Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 94 di mercoledì 5 dicembre 2018

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO AMITRANO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 29 novembre 2018.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta e il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, considerata la diretta televisiva in corso.

(Intendimenti in ordine alle prospettive dell'alternanza scuola-lavoro, anche in relazione agli esiti del monitoraggio del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca 2017-2018 – n. 3-00365)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Toccafondi n. 3-00365 (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Gabriele Toccafondi se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica.

GABRIELE TOCCAFONDI (MISTO-CP-A-PS-A). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la scuola, fatta per i ragazzi, è un luogo di crescita, è un percorso di crescita, non semplicemente la sommatoria di mille ore di lezione l'anno o di cinque anni di nozioni. In questo percorso, alla conoscenza, con l'alternanza, si è finalmente deciso di aggiungere le competenze, un dialogo tra scuola e tutto ciò che circonda la scuola, le imprese, il lavoro, i musei, gli enti locali, le associazioni, insomma, esperienze che fanno bene ai ragazzi. Al sapere si è deciso di affiancare il saper fare; non sfruttamento, non avviamento al lavoro, ma scuola con una metodologia differente dalla lezione frontale.

Il MIUR, dal 2015, monitora l'alternanza e la qualità dei progetti. Lei e il suo Governo avete deciso di limitare l'alternanza; lo avrete fatto avendo preso coscienza dei dati del monitoraggio dell'anno scolastico 2017-2018 che riguardavano il triennio e 1,2 milioni di studenti. Con la presente interrogazione, le chiediamo di conoscere i dati del monitoraggio e, di conseguenza, le motivazioni di tale ridimensionamento.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, Marco Bussetti, ha facoltà di rispondere.

MARCO BUSSETTI, Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Grazie, Presidente. Rispondo all'onorevole interrogante, chiarendo da subito che non considero quello dell'alternanza scuola-lavoro come un esperimento da archiviare; anche in questo caso, come per tutti gli altri aspetti della cosiddetta “buona scuola”, l'obiettivo che mi sono prefisso sin dal mio insediamento è stato quello di affrontare e sciogliere i nodi emersi in questi anni di applicazione. Come è noto, la cosiddetta “buona scuola” ha ampliato in maniera considerevole le ore obbligatorie di alternanza scuola-lavoro, così facendo, quello che avrebbe dovuto rappresentare un efficace strumento di formazione dello studente, è stato letto come un obbligo, un dovere, non come un'opportunità da cogliere, sia per gli studenti sia per le strutture che si sono proposte di accoglierli presso di loro.

Sono fermamente convinto che i termini scuola e lavoro non debbano essere intesi in maniera antitetica, ma come sintesi naturale. Trovo normale che durante un percorso di studi, oltre al trasferimento di conoscenze e di strumenti per interpretare il mondo in cui viviamo, si tenti di orientare gli studenti verso un lavoro, qualunque esso sia. In questo senso, reputo molto importante e formativo che gli studenti possano, tramite percorsi di competenze trasversali, iniziare a misurarsi con il mondo del lavoro, con il quale prima o poi dovranno entrare in contatto.

Il cambio della semantica sottolinea come i percorsi degli studenti non siano alternativi alla didattica, ma debbano integrarsi con essa, debbano tradursi in una seria metodologia che permetta loro esperienze di altissimo profilo e non costringa le scuole, nel tentativo di arrivare alle ore stabilite, a ricorrere, come è successo, a esperienze che non siano coerenti con il percorso di apprendimento dello studente interessato.

Ed è proprio su queste criticità che siamo già intervenuti. Con la legge di conversione del decreto-legge cosiddetto “milleproroghe”, è stata introdotta una disposizione che esclude, con riferimento all'anno scolastico in corso, l'obbligatorietà dello svolgimento dei percorsi di alternanza scuola-lavoro, ai fini dell'ammissione all'esame di Stato. Con il disegno di legge di bilancio, che verrà oggi all'esame di quest'Aula, sono state introdotte ulteriori e significative modifiche alla disciplina dei percorsi di alternanza scuola-lavoro che oltre ad essere ridenominati come percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento, vedono sensibilmente ridotta la loro durata minima, che peraltro viene stabilita in misura differenziata in 210 ore per gli istituti professionali, 150 per gli istituti tecnici e 90 per i licei.

Resta ferma, comunque, la possibilità, da parte delle scuole che ne sentano la necessità, nel rispetto della loro autonomia e dei requisiti incomprimibili di qualità e di sicurezza, di elevare il numero di ore dedicato a tali percorsi e attività, in una logica di potenziamento dell'offerta formativa sul territorio.

PRESIDENTE. Concluda, Ministro.

MARCO BUSSETTI, Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Concludo, solo un secondo, grazie. A tal fine, le scuole potranno accedere anche a forme diverse di finanziamenti, come, ad esempio, i PON. Per assicurare la qualità dei nuovi percorsi è stata peraltro prevista l'adozione, con mio decreto, di apposite linee guida e sono stati coinvolti attivamente gli studenti, attraverso i loro rappresentanti che ringrazio per il lavoro e l'impegno profuso.

PRESIDENTE. L'onorevole Toccafondi ha facoltà di replicare.

GABRIELE TOCCAFONDI (MISTO-CP-A-PS-A). Grazie, Presidente. Ministro, da otto mesi, state facendo una riforma vera e proprio della scuola senza un vero testo di riforma. Avete ridimensionato e quasi abolito l'alternanza, avete spalmato i 200 milioni di euro per il merito dei docenti; spalmando questi 200 milioni di euro, avete abolito la chiamata diretta, ridimensionato la valutazione e l'INVALSI, forse, volete presto abolire sia l'INVALSI che l'ANVUR, riformare gli organi collegiali e, forse, rivedere le competenze dei dirigenti.

Forse la domanda vera, che riguarda anche l'alternanza, è qual sia la vostra idea di scuola. La scuola è fatta per i ragazzi, non per altro o per altri; deve puntare al merito, non alla mediocrità; deve prevedere la valutazione, puntare sulla qualità; deve essere a contatto con la praticità, ed ecco il tema dell'alternanza scuola-lavoro. In otto mesi avete fatto inversione su tutti gli elementi innovativi che andavano in questa direzione, compresa l'alternanza.

Lei ha detto che non è un'esperienza da archiviare; ebbene, poco ci manca, rispetto a quello che avete deciso. Il monitoraggio 2016-2017 parlava già chiaro, erano due anni sul triennio, il 94 per cento delle scuole la faceva, 5.000 scuole, solo il 4 per cento faceva percorsi simulati; i percorsi erano 76.000; quando l'alternanza non era obbligatoria, cioè prima del 2015, la faceva il 12 per cento delle scuole e il 7 per cento dei ragazzi, cioè i professionali. Era lasciata al buon cuore delle scuole e del mondo del lavoro. Lì, voi ci state facendo tornare.

I presupposti che il MIUR deve avere chiari sono i dati del monitoraggio. Io nell'interrogazione le chiedevo questo, perché solo con dati assolutamente negativi, cosa che non è, si poteva, allora, concepire un ridimensionamento delle ore, quasi dimezzate, 56 milioni di euro risparmiati, il cambio del nome e così via…

PRESIDENTE. Deve concludere.

MARCO BUSSETTI, Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Voi state togliendo una possibilità reale di scuola ai ragazzi, ripensateci.

(Iniziative di competenza volte a salvaguardare nelle scuole le tradizioni che contraddistinguono il Natale cattolico – n. 3-00366)

PRESIDENTE. Il deputato Rossano Sasso ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-00366 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, negli ultimi anni, sistematicamente, nei giorni dell'Avvento, assistiamo ad iniziative nelle nostre scuole per sospendere, alterare, nascondere, quasi come se fossero una vergogna, quei riti e quei simboli, come il presepe e i canti natalizi, che da sempre contraddistinguono il nostro Natale, il Natale cattolico. Questo perché in nome del rispetto e della libertà religiosa qualcuno vorrebbe imporre l'abbandono delle tradizioni e delle nostre radici culturali. Un esempio su tutti: il crocefisso che qualcuno vorrebbe rimuovere dagli uffici pubblici e dalle scuole. Ancora, è notizia di questi giorni che in una scuola elementare del Veneto alcune maestre avrebbero chiesto agli alunni, addirittura, di omettere il nome di Gesù da una canzoncina di Natale, per non offendere la sensibilità dei bambini non cattolici, causando una rivolta, con una sommossa promossa da una bambina di dieci anni che avrebbe raccolto anche le firme. Ecco, questa per noi non è integrazione tra diverse culture ed etnie.

La vera integrazione, per noi della Lega, si fonda sul rispetto delle identità dei singoli popoli. Chiedo, dunque, quali iniziative, Ministro…

PRESIDENTE. Grazie, collega.

ROSSANO SASSO (LEGA). …intenda adottare affinché nelle scuole vengono preservati i riti…

PRESIDENTE. Grazie, collega Sasso.

Il Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, Marco Bussetti, ha facoltà di rispondere.

MARCO BUSSETTI, Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Grazie, Presidente. Rispondo agli onorevoli interroganti ringraziandoli per avermi offerto l'occasione di esprimermi su una tematica che sento particolarmente cara. Sono a conoscenza delle iniziative assunte da alcuni dirigenti scolastici e docenti che hanno deciso di rimuovere il presepe dalle scuole e di censurare alcuni canti natalizi, trascurando alcune tradizioni condivise che fanno parte del bagaglio affettivo degli studenti, anche in tenera età, e delle loro famiglie.

Sono consapevole che tali iniziative hanno ferito la sensibilità di tutti, suscitando la disapprovazione non solo dei cattolici ma anche di alcuni rappresentanti delle comunità islamiche che hanno dichiarato di non disapprovare la celebrazione del Natale nelle scuole. Pochi giorni fa, come cittadino e come Ministro, ho già avuto occasione di ribadire la mia profonda convinzione ovvero che i simboli della tradizione cattolica, come il presepe e i canti natalizi, fanno parte della nostra storia, della nostra cultura, delle nostre tradizioni e, soprattutto, fanno parte della nostra identità.

Ritengo, inoltre, che la comunità scolastica non possa essere avulsa dalla società ma costituisca un luogo d'elezione per la crescita anche interiore degli studenti e debba necessariamente tenere conto del contesto culturale e sociale nel quale gli stessi vivono, non rinunciando ad alcune ritualità condivise costitutive della comunità stessa. La scuola quindi, in un'ottica di vera inclusione realizzata anche attraverso la condivisione dei simboli costitutivi della storia e della cultura di questo Paese, può valorizzare le nostre tradizioni. È noto, infatti, come le lezioni durante il periodo delle festività natalizie siano sospese proprio in virtù della matrice cattolica di tale ricorrenza. Essere inclusivi significa condividere e comprendere la cultura del Paese in cui si vive anche attraverso le sue tradizioni.

In conclusione, l'impegno che assumo come Ministro dell'istruzione è vigilare affinché la scuola possa rappresentare il luogo in cui sono valorizzate e non messe da parte le più alte espressioni dei valori fondanti della nostra cultura, come la celebrazione del Santo Natale.

PRESIDENTE. L'onorevole Sasso ha facoltà di replicare.

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Grazie, signor Ministro. Mi ritengo soddisfatto dalla sua risposta e la ringrazio con queste ultime parole: “Canzoni e recite natalizie a scuola non sono un male. Rappresentano una tradizione ed è bene continuare a farle”. Queste non sono le parole di un leghista del sud, quale sono, ma sono parole del rappresentante della comunità islamica di Terni. Quindi, prosegue dicendo: “Non siamo noi a volere cambiare la cultura del Paese che ci ospita e siamo qui per rispettarla. Chi vieta presepi e canzoni non lo faccia più a nome nostro”.

Ebbene, questo è un vero e proprio metaforico schiaffo all'ipocrisia del politicamente corretto e della non richiesta sottomissione culturale e questo schiaffo giunga a destinazione, sempre metaforicamente parlando per carità, nei confronti di tutti quelli che a colpi di ideologia, nelle nostre scuole e al di fuori dalle nostre scuole, vorrebbero educare e crescere i nostri figli negando loro il rispetto dei nostri valori, delle nostre tradizioni e dei nostri principi cristiani.

So che la nostra scuola ha mille problemi che noi abbiamo ereditato e a cui gradualmente stiamo cercando di porre rimedio, ma questa battaglia è una battaglia culturale in difesa della nostra identità, dei nostri valori e dei nostri principi cristiani ed è una battaglia alla quale la Lega non rinuncerà mai (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Chiarimenti in ordine alla posizione contrattuale e contributiva dei lavoratori impiegati negli ultimi dieci anni presso le società Ardima costruzioni e Ardima srl, quest'ultima in parte riconducibile al Ministro del lavoro e delle politiche sociali – n. 3-00367)

PRESIDENTE. Il deputato Luciano Nobili ha facoltà di illustrare l'interrogazione Gribaudo ed altri n. 3-00367 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

LUCIANO NOBILI (PD). Grazie, Presidente. Signor Ministro, noi vogliamo e pretendiamo in quest'Aula risposte inequivocabili dal Vicepresidente Di Maio sulle vicende che lo riguardano. Vogliamo sapere perché ha assunto la titolarità dell'impresa Ardima, vogliamo sapere se questo è avvenuto per sottrarla al fisco rispetto ad una vicenda di evasione fiscale e vogliamo sapere perché da titolare ha condotto un'azione legale contro i lavoratori assunti in nero e senza tutele, invece di chiedere loro scusa.

Negli ultimi giorni il Ministro Di Maio, sotto l'abile regia della Casaleggio, ha scaricato le responsabilità su suo padre. E, invece, noi vogliamo risposte da lui, perché nel 2014 non era un ignaro ragazzo ma era il Vicepresidente della Camera. Da lui e neanche da lei, signor Ministro, nell'ingrato ruolo di prestanome del prestanome (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, Riccardo Fraccaro, ha facoltà di rispondere.

RICCARDO FRACCARO, Ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta. Signor Presidente, colleghi deputati, rispondo all'interrogazione sulla base degli elementi che mi sono stati forniti dal Ministro dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali.

Con riferimento al quesito posto dagli interroganti, il Ministro Di Maio ha già manifestato la propria disponibilità a fornire tutta la relativa documentazione rendendo pubblica la lettera di assunzione e le buste paga nel periodo in cui, da ragazzo, lavorò come manovale nella ditta di famiglia. Il Ministro Di Maio ha altresì fatto presente di aver accettato successivamente, insieme alla sorella, la donazione della Ardima costruzioni poi confluita nell'Ardima srl, di cui è socio al 50 per cento e che attualmente è in fase di liquidazione per la sua prolungata inattività. In ogni caso il Ministro ha chiarito di non essersi mai occupato della gestione di tale ultima società.

In relazione alla vicenda del signor Domenico Sposito, già dipendente della vecchia azienda di famiglia con un contratto part-time nel periodo luglio 2008 - settembre 2011, ricordo che il signor Sposito si è rivolto al giudice del lavoro per accertare che con tale società era intercorso un rapporto di lavoro subordinato full-time anziché part-time. Nell'ambito del giudizio in primo grado con sentenza del 2016 il tribunale competente ha rigettato la sua domanda, considerandola non fondata e condannandolo al pagamento delle spese processuali.

Questi sono gli elementi di fatto della vicenda richiamata dagli interroganti che interessa solo indirettamente il Ministro e non può essere strumentalizzata per sterili polemiche politiche. I provvedimenti assunti in questi primi mesi di legislatura dimostrano, in modo inequivocabile, l'impegno dell'intero Governo e del Ministro Di Maio, in prima persona, sui temi della lotta al precariato, soprattutto giovanile, e al lavoro sommerso e irregolare. Questo Governo, inoltre, fin dall'inizio ha inteso garantire un sistema di tutele per il lavoro, con particolare attenzione al salario minimo, alle garanzie previdenziali, alla salute e alla sicurezza dei lavoratori. Vanno in questa direzione le norme contenute nel “decreto dignità” e quelle introdotte nel disegno di legge di bilancio 2019, che proprio in questi giorni è all'esame della Camera. A titolo di esempio, segnalo che nell'ambito di quest'ultimo provvedimento abbiamo deciso di rafforzare l'organico dell'ispettorato nazionale del lavoro con 309 unità lavorative per ciascuno degli anni 2019 e 2020 e ulteriori 330 unità per l'anno 2021. Inoltre, abbiamo innalzato le sanzioni in materia di lavoro aumentandole in una misura che va dal 10 per cento, per le violazioni in materia di tutela della salute, e il 20 per cento, per quelle materie di lavoro irregolare.

Questi sono i fatti del Governo del cambiamento e del Ministro del lavoro, che non potranno essere in alcun modo messi in discussione dalla strumentalizzazione di una vicenda privata, lontana nel tempo ed estranea alle responsabilità personali e politiche di Luigi Di Maio.

PRESIDENTE. L'onorevole Morani, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

ALESSIA MORANI (PD). Gentile Ministro, ci dichiariamo molto insoddisfatti per la risposta e sconcertati perché Di Maio non ha neppure il coraggio di venire a prendersi le proprie responsabilità davanti al Parlamento. Il padre di Di Maio non c'entra niente; c'entra in tutte queste vicende, invece, il Ministro Di Maio, che non ha chiarito alcune circostanze importanti. Nel 2012 Luigi Di Maio fonda con la sorella la Ardima srl che inizia a funzionare però nel 2014, quando Di Maio è già Vicepresidente della Camera. Nel 2013, però, la madre di Di Maio dona al figlio la sua azienda, che subentra in tutti i rapporti attivi e passivi comprese le cause di lavoro, cause per lavoro nero con accantonamenti societari appositi. Per questo Luigi Di Maio, proprietario al 50 per cento della srl, non poteva non sapere.

Inoltre, risultano debiti del padre di Di Maio con Equitalia per 176 mila euro ed il Ministro non ha ancora chiarito se ha fatto attraverso queste operazioni societarie da prestanome al padre per eludere il fisco. Tra l'altro, il padre di Di Maio, a proposito di conflitti di interessi, beneficerà - guardate un po' - anche del saldo e stralcio delle cartelle di Equitalia che il vostro Governo ha messo in campo.

Avete chiesto, nel 2013, le dimissioni di un Ministro perché il di lei marito aveva commesso un piccolo abuso edilizio. Qui siamo di fronte ad abusi edilizi enormi: la casa di Luigi Di Maio, 150 metri di abusi, due piani di abusi, oltre, naturalmente, ai terreni di Mariglianella, quelli che Di Maio si era dimenticato e dove passava delle allegre estati insieme agli amici, il lavoro nero, su cui ci sono cause, e anche l'elusione fiscale. Se Di Maio avesse un minimo di dignità si sarebbe già dimesso.

E a proposito di dignità, Federmeccanica, qualche minuto fa, ha fatto un comunicato che il 30 per cento dei contratti, per colpa del vostro decreto dignità, non saranno rinnovati. Vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e del deputato Toccafondi)!

(Iniziative volte ad affrontare la situazione emergenziale dei rifiuti in Campania, a partire dalla proposta di realizzare un termovalorizzatore in ogni provincia – n. 3-00368)

PRESIDENTE. La deputata Muroni ha facoltà di illustrare l'interrogazione Conte ed altri n. 3-00368 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

ROSSELLA MURONI (LEU). Grazie, Presidente. La regione Campania è da sempre uno dei territori più critici per quanto riguarda la gestione dei rifiuti. Il Ministro conosce benissimo la situazione, per cui solo rapidissimamente ricordo che nel 2017 la Campania ha prodotto 1,2 milioni di tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati, e di questi circa 70 mila tonnellate sono rimaste stoccate negli impianti STIR, intasandoli, e a questi se ne sono aggiunti nel 2018 almeno altre 60 mila tonnellate. Quindi, una dimensione davvero importante del fenomeno. A questo si affiancano gli incendi, che ormai riguardano tutto il nostro territorio nazionale, ma, soprattutto, le dichiarazioni del Ministro dell'interno, che, andando in Campania, ha affermato che ci vogliono quattro termovalorizzatori.

Ecco, Ministro, lei sa quanto me che questa è una dichiarazione che non ha senso e che mette anche in grande difficoltà tutto il ciclo della gestione dei rifiuti sul nostro territorio nazionale. Le ricordo che sono moltissime le vertenze aperte, a partire dalla capitale e dalla vicenda del TMB Salario, che lei conosce bene, o da quello che sta accadendo, proprio in queste ore, nella Valle del Sacco.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, ha facoltà di rispondere.

SERGIO COSTA, Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie agli interroganti. Dunque, intanto in Campania c'è un problema di roghi, di roghi di rifiuti ovviamente, più che di emergenza di rifiuti, altrimenti sarebbe stata decretata. Ora, detto questo, in ordine alla sua interrogazione facciamo una considerazione: per affrontare un'emergenza il termovalorizzatore non è adeguato per un motivo tecnico, al di là di ogni altra considerazione, che potrebbe avere un sapore anche magari ideologico: semplicemente perché, se adesso si autorizzasse un termovalorizzatore, occorrerebbero, stimati, sette anni prima della possibile costruzione; quindi, è un percorso di tipo strutturale. Detto questo, abbiamo votato in Europa e siamo perfettamente convinti del pacchetto economia circolare-green economy, che tende a spingere in alto la differenziata.

Noi sappiamo che i termovalorizzatori mangiano, tra virgolette, l'indifferenziato, ma più aumenta la differenziata più diminuisce l'indifferenziato, e di conseguenza non ci sarebbe nel giro di questi anni che abbiamo detto, i cosiddetti sette anni tecnici, di che dar da sopravvivere, poi, al termovalorizzatore in termini strutturali, con un indice di ammortamento che è considerato in 20 anni; quindi, sette più venti, 27 anni, siamo al 2046. Ho detto questo per dimostrare che cosa? Che non è un discorso ideologico, è non conveniente; ma è non conveniente anche perché, facendo gli impianti di compostaggio, che sono l'altro elemento che manca e che, invece, sono nel piano regionale dei rifiuti della regione Campania - sulla quale cosa, ovviamente, noi non abbiamo competenza, se non degli osservatori qualificati che si dovrebbero fare nei prossimi due anni - la differenziata e il compostaggio dovrebbero portare dall'attuale 52,8 per cento a circa il 70 per cento stimato, 75 tra sette anni; quindi, di nuovo non ci sarebbe nulla da fornire al termovalorizzatore. Quello che c'è è sufficiente per il caso di specie.

PRESIDENTE. L'onorevole Conte ha facoltà di replicare.

FEDERICO CONTE (LEU). Grazie, Presidente. Non ci riteniamo soddisfatti della sua risposta, Ministro. Proprio per la considerazione che abbiamo di lei, ci saremmo aspettati non un annuncio generico di programmi così indefiniti; ci saremmo aspettati che lei ci dicesse che il Governo ha intenzione di intervenire in Campania con un programma straordinario che riguarda il ciclo dei rifiuti. Lei dice che non siamo in una condizione di emergenza, ma siamo nuovamente alla vigilia di un'emergenza, se è vero che nel 2016 70 mila e nel 2017 80 mila tonnellate di rifiuti rimangono stipati negli STIR.

Ciò sta consentendo in queste ore l'apertura di nuove discariche; tali sono anche se denominate diversamente. Siamo all'anticamera di nuove discariche preoccupanti per la salute dei cittadini. Avviene nella Valle del Sele, la terra da cui io vengo, dove, oltre ad attentare al diritto alla salute dei cittadini, questo rappresenta un attentato serio ai due volani dell'economia, il turismo e l'agroalimentare. Ci saremmo aspettati che lei ci dicesse che vuole accompagnare la regione Campania, non nascondersi dietro il balletto delle competenze, per riprogrammare un ciclo dei rifiuti, proprio per la realizzazione dei dettami dell'economia circolare, realizzando degli ambiti territoriali più piccoli, omogenei, per affidare a quegli enti locali la gestione a monte della raccolta differenziata e, a valle, la realizzazione e la gestione di mini impianti di compostaggio anaerobico, che potrebbero determinare quel salto di qualità della differenziata che altrimenti noi non avremo.

Ci saremmo aspettati, cioè, che ci dicesse che quella cabina di regia che avete istituito presso la Presidenza del Consiglio sta pensando a un intervento vero, che sottragga i campani all'incubo, da una parte, dell'inceneritore, che le sue parole non ci rasserenano non verrà realizzato, perché lo vuole il Vicepresidente del Consiglio e Ministro Salvini, e, dall'altra, dalle mafie delle discariche, che lei meglio di chiunque altro conosce. Ministro, si faccia dotare dal suo Presidente, dal suo Governo, di poteri straordinari per l'ambiente, così come avviene per la sanità, e avvii questo grande cambiamento, quello che è stato promesso, quello per cui i campani, per la metà, hanno votato il MoVimento 5 Stelle. Se lei farà questo, ci troverà dalla sua parte (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

(Iniziative per il contrasto degli scarichi illeciti nel fiume Sacco, nel quadro degli interventi di bonifica del relativo SIN – n. 3-00369)

PRESIDENTE. Il deputato Ricciardi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Ilaria Fontana ed altri n. 3-00369 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Il fiume Sacco si estende per circa 50 chilometri tra le province di Roma e Frosinone. L'area lungo il corso del fiume è sito di interesse nazionale ai fini di bonifica. La qualità delle acque e la biodiversità del fiume sono quotidianamente messe a rischio da sversamenti illeciti di acque reflue e scarichi abusivi che generano ingenti quantità di schiuma di natura sconosciuta, che si riversano, oltretutto, nei terreni circostanti, andando ad aggravare la già pesante emergenza ambientale. Il monitoraggio sulla qualità delle acque del Sacco ha riscontrato una pessima condizione dello stato ecologico in sei dei 14 sottobacini idrografici del fiume. I depuratori di acque reflue risultano essere sottodimensionati o inattivi, con la conseguenza di immettere nel fiume acque con un livello di inquinamento ben oltre i limiti di legge. Occorre, quindi, intensificare il controllo del rispetto delle prescrizioni e le modalità di smaltimento dei rifiuti e dei fanghi delle attività industriali che scaricano le proprie acque nelle reti dei depuratori. Serve, dunque, un'azione congiunta tra gli enti competenti e gli enti di controllo al fine di prevenire in futuro il verificarsi di questi gravi fatti.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, ha facoltà di rispondere.

SERGIO COSTA, Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie agli interroganti, che mi consentono di fare un attimo il punto sul fiume Sacco, ma anche sulla Valle del Sacco. Allora, noi abbiamo assistito in queste ultime settimane, ahimè, a delle aggressioni del fiume, che però, ovviamente, hanno un riflesso storico, ma in queste ultime settimane lo sono state ancora di più. Sappiamo che sono dei tensioattivi quelli che sono stati rinvenuti, ce lo dicono le analisi che sono state effettuate dai nostri operatori. Ho mandato immediatamente la Capitaneria di porto, dopo i primi eventi, che ha effettuato i primi sopralluoghi insieme all'ARPA Lazio.

Sappiamo che sono dei tensioattivi, e quindi vuol dire che hanno un'origine di tipo industriale, non depurata ovviamente. Adesso ci sono le sotto analisi per andare a verificare per che cosa servivano e risalire, ovviamente, al presumibile soggetto colpevole. Si è aperto, nel frattempo, presso la procura della Repubblica competente un fascicolo per disastro ambientale; ovviamente c'è l'autonomia dell'autorità giudiziaria, e quindi mi riservo di non dire nulla sull'argomento. Noi, intanto, abbiamo già un piano straordinario di intervento delle Capitanerie di porto che hanno competenza su quel territorio, ma anche dei carabinieri forestali, che sono stati mandati immediatamente.

Aggiungo che per i SIN abbiamo già firmato 40,8 milioni di euro per la disponibilità, per l'avvio delle bonifiche, che è una cifra già significativa per partire. Aspettiamo i progetti della regione Lazio, perché lei sa che il Ministero finanzia, coordina, ma chi progetta è l'ente territoriale, in questo caso quello regionale. Quindi, stiamo aspettando la progettazione, i denari sono stati già affidati.

Inoltre, il 20 dicembre di quest'anno, il prossimo 20 dicembre, incontreremo i 19 sindaci presso il Ministero dell'ambiente, per fare il punto della situazione.

Stiamo, quindi, seguendo da vicino, e ci sta a cuore particolarmente la vicenda del fiume Sacco, ma anche della Valle del Sacco, considerando che recentemente ho firmato il piano anche per la qualità dell'aria per la Valle del Sacco, di nuovo per i 19 comuni insieme alla regione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'onorevole Ilaria Fontana ha facoltà di replicare.

ILARIA FONTANA (M5S). Presidente, signor Ministro, la sua risposta non solo è arrivata puntuale in quest'Aula, ma è arrivata immediatamente su un territorio che per la prima volta si è sentito preso per mano e che nell'emergenza non è rimasto solo. La mia soddisfazione è tutt'altro che formale, dunque, soprattutto se penso ai trent'anni di mancate risposte di cui è vittima la mia gente, i cittadini della Valle del Sacco: per trent'anni la politica partitocratica si è alternata senza sosta alla guida delle amministrazioni, che avrebbero dovuto affrontare e risolvere le questioni legate all'inquinamento e alla bonifica delle aree SIN. E sapete quale risultato hanno ottenuto questi signori? Solo il più completo fallimento, a spese dell'ambiente e della nostra salute.

La totale incapacità di questi politicanti nel trovare una soluzione per l'emergenza della Valle del Sacco è sotto gli occhi di tutti. A rappresentarla come meglio, anzi, come peggio non avrebbe potuto fare, è quell'orribile schiuma bianca che porta con sé l'agonia di un ecosistema e un'enorme ferita per la salute e l'economia di chi lo popola. Quella schiuma è la firma velenosa lasciata dagli autori di quel fallimento.

Come lei ha detto bene, signor Ministro, la malattia della Valle del Sacco si deve curare rimuovendone le cause: non serve nasconderla, perché altrimenti torna e anzi, stando nascosta per un po', fa danni ancora maggiori. Il Governo del cambiamento è anche questo: è promuovere la salvaguardia delle risorse naturali, la tutela sanitaria della popolazione, lo sviluppo di nuove forme di controllo, per scoraggiare i crimini ambientali operanti finora. Nel caso della Valle del Sacco i criminali sono tanti e rivestono ruoli diversi. Dopo anni di impegno in difesa della dignità della mia terra, posso finalmente rispondere ai cittadini che ora è il momento di dare fiducia, che quel momento tanto atteso è arrivato, lo Stato non è solo vicino, lo Stato c'è, è sul posto e lavora accanto ai cittadini anche lungo le sponde del nostro «oro blu», il nostro fiume, per restituirgli la salute e la dignità che merita (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative urgenti per la messa in sicurezza dei territori colpiti dall'eccezionale ondata di maltempo verificatasi tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre 2018 – n. 3-00370)

PRESIDENTE. Il deputato Raffaele Baratto ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cortellazzo ed altri n. 3-00370 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

RAFFAELE BARATTO (FI). Presidente, signor Ministro, in tutti i media italiani e internazionali sono rimbalzate le immagini drammatiche delle valli bellunesi devastate da un'eccezionale ondata di maltempo. Questi fenomeni violenti e di vasta portata impongono a tutti noi una seria riflessione e azioni immediate. I danni causati dal maltempo nella regione del Veneto ammontano a 1 miliardo di euro circa, concentrati in una provincia ad alta vocazione turistica, anche Patrimonio UNESCO, come quella di Belluno: un'emergenza che con grande senso di responsabilità le stesse popolazione bellunesi hanno già contribuito in larga parte a mitigare; ora attendono che lo Stato e il Governo facciano la loro parte, stanziando il denaro necessario a far tornare quelle terre la meta che milioni di turisti da tutto il mondo ci invidiano. Il disegno di legge di conversione in materia fiscale nel testo ora all'esame della Camera prevede un fondo per le zone colpite dagli eventi calamitosi dei mesi scorsi di 400 milioni di euro: poche briciole per la mia regione, esangue a seguito del maltempo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, ha facoltà di rispondere.

SERGIO COSTA, Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Ringrazio l'interrogante. In realtà noi abbiamo stabilito un piano che è strutturato su due livelli: un piano emergenziale, un momento emergenziale e un momento strutturale, per il contrasto e la mitigazione al dissesto idrogeologico. Quello strutturale, per esempio, su 6 miliardi e mezzo nel corso degli anni; però, la cosa importante, spacchettato per triennio di 900 milioni per anno di soldi concreti, di soldi reali, concertato peraltro anche con la Conferenza permanente Stato-regioni.

I 400 milioni a cui lei fa riferimento sono sul livello emergenziale, non su quello quindi strutturale: in buona sostanza, si sommano. Vuol quindi dire che c'è un momento strutturale che serve per evitare di arrivare all'emergenza, e sono i 6 miliardi e mezzo; subito i 400 milioni per aggredire invece quello che è, ahimè, accaduto. Questo è il primo elemento.

Ma contestualmente, con la Conferenza permanente Stato-regioni abbiamo anche costruito un percorso per velocizzare la spesa, perché il problema è che la spesa è lenta. Per velocizzare la spesa modificheremo, d'accordo con la Conferenza permanente, peraltro all'unanimità, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 maggio del 2015, che detta appunto le modalità di erogazione della spesa per il dissesto idrogeologico. In buona sostanza, riducendo le tranche di pagamento da cinque a tre, oppure, per esempio, anticipando la competenza dell'Autorità distrettuale di bacino, che arriva dopo e rallenta, individuando un solo soggetto come soggetto responsabile presso l'ente regione; e non modificando, ma incrementando l'autorità, la capacità di spesa del commissario straordinario per il dissesto idrogeologico, che noi abbiamo individuato nei presidenti di regione o delle province autonome, per il principio di prossimità territoriale, e, in questo caso, anche ambientale. Stiamo, peraltro, anche recuperando per l'emergenza ulteriori risorse, mettendo insieme anche i fondi di coesione e sviluppo. Abbiamo quindi un progetto direi molto solido, e già tutto stanziato e concertato con le regioni.

PRESIDENTE. L'onorevole Baratto ha facoltà di replicare.

RAFFAELE BARATTO (FI). La ringrazio, signor Ministro. Prendo atto della risposta, ma credo che davvero bisogna fare in fretta, signor Ministro, in particolare per la zona dolomitica del Bellunese, perché davvero ne soffre e ne ha sofferto molto. Serve fare in fretta per evitare disgregazione del tessuto economico montano, e il conseguente rischio spopolamento delle zone montane; anche perché è una zona, come ho detto prima, che vive per gran parte con il turismo, e credo davvero, allora, che sia importante agire in maniera forte e concreta.

E allora, Ministro, io prima che da parlamentare e da veneto, voglio dire che noi veneti siamo sempre stati abituati a lavorare, ad arrangiarci. Però, credo che magari ogni tanto lo Stato debba intervenire anche su quella regione e darci una mano, e mai come in questo caso ne abbiamo davvero bisogno, e quel territorio ne ha bisogno; anche magari lasciando qualcosa di tutte le tasse che ogni anno noi portiamo allo Stato centrale, credo che davvero ci sarebbe la dignità e il rispetto per la grande popolazione che è quella del Veneto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative in merito ai possibili rischi di dissesto idrogeologico connessi alle molteplici istanze di condono edilizio pendenti nel territorio dell'isola di Ischia – n. 3-00371)

PRESIDENTE. Il deputato Luca De Carlo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-00371 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

LUCA DE CARLO (FDI). Si è discusso molto, signor Ministro, del decreto-legge “Genova”: lo abbiamo e lo hanno atteso molto soprattutto i genovesi, i liguri; un testo su cui le Commissioni prima, e il Parlamento poi hanno dovuto lavorare parecchio, per migliorarlo. Nel provvedimento poi avete infilato un condono puntuale come quello di Ischia, che ha innescato polemiche e critiche, anche in seno alla maggioranza. Ricordo che anche lei, signor Ministro, aveva avuto parole dure e assolutamente comprensibili, perché, dopo anni a lottare contro l'abusivismo, non dev'essere stato facile per lei digerire un condono mirato con le norme di Nicolazzi, del 1985.

Ma questa è una partita chiusa ormai, e di essa vi assumerete la responsabilità politica.

Quello che a noi interessa oggi, che ci preoccupa soprattutto, signor Ministro, sono gli effetti di tante domande che sono pendenti, e sono migliaia su un territorio fragile e di incommensurabile bellezza.

Pertanto, noi le chiediamo come intenda vigilare sui possibili rischi di dissesto idrogeologico, che potrebbero scaturire proprio dall'applicazione di quella norma (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, ha facoltà di rispondere.

SERGIO COSTA, Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Onorevole, la ringrazio per l'interrogazione. Tenga conto che chiaramente la competenza che riguarda l'aspetto urbanistico non è ministeriale: mi riferisco al fatto che è una competenza squisitamente e schiettamente locale. Aggiungiamo anche un altro elemento: come ho risposto nel corso della precedente interrogazione, il dissesto idrogeologico vede individuato nel commissario straordinario, in questo caso della regione Campania, il presidente della regione, è la medesima figura; di conseguenza il compito dello Stato è quello di fornire finanziamenti e velocizzare la possibilità di erogare i finanziamenti, e, come ho risposto precedentemente, lo stiamo facendo d'accordo con le regioni.

Qual è l'elemento? La legge n. 47 del 1985, a cui lei fa riferimento, sancisce però un principio molto importante, che è richiamato dall'articolo di riferimento, l'articolo 25, del cosiddetto decreto-legge Genova: nel momento in cui si dà l'autorizzazione a risistemare, mettiamo così, un edificio crollato o parzialmente crollato, nel caso di specie, deve essere preventiva l'autorizzazione del soggetto e, quindi, della città metropolitana, in quel caso, che ha competenza per il vincolo idrogeologico, cioè per la valutazione preliminare del vincolo idrogeologico. L'elemento qual è? È ragionevole supporre che questa autorizzazione avvenga esclusivamente se non ci sono problemi di dissesto idrogeologico che vengono valutati appunto dalla città metropolitana. Non vuole essere una risposta tecnicistica, ma è semplicemente l'evoluzione normativa che mi porta a dare questa risposta. Fermo restando questo, noi ovviamente, con il nostro presidio territoriale, attraverso il braccio operativo del MATTM, che è l'ISPRA, saremo sul territorio, affiancando il sistema agenziale che è, in questo caso, l'ARPA Campania.

PRESIDENTE. L'onorevole De Carlo ha facoltà di replicare.

LUCA DE CARLO (FDI). Ministro, la sua risposta non mi ha soddisfatto, innanzitutto perché trovo assolutamente semplicistico e abbastanza facile scaricare sempre tutto sugli enti locali, quando la norma definisce solamente l'autorizzazione paesaggistica per l'eventuale ricostruzione. Capisco il forte imbarazzo di aver fatto un condono assolutamente puntuale e circoscritto solo ad una determinata area, perché se così non fosse, perché non avremmo dovuto fare sì che queste norme valessero su tutto il territorio nazionale?

Su tutto il territorio nazionale, invece, signor Ministro, lei lo sa meglio di me, ma glielo dico da sindaco, i sindaci sono abituati a dire “no”, sono abituati a dire “no”, perché davanti a delle richieste che mettono a repentaglio le vite umane e davanti a delle richieste che non ottemperano alle leggi, ai regolamenti comunali o ai regolamenti regionali, i sindaci dicono “no”, e questo, a volte, costa la perdita del consenso. A volte, questo non fare la “marchetta” ingenera anche nella popolazione uno stato di insoddisfazione. Ma tra il giusto e il consenso, la stragrande maggioranza dei sindaci sceglie, ancora oggi, il consenso, perché guardi che è una norma di rispetto nei confronti sia di questi sindaci che hanno sempre operato in questa maniera, ma anche di tutti quei cittadini che fanno la coda agli sportelli degli uffici tecnici e chiedono e ottemperano alle norme di legge e si rendono conto che, invece, da altre parti, puntualmente solo in determinati comuni, la legge non funziona nella stessa maniera. Questo è sicuramente irrispettoso nei confronti di tutti quei cittadini che fino ad ora, e anche domani, continueranno a rispettare la legge e di tutte quelle amministrazioni che faranno rispettare la legge (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Presidente del Senato, con lettera in data 30 novembre 2018, ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla VI Commissione (Finanze):

S. 886. – "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 ottobre 2018, n. 119, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e finanziaria" (Approvato dal Senato) (1408)Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), III, IV, V, VII, VIII, IX, X, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XII, XIII e XIV.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Differimento della convocazione di Commissioni bicamerali.

PRESIDENTE. Comunico che, d'intesa con il Senato, è stato stabilito il differimento di una settimana della convocazione delle Commissioni parlamentari bicamerali Anagrafe tributaria, Semplificazione, Enti gestori e Questioni regionali, già convocate per la giornata odierna.

Le predette Commissioni sono pertanto convocate, per procedere alla loro costituzione, mercoledì 12 dicembre, nella sede di Palazzo del Seminario, secondo gli orari di seguito indicati: alle ore 8,30 Anagrafe tributaria e Semplificazione; alle ore 14 Enti gestori e Questioni regionali.

Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 20.

La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 20,08.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Benvenuto, Berlinghieri, Bitonci, Bonafede, Claudio Borghi, Brescia, Buffagni, Carfagna, Castelli, Castiello, Cirielli, Colucci, Cominardi, Davide Crippa, D'Inca', D'Uva, Sabrina De Carlo, De Maria, Del Barba, Delrio, Luigi Di Maio, Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, Di Stefano, Durigon, Fantinati, Ferraresi, Fidanza, Fioramonti, Gregorio Fontana, Lorenzo Fontana, Fraccaro, Galli, Gallinella, Gallo, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgetti, Giorgis, Grande, Grimoldi, Guerini, Guidesi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Manzato, Micillo, Migliore, Molinari, Molteni, Morelli, Morrone, Picchi, Rampelli, Rixi, Rizzo, Ruocco, Schullian, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Tofalo, Vacca, Valente, Vignaroli, Villarosa, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente settantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Sull'ordine dei lavori.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, vorrei impiegare i cinque minuti che il Regolamento mi consente e mi attribuisce, innanzitutto, per stabilire un metodo tra di noi, perché, se sdoganiamo l'idea che iniziamo sempre i nostri lavori non rispetto all'orario di convocazione, stabiliamo, come, nelle università, che c'è il quarto d'ora accademico e, per il rispetto del lavoro di tutti, ci convochiamo qui un quarto d'ora dopo, rispetto all'orario di convocazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ma, al di là di questi elementi, che pure rappresentano sempre un segno di rispetto, signor Presidente Fico, vorrei rivolgermi a lei con alcune parole che credo lei ben conosca: invito tutti noi a riflettere sulla necessità che il Parlamento ritrovi la centralità che gli è garantita dalla Costituzione; dobbiamo impegnarci a difendere il Parlamento da chi cerca di influenzarne i tempi e le scelte; le decisioni finali devono maturare solo e soltanto nelle Commissioni e nell'Aula, poiché soltanto un lavoro indipendente può dare vita a leggi di qualità; per questo motivo voglio affermare che non consentirò scorciatoie né forzature del dibattito. Lei, Presidente, queste parole le conosce bene, perché lei le pronunciò in quest'Aula, lo scorso 24 marzo, e l'opposizione le apprezzò, come lei ben sa.

Siamo alla prima prova reale e come è noto è quella dell'inferno la strada lastricata di buone intenzioni. Allora, se non vogliamo evitare che questa, signor Presidente, sia la strada delle buone intenzioni che conduce lì dove, per l'appunto, recita il proverbio, dobbiamo metterci d'accordo su un punto, perché qui si sta creando un pericoloso precedente. Signor Presidente, il gruppo del Partito Democratico, prima di entrare in quest'Aula, ha chiesto che gli venisse consegnato da parte dell'archivio il testo sulla base del quale noi dobbiamo iniziare la nostra discussione generale. Signor Presidente, il testo non c'è. Aggiungo: il testo non è pervenuto all'archivio e alla stamperia della Camera dei deputati. E, allora, noi ci troviamo nella seguente situazione: il testo non è a disposizione dei parlamentari e dei deputati, non c'è (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Contemporaneamente, su questo testo che non c'è, oggi pomeriggio è stata diffusa una nota sulla base della quale ci veniva comunicato che, entro il termine delle ore 19, noi avremmo dovuto formulare i nostri emendamenti, su un testo di cui noi non abbiamo disponibilità. Ancora, siamo in presenza del fatto che, su un disegno di legge di così importante portata per il Paese, la discussione avviene in notturna, assolutamente compressa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), senza lo spazio e la possibilità di poter entrare nel merito e di poter illustrare con dovizia di particolari al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) tutte le questioni che sono state sviate nel corso della discussione in Commissione. E ancora su questo testo, che ancora non c'è, il Governo ha già annunciato che metterà il voto di fiducia. Allora, signor Presidente, noi qui stiamo parlando della centralità del Parlamento o della centralità del Governo? Mettiamoci d'accordo, perché altrimenti noi, da una parte, facciamo le grandi declamazioni e, dall'altra, assecondiamo una prassi che svuota le istituzioni.

Signor Presidente, noi siamo stati limitati nell'esercizio dei nostri poteri dall'uso e dall'abuso dei poteri normativi del Governo e da una logica assecondante della Presidenza della Camera. Non siamo stati messi in condizione di esercitare pienamente le nostre funzioni, in particolare alla luce delle evoluzioni che questo testo sta conoscendo. Pochi minuti fa le agenzie hanno dettato nuove dichiarazioni del Presidente del Consiglio che integrano e in alcune parti smentiscono le affermazioni fatte ieri dal Ministro dell'economia in Commissione bilancio. Insomma, la crisi delle istituzioni rappresentative significa la crisi di un'idea e quando noi difendiamo l'idea che qui dentro non siamo dei passacarte ma che è questo il luogo del confronto e del dibattito, anche acceso se del caso, ma nel quale si trova una composizione in nome dell'interesse generale e del bene comune, significa che le forme e le procedure che ci mettono in condizione di poter esplicare questo mandato devono essere salvaguardate.

Diversamente, se si ritiene che questa sia soltanto un'Aula in cui, in maniera pigra e sommessa, si devono ratificare scelte prese al di fuori di questo contesto…

PRESIDENTE. Deve concludere.

ENRICO BORGHI (PD). …noi non ci stiamo e, pertanto, fintanto che noi non avremo a disposizione il testo, le chiediamo di sospendere i lavori di questa Camera (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare anch'io sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Mi rivolgo a lei perché lei è garante, è garante anche dei diritti delle opposizioni. Chi frequenta questi luoghi da più anni non trova scandaloso, diciamo, un procedimento di approvazione della legge di bilancio faticoso - è sempre stato faticoso - ma qui mi sembra che si siano passati tutti i limiti. Può darsi che sbagli, ma non si ricorda, a memoria d'uomo, l'approvazione in prima lettura della legge di bilancio, alla Camera o al Senato, in una data così avanti nel calendario.

L'assenza del testo - e non voglio aggiungere molte parole a quelle che ha detto prima il collega Borghi - è un elemento che oggettivamente si aggiunge e oltre ad essere un problema formale è un problema sostanziale perché io so già quale potrebbe essere la risposta, tuttavia qui - e mi rivolgo veramente come presidente di un gruppo di opposizione - si tratta della lesione dei nostri diritti.

Inoltre, credo che questo si aggiunga a un altro fatto, a leggere le agenzie, e, cioè, che quello che noi approveremo - ciò che questo ramo del Parlamento approverà nelle prossime ore e nei prossimi giorni - sarà un testo i cui saldi fondamentali, stando alle agenzie e alle dichiarazioni dei massimi esponenti del Governo, varieranno in maniera significativa nel passaggio al Senato. Detto in altri termini, per chi ci ascolta, noi approviamo un testo che sarà lontano, che potrebbe essere un lontano parente del testo finale che sarà approvato dal Senato e a quel punto, in terza lettura, da questo ramo del Parlamento.

L'ultima cosa che vorrei dirle è che, tra i diritti sostanziali delle opposizioni, c'è anche la possibilità di parlare all'opinione pubblica e il passaggio dell'Aula ha queste caratteristiche. Quindi, attraverso i discorsi e gli interventi in Aula, si può parlare ai nostri elettori e, più in generale, all'opinione pubblica.

È del tutto evidente che costringere e stringere la discussione sulle linee generali, che è un momento fondamentale di questa possibilità di trasmissione delle nostre opinioni, in orario serale, sostanzialmente fuori da qualsiasi possibilità di rilancio delle nostre posizioni, è un ulteriore elemento.

Credo che sarebbe stata una soluzione molto più limpida, a questo punto, mettere a posto le cose che andavano messe, e mi si dice che ci siano tre emendamenti riformulati che dovranno essere corretti. Occorreva, quindi, dedicare questa sera a mettere a posto formalmente il testo e iniziare la discussione nella mattinata di domani. Credo che questo sia ancora nelle sue possibilità e prerogative e mi permetto, davvero con tono rispettoso ma anche fermo, di rivolgermi a lei perché valuti questa possibilità. Sarebbe un gesto, credo, nell'interesse e nel rispetto innanzitutto di quest'Aula e, se mi consente, della sacralità di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). Grazie, Presidente. Diciamo che la situazione che è stata fin qui denunciata dai colleghi che mi hanno preceduto, se possibile, si è manifestata in maniera ancora più grottesca e assurda, perché tali devono essere definite le condizioni nelle quali la Commissione bilancio ha lavorato in questi giorni e in queste notti: una confusione totale, assenza di possibilità, da parte dei parlamentari e, quindi, dei gruppi politici, di confrontarsi con le cose più significative che erano state annunciate all'interno della manovra finanziaria, della legge di bilancio, ma che per ragioni tutte interne all'attuale maggioranza di Governo non hanno potuto manifestarsi in maniera compiuta e, quindi, non sono potute passare al vaglio del giudizio dei gruppi parlamentari e dei parlamentari.

Abbiamo assistito a una gestione - nonostante la buona volontà e la grande signorilità del presidente della Commissione, che ringrazio - molto complicata e molto difficile. Siamo stati tutti molto pazienti, non ci sono state intemperanze, abbiamo capito che c'era una situazione di difficoltà anche fisiologica e che probabilmente il cosiddetto “Governo del cambiamento” avrebbe dovuto fare qualche giro di rodaggio in più prima di affrontare in maniera lineare una manovra di bilancio. Quindi, siamo stati davvero molto comprensivi.

Ora siamo stati convocati per iniziare la nostra discussione sulle linee generali e la potremmo anche celebrare forse, basandoci, in buona sostanza, su quello che comunque è emerso dal dibattito giornalistico. Infatti, sui media si è molto parlato di questa manovra e si è parlato anche di ciò che ieri il Ministro Tria in Commissione non ha potuto approfondire e dettagliare, né dando assicurazioni né svelando retroscena.

Tutti quanti qui sappiamo che accadrà qualcosa di qui a breve, che ci sarà probabilmente una revisione che suonerà, in termini di miliardi, come una revisione sostanziale dei saldi finali di questa manovra, ma nessuno lo può dire, nessuno lo vuole dire, nessuno si vuole prendere, di fronte a questo Parlamento, la responsabilità di annunciare una novità che è importante e che modificherà, in maniera forse anche sostanziale, i giudizi di questa Camera.

È una sorta di gigantesca bolla nella quale ci siamo trovati e tuttora ci troviamo. C'è una parte, la prima Camera del nostro Parlamento, che comunque è chiamata a esprimersi su questa confusione generalizzata che prescinde dal testo. Il nostro capogruppo, il capogruppo Lollobrigida di Fratelli d'Italia, mi ha portato in questo momento questa prima copia autentica del testo: è ancora calda, ce n'è una copia, l'unica. L'abbiamo noi in questo momento e non è in vendita (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non è vero.

FABIO RAMPELLI (FDI). Le altre ci è stato riferito che arriveranno di qui a breve, ma non ci sono.

PRESIDENTE. Le copie ci sono anche negli altri banchi; ne avevo una qui fino a poco tempo fa, quindi non è l'unica.

FABIO RAMPELLI (FDI). Sicuramente non sono 630!

PRESIDENTE. Non è l'unica, ho detto. Ho detto che non è l'unica.

FABIO RAMPELLI (FDI). Non è l'unica, bene, ce ne saranno altre due o tre in circolazione. Non ci rassicura affatto questa sua risposta, non è un concorso per filatelia.

Dunque, penso che lei debba apprezzare le circostanze e assumere una decisione, sempre nel rispetto di quella centralità del Parlamento che noi condividiamo debba esserci, ma che si deve anche in qualche maniera formalizzare e sostanziare, perché è vero che di queste questioni che noi oggi, qui, in questo momento, abbiamo citato non frega granché alle persone che comunque si aspettano qualcosa; non parlo dei presenti, parlo di chi ci ascolta fuori dal Palazzo. Però, il Parlamento è anche una cosa seria o è soprattutto una cosa seria: chi ci ascolta - magari non tutti - le ricostruzioni che abbiamo fatto fin qui, soltanto ascoltandole, le dovrebbe valutare con una sorta di inquietudine di fondo.

Quindi, siccome si può fare ancora qualcosa, non svelo altri particolari di questa manovra. Aspettiamo: tra breve, magari, i relatori prenderanno la parola e noi la riprenderemo, a nostra volta, per commentare quello che ancora non è ufficiale e formalizzato, ma che comunque si sa, perché ci sono altre sviste e altre anomalie dentro questa manovra.

Noi, dopo avere aiutato la maggioranza e il Governo nel lavoro di Commissione, non vogliamo assumerci la responsabilità di affrontare una discussione sulle linee generali con un testo che è stato stampato ora, che non è ancora stato distribuito ai parlamentari e ai gruppi, che probabilmente ha anche delle anomalie interne che dovranno essere comunque affrontate e corrette.

Per queste ragioni, Presidente Fico - e concludo - ritengo giusta, legittima e, quindi, la ribadisco e la rilancio, la necessità di una pausa per capire se questa confusione trova un suo punto di caduta e per riaprire la discussione sulle linee generali quando questo punto di caduta sarà chiaro a tutti e si potrà fare una vera discussione di questa manovra finanziaria con il rispetto dovuto nei confronti della nostra Camera e di chi comunque ha lavorato anche in Commissione bilancio, non solo i parlamentari, ma anche gli uffici (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Occhiuto. Ne ha facoltà.

ROBERTO OCCHIUTO (FI). Grazie, Presidente. Noi abbiamo grande rispetto della funzione istituzionale che lei svolge e abbiamo anche rispetto di come lei, signor Presidente, l'ha svolta in questi mesi. Le riconosciamo di avere esercitato la funzione di Presidente della Camera senza mai far venir meno il rispetto che è dovuto dal Governo a tutte le parti rappresentate in quest'Aula, alla maggioranza come alle opposizioni.

Ora, però, vorremmo invitarla a continuare su questa strada, perché, signor Presidente, noi abbiamo svolto in Commissione in questi giorni un confronto impegnativo e serrato con la maggioranza, con il Governo, ma sempre all'insegna della responsabilità.

I gruppi di opposizione non si sono mai sottratti al confronto con il Governo e con la maggioranza. Hanno avuto, signor Presidente - le assicuro, io faccio parte di quella Commissione - anche grande pazienza rispetto ai continui rinvii dovuti al fatto che il Governo non era pronto nell'espressione dei pareri o i relatori non erano nella condizione di poter dire quale fosse la loro opinione sui singoli emendamenti.

Abbiamo discusso, peraltro, di un testo finto, perché, mentre tutti i giornali, non solo d'Italia, ma d'Europa, si chiedono che cosa contenga alla fine questa manovra, noi abbiamo sottratto alla discussione in Commissione le questioni più importanti, quelle che ancora neanche il Governo sa come dovrà, alla fine, declinare nel testo definitivo, che, probabilmente, si esaminerà al Senato. Quindi, da parte nostra c'è stata grande responsabilità nell'esercizio della nostra funzione di opposizione in Commissione, e vorremmo continuare in questa direzione anche in Aula. Ma se oggi la discussione comincia in maniera, per così dire, così accidentata, con un testo, signor Presidente, che io ho ricevuto solo quattro o cinque minuti fa, e un cortesissimo commesso mi ha detto che per ora ce n'è soltanto uno per gruppo, questa non è responsabilità dell'opposizione.

La responsabilità è del Governo, la responsabilità è della impreparazione e della incapacità di chi, invece, questo testo - mi riferisco alla maggioranza - doveva renderlo disponibile prima. Anche perché, Presidente, il termine per gli emendamenti era fissato alle ore 19: ho scoperto qualche minuto fa che, per esempio, nel testo non è stato considerato un emendamento sul quale pure era stato espresso un parere favorevole - mi riferisco all'emendamento che riguarda la convenzione con Radio Radicale - perché è sfuggito. Allora, se avessi voluto emendare il testo, intervenendo in questa parte dell'articolato, come avrei potuto farlo? Allora, la invito, Presidente, a far rispettare, anche questa volta, le prerogative e la centralità del Parlamento, farle rispettare dalla maggioranza e soprattutto dal Governo, e a dare la possibilità a tutti in quest'Aula di svolgere il proprio ruolo rispettando il ruolo degli altri. Noi abbiamo rispetto del ruolo del Governo, ma pretendiamo lo stesso rispetto da parte del Governo del nostro ruolo. Ora, non abbiamo potuto produrre gli emendamenti, c'è, domani, la possibilità di riaprire il testo attraverso un Comitato dei nove. Le diciamo fin da ora che noi abbiamo fatto una lettera anche agli uffici della Commissione bilancio, proponendo la questione che ho testé sollevato: ci aspettiamo che domani, in seno al Comitato dei nove, anche questa questione, quella di Radio Radicale, venga corretta, perché, altrimenti, si determinerebbe una situazione per cui si piegano le regole, si piega il Regolamento a qualche resistenza che dalle parti della maggioranza e del Governo si ha nei confronti di chi, come Radio Radicale, sta svolgendo una funzione importante (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Liberi e Uguali), dando la possibilità ai cittadini di ascoltare quello che in quest'Aula viene detto, anche quando è scomodo per chi governa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). Presidente Fico, al di là di quante copie ci sono in giro, mi chiedo se è possibile fare seriamente una discussione sulle linee generali su una manovra che sarà profondamente cambiata al Senato. Che senso ha farla in questi termini? Non le sembra il caso, che sarebbe più utile, che il Ministro Tria, domani, aprisse con un suo intervento e che noi si intervenisse come discussione sulle linee generali? Poi, a mezzogiorno, si mette la fiducia su quel testo: sappiamo che è una finzione, ma almeno avremo fatto una discussione politica su qualcosa che ci porta verso il mutamento sostanziale della manovra.

Diversamente, è impossibile pensare di fare una discussione così finta. Siccome lei ha il senso della concretezza, veda di evitare a quest'Aula di fare un harakiri di queste proporzioni, se è possibile.

PRESIDENTE. Ci sono altri deputati che intendono intervenire, di altri gruppi?

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. È già intervenuto il deputato Rampelli sull'ordine dei lavori. Se parla della stessa cosa devo levarle…su un altro argomento? Prego.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, non le vogliamo far perdere tempo, perché l'impressione che ho è che questo tempo le serva per stampare altre 550 copie, che sarebbero state utili ai nostri colleghi per conoscere quella che voi definite la manovra del popolo (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Partito Democratico) e che, invece, è una manovra discussa di notte, come ladri, perché ci si vergogna di quello che c'è scritto, con ogni probabilità, o perché non si sa nemmeno quello che c'è scritto: noi vorremmo approfondire il tema.

Io, però, le ho garantito di intervenire su un altro argomento e su un altro argomento interverrò, perché trattasi di questione politica che noi abbiamo chiesto e posto in una lettera che le ho inviato come pregiudiziale ad una discussione serena sulla manovra: è la discussione sul Global Compact for Migration. Lei sa, Presidente, perché diceva di tenere, al suo insediamento, alle prerogative del Parlamento: io non ho ricevuto da lei risposta, Presidente, e la pretendo, o meglio la chiedo umilmente alla carica che rappresenta, di conoscere le ragioni per le quali l'ultima riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo ha visto tutte le minoranze di questo Parlamento chiedere che il Presidente Conte venisse a relazionare su quale atteggiamento intendesse avere rispetto a questo accordo di natura internazionale, che non si capisce se l'Italia firmerà o non sottoscriverà.

A queste però, Presidente Fico, si è aggiunta l'autorevolissima dichiarazione, in forma pubblica, del capo della Lega, il Ministro Salvini, che ha chiesto di parlare in questo Parlamento dell'argomento rapidamente, per prendere una decisione, decidere che cosa si dovesse fare e in quali tempi si dovesse procedere. Abbiamo avuto, da parte sua, uno stimolo al Ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta in tal senso, e quel giorno c'è stato risposto che non avremmo potuto avere una risposta immediata, perché il Presidente Conte dormiva. Certo, non per sua responsabilità, si trovava in Argentina; ma ci siamo trovati poi, al suo ritorno, più volte a dover vedere dichiarazioni di vari esponenti dei movimenti che sono in maggioranza, ma anche… Io devo parlare tramite lei, per cui sono costretto ad aspettarla con la pazienza necessaria. Abbiamo chiesto e ottenuto solo che il Presidente Conte dicesse cose l'una in contrasto con l'altra: non andrà, pare, a Marrakech, non ce l'è venuto a dire nel luogo deputato a conoscere le sue intenzioni, perché aveva dei dubbi sul documento. In realtà, poi abbiamo scoperto, dalle dichiarazioni di oggi, che diamo per buone, che invece è proprio favorevole a questo documento, e quindi scopriamo che la Lega sostiene formalmente un Presidente del Consiglio a favore di un atto che renderà inutile e superfluo ogni tentativo di fermare l'invasione migratoria in questa nazione, come il loro stesso massimo esponente sottolinea nelle dichiarazioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ebbene, Presidente, in un Parlamento che lei deve tutelare, l'ipocrisia non è consentita: noi abbiamo il dovere di rispondere al popolo, di rispondere ai nostri elettori, e farlo in questa sede; e lei dovrebbe - questa è la richiesta che le reiteriamo - garantire questa nazione. Siamo la barzelletta del mondo, per l'atteggiamento di questo Presidente del Consiglio, che all'ONU è andato a dire, come ricorda questa lettera… Lei ha grandi rapporti con le ONG, ci hanno scritto: le incontreremo, perché non abbiamo paura di spiegare perché noi siamo per il “no”. Ci hanno chiesto un incontro; ma ci deridono anche loro, ci chiedono di sapere perché non andiamo a Marrakech. Perché non andate a Marrakech? Loro sono a favore. Ci dicono che non hanno paura del confronto, figuriamoci noi. Vogliamo capire perché oggi c'è qualcuno che scappa come un coniglio dalla discussione in questo Parlamento, vogliamo che le forze politiche di maggioranza abbiano la compiacenza di spiegare in questo Parlamento perché non hanno il coraggio, fuori dalle televisioni, fuori dai social, fuori dalle battutine (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), di raccontare qui come mai stanno insieme al Governo, di fronte alla cosa più alta che c'è, la politica internazionale, quella che distingue una patria da un insieme di forze politiche; chiamano un inciucio “contratto di Governo”, e si scontrano però sui temi, sui valori di riferimento: se non c'è convergenza su quelli, non c'è possibilità di dare un respiro ampio a qualsiasi politica. Noi siamo convinti della pochezza della vostra manovra, ma siamo ancora più convinti che questo Governo stia mettendo in ginocchio e renderà impossibile all'Italia una prospettiva e un futuro, perché sta costruendo le condizioni per rendere poco credibile questa nazione.

È quello che avviene nel dialogo con l'Europa. Non ci preoccupano certo i cartellini rossi, gialli, le ammonizioni: ci preoccupa, semmai, il documento con il quale ci presentiamo, che è il niente, niente infrastrutture; ma ne parleremo a lungo nel dibattito.

Presidente, io concludo il mio intervento, pregandola di conoscere… Con la sincerità che le abbiamo dal primo giorno attribuito, perché abbiamo sempre detto che siamo distanti da lei sui temi e sui valori, ma crediamo che ognuno di noi possa rappresentare con linearità e coerenza le proprie posizioni. In questo momento qualche dubbio lo abbiamo: lo abbiamo perché non ci ha risposto, lo abbiamo perché il Governo non è qui a rappresentare le posizioni.

Chiediamo che lei solleciti il Governo e ci spieghi perché stanno scappando. Noi lo vogliamo sapere, lo sappiamo già: perché hanno paura di dimostrare al popolo italiano che non sono in grado di rappresentarlo all'estero, hanno paura di entrare in contrasto su qualcosa che è inconciliabile, qualcuno forse ha paura di non riuscire ad imporre nemmeno sulle politiche migratorie la propria posizione al Governo dei 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo è il rischio che si sta valutando!

E allora spiegatecelo in quest'Aula, e siamo pronti a discutere con i nostri colleghi di quest'argomento, come abbiamo chiesto di fare, come il Ministro Salvini ha chiesto di fare, per esprimerci.

Se l'Italia dovesse avere un Parlamento che vota a favore di quell'accordo, io credo che i nostri amici, alleati della Lega in tante occasioni non potranno che prenderne atto.

Però, prima o poi la data del voto arriva! E lei Presidente abbia la sensibilità di ricordare agli italiani che lei ci ha calendarizzato la mozione, l'unico atto ufficiale, che è quello di Fratelli d'Italia, che chiede di esprimersi con chiarezza, il 22 e 23 dicembre: sono un sabato e domenica. Lei credibilmente porrebbe all'ordine del giorno di questo Parlamento la discussione di questa mozione, che chiarisce agli italiani la posizione del Parlamento, la notte di Natale! Noi, Presidente, siamo disponibili a stare qui, a votare perché è troppo importante: non vi faremo scappare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

STEFANO CECCANTI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Giusto perché resti agli atti che la richiesta dell'esame e della votazione del Global Compact la condividiamo, ma non possono restare agli atti delle cose false. Io l'altra volta ho già citato il testo inglese perché c'era solo quello; abbiamo chiesto alla Camera di tradurlo, la Camera dei deputati lo ha tradotto, è disponibile.

E, allora, vorrei citare di nuovo la traduzione italiana, così stavolta sarete contenti. “Punto 4. Migranti e rifugiati sono gruppi distinti, regolati da quadri giuridici separati. Solo i rifugiati hanno diritto alla specifica protezione internazionale, come definita dal diritto internazionale dei rifugiati. (…) Punto 6. Questo patto globale presenta un quadro di cooperazione giuridicamente non vincolante, che si basa sugli impegni concordati dagli Stati membri e la Dichiarazione di New York per i rifugiati e i migranti, e rispetta la sovranità degli Stati e i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale”.

È quindi doveroso esaminarlo, è doveroso votarlo, il Presidente del Consiglio non sfugga, ma non si faccia dire a questo testo quello che questo testo non dice. Non lo diceva in inglese, ora finalmente, se vi è chiaro, non lo dice neanche in italiano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. A questo punto, sospendo la seduta, per cinque minuti.

La seduta, sospesa alle 20,43, è ripresa alle 20,55.

Discussione del disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (A.C. 1334-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 1334-A: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (Vedi calendario).

Ricordo che l'esame in Assemblea si articolerà nei termini seguenti: una volta conclusa la discussione sulle linee generali, l'Assemblea procederà all'esame degli articoli e degli emendamenti ad essi riferiti e, successivamente, all'esame degli ordini del giorno.

Avrà poi luogo, ai sensi dell'articolo 21, comma 12, della legge n. 196 del 2009 e successive modificazioni, l'esame della Nota di variazioni, che sarà presentata dal Governo, cui seguiranno le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.

Prima di passare la parola ai relatori, ricordo che l'articolo 121, comma 5, del Regolamento, prevede che i presidenti di Commissione debbano dichiarare inammissibili gli emendamenti estranei all'oggetto proprio della legge di bilancio, come definito dalla vigente legislazione contabile. Al riguardo, l'articolo 21, comma 1-quinques, della legge di contabilità n. 196 del 2009, pone precisi limiti al contenuto della prima sezione del disegno di legge di bilancio, stabilendo - tra essi - che il provvedimento non deve contenere norme di carattere ordinamentale o organizzatorio. A rafforzare il controllo sul rispetto dei limiti di contenuto del disegno di legge di bilancio ricordo che l'articolo 120, comma 2, del Regolamento, prevede che quando il disegno di legge è presentato in prima lettura alla Camera il Presidente accerta che esso non rechi disposizioni estranee al suo oggetto, come definito dalla legislazione vigente, comunicando l'eventuale stralcio delle disposizioni estranee.

Alla luce di tali norme, e della relativa prassi applicativa, devono considerarsi espunti dal testo in esame, in quanto contengono disposizioni di carattere evidentemente ordinamentale, estranee dunque all'oggetto proprio della prima sezione della legge di bilancio, i commi da 327 a 329 dell'articolo 1, recanti modifiche alla disciplina delle donazioni di cui al codice civile, nonché i commi 294 e 295 del medesimo articolo 1, recanti disposizioni in materia di società titolari dell'esercizio di farmacie private.

Rispetto alla discussione intercorsa sull'ordine dei lavori, secondo le intese intercorse ora tra i gruppi, nella seduta odierna avranno luogo soltanto gli interventi dei relatori per la maggioranza, dei relatori di minoranza e del rappresentante del Governo. Gli interventi dei deputati iscritti per la discussione sulle linee generali e le eventuali repliche si svolgeranno invece nella seduta di domani, a partire dalle ore 8, con conclusione entro le ore 13,30.

Sull'altra questione sollevata dal deputato Lollobrigida, ho informato più volte il Governo della richiesta di riferire sul Global Compact in Aula del Presidente del Consiglio, Conte, ma ad ora non è stata data la disponibilità.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 1334-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Avverto che i presidenti dei gruppi parlamentari di Forza Italia e del Partito Democratico ne hanno chiesto l'ampliamento, senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.

Avverto, altresì, che la V Commissione (Bilancio) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire il relatore per la maggioranza, Raphael Raduzzi.

RAPHAEL RADUZZI, Relatore per la maggioranza. Presidente, colleghi, membri del Governo, è un onore per me poter presentare a questa Assemblea finalmente una manovra del cambiamento (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente)...

PRESIDENTE. Per favore, abbiamo iniziato, un po' di silenzio. Deputata Polverini, per favore. Per favore, sedetevi ai vostri posti… Andiamo avanti.

RAPHAEL RADUZZI, Relatore per la maggioranza. Dicevo, Presidente, che per me è davvero un onore poter presentare a questa Assemblea una manovra che finalmente rappresenta un vero cambiamento (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier). Questa legge di bilancio è stata ampiamente discussa in Aula e fuori da queste Aule…

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). In Aula mai!

RAPHAEL RADUZZI, Relatore per la maggioranza. … in Commissione.

PRESIDENTE. Per favore!

RAPHAEL RADUZZI, Relatore per la maggioranza. Per questi motivi, mi si consentirà una breve introduzione sulla situazione economica e su quelli che sono i punti di partenza di questa legge di bilancio.

Noi abbiamo ereditato a livello economico una situazione davvero stagnante: siamo il Paese europeo che è cresciuto meno della metà della media europea, abbiamo una disoccupazione che è sostanzialmente ferma sopra il 10 per cento, una disoccupazione giovanile oltre il 30 per cento, senza considerare coloro che sono sottoccupati o inattivi, che non cercano un lavoro perché non credono di poterlo trovare. Gli investimenti pubblici hanno toccato il minimo storico, all'1,9 per cento nel 2018. Ripeto, il minimo storico!

Non solo a livello economico, ma anche a livello contabile, ci siamo ritrovati una bomba tra le mani: 12 miliardi di clausole IVA! L'IVA sarebbe aumentata non solo nell'aliquota ordinaria, dal 22 al 24,2 per cento, ma anche nell'aliquota ridotta, dal 10 all'11,5 per cento.

Ma non basta, perché similmente sarebbero aumentate anche le accise sulla benzina, una misura che forse piace a qualche governante europeo ma sicuramente non piace al popolo italiano.

In questo contesto, abbiamo trovato un'economia in rallentamento. I dati ci dicono che l'economia rallenta ormai dall'ultimo trimestre del 2017 proprio perché sono venuti a mancare quei fattori esogeni che avevano permesso anche un timido “rimbalzo del gatto morto”, come si dice. Varare una legge di bilancio finalmente espansiva non era, quindi, solo una risposta al mandato elettorale che abbiamo ricevuto come maggioranza, ma una decisione necessaria per poter far ripartire questo Paese, una manovra che - è bene ribadirlo anche in questo contesto -, per quanto coraggiosa, non mette a rischio i conti pubblici (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier). I conti pubblici sono stati messi a rischio dalle politiche di austerità - ribadiamolo bene -, che hanno portato a un aumento fino al 130 per cento del debito pubblico.

Alla luce di questo, noi stiamo portando avanti con l'Unione europea un'interlocuzione. Lo so che sembra strano, però ricordiamo bene che quasi tutti i membri dell'Unione europea, i nostri partner, hanno sforato e hanno adattato quei vincoli di finanza pubblica alle loro esigenze. E ricordiamo che, negli ultimi sette anni, con risultati tutt'altro che soddisfacenti, il nostro Paese è rimasto sempre, a differenza di tanti altri, ben al di sotto del tetto del 3 per cento del rapporto debito-PIL.

Ma per quanto riguarda le regole di finanza pubblica, bisogna ricordarlo, non si parla solo di tetto del 3 per cento, perché le regole di finanza pubblica si basano sul deficit strutturale, cioè quel deficit depurato dalla condizione economica, dal ciclo economico. Queste regole sembrano anche abbastanza sensate, perché si dice: se un Paese va male, se l'economia rallenta, viene concesso un maggiore spazio fiscale. Il problema è che le stime che ci vengono proposte dall'Unione europea sono totalmente inaccettabili per il nostro Paese. Per la prima volta la Commissione europea, per l'anno prossimo, prevede che il PIL potenziale sarà maggiore del PIL reale. Questo significa sostanzialmente che tutti gli sforzi per aumentare la crescita e aumentare finalmente l'occupazione sarebbero vani, secondo queste stime. Vi sembra accettabile che in Italia, con sei milioni di persone tra disoccupati e inattivi, queste persone siano completamente ignorate nelle stime della Commissione europea? A me non sembra, e anche gli scorsi Governi su questo hanno fatto una battaglia giusta.

Alla luce di queste considerazioni, noi abbiamo varato una legge di bilancio che abbraccia tanti temi, noi abbiamo una relazione che è molto corposa, io cercherò di leggervela. Ha quindici punti, andremo avanti e vedremo di non annoiarvi troppo. Io mi soffermerò sui primi otto punti, mentre poi la collega Comaroli illustrerà i settori dal nono al quindicesimo.

Si parla di misure per la crescita mediante politiche fiscali, tutela del risparmio, investimenti pubblici e finanza locale, politiche di coesione ed interventi a favore, finalmente, del Mezzogiorno, controllo e razionalizzazione della spesa, politiche sociali e per la famiglia, sanità, scuola, università e ricerca, cultura, spettacolo e sport, giustizia, previdenza, lavoro e occupazione, ambiente, territorio e Protezione civile, agricoltura, infrastrutture e pubblico impiego. In merito alle misure per la crescita, sotto il profilo degli interventi a sostegno delle imprese, segnaliamo in primo luogo la previsione di un rifinanziamento di 48 milioni di euro per il 2019, di 96 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2030 e di 48 milioni di euro per il 2024, della cosiddetta Nuova Sabatini, misura di sostegno volta alla concessione alle micro, piccole e medie imprese di finanziamenti agevolati per investimenti, nuovi macchinari, impianti e attrezzature, compresi i cosiddetti investimenti in beni strumentali di Industria 4.0 e di un correlato contributo statale in conto impianti.

Per quanto concerne il sostegno all'internazionalizzazione del sistema produttivo, si dispone lo stanziamento di 90 milioni per il 2019 e di 20 milioni per il 2020 per il potenziamento del Piano straordinario per la promozione del made in Italy e l'attrazione di investimenti in Italia. Si autorizza, inoltre, la spesa di 5 milioni di euro per l'anno 2019 e di 75 milioni per ciascuno degli anni 2020 e 2021, a favore delle agevolazioni concesse nell'ambito del contratto di sviluppo, che rappresenta il principale strumento agevolativo dedicato al sostegno di programmi di investimento produttivo, strategici e innovativi, di grandi dimensioni, nei settori industriale, turistico e tutela ambientale.

È istituito, poi, un fondo per le imprese che partecipano alla realizzazione dell'importante progetto di interesse comune europeo sulla microelettronica, con una dotazione di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020, di 60 milioni per il 2021 e di 100 milioni per ciascuno degli anni dal 2022 al 2024. Si incrementa di 100 milioni per l'anno 2019 e di 50 milioni per l'anno 2020 la dotazione del Fondo di crescita sostenibile per gli interventi di riconversione e riqualificazione produttiva delle aree di crisi industriale complessa e delle aree di crisi non complessa. Viene istituito un fondo di sostegno al venture capital con una dotazione di 30 milioni per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021, e di 5 milioni per ciascuno degli anni dal 2020 al 2025, per sostenere la sottoscrizione da parte dello Stato, tramite il MiSE, di quote o azioni di fondi di venture capital. Viene contestualmente disposta la chiusura del Fondo Balcani di venture capital e del Fondo per il finanziamento di operazioni di start-up.

Si attribuisce alle PMI un contributo a fondo perduto per l'acquisizione di consulenze specialistiche finalizzate a sostenere i processi di trasformazione tecnologica e digitale attraverso le tecnologie abilitanti previste dal piano Impresa 4.0, il cosiddetto voucher manager. Per perseguire gli obiettivi di politica economica e industriale connessi al programma 4.0, nonché per accrescere la competitività e la produttività del sistema economico, si istituisce un fondo per favorire lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di intelligenza artificiale Blockchain e Internet of Things, con una dotazione di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021.

È ampliata la platea dei potenziali destinatari della misura “Resto al Sud”, introdotta dal decreto-legge n. 91 del 2017, per la costituzione di nuove imprese da parte di giovani imprenditori, nelle regioni del Mezzogiorno, elevando l'età massima da 35 a 45 anni e sopprimendo l'esclusione delle attività libero professionali dalle attività beneficiarie del finanziamento.

Nel settore dell'industria aeronautica si eleva da 5 a 8 milioni di euro il limite oltre il quale opera la riassegnazione alla spesa delle risorse derivanti dalle restituzione dei finanziamenti concessi per la partecipazione di imprese nazionali a programmi industriali aeronautici in collaborazione internazionale. Gli stanziamenti pluriennali concernenti gli interventi per lo sviluppo delle industrie del settore aeronautico sono, peraltro, oggetto di rimodulazioni complessive orizzontali, ai sensi della II sezione.

Tra le disposizioni introdotte nel corso dell'esame in sede referente, si segnalano interventi sui portali per la raccolta dei capitali. Sotto il profilo degli interventi fiscali a favore della crescita, si segnala la sterilizzazione degli aumenti delle aliquote IVA, di cui parlavo prima, per l'anno 2019 e una riduzione degli aumenti per gli anni successivi. In tema di IVA, si segnala, inoltre: la norma introdotta in sede referente, che assimila le prestazioni turistiche e ricettive in regime IVA delle prestazioni di benessere del corpo a cura della persona, ove rese direttamente dal prestatore dei servizi ricettivi ai fruitori dei medesimi servizi; l'eliminazione dell'aumento dell'aliquota sull'accisa sulla benzina e sulla benzina con piombo, nonché sul gasolio usato come carburante previsto dalla copertura dell'ACE; l'estensione del regime forfettario con imposta sostitutiva unica al 15 per cento ai contribuenti con ricavi o compensi fino a un massimo di 65 mila euro, semplificandone le condizioni di accesso; e poi, nel corso dell'esame in sede referente, si è stabilito di escludere dal regime forfettario esteso chi esercita la propria attività nei confronti dei datori di lavoro con i quali siano in essere rapporti di lavoro o lo siano stati nei due precedenti periodi d'imposta; l'introduzione di un'imposta sostitutiva al 15 per cento sulle lezioni private e ripetizioni svolte dai docenti titolari di cattedra nelle scuole di ogni ordine e grado; un'imposta sostitutiva delle imposte sui redditi dell'IRAP con aliquota al 20 per cento per gli imprenditori individuali e lavoratori autonomi con ricavi fino a 100 mila euro; il riporto illimitato delle perdite per tutti i soggetti IRPEF, a prescindere dal regime contabile adottato, le perdite sono rese riportabili agli esercizi successivi, nel limite dell'80 per cento dei redditi conseguiti in tali esercizi per l'intero importo che vi trova capienza; un'aliquota IRES agevolata al 15 per cento a parte del reddito delle imprese che incrementano i livelli occupazionali ed effettuano nuovi investimenti, nonché l'applicazione di tale agevolazione alle imprese soggette a IRPEF; l'estensione della cedolare secca ai contratti di locazione relativi ai locali commerciali fino a 600 metri quadri di superficie; la proroga e rimodulazione del cosiddetto iperammortamento, che consente di maggiorare il costo di acquisto dei beni materiali, strumentali, nuovi, funzionali alla trasformazione tecnologica e/o digitale (il beneficio è stato ulteriormente incrementato in sede referente); la proroga al 2019 delle detrazioni per interventi di efficienza energetica, ristrutturazione edilizia e per l'acquisto di mobili e grandi elettrodomestici, nonché della detrazione del 36 per cento per interventi di “sistemazione a verde”; la modifica del credito di imposta per spese di ricerca e sviluppo con l'abbassamento della quota agevolabile dal 50 al 25 per cento, nonché dell'importo massimo per impresa da 20 a 10 milioni; l'ampliamento del credito di imposta per erogazioni liberali destinate a interventi di manutenzione e restauro di impianti sportivi pubblici e per la realizzazione di nuove strutture pubbliche.

In sede referente è stata rivista la disciplina dei piani di risparmio a lungo termine, i PIR, che vincola le somme o i valori destinati nel piano di risparmio a lungo termine all'effettuazione di investimenti per almeno il 3 per cento del valore complessivo in strumenti finanziari non negoziati nei mercati regolamentati o nei sistemi multilaterali di negoziazione di piccole e medie imprese.

Sempre in sede referente, sono state riviste le norme che consentono a Cassa depositi e prestiti di finanziare investimenti in molteplici settori ed è stata prevista la riduzione dell'accisa sulla birra da 3 a 2,29 euro per ettolitro, ulteriormente abbassata del 40 per cento per la birra realizzata nei birrifici artigianali di minor dimensione. Tra le modifiche apportate in sede referente, in tema di entrate locali, si segnala, inoltre, il raddoppio dal 20 al 40 per cento della percentuale di deducibilità dalle imposte sui redditi dell'IMU dovuta sugli immobili strumentali, nonché la possibilità per i comuni di confermare, anche per gli anni 2019 e 2020, la stessa maggiorazione della TASI già disposta per gli anni 2016-2018 con delibera consiliare e l'estensione della riduzione a metà della base imponibile IMU e TASI per gli immobili concessi in comodato d'uso a parenti in linea retta anche al coniuge del comodatario, in caso di morte di quest'ultimo, in presenza di figli minori. Specifiche misure fiscali e finanziarie riguardano le zone colpite da calamità naturali.

Un ulteriore gruppo di norme fiscali dispone, tra l'altro, l'incremento dello 0,5 per cento del prelievo erariale unico, applicabile agli apparecchi da divertimento e intrattenimento idonei per il gioco lecito, l'abrogazione dell'imposta sul reddito d'impresa, IRI, la rimodulazione con il complessivo innalzamento delle accise che gravano sui tabacchi lavorati e l'abrogazione della disciplina relativa all'ACE.

Con riferimento alla tematica del gioco lecito, in sede referente sono state prorogate alcune vigenti concessioni ed è stato allungato al 31 dicembre 2019 il termine entro il quale non possono più essere rilasciati nulla osta per i vecchi apparecchi con vincita in denaro, new slots, per i quali è slittato, al 31 dicembre 2020, anche il termine di dismissione.

Sempre in sede referente, è stata riproposta la possibilità di affrancamento dei beni e delle partecipazioni da parte delle imprese che non adottano i princìpi contabili internazionali nella redazione del bilancio, mediante il pagamento di un'imposta sostitutiva ad aliquota differenziata secondo la tipologia dei beni.

Per quanto concerne la tutela del risparmio è stato istituito un fondo per il ristoro dei risparmiatori che hanno subito un danno ingiusto in relazione all'investimento in azioni di banche poste in liquidazione coatta amministrativa nell'ultimo biennio, usufruendo dei servizi prestati dalla banca emittente o dalla società controllata, con una dotazione di 525 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019-2021 e qui andiamo veramente a dare un sostegno a chi è stato truffato, alla faccia di chi dice che questa manovra è contro i risparmiatori (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

Per quanto riguarda gli investimenti pubblici, come indicato nella nota di aggiornamento al DEF (NaDEF) 2018, la strategia delineata dal Governo per stimolare la crescita passa soprattutto attraverso l'incremento delle risorse pubbliche.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

RAPHAEL RADUZZI, Relatore per la maggioranza. In particolare, si prevedono risorse aggiuntive pari ad oltre lo 0,2 per cento di PIL nel 2019 per arrivare ad oltre lo 0,3 per cento di PIL nel 2021. Quindi, riportiamo gli investimenti pubblici agli standard europei. Ci sono tante altre misure, lascio la parola alla collega per l'illustrazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la relatrice per la maggioranza, deputata Comaroli.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Relatrice per la maggioranza. Abbiamo un microfono un po'… magari la prossima volta faremo un emendamento per sistemare questi microfoni…

PRESIDENTE. Fortunatamente non c'è bisogno dell'emendamento, lo sistemiamo direttamente.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Relatrice per la maggioranza. È per sensibilizzare… Presidente, vista anche un po' l'ora tarda e così via, per l'economicità dei lavori, se lei mi consente io depositerei tutta la relazione che avevo fatto per i punti a seguire; ringrazio, invece, il collega Raphael che è stato ligio e fermo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore di minoranza Marattin.

LUIGI MARATTIN, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Al di là delle legittime scelte politiche, tanto più legittime se supportate da un ampio consenso popolare, quale quello che questa maggioranza ha avuto il 4 marzo scorso, una manovra economica è utile al Paese se si basa su due caratteristiche principali: certezza ed efficacia. In pochi minuti proverò ad argomentare perché questa legge di bilancio fa di tutto, invece, per aumentare l'incertezza ed è totalmente inefficace per la nostra economia. Il collega Raduzzi mi perdonerà se eviterò di soffermarmi sulla riduzione delle accise sulla birra o sulla tassa al 15 per cento per le ripetizioni degli insegnanti, lo vorrei tanto fare, fra l'altro, ma non ne ho il tempo e penso che non ne avrà il tempo neanche questo Parlamento, visto che la discussione generale, l'unica possibile su questa manovra, avrà addirittura i tempi ancor più contingentati.

Comincio dalla certezza; questa manovra, questa impostazione di politica economica è iniziata il 27 settembre scorso, poco più di due mesi fa, con l'approvazione della NaDEF che il collega ricordava. Quella sera, con un gesto penoso, che faceva somigliare la nostra Repubblica più a una dittatura sudamericana che non a una democrazia europea, mezzo Governo, affacciato al balcone di Palazzo Chigi, con in piazza Colonna alcuni colleghi 5 Stelle ai quali era stato ordinato di andare lì sotto ad applaudire, annunciava di aver abolito la povertà e che il rapporto deficit-PIL sarebbe stato al 2,4 per cento per ciascuno dei prossimi tre anni.

Il 15 ottobre, poi, al momento di presentare il documento programmatico di bilancio, cioè un dettaglio ulteriore della manovra, già si era cambiata idea e il sentiero di deficit diventava 2,4, 2,1 e 1,8. Poi, all'avvio della procedura di infrazione il documento programmatico di bilancio è stato cambiato e mandato nuovamente a Bruxelles. Stavolta la modifica è stata più che raddoppiare, cioè incrementare fino a 18 miliardi di euro, gli introiti da privatizzazioni da parte di un Governo che da sei mesi non dice altro che voler rinazionalizzare tutto.

E, ora, siamo alla vigilia di un nuovo terzo radicale cambio di manovra e del quadro macroeconomico di finanza pubblica, come ci ha confermato ieri sera - non è stato semplicissimo decodificarlo - il Ministro Tria in audizione dopo che ha gentilmente acconsentito a rispondere anche alle nostre domande, con un nuovo cambiamento dell'obiettivo di deficit. Il sottosegretario Bitonci poche ore fa in televisione ha annunciato che sarà più o meno il 2,2 per cento; se poi ce lo venite a dire anche in Parlamento ci fate un favore.

Quindi, in conclusione di questa prima parte, in nove settimane e mezza, la manovra è cambiata tre volte: e io che ero abituato a pensare che in nove settimane e mezza si potessero fare tante altre cose! Invece, la manovra è cambiata tre volte e il tutto è stato gestito con ritardi, con Ministri ed esponenti della maggioranza che annunciavano su Facebook provvedimenti che o non erano stati ancora presentati in Commissione o che non sono mai stati presentati in Commissione. Al collega Raduzzi e al collega Paragone del Senato vorrei ricordare - il collega Paragone ha fatto un annuncio roboante su Facebook, dicendo che era cambiata la modalità di rimborso agli investitori delle sei banche in liquidazione o in risoluzione fra il 2015 e il 2017 - che non è stato presentato nessun emendamento del genere; a momenti questa Camera approverà l'articolo 38; al di là dell'ammontare di soldi messi, ce ne potete mettere pure 50 di miliardi sopra, ma all'articolo 38 avete scritto che il risarcimento ai risparmiatori delle banche è distribuito con esattamente le stesse modalità della scorsa legislatura, vale a dire soltanto ai risparmiatori in possesso di una sentenza o di una pronuncia favorevole dell'arbitro per le controversie finanziarie, per il cosiddetto mis-selling.

Questo è quello che sta scritto lì, se lo cambierete al Senato vedremo, ma la dovete finire di raccontare cose che non trovano riscontro nei documenti di finanza pubblica che presentate e che chiamate questo Parlamento a votare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Questa approssimazione, questa superficialità, questo basarsi più su ciò che viene comunicato rispetto a ciò che è, questo non avere una più pallida idea di dove si sta andando non è il modo con cui si governa un grande Paese e una grande economia come l'Italia. E questo aumento dell'incertezza non è gratis: ci è già costato un miliardo e mezzo di maggiori interessi nel 2018 e se non cambierete rotta e non la smetterete di zigzagare a questo modo ci costerà 5 miliardi di maggiori interessi nel 2019 e nove miliardi nel 2020. Sono soldi dei cittadini e non vostri o, per lo meno, non solo nostri. Io capisco che il lascito più grande che volete lasciare quando ve ne andrete è sdoganare l'idea che per governare si possa anche fondamentalmente non sapere un accidenti di niente. Ma sappiate che non vi sarà consentito di far passare questo messaggio nella società italiana; questo elogio dell'incompetenza e dell'ignoranza, che state portando avanti da mesi se non da anni, non vi sarà consentito farlo passare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questa idea che se sai qualcosa sei membro dell'élite e se non sai niente rappresenti il popolo è il pericolo più grande che potete lasciare in eredità quando ve ne andrete da qui.

Oltre che foriera di incertezza e di costosa incertezza vengo ora brevemente a spiegare perché, a nostro modo di vedere, questa manovra è totalmente inefficace per risolvere i problemi della nostra economia. Ripeto: il collega ha parlato di accise sulla birra eccetera. Io vi dico solo tre cose, perché questo è ciò che mi permette il tempo che ho. Il Paese ha tre esigenze fondamentali: la prima è ridurre le tasse, anzi continuare a ridurre le tasse. Nei vostri documenti di finanza pubblica, che a volte dimostrate di non aver neanche letto, avete scritto che la pressione fiscale in questo Paese dal 2014 al 2018 è scesa, anche se poi su Facebook e in quest'Aula dite il contrario. Avete scritto nei documenti che presentate in questo Parlamento - voi l'avete scritto! - che la pressione fiscale in questo Paese è scesa dal 43,4 per cento nel 2014 al 41,8 per cento nel 2018, se non contiamo gli 80 euro che formalmente sono un trasferimento e non una riduzione di tasse ma se li volessimo considerare sarebbero circa 2 punti percentuali in meno di pressione fiscale in quattro anni.

E nella vostra stessa legge di bilancio, dopo che avete fatto l'elenco delle accise sulla birra, scrivete che la pressione fiscale in questo Paese dopo quattro anni smette di scendere perché con la vostra manovra rimane esattamente allo stesso livello del 2018, cioè il 41,8 per cento. Nella vostra stessa manovra scrivete che la pressione fiscale, che è scesa di un paio di punti percentuali, in questo Paese dopo cinque anni rimane costante e, anzi, se consideriamo lo sblocco delle aliquote dei comuni, che è una decisione su cui possiamo pensarla in qualsiasi modo, nei fatti la pressione fiscale in questo Paese nel 2019 sale. Dunque, a me l'elenco delle singole misure di tassazione sulle imprese fa effetto fino a un certo punto, perché voglio sapere alla fine, fra le tasse aumentate alle imprese e quelle diminuite, qual è il saldo netto.

Poi, specialmente non mi piace concentrarmi soltanto su una delle due, sulle tasse che diminuite o su quelle che aumentate. Voglio sapere nel 2019 le imprese italiane quanto pagheranno in meno di tasse o in più e questa risposta viene fornita dall'Ufficio parlamentare di bilancio, l'autorità di politica fiscale indipendente che, quando vi ha bocciato la manovra, avete additato come nemica del popolo. L'Ufficio parlamentare di bilancio vi ha calcolato esattamente le tasse che scendono, cioè l'IRES al 15 per chi investe e assume e la flat tax - cosiddetta tale - per il regime dei minimi, e tutte quelle che invece vengono aumentate, dovute all'eliminazione di alcune agevolazioni come l'ACE, il credito d'imposta e il super ammortamento. Allora, lì c'è scritto qual è il conto netto e lì c'è scritto che nel 2019 le imprese italiane pagheranno 6 miliardi 143 milioni di tasse in più rispetto al 2018. Questo è l'effetto di questa manovra: una pressione fiscale aggregata che nella migliore delle ipotesi rimane costante e un aumento di carico fiscale sulle imprese se consideriamo tutte le misure che avete scritto qui dentro.

Noi vi abbiamo proposto un'altra cosa in Commissione. Invece di buttare via 13,8 miliardi in quello che consideriamo il più grande programma di assistenzialismo che questa Repubblica abbia mai visto, cioè il reddito di cittadinanza e “quota 100”, vi abbiamo proposto cose alternative: aboliamo l'IRAP, che costa esattamente 13,8 miliardi, e facciamo uno shock fiscale alle imprese su una delle tasse più strane che esistono, oppure abbattiamo di quattro punti il cuneo fiscale per i neoassunti. Questo vuol dire che un metalmeccanico con 1.200 euro di stipendio al mese può avere 60 euro al mese in più in busta paga, ci avete detto di no.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 21,30)

LUIGI MARATTIN, Relatore di minoranza. L'altra esigenza è un welfare moderno e di accompagnamento. Il nostro welfare è vecchio, passivo e ingiusto. A tutto questo voi rispondete con il solito ritornello: reddito di cittadinanza che, fra l'altro, non compare in questa manovra e verrà demandato a un disegno di legge dopo Capodanno. Noi vi abbiamo proposto di raddoppiare il reddito di inclusione, che è una misura che già c'è. Dunque, perché buttare via una misura che già c'è e sta iniziando a funzionare per inseguire una propaganda elettorale? Vi abbiamo proposto l'assegno universale per i figli, vi abbiamo proposto di investire sulla formazione, di recuperare il credito di imposta 4.0 che voi avete recuperato in Commissione ma soltanto per i piccoli, perché essere grandi sembra essere un problema.

Terza e ultima esigenza: competitività e riforme strutturali. Voi su questo rispondete - su questa esigenza - con due cose: regalare un pezzo di terra alle famiglie che fanno il terzo figlio e mandare in pensione la gente a 62 anni e noi abbiamo detto - e lo dico a tanti - che non è giusto in un Paese del genere, che ha consentito per tanti decenni alle persone di andare in pensione a volte a 38 anni e non a 62 anni, trattare allo stesso modo chi fa un lavoro usurante e chi fa il poeta, perché mandare in pensione la gente a 62 anni, indipendentemente dal lavoro che fa, significa non avere riguardo per l'ingiustizia fatta a livello intergenerazionale in questo Paese.

Signor Presidente, concludo.

PRESIDENTE. Grazie.

LUIGI MARATTIN, Relatore di minoranza. Mi avvio alla conclusione e me lo consenta, perché è l'unica volta che possiamo parlare in questa manovra…

PRESIDENTE. Lo so, ma io devo ricordarle i tempi. Quindi, ha cinque secondi.

LUIGI MARATTIN, Relatore di minoranza. Il nostro servizio al Paese in questa fase lo facciamo facendovi una promessa: in noi troverete avversari leali ma sempre più intransigenti, che non vi permetteranno di continuare a giocare col futuro dell'Italia come avete fatto in questi primi sei mesi. Questa promessa che vi fa questa sera il Partito Democratico è l'unica certezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Marattin.

Ha facoltà di intervenire il relatore di minoranza, onorevole Russo.

PAOLO RUSSO, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Proviamo a descriverla questa manovra, proviamo ad aggettivarla: scialba, inconcludente, annebbiata, strabica, inutile e dannosa. Potremmo usare anche tanti altri aggettivi. È talmente variabile in queste ore da essere evanescente e impercettibile. Da una manovra di bilancio ci si aspetta una linea, una strada, la direzione, il disegno di una crescita, la strategia ed il modo per invertire una tendenza al declino. Qual è la direzione che indicate? Altro che accisa sulla birra! Peraltro, citate proprio un altro degli errori, perché riducete - è vero - l'accisa sui piccoli e piccolissimi birrifici, rendendo quei birrifici nani a vita, birrifici artigianali che avrebbero possibilità di crescere ma con una limitazione così ampia rimangono e rimarranno nani a vita. Qual è la direzione che indicate? È il nulla? Il nulla nella nebbia? È incerto e zigzagante il vostro incedere? È una sorta di vascello privo di rotta e abbandonato a se stesso tra lo spiaggiamento e l'inabissamento. Oserei dire che lo scenario è da rari nantes in gurgite vasto.

Noi avremmo preferito un lavoro sul fronte della crescita e dello sviluppo. Non stiamo qui a quisquiliare sui decimali. Semmai ci piace misurare gli investimenti per rilanciare il Paese. Infrastrutture, logistica, strade, porti, aeroporti e reti digitali: nulla di tutto questo. E nemmeno manutenzione, nemmeno la manutenzione per le strade, per le scuole, per i porti e per i ponti. E nemmeno una parola sul dissesto idrogeologico. Cade l'Italia e non vi è una parola e un'attenzione su questo fronte, anzi arretramenti. Non vi è niente per le imprese: non la riduzione del cuneo fiscale, che pure avevamo chiesto. Inoltre, avevamo anche introdotto una possibilità, quella di zero IRES per le imprese nel Mezzogiorno ma non c'è stato niente anche su questo fronte.

Avevamo detto che c'è una misura che sta funzionando, che è il credito d'imposta nel Mezzogiorno per quelle imprese che investono sui macchinari. Sta talmente funzionando che ha drenato tutte le risorse per un investimento complessivo che ha prodotto 7 miliardi di opportunità, ma nemmeno questo è stato reso possibile dalla vostra manovra.

La filosofia che sottende questa manovra è depressiva. È quasi il gusto di aumentare la platea di chi è rimasto indietro con risorse che, evidentemente, più rimangono indietro e meno basteranno. Noi pensavamo il contrario, l'esatto contrario: più sviluppo, più imprese, più lavoro, meno tasse, magari la flat tax, magari la flat tax e da subito (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), più PIL per meglio aiutare chi non ce la fa.

Non una misura abbiamo letto per sostenere, per esempio, il rifinanziamento di Industria 4.0, non una parola sul fronte della famiglia. Avete avuto il coraggio anche di respingere un emendamento che riguardava gli orfani delle vittime del femminicidio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Siete stati talmente muti, sordi e tetragoni da avere detto zero anche sul credito di imposta per le imprese rosa. Ci abbiamo provato in tutti i modi: nulla di nulla.

C'è un vecchio adagio che risponde a quello che sto leggendo quotidianamente: eviteremo l'infrazione e manterremo le promesse. Guardate, è complicato avere la moglie ubriaca e la botte piena. Allora, delle due l'una: o siete degli sprovveduti o siete degli imbroglioni. Non vi è un'alternativa diversa: o l'una o l'altra. Insomma, provate ad alimentare l'assistenza fuggendo dalla realtà, provate a sistemare la paghetta attraverso i bluff; provate a produrre ristori e il gioco delle tre carte. Se a questo aggiungete, poi, che avete provato a scrivere una legge di stabilità senza avere a monte i saldi, si comprende come l'affronto non è solo agli italiani. Certo, è agli italiani, che sono ancora oggi più poveri e più indebitati da quando governate, ma l'affronto è al Parlamento tutto, è a questo ramo del Parlamento, trattato come una sorta di ufficio passacarte, con finzione, Presidente, non con funzione legislativa. Tutto negativo in questa manovra? No, io una cosa l'ho trovata, una cosa di buono l'ho trovata ed è un emendamento suggerito dal collega Baldelli, poi sottoscritto da tutti i gruppi: l'utilizzazione delle risorse della spending review della Camera per le aree terremotate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questa è l'unica cosa che si potrà ricordare con dignità e, soprattutto, a testa alta. Il resto mi pare una congerie di norme e normicole capaci di generare freno e non sviluppo: il vuoto assoluto. Ma, soprattutto, Presidente, l'assenza di speranza, l'assenza di speranza. Una legge di stabilità deve indicare quella strada alimentando una speranza in positivo, creando un clima nel Paese capace di indurre una prospettiva positiva.

Decrescita per tutti, per imprese, per famiglie, per giovani: altro che shock fiscale (quello che avremmo voluto), altro che rigogliosa crescita (quella che avremmo sperato).

Zero: zero assoluto. Zero nel metodo - e anche questa sera lo abbiamo indicato - ma, soprattutto, zero nel merito. Vi state isolando. Con questa manovra vi isolate ancora di più; vi isolate in Europa e dai problemi; vi isolate in Europa, dai problemi e dai cittadini. Avete reso, con questa manovra, il nostro Paese ancora più marginale, ancora più debole, ancora più instabile. Avete, insomma, reso il nostro Paese inaffidabile e imprevedibile, quindi nessuno è più disponibile a credere alle cose che fate e, soprattutto, alle promesse che continuate a rappresentare.

Insomma, caro Presidente, potevamo aspettarci una manovra peggiore? Purtroppo no e questa è la nostra amara considerazione. Abbiamo provato ad immaginare quanto di peggio si potesse fare: ebbene, avete superato la nostra immaginazione, indicando sì una strada, ma una strada che frena le opportunità e le occasioni di sviluppo del nostro Paese; una strada che, soprattutto, frena i giovani, frena i giovani in quella voglia di fare, in quella capacità che è data dalla competenza, dall'ingegno, dalla vivacità, dalla forza. Voi frenate esattamente tutto questo perché indicate che la prospettiva è assistenza tout court, è assenza di ingegno; non è lavoro, non è la capacità di mettere in campo le proprie competenze per produrre qualcosa che sta sul mercato, ma è la voglia di star seduti, di essere fermi, di ascoltare ciò che accade nel mondo, ma non di reagire Viceversa, ottenere una paghetta mi pare, in questo senso, il peggiore dei viatici e a questo peggiore viatico noi non possiamo che non rappresentare il nostro giudizio negativo, la nostra espressione negativa, che vorrà essere rappresentata non soltanto nel giudizio, ma soprattutto in un sentimento, che è il sentimento che ogni italiano sta registrando. Noi ci aspettavamo crescita e non decrescita felice, noi ci aspettavamo sviluppo e non freno; noi ci aspettavamo che da questo Governo del cambiamento ci fosse un segnale del cambiamento in meglio, non in peggio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore di minoranza, deputato Stefano Fassina.

STEFANO FASSINA, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. A me pare che vi sia una generale sottovalutazione del passaggio di fase in Italia e nell'Unione europea. Devo dire che anche l'organizzazione dei nostri lavori, questa sera, domani mattina, in fasce orarie così marginali, con una scarsa presenza dei colleghi, mi porta a dire che non vi è piena consapevolezza della portata, non solo economica ma anche politica - e, vorrei dire, anche costituzionale - del braccio di ferro che è in corso tra il nostro Governo e non solo la Commissione europea, ma, più in generale, un impianto che in questi ultimi due decenni ha sorretto un ordine economico e sociale che produce tanta disuguaglianza, tanta divergenza, tanta marginalità. Credo che da questa sottovalutazione discenda anche il vulnus istituzionale che si sta compiendo nel passaggio del disegno di legge di bilancio alla Camera.

Alcuni colleghi, prima, sull'ordine dei lavori, sono intervenuti e hanno sottolineato i ritardi, il dato storico con il quale arriviamo al passaggio in prima lettura, ma c'è un altro aspetto importante, Presidente, che vorrei che segnalasse anche al Presidente Fico, perché credo meriti un'attenzione notevole. Per la prima volta nella storia un ramo del Parlamento approva il disegno di legge di bilancio con il quadro macroeconomico e di finanza pubblica in divenire. Guardate, sembrano dettagli tecnici, ma non è un caso che la Nota di aggiornamento al DEF si anticipa alla presentazione del disegno di legge di bilancio.

Il passaggio tra la Camera e il Senato avverrà con saldi che cambieranno, e questo è un'innovazione di grande rilevanza, che dovremmo considerare in tutta la sua gravità. Ieri abbiamo chiesto al Ministro Tria almeno qualche informazione su quanto avviene.

Il Presidente del Consiglio Conte continua a dire che sta per inviare a Bruxelles una proposta di revisione. Sono in gioco - sottolineo questo aspetto - i punti principali della manovra.

La manovra netta per tre quarti va su quello che era l'articolo 21, cioè il cosiddetto reddito di cittadinanza, pensione di cittadinanza e quota 100: 16 miliardi. Quelle norme non sono definite, e i nostri colleghi al Senato non avranno tempo per definirle. Siamo in una prima assoluta di una manovra di finanza pubblica di dimensioni molto rilevanti, che non avrà un'adeguata analisi e valutazione da parte del Parlamento.

E poi vengo al merito, rapidamente. Vengo al merito rapidamente rimanendo sul quadro macroeconomico e di finanza pubblica, perché siamo dentro un altro scenario rispetto alla Nota di aggiornamento al DEF, e non voglio far finta che non sia così: la manovra è nata come manovra espansiva, e noi abbiamo condiviso la necessità di una manovra espansiva, abbiamo condiviso la necessità di fare in modo che questo Paese avesse un po' di ossigeno. Il 2,4 era una condizione necessaria, non sufficiente, l'abbiamo detto sin dall'inizio; poi rileva quello che fai con le risorse che riesci a mettere a disposizione del Paese.

Noi avevamo detto, e lo ripetiamo: investimenti pubblici. Se si vuole fare una manovra espansiva in un quadro di cronico deficit di domanda interna, si devono fare investimenti pubblici, in piccole opere: l'abbiamo chiamato “green new deal”, per sottolineare l'impatto che avrebbe dovuto avere anche in termini qualitativi sullo sviluppo, non solo quantitativi. E in particolare nel Mezzogiorno, grande questione rimossa; e davvero sul piano politico, non economico, non capisco tutta la maggioranza, perché anche la Lega vuole avere una funzione nazionale, ma non capisco in particolare coloro che sono stati chiamati a rappresentare quasi in via esclusiva il Mezzogiorno. C'è una situazione devastante! Abbiamo proposto in Commissione un emendamento banale: concentrare il 45 per cento degli investimenti pubblici nel Mezzogiorno. È una questione completamente rimossa! Guardate, il Paese si sta dividendo sempre di più, e questo Governo paradossalmente ha un tratto originale di complementarietà delle constituency di Lega e 5 Stelle; eppure il dato è stato completamente rimosso.

Ora siamo al capolavoro: qualcuno di quegli odiosi esponenti dell'establishment ha detto che per il Governo Di Maio-Salvini è arrivato il “momento Tsipras”. Lo dico con grandissima amarezza, temo che abbia ragione, perché siamo arrivati allo scenario peggiore: una retromarcia sulla manovra che avrebbe dovuto avere segno espansivo, una manovra che di fatto diventa prociclica, in un quadro in cui c'è un rallentamento di tutta l'Unione europea, di tutta l'Eurozona. Nel terzo trimestre la Germania ha fatto meno 0,2 in termini di PIL, l'Italia ha fatto meno 0,1; si esaltavano nella scorsa legislatura le performance positive del PIL italiano e si drammatizzano in questa, ma siamo dentro un quadro che è molto sincronico, in ritardo sistematico, come prima ha ricordato l'onorevole Raduzzi. In un quadro di rallentamento che ha ragioni strutturali, sulle quali in questo momento ovviamente non posso intervenire, la manovra diventa prociclica; e il capolavoro sta nel fatto che diventa prociclica e ci portiamo dietro, però, la zavorra delle conseguenze dello spread sulla finanza pubblica, sulle famiglie e sulle imprese. Un capolavoro! Un capolavoro! Una grande occasione perduta: questo è un dato, per quanto mi riguarda, di grande rammarico. Una grande occasione perduta, una grande legittimazione politica per invertire rotta diventa una grande occasione perduta. Ma la speranza è tenace, l'ottimismo della volontà, nonostante il pessimismo a cui induce la ragione, rimane ben saldo. Confidiamo allora che nelle prossime ore, in vista del negoziato con Bruxelles, si possa rivedere quello che leggiamo sui giornali e che nessuno ancora ci è venuto a dire ufficialmente in Parlamento: che si possa mantenere quell'obiettivo del 2,4 per cento del PIL per il 2019, ma si possano concentrare le risorse sugli investimenti pubblici, in particolare nel Mezzogiorno, per dare davvero ossigeno alla nostra economia e ripristinare la funzione anticiclica ed espansiva della manovra. Sarebbe una grande operazione per il Paese. E guardate…

PRESIDENTE. Colleghi… Chiedo scusa, collega Fassina. Posso chiedere cortesemente maggior silenzio? Grazie.

STEFANO FASSINA, Relatore di minoranza. E guardate, si potrebbe fare con pochi fondamentali interventi: le risorse del cosiddetto reddito di cittadinanza, mettetele in larga misura sul Rei, o in parte significativa sul Rei. Cambiategli pure nome, ma non stravolgete uno strumento utile! Finanziate programmi di lavoro di cittadinanza, abbiamo anche su questo presentato emendamenti. Correggete… Faccio solo un esempio, a proposito di lavoro…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

STEFANO FASSINA, Relatore di minoranza. Concludo, Presidente. L'Ires: avete previsto l'abbattimento dell'Ires per maggiore occupazione; avete scritto però che vale anche per i contratti a tempo determinato: com'è coerente questa impostazione con il cosiddetto decreto-legge “dignità”? Fate delle correzioni, fatelo per recuperare una prospettiva non solo economica, ma anche politica per questo Paese, per ridare priorità a quei punti costituzionali che mettono al centro il lavoro. Spero davvero che possiate ascoltare (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire al termine della discussione generale.

Come preannunciato, interrompiamo a questo punto la discussione sulle linee generali, che riprenderà nella seduta di domani a partire dalle ore 8.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Fatuzzo. Ne ha facoltà.

Colleghi, maggior silenzio.

CARLO FATUZZO (FI). Signor Presidente, alcuni giorni addietro si è ripetuto ancora una volta lo scandalo delle case di riposo per non autosufficienti, chiamate anche residenze sanitarie per anziani (RSA), questa volta in provincia di Pavia a San Martino della Battaglia. Vi sono stati due arresti, ed è la conferma che è importante che ci siano le telecamere nelle case di riposo per anziani e negli asili nido. Abbiamo avuto la legge che dà diritto di mettere le telecamere in questi ambienti, ma non è abbastanza la facoltà: è assolutamente necessaria l'obbligatorietà. Il solo fatto di sapere che ci sono delle telecamere che ci riprendono, e non sappiamo dove sono, è sicuramente un disincentivo a questa vergogna, che purtroppo si ripete in continuazione. Viva i pensionati, pensionati, all'attacco!

PRESIDENTE. Collega Fatuzzo! Collega Fatuzzo, grazie. Ha chiesto di parlare il collega Cristian Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (M5S). Presidente, colleghi deputati, nella bellissima Pavia, città storica, città d'arte, in queste ore si sta svolgendo una manifestazione. Questa manifestazione parte dagli studenti dell'università, una delle università più antiche del mondo, dove hanno insegnato Mascheroni, Spallanzani, Scarpa, Volta…

PRESIDENTE. Collega Romaniello, chiedo scusa. Ai colleghi dei banchi alla mia destra, cortesemente. Grazie. Alla mia destra, senza…

CRISTIAN ROMANIELLO (M5S). Una delle università più antiche del mondo, dove hanno insegnato Mascheroni, Spallanzani, Scarpa, Volta, Ugo Foscolo, e il premio Nobel Camillo Golgi. Già dalla metà del XVI secolo Pavia era dotata di due grandi collegi, il “Ghislieri” e il “Borromeo”, a cui se ne sono aggiunti molti altri. L'intento era quello di favorire l'accesso allo studio, ad una cultura aperta, e non riservata a pochi. L'Università di Pavia offre 86 corsi di studio, 19 corsi di dottorato, ospita 24 mila studenti ed è oggi dotata di 18 collegi. Il sistema dei collegi universitari è un fattore di unicità, eccellenza e competitività dell'Ateneo pavese a livello internazionale. L'Ateneo di Pavia è tra i primi quattro grandi atenei italiani per qualità e si distingue in alcuni settori disciplinari, tra i primi due del Paese: chimiche farmaceutiche, geologia, biologia, psicologia e medicina. L'alta qualità della ricerca sanitaria e ingegneristica, di genetica molecolare e molto altro è nota a livello internazionale. Regione Lombardia a questa grande eccellenza intende tagliare i fondi per razionare le spese, come se ridurre le spese non fosse una riduzione degli investimenti sul futuro. Questa decisione inverte quella nobile tendenza a favorire l'accesso allo studio, portando inevitabilmente alla chiusura di alcuni collegi.

Per questo mi unisco all'appello degli studenti, sarò un loro megafono e mi batterò in quest'Aula e in ogni altro consesso che possa portare ad un ripensamento sui tagli.

Tagliare quelle voci di spesa significa ridurre l'equità, impedire che il seme delle future scoperte possa essere coltivato. E faccio appello al presidente di regione Lombardia, Fontana, e alla sua giunta, perché tornino su questa decisione e ascoltino il grido che gli studenti stanno loro indirizzando.

Carlo Goldoni entrò nel collegio “Ghislieri” grazie ad una borsa di studio: non perdiamo la forza di dare opportunità alle menti che potrebbero incidere, come ha fatto lui, e alle molte altre personalità che dell'Università di Pavia si sono gloriate e si gloriano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donno. Ne ha facoltà.

LEONARDO DONNO (M5S). Presidente, colleghi, ho deciso di dedicare questo mio intervento ad una vicenda che nel 2018 suona come una beffa, una beffa amara e che non può lasciare indifferenti, che mi ha commosso e segnato profondamente. Domenica, a Palermo sono stati celebrati i funerali di nonno Mariano, il novantunenne che è morto solo e lontano dalla sua casa, dopo aver vissuto due mesi e mezzo all'avventura, a seguito di uno sfratto. La sua storia è balzata agli onori delle cronache grazie ad una nota trasmissione televisiva, e mi ha lasciato veramente sconcertato. I video che immortalano lo sfratto e poi l'ultimo saluto all'anziano, emblema di un'umanità che si sta via via perdendo, sono strazianti. Vi invito a guardarli, laddove non l'aveste già fatto; quello strazio non necessita di un commento. Quell'appartamento in cui ha vissuto per una vita oggi diventa l'emblema di un diritto calpestato, vergognosamente, nel silenzio di tutti, e dico tutti! È vero, a monte della vicenda ci sono motivi e diatribe di carattere familiare, ma può uno Stato democratico, basato sul rispetto del singolo, consentire che una battaglia in tribunale possa condurre un debole, un anziano, alla morte? Siamo all'assurdo, converrete con me: in un Paese libero e liberale anche una morte serena diventa una conquista. Esprimo rammarico, indignazione e vicinanza ai familiari e mi auguro di non dover più leggere storie come queste (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 6 dicembre 2018 - Ore 8:

1. Seguito della discussione del disegno di legge (per il seguito della discussione generale e per il seguito dell'esame):

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021. (C. 1334-A)

Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021.

Relatori: COMAROLI e RADUZZI, per la maggioranza; MARATTIN, PAOLO RUSSO, CROSETTO e FASSINA, di minoranza.

2. Seguito della discussione delle mozioni Fiano ed altri n. 1-00072, Fornaro ed altri n. 1-00078 e D'Uva e Molinari n. 1-00084 recanti iniziative volte al contrasto della violenza neofascista e neonazista .

La seduta termina alle 22.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: SILVANA ANDREINA COMAROLI (A.C. 1334-A)

SILVANA ANDREINA COMAROLI (LEGA). Relatrice per la maggioranza. (Relazione – A.C. 1334-A). Ringrazio il collega Raduzzi per la relazione svolta e passo a illustrare i seguenti settori.

In materia di cultura, nella sezione I, si autorizza il Ministero per i beni e le attività culturali ad assumere, in deroga ai limiti previsti per le assunzioni, a decorrere da ciascuno dei due anni 2020 e 2021, 500 unità all'anno di personale di qualifica non dirigenziale e, dunque, complessivamente, 1000 unità; si autorizza il Ministero per i beni e le attività culturali a scorrere, nel limite massimo di spesa di 3,75 milioni, per un numero di posizioni superiore al cento per cento dei posti messi a concorso, le graduatorie relative al concorso, previsto dalla legge di stabilità 2016, per 500 funzionari nei profili professionali di antropologo, archeologo, architetto, archivista, bibliotecario, demoetnoantropologo, promozione e comunicazione, restauratore, storico dell'arte; si istituisce nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze un fondo destinato al rilancio degli investimenti degli enti territoriali per lo sviluppo infrastrutturale del Paese, destinato, fra gli altri, al settore della valorizzazione dei beni culturali; si riduce (da 290 milioni di euro) a 270 milioni lo stanziamento disponibile per il 2019 per la cosiddetta Card cultura per i diciottenni; si riduce di 2.350.000 euro, dal 2019, lo stanziamento per spese di funzionamento degli istituti del Ministero per i beni le attività culturali dotati di autonomia speciale.

In materia di spettacolo si prorogano al 31 dicembre 2020 le funzioni del commissario straordinario per il risanamento delle fondazioni lirico-sinfoniche. Inoltre, si prevede la possibilità di conferire un massimo di tre incarichi di collaborazione della durata massima di 12 mesi a supporto delle attività del commissario; si prevedono risparmi di spesa mediante la riduzione di 3.965.250 euro dal 2020 dei crediti d'imposta attribuiti agli esercenti di sale cinematografiche dalla legge n. 220 del 2016.

Per quanto riguarda la sezione II, il disegno di legge di bilancio 2019-2021 autorizza, per lo stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali, spese finali, in termini di competenza, pari a euro 2.706,3 milioni per il 2019, euro 2.206,2 milioni per il 2020 e euro 1.954,4 milioni per il 2021. Rispetto alla legge di bilancio per il 2018, si registra un aumento di euro 311,8 milioni per il 2019 e una diminuzione di euro 188,3 milioni per il 2020 e di euro 440,2 milioni per il 2020.

In tema di sport, diverse disposizioni riguardano gli impianti sportivi, quali l'estensione al 2019 del credito d'imposta, già previsto per il 2018, per le erogazioni liberali destinate a interventi di manutenzione e restauro di impianti sportivi pubblici e per la realizzazione di nuove strutture sportive (cosiddetto sport bonus). In particolare, l'agevolazione per il 2019 è prevista, oltre che per le imprese, anche per le persone fisiche e gli enti non commerciali. Inoltre, si eleva il limite di importo, pari al 65 per cento delle erogazioni effettuate.

Relativamente al finanziamento dell'attività sportiva nazionale e all'assetto del CONI si muta la denominazione della società per azioni «CONI Servizi Spa» in «Sport e Salute Spa» e se ne ridisegna la governance, attribuendo al Ministero dell'economia e delle finanze la nomina del presidente e degli altri componenti del consiglio di amministrazione (attualmente nominati dal CONI), su designazione dell'Autorità di Governo competente in materia di sport (che assume le competenze attualmente attribuite al Ministero per i beni e le attività culturali), sentito il CONI. Alla stessa società è attribuito il compito di provvedere al finanziamento delle Federazioni sportive nazionali. Si dispone, inoltre, che il meccanismo di finanziamento dell'attività sportiva nazionale da parte dello Stato non sia più parametrato sulla base di una autorizzazione di spesa fissata per legge, ma al 32 per cento delle entrate derivanti dal versamento delle imposte ai fini IRES, IVA, IRAP e IRPEF in taluni settori di attività (gestione di impianti sportivi, attività di club sportivi, palestre e altre attività sportive) in una misura complessiva non inferiore a euro 410 milioni annui, da ripartire fra CONI (euro 40 milioni) e Sport e salute Spa (euro 370 milioni).

In materia di diritti audiovisivi si modifica il sistema di ripartizione delle risorse derivanti dalla commercializzazione dei diritti audiovisivi relativi al campionato italiano di calcio, in particolare inserendo il minutaggio dei giovani calciatori italiani nell'ambito dei criteri di ripartizione delle risorse relative al campionato di Serie A e prevedendo che l'accesso alla ripartizione delle risorse relative ai campionati di Serie A e B e ad altre competizioni organizzate, rispettivamente, dalla Lega di serie A e dalla Lega di serie B, sia limitato alle società che per l'anno precedente abbiano sottoposto i propri bilanci a revisione legale svolta da una società di revisione iscritta nel registro dei revisori contabili e soggetta alla vigilanza della CONSOB.

Tra le più significative modifiche apportate nel corso dell'esame in sede referente si segnala quanto segue. Si dispone l'incremento di € 1,0 mln per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021 del contributo in favore della Biblioteca italiana per ciechi “Regina Margherita” di Monza; si introducono disposizioni in materia di prevenzione incendi negli istituti e luoghi della cultura, nelle sedi del Ministero per i beni e le attività culturali, nonché nelle sedi degli altri Ministeri che siano sottoposte alle disposizioni di tutela di cui al Codice dei beni culturali e del paesaggio (c.d. vincolo); si dispone un limite massimo di spesa di € 230 mln per l'assegnazione della Card cultura a tutti i residenti nel territorio nazionale che compiono 18 anni di età nel 2019 e si destinano gli altri € 40 mln previsti dal disegno di legge di bilancio originario per la stessa Card cultura al finanziamento di ulteriori iniziative nel settore dei beni e delle attività culturali.

In particolare, per il 2019: il Fondo unico per lo spettacolo (FUS) è incrementato di € 8 mln; per il sostegno di festival, cori e bande, è autorizzata la spesa di € 1 mln; per le fondazioni lirico-sinfoniche è autorizzata la spesa di € 12,5 mln; per iniziative culturali in zone terremotate è autorizzata la spesa complessiva di € 3 mln; per la realizzazione di iniziative culturali a Matera, Capitale europea della cultura 2019, è autorizzata la spesa di € 2 mln; il Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell'audiovisivo è incrementato di € 4 mln; per la riqualificazione delle periferie urbane, anche attraverso progetti di arte contemporanea, è autorizzata la spesa di € 2 mln; per la promozione delle arti applicate (moda, design e grafica) è autorizzata la spesa di € 3,5 mln; per la digitalizzazione del patrimonio culturale è autorizzata la spesa di € 4 mln; si autorizza la spesa di € 1 mln per il 2019 al fine di sostenere gli investimenti volti alla riqualificazione e alla valorizzazione dei siti italiani tutelati dall'UNESCO, nonché del patrimonio culturale immateriale.

Un altro gruppo di interventi è relativo al settore della giustizia, volti al miglioramento dell'efficienza dell'amministrazione giudiziaria e riguardanti essenzialmente il personale, perseguendo l'obiettivo della copertura e dell'ampliamento delle piante organiche nonché della riqualificazione del personale in servizio.

Con riferimento agli interventi sul personale, il Ministero della giustizia è, infatti, autorizzato ad assumere a tempo indeterminato, per il triennio 2019-2021, nell'ambito dell'attuale dotazione organica, un numero massimo di 3.000 unità di personale amministrativo non dirigenziale da inquadrare nei ruoli dell'amministrazione giudiziaria; ad assumere nel 2019, i magistrati ordinari vincitori del concorso già bandito alla data di entrata in vigore della legge di bilancio in esame. L'organico della magistratura ordinaria viene aumentato di 600 unità e il Ministero della giustizia è, nel contempo, autorizzato a bandire annualmente, nel triennio 2019-2021, un concorso per un massimo di 200 posti.

È inoltre autorizzata l'assunzione per il triennio 2019-2021 di Consiglieri di Stato e Referendari dei Tribunali amministrativi regionali (20 Referendari di T.A.R. e di 12 Consiglieri di Stato), in aggiunta alle vigenti facoltà assunzionali ed in deroga alla normativa sul turn-over, nonché di un massimo di 26 unità di personale amministrativo nel triennio 2019-2021; di un contingente di personale presso l'Avvocatura Generale dello Stato pari a 91 unità, di cui 6 dirigenti di livello non generale e 85 unità di personale non dirigenziale, nonché l'ampliamento dell'organico di 10 unità, rispettivamente, degli Avvocati e dei Procuratori dello Stato.

Inoltre si segnala l'autorizzazione di specifiche assunzioni nel Corpo di Polizia penitenziaria, al fine di incrementare l'efficienza degli istituti penitenziari, nonché per le necessità di prevenzione e contrasto della diffusione dell'ideologia di matrice terroristica in ambito carcerario.

Con particolare riguardo alla riqualificazione di specifico personale dell'amministrazione giudiziaria viene rideterminata l'autorizzazione di spesa destinata a sostenere tale processo di riqualificazione, con risorse a valere sul fondo per l'efficientamento del sistema giudiziario. La riduzione della spesa è motivata con l'andamento negli anni del processo di riqualificazione del personale e con il nuovo calcolo dell'onere complessivo necessario a processo completato.

Un intervento ulteriore concerne l'ampliamento delle finalità del Fondo per l'attuazione della riforma del processo penale e dell'ordinamento penitenziario (istituito con la legge di bilancio 2018). Tali finalità sono infatti estese agli interventi urgenti destinati alla funzionalità delle strutture e dei servizi penitenziari e minorili. Tale Fondo, in base ad un intervento nella sezione II del disegno di legge di bilancio, risulta tuttavia, per il 2019, definanziato di 10 milioni di euro. Analogo definanziamento di 10 milioni di euro riguarda il 2020 e il 2021.

Nel corso dell'esame in sede referente sono state approvate alcune disposizioni di modifica del codice civile, volte favorire la circolazione degli immobili di provenienza donativa. In particolare si prevede che i legittimari siano titolari esclusivamente nei confronti del donatario di un diritto di credito commisurato al valore del bene donato e non possano richiedere agli aventi causa la restituzione del bene donato, qualunque sia il momento in cui l'acquisto dal donatario sia perfezionato. E' tuttavia prevista una responsabilità sussidiaria dell'avente causa a titolo gratuito tenuto a compensare in denaro il legittimario leso.

Infine un ulteriore intervento, anch'esso introdotto nel corso dell'esame in sede referente, ha modificato la disciplina indennizzo in favore delle vittime dei reati intenzionali violenti. In particolare si incrementa il Fondo destinato attualmente anche all'indennizzo delle vittime dei reati intenzionali violenti, di 10 milioni annui a partire dal 2019. Inoltre sono apportate una serie di modifiche alla legge n. 122 del 2016, in merito alla disciplina del diritto all'indennizzo in favore delle vittime di reati intenzionali violenti con particolare riguardo alla platea degli aventi diritto all'indennizzo in caso di morte della vittima in conseguenza di reato; alle condizioni per l'accesso all'indennizzo; alla riapertura e la proroga alla data del 30 settembre 2019 dei termini per la presentazione della domanda per la concessione dell'indennizzo.

In materia previdenziale si segnala l'istituzione, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, del Fondo per la revisione del sistema pensionistico attraverso l'introduzione di ulteriori forme di pensionamento anticipato e misure per incentivare l'assunzione di lavoratori giovani, al fine di introdurre ulteriori modalità di pensionamento anticipato e per incentivare l'assunzione di lavoratori giovani, con una dotazione pari a 6,7 miliardi di euro per il 2019 e di 7 miliardi di euro annui a decorrere dal 2020.

. L'intervento stanzia le risorse per la revisione del sistema pensionistico e l'incentivazione delle assunzioni di giovani lavoratori, demandando l'attuazione degli istituti ad appositi provvedimenti normativi, nei limiti delle risorse stanziate (che ne costituiscono il relativo limite di spesa). Nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, le suddette risorse sono iscritte sul capitolo 4100, nell'ambito della Missione 2 «Politiche previdenziali».

Allo stesso tempo, viene istituito (sempre presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali) il Fondo per il reddito di cittadinanza volto a introdurre nel nostro ordinamento il reddito e la pensione di cittadinanza con una dotazione pari a 9 miliardi di euro annui a decorrere dal 2019 (risorse in parte destinate al potenziamento dei centri per l'impiego e al finanziamento di ANPAL Servizi Spa). Fino all'entrata in vigore di tali istituti continuano ad essere garantite le prestazioni del Reddito di Inclusione.

È inoltre prevista la possibilità di utilizzare a compensazione degli eventuali maggiori oneri che dovessero derivare dai provvedimenti attuativi delle misure afferenti a uno dei due Fondi gli eventuali risparmi derivanti dai provvedimenti attuativi delle misure afferenti all'altro Fondo, mediante ridefinizione contestuale degli specifici limiti di spesa, fermo restando l'ammontare complessivo annuo delle risorse autorizzate.

Infine, viene innalzato l'importo che gli enti di previdenza obbligatoria possono destinare agli investimenti qualificati ed ai PIR – Piani individuali di risparmio a lungo termine, dal 5 all'8 per cento dell'attivo patrimoniale di detti enti.

Per quanto concerne le modifiche introdotte nel corso dell'esame in sede referente, viene ulteriormente estesa la platea di lavoratori ai quali sono riconosciuti specifici benefici previdenziali in virtù dell'esposizione all'amianto. In particolare, si dispone che nell'ambito dei lavoratori che, in seguito alla cessazione del rapporto di lavoro, siano approdati ad una gestione di previdenza diversa da quella dell'INPS e che non abbiano maturato il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico nel corso degli anni 2015 e 2016, siano compresi, ai fini della fruizione dei benefici, anche i lavoratori che, transitati nel pubblico impiego ovvero nella gestione ex-IPOST (attualmente gestita all'interno dell'INPS) abbiano effettuato la ricongiunzione contributiva e risultino iscritti a forme previdenziali obbligatorie diverse dall'Assicurazione Generale Obbligatoria. Inoltre, in materia di pensionamento anticipato per i dipendenti di aziende editoriali e stampatrici di periodici in crisi, si dispone che agli stessi non si applichi l'adeguamento all'incremento della speranza di vita dei requisiti anagrafici per l'accesso al pensionamento.

In materia di lavoro e occupazione il disegno di legge di bilancio contiene, in particolare, disposizioni che introducono incentivi e sgravi contributivi per le nuove assunzioni, l'istituzione del Fondo per il reddito di cittadinanza e le pensioni di cittadinanza, misure in materia di formazione professionale e interventi volti ad ampliare le dotazioni finanziarie per completare i piani di recupero occupazionale in favore dei lavoratori delle aree di crisi industriale complessa.

Per quanto riguarda i benefici fiscali e gli sgravi contributivi, viene prorogato l'incentivo all'occupazione nel Mezzogiorno. Si dispone che i programmi operativi nazionali e regionali e quelli operativi complementari possano stabilire per il 2019 e il 2020, misure per favorire l'assunzione con contratto a tempo indeterminato, nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna, di soggetti che non abbiano compiuto i 35 anni di età, ovvero di soggetti di età pari o superiore alla suddetta soglia purché privi di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi. Tali misure possono consistere anche in un esonero contributivo integrale della quota di contribuzione a carico del datore di lavoro privato (fatti salvi i premi e contributi relativi all'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali), entro il limite massimo di un importo pari a 8.060 euro su base annua (anche in deroga a norme vigenti relative a divieti di cumulo con altri esoneri o riduzioni della contribuzione).

Viene, inoltre, introdotto un incentivo, in favore dei datori di lavoro privati, per l'assunzione a tempo indeterminato, nel corso del 2019, di soggetti titolari di laurea magistrale o di dottorato di ricerca ed aventi determinati requisiti (una votazione pari a 110 e lode, entro la durata legale del corso di studi e prima del compimento del trentesimo anno di età oppure in possesso di un dottorato di ricerca, ottenuto dal 1o gennaio 2018 al 30 giugno 2019, prima del compimento del trentaquattresimo anno di età). L'incentivo consiste nell'esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, con esclusione dei premi e contributi per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, per un periodo massimo di 12 mesi, decorrenti dalla data di assunzione, nel limite massimo di 8.000 euro (per ogni rapporto di lavoro in oggetto). Lo sgravio è cumulabile con altri incentivi all'assunzione di natura economica o contributiva, definiti su base nazionale e regionale, fermo restando il rispetto delle norme europee sugli aiuti in regime di de minimis.

Come sopra detto viene istituito il Fondo per il reddito di cittadinanza volto ad introdurre nel nostro ordinamento il reddito e la pensione di cittadinanza con una dotazione pari a 9 miliardi di euro annui a decorrere dal 2019. Nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, le suddette risorse sono iscritte sul capitolo 2780, nell'ambito della Missione 3 «Diritti sociali, politiche sociali e famiglia».

Viene inoltre istituito, presso il medesimo Ministero, il Fondo per la revisione del sistema pensionistico attraverso l'introduzione di ulteriori forme di pensionamento anticipato con una dotazione pari a 6,7 miliardi di euro per il 2019 e di 7 miliardi di euro annui a decorrere dal 2020.

In materia di formazione professionale viene incrementato lo stanziamento per il finanziamento dei percorsi formativi relativi all'apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore e di quelli relativi all'alternanza tra scuola e lavoro, per un importo pari a 50 milioni, portando così il finanziamento a 125 milioni di euro limitatamente al 2019.

Tra le disposizioni introdotte in sede referente si segnala la proroga al 2019 del congedo obbligatorio per il padre lavoratore dipendente, la cui durata è elevata a 5 giorni. Inoltre, si dispone anche per il 2019 che il padre possa astenersi per un ulteriore giorno (in accordo con la madre e in sua sostituzione in relazione al periodo di astensione obbligatoria spettante a quest'ultima).

In materia di ammortizzatori sociali, per far fronte, attraverso l'erogazione del trattamento di mobilità in deroga, ai piani di recupero occupazionale in favore dei lavoratori delle aree di crisi industriale complessa, si prevede la facoltà, per le regioni interessate, di utilizzare le restanti risorse finanziarie già stanziate, nonché ulteriori 117 milioni di euro stanziati dal disegno di legge di bilancio. Le predette risorse sono ripartite proporzionalmente tra le regioni in base alle rispettive esigenze.

Un altro insieme di interventi riguarda l'ambiente ed il territorio. In materia ambientale, si autorizza l'assunzione a tempo indeterminato, per il triennio 2019-2021, presso il Ministero dell'ambiente, di 420 unità di personale (di cui 20 di livello dirigenziale) anche in sovrannumero (con assorbimento in relazione alle cessazioni del personale di ruolo) e in deroga alla normativa vigente e senza il previo esperimento delle procedure in materia di mobilità ordinaria e collettiva. Conseguentemente, si dispone la progressiva riduzione delle vigenti convenzioni del Ministero riguardanti attività di assistenza e di supporto tecnico-specialistico ed operativo in materia ambientale.

Come misura di riduzione della spesa, si prevede la soppressione dell'autorizzazione di spesa relativa all'onere per l'affitto del termovalorizzatore di Acerra, pari a 30 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2010 per quindici anni (con contestuale soppressione del contributo dello Stato alla Regione Campania per l'acquisto del termovalorizzatore di Acerra).

Viene, inoltre, incrementato di 20,2 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2019 al 2024 il Fondo per la realizzazione degli interventi ambientali individuati dal Comitato interministeriale per gli interventi di prevenzione del danno ambientale e dell'illecito ambientale ed il monitoraggio del territorio della regione Campania (capitolo 7515 – fondo per interventi di bonifica e messa in sicurezza dei siti di interesse nazionale per provvedere al corretto adempimento di obblighi europei), con un ulteriore incremento del medesimo fondo nell'anno 2019 con le risorse disponibili, iscritte nell'esercizio finanziario 2018 nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente in relazione al canone di affitto del termovalorizzatore di Acerra.

In materia di territorio, si interviene sulla disciplina delle detrazioni per le spese relative ad interventi di efficienza energetica, ristrutturazione edilizia e misure antisismiche. Si dispone la proroga al 31 dicembre 2019 del termine previsto per avvalersi della detrazione d'imposta nella misura del 65 per cento per le spese relative ad interventi di riqualificazione energetica degli edifici (cosiddetto ecobonus) e per l'acquisto e la posa in opera di micro-cogeneratori in sostituzione di impianti esistenti, fino a un valore massimo della detrazione di 100.000 euro.

Viene inoltre estesa al 2019 la detrazione prevista al 50 per cento per le spese sostenute per l'acquisto e la posa in opera di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili, per altri interventi di ristrutturazione edilizia fino ad una spesa massima di 96.000 euro (indicati dall'articolo 16-bis, comma 1, del testo unico delle imposte sui redditi) e per l'acquisto di mobili e di elettrodomestici di classe non inferiore ad A+ (A per i forni), per le apparecchiature per le quali sia prevista l'etichetta energetica finalizzati all'arredo dell'immobile oggetto di ristrutturazione.

Si prevede la proroga, limitatamente all'anno 2019, della detrazione del 36 per cento dall'IRPEF delle spese sostenute (nel limite massimo di 5.000 euro) per interventi di «sistemazione a verde» di aree scoperte di immobili privati a uso abitativo, pertinenze o recinzioni.

Per quanto concerne le disposizioni introdotte nel corso dell'esame in sede referente, sono previsti interventi in materia di misure per la riduzione delle emissioni di gas serra finanziate con l'utilizzo delle risorse del cd. Fondo Kyoto, tra i quali, tra l'altro, l'estensione dei finanziamenti a tasso agevolato concessi ai soggetti pubblici competenti per gli edifici scolastici e universitari pubblici, anche alla realizzazione di interventi di efficientamento e risparmio idrico. Inoltre, sono stati adottati ulteriori interventi volti a fronteggiare le situazioni di dissesto e rischio idrogeologico del territorio – ampliativi di analoghe misure già previste dalla legge di bilancio 2018 – i quali assegnano, per il periodo 2021-2033, contributi alle regioni a statuto ordinario e ai comuni per la realizzazione di opere pubbliche per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio. Per le regioni sono stanziati 135 milioni di euro annui dal 2021 al 2025, 270 milioni per il 2026, 315 milioni annui dal 2027 al 2032 e 360 milioni per il 2033, a valere sul fondo per gli investimenti degli enti territoriali; lo stanziamento per i comuni è pari a 250 milioni di euro annui dal 2021 al 2025, 400 milioni per il 2026, 400 milioni annui dal 2027 al 2032 e 500 milioni per il 2033, sempre a valere sul citato fondo per gli investimenti degli enti territoriali. I contributi sono ripartiti tra le regioni nella misura definita da apposita tabella; tale riparto può essere modificato mediante accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni da sancire entro il 31 gennaio 2020.

Infine, in materia di energia, nel corso dell'esame in sede referente si è previsto che, ferma restando la natura giuridica di libera attività d'impresa dell'attività di produzione, importazione, esportazione, acquisto e vendita di energia elettrica, i proventi economici liberamente pattuiti dagli operatori del settore con gli enti locali sul cui territorio insistono gli impianti alimentati da fonti rinnovabili, sulla base di accordi sottoscritti prima del 10 settembre 2010, data di entrata in vigore delle linee guida per lo svolgimento del procedimento di autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, restano acquisiti nei bilanci degli enti locali, mantenendo tali accordi piena efficacia. Dalla data di entrata in vigore della disposizione in esame, invece, fatta salva la libertà negoziale delle parti, gli accordi sono rivisti alla luce delle predette linee guida (approvate con D.M. 10 settembre 2010) e segnatamente dei criteri contenuti nell'allegato 2. Si dispone altresì che gli importi già erogati o da erogarsi in favore degli enti locali concorrono alla formazione del reddito di impresa del titolare dell'impianto alimentato da fonti rinnovabili.

Per quanto riguarda la materia della protezione civile, il disegno di legge contiene alcune disposizioni riguardanti i territori del Centro Italia colpiti dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016: proroga al 31 dicembre 2019 lo stato di emergenza per i territori colpiti dagli eventi sismici verificatisi dall'agosto del 2016 nel centro Italia, incrementando altresì di 360 milioni di euro la dotazione per il 2019 del Fondo per le emergenze nazionali; proroga dal 31 dicembre 2018 al 31 dicembre 2020 la gestione straordinaria finalizzata alla ricostruzione post sisma del centro Italia, ivi inclusa la proroga, nei limiti di spesa previsti per il 2018, degli Uffici speciali per la ricostruzione, della struttura alle dipendenze del Commissario straordinario e del personale assunto da comuni e dal Dipartimento della Protezione civile per far fronte all'emergenza, nonché la proroga automatica, al medesimo termine, del personale distaccato, comandato, fuori ruolo o altro, presso gli Uffici per la ricostruzione e la struttura commissariale.

Tra gli interventi in sezione II relativi al settore della protezione civile segnala, inoltre, un consistente aumento della dotazione della missione 8 «Soccorso civile» per 881,5 milioni di euro (pari al 24,8 percento) rispetto alla dotazione a legislazione vigente, imputabile (per il programma 8.4 «Interventi per calamità pubbliche») alle misure di riprogrammazione dal 2021 al 2019 di 350 milioni di euro per la ricostruzione pubblica nei territori interessati dal sisma del 24 agosto 2016 e di rifinanziamento di 50 milioni per il fondo per la prevenzione del rischio sismico, nonché (per il programma 8.5 «Protezione civile») ad un rifinanziamento pari a 60 milioni di euro del fondo per le emergenze.

Passando agli interventi relativi al settore dell'agricoltura, si segnala l'assegnazione a titolo gratuito di una quota dei terreni agricoli a favore dei nuclei familiari che avranno un terzo figlio negli anni 2019, 2020 e 2021 o alle società costituite da giovani imprenditori agricoli che riservano una quota del 30 per cento della società agli stessi nuclei familiari.

Si prevede inoltre l'estensione del finanziamento di 2 milioni di euro già previsto per il reimpianto con piante tolleranti o resistenti al batterio Xylella fastidiosa, ai contratti di distretto per la realizzazione di un programma di rigenerazione dell'agricoltura nei territori colpiti, da attuarsi anche attraverso il recupero di colture storiche di qualità.

Quanto allo stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari forestali e del turismo, le spese finali, in termini di competenza, sono pari a 927,3 milioni di euro nel 2019, a 893,2 milioni di euro per il 2020 e 822,2 milioni di euro per il 2021. Rispetto alla legislazione vigente, la manovra finanziaria per il 2019 attuata con le sezioni I e II del disegno di legge di bilancio determina, complessivamente, un aumento delle spese finali di 16 milioni di euro, determinato da un aumento di 19,9 milioni di euro di spesa in conto capitale e da una riduzione di 3,9 milioni di euro di spesa corrente.

Nel corso dell'esame in sede referente sono state aggiunte nuove disposizioni che prevedono l'istituzione di un fondo per la gestione e la manutenzione delle foreste italiane, con una dotazione di 2 milioni di euro per il 2019, di 2,4 milioni di euro per il 2020, di 5,3 milioni di euro per il 2021 e di 5,2 milioni di euro a decorrere dal 2022; il riconoscimento di un contributo in forma di «voucher», nella misura pari al 50 per cento dei costi effettivamente sostenuti e documentati e nel limite di spesa massimo di 3 milioni di euro per il 2019, per la rimozione ed il recupero di alberi o di tronchi, caduti o abbattuti in conseguenza degli eventi atmosferici avversi incorsi nei mesi di ottobre e novembre 2018 e per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza con delibera del Consiglio dei ministri 8 novembre 2018; l'istituzione del Catasto frutticolo nazionale che sarà chiamato a censire a livello aziendale le superfici destinate a ortofrutta, distinte con l'indicazione dei principali cultivar. Vengono, a tal fine, stanziati 2 milioni di euro per il 2019 e 3 milioni di euro per il 2020; misure per il rafforzamento del sistema dei controlli per la tutela della qualità dei prodotti agroalimentari, l'autorizzazione alla spesa di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020 per la realizzazione di progetti per il sostegno della produzione apistica.

In materia di infrastrutture, nella sezione I si interviene con disposizioni volte a favorire i processi di aggregazione e centralizzazione delle committenze, stabilendo che gli ambiti territoriali di riferimento delle centrali di committenza, in attesa della definizione delle procedure sulla qualificazione delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza, coincidono con il territorio provinciale o metropolitano e prevedendo altresì che i comuni non capoluogo di provincia ricorrano alla stazione unica appaltante costituita presso le province e le città metropolitane per gli appalti di lavori pubblici.

Ai fini della promozione degli investimenti infrastrutturali, negli interventi di sezione I si istituisce inoltre, a decorrere dal 1o gennaio 2019, la Centrale per la progettazione delle opere pubbliche quale struttura autonoma di cui possono avvalersi le amministrazioni centrali e gli enti territoriali interessati per la progettazione di opere pubbliche. Alla Centrale sono attribuiti compiti di progettazione di opere pubbliche (ivi inclusi i profili relativi alla direzione lavori e al supporto tecnico-amministrativo), gestione delle procedure di appalto in tema di progettazione per conto della stazione appaltante interessata, predisposizione di modelli di progettazione per opere simili o con elevato grado di uniformità e ripetitività, valutazione economica e finanziaria del singolo intervento e assistenza tecnica alle amministrazioni coinvolte nel partenariato pubblico/privato. Per il funzionamento della Centrale è autorizzata la spesa di 100 milioni di euro annui a decorrere dal 2019.

Sempre nella sezione I, ai fini della promozione degli investimenti si prevede, inoltre, con una autorizzazione di spesa annua di 25 milioni di euro, l'istituzione di una struttura di missione temporanea (con durata non superiore a quella del Governo in carica) per il supporto alle attività del Presidente del Consiglio dei ministri relative al coordinamento delle politiche del Governo e dell'indirizzo politico e amministrativo dei ministri in materia di investimenti pubblici e privati. Alla struttura, denominata «InvestItalia», sono attribuiti diversi compiti, tra cui in particolare quelli relativi all'analisi e valutazione di programmi di investimento riguardanti le infrastrutture materiali e immateriali, alla valutazione delle esigenze di ammodernamento delle infrastrutture delle pubbliche amministrazioni, alla verifica degli stati di avanzamento dei progetti infrastrutturali e all'affiancamento delle pubbliche amministrazioni nella realizzazione dei piani e dei programmi di investimento. Sono inoltre previste disposizioni sul personale della nuova struttura e apposite misure di coordinamento con altre strutture esistenti competenti in materia di investimenti e sviluppo infrastrutturale.

Tra le modifiche apportate nel corso dell'esame in sede referente si segnala l'istituzione nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di un fondo con una dotazione annua di 50 milioni di euro dal 2019 al 2023 per gli interventi di messa in sicurezza dei ponti esistenti e la realizzazione di nuovi ponti in sostituzione di quelli esistenti con problemi strutturali di sicurezza sul bacino del Po.

Con riferimento al settore dei trasporti, nella prima sezione, i principali interventi concernono l'attribuzione di finanziamenti connessi al crollo del cosiddetto Ponte Morandi a Genova. In particolare sono assegnati agli autotrasportatori 80 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020, al fine di compensare il settore delle maggiori spese conseguenti al citato evento.

Ai medesimi fini si attribuisce all'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale un finanziamento pari a 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020, 2021 e 2022.

Per quanto concerne da ultimo il settore dell'amministrazione e del pubblico impiego, il disegno di legge determina gli oneri complessivi a carico del bilancio dello Stato per la contrattazione collettiva nazionale per il pubblico impiego per il triennio 2019-2021.

In particolare, vengono destinati alla copertura degli oneri derivanti dalla contrattazione collettiva nazionale nelle amministrazioni pubbliche ed ai miglioramenti economici del personale statale in regime di diritto pubblico 1.100 milioni di euro per il 2019, 1.425 milioni per il 2020 e 1.775 milioni dal 2021.

Tali complessive somme annuali corrispondono ad incrementi retributivi rispettivamente pari a: 1,3 per cento per il 2019; 1,65 per cento per il 2020; 1,95 per cento per il 2021.

Restano a carico dei bilanci delle amministrazioni, istituzioni ed enti pubblici diversi dall'amministrazione statale, gli oneri per i rinnovi contrattuali per il triennio 2016-2018 per il personale loro dipendente, nonché gli oneri per la corresponsione dei miglioramenti economici a professori e ricercatori universitari. Tale previsione vale anche per il personale convenzionato con il Servizio sanitario nazionale.

Nelle more della definizione dei contratti collettivi di lavoro e dei provvedimenti negoziali relativi al medesimo triennio, vengono, inoltre, disposte (a valere sulle predette risorse): l'erogazione dell'indennità di vacanza contrattuale a favore del personale destinatario dei suddetti contratti e provvedimenti negoziali; l'erogazione dell'elemento perequativo una tantum previsto per i dipendenti delle amministrazioni pubbliche dai relativi contratti collettivi nazionali di lavoro 2016-2018; l'incremento delle risorse destinate agli istituti normativi ed ai trattamenti economici accessori del personale delle Forze di polizia, delle Forze armate e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

Per quanto riguarda le assunzioni di personale, viene rifinanziato (nella misura di 130 milioni di euro per il 2019, 320 milioni per il 2020 e 420 milioni dal 2021) il Fondo per il pubblico impiego per la parte relativa alle nuove assunzioni a tempo indeterminato presso la pubblica amministrazione. Le suddette assunzioni sono individuate, in aggiunta alle vigenti facoltà di assunzione, con apposito decreto interministeriale, con conseguente ripartizione delle risorse (tenendo conto, tra l'altro, delle indifferibili esigenze di servizio di particolare rilevanza e urgenza in relazione agli effettivi fabbisogni), da destinarsi prioritariamente per il reclutamento di professionalità con competenze in specifiche materie (tra cui digitalizzazione, semplificazione dei procedimenti amministrativi, controllo di gestione, verifica di impatto della regolamentazione).

Numerose disposizioni sono volte, poi, a consentire assunzioni di personale, per lo più in deroga alla normativa vigente e a valere sulle predette risorse, da parte di determinate amministrazioni ed enti.

Infine, per quanto riguarda l'analisi dei profili finanziari del disegno di legge in esame, rinvia alla documentazione predisposta dagli uffici.