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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 82 di martedì 13 novembre 2018

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 11,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA RITA TATEO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 9 novembre 2018.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Billi, Bitonci Corneli, Delmastro delle Vedove, Fusacchia, Gallo, Gebhard, Guerini, La Marca, Lupi, Olgiati, Rizzo, Rosato, Schullian, Siragusa e Ungaro sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente settantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.

(Iniziative a tutela delle eccellenze italiane nel settore agroalimentare, in relazione ad un orientamento prospettato dall'Organizzazione mondiale della sanità in ordine alla presunta nocività di alcuni alimenti propri della dieta mediterranea - n. 3-00309)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno, D'Alessandro ed altri n. 3-00309 (Vedi l'allegato A).

La sottosegretaria di Stato per le Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, Alessandra Pesce, ha facoltà di rispondere.

ALESSANDRA PESCE, Sottosegretaria di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Presidente, onorevoli deputati, ogni fattivo contributo di questo Ministero al dibattito in atto in Europa sulla tematica evocata dall'onorevole interrogante è finalizzato a raggiungere un sistema comune di etichettatura nutrizionale front of pack, chiara, comprensibile, realmente informativa e, soprattutto, non discriminatoria del made in Italy, nella piena convinzione di dover difendere e garantire le eccellenze italiane nel settore agroalimentare.

Da sempre l'Italia ha promosso, promuove e promuoverà la dieta mediterranea, un modello nutrizionale rimasto costante nel tempo che l'UNESCO, come è noto, ha dichiarato patrimonio immateriale dell'umanità.

In linea con i più consolidati orientamenti scientifici, il Ministero della Salute e questo Ministero hanno sempre ritenuto fondamentale la totalità della dieta e non il singolo alimento, evitando di classificare gli elementi in buoni e cattivi, poiché tali alimenti devono essere commisurati alle esigenze del singolo individuo e non giudicati nell'ambito di una semplice valutazione standardizzata. La riduzione di particolari nutrienti, come ad esempio zuccheri e grassi, attraverso l'individuazione di semplici target numerici, non può essere accettata, perché risulta non solo di difficile realizzazione, ma anche di dubbia efficacia. Negli ultimi anni, vi è stata una crescente tendenza ad utilizzare indicatori che non sempre hanno una base scientifica e a demonizzare singoli ingredienti, come grassi o zuccheri, ma senza considerare che ci sono tecniche di cottura che possono incidere sulla composizione degli alimenti e modificare la qualità nutrizionale degli alimenti stessi. Tale tendenza, inoltre, potrebbe indurre a eliminare taluni alimenti che fanno parte della dieta mediterranea e che sono oramai apprezzati in tutto il mondo, provocando pericolosi squilibri nutrizionali. Ecco perché si devono evitare sistemi di valutazione basati su profili nutrizionali o, tanto meno, rappresentazioni grafiche che pongono ingiustificatamente l'accento sulla composizione del singolo prodotto, a prescindere dalle modalità e dalla frequenza di consumo.

Tali tematiche rivestono una rilevanza strategica per questo Ministero, in quanto l'applicazione dei sistemi quali “traffic light” inglese e “nutriscore” francese, qualora fosse scelta a modello dalla Commissione europea, potrebbe produrre effetti discriminatori soprattutto nei confronti di quei prodotti italiani riconosciuti a livello europeo come patrimonio nazionale delle DOP, delle IGP e delle STG (specialità tradizionali garantite), che sono obbligati per legge a mantenere determinati tenori di nutrienti, previsti dai disciplinari di produzione a tutela delle tradizioni e dei consumatori.

Per quanto sopra, l'Italia, relativamente alla prevenzione e al controllo delle patologie non trasmissibili, considera prioritario contrastare i fattori di rischio e promuovere i determinanti di salute, attraverso un approccio olistico che privilegi la prevenzione delle malattie croniche, e interventi multisettoriali che coinvolgano più amministrazioni pubbliche e la società civile e promuova stili di vita salutari, attività fisica regolare e diete sane, equilibrate e sostenibili. Proprio la prevenzione e il controllo dei not communicable diseases hanno costituito oggetto di recente trattazione all'interno del terzo High-level meeting durante la settantatreesima Assemblea generale dell'ONU, il 27 settembre ultimo scorso, ove, grazie all'incisiva azione del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, è stata approvata la versione definitiva della dichiarazione politica sui not communicable diseases, contenente un testo molto bilanciato, di ampia portata politica, in linea con gli interessi italiani di tutela della salute e dell'eccellenza del made in Italy nel settore agroalimentare.

Tale documento finale è stato, poi, adottato formalmente dall'Assemblea generale con una risoluzione, in data 10 ottobre 2018. Come previsto dalla dichiarazione politica, il Segretario generale delle Nazioni Unite sarà poi tenuto a produrre un rapporto in consultazione con la membership e in collaborazione con la World Health Organisation sui progressi nella lotta alle patologie non trasmissibili e sull'attuazione del documento finale, entro il 2024, in vista di un evento pubblico di alto livello di revisione complessiva nel 2025.

Tuttavia, nell'ambito dei più recenti sviluppi in sede di Organizzazione mondiale della sanità, alcuni Paesi si sono fatti promotori di una risoluzione che tenta di reintrodurre il concetto di cibi insalubri e l'esortazione ai Governi ad adottare misure restrittive sul piano commerciale, potenzialmente lesive sui mercati esteri delle eccellenze e delle tipicità dell'agroalimentare made in Italy. Il testo, presentato a Ginevra il 2 novembre, sarà esaminato dall'ONU a partire dalla metà di novembre.

Ebbene, il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale ha immediatamente attivato la rappresentanza italiana permanente a New York, che si sta adoperando sulla questione. Successivamente, il rappresentante permanente dell'Italia a Ginevra è intervenuto alla riunione del Meccanismo globale di coordinamento per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili tenutosi il 5 e 6 novembre ultimo scorso, a cui hanno preso parte anche il Ministero della salute e il presidente di Federalimentare. Nel suo intervento, il rappresentante permanente dell'Italia a Ginevra ha ricordato il positivo esito del vertice succitato, tenutosi a New York il 27 settembre 2018, e la relativa dichiarazione conclusiva, dai contenuti bilanciati e costruttivi, grazie al ruolo primario dei negoziatori italiani. L'ambasciatore ha stigmatizzato diversi tentativi di andare oltre il consenso raggiunto con la succitata dichiarazione politica del 27 settembre, reinterpretando la volontà degli Stati membri, fraintendendo gli impegni presi dagli Stati e citando misure che sono state respinte nel corso dei negoziati. Ha citato il contenuto di un comunicato stampa rilasciato dall'OMS, immediatamente dopo l'evento di alto livello, che richiamava i concetti di cibi nocivi per la salute e altri prodotti dannosi che non trovano riscontro nel testo della dichiarazione politica che si riferisce, unicamente, alle diete e agli stili di vita non salutari. L'azione della diplomazia italiana ha indotto il segretario dell' OMS a rettificare il comunicato stampa.

Quanto sopra non esaurisce l'azione di tutela degli interessi italiani per la quale si continuerà a mantenere alta l'attenzione nei fori internazionali in cui si discute di temi nutrizionali, con il sostegno di tutte le amministrazioni competenti, il MAECI, il MIPAAF e il Ministero dello sviluppo economico. Ciò a tutela delle eccellenze agroalimentari nazionali, con l'intento di imprimere incisività e determinazione al ruolo dell'Italia in tutti gli ambiti in cui vengano definite le politiche della salute con potenziale impatto sulla produzione e commercializzazione dei prodotti alimentari italiani di qualità all'estero.

PRESIDENTE. Il deputato Camillo D'Alessandro ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie, Presidente. Ringrazio il rappresentante del Governo per questa compiuta risposta, per la quale voglio precisare i termini della questione che tuttavia sono stati già ampiamente descritti. Noi abbiamo presentato questa interrogazione, depositandola il 12 novembre del 2018, perché solo poco tempo prima era emersa… Chiedo scusa, l'interrogazione era stata depositata il 18 luglio 2018, solo perché il giorno prima Il Sole 24 Ore aveva dato conto di una notizia mai fino in fondo smentita, né dai protagonisti, né dal Governo, circa il fatto che l'Organizzazione mondiale della sanità stesse valutando la possibilità, nel dichiarare guerra a malattie non trasmissibili come il cancro, il diabete o le patologie cardiovascolari, di dichiarare come nocivi per la salute alcuni prodotti agroalimentari del nostro made in Italy, della nostra dieta mediterranea, come il vino, l'olio di oliva, il prosciutto, il parmigiano reggiano, la pizza. È chiaro che ci siamo allarmati, come si sono allarmati il Ministro e il Ministero, perché immaginare che i nostri prodotti agroalimentari e i nostri alimenti, patrimonio, appunto, dell'UNESCO, potessero subire un'onta tale da essere etichettati, come avviene per i pacchetti di sigarette con: “nuoce alla salute”, per un prodotto tipo il parmigiano o il nostro olio d'oliva, sarebbe stato, oltre che una violenza, un danno straordinario per la nostra economia.

Ed è chiaro che vi sono degli interessi: non si tratta della qualità, che non è discutibile, dei nostri prodotti agroalimentari; si tratta della contrapposizione di interessi, in questo caso, della contrapposizione a interessi nazionali, perché noi, nel fare ciò, difendiamo gli interessi nazionali, a tal punto che io ritengo che la competenza sia certo del Ministero delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, ma sia anche elettivamente del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, direttamente della Presidenza del Consiglio dei ministri, perché stiamo parlando di una partita di interessi tra Stati.

L'esito positivo, a cui lei faceva riferimento, del summit tenuto il 27 settembre 2018 non risolve, nel senso che non chiude la partita; tuttavia, è un punto di riferimento su cui un Paese, come l'Italia, ma io credo alleato e alleabile con altri Paesi, può, in qualche maniera, far valere in tutte le sedi, visto che il Parlamento europeo, anche grazie al lavoro dei Governi precedenti, ha avuto modo già di esprimersi sulla contrarietà ai sistemi di etichettatura che danneggino i prodotti agroalimentari, proprio per le cose che lei rappresentava in precedenza.

Il mio timore, il timore del Partito Democratico, è che, proprio perché si tratta di interessi nazionali contrapposti – tanto è vero che lei riferisce di nazioni che stanno deviando dalle risoluzioni adottate dal comune determinarsi nella sede del 27 settembre 2018 –, il pericolo sia sempre dietro l'angolo. Deve diventare una gigantesca questione nazionale, la grande questione nazionale, perché è evidente che c'entra molto la produzione agroalimentare (è quasi tutto), ma c'entra anche l'immagine dell'Italia, c'entra anche il turismo, perché il turismo è legato non solo alle nostre bellezze storico-culturali, ma anche ai prodotti agroalimentari; per cui c'entra proprio l'interesse del Paese.

Per questo noi – e questa sarà l'unica nota polemica che rappresento – quando parliamo di agricoltura in Italia…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Concludo, Presidente. Ci riferiamo innanzitutto alla qualità dei nostri prodotti agroalimentari. Per questo abbiamo ritenuto un incidente gravissimo la norma che ha moltiplicato per 20 l'uso dei fanghi da idrocarburi, all'interno dell'ultimo provvedimento. Se noi dobbiamo andare a battagliare nel mondo sul made in Italy, sui nostri prodotti agroalimentari, quella norma contrasta tutte queste politiche. Ripensateci ancora.

In generale, sulla risposta mi dichiaro soddisfatto. Ricordo però a lei, che è attenta, che quella norma non c'entra nulla con le politiche, da sempre, sulla qualità dei prodotti agroalimentari: perché, se il prodotto agricolo è di qualità, poi viene trasformato in modo qualitativo; se il prodotto agricolo, invece, nasce su terreni dove si sono aumentati per 20 i fanghi da idrocarburi, io credo che non possiamo difendere alcun prodotto agroalimentare nel mondo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e del deputato Dario Bond).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo “Antonio Rosmini” di Roma, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi). Ricordo che la seduta antimeridiana è dedicata esclusivamente alle interpellanze e alle interrogazioni, cui risponde il Governo.

(Iniziative a tutela delle aziende agricole danneggiate dalla cosiddetta cimice cinese, con particolare riferimento alle aziende del Veneto – n. 3-00310)

PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato per le politiche agricole alimentari, forestali e turismo, Alessandra Pesce, ha facoltà di rispondere all'interrogazione D'Incà n. 3-00310 (Vedi l'allegato A).

ALESSANDRA PESCE, Sottosegretaria di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Signor Presidente, onorevoli deputati, l'Halyomorpha halys, o cimice marmorata, è un insetto originario dell'Asia orientale che è stato rinvenuto per la prima volta in Europa a partire dal 2004, e la cui presenza è attualmente accertata anche nel continente nordamericano; ha un'elevata polifagia, tant'è che si segnalano più di cento ospiti vegetali. L'insetto, che arreca danni su vari fruttiferi e colture erbacee, ha dimostrato un'elevata capacità di diffusione nel Mediterraneo e nell'areale europeo, pur non venendo poi incluso tra gli organismi nocivi da quarantena per l'Unione, visto che la sua rapida distribuzione su una vasta area geografica ne ha precluso ogni tempestivo intervento di eradicazione. Nell'ambito delle misure di contrasto al parassita, che includono interventi di lotta dedicati e basati su strategie d'intervento integrate, risulta fondamentale l'attività di monitoraggio mirata nelle singole aziende e sulle diverse colture; così come è importante ricordare che il successo nel contrasto al parassita non è assicurato dall'esclusivo utilizzo di trattamenti chimici, vista l'elevata mobilità della specie, che può riposizionarsi su differenti colture. In seno al Comitato fitosanitario nazionale sono state identificate le azioni prioritarie volte a contrastare i danni del parassita, che si sostanziano in attività dedicate di divulgazione e monitoraggio a cura dei servizi fitosanitari delle regioni interessate dal problema, in collaborazione con le strutture tecniche territoriali per supportare gli agricoltori nella lotta all'insetto. In particolare, il Centro di ricerca difesa e certificazione, il Crea-DC, è stato identificato come istituto di supporto per l'approfondimento degli aspetti scientifici, e nel contempo sono state avviate sperimentazioni, con prove in campo e in laboratorio, per individuare le sostanze più idonee al contrasto, e in tal senso sono state ottenute le relative autorizzazioni.

Con riferimento specifico al controllo biologico per la difesa della frutticoltura nazionale, sono stati avviati studi dedicati per porre in essere interventi con antagonisti naturali del parassita. In particolare, le ricerche svolte nell'ambito del progetto nazionale denominato “Aspropi” hanno permesso di individuare in ambienti dell'Italia centrale un imenottero parassita delle uova della cimice, Ooencyrtus telenomicida, allevabile in biofabbriche su ospiti alternativi. Una popolazione di parassitoidi è stata trasferita nei laboratori del Crea e mantenuta in ambiente controllato, dove siamo stati in grado di parassitare efficacemente le uova della cimice. Per la verifica in campo delle potenzialità dell'antagonista naturale, impiegabile in un contesto integrato per la difesa della frutticoltura nazionale, sono state effettuate prove dirette in frutteti condotti con differenti metodologie, e l'antagonista ha mostrato nei frutteti produttivi, nei quali è necessario il controllo anche di altre avversità, limiti di efficacia e di permanenza negli ambienti.

Per l'utilizzo di antagonisti naturali provenienti, invece, dal territorio d'origine del parassita in prove estensive in campo, tese a valutare l'efficacia e le migliori modalità di impiego, sarà prima necessario risolvere le problematiche legate al divieto di introdurre in natura specie o popolazioni non autoctone. A questo proposito, tenuto conto dell'importanza di procedere tempestivamente alla verifica delle potenzialità e dei rischi connessi all'introduzione di antagonisti naturali provenienti dall'area di origine della cimice asiatica, previa acquisizione delle necessarie certificazioni di legge, questo Ministero ha già autorizzato il Crea ad introdurre, in condizioni di quarantena e per soli motivi di studio, la specie ritenuta a livello mondiale più efficace, il Trissolcus Japonicus, a carico del quale sono in fase avanzata i necessari studi, in particolare quelli sull'impatto ambientale nei nostri agroecosistemi.

Contestualmente, nell'ambito di progetti finanziati da questo Ministero, il Crea sta proseguendo le ricerche su tutti gli antagonisti naturali della cimice attivi sul territorio nazionale, che stanno iniziando ad utilizzare la cimice come vittima. Al fine di venire incontro alla prospettata esigenza di prevenire specifici indennizzi per i mancati guadagni ai produttori, attualmente, in seno al lavoro in itinere sul riordino normativo del Servizio fitosanitario nazionale, sarà valutata l'opportunità di accedere ad interventi specifici per il contenimento degli organismi nocivi, sulla base dell'eventuale predisposizione di uno specifico fondo per le emergenze fitosanitarie, da iscrivere nel bilancio del nostro Ministero.

PRESIDENTE. Il deputato Federico D'Incà ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

FEDERICO D'INCA' (M5S). Presidente, ringrazio il sottosegretario Pesce per questo intervento, molto importante per il territorio, non soltanto veneto, ma dell'intera Pianura Padana. Abbiamo dei danni da cimice cinese in tutta l'estensione, sono moltiplicati in maniera esponenziale nell'ultimo anno; e intendo sottolineare - perché veramente è una pestilenza, sottosegretario - che vi sono numerose aziende che sono preoccupate, non soltanto di aver subito danni quest'anno, ma di non produrre più nulla il prossimo anno: parliamo delle pesche, parliamo chiaramente della frutta in generale. Vi è anche una sensazione da parte della popolazione residente… Io lo dico in maniera chiara: vi sono persone che si ritrovano la casa piena di questi animaletti, che, grazie a Dio, non hanno alcuna controindicazione a livello umano, va bene, però provocano chiaramente delle difficoltà, soprattutto al settore dell'agricoltura del nostro Paese.

Ringrazio il Governo per aver lavorato su questo tema e ringrazio anche il presidente della Commissione cultura della Camera, Filippo Gallinella, per avere più volte preso in considerazione questa problematica del monitoraggio, che è assolutamente importante e che avete fatto, ma anche di avere preso in considerazione il CREA come istituto punto di riferimento per la problematica e di avere iniziato una sperimentazione.

Ebbene, io chiedo di accelerare. Nella mia interrogazione facevo riferimento agli antagonisti, quelli europei, quelli che sono dell'Italia centrale, come lei ha detto, ma anche a quelli che vengono da altre parti del mondo. Diciamocelo tranquillamente: non importa che il gatto sia bianco o nero, l'importante è che ci prenda la cimice, in questo caso. Abbiamo assolutamente bisogno di reperire dei fondi che possano aiutare queste aziende. Dico ciò perché ne ho parlato con tutte le confederazioni agricole del Veneto e sono veramente preoccupate di non riuscire a poter dare una redditività minima, cioè la sopravvivenza alle proprie aziende.

Se quest'anno abbiamo avuto cento nella problematica della cimice cinese nel territorio veneto, il prossimo anno potremmo avere 10 mila: non passiamo nemmeno per duecento. Andiamo avanti con dei moltiplicatori avanzatissimi, per cui queste aziende hanno assolutamente bisogno di un aiuto. Non basta ricoprire i campi - i meleti e i frutteti vari - con delle coperture classiche. Occorre veramente intervenire anche dando un ristoro a queste aziende che, diversamente, sono messe in ginocchio.

Io sono sicuro che lei avrà tutta la sensibilità, vista la sua storia personale, di poter portare - se serve anche in legge di bilancio - qualche iniziativa che possa dare una risposta effettiva e, quindi, permettere alle nostre aziende di vedere nei prossimi anni la possibilità di debellare questo problema e di poter resistere, in questo momento, a quello che sta veramente avendo una fortissima incidenza sull'aspetto reddituale delle aziende di tutta Italia e, in particolar modo, della Pianura Padana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e del deputato Bond).

(Iniziative di competenza volte all'emanazione del regolamento per le procedure di reclutamento del personale dell'Alta formazione artistica e musicale (Afam), anche al fine di garantire una corretta valutazione del servizio prestato dai docenti di ruolo di seconda fascia – n. 3-00311)

PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato, Alessandra Pesce, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Piccoli Nardelli n. 3-00311 (Vedi l'allegato A).

ALESSANDRA PESCE, Sottosegretaria di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Onorevole Piccoli Nardelli, rispondo alla sua interrogazione evidenziando preliminarmente che recenti disposizioni normative hanno previsto un ampio numero di interventi per il settore Afam: incremento di risorse per ampliare le facoltà assunzionali da parte delle istituzioni statali; trasformazione della graduatoria nazionale ex lege n. 128 del 2013 in graduatoria utile anche per le assunzioni a tempo indeterminato; previsione della costituzione di una nuova graduatoria nazionale per titoli in cui inserire coloro che hanno insegnato per almeno tre anni accademici in istituzioni Afam statali; incremento di risorse per consentire l'avvio, per tutte le istituzioni non statali, del processo di statizzazione; riserva di una parte del budget assunzionale al passaggio dei docenti dalla seconda alla prima fascia.

Evidenzio, inoltre, che per l'anno accademico 2018-2019 il MIUR ha fornito al MEF e al Ministero per la pubblica amministrazione i dati del turnover ai fini della predisposizione del decreto del Presidente della Repubblica che consentirà l'immissione in ruolo di nuovi professori e la possibilità di prevedere procedure concorsuali riservate per il passaggio alla prima fascia dei professori di seconda fascia.

In attesa dell'adozione definitiva del suddetto decreto, con il quale dovrebbe essere autorizzata l'assunzione di circa 500 professori e a cui si aggiungono circa 380 passaggi dalla seconda alla prima fascia, sono state attivate le procedure per permettere ai docenti collocati in posizione utile nelle graduatorie nazionali ad esaurimento, nelle graduatorie nazionali dei concorsi per esami e titoli e nelle graduatorie nazionali, a norma della legge n. 143 del 2004, di poter esprimere le preferenze per la sede di servizio.

In questi giorni si stanno avviando le procedure per consentire altresì la scelta delle sedi per i docenti collocati nella graduatoria ex lege n. 128 del 2013. L'obiettivo è quello di giungere alla stipula dei contratti per l'assunzione a tempo indeterminato entro il mese di novembre. Nel frattempo, per assicurare la continuità didattica le istituzioni sono state autorizzate a prorogare i contratti in essere fino a nomina del docente titolare dell'insegnamento.

In parallelo si sta procedendo alla costituzione di un'ulteriore graduatoria nazionale per titoli, in attuazione di quanto previsto dal comma 655 della legge n. 205 del 2017 (la legge di bilancio per l'anno 2018). Si ricorda, infatti, che in data 14 agosto è stato adottato il decreto ministeriale n. 597 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 4 settembre ultimo scorso. Lo scorso 4 ottobre si sono chiusi i termini per la presentazione delle domande dei candidati e, a seguito della valutazione delle commissioni, l'obiettivo è quello di avere le graduatorie definitive per il 23 novembre prossimo venturo. Si tratterà di una graduatoria utile in subordine alle altre graduatorie vigenti per l'attribuzione di contratti a tempo determinato e indeterminato, che consentirà a coloro che negli ultimi otto anni hanno insegnato per almeno tre anni in istituzioni Afam statali, essendo stati chiamati da graduatorie di istituto, di essere collocati in una graduatoria nazionale.

Venendo, poi, ai quesiti che mi sono stati posti, sottolineo che a quanto sopra si affianca l'adozione del regolamento recante le procedure e le modalità per la programmazione e il reclutamento del personale docente e del personale amministrativo e tecnico del comparto Afam che, a distanza di ben 19 anni dalla legge n. 508 del 1999, questo Esecutivo ha trasmesso al DAGL ai fini dell'iscrizione alla riunione preparatoria del Consiglio dei Ministri.

Grazie al suddetto regolamento le singole istituzioni Afam statali saranno in grado di procedere autonomamente alla predisposizione di piani triennali per la programmazione del reclutamento del personale docente e tecnico-amministrativo, a tempo indeterminato e determinato, tenendo conto dell'effettivo bisogno di personale per il migliore funzionamento delle attività e dei servizi, compatibilmente con la propria dotazione organica e con gli equilibri di bilancio.

Nell'ambito dell'anzidetto regolamento si prevede, per le singole istituzioni, l'obbligo di destinare annualmente, nell'ambito della programmazione e nel rispetto dei limiti di spesa, una quota, pari ad almeno il 10 per cento e non superiore al 20 per cento del budget, al reclutamento per soli titoli o per titoli ed esami, nel caso in cui siano stati assunti per soli titoli, di docenti di prima fascia, cui concorrono i soli docenti di seconda fascia in servizio nell'istituzione che bandisce la procedura, assunti con contratto a tempo indeterminato da almeno tre anni accademici.

PRESIDENTE. La deputata Flavia Piccoli Nardelli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

FLAVIA PICCOLI NARDELLI (PD). Grazie, Presidente, e grazie sottosegretaria. Devo dire che sono grata per questa anticipazione del contenuto di questo regolamento che, lei sa, sottosegretaria, è una specie di araba fenice, perché 19 anni - e l'ha ripetuto lei prima - sono passati dal momento in cui l'Afam, il sistema formativo delle istituzioni artistiche e musicali italiane, è stato completamente riformato con la legge n. 508 del 1999. Quindi, sono 19 anni che si attende un regolamento che doveva essere immediato, perché avrebbe dovuto definire il rapporto fra gli insegnanti di prima e di seconda fascia attraverso delle modalità che dovevano essere concorsuali, visto che l'Afam è stato uniformato ed equiparato alle università italiane, ma questo regolamento non è mai è stato prodotto. Non è stato prodotto e torna in altre due leggi, la n. 104 del settembre 2013 e la n. 205 del 2017. Quindi, un regolamento fantasma.

Lei mi dice, oggi, che questa bozza di regolamento è al DAGL e ce ne dà alcune anticipazioni. Speriamo davvero che si riesca a concludere perché credo che mai come oggi possiamo dire che l'Afam è stato maltrattato. Infatti, tutto questo settore ha subito dei ritardi inaccettabili. Nella legislatura precedente si era molto lavorato proprio per cercare di affrontare e risolvere quei problemi di cui lei ha parlato nella prima fase della sua risposta attraverso la statizzazione, attraverso l'inserimento in graduatoria eccetera, ma rimaneva questo vulnus assolutamente inaccettabile per cui insegnanti di ruolo di seconda fascia non potevano accedere alla prima fascia, pur avendone assolutamente diritto, senza un concorso, visto che il concorso, in base al regolamento che non c'era, non poteva essere chiamato. La ringrazio.

(Iniziative volte a rafforzare i servizi consolari in Gran Bretagna, anche in considerazione degli sviluppi relativi alla “Brexit” – n. 2-00041 e n. 3-00312)

PRESIDENTE. Passiamo alla interpellanza Bond ed altri n. 2-00041 e all'interrogazione Ungaro n. 3-00312 (Vedi l'allegato A).

L'interpellanza e l'interrogazione, vertendo sullo stesso argomento, verranno svolte congiuntamente.

Chiedo al deputato Dario Bond se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

DARIO BOND (FI). Presidente, mi riservo di intervenire in fase di replica.

PRESIDENTE. Sta bene. Il sottosegretario per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale, Manlio Di Stefano, ha facoltà di rispondere. Prego, sottosegretario.

MANLIO DI STEFANO, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Presidente, innanzitutto intendo ringraziare gli interroganti per aver posto una questione che per la Farnesina è di stretta attualità e importanza. È una questione che purtroppo affonda le sue radici ormai nel tempo, perché la capacità dei nostri consolati e delle nostre ambasciate di operare sui territori è direttamente collegata ai finanziamenti che la Farnesina riceve e alla possibilità di erogare il servizio. Ovviamente, la Brexit e la paura che con essa si è generata hanno innescato una serie di meccanismi a catena che hanno ancor di più aggravato la situazione della nostra rete diplomatica. A questo fa eco la pesante riduzione del personale di ruolo che ha interessato la Farnesina. Su questo voglio darvi alcuni dati, che secondo me sono importanti. C'è stata una contrazione del 30 per cento delle unità appartenenti soltanto alle aree funzionali negli ultimi dieci anni - 30 per cento in dieci anni - che ha causato un innalzamento dell'età media del personale in servizio, che oggi segna addirittura 56 anni. Vi è quindi una crescente difficoltà ad assicurare un livello di servizi adeguato a esigenze dei cittadini e delle imprese all'estero, in particolare, ovviamente, cittadinanza, visti, passaporti e sicurezza in generale. Allo stesso tempo la Farnesina è stata chiamata negli ultimi anni a realizzare un limitato, seppur impegnativo - data appunto la mancanza di risorse di cui dicevo prima - piano di aperture di nuovi uffici in Paesi emergenti o di forte interesse strategico per l'Italia (ne cito alcuni: Niamey, Conakry, Ulan Bator, Erbil e tanti altri), cui si è fatto fronte con un'ulteriore ridistribuzione delle risorse - è importante segnalarlo – perché, appunto, non abbiamo avuto la possibilità di nuove assunzioni.

La carenza di personale, indispensabile per il corretto funzionamento delle strutture all'estero, sia sotto il profilo consolare e amministrativo-contabile, presenta quindi degli aspetti che non mancano di destare preoccupazione. Le procedure concorsuali attualmente in corso, autorizzate dall'ultima legge di bilancio, pur se decisive per preservare la funzionalità della rete, che è oggettivamente il primo obiettivo che ci poniamo, consentiranno di sostituire solo parzialmente il personale che cesserà nel prossimo biennio per raggiunti limiti di età.

In questo scenario di risorse scarse, la Farnesina continua a riservare la massima attenzione all'efficienza della rete consolare, con particolare riguardo alle sedi con più rilevante presenza di comunità italiana espatriata. Tra esse, oltre al Brasile, l'Argentina e la Germania, anche il Regno Unito, appunto, in particolare il consolato generale di Londra, che in connessione con la Brexit ha registrato un aumento esponenziale della domanda di servizi consolari da parte della comunità italiana residente inloco.

Per mettere in condizione tale sede di farvi fronte, nel corso del 2018 è stato disposto l'invio da Roma di un'ulteriore funzionario diplomatico con funzioni di console e sette funzionari consolari in assegnazione temporanea. Per quanto riguarda il personale a contratto assunto localmente, negli ultimi mesi è stato autorizzato il potenziamento del consolato generale di Londra con l'assunzione di 15 unità temporanee. Viste le risorse attualmente disponibili, si tratta di un piano di rafforzamento della capacità della sede del tutto straordinario, che permetterà di venire incontro alle esigenze dei connazionali residenti non solo a Londra ma anche quelli presenti a Manchester e in altre località del Regno Unito.

Va comunque sottolineato che il numero di connazionali iscritti all'AIRE di Londra cresce ad un ritmo molto sostenuto, con un aumento del 9 per cento nel 2017 e del 6,5 per cento al 31 ottobre 2018, avendo attualmente superato i 325 mila iscritti. Parimenti, è cresciuta l'efficienza della sede. Per fare solo l'esempio del servizio più richiesto, quello del rilascio dei passaporti, nell'anno in corso si è già superata la cifra di passaporti emessi nell'intero 2017, pari a circa 27 mila. Si sta peraltro verificando la possibilità di far gestire in outsourcing alcune procedure propedeutiche al rilascio dei passaporti, ma sapete perfettamente che qui c'è da stare molto attenti alla normativa vigente - il tutto ovviamente si sta facendo nel rispetto della normativa - sui contratti, sulle funzioni delegabili dalla pubblica amministrazione per la tutela della privacy dei cittadini e della sicurezza, perché ovviamente non si possono mettere in outsourcing alcuni dati, quelli relativi ai passaporti in particolare.

Allo stato attuale è dunque necessario prendere atto che il rafforzamento della rete all'estero, così come l'eventuale revisione del provvedimento che nel 2011 dispose la soppressione del consolato di Manchester, sono possibili solo a fronte della disponibilità di nuove risorse umane e finanziarie. Allo stesso modo, ulteriori potenziamenti all'organico del consolato generale di Londra potranno essere presi in considerazione nel caso in cui la Farnesina sia autorizzata ad effettuare nuove assunzioni di personale di ruolo e venga disposto normativamente un ulteriore ampliamento del contingente degli impiegati a contratto stabilito per legge. In alternativa, l'attribuzione di ulteriori unità al consolato generale di Londra potrà avvenire solamente sottraendo un pari numero di unità in altri uffici della rete diplomatico-consolare, che già opera in tutte le sedi in condizioni di grave e ormai sistematica carenza di risorse umane.

Concludo dicendo che è un impegno di questo Governo quello di migliorare la rete dei consolati, un impegno che ci siamo presi pubblicamente e che intendiamo rispettare. Già in questa legge di bilancio verranno stanziati dei fondi proprio per l'assunzione di contrattisti e aree funzionali per incrementare la rete consolare.

Dobbiamo però anche dirci una verità, cioè che il turnover nei Ministeri è fermo da oltre vent'anni, quindi, anche con le assunzioni a cui si può far fronte in questa legge di bilancio riusciremo a coprire a mala pena il personale che, naturalmente, andrà in pensione e che quindi non sarà più disponibile nella rete consolare.

Nella pubblica amministrazione in generale è fondamentale iniziare a pensare sul lungo periodo a come avere una capacità di copertura, specialmente nella rete consolare, di tutti i nostri consolati e ambasciate, perché in alcune località (l'America Latina non devo neanche menzionarvela) siamo in fortissima crisi da questo punto di vista. Devo dire che il grande sforzo che la Farnesina sta facendo è quello di mantenere i servizi esistenti, nonostante le grandi difficoltà. Quindi, da questo punto di vista, va anche ricordato l'enorme e straordinario lavoro che fanno i nostri consolati a fronte delle risorse che hanno. È un argomento all'attenzione del Governo, è un argomento all'attenzione anche della maggioranza parlamentare, che più volte ci ha sollecitato proprio sul tema e che teniamo, ovviamente, a portare avanti con grande attenzione e con grande rispetto dei nostri italiani che vivono all'estero, che si aspettano dei diritti erogati e delle prestazioni che sono quelle essenziali per il nostro Paese.

PRESIDENTE. Il deputato Dario Bond ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza n. 2-00041.

DARIO BOND (FI). Presidente, la risposta del sottosegretario in parte mi convince, anche perché ho posto questa domanda sapendo benissimo che le colpe non sono attribuibili a questo Governo, ma neanche a quello precedente. Si tratta di una gestione molto complessa e anche farraginosa dei consolati. L'unica cosa che voglio dire al sottosegretario è che ci sono consolati e consolati, ci sono emergenze ed emergenze: Londra rappresenta una grande emergenza.

Sottosegretario, non è possibile che si aspetti due anni per un appuntamento; non è possibile che si chiami un telefono a pagamento e che questo telefono sia sempre occupato. Si tratta di persone molto giovani, tutti ragazzi che cercano lavoro, che hanno un lavoro o un contratto di lavoro. Allora, diamo una risposta seria. Abbiamo chiuso il consolato di Manchester, in un'area molto grande, molto operativa, ricca di lavoro, con dei grandi disservizi. Londra non deve essere paragonata, con tutto il bene che le voglio, a Buenos Aires o ad altre località perché Londra ha un'emergenza che è incredibile. I lavoratori dell'ambasciata a Londra devono essere presi o per contratto, con assunzione, oppure con gruppi di lavoro funzionali e blindati all'interno dell'ambasciata. Qualcuno, qualche Ministro degli esteri nelle legislature passate, si era avvalso di questa facoltà di prendere del lavoro esterno ben verificato. Lei ha citato un passaggio sull'outsourcing delle attività e io le chiedo questo. Non sto dando nessun tipo di colpa, però consideri che due anni, per un ragazzo di 23-24 anni che ha bisogno di rinnovare un documento e la sua azienda glielo chiede, sono troppi.

PRESIDENTE. Il deputato Massimo Ungaro la facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione n. 3-00312. Prego deputato Ungaro.

MASSIMO UNGARO (PD). Ringrazio per la risposta il sottosegretario Manlio Di Stefano. Anche se apprezzo la comprensione del fenomeno, sono insoddisfatto della risposta, per il semplice fatto che - e mi ricollego qui a quello che diceva il collega Bond - è assolutamente inconcepibile aspettare mesi per un semplice rinnovo di un passaporto e per tutta un'altra serie di situazioni, anche per il recepimento di domande di cittadinanza.

Il nostro consolato è estremamente congestionato, in quest'Aula ho alzato già questo tema, ho ricevuto risposte dalla collega Del Re, ma credo che la Farnesina e il Governo non stiano capendo l'emergenza a cui stiamo andando incontro, per due motivi.

Intanto, dagli ultimi sei mesi, diventa abbastanza chiaro che la probabilità di una Brexit senza accordo sta aumentando ogni giorno di più, il che getterebbe nel caos legale la nostra comunità di oltre 700 mila italiani. Londra è la quinta città d'Italia, il nostro consolato copre un'area come tutto il nord d'Italia.

Secondo motivo molto preoccupante è il fatto che, per ottenere il settled status che sarà, in futuro, quando il Regno Unito uscirà dall'Unione europea, l'unico documento per poter rimanere legalmente in quel Paese, c'è bisogno di un documento valido. Decine di migliaia di nostri connazionali si sveglieranno a febbraio o a marzo, capendo che hanno bisogno di rinnovare quel documento e già adesso il nostro consolato non è capace di rispondere alle domande normali, immaginatevi come il nostro consolato potrà gestire decine di migliaia di nostri connazionali che si sveglieranno. Stiamo di fronte a una bomba che sta per scoppiare, siamo davanti a una paralisi gigantesca.

Io non credo questo Governo si renda conto. A parole credete di capire, ma nei fatti io sono assolutamente insoddisfatto. Faccio un esempio: avete nominato, solo qualche settimana fa, il responsabile a Palazzo Chigi per la Brexit, vacante da giugno in poi; non avete rinnovato la decisione politica dell'ultimo Governo di riaprire il consolato d Manchester, ci sono 50 mila cittadini a Manchester, il che potrebbe decongestionare il consolato italiano di Londra. Non è assolutamente giusto. È verissimo che la pressione sui nostri consolati non è soltanto a Londra, è in tutto il mondo, perché c'è stata una grande riduzione del personale, l'abbiamo in Belgio, l'abbiamo in Svizzera, l'abbiamo in Germania, l'abbiamo anche in Spagna. Ma Londra è una questione di emergenza estremamente peculiare.

Io non credo che voi potete porvi come obiettivo la promozione del sistema Paese, aprendo a Conakry e a Ulan Bator, se poi non riusciamo neanche a dare i servizi base ai nostri cittadini. Io chiedo, quindi, il raddoppio del personale, sicuramente non in organico almeno i contrattisti, sicuramente sono stati mandati dieci contrattisti negli ultimi mesi, è un passo nella giusta direzione, ma neanche con i dieci contrattisti riusciamo a rispondere alle domande della normalità, immaginate la paralisi e l'emergenza a cui stiamo andando incontro.

Io non credo, sottosegretario, che voi vi rendiate conto dell'emergenza alla quale stiamo andando incontro e, quindi, chiedo veramente l'assunzione immediata di contrattisti, per potenziare e raddoppiare il personale a Londra.

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e gli insegnanti della scuola primaria “Giovanni Falcone” di Ladispoli, che stanno assistendo ai nostri lavori e ricordo che la seduta antimeridiana è esclusivamente dedicata alle interrogazioni e alle interpellanze, cui risponde il Governo (Applausi).

(Iniziative volte a salvaguardare i livelli occupazionali presso lo stabilimento Comital di Volpiano (Torino) – n. 3-00313)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali, Claudio Durigon, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Costanzo n. 3-00313 (Vedi l'allegato A).

CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Grazie, Presidente. In riferimento all'interrogazione in esame, concernente il fallimento delle società Comital e Lamalu di Volpiano (Torino), rappresento quanto segue.

In breve, come già esposto dettagliatamente dall'onorevole interrogante, il gruppo industriale storico Comital, operante nei settori della laminazione dell'alluminio per l'industria alimentare e farmaceutica, ha perfezionato, nel luglio 2015, la cessione delle attività di laminazione dello stabilimento di Volpiano (Torino) al gruppo industriale francese Aedi, già operante in Europa nel settore alluminio.

Successivamente alla cessione, la controllata italiana di Aedi, Lamalu, ha rilevato le attività di fonderia e di laminazione a freddo.

Nel luglio 2017, a seguito di un bilancio con rilevanti perdite di esercizio, la società Aedi ha avviato una procedura di licenziamento collettivo per tutti i 140 lavoratori in forza, ponendo in liquidazione l'azienda e cessando l'attività. Dopo tre mesi di presidio permanente dei lavoratori davanti ai cancelli della fabbrica, si era arrivati al ritiro dei licenziamenti e all'accesso alla cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale.

In particolare, per quanto riguarda la Comital, con decreto direttoriale del Ministero del lavoro, il 9 febbraio 2018 è stato approvato il programma per crisi aziendale relativamente al periodo 22 novembre 2017-21 novembre 2018. È stata autorizzata, per il medesimo periodo, la corresponsione del trattamento straordinario di integrazione salariale in favore di 122 lavoratori presso l'unità di Volpiano.

Per quanto concerne la Lamalu, invece, successivamente, con decreto n. 101304 dell'11 aprile 2018, è stata autorizzata, per il periodo 19 marzo 2018-18 settembre del 2018, la corresponsione del trattamento di integrazione salariale in favore di 40 lavoratori presso l'unità di Volpiano, per i quali è stato stipulato, in data 13 marzo 2018, un contratto di solidarietà della durata di sei mesi.

Come è noto anche all'onorevole interrogante, in data 18 giugno 2018, è stata pubblicata la sentenza di fallimento della società Comital, nella quale non è stato disposto l'esercizio provvisorio. Successivamente, è seguito il fallimento di Lamalu con sentenza pubblicata il 6 luglio 2018.

Dalla data del fallimento, in assenza della richiesta di prosecuzione dell'attuazione del piano di risanamento, l'INPS ha interrotto l'erogazione del trattamento di integrazione salariale straordinaria in corso. Infatti, alla data di dichiarazione del fallimento la normativa vigente contenuta nel decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 148, non consentiva la possibilità di autorizzare la concessione del trattamento di CIGS in presenza di cessazione di attività.

Tuttavia, dopo l'apertura di un tavolo istituzionale con la regione Piemonte e con i lavoratori delle aziende fallite, abbiamo introdotto un emendamento all'interno del cosiddetto decreto Genova, approvato alla Camera ed ora in seconda lettura al Senato, che, sulla base di alcuni requisiti, consente di colmare il vuoto lasciato dall'approvazione del Jobs Act.

In particolare, l'articolo 44 prevede la possibilità di autorizzare, a decorrere dal 29 settembre 2018 e fino al 31 dicembre 2020, entro un limite temporale di dodici mesi e previo accordo stipulato in sede governativa, un intervento di cassa integrazione guadagni straordinaria per crisi aziendali, anche in deroga ai limiti generali di durata vigenti, nel caso in cui l'azienda cessi o abbia cessato l'attività produttiva e sussista una delle seguenti ipotesi: a) concrete prospettive di cessione dell'attività, con conseguente riassorbimento occupazionale; b) possibilità di realizzare interventi di reindustrializzazione del sito produttivo; c) specifici percorsi di politica attiva del lavoro, posti in essere dalla regione interessata e relativi ai lavoratori dell'azienda in oggetto.

Inoltre, con l'approvazione dell'articolo 43-bis, è stata introdotta anche la possibilità di uno sgravio contributivo, relativo all'esonero sia del versamento delle quote di accantonamento per il trattamento di fine rapporto, relativamente alla retribuzione persa a causa della riduzione oraria o della sospensione dal lavoro, sia dal pagamento all'INPS del contributo inerente alle interruzioni dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato.

Tali benefici sono concessi nel limite di spesa complessivo di 16 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021, per le società in procedura fallimentare o in amministrazione straordinaria, ai sensi dell'articolo 44, e sono poste a carico del Fondo sociale per l'occupazione e la formazione.

Inoltre, aggiungo, in riferimento alle società oggetto dell'interrogazione, che la procedura competitiva di vendita, prevista lo scorso 2 ottobre 2018, è andata deserta. Tuttavia, il Ministero della Giustizia ha reso noto che, successivamente a tale data, sono giunte al curatore manifestazioni di interesse da parte di diversi investitori, soprattutto stranieri. Tale quadro consentirebbe di ipotizzare una nuova procedura di vendita, presumibilmente nel corso del prossimo mese di gennaio.

L'approvazione dell'emendamento dà la possibilità ad aziende come Comital e Lamalu, che sono sotto tutela fallimentare, di avere gli strumenti per poter accedere alla cassa integrazione. Questo significa che per dodici mesi i dipendenti della Comital avranno la possibilità, in base ai requisiti di legge, di ottenere un contributo economico.

Contemporaneamente, in questo lasso di tempo, ma speriamo già nei primi mesi del 2019, saremo impegnati nella ricerca di un nuovo soggetto industriale in grado di avviare una buona reindustrializzazione. Questo Governo, infatti, sta intervenendo sulle modifiche apportate dal Jobs Act alla cassa integrazione, ascoltando innanzitutto i lavoratori, che, per primi, vivono una situazione di precarizzazione della propria vita, ma guardando anche al tessuto sociale nel quale si inseriscono tali realtà economiche ed imprenditoriali, ad oggi una risorsa fondamentale per il nostro Paese.

Ringrazio l'onorevole interrogante per l'attenzione posta al suo territorio e aggiungo che l'obiettivo di questo Governo è sostenere tutti i lavoratori in difficoltà e aiutare le imprese in crisi a ripartire, come già avvenuto per altre imprese ultimamente, per un rilancio economico e sociale del nostro territorio.

PRESIDENTE. La deputata Jessica Costanzo ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

JESSICA COSTANZO (M5S). Grazie, Presidente. Mi ritengo soddisfatta per questo intervento. Ringrazio il sottosegretario Durigon, il Governo e, in particolare, il Ministero del lavoro e dello sviluppo economico perché fin da subito si sono dimostrati molto vicini alle difficoltà e alle esigenze dei lavoratori, ma hanno dimostrato anche un interesse al mantenimento della produzione sul territorio torinese. Ho depositato, infatti, questa interrogazione il 21 settembre scorso proprio perché, dopo la necessaria reintroduzione del trattamento straordinario per le imprese in crisi aziendale, avvenuta con il decreto-legge n. 109, il cosiddetto decreto emergenze, era comunque doverosa una riorganizzazione anche degli ammortizzatori sociali per quelle imprese in amministrazione straordinaria o attraversate da procedure concorsuali proprio come la Comital e la Lamalu dello stabilimento di Volpiano, i cui dipendenti non potevano sostanzialmente accedere a nessuna forma di ammortizzatore sociale per colpa del combinato disposto tra il Jobs Act e la legge n. 92 del 2012, la cosiddetta legge Fornero.

Questa crisi, Presidente, è emblematica perché i 140 dipendenti della Comital e della Lamalu di Volpiano hanno vissuto direttamente sulla loro pelle che cosa significa perdere gli ammortizzatori sociali. Infatti, la dichiarazione di fallimento senza continuità produttiva che è stata emessa lo scorso giugno dal tribunale di Ivrea ha comportato la revoca della cassa integrazione di cui loro stavano beneficiando, lasciando i dipendenti sospesi, ovvero senza stipendio e senza alcun sostegno al reddito. Il ripristino, poi, del trattamento straordinario di integrazione salariale era reso ancora più difficoltoso dal pagamento in capo al curatore fallimentare delle quote di accantonamento del trattamento di fine rapporto e dal contributo previsto dall'articolo 2, comma 31, della legge n. 92 del 2012, la legge Fornero.

La sola applicazione anche dell'articolo 44 del decreto emergenze avrebbe comunque comportato un onere a carico del curatore fallimentare che era insostenibile secondo le regole del diritto fallimentare. L'articolo 43-bis, che è stato inserito proprio durante l'iter di conversione del decreto emergenze alla Camera, ha permesso l'esonero del pagamento delle quote di accantonamento del TFR, quindi del trattamento di fine rapporto, e del contributo previsto dalla legge Fornero. Senza questi accorgimenti di ripristino delle tutele, i lavoratori si sarebbero trovati, dopo i 75 giorni dalla comunicazione del licenziamento, solo ed esclusivamente con la Naspi e senza alcun sostegno ulteriore al reddito.

Adesso, grazie alla cassa integrazione, che ha effetto dal 29 settembre scorso e durerà un anno, finalmente il ricatto viene disinnescato, evitando che il patrimonio professionale dell'azienda vada perso, ma anche che i lavoratori restino senza prospettive, senza lavoro e senza sicurezze. Gli articoli 43-bis e 44 del decreto emergenze hanno segnato una svolta epocale, perché, dopo decenni, finalmente sia i lavoratori sia gli imprenditori non sono più considerati come dei semplici numeri, ma sono elementi complementari per consentire e garantire il rilancio dello sviluppo economico del Paese. Vengono, infatti, ascoltate le loro esigenze, le loro difficoltà e, soprattutto, come dimostra anche il caso Comital, ai tavoli di crisi si cercano soluzioni di lungo periodo per garantire la continuità produttiva e anche il mantenimento dei livelli occupazionali. Siamo consapevoli, Presidente, che ci sarà ancora molto da lavorare, soprattutto per poter garantire alla Comital di Volpiano di mantenere la produzione nello stabilimento torinese, però il lavoro fatto finora è stato svolto con determinazione e con tenacia, e siamo sicuri che continuerà ad esserlo.

(Stato dei lavori di restauro e messa in sicurezza del campanile del Duomo di Sant'Andrea, sito a Portogruaro (Venezia) n. 3-00314 e n. 3-00315)

PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Fogliani n. 3-00314 e Moretto n. 3-00315, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A).

Il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali, Gianluca Vacca, ha facoltà di rispondere.

GIANLUCA VACCA, Sottosegretario di Stato per i Beni e le attività culturali. Grazie, Presidente. Con due diversi atti di sindacato ispettivo, l'onorevole Fogliani e l'onorevole Moretto chiedono informazioni riguardanti il restauro della torre civica campanaria del Duomo di Sant'Andrea Apostolo di Portogruaro. Premetto che questa risposta è formulata sulla base di elementi forniti dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l'area metropolitana di Venezia e per le province di Belluno, Padova e Treviso, e quindi da chi sul territorio segue costantemente le vicende dei monumenti nazionali. Come correttamente rammentato, con il decreto ministeriale del 19 febbraio scorso, n. 106, recante la rimodulazione del piano degli interventi finanziato ai sensi dell'articolo 1, comma 140, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, il Ministero ha inteso finanziare numerosi interventi sul patrimonio culturale, fra i quali la verifica del rischio sismico, la riduzione della vulnerabilità e il restauro della torre del Duomo di Sant'Andrea a Portogruaro.

La somma stanziata, pari a 4 milioni e 200 mila euro, copre il quadriennio 2019-2022 e risulta così suddivisa: 827.166 euro nel 2019, un milione e 600 mila euro nel 2020, un milione nel 2021 e 772.834 euro nel 2022. Soggetto beneficiario del finanziamento è la soprintendenza, che ha eseguito diversi sopralluoghi sul bene. Lo stato della torre campanaria del Duomo di Sant'Andrea Apostolo risulta costantemente sotto osservazione tramite un sofisticato sistema di monitoraggio a distanza effettuato dal Dipartimento di ingegneria meccanica e strutturale dell'Università degli studi di Trento. Gli esiti dei sopralluoghi e del monitoraggio hanno evidenziato un fenomeno di cedimento fondale e di schiacciamento delle sezioni reagenti che hanno determinato dal 2003 ad oggi uno spostamento della canna nella direzione di massima pendenza di 3,2 centimetri, con un trend progressivo che si manifesta in fase evolutiva.

Nel corso delle apposite riunioni convocate presso la prefettura di Venezia a settembre e a novembre 2017 e a febbraio e giugno di quest'anno è stata ravvisata l'oggettiva urgenza di intervenire. La Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l'area metropolitana di Venezia sta già procedendo ad affidamento in somma urgenza dell'incarico per la realizzazione di una struttura provvisoria di confinamento attivo della compagine muraria, ovvero la posa in opera di un dispositivo atto a contrastare temporaneamente l'azione indotta dal sisma. Le opere che risultano indifferibili e necessarie saranno propedeutiche come strumento conoscitivo alla definizione di un intervento di consolidamento e di miglioramento sismico, calibrato sulle reali condizioni di sicurezza statica e sismica della canna muraria e finalizzato a rimuovere lo stato di pregiudizio e pericolo per persone e cose in cui versa il bene culturale. Contestualmente all'inizio dei lavori, che vedranno verosimilmente i presidi in opera entro la fine del 2018, la soprintendenza concorderà con l'Università di Trento le condizioni per implementare il sistema di monitoraggio in essere, estendendolo anche alle strutture di confinamento, in modo che sulla base degli esiti delle indagini diagnostiche, dei rilevamenti e della verifica di vulnerabilità sismica, si possa redigere uno studio di fattibilità che detti le linee di indirizzo progettuale in funzione delle quali indire, quando l'erogazione del finanziamento diventerà effettiva nel 2019, la gara per i servizi di progettazione per la redazione del progetto di consolidamento e di miglioramento sismico.

Vorrei rassicurare gli onorevoli interroganti circa il fatto che la massima attenzione è stata già data alla questione e viene tuttora rivolta da parte degli organi di questo Ministero per la salvaguardia, il restauro e la riduzione della vulnerabilità da rischio sismico della torre campanaria del Duomo di Sant'Andrea Apostolo, che non è solo un bene di inestimabile interesse storico-artistico, ma che, ben sappiamo, possiede un alto valore identitario per tutto il territorio di Portogruaro.

PRESIDENTE. La deputata Fogliani ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

KETTY FOGLIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Ringrazio il Governo e ringrazio il sottosegretario per la risposta. So che in questo periodo è stato un argomento trattato più volte dal Ministero dei beni culturali e so che c'è una particolare attenzione, di cui ringrazio il Governo. Questo è un tema che a noi cittadini di Portogruaro sta particolarmente a cuore. Devo dire anche che, avendo fatto parte dell'amministrazione attuale, che si è insediata nel 2015, fino al mese scorso, è stato uno dei primi punti che abbiamo affrontato proprio per riuscire a sollevare il territorio da questa emergenza, che si faceva sempre più pesante, visto, oltre l'inclinazione che aumentava di volta in volta, anche lo schiacciamento delle pietre, e questo ci ha fatto proprio ulteriormente preoccupare.

Per questo abbiamo subito bussato a tutte le porte a cui si poteva riuscire ad arrivare, fino ad arrivare al Ministero, per cui, dopo moltissime insistenze, moltissimi incontri e moltissimi riferimenti, mail, e così via, siamo riusciti ad ottenere questo importante risultato, che non è un risultato che ha un colore politico, ma è un risultato importante per il territorio. Questo è stato fondamentale, lavorando, appunto, come diceva lei, sottosegretario, con la sovrintendenza in linea continua e anche con dei tecnici che hanno un'importanza nazionale, quindi persone che sono assolutamente qualificate per poter dire l'importanza della gravità dell'evento.

Tant'è che anche il monitoraggio è stato cambiato; è stato aggiunto, non cambiato, oltre a quello che c'era prima, a piombo, col filo a piombo, in collegamento, sempre, con l'Università di Trento, anche quello con i sensori e, quindi, anche questo ha aggiunto un ulteriore - tra virgolette - controllo continuo, a questo che è il nostro punto di riferimento critico, in questo momento, del territorio.

È importantissimo per noi riuscire a salvaguardare questo bene che è così a rischio; non è imminente, ovviamente, perché se no si sarebbe intervenuti con molta più celerità, però occorre cercare di evitare il più possibile che possa diventare un evento drammatico nel territorio. Vorrei anche sottolineare il fatto che, proprio riguardo a questo, nonostante sia già monitorato, avevo anche presentato un ordine del giorno che è stato accolto, poi, come valutazione, sull'inserimento nel Piano straordinario nazionale di monitoraggio, sull'articolo 14, comma 4, del cosiddetto decreto Genova, un ulteriore, che è stato poi accolto dal Governo.

Quindi, ringrazio ancora il Governo per la particolare attenzione e devo anche segnalare che la scorsa settimana c'è stato uno dei primi sopralluoghi della Sovrintendenza insieme ai tecnici e all'amministrazione comunale, proprio per iniziare la preparazione del cantiere.

PRESIDENTE. La deputata Sara Moretto ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

SARA MORETTO (PD). Grazie, Presidente. Ringrazio il sottosegretario Vacca per la risposta che ha fornito alla mia interrogazione, risposta che, ovviamente, in alcune parti mi soddisfa, perché riporta con precisione la distribuzione dei fondi e con chiarezza quello che sarà il soggetto destinatario di questi fondi. Mi preme, però, ripartire, anche per chiarezza e verità dei fatti, dall'origine di questo finanziamento; questi 4,2 milioni di euro che arriveranno nel territorio di Portogruaro, in particolare, per il restauro della torre civica campanaria del Duomo di Sant'Andrea Apostolo di Portogruaro, derivano dal più grande piano nazionale di investimenti per il patrimonio culturale con caratteristiche di prevenzione antisismica che sia mai stato finanziato, un piano da 597 milioni di euro, che deriva da fondi destinati nella legge di bilancio 2017, fondi fortemente voluti dall'allora Ministro Franceschini e dal Governo guidato dal Partito Democratico. Sono fondi che erano attesi da anni dai cittadini di Portogruaro, ma, come diceva giustamente anche il sottosegretario, anche da un intero territorio e da un intero mandamento, perché la torre civica di Portogruaro, oltre ad essere un bene tutelato, quindi, con valore nazionale, è da sempre simbolo della città e le amministrazioni comunali che si sono succedute negli anni, e delle quali anch'io ho fatto parte, hanno sempre affrontato con serietà e costanza il cedimento funzionale del bene tutelato e l'hanno fatto con monitoraggi seri e precisi e con progettazione fatta anche internamente dal comune, per provare a trovare una soluzione a questo annoso problema.

Infatti, come si diceva prima, questo cedimento di anno in anno diventa più pronunciato ed espone la comunità a rischi di sicurezza, non solo perché la torre civica si trova in una zona centrale del paese, molto frequentata, ma anche perché accanto ad essa vi sono residenze e numerose attività commerciali, per le quali chiedo, ovviamente, in questa sede, ma lo farò direttamente anche alla Soprintendenza, una particolare attenzione; nel corso della realizzazione del cantiere e dei lavori ci dovrà essere anche attenzione, affinché queste attività commerciali non vengano ulteriormente danneggiate dall'impossibilità di accesso alla loro attività.

Io credo che dopo una sterile contesa che l'ultima amministrazione comunale, quella in carica, ha avviato sulla proprietà del bene, una contesa che non serviva a nulla e, di certo, non serviva ai cittadini portogruaresi per avere una risposta circa il consolidamento del bene, l'assegnazione di questi 4,2 milioni di euro ha rappresentato la vera svolta, una notizia positiva e accolta con soddisfazione dall'intera comunità portogruarese. Si tratta di un risultato che abbiamo raggiunto - e parlo al plurale - perché ho personalmente seguito la pratica relativa a questi fondi, mi sono personalmente impegnata affinché la comunità portogruarese potesse godere di questi fondi, ma per tutelare un bene che, come ha affermato lo stesso sottosegretario, ha valore nazionale.

Oggi, ci sono alcuni elementi di chiarezza in più: entro fine anno si aprirà il cantiere, nel 2019 vi sarà la reale assegnazione dei fondi, parziale; ovviamente assicuro fin da subito la mia disponibilità e la mia attenzione nel seguire il procedere e l'iter dei lavori, ma chiedo, soprattutto al Governo, che dopo aver confermato, in questa sede, l'indifferibilità e la necessarietà del monitoraggio, si adoperi velocemente affinché ci sia un progetto definitivo.

Come dicevo, le amministrazioni precedenti avevano lavorato in questo senso, vi sono dei tecnici che, da anni, seguono l'andamento, il cedimento del bene, io veramente chiedo al Ministero un interessamento particolare, affinché, dopo la conclusione dei monitoraggi, si giunga velocemente ad un progetto definitivo, esecutivo e che ponga una fine definitiva a questo che è un problema sentito da tutti i cittadini portogruaresi e dall'intero Veneto orientale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative in ordine alle criticità relative alla casa circondariale di Como, con particolare riferimento alla carenza di agenti di polizia penitenziaria – n. 3-00316)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato, Gianluca Vacca, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Butti n. 3-00316 (Vedi l'allegato A).

GIANLUCA VACCA, Sottosegretario di Stato per i Beni e le attività culturali. Grazie, Presidente. Con l'interrogazione indicata in oggetto, l'onorevole interrogante, dopo aver esposto le varie criticità della casa circondariale di Bassone di Como, in termini di carenza di personale, di sovraffollamento della popolazione carceraria, di gravi problemi strutturali dell'istituto penitenziario, di vetustà e di inidoneità degli automezzi in dotazione e di problematiche per l'assegnazione degli alloggi, chiede di sapere quali urgenti iniziative il Ministero intenda assumere per la soluzione delle predette problematiche.

In relazione alla pianta organica e alle scoperture, si deve osservare, preliminarmente, che la carenza di organico, purtroppo, è un dato comune a tanti altri istituti penitenziari, stante la riduzione complessiva degli organici, operata dalla legge 7 agosto 2015, n. 124, meglio conosciuta come “legge Madia”, e rivista dal decreto legislativo n. 95 del 2017 che ha rimodulato la dotazione organica e complessiva del Corpo, passata da 44.610 unità a 41.202 unità, dotazione che, allo stato, è rappresentata compresi i neo-agenti del 173° corso di formazione, da sole 37.271 unità, con una carenza complessiva pari a circa il 10 per cento, anzi il 9,9.

Con specifico riguardo alla casa circondariale di Como, si osserva che, a fronte di una previsione organica di 236 unità, quale prevista con PCD del 29 novembre 2017, sviluppato in applicazione del DM del 2 ottobre 2017, risultano effettivamente presenti 212 unità. In ogni caso, occorre evidenziare che, al fine di colmare tale gap, l'istituto de quo, tramite mobilità ordinaria dell'anno in corso, è interessato a un incremento di 11 unità maschili e tre unità femminili, appartenenti alla qualifica degli agenti assistenti del Corpo.

Sotto il profilo del sovraffollamento, si fa rilevare preliminarmente che la popolazione detenuta presso l'istituto penitenziario di Como, alla data del 1° ottobre corrente anno, ammonta a 396 uomini e 46 donne, a fronte rispettivamente di 201 e 30 posti detentivi regolamentari. Non di meno, mette conto sottolineare, da un lato, che, malgrado il surplus delle presenze detentive, tutti gli occupanti hanno a loro disposizione uno spazio conforme ai parametri stabiliti dalla CEDU, in tema di spazio minimo vitale e, dall'altro, che per alleviare le criticità legate al sovraffollamento dell'istituto comasco, il provveditorato regionale, periodicamente, emana provvedimenti di trasferimento di detenuti.

In merito ai gravi problemi strutturali dell'istituto penitenziario, che richiederebbe consistenti interventi di manutenzione, con il rischio di compromettere l'igiene e la salubrità degli ambienti – questo, cito - si rappresenta che negli ultimi anni sono state realizzate diverse opere presso la casa circondariale di Como.

In particolare, con i fondi della cassa delle ammende sono state tinteggiate le sezioni 3, 5 e 6 e sono state realizzate le docce nelle stanze detentive delle sezioni 4 e 5. Sempre da realizzare con i fondi della cassa delle ammende sono stati presentati e approvati i seguenti progetti: rifacimento del campo sportivo, adeguamento dei locali e laboratori sanitari, adeguamento di cucina detenuti e sopravvitto, adeguamento di nido e stanze detentive. Con le risorse assegnate al provveditorato regionale per la Lombardia sono stati realizzati, invece, i lavori di manutenzione e potenziamento degli impianti di distribuzione di acqua calda e sanitaria per le docce dei reparti detentivi, di sostituzione di due bollitori per la produzione di ACS, modifica e adattamento del relativo circuito idraulico di allaccio. Con i fondi assegnati sul capitolo di ordinaria manutenzione sono stati eseguiti dalla direzione dell'istituto diversi interventi, consistenti: nel ripristino dell'ingresso pedonale nella porta carraia, nell'installazione di nuovi monitor in sala regia nell'ambito del programma di implementazione dei sistemi di videosorveglianza per gli istituti della Lombardia, nella realizzazione di lavori di manutenzione ordinaria nell'armeria, in attesa di trovare un luogo più idoneo per lo spostamento della stessa.

La direzione ha rappresentato, altresì, l'urgente necessità di eseguire lavori di manutenzione straordinaria alla caserma agenti, consistenti principalmente nell'adeguamento degli impianti idrico-sanitari. Per tale lavoro si prevede un impegno economico pari a circa 350 mila euro, che sarà proposto nella programmazione del prossimo esercizio finanziario.

Con specifico riguardo alla vetustà degli automezzi, va preliminarmente fatto rilevare che il parco automezzi in dotazione alla direzione alla casa circondariale di Como risulta pari a sedici veicoli, di cui: sei veicoli della Polizia penitenziaria adibiti a trasporto detenuti, quattro veicoli operativi per la Polizia penitenziaria di supporto alle traduzioni detenuti, sei veicoli della Polizia penitenziaria adibiti ai servizi ordinari della direzione. Premesso che tre dei sedici veicoli risultano essere guasti, e che quattro dei restanti automezzi, seppure ancora funzionanti, hanno superato i 300 mila chilometri, si osserva che il provveditorato regionale della Lombardia, qualora rilevi carenze e criticità dei mezzi di trasporto, interviene trasferendo e riorganizzando le risorse presenti nel proprio distretto di competenza. In particolare, con riguardo alla riferita assenza di collaudi di affidabilità dei mezzi in questione, criticità verificatasi per meri motivi amministrativi connessi all'assenza, dal mese di giugno scorso, del personale addetto alla contabilità, la problematica è in fase di risoluzione grazie al provveditorato, che ha disposto l'impiego di personale addetto all'area contabile della casa di reclusione di Milano Bollate, così da consentire a breve di sottoporre i vicoli al collaudo presso le officine autorizzate.

Per completezza di informativa si rappresenta che la competente direzione generale, consapevole della generalizzata situazione di vetustà degli automezzi in dotazione agli istituti del Paese, ha avviato un programma di rinnovamento del parco veicoli dell'intera amministrazione, che contempla l'acquisto di: centoquarantatré furgoni allestiti per il trasporto di due detenuti (gara già avviata); nove autobus allestiti per il trasporto di sedici detenuti (documenti di gara consegnata al competente ufficio); quaranta minibus allestiti per il trasporto di otto detenuti (definizione dei documenti per la gara); ventisette furgoni allestiti per il trasporto di un detenuto disabile (in corso di perfezionamento attraverso la convenzione Consip); nove autovetture allestite per il trasporto di detenuti e collaboratori (in corso di fornitura); cento autovetture radiomobili quattro per quattro quale supporto alle traduzioni (questo in attesa della disponibilità della convenzione Consip già aggiudicata).

Da ultimo, in merito all'assegnazione degli alloggi demaniali, si evidenzia la recente emanazione del bando per la relativa assegnazione agli aventi diritto. Infine, e più in generale, si evidenzia il forte impegno del Governo, in questa legge di stabilità, per garantire un piano assunzione degli agenti di Polizia penitenziaria e maggiori risorse per edilizia carceraria, anche in termini di interventi ordinari.

PRESIDENTE. Il deputato Alessio Butti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

ALESSIO BUTTI (FDI). Presidente, innanzitutto io desidero ringraziare il sottosegretario per il garbo e per la completezza con cui ha voluto rispondere a questa interrogazione. Va da sé che la soddisfazione piena rispetto alla risposta non possa esistere; anche perché, vede, il mal comune mezzo gaudio, cioè l'incipit della sua risposta, con la quale ha fatto presente la situazione dell'organico nazionale della Polizia penitenziaria, riferendola poi percentualmente e dimensionalmente anche sulla situazione del carcere Bassone, non può essere, ovviamente, una giustificazione. Anche perché, dei duecentododici agenti della Polizia penitenziaria presenti, operativi poi sono quasi sempre meno di duecento, e vorrei venisse sottolineata la peculiarità di questo carcere: questo carcere è un carcere che ha 35 anni, ma ne dimostra molti di più, nonostante gli interventi di manutenzione che lei ha citato, e, soprattutto, è un carcere di frontiera. Como, naturalmente, è una città di frontiera, e quindi potrà ben capire che, di tutti i detenuti ospiti (e stiamo parlando di circa quattrocentocinquanta ospiti), più del 50 per cento sono stranieri, spesso in disaccordo tra loro, che danno anche vita a degli episodi tumultuosi, che poi gli agenti della Polizia penitenziaria devono intervenire per sedare.

Io ritengo che gli interventi di manutenzione che sono stati effettuati siano ancora insufficienti, però comprendo che le risorse siano un po' quelle che lei ha citato, cioè ridotte, almeno al momento, ai minimi termini. Però, mi creda: i livelli di sicurezza in quel carcere, soprattutto per quanto riguarda l'agibilità degli operatori, non solo della Polizia penitenziaria, ma anche degli operatori, sono assai ridotti; e sto parlando di livelli di sicurezza su un posto di lavoro, quindi cose importanti.

Anche la direzione del carcere ha recentemente segnalato come queste condizioni rendano addirittura difficile per gli agenti della Polizia penitenziaria intervenire per disciplinare la convivenza tra i detenuti; e questo malessere, che esiste anche tra i detenuti, mette ovviamente a repentaglio la sicurezza degli agenti della Polizia penitenziaria. Io le voglio dire che solo nell'ultimo anno gli agenti sono intervenuti per gestire ottantasei episodi di autolesionismo, cinquantatré colluttazioni tra detenuti, quasi tutti detenuti stranieri; poi ci sono i servizi esterni, poi ci sono le traduzioni. Io so che recentemente una delegazione del Governo, non so da chi composta, ma una delegazione del Governo si è recata in visita al carcere Bassone, e che naturalmente sono state promesse determinate cose, che poi puntualmente non sono state mantenute: ad esempio, l'uso del taser anche per gli agenti della Polizia penitenziaria. Capisco siano stati esclusi dalla recentissima sperimentazione, però è stato promesso loro questo nuovo strumento, io ritengo piuttosto importante per la sicurezza e anche per la propria incolumità; sarebbe opportuno che… Vedremo cosa accadrà ovviamente nel decreto-legge “sicurezza” quando verrà alla Camera, ma sarebbe opportuno consentire anche a loro l'utilizzo di questo strumento.

Sui mezzi in dotazione, sottosegretario, le posso dire di aver visto mezzi con più di 300, 400, 500 mila chilometri, che, essendo mezzi dedicati a un servizio particolarmente delicato, quello ad esempio…

PRESIDENTE. La invito ad avviarsi alla conclusione.

ALESSIO BUTTI (FDI). Ho terminato, Presidente. Quello della traduzione dei…

PRESIDENTE. La avviso cha manca un minuto, quindi ha ancora tempo.

ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, molto gentile. La traduzione dei detenuti, io credo che mezzi di quel tipo, di quella qualità, con 300, 400, 500 mila chilometri francamente non siano efficaci, non siano efficienti: ecco, questo è molto importante.

Tornerò a visitare quel carcere. Io credo di aver sottolineato un problema serio. Ripeto, la ringrazio; la soddisfazione, ovviamente, è solo parziale. Il mio accorato invito al Governo è quello di considerare anche gli agenti della Polizia penitenziaria come agenti delle Forze dell'ordine innanzitutto, ma come lavoratori che mettono a rischio e a repentaglio la propria incolumità, e a volte anche la propria vita, per un servizio importante: sia per la rieducazione del reo, ma soprattutto per chi, come noi, sta all'esterno del carcere.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 14. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 12,25, è ripresa alle 14.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Borghese, Care', Comaroli, Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, Fitzgerald Nissoli, Longo, Sangregorio, Sarti e Schiro' sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente ottantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,04).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo, pertanto, la seduta, che riprenderà alle ore 14,25.

La seduta, sospesa alle 14,05, è ripresa alle 14,25.

Seguito della discussione del disegno di legge: Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2018 (A.C. 1201-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1201-A: Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2018.

Ricordo che nella seduta del 7 novembre si è conclusa la discussione sulle linee generali, svolta congiuntamente a quella relativa alla relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea (anno 2017) e che i relatori e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

Per richiami al Regolamento.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento, all'articolo 58.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, in una delle scorse sedute la Presidente della II Commissione, collega onorevole Sarti, ha affermato quanto segue (le leggo dal verbale): “Rappresento che anche i funzionari e tutti coloro che lavorano per gli uffici delle Commissioni giustizia e affari costituzionali sono stati letteralmente aggrediti dai deputati di opposizione”. Ora, Presidente, siccome l'articolo 58 del Regolamento, ai sensi del quale lei mi sta facendo intervenire, recita: “Quando nel corso di una discussione un deputato sia accusato di fatti che ledano la sua onorabilità, egli può chiedere al Presidente della Camera di nominare una Commissione la quale giudichi la fondatezza dell'accusa (…)”, io penso che sia stata lesa la mia onorabilità in quanto, nei fatti qui citati dalla presidente Sarti, il sottoscritto si trovava seduto regolarmente al proprio posto, nella Sala del Mappamondo a Commissioni riunite: non ho in alcun modo aggredito nessun funzionario o nessuno che lavorasse per gli uffici della Commissione. Quindi, noi siamo di fronte - ovviamente questa è un'accusa che riguarda tutti coloro che erano membri dell'opposizione in quel momento delle due Commissioni presenti - a due possibilità circa l'affermazione della presidente Sarti: o la presidente Sarti chiede di correggere la sua affermazione verbalizzata oppure questa affermazione, per quanto mi riguarda, è totalmente destituita di fondamento, indi falsa, e ovviamente, laddove rimanesse, sarebbe lesiva della mia onorabilità, perché io non ho mai in alcun modo, né in questa occasione né in altra occasione, aggredito nessun funzionario o nessuno che lavori per le Commissioni I o II della Camera.

Capisco che nella concitazione si possano fare affermazioni generiche, ma, in questo caso, ai sensi dell'articolo 58, ove non vi sia una smentita a verbale della presidente Sarti, io chiedo che venga istituita quella Commissione che giudichi della fondatezza di questa accusa che, per quanto mi riguarda, è totalmente falsa e destituita di ogni fondamento. Le chiedo, dunque, formalmente di procedere secondo quanto prescritto dall'articolo 58 del nostro Regolamento, a tutela dell'onore di come noi ci siamo comportati in quell'occasione. Ovviamente, qui posso parlare solo a titolo personale e, dunque, a tutela di come io mi sono comportato in occasione degli eventi che la presidente Sarti ha citato a verbale di quest'Aula.

PRESIDENTE. Le rispondo tra breve, deputato Fiano, perché ha chiesto la parola il deputato Vazio. Intende intervenire sulla stessa materia?

FRANCO VAZIO (PD). Sì, Presidente…

PRESIDENTE. Mi consenta: se è sulla stessa materia, ha già parlato il suo collega Fiano.

FRANCO VAZIO (PD). Non è sulla stessa materia. Riguarda lo stesso fatto ma mi riguarda personalmente. Tra l'altro, essendo io vicepresidente…

PRESIDENTE. Gli interventi di questa natura, come lei sa, sono ubicati a fine seduta. Quindi, un richiamo al Regolamento è consentito, ma se dobbiamo fare…

FRANCO VAZIO (PD). Abbia pazienza: il Regolamento all'articolo 58 consente…

PRESIDENTE. L'articolo 58 è già stato impugnato dal suo collega Fiano.

FRANCO VAZIO (PD). Le voglio fare presente…

PRESIDENTE. La ringrazio.

ALFREDO BAZOLI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, il problema che ha rappresentato l'onorevole Fiano riguarda ciascuno deputato personalmente…

PRESIDENTE. Sì, ma l'articolo del Regolamento a cui ci si appella è lo stesso, quindi non è che 630 deputati possono prendere la parola per parlare dell'articolo 58. Il pensiero è stato ampiamente raccontato ed esplicitato dal suo collega Fiano.

ALFREDO BAZOLI (PD). Noi chiediamo che la posizione personale di ciascuno che si sente leso nella onorabilità…

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, non mi costringa a toglierle la parola.

Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Su cosa, deputato?

ROBERTO GIACHETTI (PD). Presidente, articolo 41 del Regolamento. Mi permetto di sottolinearle - la pregherei di riflettere su questo, poi, come sempre, lei deciderà come meglio ritiene - che il Regolamento prevede all'articolo 41 che i richiami al Regolamento o per l'ordine del giorno o per l'ordine dei lavori o per la posizione della questione o per la priorità delle votazioni hanno la precedenza sulla discussione generale. L'articolo che viene richiamato dai miei colleghi, non può, a mio avviso, interpretarlo come se sullo stesso argomento è intervenuto qualcun altro, perché riguarda la chiamata in causa da parte di un deputato in quest'Aula - Presidente, è una riflessione che le pongo, poi ovviamente decide lei - di una vicenda che riguarda ogni singolo deputato che era presente quel giorno nella Commissione. Questo è un articolo del Regolamento - i richiami al Regolamento hanno la precedenza sulla discussione principale - che riguarda, ce ne sono pochi, ciascun deputato che si sente leso nella sua onorabilità a seguito di affermazioni fatte da un altro deputato, in particolare quando il deputato è addirittura un presidente di Commissione, e penso, signor Presidente, che lei non possa mettere in discussione il fatto che essere richiamati, per una forma di aggressione verso i funzionari di una Commissione, non sia da considerare lesivo dell'onorabilità di un deputato, ancorché alcuni di quelli che oggi lo denunciano lo hanno fatto magari in passato. Signor Presidente, mi rendo conto che la decisione deve essere commisurata ai lavori della nostra Assemblea, però deve tener conto che questo articolo è a tutela di ciascun deputato e non può essere interpretato in base al fatto che, siccome l'onorevole Fiano afferma di essere stato leso nella sua onorabilità, non possa fare la stessa cosa ciascun deputato che era presente in quella Commissione e che è stato accusato esattamente della stessa cosa. Cioè, quando lei dice che, sullo stesso argomento, con riferimento ad altri articoli del Regolamento, sono già intervenuti altri deputati, non c'è dubbio, ma in questo caso è difficile togliere la possibilità a ciascun deputato di specificare la ragione per la quale la propria onorabilità è stata lesa e la richiesta formale alla Presidenza di una previsione regolamentare, che è quella di un giurì d'onore riguardo le accuse che gli sono mosse. La pregherei soltanto di riflettere su questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Giachetti, che peraltro si è trovato già nelle mie medesime circostanze, quindi sa perfettamente che l'interpretazione del Regolamento non è cosa facile. Voglio cominciare a dare qualche risposta. La prima è in ordine al fatto che il richiamo al Regolamento svolto dal deputato Fiano è stato ascoltato con grande attenzione, ma l'articolo 58 del nostro Regolamento prevede l'indicazione e la relativa convocazione di un giurì d'onore per valutare i fatti esposti, e capisce bene che non è questa una competenza che possa essere in questo momento attribuita a chi svolge le funzioni del Presidente Fico, quindi sarà mia cura informare il Presidente Fico delle vostre richieste e, se ella riterrà, il Presidente Fico convocherà, dopo averlo designato, un giurì d'onore per esaminare i fatti in specie. Quindi, non c'è né distrazione né superficialità nell'aver ascoltato e valutato le richieste del collega Fiano. Leggo poi una determinazione della Giunta per il Regolamento che riguarda gli interventi incidentali, quelli per l'appunto che meritano i richiami al Regolamento.

Gli interventi incidentali, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, sono in linea generale ammissibili soltanto quando i richiami al Regolamento e per l'ordine dei lavori vertano in modo diretto e univoco sullo svolgimento e sulle modalità della discussione o della deliberazione o comunque del passaggio procedurale nel quale, al momento in cui vengono proposti, sia impegnata l'Assemblea o la Commissione.

Penso che non ci sia bisogno di essere particolarmente attenti per comprendere che questa decisione della Giunta per il Regolamento mette a tacere qualunque tipo di contestazione, perché dovremmo riconvocare la Giunta per il Regolamento e modificare, perché stiamo parlando, nel caso esposto dal deputato Fiano, di questioni accadute - ovviamente non entro nel merito, non mi sento affatto di commentarle e giudicarle - non ora né stamattina, ma giovedì scorso, quindi è perfettamente pertinente quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento, che, qualora ce ne fosse bisogno, ci dice anche che ogni altro richiamo o intervento andrà collocato, secondo la sua natura, al termine della seduta. In particolare, verranno rinviate, secondo prassi, alla conclusione della seduta le richieste di intervento per fatto personale, quindi per buona parte delle motivazioni addotte dai colleghi che hanno chiesto di poter replicare il richiamo all'articolo 58. Comunque grazie, perché le discussioni sono sempre proficue.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento, articoli 42 e 58, con una diversa prospettazione da testimone oculare di quanto accaduto oggi in Commissione.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, però mi sento di dover essere imparziale: o appena negato a dei colleghi di prendere la parola per un richiamo al Regolamento sull'articolo 58, molto semplicemente perché già era stato espletato, svolto e raccontato da un deputato, quindi non mi metta in difficoltà. È già stato fatto questo genere di richiamo al Regolamento, collega Sisto, mi aiuti.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, ho detto articoli 42 e 58.

PRESIDENTE. Allora, sentiamo il richiamo all'articolo 42.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). È molto semplice. È noto all'Aula che, a Commissioni riunite I e II, è in corso di discussione il provvedimento sull'anticorruzione, che è stato condito decisivamente con il colpo di fulmine della prescrizione, colpo di fulmine sciagurato, secondo noi, Presidente. E in questo clima di difficoltà di percezione di come si possa approfittare di un'occasione come l'anticorruzione per infilarci un tema soltanto di consenso come la prescrizione accade che i lavori della Commissione procedano con molta foga rispetto all'ottenimento del risultato. Allora, ad una prospettazione dell'insufficienza del materiale inviato dal Governo su richiesta dei deputati per informare in ordine ad alcuni dati indispensabili ai sensi l'articolo 79 per il voto dell'articolo, abbiamo obiettato l'insufficienza di questo materiale, segnalando puntualmente le ragioni per cui questo materiale era insufficiente. Ci siamo sentiti dire che il nostro atteggiamento era un atteggiamento ostruzionistico e che qualsiasi cosa fosse giunta dal Governo sarebbe stata in qualche modo bollata come insufficiente. Noi abbiamo respinto questo modo di procedere in Commissione, rivendicando la correttezza, la lealtà, la puntualità, la voglia di approfondimento vera da parte del gruppo di Forza Italia e di chi vi parla, segnalando come non si possa accusare strumentalmente chi chiede al Governo non un foglio privo di significato offensivo per l'intelligenza di chi è in Commissione ma dei dati precisi che noi abbiamo indicato. Allora, Presidente, ai sensi dell'articolo 42, il Presidente della Commissione non può accusare un gruppo di deputati di strumentalità nell'utilizzo dei propri diritti fino a giungere ad un ostruzionismo doloso, inutile e teso soltanto a guadagnare o a perdere tempo.

Da questo punto di vista anch'io insisto perché l'articolo 58 sia richiamato e che il fatto personale si traduca in un atteggiamento che in qualche modo ha leso il nostro diritto di stare in Commissione e che, dopo quello che è accaduto - se lo ricorderà il Presidente - la scorsa settimana costituisce propaggine inaccettabile di un atteggiamento quasi tirannico dei lavori della Commissione, che, invece, dovrebbe essere, nel rispetto dei deputati, sintonizzato alla garanzia dei diritti. Quindi, articolo 42 e articolo 58; in particolare anch'io chiedo che sia istituita la Commissione di cui all'articolo 58.

PRESIDENTE. La ringrazio. Ho già risposto prima, quindi informerò il Presidente Fico, che peraltro ci sta ascoltando, il quale, se riterrà, potrà convocare, dopo averlo determinato e nominato, un Giurì d'onore per esaminare i fatti intercorsi giovedì scorso, e, ribadisco, anche soprattutto rispetto al richiamo all'articolo 42, che i richiami al Regolamento sono previsti, per decisione insindacabile presa e formalizzata dalla Giunta per il Regolamento, per fatti inerenti la seduta in corso.

Si riprende la discussione.

(Esame degli articoli - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo della Commissione e degli emendamenti presentati.

Avverto che fuori dalla seduta gli emendamenti Rossello 1.1 e 1.2 e De Luca 16.3 e 16.4 sono stati ritirati dai presentatori.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Ricordo che, con riferimento all'esame della legge di delegazione europea, l'articolo 126-ter, comma 4, ultimo periodo, del Regolamento dispone che gli emendamenti dichiarati inammissibili in Commissione non possono essere ripresentati in Assemblea.

Parallelamente, con riguardo agli emendamenti presentati direttamente per l'esame in Assemblea, sono ammissibili solo quelli riconducibili, ai sensi del già richiamato articolo 126-ter, comma 4, all'oggetto proprio della legge di delegazione europea, come definito dalla legislazione vigente, e quindi dall'articolo 30, comma 2, della legge n. 234 del 2012.

In conformità ai predetti criteri di ammissibilità, non risultano, pertanto, ammissibili, ai sensi degli articoli 89 e 126-ter, comma 4, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, non previamente presentate in Commissione o in quella sede ritirate prima della dichiarazione di inammissibilità e non dirette a dare attuazione a specifici obblighi normativi posti dall'ordinamento dell'Unione europea: Battilocchio 8.150 e 8.151, relative alla qualificazione ai fini dell'applicazione dell'imposta sul valore aggiunto dei differenziali corrisposti per regolare i contratti derivati; Occhionero 8.1, volta a prevedere, tra i criteri della delega per l'adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento (UE) 2017/1131, anche l'obbligo in capo agli istituti di credito di inserire nei prospetti di vendita gli scenari probabilistici e la percentuale di rischio relativi alle singole emissioni di obbligazioni subordinate.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'emendamento 1.150 Torto, riferito a tale articolo.

FILIPPO SCERRA, Relatore. Grazie, Presidente. Esprimo parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCIANO BARRA CARACCIOLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento 1.150 Torto.

Non essendoci interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.150 Torto, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

FILIPPO SCERRA, Relatore. Sull'emendamento 2.1 Montaruli esprimiamo parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCIANO BARRA CARACCIOLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere contrario.

PRESIDENTE. Quindi, come da prassi, votiamo il mantenimento dell'articolo 2.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

VI ricordo che stiamo votando il mantenimento dell'articolo e, quindi, non l'emendamento soppressivo, ma il mantenimento dell'articolo.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

FILIPPO SCERRA, Relatore. Sugli identici emendamenti 3.1 Montaruli e 3.4 Bazoli, così come sugli identici emendamenti 3.5 De Luca e 3.150 Rossello, nonché sugli emendamenti 3.2 e 3.3 Montaruli e 3.151 Rossello, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCIANO BARRA CARACCIOLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere conforme, contrario su tutti gli emendamenti menzionati.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 3.1 Montaruli e 3.4 Bazoli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Questo emendamento riproduce una richiesta che noi abbiamo fatto anche in Commissione giustizia, quando la legge di delegazione è arrivata…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, collega Bazoli. È opportuno, necessario e indispensabile fare silenzio; non si riesce a sentire l'intervento del collega. Prego.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Quando è arrivata in Commissione la legge di delegazione europea, abbiamo fatto questa richiesta, che è una richiesta di sopprimere, di togliere dalla legge questa previsione, che è contenuta in attuazione di una direttiva europea, con la quale si chiede di modificare l'articolo 322-bis del codice penale per estendere la punizione dei fatti di corruzione passiva anche ai pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio di Stati non appartenenti all'Unione europea o di organizzazioni pubbliche internazionali. Ora, la richiesta di abrogazione non è stata fatta perché noi siamo contrari all'estensione della punibilità per fatti di corruzione passiva a questi soggetti, ma per il fatto che noi abbiamo in esame in questo momento in Commissione, nell'ambito della legge sull'anticorruzione, della legge sulla corruzione, esattamente la stessa fattispecie.

Noi stiamo esaminando, in questo momento, in Commissione un testo di legge che contiene esattamente la norma che con questa previsione si vorrebbe delegare al Governo di emanare. Allora, noi troviamo che ci sia, in questo, un'aperta contraddizione, perché noi deleghiamo a emanare una norma che il Parlamento già sta valutando e sta già decidendo di introdurre nell'ordinamento, oltretutto con delle differenze abbastanza evidenti, perché nel testo che noi abbiamo in esame in Commissione i soggetti passivi di questa norma sono non solo i pubblici ufficiali o gli incaricati di un pubblico servizio, ma anche le persone che esercitano funzioni o attività corrispondenti a quelle.

Allora, a noi pare che, se si mantiene questa norma, che noi, invece, chiediamo di abrogare con il nostro emendamento, si rischia un'evidente contraddizione nell'attività legislativa, perché si demanda al Governo di emanare una norma che noi stiamo già facendo e che ha contenuti parzialmente diversi. Quindi, riteniamo che sarebbe ragionevole riconsiderare la nostra richiesta di abrogazione, perché questo credo che consentirebbe di evitare i rischi di contraddizione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.1 Montaruli e 3.4 Bazoli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 3.5 De Luca e 3.150 Rossello.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Anche questo è un altro emendamento che abbiamo valutato e discusso in Commissione giustizia. Qui è solo una questione di natura terminologica e lessicale, perché anche qui si dà attuazione a un principio che è contenuto nella direttiva europea alla quale si chiede che il Governo dia attuazione, e però si mette un inciso che rischia di pregiudicare il significato della norma che noi vogliamo introdurre, perché nella direttiva si chiede che gli Stati membri introducano reati che ledono gli interessi finanziari dell'Unione europea con pene massime di almeno quattro anni di reclusione. Ora, nella norma che è introdotta dalla legge di delegazione è scritto: prevedere, ove necessario, che i reati che ledono gli interessi finanziari siano punibili con una pena massima di almeno quattro anni.

Allora, questo inciso “ove necessario”, di fatto, a noi pare che metta in discussione l'effettiva portata della norma, perché “ove necessario” significa che, in teoria, il Governo potrebbe anche ritenere, sulla base di criteri che noi non siamo in grado di condividere, perché non sono indicati, e quindi non siamo in grado di apprezzarne la portata, di sanzionare quei reati che la direttiva vuole sanzionabili con una pena massima di almeno quattro anni con una pena diversa. Cioè, in teoria anche tutti i reati che ledono gli interessi finanziari dell'Unione europea, a discrezione del Governo, grazie a questo inciso, potrebbero essere sanzionati con una pena massima diversa dai quattro anni.

Allora, eliminare questo inciso significa dare garanzia e certezza sull'applicazione di un principio di una direttiva europea che altrimenti, con questo inciso, invece rischia di essere totalmente vanificato. Anche qui, credo che sarebbe una cosa saggia e opportuna se il Governo e la maggioranza rivedessero la propria decisione, perché, ovviamente, non è questa una richiesta che stravolge l'impianto normativo che stiamo valutando, ma serve semplicemente a chiarire meglio e a evitare che su norme che hanno questa importanza e questa delicatezza - perché stiamo parlando di reati che ledono gli interessi finanziari dell'Unione europea, e quindi di reati finanziari particolarmente rilevanti - sia lasciata al Governo una discrezionalità totale, nella possibilità, sostanzialmente, di derogare al principio di delega che è contenuto nella direttiva europea.

Mi pare francamente che nulla dovrebbe ostare all'accoglimento di una richiesta di abrogazione di questo inciso, che, ripeto, nulla cambia sul significato della legge che stiamo valutando, e anzi, aiuta a evitare i rischi che questo inciso, invece, mi pare porti con sé abbastanza palesemente. Quindi, spero che questa mia richiesta e questa mia motivazione, che mi pare siano abbastanza chiare, possano consigliare la maggioranza a darci un parere diverso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Vietina. Ne ha facoltà.

SIMONA VIETINA (FI). Presidente, onorevoli colleghi, solo per sottolineare che le parole “ove necessario” fanno riferimento a una mera eventualità, un'opzione del Governo, un libero apprezzamento del legislatore, che non può mai assurgere a criterio direttivo, così come stabilito dalla Corte costituzionale nelle sentenze n. 68 del 1991 e n. 340 del 2007; per non lasciare, quindi, ove necessario, la libertà di aggiungere sanzioni penali a quelle amministrative, creando, di fatto, disparità tra i soggetti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.5 De Luca e 3.150 Rossello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.2 Montaruli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Con l'articolo 3, lettera h), il Governo avrà la delega a introdurre nuove sanzioni penali in relazione agli enti a cui si applica la legge n. 231 del 2001. Ora, sappiamo che nel nostro sistema, nel nostro ordinamento, proprio in base ai principi dettati dalla legge n. 231 del 2001, l'ente non può essere considerato imputato all'interno del procedimento penale. Introducendo questa possibilità, andiamo a stravolgere completamente la legge n. 231 e, nel far questo, a creare ancora più confusione all'interno della giurisprudenza che certamente è arrivata a tali conclusioni con molta, molta difficoltà. Peraltro, si suggerisce una riflessione sul tema con un intervento legislativo ad hoc, e non certo attraverso una delega attraverso questo provvedimento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2, Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3, Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.151 Rossello.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Vietina. Ne ha facoltà.

SIMONA VIETINA (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, questo emendamento è motivato dal fatto che, come abbiamo già detto, ci sono profili di discrezionalità in tema di sanzioni ed è costruito proprio per prevedere solo sanzioni amministrative, mantenendo il riferimento alle esenzioni per le persone giuridiche, così come previsto dall'articolo 9 della direttiva sulle sanzioni per le persone giuridiche.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.151, Rossello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

FILIPPO SCERRA, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 4.250 Claudio Borghi, parere favorevole sull'emendamento 4.251 Battelli, parere contrario sugli emendamenti 4.2 e 4.3 Migliore.

PRESIDENTE. Il parere del Governo?

LUCIANO BARRA CARACCIOLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Su tutti gli emendamenti menzionati, tranne il 4.251 Battelli, parere contrario. Per il 4.251 Battelli parere favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 4.250 Claudio Borghi.

Ha chiesto di parlare il deputato Claudio Borghi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI (LEGA). Onorevoli colleghi, probabilmente ve ne sarete accorti, la settimana scorsa, quando il mio ufficio ha intercettato alcune irregolarità all'interno di questo articolo e per sanarle c'è stato questo supplemento di votazioni e di analisi. Ovviamente, in quanto Commissione bilancio, noi ci eravamo limitati a intercettare gli aspetti finanziari. Caso vuole che, intercettando l'aspetto finanziario, si è andato a guardare anche il merito dell'articolo. Ora, il merito dell'articolo mi ha lasciato estremamente perplesso, e dico estremamente perplesso per usare un eufemismo, perché una procura europea è, dal mio punto di vista, potenzialmente pericolosissima, pericolosissima in quanto ulteriore spostamento e cessione di sovranità che espone i nostri cittadini a poteri estranei al loro controllo, estranei al controllo del Consiglio superiore della magistratura perché, come abbiamo visto, si sta anche parlando di immunità e non sottomissione della procura europea alle nostre leggi. Sono cose che partono da molto lontano, sono cose che partono da lontano e, purtroppo, adesso sono in dirittura d'arrivo. Io mi rendo conto che non è fermabile, al momento, il processo. Mi rendo conto che, in questo momento, votare contro o abolire questo articolo, come ho provocatoriamente proposto, significa esporsi a sanzioni, quindi io lo ritirerò questo emendamento, però vorrei approfittare dell'occasione per sollecitare una piccola riflessione in merito a queste situazioni. Le legislazioni e i poteri sovranazionali iniziano con poco. Si dice, certo, questa procura europea, in realtà, parla esclusivamente, in questo momento, delle frodi europee. Quindi, è corretto che vi sia. È vero, sulla carta è così, ma è la punta della scarpa che si mette dentro nella porta. Si inizia sempre così e poi dopo il potere diventa soverchiante, diventa superiore a quello che noi possiamo controllare. L'abbiamo visto, per esempio, con le banche: si inizia con dei piccoli regolamenti e poi ci sono delle forze che noi non riusciamo a controllare.

Pertanto io invito tutti a essere molto prudenti quando arriveranno, in futuro, e si riusciranno a prenderli per tempo, i regolamenti europei. Non prendiamo niente a scatola chiusa perché sì poi si sottovalutano, ma le conseguenze colpiscono molto duramente. Quando si parlava di bail-in c'era una grande sottovalutazione del tema, tanto…pazienza e, poi, un giorno abbiamo avuto dei risparmiatori azzerati dalla mattina alla sera per delle leggi europee. Non vorrei che questa cosa, della procura europea che inizia in sordina, un giorno all'altro poi possa portarvi le manette a casa, ma manette che voi non potrete controllare e non potrete dire: derivano dalle nostre leggi, perché derivano da leggi di qualcun altro.

Quindi, al momento, io ritiro l'emendamento, ma proporrò un ordine del giorno dove si invita il Governo a verificare con scrupolo, nella fase iniziale, anche, dell'arrivo dei provvedimenti europei, la rispondenza alla nostra Costituzione, perché la nostra Costituzione deve essere quella che ci guida e le cessioni di sovranità sono precisamente limitate. Non ci sono cessioni di sovranità al buio, ma ci sono cessioni di sovranità che devono essere attentamente meditate e sappiamo anche come è stata l'origine di quell'articolo sulle cessioni di sovranità che riguardava solo l'ONU. Poi, anche da lì, si vuol riguardare l'ONU, si entra con la punta del piede nella scarpa e, poi, si cede tutto.

Cediamo con dignità e con attenzione, perché stiamo scherzando con la nostra Costituzione; quindi, ritiro l'emendamento e passeremo a un ordine del giorno, dove si invita al rispetto della Costituzione o all'analisi preventiva del rispetto costituzionale delle leggi europee, così, almeno, ci stiamo un po' più attenti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

PRESIDENTE. Bene, collega deputato Claudio Borghi; l'emendamento 4.250 non c'è più.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Non si può parlare su questo emendamento perché è stato ritirato. Quindi, passiamo al successivo.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Voglio fare nostro l'emendamento.

PRESIDENTE. No, lo deve fare il rappresentante del gruppo. Nel caso in cui qualcuno volesse fare proprio l'emendamento ritirato, ciò deve essere richiesto da un capogruppo o almeno venti deputati o un delegato d'Aula.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, solo per confermarle la volontà del nostro gruppo di fare nostro l'emendamento 4.250 Claudio Borghi.

PRESIDENTE. Benissimo, la ringrazio. A questo punto, sono leciti gli interventi della deputata Montaruli e, prima di lei del deputato Dall'Osso e del deputato Fassino. Quindi, cominciamo dal deputato Dall'Osso, che aveva chiesto di parlare, se c'è ancora… no, non c'è. Do quindi la parola, per dichiarazione di voto, alla deputata Montaruli. Prego, ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). In discussione generale, Fratelli d'Italia aveva già sollevato questo argomento. La procura europea è effettivamente una nuova cessione di sovranità da parte del nostro Paese e lo è ancor più nelle modalità in cui è formulato l'articolo in questione posto al voto, posto che non vi sono ulteriori paletti alla limitazione delle competenze in materia dei reati che sarebbero appunto di competenza della procura. Inoltre, voglio ricordare al collega che aveva originariamente presentato l'emendamento, che è possibile, ad oggi, aumentare e allargare il novero dei reati che possono essere oggetto di attenzione da parte della procura europea; basta il voto, infatti, di soli sei Paesi membri che abbiano aderito all'istituzione di questa procura. Ricordo anche, a questo Parlamento, che non tutti i Paesi europei hanno aderito all'istituzione della procura, solo 22 Paesi hanno aderito e l'Italia può ancora, certamente, fare una marcia indietro rispetto a questo argomento.

Pertanto io credo che la scelta di Fratelli d'Italia di riproporre l'abrogazione dell'articolo in questione sia una scelta seria, che pone l'attenzione nuovamente su questa cessione di sovranità, ponendo all'attenzione dello stesso Parlamento la possibilità di fare marcia indietro su una materia così delicata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piero Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). Presidente, ho ascoltato l'intervento dell'onorevole Borghi che mi pare significativo di un tema più generale che va al di là dell'emendamento specifico e anche della procura europea. Bisogna che ci intendiamo su che cosa significhi essere parte di un processo di integrazione.

Infatti, un processo di integrazione significa che chi è parte di questo processo decide di trasferire una quota della sua sovranità a un soggetto di cui è socio e, quindi, cede un pezzo di una sovranità che ha in esclusiva a un soggetto di cui è parte e, quindi, è socio di quella sovranità comune. Io credo che questo debba essere chiaro, perché altrimenti è inutile che noi discutiamo di come bisogna stare in Europa, perché il fondamento è questo: o si accetta che si voglia stare dentro una identità che è fondata sull'integrazione e l'integrazione passa per il trasferimento di quote di sovranità dagli Stati membri a un soggetto di cui gli Stati sono soci e che li rappresenta tutti, oppure se si rifiuta questo, si mette in discussione l'idea stessa di un processo di integrazione. Quindi, io credo che la questione sia una questione di fondo; non si tratta di modificare un articolo o un istituto, ma di sapere se noi vogliamo stare in un'Europa che è un soggetto fondato sull'integrazione o semplicemente in una unione intergovernativa in cui non c'è nessuna forma di sovranità del soggetto nuovo che si costituisce insieme. Per questo io penso che la proposta di superare questo passaggio, questo articolo sia del tutto errata e noi non la condividiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Presidente, intervengo solamente per puntualizzare su un tema legato a ciò che ci sta in questo momento occupando. Modus in rebus, la questione non è solamente legata al procedimento, mano a mano, di integrazione che porta all'Unione europea e ai suoi sviluppi, ma anche al modo in cui l'integrazione si sviluppa, anche alla modalità, anche e soprattutto all'esigenza assoluta di prestare maggiore attenzione, piuttosto che non in passato, alla fase ascendente dei lavori che portano alla predisposizione di quelli che sono gli atti comunitari, cosa questa che, purtroppo, negli anni passati, ma nemmeno molto poco recenti, non è stata particolarmente seguita. Non è possibile continuare, come fino ad ora, ad avere attenzione solamente alla fase discendente; se non partecipiamo alla fase di elaborazione, il modus in rebus lo lasciamo agli altri e non possiamo lasciare che tempus regit actum e, di conseguenza, anche noi sottolineiamo la necessità di grandissima attenzione a questi temi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Presidente, desideravo tornare all'oggetto di quest'articolo, che parla di cooperazione europea in materia di giustizia. Dobbiamo pensare che il recepimento di norme europee in questo ambito, non solo permette di riformare continuamente il nostro sistema, ma, soprattutto, di innalzare il livello di salvaguardia del nostro spazio di libertà e di doveri, soprattutto perché, pensando alla circolazione delle persone e delle merci, lo spazio europeo è uno spazio da salvaguardare per i nostri cittadini. Ritengo, quindi, che sia un articolo importante da tenere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD). Presidente, mi rifaccio direttamente alle cose che ha appena detto l'onorevole Rossini, noi dovremmo censurare questa ipotesi di procura, perché non è abbastanza ambiziosa, e non per ragioni europeistiche o ideologiche, ma per una ragione molto semplice: crimine organizzato, traffico di esseri umani, traffico cibernetico, reati cibernetici sono tutti reati che passano sopra la testa degli Stati nazionali. Se anche non ci fosse l'Unione europea, noi ci dovremmo inventare una struttura in grado di contrastare questi fenomeni che non si possono più contrastare nelle giurisdizioni nazionali. Allora, qui è pieno di persone che si riempiono la bocca con la parola sicurezza; la sicurezza, oggi, in questa fase della storia, si realizza così. Fare finta di non vederlo davvero è soltanto ideologia, non sovranismo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Grazie, Presidente. Quello che ha appena detto l'onorevole Orlando è, appunto, il principio di sussidiarietà, che vale verso il basso, quando alcuni poteri possono essere gestiti meglio a livello inferiore, ma vale anche verso l'alto, quando su alcune competenze gli Stati nazionali sono inadeguati. La cessione di sovranità avviene, ha senso, quando appunto gli Stati sono inadeguati. Non c'è niente di ideologico in tutto questo: è semplicemente la coerenza del livello ottimale a cui gestire le competenze (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.250 Claudio Borghi, ritirato dal presentatore e fatto proprio dal deputato Lollobrigida, a nome del gruppo Fratelli d'Italia, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.251 Battelli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD). Signor Presidente, l'articolo 4 e l'emendamento proposto dall'onorevole Battelli, in realtà, introducono dei principi e criteri direttivi estremamente dettagliati, riferiti alla trasposizione nel nostro ordinamento del regolamento che istituisce la procura europea. Io credo sia opportuno ricordare, in quest'Aula, che l'iter di approvazione di questo regolamento è stato, in realtà, un iter abbastanza complesso, al quale il nostro Paese ha dato un contributo determinante e fondamentale. La base giuridica su cui si fonda questa normativa è quella dell'articolo 86 del Trattato di Lisbona, che stabilisce la possibilità di combattere reati che ledono gli interessi finanziari dell'Unione. Le difficoltà di raggiungere un accordo unanime hanno condotto all'adozione del regolamento mediante la procedura di cooperazione rafforzata, ossia la procedura che consente di condividere alcune materie da parte di Stati membri in numero superiore a nove; e il nostro Paese ha condiviso con altri ventuno Stati la volontà di mettere insieme, come dicevano i colleghi Orlando e Ceccanti, la cooperazione rafforzata per perseguire reati di natura finanziaria, quindi una motivazione esclusivamente tecnica. La competenza riguarda proprio la persecuzione di reati in materia finanziaria.

Non vorremmo - per ritornare all'emendamento presentato dal collega Borghi - che siccome questa procura interviene per i reati sopra i 10 milioni di euro, ci sia qualche preoccupazione legata a delle vicende che li riguardano, legate a mancati rimborsi per 49 milioni di euro: qui stiamo parlando di altro. Noi riteniamo, come già è stato detto, che questo procuratore europeo debba avere delle attribuzioni, in futuro, ancora più importanti, ancora maggiori, quali quelle per la lotta a reati di criminalità grave di carattere transnazionale. L'emendamento in esame elabora, però, dei principi e criteri direttivi specifici, legati alle competenze e alle attribuzioni delle strutture dell'ufficio del procuratore europeo: la struttura si compone di un procuratore capo e di un collegio.

Ebbene, l'articolo in esame a noi preoccupa, perché in realtà voi affidate, si affida al Governo il compito di individuare l'autorità competente a designare i tre candidati al posto di procuratore europeo, e nel frattempo si attribuisce al Ministro della giustizia il compito di designare i candidati nell'ambito una rosa di nove nomi elaborati dal CSM. La stessa perplessità riguarda però, guardate, anche la nomina dei procuratori europei delegati, ossia di quegli organi cui è assegnata la concreta funzione operativa e che restano incardinati nella procura della Repubblica di appartenenza operante sul territorio italiano. Anche su questo punto, la delega attribuisce al Governo la possibilità di determinare l'autorità competente a designare i candidati al posto di procuratore europeo delegato.

La nostra contrarietà a questo emendamento deriva da una ragione molto semplice: per noi, guardate, la separazione dei poteri è principio e valore essenziale e inderogabile della struttura democratica del nostro Paese. Noi siamo convinti che, con questo emendamento, voi mettete in discussione quello che è un caposaldo fondamentale della nostra democrazia, trascinando l'Italia verso una deriva che rischia di essere davvero antidemocratica e illiberale.

Voi state attribuendo al Governo, badate bene, la nomina di magistrati europei che svolgeranno funzioni inquirenti a livello continentale e nazionale, e state decidendo quindi di intraprendere quella stessa strada già percorsa da altri Governi europei, correndo il rischio davvero di mettere a repentaglio il rispetto dello Stato di diritto.

D'altro canto, nella giornata di ieri anche il plenum dell'organo di autogoverno della magistratura ha stabilito che la nomina della terna dei magistrati per la procura europea non spetta al Governo ma al CSM stesso. “Date le caratteristiche che il procuratore dovrà avere e l'attività tipicamente giudiziaria che è chiamato a svolgere - si legge in questo parere -, si deve ritenere che in virtù dell'articolo 105 della Costituzione debba essere il CSM l'autorità dello Stato deputata a selezionare i candidati e a indicare la terna, sulla stessa scia di quanto già avvenuto per la designazione del membro nazionale di Eurojust”.

Vi chiediamo allora davvero con questa dichiarazione di rivedere questo emendamento e ascoltare quantomeno, se non le nostre considerazioni, quelle espresse dal CSM al riguardo. Con questo emendamento rischiate di calpestare la Carta costituzionale, e rischiate di calpestare il fondamento del nostro Stato di diritto, ossia la distinzione tra potere esecutivo e potere giudiziario. Fate attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.251 Battelli, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

Sono a questo punto preclusi gli altri emendamenti presentati all'articolo 4.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

FILIPPO SCERRA, Relatore. Esprimo parere contrario sull'emendamento 6.150 Rossello.

PRESIDENTE. Il Governo?

Prendo atto che il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.150 Rossello.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Vietina. Ne ha facoltà.

SIMONA VIETINA (FI). Presidente, onorevoli colleghi, l'obiettivo di questo emendamento è semplificare il procedimento di adozione degli atti delegati per l'attuazione della direttiva (UE) 2017/828, e velocizzare la fase di attuazione per il recepimento della normativa europea. Il testo prevede, infatti, al comma 2, la competenza di ben sei ministri, la cui effettiva competenza esula dal carattere specialistico della delega in oggetto. Sembra essere la conseguenza di una maggioranza bicefala in competizione e con i nostri emendamenti si potrebbe intervenire sulle contraddizioni della maggioranza evidenti anche in questi appesantimenti procedurali.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.150 Rossello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8, al quale non sono state presentate proposte emendative ammissibili (Vedi l'allegato A).

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli identici emendamenti 9.150 Giglio Vigna e 9.151 Rossello.

FILIPPO SCERRA, Relatore. Presidente, la Commissione esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo? Non si sente la voce del Governo…

LUCIANO BARRA CARACCIOLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Adesso sì, forte e chiaro.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 9.150 Giglio Vigna e 9.151 Rossello, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Revoco l'indizione della votazione.

Dunque, passiamo alla votazione degli identici emendamenti 9.150 Giglio Vigna e 9.151 Rossello.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Vietina. Ne ha facoltà.

SIMONA VIETINA (FI). Grazie, Presidente. Con la proposta emendativa si intende chiarire il perimetro degli obblighi in materia di revisione legale concernente i fondi comuni di investimento. L'obiettivo è evitare disparità di trattamento tra i gestori italiani e i gestori esteri e, al contempo, evitare un eccessivo aggravio di oneri a carico degli operatori esteri, che potrebbe determinare effetti pregiudizievoli anche in termini di competitività e capacità attrattiva del mercato italiano.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 9.150 Giglio Vigna e 9.151 Rossello, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Revoco l'indizione della votazione.

Chiedo scusa. Il relatore Scerra deve dare il parere sull'unica proposta emendativa riferita all'articolo 12, l'emendamento 12.1 Braga.

FILIPPO SCERRA, Relatore. Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 12.1 Braga.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCIANO BARRA CARACCIOLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.1 Braga, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

FILIPPO SCERRA, Relatore. Presidente, emendamento 13.13 Braga, parere contrario; emendamento 13.1 Occhionero, parere contrario; identici emendamenti 13.2 Occhionero e 13.16 Morgoni, parere contrario. Sull'emendamento 13.15 Braga vi è una proposta di riformulazione, che vado a leggere: “individuare misure per sviluppare o incentivare il riciclaggio dei rifiuti provenienti da impianti di frantumazione dotati delle migliori tecniche disponibili finalizzando lo smaltimento o il recupero energetico ai soli rifiuti non riciclabili”; questa è la proposta di riformulazione che facciamo. Emendamento 13.3 Occhionero, parere contrario; emendamento 13.4 Occhionero, parere contrario; emendamento 13.17 Braga, parere contrario; emendamento 13.18 Morgoni, parere contrario; emendamento 13.19 Morgoni, parere contrario; emendamento 13.5 Occhionero, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCIANO BARRA CARACCIOLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, il parere è contrario per tutti gli emendamenti menzionati, salvo che per l'emendamento 13.15 Braga, per il quale vi è parere favorevole alla riformulazione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 13.13 Braga.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD). Signor Presidente, questo emendamento interviene sull'articolo 13 di questo disegno di legge e iniziamo a discutere e a trattare gli articoli della legge di delegazione europea che riguardano il recepimento delle direttive comunitarie in materia di economia circolare. Questa è un'occasione importante per il nostro Paese di adeguare la nostra normativa ai principi del pacchetto sull'economia circolare con il recepimento delle conseguenti direttive comunitarie ed accompagnare una transizione ecologica del nostro sistema economico-produttivo, a partire dalla corretta gestione dei rifiuti, attraverso, appunto, le modifiche che l'obbligo di recepimento ci porrà in capo. Questo emendamento, sul quale chiedo al relatore e al Governo di riconsiderare il parere contrario, introduce un aspetto riferito al recepimento delle direttive in materia di veicoli fuori uso. Sappiamo bene come il tema della corretta gestione dei veicoli fuori uso ha un'attinenza importante per l'impatto su quel settore economico, ma anche per gli aspetti ambientali. Non a caso nella legge di delegazione europea c'è un riferimento esplicito, ad esempio, ai punti successivi, sulla questione del rafforzamento dell'efficacia del sistema di tracciabilità e di contabilità, sull'obbligo di pesatura dei veicoli fuori dei centri di raccolta. Con questo emendamento noi chiediamo di introdurre un obbligo in capo ai produttori di veicoli di farsi carico di tutti i costi di gestione e di stabilire nel nostro ordinamento un'adeguata sanzione in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi di reimpiego, riciclaggio e recupero. Questo perché - lo sappiamo bene - in questo settore come in molti altri, l'assenza di un adeguato regime sanzionatorio che rafforzi anche il sistema dei controlli, costituisce una falla di pieno funzionamento della corretta gestione dei rifiuti e di piena implementazione dei principi dell'economia circolare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

FILIPPO SCERRA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FILIPPO SCERRA, Relatore. Presidente, in considerazione dell'effettiva carenza di un sistema sanzionatorio per i vari soggetti coinvolti nella filiera, si è ritenuto necessario indicare tra i criteri per l'attuazione della direttiva quello che prevede il coordinamento, nell'ambito del recepimento della direttiva (UE) 2018/849, delle disposizioni del decreto legislativo n. 209 del 2003, con quelle della direttiva (UE) 2018/851, quindi, in coerenza con l'articolo 8-bis, la definizione in maniera chiara dei ruoli e delle responsabilità di ognuno degli operatori economici coinvolti nella filiera, nonché dei rispettivi obblighi finalizzati al raggiungimento degli obiettivi. Per questo confermiamo il parere espresso in precedenza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.13 Braga, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 13.1 Occhionero.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Presidente, intervengo per spiegare che, con questo emendamento e i prossimi che verranno, noi del gruppo di Liberi e Uguali intendiamo rafforzare il principio di responsabilità estesa del produttore e, in questo, correggere il mercato, perché finora non si è riusciti a impedire che crescesse a dismisura la quantità di rifiuti e lo spreco di materie prime. Questo tipo di emendamenti e di legislazione serve proprio per sostenere e irrobustire il ciclo dell'economia circolare, quindi condurre i produttori e l'industria verso un sistema sostenibile. Senza questo tipo di emendamenti e di precisazioni, dal nostro punto di vista, è impossibile stare sul mercato, e i nostri produttori, da questo punto di vista, continuano a soffrire. Questo ambito, dal nostro punto di vista, rappresenta il modo migliore per introdurre dei paletti importanti a sostegno del riutilizzo dei materiali e anche di un irrobustimento appunto della responsabilità estesa del produttore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.1 Occhionero, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 13.2 Occhionero e 13.16 Morgoni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 13.15 Braga, su cui c'è una proposta di riformulazione, che viene accettata dalla deputata Braga.

Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.15 Braga, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Pertanto l'emendamento 13.3 Occhionero è assorbito.

Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento 13.4 Occhionero.

Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.4 Occhionero, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.17 Braga, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.18 Morgoni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.19 Morgoni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.5 Occhionero, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

FILIPPO SCERRA, Relatore. Sugli emendamenti 14.151 e 14.152 Berlinghieri e 14.153 Rossello il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCIANO BARRA CARACCIOLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere contrario su tutti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 14.151 Berlinghieri.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (PD). Grazie Presidente, colleghi, questo emendamento è riferito all'articolo 14 e bisognerebbe leggerlo - dico sommessamente - ad alta voce, scandendo le parole una ad una, perché solo in questo modo ci renderemmo conto di quanto questo articolo disvela un'attività - che abbiamo conosciuto qualche giorno fa in quest'Aula - ipertrofica in termini legislativi, a finalità oscure, che è quella sui fanghi, che, avete notato, era imbarcata subdolamente e clandestinamente nel decreto Genova. Questo articolo dimostra in maniera nitida come si dovrebbe procedere su una normativa così importante e dispiega, a beneficio di questi nostri legislatori che sono in maggioranza, a beneficio di costoro anche il metodo su come bisognerebbe approvare una legge così importante, che riguarda lo smaltimento e la gestione dei fanghi nel nostro Paese. Una nuova disciplina basata sulle conoscenze tecniche e scientifiche che questa materia delicata in termini ambientali propone; le pratiche più corrette in termini di gestione, dice sempre questo articolo, per governare questo segmento importante dei rifiuti del nostro Paese, sentita la Conferenza Stato-Regioni. Questo articolo dimostra, in maniera chiara, come abbiamo provato, in maniera vana, nella discussione sul decreto Genova, come bisognerebbe procedere, e dimostra, altresì, che quello che è stato fatto qualche giorno fa dovrà essere corretto nei prossimi mesi, prontamente, repentinamente, pena qualche sanzione che ci potrebbe arrivare dall'Europa, perché questa disciplina prevede e pretende esattamente questa chiarezza e questa procedura.

Non c'è stato niente da fare in quella circostanza. Mi fa molto piacere che ancora oggi l'articolo 14, che, colleghi, se avete la pazienza di rileggerlo, perché molti di voi lo hanno sicuramente fatto, indichi in maniera chiara l'ipertrofica attività legislativa della maggioranza a finalità oscure che qualche giorno fa quest'Aula è stata costretta ad approvare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.151 Berlinghieri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.152 Berlinghieri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 14.153 Rossello.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Vietina. Ne ha facoltà.

SIMONA VIETINA (FI). Presidente, onorevoli colleghi, l'obiettivo della proposta emendativa è semplificare e velocizzare la fase di attuazione nel recepimento della direttiva, togliendo l'indicazione di quei ministri che sono estranei alla materia specifica, in modo analogo a quanto abbiamo già proposto negli emendamenti all'articolo 6.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.153 Rossello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo alla votazione dell'articolo 14.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD). Grazie, Presidente. Il nostro gruppo voterà a favore di questo articolo. Un articolo fondamentale, importante, perché può segnare davvero uno spartiacque nella gestione dei rifiuti nel nostro Paese. Gli obiettivi sfidanti che l'Europa si è data nelle nuove direttive rispetto alla necessità di abbandonare la modalità del conferimento in discarica per un Paese come il nostro sono particolarmente rilevanti, considerando ancora le tante, troppe procedure di infrazione per discariche abusive che abbiamo sul territorio nazionale. I Governi della scorsa legislatura hanno fatto un lavoro rilevante per chiudere queste procedure di infrazione e per accompagnare e creare le condizioni per un'evoluzione positiva del nostro sistema di gestione dei rifiuti. Quindi, crediamo che, recependo, in questa legge di delegazione europea, le direttive, non solo ottemperiamo a un obbligo, ma giochiamo anche una carta che può porre il nostro Paese in una posizione avanzata a livello europeo sul tema della corretta gestione dei rifiuti.

Voglio spendere una parola sulla vicenda dei fanghi, perché questo articolo contiene anche una delega ad adottare una nuova disciplina in materia di utilizzazione dei fanghi, al fine di perseguire il superamento progressivo del loro smaltimento in discarica. Noi vi avevamo proposto degli emendamenti migliorativi al testo che avete indicato, che, ad esempio, prevedevano di definire questa disciplina adeguandola anche al regolamento del 1997 sui rifiuti ecotossici: ci avete detto di «no», a dimostrazione del fatto che quando si tratta di assumere un impegno forte e sfidante sul tema della tutela dell'ambiente le tante parole si frantumano di fronte alla difficoltà di assumersi questo impegno.

Ma, avendoci detto di «no», vi siete anche smascherati di un alibi. Questo tema, quello di dettare una disciplina organica sull'utilizzo dei fanghi, richiede un intervento normativo urgente che ponga anche fine a quella surreale discussione che c'è stata qualche settimana fa sul «decreto Genova». Noi crediamo che su questo punto il Governo abbia una responsabilità, di agire in tempi particolarmente stretti; non deve partire da capo, lo sappiamo tutti, lo sanno benissimo anche la maggioranza e il Governo, che non ha voluto dar corso a un lavoro svolto dal precedente Esecutivo, già molto avanzato, di riscrittura della normativa dell'utilizzo dei fanghi, che aveva avuto l'avvallo e la condivisione anche della Conferenza delle regioni. Non avete più alibi, noi vi sfideremo a dettare questa disciplina in tempi molto rapidi e a chiudere questa situazione di incertezza normativa, che ha delle ripercussioni negative su un settore importante come quello della depurazione delle acque civili e anche dell'utilizzo possibile in agricoltura, in condizioni di totale sicurezza per l'ambiente, per la tutela dell'attività agricola e per la salute dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

FILIPPO SCERRA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FILIPPO SCERRA, Relatore. Signor Presidente, chiedo venti minuti di sospensione per la convocazione del Comitato dei nove e poter discutere di un emendamento che merita un approfondimento.

PRESIDENTE. Venti minuti? Facciamo cifra tonda e ci vediamo alle 16 e 30?

FILIPPO SCERRA, Relatore. Ok, grazie.

PRESIDENTE. Non essendovi obiezioni, sospendo la seduta, che riprenderà alle 16 e 30.

La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 16,42.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Chiedo al relatore se il lavoro svolto dal Comitato dei nove è stato proficuo e, soprattutto, se si è concluso, come da accordi.

FILIPPO SCERRA, Relatore. Presidente, chiediamo ulteriori quindici minuti per un'ulteriore definizione all'interno del Comitato dei nove (Commenti).

PRESIDENTE. Intanto salutiamo gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto “Dante Alighieri” di Bellona, in provincia di Caserta, che assistono ai nostri ai nostri lavori (Applausi).

Però, direi che possiamo, cioè dobbiamo più che altro, addivenire alle vostre richieste. Quindi, ci vediamo tra dieci minuti. Proviamo a stringere il più possibile; se ce la fate in dieci minuti sarebbe meglio per tutti.

Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 16,43, è ripresa alle 16,55.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Diamo la parola al deputato Scerra, relatore, per relazionarci su questa riunione del Comitato dei nove che si è protratta al di là dei tempi concordati e per i pareri sugli emendamenti all'articolo 15.

FILIPPO SCERRA, Relatore. Presidente, esprimo direttamente i pareri relativi agli emendamenti dell'articolo 15. Abbiamo discusso, in particolare, di un emendamento, il 15.250 Schullian, di cui ora esprimerò il parere. Allora, emendamento 15.1 Occhionero, parere contrario; emendamento 15.38 Braga, parere contrario; emendamento 15.39 Braga, parere contrario; identici emendamenti 15.2 Occhionero e 15.40 Braga, parere contrario; identici emendamenti 15.3 Occhionero e 15.43 Braga, parere contrario; emendamento 15.4 Occhionero, parere contrario; emendamento 15.5 Occhionero, parere contrario; emendamento 15.250 Schullian, parere contrario; emendamento 15.46 Braga, parere contrario; identici emendamenti 15.7 Occhionero e 15.44 Braga, parere contrario…

PRESIDENTE. Aspetti, deputato Scerra, riprendiamo dal 15.5, parere contrario. Poi c'è l'emendamento 15.6, a pagina 15…

FILIPPO SCERRA, Relatore. Sì, emendamento 15.6 Occhionero, parere contrario; emendamento 15.250 Schullian, lo ripeto, parere contrario; emendamento 15.46 Braga, parere contrario; identici emendamenti 15.7 Occhionero e 15.44 Braga, parere contrario; identici emendamenti 15.8 Occhionero e 15.41 Braga, parere contrario; emendamento 15.42 Braga, parere contrario; emendamento 15.9 Occhionero, parere contrario; emendamento 15.10 Occhionero, parere contrario; emendamento 15.11 Occhionero, parere contrario; identici emendamenti 15.12 Occhionero e 15.45 Braga, parere contrario; emendamento 15.150 Rossello, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCIANO BARRA CARACCIOLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, il parere è contrario su tutti gli emendamenti menzionati.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.1 Occhionero, con parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.38 Braga, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 15.2 Occhionero e 15.40 Braga, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

Chiedo scusa, dobbiamo revocare questa votazione, perché era saltato l'emendamento 15.39 Braga. La votazione è revocata.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.39 Braga, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 15.2 Occhionero e 15.40 Braga, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 15.3 Occhionero e 15.43 Braga, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.4 Occhionero, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.5 Occhionero, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.6 Occhionero, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 15.250 Schullian.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Presidente, colleghi, desidero esprimere una preoccupazione, anche delusione, perché nonostante un dibattito in Commissione, per entrare nel dettaglio di questo articolo di cui noi chiediamo l'emendamento, il Governo non riesce a fare una sintesi e ad accoglierlo. Desidero illustrare l'emendamento: esso chiede di togliere l'espressione “ed estendere” là dove si parla del sistema di informatizzazione della tracciabilità dei rifiuti. Nessun Paese europeo ha attivato un sistema simile a quello dell'Italia, ovvero il Sistri, sistema che da quasi 10 anni, tra rinvii, stop e modifiche, non ha mai funzionato propriamente, o, diciamo, non ha mai centrato le aspettative. Ora si vuole estendere questo sistema anche al di là di quella che è la normativa attuale, che prevede una deroga per imprese al di sotto dei 15 dipendenti, e soprattutto per le piccole imprese agricole.

Ricordiamoci che il problema dei rifiuti ha un grande impatto sulle imprese agricole: pensare che ora, con tutti i costi a carico, si chieda anche a piccoli agricoltori di dotarsi di un sistema di informatizzazione della tracciabilità dei rifiuti, è veramente andare anche contro le politiche agricole in questo Paese. Tra l'altro la direttiva europea non chiede questo: l'abbiamo già mostrato nel testo, la direttiva europea chiede un potenziamento, quindi un'efficienza dei sistemi, ma non un'estensione sui soggetti. Pertanto secondo noi questo veramente andrebbe a creare un clima di incertezza, quindi ad imporre un carico di oneri a piccole imprese e a piccoli agricoltori, mettendo a rischio la loro competitività su un mercato che già è difficile. Pertanto io auspico ci possa essere una ripensamento, chiedo ai colleghi di sostenere questo emendamento, che chiede di togliere l'espressione “ed estendere”, lasciando tutto quello che è la modifica, e anche rendere efficace questo sistema.

FILIPPO SCERRA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FILIPPO SCERRA, Relatore. Per rispondere all'onorevole Rossini: noi pensiamo che l'estensione del sistema di tracciabilità anche ai rifiuti non pericolosi sia dal punto di vista ambientale virtuosa, e sarà la base dei decreti legislativi che saranno emanati in attuazione della delega in argomento.

Per quanto riguarda le piccole imprese, noi non stiamo menzionando le piccole imprese: stiamo parlando di un'estensione delle tipologie di rifiuti. Al numero 6, in particolare, si legge: “procedere alla revisione del sistema sanzionatorio relativo agli adempimenti di tracciabilità, secondo criteri di adeguatezza e di proporzionalità in funzione dell'attività svolta e delle dimensioni dell'impresa, anche prevedendo una gradazione della responsabilità nei primi periodi di applicazione delle nuove disposizioni”. C'è comunque una gradazione e c'è un principio di adeguatezza e proporzionalità relativo alle sanzioni, che andranno a pesare sicuramente sulle piccole imprese meno che sulle grandi imprese. Dal punto di vista delle sanzioni, quindi, ci sentiamo di tutelare assolutamente le piccole imprese, e confermiamo il nostro parere e lasciamo l'espressione “ed estendere”.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Moretto. Ne ha facoltà.

SARA MORETTO (PD). Presidente, io credo che, anche alla luce delle parole del relatore, ci sia necessità di un chiarimento, e c'è bisogno che anche il Governo intervenga per chiarire in via definitiva il senso delle parole che sono contenute in questo articolo, e per chiarire i dubbi e le preoccupazioni anche legittime della collega che ha proposto l'emendamento.

È ovvio ed evidente che nessuno di noi intende porre dei limiti alla tracciabilità dei rifiuti, alle verifiche rispetto al loro trasporto, alla loro gestione, e ovviamente quindi al rispetto anche dell'ambiente; però riteniamo anche noi che sia necessario chiarire in maniera più precisa quali siano i contenuti di questa estensione, perché se è vero, come dice il relatore, che tale estensione riguarda sono le tipologie di rifiuto trattato, questo dovrebbe essere meglio chiarito nel testo: altrimenti la dicitura, così come è inserita, non è assolutamente chiara. Capiamo che questo punto ha messo in forte difficoltà la maggioranza, altrimenti non ci sarebbe stato bisogno delle sospensioni alle quali abbiamo assistito in quest'ultima mezz'ora: probabilmente, come sempre, all'interno del Governo ci sono due teste che ragionano con approcci completamente diversi. Noi vogliamo che si faccia una sintesi tra le necessità condivisibili, legittime, anzi virtuose di tutela dell'ambiente, ma anche di chiarezza delle norme nei confronti delle imprese.

Come si diceva prima, il sistema Sistri è un sistema che è stato vissuto dal mondo delle imprese con grande sofferenza, oserei dire: è stato un percorso di stop, di rinvii, di malfunzionamenti. Noi riteniamo che qualsiasi estensione di adempimenti che mirino alla tutela dell'ambiente debbano essere valutati anche in riferimento al costo e agli adempimenti che queste imprese debbono sostenere; e soprattutto riteniamo sia giusto e corretto che gli adempimenti siano legati ad un sistema che funziona. Quando il Governo, il Ministero saranno in grado di garantire un sistema funzionante e operativo al 100 per cento, è probabile che le imprese che insieme al Governo vogliono garantire la tutela dell'ambiente, assolvano agli adempimenti e sostengano i relativi costi con maggiore serenità, e anche con un approccio più positivo rispetto alle sanzioni che appunto, seppur qui vengono indicate in maniera graduale, pur sempre sono sanzioni.

Rispetto quindi all'emendamento della collega, noi chiediamo che vi sia un chiarimento ulteriore: al di là delle parole, che si modifichi il testo inserendo quelli che sono i chiarimenti che sono stati forniti dal relatore, o che il Governo intervenga per chiarire qual è il contenuto di questa estensione che viene indicata nel testo del provvedimento. Quindi, in attesa di questi chiarimenti, esprimo anch'io le preoccupazioni rispetto all'incertezza che questo tipo di percorso procurerà nei confronti delle imprese; anche e soprattutto quelle piccole, che, ripeto, insieme a noi vogliono garantire e tutelare l'ambiente, ma vogliono farlo in una contesto di chiarezza normativa, di chiarezza degli adempimenti, e di non eccessivi costi, perché altrimenti il rischio è che si ottenga l'effetto contrario: quando gli adempimenti ambientali costano troppo, si rischia che qualcuno pensi di non rispettarli. Noi invece vogliamo che tutto avvenga in un quadro normativo chiaro.

Se Lega e 5 Stelle non sono in grado di mettersi d'accordo su questi temi, come accade ormai tutti i giorni su tutto, che si prendano il tempo necessario, che si chiariscano le idee e che vengano in Aula con un testo condiviso e chiaro che ci consenta di presentarci, nei territori e alle imprese, con una direzione certa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crosetto. Ne ha facoltà.

GUIDO CROSETTO (FDI). Grazie, Presidente. Io ricordo che il Sistri nasce da un'idea della nostra collega Stefania Prestigiacomo che volle, mi pare durante il quarto Governo Berlusconi, questo sistema per controllare la tracciabilità dei rifiuti pericolosi. Fu fin dall'inizio un disastro perché il sistema non funzionava, perché le aziende passavano ore ed ore per cercare di collegarsi con il sito e perché alla fine si verificò la quasi totale impossibilità, se non per le grandi aziende che potevano sacrificare intere giornate di personale, ad utilizzare questo strumento.

Quindi, nessuno di noi qui vuole contestare il fatto che i rifiuti vadano tracciati e che tutte le aziende abbiano l'obbligo di relazionare la fine che fanno fare ai rifiuti che hanno prodotto, ma non occorre obbligare ancora una volta le piccole e medie aziende, soprattutto quelle più piccole, ad utilizzare un sistema che oggi non funziona, perché basterebbe uscire da quest'Aula e confrontarsi con la realtà, parlare con l'ultimo artigiano o parlare con l'ultimo commerciante per capire che non è una questione di volontà ma è una questione di impossibilità.

Quindi, le intenzioni sono buone e sono totalmente condivisibili. Purtroppo, la realtà ci dice che a oggi questo sistema è costoso, difficile da utilizzare e, in qualche modo, può creare problemi a un tessuto di imprese, quelle piccole e medie, che ha già un'enormità di problemi. È un adempimento in più e fa bene il relatore a dirci: “Ma noi limiteremo le sanzioni”. Il problema non è fare sanzioni minori per le piccole e medie imprese; il problema è evitare di fare cose per cui le imprese, anche non volendo, alla fine si trovano sanzionate. Ne hanno già troppe di sanzioni e ci sono troppi adempimenti burocratici per aggiungerne altri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Per cui, non mi interessa che alla FIAT venga fatto un milione di euro di multa e al piccolo artigiano solo, tra virgolette, 5 mila euro, perché sono troppi magari anche quelli se poi lui non riesce ad assolvere al suo compito. Quindi, non è una critica al Governo. Ho citato prima la collega Prestigiacomo perché la genesi del Sistri arriva dal Governo di cui anch'io feci parte e da un Ministro dell'allora Forza Italia. Il problema è che non ha funzionato e non funziona. Per cui, vi suggerisco - non per noi, non politicamente, ma per il sistema Paese - di ripensarci e di accettare l'emendamento, che è di buonsenso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Grazie, Presidente. L'interpretazione normativa si basa soprattutto sul parametro dell'interpretazione letterale. Letteralmente le due paroline “modificare” ed “estendere” non sono sinonimi: sono concetti che esprimono spinte interpretative diverse. “Modificare” vuol dire cambiare il contenuto della norma; “estendere” vuol dire estendere il novero di applicazione soggettivo ed oggettivo. Quindi, è oggettivo che con questa norma si vanno a creare nuovi compiti in capo a chi è la spina dorsale del nostro sistema produttivo, cioè le piccole imprese.

Un mio stimatissimo collega in un'audizione ha avuto modo di chiedere all'agenzia delle entrate: “Ma avete mai provato a fare una fattura elettronica? Ma sapete che cosa comporta? Ma non pensate che questo, soprattutto per il piccolo imprenditore che deve lavorare e non adempiere ad obblighi di carattere formale, sia un costo che nessuno gli fa recuperare?”. E in questo contesto vi ricordate che la normativa comunitaria prevede sempre il principio della invarianza dei costi? Invarianza per chi? Non certamente per i piccoli imprenditori, che sono costretti a subire queste veri e propri ulteriori compiti obbligati che comportano per loro solamente costi e nessun tipo di vantaggio.

Quindi, a fronte di questo tipo di elemento noi chiediamo con forza che l'emendamento venga fatto proprio dal Governo, perché la parola “estensione” non può certamente trovare cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Schullian. Ne ha facoltà.

MANFRED SCHULLIAN (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. L'emendamento mira ad evitare l'estensione dell'ambito di applicazione soggettiva del sistema Sistri, che si è rivelato un sistema inefficiente e inefficace. Se invece, come ci ha detto il relatore, le due parole “ed estendere” volessero riferirsi all'estensione dell'ambito oggettivo allora non serve neanche, perché è già previsto e compreso nella facoltà e nella direttiva di cui al punto 1, dove si parla della natura dei rifiuti. Parlando della natura dei rifiuti il sistema può essere esteso anche ad altre tipologie di rifiuti ed evitiamo, comunque, la possibilità e il pericolo di estensione dell'ambito di applicazione soggettiva.

Voglio solo dire che non vogliamo evitare la tracciabilità dei rifiuti che rimane garantita, perché gli imprenditori non tenuti ad osservare e ad applicare il sistema Sistri sono comunque tenuti ad applicare il sistema dei registri di carico e di scarico…

PRESIDENTE. Concluda.

MANFRED SCHULLIAN (MISTO-MIN.LING.). …per cui la tracciabilità comunque rimane garantita.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Benamati. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BENAMATI (PD). Presidente, anch'io intervengo per rilevare che le buone intenzioni lastricano le vie dell'inferno. Allora, quella che sembra una cosa tranquilla, la modifica del sistema di tracciabilità, con questa estensione rischia di creare, ovviamente, dei problemi. Rischia di creare dei problemi perché estendiamo un sistema che ancora non funziona a una platea che oggi non ne è soggetta. Alla vigilia di una legge di bilancio che colpirà duramente le piccole e medie imprese io inviterei a fare attenzione a questa estensione - e lo dico anche ai colleghi della Lega - perché è in omaggio alla legge di Murphy: quando una cosa può andar male va male, e con questo Governo succede spesso.

Da questo punto di vista, allora, questa estensione dev'essere senza dubbio posposta all'efficientamento del sistema, perché tutti abbiamo interesse alle parti ambientali ma anche che le nostre piccole e medie imprese non siano gravate inutilmente di sistemi inefficaci. Per questo credo che per il nostro gruppo sia importante votare a favore su questo emendamento a scopo preventivo, lo dico chiaramente: a scopo preventivo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.250 Schullian, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.46 Braga, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 15.7 Occhionero e 15.44 Braga, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 15.8 Occhionero e 15.41 Braga, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 15.42 Braga.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD). Presidente, intervengo brevemente per illustrare questo emendamento e anche il successivo, l'emendamento 15.45, a mia prima firma. Chiediamo di integrare questo articolo della legge di delegazione europea con una serie di principi che vanno ad intervenire, per la prima parte, in questo emendamento 15.42, sul tema della fiscalità. La possibilità di sviluppare pienamente le potenzialità dell'economia circolare richiede sicuramente l'assunzione di politiche coerenti con gli obiettivi dettati dall'Unione europea, ma anche la capacità di rivedere in maniera significativa il nostro sistema di tassazione, che, come sappiamo, è ancora fortemente poco orientato al tema della sostenibilità ambientale e all'applicazione dell'economia circolare. Peraltro, la contrarietà della maggioranza e del Governo su questo emendamento mi lascia particolarmente perplessa, perché l'impegno che il Governo, il Ministro dell'Ambiente e lo stesso Esecutivo nella sua complessità, nella discussione e nell'individuazione dei disegni collegati alla legge di bilancio in una delega per la revisione della legislazione in materia di tassazione ambientale, va proprio in questa direzione. Qui abbiamo l'occasione di recepire le direttive comunitarie, dando un'indicazione sul tema dell'aliquota dell'imposta sul valore aggiunto applicata sulla gestione dei rifiuti basata sui criteri ambientali di circolarità, e, soprattutto, la possibilità di prevedere misure affinché entro il 2020, quindi in un arco temporale sufficientemente congruo, sia definito un programma di progressiva eliminazione dei sussidi in contrasto con la gerarchia dei rifiuti.

Io sono molto perplessa dal voto contrario della maggioranza su questo punto. Noi abbiamo votato risoluzioni, mozioni, abbiamo ascoltato interventi appassionati, soprattutto dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, che ci promettevano appunto una rivoluzione fiscale green: questa è l'occasione per iniziare a farlo, nel recepimento delle direttive comunitarie. Contestualmente a questo emendamento, credo che si colleghi quello successivo, il 15.45, cioè il rafforzamento delle politiche di prevenzione. Anche in questo caso un parere contrario sull'emendamento 15.45, probabilmente espresso erroneamente dal Governo e anche dai relatori, può essere rivisto, invece, proprio in direzione di un impegno che più e più volte abbiamo sentito proclamato almeno da una parte di questa maggioranza.

Capisco di non avere una voce particolarmente stentorea, ma vorrei dire ai colleghi del MoVimento 5 Stelle: coraggio, il momento di votare questo emendamento è adesso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.42 Braga, con il parere contrario della Commissione e del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.9 Occhionero, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.10 Occhionero, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.11 Occhionero, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 15.12 Occhionero e 15.45 Braga, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 15.150 Rossello.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Vietina. Ne ha facoltà.

SIMONA VIETINA (FI). Presidente, onorevoli colleghi, intervengo solo per sottolineare che l'obiettivo è velocizzare la fase di attuazione del recepimento della direttiva, in particolare si vuole eliminare una pletora di ministri, previsti per il concerto, non rilevanti per la delega specifica in oggetto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.150 Rossello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 56).

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

FILIPPO SCERRA, Relatore. Sull'emendamento 16.1 De Luca il parere è contrario, poi passo direttamente all'emendamento 16.150 Rossello - perché gli altri sono stati ritirati - su cui il parere è parimenti contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCIANO BARRA CARACCIOLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere contrario su tutti gli emendamenti menzionati.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 16.1 De Luca.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD). Grazie, Presidente. Ai sensi dell'articolo 32 della legge n. 234 del 2012, la nostra attuale legge di delegazione stabilisce principi e criteri direttivi specifici cui il Governo deve attenersi nell'esercizio della delega. L'emendamento 16.1 mira a definire meglio proprio questi limiti e contorni relativi alla delega da affidare all'Esecutivo per elaborare norme sanzionatorie in caso di inosservanza di regole sulla sicurezza della navigazione delle navi da passeggeri. La direttiva (UE) 2017/2108, cui rinvia questa norma, si propone proprio di mantenere un elevato livello di sicurezza e, quindi, di fiducia dei passeggeri in tale settore, migliorando le previsioni già contenute nella precedente direttiva 2009/45/CE.

Ora, l'articolo 16 in questione, così come elaborato nella legge delega, che cosa fa? Al comma 1, lettera c) conferisce al Governo la delega a elaborare misure sanzionatorie penali qualora non si rispettino le norme sulla sicurezza in oggetto; invece, la lettera d) dello stesso comma attribuisce all'Esecutivo il potere di adottare sanzioni di carattere amministrativo in caso di violazioni diverse da quelle di cui alla lettera c), senza specificare, però, di quali violazioni si tratti. In altri termini, la lettera d) rivolge al Governo una vera e propria delega in bianco a prevedere multe di carattere amministrativo in qualunque settore della navigazione, senza limiti di contenuto ed oggetto.

Per noi è un problema che pone difficoltà di carattere sia giuridico che politico. Da un punto di vista giuridico, perché, come è noto, la Corte costituzionale ha rilevato, a più riprese, che il libero apprezzamento del legislatore delegato non può mai assurgere a principio o criterio direttivo, in quanto agli antipodi di una legislazione vincolata, qual è, per definizione, la legislazione su delega. Pertanto, l'introduzione di soluzioni sostanzialmente innovative rispetto al quadro legislativo previgente è ammissibile solo nel caso in cui siano stabiliti i principi e i criteri direttivi idonei a circoscrivere la discrezionalità del legislatore delegato; sono due sentenze del 2007 della Corte costituzionale. Ora, questo non si verifica nel caso di specie e c'è il rischio evidente di approvare una norma, non solo in bianco, ma palesemente incostituzionale, di qui i dubbi e l'emendamento che avevamo presentato.

La contestazione che noi facciamo, però, la stigmatizziamo fortemente anche da un punto di vista politico, perché noi, se manteniamo la norma così com'è attualmente contenuta nella legge delega, siamo dentro un meccanismo di progressiva delegittimazione del ruolo e delle competenze istituzionali di questa Assemblea parlamentare. Cari colleghi, il Parlamento è il cuore della vita democratica del Paese e non possiamo continuare ad essere delegittimati con norme del genere. Quest'Aula merita, dunque, una norma che consenta davvero di delimitare il perimetro di attuazione della delega da parte del Governo, a meno di non volerne svilire le attribuzioni e le prerogative democratiche. Per cui vi chiediamo davvero un supplemento di riflessione, perché rischiamo di attribuire una delega in bianco, non solo politicamente censurabile, ma anche giuridicamente incostituzionale, e di qui l'emendamento che abbiamo presentato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Grazie Presidente e colleghi, un unico punto, solo di riferimento: siamo di fronte alla legge di delegazione europea, il concetto fondante è la delegazione. Una delegazione senza limiti, per ipotesi, è un eccesso di delega e, quindi, è, per ipotesi, un'infrazione. Ma come è possibile che i propositori di questa normativa, per ipotesi, ci portino a un procedimento di infrazione? Quindi, prego veramente di cuore, dal punto di vista dell'attenzione giuridica, i proponenti e il relatore di prendere in considerazione questo elemento e capire che la norma in bianco è, per ipotesi, un errore normativo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.1 De Luca, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.150 Rossello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 59).

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

FILIPPO SCERRA, Relatore. Sull'emendamento 17.150 De Luca esprimo parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCIANO BARRA CARACCIOLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 17.150 De Luca.

Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.150 De Luca, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 61).

(Esame dell'articolo 18 - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

FILIPPO SCERRA, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 18.2 De Luca e 18.1 Montaruli.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCIANO BARRA CARACCIOLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere contrario su entrambi.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 18.2 De Luca.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD). Solo per precisare che la logica che sottende a questo emendamento è esattamente la stessa che legava la presentazione dell'emendamento all'articolo 16. Qui siamo in presenza di una norma che definisce i limiti e i contorni della delega da affidare all'Esecutivo per elaborare norme sanzionatorie in caso di inosservanza di regole sulla sicurezza e la navigazione di navi ro-ro da passeggeri e di unità veloci da passeggeri adibite a servizio di linea, così come prescritto dalla direttiva UE 2017/2110. L'articolo 18 in questione, anche qui, cosa fa? Al comma 1, lettera c), conferisce al Governo la delega per elaborare misure sanzionatorie penali qualora non si rispettino le norme sulla sicurezza in oggetto. Alla lettera d), invece, attribuisce all'Esecutivo il potere di adottare sanzioni di carattere amministrativo, in caso di violazioni, però, diverse da quelle di cui alla lettera precedente, senza specificare, tuttavia, di quali violazioni si tratti.

In altri termini, anche in questo caso, con la lettera d), il Parlamento rivolgerebbe e darebbe al Governo una delega in bianco, che consentirebbe a esso di prevedere multe di carattere amministrativo in qualunque settore della navigazione senza limiti di contenuto e oggetto, quindi senza limiti di carattere né soggettivo né oggettivo.

Allora, ribadisco ancora una volta che si tratta di una norma, a nostro modo di vedere, che presenta delle forti criticità dal punto di vista sia giuridico che politico. Giuridico per le stesse ragioni enunciate prima, perché i criteri e i principi delle deleghe devono essere circoscritti e chiaramente definiti e determinabili, così come prescritto dalla giurisprudenza della Corte costituzionale; e la norma, contestata, dell'articolo 18 non rispetta questi requisiti, e quindi, a nostro modo di vedere, si palesa chiaramente incostituzionale.

Ma, ancora una volta, il fatto di non intendere, limitare e precisare in modo chiaro, sereno e semplice i principi della delega da affidare al Governo rappresenta una mortificazione del potere, delle prerogative e delle competenze di quest'Aula parlamentare. Diamo al Governo una delega in bianco ad adottare misure sanzionatorie di carattere amministrativo su qualunque tipo di materia in ambito di navigazione, senza precisare a quale ambito, né soggettivo né oggettivo, queste misure debbano essere riferite.

Per cui, siamo profondamente contrari e preoccupati dell'approvazione di una norma del genere, che noi non potremo verificare nel momento dell'adozione della legge di delega da parte del Governo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.2 De Luca, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.1 Montaruli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 64).

(Esame dell'articolo 19 - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

FILIPPO SCERRA, Relatore. La Commissione propone una riformulazione dell'emendamento 19.150 Lucchini, nel senso di espungere dalla lettera b-bis) le parole: “secondo modalità, procedure e tempi disciplinati con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di concerto con il Ministro dello sviluppo economico”.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCIANO BARRA CARACCIOLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Favorevole alla riformulazione.

PRESIDENTE. Deputato Lucchini, accetta la riformulazione proposta? Sta bene. Prendo atto dell'accettazione.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.150 Lucchini, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 65).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione

La Camera approva (Vedi votazione n. 66).

(Esame dell'articolo 20 - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

FILIPPO SCERRA, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 20.150 Rossello.

PRESIDENTE. Bene, lo possiamo porre in votazione. Il parere del Governo?

LUCIANO BARRA CARACCIOLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 20.150 Rossello.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputato Vietina. Ne ha facoltà.

SIMONA VIETINA (FI). Presidente, onorevoli colleghi, si chiede un'integrazione delle funzioni dell'istituendo comitato, allo scopo di indicare l'organo competente in materia di prescrizioni e obblighi previsti dal regolamento medesimo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20.150 Rossello, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 67).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 68).

Salutiamo gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo di Santo Stefano di Cadore in provincia di Belluno che assistono ai nostri lavori (Applausi).

(Esame dell'articolo 21 - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

FILIPPO SCERRA, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 21.2 Braga e 21.1 Montaruli.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCIANO BARRA CARACCIOLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 21.2 Braga, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 21.1 Montaruli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 71).

(Esame dell'articolo 22 - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

FILIPPO SCERRA, Relatore. Sull'emendamento 22.150 De Luca, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCIANO BARRA CARACCIOLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 22.150 De Luca.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD). Grazie, Presidente. Allora, con l'emendamento in oggetto noi abbiamo inteso perfezionare e precisare la delega conferita al Governo in merito all'adeguamento della normativa nazionale alle disposizione del Regolamento (UE) 2017/1938, concernente misure volte a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di gas. Il regolamento in esame prevede misure che rafforzano la sicurezza energetica dell'Unione e il rafforzamento rappresenta uno degli obiettivi della strategia dell'Unione nell'energia indicati nella comunicazione della Commissione del 25 febbraio 2015. In particolare, il regolamento introduce misure volte a far fronte a un'eventuale carenza di gas causata da interruzione delle forniture o da una domanda straordinariamente elevata, al fine di assicurare continuità e sicurezza dell'approvvigionamento di gas nei Paesi dell'Unione europea. Il comma 3 enumera i principi e i criteri direttivi che il Governo è tenuto a seguire nell'esercizio di tale delega.

Il nostro emendamento mira semplicemente a colmare una lacuna, impegnando formalmente il Governo a rispettare, nell'esercizio di tale delega, le disposizioni degli accordi internazionali sottoscritti dall'Italia in materia di approvvigionamento di gas naturale. Guardate, si tratta di un emendamento che ha anzitutto una evidente, direi anche banale, motivazione di carattere giuridico-legislativa perché, ve la dico in modo semplice, gli accordi si rispettano, cari colleghi della maggioranza e del Governo (Applausi dei deputati del gruppoPartito Democratico). Come fate a non essere d'accordo sull'introduzione di una previsione indiscutibile? Gli accordi internazionali rappresentano fonti di diritto vincolanti, sia nell'ordinamento italiano che in quello europeo. Come potete votare contro la precisazione dell'obbligo per il Governo di rispettarli? È vero che, per quanto abbiamo visto in questi cinque mesi di Governo, avete avuto il coraggio, politico e legislativo, di annullare convenzioni già sottoscritte con novantasei amministrazioni locali dalla Presidenza del Consiglio dei ministri nell'ambito del cosiddetto bando per le periferie, e avete avuto il coraggio quindi di cancellare un miliardo e seicento milioni di euro di risorse già stanziate per progetti di riqualificazione dei nostri territori, ma in ambito internazionale, guardate, questo tipo di atteggiamento, direi spregiudicato da un punto di vista giuridico e politico, non può essere sostenuto. Per questo ci siamo permessi di chiarire che nella delega ci fosse un accenno specifico, direi un remind, al Governo dell'obbligo di tener conto degli impegni già assunti in ambito internazionale. Guardate, il vostro rifiuto di inserire una previsione del genere del resto mi pare abbia una ragione politica abbastanza evidente e non sia casuale. Sappiamo bene che il più importante accordo internazionale in materia è quello relativo al così detto TAP, un gasdotto che copre circa 878 chilometri, il cui progetto è stato sottoposto a un complesso iter di approvazione politico-amministrativo che si è concluso in quest'Aula nel dicembre 2013, con la ratifica da parte del Parlamento dell'accordo intergovernativo tra Italia, Grecia e Albania. Questo accordo, che è in vigore dal febbraio 2014, è sottoposto alle regole del terzo «pacchetto energia» dell'Unione europea e ha consentito alle imprese affidatarie dei lavori, da parte delle società azioniste, di iniziare gli interventi già nel maggio 2016.

Allora, lo dico con grande nettezza, noi riteniamo che questa rappresenti un'opera strategica per il nostro Paese, perché consentirà di alleviare i costi di approvvigionamento del gas delle famiglie e delle imprese, ma anche degli enti pubblici.

Voi ritenete si debba bloccare o, almeno, questa era quella che sembrava essere la vostra decisione, fino a qualche giorno fa: lo stop agli investimenti e alle grandi opere. Noi riteniamo che l'Italia, soprattutto da questo punto di vista, meriti un approccio differente. Voi, su questa infrastruttura, cari amici della maggioranza e del Governo, avete avuto il coraggio anche di raccontare tante bugie e falsità, diciamoci la verità. Allora, ribadiamolo in quest'Aula ancora una volta, non esiste alcuna penale in questo accordo per l'interruzione dei lavori, esiste solo il rischio di risarcimento di danni milionari, miliardari, di ristori di mancati guadagni in caso di interruzione priva di logica e motivazione di un'infrastruttura, di un'opera strategica per il nostro Paese, ma esiste, soprattutto, il rischio politico di mettere a repentaglio i benefici che quest'opera potrà portare ai nostri cittadini e all'Italia.

Allora, per ora, per quello che sembra emergere dal dibattito pubblico, avete deciso di continuare i lavori e gli interventi, rinnegando clamorosamente le promesse gettate al vento in campagna elettorale alle popolazioni, soprattutto, della Puglia. Noi ci auguriamo che, pur non accogliendo questo emendamento e non inserendo, dunque, la norma che abbiamo proposto nella delega, abbiate comunque il senso di responsabilità di portare avanti, in futuro, questo intervento, che noi riteniamo assolutamente strategico per il nostro Paese, per le famiglie e le aziende italiane (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22.150 De Luca, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 73).

(Esame dell'articolo 23 - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 74).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che è in distribuzione una nuova formulazione dell'ordine del giorno Montaruli n. 9/1201-A/6.

Nessuno chiedendo di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo, il sottosegretario Barra Caracciolo, a esprimere il parere.

LUCIANO BARRA CARACCIOLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, volevo soltanto chiedere una breve pausa per l'esame degli ordini del giorno, poiché mi sono stati portati in varie formulazioni e, adesso soltanto, ho la formulazione definitiva di tutti e preferirei avere il tempo di riflessione.

PRESIDENTE. Va bene, visto che comunque si tratta soltanto di visionare le riformulazioni, direi che possiamo convenire per la ripresa dei lavori alle 18,15, sei minuti. Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 18,10, è ripresa alle 18,15.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo, sottosegretario Barra Caracciolo, ad esprimere il parere sui sette ordini del giorno presentati.

LUCIANO BARRA CARACCIOLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sull'ordine del giorno Rossello n. 9/1201-A/1, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: con l'aggiunta, dopo le parole “impegna il Governo” e subito prima della parola “a”, dell'espressione “a valutare la possibilità di predisporre”. Quindi “a valutare la possibilità di” come aggiunta: parere favorevole a questa condizione.

Sull'ordine del giorno Zanotelli n. 9/1201-A/2, parere favorevole nel suo testo attuale.

Per l'ordine del giorno Pettarin n. 9/1201-A/3, analogamente a quanto abbiamo visto per l'ordine del giorno Rossello n. 9/1201-A/1, dopo “impegna il Governo”, quindi nella parte dispositiva, alla frase “ad adottare le iniziative necessarie per il recepimento” – va bene che ci sarebbe anche un errore, “al fine di recepire” – va adottata la dizione “a proseguire le attività di predisposizione del decreto ministeriale di recepimento della direttiva (UE) 2017/2096”.

PRESIDENTE. Sta bene, questa è la proposta di riformulazione del Governo. Il parere sull'ordine del giorno Fontana n. 9/1201-A/4?

LUCIANO BARRA CARACCIOLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sull'ordine del giorno Ilaria Fontana n. 9/1201-A/4, parere favorevole, soltanto con l'espunzione nella parte dispositiva della proposizione finale, per le parole seguenti all'espressione “siti inquinati”. Quindi a partire da “con particolare attenzione” e fino alla fine sarebbe da espungere, ed è parere favorevole a questa condizione.

Ordine del giorno Elvira Savino n. 9/1201-A/5, anche qui è come per l'ordine del giorno Pettarin n. 9/1201-A/3: “impegna il Governo”, sostituendo la proposizione iniziale fino alla parola “direttiva” con “a proseguire le attività di predisposizione del decreto ministeriale di recepimento della”, e poi a seguire “direttiva (UE)”.

Sull'ordine del giorno Montaruli n. 9/1201-A/6 il parere è contrario, poiché la parte motiva risulta troppo generica ed eccessivamente eterogenea nel contenuto.

Per l'ordine del giorno Claudio Borghi n. 9/1201-A/7, se è intellegibile il testo che ho attualmente, se la dizione è: “impegna il Governo ad introdurre, sia nella fase ascendente che in sede di recepimento della normativa e delle politiche dell'Unione europea meccanismi che consentano”, se è questa la proposizione reggente parere favorevole.

SIMONE BALDELLI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Su cosa?

SIMONE BALDELLI (FI). Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, si sta consolidando una cattiva abitudine che prevede che durante il seguito dell'esame dei vari provvedimenti si sospenda sistematicamente la seduta prima dei pareri sugli ordini del giorno. Presidente, noi abbiamo un percorso e l'economicità dei nostri lavori dev'essere garantita. Siccome ci sono stati sette, otto ordini del giorno, io ringrazio il sottosegretario che ha dato delle risposte compiute e anche approfondite sugli ordini del giorno, però non ci siamo trovati nella circostanza per cui durante le votazioni dell'ultimo emendamento è stato depositato un pacchetto di cinquanta ordini del giorno: avevamo un numero di ordini del giorno limitato, che poteva essere esaminato dal Governo, e anche dagli uffici che aiutano il Governo nell'esame di questi ordini del giorno, in maniera tale da impedire la sospensione.

Allora, Presidente, io le chiedo di far presente alla Presidenza della Camera che questa abitudine, rispetto alla quale, nella scorsa legislatura, avremmo avuto una miriade di interventi di insulti al Governo perché era impreparato, perché interrompeva i lavori, perché non era capace di dare risposte certe e pareri immediati sugli ordini del giorno… ecco, noi non facciamo tutto questo, ma io faccio appello a lei, Presidente Rampelli, affinché faccia presente alla Presidenza, e la Presidenza, a sua volta, faccia presente al Governo, che noi non possiamo, in maniera sistematica, interrompere ogni provvedimento per il parere sugli ordini del giorno, anche quando questi ordini del giorno sono in una misura talmente ridotta che l'economia e il buon andamento dei nostri lavori imporrebbe di continuare ad andare avanti con la seduta.

PRESIDENTE. Deputato Baldelli, ovviamente comunicherò al Presidente Fico l'oggetto delle sue osservazioni. Fermo restando che il suo intervento è perfettamente condivisibile, non c'è nulla da aggiungere in più, e il Governo sono certo che già dalla prossima seduta cercherà di esaminare gli ordini del giorno nel corso dei nostri lavori, così che non si debba procedere ad interruzioni.

Passiamo alla votazione degli ordini del giorno.

C'è una riformulazione, che abbiamo ascoltato dal sottosegretario Barra Caracciolo, sull'ordine del giorno Rossello n. 9/1201-A/1: se è accettata… Dov'è la deputata Rossello, non la vedo? Sì. Sta bene.

Poi c' è un parere favorevole sull'ordine del giorno Zanotelli n. 9/1201-A/2.

Quindi, una proposta di riformulazione sull'ordine del giorno Pettarin n. 9/1201-A/3, che è accettata.

Sull'ordine del giorno Ilaria Fontana n. 9/1201-A/4 c'è una proposta di riformulazione: accettata.

Poi abbiamo sempre una proposta di riformulazione sull'ordine del giorno Elvira Savino n. 9/1201-A/5. La collega Savino c'è? Accetta la riformulazione.

Abbiamo un parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/1201-A/6 Montaruli (Nuova formulazione).

Quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1201-A/6 Montaruli (Nuova formulazione), non accettato dal Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).

Ordine del giorno n. 9/1201-A/7 Claudio Borghi, parere favorevole.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Emanuela Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Presidente e onorevoli colleghi, rispetto alla legge di delega europea la mia componente, Minoranze linguistiche, si asterrà per alcune perplessità. C'è anche giudizio di sospensione su alcune proposte all'interno della legge che, secondo noi, violano un principio che è importante, cioè quello di considerare sempre e rispettare una diversità dei nostri territori, la vocazione economica e, quindi, andare incontro anche a delle esigenze che provengono dal nostro territorio. Tuttavia, riteniamo che la legge di delega europea sia uno degli atti principali del nostro Parlamento che ci vede partecipi della costruzione di uno spazio comune, che è imprescindibile, soprattutto per le due aree di cui si occupa e che sono toccate dalla legge - che abbiamo votato ora - e che sono quelle della giustizia e dell'ambiente.

Il recepimento delle norme europee in entrambi questi ambiti è imprescindibile proprio perché se pensiamo allo spazio europeo, ci rendiamo conto che è uno spazio reale di vita delle nostre aziende, di circolazione dei nostri studenti e dei nostri lavoratori, ma è anche stato uno spazio che in questi ultimi trent'anni ha permesso un grande sviluppo nel nostro Paese. Ripeto: è uno spazio…

PRESIDENTE. Un po' di silenzio, per favore. Colleghi! Prego.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Non solo è uno spazio quotidiano del nostro vivere, ma è anche uno spazio che è costruito insieme a garanzia del nostro modus vivendi. Pensando all'ambiente e a tutte le problematiche ad esso connesse, le normative comuni ci ricordano che…

PRESIDENTE. Concluda.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). …e lo spazio geografico ambientale delle nostre economie circolari respirano la stessa aria. Da solo nessun Paese può affrontare i problemi del nostro secolo…

PRESIDENTE. La ringrazio. Deve concludere.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Va bene.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Renzo Tondo. Ne ha facoltà per quattro minuti.

RENZO TONDO (MISTO-NCI-USEI). Grazie, Presidente. È difficile immaginare che un documento presentato da undici ministri, che parla contemporaneamente di gas serra, di mangimi, di recupero di crediti, di passeggeri di navi, di pile e accumulatori, di controversie fiscali e via di questo passo, possa fare innamorare l'Aula. È evidente che questo è un fatto difficile soprattutto quando si tratta, come in questo caso, di un atto che viene descritto, già nella relazione, come un atto dovuto.

Si tratta di un documento che io definisco tardo-illuminista in quanto è figlio di una cultura che vuole rieducare il popolo costringendolo a partecipare - meglio se passivamente - al nuovo progetto. Lungo la parabola dell'Unione europea il riferimento all'Europa è diventato un dogma acriticamente assunto. La cosa potrebbe far pensare a una condizione di buona salute, invece è segno di incertezza. Troppo spesso ci sentiamo dire: “Lo vuole l'Europa, ce lo chiede l'Europa, siamo gli ultimi in Europa ad aver approvato questa legge”. Sembra che l'Unione europea sia depositaria dei criteri del bene e del male. Noi respingiamo sia l'indicazione demagogica di chi vede nell'Europa il principio di tutti i mali, sia chi pensa che un populismo altrettanto demagogico possa riportarci all'isola di Ventotene, con i leader di Italia, Francia e Germania, Renzi, Hollande e la Merkel dopo la Brexit.

La critica dell'attuale modello di Europa viene spesso dipinto come il segno dell'antipolitica. Io, invece, penso che dovremmo porci una domanda e domandarci se non sia invece una richiesta maggiore di intervento politico, una richiesta rivolta alle classi dirigenti affinché scelgano e non si limitino alla normale amministrazione. La risposta non può essere demonizzare la reazione chiamandola populismo o qualunquismo. La risposta deve essere l'approfondimento e la conoscenza delle sue cause.

Il gruppo Noi con l'Italia-USEI si asterrà su entrambi i provvedimenti all'ordine del giorno. Lo facciamo nella consapevolezza che c'è bisogno di un'altra Europa, che c'è bisogno di un'Europa ma non questa Europa, non l'Europa che veda protagonisti le burocrazie ma che veda protagonisti i cittadini, un'Europa che sia condivisa e non subìta.

Cito il Manifesto di Ventotene che molti considerano la madre di questo sistema: “Il Popolo - dice il Manifesto di Ventotene - ha sì alcuni bisogni fondamentali da soddisfare, ma non sa con precisione cosa volere e cosa fare”. Ecco, io credo che il problema non sia avere tradito il Manifesto di Ventotene ma sia averlo applicato troppo, pensando che la Costituzione europea si possa realizzare solo calandola dall'alto. Il Manifesto di Ventotene sta all'inizio di tutto questo, ma va cambiato e va ripensato. Va cambiato completamente il modo di accesso a queste modalità facendo innamorare i nostri cittadini di un'idea che era giusta quarant'anni fa, ma che oggi come oggi è stata gestita in maniera sbagliata (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Rappresentati del Governo, onorevoli colleghe e colleghi, la componente MAIE del gruppo Misto voterà favorevolmente sul provvedimento in esame, che costituisce lo strumento legislativo principale affinché venga assicurato il periodico adeguamento dell'ordinamento interno a quello dell'Unione europea.

Riteniamo che la rappresentanza dell'Italia presso le istituzioni europee debba essere sempre più rafforzata per garantire un maggior sostegno alle posizioni del nostro Paese. L'articolo 1 della nostra Costituzione, tra le altre cose, dice che la sovranità appartiene al popolo. Ora, senza mettere in discussione la nostra permanenza in Europa e nell'euro, seppur con diverse perplessità, cedere una parte di questa sovranità deve sollecitare cambiamenti opportuni, in modo che sia le istituzioni, sia le politiche europee aderiscano alle reali esigenze dei cittadini, famiglie e imprese, che hanno bisogno di sostegno e protezione.

Attualmente l'Unione europea non viene percepita in questo senso ma come un sordo apparato burocratico, il quale contravviene al sentimento per cui è nata. È un apparato fatto di sole regole che, di fatto, hanno inceppato il meccanismo originario. La Brexit, la crisi economico-finanziaria, il crollo della fiducia nelle istituzioni comunitarie sono, allo stesso tempo, causa e conseguenza di questo stato e dimostrano la evidente necessità di rivedere meccanismi e modus operandi.

Da quando nacque il progetto Europa il contesto geopolitico mondiale è profondamente cambiato, pertanto essa deve mostrare un'adeguata dinamicità ed un necessario pragmatismo per conformarsi alle mutate situazioni, recepire i nuovi scenari, insomma risalire la china.

In tutto questo il nostro Paese deve riaffermare il suo protagonismo, che nel 1957 lo portò ad essere fra i sei fondatori antesignani della pianificazione europea, e in questo senso affrancarsi dall'appiattimento su decisioni dell'Unione soventemente riscontrate. Il nostro auspicio è che con questo disegno di legge di delega il Governo riesca a recuperare credibilità per il nostro Paese, riproponendo, come autorevole punto di riferimento, un'Europa dei popoli che sia solidale e non a difesa di un sistema finanziario egoista. Signori del Governo, battetevi con questo intento e i cittadini ve ne saranno grati (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Occhionero. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA OCCHIONERO (LEU). Presidenti, membri del Governo, onorevoli colleghi e colleghe, la discussione sulla legge di delegazione europea e sulla relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia al procedimento di formazione e di attuazione delle politiche dell'Unione europea forse avrebbe meritato una riflessione più ampia sul ruolo che vogliamo che il nostro Paese abbia nel panorama delle istituzioni europee e su quella che è la nostra idea di Europa per l'Italia. È chiaro a tutti che oggi parlare di Unione Europea evoca piuttosto un luogo lontano, senza un'adeguata legittimità democratica, un contenitore forse troppo incapace di accogliere e di raccogliere le istanze di bisogno economico e sociale di milioni di consociati, ecco perché il concetto di Europa oggi secondo noi si pone a un punto di svolta: o l'Europa diventa un'Europa sociale, integrata, che faccia attenzione all'armonizzazione delle politiche economiche, fiscali, di welfare, finanziarie, che guardi alla crescita dei diritti e che salvaguardi la protezione sociale dei cittadini, oppure l'Europa diventa un luogo di custodia, soprattutto dei grandi capitali, di tagli al welfare e di permanenza delle troppe disuguaglianze sociali ed economiche. Noi di Liberi e Uguali abbiamo criticato aspramente le politiche di austerità dell'Unione europea, riteniamo piuttosto che l'Europa debba adottare una politica comune e sociale espansiva, perché solo in questa maniera può essere in grado di affrontare e di risolvere i problemi di disuguaglianza sociale e di welfare che oggi ci sono, quindi su questa linea ci poniamo noi con i nostri emendamenti rispetto alla legge di delegazione europea e con tutte le nostre azioni politiche, che vogliono proprio seguire questo percorso di permanenza in Europa sociale, integrata.

Scendendo un attimo nel merito degli emendamenti che abbiamo proposto e che purtroppo sono stati respinti, volevamo chiarire che il regime della responsabilità estesa del produttore aveva proprio l'obiettivo di correggere il mercato laddove lo stesso non è purtroppo capace di affrontare la crescita numerica spropositata di rifiuti e di spreco di materie prime. Allora abbiamo pensato di introdurre quanto meno la responsabilità finanziaria dei produttori, cercando di fissare anche degli obiettivi minimi di riciclaggio. Poi, con le nostre proposte emendative abbiamo cercato di guidare il Governo verso quelle che sono le politiche di prevenzione, anche cercando di porre rimedio a quei limiti evidenti di debolezza di un programma nazionale che non riesce ad incidere su una organizzazione regionale e su politiche di prevenzione in generale. Ancora, avevamo cercato di indurre il Governo a migliorare la riforma sull'ecotassa, ma ci rendiamo conto che questo Governo purtroppo non può recepire e ascoltare le voci delle opposizioni, perché ha troppi problemi all'interno e deve cercare di andare avanti superando quelle macroscopiche diversità che oggi logorano questo Governo.

Allora, anziché ascoltare le minoranze e cercare di porre rimedio a quelle che sono delle leggi che per noi sono fondamentali per la guida del nostro Governo, purtroppo questa maggioranza non fa altro che adottare una politica di contrasto rispetto alle istituzioni europee, ponendosi con un continuo braccio di ferro, marginalizzando l'Italia all'interno delle istituzioni europee, non favorendo nemmeno quelle alleanze con gli stessi Governi sovranisti, che poi sono tanto cari ai nostri leader della maggioranza.

Allora il Governo che cosa fa? Cerca di affrontare le difficoltà interne continuando a cavalcare quella retorica antieuropeista sbandierata tanto durante la campagna elettorale, però poi alla fine è incapace di essere autorevole rispetto a quelle che sono le posizioni dell'Italia all'interno del panorama delle istituzioni europee. Insomma, ci sembra che, alla fine, il Governo faccia la voce grossa sui media o sui social ma poi, di fronte alle istituzioni europee, in realtà faccia un passo indietro, non riuscendo ad ottenere nessun risultato di favore per il nostro Paese.

Ecco che, alla luce di tutte queste considerazioni, noi di Liberi e Uguali ci asterremo su questo provvedimento. Anche rispetto alla relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea non possiamo che esprimere un voto di astensione, anche perché il testo all'inizio ci sembra essere animato da un eccessivo slancio di ottimismo, laddove recita: per l'Unione europea il 2017 è stato l'anno della ripresa. Secondo noi non è così, perché sul tavolo dell'Europa ci sono ancora troppi problemi di tenuta rispetto all'Unione europea, e per brevità mi riferirò solamente alla Brexit, che ci preoccupa, ci preoccupa in particolare lo status di milioni di italiani residenti nel Regno Unito. Ci preoccupa molto anche la gestione dei flussi migratori, perché l'Europa secondo noi non riesce ad adottare quelle politiche comuni che tengano bene a mente le diversità dei Paesi, soprattutto di quei Paesi come l'Italia che sono esposti in prima fila rispetto alle tante popolazioni in fuga dalle drammatiche situazioni economiche e sociali dei Paesi di provenienza. Ancora non riusciamo a capire come possa questa nostra maggioranza cercare di adottare delle linee di collaborazione e di dialogo proprio con quei Governi che in realtà si oppongono alle politiche comuni rispetto all'Unione europea. Quindi, Presidente, per tutti questi motivi, noi ci asterremo. Preannuncio il voto di astensione del partito di Liberi e uguali (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Augusta Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Presidente, sottosegretario, membri del Governo, mi fa un po' sorridere iniziare il mio intervento, perché il diniego al nostro ordine del giorno che abbiamo presentato toglie un po' la maschera - a sorpresa, a mio avviso - al partito della Lega.

Noi avevamo semplicemente specificato la volontà, l'impegno del Governo di non cedere ulteriore sovranità e di tutelare l'ordinamento penale italiano. Il Governo ritiene probabilmente questo qualcosa di troppo generico, invece non è generico, è la base, la base con cui rapportarci a questa Unione europea, dove quando l'Italia parla molto spesso viene sopraffatta. Quindi mi stupisce molto l'atteggiamento del Governo rispetto al nostro ordine del giorno, e parto da quello perché in questa legge di delega ci sono troppe norme in bianco, soprattutto a livello penale. Non mi sembra questo il periodo - ce lo dimostrano anche i lavori della Commissione giustizia - di lasciare delle norme in bianco, soprattutto in ambito penale, alla dialettica del MoVimento 5 Stelle con la Lega.

Non mi sembra neanche questo il momento storico per confidare che in Europa un'eventuale procura europea darà il giusto spazio alle nostre norme e ai nostri principi.

Lo dico perché, anche parlando della relazione che è all'esame di questa sezione, ci rendiamo conto francamente che negli anni passati l'Italia ha fatto in Europa una figura un po' da barbina, di cui ancora ad oggi paghiamo le conseguenze, ma lo dico anche e soprattutto perché, non ascoltate Fratelli d'Italia, se non volete, ma ascoltate gli operatori del diritto, ascoltate i procuratori, che tutti i giorni sono nelle aule di tribunale e nelle procure a combattere la criminalità organizzata, ascoltate loro. Se ascoltate le loro dichiarazioni, proprio in relazione alla procura europea, loro dicono di avere paura e di avere paura perché temono che, nell'ambito di questo fantomatico sistema, la nostra legislazione verrà completamente schiacciata, il nostro ordinamento verrà completamente schiacciato.

Lo sa, sottosegretario, che quando si è iniziato a parlare di codice penale unico europeo, quando si parlava di lotta alla criminalità, hanno preso ad esempio il codice lettone, della Lettonia, anziché prendere ad esempio il codice penale italiano e non tanto il codice penale italiano, ma un secolo di storia fatto anche di tanto sangue e di tanti PM eroi, che sono morti con la bandiera dell'antimafia in mano? Lei lo sa, questo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Lo sa che ci sono i Paolo Borsellino, i Falcone, e quello che loro hanno detto è un secolo di legislazione antimafia che oggi rischia di essere messo in pericolo, in nome di cosa? Perché l'espressione è assai generica. In nome degli interessi finanziari dell'Unione Europea, che dovrebbero essere quello che circoscrive l'ambito delle competenze della procura europea. Ma che cosa significa? Ma che cosa significa questa dicitura? Siamo noi che dobbiamo segnare dei paletti e in questa legge di delegazione europea non c'è niente che delimita i paletti. E non veniteci a raccontare che domani non si potranno allargare i confini e il novero dei reati che saranno di competenza della procura europea, perché lo sa anche lei che bastano sei Paesi che si mettono d'accordo per allargare quel ventaglio di reati; e domani, se a qualcuno non andranno bene le posizioni che noi prendiamo in tema di immigrazione, non sarà la procura italiana a mettere sotto inchiesta un vostro Ministro, ma sarà l'Unione europea, perché ha degli interessi confliggenti con il nostro Paese.

E lei, in questo? E la Lega, in tutto questo, sta zitta? Sta in silenzio? Un silenzio assordante, dicendo «no» addirittura al nostro ordine del giorno? Io, francamente, sono basita. L'approccio di Fratelli d'Italia è sempre stato molto serio nei confronti di questo Governo e lo sarà ancora una volta nei confronti di questa legge di delegazione e daremo un nostro voto di astensione, ma attenzione, attenzione, perché qui non si tratta di aggiustare la direttiva o di applicare singoli cavilli, qui si rischia di dare il nostro ordinamento penale in mano a qualcuno che ha dei fortissimi interessi finanziari, e non solo, con il nostro Paese. E questa è la grande discussione, il macrotema che divide e fa cadere o costituire i Governi.

Questo Governo è nato già con i primi problemi proprio sui temi dell'Unione europea. Attenzione, perché chi di qualcosa ferisce, di quella stessa cosa rischia di perire. Quindi, attenzione a quello che scrivete, a quello che farete, perché non è una preoccupazione solo nostra, non è la bandierina di Fratelli d'Italia, che oggi - e me ne onoro - è l'unico partito sovranista in questo Parlamento, perché questo è l'esito del voto che prima abbiamo espresso, ma rischia di compromettere seriamente l'ordinamento italiano.

Quindi, se non vuole ascoltare noi, ascolti chi del diritto fa una ragione di vita, e se non vuole ascoltare quelli che sono in vita, si vada a rileggere quello che hanno scritto le persone che hanno rischiato e hanno perso la propria vita per fare della lotta alla criminalità qualcosa che potesse essere tramandata ai posteri. Di questa lotta alle criminalità in Europa sanno ben poco. Noi su questo fronte - è uno dei pochi, forse - non abbiamo da ricevere lezioni da nessuno, perché le ricordo che in Germania esiste qualcuno che dice che in Germania non esiste la 'ndrangheta; le ricordo che in questa stessa Europa, quando si è trattato di scovare organizzazioni criminali, anche a fini di terrorismo, l'Italia ha fatto il suo dovere, mentre altre autorità hanno avuto delle grosse lacune e, quindi, se questa procura entrasse in un contesto storico in cui l'Italia si siede in modo credibile e con autorevolezza e contasse qualcosa - diciamocela proprio in maniera spiccia - forse sarebbe un'opportunità. Oggi è un grave rischio che voi lasciate le vostre maniche troppo larghe (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Guido Germano Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Grazie, Presidente. Colleghi, la legge di delegazione europea è costituita, come abbiamo più volte, anche in queste ore, evidenziato, da un insieme di deleghe legislative che il Parlamento conferisce al Governo per modificare la legislazione interna in conformità agli atti europei. Questo provvedimento è di importanza enorme, perché è quello che consente alla copiosissima, forse troppo copiosa, normativa dell'Unione, di trovare ingresso nel territorio nazionale e di regolare i più svariati settori economici e sociali, e di incidere concretamente sui cittadini, sulle loro tasche, sulle imprese e sui loro interessi e, più in generale, sull'intero efficiente funzionamento dell'apparato statale.

Questo impatto è imponente e da tempo ha posto - e noi lo abbiamo sottolineato - la vexata quaestio della attivazione, di cui vi è esigenza assoluta, di modalità di semplificazione e razionalizzazione nella formazione delle direttive, proprio per scongiurare il rischio che il complesso delle norme sulla riforma della better regulation possa solo costituire un serio pregiudizio per lo stesso assetto democratico e, prima di tutto, per le funzioni delle istituzioni rappresentative parlamentari. Riteniamo, infatti, ineludibile l'obbligo di garantire che le norme dell'Unione europea siano adeguate allo scopo, valutino l'efficacia del corpus legislativo dell'Unione europea in vigore sempre e apportino le modifiche eventualmente necessarie per mantenere le leggi aggiornate.

Ma soprattutto, è evidentissima a tutti la necessità che abbiamo, di avere strumenti che anticipino la valutazione dell'impatto che il recepimento di questi atti può comportare sulle diverse realtà che i cittadini e le imprese vivono ogni giorno. Come troppo spesso è accaduto in passato, non ci possiamo più permettere di recepire e basta. Non basta a recepire le norme dell'Unione europea come un automatismo, in maniera critica, senza valutazioni, quelle stesse valutazioni cui ho accennato poco fa e che sono essenziali perché sono quello che ci dà il modo di capire come l'Unione europea va, poi, di fatto, ad incidere sulla vita minuta dei cittadini.

La conseguenza, se continuiamo a non farlo, è quella di aumentare sempre di più la percezione dell'Europa non come ciò che i fondatori di Ventotene volevano, ma come un produttore di norme, nella migliore delle ipotesi lontana dalle reali esigenze della cittadinanza, su cui va ad incidere come un mostro, come uno stile e una struttura burocratica di matrice bizantina.

A questo proposito, mi preme precisare che nessuno di noi è e può essere contrario ad adempiere gli obblighi che discendono dalla nostra appartenenza all'Unione europea, ma urge ancora più riaffermare - e noi di Forza Italia e lo facciamo con convinzione - che siamo profondamente ed intimamente convinti che questi obblighi comunitari vadano negoziati anche con le parti sociali e che le categorie professionali nella cosiddetta fase ascendente siano coinvolte. Ciò per finalizzare una redazione ed una negoziazione delle norme in sede europea efficiente, efficace e realista.

Torniamo un attimo alla legge di delegazione europea, che costituisce il momento in cui il Parlamento, grazie al meccanismo delle deleghe, cerca di mettere paletti e criteri che l'Esecutivo dovrà poi seguire nella propria attività di attuazione. Purtroppo, nelle pieghe dell'iter normativo il più forte o chi ha i migliori rapporti con il Governo stesso riesce spesso a piegare qualche norma a proprio favore. Il compito di noi parlamentari, riteniamo sia chiaro, è vigilare, vigilare affinché questo non accada, e assumerci la responsabilità di bloccare tentativi di questo genere, che spesso sono nascosti in tecnicismi, perché, come sapete, il diavolo si nasconde nei dettagli.

Noi di Forza Italia abbiamo tentato, in un'ottica di fattivo contraddittorio, di proporre alla maggioranza alcuni emendamenti che rendessero l'impianto di questo provvedimento più efficiente. Pochissimo, purtroppo, è stato il frutto di questa disponibilità, soprattutto tecnica. Con una veramente incomprensibile pervicacia, la maggioranza è rimasta quasi sorda a questi tentativi e a questi suggerimenti, e ciò con grande stupore, perché è chiaro che, soprattutto in fasi di questo tipo, la collaborazione è l'unica via che può condurre all'efficacia. Questo elemento fa sì che avere disconosciuto alcuni emendamenti, che sono stati poi trasformati in ordini del giorno, metta in pericolo le tasche stesse dei cittadini, perché, e vorrei ricordarlo a tutti, una procedura di infrazione fa sì che il peso economico della procedura sia vero, reale, efficace, effettivo.

E stiamo parlando di emorragie di risorse finanziarie a sei zeri. Ma, al di là dei casi specifici, ciò che Forza Italia intende proporre, e non ci stancheremo mai di ripeterlo, è un cambio di passo. Al rappresentante del Governo, con forza, ricordiamo l'esigenza di un metodo che privilegi la ricerca delle soluzioni più adatte per la crescita del nostro Paese e l'indispensabilità di un modus procedendi che non sia di continuo piegato alle esigenze della maggioranza e del Governo; esigenze di cucire accordi o accordicchi finalizzati alla propria sussistenza, a detrimento della fondamentale esigenza di dare risposte specifiche alla gente. E ciò, ovviamente, all'interno di un ragionevole insieme di regole comuni, con interventi mirati sia nella formazione delle direttive sia nel momento discendente.

E ciò, e perdonatemi la pervicacia, con l'ennesimo sollecito ad interessarsi di più e finalmente della fase ascendente, dove la norma la costruiamo, facendola finita con l'atteggiamento di attenzione solo alla fase discendente.

Presidente, colleghi, dell'Europa che vogliamo noi dobbiamo essere protagonisti, non semplici spettatori. Il nostro ruolo, in questo senso, si è accentuato dal 1992 con il Trattato di Maastricht sull'Unione europea, che ha rappresentato un vero e proprio pilastro nell'integrazione politica dei singoli Paesi. L'Italia è un Paese fondatore, ha dato alle istituzioni europee personalità di spicco altissimo, e cito attualmente solamente il Presidente Tajani e il Governatore Mario Draghi, presidente della BCE. Il potere di mediazione e di trattativa italiano era - non mi sento di dire è - altamente considerato dalle istituzioni europee e dai Paesi extra europei, che consideravano fino a ieri l'Italia come un partner ideale per la cooperazione, lo sviluppo economico e le politiche di sicurezza.

Era, perché ora lo scontro frontale pone ciò in pericolo. La nostra posizione nel contesto europeo deve essere valorizzata tramite un maggior protagonismo del Governo italiano in Europa; un protagonismo non sterile, non caratterizzato solo da atteggiamenti muscolari, che stanno gravemente esponendo il nostro Paese, la nostra economia e i nostri cittadini a probabili drammatiche conseguenze, così come vedremo con la legge di bilancio attualmente incardinata, le cui contraddittorietà sono note a tutti. Questo tema, però, ci deve riguardare tutti, in quanto abbiamo tutti un mandato parlamentare da adempiere e l'obbligo di tutelare il nostro Paese e i nostri cittadini. Deve imporsi una normale dialettica politica, che deve lasciare spazio ad una più ampia condivisione delle problematiche che riguardano l'Italia, per rendere la negoziazione in Europa pienamente legittimata, e quindi indubbiamente più forte, per far valere le nostre specificità.

Se è vero che l'orizzonte è necessariamente e inevitabilmente quello europeo, non possiamo trascurare i nostri cittadini. Più in generale e infine, rileviamo, per quanto riguarda la risoluzione presentata alla Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, che la nostra partecipazione per l'anno antecedente non è stata brillante. E ciò basti, per essere testimoniato, avere a mente il numero di infrazioni attualmente pendenti. Per tutti questi motivi e con l'auspicio, che rivolgo al rappresentante del Governo di nuovo, di una sempre maggiore collaborazione su questi temi, annuncio, Presidente, l'astensione del gruppo di Forza Italia nella votazione della legge di delegazione europea ed il nostro voto contrario alla Relazione consuntiva (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD). Grazie, Presidente. Noi siamo qui oggi ad approvare una legge di delegazione europea e, al contempo, discutere la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione nel 2017. Questa rappresenta l'occasione per svolgere un dibattito serio sul lavoro e i risultati ottenuti in ambito continentale nella precedente legislatura dai Governi a guida PD, Renzi e Gentiloni, e, al tempo stesso, sui disastri che invece, in soli cinque mesi, il vostro Esecutivo ha già prodotto in Europa, danneggiando e penalizzando fortemente le famiglie, i giovani, i lavoratori e le aziende del nostro Paese. Negli ultimi anni l'Italia è tornata a essere protagonista: il 2017, in particolare, è stato per il Paese un anno particolarmente intenso sul fronte delle iniziative istituzionali, legate soprattutto alle celebrazioni del 25 marzo per il sessantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma. In questo contesto, ricordiamo allora che negli anni precedenti al 2017 l'Italia è stata impegnata in primo luogo nella battaglia per il rispetto dello Stato di diritto, per la dignità umana e il principio di una gestione condivisa e solidale dei fenomeni migratori.

L'Italia, con i Governi di centrosinistra, ha dato lezioni di civiltà al mondo intero, sin da quando dopo il naufragio di Lampedusa del 2013 decise di reagire istituendo l'operazione Mare Nostrum (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Noi siamo orgogliosi e rivendichiamo con forza la bontà di una misura che ha consentito di salvare in un anno più di 500 mila vite umane e ha permesso di risvegliare le coscienze degli Stati membri, tanto da lanciare per la prima volta, nel novembre del 2014 e fino ai giorni nostri, operazioni europee sotto l'egida di Frontex per il controllo e il pattugliamento delle frontiere esterne dell'Unione. Ma non solo, fino allo scorso anno abbiamo portato avanti in Europa le ragioni di una modifica al Regolamento di Dublino e abbiamo ricollocato in altri Stati membri più di 13 mila richiedenti asilo dei 40 mila che abbiamo negoziato in due decisioni obbligatorie fatte approvare nel 2015 dal Governo Renzi.

Voi non solo state operando meno rimpatri verso i Paesi di origine, ma avete fatto degli enormi passi indietro rispetto ai nostri risultati. Ancora non avete spiegato perché avete insabbiato la riforma di Dublino, approvando il principio non richiesto di una modifica all'unanimità di questo stesso Regolamento; e, soprattutto, perché avete accettato di rendere semplicemente volontaria la ripartizione tra i partner europei dei 27 mila richiedenti asilo ancora da ricollocare e siete riusciti a effettuare in questi primi cinque mesi solo 16, e dico 16, relocation. Tutto questo accade non solo perché in Europa siete assenti, isolati e inconsistenti, ma, cosa ancora più grave, perché state seguendo ragioni di mera convenienza politica. Voi, per sostenere alleanze in vista delle prossime elezioni europee, state svendendo gli interessi dei cittadini italiani a esigenze di forze sovraniste che stanno imponendo soluzioni dannose per il nostro Paese, è questo il punto chiave.

Altro che prima gli italiani! Voi sostenete Governi che ricevono dall'Europa risorse per fare investimenti, attrarre aziende italiane, facendo anche politiche di dumping fiscale, e poi dichiarano di voler alzare muri, senza rispettare gli obblighi di solidarietà ed equa ripartizione delle responsabilità nella gestione dei fenomeni migratori. Di questo stiamo parlando, cari colleghi! E in questa stessa prospettiva, voi avete chiarito in Aula poche settimane fa che non intendete condividere la risoluzione storica del Parlamento europeo contro le politiche messe in campo negli ultimi anni dal Governo Orban, che presentano profili illiberali e antidemocratici.

Lo ripetiamo, però, ancora una volta, lo abbiamo già detto nel corso della discussione in Aula: l'Italia è uno dei sei Paesi fondatori dell'integrazione europea, non merita un simile atteggiamento (Applausidei deputati del gruppo Partito Democratico). Nessun Governo può girarsi dall'altra parte e far finta di nulla. L'Italia ha il dovere di continuare a difendere, in Europa, i valori di democrazia, di libertà, di uguaglianza, di vita privata, la libertà di espressione della stampa e dell'informazione, e il valore e la libertà accademica e, soprattutto, l'autonomia della magistratura e degli organismi indipendenti.

Questo disinteresse, guardate, nella difesa di principi democratici fondamentali ci preoccupa non poco, anche e soprattutto alla luce degli ultimi episodi di cronaca. Non vorremmo che anche da noi si scivolasse in una deriva illiberale, che noi intendiamo contrastare con forza, senza se e senza ma. Lo diciamo chiaramente, allora, noi siamo preoccupati fortemente per l'invasione di campo del Governo in scelte che spettano al CSM, come quelle relative alla designazione del procuratore capo europeo e dei procuratori delegati (Applausidei deputati del gruppo Partito Democratico). La separazione dei poteri è un principio fondamentale del nostro ordinamento istituzionale. E, allo stesso modo, noi riteniamo inaccettabili gli attacchi al Fondo monetario internazionale, alla Banca d'Italia, all'Ufficio parlamentare di bilancio, alla Commissione europea. E, soprattutto, abbiamo trovato inaccettabili – lo stigmatizziamo con forza in quest'Aula – gli attacchi volgari mossi contro il Presidente della BCE, Mario Draghi, al quale rivolgiamo un sentito e convinto saluto di sostegno, approvazione e incoraggiamento per il lavoro straordinario che sta ponendo in essere nel suo delicato ruolo istituzionale (Applausidei deputati del gruppo Partito Democratico).

Infine, vale la pena ribadirlo con forza in questa istituzione che rappresenta il cuore pulsante della democrazia del nostro Paese, noi riteniamo gravi e inaccettabili le offese violente, volgari e squadriste rivolte alla stampa, qualche giorno fa, da membri del vostro Governo, con toni gravemente intimidatori (Applausidei deputati del gruppo Partito Democratico). Fate attenzione! Fermatevi! Non vorremmo che davvero, nella prossima relazione consuntiva, ci dovremmo trovare qui a commentare l'apertura di una procedura, in Europa, di infrazione sul rispetto dello Stato di diritto, questa volta nei confronti del nostro Paese.

Ma negli ultimi anni, e soprattutto nel 2017, i Governi a guida PD hanno lavorato anche per rafforzare l'Unione economica e monetaria, questo al fine di proteggere il nostro Paese da speculazioni finanziarie ed economiche; c'erano misure importanti suggerite, penso al completamento dell'unione bancaria, all'istituzione di un Ministro delle finanze europeo; noi vi chiediamo allora di dare continuità a questo lavoro e di sostenere tali proposte nei prossimi mesi. Usciamo fuori dagli equivoci, smettetela di alimentare, a giorni alterni, il sospetto di una volontà di uscire dall'euro, di un «piano B», del cigno nero, di fondi sovrani russi pronti ad acquistare titoli di debito italiano (Applausidei deputati del gruppo Partito Democratico). Diciamolo con chiarezza, non è con il ritorno alla lira, ai fiorini o ai sesterzi che risolveremo la nostra economia e creeremo occupazione e sviluppo nel Paese. Smettetela di scherzare col fuoco e iniziate a lavorare davvero per migliorare e rafforzare l'Unione economica e monetaria.

Per questa ragione vi invitiamo, allo stesso tempo, a rivedere la vostra manovra di bilancio, anche e soprattutto alla luce delle valutazioni operate dalla Commissione europea. Voi rischiate, guardate, di produrre – sono i dati ufficiali, che non potete smentire – un deficit al 2,9 per cento il prossimo anno e al 3,1 per cento nel 2020. Questo provocherà non solo l'aumento forte del debito pubblico e un innalzamento dello spread su livelli insostenibili, ma anche il rischio serio e concreto di una procedura di infrazione che potrebbe portare a sanzioni fino allo 0,5 per cento del PIL, al blocco dei finanziamenti BEI e al taglio di risorse e fondi strutturali. Fermatevi, vi prego, perché a pagarlo già ora sono state le famiglie e le imprese italiane, che hanno bruciato più di 193 miliardi di euro. Ve lo chiediamo con senso di responsabilità, non mettete ulteriormente a rischio i risparmi del nostro Paese con decisioni irresponsabili e disastrose. L'Italia, per il resto, negli ultimi anni si è impegnata anche per una modifica delle politiche di austerità, riuscendo a ottenere una significativa flessibilità in favore degli investimenti, è il Governo Renzi l'artefice politico del Piano Junker da 300 miliardi di euro di investimenti. Ora, mentre lavoravamo in Europa su questi temi, voi cosa avete fatto? In soli cinque mesi di Governo, avete tagliato drasticamente gli investimenti pubblici, avete cancellato un miliardo e seicento milioni di fondo per le periferie, bloccando investimenti in riqualificazioni vitali per il rilancio e la riqualificazione del nostro territorio (Applausidei deputati del gruppo Partito Democratico) e, soprattutto, avete bloccato miliardi di interventi in opere pubbliche strategiche, quali la TAV, il Terzo Valico, la Gronda, il tunnel del Brennero, l'alta velocità Napoli-Bari e altre numerose infrastrutture essenziali per lo sviluppo e la competitività del Paese.

Allora, prendete spunto da quanto abbiamo fatto negli anni passati, utilizzate i fondi europei per rilanciare una grande stagione di opere e infrastrutture pubbliche.

A quanto detto va aggiunto poi che l'Italia, in questi anni, ha utilizzato al meglio le risorse europee, anche per creare lavoro e occupazione. In questo campo abbiamo fatto un lavoro encomiabile. Voi invece, diciamolo con allegrezza, siete il Governo della disoccupazione (Applausidei deputati del gruppo Partito Democratico). Voi avete approvato un decreto che, secondo la sua relazione tecnica, produce 8 mila disoccupati l'anno, e che sta provocando, in realtà, risultati ancor più disastrosi, portando la disoccupazione finora al 10 per cento e quella giovanile al 31,6 per cento: dati allarmanti.

Allora, per il prossimo anno vi chiediamo meno promesse fumose di sterile e inconcludente assistenzialismo, più proposte e risultati per il lavoro e l'occupazione. Solo il lavoro garantisce dignità, libertà, autonomia e futuro ai nostri giovani, ricordatelo quando utilizzate risorse italiane ed europee. Del resto, già il nostro Governo aveva predisposto una misura più che efficace nel sostegno alle fasce deboli: il REI, che copre già oggi - e copriva già oggi - 2.500.000 persone. E il nostro Governo stava lavorando in Europa per un meccanismo di assicurazione contro la disoccupazione ciclica da realizzare con risorse recuperate dalla web tax, un'aliquota comune sulla base imponibile per le imposte sulle società. Portate avanti queste misure invece di produrre disoccupazione e false aspettative di sostegno alla povertà, che non riuscirete neppure a garantire.

L'Italia infine si è distinta per un'attenzione forte, negli ultimi anni, al tema della tutela dell'ambiente, sostenendo anzitutto il piano di azione per l'economia circolare ed altre direttive volte a ridurre le emissioni di gas serra e i rischi legati all'uso indiscriminato del suolo. Noi lavoravamo per limitare gli effetti tragici legati ai cambiamenti climatici e mettere in sicurezza il nostro territorio e voi, invece, avete approvato il condono edilizio più ampio e pericoloso per la storia e la vita delle persone mai realizzato nel nostro Paese e avete abolito il dipartimento Casa Italia e chiuso la struttura di missione Italia Sicura. Insomma, state producendo dei danni enormi, enormi al nostro Paese, noi lo diciamo con forza: tornate indietro su queste decisioni dannose e disastrose, perché noi riteniamo che, contrariamente a quanto voi lasciate intendere in ogni azione, l'Europa, guardate, non è la causa dei problemi che affliggono i nostri cittadini, ma è l'unica possibile soluzione agli stessi. Senza Europa non c'è futuro e l'Italia sarà solo più sola e isolata nella soluzione delle sfide del nostro tempo. Certo, è necessario fare una battaglia per un'Europa migliore, sociale e solidale, un'Europa dei popoli, un'Europa che convinca, e coinvolga i 500 milioni di cittadini. L'Italia, però, deve continuare ad essere protagonista di questo cammino come è accaduto negli anni passati e mi pare che i primi atti, i primi gesti di questo Governo vadano nella direzione opposta. Per questo, nonostante si tratti dei provvedimenti che oggi analizziamo, di provvedimenti che riassumono la partecipazione del nostro Paese all'Unione Europea, noi preannunciamo un voto di astensione per quanto riguarda la legge di delegazione europea e un voto favorevole per quanto riguarda la relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione stessa nel 2017. È il modo più forte e migliore per rimarcare la nostra differenza e la nostra contrarietà alle vostre politiche messe in campo in Unione europea (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marco Maggioni. Ne ha facoltà.

MARCO MAGGIONI (LEGA). Grazie Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghi. Io credo che l'approccio giusto per parlare di legge di delegazione europea sia quello di essere realisti, di essere concreti e avere un approccio pragmatico. Fare comizi è facile, ma affrontare le tematiche che ci arrivano dall'Europa è qualcosa che necessita di un grande senso di responsabilità. La legge di delegazione, per sua natura, tocca tantissimi temi, è forse il provvedimento che quest'Aula è chiamata ad affrontare con la maggior diversità all'interno del provvedimento stesso per i temi trattati. Basti pensare che ci sono due articoli che parlano di giustizia, cinque articoli su temi di carattere finanziario, sei articoli su temi ambientali, tre articoli sul trasporto navale e un articolo sull'energia nucleare. È chiaro che la Commissione XIV è stata chiamata ad un grande lavoro di comunicazione e di collaborazione con le altre Commissioni della Camera, ed è un lavoro di cui possiamo andare fieri perché la vastità del potere, della capacità normativa dell'Unione europea, ci porta a fare due riflessioni.

Una prima riflessione è proprio su questa vastità che l'Unione europea ha in campo normativo: ormai l'Unione Europea pervade qualsiasi aspetto, qualsiasi ambito nella vita degli Stati membri e su questo mi voglio soffermare.

Perché io voglio ricordare a quest'Aula il sacrosanto principio di sussidiarietà, che viene tanto sbandierato dai cosiddetti europeisti, ma quando noi andiamo ad attaccare, a ricordare le prerogative degli Stati membri, ecco che il ricordo di questo principio di sussidiarietà, del sacrosanto principio di sussidiarietà su cui si fonda l'Unione Europea, ebbene, questo principio viene scartato, viene abbandonato e viene dimenticato.

La seconda riflessione è sul potere legislativo interno all'Unione europea. Nell'affrontare questi temi, abbiamo potuto, ancora una volta, toccare con mano come ci sia un grandissimo potere, uno spropositato potere della Commissione europea, a fronte, invece, di un potere residuale del Parlamento europeo. Noi ci auguriamo che con le prossime elezioni europee si inverta questa modalità legislativa dell'Unione europea a favore del Parlamento europeo che è il rappresentante dei popoli dell'Unione europea che compongono gli Stati membri aderenti all'Unione europea.

Entro, ora, nel merito dei vari articoli e, quindi, come non cominciare da un tema di cui si è molto dibattuto che è quello della procura europea? Qui, dobbiamo ricordare che il tema della procura europea va letto ricordando i due articoli che parlano di giustizia all'interno della legge di delegazione, quindi, l'articolo 4, ma, anche, l'articolo 3, e questo perché voglio ricordare la differenza che c'è tra un Regolamento europeo, che è direttamente applicabile nell'ordinamento italiano, e una direttiva che va, invece, recepita, come appunto recita l'articolo 3. Certo, siamo preoccupati quando leggiamo di Regolamenti che vanno a drenare quelli che sono i poteri storici dei Paesi membri; è accaduto in passato in ambito monetario, è accaduto in passato in ambito legislativo e fiscale e, quindi, noi vogliamo ricordare che, nel momento in cui la procura europea si limita a reati che ledono interessi finanziari dell'Unione europea, crediamo che questo sia il massimo confine entro cui ci si possa spingere, proprio in virtù di un Regolamento europeo che, sappiamo, è direttamente applicabile all'interno del diritto degli Stati membri.

Un altro peso forte e importante all'interno della legge di delegazione è, come dicevo prima, rappresentato dalla materia ambientale. All'interno della materia ambientale, possiamo vedere un potenziale cambio di passo in materia di fanghi. Io prima ho sentito, durante il dibattito, in particolare sull'articolo 14, dai banchi del Partito Democratico, citare ancora quanto contenuto nell'articolo 41 del decreto Genova; io voglio ribadire che quell'articolo 41 - proprio perché inserito in un provvedimento che doveva gestire e che ha gestito gravi emergenze che hanno colpito questo Paese - serviva e serve per uscire da un'emergenza che si era verificata nel nostro Paese, nei mesi scorsi. È chiaro che recependo la direttiva 850 si può e si andrà a riscrivere quello che è il mondo legato alle dinamiche ambientali, in particolare, a quella che è la materia dei fanghi. La direttiva stessa prevede - e viene appunto citato all'interno del provvedimento di cui stiamo parlando, in dichiarazione di voto finale -, sul tema fanghi, nuove conoscenze tecnico-scientifiche, considerazioni pratiche gestionali e operative, condizioni di sicurezza per l'uomo e l'ambiente, piani regionali di prossimità e autosufficienza. Questa è una rivoluzione nel mondo dei fanghi e noi crediamo che, da questo punto di vista, il Governo saprà dare le giuste risposte, considerando che le scelte che si sono fatte in passato, dettate da una tecnologia ormai obsoleta, non possono essere le tematiche e le tecnologie che avremo a disposizione nel futuro.

Quindi, è giusto che questo provvedimento apra a quello che è nuovo, apra a nuove logiche, perché un conto è trattare ciò che è all'interno di questo materiale e un conto è pensare che si possa gestire il tema fanghi semplicemente con lo spandimento di fanghi in agricoltura; a farne le spese, poi, sono territori come quello da cui provengo, quindi, la provincia di Pavia, in particolare, il pavese e la Lomellina.

Ebbene, noi riteniamo che, da questo punto di vista, ci sia tutta la capacità e la voglia politica, la volontà politica di procedere con una rivoluzione anche in materia ambientale, perché noi abbiamo una realtà, a livello di Paese, dove sono ancora forti, purtroppo, le problematiche legate alle discariche. Ci sono aree del Paese che non hanno ancora implementato quella che è la raccolta differenziata e in questo provvedimento si dà delega al Governo per arrivare praticamente all'annullamento delle discariche entro il 2030. Quindi, si tratta di una svolta epocale in ambito ambientale e questo ci porta anche a fare delle riflessioni su quello che è il ruolo tra pubblico e privato, nell'ambito della gestione del ciclo dei rifiuti. Purtroppo veniamo da mesi dove incendi hanno funestato molti territori, molte province della Lombardia e, quindi, dobbiamo chiederci se le scelte fatte in passato siano ancora valide per il futuro.

I dubbi sono forti perché è chiaro che nel momento in cui si apre indiscriminatamente al privato rischia di prevalere una logica legata all'utile e alle tariffe e non alla qualità ambientale e, purtroppo, come citavo prima, gli incidenti in Lombardia sono lì a testimoniarlo. Siamo chiamati, insieme al Governo, a scelte difficili, a scelte difficili che hanno bisogno di coraggio, ma questo Governo ha le capacità, questa maggioranza ha la volontà politica di affrontare questi temi e anche se questo costerà sforzi importanti, per andare contro a realtà che si sono ormai sedimentate nel corso degli scorsi decenni in Italia, noi abbiamo la certezza che usciremo da questa impasse e, anche grazie a questa legge di delegazione, questo Paese potrà davvero rivolgere lo sguardo al futuro, con una vera e propria rivoluzione sui temi che sono contenuti in questa legge di delegazione. Per questo motivo annuncio il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Angela Ianaro. Ne ha facoltà.

ANGELA IANARO (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, dopo il dibattito svolto, ci accingiamo ad esprimere il voto finale, quello necessario per approvare nella sua completezza la legge di delegazione europea e la relazione consuntiva 2017. Non è questa la sede opportuna per dibattere approfonditamente nel dettaglio dei rapporti che intercorrono o che dovrebbero intercorrere tra Italia e Unione europea, ma vorrei esprimere una riflessione personale, riprendendo le parole del Ministro Savona, il quale ha recentemente sottolineato che, pur essendosi alzate numerosi voci preoccupate per il futuro dell'Unione europea, quasi tutte hanno preferito sollevare proteste, piuttosto che avanzare proposte, poiché solo poche di esse si sono spinte fino al punto di suggerire in concreto delle alternative all'assetto esistente, assetto immaginato e realizzato in un momento storico profondamente diverso da quello attuale, fatto di cui si deve tenere conto.

La mera difesa dell'esistente non aiuta questo assetto istituzionale, perché abbiamo la necessità oggettiva di superare l'attuale politica fatta solo di regole per la gestione delle risorse, per giungere a una politica che sappia proporre visioni nuove rispetto a quelle correnti. La limitazione della discrezionalità delle scelte, discrezionalità tipica della politica, rende più complesso e faticoso il modo mediante il quale raggiungere il bene comune. Sono convinta che nel momento storico attuale si possa e si debba promuovere un senso di appartenenza nazionale ed europeo, da realizzarsi ricorrendo a buone regole per produrre regole migliori.

Una comunità, per convivere pacificamente e prosperare non ha il solo bisogno di infrastrutture fisiche e di beni materiali: il bene più prezioso, quello che consente alle persone in relazione tra loro di trasformarsi in qualcosa di superiore alla semplice somma delle individualità e che permette la formazione duratura di un sentimento di appartenenza e di comunità, è l'individuazione della regola. La regola, il diritto rappresentano l'infrastruttura più preziosa, quella giuridica, fondamentale per qualsiasi società, perché essa sorregge il peso dell'incontro delle differenze, garantisce la libertà di ognuno, consentendo contemporaneamente l'emersione naturale, vitale direi, della novità, del superamento del passato, permettendo alle maggioranze che si formano nel tempo di accompagnare il Paese nel futuro, senza timore per le minoranze numeriche di subire possibili sopraffazioni. Le infrastrutture giuridiche garantiscono il transito delle forze vitali del Paese in modo sicuro, ordinato, democratico, e quindi giusto.

Nel caso di regole di formazione, in parte statali, in parte dell'Unione europea, esse devono favorire e promuovere anche la creazione di un equilibrio dinamico e virtuoso tra istituzioni nazionali e sovranazionali. I rapporti tra i diversi livelli di istituzioni, che sono distinte ma non separate, hanno la caratteristica di segmentare da un lato e connettere dall'altro i modi di esercizio della sovranità tra loro.

Detto ciò, torno all'argomento specifico sottoposto al nostro esame, l'approvazione del disegno di legge di delegazione europea. I lavori svolti nella Commissione sono stati ricchi ed esaustivi, come ricordava il collega Maggioni, anche grazie al fondamentale apporto fornito dal lavoro prezioso dei colleghi di tutte le altre Commissioni di merito, che desidero ringraziare. Le ventitré direttive hanno riguardato una varietà di temi: un pacchetto di misure da cui emerge un interesse precipuo per la tutela della natura, degli animali, dell'uomo e dell'ambiente. E proprio su questo punto voglio soffermarmi un attimo: sulla tutela dell'ambiente, da sempre in cima alle preoccupazioni del MoVimento 5 Stelle. Mi riferisco alla questione dei fanghi contenuta nell'articolo 14, che tratta in generale delle discariche di rifiuti, e che fin dalla scorsa legislatura ha suscitato contrastanti opinioni. Lo scopo è quello di adeguare la normativa, ferma al 1992, alle più moderne conoscenze tecnico-scientifiche in materia di inquinanti, considerando le migliori pratiche utilizzate nel settore. Ciò che suscita scandalo è frutto di un equivoco, voglio sperare, in cui sono caduti molti colleghi, innanzitutto quelli del Partito Democratico: si è regolamentato l'utilizzo dei fanghi da sempre adoperati in agricoltura, perché - e lo sottolineo - non si sta parlando di fanghi di depurazione industriale, ma di fanghi di depurazione civile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Molto rumore per nulla, quindi? Anche perché nella scorsa legislatura, quando il Ministro Galletti aveva pronto un decreto sul tema, nessuna delle forze adesso all'opposizione sembra aver protestato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La disciplina del decreto che regola l'utilizzo dei fanghi in agricoltura è stata da voi stessi ritenuta obsoleta, inadeguata, da modificare: ebbene, lo stiamo facendo noi, qui, ora, anche con questo provvedimento. Agiremo per aumentare la sicurezza, non per diminuirla, siatene certi, e ci teniamo ben stretta la stella dell'ambiente che volevate sottrarci la scorsa settimana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Voglio concludere con la segnalazione di alcune importanti norme poste a tutela della nostra salute, come quella che protegge dai pericoli derivanti dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti, o anche l'adozione di un nuovo piano nazionale radon, che recepisce le disposizioni dell'ultima direttiva emanata sul tema, e prevede adeguati strumenti per la sua attuazione: un piano fondamentale per la tutela della salute, poiché realizza in modo coordinato, a livello nazionale, le azioni necessarie per ridurre il rischio di tumore al polmone, associato all'esposizione al radon, una delle prime cause di questo male.

Colleghi, non vado oltre nella descrizione del contenuto, ormai ben conosciuto, e mi appello alla vostra razionalità e lealtà verso tutti i cittadini e i vostri stessi elettori, per invitare, senza distinzione di schieramento politico, al voto positivo su questo provvedimento. Provvedimento che affronta temi disparati ed eterogenei, come sempre accade durante la sessione dedicata al recepimento del diritto dell'Unione: sessione ideata da un illustre rappresentante politico della «Prima Repubblica», il professor Antonio La Pergola, il quale ebbe il merito di collocare temporalmente in un unico provvedimento il recepimento del diritto comunitario.

Ebbene, questa legge di delegazione europea ai miei occhi ha il pregio di migliorare la nostra legislazione, consentendoci di avere più tutele, più sicurezze, più diritti, ovvero quelle infrastrutture giuridiche tanto necessarie per costruire una società migliore, o semplicemente adeguate ai tempi che viviamo.

Concludo lasciando spazio alle parole di sei illustri personaggi tedeschi, che il Ministro Savona cita in un suo recente articolo, tra cui voglio ricordare Jürgen Habermas e Brigitte Zypries, che il 25 ottobre hanno pubblicato un appello su Handelsblatt: “L'Unione europea è qualcosa di più di un progetto economico: è un progetto culturale, un innalzamento del livello di civiltà che tutto il mondo ci invidia”. Ed è anche per la condivisione di queste parole che annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

FILIPPO SCERRA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FILIPPO SCERRA, Relatore. Presidente, semplicemente vorrei ringraziare per la collaborazione tutti i colleghi della Commissione politiche dell'Unione europea, che è stata sede referente in questo provvedimento. Ringrazio tutte le Commissioni permanenti, che sono state sede consultiva invece, e che ci hanno dato un contributo importantissimo per il miglioramento dello stesso provvedimento. Un ringraziamento ai colleghi della Lega, con i quali, pur partendo da posizioni talvolta distanti, siamo arrivati sempre ad una sintesi. Un contributo importante è stato dato anche dalle opposizioni, che ringrazio. E infine un ringraziamento finale ai membri del Governo, al sottosegretario Barra Caracciolo e al Ministro per gli affari europei Savona (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Coordinamento formale - A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1201-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1201-A:

“Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2018”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 76) (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-SalviniPremier).

Seguito della discussione del documento: Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea (Anno 2017) (Doc. LXXXVII, n. 1) (ore 19,34).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del seguente documento: Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea (Anno 2017) (Doc. LXXXVII, n. 1).

Ricordo che sono state presentate le risoluzioni De Luca ed altri n. 6-00030, Lollobrigida ed altri n. 6-00031, Battilocchio ed altri n. 6-00032, Scerra, Giglio Vigna e Andrea Crippa n. 6-00033 riferite alla Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea (anno 2017).

Ricordo che ai sensi dell'articolo 126-ter, comma 7, secondo periodo, del Regolamento, deve essere votata per prima la risoluzione accettata dal Governo.

(Parere del Governo - Doc. LXXXVII, n. 1)

PRESIDENTE. Chiedo al rappresentante del Governo quale risoluzione intenda accettare.

LUCIANO BARRA CARACCIOLO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, il parere è favorevole per quanto riguarda la risoluzione Scerra, Giglio Vigna e Andrea Crippa n. 6-00033. Mi corre l'obbligo di richiedere, però, l'inserimento di un'aggiunta, che è da collocare dopo il n. 5 della parte dispositiva - un ulteriore numero e poi rinumerare di conseguenza -, con le seguenti parole: “a portare avanti la proposta ed il conseguente negoziato al fine di pervenire alla costituzione di un gruppo di lavoro europeo ad alto livello composto dai rappresentanti degli Stati membri per definire una politeia per un'Europa diversa, più forte e più equa secondo le linee indicate nel documento inoltrato a Bruxelles”.

PRESIDENTE. Chiedo al deputato Scerra se intende accettare la riformulazione proposta dal Governo.

FILIPPO SCERRA (M5S). Accettiamo la riformulazione.

(Votazioni - Doc. LXXXVII, n. 1)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Ricordo che, come da prassi, le risoluzioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite o non precluse dalle votazioni precedenti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Scerra, Giglio Vigna e Andrea Crippa n. 6-00033, nel testo riformulato dal Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 77).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione De Luca ed altri n. 6-00030, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Lollobrigida ed altri n. 6-00031, con il parere contrario del Governo per le parti non assorbite o precluse dalle precedenti votazioni.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Battilocchio ed altri n. 6-00032, con il parere contrario del Governo per le parti non assorbite o precluse dalle precedenti votazioni.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 80).

Costituzione delle delegazioni italiane presso le Assemblee parlamentari del Consiglio d'Europa, della NATO, dell'OSCE e dell'INCE.

PRESIDENTE. Comunico che in data odierna le delegazioni italiane presso le Assemblee parlamentari internazionali hanno proceduto alla propria costituzione.

Per la delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa sono risultati eletti: presidente, il deputato Alvise Maniero, vicepresidenti, il senatore Manuel Vescovi e la deputata Deborah Bergamini, segretari, il deputato Simone Billi e il senatore Roberto Rampi.

Per la delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare NATO sono risultati eletti: presidente, il deputato Luca Frusone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), membro supplente del presidente presso la Commissione permanente, il deputato Paolo Formentini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

Per la delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'OSCE è risultato eletto presidente il deputato Paolo Grimoldi.

Per la delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'Ince è risultato eletto presidente il deputato Marco Maggioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier). Colleghi, basta fare le felicitazioni senza accendere un clima da stadio.

Nomina dei componenti della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per le questioni regionali i deputati Francesco Acquaroli, Paolo Barelli, Laura Cantini, Emanuela Corda, Giuseppe D'Ambrosio, Mauro D'Attis, Carlo Ugo De Girolamo, Paola Deiana, Marialuisa Faro, Sara Foscolo, Flavio Gastaldi, Pietro Navarra, Raffaella Paita, Maria Pallini, Ugo Parolo, Roberto Pella, Carlo Piastra, Emanuela Rossini, Elisa Tripodi e Diego Zardini.

Il Presidente del Senato della Repubblica ha chiamato a far parte della stessa Commissione i senatori Rosa Silvana Abate, Massimo Vittorio Berutti, Francesco Bruzzone, Maurizio Campari, Donatella Conzatti, Luciano D'Alfonso, Danila De Lucia, Tiziana Carmela Rosaria Drago, Sonia Fregolent, Bianca Laura Granato, Virginia La Mura, Patrizio Giacomo La Pietra, Albert Laniece, Daniele Manca, Francesco Mollame, Marco Perosino, Ruggiero Quarto, Erica Rivolta, Daniela Sbrollini e Roberta Toffanin.

Nomina dei componenti della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale i deputati Renato Brunetta, Aurelia Bubisutti, Gianfranco Di Sarno, Stefano Lepri, Teresa Manzo, Alessandro Pagano, Elisa Scutellà, Renzo Tondo, Raffaele Topo.

Il Presidente del Senato della Repubblica ha chiamato a parte della stessa Commissione i senatori Anna Cinzia Bonfrisco, Maria Cristina Cantù, Dario Damiani, Giovanbattista Fazzolari, Elio Lannutti, Antonio Misiani, Elisa Pirro, Sergio Puglia, Marco Siclari.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Luca De Carlo. Ne ha facoltà. Ricordo ai colleghi di eventualmente uscire dall'Aula, chi vuole, in silenzio e con compostezza, per consentire ai deputati che hanno prenotati gli interventi di fine seduta di svolgerli com'è nel loro diritto. Prego, collega De Carlo.

LUCA DE CARLO (FDI). Presidente, non devo certo ricordarlo a lei che il 16 aprile 1973, durante gli anni di piombo, nel quartiere di Primavalle, nella periferia a nord di Roma, alcuni militanti delinquenti di Potere Operaio versarono benzina contro la porta di casa di Mario Mattei, allora segretario di una sezione del Movimento Sociale Italiano, causando l'incendio di tutto l'appartamento. Persero la vita carbonizzati Virgilio e Stefano, due dei figli di Mario Mattei, che non riuscirono a mettersi in salvo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Stefano aveva 10 anni, Virgilio ne aveva 22. Nel 2007 il comune di Roma acquistò ed assegnò con una determina dei locali a Giampaolo Mattei, presidente dell'Associazione “Fratelli Mattei”, per tutelare la memoria di Stefano e Virgilio. La famiglia, pur colpita da un atto terroristico di matrice politica, nel 2005 costituì l'Associazione “Fratelli Mattei” dandosi delle linee guida ben precise e chiare sul percorso - indicate dalla madre di Stefano e Virgilio, Anna Maria Mattei - che i familiari coinvolti dovevano avere nei riguardi della memoria di Stefano e Virgilio. Il primo articolo delle finalità dello statuto cita: l'associazione è apartitica, essa rifiuta ogni forma di collateralismo politico e di strumentalizzazione partitica delle attività svolte.

PRESIDENTE. Deputato De Carlo, se può aspettare un attimo, diamo modo ai colleghi anche di rendersi conto del suo intervento, in modo tale che possano guadagnare, come suggeriva anche qualche altro collega, la giusta posizione di ascolto.

LUCA DE CARLO (FDI). Forse è questa la colpa dell'associazione, cioè non avere padrini politici? Successivamente lo statuto cita: l'associazione ha come obiettivo principale il compito di aprire confronti storici, giudiziari e sociali sul periodo infausto detto “degli anni di piombo”, per ridare alle vittime se non la giustizia almeno la verità e la degna considerazione. Il percorso svolto fino ad oggi da Lucia e Giampaolo, fratelli di Stefano e Virgilio, che conducono l'attività dell'associazione, è strettamente aderente a quelle linee guida, è facilmente riscontrabile dallo storico delle loro attività e della solidarietà riscontrate in questi giorni da tutte le forze politiche territoriali e nazionali. L'Associazione “Fratelli Mattei” rappresenta un punto di riferimento per una memoria degli anni di piombo, scevra da qualsiasi ideologia e volta verso le nuove generazioni nel far conoscere e contestualizzare gli accadimenti di quel periodo. Oggi che la sede è stata sostanzialmente chiusa dalla burocrazia comunale e dall'incapacità di difenderla in Campidoglio, rimanere in silenzio da parte delle istituzioni tutte non è solo grave ma anche il consolidamento del teorema di morti di serie A e morti di serie B (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È affermare che il terrorismo di quel periodo non è stato sconfitto dallo Stato ma tutt'al più pareggiato. Sicuro della vostra sensibilità, cari colleghi, faccio appello affinché i locali chiusi vengano riassegnati all'associazione Mattei con un legale contratto, come dal 2007 l'associazione richiede con forza, perché quei locali non sono dei semplici spazi ma il primo ed unico riconoscimento istituzionale che la famiglia Mattei ha ricevuto dopo anni di vicende giudiziarie e di calunnie. Un luogo che dà speranza a una prospettiva dove la violenza materiale e verbale è bandita favorendo il dialogo civile e il rispetto delle opinioni altrui. Chiudo con uno slogan dell'associazione: noi facciamo una memoria che informa e che non giudica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Walter Verini. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI (PD). Presidente, anch'io intervengo sullo stesso argomento trattato adesso dal rappresentante dei Fratelli d'Italia. Voglio ricordare che il sottoscritto, assieme al Vicepresidente Rampelli, a un rappresentante di Forza Italia e al collega Roberto Morassut abbiamo presentato l'altra settimana qui alla Camera, e altri parlamentari, in particolare il senatore Gasparri e la senatrice Cirinnà, al Senato, un'identica interrogazione parlamentare al Presidente del Consiglio e al Ministro dell'interno per denunciare il fatto che è accaduto. Sulla strage di Primavalle il giudizio è unanime: fu un atto vergognoso, un orrore frutto di quegli anni di piombo da parte di delinquenti che non sono ancora stati pienamente assicurati alla giustizia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

Per questo il comune di Roma - era sindaco Walter Veltroni - assegnò all'Associazione “Fratelli Mattei” dei locali. Questi locali sono serviti in questi anni all'associazione, a Giampaolo, alla sua famiglia, per organizzare iniziative, mostre, per tenere viva quella memoria di quell'orrore, ma al tempo stesso per dire basta con la violenza, basta con l'odio, basta con gli anni di piombo, che possono sempre ritornare (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e Liberi e Uguali).

Sono passati dieci anni, sono passate tre amministrazioni comunali, una è ancora in carica, l'Associazione “Fratelli Mattei” ha chiesto per tre volte, anche formalmente, la possibilità di regolarizzare attraverso uno strumento, una convenzione, quell'assegnazione di locali: sono passati, da quel 2007, 11 anni, e mai questa cosa è stata regolarizzata, fino a quando, lunedì scorso, sono stati messi i sigilli. È una vergogna (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e Liberi e Uguali), perché mettere insieme - e lo diciamo alla sindaca Raggi - nell'ambito dei locali da recuperare, magari assegnati e non regolarizzati, questa associazione con altre associazioni e altre iniziative private è veramente fuor d'opera. Lunedì scorso lì c'era il senatore Gasparri, abbiamo sostenuto anche noi l'iniziativa, c'era il presidente della regione Zingaretti, per cui anche in quest'occasione chiediamo, Presidente, di fare tutto il possibile perché si consenta all'associazione di continuare la propria attività al di là di cavilli burocratici. Questo lo deve la memoria di Stefano e Virgilio, ma lo deve anche la buona politica (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Carlo Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Desidero segnalare, signor Presidente, che due o tre milioni di pensionati, già lavoratori, artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni, mezzadri, parasubordinati, da ventotto anni riscuotono un trattamento di famiglia che è di euro 10,21 - ripeto: euro 10,21 - per essere agevolati e aiutati dallo Stato per il fatto che hanno coniuge, moglie o marito. Questa somma è sempre quella da ventotto anni, e rispetto a quello che viene pagato di trattamento di famiglia, anche questo molto ma molto basso, per i pensionati già lavoratori dipendenti, di euro 46,48, rappresenta una diversità che non ha ragione di essere. Penso che lei, signor Presidente, sarà d'accordo con me, ma fino a quando continuerà questa ingiustizia? Se queste proteste dei pensionati continueranno a non essere ascoltate, i pensionati dovranno scendere sul piede di guerra. Viva i pensionati! Pensionati, all'attacco!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Vita Martinciglio. Ne ha facoltà.

VITA MARTINCIGLIO (M5S). Presidente, cari colleghi, desidero portare alla vostra attenzione la grave situazione in cui versa la costa occidentale della Sicilia, nello specifico la città trapanese di Mazara del Vallo e tutto il territorio circostante, flagellati tra il 10 e l'11 novembre da un nubifragio che, ancora una volta, ha interessato la Sicilia, causando danni incalcolabili, molti dei quali provocati dall'esondazione del fiume Mazaro. Preliminarmente intendo rivolgere un sentito ringraziamento, sia a titolo personale, da cittadina mazarese, che istituzionale a tutti coloro che hanno prestato soccorso, tra cui i Vigili del Fuoco, la Capitaneria di porto, la squadra soccorritori acquatici giunta da fuori città, la polizia municipale, la Protezione civile, nonché da ultimo, ma non certo per importanza, al sottosegretario Dell'Orco, che questa mattina ha visitato il nostro territorio verificando personalmente lo stato dei luoghi.

La situazione è molto critica, la giunta comunale ha deliberato la richiesta di dichiarazione dello stato di calamità naturale; si sono registrati smottamenti, colate di fango, detriti e allagamenti. In alcune aree, la violenza dell'acqua ha distrutto ettari di coltivazioni. La piena del fiume Mazaro ha, inoltre, causato la rottura degli ormeggi e la distruzione di decine di piccole imbarcazioni, mettendo così in ginocchio uno dei comparti maggiormente trainanti dell'economia mazarese.

Il dato più preoccupante su cui vorrei sollecitare una riflessione, concerne le condizioni dell'impianto di depurazione a monte del fiume Mazaro, che, a seguito dell'innalzamento delle acque dovuto al mancato dragaggio negli ultimi anni del corso dell'acqua - segnalo, fra l'altro, uno dei più importanti porto canale dei porti pescherecci Mediterraneo -, è andato totalmente distrutto…

PRESIDENTE. Concluda.

VITA MARTINCIGLIO (M5S). …con ciò che ne deriva in termini di disagio e di emergenza igienico-sanitaria. Proprio su questo punto e sulla possibile evitabilità di quanto accaduto, mi preme sottolineare l'esistenza di un progetto esecutivo già appaltato…

PRESIDENTE. Deve concludere, collega.

VITA MARTINCIGLIO (M5S). …denominato da voi di ripristino dei fondali del bacino portuale e per il sottostante porto canale. È un progetto che risale ben al 2012 e ancora ad oggi non risulta eseguito a causa dei ritardi e delle criticità nelle more riscontrate e che necessita di un celere intervento governativo.

È chiaro che quanto è avvenuto a Mazara conclude l'ennesimo esempio di quello che la cronaca ormai ci riporta…

PRESIDENTE. Concluda. Siamo molto al di fuori dei tempi che le erano stati assegnati. Le faccio la cortesia, non si faccia chiudere il microfono.

VITA MARTINCIGLIO (M5S). È, dunque, necessario intervenire rapidamente per rimediare ai danni prodotti e assicurare che situazioni del genere non accadano più nel futuro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Michele Nitti. Ne ha facoltà, per due minuti. Cerchiamo di stare nei tempi, per favore.

MICHELE NITTI (M5S). Grazie, Presidente. Esattamente 150 anni fa, la sera del 13 novembre 1868, nella sua villa di Passy, moriva il celebre compositore italiano Gioacchino Rossini, uno dei principali operisti della storia della musica, autore di capolavori memorabili. Giuseppe Mazzini non esitò a definirlo titano di potenze ed audacia. Rossini ottenne presto, grazie ad una carriera folgorante e radiosa, una posizione di incontrastato prestigio e l'ammirazione dei massimi compositori dell'epoca, da Wagner a Berlioz, grazie alla sua capacità di rinnovare il teatro musicale italiano ed europeo, con uno stile semplice, dinamico, luminoso e a tratti popolare nel senso più nobile e giammai volgare.

Molto amato all'estero, Rossini fu parimenti osannato in Italia, dove il Ministro Emilio Broglio gli propose di presiedere una società rossiniana per apportare modifiche migliorative al melodramma italiano, che ancora oggi attende il riconoscimento UNESCO come bene immateriale dell'umanità.

Lo scorso anno questa Camera ha approvato una legge che dichiarava il 2018 anno rossiniano. Diffondere, promuovere, salvaguardare ed approfondire la conoscenza della vita, delle opere e dei luoghi legati a questa icona dell'arte italiana, significa raccontare la cultura italiana attraverso l'esperienza di un genio assoluto, di cui vorrei ricordare, oltre che la sua arte, anche l'alto senso civico e un grande sentimento di umanità.

Per tutte queste ragioni, ben fece Stendhal, nella sua celebre seppure a tratti fantasiosa Vita di Rossini, a dichiarare di invidiarlo, perché, a differenza di chiunque abbia vinto un premio in denaro, questi ha vinto un nome imperituro: il genio e soprattutto la felicità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Caterina Licatini. Ne ha facoltà.

CATERINA LICATINI (M5S). Presidente, colleghi, oggi, in occasione della proiezione del film Sulla mia pelle, un film verità sulle ultime ore di vita di Stefano Cucchi, atmosfere e immagini disperate ci lasciano pietrificati e rimarranno sicuramente incise nella nostra mente.

Dinanzi a vicende umane come quella di Stefano Cucchi, di Federico Aldrovandi, di Giuseppe Uva e gli altri ragazzi che condividono uno stesso destino, non si può che essere dominati da sentimenti di impotenza e di rabbia per ciò che, purtroppo, è stato, oltre che da un profondo senso di vuoto e di abbandono. Ci ritroviamo spettatori del crollo dell'etica e del dovere, di una forsennata degenerazione del potere che uccide il potere stesso, oltre che chi ne è vittima.

La storia di Stefano, condannato ad una colpa senza riscatto, travalica ogni principio di giustizia e deve spingerci ad una seria riflessione sul nostro Stato di diritto. È dunque giustizia volgere la nostra attenzione sulle ombre e l'inefficienza della nostra società. Giustizia ed idea del bene sono inseparabili e mai potrà esserci sopruso dove la giustizia si accompagna al rispetto della dignità umana e alla passione per il giusto.

È il momento che la coscienza collettiva, che prepotente emerge in questi momenti, si traduca nell'impegno per una reale tutela dei diritti fondamentali, diritti che per fortuna pochi hanno ignorato e negato, a fronte dei tanti uomini delle forze dell'ordine, che invece ogni giorno fanno della loro tutela uno scopo di vita.

Per questo oggi mi preme particolarmente soffermarmi con sentita partecipazione sulla scomparsa di pochi giorni fa di un rappresentante delle nostre forze dell'ordine, Emanuele Reali, un giovane carabiniere del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Caserta. In una giornata come tante indossa la sua divisa, così carica di fierezza e responsabilità e va verso la morte che, inattesa e violenta lo sorprende nel fiore degli anni, mentre fa il suo dovere, mentre assieme a dei colleghi è impegnato nell'inseguimento di due malviventi, come aveva fatto chissà quante volte. Quel giorno, invece, un treno che come un assassino sbucava fuori all'improvviso arrestava la sua corsa. Una storia di cronaca come tante? No! Una storia di mirabile devozione al dovere, che deve essere celebrata qui, in quest'Aula, simbolo di una delle espressioni più alte del dovere; una storia che narra, come altre, di uomini di valore, perché è proprio da valori, soprattutto morali, che dipende il senso del dovere.

Come siciliana non posso non ricordare un'altra storia di devozione al dovere, quella del dottor Giuseppe Liotta, medico di grande spessore umano…

PRESIDENTE. Deve concludere. Siamo abbondantemente al di fuori del tempo che le è stato assegnato.

CATERINA LICATINI (M5S). …oltre che professionale, che mosso dalla passione per il suo lavoro e per i suoi pazienti, affrontava coraggiosamente l'ostilità delle condizioni metereologiche…

PRESIDENTE. Chiuda, per favore.

CATERINA LICATINI (M5S). …che hanno afflitto la Sicilia intera. Altruismo, sacrificio, dedizione sono solo alcune delle parole che possiamo pronunciare a pregio di quest'uomo così tanto stimato.

Ed infine, come madre, voglio ricordare un giovane eroe, Federico Giordano, un ragazzo di quindici anni, una delle vittime della tragedia di…

PRESIDENTE. La ringrazio, mi dispiace.

Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO (PD). Presidente, grazie. Parliamo di Aferpi, lo stabilimento e le acciaierie di Piombino, che sappiamo da molti anni essere al centro di una crisi drammatica, che ha coinvolto 1500 lavoratori e le loro famiglie. In tutti questi anni difficili, gli operai di Aferpi e le loro famiglie hanno potuto comunque godere di ammortizzatori sociali che hanno garantito un livello minimo di dignità, in tempi per l'appunto difficili.

Poi arriva il Governo Conte e cosa accade? Accade che questi ammortizzatori sociali oggi corrono il rischio di essere interrotti, con conseguenze devastanti per migliaia e migliaia di cittadini del territorio livornese. Un incidente? No, perché la voce della verità arriva dal MoVimento 5 Stelle di Piombino, che proprio in questi giorni ha definito quegli ammortizzatori sociali un privilegio concesso dal Partito Democratico ingiustamente agli operai di Piombino, dunque un privilegio che, secondo il MoVimento 5 Stelle, andrebbe interrotto. Sono parole vergognose, gravissime, lesive della dignità di migliaia di lavoratori, di migliaia e migliaia di cittadini e delle loro famiglie.

Noi abbiamo chiesto, Presidente, con l'interrogazione - che ora naturalmente non trovo - in Commissione lavoro firmata da numerosi colleghi, abbiamo chiesto con precisione al Governo due cose: cosa intenda fare per garantire continuità agli ammortizzatori sociali per questi lavoratori e per le loro famiglie, e cosa intenda fare il Governo per restituire centralità alle acciaierie di Piombino. Sono due domande precise, a cui chiediamo che venga data risposta in tempi rapidi e sicuri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie deputato Romano, anche per la precisione millimetrica con cui ha esposto il suo ragionamento.

Ha chiesto di parlare il deputato Marco Lacarra Ne ha facoltà.

MARCO LACARRA (PD). Grazie, Presidente. Ci troviamo oggi, purtroppo, a raccontare l'ennesima tragedia e a commemorare ancora dei morti. Alludo, purtroppo, alla tragedia che si è verificata a Taranto questa mattina e che ha visto protagonisti due operai, padre e figlio - il padre gestore di una piccola impresa - che sono caduti da una piattaforma dove stavano eseguendo attività di restauro e di ripristino. È l'ennesima tragedia che non vorremmo raccontare, di fronte alla quale la nostra coscienza viene fortemente incrinata. Io credo che sia indispensabile che tutti insieme si lavori sulla tema della prevenzione e della sicurezza e che si metta davvero mano anche a una normativa stringente con il coinvolgimento delle parti sociali, perché oggi è quanto mai impensabile che in una società che funziona, dove si ambisce a costruire un futuro, anche per le nostre giovani vite, ci si trovi, invece, a vederle spezzate in modo così inaspettato e difficile da accettare.

Credo che, al di là del cordoglio che da quest'Aula proviene e di cui mi faccio ovviamente interprete, ora sia il momento di intervenire, perché è evidente che anche l'incremento che c'è stato quest'anno di ben 800 morti in più rispetto al 2017 credo che sia un segnale forte, di fronte al quale nessuno di noi può permettersi di restare inattivo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Presidente, intervengo per denunciare una situazione che non ha precedenti e che riguarda il territorio colpito nel 2009 dal tragico sisma. A pochi mesi dal decennale di un evento drammatico che ha colpito quel territorio, la ricostruzione si è totalmente bloccata a causa dell'insipienza, dell'indifferenza e dell'incapacità di questo Governo. Cosa dicono i sindaci? Ricostruzione bloccata, sindaci verso assemblea e azioni di protesta. L'ANCE: ricostruzione ferma, Governo assente, mobilitazione. Confindustria: ricostruzione bloccata, centinaia di cantieri fermi. L'Aniem: uffici speciali bloccati, senza vertici, mobilitazione. Ancora la CGIL: blocco totale delle pratiche, mobilitazione. La CNA proclama lo stato di agitazione, gravissima situazione di stallo. E poi Apindustria. E il paradosso è che il sottosegretario Vacca, sottosegretario abruzzese, dice: la ricostruzione non rischia la paralisi.

Segno di assoluta incomprensione di un dramma che sta accadendo perché non avete nominato i vertici degli uffici speciali. Non perché mancano i soldi, i soldi ci sono grazie al nostro Governo; non perché mancano le norme, è perché mancano i vertici degli uffici speciali, ed è veramente da vergognarsi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, signor Presidente. Con una mano sul cuore voglio ricordare a quest'Aula che quindici anni fa piangevamo la morte di diciannove italiani uccisi a Nassiriya (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ieri come oggi, era il 12 novembre, abbiamo simbolicamente abbracciato le vittime di quell'attacco, quelle che hanno perso la vita e quelle di chi in Iraq, in quel maledetto giorno, ancora oggi convive con i ricordi lancinanti di quell'orrore. Tra questi vi era un militare che si è salvato per mera casualità. Alle 10,40, ora dell'attacco, era a circa duecento metri dalla base Maestrale. Avrebbe dovuto entrarvi di guardia alle ore 12. L'esplosione lo ha sbalzato per oltre sei metri contro la parete di uno degli edifici della base Libeccio. Successivamente partecipò ai soccorsi, restò in servizio per altri tre mesi, per poi tornare in Italia, prestando ancora servizio nell'Arma dei carabinieri. Negli anni l'orrore a cui ha assistito è montato come una marea: incubi, attacchi di panico, depressione. La chiamano sindrome post traumatica da stress, e gli è stata riscontrata dal dottor Luca Brambullo, consulente della Tredicesima Legione Carabinieri del Friuli Venezia Giulia, dalla visita avanti il Policlinico militare di Roma Celio, dal dottor Merlino, neurologo presso l'Azienda ospedaliera di Udine, e dal dottor Della Mora, medico psichiatra responsabile dipartimento di salute mentale della ASS Friuli occidentale.

Ma il Ministero, chiamato a decidere se riconoscergli lo stato di vittima del dovere, come invece è stato per altri commilitoni, ne ha preannunciato il rigetto. Questa vicenda è stata oggetto di una mia interrogazione, alla quale ancora non c'è stata risposta. Invito il Governo caldamente a rivedere il caso, per non infliggere una nuova ferita a chi ha deciso di mettere la vita al servizio della patria. Patria non è una brutta parola (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Sui lavori dell'Assemblea

PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate, a norma dell'articolo 96-bis, comma 3, del Regolamento, le questioni pregiudiziali Migliore ed altri n. 1, Fornaro ed altri n. 2 e Magi, Fusacchia, Benedetti e Schullian n. 3, riferite al decreto-legge recante disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica (C. 1346), il cui esame e votazione sarà iscritto all'ordine del giorno della seduta di domani, mercoledì 14 novembre, alle ore 16.

Avverto, inoltre, che nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame del disegno di legge n. 1334, recante il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e il bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 e della relativa Nota di variazioni.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 14 novembre 2018 - Ore 11:

(ore 11 e al termine del punto 4)

1. Seguito della discussione delle mozioni Muroni, Bazoli ed altri n. 1-00057 e Zolezzi, Lucchini ed altri n. 1-00073 concernenti iniziative di competenza in relazione alle criticità connesse al conferimento in discarica dei rifiuti speciali in provincia di Brescia .

2. Seguito della discussione delle mozioni Annibali, Boldrini, Gebhard ed altri n. 1-00070, D'Arrando, Panizzut ed altri n. 1-00074 e Carfagna ed altri n. 1-00075 concernenti iniziative volte a prevenire e contrastare la violenza contro le donne .

(ore 15)

3. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

(ore 16)

4. Esame e votazione delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge:

S. 840 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, recante disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell'interno e l'organizzazione e il funzionamento dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Delega al Governo in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate (Approvato dal Senato). (C. 1346)

La seduta termina alle 20,10.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato Vianello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 3 il deputato Cataldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 3 e n. 76 il deputato Rospi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 4 e 8 la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 10 il deputato Fassino ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 23 la deputata Paita ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 24 il deputato Rospi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 25 il deputato D'Ippolito ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 28 il deputato Luciano Cantone ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nelle votazioni nn. 28 e 29 il deputato Mariani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 29, 45 e 46 il deputato Bond ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 33 la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 34 alla n. 36 la deputata Latini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 37 il deputato Marchetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 44 i deputati De Luca e Berlinghieri hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 53 il deputato Vazio ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 63 la deputata Marzana ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nella votazione n. 68 il deputato Patassini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 75 i deputati Davide Aiello, Piera Aiello e Saitta hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 78 la deputata Di Stasio ha segnalato che si è erroneamente astenuta mentre avrebbe voluto votare contro.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 1201-A - em. 1.150 461 358 103 180 358 0 74 Appr.
2 Nominale articolo 1 467 263 204 132 263 0 74 Appr.
3 Nominale mantenimento articolo 2 476 474 2 238 363 111 73 Appr.
4 Nominale em. 3.1, 3.4 477 477 0 239 214 263 72 Resp.
5 Nominale em. 3.5, 3.150 484 484 0 243 216 268 72 Resp.
6 Nominale em. 3.2 488 488 0 245 116 372 72 Resp.
7 Nominale em. 3.3 484 484 0 243 117 367 72 Resp.
8 Nominale em. 3.151 481 472 9 237 116 356 72 Resp.
9 Nominale articolo 3 484 269 215 135 269 0 72 Appr.
10 Nominale em. 4.250 475 475 0 238 114 361 72 Resp.
11 Nominale em. 4.251 478 373 105 187 271 102 72 Appr.
12 Nominale articolo 4 482 302 180 152 265 37 72 Appr.
13 Nominale articolo 5 480 268 212 135 268 0 72 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 6.150 480 468 12 235 112 356 72 Resp.
15 Nominale articolo 6 479 273 206 137 272 1 72 Appr.
16 Nominale articolo 7 486 273 213 137 273 0 70 Appr.
17 Nominale articolo 8 479 268 211 135 268 0 70 Appr.
18 Nominale em. 9.150, 9.151 486 484 2 243 387 97 70 Appr.
19 Nominale articolo 9 486 273 213 137 273 0 70 Appr.
20 Nominale articolo 10 484 271 213 136 271 0 69 Appr.
21 Nominale articolo 11 489 272 217 137 272 0 69 Appr.
22 Nominale em. 12.1 492 375 117 188 103 272 69 Resp.
23 Nominale articolo 12 484 272 212 137 272 0 69 Appr.
24 Nominale em. 13.13 488 370 118 186 105 265 69 Resp.
25 Nominale em. 13.1 482 370 112 186 21 349 69 Resp.
26 Nominale em. 13.2, 13.16 492 378 114 190 111 267 69 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 13.15 rif. 486 377 109 189 377 0 69 Appr.
28 Nominale em. 13.4 480 368 112 185 17 351 69 Resp.
29 Nominale em. 13.17 484 374 110 188 107 267 69 Resp.
30 Nominale em. 13.18 492 378 114 190 107 271 69 Resp.
31 Nominale em. 13.19 491 375 116 188 109 266 68 Resp.
32 Nominale em. 13.5 491 377 114 189 110 267 68 Resp.
33 Nominale articolo 13 492 365 127 183 365 0 68 Appr.
34 Nominale em. 14.151 464 363 101 182 101 262 69 Resp.
35 Nominale em. 14.152 471 365 106 183 99 266 69 Resp.
36 Nominale em. 14.153 476 461 15 231 108 353 69 Resp.
37 Nominale articolo 14 485 369 116 185 368 1 69 Appr.
38 Nominale em. 15.1 469 365 104 183 13 352 68 Resp.
39 Nominale em. 15.38 475 367 108 184 103 264 67 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 15.39 479 366 113 184 103 263 67 Resp.
41 Nominale em. 15.2, 15.40 478 365 113 183 100 265 67 Resp.
42 Nominale em. 15.3, 15.43 491 376 115 189 104 272 67 Resp.
43 Nominale em. 15.4 495 376 119 189 14 362 67 Resp.
44 Nominale em. 15.5 489 370 119 186 14 356 67 Resp.
45 Nominale em. 15.6 493 373 120 187 11 362 67 Resp.
46 Nominale em. 15.250 499 495 4 248 227 268 68 Resp.
47 Nominale em. 15.46 490 376 114 189 107 269 68 Resp.
48 Nominale em. 15.7, 15.44 494 376 118 189 106 270 67 Resp.
49 Nominale em. 15.8, 15.41 501 384 117 193 111 273 67 Resp.
50 Nominale em. 15.42 503 383 120 192 109 274 67 Resp.
51 Nominale em. 15.9 498 379 119 190 12 367 66 Resp.
52 Nominale em. 15.10 501 384 117 193 13 371 66 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale em. 15.11 496 380 116 191 19 361 66 Resp.
54 Nominale em. 15.12, 15.45 504 387 117 194 112 275 66 Resp.
55 Nominale em. 15.150 510 494 16 248 114 380 66 Resp.
56 Nominale articolo 15 509 285 224 143 284 1 66 Appr.
57 Nominale em. 16.1 503 502 1 252 218 284 66 Resp.
58 Nominale em. 16.150 502 497 5 249 114 383 66 Resp.
59 Nominale articolo 16 506 280 226 141 280 0 66 Appr.
60 Nominale em. 17.150 509 390 119 196 390 0 66 Appr.
61 Nominale articolo 17 505 375 130 188 375 0 66 Appr.
62 Nominale em. 18.2 499 497 2 249 211 286 66 Resp.
63 Nominale em. 18.1 502 501 1 251 117 384 66 Resp.
64 Nominale articolo 18 504 286 218 144 286 0 66 Appr.
65 Nominale em. 19.150 rif. 502 374 128 188 278 96 67 Appr.


INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale articolo 19 503 280 223 141 280 0 67 Appr.
67 Nominale em. 20.150 502 410 92 206 410 0 67 Appr.
68 Nominale articolo 20 503 280 223 141 280 0 67 Appr.
69 Nominale em. 21.2 501 379 122 190 105 274 67 Resp.
70 Nominale em. 21.1 502 501 1 251 120 381 67 Resp.
71 Nominale articolo 21 502 279 223 140 278 1 67 Appr.
72 Nominale em. 22.150 496 376 120 189 100 276 67 Resp.
73 Nominale articolo 22 495 280 215 141 280 0 67 Appr.
74 Nominale articolo 23 492 277 215 139 277 0 67 Appr.
75 Nominale odg 9/1201-A/6 452 452 0 227 111 341 67 Resp.
76 Nominale Ddl 1201-A - voto finale 453 275 178 138 275 0 64 Appr.
77 Nominale D.LXXXVII,n1-Ris.Scerra e a.6-33rif 446 366 80 184 272 94 64 Appr.
78 Nominale Ris. De Luca e a. 6-30 448 358 90 180 81 277 64 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 80)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nominale Ris. Lollobrigida e a. 6-31 450 303 147 152 24 279 64 Resp.
80 Nominale Ris. Battilocchio e a. 6-32 454 342 112 172 68 274 64 Resp.