamenti, 3.10 e 3.11 Baldelli, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.10 Baldelli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, io ho ascoltato con stupore e tenerezza i pareri del relatore e del Governo, perché sono pareri su due emendamenti che originano da una balla colossale che è scritta all'interno del parere che la Commissione bilancio ha espresso su questo provvedimento, e che poggia su un'altra balla colossale che è stata pronunciata dalla sottosegretaria Castelli. La quale ha avuto a dichiarare, il 5 febbraio 2019, il giorno in cui poi la Commissione bilancio ha espresso il parere: “A tale proposito, fa presente, poiché il costo dell'operazione viene finanziato dall'aumento della componente tariffaria A2, che esso non incide sulle bollette delle abitazioni”.

Ecco, noi siamo parlando di smaltimento di rifiuti radioattivi, e questo smaltimento si finanzia in maniera specifica con la componente A2 dei cosiddetti costi fissi che vengono inseriti nella bolletta. Non avrei presentato questi emendamenti, e non avrei sollevato alcuna obiezione, se non ci fosse stato scritto perfino nel parere della Commissione bilancio, Presidente… Io credo che sia una cosa che debba interessare, al di là della dinamica dei rapporti maggioranza-opposizione o Governo-Parlamento, anche la Presidenza della Camera: noi abbiamo scritto nel parere una cosa che non è vera. Cioè, la componente A2 incide sui costi fissi di tutte le bollette. Lo sa bene il povero sottosegretario Crippa, che ha una competenza specifica proprio su questa materia, e che si trova a dover gestire, in questo momento, una situazione della quale è incolpevole protagonista, perché rappresenta il Governo nella sua interezza, ma non è lui ad aver creato questo pasticcio.

Allora, anche a fronte di tutto un percorso di battaglie combattute insieme costruttivamente nella scorsa legislatura, che hanno visto protagonista non solo il sottoscritto, ma il collega Crippa e altri colleghi di tutti i gruppi, che riguardavano proprio la difesa dei consumatori, noi, in questa sede, abbiamo il dovere, Presidente, di spendere una parola di chiarezza.

Non si può scrivere una cosa falsa su un parere, e il Governo non può permettersi di dire, nelle Commissioni parlamentari, con grande superficialità, una cosa che non è vera. Questo costo fa parte in maniera plastica, evidente, è un caso di scuola di costi fissi che vanno a finire nelle bollette. Ma se l'opinione del Governo è che non debbano essere interessate le abitazioni da questo costo, si accolga questo emendamento: esentiamo le abitazioni da questo costo. Diversamente, viene spalmato su tutta l'utenza, che è la norma. Ma perché dover dire una cosa che non è vera? Mi taccio perché ho visto che il sottosegretario Crippa ha chiesto la parola. Lo ringrazio, al di là di ogni retorica, per essere qui e per prendersi la responsabilità, ripeto, di una sciocchezza che non ha detto lui.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Crippa. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico. Presidente, l'onorevole Baldelli pone una questione che ha una rilevanza, e credo sia importante restituire all'Aula un attimo il percorso che ci porta anche a questa ratifica, giusto il percorso e le responsabilità politiche di chi oggi ha portato a questa ratifica un costo.

Per far questo risalgo al 27 novembre del 2009, quando l'allora Governo Berlusconi IV, con il Ministro di allora Scajola, sigla con la Comunità europea dell'energia atomica un contratto che prevede oneri totalmente a carico della Repubblica italiana per l'equivalente di 49 milioni di euro, per far fronte allo smantellamento di un centro di ricerca, di Ispra, che, di fatto, è stato anche utilizzato dagli enti di ricerca italiani, ENEA, CNR, ma non solo. Ma qualcuno scelse, in passato, di prendere in carico tutti i costi. Questi costi, per un'altra azione governativa, e anche qui mi sembra corretto dire sempre chi è il padre, o la madre di questa iniziativa: il 27 dicembre 2017, quindi il Governo precedente, il Governo Gentiloni, inserisce nella legge di stabilità la copertura finanziaria. E in quella legge di stabilità, dopo, vi ricordo, 2009, 2017, e oggi ratifichiamo 2019, quindi son passati la bellezza di dieci anni; dopo otto anni, e su sollecitazione costante e continua a questo punto della Comunità europea e del JRC, che dicevano: voi, nel 2009, avete firmato un accordo, a chi chiediamo i soldi? E arrivavano periodicamente le bollette da pagare di JRC al Ministero dello Sviluppo economico, che evidentemente non poteva essere destinatario di quella misura da pagare; ma qualcuno aveva firmato un Accordo, e probabilmente aveva anche firmato con una certa leggerezza, che 49 milioni di euro dovevano essere pagati dai cittadini italiani. Qualcun altro, con la stessa leggerezza, nel dicembre 2017 ha deciso di mettere l'onere di questi 49 milioni di euro (Commenti)

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi, per cortesia!

DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico. Mi dispiace che il sottosegretario Scalfarotto non si ricordi, quando lui era al Ministero, che di fatto l'ha inserita lui questa norma nella legge di stabilità, però vado avanti (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier). Questi 49 milioni di euro sono stati inseriti per quanto dal Governo Gentiloni all'interno della componente tariffaria A2.

Oggi ci troviamo a ratificare questo, in piena emergenza rispetto ad una necessità economico-finanziaria, per cui oggi, avendo dato, nero su bianco, nella legge di stabilità il compito alla Sogin di entrare e di gestire quell'onere, è evidente che qualcuno dovrà far fonte a quella copertura economica.

Qualcuno si è già impegnato nel metterla nella componente A2 e pertanto evidentemente JRC e tutte le istituzioni Europee ci impongono il pagamento di quella quota. Riguardo a quella quota oggi - qua concordo con l'onorevole Baldelli sull'imprecisione che viene posta all'interno del parere della Commissione bilancio e che, però, tengo a precisare, non incide sulla finanza pubblica, ma incide in questo caso sulla componente tariffaria A2 e quindi, sì, su tutti gli utenti domestici - per fare un parallelismo, ricordo che noi stiamo parlando di 49 milioni in sette anni, quindi sono 7 milioni di euro l'anno, la componente A2 cuba una cifra in media tra i cento, centoventi, centotrenta milioni nel corso di questi anni. Qualcuno addirittura ha caricato - questo sempre nel 2013, per cui andate a vedere chi era al Governo nel 2013 perché anche qui è sempre bene citare padre e madre - l'IMU, il corrispettivo dell'esenzione IMU, nella componente tariffaria A2, per cui evidentemente anche in questo caso c'è il tema di caricare oneri non energetici e poi ci lamentiamo che il costo della bolletta in Italia è uno dei più alti: ci sono dei punti in cui si va a utilizzare come bancomat il prelievo nelle componenti tariffarie.

E pertanto allora, pur segnalando e prendendo a cuore la questione che il collega Baldelli pone, quello che posso fare è limitarmi a invitare a presentare un ordine del giorno che preveda un meccanismo tale per cui sia possibile intervenire, per il Governo, in una misura di riduzione per le componenti caricate impropriamente, da un punto di vista non energetico, nella componente tariffaria A2 in maniera compensativa rispetto all'importo di circa 7 milioni di euro l'anno che caricheremo. Questa è l'unica proposta che possiamo fare, nel quadro ereditato di incapacità governativa che ha gestito per dieci anni la questione (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier) e per la quale evidentemente, agli occhi di tutti i Paesi europei, oggi ci ritroviamo ad essere quelli non credibili dal punto di vista della gestione dei rifiuti nucleari. Ma credo che su questo punto riusciremo finalmente ad arrivare a una parola, fine, e a dare un indirizzo chiaro su come ridurre quegli oneri, evidentemente intraprendendo un percorso, seppur difficile, ma un percorso che ci porterà finalmente a mettere una parola, fine, e un cronoprogramma certo alla questione dei rifiuti nucleari in Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Grazie, Presidente. Signor Presidente, per il suo cortese tramite, volevo notificare al sottosegretario Crippa che, nel caso non fosse stato informato, adesso al Governo c'è lui, non ci sono io (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico -Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Colleghi…

IVAN SCALFAROTTO (PD). …e che a dare parere contrario all'emendamento proposto dal collega Baldelli è stata la sua maggioranza, non la mia. Allora, il collega Crippa ha avuto - posso anche dire con una certa abilità retorica, ma che evidentemente non incanta - la capacità di capovolgere la realtà, nel senso che in questo caso stiamo parlando di un lunghissimo contenzioso che intercorre tra l'Euratom e la Repubblica italiana per contratti che sono stati firmati da enti di ricerca italiani, anche dall'ENEL e da altri enti italiani, durante la gestione dell'Euratom e la cui determinazione è stata estremamente complicata dal punto di vista proprio della quantificazione degli oneri, per una serie di questioni, non fosse altro per la lunghezza dei rapporti che sono intercorsi tra Euratom e aziende italiane o enti di ricerca italiani.

Ora, il punto è che la transazione chiude un lungo contenzioso che potrebbe costare all'Italia molto di più di questi 49 milioni. È un dato che l'Italia evita, se accetta questo determinato accordo, di entrare dentro un meccanismo sanzionatorio e la Commissione che ha stabilito non di prendere 49 milioni di oneri, ma di assumere alcune attività; lo ha fatto proprio per evitare che ci siano passivi superiori.

Ora, dato che il sottosegretario Crippa è al Governo, lui non è costretto a seguire le cose che sono state decise dai Governi precedenti perché guardi, signora Presidente, qui c'è un grande equivoco: sembra che il sottosegretario Crippa e tutta la squadra di Governo siano lì soltanto per scaldare la sedia, cioè loro decisioni non ne prendono; dicono che non possono, in qualche modo, modificare quello che hanno ereditato. Ci si chiede, allora, che cosa ci stiano a fare al Governo se fanno soltanto da passacarte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Il sottosegretario Crippa è libero di non ratificare l'Accordo. Se l'Accordo non vi piace, sottosegretario, dia parere negativo, dica alla sua maggioranza di votare di no; dopodiché si attrezzi per una trattativa con l'Unione europea. Abbiamo visto come trattate con l'Unione europea: andate sul balcone e poi vi ritirate dal balcone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) perché quando l'Unione europea alza la voce vi calate le braghe, signor sottosegretario.

Allora, lei dia parere favorevole a questo emendamento, dica che questi costi non vanno sulla bolletta delle abitazioni. È un problema suo, caro signor sottosegretario, è lei il Governo, non sono io. Se questo è il punto del Governo si faccia in questo modo perché, vede, quelle che lei chiama imprecisioni della Vice Ministra Castelli non sono imprecisioni: sono errori macroscopici. Bisogna avere anche la faccia di venire in Parlamento a dire che quella fascia tariffaria non tocca le abitazioni, perché significa che non si conosce ciò di cui si parla.

Dunque, caro signor sottosegretario, visto che le cose stanno così, se lei ritiene che questo sia un Accordo svantaggioso per la Repubblica italiana, dato che il Paese le ha dato la fiducia che le sta rapidamente togliendo come abbiamo visto in Sardegna e in Abruzzo, allora lei si assuma la responsabilità di quello che vuol fare: dia il parere favorevole all'emendamento Baldelli, che, annuncio, noi voteremo perché penso sia un'ottima idea. Se voi ritenete che non debba andare sulle bollette degli usi domestici, non chieda un ordine del giorno - ci riempite di decreti-legge, caro signor sottosegretario, ci riempite di voti di fiducia - (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) faccia un decreto-legge, denunci l'Accordo, vada in Europa e dica che non le piace, ma non venga in Parlamento a dire che la colpa è di qualcun altro, perché siete al Governo da otto mesi e sembra che siate ancora all'opposizione…

PRESIDENTE. Concluda.

IVAN SCALFAROTTO (PD). …è per quello che poi la gente non vi vota. Son bastati otto mesi a perdere tre quarti dei voti in Sardegna e la stessa cosa accadrà anche nel Paese perché, signor sottosegretario, avere un Governo che porta in Aula come un passacarte le carte degli altri Governi fa venire la domanda per quale motivo il Parlamento vi abbia votato la fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Io non mi accanirò contro il sottosegretario Crippa che, ripeto, ringrazio perché, poveretto, è venuto a mettere la faccia su una balla che non ha detto lui. È vero che il Governo Berlusconi ha fatto questa ratifica per carità però, a onor del vero - lo dico anche al collega Scalfarotto - l'idea di esentare le abitazioni non è mica originale del deputato Baldelli: è appunto la balla che ha detto la sottosegretaria Castelli. Per quello che mi riguarda, non mi metto a infierire: avete la facoltà di dare il parere favorevole e trasformare la balla dell'onorevole Castelli, per magia, in realtà: lo fate o no (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico)? Questo ci dovete dire, perché l'ammissione del fatto che questa cosa non corrisponda a verità c'è. Il problema vero, secondo me, è che è scritta anche nel parere della Commissione bilancio, che teoricamente dovrebbe essere una cosa seria. Allora, come dire, prendiamole un po' più con le pinze anche le dichiarazioni della Vice Ministro Castelli nel prossimo futuro. Se ci date parere favorevole questa cosa la si approva, altrimenti rimane così. Io l'idea l'ho presa, perché ho sentito raccontare questa roba qui, che oggettivamente è una frottola. Dopodiché, se siete d'accordo, visto che questo è un Parlamento sovrano e le ratifiche si possono emendare, se passa un emendamento, lo approviamo. L'ho presentato, sul prossimo neanche parlo, alla peggio presenterò, se c'è tempo, un ordine del giorno, altrimenti non lo presenterò. Per quello che mi riguarda, resta stabilito e chiarito dalle parole del sottosegretario che quello che ha detto la Vice Ministro Castelli non è la verità (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Palazzotto. Ne ha facoltà.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Signora Presidente, intervengo solo perché è giusto chiarirci su come funziona. Noi stiamo per approvare un disegno di legge di ratifica che è stato esitato dalla Commissione esteri sulla base anche di un parere ricevuto dalla Commissione bilancio dove sono scritte cose non vere. Ai fini del funzionamento del dibattito parlamentare e dell'iter di approvazione di questa ratifica, credo che questo crei un vulnus. A tal proposito immagino, vista l'ora, che potrebbe essere auspicabile un accantonamento di questo emendamento, visto che i lavori dovranno riprendere domani mattina, per dare la possibilità alla maggioranza e al Governo di riflettere un attimo rispetto alle cose che pone l'onorevole Baldelli, e anche assumersi una responsabilità, perché è vero che probabilmente questi 49 milioni di euro - caso strano, la coincidenza - vengono ereditati da scelte fatte da altri Governi, ma è vero anche che nel momento in cui si va a fare un disegno di legge di ratifica le coperture le sceglie l'attuale Governo e l'attuale maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

Dentro questo disegno di legge adesso c'è una proposta dell'onorevole Baldelli che dice di escludere gli usi abitativi dalla componente tariffaria A2 dalle coperture, ma il Governo era tranquillamente in grado di mettere dentro le disposizioni finanziarie una copertura presa da qualunque altro capitolo di bilancio. Allora, magari la notte porta consiglio e il Governo può trovare soluzione sulle coperture più adeguate, non spiegando al Paese che quando questi costi verranno scaricati sulle utenze domestiche, quindi sulle tasche dei cittadini, la colpa è di qualcuno che l'aveva preceduto. Infine, anche sullo “spalmamento”, mi permetta di concludere dicendo che quando si cercano le coperture, sicuramente, visto che 49 milioni di euro sono quelli che oggi la Lega deve restituire ai cittadini italiani e che la Lega restituirà in 81 anni (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), almeno si può stabilire che anche noi li pagheremo in 81 anni e non in quattro anni (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Collega Palazzotto, non mi è chiara però una cosa, perché lei è partito con la richiesta di accantonamento dell'emendamento e poi è passato alla proposta di rinvio a domani del provvedimento, quindi la mia domanda è: lei sta chiedendo un accantonamento dell'emendamento (che comunque a breve dovremo votare, perché passeremmo all'emendamento 3.11 Baldelli per poi tornare all'emendamento 3.10 Baldelli) oppure chiede un rinvio alla prossima seduta del provvedimento? Lei infatti ha chiesto tutte e due le cose.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Vista l'ora, perché non penso che finiremo il provvedimento, potremmo accantonare e ridiscutere domani mattina, rinviando il provvedimento a domani.

PRESIDENTE. Quindi, chiede il rinvio a domani.

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Sì, il rinvio.

PRESIDENTE. C'è una richiesta di rinvio. Il parere del relatore?

PAOLO FORMENTINI, Relatore. Parere contrario.

PRESIDENTE. D'accordo. Ora farò intervenire un collega a favore e un collega contro la richiesta di rinvio. Ha chiesto di parlare a favore il deputato Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Presidente, io penso che rinviare sia la cosa giusta da fare, perché appunto il Governo possa stabilire come finanziare questa spesa e stabilire, prendendosi il tempo di qualche ora, se autonomamente desidera di decidere attraverso la volontà del sottosegretario Crippa di addebitare questo costo anche alle utenze domestiche o se il sottosegretario Crippa ritiene, nella sua autonomia di membro del Governo, di prendersi del tempo per trovare un'altra fonte di finanziamento. Quindi, se il Governo è già pronto a stabilire che pagheranno le famiglie, votiamo pure; se il Governo si vuole prendere del tempo per stabilire chi può pagare e quali altre fonti di finanziamento trovare, noi, come opposizioni, siamo ben felici di lasciar tempo al Governo di stabilire altrimenti; se invece la decisione è già presa, ne prendiamo atto.

PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire contro la proposta di rinvio, passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la richiesta di rinvio dell'esame del provvedimento a domani.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 156 voti di differenza.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signora Presidente, intervengo per un rechiamo al Regolamento, in particolare agli articoli 8 e 20. Signora Presidente, nel pomeriggio di oggi il sottoscritto ha preso la parola per comunicare alla Presidenza un fatto che era intercorso e che riguarda direttamente le competenze del Presidente dalla Camera, cioè le annunciate dimissioni della presidente di una Commissione, la Commissione giustizia. Lei mi ha dato una risposta interlocutoria, che ricordiamo tutti, cioè ha preso atto e ha fatto richiamo - giustamente - alle competenze del Presidente della Camera, precisando che, qualora questa notizia sarà ufficiale, il Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 20, disporrà l'immediata convocazione della Commissione giustizia per l'elezione del nuovo presidente. Ora leggo una dichiarazione del presidente del gruppo del MoVimento 5 Stelle, il collega onorevole D'Uva, il quale - leggo testualmente -desidera “comunicare a tutti che abbiamo già avviato l'iter che porterà alla pronta e immediata sostituzione dalla presidente della Commissione giustizia”.

Qui urge un breve ripasso delle competenze e delle norme, perché, signora Presidente, va bene che sta passando tutto in cavalleria, ma bisogna ribadire che la competenza in materia è della Presidenza della Camera, e lei lo deve fare non per tutelare la sua personale immagine né la sua militanza all'interno di un partito, perché quando lei si siede lì non rappresenta né se stessa né un partito, ma perché rappresenta tutti quanti noi messi insieme. Allora la competenza, nello specifico, non può che essere quella del Presidente della Camera. Questo tema non può essere gestito da un gruppo politico, che naturalmente si ritroverà e discuterà nell'ambito delle sue pertinenze e dei suoi spazi chi dovrà essere e se dovrà essere, ma questo tema deve essere comunicato formalmente, ai sensi dell'articolo 20, come lei oggi ha ricordato, dal Presidente della Camera, altrimenti noi subiremo e assisteremo inermi e silenti all'ennesima prevaricazione di una maggioranza che silenzia il Presidente della Camera. Può capitare tutto, ma che tocchi a noi, dopo quello che è successo nelle ultime due sedute, dover essere solidali con il Presidente Fico, sembra veramente il paradosso dei paradossi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Collega, ovviamente le confermo che è il Presidente della Camera che convoca la Commissione per poi fare eventuali elezioni, e chiaramente - come può immaginare, data la giornata - la Presidente di turno in questo momento non sta guardando le notizie di agenzia. Comunque, le confermo che ovviamente è il Presidente della Camera.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.10 Baldelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.11 Baldelli.

DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico. Grazie, Presidente. Solo una precisazione, visto che mi sembra utile riferire all'Aula che gli emendamenti, così come delineati, pongono un altro problema: la copertura che viene individuata; se dalla componente A2, e in che modo dalla componente A2 posso differenziare l'utenza domestica dall'utenza in alcuni casi non domestica a livello quantitativo, è tutto ancora da stabilire, peggio ancora è il concetto per cui, se io tolgo la componente A2 domestica, rimane tutto a carico delle imprese, che sono tendenzialmente in misura minore rispetto alle singole utenze domestiche (il che vuol dire che avrebbero un aggravio molto più elevato le imprese piuttosto le utenze domestiche). Per questo, ancora una volta, esprimeremo parere contrario, perché andare ad aumentare in questo scenario il costo energetico alle imprese (maggiormente che rispetto a quello complessivo, con la “spalmatura” di questo debito arretrato) è evidente che non ci può trovare d'accordo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, evito di fare percorsi strani con quella formula del “suo tramite” così parlo direttamente con il sottosegretario Crippa; mi farò io, invece, questa volta tramite del fatto che questa cosa sulle abitazioni non si può fare, secondo il suo parere; me ne farò io tramite presso la Vice Ministro Castelli, che invece ha tirato fuori questa roba, per cui la prossima volta ditele, magari, di evitare queste uscite, perché semplicemente noi non abbiamo fatto nient'altro che prendere le sue dichiarazioni e trasformarle in un emendamento. Evidentemente il Governo non è d'accordo con se stesso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Io, poiché ho rispetto dell'avversario politico, quando l'avversario politico raramente fa il suo mestiere bisogna riconoscerglielo. Questa è una decisione di politica energetica, sottosegretario Crippa. Siamo contenti che lei si stia ricordando che fa parte del Governo e decide. Dopodiché, bisogna tradurre per quelli che stanno fuori di qui e bisogna dire, quindi, che il Governo ha deciso - in modo consapevole, come parte della propria politica energetica, sulla quale poi possiamo aprire un dibattito o una discussione, ma questa è la decisione - che, per evitare un aggravio ulteriore sulle imprese, le famiglie italiane dovranno prendersi una quota parte di questo onere. Ripeto, è una decisione sulla quale si può dibattere, però questa è la decisione del MoVimento 5 Stelle e chi è fuori di qui deve saperlo: per evitare aggravi sul mondo delle imprese, le famiglie italiane, per decisione del sottosegretario Crippa questa volta e non dei Governi precedenti, quelli dell'anno scorso o di dieci anni fa, perché il sottosegretario Crippa ha dato un segno di vita: la decisione è che il costo sarà a carico delle famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.11 Baldelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 50).

Colleghi, per motivi tecnici sospendo per cinque minuti la seduta, che riprenderà alle ore 20,43.

La seduta, sospesa alle 20,38, è ripresa alle 20,45.

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 1394-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare l'ordine del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'ordine del giorno n. 9/1394-A/1 Baldelli.

DAVIDE CRIPPA, Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo economico. Parere contrario.

PRESIDENTE. Collega Baldelli, insiste per la votazione, suppongo?

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, lo votiamo. Credo che il Governo si poteva sforzare a fare una riformulazione, se aveva in mente una qualche soluzione, ma, insomma, sarà un argomento che tratteremo. Nel frattempo speriamo che i colleghi rientrino in Aula e lo votiamo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1394-A/1 Baldelli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1394-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Grazie, signora Presidente. Solo poche parole per dire quello che in parte è stato già detto in quest'Aula. Questo Accordo pone fine, di fatto, a un lungo, lunghissimo contenzioso tra l'Italia e la Comunità europea dell'energia atomica sulla chiusura e poi anche sulla gestione dei rifiuti radioattivi del sito di ricerca di Ispra. Quindi, ha un valore indubbiamente positivo, anche se abbiamo visto e sentito dal sottosegretario Crippa che non è a costo zero, parliamo di 49 milioni di euro, ma che comunque questa cifra è il risultato di un negoziato, di un accordo, perché il conto apparentemente sarebbe stato molto più alto e molto più salato. E comunque, nonostante il valore indubbiamente positivo della chiusura del contenzioso, c'è però un ma, cara Presidente, perché questo Accordo prevede che ci sia anche una fase transitoria in cui i rifiuti radioattivi, ad alta attività, permangano presso questo complesso di stoccaggio. Ma durante questo periodo transitorio il Governo italiano non deve aspettare, ma deve fare qualcosa, cioè deve individuare un luogo di stoccaggio definitivo, e lo deve fare sul territorio del nostro Paese. Quindi si deve attivare perché si identifichi questo luogo. Ora, questo sito deve essere operativo entro il 2028, e sembrerà strano, ma non è un lungo periodo. E quindi c'è un ritardo già da parte del Governo italiano nell'individuare la localizzazione di questo sito. A noi non resta altro che augurarci che il Governo possa individuare quanto prima questo sito, lo possa trovare, perché questo è fondamentale per dare seguito all'Accordo. Quindi, facendo questo atto di fede, il gruppo di Liberi e Uguali voterà a favore del disegno di legge di ratifica (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). In trenta secondi, Presidente, Forza Italia voterà a favore. Secondo noi in questa ratifica il Governo ha pasticciato, ha fatto una brutta figura; dopodiché ringrazio il sottosegretario Crippa, che è venuto a metterci la faccia. Avevo avvertito il Governo di questa vicenda lunedì in discussione sulle linee generali. Dal resoconto leggerà, sottosegretario Crippa, che avevo chiesto di alzare il telefono e comunicare almeno alla Castelli che c'era questa vicenda aperta. Neanche questo siete stati buoni a fare! Dopodiché mi permetto soltanto di far presente che anche quando è stato bocciato l'ordine del giorno la maggioranza non era in numero legale, per cui, grazie all'opposizione responsabile, i lavori di questo Parlamento possono andare avanti, altrimenti avremmo aggiornato la seduta a domattina. Vergognatevi!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Grazie, Presidente. Abbiamo avuto modo negli interventi precedenti già di dire molto. Voglio soltanto ribadire che con questo Accordo si chiude un lunghissimo contenzioso; è vero che ci sono dei costi per poter smantellare il centro, ma è vero anche che con questo accordo transattivo, sostanzialmente, si mette al riparo il Paese da eventuali costi ulteriori. Erano costi molto difficili da stabilire, perché si tratta di contratti che risalgono molto in là nel tempo, prima del 1987, prima della decisione italiana di ritirarsi dalle attività sulla ricerca dello sfruttamento dell'energia nucleare, e quindi era difficile anche trovare all'interno dei contratti delle clausole che servissero a stabilire quali fossero i costi, cosicché, dobbiamo anche precisarlo, il costo finale, in realtà, non è un costo individuato in modo analitico.

Si è stabilito che l'Italia si faccia carico di determinate attività, le quali vengono valorizzate, per quello che è possibile, sul costo che abbiamo trovato nella relazione tecnica e di cui abbiamo parlato nella discussione e nell'approvazione della legge. Chiudo soltanto ovviamente annunciando il voto favorevole del Partito Democratico, proprio in vista della chiusura di un contenzioso in sede europea che ci potrebbe esporre a costi ancora maggiori.

Voglio, visto che ho riconosciuto prima al sottosegretario Crippa il fatto di avere finalmente preso una decisione, data la sua posizione è una buona notizia, ricordargli che ne deve prendere un'altra di decisione, perché non potrà imputare ai Governi precedenti, né quelli prossimi né quelli remoti o remotissimi, come normalmente fa il Governo in carica, l'attività di individuare il sito del deposito nazionale, perché ora queste scorie ce le abbiamo, come si dice, sul groppone e c'è un Ministero, che è il Ministero dello Sviluppo economico, che ha la responsabilità di governare il Paese. E quindi già leggo sulla faccia del sottosegretario che avrebbe voluto che anche questo fosse risolto dai Governi precedenti, eppure la cattiva notizia è che ci tocca avere lei al Governo, signor sottosegretario, che cosa vuole fare.

Anche a me dispiace moltissimo, toccherà a lei prendere questa decisione; lo faccia in fretta, perché con il 2028, se non ci saremo mossi, poi ulteriori costi a carico dello Stato deriveranno dalla vostra inerzia. Dato che avete dato già amplissime dimostrazioni di incompetenza, l'ultima delle quali è quella di questa “vóce del sén fuggita”, e neanche troppo, alla Viceministra Castelli, che ormai è nota, è salita agli onori delle cronache per le più varie dichiarazioni, sarà bene che a questa incompetenza poniate fine, mettendovi a studiare e prendendo delle decisioni. 2028: l'orologio sta ticchettando, signor sottosegretario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Simone Billi. Ne ha facoltà.

SIMONE BILLI (LEGA). Grazie. Gentile Presidente e onorevoli colleghi, questo ottimo provvedimento chiude un Accordo del 2009 molto vantaggioso per il nostro Paese e risolve definitivamente un lungo negoziato con la Commissione europea.

A mio parere, signor Presidente, è molto importante mettere in pratica e sviluppare ulteriormente tecnologie e competenze italiane per lo smaltimento di questi reattori e di questi rifiuti nucleari, in modo da prendere parte alla dismissione delle centrali nucleari in tutta Europa e in tutto il mondo. Infatti, le centrali nucleari degli anni Cinquanta e Sessanta stanno andando a fine vita. L'Italia può giocare la sua parte; si tratta solo di farsi trovare pronti a sfruttare al massimo le opportunità che ci troveremo davanti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Emilio Carelli. Ne ha facoltà.

EMILIO CARELLI (M5S). Grazie, Presidente. Il mio intervento è volto a sostenere la ratifica di questo Accordo transattivo che, come è stato ricordato in quest'Aula più volte da chi mi ha preceduto, ha l'obiettivo primario di mettere fine a un contenzioso tra la Comunità europea dell'energia atomica, l'Euratom, e l'Italia. I fatti parlano da soli: ricordo che il centro comune di ricerca di Ispra fu inaugurato il 13 aprile 1959 e poi, con la modifica delle scelte strategiche dell'Italia sul campo nucleare, modifica intervenuta nel 1987, questo centro ha ridotto progressivamente la sua attività, fino a terminarla.

La Commissione europea, come è stato ricordato, fin dal 1999 ha predisposto un programma tecnico, economico e temporale per la disattivazione degli impianti nucleari obsoleti e la gestione dei rifiuti radioattivi. All'Italia è stato chiesto di partecipare alle attività di disattivazione e smantellamento ai fini di regolarizzare le responsabilità storiche del sito. Questo Accordo risponde a tutte queste richieste e, in base a queste sintetiche considerazioni, data l'ora tarda, e anche volendo dimostrare senso di responsabilità, al di là delle polemiche suscitate in questi ultimi minuti, il MoVimento 5 Stelle esprime una valutazione positiva dell'Accordo e preannunzia voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1394-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1394-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 1394-A: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo transattivo fra il Governo della Repubblica italiana e la Comunità europea dell'energia atomica sui principi governanti le responsabilità di gestione dei rifiuti radioattivi del sito del Centro comune di ricerca di Ispra, con Appendice, fatto a Bruxelles il 27 novembre 2009".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 52).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse, il seguito dell'esame della ratifica dell'Accordo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Cuba, dall'altra, è rinviato alla seduta di domani e sarà iscritto come primo argomento all'ordine del giorno.

Avverto che, secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, le dimissioni del deputato Guido Crosetto si intendono rinviate al mese di marzo e non saranno pertanto iscritte all'ordine del giorno della seduta di domani, mercoledì 27 febbraio, come invece previsto dal vigente calendario dei lavori.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dimitri Coin. Ne ha facoltà.

DIMITRI COIN (LEGA). Signora Presidente, con il mio intervento voglio esprimere la solidarietà dell'intero gruppo della Lega al «governatore» Luca Zaia a nome, appunto, di tutto il gruppo della Lega e per farlo pongo l'attenzione su una frase di estrema gravità che è stata pronunciata dal costituzionalista napoletano Massimo Villone durante un'intervista a una TV locale, il 23 febbraio. La frase in questione è questa: “Invito il presidente Zaia a venire lui a fare il «governatore» a patto, poi, che se non si responsabilizza abbastanza lo portiamo a Piazza Mercato e gli tagliamo la testa”. Il concetto da cui trae fondamento questa frase, assolutamente sconsiderata, è quello che l'autonomia sia un'elevata aspirazione che tutte le regioni dovrebbero avere, tutte le regioni nel momento in cui hanno la consapevolezza di avere una classe amministrativa dirigente che dimostri di essere matura, efficace ed efficiente tanto quella dello Stato centrale o forse di più. Voglio sottolineare una mia ferma convinzione: sono convinto che tutte le regioni che questo percorso hanno intrapreso - e io sono veneto e, quindi, anche il Veneto - questa convinzione di questa maturità e di questa consapevolezza di una classe amministrativa dirigente ce l'hanno in pieno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gianluca Rospi. Ne ha facoltà.

GIANLUCA ROSPI (M5S). Grazie, Presidente. Signor Presidente, le chiedo: è possibile morire a diciannove anni per una buca? Purtroppo sì. In questi giorni si è spento, dopo una lunga agonia durata ottantatré giorni, Emanuele Pellegrino, un giovane materano, che il 24 novembre scorso è stato sbalzato dallo scooter sul quale viaggiava con la sorella in una delle vie centrali di Matera. Il giovane, dopo aver perso il controllo del suo scooter a causa del manto stradale dissestato, ha urtato contro un palo. Purtroppo, nonostante avesse il casco, le sue condizioni sono apparse immediatamente gravi e, dopo aver lottato per mesi tra la vita e la morte, si è spento presso l'ospedale. L'episodio ha scosso l'intera popolazione della Città dei Sassi, che si è stretta attorno ai familiari della vittima, ai quali vanno la mia vicinanza e il mio cordoglio, in questo particolare momento.

Signor Presidente, non è possibile che in una città come Matera, oggi capitale europea della cultura e attrazione turistica per centinaia di migliaia di persone, si trascuri la manutenzione delle strade cittadine, che oggi versano in evidente stato di degrado a causa della totale incuria e negligenza delle amministrazioni passate e presenti, e non è possibile, soprattutto, che avvengano tragedie come questa che ha colpito la famiglia Pellegrino.

Signor Presidente, sono sicuro che il Ministro competente e l'intero Governo sapranno adoperarsi quanto prima per vigilare sul corretto uso dei fondi già destinati a Matera 2019, garantendo soprattutto che una parte dei fondi venga utilizzata per la messa in sicurezza delle vie cittadine, in modo da evitare tragedie come quella che ha colpito la famiglia del caro Emanuele (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Flavio Di Muro. Ne ha facoltà.

FLAVIO DI MURO (LEGA). Grazie, Presidente. Due anni fa ci lasciava Bruno Ravera, fondatore dell'Union Ligure nel 1987, che poi formò, assieme alle altre leghe regionali, la Lega Nord. È stato, quindi, il primo segretario della Lega in Liguria, che divenne la sua casa, la sua famiglia, la sua vita. Bruno Ravera ha ricoperto importanti ruoli istituzionali fino a sfiorare, qualche anno fa, l'elezione in Parlamento.

Ma Ravera non concepiva la politica come una rincorsa alla poltrona: la sua politica era tra la gente e per la gente. Ai post su Facebook preferiva una buona cena in sezione, o - perché no? - un bicchiere di vino in compagnia di un militante. A noi giovani deputati della Lega, Bruno Ravera ha insegnato i veri valori della partecipazione attiva: la dedizione alla causa, il senso di comunità, l'amore per il territorio. Ci esortava sempre a brillare di luce propria. Caro Bruno, i tuoi sacrifici non sono stati vani: la tua Lega ora è forte, e spero che da lassù tu possa essere orgoglioso dei tuoi ragazzi. Grazie, Bruno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Chiara Gribaudo. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Signora Presidente, intervengo in quest'Aula per solidarietà e vicinanza ai sindaci del territorio cuneese, che oggi hanno manifestato a Roreto di Cherasco per chiedere al Ministro Toninelli risposte chiare per il completamento dell'autostrada A33 Asti-Cuneo, sulla quale stanno circolando in questi giorni notizie molto preoccupanti. Sembra che il Ministro Toninelli abbia intenzione di stralciare l'accordo raggiunto in sede europea dall'ex Ministro Delrio, che avrebbe permesso - lo ricordo in quest'Aula - già l'avvio dei cantieri nel 2018; mentre ora apprendiamo da fonti di stampa che si starebbe andando verso una nuova negoziazione, che farà perdere altri anni preziosi, e soprattutto rappresenta un regalo incredibile ai concessionari, cosa che non ci saremmo mai aspettati da chi ha sempre dichiarato di voler far loro la guerra.

Il Ministro Toninelli, infatti, sta proponendo di finanziare la realizzazione del tratto mancante della Asti-Cuneo attraverso l'aumento del valore del subentro, che blinda nelle mani del concessionario attuale la prossima gara per l'A4 Torino-Milano, creando un monopolio privato di oltre trent'anni. Si tratta di un meccanismo che impedisce una vera concorrenza nel settore autostradale; infatti, la Commissione europea aveva già imposto dei limiti a questo strumento in occasione dell'accordo precedente, e stavolta rispedirà direttamente al mittente la proposta. Con il risultato che si saranno persi nel frattempo altri due anni di negoziati, mentre le aziende di Cuneo pagano 100 milioni l'anno di costi extra per l'assenza di questa infrastruttura, senza considerare i danni ambientali ed il logoramento della viabilità minore. Ci si rende conto che così facendo si paralizza tutto, e si lascia - parafrasando Verga - il certo per l'incerto?

PRESIDENTE. Concluda.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Signora Presidente, per il suo tramite, mi rivolgo a lei per fare un appello a Toninelli: ascolti quei sindaci, se non vuole parlare con noi, ascolti il pragmatismo cuneese; e visto che blocca tutto e tutti, questa volta si blocchi lui.

PRESIDENTE. Deve concludere, collega.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Magari fermi questo nuovo percorso, perché il territorio astigiano merita rispetto. Venga il 1° marzo davanti alla prefettura, dove i sindaci continueranno la protesta, a dare le risposte, perché noi vogliamo infrastrutture e lavoro. Basta continuare a bloccare il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Filippo Sensi. Ne ha facoltà, per un minuto.

FILIPPO SENSI (PD). Signora Presidente, la ringrazio per il tempo che mi ha molto gentilmente concesso. Dopo i cinghiali, i topi, le buche, il degrado cui sembra condannata la capitale, ci si sono messi gli alberi. Che uno dice: ma che ti può fare un albero, a parte l'ombra? E invece. Non ho memoria di una situazione anche solo minimamente paragonabile, per quello che riguarda la fragilità e la caduta degli alberi. È cronaca di questi giorni: sono decine e decine gli arbusti stramazzati al suolo, svenuti all'improvviso, a mettere spesso a rischio l'incolumità dei passanti. Un tempo si trovava riparo e ristoro sotto i pini di Roma, oggi li guardiamo con sospetto, con timore ed ostili.

La sindaca Raggi, che sta lì da due anni e mezzo, annuncia ora un piano straordinario di abbattimento. Il Governo, al quale Raggi si rivolge, oggi rimpalla con il Ministro Costa la responsabilità alla competenza comunale, e replica: basta la manutenzione.

PRESIDENTE. Concluda.

FILIPPO SENSI (PD). Una volta buona – lo dico a lei, ancora grazie, Presidente - decidetevi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 27 febbraio 2019 - Ore 11:

(ore 11 e ore 16)

1. Seguito della discussione della proposta di legge:

GRANDE ed altri: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di dialogo politico e di cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Cuba, dall'altra, fatto a Bruxelles il 12 dicembre 2016. (C. 1332)

Relatrice: DI STASIO.

2. Seguito della discussione delle mozioni Lollobrigida ed altri n. 1-00113, Magi, Boldrini ed altri n. 1-00121, Ravetto ed altri n. 1-00126 e Migliore ed altri n. 1-00130 concernenti iniziative per il contrasto all'immigrazione clandestina e alle organizzazioni criminali straniere, con particolare riferimento alla cosiddetta mafia nigeriana .

3. Seguito della discussione della proposta di legge:

S. 536 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: BOTTICI ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità "Il Forteto" (Approvata dal Senato). (C. 1160)

e delle abbinate proposte di legge: MUGNAI; MELONI ed altri. (C. 390-1005)

Relatori: BARBUTO, per la II Commissione; ZIELLO, per la XII Commissione.

4. Seguito della discussione delle mozioni Delrio ed altri n. 1-00106, Epifani ed altri n. 1-00127, Vallascas, Andreuzza ed altri n. 1-00128 e Fidanza ed altri n. 1-00131 concernenti iniziative a sostegno del comparto automobilistico e del relativo indotto, anche al fine di favorirne l'evoluzione tecnologica e la tutela dei livelli occupazionali .

5. Seguito della discussione della proposta di legge:

S. 871 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: PATUANELLI e ROMEO: Delega al Governo per l'adozione di disposizioni integrative e correttive dei decreti legislativi adottati in attuazione della delega per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell'insolvenza, di cui alla legge 19 ottobre 2017, n. 155 (Approvata dal Senato). (C. 1409)

Relatore: SAITTA.

6. Seguito della discussione della proposta di legge:

S. 510 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: GIARRUSSO ed altri: Modifica dell'articolo 416-ter del codice penale in materia di voto di scambio politico-mafioso (Approvata dal Senato). (C. 1302-A)

e dell'abbinata proposta di legge: COLLETTI ed altri. (C. 766)

Relatrice: PIERA AIELLO.

7. Seguito della discussione della proposta di legge:

MOLINARI ed altri: Modifica all'articolo 4 del testo unico in materia di società a partecipazione pubblica, di cui al decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175, concernente le partecipazioni in società operanti nel settore lattiero-caseario. (C. 712-A)

Relatore: LIUNI.

(ore 15)

8. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 21,10.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato Cosimo Sibilia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 3 il deputato De Luca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 4 la deputata Covolo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 7 il deputato Librandi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 8 i deputati Sensi e De Maria hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 11 il deputato Ceccanti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 13 il deputato Migliore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 14 il deputato Dall'Osso ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nelle votazioni nn. 14 e 37 il deputato Maraia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 18 la deputata Bubisutti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 17 e 18 la deputata Ascari ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 20 i deputati Bellachioma e Tombolato hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 21 il deputato Rospi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 34 il deputato D'Ettore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 36, 37 e 39 il deputato Giglio Vigna ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 38 i deputati Giglio Vigna, Formentini e Gobbato hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 39 i deputati Gobbato e Formentini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 40 e 41 e 44 la deputata Gobbato ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 42 la deputata Emiliozzi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 51 la deputata Covolo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 52 la deputata Montaruli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Moz. Molinari e a. 1-124 n.f. 453 453 0 227 453 0 67 Appr.
2 Nominale Pdl 1309-A e ab. - q. preg. c. 1, 2 460 460 0 231 98 362 61 Resp.
3 Nominale Pdl 1353 e ab. - em. 1.1 439 438 1 220 161 277 59 Resp.
4 Nominale articolo 1 444 355 89 178 354 1 58 Appr.
5 Nominale em. 2.1 444 376 68 189 96 280 58 Resp.
6 Nominale em. 2.2 454 303 151 152 20 283 58 Resp.
7 Nominale em. 2.52 455 455 0 228 158 297 58 Resp.
8 Nominale em. 2.51 456 456 0 229 196 260 58 Resp.
9 Nominale em. 2.50 458 458 0 230 187 271 58 Resp.
10 Nominale em. 2.53 462 451 11 226 191 260 57 Resp.
11 Nominale em. 2.20, 2.56 458 458 0 230 199 259 57 Resp.
12 Nominale em. 2.57 451 451 0 226 199 252 57 Resp.
13 Nominale em. 2.54 441 441 0 221 191 250 55 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale articolo 2 451 280 171 141 277 3 55 Appr.
15 Nominale em. 3.1 450 450 0 226 200 250 55 Resp.
16 Nominale em. 3.2 447 437 10 219 186 251 54 Resp.
17 Nominale em. 3.3 458 458 0 230 203 255 54 Resp.
18 Nominale em. 3.4 455 455 0 228 206 249 55 Resp.
19 Nominale em. 3.5 461 461 0 231 103 358 55 Resp.
20 Nominale em. 3.6 459 458 1 230 103 355 55 Resp.
21 Nominale em. 3.50 463 450 13 226 189 261 55 Resp.
22 Nominale em. 3.51 466 466 0 234 202 264 54 Resp.
23 Nominale em. 3.7 460 449 11 225 189 260 54 Resp.
24 Nominale em. 3.8 467 466 1 234 103 363 53 Resp.
25 Nominale em. 3.52 471 471 0 236 167 304 53 Resp.
26 Nominale em. 3.55 460 460 0 231 200 260 53 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 3.9 460 460 0 231 102 358 53 Resp.
28 Nominale em. 3.53 461 460 1 231 161 299 53 Resp.
29 Nominale em. 3.54 456 456 0 229 193 263 54 Resp.
30 Nominale em. 3.56 452 452 0 227 188 264 54 Resp.
31 Nominale em. 3.10 457 446 11 224 103 343 54 Resp.
32 Nominale em. 3.11 456 455 1 228 101 354 54 Resp.
33 Nominale em. 3.12 458 364 94 183 102 262 54 Resp.
34 Nominale em. 3.13 461 461 0 231 104 357 54 Resp.
35 Nominale em. 3.14 456 456 0 229 196 260 54 Resp.
36 Nominale em. 3.15 456 366 90 184 105 261 54 Resp.
37 Nominale articolo 3 457 297 160 149 297 0 54 Appr.
38 Nominale articolo 4 453 450 3 226 450 0 54 Appr.
39 Nominale em. 5.1 452 438 14 220 77 361 54 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale articolo 5 455 375 80 188 375 0 54 Appr.
41 Nominale articolo 6 458 455 3 228 455 0 54 Appr.
42 Nominale articolo 7 452 449 3 225 449 0 54 Appr.
43 Nominale odg 9/1353 e abb/1 458 433 25 217 168 265 54 Resp.
44 Nominale Pdl 1353 e abb. - voto finale 416 413 3 207 412 1 54 Appr.
45 Nominale Ddl 1394-A - articolo 1 406 405 1 203 405 0 54 Appr.
46 Nominale articolo 2 406 405 1 203 405 0 54 Appr.
47 Nominale em. 3.10 394 392 2 197 134 258 54 Resp.
48 Nominale em. 3.11 396 394 2 198 135 259 54 Resp.
49 Nominale articolo 3 392 384 8 193 384 0 54 Appr.
50 Nominale articolo 4 390 389 1 195 389 0 54 Appr.
51 Nominale odg 9/1394-A/1 366 365 1 183 113 252 54 Resp.
52 Nominale Ddl 1394-A - voto finale 366 365 1 183 365 0 54 Appr.