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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 97 di sabato 8 dicembre 2018

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 9.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FRANCESCO SCOMA, Segretario, legge il processo verbale del 6 dicembre 2018.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,04).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bitonci, Braga, Caiata, Cancelleri, Castelli, Cominardi, D'Inca', D'Uva, Gregorio Fontana, Fusacchia, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Grimoldi, Guidesi, Lorenzin, Losacco, Lupi, Molinari, Morrone, Picchi, Vignaroli, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente cinquantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Sul tragico incidente occorso in una discoteca di Corinaldo.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, le ho chiesto la parola sull'ordine dei lavori per la tragedia immane che è occorsa questa notte in provincia di Ancona, dove hanno trovato la morte cinque giovani e una giovane mamma, mentre altri - credo venti ragazzi - sono ricoverati in codice rosso d'urgenza nell'ospedale di Ancona per la calca che è accaduta in una discoteca durante lo svolgimento di un concerto. Le cause ovviamente sono oggetto di attenzione da parte degli inquirenti delle forze dell'ordine. Noi non possiamo che esprimere il cordoglio, che ovviamente sarà certamente unanime, per queste povere giovani vite spezzate in un momento di gioia, in un momento in cui volevano ascoltare della musica. Esprimiamo tutta la nostra vicinanza alle famiglie di questi ragazzi, che avrebbero potuto essere nostri figli. Pensiamo anche che in conseguenza di ciò che è accaduto il nostro atteggiamento nell'Aula della Camera quest'oggi sarà consono a questo evento così luttuoso (Applausi - Deputati si levano in piedi).

PRESIDENTE. Colleghi, ho visto che tutti i gruppi hanno chiesto di intervenire: penso che sia giusto e doveroso farlo.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). Presidente, anch'io volevo intervenire a nome del gruppo di Fratelli d'Italia per esprimere tutta la vicinanza ed il cordoglio per questa tragedia immane, che colpisce la regione Marche e la provincia di Ancona: cinque giovanissime vite spezzate, insieme a quella di una mamma durante una serata che doveva essere una serata di divertimento, di spensieratezza; vi sono altri feriti, tanti, che sono comunque anche in prognosi riservata negli ospedali della provincia. Sembra quasi assurdo che certe tragedie possano ancora capitare, dopo tutte le norme che dovrebbero in qualche maniera garantire sicurezza nei locali pubblici.

Io spero che ci siano le indagini e che facciano chiarezza su eventuali responsabilità, ma sicuramente non potranno, queste indagini e questi interventi che dovranno fare chiarezza, placare il dolore di una comunità, quella marchigiana, che si ritrova questa mattina con una notizia che non avrebbe mai voluto ascoltare. Esprimiamo, come ho detto prima, la vicinanza alle famiglie e a tutte le comunità colpite direttamente da questa tragedia (Applausi).

PATRIZIA TERZONI (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PATRIZIA TERZONI (M5S). Presidente, esprimo le condoglianze anche da parte di tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle alle famiglie dei ragazzi che purtroppo non ci sono più e anche la vicinanza a tutte le famiglie dei ragazzi che in questo momento sono in pericolo di vita all'ospedale. Purtroppo è una tragedia che non ha parole. Sicuramente le indagini porteranno a delle evidenze, per cui spesso e volentieri i locali non sono magari a norma, o magari sì; però bisogna cercare anche di aiutare i ragazzi che in questo momento sono in una fase delicata dell'adolescenza, quindi bisogna cercare, anche con degli eventi appropriati, di aiutare questi ragazzi a passare questa fase, che è una fase molto critica per i giovani. Forse aiutarli ad affrontare l'adolescenza è un modo per evitare anche queste tragedie, nei loro comportamenti, e stare vicino alle famiglie di questi ragazzi. Termino qui, anche perché veramente non ci sono parole per una tragedia del genere (Applausi).

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, credo che non ci siano parole adatte di fronte a tragedie come queste: le parole finiscono per apparire inutili pensando al dramma che stanno vivendo le famiglie di questi ragazzi, le famiglie dei ragazzi che sono in ospedale in pericolo di vita. Quindi non possiamo che associarci anche noi alle parole che sono già state espresse di condoglianze nei confronti delle vittime e dei loro familiari, dell'intera comunità marchigiana. Devo dire che, evidentemente, si tratta di una tragedia che colpisce tutta l'Italia. Concordo anch'io con l'atteggiamento che ha espresso il gruppo del Partito Democratico per voce di Emanuele Fiano: è evidente che anche per noi oggi è una giornata differente da quella di ieri e che quindi il nostro comportamento in Aula sarà conseguente (Applausi).

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Presidente, esprimo naturalmente a nome di tutto il gruppo della Lega le più sentite condoglianze alle vittime e un auspicio di pronta guarigione ai feriti. È una tragedia immane, una tragedia soprattutto le cui cause mi sembrano, se accertate, davvero incredibili. Naturalmente, ci auguriamo - anzi siamo certi - che le autorità faranno la massima chiarezza e se ci sono dei colpevoli verranno pesantemente puniti, perché non si può morire così.

Ricordo dalle notizie sentite poco fa l'immagine plastica di una mamma che, di fronte a tanta disperazione, a tanto dolore, di fronte al corpo del ragazzo, del figlio morto, lo invitava a rialzarsi: “rialzati, rialzati”. Di fronte alla morte in queste situazioni, davvero, un genitore non può darsene contezza e rimane davvero incredulo. Quindi, ripeto, rinnovo il cordoglio per tutte le vittime a nome del gruppo Lega Nord e mio personale, ovviamente (Applausi).

SIMONE BALDELLI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, anche da parte del gruppo di Forza Italia il cordoglio ai familiari delle vittime di questo evento tragico e una vicinanza a tutti coloro che sono rimasti feriti, con un augurio di pronta guarigione. Un luogo che dovrebbe essere di svago e di divertimento diventa un luogo di morte, per ragioni che saranno tutte da accertare anche dal punto di vista giuridico. Ma questa oggi non è né la sede, né il luogo per le polemiche: è il momento della solidarietà, della vicinanza a tutti coloro che, a fronte di questa tragedia, stanno soffrendo. Un abbraccio da parte del gruppo di Forza Italia (Applausi).

PRESIDENTE. Colleghi, io credo che le parole che sono state utilizzate con commozione e convinzione da tutti i gruppi politici possano rappresentare con forza e convinzione il cordoglio di quest'Aula, che è espresso da me anche a nome naturalmente del Presidente Fico. Credo sia giusto tributare un minuto di silenzio alle giovani vittime che stanotte hanno perso la vita in un incidente drammatico e assurdo (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i membri del Governo – l'Assemblea osserva un minuto di silenzio – Applausi).

Grazie. Sospendo la seduta, che riprenderà alle 9,20.

La seduta, sospesa alle 9,15, è ripresa alle 9,20.

Seguito della discussione del disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (A.C. 1334-A/R); Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1334-AR: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021.

(Ripresa esame articolo 3 - A.C. 1334-A/R)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A). Ricordo che nella seduta di ieri è stato, da ultimo, respinto l'emendamento Tab. 2.33 Zucconi.

Passiamo quindi gli identici emendamenti Tab. 2.34 Lupi e Tab 2.35 Lorenzin. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanichelli. Ne ha facoltà.

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Presidente, ci tenevo a sottolineare come con questa manovra, come è stato anche ribadito dai miei colleghi, nelle giornate precedenti, le nostre intenzioni siano proprio quelle di far ripartire, dare ristoro e sostegno alle fasce più deboli della nostra società - a iniziare dalle persone che non hanno lavoro - con il reddito di cittadinanza. Quindi, è proprio agli ultimi della società che questa manovra guarda. Mi premeva ricordare, poiché numerosi riferimenti sono stati fatti alle politiche sociali negli interventi che hanno caratterizzato la seduta di ieri, quello che c'è in questa manovra: ci sono 100 milioni per il Fondo per la non autosufficienza; 120 milioni per le politiche sociali e 75 milioni per l'assistenza agli alunni con disabilità. Mi preme anche non dimenticare che con la pensione di cittadinanza andiamo a rivalutare anche le pensioni di invalidità, proprio per dare una mano, aiutare - e questo è nelle intenzioni espresse più volte dai miei colleghi, anche della Commissione di riferimento, della Commissione bilancio - le persone che vivono una situazione di disagio. Abbiamo visto come questo sia anche lo spirito di numerosi gruppi, di numerosi colleghi. È chiaro che questo è un primo passo, probabilmente non sufficiente, ma sicuramente segno della volontà del nostro gruppo, di questa maggioranza di dare risposte alle persone che maggiormente ne hanno bisogno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

CARLO FATUZZO (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). È un battesimo, perché è la prima volta che chiedo la parola sull'ordine dei lavori. Sarò brevissimo, come di consueto. Mi risulta dal programma che è prevista - mi pare alle 14,30 -, nel corso delle dichiarazioni di voto sul bilancio, la trasmissione della RAI in diretta. Da situazioni identiche, in questi nove mesi ho constatato che, nel momento in cui chiedo di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale, si interrompe il collegamento RAI in diretta proprio un secondo prima che intervenga con la mia dichiarazione di voto. Mi domando per quale motivo chi esprime questa dichiarazione di voto, che non è di sicuro da meno né da più delle altre dichiarazioni di voto, sia escluso. Se il motivo è che il Regolamento prevede che parli per ultimo e non per primo, non ho problemi a cambiare l'ordine degli interventi, ma così, a prima vista, mi sembrerebbe non del tutto corretto che il Parlamento abbia dei figli di un dio minore, che nel caso sarei io personalmente. La ringrazio se potrà porre all'attenzione di chi di dovere, se non dovesse essere lei, il motivo di questa discriminazione.

PRESIDENTE. Onorevole Fatuzzo, il quesito è molto chiaro. Naturalmente, come il suo segretario d'Aula sa, c'è una prassi consolidata, che prevede un intervento per gruppo nelle dirette televisive e per le componenti del gruppo Misto. Questa prassi, quindi, impone che tutti gli interventi a titolo personale arrivino dopo, altrimenti rischieremmo di oscurare il palinsesto televisivo con i nostri interventi a titolo personale e non credo sarebbe cosa buona e utile anche al lavoro di questo Parlamento.

Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Tab. 2.34 Lupi e Tab. 2.35 Lorenzin, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.1 D'Ettore e 3.2 Lorenzin, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, con l' annessa Tabella 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1334-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A), con l'annessa Tabella 3, al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, con l'annessa Tabella 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1334-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A), con l'annessa Tabella 4, al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, con l'annessa Tabella 4

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1334-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A), con l'annessa Tabella 5, al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, con l'annessa Tabella 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 1334-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A), con l'annessa Tabella 6, al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, con l'annessa Tabella 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 1334-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A), con l'annessa Tabella 7, al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, con l'annessa Tabella 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 1334-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A), con l'annessa Tabella 8, al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9, con l'annessa Tabella 8.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 1334-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 (Vedi l'allegato A), con l'annessa Tabella 9, al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10, con l'annessa Tabella 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 1334-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 (Vedi l'allegato A), con l'annessa Tabella 10, al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11, con l'annessa Tabella 10.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 1334-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate, con l'annessa Tabella 11 (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice Comaroli ad esprimere il parere della Commissione.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario agli emendamenti.

PRESIDENTE. Relatore Russo?

PAOLO RUSSO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Relatore Fassina?

STEFANO FASSINA, Relatore di minoranza. Favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO GARAVAGLIA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Conforme.

PRESIDENTE. Bene, consideriamo il parere conforme a quello espresso dalla relatrice Comaroli. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.1 Deidda, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.2 Pagani.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12, con l'annessa Tabella 11.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 1334-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 (Vedi l'allegato A), con l'annessa Tabella 12, al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13, con l'annessa Tabella 12.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 1334-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 (Vedi l'allegato A), con l'annessa Tabella 13, al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14, con l'annessa Tabella 13.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 1334-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 (Vedi l'allegato A), con l'annessa Tabella 14, al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15, con l'annessa Tabella 14.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 1334-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 1334-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

(Esame dell'articolo 18 - A.C. 1334-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice Comaroli ad esprimere il parere della Commissione.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Relatore Russo?

PAOLO RUSSO, Relatore di minoranza. Presidente, parere contrario.

PRESIDENTE. Relatore Fassina?

STEFANO FASSINA, Relatore di minoranza. Favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO GARAVAGLIA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Conforme alla relatrice Comaroli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Grazie, Presidente. Brevemente, questo emendamento prevede la possibilità di destinare 60 milioni di euro, per gli anni 2019, 2020 e 2021 a favore di azioni di cooperazione allo sviluppo, realizzate dal Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Ora, non sfugge a nessuno che in questa fase politica e, soprattutto, con i problemi che il nostro Paese si trova a gestire, tra l'altro, in assoluta solitudine, date le scellerate politiche di mancata cooperazione internazionale con altri Paesi, abbiamo ancora in sospeso la vicenda del Global Compact for migration, di cui non sappiamo quale sarà l'esito. Lo ricordo, esiste un Accordo internazionale che finalmente rende il fenomeno delle migrazioni un problema che va al di là dell'interesse e dei problemi dei singoli Paesi, che da soli si trovano ad affrontare il fenomeno epocale delle migrazioni, e sappiamo benissimo che nonostante l'Italia sia un Paese in primissima linea, data la sua posizione centrale nel Mediterraneo, ebbene, questo nostro Governo e questo nostro Paese oggi si trovano completamente sbandati, avendo il Presidente del Consiglio dei ministri solennemente preso un impegno con il Segretario generale dell'ONU Guterres, ma essendo stato il Presidente del Consiglio dei ministri, custode e, in un certo senso nuncius, della politica estera del Governo, smentito poi clamorosamente e solennemente in quest'Aula da uno dei Vice Presidenti del Consiglio dei ministri, nonché Ministro dell'interno, che ha detto, in quest'Aula, che la parola del Presidente del Consiglio non sarebbe servita. Sappiamo che le opposizioni hanno cercato di portare in quest'Aula la discussione sul Global Compact for migration, sia opposizioni di destra che opposizioni di sinistra, per motivi opposti e sappiamo che la Conferenza dei capigruppo ha stabilito che di Global Compact for migration si parlerà dopo l'11 dicembre che è, appunto, la data nella quale, a Marrakech, è prevista la conclusione e la firma di questo Trattato, di questo Accordo internazionale.

Quindi, cosa fa l'Italia, sostanzialmente? Grida “al lupo, al lupo” ma, da un lato, si allea, all'interno dell'Unione europea, con quei Paesi, come i Paesi di Visegrád, che non hanno alcuna intenzione di aiutare l'Italia, anzi, sono fermamente intenzionati a non accogliere nemmeno un migrante – e questi sarebbero i nostri partner! – e poi nel momento in cui, grazie al cielo, la comunità internazionale eleva il problema delle migrazioni a un problema, appunto, storico, epocale, che richiede una collaborazione da parte di tutti i Paesi, il nostro Paese oscilla, naviga a vista: da un lato, il Presidente del Consiglio dice una cosa e, dall'altro, il Vicepresidente e Ministro dell'interno ne dice un'altra; un gruppo parlamentare, quello del MoVimento 5 Stelle, tramite anche persone autorevoli, come il presidente della Commissione affari costituzionali, si schiera a favore e altri si schierano contro e la confusione regna sovrana.

Che cosa dovrebbe fare un Paese sensato, un Paese con un Governo con la testa sulle spalle quale, purtroppo, noi non siamo più, almeno dal 1° giugno di quest'anno? Dovrebbe dire che quello che è davvero importante, ciò su cui dobbiamo operare in modo diretto, chiaro e netto è la cooperazione internazionale e, cioè, fare in modo che i Paesi dai quali i migranti fuggono siano messi in condizione di sviluppare programmi economici che possano combattere la povertà, che possano servire a limitare gli stati di belligeranza che si creano in numerosi Paesi e che sono, evidentemente, la prima spinta, per questi grandi flussi di persone, a venire verso i nostri territori.

Sappiamo che il Ministero degli Affari esteri si chiama Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale dalla scorsa legislatura, grazie alla legge sulla cooperazione che è stata approvata durante la XVII legislatura. Ci aspettavamo, da questo Governo, che in legge di bilancio si prendessero decisioni coerenti di sostegno e di rafforzamento alla cooperazione internazionale, ma anche semplicemente un emendamento che, diciamo, impegna il Governo a mettere una cifra tutto sommato ragionevole, come 60 milioni per tre anni, riceve, in modo inspiegabile, un rifiuto da parte del Governo.

Questo per chiarire che il tema delle migrazioni è un tema propagandistico. Questa è la verità sulla quale si fa consenso e, come abbiamo visto con il “decreto sicurezza”, si crea insicurezza perché sulla percezione del pericolo si lucra consenso politico, ma quando si arriva al momento di cooperare con gli altri Paesi e risolvere il problema alla radice questo Governo dice “no”.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Meloni. Ne ha facoltà.

GIORGIA MELONI (FDI). Presidente, scusi, ma approfitto per intervenire e per rispondere al collega Scalfarotto, perché condivido con lui l'importanza del tema della cooperazione internazionale allo sviluppo. Condividiamo con lui, come abbiamo detto in più di un'occasione in queste settimane, la necessità che il Governo chiarisca definitivamente la sua posizione sul Global Compact for Migration. Abbiamo visto che il Governo ha posizioni divergenti e abbiamo apprezzato l'intervento del Vice Ministro Salvini, che ha impedito che il Governo andasse a Marrakech il 10 dicembre prossimo a sottoscrivere un patto che questo Governo aveva già deciso di sottoscrivere. Dopodiché, però, ci siamo un tantino impantanati su una discussione parlamentare che pare non dover arrivare, perché inizialmente è stata calendarizzata addirittura per il 23 dicembre e, in secondo luogo, il nostro capogruppo nelle Conferenze dei presidenti di gruppo ha chiesto, in più di un'occasione, che si discutesse in Aula, che si arrivasse a un voto e che si arrivasse a una posizione certa del Governo sul tema del Global Compact e sul posizionamento dell'Italia prima di Marrakech o, comunque, negli stessi giorni o, comunque, prima della pausa natalizia. Infatti, è vero che c'è ancora tempo per sottoscrivere il Global Compact, però, vedete, non si capisce bene perché il Governo non voglia arrivare in Aula e far esprimere i gruppi di maggioranza se non perché obiettivamente c'è qualcosa che non va.

Sappiamo che ieri c'è stata una riunione della maggioranza proprio su questo tema, non ne conosciamo gli esiti. Approfitto per chiedere al Governo, visto che ci sono tanti rappresentanti qui in Aula stamattina, chiarezza su un tema centrale, perché invece - e il collega Scalfarotto mi consentirà, per il tramite della Presidenza - non sono d'accordo sul merito.

Il Global Compact non è un modo per consentire all'Italia di condividere i suoi problemi migratori con altre nazioni. Il Global Compact è l'esatto contrario: è la fine, è l'ultimo atto con cui la comunità internazionale scarica sull'Italia il problema dell'emigrazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché quello che accade con il Global Compact - se noi sottoscriviamo il Global Compact - è che da domani qualunque politica di difesa dei nostri confini e qualunque politica che dica “no” all'invasione verrà richiamata dalle Nazioni Unite, e noi questo non lo possiamo e non lo dobbiamo consentire. È qualcosa su cui, secondo me, non bisognava neanche dire: “Vediamo che cosa dicono i gruppi parlamentari”, perché su queste scelte, che sono scelte di strategia di difesa della propria identità e dei propri confini, non c'è la libertà di coscienza: ci sono le scelte della politica e noi aspettiamo che questo Governo faccia la sua (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 18.3 Quartapelle Procopio e 18.4 Muroni, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e con il parere favorevole del relatore di minoranza del gruppo Liberi e Uguali.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

(Esame dell'articolo 19 - A.C. 1334-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1334-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che è in distribuzione la versione corretta dell'ordine del giorno Gusmeroli n. 9/1334-AR/1. Avverto, inoltre, che l'ordine del giorno Giarrizzo n. 9/1334-AR/24 è stato ritirato dal presentatore. Avverto, infine, che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno, in quanto riproducono il contenuto di proposte emendative già dichiarate inammissibili per estraneità di materia: Ermellino n. 9/1334-AR/43, che prevede lo svolgimento di corsi di formazione, aggiornamento e specializzazione per il personale militare e civile del Ministero della difesa; Lorefice n. 9/1334-AR/50, che prevede interventi volti a superare le criticità dovute alle disposizioni relative all'obbligo di iscrizione all'albo per l'esercizio delle professioni sanitarie; Sasso n. 9/1334-AR/189, recante una proroga della possibilità di mantenere i manufatti amovibili realizzati su aree oggetto di concessione demaniale marittima.

Il deputato Pierantonio Zanettin ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/282. Colleghi, facciamo maggior silenzio in Aula, cortesemente. Anzi, facciamo silenzio in Aula, senza “maggior” silenzio. Prego.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). La ringrazio, Presidente. Questo ordine del giorno prende spunto da alcune denunce che sono emerse su organi di stampa, in particolare della regione Veneto, relativamente al Fondo di ristoro per i danneggiati delle banche. In questi articoli, che sono stati pubblicati dal Corriere del Veneto, da VicenzaPiù o da altri organi di stampa si denuncia il fatto che alcuni studi legali veneti sarebbero riusciti ad accaparrarsi la clientela in modo assai significativo, raccogliendo migliaia di adesioni e di mandati. Orbene, raccogliendo i mandati professionali, agli aderenti e ai mandatari è stato imposto ed è stato fatto sottoscrivere un patto di quota lite per percentuali molto elevate. Il Corriere del Veneto parla per uno studio legale del 15 per cento, altri organi di stampa parlano, addirittura, di percentuali più elevate. Personalmente, essendo anche avvocato, non ho nulla in contrario a che dei colleghi, se svolgono delle attività professionali, siano remunerati con il patto di quota lite. Lamento e ritengo assolutamente immorale che sia possibile che il patto di quota lite venga applicato ai fondi che vengono erogati dall'erario sulla base di una legge come la legge di bilancio e che vengono consegnati ai cittadini.

Credo che sia del tutto inaccettabile che il 15 per cento o il 20 per cento o altra percentuale elevata che viene pagata sulla base del fondo che verrà istituito con la legge di bilancio vada nelle mani e nelle tasche dei colleghi avvocati, i quali si faranno pagare dai beneficiari di questi fondi solo per l'attività legale effettivamente prestata. Questo stesso tema era stato fatto oggetto di un emendamento che avevo presentato alla legge di bilancio, che abbiamo discusso lunedì sera e che aveva trovato il consenso di principio da parte del relatore e del Governo. Sono rimasto deluso dal fatto che il Governo non abbia accolto e dato parere favorevole a questo emendamento, però è stato assunto un impegno perché questo emendamento venga poi recepito e questo principio venga recepito nel nuovo testo che il Governo si è impegnato a varare al Senato. Vedo che il relatore annuisce e ricorda bene.

Allora, ho voluto innanzitutto presentare questo ordine del giorno per ricordare l'impegno che è stato assunto in Commissione bilancio. Anticipo già al relatore che ne chiederò anche la votazione, in modo che l'impegno sia in modo più esplicito e venga assunto con un voto dell'Aula, che spero unanime su un punto del genere, che non è un punto dirimente sul piano politico. È una questione che non è né di destra né di sinistra, è solo per l'aiuto a soggetti deboli che hanno, in molti casi, perso tutto e che è giusto che non vengano privati di risorse economiche nel momento in cui l'erario, sottraendo risorse ad altri servizi pubblici, destina, appunto, ai beneficiari del danno, e non certamente ad avvocati che, relativamente al fondo, non hanno nessuna attività svolta per istituire questo fondo, che è un atto di natura politica.

Quindi, Presidente, la ringrazio per la parola e anticipo fin d'ora che quando l'ordine del giorno sarà presentato ne chiederò la votazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. L'onorevole Gadda ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/109.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Grazie, Presidente. Questa è l'ultima occasione per porre a quest'Aula un tema importante, che è stato ampiamente dibattuto non soltanto nella discussione in Commissione bilancio, ma soprattutto fuori da quest'Aula, attraverso il lavoro e l'impegno quotidiano di migliaia di enti del Terzo settore, di migliaia di associazioni. Ed è davvero importante parlare di un tema quale il Fondo aiuti alimentari, perché, vedete, ciascuno di noi ha una responsabilità. L'accesso al cibo, ma soprattutto a un'alimentazione sana e corretta, è un bene primario, che deve essere garantito a tutti, deve essere garantito attraverso politiche pubbliche. Ma la nostra Costituzione, all'articolo 118, dice molto chiaramente che, secondo un principio di sussidiarietà, possono compartecipare a questo lavoro, a questo impegno quotidiano, anche altri soggetti; ad esempio le imprese, ad esempio, i singoli cittadini, ad esempio, gli enti del Terzo settore, che, con la loro opera quotidiana, rispondono a un bisogno sociale.

Questa è davvero l'ultima occasione e spero che questo Governo possa avere un ripensamento nella discussione al Senato, perché l'opera quotidiana degli enti del Terzo settore si esplica in tanti modi diversi. Nel nostro Paese sono fioriti, sono nati gli empori solidali, le mense di solidarietà; ci sono decine, centinaia di enti del Terzo settore - che sono certa ognuno dei deputati conosca in quest'Aula - che ogni giorno rispondono in modo puntuale a bisogni diversi. La povertà è una parola complessa; la povertà non è tutta uguale, la povertà cambia nel tempo e ci sono diverse forme di povertà. L'opera quotidiana degli enti del Terzo settore non serve soltanto per rispondere a un bisogno materiale. Sicuramente, la distribuzione di derrate alimentari e di altri prodotti, come per esempio i farmaci, come per esempio i prodotti per l'igiene della persona e della casa, i prodotti di cartoleria e cancelleria. Pensiamo a tutti quei prodotti che, grazie alla legge n. 166 e alla legge anti sprechi, finalmente sono diventati un paniere importante, che consente agli enti del Terzo settore di rispondere a un bisogno sociale.

Ma i magazzini degli enti del Terzo settore - dobbiamo saperlo e credo sia utile dare questa informazione all'Aula - si riempiono con diversi meccanismi, con diverse modalità: da un lato, le donazioni, e quindi, da questo punto di vista, la sussidiarietà, quindi il ruolo attivo, la responsabilità sociale delle imprese è importante; si riempiono poi grazie ai fondi europei (l'Europa non è solo cattiva); milioni e milioni di euro nel nostro Paese vengono destinati all'aiuto alimentare per le persone più povere.

Infine, esiste un altro capitolo, che è l'oggetto di questo ordine del giorno: il Fondo indigenti, che dal 2017, con la legge di stabilità 2016, è stato reso strutturale a 5 milioni di euro. Nella passata legislatura, nel triennio 2016-2017-2018, oltre alle risorse rese strutturali con il Fondo indigenti, queste sono state sempre incrementate: nel 2015, 12 milioni di euro; nel 2016, 10 milioni; nel 2017, 9 milioni; il 2018, purtroppo, è passato in cavalleria.

Con questo ordine del giorno si chiede un impegno forte al Governo - e spero che questo impegno non sia una semplice raccomandazione - a ripianare quel Fondo, perché mentre si decide come stampare le tessere del reddito di cittadinanza (non sappiamo ancora a chi andrà quel reddito di cittadinanza, a quali famiglie, a quali persone), mentre si stampano le tessere e mentre si decide dove stampare quelle tessere, le persone devono mangiare, devono alimentarsi in un modo sano, equilibrato e corretto.

Questo Fondo richiede risorse che in una legge di bilancio che parla di milioni di euro sono risorse che possono sembrare limitate, che possono sembrare piccole. Si chiedeva, negli emendamenti presentati dal Partito Democratico, di ripianare questo Fondo e, oltre ai cinque milioni che nel Governo precedente sono stati resi strutturali, di arrivare almeno alla quota degli anni precedenti, proprio per rispondere in modo puntuale a questo bisogno sociale, perché - ripeto, lo ribadisco - le associazioni di volontariato non rispondono solo a un bisogno materiale, ma rispondono a quell'esigenza, che dovremmo sentire nostra, di accompagnare le persone in un percorso di inclusione sociale. Le associazioni di volontariato non sono dei distributori di cibo soltanto ma sono delle persone, delle associazioni che incontrano la solitudine delle persone, che incontrano le motivazioni vere che portano le persone ad essere anche in una condizione di emarginazione.

Quindi, quando parliamo di povertà, quando ci rivolgiamo nei nostri territori alle associazioni di volontariato, proviamo ad assumere, a caricare su di noi questo impegno, ad aggiungere risorse ulteriori rispetto a quelle che - ripeto e ribadisco - sono state rese strutturali nella scorsa legislatura, perché questo non può bastare. La povertà aumenta ma, soprattutto, la povertà è diversificata. Quindi, davvero, chiedo al Governo di impegnarsi ed accettare questo ordine del giorno, ma soprattutto, al Senato, di approvare un emendamento che sicuramente verrà ripresentato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, mi rivolgo in particolare ai colleghi che hanno deciso di bivaccare al centro dell'Aula. Colleghi, chiedo scusa se vi disturbo. Se vogliamo procedere, visto che abbiamo almeno altre 15 richieste di illustrazione degli ordini del giorno, pregherei i non interessati a continuare il loro dialogo fuori dall'Aula.

L'onorevole Annibali ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Bazoli n. 9/1334-AR/123, di cui è cofirmataria.

LUCIA ANNIBALI (PD). Presidente, io intervengo di nuovo sulla questione delle donne, che ancora una volta vengono dimenticate da Governo e maggioranza, e che quando non vengono dimenticate, in realtà, risultano penalizzate. C'è poco e niente sul tema della conciliazione; abbiamo già detto ieri dei tagli particolarmente preoccupanti di spesa rispetto alle politiche per il contrasto della tratta degli esseri umani e per le pari opportunità.

Eppure - l'abbiamo lo stesso ricordato ieri - sono passate solo poche settimane da quando è stata discussa ed approvata la mozione a mia prima firma, con la quale il Governo si impegnava ad invertire la rotta intrapresa, adottando quindi iniziative per eliminare i tagli, e dunque incrementare le risorse destinate al Fondo per le pari opportunità, al Fondo per le vittime di reati intenzionali e violenti, al Fondo anti-tratta e in generale a tutte le politiche per la promozione della parità di genere e per la prevenzione e il contrasto di ogni forma di violenza contro le donne.

Il Partito Democratico ha presentato una serie e un pacchetto di emendamenti che andavano proprio in questa direzione, ma sono stati tutti sostanzialmente bocciati. In particolare, il Partito Democratico aveva presentato un emendamento per chiedere di stanziare 15 milioni di euro sul Fondo per le vittime dei reati intenzionali: questo emendamento è stato bocciato da Governo e maggioranza, che hanno stanziato 10 milioni di euro, quindi una cifra sostanzialmente inferiore. In Commissione bilancio il MoVimento 5 Stelle aveva presentato un emendamento per incrementare di 6 milioni di euro il Fondo per il piano nazionale antiviolenza: questo emendamento è stato ritirato dal MoVimento 5 Stelle, fatto proprio dalla collega Boschi e poi bocciato. Per cui appare sempre più paradossale il fatto che il sottosegretario Spadafora si diverta in qualche modo a definire il piano che ha ereditato dal Governo del Partito Democratico come libro dei sogni, se poi è il primo, insieme appunto al Governo, a bocciare emendamenti che favoriscono uno stanziamento per rendere concrete le misure su questo tema.

Quindi, ancora una volta, a tanta propaganda, come sempre. Lo dimostra ancora il fatto che per misure come codice rosso e anche per l'estensione dei braccialetti elettronici per i reati di maltrattamenti in famiglia e stalking è prevista l'invarianza finanziaria. A proposito di risorse, non posso quindi che concordare con il collega Penna del MoVimento 5 Stelle, che in un comunicato stampa di qualche giorno fa sottolineava che immaginare una gamma di interventi efficaci senza maggiori oneri per le casse statali è impossibile; purtroppo, proseguiva il collega, attualmente nel disegno di legge governativo non sono previsti nuovi oneri per lo Stato, ma per un fenomeno così grave sono necessarie misure eccezionali e quindi anche onerose.

Questo dimostra quanto sia importante impegnarsi attraverso lo stanziamento di risorse serie e importanti su un tema così fondamentale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. L'onorevole Moretto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/127.

SARA MORETTO (PD). Presidente, io chiedo al Governo di valutare con attenzione i contenuti di questo ordine del giorno perché tratta di un tema davvero importante per la nostra economia e per il nostro sistema Paese, che è quello del commercio, in particolare del commercio al dettaglio. Questo tema è stato protagonista dei lavori parlamentari della X Commissione negli ultimi due mesi ed è stata una discussione interessante, che ci ha portato anche a valutare alcune proposte concrete. Le audizioni che abbiamo svolto hanno fatto emergere in maniera piuttosto chiara quelle che sono le sfide del commercio al dettaglio italiano: sono sfide diverse e sicuramente difficili, per un settore che ha saputo superare con le proprie forze una crisi profondissima, che l'ha messo di fronte a molteplici difficoltà.

Ebbene, le sfide che si trova di fronte ora e per il futuro sono sicuramente quella dei nuovi modelli di distribuzione, quindi anche della concorrenza ovviamente della grande distribuzione, la sfida del commercio digitale, dell'e-commerce, così come anche la sfida, che non è solo economica ma anche sociale, di mantenere un presidio in quei tanti piccoli centri urbani che caratterizzano il nostro Paese, anche e soprattutto nelle aree più disagiate.

Quello che i protagonisti, che gli imprenditori del piccolo commercio sono venuti a dirci in queste Aule e che abbiamo ascoltato con attenzione, è che per affrontare queste sfide non è essenziale un intervento restrittivo sugli orari commerciali, come questa maggioranza ha sbandierato ormai diverso tempo fa. Non è con la chiusura domenicale degli esercizi che si affrontano queste sfide, anche sapendo che - dati emersi proprio in questi incontri - la prima conseguenza di un'eventuale scelta di questo tipo sarebbe l'immediata perdita di numerosi posti di lavoro: abbiamo avuto delle stime piuttosto precise che prevedono la perdita di circa 42 mila posti di lavoro tra dipendenti diretti e dipendenti dell'indotto, quindi servizi di pulizia e sorveglianza, nel caso in cui la maggioranza intendesse proseguire nella scelta di imporre le chiusure domenicali durante tutto l'anno.

Quello che ci hanno detto i piccoli commercianti è che questa non è la risposta che si attendono da questo Parlamento: si attendono un sostegno concreto, delle misure vere. Ed è per questo che abbiamo presentato, a mia prima firma ma con tutti i colleghi della X Commissione, un emendamento che proponeva una serie di misure organiche per il piccolo commercio e l'istituzione di un Fondo con una dotazione di 50 milioni di euro che aiutasse il piccolo commercio al dettaglio, soprattutto nei piccoli centri urbani, ad affrontare alcune sfide che citavo prima: finanziando interventi di ristrutturazione, interventi di eliminazione delle barriere architettoniche, interventi per l'innovazione tecnologica, che consentisse anche al piccolo commercio di poter accedere per esempio all'e-commerce e al commercio digitale; per interventi anche di videosorveglianza, che garantissero la sicurezza di questi esercizi commerciali, ma anche ovviamente delle zone nelle quali questi sono presenti.

Noi siamo convinti che non possano essere delle misure sull'affitto commerciale o sull'IMU, che sono pur presenti in questa manovra, ad essere le risposte per queste sfide. Abbiamo presentato questo emendamento: è stato bocciato, non è stato accolto, e quindi non si è voluto cogliere quello che in questi due mesi, ripeto, gli imprenditori del commercio al dettaglio ci hanno raccontato. Io chiedo che almeno in questa sede questo ordine del giorno riceva un po' di attenzione da questa maggioranza e da questo Governo, e che si colga l'opportunità di accoglierlo: proprio come sfida per il lavoro che dovremo fare nelle prossime settimane nella Commissione attività produttive per cercare di portare in quest'Aula qualcosa di vero, di concreto, che parli fuori da queste mura, che dica agli imprenditori del piccolo commercio che c'è un Parlamento attento alle loro richieste, pronto a sostenerli, e che ritiene ed è convinto che ci siano ancora molte opportunità per chi fa impresa in Italia; e la si smetta di dare dei messaggi negativi, come sono stati dati finora, che procurano disoccupazione e mancanza di fiducia. È un'opportunità: chiedo al Governo di valutarla con attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. L'onorevole Boldrini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/104.

LAURA BOLDRINI (LEU). Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, quest'ordine del giorno riguarda un ambito totalmente ignorato in questa legge di bilancio: si tratta dell'occupazione e dell'imprenditoria femminile. Non vi è traccia!

Vede, signor Presidente, anche questa settimana noi ci troviamo di fronte alla fiducia. Ogni settimana ce n'è una: la scorsa settimana c'era il decreto-legge “sicurezza”, e adesso la fiducia sulla legge di bilancio. Ma stavolta c'è qualcosa di ancora più grave dal punto di vista istituzionale, perché si è posta la fiducia su un testo assolutamente provvisorio e precario, che sarà completamente cambiato al Senato. E perché sarà cambiato? Sarà cambiato sulla base di quanto Bruxelles chiederà al Governo di fare.

Dunque si usa questa Camera per guadagnare tempo, e questo credo che non sia accettabile, guadagnare tempo. Guadagnare tempo per fare che cosa, signor Presidente? Per uscire da questo vicolo cieco, dall'impasse in cui si è cacciato il Governo: prima mostrando i muscoli contro la Commissione europea, abbiamo sentito espressioni di scherno, provocazioni; e poi tornando mestamente a Canossa, cercando un compromesso che salvasse almeno un po' la faccia, e anche le sorti del Paese. Il vostro assillo, signori del Governo, non è stato quello di scrivere una legge di bilancio per far uscire dalla crisi il nostro Paese, rilanciando i consumi e la produzione, creando opportunità di lavoro e di crescita sostenibile: no, il vostro assillo è stato ed è quello di continuare a fare propaganda per coprire, completamente coprire le vostre inadempienze.

Voi avete promesso o no il reddito di cittadinanza per chiunque ne avesse bisogno? Invece solo in pochi l'avranno. La flat tax non doveva essere per tutti? Invece se ne avrà solo un timido assaggio. Avevate o no promesso di abrogare - abrogare! - la “Fornero”? Invece non lo farete, vi accontentate di fare “quota 100” per un tempo limitato, poi s'ha da vedere come si potrà accettare questa modifica, e anche scoraggiando i destinatari, perché non ci sono coperture sufficienti. Allora, signor Presidente, questa è la realtà: la manovra è una marcia indietro su tutta la linea, veramente una imbarazzante marcia indietro! Per una mera esigenza propagandistica avete messo a rischio sia i conti dello Stato sia i risparmi degli italiani, e avete anche aumentato il debito del Paese. Ciò perché decidere di andare in deficit non è uno scherzo, si tratta di soldi degli italiani, non di fare un dispetto a Bruxelles. E se si continua a far credere che invece si fa una certa azione, come dire, ci si fa rispettare, i conti poi arriveranno sempre ai cittadini e anche ai loro figli. Quindi non state facendo un torto a Bruxelles ma ai vostri connazionali. Prevedere un rapporto deficit-PIL del 2,4 per cento si può anche fare, è già accaduto, non è quindi una tragedia in sé, ma neanche una rivoluzione da festeggiare, affacciandosi al balcone, una scena veramente poco decorosa che verrà ricordata come l'emblema triste di questo Governo.

Bisogna invece vedere per che cosa si impegnano quei soldi. Quali misure si propongono per il lavoro ai giovani e alle donne? Nulla! In questa manovra si evita di fare la vera scelta di cambiamento, che è quella di prevedere investimenti pubblici nei settori strategici in grado di creare nuova e buona occupazione, e si ignora quella che io considero una vera e propria emergenza nazionale. Mi riferisco al fatto che in Italia solo il 49 per cento delle donne lavora, a fronte di una media europea del 62; mi riferisco al fatto che quando le donne lavorano ricevono, a parità di mansioni, retribuzioni più basse, e che per una donna è più difficile accedere al credito per avviare un'attività imprenditoriale. È chiaro perché parlo di emergenza? Perché questa situazione rappresenta non soltanto un'ingiustizia ai danni delle donne, che sono la maggioranza della popolazione, ma produce anche un danno generale alla nostra società. Tutte le statistiche e le ricerche dimostrano che nei Paesi dove le donne lavorano cresce l'economia, la produzione e progredisce anche la società.

Non sono stati accolti gli emendamenti che incrementavano il fondo per gli orfani di femminicidio, che incoraggiavano anche le imprese ad assumere le donne vittime di violenza, che estendevano a dieci o quindici giorni il congedo obbligatorio di paternità. Nulla è stato accolto e, allora, Presidente, con lo spirito appunto di puntare all'interesse generale del Paese e di tutta la popolazione, ho presentato questo ordine del giorno, che chiede al Governo di predisporre un piano straordinario per far crescere il numero delle donne che lavorano e per creare nuove opportunità alle imprese femminili. Le donne, signor Presidente, esigono un ruolo e una presenza maggiore nella società, è ora che anche voi, signori del Governo, ve ne rendiate conto (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. L'onorevole Occhionero ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/87.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (LEU). Presidente, con quest'ordine del giorno a mia firma vorrei focalizzare l'attenzione del Governo sull'articolo 28 del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2019 e il bilancio pluriennale 2019-2021. Il comma quattro del predetto articolo prevede le assunzioni nella pubblica amministrazione e la facoltà per il Ministero della giustizia di procedere, in aggiunta a quelle che sono le facoltà assunzionali della legislazione vigente, un carico addizionale di assunzioni con contratto a tempo indeterminato per un contingente massimo di 3 mila unità di personale amministrativo non dirigenziale.

Tale facoltà addizionale nasce dall'esigenza di provvedere e di procedere ad un funzionamento migliore degli uffici giudiziari e di garantirne la piena funzionalità, di prevenire altresì i fenomeni derivanti dalla possibile marginalità sociale dei detenuti, oltre che di creare sui nostri territori delle reti tra istituti di custodia cautelare attenuata per le detenute madri e di garantire un migliore funzionamento degli istituti penali per i minori. Ebbene, rappresentanti del Governo, poiché ci sono queste evidenti necessità, considerato che a seguito del concorso del novembre 2016 per assistenti giudiziari abbiamo più di 2 mila candidati risultati idonei e non ancora collocati negli organici dei tribunali e considerato che la carenza di personale nei nostri tribunali crea un malfunzionamento del sistema giustizia di tutta l'attività giudiziaria con un evidente, palese e ingente danno anche a carico di tutti i nostri concittadini, vorremmo che il Governo si impegnasse a provvedere, nelle more della legislazione vigente, a collocare e quindi ad assumere questi 2 mila idonei del concorso di assistente giudiziario del novembre 2016. Ci auguriamo che il Governo rifletta su questo dato fondamentale per il funzionamento dei nostri tribunali oltre che per un corretto e giusto collocamento di tutti gli idonei che sono ancora in attesa di trovare collocazione nei nostri tribunali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. L'onorevole Bellucci ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/208.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, abbiamo proposto quest'ordine del giorno per darvi l'occasione di mantenere le promesse fatte, per far sì che voi possiate dare sostanza e contenuto agli impegni presi, anche perché, ad oggi, siamo un po' confusi. In quest'ordine del giorno vi chiediamo di poter destinare maggiori risorse alla lotta alla droga. Questo ci aspettiamo, ma questo se lo aspettano gli italiani, dal momento che avete istituito un Ministero e avete dato una delega politica per la lotta alla droga; il Ministro Fontana dovrebbe occuparsi di questo. Un Ministro senza portafoglio ci chiediamo come possa effettivamente dare attuazione alla lotta alla droga senza economie. Eppure il Ministro Fontana, l'ultima settimana, ha dichiarato, proprio nell'incontro con l'Osservatorio europeo delle dipendenze, che avrebbe promosso la lotta alla droga in Italia, e lo avrebbe fatto a fronte di dati drammatici. L'Europa ci dice che l'Italia è al secondo posto per uso di cannabis e al quarto posto per uso di cocaina, che le morti stanno aumentando, rappresentanti del Governo, e tutto questo nella totale indifferenza, nel momento in cui voi non ponete le adeguate risorse. Rimaniamo ancora più in dubbio rispetto alla vostra volontà, perché nei mesi passati vi abbiamo chiesto di chiudere i cannabis shop. Sapete che in Italia si sono aperti, sia nel mercato on line che in quello reale, nelle strade italiane, più di mille negozi che vendono prodotti con cannabis a basso contenuto di THC? Quei negozi, è stato raccomandato - non da Fratelli d'Italia ma dal Consiglio superiore di sanità - che venissero chiusi, perché sono pericolosi per la salute. Sono negozi che vendono biscotti, tisane, profumatori, tutto con cannabis a basso contenuto di THC. E in quei negozi entrano mamme, bambini, persone che a volte hanno delle patologie, anche malati di cuore, e inconsapevolmente assumono sostanze psicoattive che sono lesive per la loro salute. Torno a dire che non lo dice Fratelli d'Italia, lo dice il Consiglio superiore di sanità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). L'ha detto a maggio! Sono passati maggio, giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre, dicembre, siamo a Natale e ancora non li avete chiusi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

Allora, vi chiediamo sommessamente: ma per quale motivo avete dato una delega politica di contrasto e di lotta alla droga, se neanche chiudete quei negozi che continuamente spacciano sostanze psicoattive? Questa settimana, se non ci fosse stata la Guardia di finanza, che ha chiuso quarantotto negozi a partire da Taranto, con una rete capillare di sostanze che venivano spacciate, questa Italia sarebbe ancor di più attanagliata da questo problema. Io ringrazio la Guardia di finanza perché sta facendo un lavoro significativo, devo dire, nella totale indifferenza di questo Governo, anche perché ha applicato la legge, ha applicato quella legge n. 309 che dice che quando il THC è superiore allo 0,5 per cento è una sostanza stupefacente e quindi non può essere venduta. Voi, invece, ancora ci pensate, ancora pensate, con il Ministro Grillo, nella totale indifferenza e silenzio del Ministro Fontana, se dovete intervenire, ancora pensate di dover parlare con tutti i Ministeri, magari il Ministero delle infrastrutture, dei trasporti, dello sviluppo economico e chissà quale altro, per sapere che cosa dovete fare. Io credo che sia vergognoso perché state giocando con la salute degli italiani, state giocando con quelle mamme che magari si prendono una tisana, state giocando con quegli anziani che magari prendono quelle sostanze. Giocate troppo, scherzate troppo, nella totale indifferenza e allora abbiate un atto di orgoglio e di dignità e date maggiore soldi al Fondo nazionale di lotta alla droga (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Colleghi, mi riferisco in particolare ai colleghi segretari d'Aula se possono prestare un attimo di attenzione: per cercare di rispettare le intese tra i gruppi che sono state codificate ieri sera, credo che sia necessario organizzare i tempi per consentire di arrivare alle ore 11,30 avendo finito la fase, in cui siamo impegnati in questo momento, dell'illustrazione degli ordini del giorno. Quindi andrei avanti con il tempo, ma pregherei i segretari d'Aula di organizzare i tempi per rendere possibile che ci sia l'espressione dei pareri prima della sospensione delle ore 11,30.

L'onorevole Mor ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/128.

MATTIA MOR (PD). Signor Presidente, grazie. Premesso che il testo del provvedimento in esame reca alcune disposizioni che interessano il settore imprenditoriale che si riferisce ad aziende ad alto contenuto innovativo, anche se di innovazione non si parla in maniera alcuna nel contratto di Governo e che sinora dai partiti di maggioranza l'innovazione è stata usata per riempirsi la bocca, ma non ha portato a trovare alcuna sostanza e misure di fatto; e premesso, inoltre, che viene istituito un fondo di sostegno al venture capital per sostenere la sottoscrizione da parte dello Stato di quote o azioni di fondi di venture capital, le misure introdotte, tuttavia, per noi non sono in alcun modo sufficienti per dare quello choc necessario per far recuperare all'Italia il terreno perduto rispetto agli altri Paesi europei in termini di investimenti in nuove imprese innovative. Considerate che negli ultimi anni l'Italia ha incubato investimenti che sono circa sette volte inferiori rispetto a quelli della Spagna, venticinque volte inferiori rispetto alla Francia, quarantacinque rispetto alla Germania e settantacinque rispetto al Regno Unito. Numeri che non sono sostenibili, se si pensa che creare start-up vuol dire creare le aziende di domani, creare i posti di lavoro di domani e che l'Italia non può restare indietro in questa maniera rispetto ai propri competitori a livello internazionale. Ma la politica sembra mettere poco la testa su un mondo che è chiaramente il futuro del lavoro e, in particolare, il futuro del lavoro dei più giovani. Provi, però, signor Presidente, a parlare di start-up a un politico e vedrà che dopo pochi minuti inizierà a guardare il telefonino cercando qualcosa che lo rimetta in connessione con ciò che importa davvero, perché il problema è anche quell'atteggiamento un po' snobistico che porta ad una mancanza totale di interesse e di regia politica, senza alcun piano strategico di azione per far crescere e per far diventare grandi le nostre start-up, viste ancora da troppi come degli esperimenti da laboratorio di qualche studente di ingegneria o di economia. Ma saranno quei ragazzi, quei ragazzi che raramente finiscono sulle prime pagine dei giornali per un brevetto o per la creazione di una nuova impresa, che domani daranno lavoro alle nostre future generazioni, molto prima di quanto noi pensiamo, a meno che non li lasceremo invecchiare sul divano con il “babbo Stato” che darà loro la paghetta attraverso il reddito di cittadinanza.

A tal proposito, per dare uno choc a questo sistema impaludato, io ho depositato una proposta di legge di cui questo ordine del giorno e l'emendamento alla legge di bilancio che ho presentato recepivano alcuni punti. L'ho scritta da ex startupper, da imprenditore che ha deciso di tornare in Italia dopo che nel 2015 sono emigrato con un biglietto che pensavo essere soltanto di andata per Singapore.

Ed ho pensato che non c'è altra soluzione che quella di far entrare nella testa della politica una cosa: che le imprese innovative possono essere la chiave dello sviluppo italiano, perché abbiamo talento, abbiamo preparazione, abbiamo tradizione industriale ed artigiana, abbiamo inventiva. Manca, però, soltanto una cosa: manca la scossa della politica per la creazione di un ecosistema, che non deve dare ai giovani i soldi per restare tranquilli a casa sul divano senza fare nulla, ma deve usare quelle risorse per far sì che i giovani diventino indipendenti, lavorino, creino aziende, falliscano, creino altre aziende, creino posti di lavoro, innovino e inventino di continuo, in direzione ostinata e contraria al reddito di cittadinanza.

La mia proposta, dunque, prevedeva una serie di importanti incentivi e sgravi per finanziare queste nuove imprese, perché la prima cosa da fare è movimentare quell'enorme massa di risparmio privato delle famiglie italiane, che sappiamo molto spesso viene investito anche in fondi esteri, che in questa maniera vanno a finanziare l'innovazione in Paesi che non sono il nostro. Dal momento che da diversi studi, però, emerge come nei Paesi sviluppati siano proprio le nuove start-up a creare il maggior numero di posti di lavoro incrementali, signor Presidente, noi proponiamo degli incentivi fiscali che possono far aumentare gli investimenti privati verso, appunto, il mondo delle start-up e delle PMI innovative, con una defiscalizzazione del 70 per cento per le persone fisiche e giuridiche che investano propri capitali in start-up o in PMI innovative, con un capital gain tassato allo zero per cento nel caso di questi investimenti, e se l'investimento comporta una perdita, la parte non dedotta o detratta può essere ulteriormente dedotta o detratta di un 50 per cento, portando, in tal modo, la defiscalizzazione totale all'85 per cento.

L'approvazione di questo emendamento, che è stato però bocciato dal Governo, avrebbe permesso di smuovere verso la creazione di nuove imprese e nuovi posti di lavoro un numero enorme di risorse ad oggi ferme; favorendo l'investimento delle più grandi aziende italiane in start-up innovative, inoltre, avrebbe permesso di favorire maggiori exit del proprio investimento ad imprenditori e investitori, permettendo così la creazione di un circolo virtuoso di maggiori investimenti. Inoltre, avrebbe permesso alle aziende di fare maggiore innovazione attraverso l'acquisizione di aziende innovative, favorendo quel sistema di open innovation dell'intera società. Richiederebbe, pertanto, questa proposta, uno sforzo di buonsenso di approvazione bipartisan, perché il futuro delle nostre aziende e la creazione dei posti di lavoro non possono avere un colore partitico. Ecco, io non ho chiesto molto, soltanto di avere una visione comune del bene comune di questo nostro Paese. E questo chiedo ancora al Governo, impegnandolo con questo ordine del giorno, perché possiamo diventare un Paese di destinazione per coloro che corrono, e non soltanto di fuga per coloro che combattono da fermi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. L'onorevole Versace ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/258.

GIUSEPPINA VERSACE (FI). Grazie, Presidente. Ho presentato questo ordine del giorno per dare un'altra possibilità di esaminare con più attenzione queste misure di welfare previste all'interno di questo disegno di legge, poiché all'interno di questo testo non c'è nessuna specifica che parla di aumento per le tutele di chi vive con una disabilità. Tradotto: pensioni di invalidità.

Adesso, siccome in questi giorni si è parlato tanto di attenzione, assistenza, sostegno, si parla di reddito di cittadinanza, però in questo testo non si fa riferimento alle pensioni. Vedete, il reddito di cittadinanza - ci tengo a specificarlo - è una misura che ha una durata. È vero che è rivolto anche a chi percepisce le pensioni di invalidità, e mi aspetto pure che questo non sia neanche in discussione, ma la pensione di invalidità è una questione anche di diritto al sostegno a chi ha bisogno, e c'è scritto pure nella nostra Costituzione. Tra l'altro, il reddito di cittadinanza è rivolto a delle persone che, comunque, in qualche modo, possono andarsi a cercare un lavoro. Le pensioni di invalidità, in realtà, sono riconosciute a quelle persone che non hanno la possibilità di andarsi a cercare un lavoro.

In questi giorni, tra l'altro, il Ministro Di Maio ha vantato il fatto che anche le persone con disabilità avranno diritto alla cifra di 780 euro; è stato bocciato il mio emendamento che chiedeva un piccolo aumento di soli 70, mi chiedo dove andranno a trovare i fondi. E allora, a questo punto, vi do la possibilità, ulteriore, di prestare davvero una concreta attenzione, accogliendo il mio ordine del giorno. E, comunque, anticipo anche che intendo farlo porre in votazione all'Aula, proprio perché mi aspetto, spero, che possiate tutti mettervi la mano sulla coscienza su un tema così delicato.

Prima di votare, vi invito: chiudete gli occhi, immedesimatevi in chi vive non solo con una disabilità, ma deve fare i conti anche con una cifra che sarebbe più dignitoso chiamare rimborso spese, cioè 280 euro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. L'onorevole Epifani ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/91.

ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Presidente, l'ordine del giorno n. 9/1334-AR/91, che porta la mia firma, solleva per l'ennesima volta, parlando di un istituto di reddito per i lavoratori disoccupati e involontari, il bisogno di una politica che faccia un po' di ordine nella rete e nel sistema degli ammortizzatori sociali. Tema già sollevato quando, qui, abbiamo discusso di diversi provvedimenti e che, se anche ha trovato qualche parziale soluzione in questi provvedimenti, però, manca di una qualsiasi visione d'assieme e così, in assenza di questa visione, finisce per determinare problemi, incoerenze e contraddizioni l'uso di un istituto come la NASPI, il quale era nato già con una premessa che si prestava a qualche critica, perché finiva per scoraggiare, soprattutto, tutti quei lavoratori impegnati nelle attività temporanee o stagionali, rispetto a chi aveva un rapporto a tempo indeterminato di natura classica.

A questo primo difetto, però, se ne è aggiunto un altro e se ne sta aprendo un terzo. Il difetto che è rimasto è che c'è una parte di lavoratori, i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato che lavorano nei consorzi e nelle cooperative di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, che non ha, oggi, diritto né all'indennità di mobilità, né all'indennità della NASPI. Quindi, ci sono lavoratori per cui è preclusa qualsiasi forma di tutela del proprio reddito, quando perdessero il lavoro in maniera volontaria.

In più, aggiungo che in queste ore si sta aggiungendo un'altra tipologia di lavoratori a cui la NASPI è preclusa e sono i lavoratori delle imprese sottoposti a liquidazione giudiziale; anche per questi lavoratori, quello che sta avvenendo in Commissione giustizia in questa Camera, che prima ha confermato, poi, ha tolto questa indennità, finisce per creare un'altra categoria di lavoratori privi di qualsiasi tutela. Da questo punto di vista, l'ordine del giorno è un richiamo al Governo perché metta finalmente a posto questioni che socialmente non possono essere giustificate né possono essere sostenute (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. L'onorevole Magi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/81.

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Signor Presidente, come è emerso dalla discussione di ieri, l'obiettivo di una riduzione della pressione fiscale è stato, per il momento, mancato dal Governo. Ci sarebbe stata l'occasione, per il Governo e per la maggioranza, di centrare, invece, questo obiettivo attraverso una revisione strutturale della nostra fiscalità in chiave ecologica, ad esempio, attuando, finalmente, la delega fiscale che era stata assegnata nel 2014 dal Parlamento al Governo e che, finora, non ha visto alcun tipo di attuazione e cioè andando ad eliminare i sussidi dannosi all'ambiente che sono compresi nell'elenco che lo stesso Ministero dell'Ambiente ha stilato.

Questa prospettiva, questa possibilità di riparametrare, ad esempio, l'IVA in base alle emissioni di gas serra e di andare ad eliminare questi sussidi era contenuta in un emendamento su cui c'è stato, in Commissione, l'invito al ritiro da parte del Governo e dei relatori. Abbiamo ascoltato il Governo dire che la direzione è quella giusta e che è condivisa dal Governo, ma che non si è ancora pronti per un intervento del genere; intervento che, badate bene, è ben diverso da quello che si è invece ritenuto di mettere in atto con il cosiddetto bonus-malus sull'acquisto di auto inquinanti o di auto ibride, auto meno inquinanti, auto elettriche, perché quello è un intervento spot, è un intervento una tantum che avviene in maniera anche vessatoria, per certi aspetti, su una parte dei nostri cittadini che possono permettersi solo auto di un certo tipo. Nel caso che, invece, si va a proporre con questo ordine del giorno si avrebbe una vera e propria revisione della fiscalità in chiave ecologica.

In sede di Commissione è stata espressa dal Governo la disponibilità ad accettare un ordine del giorno, la trasformazione di quell'emendamento in un ordine del giorno, quindi spero davvero che non sia cambiato l'orientamento del Governo .

PRESIDENTE. L'onorevole Fidanza ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/220.

CARLO FIDANZA (FDI). Presidente, colleghi, membri del Governo, questo ordine del giorno riguarda l'ormai atavica questione dell'applicazione in Italia della direttiva Bolkestein, segnatamente su tre settori molto importanti per la nostra economia: quello delle imprese balneari, quello del commercio ambulante e quello delle guide turistiche. Sono tre ambiti in cui il Governo, a più riprese, anche se con voci spesso differenziate, ha manifestato la propria intenzione di intervenire. Eppure, fino ad oggi, i comportamenti non sono stati conseguenti. Ricordo, ad esempio, che sul tema delle imprese balneari, già come gruppo di Fratelli d'Italia, in diverse occasioni, in altri provvedimenti, abbiamo sollecitato il Governo con appositi emendamenti, che sono stati tutti bocciati, così come è stato bocciato anche l'emendamento 55.07 nella recente discussione sulla legge di bilancio, che prevedeva esattamente quello che il Governo annuncia quando interviene pubblicamente. Però, in fasi precedenti sono stati approvati già degli ordini del giorno che vincolano e impegnano il Governo ad intervenire.

Allora, noi chiediamo che oggi venga rinnovato questo impegno e che il Governo dia un segnale, finalmente chiaro, della volontà di tutelare 30 mila imprese balneari, decine di migliaia di imprenditori del commercio ambulante e decine di migliaia di guide turistiche che stanno subendo gli effetti perversi di una sbagliata applicazione di una direttiva folle che l'Europa ci impone. Chiediamo un segnale di chiarezza e il pieno accoglimento di questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Cantone ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/164.

CARLA CANTONE (PD). Presidente, ho presentato questo ordine del giorno che brevemente illustrerò, o di cui almeno dirò le ragioni per le quali è stato presentato. Il prossimo 31 dicembre scade APE social: cosa pensate di fare, cosa pensate di dare alle migliaia di lavoratori e lavoratrici coinvolti? Cosa pensate di fare? Visto che siamo anche a Natale non vorrei che a qualcuno venisse l'idea di soddisfarli mandandogli una foto di Conte, Salvini e Di Maio, magari vestiti da Babbo Natale: non serve e penso che abbiano bisogno veramente di altro.

Sulla quota 100 avete creato una valanga di aspettative e ora? Specialmente nei lavori gravosi e usuranti che cosa gli date? Cosa fate concretamente per loro? Vedete, lo dico soprattutto ai parlamentari più giovani, senza un'idea di giustizia sociale e senza un'idea giusta di equa flessibilità, anche nel sistema pensionistico, come faranno i lavoratori e le lavoratrici consumati da lavori pesanti ad andare in pensione nel giusto tempo della loro vita? Provate ad andare a visitare un cantiere, non dico a lavorarvi, per carità, oppure una fabbrica siderurgica, oppure un ospedale dove si fanno i turni di notte. Io li conosco, so come sono. Guardate negli occhi quei lavoratori e quelle lavoratrici e poi chiedetevi perché non intervenite.

Ecco perché chiediamo al Governo di trovare ora - non domani, ora - almeno le opportune disposizioni per consentire alle migliaia di lavoratori e lavoratrici tutelati dall'APE social di poter continuare ad avvalersi di questo istituto. L'APE sociale non è né di destra, né di sinistra, né di centro; non appartiene né alle forze di Governo, né alle forze dell'opposizione; è un sacrosanto diritto di chi lavora. Non togliete ai lavoratori e alle lavoratrici che sono in quelle condizioni il diritto di potersene avvalere: ragionate, prima di votare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. L'onorevole Speranza ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/90.

ROBERTO SPERANZA (LEU). Grazie, Presidente. Il Paese avrebbe avuto bisogno di una manovra vera, capace di far ripartire il lavoro, capace di far crescere i redditi nel nostro Paese; invece ci troviamo qui, l'8 dicembre, a discutere di uno scatolone vuoto. Infatti non si sa neanche quale sarà alla fine il rapporto deficit/ PIL e non si conoscono i contorni delle principali iniziative che avete deciso di mettere in campo.

Noi abbiamo costruito una controproposta, un grande piano verde per la messa in sicurezza del Paese, un investimento reale sul welfare, sulla sanità pubblica, come leva straordinaria per l'eguaglianza in questo Paese, nonché la progressività fiscale come strumento fondamentale per costruire un Paese più giusto. Questa nostra proposta - e in modo particolare l'ordine del giorno di cui sono primo firmatario - prova a mettere l'accento su una questione fondamentale, su cui vorrei che tutto il Parlamento si interrogasse, cioè la questione della sicurezza sul lavoro, per provare a porre rimedio a quella che è una vera e propria strage che riguarda ogni giorno l'Italia. L'INAIL ci dice che da gennaio a ottobre del 2018 ci sono stati 945 morti sul lavoro.

In quest'Aula, spesso facendo propaganda, si parla di sicurezza parlando di immigrazione, si parla di sicurezza parlando di legittima difesa e non si parla mai di sicurezza, invece, parlando dei morti sul lavoro e questa è una vergogna inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

Allora, noi facciamo anche qui proposte concrete. Abbiamo un piano organico, che parte da un concetto semplicissimo, che vorrei si condividesse in quest'Aula: un lavoro sicuro è, prima di tutto, un lavoro stabile; la precarietà è la prima arma per costruire lavori, invece, meno sicuri. Allora, la nostra proposta è di abbassare i contributi previdenziali e assicurativi alle aziende che fanno lavoro stabile, perché solo lavori più stabili possono consentire lavori più sicuri (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. L'onorevole Sisto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/296.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno n. 9/1334-AR/296 a mia firma offre una possibilità non secondaria. Le piccole e medie imprese costituiscono la struttura, per citare il collega Fiano, lo chassis, su cui si regge la nostra economia ed è evidente che gli investimenti sulle piccole e medie imprese costituiscono un must per chi volesse seriamente mutare le difficoltà che ha un Paese sul piano dalla struttura economica.

Noi proponiamo, con questo ordine del giorno, che si dia la possibilità alle piccole e medie imprese di avere investimenti dai fondi pensione, su cui non si investe perché sono piccoli fondi. Prevediamo una piattaforma che li metta tutti quanti insieme, consentendo investimenti liberi - per carità! - sull'an, sul se, sul come e sul quantum, ma una piattaforma che metta insieme i fondi pensione può costituire davvero un'iniezione di grande fiducia effettiva per le medie imprese che volessero usufruire di investimenti importanti.

Allora, qualcuno diceva che la somma fa il totale. Probabilmente, in questo caso il brocardo di cabarettistica saggezza può avere un suo significato. Infatti, mettere insieme tanti piccoli fondi, può consentire un grande fondo, una grande piattaforma neutra sul piano dei contenuti, ma che aritmeticamente leghi insieme piccole iniziative per dare alle medie imprese la possibilità di importanti finanziamenti.

È un ordine del giorno che io credo e spero possa il Governo valutare per delle iniziative senza appartenenze e, ancora una volta, senza colore, ma che possano consentire, indipendentemente dalla genesi, al Paese di avere un impulso certamente importante (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)

PRESIDENTE. L'onorevole Varchi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/223.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Con l'ordine del giorno n. 9/1334-AR/223, che ho depositato con le firme dei colleghi del gruppo di Fratelli d'Italia, intendo portare al centro del dibattito parlamentare l'impegno, praticamente inesistente di questo Governo, per le famiglie. Nel corso della campagna elettorale tutti i partiti hanno speso parole di incoraggiamento per le politiche sulla natalità e a tutela della famiglia, però in questo provvedimento noi non troviamo nulla di tutto ciò che in campagna elettorale era stato promesso. Qualche emendamento che in tal senso la maggioranza aveva depositato è stato improvvidamente ritirato nel corso dei lavori della Commissione.

Mi riferisco, in particolare, ai provvedimenti volti a diminuire la tassazione e l'IVA sui prodotti per la prima infanzia. Su questo tema è intervenuto il sottosegretario Castelli, spiegando che questo Parlamento e il Governo sono d'accordo nel ridurre l'IVA, ma non se la sentono di andare a Bruxelles a chiedere di poter fare questa “sforbiciata”. E, allora, forse è il caso che il sottosegretario Castelli spieghi che questo Governo con il piattino in mano a Bruxelles va soltanto per il reddito di cittadinanza, e non per le cose che servono realmente agli italiani.

Noi chiediamo che questo Governo si impegni a fare ciò che dice e, quindi, diminuzione dell'IVA sui prodotti per la prima infanzia, asili nido gratis e aperti anche in orario postmeridiano e notturno, più fondi e stabilizzazione per l'assegno di natalità e, soprattutto, un meccanismo di tassazione basato sul quoziente familiare. Solo così si aiutano le famiglie e solo così l'Italia ripartirà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Rostan ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/89.

MICHELA ROSTAN (LEU). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno chiediamo al Governo di affrontare la questione delle liste d'attesa in maniera strutturale e, in modo particolare, nelle regioni del Mezzogiorno. Ecco, a tal riguardo vorrei segnalare che l'articolo 39 del disegno di legge di bilancio pone una questione giusta: ridurre le liste d'attesa delle prestazioni sanitarie. Come non si può condividere questo obiettivo così importante? Il punto, però, che colpisce è che non c'è alcun riferimento, in questo articolo, ai dati reali sulle liste d'attesa e, quindi, alla situazione del Paese, perché se ci fosse stata un'analisi, si sarebbe evidenziato che le liste d'attesa sono un fenomeno che colpisce maggiormente il Sud e che lì, quindi, bisognerebbe andare a collocare lo sforzo maggiore. Dunque, l'articolo 39 si limita a dire che le risorse aggiuntive saranno ripartite fra le regioni, però, rinvia le modalità di riparto al successivo decreto del Ministro, ma non viene detto quali saranno questi criteri di riparto.

Il fatto grave è che non si comprende che, purtroppo, i lunghi tempi d'attesa non fanno altro che creare le condizioni affinché l'alternativa alle prestazioni del servizio pubblico diventino le strutture convenzionate e i servizi a pagamento intramoenia e che, quindi, si incentivi lo sviluppo soprattutto di un'offerta privata di servizi. Ecco per quale motivo noi abbiamo presentato questo ordine del giorno, perché è evidente che le risorse aggiuntive devono intervenire sul tema e andarsi a collocare sulle regioni che sono più indietro.

Al tempo stesso, però, è necessario intervenire anche sull'assunzione di personale, non soltanto sugli aspetti strutturali e tecnologici, perché le prestazioni in tempi adeguati dipendono anche dalla carenza di personale e le carenze di personale generano disservizi, ivi incluse le aggressioni al personale sanitario. Questa settimana c'è stata l'ennesima aggressione ai danni di una dottoressa in servizio all'ospedale di Crotone, a cui esprimiamo la nostra solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali), e si è potuto evitare il peggio soltanto per l'intervento di un migrante.

E anche su questo più volte vi abbiamo detto e vi abbiamo segnalato che occorreva un piano complessivo di interventi, il riconoscimento dello status di pubblico ufficiale, impianti di videosorveglianza, presidi interni fissi delle forze dell'ordine. E, invece, siete stati sordi a queste richieste, non avete voluto comprenderle. Ecco, noi vi diciamo che la salute di cittadini dipende soprattutto dalla qualità delle prestazioni e sulla sanità non bisognerebbe mai né risparmiare né risparmiarsi, perché per noi la sanità non si tocca (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Il collega Ungaro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/160.

MASSIMO UNGARO (PD). Grazie, Presidente. Questo disegno di legge di bilancio rappresenta un secco “no” alle istanze degli italiani all'estero. Non era mai successo prima che non venisse accolto nemmeno un emendamento che riguarda gli italiani all'estero, benché i nostri emendamenti fossero stati accolti dalla Commissione esteri e trasmessi alla Commissione bilancio. In questo modo la maggioranza Lega - 5 Stelle - MAIE ha detto “no” a una serie di nostre istanze fondamentali: ha detto “no” al prolungamento del Fondo per la promozione della lingua e cultura italiana nel mondo, ha detto “no” alla creazione di un Fondo per sostenere il turismo di ritorno, ha detto “no” al reintegro dei fondi dei contributi per Comites e CGIE almeno ai livelli di quest'anno. Ha detto “no” al consolidamento dei contributi per le camere di commercio italiane all'estero, ma, soprattutto, ha detto “no” al potenziamento e alla semplificazione degli sgravi fiscali per favorire il rientro dei nostri connazionali che dall'estero potrebbero tornare in Italia. Ha detto “no” all'aumento dei fondi per i nostri consolati, che spesso versano in condizioni disastrose, risorse per migliorare il servizio, assumere più contrattisti e aumentare le risorse per i consoli onorari. Ha detto “no” all'estensione delle cure ospedaliere per tutti gli italiani iscritti all'AIRE e ha detto “no” all'esenzione dell'IMU e della TARI per tutti gli italiani residenti all'estero.

Insomma, tanti piccoli “no” che, sommati, danno un grande “no” agli italiani all'estero, benché il Governo si sia riempito la bocca retoricamente degli italiani che migrano all'estero, un grande strumento di grande retorica. Un po' come i giovani, che vengono spesso tenuti nei discorsi, ma raramente vediamo istanze o politiche concrete che vanno a loro favore. Gli italiani all'estero questo Governo li ha nominati solo una volta, una volta nel discorso sulla fiducia, il discorso iniziale del Presidente Conte, in cui si indicavano gli italiani all'estero come possibili autori di brogli elettorali.

Insomma, questo è il senso di questo ordine del giorno. L'augurio è che almeno al Senato le istanze di questa grande comunità verranno raccolte.

PRESIDENTE. L'onorevole Maria Tripodi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/284.

MARIA TRIPODI (FI). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno che porta la mia firma è sulla tutela dei vicequestori aggiunti e dei vicequestori. Con l'entrata in vigore del nuovo trattamento economico dirigenziale i funzionari e gli ufficiali delle forze di Polizia con la qualifica, appunto, di vicequestore aggiunto/vicequestore e gradi corrispondenti sono stati esclusi, a decorrere dal 1° gennaio 2018, dalla possibilità di percepire il compenso per l'efficienza dei servizi istituzionali. In assenza di un'adeguata misura compensativa, tuttavia, gli interessati, che, peraltro, nelle rispettive amministrazioni assolvono importanti funzioni operative e di responsabilità, risulterebbero danneggiati rispetto al personale cosiddetto contrattualizzato impiegato in incarichi analoghi.

Chiedo l'impegno al Governo di valutare le opportune iniziative al fine di prevedere un adeguato incremento del Fondo di cui all'articolo 45, comma 11, del decreto legislativo n. 95 del 2017, per garantire una maggiore tutela dei vicequestori aggiunti e vicequestori e qualifiche e gradi corrispondenti, promuovendo, in questo modo, il raggiungimento di qualificanti obiettivi.

PRESIDENTE. L'onorevole Fornaro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/93.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Nell'ordine del giorno n. 9/1334-AR/93, a mia prima firma, poniamo l'attenzione, chiediamo l'attenzione del Governo attorno ai temi delle misure in favore dell'editoria, o sarebbe meglio dire contro i tagli ai contributi all'editoria che sono contenuti in questa manovra relativamente alle riduzioni tariffarie, ma che si annunciano molto più pesanti in un emendamento già più volte annunciato alla stampa da parte del MoVimento 5 Stelle nel passaggio al Senato, e che porterebbe, nel giro di qualche anno, all'azzeramento completo di questi contributi. Il che, vorrei dirlo in quest'Aula, significherebbe l'azzeramento, in realtà, di larga parte della stampa periodica del nostro Paese, significherebbe la quasi sicura scomparsa di quotidiani gestiti da cooperative, come l'Avvenire e il manifesto. Chiediamo, quindi, al Governo di fermarsi, di riflettere sul valore del pluralismo dell'informazione; un pluralismo dell'informazione che è un fondamentale elemento della nostra democrazia, della nostra idea di democrazia.

Invito tutti voi, colleghi, per un attimo a pensare se questo Paese è più ricco o più povero da quando nelle edicole non si trova più l'Unità, non si trova più l'Avanti! (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali) o la Voce Repubblicana, l'Umanità, i grandi quotidiani di partito che hanno contribuito a costruire l'Italia di oggi. Credo che, da questo punto di vista, occorra ripensare ai contributi all'editoria in questa chiave: il pluralismo dell'informazione come fondamento della nostra democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. L'onorevole Lollobrigida ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/224.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, intanto vorrei aprire il mio intervento facendo gli auguri ai nostri amici della Lega per una riuscita della loro iniziativa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e lo faccio collegato a questo ordine del giorno perché, davvero, noi abbiamo bisogno che quella piazza si riempia, che tante piazze in Italia si riempiano, con lo slogan che hanno scelto, in continuità con quello che fu lo slogan del Popolo della Libertà: rialzati, Italia. Abbiamo bisogno che l'Italia si rialzi dalla condizione in cui i Governi precedenti l'hanno lasciata. Dobbiamo provare a dare anche continuità a quella che è l'azione che noi abbiamo inserito nel nostro comune programma, quando ci siamo presentati agli italiani.

Abbiamo chiesto, detto e ci siamo imposti reciprocamente delle rigide regole, una delle quali poneva nella condizione gli italiani di sperare che avremmo fermato l'invasione di questa nostra nazione e, allora, come farlo? Noi crediamo che il Ministro Salvini abbia scelto la strada giusta. Lo abbiamo sostenuto in ogni modo, in ogni atto che lui ha presentato in quest'Aula, votando anche adesso il “decreto sicurezza”, seppure non lo consideravamo completamente adeguato a quelle che erano le nostre aspettative. Sappiamo che sono alleati con una zavorra e che in questo Parlamento si rappresenta nel MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) su questi temi, per carità, senza nessuna offesa alle loro posizioni, che sono distanti e diverse dalle nostre (ce lo siamo detti in campagna elettorale e glielo abbiamo urlato in faccia nelle manifestazioni e nei comizi).

Sull'immigrazione, sui valori di riferimento sono altro da noi: sono altro dalla Lega, sono altro da Fratelli d'Italia, sono in parte altro anche da Forza Italia. Ebbene, su un tema ci siamo divisi. Il Global compact, la sottoscrizione del Global compact, è una cosa che ci divide, ma l'onestà, che caratterizza la Lega come caratterizza noi, deve essere dimostrata nei fatti. Allora, siccome abbiamo vissuto delle situazioni anche inquietanti (il Ministro Salvini qui ha chiesto di parlarne in Parlamento e noi lo abbiamo proposto in un ordine del giorno, calendarizzato praticamente nella notte di Natale), abbiamo voluto anticipare questa discussione. Chiedo agli amici della Lega di fare questo.

Oggi avremo la possibilità di sospendere l'Aula per permettergli di partecipare alla manifestazione e ascoltare il loro leader in una piazza piena, che vuole che il Global compact non si sottoscriva. Allora, questo ordine del giorno gli permette di prendere una posizione netta e chiara nella giornata di oggi, sapendo di che cosa trattiamo: non si spende una lira dei contribuenti italiani, non si spende un euro dei contribuenti italiani, per sostenere un atto che l'alleata Le Pen ha classificato come atto di tradimento. Se il capo del Governo Conte dice che lo vuole firmare, fa lo stesso atto di tradimento e chi compie atti di tradimento non deve essere sostenuto, non può essere sostenuto da un popolo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, chiedo agli amici della Lega di prendere atto di un ordine del giorno semplice, semplice, che dice che questo Parlamento impegna il Governo a non spendere un euro per nessuna azione utile alla sottoscrizione del Global compact e a nessun atto che possa permettere che questo Global compact distrugga la possibilità delle azioni, compiute e sostenute anche da noi, della Lega, del Ministro Salvini. Ciò renderebbe inutile e chiacchiera insensata la difesa dei nostri confini, perché sottoscriveremmo un atto che ci impedisce di avere uno Stato sovrano e di mantenerlo.

Gli Stati Uniti hanno preso una posizione chiara, l'Austria ha preso una posizione chiara: manca il Parlamento italiano a questo elenco. Ora votiamo, voteremo oggi questo atto, lo rivoteremo, probabilmente, in altre discussioni. Ci aspettiamo coerenza, ci aspettiamo che l'Italia dica no attraverso il Parlamento, o che - c'è un solo modo per evitare quella sottoscrizione - questo Governo, dovesse vincere la sinistra, fatta anche del MoVimento 5 Stelle, cada prima di sottoscriverlo, per dare al popolo la possibilità di scegliere di farci vincere le elezioni, di avere un Governo di centrodestra che quell'atto non lo firmerà mai (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Martina ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/161.

MAURIZIO MARTINA (PD). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno, insieme alla collega Elena Carnevali, solleviamo il caso dei lavoratori di Italcementi. Ci sono 347 lavoratori che da tempo ormai stanno attraversando una difficile fase aziendale, una riorganizzazione molto complessa, che ha portato l'azienda a una nuova proprietà, una proprietà tedesca. In questi anni i Governi del Partito Democratico hanno sempre garantito gli ammortizzatori sociali e gli strumenti di accompagnamento rispetto a questa situazione. Abbiamo sempre garantito, in particolare, la cassa integrazione, anche con norme specifiche, proprio a supporto delle famiglie dei lavoratori coinvolti.

Ora siamo ad un passaggio delicatissimo di questa vicenda. È necessario che il Governo attuale confermi la sua attenzione su questo caso nazionale e lo faccia in particolare con il Ministero, garantendo la proroga degli ammortizzatori e una parte attiva nei confronti dell'azienda, della proprietà e delle parti, per fare in modo che nessuno venga lasciato a casa.

Questa è una situazione molto delicata, che con questo ordine del giorno noi vogliamo portare qui alla Camera, sperando che il Governo non si volti dall'altra parte, e che in particolare il Ministero svolga fino in fondo una parte propositiva, come sempre abbiamo garantito in questi anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. L'onorevole Osnato ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR-230.

MARCO OSNATO (FDI). Presidente, vede, nella legge di bilancio ovviamente si danno le prospettive economiche e fiscali di un Paese. All'interno di queste prospettive il rilancio dell'economia è sempre importante e la conservazione dei posti di lavoro, delle possibilità di sviluppo, è determinante. Uno dei temi che più toccano gli italiani è quello dei trasporti, della mobilità e, all'interno di questo, evidentemente, il costo dei carburanti e autotrazione: lo sono per i singoli cittadini e lo sono per le imprese.

Nel contratto di Governo che ci è stato prospettato da questa maggioranza, ma soprattutto negli accordi precedenti del centro-destra, vi era anche la diminuzione sensibile, l'eliminazione delle accise: il segretario della Lega Salvini, altri esponenti anche della Lega ce l'avevano assicurato come prospettiva plausibile. Ricordo alcuni esponenti del Ministero dello sviluppo economico in qualche intervista a settembre l'avevano dichiarata come imminente; in Commissione finanze abbiamo trovato altri esponenti del Ministero dello sviluppo economico, di altra coloritura politica, i quali, invece, ci hanno detto che questo non succederà. Non sapendo a chi credere, Presidente, noi riteniamo che sia utile con un documento chiaro mettere davanti alle proprie responsabilità il Governo, quindi chiediamo - magari per non trovarci come è successo in Francia anche noi con dei gilet gialli che ci fanno giustamente notare come la benzina sia un costo insostenibile - al Governo di prendere atto di questa necessità.

Chiediamo, anche con provvedimenti normativi, di fare ciò; lo spieghiamo anche rispetto ad una modalità che non può prevedere i costi di imposizioni fiscali superiori al costo del prodotto. Questa è la nostra richiesta e chiediamo che venga votata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Fatuzzo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR-242.

CARLO FATUZZO (FI). Signor Presidente, quando sono entrato nel consiglio comunale di Bergamo, nel 1985 oramai lontano, la prima cosa che mi venne spiegata fu: guarda che un ordine del giorno non si nega a nessuno. Poiché l'ordine del giorno che illustro, n. 9/1334-AR-242, a mio parere è molto importante e potrebbe risolvere i problemi di tantissimi lavoratori e lavoratrici che vorrebbero ottenere al più presto la pensione per motivi di usura, per motivi di familiari inabili e per motivi comunque di diritto, vorrei che se mi si dice “sì” sia veramente “sì”, se mi si deve dire “no” mi si dica tranquillamente “no”, perché non ho interesse ad una soddisfazione plateale, bensì a risolvere i problemi di tanti lavoratori.

Io chiedo con questo ordine del giorno - e spiego come - che venga consentito ai lavoratori che hanno almeno 60 anni di età di chiedere la pensione quando lo ritengono opportuno, dopo avere compiuto i 60 anni, applicando le tabelle del calcolo attuariale che sono sotto gli occhi di tutte le assicurazioni private, riconosciute, utilizzate e che consentono di pagare le pensioni a costo zero. Alla faccia dei burocrati dell'Europa, alla faccia di chi vorrebbe che questo Governo cadesse al più presto, io vorrei che questo Governo soddisfacesse tutte le proposte che ha fatto in campagna elettorale. Queste riguardano i pensionati: leggete con attenzione e pensate bene a quello che c'è scritto, al di là delle parole. Viva i pensionati, pensionati, all'attacco!

PRESIDENTE. Onorevole Fatuzzo, dal 1985 in poi le abitudini non sono cambiate sugli ordini del giorno.

L'onorevole Deidda ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/216.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, il nostro ordine del giorno chiede nuovamente al Governo un impegno: un impegno che il Governo ha preso all'inizio della legislatura - e di questo lo ringraziamo - sull'istituzione della zona franca in Sardegna, una richiesta che è una battaglia che i sardi portano avanti da decenni e che forse in questa legislatura si può portare avanti. È un impegno che abbiamo preso col nostro presidente Giorgia Meloni e il Movimento Zona franca, ma è una battaglia anche condivisa dalla Lega, da Forza Italia e da tutti quei movimenti che riconoscono che la Sardegna è una splendida isola, ma ha degli ostacoli insormontabili. Il mare è un ostacolo insormontabile. Noi cerchiamo di farcela tutta, non chiediamo carità, non ci mettiamo in ginocchio, non ci lamentiamo, ma chiediamo di avere pari diritti; e l'istituzione della zona franca può essere questo.

Non chiediamo impegni finanziari, ma chiediamo che il Governo mandi una semplice comunicazione alla Commissione europea per riconoscere questo nostro diritto. Avrei voluto intervenire prima in fase di discussione degli emendamenti.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Concludo subito con una frase di Attilio Deffenu, che è un soldato della Brigata Sassari morto cent'anni fa: “Il sardo ha molto vivo e profondo il senso dell'onore e della chiarezza, sente in modo spiccato l'orgoglio di essere uomo e di essere sardo. Per questo il soldato sardo non alza le braccia, non si arrende in combattimento, non conosce l'obbrobrio dello sbandamento. Niente urta di più il sardo che l'essere tacciato e sospettato di vigliaccheria: il vero figlio dell'isola vuole fare sempre bella figura. Il soldato sardo combatte per l'Italia e la Sardegna”. Questo è Attilio Deffenu: morì nel giugno del 1918, quando poteva essere in licenza (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. L'onorevole Baratto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/289.

RAFFAELE BARATTO (FI). Presidente, il tema è quello dell'emissione delle note di variazione IVA, i documenti che consentono alle imprese di recuperare l'IVA versata in eccesso su fatture rimaste non pagate a causa del fallimento del debitore. Per questo una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea condanna l'Italia, perché la normativa attualmente in vigore permette l'emissione dopo 10 anni dall'apertura del fallimento. Capisce, e capiamo tutti che tanti anni così, rischiamo davvero di far mancare liquidità alle nostre aziende.

La proposta che il nostro gruppo avanza è quella di poter effettuare il recupero dell'IVA a quando c'è la certezza del fallimento. Credo che sarebbe un segno importante verso le nostre imprese, verso le nostre aziende. Tutti quanti noi proclamiamo il nostro interesse per il lavoro; però quando ci sono da fare interventi importanti si vede che non viene messo neanche un euro per le nostre imprese. Credo che questo davvero sia una vergogna per uno Stato che dimostra di avere un interesse, o piuttosto fa finta di dimostrarlo nelle campagne elettorali e basta. Io credo allora che davvero bisognerebbe intervenire, e chiedo che questo ordine del giorno venga votato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. L'onorevole Acquaroli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/207.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). Presidente, in questo ordine del giorno il gruppo di Fratelli d'Italia chiede un impegno al Governo rispetto ad un comparto importante, che è il comparto della pesca, dei nostri armatori, che è un comparto in grave difficoltà, che rischia l'estinzione, stretto tra le norme della burocrazia europea e italiana e il costo del gasolio eccessivo, i costi che devono sostenere per il personale e per le manutenzioni delle imbarcazioni, che spesso sono ormai datate. È un costo che sta stringendo questo comparto verso una crisi irreversibile: è una crisi, quella del comparto della pesca e degli armatori, che coinvolge decine, centinaia di città, che hanno tradizioni, che hanno economia, che hanno un indotto importante.

Allora noi chiediamo di essere vicini a questo settore, lo abbiamo chiesto anche in passato. Vogliamo infatti in particolare che si sia vicini attraverso un aumento della misura dello sgravio fiscale: una misura che è già in essere, una misura che, se implementata, può dare un po' di respiro a tutto il comparto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole D'Attis ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/277.

MAURO D'ATTIS (FI). Presidente, una delle criticità che si ripete ad ogni inizio di anno scolastico riguarda la necessità di far fronte alle innumerevoli reggenze per carenza di dirigenti scolastici. Sulla vicenda dei contenziosi in materia di concorsi per l'accesso al ruolo di dirigente scolastico è intervenuta anche la legge n. 107 del 2015; sono stati però esclusi i soggetti che abbiano avuto sentenza favorevole almeno nel primo grado di giudizio alla data di entrata in vigore della legge, ovvero abbiano ancora in corso il contenzioso avverso il DM n. 499 del 2015 per il reclutamento dei dirigenti scolastici. L'eventuale immissione delle categorie sopra citate non comporterebbe ulteriori oneri per lo Stato. L'ordine del giorno impegna il Governo ad adottare opportune iniziative finalizzate ad avviare una nuova sessione speciale del corso intensivo di formazione per il ruolo di dirigente scolastico per gli aspiranti dirigenti che hanno in corso il contenzioso. Presidente, l'amministrazione ha scritto addirittura alla Consulta, chiedendo di rinviare una udienza pubblica del 20 novembre e dicendo che nella legge di bilancio avrebbe risolto il problema, ma nella legge di bilancio non vi è traccia della soluzione del problema per i ricorrenti al concorso di dirigente scolastico del 2011. Con l'ordine del giorno si chiede l'impegno al Governo - per l'ultima volta, spero - di accogliere questa richiesta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. L'onorevole Mollicone ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/228.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, illustro non solo l'ordine del giorno n. 9/1334-AR/228, sulla detrazione dei consumi culturali, ma anche il n. 9/1334-AR/232 Rampelli, di cui è cofirmatario, sui roghi tossici. Sono argomenti apparentemente lontani ma in realtà uniti da un unico filo rosso, che è quello dell'amore per la nostra terra. Per quanto riguarda i roghi tossici, abbiamo presentato un ordine del giorno che chiede l'intervento delle Forze armate per prevenire e controllare quei territori in tutta Italia che sono oggetto di questa devastante pratica gestita dalla criminalità. È rabbia per chi continua a distruggere il nostro territorio e ad avvelenarlo, ed è amore invece per chi lo vuole valorizzare e lo difende attraverso la cultura. Annunciamo che, come Fratelli d'Italia, abbiamo sottoscritto, ad esempio, l'ordine del giorno della collega Carbonaro, sulla difesa della musica jazz, che facciamo convintamente, perché fa parte della nostra tradizione culturale. Concludo con un appello ai colleghi del Parlamento, affinché si approvi il nostro ordine del giorno per la detrazione dei consumi culturali, cioè permettere, se vado a teatro, al cinema o a vedere uno spettacolo di lirica, di detrarre le spese sostenute al pari delle spese mediche. Ci aspettiamo un segnale dal Governo almeno su un'iniziativa di buonsenso, che aiuterebbe il consumo individuale degli italiani (che consumano meno di 50 euro al mese per tali scopi) e sicuramente gli esercenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La collega Elvira Savino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/252.

ELVIRA SAVINO (FI). Presidente, il mio ordine del giorno fa riferimento al Fondo per le politiche della famiglia, disciplinato all'articolo 1 di questo disegno di legge. Nell'ambito delle misure introdotte mancano specifiche disposizioni relative alla ristorazione scolastica, da considerarsi uno dei maggiori servizi alla famiglia, che riveste un ruolo fondamentale ai fini del contrasto alla povertà educativa, alla dispersione scolastica, e che vede protagoniste purtroppo molte aree d'Italia. La metà degli alunni delle scuole primarie e secondarie, infatti, non ha accesso alla mensa scolastica, e le modalità di accesso o di esenzione spesso contribuiscono ad aumentare le disuguaglianze, a scapito delle famiglie più svantaggiate. Il quadro nazionale purtroppo si presenta molto disomogeneo tra Nord e Sud, con una distanza sempre più ampia, e sono sette le regioni meridionali che registrano il numero più alto di alunni che non usufruiscono del servizio di refezione scolastica, che sono la Sicilia, il Molise, la Puglia, la Campania, la Calabria, l'Abruzzo e la Sardegna. Ad oggi la mensa non è riconosciuta come un servizio pubblico essenziale, solo alcuni comuni prevedono l'esenzione totale, legata a qualche tipo di svantaggio sociale, e non tutti riconoscono un'esenzione parziale alle famiglie che si trovano in situazioni di povertà.

Invece, l'esperienza della mensa ha un profondo e ampio valore educativo, in quanto fornisce la possibilità di educare gli studenti al rispetto per il cibo, alla buona e sana alimentazione, alla convivialità, alle regole della convivenza civile, e permette loro di avere costantemente un pasto valido e bilanciato, essendo evidentemente i menù elaborati da esperti nutrizionisti in base alle linee guida del Ministero. Come richiede quest'ordine del giorno, sarebbe opportuno dedicare specifiche risorse a questo tema, istituendo un fondo per la gratuità delle mense scolastiche, con l'obiettivo di consentire a ciascun bambino la possibilità di accedere al servizio, riequilibrando così le enormi differenze territoriali, che creano iniquità proprio a scapito delle famiglie più svantaggiate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. L'onorevole D'Alessandro ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/113.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Presidente, portiamo all'attenzione di quest'Aula una situazione drammatica, che più o meno riguarda tutta l'Italia, tutto il Paese, e mette insieme tre grandi questioni: la tutela dell'agricoltura e degli agricoltori, la sicurezza per i cittadini, il rischio epidemia, quindi il tema della sanità. Mi riferisco ai danni che le organizzazioni agricole hanno stabilito in circa 300 milioni di euro, che sarebbero i danni provocati al comparto agricolo dalla fauna selvatica, in particolare gli ungulati. Non riguarda più solo ed esclusivamente i danni che provocano alle produzioni agricole, il che, come detto, è già un grande dramma, perché i danni ammontano a 300 milioni di euro, ma è ormai diventato un problema di sicurezza per i cittadini. Ovunque, infatti, nei piccoli centri, nelle strade, nelle città, sono numerosi gli incidenti, anche mortali, provocati da questo fenomeno. Infine, si ritiene che esista un concreto rischio per l'estensione dei casi di peste suina in Europa, di cui i cinghiali possono essere diffusori.

C'è stato un tavolo, nel 2017, che ha messo insieme i Ministeri competenti e le regioni, si è arrivati a delle conclusioni, e oggi il Ministro dell'Agricoltura annuncia la volontà di fare un altro tavolo. Io credo che si stia perdendo tempo, dobbiamo immediatamente trovare e immaginare delle norme derogatorie per i fatti eccezionali che diano piena libertà alle regioni di intervenire. Credo e spero che diventi una priorità, prima che piangiamo un prossimo morto dovuto ai danni della fauna selvatica, che piangiamo un agricoltore per i danni ai propri terreni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. L'onorevole Zucconi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/236.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Signor Presidente, signori del Governo, colleghi, l'ordine del giorno n. 9/1334-AR/236 chiede di aumentare le risorse per il credito di imposta per le strutture ricettive turistiche che riqualificano. Le risorse attualmente sono insufficienti (appena la metà), anche perché il provvedimento è stato esteso anche agli agriturismo e alle strutture del turismo termale. Ora, noi ci chiediamo se vi siete resi conto che il settore del turismo continua a generare il 13 per cento del PIL di questa nazione e ad occupare 3,5 milioni di persone, che il credito di imposta che noi andiamo a concedere poi rientra nelle casse dello Stato per altre vie, per altre imposte. È possibile che i crediti d'imposta, in Italia, di fatto valgano solo per le multinazionale dell'e-commerce e per quelle delle slot machine, e non per le imprese? Allora, noi chiederemo di votare quest'ordine del giorno, perché noi stiamo con le imprese italiane. Voi con chi state? Vogliamo vedere chi sta con chi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Pezzopane ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/184.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Avrei voluto evitare di presentare quest'ordine del giorno, perché il mio desiderio era l'approvazione degli emendamenti che il Partito Democratico aveva proposto per la legge di bilancio. D'altra parte, c'erano emendamenti simili anche da parte di colleghi della maggioranza, poi ritirati. E allora, l'ordine del giorno, che ha due finalità: la prima, risolvere problemi urgenti riguardanti le ricostruzioni dei due terremoti 2009 e 2016-2017, per i quali appunto abbiamo presentato importanti emendamenti; la seconda finalità è ricordarvi che avete preso impegni, che li avete presi in campagna elettorale, che li avete presi in questi sei mesi e che questi impegni non sono stati onorati. Li avete presi al primo “decreto terremoto”, poi li avete presi al “milleproroghe”, poi al “decreto Genova” e, quindi, alla legge di bilancio. Sono passati sei mesi, per il terremoto 2009 c'è, sospesa, la questione delle tasse; il 31 dicembre, una scadenza importantissima: se nel Senato non si approverà l'emendamento che ho proposto qui alla Camera, ci sarà un disastro economico in tutto il territorio del cratere. E poi i fondi per i comuni, per le minori entrate e le maggiori spese, e la stabilizzazione dei precari. E quindi, per il 2016-2017, vi ricordo i vostri impegni: quello di ridurre al 40 per cento la restituzione delle tasse, quello di spalmare in 120 rate le tasse da restituire e poi la proroga della zona franca. Sono solo alcuni dei proponimenti di questo ordine del giorno, e tutte le proposte erano emendamenti che voi avete bocciato, clamorosamente, mentre quelli dei colleghi della maggioranza sono stati tristemente ritirati.

Mi rivolgo ai sottosegretari, che in questi mesi, nei vari provvedimenti, ci hanno promesso che tutto si sarebbe risolto con la legge di bilancio. Bene, la legge di bilancio l'abbiamo discussa e affrontata, ma questi problemi sono gravemente rimasti insoluti. E, quindi, vi chiediamo di tener conto di questi problemi e di approvare al Senato le questioni che il nostro ordine del giorno vi propone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Se non ci sono obiezioni tra i gruppi, procederemo con gli altri tre interventi di illustrazione degli ordini del giorno, dopodiché, avendolo concordato con il Vice Ministro Garavaglia, lui esprimerà i pareri e poi procederemo con la sospensione. Pregherei il rispetto dei tempi.

L'onorevole Di Giorgi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/148.

ROSA MARIA DI GIORGI (PD). Grazie, Presidente. Io parlo di un ordine del giorno che riguarda la ricerca pubblica, sì, pronuncio queste parole - ricerca pubblica -, che sono parole sconosciute in questo dibattito, ma anche in questa legge di bilancio. Non ce se ne è preoccupati per niente, sono state date alcune briciole, che forse sono anche un po' vergognose per questo mondo, eppure tanti precari, tanti ricercatori hanno dato fiducia al MoVimento 5 Stelle, lo hanno votato nonostante in questa fase si stiano assumendo le persone negli enti pubblici di ricerca, le persone che noi abbiamo deciso di fare assumere attraverso i concorsi che si sono espletati e queste persone cominciano a lavorare esattamente in queste settimane.

Comunque, c'è una cosa sola da dire: per la ricerca che cosa serve? Servono risorse e serve il personale. Ecco, in questa legge di bilancio non ci sono né le risorse, né il personale. E tutto questo confligge moltissimo con quelle altre tre parole d'ordine, che sarebbero: innovazione, sviluppo, crescita. Sono parole vuote, senza un sistema della ricerca pubblica che possa funzionare. Ecco, tutto questo, nella vostra legge di bilancio, non c'è e questo è davvero preoccupante, perché è molto coerente, devo dire, con il modo che avete di procedere, ma certamente per il nostro Paese è una grave perdita. È successo qualcosa, però, qualche briciola in effetti c'è stata: ci sono mille posti per tutte le università italiane – mamma mia! –, ci sono 40 milioni per un bilancio di 7 miliardi per l'università italiana, 40 milioni! E poi ci sono 10 milioni per tutto il sistema della ricerca pubblica, che, in effetti, quota complessivamente 1 miliardo e 700 milioni. Ecco, capite che veramente sembra quasi una barzelletta, dal punto di vista dei numeri.

Certamente c'è stato l'investimento sulla succursale della scuola superiore Sant'Anna, a Napoli, era necessario? Quindi, credo che l'insufficienza sia assolutamente verificata e verificabile con le cifre.

PRESIDENTE. L'onorevole Legnaioli ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/1334-AR/204 Ziello, di cui è cofirmataria.

DONATELLA LEGNAIOLI (LEGA). Grazie, Presidente. In merito all'ordine del giorno n. 9/1334-AR/204, voglio ringraziare il Governo per la sensibilità di aver dimostrato di essere vicino al nostro territorio pisano, riguardo la grave ferita causata dall'incendio del 24 settembre: sul monte Serra, quella sera, tre giorni di fuoco, causarono enormi danni ad alcune abitazioni e coltivazioni di oliveti e vigneti di pregio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. L'onorevole Cattaneo ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/1334-AR/196 Cavandoli, che ha testé chiesto di sottoscrivere.

ALESSANDRO CATTANEO (FI). Grazie, Presidente intervengo per aggiungere la mia firma accanto a quella dell'onorevole Cavandoli all'ordine del giorno n. 9/1334-AR/196, che affronta un tema a noi molto caro, quello della casa, quello degli interventi a favore di quello che da sempre è uno dei nostri temi centrali nella politica di sviluppo del Paese. In questo ordine del giorno si chiede di estendere i benefici e gli interventi previsti per l'emergenza del sisma anche alle zone sismiche 2 e 3. Ci sembra un intervento di buonsenso, anche perché afferma un metodo: che si possono fare nel comparto casa molte cose, realizzare interventi efficaci e rimettere in moto l'economia, utilizzando la leva fiscale e senza chiedere soldi allo Stato. Questo ci sembra, quindi, un intervento di buon senso in un comparto, quello della casa, che è troppo spesso trascurato e vediamo questo come un intervento che potrebbe essere il primo passo per altri e più importanti.

PRESIDENTE. L'onorevole Penna ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/75.

LEONARDO SALVATORE PENNA (M5S). Grazie. Intervengo sull'ordine del giorno n. 9/1334-AR/75 e la motivazione è questa: per quanto riguarda la disabilità, il mercato immobiliare è una terra di nessuno, è difficilissimo per chi è disabile trovare degli appartamenti che siano senza barriere, anzi, spesso sono proprio queste barriere che impediscono di trovare in locazione gli appartamenti. L'ordine del giorno è ispirato a questo criterio: un regime fiscale che consenta al proprietario dell'immobile di abbattere le barriere architettoniche e, quindi, offrire sul mercato delle locazioni un numero maggiore di appartamenti senza barriere. E credo che con l'abbattimento della cedolare secca riusciremmo ad ottenere questo effetto, quello di moltiplicare il numero degli immobili in locazione a zero barriere, rendendo conveniente per il proprietario l'abbattimento preventivo delle barriere, e aprire un mercato delle locazioni e degli affitti che per ora è chiuso o, comunque, con gravi difficoltà per chi è disabile e cerca un immobile in locazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Nessuno altro chiedendo di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

MASSIMO GARAVAGLIA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, anche in considerazione del particolare clima di sobrietà che caratterizza la seduta di oggi, noi diamo parere favorevole a tutti gli ordini del giorno come raccomandazione, con due precisazioni, una puntuale e una generale: quella puntuale riguarda l'ordine del giorno Orrico n. 9/1334-AR/30, dove - per un errore di battitura, immaginiamo - i presentatori nell'impegno hanno messo la parola “non” prima della parola “escludere”. Il Governo quindi lo accoglie, con questa riformulazione. L'altra considerazione, di carattere generale: tutti gli ordini del giorno accolti con come raccomandazione, ovviamente, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica.

PRESIDENTE. Grazie al Governo per il suo intervento. Ho visto che c'è il collega Bond e probabilmente ci saranno altri colleghi che intendono intervenire. Allora, per caratterizzare in maniera ordinata la nostra seduta, ricordo che c'era un impegno assunto, peraltro, non solo nei confronti del gruppo della Lega Nord che ha una manifestazione, ma anche dei lavori della Commissione che si deve riunire, di sospendere la seduta. Avremo un'ora e mezza, dopo, prevista dalle 13 alle 14,30, in cui potremo, in maniera ordinata, dar seguito alle dichiarazioni di voto che ci saranno e procedere alle eventuali votazioni, se verranno richieste, di qualche ordine del giorno o degli ordini del giorno.

Onorevole Bond, riserverei il suo intervento per quella fase lì.

A questo punto, sospendiamo la seduta, per consentire anche lo svolgimento della Conferenza dei presidenti di gruppo e della Commissione bilancio, che sono convocate per i loro lavori.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 13.

La seduta, sospesa alle 11,40, è ripresa alle 13,15.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito del disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021.

Avverto che, in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato stabilito che le dichiarazioni di voto finale con ripresa televisiva avranno luogo a partire dalle ore 14,45.

(Ripresa esame degli ordini del giorno A.C. 1334-A/R)

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori degli ordini del giorno se intendano accettare il parere espresso dal rappresentante del Governo ovvero se insistano per la votazione.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, il gruppo del Partito Democratico non intende porre ai voti gli ordini del giorno accolti come raccomandazioni.

PRESIDENTE. C'era il collega Bond che si era iscritto alla fine della seduta. Prego, collega Bond.

DARIO BOND (FI). Presidente, considerando, come dice lei, che questa è una seduta sobria, io non voglio mettere in discussione l'esame che ha fatto il Governo sugli ordini del giorno e lo ringrazio…

PRESIDENTE. Collega Bond, mi scusi. Colleghi, colleghe, in particolare, cerchiamo di abbassare il tono della nostra discussione…

DARIO BOND (FI). Però, a mio avviso, ci sono ordini del giorno e ordini del giorno. La raccomandazione è un passo importante, anche se l'ordine del giorno non è un granché, ma ci sono anche argomenti e argomenti. Io mi rifaccio a quello che è successo nella scorsa seduta sul decreto-legge sicurezza. Il qui vicino sottosegretario Molteni è entrato nel merito di ogni ordine del giorno, ne ha dato le condizioni e ne ha fissato i meriti. Ecco, io vorrei che su alcuni argomenti, tipo quello che ho presentato io a pagina 200 - che riguarda le zone alluvionate e dove non metto né cifre né condizioni, ma faccio la fotografia e chiedo al Governo un intervento nel merito - dalla raccomandazione si passasse direttamente a dire: è accolto da parte del Governo. È una riunione sobria, questa, ma nel merito gli argomenti rimangono comunque inalterati. Grazie, Presidente, chiedo il voto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il Governo non ha bisogno di giustificazioni o di spiegazioni da parte mia, però penso che ci sia stata un'intesa tra i gruppi di utilizzare questo atteggiamento, cosa che naturalmente non è in contrasto con la sua richiesta di mettere espressamente in votazione il suo ordine del giorno, su cui il Governo eventualmente darà un parere diverso, che non sia quello dell'accoglimento come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Noi abbiamo concordato di ridurre molto i nostri lavori e, quindi, volevo segnalare soltanto gli ordini del giorno che, come Fratelli d'Italia, vorremmo votare. Sono gli ordini del giorno n. 9/1334-AR/208 Bellucci, n. 9/1334-AR/220 Fidanza, n. 9/1334-AR/224 Lollobrigida, n. 9/1334-AR/227 Meloni e n. 9/1334-AR/230 Osnato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Per quel che riguarda il nostro gruppo, in coerenza con le espressioni di questa mattina, in riferimento anche alle vicende delle Marche, per quel che ci riguarda noi accettiamo il giudizio del Governo di accoglimento come raccomandazione. È evidente che questa regola dovrebbe valere per tutti, comunque, per quel che ci riguarda noi rimaniamo fermi all'impostazione di questa mattina.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Presidente, quello che sto per dire penso non riguardi solamente l'ordine del giorno che porta la mia firma, il n. 9/1334-AR/81, ma in Commissione bilancio il Governo mi aveva invitato al ritiro dell'emendamento, dando la disponibilità ad accogliere un ordine del giorno. Ora io comprendo che, per economia di tempi, si possa essere raggiunto, in Conferenza dei capigruppo, un accordo di altro tipo, però, davvero, invito anche a riflettere su un fatto: si poteva arrivare alla definizione di alcuni ordini del giorno e all'accoglimento da parte del Governo, almeno quelli sui quali, in Commissione bilancio, c'era stato l'invito, da parte dello stesso Governo, a formularli, ritirando degli emendamenti. Altrimenti, scusate, ma faccio una proposta provocatoria: la prossima volta cominciamo a proporre semplicemente delle raccomandazioni e poi sarà il Governo a dirci quali possono diventare ordini del giorno e quali emendamenti, e così avremo sancito definitivamente che il Parlamento è diventato un organo consultivo del Governo.

Quindi, chiedo di porre in votazione il mio ordine del giorno n. 9/1334-AR/81 e l'ordine del giorno n. 9/1334-AR/100 Benedetti, di cui sono il secondo firmatario, ma la prima firmataria non è presente.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, intendo capire una cosa. Il collega Magi, che ha appena parlato, ha riferito che, rispetto ad alcuni emendamenti, il Governo, in Commissione, ha proposto di ritirarli e di ripresentarli come ordini del giorno, quindi come esito di una trattativa politica formale in Commissione bilancio, il che è cosa diversa dal fatto che un rappresentante di gruppo, come ha fatto il presidente Fornaro e come ha fatto il sottoscritto, decida di accogliere gli ordini del giorno come raccomandazione e di non porli in votazione.

Ora, io la prego - e ovviamente il Governo se non vuole rispondere non risponde - di chiedere al Governo di esprimersi su quanto ha detto il collega Magi. Siccome ho motivo di credere a quanto dice il collega Magi, è cosa diversa se uno ti dice: “Presentalo come ordine del giorno con l'intendimento che noi lo approviamo” o se non c'è nessun tipo di accordo precedente, perché in quel caso varrebbe come precedente nei rapporti con il Governo. Se il Governo dice: “Presentalo come un ordine del giorno e, per favore, ritira l'emendamento” dopo ne deve conseguire, da questa discussione o da quella trattativa, un accoglimento dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, io procederei così: acquisirei ancora se ci sono valutazioni complessive dagli altri gruppi e dopo, scorrendo gli ordini del giorno, ci sarà qualche eventuale collega parlamentare che vuole richiamare le cose, così come ha fatto il collega Maggi, e ci sarà un'interlocuzione con il Governo e il Governo eventualmente cambierà il suo parere oppure l'ordine del giorno verrà posto in votazione con il parere contrario.

Prendo atto che anche i rappresentanti del gruppo MoVimento 5 Stelle non insistono perché siano posti in votazioni i propri ordini del giorno, accolti come raccomandazione.

STEFANO MUGNAI (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO MUGNAI (FI). Presidente, noi metteremo in votazione i seguenti ordini del giorno: n. 9/1334-AR/264 Squeri, n. 9/1334-AR/248 Carfagna, n. 9/1334-AR/265 Bond, n. 9/1334-AR/282 Zanettin, n. 9/1334-AR/258 Versace, n. 9/1334-AR/259 Rossello, n. 9/1334-AR/280 Pella, n. 9/1334-AR/274 Fiorini, n. 9/1334-AR/255 Gagliardi e n. 9/1334-AR/240 Gregorio Fontana.

PRESIDENTE. Sta bene. Gli altri si intendono accolti come raccomandazione?

STEFANO MUGNAI (FI). Presidente, ci sono anche altri due ordini del giorno dei colleghi Baratto e Fatuzzo, dei quali ancora non abbiamo trovato il numero. Li comunicheremo e anche questi chiediamo che siano posti in votazione.

PRESIDENTE. Ci dica quali sono i nomi dei presentatori e troviamo da soli i numeri.

STEFANO MUGNAI (FI). Baratto e Fatuzzo.

PRESIDENTE. Sta bene.

Onorevole Ziello vuole intervenire anche lei? No. Sui vostri ordini del giorno vengono accolte le raccomandazioni? Sì, sono tutte accolte. Sta bene.

Ordini del giorno n. 9/1334-AR/1 Gusmeroli, n. 9/1334-AR/2 Nitti, n. 9/1334-AR/3 Carbonaro, n. 9/1334-AR/4 Di Lauro, n. 9/1334-AR/5 Gallo, n. 9/1334-AR/6 Casa, n. 9/1334-AR/7 Villani, n. 9/1334-AR/8 Tuzi, n. 9/1334-AR/9 Bella, n. 9/1334-AR/10 Melicchio, n. 9/1334-AR/11 Migliorino, n. 9/1334-AR/12 Currò, n. 9/1334-AR/13 Trano, n. 9/1334-AR/14 Terzoni, n. 9/1334-AR/15 Lattanzio, n. 9/1334-AR/16 Daga, n. 9/1334-AR/17 Davide Aiello, n. 9/1334-AR/18 Licatini, n. 9/1334-AR/19 Rospi, n. 9/1334-AR/20 Ilaria Fontana, n. 9/1334-AR/21 Berti, n. 9/1334-AR/22 Vianello e n. 9/1334-AR/23 Varrica si intendono accolti, così come l'ordine del giorno n. 9/1334-AR/25 Ficara e fino all'ordine del giorno n. 9/1334-AR/80 Romaniello, perché sono tutti ordini del giorno del MoVimento 5 Stelle e si intendono accolti come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1334-AR/81 Magi, chiedo al sottosegretario Garavaglia se intenda cambiare il parere, così come chiesto dal collega Magi; altrimenti, lo poniamo in votazione, così come previsto. Prego.

MASSIMO GARAVAGLIA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Interveniamo una volta sola così almeno anche per l'economia dei tempi è più chiaro. Gli ordini del giorno sono tutti accolti come raccomandazione. Il metodo è metodo, per cui se il proponente non ritiene valida la raccomandazione il parere è contrario. Questo vale su tutti: non è un giudizio di merito ma di metodo.

PRESIDENTE. Prendo atto che il collega Magi insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1334-AR/81.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1334-AR/81 Magi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Ordini del giorno n. 9/1334-AR/82 Caiata, n. 9/1334-AR/83 Foti, n. 9/1334-AR/84 Bersani, n. 9/1334-AR/85 Stumpo, n. 9/1334-AR/86 Conte, n. 9/1334-AR/87 Occhionero, n. 9/1334-AR/88 Palazzotto, n. 9/1334-AR/89 Rostan, n. 9/1334-AR/90 Speranza, n. 9/1334-AR/91 Epifani, n. 9/1334-AR/92 Fratoianni, n. 9/1334-AR/93 Fornaro e n. 9/1334-AR/94 Rizzetto, accolti come raccomandazione.

Poi, ci sono gli ordini del giorno dei rappresentanti del Partito Democratico. Ordini del giorno n. 9/1334-AR/95 Nardi, n. 9/1334-AR/96 Ciampi, n. 9/1334-AR/97 Emanuela Rossini, n. 9/1334-AR/98 Gebhard e n. 9/1334-AR/99 Lorenzin, accolti come raccomandazione.

Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno n. 9/1334-AR/100 Benedetti insistono per la votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1334-AR/100 Benedetti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Ordini del giorno n. 9/1334-AR/101 Plangger, n. 9/1334-AR/102 Borghese, n. 9/1334-AR/103 Vitiello, vanno bene.

Ordini del giorno n. 9/1334-AR/104 Boldrini, n. 9/1334-AR/105 Pastorino, n. 9/1334-AR/106 Muroni e n. 9/1334-AR/107 Fassina, vanno bene.

Ordini del giorno n. 9/1334-AR/108 Schullian, n. 9/1334-AR/109 Gadda, n. 9/1334-AR/110 Critelli, n. 9/1334-AR/111 De Menech, n. 9/1334-AR/112 Incerti, n. 9/1334-AR/113 D'Alessandro, n. 9/1334-AR/114 Cenni, n. 9/1334-AR/115 Navarra, n. 9/1334-AR/116 Soverini, n. 9/1334-AR/117 Pollastrini, n. 9/1334-AR/118 Ferri, vanno bene.

I seguenti, fino all'ordine del giorno n. 9/1334-AR/184 Pezzopane sono del Partito Democratico, che accoglie la raccomandazione.

Poi, andiamo agli ordini del giorno della Lega, dall'ordine del giorno n. 9/1334-AR/185 Boldi fino all'ordine del giorno n. 9/1334-AR/206 Tonelli. La Lega non insiste per la votazione dei propri ordini del giorno, accolti come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/1334-AR/207 Acquaroli, va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/1334-AR/208 Bellucci è ritirata la richiesta di porlo in votazione; sta bene. Io non ho qui segnati quelli dei Fratelli d'Italia. Tutti i successivi di Fratelli d'Italia fino al n. 9/1334-AR/220 Fidanza non vengono messi in votazione.

E' stato invece chiesto di porre in votazione l'ordine del giorno n. 9/1334-AR/220 Fidanza.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1334-AR/220 Fidanza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1334-AR/224 Lollobrigida.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lollobrigida. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Ho chiesto di intervenire solamente per ricordare ai colleghi che si tratta di un ordine del giorno a favore o contro il finanziamento per il Global compact e la sua sottoscrizione. Faccio appello, ovviamente, ai colleghi tutti, ma, in particolare, ai colleghi del centrodestra e della Lega a votare contro il finanziamento del Global Compact, e votare a favore di questo ordine del giorno permetterà di impegnare il Governo a non creare i presupposti per questa sottoscrizione. Quindi, chi è contrario non può che votare questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Grazie, Presidente. Sempre sul Global compact, noi non siamo riusciti ad avere nessuna indicazione da parte delle forze di maggioranza, che si rifiutano di portare la discussione sul Global Compact in Aula prima di lunedì, come se non fosse importante per noi capire qual è la posizione dei partiti del MoVimento 5 Stelle e della Lega su questo Accordo; non siamo riusciti a portarlo in Aula prima della riunione di New York che si terrà prima di Natale, in cui si chiuderà definitivamente il processo del Global Compact. Mi sembra che non si stia facendo un servizio al nostro Paese; tra poche ore si discuterà di come governare le migrazioni in modo sicuro, ordinato e regolare, e l'Italia, uno dei Paesi più interessati dai flussi migratori, non ci sarà. Le forze di maggioranza hanno deciso di non esprimere un parere su questo importante appuntamento internazionale. Noi voteremo diversamente dai colleghi di Fratelli d'Italia perché siamo molto lontani dalle loro posizioni, però almeno abbiamo il coraggio di votare e di discutere queste cose. La stessa cosa non ci viene dai colleghi di maggioranza e, onestamente, come italiani, ci rammarichiamo della figura e dell'assenza che state infliggendo al nostro Paese a un appuntamento internazionale così rilevante (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ravetto. Ne ha facoltà.

LAURA RAVETTO (FI). Grazie, Presidente. Anche Forza Italia chiede all'Aula e anche agli amici della Lega attenzione su questo ordine del giorno. Parliamo di un fondo con finanziamenti da parte degli Stati di natura volontaria e non obbligatoria, e sarebbe assurdo che il nostro Paese si impegnasse in volontarietà a sovvenzionare delle iniziative che, di fatto, leveranno sovranità al nostro Paese sul controllo delle nostre frontiere. La gestione dei flussi migratori, anche in base all'accordo Schengen, demanda comunque agli Stati, nell'assoluta autonomia, il controllo delle frontiere esterne. Questo è un principio fondamentale, che, se non difendiamo già da questi piccoli atti, come questo voto, potrà portare il nostro Paese in una situazione di subalternità inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Solo per rassicurare i colleghi che la posizione della Lega è molto chiara, l'ha già espressa il Ministro Salvini: noi siamo contrari al Global compact, assolutamente contrari (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Sono il primo firmatario di una risoluzione depositata in Commissione Affari esteri che chiede al Governo di non firmare il Global compact. Ciò detto, c'era un accordo, noi lo rispettiamo, e quindi non votiamo questo ordine del giorno strumentale (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, devo dire che stiamo assistendo, su questo tema, a un balletto abbastanza indecoroso. Questo è un tema che rimbalza dall'Aula nelle maniere più strumentali, ovviamente assolutamente legittime e politicamente anche intelligenti da parte dei colleghi di Fratelli d'Italia. Però, credo, da questo punto di vista, che ci sia l'assenza totale della maggioranza e del Governo; quindi, noi voteremo contro, auspicando che si possa fare finalmente un dibattito serio sul Global Compact for migration che possa anche levare tutte le falsità e tutte le cose non vere che si sono dette in questi giorni strumentalmente. E, quindi, da questo punto di vista, ci associamo anche noi all'invito ad arrivare il prima possibile in Aula su questo tema, e ci sarebbe davvero piaciuto avere un atteggiamento conseguente da parte della maggioranza, che, per voce del Ministro Salvini, ha detto in questa sede, smentendo il Presidente del Consiglio e il Ministro degli Esteri, che il Parlamento avrebbe deciso. Di fatto, la prima decisione è stata fatta fuori dal Parlamento, di non partecipare alla Conferenza promossa dall'ONU a Marrakech. Se il Parlamento deve essere sovrano, noi avremmo preferito che questa sovranità fosse stata espressa prima dell'11 dicembre, e non in una data indefinita, cioè prima del 31 marzo, data in cui scadrà la possibilità di aderire. Insomma, crediamo che questo sia un tema serio, come tale vada affrontato, però anche depurato da cose non vere che continuiamo a sentire, per cui, alla fine, con una vecchia tecnica, più si raccontano cose false più, a un certo punto, diventano vere. Il Global Compact non è quello che abbiamo sentito in alcuni interventi di questa mattina e nei giorni scorsi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Grazie, Presidente. Noi, evidentemente, non possiamo che portare rispetto nei confronti di un contratto di Governo che viene richiamato più volte da parte dei colleghi di 5 Stelle e Lega, però riteniamo che il contratto più importante sia quello che le forze del centrodestra hanno stipulato con gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) nella difesa dei confini, della patria, dell'identità della nazione, e riteniamo che per questo vedere una forza che è nostra alleata votare con PD, LeU e 5 Stelle contro l'introduzione del Global Compact (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) sia un affronto a quei milioni di italiani che hanno dato fiducia al centrodestra e che quella fiducia qui, in questa sede, esigono venga rispettata come un contratto di Governo stipulato dopo nelle segrete stanze di un palazzo. Quello è il contratto di Governo che noi vogliamo, quello è il contratto di Governo che noi rispettiamo, quello con l'Italia e gli italiani (Ripetuti applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (PD). Grazie, signor Presidente. Vorrei sommessamente ricordare innanzitutto ai rappresentanti di Governo, per suo tramite, che la possibilità di aderire al Global Compact o anche di firmarlo o anche di modificarlo è stata rifiutata dal Governo dopo che si era impegnato davanti alle Nazioni Unite, e che, siccome consta di ventitré impegni, lo voglio dire ai colleghi del centrodestra, il terzo impegno riguarda esplicitamente il mantenimento e la riaffermazione della sovranità di ogni Paese nella gestione dei flussi migratori. Si tratta, quindi, esattamente del contrario della propaganda che stanno facendo, così come è totalmente propagandistico ritenere che ci debba essere un fondo per aderire a un impegno non vincolante, che realizza, all'interno di un contesto internazionale, il rapporto di reciprocità tra i Paesi.

Noi non possiamo avere un rapporto di cooperazione con altri Paesi se gli chiudiamo la porta in faccia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), soprattutto se vogliamo costruire un'ordinata riorganizzazione anche dei rimpatri. Lo dico a voi: prima ancora di sottoscriverlo, leggetelo il Global Compact. Sono ventitré impegni, quarantuno azioni, molte delle quali sono già presenti nel nostro ordinamento. Voi state facendo propaganda perché è esattamente il contrario di quello che dite, perché stabilisce le regole attraverso le quali non si fa propaganda sull'immigrazione irregolare, ma si introducono degli strumenti per coinvolgere in una governance condivisa anche i Paesi di provenienza: cosa che voi, tagliando anche i fondi alla cooperazione internazionale, state negando in radice (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Grazie, Presidente. Il fatto è che a dire le cose in quest'Aula e a riaffermarle, alla fine, diventano verità: abbiamo sentito che non è più verità il dato scientifico sui vaccini, abbiamo avuto le scie chimiche, abbiamo di tutto, adesso abbiamo anche sul Global Compact for migration il fatto che non riaffermi la sovranità nazionale. Allora io mi limito, un po' a braccio, a tradurre quello che leggo, perché è giusto anche che resti negli atti parlamentari di questo Paese che cosa diavolo dice il Global Compact for migration sulla sovranità nazionale. Il Global Compact riafferma il diritto sovrano degli Stati di determinare le loro politiche migratorie e la prerogativa di questi Stati di governare le migrazioni all'interno della loro giurisdizione, in conformità con il diritto internazionale.

Io mi fermo qui perché altrimenti noi continuiamo a sentire - lo dico tramite lei, naturalmente, signor Presidente - l'onorevole Meloni, vari altri colleghi, l'onorevole Ravetto che ci dicono il contrario di quello che c'è scritto nella carta. Poiché nessuno si alza qui e legge la carta, perché il dato di fatto, il dato di realtà anche in quest'Aula io penso debba avere ancora un minimo di diritto di cittadinanza, allora diciamo che il Global Compact for migration riafferma la sovranità degli Stati di stabilire le politiche migratorie.

La cosa che, però, fa, e di cui noi abbiamo bisogno come il pane, signor Presidente, è di non lasciarci da soli a governare un fenomeno, che è un fenomeno molto più grande di noi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Allora, questo Governo, qui seduto davanti a me, è il Governo che fa le alleanze internazionali con quegli Stati che non hanno alcuna intenzione di darci una mano, invece di acchiappare al volo, di afferrare l'opportunità di elevare questo tema a un tema internazionale, che l'Italia non potrà mai risolvere da sola. E, allora, quando abbiamo visto questa mattina rifiutare un emendamento che finanzia la cooperazione internazionale, lo si deve dire che questo Governo è in cattiva fede e non vuole risolvere il problema migratorio, perché sul problema migratorio si riempiono le piazze di Roma e si riempiono di voti le urne (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? E questo lo si fa sulla base di una menzogna, perché si sta mentendo sul dato letterale di un Accordo internazionale.

Signor Presidente, davanti alla verità qui dentro dovremmo essere tutti uguali, perché chi si prende la responsabilità di mentire al popolo italiano e di farlo per lucrare, speculare sulla paura, per costruire un potere che è basato sull'odio, sulla chiusura, sul rifiuto dello scambio con l'altro, sul rifiuto nel rispetto dell'altra persona, della storia individuale di ciascuno, è una cosa che fa vergogna a un Paese che è stato per secoli, per un secolo abbondante e più, un Paese di migranti e che ha vissuto su questo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Lega-Salvini Premier).

Allora, va detto… È inutile che fate rumore, cari colleghi! Il problema è che qui bisogna creare integrazione, bisogna risolvere i problemi alla radice, cooperare con gli altri Paesi, con i Paesi da cui i migranti scappano. Lo si fa con la cooperazione, lo si fa con l'integrazione: non lo si fa con queste manovre vergognose, compresa quella di mentire in quest'Aula e di negare anche il dato di realtà! Allora, dovete sapere, cari colleghi… Anche voi, cari colleghi del MoVimento 5 Stelle, che mandate avanti alcuni di voi e poi sconfessate il Presidente del Consiglio della Repubblica italiana in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Il Presidente del Consiglio, che è il Presidente del Consiglio di tutti noi quando si esprime all'estero, e che ha dato la sua parola al Segretario generale delle Nazioni Unite, per essere poi sconfessato dal vostro silenzio vergognoso! Questo è il punto.

E allora sul Global Compact for migration quest'Aula dovrà sì… E su questo stranamente – ma anche gli orologi fermi due volte al giorno vanno giusti – sono d'accordo con l'onorevole Meloni: quest'Aula dovrebbe avere il diritto di esprimersi e di farlo per tempo, di far sapere al Paese qual è la volontà che qui dentro si esprime, se è una volontà di elevare questo problema ad un problema internazionale e poter quindi utilizzare utilmente tutte le forme di cooperazione, oppure di tentare velleitariamente di alzare dei muri che non risolveranno alcun problema, salvo i problemi di chi su questo vuole lucrare consenso elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Colleghi! Colleghi, mi raccomando ai presidenti di gruppo di aiutare in quest'ultima fase.

LAURA BOLDRINI (LEU). Signor Presidente, sono galvanizzati! Sono galvanizzati dalla manifestazione.

PRESIDENTE. Anche perché…Collega Boldrini, mi scusi. Abbiamo ancora un'ora di tempo, poi inizia la diretta televisiva: credo sia interesse di tutti rispettare questi tempi.

LAURA BOLDRINI (LEU). Allora, signor Presidente…

PRESIDENTE. E bisogna ancora votare la Nota di variazioni, quindi richiamo ai tempi. Prego.

LAURA BOLDRINI (LEU). Mi è chiaro.

Signor Presidente, non potevo non intervenire su questo tema: perché, in quest'Aula s'è consumata una beffa, una beffa al Parlamento. Perché in quest'Aula noi abbiamo sentito il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale dire che era favorevole al Migration Compact, in quest'Aula! Poi in quest'Aula, qualche giorno dopo, abbiamo sentito il Ministro dell'interno dire che non era d'accordo, e che non era favorevole alla presenza del nostro Paese al Migration Compact. Nel frattempo il Presidente del Consiglio va a New York, parla con il Segretario generale António Guterres, si esprime pubblicamente, dà la sua parola, impegna il nostro Paese.

Allora, vede, chi ha lavorato e chi lavora in ambito internazionale sa quanto la reputazione sia importante. Noi stiamo diventando una barzelletta! Una barzelletta, perché non è autorevole avere tre opinioni diverse e contraddirsi l'un l'altro. Inoltre, il Parlamento si pronuncerà; ma dopo, a giochi fatti. Quindi questa è un'offesa anche a questa Camera, che potrà sì occuparsene, ma a giochi fatti.

Ecco, allora vorrei anche dire che il Migration Compact non è un atto vincolante, non vincola nessuno, non toglie niente a nessuno, ma il Migration Compact compie delle azioni. La migrazione è un fenomeno globale, nessun Paese da solo può gestirla: l'Italia lo sa. Andare al Migration Compact vuol dire cercare le soluzioni, ma questa maggioranza le soluzioni non le vuole. Andare al Migration Compact vuol dire condannare il razzismo, ma questa maggioranza non lo vuole fare. Andare al Migration Compact vuol dire compiere una lotta contro la tratta, ma questa maggioranza questo non lo vuole, perché questa maggioranza di questo vive. Ecco perché noi non parteciperemo al Migration Compact: per ottenere un facile e deleterio e gravissimo consenso sui principi che hanno sempre fatto dell'Italia un Paese in prima linea. Stiamo abdicando al nostro ruolo a vantaggio del vostro misero consenso (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Meloni. Ne ha facoltà.

GIORGIA MELONI (FDI). Presidente, sappiamo che le posizioni in quest'Aula, soprattutto tra noi e la sinistra, sono molto divaricate; però io, come sempre, vorrei che si potesse essere un po' più seri quando si sostengono le proprie posizioni. Perché vedete, sostenere, come ha fatto adesso la collega Boldrini, che andare al Migration Compact significa combattere il razzismo, collega Boldrini mi perdoni, ma lei con questa affermazione dà dei razzisti a tutte le nazioni che hanno detto di “no” al Migration Compact.

Domanda: Israele è una nazione razzista (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Mi dica lei, perché se lei ritiene che Israele sia una nazione razzista io la seguo. E rispondo anche al collega Scalfarotto: perché vede, collega Scalfarotto, io sono un po' stufa di sentirmi sempre dire, quando cerco di parlare di questioni concrete, “non sapete di che parlate, non leggete, non sapete leggere”. Poi io sono ritardata, figuriamoci, ho il problema a monte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Non sappiamo e non capiamo mai niente, va bene. Però c'è un problema, collega Scalfarotto: quello che diciamo noi in quest'Aula l'hanno sostenuto i Governi di mezzo mondo. E quindi nessuno legge, a parte lei: i Governi di mezzo mondo, nessuno ha letto il Migration Compact. Allora io, siccome sono una persona che studia…Perché avendo il problema di ritardo originario devo almeno studiare, altrimenti sono spacciata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

IVAN SCALFAROTTO (PD). Devi leggere il trattato!

GIORGIA MELONI (FDI). Sono una persona che studia; e sa che le dico? Gli Stati Uniti si sono ritirati dal Global Compact dichiarando, per bocca dell'ambasciatrice americana: le nostre decisioni sulle migrazioni devono essere sempre prese dagli americani e solo dagli americani. L'Austria si è sfilata a fine ottobre, dichiarando: la migrazione non è e non può essere un diritto fondamentale dell'uomo. Pensi che la stessa cosa che ho capito io, e io e gli austriaci non capiamo niente. L'Australia dice, per bocca del Ministro dell'Interno australiano - e non mi sembra neanche l'Australia un Governo così razzista -: non firmeremo alcun documento che non è nel nostro interesse nazionale, e non è nel nostro interesse nazionale delegare la nostra politica di protezione delle frontiere alle Nazioni Unite. La Polonia dice: è assai probabile che la Polonia, sull'esempio delle altre, non farà parte del Patto globale, perché le nostre regole e i nostri principi sovrani concernenti la protezione delle frontiere sono una priorità. Lo dicono i Governi di mezzo mondo, l'hanno capito tutti e l'avete capito anche voi…

IVAN SCALFAROTTO (PD). Ma non il Trattato!

PRESIDENTE. Onorevole Scalfarotto! Onorevole Meloni, lei si rivolga a me. Onorevole Scalfarotto, lei taccia, perché ha fatto già il suo intervento.

GIORGIA MELONI (FDI). L'abbiamo capito noi, l'ha capito mezzo mondo. Il punto qual è? Lo capiscono anche loro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Lo capiscono bene. Il Migration Compact è esattamente quello che serve a chi ha utilizzato l'immigrazione irregolare in questi decenni per coronare il grande disegno della speculazione finanziaria di privare le nazioni e i popoli della loro identità, perché quando non hai più radici sei schiavo, e quando sei schiavo fai gli interessi di Soros (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E queste persone, purtroppo, a quello guardano. Quindi, noi abbiamo letto bene il Migration Compact e continuiamo a chiedere al Governo di avere una posizione chiara. Noi chiediamo che il Governo dica pubblicamente di no! Non ci basta che il Governo non vada a Marrakech, noi vogliamo il voto in quest'Aula e chiediamo a chi condivide con noi la difesa dell'identità e dei confini di votare contro la sottoscrizione dell'Italia del Migration Compact.

Non comprendo la posizione dei miei amici della Lega, che anche su quest'ordine del giorno voteranno - mi pare di capire - contro, o comunque non lo voteranno, come già hanno fatto, perché francamente non è molto chiara la posizione di andare in piazza a dire “siamo contrari al Global Compact” ma non di volerlo ribadire con un voto ufficiale all'interno di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Mi dispiace. Continueremo la battaglia fino in fondo, perché crediamo - e chiudo, Presidente Rosato - in un'immigrazione regolare, governata sulla base degli interessi degli Stati nazionali. Ricordi al collega Scalfarotto, quando dice che gli italiani erano un popolo di migranti, che quando noi migravamo, nessuno ci manteneva a 37 euro e mezzo al giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Presidente, intanto l'occasione è d'oro per dare il benvenuto al Ministro Tria, che ha scelto, nell'intero dibattito parlamentare, il momento topico nel quale assicurare la sua presenza, cioè quello dell'esame degli ordini del giorno, e questo comunque è un fatto positivo di rispetto al Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Fratelli d'Italia). Vorrei dire alla collega Meloni che il fatto che lei citi una serie di Paesi con i quali sono in compagnia non ci stupisce, avete tutti un'ottica chiarissima, e lei è perfettamente coerente. Vorrei dire anche a tutta l'Aula, attraverso di lei, Presidente… però superiamo anche queste cose, perché un giorno ci arriveremo anche all'interpretazione di quella norma regolamentare.

PRESIDENTE. Un giorno, però (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Fratelli d'Italia).

ROBERTO GIACHETTI (PD). No, Presidente, non oggi. Però ci arriveremo, perché è utile, così finisce anche questa farsa. Volevo dire che noi oggi ci troviamo in un'occasione che è stata invocata solennemente dal Ministro Salvini soltanto qualche giorno fa, perché quando noi dovevamo affrontare questo argomento attraverso il “decreto sicurezza”, ha detto: prima che noi pigliamo qualunque decisione vogliamo solennemente la decisione del Parlamento. Questa è una mezza decisione, perché è un ordine del giorno, e non è una decisione, però è l'occasione per il Parlamento - e dobbiamo ringraziare l'onorevole Meloni, anche se io ho un'opinione completamente diversa dalla sua, di dare l'occasione al Parlamento - intanto di pronunciarsi. Sa qual è il problema, Presidente?

Lo dico con grande rispetto al collega della Lega. Il problema è che, se quaranta minuti fa il vostro leader massimo che convoca le piazze e nelle piazze parla di essere contrario al Global Compact e poi venite qui “lilli lilli”, non è che l'indicazione che è stata data è quella di non votare, perché l'indicazione che è stata data dal collega Garavaglia - che siede al Governo - rispetto, per esempio, all'ordine del giorno a firma Magi, è che, pur essendoci un accordo, se c'è un ordine del giorno per il quale non viene accolta la raccomandazione, si vota contro. Io mi rendo conto che voi adesso, considerato che quello dieci minuti fa ha urlato al popolo che siete contro il Global Compact, a non votare contro un ordine del giorno come questo fareste la figura dei pagliacci. Dovreste votare contro, invece non votate l'ordine del giorno e fate la figura dei pagliacci; politicamente fate la figura dei pagliacci, perché in strada dite una cosa, venite qui, avete l'occasione di essere conseguenti a quello che, non un anno fa, ma dieci minuti fa quello ha detto in piazza, dicendo… al popolo… e non lo votate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È un ordine del giorno, abbiate la dignità di esprimere la vostra posizione senza nascondervi dietro questa evidente pagliacciata. Votate contro, votate contro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà. Colleghi, poi dovrò richiamarvi al fatto che se vogliamo arrivare alle 14,45, dovendo votare ancora la Nota di variazioni, dovremo decidere come procedere nei nostri lavori. Prego, collega D'Ettore.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Presidente, qui siamo di fronte all'ennesimo effetto perverso del contratto di Governo. Siccome spesso richiamate l'analisi costi-benefici - mi rivolgo al gruppo della Lega -, fate un'analisi costi-benefici rispetto alla situazione attuale su questo ordine del giorno. Qui i costi sono molto alti, perché si tratta di un'adesione, che noi abbiamo fatto, a un Trattato che comporta dei contributi volontari e l'inserimento nel nostro ordinamento - lo dice bene l'ordine del giorno degli amici di Fratelli d'Italia - con il quale noi accettiamo princìpi giuridici che faranno parte del nostro sistema, princìpi fra i quali - se votate contro dite che va bene inserirli e poi non so come farete dopo - anche la non persecuzione penale di indebite attività sull'immigrazione, comprese quelle che sono state perseguite, per esempio, per alcune ONG. Quindi, voi inserite nel nostro sistema norme e princìpi fondamentali che portano normalmente il nostro sistema a non poter più reagire a una cessione totale di sovranità nazionale. Ho sentito il gruppo della Lega, il gruppo del PD e di LeU, ma attenzione, quei principi diventano norma nel nostro Paese, diventano princìpi fondamentali che si interpongono tra la nostra Costituzione e il nostro ordinamento. Vi rendete conto di quello che avviene in base a questi principi? E non tutti quei principi sono accoglibili dal nostro sistema, sono in conflitto con la stessa identità del nostro sistema. Quindi, oggi questo voto ha un significato politico molto forte, non solo perché in piazza si dicono alcune cose, ma perché oggi noi rispondiamo, il Parlamento risponde rispetto a una cessione di sovranità che stravolgerebbe il nostro sistema, soprattutto con riguardo il sistema penale. Credo che questo costo sia molto alto, bisognerebbe subito rispondere di no, immediatamente, perché se subiamo questo costo quel vostro contratto è veramente contro natura (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Molinari. Ne ha facoltà.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Presidente, noi non abbiamo alcuna difficoltà a chiarire quella che è la posizione della Lega ai colleghi che ne hanno fatto richiesta, quindi alla collega Meloni, al collega Giachetti e a tutti coloro che sono intervenuti in quest'Aula in questo dibattito. Cerchiamo di ricostruire i fatti su quello che è stato l'atteggiamento della Lega e del Governo in tema di Global Migration Compact. Prima di tutto c'è un dato: il Governo italiano non parteciperà alla conferenza di Marrakech per la sottoscrizione del Global Compact (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). C'è poi un altro dato, che non è secondario, cioè il fatto che il segretario della Lega, nonché Ministro dell'Interno, nonché Vicepremier, in quest'Aula ha detto esplicitamente che la posizione della Lega è quella di essere contrari al Global Compact (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e l'abbiamo ribadito anche nell'intervento del collega Formentini poco fa.

L'ordine del giorno in oggetto parla di fondi legati all'attività di finanziamento del Global Compact. Bene, do una notizia ai colleghi dell'Aula e anche a chi ha presentato questo ordine del giorno. Stiamo discutendo della legge di bilancio e in legge di bilancio non sono previsti fondi per finanziare il Global Compact o qualche attività connessa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Nell'elenco dei fatti occorre ricordare, come ha già spiegato, ma se non è stato chiaro lo ribadisco, repetita iuvant, che la Lega in Commissione ha presentato una risoluzione a firma del capogruppo in Commissione, Formentini, di contrarietà al Global Compact e, quindi, che dà un indirizzo al Governo per non sottoscrivere questo contratto, questo atto, questo Accordo internazionale. E anche questo è agli atti.

Aggiungiamo che il Premier Conte ha detto con chiarezza, dopo il dibattito pubblico che c'è stato e dopo la presa di posizione del Vicepremier Salvini e dopo la decisione del Governo di non partecipare alla conferenza di Marrakech, che su questo tema, che è un tema complesso, serio e che evidentemente agita il dibattito parlamentare, come abbiamo potuto vedere in questi pochi minuti, ci sarà una seduta ad hoc, in cui il Parlamento verrà interessato del tema e il Parlamento darà un indirizzo chiaro al Governo. Quindi, cari colleghi, sarà quella la sede in cui discutere del contenuto del Global Compact o sarà un ordine del giorno infilato nella legge di bilancio per cercare di fare una polemica politica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)?

Aggiungiamo a questo, Presidente, che ci siamo dati un metodo per condurre i lavori in quest'Aula sulla legge di bilancio, anche a fronte dei tragici fatti dell'altra sera. Questa mattina e ieri abbiamo detto che avremmo dato un termine certo ai lavori d'Aula, anche in vista della diretta televisiva, e il Governo si è detto disponibile ad accogliere come suggerimenti, come raccomandazioni, molti ordini del giorno, praticamente tutti gli ordini del giorno. E l'accordo tra i gruppi parlamentari era che se un ordine del giorno veniva accolto come raccomandazione non ci sarebbe stata la votazione. A fronte di questo, quindi, dico agli amici di Fratelli d'Italia che, se è loro interesse farsi bocciare l'ordine del giorno per fare una polemica politica, lo possono fare perché è nella loro libertà, ma abbiamo troppo rispetto dell'Aula, degli accordi presi e della serietà del tema per farci trascinare in una polemica di questo tipo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle), che non influirà minimamente sulla posizione del Governo sul Global Compact.

Per questo, Presidente, se non fosse chiaro, nel rispetto degli accordi dell'Aula e dei fatti che ho elencato, la Lega voterà contro l'ordine del giorno, non cambiando affatto posizione sul Global Compact (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega D'Uva. Ne ha facoltà.

FRANCESCO D'UVA (M5S). Grazie, Presidente. Io voglio soltanto ricordare che stiamo discutendo gli ordini del giorno sulla legge di bilancio, sulla manovra che stiamo approvando, parlare di Global Compact in questo momento, quando in calendario già c'è una mozione, sempre di Fratelli d'Italia, per affrontare l'argomento non lo troviamo giusto. A tal proposito, voglio ricordare che il Presidente Conte ha già dichiarato che non andrà a Marrakech, che si può sottoscrivere il Global Compact entro marzo, quindi ci sarà tutto il tempo per poter discutere in un'occasione migliore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Presidente, la ringrazio e allora vorrei anch'io lanciarmi nell'esercizio che ha fatto il collega Molinari: siamo entrambi piemontesi e forse è quello che ci induce a dare delle notizie. E allora la prima notizia che io voglio dare agli amici leghisti, ma in particolare al collega Molinari, è che non esiste un solo Governo sovranista e non banalmente populista al mondo che abbia rimandato all'Aula, ma tutti i Governi sovranisti del mondo, di fronte al tentativo di espropriare la sovranità nazionale sulla difesa dei confini e sulla politica migratoria, hanno risposto a nome del Governo: noi non ci stiamo, noi il Global Compact non lo sottoscriviamo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Poi voglio dare un'altra notizia al collega Molinari, perché il collega Molinari è arguto, è certamente sofisticato e, quindi, conta una mezza verità, che come ogni mezza verità diventa una clamorosa bugia più grossa di questo Palazzo: è pur vero che non c'è la voce, oggi, sul finanziamento del Global Compact, ma è pur vero che ci sono stanziamenti sui fondi generali ed è dai fondi generali che si trovano i soldi per pagare il Global Compact (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Perché non esiste un solo Governo che segna: euro 22 mila - Global Compact; ci sono i fondi generali e allora deve, Molinari, credo, rendere conto al popolo italiano, ai suoi alleati, al centrodestra, a chi l'ha votato, che non l'ha mandato qua per parlamentarizzare la crisi sul Global Compact, ma per dire “no” senza “se” e senza “ma” da parte del Governo al Global Compact (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

E ancora - permettetemi, e mi avvio alla conclusione, la ringrazio Presidente - abbiamo una risoluzione anche di Lega Nord in Commissione, c'è la presidente Grande in quest'Aula? Ebbene chiedano la calendarizzazione, perché quando un partito politico fa una risoluzione su un tema come questo e poi non ne chiede la calendarizzazione, inizio a temere che il gioco sia scoperto e il gioco è rimandare, rimandare, rimandare per mettersi d'accordo. La nostra risposta è, per una volta anche, oserei dire, ai confini del “Boldrini pensiero”: se non ora, quando? Se non ora quando contro il Global Compact (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gelmini. Ne ha facoltà.

MARIASTELLA GELMINI (FI). Grazie, Presidente. Due osservazioni veloci su questo ordine del giorno. La prima è che, poiché il Parlamento non è stato ancora abolito e non è stato ancora sostituito da un sondaggio sul blog, se il Parlamento vuole essere messo nelle condizioni di poter dare un indirizzo al Governo, continuo a non capire perché l'audizione, l'informativa del Governo su Marrakech non avvenga prima di quella data, perché sarebbe, come dire, nell'ordine della razionalità delle cose (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

Con riferimento a questo ordine del giorno, può darsi che questo ordine del giorno sia ritenuto, come dire, superato dalla posizione del Governo che dice di non voler aderire al Global Compact. Ma io dico, ad abundantiam, se avete deciso di non andare a Marrakech, se avete deciso di non aderire al Global Compact, se avete deciso di non finanziarlo, perché non votare questo ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)? Cioè, se è tutto chiaro, se la maggioranza anche su questo punto non sta barattando un do ut des, ma è fermamente convinta per il “no”, la logica vuole che ci sia un “sì” pressoché unanime dell'Assemblea di Montecitorio, che dice “no” al Global Compact (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

Se, invece, evidentemente, si preferisce sfuggire da un ordine del giorno - signori, non stiamo parlando di una proposta di legge, parliamo di un ordine del giorno -, vuol dire che si vuole buttare la polvere sotto il tappeto, che le contraddizioni come sempre sono tante e quindi si scappa dal problema e probabilmente questa è la realtà nella quale si trova la maggioranza gialloverde (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ceccanti. Ne ha facoltà. Dopo non ho altri interventi.

STEFANO CECCANTI (PD). Allora, prima di tutto una questione di merito: sono sicuro che, quando il collega D'Ettore leggerà davvero il testo, concluderà che ha sbagliato posizione. Il testo recita, punto 15: “il patto globale è un quadro di cooperazione giuridicamente non vincolante”. Segue: “il patto globale riafferma il diritto sovrano degli Stati di determinare la propria politica migratoria nazionale, nonché di avvalersi della propria prerogativa di regolare la migrazione nell'ambito della propria giurisdizione”. Quindi stiamo parlando di un atto non vincolante, non puoi sostenere quello che hai sostenuto. Però, a me sembra più grave la posizione pilatesca del capogruppo del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché non ci si può riparare dietro una questione metodologica: se tutti i gruppi in quest'Aula hanno il coraggio di dire che cosa pensano, non ci può essere un unico gruppo che, siccome crede di creare problemi al Governo, si rifiuta di dire come la pensa, quando peraltro si è già espresso. Abbiate il coraggio della vostra posizione di merito, che è identica alla nostra (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Le coalizioni di Governo sono state piene di casi in cui una materia era affidata al libero voto parlamentare. Le leggi sul divorzio e sull'aborto sono state votate in questo Parlamento con la coalizione di Governo che lasciava liberi i propri partiti, e ne troviamo tanti di questi casi. Perché avere paura di esporre le proprie opinioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Penso sia molto importante il dibattito a cui stiamo assistendo, perché ci rivela il vicolo cieco in cui ci sta portando la dinamica interna al Governo e interna a questa maggioranza: su un tema così importante come quello del governo dei flussi migratori, su un accordo così importante, noi andremo incontro per responsabilità della maggioranza a due possibilità: l'una è quella di respingere questo Accordo, senza averlo letto e averlo conosciuto e, a questo proposito do un'informazione di servizio, il presidente della I Commissione, e lo ringrazio, ha fatto predisporre una traduzione del testo, così com'è, a questo stato dei lavori, consiglio di inviarla non solo ai membri della I Commissione, ma a tutti i colleghi; l'altra ipotesi è quella che noi lo accetteremo senza averlo negoziato, cioè non andando nei luoghi dove gli interessi, le analisi, le letture del nostro Paese potrebbero esser fatte valere, trovando delle soluzioni comuni. Credo che questo dibattito, seppure in una fase di ordini del giorno, ma purtroppo questa è stata l'unica fase che è stata consentita, su cosa potevamo dibattere? Ha ragione il collega Giachetti, il Ministro Tria è arrivato in questa fase cruciale, sarebbe potuto arrivare sulle tabelle, per esempio, no? Ma è estremamente emblematica dello stato in cui si trova il nostro Paese per una responsabilità tutta interna alla maggioranza e al Governo, un vicolo cieco, soluzioni al ribasso, mai un compromesso più alto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Colleghi, ho altre richieste d'intervento. Io comunico solo che saremo costretti a rinunciare alla diretta televisiva. Lo dico nella consapevolezza di tutti i gruppi parlamentari.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Presidente, attraverso di lei - non mi permetterei di chiederlo direttamente io ai colleghi di maggioranza e di opposizione del centrodestra, lo può fare anche con calma nei prossimi giorni, vorrei chiedere se questo è un dibattito vero, politico o è soltanto un fatto di allenamento, nel senso che oggi si stanno vedendo delle divisioni profonde o almeno tatticamente profonde, e se questa discussione aprirà non un problema parlamentare, ma nelle varie giunte, nei consigli regionali dove, poi, questi temi di cui si parlava verranno a cascare e non ho capito se questo tema divide il centrodestra o è soltanto un fatto di schermaglia parlamentare per discussioni sterili.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brunetta. Ne ha facoltà.

RENATO BRUNETTA (FI). Signor Presidente, la realtà… signor Presidente?

PRESIDENTE. La sto ascoltando, onorevole Brunetta.

RENATO BRUNETTA (FI). La ringrazio. La realtà ha la testa dura e anche le piazze hanno la testa dura. Sta succedendo una cosa, invero, paradossale, degna della migliore doppiezza togliattiana. Noi abbiamo in piazza un Matteo Salvini, come è stato ricordato, leader della Lega, Vicepremier, Ministro dell'interno, che parla con il suo popolo con un linguaggio di centrodestra e abbiamo una distonia in quest'Aula, e la stiamo vivendo in maniera plastica, che è tutta condizionata dalla tristezza del compromesso Lega-Cinquestelle, con prevalenza del condizionamento grillino. Ma come, qui, si fanno le leggi, qui, si fanno i fatti che cambiano il Paese, in piazza, si fa la propaganda, in piazza, si danno le grandi linee strategiche che devono essere tradotte, in questa piazza, in leggi. E cosa troviamo invece, qual è il paradosso? Che nella piazza si cerca di fare la linea politica istituzionale e, qui, si produce il nulla del triste compromesso.

Oggi, qui, doveva essere la festa per il centrodestra che aveva vinto le elezioni, la festa della realizzazione con la prima legge di bilancio della flat tax e, invece, trovo tristezza nei banchi del Governo, col mio amico Tria, solo, solitario, a guardare il bidone di questa finanziaria, lo ripeto il bidone di questa finanziaria che verrà stravolta tra qualche ora al Senato e di cui nessuno sa nulla, in contrasto con la piazza di due ore fa. Ma ci rendiamo conto di quello che sta succedendo alla nostra democrazia, signor Presidente?

Ci rendiamo conto di avere stravolto l'esito elettorale che aveva dato la vittoria al centrodestra con un accordo di potere tra due forze che non sono mai state insieme e che hanno prodotto un mostro di contratto, un mostro di politica, per di più pericoloso per la nostra democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1334-AR/224 Lollobrigida, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, le votazioni saranno molto rapide e quindi vi prego di adeguarvi (Applausi).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1334-AR/227 Meloni.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1334-AR/230 Osnato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1334-AR/232 Rampelli.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1334-AR/240 Gregorio Fontana, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1334-AR/242 Fatuzzo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1334-AR/248 Carfagna.

Dichiaro aperta la votazione…

Scusate, ritiro l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carfagna. Ne ha facoltà.

MARIA ROSARIA CARFAGNA (FI). Grazie, Presidente. Mi scusi, ma credo che io debba una spiegazione sul perché insisto per porre in votazione questo ordine del giorno. Non me ne vorrà il Governo, ma su alcuni temi come l'affermazione del principio di uguaglianza e del contrasto ad ogni forma di discriminazione, io, sottosegretario Garavaglia, continuo a preferire il merito delle questioni, piuttosto che il metodo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E mi riferisco al tema dell'occupazione femminile. Siamo tutti d'accordo sul fatto che l'occupazione femminile rappresenta una delle grandi emergenze di questo Paese. In Italia lavora soltanto una donna su due, al Sud soltanto una donna su tre e dieci milioni di donne sono fuori dal mercato del lavoro e non intendono rientrarvi, perché fanno fatica a conciliare sia vita lavorativa che vita familiare e circa una donna su quattro lascia il lavoro alla nascita del primo figlio. Allora, sono numeri impressionanti, inaccettabili e lo sono ancora di più in un Paese come il nostro, che ha un disperato bisogno di crescere - e ci ricordiamo, purtroppo, i dati sulla crescita di qualche giorno fa - e che per tornare a crescere avrebbe bisogno di poter contare sulla forza lavoro femminile, su quel giacimento di esperienze, talenti, intelligenze che non vengono adeguatamente valorizzati e utilizzati.

Tante indagini e tante statistiche, sia a livello nazionale sia a livello internazionale, dimostrano che più donne occupate farebbero aumentare notevolmente il prodotto interno lordo. Ma non c'è bisogno di scomodare studi e statistiche e ce lo dice il buonsenso: una donna che lavora è una donna che guadagna, una donna che guadagna è una donna che immette soldi all'interno della nostra economia, una donna che lavora quasi sempre è una donna che richiede l'aiuto di altre figure professionali per fare fronte ai lavori di cure familiari e domestiche (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). È un circolo virtuoso, è un circolo virtuoso che nel nostro Paese fa fatica ad attivarsi e le decisioni che voi avete messo in campo in questi mesi sicuramente non vanno nella giusta direzione.

Allora, io chiedo al Governo un supplemento di riflessione, perché su questi temi io credo che ci sia bisogno di un impegno vincolante, vincolante e non generico come quello di un ordine del giorno, anche perché un ordine del giorno come questo, più o meno simile a questo, lo avete già approvato sei mesi fa ma mi pare di capire che a quell'ordine del giorno non è stato dato seguito. Quindi, io vorrei che fosse il Parlamento ad esprimersi su questo tema o in mancanza - cosa che mi augurerei - il Governo con un cambio di parere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà. Richiamo cortesemente tutti ai venti minuti che abbiamo a disposizione. Prego.

LAURA BOLDRINI (LEU). Signor Presidente, solo per dire che apprezzo questo ordine del giorno della collega Carfagna e vorrei anche sottoscriverlo, perché quello che dice deve essere all'attenzione di quest'Aula. In un Paese come il nostro, dove solo il 49 per cento delle donne ha accesso al mercato del lavoro, è una vergogna che non ci sia una riga in questo provvedimento che promuova l'occupazione e l'imprenditoria femminile. Non c'è una riga! Nel nostro Mezzogiorno, in Sicilia solo il 29 per cento delle donne lavora. Allora, come si deve spiegare che se le donne non lavorano il Paese non si rimette in piedi? Signori del Governo, pensate al nostro Paese e non dimenticatevi del 51 per cento della sua popolazione (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boschi. Ne ha facoltà. Colleghi! Prego, onorevole Boschi.

MARIA ELENA BOSCHI (PD). Grazie, Presidente. Intervengo molto brevemente per sostenere la richiesta della collega Carfagna, così come abbiamo fatto anche in sede di Commissione bilancio appoggiando alcuni emendamenti dell'onorevole Carfagna, compreso quello che, in qualche modo, proponeva una misura analoga a quella oggi indicata come impegno nell'ordine del giorno. Su questi temi siamo riusciti a creare un lavoro di squadra che andava oltre le differenze di partito, a votare insieme alcuni emendamenti in Commissione bilancio e lo stesso si deve riprodurre qui.

Io credo, in aggiunta a quanto già sostenuto dalle colleghe Carfagna e Boldrini, che occorra sottolineare che donne che lavorano non soltanto sono donne in grado di partecipare in modo più attivo alla vita economica del Paese e, quindi, a dare anche un contributo alla vita sociale e culturale del nostro Paese, ma sono donne anche più autonome e più libere, proprio perché indipendenti da un punto di vista economico e, quindi, anche maggiormente in grado di difendersi laddove ci siano soggetti che su di loro vogliano mettere in atto prevaricazioni, molestie o violenze di vario tipo.

Quindi, un modo per far crescere la nostra economia e anche per rendere le donne più autonome è quello di consentire loro di lavorare a parità di condizioni. Le donne non chiedono favoritismi, non chiedono maggiori garanzie, ma chiedono di essere messe nelle condizioni di avere pari opportunità di partenza. È proprio per questo che dobbiamo superare le discriminazioni e le differenze che ci sono, e questo impegno nei confronti del Governo va nella giusta direzione. Io mi auguro che il Governo possa prendere seriamente l'invito di quest'Aula ad accogliere almeno un ordine del giorno non come semplice raccomandazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Carfagna n. 9/1334-AR/248.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gagliardi n. 9/1334-AR/255, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Versace n. 9/1334-AR/258, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rossello n. 9/1334-AR/259, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bond n. 9/1334-AR/265, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

DARIO BOND (FI). Presidente…

PRESIDENTE. Siamo in fase di votazione, onorevole Bond, così come concordato con la capogruppo Gelmini…

Revoco l'indizione della votazione. Ho concordato con la capogruppo Gelmini, per Forza Italia, che erano esauriti gli interventi…

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Presidente, solo per dire che in questo provvedimento non c'è un euro per le dodici regioni colpite dall'alluvione, non c'è un'iniziativa ed è una vergogna!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bond n. 9/1334-AR/265.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fiorini n. 9/1334-AR/274.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Zanettin n. 9/1334-AR/282.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Molto brevemente, Presidente. Le ho chiesto di mettere in votazione questo ordine del giorno perché riproduce il mio emendamento in Commissione bilancio, su cui il relatore aveva espresso un principio di favore.

Quindi, in coerenza a questo chiedo di votarlo e spero che tutta l'Aula lo voti unanimemente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zanettin n. 9/1334-AR/282.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1334-AR/289 Baratto.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1334-AR/293 Germanà.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Germanà. Ne ha facoltà.

ANTONINO GERMANA' (FI). Presidente, soltanto due secondi, per chiedere al Governo se ha intenzione di cambiare il parere, perché l'ordine del giorno…

PRESIDENTE. Colleghi, attendiamo questa illustrazione dell'ordine del giorno del collega Germanà.

ANTONINO GERMANA' (FI). L'ordine del giorno è identico all'emendamento 59.5 della Lega a firma Cattoi, che è stato approvato. Quindi, se non cambia il parere e lo dà favorevole, lo ritiro, perché sarebbe una presa in giro per il Parlamento.

PRESIDENTE. Onorevole Germanà, francamente, se è identico all'emendamento, lei ne ha depotenziato l'utilità, diciamo. Non so se il Governo ha qualcosa da aggiungere? No.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1334-AR/293 Germanà.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Esame della Nota di variazioni - 1334-A/R)

PRESIDENTE. Avverto che il Governo ha presentato la Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e al bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 e che la Commissione bilancio ne ha concluso l'esame ai sensi dell'articolo 120, comma 7, del Regolamento.

Passiamo, quindi, all'esame di tale documento.

Prendo atto che i relatori e il rappresentante del Governo non intendono intervenire.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e al bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato stabilito che le dichiarazioni di voto finale, con ripresa televisiva, avranno luogo a partire dalle ore 14,45, sospendo la seduta fino a tale ora, anche per dare modo di inserire le missioni.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 14,33, è ripresa alle 14,45.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bitonci, Claudio Borghi, Castelli, Colucci, Comaroli, Cominardi, D'Inca', D'Uva, Durigon, Fantinati, Ferri, Gregorio Fontana, Fusacchia, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgetti, Guidesi, Lorenzin, Losacco, Lupi, Molinari, Molteni, Morrone, Pastorino, Picchi, Ruocco, Carlo Sibilia, Sisto, Valente, Vignaroli, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente cinquantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1334-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Avverto che è stata disposta la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lorenzin. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, onorevoli colleghi, ben due mesi fa il Governo si è affacciato su un terrazzo, presentando una apocalittica manovra di bilancio, che ci avrebbe portato al 2,4 per cento di deficit, eliminando la povertà dal Paese e garantendo lo sviluppo del nostro territorio. Oggi, 8 dicembre, due piazze, quella a Roma della Lega e quella no-TAV a Torino di Grillo, cercano di nascondere, dietro proclami sempre apocalittici, il fatto che siamo qui ad approvare una manovra che non c'è.

La manovra che è stata presentata a Palazzo Chigi il 27 di settembre non c'è, va riscritta; e, nel frattempo, il nostro Paese è riuscito a bruciare miliardi nello spread, è riuscito a creare sfiducia negli investitori. Tremila persone, quella sì una piazza, che sono state definite i nuovi borghesi, sono andate a Torino a dire: vogliamo lavorare, vogliamo lo sviluppo, vogliamo una qualità migliore della vita. Oggi il Vicepremier Salvini ha citato don Sturzo, dicendo che lui si preoccupa delle nuove generazioni. E come se ne preoccupa? Aumentando il debito? Lasciando a queste generazioni sulle spalle altro debito? Non costituendo i presupposti per lo sviluppo? Portandoci in manovra di infrazione? Creando discontinuità anche con il Presidente del Consiglio che lui stesso ha voluto? Eliminando l'alternanza scuola-lavoro? Non mettendo nuove risorse sul sociale, sulla famiglia e sulla salute? Come lo fa?

Ecco, credo che da quello che è definito il sovranismo psichico, così ieri è stata l'analisi del Censis sulla paura degli italiani, prima o poi, a forza di cavalcare la paura, gli italiani avranno ancora più paura; avranno ancora più paura quando vedranno gli effetti nelle loro tasche di questa diabolica manovra. Una manovra che non c'è, senza orizzonte, senza bussola, senza visione per il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Area Popolare-Alternativa Popolare-PSI-Area Civica).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Con questo bilancio il Governo recita almeno tre parti in commedia. Noi, come +Europa, non possiamo votarlo, pur sperando che tutto non finisca in tragedia. Altro che manovra del popolo! C'è quella finta, su cui avete avuto la fiducia ieri alla Camera, perché poi dovrà essere radicalmente cambiata al Senato. C'è quella della propaganda, che state esaltando oggi sulle piazze, in un ambiguo intreccio tra piazza e Governo che voi volete tenere insieme con la demagogia e la favola del sovranismo, trasformato in una categoria psicologica di massa. E c'è quella che il Presidente Conte, dopo avere esautorato il Ministro dell'economia, starebbe raccontando a Juncker e alla Commissione, in un indecente balletto di numerini e di slogan, per evitare la procedura di infrazione. È naturale, dunque, si alzi qualche interrogativo sul futuro dell'Italia, e non solo da parte dei mercati, che fanno i loro conti, ma anche da parte dei cittadini risparmiatori, i quali poche settimane fa hanno voltato le spalle allo Stato, decretando il pericoloso flop del BTP Italia che sembrava fatto su misura per loro. Cosa si può capire del nostro Paese? No-TAV, sì-TAV, sì ecotassa, no ecotassa, Migration compact sì, Migration compact no, quota 100, misura strutturale o una tantum? Reddito di cittadinanza con o senza il navigator? Per chi, se nel sommerso non si ha una fotografia puntuale della povertà vera? Sembra piuttosto un invito a moltiplicare le furbizie e a nuotare nell'economia sommersa, ed anche per questo più ingiusta. Avreste potuto sfidare l'Europa non con la moltiplicazione della spesa corrente a debito, ma con una massiccia politica di investimenti; ci si poteva spiegare e farci capire. La legge di bilancio serve per definire la cornice complessiva in cui si muove un grande Paese come l'Italia, la sua direzione di marcia, le modalità per tenerlo insieme dandogli fiducia e speranza; e voi la usate (ed ho concluso) per dividerlo di più, per mantenerlo in una permanente e rancorosa campagna elettorale che lo porterà ad un pericoloso isolamento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (MISTO-NCI-USEI). Presidente, onorevoli colleghi, Governo, la legge di bilancio è lo strumento che definisce la direzione che prende il nostro Paese agli occhi dell'Italia, dell'Europa e del mondo, e definisce la nostra credibilità. La prima legge di bilancio di questo Governo fa emergere l'incompetenza e la superficialità di un Governo condizionato dall'ideologia del MoVimento 5 Stelle.

L'esempio di incompetenza è il decreto-legge “dignità”: doveva risolvere il problema del precariato, è di qualche giorno fa la notizia di Federmeccanica, l'annuncio che il 30 per cento degli imprenditori del manifatturiero non trasformerà in contratti a tempo indeterminato i contratti che erano a tempo determinato. Di certo non può essere lotta alla povertà il reddito di cittadinanza, che è una vera e propria politica assistenziale. Così come esempio di superficialità sono le parole del sottosegretario Laura Castelli, che parlando dell'ecotassa definisce i 300 euro di costo in più di una macchina a basso impatto economico come una cosa superabile scegliendo un'altra auto, forse non rendendosi conto che una FIAT Panda di 250 mila chilometri è un grande sacrificio per un cittadino non solo mantenerla, ma anche cambiarla.

Superficialità e assenza totale di conoscenza della realtà che però non hanno impedito, quando vi erano provvedimenti su cui abbiamo trovato la condivisione, come il decreto-legge “sicurezza”, un voto favorevole da parte di Noi con l'Italia-USEI, perché con responsabilità abbiamo giudicato ogni provvedimento e ciò che ci sembrava utile per il Paese l'abbiamo sostenuto. In questo caso crediamo sia giusto votare contro una legge di bilancio portata avanti da un Governo a 5 Stelle che ancora deve decidere cosa scrivere nella legge di bilancio, e che per ora l'unico effetto che ha prodotto è sfiducia negli italiani e perdita di credibilità del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (MISTO-MAIE-SI). Presidente, onorevoli colleghi, Governo, la nostra componente ieri ha ribadito la fiducia a questo Governo; oggi dà ai propri componenti la libertà di voto rispetto alla manovra. Lo fa sostanzialmente perché è una manovra ancora indefinita, incerta, rispetto alla quale è difficile prendere una posizione; speriamo di farlo quando avrà dei connotati più precisi.

Ci chiediamo: come cambierà questa manovra al Senato? Il deficit sarà ridotto: di quale importo? E questi tagli che cosa andranno a colpire? Andranno a colpire il reddito di cittadinanza, andranno a colpire le pensioni, saranno tagli lineari sulla spesa? Bene, rispetto a tutte queste domande noi oggi non possiamo prendere una posizione definita. Auspichiamo una cosa: che le variazioni alla manovra vadano il più possibile nella direzione della crescita; è la crescita il volano che ci aiuta a vivere meglio all'interno di un Paese. Non è solo una questione numerica, Ministro, è una questione importante; e mi riferisco al rapporto del Censis di ieri, che descrive gli italiani come un popolo che si è incattivito, come un popolo che sta diventando intollerante.

Perché sta succedendo tutto questo? Non erano forse gli italiani quelli che in giro per il mondo riconoscevamo subito per la loro voglia di sorriso, per la loro voglia di gioia, per il loro ottimismo? Come mai si sono trasformati in un Paese incattivito?

Dipende forse dal fatto che ci siamo arrivati per la delusione per una ripresa che non arriva, anzi rende sempre più limitate le risorse e insicuro il nostro futuro, e ci rende, questo, meno disponibili e meno generosi verso gli altri, e soprattutto verso i deboli e verso i disabili? L'ho detto ieri, lo ha ribadito anche questa mattina il Ministro Salvini, lo ridico oggi: in questo momento abbiamo bisogno di statisti, statisti che agiscano pensando non alle prossime elezioni o a quanti like possano raccogliere i loro post, ma al futuro delle nostre generazioni. L'odio deve cedere il passo al sorriso, l'intolleranza alla disponibilità: lo dobbiamo a noi, ai nostri nonni e ai nostri figli (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero-Sogno Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Presidente, provo a fare un intervento non propagandistico, nonostante la diretta televisiva. Ne abbiamo sentiti tanti in questi giorni, in questi mesi, e credo anche dopo di me ne sentiremo tanti, in particolare dalla maggioranza.

Non voglio accodarmi alla lettura strumentale che vuole, rispetto a questo disegno di legge di bilancio, guardare all'Italia come ad una pecora nera in un quadro in cui c'è un'Unione Europea felice, c'è uno sfondo di regole condivisibili, rispetto alle quali qualcuno scarterebbe. Sarebbe una lettura facile, utile a chi sta all'opposizione, ma sarebbe alla fine una lettura controproducente per il Paese. Quindi voglio partire da un dato, che rimane vero nonostante le risposte che dà il disegno di legge di bilancio siano risposte che non vanno nella giusta direzione. Il dato vero è che lo sfondo nel quale ci muoviamo è uno sfondo di regole di mercato unico, di funzionamento della moneta unica, che non va: non va non solo per l'Italia, ma non va in generale, e le conseguenze se alziamo lo sguardo le vediamo intorno a noi ovunque. Anche oggi a Parigi, in Francia, c'è una rivolta di larghi settori di classi medie, che vivono in condizioni di crescenti difficoltà e assenza di speranza. Andando avanti, potremmo guardare anche la Germania, dove quel Governo che, secondo la leggenda metropolitana che continua a girare, dovrebbe ricevere acclamazioni di folla, perde drammaticamente consenso nei confronti in particolare di forze regressive.

E allora abbiamo un problema di fondo, che sono le regole e l'assetto economico e istituzionale del mercato unico e della moneta unica, che producono sistematicamente svalutazione del lavoro e deficit cronico di domanda interna. Era un problema prima, è ancora un problema di più ora, che gli Stati Uniti, comprensibilmente dal loro punto di vista, smettono di fare il consumatore di ultima istanza. È ora di girare pagina, e il fatto che il Governo italiano non dia le risposte giuste non vuol dire che le domande siano sbagliate.

Eravate partiti con il piede giusto, per quanto mi riguarda: il Ministro Savona aveva proposto a nome del Governo un documento, che per la prima volta da un Governo in modo ufficiale riconosceva i problemi sistemici del mercato unico, della Banca centrale europea. A questo era conseguita la scelta del 2,4 per cento di deficit sul PIL come obiettivo per il 2019: una scelta necessaria, perché aderire agli obiettivi del Fiscal Compact avrebbe voluto dire aggravare le condizioni della nostra economia, le condizioni dell'occupazione, e avrebbe fatto aumentare il debito pubblico, come è sempre avvenuto ovunque in questi anni dove si sono fatte politiche economiche e di bilancio procicliche, cioè che invece di contrastare la dinamica dell'economia la accentuano.

Eravate partiti con il piede giusto, e siete arrivati invece a negoziare qualche decimale di flessibilità, come hanno fatto tutti i Governi precedenti, senza affrontare appunto il quadro di fondo. Alla fine di questo negoziato, ahimè - lo dico senza nessuna soddisfazione, nonostante noi siamo all'opposizione, perché guarda agli interessi del Paese -, avremo una manovra che perderà il suo segno espansivo e quindi non contrasterà un rallentamento dell'economia che riguarda tutta l'eurozona. Sono infatti di questi giorni i dati sul secondo trimestre in Germania che registra un meno 0,2. Quindi una manovra che perderà il segno espansivo e in più caricherà sulle spalle di famiglie, imprese e finanza pubblica le conseguenze dell'impennata dello spread. Un capolavoro! Un capolavoro, ripeto, e lo dico senza nessuna soddisfazione. C'era un'alternativa, l'abbiamo indicata, sin dalla nostra risoluzione alla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza: l'alternativa era quella di concentrare l'extra deficit sugli investimenti pubblici, in piccole opere, noi l'abbiamo chiamato “Green new deal”, concentrato nel Mezzogiorno, nel lavoro di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

Nel Mezzogiorno il problema non è fare incontrare domanda e offerta del lavoro migliorando i centri per l'impiego, che va fatto, per carità, ma a Reggio Calabria puoi mettere pure il centro dell'impiego di Amsterdam, non c'è domanda di lavoro. Allora il lavoro di cittadinanza, cioè programmi di investimenti gestiti dai comuni, avrebbero fatto l'utilità del territorio e avrebbero connesso reddito e lavoro. Il lavoro è requisito imprescindibile di cittadinanza democratica. Avevamo proposto di concentrare il 45 per cento degli investimenti pubblici nel Mezzogiorno. Non è un'idea eversiva, è la cosiddetta “regola Ciampi”, che è stata sempre disattesa (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali), e le risorse europee, invece di essere integrative, sono state sempre sostitutive. Avete bocciato questo emendamento.

Questo Governo, in particolare una parte di esso, si concentra sull'immigrazione: ci fosse un decimo dell'attenzione che viene riservata all'immigrazione nei confronti dell'emigrazione. Ogni anno partono dal Sud 130 mila persone (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali), la metà sono giovani, la metà sono laureati! Perdiamo ogni anno la parte migliore della classe dirigente del Paese, condizione necessaria per una svolta nel Mezzogiorno. Davvero credete che quelli rimarranno là, se gli date il reddito di cittadinanza? Non s'accontentano, vogliono un lavoro che li faccia realizzare, che li faccia crescere, che li faccia sentire parte di una comunità. Abbiamo presentato altri emendamenti di coerenza con il vostro programma, ma perché raccontate che volete combattere la precarietà e poi date l'agevolazione Ires, l'abbattimento dell'Ires dal 24 al 15 per cento, a chi fa contratti a tempo determinato? Perché? Vi abbiamo proposto di togliere l'agevolazione per chi fa contratti a tempo determinato e di lasciarla solo a chi fa contratti a tempo indeterminato, perché avete detto no?

Gli esempi potrebbero essere tanti. Vi abbiamo proposto di prorogare le graduatorie delle amministrazioni pubbliche. Volete aumentare l'occupazione, ma se non prorogate le graduatorie, per i prossimi due anni, non potete assumere nessuno. In quelle graduatorie ci sono decine di migliaia di giovani, di ragazzi di qualità, che non sono entrati non perché sono somari, ma perché l'amministrazione non ha più assunto a causa del blocco del turnover. Sbloccate quelle graduatorie!

Finisco, Presidente. Spero ancora di poter dire: state sprecando una grande occasione. Avevate e avete una legittimazione politica fortissima, mettete insieme due parti del Paese che sono, sul piano sociale ed economico, sempre più lontane.

Avete avuto - e spero di poter dire avete ancora - la possibilità di recuperare, cambiare strada, utilizzate il passaggio al Senato per correggere la rotta, non perdete questa grande occasione, perché non la perdete solo voi, la perde il Paese, ripartiamo tutti più indietro, sarà tutto più difficile. Oggi votiamo “no”, ma davvero: cambiate rotta al Senato (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crosetto. Ne ha facoltà.

GUIDO CROSETTO (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, Fratelli d'Italia non voterà questa legge di bilancio, non voterà la manovra. Sarebbe difficile fare diversamente, nonostante Fratelli d'Italia abbia avuto un atteggiamento di rispetto verso ogni atto del Governo. Però abbiamo dichiarato fin dall'inizio che noi avremmo guardato ai contenuti dei vari provvedimenti che il Governo avrebbe portato in Aula, e abbiamo guardato i contenuti. Su questo provvedimento i problemi sono due: il primo è che mancano i contenuti, nel senso che ci avete informato che la legge presentata alla Camera sarà stravolta nei prossimi giorni al Senato; il secondo è che non condividiamo, come abbiamo detto più volte, lo spirito di questa legge. Vorrei spiegare per l'ultima volta in quest'Aula - perché l'ho già fatto altre volte - perché. il problema di questo Paese si chiama “crescita”. Il problema di questo Paese si chiama “lavoro”. Il problema nostro non è adesso il rapporto con l'Europa. Anzi, semmai, nel rapporto con l'Europa - lo dico tramite la Presidenza a lei, Ministro Tria - forse sarebbe il momento di ricordare all'Europa che se siamo, come ci dicono, cioè in fase recessiva, non è il momento giusto di chiedere una contrazione degli investimenti. Forse dovremmo richiamare l'Europa a quelle regole, perché tra le regole che abbiamo scritto vi sono anche delle regole che valgono per periodo recessivi, e quello che ci ha chiesto fino a due settimane fa non è quello che si chiede - secondo le regole che abbiamo scritto in Europa - nei periodi recessivi. La forza di dire queste cose probabilmente ci vorrebbe in questo periodo, ma il tema dell'Europa non è - continuo a ripeterlo - il 2,4 per cento, ma come viene utilizzato il 2,4 per cento.

Mi concentro, per questioni di tempo, su uno dei punti della manovra. Continuo a dire: il lavoro si costruisce aiutando l'impresa, non dando redditi di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Lo diciamo, come Fratelli d'Italia, per il profondo rispetto che ci lega ad una parte importante del Paese, che è il Sud. Provate ad immaginare un'Italia dove riprende il lavoro. Il lavoro in Italia dove riprenderà? Dove ci sono le condizioni per cui riprenda il lavoro, e suppongo - cito due regioni a caso - Veneto e Lombardia, il che significa che i tre lavori che saranno proposti al giovane che percepisce il reddito di cittadinanza saranno probabilmente in Veneto e Lombardia, il che significa che, se uno non vuole perdere quell'incentivo, dovrà spostarsi dalla Calabria, dalla Sardegna, dalla Sicilia e dalla Puglia in Veneto e in Lombardia. Il che significa, per le regole che abbiamo messo, che prevedono che dove c'è più popolazione facciamo anche i maggiori investimenti infrastrutturali, che noi investiremo di più in quelle regioni e meno nelle regioni da cui sono partiti quei giovani. Cioè, abbiamo innescato il meccanismo perfetto per avvicinare al Sahara tutto il Sud dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Probabilmente quello che manca - per carità, è soltanto un post-it, ma va nella direzione giusta - è trasferire conoscenze al Sud, trasferire la ricerca al Sud, che significa portare una grande università a formare i giovani del Sud, perché è di questo che abbiamo bisogno.

Ci sono gap che si possono recuperare facilmente, anche nelle regioni svantaggiate, perché - lo dico come si usa tra le persone colte - gli skill, cioè le professionalità del futuro sono diverse da quelle che si richiedono adesso. Siamo in un'epoca in cui bisogna puntare sul digitale - ricordo che il 5 per cento del PIL mondiale è fatto da cinque società, e quattro di queste si occupano di digitale - se vogliamo guardare al futuro. Questa cosa si può fare in Africa oggi, e si può fare anche nella parte più debole del Paese, ma bisogna avere una visione che c'è una parte povera dove io posso far crescere la ricchezza, se faccio crescere le competenze e se faccio crescere gli investimenti. Ma se io prendo quei pochi soldi che l'Europa ci consente - ma ci consente, tra virgolette - di usare e li investo in assistenza, io faccio un errore drammatico per il Paese, non solo per il Sud. Perché, se questo Paese ha una speranza di riappropriarsi di quella ricchezza che ha perso negli ultimi anni, ricordo che tra i maggiori Paesi al mondo siamo quello che ha perso il maggior PIL pro capite, ce l'ha se cresce anche il Sud, perché il nord è cresciuto anche in questi anni e ha recuperato il gap, ma c'è una parte del Paese che non l'ha recuperato. E continuo a dire che una visione di Paese complessiva non può non partire da una visione di rinascita del Sud. Abbiamo una fortuna: le infrastrutture fisiche sono importanti, ma sono più importanti in questo periodo quelle immateriali, e questo ci consente di recuperare un gap che in altri momenti era impossibile da fare. Ci sono stati momenti in cui il gap del Sud si poteva recuperare solo con ferrovie, strade, autostrade, ponti; adesso sono forse più importanti o, almeno, ugualmente importanti le infrastrutture immateriali: la conoscenza, il trattamento dei dati, queste sono le nuove miniere del futuro e possiamo collocarle dove vogliamo. Allora io vi richiamo a questo alto e nobile compito della politica, non quello di fare anche interventi, per carità, che abbiamo condiviso noi come Fratelli d'Italia, l'intervento fino ai 65 mila euro, l'abbassamento dell'IRES, sono interventi a pioggia che hanno buonsenso, ma manca la visione. Il Paese non ci chiede di risolvere solo il piccolo problemino, ci chiede di ridurre il fisco, la burocrazia, di mettere in condizione chi vuole investire di stare qui e di portare qualcuno da fuori. Il lavoro non si crea, purtroppo, con il reddito di cittadinanza, perché se io pensassi così, vi direi raddoppiamolo, triplichiamolo; se fosse il modo per eliminare la povertà in Italia, lo sottoscriveremmo tutti, diremmo tutti: è la soluzione giusta. Noi siamo preoccupati di sprecare risorse (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che non ritorneranno al Paese. Ma siamo disposti - e lo faremo al Senato - a cercare di migliorarlo in modo tale che serva a quello per cui doveva essere nato, che è combattere la povertà. Certo che il Paese non cresce se una parte del Paese non può sopravvivere materialmente, ma è un'altra cosa, non è una cosa che si inventa, che risolve i problemi. Voi mi state spiegando che i 40 miliardi che noi spendiamo per formare i nostri giovani non servono a nulla, ma i 500 che aggiungiamo ai centri di formazione dell'impiego per formarli se non tornano al lavoro trasformeranno il loro futuro? Cioè, voi pensate che io possa credere o qualcuno a casa possa credere che i 40 miliardi, che spendiamo per formarli, possiamo accantonarli e bastano i 500 per cambiare la loro professionalità e trovare un posto di lavoro? Allora, se pensiamo al futuro, interveniamo sui 40 miliardi che valgono 80 volte i 500 milioni e facciamo in modo che formino un giovane perché possa trovare lavoro in questo momento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) perché la formazione è costruita in questo momento. E se non ci piace l'alternanza scuola-lavoro, chiamiamola in modo diverso, ma cerchiamo di avvicinarli a quella che è l'esigenza del futuro delle imprese.

Questo vi abbiamo chiesto. Lo abbiamo chiesto con rispetto, forse con forza, forse ogni tanto scaldandoci come adesso, ma con rispetto, perché noi rispettiamo le istituzioni sempre, ce l'abbiamo per natura, rispettiamo il ruolo delle maggioranze e delle opposizioni, abbiamo come unico obiettivo nostro quello di cercare di risolvere tutti i problemi di un Paese complesso che per troppo tempo li ha accantonati. In questo Fratelli d'Italia è stato sulle cose intelligenti al fianco del Governo, della maggioranza o delle opposizioni. Noi abbiamo votato emendamenti da LEU, al PD, a Forza Italia, a Cinquestelle, senza guardare chi li firmava, quando pensavamo fossero utili per il Paese. Abbiamo cercato di spiegare qual era la ratio nei nostri, nell'avvicinare questa finanziaria. Non ci siamo riusciti anche perché non si è concretizzata qui, ma non possiamo non continuare questa battaglia.

C'è un mondo in cui sollevare una saracinesca di un negozio, aprire il portone di un capannone, aprire un camioncino per andare a lavorare, è diventato sempre più pesante. Guardate, quando i lavoratori autonomi la mattina si alzano con il peso di andare a lavorare e non con la voglia, quando le partite IVA e le imprese hanno perso la voglia di fare quello per cui sono nate, cioè costruire ricchezza, il Paese muore.

E se noi non ascoltiamo questo grido, che non è il grido di singole persone - che sono commercianti, agricoltori o artigiani - egoiste, è il grido di persone che non hanno tutele. Io ricordo a tutti, lo ricordo alle colleghe donne, che noi parliamo di tutela della maternità, cosa che difenderemo fino alla fine, voi pensate a cosa significa essere una donna sola con una partita IVA e fare anche la mamma (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), voi pensate cosa significa per uno che apre un'impresa avere come prima cosa da dover pagare i contributi anche se ha aperto la partita IVA il giorno prima, perché non lo sapete ma a una persona che apre una partita IVA individuale, prima gli chiediamo 4 mila euro di contributi, senza che abbia iniziato a lavorare, poi gli diamo la possibilità di lavorare: pensate a come si sente quello quando il suo vicino, invece, senza far niente, prende magari 700 euro al mese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Qual è l'incentivo che noi diamo al lavoro?

Mi sono concentrato solo su un punto, ma il nostro punto è questo…

PRESIDENTE. Concluda.

GUIDO CROSETTO (FDI). …prima di tutto la crescita del Paese, prima gli italiani significa, declinato da noi, prima un'Italia che cresce, non lasciando nessuno indietro, ma puntando su come farla crescere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gelmini. Ne ha facoltà.

MARIASTELLA GELMINI (FI). Grazie Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, devo dire che se penso non tanto e non solo ai contenuti di questa manovra, ma al metodo e all'iter impiegato per esaminare questo provvedimento, provo un forte imbarazzo, perché questo non è uno dei tanti argomenti all'ordine del giorno, noi stiamo parlando della legge di bilancio, che è un provvedimento attraverso il quale decidiamo come spendere o investire i soldi degli italiani. Questo è un provvedimento dal quale dipende il futuro del nostro Paese e, quindi, avrebbe meritato un'attenzione e una cura ben diversa da quella che, invece, gli è stata destinata. E voglio anche ricordare, come ho detto prima, che ancora esiste il Parlamento e questa è la Camera dei deputati e non è il “Bar sport” (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E quindi, come dire, quando si esercita la sovranità del popolo alla Camera e al Senato, credo che si sarebbe dovuta avere una serietà diversa. E invece avete deciso di tenere in ostaggio delle vostre divisioni, delle vostre contraddizioni, quest'Aula, per poi portarci a votare una manovra fantasma.

Perché dobbiamo dire a chi ci ascolta che questa non è la vera manovra, questa è una manovra finta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), è una manovra bislacca, che riuscirete forse ad approvare solo quando, attraverso ulteriori strozzature del dibattito al Senato, in seconda lettura, e poi trasformando i deputati in passacarte, forse alla fine riuscirete ad approvare una manovra e ad evitare il pericolo che voi state causando al Paese, che è l'esercizio provvisorio. Perché il ritardo che voi avete accumulato e che state accumulando nell'approvare questa manovra espone il Paese, forse per la prima volta, al rischio di un esercizio provvisorio. E vedete, questa non è una vera manovra perché, diciamoci la verità, è tutto falso: è falsa la crescita dell'1,5 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), e ve l'hanno detto tutti, è falso il deficit al 2,4 per cento; e le vostre misure-manifesto, il reddito di cittadinanza e la “quota 100” sono misure camaleontiche che cambiano colore ad ogni ora del giorno. E quindi, alla fine, voi siete riusciti, dopo aver prodotto tante fake news, a realizzare una fake finanziaria (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questo è il primo esempio di fake finanziaria.

Ma non vi siete accontentati di questo, avete prodotto incertezze sui mercati, avete fatto pagare agli italiani il costo dello spread, perché, ebbene sì, solo l'annuncio di questa manovra ha determinato tanti guai agli italiani, partendo dall'aumento del tasso di interesse sui mutui di nuova emissione, alla stretta sul credito per gli imprenditori e le famiglie, alla fuga a gambe levate di investitori italiani e stranieri. Avete, ovviamente, creato difficoltà alle banche e alle imprese, avete giocato d'azzardo con i risparmi degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E ora cosa succede? Che in pochi giorni dovete cambiare tutto, come dire, avete planato sulla terra, avete capito che questa manovra non funziona e la dovete cambiare. Ma io mi domando: non potevate arrivarci prima? Ma davvero bisognava perdere tutto questo tempo, per comprendere che la manovra che avevate in testa non stava né in cielo né in terra e che non era sostenibile, non perché lo dice l'Europa, ma perché non ha senso, dal punto di vista economico (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

E adesso il Paese come si trova? Adesso il Paese è fermo, alla faccia di tutti gli slogan che sono stati utilizzati e attende; attende che voi completiate, come tutti i Governi, il negoziato con Bruxelles, perché la montagna ha partorito un topolino. E, allora, io ricordo - e credo che anche gli italiani ricordino e tutti i colleghi - le parole del Ministro Di Maio che - cito testualmente – diceva: il 2,4 per cento non si tocca, perché siamo uno Stato sovrano. E, poi, arrivava Salvini che ha inaugurato il negoziato del “me ne frego” e pensava con un po' di atteggiamento da bullo di andare in Europa e portare a casa dei risultati. E, poi, ci siamo trovati il Presidente Conte che è un “Lexotan”, serve per rassicurare quando la situazione è difficile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). È entrato in gioco e ha detto: state sereni, perché questa manovra è stata una manovra meditata, non è una manovra improvvisata.

Allora, io dico al Presidente del Consiglio che evidentemente non ha trovato il tempo, non ritiene questa discussione importante e, quindi, frequenta poco il Parlamento, che visto che quella era una manovra, come dire, non improvvisata, non potevate almeno portare, non dico una manovra vera, ma verosimile? Almeno per non umiliare il Parlamento, potevate fare lo sforzo di presentare una manovra verosimile che avesse un minimo di senso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

E guardi, non la tiro in ballo, Ministro Tria, perché io so che le hanno fatto fare, e non ha fatto lei, le hanno fatto fare, in Commissione bilancio, una gran brutta figura e io temo che lei, dopo un po', si rompa di questa situazione e magari prenda ed esca da questo Governo, il che sarebbe un ulteriore guaio, perché si andrebbe ad aumentare l'incompetenza di questo Governo, quindi non le dico nulla. Dico solo che dopo tante settimane si entra nel merito di una manovra che riesce a raggiungere tre grandi obiettivi: aumentare le tasse, aumentare la disoccupazione, ridurre gli investimenti e dimenticare il Mezzogiorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Il Mezzogiorno non compare in questa manovra, una manovra che, come dire, gioca come con il Monopoli; voi pensate di gestire le risorse degli italiani come si gioca a Monopoli, c'è la banca, paga Pantalone, c'è spazio per tutti; poi arrivate in fondo e vi rendete conto che le risorse non bastano, non volete rinunciare alle vostre misure-manifesto e, quindi, cosa fate? Destinate agli investimenti e alle infrastrutture meno dello 0,2 per cento del PIL, vergognatevi! Lo ripeto, vergognatevi per questa presa di posizione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

Ma, nonostante tutto, arriva Di Maio che dice: le cose vanno benissimo, squadra che vince non si cambia. Allora, io vorrei capire che cosa avete vinto; forse, avete vinto la coppa Toninelli del “no alle infrastrutture”? Quella l'avete vinta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Siete stati straordinari, “no” alla TAV, “no” al TAP, salvo poi cambiare idea, “no” al terzo valico, “no” all'alta velocità per il Sud, “no” ai termovalorizzatori. Queste scelte sono scellerate, rispetto alle quali gli italiani vi chiedono già il conto di questi errori (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

E, poi, ovviamente c'è una fissa, perché voi avete un chiodo fisso, che è il “no” all'impresa. Voi proprio le imprese volete farle scappare a gambe levate; quindi, cosa fate? Andate ad aumentare la pressione fiscale, togliete l'ACE, togliete l'IRI e io mi auguro, visto che fate tanti danni all'impresa, che qualcuno trovi il tempo per bere quei 12 caffè con le dodici associazioni di categoria, non solo Confindustria o la grande impresa, ma la piccola e media impresa, artigiani, commercianti, piccoli e medi imprenditori, professionisti, che a Torino hanno detto “no” alla manovra, hanno gridato forte la loro preoccupazione per il futuro di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E voi come avete risposto ai piccoli e medi imprenditori? Con l'obbligo della fatturazione elettronica.

Questa è la vostra risposta, questo è il vostro aiuto, buttando la croce addosso alle migliaia di artigiani e piccoli e medi imprenditori e professionisti che non se ne vanno via e costruiscono quel poco di PIL che è rimasto in questo Paese. E, poi, ovviamente ci sono delle perle di saggezza. La prima, l'ecotassa; un capolavoro al contrario, una specie di Robin Hood al contrario. Se uno è povero e non ha la possibilità di cambiare la macchina e deve comprare un'utilitaria è giusto che paghi più tasse, se uno è ricco e, invece, può prendere una macchina di lusso, magari straniera, a quello gli si dà l'agevolazione, complimenti davvero (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Volevate abolire la povertà, avete abolito il buon senso.

E siccome c'è questo passaggio al Senato e non c'è mai limite al peggio, io in genere cerco di essere un'ottimista costruttiva, ma con voi fatico, ecco, voi avete fatto una minaccia, un'ulteriore minaccia al ceto medio; avete detto che il passaggio al Senato servirà per tagliare dal 25 al 40 per cento le pensioni del ceto medio. Uno schiaffo all'Italia che lavora, all'Italia che ha costruito questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Amici della Lega, è uno schiaffo in particolare al Nord. Noi diciamo forte e chiaro che quelle non sono pensioni d'oro; io sono favorevole da sempre all'abolizione dei vitalizi, ma giù le mani dalle pensioni degli italiani. Imparate da Silvio Berlusconi, che è l'ultimo che ha avuto il coraggio di aumentarle, le pensioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

MARIASTELLA GELMINI (FI). E capisco che il Ministro Salvini cominci a dubitare del contratto e dica che, adesso, si può forse rivedere. Io, come dire, gli consiglio di strapparlo questo contratto, perché in questa manovra non c'è nulla per il Sud, e l'abbiamo detto, non c'è niente per la famiglia e chiudo sul tema della disabilità. Io sono scioccata nel vedere che tutti gli emendamenti dei colleghi di Forza Italia e anche di Dall'Osso sono stati bocciati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), bocciata la proposta di Giusy Versace di aumentare le pensioni di invalidità, “no” alle detrazioni a favore delle famiglie con disabili, “no” al fondo per l'accessibilità e la mobilità dei disabili.

Con questa manovra voi portate l'Italia a sbattere. Noi vogliamo darvi un'opportunità, gli stessi emendamenti presentati da Dall'Osso, qui, alla Camera, noi li ripresenteremo al Senato e se avete a cuore i più deboli e avete a cuore questo Paese noi vi sfidiamo ad approvare quei provvedimenti. Siete ancora in tempo per correggere una manovra scellerata (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Delrio. Ne ha facoltà.

GRAZIANO DELRIO (PD). Grazie, Presidente. In questa giornata, in cui abbiamo il cuore gonfio di dolore per la tragedia di Ancona, desidero, innanzitutto, ringraziare il Presidente del Consiglio che ci ha rappresentato tutti, andando ad Ancona, credo, a nome di tutti noi (Applausi).

Però, questa giornata di dolore non può offuscare i dati, i fatti che noi abbiamo e con cui ci siamo confrontati in questi giorni. Mancano poco più di tre settimane - lo dico, Presidente, tramite lei, al ministro Tria - alla fine dell'anno e non c'è la legge di bilancio; è una cosa senza precedenti, Ministro. Lei è l'unico che, qui dentro, si può ritenere soddisfatto, perché ha avuto una grande soddisfazione, lei ha avuto la soddisfazione di poter dire in queste ore, in questi giorni…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore… cosa sta succedendo? Non volevo interrompere il deputato Delrio, ma se fate così…. Zoffili…

Andiamo avanti. Recupererà il tempo.

GRAZIANO DELRIO (PD). Come dicevo, il Ministro Tria ha avuto la grande soddisfazione di poter dire a Di Maio e a Salvini: ve l'avevo detto, ve l'avevo detto. Il foglietto del 2,4 dal balcone è scomparso, la grande strategia di stimolo al Paese sui consumi, la grande strategia di immissione di nuove forze di lavoro con l'abolizione della Fornero è scomparsa, ci acconceremo, tra pochi giorni, come il Ministro Tria aveva detto, ad avere una manovretta, una manovrina, in Senato, una cosa che viene ridotta, forse il reddito di cittadinanza arriverà a marzo, forse ad aprile, forse le pensioni, quota 100, saranno applicate a poche migliaia di persone e, quindi, questa manovra è, di fatto, una presa in giro per i bisogni, per le necessità e per le aspirazioni dell'Italia e della società italiana, perché il fatto vero che si può notare è che manca complessivamente e completamente una vostra strategia sul Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Non avete una strategia sul Paese, non c'è. Come potete pensare che le pensioni e il reddito di cittadinanza siano una strategia di crescita del Paese, di crescita sociale e culturale, di crescita economica del Paese? Ma come potete pensare che queste due cose servano alla settima potenza mondiale per continuare a crescere? Tant'è vero che da quando siete lì - da quando siete lì! -, dopo quattordici trimestri consecutivi di crescita e dopo tre anni di aumento negli investimenti fissi lordi in questo Paese - quasi il 10 per cento -, per la prima volta abbiamo dovuto registrare un trimestre di recessione e il prossimo trimestre sarà ancora negativo ed entreremo tecnicamente in recessione, non saremo, cioè, in grado di rispondere alle aspirazioni e alle speranze delle famiglie, perché molti hanno guardato a questa legge di bilancio, caro Ministro, come se fosse una risposta ai loro problemi - le famiglie italiane, le imprese italiane, la società italiana - ma si troveranno con niente in mano.

Avete previsto una crescita - solo voi - completamente fuori misura, che nessuna autorità vi riconosce e che sarete costretti a rivedere tra pochi mesi, il che vuol dire che tutti gli indicatori che ci avete presentato sono semplicemente falsi, falsi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! È una legge di bilancio che non ha i dati veri, non ha nessun dato vero. Le due principali misure non ci sono e non sappiamo come verranno applicate. E - ripeto - manca una cosa essenziale, perché avete le vostre colpe nella perdita di fiducia che le imprese italiane hanno registrato in questi mesi; e la responsabilità è vostra nella perdita di fiducia che le famiglie hanno registrato in questi mesi; e la responsabilità è vostra nel blocco degli investimenti che ha provocato il rallentamento del terzo trimestre; e la responsabilità è vostra perché siete stati capaci di parlare solo di blocco (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

E visto che lei parla molto di investimenti pubblici, mentre andrebbero considerati, invece, gli investimenti totali, nella manovra avete depresso gli investimenti totali perché avete depresso gli investimenti delle imprese, avete depresso Industria 4.0, avete depresso, cioè, ciò che determina realmente una strategia di crescita in questo Paese. E non c'è una strategia per il Mezzogiorno, non c'è una strategia per promuovere realmente il lavoro dei nostri giovani e vi avevamo fatto una proposta semplice.

Queste sono le vostre colpe, ma noi sappiamo che esiste anche una congiuntura. Ho sentito dire in questi giorni - e mi fa sorridere e lo dico perché c'è qualche esponente nel Governo che ha un buon senso e una ragionevolezza - che la povertà l'ha fatta il PD in questo Paese. Noi non siamo così sciocchi da pensare che se c'è un rallentamento dell'economia mondiale la responsabilità sia del Ministro Tria e non siamo così “innamorati” dell'opposizione da non capire che dobbiamo tifare per il nostro Paese. Allora, c'è un pezzo di responsabilità che non è vostra e, cioè, c'è un rallentamento oggettivo dell'economia. Ma è proprio quando - è proprio quando! - le difficoltà si fanno importanti, quando il mare si agita che bisogna tenere la barra dritta e avere le idee chiare e non le idee confuse. Invece, abbiamo avuto almeno 40 proposte diverse negli ultimi dieci giorni da parte dei due Vicepremier (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico): e le pensioni al 20 e poi al 40; e la tassa qui e poi la tassa là; e poi l'ecotassa e poi qui e poi là.

Allora, c'era una proposta semplicissima e lei lo sa, Ministro. Le nostre imprese soffrono perché l'assunzione dei lavoratori e il costo del lavoro sono troppo elevati rispetto a quelli di Francia e Germania. Inoltre, sa che l'altro elemento che avrebbe potuto stimolare i consumi era il fatto di rimettere in tasca ai lavoratori dipendenti e ai salariati più potere d'acquisto, cioè più stipendi (tecnicamente l'abbassamento del cuneo fiscale). Se aveste concentrato le vostre risorse nell'abbassamento del cuneo fiscale avremmo avuto sicuramente più consumi e sicuramente più assunzioni, con più giovani a tempo indeterminato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Queste sono i due gap che ci separano dalle altre imprese tedesche o francesi. Queste sono le cose che danno competitività al sistema ma non avete voluto farlo, innamorati come siete, di misure di spesa corrente che non rendono strutturalmente più forte questo Paese.

E vi abbiamo detto anche un'altra cosa: non fate confusione - non fate confusione! - e lo dico a chiunque qui dentro abbia a cuore l'abolizione della povertà, perché questo non si fa per decreto ma si fa con fatica e con i provvedimenti giusti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Allora, non fate confusione: il reddito di cittadinanza non è una misura contro la povertà o lo è? Ve l'hanno detto le trenta associazioni dell'Alleanza contro la povertà, quelle che la povertà tutti i giorni la vedono lì, nelle mense. Peraltro, non capisco perché non riusciamo ad aumentare le mense per il Banco alimentare e non ho capito perché avete rifiutato questo emendamento e avete messo in difficoltà un sistema di assistenza rifiutando vergognosamente questo emendamento, vergognosamente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Allora, dopo avere criminalizzato le cooperative sociali, le associazioni del volontariato cattolico, quelle di sinistra e quelle di destra e di che cavolo me ne frega e non me ne frega, siete riusciti anche a pensare che, siccome c'era una misura fatta con loro, fatta con le associazione contro la povertà, ed era una misura che stava entrando in campo, che era entrata in campo da pochi mesi e che cominciava a funzionare, allora questa misura andava smantellata e andava smantellata per fare il reddito di cittadinanza. Questa misura era basata sui comuni, dove ci sono gli assistenti sociali che conoscono le persone che stanno male, dove li possono accompagnare in un percorso di inserimento lavorativo, dove possono appoggiarli a delle famiglie e a reti di famiglie solidali.

No! Avete deciso che si azzera tutto e si riparte daccapo, basandovi su cosa? Su una grande riforma sui centri per l'impiego, una delle cose che veramente nessuna persona di buon senso in questo mondo potrebbe ritenere capace di fare una lotta alla povertà o di creare lavoro, perché il lavoro si crea con le imprese, il lavoro si crea facendo funzionare beni i servizi pubblici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), facendo investimenti sulle aziende di trasporto pubblico, facendo investimenti sulla sanità pubblica e sulla scuola pubblica e non si crea dando ai centri per l'impiego il compito di creare il lavoro. Meno di tre anni non ce li metterete.

E, allora, i poveri sono dimenticati da questa manovra. Ci saranno molte persone che saranno deluse da questa manovra, molte che avevano riposto delle speranze in voi. Io non voglio discutere: i cittadini hanno sempre ragione, ma i fatti sono testardi e vi troverete, tra pochi mesi, abbandonati non solo da noi, che voteremo orgogliosamente contro questa manovra, ma soprattutto dal popolo italiano (Prolungati applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cestari. Ne ha facoltà.

EMANUELE CESTARI (LEGA). Grazie, Presidente. Gentili colleghi e rappresentanti del Governo, ho accettato con gratitudine l'incarico del capogruppo per esprimere questa dichiarazione di voto del mio gruppo sulla legge di bilancio, provvedimento che ho accompagnato in V Commissione. Il contesto dal quale questa legge di bilancio trae la propria origine lo ritroviamo nelle notizie giornalistiche che sin dal voto del 4 marzo dipingono la nostra nazione come un Paese allo sbando, prossimo e vicinissimo alla bancarotta.

Se noi, come ci definisce il Financial Times, siamo dei barbari, non è perché gli italiani siano stati contagiati dal populismo ma è perché in Italia la democrazia è ancora la base di questo Stato e questo e ciò che è emerso dall'elezione del 4 marzo. I cittadini italiani, con il loro voto, ci hanno voluto dire di essere stanchi di ascoltare la lezioncina di chi ha impersonato un modello di unione fallimentare. Basta guardarsi intorno per comprendere come questo modello abbia aumentato la conflittualità sociale e internazionale e sia viziato da un'ipocrisia di fondo poiché si spacciano scelte politiche per scelte tecniche.

Vede, Presidente, i Governi precedenti hanno avuto un atteggiamento da primi della classe, mentre altri Paesi, a differenza di noi, hanno ritenuto di non obbedire a tutte le regole dettate dai loro concorrenti, dettate dai loro concorrenti. Questi Paesi, infatti, hanno raggiunto il sentiero di crescita di lungo periodo, mentre noi no. Del resto, Presidente, il nostro Paese ha barattato un po' di flessibilità, accettando un'immigrazione incontrollata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e non è stata l'unica volta. Ricordiamo il provvedimento, assunto in un'anonima domenica di novembre, che ha incenerito i risparmi di migliaia di italiani. Ciò nonostante, tutte le politiche poste in essere dai precedenti Governi sono state politiche di austerità, che hanno intaccato gli inderogabili principi di solidarietà che sono fondamento della nostra Costituzione.

Presidente, l'articolo 3 della Costituzione, secondo periodo, leggiamolo: è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Dobbiamo ricordare il secondo periodo dell'articolo 3. L'austerità alla quale ci hanno ormai abituato, intaccando questi inderogabili doveri di solidarietà, ha messo sì a rischio il patto sociale del Paese e al termine di questo periodo ha visto aumentare i poveri.

L'unica soluzione è questa manovra di bilancio coraggiosa ed espansiva. La manovra da fare ora, sia in termini congiunturali che strutturali, è quella che oggi andiamo a votare, una manovra espansiva. Occorre rilanciare la domanda interna che viene messa in opera con le misure a sostegno dei redditi e degli investimenti, con l'alleggerimento della pressione fiscale e, in obbedienza all'articolo 3 della Costituzione, con le politiche sociali (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Presidente, respingere manovre di austerità e recessione, inoltre, ci aiuterà ad aprire finalmente il dibattito sul significato di permanenza del nostro Paese nell'attuale Unione europea. È indubbio che siamo in una situazione di recessione, fatichiamo a vedere la luce, e, proprio per questo motivo, riteniamo che l'impianto espansivo della legge di bilancio abbia una piena legittimità e possa contribuire a risolvere il problema. Coraggio, responsabilità e buonsenso sono le tre direttrici di questa manovra. Siamo uno dei Paesi che ha fondato l'Unione europea e siamo contributori netti dell'Unione europea. Abbiamo creduto nel progetto di unione e di crescita comune, crescita comune, ma non con queste regole, non a queste condizioni. E, se per difendere il nostro Paese sarà necessario alzare un po' la voce, noi della Lega abbiamo il coraggio di farlo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Presidente, avendo udito gli interventi che mi hanno preceduto, temo che solo in quest'Aula ancora qualcuno non abbia capito la drammatica situazione in cui versiamo, e questo testimonia come alcune componenti politiche siano ancora distanti dal Paese reale. Ed è per questi motivi, Presidente, che annuncio la dichiarazione di voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Faro. Ne ha facoltà.

MARIALUISA FARO (M5S). Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi, colleghe, oggi è un giorno importante per il MoVimento 5 Stelle perché è il giorno in cui i temi e le battaglie storiche del MoVimento sono state scritte nero su bianco (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per la prima volta si sta realizzando una manovra diversa, una manovra del cambiamento vero. Ci rendiamo conto che è difficile fare un cambiamento, è impegnativo spiegarlo e farlo comprendere a chi per anni ci ha solo chiesto sacrifici per lo più inutili, perché hanno gettato l'Italia e gli italiani in un baratro di povertà. In questi giorni abbiamo sentito ogni sorta di critica nei nostri confronti e del Governo in generale, ma noi siamo qui, adesso, a fare quello che gli italiani ci hanno chiesto il 4 marzo. Ed è questo che i partiti delle opposizioni non capiscono, questo è quello che non comprendono: noi abbiamo ascoltato il grido di aiuto, di speranza, un grido che veniva dai cittadini per farsi sentire; e noi li abbiamo sentiti, li abbiamo ascoltati, cosa che ormai i partiti non fanno più da anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Oggi siamo qui, ma comunque siamo e restiamo cittadini, imprenditori, commercianti, artigiani, studenti, e quindi conosciamo bene i problemi che ci sono e siamo qui proprio per rappresentarli…

PRESIDENTE. Bartolozzi, per favore!

MARIALUISA FARO (M5S). …perché noi siamo loro. Ma parliamo di temi e di fatti, perché questo è quello che conta. Dicono che la nostra legge di bilancio non c'è, non esiste, è addirittura vuota. Questo è un insulto a tutto il lavoro parlamentare e ai cittadini, perché la legge di bilancio è il risultato dei bisogni dei nostri cittadini. Oggi diciamo basta: basta alle manovre fatte di tasse e tagli ai servizi fondamentali, basta a una politica sorda e cieca (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); quella politica che ha regalato i soldi alle banche, quella politica che ha distrutto il mondo del lavoro con il Jobs Act e quella che ha creato gli esodati e cinque milioni di poveri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questa legge di bilancio va raccontata, e raccontiamola agli italiani, che hanno diritto di sapere e di essere informati correttamente. Raccontiamo il reddito di cittadinanza, perché nessuno deve rimanere indietro, perché nessuno deve vivere al di sotto della soglia di povertà. Infatti, abbiamo già previsto nella manovra 4 mila assunzioni per i centri per l'impiego, una misura fondamentale per dare piena attuazione al reddito di cittadinanza; ed è la dimostrazione che questa è una misura collegata al lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Con quota 100 si avvierà quel ricambio generazionale che si era bloccato a causa della legge Fornero, che, come dichiarato da autorevoli voci nel 2015, ha fatto perdere 36 mila posti di lavoro. Questi provvedimenti, è bene che si sappia, saranno contenuti in decreti collegati. Nella manovra finanziaria abbiamo stanziato i fondi che copriranno queste misure in modo strutturale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Abbiamo disinnescato l'IVA per 12 miliardi di euro, e abbiamo bloccato l'aumento delle accise: tutti regali dei Governi precedenti, i Governi lacrime e sangue (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). I risparmiatori truffati…

PRESIDENTE. Per favore! Per favore!

MARIALUISA FARO (M5S). …ora potranno rivalersi sulle autorità di vigilanza, anche dopo aver chiesto il rimborso: lo scudo è stato eliminato, e abbiamo aumentato il fondo di ben 14 volte rispetto a quanto stanziato dal Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Abbiamo ascoltato anche gli enti locali, che ci chiedevano a gran voce maggiori risorse per investire in servizi pubblici fondamentali, dal trasporto pubblico alle strade, passando per la scuola e la sanità. Ci saranno 12 mila assunzioni per internalizzare il servizio di pulizia nelle scuole, che prima era in mano a ditte appaltatrici con costi molto più alti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

E nell'ambito sanitario è importante quello che abbiamo fatto: abbiamo aumentato il Fondo per lo screening neonatale, quegli esami che servono per salvare la vita ai neonati. Vi ricordate il caso di quella donna che partoriva e pioveva in sala parto, o i pazienti sommersi dalle formiche? Ebbene, questo non deve più capitare, perché al loro posto potevamo esserci noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E allora noi abbiamo investito 4 miliardi nell'edilizia sanitaria, perché le strutture sanitarie devono essere sicure e funzionali.

E poi c'è il tema della natalità, che favoriamo attraverso una manovra espansiva, ampliando il buono per gli asili nido pubblici e privati, da 1.000 a 1.500 euro: perché i bambini sono il nostro futuro, e questo non dobbiamo dimenticarlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Nell'ambito culturale con l'incremento del tempo pieno nella scuola primaria, e quindi favorendo l'assunzione di 2 mila insegnanti in più, si offrirà un aiuto concreto alle famiglie, e soprattutto si migliorerà un'offerta formativa che ha bisogno di essere migliorata. E non ci dimentichiamo delle piccole e medie imprese, per cui prevediamo un credito di imposta pari al 50 per cento se investono in formazione 4.0 per i propri dipendenti; e non dimentichiamo neanche il raddoppio delle detrazioni IMU sui capannoni industriali (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier). Contrasteremo il lavoro sommerso attraverso nuove risorse all'Ispettorato del lavoro, tutelando salute e sicurezza.

PRESIDENTE. Per favore!

MARIALUISA FARO (M5S). Per non parlare della riduzione fiscale che riguarda sia i professionisti, attraverso l'estensione del regime forfettario, sia più in generale le imprese, con la riduzione di ben 9 punti percentuali dell'Ires (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

In conclusione, Presidente, questi sono solo alcuni dei provvedimenti contenuti nella nostra legge di bilancio. E mi meraviglia che le opposizioni dicano che la nostra legge di bilancio è vuota: questa è e resterà una manovra espansiva, perché rifiutando la logica dell'austerità abbiamo inserito 22 miliardi in più nell'economia reale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Una manovra fatta dal popolo, e per il popolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sottolineo “per il popolo”: magari qualcuno ancora non lo ha capito, perché mi rendo conto che è difficile capire il vero cambiamento che stiamo facendo. Ed è per questo che, essendo la prima legge di bilancio sia per me che per il MoVimento 5 Stelle, e perché sono certa che stiamo cambiando finalmente la qualità di vita dei cittadini, annuncio con grande emozione il voto favorevole del mio gruppo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale, per le quali era stata disposta la ripresa televisiva diretta.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà (Commenti). Per favore…Per favore…

CARLO FATUZZO (FI). Signor Presidente, consumerò 10 dei miei 60 secondi per fare i complimenti a lei, ma sinceri, perché da nove mesi che sono qui ho notato che lei ascolta tutte le parole di chiunque di noi parla, non si perde una sola parola (Applausi).

La signora Vincenza da Bagheria mi ha telefonato (non so come ha fatto a sapere il mio numero di telefono) per chiedermi quando arriverà quell'aumento di 50, 100, 120 euro al mese previsto dalla Corte costituzionale, che aveva cancellato una parte della legge Fornero. Non sono pochi soldi: per una persona che vive con 1.500 euro lordi al mese, 100 euro al mese in più sono importanti, importantissimi. Ho sentito parlare di miliardi: tramite lei vorrei che al Ministro Tria arrivasse questa mia comunicazione, e cioè di dare una mano ai pensionati che hanno chiesto l'aumento ISTAT (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

CLAUDIO BORGHI, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI, Presidente della V Commissione. Alla fine di questa sessione di bilancio è mio dovere e piacere, signor Presidente e onorevoli colleghi, ringraziare tutti gli onorevoli commissari della V Commissione (Bilancio), sia di maggioranza che di opposizione, a cui do atto di aver svolto un lavoro approfondito e corretto. Grazie ai rappresentanti del Governo, che hanno partecipato ai lavori della Commissione. Grazie a tutto il lavoro degli uffici, dei commessi, degli assistenti, che non si vedono ma hanno lavorato giorno e notte continuativamente. E a proposito di lavori giorno e notte, un ringraziamento speciale al consigliere dottor Somma, a cui si deve buona parte del successo di questa legge (Applausi).

Penso si sia fatto un ottimo lavoro. Per natura non sono mai soddisfatto, da gennaio lavorerò per migliorare l'organizzazione dei lavori (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

RAPHAEL RADUZZI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI, Relatore per la maggioranza. Presidente, solo per aggiungere anche i miei, di ringraziamenti, anche al presidente, che ha fatto un ottimo lavoro in Commissione, a tutti i commissari di maggioranza e di opposizione, che sono sempre stati “sul pezzo” e hanno svolto un ottimo lavoro, ai membri del Governo, e ovviamente a tutti gli uffici che hanno svolto un grandissimo lavoro (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

(Coordinamento formale - A.C. 1334-A/R)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1334-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1334-A/R:

“Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021” (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42) (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea per il periodo 10-23 dicembre 2018 e conseguente aggiornamento del programma.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stata stabilita la seguente rimodulazione del calendario dei lavori per il pericolo 10-23 dicembre:

Lunedì 10 dicembre (ore 15, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali delle mozioni Molinari, D'Uva ed altri n. 1-00083 e Gadda ed altri n. 1-00087 concernenti iniziative volte alla tutela dei prodotti agroalimentari italiani propri della dieta mediterranea, con particolare riferimento ad una proposta di risoluzione in discussione presso l'Assemblea generale dell'ONU in materia di nutrizione e salute

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 523 e abbinate – Delega al Governo in materia di insegnamento curricolare dell'educazione motoria nella scuola primaria

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 290 e abbinate - Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell'acquacoltura con metodo biologico

Martedì 11 dicembre (ore 10-14)

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 13 e 14 dicembre

Martedì 11 (ore 14,30-20, con eventuale prosecuzione notturna) e mercoledì 12 dicembre (antimeridiana)

Esame delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge n. 1408 - Conversione in legge del decreto-legge 23 ottobre 2018, n. 119, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e finanziaria (approvato dal Senato – scadenza: 22 dicembre 2018)

Seguito dell'esame delle mozioni Fiano ed altri n. 1-00072, Fornaro ed altri n. 1-00078 e D'Uva e Molinari n. 1-00084 recanti iniziative volte al contrasto della violenza neofascista e neonazista

Seguito dell'esame delle mozioni Molinari, D'Uva ed altri n. 1-00083 e Gadda ed altri n. 1-00087 concernenti iniziative volte alla tutela dei prodotti agroalimentari italiani propri della dieta mediterranea, con particolare riferimento ad una proposta di risoluzione in discussione presso l'Assemblea generale dell'ONU in materia di nutrizione e salute

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 523 e abbinate – Delega al Governo in materia di insegnamento curricolare dell'educazione motoria nella scuola primaria

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 290 e abbinate - Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell'acquacoltura ottenuta con metodo biologico

Mercoledì 12 dicembre (ore 16, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1408 - Conversione in legge del decreto-legge 23 ottobre 2018, n. 119, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e finanziaria (approvato dal Senato – scadenza: 22 dicembre 2018)

Giovedì 13 dicembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nelle giornate di venerdì 14, fino alle ore 13, sabato 15 e domenica 16 dicembre)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1408 - Conversione in legge del decreto-legge 23 ottobre 2018, n. 119, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e finanziaria (approvato dal Senato – scadenza: 22 dicembre 2018)

Lunedì 17 dicembre (ore 14-20, con eventuale prosecuzione notturna)

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti per la settimana precedente e non conclusi

Martedì 18 dicembre (ore 9.30-14)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 955 - Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici (approvato dalla Camera – ove modificato dal Senato)

Martedì 18 dicembre (ore 14,30-20, con eventuale prosecuzione notturna)

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 955 - Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici (approvato dalla Camera – ove modificato dal Senato)

Al termine delle votazioni, avrà luogo la discussione sulle linee generali dei seguenti argomenti:

Mozioni Meloni ed altri n. 1-00080 (nuova formulazione) e Scalfarotto ed altri n. 1-00089 concernenti la sottoscrizione del cosiddetto Global Compact, in materia di migrazioni

Relazione delle Commissioni riunite III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) sulla deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali nel periodo 1° ottobre-31 dicembre 2018, adottata il 28 novembre 2018 (Doc. XXV, n. 1) e sulla relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita al periodo 1° gennaio-30 settembre 2018, anche al fine della relativa proroga per il periodo 1° ottobre-31 dicembre 2018, deliberata dal Consiglio dei ministri il 28 novembre 2018 (Doc. XXVI, n. 1)

Mercoledì 19 dicembre (ore 9.30-14 e ore 16-20, con eventuale prosecuzione notturna)

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti iscritti all'ordine del giorno di lunedì 17 e martedì 18 dicembre

Seguito dell'esame delle mozioni Meloni ed altri n. 1-00080 (nuova formulazione) e Scalfarotto ed altri n. 1-00089 concernenti la sottoscrizione del cosiddetto Global Compact, in materia di migrazioni

Seguito della discussione della Relazione delle Commissioni riunite III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) sulla deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali nel periodo 1° ottobre-31 dicembre 2018, adottata il 28 novembre 2018 (Doc. XXV, n. 1) e sulla relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita al periodo 1° gennaio-30 settembre 2018, anche al fine della relativa proroga per il periodo 1° ottobre-31 dicembre 2018, deliberata dal Consiglio dei ministri il 28 novembre 2018 (Doc. XXVI, n. 1)

Giovedì 20 e venerdì 21 dicembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nelle giornate di sabato 22 e domenica 23 dicembre)

Esame della proposta di legge costituzionale n. 1173 e abbinata - Modifica all'articolo 71 della Costituzione in materia di iniziativa legislativa popolare

Esame del disegno di legge di Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (ove modificato dal Senato)

Venerdì 14 dicembre, alle ore 18, avrà luogo, nell'Aula della Camera, il concerto di Natale.

Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì, a partire dalle ore 15.

Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Signor Presidente, in fine seduta di oggi, 8 dicembre 2018, vorrei rendere omaggio agli appassionati di ballo liscio, in particolare i non più giovanissimi ma sempreverdi anziani che affollano le nostre sale da ballo per i consueti valzer, tango, mazurka e anche qualche cha cha cha. Un gruppo di ballerini - ne nomino uno per tutti - è il gruppo dei No comment di Milano, così chiamati perché quando gli si chiede un'intervista rispondono sempre: no comment. Sono sposati, sono dieci ballerini: Donato e Flavia, Paolo e Paola, Michele e Maria, Mario e Paola, Luciano e Margherita. Ballano sempre tra di loro, marito e moglie, rappresentano la gioventù che resta sempre giovane. Viva e pensionati! Pensionati all'attacco!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giuliodori. Ne ha facoltà.

PAOLO GIULIODORI (M5S). Presidente, purtroppo questa notte nel mio territorio è avvenuta una vera e propria tragedia. In un locale di Corinaldo, in provincia di Ancona, durante un concerto con circa mille spettatori, all'improvviso si è scatenato il panico e c'è stato un fuggi fuggi generale. Nella calca che si è generata sono rimaste coinvolte più di 100 persone, travolte, schiacciate dalla folla, e sei persone sono morte. Stanotte in quel locale hanno perso la vita cinque ragazzi ed una mamma, che aveva accompagnato la propria figlia al concerto. Altre sessanta persone sono rimaste ferite, alcune delle quali sono in gravi condizioni. Sono senza parole, non si può che rimanere scioccati, sconvolti, di fronte a una tragedia come questa, se si pensa che quei ragazzi si trovavano lì per divertirsi ed in pochi secondi tutto è degenerato trasformandosi in un'immane tragedia. È scioccante che siano rimasti coinvolti dei ragazzi così giovani, ed è ancora più scioccante che questa tragedia sia forse dipesa da uno scherzo di cattivo gusto. Ma ora non è il momento di cercare responsabilità, ora è il momento del lutto e della riflessione. Il mio pensiero va ai familiari, alle madri e ai padri di questi ragazzi, che stanotte non hanno visto tornare a casa i loro figli. Voglio esprimere la mia vicinanza e le mie condoglianze ai familiari delle vittime (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Presidente, questo di cui parlo è un argomento un po' meno tragico di quello ricordato dal collega che mi ha preceduto, però è un argomento che lascia pensare e dà tanto senso di amarezza. Si continuano a chiudere giornali, si continuano a mandare a casa giornalisti, di giornali grandi ma anche di giornali piccoli. Questa volta è il caso del Messaggero di Sant'Antonio, un giornale che tira 350 mila copie, che ha una tiratura e una presenza mondiale proprio per la presenza di missionari di Sant'Antonio in tutto il mondo. Si mandano a casa, si licenziano, senza preavviso, sette giornalisti. Il mio intervento - e non rubo tanto tempo - è prima di tutto quello di esprimere solidarietà a queste sette persone, e aggiungo anche che, in un momento vicino al Natale, diventa doppiamente pesante per queste famiglie.

Ma soprattutto pongo una riflessione che ho già fatto nel mio primo intervento in quest'Aula appena arrivato, quando, sempre in un caso simile, sempre su un giornalista che si era tolto la vita nell'espressione della sua, probabilmente profonda tristezza, nel vedere un giornale chiudersi, quindi nel vedere anche la prospettiva di una carriera andata in fumo, anche quella volta esprimevo una sorta di preoccupazione e chiedevo a lei, Presidente di questo importante Parlamento, una sorta di messaggio, prima di solidarietà ma anche di azione, di sensibilizzazione verso il Governo, per cercare in qualche maniera di salvare delle grandi professionalità, dei giornali che hanno una missione, in questo caso anche religiosa, anche di informazione, ma che soprattutto danno un pizzichetto, uno spicchietto di democrazia ogni volta che si presentano davanti a un cittadino. Ed è, se noi riusciamo a fare qualcosa per questi giornalisti, per queste testate, per questi giornali, un segno di grande civiltà.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Spadoni. Ne ha facoltà.

MARIA EDERA SPADONI (M5S). Grazie, Presidente. “Niente muri, ma ponti hot” - un titolo di un articolo di questa mattina - “Aria frizzante alla Camera in queste giornate pre-natalizie. Sono sempre le signore del MoVimento 5 Stelle le più vivaci. Sarà la loro giovane età con relativa esuberanza (…)”, e così via. Ora, Presidente, io sono stanca, le dico la verità, sono stanca perché ci ritroviamo di fronte all'ennesimo commento, un commento sessista. La giornalista si chiama Romana Liuzzo e io dico subito che io non mi faccio dare della “vivace” da una giornalista, non mi faccio dare della “esuberante” da una giornalista, perché questa non è informazione, questo è semplicemente sessismo. Non trovo altre parole per dirlo. Allora, se vogliamo tutelare le donne, lo dobbiamo fare anche in questa sede, quindi chiedo anche a lei, Presidente, di difendere l'onorabilità di questa istituzione, perché qua dentro - e lo dico con un grosso dispiacere - non credo che ci sia un gruppo parlamentare che non abbia avuto una sua collega offesa, derisa o che non abbia ricevuto attacchi sessisti. Quindi, io faccio proprio un discorso a livello di tutti i gruppi parlamentari, perché nessun gruppo parlamentare ne è stato esente, purtroppo. Mi dispiace molto di questi continui gossip e articoli, soprattutto perché non vedo nomi, quindi se una giornalista dice che le donne del MoVimento 5 Stelle sono donne esuberanti, mette dentro anche a me, questo mi irrita non poco. Credo che dovremmo tutti fare un esame di coscienza anche nei confronti dei commenti, delle risatine, dei gossip che, purtroppo, ho sentito in questa settimana anche in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Carfagna. Ne ha facoltà.

MARIA ROSARIA CARFAGNA (FI). Mi scusi, Presidente. So che non mi sono iscritta a parlare per tempo, ma, vista la rilevanza del tema, sono sicura che lei comprenderà il mio desiderio di rispondere all'intervento della collega Spadoni, naturalmente esprimendo la mia solidarietà personale e anche la solidarietà da parte del gruppo di Forza Italia per le allusioni che sono state mosse nei confronti delle colleghe del gruppo del MoVimento 5 Stelle: vivaci, esuberanti, eccetera, eccetera. Sicuramente non sono espressioni condivisibili, piacevoli, gradevoli, vanno condannate, però io mi auguro, considerata la vostra sensibilità, collega Spadoni, per il tramite del Presidente Fico, che da oggi in poi si condannino tutte le altre espressioni e gli altri insulti di ben altra volgarità, che da anni, anni e anni vengono sputati addosso e vomitati addosso alle donne che sono impegnate in politica.

Noi ne abbiamo ricevuti tanti, ne abbiamo ricevuti tanti anche all'interno dei commenti del blog del MoVimento 5 Stelle. So che la collega Spadoni ha condannato questi insulti, come lo ha fatto lei, eppure, Presidente, la condanna non è stata unanime, il capogruppo D'Uva, che è intervenuto, quando dai banchi di Forza Italia è stata sollevata questa questione per delle espressioni vergognose che sono state rivolte alla collega Siracusano, ha semplicemente detto che loro non sono responsabili dei commenti che vengono pubblicati sul blog del MoVimento 5 Stelle. Sappiamo che si possono cancellare, sappiamo che si possono bannare, sappiamo che si possono bloccare, soprattutto sappiamo, finalmente, che si possono e si devono condannare in quest'Aula. Noi ci siamo e sappiamo che, da oggi in poi, ci sarete anche voi e siamo felici (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Grazie. Prendo spunto dalle parole della collega Spadoni per unirmi alla solidarietà per le colleghe del MoVimento 5 Stelle, che sono state raggiunte da offese o da aggettivi o da accuse di tipo sessista; ovviamente unisco queste parole di accoglimento di ciò che ha detto la collega Spadoni per rifiutare, da parte nostra, qualsiasi atteggiamento sessista nei confronti delle colleghe. Ovviamente non solo nei confronti delle colleghe impegnate in politica. Purtroppo penso, Presidente, che dovremmo aggiungere alle parole di solidarietà, di sdegno e di condanna, un sentimento di grande amarezza, che nell'Aula della Camera deputati - oltre alle rilevanti questioni politiche che dibattiamo e che pur ci dividono, è bene che queste invece ci uniscano - si debba commentare questo tipo di parole rivolte alle colleghe. Evidentemente, la cultura dell'insulto, dell'offesa, del sessismo è penetrata anche qua dentro. Uniamoci tutti, per favore, perché perlomeno in quest'Aula sia fatta barriera a questo modo di considerare il giudizio sulle persone e sulle donne in particolare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Come sapete, già sono intervenuto pubblicamente con un duro post rispetto agli attacchi sessisti e ai commenti che purtroppo spesso girano, così mi unisco per stigmatizzare questa tipologia di articoli, questa insinuazione costante. Tra le cose più fastidiose, anche rispetto a questa questione, è che poi le donne sono “vivaci” e gli uomini, in questo caso, non vengono proprio citati (Applausi) ed è davvero fastidioso. Quindi sono chiaramente articoli sessisti e questa Presidenza ed io assolutamente non li tollero e insieme lavoreremo affinché ci sia un modo per uscirne e cercare di creare una cultura molto più avanzata (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tiramani. Ne ha facoltà.

PAOLO TIRAMANI (LEGA). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, intendo intervenire in quest'Aula per stigmatizzare un grave fatto accaduto nei giorni scorsi sui social network e ripreso duramente dalla stampa. La Lega, attraverso il suo ufficio staff, ha pubblicizzato la manifestazione di oggi, 8 dicembre, in maniera ironica, raffigurando alcuni avversari politici, avversari, appunto, come ha specificato Matteo Salvini, raffigurandoli e facendo seguire la frase “lui non ci sarà”. Per tutta risposta, un sito che oso definire indecente ha raffigurato l'onorevole e amico, scomparso tragicamente tre anni fa, Gianluca Buonanno, accompagnato dalla scritta “lui non ci sarà”. Questa, signor Presidente, non è satira politica, questo è sciacallaggio, questa è immondizia (Applausi), che noi tutti dobbiamo censurare, per il rispetto dell'uomo, della persona, del padre di famiglia, per tutto quello che ha fatto, indipendentemente dal colore politico, per la sua città e per il suo Paese. Oggi decine di migliaia di persone hanno invaso pacificamente piazza del Popolo, lo hanno fatto anche nel suo ricordo e nel pensiero di tutti noi verso la sua figura, ciao Gianluca (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iovino. Ne ha facoltà.

LUIGI IOVINO (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei condividere con tutti voi questa lettera: “Salve, onorevole, mi chiamo Donato, sono un agente della polizia di Stato e ho compiuto da poco ventotto anni. Sono entrato in polizia da un anno e sono un ragazzo fortunato e le spiego anche il motivo: tutti nella vita hanno dei sogni, degli obiettivi, il mio da sempre era quello di entrare a far parte del Corpo della polizia di Stato, per fortuna ce l'ho fatta, e dico per fortuna, perché bastava che il requisito entrato in vigore da poco, ovvero il limite d'età abbassato da 30 a 26 anni non compiuti, valesse anche per il mio concorso e non avrei avuto la possibilità di partecipare. Capisce cosa significa essere escluso per un limite d'età troppo basso? Un ragazzo, a 26 anni, dovrebbe avere ancora la possibilità di partecipare ad un concorso, a 26 anni si è ancora giovani e si è ancora in forza. Quello che vi chiedo, a nome di tutti i ragazzi che ora si trovano esclusi, è di battersi per loro, perché stanno ancora sognando una divisa”.

Vede, Presidente, noi in questo mese abbiamo sempre avuto come monito la promozione dei giovani, la promozione dei giovani ad ogni livello, sia nelle istituzioni, sia per servire le istituzioni e per servire lo Stato e, allora, quando questi giovani, quando questi ragazzi mi inviano queste lettere, a me come a tanti altri miei colleghi, io mi trovo di fronte a una riflessione da dover affrontare. Non è possibile che siano ancora in vigore queste normative, primo, perché dal punto di vista giuridico vanno totalmente in conflitto con quello che prevede la Costituzione, ma anche dal punto di vista del buonsenso, dell'oggettività; non è normale precludere a una persona che ha 26 anni, 28 anni, di poter partecipare a dei concorsi, soprattutto se consideriamo che questi giovani, se qualcuno di loro volesse continuare il percorso di studi all'Università o volesse terminarlo e laurearsi, non ne avrebbe più la possibilità, perché una volta che finisce a 25 o 26 anni ha finito e non può più parteciparvi.

Allora, mettiamoci in testa e iniziamo a capire che chi vuole indossare una divisa lo fa per servire lo Stato, non per cercare il posto fisso. Lavorare e servire le istituzioni è un compito che richiede tanti sacrifici che i nostri giovani hanno fatto e stanno continuando a fare. Quindi, la politica, in questo momento, deve dare delle risposte a una generazione che è stata esclusa, perché ricordiamo che escludendo un solo giovane, facendo sì che un solo giovane sia escluso da questi concorsi per l'età, si vuole escludere un'intera generazione di giovani che noi dobbiamo rappresentare. Dobbiamo rappresentare le loro istanze (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 10 dicembre 2018 - Ore 15:

1. Discussione sulle linee generali delle mozioni Molinari, D'Uva ed altri n. 1-00083 e Gadda ed altri n. 1-00087 concernenti iniziative volte alla tutela dei prodotti agroalimentari italiani propri della dieta mediterranea, con particolare riferimento ad una proposta di risoluzione in discussione presso l'Assemblea generale dell'ONU in materia di nutrizione e salute .

2. Discussione sulle linee generali del testo unificato delle proposte di legge:

MARIN ed altri; VANESSA CATTOI ed altri; VILLANI ed altri; ROSSI ed altri; RAMPELLI ed altri: Delega al Governo in materia di insegnamento curricolare dell'educazione motoria nella scuola primaria.

(C. 523-784-914-1221-1222-A)

Relatore: MARIANI.

3. Discussione sulle linee generali del testo unificato delle proposte di legge:

GADDA ed altri; CENNI e INCERTI; PARENTELA ed altri; GOLINELLI ed altri: Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell'acquacoltura con metodo biologico.

(C. 290-410-1314-1386-A)

Relatore: MAGLIONE.

La seduta termina alle 16,25.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 i deputati Caffaratto, Gusmeroli e Vinci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 1 e 2 la deputata Gribaudo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 8 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita a votare;

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 22 il deputato Berti ha segnalato che non è riuscito a votare;

nelle votazioni dalla n. 3 alla n. 7 il deputato Caffaratto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 9 e 10 il deputato Caffaratto ha segnalato che non è riuscito a votare;

nelle votazioni nn. 9 e 10 il deputato Baratto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 15 e 16 il deputato Librandi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 19 e 21 la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 19 il deputato Stumpo ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 22 il deputato Viviani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 23 i deputati Bubisutti e Furgiuele hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 23 la deputata Lapia ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 26 la deputata Tateo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 28 le deputate Lapia e Marzana hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 29 e 31 la deputata Ascari ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 33 la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 36 alla n. 39 la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 42 i deputati Berti e Tombolato ha segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 1334-A/R - Tab. 2.34, 2.35 412 412 0 207 145 267 30 Resp.
2 Nominale em. 3.1, 3.2 419 419 0 210 147 272 30 Resp.
3 Nominale articolo 3 428 425 3 213 280 145 30 Appr.
4 Nominale articolo 4 435 435 0 218 278 157 30 Appr.
5 Nominale articolo 5 434 433 1 217 280 153 30 Appr.
6 Nominale articolo 6 437 437 0 219 281 156 30 Appr.
7 Nominale articolo 7 440 440 0 221 281 159 30 Appr.
8 Nominale artcolo 8 443 443 0 222 282 161 29 Appr.
9 Nominale articolo 9 447 447 0 224 283 164 29 Appr.
10 Nominale articolo 10 448 448 0 225 284 164 29 Appr.
11 Nominale articolo 11 451 451 0 226 285 166 29 Appr.
12 Nominale em. 12.1 461 461 0 231 171 290 29 Resp.
13 Nominale em. 12.2 459 459 0 230 172 287 29 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale articolo 12 466 466 0 234 294 172 29 Appr.
15 Nominale articolo 13 465 465 0 233 292 173 29 Appr.
16 Nominale articolo 14 468 468 0 235 290 178 29 Appr.
17 Nominale articolo 15 469 469 0 235 291 178 29 Appr.
18 Nominale articolo 16 469 469 0 235 290 179 29 Appr.
19 Nominale articolo 17 472 472 0 237 292 180 28 Appr.
20 Nominale em. 18.3, 18.4 487 487 0 244 92 395 26 Resp.
21 Nominale articolo 18 488 488 0 245 300 188 26 Appr.
22 Nominale articolo 19 495 495 0 248 303 192 25 Appr.
23 Nominale odg 9/1334-A/R/81 469 468 1 235 169 299 22 Resp.
24 Nominale odg 9/1334-A/R/100 471 397 74 199 8 389 22 Resp.
25 Nominale odg 9/1334-A/R/220 473 404 69 203 100 304 22 Resp.
26 Nominale odg 9/1334-A/R/224 471 471 0 236 99 372 20 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale odg 9/1334-A/R/227 476 473 3 237 167 306 19 Resp.
28 Nominale odg 9/1334-A/R/230 473 473 0 237 173 300 19 Resp.
29 Nominale odg 9/1334-A/R/232 470 470 0 236 100 370 19 Resp.
30 Nominale odg 9/1334-A/R/240 479 479 0 240 173 306 19 Resp.
31 Nominale odg 9/1334-A/R/242 484 475 9 238 103 372 19 Resp.
32 Nominale odg 9/1334-A/R/248 473 473 0 237 174 299 19 Resp.
33 Nominale odg 9/1334-A/R/255 471 471 0 236 169 302 19 Resp.
34 Nominale odg 9/1334-A/R/258 481 481 0 241 174 307 19 Resp.
35 Nominale odg 9/1334-A/R/259 472 472 0 237 170 302 19 Resp.
36 Nominale odg 9/1334-A/R/265 482 482 0 242 176 306 19 Resp.
37 Nominale odg 9/1334-A/R/274 478 478 0 240 174 304 19 Resp.
38 Nominale odg 9/1334-A/R/282 480 420 60 211 116 304 19 Resp.
39 Nominale odg 9/1334-A/R/289 479 479 0 240 173 306 19 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 42)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale odg 9/1334-A/R/293 483 412 71 207 104 308 19 Resp.
41 Nominale Nota di variazioni al Bilancio 2019 485 485 0 243 310 175 19 Appr.
42 Nominale Ddl 1334-A/R - voto finale 460 458 2 230 312 146 23 Appr.