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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 105 di sabato 29 dicembre 2018

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 17,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

LUCA PASTORINO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 10 dicembre 2018.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, il deputato Galli è in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente sessanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Su un lutto del deputato Edmondo Cirielli.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Edmondo Cirielli è stato colpito da un grave lutto, la perdita del fratello. Al collega la Presidenza della Camera ha già fatto pervenire le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Seguito della discussione del disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 1334-B); Note di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato, n. 1334-B: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021; Note di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021.

Ricordo che, nella seduta di ieri, il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo 1 del disegno di legge in esame, nel testo della Commissione identico a quello approvato dal Senato (Vedi l'allegato A della seduta del 28 dicembre 2018).

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia – Articolo 1 - A.C. 1334-B)

PRESIDENTE. Passiamo dunque alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia posta dal Governo sull'approvazione dell'articolo 1 dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alessandro Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Avremmo semplicemente votato contro la fiducia al Governo perché non c'è fiducia che si possa dare a un Governo che ci consegna una manovra come questa, costruita attorno al reddito di cittadinanza e all'aumento della spesa pensionistica, due misure che danno il segnale di un Paese fermo, che non punta sul lavoro e che aggrava ulteriormente il peso sui giovani e sulle generazioni future. Avremmo solo votato contro una manovra che aumenta la pressione fiscale e riduce gli investimenti, contro una manovra che prevede due miliardi di tagli ai Ministeri, 600 milioni alle imprese e al mondo cooperativo, 300 alla mobilità locale, 100 a università e ricerca, 40 alle politiche sociali e alla famiglia, 40 alla cooperazione e allo sviluppo, contro una manovra che ipoteca il futuro del Paese perché mette un'IVA al 26,50 per cento, talmente alta che deprimerà qualsiasi consumo e la nostra economia; altro che crescita, dato che nessun Governo tra un anno sarà in grado di non far scattare le clausole di salvaguardia del valore di 23 e 29 miliardi per il 2020 e il 2021. Non solo voi, ma nessun Governo potrà trovare tutti questi miliardi, se non vendendo la Mole Antonelliana, il Duomo di Milano, il Ponte di Rialto, l'Arena di Verona, gli Uffizi, il Maschio Angioino, magari fino a qui, il Colosseo, questo Parlamento a qualche magnate russo o arabo. Avremmo solo votato contro tutto questo, contro una manovra che contiene fossati e abbatte i ponti, se ci aveste almeno consentito di discuterne, di proporre delle modifiche, di cercare di convincervi. Invece no, avete mostrato tutto il vostro peggiore dilettantismo, giocando per settimane e per mesi con la pazienza e con i risparmi degli italiani, fino ad andare fuori tempo massimo, facendo credere di aver ottenuto chissà cosa con la voce grossa a Bruxelles, come se certe cose dovessimo farle per Bruxelles…

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

ALESSANDRO FUSACCHIA…e non perché sia giusto farle, nel nostro interesse nazionale.

Concludo, Presidente, dicendo che ci avete preso in giro, che la maggioranza ci ha preso in giro con una manovra finta qui alla Camera, prima di stravolgerla al Senato con un maxiemendamento blindato, che torna adesso con le ore contate qui alla Camera. Ci saremmo limitati a votare contro la fiducia, signor Presidente, ma questi contenuti e queste modalità…

PRESIDENTE. Deve concludere, deputato Fusacchia.

ALESSANDRO FUSACCHIA…e, mi lasci aggiungere, Presidente, e chiudo davvero, il silenzio del Presidente della Camera per la difesa di questa istituzione, che ci trasforma in una Camera con la “c” minuscola, in un luogo dove non vince più la forza della legge, ma la legge del più forte, ci costringe non solo a votare contro la fiducia ma - anticipo - a non partecipare al voto finale domani, per dare un gesto più forte e un segnale del nostro attaccamento vero e profondo alle istituzioni (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa-Centro Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Renate Gebhard. Ne ha facoltà.

RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Come Minoranze linguistiche, esprimeremo un voto contrario alla fiducia posta dal Governo sulla legge di bilancio e coerentemente voteremo contro anche nel voto finale. La ragione principale del nostro dissenso è l'iter parlamentare imposto alla legge di bilancio: non è mai avvenuto che il ruolo legislativo e politico del Parlamento sia stato così svilito, anzi oppresso e cancellato da un Governo e da una maggioranza che hanno, prima, costretto la Camera ad approvare una manovra inesistente e poi hanno imposto il voto di fiducia su un testo in merito al quale non è avvenuto alcun voto di merito né sulle misure contenute nella manovra, né sugli emendamenti presentati, sia al Senato che alla Camera. E' stata così tolta ogni possibilità di dialettica parlamentare: non un voto, non un confronto reale, né alcuna attenzione e valutazione delle proposte presentate dai gruppi parlamentari. In più, si è adottata una manovra in deficit, destinata esclusivamente a misure di spesa corrente, con un contestuale aumento della pressione fiscale, senza garanzia di sviluppo. Infatti appaiono poco realistiche le previsioni relative alla crescita, anzi l'Ufficio del Bilancio alla Camera e gli esperti hanno spiegato bene perché il programmato futuro aumento delle aliquote IVA e le altre misure previste porteranno il Paese in recessione. La scelta di queste misure è tutta politica - questo è bene ricordarlo - e non potete dare la colpa all'Unione europea.

Per tutte queste ragioni, noi, come Südtiroler Volkspartei, voteremo contro (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Minoranze Linguistiche e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (MISTO-NCI-USEI). Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo. Noi con l'Italia-USEI voterà contro la fiducia ad un Governo a forte traino 5 Stelle, che già sin dall'inizio avevamo annunciato che avrebbe complicato la vita degli italiani. Lo abbiamo visto con il DL “dignità”: c'era stato raccontato che i contratti a tempo determinato sarebbero diventati a tempo indeterminato, ma in realtà aumenterà la disoccupazione perché già il mondo della manifattura ha annunciato che il 30 per cento di quei contratti non verrà trasformato. Lo abbiamo visto con il DL fiscale: piccoli imprenditori e professionisti avranno più burocrazia attraverso l'imposizione della fatturazione elettronica. E lo vediamo con questa legge di stabilità, dove il no profit viene quasi punito, viene straordinariamente aumentata la tassazione a chi ogni giorno sta vicino alle difficoltà e alle fragilità delle nostre famiglie e lo vediamo all'interno di questa legge di bilancio, attraverso il reddito di cittadinanza, uno straordinario trasferimento di ricchezza dal nord dell'Italia al sud, 7 miliardi di euro; invece di darli alle imprese che producono ricchezza e danno posti di lavoro si fa politica assistenziale. Questa è una legge di bilancio che ha visto un braccio di ferro incredibile con l'Unione europea, inutile dannoso e inefficace, che ha visto alcuni componenti del Governo avere un atteggiamento da veri bulli verso l'Europa, dicendo che il rapporto deficit-PIL del 2,4 per cento non sarebbe mai stato abbandonato, salvo poi fare passi indietro perché non si poteva fare altrimenti, un atteggiamento, raccontando bugie agli italiani, dicendo che quel coefficiente sarebbe rimasto uguale, al pari delle “balle” che abbiamo sentito sulla TAP, che non si doveva fare, ma poi l'ultimo tratto è stato varato, sull'ILVA che avrebbe chiuso e invece oggi, grazie al cielo, continua a lavorare, della TAV che non si farà e invece verrà realizzata.

Allora, concludo dicendo che, nonostante le importanti parole ascoltate dal Viceministro Garavaglia, che abbiamo ascoltato con grande attenzione, questo non basta, perché le materie delle infrastrutture, del lavoro e delle attività produttive sono in mano al MoVimento 5 Stelle, che ha fatto i danni che ho raccontato e temiamo che ne farà ancora.

E' per questa ragione che confermo il voto contrario di Noi con l'Italia-USEI (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Federico Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Ieri, colpevolmente in quest'Aula non si è ricordato un anniversario importante per il nostro Paese: il 28 dicembre del 1943, 75 anni fa, i fratelli Cervi, Gelindo di 42 anni, Antenore di 37, Aldo di 34, Ferdinando di 32, Agostino di 27, Ovidio di 26, Ettore di 22, furono prima catturati e poi, insieme a Quarto Camurri, il 28 dicembre del 1943 uccisi per rappresaglia (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico). Ricordare oggi, in quest'Aula, uno dei simboli della Resistenza italiana non è, credo, soltanto un dovere, ma è anche un momento e un monito per l'oggi contro i rischi di una risorgente tentazione di considerare il confronto politico e il Parlamento strumenti inutili, da sostituire con la logica dell'uomo solo al comando. E vedete, anche l'etimologia di Parlamento occorre ricordare che deriva dal verbo parlare, esattamente quello che, per decisione della maggioranza, per la prima volta nella storia di questo Parlamento, non si è potuto fare sulla legge di bilancio in Commissione, né alla Camera e né al Senato.

Ed è quello che si è cercato di fare, parlare poco e male ieri in un'Aula, comunicando all'opinione pubblica l'idea di una Camera dei deputati incapace di confrontarsi civilmente e democraticamente. Parlare vuol dire, in quest'Aula, anche ascoltarsi, quello che questa maggioranza, fin dal suo inizio, preferisce sistematicamente evitare. Se il Governo avesse voluto ascoltarci, ad esempio, si sarebbe potuto evitare un annunciato e propagandato scontro muscolare con la perfida Europa, uno scontro che si è concluso con quella che agli occhi di mezzo mondo, dei commentatori di tutta Europa, è apparsa come una ritirata quanto meno affannosa. Dall'inizio vi avevamo detto che si poteva e si doveva evitare l'infrazione, scrivendo un'altra manovra, ricercando il dialogo e non lo scontro con l'Unione europea, motivando lo scostamento dal percorso concordato, e quindi la differenza sul deficit, con un piano straordinario di investimenti per mettere in sicurezza un'Italia fragile e a rischio sismico e idro-geologico ben al di là della media dell'Unione europea.

E, vedete, colleghi, il Paese aveva bisogno di una vera manovra del cambiamento, non di questo oggetto vagamente somigliante, in oltre mille commi, ad una sorta di nuovo Frankenstein. Il Paese aveva bisogno di parole di verità, e invece avete passato, in particolare i due Vicepremier, mesi e mesi a baloccarvi tra Twitter e dirette Facebook. Ma ve lo diciamo ancora una volta che non è con Facebook e Twitter che si governa un grande Paese come l'Italia. Non si governa la complessità dell'economia e della società contemporanea solo e soltanto con la logica della comunicazione, foss'anche questa, di nuova generazione. Vedete, forti del consenso testimoniato dai sondaggi, questo Governo avrebbe dovuto ammettere che, avendo accettato la logica del confronto con l'Unione europea, reddito di cittadinanza e “quota 100” nello stesso anno non si potevano fare, prima l'uno e poi l'altro, con il risultato finale che oggi ponete all'approvazione di quest'Aula mezzo reddito di cittadinanza e una “quota 100” che rischia di essere una corsa a ostacoli in cui non si sa chi alla fine potrà arrivare al traguardo.

E guardate, non lo avete voluto fare perché non vi fidate l'uno dell'altro e avete paura di dare a uno dei contraenti il patto di Governo un vantaggio competitivo in vista delle prossime elezioni europee. Con questo modus operandi non si governa un Paese. Avete preferito riscrivere una manovra che è tutto meno che innovativa; avevamo giudicato positivamente questo inizio, Ministro Tria, di tabelle, di numeri di impostazione di politica economica, ed è invece una manovra piena di norme ordinamentali, di proroghe, di norme a pioggia. Sono più di cento, secondo il Sole 24 Ore, le misure della manovra che hanno un valore inferiore ai 10 milioni di euro.

Avete scritto, in altri termini, una manovra vecchia, una manovra che premia gli evasori, i grandi evasori e i furbetti delle tasse, e infligge l'ennesimo colpo alla credibilità dello Stato e alla fedeltà fiscale, perché non bisogna mai dimenticare, e di questo noi siamo fortemente convinti, che per pagare è necessario che paghino tutti per pagare meno. Una vera manovra del cambiamento avrebbe dovuto partire proprio da qui, da una lotta senza quartiere all'evasione fiscale, alla corruzione, alla grande criminalità organizzata e alla piaga dell'abusivismo edilizio; e, invece, avete usato, in questi sei mesi, gli strumenti di un passato antico, i condoni fiscali mascherati da pace fiscale e i condoni edilizi.

Una vera manovra del cambiamento avrebbe dovuto ripartire proprio dalla Costituzione, dal principio che chi ha di più deve dare di più (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali). Si poteva chiedere un contributo di solidarietà dello 0,8 per cento sul patrimonio superiore ai 3 milioni di euro, come vi avevamo proposto, per finanziare un piano straordinario contro la povertà, dare un segnale vero di cambiamento; e, invece, avete finito per bloccare l'indicizzazione delle pensioni sopra i 1.500 euro lordi. Avremmo voluto una manovra che rimettesse al centro dell'agenda politica il tema dell'istruzione e della sanità, due pilastri del welfare pubblico, e non dover essere costretti a commentare, ancora una volta, tagli. Un taglio delle risorse, ad esempio, per gli insegnanti di sostegno. Avremmo voluto una manovra che non lasciasse in eredità a chi verrà dopo di voi ben 52 miliardi di clausole di salvaguardia.

Chiudo da dove sono partito, chiudo rivendicando la centralità del Parlamento, in una difesa testarda e convinta del Parlamento e di un corretto equilibrio tra potere esecutivo e potere legislativo, quell'equilibrio che voi, con questa manovra, con l'iter forzato, con la sostanziale impossibilità di discutere, avete colpevolmente alterato.

È un ulteriore passo in una discesa da una democrazia parlamentare verso una “democratura”, una democrazia autoritaria, che svuota dentro il Parlamento, passo dopo passo. E avremmo voluto sentire - lo dico anche se è assente in questo momento - la voce del Presidente Fico a difesa del Parlamento e delle prerogative della Camera, oltre che delle prerogative dell'opposizione. È stata per lui - lo dico chiaramente - un'occasione perduta per dare dimostrazione di equilibro, di imparzialità, di essere un Presidente di garanzia e non essere un Presidente di parte, come in questi sei mesi, in diverse occasioni, aveva anche dimostrato di saper fare.

Avremmo voluto, quindi, confrontarci nel merito. Ieri abbiamo apprezzato, ad esempio, l'intervento del sottosegretario Garavaglia, anche se non abbiamo concordato sulla sua impostazione, ma quello è il modo per confrontarci. Avremmo voluto confrontarci nel merito, ma non ci è stato consentito. Avremmo voluto avere davanti una manovra del cambiamento e, invece, abbiamo di fronte una manovra del Gattopardo, una manovra in cui tutto cambia perché nulla cambi. Una manovra furba, iniqua e inefficace, a cui convintamente voteremo contro, e lo faremo in un modo plateale perché le deputate e i deputati di Liberi e Uguali passeranno sotto il banco della Presidenza dicendo “no”, ma tenendo alta in mano la Costituzione italiana (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crosetto. Ne ha facoltà.

GUIDO CROSETTO (FDI). Presidente, il gruppo di Fratelli d'Italia voterà “no” alla fiducia. Le motivazioni sono state chiare in questi mesi, così abbiamo fatto al Senato, ma vorrei sintetizzarle nell'intervento che faccio oggi. Vedete, l'approvazione della finanziaria dovrebbe servire per indicare al Paese cosa accade di positivo, di nuovo, di cambiamento vero dal 1° di gennaio. Allora mi sono chiesto cosa può accadere, cosa accadrà dal 1° di gennaio dopo l'approvazione di questa legge di bilancio. Quale sarà il nuovo Paese che inizierà il 1° di gennaio? Sarà un Paese più forte? No, è un Paese il cui Parlamento esce indebolito da questa legge di bilancio.

Sarà un Paese più forte perché la maggioranza è più forte? No, perché la maggioranza è uscita indebolita dal confronto con l'Europa. Sarà un Paese più forte perché ci saranno aspettative da parte del popolo italiano? No, perché ci sono paure, le aspettative si sono infrante contro la realtà dei numeri che stiamo per approvare. Allora quale sarà il contributo di questa legge di bilancio al prossimo anno?

Noi pensavamo che il 1° di gennaio, anzi, voi, ci avete spiegato che il 1° di gennaio era il momento di svolta, con cui la parte più povera del Paese avrebbe potuto acquisire speranze e la parte più produttiva del Paese avrebbe avuto più interesse a produrre.

Ci troviamo una finanziaria nella quale le persone che hanno versato fino all'ultimo euro di contributi si troveranno tassate in più anche sopra i 1.500 euro; ci troviamo una finanziaria in cui la pressione complessiva fiscale aumenta e colpisce la parte produttiva del Paese; ci troviamo una finanziaria che attraverso il reddito di cittadinanza fornirà la risposta a un decimo della platea che vi eravate posti come punto di riferimento, prima del confronto con l'Europa, e parliamo dell'incidenza della quota 100: abbiamo spiegato ai giovani che avrebbero sostituito centinaia di migliaia di pubblici dipendenti e abbiamo bloccato nuovamente le assunzioni; parliamo di una finanziaria che non ha finito di dispiegare effetti negativi fiscali, perché abbiamo riaperto la valvola della tassazione locale e tutti voi sapete che almeno una ulteriore incidenza dell'1 per cento ci sarà per l'aumento complessivo della pressione fiscale locale.

Allora, dove sono le speranze, dov'è il cambiamento? Perché, oggi, noi che siamo partiti con un'astensione nei confronti di questo Governo, vedendo quest'atto, non complessivamente l'attività, potremmo non dico votare a favore, ma astenerci? Non possiamo. E stiamo cercando di spiegarlo alle molte persone che continuano a credere che questa sia una finanziaria veramente del cambiamento; non lo è stato, anzi questa finanziaria ha evidenziato, non per colpa dei contenuti, per colpa del modo, la nostra incredibile debolezza e lo dico a tutti i colleghi! Noi siamo più deboli, perché è vero che la maggioranza ha ritenuto di poter calpestare i diritti dell'opposizione al Senato, ma l'ha fatto nel silenzio della Presidenza del Senato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), l'ha fatto nel silenzio del più alto colle di questo Paese, l'ha fatto senza che l'Europa neanche pensasse che stava, in qualche modo, obbligando a una trattativa che allungava i tempi, mancando di rispetto a noi.

Le Camere escono distrutte, perché neanche chi deve difenderle, le difende più, neanche chi le presiede in nome e per conto dell'opposizione, le difende più, perché neanche l'Europa ha dimostrato rispetto per quello che è il nostro lavoro. Quindi, complessivamente, siamo tutti più deboli, perché, lo dicevo ieri, se la Camera è più debole, se le istituzioni sono più deboli, anche voi siete più deboli e la vostra debolezza l'avete già dimostrata, con questa battaglia che era partita per l'Europa e che non si è neanche consumata, perché, vedete, normalmente le battaglie si fanno quando si è certi di vincerle, dichiarare guerra e non partire neanche o arretrare prima di essere partiti è drammatico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Soprattutto se ciò è fatto da chi si era caricato la speranza di poterla fare; lo dico con sofferenza, perché sono uno di quelli che da anni ripete che le regole di questa Europa vanno cambiate profondamente. Noi abbiamo perso anche stavolta l'occasione di un dibattito serio, civile e ragionato per poterle cambiare.

E, alla fine, avete, anzi, abbiamo - perché io faccio parte di questo Paese e, quindi, questa è la mia finanziaria, perché dal 1° di gennaio dirigerà la mia vita, non soltanto la vostra - partorito una finanziaria che non aumenta le speranze di crescita e non dà alcuno shock positivo. Noi avevamo pensato, mi rivolgo ai colleghi della Lega, quando avevamo scritto il nostro programma, alla possibilità di dare uno shock positivo al Paese, per rimetterlo in moto. Io vorrei prendere chiunque di voi al di fuori di quest'Aula, senza il favore di telecamere, e chiedere se questa finanziaria dà uno shock positivo alla nostra economia. Vorrei vedere ognuno di voi spiegarlo ai commercianti, agli artigiani, agli agricoltori, agli imprenditori di tutto il Paese dov'è lo shock positivo di questa finanziaria. Così come vorrei vedere gli amici dei 5 Stelle spiegare come si potrà fare con 7 miliardi a dare il reddito di cittadinanza di 780 euro a una platea di sei milioni, cinque, quattro o tre, di persone che se lo aspettano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Perché il dramma è che se lo aspettano! Io sono stato in Puglia e moltissime persone mi fermavano e mi dicevano: ma perché vuoi fermare… a noi servono questi soldi, perché non trovo lavoro. E vagli a spiegare che non ci sono i soldi per loro, perché non si può fare entrare il 10 nell'1. Perché i soldi esistono quando ci sono risorse.

Voi avete spiegato ai vostri figli, faccio l'esempio del padre di famiglia, che il papà poteva comprargli la moto, ma il papà non ha i soldi per pagare le rate della moto; il bambino se l'aspetta adesso e tradire le speranze di chi ha riposto in voi fiducia è grave quanto umiliare il Parlamento.

E l'effetto di queste aspettative negate sarà sull'economia, sarà anche sulla mancanza di fiducia complessiva nella politica. Voi, mi rivolgo ai 5 Stelle facendovi un complimento, siete riusciti, negli ultimi anni, a intercettare quella parte di società e il voto di quella parte di società che si sarebbe allontanata schifata dalla politica; non vorrei che da domani, non subito, ma in qualche mese, si allontanasse tre volte schifata, perché le promesse vanno mantenute, soprattutto quando le fai alla parte più debole del Paese, perché un imprenditore che guadagna non si aspetta nulla dalla politica, ma una persona che muore di fame, quando riceve una promessa, si aspetta che quella promessa venga mantenuta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Il Sud si aspetta che questa manovra, e non lo sarà, o i prossimi atti, in qualche modo, lo riscattino da un'arretratezza economica, di lavoro, di possibilità che c'è stata negli ultimi anni. Dove la intravedete?

Certo, vedo cose positive; io ho apprezzato il tornare indietro sulla riforma delle banche, ho apprezzato gli interventi fino ai 65.000 euro, ci sono cose che abbiamo apprezzato tutti, noi, e le ha apprezzate il PD, tutte le persone di buonsenso, ma è complessivamente che l'impatto della manovra… Ministro Tria, gli investimenti… lei nella prima audizione ci ha parlato dell'importanza degli investimenti come moltiplicatore per la crescita e la ricchezza del PIL e ci porta una manovra in cui gli investimenti sono un miliardo in meno di quelli del PD che avete criticato fino a ieri. Ma se erano importanti all'inizio, perché sono diventati meno importanti adesso? La scuola: 4 miliardi in meno sulla scuola! La metà dei soldi alla Protezione civile!

Questi sono i dati, perché il dramma dei numeri è che alla fine di tutto questo parlare, sulla legge di bilancio, ci sono dei numeri e i numeri non si possono tradire, perché poi uno non può dire: ci siamo sbagliati; l'avete già detto sull'IRES, l'avete già letto sulle ONLUS, per carità, meglio accorgersene e correggersi che perseverare negli errori, ma l'errore fatto sulle ONLUS è fatto su mille altri argomenti, perché manca il cuore, perché alla fine questa finanziaria è una finanziaria che non ha scritto nessuno, qui.

Vi siete nascosti dietro la vittoria con Bruxelles e, alla fine, avete concesso a Bruxelles di mettere, attraverso questa finanziaria, all'interno della nostra nazione, i germi, non per una crescita, non per la ripartenza dell'Italia, ma per addormentare, il prossimo anno, il nostro Paese. E l'avete fatto con un rischio in più, che voglio dire: 25 e 28 miliardi nel 2020 e nel 2021 di clausole di salvaguardia, sapendo, fin da oggi, che sommate al deficit che ci sarà, supereranno il 3,1 per cento e che, quindi, nessuno di noi, con una crescita che il prossimo anno non ci sarà, potrà in qualche modo assolvere a quelle clausole senza aumentare le tasse.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

GUIDO CROSETTO (FDI). Allora, e mi avvio a concludere Presidente, questo è il motivo, e scusatemi se sono stato molto duro, per cui il gruppo di Fratelli d'Italia, oggi, voterà contro.

Noi ci auguriamo, ce lo auguriamo, perché pensiamo che si possano correggere gli errori, che dal 1° di gennaio questa maggioranza si metterà a fare quello che non ha fatto nell'ultimo mese, prenderà in mano questa legge, toglierà le storture e correggerà gli strumenti, in modo tale che il prossimo anno possa essere qualcosa di diverso rispetto a quello che ci volete regalare con questa finanziaria, qualcosa in cui tutti noi e tutti i cittadini possiamo credere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mulé. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI). Presidente, onorevoli membri del Governo, colleghi, tra poche ore diremo addio al 2018, ma da diversi mesi abbiamo iniziato a prendere congedo dalla democrazia parlamentare. Senza giochi d'artificio, senza botti, un passetto alla volta senza far troppo rumore, questa maggioranza a trazione grillina, con il consapevole appoggio della Lega, ha iniziato calpestando e comprimendo i diritti dentro e fuori l'Aula.

Poi, senza mai una sosta, proseguite con le scarpe chiodate, un pezzettino dopo l'altro: dalla museruola all'informazione, alla disgustosa tappa odierna che, di fatto, narcotizza il Parlamento.

Su questa legge di bilancio state per chiudere il gran ballo dei dilettanti, considerando al pari di un fastidioso orpello la Costituzione, che per noi rappresenta, al contrario, una corazza che ci vincola ad obblighi precisi, a cominciare dall'osservanza dell'articolo 72, da voi calpestato. Non stiamo giocando a tombola, colleghi: svegliatevi dal letargo e rinsavite (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Non siete marionette al teatro dei burattini i cui fili vengono manovrati da entità esterne! Non lo siamo certamente noi, di Forza Italia. Guardateci: siamo deputati della Repubblica, rappresentiamo fieramente e orgogliosamente milioni di italiani, rivendichiamo il diritto di esercitare il nostro mandato nei modi e nei termini garantiti dalla Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Continueremo a farlo, noi di Forza Italia, nel solco di una storia, rappresentata da Silvio Berlusconi e da valori sacri come la libertà - avete poco da ridere, avete ben poco da ridere -, valori riassunti nel patto d'onore. Voi dovreste avere più onore con i nostri elettori, che noi possiamo rivendicare, a dispetto della Lega, vittime dell'incantesimo dei Cinquestelle, ammaliati dalle sirene cacofoniche del potere.

Questa maggioranza contro natura, con la consapevole condiscendenza della Presidenza della Camera, ha violentato il buonsenso, fatto strame delle regole, deliberatamente violato la madre di tutte le leggi. Votare la fiducia oggi equivale ad essere complici di un delitto, dunque non lo farete nel nostro nome, ma con il nostro disprezzo: lo farete da soli, nell'incoscienza che guida le vostre azioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Votate la fiducia su una legge di bilancio che la Camera non ha esaminato in alcun articolo e senza discutere alcun emendamento: votate al buio, bendati e obbedienti a chi ve l'ha scritta e imposta da Bruxelles (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Portate il Paese a sbattere e a farsi male (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Non esiste organismo indipendente, nazionale e internazionale, che non vi abbia avvertito degli effetti nefasti che provocherete sui disastri che avete già provocato. Consegnate al Paese l'immagine dell'Italia con la palla al piede, sia per i debiti mostruosi che state per contrarre che per la limitazione dei diritti che state introducendo: votatevela da soli la manovra dello sbandamento e dello smarrimento. Approvatevi da soli un provvedimento che paralizza il presente e ipoteca il futuro con oltre 50 miliardi di clausole di salvaguardia. Festeggiate pure la legge dagli inganni, magari con una di quelle pagliacciate modello balcone di Palazzo Chigi; o magari, dopodomani, voi dei Cinquestelle, a cui piace fare tanto i trenini, in occasione del veglione, ballatevi la samba, quando invece celebrate il sabba e il funerale della crescita del Paese e del futuro dei nostri figli (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

Siete accecati dall'arroganza da riuscire perfino nell'impresa di approvare qualcosa che già sapete che dovrete modificare e stravolgere, e pure di gran premura. Avete umiliato decine di migliaia di associazioni di volontariato, milioni di silenti eroi civili premiati oggi dal Presidente Mattarella, imponendo centinaia di milioni di tasse (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Siete per questo colpevoli del peggior crimine politico immaginabile: siete riusciti a sparare sulla Croce Rossa. Ora dovrete metterci un cerotto e pure di fretta, perché nessuno di voi, Ministri e sottosegretari, nessuno di voi ha superato la prova, neanche il guardiano che saluto, il Presidente del Consiglio, neanche lui, il maniacale Premier non eletto dal popolo che si pavoneggia dopo aver usurpato il titolo di avvocato del popolo, il gran pignolo che la narrazione fallace e bugiarda racconta come un assatanato che legge tutto, che ha l'ossessione per le noticine a margine, che studia anche le virgole. Signori, rassegnatevi: il signor “precisetti”, alias Giuseppe Conte, ha toppato alla grande (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Siete immeritevoli della fiducia perché avete calpestato e invertito i canoni della meritocrazia, che sono alla base della realizzazione di ogni essere umano. Offrite un sussidio a chi non ha lavoro - né mai lo avrà con le vostre ricette - e lasciate in panchina, umiliandolo, chi ha già vinto un concorso e dovrà dunque aspettare, prima di vedere riconosciuto un diritto sudato e conquistato con sacrifici enormi, prima di essere assunto. Siete immeritevoli della fiducia perché avete perseguitato gli ultimi e gli indifesi.

Avete messo le mani nelle tasche dei pensionati, avete la faccia tosta di rivendicare di poterlo fare perché dite di portargli via solo pochi spiccioli (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Spiccioli? Ma in quale galassia avete abbandonato il buonsenso e il rispetto per chi, dopo una vita, si vede aggredito e non può difendersi? Siete immeritevoli della fiducia perché avete bastonato gli ultimi. Ci saranno meno soldi per gli insegnanti di sostegno. Su invalidi e disabili avete avuto un parziale rigurgito di umanità solo dopo le nostre poteste. Avete prosciugato di 45 milioni il fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile sostenuto dai soldi dei privati. Persino sull'assistenza alle famiglie che si prendono cura delle vittime di femminicidio avete avuto il braccino corto. Siete immeritevole della fiducia perché impresse, lavoratori e famiglie pagheranno più tasse per miliardi di euro.

In questo il Governo del cambiamento obbedisce al suo slogan: siamo passati dal “meno tasse per tutti” a “più tasse per quasi tutti” (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Complimenti! Siete immeritevoli della fiducia perché siete inaffidabili: voi, che volevate liberarvi del giogo dell'Europa, siete stati così bravi da portarci i ragionieri di Bruxelles fin dentro casa. Avete sbagliato tutto. Facevate i gradassi quest'estate con battute da avanspettacolo e vi siete ridotti sotto Natale a implorare perdono e farvi dettare la manovra. Siete immeritevoli della fiducia perché siete bugiardi e anche vigliacchetti, perché continuate a ripetere che è stata l'interlocuzione con Bruxelles a costringervi a mettere mano ad alcuni capitoli, ma dite il falso, dite la menzogna. Ancora oggi il direttore generale degli affari economici e finanziari della Commissione scrive che: “La Commissione non ha avuto alcun ruolo nella definizione delle specifiche misure della manovra, né tanto meno sulla loro qualità”. Bugiardi! Siete dei bugiardi! Siete stati avvertiti dal 5 ottobre; continuate a dire che non avreste arretrato di un millimetro. Il Vicepremier Di Maio ci consegnò una dichiarazione illuminante: tornare indietro significa dire agli italiani non andate più in pensione, non vi diamo più le minime! Poveretto! Poveretti! Non avete arretrato di millimetri, ma di miliardi di euro. La verità è che questa legge di bilancio ve la siete cantata e suonata da soli e adesso caricate la croce della vostra incapacità sulle spalle degli italiani.

Colleghi, non viviamo solo il principio di una recessione conclamata, ma questa legge di bilancio scellerata celebra il default della democrazia parlamentare con un atto di imperio insopportabile, un esproprio delle regole che travalica la tirannia della maggioranza e trascende nel nichilismo istituzionale. Voi non chiedete la fiducia ma un atto di fede: ma a chi bestemmia la Costituzione e le regole, a chi infrange, come ha fatto - duole dirlo alla Lega -, il sacro patto di lealtà con gli elettori, non si accordano atti di fede, né si accetta di declinare il credo laico della fiducia! Ci fu un Presidente della Camera che, proprio qui dove è seduto lei, esclamò con voce stentorea queste parole: “Voglio affermare con forza che le decisioni finali devono maturare solo e soltanto nelle Commissione e nell'Aula, perché soltanto un lavoro indipendente può dare vita a leggi di qualità; per questo motivo voglio affermare con decisione che non consentirò scorciatoie né forzature del dibattito”.

Sappiamo tutti quale dibattuto c'è stato: nulla! Semmai dovesse incrociare questo Presidente, magari di sfuggita, davanti a uno specchio, ce lo saluti con molta, molta nostalgia (lo dico al Presidente Fico).

Quanto a voi, colleghi della maggioranza, non avrete la fiducia di Forza Italia. Avrete, piuttosto, il disprezzo per la condotta del vostro presente, unito alla certezza di un futuro che vi condannerà all'oblio, quando il rinsavimento di quella parte del centrodestra smarrito o il voto del popolo, il popolo sovrano italiano, sancirà la rimozione di un periodo oscuro e mortificante per la vita della Repubblica, per la qualità delle sue istituzioni e per il futuro del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Graziano Delrio. Ne ha facoltà.

GRAZIANO DELRIO (PD). Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, Presidente del Consiglio, si sta chiudendo oggi una pagina tra le più buie della storia della Repubblica. È la prima volta che siedo in questi banchi del Parlamento da deputato e non si era mai assistito, prima d'ora, all'umiliazione del Parlamento a cui abbiamo assistito in questi giorni.

Un'umiliazione che potrebbe anche essere poco interessante per la stragrande maggioranza degli italiani, preoccupati come sono, giustamente, del loro lavoro, del futuro dei loro figli, ma che invece è una cosa essenziale. Perché noi oggi stiamo approvando, avete chiesto la fiducia su una manovra che il Parlamento non ha avuto modo di discutere, di analizzare, come invece prevede l'articolo della Costituzione dedicato all'esame delle leggi del Parlamento. Non è stata esaminata questa legge per vostra responsabilità, perché avete deciso per tre mesi di sfidare, di non leggere le cose che erano già chiarissime anche prima. Avete scelto di sfidare, leggo le sue parole, Presidente Conte: “il 2,4 per cento non si tocca”, “non si tocca”, lei ha affermato questo dopo aver inviato la manovra a Bruxelles e dopo aver ricevuto la lettera di Bruxelles, e per questo motivo abbiamo perso tre mesi, e avete impedito l'esercizio sacrosanto che la nostra Costituzione prevede.

Lei si vanta di essere un fine giurista. Ora, lei sa che la Costituzione non prevede solo la separazione dei poteri, ma anche l'equilibrio dei poteri, prevede cioè che vi sia la diffusione dei poteri, che vi sia un controllo reciproco e oggi noi non siamo stati messi in grado nemmeno di votare un articolo di questa legge di bilancio - uno! - un emendamento, un articolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! E confidiamo molto che l'equilibrio dei poteri che hanno studiato i nostri padri costituenti, a cui va il nostro ringraziamento, il 9 di gennaio possa dirvi, attraverso la Corte costituzionale, che avete fatto una legge di bilancio illegittima, anticostituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ed è paradossale, è tristissimo, avere assistito in quest'Aula un deputato della maggioranza, del MoVimento 5 Stelle, dire (e questa è una delle pagine più tristi a cui io abbia assistito in questi sei mesi di lavoro): abbiamo avuto tempo per discutere, ha detto così. Noi speravamo che voi aboliste la povertà, che voi aboliste le tasse, le accise, speravamo che avreste abolito gli inghippi burocratici, invece no, avete semplicemente abolito la verità dei fatti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). La verità dei fatti è stata abolita. Addirittura in quest'Aula un deputato dice che abbiamo avuto modo di discutere la legge di bilancio: è incredibile, è incredibile!

Allora parliamo del contenuto, perché vi attendavamo su questa cosa. Il Paese vive un momento di difficoltà, è evidente. È evidente che i sei mesi che avete perso, certificati dall'Istat, blocco degli investimenti, fatte la predica a noi sugli investimenti; nei quattro anni di Governo che vi ha preceduto, gli investimenti sono cresciuti complessivamente del 13 per cento. Avete ascoltato? Avete sentito bene? Sono i fatti, i fatti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Gli investimenti totali sono cresciuti del 13 per cento, fate i conti, sono le vostre tabelle, non le nostre! E nei tre mesi che avete governato, i primi tre mesi di cui abbiamo dimostrazione, gli investimenti totali sono la causa dello stato di recessione in cui siamo. È responsabilità vostra, delle vostre indecisioni, della vostra incapacità a decidere, della vostra incapacità a governare - lo dico al Viceministro Garavaglia, che ieri ci ha fatto una lezione di come non si stimola lo sviluppo economico, secondo me, ma avrei voluto discutere col Viceministro Garavaglia di questo - perché governare, Viceministro, non è asfaltare. Si ricordi quello che le ha detto Bossi, il fondatore della Lega, quando ha ricordato agli amministratori che governare non è solo asfaltare, governare vuol dire avere un'idea di Paese, lo sviluppo dei settori strategici, governare non è asfaltare una strada in più, ma è casomai costruire un corridoio che ti collega con l'Europa, un corridoio ferroviario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), un corridoio che ti porta le merci dall'Europa, che ti permette l'esportazione dei beni, che ti migliora la logistica. Dovete avere un'idea del Paese, un'idea che non c'è, l'unica idea che avete del Paese sono le pensioni e il reddito di cittadinanza. Anzi no: per finanziare le pensioni di poche decine di migliaia di persone tassate milioni di pensionati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), milioni riceveranno una decurtazione di quello che era loro dovuto, milioni! E ve lo stanno dicendo le associazioni dei pensionati, che scenderanno in piazza e che ringrazio perché almeno ristabiliranno un po' la verità dei fatti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 17,54)

GRAZIANO DELRIO (PD). Perché purtroppo la televisione, lo dico perché avete bisogno di alterare la verità dei fatti, altrimenti non si capirebbe, peraltro, continuate a dire che rappresentate 60 milioni di italiani, vi ricordo che gli italiani che avevano diritto al voto erano 46 milioni e che complessivamente rappresentate poco più di 16 milioni di persone, neanche il 50 per cento, quindi attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) quando parlate di questa grande rappresentanza, perché avete più della metà della gente che non vi ha votati e più della metà della gente che non vi ha riconosciuti. Quindi attenzione ad essere troppo arroganti, perché poi le cose così non funzionano.

Basate lo sviluppo del Paese su pensioni e reddito di cittadinanza, nel frattempo avete fermato gli investimenti, nel frattempo la fiducia delle nostre imprese è stata completamente dispersa, le nostre imprese non hanno più fiducia in voi, perché trovano semplicemente l'aumento delle tasse da questa manovra. Avete aumentato le tasse per 6 miliardi di euro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), 6 miliardi! Per ora c'è un filo rosso - io lo vorrei dire qui, perché rimanga agli atti, lo dico al Presidente Fico, agli esponenti del MoVimento 5 Stelle, perché sembrava volessero portare una ventata nuova, un po' di etica maggiore, diciamo così, questo tema dell'onestà e così via - che lega tutti i provvedimenti che avete fatto: avete premiato i furbi, coloro che evitano le leggi dello Stato, condono edilizio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), e oggi qui c'è il più grande condono fiscale mai fatto prima.

Cioè, i milioni di cittadini onesti, Presidente del Consiglio, i milioni di dipendenti pubblici e privati, i milioni di cittadini onesti, i milioni di pensionati che pagano le tasse, cosa devono dire di voi (Prolungati applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali), che condonate coloro che hanno evaso le tasse? Cosa vi devono dire? Vi diranno grazie? Il Paese dirà grazie a voi, che demolite l'etica pubblica, che fate condoni edilizi e condoni fiscali? Questo è quello che volete da questo Paese? Volete un Paese che non rispetta più le regole? Questo è quello che insegniamo ai nostri figli?

I cittadini onesti sono stati umiliati dai vostri provvedimenti in questi mesi e noi lo diciamo con molta tranquillità, nel senso che volevamo, invece, che tutti voi aveste aiutato questo Paese finalmente, in maniera seria, a fare passi avanti su tutti i suoi aspetti, economici, sociali, morali, perché questo è il compito che ha un Governo. E qui, oggi, ci si è dimenticati anche di un'altra questione, della crescita: avete detto e verrà detto anche dopo che con queste misure si stimolerà la crescita. Allora, anche qui, mettiamoci d'accordo: se ci saranno tutte queste misure, perché prevedete la crescita all'1 per cento? Cioè la minore crescita mai realizzata fin negli ultimi anni, questa è la minore crescita mai realizzata negli ultimi quattro anni, l'1 per cento che faremo nel 2018 è stato tutto acquisito nel semestre in cui non avete governato. Questa è un'altra verità dei fatti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Deputato Sgarbi, per favore.

GRAZIANO DELRIO (PD). Cioè, alla fine dell'anno il Ministro Tria dirà anche la crescita è dell'1 per cento e lo dirà perché nei sei mesi precedenti siamo cresciuti dell'1 per cento, perché nei vostri sei mesi la crescita del Paese è zero, zero (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Liberi e Uguali)!

L'unica crescita che abbiamo potuto osservare con i nostri occhi è quella dello spread, degli interessi delle banche, che fanno sui risparmiatori e le famiglie, e 7 miliardi in più di interessi sui titoli di Stato. Oggi voi vi presentate con questa carta d'identità: crescita zero e crescita per 7 miliardi dei maggiori interessi per lo Stato, soldi sottratti alle imprese, alle famiglie, ai pensionati, a tutta l'Italia. Questo è l'unico dato di fatto che avete prodotto in sei mesi, il resto sono chiacchiere, chiacchiere!

E avete fatto questa manovra anche per un altro motivo, perché sapete benissimo che non farete la prossima (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente), altrimenti non avreste fatto questa manovra, non l'avreste fatta così, perché scaricate tutti i costi sul prossimo anno, solo per questo, scaricate tutti gli oneri sulle nuove generazioni. Non avete il problema delle nuove generazioni, di quello che succederà dopo, perché a voi interessa il momento presente, siete innamorati, straordinariamente innamorati non del lavoro duro, faticoso, della fatica quotidiana che fanno tutti gli italiani quando al mattino si alzano e vanno a fare il loro dovere, lavorano, contribuiscono alla crescita dell'Italia (Commenti polemici dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Per favore…

GRAZIANO DELRIO (PD). No: siete interessati a governare con le dirette Facebook, è questo il vostro modo di governare. E possibilmente con la TV di Stato, Presidente Fico: lo dico a lei che è stato presidente della Commissione di vigilanza sulla RAI. La TV di Stato che dedica il 70 per cento dello spazio alla maggioranza e al Governo: così, per equilibrare, per dare notizie equilibrate, Presidente Fico! Esattamente come quello che abbiamo osservato qui nell'Aula, perché abbiamo avuto due episodi tristissimi: quello del deputato che ha detto che la legge di bilancio è stata discussa, va bene, e quella sua. Lei aveva una grande occasione, di dimostrare al Governo che la Repubblica è fatta di equilibrio di poteri e di contrappesi. Lei ha perso una grande occasione: è stato al servizio di una maggioranza pasticciona, e non è stato al servizio del suo Paese, delle sue istituzioni che sopravvivranno a questo Governo di incapaci e di incompetenti (Prolungati applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Liberi e Uguali - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Tomasi. Ne ha facoltà.

MAURA TOMASI (LEGA). Signor Presidente, onorevoli colleghi…

PRESIDENTE. Grazie. Facciamo intervenire la collega, per favore. Grazie. Prego, prego.

MAURA TOMASI (LEGA). Signor Presidente, onorevoli colleghi e membri del Governo, innanzitutto mi corre l'obbligo di ringraziare il mio presidente di gruppo per avermi affidato la dichiarazione sulla fiducia: cosa che peraltro a me è molto gradita, in quanto da militante del mio gruppo ho finalmente l'occasione, di fronte all'esternazione delle opposizioni, per esprimere in questa Assemblea invece il mio entusiasmo per una manovra che finalmente va nella direzione della crescita del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

Onorevoli colleghi, signor Presidente, è surreale sentire colleghi dell'opposizione criticare il Governo, accusarci di esserci fatti scrivere noi la manovra da Bruxelles…

PRESIDENTE. Per favore, siete intervenuti: intervengono anche gli altri. Prego.

MAURA TOMASI (LEGA). Riscoprendo, le opposizioni (e mi riferisco al PD), improvvisamente la sovranità, la dignità, il desiderio di autonomia del popolo italiano, che fino ad ora non hanno mai avuto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

Sì, signor Presidente, può apparire strano, ma noi abbiamo negoziato nell'interesse degli italiani. L'Europa è rimasta stupita di questo, disorientata: non era più abituata a negoziare con il Governo, perché, ci ricordiamo, arrivava la letterina da Bruxelles e si eseguiva tutto a piè di lista (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

Ora invece, signor Presidente, la musica è cambiata; e seppur con tempi lunghi, è vero, determinati dalla negoziazione, abbiamo, ripeto, finalmente un Governo che ha negoziato in nome e per conto del popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

Del resto, la compressione del tempo del dibattito non è dipesa da noi: essa dipende da un insieme di regole esogene, che fino ad ora sono andate bene alla nostra opposizione, che strilla, si dimena, ma non ricorda che era solita scaricare le proprie responsabilità politiche.

Vi ricordate cosa dicevano? Ce lo chiede l'Europa, ce lo chiedono i mercati (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

In ogni caso un fatto è che non è vero quanto sostengono le opposizioni, che non vi sia stata discussione. In prima lettura di questa manovra in Commissione bilancio, della quale io faccio parte,…

PRESIDENTE. Per favore…

MAURA TOMASI (LEGA). …sono stati discussi uno ad uno gli emendamenti per un monte ore (chiamiamolo così) di 300 ore; mentre, in seconda lettura, dato atto della necessità, è vero, di far presto, di non andare in esercizio provvisorio, le opposizioni hanno preferito le audizioni, comprimendo, e quindi per loro libera scelta, la discussione. Questa è la verità delle cose (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle)!

Ora, detto ciò, bisogna ricordare che questo Governo, noi abbiamo evitato la procedura di infrazione, nella quale l'Italia sarebbe incorsa: non perché la nostra manovra non poteva essere accettata, ma perché l'Italia, con i Governi Letta, Renzi e Gentiloni, non ha osservato le raccomandazioni dell'Unione europea sulla riduzione del disavanzo strutturale. In realtà, il rigetto della nostra manovra è conseguenza del mancato rispetto del criterio del debito per l'anno 2017. Eredità che ha un nome: oggi è qui nei nostri banchi, ed è l'onorevole Pier Carlo Padoan, che oggi ha pure il coraggio di criticare la nostra manovra (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle)! Il suo Governo aveva promesso mari e monti: avrebbe ridotto il debito, così prometteva; ma per l'intanto otteneva flessibilità attraverso le disgrazie del nostro Paese, il terremoto ed un'altra, che potrei definire tale, che è rappresentata dai migranti.

Colleghi onorevoli, signor Presidente, oggi noi stiamo pagando le manovre errate dei precedenti Governi. L'Europa oggi ci voleva punire per le manovre del passato: sì, perché i Governi erano stati graziati, poiché disposti a fare tutto ciò che l'Europa chiedeva. La Commissione europea, ben consapevole di ciò, ha dovuto prendere atto dell'esito positivo del negoziato con il nostro Governo. Badate bene, le misure concordate correggono la precedente situazione di grave inadempienza nei confronti delle raccomandazioni dell'Unione europea, che aveva prescritto ai Governi precedenti e che questi non hanno mai osservato. L'Unione europea ha capito che l'Italia vuole risollevare la testa, come dimostra con questa manovra.

Un Governo che dopo il 4 marzo ha mantenuto con questa manovra le promesse, ha fatto proprie le aspettative dei cittadini italiani, ricordando sempre che questa è la prima, la prima di cinque manovre confezionata e realizzata nell'interesse del popolo italiano. Crediamo in questo Governo e nella bontà di questa manovra, e per queste ragioni il mio gruppo Lega-Salvini Premier voterà la fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Manzo. Ne ha facoltà.

TERESA MANZO (M5S). Presidente, prima di iniziare vorrei congratularmi con il presidente di gruppo del MoVimento 5 Stelle per la nascita della sua Camilla (Applausi) (I deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente indossano pettorine recanti le scritte: “basta tasse”, “giù le mani dal no-profit” e “giù le mani dalle pensioni” e stazionano nell'emiciclo in prossimità dei banchi del Governo).

PRESIDENTE. Per favore, levatevi le pettorine! Chiedo agli assistenti parlamentari di intervenire. Chiedo agli assistenti parlamentari di intervenire. Deputata Gelmini… Deputato Occhiuto…

Se dovete uscire dall'Aula uscite dall'Aula. D'Ettore, per favore, si allontani dai banchi del Governo, si allontani dai banchi del Governo! Sospendo la seduta per cinque minuti.

La seduta, sospesa alle 18,10, è ripresa alle 18,15.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Per favore un po' di silenzio. Stava intervenendo la deputata Manzo. Ha facoltà di proseguire. D'Ettore, per favore, si allontani dai banchi del Governo. Per favore. Prego, deputata Manzo.

TERESA MANZO (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei rinnovare gli auguri al capogruppo del MoVimento 5 Stelle per la nascita di Camilla, dato che i colleghi di Forza Italia non hanno voluto partecipare con noi a questo grande evento. Una nascita è sempre un grande evento (Applausi).

Onorevoli colleghi, ci apprestiamo a votare oggi la fiducia sulla legge di bilancio per l'anno 2019. Il Governo, con grande senso di responsabilità, si è presentato al tavolo con l'Unione europea proponendo una revisione del deficit dal 2,4 al 2,04 per cento ma mantenendo i cardini del nostro contratto, mantenendo quello che avevamo promesso ai nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questa maggioranza sta scavando un solco profondo con le sue azioni e con i suoi provvedimenti, segnando un cambio di passo rispetto alle politiche fallimentari del passato. Paghiamo cari sulla nostra pelle gli effetti devastanti dei tagli lineari fatti dal Governo Berlusconi nel 2008 e paghiamo cari anche quelli dei Governi che ci hanno preceduto, con la “legge Fornero” votata da Forza Italia e PD, con il Jobs Act renziano, che ha precariato milioni e milioni di giovani e non dimenticando il “salva banche”, qualcuno se lo volesse dimenticare, non dimentichiamolo mai. Il “salva banche”, quello che ha aiutato le banche e ha buttato da parte i cittadini: non dimentichiamolo mai (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier)! La scuola, l'università, le famiglie, i pensionati e i giovani…

PRESIDENTE. Vi chiedo un po' di silenzio, per favore. Deputato Lollobrigida, per favore. Prego.

TERESA MANZO (M5S). La scuola, l'università, i giovani, i pensionati e le famiglie giovani per troppo tempo sono stati il bancomat utili per coprire i buchi enormi creati dai soliti noti, quell'intreccio di lobby che ha massacrato per anni questo Paese. Noi abbiamo messo fine a questo scempio, noi abbiamo messo fine a tutto questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

In televisione e sui giornali vediamo un popolarsi di opinionisti che si preoccupano per il futuro di questo Paese. Ebbene, mi domando e ci domandiamo tutti: dov'erano questi fantomatici economisti quando si votava in quest'Aula “Imu-Bankitalia”? Dov'erano? Vorremmo sapere questo: dov'erano (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier)?

Avete favorito i truffatori e non avete tutelato i truffati; ricordatelo, ricordatelo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier – Dai banchi dei deputati del gruppo Partito Democratico si grida: Vergogna)!

PRESIDENTE. Liuzzi, Liuzzi! Paita! Deputato Rosato. Andiamo avanti. Facciamo continuare l'intervento. Deputata Paita, facciamo continuare l'intervento. Prego.

TERESA MANZO (M5S). Con questa legge di bilancio, il popolo italiano torna ad essere popolo sovrano e torna a decidere. Se questo non è cambiamento, allora che cos'è (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier)? Nella manovra abbiamo voluto fortemente “quota 100” e “opzione donna” e li abbiamo voluti anche perché abbiamo visto milioni e milioni di italiani disperarsi. Signor Presidente, quanto posso parlare ancora? Mi faccia sapere.

PRESIDENTE. Continui, continui.

TERESA MANZO (M5S). Abbiamo voluto fortemente “opzione donna”, “quota 100”, l'aumento delle pensioni minime e le pensioni di invalidità, reddito di cittadinanza e pensioni di cittadinanza perché non possiamo, oggi nel 2018, al vaglio del 2019, vedere padri di famiglia e nonni scavare nell'immondizia o negli scarti dei mercati perché non possono permettersi gli alimenti (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). In questa legge di bilancio…

PRESIDENTE. Deputata Paita, deputata Paita deve far concludere l'intervento! Il vostro gruppo è intervenuto. Deputato Fiano, il vostro gruppo è intervenuto e deve intervenire anche l'altro gruppo. Dovete rispettare gli interventi. Dovete rispettare gli interventi. Deputato Rospi si segga. Prego, deputata Manzo, continui l'intervento.

TERESA MANZO (M5S). Non solo “opzione donna” e reddito di cittadinanza. Abbiamo previsto l'assunzione di mille ricercatori universitari, 400 insegnanti nei licei, tempo prolungato e altre 2 mila assunzioni per i docenti, assunzioni all'Ispettorato nazionale del lavoro per contrastare i furbetti, riduzione dei tempi d'attesa delle prestazioni sanitarie, perché non è concesso ad oggi che per una mammografia si debba aspettare dodici mesi e penso che su questo tutti siamo d'accordo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

Vorrei chiarire bene sulle professioni sanitarie, per rispondere ad una distorta informazione che sta creando preoccupazioni e allarmismo ingiustificato: con questa manovra mettiamo fine al caos normativo che abbiamo ereditato ed evitiamo che questa situazione…

PRESIDENTE. Possiamo far continuare la collega, ascoltare l'intervento e poi andiamo avanti? Lo dico a tutti!

TERESA MANZO (M5S). Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Deputato Fiano! Possiamo continuare ad ascoltare l'intervento? Come voi avete fatto il vostro, tutti hanno il diritto di farlo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle

e Lega- Salvini Premier)! Andiamo avanti.

TERESA MANZO (M5S). Sulle professioni sanitarie occorre fare chiarezza per rispondere ad una distorta informazione, che sta preoccupando e dando allarmismo ingiustificato. Con questa manovra, mettiamo fine al caos normativo che abbiamo ereditato ed evitiamo che questa situazione di indeterminatezza per gli operatori sanitari si ripeta in futuro. Semplicemente tuteliamo il diritto al lavoro di chi già opera al servizio dei cittadini permettendo di proseguire la propria attività lavorativa. Parliamo di 20 mila operatori sanitari, 20 mila famiglie (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier), che dalla sera alla mattina si sarebbero ritrovate senza lavoro!

PRESIDENTE. Deputato Caso!

TERESA MANZO (M5S). Poi, anche sulle imprese e i professionisti vorremmo fare un po' di chiarezza. La verità è che ci saranno meno tasse: non alziamo le tasse, anzi le abbassiamo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier). Con l'esenzione del regime forfettario fino a 65.000 euro garantiamo a più di un milione di partite IVA e piccoli imprenditori un'aliquota piatta al 15 per cento, tagliamo il costo del lavoro attraverso una riduzione media del 32 per cento del contributo e dei premi INAIL, raddoppiamo lo sconto sui capannoni, ci sarà un super bonus per l'occupazione delle giovani eccellenze. I giovani: noi con questa manovra abbiamo pensato anche a loro, a quei giovani che, con le grandi competenze sono dovuti andare all'estero, sono dovuti andare via perché fino ad ora, fino ad oggi erano non tutelati. Scusate, ci sono dei disturbatori.

PRESIDENTE. Continui, continui, non commenti.

TERESA MANZO…giovani che fino ad oggi non sono stati tutelati e quindi se ne sono dovuti andare per trovare maggiore ricchezza in un altro Paese, cosa che noi non vogliamo, perché le menti brillanti devono rimanere qui in Italia e non devono andare via (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

Mi avvio alla conclusione, signor Presidente. Nel 2019 non vedremo più gente che prende pensioni d'oro, fregandosene degli altri. Non vedremo più politici che incassano il vitalizio a sbafo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier), ma aiuteremo le persone che fino a ieri erano costrette a fare la fila alla Caritas per un pasto caldo. Toglieremo i giovani da quel divano, su cui sono stati messi, a parcheggio, perché in effetti i giovani quello volevate che fossero, a parcheggio, ma non è così con la manovra del cambiamento (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier). È finita l'epoca dei Governi al servizio dei potenti: lo Stato torna dalla parte degli ultimi, dei più deboli, dalla parte di coloro che sono stati abbandonati a se stessi indiscriminatamente dalle politiche fallimentari del passato, dalle vostre politiche (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier). E' finita l'epoca degli amici dei banchieri e delle lobby, dei sotterfugi da Palazzo di questa vecchia politica che ha distrutto l'Italia e che ha reso un inferno la vita di milioni di italiani (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier). Abbiamo raccolto un Paese in macerie e con il reddito di cittadinanza, la pensione di cittadinanza, la riforma della legge “Fornero”, la sforbiciata alle tasse e con tutte le norme presenti nella manovra il MoVimento 5 Stelle sta cambiando questo Paese, vi piaccia o no, ma questa è la verità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Rimettiamo in piedi questo Paese. Il nostro impegno è stato massimo, non solo per mantenere fede ad una promessa elettorale. C'è chi in quest'Aula ha volutamente chiuso gli occhi e si è girato dall'altra parte, ma questo con noi non avverrà mai, che sia chiaro. Noi rispondiamo a quelle esigenze che finora sono state ignorate, le esigenze dei cittadini e non a quelle dei diktat delle lobby o a quelle dei centri di potere. Noi rispondiamo solo e soltanto alla gente comune. Abbiamo le mani…

PRESIDENTE. Deputati Di Muro e De Carlo, per favore un po' di silenzio.

TERESA MANZO (M5S). Presidente, mi avvio alla conclusione. Noi rispondiamo solo e soltanto alla gente comune. Noi abbiamo le mani libere e questo ci permette di farlo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier). Con questa manovra iniziamo un percorso che restituirà fiducia e dignità ad ogni singolo cittadino.

Presidente, concludo dichiarando il voto favorevole a nome del MoVimento 5 Stelle alla fiducia del Governo del cambiamento (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Trizzino. Ne ha facoltà.

GIORGIO TRIZZINO (M5S). La ringrazio Presidente e la ringrazio in particolare per l'equilibrio e il buonsenso con il quale lei ha presieduto in questi giorni l'Assemblea (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Da più parti si è detto che in manovra è presente una norma che raddoppia l'IRES al Terzo settore: non è vero (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). In realtà viene abrogata una disposizione di riduzione dell'IRES che non si applica agli enti del Terzo settore ovvero agli enti che sono iscritti al registro unico...

PRESIDENTE. Deputato Crosetto, deputato Crosetto!

GIORGIO TRIZZINO (M5S). …e in armonia con il Terzo settore, che ha previsto per questi enti un sistema di agevolazioni diverso e ben più rilevante. Affermare, dunque, che aumenterà la tassazione per il volontariato non risponde al vero. Per gli enti del Terzo settore, incluso il volontariato, continuano infatti ad applicarsi tutte le agevolazioni che sono previste dal codice del Terzo settore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore, c'è il deputato Sgarbi che vuole intervenire a titolo personale. C'erano due interventi segnati a titolo personale (Commenti). C'erano, c'erano, ascoltate bene. Prego, deputato Sgarbi.

VITTORIO SGARBI (MISTO). Onorevole Presidente, Norberto Bobbio diceva: non c'è politica senza cultura. L'autore di Il senso della pace, Una terra, due stati, Toccare l'acqua, toccare il vento, Il monte del cattivo consiglio, Non dire notte è morto ieri nell'indifferenza di questo Parlamento. Amos Oz è stato un intellettuale che intendeva unire e non dividere. Da Croce a Moro, da Gramsci a Galasso, in Italia gli uomini di cultura sono stati la guida dei partiti: da trent'anni non accade più, imperano demagogia e populismo. Ho nostalgia del PCI, Partito della cultura italiana. La dignità e l'economia dell'Italia poggiano sull'arte e sulla cultura; eppure nessun investimento e solo tagli nell'attuale legge di bilancio.

PRESIDENTE. Concluda.

VITTORIO SGARBI (MISTO). Serenamente, la legge di bilancio dice: gli stanziamenti per i bonus cultura pari a 290 milioni sono ridotti di 20 milioni; eppure nessun taglio. Ancora, per i musei…

PRESIDENTE. Deve concludere.

VITTORIO SGARBI (MISTO). …autonomi la legge è equivoca, se non ingannevole. Dice: gli istituti autonomi non hanno riduzioni. E dice: sono però stabiliti…

PRESIDENTE. Grazie, ha finito il tempo, mi dispiace.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento..

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, ai sensi dell'articolo 8 e seguenti.

PRESIDENTE. Colleghi, per favore!

EMANUELE FIANO (PD). C'è una parola, Presidente, che penso dovrebbe presiedere al suo mandato, che è quella dell'imparzialità, cioè lei non dovrebbe prendere le parti di nessuna delle parti qui rappresentate, dovrebbe prendere la parte di questa istituzione.

Ora io mi domando: esattamente, lei cosa pensa quando una collega, la collega Manzo, in sede di dichiarazione di voto a nome del suo gruppo accusa questo gruppo, non rivolgendosi a lei e da lei mai richiamata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), ma rivolgendosi direttamente a noi, dicendoci “voi”, e ci accusa di essere, anzi, di difendere i truffatori, ovvero di essere complici di un reato? Secondo lei, questa è un'offesa che può essere permessa, nel dialogo parlamentare tra gruppi o no (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier)? Perché, evidentemente, noi abbiamo rispetto a lei…

PRESIDENTE. Per favore, fate concludere il deputato, per favore!

EMANUELE FIANO (PD). …perché evidentemente…

PRESIDENTE. Deputato Migliore, sta intervenendo il collega del suo gruppo.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, però questa cosa va risolta, perché lei ha questo atteggiamento solo quando parla il gruppo dal quale lei proviene (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Lei non è il presidente del MoVimento 5 Stelle, lei è la terza carica dello Stato, è il terzo rappresentante ufficiale delle nostre istituzioni. Quando accade in Aula – lo dico per il suo tramite – che una collega, dovendo dichiarare la sua opinione sulla legge che andiamo votando, accusa dei colleghi di un reato, lei deve fermarla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), impedirle di offenderci e di imputarci, Presidente, di essere complici di un reato penale. Potrei elencare, per il suo tramite, alla collega i sette condoni che abbiamo letto in questa manovra di bilancio, le sette volte che questa legge aiuta coloro che non rispondono alle leggi dello Stato, che non pagano le tasse e sono premiati dalla legge di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), ma lo direi a lei, affronterei il nodo politico di ciò che è stato scritto in questa legge.

Non mi permetterei mai, neanche per il suo tramite, di accusare dei colleghi di un reato, ed è molto grave e inficia il suo mandato, inficia e colpisce la sua imparzialità, che lei non intervenga mai, mai a censurare i colleghi del gruppo dal quale lei proviene (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È grave, Presidente, se ne renda conto, perché alla fine succede che lei per noi non rappresenta più un organo di garanzia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Deputato Fiano, nel mio giudizio – è chiaramente il mio giudizio personale – censuro tutti sempre allo stesso modo, se vanno censurati.

Ci sono degli interventi a titolo personale.

ALESSIA MORANI (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Quale articolo?

ALESSIA MORANI (PD). Articolo 8. Per capirci, Presidente…

PRESIDENTE. Capiamoci.

ALESSIA MORANI (PD). Quindi, lei ritiene che la parola “truffatori” rivolta ad un gruppo parlamentare, a dei parlamentari, è accettabile, in questa Camera? Lei sta dicendo che quando una deputata accusa degli altri deputati di essere corresponsabili di un reato, per lei è una cosa accettabile? Questo voglio sapere.

PRESIDENTE. Deputata Morani, primo andiamo avanti, perché ho già risposto al suo collega, ho già risposto che censuro tutti allo stesso modo. Questa discussione è già successa qui alla Camera. Se c'è un intervento di una deputata che sta leggendo, che sta facendo il suo discorso, nel discorso ho reputato di poter fare andare avanti il discorso della deputata (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Cosa significa va bene? Ma cosa significa va bene? Che cosa significa va bene?

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Faccio un richiamo all'articolo 59, comma 1, del Regolamento, e glielo faccio, Presidente, mi creda e la prego di credermi, che quando un Presidente viene accusato di non essere imparziale io fatico, perché, anche se lei è di un altro partito, so che, quando lei sta lì, ha come responsabilità principale quella di garantire la libertà della discussione in quest'Aula e la parità tra i diritti di tutti i deputati, e quindi certe volte auspico, quando ci sono delle cose che non funzionano, che ci sia anche la possibilità magari di correggere dei comportamenti, perché questo va a onore della imparzialità del comportamento del Presidente.

Vede, Presidente, il Regolamento le affida una responsabilità specifica, perché all'articolo 59, comma 1, recita: “Se un deputato pronunzia parole sconvenienti oppure turba con il suo contegno la libertà dalla discussione o l'ordine della seduta, il Presidente lo richiama nominandolo”. Lei non sfugge, non può sfuggire da una sua responsabilità; o lei afferma, qui, pubblicamente - ci pensi, Presidente, perché è un'affermazione importante - che un'affermazione di quel tipo è un'affermazione lecita (e allora dice: “non l'ho richiamata come non ho richiamato gli altri”) o lei ci dice: “non me ne sono accorto e a posteriori, visto quello che è stato detto, guardando il resoconto stenografico, sarei intervenuto; non l'ho fatto, perché non me ne sono accorto”, il che ci sta, e ne usciamo tutti in un certo modo; ma se lei teorizza qui dentro che l'ha sentita questa frase e che in base a ciò che le affida il Regolamento l'ha ritenuta una frase non sconveniente, lei si assume una responsabilità grave, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi, io la prego di rifletterci, perché lei ha una responsabilità che riveste in questo momento personalmente, ma è una responsabilità di un momento importante della democrazia del nostro Paese, non è marginale, non se la può cavare dicendo: “l'ho fatto con tutti”.

Qui c'è un'affermazione; lei, in base al Regolamento, poteva intervenire, ritenendola - come io penso che lei avrebbe dovuto fare - sconveniente; se lei decide di non farlo deve affermare, qui, che quella frase, secondo lei, non è sconveniente e andiamo avanti prendendo atto di questa sua affermazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Deputato Giachetti, come sa perfettamente, io il mio ruolo lo interpreto come terzo e totalmente imparziale (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) e conosco benissimo il senso e l'importanza di questo ruolo. Durante l'intervento, il soggetto non mi sembra che sia stato nominato; il soggetto a me non sembra che sia stato nominato. Quindi, il discorso stava andando avanti, non c'è dubbio che leggerò il resoconto stenografico e potrò anche affermare che un comportamento o delle parole di un certo tipo che offendono gli altri parlamentari di qualsiasi gruppo politico vanno censurati, su questo non c'è dubbio.

Possiamo andare avanti con gli interventi a titolo personale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Annibali, che non è presente in Aula, quindi il deputato Anzaldi. Ne ha facoltà.

MICHELE ANZALDI (PD). Grazie, Presidente. Io vorrei un attimo ritornare sulla vicenda del pluralismo che in questo Paese mi pare si stia dimenticando. Come nel suo intervento il mio capogruppo ha ricordato, la vicenda della RAI andrebbe messa sotto controllo seriamente, perché i dati che ci arrivano dall'Osservatorio di Pavia e dall'Agcom ci dicono che al Governo viene dato oltre il 70 per cento del tempo. Allora, su questo, forse, vorrei che anche lei si esprimesse e ci dicesse qualche cosa. Lei è stato presidente della Commissione di vigilanza; sa bene quanto è importante il ruolo della comunicazione in questo momento e in queste fasi della democrazia italiana. Per questo, secondo me, dovremmo affrontare tutti il discorso, senza pensare a partigianerie, sinistra, destra…

PRESIDENTE. Grazie, deputato Anzaldi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ascani. Ne ha facoltà.

ANNA ASCANI (PD). Grazie, Presidente. L'ha già detto il mio capogruppo cosa fate con questa legge di bilancio: non avete abolito la povertà, non avete abolito le accise, non avete abbassato le tasse, ma lo dicono tutti: le avete alzate. Perfino i commercialisti che fanno questo di mestiere vi dicono che avete alzato le tasse. Ma c'è una balla ancora più grossa e ancora più grave, quella che avete raccontato sulla scuola, perché nelle vostre tabelle, nelle tabelle che voi avete scritto e sulle quali vi apprestate a votare la fiducia, c'è scritto nero su bianco che nei prossimi tre anni la spesa in istruzione diminuirà di 4 miliardi di euro; un taglio degno della peggiore destra del quale dovrete rendere conto ai bambini e ai ragazzi di questo Paese. State uccidendo il futuro, con questa legge di bilancio e, davvero, spero che ve ne vergogniate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bazoli; non c'è. Allora, il deputato Benamati; neanche lui.

Deputata Berlinghieri. Prego, ne ha facoltà.

MARINA BERLINGHIERI (PD). Grazie, Presidente. Ricordo qualche numero: con questa manovra voi aumenterete la pressione fiscale su tutti i cittadini; toglierete un miliardo di euro di investimenti; toglierete 850 milioni di cofinanziamento ai fondi europei che sarebbero serviti per cercare di allineare lo sviluppo delle regioni con una situazione diversa; avete previsto un aumento dell'IVA nei prossimi due anni per 13,1 miliardi, che avrà un impatto devastante sui consumi; ci sarà il blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione che impedirà alle università di assumere nuovi docenti e di investire in cultura. Ci si chiede che idea di Paese presiede a tutto questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Boccia. Non c'è. Allora, la deputata Bonomo: ne ha facoltà.

FRANCESCA BONOMO (PD). Grazie, Presidente. È già stato detto dal mio capogruppo ed è stato detto anche da altri colleghi e, sinceramente, io vorrei chiedere di cuore alla collega Manzo come fa a dire che questa manovra va verso il popolo e va verso gli ultimi, dato che sono delle promesse irrealizzabili quelle che hanno fatto; invece, nella sostanza, è una manovra che va ad alzare le tasse, è una manovra che va assolutamente contro gli interessi degli ultimi. Ci sono stati Governi precedenti nei quali si è portata avanti una riforma importante come il reddito di inclusione, quello sì che è andato ad aiuto degli ultimi, e adesso si è tornati indietro, con questo provvedimento. È stata fatta una riforma importante, una riforma del terzo settore che, tra l'altro, adesso questo Governo conclude, aumentando, tra l'altro, le tasse proprio al terzo settore e continuando a dire che invece non è così; e si prende anche i meriti di quanto fatto da altri…

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Grazie, Presidente. Voglio parlare di pensioni, approfittando della presenza in Aula, Presidente, del Presidente del Consiglio, perché, vede, io credo che non si possano sbeffeggiare i pensionati, dicendo che alla fine non si accorgeranno che verranno tolti loro pochi spiccioli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché magari quei pochi spiccioli, per chi prende 1.200 euro netti al mese di pensione, possono essere anche importanti per quell'unico reddito con cui mantengono una famiglia intera e magari i loro nipoti che ancora non lavorano.

Quindi, invito il Presidente del Consiglio, per suo tramite, Presidente, a non sbeffeggiare i pensionati, ma soprattutto a dire loro la verità, perché sta circolando una tabella del gruppo del MoVimento 5 Stelle che è una truffa; non so se si può dire truffa, in quest'Aula, ma io lo dico, perché è una truffa, perché non dice la verità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Prendete le tabelle vere e scoprirete che ai pensionati che prendono circa 1.500 euro lorde al mese togliete sei euro l'anno, e così ad andare, fino a togliere più di 300 euro l'anno a tutti i pensionati italiani che, lo ricordo, visto che siete attenti al consenso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (PD). Presidente, io vorrei richiamare l'attenzione dell'Aula e dei Ministri presenti su una situazione gravissima che è stata sollevata da molti sindacati. Lo dico in particolare, per suo tramite, al Ministro Bonafede: ci sono situazioni di grandissimo allarme all'interno delle carceri italiane. Dopo aver superato i 60.000 detenuti e dopo che ci sono state due violentissime rivolte, voi, con la vostra politica e con la vostra mancanza di interlocuzione con chi lavora tutti i giorni per la sicurezza di questo Paese, state esponendo questo Paese e tanti uomini e tante donne che vestono una divisa ad una situazione di insicurezza totale. Cancellate i diritti, cancellate le riforme che riguardavano le persone detenute e fate diminuire la sicurezza di questo Paese.

Ditelo al Ministro che si veste cambiando casacca come una (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, questa manovra è grave per tantissime ragioni. Innanzitutto, per il fatto di non averci dato la possibilità di discuterla articolo per articolo e di votarla, ma in particolar modo è grave per quello che state facendo con i tagli vergognosi alle infrastrutture ferroviarie ed al trasporto. Sono circa 600 milioni i fondi tagliati in settori strategici che hanno a che fare con la vita quotidiana dei cittadini e altri 300 milioni nel tema del trasporto pubblico locale.

Vede, Presidente, non solo state bloccando il Paese rinunciando a infrastrutture strategiche, non solo oggi abbiamo dovuto scoprire che il Primo Ministro, Conte ha deciso di andare a fare un sopralluogo alla TAV, ma c'è bisogno di fare un sopralluogo per rendersi conto che quella è un opera fondamentale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Presidente, si è accorto ora che esiste la TAV? State bloccando il Paese e state condannando i cittadini a non muoversi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Signor Presidente, visto che abbiamo sdoganato la parola “truffa” posso dire con certezza, per suo tramite, che l'intervento della collega del MoVimento 5 Stelle è stato una vera truffa nei confronti dei cittadini, perché ha detto che in questa manovra c'è “quota 100”, mentre non c'è scritto niente su come sarà fatta effettivamente la riforma delle pensioni, e ha detto che c'è il reddito di cittadinanza, ma non si capisce chi sarà destinatario di questa misura. Quindi, questa è una manovra che non esiste, tranne per qualche condono, magari rivolto anche a qualche familiare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). Presidente, mi rivolgo, suo tramite, al Presidente del Consiglio, il quale, nella conferenza stampa di ieri, ha dichiarato che questa legge di bilancio incrementa gli investimenti. Ora, vorrei ricordare che in questa legge di bilancio c'è una riduzione di 600 milioni di euro sugli investimenti ferroviari e c'è una riduzione di 800 milioni di euro sul cofinanziamento ai programmi europei. Con qualche sconcerto abbiamo ascoltato il Ministro Tria, che evidentemente non conosce bene questa dinamica, dichiarare, l'altra notte, in audizione, che sì, se anche gli investimenti si riducono, rimedieremo con i finanziamenti europei. Ma se si riducono i cofinanziamenti non sarà possibile adire neanche i finanziamenti europei. La verità è che se a questo aggiungiamo che avete azzerato il credito d'imposta per il rinnovo dei beni strumentali delle imprese, da questo risulta in modo evidente che voi lavorate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Presidente, tramite lei, mi permetto di poter interloquire con il collega Trizzino, che ha usato il suo spazio soprattutto per cercare di rassicurare relativamente alla questione dell'aumento dell'IRES. L'articolo 6 riguarda proprio gli istituti di assistenza sociale, le società di mutuo soccorso, gli enti ospedalieri, gli enti di assistenza e beneficenza e - perché forse è sfuggito a chi soprattutto dice di rappresentare il popolo, a differenza degli altri - riguarda anche gli istituti autonomi delle case popolari, dove naturalmente vivono abitualmente persone con grande reddito. Ciò perché, ovviamente, se noi aumentiamo l'IRES sugli enti delle case popolari, l'unica cosa che si realizza è che aumenteremo i canoni di locazione, soprattutto alle persone più povere. Questo da chi sostiene, con questa manovra, di dare proprio una mano alle persone che sono in condizioni di povertà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gribaudo. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Presidente, ancora una volta lei ha dimostrato, con la conduzione di oggi di quest'Aula, che non è imparziale. E, purtroppo, ha sdoganato delle parole sbagliate in quest'Aula di cui noi abbiamo profondo rispetto. Invece, evidentemente, in questa discussione il rispetto è stato abbandonato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ricordo ancora quando lei ha fatto il suo discorso di insediamento, che voleva rendere il Parlamento una casa di vetro, eppure, in questa discussione sulla legge di bilancio, nemmeno i lavori delle Commissioni sono stati trasmessi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Voi avete reso questo Parlamento più opaco. Non abbiamo potuto parlare del merito di una manovra che è ingiusta, nel merito, che premia i furbetti e condanna il volontariato a cercare di doversi difendere in qualche modo. Non avete investito né sul lavoro né sui giovani, ma soprattutto lasciate le persone che sono più in difficoltà e che in qualche modo stanno aiutando le famiglie italiane, come i pensionati, senza dare una risposta. Non so in che mondo viva la mia collega, ma oggi, davanti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Viscomi. Ne ha facoltà.

ANTONIO VISCOMI (PD). Continuiamo con questa operazione verità, Presidente, per smentire quanto è stato detto dalla collega dei 5 Stelle.

Parliamo del lavoro pubblico, per esempio, parliamo di merito. Avete introdotto una serie di deroghe alle assunzioni, deroghe procedurali, deroghe sulle norme sulla mobilità. Avete introdotto delle modifiche sui fondi decentrati nei vari Ministeri, però, guarda caso, sono i Ministeri dello Sviluppo e il Ministero dell'Interno, i Ministeri, cioè, di afferenza e di competenza dei Vicepresidenti. Avete introdotto delle equipollenze fra i corsi regionali e i diplomi universitari, avete cioè devastato il pubblico impiego con questa legge, dimenticandovi di una politica organizzativa seria. Avete riportato indietro le lancette della storia alle leggi e alle leggine che avevamo cercato di mettere da parte. Avete espropriato le organizzazioni sindacali del loro ruolo di governo e di gestione della pubblica amministrazione. Ecco, questa è operazione verità. Non avete modificato questo Paese, non avete cambiato questo Paese, l'avete soltanto riportato indietro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Lepri. Ne ha facoltà.

STEFANO LEPRI (PD). Presidente, in assenza del Ministro Fontana, lo sollecito, perché a suo tempo, in più occasioni, aveva minacciato di dimettersi se non avesse avuto quelle risorse per garantire le culle piene, per garantire il quoziente familiare, di cui vi siete riempiti la bocca in campagna elettorale. Bene, questo dato è inequivocabile: i tre bonus (bebè, mamma e nido) risultano ridotti in dotazione di 118 milioni, perché passiamo da 1.839 milioni del 2018 a 1.721. Ecco come volete riempire le culle degli italiani, ancora una volta con promesse da mercante, che non sapete mantenere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD). Presidente, anch'io voglio sottolineare un aspetto particolare di questa manovra - tante cose le hanno dette i colleghi -, e riguarda i provvedimenti che non avete assunto per i familiari delle vittime delle stragi o del terrorismo. Lei, Presidente, è venuto il 2 agosto a Bologna, è venuto il Governo, avete speso tante parole anche in incontri fatti con le associazioni dei familiari delle vittime delle stragi e del terrorismo, ma in questa manovra non c'è nulla, malgrado che, come Partito Democratico, avessimo presentato al Senato e, poi, anche qui alla Camera emendamenti in merito. Penso che questo sia un impegno che in questa manovra ci doveva essere, ma soprattutto che, quando si spendono parole con interlocutori come le associazioni dei familiari delle vittime delle stragi e del terrorismo, poi a quelle parole devono seguire dei fatti. Per quanto ci riguarda, ricominceremo, a gennaio, a porre questo tema con grande determinazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Presidente, in questa discussione c'è un grande assente: il terremoto del centro Italia. Per i terremotati del centro Italia questo Governo è riuscito malamente a copiare i provvedimenti che abbiamo fatto durante i nostri Governi. È riuscito a prorogare alcune misure, ma purtroppo non è riuscito a prorogarle tutte. Mi riferisco, in particolare, alla cassa integrazione in deroga. Io vengo dalle Marche, una regione che è stata martoriata dal terremoto e che avrebbe un grande bisogno di quella misura, che però non è contenuta in questa manovra. Lo stesso vale per le zone franche urbane, che non sono state prorogate con questa legge di bilancio. Ma c'è un'altra mancanza, che riguarda sempre la mia regione, e si chiama Banca Marche, una di quelle banche di cui i membri di questo Governo si sono riempiti la bocca, però nella legge che è stata scritta non ci sono le banche che sono state messe in risoluzione. Sono quattro banche, tra cui Banca Marche, la banca da cui vengo io. Mi auguro davvero che questo inganno, che è stato perpetrato ai danni dei nostri cittadini, in qualche maniera venga risolto da questo Governo, magari attraverso una circolare che spieghi che quelle norme valgono anche per le banche in risoluzione e non solo per quelle in liquidazione, perché altrimenti ci sarebbe, oltre all'inganno, anche la beffa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Presidente, intervengo a titolo personale per esprimere la mia solidarietà al Presidente del Consiglio, Conte, che è stato sbugiardato da un suo collega di partito, dal collega Trizzino: l'ha smentito. Il collega Trizzino dovrebbe chiedere scusa al Terzo settore, che in queste ore sta protestando giustamente, perché, con effetto immediato, oggi l'IRES per il Terzo settore viene raddoppiata per tutte quelle associazioni che fanno servizi sostitutivi anche per conto dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), come prevede la nostra Costituzione, all'articolo 118.

Voi l'IRES l'avete raddoppiata con effetto immediato e avete fatto anche un'altra cosa: c'è un disimpegno in questa legge di bilancio nei confronti di quei Paesi poveri delle aree di crisi, perché avete tolto i soldi sulla cooperazione internazionale. Quindi, quando parlate di povertà, sciacquatevi la bocca e quando parlate di terzo settore - lo ripeto, il collega Trizzino ha parlato di registro - ebbene l'ignoranza in quest'Aula non è prevista (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Presidente, io voglio rivolgermi a lei perché, Presidente, alla vigilia di Natale lei è stato in Abruzzo, ha visitato in privato dei luoghi del dolore, dei luoghi dove c'è la sofferenza, ma c'è anche la voglia di ripartire. Una visita privata perché, naturalmente, non c'era accesso né ai giornalisti, né ai rappresentanti delle istituzioni. Le foto sono state sapientemente riprodotte il giorno dopo, ma in quei posti lei è andato a raccontare che avete fatto questo scempio sull'IRES? In quei posti è andato a raccontare che avete tagliato la spesa sociale? In quei luoghi è andato a raccontare che avete fatto questa cosa vergognosa sulle pensioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? No, tutto ovattato, tutto finto, perché voi state facendo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (PD). Presidente Conte, io per il tramite del Presidente Fico, le faccio un appello quasi personale…

PRESIDENTE. Per favore, per favore… Liuni… Ci leviamo da lì, per favore?

LUIGI MARATTIN (PD). Presidente Conte, dicevo, le faccio un appello quasi personale tramite il Presidente Fico. Io non so se, durante questo dibattito, lei ha intenzione di prendere la parola…

PRESIDENTE. De Carlo…. De Carlo, per favore… le faccio un primo richiamo formale. Andiamo avanti.

LUIGI MARATTIN (PD). Dicevo, Presidente Conte, non so se ha intenzione di intervenire nel dibattito, se lo farà. Io le rivolgo una richiesta, tramite il Presidente Fico, perché qui è in ballo qualcosa di più che un consenso elettorale a questo o a quel partito, qui è in ballo il modo in cui si fanno i dibattiti pubblici. Lei è un docente universitario e io le auguro, per la qualità della sua vita e anche per il Paese, di tornare presto alla sua professione e sa bene che, nella nostra professione, più che il consenso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) conta il dibattito fatto in maniera scientifica. Io le chiedo di smentire la collega dei 5 Stelle, quando ha affermato che le tasse con questa manovra diminuiranno. Le chiedo anche parzialmente di chiarire quello che lei ha detto in conferenza stampa, quando dice: la pressione fiscale aumenterà, ma le tasse non aumenteranno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). La prego, ci spieghi perché…

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Cantone. Ne ha facoltà.

CARLA CANTONE (PD). Sì, io ne approfitto, visto che siamo in presenza del Presidente Conte. Io ho sentito la sua conferenza stampa e lei si è permesso di paragonare i pensionati a L'Avaro di Molière; poi si è accorto che ha pestato una buccia di banana e, allora, ha rivoltato la frittata dicendo che ce l'aveva con le organizzazioni sindacali.

Le do una notizia: sono ospiti qui le organizzazioni sindacali, provi a dire che loro sono come L'Avaro di Molière (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Si vergogni della cosa che ha detto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Cenni. Ne ha facoltà.

SUSANNA CENNI (PD). Presidente, intervengo anch'io a titolo personale. Tramite lei, vorrei dire al Governo che noi oggi diremo “no” con convinzione esercitando il nostro mandato parlamentare. Diremo “no” a una manovra sbagliata nel merito. E' inutile che ci raccontiate delle storie, voi colpite pesantemente il terzo settore, colpite le imprese, le famiglie e i pensionati, e offendete le donne, perché io vorrei ricordare che in questo provvedimento regalate la terra al terzo figlio, dopo il terzo figlio. Ed è un provvedimento sbagliato nel metodo, avete offeso la nostra funzione parlamentare, il nostro ruolo di opposizione, lo avete fatto non consentendoci di lavorare in Commissione.

E, allora, io consiglio al Governo - tramite lei, Presidente - di fare tanta attenzione, perché, vedete, la democrazia, la trasparenza e il pluralismo non sono un lusso buono per qualche stagione, valgono per sempre (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi, io vi auguro di tornare molto presto a fare l'opposizione…

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ciampi. Ne ha facoltà.

LUCIA CIAMPI (PD). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Presidente del Consiglio, anch'io non voglio entrare nel merito, perché i miei colleghi hanno a lungo e diffusamente, in questo pomeriggio, parlato di quanto in questa manovra manca, di quali sono le gravi decisioni di questo Governo.

Io mi voglio soffermare solo sul metodo: anche questo è stato detto, ma io credo che l'umiliazione del Parlamento, l'umiliazione del ruolo dei parlamentari deve essere denunciata come una deriva antidemocratica. Lo voglio dire a voi colleghi: io, che ai miei studenti ho sempre insegnato la centralità del Parlamento, voglio che rimanga a verbale che io ho alzato la mia voce per difendere la centralità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Colaninno. Ne ha facoltà.

MATTEO COLANINNO (PD). Onorevole Presidente, questa manovra nasce sbagliata poiché le forze politiche che sostengono questo Governo, quindi la Lega e i 5 Stelle, per inseguire delle promesse fatte in campagna elettorale, che già sapevano sarebbero state non realizzabili, hanno posto per diversi mesi il Paese in una condizione di instabilità e di sfiducia, facendoci perdere quell'affidabilità che i nostri Governi negli anni precedenti avevano portato. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: lo spread per mesi è cresciuto consolidandosi stabilmente sopra i 250 punti base, con ricadute già acquisite, danni e guai ai risparmiatori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Brunetta. Ne ha facoltà.

RENATO BRUNETTA (FI). Al collega professor Conte, cui è stato ingiustamente impedito di partecipare a un concorso per chiamata a Roma - ne aveva diritto, doveva farlo, ha subìto un'ingiustizia - con questo fair play le chiedo, professor Conte, similmente a quanto ha fatto il collega Marattin, di rettificare una sua dichiarazione.

Professor Conte, la pressione fiscale con questa manovra aumenta. La pressione fiscale - lei non è un economista, quindi non è tenuto a saperlo - è il quoziente dato al numeratore tra tutto il gettito più i contributi diviso il prodotto interno lordo. Bene, se lei calcola tutto il gettito, anno dopo anno, di questa manovra, diviso il PIL, ne deriva una curva crescente del valore, vale a dire che la pressione fiscale aumenta.

Le sarei grato, professor Conte, se lei potesse, se mai intende farlo, rettificare la sua affermazione in sede di conferenza stampa: lo deve alla scienza, alla matematica, alla sua coscienza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Casino. Ne ha facoltà.

MICHELE CASINO (FI). Presidente, il bilancio è il cuore dello Stato, è il cuore dell'amministrazione. Voi avete composto questo vestito come il vestito di Arlecchino: invece di ricucire, avete strappato ai nostri giovani, ai meno giovani, ai pensionati, non solo quei pensionati d'oro, ma anche i pensionati sociali, che perderanno circa 100 euro al mese; avete strappato il lavoro, bloccando le grandi opere, non avete investito nella sicurezza, che non può limitarsi soltanto agli immigrati.

L'80 per cento dei plessi scolastici non è adeguato, non risulta essere a norma. Avete strappato sulla ricerca, avete strappato sulla sanità, sull'istruzione, sul lavoro. Siete stati capaci soltanto a rilanciare la povertà. Questa è una manovra che produrrà soltanto povertà, altro che onestà! Vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Critelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CRITELLI (PD). Presidente, il dibattito sulla legge di bilancio mi ha ricordato un filosofo, Eraclito: ad Eraclito si deve l'opposizione tra verità e apparenza, tra sapiente e uomo comune. Secondo Eraclito una minoranza di uomini, i saggi, quelli veramente che si potevano definire saggi, guardavano il mondo attraverso se stessi e attraverso la ragione, ma la maggior parte degli uomini invece, diceva Eraclito, non sono consapevoli di ciò che fanno: vivono nel mondo dei sogni, vivono nel mondo dell'inganno, vivono nel mondo delle apparenze. E ascoltando l'intervento della collega del MoVimento 5 Stelle mi è venuto in mente un frammento di Eraclito, Presidente, e concludo, che ben si addice a questa maggioranza: assomigliano a sordi coloro che anche dopo aver ascoltato non comprendono. Di loro il proverbio testimonia: presenti, essi sono assenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Segnalo alcune incoerenze nel testo di una maggioranza che si dichiara sovranista. Se vi dichiarate sovranisti non dovete scrivere “venture capital” ai commi 116, 212 e 213 ma “capitale di rischio” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); non dovete scrivere “business angel” al comma 217, ma “investitore informale”; non dovete scrivere “cloud computing” al comma 229, ma “nuvola informatica” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); non dovete scrivere “know-how” al comma 403, ma “competenze”; non dovete scrivere “caregiver” al comma 483 ma “badante”. Al massimo bene “governance” al comma 116 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Signor Presidente, in questi giorni abbiamo assistito all'umiliazione e allo svuotamento del Parlamento. Lei stesso ci ha detto che questa procedura non le è piaciuta, ma poi ha ritenuto di non far nulla. Molti l'hanno paragonata a don Abbondio, quello che il coraggio non ce l'aveva e non se lo poteva dare, ma io non penso che sia così: io l'ho vista per la prima volta nel 2005 a Via Scarlatti, a Napoli, quando stare con Grillo non conveniva a nessuno, lei c'era già. Lei è stato il primo e sarà l'ultimo a lasciarlo. E qual è l'obiettivo di Grillo? Di avere il 100 per cento dei parlamentari, di ridurre questa democrazia a ciò che il Ministro Fraccaro vuole: una democrazia inutile, vuota, che non c'è più. E allora sappia, signor Presidente: lei ha naturalmente presieduto in linea con le sue convinzioni, portando avanti quell'orribile progetto politico; ma lo consideri un giuramento: noi non glielo consentiremo, questa democrazia la difenderemo sempre (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sensi. Ne ha facoltà.

FILIPPO SENSI (PD). Presidente, fra le tante, troppe nefandezze di cui si compone questa manovra, vorrei qui sottolineare il punto dei tagli all'editoria: un'operazione mirata a colpire in maniera chirurgica, irresponsabile testate, giornali come Avvenire, il manifesto, Il Foglio, Libero, quotidiani locali e giornalisti, come ormai purtroppo tristemente ci avete abituato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Una mannaia che cala non solo su quotidiani, emittenti come Radio Radicale, ma soprattutto sulla libertà di tutti noi, di tutti voi, sul diritto-dovere ad avere un'informazione plurale, fatta di più voci e non solo della voce del padrone: come meritano i cittadini di una democrazia liberale, come quella in cui finora, e sottolineo finora, viviamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (PD). Presidente, se la cosa non fosse tragica ci sarebbe da ridere: mi riferisco, Presidente, per il suo tramite, all'intervento del collega Trizzino. Dopo che le Commissioni parlamentari del Senato e della Camera non hanno potuto approfondire questa norma, in un percorso direi misterioso, a volte addirittura esoterico, il collega Trizzino, come la Sibilla Cumana, in questa sede ha spiegato urbi et orbi qual era il senso della norma sull'aumento delle tasse per le organizzazioni del volontariato del nostro Paese, non sapendo che il Presidente del Consiglio e i due Vice Presidenti erano già accorsi al capezzale della loro sciatteria, perché in questi giorni avevano ampiamente rassicurato sostanzialmente quel mondo che era stato, ancora una volta, un gravissimo errore. Se non ci fosse (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Di Giorgi. Ne ha facoltà.

ROSA MARIA DI GIORGI (PD). Presidente Fico, per suo tramite mi rivolgo al Presidente Conte. Il Presidente Conte viene dall'università, un'università prestigiosa tra l'altro, quella di Firenze che conosciamo bene. Presidente, lei tornerà a questa università, ma anche durante il suo mandato; non voglio dire qualcosa che già le hanno detto gli altri colleghi. Quando lei si rivolgerà anche nella sua funzione ai suoi colleghi, a tutti i giovani, a tutti coloro che stanno dentro le università, come potrà dire che in questa legge di bilancio non avete fatto niente per l'università? Come potrà? Avrà un imbarazzo, immagino, perché non è possibile che in questa fase, in questa legge non ci sia niente per i nostri giovani, non ci sia niente per lo sviluppo delle nostre università. È imbarazzante davvero! Quando la collega del MoVimento 5 Stelle ci dice che lei ha a cuore lo sviluppo, che ha a cuore il fatto che i nostri giovani non debbano più andarsene dall'Italia, che le eccellenze debbano essere mantenute, come si fa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Prestipino. Ne ha facoltà.

PATRIZIA PRESTIPINO (PD). Presidente, vorrei dire ai colleghi del MoVimento 5 Stelle che se sono stati condannati al silenzio dal loro Governo, non è che ogni volta prendono la parola e invece di parlare nel merito cominciano ad offendere i colleghi del Partito Democratico, perché qui ci sono persone che hanno esperienza, competenza, lunga e lunga passione politica, e non permettiamo a nessuno, a nessuno di offendere la nostra dignità, la nostra storia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Se volete farvi togliere il bavaglio parlate con il vostro Governo, perché è lui che vi ha tolto, ed ha tolto anche a noi, la voce, la parola e la dignità. Basta, basta, basta! Parlo a titolo personale ma parlo anche a titolo di tanti militanti, iscritti, amministratori che non meritano questo spettacolo indegno. Vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Presidente, colleghi, solo per esternare una preoccupazione: noi non vorremmo che questo tomo si trasformasse nel libro di Jorge; ne Il nome della rosa Jorge avvelena un libro perché chiunque poi ne faccia uso in futuro subisca una tristissima sorte. Ci sono state date poche spiegazioni, sia dal Ministro Tria sia dall'intervento sapiente di Garavaglia: non ci è stato spiegato come si farà il prossimo anno a conciliare i 23 miliardi per le spese di salvaguardia dell'IVA, che ci sono, gli 8 miliardi che serviranno a regime per il reddito di cittadinanza e i 5 miliardi che serviranno per quota 100 a regime. Queste somme, messe insieme, superano l'importo dell'attuale legge di bilancio! Allora perlomeno questa spiegazione, perché questa manovra, questo disegno di legge di bilancio non avveleni il futuro dell'Italia, dateci questa spiegazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Presidente, non posso fare a meno di sottolineare un fatto: quando questa legge diventerà legge, dopo la firma del Presidente della Repubblica, i pensionati tutti sapranno che la misura della loro pensione potrà essere modificata in qualunque momento; ma soprattutto lo sapranno i lavoratori, i quali perderanno definitivamente ogni fiducia nello Stato: lo Stato che ha promesso di dar loro una pensione di una certa cifra in un certo momento e di dargliela, e dopodiché non sapranno se l'avranno, quanta ne avranno e in che data e in che misura. Questa mancanza di affidamento dei cittadini verso lo Stato è un fatto gravissimo, che comprometterà tutti i rapporti tra i cittadini e gli organi dello Stato, di qualunque genere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Viva i pensionati! Pensionati, all'attacco (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia posta dal Governo sull'approvazione dell'articolo 1.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo 1 - A.C. 1334-B)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo 1, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.

Per agevolare le operazioni di voto, invito i deputati ad avvicinarsi al banco della Presidenza, seguendo il proprio turno di votazione, che è evidenziato sul tabellone elettronico, evitando quindi di stazionare nell'emiciclo e di rendere così più difficoltosa l'espressione del voto.

Procediamo all'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale comincerà la chiama.

(Segue il sorteggio).

La chiama avrà inizio dal deputato Pettazzi.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ORE 20,05)

(Segue la chiama)

PRESIDENTE. Scusate, chi deve votare deve rimanere nei paraggi, altrimenti non vota. A tutto c'è un limite! Quindi compostezza, tolleranza, però state pronti a votare quando venite chiamati.

(Segue la chiama).

(Segue la chiama)

PRESIDENTE. Chiedo scusa, i deputati che sono qui alla mia destra sono pregati, cortesemente, di darsi un contegno…

(Segue la chiama)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione dell'articolo 1, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti……………… 556

Votanti……………… 555

Astenuti……………… 1

Maggioranza…………. 278

Hanno risposto ……...327

Hanno risposto no…… 228

La Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier - Deputati del gruppo Partito Democratico espongono cartelli recanti la scritta: “5 Stelle e Lega aumentano le tasse tagliano le pensioni - #manovracontroilpopolo -deputatiPD - Deputati del gruppo Liberi e Uguali mostrano la Costituzione della Repubblica italiana - Applausi Partito Democratico e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Mettete giù i cartelli, per favore, colleghi deputati. Non siamo al circo Orfei, siete pregati di mettere giù i cartelli. I commessi possono intervenire, per cortesia, e aiutare i colleghi deputati a depositare i cartelli che stanno esibendo (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente)?

Allora, si intendono conseguentemente respinte tutte le proposte emendative riferite all'articolo 1.

Hanno risposto sì:

Acunzo Nicola

Adelizzi Cosimo

Aiello Davide

Aiello Piera

Alaimo Roberta

Alemanno Maria Soave

Amitrano Alessandro

Andreuzza Giorgia

Angiola Nunzio

Aprile Nadia

Aresta Giovanni Luca

Ascari Stefania

Badole Mirco

Baldino Vittoria

Barbuto Elisabetta Maria

Baroni Massimo Enrico

Barzotti Valentina

Basini Giuseppe

Battelli Sergio

Bazzaro Alex

Bella Marco

Bellachioma Giuseppe Ercole

Belotti Daniele

Benvenuto Alessandro Manuel

Berardini Fabio

Berti Francesco

Bianchi Matteo Luigi

Billi Simone

Bilotti Anna

Binelli Diego

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Boldi Rossana

Bologna Fabiola

Bonafede Alfonso

Boniardi Fabio Massimo

Bordonali Simona

Borghi Claudio

Brescia Giuseppe

Bruno Raffaele

Bubisutti Aurelia

Buffagni Stefano

Buompane Giuseppe

Businarolo Francesca

Cabras Pino

Cadeddu Luciano

Caffaratto Gualtiero

Cancelleri Azzurra Pia Maria

Cantalamessa Gianluca

Cantone Luciano

Caparvi Virginio

Capitanio Massimiliano

Cappellani Santi

Carabetta Luca

Carbonaro Alessandra

Carelli Emilio

Carinelli Paola

Casa Vittoria

Caso Andrea

Cassese Gianpaolo

Castelli Laura

Castiello Giuseppina

Cataldi Roberto

Cattoi Maurizio

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Cecchetti Fabrizio

Centemero Giulio

Cestari Emanuele

Chiazzese Giuseppe

Cillis Luciano

Cimino Rosalba

Coin Dimitri

Colla Jari

Comaroli Silvana Andreina

Comencini Vito

Cominardi Claudio

Corda Emanuela

Corneli Valentina

Costanzo Jessica

Covolo Silvia

Crippa Andrea

Crippa Davide

Cubeddu Sebastiano

Currò Giovanni

Dadone Fabiana

Daga Federica

D'Ambrosio Giuseppe

Dara Andrea

D'Arrando Celeste

De Angelis Sara

De Carlo Sabrina

De Giorgi Rosalba

De Girolamo Carlo Ugo

De Lorenzis Diego

De Lorenzo Rina

De Martini Guido

De Toma Massimiliano

Deiana Paola

Del Grosso Daniele

Del Monaco Antonio

Del Re Emanuela Claudia

Del Sesto Margherita

D'Eramo Luigi

Di Lauro Carmen

Di Maio Luigi

Di Muro Flavio

Di San Martino Lorenzato Luis Roberto

Di Sarno Gianfranco

Di Stasio Iolanda

Di Stefano Manlio

Dieni Federica

D'Incà Federico

D'Ippolito Giuseppe

Donina Giuseppe Cesare

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

Durigon Claudio

Ehm Yana Chiara

Ermellino Alessandra

Fantinati Mattia

Fantuz Marica

Faro Marialuisa

Federico Antonio

Ferraresi Vittorio

Ferrari Roberto Paolo

Ficara Paolo

Flati Francesca

Fogliani Ketty

Fontana Ilaria

Fontana Lorenzo

Forciniti Francesco

Formentini Paolo

Foscolo Sara

Fraccaro Riccardo

Frassini Rebecca

Frate Flora

Frusone Luca

Fugatti Maurizio

Furgiuele Domenico

Gagnarli Chiara

Galantino Davide

Galizia Francesca

Galli Dario

Gallinella Filippo

Gallo Luigi

Garavaglia Massimo

Gastaldi Flavio

Gava Vannia

Gerardi Francesca

Giaccone Andrea

Giacometti Antonietta

Giannone Veronica

Giarrizzo Andrea

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Conny

Giorgetti Giancarlo

Giuliano Carla

Giuliodori Paolo

Gobbato Claudia

Golinelli Guglielmo

Grande Marta

Grimaldi Nicola

Grimoldi Paolo

Grippa Carmela

Gubitosa Michele

Guidesi Guido

Gusmeroli Alberto Luigi

Ianaro Angela

Iezzi Igor Giancarlo

Invernizzi Cristian

Invidia Niccolò

Iorio Marianna

Iovino Luigi

L'Abbate Giuseppe

Latini Giorgia

Lattanzio Paolo

Lazzarini Arianna

Legnaioli Donatella

Licatini Caterina

Liuni Marzio

Liuzzi Mirella

Locatelli Alessandra

Lolini Mario

Lombardo Antonio

Lorefice Marialucia

Lorenzoni Eva

Lorenzoni Gabriele

Lovecchio Giorgio

Lucchini Elena

Maccanti Elena

Macina Anna

Maggioni Marco

Maglione Pasquale

Mammì Stefania

Manca Alberto

Maniero Alvise

Manzato Franco

Manzo Teresa

Maraia Generoso

Marchetti Riccardo Augusto

Mariani Felice

Marino Bernardo

Martinciglio Vita

Marzana Maria

Masi Angela

Maturi Filippo

Melicchio Alessandro

Menga Rosa

Micillo Salvatore

Migliorino Luca

Misiti Carmelo Massimo

Molinari Riccardo

Molteni Nicola

Morelli Alessandro

Morrone Jacopo

Moschioni Daniele

Murelli Elena

Nappi Silvana

Nesci Dalila

Nitti Michele

Olgiati Riccardo

Orrico Anna Laura

Pagano Alessandro

Pallini Maria

Palmisano Valentina

Panizzut Massimiliano

Paolini Luca Rodolfo

Papiro Antonella

Parentela Paolo

Parisse Martina

Parolo Ugo

Patassini Tullio

Patelli Cristina

Paternoster Paolo

Paxia Maria Laura

Perantoni Mario

Perconti Filippo Giuseppe

Pettazzi Lino

Piastra Carlo

Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano

Potenti Manfredi

Pretto Erik Umberto

Provenza Nicola

Racchella Germano

Raduzzi Raphael

Raffa Angela

Raffaelli Elena

Ribolla Alberto

Ricciardi Riccardo

Rixi Edoardo

Rizzo Gianluca

Rizzone Marco

Romaniello Cristian

Romano Paolo Nicolò

Rospi Gianluca

Rossini Roberto

Ruggiero Francesca Anna

Ruocco Carla

Russo Giovanni

Saitta Eugenio

Salafia Angela

Sapia Francesco

Sarli Doriana

Sarti Giulia

Sasso Rossano

Scagliusi Emanuele

Scanu Lucia

Scerra Filippo

Scutellà Elisa

Segnana Stefania

Segneri Enrica

Serritella Davide

Sibilia Carlo

Silvestri Francesco

Silvestri Rachele

Siragusa Elisa

Sodano Michele

Spadafora Vincenzo

Spadoni Maria Edera

Spessotto Arianna

Sportiello Gilda

Stefani Alberto

Suriano Simona

Sut Luca

Tarantino Leonardo

Tasso Antonio

Tateo Anna Rita

Termini Guia

Terzoni Patrizia

Testamento Rosa Alba

Toccalini Luca

Tofalo Angelo

Tomasi Maura

Tombolato Giovanni Battista

Tonelli Gianni

Torto Daniela

Trano Raffaele

Traversi Roberto

Tripiedi Davide

Tripodi Elisa

Trizzino Giorgio

Troiano Francesca

Tucci Riccardo

Turri Roberto

Tuzi Manuel

Vacca Gianluca

Valbusa Vania

Valente Simone

Vallotto Sergio

Varrica Adriano

Vianello Giovanni

Vignaroli Stefano

Villani Virginia

Villarosa Alessio

Vinci Gianluca

Viviani Lorenzo

Vizzini Gloria

Zanichelli Davide

Zanotelli Giulia

Zennaro Antonio

Zicchieri Francesco

Ziello Edoardo

Zoffili Eugenio

Zolezzi Alberto

Zordan Adolfo

Hanno risposto no:

Acquaroli Francesco

Annibali Lucia

Anzaldi Michele

Aprea Valentina

Ascani Anna

Bagnasco Roberto

Baldelli Simone

Baratto Raffaele

Barelli Paolo

Baroni Annalisa

Bartolozzi Giusi

Battilocchio Alessandro

Bazoli Alfredo

Bellucci Maria Teresa

Benamati Gianluca

Bendinelli Davide

Benigni Stefano

Bergamini Deborah

Berlinghieri Marina

Biancofiore Michaela

Bignami Galeazzo

Boldrini Laura

Bond Dario

Bonomo Francesca

Bordo Michele

Borghi Enrico

Braga Chiara

Brunetta Renato

Bruno Bossio Vincenza

Bucalo Carmela

Buratti Umberto

Butti Alessio

Cannatelli Pasquale

Cannizzaro Francesco

Cantini Laura

Cantone Carla

Caon Roberto

Cappellacci Ugo

Caretta Maria Cristina

Carfagna Maria Rosaria

Carnevali Elena

Carrara Maurizio

Casciello Luigi

Casino Michele

Cassinelli Roberto

Ceccanti Stefano

Cenni Susanna

Ciaburro Monica

Ciampi Lucia

Colaninno Matteo

Colucci Alessandro

Conte Federico

Cortelazzo Piergiorgio

Cristina Mirella

Critelli Francesco

Dal Moro Gian Pietro

D'Alessandro Camillo

D'Attis Mauro

De Carlo Luca

De Filippo Vito

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Menech Roger

De Micheli Paola

Deidda Salvatore

Del Barba Mauro

Del Basso De Caro Umberto

Delmastro Delle Vedove Andrea

Delrio Graziano

D'Ettore Felice Maurizio

Di Giorgi Rosa Maria

Di Maio Marco

Donzelli Giovanni

Fasano Vincenzo

Fassina Stefano

Fassino Piero

Fatuzzo Carlo

Ferraioli Marzia

Ferri Cosimo Maria

Fiano Emanuele

Fiorini Benedetta

Fontana Gregorio

Fornaro Federico

Foti Tommaso

Fragomeli Gian Mario

Franceschini Dario

Frassinetti Paola

Fratoianni Nicola

Fregolent Silvia

Fusacchia Alessandro

Gadda Maria Chiara

Gagliardi Manuela

Gariglio Davide

Gebhard Renate

Gelmini Mariastella

Gemmato Marcello

Gentiloni Silveri Paolo

Germanà Antonino

Giachetti Roberto

Giacomelli Antonello

Giacometto Carlo

Giacomoni Sestino

Giorgis Andrea

Gribaudo Chiara

Guerini Lorenzo

Incerti Antonella

Labriola Vincenza

Lacarra Marco

Lepri Stefano

Lollobrigida Francesco

Lotti Luca

Madia Maria Anna

Magi Riccardo

Manca Gavino

Mancini Claudio

Mandelli Andrea

Marattin Luigi

Marin Marco

Marrocco Patrizia

Martina Maurizio

Maschio Ciro

Mauri Matteo

Mazzetti Erica

Melilli Fabio

Meloni Giorgia

Miceli Carmelo

Migliore Gennaro

Milanato Lorena

Minniti Marco

Mollicone Federico

Montaruli Augusta

Morani Alessia

Morassut Roberto

Moretto Sara

Morgoni Mario

Mugnai Stefano

Mulè Giorgio

Mura Romina

Muroni Rossella

Nardi Martina

Nevi Raffaele

Nobili Luciano

Noja Lisa

Novelli Roberto

Occhionero Giuseppina

Occhiuto Roberto

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orsini Andrea

Osnato Marco

Padoan Pietro Carlo

Pagani Alberto

Pagano Ubaldo

Paita Raffaella

Palmieri Antonio

Pastorino Luca

Pedrazzini Claudio

Pella Roberto

Pellicani Nicola

Pentangelo Antonio

Pettarin Guido Germano

Pezzopane Stefania

Piccoli Nardelli Flavia

Pittalis Pietro

Pizzetti Luciano

Plangger Albrecht

Polidori Catia

Pollastrini Barbara

Polverini Renata

Porchietto Claudia

Portas Giacomo

Prestipino Patrizia

Prisco Emanuele

Quartapelle Procopio Lia

Raciti Fausto

Rampelli Fabio

Ravetto Laura

Ripani Elisabetta

Rizzetto Walter

Rizzo Nervo Luca

Rosato Ettore

Rossello Cristina

Rossi Andrea

Rossini Emanuela

Rosso Roberto

Rostan Michela

Rotelli Mauro

Rotondi Gianfranco

Rotta Alessia

Ruffino Daniela

Russo Paolo

Sarro Carlo

Savino Elvira

Savino Sandra

Scalfarotto Ivan

Schirò Angela

Scoma Francesco

Sensi Filippo

Serracchiani Debora

Siani Paolo

Sibilia Cosimo

Silli Giorgio

Silvestroni Marco

Siracusano Matilde

Sorte Alessandro

Sozzani Diego

Spena Maria

Speranza Roberto

Squeri Luca

Stumpo Nicola

Tabacci Bruno

Toccafondi Gabriele

Tondo Renzo

Topo Raffaele

Trancassini Paolo

Tripodi Maria

Ungaro Massimo

Varchi Maria Carolina

Vazio Franco

Verini Walter

Versace Giuseppina

Vietina Simona

Viscomi Antonio

Vito Elio

Zanella Federica

Zanettin Pierantonio

Zangrillo Paolo

Zucconi Riccardo

Si sono astenuti:

Sgarbi Vittorio

Sono in missione:

Caiata Salvatore

Cardinale Daniela

Ciprini Tiziana

Cirielli Edmondo

Colletti Andrea

D'Uva Francesco

Fioramonti Lorenzo

Grillo Giulia

Lorenzin Beatrice

Lupi Maurizio

Picchi Guglielmo

Saltamartini Barbara

Schullian Manfred

Sisto Francesco Paolo

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 20,54).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 21,15 per l'esame degli ulteriori articoli del provvedimento e degli ordini del giorno.

La seduta, sospesa alle 20,55, è ripresa alle 21,15.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bitonci, Bonafede, Claudio Borghi, Brescia, Buffagni, Castelli, Castiello, Colucci, Comaroli, Cominardi, Davide Crippa, D'Incà, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Durigon, Fantinati, Ferraresi, Gregorio Fontana, Lorenzo Fontana, Fraccaro, Galli, Garavaglia, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgetti, Grimoldi, Guidesi, Lollobrigida, Micillo, Molinari, Morelli, Ruocco, Carlo Sibilia, Spadafora, Tofalo, Vacca, Valente, Vignaroli e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa notturna della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente sessanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla IX Commissione (Trasporti): “Conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2018, n. 143, recante disposizioni urgenti in materia di autoservizi pubblici non di linea” (1478) - Parere delle Commissioni I e II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, X e XIV.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Affidamento dei poteri attribuiti dal Regolamento nell'ambito di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, il Presidente del gruppo parlamentare Forza Italia-Berlusconi Presidente ha reso noto che è stato affidato al deputato Elio Vito l'esercizio dei poteri attribuiti in caso di assenza o impedimento del Presidente, secondo quanto previsto dall'articolo 15, comma 2, del Regolamento della Camera.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli da 2 a 18 del disegno di legge in esame che risultano modificati dal Senato, con riferimento al testo e alle corrispondenti tabelle. Poiché ad essi non sono riferiti emendamenti, li porrò direttamente in votazione. Non sarà invece posto in votazione, ai sensi dell'articolo 70, comma 2, del Regolamento, l'articolo 19, in quanto non modificato dal Senato.

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1334-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2, con l'annessa Tabella 1 (Vedi l'allegato A), a cui non sono riferiti emendamenti.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, lo pongo direttamente in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1334-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3, con l'annessa Tabella 2 (Vedi l'allegato A), a cui non sono riferiti emendamenti.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, lo pongo direttamente in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1334-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4, con l'annessa Tabella 3 (Vedi l'allegato A), a cui non sono riferiti emendamenti.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, lo pongo direttamente in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1334-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5, con l'annessa Tabella 4 (Vedi l'allegato A), a cui non sono riferiti emendamenti.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, lo pongo direttamente in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1334-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6, con l'annessa Tabella 5 (Vedi l'allegato A), a cui non sono riferiti emendamenti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Miceli . Ne ha facoltà.

CARMELO MICELI (PD). Signor Presidente, mi fa piacere che ci sia il Ministro della Giustizia tra i banchi del Governo, perché è proprio a lui che vorrei rivolgermi, suo tramite. Caro Ministro, mi piacerebbe essere ascoltato. Si dice che, in tempi di giustizia, la giustizia non giudica, ma smaschera, e in tempi di decadenza, come adesso, voi siete stati smascherati. Siete stati smascherati perché, Ministro, anche questa legge di bilancio conferma il modo in cui avete inteso la giustizia: avete trasformato quel simbolo, la bilancia, lo strumento che era teso a mettere insieme tutti i diritti in contesa, nella ruspa, nel simbolo delle manette. Avete calpestato diritti inviolabili, avete calpestato il diritto ad un giusto processo, un processo che è giusto quando viene garantito che la pena arrivi in tempi certi e congrui.

L'avete fatto anche in questa legge di bilancio, dove avete tagliato per piegare tutto alla logica del sussidio, avete - nell'ossequio della logica del sussidio, del premio a chi non lavora, a chi si potrà permettere grazie a voi il lusso di rifiutare anche due offerte di lavoro se non ritenute valide e opportune - piegato a queste anche la giustizia. Non avete previsto norme precise, norme destinate a far funzionare bene il sistema e il servizio essenziale giustizia, per esempio, caro Ministro, lei, dopo le tante promesse, ha preso e continua a prendere in giro gli idonei assistenti giudiziari, quei soggetti a cui lei, in campagna elettorale, aveva promesso lo scorrimento della graduatoria integrale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che, invece, ancora oggi, non ha assunto l'obbligo di fare scorrere fino in fondo. Milleottocento famiglie, caro Ministro della Giustizia, che ancora aspettano da lei una risposta. Non è sufficiente mettere, non faccia “sì” con la testa, si assuma un obbligo preciso, lo dica in questa sede che entro quest'anno farete scorrere integralmente la graduatoria e solo a quel punto avrete dato almeno una risposta alla giustizia.

Vede, caro Ministro, da una persona che paragona la prescrizione ad un gelato, non c'è da aspettarsi, come ha fatto lei, caro Ministro, in TV, in diretta TV, lei ha definito la prescrizione come un gelato, lo so, lo so che le viene difficile crederlo, anche a noi operatori del diritto è venuto difficile credere che la prescrizione potesse essere paragonata al gelato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), ma per lei è così. Il diritto, anche il diritto ormai, anche la giustizia, è media ed è TV ed è comunicazione. Ebbene, ritorni sui suoi passi, entri nell'ottica che, nonostante il vuoto assoluto, ci sarà bisogno di intervenire, ma di intervenire cum grano salis. Lo faccia non per la funzione che ricopre, che, ringraziando Iddio, è pro tempore, caro Ministro, lo faccia per il giorno in cui, se Dio vuole, tornerà a fare l'avvocato, perché ci tornerà e quel giorno dovrà avere la dignità di guardare in faccia noi, suoi colleghi, caro Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 1334-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7, con l'annessa Tabella 6 (Vedi l'allegato A), a cui non sono riferiti emendamenti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Quartapelle. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Presidente, io ci tengo a intervenire su questo articolo, che parla dello stato di previsione del Ministero degli esteri, perché quella in esame è una legge di bilancio che fa una cosa che l'Italia non vedeva dal 2011, ovvero, per la prima volta, questa legge di bilancio taglia i fondi della cooperazione internazionale. Dal 2012 a oggi, Governi diversi erano sempre riusciti ad aumentare i fondi a disposizione delle iniziative per la pace, per la stabilizzazione, per la cooperazione e per la lotta alla povertà, questo Governo fa quello che faceva la peggior destra: fa cassa esattamente sui fondi della cooperazione. E lo dico perché in Aula ci sono persone che si sono spese perché questo non accadesse, come la Vice Ministra, perché ci sono persone, come la collega Spadoni o il sottosegretario Di Stefano, che nella scorsa legislatura si erano resi promotori, insieme a chi era allora maggioranza, di aumenti per la cooperazione internazionale. Tagliare i fondi per la cooperazione internazionale significa rendere più debole la voce dell'Italia nel mondo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), significa rendere più debole la voce dell'Italia laddove ci sono dei conflitti, laddove ci sono delle persone che sono in povertà, laddove ci sono dei bambini che hanno bisogno di andare a scuola. L'Italia si è sempre distinta per un impegno in questo senso ed è molto grave che, per la prima volta, questo Governo, sul Ministero degli esteri faccia cassa. Ed è grave perché indeboliamo la nostra presenza internazionale.

E ritengo ancora una volta che su questo abbia pesato una certa posizione ideologica della Lega, soprattutto sul tema ONU, lo abbiamo visto anche sulla questione del Global compact, e spiace, onestamente spiace moltissimo, che i colleghi del MoVimento 5 Stelle in Commissione non abbiano speso una parola. E siccome lei è qui presente, spiace che anche lei, che su questi temi si è molto speso, per esempio sulla vicenda Global compact, non abbia aiutato l'Aula a prendere delle decisioni. Se non ci sono i soldi, almeno restiamo laddove le decisioni vengono prese. Invece, l'impronta di questo Governo è di tagliare i fondi e di andarcene dai forum multilaterali. Queste cose l'Italia le pagherà a partire dall'anno prossimo e negli anni a venire, perché saremo più deboli, meno credibili e meno attenti ai bisogni di chi è più povero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD). Grazie, Presidente. Voglio unirmi alle parole della collega Quartapelle, che condivido in pieno, per aggiungere due aspetti. Intanto il fatto che nella cooperazione internazionale italiana ci sono persone di grande capacità, di grande professionalità, c'è un incrocio tra professionalità e volontariato e diminuire il sostegno a queste realtà è un colpo anche a quelle persone e a quelle professionalità. E poi vorrei aggiungere un'ultima cosa: ripetete tante volte lo slogan “aiutiamoli a casa loro”, che già è inaccettabile in quanto tale, ecco, se tagliate la cooperazione internazionale, vuol dire anche che colpite la possibilità di aiutare i Paesi in via di sviluppo e le persone che ci abitano, appunto come dite voi, a casa loro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Grazie, anch'io Presidente voglio intervenire a titolo personale per sottolineare che questa mancata aggiunta di fondi per la cooperazione internazionale, in realtà, è lo specchio…

PRESIDENTE. Deputato Delmastro Delle Vedove, deputato, per favore, andiamo avanti.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Dicevo che questo mancato intervento sui fondi della cooperazione non è altro che lo specchio di una totale assenza di una visione di politica estera. Io non posso non ricordare in questa sede l'ignominioso episodio della maggioranza, che ha portato in quest'Aula una risoluzione che impegnava il Governo a non decidere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) sul Global migration compact, una cosa mai vista, una politica estera balbettante, incerta, indecisa, che non ci fa sapere cosa facciamo con la Russia, che ci fa alleare con i nostri peggiori avversari e che sul tema incredibilmente importante della emigrazione si rivela per quello che è: semplicemente uno strumento, un argomento utilizzato in modo strumentale per fare consenso politico sulla pelle delle persone che hanno bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 1334-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8, con l'annessa Tabella 7 (Vedi l'allegato A), a cui non sono riferiti emendamenti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ascani. Ne ha facoltà.

ANNA ASCANI (PD). Grazie, Presidente. Siamo agli stanziamenti al MIUR. Ho avuto modo di parlarne, ma purtroppo non abbastanza, perché, a parte la seduta di Commissione, qua non siamo riusciti a discutere praticamente di nulla, invece di questo tema si dovrebbe discutere. Vedo dirette Facebook dei miei colleghi, leggo comunicati stampa che sono arrampicate sugli specchi piuttosto pericolose, quando invece i siti specializzati, tutti, unanimemente, dicono una cosa chiara: questo Governo sta tagliando sulla scuola, questo Governo è tornato alle pratiche della peggiore destra, per fare cassa taglia sulla scuola.

E comincia dal 2019, perché sono spariti i 56 milioni che avete tagliato all'alternanza scuola-lavoro senza reinvestirli; sono spariti i 12 milioni che avete tagliato alla formazione dei docenti senza reinvestirli; sono spariti molti fondi dell'edilizia scolastica. Questi sono i tagli già da quest'anno, come da quest'anno c'è il blocco delle assunzioni nelle università, da quest'anno ci sono 30 milioni di tagli sul diritto allo studio, 40 milioni di tagli sul FFO, da quest'anno ci sono 100 milioni di tagli di cui vi vergognate e avete nascosto in un allegato 3 che pensavate non avremmo mai visto; invece, purtroppo per voi, questo grosso tomo che oggi ponete in votazione senza aver avuto nemmeno il coraggio di leggerlo, noi sì lo abbiamo letto e di questi tagli ci siamo accorti.

Ma non è questa la cosa più grave, c'è una cosa ancora più grave: in fondo in fondo a questo tomo, nelle ultime pagine, ci sono le tabelle con gli stanziamenti dei prossimi tre anni, cioè i fondi che voi prevedete di destinare al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Ecco, in quelle tabelle è scritto nero su bianco, dai vostri tecnici, dal vostro Governo, e su questo voi state votando in questo momento, che nei prossimi tre anni diminuirete i fondi al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca di ben 4 miliardi di euro: una cosa che non s'era mai vista, fatta eccezione che con il Governo di destra (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quattro miliardi di euro in meno alla scuola: quante volte vi ho sentito urlare qui dentro, urlare contro un Governo che, invece, in cinque anni ce li ha messi, 4 miliardi di euro sulla scuola (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Il nostro Governo sulla scuola ha investito! Voi arrivate, nella prima legge di bilancio che fate stabilite che nei prossimi tre anni la scuola italiana avrà ben 4 miliardi di euro in meno. Dovrete andare fuori a spiegarlo, perché la vostra campagna elettorale fatta sulla pelle di insegnanti, studenti e famiglie noi ce la ricordiamo: ricordatevi le loro facce quando dovrete spiegare loro perché le loro scuole non saranno all'altezza del loro talento e delle loro aspettative (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Presidente, anch'io volevo dire una parola su questo, relativamente ai tagli, relativamente al fatto che anche in Commissione avevamo cercato, come si suol dire, di sollevare alcuni punti per fare in modo che anche i colleghi della maggioranza, che naturalmente sono più sensibili su questo, nella Commissione istruzione potessero rappresentare l'importanza di non intervenire su questo capitolo. È chiaro che ogni collega qui rappresenta non solo un partito, ma anche un interesse specifico rispetto a dei temi e a delle tematiche; però, quando parliamo di istruzione, sappiamo che probabilmente è l'unica misura su cui veramente ragioniamo di futuro.

C'eravamo quasi riusciti, mi verrebbe da dire, nel senso che non c'erano grosse modifiche, grossi aumenti. Poi ci siamo solo ritrovati però con questa tabella e questi 100 milioni, che non solo vanno a colpire il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, e ci potremmo aggiungere i 40 che ricordava, alla cooperazione e allo sviluppo, la collega Quartapelle e tutti gli altri; ma che vanno a colpire alcune misure specifiche all'interno del comparto istruzione che sono particolarmente urticanti, nel momento in cui vengono tagliate, perché c'è l'università, c'è la ricerca e ci sono 30 milioni di tagli sulle borse di studio dei ragazzi. Il fatto che non ci sia stata una maggioranza composta per una parte significativa di colleghi, anche particolarmente giovani, che non riescono a difendere 30 miseri milioni - mi verrebbe da dire - su questa manovra che spende e spande, che anche simbolicamente sono importanti rispetto a dei ragazzi che possono avere un'opportunità per completare il loro ciclo di studi, credo sia un segnale molto brutto, per quanto probabilmente non il peggiore contenuto in questa manovra (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 1334-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A), con l'annessa Tabella 8 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (PD). Presidente, noi ci tenevamo ad intervenire su questo punto, perché va ad intervenire sulle previsioni di spesa del Ministero dell'Interno, che è un Ministero molto importante soprattutto per gli effetti che sta producendo, anche alla luce dei provvedimenti recentemente attuati. Perché in questa legge di bilancio non si prevede nulla per far fronte agli effetti provocati dal decreto “sicurezza”, non si affrontano i nodi fondamentali, anche sotto il profilo umanitario, provocati da quel decreto-legge; ci si dimentica, ancora una volta, degli effetti prodotti dall'abolizione dei permessi umanitari, che creeranno e stanno già creando decine di migliaia di persone invisibili nei nostri territori, che diventeranno inevitabilmente un serbatoio per la malavita, per la criminalità organizzata, per una maggiore insicurezza.

Non si affrontano, anzi si va a tagliare ulteriormente tutto quello che è l'impegno del nostro Paese nei confronti degli investimenti sulla cooperazione internazionale, come ricordavano poco fa i miei colleghi; e tagliare sulla cooperazione internazionale significa tagliare sulla possibilità di dare una mano a quei Paesi da cui molte persone tentano di scappare, di evolvere, di migliorare, di crescere, di poter dare una prospettiva a quei cittadini.

E inoltre, Presidente, si commette un grave errore: non si mette neanche un euro per favorire una corretta integrazione delle persone che arrivano nel nostro Paese, e un Paese che rinuncia ad investire sull'integrazione è un Paese meno sicuro. Il Paese più sicuro non è quello che alza muri, che addita i diversi, che addita gli stranieri come nemici da abbattere, ma è quel Paese che investe sull'integrazione, sulla formazione, sull'inserimento lavorativo, sull'apprendimento della nostra lingua, della nostra cultura. Di tutto questo in questa legge di bilancio per i prossimi anni non c'è assolutamente nulla. E, del resto, siete coerenti con quello che avete fatto in questi primi mesi di legislatura: avete solo tagliato e avete solo creato maggior insicurezza, al di là dei proclami (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Presidente, in questo minuto mi consenta, parlando del Ministero dell'Interno, innanzitutto di ringraziare ed esprimere gratitudine alle forze dell'ordine (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che ogni giorno indossano la divisa per servire i cittadini rischiando la vita, e non per farsi selfie come il Ministro dell'Interno, che ama farsi fotografare con le divise che non gli sono proprie. Ma poi ho capito perché il Ministro dell'Interno fa così, poi ho capito perché la Lega lo chiama “capitano”: ci doveva essere una motivazione profonda, e io l'ho scoperta. Nel senso che ho cercato di capire da dove viene questa parola, ed è usata, in termine figurato, nelle maschere dalla commedia dell'arte: trae origine dal tipo del soldato millantatore della commedia classica. Sue caratteristiche: l'atteggiamento spavaldo, le parole minacciose, l'ostentata liberalità, l'effettiva spilorceria, forse a proposito dei 49 milioni di euro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Applausi polemici dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Ancora una volta questa legge, questa manovra è una manovra truffa: sul Ministero dell'Interno c'è un trasferimento dei soldi sui fondi per i rimpatri, vengono meno i soldi per i permessi, e quelli che non sono più in grado di stare né nei CARA né negli SPRAR, lo sapete dove vanno? Leggete Avvenire di questa mattina: dal CARA ai caporali! Dal CARA ai caporali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Per favore! Per favore!

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Ci sono oltre 3 mila scappati, loro malgrado, dai CARA, anzi buttati fuori dai CARA, che sono andati a riempire la baraccopoli di San Ferdinando e i ghetti della Puglia. Questa non è una manovra per il popolo: è una manovra contro il popolo e contro gli italiani, che, in questo modo saranno, molto più insicuri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Presidente, come diceva prima anche il collega D'Alessandro, siccome il Ministro Salvini, in violazione dell'articolo 498 del codice penale, usa uniformi di corpi di Polizia in maniera illecita, e siccome questo comporta una sanzione da 154 a 929 euro, la tabella dovrebbe prevedere una copertura sia dell'acquisto delle divise (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) sia anche delle sanzioni e anche forse prevedere la stessa sanzione per gli abiti ecclesiastici, che ogni tanto sembra virtualmente voler indossare anche qui in modo abusivo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Intervengo per dire una cosa breve e vedo che qui c'è il sottosegretario Molteni che ascolta. C'è una cosa che a me colpisce nell'esercizio che stanno facendo i colleghi della maggioranza e del Governo sul tema della sicurezza.

L'aumento medio del finanziamento che viene fatto con la manovra del contratto per ogni singolo poliziotto o carabiniere o membro del comparto difesa di questo Stato sarà meno di 15 euro al mese nel contratto. L'ultimo triennale di contratto siglato dal Governo Gentiloni si è concluso con un aumento medio di 104 euro a persona al mese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Se voi siete contenti di rappresentare le difficoltà, l'abnegazione e il coraggio delle forze dell'ordine, delle forze del soccorso pubblico e delle forze della difesa, che anche noi - tutta l'Aula immagino - ringraziamo, dando circa un nono di quello che hanno avuto nell'ultimo contratto vi auguro buona fortuna. I poliziotti, i carabinieri e i militari di questo Paese non sono contenti come voi di questa manovra sul loro contratto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Anzaldi. Ne ha facoltà.

MICHELE ANZALDI (PD). Grazie, Presidente. Io vorrei un attimo tornare su un problema grave che c'è in questo momento nel nostro Paese, che è quello della violenza negli stadi e fuori degli stadi. È un'escalation che da giorni ha visto prima gli stadi, poi le strade ed è di oggi la notizia in un autogrill sull'autostrada. Presidente, gli autogrill sono frequentati da tutti, anche dalle famiglie. È autogrill e la violenza negli stadi in Italia è una cosa molto grave e che ricorda una triste pagina della nostra storia. Infatti, undici anni fa in un autogrill ha trovato la morte un giovane italiano, il figlio che ognuno di noi sognava, allegro e spensierato, Gabriele Sandri (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Fratelli d'Italia). È morto così, in un momento di sottovalutazione della tifoseria, di tensioni eccetera eccetera.

Allora, questo problema va affrontato e va fermato. Non deve accadere negli stadi, non deve accadere per le strade, ma negli autogrill non si deve giocare. Questo Paese ha già pagato il suo tributo a questa violenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Presidente, desidero esprimere veramente la delusione rispetto a questa manovra per l'orientamento e l'approccio che si continua ad avere e che questo Governo ha verso la cultura. Manca un fondo e mancano finanziamenti per sostenere la produzione culturale. L'approccio alla cultura rimane sempre sul piano logistico e amministrativo. Si pensa ad impiegare persone nei vari enti culturali, però non si pensa che se mancano gli artisti, se non si finanzia la produzione, se mancano artisti, musicisti, cineasti, scrittori…

PRESIDENTE. Deputata, solo per ricordarle che questo…

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). …ecco, i nostri teatri si potrebbero chiudere e anche i musei sono vuoti (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Questo articolo parla di un altro argomento. È l'articolo precedente e questo riguarda il Ministero dell'interno. È giusto per mantenerla sul tema. Per favore, per favore. Ha concluso?

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Presidente, intervengo a titolo personale.

PRESIDENTE. Certo.

ALESSIA MORANI (PD). Vengo da una città, Pesaro, che è appena stata teatro di un omicidio efferato. Il Ministro dell'interno si è recato a Pesaro dopo quell'evento e ha dichiarato che il collaboratore aveva chiesto di uscire dalla protezione. La famiglia e l'avvocato smentiscono il Ministro Salvini. Stiamo parlando dell'Interno. Per questo io chiedo al Governo di proteggere i collaboratori di giustizia perché stiamo parlando di qualche cosa di importantissimo nella lotta alla mafia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Per cui, il Ministro dell'interno, invece che organizzarsi la piazza fuori dalla prefettura, farebbe meglio a proteggere queste persone perché purtroppo quello che è avvenuto a Pesaro è di una gravità inaudita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 1334-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10, con l'annessa Tabella 9 (Vedi l'allegato A), a cui non sono riferiti emendamenti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto la deputata Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD). Grazie, Presidente. Intervengo in dichiarazione di voto a nome del mio gruppo sull'articolo 10 che reca lo stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, perché voglio che resti agli atti di questa nostra discussione il fatto che questa legge di bilancio segna finalmente il tradimento di tutte le promesse che il MoVimento 5 Stelle, che oggi è alla maggioranza e al Governo di questo Paese, ha fatto in questi anni sui temi dell'ambiente.

Avevate promesso la rivoluzione ambientale nella fiscalità, la cancellazione dei sussidi ambientalmente dannosi, una revisione della normativa fiscale, la rivoluzione dell'economia circolare. Invece, questa legge di bilancio non contiene niente di tutto questo. Il bilancio del Ministero dell'ambiente viene ridotto, mortificato soprattutto nella parte relativa al contrasto ai cambiamenti climatici che sono la grande sfida del nostro tempo, e le misure che avete introdotto in maniera surreale nella discussione al Senato, senza nessuna possibilità di discuterle e di confrontarsi con il mondo reale delle imprese che fanno dell'economia circolare un fattore di sviluppo nel nostro Paese, vi spiego a che cosa si sono ridotte: a 100 mila euro messi al bilancio del Ministero dell'ambiente per finanziare, in via sperimentale per cinque anni, un'iniziativa volontaria sugli operatori per la riduzione dei prodotti di plastica monouso. Questa è stata la vostra rivoluzione ambientale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), quella che pensate di fare per sostenere davvero l'economia circolare e le imprese del nostro Paese. Questa legge di bilancio è la fine delle vostre promesse e l'inizio della verità di cui dobbiamo prendere atto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 1334-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11, con l'annessa Tabella 10 (Vedi l'allegato A), a cui non sono riferiti emendamenti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, intervengo su questo articolo facendo notare che, di fronte a un taglio pesantissimo sul tema delle infrastrutture, sul tema del trasporto ferroviario e a uno dei più grandi tagli sul tema complessivo degli investimenti in questo Paese…

PRESIDENTE. Deputato Cantalamessa, per favore. Prego.

RAFFAELLA PAITA (PD). …a prendersi le responsabilità di scelte così gravi da parte del Governo manca sempre il Ministro di riferimento e, cioè, il Ministro Toninelli, che ovviamente si è guardato bene oggi dal venire qui, presente in quest'Aula per giustificare le ragioni delle scelte che questo Governo sta facendo in campo infrastrutturale.

Avremmo voluto guardarlo in faccia per chiedergli, appunto, come sia possibile che un Paese continui ad avere credibilità di fronte al blocco sostanziale che sta avvenendo in campo infrastrutturale. Perdita di credibilità con gli altri Paesi europei per quanto riguarda la vicenda della TAV che è ancora oggi oggetto di una discussione abbastanza surreale rispetto all'analisi costi-benefici fatta da una Commissione che, come abbiamo visto, non è certamente una Commissione titolata ad avere un giudizio tecnico su questi temi, di fronte al blocco sostanziale di molte altre infrastrutture nel contesto italiano.

E, ad aggiungersi a questa politica scellerata che sta portando il Paese a un arretramento e a un blocco sostanziale su tutto il tema della mobilità, c'è il taglio inserito dentro la manovra, e cioè 300 milioni di euro per quanto riguarda il trasporto pubblico locale e 600 milioni per quanto riguarda la parte infrastrutturale e di trasporto ferroviario.

Abbiamo appena chiuso un contratto di servizio con RFI, molto positivo, portato avanti dal Governo precedente, ma questo Governo ha voluto, anche in questo caso, dare un segnale negativo, che è un segnale di assenza di speranza nel futuro del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 1334-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12, con l'annessa Tabella 11 (Vedi l'allegato A), a cui non sono riferiti emendamenti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pagani. Ne ha facoltà.

ALBERTO PAGANI (PD). Grazie, Presidente. Ho chiesto di intervenire su questo articolo, che attiene al bilancio relativo alla difesa perché non più di una settimana fa abbiamo, in quest'Aula, discusso e votato, tra l'altro in modo concorde, il rinnovo delle missioni di pace cui partecipano le nostre Forze armate all'estero per l'ultimo periodo dell'anno 2018 e ho sentito, abbiamo sentito dai banchi della maggioranza interventi ricchi di orgoglio e anche di retorica e sostegno dei militari impegnati nelle missioni di pace all'estero. Bene, al contempo stavate preparando una legge di bilancio che taglia sul bilancio della Difesa.

Non solo, contemporaneamente sento anche dai deputati e dal rappresentante proprio del suo gruppo parlamentare, Presidente, parole che enfatizzano come grande risultato e successo il taglio al bilancio della Difesa.

Bene, vi comunico che, peraltro, non è neanche corretto quello che state dicendo perché c'è un taglio pesante sul bilancio della Difesa di quest'anno, ma nel tempo spenderemo di più, non spenderemo di meno, perché se andate a guardare il piano degli investimenti che viene fatto sulla dotazione dei sistemi d'arma dei prossimi anni la spesa è stata rimodulata – così c'è scritto – spostando l'80 per cento della spesa complessiva nei sistemi d'arma dal 2028 in avanti e il restante 20 per cento nei dieci anni che vanno da oggi al 2028.

Questo significa dover spendere due volte per la maggior parte delle cose, perché bisognerà manutentare la dotazione esistente, per poi ricomprarla nuova successivamente. Faccio due esempi. Uno riguarda i mezzi cingolati di terra dell'Esercito, che sono i carri armati Ariete, che sono mezzi degli anni Novanta che, se devono durare altri dieci anni, hanno bisogno di un pesante upgrade, cioè devono essere ricorazzati e deve essere modificato e potenziato il motore.

L'altro esempio riguarda gli aerei dell'aviazione militare dell'aeronautica militare e dell'aviazione navale, in particolare gli aerei Tornado, che sono degli anni Settanta, e che verranno sostituiti con gli F-35, che avevate detto di non comprare, ma che semplicemente comprate un po' più avanti, così bisognerà intervenire sugli attuali Tornado per farli arrivare fino al 2028 e poi comprare anche gli F 35. Con un po' di ipocrisia dite che tagliate le spese militari, ci farete spendere di più e per dieci anni i nostri militari utilizzeranno mezzi vecchi e obsoleti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

Deputata Labriola, col telefono c'è un flash…

(Esame dell'articolo 13 – A.C. 1334-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13, con l'annessa Tabella 12 (Vedi l'allegato A), a cui non sono riferiti emendamenti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Grazie, Presidente. Desidero intervenire, a titolo personale, per citare in quest'Aula il vero grande assente di questa legge di bilancio: l'agricoltura.

PRESIDENTE. Deputato Sgarbi, per favore.

MARIA CHIARA GADDA (PD). In questa legge di bilancio per l'agricoltura non c'è nulla di strutturale, è la legge di bilancio più povera della storia repubblicana per l'agricoltura. Avete bocciato tutti gli emendamenti che noi avevamo proposto per estendere le agevolazioni di industria 4.0 anche in agricoltura, perché l'agricoltura è uno degli ambiti più importanti dove l'innovazione e la ricerca hanno un ruolo fondamentale, anche ad esempio nella lotta ai cambiamenti climatici.

E poi avete fatto altre cose molto curiose: l'unico passaggio in cui si cita la parola “terra” nella legge di bilancio è quando avete pensato di destinarla a chi mette al mondo tre figli. Ecco vedete, avete bocciato gli emendamenti che provavano a favorire l'imprenditoria femminile, avete bocciato gli emendamenti che andavano a stabilizzare gli sgravi fiscali per i giovani agricoltori, a tutti coloro che la terra la sanno e la vogliono coltivare.

E poi voglio chiudere su un aspetto, anche questo abbastanza curioso: avrete accettato, riformulandolo, un solo emendamento nostro legato al Fondo aiuti alimentari; un solo milione per chi non riesce ad acquistare, ad accedere ad una dieta sana, equilibrata e corretta. Però, avete pensato di agevolare fiscalmente chi raccoglie tartufi; quindi, immagino che abbiate pensato ai poveri di dare brioche e tartufi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

(Esame dell'articolo 14 – A.C. 1334-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14, con l'annessa Tabella 13 (Vedi l'allegato A), a cui non sono riferiti emendamenti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Piccoli Nardelli. Ne ha facoltà.

FLAVIA PICCOLI NARDELLI (PD). Vede Presidente, un tempo gli esperti veri dicevano che per capire una manovra occorre vedere le tabelle. Le tabelle del Ministero per i beni e le attività culturali dimostrano che, questa volta, per questo provvedimento, parliamo di un provvedimento che è privo di respiro e senza prospettive.

Dopo gli ultimi anni, che hanno visto investimenti e impegni rinnovati, qui mancano investimenti, ci sono tagli e solo ridistribuzioni di quanto tagliato, perché, Presidente, le uniche risorse che nel Ministero noi troviamo sono quelle che vengono dai 40 milioni che sono stati tagliati dalla app 18 anni e vengono ridistribuiti a pioggia su una serie di realtà che hanno un breve respiro, solo per un anno. Nel secondo anno e nel terzo anno il taglio per i beni culturali è di circa 400 milioni. Cento milioni che vengono dal mancato rinnovo di un fondo che è quello per la tutela del patrimonio culturale e dall'eliminazione della app 18 anni.

Un ultimo problema, Presidente, è quello delle mancate assunzioni: erano state preannunciate 5 mila assunzioni, c'è una necessità di organico per il turnover del Ministero di 3 mila assunzioni, ne sono previste mille. Come lei può immaginare, Presidente, per noi, su un settore come quello dei beni culturali e per l'importanza che ha nel nostro Paese, questa è veramente una manovra in totale perdita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (PD). Signor Presidente, signori del Governo, sono ben lontani i tempi nei quali gli investimenti per la cultura erano legati a uno slogan, forse, ma che chiariva bene qual era l'indirizzo del Governo precedente: un euro in sicurezza, un euro in cultura. Serviva per far crescere una dimensione civile nel nostro Paese. Quello che voi avete fatto recentemente, oltre alle cose che sono state già richiamate, è, per esempio, tagliare i fondi per i musei più importanti del nostro Paese e i musei nazionali del nostro Paese. Al MAXXI e alla Galleria nazionale di arte moderna vengono dimezzati i fondi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e vengono destinati a fantomatiche promozioni dell'arte contemporanea all'estero, una serie di interventi che invece vengono sottratti ai musei, che dovrebbero acquisire nella loro collezione quei patrimoni e valori culturali che dovrebbero servire all'intero Paese.

Voi non solo non state facendo un euro in cultura e un euro in sicurezza, ma state anche mortificando le istituzioni nazionali di questo Paese, e credo che il mondo della cultura debba essere ben consapevole, e lo è, di questo vostro scempio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (MISTO). Onorevole Presidente, temo che l'onorevole Migliore abbia ragione, perché alcuni dati sono ammessi ed altri nascosti. La legge di bilancio serenamente dice: gli stanziamenti per il bonus cultura sono ridotti di venti milioni di importo, da 290 a 270, e questo è chiaro. Poi, invece, tenta di fregarci. Per i musei autonomi, quelli che lei sa bene sono stati creati dal Ministro Franceschini, la legge è equivoca, se non ingannevole, perché dice: agli istituti e ai musei autonomi non si applicano le norme di contenimento delle spese previste dalla legislazione vigente.

Poi dice, e io ho chiesto lumi all'ottimo Vice Ministro, che ci dice tutto con grande chiarezza: sono conseguentemente ridotti di due milioni e 350 mila gli stanziamenti di funzionamento. Come si spiega che da una parte dica nessun limite e dall'altra parte lo stesso Garavaglia è rimasto turbato? Un turbamento di Garavaglia per noi è un dolore; quindi, se Garavaglia non ce lo spiega, credo che questo crei un impiccio dal punto di vista logico. O taglio o non taglio: se taglio 2,3 milioni, mi dice Garavaglia, è un taglio, cioè è qualcosa di doloroso. Noi vorremmo risarcire quel taglio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Di Giorgi. Ne ha facoltà.

ROSA MARIA DI GIORGI (PD). Presidente, per far notare qualcosa di cui non si è parlato abbastanza, secondo me. Quando abbiamo detto del raddoppio dell'IRES, abbiamo parlato sostanzialmente del mondo del volontariato. Ecco, vorrei dire che all'interno del mondo che avrà questa tassa raddoppiata ci sono anche tanti istituti provenienti dal mondo della cultura, che stanno nel mondo della cultura, di istruzione, di studio, sperimentazione di interesse generale, le materie letterarie, scientifiche, esperienze e ricerche aventi scopi esclusivamente culturali. È un mondo enorme, di cui tutti noi, probabilmente, abbiamo esperienza diretta, che verrà tartassato con il raddoppio di questa imposta.

Spero che il Governo ci abbia pensato, spero che negli elementi di ravvedimento che sembra ci potrebbero essere - io non ci credo, ma, insomma, diciamo che sono stati annunciati - anche di questo si potrà trattare. Oltre a questo, perché sempre cose che non vengono considerate, ci sono tagli ai crediti di imposta sulle librerie, sui prodotti editoriali, sulle sale cinematografiche. Era un mondo che noi avevamo, nella passata legislatura, molto curato. Ci sono tagli su tutti i crediti di imposta, e quindi ci sarà una grande sofferenza da parte di tutti questi mondi; 5 milioni e 500 mila euro, si fa il conteggio rispetto a quello che si pensa di recuperare attraverso i tagli a questi crediti di imposta. E poi voglio citare anche l'abrogazione dei fondi per l'editoria e per le radio private…

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Tanta demagogia sulla cultura, tante promesse. Tutto quello che noi facevamo nella precedente legislatura era sempre poco, era sempre poco. Il paradosso è che adesso, in questa manovra di bilancio, quel poco, grazie a voi, diventa ancora meno, perché, come ricordavano i colleghi, vengono effettuati dei tagli clamorosi. Il taglio citato dal collega Migliore sulla Fondazione MAXXI produce un effetto diretto su quella Fondazione e diretto anche sulla creazione della sede decentrata a L'Aquila (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che doveva aprire in occasione del decennale del terremoto. Una grande operazione guidata dal Ministro Franceschini, seguito dalla collega Paola De Micheli e con il lavoro prezioso che abbiamo fatto in Parlamento. Tagliate i fondi e non saremo in condizioni di aprile la sede decentrata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ascani. Ne ha facoltà.

ANNA ASCANI (PD). Grazie, Presidente. In realtà questa tabella, queste tabelle, questo articolo fa il paio con quello che abbiamo detto sulla scuola. Questo Governo è allergico alla cultura come è allergico alla scuola. Lo hanno detto i miei colleghi: tagli ai musei, tagli alle librerie, tagli al cinema, tagli al bonus cultura per i diciottenni. E poi ci sono quelle famose tabelle in fondo, quelle di cui vi vergognate, quelle che, probabilmente, qualcuno di voi non avrà neanche visto. Anche qui, come per la scuola, nei prossimi tre anni sono previste centinaia di milioni di tagli, con un'aggravante: che voi al Ministero dei beni e delle attività culturali avete promesso di fare assunzioni. Non solo bloccate le assunzioni per quest'anno, ma con quei tagli, di fatto, impedite ai giovani professionisti di essere assunti e di lavorare nel mondo della cultura.

È evidente che la vostra allergia a ciò che è scuola e a ciò che è cultura si fa ogni giorno più pesante, ma a pagarla sarà il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sensi. Ne ha facoltà.

FILIPPO SENSI (PD). Grazie, Presidente. Sono già intervenuto sul tema della mattanza che il Governo si accinge a fare tagliando fondi a giornali e a testate nazionali e locali, ad emittenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Uno scempio di pluralismo, di libertà di informazione, in un momento già molto critico per il settore, come sanno bene, tra l'altro, i giornalisti dell'agenzia Askanews e della Gazzetta del Mezzogiorno, ai quali va la nostra piena solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ma in questo provvedimento, se possibile, c'è di più e peggio, c'è la volontà del Governo di disporre discrezionalmente, in base a logiche opache, di risorse da destinare, ce lo chiediamo, per premiare amici degli amici, disinformazione e propaganda, strumenti per continuare a intorbidare le acque dell'informazione in Italia. Una greppia per le fake news e la disinformatia in cambio dell'estinzione e della pulizia etnica di giornali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) che hanno tradizione, blasone, storia, professionalità. Questo è l'obiettivo del vostro colpo di mano, che combattiamo qui, questa notte, ma che continueremo ad avversare in ogni occasione e sede in nome della libertà di informare, diritto che vale per tutti i cittadini di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Purtroppo ci dobbiamo unire all'atto d'accusa sui tagli alla cultura. Abbiamo potuto fare ben poco in Commissione su questa correzione in terza lettura della manovra, lo avevamo già denunciato in prima lettura.

I tagli ai crediti d'imposta sull'editoria, sulle agevolazioni fiscali, i tagli ai musei autonomi, i tagli, pensate un po', con un Ministro dei 5 Stelle, siete andati in corto circuito e siete andati a tagliare i soldi al MAXXI e alla GNAM che sono gestiti e ovviamente collaborano a un sistema culturale di Roma, governato, ovviamente, dai 5 Stelle, chissà come l'avrà presa la sindaca Raggi, chissà come l'avrà presa l'assessore Bergamo, che è stato nominato dalla Melandri, presidente del consiglio di amministrazione del MAXXI.

Avete una visione confusa del panorama culturale; le assunzioni, da cinquemila, ci sono ancora le interviste del Ministro Bonisoli, sono diventate mille e non ci saranno i soldi per fare le altre, ma, soprattutto, non siete riusciti a darci una visione. Dite sempre - anche il sottosegretario Vacca nelle interviste lo dice - che è una manovra espansiva anche sulla cultura, che volete investire sulla cultura, e a noi risulta, come già è stato denunciato, sulla scuola e, anche, lì, abbiamo denunciato l'abolizione della FIT, della formazione, la mancata applicazione dell'editoria scolastica digitale che farebbe risparmiare migliaia di euro alle famiglie.

Non c'è una visione in tutti quelli che sono i campi di investimento sull'istruzione, sulla cultura, sull'editoria e, permettetemi, il collega sottosegretario Crimi ha rivendicato di aver ripristinato e di aver salvato le edicole; io vorrei ricordare al sottosegretario Crimi che quell'emendamento è stato firmato e proposto da Fratelli d'Italia, da Forza Italia, dal Partito Democratico e da altre forze dell'opposizione e, poi, è stato clonato e fatto proprio dal Governo; ma la domanda che aleggia in quest'Aula è: quali giornali venderanno le edicole, una volta che li avrete fatti chiudere tutti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, credo che questo sia un punto importante, come altri e forse più di altri, perché stiamo parlando dei fondi all'editoria, stiamo parlando di un tema che riporta una questione di rilevanza costituzionale che si chiama pluralismo, per cui noi esprimiamo tutta la nostra preoccupazione, la nostra contrarietà per questa scelta del Governo di taglio, seppur progressivo negli anni, dei contributi all'editoria, una scelta che sembra dettata più da ragioni di carattere ideologico, in qualche modo, un tentativo di fare autoavverare una profezia che Casaleggio fece ancora in vita, cioè quella che a una certa data non ci sarebbero stati più quotidiani cartacei.

Crediamo che sia un errore, un errore, tra l'altro, non collegato, lo dico al Vicepremier Di Maio, in particolare, ad un risparmio, perché alla fine si è deciso, il Governo ha deciso di non attuare un risparmio da questi tagli e, quindi, ciò è ancor più incomprensibile, per alcuni versi.

Noi crediamo che il tema del pluralismo sia un tema centrale; invitiamo, quindi, il Governo a recedere da questa sua decisione e, nei prossimi mesi, a provare a costruire insieme ai soggetti, quindi, insieme alla Federazione nazionale della stampa, insieme alla Federazione italiana degli editori, un sistema ordinato e corretto di contributo alla stampa e contributo all'editoria che esiste anche in altre parti del mondo e di cui non dobbiamo vergognarci. Credo che, in questo momento, il pluralismo valga più di un risparmio, peraltro, inesistente.

Io credo che un Paese che non avesse più nelle sue edicole, e questo è il rischio nei prossimi mesi, giornali come l'Avvenire, il manifesto o anche Libero, che ha posizioni molto lontane dalle nostre, sarebbe un Paese più povero e non un Paese più ricco (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Casciello. Ne ha facoltà.

LUIGI CASCIELLO (FI). Grazie, Presidente. Come abbiamo già fatto ieri, ribadiamo, anche oggi, l'urgenza di rivedere, magari anche successivamente, con una legge quadro, gli interventi a favore dell'editoria, perché non è possibile ridurre il tutto, e lo ribadisco oggi, come ho detto ieri, ad una vendetta contro i giornali, contro i giornalisti, dimenticando che tagliare il fondo al pluralismo significa condannare a morte certa, sicuramente probabile, almeno 200 giornali italiani.

Si tratta di giornali editi da cooperative di giornalisti, poligrafici, impiegati, costituite, molto spesso, dopo la chiusura di questi stessi giornali (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico). Non è un modo, non dico opportuno, ma non è un modo democratico di approcciarsi alla questione. Non vedo, oggi, il sottosegretario Crimi che in Commissione cultura, seppure nelle poche occasioni che ci sono state concesse, si è spinto addirittura a dire che la figura dei giornalisti è superata, perché sostituita dal quella dei social manager, e magari pensava al Vicepremier Di Maio, che, tra l'altro, è iscritto all'Ordine dei giornalisti, e che se mi ascoltasse farebbe cosa gradita. Tra l'altro, dal Vicepremier Di Maio, magari, mi aspetto - poiché l'Ordine dei giornalisti di Napoli, legittimamente, ha respinto proprio l'altro giorno la mia richiesta di accesso agli atti per la verifica della modalità dell'iscrizione del Vicepremier Di Maio all'Ordine dei giornalisti, in virtù della trasparenza sempre enunciata ed invocata - che ci dica lui come è stato iscritto, qualche anno fa, all'Ordine dei giornalisti nell'elenco dei pubblicisti, magari mostrandoci la sua copiosa produzione letteraria e giornalistica e le relative ritenute d'acconto (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

Ma io sono certo che non vuole essere una vendetta o, meglio, sono certo che vuole essere una vendetta, ma sono certo che questa vendetta non possa essere consumata così e, allora, tra le altre cose, è stato approvato al Senato, su iniziativa del sottosegretario Crimi, un intervento a favore delle edicole, dimenticando, però, che quello stesso intervento nasceva da un emendamento presentato - e bocciato -, qui, alla Camera, da Forza Italia e anche da Fratelli d'Italia.

D'altra parte lo avevamo chiesto noi un intervento a sostegno delle edicole, ma se chiudete 200 giornali in Italia, mi dite le edicole che cosa venderanno, dove li venderanno e a chi li venderanno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Sicuramente questo non è un Paese che si può rassegnare all'informazione omologante, omologata e, spesso, menzognera, attraverso la piattaforma Rousseau, quella stessa piattaforma con la quale, lo ribadisco, avete inondato il web, facendo credere che tutti i giornali italiani e tutti i giornalisti italiani siano sostenuti dallo Stato; è una menzogna della quale dovreste cominciare a vergognarvi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Nobili. Ne ha facoltà.

LUCIANO NOBILI (PD). Presidente, io vorrei rivolgermi, per suo tramite, al Ministro della cultura che, purtroppo, non è presente, evidentemente, si vergogna di quello che in questa manovra non c'è sui temi della cultura. Voglio tornare sul tema dei tagli che sono stati già evidenziati da alcuni miei colleghi, perché, guardi, Presidente, non sono tagli che riguardano solo la cultura, ma questi tre miliardi che vengono a mancare per GNAM e per MAXXI sono risorse che non limitano le possibili attività di queste due importantissime strutture, ma che ne mettono in dubbio la possibilità di continuare ad esistere, perché le risorse rimanenti sono troppo esigue e si colpiscono due istituzioni culturali che sono tra le più vitali della capitale d'Italia, che attraggono opere, investitori, pubblico; si tratta di due istituzioni culturali ancora non normalizzate da 5 Stelle e da Lega e mi domando se non sia questa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Grazie, deputato Nobili.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Presidente, soltanto per dire che l'umiliazione e lo svuotamento di funzioni del Parlamento e l'umiliazione e l'indebolimento della stampa non sono due cose che capitano casualmente insieme. Questo è un disegno politico molto preciso, che è rivolto allo smantellamento della nostra democrazia e a farne il simulacro di quello che conosciamo.

Impedire alle persone di farsi una libera opinione, impedire alle persone l'accesso, per esempio, a una fonte di informazione come Radio Radicale, che tutti dovremmo ringraziare continuamente per il servizio fatto negli anni (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente), è funzionale al disegno politico di cui tutti voi, lei compreso, siete gli esecutori, quello di trasformare una democrazia liberale in uno Stato autoritario, nel quale il cittadino è ridotto a chiedere: “volete Gesù o volete Barabba?”, secondo la riforma costituzionale del Ministro Fraccaro, e questo è tradotto nella legge di bilancio precisamente in esecuzione di quel disegno. Ma come le ho già detto oggi, caro Presidente, noi ci opporremo in tutti i modi. Saremo un argine insormontabile. Non passerete (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Anzaldi. Ne ha facoltà.

MICHELE ANZALDI (PD). Presidente, io vorrei un attimo tornare sul taglio all'editoria. Non sono i “giornaloni”, quelli che saranno penalizzati, perché a quelli è già stata tolta qualunque forma di finanziamento; sono dei giornali vitali, che arrivano dove spesso non arriva niente. Mancano poche ore al 1° gennaio, e voglio ricordare una cosa: 1° gennaio 2017, Istanbul, 34 morti, 75 feriti, cinque italiani nascosti sotto i tavoli che si sono salvati, l'attentato alla discoteca “Reina”.

Tutti gli italiani, quella notte, dopo che hanno finito di brindare, hanno saputo cosa succedeva, se i parenti o gli amici erano vivi, dalla RAI, ma la RAI, il gigante del servizio pubblico, si è collegata e diffondeva notizie grazie a un giornalista, Giustino Mariano, giornalista di Radio Radicale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che stava lì con i suoi mezzi. Ecco cosa stiamo distruggendo e cosa stiamo danneggiando. Sono giornalisti che, per passione, stanno dove non arriva nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Devo dirle, Presidente, che a me ha colpito molto questa vicenda del taglio a Radio Radicale. Mi ha colpito perché del Governo fa parte il MoVimento 5 Stelle, un movimento che della trasparenza dei lavori di quest'Aula, di questi edifici delle istituzioni parlamentari, ha fatto la propria etichetta di riconoscimento, dello streaming, delle dirette web. E, allora, qui si vuole chiudere la bocca allo strumento di trasparenza della democrazia italiana, che da decenni informa in diretta i cittadini di quello che succede qui dentro, anche quando qualcuno come voi, nelle ultime ore - lo dico, per il suo tramite, Presidente, alla maggioranza -, ha voluto impedire per un tratto la diretta web di un'importante discussione in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), proprio quella sulla legge di bilancio. Mi colpisce che questo Governo del cambiamento interpreti il cambiamento nel voler chiudere la bocca alla fonte di democrazia diretta più nota in questo Paese sulle dirette dei lavori del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Presidente, intervengo per aggiungere un ulteriore elemento di conseguenza delle questioni che stiamo discutendo, perché il taglio al fondo per il pluralismo… lo dico anche ai colleghi che stanno sghignazzando là in fondo…

PRESIDENTE. Per favore! Questo atteggiamento che si ride in Aula e si fa un capannello non è un atteggiamento buono per queste istituzioni. Quindi, per favore, un po' di silenzio, e rispettate i colleghi che stanno parlando. Prego.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, Presidente. Stavo dicendo che il taglio a questo fondo determinerà anche la scomparsa di una serie di piccole testate giornalistiche che sui territori raccontano la vita di comunità, di minoranze linguistiche, di sensibilità culturali. È stato lanciato l'allarme da parte dalla Federazione della stampa cattolica, che ricorda come questa manovra colpirà testate locali, settimanali ampiamente diffusi, ma che, per le caratteristiche di quei territori, fanno fatica a riuscire a far tornare i conti. Vogliamo davvero impedire alle minoranze linguistiche del nostro Paese di avere un loro settimanale, di potersi confrontare, di poter dialogare? È questa la sensibilità di un Paese? È questa la sensibilità anche di colleghi che hanno raccolto voti dicendo che avrebbero difeso le ragioni dei territori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Presidente, è come un incubo: dopo aver attaccato le ONG, dopo che non vi siete accorti - ma lo sapevate benissimo - di attaccare le associazioni no profit, che hanno la sola colpa di fare del bene, oggi, con questa decisione, mettete a serio rischio diversi quotidiani, la stampa libera. Io mi preoccupo non di un giornale in particolare o di una stampa in particolare, ma della libertà, per esempio, di uno storico giornale, della voce dei cattolici, come Avvenire, che sarà messa a serio rischio di continuità solo perché è una voce libera, che non abbassa la testa, come fanno i cattolici liberi, nei confronti di nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Rotta. Ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, ormai è chiaro, da tutta la discussione di questa legge di bilancio, che il Parlamento è appunto svuotato di quello che è il suo compito, ma non vi siete neanche degnati, a proposito dei tagli all'editoria, di ascoltare l'appello, piuttosto autorevole, direi, del Presidente della Repubblica, Mattarella, che un giorno è reo di un impeachment, inventato ovviamente dal Ministro Di Maio, e un giorno invece è l'angelo custode di questo Governo. Ebbene, è dovuto intervenire Mattarella per ricordare la funzione fondamentale della stampa libera nel nostro Paese e l'articolo 21, evidentemente tutto questo viene smentito dai tagli pesanti, chirurgici, politici, come hanno già detto i miei colleghi, per un disegno ideologico che vuole portare opacità anziché trasparenza.

Ma vorrei anche ricordare al presente Ministro Di Maio che, grazie a questi provvedimenti, si rischiano 10 mila posti di lavoro. Allora, per questi lavoratori, che non chiedono un reddito di cittadinanza, ma chiedono e pretendono di lavorare, nessuna dignità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! State certi che questi tagli alla libertà di stampa non vi salveranno…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Occhionero. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (LEU). Presidente, approfitto dell'occasione per dire che purtroppo state togliendo e tagliando democrazia alle piccole realtà locali, in cui le TV rappresentano la voce di questi territori. Con questa manovra, che schiaccia la democrazia, anche il mio piccolo Molise verrà privato della sua voce, oltre che di numerosi posti di lavoro. Questa è la manovra del cambiamento (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (PD). Presidente, anch'io voglio intervenire su questo punto, perché con i tagli ai fondi per l'editoria non si vanno a colpire le grandi testate, si vanno a colpire i territori, si vanno a colpire le comunità locali, dove i giornali, i quotidiani, i settimanali, sono punti di riferimento per la comunità. Faccio l'esempio della mia terra, la Romagna, dove, con questo taglio si andrebbe a colpire un quotidiano storico, il Corriere Romagna, si andrebbero a colpire diversi settimanali di ispirazione cattolica e non solo: il Momento, il Ponte, il Corriere Cesenate, Sabato Sera e Sette Sere, che sono due settimanali molto diffusi nell'area della Bassa Romagna. In tutti i territori d'Italia questo taglio sarebbe veramente molto, molto pesante, e sarà veramente molto, molto pesante per la qualità dell'informazione ma anche, Presidente - e questo credo dovrebbe stare a cuore anche a lei -, per la qualità della democrazia e della convivenza civile, perché una comunità che non può più contare su dei mezzi d'informazione, su un punto di riferimento, per poter anche condividere e conoscere quello che accade nella propria realtà, è sicuramente una comunità più povera, del resto in linea con questa manovra, che è una manovra che va contro l'interesse del popolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Zanella. Ne ha facoltà.

FEDERICA ZANELLA (FI). Grazie, Presidente. Questo articolo sottende una nemmeno troppo celata volontà di imbavagliare quanto più possibile la libera stampa. E devo dire che il combinato disposto di questo articolo con la soppressione del terzo della capacità trasmissiva riservata alle emittenti locali inquieta non poco sotto questo profilo, perché mi sembra evidente la volontà di annichilire quanto più possibile il pluralismo dell'informazione, per cui noi combattiamo. Il tutto, peraltro, senza un adeguato ristoro che permetta, per esempio, alle emittenti locali una sopravvivenza sia in termini di capacità trasmissiva che economica.

Domani spero di poter parlare di un ordine del giorno che spero che il Governo accolga, per cercare in qualche modo di ovviare a questo articolato e anche alla soppressione del terzo di capacità trasmissiva; avrete una buona occasione per farlo, Vicepremier Di Maio, che sorride. Visto che lei ha la delega alle telecomunicazioni, si ricordi che le emittenti locali danno da lavorare, oltre ai 10 mila di cui si parlava prima, dei giornali, a 5 mila…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (PD). Grazie, Presidente. Intervengo anch'io su questo argomento per soffermarmi brevemente sulla vicenda di Radio Radicale, su cui sono anch'io stupito della decisione del Governo, veramente ingiustificata, anche perché mi aspettavo atteggiamenti esattamente all'opposto. Vede, Radio Radicale svolge un servizio pubblico, che non è quello di commentare le prese di posizione dei politici o di costruire un palinsesto in cui chiama chi le è simpatico e chi le è antipatico non lo chiama, trasmette in diretta, fa sentire la nostra voce, quello che accade in quest'Aula, spesso quando lo consentiamo - voi lo consentite molto meno di noi - quello che accade nelle Commissioni, fa un servizio, che è utile, di informazione.

Allora io mi aspettavo che chi ha professato parole sempre di lode per la trasparenza - apriamo questa Camera, questo Parlamento all'informazione per i cittadini, per far conoscere cosa accade - si comportasse con coerenza, invece ha fatto esattamente il contrario, creando i presupposti per chiudere Radio Radicale, per penalizzare un servizio pubblico, alla faccia di tutto quello che ha pontificato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Grazie, signor Presidente. Solo per svolgere una breve considerazione sul taglio di fondi all'editoria. Tagliare i fondi a stampa di qualità, informazione di qualità, come Radio Radicale, Avvenire e Il manifesto vuol dire veramente minare il pluralismo del nostro Paese, perché queste testate fanno un lavoro molto profondo, sia nella sensibilizzazione in merito alle istituzioni e al nostro lavoro, ma anche tengono aperta una finestra sul mondo, tutte e tre queste testate, Radio Radicale, Avvenire e Il manifesto hanno attenzione sul mondo, su quello che avviene fuori dai confini nazionali. Evidentemente, al tempo del sovranismo, questo ambito non interessa e gli italiani sono costretti ad occuparsi solo di quello che accade entro i confini nazionali, ignorando il resto del pianeta (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, signor Presidente. Per suo tramite vorrei rivolgermi al Governo, alla maggioranza. Con questo provvedimento, in particolare ce ne sono molti che non vanno in questa legge di bilancio, ma col provvedimento che mette in campo i tagli all'editoria voi assestate un colpo mortale al pluralismo di questo Paese. Non ci stupisce. Quello di cui avete paura sono le parole, ma io ve lo voglio dire in modo molto chiaro: quando si comincia ad aver paura delle parole, quando si dà la caccia alle parole, quando si cancellano le idee, quando si chiudono le voci, quello che si prospetta è un futuro losco e triste per tutti, anche per voi, è un futuro pericoloso, bisogna stare molto attenti. Quando il fanatismo del proprio punto di vista pretende di oscurare ogni altra voce critica, quel che si prospetta non ha nulla di buono neanche per chi lo mette in campo (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, mi unisco al coro di proteste per questo atteggiamento che viene fuori dalla maggioranza in questa manovra, il taglio all'editoria, alle voci libere che vengono dal territorio. Io ricordo, fin da ragazzino, che Radio Radicale ha rappresentato qualcosa di molto lontano dai valori e dagli ideali che contraddistinguono il mio movimento, però era un posto dove le voci libere, i fascisti, gli antifascisti, i primi leghisti potevano parlare liberamente, prima che esistesse la rete, quella rete alla quale voi fate appello come luogo di libertà, voi del MoVimento 5 Stelle, lo dico a lei, Presidente, perché faccia riferimento al suo movimento originario. Ebbene, prima della rete esistevano le radio, che permettevano questo lavoro, e oggi crediamo che sostenere quell'azione sia ancora una ragione che ha una sua validità. Il taglio all'editoria probabilmente nasconde qualcosa di diverso. Voi immaginate di contrarre quei mass media, che non sono asserviti probabilmente al Governo o alla parte di Governo che non abbiamo sentito mormorare su questo, perché gli amici della Lega avevano capito che era un errore, si sono relazionati con questo mondo, hanno dato rassicurazioni, però, poi, probabilmente, hanno scambiato questo intervento con altro…

PRESIDENTE. Deve concludere.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). …e oggi ci troveremo a vedere tagliate testate locali, testate che davano voce ai territori, testate che, all'opposto dei nostri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Un osservatore esterno che guardasse a queste giornate, alla legge di bilancio, e vedesse che viene approvata senza nessuna lettura da parte del Senato e della Camera e poi scoprisse che al suo interno ci sono provvedimenti, come quello che è stato ricordato, che tagliano i fondi al pluralismo informativo, che tagliano i fondi a Radio Radicale, che idea si farebbe della direzione di marcia dove va la democrazia di questo Paese? Allora credo che bisogna prestare grande attenzione a quello che si fa qua oggi. In Commissione bilancio discutemmo a lungo di Radio Radicale e tutti i gruppi di opposizione - tutti i gruppi di opposizione! - furono assolutamente concordi e determinati nel chiedere il ripristino totale del finanziamento dei 10 milioni. Siamo arrivati a 5. Nessuno, allora, né del Governo, né della maggioranza, ci spiegò le ragioni del taglio. Approfitto della presenza del Vice Ministro Di Maio per chiedere a lui le ragioni del dimezzamento del taglio del finanziamento a una radio come Radio Radicale, che trasmette in diretta o in differita la voce dei parlamentari, la voce delle istituzioni, la voce dei cittadini che vogliono fare…

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Lepri. Ne ha facoltà.

STEFANO LEPRI (PD). Grazie, Presidente. Io credo che dopo tutti gli interventi che abbiamo fatto noi disperiamo sulla possibilità di convincere il nostro Vicepremier circa l'opportunità di difendere la libertà di espressione attraverso i giornali. Provo allora a convincerlo, semmai mi ascolta, attraverso un'altra argomentazione. Io le avrei mostrato, l'ho lasciato in ufficio, il bollettino con cui mi accingo a rinnovare l'abbonamento al giornale diocesano di Torino. È un abbonamento che rinnovo ogni anno, come sostenitore probabilmente verserò anche una cifra importante e voglio farle notare come si tratta di imprese - glielo dico in qualità di Ministro del lavoro - che in larga parte si autofinanziano e hanno bisogno solo di una piccola o media parte dei loro introiti per potersi mantenere in vita. Ora noi siamo di fronte a questo rischio - glielo dico da Ministro del lavoro -, di far morire imprese dove lavorano cinque, dieci, quindici giornalisti, piccole testate, che hanno comunque entrate dai cittadini e che verrebbero meno…

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Brunetta. Ne ha facoltà.

RENATO BRUNETTA (FI). Grazie, signor Presidente, anzi, sorridendo, deputato Fico, Presidente pro tempore. Radio Radicale è un patrimonio della nostra democrazia, il suo archivio ha un valore inestimabile per la nostra storia democratica. Il fatto di aver tagliato della metà il finanziamento per la sua funzione pubblica, per la sua convenzione con il Ministero dello sviluppo, penso sia stato un atto di una gravità inaudita, senza senso. L'emendamento che portava a 10 milioni il finanziamento a Radio Radicale, cioè che completava il finanziamento per l'anno prossimo, portava la mia prima firma, però, devo dire, c'era un consenso unanime in Commissione bilancio. Un consenso unanime tale che l'allora Vice Ministro che rappresentava il Governo in Commissione…

PRESIDENTE. Deve concludere.

RENATO BRUNETTA (FI). …di fronte all'emendamento da me presentato, che riguardava i 5 milioni, si ripropose di dire: sospendiamolo per portarlo a 10. Non fu fatto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Al Senato si ottenne…

PRESIDENTE. Grazie deputato Brunetta (Commenti del deputato Brunetta).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). Grazie, Presidente. Suo tramite, io vorrei rivolgermi al Vice Presidente del Consiglio Di Maio, perché il Vice Presidente del Consiglio, di fronte alle considerazioni che qui abbiamo sviluppato e che da settimane…

PRESIDENTE. Per favore, questo brusio, per favore (Commenti del deputato Brunetta)… deputato Brunetta… deputato Brunetta, per favore…

Prego, deputato Fassino.

PIERO FASSINO (PD). Vorrei dire, per suo tramite, al Vicepresidente del Consiglio che in queste settimane, di fronte a obiezioni che venivano avanzate a tagli che questa legge di bilancio prevede, si è detto: sì, ma poi rivedremo, discuteremo, incontreremo coloro che sono colpiti da questi tagli; e lo si è detto per le associazioni del volontariato, lo si è detto anche per gli organi di stampa. Io voglio dire questo: uno dei fondamenti di una vita democratica è la certezza del diritto; e la certezza del diritto presuppone che si sappia quali sono le regole a cui bisogna ottemperare. Il 2 gennaio 2019 le associazioni di volontariato a quale regime fiscale dovranno rispondere? Il 2 gennaio 2019 i giornali che sono oggetto di questi tagli vedranno ridotte le loro risorse o saranno convocati per ridiscutere? Tutto questo non è chiaro, e non (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Presidente, io provo stupore nel vedere questi tagli all'editoria: prima si parlava di Radio Radicale, non solo il servizio che svolge nel mandare in onda le nostre sedute, ma penso alle sedute del Consiglio superiore della magistratura, al ruolo che ha anche all'interno delle carceri, porta la parola, informa tutti anche all'interno delle carceri, quindi ha un ruolo e una funzione sociale. Ma mi fa ridere quando poi si parla della proposta di legge del Ministro Fraccaro sulla democrazia diretta: avete dedicato un Ministero alla democrazia diretta, e non capite che la democrazia parte dall'informazione, parte dai cittadini, parte dal comunicare e dal far capire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Allora, quando poi ci farete discutere sul progetto di legge sulla democrazia diretta, rimarcheremo: voi, da una parte volete eliminare parte della democrazia, perché riducendo l'informazione andate a incidere, e dall'altra, invece, fate credere agli italiani che volete fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mule'. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI). Presidente, do seguito a quanto diceva il presidente Brunetta: chiudere la voce di Radio Radicale corrisponde a tagliare una voce della democrazia. Il Presidente Conte diceva: ebbene, faremo un tavolo; ma se noi a questo tavolo, prima di inaugurarlo, tagliamo le gambe, togliendo la voce a Radio Radicale, il tavolo non ha senso. Quando il Premier dice “andate sul mercato”, non si rende conto di una bestialità: il mercato per Radio Radicale è la democrazia, siamo noi, è la partecipazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Non c'è mercato per la democrazia, perché viceversa diventerebbe qualcos'altro! Non è difficile da capire, Presidente, e su questo c'era un consenso unanime. Quindi, averlo tolto significa voler punire in maniera totalmente fuori dalla realtà una radio che non è una radio così, che trasmette musica, ma trasmette l'essenza della democrazia che avviene in quest'Aula e fuori da quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Presidente, c'è un filo rosso che lega i provvedimenti di questo Governo, e quel filo rosso è l'odio verso la libertà: l'odio verso la libertà di informazione, che i tagli all'editoria dimostrano; l'odio nei confronti della libertà delle donne, che il disegno di legge Pillon o altre grandi affermazioni del Ministro Fontana quotidianamente dimostrano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). O l'odio verso la libertà dei cittadini: perché vedete, quando parlate di reddito di cittadinanza voi parlate di sudditi, non parlate di cittadini, perché il lavoro è l'unico strumento di libertà delle persone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E, allora, faccio una proposta a quest'Aula: lo staff social del Ministro Di Maio costa quasi 1 milione di euro l'anno, quei milioni di euro che servono a una voce libera come Radio Radicale per riuscire ad andare avanti e per mantenere una cosa che si chiama “voce libera”. Quello che voi non volete, perché da una parte ci sono quelli che chinano il capo davanti al capitano, e dall'altra parte ci sono quelli che chinano il capo invece davanti ai contratti della Casaleggio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Miceli. Ne ha facoltà.

CARMELO MICELI (PD). Presidente, lo diceva prima di me l'onorevole Ferri: forse non è noto a questo Governo, non è noto probabilmente al Ministro Di Maio, impettito, puntuale e sorridente come sempre, che dispensa saluti a tutti, non è noto qual è il servizio che rende Radio Radicale. Non rida, Ministro, perché vede, lei non sa forse che Radio Radicale trasmette la diretta di processi importantissimi: il processo per la morte di Stefano Cucchi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente), il processo a Carmine Spada e altri, il processo Ilva, il processo per il disastro ambientale avvenuto nella discarica Resit di Giugliano, il processo per la strage di Bologna, il processo per l'omicidio dall'avvocato Enzo Fragalà, il processo alla 'ndrangheta stragista, il processo per l'omicidio della giornalista del Corriere della Sera Maria Grazia Cutuli, il processo per l'omicidio Mauro Rostagno (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente), il processo per la trattativa. Vergognatevi! Vergognatevi! State mandando in oblio la diretta di questi processi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente)

PRESIDENTE. Ha concluso il tempo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Presidente, se da un lato reputo grave questo taglio dei fondi all'editoria, perché limita la libertà di stampa, limita la possibilità dei giornali di criticare liberamente il Governo, trovo però altrettanto, anzi, ancora più disgustosa e sgradevole questa ipocrisia del Partito Democratico (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), che quando era al Governo usava i soldi dell'editoria per condizionare i giornali. Ricordo il Ministro dello sport che aveva anche la delega all'editoria: e non era perché doveva occuparsi de La Gazzetta dello Sport, era perché così Renzi poteva indirizzare e controllare quello che scrivevano i giornali tramite i soldi all'editoria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi prima di fare i “verginelli” oggi, pensateci tre volte, perché se non è gradevole, anzi, mi mette profondamente a disagio il taglio all'editoria fatto da questo Governo, il Partito Democratico dovrebbe stare zitto, perché su questo tema ha la coscienza molto (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Grazie. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Quali articoli?

EMANUELE FIANO (PD). Articolo 59.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, lei ricorda che in altra fase della giornata io le chiesi di censurare, e poi anche il collega Giachetti si dilungò nella citazione, per l'appunto dell'articolo 59, un passo delle parole qui pronunziate dalla collega Teresa Manzo nella dichiarazione di voto conclusivo prima del voto di fiducia a nome del MoVimento 5 Stelle.

Abbiamo chiesto che il Presidente censurasse delle parole della collega Teresa Manzo, che ha pronunziato, nell'esposizione della sua dichiarazione di voto, a nome del MoVimento 5 Stelle, prima del voto di fiducia. Lei ci disse che forse avevamo ragione, ma che lei doveva consultare il testo stenografato. Allora glielo leggo io, perché pensavo che fino adesso le fosse stato presentato.

La collega Manzo, come noi le citavamo in diretta, ha detto quello che noi le dicevamo. Cioè, la collega Manzo dichiara che il PD ha favorito i truffatori: “Avete favorito i truffatori e non avete tutelato i truffati”.

Per chiarezza, Presidente, favorire un truffatore, cioè colui che ha una condotta penalmente rilevante, è un reato di complicità con un reato penale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi, in quest'Aula una collega appartenente al MoVimento 5 Stelle ha accusato gli oltre cento parlamentari del Partito Democratico di avere commesso un reato penale.

Dunque, ora io le chiedo, visto che immagino che avrà avuto il tempo di leggere lei o i suoi uffici, che le avranno fornito il testo stenografato al quale noi ci siamo richiamati in diretta, se queste parole siano, oltre che calunniose e, quindi, passibili di richiesta di querela per diffamazione, se secondo lei siano ammissibili nella dinamica politica di quest'Aula per l'opinione del Presidente super partes o no. Infatti, non c'è un'opzione di mezzo: o sono parole calunniose, perché noi non abbiamo favorito nessun truffatore, o non sono calunniose. Il nostro parere può immaginarlo, perché io mi sento diffamato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), come recita il codice penale, perché io non ho mai favorito nessun truffatore, cioè nessuno che abbia commesso il reato di truffa.

Io chiedo a lei, nello spirito dell'articolo 59 - mi pare che Giachetti avesse citato questo articolo, cioè il comma 1 dell'articolo 59 e, quindi, la pronunzia di parole sconvenienti -, se lei ritenga che questo sia l'episodio de quo citato in quell'articolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Le dico che ancora non ho controllato lo stenografico.

VITTORIO SGARBI (MISTO). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa?

VITTORIO SGARBI (MISTO). In ordine alle considerazioni dell'onorevole Fiano…

PRESIDENTE. Sul Regolamento?

VITTORIO SGARBI (MISTO). Sì, sul Regolamento, che ho davanti. Vorrei in senso garantista ricordare all'onorevole Fiano e anche a lei che esiste nella Costituzione l'articolo 68, che investe non l'immunità, come molti pensano, ma l'insindacabilità delle opinioni espresse in quest'Aula, la quale in ordine all'autodichia non può immaginare che la magistratura entri per sanzionare un deputato del MoVimento 5 Stelle.

Voglio dire, però, che c'è uno strumento che lei deve applicare, che è l'articolo 58. Se si ritiene diffamato, l'onorevole Fiano può chiedere che il deputato sia accusato di fatti che ledono, come ha detto, la sua onorabilità e che, quindi, si nomini una Commissione interna la quale giudichi la fondatezza delle accuse. Quindi, non un tribunale ma questo Parlamento, con lei che accogliendo la sua volontà, la sua natura di diffamato, nomini una Commissione. Ma non credo che occorra richiamare la magistratura perché qui siamo immuni, siamo insindacabili, e diciamo quel “cazzo” che vogliamo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Deputato Sgarbi, moderi il linguaggio. Le dico solo che rispetto - per favore! - a quest'ultimo intervento il giurì d'onore può essere sollecitato, convocato o attribuito solo se c'è una diffamazione ad un deputato specifico fatta con nome e cognome. In questo caso non è possibile.

Siccome non ho letto ancora lo stenografico, che ho qui, mi riservo di…

ALESSIA MORANI (PD). Glielo ha letto l'onorevole Fiano!

PRESIDENTE. Lo leggo io contestualizzandolo qui e domani mattina saremo qui e vi darò una risposta, rifacendo di nuovo magari il richiamo al Regolamento. Non c'è problema e possiamo andare avanti.

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 1334-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15, con l'annessa Tabella 14 (Vedi l'allegato A), a cui non sono riferiti emendamenti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (PD). Grazie, Presidente. Questo articolo di fatto si impone per la sua aridità ed è collegato molto con il tema del dibattito precedente, perché nonostante i fumogeni e i fuochi di artificio di una comunicazione torbida e alcune volte addirittura tossica sulla sanità questa legge di bilancio ha di fatto prodotto una vera e propria abbandonata, che è la sanità.

Chi ha un minimo di esperienza - e il Viceministro Garavaglia ne ha in questo senso di esperienza - sa bene che in questa legge di bilancio non c'è una lira in più per il Fondo sanitario nel 2019, non c'è una lira in più per gli investimenti in edilizia sanitaria nel 2019 e non c'è nulla, nonostante fosse stato accolto alla partenza della discussione alla Camera un mio ordine del giorno, sul personale che riguarda la sanità nel nostro Paese e ci sono ridicole azioni - ripeto: ridicole azioni - che riguardano le liste d'attesa e c'è una sanatoria inquietante sulle professioni sanitarie che produrrà una guerriglia nel sistema sanitario del nostro Paese che, a sua volta, sarà causa di effetti ancora più devastanti e più negativi.

Su questo tema si è tentato ostinatamente…

PRESIDENTE. Deputato Adelizzi, per favore. Prego, andiamo avanti.

VITO DE FILIPPO (PD). Su questo tema devo dire che ci sono stati anche gli interventi responsabili di alcuni rappresentanti della maggioranza e soprattutto del gruppo della Lega, ma non abbiamo avuto la possibilità di convincere quale disordine - quale disordine! - nel sistema sanitario del nostro Paese quell'articolo, approvato nottetempo al Senato, produrrà nei prossimi mesi appunto nel sistema sanitario del nostro Paese. Niente sul personale, niente sul contratto, niente sull'edilizia e nemmeno una lira in più sul Fondo sanitario nazionale.

Se avete cambiato i saldi nel breve volgere di qualche settimana sicuramente quello che è il bilancio che voi proponete e che si propone dal 2021 rappresenta prospettive finanziarie assolutamente infondate e di nessuna sicurezza. Ci renderemo conto nel corso del prossimo anno, purtroppo a tumulazione avvenuta (di questo si tratterà: a tumulazione avvenuta), dei danni che con questa legge avete prodotto alla sanità del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Grazie. Io credo che questo articolo, con cui si sostanziano i tagli alla sanità che questo Governo ha ritenuto di realizzare, sia esemplificativo della linea di condotta di una manovra che evidentemente presenta delle criticità. Credo che sia necessaria una premessa e la premessa è che davvero nessuno invidia chi si trova a gestire un bilancio dello Stato che è stato afflitto da Governi come quelli di Renzi e di Gentiloni, Governi che hanno drasticamente e drammaticamente condizionato le scelte. Noi abbiamo sentito poco fa l'onorevole Fiano lamentarsi - legittimamente, per carità - del fatto che qualcuno ha accusato loro di non avere difeso adeguatamente i risparmiatori. Ebbene, noi lo ribadiamo. Sul risparmio e su quello che è stato fatto ai danni dei risparmiatori delle banche credo che si sarebbe dovuto fare molto di più e anche questo Governo avrebbe dovuto fare molto di più.

Pertanto, credo che sia importante, proprio per questa distanza che separa Forza Italia e gli altri componenti del centrodestra dalle politiche precedenti, chiarire perché Forza Italia non può votare a favore e non ha votato a favore sulla fiducia e non voterà a favore né su questo articolo né sugli altri. Infatti, noi riteniamo che ci sia un tradimento del contratto di governo stipulato tra il centrodestra e gli italiani che chiedeva altro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente): chiedeva il taglio delle accise, chiedeva il taglio delle tasse sulle autovetture, chiedeva il taglio e l'abolizione dell'imposta sulla casa, un'imposta che, lo ricordiamo, abbiamo sempre visto come una tassa sui debiti, soprattutto quando l'immobile era comprato contraendo un mutuo ovvero quando la casa di fatto è delle banche.

Nel contratto stipulato tra le forze di centrodestra abbiamo chiesto di non toccare i fondi sulla sanità, perché sappiamo bene che questo significa tagliare gli ospedali di provincia e tagliare i nosocomi che magari sono più lontani dalle realtà cittadine.

Avevamo chiesto di non toccare, anzi di introdurre, forme importanti di sostegno alla famiglia, quella vera, Ministro Fontana, quella vera, non quella che qualcuno vorrebbe, in una qualche maniera, equiparare alla famiglia formata da un uomo e da una donna che decidono di mettere al mondo dei figli. Il programma del centrodestra era ed è questo, un programma che parlava dell'abolizione della tassa sulle successioni, dell'abolizione delle tasse sulle donazioni, un programma che diceva che alle imprese bisogna restituire energie e libertà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ed era un programma che prevedeva espressamente che la fatturazione elettronica non doveva entrare in vigore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Dovevamo fare altro, non introdurre il reddito di cittadinanza, l'unico reddito di cittadinanza che per il popolo di centrodestra vale è quello di chi si rimbocca le maniche e va a lavorare, non di chi sta in poltrona ad aspettare che arrivi il papà Stato a dare qualche cosa per ogni mese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

Questo era il programma del centrodestra che volevamo, ma siamo sicuri che gli amici e gli alleati della Lega inizino a manifestare una forte insofferenza perché quando parliamo di infrastrutture siamo consapevoli del fatto che nel programma del centrodestra, quello con cui loro hanno ottenuto i nostri voti, anche il mio, che nel mio collegio ho votato un candidato della Lega e sono contento che sia stato eletto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché doveva partecipare alla costruzione del programma del centrodestra, non a fare quello che sta facendo in queste forme di criptocomunismo coi grillini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente – Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali), che stanno massacrando le imprese, stanno massacrando le famiglie, aumentano la tassazione locale.

Questo è quello che andava fatto nel programma del centrodestra ed è il motivo per il quale siamo critici, non perché non vediamo segni di cambiamento, non ci interessa il cambiamento fine a se stesso, noi vogliamo migliorare le cose, noi vogliamo lasciare ai nostri figli un'Italia migliore di quella che abbiamo ricevuto dai Governi Renzi e Gentiloni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Basterebbe poco per farlo, basterebbe poco per ottenere qualche cosa al riguardo. Basterebbe davvero dare attuazione a quel programma per il quale noi abbiamo ottenuto la fiducia degli italiani e siamo la forza maggioranza, il centrodestra unito, un programma che deve credere all'Italia e agli italiani, non invece, surrettiziamente, lasciare che il reddito di cittadinanza, come vedremo tra breve, venga dato agli immigrati, venga dato ai clandestini, venga dato a chi evidentemente, secondo me, non ne ha titolo.

E una parola, mi perdoni signor Presidente, la voglio riservare a lei. La conduzione che lei ha avuto dell'Aula è stata, forse per chi non se l'aspettava, scabrosa, ma da chi ha difeso i centri sociali, come lei ha fatto neanche un mese fa, beh le posso dire che mi ha rassicurato sapere che chi difende i centri sociali non potrà mai difendere me, perché se loro sono da una parte, io sono dall'altra (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e il fatto che lei abbia mancato sul ruolo di garanzia è la migliore dimostrazione del fatto che voi siete comunque dei faziosi, e anche su questo invito gli amici della Lega a riflettere, perché vostro alleato è chi ha militato nei centri sociali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)

PRESIDENTE. Deve concludere.

GALEAZZO BIGNAMI (FI)...chi ne va orgoglioso e chi ancora oggi li difende. Noi abbiamo un'altra concezione dell'ordine e della legalità e… (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, Presidente uso questo minuto per segnalare all'Aula una cosa, a mio giudizio, molto grave. Vedete, in questa legge di bilancio non c'è solo quella che abbiamo detto che di fatto si è già realizzata, e che dopo quello fiscale e quello edilizio, avete introdotto un'altra norma che riguarda invece quella sulla tutela della salute e sulla cura dei pazienti. Mi riferisco, in particolare, a quella che puzza veramente di una sanatoria e che riguarda le professioni sanitarie. Vedete, questa norma è una norma scritta male perché va a modificare la legge n. 42 del 1999, che nulla ha a che vedere con la “norma Lorenzin”, additata, come dire, come giustificazione per aver introdotta. Allora, il nostro ordinamento già divide chi sono i professionisti sanitari da quelli che invece sono operatori di interesse sanitario, ma con funzioni ausiliario. Bene, con la norma che voi avete introdotto volete riconoscere a chi ha lavorato 36 mesi negli ultimi dieci anni, anche non continuativi, di diventare per legge un professionista sanitario anche se negli altri…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Anch'io a sottolineare il grande assente di questa manovra di bilancio, che è la salute dei cittadini, la sanità pubblica, la sua difesa, il suo finanziamento, e la sottolineo come la grande sconfitta del ministro Grillo che pure, a parole, aveva riconosciuto la preoccupazione rispetto al rischio di un definanziamento del Sistema sanitario nazionale. Non c'è un euro in più, in questa legge di bilancio, sulla salute dei cittadini; non c'è un euro in più, non c'è una scelta di investimento su quello che è uno dei principali elementi di sicurezza dei cittadini, che è, appunto, la garanzia di avere una risposta adeguata di salute davanti ai loro eventuali problemi di salute. Il diritto alla salute viene, in questo senso, minato; non vi è, in questa manovra di bilancio, un investimento sui professionisti della salute, che garantiscono, con il loro lavoro quotidiano, ogni giorno, qualità, in mezzo a mille complessità e a fronte di un contratto, penso al contratto dei medici, che, da oltre dieci anni, non viene rinnovato. Si perpetuano le diseguaglianze di salute, non intervenendo, non finanziando i livelli essenziali di assistenza e, infine…(Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Siani. Ne ha facoltà.

PAOLO SIANI (PD). Grazie Presidente, io vorrei farle notare che, in sanità, c'è un altro grande problema, l'anagrafe vaccinale, che è stata, sì, finanziata, ma sottofinanziata. Il fulcro per controllare che i vaccini funzionano, per raccogliere dati certi e qualificati e per monitorare reazioni avverse è senza dubbio il registro vaccinale dell'anagrafe vaccinale, ma il fondo messo a disposizione è totalmente insufficiente, che non si riuscirà a farlo e saremo, fra un anno, di nuovo a ragionare di vaccinazioni sì o vaccinazioni no. Allora, credo sia stato un errore straordinario mettere così pochi soldi su uno strumento determinante per la salute dei bambini ma non solo dei bambini, della popolazione intera. Per cui credo sia un errore strategico stanziare così pochi soldi per uno strumento decisivo per il nostro Paese, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ETTORE ROSATO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa?

ETTORE ROSATO (PD). Sull'articolo 8 del Regolamento. Mi hanno insegnato, quando sono arrivato qui e, vedo alcuni dei miei insegnanti seduti lì, che vi sono delle norme scritte sul Regolamento e poi vi sono delle prassi parlamentari; una di queste prassi parlamentari, che ho imparato, è che, quando uno interviene, ha bisogno dell'ausilio della Presidenza, anche in cose banali. La cosa banale che però fa la differenza, le assicuro, è quella che, quando si sta per finire il tempo, si usa il campanello e lo si avvisa. Perché, mentre uno parla (anche con un tempo di un minuto abbiamo cercato di svolgere tutti interventi argomentati), e, nell'argomentazione, uno arriva ad un minuto e dieci secondi, e lei toglie la parola in maniera drastica… perché non siamo in una fase di ostruzionismo; non stiamo facendo ostruzionismo. No, No…(Commenti)! Volete vederlo l'ostruzionismo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Per favore! Per favore!

ETTORE ROSATO (PD). Va bene. Se volete vedere l'ostruzionismo, ve lo facciamo vedere.

PRESIDENTE. Deputato Rosato, sta intervenendo per un richiamo al Regolamento. Prego, rimanga sul punto.

ETTORE ROSATO (PD). Non ho sentito il suo stop

PRESIDENTE. Invece sì!

ETTORE ROSATO (PD). Io volevo richiamare l'attenzione a una sensibilità nei confronti dei colleghi che stanno intervenendo: invece di togliergli la parola dopo sessantun secondi, usi l'accortezza di consentirgli di concludere il ragionamento, perché, probabilmente, quel ragionamento che vogliono svolgere è utile anche a comprendere un problema, di cui il Governo non si è fatto carico nell'esame della legge di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Di solito, la campanella è ad un minuto dalla fine del discorso e avverto i deputati. In questo caso, potrebbe essere a trenta secondi, poi ad un minuto, considerando che io spesso cerco di far finire sempre i discorsi e vado più avanti del minuto.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, sull'articolo 8, signor Presidente. Come lei sa, l'articolo 8 ci dice che lei, signor Presidente, rappresenta la Camera, assicura il buon andamento dei suoi lavori, facendo osservare il Regolamento, eccetera eccetera e che, quindi, in applicazione del Regolamento, lei dà la parola, dirige, modera la discussione, mantiene l'ordine, pone le questioni, stabilisce l'ordine, e via seguitando. Nel Regolamento della Camera non c'è scritto da nessuna parte che il Presidente della Camera abbia bisogno di un avvocato difensore, men che meno abbia bisogno del Governo in qualità di avvocato difensore.

Signor Presidente, in questi giorni, in queste ore, abbiamo avuto modo di avere una lunga interlocuzione. I giornali di oggi sono pieni del modo con il quale noi abbiamo censurato il suo atteggiamento, a nostro giudizio, che è un giudizio politico, evidentemente, non rispettoso della terzietà e della imparzialità che il Presidente di questa Assemblea debba avere. E questa sera, pochi minuti fa, è giunta la conferma…

PRESIDENTE. Però qual è la questione regolamentare?

ENRICO BORGHI (PD). Abbiamo letto una dichiarazione del qui presente Ministro Fraccaro, il quale si è peritato di dichiarare che lei, signor Presidente, svolge in maniera ineccepibile…

PRESIDENTE. Però non è un richiamo al Regolamento, questo.

ENRICO BORGHI (PD). Capisco che le possa far male…

PRESIDENTE. Non fa male, ma non è…

ENRICO BORGHI (PD). …che si parli, si censuri e si dica qualcosa, però lei non è al di sopra del bene e male, come tutti quanti noi.

PRESIDENTE. Le do un altro minuto su questo richiamo al Regolamento.

ENRICO BORGHI (PD). Allora spenderò il minuto che mi è dato dal Regolamento, perché quando si interviene sul Regolamento si ha diritto a cinque minuti.

PRESIDENTE. Sì, però deve rimanere sul Regolamento.

ENRICO BORGHI (PD). E io rimango sul Regolamento per dire che quello che è accaduto, e cioè il fatto che il Governo intervenga a difenderla, è esattamente la controprova di quello che noi abbiamo sostenuto, e cioè che lei ha avuto un atteggiamento parziale; e se addirittura il Governo la deve difendere, è la conferma di quello che abbiamo sostenuto in queste ore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Se è una dichiarazione esterna alle Camere, che sia positiva o negativa, per me lascia il tempo che trova.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD). Grazie, Presidente. Avevate cominciato questo mandato raccontandoci che al quarantesimo anno dal Servizio sanitario nazionale avreste ricoperto la sanità e il Servizio sanitario con nuove risorse e tutti saremmo stati meglio curati e meglio serviti, e invece non avete fatto nulla sul super ticket, non avete concesso lo sbocco del turnover per il personale dipendente. Hai voglia poi a raccontarci che sarà fatta una dura lotta alle liste d'attesa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), se, pur avendo i macchinari, non abbiamo il personale per coprire i turni. Avevate detto che avreste rafforzato i fondi per la disabilità scolastica e invece veniamo a scoprire che, nascosto nel capitolo azioni politiche, vi è un taglio del sostegno per i portatori di disabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Insomma, usando una metafora calcistica, la sfida l'avete persa 3 a zero. Purtroppo, però, il conto lo pagheranno gli italiani e di questo, prima o poi, vi sarà reso conto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 1334-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 (Vedi l'allegato A), a cui non sono riferiti emendamenti.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, lo pongo direttamente in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 1334-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 (Vedi l'allegato A), a cui non sono riferiti emendamenti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (PD). Grazie, Presidente. Questi sono gli articoli finali di una legge di bilancio, quelli che di solito non interessano a nessuno, ma paradossalmente sono i più importanti perché quest'articolo parla delle tabelle riassuntive finali. Intervengo soltanto per ricordare che in questa tabella riassuntiva finale è ricordata una cifra cruciale per il vostro lavoro dei prossimi mesi, che è la cifra che dobbiamo richiedere in prestito ai cittadini italiani e stranieri nel prossimo anno per mandare avanti tutta questa macchina pubblica. Quest'anno in corso questa cifra era 331 miliardi, al netto poi di rimborsi anticipati, quindi in realtà è un po' di più. Nel 2019, ovviamente, l'anno prossimo, grazie a questa legge di bilancio, questa cifra sale fino a 377 miliardi.

Vale a dire che, per effetto di queste decisioni, noi nel 2019, come Repubblica, dobbiamo chiedere a qualcuno di prestarci almeno - perché, ripeto, la cifra effettiva è un po' superiore per questioni tecniche - 377 miliardi, qualche decina in più rispetto allo scorso anno. Le persone, penso ve ne siate accorti in occasione dell'ultima asta dei Btp, che non è andata affatto bene, non prestano i soldi allo Stato per dovere patriottico, prestano i soldi allo Stato se hanno la sicurezza di avere i soldi indietro con un congruo interesse (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E quando lo fanno i cittadini di questo Stato sovrano, lo fanno guardando a quanto solida è la gestione della politica economica e a quanta fiducia si riesce a infondere, a volte anche con le parole.

Quindi, questo intervento è soltanto per ricordare a tutti noi che nei prossimi dodici mesi questa Repubblica deve chiedere alle persone di affidare 377 miliardi di loro risparmio a questo Stato per mandare avanti la macchina pubblica, e quindi vi chiediamo, ancora una volta, mentre votiamo contro questo articolo, perché riflette scelte che non condividiamo, di avere l'accortezza di considerare la sacralità che c'è nel chiedere alle persone di prestare i propri risparmi per il finanziamento della cosa pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (PD). Presidente, voglio intervenire su una cifra molto più bassa, che sono due miliardi, e voglio farlo complimentandomi con il Governo - non lo so se è frutto del lavoro del Viceministro Garavaglia o di chi per lui - perché si è innovato in questa legge di bilancio, si è inventata un'altra cosa nuova, che non c'era. Dopo aver raddoppiato praticamente le clausole di salvaguardia sull'IVA, lasciando un'ipoteca pesantissima per chi sarà tenuto a fare la prossima legge di bilancio, si è voluto fare un ulteriore regalo, che è quello legato alla campagna elettorale delle europee.

Per evitare di trovare due miliardi di euro, si è detto che i due miliardi di euro li si troverà dopo la campagna delle europee. E questa innovazione, questo vincolo che è stato messo sulla legge di bilancio, è veramente un vincolo di grande ipocrisia: si fermano i soldi dei ministeri, si ferma la spesa pubblica, si vincolano anche, forse, le previsioni sul reddito di cittadinanza, su quota 100, senza spiegare ai cittadini che questa cosa qua la si farà dal 1° luglio. Mi sembra una grande innovazione che avete inventato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, Presidente. Invece, io intervengo su una spesa che può sembrare ancora minore e che riguarda in particolare il fatto che abbiamo fatto una proroga per venti unità di personale per quel che riguarda i pagamenti per gli emodanneggiati. Ma qui c'è una cosa su cui davvero mi auguro di essere smentita, anzi, chiedo veramente di essere smentita, perché, per pagare queste venti unità, avete ridotto di un milione e 130 mila euro le risorse destinate ai danneggiati per trasfusioni o per sangue infetto. Ditemi che non è vero, perché questo sarebbe veramente uno scandalo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (PD). Grazie, Presidente. Si consuma anche un'umiliazione per la comunità degli italiani all'estero, infatti vengono ridotte le risorse per quello che era un sistema unico al mondo della rappresentanza delle nostre comunità all'estero, come il Consiglio generale degli italiani all'estero e i Comites in tutto il mondo, a cui, con questa finanziaria, vengono ridotti i fondi. Vengono tagliati i fondi all'editoria italiana all'estero e, ovviamente, col blocco delle assunzioni che voi fate fino al 15 novembre, non vi sarà modo di potenziare quei consolati italiani all'estero che gravano in una situazione disastrosa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

(Esame dell'articolo 18 - A.C. 1334-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 (Vedi l'allegato A), a cui non sono riferiti emendamenti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Per annunciare il voto contrario del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD). Presidente, stiamo votando un articolo che prevede disposizioni diverse. Il comma 2 incarica il MEF di verificare l'attuazione di programmi finanziati dall'Unione Europea. Allora, in quest'Aula noi vi chiediamo con quale coraggio, lo ripeto, con quale coraggio incaricate il MEF, dopo che avete tagliato 850 milioni di euro di cofinanziamento nazionale per l'utilizzo dei fondi europei, con quale coraggio date questo incarico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Ricordatevi che queste risorse sono essenziali per la coesione e lo sviluppo, soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia.

Noi abbiamo fatto, nella precedente legislatura, infrastrutture, abbiamo creato lavoro, abbiamo fatto indagini e azioni di tutela ambientale e di sicurezza; voi avete bloccato le grandi opere, chiudete Casa Italia e Italia Sicura e create disoccupazione. Avreste dovuto utilizzare bene queste risorse per creare e garantire lo sviluppo del Paese e, soprattutto, delle tante famiglie e dei giovani del Mezzogiorno che avete illuso in campagna elettorale e ai quali ora state rubando la speranza di futuro. Questa è una cosa davvero inaccettabile per noi e della quale dovreste (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Grazie, deputato De Luca. Deputata Carnevali, vuole intervenire anche su questo? L'avevo segnata. No? Era quello di prima; bene.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1334-B)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

GREGORIO FONTANA (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GREGORIO FONTANA (FI). Presidente, per un richiamo al Regolamento, agli articoli 88 e 89 che disciplinano, come è noto, la fase di presentazione e discussione degli ordini del giorno. Alla luce dell'iter imposto dal Governo per questa manovra, acquista, quindi, un'importanza rilevante permettere di conoscere i pareri del Governo sugli ordini del giorno, esaminandoli uno per uno. Questa maggioranza ha limitato e impedito l'esercizio della funzione legislativa ed è quindi importante che, in questa sede, la funzione di indirizzo, attraverso lo svolgimento regolare della trattazione degli ordini del giorno, sia garantita.

Questa fase non può risolversi, Presidente, come è avvenuto nel corso della prima lettura, con un ipocrita accoglimento generico di tutti gli ordini del giorno come mera raccomandazione (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico). Penso che ciò non sia una cosa accettabile e per questo, Presidente, e concludo, mi rivolgo a lei come garante del funzionamento di questa Camera…

PRESIDENTE. Però non è un richiamo al Regolamento…

GREGORIO FONTANA (FI). … e le chiedo di tutelare le prerogative di questa Camera, nel rispetto del Regolamento…

PRESIDENTE. Però rientra nelle funzioni del Governo dare il parere che più ritiene utile.

GREGORIO FONTANA (FI). … chiedendo al Governo di evitare l'indecente situazione che si è verificata in prima lettura (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo agli ordini del giorno.

Avverto che l'ordine del giorno n. 9/1334-B/209 Angelucci è stato ritirato dal presentatore.

Avverto, inoltre, che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno, in quanto estranei rispetto ai contenuti del provvedimento in esame: ordine del giorno n. 9/1334-B/8 Donzelli, che impegna il Governo a presentare un esposto-querela in relazione ad una vicenda riportata dalla stampa riguardante un ex Presidente del Consiglio; ordine del giorno n. 9/1334-B/15 Bucalo, volto a prevedere la possibilità di nominare un amministratore unico per le società cooperative; ordine del giorno n. 9/1334-B/94 Currò, in materia di affidamento dell'incarico di consulente tecnico presso le sezioni specializzate nelle controversie d'impresa a professionisti iscritti in un apposito elenco; ordine del giorno n. 9/1334-B/101 Dieni, volto ad attribuire la natura di ente pubblico non economico all'Associazione della Croce Rossa Italiana; ordine del giorno n. 9/1334-B/102 Trizzino, volto a prevedere che nelle società di capitali i soci rappresentanti il 51 per cento del capitale appartengano a farmacisti iscritti all'albo o a società interamente detenute da farmacisti; ordine del giorno n. 9/1334-B/107 Scutellà, relativo alla riapertura dei tribunali soppressi nei territori ad elevato tasso di criminalità organizzata e con gravi carenze infrastrutturali; ordine del giorno n. 9/1334-B/112 Crosetto, concernente la presenza della provincia di Novara all'interno del Comitato aeroportuale di Malpensa; ordine del giorno n. 9/1334-B/136 Fornaro, relativo all'applicazione della disciplina del rapporto di lavoro subordinato alle collaborazioni coordinate e continuative dei giornalisti; ordine del giorno n. 9/1334-B/141 Donina, volto a prevedere un ruolo ad esaurimento per i giornalisti in servizio presso gli uffici stampa delle amministrazioni; ordine del giorno n. 9/1334-B/202 Bendinelli, che impegna il Governo a procedere nel percorso volto ad attribuire ulteriori forme di autonomia alle regioni, ai sensi dell'articolo 116 della Costituzione.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa?

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Sull'inammissibilità del mio ordine del giorno; volevo spiegare i motivi per cui secondo me è ammissibile, quindi, ricorrere e chiederle di riconsiderare la scelta.

PRESIDENTE. No, non si può, mi dispiace. Non si può, non è possibile, perché questo giudizio è insindacabile e non può dire perché secondo lei è ammissibile.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Io posso motivare, posso fare ricorso e chiedere a lei di modificare la sua opinione.

PRESIDENTE. Dobbiamo andare avanti, per favore. Per favore, Rotta, Gribaudo…

Ha chiesto di intervenire per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-B/240, il deputato Renato Brunetta. Ne ha facoltà.

RENATO BRUNETTA (FI). La ringrazio, deputato Fico, Presidente pro tempore.

PRESIDENTE. Siamo tutti pro tempore in questa Camera e soprattutto in questa terra.

RENATO BRUNETTA (FI). Intervengo per illustrare, intervengo per illustrare… deputato Fico, Presidente pro tempore

PRESIDENTE. Prego, prego…

RENATO BRUNETTA (FI). Se vuole la chiamo cittadino, cittadino Fico, deputato Fico, Presidente pro tempore, intervengo per illustrare il mio ordine del giorno. Vede, deputato Fico, chi la fa l'aspetti e se lei chiama me “deputato Brunetta”, io chiamo lei “deputato Fico”, Presidente pro tempore; siamo tutti pro tempore, in questo Parlamento, e tutti pro tempore sulla faccia della terra (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Giusto, sono d'accordo, andiamo avanti.

RENATO BRUNETTA (FI). Ne conviene? Bene, ne sono felice. Intervengo per illustrare il mio ordine del giorno che potrei definire un tentativo di evitare una nuova possibile truffa ai truffati, vale a dire quanto previsto dai commi 409 e 507 della legge di bilancio, recanti misure di ristoro dei risparmiatori truffati.

La preoccupazione che mi ha mosso a presentare quest'ordine del giorno è che queste misure possono essere oggetto di procedura di infrazione da parte della Commissione europea come aiuti di Stato, il che comporterebbe un gravissimo danno per i truffati, i quali si vedono in questo momento, in qualche maniera, allettati o tranquillizzati in parte rispetto ai danni subiti, salvo poi, magari tra qualche settimana, trovarsi nuovamente truffati rispetto alla truffa, proprio perché l'Europa eccepirà, come pare chiaro, la procedura di infrazione nei confronti di questi commi, e quindi i truffati saranno truffati due volte. Questo per quanto riguarda il mio ordine del giorno, che mi porta però a fare delle considerazioni di carattere generale. Deputato Fico, Presidente pro tempore, la legge di bilancio rappresenta il momento più importante per la vita economica e non solo economica del nostro Paese.

PRESIDENTE. Per favore, chiedo un po' di silenzio, sta parlando il vostro collega, il nostro collega (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

RENATO BRUNETTA (FI). Se la legge di bilancio rappresenta il momento più importante nella vita politico-parlamentare del nostro Paese, farò - e chiederei anche la sua attenzione, signor deputato Presidente pro tempore (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

PRESIDENTE. Per favore…

RENATO BRUNETTA (FI). Cercherò di applicare un metodo che al MoVimento 5 Stelle sta molto a cuore, vale a dire l'analisi costi-benefici, alla legge di bilancio. Siccome voi avete bloccato e sospeso quasi tutte le opere pubbliche eccependo l'analisi costi-benefici, mi permetto, con qualche forzatura teorica - non me ne vogliano i puristi -, di applicare lo stesso metodo alla legge di bilancio, per vedere se i benefici di questa legge di bilancio sono superiori ai costi. Nell'analisi costi-benefici noi abbiamo che tutto ciò che aumenta il benessere collettivo rappresenta un beneficio; contrariamente, tutto ciò che riduce il benessere collettivo rappresenta un costo. Allora vediamo, per sommi capi, tutto ciò che nella legge di bilancio rappresenta dei benefici collettivi per paragonarlo a tutto ciò che nella legge di bilancio rappresenta un non beneficio, cioè un costo, per trarre alla fine una valutazione che a voi del MoVimento 5 Stelle è molto cara, cioè se questa legge di bilancio è da approvare oppure no. Primo punto: in tutta la politica economica del Governo Lega-5 Stelle abbiamo assistito all'isolamento del nostro Paese in campo internazionale. Questo isolamento in politica estera e in campo internazionale ha comportato certamente un minore beneficio, cioè un costo dal punto di vista del benessere degli italiani. Non contare nulla in politica estera, nella geopolitica, certamente rappresenta un costo, basti pensare che l'isolamento dell'Italia nelle ultime scelte fatte dall'Unione europea in termini di unione bancaria e in termini di unione finanziaria rappresentano certamente un minor benessere per gli italiani, e quindi un costo.

PRESIDENTE. Concluda.

RENATO BRUNETTA (FI). Guardiamo il secondo punto: l'incertezza.

PRESIDENTE. Deve concludere, il tempo è scaduto.

RENATO BRUNETTA (FI). L'incertezza che assale il nostro Paese da sei, otto mesi, da quando cioè questa maggioranza si è profilata all'orizzonte e da quando questo Governo governa, è certamente da classificarsi come un costo, perché ha prodotto fuga dei capitali, ha prodotto perdite in Borsa, ha prodotto l'aumento dello spread, ha prodotto aumento della restrizione del credito bancario.

PRESIDENTE. Grazie. Ha finito il tempo.

RENATO BRUNETTA (FI). Terzo punto: il conflitto distributivo.

PRESIDENTE. Mi dispiace, il tempo vale per tutti. Agli altri ho levato la parola, devo levarla anche a lei.

RENATO BRUNETTA (FI). Perché? Qual è la motivazione, deputato Fico, Presidente pro tempore? Qual è la motivazione?

PRESIDENTE. Perché siamo sopra di un minuto e venti.

RENATO BRUNETTA (FI). Certo, ho il tempo del mio gruppo, è ampiamente sufficiente.

PRESIDENTE. Sono cinque minuti, e siamo a sei minuti e quaranta.

RENATO BRUNETTA (FI). E chi l'ha detto cinque minuti?

PRESIDENTE. Il Regolamento. Questo è il Regolamento. Grazie, andiamo avanti.

La deputata Vietina ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-B/223.

SIMONA VIETINA (FI). Presidente, onorevoli colleghi, volevo velocemente illustrare due ordini del giorno, il primo è il n. 9/1334-B/198. L'obiettivo di quest'ordine del giorno è promuovere i cosiddetti appalti a chilometri zero, per sostenere le aziende di prossimità rispetto al luogo di esecuzione dei lavori. Il comma 13 dell'articolo 95 del codice degli appalti prevede, compatibilmente con il diritto dell'Unione europea, con i principi di parità di trattamento, non discriminazione, trasparenza e proporzionalità, che le amministrazioni aggiudicatrici indichino nel bando di gara, nell'avviso o nell'invito, i criteri premiali che intendono applicare alla valutazione dell'offerta in relazione al maggior rating di legalità e di impresa dell'offerente. E continua con una formulazione che, sebbene contenga il riferimento alla filiera corta e ai chilometri zero, appare caratterizzata da eccessiva discrezionalità rispetto al riconoscimento e alla valorizzazione delle imprese di prossimità. Si chiede pertanto al Governo di impegnarsi ad assumere provvedimenti di carattere normativo volti a provvedere la possibilità, per le stazioni appaltanti, di riservare, per importi di appalto non eccessivi, la partecipazione alle micro e piccole imprese che abbiano sede legale e operativa nei territori di riferimento dell'appalto stesso.

L'altro ordine del giorno che volevo illustrare è il n. 9/1334-B/223. I piccoli comuni montani sono il presidio fondamentale per intere comunità che scelgono di vivere, di continuare a vivere logisticamente in questi territori svantaggiati. Su 7.954 comuni, 3.449 sono montani, e di questi 3.069 hanno meno di 5 mila abitanti. I territori montani rappresentano i tre quinti del territorio, ma ospitano solo un quinto della popolazione, è il segno di un evidente spopolamento di questi territori. E un fattore determinante per contrastare lo spopolamento è la presenza di servizi, infrastrutture e negozi di vicinato. È noto che la desertificazione commerciale porta allo spopolamento, e mantenere aperta un'attività in questi territori non è senz'altro remunerativo, è più un'offerta alla cittadinanza, un servizio alla comunità. Si chiede pertanto al Governo di assumere provvedimenti di carattere normativo volti a individuare sgravi fiscali e alleggerimenti burocratici per chi possiede o intende avviare un'attività in questi territori svantaggiati. Si chiede inoltre di istituire zone a fiscalità di vantaggio, zone franche per attività e imprese operanti in territori montani, e che abbiano almeno l'85 per cento dei dipendenti residenti nel comune montano. Questo lo chiediamo per permettere ai nostri piccoli comuni montani - io sono un sindaco di un comune montano, e ci tengo particolarmente - di continuare a vivere e di non morire (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico).

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento, articolo 89.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. L'articolo 89 è molto chiaro, dice che “il Presidente ha facoltà di negare l'accettazione e lo svolgimento di ordini del giorno, emendamenti o articoli aggiuntivi”, però poi dopo dice anche che “può rifiutarsi di metterli in votazione. Se il deputato insiste” - ed era il mio caso e devo avere il diritto di insistere, quindi mi devono essere dati il tempo e la possibilità di insistere - “e il Presidente ritenga opportuno consultare l'Assemblea, questa decide senza discussione per alzata di mano”.

Quindi io, con il richiamo al Regolamento, articolo 89, nei miei cinque minuti, sono a spiegare perché insisto sull'ordine del giorno che è stato dichiarato inammissibile. Mi dispiace, perché avevo visto un po' di giubilo per i colleghi del Partito Democratico (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), che non potevo illustrarlo, ma mi dispiace dovrete sentir dire che il Presidente del Consiglio precedente…

PRESIDENTE. Donzelli… per favore… per favore… Donzelli, le spiego. Ho dichiarato il suo ordine del giorno inammissibile. Ora, lei insiste, non può illustrarlo, può spiegare la sua idea del perché è per lei ammissibile. Perfetto. Però, se passiamo ad una illustrazione dell'ordine del giorno, come hanno fatto i suoi colleghi, allora poi devo levarle la parola, questo glielo voglio dire in precedenza.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Ovviamente non è che posso parlare della primavera per spiegare perché è ammissibile, secondo me. Secondo me, è ammissibile perché, ovviamente, come diciamo chiaramente nell'ordine del giorno, si cita l'articolo 1 e i commi 589 e 590, che prevedono la partecipazione e quindi i fondi per la partecipazione dell'Italia a iniziative internazionali e per la promozione dell'Italia, iniziative in cui si scambiano doni, e il fatto che in passato i doni, in base al DPCM Prodi, devono essere, se sono del valore superiore a 300 euro, lasciati alla Presidenza del Consiglio dei ministri, e a quanto pare, così leggiamo dai giornali, così non è stato fatto, anzi, il Presidente del Consiglio precedente li ha riciclati con tutti gli amici di paese…

PRESIDENTE. Lo sta illustrando…

GIOVANNI DONZELLI (FDI). No, però a questo punto, visto che c'è - Presidente, sto spiegando - un danno economico in tutto questo, un danno di bilancio, perché dei beni che dovrebbero essere a disposizione dello Stato sono a disposizione dei compaesani di Renzi. C'è un danno di bilancio e quindi è compatibile con la materia che stiamo discutendo. Non vedo perché si può dire che è estraneo al bilancio quando uno crea un danno economico riciclando i doni internazionali che ha ricevuto, facendo fare una pessima figura a livello internazionale all'Italia, agli amici, ai vicini di casa e di paese, ricicla i doni (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) e noi chiediamo, con questo ordine del giorno, che il Governo possa costituirsi parte civile per difendere i beni dello Stato.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Presidente, il richiamo è all'articolo 88, comma 1. Preventivamente, le volevo dire, in funzione magari di quello che sarà il bilancio interno, di prevedere per la Camera tra i servizi sanitari anche le pratiche dell'esorcismo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché il collega che ha parlato è perseguitato…

PRESIDENTE. Deputato Giachetti… deputato Giachetti… non stiamo parlando del Regolamento, per favore, andiamo avanti.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Il mio richiamo al Regolamento, Presidente, è all'articolo 88, perché ho bisogno di capire da lei esattamente se io ho interpretato male l'articolo 88 o invece è successo qualcosa che non funziona, perché l'articolo 88 recita, al primo comma: “Nel corso della discussione degli articoli ciascun deputato può presentare non più di un ordine del giorno recante istruzioni al Governo in relazione alla legge in esame.” Poi aggiunge che “Gli ordini del giorno possono essere illustrati per non più di cinque minuti ciascuno, e sono posti in votazione dopo l'approvazione dell'ultimo articolo, ma prima della votazione finale”. Poi aggiunge: “Ciascun deputato” - quindi, distinguendo la fase dell'illustrazione dalla fase della dichiarazione di voto - “può dichiarare il proprio voto sugli ordini del giorno con un unico intervento sul loro complesso per non più di cinque minuti o con non più di due interventi distinti per una durata complessivamente non superiore”.

Leggendo questo comma dell'articolo 88, Presidente, io, personalmente, ne deduco, però forse mi sbaglio, che, nel procedimento formale nel quale noi ci troviamo, chi illustra un ordine del giorno, può illustrare un ordine del giorno e può parlare per cinque minuti. Diversamente, chi fa dichiarazione di voto, può fare dichiarazione di voto sul complesso o su quello che vogliamo, addirittura prevedendo che si possano fare due interventi di due minuti e mezzo, perché si prevede che si può dichiarare su due ordini del giorno diversi. Diversamente, la stessa specifica che sta nella seconda parte del comma sarebbe anche sulla prima parte del comma e si direbbe che un deputato può illustrare…

PRESIDENTE. Quindi sta parlando di un caso specifico che è accaduto prima?

ROBERTO GIACHETTI (PD). Mi faccia finire…

PRESIDENTE. Per capire il caso…

ROBERTO GIACHETTI (PD). Le sto dicendo, siccome lei è pronto nel consultare gli stenografici, sono sicuro che avrà la stessa prontezza - come per il caso di prima, che abbiamo rinviato a domani mattina, glielo dico così può consultare anche il resoconto di stasera domani mattina – per il caso della collega di Forza Italia che è appena intervenuta, la quale ha sostenuto che stava illustrando due ordini del giorno; e a mio avviso - ovviamente non voglio fare quello che deve fare lei, lo decide lei - violando il Regolamento, perché la collega può illustrare un ordine del giorno, può fare la dichiarazione di voto su diversi ordini del giorno, ma l'illustrazione deve essere di un ordine del giorno in particolare, che è quello che dovrebbe recare la propria firma.

PRESIDENTE. Alla Presidenza, qui, era segnato e risultava che sarebbe stato illustrato un solo ordine del giorno, non ne sarebbero stati autorizzati due; qui, alla Presidenza, ne risultava uno.

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Sull'articolo 8 e sull'articolo 88, in riferimento alla dichiarazione di inammissibilità dell'ordine del giorno n. 9/1334-B/136 a mia prima firma. Non ne faccio una questione di merito specifico, ne faccio però una questione di correttezza di rapporti tra di noi, perché l'inammissibilità, peraltro non motivata perché lei dà solo il titolo, fa venire una serie di dubbi. Infatti, è del tutto evidente che l'inammissibilità rispetto a un tema come quello proposto dal 136 si richiama a una fattispecie di tipo ordinamentale e immagino che questa sia la motivazione. Siccome, però, qua dobbiamo intenderci: il maxiemendamento che è diventato l'articolo unico che è stato approvato qualche ora fa con la legge di bilancio è stato infarcito dal Governo di norme ordinamentali, per cui dobbiamo metterci d'accordo se le norme ordinamentali non devono entrare in legge di bilancio, non ci entrano gli ordini del giorno e non ci entrano gli emendamenti dei singoli parlamentari (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico), ma non ci entrano, a questo punto, neanche le norme inserite dal Governo. Altrimenti, signor Presidente, siamo in una situazione di due pesi e due misure. Questo è la terza volta che mi viene dichiarato inammissibile. E poi vorrei capire che cosa abbiano fatto i co.co.co. giornalisti per avere questo atteggiamento così duro e, devo dire, sanzionatorio da parte della Presidenza. Io invito ad avere un atteggiamento equanime e non fare due pesi e due misure (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Il deputato Mulè ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-B/185.

GIORGIO MULE' (FI). Grazie, Presidente. È un ordine del giorno che mi preme illustrare perché riguarda tutti, non ha colore politico. Il tema è semplice: tutti vogliamo contrastare la povertà, tutti vogliamo guarire dalla povertà, qualcuno dice di averla già abolita. L'ordine del giorno n. 9/1334-B/185 riguarda il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, quindi riguarda un fondo che è fondamentale per evitare la dispersione scolastica, per evitare che i ragazzi dalla scuola primaria fino a 17 anni vadano dispersi, quindi vadano per strada. Questo fondo, Presidente, era stato, devo dire, meritoriamente finanziato fino a questo momento dal 2016 con un credito di imposta pari al 75 per cento e con un importo totale di 100 milioni di euro. La legge di bilancio riduce il credito di imposta dal 75 al 65 per cento e il fondo da 100 a 55 milioni. In pratica, c'è un taglio di 45 milioni di euro e un credito di imposta che mi diminuisce del 10 per cento. Va detto che questo fondo è alimentato soltanto dei versamenti dei privati, in particolare dalle fondazioni bancarie. Cosa hanno fatto le fondazioni bancarie e cosa ha fatto chi ha sostenuto questo fondo negli anni scorsi? Ha contribuito con addirittura 360 milioni di euro, quindi una dotazione molto superiore rispetto ai 100 che erano previsti ogni anno. Quanti sono i minori in condizione di povertà assoluta?

Sono, pensate, 1 milione 200 mila. I progetti che riguardano questi minori, soltanto nell'ultimo anno, hanno coinvolto 2.700 organizzazioni: soggetti del terzo settore, scuole, enti locali; e sono tutti progetti…Parlo soltanto della Campania, che è una regione cara a noi, cara a chi sta nel Mezzogiorno, cara a chi sta al Governo: negli ultimi cinque anni la Campania ha perduto 22.643 ragazzi, che non sono mai arrivati alla maturità. Cosa è stato fatto con il Fondo? Il Fondo ha approvato nella sola Campania dieci programmi per ben 6 milioni di euro: significa aver tolto dalla strada migliaia di ragazzi. Allora la domanda è semplice: se il primo compito di questo Governo, trasfuso nell'ormai noto contratto di Governo, è quello di contrastare la povertà, perché non sostenere, e quindi non rimpinguare il Fondo, ampliando addirittura la percentuale del credito di imposta, e io mi spingo a dire anche il limite di spesa che è previsto attualmente all'articolo 1, comma 394? Perché soltanto così noi riusciremo a promuovere una più efficace politica di contrasto all'abbandono scolastico.

Questo lo possiamo fare soltanto attraverso l'implementazione anche dei sistemi di monitoraggio delle attività svolte. Perché, sia chiaro: qui non parliamo di fondi dati a pioggia o di fondi dati senza un'attenzione a monte; parliamo di fondi che, ripeto, promanano da fondazioni bancarie, che hanno tutto l'interesse a che quello che viene speso venga poi realizzato, dovendo a loro volta rendicontare ciò che hanno fatto.

Peraltro proprio dalla presidenza delle associazioni delle casse di risparmio italiane è arrivato un grido d'allarme a seguito della notizia della riduzione del Fondo: il presidente Guzzetti ha parlato di negazione di futuro ai bambini, con addirittura chi vuole applaudire. È una misura assurda, perché ripeto, ribadisco e sottolineo, non si tratta di fondi dello Stato, ma si tratta di fondi delle fondazioni bancarie: è il credito d'imposta. È una misura inutilmente punitiva nei confronti di chi ha dato; soprattutto perché, ripeto, abbiamo un bacino e una platea di ragazzi che vanno seguiti e che non sono in numero residuale, ma sono un esercito, ribadisco, di 1 milione 200 mila persone.

Mi appello dunque in prima istanza ovviamente al Governo, facendo appello non alla parte politica, ma alla sensibilità che deve presiedere al comportamento di ognuno di noi quando ci troviamo davanti agli indifesi, gli ultimi, a coloro che evidentemente non hanno possibilità di difendersi.

PRESIDENTE. Concluda.

GIORGIO MULE' (FI). Concludo e la ringrazio, soltanto ricordando che sono ben 80 le iniziative finanziarie della prima infanzia, con 62 milioni di euro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Secondo quanto convenuto in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, essendo giunti alle ore 24 interrompiamo l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, domenica 30 dicembre, alle ore 9.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vito Comencini. Ne ha facoltà.

Per favore, defluiamo in silenzio.

VITO COMENCINI (LEGA). Presidente, il pandoro è uno dei dolci tipici del Natale, che nasce a Verona nel 1894. La notte della vigilia le donne venete facevano la “levà”, un impasto di farina, latte e lieviti…

PRESIDENTE. In silenzio!

VITO COMENCINI (LEGA). Posso proseguire?

PRESIDENTE. Prego.

VITO COMENCINI (LEGA). Da lì Domenico Melegatti è partito, aggiungendo burro, uova e 36 ore di lavorazione e 10 di lievitazione. Un garzone, di fronte alla prima fetta del nuovo dolce, disse: “L'è' proprio un pan de oro”. Nacque così il tipico pandoro Melegatti, fatto con lievito naturale e senza aromi artificiali. Purtroppo, però, il 29 maggio scorso, con la dichiarazione di fallimento della ditta, erano a rischio i posti di lavoro, lo storico marchio e l'antico lievito madre; ma, grazie alla passione di due dipendenti dell'azienda, Matteo Peraro e Davide Stupazzoni, il lievito madre, che necessita di essere nutrito ogni giorno per sopravvivere, è stato salvato.

Tutto ciò senza ricevere alcun stipendio o rimborso.

Recentemente lo storico marchio è stato quindi acquistato da un imprenditore vicentino, con un investimento di oltre 13 milioni di euro. Tutto ciò ha permesso l'azienda di ripartire: il 21 novembre scorso sono stati riaccesi i forni, e sono stati prodotti oltre 500 mila pandori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ora l'azienda ha 35 dipendenti, di cui 26 storici, con un accordo sindacale che ha saputo salvaguardare l'esperienza e la competenza dei lavoratori. Tra questi ci sono anche i due angeli, Matteo e Davide, che hanno conservato il lievito madre del “pan de oro” Melegatti. A quei due instancabili lavoratori veronesi e all'imprenditore vicentino nuovo titolare va il nostro grande ringraziamento per averci creduto nonostante le mille difficoltà, salvando un grande simbolo e prodotto della nostra tradizione industriale alimentare veneta. Questo è il Veneto che lavora, produce e sa anche rialzarsi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Signor Presidente, io intervengo perché, con una sentenza che deve far discutere, la Corte europea dei diritti dell'uomo ha aperto alla sharia in Europa: lo scorso 19 dicembre i giudici hanno condannato l'applicazione forzosa della legge islamica, senza però dichiararla incompatibile con i diritti umani. Uno Stato europeo può così accordare alla propria comunità islamica la libertà di essere retta da norme della sharia, senza che ciò sia contrario alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Tutto parte da una sentenza della giustizia greca, che aveva imposto l'applicazione della sharia privando una donna musulmana di una parte dell'eredità. Questa sentenza pone le autorità in una situazione difensiva, signor Presidente, che richiede allo Stato di dover giustificare il rifiuto opposto a dei musulmani che rivendicassero il diritto di godere di una o più norme della sharia.

Voglio infine ricordare che in Inghilterra, dove i tribunali della sharia esistono già da troppo tempo dal mio punto di vista, abbiamo delle situazioni in cui di fatto vengono resi legali tutti i giorni la poligamia, le mutilazioni genitali, il ripudio della moglie, il divieto di matrimoni misti e la violenza domestica. Questo non è accettabile, e l'Italia si dovrà opporre pesantemente a questa sentenza ingiusta ed iniqua (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Domenica 30 dicembre 2018 - Ore 9:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato). (C. 1334-B)

Note di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021.

Relatori: COMAROLI e RADUZZI, per la maggioranza; MARATTIN, PRESTIGIACOMO, RAMPELLI e FASSINA, di minoranza.

La seduta termina alle 00,05 di domenica 30 dicembre 2018.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 4 il deputato Mollicone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 7 la deputata Barzotti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 11 il deputato Giglio Vigna ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 13 i deputati Gobbato, Ferraresi, Vinci e Zoffili hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 1334-B - articolo 2 515 514 1 258 308 206 27 Appr.
2 Nominale articolo 3 516 516 0 259 311 205 28 Appr.
3 Nominale articolo 4 519 518 1 260 310 208 25 Appr.
4 Nominale articolo 5 523 522 1 262 312 210 25 Appr.
5 Nominale articolo 6 524 523 1 262 311 212 26 Appr.
6 Nominale articolo 7 530 529 1 265 314 215 23 Appr.
7 Nominale articolo 8 531 530 1 266 313 217 22 Appr.
8 Nominale articolo 9 536 535 1 268 316 219 20 Appr.
9 Nominale articolo 10 532 531 1 266 315 216 20 Appr.
10 Nominale articolo 11 535 534 1 268 315 219 20 Appr.
11 Nominale articolo 12 533 532 1 267 317 215 21 Appr.
12 Nominale articolo 13 533 532 1 267 316 216 20 Appr.
13 Nominale articolo 14 511 510 1 256 299 211 20 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 17)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale articolo 15 523 522 1 262 306 216 20 Appr.
15 Nominale articolo 16 527 526 1 264 308 218 20 Appr.
16 Nominale articolo 17 528 527 1 264 310 217 20 Appr.
17 Nominale articolo 18 531 530 1 266 311 219 20 Appr.