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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 104 di venerdì 28 dicembre 2018

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARZIO LIUNI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 19 dicembre 2018.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bitonci, Bonafede, Claudio Borghi, Brescia, Buffagni, Caiata, Castelli, Castiello, Cirielli, Colletti, Colucci, Comaroli, Cominardi, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Durigon, Fantinati, Ferraresi, Fioramonti, Gregorio Fontana, Lorenzo Fontana, Fraccaro, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgetti, Grande, Grimoldi, Guidesi, Lollobrigida, Lorefice, Lorenzin, Lupi, Manzato, Micillo, Molinari, Molteni, Morelli, Picchi, Rixi, Rosato, Ruocco, Saltamartini, Schullian, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Tofalo, Vacca, Valente, Vignaroli, Villarosa e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente sessantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Sull'ordine dei lavori e per richiami al Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA (FI). Egregio Presidente, onorevoli colleghi, in queste ore si sta ricostruendo quanto accaduto in via Sant'Elena, una traversa di via Novara, ad un paio di chilometri dallo stadio San Siro di Milano, lo scorso 26 dicembre, durante la partita di calcio Inter-Napoli. Ieri mattina abbiamo appreso che gli scontri hanno provocato, oltre che feriti e persone accoltellate, una vittima, Daniele Belardinelli, un tifoso del Varese, che nel 2012 aveva già ricevuto un Daspo per cinque anni per gli scontri durante la partita Como-Inter, e che apparterrebbe a un gruppo neonazista: “Sangue e onore”.

Considerato che gli incidenti avvenuti sono un atto di delinquenza organizzata inaccettabile, cento delinquenti chiamati impropriamente ultras, che arrivano armati di randelli, asce, zappe, martelli, spranghe e roncole, anche da Nizza e Varese, non si possono essere ritrovati lì per caso a soli due chilometri dallo stadio. Le forze dell'ordine, nonostante fossero allertate per una partita di calcio ritenuta difficile dall'osservatorio presso il Ministero dell'Interno, non sono riuscite a contrastare pienamente tale agguato premeditato. Dato che l'immediata reazione delle forze dell'ordine, con il questore Marcello Cardona, è stata di esprimersi in termini di azione squadrista e richiesta al Dipartimento pubblica sicurezza in via d'urgenza di vietare le trasferte dell'Inter fino a fine campionato e la chiusura della curva dell'Inter fino marzo 2019, cioè per cinque partite, in relazione ai fatti esposti esprimo oggi la richiesta al Governo e al Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, di riferire in Aula, al fine di capire come intenda procedere nei confronti di questo fenomeno e quali siano i provvedimenti che saranno adottati per prevenire e contrastare questi accadimenti.

Il Ministro dell'Interno ha dichiarato ai mezzi di informazione di voler a breve convocare al Viminale, oltre le società di calcio, naturalmente anche le tifoserie organizzate. Chi sono? In base a quali criteri e chi li individua come tali? Chi si recherà al Viminale? Chiedo al Ministro se questa iniziativa non rischi di accreditare quali rappresentanti dei tifosi onesti anche persone che non hanno identità riconosciute; non potremmo tollerare nuove strette di mano anche al Viminale. Qui parliamo di criminali, non di tifosi, e la tolleranza nei confronti di tali soggetti dovrebbe essere zero, nella consapevolezza che il calcio esprime in Italia tutt'altri valori, più alti e imprescindibili, e dovrebbe consentire a famiglie e cittadini di frequentare in sicurezza gli stadi insieme a tutti quei tifosi veri che animano con le loro coreografie le partite dello sport più amato nel nostro Paese.

Questo non è il primo episodio, e noi siamo ancora qui a indignarci per le stesse identiche cose, a cercare soluzioni, a invocare misure di straordinaria fermezza, a ripensare le norme per la sospensione delle partite, a voler proteggere e tutelare le forze dell'ordine con programmi di intelligence preventivo che individuino i violenti e vietino a vita loro lo stadio, a interrogarci sul razzismo e sul ruolo delle tifoserie, perché il 26 dicembre è stata una giornata calcistica da dimenticare, anche per ciò che è accaduto dentro lo stadio, con i cori razzisti e ululati dagli spalti neroazzurri contro Koulibaly, il giocatore del Napoli.

Ma poi si ritorna a giocare, e tutto passa in secondo piano. Invece questi soggetti andrebbero allontanati per sempre. Chiedo quindi che il Ministro dell'Interno garantisca, con il pieno sostegno delle squadre e i soli rappresentanti istituzionali del calcio e delle altre istituzioni competenti, il rispetto delle norme (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Onorevole Pella, naturalmente inoltrerò la sua richiesta al Presidente della Camera. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, intervengo perché voglio che rimanga a verbale di quest'Aula che i fatti che stanno accadendo - a parte quelli che abbiamo commentato a distanza dell'altro ramo del Parlamento - circa la discussione in Commissione alla Camera della legge di bilancio, di cui oggi inizia la discussione generale in quest'Aula, non sono normali. Parlo degli eventi che hanno caratterizzato la non discussione di alcun emendamento in terza lettura della legge di bilancio, completamente modificata in seconda lettura al Senato, dopo che nessun senatore ha potuto discutere alcun emendamento. Oggi siamo qui a testimoniare a verbale, a lei, Presidente, che sono certo sarà sensibile a questo argomento, che nessun deputato della Repubblica ha potuto discutere nessun emendamento della legge di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Nella storia della Repubblica italiana questa doppia mancata lettura non era mai avvenuta, in contravvenzione al dettato della Costituzione che recita i passaggi procedurali entro i quali deve essere letta, discussa, votata e approvata una legge. Ma questa non è “una” legge, nel senso dell'articolo indeterminativo, questa è “la” legge principale del Paese. Allora, noi sappiamo - lo diremo nel corso della discussione generale - che sono probabilmente i contenuti di merito di questa legge che si vogliono nascondere: l'aumento delle tasse, per dirne una; il raddoppio della tassazione per il terzo settore, laddove il Governo ha scoperto, avendola scritta, che il Governo aveva sbagliato e adesso se la prende con il Governo, elevando grandi proteste verso il Governo che ha scritto la legge; oppure le altre questioni di cui ieri abbiamo dibattuto in Commissione bilancio. Pertanto, non solo sorge il sospetto che non sia un caso che la legge non venga discussa nel merito, perché se ne vogliono nascondere gli aspetti più negativi, ma io mi rivolgo a lei perché se ne faccia interprete presso il Presidente della Camera, che la giornata di oggi e quella di domani, conseguenti alla mancata lettura in Commissione - per la prima volta, alla mancata discussione degli emendamenti in Commissione - non saranno per noi, per lo meno per questo gruppo dell'opposizione, giornate normali, perché noi siamo chiamati nella democrazia rappresentativa a rappresentare i diritti di coloro che ci hanno eletto e che nulla hanno potuto sapere di questa legge: in alcun modo i loro rappresentanti hanno potuto intervenire sul merito di questa legge.

Io credo, noi crediamo, il Partito Democratico qui rappresentato crede, che il Presidente della Camera avrebbe dovuto e dovrebbe intervenire, perché il Presidente della Camera fa sì che questa legge arrivi nell'Aula senza che l'esame in Commissione.

Al di là del fatto che abbiamo audito il Ministro dell'economia e che adesso sembra un fatto straordinario: mi dica lei se l'audizione del Ministro dell'economia in legge di bilancio sia un fatto straordinario. Sembra che ci abbiate fatto una concessione, come se uno parlasse di ponti e volesse parlare con il Ministro - non mi ricordo come si chiama - delle infrastrutture, per dirne una. Dunque, io penso che il Presidente della Camera dovrebbe intervenire, perché questo testo arriva alla Camera avendo calpestato la funzione legislativa della nostra Repubblica: è puramente espressione della funzione esecutiva, in contraddizione con il dettato costituzionale.

Perché noi faremo una discussione generale - lei lo sa, Presidente - e, ovviamente, non entreremo nella dinamica della discussione di ciascun emendamento; di nuovo, per la terza volta su questa legge, verrà posta la fiducia; quindi, qui, così come al Senato - ma non è compito nostro parlare del Senato - il testo arriva puramente scritto dal Governo, non essendo stato discusso dalle Camere.

Presidente, conosco la sua sensibilità: questo non è un passaggio democratico qualunque. Il Presidente della Camera non può far finta di nulla. Non è una discussione sul numero di ore di contingentamento, non è una discussione sulla deroga eventuale - che non daremo - alle 24 ore per il voto di fiducia, non è una discussione sul numero di emendamenti, non è una discussione sull'allargamento dei tempi, ma è il fatto che chi siederà al suo posto dopo, su quello scranno, permetterà, come già al Senato è successo, il calpestamento della Costituzione. Noi non lo dimenticheremo e ne daremo dimostrazione nelle prossime quarantotto ore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente. Credo che non si possa, avviando questa terza lettura della legge di bilancio, non fare alcune osservazioni, perché quello che è accaduto in queste ore, ieri in Commissione, e la scorsa settimana al Senato rappresenta un unicum in negativo nella storia parlamentare. Credo che sia giusto sottolineare ciò, non soltanto perché rimanga a verbale ma perché questo è il luogo della sovranità popolare. Quello che è avvenuto e sta avvenendo non è una mancanza di rispetto - e già questa sarebbe da sottolineare in negativo - del corretto rapporto tra maggioranza e opposizione, una lesione dei diritti delle opposizioni: c'è qualcosa di più, a nostro giudizio. Quello che è avvenuto è un vulnus costituzionale; quello che si è alterato, con la decisione della maggioranza di presentare al Senato il maxiemendamento in seconda lettura, senza che questo fosse discusso in Commissione, rappresenta una rottura di un equilibrio tra potere esecutivo e potere legislativo, tra Governo e Parlamento. Questo credo che vada sottolineato, signora Presidente, e per il suo tramite credo debba essere comunicato con forza al Presidente della Camera, che è garante del corretto equilibrio in quest'Aula e, più in generale, nel rapporto che credo ci debba essere tra maggioranza e opposizione.

Quindi credo che sia necessario un intervento del Presidente della Camera per cercare di sottolineare la necessità di ripristinare questo equilibro, che è fondamentale: è una delle architravi della nostra Costituzione. Noi siamo - lo ricordo a qualcuno che forse tende a dimenticarselo - in una democrazia parlamentare. Quindi crediamo che quello che avverrà nelle prossime ore sia, in parte, una cosa già vista altre volte, cioè una terza lettura fotocopia della seconda, ma è come è avvenuta la seconda che pone il problema: è l'impossibilità da parte del Parlamento - e quindi questo riguarda anche tutti i colleghi della maggioranza che non fanno parte del Governo - di poter dare un contributo critico, di poter dare un contributo fattivo, di poter dire la propria rispetto alla stesura del più importante documento dell'anno, che è la legge di bilancio.

Quindi, anche da parte nostra, con forza, vorremmo sottolineare in apertura che questa non è e non può essere una terza lettura normale prenatalizia, come ce ne sono state tante, perché quello che è avvenuto è un fatto grave, è un fatto che noi stigmatizziamo fortemente, un fatto che riporta la necessità di rispettare innanzitutto la Costituzione. Noi crediamo che la Costituzione sia stata, nella sostanza, al di là della forma, violata in questi giorni, violata senza ragione, perché c'era la possibilità di poter fare anche un altro iter; violata anche per le scelte del Governo fatte in tempi non sospetti di scontro con l'Europa, salvo poi ricercare l'accordo; insomma, un grande pasticcio di cui a pagare il conto, alla fine, non sono soltanto le opposizioni, ma io credo sia l'intero Paese, perché in nessun Paese democratico è mai stata approvata una legge di bilancio del modo in cui noi la approveremo (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). Grazie, signora Presidente. Purtroppo oggi si celebra la piena irrilevanza del Parlamento e lo si fa in un clima di grande disattenzione, perché non è che ci sono le folle plaudenti a rivendicare la funzione parlamentare. Sarà anche colpa nostra ma, indubbiamente, che, a cominciare dal Presidente della Camera per finire all'ultimo dei parlamentari, non ci sia questo amore per le istituzioni e che si pensi di accettare qualsiasi cosa, è un colpo micidiale, che non ha precedenti. Io concordo con le parole dette dall'onorevole Fiano: non c'è un precedente, perché questa non è una lettura anomala. In realtà, alla Camera, la manovra che abbiamo votato l'altra volta è stata completamente riscritta e quindi si è annullata quell'unica lettura fatta dalla Camera.

Al Senato sapete come sono andate le cose, poiché il maxiemendamento 1.900, presentato dal Governo, con la fiducia non è stato esaminato: quindi è la prima volta che noi siamo di fronte ad un atto di prevaricazione pura del Governo nei confronti del Parlamento, totale, senza possibilità, sia per chi ne ha voglia sia per chi non ne ha voglia, di interloquire, in contrasto con l'articolo 72 dalla Costituzione, che fissa il punto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)… che fissa il punto che si deve votare articolo per articolo, che vi devono essere voti sugli articoli, quindi vi dev'essere la piena consapevolezza da parte del parlamentare di quello che sta facendo nei confronti della legge più importante che il Parlamento stesso deve adottare.

Non ci sono parole, perché il merito, rispetto a questo, scompare. È inutile stare a dire che il merito è totalmente inadeguato, che ci portano a sbattere: qui portano a sbattere la democrazia parlamentare. È vero che ci sono stati dei segnali negli anni scorsi, molto precisi: c'era chi voleva che il voto fosse ridotto ai presidenti di gruppo, e poi c'era chi voleva che i parlamentari fossero decisi per sorteggio, e via discorrendo; è chiaro che il colpo che si dà alla democrazia parlamentare è un colpo mortale.

Questo va detto in premessa, perché poi possiamo discutere del dettaglio, ma il fatto politico che si consuma in questa seduta parlamentare è un fatto che non può non allarmare non solo coloro che ne fanno parte, e che mi pare non lo stiano facendo, ma credo anche i cittadini sinceramente innamorati del sistema democratico (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa-Centro Democratico e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, la nostra lingua è ricca di tante sfaccettature, è la lingua delle tonalità di grigio. Lettura anomala, io dico una lettura illecita: non ho timore di utilizzare questo termine, laddove per illiceità si intende consapevole violazione delle regole preposte al governo di interessi pubblici. Siamo di fronte ad una violazione, Presidente, evidente dall'articolo 72, quarto comma. Citare la Costituzione è un po' fuori moda, sembra di occuparsi del Codice di Hammurabi: qualche cosa di archeologico, che non va resuscitato, non va neanche citato, per carità; ma quando noi leggiamo che la procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata anche per i bilanci, noi sappiamo benissimo che quello che sta accadendo, che è accaduto in questi giorni… Per la verità, Presidente, c'era un presagio: dal 20 ottobre sono passati due mesi, era evidente che si dovesse giungere alla strettoia per cui oggi noi non discutiamo, noi portiamo in Aula un provvedimento ignoto, che nessuno ha potuto leggere integralmente. Questa notte, in Commissione noi ci siamo lungamente battuti per cercare di sollecitare un moto di orgoglio da parte di chi pensa di poter governare semplicemente con i numeri la democrazia.

Voglio ricordare, Presidente, perché rimanga in quest'Aula, che non più tardi di qualche tempo fa vi era chi si lamentava e parlava di golpe – e mi riferisco ai banchi desolatamente vuoti del MoVimento 5 Stelle – perché per la legge elettorale c'erano soltanto quattro settimane di discussione. Golpe! Che cosa dovremmo dire noi a fronte di quello che sta accadendo in questi minuti? Dovremmo parlare di una sommossa? Dovremmo parlare di una vera rivoluzione, di un'imposizione di un regime parlamentare?

E che cosa dire, Presidente, perché rimanga sempre nell'Aula? Il 18 dicembre 2014 sul blog di un tale Beppe Grillo – non so se il nome vi è noto – così si leggeva: “Il Governo non si azzardi a presentare al Senato il maxiemendamento sulla legge di stabilità, per farlo poi passare in fretta e furia con l'ennesimo voto di fiducia, e infine farlo ratificare alla Camera senza dibattito e senza un esame approfondito delle norme” (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico)! Ma voi vi dovreste… Ma veramente qui siamo di fronte non ad un conflitto di interessi, di attribuzioni: ad un conflitto di personalità: sono personalità dissociate, dissociate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), in cui voi pretendete di imporre quello contro cui avete protestato in questo modo!

Noi non possiamo non denunciarlo, perché quando ci si presenta con la sindrome dell'Ajax lanciere bianco, “noi siamo i portatori del verbo della legalità”, questo dimostra esattamente il contrario: che quando c'è un interesse, e l'interesse è una brutta parola in quest'Aula, ma quando si tiene saldamente incollata la propria persona alle poltrone… Guardate, si è capovolto il mondo, sono i 5 Stelle che tengono la propria persona incollata a quelle poltrone che hanno tanto contestato: adesso se le tengono, e vanno in rotta di collisione con quello che hanno detto! Presidente, la Costituzione invoca, ai sensi dell'articolo 72, un suo rispetto. Il Senato ha potuto soltanto esaminare questo provvedimento per circa 240 minuti, la Camera, ahimè, sarà subordinata al Senato, ha avuto zero tempo – zero – per poter discutere questo provvedimento.

Ho finito, Presidente. In Commissione vi è stata una sorta di legittima difesa delle istituzioni da parte di coloro che intendevano discutere il provvedimento. Anche la pantomima di ieri, con l'apparizione della guest star Tria in Commissione, non ha certamente lenito il dolore che noi manifestiamo oggi in quest'Aula.

Con una sola parola: noi difendiamo e difenderemo la democrazia, e faremo di tutto perché la democrazia rappresentativa - ricordate queste parole: democrazia rappresentativa - tutelata dalla Costituzione non possa essere abbattuta da questi colpi di testa, da questi colpi di ariete. Quell'ariete diventerà di argilla. E sapete chi lo renderà di argilla? Gli italiani, che si renderanno conto di come questa sciagurata manovra non farà altro che aggravare una situazione istituzionale che noi denunceremo tutti i giorni da questi banchi, ma soprattutto nelle piazze (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). Presidente, colleghi deputati, rappresentanti del Governo, impossibile non a prendere la parola per stigmatizzare quanto accaduto. Vedere, quello che davvero funziona poco in quest'Aula, nelle relazioni tra maggioranza e opposizione, tra Parlamento e Governo, quello che ha funzionato pochissimo in queste settimane, ormai lunghe, di lavori sulla manovra del bilancio, è la scarsa consapevolezza, da parte di Governo e maggioranza, di aver sbagliato tutto. È una scarsa consapevolezza - Presidente, mi appello a lei anche per la gestione dell'Aula in queste ore - che comunque deve mettere, o dovrebbe mettere ciascuno nelle condizioni di rispondere al proprio senso di responsabilità.

Se l'opposizione volesse, questa legge di bilancio non si farebbe entro il 31 dicembre. Questo penso sia chiaro, dovrebbe essere chiaro: al Ministro Tria, che ieri ci ha fatto la grazia di pervenire in audizione in Commissione bilancio, come se il problema dell'approvazione della legge di bilancio fosse di Fratelli d'Italia o di Forza Italia o del Partito Democratico o di LeU, e non già innanzitutto del suo Dicastero e poi del Governo che rappresentava e della maggioranza che lo sosteneva. Ci ha fatto la grazia, e siamo dovuti addivenire ad un accordo per poterlo audire alle 20,30 di sera, dopo aver perso praticamente un'altra giornata: non è possibile lavorare in questa maniera! Se noi volessimo… Stiamo facendo un richiamo all'ordine dei lavori per ogni gruppo, mi sembra: noi potremmo fare richiami al Regolamento à gogo, potremmo consumare l'intera giornata sui richiami al Regolamento. Quindi, cerchiamo di mantenere la calma, e di essere consapevoli - lo dico alla maggioranza, lo dico al Governo, lo dico alla Presidenza - che in questa manovra finanziaria si è travalicato ogni confine.

Noi non abbiamo avuto la possibilità, questo ramo del Parlamento non ha avuto la possibilità di dire nulla: di partecipare, di condividere, di proporre, di votare, né in prima lettura né in seconda lettura. Nella prima lettura abbiamo fatto un esercizio estetico: abbiamo fatto vedere che siamo bravi scolaretti, abbiamo lavorato di giorno, di notte, ma guarda un po' il caso, abbiamo praticamente licenziato un testo che nulla aveva a che vedere con il testo definitivo. E questo lo sanno tutti: lo sa persino il Ministro Tria, che ce lo ha confessato; ma ognuno di noi, in questi giorni, se ha preso la parola, se ha esternato sul circuito mediatico, lo ha dovuto ammettere. Dunque, c'era la seconda lettura.

Ma in seconda lettura, Presidente… Questa è anche la ragione per la quale ieri si era stabilito il contentino di far parlare i relatori di minoranza tanto quanto i relatori di maggioranza: perché non c'è stata la possibilità neanche di effettuare un voto, un voto sugli emendamenti. Noi non è che abbiamo visto strozzato il dibattito, abbiamo visto mortificato per il nostro tramite il ruolo del Parlamento italiano. Qui non parliamo delle singole forze politiche perché la ruota gira, fatalmente la ruota gira e bisogna farsene una ragione e quello che oggi avviene con i pentaleghisti al Governo, domani potrebbe avvenire con i pentaleghisti all'opposizione. Lo Stato e le istituzioni restano; gli uomini e i partiti passano, è questo il punto. Allora bisognerebbe essere un po' più dimessi, un po' più sobri, un po' più disponibili, perché, se l'opposizione oggi volesse fare fino in fondo il proprio dovere, potrebbe “mandare a carte quarantotto” la legge finanziaria, ma, almeno per quello che ci riguarda, faremo dura opposizione, ma certamente non impediremo a questo Parlamento di fare il proprio lavoro, soprattutto alla luce del dibattito intercorso e all'intervento del Capo dello Stato che ha, diciamo così, acceso i riflettori sullo spettro dell'esercizio provvisorio, forse anche un po' esagerando perché anche l'esercizio provvisorio è regolamentato: ci si può entrare dentro per un tempo dato, mettere in salvo le urgenze e magari le cose più spinose, che non abbiamo avuto la possibilità di approfondire e di affrontare, le si può trattare in seconda battuta, ma noi abbiamo pieno rispetto del Capo dello Stato e pieno rispetto di tutte le forze politiche del Governo. Va bene così, però deve essere chiaro perché, se non è chiaro, da oggi a domani, c'è rischio di rendere ingovernabile quest'Aula, deve essere chiaro a chi presiede, ma deve essere soprattutto chiaro a chi ha la maggioranza numerica e deve essere chiaro che ha sbagliato tutto e che ci costringe - e concludo - a un lavoro assurdo e inutile. Noi oggi qui è come se stessimo in una rappresentazione teatrale, ognuno recita la propria parte, ma non c'è alcuna possibilità, né vi è stata nelle sedi competenti - mi riferisco alla Commissione che è pagata per questo, per entrare nel merito dei provvedimenti, correggerli, emendarli e migliorarli - di svolgere concretamente il nostro lavoro, quindi partiamo da questo presupposto, perché, se partiamo da questo presupposto, si può meglio gestire il confronto parlamentare che sarà aspro perché deve esserlo di fronte a questa vergogna, ma si può gestire. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Prendo atto dei vostri interventi e naturalmente sarà mia cura riferire al Presidente della Camera le vostre osservazioni.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Borghi per un richiamo al Regolamento. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). La ringrazio, signora Presidente. Le chiedo di potere intervenire ai sensi degli articoli 23 e 24 del nostro Regolamento che si riferiscono all'organizzazione dei nostri lavori e alle possibilità per i deputati di intervenire in maniera da consentire un richiamo al Regolamento. In particolare, faccio appello alla sua sensibilità, ai sensi del comma 11 dell'articolo 24, che stabilisce che i termini per i richiami al Regolamento svolti dai deputati sono fissati dal Presidente. Quindi le chiederei di avere il tempo sufficiente per poter esprimere il mio pensiero a nome del Partito Democratico, in considerazione anche delle questioni che sono state portate in precedenza dai colleghi. Come è di tutta evidenza, noi non siamo in una situazione ordinaria, questa non è una discussione generale che arriva a valle di un percorso compiuto, normale, organico, come peraltro gli articoli 81 e 72 dalla Costituzione impongono. Il comma 13 dell'articolo 24 - lo vorrei leggere perché è la chiave dei mio ragionamento e dell'appello che faccio alla Presidenza - stabilisce che la ripartizione in quote di tempi e di argomenti sono computate in via tendenziale e con riferimento alle previsioni formulate all'atto della predisposizione del calendario. Signora Presidente, quando la Conferenza dei capigruppo si è riunita per predisporre questo calendario, nessuno di noi, dal Presidente Fico in giù, si sarebbe mai sognato di assistere allo spettacolo indecoroso, inverecondo al quale il Paese ha assistito e cioè la compressione totale di ogni spazio di quest'ala del Parlamento e dell'altra ala del Parlamento, di potere esprimere e di sindacare le proprie funzioni ai sensi dell'articolo 81 e dell'articolo 72 della Costituzione.

Lo voglio ulteriormente ribadire: questa notte alle 2 il Presidente della Commissione Bilancio, che vedo là in mezzo ai banchi della Lega, forse perché preferisce non abbinare la sua persona a questo strumento, ha interrotto la discussione e non un emendamento delle opposizioni è stato votato. Questa è la prima legge di bilancio che arriva in Gazzetta Ufficiale senza che al Senato e alla Camera un emendamento delle minoranze sia stato votato, non uno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ebbene, se non è straordinaria questa situazione, che cosa lo deve essere, per indurre la Presidenza a rivedere, come minimo sindacale, i tempi della discussione di merito? Non lo dico per il mio gruppo, signora Presidente, ma le pare normale che il rappresentante di un partito storico e significativo del nostro Paese, come il Partito Radicale abbia due minuti e trenta secondi per esprimere la propria opinione su quello che sta accadendo in questo Parlamento e nel Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ? Due minuti e trenta secondi! Ma di che cosa stiamo parlando? E quindi l'ultimo e l'unico strumento in questo momento nelle mani delle minoranze delle opposizioni è quello di poter raccontare al Paese quello che accade e di poter dire qui quello che ci è stato impedito di esprimere nell'Aula del Senato e quello che non è stato possibile dire nell'ambito dell'organizzazione della Commissione Bilancio. Pertanto, visto che lei cortesemente mi ha dato la possibilità di intervenire e ora mi richiama alla conclusione, noi facciamo esplicito appello alla Presidenza affinché riconsideri la durata dei tempi degli interventi e consenta ai gruppi dell'opposizione una dilatazione, in maniera tale che sia possibile quantomeno una diversa e maggiore espressione delle nostre opinioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Grazie, Presidente. Anch'io intervengo per un richiamo al Regolamento, articolo 24. Devo dire che l'onorevole Borghi mi ha anticipato, ma mi rivolgo a lei e, per tramite suo, al Presidente della Camera, perché io credo che, considerata la situazione eccezionale che si è verificata, si debba procedere a un ripensamento dei tempi del contingentamento. Quando la Conferenza dei capigruppo ha deciso i tempi attuali è evidente che ha considerato correttamente il Presidente la possibilità di terminare i lavori di tutto il Parlamento con l'approvazione, l'eventuale approvazione del disegno di legge di bilancio in tempo utile per evitare, da una parte, l'esercizio provvisorio e, dall'altra, per permettere, immagino, al Capo dello Stato di avere il tempo necessario per correttamente approfondire i contenuti della legge prima di apporvi la firma. Ma né la Conferenza dei Capigruppo, né il Presidente della Camera - non posso dubitare della funzione super partes del Presidente Fico, che ha sempre svolto in tutto questo periodo - avevano coscienza e conoscenza di quanto sarebbe accaduto al Senato, che ha reso totalmente anomalo e senza precedenti il procedimento, indipendentemente dalle ragioni; non entro nel merito, ognuno di noi si è fatto un giudizio e i colleghi prima sono intervenuti nel merito del giudizio di quello che è accaduto, ma è evidente che non esistono precedenti né alla Camera né al Senato di tempi e modalità di approvazione di una legge di bilancio così come si è svolta. A questo punto è necessario immediatamente procedere a una revisione dei tempi di contingentamento della Camera dei deputati.

In questo momento - l'esempio che ha fatto su alcune componenti del gruppo Misto è palese - si darebbe la possibilità a parlamentari, eletti e che hanno preso voti in Parlamento e rappresentano ovviamente un pezzo legittimo dei cittadini italiani, di esprimere un giudizio nell'Aula e nell'Assemblea con due minuti, tre minuti, quattro minuti a disposizione.

Il ripensamento dei tempi di contingentamento - ci sono anche dei precedenti - è utile, è possibile farlo e permetterebbe, a proposito invece dell'articolo 8 del Regolamento, la possibilità che almeno in parte l'andamento dei nostri lavori possa svolgersi, almeno qui in Aula, con un confronto serio e dando la possibilità a tutti i gruppi, con i tempi necessari, di esprimere, su una manovra complessa e complessissima, un parere nel merito e di dare le ragioni del proprio voto. Se, Presidente, ovviamente questo non dovesse accadere, la mia proposta è che si faccia immediatamente un voto di sospensiva per quanto riguarda i lavori e si proceda alla sospensione dei lavori. Quindi, le chiedo formalmente la possibilità di mettere in votazione subito la sospensione dei lavori, convocare una Conferenza dei presidenti di gruppo e ripensare immediatamente ai tempi di contingentamento.

Credo che, da un punto di vista dei precedenti, questa sia la manovra in terza lettura con minor tempo di contingentamento dato nella discussione sulle linee generali. Io credo che questa sia oggettivamente una cosa da non percorrere ed è il buonsenso e la responsabilità che il Presidente della Camera esercita in questo caso. Ci sono tutti i tempi per poter arrivare, prima del 31 dicembre ovviamente e correttamente, all'approvazione, perché nessuno di noi vuole l'esercizio provvisorio che altrimenti farebbe pagare ai cittadini italiani errori commessi da questo Governo, però non si può pensare altrettanto di svilire la funzione del Parlamento permettendo ai gruppi, per esempio a componenti come la nostra, di avere solo sei minuti a disposizione o, addirittura, due minuti a disposizione per poter esprimere un giudizio, così come penso altrettanto a gruppi importanti dell'opposizione come Forza Italia, Partito Democratico eccetera di avere un limitato tempo a disposizione per potersi esprimere.

Non credo che la maggioranza abbia paura del confronto e del dibattito, non ha mai avuto paura. Il rispetto di quest'Aula chiede ovviamente o un'iniziativa diretta, senza la convocazione dei capigruppo, da parte del Presidente della Camera, ma deve esserci dato il tempo e la comunicazione immediata, oppure la possibilità di sospendere la seduta e di convocare una Conferenza dei presidenti di gruppo e sono convinto che la Conferenza dei presidenti di gruppo duri tre minuti, perché non posso immaginare - e concludo, signora Presidente - che il Presidente della Camera Fico non abbia e non condivida quanto noi, con responsabilità, semplicità e serietà, stiamo ponendo alla sua attenzione.

Il rischio - e concludo - è che il Presidente si assuma una responsabilità non più di giudice imparziale e di guida imparziale dei lavori, ma ancora una volta - non l'ha mai fatto - invece di una parte dell'espressione che è l'Esecutivo. Il Parlamento non è un organo esecutivo; ha e deve svolgere la sua funzione legislativa nel rapporto corretto - è corretto - tra maggioranza, Esecutivo e opposizione. La ringrazio per la cortesia e per la pazienza (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento l'onorevole Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Presidente, anch'io intervengo per un richiamo al Regolamento ai sensi degli articoli 23 e 24 sull'organizzazione dei lavori. Insisto sul punto che i colleghi che mi hanno preceduto stamattina hanno evidenziato, perché siamo di fronte ad un fatto grave, ad un fatto inedito. Non è la prima volta certamente che avvengono violazioni sostanziali rispetto alle procedure democratiche, ma in questo frangente siamo di fronte decisamente ad un salto di qualità che vorrei non fosse sottovalutato da alcuno in quest'Aula. È la prima volta - è la prima volta - che un provvedimento viene formalmente approvato dai due rami del Parlamento senza che i due rami del Parlamento abbiano potuto analizzarlo, discuterlo e votarlo. È un fatto senza precedenti, questo deve essere chiaro. Non siamo di fronte a un passaggio ordinario.

Chi ha un po' di esperienza di quest'Aula sa che è successo diverse volte che la manovra di finanza pubblica fosse valutata, discussa e votata soltanto da un ramo del Parlamento. Però, non è mai successo che una manovra, la più importante legge dell'anno, venga proposta dal Governo e imposta al Parlamento senza alcuna possibilità da parte di nessuno dei due rami del Parlamento di approvarla.

Siamo di fronte a una violazione del carattere parlamentare della nostra democrazia, siamo di fronte a principi economici che diventano prioritari sui principi democratici. È vero: nella nostra Costituzione c'è l'articolo 81, che è un articolo importante, ma c'è anche l'articolo 72 e c'è anche l'articolo 1, che ricorda che siamo una Repubblica democratica. Si è data una certa priorità e questo, Presidente, è un punto che deve investire la Presidenza della Camera, che deve investire la Presidenza del Senato, ma credo che debba investire anche chi è il garante supremo delle nostre norme costituzionali, perché in questo passaggio c'è stata una negazione - una negazione - del carattere parlamentare della nostra democrazia.

Nella prima lettura, qui alla Camera, abbiamo affrontato un testo di intrattenimento. Questa è stata la prima lettura alla Camera: un testo di intrattenimento, dove sulle questioni sostanziali non avevamo informazioni, non avevamo norme da emendare, non avevamo la possibilità di intervenire. I punti sostanziali sono stati introdotti al Senato e vorrei segnalarle, Presidente, che sono raddoppiati i commi. Infatti, siamo passati dai 600 commi, approvati nella prima lettura alla Camera, ai 1.200 commi usciti dal Senato. Uno stravolgimento del testo senza che i senatori abbiano potuto valutarlo e senza che adesso i deputati possano valutarlo.

Però, c'era un'alternativa, c'era un'alternativa se la priorità di quest'Aula e delle istituzioni che hanno la responsabilità di garantire la Costituzione viene data ai principi costituzionali della democrazia parlamentare. C'era un'alternativa. Non sarebbe stata una tragedia arrivare a un mese di esercizio provvisorio motivato dalla ragione di salvaguardare le prerogative del Parlamento. Se noi continuiamo ad anteporre i principi economici rispetto ai principi fondamentali della nostra democrazia mettiamo la nostra Costituzione, nei suoi punti fondamentali, in grande pericolo. E coloro che si riempiono la bocca nel definirsi sovranisti dovrebbero sapere che la sovranità, la sovranità di cui si riempiono la bocca, appartiene al popolo e il popolo la esercita nelle forme previste dalla Costituzione, che è, innanzitutto, il Parlamento. Disconoscere la centralità del Parlamento in questo passaggio vuol dire, ancora una volta, subordinare la politica all'economia, subordinare la democrazia e i suoi principi fondamentali all'economia. È un grave vulnus, costituisce un precedente e dobbiamo fare in modo che sia il primo e l'ultimo, perché ne va la qualità della nostra Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento l'onorevole Gelmini. Ne ha facoltà.

MARIASTELLA GELMINI (FI). Grazie, Presidente. Noi vogliamo mettere a verbale il nostro sconcerto per come sono stati gestiti l'illustrazione e l'esame di questa manovra e vorremmo, per suo tramite Presidente, recapitare un messaggio anche al Presidente Fico, perché in alcuni momenti tacere significa essere complici del superamento della democrazia parlamentare, e noi questa responsabilità non la vogliamo avere. Ricordiamo al Governo e alla maggioranza che, nonostante giacciano in Commissione affari costituzionali proposte strampalate di riforma della Costituzione, ad oggi, come ha richiamato durante la giornata degli auguri il Presidente Mattarella, il Parlamento è tuttora in funzione, è costituzionalmente garantito e non può essere vilipeso e violentato con dei passaggi, fra Camera e Senato, che risultano completamente lontani dalla nostra Costituzione.

E, allora, noi ci aspettiamo, unitamente a quanto hanno proposto alcuni colleghi, in particolare il presidente Lupi, che si convochi quanto prima una Conferenza dei presidenti di gruppo, perché, lontano da ogni intento ostruzionistico, noi riteniamo che mai in Conferenza si sia discusso dei tempi da assegnare, all'interno del contingentamento, alla discussione sulle linee generali e noi pensiamo che almeno alla Camera ci debba essere la possibilità di confrontarci e di procedere ad un esame meditato e approfondito della manovra, fatto con tutti i tempi necessari. Quindi, vorremmo che si convocasse la Conferenza dei presidenti di gruppo e che lì si andassero a definire tempi ragionevoli per poter esaminare questa manovra e per non sommare ad errori ulteriori violazioni del Regolamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Presidente Gelmini, ho già inoltrato al Presidente Fico la vostra richiesta di una convocazione di una Conferenza dei presidenti di gruppo. Restiamo in attesa di una sua risposta.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, non ci sono precedenti, non abbiamo precedenti nella storia repubblicana di un tale sfregio alle procedure parlamentari nella composizione della legge più importante dello Stato, cioè la legge di bilancio. Non c'erano neanche precedenti di una tale inadeguatezza di questa classe dirigente nella proposizione e nella presentazione dei contenuti di questa legge di bilancio, così come delle altre misure che ci sono state portate nel corso di questi mesi in quest'Aula. Onorevoli colleghi, avevamo mai visto il precedente per cui i dati di Banca d'Italia venivano contestati, dicendo che il presidente della Banca doveva farsi eleggere? Abbiamo mai avuto un precedente per cui tutti gli enti terzi, che avevano dato i numeri e avevano indicato a chiare lettere qual era la realtà delle leve di questa legge di bilancio, pensiamo all'Ufficio parlamentare di bilancio, all'UPB, venissero insultati dai membri del Governo?

Era mai successo che si dicesse a chiare lettere che tutte le valutazioni degli enti esterni, terzi, nazionali e internazionali, corrispondevano a un complotto? Era mai accaduto prima, c'erano stati precedenti in merito al fatto che fosse ignorato per mesi l'aumento dello spread in Italia, portando a un aumento così significativo della spesa di interessi e a un calo di fiducia del nostro Paese da parte di tutti gli osservatori internazionali? Avevamo avuto forse precedenti dello sfregio al mondo scientifico ogni qual volta il parere del mondo scientifico, dato dalle autorità sanitarie, istituzioni scientifiche nazionali e internazionali, è stato bollato nei mesi precedenti e negli anni scorsi come fandonie? Avevamo avuto precedenti in merito alla certezza del diritto, al venir meno dei caposaldi di quello che è il nostro sistema giuridico in questo Paese?

Ci sono stati precedenti in base ai quali si è pensato di poter cambiare la Costituzione come se fosse un colpo di spugna e tacciando quelle che sono le prerogative parlamentari, che rendono liberi i parlamentari in questa Repubblica e rendono accessibile il Parlamento a chiunque in questa Repubblica? Non c'erano precedenti, ma questi precedenti vengono portati ogni giorno, diventano realtà, un pezzettino per volta. Un pezzettino per volta si alza l'asticella e, ogni volta che questi precedenti, che erano tacciati come delle cose, delle fantasie dell'opposizione, diventano realtà, come è accaduto questi giorni in cui tutti quei numeri sulla legge di bilancio denunciati come falsi e sbagliati sono diventati veri e ci hanno costretto a una manovra come questa, ebbene, diventa colpa di terze persone.

Questo è quello che è accaduto e sta accadendo nel nostro Paese nel completo silenzio. Nessuno se ne accorge, ma, pezzetto per pezzetto, le nostre prerogative vengono meno, i nostri spazi di agibilità politica, della nostra libertà di espressione, ma anche la libertà dei cittadini di essere rappresentati nel modo più consapevole.

Per questo, Presidente - dico a lei in modo tale che possa essere riportato anche al Presidente Fico - noi abbiamo veramente l'istanza di fare in modo che questo Parlamento torni a essere centrale nel nostro Paese e sia data la possibilità ai gruppi parlamentari di svolgere le proprie prerogative, di farlo in modo libero, pieno, senza paura, senza timore e nei tempi necessari, perché questa è l'essenza della democrazia e sta alla Presidenza di questa Camera ripristinare una volta per tutte la dignità di questa istituzione (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica e Partito Democratico).

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, è l'ultimo intervento e poi passiamo alla discussione sulle linee generali.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Presidente, mi unisco alla richiesta di dare agio a questo dibattito perché questa manovra, già si è capito, avrà bisogno, anche dopo la sua approvazione, di un momento di lavoro intenso sia per rivedere alcune misure, ma anche soprattutto per pensare a come applicarle. Pertanto, credo che questo potrebbe essere e debba essere un momento anche per portare all'attenzione della maggioranza criticità, ma anche proposte e raccomandazioni.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, colleghi, ovviamente quello che sta avvenendo su questa manovra finanziaria è scandaloso; è scandaloso perché oggi ci troviamo a ragionare di una manovra che inciderà sull'economia italiana, sul futuro, e vorremmo ragionare con attenzione nello specifico dei vari temi. Non lo abbiamo fatto nel primo passaggio qui alla Camera perché abbiamo avuto un pezzo di carta che poi si è tramutato in qualcosa di poco concreto, di risibile rispetto alle modifiche che sono state effettuate successivamente, dopo una lunga trattativa, che è stata richiamata più volte da vari componenti del Governo, che ha avuto al Senato una discussione tagliata con l'accetta, evitando anche lì di entrare nel merito.

Ci ritroviamo alla Camera a fare lo stesso. E, allora, il richiamo è a quei principi di rappresentatività che il Parlamento ha, fino a quando non modificheremo questa Costituzione. Noi il 4 dicembre di qualche anno fa abbiamo contrastato il tentativo da parte del Partito Democratico, delle forze di Governo di allora, di modificare e peggiorare una Costituzione che già non è un granché (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non perché la ritenessimo una Costituzione efficace ed efficiente. Noi pensiamo che la Costituzione di allora fu redatta in fretta, fu redatta senza parti importanti di questa Italia che non poterono essere rappresentate in quel Parlamento, e quindi è una Costituzione che va rivista, che va rivista in senso presidenzialista, che va rivista nel senso dell'efficienza.

Però ci trovammo accanto, nella discussione che precedeva il referendum del 4 dicembre, forze politiche, come il MoVimento 5 Stelle, che richiamavano il valore della Costituzione; ricordiamo il trenino fatto da tale Di Battista in giro per l'Italia, che raccontava che questa Costituzione, che questa democrazia, che questa rappresentanza parlamentare andava difesa a tutti i costi. E oggi ci troviamo a svilirla con una discussione inesistente, impensabile, se si guardano i dettami che i padri costituenti inserirono in quel testo. Una discussione che non potrà essere efficace nella sostanza.

Questo Parlamento diventa un teatro, un teatro in cui ognuno può, per qualche ora, rappresentare ai propri elettori, in pochi minuti, immaginiamo, il nostro gruppo parlamentare avrà un minuto ogni 35 mila consensi ottenuti nelle elezioni, un po' pochini per rappresentare, per essere considerata una forza politica rappresentativa di istanze, di pulsioni, di questioni che non possono essere ridotte a un dibattito social, come, evidentemente, qualcuno ha intenzione di fare. E allora il richiamo, Presidente, anche da parte nostra, è a un'immediata convocazione da parte del Presidente Fico, che avremmo auspicato fosse qui già in apertura dei lavori, data la delicatezza, non certo per sminuire il suo ruolo, ma perché evidentemente lui oggi è garante, come terza carica dello Stato, in persona di quello che sta avvenendo e che deve avvenire nelle prossime ore; quindi, auspichiamo che lui convochi una Conferenza dei presidenti di gruppo per rivedere questa discussione, per permettere un dibattito, per entrare nel merito di questa manovra e permettere di evitare che si crei un precedente che renderà inutile anche da qui in poi discutere sui tempi, sui contingentamenti, perché diventerà inutile il dibattito che essenzialmente da qui è stato tagliato.

Possiamo anche promuovere un'azione di riforma rapida a inizio d'anno di questa Costituzione, possiamo decidere - noi voteremmo contro - di discutere sui social invece che in Parlamento. Avremmo molte meno spese, molte meno spese; forse, però, questo Parlamento e la discussione in queste Aule che si è sedimentata nel corso di due millenni in questa nostra parte del globo probabilmente meriterebbe un'attenzione maggiore.

Quindi, invitiamo la Presidenza a farsi latore di questo messaggio che viene dalle minoranze, in questo caso, ma invitiamo anche, tramite lei, i colleghi, quelli della maggioranza, a riflettere; una volta si è da una parte, ma non sempre si resta in quel ruolo e non si possono cambiare i contenuti delle regole solamente perché in quel momento fa gioco ottenere un risultato celere ed evitare, ovviamente, un dibattito che metterebbe in imbarazzo, dati i contenuti di una manovra insignificante come quella che viene promossa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lollobrigida, ribadisco di aver già richiesto al Presidente Fico la convocazione di una capigruppo; in quella sede, poi, si potrà valutare un eventuale ampliamento dei tempi per il seguito dell'esame.

Invece, ricordo all'onorevole Lupi che non è possibile procedere a votazioni in questa fase, perché è prevista una discussione generale e io ho il dovere di garantire lo svolgimento di questa discussione generale.

Per cui do la parola al presidente Delrio e, subito dopo il suo intervento, passiamo allo svolgimento della discussione generale.

GRAZIANO DELRIO (PD). Grazie, Presidente, intervengo sempre per un richiamo al Regolamento. Noi abbiamo ascoltato, in quest'Aula, in quest'ora, diversi richiami al tema della centralità del Parlamento, dell'umiliazione che il Parlamento ha ricevuto anche stanotte. Noi ci siamo presentati diligentemente in Commissione, per poter discutere nel merito la manovra di bilancio e, come lei sa, questo diritto è stato negato, con una decisione unilaterale del presidente della Commissione e della maggioranza della Commissione.

È stato, cioè, negato il diritto ai rappresentanti del popolo, Presidente, perché di questo stiamo parlando, di poter rappresentare le istanze del popolo, perché la democrazia si difende innanzitutto difendendo le istituzioni, difendendo cioè questo Parlamento e le sue prerogative. Quindi, siamo di fronte a un passaggio a dir poco inquietante per la nostra democrazia e per il futuro della nostra democrazia; si chiede al Parlamento, si chiede ai rappresentanti del popolo – e anche noi rappresentiamo il popolo non meno della maggioranza, non meno dei rappresentanti della maggioranza – di non esercitare il proprio dovere, si chiede ai rappresentanti del popolo di chiudere gli occhi, di far finta di nulla, di, non, come dire, portare le istanze e gli interessi sociali ed economici che si rappresentano all'interno delle Aule del Parlamento, dove si assumono le decisioni più importanti. E questa è la legge fondamentale dello Stato, lo dico ai pochissimi deputati di maggioranza presenti qui, questa è la legge fondamentale dello Stato che regola la vita economica, sociale, culturale, civile del Paese; è una legge che comprende gli interessi di tutte le categorie, dei pensionati, di quelle poche decine di migliaia di pensionati che avranno diritto a quota 100 e dei milioni di pensionati che vedranno decurtate le loro pensioni per finanziare poche decine di migliaia di pensionati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È il tema dell'elargizione di un sussidio che non è una lotta contro la povertà, ma è un sussidio sperimentale, inventato, esperienza unica e che toglierà risorse, per esempio, al Mezzogiorno, toglierà risorse alle infrastrutture, 2 miliardi e 300 milioni di tagli alle ferrovie, toglierà risorse alle associazioni del terzo settore.

Quindi, Presidente c'è un problema molto serio, lo ripeto, c'è un problema molto serio che merita un aggiornamento della discussione. Io mi associo alla richiesta della presidente Gelmini e degli altri capigruppo, del capogruppo Lollobrigida, dell'onorevole Tabacci, dell'onorevole Lupi e di tutti coloro che hanno chiesto con urgenza una convocazione dei capigruppo. Dobbiamo decidere come proseguire, quello che è accaduto stanotte non era previsto, non era previsto che non si potesse esercitare il diritto della minoranza di poter discutere nel merito della legge di bilancio sugli emendamenti proposti e, quindi, è una questione molto seria, che cambia tutta la prospettiva. Non ci si può appellare al fatto che abbiamo fretta, perché se avevamo fretta potevamo licenziare la legge di bilancio quando era ora, nel formato giusto, avendo fatto un preliminare accordo con l'Unione europea e, poi, certamente, proponendo le misure che la maggioranza riteneva più utili. Ma se siamo in questa condizione non è certamente per ostruzionismo dell'opposizione o perché abbiamo perso tempo al Senato, mi pare. Quindi, c'è oggettivamente una discussione da fare, in considerazione, e lo dico, Presidente, del fatto che – qui, manca il Presidente Fico, in questo momento – il Presidente Fico, quando si è insediato, ha ribadito la centralità del Parlamento, centralità che è stata riaffermata dal Presidente della Repubblica durante i suoi auguri di fine anno e, quindi, va certamente visto come questa centralità si sta articolando, perché se la centralità del Parlamento è quella di registrare la volontà del Governo e, nel silenzio della maggioranza, procedere all'approvazione delle leggi che il Governo propone, è chiaro che siamo in presenza di un disequilibrio profondo tra il potere legislativo e il potere esecutivo e, quindi, io chiedo che lei faccia presente al Presidente Fico questa situazione che si è creata, che ci sia un'immediata convocazione della Conferenza dei capigruppo e che lì si discuta un nuovo calendario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa?

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, lei ci scuserà, ma la seduta è particolarmente eccezionale. Io chiedo che l'Aula voti…

PRESIDENTE. Io questo l'ho capito, altrimenti non avrei dato la parola a tutti i gruppi sia per richiamo al Regolamento che sull'ordine dei lavori. Lo capisco, però non abusate della pazienza della Presidenza.

EMANUELE FIANO (PD). Le devo chiedere una cosa che non è stata chiesta, fino adesso, e che è prevista dal Regolamento. La richiesta che le sto per fare è prevista dal Regolamento. Chiedo la sospensione dei lavori e le chiedo di mettere ai voti la sospensione dei lavori, per permettere che venga convocata la Conferenza dei capigruppo. Quindi, le chiedo di mettere ai voti, con dichiarazione di voto favorevole o contraria, la votazione sulla sospensione dei lavori. La ringrazio.

PRESIDENTE. Prima, quando rispondevo al presidente Lupi, a cui do la parola, facevo riferimento a una prassi consolidata.

Prego, presidente Lupi.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Signora Presidente, correttamente, la ringrazio , per prassi consolidata la mia richiesta ha dato una risposta, perché esiste la possibilità di sospensione anche in discussione generale, a condizione che la discussione generale inizi e, poi, c'è sempre stato un precedente che dice, per prassi consolidata, che si può interrompere la discussione. Non a caso, la maggioranza ha sempre usato l'interruzione della discussione, quindi, la sospensione esiste per una motivazione. Ci sono prassi consolidate, ma no siamo di fronte a una prassi consolidata, perché siamo di fronte a un evento nuovo e come tale ci sono eventi nuovi che possono essere presi in considerazione da parte della Presidenza. Il voto è procedurale, si può sospendere per cinque minuti e poi procedere, ovviamente, siccome non c'è registrazione di voto, alla sospensione, per la convocazione della capigruppo, e questa è la prima strada; non mi permetto, ovviamente, di darle suggerimenti, ho troppo rispetto per il suo ruolo di Vicepresidente, ma la seconda strada è quella che deve dare con certezza la data e l'ora di convocazione della capigruppo, prima dell'inizio della discussione generale (Commenti).

PRESIDENTE. Colleghi, no, non funziona così, non è che se lo chiedete, lo mettiamo in votazione perché urlate. Non funziona a chi urla di più. Sta arrivando il Presidente, cerchiamo di gestire l'andamento dei lavori in maniera ordinata (Dai banchi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e Liberi e Uguali si grida: Voto, voto!).

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 10,40)

PRESIDENTE. Per favore, per favore, non è uno stadio, non è uno stadio (Proteste del deputato Brunetta). Deputato Brunetta, non è uno stadio, senza urlare. Deputato Brunetta, non si preoccupi.

Sono tre i punti che sono stati sollevati.

Il primo punto era sulla questione del voto del mandato senza votazione degli emendamenti. È stata contestata la decisione della Presidenza della Commissione…(Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente)…Partiamo da qui (Vive proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Misto)! Partiamo da qui, partiamo da qui…. Partiamo da qui. Devo sospendere? Non si può continuare così, non si può continuare così (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Sono costretto a sospendere, se fate così, se invece mi fate continuare, non sospendo…Non è il modo, vi prego di sedervi (I deputati del gruppo Partito Democratico scandiscono le parole: Voto, voto!)… Avevo già finito di leggere questo… Se fate così…Partiamo da qui e andiamo avanti. È stata contestata la decisione della presidenza della Commissione bilancio di porre direttamente in votazione, nella nottata di oggi, il mandato al relatore a riferire in senso favorevole sul disegno di legge di bilancio senza aver proceduto alla votazione degli emendamenti presentati. In proposito, ricordo che tale decisione è stata assunta dal presidente Borghi per adempiere all'obbligo regolamentare di concludere l'esame in sede referente in tempi utili a consentire all'Assemblea di avviare la discussione del provvedimento nei termini stabiliti dal calendario dei lavori. Al fine di garantire l'adempimento di tale obbligo, costituisce prassi consolidata la possibilità che, considerata l'informalità che caratterizza la procedura in sede referente, alla quale non trovano applicazione le rigide forme procedurali dell'Assemblea, la presidenza della Commissione possa individuare il termine ultimo entro il quale porre in votazione il mandato al relatore, a prescindere dalla fase procedurale in cui si trova l'iter del provvedimento, procedendo, ove necessario, alla votazione in blocco dei soli emendamenti su cui vi sia il parere favorevole del relatore e del Governo. Esempio: seduta delle Commissioni riunite bilancio e finanze del 13 dicembre 2011 (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia) e 21 luglio 2009, Commissione bilancio del 7 dicembre 2007, dando per respinti…Se mi ascoltate…(Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)…Non possiamo fare così, deputato Rosato, lo sa benissimo…Dando per respinti gli altri, anche quando non sia neppure iniziata la votazione degli emendamenti. Tra i precedenti (Proteste del deputato Fiano), tra i precedenti… Non è così, infatti (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico). Tra i precedenti in cui si è…

EMANUELE FIANO (PD). Non va bene così, Presidente! Deve essere sopra le parti!

PRESIDENTE. Deputato Fiano, mi deve far sospendere la seduta? Devo sospendere la seduta, devo sospendere la seduta (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)?

LUIGI MARATTIN (PD). Deve mettere in votazione!

PRESIDENTE. Se continuate così…Non è il modo! Non è il modo! Non è il modo! Non è il modo!

ENRICO BORGHI (PD). Ci fai votare? Sei fazioso!

PRESIDENTE. Finisco. Tra i precedenti in cui si è proceduto direttamente al voto del mandato senza aver votato nessun emendamento richiamo, ad esempio, la seduta della I Commissione del 31 luglio 1996, del 1997, 2000, 2006, delle Commissioni IX e XI del 1998, dell'VIII Commissione nel 1996, della VI Commissione il 17 ottobre 1996; della III Commissione il 26 novembre 2015 (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente – Proteste del deputato Fiano). Deputato Fiano, mi vuole far sospendere la seduta? Se vuole fare così, sospendo la seduta…Deputato Fiano…Deputato Delrio, deputato Delrio…

EMANUELE FIANO (PD). Non si possono citare precedenti che non sono identici all'episodio che stiamo analizzando.

PRESIDENTE. Non sono falsi. Deputato Fiano, non si può interloquire in questo modo in Parlamento. Io sono qui e stiamo parlando di tutto. Deputato Migliore, per favore.

Per quanto invece riguarda la richiesta, che il Partito Democratico ha fatto ieri, di ampliamento dei tempi della discussione generale, già ieri ho dato l'ok all'ampliamento dei tempi della discussione generale, e dando a voi l'ampliamento l'ho dato anche a tutti i gruppi di opposizione e di maggioranza. Questo è il secondo punto (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Quindi…

Così non è il modo (Deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente gridano: Voto! Voto! - Il deputato Fatuzzo espone una bandiera recante la scritta: Partito pensionati). Non è il modo! Per favore, deputato Fatuzzo, la bandiera…Chiedo agli assistenti parlamentari di far levare la bandiera, per favore (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente)…Deputato Fatuzzo, la richiamo all'ordine (Vive proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico – Il deputato Borghi si avvicina ai banchi della Presidenza).

Borghi, deve andare al suo posto! Borghi, deve andare al suo posto! Borghi, deve andare al suo posto.

EMANUELE FIANO (PD). Abbiamo chiesto un voto!

PRESIDENTE. Deputato Fiano, ma se viene qui sotto…Devo richiamare anche lei? Borghi, per favore, che facciamo? La richiamo tutto il tempo (Il deputato Fatuzzo espone nuovamente una bandiera recante la scritta: Partito pensionati)? Deputato Fatuzzo, di nuovo.

Allora, così non si può continuare, quindi sospendiamo…(I deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali scandiscono le parole: Vergogna, vergogna!). Così non si può continuare, così non si può continuare…Sospendo l'Aula e convoco la capigruppo, così come richiesto dalle opposizioni... (I deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia si avvicinano ai banchi della Presidenza). Avete richiesto la capigruppo…Sospendo la seduta per dieci minuti.

La seduta, sospesa alle 10,50, è ripresa alle 11,15.

Discussione del disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. ); Note di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato, n. : Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021; Note di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Vedi allegato A).

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, lei è tornato in quest'Aula e si è ripresentato qui come se non fosse accaduto nulla. Rimaniamo basiti da questo atteggiamento, che, purtroppo, ci conferma, in una scelta che lei oggi ha fatto, una scelta faziosa, finalizzata a consentire alla maggioranza di rientrare nei propri ranghi nel momento nel quale le minoranze avevano richiesto di porre ai voti la sospensione della seduta ai sensi del Regolamento, perché sono stati svolti una serie di rilievi ai quali lei ancora non sta dando risposta.

Allora, io non vorrei qui dover ripetere l'intervento che ho fatto circa un'ora fa, perché si deve presumere che delle due, l'una: che ci siano dei valenti collaboratori che sono in grado di riportarle quali sono le richieste delle minoranze e vi siano dei filmati da visionare per capire che cosa accade, e, da ultimo, che il Presidente di turno riferisca al Presidente dell'Assemblea.

Dovendosi escludere che il Presidente dell'Assemblea non abbia capito quello che sta accadendo qui dentro, vi è da concludere che il Presidente dell'Assemblea ritiene di poter continuare l'esame di questo provvedimento indipendentemente da quello che accade nell'Assemblea, quindi indipendentemente rispetto alla richiesta di dilatazione dei tempi che è stata fatta in connessione all'assoluta straordinarietà della situazione, indipendentemente dalla richiesta di voto, che è stata avanzata, di interrompere i lavori per consentire lo svolgimento della capigruppo in connessione con la richiesta di questo aspetto, indipendentemente dal fatto che quello che è accaduto è stato un parapiglia innescato, signor Presidente, dal suo atteggiamento pilatesco, farisaico e inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che non accettiamo e che va messo in connessione con quello che è accaduto questa notte.

E, signor Presidente, probabilmente lei non lo sa e allora ci tocca ripetere, perché, evidentemente, repetita iuvant. Questa notte l'opposizione, le minoranze, per la prima volta nella storia della Repubblica, non sono state messe in condizione di potere discutere e votare un emendamento della legge più importante dell'anno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), in spregio all'articolo 72 della Costituzione, nel suo silenzio!

Lei è venuto qui, a parlare di centralità del Parlamento e ora consente questo sfregio (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Liberi e Uguali) alle istituzioni, ai rappresentati dal popolo, a questa Camera! Lei non può venire qui e far finta che non sia accaduto nulla, lei ha il dovere di tutelare innanzitutto le minoranze, perché una democrazia si qualifica non in rapporto alla dittatura della maggioranza, qualunque essa sia, ma in rapporto alla capacità di garantire le minoranze.

E, allora, noi le chiediamo di esprimersi rispetto alle richieste che il Partito Democratico e tutte le altre forze dell'opposizione hanno fatto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Deputato Borghi, io ho da poco sospeso la seduta dell'Aula e ho convocata una Conferenza dei capigruppo, dove ho detto che ero disponibile a parlare anche dell'ampliamento del contingentamento dei tempi, di cui già ieri ha fatto richiesta il Partito Democratico e rispetto a cui ho già accordato l'ampliamento del contingentamento dei tempi al Partito Democratico, a tutte le opposizioni e alla maggioranza.

Quando sono arrivato in Aula, in cinque minuti avremmo risolto almeno - anche se poi non tutti sarebbero stati contenti, è chiaro - tre questioni, ma c'è stato un urlare e un gridare contro la Presidenza; quindi ho sospeso, siamo andati in capigruppo e le opposizioni hanno abbandonato la Conferenza dei capigruppo. Quindi, è lì che potevamo anche parlare di un ampliamento dei tempi, è lì che potevamo discutere di alcune questioni.

Quando sono arrivato in Aula, una parte dei vostri interventi sul Regolamento, quando c'era la Vice Presidente Carfagna, era anche sulla questione della Commissione, e ho risposto su quella questione, nonostante io non possa entrare nei lavori della Commissione fino in fondo, auspicando chiaramente che ci sia un dibattito grosso, un dibattito sostanziale, auspicando che il lavoro sia chiaramente fatto dal Parlamento in un modo diverso.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Innanzitutto, intendo scusarmi, perché mi dicono che un gesto mio di lancio del testo della legge abbia colpito il sottosegretario Garavaglia: io me ne scuso, non era mia intenzione, comunque è sempre sbagliato lanciare il testo della legge (Commenti).

PRESIDENTE. Per favore, per favore.

EMANUELE FIANO (PD). Io voglio contestare, Presidente, in merito a due questioni specifiche che lei ha appena citato.

La prima: lei dice che non può intervenire in merito all'organizzazione dei lavori di Commissione. Vorrei ricordarle che lei aveva il potere - visto che il presidente Borghi legittimamente nel corso della mattinata, di stanotte insomma, ci ricordava che l'orario di chiusura del mandato al relatore senza discussione di emendamenti era legato al calendario dei lavori dell'Aula di questa mattina, cioè che questa mattina alle nove e mezzo avremmo dovuto iniziare la discussione generale - accertata la circostanza che nessun deputato della Repubblica avesse potuto discutere un singolo emendamento, il Presidente, lei, avrebbe potuto, sua sponte e d'imperio, prendere la decisione di posporre l'andamento dei lavori di questa mattina, per permettere una, pur simulata, discussione di una parte degli emendamenti.

In secondo luogo, Presidente, io ritengo molto grave, non so chi glieli abbia suggeriti, che in quest'Aula da lei vengano citati precedenti non conformi a quello che è successo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché io le faccio una domanda molto semplice, se posso parlare direttamente con lei senza il tramite di nessun altro: io sono andato a controllare i precedenti che lei ha citato, Presidente, e in nessuno di quei precedenti - che, è vero, solo nella parte finale si sono si sono svolti come quello di ieri - il Senato della Repubblica aveva omesso di discutere la legge di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Lei deve difendere questo della Costituzione: che le leggi, secondo l'articolo 72, vanno discusse e il combinato disposto tra la mancata discussione al Senato… Presidente, non è un'invenzione nostra, al Senato ha funzionato solo la funzione esecutiva. Questa legge di bilancio scritta dal Governo è stata depositata nell'Aula del Senato e uno dice: è successo al Senato, il Presidente Fico non se ne occupa; benissimo, è stata depositata in Aula, la Commissione non l'ha discussa, è arrivata la fiducia, i senatori non l'hanno discussa, perfetto, è un problema della Presidente del Senato. Ma quando giunge alla Camera, lei non può far finta di non sapere che il testo che qui arriva è espressione solo ed unicamente della funzione esecutiva della nostra Costituzione.

E, dunque, lei mi porta qui, non so da chi suggeriti, dei precedenti difformi, perché in quei casi in cui si è dato mandato al relatore senza discussione degli emendamenti, peraltro non tutti riguardanti la legge di bilancio - che, le ricordo, e lei non ha bisogno che io glielo ricordi, è la più importante legge dell'anno -, quel testo perlomeno era stato discusso in una delle due Camere!

Questa non è l'abrogazione del bicameralismo, questa è l'abrogazione del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Ma, Presidente, se non lo difende lei, noi non ne abbiamo i mezzi! Se non è lei a telefonare al presidente della Commissione bilancio e a dirgli: guarda, pospongo di cinque ore la discussione dell'Aula, perché io, perlomeno alla Camera, voglio che qualche deputato possa discutere un emendamento! Non uno, Presidente: il testo che qui si voterà l'ha scritto il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), confezionato il Governo e il Parlamento non ha avuto voce in capitolo. Chi, se non il Presidente della Camera, deve salvaguardare le prerogative della Camera? A chi dobbiamo appellarci noi, oltre ad appellarci alla Corte costituzionale dopo?

Per cui io la invito a revocare i precedenti che lei ci ha dato, perché altrimenti qui si instaurerebbe un nuovo precedente - quello di cui trattasi - che lei uniforma nei verbali di questa Camera agli altri. Invece va detto a chiare lettere, a verbale, a lei e a chi sta studiando i precedenti: è la prima volta nella storia della Repubblica che seconda e terza lettura della legge di bilancio avvengano senza l'ausilio del Parlamento. È la prima volta, lo dico per la sua onorabilità: precedenti non ce ne sono (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente)! E non si faccia attore di questa offesa alle istituzioni! Lei il primo giorno che è stato eletto è venuto qui a dire che ci avrebbe difeso! Lei sta difendendo la maggioranza, invece deve difendere l'istituto del Parlamento - l'istituto del Parlamento! - e non è vero che non ne aveva il potere! Lei poteva posporre questa discussione, dare sette ore in più, poteva dire alle opposizioni: mettiamoci d'accordo che non andremo in esercizio provvisorio, ma diamo tempo alla Commissione. Lei non lo ha fatto e se non lo fa neanche adesso, vuol dire che lei tiene ad una parte, non al Parlamento, ad una parte del Parlamento. Questo non solo non è giusto, è molto grave, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

MARIASTELLA GELMINI (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIASTELLA GELMINI (FI). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori per spiegare la scelta che abbiamo fatto di abbandonare la Conferenza dei capigruppo. Presidente, lo abbiamo fatto non a cuor leggero, perché abbiamo nel nostro DNA il rispetto delle istituzioni e anche il rispetto per la Presidenza della Camera (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), che è un ruolo di garanzia e che le riconosciamo di avere svolto, in molti casi, con equilibrio e a garanzia di tutti.

Oggi, però, quello che è successo non ci consente di confermare in quest'occasione tale giudizio nei suoi confronti, perché abbiamo avuto la sensazione netta di un temporeggiare per evitare un voto nel quale la maggioranza non avrebbe avuto i numeri (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E questo avviene a valle di un esame della manovra che, come hanno sottolineato i colleghi, è un qualcosa di abnorme rispetto al quale noi non ci vogliamo abituare a questo vilipendio del Parlamento e della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Spiace anche che oggi il Presidente del Consiglio non abbia trovato il tempo per passare in quest'Aula e abbia preferito una conferenza stampa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Anziché fare delle conferenze stampa arrampicandosi sui muri, forse il Presidente del Consiglio avrebbe dovuto privilegiare il Parlamento.

Io mi rendo conto che questa maggioranza raffazzonata renda il suo ruolo ancora più difficile, perché sono saltate le procedure, è saltato il rispetto delle regole del Parlamento, però, a maggior ragione, serve un sussulto da parte sua; serve una dimostrazione chiara, una presa di distanza da questa violazione del Parlamento, che, purtroppo, viene reiterata di ora in ora. E allora, siccome la scelta di allungare i tempi per consentire una discussione generale congrua non appartiene alla Conferenza dei capigruppo, ma appartiene alle sue prerogative, noi reiteriamo la richiesta di consentire, a valle di un esame nullo in Commissione bilancio, una discussione generale fatta non con superficialità, non con la fretta, e le chiediamo di richiamare il Governo alla presenza in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Noi vogliamo vedere il Presidente Conte, vogliamo vedere i Vice Premier: non è il tempo delle dirette Facebook, dei post e dei tweet. Questa è l'Aula del Parlamento e il loro posto dovrebbe essere qui, tra i banchi del Governo!

Lo dico con rispetto per il Ministro Fraccaro, per i sottosegretari, ma pensiamo che se questa discussione è centrale meriti la Presidenza del Consiglio di essere qua e non in inutili conferenze stampa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. È vero, la decisione che abbiamo assunto come gruppi di opposizione, qualche minuto fa, di abbandonare la Capigruppo è una scelta grave, ma corrisponde alla gravità del momento, corrisponde alla scelta grave compiuta da questa maggioranza di alterare l'equilibrio tra potere esecutivo e potere legislativo con quello che è successo al Senato. Glielo dico pubblicamente, Presidente: ci saremmo aspettati un suo intervento pubblico a difesa del Parlamento, perché il problema non è l'equilibrio e il rispetto delle opposizioni, che è parte del problema, ma ciò che è avvenuto al Senato è stata un'alterazione di un equilibro costituzionale e lei ha il dovere di tutelare non solo le opposizioni, ma tutti i parlamentari che sono seduti in quest'Aula. Questo è mancato.

Rispetto a quello che è successo prima, mi consenta di fare questa osservazione: sarebbe stato forse sufficiente che, una volta presa la decisione di scendere in Aula, lei avesse accordato immediatamente la Capigruppo, perché il richiamo ai precedenti è un richiamo sbagliato, infondato: non esiste nessun precedente di approvazione della legge di bilancio con l'iter che è stato seguito da questa manovra. E, quindi, da questo punto di vista, credo che oggi noi ci troviamo in una situazione difficile, ma la richiesta che arriva dalle opposizioni è la richiesta di poter discutere.

Ed è grave, lo dico con forza, non soltanto che non ci sia il Presidente del Consiglio - lo dico con rispetto, ovviamente, per il Ministro Fraccaro - ma che non ci sia il Ministro del tesoro, il Ministro dell'economia e delle finanze. Da sempre, quando si discute la legge di bilancio, proprio a maggior ragione per questo iter, ci saremmo aspettati, magari, un suo intervento, in cui il Governo, in quest'Aula, dicesse una parola semplice: chiedesse scusa alle opposizioni per quello che è successo al Senato, chiedesse scusa rispetto a questo iter, scusa ovviamente da un punto di vista istituzionale, non che qualcuno abbia sempre ragione. No, non avete ragione, la maggioranza non ha ragione: la maggioranza ha alterato l'equilibro costituzionale in questa fase, ha creato, sì, un precedente gravissimo che noi riteniamo giusto stigmatizzare.

Quindi, da questo punto di vista, a scelta grave, non poteva che esserci una risposta altrettanto forte che, ovviamente, non fa mancare la richiesta di allargare per quanto possibile. Io mi chiedo, lo chiedo ai colleghi di maggioranza: ma come si può pensare di aiutare a superare questo clima, dando ai relatori di minoranza cinque minuti per la loro relazione? Questa è un'autentica presa in giro, Presidente! Cinque minuti! Il relatore di minoranza in cinque minuti deve discutere di un documento che ha queste dimensioni! Abbiamo diritto anche noi di poter parlare al Paese, questa è la nostra tribuna perché qui rappresentiamo gli elettori che ci hanno votato. Qui non c'è qualcuno che rappresenta il popolo e altri che rappresentano l'élite. Queste cose le andate a raccontare da un'altra parte (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico): l'articolo 1 della Costituzione dice che la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nei limiti della Costituzione, e la sovranità popolare in una democrazia parlamentare è esercitata dai rappresentanti del popolo.

Quindi, noi siamo a chiedere più tempo per poter discutere, e ci piacerebbe un Governo - con tutto il rispetto per i sottosegretari e per il Ministro - che ascolti. Il Ministro Tria avrebbe dovuto fare un gesto non di umiltà, di rispetto del Parlamento ed essere qua ad ascoltare (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

GUIDO CROSETTO (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GUIDO CROSETTO (FDI). Grazie, Presidente. Noi non stiamo intervenendo per fare una discussione sulla manovra, noi non stiamo intervenendo per rappresentare la posizione delle istituzioni; Presidente, io le leggo l'articolo 72 della Costituzione. L'articolo 72 della nostra Costituzione recita: ogni disegno di legge presentato ad una Camera è, secondo le norme del suo Regolamento, esaminato da una Commissione e poi dalla Camera stessa, che l'approva articolo per articolo e con votazione finale. Questa cosa la Costituzione la prevede per ogni disegno di legge.

La stessa Costituzione prevede che per il disegno di legge di bilancio ci sia una procedura rafforzata. La legge di bilancio non è come un altro disegno di legge: è qualcosa di diverso, nel quale la Costituzione interviene e dà ancora più diritti all'Aula, al Parlamento, all'opposizione, alla maggioranza, perché è centrale per la vita democratica di un Paese.

Non condivido allora cosa ha detto il collega Fiano: non è vero che è la prima volta che in lettura, alla seconda lettura al Senato e Camera non si… Questa è un'altra cosa, ancora diversa, perché la legge di bilancio, dopo la prima lettura alla Camera, è stata completamente stravolta; e quindi il precedente è che da domani io presento entro il 20 novembre due pagine di legge di legge di bilancio, e il 20 dicembre presento la vera legge di bilancio. Questo può succedere da domani; e questo non succede contro Crosetto, contro Fratelli d'Italia: succede contro il Parlamento e contro il diritto del Parlamento di poter verificare cosa succede con una legge di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È questa la gravità, al di là di vederla poi nei significati tecnici che andremo a vedere; è questa la cosa contro la quale stiamo cercando di far capire cosa sta succedendo alla maggioranza: perché se domenica una squadra avesse iniziato la partita non mettendo il pallone a metà campo, ma mettendolo sul dischetto del rigore, ci sarebbero 630 deputati che si straccerebbero le vesti, perché la regola è cambiata, e le regole non vanno cambiate. Però, invece, se si infrange la Costituzione, siccome la maggioranza delle persone non ne capisce la gravità, ce ne sbattiamo e possiamo passarci sopra? Perché, purtroppo, non è una partita di calcio, ma siamo al Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Partito Democratico)?

Perché è questa la verità: le regole valgono per tutti, non valgono per qualcuno; e la discussione che noi abbiamo cercato di svolgere in Commissione e cerchiamo di portare qui oggi è per rendere consapevoli della gravità di quello che è successo. Non riusciamo a cambiarla, nessuno di noi vuole cambiarla, sappiamo che non possiamo, sappiamo che i tempi sono compressi; ma non possiamo non dirlo. Cioè non possiamo non trasmettere anche a voi quello che è successo. Perché succederà a voi, e succederà a noi, e quindi succederà al popolo italiano, che qualcuno, non sappiamo magari con quali effetti, perché la vostra legge di bilancio può essere criticabile, ma non limita le libertà; ma se uno, utilizzando lo stesso sistema, volesse limitare le libertà fondamentali, come lo fermeremmo? Verrebbe qui e ci citerebbe come precedente quello che avete fatto voi? Perché questo significa cambiare le regole: dare la possibilità a qualcuno che non fa le nostre cose, ma ne può fare di peggiori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente)! E quando cambio le regole cambio anche la vostra tutela!

Questa è la cosa che è successa e che nessuno sembra voler percepire: ho cambiato un metodo che era a tutela della democrazia. Ed è un fatto grave: ammettiamo questo fatto. Far finta di discuterla avrebbe almeno annacquato questa cosa, far finta di far votare qualcosa avrebbe annacquato questa cosa: non si è voluto neanche fare questo, e noi non possiamo non sottolinearlo, per l'amore che abbiamo non per il nostro partito o per l'opposizione, per l'amore che abbiamo per questo luogo nel quale indegnamente rappresentiamo lo Stato, non noi stessi. Una regola morta è morta, l'avete visto prima: c'è sempre un funzionario pronto a trovare precedenti e a interpretarli a favore di chi governa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Partito Democratico).

Le regole servono perché nessuno possa interpretarle, e perché valgano per tutti. Noi le abbiamo stravolte al Senato, le abbiamo stravolte alla Camera; e spetta a noi ricordarlo: spetta a noi, perché io sono convinto - perché ho conosciuto la maggioranza di voi, ho conosciuto sia i 5 Stelle che la Lega, quelli della Lega li conosco da più tempo, e ho conosciuto molti di voi in questi mesi - che ognuno di voi è consapevole che questa cosa sia una cosa grave. Come lo è lei, Presidente Fico. Ma quando c'è questa consapevolezza, occorre anche poi dare seguito. Io mi ricordo – non c'è il sottosegretario Giorgetti – che in una discussione di legge finanziaria di questo tipo - era presente Tremonti, che in fatto di arroganza non aveva da imparare nulla da nessuno, non è presente Tria, che sembra una persona più brava - io e Giorgetti ci alzammo alla votazione finale della legge di bilancio e ci rifiutammo di votare una finanziaria – lui era il presidente di Commissione, io il relatore – perché non condividevamo i contenuti del maxiemendamento. Perché il parlamentare non si fa solo e sempre dicendo “sì”: perché le istituzioni, ricordatevene, e questa Camera vengono prima di tutti i nostri partiti, e spetta ad ognuno di noi difenderle, non ai partiti di cui facciamo parte (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Uno dei motivi per cui era stata convocata la Conferenza dei presidenti di gruppo, e anche a me - lo dico alla deputata Gelmini - dispiace che le opposizioni abbiano abbandonato la Conferenza dei presidenti di gruppo, era anche per venire incontro e comprendere la richiesta delle opposizioni su come continuare, visto che già ieri c'era stato un ampliamento del contingentamento dei tempi richiesti dal Partito Democratico; e da parte della Presidenza non c'è stato alcun tipo di opposizione a questo, perché comprendo perfettamente il tema che state ponendo, lo comprendo perfettamente.

Quindi, questa mattina - lo dico al deputato Fornaro - quando io sono arrivato in Aula, il consiglio del deputato Fornaro è stato quella di sospendere subito e convocare la Conferenza dei presidenti di gruppo: comprendo, ero partito dal primo punto di questa mattina rispetto alla Commissione; e in breve, se non ci fossero state quelle urla, sarei arrivato a sospendere e convocare la Conferenza dei presidenti di gruppo, come poi è stato fatto.

Le richieste, quindi, delle opposizioni rispetto alla Conferenza dei presidenti di gruppo che non abbiamo voluto portare avanti, quali sarebbero state? Un ampliamento ragionevole dei tempi contingentati rispetto alla discussione sulle linee generali, per cercare di trovare almeno un equilibrio, visto che non c'è stata la possibilità, al Senato e alla Camera, di discutere la legge nel modo in cui va discussa, e provare a fare una richiesta di ampliamento dei tempi. Questo era uno dei punti di cui avremmo dovuto discutere nella Conferenza dei presidenti di gruppo. È ancora un tema questo che state ponendo, di ampliamento? La richiesta anche di avere in più - questo dalla deputata Gelmini - in Aula o il Presidente del Consiglio o il Ministro dell'Economia e delle finanze? Perché nella Conferenza dei presidenti di gruppo avremmo potuto iniziare a discutere di questo.

Ieri c'è stato l'ampliamento dei tempi, che è stato dato a tutte le opposizioni e alla maggioranza. È chiaro che posso ancora venire incontro a questa richiesta, e aumentare; però nella consapevolezza che l'equilibrio generale mi dice anche che il 31 dicembre si avvicina, e questa legge non può, per me – questo lo dico in modo trasparente e onesto –, arrivare al Presidente della Repubblica il 1° gennaio.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Bastava cominciare a lavorarci prima!

PRESIDENTE. Questo è chiaro. Questo non è… Io sto…

IVAN SCALFAROTTO (PD). Dico la verità!

PRESIDENTE. Deputato Scalfarotto… deputato Scalfarotto… deputato Scalfarotto… No, non è che dà fastidio: lei può chiedere la parola, può chiedere la parola, senza parlare così. Questo è il punto. Io…

IVAN SCALFAROTTO (PD). Lei dice delle cose che sa non essere esatte.

PRESIDENTE. No, le cose che ho detto sono esatte. Quindi noi dobbiamo… Vi dico che noi dobbiamo iniziare la discussione sulle linee generali. Dobbiamo iniziare la discussione sulle linee generali. Mi dica?

EMANUELE FIANO (PD). Non capisco, mi viene consegnato…

PRESIDENTE. Deputato Fiano, c'era il deputato Fassina prima, poi…

STEFANO FASSINA (LEU). Anch'io voglio intervenire su quel… Scusi, Presidente, vorrei…

PRESIDENTE. Deputato Fassina, mi scusi: abbiamo già assegnato i tempi. Perché li abbiamo già assegnati? Perché ieri c'è stato l'ampliamento del contingentamento.

EMANUELE FIANO (PD). Lei ha già fatto partire i tempi per la discussione sulle linee generali!

PRESIDENTE. Non è… Non è… Ho detto: dobbiamo far partire la discussione sulle linee generali. Prego, deputato Fassina.

STEFANO FASSINA (LEU). Presidente, a me pare che corriamo il rischio di smarrire la questione fondamentale che caratterizza questo passaggio. Ci sono stati i problemi, che abbiamo visto stamattina, però le vorrei dire, Presidente, con grande rispetto e con la consapevolezza delle difficoltà che il suo ruolo comporta, che credo sarebbe stato opportuno che lei fosse stato presente sin dall'apertura della seduta di oggi (lo dico, ovviamente, nel pieno rispetto della Vicepresidente Carfagna), perché è inaccettabile il tentativo di normalizzare un passaggio che non ha nulla di normale. Lei sarebbe dovuto entrare in quest'Aula, aprire la seduta e riconoscere la portata straordinaria del passaggio che stiamo attraversando, non tentare di normalizzarlo, richiamando precedenti - come è stato ricordato dai colleghi che mi hanno preceduto - che non hanno nulla a che fare, perché siamo di fronte a una discontinuità di portata costituzionale.

È la prima volta che nessun ramo del Parlamento analizza, discute, vota il disegno di legge di bilancio. I precedenti che lei ha richiamato si iscrivono in un quadro in cui il Senato era intervenuto nel merito. Allora, lei avrebbe dovuto aprire la seduta e riconoscere il dato straordinario e chiedere a tutti i colleghi in quest'Aula un atto di responsabilità, invece è stato fatto il contrario. È stato fatto il contrario e questo tentativo di normalizzazione l'ha portato avanti anche l'Esecutivo. In un Paese normale il Presidente del Consiglio, quando torna da Bruxelles, il 20 dicembre, convoca i Capigruppo e chiede loro, di fronte al quadro straordinario, di condividere la responsabilità, assolutamente straordinaria, di superare quelle che sono le competenze del Parlamento.

Le vorrei sottolineare, a proposito di questioni sostanziali, che lei ha appena finito di dire che considera prioritario consegnare al Presidente della Repubblica il disegno di legge di bilancio in tempo utile per la scadenza del 31 dicembre. Lei ha affermato che il primato del bilancio ordinario è assoluto nella nostra Costituzione. Ritengo che invece la sua funzione debba essere quella, coerente con la nostra Costituzione, di affermare che il primato è della Repubblica parlamentare: il primato è della centralità del Parlamento. Guardate che affermare il primato del bilancio ordinario diventa molto pericoloso. Prima andrebbe demitizzata la portata del bilancio di esercizio provvisorio, perché si spende un dodicesimo. È un fatto grave, ovviamente, per la reputazione politica di un Paese, ma le chiedo: è più grave un esercizio provvisorio di qualche giorno o è più grave umiliare e contraddire radicalmente il carattere parlamentare della nostra Repubblica? Attenzione a maneggiare con tanta disinvoltura i principi costituzionali, perché se l'anno prossimo chi è al Governo dice che il dialogo - come l'ha chiamato ieri sera il Ministro Tria - o il conflitto, o il negoziato, invece che con Bruxelles ce l'ha con i partner di maggioranza, e ci porta un maxiemendamento, un'altra volta allo scadere, in nome del primato del bilancio ordinario, lei torna in quest'Aula e continua a mortificare il Parlamento?

A me pare che tutti noi sottovalutiamo questo passaggio e lo sottovaluta lei, Presidente. Non può affermare con tanta disinvoltura il primato del bilancio ordinario: si rende conto di qual è la gerarchia dei principi costituzionali?

Allora, almeno - almeno - faccia quanto le ha chiesto anche il collega Fiano: ritiri il riferimento ai precedenti, ritiri il riferimento ai precedenti perché è palesemente infondato; ritiri il riferimento ai precedenti e accolga la richiesta, che le è venuta da tutti i gruppi di opposizione, di concedere almeno qualche momento in più per entrare in una discussione che meriterebbe approfondimenti e che richiederebbe l'attenzione che non abbiamo potuto darle.

Le chiedo, come ultimo punto, di fare in modo che almeno il Ministro dell'economia sieda in quest'Aula, almeno nella fase finale. Osserviamo un minimo di rispetto delle forme perché – lo ripeto - oggi noi viviamo un precedente gravissimo, che potrà essere utilizzato da chiunque altro per continuare a mortificare e a marginalizzare la funzione del Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, noi abbiamo il tabulato del tempo totale di discussione: lo riteniamo cancellato e sostituito?

PRESIDENTE. Sì.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie.

PRESIDENTE. Iniziamo la discussione generale, fermo restando che nel seguito - se poi facciamo anche una Capigruppo - possiamo ampliare i tempi.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 1334-B)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Avverto che i presidenti dei gruppi parlamentari Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente ne hanno chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.

Avverto, altresì, che la Commissione Bilancio si intende autorizzata a riferire oralmente. Ha facoltà di intervenire la relatrice per la maggioranza, deputata Silvana Andreina Comaroli.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Relatrice per la maggioranza. Grazie, Presidente. Chiedo l'autorizzazione di poter consegnare il testo scritto della relazione (Commenti di deputati del gruppo del Partito Democratico).

PRESIDENTE. E' autorizzata.

Ha facoltà di intervenire il relatore per la maggioranza, deputato Raphael Raduzzi.

RAPHAEL RADUZZI, Relatore per la maggioranza. Chiediamo anche noi l'autorizzazione a consegnare la relazione e, nel caso, interveniamo più tardi a margine della discussione, vedendo quelli che sono i temi che verranno trattati

PRESIDENTE. E' autorizzato, ma è chiaro che il suggerimento della Presidenza - non vi posso costringere - è almeno di intervenire con una relazione sintetica.

Ha facoltà di intervenire il relatore di minoranza, deputato Luigi Marattin.

LUIGI MARATTIN, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Io preferisco intervenire di persona e dire quello che penso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Io credo, Presidente, che la maggior parte dei nostri problemi, del deterioramento che il dibattito pubblico ha avuto in questi anni - a volte ne abbiamo visto occasione anche qui - sia dovuto al fatto che abbiamo perso la capacità di distinguere i fatti dalle opinioni. I fatti non si smentiscono, i fatti si spiegano, e le opinioni si cerca di suffragarle con dei fatti e le si contrasta con altre opinioni basate sui fatti. Se voi ci pensate questo canovaccio non è andato in onda in questa legge di bilancio e, a quanto pare, non andrà in onda neanche in questa giornata.

Io provo in questi pochi minuti a esporvi dei fatti e, quando non vi espongo dei fatti e vi espongo delle opinioni, provo a suffragarle con dei fatti. Mi aspetto - se verrà una replica dei relatori di maggioranza o in discussione generale - che a questi fatti e a queste opinioni si risponda con dei fatti concreti e con delle opinioni argomentate, perché è così che si fa il dibattito pubblico ed è così che si dà fondamento al nostro stare insieme. Primo fatto: i dati di contabilità nazionale ci dimostrano che nella scorsa legislatura la pressione fiscale…

PRESIDENTE. Per favore, un po' di silenzio. Per favore. Battelli, Sibilia…

LUIGI MARATTIN, Relatore di minoranza. La pressione fiscale in questo Paese è scesa dal 43,6 per cento al 42 per cento del 2018. Se tenessimo conto anche dell'operazione degli 80 euro, che contabilmente, come sapete, non sono riduzione di tasse bensì maggiore spesa, ma che in realtà nelle buste paga sono minori tasse, noi abbiamo una cifra tonda. Nella scorsa legislatura l'Istat ci consegna il fatto che la pressione fiscale in questa Repubblica è scesa di circa due punti percentuali: 2,1 per essere precisi.

L'Ufficio parlamentare di bilancio, facendo i conti delle misure contenute in questa legge di bilancio, ci dimostra e ci ha detto ieri che l'anno prossimo, per effetto di questa legge di bilancio la pressione fiscale in questa Repubblica sale al 42,4 per cento, interrompendo un cammino di discesa di cinque anni e innalzando la pressione fiscale di 0,4 punti. Questa non è un'opinione che contestate perché il 4 marzo avete preso più voti di noi; questo è un fatto e la mia opinione è che questa Repubblica e questa economia non abbiano bisogno di incrementi di pressione fiscale. E la mia opinione è che non fa bene alla credibilità della politica vincere le elezioni promettendo una massiccia riduzione della pressione fiscale e poi, appena arrivati su quei banchi, alzare la pressione fiscale di 0,4 punti.

Secondo fatto. Avete definito questa la manovra degli investimenti. L'Ufficio parlamentare di bilancio ci certificata che nel 2019 gli investimenti e i contributi agli investimenti, quindi le risorse pubbliche agli investimenti, calcolati sull'indebitamento netto e non sul saldo netto da finanziare, che è un'altra cosa, in questo Paese diminuiscono di un miliardo e 63 milioni. A questo dato di fatto ieri il Ministro Tria ci dice: “Non vi preoccupate: recupereremo utilizzando meglio i fondi comunitari”, ma a questa opinione noi rispondiamo: “Ma come fate a recuperarli usando i fondi comunitari se nella vostra manovra il cofinanziamento nazionale ai fondi comunitari diminuisce di 850 milioni?”. Infatti, se io voglio usare più fondi comunitari devo anche, per le regole europee, usare più cofinanziamento nazionale, ma se voi lo riducete di 850 milioni questa argomentazione non è vera. Fatto. Questa manovra nel 2019 diminuisce l'ammontare di risorse pubbliche per gli investimenti e la mia e la nostra opinione è che l'economia italiana non abbia bisogno di una manovra depressiva sugli investimenti nel 2019.

Terzo fatto. Gli obiettivi di finanza pubblica che sono contenuti in questa legge di bilancio sono esattamente quelli che vi ha chiesto la Commissione europea fin dall'interlocuzione dell'estate scorsa. La Commissione chiedeva due cose: un deficit strutturale non in peggioramento - la regola era lo 0,6 di miglioramento, ma la Commissione vi ha detto in tutte le salse che avrebbe accettato un non peggioramento del saldo strutturale - e la seconda condizione era un saldo strutturale che nel corso del triennio migliorasse. Che cosa avete fatto voi con il maxiemendamento al Senato? Un saldo strutturale che non peggiorava nel 2019 e che andava a migliorare dello 0,1 per ogni anno nei prossimi tre anni, cioè avete adempiuto esattamente alle richieste che la Commissione europea vi ha fatto da luglio in poi. Fatto. La mia opinione è che siccome l'avete fatto con tre mesi di ritardo le conseguenze sull'economia italiana in termini di svalutazione degli investimenti finanziari di aziende e famiglie e di un costo di maggior spesa per interessi dovuto all'impennarsi dello spread sia un costo non necessario, dovuto esattamente a questo vostro balletto avanti e indietro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Quarto fatto. Per tre mesi ci avete detto che “quota 100” sarebbe servita soprattutto a garantire un turnover nella pubblica amministrazione, perché, in un impeto di lucidità, avete riconosciuto anche voi che nel settore privato non sta scritto da nessuna parte che se uno va in pensione il tasso di sostituzione è 1 a 1 – in qualche impeto di lucidità, non sempre – ma nel settore pubblico avete detto: “Per forza”. Fatto. Come si fa a garantire questa sostituzione nel settore pubblico se con questo maxiemendamento bloccate le assunzioni per tutto il 2019? Da chi verranno sostituiti coloro che usufruiranno di “quota 100” nella pubblica amministrazione?

Altro fatto. La nuova dotazione del reddito di cittadinanza è 7 miliardi e 100 milioni perché l'avete tagliata di circa 2 miliardi rispetto alla versione approvata in quest'Aula. Al netto delle risorse stanziate per i centri per l'impiego, che non vanno in tasca ai poveri, e al netto delle risorse che già vanno in tasca ai poveri, perché sono state messe con il reddito di inclusione, stiamo parlando di 3,7 miliardi di risorse aggiuntive da dare ai poveri. Avete detto che la platea di chi beneficerà del reddito di cittadinanza e l'entità massima – 780 euro – non cambiano. La mia domanda è: come fa uno stanziamento netto aggiuntivo di 3,6 miliardi, che diviso per 5 milioni di poveri, la platea che voi dichiarate essere ancora in piedi, fa 60 euro al mese in media, come fa, dicevo, a garantire o i tutti 780 o l'adeguamento a 780 euro? È una cosa che l'algebra dice che non è possibile, non la politica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

La mia opinione è che questo maxiemendamento contenga altre misure sbagliate. Non era facile riuscire a peggiorare la manovra e l'avete fatto. La mia opinione è che raddoppiare le tasse agli enti non commerciali sia un errore perché lì non c'è lo spreco o il privilegio, ma c'è chi fornisce servizi alle persone in difficoltà ed è un fatto, non un'opinione, che affermare che lì si colpiscono i profitti di un ente che si chiama no profit sia una scemenza che è stata ripetuta ieri dal Ministro dell'Economia Tria e dalla Vice Ministro Castelli in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Potete pensare che sia positivo per l'economia raddoppiare le tasse al no profit, ma non potete dire che tassare i profitti di una cosa che si chiama no profit sia una cosa che ha qualche senso, perché gli utili non vengono distribuiti, ma vengono ovviamente reinvestiti nell'ente stesso.

È un fatto e non è un'opinione – è un fatto e non è un'opinione – che avete disinnescato 12,4 miliardi di clausole di salvaguardia che venivano dal precedente Governo e che, a nostra volta, avevamo ereditato dai precedenti Governi, ma è un fatto che avete messo 13,1 miliardi sul 2020 e sul 2021 che sono, rispettivamente, 3,9 miliardi nel 2020, più di quelle che avevamo messo noi, e 9,2 miliardi nel 2021, che sono più di quelle che avete messo voi. Così facendo voi state caricando su chi verrà dopo di voi un onere di 23 miliardi nel 2020 e di 28,8 miliardi nel 2021. State inquinando i pozzi, dimostrando che vi interessa di più la massimizzazione del consenso adesso piuttosto che il futuro di questa Repubblica e di queste istituzioni, che non vi appartengono, ma che appartengono ai cittadini italiani.

È un fatto - e concludo - che l'ultima volta che mi sono trovato in questa condizione con il relatore di maggioranza abbiamo avuto uno scontro molto acceso, perché il relatore di maggioranza contestava la mia affermazione che nella versione alla Camera voi avevate aperto i rimborsi a tutti gli azionisti delle sei banche fallite. Ebbene, nel maxiemendamento avete modificato quella norma esattamente in questa direzione. È la prova che l'altra volta qui avevate raccontato una bugia, perché se già andava bene la norma prima non c'era motivo di modificarla al Senato ed è una mia opinione che la norma, scritta così com'è, non garantisca l'accesso a quel Fondo agli investitori delle quattro banche andate in risoluzione prima che andassero in liquidazione e su questo ho già richiesto per le vie brevi, con un ordine del giorno – e lo richiedo anche adesso – che il Governo chiarisca per iscritto il dubbio che abbiamo.

Concludo, signor Presidente. Ho iniziato dicendo: “Perché ci siamo ridotti in questa situazione?”, laddove per questa situazione intendo un momento in cui il dibattito pubblico sembra non poter fare passi in avanti, sembra non poter adempiere alla sua funzione di discussione e di miglioramento collettivo. Perché abbiamo perso la capacità di distinguere fra fatti e opinioni, perché annacquiamo tutto con una foga che può anche essere sana ma che, quando investe le fondamenta del dibattito pubblico, diventa un qualcosa che non è utile alla democrazia e alla qualità delle nostre istituzioni. Se voi o se noi non la finiamo di stiracchiare e di distorcere il dibattito pubblico in questa maniera, urlando e cercando di far prevalere la forza del consenso sulla forza della realtà e dei fatti, noi non stiamo facendo un servizio pubblico efficace a chi ci ha eletto, noi non avremo distrutto questo o quel partito ma avremo semplicemente distrutto le fondamenta del nostro stare insieme come comunità e se facciamo questo – non se fate questo: se facciamo questo – ci sarà un punto, più avanti, quando, guardando indietro, forse ce ne pentiremo, perché ci renderemo conto di non aver fatto un servizio al nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la relatrice di minoranza, deputata Prestigiacomo.

STEFANIA PRESTIGIACOMO, Relatrice di minoranza. Grazie, Presidente. Doverosamente anch'io debbo denunciare il totale svilimento delle Aule parlamentari rispetto alle proprie prerogative.

La manovra del popolo, come questa maggioranza la chiama, porta il paradosso proprio di avere visto pressoché la totale esclusione dal dibattito del Parlamento, cioè del luogo dove siedono i rappresentanti del popolo. La Camera ha discusso per giorni e ha approvato in prima lettura un testo che, a seguito dei pesanti rilievi dell'Unione europea, era più che noto dovesse essere stravolto, e la Commissione bilancio del Senato non ha di fatto approvato nulla, né conferito il mandato al relatore. Il testo è arrivato in Aula senza alcun esame approfondito e praticamente senza discutere gli emendamenti. A Palazzo Madama, dopo lunghissime attese e vari errori, è stato imposto il voto di fiducia su un testo praticamente nuovo, che riscriveva la manovra, che i senatori non sono nemmeno riusciti a leggere e ai quali non è stata data alcuna possibilità di proporre ulteriori modifiche. In questa seconda lettura alla Camera, che di fatto è la prima lettura, perché questo è un testo totalmente nuovo, ad un passo dai tempi dell'esercizio provvisorio, il testo è arrivato blindato…

PRESIDENTE. Per favore, Guidesi!

STEFANIA PRESTIGIACOMO, Relatrice di minoranza. …ed è diventato troppo tardi modificare persino quelle parti, come l'aumento delle tasse sul volontariato, sulle quali il Governo ha già fatto marcia indietro e che ha già annunciato di volere cambiare. Una situazione paradossale e gravissima, dovuta a un'incapacità di fondo del Governo, che, non essendo stato in grado di formulare interventi idonei, è stato costretto a rifare di sana pianta il disegno di legge di bilancio, e non a seguito dell'esame parlamentare, ma a seguito di trattativa in sede europea, con la spada di Damocle della procedura di infrazione. Del resto, e veniamo ai contenuti, è bastato, ieri, ascoltare in Commissione l'audizione del presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio per demolire definitivamente la manovra del popolo, l'ennesimo slogan vuoto di contenuti, perfetto per i social network, associato a una fantomatica lista di “fatto, fatto, fatto”, che nasconde la triste realtà di una legge di bilancio che rende l'Italia più debole, ma anche più divisa.

Le forze della maggioranza enfatizzano i risultati di una manovra che, in realtà, di popolo non ha nulla, visto che anche nella trattativa con l'Europa l'unica cosa che il Presidente del Consiglio e i leader di Governo hanno provato a salvaguardare non è il bene dei cittadini, non è la crescita del Paese, ma è solo e miseramente la congruenza con il dettato del contratto tra le due parti della coalizione, reddito di cittadinanza e “quota 100”, i famosi pilastri da cui non si poteva prescindere. E chi se ne importa, allora, se l'IVA nel 2021 arriverà al 26,5 per cento, chi se ne importa se aumentano le tasse e si rinuncia agli investimenti. L'importante è non perdere la faccia…

PRESIDENTE. Per favore, un po' di silenzio!

STEFANIA PRESTIGIACOMO, Relatrice di minoranza. …sulle proprie bandiere da sventolare nei prossimi post. I dati dell'Ufficio parlamentare di bilancio hanno evidenziato notevoli discrepanze soprattutto per quanto attiene alla crescita e alla portata espansiva della legge di bilancio; crescita che non potrà essere che insignificante proprio perché non ci sono gli investimenti necessari a determinarla. La riduzione della spesa è, in larga misura, temporanea, in parte di natura incerta, come nel caso delle dismissioni immobiliari. Nei prossimi anni, infatti, il contenimento della spesa risulta limitato, rendendo necessaria, ai fini del rispetto dei nuovi saldi programmatici, la previsione di un notevole aumento delle entrate operato principalmente a valere sulle clausole di salvaguardia su IVA e accise. Aumenti delle entrate che sarà davvero difficile possano essere compensati con ulteriori tagli alle spese, visto che parliamo di quasi 29 miliardi di aumenti IVA previsti dalle clausole di salvaguardia nel 2021.

Lo stesso Ufficio parlamentare di bilancio rileva, poi, che, al netto di tali aumenti, il deficit nel 2020 e nel 2021 salirebbe fino al 3 per cento del PIL e contestualmente il rapporto del debito sul PIL potrebbe interrompere la discesa prevista a cominciare dal 2019. A conti fatti, quindi, la pressione fiscale aumenterà, e ci sono, inoltre, rischi seri per la finanza pubblica per il biennio 2020-2021 specialmente a causa delle clausole di salvaguardia, che determineranno un'impennata dell'IVA senza precedenti.

Il Governo gioca, quindi, con le cifre per fare quadrare i conti, tarocca il rapporto deficit/PIL, aumenta le tasse e ci consegna un futuro innalzamento di accise e imposte, con un aumento del deficit al 3 per cento per il 2020 e il 2021. Ma per una piena valutazione della manovra del popolo, che sposta e rialloca un totale di 31 miliardi di risorse, è ai redditi netti che bisogna guardare, cioè al netto che rimane in tasca alle famiglie dopo che lo Stato ha incassato le tasse e versato i trasferimenti, di cui il reddito di cittadinanza è un esempio. E, se analizziamo bene gli interventi, alle famiglie rimarrà ben poco in tasca. Sul fronte fiscale la situazione è desolante: a seguito degli interventi della manovra, la pressione fiscale passa dal 42 per cento del 2018 al 42,4 per cento del 2019. Nel 2020 questa percentuale salirà ancora, almeno al 44,8 per cento, senza contare, appunto, l'aumento dell'IVA e quello delle tasse locali, autorizzato di fatto dall'Esecutivo, che peseranno ulteriormente sulle famiglie.

Si tratta di numeri e di interventi in evidente contrasto con le politiche liberali del centrodestra e con gli impegni presi in campagna elettorale da una delle forze oggi in maggioranza; interventi propri di una politica assistenzialista, che non riusciamo a condividere in alcun modo e che allontana ancora di più il nostro Paese dal resto dell'Europa. E se per i nostri giovani il futuro sembra essere segnato, i nostri pensionati non se la passano sicuramente meglio con il gran pasticcio che è stato fatto con l'introduzione di una norma sul taglio delle pensioni più alte, che ha una copertura pari a 200 milioni di euro a fronte del taglio sulle pensioni appena superiori ai 1.500 euro, con il blocco dell'indicizzazione che vale oltre 2 miliardi. Occorreva dare priorità a quegli interventi volti a creare e favorire l'occupazione, come l'introduzione di una completa detassazione e decontribuzione per le nuove assunzioni di giovani o l'eliminazione degli oneri fiscali e contributivi per gli over 55 che, perso il lavoro, non riescono più a inserirsi in altre imprese. Sotto tale profilo si evidenzia, altresì, che non sussistono al momento prove evidenti né previsioni attendibili che permettano di considerare una corrispondenza tra il numero di quanti lasciano il lavoro, accedendo alla pensione, e il numero dei nuovi assunti.

Ancora, non c'è traccia di una strategia generale di intervento per il Mezzogiorno, e non è accettabile che ci si limiti a misure assolutamente minimali: sarebbe stato fondamentale dare attuazione ad un grande piano per il Sud, da realizzarsi, tra le altre cose, attraverso uno sviluppo infrastrutturale e industriale del Mezzogiorno, con un più efficiente utilizzo dei fondi europei, perché investimenti, infrastrutture e garanzia di livelli adeguati nei servizi, nei trasporti, nella scuola, nell'università, nell'assistenza sanitaria devono essere le leve per fare decollare il Sud. Manca, poi, il pezzo forte di quella campagna elettorale che abbiamo condiviso con gli amici della Lega, quella flat tax al 15 per cento, che oggi viene sacrificata sull'altare degli aumenti della spesa corrente. Il Governo ha, infatti, rinunciato tout court ad avviare da subito la riforma dell'imposta sui redditi delle famiglie con la graduale introduzione di una flat tax, limitandosi a un intervento sul regime dei contributi minimi.

Le famiglie con redditi da lavoro dipendente vedono così il loro carico fiscale aumentare e non sono avvantaggiate in alcun modo. La parte del leone della manovra del popolo la giocano i trasferimenti statali, che possono prendere la forma di reddito di cittadinanza o di pensione anticipata rispetto al regime attuale. E mentre i dettagli di questi provvedimenti, lo vedremo, saranno precisati in un prossimo decreto, di sicuro c'è che la trattativa con Bruxelles ha lasciato per il reddito e la pensione di cittadinanza solo 6,1 miliardi, più uno per il potenziamento dei centri dell'impiego e, pare, per le agenzie del lavoro che oggi intermediano la maggior parte dei flussi, cioè il 40 per cento, il 40 per cento, dei 15 miliardi che risultavano necessari per il finanziamento della misura.

E anche per “quota 100” il negoziato con l'Europa lascia 4 miliardi, anziché 6,7. Il maxi fondo per gli investimenti da nove miliardi in tre anni, previsto nella prima versione della manovra, diventa un mini fondo da 3,6 miliardi nel triennio, quindi un taglio complessivo di 5,4 miliardi.

Infine, veniamo allo spread: anche se il calo, dopo la pace con l'Europa, riduce il costo della manovra, un differenziale a 250 punti è maggiore per circa 100 punti rispetto a un anno fa e provoca un più elevato costo dell'indebitamento per le imprese e per le banche, che sono anche imprese, e quindi, come riscontrato dalla Banca d'Italia, un più alto costo del credito alle imprese e alle famiglie.

Nell'insieme, quindi, questa manovra fa guadagnare chi non ha un reddito o non lo dichiara e le imprese meno strutturate, mentre penalizza i lavoratori dipendenti e le imprese vere, per non parlare della mortificazione subita dal mondo del volontariato. Di fatto, e concludo, questa manovra mette in pericolo il futuro dell'Italia e lo fa umiliando la democrazia parlamentare a furia di forzature. È una disfatta totale, di cui Forza Italia non si renderà mai complice ed è per questo che si impegnerà a denunciare nelle strade, nelle piazze e ovunque tra i cittadini i gravi danni che questo Governo sta infliggendo al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore di minoranza, deputato Fabio Rampelli.

FABIO RAMPELLI, Relatore di minoranza. La ringrazio, Presidente; colleghi deputati, rappresentanti del Governo, Ministro Fraccaro, abbiamo già discusso, direi in maniera approfondita, delle anomalie procedurali alle quali il Governo e la maggioranza ci hanno sottoposti in queste settimane. Penso che sia ormai chiara e netta la sensazione - chiara e netta in quanto oggettiva - della impreparazione e della impresentabilità, da un punto di vista del rispetto delle regole democratiche e delle istituzioni, non soltanto delle istituzioni parlamentari, da parte dell'attuale maggioranza.

Tuttavia, venendo, invece, alle questioni che ci interessano maggiormente, quelle relative ai contenuti, rimane abbastanza clamorosa - dal mio punto di vista, in una sorta di Governo incestuoso, dove una sinistra talebana, riformata, convive con una parte del centrodestra - e abbastanza incomprensibile l'assenza, dentro questa legge di bilancio, di chi avrebbe dovuto rappresentare una sensibilità di centrodestra se non di destra. Io questo lo voglio dire, perché ci aiuta nella riflessione, perché, mentre è chiaro dove sono ubicate le poste del MoVimento 5 Stelle all'interno di questa manovra di bilancio, è chiara la politica dei 7 miliardi e 100, più un miliardo per i centri per l'impiego, relativa al reddito di cittadinanza, è chiara la politica assistenzialista, la deriva assistenzialista, è chiara la spesa improduttiva, sono chiari tutti i classici atavici vizi della sinistra italiana che in quota parte, anzi, direi in quota preponderante, hanno contribuito, nei decenni, alla determinazione anche di un debito pubblico straordinario, non è chiaro, invece, dove sia ubicata quella politica della crescita, dello sviluppo, della libertà di impresa, dell'abbassamento della pressione fiscale, quella politica che noi avremmo definito, e definiamo, di destra sociale e popolare, interclassista, che guarda ai soggetti non garantiti e ai più deboli, non per assisterli, ma per strapparli alla povertà, attraverso la produzione di ricchezza, perché questa è la cifra che storicamente viene rappresentata da chi risponde a una categoria di valori e a un progetto complessivo difforme rispetto a quello della sinistra.

La sinistra pensa a distribuire o a ridistribuire, a seconda delle stagioni, quel che c'è di disponibile, non si preoccupa di incrementarlo, vive di demagogia e, talvolta, per questo, compie passi falsi e danneggia le istituzioni. Il centrodestra investe, il centrodestra non discrimina la ricchezza, la vuole quantificare, incrementare e poi redistribuire. È questo il passaggio che manca: il rapporto tra capacità di produrre ricchezza, capacità di produrre crescita e desiderio di redistribuzione; questo apparente conflitto, in questo Governo, in questa maggioranza, non trova un punto d'equilibrio, perché anche chi dovrebbe rappresentare, all'interno del Governo, il centrodestra, si è preoccupato di produrre una nuova redistribuzione. Quello che si intesta, in particolare, la Lega Nord è la cosiddetta quota 100; non viene abolita la Fornero, anzi, vengono tagliati gli aumenti sul 58 per cento delle pensioni e, quindi, viene colpito, ancora una volta, il ceto medio, ma si parla sempre, anche sulla revisione delle pensioni, di redistribuzione, non di aumento della ricchezza e, quindi, conseguentemente, dei dividendi. Non c'è una politica adeguata di investimenti, non c'è l'applicazione della tassa piatta al 15 per cento, ma neanche al 20 per cento; viene solo preso a pretesto un piccolo esperimento che riguarda i professionisti e i piccoli imprenditori, ma questo, ovviamente, confligge con quella manovra a cui ci saremmo voluti ispirare e ci saremmo ispirati qualora avessimo fatto parte di un Governo con tutto il centrodestra, una manovra “trumpiana” per dare impulso all'economia, magari, anche, per contrastare la concorrenza sleale e, anche, per acquisire soggettività al cospetto internazionale. Allora, sì, andando a testa alta in Europa, non a chiedere, a un'Europa maggiormente virtuosa, almeno nei termini di paragone, sul debito pubblico. Siamo quasi il fanalino di coda dell'Europa, con il nostro 132 per cento di debito pubblico, ma è ovvio che un'Europa che viaggia a una media dell'80 o 90 per cento di debito pubblico, quando vede una manovra finanziaria arrivare con la distribuzione di circa 12 miliardi di euro di mance e mancette sbatte la porta in faccia a chiunque. Avremmo dovuto andarci con politiche di abbattimento della pressione fiscale, con impulso all'economia, con la crescita, con gli investimenti, con l'infrastrutturazione del Sud, con un progetto serio per Roma capitale, esattamente come progetti seri per le capitali europee sono stati oggetto di investimenti da parte della Francia, da parte degli Stati nazionali, da parte della Gran Bretagna, prima che uscisse dall'Europa, da parte della Spagna, da parte della Germania, su Berlino. Non c'è nulla di tutto questo ed è questa la ragione.

Io voglio essere ancora più preciso e lo faccio rapidamente, affinché rimangano agli atti delle cifre che sono incontrovertibili. Abbiamo detto che la spesa per le pensioni, la quota 100, è un problema, rappresenta un problema; ebbene, si fa passare da 85 a 89 miliardi la spesa; abbiamo parlato di una proiezione di politiche previdenziali che passano da 96 a 100 miliardi e oltre; il tetto dei 100 miliardi viene sforato dalle politiche previdenziali nella proiezione futura; l'istruzione scolastica totalizza meno 4 miliardi di euro, da 48 a 44. Lo sapete chi è che paga dazio? La riduzione avviene sui fondi per gli insegnanti di sostegno, un miliardo in meno per la scuola primaria, 300 milioni in meno per la scuola secondaria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ecco chi è che fa i sacrifici.

Sulle imprese c'è una riduzione di incentivi fiscali, da 18 a 16 miliardi, 4 miliardi in meno; una riduzione del sostegno alla competitività e allo sviluppo, da 24,7 a 19,6, meno 5 miliardi; ecco chi paga la vostra manovra, ecco chi paga il vitalizio di cittadinanza. La riduzione dei rimborsi fiscali ammonta a 4 miliardi, da 73 a 69; cresce clamorosamente la bolletta verso l'Unione europea, pagheremo 3 miliardi in più, alla faccia del contenzioso con Bruxelles e di tutti i buoni propositi per ridurre la nostra contribuzione a Bruxelles.

Sulla riduzione dei beni culturali e paesaggistici: si passa da 2,6 a 1,8 miliardi, meno ottocento milioni di euro, anche qui alla faccia del nostro giacimento petrolifero naturale, rappresentato dalla cultura e dai beni culturali; il sostegno alla ricostruzione crolla da 3,2 miliardi a 380 milioni di euro, nel 2021. E vale la pena di sollevare le osservazioni, le riflessioni e le critiche da parte di tutto il centro Italia, ma, in particolare, del sud, colpito recentemente da eventi sismici. Ancora, ricordo la riduzione delle spese per la protezione civile: si passa da 744 a 391 milioni di euro, meno 400 milioni.

La difesa e la sicurezza, a proposito di destra al Governo: si va a meno 400 milioni, su sicurezza, territorio e difesa.

Aumentano le tasse per il volontariato. Ci dice Conte che tornerà su questa materia, ma intanto questo è scritto in finanziaria e questo è. Meno 2 miliardi di trasferimenti a Trenitalia, che verranno pagati dal Mezzogiorno; la spesa per gli interessi sui titoli pubblici passa da 74 a 82,7 miliardi (più 8,5 miliardi); le tasse aumentano, nel 2019, dello 0,4 per cento e, nel 2020, di un altro 0,4 per cento, per un totale in due anni di 0,8 per cento; e c'è lo sblocco delle tasse locali, che non possiamo prevedere che tipo di ricaduta avrà, ma sarà sicuramente pesante per le imprese, le famiglie, i lavoratori.

Nessuna iniziativa per bloccare gli aumenti indiscriminati delle tariffe, delle utenze; c'è la mancata abolizione delle accise e c'è tutto quello che abbiamo ascoltato sulle clausole di salvaguardia, che mi risparmio di ripetere.

Dicevo che, sul reddito di cittadinanza, che assorbe una quota importantissima di questa manovra finanziaria, non sappiamo ancora quali saranno i criteri: l'importo cadauno è indefinito, è indefinita la platea di riferimento, non si sa nulla, si parla soltanto di una cifra in astratto, così come il taglio degli investimenti nel 2019 è un altro dato di fatto riscontrato, certificato e vidimato dall'Ufficio parlamentare per il bilancio, a cui si deve affiancare, allo stato, l'interruzione dei lavori dell'alta velocità sulla tratta Torino-Lione. Non c'è nulla sul Sud.

Cari colleghi, queste sono ragioni incontrovertibili che non possono che vederci fortemente critici, anche perché, appunto, c'è una netta prevalenza di un approccio tardo-marxista su questa legge di bilancio. Manca completamente quella parte che avrebbe potuto e dovuto rappresentare davvero la manovra del cambiamento, la manovra del popolo, poi purtroppo ridicolizzata, come avviene spesso nei comportamenti di questo Governo, e divenuta la manovra del balcone.

Oggi siamo di fronte, ahimè, a una situazione di rischio, che ci viene imputata con tutta l'enfasi possibile anche dall'Unione europea, fermo restando che chi parla, la parte politica che rappresento, non ha alcun problema, anzi condivide il fatto che ci possa e ci debba essere una dialettica aperta per rivedere diverse questioni, diversi trattati, diversi regolamenti, diverse direttive europee, ma un conto è farlo e un conto è abbaiare alla luna. Chi abbaia alla luna solitamente produce l'effetto inverso, e infatti noi ci siamo trovati a vedere, da due mesi a questa parte, un Governo che ha mosso, lancia in resta, verso Bruxelles per fare poi della sua aggressione a Bruxelles una sorta di Caporetto: ci sono stati ampi e circostanziati passi indietro che hanno pagato gli italiani, anche ma non soltanto con lo spread.

Oggi è con rammarico che comunque ci apprestiamo a criticare fortemente l'impianto strutturale di questa manovra finanziaria. Lo facciamo molto semplicemente con rimpianto perché abbiamo tutti a cuore le sorti dell'Italia, e il Partito Democratico, quando ha avuto la possibilità, nei cinque anni precedenti, di guidare le sorti dell'Italia, di esprimere i Presidenti del Consiglio e i Consigli dei ministri, non ha evidentemente saputo convincere né l'Europa né gli italiani. I disastri elettorali lo dimostrano, ma purtroppo lo dimostrano anche le cifre del bilancio dello Stato.

Presidente, colleghi, la ragione per la quale siamo fortemente critici è che pare che manchi totalmente una visione, un orizzonte verso cui portare l'Italia. Ci pare che non ci sia un obiettivo strategico, ci sembra, come hanno già detto molti altri nei nostri dibattiti, che l'unico scopo di questa manovra finanziaria sia rappresentato dall'arrivare presto alle elezioni europee, per portare all'incasso chi il reddito di cittadinanza chi “quota 100”, un sistema redistributivo di una ricchezza che non c'è e che non si rialimenta; questo è il nodo nevralgico.

A noi piacerebbe poter dare molto di più al nostro popolo, in special modo alle fasce sociali più deboli. Ci piacerebbe poter fare molto di più per rappresentare gli interessi deboli e diffusi della nostra comunità, ma sappiamo che la stella polare di questa rinascita, di questo riscatto, non può che passare per la ricetta rappresentata negli anni, anche culturalmente, dal centrodestra, una ricetta che punti sullo sviluppo, che faccia esattamente quanto necessario per rinfoltire i numeri, far ripartire la produzione, riuscire, attraverso un aumento del PIL, a creare quell'occupazione che è l'unica vera risposta all'assistenzialismo peloso del sussidio o del vitalizio di cittadinanza.

Per queste ragioni, noi ci saremmo aspettati molto di più. Siamo fortemente delusi dall'operato di questo Governo e siamo anche molto perplessi, perché non vediamo all'interno di questa manovra nulla che sia ispirato ai valori, ai progetti e al programma elettorale del centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il relatore di minoranza, deputato Stefano Fassina.

STEFANO FASSINA, Relatore di minoranza. Presidente, non torno sui punti che abbiamo affrontato nella prima parte di questa seduta, anche se, per quanto mi riguarda, rimangono decisivi. Provo a fare qualche considerazione di merito, a partire dal piano macroeconomico, perché una manovra di bilancio, oltre ai singoli provvedimenti, dovrebbe essere valutata appunto sul piano macroeconomico. In estrema sintesi, siamo di fronte all'ennesima manovra di galleggiamento - mi permetto di utilizzare questo termine che poi proverò a motivare - che aggrava le prospettive del Paese.

Come abbiamo detto nelle discussioni sulla Nota di aggiornamento al DEF e nelle discussioni che abbiamo avuto in prima lettura del provvedimento, a settembre è stato avviato un percorso che aveva delle potenzialità importanti, in primo luogo attraverso il documento prodotto dal Ministro Savona e poi recepito dal Governo, che sarebbe dovuto diventare una base di discussione con la Commissione e gli altri Governi dell'Eurozona per poi iscrivere in quella discussione la manovra.

Avevate fatto una forzatura importante sul fiscal compact, una forzatura necessaria per evitare una manovra prociclica; eravate partiti con il piede giusto, con delle potenzialità, in coerenza con i messaggi proposti agli elettori, ma il risultato è stato - lo voglio dire con grande chiarezza - preoccupante e in sostanziale continuità con il percorso che avete ereditato.

Siete arrivati a un compromesso, che non è un fatto negativo, perché la politica è compromesso, soprattutto quando ti muovi in un quadro sovranazionale, ma il punto è il terreno del compromesso: siete ricaduti sullo stesso terreno di compromesso dei Governi precedenti, cioè lo “zero virgola” di flessibilità. Il compromesso andava trovato, ma sul terreno della revisione delle regole, perché sono quelle regole che inibiscono la possibilità di affrontare i nodi strutturali. Sono regole che non vanno bene non solo per l'Italia ma non vanno bene per nessuno. Sono regole insostenibili, sono le regole che condannano l'Eurozona e l'Unione europea alla deflazione e alla svalutazione del lavoro.

Avete abbandonato questo terreno, anzi, nell'assoluto silenzio, anche di quest'Aula e della stragrande maggioranza dei mezzi di informazione, avete sottoscritto il documento dell'Euro Summit del 14 dicembre, dove per la prima volta viene prevista la possibilità di ristrutturare il debito.

Nella fase dell'alleanza a livello europeo tra Partito Popolare e nazionalisti cambierà la modalità di enforcement della disciplina di bilancio, perché appunto in nome della sovranità vi saranno sempre più Paesi che diranno no. E allora quel documento propone la disciplina di mercato, propone la possibilità di ristrutturazione del debito e, quindi, in questa prospettiva siete arretrati da quella che doveva essere, invece, un'offensiva per rivedere le regole. E poi, la continuità: se noi andiamo alla sostanza della manovra, la continuità prevale, altro che Governo del cambiamento. Avete abolito l'IRI, l'imposta sul reddito di impresa, ed avete spostato quelle risorse sull'imposizione forfettaria e sull'abbattimento al 20 per cento per le imprese con un reddito fino a 100 mila euro. Avete cancellato l'ACE, l'incentivo alla capitalizzazione delle imprese e avete messo quelle risorse sull'abbattimento dell'IRES per gli investimenti e per l'occupazione aggiuntiva, tra l'altro occupazione aggiuntiva anche a tempo determinato. Siete intervenuti sulle pensioni, poi vedremo in dettaglio. Avete fatto un intervento che è di carattere temporaneo, altro che superamento della Fornero, temporaneo, vale per tre anni, e le risorse in parte recuperate dalla deindicizzazione anche di pensioni di importo modesto. Sul cosiddetto reddito di cittadinanza vedremo, anche qua, i testi, ma alla fine verrà fuori qualcosina in più su quello che era il REI e una riproposizione della contribuzione alle imprese stile Jobs Act, in assoluta continuità sui dati sostanziali. Ultimo esempio, ma potrei, se avessi tempo, ampliare l'elenco: siete riusciti addirittura a peggiorare la prospettiva degli investimenti pubblici rispetto al minimo storico toccato dal Governo precedente. Perché il Ministro Tria può dire quello che vuole, ma gli investimenti pubblici nel 2019 si riducono rispetto al quadro precedente. E tutto questo ha una vittima in particolare, che vorrei che quest'Aula non sottovalutasse, tutto questo ha una vittima in particolare, si chiama Mezzogiorno, e a me stupisce (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali) che chi nel Mezzogiorno ha avuto così largo consenso non riconosca la funzione di “utile idiota” che sta facendo nei confronti della Lega, che si ammanta di retorica nazionalista e colpisce in modo pesante metà del Paese.

Il compromesso raggiunto con Bruxelles riprogramma in termini di cassa il Fondo sviluppo e coesione per 800 milioni, taglia i cofinanziamenti nazionali ai fondi europei per 850 milioni, taglia gli investimenti delle Ferrovie dello Stato per il Mezzogiorno di 600 milioni, taglia il credito d'imposta per il Mezzogiorno di 160 milioni; oltre 2 miliardi e mezzo di quel compromesso pesano sulle condizioni del Mezzogiorno, in un quadro in cui, in modo assolutamente opaco - e mi rivolgo a lei, Presidente, per evitare altre situazioni come quella che stiamo vivendo -, state dando approvazione alla cosiddetta legge sull'autonomia differenziata, che sancirà la differenziazione dei diritti fondamentali in questo Paese, a danno del Mezzogiorno. E scambiate tutto questo con un reddito di cittadinanza, che, data la carenza strutturale di investimenti, sarà assistenza. State condannando il Mezzogiorno al declino strutturale, rendetevi conto di questo passaggio, voi che nel Mezzogiorno avete recuperato così tanti voti.

E allora bisogna essere chiari: una manovra di galleggiamento, che consegna una prospettiva insostenibile. Ieri, quando è venuto in Commissione il Ministro Tria, mi ha ricordato, nella sua soddisfazione, Leopardi e la poesia La quiete dopo la tempesta, dove il piacere arriva solo dopo un grande affanno, scampato il pericolo arriva il piacere, ma la prospettiva che lasciate al Paese per il triennio che abbiamo di fronte è incredibile, perché insostenibile, è una prospettiva insostenibile. Gli aumenti di tasse previsti attraverso le clausole di salvaguardia sono insostenibili e i tagli di spesa che dovrebbero compensarli sono impraticabili. Lasciate il Paese in una prospettiva di incertezza, in una prospettiva di precarietà, in una prospettiva che ha l'unico fine di arrivare alle elezioni europee. Quindi, altro che manovra del cambiamento, siamo di fronte a una continuità con l'aggravante del quadro europeo e con l'aggravante dei danni, sempre più rilevanti, che fate al Mezzogiorno. Ecco, noi dobbiamo portare da quest'Aula la discussione nel Paese e, in particolare, nel sud. Deve esserci consapevolezza di quello che avviene, le chiacchiere sul cambiamento e sulla manovra del popolo stanno a zero, vanno riconosciuti i dati fondamentali e i dati fondamentali sono quelli di una manovra di galleggiamento che compromette le possibilità di recupero del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (PD). Presidente, vorrei richiamare la sua attenzione su alcuni elementi che derivo anche dall'esperienza diretta, ma leggo dal verbale. Il presidente Claudio Borghi, ieri, nel troncare la discussione…

PRESIDENTE. Però questa fase l'abbiamo superata.

GENNARO MIGLIORE (PD). No, perché, mi faccia finire, non abbiamo superato questo, dicevo, chiede l'autorizzazione a riferire oralmente per quanto riguarda i relatori. Le faccio anche notare che ieri, tanto la Commissione dove io partecipo, la I Commissione, tanto la V Commissione bilancio hanno visto esattamente, per poter visionare o ascoltare le relazioni dei relatori, una sospensione o la lettura della relazione del relatore. Si tratta di una questione di rispetto per questo Parlamento. Che poi la maggioranza abbia deciso di non illustrare al Paese - perché questo è anche il momento nel quale si illustra al Paese - le ragioni per le quali stanno facendo questo tipo di iniziativa, cioè troncare la discussione, andare di fretta, eccetera, eccetera, però non toglie che io, da deputato semplice di questa Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), pretendo di avere il tempo, avendo ascoltato con attenzione quelle che sono le relazioni dei relatori di minoranza, di sapere qual è l'impostazione della maggioranza. Quindi, o sospende lei, perché non possiamo chiaramente chiedere noi un voto di sospensione, per farci leggere le relazioni, o le leggono loro, perché per quanto mi riguarda essere trattato come un passacarte non sta bene (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Deputato Migliore, per quanto già prima ho chiesto di leggere, anche in replica, in questo momento io non posso sospendere perché è nelle facoltà, in ogni caso, dei deputati della Repubblica di consegnare il testo.

GENNARO MIGLIORE (PD). Presidente…

PRESIDENTE. Sì, è chiaro, è chiaro, però è nella loro facoltà, come è sempre successo, di consegnare il testo, quindi io per questo non posso sospendere. Prego.

GENNARO MIGLIORE (PD). Grazie. Nelle Commissioni - lo sto chiedendo molto pacatamente – si è proceduto ad una sospensione nella I e nella V Commissione, cioè le Commissioni affari costituzionali e bilancio. Io voglio sapere, come deputato, se non interessa al resto dell'Aula, molti banchi sono vuoti, non è un problema mio, ma a questi deputati, a questo gruppo, interessa sapere quali sono le motivazioni della maggioranza. Perché non si alzano e ce le leggono? Per quale motivo devono umiliare ulteriormente quest'Aula? Io penso che lei abbia fatto bene a richiamarli, ma qua non si tratta di garbo e cortesia istituzionale, si tratta di un rispetto di quella che è la funzione.

Io sono stato qui, non mi sono mosso un minuto, ho ascoltato quattro relazioni: ne voglio ascoltare altre, perché quelle della maggioranza sono relazioni che sono più importanti dal punto di vista della motivazione visto che saranno approvate.

PRESIDENTE. È chiaro che i testi - è nella loro facoltà consegnarli - sono, nel momento in cui vengono consegnati, a disposizione di tutti. Quando si viene qui si può richiedere il testo, ma, in questo caso, andiamo avanti perché non posso sospendere su questa cosa.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa, deputato Lupi?

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori, perché in ordine alla richiesta che era stata avanzata con riferimento all'articolo prima dell'inizio della discussione generale, degli interventi da parte dei singoli gruppi, non ho compreso la sua risposta. Noi, avevamo avanzato - tutti i capigruppo - un aumento dell'ampliamento della discussione già in fase di discussione generale, pur essendo coscienti, lei non c'era, ma le è stato riferito…

PRESIDENTE. No, in seguito…

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). No, aspetti. Pur essendo coscienti che già lei aveva, rispondendo alla richiesta del Partito Democratico, aumentato i tempi. In Aula avevamo posto questo ed era la ragione per cui era stata chiesta, poi, la convocazione della Conferenza dei capigruppo, vista l'eccezionalità della situazione in cui ci troviamo. Lei lo sa, Presidente - non a caso, ha fatto, come da par suo, un richiamo alla maggioranza e al Governo a intervenire - siamo in una fase assolutamente eccezionale: addirittura, adesso, neanche i relatori e il rappresentante del Governo permettono di conoscere dettagliatamente a chi non è in Commissione bilancio, come il sottoscritto - e sono qui apposta stamattina - i contenuti della manovra. Un minimo non di cortesia istituzionale, ma di responsabilità rispetto ai ruoli: non saranno i venti minuti della relazione di un membro della maggioranza, ma di un relatore o del Governo, che porteranno - perché questo è evidente - a far slittare il voto di fiducia dalle quattro alle cinque. Mi perdoni, non è questo il tema, anche perché sa benissimo lei, Presidente, che l'opposizione, se vuole, può eventualmente arrivare anche alle quattro o alle cinque. Il tema è semplicemente il problema di un rispetto e di dare la possibilità a tutti i deputati - qui sono più di quelli che c'erano in Commissione - almeno di conoscere la visione, la portata della maggioranza. Lei ha fatto un richiamo correttamente: non si può sostituire al Governo né ai relatori, e questo è corretto.

La mia richiesta è di capire: la richiesta che era stata presentata era di ampliamento, in questa situazione drammatica ed eccezionale, di un ulteriore ampliamento della discussione generale. Se ho ben capito, per noi è importante, perché, in particolare per i componenti del gruppo Misto, iniziamo adesso la discussione e, nel momento in cui si dovesse procedere a un ampliamento, visto che ognuno di noi interviene due minuti e mezzo, le componenti sei minuti, eccetera, è chiaro che, qualora ci fosse un ampliamento, lo dobbiamo sapere prima di intervenire, altrimenti non è che possiamo intervenire di nuovo successivamente.

Quindi, la mia richiesta è di capire se la sua risposta all'articolo…

PRESIDENTE. Mi è chiaro, mi è chiaro.

MAURIZIO LUPI….tant'è vero che l'onorevole Borghi era stato il primo a porre questa questione, citando una nostra componente del gruppo Misto - lo faccio solo perché non c'era, mi perdoni -, che è la componente di +Europa ed altri, che hanno due minuti e mezzo a disposizione per poter esporre un proprio giudizio. Quindi, era solo per avere contezza della sua decisione.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa, deputato Fiano?

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, scusi, lei ha detto che è diritto loro, lei li ha richiamati, di non parlare, nonostante il testo…

PRESIDENTE. Diritto loro di presentare il testo.

EMANUELE FIANO (PD). Non c'è nessun testo, al momento, online, quindi né noi, Presidente…Io non so perché devo parlare sempre mentre chi le sta accanto la consiglia, comunque…

PRESIDENTE. No, io sto ascoltando benissimo.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio. Comunque, lei ha appena detto: legittimo che la consegnino: secondo noi, è legittimo, ma non è elegante, tant'è vero che lei li ha richiamati. Penso ad un cittadino italiano, oltre ai parlamentari, che voglia seguire in questo momento – le ricordo, ma non ho bisogno di ricordarglielo, che questa seduta è pubblica, dunque la Camera pubblica in contemporanea allo stenografico – i lavori di quest'Aula, una radio radicale, finché sarà aperta, li trasmette. Non c'è modo al momento di verificare ciò che c'è nelle relazioni dei colleghi, perché queste relazioni al momento non sono disponibili, né on line né cartacce. Quindi, mi domando: la sua frase a che cosa si riferisce (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

Perché il collega Migliore ha detto: loro certo che possono consegnarcele, ma intanto, anche se esistessero, Presidente, anche se esistessero, io, come il collega Migliore, la collega Boschi, il collega Borghi, vorremmo seguire i lavori dell'Aula e non possiamo fare le due cose contemporaneamente. Oltre al fatto, lei converrà con noi, che se noi dobbiamo intervenire sulla discussione generale, se non stiamo prendendoci in giro – e io sono certo che lei non ci prende in giro, come io non sto prendendo in giro lei –, noi facciamo degli interventi in discussione generale anche sulla base di ciò che la collega Comaroli e l'altro collega relatore, che avranno fatto una relazione, immagino, sulla base dell'approfondita discussione di ieri in Commissione e delle relazioni del Ministro Tria, scriveranno, qualcosa che sarà oggetto del nostro riferimento nella dichiarazione in discussione generale.

Ma scusi, Presidente, a lei sembra normale? Coloro devono esprimere a quest'Aula il parere della maggioranza su ciò che è stato partorito in una discussione che non è avvenuta al Senato e poi avviene alla Camera, una discussione che non è avvenuta nella Commissione bilancio: dovremmo discutere alla cieca. A lei sembra che i nostri diritti siano salvaguardati? Glielo chiedo umanamente, oltre che in ordine al Regolamento: noi non abbiamo il testo delle relazioni dei colleghi. Se io fossi in lei, chiederei una sospensione di cinque minuti per fornirci quei testi e non solo cartacei, perché le ricordo che vengono allegati al testo della Camera alla fine della seduta quanto meno on line.

Ove questi venissero consegnati, distribuiti e pubblicati on line, comunque rimarrebbe la richiesta di un tempo per leggerli, sennò noi cosa stiamo facendo qui? Secondo lei, è utile al Paese che noi esprimiamo delle opinioni così, su quello abbiamo sentito sostanzialmente dal Ministro Tria, perché altro non abbiamo avuto modo di discorrere? Secondo me, è una violazione dei nostri diritti. La discussione si basa sul rapporto tra le opinioni della maggioranza e quelle della minoranza; quelle della maggioranza – parlamentare, non del testo del Governo – che sarebbero dovute essere espresse dalle relazioni dei colleghi non ci sono. Io mi domando se questa è la salvaguardia dei nostri diritti a compiere un lavoro parlamentare intelligente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Per quanto riguarda l'intervento del deputato Lupi, noi abbiamo detto che la discussione generale continua con questi tempi ampliati del contingentamento dato ieri, a tutti. La richiesta era soprattutto sul seguito, quindi vedremo l'ampliamento dopo, sul seguito. Su questa questione i testi sono stati consegnati entrambi; stiamo procedendo a caricarli on line, chiaramente…

EMANUELE FIANO (PD). Non ci sono!

PRESIDENTE. …però…

GENNARO MIGLIORE (PD). Ma li state scrivendo o li state pubblicando?

PRESIDENTE. Deputato Migliore… deputato Migliore però non parli… se vuole la parola, alza la mano e le do la parola. Deputata Boschi, prego.

MARIA ELENA BOSCHI (PD). Grazie, Presidente. Avendo ascoltato le relazioni di minoranza e dovendo adesso iniziare gli interventi in discussione generale dei gruppi, tra questi anche il mio, perché ho chiesto di poter intervenire, siamo nella oggettiva impossibilità di intervenire se prima lei non concede una sospensione che ci metta nelle condizioni di leggere le relazioni di maggioranza, che, peraltro, al momento, non sono nemmeno disponibili. Quindi, anche ammesso, magari in modo meno corretto nei confronti dei relatori di minoranza, di non aver voluto ascoltare loro, ma, nel frattempo, aver letto le relazioni di maggioranza, comunque non avremmo potuto farlo, perché materialmente, oggettivamente non ci sono.

Allora, io credo che dopo le violazioni, perpetrate in Commissione, del Regolamento, perché addirittura non si è consentito di completare la discussione generale sulla legge di bilancio in Commissione, stanotte, troncata con il mandato al relatore, non si è potuto non votare, ma nemmeno discutere ed illustrare un singolo emendamento presentato alla legge di bilancio, che almeno in questa sede, in cui i tempi sono contingentati, in cui non è possibile fare ostruzionismo, ma in cui cerchiamo semplicemente di fare correttamente il nostro lavoro di deputati, ci debba essere consentito di conoscere quelle che sono le opinioni dei relatori di maggioranza, che sicuramente, purtroppo, per la forza dei numeri, incideranno più delle nostre sulla scelta finale che questa Camera si appresta a fare.

È una questione di rispetto del nostro lavoro di deputati; è una questione di rispetto per i cittadini che possono assistere ai lavori, che sono pubblici; e lei, Presidente, per favore, deve essere, almeno in questa sede, garante dei diritti di tutti i parlamentari, a cominciare da quelli delle opposizioni.

I relatori di maggioranza avrebbero potuto semplificare la vita a tutti dando lettura della relazione di maggioranza, o comunque oralmente indicando i tratti essenziali. Ieri abbiamo fatto la stessa identica richiesta in Commissione bilancio, perché i relatori di maggioranza avevano chiesto di depositare e consegnare le relazioni, e il presidente Borghi, su nostra richiesta, ha chiesto che venissero lette, come poi è stato fatto, in alternativa alla sospensione dei lavori per poterle leggere da soli. Quindi, delle due l'una: o ci mette in condizioni di leggerle, o intervengono i relatori di maggioranza, anche se ormai ovviamente hanno già rinunciato a questa loro possibilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). Reitero anch'io questa richiesta, perché la relatrice si è avvalsa di una prerogativa, quella di consegnare il testo scritto: credo che debba essere riconosciuto agli altri parlamentari di avvalersi della prerogativa di poterlo leggere. Pare proprio di buonsenso! Già svolgiamo un dibattito sulla legge di bilancio senza che il Ministro competente si degni di essere qui, ed è opinabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Risparmio, per risparmiare tempo, tutto quello che abbiamo detto sulla mancata discussione al Senato, alla Camera, in Commissione, quello che è accaduto stanotte; si pretende che noi interveniamo senza neanche conoscere il testo della relatrice: ma questo è fuori dal mondo!

Quindi, io le chiedo una sospensione della seduta, in ragione tale che si possa leggere il testo della relazione, che i relatori di maggioranza hanno consegnato scritto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Presidente, io vorrei intervenire perché vorrei sgomberare il campo dal fatto che questa non è una discussione fra il Partito Democratico e il Presidente della Camera: è una cosa che riguarda tutte le opposizioni, quantomeno dando io per scontato che tutti i colleghi di maggioranza conoscano perfettamente tutta la manovra come è uscita dal Senato (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa-Centro Democratico e Partito Democratico). Perché vede, umanamente, anche non dormendo nelle scorse notti, era difficile leggersela tutta, ma dando per scontato che almeno loro conoscano la relazione di maggioranza.

Glielo dico perché non chiediamo solo la sospensione per poterla leggere, ma chiediamo anche una sospensione con dei tempi congrui. Perché vede, il Partito Democratico o altre forze di opposizione hanno un nutrito gruppo di deputati, quindi immagino che, dividendosi il lavoro quattro righe per uno, possano rapidamente con pochi minuti leggersela tutta; noi qui nel gruppo Misto (parlo per +Europa ma anche per gli altri colleghi) siamo pochi. Per quanto siamo allora ben organizzati, anche fra le varie componenti, vede, la collega Lorenzin è di un'altra componente, interviene per prima, i colleghi Tabacci e Magi interverranno nei due minuti e mezzo: vorremmo fare degli interventi centrati.

Visto che c'è stata già una discussione, in cui abbiamo fatto presente, come tutti i colleghi di opposizione, l'iter con cui siamo arrivati qui, e vorremmo magari provare ad entrare nel merito di alcune questioni, è dirimente sapere se i colleghi di maggioranza nella loro relazione spiegano per bene come mai ci sono 2 miliardi di tagli ai Ministeri e dove stanno andando a prendere questi soldi di accantonamenti, che sostanzialmente significa tagli: perché a seconda di come nella relazione trattano quel punto o un altro, noi potremmo, nei nostri brevi interventi, reagire in una maniera o nell'altra.

Quindi, capisco che normalmente vengono distribuiti i testi, e uno li può leggere, provando nel frattempo, con l'orecchio destro o con l'orecchio sinistro, ad ascoltare gli altri interventi dei colleghi; ma per poter evitare di parlare completamente a vanvera le chiederemmo, per cortesia istituzionale e per il rispetto del ruolo che ciascun deputato qui dentro ha, ciascun deputato, compresi tutti i deputati del gruppo Misto, di poter quantomeno avere un tempo congruo, per quanto riteniamo di avere amplissime capacità di interpretazione di un testo, di poterlo almeno leggere per poter poi intervenire nel merito (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa-Centro Democratico e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Siccome questa è una prerogativa, in questo caso dei relatori e di tutti i deputati, di poter consegnare il testo, a consegna del testo io non posso sospendere la seduta dell'Aula. I testi sono qui. Sono qui, se li richiedete io vi do il testo, il testo che è stato consegnato dai due relatori, e si continua la discussione sulle linee generali.

Ha chiesto di parlare il deputato Borghi. Ne ha facoltà. Su che cosa? Il microfono è acceso…

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo scusa, ma in questi tempi evidentemente la censura si allarga.

Chiedo che venga fornita a tutti i componenti del gruppo del Partito Democratico una copia della relazione dei relatori.

PRESIDENTE. Certo, va in distribuzione.

Ha chiesto di parlare il deputato Crosetto. Ne ha facoltà.

GUIDO CROSETTO (FDI). Il mio intervento è solo per evitare di sembrare cretini agli occhi di chi ci ascolta da fuori. Presidente, io, basandomi e avendo fiducia nel… Parli pure con Borghi. Avendo fiducia nei suoi confronti, sono venuto a chiederle le relazioni: sono salito, ho chiesto “mi date la fotocopia?” La prima risposta è stata: “boh, non le abbiamo”, la seconda è stata: “ne abbiamo solo una delle due”; poi sono andato dal relatore che mancava, gli ho detto: “guarda che manca la tua, consegnala”. Altrimenti sembriamo dei cretini fuori.

Cioè, noi, prima di fare questi interventi, siamo venuti a chiederle le copie degli interventi e non c'erano: per quello abbiamo iniziato a rifare questo dibattito.

Lo spiego solo perché altrimenti sembriamo una manica di deficienti, che non è neanche in grado di andare a prendere una fotocopia: non c'erano le fotocopie perché non erano stati consegnati neanche gli interventi. Questo soltanto per spiegare fuori che non siamo qui a rompere le scatole, ma ci viene negata anche la cosa minima per poter contribuire al dibattito (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Quindi, però, vi sto dicendo che gli interventi consegnati io li sto facendo stampare…

Ha chiesto di parlare il deputato Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). Scusi, Presidente…

PRESIDENTE. Sono in distribuzione!

PIERO FASSINO (PD). Scusi, Presidente, io confido nel suo buonsenso. Lei dice: è una prerogativa della relatrice consegnare il testo scritto. Benissimo! Io adesso lo farò distribuire. Benissimo! Ma converrà con me che, se qualcuno di noi deve intervenire, deve prima leggere il testo? Leggere il testo richiede un certo tempo: non le stiamo mica chiedendo di prolungare di mezza giornata, ma il tempo necessario per leggere una relazione. Se no, cosa vuol dire che lei la distribuisce? Lei la distribuisce, noi non l'abbiamo letta, dopodiché si interviene come? Cioè, mi pare che siamo proprio contro il buonsenso! Io mi affido al buonsenso, più ancora che al Regolamento! La ragionevolezza! Siccome lei manifesta in molte dichiarazioni il rispetto per il Parlamento, qualche volta anche dissociandosi da mancanze di rispetto dei colleghi della sua maggioranza, le chiedo, in coerenza con la funzione di garante dell'attività di questo Parlamento, dell'attività di ogni parlamentare, di consentirci di leggere il testo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, solo per non nasconderci dietro un dito: questa operazione dei relatori, che consegnano e il Presidente non può che prenderne atto, era un modo, diciamo così, per velocizzare i tempi; ma è un modo assolutamente dilettantesco, perché poi alla fine, per fare questa operazione, stiamo da mezz'ora a fare la discussione sul fatto che non c'è la relazione.

Quindi, sarebbe stato molto più di buonsenso che i relatori avessero fatto una relazione, seppure stringata, anziché leggere le solite paginette da Servizio studi (per carità, nobilissime, ma che hanno poco di originale rispetto alla manovra, sono la semplice e tecnica e burocratica elencazione dei vari punti), e avremmo risolto il problema.

Quindi, ancora una volta, il dilettantismo della maggioranza allo sbaraglio ci pone di fronte alla situazione surreale, per cui per fare presto la maggioranza ha perso più tempo che se avesse fatto svolgere due relazioni banalissime da cinque minuti, in cui provavano a raccontarci che questa orribile manovra è una cosa fatta bene. Avrebbero guadagnato in credibilità e in buonsenso, e avrebbero pure guadagnato probabilmente mezz'ora di tempo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

Però, non possiamo fare sull'ordine dei lavori la discussione sul testo, perché c'è già la discussione sulle linee generali.

EMANUELE FIANO (PD). Scusi, Presidente, cerchiamo di fare in modo che nessuno qui dentro, non dico lei, prenda in giro gli altri. Lei mi ha detto che le relazioni erano depositate e che potevo andare a leggermele: l'ho fatto. Le vorrei citare l'incipit della collega Comaroli: perché, se io non vado errato, la relazione di una relatrice significherebbe che la stessa… Collega Comaroli, non c'è niente di personale, ovviamente.

All'indomani, cioè conseguentemente ai lavori della nostra Commissione (non ai lavori del Senato, questo è un altro ramo del Parlamento), conseguentemente ai lavori diretti dal presidente Borghi della Commissione bilancio, conseguentemente alle relazioni rese in quella sede dall'Ufficio parlamentare di bilancio, dal Ministro Tria…

PRESIDENTE. Però non posso farla intervenire nel merito della relazione, adesso.

EMANUELE FIANO (PD). Come non può farmi intervenire? È un intervento sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. No, perché siamo in discussione generale e non sull'ordine dei lavori. Borghi, sta parlando il deputato Fiano. Non deve fare “lo stadio”.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, scusi, io intervengo ai sensi dell'articolo 8, quindi richiedendo alla sua conduzione dei lavori questo punto. Questa relazione è quella scritta prima dei lavori della Commissione Bilancio di ieri. Le leggo l'incipit: lei mi ha detto di leggerla e io gliela leggo.

PRESIDENTE. La relatrice consegna il testo che vuole.

ENRICO BORGHI (PD). Ma che ci stai a fare?

PRESIDENTE. Deputato Borghi, le faccio il primo richiamo formale. Non finisce l'Aula, oggi. Andiamo avanti (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ENRICO BORGHI (PD). Cosa fa? Mi minaccia? Mi minaccia? Mi minaccia?

PRESIDENTE. È un richiamo formale e la avverto, perché non si può rivolgere così alla Presidenza. È da questa mattina che si sta rivolgendo in maniera inopportuna alla Presidenza, quindi è il primo richiamo formale, è il primo richiamo formale!

ENRICO BORGHI (PD). Lei non mi minaccia! Lei non mi minaccia!

PRESIDENTE. Prego, deputato Fiano.

LUCIANO NOBILI (PD). Non usi le minacce! Ritiri quelle parole, Presidente!

PRESIDENTE. Allora, è il primo richiamo formale, poi c'è un secondo e poi c'è anche l'espulsione dall'Aula. Siccome voglio evitare, le dico: non andiamo avanti così! Per favore! Deputato Nobili, la prego. Deputato Fiano, a lei la parola.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, con voce molto calma, io, in dodici anni, non ho mai sentito dire da un Presidente della Camera: “Lei non finisce la seduta” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Glielo dico per esperienza. Decida lei la figura che vuole fare oggi, se da Presidente o da cioccolataio; decida lei.

L'incipit della relazione della collega Comaroli è: “Come anticipato dal collega Raduzzi, che ringrazio”. Lei ha sentito parlare in quest'Aula oggi, prima della collega Comaroli, il collega Raduzzi? Secondo lei, è dignitoso che per quest'Aula venga consegnata una relazione che è sul testo del Senato, perché l'incipit continua: “La mia relazione verterà sulle modifiche introdotte dal Senato” – una frase sola e ho finito – ma ieri si è svolta una discussione. I colleghi che non sono stati in Commissione Bilancio – è la prassi della Camera – vogliono sapere che cosa deducono i colleghi della maggioranza dalla discussione che si è svolta in Commissione Bilancio, non qual è il giudizio della collega Comaroli su ciò che è avvenuto al Senato. Ma secondo lei – di nuovo le pongo la domanda –, tutto questo è espressione di una garanzia della nostra discussione, a prescindere dal fatto che arrivano un'ora dopo l'inizio della discussione generale? Questa è una presa per i fondelli, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), alla quale poi lei ha aggiunto le minacce a un collega. È una presa per i fondelli dei deputati!

PRESIDENTE. Deputato Migliore, si segga per favore.

EMANUELE FIANO (PD). Perché la relazione tra noi significa che qualcuno dà un giudizio su una cosa, cioè sulla discussione che si è svolta, e noi esprimiamo il nostro parere, peraltro con ritardo. A cosa serve il ritardo se l'ha scritta ieri? Me lo spieghi. Ieri, prima della discussione. E che cos'è il ritardo di non avere questo foglio? Questo foglio era pronto all'inizio della seduta della Commissione Bilancio; non si riferisce neanche a quello che si è svolto ieri, è una presa per i fondelli non nostra, del Parlamento, di cui lei è l'attore principale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Andiamo avanti con la discussione generale. L'Aula non si sospende per la consegna del testo.

Il deputato Magi su cosa? Per un richiamo al Regolamento? Ne ha facoltà. A quali articoli si riferisce?

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Presidente, il rispetto che noi abbiamo per questa Presidenza e il nostro senso delle istituzioni ci impone di stigmatizzare il modo assolutamente burocratico e privo di qualsiasi sensibilità costituzionale, con cui lei sta conducendo una pagina e una fase buia della storia del Parlamento e della storia del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Così come, nella fase precedente, lei ha citato, a sproposito, dei precedenti che nulla hanno a che vedere con questa fase, così ora lei dà un peso a delle prerogative di alcuni parlamentari di maggioranza, relatori in questo caso, e mette sotto i suoi piedi le prerogative di altri parlamentari. Suo dovere, nel rappresentare la Camera, è contemperare le prerogative e le funzioni che sono costituzionalmente garantite, grazie (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa-Centro Democratico e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento la deputata Rossello. Ne ha facoltà.

CRISTINA ROSSELLO (FI). Presidente, mi richiamo all'articolo 8 del Regolamento, sullo svolgimento dei lavori, con riferimento alla sua affermazione: “Lei non finisce l'Aula”. Presidente, come deputato, il fatto di sentire il mio Presidente che dica a un collega: “Lei non finisce l'Aula” è inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

E le dico anche che non può essere accettabile perché non c'è un giustificato motivo che lo supporti. Io capisco che lei debba regolare i lavori d'Aula e capisco che oggi è una giornata difficile, però, Presidente, oggi – come le ha fatto osservare il mio capogruppo – abbiamo notato tutti la presa di tempo necessaria per consentire alcuni approcci.

Allora, la seconda cosa è, quando un deputato le chiede di essere sufficientemente edotto sulle materie che si vanno a discutere, pur ammettendo la fragilità della posizione, perché è di minoranza con i giochi già fatti, lei, proprio perché ha sempre rispettato le regole e invocato le regole di democrazia, non può trascendere e arrivare a questi giudizi. Lei ha detto: “Lei non finisce l'Aula”, dopo un primo richiamo formale, motivato su quali fatti? Scusi, signor Presidente, posso capire che il primo richiamo fosse legato all'agitazione di questa mattina, ma in questo momento questo collega dell'opposizione, fa un'opposizione con le sue modalità e ha comunque chiesto di essere più edotto e di poter avere dei tempi di una decisione. Siamo tutti qui, a fine anno, siamo marionette a vostra disposizione, sui vostri tempi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico). Allora, adesso lei ha la possibilità di ripristinare almeno quel dovere, che non è il dovere di oggi, di un'appartenenza politica o meno, ma è un dovere istituzionale. Sono pochi mesi che sono qui, però io continuo ogni volta a intervenire quando sullo svolgimento dei lavori c'è qualcosa che non torna con le regole elementari della democrazia, di questa democrazia, sulla quale noi che siamo minoranze, e minoranze poco ascoltate e molto spesso violate. Lei ha visto cosa succede e lo sa, e vede la violenza e l'arroganza di un certo potere che mai nessuno si è sognato di esercitare in quest'Aula fino ad oggi: i poteri e le deleghe concentrate, che sono una storia di violazione della democrazia, sulle quali io mi riporto ai precedenti interventi. Ebbene, signor Presidente, non può finire questo anno senza che lei faccia una riflessione su questa frase sgarbata, istituzionalmente è violenta, che ha esercitato oggi. Da lei, Presidente, personalmente, come deputato, non me lo posso aspettare. Io voglio che lei ci ritorni sopra (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Misto-+Europa-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Due punti. La consegna del testo – partiamo da qui – per me non è motivo di sospensione, questa è la mia decisione. Secondo punto: io non volevo minacciarla, Borghi… con calma. Non volevo minacciarla. Le sto dicendo: siccome è anche lei molto agitato da questa mattina e ha fatto molti interventi urlando e interrompendo, volevo dirle che, se continuiamo così, poi io devo procedere al primo richiamo formale, al secondo richiamo formale e non lo voglio fare. Se mi è uscita male, mi dispiace (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Lorenzin. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, mi sembra evidente che il re è nudo; è nudo in quest'Aula, è nudo nel Paese. Purtroppo, a breve, saranno nudi anche gli italiani, perché la legge di bilancio, che qui stiamo per andare a approvare è, ahimè, foriera soltanto di brutte, bruttissime notizie. E forse sarà per questo che è stato scelto questo inadeguato procedimento di andamento dei lavori in quest'Aula, mentre come al solito fuori dall'Aula l'Italia viene affogata da Twitter, da conferenze stampa eclatanti e fragorose che continuano a fare proclami e annunci, nonostante la realtà sia qui, di fronte al noi.

E potremmo dire che per ogni tweet che fate, per ogni cinguettio che lanciate nella rete, denunciate una totale assenza di strategia sul futuro di questo Paese.

Il re è nudo! A luglio avete presentato un progetto per l'Italia che prevedeva meno tasse, una diminuzione della pressione fiscale nel nostro Paese, sbandierava l'idea di uno sviluppo per il nord e presentava una grande operazione sociale nel sud. Il re è nudo perché oggi, alla fine di dicembre, non c'è nulla di tutto ciò. C'è un aumento della pressione fiscale dello 0,5 per cento nei prossimi anni, un aumento della pressione fiscale locale senza vincoli e questo significa che per tutti gli abitanti di quelle città senza servizi e con i conti in rosso, a partire dalla città di Roma, nelle tasche dei cittadini ci saranno sempre meno risorse.

Il re è nudo perché i pensionati, quelli a cui vi siete rivolti durante la campagna elettorale, non solo continueranno ad andare in pensione pressoché come prima, ma avranno anche una mancata indicizzazione delle loro pensioni, tanto attesa da tanti anni, e se qualcuno, come il Presidente Conte ora e ieri il Ministro Tria, ha affermato che la mancata indicizzazione è irrilevante, forse è irrilevante per i loro stipendi, ma 50-60 euro al mese in meno per un pensionato da 1.600-1.700 euro al mese è tutto fuorché irrilevante: alla fine dell'anno sono 1.000 euro, 800 euro, 900 euro con cui ci si poteva comprare un apparecchio acustico o qualcos'altro.

Il re è nudo perché del reddito di cittadinanza c'è poco o nulla: c'è poco o nulla! La platea è sbagliata: o l'avete sbagliata prima o l'avete sbagliata dopo. Le risorse non ci sono ma le illusioni sono state alte, altissime, e, a breve, quando i cittadini si renderanno conto che questo reddito di cittadinanza non c'è, vedremo che cosa succederà nel Paese.

Ma la cosa più grave è che di fronte ai dati macroeconomici - e qui siete tutti chiamati al Governo, anche gli esponenti della maggioranza che non si sono letti una riga di questa legge di bilancio e non hanno neanche potuto sentire la relazione, che non avete avuto il coraggio di dare in quest'Aula oggi, ed era il vostro momento - ebbene i dati macroeconomici, ieri ribaditi dal Ministro dell'economia in Commissione, ci dicono alcune cose. In primo luogo, il PIL non cresce e non solo non cresce ma il PIL andrà giù nei prossimi anni. L'export, su cui si basano la maggior parte delle nostre aziende, che hanno tenuto in questi anni di crisi, è fermo: è bloccato!

Aumentano le tasse, aumentano le tasse locali. Le misure sul lavoro che avete introdotto sono insufficienti. Avete bloccato le infrastrutture. I sindaci della Lega, cioè della vostra maggioranza, e tutti i presidenti del nord stanno invocando uno sblocco delle infrastrutture, perché sono l'anima della produttività: è ciò che permette a merci e persone di muoversi. Ebbene, è tutto fermo.

Pagheremo più interessi sullo spread che voi avete provocato con i vostri proclami. Non solo, ma il fardello reale di questa manovra lo avete scaricato nel 2020 e nel 2021 con delle clausole da sterilizzare pari a 23 miliardi e a 29 miliardi, una cifra enorme, che è un'intera manovra finanziaria: ma come potete immaginare che l'Italia possa arrivare al 2020 e al 2021 così?

In questo contesto - alcune delle cose non sono provocate da voi e penso al tema internazionale e ai dazi - invece di costruire una manovra, una legge di bilancio che tenesse conto di questi indicatori, che mettesse al riparo gli investimenti in Italia, che mettesse al sicuro i risparmi degli italiani, che indicasse una strada per i giovani, per i meno giovani e per lo sviluppo di questo Paese, avete semplicemente tagliato la scuola, tassato il volontariato e fatto una manovra che non ha né capo, né coda, che tiene insieme due pezzi, due bandiere elettorali e questo è un delitto. È un delitto che gli italiani non si meritano, gli italiani non si meritano una manovra di questo genere. Il prezzo lo pagheremo tutti fra un anno e mezzo o due, e non è possibile vedere che chi governa questo Paese via tweet e con le fotografie su Instagram pensa che l'Italia possa continuare così e che l'unico appuntamento a cui tutti sembrano tenere sono le prossime elezioni europee.

PRESIDENTE. Concluda.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). L'appuntamento che noi volevamo tutti era un appuntamento con il futuro. L'impegno l'avevate preso voi, lo state tradendo in quest'Aula e lo avete tradito in tutti questi mesi, laddove gli alert, gli allarmi e gli indicatori vi sono stati dati da tutti: enti terzi, autorità indipendenti, osservatori internazionali e i vostri stessi alleati all'estero. Avete ignorato qualsiasi tipo di indicazione per poi ritornare indietro sui vostri passi. Avete cominciato con lo champagne e siamo finiti, purtroppo, che non abbiamo neanche l'acqua minerale. Questo è stato l'effetto di questo straordinario Governo del cambiamento. Voi governerete probabilmente ancora molti anni…

PRESIDENTE. Concluda!

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). …ma mi chiedo: se questa è la strada che avete percorso, dove porterete l'Italia? Credo che questo dovremmo chiedercelo tutti e pretendere che questo Parlamento veramente divenga centrale nel dibattito, perché fuori da qui non lo sapete fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Cattoi. Ne ha facoltà.

VANESSA CATTOI (LEGA). Grazie, Presidente. Presidente, onorevoli colleghi, Governo, innanzitutto vorrei partire da una premessa. Ebbene, sentire tutte le opposizioni in queste ore, dall'inizio della discussione, parlare di partecipazione democratica lo trovo a dir poco assurdo, visto che, comunque, tra Camera e Senato sono stati depositati all'incirca 7.500 emendamenti. Ebbene, sapete cosa vuol dire avere 7.500 emendamenti? Con una media di discussione di circa dieci minuti - e voglio essere anche abbastanza magnanime e molto ottimista - vorrebbe dire iniziare la discussione della legge di bilancio a giugno dell'anno precedente. Quindi, vuol dire iniziare la discussione della legge di bilancio a giugno. Se questo vuol dire voler bene al popolo italiano e questo vuol dire cercare in modo democratico di trovare una partecipazione per il bene dei nostri cittadini, allora la reputo una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

È da questo che voglio iniziare la mia discussione, perché all'interno di questo disegno di legge di bilancio che noi andremo a votare fra poche ore c'è la vita di tutti i giorni dei nostri concittadini. In questa legge di bilancio vogliamo partire da tutti i padri, da tutte le madri e da tutte le famiglie che per noi sono il vero valore di questa nostra società. Abbiamo un Fondo per le politiche familiari che si è ridotto ed è sceso, in questi ultimi anni, a soli 3,4 milioni di euro. Ebbene, noi abbiamo cercato di aumentarlo portandolo a 100 milioni di euro. Noi abbiamo cercato di aumentare gli incentivi per gli asili nido e confermare i bonus bebè. È dalle nascite, dall'aumento della natalità che dipende il futuro del nostro Paese e questi sono i cambiamenti strutturali che servono per aiutare le famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). È da qui che dobbiamo partire, è da qui che ci siamo impegnati ed è da questo bilancio che iniziamo a lavorare per il bene dei nostri concittadini.

Ebbene, parliamo qui del Fondo disabili, finora mai considerato dai precedenti Governi. Abbiamo inserito all'interno del Fondo disabili non autosufficienti, finalmente, 100 milioni di euro e questo è solo l'inizio. Abbiamo inserito nella legge di bilancio 100 milioni di euro per il trasporto dei bambini disabili e abbiamo aumentato il trasporto di tutti i bambini che vanno a scuola. È questa l'attenzione di un Governo responsabile nei confronti delle famiglie italiane. Abbiamo inserito all'interno della legge di bilancio i benefici per 4 milioni di disabili, che finalmente si gioveranno di un investimento di un miliardo di euro grazie all'aumento dei docenti di sostegno specializzati, che finalmente avranno la specializzazione per poter seguire questi bambini disabili. Abbiamo inoltre aumentato di ben 500 mila euro la dotazione del Fondo AFAM per i disabili. Abbiamo aiutato le famiglie e sapete come? Favorendole grazie a un aumento del Fondo di garanzia per la prima casa, che consente a chi acquista un'abitazione principale di avere dei mutui coperti dalle garanzie statali fino al 100 per cento del valore dell'immobile.

Ebbene, abbiamo parlato delle famiglie ma non ci siamo dimenticati nemmeno delle imprese. Presidente, questo Governo è stato molto attento anche nell'aiutare le imprese perché abbiamo inserito in questa legge di bilancio un taglio del costo del lavoro pari a 1,7 miliardi di euro. Abbiamo inserito in questa legge di bilancio il taglio dell'IRES, che viene abbassata dal 24 per cento al 15 per cento per chi investe in attrezzature e per la creazione di posti di lavoro. Abbiamo inserito incentivi sulle assunzioni dei giovani che hanno un contratto a tempo determinato e che verranno assunti a tempo indeterminato.

Abbiamo inserito la detraibilità dell'IMU sui capannoni, che abbiamo raddoppiato, passando dal 20 per cento al 40 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Abbiamo inserito contributi INAIL a favore degli imprenditori e delle imprese, che risparmieranno 600 milioni di euro grazie al taglio del 30 per cento delle tariffe per i premi INAIL per le aziende. Togliamo ai piccoli imprenditori un po' di burocrazia e un po' di tasse. Potevamo fare di più? Certo che potevamo fare di più, abbiamo in mente di fare di più in questi cinque anni di Governo, ma questo è solo il primo passo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Con questa legge di bilancio iniziamo l'iter delle riforme fiscali: la flat tax al 15 per cento per le partite IVA, i professionisti, i commercianti, i piccoli commerciali; loro che da sempre portano avanti questo nostro Paese finalmente inizieranno a pagare meno tasse. Ma questo vuole essere solo un punto di partenza, come dicevo, e non un punto d'arrivo. Poi c'è il mancato aumento dell'IVA che era stato previsto dal precedente Governo e che noi, nel 2019, non aumentiamo. E sapete quanto è costato in termini economici per la legge di bilancio, lo sapete tutti quanti: ben 12,4 miliardi, onorevoli colleghi. E secondo voi, se avessimo aumentato l'IVA, le famiglie e le imprese di cui parlavo in precedenza ne avrebbero giovato? Beh, la risposta mi appare quanto meno scontata.

Poi parliamo degli investimenti: ho sentito dire che non rilanciamo gli investimenti all'interno di questa legge di bilancio. Ebbene, non è vero, non è vero perché i piccoli e i medi imprenditori, grazie alle misure inserite all'interno di questa manovra, inizieranno ad aprire cantieri per mettere in sicurezza strade, ponti. Quattro miliardi e mezzo messi l'anno scorso per gli investimenti sono le risorse inserite in bilancio dal precedente Governo. E sapete quanti sono stati spesi? Zero, zero sono stati spesi: è inutile inserire importi in bilancio e poi non spenderli. Pensiamo alla manutenzione dei ponti: a seguito di tutte le disgrazie che sono successe e anche di tutte le calamità naturali a cui abbiamo assistito in questo scellerato anno, abbiamo stanziato 250 milioni di euro in cinque anni, 50 milioni l'anno, che andranno ripartiti tra città metropolitane, province ed ANAS. Aumentiamo di altri 2 miliardi quello che era il fondo già previsto inizialmente nella prima fase della manovra: nel testo originale della manovra si parlava di 2 miliardi e noi abbiamo inserito altri 2 miliardi al Senato per le risorse per l'edilizia sanitaria e l'ammodernamento tecnologico.

E poi parliamo degli investimenti pubblici: abbiamo aggiunto diversi miliardi di investimenti nei prossimi tre anni ai 38 miliardi già stanziati per i prossimi 15 anni. Gran parte degli investimenti saranno destinati alla messa in sicurezza del territorio, per il dissesto idrogeologico e per la viabilità.

Parliamo poi delle start-up e del blockchain: abbiamo creato un fondo da un miliardo per il sostegno delle venture capital e abbiamo previsto la possibilità che il MISE investa direttamente in fondi di venture capital. Inoltre, creiamo un fondo per favorire la sperimentazione sulle tecnologie emergenti con dotazione iniziale di 15 milioni l'anno fino al 2021.

Parliamo poi di Impresa 4.0 presente all'interno di questa manovra con la proroga dell'iper e del super ammortamento e del digital transformation manager. Proroghiamo al 2019 l'iper ammortamento sugli investimenti, che con un emendamento abbiamo stabilito pari al 170 per cento. Proroghiamo per il prossimo anno anche il super ammortamento per i software digitali specifici, nella misura del 40 per cento. Abbiamo previsto un voucher fino a 40 mila euro, pari al massimo del 50 per cento delle spese sostenute a favore delle piccole e medie imprese per avvalersi di digital transformation manager e impostare, quindi, la trasformazione dei processi produttivi attraverso il digitale, che è necessaria per sviluppare questo nostro Paese.

Poi abbiamo prorogato ed esteso le detrazioni per l'efficienza energetica, per la ristrutturazione edilizia, mobili e sistemazione a verde. Abbiamo prorogato ed esteso al 50 per cento la detrazione 2019 per gli investimenti in ristrutturazione edilizia fino a 96 mila euro per ogni unità immobiliare. È anche prevista una nuova detrazione al 50 per cento per l'acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici finalizzati all'arredo degli immobili ristrutturati, con un tetto pari a 10 mila euro. Abbiamo prorogato ed esteso la detrazione al 50 per cento o al 65 per cento, il famoso eco bonus, per la riqualificazione energetica sui singoli immobili, la proroga della detrazione al 36 per cento per la sistemazione verde di aree scoperte di edifici privati, con un tetto di 5 mila euro.

Parliamo, poi, del finanziamento di un altro anno per la cassa integrazione straordinaria e la mobilità in deroga e per il piano straordinario di tutte le assunzioni che è stato inserito all'interno di questa manovra. Diamo il via ad un grande piano di assunzioni nella pubblica amministrazione, stanziamo 131 milioni di euro per l'anno 2019, 320 milioni di euro per l'anno 2020 e 420 milioni di euro a decorrere dall'anno 2021. Assumeremo 3 mila unità di personale amministrativo non dirigenziale per il Ministero della Giustizia, più di 300 per il Ministero dell'Interno, più di 300 per il Ministero dell'Ambiente, mille nuovi professionisti al Ministero dei Beni e delle attività culturali. Saranno assunti più di 6 mila uomini e donne nella Polizia di Stato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), nell'Arma dei Carabinieri, Guardia di finanza e Polizia penitenziaria, oltre a 1.500 unità nei ruoli iniziali del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. Con il piano straordinario di reclutamento saranno anche reclutati fino a mille ricercatori.

E i sindaci, onorevoli colleghi, ringrazieranno questo Governo, e sapete perché? Perché abbiamo sbloccato la possibilità di spendere, liberando finalmente le risorse anche a favore dei nostri comuni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Un miliardo per i comuni solo per lo sblocco degli avanzi di amministrazione, 250 milioni annui a favore delle province per il finanziamento di piani di sicurezza per la manutenzione di strade, scuole ed il bonus enti locali grazie al fondo di 400 milioni per i comuni fino a 20 mila abitanti, che potranno coprire così il 50 per cento delle opere.

Abbiamo sbloccato i finanziamenti per le regioni, avevamo 80 miliardi di euro bloccati grazie al contenzioso aperto e da noi finalmente risolto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Nell'attesa della revisione della normativa sugli appalti pubblici si prevede, all'interno di questa manovra, una deroga per consentire l'affidamento dei lavori con la procedura diretta fino a 150 mila euro, oltre ad applicare la procedura negoziata per i lavori da 150 mila euro fino a 350 mila euro. Abbiamo stanziato 15 miliardi di euro per investimenti pubblici per la manutenzione di strade, scuole e infrastrutture.

Questi provvedimenti, onorevoli colleghi, e mi rivolgo a lei, Presidente, generano il prodotto interno lordo che è necessario per raggiungere la crescita tanto richiesta da tutte le indagini e da tutti gli studi di settore a cui siamo sottoposti per redigere il nostro bilancio. Questo consentirà la ripresa nazionale, questi provvedimenti genereranno la ricchezza necessaria al nostro Paese.

Con le politiche incontrollate di accoglienza massiva sostenute dalla politica di sinistra a vantaggio delle mere cooperative rosse, che altro non sono che luoghi in cui avviene lo sfruttamento legalizzato della manodopera (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e ricordiamocelo, perché ricordiamo che nella maggior parte di queste cooperative i dipendenti vengono legalmente sfruttati e fatti lavorare per quattro euro l'ora (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), e se questa è dignità, se questo è creare lavoro, questo, permettetemi colleghi, è sfruttamento legalizzato e l'avete permesso voi. Tutte queste politiche di accoglienza massiva hanno generato insicurezza (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Per favore, fate concludere.

VANESSA CATTOI (LEGA). …e discriminazione nei confronti di quegli italiani che vorrebbero lavorare, ma che vorrebbero lavorare dignitosamente per questo nostro Paese; che non chiedono altro che avere un reddito che permetta loro di vivere e mantenere la propria famiglia. Questo Governo, con fatti concreti, ha voluto investire nella sicurezza; infatti, le assunzioni delle forze dell'ordine che ho menzionato prima ammontano a 400 milioni di euro, ben 400 milioni di euro per un piano di assunzioni delle forze dell'ordine mai visto nel nostro Paese, e questo grazie ai tagli che abbiamo fatto sull'immigrazione. Nel nostro Paese entrano le persone che hanno bisogno veramente di aiuto, che scappano dalle guerre e che rispettano le regole e la nostra cultura (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Il prossimo anno approveremo la legittima difesa, per consentire a tutti i cittadini di difendersi in casa propria (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

ALESSIA MORANI (PD). È lo Stato che li deve difendere!

VANESSA CATTOI (LEGA). Mettiamo finalmente al centro la donna, l'uomo e il rispetto delle regole del vivere sociale che qualcuno ha annullato nel corso di questi ultimi anni.

Nel 2019 entrerà anche nella scuola l'educazione civica, finalmente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier); e, parlando di scuola, purtroppo non si può che parlare dei giovani disoccupati, perché, vedete, colleghi – mi rivolgo a lei, Presidente – grazie a questo Governo finalmente questi giovani disoccupati avranno la possibilità di trovare un lavoro anche dopo aver perso ogni speranza, perché nel 2018, cari colleghi, la quota dei NEET, dei not (engaged) in education, employment or training, cioè i ragazzi che tra i diciotto e ventiquattro anni non lavorano, nemmeno studiano e nemmeno il lavoro lo cercano più, siamo arrivati, in questo Paese, ad averli per ben il 25,7 per cento.

Vuol dire che un giovane su quattro è in questa condizione: non lavora, non studia e non cerca più un lavoro, contro una media continentale del 14,3 per cento.

E questo triste primato, purtroppo, è dovuto alle politiche scellerate del precedente Governo, e non sicuramente a questa legge di bilancio, che vuole ridare dignità e speranza a questi giovani, a cui è stato negato un futuro nel nostro Paese e che si sono visti in passato obbligati ad andarsene dall'Italia, ma non per scelta, ma per una necessità. In questa legge di bilancio vogliamo tornare ad investire nella scuola, nella ricerca e nell'università; anche per questo, infatti, abbiamo inserito più di 40 milioni di euro a favore dell'università, più di 10 milioni di euro a favore della ricerca, aumentando i fondi di questi due importanti ambiti che sono determinanti per i nostri giovani e per creare loro un futuro e delle professionalità che siano competitive a livello europeo.

Dai giovani passiamo, ora, ai pensionati e alle pensioni minime che sono state alzate e alla quota 100 che ridarà finalmente dignità agli italiani; ciò per mantenere le nostre promesse, che prevedevano di smontare la legge Fornero, e che permetterà a diverse migliaia di italiani di poter andare in pensione a un'età accettabile. E quando sento delle scelleratezze in televisione da parte delle opposizioni in merito alle pensioni, mi chiedo dove fossero quei politici tuttologi che decretavano per questo nostro Paese e, soprattutto, per questi scellerati pensionati, per diversi milioni di italiani, la fine del loro stato sociale di classe media (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), poiché tutti coloro i quali, pur avendo percepito un buon reddito negli anni Ottanta e Novanta, colleghi miei, si trovano, oggi, ad andare in pensione con meno di mille euro al mese! E nessuno ha pensato a come si potesse risolvere un problema così; è stato annullato il ceto medio, è stata annullata la classe sociale media italiana, anche a seguito di queste scelte scellerate, perché nessuno ha mai pensato alla svalutazione dei contributi versati in lire, rispetto a quelli versati in euro. Sapete che la maggior parte delle persone che in età lavorativa appartenevano al ceto medio italiano, ora andrà in pensione, percependo una pensione al di sotto dei mille euro, obbligandoli a rivedere tutto il loro modo di vivere. E, poi, volete venirci a dire che noi tagliamo le pensioni? Ma fatevi un bell'esame, per cortesia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Parliamo, poi, della pace fiscale. Ebbene, all'interno di questa manovra, di questa legge di bilancio, abbiamo stralciato, grazie a questa manovra, le mini cartelle per i debiti fino a 1.000 euro, affidati alla riscossione dal 2020 al 2010, oltre alla rottamazione con sconto su sanzioni ed interessi; abbiamo un saldo e stralcio delle cartelle tra il 2000 e il 2017 per chi è in difficoltà economica; i debiti potranno essere estinti pagando il 16 per cento con ISEE non superiore ad 8.500 euro, il 20 per cento con ISEE fino ai 12.500 euro e il 35 per cento con ISEE oltre i 12.500 euro fino a un limite massimo pari a 20.000 euro.

Questo Governo non poteva fare una manovra con un deficit pari all'1,6 per cento, come voleva imporre l'Unione europea e, grazie al lavoro svolto dal nostro Presidente del Consiglio e dal Ministro dell'Economia e delle finanze, Tria, abbiamo ottenuto un ottimo 2,04 per cento che dà speranza per il futuro a tutti i nostri italiani; abbiamo negoziato con l'Europa, certo che si poteva ottenere di più, certo. Siamo intervenuti sui gruppi bancari cooperativi; se non fossimo intervenuti al primo bilancio consolidato questi gruppi avrebbero perso 2,6 miliardi di euro di attivi; permettere alle piccole banche di assumere modelli di principi contabili più confacenti alle loro governance, come poi viene fatto anche in Germania, superando i limiti imposti da una riforma delle BCC fatta dal precedente Governo, per soddisfare l'ennesima richiesta imposta dal sistema europeista, è un importantissimo risultato per salvaguardare i nostri piccoli risparmiatori. Sappiamo che molto si poteva fare e molto si farà nel corso di questi anni, c'è ancora da fare molto per rimediare a una situazione che è ancora drammatica, sia per la nostra economia che per il nostro Paese. Con questa manovra non abbiamo risolto tutti i problemi degli italiani, non abbiamo questa presunzione, ma sicuramente siamo orgogliosi di molti dei provvedimenti in essa contenuti. Non è una manovra perfetta, ma è solo il primo passo di un percorso di cinque anni che guiderà il Paese con il buonsenso del buon padre di famiglia, amministrando al meglio la res pubblica che, finalmente, viene messa a disposizione delle famiglie italiane (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Padoan. Ne ha facoltà.

PIETRO CARLO PADOAN (PD). Grazie, Presidente. Il Ministro Tria non è presente in Aula, ma la prego, tramite lei, di trasmettere al Ministro alcune mie osservazioni suscitate dalla sua relazione, dal suo dibattito, ieri, in Commissione bilancio.

Il Ministro Tria ha detto che questa è la migliore legge di bilancio possibile, è una legge di bilancio che fa calare gli investimenti pubblici, che aumenta la pressione fiscale, che aumenta il debito rispetto al PIL, che riduce la crescita, che aumenta le clausole di salvaguardia di notevoli ammontari, che necessita di un accantonamento di 2 miliardi di tagli di spesa ai Ministeri, in caso la traiettoria fiscale andasse fuori dal sentiero predisposto e, infine, che prevede verifiche continue da parte della Commissione europea per portare a termine i programmi concordati con le istituzioni europee. Di chi è la colpa? Quando ieri ho chiesto al Ministro Tria come pensava di affrontare la questione delle clausole di salvaguardia aumentate in misura così sproporzionata, mi è stato risposto: “con un po' di crescita e comunque non è colpa nostra”. Questa idea che quando non si hanno risposte convincenti si dà la colpa agli altri è ridicola (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Fatevi i conti e cercate di ragionare in termini di macro-economia, che funziona, che è una cosa che va avanti e, poi, se qualcuno la ferma, si interrompe; questa dovrebbe essere una conoscenza base delle analisi macroeconomiche.

Ma come si è arrivati a questo capolavoro di legge di bilancio? Ci si è arrivati con una legge di bilancio diversa, come tutti sappiamo, una legge di bilancio che qualcuno, argutamente, ha definito “del balcone”, una legge di bilancio che si basava sui seguenti presupposti: una crescita del tutto irragionevole, una finanza pubblica che faceva un'inversione ad U rispetto all'aggiustamento strutturale, e che è stata la vera ragione per cui la Commissione europea inizialmente si è rivelata essere poco disposta a dialogare con il Governo, non tanto per il 2,4 per cento, quanto perché quel 2,4 indicava una direzione di marcia sbagliata, un peggioramento strutturale dei conti pubblici. E, poi, non dimentichiamoci, forse ce lo siamo già dimenticati, che avere un conflitto con la Commissione europea veniva presentato come un obiettivo in sé, come qualcosa da perseguire, perché tanto, poi, ci sarebbero state le elezioni europee e ci sarebbe stata una Commissione diversa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), nella pia illusione che questa Commissione diversa, magari basata su una maggioranza di Paesi sovranisti, avrebbe permesso più lassismo fiscale; è esattamente vero il contrario. Dimostra, chi dice questo, di non sapere nulla dell'Europa.

Ma questa manovra “del balcone” è stata, purtroppo, bocciata, è stata bocciata dai mercati che hanno fatto salire i tassi di interesse, i costi di finanziamento per famiglie e imprese; è stata bocciata dalle imprese che hanno ricevuto un tale shock negativo sulla loro fiducia che hanno smesso di investire e hanno prodotto un primo sintomo di recessione con la crescita negativa del terzo trimestre. È stata ovviamente bocciata dalla Commissione europea, proprio perché era questo che la prima legge di bilancio di questo Governo andava cercando e l'ha trovato. Tuttavia, queste cose non sono durate, c'è stata un'ulteriore svolta ad U e, sempre per usare una terminologia introdotta ieri, la legge di bilancio “del balcone” è stata sostituita dalla “legge di bilancio di Canossa”, perché di questo si tratta. E questo ha ottenuto un risultato positivo per il Paese, ha evitato almeno per il momento una procedura d'infrazione, che non è la procedura di infrazione legata allo sforamento del 3 per cento, che non è quella che, in molti casi, è stata applicata a molti Paesi dell'Unione europea, anche di questo ci dimentichiamo; questa sarebbe stata una procedura di infrazione per il debito molto più severa, che avrebbe richiesto, anno dopo anno, per moltissimi anni, un taglio significativo del debito fino a colmare la differenza fra l'attuale livello e il 60 per cento. Una cosa che il Paese non avrebbe potuto sopportare. Quindi, ben venga il fatto che almeno questo risultato sia stato temporaneamente portato a casa. Ma i problemi rimangono, anzi, rimangono e sono più gravi; come qualcuno ha già detto prima di me, questa legge di bilancio manca di prospettiva e manca di affrontare il triplice rischio che questo Paese affronta, che sta correndo e che spero, nei prossimi mesi, ci sia la possibilità di eliminare o comunque di rendere più evidente la necessità di fare qualcosa. Ci sono tre rischi che simultaneamente questo Paese affronta: primo, un rischio di recessione, è stato già detto.

Tecnicamente, se c'è un secondo successivo trimestre di crescita negativa, e ci siamo, con le previsioni di molti istituti di ricerca e istituzioni internazionali, ci sarà un rischio di recessione, quindi, un'inversione di tendenza rispetto a quello che è avvenuto nei quattro anni passati; e questo è un fatto, non dimentichiamolo.

Secondo: un rischio di shock finanziario, che, se accompagnato alla recessione e al debito così alto che ancora abbiamo, potrebbe portare il nostro Paese sulla soglia di una crisi finanziaria. Terzo: un rischio più lento ma non meno importante di declino, perché le politiche immesse in questo Paese stanno bloccando invece di sviluppare le forze della crescita.

Quindi, l'appello inascoltato che io faccio è di fare attenzione a quello che succederà nei prossimi mesi. Il Governo deve essere pronto a rivedere le sue decisioni se, come io temo, si riveleranno sbagliate e controproducenti, nonostante la lunga lista di misure che abbiamo appena ascoltato.

Ma ho poche speranze, perché le tre parole che descrivono la linea di questo Governo sono tali da disilluderci sulla possibilità di affrontare i rischi che ci stanno davanti, e queste tre parole sono: arroganza, perché di questo si tratta quando si dice che con l'Europa si deve semplicemente avere un conflitto; miopia, quando si dimostra di non avere una visione del futuro; incompetenza, e qui gli esempi sarebbero tanti da citare, ma ne cito uno solo, quello del terzo settore che è stato tassato, perché i no profit non hanno profitto e tassazione e, quindi, non si possono tassare. Questo è incompetenza e danno per il Paese (Prolungati applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Flati. Ne ha facoltà.

FRANCESCA FLATI (M5S). Grazie, Presidente…

PRESIDENTE. Facciamo intervenire la collega.

FRANCESCA FLATI (M5S). Colleghe e colleghi… So che non mi vogliono fare parlare, però cercherò di essere breve (Commenti)

PRESIDENTE. Per favore…

FRANCESCA FLATI (M5S). Ci apprestiamo ad una nuova lettura del disegno di legge di bilancio per l'anno finanziario 2019 e del bilancio di previsione per il triennio 2019-2021. Per questa manovra abbiamo avviato un nuovo percorso ed inserito all'interno delle misure capaci di migliorare la qualità della vita dei cittadini e di quel popolo che finalmente ha una voce all'interno delle istituzioni.

Abbiamo quindi iniziato a costruire, nonostante le macerie che abbiamo trovato, qualcosa di buono e che possa davvero fare del bene ai cittadini. Ogni giorno, come è accaduto anche in quest'Aula, veniamo attaccati come se noi fossimo responsabili di quelle macerie che abbiamo trovato, però voglio ricordare che in realtà questo è il nostro primo Governo, e noi non abbiamo mai avallato certe politiche, tutte quelle che finora non hanno funzionato e che sapevamo non sarebbero state giuste, perché lo vivevamo tutti i giorni sulla nostra pelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Abbiamo lavorato su questa legge di bilancio sia alla Camera che al Senato, e grazie al maxiemendamento abbiamo ulteriormente migliorato il testo che avevamo precedentemente licenziato alla Camera. Lo abbiamo arricchito di disposizioni che erano appunto già state approvate e abbiamo introdotto delle nuove misure, modificando anche il rapporto deficit-PIL.

A questo proposito, voglio rassicurare tutte le persone che ci accusano di aver tradito le aspettative dei cittadini, perché in realtà le dotazioni del reddito di cittadinanza e per la cosiddetta “quota 100” sono state riviste, ma senza che questo andasse a modificare in alcun modo la platea dei destinatari, le tempistiche o i contenuti delle due misure cardine di questa manovra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Di particolare rilievo sono invece alcune modifiche che abbiamo apportato, come l'introduzione della cosiddetta web tax, per cui c'è un'imposta sui servizi digitali, e quindi i grandi colossi del web non potranno più essere avvantaggiati da trattamenti di favore, così come abbiamo inasprito la tassazione per gli operatori del gioco d'azzardo.

Ma non è finita qui, perché noi teniamo anche molto agli enti territoriali, e abbiamo, per esempio, destinato, finalmente, delle nuove risorse a Roma Capitale, per il rifacimento e la manutenzione del manto stradale, la manutenzione delle linee A e B e finalmente il completamento della Metro C (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); quella Roma Capitale che gli incompetenti hanno lasciato a Mafia Capitale e hanno permesso che si creasse un debito di 13 miliardi di euro, cosa che noi siamo riusciti, attraverso una Giunta del MoVimento 5 Stelle, a risanare per parte.

Ma non è solo Roma che ha beneficiato dei miglioramenti apportati dalla manovra del popolo, perché sono state stanziate risorse anche per i comuni di Monza, Crotone, Torino e molti altri. Una cosa importantissima, peraltro, è che abbiamo finalmente sbloccato il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, quella pubblica amministrazione che a volte, a causa dell'inadempienza, causava la chiusura e il fallimento di alcune aziende, fino a portare gli stessi imprenditori a gesti estremi, come quelli del suicidio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e non si può chiamare “Stato” uno Stato che non è dalla parte degli imprenditori. Quindi, con il Governo del cambiamento lo Stato salda i propri debiti.

In materia ambientale, poi, abbiamo promosso le vetture a vocazione green, la riduzione dei rifiuti, soprattutto con riferimento a quelli di plastica, e finanziato la riqualificazione energetica degli immobili della pubblica amministrazione, ma, cosa ancora più importante, diamo un ulteriore segnale di giustizia sociale, perché a noi stanno davvero a cuore i cittadini, quindi abbiamo predisposto un primo taglio delle pensioni d'oro non giustificate dai contributi versati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), così come precedentemente avevamo abolito i vitalizi della Camera e del Senato e stiamo abolendo anche quelli delle regioni proprio attraverso questa legge di bilancio.

Non siamo di certo tra quelli che hanno sostenuto la “legge Fornero”, che hanno sostenuto le misure a tutela delle banche mentre le stesse banche truffavano i cittadini. Questa è una manovra scritta solo ed esclusivamente per le persone comuni, guardando veramente a quello che succede nella vita di tutti i giorni.

Tagliamo poi i fondi all'editoria, limitando la concentrazione di potere e tutelando il pluralismo; allo stesso tempo, però, diamo alla RAI 80 milioni di euro per la realizzazione di infrastrutture digitali e per risolvere i problemi di ricezione (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Inoltre, proroghiamo - sono sicura che questa sarà una misura molto interessante - la cassa integrazione straordinaria e la mobilità in deroga, quelle misure che il Jobs Act aveva abolito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Sappiamo che c'è ancora tanto da fare, non siamo certo fra quelli che pensano di poter risolvere decenni di malgoverno in dieci o anche mille giorni. È evidente, però, che era necessario intraprendere una direzione diversa, ed è proprio quello che abbiamo fatto. Eravamo strozzati dalle politiche di austerità, che stranamente danneggiano solo i cittadini ma mantengono sempre intaccati i privilegi e le persone che detengono quei privilegi. Noi, per la prima volta, abbiamo fatto esattamente il contrario.

Vorrei chiedere a quest'Aula chi è che ha lasciato 5 milioni di poveri. Non siamo solo noi a dirlo, sono i dati Istat. Dieci anni fa, le persone in povertà assoluta erano 2,1 milioni, nel corso di questo tempo sono addirittura raddoppiate, arrivando appunto a 5 milioni di poveri. Sono persone che grazie al reddito di cittadinanza promosso da questo Governo del cambiamento verranno man mano accompagnate al lavoro attraverso un potenziamento dei centri per l'impiego.

Presidente, noi sappiamo che la rinascita completa di questo Paese non avverrà in pochi mesi, però il processo è stato avviato e non abbiamo intenzione di tornare indietro alle politiche del passato che hanno rovinato questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ancora una volta, abbiamo dimostrato con i fatti che si può mettere al centro dell'attenzione politica il popolo italiano, fatto di imprenditori, lavoratori, pensionati, persone anche con disagi fisici o sociali, ma soprattutto è un Paese fatto di persone che meritano il rispetto dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, Presidente. Volevo solo dire, se no mi dimentico, alla collega che ha parlato della cassa integrazione in deroga, che è stata ripristinata, e di questo siamo ben fieri, e che ha parlato del Jobs Act - peccato che chi vi parla ha votato contro il Jobs Act, quindi parla senza nessun tipo di problema - alla prima occasione di eliminare il Jobs Act e reintrodurre l'articolo 18, purtroppo, col “decreto dignità” i nostri emendamenti sono stati bocciati. Lo dico perché così almeno si capiscono e si sanno un po' tutte le cose, perché non è che si può dire una cosa una volta e all'occasione successiva compiere un altro passo. Quindi, il MoVimento 5 Stelle sul Jobs Act ha le idee un po' confuse; detto questo, siamo molto favorevoli all'aver reintrodotto la cassa integrazione in deroga.

Comunque, che ci fosse un problema di discussione lo si era capito dall'inizio, perché già in prima lettura in Commissione bilancio, ricorderanno tutti i colleghi ancora presenti che la discussione non c'era, sembrava di essere in un clima davvero surreale in quella che è stata la prima scrittura, inutile, questa legge di bilancio; e, addirittura, in quella sede, già prima che venissero approvati gli emendamenti in Commissione, arrivavano i tweet del Ministro Fraccaro e del Ministro Di Maio, che anticipavano quello che la Commissione avrebbe dovuto, poi, votare. È successo in due o tre occasioni e in due o tre occasioni il presidente Borghi ha dovuto convocare, insieme ai rappresentanti di gruppo, una mini conferenza stampa, con la stampa appunto per dire che questo emendamento doveva essere ancora votato.

Quindi, insomma, diciamo che è partita male ed è finita peggio, con tutte le cose che abbiamo sentito in quest'Aula e con un precedente che, mi spiace dirlo, Presidente, è una roba che rimarrà nella storia. Poi, io capisco che il Presidente della Repubblica non possa avere la legge il 1° gennaio, però, insomma, qua sono stati fatti tanti, tanti errori. E lo dico anche perché gli italiani hanno la memoria corta, ma mi sembra che anche qui dentro non ci discostiamo tanto da questo, no? Perché noi abbiamo assistito a mesi, mesi e mesi di un cinematografo, con dichiarazioni di ogni genere, maldestre, non maldestre, ma comunque con dichiarazioni di intenti roboanti in tutte le sedi possibili e immaginabili, soprattutto anche via social.

E poi è arrivato il Ministro Tria, a settembre 2018, e, attraverso di lui, venivano enunciati quelli che erano gli obiettivi principali di questa manovra di bilancio, ovvero il rilancio degli investimenti pubblici, il mitico reddito di cittadinanza, la “quota 100” e la flat tax: questi erano i quattro pilastri di questa manovra, enunciati nel settembre 2018, dove le previsioni del PIL erano ancora all'1,5-1,6 per cento, dove l'Europa poteva dire la sua, ma era un'Europa cattiva, da combattere. Cosa resta di questi quattro pilastri? Intanto resta la relazione che abbiamo registrato e ascoltato ieri dall'ufficio parlamentare di bilancio, perché quello è un organismo terzo e ha dato la sua opinione in termini di validazione o meno delle cifre che il Governo, in fretta e furia, dopo lettura al Senato, ha portato all'attenzione di quest'Aula e anche dell'ufficio parlamentare di bilancio. L'ufficio parlamentare di bilancio dice innanzitutto che per il PIL, la previsione è dello 0,8 e non dell'1 per cento; e dice anche che gli investimenti pubblici del 2019 avranno segno negativo e non positivo, che cominceranno a cambiare segno dal 2020, quindi stiamo parlando di teoria, di robe che verranno; dice che aumenta la pressione fiscale, non lo dico io, lo dice l'ufficio parlamentare di bilancio, aumenterà, e questo al netto dei potenziali aumenti delle imposte e dei tributi locali, perché i comuni finalmente avranno la possibilità di utilizzare le proprie leve fiscali anche dal momento in cui – lo dico perché si sappia – non è stata riconosciuta la somma pari – mi pare – a 300 milioni di euro, che veniva restituita ai comuni per compensare la partita IMU-TASI. Quei soldi non ci sono, però diamo ai comuni la possibilità di utilizzare la leva fiscale, quindi questa si chiama pressione fiscale. Sempre nell'ufficio parlamentare di bilancio è stato detto molto chiaramente che non sarà possibile valutare e quindi non ci saranno misure valutabili in termini moltiplicatore di effetti che questa manovra produrrà in termini di benefici all'economia e alla crescita, perché queste sono state le parole del professor Pisauro.

E poi c'è questa grande mannaia delle clausole di salvaguardia, che, è vero, lo ha detto il Ministro Tria ieri sera; ieri sera, il Ministro Tria è venuto anche un po' acciaccato, perché in effetti ha fatto un arduo cammino, come l'ha chiamato lui, con la Commissione europea, e però ha tenuto a precisare che le clausole di salvaguardia dell'IVA erano state ereditate dai Governi precedenti, e sarà anche vero, la cifra a monte era già consistente, intorno ai 18, 19 miliardi, e adesso siamo arrivati a 23 per il 2020 e a 29 per il 2021; il che mi porta a pensare che la prossima manovra di bilancio sarà una manovra molto impegnativa per chiunque si troverà a doverla affrontare, questo Governo o quant'altro.

Qualcuno, malignamente, ha detto che le elezioni sono alle porte, perché una patata bollente di questo tipo non sarà certo facile da gestire. Quindi, abbiamo passato mesi e mesi con la retorica del “magna magna”, che non ce la facciamo più a sentirla, che ci si ritorce contro, oppure dell'Europa cattiva, ma chi se ne frega; come diceva bene il collega Fassina, un risultato minimo non è stato ottenuto, perché il risultato minimo era quello di cambiare le regole dell'Europa e non è stato ottenuto nulla.

E quindi i risultati – e mi riferisco alla collega Cattoi, che adesso non c'è, ma mi riferisco lo stesso a lei – sono tante misure, che molto spesso anche si contraddicono, però i macro risultati sono quelli, che vi dicevo prima, dell'aumento della pressione fiscale, del taglio agli investimenti, del taglio alle pensioni, perché la rivalutazione è più bassa rispetto a quella prevista secondo gli schemi precedenti, è così, e non c'è niente da dire. Quindi, c'è un taglio, chiamiamolo come vogliamo, non è un taglio alle pensioni? No, è un taglio alla rivalutazione, alla sterilizzazione parziale… fate come volete, però questa roba qui c'è.

Come è stato detto prima, si massacrano le associazioni di volontariato, poi c'è stata la retromarcia, ieri pomeriggio, da parte di Di Maio e di non ricordo chi altro, ma non in questo provvedimento, badate bene, non in questo provvedimento, perché anche qui l'equivoco c'è; si farà con un altro provvedimento, forse, lo vedremo, lo aspetteremo, ma finora il raddoppio dell'IRES per le associazioni di volontariato c'è ed esiste, e passa dal 12 al 24 per cento.

Ecco, anche lì, si è parlato di nuove assunzioni, questo è vero, sarà assolutamente vero, ma per contro, ci sono le assunzioni, per esempio, alle università e in altri comparti che decorreranno da metà di novembre, e la metà di novembre vuol dire quasi l'anno prossimo, in barba alle aspettative che sono state create.

Lo dico sempre alla collega Cattoi: non c'è nessuna pace fiscale, finiamola di chiamarla pace fiscale. Qui sono stati adottati dei provvedimenti di natura sanatoria, discutibili per molti aspetti, secondo noi, ma non c'è nessuna pace fiscale, perché l'impostazione del fisco rimane esattamente la stessa, fatta salva l'aliquota per le partite IVA al 15 per cento fino a 65 mila euro. Tutto il resto rimane uguale, quindi non c'è pace fiscale di niente, chiamatela condono, chiamatela nel modo in cui volete, ma la pace fiscale non c'è, perché una manovra fiscale non è stata fatta.

Così come non è stata fatta la flat tax, che era uno dei quattro punti di cui parlavo prima, sulla quale ovviamente noi siamo completamente contrari, ma non c'è stato nessun tipo di percorso finalizzato ad aiutare – e questa è una parola che è stata pronunciata più volte in quest'Aula dalla maggioranza – chi non ce la fa, perché il fisco è rimasto tutto uguale. Si sanano dei buchi si sanano delle mancanze, si sanano dei mancati pagamenti, questa è la realtà, ma non c'è nessuna pace fiscale.

Rimangono, comunque, queste due incognite. Il Ministro Tria, ieri sera, ci ha confermato che sia “quota 100” che il reddito di cittadinanza non subiranno variazioni nella loro impostazione e nei loro risultati, ma lo vedremo, perché intanto qualcuno mi deve spiegare, se lo fa, perché le misure e i profili di queste due manovre non sono qui dentro, non sono in questo testo? Ci avete messo di tutto all'ultimo momento, perché? Perché bisogna aspettare un collegato o un nuovo decreto? Noi possiamo anche fidarci del Ministro Tria, ma già tra le parole di Tria e le parole dell'ufficio parlamentare di bilancio c'era un abisso, ieri pomeriggio tutti in Commissione eravamo un po' attoniti: per “tutti” parlo della minoranza, ovviamente, di tutte le minoranze che erano lì presenti. Quindi, vedremo gli effetti e vedremo come saranno concepiti “quota 100” e il reddito di cittadinanza. Segnalo soltanto, a tutti, che, comunque sia, le cifre stanziate per questi due provvedimenti sono molto cambiate, perché per “quota 100” o pensionamento anticipato che dir si voglia, siamo arrivati a neanche 4 miliardi, rispetto ai 6,7 miliardi previsti all'inizio della manovra; e per l'altro provvedimento, ovvero il reddito di cittadinanza, si è arrivati a 7,1 miliardi, contro i 9 previsti inizialmente. Ci è stato spiegato che ci sono state delle sopravvalutazioni, così come è successo col REI, lo vedremo, ma avremmo voluto vederlo qui, perché anche lì facciamo sempre una discussione su quello che verrà dopo e di cui non sappiamo francamente ancora nulla.

Concludo, dicendo che, soprattutto, secondo me, la cosa più importante che è stata detta dall'Ufficio parlamentare di bilancio è che l'obiettivo di questa manovra non si può misurare e non si può percepire perché, come è stato detto, i moltiplicatori, sulla crescita, sull'economia, non sono misurabili in un contesto complicato come questo, e che segue il filo di una manovra che non è anticiclica, come noi fin dall'inizio abbiamo cercato e sperato, ma è quasi prociclica. Queste sono parole che rimangono nell'evidenza dei fatti e dei numeri di questi giorni.

PRESIDENTE. Concluda.

LUCA PASTORINO (LEU). Quindi gli effetti li dovremmo tutti valutare. Anche lo stesso reddito di cittadinanza, che da una parte si dà, però, poi, con l'altra mano non si fanno investimenti pubblici. Il nostro giudizio resta molto negativo, per le cose che sono state dette in quest'Aula, per lo schiaffo preso dal Parlamento, ma anche per i contenuti di una manovra che va letta e detta per quello che è, perché taglia molto ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). Signor Presidente, signori del Governo, in sintesi estrema, ci troviamo di fronte ad una prevaricazione del Governo che umilia il Parlamento e afferma uno squilibrio di poteri senza precedenti, in contrasto con le prescrizioni contenute nell'articolo 72 della Costituzione sulla procedura per la legge di bilancio. Il mancato coinvolgimento del Parlamento lo avete attribuito al confronto prolungato con l'Europa: è falso perché, in realtà, volevate spianare Junker entro Natale, ma vi siete dovuti rimangiare la manovra originaria, innanzitutto perché ve l'hanno respinta i mercati, che apertamente vi hanno tolto ogni fiducia.

Nel merito, c'è il giudizio validato ieri dall'Ufficio parlamentare di bilancio sui tre pilastri della manovra, in attesa di conoscere gli effetti concreti delle vostre promesse elettorali con quota 100 e reddito di cittadinanza.

Investimenti: nel 2019 c'è un'evidente riduzione degli investimenti e la constatazione che il taglio più significativo di questa voce riguarda il Mezzogiorno.

Pressione fiscale: nel 2019 la pressione fiscale è in aumento, dal 42 per cento del 2018 al 42,4, senza computare l'effetto che verrà dalla libertà di tassazione locale e con l'ipoteca pesante delle clausole di salvaguardia per l'IVA, che salgono a 23 miliardi nel 2020 e a 29 nel 2021 (pare difficile che possano essere sterilizzate con un taglio della spesa, quindi vanno messe nel conto). Stima del PIL, crescita del prodotto interno lordo: dall'1,5 per cento all'1 per cento, ma questo bagno di realismo è frutto di contorsioni. Avete detto che volevate invertire la tendenza sullo sviluppo, ora ci dite che la condizione economica internazionale è peggiorata. In realtà, non conteggiate il contributo che voi avete dato in questi tre mesi al peggioramento del nostro Paese quanto a fiducia sul futuro, e anche quell'1 per cento - e ho concluso - a cui siete arrivati appare velleitario. Già ieri l'UPB ha parlato di 0,8, ma sarà anche meno perché state incrociando una nuova recessione, nella quale ci avete portato con la vostra palese e dimostrata incapacità di Governo. Intanto il Ministro dell'interno continua a confondere i tifosi con i delinquenti, dando un segnale pessimo sulla qualità dei valori a cui questo Governo guarda (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa-Centro Democratico e Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Signor Presidente, vede - anche per coloro che ci stanno ascoltando - i proverbi rappresentano sempre un pezzo della saggezza popolare, di un popolo che guarda con serietà e con realismo a quello che gli accade e che educa a guardare al futuro. C'è uno dei proverbi più famosi, che quante volte i nostri genitori ci hanno detto, che recita: tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare; o meglio, per chi governa, c'è di mezzo la responsabilità, cioè c'è di mezzo il constatare la realtà che si ha davanti e il piegare alla realtà e alle sfide che la realtà ti pone ai tuoi progetti o ai programmi legittimi con cui, in questo caso, i cittadini ti hanno eletto. È legittimo che questo Governo e che questa maggioranza debbano perseguire in particolare le due bandiere che sono state le bandiere in campagna elettorale: la bandiera del reddito di cittadinanza e la bandiera di quota 100. Tuttavia, è altrettanto legittimo e serio quando si governa, perché sei chiamato ad una responsabilità, che queste bandiere si declinino nella realtà, e non, pur di attuare queste bandiere, si faccia del male al popolo, perché chi governa deve guardare, come dite voi, all'interesse del popolo.

Quello che è accaduto con questa terza lettura della manovra di bilancio è stato esattamente il risultato opposto. È tutto sbagliato in questa manovra di bilancio? Assolutamente no, sarebbe irrealistico e ideologico dire che non ci sono dei punti, puntuali o particolari, che sono utili e interessanti per il bene della gente. È stato sottolineato, per esempio, che in questa manovra vengono date più risorse per le famiglie: tanti di noi nel centrodestra avevamo posto questo come uno dei pilastri del programma. È stato detto che è stata introdotta una flat tax per le partite IVA: era uno dei punti di programma, realistici ovviamente, che avevamo chiesto. È stato detto - ed è stata una delle battaglie di tutti questi anni - che si è aiutato a diminuire ulteriormente l'IMU sui capannoni industriali. Ognuno potrebbe elencare, ma qual è stato il risultato? Pur di piegare la realtà a quelle due bandiere, quando si è dovuto ammettere e riconoscere che lo scontro con l'Europa non poteva essere retto, pena non solo la fine di questa maggioranza, ma la fine di tutto il nostro Paese - perché non reggevamo ovviamente lo scontro con l'Europa, nonostante l'avessimo detto, la maggioranza l'avesse detto in campagna elettorale - pur di non rinunciare o di modificare questo, si è accettata una serie di provvedimenti che peseranno sulle spalle di tutte le famiglie italiane e sulle spalle di questo Paese.

La realtà è talmente testarda che purtroppo noi ci ritroviamo oggi, a distanza di due mesi, a dover constatare che ci saranno 8 miliardi e mezzo - 8 miliardi e mezzo - di interessi in più che le famiglie pagheranno nel prossimo triennio.

Ci sono 5 miliardi in meno di incentivi alle imprese, ma tutti volevamo che le imprese fossero il centro per tornare a dare il lavoro a questo Paese!

Ci sono 4 miliardi in meno per la scuola. In particolare, vengono ridotti i fondi per gli insegnanti di sostegno: battaglie non di una parte politica, ma battaglie di tutto questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI). C'è lo sblocco delle addizionali locali. Quanti di noi, nei banchi della maggioranza e dell'opposizione, ogni volta che approvavamo una legge di bilancio, dicevamo: “attenzione, non possiamo diminuire le tasse al centro e poi permettere che i comuni o le regioni nei loro territori aumentino le tasse, perché vuol dire prendere in giro gli italiani”. Avevamo bloccato, con una manovra che tutti volevamo, la possibilità da parte degli enti locali di aumentare la pressione fiscale: si sbloccano!

Ci sono 1 miliardo in meno di investimenti: 1 miliardo in meno di investimenti. Ma in questa manovra, qui, non c'era stato detto che gli investimenti erano il motore per la ripresa? Nella precedente versione c'erano 1 miliardo e 400 milioni in più di investimenti, oggi ce ne sono 1 miliardo in meno. Per chi capisce un po' di queste cose, sa che togliere 600 milioni di euro alle Ferrovie dello Stato in spesa corrente, vuol dire una sola cosa: bloccare gli investimenti concreti, vuol dire rimandare le manutenzioni e i lavori che dovevano essere appaltati perché 600 milioni in meno vuol dire che non hai la cassa. Ci sono 9-12 miliardi in più di tasse che si pagheranno per le clausole di salvaguardia, che erano state demonizzate da tutta l'opposizione nella precedente legislatura, pur di ottenere quelle bandiere.

C'è una manovra recessiva e prociclica. Concludo, nei due punti che mi sembrano più fondamentali e più importanti, per quanto riguarda l'idea culturale che c'è dietro questa manovra: da una parte c'è il sollecitare di fronte a problemi, anche disagi sociali, il conflitto sociale nel nostro Paese; si descrive, come ha detto già un'altra volta l'onorevole Tondo, chi prende più di 4.000 euro di pensione come colui che è un ladro, anche se ha pagato tutto i suoi contributi (non c'è mai stato il conflitto sociale); addirittura si toglie l'indicizzazione per le pensioni sopra i 1.500 euro (si toglie l'indicizzazione rispetto al costo della vita).

Ma ancora di più, Presidente, e su questo dovrebbe constatare il valore del Parlamento, vi è il fatto che nel passaggio parlamentare è importante il dibattito: ci si può accorgere che l'Esecutivo commette degli errori. La tassa sugli enti no profit è un errore clamoroso. Come dice oggi Giangiacomo Schiavi sul Corriere della Sera, si può correggere, ma perché è stata messa? Qual era l'idea culturale che c'era dietro? C'è l'idea culturale, che tante volte abbiamo sentito rappresentare qui dai banchi del MoVimento 5 Stelle, che la sussidiarietà e la solidarietà non sono un valore e una risorsa per questo Paese.

Sono un nemico da combattere, perché è solo lo Stato che può garantire il bene, senza accorgersi che lo Stato non arriva dappertutto, e che oggi noi tassiamo la povertà, cioè noi tassiamo chi aiuta a fare del bene, con l'ignoranza del Vice Ministro all'economia, l'onorevole Castelli, che non sa neanche che cos'è un ente non profit (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente), che dice che se produce profitti, questo deve essere tassato.

PRESIDENTE. Deve concludere.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Concludo - e abbia anche lei un po' di pazienza visto che non c'è stata data la possibilità di esprimerci per via dei tempi ristretti - dicendo che non sa che un ente non profit gli utili li reinveste per aiutare di più i poveri, per aiutare di più gli anziani, per aiutare a comprare di più per la Croce Rossa: questa è la realtà! Ci sarà una ragione per cui dal 1973 gli enti non profit hanno una tassazione diversa dalle società commerciali: perché ve lo dobbiamo urlare, perché dovete aspettare che qualcuno si rivolti su questo? Questo dovrebbe essere il patrimonio di tutti, eppure invece non lo è stato. Concludo, e la ringrazio anche della cortesia che lei ha avuto nei miei riguardi, siccome bisognava, pur di attuare l'assistenzialismo del reddito di cittadinanza, trovare risorse, c'è un punto in cui si deve tagliare tutto indiscriminatamente e non ci si accorge che poi si fa del male. Io mi auguro che l'impegno preso dal Presidente Conte e dal Vice Presidente Di Maio sia attuato, anche se, lo dico con serietà, ritrovare adesso 450 milioni di copertura sarà una cosa molto difficile, ma mi auguro che ancora una volta il bene e l'interesse degli italiani prevalga sulle bandiere ideologiche da sventolare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Rossini. Prego.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Presidente, colleghi, credo che non servano molti toni di ripicche né di trionfalismi su questa legge di bilancio che nasce dettata da tempi e urgenze dentro uno stretto e teso dialogo con l'Unione europea. Il fatto che siano state le istituzioni europee a riportarci all'attenzione di impegni da rispettare per non avventurarci in disavanzi eccessivi, diciamo che ci porta a delle preoccupazioni pensando al futuro, soprattutto perché il rapporto con le istituzioni europee - noi dobbiamo ricordarlo - è a garanzia di interessi e di politiche economiche comuni dell'Italia con gli altri Paesi europei. C'è una cosa che veramente preoccupa, ovvero il fatto che nel cervello di questo Governo e soprattutto nella parte della Lega, sembra che veramente manchi un chip di connessione, ovvero interpretare in modo positivo la connessione tra il nostro Paese e gli altri Paesi.

Se noi guardiamo a tutte le vie di comunicazione da un punto di vista non solo del mercato ma alle vie dell'energia, alle vie della cultura, alle vie anche dell'innovazione, queste vie non seguono i confini nazionali ma altri confini. Noi siamo parte di un continente che ha bisogno di lavorare insieme per affrontare le sfide comuni. Il fatto che, rispetto alla dimensione internazionale, questo Governo ha dimostrato in questi mesi di non avere rispetto, di non avere la volontà di contribuire anche ad accrescere una fiducia nel nostro Paese è molto preoccupante. Io mi chiedo in che modo potrà questo Governo interpretare e rappresentare un'imprenditoria italiana che sta lavorando con tutto il mondo, un Paese che vive di un turismo internazionale, una generazione che è cresciuta in un mondo globalizzato e che ha bisogno di stare qui in questo Paese, ma ha bisogno di essere riconosciuta anche per delle competenze e anche per delle visioni di ciò che appartiene alla vita di ognuno di noi. Noi vogliamo far tornare i giovani in Italia ma con questo atteggiamento i giovani non torneranno.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA (ore 14,20)

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Ora nel merito di questa legge di bilancio ci sono alcuni punti veramente ideologici di base che la inficiano proprio. Un elemento è l'idea di lavoro. Sempre di più io sento, anche in questo dibattito da parte delle forze di maggioranza, che il lavoro sembra a prescindere, che il lavoro viene dato, che il lavoro viene comprato. In realtà, il lavoro si crea, il lavoro si crea col capitale umano e spaventa il fatto che questo Governo stia tornando indietro a trent'anni fa, al lavoro pubblico. Ma noi sappiamo che abbiamo bisogno, invece, di creare un nuovo rapporto col privato, in tutti i settori, dal sociale, con un welfare generativo, dalla cultura; in tutti i settori il pubblico non ce la fa e non possiamo imbottigliare di nuovo tutti gli enti pubblici con energie nuove; questa è un'utopia perché il pubblico non ha quella flessibilità che richiede oggi il lavoro.

Pertanto, c'è questo rapporto anche di considerare le imprese come centri di occupazione. L'impresa non assume un giovane perché è disoccupato e il disoccupato non è un corpo inerme. I nostri giovani e le persone anche di una certa età hanno bisogno di maggior considerazione e in questa legge di bilancio e in questi mesi la parola “formazione”, la parola “orientamento”, la parola “ricerca e università” io non l'ho mai sentita; la parola “cultura”. Noi abbiamo bisogno di riformare le nostre istituzioni universitarie per far collimare i bisogni con la formazione; i bisogni di un mercato che è nuovo e che è cambiato. Questo orizzonte da costruire per il nostro Paese io non vedo che si sta costruendo.

E, per ultima, una cosa veramente incomprensibile è che sento parlare di cambiamento; sento anche in quest'Aula: noi abbiamo fatto il contrario, anche dove le cose vanno bene; e parlo chiaramente del terzo settore. Ora, raddoppiare l'IRES sulle attività commerciali è qualcosa che va a svilire e a demotivare il capitale umano che sono i nostri cittadini. Io dico soprattutto al Governo che pensa, nelle prossime settimane, di portarci la legge sulla legittima difesa: guardate che la sicurezza alle persone la date quando le persone sanno che, se hanno bisogno, c'è qualcuno che li aiuta, c'è un Paese che si muove, c'è un vicinato. Il terzo settore è il futuro anche perché crea nuove forme di produttività che si basano sulle relazioni sociali: questo è il nuovo versante dove dobbiamo andare. E vi è anche il fatto di poter, questa manovra, dare un incentivo proprio per portare i servizi che il pubblico non è più in grado di sostenere: penso soprattutto agli anziani, per creare un privato che lavora con il pubblico. E' una contraddizione pensare di far tornare gli anziani nel nostro sud Italia quando gli anziani non vanno dove non ci sono servizi ad hoc per loro (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Minoranze Linguistiche e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Non hanno bisogno di soldi: gli anziani hanno bisogno di sicurezza, ma nelle piccole cose. Ora, questa manovra – l'ho già sentito - vede la politica come un bancomat, ma non è il nostro lavoro quello di dare soldi: noi dobbiamo fare politica, noi dobbiamo creare un orizzonte, soprattutto dobbiamo creare fiducia nelle persone e nelle nuove generazioni. Questo è quanto io non ho visto in questi mesi (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Minoranze Linguistiche e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Pochi minuti per dire quello che di questa manovra non ci piace. Abbiamo appena terminato di ricordare la fine della Prima guerra mondiale, la vittoria, e state già rappresentando in termini politici e moderni la più drammatica delle fasi di quella guerra, perché il vostro ritorno da Bruxelles è stata una Caporetto. L'Italia è stata salvata dalla procedura d'infrazione europea (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) grazie al vituperato bicameralismo perfetto. E ripetere “tanto tra poco la Commissione europea cambierà segno e colore”, dimenticando che, al momento, ci sono ancora Juncker e Moscovici, non solo non ha portato fortuna, ma non è stata nemmeno una bella trovata. Non solo le braghe ve le siete calate, ma siete stati abbandonati anche dagli alleati sovranisti europei tra i più severi detrattori di questa manovra. La maggioranza ha votato la fiducia alla Camera in prima lettura su una manovra finta e domani la stessa maggioranza voterà un'altra fiducia al testo scritto da Moscovici lodandone i contenuti: siamo al paradosso!

Lavorate molto sulla competizione tra voi piuttosto che sulla competitività del sistema Paese, però i 5 Stelle hanno piazzato un, seppur ridotto all'osso, reddito di cittadinanza, mentre la Lega non ha diminuito le tasse e non ha introdotto la nostra flat tax, la flat tax del centrodestra.

Avete promesso l'impossibile, portando i mercati a bruciare inutilmente 300 miliardi di euro di ricchezza e ad aumentare i tassi sui mutui dei poveri cristi. Avete festeggiato la manovra del popolo, l'abolizione della povertà e, poche settimane dopo, l'Europa ha costretto il Governo a tagliare la spesa, ingiungendovi di congelare ulteriori 2 miliardi di euro a garanzia del buon andamento dei conti perché nemmeno loro si fidano di voi.

Dovevate semplicemente, come recitava il programma del centrodestra sottoscritto anche da Fratelli d'Italia, combattere l'evasione fiscale, la burocrazia che uccide le imprese, velocizzare la giustizia civile, eliminare la spesa pubblica inefficiente e abbattere la pressione fiscale. Nulla di tutto ciò. Ora affacciatevi al balcone di Palazzo Chigi per spiegare che non avete indicizzato le pensioni, che avete rinviato la “quota 100”, sprecato miliardi per il reddito di cittadinanza e che dovrete attendere i decreti-legge per capirne il funzionamento.

E tra le risorse che l'Europa vi ha fatto mettere in freezer ci sono i fondi per la competitività delle imprese, quelli per la mobilità locale, quelli per la difesa, già massacrata nel decreto fiscale con tagli di 400 milioni di euro. Venite a spiegare alle imprese del Nord e della nostra Lombardia sull'altare di quale assistenzialismo avete sacrificato le risorse per gli investimenti, per le infrastrutture e per la ricerca. La “Fornero” bloccò la rivalutazione delle pensioni tre volte sopra il minimo, cioè 1.500 euro lorde mensili. Voi avete proseguito su questa strada. Ipotizzavate dieci miliardi per il superamento della “Fornero” e alla fine ne avete postati quattro. Quel poco di positivo a vantaggio dei pensionati l'avete maldestramente scippato, con l'ennesimo atto di parassitismo politico, da Fratelli d'Italia e parlo della defiscalizzazione per tutti i pensionati che, anziché andare a vivere all'estero, scelgono il Mezzogiorno d'Italia.

Occorreva un cambiamento dopo sette anni di tecnici e dopo sette anni di sinistra: ultimi in Europa per crescita nel 2017, il debito pubblico in aumento esponenziale, il fallimento della politica degli 80 euro di Renzi, la riduzione degli investimenti, ma il cambiamento, per ora, è solo in peggio. Avete il coraggio di chiamarla manovra espansiva in presenza di un dimezzamento degli investimenti, dell'aumento di una lunga serie di tasse, di quelle accise che avreste dovuto cancellare al primo Consiglio dei Ministri. Questa è impudenza. Eppure, i primi scricchiolii si avvertono anche sulla stampa amica. Un supporter ultrà come Vittorio Feltri titola: “L'Esecutivo più scalcinato dell'ultimo mezzo secolo”, cari colleghi: quindi, vuol dire peggio di Monti, di Letta e di Renzi.

La congiuntura vi è favorevole perché i sindacati sono inesistenti, godete dello smaccato sostegno dei notiziari RAI, di quella RAI che volevate liberare dai partiti e che poi avete incoerentemente occupato. Siete abili ad incarnare il ruolo di partito di lotta e di governo, ma ora le piazze vi chiamano alla coerenza. La Lega ha tentato di utilizzare il tema dell'autonomia regionale come arma di distrazione di massa. Dopo il bastone della manovra finanziaria la carota dell'autonomia per il Nord, ma il tentativo è fallito perché non siete d'accordo nemmeno su questo e perché i 5 Stelle vogliono utilizzare il residuo fiscale della Lombardia, 54 miliardi di euro, e poi del Veneto e dell'Emilia-Romagna per finanziare l'assistenzialismo del reddito di cittadinanza. Se si nasce politicamente a difesa del Nord non si può improvvisamente avallare la forma più scioccamente assistenzialistica per il Sud, quella del reddito di cittadinanza, perché quella sarà la pietra tombale di qualsiasi ipotesi di rilancio del Sud.

E questa manovra è una scommessa pazzesca di Di Maio, Di Maio che con il “decreto dignità” fingeva di combattere il gioco d'azzardo e le scommesse sportive. Poi, con la stessa spregiudicatezza con cui parla di lavoro senza aver mai lavorato, ha scommesso sulle spalle della nazione e della povera gente. Vi siete accaniti sull'aumento delle tasse per gli enti no profit, fondazioni che ogni anno erogano circa un miliardo per i bambini e per i disabili. Poi, ieri, Di Maio, senza parlare di manine questa volta, ha ammesso la sciocchezza del Governo, innestando la retromarcia perché si è accorto che, fuor di metafora, stavate sparando anche sulla Croce Rossa, e ho terminato.

Questa legge di bilancio entrerà nella storia. I 5 Stelle sono coerenti con il loro disegno, quello dell'uno vale uno, del referendum senza quorum, dell'annichilimento del Parlamento e della democrazia rappresentativa, il disegno che prevede solo due dimensioni: quella del capo e quella del popolo, senza intermediazioni. È lo stampo anarchico secondo il quale non c'è bisogno del Parlamento e non c'è bisogno di classe politica che pubblicamente si assuma delle responsabilità; ci penserà Rousseau.

Davvero non so cosa ci sia da festeggiare o di cosa essere orgogliosi. Parafrasandovi nuovamente, io non credo ci sia un Governo con le “palle” ma un Governo che le “palle” le racconta. Vi siete comportati come un banale Renzi, ma la nazione ha bisogno di altro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Bendinelli. Ne ha facoltà.

DAVIDE BENDINELLI (FI). Grazie, Presidente. Gentili colleghi, tre giorni fa era Natale. È arrivato Babbo Natale, purtroppo è arrivato col sacco vuoto. Il modello di autonomia che il Governo ci vuole propinare è chiaramente una farsa, ad oggi, vorrei dire quasi inesistente. Persino Zaia, presidente del Veneto, è costretto a fingere di credere a questa riforma. Dobbiamo prendere atto ancora una volta - e mi rivolgo ai colleghi della Lega che, purtroppo, non sono presenti in gran numero in Aula adesso - che ancora una volta hanno vinto i 5 Stelle, che ancora una volta Di Maio è riuscito a svuotare quella spinta innovativa e di cambiamento che sarebbe derivata dall'approvazione della riforma sull'autonomia e tutto questo con un obiettivo molto chiaro: «no» autonomia, «sì» al finanziamento del reddito di cittadinanza, e questa è una cosa che non possiamo e non dobbiamo accettare.

Il Governo, purtroppo, ci ha lanciato due segnali molto chiari in fase di approvazione di questa manovra presentata oggi al Parlamento. La prima è che la riforma sull'autonomia è rinviata a data da destinarsi; la seconda, che è ancora peggiore, riguarda il segnale che ha voluto darci: “Cari veneti, cari lombardi, volete l'autonomia? Ve la dovete pagare”. Ebbene, sono oltre settant'anni che noi paghiamo un deficit di competitività e subiamo una sorta di concorrenza sleale da parte di chi ci circonda, nei confronti dei quali ovviamente non abbiamo nulla, ma credo che sia arrivato, ora più che mai, il momento di far valere la nostra voce e di far valere le nostre ragioni.

Nel 2012 quando, in consiglio regionale, Forza Italia, allora PdL, ha proposto la legge che ha consentito poi alla regione Veneto di indire il referendum sull'autonomia - allora ricordo che la Lega era favorevole all'indipendenza del Veneto - noi abbiamo pensato ad un concetto di autonomia nel senso più ampio del termine, ad un'autonomia quasi da statuto speciale, dove anche ai veneti potessero essere estesi gli stessi doveri e gli stessi diritti di chi confina con noi. Non dobbiamo mai dimenticare che il Veneto, assieme al Friuli-Venezia Giulia e al Trentino-Alto Adige, compone il Triveneto. Ebbene – e dico purtroppo – la forma di autonomia che questo Governo intenderà proporci è una forma di autonomia annacquata.

Purtroppo, dobbiamo prendere atto, analizzando i provvedimenti che il Governo ha fatto arrivare in Aula, che la maggior parte dei provvedimenti che ci sono stati proposti sono finalizzati ad una ricerca di un consenso clientelare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), di un consenso assistenziale e che, purtroppo, raggiungono un obiettivo che non è sicuramente positivo, che è quello di rischiare di danneggiare la parte sana del nostro Paese. Allora, i «governatori» delle due regioni più importanti del Nord, del Veneto e della Lombardia, dovranno rivolgersi al partito di riferimento e chiedere le ragioni per le quali è stata compiuta questa clamorosa retromarcia, perché era stata fissata la data del 22 ottobre, poi posticipata al 22 novembre e poi è stato saltato il Natale (e per quello che prima ho avuto modo di affermare che Babbo Natale è arrivato col sacco vuoto). Questo è uno sfregio, purtroppo, che ci sta portando questo Governo del cambiamento. Ma qui non è il Governo del cambiamento: noi speriamo che cambi il Governo, nel vero senso della parola (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Noi, con la mancata approvazione di questa riforma, sfregiamo le genti venete e le genti lombarde.

Purtroppo, dobbiamo prendere atto di questa situazione, dobbiamo prendere atto che il Governo gialloverde sta disattendendo clamorosamente gli impegni che si è assunto nei confronti dei cittadini veneti. Non possiamo fingere, cari colleghi, di non vedere questo atteggiamento, perché, se noi fingessimo di non vedere quello che sta accadendo, significherebbe che anche noi saremmo disposti a tradire in primis noi stessi, a tradire i veneti, purtroppo a partecipare e a condividere questo spettacolo, che purtroppo è umiliante e indecoroso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Covolo. Ne ha facoltà.

SILVIA COVOLO (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, questa è una manovra dalla parte della gente, la gente che ha perso i soldi grazie alle banche e ai poteri forti, la gente che ogni giorno si rivolge ai comuni e ai servizi sociali, la gente che è rappresentata da piccoli artigiani, piccoli commercianti, professionisti, persone perbene che nei sette anni amministrati dai tecnici e dal PD non hanno trovato ascolto, la gente che è dovuta andare via dall'Italia per trovare lavoro o vivere meglio con la propria pensione, la gente che ha lavorato una vita e non può aspettare la legge Fornero (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), la gente che fa fatica ad arrivare a fine mese, la gente che non ha lavoro, ma che non ha perso la speranza di trovarlo grazie a questo Esecutivo, la gente che è tornata orgogliosa di essere italiana grazie a questo Governo.

Un'Italia che non è seconda a nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ed entro nel merito: è la prima volta che un Governo, invece di ubbidire ai diktat dell'Unione europea (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico), tratta alla pari, litiga, discute e alla fine raggiunge un accordo che è ben diverso da quello iniziale e che prevedeva un rapporto deficit/PIL dell'1,6 per cento. Abbiamo evitato una procedura di infrazione che sarebbe stata una vera e propria ingiustizia, se solo rapportiamo i dati economici italiani con quelli degli altri Paesi europei, come ad esempio la Francia, che arriverà ad avere un rapporto deficit/PIL del 3,4 per cento, e quindi ben lontana dal limite del 3 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Un Governo, ancora una volta, dalla parte della gente, ma responsabile e che vuole affrontare con una manovra anticiclica il rallentamento dell'economia globale, conseguenza di variabili sicuramente esterne all'Italia, come l'andamento del commercio internazionale, la guerra dei dazi, il rapporto euro-dollaro o il prezzo del petrolio.

Malgrado il rallentamento dell'economia mondiale, siamo riusciti a sterilizzare le clausole IVA lasciateci in eredità dal Partito Democratico e che avrebbero comportato un aumento della pressione fiscale di 1,5 punti percentuali. Abbiamo bloccato l'aumento delle accise su benzina e gasolio, e anche qui perché siamo dalla parte della gente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Il nostro obiettivo è quello di rilanciare i consumi e gli investimenti anche grazie alla richiesta di una maggiore flessibilità per il 2019, come abbiamo espresso nella lettera alla Commissione europea del 18 dicembre scorso, al fine di realizzare un piano straordinario per la messa in sicurezza delle infrastrutture viarie e per la gestione del rischio idrogeologico. Finalmente, dopo anni in cui si è solo svilita l'attività dei comuni, è stata ridata dignità agli enti più vicini ai cittadini attraverso la possibilità di impiegare l'avanzo di amministrazione e attraverso un contributo in denaro. Non sto parlando di spazi finanziari, ma di soldi veri, 400 milioni di euro ai comuni con abitanti inferiori a 20 mila per la messa in sicurezza di strade, scuole, edifici, dopo anni in cui i comuni sono stati abbandonati a loro stessi. Contributi in conto investimenti ai comuni, tutti soldi veri che determineranno crescita, lavoro per le imprese, lavoro per i cittadini, occupazione, incasso di IVA per lo Stato. Mai vista prima una tale serie di interventi a favore dei comuni, e quindi a favore della gente.

Anche sul versante dei risparmiatori truffati finalmente e anche in questo caso soldi veri, e non i 100 milioni di euro del fondo Baretta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Parliamo di 525 milioni per tre anni, per ciascun anno, per tre anni. E finalmente si sta dalla parte della gente truffata dalle banche e non dalla parte dei poteri forti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Si rimborsa il 95 per cento di ciò che hanno perso i risparmiatori che hanno investito in obbligazioni, si rimborsa il 30 per cento di ciò che hanno perso i risparmiatori che hanno investito in azioni.

La flat tax per i piccoli artigiani, i piccoli commercianti, i professionisti, perché per la prima volta si pensa alle piccole e medie imprese e non ai poteri forti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Pensiamo a tutti quelli che potranno finalmente iniziare un'attività e per cinque anni pagheranno solo il 5 per cento di tasse e successivamente solo il 15 per cento.

Pensiamo al tanto sommerso che potrà emergere grazie alla flat tax, perché non vi sarà ragione di evadere se si paga un'aliquota del solo 5 per cento. Agevolazioni per le start-up, agevolazioni per le imprese che assumono giovani meritevoli che escono dall'università con 110 e lode, perché finalmente vogliamo guardare al merito (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Agevolazioni per far rientrare tanti giovani cervelli che sono andati all'estero, agevolazioni per far rientrare i tanti pensionati che sono stati cacciati dall'Italia per una tassazione troppo elevata.

E finalmente una manovra dalla parte delle imprese: anche qui soldi veri, riduzione del 30 per cento del premio INAIL, di cui già a marzo beneficeranno tutte le imprese, aumento della deducibilità IMU sui capannoni, riduzione dell'IRES per chi assume e per chi investe.

E come non citare altri due provvedimenti fondamentali della manovra: “quota 100”, che inizierà a superare l'odiosa legge Fornero (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e che permetterà a tanti giovani di trovare lavoro e a tanti cittadini di vedere l'agognata pensione, e il reddito di cittadinanza, che, se declinato bene, come vogliamo noi, potrà essere uno strumento per aiutare le fasce deboli della gente, che hanno diritto di tornare a contare su questo Paese, e, proprio se declinato bene, potrà favorire i consumi e, attraverso l'aumento della domanda, comportare ulteriore crescita (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Mi avvio alla conclusione, Presidente: nei sette anni precedenti le manovre di bilancio dei Governi tecnici e di centrosinistra hanno solo spremuto la gente, lacrime e sangue per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ora si cambia: prima la gente, prima i comuni, prima le imprese, prima gli italiani e prima l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Boschi. Ne ha facoltà.

MARIA ELENA BOSCHI (PD). Grazie, Presidente. In questi giorni il gruppo del Partito Democratico ha denunciato più volte il metodo vergognoso con cui questo Governo arriverà all'approvazione della legge di bilancio; metodo vergognoso che ha fatto del Parlamento uno spettatore non pagante di una legge presentata per la prima volta dal Governo il 22 dicembre, il 22 dicembre, dopo che la manovra era stata scritta a Bruxelles dalla Commissione europea, fatto mai visto prima. Pensavamo di averle viste tutte in questi giorni, compreso la Commissione bilancio ieri, ma stamattina il Presidente Fico si è superato, arrivando addirittura a dover fare ostruzionismo per evitare alla maggioranza la figuraccia di finire sotto in una votazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Per la prima volta, il Presidente della Camera ha dovuto dismettere…

PRESIDENTE. Colleghi!

MARIA ELENA BOSCHI (PD). …il suo ruolo di garante di tutti e vestire i panni del capogruppo del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Oggi, purtroppo, è maturato uno strappo grave, perché il Presidente Fico non è più il garante di tutti, ma ha deciso di rappresentare una parte, la sua, e quella della maggioranza, con buona pace della centralità del Parlamento di cui tanto spesso ama parlare il Presidente Fico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ma c'è una cosa ancora più grave del metodo vergognoso e cioè il merito vergognoso, il contenuto vergognoso di questa legge di bilancio, una legge di bilancio che prevede, semplicemente, una riduzione della crescita. La crescita era all'1,7 per cento nel 2017 - l'ultimo anno governato interamente dai governi di centrosinistra - mentre la previsione per il 2019 è dell'1 per cento. Ecco perché chiederei ai colleghi di Fratelli d'Italia di non mettere insieme i Governi di centrosinistra e il Governo improvvisato che ha presentato quest'anno una legge di bilancio che prevede non la crescita, ma la decrescita all'1 per cento per il 2019.

Questa legge di bilancio prevede un taglio, per il 2019, di oltre un miliardo di investimenti pubblici, come ha detto ieri l'Ufficio parlamentare di bilancio, non il Partito Democratico, con ovvie ricadute, purtroppo negative, sull'occupazione. Prevede, questa legge di bilancio, l'innalzamento della pressione fiscale, che noi abbiamo ridotto di due punti percentuali durante gli anni dei nostri governi e che avrà un innalzamento, secondo le stime dell'Ufficio parlamentare di bilancio, di 0,4 punti percentuali già dal 2019. Aumenteranno le tasse per le imprese, per le famiglie e anche per il terzo settore, perché non vi siete dimenticati proprio di nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico): alzate le tasse a tutti, anche al no profit. Con la tassa Salvini-Di Maio si raddoppia l'IRES al no profit e non mi bastano le rassicurazioni del Ministro Di Maio, che promette di correggere questo errore, perché prima vorrei capire chi ha fatto questa proposta al Governo: forse il Ministro che si deve occupare del terzo settore e del welfare, cioè il Ministro Di Maio? Forse il Ministro dell'economia Tria, che ieri sera in Commissione ha rivendicato questa scelta? Non è una svista, ma una scelta del Governo quella di tassare il no profit. Anziché abolire la povertà, voi volete abolire, di fatto, chi la povertà la contrasta, chi è a sostegno delle persone più fragili, degli anziani, dei disabili. Realtà straordinarie, come quella del Cottolengo, di Sant'Egidio, della Lega del Filo d'Oro e tante altre se ne potrebbero aggiungere, che abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare, in questi anni, anche di lavoro al Governo.

Chiedo al Ministro Di Maio e al Governo, visto che ieri il Ministro Tria non ha risposto, dove troveranno i 118 milioni di euro che servono dal 1° gennaio per compensare la cancellazione di questa tassa vergognosa sul no profit: diteci dove prendete i soldi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

È una legge di bilancio vergognosa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), vergognosa perché prevede deroghe al codice degli appalti, con affidamenti diretti fino a 150.000 euro senza gare per gli appalti pubblici, senza trasparenza, come oggi denuncia il presidente Cantone, con il rischio di corruzione, con il rischio di tornare indietro rispetto alle regole europee e nel silenzio più totale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

È una legge di bilancio vergognosa perché va a tagliare le pensioni e non soltanto le pensioni d'oro o di platino - chiamatele come volete - da cui si ricaveranno, sì e no, 80 milioni di euro l'anno, e anche quelle che sono state pagate fino all'ultimo centesimo con i contributi dei cittadini italiani, come ha scritto nero su bianco il Comitato per la legislazione nel suo parere votato all'unanimità, quindi anche dai 5 Stelle e dalla Lega, dove si chiarisce che si vanno a tagliare anche le pensioni contributive, ma taglia per oltre 2 miliardi e 2 nel triennio tutte le pensioni che superano i 1.500 euro al mese: non le pensioni d'oro ma le pensioni di milioni di italiani. Quando oggi il Presidente Conte in conferenza stampa si permette di dire che è vergognoso che i pensionati difendano i loro diritti e si lamentino per tagli di poche centinaia di euro, dovrebbe pulirsi la bocca (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) perché è ignobile attaccare chi ha lavorato una vita intera per meritarsi quella pensione, chi ha versato fino all'ultimo contributo per meritarsi quella pensione, che ora questo Governo taglia.

Forse, a forza di stare con lo zoppo si impara a zoppicare perché il Presidente Conte, che di 5 stelle fino al 1° giugno conosceva solo gli hotel che frequentava e che oggi ci viene a dire che i tagli alle pensioni sono sopportabili, ricorda tanto Grillo, che nella sua villa, con il suo conto in banca da milioni di euro, sbeffeggiava gli 80 euro per persone che hanno un reddito medio basso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), gli stessi 80 euro che oggi non vengono cancellati ma vengono confermati da questo Governo perché erano una misura giusta e non una mancetta.

Questa è una legge di bilancio vergognosa perché ha un condono fiscale dentro, un condono fiscale infilato, confidando nel generale Natale, nella disattenzione totale; un condono fiscale senza limiti, che riguarda gli evasori totali, da 1.100 a milioni e miliardi di euro, che non solo non pagheranno interessi e sanzioni ma avranno una riduzione sull'imposta dal 75 al 90 per cento. Gente che, magari, ha un debito con lo Stato per evasione fiscale da 135.000 euro e dichiara 80 euro di reddito all'anno o poco più: un caso di scuola? Sì, un caso di scuola ma, casualmente, uguale a quello del padre del Ministro Di Maio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Allora, io mi chiedo se questo condono fiscale sia per il padre del Ministro Di Maio o meno, o per il padre dell'onorevole Di Battista, che non mancherà di far sentire il proprio appoggio a questa misura.

Io mi chiedo perché, già da oggi, Di Maio, Di Battista, i loro genitori e le loro aziende non dichiarano che non si avvarranno del condono fiscale anche se dovesse riguardarli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? È una loro facoltà: ci rinuncino e paghino fino all'ultimo centesimo ciò che devono allo Stato italiano.

Avete fatto una campagna elettorale, promettendo di abolire la Fornero e fate pagare questa manovra ai pensionati. Avete parlato di valorizzazione della crescita e tagliate sugli investimenti. Avete apparecchiato condoni fiscali per voi e i vostri cari, e poi raddoppiate le tasse sul terzo settore. Voi non siete il Governo del cambiamento, siete il Governo del cambiare idea: avete truffato gli italiani e non sapete come fare a nasconderlo.

Ma c'è un dato politico. Voi siete soddisfatti di questa manovra, che secondo noi fa male all'Italia. Ebbene, basterà attendere la fine del 2019 per verificare se, con le vostre misure, l'Italia andrà meglio o peggio di quando al Governo c'eravamo noi. Io penso che abbiate premuto il tasto dell'autodistruzione ma, da italiana, mi auguro che la vostra manovra ardita funzioni. Lo spero ma non ci credo, e non ci credete nemmeno voi che mettete clausole di salvaguardia fino a 28 miliardi di euro nel 2021, forse perché non pensate - nemmeno voi - di essere al Governo tra un anno o nei prossimi anni. Dovevate abolire le clausole di salvaguardia e le avete raddoppiate.

Allora, oggi, deputati di maggioranza, ancora una volta, chinerete la testa ai vostri capi. Si può piegare la testa, ma non la realtà. La realtà è più forte dei vari Salvini e Di Maio, e la realtà vi dimostrerà con il tempo che questa manovra, purtroppo, fa male all'Italia e fa male alle famiglie e alle imprese del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Signora Presidente, colleghi, membri del Governo, mi prendo qualche minuto anch'io per sottolineare il metodo incredibile con cui è stata portata avanti questa discussione sulla legge di bilancio, la legge più importante che lo Stato realizza e su cui non c'è stata possibilità di discutere e di intervenire. Ho sentito l'intervento della collega che ci accusava di aver presentato troppi emendamenti. Io dico che presentare emendamenti, provare a discutere, entrare nel merito è il nostro ruolo, è il nostro compito: si chiama democrazia. Capisco che di fronte ai tempi contingentati dall'insipienza si cerchi di sottolineare il fatto che le opposizioni, con il loro ruolo in cui provano, appunto, a entrare nel merito, diano fastidio, mentre invece era il tentativo, il nostro, presentando emendamenti, di provare a contribuire proprio a migliorare la manovra nell'interesse del Paese.

È un metodo che non ha aiutato, naturalmente, a correggere le cose che mancano in questa manovra. Tuttavia, la cosa, credo, più assente in questa manovra è lo spirito che, invece, su alcuni temi - penso al tema ambientale – ci era stato preannunciato, anzi, ci era stato promesso da parte del Ministero dell'ambiente in particolare, ma del MoVimento 5 Stelle più in generale. Uno spirito che doveva, ad esempio, partire dai 16 miliardi di sussidi ambientalmente dannosi e censiti dal Ministero dell'ambiente che dovevano essere spostati. La politica è allocazione delle risorse, quindi ci aspettavamo di vedere un potente spostamento dai sussidi ambientalmente dannosi ad attività a favore dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile. In questa manovra, invece, l'ambiente e la sostenibilità ambientale sono assenti, se non per alcune poche, limitate iniziative che proverò ad analizzare e di cui, invece, c'era un grande bisogno….

PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo di fare un po' di silenzio, per favore.

ROSSELLA MURONI (LEU). E invece ce n'era un gran bisogno di questi segnali e di questi interventi, proprio perché la sostenibilità ambientale ha smesso da tempo di essere un limite allo sviluppo, invece è un potente orizzonte di crescita. Manca lo spirito in questa manovra, manca uno spirito di futuro, di visione, sa tanto invece di campagna elettorale. Lo dico perché mancano tutte quelle politiche di lungo raggio di cui l'ambiente ha bisogno. C'era stata promessa una manovra che guardava alla mobilità sostenibile, e abbiamo avuto un emendamento, fatto nottetempo, chiamato “ecotassa”, che, se condivido nel merito, nel principio, è stato invece assolutamente dannoso negli effetti e nella discussione che c'è stata, perché è riuscito a contrapporre coloro che si preoccupano della fine del mondo, dei mutamenti climatici, a coloro che si preoccupano della fine del mese, esattamente quello di cui la questione ambientale non ha bisogno, cioè essere vissuta come una questione elitaria; invece andavano fatti investimenti importanti sulla mobilità sostenibile. Come si fa a promuovere l'utilizzo dell'auto elettrica se non ci si preoccupa del fatto, per esempio, che nelle nostre città non ci sono colonnine per la ricarica delle auto elettriche? Capite che si parte da un pezzettino di un provvedimento, seppur condivisibile, ma manca totalmente una visione di futuro e di strategia, anche industriale, e di sviluppo urbanistico e della mobilità nelle nostre città.

Ma in questa manovra si fa di più rispetto alla mobilità sostenibile: si tagliano i fondi alle Ferrovie dello Stato, Rfi in particolare - fondi che possono essere usati naturalmente per la messa in sicurezza, per la manutenzione, e questo è un fatto - esattamente come si tagliano fondi al trasporto pubblico locale, prevedendo la riduzione per 27,4 milioni di euro per l'anno 2018 e di 50 milioni di euro per gli anni 2019-2020, esattamente il contrario di quello di cui questo Paese ha bisogno, di cui tantissimi milioni di pendolari che ogni giorno raggiungono la scuola e i posti di lavoro con i mezzi pubblici hanno bisogno. In questa manovra di bilancio è stato fatto anche di più: si è voluto parlare di economia circolare, lo si è fatto anche qui con un emendamento estemporaneo che parlava di end of waste, e lo faceva in maniera surreale, indicando una norma vecchia di vent'anni, dando delle indicazioni su come estrarre i componenti dai film delle pellicole fotografiche, quindi, capite, quantomeno vintage come visione di economia circolare e dando anche qui un'idea di un mondo, di un settore industriale, dello sviluppo ambientale come se fossimo all'anno zero. Ma in questo Paese non siamo all'anno zero, ci sono importanti esperienze industriali, economiche e imprenditoriali che invece su questo contano, danno posti di lavoro, creano sviluppo territoriale, eppure di tutto questo nella manovra non c'è traccia.

Si è parlato della stabilizzazione dell'ecobonus, ma non c'è stabilizzazione, c'è una semplice proroga sull'ecobonus, sul verde pubblico. Sono cose che vengono dallo scorso Governo e che vi siete limitati a prorogare, mentre andavano stabilizzate, dimostrando con questo che si crede profondamente a quel modello di sviluppo. Non sono stati toccati i canoni concessori: in questo Paese prendere acqua ed estrarre materiali è ancora davvero vantaggioso solo e soltanto per le imprese private. Tutto questo è quello che manca, ma contemporaneamente, negli stessi giorni, il 21 dicembre, il Consiglio dei ministri ha trovato il tempo di costituirsi in giudizio presso la Corte Costituzionale contro la regione Basilicata, che si era opposta al progetto petrolifero e di estrazione “Masseria La Rocca”: mi viene da dire che c'è una politica energetica in questa manovra e in questo Governo che viene scritta a cinque zampe, più che a cinque stelle. È accanto a quello che manca, quel poco che arriva, che preoccupa, perché voi parlate molto di poteri forti, ma mi sembra che non ve ne siate liberati, anzi penso ci siano in modo importante dietro quel poco che si è fatto, pochissimo, e soprattutto dietro quello che assolutamente manca in questa manovra.

L'altra vicenda preoccupante presente in questa manovra riguarda gli appalti. Chi come me e come tanti colleghi si è occupato di appalti pubblici, di lavori, di lotta alla corruzione, sa bene che intervenire nel settore degli appalti pubblici togliendo sostanzialmente il limite dei 40.000 euro per le gare pubbliche ed elevandolo a 150.000 euro vuol dire introdurre un criterio di non trasparenza, vuol dire mettere a rischio quello che si era provato a fare con il codice degli appalti, che può essere cambiato, può essere mutato, ma non si possono fare le politiche dei piccoli passi, la politica del “vediamo che effetto che fa”, perché questo voi avete fatto. Avete presentato una legge di bilancio, che poi è completamente cambiata al Senato, e nottetempo avete introdotto a caso degli emendamenti per vedere se più o meno venivano contestati e più o meno quale poteva essere l'effetto che facevano. Un modo e una modalità di procedere che denuncia innanzitutto una mancanza di competenze, che spaventa moltissimo, provenendo dalle persone che hanno la responsabilità di governare un intero Paese. Lo dico, per suo tramite, Presidente, alla Viceministra Castelli, perché parlare di raddoppio dell'Ires cercando di colpire gli utili delle associazioni vuol dire ignorare totalmente non solo l'argomento di cui si sta parlando ma anche il contributo fondamentale che il volontariato e le associazioni hanno dato in questo Paese negli ultimi decenni. Non si tratta di una battaglia di parte, tanti colleghi lo hanno sottolineato. Io sono stata a lungo a capo di una ONLUS, e per un'associazione senza scopo di lucro avere degli utili a fine bilancio vuol dire aver fatto bene il proprio mestiere e avere dei fondi in più da reinvestire nell'attività stessa che viene fatta. Nel mio caso erano campi di volontariato per la pulizia ambientale, tante attività legate alla qualità urbana, certo non la distribuzione tra gli azionisti o la redistribuzione degli utili. Colpire in questa maniera il Terzo settore sa tanto di vendetta, forse perché il Terzo settore ha fatto sentire da subito una voce forte di contrasto ai provvedimenti di questo Governo, a partire dal “decreto sicurezza”, e non ci viene perdonato di essere organizzazioni libere che provano a fare il bene del Paese indipendentemente da chi in quel momento è al Governo. Ma governare con lo spirito di vendetta è una delle cose più pericolose che si possano registrare nella storia di un Paese, e questa manovra racconta anche di questo, di quei pochi interessi difesi dei soliti potenti e dei molti interessi colpiti dei poveri, a partire dai tagli che verranno fatti e soprattutto dalle cose che non verranno messe in campo (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, il pochissimo tempo a disposizione mi richiede di andare dritto al punto. Il grande bluff che questo Governo ha montato ad arte negli ultimi mesi con annunci, sparate, minacce, promesse e propaganda degna dei peggiori regimi, comincia a sgonfiarsi e a mostrarsi per quello che è: questa legge di bilancio conferma e tristemente aggrava la condizione di pericolosa fragilità e precarietà del nostro Paese sotto il profilo delle prospettive di crescita e della finanza pubblica. E non si può dare la responsabilità solo a fattori congiunturali, come ancora abbiamo sentito fare ieri sera dal Ministro Tria in Commissione; soprattutto non lo si può fare quando ci si è mossi come avete fatto voi in questi mesi: in modo folle e irresponsabile. Neanche, tanto meno, si può indicare una responsabilità nella Commissione europea, che nulla c'entra con la mancanza di collegialità del vostro Governo, con le indecisioni, con le schizofrenie tutte dovute a una competizione interna all'Esecutivo e alla maggioranza. Vi siete assunti la responsabilità di annullare la possibilità per il Parlamento di esercitare le proprie funzioni e le proprie prerogative, di far vivere la sovranità popolare, alla faccia del sovranismo, che, come tutti gli “ismi”, si comincia a mostrare con il suo vero volto.

Ciò nonostante, in queste ore, nelle pochissime ore a disposizione per fare un esame completo, ricordiamo che ieri sera, alle nove e trenta, c'è stato inviato il dossier relativo alla legge di bilancio così come è uscita dal Senato, ciò nonostante, sono emerse le gravi storture e i danni che con questa legge di bilancio voi apporterete al Paese.

E infine, non si può non ribadire anche qui, sono felice che ci sia il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Fraccaro: quelli che avevano pensato che lei nutrisse una concezione diversa di democrazia, di partecipazione, di diritti e di centralità del Parlamento, con la pagina di oggi devono definitivamente ricredersi. E anche i progetti, che voi avete, di riforma costituzionale - penso alla riduzione del numero dei parlamentari, penso all'introduzione del vincolo di mandato, penso alla riforma con l'introduzione del referendum propositivo - dopo oggi andranno letti in un'altra luce, una luce molto più cupa, fosca e di grave rischio e danno per i diritti costituzionali e dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa-Centro Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole De Carlo. Ne ha facoltà.

LUCA DE CARLO (FDI). Grazie, Presidente e grazie, onorevoli colleghi, oggi siamo qui in un'atmosfera praticamente surreale, abbiamo la consapevolezza di non poter cambiare nulla di questo provvedimento; surreale perché chi fa parte di un Parlamento eletto dal popolo dovrebbe, invece, essere messo nelle condizioni, quotidianamente, di poter incidere sulle scelte che il popolo chiede di fare; surreale perché, nel discorso di insediamento dello stesso Presidente Fico, che non è certo il mio punto di riferimento politico, avevo apprezzato il fatto che volesse riportare il Parlamento al centro del dibattito politico: questo non è accaduto. Non si sono verificati nemmeno tutti i buoni propositi sulla fiducia, che il MoVimento 5 Stelle ha sempre predicato di voler utilizzare in minima parte o mai; invece, oggi ci siamo resi conto che si è ricorso alla fiducia quasi sempre. Questa manovra, addirittura, che è il provvedimento più importante dello Stato, ha visto ricorrere alla fiducia per ben tre volte: questo è uno svilimento del Parlamento che i colleghi che sono intervenuti prima hanno già ampiamente definito.

E, allora. che cosa succede? Ci troviamo qui, oggi, tra Natale e Capodanno, il che non mi spaventa, anzi, è nostro dovere, siamo pagati per farlo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e lo facciamo volentieri come missione a favore dei nostri cittadini, ma ci troviamo qui, all'ultimo minuto, semplicemente perché non siete stati capaci, un po' per supponenza, un po' probabilmente per inesperienza, perché una buona parte di voi non ha mai amministrato nemmeno il condominio, probabilmente, prima di essere eletta in Parlamento, e quindi oggi fate oggettivamente molta fatica ad occuparvi di una legge così importante e con dei riflessi così determinanti per questo Paese, che i tempi si allungano.

Le retromarce, soprattutto, di questo Governo, sono palesi: chi non le ha viste? La più importante è quella con l'Europa. Siete stati su un balcone, un po' nostalgici, forse, ma con una caricatura di settant'anni fa, a blandire di essere riusciti a far firmare a Tria un documento con il deficit al 2,4 per cento; siete andati in Europa, ve lo siete fatti bocciare, convinti di fare una battaglia, una guerra, ma poi, automaticamente, quasi impauriti, avete fatto retromarcia. La stessa retromarcia che avete fatto con l'IRES: avete raddoppiato l'IRES agli enti no profit, una cosa che non succedeva dal 1973, cioè tutti i Governi che si sono succeduti, sinistra, destra, populisti, sovranisti, hanno capito che gli enti no profit lo hanno nel nome e tassarli, raddoppiare la tassazione è qualcosa di abominevole. Ora ve ne rendete conto, probabilmente il Ministro Di Maio, che è anche titolare di quel Dicastero che avrebbe dovuto preoccuparsene, dice che porrà un correttivo a gennaio: e, allora, perché non farlo subito? Perché non fermare le bocce e andare in esercizio provvisorio? Guardi che i comuni, Presidente, lo fanno sempre, purtroppo a volte anche come una prassi che consentiva - lo consentiva il Parlamento, addirittura - di approvare il bilancio di previsione a giugno. Era un ricorso assolutamente esagerato; nel mio comune lo approviamo il 31 dicembre, come si suole fare, però è possibile farlo. Piuttosto che fare una manovra brutta, sbagliata e che non fa crescere il Paese, fermiamoci. Fermiamoci, facciamo in modo che anche l'opposizione possa dare il suo contributo, perché è svilente, ve lo dico, e siccome la ruota gira, un giorno sarete voi seduti nei banchi dell'opposizione con molta probabilità e quel giorno sicuramente non vi piacerà il fatto di non poter incidere su una cosa talmente importante per la nostra nazione e che è imprescindibile che sia frutto e oggetto di dibattito.

Oggi c'è un silenzio assoluto. Bene, io, all'interno di questo tomo infinito che sono le cose cambiate dal Senato – perché di questo si tratta, di una manovra nuova: tra quella che abbiamo approvato la prima volta alla Camera e quella che è uscita dal Senato, è una manovra totalmente differente –, ci sono anche le cose positive. Io faccio il sindaco e riconosco che ci siano lo sblocco dell'avanzo di amministrazione, utilissimo, che sia stata alzata la soglia da 50 a 150 mila euro, perché qualcuno non creda che, per punire quattro furbetti del quartierino che fanno gli appalti così, favorendo qualcuno, qualcuno non creda che tutti quelli che fanno appalti, soprattutto negli enti locali, siano dei disonesti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Io questo mi rifiuto di pensarlo. Voi dovete perseguire quelli che non lo fanno, quelli che preferiscono le loro logiche consortili rispetto all'interesse del Paese.

Però, chi vive in un comune sa anche che il primo valore che un sindaco va a vedere, un anno rispetto all'altro, è quello della compartecipazione IRPEF, cioè vuole vedere se il proprio cittadino dichiara di più o di meno in un anno rispetto all'altro, e con questa manovra, signori, che punisce fortemente soprattutto la parte produttiva di questo Paese, io vi assicuro che non ci sarà un aumento del reddito da parte dei nostri cittadini. E questo è grave e non è compensato sicuramente da qualche mancetta, tipo i 50 mila euro che verranno erogati il 10 gennaio, che, sì, aiuteranno a fare qualche opera pubblica, ma vi ricordo che sono gli interventi strutturali, nello Stato così come nei comuni, che fanno in modo che un Paese cresca, e quello di cui abbiamo bisogno noi adesso è la crescita, non il reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Chiaramente, avete utilizzato le maggiori risorse derivanti dai tagli per finanziare una logica assistenzialista, come quella del reddito di cittadinanza, che aveva una parte politica nel loro programma elettorale, e non ci sono i soldi per la crescita: è una scelta politica di cui vi assumerete la responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Napoli. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI (FI). Grazie, Presidente. Dico sempre una battuta: parlare a nuora perché suocera intenda, e mi rivolgo al Ministro Fraccaro perché riferisca al Ministro Di Maio. Il Ministro Di Maio è abituato molto spesso, con un coraggio sfacciato, a fare dichiarazioni, che, personalmente, per la mia poca esperienza e i miei tanti difetti, ritengo, con tutto il rispetto, di un estremo coraggio direi in negativo. Quando parla di enti locali, io mi faccio una domanda, Ministro Fraccaro, ma forse Di Maio si è rivolto al suo sindaco Appendino? La Appendino dichiara testualmente: la manovra costerà a Torino 20 milioni. Non lo dico, io lo dice la Appendino. Attenzione, la stessa cifra costerà a Genova, a Milano, a Bologna, lo dice la Appendino. E lui, Di Maio, invece, dice che gli enti locali avranno più soldi; ed aggiungo, alla stessa Torino, che aveva diritto a 61 milioni per quanto riguardava la problematica dell'IMU, gliene date soltanto la metà, e cioè 30, e glieli dati in cinque anni. Ma Di Maio questo lo sa o non lo sa? Ma voi lo sapete o non lo sapete?

Vedete, sentivo parlare prima dello sblocco delle addizionali: lo sblocco significa che date la possibilità ai comuni di poter aumentare, perché il centrodestra ha sempre tenuto il blocco, ma voi sapete che l'80 per cento dei comuni, con questa normativa, potrà alzare l'aliquota sulla seconda casa? Lo sapete che il 50 per cento dei comuni potrà aumentare la tassa rifiuti? Ma lo sapete o non lo sapete? Perché questo, direi, è l'ABC, tenendo altresì presente – Ministro Fraccaro, riferisca a Di Maio – che i comuni più indebitati d'Italia, stando alle statistiche reali, la sfido in qualsiasi momento, sapete quali sono? Il primo è Roma, il secondo è Torino. Ma guardate che combinazione: tutti e due retti dai 5 Stelle. Siete bravi ad amministrare, a Roma come a Torino, a livello nazionale, in maniera direi ottimale, mamma mia! I debiti più grandi li hanno Roma e Torino, e oggi Roma riceve da voi 90 milioni! Ma scusate, gli altri 8 mila comuni cosa sono? Bazzecole? Gli altri 8 mila comuni non esistono (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

Vede, Ministro, ci sono questi problemi e io mi rivolgo agli amici della Lega per questo, perché facciano qualcosa, loro sono sensibili, hanno tanti amministratori. Vede - e quasi quasi finisco -, per parlare del Terzo settore, io sono convinto che il Ministro Di Maio non sapesse cos'era il Terzo settore, mi è sembrato il mercato delle vacche, e cioè due minuti dopo che si sono ribellati ha detto: no, ragazzi, penso a tutto io; in tutti i telegiornali, sottotitolato: cambiamo subito!

Ma come cambiamo: stiamo facendo una legge, e già decidiamo di cambiare perché ci siamo accorti di aver sbagliato, Ministro Fraccaro? Ma che cosa siamo qui? Ma parliamo di una cosa seria o cos'è? I deboli e i poveri la cosa principale: ebbene, voi togliete ai poveri per dare ai nullafacenti. Questa è la differenza!

Un ultimo appello. Lo dico agli amici della Lega: stravolgete, dite a Salvini di venire lui a vedere la TAV. Lo chiedo in maniera molto seria: stravolga tutti i rapporti, sette mesi che attendiamo un Ministro a vedere la TAV (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Venga Salvini! Forza Italia sarà presente, sarà presente insieme al coordinatore regionale, a Daniela Ruffino eletta nel collegio della TAV: saremo tutti lì, perché Salvini possa riferire loro cos'è quella situazione.

Finisco dicendo una cosa, veramente dieci secondi. Guardate il lato morale, Ministro Fraccaro: per tanto tempo ci avete insultato; dopo che leggo i problemi di Di Battista, i problemi di Di Maio, tutto quello che voi volete, sotto l'aspetto morale non provate più a dirci qualcosa, perché sareste immorali più di quello che siete (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Presidente, con la manovra sventolata da un balcone avete raddoppiato l'Ires per gli enti non profit, colpendo volontariato e sociale; e ditelo al Presidente Conte, che avremmo voluto vedere qui, che questa mattina addirittura ha rivendicato la riforma del terzo settore. No, non l'avete fatta voi, la riforma del terzo settore: l'ha fatta il Governo Renzi-Gentiloni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Voi avete fatto una cosa sola: avete raddoppiato l'Ires per gli enti non profit.

Avete rinviato a data da destinarsi le assunzioni in enti pubblici, nella sanità, nelle università e nelle agenzie fiscali; ma questo è ovvio, perché questa è la riforma che premia i furbi. Avete messo le mani nelle tasche dei pensionati; e anche qui, il Presidente del Consiglio Conte questa mattina li ha anche sbeffeggiati, tirando in ballo addirittura l'avaro di Molière (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Avete dimezzato il nostro futuro, perché avete dimezzato le risorse per l'alternanza scuola-lavoro, e avete tolto del tutto le risorse destinate alla formazione degli insegnanti, quindi al nostro futuro. Avete ridotto gli investimenti pubblici per più di 1 miliardo; e per farvi tornare i conti, avete aperto una cambiale, perché se le clausole di salvaguardia pesantissime non dovessero essere rispettate, si farà la tassa più iniqua per tutti, perché l'IVA al 26 e mezzo nel 2021 se la pagheranno tutti quando faranno la spesa. E lo stesso vale per le accise sulla benzina, 400 milioni.

Significa che l'economia del Paese con la manovra del popolo (l'avete chiamata così) rimarrà bloccata per i prossimi anni. Voi negli anni scorsi avete parlato spesso di decrescita felice: bene, l'avete praticata; c'è un punto però: la decrescita non è per niente felice, perché crea parecchia infelicità, crea disoccupazione, crea disagio sociale, e non c'è alcuna misura e incentivi per lo sviluppo. Questo è il vostro biglietto da visita nella legge di bilancio 2019.

E per dare il senso di questa manovra, voglio citare solo un paio di esempi che danno la misura delle vostre scelte, che sono scelte politiche prima ancora che scelte numeriche. Voi non vi appassionate allo “zero virgola”, ma lo “zero virgola” ha un impatto, e ce l'ha eccome sulle persone. La geniale idea di raddoppiare l'Ires per gli enti non profit che operano nel sociale, nella sanità, nella beneficenza, ha effetto immediato nel momento in cui questa legge di bilancio entrerà in vigore, checché ne dicano Conte e Di Maio; e peraltro ce l'ha confermato ieri sera il Ministro Tria, il Ministro dell'economia e delle finanze.

In quale prossimo provvedimento utile troverete i 118 milioni che dal 1° gennaio dovranno essere trovati, e che nel triennio sono 432 milioni? Quindi state prendendo in giro il terzo settore: non è stata una svista, voi avete fatto marcia indietro soltanto perché il mondo, il mondo che sta fuori da questa stanza, vi si è rivoltato contro, vi ha detto “no”, vi ha detto che questa misura è iniqua ed è sbagliata.

Ma qui non si parla soltanto di tasse e di denari, c'è un tema di fondo: voi avete una concezione arcaica, e oserei dire anche abbastanza malsana, di terzo settore. Aprite i vocabolari, ma soprattutto aprite gli occhi, e prima di aprire i balconi aprite le finestre, guardate cosa c'è fuori nel mondo, cosa fanno gli enti del terzo settore. Non si è mai detto, ed è stato ripetuto tante volte in quest'Aula, che gli enti del terzo settore non fanno utili: non è questo il punto, è dagli anni Settanta che si dice e si ripete questo, e forse voi eravate assenti, non l'avete compreso.

Il tema è che gli utili devono essere reinvestiti in attività di interesse generale, attività di interesse generale che sono tanto precise e tanto circostanziate da essere definite per legge; perché peraltro l'articolo 118 della Costituzione definisce che gli enti del terzo settore partecipano all'interesse generale in modo sussidiario, e peraltro svolgono per conto dello Stato… Perché, contrariamente a quanto voi ne possiate pensare, lo Stato non può arrivare ovunque. Rispondono ad un bisogno sociale importante.

E fra questi enti che sono stati penalizzati, ne cito anche alcuni. Esistono diversi enti, migliaia di enti, di associazioni del terzo settore che rispondono ad un bisogno sociale preciso: la povertà alimentare. Distribuiscono cibo alle famiglie, ai minori, agli anziani; e mentre ancora voi decidete chi potrà beneficiare del reddito di cittadinanza, le persone (abbiamo anche passato il Natale) mangiano, devono alimentarsi. Il Fondo aiuti alimentari grazie a voi è stato drasticamente ridotto. Il Governo del Partito Democratico nel 2017 ha reso quel Fondo strutturale di 5 milioni di euro, e noi in questa legge di bilancio (e devo dire, ringrazio tutte le forze politiche di opposizione per averci seguito in questa campagna) avevamo chiesto di ripianare quelle risorse che noi abbiamo sempre stanziato tra i 10 e i 12 milioni. Voi per la povertà alimentare cosa avete trovato? Udite, udite: 1 milione di euro! Questo è il vostro peso, questo è il significato che date alle persone che oggi, in questo momento, in queste ore, devono mangiare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Concludo su un altro punto. Avete detto di no a tante altre cose; avete detto di no agli emendamenti sull'agricoltura sociale, che dà dignità, attraverso il lavoro, a persone che trovano nel lavoro la dignità, perché la dignità si trova nel lavoro, e non certo nel reddito. Questo certamente è il Governo del cambiamento, ma il Governo del cambiamento in peggio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Presidente, ci accingiamo a votare la legge più importante per il funzionamento dello Stato come se si trattasse della ratifica di un trattato internazionale, e tutto sommato forse non a caso. Abbiamo assistito ad un duro colpo alla democrazia parlamentare, al Parlamento, alla democrazia in generale. Non credo si tratterà di un fatto senza conseguenze: sicuramente - e questo è il mio auspicio - se ne dovrà interessare il giudice delle leggi, e prima ancora il Presidente della Repubblica, al quale rivolgo il mio personale, modestissimo, accorato appello affinché intervenga per ripristinare l'equilibrio costituzionale violato.

Un duro colpo che ha un motivo politico, evidentemente: la manovra del popolo, la manovra del cambiamento come è stata enfaticamente definita, rappresentava una sfida all'Europa tiranna e alle sue politiche di austerity, una sfida con la quale la maggioranza di Governo ha infiammato gli italiani, il loro dissenso, la loro sofferenza, la loro insofferenza, e per la quale ha esposto il debito sovrano e i nostri risparmi alle intemperie dei mercati internazionale. Ebbene, quella manovra non c'è più, Presidente, oggi non variamo quella manovra. Quella che resta da approvare, o più correttamente dovrei dire da ratificare, visto che non c'è alcuna possibilità di intervento, di emendamento, di miglioramento di quel testo, è la manovra scritta dall'Europa, ammannita da un sorridente Junker a un sorridente Conte, che i due vice, i suoi due vice hanno mandato in Europa mentre loro hanno continuato a raccontare su Facebook agli italiani la manovra che non c'è più.

Una manovra, quella che ci tocca oggi varare, che è in perfetta continuità, come è stato già detto prima di me, con quelle precedenti, salvo a non rinnovarne le parti virtuose, ma soltanto le parti difettose. Una manovra rispetto alla quale siamo già sotto l'osservazione della Commissione europea, che a gennaio inizierà a farci i conti in tasca per verificare se saremo più o meno adempienti. Non si chiama commissariamento: abbiamo formalmente evitato la procedura di infrazione, Presidente, ma non mi pare sia una cosa molto distante da lì.

Che cosa rimane della manovra che non c'è più? Rimangono i titoli. Quota 100: doveva essere lo strumento per smantellare la legge cosiddetta Fornero.

Che cosa resta? Resta una modalità di pensionamento che varrà per il prossimo triennio, o più verosimilmente, per il prossimo anno, che riguarderà, nell'ipotesi più importante, 360.000 persone, di cui 120.000 statali. Una ipotesi che doveva essere ovviamente senza costi e che, invece, verrà pagata dai pensionati stessi, perché i 3,9 miliardi che restano per questa posta vengono pagati con 3,6 miliardi sottratti ai pensionati italiani, che percepiscono pensioni da 1.500 euro lorde in su (poco più di 1.200 euro netti), persone che vivono con quella indennità. Verrà pagata dagli stessi pensionandi perché coloro che andranno in pensione prima del tempo pagheranno questo privilegio, caramente, fino al 20 per cento, e per gli statali con il pregiudizio di dover ricevere la liquidazione comunque al compimento del sessantacinquesimo anno di età. Doveva servire per garantire la sostituzione nel mondo del lavoro, se non nella parte privata, in quella pubblica: esce uno, entra uno e abbiamo avuto il blocco delle assunzioni.

Ora, nella narrazione più qualificata del Governo, quota 100 è una prospettiva per i lavori usuranti, dei quali però la manovra non si occupa; dei lavoratori che fanno lavori usuranti la manovra non si occupa. Nella definizione propagandistica di un membro del Governo, è una picconata: mi viene da chiedere a chi? Alla legge Fornero o ai pensionati? Il reddito di cittadinanza, per quello che ancora oggi è dato capire, doveva essere una misura di contrasto alla povertà. Ci eravamo appassionati a questa idea: 16 miliardi servivano - ci ha detto la Svimez - ne sono stati appostati 9, oggi 7,1.

Certo, non è una misura di contrasto alla povertà, altrimenti non si capisce perché non dovrebbe passare attraverso la rete dei comuni, dei servizi sociali così come avviene per il REI, che c'è già. E' una legge per il lavoro? Di certo, non è una legge che crea il lavoro, Presidente, perché il lavoro lo creano lo sviluppo e gli investimenti e, in questa manovra, non ci sono: meno un miliardo per il 2019 e, complessivamente, una prospettiva di decrescita ulteriore degli investimenti pubblici. È allora è uno strumento per accompagnare al lavoro? Attraverso quali reti? Quella fatiscente dei centri per l'impiego? Quella ancora inesistente dei navigator? Anche qui, se è una misura per il lavoro, perché non affidarsi ai sindacati e ai loro CAF? No! Adesso si parla delle imprese e la rete dovrebbe essere quella delle imprese: per fare cosa, Presidente, formazione? Siamo ad un altro step di qualificazione tipologica di questo intervento.

E' perché alle imprese, per fare formazione, se abbiamo le università e gli istituti superiori? Che cosa c'è, allora, in questo reddito di cittadinanza? Aiuta i poveri o aiuta l'occupazione? In questa incertezza c'è soltanto il dato di spesa a debito ed è un dato negativo. Di certo, in questa incertezza, Presidente, possiamo affermare che non è il reddito di cittadinanza una misura a favore del Sud. Non lo è per ragioni culturali, perché dà l'idea di una parte del Paese incapace, che ha bisogno di assistenza. Non lo è sotto il profilo economico, per tre ragioni: perché le proiezioni del MISE ci dicono che andrà per la metà al centro-nord; perché i beni, il cui consumo aumenterà per la domanda sprigionata dal reddito di cittadinanza - ci dice sempre la Svimez - sono prodotti fuori dall'area meridionale, in Italia, dalle imprese che si trovano nel centro-nord, che ne riceveranno il beneficio, a maggior ragione poi se, attraverso quelle imprese, verranno transitati finanziamenti per la formazione, che qualificherà il reddito di cittadinanza, quindi non lo è sicuramente per i lavoratori del Sud; terzo punto, non lo è perché, venuto meno il limite alla terza chiamata, dal punto di vista territoriale, cioè dovendosi accettare anche chiamate di lavoro molto lontane da casa propria, questo significherà per i lavoratori del Sud dover accettare offerte che provengono dal centro-nord. Questo perché al Sud il mismatch tra offerta e domanda di lavoro è così ampio che di offerta di lavoro ce ne sarà in abbondanza rispetto alla domanda e questo significherà altra migrazione, altre decine di migliaia di cittadini meridionali che migreranno al nord, così come il milione e 600, che lo ha lasciato negli ultimi dieci anni. E se il reddito di cittadinanza, Presidente, non è una misura a favore del Sud, di certo questa manovra è contraria al Sud. È una manovra di senso contrario al Mezzogiorno d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali), che dopo l'inganno della capacità espansiva dell'austerity deve sorbirsi il paradosso di una manovra regressiva in deficit, il che significa, brevemente: ottocento milioni di euro in più per l'anno prossimo, con una riprogrammazione di cassa in pieno continuismo delle tecniche di bilancio del passato; meno 800 milioni di euro sul Fondo sociale di coesione; meno ottocentocinquanta milioni sul Fondo di rotazione per il cofinanziamento, dei finanziamenti europei; meno 600 milioni di investimenti per le ferrovie dello Stato; meno il credito d'imposta introdotto dallo scorso Governo. Sono quattro misure che ammontano a 2,5 miliardi di euro in meno già per l'anno prossimo, rispetto alle quali fa ridere - fa ridere - l'ipotesi della detassazione del 7 per cento dei pensionati che vivono all'estero e che ritornano a vivere in Italia.

Siamo davanti ad una manovra contraria al Sud, che è leggibile nella programmazione del Fondo di coesione sociale e di rotazione, dove si postergano, al 2021 e al 2022, rispettivamente 22 miliardi di euro e 30 miliardi euro, che non sono spesi negli anni in cui servono, cioè ora, ma, si immagina - ma è chiaramente un artificio - che verranno spesi fra quattro o cinque anni, quando il Sud sarà già morto, se non morirà prima per mano di questo Governo, che si appresta - mi rivolgo accoratamente ai colleghi del Movimento 5 Stelle - a trasferire alle regioni del Nord funzioni e risorse che riguardano servizi fondamentali come la sanità e la scuola, sul presupposto che possano essere meglio assolti lì, dove si incassa di più dal gettito erariale, possano essere assolti meglio lì, nelle regioni ricche che nelle regioni meridionali, nelle regioni povere. È questo un attentato all'unità nazionale, che è un valore e un principio costituzionale di certo superiore a quello dell'autonomia regionale. Cosa farà il Movimento 5 Stelle i cui parlamentari tutti, non solo quelli eletti al Sud del Paese, beneficiano di un voto di fiducia, di un voto di opinione senza precedenti nella storia repubblicana, un voto con il quale i cittadini del Sud vi hanno affidato le loro sorti, dopo aver approvato questa legge? Il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle intercederà per evitare quella prospettiva della secessione delle regioni ricche o infliggerà questo colpo mortale alla fiducia dei cittadini meridionali? E se lo farà, quando Salvini tornerà su Facebook a dire che il suo Governo ha le palle, loro, ai loro elettori, cosa diranno (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali)?

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Fidanza. Ne ha facoltà.

CARLO FIDANZA (FDI). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, il giudizio complessivo su questa manovra da parte di Fratelli d'Italia è stato già dato. È un giudizio molto severo, un giudizio duro per una manovra che, a nostro avviso, non investe a sufficienza sulla crescita, sullo sviluppo, sulle infrastrutture, sul rilancio vero di questa nostra nazione. Nell'ambito di questa manovra e di questa impostazione culturale, che riprende un tratto fondamentale dei programmi e dell'impostazione della forza di maggioranza relativa, cioè del MoVimento 5 Stelle, ci sono anche degli elementi di dettaglio che vanno a confermare questa tendenza culturale, che è sostanzialmente una tendenza anti-impresa, anti-sviluppo, anti-crescita. Voglio affrontare, forse per la prima volta oggi in quest'Aula, il tema della famigerata direttiva Bolkestein e lo voglio fare dando atto al Governo di essere intervenuto sul tema del commercio ambulante, prevedendone l'esclusione dall'ambito di applicazione di questa direttiva. È una battaglia storica che Fratelli d'Italia ha condotto in tutte le sedi, nelle piazze, nelle istituzioni. Accanto a me vedo i colleghi che se ne sono fatti interpreti in questi anni e siamo lieti che la stessa identica formulazione di nostri emendamenti, presentati in tutti i provvedimenti di questa e della passata legislatura, sia stata recepita dal Governo che oggi esclude gli ambulanti dalla Bolkestein (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Però c'è qualcosa che non torna, perché nel momento in cui si sancisce il principio per cui si può, con un tratto di penna, modificando una legge nazionale, escludere delle categorie dall'ambito di applicazione di questa direttiva, non si capisce per quale motivo altre categorie non sono state oggetto di analoga attenzione, di analogo trattamento. Non si capisce perché, ad esempio, per gli imprenditori balneari non sia stato fatto lo stesso. È stato prima detto che sarebbero stati dati trent'anni di proroga, poi sono diventati quindici, più cinque, più cinque, poi, alla fine, sono rimasti soltanto quindici, in una prospettiva che tradisce, ancora una volta, un doppiopesismo incomprensibile, una differenza di trattamento che non si comprende se non alla luce di quel pregiudizio anti-impresa che anima il Movimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

La stessa cosa potremmo dire, ad esempio, dei porticcioli turistici che rischiano di chiudere per la stessa errata interpretazione di questa direttiva, così come delle guide turistiche che da troppo tempo combattono per vedere sanata un'inaccettabile discriminazione rispetto ad altre figure professionali che potrebbero irrompere o che stanno irrompendo nel nostro mercato nazionale. Ma non è tutto. Avete - non se n'è ancora parlato a sufficienza, neanche oggi - introdotto in questa manovra l'ecotassa: la manovra del popolo introduce una tassa contro il popolo.

Introduce una tassa sulle autovetture che andrà a gravare su chi ha la sfortuna di non potersi permettere di comprare un'auto più costosa e vara degli incentivi, che vanno esattamente nella stessa direzione, cioè si danno più soldi a chi ha già più soldi per poter comprare un'auto più costosa. Il tutto sull'altare dell'ideologia dell'elettrico, cioè facendo un grande favore a grandi case costruttrici non italiane, in gran parte giapponesi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e sacrificando intere filiere industriali e penso, ad esempio, a quella del gas naturale che è una filiera prevalentemente italiana che, invece, viene completamente ignorata dal punto di vista degli incentivi e di questo renderete conto perché è una misura depressiva che farà tutt'altro che rilanciare il mercato dell'auto.

E poi c'è un elemento di cui non si è ancora parlato a sufficienza. In quest'Aula e anche al Senato noi abbiamo approvato all'unanimità un provvedimento di civiltà, la “legge Meloni”, che istituisce l'obbligo della dotazione di dispositivi salva bebè per evitare il fenomeno delle morti di bambini abbandonati nelle auto. Vi abbiamo chiesto, perché così si era impegnato anche il Ministro Toninelli, di stanziare i fondi necessari per gli incentivi per l'acquisto di questi dispositivi, affinché questa misura di civiltà non gravasse sulle tasche delle famiglie italiane, ma ci avete chiesto tempo per individuare le coperture e gli stanziamenti. Vi abbiamo chiesto, sulla base delle indicazioni degli uffici, di trovare quelle risorse e oggi su questa misura c'è un misero milione di euro. Sapete cosa vuol dire, colleghi? Vuol dire il potenziale fallimento di questa legge di civiltà. Vi siete impegnati: trovate le risorse per applicarla, trovate le risorse per gli incentivi, altrimenti non sarà servito a nulla questo bellissimo voto unanime che abbiamo fatto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Concludo, Presidente, toccando al volo alcuni altri provvedimenti perché la stroncatura e la strozzatura del dibattito parlamentare ci stanno impedendo di entrare su cose fondamentali. Penso, dunque, al settore delle telecomunicazioni. Il riordino delle frequenze locali è importantissimo ed è stato fatto con un tratto di penna e l'Aula non ne ha potuto discutere e la Commissione nemmeno. Poi la web-tax, un provvedimento atteso, un provvedimento importantissimo fatto male e di cui nessuno ha potuto discutere perché servivano dei soldi per coprire le vostre misure assistenziali come il reddito di cittadinanza. E, ancora, il taglio vergognoso ai contributi per l'editoria, che è un colpo mortale al pluralismo.

PRESIDENTE. Concluda.

CARLO FIDANZA (FDI). Di tutto ciò quest'Aula - e concludo - non ha potuto discutere e di tutto ciò voi renderete conto tra pochi mesi a questa nazione, che non ve lo perdonerà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente, per la parola. Onorevole Ministro, onorevoli sottosegretari, onorevoli colleghi e onorevoli colleghe, mai come in questa occasione il Parlamento, come istituzione dell'Italia democratica, è stato mortificato e vilipeso. La manovra è stata approvata al Senato senza che sia stato possibile nemmeno esaminarla in Commissione, votata a scatola chiusa con la fiducia e ciò si ripeterà in questa Camera dei deputati. Un vulnus costituzionale senza precedenti.

Il Premier Conte, come al solito, ha scaricato la responsabilità sull'Unione europea e sui tempi richiesti dal negoziato per evitare la procedura di infrazione. Finge di ignorare mesi irresponsabilmente spesi dal Governo gialloverde in gaffe, battute sarcastiche, insulti con i leader europei, dichiarazioni dilettantistiche di Ministri o sottosegretari e presidenti di Commissione, mentre la Borsa crollava, i capitali fuggivano all'estero e lo spread cresceva fino a 335 punti. Ora il Paese raccoglie le macerie di tanta velleitaria iattanza. La patrimonializzazione delle banche è collassata e nel settore si rischiano nuovi default. Dal Senato arriva una manovra confusa e sbagliata che raschia il fondo del barile e che ha avuto l'ardire di raddoppiare l'IRES addirittura al volontariato sociale, che taglia gli investimenti, aumenta la pressione fiscale complessiva ed ipoteca il futuro dei nostri figli con gigantesche clausole di salvaguardia. Avete ereditato un Paese che cresceva magari troppo poco ma che comunque cresceva. Invece, in soli sei mesi lo avete portato sulla soglia della recessione.

La manovra contiene anche il condono per l'omesso versamento dei contributi alle casse di previdenza. Ho presentato un emendamento per escludere da ciò almeno la Cassa di previdenza degli avvocati, emendamento che ovviamente è stato bocciato in Commissione. Ritengo inaccettabile che un avvocato, un professionista abilitato che riveste un preciso ruolo sociale e di rango costituzionale, venga autorizzato da questo Governo a non versare i propri contributi previdenziali. Questa vostra assurda misura costituisce un vulnus gravissimo alla stabilità finanziaria della Cassa previdenziale forense, una delle meglio amministrate che finora non ha registrato difficoltà a mantenere la propria autosufficienza e autonomia finanziaria. Le prime prudenziali stime parlano di circa 200 milioni di mancati incassi.

Il legislatore negli ultimi decenni ha giustamente imposto all'avvocato, a garanzia della qualità della prestazione professionale resa, precisi obblighi in termini di formazione continua, assicurativi per i rischi professionali, in materia di antiriciclaggio e di tutela della privacy. Ora scopriamo che può non pagare i contributi previdenziali e farla franca versandole solo una minima percentuale. Quale garanzia di professionalità può dare un avvocato che non versa i propri contributi previdenziali? Il nostro codice deontologico recita testualmente: “L'avvocato deve esercitare l'attività professionale con indipendenza, lealtà, correttezza, probità, dignità, decoro, diligenza e competenza”. Un avvocato che non versa i propri contributi e poi magari presenta la domanda di condono viola, in un colpo solo, tutti questi doveri. Gli avvocati italiani sono per la stragrande maggioranza dei galantuomini con la schiena diritta, consapevoli del grande onore ma anche del grande onere che rappresenta indossare la toga e la libera professione è e non deve diventare mai un ammortizzatore sociale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Il Senato ha modificato anche il “Fondo salva banche” introducendo il principio per cui l'assistenza alla presentazione della domanda non dà diritto ad alcun compenso professionale. Immagino che la ratio della norma sia ispirata al tentativo di impedire che somme erogate dal Fondo statale finiscano nelle mani di quei pochi studi legali - e mi accingo alle conclusioni, Presidente - che si sono accaparrati anche migliaia di clienti. Il fenomeno è stato denunciato in particolare dai media veneti, VicenzaPiù, in primis, e Il Corriere del Veneto e penso che il relatore Raduzzi lo ricordi. Comprendo, quindi, la ratio che ha ispirato la norma, ma temo che il risultato non sia all'altezza delle intenzioni degli estensori del testo. I patti di quota lite che gravano sui risparmiatori che si sono rivolti a questi studi legali restano infatti efficaci e la norma, invece, rischia di penalizzare ingiustamente gli avvocati normali, seri professionisti che non potranno pretendere un compenso se chiamati ad assistere clienti che presentano istanza di accesso al Fondo.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Zanettin.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Un ultimo auspicio. Spero che le norme che regolano il Fondo siano state concordate adeguatamente con l'Unione europea e non possano essere considerate aiuto di Stato. Qualche maliziosa vocina…

PRESIDENTE. Deve concludere però, onorevole. Ha superato abbondantemente il tempo a sua disposizione.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Concludo il pensiero. Qualche maliziosa vocina che circola per i corridoi di Montecitorio dice che invece è già pronta la procedura di infrazione che inevitabilmente sterilizzerebbe il Fondo. Dio non voglia che finisca così (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (PD). Grazie, signora Presidente. Signori del Governo, colleghe e colleghi, se fossimo a Pasqua mi sarebbe venuta in mente una frase del tipo: “Perdona loro perché non sanno ciò che fanno”, ma siccome siamo a Natale semplicemente non ho parole e credo che a “riveder le stelle” questo Parlamento e questa maggioranza ci metteranno molto tempo. Non ho parole perché quello che è accaduto in quest'Aula e nella discussione della maggioranza, perché evidentemente noi non siamo stati associati a questo privilegio di poter discutere di una manovra che ci è stata presentata solo il 22 dicembre, in realtà non è degno di un Parlamento e di un consesso democratico, come quello nel quale ci troviamo. Vi siete fatti dettare la manovra, avete scaricato sui Governi futuri le vostre ipoteche e - lo voglio ricordare qui in premessa - tutto ciò lo avete potuto fare solamente perché avete aumentato le previsioni di incremento dell'IVA per oltre 10 miliardi, passando dai 12 attuali ai 23 per l'anno prossimo e ai 29 miliardi di clausole di salvaguardia per il 2021. Avete scaricato sul futuro quello che doveva servire per garantire le vostre vuote promesse.

Le promesse sono vuote anche in senso materiale. Infatti, a chi aspetta i 780 euro - e lo dico per qualcuno che magari è collegato - al massimo toccheranno 60 euro. Ai pensionati, ai quali avevate promesso di incrementare le pensioni, toccherà un taglio indiscriminato per tutti coloro i quali avranno pensioni sopra i 1.500 euro.

Non tagliate solo le pensioni d'oro, tagliate anche quelle d'argento, quelle di bronzo, ma soprattutto volete tagliare quelle fatte con il sudore della fronte, che dovrebbe essere rispettato dal Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché le persone che prendono 1.500 euro lordi di pensione non hanno mai avuto un trattamento di favore all'interno di un concorso. Allora, è come se a un certo punto si fosse contratta una cambiale per fare un Natale a Miami e questa cambiale la si faceva pagare a qualcun altro; e invece, come ricordava ieri il collega Brunetta, è diventato Natale a Canossa, tornando indietro su tutto e non dando nessuna possibilità agli italiani di scegliere con coscienza quali potrebbero essere le alternative. C'è stata una manovra del popolo, con inclusa retromarcia e con inclusa un'azione di individuazione dei nemici del popolo, ma nel frattempo c'è qualcuno che questa manovra la paga, e la paga il popolo.

Ma prima ancora di elencare chi paga vorrei dirvi una cosa, e lo dico ai paladini dell'onestà: nel momento in cui il presidente Cantone ha denunciato con forza la modifica del codice degli appalti, che apre le strade a furbi e persone che certamente non sono degne di essere considerate all'interno di quest'Aula come meritevoli di un trattamento di favore, avete spalancato le porte all'illegalità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). L'inefficienza è sinonimo di illegalità e noi non vogliamo che questa manovra che il popolo paga la paghino le persone in carne ed ossa, la paghi il Sud, la paghi la cultura, la paghi l'università, la paghino quelle persone che non verranno assunte perché dovete risparmiare per le vostre vuote promesse. La pagano i pensionati, neanche Il Tartufo di Molière avrebbe usato le parole del Presidente Conte. Ma quello che più mi indigna è il condono per parenti e amici.

Voi non incontrate nessuno dei soggetti coinvolti, però il Ministro “bacioni” Salvini incontra i cosiddetti capi delle tifoserie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Allora, vi dico una cosa: quando si fa il Ministro dell'Interno si deve avere rispetto, e vi dico solo che in questo Paese esiste una questione che va posta con grande fermezza e ve la voglio dire perché tante volte l'avete sentita da questi banchi. Si dice che ci si vergogna solo la prima volta, ma vorrei ricordare, con un pensatore che disse una frase che vorrei qui citare, che la vergogna non si limita a precedere la rivoluzione, è già in sé una rivoluzione. E voi, essendo coloro i quali vi dovete vergognare di quella manovra che in questo momento stiamo per votare, dovete sapere che il popolo se ne ricorderà. E noi, domani mattina, alle 11, incontreremo fuori di quest'Aula i tanti soggetti che voi, invece, non avete voluto incontrare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Signor Presidente, membri del Governo, colleghi, al di là dei singoli contenuti di questo maxiemendamento, sui quali si sono già intrattenuti abbondantemente altri colleghi, direi che questo bilancio previsionale presenta cinque macchie, cinque grandi difetti. Il primo è sicuramente un errore, un errore di metodo, un metodo antidemocratico: questo Governo ha dimostrato ai Governi precedenti che non c'era bisogno di indire referendum e di scomodare i cittadini per vanificare le prerogative non solo del Senato, ma anche quelle della Camera. Quello che è avvenuto al Senato e oggi alla Camera, ieri sera in Commissione bilancio, stanotte in Commissione bilancio della Camera, è veramente grave e assurdo. Il tutto condito anche con una sorta di boicottaggio che i colleghi del 5 Stelle hanno stamattina portato in Aula: alle 9,30, quando iniziava la discussione sulle linee generali, sui banchi del Partito 5 Stelle non c'era nessuno, a dimostrazione di una mancanza di rispetto totale verso le istituzioni, verso i colleghi, verso i cittadini. Non solo, ma la cosa si è reiterata ancora quando il relatore di maggioranza, quello del Partito 5 Stelle, benché quel Partito veda la presenza all'interno del Governo del Ministro dell'Economia, del Ministro dello Sviluppo, si è astenuto dal relazionare, comportando ulteriormente le giuste proteste dell'opposizione, di chi dalle 9,30 di stamattina era qui. La discussione sulle linee generali non è iniziata alle 9,30, è iniziata con tre ore di ritardo a causa di questa sorta di boicottaggio alle istituzioni, che non viene dalle opposizioni, viene dalla maggioranza, è bene che ce lo ricordiamo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Partito Democratico).

Il secondo errore sicuramente è quello di avere impostato una manovra contro l'impresa e contro il lavoro, avere di fatto impostato una manovra fuori da ogni logica di supporto e attenzione al mondo delle imprese. La fiscalità aggregata a carico delle imprese risulta aggravata dal complesso degli interventi, 6.244 milioni in più nel 2019, e dalla liberalizzazione delle tariffe degli enti locali. Chi fa impresa, in quest'Aula, ma anche alle trasmissioni televisive, è stato più volte qualificato come prenditore, profittatore, quasi un malfattore che lucra, sfrutta ed evade. Tutti i provvedimenti, dal “decreto dignità” allo “spazza corrotti”, danno questa immagine dell'imprenditore. L'ultimo è stato un certo Paragone Gianluigi, il quale, infervorandosi, in una trasmissione televisiva ha minacciato di mandare nelle imprese… ha detto che “li staneremo con l'Ispettorato del lavoro”. Questo è l'approccio che avete dimostrato fino a oggi nei confronti degli imprenditori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Una frase grave, tra l'altro, credo, atteso che gli ispettori del lavoro non sono agli ordini di nessun esponente politico, come è giusto che sia.

Questa visione ha portato conseguentemente verso la strada sbagliata e le saracinesche sono sempre più pesanti, come diceva giustamente l'altro giorno, in quest'Aula, il mio collega Crosetto. Voi continuate ad appesantirle: collega Covolo, chieda alla CGIA di Mestre cosa ne pensano gli imprenditori, quelli veramente attivi, di questa manovra di bilancio; lo chieda a loro, che sono di solito piuttosto, ripeto, competenti.

Il terzo errore grave è quello di aver fatto ruotare tutto intorno al reddito di cittadinanza, che attrae, sottrae e ingloba tutte le risorse in una situazione difficile come quella in cui si trova l'Italia.

Quindi, nessuna flat tax effettiva, decurtazione delle pensioni da 1.250 euro netti, aggravi per il Terzo settore, grandi opere in perenne fase di analisi, fine dell'IRI e dell'ACE, niente per la formazione, per la revisione del sistema carcerario, per la sanità. Avere poi potenziato il regime forfettario sui ricavi, attenzione, è un grande incentivo al sommerso, anche tenendo conto che così si è prodotto uno scalino abnorme fra forfettario e ordinario. Vediamo quante persone dichiareranno ricavi per 65.100 euro. Oltretutto, anche sulla mini IRES ci sarebbe molto da dire, visto che si riduce all'incrementale sia per i beni che per il personale ed è appesantita da varie condizioni. Certo, all'interno di un libro quale è quello del disegno di legge sul bilancio di previsione ci sono anche cose positive, e le vogliamo dire, per principio: quella sulla detraibilità dell'IMU, sullo sblocco degli avanzi di bilancio per i comuni, sulle assunzioni nel comparto sicurezza, ma è veramente troppo poco, ed è poco perché la gran parte delle risorse sono state destinate al reddito di cittadinanza.

Il quarto difetto è il segno vero del danno che si sta facendo: si stanno avvelenando i pozzi. Al di là dei problemi che non risolve, degli investimenti che non prevede, della crescita che non promuove, questo bilancio di previsione è una condanna per gli anni a venire per le future generazioni. I dati sono precisi: 23 milioni di salvaguardie nel 2020, 29 milioni previsti per il 2021; quando il reddito di cittadinanza, con i suoi otto milioni annui di spesa, andrà a regime, qualsiasi legge di bilancio con le cifre di quella attuale sarà interdetta, perché supererà i 32 miliardi di questa legge di bilancio. Mettete le manette a qualsiasi possibilità di sviluppo e di governo dell'Italia. Perché si faccia questo è abbastanza chiaro, le ragioni sono tutte politiche. E, allora, poco conta poi produrre elenchi con accanto la scritta “fatto”, perché i cittadini ben presto si renderanno conto che accanto alla stragrande maggioranza di quelle diciture sarebbe stato più opportuno scrivere “artefatto”, “misfatto”, “contraffatto”, “disfatto” o semplicemente “rifatto” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

L'ultima nota è quella su un altro grave errore, dov'è la visione del cambiamento? Nella manovra non c'è alcun riferimento alla rinascita valoriale, di cui avrebbe estremamente bisogno l'Italia. Noi siamo per il lavoro di cittadinanza, non per il reddito di cittadinanza, per la partecipazione, per l'indipendenza degli uomini che si fa libertà, per il lavoro; noi crediamo nella meritocrazia, nell'equità sociale, nella difesa della nostra storia, della nostra cultura, dei nostri interessi nazionali e noi difendiamo i valori della famiglia e dell'impresa, come nuclei fondanti lo Stato, il dovere e il sacrificio finalizzati alla salvaguardia di quei valori. Non possiamo votare questa legge di bilancio, non ci riconosciamo in essa, semplicemente per il principio che ad impossibilia nemo tenetur (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Carrara. Ne ha facoltà.

MAURIZIO CARRARA (FI). Presidente, colleghi, signori del Governo, quello che è successo nell'iter di approvazione della legge di bilancio è qualcosa di assurdo; vi siete presi gioco del Parlamento, minando i principi della democrazia rappresentativa; con il maxiemendamento, adesso, riportate la manovra economica nel range imposto dall'Unione europea. Avete strillato e fatto i bulli per mesi e siete tornati da Bruxelles, prendendo sberle a non finire. L'unico risultato prodotto dal vostro braccio di ferro è quello di aver mandato in fumo i risparmi degli italiani. Vi appellate al sovranismo, ma nessun Governo, nella storia d'Italia, ha difeso così penosamente l'interesse nazionale. È una sconfitta per il Governo Conte; l'avvocato del popolo ha patteggiato un misero sconto di pena.

Entrando nel merito delle vostre scelte c'è davvero da preoccuparsi; quella che ci troviamo di fronte è una manovra inefficace e penalizzante per il Paese. Se si escludono alcuni provvedimenti voluti dagli amici della Lega, il resto delle misure di matrice grillo-comunista rappresenta un deterrente per il lavoro e per la crescita. Assistiamo al trionfo del metodo statalista e assistenziale. Questa è una scommessa sul fallimento del Paese.

Il provvedimento simbolo di tutto questo, mi rivolgo al MoVimento 5 Stelle, è il reddito di cittadinanza, con il quale volete trasformare gli italiani in un popolo che vive di sussidi di Stato, perché questa è la vostra idea di libertà. Con questa misura, inoltre, mentite, sapendo di mentire; promettete di dare 780 euro alla platea dei 5 milioni di aventi diritto, ma non sarà così, perché le risorse non sono sufficienti. Millantate anche riguardo al lavoro, perché non sarete in grado di offrire le tre proposte occupazionali ai fruitori del sussidio. Vi svelo l'arcano: se oggi quelle persone sono disoccupate è perché manca il lavoro e se prima non si adottano misure in grado di creare nuova occupazione a niente servirà la riconversione dei centri per l'impiego.

La verità è che siete degli irresponsabili. Voi giocate con il futuro e le speranze delle persone più deboli. Vi sfugge una regola base: la ricchezza, prima di essere redistribuita, va prodotta e il lavoro, prima di essere intermediato, va creato. Ricchezza e lavoro vengono creati dalle imprese, quelle stesse imprese che voi amate tassare e tartassare, facendo scendere sul piede di guerra tutte le associazioni datoriali. Voi ignorate le più elementari regole dell'economia e, così facendo, state pugnalando al cuore il nostro sistema produttivo. Siete dei ladri di futuro, perché aumentate le tasse e riducete la spesa pubblica in investimenti. Non avete abolito la povertà, avete ucciso il buonsenso. Il vostro consenso, però, è una cambiale in scadenza, non andrete molto avanti, non ve lo permetterà l'Italia che lavora e produce, l'Italia di chi la vita se la guadagna, l'Italia di chi spera e non si rassegna.

Finché saremo in questo Parlamento ci impegneremo per costruire una società diversa da quella che voi avete in mente, nella quale tutti riescano a ritagliarsi il proprio spazio, a partire dagli ultimi, un Paese dove l'ascensore sociale sia alla portata di tutti, in base al merito, alla capacità e all'ingegno di ognuno di noi. Vogliamo dare la possibilità ai giovani di esprimere i loro talenti nel nostro Paese, senza il bisogno e la necessità di dover andare altrove. Prima di quanto immaginiate gli italiani si sveglieranno e sceglieranno il futuro e la speranza, smetteranno di sostenervi, voi che siete solo degli spacciatori consapevoli di declino e povertà, a spese dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Signora Presidente, Governo, onorevoli colleghi, si è consumato, con questa legge di bilancio, uno strappo istituzionale come non abbiamo mai visto prima, inedito nella nostra storia di Repubblica democratica, che ha visto questa pericolosa sovrapposizione tra ruolo legislativo ed esecutivo, con un Presidente della Camera che, da garante di tutti, è diventato difensore di pochi. Questo avviene nel totale asservimento dei deputati della maggioranza, che non hanno nessun sussulto, che non hanno nessun tremore ai polsi, con un passaggio in terza lettura che non cambierà nulla degli errori che sono stati introdotti al Senato. Solo una mente cinica e punitiva può votare una legge che prevede meno investimenti e più tasse per tutti, che deprime gli investimenti, mortifica lo sviluppo sociale e quello economico e prende i soldi dal gioco d'azzardo - di cui avete fatto finta di essere i paladini del suo contrasto –, aumenta le tasse, pretendendo di fare cassa sugli enti del terzo settore, coloro che suppliscono spesso agli enti pubblici, coloro che attuano l'articolo 118, che forse non conoscete, della nostra Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), coloro che rappresentano più di 340 enti, coloro che rappresentano 800 mila lavoratori, coloro che creano occupazione, non disoccupati, come avviene con il “decreto dignità”. E non sarà certo il primo provvedimento utile su cui vi siete impegnati, dopo la rivolta di tutto il no profit, ad annullare lo sdegno e la colpa per averla solo pensata, per averla voluta, per averla contraddetta e che noi vogliamo che venga cancellata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Il passaggio al Senato non è stato grave solo per il metodo, ma anche per il merito al limite della Costituzione, dove abbiamo provato, persino con la resistenza fisica, perché la persuasione dialettica è stata inutile e, quindi, anche per i contenuti. La verità, vedete, è che ci chiedete disponibilità e collaborazione a parole, ma, poi, andate dritti per la vostra strada, portando con voi il Paese nel baratro, mettendo un'ipoteca insostenibile per oltre 50 miliardi per i prossimi due anni. Chi paga il prezzo più alto è la sanità, soprattutto per la parte corrente; a fronte del miliardo aggiuntivo che avete ereditato, avete saputo fare un'operazione addirittura surreale; avete considerato il Fondo su cui non avete messo un euro in più una specie di tesoretto, con cui avete finanziato interventi sporadici e settoriali, niente per lo sblocco del personale, nulla che salvaguardi i dirigenti, la RIA, i LEA, nessuno.

Avete, però, messo tanti pagherò, facendo fare un anno sabbatico al Fondo, attendendo 3 miliardi per avere i 4 miliardi, grazie a noi, sul Fondo dell'edilizia; zero avete messo per quel che riguarda i super ticket, però siete stati bravi, abbiamo avuto una Ministra che ha chiesto di emulare le regioni più virtuose, chiedendo a quelle che sono in difficoltà, invece, di farlo gratis. Ma c'è una chicca che avete fatto, la perla che non poteva mancare, quella sulle professioni sanitarie, ostetriche, tecnico-sanitarie e riabilitative; del resto, quando abbiamo dei responsabili di Governo che credono che fare riabilitazione sia l'equivalente di fare un massaggio, che confondono i sani con i malati, alla faccia di queste professioni che possono svolgere il ruolo della dirigenza sanitaria, sappiano che da noi avranno solo stima e rispetto per quello che fanno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quale garanzia daremo a questi pazienti, quando consentirete di essere riconosciuti anche per pseudo-corsi di chi non sa di quale anno. Ma voi che siete esperti in condoni e sanatorie, con la scusa dell'emergenza attuativa della “legge Lorenzin”, che peraltro non serve, avete deciso di fare una sanatoria per tutti. Ebbene, noi abbiamo bisogno dei professionisti, ne abbiamo bisogno perché ne ha bisogno il nostro servizio sanitario, ma di tutti coloro che hanno lavorato in questi diciotto anni e, guardate, ve l'hanno detto anche i colleghi della maggioranza che siedono lì di fronte a noi, avete creato veramente un grande, grande obbrobrio giuridico.

Noi non voteremo, non voteremo la fiducia a chi chiede una cambiale in basso a questo Paese, non daremo mai il nostro voto a chi sta facendo scempio delle regole democratiche, non voteremo mai e diremo “no” a chi ha scelto deliberatamente, scientemente e volutamente di portare questo Paese in recessione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, durante la discussione in prima lettura della manovra, nel mio precedente intervento, in modo dimostrativo, strappai il progetto di bilancio che stavamo discutendo; ero stato profetico perché poi quel testo, sul quale avevamo lavorato in Commissione e discusso in Assemblea, era evidentemente nullo, da buttare via. Certamente, è stata l'Europa a far perdere tempo, facendo riscrivere la legge di bilancio e riducendoci all'ultimo giorno utile per evitare di passare all'esercizio provvisorio della spesa statale, però è bene ricordare, per onestà intellettuale, che questa non è la novità di questo Governo, perché lo hanno fatto anche i Governi precedenti. Già, i precedenti Governi, peccato che questo dovesse essere in discontinuità con essi. Ricordo, per esempio, quello di Monti, il cui bilancio fu approvato il 24 dicembre 2012, e la sua legge consisteva in ben 561 commi di un unico articolo; anche allora i Cinquestelle e la Lega dissero che Monti si era fatto scrivere la manovra dall'Europa, dalla Merkel: corsi e ricorsi. Eppure, Monti non dovette negoziare nulla con la Commissione europea, nonostante i risultati del 2012 fossero stati di un deficit del 3 per cento - già, un punto in più della vostra manovra -, di una diminuzione del prodotto interno lordo del 2,4 per cento e di un debito pubblico del 127 per cento. Ma lo stesso dicasi con l'ultimo Governo del Partito Democratico, quello di Gentiloni, che anche lui ha fatto approvare il suo bilancio il 27 dicembre 2017, con un maxiemendamento di ben 1.181 commi. I risultati di quel bilancio sono stati una crescita modesta del PIL, dell'1,1 per cento, dovuto per lo più a un mega trend mondiale, un debito pubblico attestato al 130 per cento, un deficit di bilancio del 2,4. Già, anche questa volta mezzo punto in più del vostro Governo, anche se la Commissione europea, anche in quell'occasione, non avesse avuto nulla da obiettare prima dell'approvazione del bilancio. Quindi, la domanda che ci viene spontanea è: cos'è accaduto in quelle stanze, in quelle notti a Bruxelles? Eppure, nonostante le pressioni della Commissione europea, ci aspettavamo da questo Governo che si muovesse in modo diverso. Vi ricordate? Tre per cento! No, 2,9! No, 2,4! No, 2,04! Non andremo in Europa col cappello in mano! La verità è che ci siete andati in Europa, e siete tornati senza neppure il cappello. Vorrei ricordare poi ciò che ha dichiarato il Ministro Savona sul giornale Milano Finanza: l'azione di Governo si concentri sull'obiettivo di riavviare gli investimenti, che restano lo strumento indispensabile per ostacolare la congiuntura negativa, allo scopo di non aggravare ritardi di crescita già accumulati nel passato. Ma investimenti per la crescita non ci sono. C'è indubbiamente una parziale liberalizzazione delle assunzioni da parte di Stato, enti locali, enti pubblici, che nel passato erano state bloccate in nome dei tagli alla spesa pubblica, ma anche qui fate ridere l'Italia: imponete con il “decreto dignità” assunzioni a tempo indeterminato per tutti, anche agli stagionali, e poi, quando lo Stato assume, lo fa a 36 mesi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Incredibile davvero. Se a questo aggiungiamo la sostituzione dei lavoratori che decideranno di andare in pensione con “quota 100” (pochi, per la verità, rispetto alle roboanti promesse e invettive contro la “Fornero”), certamente alcune decine di migliaia di persone verranno assunte, ma non fa di questa manovra una manovra espansiva. In Commissione cultura della Camera abbiamo potuto verificare quanto questa manovra avrà un effetto placebo su cultura, sport, scuola, ricerca ed editoria: solo parole e qualche spicciolo. In un intervento fiume di 30 minuti abbiamo decostruito la manovra articolo per articolo, perché qui non è possibile farlo. Sulla cultura, ad esempio, si aumenta di pochi milioni il FUS, invece di proporre una riforma strutturale che dia trasparenza e criteri meritocratici al mondo dell'arte. Presenteremo con Fratelli d'Italia una riforma generale, richiamando il Ministro Bonisoli all'impegno di un iter parlamentare. Le fondazioni lirico-sinfoniche sono nella maggior parte in grave default, e invece di cacciare i sovrintendenti di Roma e Firenze, le più indebitate d'Italia, si aumentano i fondi per il commissario. In merito alla scuola, è stata abolita la formazione con l'eliminazione del FIT, assunti pochi docenti nei licei musicali, destrutturata l'alternanza scuola-lavoro, in modo che non servirà più né agli istituti tecnici né ai licei. Sulla digitalizzazione dell'editoria scolastica, poi, si nomina l'équipe digitale ma non si mettono i soldi per digitalizzare le scuole. Ma sull'editoria e sulla web-tax avete rasentato il ridicolo: sull'editoria avete tagliato i fondi (state preparando il ministero della verità, di orwelliana memoria) e il Governo e la Lega sembrano non accorgersene; sulla web-tax addirittura avete scritto male quella che potrebbe essere una giusta imposta, senza colpire i giganti internazionali ma colpendo i grandi gruppi italiani che producono anche altre cose e non solo sui servizi digitali.

In conclusione, colleghi, vi invitiamo a rivedere alcune scene de Il Signore degli Anelli - in particolare gli amici della Lega - in cui Frodo si incammina da solo rispetto alla compagnia per portare a termine la sua missione di distruggere l'anello del potere: se voi non lo farete, diventerete, non come Frodo, ma come Gollum (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Sozzani. Ne ha facoltà.

DIEGO SOZZANI (FI). Presidente, qualche minuto che mi è stato assegnato per parlare delle opere infrastrutturali. Non ero intervenuto nella discussione generale quando alla Camera arrivò in prima lettura la legge di bilancio perché attendevo la conclusione dell'iter, in quanto preoccupato dalle premesse ma ancor più preoccupato da ciò che andiamo a discutere oggi. Le opere infrastrutturali, per il nostro movimento, per il nostro partito, per tutti noi, sono il seme dello sviluppo, ma la conclusione del dibattito ha portato purtroppo a una riduzione del Fondo degli investimenti per la manutenzione da 9 miliardi a 3,6 miliardi, quindi una riduzione di oltre due terzi delle dotazioni previste in sede iniziale. Questo provocherà una serie di problematiche assolutamente imprescindibili, sia nell'ambito delle ferrovie che dell'ANAS, nonché nell'ambito del fondo di manutenzione delle nostre strade e delle nostre infrastrutture. Pensate che, mentre discutiamo, quasi tutte le province italiane sono in grande crisi, hanno problemi economici, soprattutto quelle montane, che hanno tutta una serie di problematiche di tipo infrastrutturale, anche per la semplice pulizia della neve, con interventi importanti che debbono fare, a proposito dei quali stavano discutendo con ANAS sul fatto che molte strade di tipo provinciale potessero essere gestite anche in futuro dall'ANAS. Il fatto che noi tagliamo drasticamente questo tipo di fondo, e quindi interveniamo con una filosofia di questo Governo verso la riduzione complessiva degli investimenti infrastrutturali nel nostro Paese, provoca sicuramente una discrasia unica nella storia economica moderna del nostro Stato. E, in cambio di questa riduzione del fondo, troviamo solo ed esclusivamente circa 280 milioni di micro misure che non servono assolutamente a niente, perché voi sapete che la diffusione a pioggia di misure di piccola entità poi non ha alcuna valenza nel Paese. Lo diciamo in una giornata nella quale, leggendo i giornali, abbiamo scoperto un ricorso da parte della società concessionaria rispetto al provvedimento su Genova adottato da questo Parlamento, nel quale noi avevamo segnalato fin da subito la nostra preoccupazione. Questo ricorso potrebbe allungare i tempi di ricostruzione del ponte, sicuramente con grande difficoltà per la città di Genova e per il suo hinterland. La modernizzazione dell'Italia e dei suoi commerci internazionali passa assolutamente attraverso le grandi opere di mobilità, e solo con una variante di valico, il completamento dell'asse del Mediterraneo da Madrid a Barcellona sino a Mosca e la Via della Seta si permetterà agli italiani di continuare ad essere protagonisti del commercio mondiale. I porti, tutti i porti italiani, non possono competere con il nord Europa se non a una condizione di disporre di un ampio e razionale sistema dei trasporti su rotaia e su gomma. Se non staremo attenti a questo tipo di possibilità da parte del nostro Stato, dovremo avvalerci di finanziamenti stranieri; finanziamenti che sono i finanziamenti cinesi che andranno a investire nel porto di Trieste, investimenti svizzeri che finanzieranno le infrastrutture del nord-ovest, o investimenti di altre nazioni che compreranno parti di questa nostra Italia.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

DIEGO SOZZANI (FI). Il legame importante, poi, nelle infrastrutture è con gli aeroporti, che devono essere considerati infrastrutture di civiltà e la ricostruzione di un apparato industriale pubblico non può passare solo ed esclusivamente con l'utilizzo della Cassa depositi e prestiti, perché questo condanna l'Italia a una regressione e condanna l'Italia agli sprechi e alle scelte manageriali imposte da una classe politica priva di assoluta ...

PRESIDENTE. Onorevole Sozzani, deve concludere.

DIEGO SOZZANI (FI). Va bene. Questa manovra - e chiudo - rappresenta un Paese non reale, un Paese votato alla recessione, un Paese votato all'assistenzialismo, in luogo di uno sviluppo di cui, invece, avrebbe assolutamente bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Mor. Ne ha facoltà.

MATTIA MOR (PD). Grazie. Dopo innumerevoli scelte disastrose, che i miei colleghi hanno ben esplicato, possiamo dire che una cosa buona almeno il Governo l'ha fatta. In una legge di bilancio che aumenta le tasse, arrogante, regressiva, antidemocratica, qualcosa da salvare c'è, qualcosa però per cui ci siamo battuti noi per primi facendo il nostro mestiere di opposizione.

In un ordine del giorno, alla prima lettura della legge di bilancio, io ho impegnato il Governo a considerare quanto da noi scritto in una proposta di legge depositata i primi di ottobre e denominata Start-Act, volta ad aumentare gli investimenti in start-up innovative e nel mondo del venture capital. Notiamo con piacere che questo impegno è stato preso in seria considerazione dal Governo, che ha fatto persino di più, copiando ed incollando alcune proposte provenienti dalla suddetta proposta di legge.

Bene, dal momento che nel mondo dell'innovazione copiare bene è meglio che innovare male, siamo contenti che il Governo abbia fatto questo, però avrebbe dovuto farlo in maniera completa, non in maniera parziale. Perché, per quanto vadano nella direzione giusta, le misure introdotte non sono ancora sufficienti per dare uno shock necessario al sistema e recuperare il gap tra l'Italia e gli altri Paesi europei in termini di investimenti privati in start-up, che è ancora troppo, troppo elevato, soprattutto se consideriamo che davanti a noi, a livello di Paesi europei, abbiamo quasi tutti i Paesi, anche Paesi più piccoli, senza la nostra struttura industriale, come la Grecia, la Finlandia, la Norvegia, l'Austria.

Le imprese innovative sono la chiave di sviluppo italiana, sono i posti di lavoro di domani, dobbiamo ricordarcelo tutti, colleghi, teniamolo presente all'interno delle nostre decisioni politiche, ma perché questo accada c'è necessità di una visione di lungo periodo e un'ambizione, che, purtroppo, mancano completamente nella legge di bilancio di cui stiamo discutendo.

Una legge di bilancio dove le risorse sono destinate a chi non lavora o a chi può ricevere un sussidio pur lavorando in nero, e sono decine di volte superiori alle risorse per favorire la nascita di nuove imprese, che il lavoro, invece, devono creare e fare prosperare. Sono le imprese che creano lavoro, signora Presidente, non un decreto e non mance per starsene a casa a fare nulla, o peggio, mance per arrotondare uno stipendio in nero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

In merito, dunque, ai punti del maxiemendamento, ai commi dal 108 al 112, è previsto un fondo strategico di sostegno al venture capital, con una dotazione di 30 milioni per ciascuno negli anni 2019, 2020 e 2021 e di 5 milioni per ciascuno negli anni dal 2022 al 2025. Bene, questi fondi sono pochi, sono pochissimi per un Paese che voglia recuperare il terreno perduto rispetto ai competitor europei, se consideriamo, per esempio, che la Spagna ha investito in misure dello stesso tenore più di un miliardo di euro, diventando un Paese di riferimento nel settore.

Al comma 111-quater si dispone la destinazione delle somme del piano di risparmio a lungo termine degli enti di previdenza obbligatoria per almeno il 5 per cento in quote o azioni di fondi di venture capital: una scelta giusta, sollecitata da tutte le parti sociali, ma di cui contestiamo il fatto che non si accompagni a un incentivo fiscale ad hoc per la destinazione verso questo asset class di investimenti, cosa che avrebbe finalmente fatto esplodere in positivo il flusso degli investimenti stessi.

Al comma 111-decies, invece, si stabilisce che, per l'anno 2019, le aliquote delle detrazioni di imposta sul reddito delle persone fisiche e giuridiche siano incrementate dal 30 al 40 per cento e che, nel caso di acquisizione dell'intero capitale sociale di start-up da parte di altri tipi di imprese, le predette aliquote siano aumentate dal 30 al 50 per cento.

Buone entrambe le proposte e non possono che essere tali, perché sono liberamente ispirate alla nostra proposta di legge, che, però, in entrambi i casi, prevedeva di arrivare fino al 70 per cento di defiscalizzazione, cosa che avrebbe davvero prodotto quello shock, facendo diventare l'Italia il Paese più innovativo d'Europa e più attraente per l'innovazione.

Avevamo, inoltre, proposto che il capital gain di questi investimenti non fosse tassato, ma di questo non vi è traccia. Avevamo, inoltre, proposto che, se l'investimento avesse comportato una perdita, la parte non dedotta o detratta potesse essere ulteriormente dedotta o detratta del 50 per cento, ma anche di questo non vi è traccia.

Dal momento che, copiando, avete dato vita all'unica parte della legge di bilancio che parla di sviluppo economico e non di assistenzialismo, vi sollecitiamo almeno a copiare bene, per intero, con i numeri giusti, se davvero volete rendere un servizio allo sviluppo di questo Paese.

Con l'ordine del giorno del 7 dicembre, avevo auspicato un importante sforzo di buonsenso, un impegno comune, multipartitico, perché il futuro delle nostre aziende e la creazione di posti di lavoro futuri non può avere un colore partitico.

Bene, dal momento che senza dire niente queste suggestioni le avete recepite, copiate ed incollate, abbiate coraggio e visione per il futuro e fate uno sforzo ulteriore, impegnandovi ad accettare il prima possibile la nostra proposta, che chiede un innalzamento al 70 per cento della defiscalizzazione per gli investimenti privati in start-up e il 70 per cento per l'acquisizione completa di start-up da parte di altre imprese. Ne gioverebbe in maniera reale, forte e sistemica l'intero settore del venture capital e la creazione di nuove imprese e, quindi, di nuovi posti di lavoro per i nostri giovani.

Solo così l'Italia potrebbe smuovere quell'enorme massa di risparmio che la caratterizza, ma che spesso è troppo fermo ed infruttifero, solo così potrebbe mettersi a correre all'inseguimento di Paesi che in Europa innovano davvero e potrebbe diventare un Paese da cui non dovrà scappare per inseguire i propri sogni, ma un Paese dove coltivare i propri sogni, dove farli diventare realtà e dove far diventare realtà i sogni delle persone che vogliono lavorare insieme a noi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, Ministro, vede, noi di Fratelli d'Italia avremmo voluto votarla, questa legge finanziaria. Avremmo voluto votarla perché noi abbiamo votato Matteo Salvini, insieme a Giorgia Meloni, perché noi, insieme alla Lega e a Forza Italia, abbiamo fatto un programma, che è stato recepito chiaramente dalla Lega e inserito nel contratto di Governo, e quindi avremmo voluto contribuire a votarla.

Ma purtroppo, cito una frase simpatica che disse, nel film di Monicelli Il Marchese del Grillo, Papa Pio VII ai francesi: “Non vogliamo, non possiamo, non dobbiamo”, perché nel contratto di Governo sono state inserite, in realtà, tante cose di quel programma, che vinse le elezioni il 4 marzo, ma poi, di fatto, probabilmente, la Lega, e non me ne voglia, si deve sottomettere al volere del MoVimento 5 Stelle, che certamente, in questa legge di bilancio finanziaria, è più ispirato a voler rappresentare quella sinistra che non c'è più, a voler rappresentare forse il vecchio Partito Comunista, perché loro vogliono e probabilmente potranno anche sostituirsi a un Partito Democratico deflagrato, ma non capiamo cosa c'entri la Lega.

E perché dico questo? Perché questa manovra è certamente troppo lontana da quel programma elettorale e dal Paese reale, è troppo lontana da chi produce e lavora. Questa legge di bilancio ha contribuito a fare di quella che doveva essere una rivoluzione del cambiamento, probabilmente una delle rivoluzioni più sbagliate di tutte, perché è quella contro il merito.

In questa legge finanziaria, al di là di tutto quello che si è detto oggi in queste ore di discussione generale, non c'è una politica di sviluppo; non c'è una politica che possa agevolare il fare impresa, non c'è una garanzia, sia per quanto riguarda le imprese che per quanto riguarda, ad esempio, anche i professionisti, per velocizzare e garantire il recupero dei crediti. Non c'è il pagamento puntuale dello Stato alle aziende.

Non c'è stato il famoso abbassamento delle tasse, così come era stato preannunciato e così come era stato votato, tutti insieme, dalla maggioranza del popolo italiano. Non c'è una politica per le aziende con la riduzione del cuneo fiscale. Questo, Presidente, crea ricchezza e rilancio del Paese, non certo l'assistenzialismo, che come ho detto prima, probabilmente, serve solo al MoVimento 5 Stelle, serve solo a Luigi Di Maio per arrivare alle europee del 2019 e presentarsi con quell'impegno che aveva preso del reddito di cittadinanza.

Quindi noi, ribadisco, avremmo voluto votarla questa legge di bilancio, questa manovra finanziaria, se avessimo trovato l'effettivo abbassamento delle tasse. A queste condizioni non possiamo e, lo ripeto, non vogliamo privilegiare l'assistenza, dimenticandoci del merito. Non è vero, Presidente, che tutti possono fare tutto, non è vero che un'eccellenza è uguale ad una mediocrità: la vostra rivoluzione contro il merito non favorisce la crescita della nazione e non può creare ricchezza.

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Concludo, Presidente, dicendo che non ci vuole certamente un genio per capire che una cosa è aiutare chi è senza lavoro e agevolare chi il lavoro lo merita, un'altra il reddito alla Di Maio, che scoraggia i giovani e che rischia di creare una dipendenza da divano e da lavoro nero. Quello che state proponendo alla nazione - concludo, Presidente - è contro qualsiasi criterio di meritocrazia: non possiamo che ribellarci ed essere contrari a chi sottrae speranza ai giovani e crea il metadone di Stato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (FI). Presidente, nel mese di dicembre si doveva tenere un appuntamento molto importante a Torino: doveva…

PRESIDENTE. Forse le conviene cambiare microfono, onorevole Ruffino, perché mi pare che il suo funzioni male. Tanto abbiamo fermato il tempo. Prego.

DANIELA RUFFINO (FI). La ringrazio, va meglio con questo. Grazie, Presidente.

Dicevo che nel mese di dicembre si doveva tenere un appuntamento molto importante a Torino, a cui doveva partecipare FCA: l'appuntamento era incentrato sull'auto. Non si è tenuto questo incontro e si è aperto un nuovo inquietante scenario di incertezza su un settore strategico per l'Italia, per l'appunto quello dell'auto. ANFIA, UNRAE e Federauto si appellano al Ministro Di Maio, colui che con le sue dichiarazioni improvvide ha creato il panico sull'ecotassa.

Il Ministro smentisce se stesso e non sarà questa né la prima, né l'ultima volta, però, che cosa succede? Succede che il MoVimento 5 Stelle afferma in una dichiarazione che FCA non è più centrale nelle politiche industriali: non lo è FCA, non lo è la TAV, che vengono ascritti a feticci. Questa citazione e firmata Valentina Sganga, presidente di gruppo del MoVimento 5 Stelle a Torino.

Allora, mi chiedo se sono feticci i 156 mila addetti in Italia, di cui 58 mila in Piemonte. I feticci sono i 46 miliardi di fatturato, di cui 18 in Piemonte? I feticci sono il lavoro vero, che si vuol barattare con reddito di cittadinanza? I feticci sono i tre scippi che gli italiani - e di più i piemontesi - stanno subendo? Il primo: le Olimpiadi 2026, volutamente perse da Torino; la firma è chiara, MoVimento 5 Stelle. La TAV, un'opera su cui ovviamente non c'è chiarezza; siamo preoccupati dal tramonto dell'Osservatorio per la TAV. Troviamo forse in questa legge di bilancio i 70.000 euro che servono per la prosecuzione delle attività dell'Osservatorio?

Chiedo come verranno tutelati i sindaci che in questi anni hanno lavorato nell'Osservatorio. La maggioranza dei sindaci, direi il 90 per cento, che non si sentono rappresentati dalla commissione costi-benefici, che - penso di poterlo dire - è rigorosamente composta da tecnici no-TAV. Poi c'è il vergognoso congelamento dei bandi di gara, che tali rimarranno sino alle elezioni europee: ebbene, questi bandi di gara hanno prodotto rallentamenti e anche nuovi disoccupati.

Il terzo scippo: i 29 milioni della Fondazione 20 marzo 2006 con il cambio di destinazione. Dove andranno a finire i 29 milioni che avrebbero creato opere, lavoro, turismo? Sono stata eletta in quel collegio uninominale e porto in quest'Aula il disappunto dei sindaci.

Un passaggio veloce sul reddito di cittadinanza. Vi vorrei dire di non preoccuparvi per i centri per l'impiego perché non saranno quelli che determineranno il reddito di cittadinanza, che verrà certificato dai servizi sociali attraverso i comuni, attraverso quei comuni che per l'ennesima volta stanno perdendo il personale perché, anche per il 2019, non riusciranno a fare assunzioni a tempo indeterminato. Allora, vi servirà la rete sociale per avviare anche in questo caso - e termino - prima delle europee il reddito di cittadinanza e non piuttosto quelli che vengono chiamati uffici di collocamento.

Siamo preoccupati: siamo preoccupati perché diminuisce l'occupazione e perché questa legge di bilancio non sconfigge la povertà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Presidente, il testo del disegno di legge di bilancio, così come era uscito da questa Camera, aveva due gravi problemi. Il primo problema era quello della violazione evidente dell'articolo 81 della Costituzione, perché si ricorreva ad un peggioramento del deficit strutturale in assenza delle condizioni che l'articolo 81 indica chiaramente (tendenza contraria al ciclo ed eventi eccezionali), ma era grave anche e soprattutto perché ci portava all'infrazione europea, oltre alla gravità simbolica di aver dovuto vedere dei parlamentari fare la claque del Governo sotto Palazzo Chigi, una scena mai vista prima e che speriamo di non rivedere più (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ora, il testo che arriva dal Senato non viola l'articolo 81 - questo è già un bene - e soprattutto non ci porta all'infrazione europea e questo va bene, perché quello che è bene per l'Italia è bene per noi. Noi ragioniamo così, non a rovescio: quello che è bene per l'Italia è bene per noi.

Però si è aperta un'altra falla, quella dell'articolo 72, perché - vedete - si può leggere in tanti modi l'articolo 72 ma certo non si può far dire all'articolo 72 che si possa mettere in votazione un testo che i deputati non sono in grado di conoscere, perché conoscere per deliberare è un punto chiave di qualsiasi assemblea deliberativa, specialmente se è un'assemblea parlamentare. Non si era mai visto prima che su una legge di bilancio si ricorresse ad un maxi-emendamento in Aula su un testo diverso da quello delle Commissioni di merito: qui la violazione dell'articolo 72 c'è tutta!

Per questo colgo l'occasione di ringraziare i professori, nonché avvocati, Caravita, Cecchetti, De Vergottini, Falcon, Lucarelli, Onida e Randazzo, che hanno costruito il conflitto di attribuzioni su richiesta del gruppo PD in Senato, che è stato depositato questa mattina e in cui pienamente ci riconosciamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Vedete, in un'Assemblea che funziona dovrebbero essere anzitutto il Governo, che non chiede di fare cose che non si possono fare, come mettere in votazione i testi che non sono conoscibili, e dovrebbero essere le Assemblee, le Presidenze di Assemblea che funzionano in modo imparziale e non come terminale passivo del Governo a garantire i diritti di tutti noi.

Non ci si può rifugiare in una mistica dell'imparzialità quando si prendono decisioni di parte. Essere imparziali vuol dire, prima o poi, scontentare la propria parte. Se non scontenti mai la tua parte vuol dire che non sei imparziale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), questo è il test chiave. E, quindi, giustamente è stato fatto questo conflitto di attribuzioni, che affidiamo alla saggezza della Corte, precisamente contro il ruolo delle presidenze di Assemblea, non arbitrale, e contro il ruolo sbagliato del Governo.

Vorrei concludere con una frase. L'intellettuale spagnolo antifranchista Salvador de Madariaga diceva: “Gubernar no es asfaltar”. Per voi, invece, governare è asfaltare; è asfaltare Radio Radicale, che assicura la trasparenza a queste sedute (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); è asfaltare giornali liberi come Avvenire e il manifesto, con cui a volte possiamo non essere d'accordo, ma che ci parlano di esempi riusciti di integrazione; è asfaltare le garanzie dei singoli parlamentari e dei gruppi. Governare non è asfaltare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Casciello. Ne ha facoltà.

LUIGI CASCIELLO (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, onorevoli del Governo, l'ufficio parlamentare di bilancio ci ha già spiegato che con questa manovra – che conosciamo poco perché non è stata discussa, neanche un emendamento è stato votato – si va verso la recessione, che nel 2019 la pressione fiscale passerà dal 42 per cento al 42,4 per cento e nel 2020 al 42,8 per cento. E poi avete già garantito all'Europa l'aumento dell'IVA, che nel 2020 arriverà al 26,5 per cento, con una clausola di salvaguardia fino a 30 miliardi di euro. Eppure vi eravate affacciati al balcone, voi dei 5 Stelle dicendo di aver eliminato la povertà, vi eravate confusi; avete semplicemente tolto le risorse ai poveri con la norma sulle no profit (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); certo, avete anche riconosciuto e confessato che vi eravate sbagliati, che al primo provvedimento utile provvederete a riparare al guasto; solamente che serviranno circa 100 milioni di euro che, con una manovra così, dovete anche spiegare dove andate a prendere. E, naturalmente, anche in questo caso… Stamattina, sulla stampa, il sottosegretario Durigon ha detto che è tutta colpa di Bruxelles, che nella legge di bilancio non c'era. È falso, perché l'Unione europea vigila sui saldi, le misure sono decise dai Governi nazionali; l'avete deciso voi il taglio al no profit (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Ancora, per essere questa la manovra del popolo e la manovra sovranista obiettivamente avete fatto un capolavoro e mi voglio soffermare su uno dei vostri capolavori, sul taglio progressivo ai fondi per il pluralismo. Avete consumato così la vostra vendetta contro i giornali e contro i giornalisti, avete inondato per anni il web con una fake news, affermando che tutti i giornali italiani venivano sostenuti dallo Stato; è falso, al fondo per il pluralismo accedono solamente le cooperative di giornalisti poligrafici, cooperative costituite quasi sempre dopo la crisi delle aziende madri, giornalisti e poligrafici, lavoratori, impiegati che si mettono insieme, rischiano in proprio con fideiussioni personali nelle banche in attesa del contributo del fondo per il pluralismo. Avete tagliato anche quello e avete condannato a morte certa circa 200 giornali italiani, perché volevate la chiusura di Avvenire, volevate la chiusura per mandare un messaggio anche ai vescovi italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), volevate la chiusura dei piccoli giornali, di quelli che garantiscono l'informazione alle comunità.

Questa è la verità di questa manovra e potremmo parlare ancora per ore, ma non ci è stato concesso; potremmo parlare dei danni che provocate al Mezzogiorno, non c'è sviluppo senza grandi infrastrutture, non c'è sviluppo per il Mezzogiorno già penalizzato, ma questo naturalmente a voi non interessa. Come per i giornalisti, interessa a voi semplicemente mandare un segnale e allargare il fronte magari degli aventi diritto al reddito di cittadinanza, ma è una manovra schizofrenica perché, proprio per il reddito di cittadinanza, prevedete che chi avrebbe diritto al reddito di cittadinanza e poi viene assunto da un'azienda l'importo del reddito di cittadinanza andrebbe alle società che assumono; bene, se pensate a questo e contemporaneamente fate chiudere le cooperative di lavoratori, questa è una follia! Si è sempre detto che per la carta il grande nemico fosse il fuoco, e, dopo il fuoco, la censura, da oggi il grande nemico della carta stampata e dei giornali siete voi, il cosiddetto Governo del cambiamento perché voi siete nemici della libertà, antidemocratici e illiberali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Grazie Presidente, questa mattina, mentre assistevamo all'ennesima gaffe del Presidente del Consiglio, che diceva ai pensionati che non potevano lamentarsi se sarebbero stati tolti loro pochi spiccioli, il MoVimento 5 Stelle si affannava a fare un comunicato stampa nel quale diceva: ora la verità sulle pensioni. Bene, utilizzerò questi pochi minuti proprio per parlare della verità sulle pensioni. Voi, nella manovra, di pensioni parlate poco e parlate male; nella manovra, di pensioni si parla soltanto per dire che non c'è l'APE sociale, soltanto per dire che non c'è l'”opzione donna”, che c'è però “quota 100”, che significa dire alle persone che possono andare in pensione a 62 anni. Penso, invece, che dobbiamo dire agli italiani che hanno il diritto di andare in pensione prima quelli che fanno lavori gravosi, non tutti a 62 anni perché quello che accadrà poi è che le generazioni di domani dovranno pagare e sopportare il peso, la zavorra del sistema pensionistico, che non sarà in grado di far fronte a questi pensionamenti anticipati.

Vorremmo anche spiegare a questo Governo che l'APE sociale non è assolutamente in concorrenza con “quota 100”; l'APE sociale, infatti, riguarda quelle carriere discontinue, quei lavoratori precoci, i disoccupati di lungo corso, mentre “quota 100” riguarda proprio il contrario, cioè quei lavoratori, soprattutto del Nord e soprattutto uomini, che hanno carriere pensionistiche continue; quindi, voi state commettendo anche l'errore di intervenire sul sistema pensionistico senza abolire la “Fornero”, senza picconare la “Fornero”, ma picconate i pensionati italiani ai quali fate un ulteriore torto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); e diciamo la verità su quello che c'è sulle pensioni dentro questa manovra, perché avete scelto di bloccare l'indicizzazione. Lo dico al Ministro Tria, suo tramite Presidente, ciò non riguarda le pensioni d'oro; perché non raccontate agli italiani che 1.500 euro lorde di pensione, cioè poco più di 1.200 euro netti al mese, è una pensione d'oro. Non ditelo a quegli italiani che con 1.200 euro al mese magari mantengono anche i loro nipoti e dite loro che in questo modo state tagliando le pensioni anche a quella classe media, lo voglio dire, suo tramite, Presidente, alla onorevole Cattoi che questa mattina, facendoci una lezioncina, ci diceva che nella manovra avrebbero aumentato le pensioni minime. Non c'è nessun aumento delle pensioni minime; in questo Paese sono poco più di 2 milioni gli italiani che non arrivano a prendere 500 euro di pensione, se volete portarle tutte a 780 euro fate due conti, significa che servono 12 miliardi e 12 miliardi non ci sono nella manovra di bilancio perché ne avete messi 7, sia per le pensioni di cittadinanza sia per il reddito di cittadinanza, quindi non darete le pensioni minime aumentate ai pensionati e non darete il reddito di cittadinanza a tutti quei 5 milioni di poveri a cui avete detto che avete abolito la povertà.

Un'altra cosa vorrei dire, Presidente, alla maggioranza: c'è un altro torto di cui, questa mattina, vi stanno parlando in tanti e riguarda gli esposti amianto; ci avete preso in giro in quest'Aula quando durante la lettura della prima manovra ci avete detto che avreste fatto tutto al Senato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che avreste pensato agli esposti amianto lì, che avreste detto di sì a chi diceva “aumentate il fondo amianto”; bene, oggi quelle associazioni degli esposti amianto vi dicono che non avete fatto un bel niente, che non c'è nulla, che vi siete dimenticati di loro ancora una volta e vi siete dimenticati di dire di sì a quegli emendamenti che noi avevamo fatto proprio nella manovra di bilancio che avrebbero dato una risposta immediata alle famiglie in difficoltà.

E vogliamo parlare delle pensioni d'oro, da ultimo, soltanto per dire, Presidente - e per suo tramite alla maggioranza -, che se non altro non avete commesso l'errore di andare avanti con quello che ci avete fatto leggere più volte all'interno della Commissione lavoro. Infatti avete capito che si doveva perseguire una strada diverso, ebbene l'avete fatto, ma con un piccolo errore. Al comma 261, dopo che il Ministro Di Maio ci ha detto: “Non toccheremo le pensioni di coloro che hanno versato tutti i contributi perché toccheremo soltanto quelle degli altri”, ebbene proprio qui, al comma 261, voi fate esattamente il contrario e tagliate le pensioni anche ai pensionati che hanno versato tutti i contributi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi, la verità sulle pensioni è che di pensioni capite ben poco e quello che avete fatto sulle pensioni ve lo ricorderanno i pensionati, non quelli silenti, come oggi qualcuno dice, ma quelli che domani verranno in quest'Aula a ricordarvi cosa significa governare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Fiorini. Ne ha facoltà.

BENEDETTA FIORINI (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e signori del Governo, nel giro di circa venti giorni il Governo ha presentato alla Camera dei deputati due manovre di bilancio completamente diverse l'una dall'altra. Nel frattempo, c'è stata la trattativa con l'Unione europea, che si è conclusa in maniera disastrosa per il Governo italiano, andato a Bruxelles per battere i pugni sul tavolo ma ritornato a Roma dopo essere stato battuto su tutta la linea, senza aver così riconosciuta la giusta considerazione che il nostro Paese merita e facendosi riscrivere e ridimensionare la manovra dall'Europa, com'era prevedibile fin dall'inizio, purtroppo. Ma forse questa è la parte peggiore di quanto sta scritto nel testo che oggi stiamo discutendo per responsabilità del Governo, perché gli italiani devono subire anche il peso di oltre 50 miliardi di clausole di salvaguardia, che saranno una zavorra pesantissima nei bilanci del 2020 e del 2021.

Quando avete presentato il primo testo della manovra non ci è stato consentito di modificarlo e migliorarlo. Adesso fate la stessa cosa, impedendo al Parlamento e all'opposizione di svolgere le funzioni che gli sono proprie, una in particolare, cioè quella, innanzitutto, di controllare come il Governo intenda spendere i soldi degli italiani.

Avete mortificato la Camera dei deputati due volte nel giro di tre settimane. Cari colleghi, questo non è un segno di forza da parte vostra ma di arroganza, perché con questa manovra di soldi ne spendete tanti ma soprattutto e soprattutto li spendete male. Continuiamo ad ascoltare da autorevoli esponenti del Governo affermazioni non vere. Ieri abbiamo sentito in Commissione il Ministro Tria dire che con la manovra si favorirà la crescita, mentre l'Ufficio parlamentare di bilancio parla apertamente di rischio recessione. Abbiamo sentito dire dal Ministro dell'economia che con questa manovra si alleggerisce la pressione fiscale, mentre invece la pressione fiscale salirà al 42,4 nel 2019 rispetto al 42 del 2018, circa 11 miliardi di tasse in più, quindi altro che il Governo del cambiamento!

C'è una forte continuità fra la Prima Repubblica, i Governi della sinistra e il vostro Governo: quando vi servono i soldi aumentate le tasse. Vi ricordo che i Governi Berlusconi, invece, le tasse le diminuivano, perché si tagliavano gli sprechi e non si mettevano mai le mani nelle tasche degli italiani.

Il Ministro Tria ha anche affermato che c'è una forte spinta agli investimenti. Al contrario, purtroppo - e dico di nuovo purtroppo -, gli investimenti diminuiranno di un miliardo rispetto al 2018 e così via. Insomma, sulle opinioni possiamo dividerci, anzi, è giusto avere opinioni diverse, ma noi pensiamo che il Paese debba ammodernarsi con le infrastrutture, la ricerca e lo sviluppo, mentre il Governo vuole bloccare tutte le opere. Noi pensiamo che il Paese abbia bisogno di crescere in modo che le imprese possano assumere, mentre il Governo preferisce elargire miliardi di euro con l'assistenzialismo del reddito di cittadinanza, che ancora non è chiaro a chi sarà destinato. Noi riteniamo, inoltre, che occorra un grande piano per ridurre sensibilmente i fattori di rischio che caratterizzano il nostro territorio, favorendo e incentivando interventi volti alla riduzione del rischio sismico sul patrimonio edilizio esistente, mentre il Governo, invece, sembra non credere nemmeno nella necessità della prevenzione.

Noi crediamo anche che il risparmio di chi ha sempre lavorato e fatto sacrifici per una vita intera vada tutelato, ma purtroppo questo Governo, oggi più che mai, lo mette in pericolo. Noi siamo per la ricerca, mentre sappiamo che i 5 Stelle hanno con la scienza un rapporto di conflittualità e preferiscono credere agli stregoni e non agli scienziati. Noi crediamo nel valore della solidarietà e del volontariato che va incoraggiato, mentre il Governo addirittura raddoppia le tasse sugli enti no profit.

PRESIDENTE. Concluda onorevole.

BENEDETTA FIORINI (FI). Io vengo da una regione, l'Emilia-Romagna, duramente colpita dagli eventi del sisma del 2012. Ebbene, lì il volontariato è arrivato prima dello Stato e ci è rimasto anche dopo. Il fatto che voi abbiate pensato di punire e di fare cassa con i soldi di chi aiuta chi è in difficoltà è semplicemente disumano e vergognoso.

Noi abbiamo, dell'individuo, della società e dello Stato, una visione completamente opposta. Voi, 5 Stelle, che usate sempre termini come “cittadini” e “popolo” ancora una volta, così come sui numeri, ne fate un uso distorto: voi li chiamate “cittadini” ma, in realtà, per voi sono solo dei sudditi senza alcuna libertà. Li volete al servizio di uno Stato padrone e in cambio della fedeltà date loro il reddito di cittadinanza…

PRESIDENTE. Deve concludere.

BENEDETTA FIORINI (FI). …e dite loro come spendere questa mancia elettorale. Voi parlate di popolo ma non avete nessuna considerazione del Parlamento, che rappresenta il popolo sovrano.

La realtà è triste e avete costruito sulle promesse un consenso effimero, dicendo che questa manovra sarà volta al cambiamento, invece vedo proprio che sarà solo un disastro per tutti gli italiani e per voi, e voi sarete ricordati per la vostra incapacità e per l'irresponsabilità della vostra condotta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Porchietto. Ne ha facoltà.

CLAUDIA PORCHIETTO (FI). Grazie, Presidente. Io utilizzerò molto meno dei quattro minuti che mi sono stati messi a disposizione. Mi permetto, però, di fare un passaggio rispetto ai momenti non facili che quest'Aula ha dovuto vivere questa mattina e, da parlamentare di prima legislatura, devo dire che mai avrei pensato di dover vedere ed essere, tra l'altro, spettatrice - e non attrice, fortunatamente - di momenti così bassi della nostra democrazia. Io mi permetto solo di dire, in particolare al Ministro per i rapporti con il Parlamento, che siamo ancora in una democrazia rappresentativa. Questa mattina non dico che ci sia stato un colpo di Stato, ma sicuramente il Presidente della Camera non ha fatto fare una bella figura alla Camera (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e io mi auguro, Ministro - e lo dico tramite il Presidente -, che si faccia comunque tesoro di quello che è accaduto questa mattina, perché non siamo qui a scaldare le sedie: siamo persone che sono state elette dai cittadini italiani, come i colleghi del MoVimento 5 Stelle e i colleghi della Lega. Ritengo che tutti dobbiamo avere serietà e dignità. La pagina di questa mattina è stata veramente buia e una manovra così difficile e così delicata, come quella che oggi ci troviamo a discutere, credo che debba avere una dignità diversa nell'ambito della discussione rispetto a ciò che è accaduto questa mattina.

Mi fa piacere che ci abbia raggiunto anche il Ministro Tria e so che in questi giorni ha difeso questa manovra.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 16,55)

CLAUDIA PORCHIETTO (FI). Non mi permetto di rivolgermi direttamente a lui ma credo che sia una manovra che, sebbene sia stata siglata come la manovra del cambiamento, in realtà stia ripercorrendo esattamente le strade di molte manovre precedenti, con misure chiaramente, spiccatamente e smaccatamente elettorali, ed è una manovra che vede, tanto per cambiare, un inasprimento delle clausole di salvaguardia.

Io ho sentito prima dei colleghi che sono intervenuti riportando in qualche modo quella che doveva essere la relazione di maggioranza, che non c'è stata precedentemente, ma che poi è stata in qualche modo presentata dai colleghi della Lega, i quali dicono che sono state neutralizzate le clausole di salvaguardia. Noi, però, non ci possiamo permettere di guardare soltanto all'anno 2019, a meno che voi non pensiate di non governare cinque anni, cosa che invece i due Vicepremier continuano a dire.

Lo scherzetto di spostare in là le clausole di salvaguardia, che aveva già giocato precedentemente il Partito Democratico, lo sta giocando anche questo Governo, con una differenza però, cioè sappiamo benissimo che non basteranno i cento, ma bisognerà fare 150, 200, 250. E non credo che i cittadini italiani saranno lieti di vedere nel 2020 l'IVA passare dal 10 al 13 per cento e l'IVA dal 22 al 25,2, e successivamente anche di più (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ricordo che anche questi sono inasprimenti della tassazione indiretta nei confronti dei cittadini italiani. L'unico punto su cui qualcosa è veramente cambiato è il fatto che non c'è una spinta a un rilancio dell'economia. Abbiamo in questi giorni gli Stati Uniti che dichiarano come si aspettano nel 2019 una recessione, ma sanno di avere le banche salde, e quindi pronte a fare la loro parte. Noi, che siamo un Paese che non può contare, ahimè, sulle banche, sapere che andiamo incontro ad una recessione senza avere strutturato una manovra che intervenga dal punto di vista economico fa veramente paura. Allora mi rivolgo ai banchi del Governo, tramite il Presidente, e mi chiedo come si possa parlare di una manovra espansiva nel momento in cui abbiamo detto no all'IRI, abbiamo ridimensionato Impresa 4.0, abbiamo soppresso l'ACE, abbiamo indebolito il Jobs Act e abbiamo detto stop alle grandi opere. Vorrei solo capire se i lavori li faremo con le stampanti 3D, così come dice ogni tanto il Vicepremier Di Maio. Ma dove pensiamo e immaginiamo di costruire un'economia espansiva e dove pensiamo di trovare i posti di lavoro? Abbiamo deciso di dare un segnale e una legittimazione…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

CLAUDIA PORCHIETTO (FI). …culturale al non crescere, contro il lavoro, contro il merito, contro l'innovazione. Qualche mese fa il presidente Berlusconi aveva fatto una battuta, ma che era illuminante: voi vi fareste curare o operare da un medico che non è un medico? Avete risposto anche a questo, adesso stiamo equiparando le professioni sanitarie e stiamo mettendo dentro coloro i quali non hanno conseguito un titolo, ma hanno fatto un po' di lavoro nelle corsie degli ospedali, cioè stiamo riducendo questo Paese alla mediocrità. E credo che di questa responsabilità se ne debba far carico non solo il MoVimento 5 Stelle, ma anche la Lega, la Lega che fa parte di una coalizione di centrodestra…

PRESIDENTE. Deve concludere.

CLAUDIA PORCHIETTO (FI). …la Lega che non sta difendendo quelli che sono stati i capisaldi di una battaglia elettorale fatta il 4 marzo e che vede oggi sminuire quello che è stato il grande lavoro che negli anni si è fatto per una manovra espansiva e per un'economia espansiva (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Signor Presidente, per il suo tramite parlo sia all'illustre Ministro Tria sia ai presenti componenti del Governo e sottosegretari sia ai colleghi amatissimi dei 5 Stelle e della Lega, per dire che questa volta sono inciampati, sono inciampati proprio sull'argomento pensioni, perché i pensionati sono in attesa del 3 gennaio 2019, perché il 3 gennaio 2019 riscuoteranno il mese di gennaio del 2019 e si attendono di riscuotere sulla pensione quanto è stato cancellato loro dalla legge Fornero, quello che di meno hanno riscosso a causa della legge Fornero, che giustamente, dico io, li ha portati a votare per l'alfiere dell'abrogazione della legge Fornero. In primis ero io l'alfiere, sei anni fa sono stato io l'alfiere, ma non ho avuto la forza organizzativa, e me ne compiaccio, della Lega soprattutto, che ha alzato questa bandiera. Ma purtroppo la Lega, confortata in questo dall'associazione nel contratto di Governo dai 5 Stelle, non ha tolto quasi nulla della legge Fornero, tranne qualche pensionato che sarà come colui che vince alla lotteria il 6 gennaio, perché la legge Fornero ha tolto sette anni di pensione a tutte le donne, a tutte le donne d'Italia, e questi sette anni non vengono restituiti. Mi manca solo un minuto, Presidente, mi sembra, sarò più veloce che posso: la legge Fornero ha spostato la pensione sociale dai 65 anni ai 66 anni, sono state inasprite le speranze di vita, che sono in realtà speranze di morte, non speranze di vita, per cui si deve attendere i 67 anni. La legge Fornero ha tolto le quote che non erano 100, eravamo a quota 96, la quota 97, 98, 99 e 100 è morta e sepolta con la legge Fornero e non la resuscita, purtroppo, questa legge. E poi soprattutto a questo punto non sono stati restituiti e non vengono restituiti i 25 miliardi dati dai pensionati per sanare il bilancio con la legge Fornero, e quest'anno ci sono 2 miliardi e 100 milioni che vengono incassati dai pensionati che non avranno l'aumento dell'Istat (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), che è dell'1,1 per cento, ma viene loro elemosinato, preso come elemosina, lo 0,6 per cento, che fa 2 miliardi e 100 milioni in tre anni, ma che su tutti i giornali e interviste viene detto che “no, noi non prendiamo niente, anzi vi troverete tutti aumentata la pensione”.

E, infine, si continua a dire che non vengono toccate e tagliate le pensioni di chi non ha coperta la quota di pensione dai contributi quando tutti quanti i pensionati, tutti, non uno escluso, di qualunque importo, hanno tutti pagato il 34 per cento dello stipendio lordo ogni anno che hanno lavorato. Dove sono finiti tutti questi soldi che adesso gli si vanno a chiedere a loro, che hanno lavorato tutta una vita, per darli a chi non ha ancora cominciato a lavorare e sarebbe bene che cominciasse a imparare ad alzarsi alle sei di mattina (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), fare i viaggi e ritornare a casa la sera stanchi, senza avere più neanche la possibilità di restare svegli qualche minuto per parlare in famiglia. Viva i pensionati, pensionati all'attacco (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Lei, Presidente, questa mattina gentilmente ha fornito, in risposta alla nostra critica circa l'andamento dei lavori della Commissione bilancio di ieri, un elenco di precedenti, che le sono stati forniti, che avvalorano la tesi che il presidente Borghi abbia agito nel segno o nel senso di una prassi consolidata, e cioè lei ha detto: i nostri riferimenti, i nostri precedenti ci dicono che il presidente della Commissione poteva e può interrompere la discussione e dare direttamente il mandato al relatore senza discutere, senza votare gli emendamenti. Questa, ovviamente, è un'affermazione impegnativa, perché non ho bisogno di spiegarle che si è saltata una fase decisiva della discussione, come è giusto, e la ringraziamo di averci fornito, che i suoi uffici le abbiano fornito dei precedenti. Noi quei precedenti li abbiamo studiati. Perché faccio questa cosa? Non è per puntiglio, perché è importante che ciò che diciamo oggi rimanga a verbale per gli anni futuri.

PRESIDENTE. Prego.

EMANUELE FIANO (PD). Allora, intanto una serie di esempi che ci sono stati citati, lei lo ha articolato nel suo speech, ha diviso in due categorie, quelle volte che è stato dato il mandato al relatore direttamente senza discutere nulla e quelle volte che è stato dato il mandato al relatore avendo discusso solo una parte degli emendamenti. Però vorrei dirle, Presidente, ovviamente salvo errore od omissione mia, che nessuno dei precedenti che ci avete citato è identico a quello che è successo ieri, perché ci sono due categorie. In una serie di episodi il mandato al relatore è stato dato avendo votato una parte degli emendamenti, in genere in accordo con le minoranze. Non fa parte dell'esempio di ieri, perché non è stato votato nulla.

Gli altri esempi che ci sono stati portati sono esempi nei quali ci sono stati prima della decisione di interruzione della discussione tre sedute di Commissione, dodici sedute, cinque sedute, quattro sedute. Cioè, non abbiamo messo in discussione il diritto del presidente di interrompere la discussione, però lei capirà che se i colleghi di allora del 1996, del 1997, del 2004 e del 2007 avevano avuto quaranta ore, cinquanta ore di discussione, ma non avevano potuto votare gli emendamenti, perché il Governo di allora non era pronto, perché la discussione si accalorava prima di entrare nel merito, è comunque diverso dai commissari di questa legislatura, che hanno avuto pochissime ore ieri per fare un inizio di discussione sulle linee generali e mai di entrare nel merito della votazione degli emendamenti.

Quindi, io rilevo, oltre al fatto che, in alcuni di questi esempi, prima di quella decisione, ci sono state diverse sedute di Commissione, c'è stato, in alcuni di questi casi, un accordo con le minoranze; in un caso, con il presidente Benvenuto della Commissione finanze, mi pare che sia nel 1996, ci fu la costituzione di un Comitato ristretto per verificare quale parte del testo degli emendamenti poteva essere approvato insieme, tra le minoranze e la maggioranza. Quello che è accaduto ieri - ovviamente, lei non è tenuto a condividere la mia opinione, ma lo dico per la nostra parte, perché rimanga a verbale - è un unicum, perché non ho trovato in nessuno dei precedenti che voi mi avete portato una Commissione che si sia svolta in un giorno e che, dunque, dopo un numero di ore di discussione limitato, circa, a cinque, a sei o non so, presidente Borghi, mi aiuti, comunque dopo qualche ora di discussione, quella che si è potuta fare, a prescindere dai tempi dell'audizione del Ministro Tria, si sia deciso - il presidente ha avvisato, non è che non abbia avvisato - di troncare la discussione.

Io lo dico, perché, secondo la nostra opinione, questo non può costituire un precedente; i precedenti dicono che, dopo lunga discussione, i presidenti di allora troncarono la discussione e misero al voto il mandato al relatore, anche nei casi in cui nessun emendamento era stato discusso, ma dopo lunga discussione. Qui, non c'è stata lunga discussione, Presidente. Io considero che sarebbe giusto da parte sua affermare che quello di questa volta, da un punto di vista della configurazione complessiva dell'episodio, è un unicum. E per farle grazia, non cito il fatto che in quei precedenti citati, non si dice da dove arrivasse il testo. Io so da dove arriva questa volta, da una finta seconda lettura, perché la lettura del Senato in realtà è una prima lettura, non è una seconda; lei lo sa, lo sa come me, Presidente, lei sa benissimo che il maxi emendamento ha modificato una parte assolutamente consistente della legge; il maxi emendamento, non discusso al Senato, è arrivato qui, non c'era il numero di ore sufficiente per discuterlo in Commissione, si è troncata la discussione, si è arrivati in Aula, c'è solo la discussione sulle linee generali e poi il voto di fiducia. Questo è un precedente unico; da parte nostra, secondo me, questo deve essere messo a verbale, acciocché chi verrà dopo di noi non consideri questa una prassi legittima, che possa essere assegnata a futuri episodi, perché è lesiva dei diritti di tutti i parlamentari - non importa chi oggi è in maggioranza e domani sarà in minoranza -, di tutti noi insieme (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Il deputato Baldelli è iscritto a parlare in discussione generale. Ma, prima di dare la parola al deputato Baldelli, io vorrei anche, un po', cercare di fare estrema chiarezza, al di là di questi precedenti o meno, perché io comprendo perfettamente la contestualizzazione. I precedenti che ho citato erano per dire che altre volte il relatore ha avuto il mandato anche senza votare gli emendamenti o con emendamenti votati solo in parte. Quindi, su questo io mi trovo, ed è chiaro che, in questo momento che siamo verso la scadenza per l'approvazione, lo ridico, della legge di bilancio, il Presidente della Camera, io, e, sono convinto, anche il Presidente del Senato non auspicano mai una discussione di questo tipo, quindi, è assolutamente sconsigliabile, lo dico per lasciarlo anche a verbale, che il mandato al relatore, in queste condizioni, con poco tempo per la discussione, venga dato senza che vi sia la votazione di alcun emendamento, mi è chiaro questo, è chiarissimo e, quindi, per me non è un modo giusto di procedere, questo; non c'è dubbio, ma proprio rispetto a un lavoro che il Parlamento deve fare. Questo mi è chiaro; d'altro canto non è mio compito parlare del Governo, parlare dell'Europa e di queste cose qui. Non è mio compito, in questo caso, però, è mio compito parlare del Parlamento, parlare della Camera dei deputati e, per quanto mi riguarda, vi sto dicendo che capisco perfettamente la contestualizzazione rispetto a una forzatura della discussione e di tutto quello che ne è conseguito, la comprendo perfettamente. Quindi, per me, i precedenti che ho citato, io li trovo giusti in che senso? Rispetto al fatto che è già successo che si sia dato mandato al relatore senza votare gli emendamenti o senza votare una parte degli emendamenti, ma, in questo contesto, è chiaro che sia ancora più pesante.

ETTORE ROSATO (PD). Chiedo di parlare sul Regolamento, l'articolo 8, in particolare, credo che sia assolutamente pertinente.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (PD). Presidente, uso il suo tono pacato, per dire delle cose che, secondo me, non sono pacate, nel senso che io ritengo che questa discussione sia stata gestita veramente male, perché, primo, non è vero che non è suo compito parlare col Governo, mi perdoni, è suo compito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Non ho detto questo.

ETTORE ROSATO (PD). Adesso, non cominciamo…

PRESIDENTE. Però, non ho detto questo, perché in questo momento parlare del Governo in Aula, no. In altri momenti…

ETTORE ROSATO (PD). Presidente, mi lasci parlare, perché se facciamo un'interlocuzione mi sembra solo…

PRESIDENTE. Era solo per chiarire.

ETTORE ROSATO (PD). Per chiarire, ascolti le parole che ha detto qualche secondo fa. Lei ha detto: non è mio compito parlare col Governo. Io le dico che, invece, è suo compito parlare col Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), era suo compito sapere che questa legge di bilancio doveva essere approvata anche da questo ramo del Parlamento. Glielo dico in maniera pacata, guardi, lo sapevamo tutti che arrivava al 31 dicembre.

La seconda cosa, invece, è che io sono preoccupato per la vicenda dei precedenti, perché quei precedenti, Presidente, citati così, stavano a dire: guardate che siamo in una situazione che ci è già accaduta; e, invece, questa situazione non è mai accaduta, lo ripeto, non è mai accaduta (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché chi aveva la sua responsabilità, chi stava alla Presidenza del Consiglio, chi faceva il Ministro dell'economia o chi faceva il Ministro dei rapporti col Parlamento hanno evitato che accadesse questa cosa. Non è che la legge di bilancio ogni anno fosse facile approvarla, è sempre stato complicato, ma chi aveva questa responsabilità ha impedito che accadesse questo. Ciò non è un caso, non è che è successo perché è successo, è successo perché chi aveva delle responsabilità non ha fatto nulla per impedire che accadesse (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Presidente, io penso che questo debba far riflettere qualcuno e, mi perdoni, debba far riflettere anche lei. E, poi, Presidente, anche qui, io ricordo che, in Aula, la Presidente Boldrini si è trovata nella situazione di avere un provvedimento in scadenza, era un decreto-legge, e mise la cosiddetta ghigliottina. Lei probabilmente non se lo ricorda, io me lo ricordo molto bene, io ricordo cosa accadde in quell'occasione, lo ripeto, io ricordo cosa accadde in quell'occasione e non stavamo discutendo di una legge di bilancio che non era neanche passata in votazione in Commissione al Senato.

Presidente, io credo che noi siamo di fronte a un atteggiamento e a una situazione molto più grave di quanto appaia; questo è uno strappo vero; io non so cosa deciderà la Corte costituzionale, ci mancherebbe, i colleghi senatori hanno presentato un ricorso molto motivato, però questa cosa, più che preoccupare la Corte costituzionale, dovrebbe preoccupare i parlamentari e coloro che rappresentano, perché che la legge di bilancio, il documento principale con cui il Parlamento si esprime in materia di politica economica e sociale, sia votata senza che ci sia un esame da parte del Parlamento, è un fatto gravissimo e dovrebbe preoccupare non solo noi, ma anche lei, Presidente, perché la rappresentanza di questo contesto, la rappresentanza di questa istituzione è una rappresentanza che si fa nei momenti difficili e momenti difficili, più di questo, io non me li ricordo. Non mi ricordo un momento più difficile di questo, per questa istituzione, nella mia esperienza parlamentare, ce ne sono stati altri prima della mia esperienza parlamentare, ma le assicuro che uno strappo così non l'ho mai visto e il silenzio, l'approssimazione, il “ma tanto l'importante è che finiamo” sono, secondo la mia valutazione, una sottovalutazione di quanto sta accadendo che lei, mi permetta, non si può permettere (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. In ogni caso, ricordo perfettamente il decreto IMU-Bankitalia e l'apposizione della ghigliottina (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lo ricordo, visto che lei ne ha parlato.

È iscritto a parlare il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, su questa vicenda mi considero iscritto dopo che il Governo metterà la fiducia, così affrontiamo anche questo tema. Invece, avevo chiesto al mio gruppo di intervenire nella discussione generale della legge di bilancio per rivendicare la paternità, come Forza Italia, di una norma sottoscritta da tutti, che ha destinato 85 milioni di risparmi della Camera alle popolazioni colpite dal terremoto (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Liberi e Uguali). Ma, arrivando qui stamattina, ho trovato un'atmosfera talmente surreale che dovrò parlar d'altro, perché c'è un contrasto di elementi evidente: l'enorme ritardo della presentazione della manovra contrasta con la velocità con la quale siamo costretti ad approvarla; l'importanza del contenuto della manovra contrasta con la superficialità dell'esame o peggio ancora con il non esame di questa manovra.

Poi tutto mi è apparso chiaro, perché ho cominciato a guardare su Twitter, sfogliando un po' di cose, e ho trovato una cosa che mi ha fatto sorridere. Ho trovato una foto del Ministro Tria, buonanima, qui presente, che ringrazio, chinato sotto i banchi del Governo, in Senato, e questo Tizio che scriveva su Twitter: su, Fantozzi, esca da lì! A quel punto tutto mi è stato chiaro: non sono le categorie della politica e dell'economia quelle con cui leggere questa situazione, sono le categorie dalla satira, della comicità. Allora mi è venuto in mente un altro professore, il professor Guidobaldo Maria Riccardelli, fanatico di cinema, che costringeva i suoi impiegati, una volta a settimana, a terrificanti proiezioni del cinema d'autore. Ecco, questa è la percezione del clima che ho trovato qui dentro, soprattutto tra quei colleghi di maggioranza che in Transatlantico ci vengono a dire peste e corna di questa manovra (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Liberi e Uguali) e che poi qui in Aula o in televisione fanno come Calboni, come il ragionier Filini nel commentare La corazzata Potëmkin - e La corazzata Potëmkin, anche in termini di volume, sembra proprio la stessa cosa di questa manovra -, e commentano "l'occhio della madre", la "carrozzina col bambino", il "montaggio analogico che mi ha commosso stasera". Ecco, i vari Calboni, Filini, eccetera commentano così questa manovra, ma avendo tutt'altra opinione di questa manovra, che è la stessa che abbiamo noi dell'opposizione. Allora, se c'è un Fantozzi, un ragionier Fantozzi tra i banchi di questa maggioranza, si alzi in questo momento e dica quello che tutti noi pensiamo, vi garantiamo 92 minuti di applausi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Liberi e Uguali)! Bruceremo il testo della manovra! Poi vi costringeranno a rifarla tutta quanta, con la scena della carrozzella anche a voi. Però questo è il quadro d'insieme: un'atmosfera surreale. Del resto parleremo dopo. Con il contenuto di questa manovra, avete scontentato l'Europa, perché ieri la BCE ci ha detto che noi, come Italia, con lo scostamento dal patto sul debito, tiriamo a fondo l'Eurozona; avete scontentato gli elettori del centrodestra, che volevano meno tasse e più lavoro; e scontenterete gli elettori del MoVimento 5 Stelle, che volevano il reddito di cittadinanza, ma tutti sappiamo che non si fanno le nozze coi fichi secchi e quindi, alla peggio, rimarrà la cittadinanza, ma il reddito se lo scorderanno (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (MISTO). Onorevole Presidente, gentili Ministri, cari sottosegretari, non farò prediche né ironia, ma proverò a tornare alla realtà. Mentre al Senato il senatore 5 Stelle Ciampolillo, vero eroe nella Puglia devastata dalle pale eoliche, si lega a un ulivo per salvarlo, trasmettendogli la propria immunità parlamentare, quello che abbiamo visto in azione in queste giornate, senza i missionari europei e alieni Tria e Conte, è il Governo crudele dei duumviri Salvini e Di Maio, che impedisce al Parlamento sovrano di valutare ed emendare la legge di bilancio, il provvedimento più importante dello Stato, pubblicando il testo di un maxiemendamento di 192 pagine cinque ore prima del voto di fiducia al Senato, il Senato di Ciampolillo, senza passare nelle Commissioni parlamentari. Principio sconsigliabile, come dice lei, caro Presidente, ma qui praticato. Mai era accaduto nella storia repubblicana. Così si umilia il Parlamento, si viola la Costituzione, si mortificano le istituzioni e le procedure di garanzia della nostra Repubblica parlamentare, quasi nella ricorrenza del 3 gennaio 1925, che propongo come propizio anniversario per questo Governo: il delitto Matteotti in capo a Mussolini.

Di Maio, con il padre, resta una zavorra per Salvini, che appare il solo regnante senza padre. Ad occhio, mi pare che i padri Antonio Di Maio e Vittorio Di Battista siano decisamente migliori dei loro figli: vivono la realtà, in Italia, non nell'altro mondo, e nella realtà, come milioni di italiani, hanno debiti con il fisco, lavorano, si arrabattano tra i lacci della burocrazia e la morsa dalla crisi economica. Insomma, tirano a campare. I loro figli, invece, sono il frutto di un grande inganno, quello ordito da un magistrale comico disfattista che li ha trasformati in un modello di finta onestà, l'onestà di chi non ha mai fatto nulla della vita e per questo nessuno potrà mai rimproverare a loro di far male. Ecco, i figli sono il contrario dei padri, quello di un'Italia indolente e lagnosa, moralista e nullafacente, mediocre, ma anche cinica a tal punto da rinnegare i padri. Di questi figli traditori e ingrati c'è solo da vergognarsi.

Mi dispiace, ma in nome del padre, voterò questa iniqua manovra, mentre voi precipitate (Applausi di deputati del gruppo Misto e dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 1334-B)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore di minoranza deputato Marattin.

LUIGI MARATTIN, Relatore di minoranza. Presidente, capisco le procedure, ma mi piacerebbe replicare dopo che il Governo abbia risposto, se lo desidera, alle domande che ho fatto prima. In ogni caso, ho pochi minuti. Sono stato deluso nella mia aspettativa di avere un dialogo che non fosse fra sordi, perché, in sede di discussione generale, interventi della maggioranza hanno continuato a ripetere come un disco rotto delle considerazioni che non c'entrano nulla con la realtà. La stessa cosa ha fatto il Ministro Tria ieri in Commissione: quando chiediamo conto del perché in questa manovra alzate la pressione fiscale di 7 miliardi - forse dire lo 0,4 per cento di PIL non arriva all'orecchio giusto, perché sono 7 miliardi in più di tasse che gli italiani pagheranno l'anno prossimo -, il Ministro Tria risponde dicendo che rispetto al 2019, con le clausole di salvaguardia… Ministro e tutti voi: la pressione fiscale si misura un anno dall'altro. Nel 2019, rispetto al 2018, dopo cinque anni di discesa, questo Governo si prende la responsabilità di aumentare di 7 miliardi la pressione fiscale. Chiedo che il Governo mi risponda sulle motivazioni di questa scelta.

Anche in discussione generale, sugli investimenti, quando vi chiedevamo con i dati le ragioni del calo di 1 miliardo delle risorse pubbliche destinate agli investimenti, avete ricominciato a dire che, in realtà, gli investimenti aumentano, e non abbiamo sentito risposta alla domanda. Non è vero che aumentano usando i fondi comunitari, perché se fosse così avreste aumentato il cofinanziamento, che invece diminuite di 850 milioni. È stato deprimente, infine, sentire ancora una volta, sia ieri in Commissione che oggi in quest'Aula, dipingere i cinque anni precedenti come un cumulo di macerie, di gente sadica che faceva gli interessi dei poteri forti contro i cittadini. Non prendete più in giro nessuno con questa raffigurazione da macchietta. Il Governo che vi ha preceduto ha avuto la responsabilità di tirare fuori questa Repubblica dalla più grande crisi economica in tempo di pace (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Per favore.

LUIGI MARATTIN, Relatore di minoranza. La recessione che questo Paese ha avuto dal 2008 al 2013 è stata classificata come la più grave in tempo di pace. Questa è la responsabilità che ci siamo trovati sulle spalle, e vi abbiamo consegnato un Paese con la pressione fiscale in diminuzione e con il PIL in ripresa. Vi chiediamo, quando ci riconsegnerete questo Paese, fra non molto, di riconsegnarcelo almeno nelle stesse condizioni in cui noi ve lo abbiamo lasciato, se siete capaci di farlo e se siete capaci di governare e di fare cose concrete (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Per favore, fate finire il vostro collega.

LUIGI MARATTIN, Relatore di minoranza. …invece che soltanto fare versi, come avete dimostrato in questi sei mesi. Governare non è fare versi all'opposizione, governare significa misurarsi con i problemi concreti...

PRESIDENTE. Concluda. Si rivolga alla Presidenza, deputato Marattin.

LUIGI MARATTIN, Relatore di minoranza. Tramite lei, Presidente: governare non è fare “buu” all'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier), governare è misurarsi con i problemi concreti e avere il coraggio delle scelte senza venire in quest'Aula a raccontare balle, come fate di solito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore di minoranza deputato Rampelli, si intende che vi abbia rinunziato. Ha facoltà di replicare il relatore di minoranza deputato Fassina, si intende che vi abbia rinunziato.

Ha facoltà di replicare la relatrice per la maggioranza, deputata Comaroli.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Relatrice per la maggioranza. Grazie, Presidente. Allora, sicuramente c'è stata una riduzione del dibattito parlamentare e non è mai bello, di questo noi siamo coscienti. Il problema era il fatto che dovevamo decidere se entrare in esercizio provvisorio. Entrare in esercizio provvisorio dello Stato non è come per i comuni, perché sarebbero scattate le clausole di salvaguardia, ovvero l'aumento dell'IVA. L'IVA aumentata che cosa avrebbe comportato? Un aumento dei costi per i cittadini, delle notevoli problematiche per tutte le aziende, tutti i negozi, tutti i commercianti, tutti coloro che emettono le fatture. E questa cosa del ritardo, è vero, è stato già detto, è stato già confermato anche da Tria, è il frutto di tutta la contrattazione che stavamo avendo con l'Unione europea; e come ho sentito, la differenza è stata che, anche qui, dovevamo decidere se: chinarci, e quindi accettare quello che ci proponeva l'Unione europea, cioè l'1,6 per cento; il 2,4 per cento, come volevamo noi, e noi saremmo stati vittoriosi, però avrebbe comportato la procedura di infrazione, che sicuramente sarebbe stata penalizzante; e abbiamo scelto quel 2,04 per cento, che vuol dire, se non altro, di fronte all'Unione europea, anziché essere chinati, stare dritti (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

Ricordo sommessamente all'opposizione, che giustamente si sta lamentando in modo accalorato anche alla questione, la stessa cosa che però ricordo a me stessa: nella scorsa legislatura, quando dovevamo approvare la legge elettorale, che è una legge tipica parlamentare, che riguarda il Parlamento, è stata messa la questione di fiducia da parte del Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quando (Commenti del deputato Scalfarotto)

PRESIDENTE. Scalfarotto! Per favore, deputato Scalfarotto.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Relatrice per la maggioranza. Non c'era l'urgenza della questione di fiducia! Erano altre, se si ricorda, le problematiche…

PRESIDENTE. Deputata Comaroli, si rivolga a me.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Relatrice per la maggioranza. Sempre un altro fatto, che è successo nella scorsa legislatura, è stato al Senato, dopo tutta una nottata a votare la fiducia, in questo caso sulla legge di bilancio, alle 6 del mattino, dopo la lunga nottata, è stata incardinata la riforma costituzionale: alle 6 del mattino, nonostante le opposizioni (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ribadisco: ognuno, ognuno è libero, secondo le proprie valutazioni, in questo caso voi nella scorsa legislatura avete avuto queste valutazioni e le avete fatte…

PRESIDENTE. Deputata Comaroli, si rivolga a me.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Relatrice per la maggioranza. Noi oggi abbiamo queste altre (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Presidente, l'altra questione: sempre sulla base delle proprie opinioni, ho sentito dire che questa (Il deputato Marattin si avvicina ai banchi del gruppo Lega-Salvini Premier – Scambio di apostrofi tra il deputato Marattin e il deputato Molteni, tra i quali si interpongono gli assistenti parlamentari – Commenti)… Presidente…

PRESIDENTE. È un deputato… deputato Marattin, deputato Molteni; deputato Molteni, deputato Marattin! Prego di intervenire (Commenti)… deputato Liuni, torniamo ai posti, per favore… Deputato Marattin, deputato Molteni, non diamo questo spettacolo! Deputato Molteni! Deputato Molteni! Deputato Marattin! Possiamo evitare di dare questo spettacolo e ci sediamo tutti? Iniziamo a sederci (Il deputato Fiano si avvicina ai banchi del gruppo Lega-Salvini Premier – Scambio di apostrofi tra il deputato Fiano e deputati del gruppo Lega-Salvini Premier, tra i quali si interpongono gli assistenti parlamentari – Commenti – Dai banchi del gruppo Lega-Salvini Premier si grida: Fuori, Fuori!)… Deputato Fiano… Deputato Fiano, le faccio un primo richiamo formale! De Carlo… De Carlo!

Per favore, per favore (Commenti)… Per favore, da tutte le parti è inaccettabile… È inaccettabile da tutte le parti. Per favore, ognuno al proprio posto (Commenti). Migliore, per favore… Per favore, andiamo avanti: stava intervenendo la deputata Comaroli.

LUIGI MARATTIN (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Deputato Marattin, su cosa?

LUIGI MARATTIN (PD). Se possiamo ristabilire la calma, anche perché una volta tanto la cosa non è originata da nessuna situazione di tensione, se si può spiegare. Io ho stima di Nicola Molteni e gli ho sentito pronunciare un insulto nei confronti di un collega. Siccome ho stima di Nicola Molteni, sono andato, appoggiandogli la mano sulla spalla e confermo, senza alcun intento aggressivo, a dirgli: Nicola, siamo tutti sotto tensione, l'insulto che hai detto - che ho sentito e che lui ha ammesso - è meglio se ce lo risparmiamo. E lui ha risposto dicendo: siamo uno pari perché tu… stamattina… quindi, semplicemente, da lì poi la situazione è trascesa, ma io, ripeto, cortesemente, in quest'Aula evitiamo di proferire insulti gli uni agli altri (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier). Vogliamo insultarci? Volevo solo…

PRESIDENTE. Ho capito. Deputato Zoffili… deputato Borghi? Andiamo avanti. Ha chiesto di parlare il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà. Per favore, un po' di silenzio.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, vorrei rivolgermi in veste ufficiale a lei, perché riteniamo estremamente grave che vi siano dei sottosegretari con delega all'Interno, che si dimenticano che in quest'Aula rappresentano il Governo, si siedono tra i banchi dei loro gruppi e si trasformano improvvisamente in capi ultras (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier). Queste sono cose inaccettabili! Ma guardi, signor Presidente, sono inaccettabili soprattutto perché la Presidenza glielo consente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e quindi la invitiamo a svolgere fino in fondo quel compito di garanzia al quale lei tante volte si richiama e tante volte si dimentica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Perfetto, allora le dico, al di là di stigmatizzare ogni parola offensiva da tutte le parti, da qualsiasi parte provenga, nei confronti di tutti i deputati, il deputato Molteni è anche un deputato. Se fosse stato un senatore, un membro del Governo non parlamentare, non si sarebbe mai potuto sedere lì (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ha chiesto di parlare il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà. Per favore, riusciamo a fare un po' di silenzio, così proviamo a continuare? Magari, se vi sedete tutti, facciano un servizio migliore. Prego, deputato Sgarbi.

VITTORIO SGARBI (MISTO). Vorrei dire una parola di serenità. Io ho parlato con l'onorevole Marattin, che è andato semplicemente a parlare con un amico, senza alcuna intenzione bellicosa. E aggiungo che non riesco a capire l'onorevole Borghi, quando dice di parlare in veste ufficiale: e quando non lo siamo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Siamo talvolta in veste privata? Siamo sempre in veste ufficiale, e lei ha il dovere di rispondere a lui, in veste magari ufficiosa (Applausi).

PRESIDENTE. Io vorrei che…La deputata Comaroli stava intervenendo, se può continuare a intervenire. Prego.

Per favore…

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Relatrice per la maggioranza. Sì, grazie…

PRESIDENTE. Deputato Molteni!

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Relatrice per la maggioranza. Il tempo mi viene fermato, vero?

PRESIDENTE. Deputati Molteni, Marattin e Sgarbi, le scuse, o quello che dovete fare, le fate dopo, non in questo momento: torniamo ai nostri posti, in modo che può continuare la collega, ma non è modo! Andiamo avanti.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Relatrice per la maggioranza. Grazie, Presidente.

Un'altra cosa che poi è stata detta in quest'Aula è il fatto che è una manovra sbagliata, le previsioni sono tutte sbagliate, porterà decrescita. Partiamo da un presupposto, che comunque siamo in una fase poco espansiva a livello europeo: abbiamo la stessa Germania che non sta registrando dei grandi risultati. Però, ricordando sempre quanto è successo, ricordo che, negli anni scorsi, pur avendo una fase espansiva, le manovre approntate dal Governo precedente non è che abbiano poi centrato tutte le previsioni, soprattutto se andiamo a vedere a che posto eravamo nella classifica europea, ovvero al penultimo posto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ultimo posto la Grecia.

Altra questione che si è sentita è l'Ufficio parlamentare di bilancio, di quanto ha detto in audizione ieri. È vero, quanto ha detto confermo; però non è stato detto in quest'Aula, magari lo dico io, ha anche detto: la preoccupazione non è avere più fondi per investimenti, ma spendere l'esistente. Ed è questo che, in questa manovra, è stato fatto, e questo Governo ha inserito: ha solo iniziato ad andare a fare la revisione del codice degli appalti. Presidente Delrio, con tutto il rispetto, il codice dagli appalti sicuramente voleva essere di aiuto, ma ha creato dei notevoli problemi…

PRESIDENTE. Si rivolga a me, deputata Comaroli.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Relatrice per la maggioranza. Dei notevoli problemi agli enti locali.

E la stessa cosa riguarda l'Anac: sono state date troppe incombenze all'Anac. Per fare due esempi, così capiamo subito che cosa voglio dire: per avere un parere all'Anac, solo per capire se una fondazione poteva fare da stazione appaltante per dei lavori, ci son voluti otto mesi per avere un parere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! La stessa cosa per quanto riguarda il codice degli appalti. Non pensiamo che tutti i sindaci, che tutti i presidenti di regione o funzionari degli enti locali siano pronti a dare le mazzette per poter svolgere: ce ne sono tanti di sindaci onesti, il cui unico problema è avere le risorse e non poterle spendere, non poter fare i lavori per i propri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo è il problema principale!

Passiamo alla questione quota 100: anche qui, battaglia della Lega, anche qui abbiamo sentito tante critiche. La critica più evidente è stata: sì, andrete in pensione prima ma perderete una quota rilevante della vostra pensione. Attenzione, non è assolutamente vero, perché la pensione sarà semplicemente dedotta dalla quota di contributi che non andranno a versare fino al limite in cui raggiungeranno l'età pensionabile (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

La differenza è questa: che noi daremo la possibilità ai cittadini di scegliere se andare in pensione a 62 anni o continuare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questa è la cosa fondamentale, perché ci sono delle persone che hanno perso il lavoro e non sanno come riuscire a vivere…

PRESIDENTE. Deputato Sgarbi… Deputato Sgarbi…

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Relatrice per la maggioranza. …fino all'età in cui percepiranno la pensione con l'attuale sistema. Noi invece sopprimeremo questa maledetta legge e daremo di nuovo dignità ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Un'altra questione fondamentale che è poco affrontata…Due questioni: il ruolo centrale che di nuovo con questa manovra diamo agli enti locali, che saranno di nuovo parte attiva in quello che è il dare risposte ai cittadini; perché dopo anni di tagli che hanno dovuto subire, finalmente noi invece ridaremo loro questa dignità. L'altra questione è il terzo settore, per il quale il Governo ha inserito quella norma, però ha già detto che farà tutti gli approfondimenti del caso. Però non si è sentito in quest'Aula ricordare i 500 milioni che invece vengono dati al sociale, dall'opposizione mai una volta è stata detta questa cosa, i 500 milioni dati al sociale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier): Fondo per le non autosufficienze, trasporto disabili, assistenza disabili, ore di assistenza a scuole per i bambini disabili, Fondo famiglia e disabilità (Commenti della deputata Ascani).

PRESIDENTE. Per favore…Per favore…Ascani… Deputata Ascani… Deputata Ascani, sta parlando una sua collega.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Relatrice per la maggioranza. È la democrazia, no? Noi dobbiamo star zitti se parlano loro, e se invece parliamo noi loro possono replicare, questa è la democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Deputata Comaroli… Deputata… Andiamo avanti. Deputata Comaroli, finisca il suo intervento. Un minuto.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Relatrice per la maggioranza. Concludo Presidente, ricordando: sicuramente ci sono diverse visioni, c'è la visione della maggioranza e la visione dell'opposizione. Ci sono diversi modelli macroeconomici: abbiamo visto le stime diverse del MEF, dell'Ufficio parlamentare di bilancio e dell'Unione europea. Eppure i dati son quelli, però portavano a risultati diversi. Sono modelli diversi: ci sono notevoli variabili che vanno a determinare il risultato delle stime economiche; ci sono diverse variabili, come appunto l'andamento del prezzo del petrolio, l'andamento del tasso di cambio, l'andamento dei mercati esteri, che, in tutta la loro evoluzione, possono determinare risultati diversi. Noi, Presidente, pensiamo che questa manovra porterà sicuramente dei benefici ai cittadini, alle imprese e alla nostra economia (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore per la maggioranza, deputato Raphael Raduzzi.

RAPHAEL RADUZZI, Relatore per la maggioranza. Presidente, non è mai facile intervenire quando il clima è teso, ma cercherò di fare un intervento sul tema con un tono pacato e rispettoso anche dei tanti interventi che abbiamo sentito questa mattina e questo primo pomeriggio: sono stati interessanti, alcuni ironici, ma tutti da ascoltare, anche le critiche che abbiamo sentito.

Ebbene, però anche negli ultimi interventi ho sentito delle cose che non corrispondono al vero. Dire che lo scorso Governo ci ha tirato fuori dalla crisi, quando il PIL pro capite è 4 punti sotto i livelli pre-crisi, non è possibile: noi siamo ancora in una situazione, rispetto a tutti gli altri Paesi europei, di crisi.

E guardate, io vi leggo l'andamento della crescita nel 2017: sono cresciuti più di noi, in Europa, il Belgio, la Germania, l'Estonia, l'Irlanda, la Spagna, la Francia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Austria, Portogallo, Slovenia, Slovacchia, Finlandia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Croazia, Ungheria, Polonia, Romania e Svezia (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier). Praticamente tutti i Paesi dell'Unione europea sono cresciuti più di noi, quindi io capisco ma, se sono questi risultati a cui voi ci avete portato, ebbene, dateci la facoltà di cambiare indirizzo alla politica economica finalmente in questo paese (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier)!

Ho sentito dire che questa non sarebbe una manovra espansiva, ma guardiamo i dati al riguardo: i dati ci dicono che il deficit tendenziale sarebbe stato di 1,2, 1,4, secondo le ultime stime, ma noi andiamo oltre il 2 per cento, quindi questa è finalmente una manovra espansiva (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier)! Dobbiamo dirlo e ribadirlo, come dobbiamo anche dire che non ci siamo piegati all'Unione europea perché l'Unione europea non chiedeva il pareggio di bilancio strutturale; chiedeva una diminuzione dello 0,6 per cento e questo è verificabile in tutti i documenti scritti, in tutte le lettere scritte; il non peggioramento - sì - ma chiedeva un meno 0,6 per cento e lo possiamo verificare banalmente in tutti i documenti e, oltretutto, noi otteniamo circa 4 miliardi di flessibilità e la otteniamo, non per precarizzare il mondo del lavoro, non per l'accoglienza degli immigrati ma sul dissesto idro-geologico, per ricostruire le infrastrutture di questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier). Sui risparmiatori poi ho sentito dei dubbi, ma ribadiamolo chiaramente: al fondo di ristoro avranno accesso i risparmiatori delle due banche venete e delle quattro banche del centro Italia, questo è poco ma sicuro, oltretutto per i risparmiatori delle banche del centro Italia aumentiamo addirittura la quota di indennizzo delle obbligazioni al 95 per cento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) cioè questi sono dati seri che mettiamo sul piatto. Per quanto riguarda gli investimenti, i suddetti aumentano, c'è poco da fare, di 15 miliardi nei prossimi tre anni e di 3 miliardi il prossimo anno, rispetto alla legislazione vigente (Commenti del deputato Marattin)…

PRESIDENTE. Deputato Marattin, deve far finire il suo collega. Prego!

RAPHAEL RADUZZI, Relatore per la maggioranza. Rispetto al saldo netto da finanziare, a pagina 383 del dossier.

PRESIDENTE. Deputato Marattin!

RAPHAEL RADUZZI, Relatore per la maggioranza. Oltretutto noi abbiamo riprogrammato alcune spese d'investimento proprio per metterle su investimenti che potessero essere attuati subito; mettiamo 400 milioni e li diamo ai comuni per opere da realizzare entro maggio del prossimo anno, quindi veramente opere da fare subito perché i comuni i progetti ce li hanno, ciò che gli è mancato in questi anni sono stati i fondi che sono sempre stati tagliati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Inoltre, così sblocchiamo altri 400 milioni degli avanzi di amministrazione per i comuni e diamo soldi alle province: 250 milioni l'anno. Perché sono questi gli enti territoriali più prossimi al cittadino, che sanno quali sono le esigenze di viabilità, quali sono le strutture e le scuole che hanno problemi di manutenzione seria. Infine, sulle pensioni, anche qui sono state dette delle cose, che non corrispondono al vero, perché lo dicono i dati: noi, rispetto alla legislazione vigente, rispetto al 2018, aumentiamo le pensioni e l'indicizzazione delle pensioni all'inflazione a quelle fino a nove volte il minimo (Commenti della deputata Serracchiani)… Perfetto… Quindi…

PRESIDENTE. Per favore! Dovete far concludere l'intervento.

RAPHAEL RADUZZI, Relatore per la maggioranza. … Aumentiamo le pensioni e soprattutto le pensioni minime, portandole a 780 euro.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Guarda i numeri!

RAPHAEL RADUZZI, Relatore per la maggioranza. … Guardiamo i numeri.

PRESIDENTE. Per favore…

RAPHAEL RADUZZI, Relatore per la maggioranza. In ultimo: cosa c'è dopo il passaggio al Senato? Faccio un piccolo focus su un punto che, secondo me, è molto importante, che è un vero pacchetto sul venture capital, sulle start-up, sulle piccole e medie imprese di questo Paese; rivediamo i PIR per finalizzarli verso il venture capital, portiamo al 10 per cento la quota di attivo patrimoniale che gli enti di previdenza possono destinare a investimenti qualificati, esenti da ritenuta e da imposta sostitutiva, e poi ancora destiniamo almeno il 15 per cento dei dividendi delle aziende partecipate dal MEF ad investimenti in venture capital. Ecco queste, a nostro avviso, sono le misure che da tempo ci venivano chieste e sono le misure che rilanceranno finalmente il nostro Paese, grazie (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.

MASSIMO GARAVAGLIA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Cerchiamo di fare un po' di ordine. Non facciamo chiaramente considerazioni di carattere politico, che lasciamo alla sede più politica e vediamo di dare più risposte possibili alle istanze fatte dai deputati e delle deputate di maggioranza e di opposizione in questa discussione generale.

Qualche premessa. Innanzitutto ci concentriamo maggiormente sulla manovra nel suo complesso, perché è usuale e anche abbastanza normale che, alla fine, si guardano gli ultimi emendamenti e ci si dimentica del complesso della manovra. Per quanto riguarda il complesso della manovra, ci concentriamo poco sulle due misure cardine, che sono reddito di cittadinanza e “quota 100”, anche perché avrete modo di discuterne ampiamente; siccome il decreto-legge arriverà ai primi di gennaio, è un decreto-legge che arriva in Parlamento, quindi il Parlamento ne discuterà ampiamente nella sede opportuna, essendo un decreto, così sarà…

RENATO BRUNETTA (FI). Non ci sono!

PRESIDENTE. Deputato Brunetta, deve far finire il sottosegretario, sta facendo il suo intervento, non è un dibattito, se poi vuole intervenire…

MASSIMO GARAVAGLIA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Lasci, Presidente…

PRESIDENTE. Prego.

MASSIMO GARAVAGLIA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Basta che non mi tirano un altro libro in testa (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier), anche se interrompono, non fa niente (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier)….

PRESIDENTE. Vada avanti.

MASSIMO GARAVAGLIA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Altra cosa importante, di contesto; c'è stata una forte frenata dell'economia internazionale, particolarmente improvvisa e questo ovviamente modifica il contesto. Quindi, alla luce di questo, è stato necessario fare un intervento di correzione, è stato giusto farlo perché è modificato il contesto, in maniera molto forte e repentinamente.

La cosa più importante di tutte è che si è riusciti a evitare la procedura di infrazione, questo consentirà serenamente al Governo e al Parlamento di portare avanti la propria politica economica e di fare le due misure importanti finanziate in manovra: reddito di cittadinanza e “quota 100” (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier), cosa non scontata (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier). “Quota 100”, cara deputata Serracchiani, ovviamente contiene anche, giustamente, le altre questioni previdenziali, l'APE social, i precoci e “opzione donna”, è giusto ribadirlo altrimenti si fa un po' di confusione e dobbiamo dare anche un messaggio di serenità a chi ci ascolta a casa.

Veniamo, quindi, all'impianto generale della manovra. Come diceva prima la relatrice Comaroli, noi ci siamo posti sin dall'inizio una domanda: come mai ventisettesimi su ventisette, negli ultimi anni? Qualche volta ventiseiesimi, però non è stato un gran risultato. Come mai, ma soprattutto come mai, nonostante una congiunzione astrale fantasticamente favorevole? Petrolio ai minimi, interessi ai minimi, il QE di Draghi, il tasso di cambio euro-dollaro super favorevole. Nonostante questo, ventisettesimi su ventisette. Quindi, è evidente che bisognava cambiare registro (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier), è evidente che se si continuava così si rimaneva ventisettesimi su ventisette, figuriamoci cosa sarebbe successo nel non fare una manovra anticiclica in un contesto di frenata dell'economia internazionale così forte. Frenata dell'economia internazionale che riguarda in particolare il settore dell'automobile, e lo sappiamo, ma che si fa anche fare una riflessione: attenzione, è pericoloso puntare solo alla crescita delle esportazioni per far crescere il PIL; va benissimo esportare, per amor di Dio, ma senza domanda interna e senza coesione sociale sei sotto scacco se succede qualcosa a livello internazionale (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier), esattamente quello che sta succedendo.

Veniamo, quindi, alle due questioni fondamentali, che sono poi, in realtà, tre. Domanda interna, che vuol dire investimenti e interventi mirati di detassazione alle imprese e coesione sociale. Allora, sugli investimenti non voglio entrare nella polemica relativa al miliardo in più o al miliardo in meno. Piuttosto, guardiamo alla sostanza: la sostanza è che noi abbiamo già a bilancio, dai Governi precedenti, un bel malloppo, di 100 miliardi di euro da qui al 2032-2034 (sono 150, pardon). Ne sono stati aggiunti circa altri 100. Quindi, i soldi c'erano e ci sono, ma allora perché l'anno scorso di quei 4 miliardi e mezzo a bilancio non è stato speso neanche un euro (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier)? Al netto, quindi, delle risorse aggiuntive, noi stiamo intervenendo - abbiamo già iniziato a farlo e in manovra si prosegue - nel rimuovere i singoli ostacoli che impediscono la spesa di investimento in questo Paese.

Sulle regole contabili è bastata una circolare della Ragioneria - una circolare! - per liberare completamente la spesa di avanzo d'amministrazione dei comuni italiani, di tutti (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier). Questo muove un miliardo di investimenti aggiuntivi senza mettere risorse in più, consentendo di spendere i soldi che ci sono. Sulla burocrazia, è stato citato (Commenti della deputata Morani)

PRESIDENTE. Deputata Morani, deve far terminare l'intervento.

MASSIMO GARAVAGLIA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Non c'è problema, Presidente. Dicevo che è stato già sottolineato il problema creato dal codice degli appalti. Noi siamo convinti nella buona fede e siamo convinti che ciò sia stato fatto con le migliori intenzioni del mondo. Peccato che sia un disastro: ha bloccato completamente la spesa di investimento e soprattutto l'ha bloccata nelle realtà più piccole, nei comuni più piccoli, nelle province. Allora, come siamo intervenuti per iniziare a rimuovere il problema? Lì andrà fatta una profonda revisione e c'è un gruppo di lavoro che è in stato avanzato di elaborazione, appunto, di una proposta di modifica radicale. Nelle more, siccome quando piove devi aprire l'ombrello, abbiamo iniziato con due cose semplici: alzare le soglie minime degli appalti veloci e fornire a tutti i comuni d'Italia sotto i 20 mila abitanti un basket di 400 milioni di euro (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier) da spendere con un'unica condizione: farlo subito, farlo velocemente. Chi non spende, vedrà quelle risorse tornare al centro ed essere redistribuite a chi è più veloce. Noi abbiamo bisogno di fare PIL, abbiamo bisogno di riempire il Paese di giubbotti arancioni e non di giubbotti gialli (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier), di quei giubbotti arancioni dalle nostre imprese, dei nostri operai che ritornano a fare PIL, a lavorare e a creare ricchezza (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

Poi, ci sono altri due problemi che bloccano la spesa di investimento: poche manutenzioni straordinarie - e l'abbiamo visto nei tragici fatti di Genova, ahinoi - e il contenzioso. Sulle manutenzioni vi do solo un dato che riguarda l'ANAS (tutte le società pubbliche sono state chiamate dal Presidente Conte a Palazzo Chigi per fare uno sforzo aggiuntivo sulla manutenzione straordinaria). La sola ANAS ha a bilancio circa un miliardo di euro di manutenzione straordinaria; gli si chiede di raddoppiare e metterne due. Un miliardo in più di manutenzione straordinaria ha questo simpatico beneficio: muove cento cantieri in cento giorni, ma soprattutto sono cantieri che tu attivi subito, sono giubbotti arancioni che si muovono subito: questo perché? Perché non servono espropri, non c'è la soprintendenza, non c'è tutto quel cinema che c'è in Italia e che rallenta tantissimo la spesa di investimenti (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

Sul contenzioso, noi abbiamo scelto un atteggiamento di collaborazione e di dialogo con gli enti locali. Con le regioni abbiamo chiuso un'intesa e nel chiudere l'intesa con le regioni abbiamo sbloccato la partita del contratto sanitario ed evitato il taglio di 1,4 miliardi dei fondi del sociale, che altrimenti venivano azzerati per 1,4 miliardi, e soprattutto liberato di quel fondone di investimenti già a bilancio oltre 80 miliardi di euro che erano bloccati per un contenzioso con le regioni. Come abbiamo fatto? Semplicemente sedendoci attorno a un tavolo e trovando un'intesa e abbiamo chiuso l'intesa in Conferenza Stato-regioni, sbloccando oltre 80 miliardi di euro di investimento: era difficile? No, bastava cambiare l'approccio (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

Per non parlare delle province, province che si volevano morte e, guarda caso, quali sono gli asset del Paese peggio messi nel nostro Paese? Sono le due cose in capo alle province: strade provinciali e scuole superiori. Il popolo sovrano ha deciso che le province rimangono e il Governo gli dà i fondi: 250 milioni di euro a decorrere (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier) significa rimettere a posto strade provinciali e scuole superiori. Questo è dialogare con gli enti territoriali invece di mettere le dita negli occhi.

Veniamo, quindi, al tema aziende. Della pressione fiscale si è detto tanto e il Ministro ha già risposto ieri, dunque andiamo a vedere cose di sostanza. Si è scelto di fare degli interventi mirati, partendo soprattutto dai più piccoli e dai più indifesi. C'è l'intervento sulle partite IVA, la famosa “mini flat tax” - chiamiamola così - al 15 per cento fino a 65 mila euro, che viene anche un po' banalizzata: sì, banalizziamola! Intanto questi circa milioni di partite IVA banalmente pagano un sacco di tasse in meno e non hanno più bisogno del commercialista perché a quel punto torneranno a fare la “Vanoni”, come faceva il mio papà da giovane, una volta al mese e facendola lui a mano, quindi risparmi anche quei 3-4 mila euro all'anno di commercialista (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier). Ma soprattutto è semplice e non hai più l'incubo di aver sbagliato e di dover rincorrere perché poi ti arriva un accertamento perché sbagli: è semplice, costa meno ed è semplice!

Inoltre, si ha un terzo beneficio che non dobbiamo dimenticare. Noi abbiamo realtà del Paese con una disoccupazione giovanile con numeri pazzeschi e poi ci domandiamo come mai c'è un calo demografico che casualmente è esploso dopo il 2012: certo, a motivo della crisi. Abbiamo zone del Paese dove questa disoccupazione giovanile è enorme. Non c'è la rivoluzione perché, diciamocela tutta, c'è una componente importante di lavoro nero, altrimenti avremmo la rivoluzione. Questo strumento molto semplice della flat tax fino a 65 mila euro, è anche un potente strumento di emersione del lavoro nero, perché a questo punto non te lo fa fare nessuno di rimanere in nero e, soprattutto, hai di nuovo la dignità di essere una persona che può comprare l'auto e comprare la casa, e c'è la dignità di avere un lavoro, anche perché l'articolo della Costituzione non dice che il lavoro è solo quello del dipendente pubblico: esiste anche l'ottimo lavoro autonomo, che è un'alternativa validissima per avere un posto di lavoro e una dignità (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

Ci sono interventi anche per le aziende medie, medio-piccole: raddoppio della detassazione dell'IMU sui capannoni (si aspettava da anni: fatto) e l'INAIL, cioè la riduzione dei premi INAIL. Anche qui una cosettina da niente: cosa sarà mai ridurre i premi INAIL del 30 per cento? Sono 410 milioni in meno di costo nel 2019, 525 nel 2020 e 600 milioni in meno nel 2021: è tanta roba (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

A questo aggiungiamo un intervento importante per le aziende più grandi, che si vedono ridurre l'IRES dal 24 al 15 per cento. Sono nove punti in meno ed è una misura che a regime vale circa 2 miliardi di euro e, anche qui, 2 miliardi di detassazione in meno non sono poi da buttare via. Questo, però, con una sola condizione: devi investire e assumere. Questo per dire che si è fatto ciò in maniera mirata, perché l'intervento sull'INAIL, in particolare, va ancora a favorire le aziende del settore costruzioni, che sono proprio quelle più in difficoltà e quelle che hanno patito maggiormente la crisi negli ultimi anni, anche perché - questo è fondamentale ricordarcelo - le asfaltature non si importano. Dunque, questa è tutta domanda interna, è tutto PIL e sono tutti posti di lavoro interni (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

Passo all'ultimo tema e vado a concludere: la coesione sociale. Non ripetiamo quello che abbiamo già detto di “quota 100” e reddito di cittadinanza, però faccio una considerazione. Il reddito di cittadinanza va a insistere sostanzialmente sulla stessa platea di fondi esistenti, tipo il Fondo delle politiche sociali. Quindi, va da sé che insistendo sulla stessa platea noi libereremo molte risorse del Fondo delle politiche sociali per fare altre cose, in particolare per implementare maggiormente quell'integrazione socio-sanitaria che è fondamentale alla luce dell'invecchiamento della popolazione. Sul sociale, come diceva (Commenti della deputata Carnevali)

PRESIDENTE. Deputata Carnevali, deve lasciar finire di parlare il sottosegretario!

MASSIMO GARAVAGLIA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Come diceva giustamente l'amica deputata Silvana Comaroli, sono stati messi oltre 500 milioni di euro in più, 100 milioni in più sul Fondo della non autosufficienza, 120 milioni in più sul Fondo delle politiche sociali. Di questo non se ne è sentito parlare. Cento milioni per un Fondo per la famiglia e la disabilità che non esisteva, 100 milioni per il Fondo assistenza e trasporto dei disabili, che vedeva nel bilancio pluriennale zero euro, ci si era dimenticati di trasportare i disabili a scuola e di garantire loro le ore di assistenza (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier). Quindi, quando si parla di tagli al sociale, leggiamolo tutto il bilancio, non solo quello che ci interessa. Oltre a questo, 150 milioni di euro, che diventano 350 milioni di euro nel triennio, per ridurre le liste d'attesa; quindi, oltre mezzo miliardo in più nel sociale.

Per chiudere sulla coesione sociosanitaria, sulla sanità sono stati messi 4 miliardi di euro in più per l'edilizia sanitaria, che è uno dei temi fondamentali, e ci auguriamo che già subito in gennaio il CIPE liberi queste risorse, perché noi abbiamo bisogno di fare PIL e di farlo velocemente (Vivi applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

GRAZIANO DELRIO (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GRAZIANO DELRIO (PD). Grazie Presidente, articolo 41. Presidente, noi siamo molto felici di avere finalmente sentito la voce della maggioranza e la voce del Governo; questo dimostra quello che le abbiamo ripetuto da tempo e quello che dice la Costituzione, e cioè che la legge di bilancio meritava una discussione nel merito, questo è il punto. Infatti ho molte cose da dire al sottosegretario Garavaglia, avrei molte cose da dire all'onorevole Comaroli, ma non ci avete consentito di discutere delle modifiche apportate al codice degli appalti, non ci avete consentito di trovare questi 80 miliardi che sono stati sbloccati miracolosamente. Ma perché prevedete l'1 per cento di PIL, se avete sbloccato tutti questi miliardi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Prevedrete il 5 per cento di PIL, il 10 per cento di PIL, il 15 per cento di PIL, Presidente.

PRESIDENTE. Deputato Delrio…

GRAZIANO DELRIO (PD). No, ha ragione, era solo un incipit, perché – sto al merito, sto al merito – allora dovremmo discutere di 6 miliardi in più di tasse, ma non discutiamo di questo. Forse i pensionati stanno tutti sbagliando, va bene, però qual è il problema? Ma scusate, ma qual è il problema? Il problema è semplicissimo: il Governo ha umiliato il Parlamento, non la minoranza, il Parlamento; ha impedito la discussione nel merito di questi articoli, che sono decisivi, come dimostra l'intervento dell'onorevole Garavaglia, come dimostra l'intervento dei relatori di maggioranza, sono decisivi per la vita del Paese.

SILVANA ANDREINA COMAROLI (LEGA). Sta facendo una replica alla replica!

GRAZIANO DELRIO (PD). Allora, Presidente, qui si pone un problema molto serio: lei ha la possibilità, adesso, di rinviare in Commissione, questa è la proposta che le faccio (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Per favore!

GRAZIANO DELRIO (PD). …di rinviare in Commissione per l'esame degli articoli esattamente il merito e la discussione che si può fare per migliorare e aiutare il nostro Paese a crescere, perché noi siamo convinti che tutte queste cose che sono state dette siano per il 90 per cento inutili e dannose per il Paese. Ma perché non ci avete consentito, allora, di fare il nostro mestiere? Voglio leggerle questa citazione, Presidente, se mi consente: “Ci troviamo nel luogo in cui si esprime la sovranità popolare, il luogo della proposta, dell'ascolto, dell'analisi delle scelte che sono destinate a incidere sulla vita di milioni di persone”. Avete discusso di questo? “Questo è il luogo dove il futuro può prendere forma e intendiamo costruirlo insieme, a partire da oggi, con l'unico interesse del bene collettivo, perché abbiamo il compito di servire insieme un'intera nazione. Dobbiamo far sì che in quest'Aula i cittadini possano sentirsi rappresentati, vedendola come un punto di riferimento, ed è proprio ai cittadini che penso quando invito tutti noi a riflettere sulla necessità che il Parlamento ritrovi la centralità che gli è garantita dalla Costituzione. Obiettivo determinante per affrontare non soltanto le sfide interne, ma anche per dare nuovo valore all'idea stessa di Europa e affrontare le grandi sfide globali. La questione della centralità del Parlamento”… non vi interessa, ma vado avanti lo stesso. “La questione della centralità del Parlamento ha attraversato la storia del nostro Paese e vorrei provare a dirvi che oggi la centralità del Parlamento va riaffermata in un contesto in cui il rapporto tra il potere legislativo e il potere esecutivo continua a essere caratterizzato dall'abuso di strumenti che dovrebbero essere residuali, in cui poteri e competenze sono spesso trasferiti in altre sedi decisionali, in cui gli interessi sono frammentati e le leggi sempre più settoriali e tecniche.

Dobbiamo impegnarci a difendere il Parlamento da chi cerca di influenzarne i tempi e le scelte a proprio vantaggio personale. Abbiamo provato tante volte la sensazione amara di essere esposti a pressioni esterne. Per questo motivo voglio affermare con decisione che non consentirò scorciatoie né forzature del dibattito parlamentare. Un Parlamento centrale per me è un Parlamento di cui i cittadini possono fidarsi e possano farlo perché sanno che qui è perseguito esclusivamente l'interesse generale”.

Queste sono le sue parole, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), le parole che lei ha pronunciato il giorno del suo insediamento. Lei aveva una grande occasione in questi giorni, quella di consentirci di riaffermare l'equilibrio tra il potere esecutivo e il potere legislativo, quella di non fare umiliare la Camera dei deputati, come è stato umiliato il Senato della Repubblica. Lei ha perso una grande occasione: le chiedo il rinvio in Commissione, di mettere ai voti il rinvio in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È stato chiesto il rinvio del provvedimento in Commissione. Su tale richiesta darò la parola, ai sensi dell'articolo 41 del Regolamento, a un deputato a favore e a uno contro per non più di cinque minuti ciascuno.

Ai sensi dell'articolo 86, comma 7, del Regolamento, chiedo quale sia l'orientamento del relatore. Onorevole Comaroli, se vuole esprimere il suo orientamento rispetto al rinvio in Commissione.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario, Presidente.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 18,16).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, senza registrazione dei nomi, decorre da questo momento il termine di preavviso di cinque minuti previsto dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare contro il deputato Donno. Ne ha facoltà.

LEONARDO DONNO (M5S). Grazie, Presidente. Riteniamo che ieri ci sia stato in Commissione il tempo necessario per discutere dalla mattina fino alle 2,30 del mattino (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). È stato concesso all'opposizione il tempo adeguato, sono state concesse le audizioni che l'opposizione ha richiesto, dell'ufficio parlamentare di bilancio, del Ministro Tria, e quindi riteniamo che non sia necessario ritornare in Commissione. Quindi, voteremo contro perché il popolo italiano ha bisogno di questa manovra quanto prima (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore la deputata Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Grazie, Presidente. Registro che il collega che ha appena parlato dissente rispetto all'opinione che lei ha espresso mezz'ora fa in questo Parlamento, dicendo che, secondo lei, le procedure adottate rispetto all'approvazione di questa legge di bilancio sono del tutto anomale rispetto ai precedenti; per cui le comunico che il suo collega di partito l'ha appena sconfessata pubblicamente in quest'Aula.

Dopodiché, oltre la sconfessione del suo gruppo parlamentare, vorrei dire, per il suo tramite, al collega che quello che ha appena affermato, e cioè che qualche ora di discussione della legge di bilancio è sufficiente per approvare la legge che, vorrei ricordarlo a tutti, determina come un metronomo la vita del Paese, è un'assoluta vergogna, perché mai, mai, prima di questa seduta o anche di quella del Senato, non è mai accaduto quello che è accaduto in queste ore.

Ci avete fatto discutere, in questa Camera, una legge di bilancio finta, che sapevate essere una legge di bilancio finta e, nonostante ciò, abbiamo provato a correggere tutte le anomalie, le distorsioni e i danni che stavate facendo con quella legge di bilancio. L'avete portata, poi, alla Commissione europea, dove vi hanno ricordato quali erano i danni che stavate facendo al Paese; la Commissione europea vi ha impedito di fare i danni peggiori che potevate fare all'economia del nostro Paese, alle famiglie italiane e alle imprese italiane. Siete tornati in Senato con quella legge di bilancio che era totalmente diversa rispetto a quella discussa alla Camera dei deputati e non avete dato il permesso, anzi, la facoltà legittima che l'articolo 72 riconosce ai parlamentari e cioè che le leggi vanno discusse articolo per articolo, di fare ciò nel Senato della Repubblica.

Oggi, i senatori hanno presentato un ricorso alla Corte costituzionale ed abbiamo appena appreso dalle agenzie di stampa che quel ricorso si discuterà il 9 gennaio. Noi siamo molto orgogliosi di aver presentato quel ricorso, perché tutela le istituzioni democratiche di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Dopo aver fatto quella pantomima vergognosa al Senato, la legge di bilancio è arrivata qui e, secondo il collega del MoVimento 5 Stelle, ma anche secondo tutti coloro della maggioranza che sono intervenuti, quella discussione è stata sufficiente. La cosa che però mi ha più stupito, Presidente, lo dico a lei, dopo aver sentito anche ripetere le parole del suo discorso inaugurale dal mio capogruppo Graziano Delrio, quello che mi stupisce è il suo comportamento, perché quello che lei, oggi, ha fatto in questa Camera è una cosa gravissima; non solo ha richiamato dei precedenti del tutto differenti rispetto alla fattispecie di cui stiamo discutendo, ma ha consentito anche l'esproprio del Parlamento da parte del Governo.

La sua funzione è quella di tutelare la Camera dei deputati e di tutelare le prerogative dei singoli parlamentari. Lei non lo ha fatto, anzi, questa mattina, secondo me, Presidente, lei ha fatto una cosa che è di una gravità estrema e cioè ha impedito, in questa Camera, una votazione per proteggere la maggioranza, perché quei banchi erano vuoti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); i deputati della maggioranza non erano qui, in questa Camera, mentre le opposizioni c'erano. Lei, questa mattina, ha dimostrato di essere un Presidente di parte, di non essere super partes e questa è una cosa gravissima. Io, quindi, vorrei che fosse messo a verbale, Presidente, che io la ritengo il peggior Presidente della Camera della storia della Repubblica (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Per favore, lasciamo finire l'intervento…

ALESSIA MORANI (PD). Perché non solo questa mattina è stato di parte, ma la conduzione che ha avuto oggi di questa Camera è del tutto inadeguata rispetto alla funzione della terza carica dello Stato. Voglio dirlo perché rimanga agli atti, perché il Partito Democratico, non solo, non piega la testa di fronte al sopruso della maggioranza che è stato fatto sia al Senato che alla Camera, ma vuole, anche, ricordare che le funzioni della Presidenza della Camera sono ben altre, sono quelle di garanzia costituzionale che, lei, purtroppo, Presidente, non ha garantito, quest'oggi, alle opposizioni. Perché, vedete, la ruota gira, è il gioco della democrazia e vivaddio che esiste il gioco della democrazia, e le maggioranze e le minoranze cambiano. Io vorrei, come ha chiesto il deputato Fiano prima di me, che fosse messo a verbale che il Partito Democratico rifiuta che, da oggi, ci sia una nuova prassi in questa Camera, che nessuno la richiami mai più, perché mai più deve accadere una cosa vergognosa come è accaduta quest'oggi.

Quindi, per questo, io esprimo un parere favorevole del Partito Democratico perché si ritorni in Commissione e si possa discutere della legge di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, per il suo intervento, Morani.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di rinvio del provvedimento in Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 153 voti di differenza.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Signor Presidente, intervengo sull'articolo 8 del Regolamento e seguenti, prima dell'intervento, immagino, del Governo per l'apposizione della fiducia, siccome è evidente che si sta concludendo una fase. Lei precedentemente - e io voglio prenderla sul serio, perché, come lei, tutti noi abbiamo profondo rispetto e sappiamo il valore di questa istituzione che è il Parlamento - ha pronunciato una parola, dicendo che quello che è accaduto è un principio sconsigliabile. Siccome lei stesso sa, per esperienza, avendo letto anche nei suoi speech i precedenti e la prassi, che tutto diventa precedente e prassi, io ritengo che noi condividiamo, come lei condivide, al di là poi delle opinioni che sono state espresse, che il modo con cui si è svolta questa discussione non possa diventare precedente. Con le ragioni di una parte e dell'altra e con i gravissimi errori che possono aver visto il Governo gestire questa legge di bilancio, schiacciando il Parlamento - su questo, poi, si pronuncerà anche la Consulta e così via -, credo che noi dobbiamo evitare, nell'interesse del Presidente e nell'interesse di tutta la Camera, che quello che qui è accaduto diventi precedente o prassi. Per farlo c'è un modo molto semplice ed è quello di ottemperare alla richiesta che io le faccio e che mi auguro lei possa ottemperare, finita la discussione generale. Comprendiamo, io comprendo, il ruolo che lei svolge, sono per evitare in qualsiasi modo, nonostante le responsabilità chiare del Governo, che si possa andare in esercizio provvisorio, sarebbe un errore e un'irresponsabilità per quanto riguarda tutti nei confronti dei cittadini, ma contemporaneamente questo provvedimento non può passare senza che la Camera dei deputati, anzi, il Presidente, a nome della Camera dei deputati, formalmente faccia presente al Governo che quanto è accaduto nei confronti del Parlamento è una cosa che non può riaccadere. Usi lei i termini, usi lei le parole, ma è, dal mio punto di vista, inaccettabile che si possano comprimere, nel modo in cui è stato fatto, il dibattito e la possibilità di approfondimento.

Lei stesso ha potuto constatare come l'intervento del Viceministro Garavaglia poteva e ha potuto, fatto in un certo modo e svolto nei suoi tempi, sviluppare un dibattito e un approfondimento. Poi, siamo d'accordo o non siamo d'accordo, credo che all'interno della stessa maggioranza la Viceministra Castelli non sia d'accordo con quanto ha appena detto il Viceministro Garavaglia, ma questo è indifferente.

Le faccio, quindi, la richiesta, proprio a nome del Regolamento e per il suo ruolo e credendo fino in fondo che il suo ruolo sia fondamentale per tutti, anche riguardo a quello che lei ha detto nel suo insediamento, che ci sia un atto formale, da parte del Presidente della Camera, a nome della Camera, nei confronti dell'Esecutivo, senza richiamare e senza entrare nel merito, ma a nome del Presidente della Camera e della Camera dei deputati, in tutte le sue espressioni, maggioranza e opposizione, oggi chi è maggioranza domani potrà essere opposizione e chi oggi è opposizione potrà essere maggioranza, la relatrice ha citato giustamente dei precedenti in cui l'opposizione di allora si è ritrovata ovviamente nelle stesse condizioni della maggioranza di oggi ad essere schiacciata. Ma, qui, siamo sulla legge di bilancio e, quindi, io credo che, e questa è la richiesta che le faccio, un atto formale può essere fatto con i toni e le modalità dovute, che non sia precedente e prassi quello che, gravemente, qui è accaduto e che, in ogni caso, ci sia un atto formale da parte della Camera dei deputati e della Presidenza nei confronti del Governo e dell'Esecutivo per il rispetto reciproco dei ruoli dell'Esecutivo e dell'attività legislativa, che quanto è accaduto non è possibile che si ripeta, nonostante le ragioni, comprensibili, almeno dal mio punto di vista, che vedono che il meglio è nemico del bene e, quindi, non possiamo assolutamente consentire che il bene, in questo caso l'esercizio provvisorio, sia schiacciato dal meglio, che sarebbe stato ovviamente, se non ci fosse stata l'irresponsabilità dell'azione di Governo, la possibilità di entrare nel merito e di discutere con i tempi ovviamente previsti.

Questa è la mia richiesta, la faccio apposta ovviamente alla fine di una prima fase, poi ci sarà la seconda, la posizione della questione di fiducia, eccetera, ma credo che sia necessario chiarire anche formalmente questo, che ciò che sta accadendo non può essere né prassi né precedente, altrimenti ognuno farà riferimento, fra un anno, due, cinque o dieci anni, a quanto è accaduto.

E se non interviene la Consulta - ma io credo che il Parlamento debba evitare l'intervento di altri soggetti -, allora tutti potranno dire: è già successo, quindi non quattro ore, un'ora sola; non un passaggio in Commissione, ma nessun passaggio in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).

VITTORIO SGARBI (MISTO). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (MISTO). Onorevole Presidente, proprio perché le parole hanno un peso, volevo condividere alla lettera l'intervento dell'onorevole Lupi, che ha dichiarato, come lei stesso pensa, inaccettabile questo metodo. E proprio perché a me ha colpito - l'ho citato e lui l'ha ripetuto; lei ha dichiarato con onestà, davanti a una giusta rimostranza del PD, che è sconsigliabile ciò che accade -, mi chiedo se lei e il MoVimento 5 Stelle, che è un giovane movimento, non siate presi da una senescenza precoce. Diceva La Rochefoucauld: i vecchi danno buoni consigli perché non possono dare cattivi esempi. Voi date buoni consigli e cattivi esempi, benché giovani. C'è qualcosa di inquietante. Se perfino voi vi ribellate a voi stessi, siete già vecchi, e i vecchi si avviano a morire (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Posizione della questione di fiducia – Articolo 1 - A.C. 1334-B)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro per i rapporti con il Parlamento, deputato Fraccaro. Ne ha facoltà.

RICCARDO FRACCARO, Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta. Presidente, a nome del Governo, autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo 1 del disegno di legge n. 1334-B: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. A seguito della posizione della questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti di gruppo è immediatamente convocata presso la biblioteca del Presidente, al fine di stabilire il prosieguo dell'esame del provvedimento.

Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Com'è buona creanza, Presidente, quando si pone la questione di fiducia, l'Aula anche il diritto di esprimersi - per chi ne faccia richiesta, io credo che sia doveroso da parte del mio gruppo - su questa richiesta di fiducia. “Il Governo non si azzardi a presentare al Senato un maxiemendamento sulla legge di stabilità per poi farlo passare in fretta e furia con l'ennesimo voto di fiducia e infine farlo ratificare alla Camera dei deputati senza dibattito e senza un esame approfondito delle norme (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Il MoVimento 5 Stelle è pronto a dare battaglia per impedire questo ennesimo atto di arroganza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!”. È Beppe Grillo, 18 dicembre 2014! Quel Governo siete voi! Lo state facendo voi, in questo preciso istante, con l'aggravante che non è stato neanche esaminato un emendamento in Commissione, né al Senato né alla Camera. Questa è l'aggravante, cioè come gli altri ma molto peggio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

Mi rallegra il sorriso del Ministro Fraccaro, perché vedo che vi siete sbloccati con la questione di fiducia; all'inizio ci avete messo un po'. Questa è l'ottava questione di fiducia, quindi in sette mesi di Governo avete messo più di una fiducia al mese, ma soprattutto vi siete sbloccati nelle ultime settimane, perché ne avete messe quattro in un mese - una a settimana! -, per cui credo che il ritmo andrà sempre aumentando, ormai avete preso il via. Non mi preoccupa tanto l'incoerenza con quello che avete detto fino a pochi mesi fa, perché questo ricade sulle balle e sulle stupidaggini - oggi si usa il termine narrazione, ma sono balle e stupidaggini - che avete raccontato ai vostri elettori contro il nemico di turno, negli anni passati, non mi preoccupa l'incoerenza su questo, mi preoccupa un altro aspetto, che è la coerenza con quello che pensate del Parlamento.

Qualcuno nel dibattito quotidiano in quest'Aula cita spesso la storia della scatoletta di tonno, ma non è l'aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno che era l'obiettivo del MoVimento 5, bensì trattare il Parlamento come un ente inutile! Questo è l'obiettivo del MoVimento 5 Stelle e questo è il sottotesto delle vostre riforme quando vi riempite la bocca della democrazia diretta (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico), perché non avete intenzione solo di riformare la Costituzione che c'è per come la volete, avete l'interesse e l'abitudine di mortificare la Costituzione - e lo state dimostrando con questa sessione di bilancio - per quella che è, perché il rispetto del Parlamento non alberga più in questo momento nella visione di un MoVimento 5 Stelle che considera i deputati o i senatori impiegati da sorteggiare, non eletti del popolo!

Il paradosso del ritardo con cui avete presentato questa manovra fa il paio con la velocità e la superficialità con cui purtroppo ci troviamo ad esaminarla. Tutto questo, progressivamente, nel corso del tempo, vi fa perdere giorno dopo giorno la credibilità che avete costruito in anni di balle raccontate ai vostri elettori contro la casta, contro il nemico, contro un nemico che non c'è (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ciò perché porre la fiducia è diventata, almeno negli ultimi vent'anni, un'attività ordinaria, ma quando lo dicevano gli altri, erano i nemici del popolo brutti e cattivi, i nemici del Parlamento, oggi che lo fate voi, nessuno vi ricorda quello che siete, quello che eravate e quello che purtroppo pericolosamente avete in mente, cioè il superamento della democrazia rappresentativa con un falso mito populista e pericoloso di una democrazia diretta senza limiti e senza regole che purtroppo rischia di delegittimare la democrazia rappresentativa così com'è (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Tenetevi la vostra fiducia, prendetevi le vostre responsabilità, è evidente a tutti ciò che fate, come vi comportate, la mortificazione del dibattito che in questo Parlamento avete realizzato. Mi dispiace davvero che non ci siano state le circostanze per discutere davvero una legge di bilancio come questa. È sembrata la brutta presentazione di un libro mediocre, che di solito avviene così: con un ritardo insopportabile, quei pochi che ne parlano bene non l'hanno letto e molto spesso quello che dovrebbe essere l'autore l'ha letto ma non l'ha neanche scritto. In questo caso l'autore ha scritto le parti peggiori, perché le parti migliori, almeno nei saldi, quelle che ci salveranno dalla procedura di infrazione, ce l'hanno scritte molto lontano da qui (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, onorevoli colleghi, la grave reiterazione della posizione della questione di fiducia nelle circostanze che sono state ricordate ci induce a due riflessioni, che sono fra loro intimamente connesse: una prima riflessione di carattere giuridico-istituzionale, sulla natura di questo Parlamento, e una seconda di carattere politico.

Signor Presidente, c'è scritto nei manuali di diritto costituzionale che quest'Aula, ancorché un po' rumorosa, è il vertice della costruzione dello Stato democratico, e in quest'Aula, da persone sicuramente molto più importanti di noi, sono state pronunciate a tale proposito alcune parole importanti: il termometro della democrazia di un Paese è la forza, l'intelligenza, la compostezza e la capacità di risposta da parte del Parlamento. Signor Presidente, se dovessimo giudicare da questi giorni, dovremmo trarre la conclusione che questo termometro sta segnando una febbre profonda, perché noi, Parlamento, non siamo intervenuti nella costruzione della volontà politica decisionale, perché qui non vi è stata la formazione di una volontà, vi è stata recitazione, vi è stata ratifica, vi è stata amplificazione.

Ma un punto giuridico noi lo vogliamo sottolineare, proprio per il tema della prassi e per i precedenti ai quali si fa riferimento. È impensabile ritenere che il Parlamento non abbia titolo per inserirsi in una dialettica così delicata come la costruzione di una legge di bilancio. Lo dicono chiaramente gli articoli 72 e 81 della Costituzione e saremo costretti ad adire al di fuori di qui, perché questi elementi non possono essere passati sotto silenzio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

E poi vi è un tema politico, lo dico in particolare ai colleghi della maggioranza: vi accorgete, sì, che state, in questo modo, sgretolando i contrafforti della democrazia rappresentativa e liberale? È un fatto consapevole questo? Per molti di voi no, per alcuni di voi, soprattutto seduti nei banchi del Governo, sì, e noi questo lo riteniamo un fatto preoccupante per il Paese. Perché se dovesse essere chiamata a precedente di una discussione di delegittimazione e di destrutturazione della democrazia rappresentativa, questa pagina che è qui avvenuta, magari tra quindici giorni, quando il Governo porterà qui la riforma degli strumenti di partecipazione popolare dei referendum, e quindi si dirà che questa ha legittimato una riforma, noi dobbiamo dire ora che non accettiamo questo tipo di percorso, perché, cari amici dalla maggioranza, in realtà, con questa fiducia voi tentate di nascondere la grande malata di cui quest'Aula è avvolta, che è la democrazia. E noi riteniamo che la democrazia e le sue regole abbiano un valore, in quanto riducono le disuguaglianze e fanno di quest'Aula il punto di riferimento delle attese del Paese. Purtroppo, quest'Aula è stata trasformata esclusivamente in un esercizio di mero potere e il potere porta all'inerzia del potere, porta alla prepotenza del potere. Molti di voi sono giovani, ma ci sarebbero pagine da raccontare rispetto a questo tema. Vedete, voi vi rifate a Rousseau. Rousseau immaginava – e concludo, signor Presidente – che l'uomo fosse buono in natura e che le leggi lo facessero diventare cattivo. Sapete come finì? Che gli uomini, per discutere tra quali leggi fossero buone e quali leggi fossero cattive, iniziarono a tagliare le teste. Rifletteteci finché siete in tempo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.

La seduta, sospesa alle 18,40, è ripresa alle 19,20.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA

Sull'ordine dei lavori e calendario dei lavori dell'Assemblea per il periodo 9-18 gennaio 2019 e conseguente aggiornamento del programma di dicembre 2018.

PRESIDENTE. Comunico che nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, convocata a seguito della posizione della questione di fiducia da parte del Governo sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo 1 del disegno di legge n. 1334-B - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, è stata convenuta la seguente organizzazione dei lavori.

La votazione per appello nominale avrà inizio domani, sabato 29 dicembre, a partire dalle ore 18.30, previe dichiarazioni di voto a partire dalle ore 17.

L'esame del provvedimento proseguirà nella medesima giornata di sabato 29, fino alle ore 24, e domenica 30 dicembre, a partire dalle ore 9.

Comunico altresì che è stata convenuta la seguente articolazione dei lavori per il periodo 9-18 gennaio 2019:

Mercoledì 9 gennaio (ore 11-14)

Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:

- n. 1389 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale e di istruzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Montenegro, fatto a Roma il 15 aprile 2014 (approvato dal Senato)

- n. 1390 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica popolare democratica del Laos, fatto a Bangkok il 17 febbraio 2003 (approvato dal Senato)

- n. 1391 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Giappone concernente il trasferimento di equipaggiamenti e di tecnologia di difesa, fatto a Tokyo il 22 maggio 2017 (approvato dal Senato)

Mercoledì 9 gennaio (ore 16-20, con eventuale prosecuzione notturna)

Seguito dell'esame dei progetti di legge:

- n. 1389 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale e di istruzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Montenegro, fatto a Roma il 15 aprile 2014 (approvato dal Senato)

- n. 1390 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnologica fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica popolare democratica del Laos, fatto a Bangkok il 17 febbraio 2003 (approvato dal Senato)

- n. 1391 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Giappone concernente il trasferimento di equipaggiamenti e di tecnologia di difesa, fatto a Tokyo il 22 maggio 2017 (approvato dal Senato)

Mercoledì 16 (ore 9.30-14 e 16-20, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge costituzionale n. 1173 e abbinata - Modifica all'articolo 71 della Costituzione in materia di iniziativa legislativa popolare

Giovedì 17 gennaio (ore 9.30-14 e 15-20, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 18 gennaio)

Seguito dell'esame della proposta di legge costituzionale n. 1173 e abbinata - Modifica all'articolo 71 della Costituzione in materia di iniziativa legislativa popolare

  Nelle sedute di mercoledì 9 e 16 gennaio, alle ore 15, è previsto lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question-time).

  Nella seduta di martedì 15 gennaio, alle ore 11, avrà luogo lo svolgimento di interpellanze e interrogazioni.

  Nell'allegato A al Resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame dei progetti di legge di ratifica nn. 1389, 1390 e 1391.

  L'organizzazione dei tempi per la discussione generale della proposta di legge costituzionale n. 1173 e abbinata sarà valutata al termine dell'esame in sede referente.

Il programma di dicembre è conseguentemente aggiornato.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale la deputata Angela Ianaro, in sostituzione del deputato Luca Migliorino, dimissionario.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Signor Presidente, è con piacere e in serenità che prendo la parola in questa occasione per l'intervento di fine seduta, perché c'è una radio locale e privata, la quale trasmette tutta la sera, la notte e l'inizio della mattina, musica sinfonica e musica lirica, senza interrompere per la pubblicità, che io ascolto sempre molto, ma molto volentieri e, con me, tanti anziani che amano ancora la musica lirica e la musica sinfonica in grande numero.

Ma perché ne parlo, Presidente? Ne parlo perché questa radio, oltre che avere questa bella qualità, ha preso il nome, ha deciso di chiamarsi radio Marconi, come il nostro collega senatore e grande genio italiano Guglielmo Marconi. È noto che io sono uno degli ultimi marconisti al mondo, in via di estinzione, perché purtroppo le novità tecnologiche hanno ammazzato la radiotelegrafia nella sua romanticità, che c'è anche nella radiotelegrafia. Tant'è che io, per far capire che non sto scherzando così, mi permetto, signora Presidente, di dire il suo nome come si dice in alfabeto Morse: “ta-ta ; ti-ta ; ti-ta-ti ; ti-ta” ; e il cognome: “ta-ti-ta-ti ; ti-ta ; ti-ta-ti ; ti-ti-ta-ti ; ti-ta ; ta-ta-ti ; ta-ti ; ti-ta”. Questo lo dico perché poi viene fedelmente riprodotto – e mi complimento – dagli stenografi,…

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Fatuzzo.

CARLO FATUZZO (FI). …per controllare che non mi sto inventando quello che dico. Viva i pensionati, pensionati, all'attacco!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Signora Presidente, intervengo perché voglio dire alcune cose sul fatto che un Paese civile non può accettare che un bambino muoia dissanguato, come è accaduto nei giorni scorsi a Monterotondo, in un appartamento dello SPRAR, perché la sua famiglia, sottosviluppata culturalmente ed ancorata a pratiche rituali eseguite per motivi religiosi, si affida a sedicenti medici stregoni, che con interventi chirurgici clandestini e in condizioni igienico-sanitarie medievali provocano inutili ed idiote sofferenze a delle creature innocenti, arrivando fino ad uccidere. Dobbiamo, signora Presidente, salvare i bambini da questo ignobile mercato nero e tutelare la loro salute.

Ho rispetto per le tradizioni religiose, anche se questo tipo di pratiche personalmente le reputo troppo volte anacronistiche e pericolose; ma perlomeno, se eseguite nell'ambito della sanità pubblica o privata, in strutture idonee e con personale abilitato, possono garantire più sicurezza. Infatti, salvi i casi in cui la circoncisione viene praticata per motivi medico-sanitari, sono circa 10 mila le circoncisioni ogni anno effettuate su bambini che si trovano in Italia: di queste, 5 mila vengono effettuate in Italia e altre 5 mila nei Paesi di origine durante le festività o i permessi lavorativi.

Concludo. Il 35 per cento di quelle effettuate in Italia avvengono in modo clandestino, a casa, in strutture non autorizzate, da macellai vestiti da medici. Queste pratiche rituali, salvi i casi di necessità mediche, igieniche, sanitarie (voglio sottolinearlo), al pari delle mutilazioni genitali femminili sono fuori dal tempo, ancestrali, pericolose e da perseguire con pene esemplari, in una capillare opera di informazione e sensibilizzazione verso gli ospiti immigrati che ancora sono ancorati a queste pratiche tribali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Presidente, esattamente 75 anni fa la città di Ortona a Mare venne definitivamente liberata dalle forze alleate. Ortona è ricordata nella storia come la piccola Stalingrado, la Stalingrado d'Italia: parliamo, Presidente, di oltre 870 morti tedeschi, di oltre 1.500-2.000, contando anche i dispersi, canadesi, di oltre 1.300 civili. Questa barbarie si consumò porta a porta in quella città, e le valse il riconoscimento della medaglia d'oro al valor civile. Esattamente oggi, il 28 dicembre di 75 anni fa, finirono le ostilità.

In questo momento Ortona festeggia quella data, e lo fa con rispetto per coloro che hanno liberato quella città. Ad Ortona c'è uno dei più grandi cimiteri canadesi, dove sono raccolti caduti non solo di Ortona, ma quelli del fiume Sangro, di Casoli, di Gessopalena, di Montenerodomo, di Torricella, di Lettopalena: zone del territorio della nostra regione, dove nacque, si sviluppò e liberò le popolazioni la brigata Maiella. Fu un massacro di vittime civili, ordinato direttamente allora da Hitler al feldmaresciallo Kesselring. Disse Hitler (concludo): la fortezza di Ortona dev'essere difesa fino all'ultimo uomo. Così accadde. Credo che la Camera dei deputati, nel ricordare questo avvenimento, debba ancora dire grazie a coloro che liberarono, a coloro che morirono, ai morti civili di quella città (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, le chiedo di farsi tramite presso il Presidente Fico della questione che pongo in questo fine seduta, vista la giornata particolarmente complessa. La TAV è una delle questioni di grande rilievo, una grande opera pubblica, su cui il Governo tiene in sospeso il Paese, un accordo bilaterale, tante imprese e tutto ciò che conosciamo, dietro la filastrocca che il Ministro Toninelli racconta ad ogni piè sospinto, della valutazione costi-benefici.

Su questo argomento così importante in Commissione trasporti il gruppo che mi onoro di rappresentare in questo momento qui in Aula, e al quale ovviamente appartengo, ha chiesto a più riprese, anche per iscritto, nell'ufficio di presidenza allargato ai rappresentanti dei gruppi che programma i lavori della Commissione, sin dal luglio di quest'anno, che fosse ascoltato l'architetto Paolo Foietta, che è commissario di Governo straordinario e presidente dell'Osservatorio sulla Torino-Lione.

Ecco, in sette mesi di permanenza in carica di questo Governo, Presidente, questa richiesta è sempre rimasta inevasa: non c'è mai stata data una risposta, che sia una, con una motivazione plausibile, ma anche semplicemente con una motivazione non plausibile; non c'è mai stata data alcuna risposta.

È bene che la Presidenza sia informata di questo, perché il 31 dicembre scade l'incarico del commissario Foietta. Chiederemo al presidente della Commissione Morelli ancora una volta di acquisire almeno una relazione del commissario straordinario, ma crediamo che sia indecente il comportamento della maggioranza, che soltanto per ragioni di natura politica ha impedito al commissario di Governo di essere ascoltato dalla Commissione trasporti su un tema così importante per il futuro del Paese, per quei territori e per il dibattito che dev'essere giusto, sano e costruttivo tra maggioranza e opposizione sui temi rilevanti dell'agenda politica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, naturalmente riferirò la sua richiesta al Presidente della Camera.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Presidente, anche il gruppo di Fratelli d'Italia chiede che il commissario Foietta venga audito dalle Commissioni competenti, e venga audito anche oltre la scadenza del suo mandato. Questo perché lunedì si consegnano le chiavi del binario 20 di Porta Nuova: lunedì scade, quindi, quel termine che ha conosciuto l'alta velocità in Piemonte, e che ha visto come protagonista l'Osservatorio. Un Osservatorio che è stato una camera di compensazione nel braccio di ferro tra no-TAV e sì-TAV, che è stato un elemento di equilibrio per stemperare le tensioni che ci sono state fin dall'inizio della realizzazione e la progettazione di quest'opera.

Non una parola dal Governo è giunta in merito alla scadenza dell'incarico del commissario di Governo, non una parola del Governo è giunta in merito alla scadenza dell'Osservatorio; non una parola è giunta, e oggi il Presidente Conte ci viene a dire (perché l'abbiamo letto nelle agenzie di stampa) che riferirà dell'analisi, della valutazione-analisi costi-benefici sulla TAV in prossimità delle elezioni europee, e ci dice che lo farà dopo essersi confrontato con il territorio.

Ecco, il territorio siamo noi, il territorio è questo Parlamento, il territorio sono i deputati che sono stati eletti dal popolo piemontese qui in questa Camera e nelle Commissioni competenti. E allora è qui che il Governo deve venire a riferire: deve venire a riferire e deve dare la possibilità che il commissario di Governo venga audito, così come richiesto dalle opposizioni.

Per questo chiediamo che la Presidenza della Camera si faccia portavoce di questa nostra richiesta, che non è solo una richiesta politica, ma ormai diventa anche una richiesta che dev'essere soddisfatta come rispetto delle opposizioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Montaruli, ribadisco quanto già detto all'onorevole Baldelli: riferirò al Presidente della Camera le vostre richieste.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). “Oz” in ebraico, Presidente, vuol dire “forza”. Oggi ci ha lasciato un grande, un uomo forte, Amos Oz, che è scomparso all'età di 79 anni. Forza, forse, che ha avuto quando ha scelto di abbandonare il cognome della sua famiglia discendente dalla Polonia, dalla Lituania e dalla Russia, una famiglia di sionisti che scappavano dall'Europa dell'antisemitismo, la famiglia Klausner.

Forte quando ci ha raccontato cosa ha vissuto quando, nel 1952, quando lui aveva 13 anni, la mamma si suicidò, come racconta nel suo più grande libro forse, Una storia di amore e di tenebra. Forza perché, come molti ebrei sionisti che hanno abitato in Israele e che hanno lottato per la pace, ha anche militato nell'esercito di quel Paese.

Amos Oz, grande pacifista, combatté nel 1967 e nel 1973 per la difesa del suo Paese, perché “sentiva” - disse lui in un'intervista – “che doveva costruire Israele”, unica patria possibile dopo che l'Europa aveva vomitato e sterminato gli ebrei.

Forza perché non ha mai abbandonato la parola “pace” con i palestinesi. E forza, infine, perché - ed è un episodio che lui racconta - negli anni Novanta, quando Shimon Peres, Primo Ministro di Israele, proprio nel pieno del piano di pace, difficile, di quel percorso difficilissimo con i palestinesi, gli offrì di entrare in politica lui rifiutò dicendo: “Io ho un handicap, Shimon: non posso pronunciare le parole no comment”. Perché Amos Oz ha scelto una vita nella quale dire sempre la verità per quanto difficile e dura fosse, così come è difficile e a volte dura la sua scrittura e così come è difficile la pace. Grazie, Amos, di quello che hai scritto e di quello che ci hai regalato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raffa. Ne ha facoltà.

ANGELA RAFFA (M5S). Grazie, Presidente. Nel giorno di Natale, a Torino, gli agenti della polizia di Stato notavano una FIAT Punto che, dopo essere uscita da un parcheggio, procedeva a fari spenti e a velocità sostenuta. Decidono, allora, di effettuare un controllo e non solo il conducente non si fermava all'alt ma, una volta raggiunto, tentava di speronare la volante.

A questo punto, gli agenti si trovano circondati da una cinquantina di persone, richiamate in aiuto dal vicino campo nomadi. Un poliziotto si trova addirittura costretto a sparare in aria per evitare conseguenze peggiori. Risulterà che il guidatore aveva 17 anni e nella macchina vi era merce appena rubata.

Cari colleghi, non possiamo sottovalutare questi campanelli d'allarme: la folla che accerchia le forze dell'ordine per ribellarsi ai controlli e un senso di impunità che ha superato gli argini. Non si tratta più di casi sporadici e si deve intervenire.

In quest'Aula voglio esprimere piena solidarietà alle forze dell'ordine, spesso costrette a lavorare in condizioni di grande difficoltà, esposte a rischi di aggressione e sempre in prima linea, sia nelle situazioni di pericolo sia di fronte alle emergenze e ai disastri.

In questi giorni, è stato meritorio e senza sosta il lavoro svolto sui paesi dell'Etna, colpiti duramente dalle scosse di terremoto. A tutti loro va il mio plauso e il ringraziamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Presidente, questa notte con il favore delle tenebre, come fanno i ladri, il Governo di Orbán ha rimosso la statua di Imre Nagy dalla piazza del Parlamento a Budapest. Così con questo gesto il Governo ungherese vuole cancellare la storia ed è per questo che noi oggi vogliamo ricordare qui Imre Nagy, che fu un patriota ungherese, Primo Ministro nel 1956, durante l'occupazione sovietica, e che pagò con la vita la difesa della libertà del suo Paese. Fu riabilitato nel 1989 e, tra gli altri, alla cerimonia della sua riabilitazione, per ironia della sorte, parlò proprio Viktor Orbán.

A Budapest, nel buio, stanno cercando di cancellare tutto quello che Nagy ha rappresentato per il loro Paese ma otterranno il risultato opposto.

Oggi, domani e nelle prossime settimane in tanti luoghi d'Europa, così come qui stiamo facendo noi, Nagy verrà ricordato e il suo ricordo dimostrerà, ancora una volta, che l'accidente della storia è Orbán e che Nagy resta uno dei migliori esempi di patriottismo, di lotta per la libertà, di amore per il proprio Paese, per l'Europa e per il mondo intero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi di fine seduta.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Sabato 29 dicembre 2018 - Ore 17:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato). (C. 1334-B)

Note di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021.

Relatori: COMAROLI e RADUZZI, per la maggioranza; MARATTIN, PRESTIGIACOMO, RAMPELLI e FASSINA, di minoranza.

La seduta termina alle 19,40.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: SILVANA ANDREINA COMAROLI, RAPHAEL RADUZZI, FEDERICO MOLLICONE (A.C. 1334-B)

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Relatrice per la maggioranza. (Relazione – A.C. 1334-B). Come anticipato dal collega Raduzzi, che ringrazio, La mia relazione verterà sulle modifiche introdotte al Senato nei settori della tutela dell'ambiente, previdenziale, delle infrastrutture e degli investimenti pubblici, dell'agricoltura, del lavoro, della sanità e delle politiche sociali, della giustizia.

Per quanto concerne gli interventi in materia ambientale, nel corso dell'esame in Senato è stata in parte modificata la disciplina bonus malus sulle emissioni di CO2 delle nuove autovetture e sugli incentivi per l'acquisto di auto a basse emissioni. In particolare, a decorrere dal 1° marzo 2019 e fino al 31 dicembre 2021, viene introdotta un'imposta parametrata al numero dei grammi di biossido di carbonio (CO2) emessi per chilometro, a carico di chi acquista un'autovettura con emissioni di CO2 superiori a 160 CO2 g/km (a fronte dei 110 CO2 g/km previsti nel testo approvato alla Camera). Inoltre, in via sperimentale per gli anni 2019, 2020 e 2021, è previsto un contributo tra i 1.500 e i 6.000 euro per chi acquista un autoveicolo nuovo caratterizzato da basse emissioni inquinanti inferiori a 70 g/KM (a fronte dei 90 g/km previsti nel testo approvato alla Camera), quindi sostanzialmente per i veicoli totalmente elettrici o ibridi, a fronte della rottamazione di un veicolo della medesima categoria omologato alle classi Euro 0, 1, 2, 3, 4. E' stata inoltre introdotta una nuova detrazione fiscale per l'acquisto e la posa in opera di infrastrutture di ricarica per i veicoli alimentati a energia elettrica.

Sono stati altresì introdotti incentivi per la prevenzione e riduzione dei rifiuti, soprattutto con riferimento a quelli di plastica. Viene infatti previsto un credito d'imposta nella misura del 36 per cento delle spese sostenute dalle imprese per l'acquisto di prodotti riciclati ottenuti da materiali provenienti dalla raccolta differenziata degli imballaggi in plastica nonché per l'acquisto di imballaggi biodegradabili e compostabili o derivati dalla raccolta differenziata della carta e dell'alluminio, nel limite di fruizione pari a 20.000 euro per ciascun beneficiario e, complessivamente, a 1 milione di euro annui per gli anni 2020 e 2021. Vengono inoltre invitati i produttori ad adottare, su base volontaria e in via sperimentale dal 1° gennaio 2019 fino al 31 dicembre 2023, una serie di iniziative per la riduzione dei prodotti di plastica monouso ed è istituito un fondo, presso il Ministero dell'ambiente) destinato a finanziare attività di studio e verifica tecnica e monitoraggio da parte dei competenti istituti di ricerca.

E' stato introdotto un credito d'imposta pari al 65 per cento delle erogazioni liberali per interventi su edifici e terreni pubblici di bonifica ambientale, compresa la rimozione dell'amianto dagli edifici, prevenzione e risanamento del dissesto idrogeologico, realizzazione o ristrutturazione di parchi e aree verdi attrezzate e recupero di aree dismesse di proprietà pubblica.

E' stata abrogata l'autorizzazione di spesa per l'affitto del termovalorizzatore di Acerra, pari a 30 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2010 per quindici anni. Le relative risorse (per un importo di 20,2 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2019 al 2024) sono destinate all'incremento del “Fondo bonifiche”, al fine della realizzazione di interventi ambientali nel territorio della regione Campania, nonché, secondo quanto specificato dal Senato, al finanziamento di un programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale adottato dal Ministero dell'ambiente, d'intesa con la Conferenza Stato-Regioni, entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari.

E' stata autorizzata la spesa complessiva di 2,6 miliardi di euro (800 milioni di euro per il 2019 e 900 milioni per ciascuno degli anni 2020 e 2021), al fine di permettere la realizzazione di investimenti finalizzati alla mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico, nonché all'aumento di resilienza di strutture e infrastrutture, nei territori in cui è stato dichiarato lo stato di emergenza e lo stesso (alla data di entrata in vigore della presente legge) risulta ancora in corso oppure è terminato da non oltre 6 mesi. Sono altresì assegnati 8 milioni di euro per l'anno 2019 al Presidente della Regione Liguria in qualità di Commissario Delegato, per interventi di progettazione e ripristino di opere a mare, danneggiate dagli eventi calamitosi del 29 e 30 ottobre 2018. Infine, è stata modificata la disciplina della “Zona Franca Urbana Sisma Centro Italia” (recata dall'art. 46 del D.L. 50/2017) al fine di concedere le agevolazioni previste dalla normativa vigente anche alle imprese che intraprendono una nuova iniziativa economica all'interno della stessa zona franca entro il 31 dicembre 2019.

Per quanto riguarda i lavori pubblici, si segnala l'introduzione, fino al 31 dicembre 2019 e nelle more di una complessiva revisione del Codice dei contratti pubblici, di una deroga alle procedure di affidamento dei contratti pubblici sotto la soglia di rilevanza europea, al fine di elevare la soglia prevista per l'affidamento di lavori con procedura diretta fino a 150.000 euro, e applicare la procedura negoziata, previa consultazione di almeno dieci operatori economici, per lavori da 150.000 fino a 350.000 euro.

Viene disposta, inoltre, l'estensione delle risorse del Fondo rotativo per la progettualità ai contratti di partenariato pubblico privato, al fine di accelerare ulteriormente la spesa per investimenti pubblici.

Infine, è stato previsto che la Difesa concorra con Roma capitale, nei casi emergenziali, per interventi di ripristino straordinario della piattaforma stradale della grande viabilità.

In materia previdenziale è stata prevista, a decorre dal 1° gennaio 2019 e per la durata di 5 anni, una riduzione dell'importo delle pensioni eccedenti la soglia di 100.000 euro lordi annui, mediante specifiche aliquote di riduzione, crescenti per specifiche fasce di importo. I conseguenti risparmi confluiscono in appositi fondi presso l'INPS e gli altri enti previdenziali interessati.

Inoltre, è stata definita una nuova disciplina, valida per il periodo 2019-2021, della perequazione automatica (o indicizzazione) dei trattamenti pensionistici superiori a una certa soglia di importo.

Infine, è stata introdotta una disposizione che prevede l'armonizzazione del trattamento assicurativo contro gli infortuni sul lavoro in favore del personale volontario del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco.

Per quanto riguarda le disposizioni di interesse per il settore agricolo si segnalano: l'estensione dell'IVA agevolata al 4 per cento a taluni ingredienti utilizzati per la preparazione del pane; la riforma della disciplina fiscale relativa alla raccolta di prodotti selvatici non legnosi e dalle piante officinali spontanee; una modifica alla disciplina della vendita diretta, in base alla quale gli imprenditori agricoli possono vendere non solo prodotti propri ma anche prodotti agricoli e alimentari acquistati direttamente da altri imprenditori agricoli; l'estensione alle aziende agricole ubicate nei comuni prealpini di collina, pedemontani e della pianura non irrigua della facoltà, già prevista per quelle ubicate nei comuni montani, di non dover disporre del titolo di conduzione del terreno agricolo ai fini della costituzione del relativo fascicolo aziendale; l'equiparazione del trattamento fiscale dei familiari che coadiuvano il coltivatore diretto a quello dei titolari dell'impresa agricola al cui esercizio detti familiari partecipano attivamente; il riconoscimento, fino al riordino della materia, che gli impianti di biogas fino a 300 KW, realizzati da imprenditori agricoli alimentati con sottoprodotti provenienti da attività di allevamento e della gestione del verde, possono accedere agli incentivi previsti per l'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico, nel limite di un costo medio annuo pari a 25 milioni di euro; la proroga a gennaio 2020 della data, già fissata al gennaio 2019, entro la quale deve essere adattato il sistema UNIEMENS al settore agricolo. E' stato, infine, disposto l'aumento dello stanziamento, nella misura di 1 milione di euro per ciascuno degli anno 2019, 2020 e 2021, del Fondo per la distribuzione delle derrate alimentari alle persone indigenti, che vanta una dotazione a regime di 5 milioni di euro

Per quanto concerne il lavoro si segnala la proroga anche per il 2019 della CIGS dei dipendenti impiegati presso gli stabilimenti produttivi del gruppo ILVA nonché la concessione della mobilità in deroga, nel limite massimo di 12 mesi, anche per i lavoratori che abbiano cessato il trattamento di integrazione salariale in deroga per il periodo 1° dicembre 2017 - 31 dicembre 2018 e contestualmente non abbiano diritto alla fruizione della NASpI.

Per quanto riguarda le politiche sociali, nel corso dell'esame al Senato sono stati istituiti un Fondo per l'inclusione delle persone sorde e con ipoacusia, con una dotazione finanziaria pari a 3 milioni per il 2019, 1 milione per il 2020 e 3 milioni per il 2021; e un Fondo per la prevenzione della dipendenza da stupefacenti, destinato a finanziare la realizzazione di progetti sperimentali in ambito nazionale in materia di prevenzione delle tossicodipendenze, con una dotazione finanziaria pari a 3 milioni di euro per il 2019, 1 milione per il 2020 e 3 milioni per il 2021. Inoltre è stata disposta la proroga, per il triennio 2019-2021, del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, con una copertura di 15 milioni di euro per ciascun anno del triennio ed è stato previsto l'incremento del Fondo per il sostegno di cura e di assistenza del caregiver familiare, pari a 5 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2019-2021.

In relazioni agli interventi in ambito sanitario, sono state introdotte alcune disposizioni dirette a consentire nuove assunzioni di personale da parte del Ministero della salute. Al fine di definire le procedure per il ristoro dei soggetti danneggiati da trasfusioni con sangue infetto, da somministrazione di emoderivati infetti o da vaccinazioni obbligatorie, è stata prevista la possibilità, per il Ministero della Salute, di avvalersi, per il biennio 2019-2020, di un contingente di 20 unità di personale mediante comando obbligatorio.

E' stato previsto un nuovo sistema di analisi e monitoraggio delle performance delle aziende sanitarie realizzato dall'AGENAS.

In relazione all'attività di compilazione e trasmissione per via telematica da parte dei medici e delle strutture sanitarie competenti del SSN, dei certificati medici di infortunio e malattia professionale, è stato previsto che l'INAIL, a decorrere dal 1° gennaio 2019, trasferisca annualmente al Fondo Sanitario Nazionale l'importo di 25 milioni di euro, da ripartire tra le regioni e province autonome in sede di predisposizione della proposta di riparto della quota indistinta delle risorse del fabbisogno standard nazionale.

Infine, è stata disciplinata la posizione di taluni professionisti in ambito sanitario ai quali è consentito, anche in assenza del titolo idoneo all'iscrizione ai rispettivi albi professionali, di continuare a svolgere la loro attività, se hanno svolto la stessa, in regime di lavoro dipendente ovvero libero professionale, per almeno 36 mesi nel corso degli ultimi 10 anni.

Infine, è stata riconosciuta l'equipollenza al diploma universitario di educatore professionale socio-sanitario per i diplomi e gli attestati relativi al profilo di educatore professionale, ai fini dell'esercizio professionale e dell'accesso alla formazione post-base, ottenuti a seguito di corsi regionali o di formazione specifica conseguiti entro il 2005.

In materia di giustizia è stata incrementata di 5 milioni annui la dotazione del Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive, dell'usura e dei reati intenzionali violenti, nonché agli orfani per crimini domestici ed è stata prevista l'assunzione di 7 direttori di istituti penitenziari minorili. Inoltre, è stato prorogato fino al 1° agosto 2019 il termine a partire dal quale acquista efficacia la riforma della disciplina delle intercettazioni di comunicazioni e conversazioni introdotta nel 2017 e di un ulteriore anno la disciplina transitoria che consente l'iscrizione all'albo per il patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori a coloro che siano in possesso dei requisiti previsti prima dell'entrata in vigore della riforma.

RAPHAEL RADUZZI, Relatore per la maggioranza. (Relazione – A.C. 1334-B). Il disegno di legge di bilancio per l'anno finanziario 2019 e il bilancio di previsione per il triennio 2019-2021 tornano all'esame della Camera dei deputati dopo la prima lettura svolta in entrambi i rami del Parlamento.

Il nuovo esame della Camera, che ora avviamo, è pertanto limitato alle sole disposizioni modificate o introdotte dal Senato.

In via preliminare ricordo che la legge di bilancio approvata dalla Camera prevedeva, quali livelli massimi del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato finanziario, rispettivamente, per la competenza, 68,5 miliardi di euro per il 2019; 56,5 per il 2020 e 45,5 per il 2021; quanto alla cassa, 147 miliardi di euro per il 2019, 110,5 per il 2020 e 96 miliardi di euro per il 2021.

Dopo mesi di interlocuzioni con la Commissione europea riguardanti il saldo strutturale di bilancio preventivato, e le divergenti stime di output gap sottostanti tale livello di indebitamento strutturale, solamente la scorsa settimana si è giunti al termine delle trattative che consentono al Governo di evitare l'apertura di una procedura di infrazione.

Il primo incontro del Presidente Conte con il Presidente della Commissione europea Junker si è svolto infatti il 24 novembre; successivi incontri si sono avuti a margine del G20 a Buenos Aires e poi ancora nuovamente a Bruxelles, da ultimo il 18 dicembre. Sull'esito degli incontri il Presidente del Consiglio Conte ha riferito in Senato lo scorso 19 dicembre 2018.

Il livello di indebitamento si attesta così al 2,04% del Prodotto Interno Lordo, al di sopra dello 0,8% indicato nel DEF di Aprile ed oltre l'1,2% previsto come rapporto tendenziale nella NADEF di Settembre.

All'esito della trattativa, nel corso dell'esame al Senato sono state approvate modifiche, i cui effetti sono stati recepiti con la seconda Nota di variazioni, che hanno apportato consistenti variazioni nell'entità delle entrate e delle spese finali, e di conseguenza sul saldo netto da finanziare.

Le modifiche apportate dal Senato all'articolato della Sezione I hanno comportato un miglioramento del saldo netto da finanziare di circa 6,8 miliardi di euro nel 2019 (0,4 miliardi di maggiori entrate e 6,3 miliardi di minori spese), di 12,1 miliardi nel 2020 (10 miliardi di maggiori entrate e circa 2 miliardi di minori spese) e di 15,9 miliardi nel 2021 (13,7 miliardi di maggiori entrate e 2,2 miliardi di minori spese).

Un ulteriore apporto al miglioramento del saldo netto da finanziare per il 2019 è derivato da definanziamenti e riprogrammazioni delle risorse della Sezione II (in particolare delle risorse iscritte nello stato di previsione del MEF), che comportano una riduzione del saldo netto da finanziare di 1.754 milioni di euro sul 2019.

Venendo all'esame del disegno di legge, segnalo che il Senato ha introdotto numerose modifiche alla sezione prima, ossia all'articolato, nonché alcune modifiche alla sezione seconda.

Nel mio intervento mi soffermerò sulle principali misure introdotte dal Senato per garantire il rispetto degli obiettivi programmatici di finanza pubblica, sulle principali modifiche della sezione prima relative al settore fiscale, alle misure per la crescita, alla tutela del risparmio e alla finanza locale, nonché sulle modifiche introdotte alla sezione seconda; la collega Comaroli illustrerà le principali modifiche intervenute nella prima sezione relative al settore dei trasporti, della tutela dell'ambiente, previdenziale, delle infrastrutture e degli investimenti pubblici, dell'agricoltura, del lavoro, della sanità e delle politiche sociali, della giustizia.

Per un analisi di dettaglio di tutte le modifiche apportate al Senato si rimanda alla documentazione predisposta del Servizio studi.

Per quanto riguarda la prima sezione, si segnalano la revisione delle dotazioni per il reddito di cittadinanza e per la cosiddetta quota 100.

Il Fondo per il reddito di cittadinanza è volto ad introdurre nel nostro ordinamento il reddito e la pensione di cittadinanza con una dotazione, a seguito delle modifiche intervenute al Senato, pari a 7,1 miliardi di euro per il 2019, 8,055 miliardi per il 2020, 8,317 miliardi per il 2021; tali risorse sono in parte destinate al potenziamento dei centri per l'impiego e al finanziamento di ANPAL Servizi S.p.A.

Il Fondo per la revisione del sistema pensionistico, attraverso l'introduzione di ulteriori forme di pensionamento anticipato ha, per effetto delle modifiche apportate dal Senato, una dotazione pari a 3,968 miliardi per il 2019, 8,336 miliardi per il 2020, 8,684 per il 2021, 8.153 miliardi di euro per l'anno 2022, 6.999 miliardi per il 2023 e 7 miliardi di euro a decorrere dall'anno 2024 (nel testo iniziale la dotazione era di 6,7 miliardi di euro per il 2019, di 7 miliardi di euro per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022, di 6,999 miliardi di euro per il 2023 e di 7 miliardi di euro a decorrere dal 2024).

Inoltre vengono accantonate una serie di voci di spesa (indicate in apposito Allegato) per un ammontare complessivo di 2 miliardi di euro nel 2019. Entro il mese di luglio 2019 è previsto un monitoraggio degli andamenti tendenziali di finanza pubblica, volto ad aggiornare quello realizzato con il Documento di economia e finanza, che il Ministro dell'economia e delle finanze deve comunicare al Consiglio dei ministri entro i dieci giorni successivi (quindi, al più tardi, entro il 10 agosto 2019). Se il monitoraggio di luglio rileverà che gli andamenti tendenziali dei conti pubblici, valutati al netto delle maggiori entrate derivanti da operazioni di dismissione di immobili pubblici, risultano coerenti con il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica per il 2019, con delibera del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministero dell'economia e delle finanze, gli accantonamenti saranno resi disponibili.

Per quanto riguarda le principali modifiche in materia fiscale si segnala, per il 2019, la sterilizzazione dell'aumento di 1,5 punti percentuali dell'aliquota IVA ridotta al 10% e l'aumento di 2,2 punti percentuali dell'aliquota IVA ordinaria, che rimane quindi fissata al 22%. Evitare l'aumento delle due aliquote IVA incide per oltre 12,4 miliardi nel 2019.

Per gli anni successivi l'aliquota ridotta non viene modificata, per cui resta confermato il previsto aumento di 3 punti percentuali dell'IVA al 10%, che passa al 13%, a decorrere dal 2020; mentre è aumentato di ulteriori 0,3 punti percentuali il già previsto incremento dell'aliquota ordinaria per il 2020 (passando quindi dal 22 al 25,2%) e di 1,5 punti percentuali a decorrere dal 1° gennaio 2021 (passando al 26,5%).

Sempre sul versante delle entrate, si prevede un programma di dismissioni immobiliari volto a conseguire un introito pari a 950 milioni di euro nel 2019 e 150 milioni per ciascuno degli anni 2020 e 2021. La dismissione dovrà avvenire secondo un piano da adottare, entro il 30 aprile 2019, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze.

E' stata prevista la definizione agevolata dei debiti delle persone fisiche che versino in una grave e comprovata difficoltà economica, affidati all'agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2017, derivanti dall'omesso versamento di imposte risultanti dalle dichiarazioni annuali e dalle attività di accertamento a fini IRPEF e IVA. Tali debiti possono essere definiti mediante pagamento del capitale, degli interessi e delle somme spettanti all'agente della riscossione. Gli interessi sono versati in misura differenziata e graduale secondo la condizione economica del debitore. Il pagamento può avvenire in unica soluzione o in più rate.

E' stato introdotto un regime opzionale per le persone fisiche, titolari dei redditi da pensione, che trasferiscono in Italia la propria residenza in uno dei comuni appartenenti al territorio del Mezzogiorno, con popolazione non superiore ai 20.000 abitanti. Tali soggetti possono optare per l'assoggettamento dei redditi di qualunque categoria, percepiti da fonte estera o prodotti all'estero, ad una imposta sostitutiva, calcolata in via forfettaria, con aliquota del 7 per cento per ciascuno dei periodi di imposta di validità dell'opzione.

Di grande rilievo è l'istituzione di un'imposta sui servizi digitali (web tax) che si applica ai soggetti che prestano servizi digitali e che hanno un ammontare complessivo di ricavi pari o superiore a 750 milioni di euro, di cui almeno 5,5 milioni realizzati nel territorio italiano per prestazione di servizi digitali. L'imposta si applica con un'aliquota del 3 per cento sui ricavi e viene versata entro il mese successivo a ciascun trimestre. E' contestualmente abrogata l'imposta sulle transazioni digitali istituita dalla legge di bilancio 2018, che avrebbe dovuto applicarsi a decorrere dal 1° gennaio 2019.

Alcune disposizioni introdotte al Senato intervengono in tema di semplificazioni degli adempimenti connessi, tra l'altro, all'introduzione della fattura elettronica (obbligatoria tra privati dal 1° gennaio 2019).

Al fine di affrontare la situazione determinatasi a Genova a seguito del crollo del ponte Morandi, vengono stanziati 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020, stabilendo che le esenzioni disposte per le imprese che hanno subito una riduzione del fatturato all'interno della zona franca urbana siano concesse anche per l'esercizio 2019 e siano estese, per il primo anno di attività, alle imprese che avviano la propria attività all'interno della zona franca entro il 31 dicembre 2019.

Viene modificata la disciplina dell'imposta unica sui concorsi pronostici e sulle scommesse, ridotta la percentuale destinata alle vincite (pay-out) e ridotto al 7,75 il compenso per la raccolta del gioco riconosciuto ai punti vendita per le lotterie ad estrazione istantanea.

Viene modificata la disciplina della comunicazione di informazioni di carattere non finanziario da parte di talune imprese e gruppi di grandi dimensioni.

E' stata sancita la possibilità, per i titolari di concessioni demaniali marittime e punti di approdo con finalità turistico ricreative, di mantenere installati i manufatti amovibili fino al 31 dicembre 2020, nelle more del riordino della materia

Per quanto concerne la tutela del risparmio, nel corso dell'esame al Senato è stata modificata la disciplina Fondo per il ristoro dei risparmiatori che hanno subìto un danno ingiusto in relazione all'investimento in azioni di banche poste in liquidazione coatta amministrativa nell'ultimo biennio, usufruendo dei servizi prestati dalla banca emittente o da società controllata. Tale Fondo sostituisce quello istituito dalla legge di bilancio 2018, avente analoghe finalità. Il ristoro è pari ad almeno il 30 per cento del costo di acquisto, entro il limite massimo complessivo di 100.000 euro per ciascun risparmiatore. La dotazione finanziaria del fondo è di 525 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019-2021. Nel corso dell'esame al Senato la platea dei destinatari delle misure del Fondo è stata estesa includendo anche i risparmiatori acquirenti nel mercato secondario grazie alla riformulazione dell'indennizzo.

Con specifico riferimento agli interventi per promuovere la crescita, nel corso dell'esame al Senato è stato introdotto un insieme di misure volte a incentivare la destinazione di risorse finanziarie ai Fondi di Venture Capital, piccole e medie imprese e startup innovative.

In primo luogo, si prevede l'innalzamento al 10 per cento, della quota dell'attivo patrimoniale che gli enti di previdenza obbligatoria e le forme di previdenza complementare possono destinare a specifici investimenti qualificati ed a piani di risparmio a lungo termine. Tra i predetti investimenti qualificati sono introdotti anche le quote o azioni di Fondi di Venture Capital residenti nel territorio dello Stato o in UE. Viene innalzata al 10 per cento la quota dell'attivo patrimoniale destinata agli investimenti qualificati esente da ritenuta e da imposta sostitutiva.

Viene modificata la disciplina dei piani di risparmio a lungo termine, al fine di finalizzarne gli investimenti verso Fondi di Venture Capital. Si dispone inoltre la destinazione delle entrate dello Stato derivanti dalla distribuzione di utili d'esercizio o di riserve sotto forma di dividendi delle società partecipate dal MEF, in misura non inferiore al 15 per cento del loro ammontare e nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica, per investimenti in Fondi di Venture Capital. Sono inoltre elevate le agevolazioni fiscali spettanti a persone fisiche e giuridiche per investimenti in startup innovative.

Al fine di semplificare e rafforzare il settore del venture capital e il tessuto economico-produttivo del Paese, si prevede che il Ministero dello sviluppo economico possa autorizzare la cessione, a condizioni di mercato, da parte di Invitalia, di una quota di partecipazione, anche di controllo, detenuta nella società di gestione del risparmio Invitalia SGR, nonché di una quota di partecipazione in fondi da essa gestiti. E' attribuito alla Cassa depositi e prestiti S.p.A. – in qualità di Istituto nazionale di promozione - il diritto di opzione per l'acquisto delle suddette quote.

Al fine di favorire i processi di riqualificazione delle aree industriali dismesse, è stato previsto che gli interventi di reindustrializzazione e di promozione industriale possano riguardare anche sistemi di mobilità a basso impatto ambientale fra le aree industriali dismesse e l'esistente rete del trasporto pubblico.

E' stato rifinanziato il Fondo per la mobilità al servizio delle fiere nella misura di 2,6 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020.

Si prevede uno stanziamento di 410 milioni di euro per il 2019, 525 milioni per il 2020 e 600 milioni per il 2021 per una riduzione, nel medesimo triennio 2019-2021, dei premi e contributi INAIL per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

E' stata prevista l'istituzione della Commissione speciale per la riconversione economica della città di Taranto, presso il MISE, finalizzata ad assicurare un indirizzo strategico unitario per lo sviluppo delle aree ex-ILVA che ricadono sotto la gestione commissariale del Gruppo Ilva, nonché la realizzazione di un piano per la riconversione produttiva della città di Taranto.

Si è poi intervenuti sul decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59, di attuazione della direttiva c.d Bolkestein (n. 2006/123/CE), relativa ai servizi nel mercato interno, al fine di escludere dal campo di applicazione del medesimo decreto le attività di commercio al dettaglio sulle aree pubbliche.

In materia di finanza locale, di grande rilievo sono le disposizioni volte a favorire il rispetto dei tempi di pagamento dei debiti commerciali da parte degli enti territoriali, attraverso l'ampliamento della possibilità per gli enti di ottenere delle anticipazioni di cassa. In particolare, si prevede che le banche, gli intermediari finanziari, la Cassa depositi e prestiti S.p.A. e le istituzioni finanziarie dell'Unione europea possano concedere ai comuni, alle province, alle città metropolitane, alle regioni e alle province autonome, anche per conto dei rispettivi enti del Servizio sanitario nazionale (SSN), anticipazioni di liquidità da destinare al pagamento di debiti certi, liquidi ed esigibili, maturati alla data del 31 dicembre 2018, relativi a somministrazioni, forniture, appalti e a obbligazioni per prestazioni professionali. La richiesta di anticipazione di liquidità deve essere presentata dagli enti entro il 28 febbraio 2019, con l'elenco dei debiti da pagare con l'anticipazione medesima. Il pagamento dei debiti per i quali è stata ottenuta l'anticipazione deve avvenire entro 15 giorni dalla data di erogazione, mentre il rimborso delle anticipazioni deve avvenire entro il momento dell'avvenuto ripristino della normale gestione di liquidità, e comunque non oltre il 15 dicembre 2019. In caso di mancato rimborso entro i termini stabiliti, gli istituti finanziatori possono chiedere la restituzione dell'anticipazione.

E' stata poi introdotta una norma che consente ai comuni che hanno approvato il bilancio di previsione ed il rendiconto entro i termini di legge, di destinare il maggior gettito accertato e riscosso, relativo agli accertamenti dell'IMU e della TARI, nell'esercizio fiscale precedente a quello di riferimento, al potenziamento delle risorse strumentali degli uffici comunali preposti alla gestione delle entrate e al trattamento accessorio del personale dipendente. Viene poi prorogata al 2019 la modalità di misurazione della TARI sulla base di un criterio medio-ordinario (ovvero in base alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie in relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte) e non sull'effettiva quantità di rifiuti prodotti.

Sempre in materia di finanza locale si segnalano, poi: l'introduzione di una norma che consente ai comuni che nel secondo semestre 2016 abbiano dichiarato lo stato di dissesto finanziario, di chiedere al Ministero dell'interno, entro il 31 gennaio 2019, un'anticipazione di somme da destinare ai pagamenti in sofferenza; l'istituzione di un fondo di 20 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021, e di 7 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023, per fronteggiare gli oneri che derivano dai contenziosi relativi all'attribuzione di pregressi contributi erariali conseguenti alla soppressione o alla rimodulazione di imposte locali; l'erogazione di una somma complessiva di 35 milioni di euro a favore del Comune di Torino, volta ad evitare la prosecuzione del giudizio di ottemperanza su una sentenza del TAR e una del Consiglio di Stato riguardante, da un lato, il Comune di Torino e, dall'altro, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell'interno e il Ministero dell'Economia e delle Finanze.

Venendo alla seconda sezione del disegno di legge, sono state apportate alcune variazioni dirette allo stato di previsione della spesa del Ministero dell'economia e delle finanze, al fine di conseguire il livello dei saldi di finanza pubblica concordato nell'ambito del negoziato con le istituzioni europee. L'effetto congiunto di tali variazioni comporta una riduzione del saldo netto da finanziare di 1.754 milioni di euro sul 2019, e un successivo aumento di 150 milioni per ciascuno degli anni dal 2020 al 2024 e di 100 milioni di euro per l'anno 2025.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). (Intervento in discussione sulle linee generali – A.C. 1334-B) Signor Presidente, onorevoli colleghi, durante la discussione in prima lettura nel mio precedente intervento in modo dimostrativo strappai il progetto di bilancio che stavamo discutendo ero stato profetico perché poi quel testo, sul quale avevamo lavorato in commissione e discusso in assemblea, era evidentemente nullo, da buttare.

Quel gesto poteva apparire esagerato, anche se ha raggiunto 10 milioni di telespettatori attraverso tutti i tg come ci dice l'auditel e qualcuno lo ha biasimato ma invece anticipava la realtà di questa legge di bilancio ed era un gesto simbolico e non violento come quelli che il fronte della gioventù faceva negli anni novanta su temi fondanti.

Certamente è stata la Commissione Europea a far perdere tempo facendo riscrivere la legge di bilancio e riducendoci all'ultimo giorno utile per evitare di passare all'esercizio provvisorio della spesa statale.

Però è bene ricordare, per onestà intellettuale, che questa non è la novità di questo governo perché lo hanno fatto anche i governi precedenti…già i precedenti governi peccato che questo dovesse essere in discontinuità con essi.

Ricordo per esempio quello di Monti, il cui bilancio fu approvato il 24 dicembre 2012 nonostante che fosse sostenuto da un'amplissima maggioranza, con la destra e la sinistra uniti insieme “per salvare l'Italia” – e la sua legge consisteva di ben 561 commi di un unico articolo. Anche allora i 5stelle e la Lega dissero che Monti si era fatto scrivere la manovra dall'Europa della Merkel. Corsi e ricorsi.

Eppure, Monti non dovette negoziare nulla con la Commissione Europea nonostante che i risultati del 2012 fossero stati di un deficit del 3%, già un punto in più della vostra manovra e di una diminuzione del prodotto interno lordo del 2,4% e di un debito pubblico del 127%!

Ma lo stesso dicasi con l'ultimo governo del partito democratico, quello di Gentiloni, che anche lui ha fatto approvare il suo bilancio il 27 dicembre 2017 con un maxiemendamento di ben 1.181 commi

I risultati di quel bilancio sono stati una crescita modesta del p.i.l., dell'1,1%, dovuto per lo più ad un megatrend mondiale, un debito pubblico attestato al 130%, un deficit di bilancio del 2,4%, già anche qui quasi mezzo punto in più, anche se la Commissione Europea anche in quell'occasione non avesse avuto nulla da obiettare prima dell'approvazione del bilancio

Quindi la domanda ci viene spontanea…cosa è accaduto in quelle stanze in quelle notti a Bruxelles? Eppure, nonostante le pressioni della Commissione Europea, ci aspettavamo da questo governo che si muovesse in modo diverso. Vi ricordate? 3, no 2 e 9 no 2 e 2e4 e poi “non andremo in Europa con il cappello in mano”. “La verità è che ci siete andati in Europa e siete tornati senza neppure il cappello…

Vorrei ricordare poi ciò che ha dichiarato il ministro Paolo Savona sul giornale economico “Milano Finanza” il 22 dicembre scorso quando ha detto che è necessario che “l'azione di governo si concentri sull'obiettivo di riavviare gli investimenti, che restano lo strumento indispensabile per ostacolare la congiuntura negativa allo scopo di non aggravare i ritardi di crescita già accumulati nel passato”

Ma investimenti per la crescita, non ci sono: c'è indubbiamente una parziale liberalizzazione nelle assunzioni da parte di Stato, Enti Locali e Enti Pubblici che nel passato erano state bloccate in nome dei tagli alla spesa pubblica. Ma anche qui fate ridere l'Italia. Imponete col decreto dignità assunzioni a tempo indeterminato per tutti anche gli stagionali e poi quando lo Stato assume …indovinate? Lo fate a 36 mesi. Incredibile davvero.

Se a questo aggiungiamo la sostituzione dei lavoratori che decideranno di andare in pensione, con quota 100, pochi per la verità rispetto alle roboanti promesse e invettive contro la Fornero, certamente alcune decine di migliaia di persone verranno assunte.

Ma non fa di questa manovra una manovra espansiva.

Se pensiamo poi al cosiddetto “reddito di cittadinanza” indicato solo come stanziamento di fondi e non come norma applicativa rileviamo che vi è in quella norma una sfiducia a priori sulla sua applicazione rapida perché si ribadisce che intanto resta il “reddito d'inclusione” stabilito dai precedenti governi…

Per quanto riguarda poi i centri per l'impiego, si stanzia un miliardo per la loro riorganizzazione e si autorizzano le Regioni ad assumere 4.000 addetti

Ma non si dice nulla del come, e vi è il fondato rischio che quei 4.000 nuovi assunti non siano in grado di svolgere il lavoro impegnativo di ricerca di lavoro e selezione dei richiedenti, vanificando lo sviluppo del sistema.

Ma vediamo cosa avete fatto nella cultura, nello sport, nella scuola e nell'editoria.

In commissione Cultura della Camera abbiamo potuto verificare quanto questa manovra avrà un effetto placebo su cultura, sport, scuola, ricerca ed editoria. Solo parole e qualche spicciolo. In un intervento fiume di 30 minuti abbiamo decostruito la manovra articolo per articolo e comma dopo comma. Sulla Cultura ad esempio si aumenta di pochi milioni il Fus invece di proporre una riforma strutturale che dia trasparenza e criteri meritocratici al mondo dell'arte. E presenteremo con Fdi una riforma generale richiamando il Ministro Bonisoli all'impegno di un iter parlamentare. “Le Fondazioni lirico sinfoniche sono nella maggior parte in grave default e invece di cacciare i sovrintendenti di Roma e Firenze, le più indebitate d'Italia, si aumentano i fondi per il commissario Sole per il quale prima erano malgestite e oggi sono malgestite ma si possono malgestire meglio.

Sulla scuola è stata abolita la formazione con l'eliminazione del FIT, assunti pochi docenti nei licei musicali, destrutturata l'alternanza scuola lavoro in modo che non servirà più né ai tecnici né ai licei. Sulla digitalizzazione dell'editoria scolastica, poi, si nomina l'equipe digitale ma non si mettono i soldi per digitalizzare le scuole e abolire la truffa editoriale dei libri falsamente digitali. E su questo Fdi presenterà una sua proposta di legge per chiedere di realizzare subito la piena digitalizzazione dei libri scolastici.”.

Sullo sport - eravamo disponibili a dialogare con il Sottosegretario Giorgetti, noto per la sua competenza e serietà - ma è stata fatta una riforma generale e storica con un articolo invece di un provvedimento ad hoc. E ora scopriamo che sarà sempre un consigliere Coni a stabilire a chi andranno i soldi per le Federazioni e gli enti di promozione. E forse c'è già il suo nome e cognome da qualche parte. Allora, il dubbio che ci viene è che il problema fosse l'attuale governance e che forse sarebbe bastato uno spoil system indotto invece di questa criptoriforma senza passaggio parlamentare”.

“Per arrivare all'editoria dove la maggioranza leghista è ostaggio dei furori liberticidi di Crimi e dei M5S che hanno annientato i contributi del fondo per il pluralismo e abrogato i crediti fiscali e le agevolazioni. Stanno realizzando il Ministero della verità descritto da Orwell. Possibile colleghi della Lega che non ve ne accorgiate? Il paradosso è che ora Crimi dice di aver salvato le edicole quando gli emendamenti a riguardo presentati da Fdi e da altri partiti furono bocciati in prima lettura”.

“Il ridicolo infine è stato raggiunto con la web tax una imposta che sarebbe giusta ma che è normata male e non colpirà i grandi gruppi mondiali del digital ma cadrà senza distinzione su gruppi aziendali che oltre i servizi digitali fanno anche altro. Su questo abbiamo presentato un emendamento simbolico insieme ad altri che non verranno mai votati, per così dire fantasmi, e un ordine del giorno che spero il governo accoglierà.

In conclusione vorrei consigliare ai colleghi e in particolare agli amici della lega di andarsi a rivedere il signore degli anelli. Non c'è bisogno di rileggersi la colossale trilogia che sicuramente conoscerete. Ma basta rivedere il film e la scena in cui Frodo si separa dalla compagnia per portare a termine il compito di distruggere l'anello del potere. Più volte Frodo cade nella tentazione ma alla fine resiste. Fate attenzione. Voi quell'anello lo avete indossato e ora dovete distruggerlo o ne sarete soggiogati. E finirete come Gollum.