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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 75 di mercoledì 31 ottobre 2018

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 9.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FEDERICA DAGA, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Benvenuto, Billi, D'Uva, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Dieni, Gregorio Fontana, Gallo, Gebhard, Giaccone, Giachetti, Liuzzi, Lorefice, Lupi, Molinari, Rixi, Rosato, Ruocco, Sarti, Sisto, Spadoni, Vito e Zennaro sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie Presidente. Grazie per questo intervento di inizio seduta, ma devo cogliere l'occasione della presenza comunque di un rappresentante del Governo, di un Viceministro perché oggi è il 31 ottobre e, per quanto riguarda l'azienda pubblica e il trasporto pubblico locale in Abruzzo, TUA, attraverso la sua Associazione Nazionale, l'Asstra, ha presentato da un mese al Ministero un interpello per sapere in che modo interpretare il cosiddetto decreto “dignità”, legge “Di Maio”, perché altrimenti oggi è l'ultimo giorno e 54 ragazzi non potranno vedere il contratto rinnovato.

Io vi prego, chiunque possa, anche lei Presidente, sollecitare il Ministero e il Ministro affinché oggi arrivi una lettera che consenta a quei ragazzi di proseguire. È un problema di interpretazione e, secondo l'interpretazione dell'azienda pubblica, quei ragazzi, per effetto del decreto “dignità” stanno a casa, però hanno fatto richiesta di interpello. È necessaria una lettera da parte del Ministero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, collega D'Alessandro. Immagino che il Vice Ministro Garavaglia abbia sentito. Sospendo, pertanto, la seduta che riprenderà alle ore 9,30.

La seduta, sospesa alle 9,10, è ripresa alle 9,35.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109, recante disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze (A.C. 1209-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1209-A: Conversione in legge del decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109, recante disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze.

Ricordo che, nella seduta di ieri, è stato da ultimo respinto l'emendamento 39.2 Fiorini e che sono state accantonate alcune proposte emendative riferite agli articoli da 1 a 38.

Sull'ordine dei lavori.

MAURO ROTELLI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo - e le rubo soltanto pochi secondi - affinché il Governo venga a riferire in Aula sulla vicenda Alitalia. Abbiamo sentito in questi giorni un ping-pong di dichiarazioni tra il Ministro Tria e il Vicepremier Di Maio, abbiamo letto anche della possibilità dello slittamento della scadenza, non sappiamo che fine farà il prestito-ponte e sappiamo di questa offerta arrivata da Ferrovie all'ultimo minuto.

Rispetto a questo le chiediamo di poter portare il tema in Aula e presenteremo una mozione su questo per riaprire il dibattito.

PRESIDENTE. Il Governo è presente e ha ascoltato.

C'è anche il deputato Sisto che vuole prendere la parola. Approfittiamo di questi minuti in cui i deputati rientrano in Aula e prendono posizione, per ascoltare anche il collega Sisto, che chiede di parlare sempre sull'ordine dei lavori. Prego.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. E' di ieri e di questa mattina una terrificante notizia: il Ministro Bonafede intenderebbe con un emendamento, nell'ambito della legge “anticorruzione” inserire il blocco della prescrizione dopo la sentenza, dopo il giudizio di primo grado. Presidente, noi porremo in essere una vera e propria sommossa costituzionale. Siamo di fronte alla fine delle garanzie processuali, alla fine dei diritti ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Grazie collega Sisto. La ringrazio per questo richiamo, però mi perdoni…

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Mi faccia dire soltanto una cosa…

PRESIDENTE. …è del tutto ultroneo. Non c'entra niente neanche il richiamo all'ordine dei lavori.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Ho forti perplessità anche sull'ammissibilità…

PRESIDENTE. Concluda allora. Mi faccia la cortesia.

FRANCESCO PAOLO SISTO… sull'ammissibilità di questo emendamento. Mi auguro che su questo emendamento ci sia un rigoroso vaglio di ammissibilità, come sui nostri emendamenti. Basta, basta con questo modo di fare politica, mortificando i diritti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Grazie, grazie. Chiede di parlare il collega Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori, sulla vicenda Alitalia. Come il collega ha appena ricordato, ieri c'è stata un'iniziativa importante da parte di Ferrovie dello Stato e oggi è la giornata in cui scade il termine per la presentazione delle offerte e chiediamo anche noi che il Ministro Di Maio venga a riferire al più presto perché è in gioco un asset strategico.

PRESIDENTE. Chiede di parlare il deputato Bazoli.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Intervengo anch'io sull'ordine dei lavori perché quanto ha annunciato ieri il Ministro Bonafede, cioè l'idea che il Governo presenti un emendamento alla legge anticorruzione su un tema delicatissimo come la prescrizione, quando in Commissione si è già esaurita la discussione sul provvedimento, secondo me rappresenta un oltraggio vero e proprio alle prerogative di questo Parlamento e della Commissione giustizia. Infatti, non è possibile che un tema di questo genere, un tema così delicato come la prescrizione nei processi penali, che riguarda il funzionamento del sistema penale, venga affrontato con un blitz del Governo, quando in Commissione si è già esaurita l'istruttoria su un provvedimento che riguarda tutt'altro. Io credo che questa sia una cosa vergognosa e un vero attacco alla indipendenza del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ho già risposto al deputato Sisto, la materia ovviamente per analogia è la medesima e la risposta non differisce da quella che ho dato al collega Sisto, quindi non è materia di competenza di questa seduta. Abbiamo ricevuto il messaggio, chiunque ha potuto ascoltarlo e prenderne atto.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame articolo unico - A.C. 1209-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo recante le modifiche apportate dalle Commissioni, e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Chiedo ai relatori come intendano proseguire sull'esame del provvedimento.

Ha chiesto di parlare il deputato Di Muro. Ne ha facoltà.

FLAVIO DI MURO, Relatore per la IX Commissione. Signor Presidente, riteniamo di continuare con l'articolato dell'articolo 39, grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici articoli aggiuntivi 39.08 Martino e 39.03 Pezzopane, su cui vi è un invito al ritiro, che non ottiene riscontri.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 39.08 Martino e 39.03 Pezzopane con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 39.04 Pezzopane.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Signor Presidente, con questi articoli aggiuntivi entriamo su un'altra emergenza, su un altro terremoto, quello del 2009, che nel testo originario del decreto era stato, assieme all'emergenza e al terremoto dell'Emilia Romagna, completamente dimenticato. Solo grazie a qualche emendamento presentato è stato reinserito nel testo con l'approvazione di una questione riguardante il personale, ma sono rimaste fuori alcune questioni di grandissimo rilievo.

Poiché finora non se ne è parlato, intervengo complessivamente sulle questioni che sono state poste. La prima è molto delicata e molto urgente e riguarda la sospensione delle tasse che, nel 2009, intervenne a supporto dei cittadini e delle aziende. Con una norma di questo Parlamento si decise che la restituzione delle tasse sospese dovesse avvenire al 40 per cento. Questo è valso per i cittadini, ma purtroppo, a seguito di una decisione della Commissione europea, non è valso per le imprese. Di conseguenza, qualche mese fa, sono state recapitate alle aziende colpite dal terremoto e brutalmente danneggiate delle cartelle per la restituzione del 100 per cento delle tasse sospese tra il 2009 e il 2011.

Ora, con queste proposte emendative noi proviamo a trovare una soluzione della quale abbiamo più e più volte parlato. Infatti, già nel primo “decreto terremoto” se ne è parlato, poi se ne è parlato nel “milleproroghe” e nel primo “decreto terremoto” abbiamo avuto un'interlocuzione con il Governo che ci aveva fatto ben sperare.

Il Governo, fino ad oggi, ha accolto le proposte di proroga della restituzione, quindi al momento per le aziende, pur avendo ricevuto la comunicazione da parte dell'agenzia di Equitalia per la restituzione di queste somme - del commissario, in particolare -, sono stati prorogati i termini.

Il tempo però sta correndo, quindi sta arrivando la data entro cui le aziende devono restituire. Noi abbiamo fatto delle proposte, ne abbiamo parlato in un tavolo istituzionale con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Giorgetti. Il sottosegretario si è impegnato con tutta la classe politica e la classe dirigente abruzzese a trovare una soluzione, volta soprattutto a ripristinare il de minimis che, nel 2011, alzava la soglia a 500 mila euro e che poi successivamente è stato abbassato a 200 mila euro.

Quindi, con questi articoli aggiuntivi chiediamo al Governo di farsi carico di questo problema in maniera definitiva e di mandare avanti la trattativa con la Commissione europea.

Comprendo che la questione de L'Aquila non interessi a nessuno, lo comprendo perché ormai siamo abbandonati. Se, invece, vi interessa, allora magari ascoltate, perché questa questione è stata accolta e proposta da tutte le forze politiche. Tutte le forze politiche in Abruzzo sono d'accordo con gli emendamenti che io ho proposto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); ma le forze politiche che sono d'accordo con questi emendamenti in Abruzzo perché poi non sono d'accordo qui in Parlamento? Questo doppio gioco (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) non può più durare, non si può raccontare una cosa in Abruzzo e poi qui voltare le spalle ad un intero territorio. Guardate, la situazione sull'emergenza 2009 è grave…

PRESIDENTE. Concluda per favore, deputata Pezzopane.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Da cinque mesi non abbiamo il sottosegretario, non abbiamo più i vertici che gestiscono gli uffici e questa questione rischia di …

PRESIDENTE. Deve concludere.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). …buttare allo sbando un intero territorio e di emarginare tutta la classe imprenditoriale del territorio. Vi prego di ascoltare e di dare un senso a questa discussione e al vostro impegno già assunto sull'altro decreto.

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Signor Presidente, intervengo perché sono veramente stupita e imbarazzata per la confusione in quest'Aula, mentre la collega Pezzopane parla di un problema drammatico delle imprese de l'Aquila.

Non si può avere una disattenzione così grande nei confronti di un territorio che sono quasi dieci anni che ha bisogno dell'intervento dello Stato e in particolare di quelle forze politiche che, appunto, in Abruzzo e a L'Aquila si dichiarano favorevoli ad alcuni provvedimenti e poi in quest'Aula si dimenticano di quello che hanno detto. Lo dico perché ieri abbiamo registrato il PIL a zero e non è colpa di quelli di prima.

Intanto, cominciamo a dirlo, perché la bugia sta diventando un mantra in questo Paese, ma se non si dà una mano alle imprese, neanche la favola che hanno raccontato della crescita all'1 e mezzo del prossimo anno, non solo non sarà una favola, ma sarà una chimera.

Per cui questo Governo dovrebbe dare una mano alle imprese …

PRESIDENTE. Concluda per favore.

ALESSIA MORANI (PD). Concludo Presidente. E dai banchi di quel Governo magari prestare più attenzione a chi lo sta chiedendo e spiegare perché non vogliono darlo.

PRESIDENTE. La ringrazio, deputata Morani.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 39.04 Pezzopane, con parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 39.06 Martino e 39.0350 Pezzopane, con parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 39.07 Pezzopane, su cui c'è un invito al ritiro da parte delle Commissioni, altrimenti il parere è contrario.

Prendo atto che la deputata Pezzopane non intende accedere all'invito al ritiro e insiste per la votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 39.07 Pezzopane, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (vedi votazione n. 4)

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 39.09 Pezzopane, su cui c'è un invito al ritiro da parte della Commissione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Signor Presidente, anche qui affrontiamo con questa proposta emendativa un problema che, nel corso degli anni che abbiamo alle spalle, abbiamo sempre risolto. Con il Governo del cambiamento si cambia. Si cambia in peggio, però, perché non approvando questo articolo aggiuntivo – ed altre proposte emendative esso collegate - mettete tutti i comuni del cratere del terremoto del 2009 nella condizione di dissesto finanziario. E questi comuni hanno un peso derivante dalle minori entrate e, finché il processo di ricostruzione non è completo, le entrate nelle casse del comune sono ovviamente pesantemente ridotte, mentre sono aumentate le spese.

Infatti è ovvio che una città - in particolare la città de l'Aquila, che è stata colpita in maniera così pesante ed incisiva - ha dovuto, nel corso degli anni, affrontare molte spese per riorganizzare il sistema dei trasporti, quello delle strutture sociali, delle scuole, degli asili, tutti decentrati e tutti intorno alla città.

Il problema delle minori entrate e delle maggiori spese, dalle precedenti classi dirigenti che hanno governato il Paese è sempre stato risolto. Lo ha risolto il Governo Berlusconi, poi il Governo Monti, poi il Governo Letta, poi il Governo Renzi, attraverso un'assegnazione di somme, che sono andate, ovviamente, a scalare, perché mano a mano che il processo di ricostruzione va avanti le entrate, piano piano, tornano ad aumentare. Se non viene approvato questo articolo aggiuntivo, il comune dell'Aquila non è in condizione di fare il bilancio, così come non lo sono gli altri comuni del cratere. Ora il comune de l'Aquila non è amministrato da un sindaco del PD, come le quattro regioni. Quindi, forse, vi dovrebbe venire in mente che, magari, rispetto a come avete trattato le quattro regioni, potreste assecondare questa richiesta che sto facendo. Tuttavia, al di là della classe dirigente, che ricopre ora la veste di sindaco e di Giunta, sono i cittadini aquilani e i cittadini del cratere che andranno a pagare un costo gravissimo, perché i comuni saranno costretti a tagliare i servizi sociali, a tagliare il sistema dei trasporti, ovvero a mortificare una città, che si sta avvicinando dolorosamente, ma con molto impegno e con molta tenacia, al decennale dal terremoto. Ora io non comprendo perché non ci sia una presa di coscienza di questo problema, peraltro, ripeto, richiesto direttamente dall'amministrazione; amministrazione in cui ci sono, oltre il sindaco, le forze politiche, tra cui la Lega, che, nella giunta comunale, ha non solo importanti rappresentanti, ma ha addirittura un deputato di questo Parlamento, il collega D'Eramo, con cui stiamo facendo battaglie insieme. Quindi, lo voglio dire, perché mi sembra una mortificazione di un intero territorio. Vorremmo capire se c'è un impegno, se c'è una volontà, se lo volete mettere nella legge di bilancio. Abbiamo bisogno di sapere se i comuni del cratere taglieranno i servizi sociali o meno e se il Governo del cambiamento, per la prima volta nella storia, imporrà dei tagli ai comuni terremotati nel campo sociale e nel campo dell'energia più importante che abbiamo, ovvero i nostri cittadini, tenaci, combattenti della ricostruzione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 39.09 Pezzopane, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 39.010 Martino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 39.012 Pezzopane, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 39.017 Pezzopane, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 39.019 Pezzopane, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo alla votazione degli identici articoli aggiuntivi 39.082 Fiorini e 39.0351 Pezzopane, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente grazie. Questo emendamento, come tutta una serie di emendamenti successivi, si occupa di una questione che dovrebbe in realtà riguardare quest'Aula come tutte le altre del terremoto, cioè il terremoto dell'Emilia-Romagna. L'importanza di questi emendamenti che hanno tutti un unico comun denominatore è quella di riaccendere i riflettori su alcune vicende che sono state accantonate, per utilizzare un termine caro all'Aula. E, allora, mi sento di chiedere che il Governo, visto che è qui in Aula e quindi può darci delle risposte, ci dica in realtà se tutti questi emendamenti verranno trattati e, se invece non c'è l'interesse o la volontà di inserirli all'interno di questo decreto, se e quando queste questioni verranno affrontate.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Prego, sottosegretario.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie Presidente. Ne approfitto per rispondere all'intervento, oltre a quello appena fatto, dell'onorevole Fiorini di ieri in merito al sisma dell'Emilia e del deputato Rossi del Partito Democratico. Anche su questo sisma in legge di bilancio troverete già nella prima stesura le misure di proroga relative ad alcune delle attività che sono in essere, quali, per esempio, la sospensione dei mutui, l'IMU e altre forme attualmente in essere sul 2012. Ovviamente quello è il punto di partenza. Durante i lavori della legge di bilancio, se vi sono ulteriori interventi o elementi da aggiungere, rispetto alle questioni che avete sollevato in questo testo con gli emendamenti, saranno presi in considerazione, però volevo rassicurare che, così come sul terremoto del 2009, anche su quello del 2012, c'è la massima attenzione del Governo e saranno presenti in legge di bilancio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Grazie, Presidente. Intanto ritengo importanti le parole spese dal sottosegretario Crimi e, da parlamentare emiliano-romagnolo, attendiamo con fiducia questa apertura verso la legge di bilancio, che evidentemente può recepire, in maniera significativa, speriamo, anche gli emendamenti, che pure ieri sono stati bocciati riguardanti il sisma di centro Italia, sulle proroghe dei rapporti con i dipendenti. E proprio per questo, attendiamo, d'altronde non crediamo che il sottosegretario, in una qualche maniera, avrebbe dovuto intervenire, se non fosse stato, appunto, per dare garanzie di rassicurazione su questi aspetti.

Io mi permetto, però, da parlamentare eletto in Emilia-Romagna, di chiarire alcuni aspetti che sono certo agli amici, a partire dai colleghi del Partito Democratico, non faranno piacere, ma sento l'obbligo di dirlo. Sostenere che il terremoto dell'Emilia e la gestione del sisma dell'Emilia, come ho sentito ieri, sia stata risolta in maniera parzialmente positiva grazie all'impegno della regione e degli enti locali a guida Partito Democratico, è una mistificazione. In Emilia Romagna, il sisma si è risolto, non grazie al Partito Democratico, ma nonostante il Partito Democratico (Applausidei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente -Commentidei deputati del gruppo Partito Democratico), perché dobbiamo dire con chiarezza che i primi a risolvere il problema del sisma sono stati gli emiliano-romagnoli, che si sono rimboccati le maniche contro una burocrazia asfissiante, contro un sistema di potere che favoriva esclusivamente la realizzazione di interventi di un certo tipo contro le imprese, contro le aziende e contro i cittadini, perché continuare a dire che in Emilia-Romagna è stato il Partito Democratico a risolvere quei problemi è una menzogna! È stato grazie agli emiliano-romagnoli, alla operosità, alla laboriosità, alla capacità di ripresa che ha consentito a quella terra di passare da un PIL del cratere al 2 per cento a una ricostruzione post sisma, che ha consentito di realizzare un PIL del 2,3 per cento. Ognuno ha fatto la propria parte, anche il Partito Democratico certamente ha fatto la sua, ma bisogna affermarlo con determinazione: non è stato grazie al PD, ma nonostante il PD, che l'Emilia si è rimessa in piedi (Applausi dei deputati del gruppoForza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppoFratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD). Ho sentito sinceramente ora parole sull'Emilia-Romagna davvero indegne (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Vorrei dire che i cittadini dell'Emilia-Romagna hanno reagito a quella situazione difficilissima, è vero, lo hanno fatto con coraggio, con senso di coesione e lo hanno fatto insieme alle loro amministrazioni, che hanno votato (Applausi dei deputati del gruppoPartito Democratico – Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente eFratelli d'Italia), alla loro regione, che hanno votato, perché la qualità del Governo in Emilia-Romagna viene da una lunga storia, peraltro - vorrei ricordare al collega - da una lunga storia antifascista (Applausi dei deputati del gruppoPartito Democratico – Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente eFratelli d'Italia) e questa è l'Emilia-Romagna che ha dato ancora una volta la prova al Paese di quello che è (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Critelli. Ne ha facoltà, per un minuto.

FRANCESCO CRITELLI (PD). Grazie Presidente, francamente fa sorridere che l'avvocato Bignami, esponente di una forza i cui disastri si sono visti nella gestione del terremoto dell'Aquila, venga a dare lezione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) su quello che abbiamo fatto in Emilia-Romagna, una regione che ha stanziato soldi, una regione che grazie anche al lavoro delle pubbliche amministrazioni ha inaugurato opere, ha ricostruito centri storici, ha garantito servizi ai cittadini, con le attività che sono ripartite. Visto che il collega Bignami abita a Bologna come me, lo invito nel prossimo fine settimana a venire a Crevalcore, a venire a Pieve di Cento, a venire nei comuni del modenese a vedere che cosa significa l'efficienza di un'amministrazione pubblica. Al di là delle loro grida sguaiate, oggi che fanno parte di questa nuova maggioranza col MoVimento 5 Stelle sulla base di un bel condono tombale, vengano in Emilia Romagna e imparino come si amministra la cosa pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Semplicemente, Presidente, per far notare ai colleghi che, se dovesse mai valere la teoria che in Emilia-Romagna hanno lavorato bene per il terremoto - e infatti i cittadini li votano - vorrei dire ai colleghi del Partito Democratico e alla Pezzopane che a L'Aquila così bene non hanno lavorato, visto che il sindaco adesso è di Fratelli d'Italia e hanno perso sonoramente le elezioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi la teoria non credo che sia molto valida e credo che dovrebbero rifare un attimo pace col cervello, evitando di lucrare sulle tragedie per provare a darsi una verginità politica che non hanno più (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente – Commenti dei deputati del gruppoPartito Democratico).

PRESIDENTE. Prego i colleghi che intendono ancora prendere la parola di attenersi all'argomento. Stiamo ragionando sugli articoli aggiuntivi 39.082 e 39.0351.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). Signor Presidente e colleghi, io capisco tutte le strumentalizzazioni elettorali, però poi contano i fatti. Allora, io invito l'onorevole Bignami a fare una cosa molto semplice con me: andiamo a visitare Mirandola, andiamo a vedere a Mirandola quello che abbiamo fatto (Commenti dei deputati dei gruppiForza Italia-Berlusconi Presidente eFratelli d'Italia)… mi faccia parlare… mi faccia parlare… io non l'ho interrotta, mi faccia parlare…

PRESIDENTE. Silenzio, per cortesia; deputato Bignami, lasci parlare il collega Fassino.

PIERO FASSINO (PD). La invito a venire con me a Mirandola, a incontrare il sindaco, a incontrare le categorie, a visitare tutto ciò che è stato ricostruito e poi, insieme, facciamo una valutazione se davvero, lì, tutto quello che si è fatto è soltanto stato fatto nonostante le amministrazioni. È evidente che quando si ricostruisce dopo il terremoto c'è uno sforzo solidale dei cittadini, delle imprese, delle famiglie e delle persone, che deve congiungersi con un'azione di guida delle amministrazioni, che è esattamente quello che è avvenuto in Emilia-Romagna, e io credo che chiunque abbia onestà intellettuale, andando lì, lo può constatare e riconoscere. Comunque, la invito a venire con me a Mirandola, così vedrà di persona che le cose sono diverse da quelle che lei dice (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà, per un minuto.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Io trovo vergognoso questo modo di trattare le questioni legate al terremoto e alle emergenze. Trovo vergognoso buttarla in caciara, trovo vergognoso buttarla in politica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); ci sono persone che aspettano delle risposte e contano i fatti; state bocciando tutto, state bocciando anche quello che riguarda il comune dell'Aquila, che, come poco fa è stato ricordato, è amministrato da una giunta di centrodestra: sì, da una giunta di centrodestra, che ha bloccato la ricostruzione. L'Aquila è in agonia ed è per questo che io mi sto facendo carico da sola di proporre degli emendamenti. Invece di fare questo tipo di vergognose polemiche (Commenti dei deputati del gruppoFratelli d'Italia)… vergognose polemiche…

PRESIDENTE. Silenzio! Deputato Mollicone… Deputata Pezzopane, deve concludere, però.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). …vergognose polemiche che gli aquilani non si meritano; la state buttando in caciara (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)…

PRESIDENTE. Fate svolgere il suo intervento alla deputata Pezzopane. Mollicone!

STEFANIA PEZZOPANE (PD). …e intanto vengono bocciati tutti gli emendamenti: vergognatevi!

PRESIDENTE. Deve concludere; concluda.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Questi sono i fatti!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Sì, Presidente, molto brevemente, volevo ricordare al Partito Democratico che in questo provvedimento e anche nei precedenti, credo che abbiano presentato sul tema del sisma un centinaio di emendamenti, anche insieme a noi. Vorrei ricordare che tutti questi emendamenti - molti li abbiamo anche votati - si sono resi necessari perché il binario su cui è stata messa la ricostruzione è un binario morto, un binario che è stato scelto dal fenomeno che noi abbiamo importato dall'Emilia, che è Errani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che per due anni ha fatto il commissario e, probabilmente, quelle ricette straordinarie di cui parlava l'onorevole Fassino noi non le abbiamo viste, anzi, siamo qui insieme a voi a cercare di riparare ai guasti e ai danni fatti dal commissario Errani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie deputato Trancassini, anche per la precisione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 39.082 Fiorini e 39.0351 Pezzopane, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 39.013 Pezzopane.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie Presidente. Poco fa, il rappresentante del Governo Crimi ha, diciamo, preso impegni, giustamente, anche in relazione a un emendamento da me firmato, sull'emergenza e la necessaria ricostruzione del terremoto in Emilia-Romagna. Ancora non lo sento, però, prendere impegni in relazione agli emendamenti che il Partito Democratico ha presentato e riguardanti il terremoto del 2009, pertanto torno sull'argomento. La ricostruzione del cratere sismico aquilano è, infatti, sul punto di bloccarsi. Da quattro mesi non abbiamo un referente istituzionale, come invece è sempre accaduto in questi nove anni che ci separano dal sisma. Il responsabile della struttura tecnica di missione, da tempo scaduto, è stato prorogato di mese in mese e il prossimo 30 ottobre scadrà definitivamente. Anche due titolari degli uffici speciali per la ricostruzione sono da tempo scaduti e si è in attesa che vengano sostituiti secondo le procedure di legge. Le norme prevedono la nomina di due commissioni che non possono operare, perché i membri di competenza della regione, del comune dell'Aquila e dei comuni del cratere sono stati nominati, mentre mancano ancora i componenti designati dal Governo.

Nel frattempo i due uffici sono condotti ad interim dal dottor Raniero Fabrizi che, per l'incarico di titolare della ricostruzione del cratere, è scaduto - lo ripeto, scaduto - il 30 ottobre, per cui adesso non c'è nessuno in grado di firmare i provvedimenti. Ovviamente, ci sono molti altri gravi problemi: la questione delle tasse, i bilanci comunali, le soluzioni riguardanti il personale, ma la proroga dei responsabili degli uffici e uno stabile assetto della governance, hanno urgenza e priorità assoluta.

Un mese fa, con una nota congiunta a firma del Presidente della regione, del Sindaco dell'Aquila e del rappresentante dei comuni del cratere, è stato chiesto al Governo un incontro. Sottolineo chi ha firmato la lettera: Presidente della regione, sindaco dell'Aquila e sindaci del cratere. Ebbene, l'incontro ancora non c'è. Non avendo ricevuto alcuna risposta, all'unanimità tutte le rappresentanze istituzionali, anche il sindaco dell'Aquila, nonché tutte le associazioni di categoria - ANCE, CNA, Confagricoltura, Confcoltivatori, sindacati CGIL, CISL e UIL - rinnovano con assoluta fermezza ed estrema urgenza la richiesta di un incontro. Tutte queste associazioni hanno chiamato la mobilitazione della comunità aquilana.

Ho letto non le mie parole ma un documento sottoscritto da tutte le istituzioni, di ogni colore politico, da tutte le associazioni, che chiedono al Governo, sottosegretario: nomina dell'unità di missione, nomina dei responsabili e interventi.

Quando parlate dell'Aquila, fate i conti con quello che sta accadendo, non per le mie parole, che sono comunque parole di chi là ci vive, ma parole di tutte le istituzioni. Questa è la situazione che viviamo. Vorrei capire dal Governo cosa hanno intenzione di fare, visto come ci si sta comportando, bocciando ogni nostra proposta. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie a lei, deputata Pezzopane. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 39.013 Pezzopane, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 39.081 Fiorini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fiorini. Ne ha facoltà.

BENEDETTA FIORINI (FI). Grazie Presidente. Visto l'argomento per noi estremamente importante sono disponibile al ritiro e a trasformarlo in ordine del giorno. Chiedo quindi al relatore di maggioranza e al Governo se sono disponibili in tal senso.

PRESIDENTE. Sottosegretario Crimi, non so se ha ascoltato: c'è una proposta di conversione dell'articolo aggiuntivo 39.081 Fiorini in ordine del giorno. Se il Governo è d'accordo, penso che sarà ritirato, in caso contrario lo pongo in votazione.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Si, assolutamente, concordo, ovviamente valutando l'opportunità di intervenire, ma ho già dato assicurazioni che in legge il bilancio troverete questo tipo di intervento. Grazie.

PRESIDENTE. Bene, li diamo tutti in legge di bilancio…quindi l'articolo aggiuntivo 39.081 Fiorini è ritirato. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 39.021 Fiorini, con la richiesta di invito al ritiro o altrimenti parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marin. Ne ha facoltà.

MARCO MARIN (FI). Grazie Presidente. Qui, come ha sentito, noi pensiamo che ci si sia dimenticati dell'Emilia-Romagna: si sono fatti figli di serie A e figli di serie B, ma le parole dei deputati dell'Emilia-Romagna del nostro gruppo - Bignami, Fiorini - sono state chiarissime. Qui chiediamo un ulteriore finanziamento di 35 milioni di euro per rimettere in vita i centri storici, sia per il 2019, sia per il 2020. Ma mi faccia dire un'altra cosa, Presidente: io, nelle parole dei colleghi del gruppo, come anche di altri gruppi, non ho colto parole offensive, bensì la sana dinamica politica e la sana polemica politica, ma costruttiva.

Naturalmente, noi e il PD siamo due forze alternative, quindi, naturalmente, ci confrontiamo in modo diverso, con idee diverse. Però una cosa voglio dire: l'onestà intellettuale che deve coinvolgere tutti quando avvengono le tragedie, non può non farci citare la gestione del terremoto dell'Aquila, un terremoto che è stato gestito alla grande per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Il terremoto dell'Aquila, gestito dal Governo Berlusconi, è stato gestito in modo encomiabile a nome di tutti.

Detto questo - mi rivolgo al Governo, al sottosegretario Crimi e a lei, Presidente - io, quando c'è stato, ormai più di due mesi fa, la tragedia del ponte di Genova, ho pensato una cosa: non ho apprezzato nulla della gestione del Governo, ma che il Governo fosse presente ai funerali di Genova l'ho visto positivamente, al di là delle gestioni e delle parole dette magari in libertà. Ciò perché ho pensato che fosse un atto di rispetto verso i genovesi, verso i liguri, verso gli italiani. Ecco, Presidente, mi dispiace dirlo ma quel rispetto, oggi, a due mesi di distanza, non lo vediamo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché le sedie vuote del Governo ci dicono che fanno delle cose di pancia. Il Governo parla di pancia, va ad intercettare anche le tragedie, anche i 43 morti, ma non c'è un rappresentante, non c'è un Ministro. Sarebbe facile fare ironia sul Ministro Toninelli, dal tunnel del Brennero al ponte con le attività ludiche: non mi interessa farlo in quest'Aula. Mi interessa invece dirle, Presidente, che trovo vergognoso che non ci sia un solo Ministro in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente): erano bravi, erano al funerale, sono andati a intercettare - e per me era un atto giusto - le tragedie delle famiglie, ma se c'è rispetto ci dovrebbe essere anche oggi. Questo Governo ha zero rispetto per quello che è s-uccesso a Genova (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 39.021 Fiorini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 39.022 Fiorini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 39.024 Fiorini, con la richiesta di invito al ritiro o altrimenti con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 39.027 Fiorini, con la richiesta di invito al ritiro o altrimenti con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 39.030 Rossi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rossi. Ne ha facoltà.

ANDREA ROSSI (PD). Grazie, Presidente. Mi rivolgo a lei e, per il suo tramite, al sottosegretario Crimi perché, ovviamente, non si può che raccogliere positivamente l'impegno di spostare o posticipare nella legge di bilancio una serie di proroghe, che - vorrei far notare all'Aula - sono proroghe, come dire, abbastanza naturali. Per quale motivo?

Noi abbiamo ricevuto, come regione Emilia Romagna, la proroga dello stato d'emergenza e della struttura commissariale e quindi del commissario al 31 dicembre 2020 e abbiamo diverse situazioni, come quella dell'autorizzazione per l'assunzione del personale, che scadono il 31 dicembre 2018, con un rischio per il territorio emiliano-romagnolo, che è ancora impegnato nella ricostruzione sia pubblica che privata - stiamo parlando di comuni, di prefetture e del MIBACT - e necessita ovviamente di personale aggiuntivo per consentire appunto di proseguire in questa ricostruzione. Quindi, io spero - e ovviamente saremo attenti – che, sulla legge di bilancio, l'impegno che, per la terza volta, viene preso da questo Governo in questa legislatura (perché stiamo parlando dell'impegno preso con il decreto “dignità”, dell'impegno preso con il “mille proroghe” e dell'impegno preso con il decreto “Genova ed altre emergenze”) sia un impegno che trovi nella legge di bilancio la sua massima e piena attuazione.

E infine, Presidente, per il suo tramite, mi rivolgo al collega Bignami e ai colleghi di Forza Italia: lungi da me, su una tragedia come quella del 2012, fare polemica politica. L'Emilia-Romagna e il suo Presidente, come le sue istituzioni e gli enti locali, non hanno mai e dico mai strumentalizzato il sisma del 20 e 29 maggio 2012. Non l'abbiamo mai fatto perché è troppo alto in noi il senso e il rispetto delle istituzioni ed è troppo alto in noi il senso e il rispetto per quelle comunità e per quelle popolazioni che sono state colpite dal sisma del 2012, tant'è che anche ieri, durante l'intervento, ho ribadito come sia stata una ricostruzione del popolo emiliano-romagnolo, che s'è rimboccato le maniche e ha ottenuto importanti risultati. Poi, se purtroppo - e lo comunico ai nostri colleghi di Forza Italia - l'Emilia-Romagna continua a portare dei dati che sono dati oggettivi, come la disoccupazione tendente al 6 per cento e la crescita del PIL all'1,8 e continua sul tema degli investimenti all'export a essere motore per questo Paese, sono dati oggettivi, che ci vengono riconosciuti e per i quali oggi io qui dico che sono orgoglioso del Governo della regione Emilia Romagna e dell'impegno che la nostra forza politica in quel Governo ha messo in questi anni. Ed è grazie ovviamente a quell'impegno che noi siamo convinti di aver dato supporto e forza a quel territorio e a quella regione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 39.030 Rossi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 39.071 Cortelazzo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 39.069 Fiorini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pini. Ne ha facoltà.

GIUDITTA PINI (PD). Grazie, Presidente. Io non so dove si trovasse l'onorevole Bignami quando ci sono state le scosse del 2012 del terremoto che ha colpito principalmente la provincia di Modena. Io mi trovavo a fare la volontaria dentro una palestra che era stata, lì per lì, adibita a rifugio per quelli che avevano paura di tornare a casa o non avevano più una casa. C'erano ottanta posti letto e noi gestivamo centoventi persone. Ecco io non ho visto l'onorevole Bignami, immagino che però sarà passato per le nostre zone. Ho visto però l'impegno costante che c'è stato non solo da parte di tutti i cittadini, ma anche da parte degli amministratori che sono stati lì giorno e notte. Consiglieri regionali che non hanno dormito per settimane per cercare di trovare la soluzione perché poche settimane prima non c'era il Governo Berlusconi - mi dispiace contraddire il collega Foti -, ma c'era il Governo Monti ed era stato appena tagliato il fondo straordinario per l'emergenza. Quindi, si è dovuto costruire da zero un modello. Bene, allora in quelle settimane un altro importantissimo pezzo della ricostruzione e del far sì che funzionasse tutta la macchina è stato possibile grazie al personale dipendente degli enti locali, dei comuni che hanno lavorato incessantemente, giorno e notte. Anche in questo caso non so se lei ha mai parlato, non so se voi li avete mai visti, se li conoscete. Vi consiglio fortemente di venire a parlarci, ad incontrarli perché non basta fare un intervento per un post su facebook, bisogna anche conoscere le cose che si dicono, altrimenti poi si rischia di andare a fare degli incontri nel territorio e promettere cose che poi non si fanno. E' quello che è successo qui perché, sul sisma dell'Emilia Romagna, prima c'è stato detto che bisognava aspettare, perché il “decreto terremoto” non era pertinente, poi dopo bisognava aspettare il “milleproroghe”, poi dopo ancora bisognava aspettare un decreto sul ponte di Genova, in cui ora abbiamo visto che c'è un bel condono tombale su Ischia, in cui abbiamo visto che vengono tolti poteri ai presidenti delle regioni del centro Italia, in cui c'è un pochino di tutto. Allora questo emendamento chiede una cosa molto importante, cioè la proroga del riconoscimento degli straordinari per il personale degli enti locali che in quei giorni - non solo in quei giorni - non ha mai smesso un minuto di rendere possibile la ricostruzione e la ripartenza di quei territori. Stiamo parlando del 90 per cento delle persone, non so se lei ne conosce qualcuna, onorevole Bignami, io ne conosco parecchie che sono potute ritornare nelle loro case. Non so se lei conosce qualcuno tra coloro che hanno perso il lavoro che sono riusciti a ritrovarlo….

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza deputata Pini.

GIUDITTA PINI (PD). E' un impegno costante che c'è, ed è grazie anche e soprattutto al personale degli enti locali che questo è stato possibile. Ora riconoscere i loro straordinari è il minimo sindacale, non stiamo chiedendo condoni tombali - vedo che i colleghi della Lega hanno una certa agilità nel votarli -, stiamo chiedendo una cosa semplicissima. Spero e sono sicura che sarà così perché il senatore Crimi è uomo di specchiata moralità e sono sicura che manterrà fede agli impegni, prorogando questi straordinari in stabilità, tuttavia mi sentirei più sicura se almeno come gesto, visto che non è stato approvato nemmeno un emendamento riguardante il sisma del 2012 dell'Emilia Romagna, ci fosse da parte del Governo l'accoglimento di questo emendamento, così come di altri. Ripeto, stiamo parlando di cose molto concrete e che attengono alla vita normale di quei territori: si tratta molto banalmente delle persone che fanno funzionare le nostre amministrazioni, i nostri comuni e che hanno reso possibile, stanno rendendo possibile, la ripartenza di un territorio che non ha mai chiesto niente, ha solo chiesto di poter continuare a lavorare così come sta facendo in silenzio da sei anni (Applausi del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Signor Presidente, ringrazio davvero per la premura i colleghi del Partito Democratico che mi hanno invitato e non mancherò di raccogliere l'invito, che devo dire ad adiuvandum perché tutto sommato in quei luoghi ci siamo già stati. La differenza però è questa: mentre voi avete esigenza di esibire, mentre voi nella vostra malintesa accezione di superiorità morale ed etica, che non avete perché non potete insegnare niente a nessuno e non avete niente da insegnare a nessuno, sbandierate e palesate questo atteggiamento, c'è chi è andato su quei territori, ha portato il suo contributo, la notte andava a Cavezzo, Camposanto, andava ai COC, andava a fare il suo lavoro senza fare esibizione. Si è rimboccato le maniche, è andato a vedere l'ordinanza n. 57, che era composta di 32 pagine all'inizio e che oggi è di 252 pagine, perché l'avete afflitta con burocrazie assolutamente asfissianti.

Ieri abbiamo visto come nei territori delle Marche sia preclusa la possibilità di assunzione. La struttura commissariale dell'Emilia-Romagna, giustamente, sta stabilizzando il personale che era coinvolto nella ricostruzione.

PRESIDENTE. Deputato Bignami, dovrebbe cercare di attenersi al contenuto dell'emendamento.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). La ringrazio Presidente ed è giusto anche il suo richiamo, ma visti i richiami che sono stati formulati sul tema del sisma …

PRESIDENTE. Ha già parlato due minuti senza stare all'argomento, penso che possono essere sufficienti.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Ha ragione Presidente, mi scuso rispetto al fuori tema, però questi emendamenti li abbiamo presentati in consiglio regionale e sono stati respinti: ci sarebbe da chiedere perché oggi qualcuno cerca di mettere in mora il Governo provando a proporre gli stessi emendamenti che a Bologna sono stati respinti. Forse perché il gioco delle parti oggi vi porta a voler provare a mettere difficoltà qualcuno, quando voi per primi, in viale Aldo Moro, li avete respinti. Ognuno risponda alla propria onestà intellettuale: noi rispondiamo alla nostra e non vogliamo venire ad insegnare niente a nessuno, ma non venite a farci lezioni perché non siete nelle condizioni di farlo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Signor Presidente, per suo tramite vorrei rivolgere un invito a tutti i colleghi. Qui dentro abbiamo tutti le idee politiche abbastanza chiare, non fosse altro per il mestiere che facciamo. Capisco che là fuori abbiamo bisogno di convincere ciascuno una fetta crescente di elettorato sulla base delle esperienze personali e politiche che abbiamo fatto e sulla base di quello che ciascuno di noi ritiene di aver costruito per il Paese negli anni passati. Io, però, Presidente, inviterei tutti i colleghi a concentrarsi, a mettere a frutto questa esperienza, entrando nel merito dei singoli emendamenti per poter andare avanti e capire come tutta questa esperienza, su tutti i lati di questo Parlamento possa migliorare il testo per il futuro, lasciando lo spazio, invece, a confronti e a bilanci su quello che è successo in passato, ad un numero di azioni extra parlamentari che vanno dai convegni all'attività sui territori.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 39.069 Fiorini, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 39.072 Cortelazzo, su cui c'è un invito al ritiro o altrimenti il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 39.073 Pezzopane, su cui c'è un invito al ritiro o altrimenti il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 39.074 Pezzopane, con parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo alla votazione dell'articolo 39.085 Morgoni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Morgoni. Ne ha facoltà.

MORGONI. Signor Presidente, vorrei invitare i colleghi e i rappresentanti del Governo a mettersi, per un attimo, nei panni di uno dei titolari delle piccole e piccolissime imprese che costituiscono il tessuto economico delle aree del cratere e che operano in quel territorio. Pensiamo a chi ha un'attività che ha subito, nell'immobile dove veniva esercitata, un danno tale da renderla inagibile e a quanto possa essere complicato e difficile riprendere quell'attività, che deve essere temporaneamente trasferita, che deve organizzarsi su basi nuove.

Spesso il danno subito dall'immobile dove si svolge l'attività è quello che ha subito anche la stessa abitazione del titolare di quella piccola azienda. Oppure, pensiamo a chi, comunque, ha potuto continuare ad esercitare la propria attività in una struttura ancora agibile, ma che deve garantire la sopravvivenza della propria attività in un contesto indubbiamente difficile, perché possano essere assicurate le condizioni minime di economicità di una attività produttiva.

Poi, pensiamo anche a chi voglia avviare una nuova attività in quelle aree, che incontra indubbiamente molti più ostacoli davanti a sé di quelli già numerosi che incontra chiunque voglia avviare nel nostro Paese una nuova attività.

Quindi, con una breve riflessione su questo tema e mettendoci nei panni di questi imprenditori, ci renderemmo conto dell'importanza di intervenire con adeguate misure di aiuto e di stimolo per far ripartire e dare una nuova prospettiva di sviluppo a quel territorio colpito.

Già dai precedenti Governi sono state adottate delle misure, dall'una tantum, alla proroghe dei mutui, all'accesso al credito fino a contributi ed esenzioni. E' necessario, intanto, non interrompere questa realtà di interventi, ma anzi dare ad essi una maggiore organicità per individuare una strategia parallela e complementare a quella della ricostruzione materiale.

Tra i vari emendamenti questo che proponiamo, forse più di altri, va in questa direzione in modo efficace. Si tratta della zona franca urbana istituita con il decreto n. 50 del 2017, con una serie di misure agevolative, fiscali, previdenziali e contributive, per i soggetti che operano nell'area del cratere. Noi ne proponiamo intanto l'estensione, oltre che ai titolari di ditte individuali o di imprese familiari, anche ai collaboratori familiari e ai soci di una società a responsabilità limitata, società di fatto in accomandita semplice, dove comunque agiscono figure che sono pienamente coinvolte e partecipi dell'attività produttiva. Proponiamo anche un'estensione temporale a questa misura che ha una applicazione limitata al 2017-2018 e proponiamo ciò perché una misura di carattere occasionale si rivelerebbe inefficace e inadeguata agli obiettivi che vogliamo perseguire. Occorre continuità di applicazione per produrre benefici economici produttivi e occupazionali. Solo uno strumento strutturale è in grado di incoraggiare e facilitare una pianificazione dell'attività degli investimenti.

Occorre continuità di applicazione per produrre benefici economici, produttivi e occupazionali.

Solo uno strumento strutturale è in grado di incoraggiare e facilitare una pianificazione delle attività e degli investimenti. Ne è un esempio anche l'Emilia-Romagna, dove questa misura ha avuto un'applicazione temporale che andrà a concludersi nel 2019 e, indubbiamente, ha prodotto effetti positivi, insieme ad altre iniziative, per la ripresa economica di quella realtà.

Senza una visione del futuro - concludo Presidente - che sia poggiata su un nuovo sviluppo, non sarà certo la semplice ricostruzione degli immobili a sancire la rinascita delle zone terremotate. Noi crediamo che questa sia la sfida alla quale sono chiamati il Governo e la maggioranza, e solo se il Governo e la maggioranza sapranno essere all'altezza di questa sfida saranno in grado di dimostrare di essere migliori, non a parole o con annunci altisonanti, di coloro che li hanno preceduti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Signor Presidente, prendo la parola per annunciare il voto favorevole a questo emendamento. Mi permetterà, onorevole Morgoni, lo dico con spirito costruttivo, questa è una di quelle misure su cui ci siamo sgolati per spiegare, all'indomani del sisma, al Presidente del Consiglio e al Commissario, che era fondamentale imboccare questa strada, se si volevano ricostruire quelle zone. Su questo, ma lo dico con spirito costruttivo e non di polemica, non abbiamo avuto nessuna possibilità di ascolto. Era chiaro che questa doveva essere la strada e, come oggi è chiaro a voi, a noi è chiaro da due anni: abbiamo perso due anni e, probabilmente, ne perderemo altri perché, anche in quest'occasione, il Governo resterà sordo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Morgoni 39.085, con parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22 ).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Nevi 39.076, su cui c'è un invito al ritiro o altrimenti il parere contrario da parte delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Baldelli 39.097, con parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 39.084 Morgoni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 39.018 D'Alessandro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie Presidente. Chiedo al sottosegretario di aiutarmi con la sua attenzione, sicuramente preziosa, perché questo emendamento in realtà è un emendamento alternativo ad un altro emendamento che è stato accantonato, per cui c'è dietro una diversa impostazione e una diversa filosofia. Concluderò il mio intervento - spero - con un atteggiamento che possa essere almeno considerato collaborativo.

È ovvio che in Abruzzo, a seguito del terremoto, tutte le programmazioni regionali hanno subito degli effetti, per esempio la programmazione dei trasporti. Non è che la programmazione dei trasporti ha subito gli effetti solo dove si è verificato il terremoto. Così anche per la programmazione della sanità.

Ora, lei sa, sottosegretario, che contemporaneamente nella mia regione e nelle altre regioni c'è in corso un piano di edilizia sanitaria: ci sono importanti risorse stanziate dai Governi e finalmente siamo arrivati al punto di realizzare la nuova edilizia sanitaria. Ora, lei comprenderà che se si realizza un nuovo ospedale piuttosto che due esistenti, cambia anche l'offerta sanitaria rispetto all'attuale articolazione dei presidi.

Allora, in una regione terremotata quest'emendamento dice di derogare ai criteri previsti sul punto dal decreto n. 70 del 2 aprile 2015 per quei presidi che sono oggetto di riconversione. Il collega Colletti del MoVimento 5 Stelle ha presentato, invece, due emendamenti che hanno lo stesso spirito di deroga, ma che si riferiscono ad un solo presidio e non all'insieme dei presidi che hanno le stesse caratteristiche. Quel presidio a cui si riferisce il collega Colletti non ha subìto il terremoto, esattamente come i presidi che io indico qui nell'articolato.

Allora, il Governo ha acconsentito affinché si accantonasse l'emendamento Colletti, che ha un obiettivo da me non condiviso perché limitato ad un solo presidio: questo invece ha un obiettivo di estendere a tutti i presidi che hanno le stesse caratteristiche. La prima richiesta che faccio è se il Governo ritiene di accantonarlo al pari di come ha accantonato l'emendamento Colletti, essendo della stessa materia e, aggiungo Presidente, avendo entrambi, tutti e due, il parere negativo della Commissione bilancio. Poi, i pareri possono pure cambiare in corso d'opera, possono cambiare con l'interlocuzione del Comitato dei nove: vedremo quello che succede e, se sarà necessario, si tornerà anche alla Commissione bilancio. Però il punto è che ci sono due emendamenti che hanno lo stesso obiettivo: derogare al decreto n. 72 del 2015. Uno, che è stato accantonato, riguarda un solo presidio; un altro riguarda altri presidi. Ora, deve sapere il sottosegretario che il suo partito, il MoVimento 5 Stelle, in Abruzzo ha presentato una proposta di legge regionale per fare esattamente quello che io propongo qui.

Qual è la differenza? Che con una norma regionale, lei comprenderà, non si può derogare ad una norma nazionale; ci vuole una norma nazionale per derogare a una norma regionale. Sarebbe singolare il fatto che i Cinque stelle sono andati in giro in ognuno di questi presidi, presentando la norma regionale che non si può approvare e poi arriviamo qui con la norma invece nazionale che deroga alla norma nazionale e che è esattamente uguale alla norma dei Cinque Stelle presentata in Abruzzo e voi non l'approviate. Allora, almeno facciamo che lo consideriamo uguale all'emendamento Colletti per tornarci successivamente. Quindi, Presidente, chiedo prima dell'espressione di voto si può accantonare, altrimenti chiedo chiaramente il voto.

PRESIDENTE. La ringrazio, deputato D'Alessandro. Forse il relatore può dirci se accetta la proposta del deputato D'Alessandro di accantonamento.

FLAVIO DI MURO, Relatore per la IX Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie Presidente. È veramente sorprendente che, di fronte a una richiesta lecita e sostanziata da ragioni forti di accantonamento di un emendamento, che pone l'analogo problema di un altro emendamento proposto da un collega della maggioranza ed accantonato, ci si risponda un freddo no. Ora, capite bene che, con questo emendamento, così come ha detto il collega D'Alessandro, si pone un problema di deroga per i plessi ospedalieri fuori cratere, ma che comunque, dovendo servire un intero territorio, hanno subìto delle conseguenze, non solo del terremoto 2009, ma anche del terremoto 2016-2017. È implausibile ed inaccettabile che si possa risolvere il problema di uno di questi plessi, allentando completamente la ragionevolezza e il buon comportamento del buon amministratore sugli altri.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Per chiedere il voto sulla richiesta di accantonamento.

PRESIDENTE. Allora, si possono esprimere un collega a favore e un collega contro la richiesta di accantonamento dell'articolo aggiuntivo 39.018 D'Alessandro.

Ha chiesto di parlare, immagino a favore, il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie Presidente. Insisto, puntate precedenti: c'è un emendamento di un collega di maggioranza, Colletti, che prevede una deroga al decreto n. 70 del 2015 esattamente come la chiedo io. Il deputato Colletti la chiede per un solo presidio; io la chiedo per più presidi. Il parere è negativo della Commissione bilancio, però mi dicono che sarebbe arrivato un parere favorevole, ma credo che si debba riunire la Commissione competente. In ogni caso, indipendentemente dal parere, bisogna entrare nel merito. Io chiedevo l'accantonamento. Dopodiché, ci potete pure convincere, però il punto qual è e questo è solo politico: per lo stesso identico progetto di legge i 5 Stelle in Abruzzo sono andati comune per comune, io li voglio citare: Popoli, Atessa, Guardiagrele, Ortona, Tagliacozzo, Atri, Sulmona, Penne. Sono andati a dire che loro avevano presentato un progetto di legge regionale per derogare ad una norma nazionale e sapete che è una finzione, è una presa in giro perché si può derogare ad una norma nazionale solo con una norma nazionale, esattamente quello che io ho presentato. Per questo insisto, Presidente, nella richiesta di accantonamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare contro il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (M5S). Grazie Presidente. Vorrei specificare il perché non riteniamo di votare l'accantonamento sulla base di quello che c'è scritto nell'emendamento in questione. Al comma 1, si dice che dovremmo votare a favore di questo emendamento nelle more della realizzazione degli interventi di edilizia sanitaria. Ora, il vero problema in Abruzzo è che gli interventi di edilizia sanitaria vengono fatti o vogliono essere fatti tutti col project financing da parte della regione Abruzzo, una manovra che creerà debito perenne nei prossimi quarant'anni a danno dei cittadini abruzzesi, dei pazienti abruzzesi e di coloro che chiederanno la tutela della propria salute. È, dal nostro punto di vista, qualcosa che va contro gli interessi dell'Abruzzo, va contro gli interessi dell'Italia, perché ci mangia, in questo caso, solo la parte privata che propone il project financing. E io vorrei capire perché il PD, perché la regione continua a portare avanti questi project financing che non convengono a nessuno, se non magari a Maltauro e altre società di questo tipo. E principalmente per questo motivo non possiamo accettare questo emendamento perché i project financing in sanità hanno solo creato danni a tutti, al Paese e alle casse pubbliche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Prima di passare al voto su questa proposta di accantonamento, saluto gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo “San Martino in Pensilis” di San Martino in Pensilis, in provincia di Campobasso (Applausi).

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'articolo aggiuntivo 39.018 D'Alessandro.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 177 voti di differenza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 39.018 D'Alessandro, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 39-ter.300 Braga e 39-ter.301 Muroni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Grazie, Presidente. Arriviamo a un punto dolente di questo decreto, arriviamo all'articolo che io e la collega Braga abbiamo chiesto di sopprimere perché risponde innanzitutto a un'emergenza nell'emergenza, creata dallo stesso Governo, perché si reinterviene su una materia già normata nel decreto n. 55 di luglio, che riguardava appunto il terremoto del centro Italia, che si è rivelato inefficace, inefficiente. Quindi chiariamoci: per prima cosa va detto che in questo caso l'emergenza, l'ennesima emergenza che nascondete dietro i fatti di Genova, il crollo del ponte Morandi, sostanzialmente è stata creata da un decreto inefficace, fatto nel mese di luglio.

La seconda questione, però, ben più dirimente, Presidente, riguarda il fatto che noi abbiamo finora parlato molto, moltissimo di Ischia, e poco di quello che accade e di quello che viene proposto in centro Italia, perché mentre, sebbene scritto, il condono di Ischia è anche un modo per accelerare le pratiche di condono inevase, in questo caso si estende sostanzialmente di ben tredici anni il condono del 2003, cioè si vanno a sanare degli abusi di piccole dimensioni, delle difformità edilizie - naturalmente, con caratteristiche particolari - ma anche ciò che è stato costruito nei giorni precedenti al terremoto, ad esempio. Quindi, di fatto, si introduce una nuova sanatoria edilizia.

Non contenti e non paghi di questo, si fa riferimento naturalmente al piano casa, altra grande invenzione di Berlusconi, quindi si va in deroga con una volumetria del 20 per cento, su cui si può richiedere il contributo pubblico ma, non contenti ancora, si va in deroga al testo unico del dell'edilizia, chiedendo un aumento dal 2 al 5 per cento di quelle difformità, che non vengono considerate abusi. Quindi, sommando il tutto, si aggiungono tredici anni al condono edilizio - quello del 2003 - e si giunge a un 25 per cento di deroga sull'aumento di volumetria, a cui possono essere riconosciuti i fondi pubblici.

Ebbene, io credo che questa sia la dimostrazione di ciò che ho provato anche a raccontare ieri, signor Presidente, con cui ci siamo anche confrontati nel Comitato dei nove e con il Vice Ministro Crimi. Il problema è questo: voi state creando un precedente, state creando un'idea di gestione del territorio e delle emergenze che passa per i condoni, passa per le deroghe, passa per l'eccezione.

La cosa che trovo davvero sconvolgente è che si faccia un abusivismo di “serie A” e un abusivismo di “serie B”, quindi a Ischia si ha l'imbarazzo di farlo, mentre in centro Italia no: evidentemente c'è anche una connotazione antropologica dell'abusivismo edilizio. Io queste distinzioni proprio non riesco a farle.

Naturalmente, ci sono delle caratteristiche diverse rispetto al costruito ma, allora, voi mi dovete dire, se nel centro Italia si prendono in considerazione piccole difformità edilizie, magari fatte dal nonno nel secolo scorso, allora a che cosa vi serve estendere il condono edilizio del 2003 fino al 2016? Ve lo ripeto: cosa impedirà, alla prossima tragedia, alla prossima calamità naturale, ai cittadini italiani di chiedere un condono sugli abusi sul loro territorio? Non capite che state aprendo una strada, un precedente, che è davvero insopportabile e pericoloso in un Paese a rischio sismico e a rischio idrogeologico.

È inutile contare i danni sui giornali se poi non si tiene in conto la gestione del territorio, la pianificazione urbanistica nel momento in cui si ricostruisce.

Ebbene, qui credo che in centro Italia si stia rispondendo in maniera sbagliata a dei bisogni, anche legittimi, naturalmente, di ricostruzione. Non capisco perché si debba, in nome della ricostruzione, dare….scusi, Presidente, io non riesco a parlare con questa confusione; abbia pazienza, è un mio limite.

PRESIDENTE. Ha ragione. Chiedo ai colleghi deputati, cortesemente, di osservare il silenzio necessario per consentire alla collega di svolgere il suo intervento. Deputato Occhiuto - lì in alto - mi aiuti lì a ripristinare l'ordine, grazie. Deputati, qui davanti, è possibile prendere posizione? Mi pare che le cose vadano meglio, prego, a lei la parola.

ROSSELLA MURONI (LEU). Grazie, Presidente. Questo accade quando si parla di temi per cui un pezzo non vuole sentire, perché si dicono cose spiacevoli, mentre l'altro pezzo del Governo è al terzo condono edilizio che vara e sottoscrive, quindi, naturalmente ci siamo fatti il pelo sullo stomaco, evidentemente. Io ho urgenza di denunciare quanto si sta consentendo in centro Italia. Qui fuori c'è anche un presidio per testimoniare…

PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, per cortesia, deputata Muroni.

ROSSELLA MURONI (LEU). Sì. Qui fuori c'è anche un presidio per testimoniare la gravità di quello che sta passando in questo decreto, che non è un decreto emergenza, ma un decreto dei condoni ed è giusto chiamarlo con il proprio nome (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT (PD). Grazie Presidente. Diversamente da ieri, credo che per i colleghi dei Cinque Stelle e della Lega sarà un po' difficile sostenere, in questo caso, che non ci troviamo di fronte ad un condono, anche perché nell'articolo c'è una parola - “sanatoria” - che testimonia, dimostra - anche formalmente e verbalmente - che siamo di fronte ad un condono.

Infatti, tale è, con una sua fattispecie: noi siamo il Paese delle mille contrade, dei mille paesi, dei cento territori, delle cento città e questo, di conseguenza, produce come risultato che ognuno ha il suo condono, ognuno ha la sua storia edilizia controversa, ogni territorio con le sue fattispecie, le sue esigenze. Ebbene, con questo provvedimento si cerca di dare delle risposte ad hoc. Quando si tocca la materia del condono, bisogna sapere che si apre una teoria di questioni, che si snoda un rosario che potrebbe teoricamente non avere mai fine. Quindi, si è aperta la vicenda di Ischia e, puntualmente, si è posto sul tavolo della discussione in Commissione un altro problema, quello del centro Italia, utilizzando le procedure eccezionali che derivano dal terremoto. Questi sono dei condoni, cioè è una sanatoria che interviene su chi? Interviene su coloro che, in assenza di un titolo, cioè senza avere un permesso di costruire, debitamente rilasciato dal comune, ma senza aver fatto nemmeno una segnalazione di inizio attività, quindi senza essersi sottoposti al controllo a valle che la legge prevede per le SCIA, hanno commesso un abuso. Tuttavia, costoro non hanno commesso un abuso o non hanno sanato una piccola difformità, perché qui è stato sollevato il problema in questo modo. Si è infatti cercato di banalizzare, dicendo che si tratta delle piccole difformità che ci sono in tutta Italia. Ebbene, non è così, perché qui si cita l'articolo 22, comma 1, del testo unico dell'edilizia, che fa riferimento alle manutenzioni straordinarie per le parti strutturali degli edifici. Quindi, con questo articolo si stanno sanando gli abusi che sono intervenuti sulle parti strutturali degli edifici, abusi che hanno determinato la realizzazione di immobili, di strutture edilizie, che poi, nel drammatico evento del sisma, sono state compromesse irrimediabilmente. Con questo provvedimento noi andiamo a sanare queste situazioni.

C'è poi il richiamo ad altri articoli del testo unico (DPR n. 380 del 2001) che derogano completamente su tutto: andiamo a sanare situazioni di illegalità perpetrate proprio con la consapevolezza di essere fuori norma e non soltanto le saniamo, ma gli diamo anche un contributo. Allora, di fronte a tutto questo, mi pare molto difficile sostenere, come si è fatto in riferimento ad Ischia, che si sta soltanto sistemando qualche piccola difformità o che si vuole accelerare. No, si sta facendo un condono, una seconda fattispecie di condono, oltre a quella di Ischia che, naturalmente, aprirà nuovi fronti. Lo ripeto, aprirà nuovi fronti perché i cittadini sono tutti uguali di fronte alla legge e quindi arriverà, prima o poi, qualcuno che dirà: noi abbiamo quest'altra situazione che ci dovete sanare e, quindi, al prossimo terremoto o al prossimo evento drammatico, noi avremo ancora sul tavolo queste questioni.

Toccare la materia del condono, toccare la materia delle sanatorie non solo è un danno per il territorio ed un grande danno alla comunità e alla civiltà di un Paese, ma è anche un modo per aprire continuamente la porta all'illegalità, a comportamenti innaturali, impropri ed illegali, che non hanno mai fine. Quindi voi, con questo provvedimento, aprite ancora una volta la strada, il passo alla peggior storia, alle peggior consuetudini di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie Presidente. In realtà questa parte del decreto dovrebbe chiamarsi “condono di scambio” perché non abbiamo soltanto lavorato qui in Aula, ma ci sono state delle nottate anche in Commissione in cui un pezzo dei parlamentari di maggioranza aveva fatto sapere al Governo che non avrebbe votato il decreto nel caso non fosse stata accolta questa parte qui, che adesso è segnata in neretto nell'articolato.

Si sta chiedendo di applicare norme retroattive, di fatto dei condoni: come si potrebbe dire, il piano casa “a babbo morto”, cioè prima si è costruito e poi, dopo, si applica legge.

Ora, vede, Presidente, quello che non si può fare è far passare una cosa per un'altra: in questo scambio qui, un pezzo dei Cinquestelle sta vendendo l'anima definitivamente perché, per interessi di parte, sta facendo un condono che non dovrebbe essere fatto (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sarro. Ne ha facoltà.

CARLO SARRO (FI). Grazie Presidente. Intervengo molto brevemente solo per lasciare agli atti dei lavori parlamentari queste osservazioni e rilievi che mi accingo a fare. L'articolo che stiamo trattando, così come l'emendamento soppressivo che è stato proposto - rispetto al quale anticipo il voto contrario da parte dei deputati di Forza Italia - introduce un tema che va ben al di là della estensione, come è stato osservato precedentemente, del condono 2003.

In realtà, la sanatoria riguarda indistintamente tutte le categorie di opere rientranti nella lettera A, quindi, oltre alla manutenzione straordinaria, parliamo anche del restauro, del risanamento conservativo e, soprattutto, della ristrutturazione edilizia, che è la categoria di intervento - voglio ricordarlo - per la quale è possibile anche la riedificazione, dopo la demolizione, in sito diverso. Questo che cosa significa? Significa che vengono di fatto coperti tutti gli abusi, anche quelli commessi recentemente e non soltanto quelli riconducibili nelle previsioni del condono, perché la deroga riguarda gli articoli 36 e 37 del testo unico sull'edilizia, dunque, il vincolo della doppia conformità, che viene completamente superato (come l'articolo 93 a proposito della necessità…

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, deputato Sarro. Chiedo ai colleghi, lì in alto e qui davanti a me, se è possibile di fare silenzio, grazie. Prego, deputato Sarro.

CARLO SARRO (FI). Grazie Presidente. Dicevo della necessità del deposito del progetto da parte di un tecnico abilitato, appunto perché si tratta di zone sismiche. Tutto questo per dire che la sanatoria introdotta è una sanatoria di ampia latitudine. Voglio però osservare che, rispetto ai ripetuti richiami che sono stati fatti nel corso del dibattito sull'articolo 25, noi qui abbiamo una disposizione che vale solo per le regioni del centro Italia e non è estensibile all'isola d'Ischia, per la quale sono riservate le previsioni del capo 3 di questo decreto. Ciò crea una differenziazione nel trattamento delle zone sismiche che, francamente, ci appare poco comprensibile, perché sarebbe stata necessaria una disciplina unitaria di tutto il sistema. Tuttavia, indipendentemente da questo, è importante sottolineare e rimarcare come non si tratti - come erroneamente viene ripetuto - di condono tombale, perché le ipotesi considerate sono quelle già contemplate dalla legislazione vigente e, soprattutto, per Ischia questa estensione non sia stata prevista, dunque gli abusi sanabili ad Ischia sono soltanto abusi assai risalenti nel tempo (i più recenti rimontano a 15 - 16 anni fa, essendo l'ultimo condono del 2003), mentre nelle aree dell'Italia centrale si consente la sanatoria fino alla vigilia dell'evento e, secondo un'interpretazione estensiva, anche oltre (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie signor Presidente. Ieri abbiamo ascoltato da un collega del MoVimento 5 Stelle una lunga dissertazione sul termine condono per dimostrare che a Ischia non c'era il condono. Io gli chiedo - e chiedo a tutti noi per rispetto all'onestà intellettuale di ognuno di noi - come si deve chiamare ciò che è previsto dall'articolo 39-ter, laddove si dice che il proprietario dell'immobile, seppur diverso dal responsabile dell'abuso, può presentare, anche contestualmente alla domanda di contributo, richiesta di permesso o segnalazione certificata di inizio attività in sanatoria. Questo è un condono con la “C” maiuscola e voi siete responsabili, ancora una volta, da questo punto di vista, di tradire le promesse di trasparenza e di cambiamento: in cambio di che cosa lo scopriremo nei prossimi mesi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Terzoni. Ne ha facoltà.

PATRIZIA TERZONI (M5S). Grazie, Presidente. Allora, vorrei fare un po' un excursus storico su questo emendamento, perché questo emendamento era stato presentato da sindaci, presidenti di regione, tecnici di tutte e quattro le regioni colpite dal sisma del centro Italia. Era stato presentato a luglio nella conversione del decreto n. 55 del 2018 proprio per gli eventi sismici del centro Italia ed era stato presentato da tutte le forze politiche: tutte. Tant'è che vorrei ricordare al Partito Democratico che gli emendamenti 1.77 e 1.75 a firma Verducci, Pittella, Astorre, Cirinnà D'Alfonso, Ginetti, Grimani, Parente, Malpezzi, Marino, Misiani, corrispondono a questo emendamento. Tuttavia, c'è una differenza sostanziale perché l'emendamento del MoVimento 5 Stelle e della Lega prevede l'ipotesi dell'articolo 22 del testo unico dell'edilizia n. 380 del 2001, mentre l'emendamento del Partito Democratico di luglio, quindi di pochissimi mesi fa, prevede come ipotesi - lo leggo - :“in caso di interventi realizzati prima degli eventi sismici, in assenza del permesso di costruire o in difformità da esso, ovvero in assenza di segnalazioni certificate di inizio attività nell'ipotesi di cui all'articolo 23”. Non si cita, quindi, l'articolo 22, come chiediamo noi, ma l'articolo 23. Qual è la differenza tra quello che chiediamo noi oggi e quello che chiedeva il PD a luglio? Che per noi sono ristrutturazioni, mentre per l'articolo 23, che chiedeva il PD, sono nuove costruzioni. Quindi, c'è una differenza sostanziale e oggi non capisco perché il Partito Democratico si metta contro i suoi stessi rappresentanti, i quali a luglio sostenevano a gran voce questo emendamento proprio perché proposto dai Presidenti di regione, che - se non erro - sono tutti e quattro del PD.

Questo emendamento, tra l'altro, a luglio, come ha già detto anche la deputata Muroni, era stato poi votato all'unanimità con delle modifiche sostanziali, quindi con una riduzione di questa sanatoria perché, effettivamente, nel terremoto del centro Italia ci sono problemi, tant'è che tutti quanti ci siamo arrabbiati per il fatto che la ricostruzione fosse al palo e ferma da due anni.

Già a luglio si è cercato di porre una soluzione alla mancata volontà politica del Governo precedente di partire effettivamente con la ricostruzione Oggi noi qui stiamo cercando di dare una soluzione reale alle popolazioni colpite dal terremoto del centro Italia, che dopo due anni sono ancora lì: le macerie sono ferme lì, ci sono ancora i panni stesi nelle case diroccate e non è stato neanche smosso quello che c'è rimasto. Tant'è che anche Legambiente non chiede la soppressione totale di questo articolo, ma chiede due modifiche: una sulla data di applicazione e l'altra sul ridurre dal 5 per cento, che abbiamo introdotto a luglio, al 2 per cento l'intolleranza di misura, ma non chiede lo stralcio completo dell'emendamento, proprio perché ormai è chiaro a tutti - a tutti - che ci sono problemi nel far partire la ricostruzione nel centro Italia.

Quindi, mi dispiace onestamente che il Partito Democratico torni indietro sulle sue posizioni, ma ne prendiamo atto e comunque, ora, con il nuovo commissario speriamo di dare veramente una nuova marcia alla ricostruzione, che non è mai partita nel centro Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata De Micheli. Ne ha facoltà.

PAOLA DE MICHELI (PD). Grazie Presidente. A parte che sentire le parole dell'onorevole Terzoni, che si è beata delle inaugurazioni che sono avvenute fino ad ora sul cratere, facendosi fotografare davanti ai cantieri che abbiamo aperto, mi dispiace anche sotto il profilo personale ed umano, ma tant'è: ormai l'onestà intellettuale ce la siamo dimenticata in quest'Aula.

Allora, onestà per onestà, onorevole Terzoni, lei sa che questo non è l'emendamento sulle difformità lievi. Questa è un'altra cosa: è un'altra cosa!

Le dico di più: il punto di equilibrio sulle difformità lievi lo avevamo trovato insieme, tutti i gruppi, da Fratelli d'Italia, che sono seduti qui davanti a me, fino al Partito Democratico. E voi avevate avuto un protagonismo molto particolare soprattutto con l'introduzione delle norme che avevate fatto al Senato.

Allora, qui chi si sta rimangiando la parola (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e sta realizzando un condono con i soldi degli italiani siete voi e vi state rimangiando tutto il percorso fatto insieme, che io continuerò a rivendicare non tanto per il bene nostro, ma perché se lo meritano i terremotati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Brevissimamente sull'ordine dei lavori e per il verbale: quando si fa riferimento a tutte le forze che avrebbero presentato emendamenti sul condono più o meno tombale, rimanga a verbale che emendamenti con firme di deputate o deputati di LEU sul condono non ce ne sono e non ce ne saranno.

PRESIDENTE. L'abbiamo ascoltata, però insomma penso che sia abbastanza chiaro che la richiesta di intervento sull'ordine lavori prevede la proposta di un diverso andamento dei lavori. Lei ha fatto un intervento di merito, ma lasciamo correre.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Trovo davvero assurdo dover ascoltare in quest'Aula giustificazioni a questo emendamento che tendono a mescolare le carte in tavola e ad attribuire al Partito Democratico comportamenti e modalità che il Partito Democratico in questo contesto, su questo provvedimento, non ha, non ha avuto e non intende avere. Ed è un paradosso che vi preoccupi tanto un emendamento presentato mesi fa al Senato che non andava comunque in quella direzione, ma non ve ne sia interessato nulla degli altri emendamenti che noi abbiamo presentato…

PRESIDENTE. Deve concludere, collega. Sta parlando a titolo personale. Ha già parlato il collega Morassut.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). …sul terremoto del centro Italia e che avete tutti bocciato. Avete bocciato tutto ciò che riguarda il centro Italia. Questa è la vostra responsabilità su questo decreto. Vergognatevi!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Grazie, Presidente. Quando si sentono le menzogne pronunciate in un'Aula così solenne è necessario intervenire. La collega Terzoni, che è marchigiana come me, si sta inventando degli emendamenti del Partito Democratico, che giustamente la collega De Micheli ha smentito, perché la De Micheli ha una competenza specifica sul tema e può dire esattamente le cose come stanno, mentre la Terzoni dice bugie per salvare la faccia.

Il loro problema, Presidente - lo dico a lei perché lo capiscano anche quelli del MoVimento 5 Stelle - è che, quando fanno i condoni, che sono delle vere porcate, non devono provare ad addossare la responsabilità ad altri, ma devono prendersi la responsabilità di quello che fanno. Il condono edilizio su Ischia e sul centro Italia è una porcata che sarà chiamata “condono Di Maio” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD). Signor Presidente, è abbastanza singolare nella narrazione del MoVimento 5 Stelle, sentire dire che un emendamento è valido perché è già stato presentato, anche se non è vero, dal Partito Democratico. Il Partito Democratico è stato definito come una sorta di organizzazione demoniaca e improvvisamente diventa la certificazione della bontà di una proposta.

Guardate al merito di questa proposta, ve l'ha spiegato l'onorevole Sarro. A cosa serve una norma che consente di sanare gli abusi avvenuti anche dopo il sisma, in ragione della ricostruzione? Non serve a niente, serve soltanto ad aiutare degli interessi illegali che esistono purtroppo in tutte le regioni del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 39-ter.300 Braga e 39-ter.301 Muroni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 40.1 Braga.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Signor Presidente, ecco qui che in questo “decreto Genova” arriva un'altra proposta: la proposta di istituire la cabina di regia Strategia Italia. E' veramente un assurdo paradosso, visto e considerato che con i precedenti decreti avete soppresso la cabina vera e propria, la struttura, anzi il dipartimento di Casa Italia.

Non avete fantasia nemmeno sul nome: si chiamava Casa Italia, adesso lo chiamate Strategia Italia, però a noi non ci ingannate, non ci prendete in giro, non riuscite a prenderci in giro. Infatti, con questo articolo voi, sostanzialmente, prevedete con un successivo decreto di istituire una cabina di regia presieduta dal Presidente del Consiglio dei ministri con alcuni Ministri, a cui avete nel decreto aggiunto anche l'indispensabile Ministro del Mezzogiorno.

Insomma, la cabina di regia Strategia Italia è una sorta di mini Consiglio dei ministri, o meglio un mini CIPE, un “cipetto” che dovrebbe verificare lo stato di attuazione di piani e programmi di investimento infrastrutturale. Nulla a che fare con quanto il precedente Governo, all'indomani del tragico sisma del 2016-2017, aveva deciso di istituire. Infatti, la volontà del precedente Governo era tesa a creare una vera ed organica strategia di prevenzione del rischio ed aveva, quindi, istituito prima Casa Italia e poi il progetto concreto, finanziato con fondi; non una cabina di regia che verifica l'attuazione, ma un vero e proprio dipartimento con la sua autonomia, con la sua interdisciplinarità necessaria, con i suoi fondi. Ciò, non per verificare l'attuazione, ma per dare attuazione ad una strategia vera, organica, nazionale di pianificazione e di programmazione nella prevenzione del danno sismico ed idrogeologico nelle aree vulnerabili.

Insomma, voi cancellate un dipartimento con la propria autonomia, con la propria forza, smantellate i progetti dei territori, perché si erano scelte delle città laboratorio di questa strategia di prevenzione. In Abruzzo era stata scelta Sulmona, per esempio, ed in altre realtà erano state scelte altre città, ora abbandonate a se stesse.

E fate un “cipetto” che dovrebbe verificare questa necessaria, importante politica di prevenzione. Era la prima volta, finalmente, che si decideva di dar corpo a una strategia unica nazionale forte. Certo, poteva essere migliorata, certo poteva essere rafforzata, certo potevano essere messi i finanziamenti, ma è assurdo che l'abbiate cancellata.

E poi, per prendere in giro gli italiani vi inventate il “cipetto”, un cipetto che così com'è non ha alcun senso. Se vi dovete riunire riunitevi, ma non ingannate il popolo italiano, non mettete questi titoli, non è strategia Italia, è un “cipetto”, un mini CIPE di cui francamente non vediamo la grande necessità.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 40.1 Braga, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 40.2 Baldelli, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 40.010 Pastorino, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 40.015 Pittalis, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 41.303 Benedetti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI (MISTO-MAIE). Signor Presidente, qui entriamo nella discussione dell'articolo per l'utilizzo dei fanghi in agricoltura. Sappiamo che questa misura è stata giustificata da una situazione emergenziale. Tuttavia, riteniamo che sia una misura sbagliata per il semplice motivo che si permettono questi fanghi in agricoltura e si permette anche che in questi fanghi ci siano diossine, furani e altri elementi che sono stabili nell'ambiente e quindi rischiano nel suolo un effetto di accumulo.

E' perciò necessario fare un decreto ad hoc e peraltro ricordiamo che nella precedente legislatura era già in corso di esame un decreto, per mano del Ministro Galletti, che peraltro è stato integralmente ripreso dal Movimento 5 Stelle, nonostante ne avesse criticato l'operato.

Quindi, quello che chiediamo qui è di fermare un momento la situazione, perché altrimenti si rischia veramente che in questo periodo di attesa di questo nuovo decreto si possa spandere di tutto sui campi agricoli con conseguenze che non sappiamo ancora ben quantificare sia a livello ambientale che di salute umana.

Pertanto, chiediamo al Governo di prendere altro tempo per fare un lavoro più equilibrato e più sicuro dal punto di vista ambientale, mentre l'altra cosa che chiediamo è che, vista la critica che è stata mossa al Ministro Galletti sulla poca trasparenza di quanto fatto nella scorsa legislatura con questo decreto, vengano resi pubblici i pareri sui quali esso si basa - i pareri dell'ISPRA, del CREA e del CNR - di modo che la situazione sia chiara a tutti e sia anche chiaro ai cittadini in che modo vengono prese le decisioni (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (PD). Signor Presidente, questo emendamento e quelli successivi dell'articolo 41, tentano di ridurre il danno che con molta prevedibilità l'articolo 41 determinerà nel nostro Paese. Presidente, ho consapevolezza del peso delle parole che si dicono in quest'Aula e anche del loro significato e proprio perché ho questa consapevolezza vorrei dire ai colleghi che l'articolo 41 è la più sbalorditiva e la più scioccante mutazione di pelle, soprattutto di alcuni partiti e di alcuni rappresentanti di forze politiche che sono qui alla mia sinistra e sono alcuni parlamentari del MoVimento 5 Stelle.

Siamo abituati alla dissimulazione nella politica, alla retorica e alla propaganda, ma quando c'è una plateale storia di falsità, come nell'articolo 41, bisogna denunciarla pubblicamente. Il primo elemento di quest'articolo 41, signor Presidente, su cui viene utilizzato il metodo che è stato più ampiamente contestato da questa forza politica, quello di utilizzare un veicolo legislativo improprio per imbarcare, da veri e propri Schettino della legislazione, provvedimenti che riguardano emergenze ambientali e la salute pubblica. L'articolo 41 nasce da un contenzioso e ancora una volta la Lega – chapeau! - obbliga a questo timido e sostanzialmente soccombente alleato un meccanismo normativo per risolvere un contenzioso che è nato tra i comuni e la regione Lombardia, su cui la stessa regione Lombardia su alcune molecole e su alcuni elementi presenti nei fanghi, colleghi, aveva proposto una normativa che moltiplicava per 200, rispetto ad una giurisdizione e anche a una normativa che era in atto nel nostro Paese, che prevedeva limiti per lo smaltimento di questi fanghi molto più bassi.

Tuttavia, la cosa più straordinaria, come è noto a quelli che hanno proposto questa soluzione, una sentenza della Cassazione dava dei parametri ben definiti e c'era una normativa del 1992 che veniva utilizzata insieme a quella del 2006 (il decreto legislativo n. 152). La materia è molto complessa e dovrebbe essere attuata con legge. I colleghi del Movimento Cinque Stelle sono consapevoli che c'è una norma oggi in discussione di recepimento di normative comunitarie ed europee dentro la quale esiste un articolo che obbliga il nostro Paese a normare il tema dei fanghi? No, bisogna imbarcare in una norma che non c'entra, come avete fatto per Ischia e come avete fatto per altri provvedimenti, una devastante normativa sui fanghi.

La storia più allucinante - e concludo Presidente – ve la voglio raccontare in conclusione e riguarda la Basilicata, in particolare, i fanghi prodotti dall'attività estrattiva. I titoli del blog Cinque Stelle negli anni precedenti: fanghi neri, veleni, avete ammazzato le persone di cancro. Così dicevano quegli articoli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Oggi proponete, in questa sede, che quei parametri, cosiddetti policiclici aromatici, che nella normativa attuale avevano un limite a 50 milligrammi a chilogrammo di fango, oggi lo porterete a 1.000 chilogrammi e quindi ammazzerete per venti, se sono veri quei titoli. Vergognatevi di quello che state facendo, perché abbiamo visto in questi anni, colleghe, vostre parlamentari, come vere e proprie prèfiche addolorate che piangevano sui siti. Abbiamo visto allertate ronde squadriste di troll che accusavano quella regione di avere avvelenato il territorio con fanghi smaltiti a livelli molto più bassi.

PRESIDENTE. Grazie, deputato De Filippo.

VITO DE FILIPPO (PD). Concludo, Presidente. Il diavolo ci mette la coda e i fanghi vi infangheranno definitivamente perché verranno avvolti i vostri pensieri e le vostre posizioni di fango, come questo articolo prevede. Presidente, dato che non mi ascoltano, concludo facendo lo spelling ad alcuni dei colleghi parlamentari del Movimento 5 Stelle che in questi anni hanno avvelenato la discussione.

PRESIDENTE. Si, ma lo deve fare subito, perché altrimenti sono costretto a toglierle la parola.

VITO DE FILIPPO (PD). Lo spelling: Ver–go-gna-te-vi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Signor Presidente, questo dei fanghi…

PRESIDENTE. Ci vuole silenzio, per cortesia. I deputati qui alla mia destra sono pregati di fare silenzio. Prego, deputata Muroni.

ROSSELLA MURONI (LEU). La vicenda dei fanghi entra in questo decreto perché è vero che è stata creata un'emergenza, ma l'emergenza - anche qui - è stata creata da una delle forze di Governo che normando la materia nella regione Lombardia ha portato i limiti degli idrocarburi C1 e C40 a 10.000 chilogrammi su metro cubo. Ecco, di fronte a questa normativa regionale, i sindaci del pavese hanno fatto ricorso al TAR, che - come qualche volta accade nel momento in cui interviene al posto del legislatore - ha posto un limite di precauzione, abbassandolo moltissimo: quindi da 10.000 a 50, anche svelando quale era la vera emergenza, ossia il fatto che in questo Paese il tema dei fanghi di depurazione e il loro utilizzo in agricoltura non è affatto normato, né esiste una direttiva di riferimento a livello europeo. Ci troviamo di fronte, quindi, a un vuoto normativo da una parte, a una regione - regione guidata dalla Lega Nord - che legifera evidentemente rispondendo agli interessi delle lobby dei fanghisti e contemporaneamente a un TAR che interviene al posto del legislatore. Questa è l'emergenza che è stata creata, non dai fanghi, ma di nuovo dalle forze di maggioranza. Ora noi in maniera responsabile abbiamo provato a intervenire su questo articolo di nuovo e come sempre lavorando nel merito e dicendo che, oltre al lavoro fatto in Commissione, c'era bisogno di prevedere altri parametri, ma con accortezza, ed è per questo che abbiamo presentato anche un ordine del giorno al riguardo sostenendo che questa norma transitoria che metteva in qualche maniera una pezza all'emergenza creata dalla Lega Nord non dovesse esaurire l'impegno del Governo in materia. E, quindi, visto che avete creato l'emergenza e adesso ci state mettendo una pezza, prendete un impegno davanti al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali) e in tempi brevi, brevissimi, portate in Aula un decreto dedicato all'utilizzo dei fanghi in agricoltura e che normi finalmente una materia che sta diventando emergenziale.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 12)

ROSSELLA MURONI (LEU). Perché, guardate, questo è un tema che riguarda l'economia circolare, la green economy, di cui anche il MoVimento 5 Stelle ha fatto una bandiera. Ecco, sono tutti temi che se non vengono normati e non si presta attenzione al filone industriale creato, creano più danni che altro. L'alternativa, come noi ci auguriamo, non può essere né la discarica, né l'incenerimento, però nel momento in cui vi prendete la responsabilità di fare una cosa del genere in un decreto urgenze, immediatamente entro gennaio portate in Aula un decreto dedicato in cui finalmente smettete di utilizzare in maniera strumentale, come fatto negli anni passati dal MoVimento 5 Stelle, quest'argomento; smettete di creare emergenze regionali, come ha fatto la Lega Nord, e fate quello che dovreste fare, ovvero governare e normare le materie (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, nella scorsa legislatura quando discutemmo del cosiddetto decreto “sblocca Italia” il gruppo del MoVimento 5 Stelle esercitò una vibrante azione di ostruzionismo accusando il Partito Democratico e l'allora Governo di favori parlamentari, rapporti inconfessabili, pressioni di appalti milionari all'insegna - cito testualmente le parole allora dette in quest'Aula - di un'amicizia criminosa con le lobby del petrolio. Ora, al netto del fatto che tutta questa campagna produsse le dimissioni di un Ministro che poi risultò completamente estraneo a qualsiasi atto di natura criminogena o criminale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), se noi dovessimo corrispondere con la medesima moneta agli attacchi che ci sono arrivati, come dovremmo descrivere questo provvedimento? Lo dovremmo descrivere come una cessione alle lobby del petrolio da parte loro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (PD). Grazie Presidente, posso continuare il ragionamento del collega Borghi e penso che lo faremo in tanti perché, vedete, il tema è l'ipocrisia. Il tema non è il fango, è l'ipocrisia. L'ipocrisia di nascondere dietro a Genova una serie di marchette - un termine tecnico in questo caso - che si chiamano condono a Ischia, che si chiamano fanghi, che prese singolarmente andavano discusse nel merito. Voi invece le avete nascoste tutte dietro Genova con un'ipocrisia grande, con una grande ipocrisia, perché avete paura di affrontare questi temi. Ci avete raccontato per anni che non erano questioni da decreto e invece oggi ci troviamo, nascosta dietro a Genova, una cosa che con Genova non c'entra niente, ma serve per fare un favore a qualcuno che ve l'ha chiesto. Ditelo con chiarezza, spiegateci magari chi ve l'ha chiesto. Forse scopriremo che sono un problema oggettivo, ne prenderemo atto oppure scopriremo che c'è qualcuno che sta facendo una pressione per nascondere dietro a Genova un tema che ha un'altra rilevanza e un'altra cadenza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Grazie Presidente, volevo dare un piccolo contributo e so che lei è particolarmente sensibile a questo, così come la presidente della Commissione XII affari sociali. Volevo dare un piccolo contributo a questo articolo 41. Le faccio solo un piccolo esempio: si distribuiscono dei fanghi che hanno una quantità di metalli pesanti molto elevata, che hanno una stabilità e una dormienza sul terreno elevatissime, e vengono assorbiti dalle radici di vegetali che poi vengono messi sulle tavole dei bambini di diciotto mesi, di venti mesi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidentee Partito Democratico), che hanno la possibilità di essere attaccati da queste sostanze e nessuno - io parlo degli interventi che ho sentito - dice niente.

Questa cosa, al di là del condono e di tutta una serie di questioni, grida vendetta per la nostra salute. Non è possibile distribuire veleni nelle coltivazioni di vegetali e poi essere convinti che questi vegetali possono essere venduti. Questo articolo 41 - lo affermo perché me ne occupo anche - è veramente un'infamia a tutti noi. Poi abbiamo il coraggio di parlare di filiera corta, di prodotto certificato? Un prodotto avvelenato: lo blocchi! Lo dico a voi. Ho sentito anche degli interventi particolarmente interessanti in Commissione affari sociali: lo dico a voi e faccio appello a voi del MoVimento 5 Stelle, dottor Baroni. Questo articolo qui è un articolo che grida vendetta, che avvelena le famiglie italiane: bloccatelo! È una marchetta di qualcuno per permettere di distribuire dei fanghi a un costo bassissimo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). È una marchetta di qualche azienda: blocchiamola (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Liberi e Uguali)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ascani. Ne ha facoltà.

ANNA ASCANI (PD). Grazie Presidente. Ma qui la domanda è una e credo che ce la stiamo facendo tutti: ma cosa diavolo c'entra questa roba col decreto Genova? Abbiamo già visto come avete infilato un condono per Ischia che nulla c'entrava, ma perché avete voluto mettere qui una cosa che è vergognosa? Guardate, oggi ve lo scrive persino Il Fatto Quotidiano, che certamente è un giornale che leggete tutti quanti con grande interesse, ma che vi dice in modo chiaro che questa è una vergogna nazionale, che voi state facendo passare all'interno di un decreto che tratta di altro, che dopo due mesi abbondanti finalmente tenta di dare qualche risposta molto parziale a un territorio ferito dalla caduta del ponte Morandi, l'avvelenamento dei terreni agricoli.

Ma vi rendete conto della porcata che state facendo? Perché - guardate - che questa cosa ha una sola definizione: è un'assoluta porcata! Questa roba la dovete togliere da qua (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e, se avete il coraggio, venirla a discutere con un decreto ad hoc in Parlamento. Parliamo di questo a parte, non nascondetevi dietro l'emergenza di Genova: non fatelo!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Signor Presidente, signori del Governo, deputati, quello trattato nell'articolo 41 rappresenta invece - vorrei contraddire il collega De Filippo - una vera emergenza. Se si parla di un decreto emergenza, questa è un'emergenza, sicuramente. La produzione parla di circa 800.000 tonnellate di fanghi, di cui il 45 per cento da usi civili, il 28 per cento da usi industriali e il 26 per cento di provenienza agricola. Quindi riguarda tutti gli ambiti dell'attività umana: è un problema serio quello dello smaltimento dei fanghi da depurazione. Ma non sono d'accordo nemmeno con il collega Bond, perché quella dell'articolo 41 rappresenta in modo chiaro una normativa ponte. Questo è, per lo meno, quello che noi vogliamo perorare. Ora, la posizione di Fratelli d'Italia è quindi a favore, in generale, di questa normativa ponte, ma è un po' diversa, obiettivamente, da quella del MoVimento 5 Stelle, che attraverso i suoi consiglieri regionali ha fatto una dura battaglia in questo campo.

Ieri mi chiedevo: se mi avessero chiesto qualche mese fa se ritenevo possibile che il MoVimento 5 Stelle proponesse una normativa come quella del condono Di Maio, oggi mi chiedo nuovamente come è possibile che il MoVimento 5 Stelle ci presenti, però, una normativa che indubbiamente presenta delle criticità.

Ora, come noi sappiamo, l'emergenza è stata creata da una sentenza del TAR e ha creato una situazione di criticità nella gestione dei fanghi, che non è negabile. La citata pronuncia del TAR ha annullato gli effetti della delibera della giunta regionale lombarda, che aveva, tra l'altro, introdotto un limite decisamente più permissivo e che, in questo modo, attraverso questo articolo, viene ulteriormente ridotto. Però, le certezze, onorevole Bond, non sono tali. Il TAR della Toscana, per esempio, con la sentenza n. 887 del giugno 2018, ha introdotto una differenziazione fra la CSR, quindi tra la concentrazione della soglia di rischio al suolo e i fanghi, che apre comunque un dibattito anche scientifico in merito.

Allora, noi possiamo accettare questo contenuto emergenziale, però anche noi ci vogliamo associare nel dire che il Governo deve comunque esprimere la volontà di normare su basi scientifiche e conclamate questa materia perché, oggettivamente, con la salute non si scherza. Fratelli d'Italia è a favore della difesa ambientale ed è a favore di una difesa ambientale che sia anche rispettosa di tutte le attività umane, anche perché in questo modo noi possiamo portare a casa dei risultati. Andando contro quelli che sono gli interessi anche economici, finiamo per fare delle battaglie di cartello per poter attaccare le altre forze politiche, ma non portiamo a casa una difesa dell'ambiente, che noi consideriamo salute, qualità della vita, rispetto del creato e futuro. Quel futuro che in Italia è rappresentato dall'ambiente: noi lo sappiamo. Ecco perché eravamo molto - e rimaniamo molto - contrari con le normative di condono edilizio che sono state approvate ieri da quest'Aula.

Allora, attendiamo, evidentemente, che già in sede europea e nella seduta plenaria del Parlamento europeo, che dovrà rivedere la direttiva n. 850, questo Governo faccia la sua parte, per arrivare finalmente a una normativa che non pregiudichi la salute, ma che consenta di risolvere una situazione che sta mettendo in ginocchio, sotto questo aspetto, intere regioni: Lombardia, Piemonte, Veneto.

Noi dobbiamo dare risposte e su questa base ci asterremo su questi emendamenti e voteremo a favore dell'emendamento Braga, che dà tempi più consoni per arrivare a una decretazione (Applausi dei deputati del gruppoFratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie, Presidente. Dovevate aprire il Parlamento come una scatoletta: lo avete fatto, ma ci avete messo dentro le lobby, perché questo è un emendamento che risponde all'esigenza di una lobby. Lobby sono interessi e, in questo caso, gli interessi della lobby vanno a contrastare gli interessi generali degli agricoltori e soprattutto dei cittadini.

Lo sapete o non lo sapete che, una volta approvata questa norma, nei terreni in cui si farà uso di questa tipologia di fango, quei terreni non potranno essere più vocati all'agricoltura biologica? Per sempre: per sempre! Vi siete riempiti la bocca sul made in Italy, vi siete riempiti la bocca sulla qualità delle produzioni agricole; io credo che siate inconsapevoli di ciò che state approvando.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Rotta. Ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA (PD). Sì, Presidente, per denunciare ancora una volta il fango, il fango che però avete gettato su tutta la causa ambientalista. Questa mattina davanti al Parlamento c'era Legambiente che, vigorosamente, si è sentita tradita dal fango gettato su una causa importante: dal condono di Ischia ai - in questo caso - fanghi. Allora, la domanda è: perché e a favore di chi sono stati messi questi argomenti assolutamente estranei ad un argomento, invece, molto serio, che ha coinvolto apparentemente anche il Governo, ma che in realtà ha tradito nuovamente Genova e i genovesi?

Allora perché il condono di Ischia, ma anche perché i fanghi e soprattutto a vantaggio di chi? A vantaggio di chi si deve concedere a qualche lobby degli idrocarburi di poter avvelenare il nostro cibo? Magari poi per piangere la causa e per fingersi interessati. Allora noi saremmo interessati a che venissero qui i Ministri competenti, perché questo degrado forse sarà ricordato per il condono Di Maio e per i veleni…

PRESIDENTE. Grazie, deputata Rotta.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gribaudo. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Grazie, Presidente. Io ormai sono senza parole e mi domando come possiamo continuare a chiamare questo decreto “decreto Genova”, visto che questo decreto, a Genova, alla città, ai lavoratori, alle imprese a alle famiglie, non dà nessuna risposta, non dà le risposte che abbiamo chiesto in quest'Aula e le abbiamo chieste sui temi importanti, come quelli del lavoro, rispetto ai quali, ancora una volta, il Ministro Di Maio non si è presentato in quest'Aula. Oggi, ora, con questi emendamenti, assistiamo ad una vera e propria - come ricordava la collega Ascani poco fa - vergogna nazionale.

Io mi domando che cosa state pensando come forze politiche: come volete governare un Paese, quando ogni provvedimento che portate in quest'Aula continua a creare problemi, continua a creare disagi? Penso solo a un tema: quello del decreto dignità, che doveva creare occupazione e dignità ma sta creando disoccupati e nuova disoccupazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ora, con questo elemento sui fanghi, continuate a consegnare un Paese sbagliato…

PRESIDENTE. Grazie, deputata Gribaudo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Grazie, Presidente. Di solito ci occupavamo del fango che un MoVimento a cui lei appartiene getta sugli avversari, oggi invece ci occupiamo del fango che riversate nei campi. Ma non è un fango qualunque, è un fango figlio di qualche lobby, a cui, evidentemente, questo Parlamento, anzi, questa maggioranza deve fare qualche marchetta. Ciò che avete inserito in questo decreto non è qualche cosa di banale perché state mettendo del veleno nei nostri campi, quei campi che dovrebbero essere dedicati all'agricoltura biologica e che, per colpa di Lega e MoVimento 5 Stelle, saranno campi che non potranno più avere quel tipo di coltivazioni. Per cui, questo che è un decreto vergogna, che contiene un condono edilizio che riguarda Ischia e che riguarda anche il centro Italia e le zone terremotate, e che sarà ricordato come il condono Di Maio, contiene anche un altro provvedimento che ricorderemo noi: il veleno…

PRESIDENTE. Grazie, deputata Morani.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Grazie, Presidente. Gli italiani, che probabilmente da lontano vedono e assistono a questa discussione, pensano che stiamo discutendo su come ricostruire il ponte di Genova: non è così. Stiamo discutendo di abusi, stiamo discutendo di veleni e io mi chiedo dov'è finito l'ambientalismo del MoVimento 5 Stelle. Quelli che accusavano il PD di accordi con le lobby (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Oggi lo dice chiaramente il magistrato, l'ex magistrato Gianfranco Amendola: l'articolo 41 del decreto Genova vuole consentire di smaltire in agricoltura fanghi pesantemente contaminati da idrocarburi. Ciò non ha niente a che vedere con Genova ma, soprattutto, consente al partito degli inquinatori di raggiungere il loro risultato. Lo dice uno che non è sicuramente un amico del PD. State lavorando insieme al partito degli inquinatori: complimenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Grazie, Presidente. Parliamo di fanghi di depurazione, di riutilizzo di sostanze nocive. Penso che sia facile intuire che con Genova tutto ciò non c'entra niente, ma anche la pericolosità per l'ambiente e per la salute. Mi viene in mente - e ho riletto in questi giorni - la relazione della Commissione d'inchiesta sulla Terra dei fuochi della scorsa legislatura al Senato, dove si parlava, purtroppo, di percentuali alte nel quadriennio 2008-2012. In Campania, solo in Campania, sono morti 206 ragazzi nell'età tra 0 e 19 anni per via dell'inquinamento nei terreni. Penso a tutto il tema della riforma degli ecoreati, che abbiamo fatto e abbiamo sostenuto con convinzione. Con questa norma si cancella tutto, si torna indietro e non si pensa a quanto possa essere invasivo e pericoloso riutilizzare questi fanghi nocivi in agricoltura e nei terreni. Sottolineo che si tratta di fanghi di depurazione, di un residuo finale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)…

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie Presidente. Proprio lei, qualche settimana fa, discutendo su un altro decreto, ha sdoganato la parola “marchetta”, dicendo che non è una parola di cui dobbiamo aver né timore, né paura nel pronunciarla in quest'aula. Alla luce di quanto sta accadendo su questo decreto, direi che il MoVimento 5 Stelle non ha sdoganato la parola, ma ha sdoganato il concetto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) della sua azione politica. Il problema, quindi, non è più la parola che usate, è che le fate le marchette: le fate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Questo decreto ne è esattamente la riprova. Allo stesso modo avete sdoganato il condono, quel condono che prima avevate messo all'indice, mentre oggi siete il partito, il movimento, il Governo delle marchette, dei condoni, dell'aggiramento delle norme antimafia, il tutto alla faccia di Genova.

ROBERTO GIACHETTI (PD). I banchi del Governo!

PRESIDENTE. Deputato Zolezzi, liberi i banchi del Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baratto. Ne ha facoltà.

RAFFAELE BARATTO (FI). Grazie, Presidente. Intervengo solo per ribadire come questo articolo credo che smascheri veramente la soluzione che hanno le società per questo problema. Infatti, ritengo che se si aiutassero negli investimenti queste società pubbliche, la soluzione al problema dei fanghi si potrebbe davvero trovare, perché le soluzioni ci sono.

Mi dispiace che il collega del gruppo Fratelli d'Italia abbia detto che quella soluzione è una soluzione che va nel verso giusto, perché invece è una soluzione che porterà ancora più peso nella questione economica verso i cittadini. Lo ripeto: oggi le soluzioni - e le società pubbliche lo stanno dimostrando - si possono trovare! Il fatto è che bisogna aiutarle e credo che nel giro di 4 o 5 o al massimo 10 anni queste soluzioni si potranno trovare. Dico ciò anche perché oggi i fanghi si portano all'estero, si continuano a portare all'estero e non credo che questa sia la soluzione giusta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, penso che lei converrà con me sul fatto che questa è una norma abbastanza abnorme nel decreto in esame, una norma che aveva poca attinenza per materia con tutte le altre materie trattate. Ciononostante è inutile nasconderci dietro un dito: è vero che c'è una giurisprudenza che negli ultimi mesi si è formata e che è contrastante.

Al di là però delle valutazioni di merito, mi pare abbastanza strano l'atteggiamento del Partito Democratico, perché ha sviluppato numerosi interventi contrari, ma io non ho visto un emendamento soppressivo al riguardo. Anzi, l'unico emendamento che è stato presentato, a firma dell'onorevole Braga e che noi voteremo, è un emendamento che rimanda a data successiva alla norma in esame, una nuova disciplina in materia di fanghi. Non si può essere e non si può avere sempre una doppia staliniana verità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Grazie Presidente. Con questo provvedimento si svela finalmente la natura del Governo e della maggioranza: si carpiscono la buona fede e così le aspettative dei cittadini feriti di Genova infarcendo questo provvedimento di nefandezze lobbistiche! Ne abbiamo avuto modo parlando dei condoni e l'articolo 41 ne è precisa rappresentazione.

Vorrei capire soprattutto dal Governo, che pare abbastanza disinteressato da questo intervento, come può il Ministro dell'Agricoltura Centinaio parlare ogni giorno del valore delle nostre produzioni, del valore del biologico: se si mettono gli idrocarburi nella terra, il biologico non si farà mai!

Ma, evidentemente, tutto ciò è immagine di questo Governo, di questa maggioranza che, peraltro, la legge sul biologico la vuole ritardare. Quindi, si racconta una cosa ai cittadini e poi, con l'altra mano, se ne fa un'altra. In questo modo si ingannano i cittadini. Come si poteva approcciare questo tema? Certo, è un tema urgente, urgentissimo, e le regioni l'hanno affrontato in modo disomogeneo. Si fa con un provvedimento organico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Anzaldi. Ne ha facoltà.

MICHELE ANZALDI (PD). Grazie Presidente. Io sinceramente sono confuso: questo Governo, il Governo del cambiamento, ha proposto agli italiani un Ministro dell'ambiente che era famoso per avere fatto la battaglia alla terra dei fanghi. Un generale della Guardia Forestale va all'ambiente e, quindi, pensavamo ad una rivoluzione. Adesso, invece, si arriva a spargere i fanghi nei terreni, dopo tutti gli investimenti che ha fatto l'Italia sul biologico, dopo che all'estero vendiamo il made in Italy che è, realisticamente, una delle poche aziende che sta rimanendo grazie ai doni naturali che ha il nostro Paese. Adesso andiamo a spargere dei fanghi nei terreni, con una comunicazione internazionale che, su questo, ci aggredirà, danneggiando tutto un settore. Passiamo, appunto, dal Ministro che veniva dalla terra dei fuochi al Ministro che diventerà il Ministro della terra dei fanghi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pini. Ne ha facoltà.

GIUDITTA PINI (PD). Grazie, Presidente. Guardi, io non mi rivolgerò ai dirigenti del Movimento 5 Stelle, né al Governo che in questo momento incarna il famoso libro “La solitudine dei numeri Crimi” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Io mi rivolgo ai colleghi del Movimento 5 Stelle: è capitato a tutti, anche a noi quando eravamo maggioranza, che in un decreto capitasse nottetempo una norma messa dal Governo o da manine misteriose su cui non si era d'accordo. Ebbene, il Parlamento, il dibattito parlamentare serve proprio a questo: questa norma è una vergogna che devasta il territorio! Ora, visto che, non dico voi, ma tutti qui stiamo dicendo che è una cosa che va cambiata, io mi aspetterei da voi un qualsiasi tipo di discussione, di reazione; cerchiamo di capire: siamo in Parlamento, non è che ci mandano il messaggino e noi stiamo zitti. No, possiamo anche vedere che c'è stato un errore e cercare di risolverlo insieme! Nessuno, nessuno perde la faccia, tranne, ovviamente, quelli che hanno provato a fare i furbi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Vazio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO (PD). Presidente, ritengo che si debbano chiamare le cose con il proprio nome: questo è un accordo scellerato e criminoso che lega il partito - e la maggioranza che mette questa norma all'interno di questo decreto - con le industrie che producono i fanghi. Non c'è altra spiegazione! Non c'è altra ragione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Credo che coloro i quali sono venuti in questo Parlamento a sostenere la pulizia devono farsi un grande esame di coscienza. Questo è un Governo spericolato! Lo è stato con Lanzalone, lo è stato con i 49 milioni della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), ora lo è con il condono fiscale, il condono edilizio e con i fanghi. Dove volete portare questo Paese? E' una vergogna! Proprio da chi, come il Movimento Cinque stelle, ha fatto dell'onestà il proprio vessillo. Non è onestà: questo è un crimine contro l'agricoltura, contro coloro che vogliono mangiare prodotti che sono all'onore del mondo e contro i nostri figli. E' una vera vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, ringrazio il mio gruppo e dico che voteremo a favore di questa proposta emendativa della collega Benedetti. Vorrei dire al sottosegretario che apprezzo la sua presenza, ma noi vorremmo ci fosse il Ministro Costa a metterci la faccia qui (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia edi deputati del gruppo Partito Democratico) rispetto a questo tema, invece di rilasciare soltanto interviste sulla carta stampata.

Presidente, ricordo poi che una stella del Movimento 5 Stelle si chiama “ambiente”: ebbene, non ho visto nessuna giustificazione rispetto all'ecomostro di Bagheria (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Partito Democratico) di cui si è parlato ieri e rispetto al quale la deputata diceva di voler dare spiegazioni a termine seduta! Non ho visto nessuna dichiarazione del vostro prossimo candidato, Alfonso Pecoraro Scanio, su questo tema! Non ho visto nulla! Ho visto semplicemente un tacere che non fa onore, lo dico di nuovo, ad una delle stelle fondanti del Movimento 5 Stelle che si chiama “ambiente”. Quindi, sottosegretario, vergognatevi! Rispetto a questa posizione rinnoviamo il voto favorevole a questo emendamento. Continueremo ad astenerci sulle altre proposte emendative, con un voto favorevole al 41.2 Braga (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie Presidente, per unirmi anche all'intervento del collega Rizzetto, pensiamo e riteniamo che questo emendamento sia assolutamente indecente perché eleva da 50 milligrammi al chilogrammo degli idrocarburi a ben 1.000 milligrammi per chilogrammo. E indovinate a chi andiamo a risolvere i problemi? Alle grandi industrie petrolifere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Partito Democratico) e in particolare a quelle della Basilicata. Quindi riflettiamo, questo avrà una conseguenza sulla filiera del biologico, andrà ad avvelenare i nostri terreni, le nostre falde acquifere. Io ricordo, e ricordo a noi stessi, che Fratelli d'Italia, la destra italiana, ha una forte sensibilità ecologista. Voglio ricordare qui le battaglie di Paolo Colli fondatore di Fare Verde che su queste battaglie e per queste battaglie ci ha lasciato la vita (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Mura. Ne ha facoltà.

ROMINA MURA (PD). Grazie Presidente, io credo che abbiate mollato davvero ogni freno inibitore e liberato mani e manine a danno dell'ambiente e della salute dei nostri cittadini. Ve lo hanno detto anche alcune regioni che serve una riforma organica sulla gestione dei fanghi in agricoltura. E invece no, l'avete inserita in questo decreto e senza avere nemmeno un parere articolato e complessivo dell'Istituto Superiore della Sanità che si è fermato esclusivamente a un parere sui parametri microbiologici. Fermatevi, siete ancora in tempo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Prestipino. Ne ha facoltà.

PATRIZIA PRESTIPINO (PD). Grazie Presidente, che la manina di Di Maio abbia agito forzosamente anche nel decreto Genova, con il suo condono personale per Ischia prima e con la gestione dei fanghi di depurazione poi, la dice davvero lunga sull'attendibilità e la credibilità del capo politico del Movimento 5 Stelle, nonché Vice premier e Ministro Di Maio, che da pasdaran della legalità e della tutela dell'ambiente si è trasformato di fatto in avvocato difensore di precisi e pericolosi interessi lobbistici. Io penso che quella manina Di Maio invece che insinuarla continuamente nei decreti legge farebbe bene a mettersela qualche volta sulla coscienza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Grazie Presidente, un pensionato mi ha detto: guarda che su questi fnghi tu Fatuzzo devi intervenire. Naturalmente ha sbagliato fanghi, sono un altro tipo di fanghi. Intervengo comunque egualmente per dire che sul decreto Genova bisogna fare presto, bisogna fare in fretta. I pensionati non hanno molto tempo da aspettare noi e le nostre discussioni. Quindi invito tramite lei il Governo a fare presto: “fé fito figióe!” Viva i pensionati, pensionati all'attacco (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Colaninno. Ne ha facoltà.

MATTEO COLANINNO (PD). Grazie onorevole Presidente, dietro questo provvedimento sulla tragedia di Genova hanno fatto il condono, Lega e Cinquestelle. È un tema di ipocrisia, vi ricordate forse voi dei Cinquestelle come saltavate sui banchi nella scorsa legislatura, come se fossimo non in un'Aula parlamentare ma in un circo equestre, mentre il PD introduceva il reato di autoriciclaggio per tracciare i fondi? Oggi fate i condoni, ieri avete tentato di abolire nella manovra il reato di riciclaggio, facendo finta che l'avesse messa una manina, la vostra manina. E oggi introducete il condono, bravi, uno dei peggiori condoni: fanghi, condoni edilizi, Ischia, questo è il vostro stile, la vostra ipocrisia, ma non funzionerà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Menech. Ne ha facoltà.

ROGER DE MENECH (PD). Grazie Presidente, oggi prendiamo atto che con questo decreto ufficialmente il MoVimento Cinquestelle perde una stella, la stella dell'ambiente non ce l'ha più. Però io mi rivolgo anche e soprattutto ai colleghi della Lega: come si fa con un decreto così approvato e con questa norma sui fanghi a promuovere ancora l'agricoltura di qualità? L'agricoltura di montagna: in tutta la campagna elettorale ne ho sentito parlare. Dobbiamo rendere conto a quegli agricoltori che strappano centimetro su un centimetro della montagna delle aree più interne del nostro Paese, ma come riusciamo a tenere insieme la dimensione della qualità del prodotto tipico con il fatto che invece di trattarli i fanghi ne alziamo i limiti? Questa è una grande domanda e allora da una parte c'è l'ipocrisia di chi ha cinque stelle ma se ne ritrova quattro e dall'altra c'è un'altra ipocrisia di chi oggi fa le battaglie in Italia e in Europa per tutelare i prodotti tipici e poi lascia invadere i nostri prodotti con i fanghi e con l'inquinamento. Ecco, questa è una scorciatoia che i cittadini capiranno fin da subito. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.

ALBERTO ZOLEZZI (M5S). Grazie Presidente, io ringrazio tutta l'Aula per questa discussione perché si è riusciti ad affrontare una categoria di rifiuti molto importante che sono i fanghi di depurazione di cui per 26 anni i vari Governi non si sono mai occupati, non parliamo di un chilo ma di circa sei milioni di tonnellate tutti gli anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Di queste circa metà sono state sparse sui nostri suoli da 26 anni e nessuno se ne è mai occupato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico) di mettere limiti su idrocarburi, su diossine, su cromo, su arsenico, su pgv, e sono state sparse queste tonnellate. Se sono stati fatti danni sono stati fatti. Adesso finalmente stiamo mettendo l'obbligo di cercarle queste sostanze.

VITO DE FILIPPO (PD). Sei un bugiardo!

PRESIDENTE. De Filippo! Deve far terminare il collega che sta facendo un intervento. Siete intervenuti tutti, ascoltiamo nella buona dialettica parlamentare. Prego Zolezzi.

ALBERTO ZOLEZZI (M5S). Stiamo mettendo questi limiti che sono limiti impegnativi, importanti che pongono l'obbligo di ricercare queste sostanze. Sono limiti che si basano su dati tecnici, studiati anche nel Governo precedente da Galletti. In futuro ci sarà la scrittura di un decreto ministeriale tecnico per eventualmente migliorare tutta questa cosa (Commenti di deputati del Partito Democratico).

PRESIDENTE. Deputata Rotta!

ALBERTO ZOLEZZI (M5S). In emergenza era necessario perché anche la Liguria era tra le regioni che mandava 30.000 tonnellate di fanghi ogni anno in Lombardia ed è tra le regioni che era in emergenza fanghi e per questo c'è attinenza con il decreto. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gariglio. Ne ha facoltà.

DAVIDE GARIGLIO (PD). Grazie, il collega a cinque stelle che ha appena parlato ha mentito sapendo di mentire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Io trovo questo molto grave. Il Codice dell'ambiente metteva dei limiti, voi intervenite in questo momento, intervenite in questo momento…

PRESIDENTE. Deputato Vianello, a posto.

DAVIDE GARIGLIO (PD). …per superare i vincoli giurisprudenziali. Io da padre trovo questo momento una sconfitta del Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente) perché è certo che di qui usciremo con questa norma approvata ed è certo che qui le mie figlie, come i figli di tanti di voi, potranno e continueranno ad alimentarsi con sostanze che saranno contaminate da questi fanghi. Non voglio addossare colpe reciproche, lasciamo perdere quello che è successo, guardiamo avanti (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), cerchiamo di scrivere qualcosa che serva. In questo momento stiamo facendo del male a noi e a chi viene dopo di noi. Io scongiuro l'approvazione di questo emendamento, che non è un emendamento del mio gruppo, perché è un modo per spostare avanti il problema. Se non lo si fa il rischio che pagheremo è alto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Nobili. Ne ha facoltà.

LUCIANO NOBILI (PD). Presidente, diversi miei colleghi hanno già spiegato lo schifo di questo articolo 41, perché lo combattiamo, perché lo contrastiamo e perché ha senso ridurre i limiti indegni che avete alzato per inquinare i nostri campi e il nostro territorio. Però io Presidente mi voglio rivolgere a lei direttamente: sono passati 78 giorni dal 14 agosto del crollo del ponte Morandi, in questi 78 giorni di attesa noi stiamo votando un decreto-legge che parla disposizioni urgenti per la città di Genova e, dentro questo decreto, avete nascosto le porcate sul condono e sui fanghi.

PRESIDENTE. Usi un termine appropriato, per favore.

LUCIANO NOBILI (PD). Mi rivolgo a lei Presidente perché mentre noi in Parlamento nella scorsa legislatura approvavamo la legge contro gli ecoreati, lei ha costruito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) la sua carriera politica nella battaglia sulla Terra dei fuochi e non prova imbarazzo oggi in maggioranza a votare uno schifo …

FRANCO VAZIO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO (PD). Sì Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori perché credo che qua non si possa andare avanti dopo una dichiarazione così grave fatta dall'onorevole del MoVimento 5 Stelle, mi pare Zolezzi.

PRESIDENTE. Non è sull'ordine dei lavori questo.

FRANCO VAZIO (PD). Siccome vi è stata una precisa indicazione, chiedo di sapere chi è stato quell'amministratore ligure che ha chiesto di spargere i fanghi sui terreni agricoli. Siccome l'onorevole che mi ha preceduto ha detto che questa esigenza nasce in collegamento e in concomitanza con il disastro di Genova …

PRESIDENTE. Non è sull'ordine dei lavori, deputato Vazio, non è sull'ordine dei lavori perché è un intervento sull'intervento del deputato Zolezzi, mi dispiace.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la deputata Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori perché non è ammissibile in quest'Aula prenderci in giro. Il collega Zolezzi …

PRESIDENTE. Deputata Gadda, già abbiamo detto che non è sull'ordine dei lavori …

MARIA CHIARA GADDA (PD). Non c'è soltanto il decreto n. 152, ma c'è anche la legge …

PRESIDENTE. Può tranquillamente fare intervenire un altro collega del suo gruppo …

MARIA CHIARA GADDA (PD). No, intervengo sull'ordine dei lavori, Presidente.

PRESIDENTE. Questo non è sull'ordine dei lavori.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Signor Presidente, è sull'ordine dei lavori perché in quest'aula deve essere definita la certezza normativa, non si devono prendere in giro, né il Parlamento né i cittadini che ci stanno ascoltando.

VITO DE FILIPPO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ha già parlato anche lei a titolo personale, è già intervenuto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rossi. Ne ha facoltà.

ANDREA ROSSI (PD). Signor Presidente, mi consenta di prendere a prestito il verso di una canzone italiana dove si dice: “… cade una stella, ma dimmi dove siamo, che te ne frega”. Ecco, oggi come hanno ricordato anche alcuni miei amici sta cadendo una delle cinque stelle, la stella dell'ambiente. Se mai avessimo bisogno e semmai avessimo la necessità di mettere in capo un'ulteriore prova, dopo il condono di Ischia, dopo il tema posto anche rispetto alla questione del terremoto, del sisma del Centro Italia, siamo di fronte sul tema dei fanghi ad un'altra stella che da un punto di vista ambientale cade in questo Parlamento. Cade su un tema molto semplice, sulle garanzie da riconoscere alla nostra terra che mette in campo i prodotti che servono al nostro benessere. Mi riferisco ad un incremento dei limiti per quanto riguarda i fanghi. Quindi, dalla canzone dei Ricchi e poveri qui, in questo momento, cade una stella (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Lucchini. Ne ha facoltà.

ELENA LUCCHINI (LEGA). Signor Presidente, trovo assolutamente assurda questa contestazione sui fanghi. Premetto che questo decreto si chiama decreto emergenze e non decreto Genova e la problematica sui fanghi era una vera e propria emergenza: spieghiamo meglio come stanno le cose veramente. A seguito di una sentenza del TAR Lombardia tonnellate e tonnellate di fanghi venivano accumulate senza limiti alcuni, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, e non potevano più essere smaltite. Dove sarebbero andate a finire queste tonnellate di fanghi, questo non l'ha detto nessuno. Ebbene, la verità è che abbiamo rischiato una bomba ambientale, una vera catastrofe ambientale che fortunatamente è stata sanata inserendo l'articolo 41 nel decreto emergenze. Giusto per essere anche precisi, oltretutto sono stati messi dei limiti molto più restrittivi rispetto alla norma n. 99 sui fanghi del 1992, che mai era stata aggiornata da allora.

Mi chiedo, ad esempio, dove fosse il Partito Democratico negli scorsi anni, dato che questa normativa non è mai stata rivista (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle - Commentidei deputati del gruppo Partito Democratico). Bisognerebbe chiedere a chi c'è stato negli anni passati come mai non hanno mai aggiornato la normativa sui fanghi. Noi finalmente ci stiamo lavorando, abbiamo messo un punto di inizio, abbiamo risolto un'emergenza (Commentidei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Deputata Morani, deputata Morani!

ELENA LUCCHINI (LEGA). Abbiamo risolto un'emergenza che, ovviamente, è successa proprio poco tempo fa nel mese di luglio, che abbiamo risolta in tempi strettissimi attraverso questo decreto emergenze e abbiamo iniziato a lavorare anche per rivedere l'intera normativa sui fanghi, cosa che non era mai stata fatta precedentemente (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Del Barba. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BARBA (PD). Signor Presidente, io mi rivolgo a lei perché, in veste di deputato, mi sento privato del mio ruolo in questa Camera, in questo Parlamento. Credo che tutti ne siamo privati per come questo dibattito si sta svolgendo, Presidente. Noi stiamo approvando un decreto che parla di emergenze, un'emergenza gravissima come quella ambientale viene derubricata alla voce “altre emergenze” e già questo la dice lunga sulla nuova sensibilità ambientale di questa maggioranza. Però, vede, non è possibile che su un tema così importante il Parlamento non venga messo nelle condizioni di conoscere la verità. Non si sente la voce del Governo, non interviene il Ministro; noi ci informiamo presso i colleghi della Commissione, ma non è stato audito nessuno su questi nuovi valori; leggiamo le relazioni …

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Intervengo per smentire sia chi è intervenuto per il MoVimento 5 Stelle, sia per la Lega, perché questi deputati si sono dimenticati di raccontare come stanno davvero le cose. In assenza di una norma e in conseguenza a quella sentenza a cui si faceva riferimento, si applica la norma ambientale, il decreto n. 152, che stabilisce i criteri minimi e massimi degli idrocarburi. Voi avreste dovuto attenervi a quello e se non avevate letto quello, avreste dovuto sapere che la legge di delegazione europea, all'articolo 14, vi avrebbe dato ampie facoltà di poter intervenire rispettando l'ambiente.

La verità è che voi quegli idrocarburi e quei fanghi avete voluto metterli nei terreni agricoli per soddisfare le lobby e le persone che vi hanno chiesto di intervenire su questo tema. Vedere che si fa riferimento, per giustificare un simile provvedimento alla Liguria, è una vera vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Basini. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BASINI (LEGA). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, durante questo dibattito ho sentito dire dai banchi della sinistra la parola “vergogna”, la parola “marchette”, la parola “ipocrisia”, la parola “venduti alle lobby”, la parola “traditori”. Colleghi della sinistra, per adoperare questo linguaggio potevate anche restare al vecchio nome di partito comunista (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 41.303 Benedetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (PD). Signor Presidente, noi ricordiamo tutti che la nota di aggiornamento al DEF è arrivata con circa nove giorni di ritardo, ma va bene: abbiamo archiviato. Poi, il documento programmatico di bilancio, cioè un livello di dettaglio maggiore sulle intenzioni di finanza pubblica di questo Governo, è arrivato, stranamente in tempo, il 15 ottobre. Poi, dal 20 ottobre, da undici giorni, stiamo aspettando il tassello finale, la legge di bilancio con le relative norme e, più di una volta, abbiamo evidenziato il fatto che ogni giorno di ulteriore ritardo significa un giorno in meno di discussione e approfondimento parlamentare di una manovra così cruciale, come quella che il Governo ha presentato.

Finalmente, stamattina, il Governo ha trasmesso un altro documento di finanza pubblica al Parlamento e quindi, al momento di apertura delle e-mail, noi tutti abbiamo tratto un sospiro di sollievo perché, sebbene dopo 10, 11 giorni di ritardo - che a memoria non ricordiamo - la legge di bilancio, finalmente, era arrivata in Parlamento.

Senonché, un'occhiata più approfondita ci ha fatto ricredere, perché quella che il Governo ha inviato stamattina - o ieri sera - al Parlamento non è la legge di bilancio, ma è una nuova versione del documento programmatico di bilancio, cioè dell'unico documento che era arrivato in tempo il 15 ottobre.

Ora, io non lo so in cosa questa nuova versione differisca da quella del 15 ottobre, probabilmente soltanto un avverbio o qualche cifra diversa (se fosse così, però, sarebbe bastata una errata corrige e non una nuova trasmissione al Parlamento). Tuttavia, mi chiedo: è mai possibile che non solo il Governo non invia la legge di bilancio entro il tempo stabilito, non solo non la invia 11 giorni dopo la scadenza del termine previsto dalla legge, benché ordinatorio, ma addirittura 16 giorni dopo manda una nuova versione del documento trasmesso 15 giorni fa? Che modo di procedere è mai questo?

Signor Presidente, mi appello a lei affinché, nell'esercizio delle sue funzioni, intervenga presso il Governo perché, oltre al danno, qui c'è la beffa. Non solo non arriva la legge di bilancio - ieri ci è stato detto che arriva entro oggi e vediamo se arriverà stasera - ma, addirittura, il Governo ha mandato una nuova versione del documento programmatico di bilancio, che è stato – lo ricordo - inviato alla Commissione europea il 15 ottobre. Lo esamineremo, vedremo in che cosa cambia ma, comunque, non è un modo sano di procedere e non è un modo per rispettare le procedure di questo Parlamento e, secondo me, è una cosa che richiede un suo autorevole intervento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Marattin.

Ho consentito questo intervento sull'ordine dei lavori, anche se non è sull'ordine dei lavori attuale ed è un qualcosa di cui abbiamo già parlato ieri nella Conferenza dei capigruppo che si è tenuta a mezzanotte circa.

Ha chiesto di parlare l'onorevole De Carlo. Ne ha facoltà.

LUCA DE CARLO (FDI). Signor Presidente solo per ricordare a lei e all'Aula che tra pochi giorni ricorre un anniversario importante, cioè quello dell'unità nazionale (Deputatidel gruppo Fratelli d'Italia espongono la bandiera d'Italia e scandiscono: “Italia, Italia”)…

PRESIDENTE. Possono intervenire i commessi, per favore.

LUCA DE CARLO (FDI). … il 4 novembre, festa dell'unità nazionale a ricordo del sacrificio …

PRESIDENTE. Intervengano i commessi (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente). Mi sembra proprio, in questo momento, un intervento inappropriato, per favore!

LUCA DE CARLO (FDI). … di oltre un milione di persone che persero la vita durante la Prima guerra mondiale, sancendo la fine del Risorgimento e l'inizio di quella che noi chiamiamo Patria, cioè l'Italia.

PRESIDENTE. Per favore, avete mostrato la bandiera, basta così, grazie (Deputatidel gruppo Fratelli d'Italia scandiscono: Italia, Italia!)

Passiamo alla votazione dell'emendamento 41.300 Benedetti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (PD). Signor Presidente …

PRESIDENTE. Grazie, leviamo lo striscione (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente). Prendiamolo. Prendiamo lo striscione…Prendiamo noi lo striscione e lo riconsegneremo dopo (Commentidei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)…

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Il tricolore, Presidente!

PRESIDENTE. La bandiera, la bandiera (Dai banchi del gruppo Fratelli d'Italia si scandisce: Tricolore! Tricolore!). La bandiera, la bandiera, la bandiera (Commentidei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). No, prendiamo noi la bandiera e poi ve la ridiamo al termine dell'Aula (Commentidei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Prendiamo noi (Commentidei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)…Delmastro Delle Vedove… Delmastro Delle Vedove! A fine d'Aula la riprendiamo, altrimenti fuori dall'Aula!

Bandiera e Delmastro Delle Vedove fuori dall'Aula.

Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Signor Presidente, quello che è accaduto sotto gli occhi di tutti non può rimanere così. Glielo dico perché fa seguito …

PRESIDENTE. Certo. Certo …

ROBERTO GIACHETTI (PD). Presidente, le chiedo scusa. Fa seguito a quello che è successo ieri. Le persone che lavorano qua dentro - che lavorano qua dentro - vanno rispettate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ieri l'onorevole Foti se l'è presa con un funzionario che stava andando a spiegare a una collega per la quale era intervenuta …

PRESIDENTE. Infatti, è stato richiamato.

ROBERTO GIACHETTI (PD). … ed è stato preso a male parole. Adesso non è stato consentito a chi lavora qua dentro di togliere la bandiera, eseguendo un suo ordine, e hanno fatto scappare la bandiera, attraverso peraltro un presidente di Commissione. Tutto questo, signor Presidente, siccome è sotto gli occhi di tutti, non può non avere conseguenze, perché innanzitutto il rispetto di chi lavora qua dentro deve essere garantito, grazie (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Deputati del gruppo Fratelli d'Italia scandiscono: “Giachetti, vai a lavorare!”).

SALVATORE DEIDDA (FDI). Lavoriamo più di voi!

PRESIDENTE. Deputati, deputati… Deputati!

Osnato, Butti, vi faccio il primo richiamo formale. Allora, se continuiamo così, oggi partono le espulsioni all'Aula.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Bignami. Prego, ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. Premesso che alla presenza dei nostri giovani ospiti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), evidentemente, confidiamo che ci sia un approccio leggermente diverso, permettiamo di rilevare che è la bandiera italiana, non è uno striscione, Presidente (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Per il tramite suo, al collega Giachetti ci permettiamo di rilevare …

PRESIDENTE. Sa che quando si mostrano così le cose, non sembrano quello che sono.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Presidente, mi deve spiegare perché quando parlano i colleghi del 5 Stelle o del PD, lei non interrompe mai, mentre quando è qualcuno di centrodestra, interrompe sempre: magari sono io che confondo. Servirebbe, Presidente, più amore, più partecipazione, magari questo consentirebbe anche un lavoro diverso in Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. E' chiaro che è la sua percezione personale, perché interrompo tutti quando vanno interrotti.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). A me mi richiama e basta!

PRESIDENTE. D'Ettore, si segga!

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI (MISTO-MAIE). Vorrei intervenire sul mio emendamento, Presidente, che prima lei stava mettendo in votazione direttamente.

PRESIDENTE. Prego.

SILVIA BENEDETTI (MISTO-MAIE). Qui sono necessarie delle precisazioni. Si parla di 25 anni in cui questa materia non è stata normata. In realtà, per ammissione dello stesso collega Zolezzi, è un decreto di Galletti che è stato ripreso, quindi, in realtà, ci stava già lavorando il Ministro Galletti.

Poi vorrei anche fare un'altra precisazione. C'erano dei limiti regionali, certo, non uniformi sul territorio italiano, certo, ma che la Lega venga a dire di aver normato per la prima volta la questione su regioni, come la Lombardia e il Veneto, dove notoriamente mi pare che governi la Lega e dove mi pare che la questione non sia stata affrontata in maniera brillante. Direi, quindi, che non è il caso di prendersi questo merito: non ve lo potete prendere, proprio no.

Poi, preciso un'altra cosa. Secondo me lavorare in politica è anche una questione di responsabilità. Non si può parlare di bianco o nero, di soluzioni estreme su tutto. A volte le questioni sono complesse e quindi adesso che eventualmente il collega Zolezzi si risenta del fatto che non si ragioni sulle cose, lo deve un po' anche all'imprudenza della comunicazione che è stata fatta negli anni, laddove si è sempre parlato di moratoria dello spandimento, di fanghi tossici, di lobby, eccetera eccetera. Sappiamo che le cose sono complesse e credo che sia dovere nostro, nei confronti dei cittadini, che anzi, oggi ci stanno anche guardando, dire le cose nella loro complessità senza fare i venditori di pentole (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'EsteroeLiberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (PD). Grazie, Presidente. Anche su questo emendamento io vorrei dire sommessamente, con molto rispetto ai colleghi: evitiamo che scroscianti applausi travolgano la verità e non solo la verità ma, certe volte, anche quel minimo di buonsenso. Io frequentando molti di voi sono convinto che nell'intimo, nella vostra coscienza considerate, soprattutto nel gruppo del MoVimento 5 Stelle, questo articolo una delle più grandi smentite di campagne di stampa per le quali noi abbiamo una documentazione monumentale.

Come ho detto nel primo intervento, eserciti di troll hanno assediato molte volte le nostre comunicazioni, anche con toni direi da squadristi. Io non rimprovero i colleghi della Lega, che su questo fronte hanno una linearità, dominante purtroppo. Quindi capisco che un contenzioso che è scoppiato in una regione importante per quel movimento, venga poi risolto nel peggiore dei modi quando si parla di ambiente, cioè quello di imbarcare un articolo in un contesto normativo che non dovrebbe essere frutto di un'attività emergenziale. Tuttavia, visto che la produzione di fanghi nelle tante attività del nostro Paese è costante ed è permanente, questa dovrebbe essere invece un'attività costruita con rigore e con serietà in una norma specifica. Vorrei rispondere al collega Zolezzi che viene chiamato in causa - è evidente - anche un po' da avvocato dissimulato perché, sapendo le sue posizioni, viene un po' da sorridere che questa mattina parli in questi termini. È vero che ci sono scoperture normative su questa materia, perché è una materia complessa ed è stata una materia difficile. Non a caso la legge di delegazione europea che abbiamo in discussione nelle Commissioni ne prevede, in un articolo, una combinazione ordinata. Se guardate al contesto europeo, vi rendete conto che alcune delle molecole che voi avete moltiplicato per venti vengono considerate ecotossiche, dall'Europa innanzitutto.

Posso dire al collega Zolezzi: il buonsenso. Non è vero che oggi non c'è una normativa. Di fatto, il TAR della Lombardia reagisce ad una iniziativa della regione Lombardia facendo valere una giurisprudenza e due norme del nostro Paese, quella del 1992 e quella del 2006. È una sentenza della Cassazione. La reazione del TAR lombardo è la dimostrazione che esiste già una normativa, certo incompleta, ancora incerta, ma voi prendete quella normativa su una delle molecole più devastanti - come avete detto voi in questi anni - che sono i policiclici aromatici, elementi mutageni, come voi d'altronde, elementi mutageni, che producono il cancro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)….

PRESIDENTE. Deputato De Filippo!

VITO DE FILIPPO (PD). I policiclici aromatici, Presidente, in questa transitoria, inquinante, devastante normativa vengono moltiplicati per venti. Oggi il parametro è 50 milligrammi a chilo, domani sarà mille milligrammi a chilo. Gli scroscianti applausi non possono travolgere il buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Se non credete al PD, se non credete a chi vi sta parlando - non vorrei dire ascoltate Crozza perché vi ha fatto anche un bellissimo pezzo su questa materia - ma lei, Presidente, apra la stampa, che sicuramente avrà visto questa mattina, e legga quello che ha scritto l'Associazione comunità solidale della Terra dei fuochi. Il Ministro Costa, pluridecorato per quell'azione, dov'è? L'Associazione comunità solidale della Terra dei fuochi si occupa questa mattina dell'articolo 41 lanciando un allarme, perché in quel territorio, esattamente per approssimazioni e per attività di questo tipo, ci troviamo in queste condizioni.

Allora, colleghe e colleghi, nella mia regione ho conosciuto, ripeto, le prefiche addolorate del MoVimento 5 Stelle, quelle donne che nell'antica Grecia venivano pagate per piangere.

Le ho sentite piangere in questi anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) sul fronte della discussione pubblica perché 50 milligrammi producevano effetti devastanti. Voi….(Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie!

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Grazie Presidente. Se non volete credere al Partito Democratico, semplicemente sedetevi e leggete il dossier della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica che così scrive (mi limiterò a leggere perché questo è scritto nero su bianco): in mancanza di valori limite per gli idrocarburi nella disciplina dettata dal decreto legislativo n. 99 del 1992 viene in soccorso la disciplina più generale prevista dal Codice dell'ambiente (decreto legislativo n. 152) e conseguentemente i fanghi a uso agricolo debbono rispettare i limiti previsti dalla tabella 1 dell'allegato 5 al Titolo V della parte IV del decreto legislativo n. 152. E per rispondere all'onorevole Zolezzi si fa notare che il Ministero dell'ambiente, come sottolineato nella risposta all'interrogazione n. 4-13953 persegue da anni l'aggiornamento degli allegati del citato decreto legislativo per adeguarli al processo delle conoscenze scientifiche in materia, soprattutto per quanto riguarda i limiti di concentrazione per determinati inquinanti organici quali idrocarburi policiclici aromatici, policlorobifenili, diossine e furani. Quindi riempite questa Aula di falsità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Grazie Presidente. Per aggiungere alcune riflessioni che purtroppo il collega De Filippo non ha potuto terminare e che ha ricordato anche la collega Gadda. Questo intervento nel decreto sui fanghi è un intervento che metterà a rischio l'agricoltura biologica che è un punto di forza, non solo dell'economia italiana, ma anche del livello di salute degli italiani. Quindi si modifica quella norma e si dice oggi, come hanno fatto sia dai banchi della Lega, di cui non mi stupisco, ma dai banchi del MoVimento 5 Stelle, di cui francamente mi stupisco, che innalzare questi limiti è buona cosa. State facendo una cosa sbagliata, ma non è una cosa sbagliata solo perché fate una marchetta alla lobby degli idrocarburi, ma fate una cosa sbagliata per i nostri figli, per coloro che domani avranno anche il compito di giudicare che cosa si fa dentro le istituzioni. E allora un consiglio: fermatevi, fermatevi in tempo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 41.300 Benedetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 41.301 Benedetti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI (MISTO-MAIE). Questo emendamento sottolinea dove sta il paradosso dell'articolo 41 dove si propone questo limite per gli idrocarburi C10-C40. Perché? Perché il contenuto di idrocarburi nei fanghi industriali è di 500 milligrammi/chilo di sostanza secca per cui, con questo limite, voi permettete l'utilizzo in agricoltura di fanghi che, altrimenti, sarebbero conferiti solo in discariche per rifiuti industriali. Quindi, voi avete 1.000 milligrammi, tra le altre cose neanche su sostanza secca, su tal quale e quindi avete poco da dire che avete abbassato di dieci volte, come è stato detto dal Ministro Toninelli, il limite che aveva previsto la Lombardia. Perché? Perché, se si va a fare il calcolo, indicativamente, su sostanza secca, i 1.000 milligrammi/chilo sono tra i 5 mila e gli 8 mila milligrammi/chilo di sostanza secca, rispetto ai 10 mila milligrammi/chilo di sostanza secca della regione Lombardia, quindi al massimo - al massimo, se va bene - avete dimezzato questo limite, ma non lo avete diminuito di dieci volte. E questa è anche un po' una furberia, perché? Perché gli idrocarburi non sono tutti uguali - ha detto bene il ministro Costa - ma bisogna anche sapere che tipo di idrocarburi ci sono dentro questo limite dei 1000 milligrammi/chilo su sostanza secca, perché potrebbero essere tutti idrocarburi dannosi oppure tutti idrocarburi non dannosi e qui c'è un vulnus, c'è un limite che di fatto non vuol dire assolutamente nulla (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Sono ovviamente interessato dai profili metodologici di questa norma. Quante volte in passato, lo dico anche al Partito Democratico che forse si scalda un po' troppo, per scarsa memoria, ci si è scagliati contro norme si diceva ad personam, io dico ad sententiam, cioè qui è evidente che questa norma interviene dopo una sentenza del TAR Lombardia, di qualche mese fa, che ha recepito un orientamento della Cassazione del 2017 e si tratta di sentenze che governano una materia cautelare, che ha un carattere preventivo, cioè tutte queste norme tendono ad evitare che si possano verificare delle situazioni “imbarazzanti”, tra virgolette, sul piano della gestione dei fanghi. Come si opera in questa norma? E la mia preoccupazione, Presidente, è esclusivamente di sistema, perché poi qualcuno si scaglia contro i condoni e contro le sanatorie, pochi si scagliano contro le depenalizzazioni cripto-scritte, perché questa norma sostanzialmente depenalizza determinate condotte. Cioè, dei processi che sono in corso sulla scorta dell'applicazione del Codice dell'ambiente, con questa norma saranno estinti (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico), ai sensi all'articolo 2, per la abrogazione di una determinata fattispecie. Io voglio che l'Aula sia consapevole di questo, cioè noi siamo allargando, stiamo indebolendo le difese immunitarie di tipo preventivo e conservativo che la Cassazione ha individuato insieme, conseguentemente, al TAR Lombardia e stiamo allargando le maglie verso una depenalizzazione non di fatto, di diritto! Allora il punto è: si può anche essere d'accordo su questo, nessuno si scagli contro le depenalizzazioni, ma che nessuno si alzi e si scaldi, secondo me in maniera abbastanza ipocrita, difendendo un provvedimento come un provvedimento doveroso. È una scelta, è una scelta che politicamente comporta un'assunzione di responsabilità, ma noi queste responsabilità, con tutto il rispetto, non ce le vogliamo assumere. Perché, quando si allarga in modo così sconsiderato - così sconsiderato! - la possibilità di gestire fanghi in modo preventivamente, qui sia ben chiaro, nessuno può pensare di avere la ricetta magica, ma tutte queste norme Presidente sono norme a carattere preventivo, norme che cercano di evitare che si verifichi un certo fenomeno, allora assumiamoci la responsabilità di dire che in questa materia noi siamo favorevoli ad una depenalizzazione di diritto e a un allargamento delle maglie del diritto di difendere non soltanto l'ambiente, ma anche la salute, con tutte le conseguenze che ne derivano. Ma che nessuno - e su questo vorrei essere chiaro, perentorio - si alzi in quest'Aula e difenda questo provvedimento come necessario per le proprie finalità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); è una scelta scellerata dal punto di vista normativo e noi denunciamo - denunciamo! - senza ipocrisie una tecnica che tante volte avete rimproverato agli scorsi Governi, ma di cui oggi, Partito Democratico in primis, perché l'ha fatto in passato e non può certamente stracciarsi le vesti su questo, ma men che mai il MoVimento 5 Stelle e men che mai la Lega possono gloriarsi. Credo che si tratti di una brutta norma, un brutto passaggio di questo Parlamento e se qualcuno vota tappandosi il naso, noi il naso lo teniamo libero (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Grazie, Presidente. Questa è una materia sicuramente complessa e, giustamente, i toni del Parlamento si sono alzati, perché parliamo non soltanto della salute dei cittadini, ma anche del futuro del nostro Paese. Infatti, disseminare il nostro Paese, i nostri campi e i nostri terreni agricoli di sostanze pesanti quali sono gli idrocarburi significa minare il futuro del nostro Paese.

Come abbiamo detto nel dibattito di questa mattina, molti di quei terreni non potranno più essere adibiti, ad esempio, a produzioni con metodo biologico, perché quegli idrocarburi, che lo si voglia o no, che lo si voglia sentire o no questa mattina, rimangono nel terreno.

E, allora, il Governo, soprattutto il Ministro dell'agricoltura, Centinaio, dovrebbe essere qui con noi, oggi, a difendere questo principio. Perché poi parlare di made in Italy, di produzioni italiane di qualità significa anche non soltanto parlarne in senso di marketing, come è abituato a fare il Ministro dell'agricoltura, ma tutelarli davvero attraverso la qualità delle nostre produzioni che parte dalla terra, perché tutto parte dalla terra.

Dicevo che è una materia assolutamente difficile, una materia complessa, tant'è che, come ha ricordato l'onorevole Sisto, la giurisprudenza ci ha messo mano più volte e ha definito dei passaggi importanti che voglio ricordare.

Il Parlamento negli anni scorsi ha provato a mettere mano a questa materia articolata e che trova difformità sul territorio nazionale, da regione a regione, lo abbiamo visto questa mattina anche all'interno del dibattito: Veneto, Lombardia, regione Basilicata e tutte le altre regioni italiane hanno, a diverso titolo, legiferato; ma le sentenze del TAR e, soprattutto, della Corte di cassazione stabiliscono un principio particolare ben preciso, e cioè che, in assenza di norme specifiche, in assenza di norme puntuali, valgono i criteri stabiliti dal decreto n. 152 del 2006, il cosiddetto codice dell'ambiente, che stabilisce dei quantitativi ben precisi per gli idrocarburi pesanti e per gli idrocarburi leggeri.

A questo si voglia aggiungere anche la legge di delegazione europea, alla lettera b) dell'articolo 14, che - e su questo credo che il Parlamento abbia una memoria più facile, più semplice, perché la legge di delegazione europea è del 2018, quindi parliamo di una memoria storica abbastanza recente - invita il Parlamento e i rispettivi Governi e il Governo italiano all'adozione di una disciplina organica. E, quindi, quello che ci dobbiamo chiedere questa mattina è se, con l'articolo 41 di questo provvedimento, stiamo approvando una disciplina organica, che deve essere peraltro aggiornata con l'adeguamento scientifico, come richiesto all'articolo 14 della legge di delegazione europea.

Ecco, non credo che nell'articolo 41 noi ci troviamo a definire una disciplina organica. E questo credo che sia un grande torto ai cittadini, al rispetto che ciascuno di noi deve dare alle parole che ogni giorno vengono date.

Cosa vuol dire dare adeguamento alle norme sulla base dell'evoluzione scientifica? Significa analizzare quali sono davvero i limiti di ammissibilità delle sostanze nocive sui suoli, significa fare una vera revisione organica di queste materie.

E ritorno sul dibattito di questa mattina, in cui - mi scuso con il Presidente - mi sono scaldata non poco; però, quest'Aula non è un teatro, non è un mondo chiuso, le parole devono essere sempre supportate dai dati e dalle verità, lasciamo le falsità, le fake news ai blog, ma il rapporto, la relazione che la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica hanno fatto su questo provvedimento e sull'articolo 41 definiscono in modo preciso e in modo molto chiaro questi passaggi.

Quindi, io invito davvero il Governo a fare un passo indietro. Siamo qui per discutere, il Governo deve ascoltare il confronto e il dibattito che si fa in Parlamento: fate un passo indietro, l'umiltà non è un male, anzi è un valore, e approfondite questo tema con la delicatezza e soprattutto con l'approfondimento scientifico che serve e con il necessario approfondimento e coordinamento legislativo, che è altrettanto necessario, perché in questo Parlamento continuiamo a votare norme, dalla filiera corta a tutti i provvedimenti che sono arrivati in quest'Aula, scoordinate tra di loro.

Voi vi riempite la bocca di semplificazione burocratica e poi non la praticate, vi riempite la bocca di ambiente e di tutela dei cittadini e non la praticate, e questo non fa bene, non funziona e non è degno di un Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD). Signor Presidente, mi rivolgo ai banchi del Governo per fare una domanda molto semplice… forse, se il Vice Ministro Rixi o il sottosegretario Crimi…

PRESIDENTE. Deputata Gelmini, per favore…

ANDREA ORLANDO (PD). Se mi sa rispondere il sottosegretario Crimi è meglio. La risposta è semplicemente sì o no: volevo sapere se è stata fatta un'analisi dell'impatto di questa norma sui procedimenti penali aperti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sozzani. Ne ha facoltà.

DIEGO SOZZANI (FI). Intervengo brevemente solo per riportare anche una posizione di tipo tecnica, oltre a quella politica che è già stata espressa. Questo è sicuramente un articolo che genera una pericolosità ambientale senza precedenti per quanto riguarda la nostra nazione.

La norma permette di poter smaltire nel campo, cioè senza alcun tipo di controllo, dei fanghi di depurazione, quando sia l'Europa sia diverse regioni italiane hanno già fatto delle leggi specifiche sotto il profilo di uno smaltimento corretto, prevedendo impianti con le caratteristiche idonee.

Allora, non è possibile poter inserire nel “decreto Genova” un articolo di questo genere: va stralciato e va presentato in un decreto ad hoc che debba vedere tutti i parametri e, soprattutto, tenere conto di una norma, quella europea, che sovrintende le norme italiane. Questo è veramente un articolo assolutamente pericoloso (Applausi dei deputati dei gruppiForza Italia-Berlusconi Presidente ePartito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Miceli. Ne ha facoltà.

CARMELO MICELI (PD). Grazie, Presidente. Prendo spunto dalle parole pronunciate poco fa dall'onorevole Sisto, che faceva riferimento alla tecnica di redazione della norma: onorevole Sisto, lei che ha molta più esperienza di me, sa che è vero che talvolta si è abusato della tecnica di redazione e si sono inseriti, all'interno di norme, argomenti che nulla avevano a che fare con la volontà iniziale del legislatore; però, qui siamo dinanzi ad un quid novis: siamo dinanzi ad una norma nata per far fronte ad una catastrofe nella quale si inserisce una norma che tutela delle lobbies. E che la norma serva a tutelare le lobbies risulta evidente proprio da quella sentenza che poc'anzi evocavano dai banchi della maggioranza.

E', perciò, questo l'invito che rivolgo al Governo: si accantoni per un attimo l'articolo e si prenda quella sentenza per verificare se esiste o meno un vuoto normativo o se invece, proprio in forza di quella sentenza, non esiste già qualcosa di normato. Presidente, mi rivolgo a lei per un'ultima cosa..

PRESIDENTE. Grazie, ma deve concludere.

CARMELO MICELI (PD). Concludo così, Presidente. Ho appreso, entrando in quest'Aula da giovane deputato, che il Presidente non vota mai. Lei dinanzi a sé ha due strumenti, lo strumento per votare e lo strumento per telefonare: usi il telefono e chiami (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Vorrei riprendere la richiesta che ha fatto prima il mio collega, onorevole Orlando: vorrei, cioè, capire se il Governo ha fatto un'analisi, una verifica dell'impatto che questa normativa - che alza i limiti di sversamento di questi fanghi - avrà sui processi penali pendenti in materia di reati connessi all'illecito smaltimento dei rifiuti. Lo domando perché questo è un elemento preoccupante, sul quale abbiamo l'impressione che non ci sia stata una valutazione adeguata. Quindi ribadisco la domanda che ha fatto prima il collega Orlando e chiedo se il Governo abbia fatto una verifica puntuale dell'impatto che avrà questo normativa sui processi penali pendenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 41.301 Benedetti, con parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 41.305 Benedetti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI (MISTO-MAIE). L'emendamento in questione è stato presentato perché nel decreto Galletti sì, sono previsti dei limiti, ma non si tiene conto, ad esempio, della diversità dei fanghi (che possono avere, appunto, provenienze diverse) e della necessità di limiti per sostanze, diciamo, nuove, come possono essere i PFAS. Quindi, quello che propongo è che sia introdotto un limite per i PFAS: era un rilievo presentato da diverse forze politiche in campagna elettorale e, secondo me, ha senso allora riflettere anche su questo tipo di sostanze perché sono fortemente accumulabili nell'ambiente, al pari dei policlorobifenili o delle diossine. Si tratta, quindi, di cose che pongono veramente la necessità di una seria riflessione su quello che andiamo a spandere sui terreni agricoli. Circa i PFAS, abbiamo già avuto dei seri problemi in Veneto e credo sia il caso di portare l'attenzione della problematica PFAS a livello nazionale. E' vero che il problema è venuto fuori in Veneto, ma queste sostanze vengono usate in diversi tipi di industria e, quindi, credo sia un problema nazionale. Peraltro, si tratta di un problema anche all'attenzione della stessa Unione europea. Spero pertanto che il Governo si renda conto dell'importanza di affrontare finalmente anche questa problematica. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zardini. Ne ha facoltà.

DIEGO ZARDINI (PD). Grazie Presidente. Prima di entrare nel merito dell'emendamento della collega Benedetti, che da veneto ritengo sia da sostenere massimamente, non posso non dire che sono rimasto particolarmente stupito dall'intervento del collega Zolezzi. Nella precedente legislatura sono stato con lui per cinque anni nella Commissione ambiente, e da lui non me lo sarei mai aspettato, visto anche che lo ritengo essere sinceramente un ambientalista; inoltre, ciò che ha sostenuto non corrisponde al vero, in particolare per quanto riguarda i limiti riguardanti gli idrocarburi. Infatti, in assenza di un intervento legislativo - che oggi andiamo a discutere, e che noi abbiamo fortemente criticato e che riteniamo dannoso (come hanno detto anche i colleghi che mi hanno preceduto) - lo ripeto, in assenza di un intervento normativo, i limiti per quanto riguarda gli idrocarburi pesanti è di 50 milligrammi per chilogrammo, mentre per quelli leggeri è di 10 milligrammi per chilogrammo. E' quindi abbastanza goffo il tentativo di dare la colpa al Partito Democratico che non avrebbe in precedenza normato queste sostanze pericolose ed è abbastanza goffo, diciamo così, anche il tentativo di nascondere questa norma all'interno di un provvedimento che dovrebbe trattare di altro. Inoltre, è altrettanto goffo accusare il Partito Democratico, l'ho sentito fare durante la discussione, perché non avrebbe proposto un emendamento soppressivo, perché sappiamo che il tema che è stato posto dalla giurisprudenza, in particolare dal TAR, è un tema che noi vogliamo affrontare: infatti, l'emendamento a prima firma della collega Braga vuole dare anche al Parlamento e al Governo il tempo per riflettere proprio su come affrontare seriamente questo tema senza andare a mettere a repentaglio la salute e la sicurezza dei cittadini o anche dei nostri prodotti agroalimentari.

Per quanto riguarda l'emendamento della collega Benedetti, esso propone l'introduzione, finalmente, anche di un limite per quanto riguarda le sostanze perfluoroalchiliche che sono state oggetto di approfondita discussione nel territorio veneto, dove abbiamo una situazione di grave, grave entità. Anche la Commissione sugli ecoreati, guidata nella precedente legislatura dal collega Bratti, aveva individuato un problema grave, ovvero un'assenza di normative che andava a colpire queste sostanze inquinanti emergenti, queste sostanze perfluoroalchiliche che un'azienda del vicentino, la Miteni, che peraltro sta per chiudere, e quindi lascerà un problema grave nel nostro territorio, ha colpito gli elementi in pratica dell'acqua potabile, che colpisce ben 300 mila veneti, e che ha inquinato per trent'anni il sangue di tantissimi cittadini. E quello che sta avvenendo in Veneto è che le verifiche sul sangue di questi cittadini, che per tanti anni hanno dovuto bere dell'acqua inquinata inconsapevolmente, si ritrovano nel proprio organismo questi inquinanti. Da questo punto di vista, quindi, l'introduzione di un limite, che è stato proposto da tutte le forze politiche in campagna elettorale, è un elemento che deve essere assolutamente perseguito da tutto il Parlamento.

Per cui l'auspicio, da un lato, è che ci sia, da questo punto di vista, un appoggio dell'emendamento della collega Benedetti e, dall'altra parte, penso sia importante focalizzare anche il ruolo del Ministero dell'ambiente che, oltre alla normazione dei parametri di inquinamento che sono consentiti, deve anche portare avanti, con forza, un'altra campagna che avevamo portato avanti nella precedente legislatura come Partito Democratico, ovvero avevamo individuato 100 milioni di euro che dovevano andare a modificare il sistema di approvvigionamento idrico per quella popolazione, per quei 300 mila veneti che, in sostanza, hanno dovuto bere acqua inquinata inconsapevolmente. Quindi, 100 mila euro che devono essere utilizzati per andare a costruire i nuovi acquedotti.

Tuttavia, non abbiamo saputo più niente da parte del nuovo Governo ed è importante che da questo punto di vista, quindi, ci siano degli elementi di novità. Dall'altro punto di vista, penso sul serio che da questo Governo noi non ci aspettavamo la caduta della quinta stella. Quindi, per quanto ci riguarda voi sarete, d'ora in poi, il MoVimento 4 Stelle

(Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico ).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO (FI). Grazie, Presidente. Non è una storia nuova ma è la solita contrapposizione: i forti, i protetti, i potenti, talune industrie da una parte e l'agricoltura dall'altra. È una storia che ciclicamente si ripete e che vede sempre quel cetriolo in qualche modo raggiungere l'agricoltore. Una nuova Fontamara, una Fontamara su scala nazionale dove c'è un debole, che è l'agricoltura, e c'è un problema. Qui non si vuole misconoscere il problema, anzi è un problema, è un problema serio, ma andava affrontato con tecnologie, con modernità e con approcci totalmente diversi e non scaricando il problema sulle produzioni agricole del nostro Paese. Peraltro, queste forme di smaltimento, finora illecite, già accadono e già accadevano. Accadono e accadevano grazie al controllo militare dei territori, prevalentemente del Mezzogiorno, da parte delle organizzazioni criminali che hanno garantito nel tempo taluni smaltimenti illeciti del sistema industriale del nord.

Oggi voi provate a fare nulla di diverso e provate a rendere legittimo ciò che era vietato, senza prevedere un censimento di questi fanghi, senza prevedere ciò che accadrà, senza prevedere dove verranno smaltiti questi fanghi. Voi che pensate? Che verranno smaltiti nelle grandi aree di qualità agricola del nostro Paese? No, verranno smaltiti prevalentemente dove è minore la capacità agricola ed è minore la produttività, quindi prevalentemente nel Mezzogiorno e nelle aree semimontane (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questo è ciò che accadrà e sarà un danno ulteriore per il nostro Paese.

Provate a fare una forma lecita di smaltimento che era illecita fino ad oggi, espungendo perfino le competenze del Ministero dell'ambiente e chiudendo gli occhi su ogni forma di precauzione. Credo che da questo punto di vista dovremmo tutti essere cauti quando si tratta del brand del nostro Paese, del made in Italy, della qualità e del valore delle produzioni agricole del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Un Paese moderno indica le priorità. Voi state dicendo che la priorità è quella dello smaltimento e non quella delle produzioni di eccellenza, non quella delle produzioni bio, non quella degli agricoltori. Per gli agricoltori la fatica è quotidiana; la terra non si alza ed è sempre bassa. Quella è la fatica che noi dovremmo promuovere e valorizzare, ma voi non lo fate. È una legalizzazione del reato.

Taluni legalizzano il consumo e l'uso delle droghe e voi lo fate con i fanghi. Anche qui un condono, una sorta di condono penale. Provate a mettere in campo una forma diversa e moderna di economia circolare singolare, che restituisce alla terra gli inquinanti. Va fatto, ma non vanno concentrati gli inquinanti. Voi prima concentrate gli inquinanti e poi li restituite alla terra. L'agricoltura del nostro Paese, signor Presidente, ha bisogno di altro: ha bisogno di essere distintiva anche per questo nei confronti dei competitor internazionali; ha bisogno di tracciabilità. Che cosa tracceremo? Che lì abbiamo messo porcherie? Che tracceremo? Che andiamo dicendo sulla tracciabilità se lì mettiamo quelle porcherie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Ha bisogno di qualità, ha bisogno di specificità e con questi valori noi italiani siamo i migliori. Voi, invece, state prediligendo un'altra modalità, che è quella dello smaltimento illecito che diventa lecito. Noi pensiamo che quei problemi vadano affrontati con tecnologie e con modernità e non alzando i livelli di soglia di inquinanti e di schifezze (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Grazie, Presidente. Voglio ringraziare la collega Benedetti per questo emendamento che pone il tema anche dei PFAS. È una vicenda tristissima di inquinamento ed è di pochi giorni fa la notizia che il CdA della Miteni, che ha inquinato con i PFAS la provincia di Vicenza e l'intero Veneto, ha presentato istanza di fallimento. Ecco, questo accade in un Paese in cui non si tiene conto dell'impatto dell'inquinamento ambientale nelle falde acquifere e ora nei terreni. Allora, nel chiedere di sottoscrivere questo emendamento, chiedo anche ai colleghi di votarlo. Io ne ho presentato uno successivamente - e ne parlo ora per non intervenire di nuovo - perché se è vero quello che dice il collega Zolezzi, se crede fermamente in quello che dice, io penso che sia necessario introdurre anche altri parametri per provare a ridurre il danno di una norma che - lo ripeto, perché l'ho detto all'inizio - non dovrebbe esserci. Quest'articolo 41 non dovrebbe esistere, perché risponde a degli interessi di parte ma non difende la salute dei cittadini, la qualità del territorio e la qualità della nostra agricoltura. Ecco, si voti questo emendamento successivo ma anche questo della collega Benedetti perché nella riduzione del danno, perché un danno viene fatto, sta la verità delle intenzioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cortellazzo. Ne ha facoltà.

PIERGIORGIO CORTELAZZO (FI). Grazie, Presidente. Io ho ascoltato attentamente tutta una serie di interventi sulla questione dei fanghi. Mi permetto di evidenziare sulla tematica …

PRESIDENTE. Per favore un po' di silenzio.

PIERGIORGIO CORTELAZZO (FI). …PFAS che basterebbe che lo Stato centrale adottasse i limiti della regione Veneto, che nel 2017 si è dotata dei limiti più bassi d'Europa proprio per intervenire rispetto a una questione che era ormai e che è ancora in fase di emergenza. Per cui, non sta a me - ma sta al Governo o a quant'altro o ai relatori - ma se voleste risolvere il problema dei limiti dei PFAS basterebbe adottare i limiti della regione Veneto che sono i più bassi d'Europa, perché l'intendimento quello è di PFAS zero in presenza della nostra acqua.

PRESIDENTE. Concluda.

PIERGIORGIO CORTELAZZO (FI). Concludo, Presidente (proprio dieci secondi). Abbiamo la proposta della collega Daga in Commissione. Secondo me quello è lo spazio, quello è il segmento su cui intervenire sulla questione fanghi, che non può essere risolta in una situazione contingente ma di prospettiva.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Rotta. Ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, intervengo sullo stesso tema, perché ce ne siamo occupati a lungo nella scorsa legislatura del PFAS. Allora, qui il tema, il discorso ricorrente in tutto questo decreto è quello della prevenzione. Bene, se non si mettono dei limiti al PFAS, se non si mettono dei limiti, ma, anzi, si fa il contrario rispetto agli idrocarburi e si lascia che liberamente possano essere immessi nei nostri terreni agricoli, succederà - ma poi non si pianga e non si dica che qualcuno non aveva avvisato - quello che sta succedendo, purtroppo, da anni per effetto di un inquinamento massiccio nelle tre province di Verona, Vicenza e Padova, dove migliaia di persone ritrovano nel loro sangue, grazie allo screening che è stato messo in atto, delle sostanze altamente inquinanti. Non hanno alternative per farsi curare, sono state provate delle terapie, ma che non sono validate scientificamente da nessuna parte, e allora succede questo: o si previene e lo Stato, il Governo, si deve fare garante di questo…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Grazie, Presidente. Mi stupisco come su questo tema non intervenga il Ministro Bonafede: oggi ha preannunciato un emendamento sulla prescrizione, sul dl anticorruzione; non si preoccupa, però, né di dire una parola sul condono Di Maio, né di rispondere o di intervenire e di porsi il problema che ha posto l'onorevole Orlando, dicendo e chiedendo l'effetto di questa norma sui procedimenti penali in corso. Non serve allungare i termini di prescrizione, perché, alzando la soglia di punibilità, è chiaro che dà atto a una depenalizzazione, e quindi risolve il problema.

E anche dare delle risposte agli altri temi che ha posto l'onorevole Paolo Russo sul censimento dei fanghi, su quello che ha fatto la criminalità organizzata nel gestire i fanghi sopra soglia; e, quindi, qui si alza una soglia, e quindi non solo si sposta la punibilità, ma anche si sana tutta un'attività che era in mano alla criminalità organizzata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 41.305 Benedetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 41.103 Muroni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Lo ha già detto la collega Muroni nel suo precedente intervento: noi abbiamo presentato su questo articolo questo emendamento, che, in qualche modo, è un emendamento che potrebbe consentire di arrivare a un equilibrio corretto, perché, come credo sia emerso dal dibattito, è sbagliata, da un lato, una demonizzazione totale di un fenomeno che va reinserito, ovviamente, in una dimensione corretta, e, dall'altro, evidentemente è anche una linea di totale assenza di controlli, soprattutto rispetto alle quantità. Qui il tema delle quantità non è una variabile indipendente.

E, quindi, questo emendamento cerca di intervenire sui metalli più pericolosi e più problematici, individuando delle soglie più ragionevoli e più compatibili. Da questo punto di vista, credo, quindi, che sia un emendamento che va nella direzione anche di interventi che ho sentito in precedenza. Mi permetto, però, per il suo tramite, Presidente, di rinnovare al Governo la domanda che ha fatto il collega Orlando. Non mi sembra un particolare di scarsa importanza sapere quanti processi eventualmente saranno messi a rischio dall'approvazione di questa norma, perché stiamo parlando di processi nei confronti di inquinatori, di avvelenatori della nostra terra.

Quindi, non stiamo parlando qui di condoni per necessità. Qui parliamo del rischio reale, visto che la domanda viene, lo ricordo, dall'ex Guardasigilli, una domanda assolutamente corretta, che non solo facciamo nostra, ma che ci sentiamo di ribadire, e francamente siamo un po' stupiti dell'assoluto silenzio del Governo. Credo che nell'epoca digitale, magari, possa essere stato necessario anche il tempo al sottosegretario Crimi, che è qua presente in rappresentanza del Governo, per avere qualche informazione al riguardo dal Ministero della giustizia, e rinnoviamo, credo nell'interesse di tutti, sia di chi voterà sia di chi non voterà questo articolo e questo emendamento, avere questo tipo di informazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Rotta. Ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, non vogliamo essere facili Cassandre, ma se quello che chiede questo emendamento, come il precedente e come il precedente ancora, cioè di porre dei limiti nei veleni che noi immettiamo nella terra attraverso varie strade, per esempio favorendo delle lobby o attraverso alcune imprese che inquinano, come è il caso della Miteni in Veneto, come ricordato, che cosa succede? Allora, noi dobbiamo andare a vedere quello che potrebbe succedere. Naturalmente, noi non ci auguriamo che succeda, ma questo è il compito del Governo: far sì che non accada che i cittadini vedano messo a rischio il proprio diritto alla vita. Un po' come dovrebbe essere quello che ci guida rispetto a Ischia.

Quello che abbiamo cercato di farvi capire nelle scorse discussioni, tutta la giornata di ieri, era proprio questo, perché certamente i cittadini di Ischia che si sono visti portare via la propria casa per il terremoto hanno diritto a una casa, ma hanno ancora prima diritto alla vita, e quindi a non doverla ricostruire in un luogo che probabilmente non è adatto e perciò là non si può costruire e alla prossima scossa potrebbero avere danno. Ma veniamo, appunto, alle sostanze come i fanghi, le sostanze velenose in oggetto dell'emendamento, come il PFAS. Che cosa è accaduto in Veneto e che cosa abbiamo dovuto fare?

Questo dovrebbe riguardarci tutti, perché è quello che potrebbe di nuovo accadere, che noi non ci auguriamo che accada. Bene, lo Stato al tempo dello scorso Governo ha dovuto stanziare ben 80 milioni per ricostruire interamente una rete idrica, che ancora deve essere costruita, per poter approvvigionare migliaia di famiglie venete, padovane, vicentine e veronesi, perché attualmente dal proprio acquedotto non esce acqua pulita. Meglio, esce dell'acqua inquinata, e quest'acqua inquinata, guarda caso, poi si ritrova nel loro sangue, un sangue inquinato; e non sanno, appunto, attraverso lo screening, come dicevo già in precedenza, come poterlo curare.

Questo è un altro grave problema, di cui si deve occupare, e non si sta occupando, questo Governo, perché le procedure messe a disposizione dalla regione Veneto, quali la plasmaferesi, non avendo una validazione scientifica approvata dell'Istituto superiore di sanità, così come dal Ministero della salute, sono attualmente sospese. Dunque, queste persone, migliaia di persone e di famiglie, sanno di avere degli inquinanti nel sangue e non sanno come procedere. Il Ministero della salute e la Ministra Grillo - rivolgiamo, per suo tramite, questo appello - non hanno dato risposte in tal senso; naturalmente, noi torneremo ad interrogarla, ma questo è lo stato della situazione. E non sappiamo neppure, e questo è il punto, poiché la Miteni attualmente ha chiuso, chi farà la bonifica. Allora questo significa essere consapevoli, e bisogna che il Governo sia consapevole di questo, che occorreranno molti soldi, non solo piangere delle persone che saranno malate. Tutto questo oggi voi lo potete evitare solo se approveremo questo emendamento, solo se darete parere favorevole a questi emendamenti, contrariamente a quello che state facendo. Ma, allora, è chiara la situazione ed è chiara la responsabilità che voi vi assumete di dire che le persone potranno ammalarsi, come già visto nel caso del Veneto, migliaia di persone ammalate, senza una cura, senza sapere chi e quanti soldi verranno spesi nella bonifica, perché gli 80 milioni messi a disposizione dal precedente Governo, che adesso il commissario che abbiamo nominato a marzo scorso, commissario Dall'Acqua, dovrà spendere nel realizzare una nuova rete idrica di approvvigionamento, ma, nel frattempo, chi pagherà la bonifica, quante risorse ci costeranno? Allora, è inutile che noi propagandiamo una prevenzione generica, quando, in realtà, non la mettiamo in pratica e continuiamo, poi, a piangere i morti, i malati, e non ci adeguiamo ad una prevenzione che riguarda tutto il Paese, da Ischia al Centro Italia, al Nord e ovunque. Invece avveleniamo continuamente il terreno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie Presidente, io spero che i colleghi dei 5 Stelle vogliano sentire queste parole, poi vi dirò perché: “Impegna la regione ad attivarsi presso il Governo e i Ministri competenti affinché prendano a modello ed esaminino la decisione istituzionale del Consiglio della Federazione svizzera il quale nel 2003 ha vietato lo spargimento dei fanghi in agricoltura, motivandolo sulla base del principio di precauzione in ambito di tutela della salute e dell'ambiente”. Questa mozione è stata presentata dai 5 Stelle nel consiglio regionale della Lombardia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e porta la firma di consiglieri regionali 5 Stelle…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zardini. Ne ha facoltà.

DIEGO ZARDINI (PD). Grazie Presidente, sono ancora un po' stordito dal voto contrario al precedente emendamento e vorrei ricordare che nel precedente Governo oltre agli 80 milioni testé ricordati dall'onorevole Rotta per quanto riguarda i nuovi acquedotti per le popolazioni colpite dal PFAS in Veneto, sono stati stanziati dal Piano irriguo, dal Ministero delle politiche agricole e forestali, altri 20 milioni per una approvvigionamento di acqua irrigua per cercare di avere dell'acqua pulita che non fosse inquinata dai PFAS. Da questo punto di vista mi interrogo veramente se il Governo del cambiamento abbia così influito, specie sul Movimento Cinquestelle, che ha cambiato radicalmente, quasi geneticamente, neanche avessero mangiato verdura inquinata dagli idrocarburi, la natura dello stesso movimento che ha smentito tutto quello che ha sostenuto in questi anni, accusando il Governo del PD di non fare abbastanza, quando appunto invece abbiamo sempre lavorato nella direzione giusta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Il collega D'Alessandro non ha potuto completare il ragionamento, perché questo è davvero il Governo del cambiamento, ma il Governo del cambiamento di idea, perché quando si presentano delle mozioni che hanno una valenza soprattutto per la salute delle persone, credo che ci voglia la coerenza. In questo caso non è banalmente una coerenza politica, ma qualche cosa che va verso i cittadini italiani. Come hanno ricordato i colleghi veneti Zardini e Rotta, questa emergenza è costata 80 milioni di euro e continuare a riversare sui campi delle sostanze tossiche innalzando i limiti che oggi sono previsti dal Codice dell'ambiente è un danno che si fa alla salute delle persone. Purtroppo, Presidente, oggi per le persone che sono vittime di queste sostanze tossiche non esistono delle cure, non ci sono delle opzioni terapeutiche, purtroppo sappiamo che la plasmaferesi non basta per poterli curare. Pertanto, invece di alzare il limite dei fanghi e quindi degli idrocarburi che possono essere riversati sui campi, sarebbe il caso che questo Governo invece faccia qualche cosa che vada nella direzione esattamente opposta.

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (PD). Presidente, stiamo ripetendo (e abbiamo perso anche un po' la voce): che cosa vi costa - c'è la legge di delegazione europea in corso - fare un provvedimento specifico e di evitare di imbarcare questo provvedimento su un veicolo senza biglietto, per la verità, che cosa vi costa? Potreste aspettare due mesi, tre mesi, prevedendo anche la procedura d'urgenza, sentire l'ISPRA, l'Istituto superiore di sanità, articolare anche audizioni delle regioni, perché ci sono casistiche e fattispecie diverse sullo smaltimento dei fanghi. Che cosa vi costa? Cosa c'è dietro questa fretta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Veramente è inquietante, io sono sbalordito di come convivano in certe posizioni veramente figure da Frankenstein, veramente sono sbalordito: che cosa vi costa? In tre mesi approfondiamolo, perché di questioni tecniche in quest'Aula ognuno di noi si fa esperto, dei policiclici aromatici o di altre molecole…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Presidente, questa volta mi rivolgo per suo tramite al Governo.

Presidente, questa volta mi rivolgo per suo tramite al Governo. Con riferimento alla discussione di oggi sull'articolo 41 - una volta mi sembrava che per il Movimento 5 Stelle il Parlamento fosse sovrano - mi pare che da più voci, anche diverse e contrastanti, nessuno immagina e pensa che questo articolo debba continuare ad esserci. Questo articolo infanga Genova, infanga il Parlamento. Io credo che su questo sia giusto che ci sia presto una normativa, ma cercare di superare questo problema spargendo i fanghi in tutta l'Italia credo che sia una cosa che l'Italia non può accettare. Per questo motivo chiedo al Governo, per suo tramite, di ripensarci e di fermare questo articolo. Grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ascani. Ne ha facoltà.

ANNA ASCANI (PD). Grazie Presidente, ve lo stiamo dicendo in tutti i modi che mettere questa cosa all'interno del decreto Genova è un errore politico, un errore di messaggio e fa male al Paese, che dovrebbe vederci uniti ad affrontare l'emergenza di Genova. Quello che state facendo qui è talmente vergognoso che anche voi ne siete imbarazzati. L'unica voce che si è alzata a difenderla ha fatto ciò dicendo una bugia, che è stata ampiamente smascherata dai miei colleghi. Allora, posto che tutti vi abbiamo detto che questa cosa non va, posto che ve ne rendete conto anche voi, tant'è vero che nemmeno osate difenderla, facciamo una bella cosa: togliete questo articolo 41 da questo provvedimento, che nulla c'entra con lo sversamento dei fanghi, e impegniamoci ad affrontare in un altro provvedimento questa questione in modo più serio. Ma non pensate di avvelenare gli italiani nascondendo questa roba dentro il decreto dell'emergenza Genova perché questa cosa qui sarà davvero una vergogna nazionale. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Lepri. Ne ha facoltà.

STEFANO LEPRI (PD). Grazie Presidente, qualcuno commentando questo vostro decreto ha scritto - ma ha sbagliato - che siamo di fronte a voti di scambio. Io non arrivo a questo, anche se forse qualche buona ragione ci sarebbe. Però un voto di scambio c'è: c'è tra il Movimento 5 Stelle e la Lega. Il marchettone che avete fatto sul condono di Ischia scambiato con il marchettone che la Lega sta facendo con le associazioni agricole in Lombardia. Questo è un grande abbraccio, ma un abbraccio mortale di cui pagheranno il conto soprattutto i cittadini italiani.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 41.103, Muroni, con i pareri contrari delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie signor Presidente, siccome, come lei annuncerà, è prevista una sospensione, in considerazione della importanza e della rilevanza degli interventi che sono stati fatti su questo punto, noi chiediamo che alla ripresa pomeridiana, visto che continueremo a discutere di questo argomento, sia presente il Ministro dell'Ambiente Costa, perché senza nulla togliere all'onnipresente e onnisciente sottosegretario Crimi, il quale si è fatto conoscere proponendo l'eliminazione dei contributi all'editoria. Noi abbiamo letto su uno dei giornali che lui vorrebbe far chiudere, Avvenire, una dichiarazione del Ministro Costa secondo la quale gli verrebbe l'ulcera o il mal di stomaco per questo decreto. Ebbene, visto che vogliamo dargli una possibilità di evitare di pesare sul sistema sanitario nazionale, chiediamo che il Ministro Costa risolva i suoi problemi di salute intervenendo nel pomeriggio quando entreremo nel merito di una nostra proposta sul tema specifico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. La richiesta è chiara. Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento che riprenderà alle ore 16. Sospendiamo la seduta che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della giustizia, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca e il Ministro dell'economia e delle finanze.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi considerata la diretta televisiva in corso.

(Intendimenti in merito a modifiche alla cosiddetta geografia giudiziaria, in particolare al fine di assicurare un'adeguata presenza di uffici giudiziari di primo grado sull'intero territorio nazionale – n. 3-00281)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Molinari ed altri n. 3-00281 (Vedi l'allegato A).

La deputata Aurelia Bubisutti ha facoltà di illustrare l'interrogazione, di cui è cofirmataria.

AURELIA BUBISUTTI (LEGA). Signor Presidente, signor Ministro, la riforma della geografia giudiziaria adottata dal precedente Governo è stata ed è oggetto di lungo dibattito. I risultati sono stati spesso poco coerenti con gli obiettivi prefissati e vi è stato un aggravio di inefficienze e di costi provocati nei territori che hanno interessato tutta la penisola. La politica di revisione, in un contesto di grave crisi del settore giustizia, ha ulteriormente aggravato la situazione del sistema. Si è fatto cassa nell'immediato per importi modesti, ma non si sono tenuti in debita considerazione i costi del trasferimento del personale e delle risorse materiali, producendo diseconomie di scala dovute alla creazione di macrostrutture di tribunali che risultano dei veri e propri carrozzoni tali da compromettere ulteriormente il già carente servizio di giustizia. Devo purtroppo tagliare mi dicono perché ho pochi secondi; è indubbio che gli obiettivi di economicità ed efficienza che la riforma voleva centrare sono stati quanto mai disattesi. Maggiori costi dovuti agli affitti di nuove strutture, allungamento dei tempi …

PRESIDENTE. Onorevole, dovrebbe concludere, formuli la domanda.

AURELIA BUBISUTTI (LEGA). Si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo ritenga di apportare rimedi correttivi al decreto-legge 13 agosto 2011 n. 138, convertito con modificazioni dalla legge 14 settembre 2011.

PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia Alfonso Bonafede ha facoltà di rispondere.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Signor Presidente, preliminarmente faccio rilevare che l'interrogazione parlamentare su cui sono chiamato a rispondere rappresenta l'occasione per manifestare la mia condivisione delle preoccupazioni e delle perplessità che vi sono sottese. In particolare, sono convinto che le questioni dell'estensione territoriale delle peculiarità e delle specificità delle varie aree geografiche, di cui è composta l'Italia, nonché della densità demografica, debbano rivestire un ruolo centrale ed ineludibile nella valutazione della geografia giudiziaria del nostro Paese, che va strutturata, tenendo debitamente conto dell'esigenza di garantire una razionale e capillare rete di presidi anche a garanzia della sicurezza e della legalità, valori primari a cui sono ispirate le coordinate operative di questo Governo. Al contempo, per correttezza di informazione, mi corre l'obbligo di precisare che la redistribuzione territoriale degli uffici giudiziari non risulta allo stato avere determinato incrementi dei carichi di lavoro, atteso che, presso gli uffici giudiziari accorpanti, oltre ad essere confluiti procedimenti già incardinati presso quelli soppressi, sono altresì transitate le unità di personale giudiziario-amministrativo che ivi operavano. In sostanza, allo stato, sul piano numerico risulta che nulla sia variato in ordine al rapporto fra procedimenti e personale, sia esso giudiziario sia amministrativo. Tanto puntualizzato, il Governo e il Ministero che rappresento si stanno attivando per un controllo delle esigenze rappresentate dal territorio, in particolare nelle zone in cui c'è stata la soppressione a seguito della riforma portata avanti dall'allora maggioranza e dall'allora Ministro Orlando. Dico questo nella consapevolezza della necessità di controbilanciare l'esigenza di accentramento con quella altrettanto legittima di garantire quanto più possibile un sistema giustizia, quale corollario del sistema Paese, rispondente ai canoni della prossimità territoriale, secondo una metodologia operativa di contemperamento che tenga in debita considerazione anche le peculiarità del territorio a cui questo Governo e questo Ministero sono particolarmente sensibili. In tal senso, nel richiamare l'espresso riferimento contenuto nel contratto di Governo alla rivisitazione della geografia giudiziaria non posso che evidenziare che si tratta di una tematica oggetto della mia costante attenzione proiettata allo studio di soluzioni organizzative che possano più efficientemente attagliarsi alle istanze di giustizia.

In tal senso ricordo che, con il cosiddetto milleproroghe del 2018, c'è stato un temporaneo ripristino delle sezioni distaccate di Ischia, Portoferraio e Lipari, a prescindere dal carico di contenzioso, proprio in considerazione della particolare situazione geografica. Aggiungo che nell'attuazione della cosiddetta riforma …

PRESIDENTE. Concluda, signor Ministro.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Si, signor Presidente, concludo. E' stato deciso di non chiudere le sezioni fallimentari che, quindi rimarranno in prossimità dei cittadini. Finisco col dire che c'è un progetto che porterà nel 2019 ad aprire ben mille uffici di prossimità, che saranno uffici che permetteranno al cittadino di sentire la giustizia vicina al territorio.

PRESIDENTE. La ringrazio signor Ministro.

Ha facoltà di replicare la deputata Aurelia Bubisutti.

AURELIA BUBISUTTI (LEGA). Signor Presidente, posso dichiararmi parzialmente soddisfatta. Nella prima parte, mi pare che il ministro ci abbia spiegato, in modo molto chiaro, la sua idea di geografia giudiziaria. Mi permetto però di sottolineare che non condivido quando lei parla di efficienza; non è vero, dice lei, che ci sono stati dei rallentamenti per quanto riguarda le procedure, ma a me risulta un po' il contrario e che, in certe realtà, vi siano state delle inefficienze non indifferenti.

Quindi, mi piacerebbe molto che lei, signor ministro, valutasse un po' tutto quello che è accaduto dal 2011 a oggi. Cosa è successo dopo di allora, anche perché le situazioni sono mutate. Vorrei che lei avesse un po' più di attenzione anche per i luoghi più decentrati, laddove la chiusura di questi tribunali hanno creato dei problemi anche a livello sociale in situazioni già compromesse. Mi auguro e spero che davvero lei non si fermi soltanto alle prossimità. Noi lo abbiamo provato, per esempio, per quanto riguarda il tribunale, per quanto ci riguarda, e le assicuro che i risultati sono molto scadenti. Quindi, auspico che anche le richieste arrivate da tutto il territorio della nostra penisola trovino da parte sua l'attenzione di cui meritano.

(Intendimenti del Governo in ordine all'introduzione nell'ordinamento giuridico della cosiddetta castrazione chimica – n. 3-00282)

PRESIDENTE. La deputata Varchi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-00282 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Signor Presidente, lo scorso 30 settembre, in seguito all'arresto del cittadino romeno che cinque giorni prima aveva derubato e stuprato una settantenne a Milano, il ministro Salvini ha dichiarato: “beccato dalla Polizia di Stato lo schifoso che qualche giorno fa aveva rapinato e stuprato una donna di settant'anni in casa sua a Milano. Un recidivo. Era stato già rispedito in Romania per un'altra violenza di dieci anni fa ma, uscito dal carcere ha pensato bene di tornare subito in Italia. Posto che questo soggetto dovrebbe essere subito restituito alle patrie galere, confermo l'opportunità della castrazione chimica farmacologica per curare questi infami: altri Paesi la sperimentano da anni, perché in Italia no?” Nei giorni scorsi ancora, il ministro è tornato sulla necessità della castrazione chimica per gli stupratori commentando le violenze commesse a danno della povera Desirée violentata e uccisa nel quartiere romano di San Lorenzo. La castrazione chimica consiste nella somministrazione di farmaci che agiscono sull'ipofisi, riducendo la libido, ed è stata sviluppata come misura per stupratori e pedofili.

PRESIDENTE. Concluda.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Concludo Presidente, chiedendo al Governo con quali modalità e con quali tempistiche intenda introdurre nel nostro ordinamento la castrazione chimica.

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Alfonso Buonafede, ha facoltà di rispondere.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Grazie Presidente. Chiarisco, innanzitutto, che non c'è attualmente - per rispondere direttamente alla domanda che mi viene posta - alcuna iniziativa del Governo in relazione a una possibile introduzione della cosiddetta castrazione chimica in Italia e non c'è nessuna indicazione in tal senso nel contratto di Governo. Chiariamo che il Parlamento poi può portare avanti tutte le iniziative che ritiene opportuno, ma alla domanda rispondo in maniera chiara.

Devo dire che, al netto di tutto un quadro di norme che a livello costituzionale, a livello di codice civile e a livello di convenzioni internazionali, renderebbero chiaramente incostituzionale l'introduzione di questa pena, colgo l'occasione per fare alcuni chiarimenti, perché la domanda pone il problema in maniera corretta, per certi punti di vista, per altri, in maniera scorretta. È corretto quando si parla di misura temporanea perché, effettivamente, laddove prevista all'estero, si tratta di una misura temporanea e non potrebbe essere altrimenti.

Detto ciò, trattandosi di una misura temporanea, specifico che non è prevista all'estero come misura preventiva, perché è evidente che non può essere preventiva. Allora, all'estero come prevista? E' prevista come misura temporanea che implica uno sconto di pena: lo stupratore che si trova in carcere chiede allo Stato di avere uno sconto di pena e per il periodo in cui ottiene lo sconto di pena si sottopone – consensualmente, perché all'estero è previsto il consenso, quindi non l'obbligatorietà - alla cosiddetta castrazione chimica. Ora da questo punto di vista il Governo ha un'altra idea di intervento e questa idea è di non far uscire nessuno dal carcere, di tenerlo sotto controllo, con la certezza della pena, attraverso un percorso che, anche tramite personale medico, possa garantire che quella persona è sotto il controllo dello Stato. Il Governo si sta, inoltre, muovendo per tutta una serie di iniziative, quali l'inasprimento delle pene per i reati che vengono citati nella domanda. E' previsto inoltre che abbiamo appena presentato e verrà varato dal prossimo Consiglio dei ministri il cosiddetto “codice rosso” per un intervento per tutelare tempestivamente le donne che sono minacciate da possibile violenza. Inoltre, c'è un tavolo, coordinato dal sottosegretario Spadafora, che porta avanti tutta una serie di progetti nell'ambito di un unico, all'interno alla Presidenza del Consiglio dei ministri, …

PRESIDENTE. Concluda, Ministro.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia... piano antiviolenza delle donne, oltre all'istituzione di un fondo per le vittime dei reati violenti.

PRESIDENTE. La deputata Varchi ha facoltà di replicare, per due minuti.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie Presidente, non posso ritenermi soddisfatta di questa risposta con cui il rappresentante del Governo ha sostanzialmente smentito il Ministro Salvini. Dobbiamo dedurre che, a fronte di una seria emergenza sicurezza nel nostro Paese, in questo Governo prevale ancora quella linea pacifista che ha nel Presidente Fico il suo massimo esponente, in luogo di quella del Ministro Salvini. Si registra in Italia un aumento di reati contro la sfera sessuale in danno di maggiorenni e minorenni che destano particolare allarme sociale. Non si può gestire questo allarme sociale con qualche tweet o battuta ad effetto che da soli non bastano a garantire quella maggiore sicurezza che gli italiani chiedono a gran voce. L'introduzione della castrazione chimica nel nostro ordinamento, che anche Fratelli d'Italia ha dichiarato di volere e coerentemente ha depositato degli emendamenti al decreto sicurezza che vanno in questa direzione, un rimedio che avrebbe un effetto deterrente anche nei confronti di quanti si permettono di commettere reati nel nostro Paese, probabilmente certi di avere una certa impunità. E allora il tema della castrazione chimica diventa un tema importante e diventa forse la ragione per cui nel decreto sicurezza manca e forse il Ministro Salvini sta pensando di porre la fiducia. Quindi, Fratelli d'Italia si rivolge al Governo chiedendo di sposare questa soluzione perché, a fronte di un'emergenza sicurezza vera e seria come quella che il nostro Paese sta affrontando, la soluzione è tolleranza zero per pedofili e stupratori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non può essere più amore come dice il Presidente Fico.

(Iniziative in relazione al piano straordinario di reclutamento del personale docente della scuola pubblica per l'anno scolastico 2015-2016, con particolare riferimento ai docenti assunti dalle graduatorie ad esaurimento - n. 3-00283)

PRESIDENTE. Il deputato Vitiello ha facoltà di illustrare l'interrogazione Caiata n. 3-00283 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

CATELLO VITIELLO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Soltanto a beneficio dell'Aula perché il quesito è noto. Signor Ministro, buonasera, chi le parla ritiene che la scuola sia un tema sensibile, un tema delicato che poi guarda ai nostri figli. Ritengo che la regola, qualsiasi essa sia, pone sempre un problema di percezione alla base. Si è voluto nel passato salvaguardare l'uguaglianza, però purtroppo ne ha pagato l'equità e fra i docenti al momento in Italia abbiamo una forte sperequazione fra docenti di lungo corso e giovani laureati che si trovano invece collocati all'interno delle nostre scuole. Io so che lei già ha predisposto, perché l'ho letto dalla stampa stamattina, delle nuove disposizioni, una riforma legislativa importante per il nuovo reclutamento. Ecco, io le chiedo che cosa intende fare invece per quei docenti di fascia B, in particolare - sa benissimo a cosa faccio riferimento - cosa intende fare per il loro futuro.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, Marco Bussetti, ha facoltà di rispondere.

MARCO BUSSETTI, Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Grazie Presidente. Onorevole, non posso che concordare con lei sugli effetti, oserei dire aberranti, prodotti dal piano straordinario di assunzioni previsto dalla legge cosiddetta “buona scuola” e ancor più dal connesso piano straordinario di mobilità. La legge n. 107 del 2015 ha infatti articolato il piano assunzionale in diverse fasi con regole rigide che hanno peraltro impedito ai docenti che avevano accettato la nomina di essere destinatari di eventuali altre proposte per diverso posto, classe di concorso o provincia di servizio. Alla procedura straordinaria di assunzione è seguito poi un piano straordinario di mobilità territoriale e professionale particolarmente complesso rivolto anche a docenti assunti a tempo indeterminato entro l'anno scolastico 2014-15 che ha determinato la permanenza di numerosi docenti neoassunti in luoghi lontani da quelli di residenza, nonché l'impossibilità per gli stessi di passare ad una diversa classe di concorso. Consapevole di questa criticità ho adottato da subito alcune iniziative urgenti pur nei limiti del quadro normativo vigente. In sede di contratto collettivo integrativo per l'anno scolastico 2018-19 relativo all'utilizzazione di assegnazioni provvisorie sottoscritto il 28 giugno 2018 è stato consentito ai docenti il ricongiungimento al genitore senza richiedere l'ulteriore requisito della convivenza, come invece previsto nella precedente contrattazione collettiva. Ciò proprio al fine di favorire la possibilità di rientro dei docenti nei luoghi di residenza. Con specifico riferimento ai docenti assunti sui posti di sostegno, che come noto sono tenuti al rispetto del vincolo quinquennale di permanenza nella sede prima di poter accedere alla mobilità professionale su posto comune, comunico che è imminente l'attivazione di percorsi di specializzazione sul sostegno per tutti i gradi di istruzione per un numero consistente di posti. Ciò consentirà da un lato di garantire la continuità didattica in favore degli alunni con maggiore bisogno, ovviando almeno in parte alla cronica carenza di docenti specializzati, e dall'altro di assicurare ai docenti maggiori e diversi percorsi professionali. Concludo, evidenziando di avere formalmente chiesto al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'Economia e delle finanze che nell'ormai imminente legge di bilancio vengano individuate le risorse finanziarie necessarie per un sensibile rafforzamento dell'organico, soprattutto delle scuole dell'infanzia e primaria, anche attraverso il potenziamento del tempo normale alla scuola dell'infanzia e del tempo pieno alla scuola primaria.

Solo attraverso un consistente ampliamento dell'organico che riguarderebbe in particolare le regioni meridionali, dove maggiore è l'esigenza di potenziamento del tempo pieno, potranno infatti crearsi le condizioni per dare soluzione definitiva agli effetti negativi prodotti dalla legge n. 107.

PRESIDENTE. Il deputato Vitiello ha facoltà di replicare.

CATELLO VITIELLO (MISTO-MAIE). Grazie ancora Presidente. Ministro, non me ne voglia, ma mi ritengo parzialmente soddisfatto perché essere pienamente soddisfatto significa fare un investimento per il futuro e noi dal Parlamento rispetto al Governo lo facciamo insieme a lei. Credo nella sua capacità di rimettere a posto le cose perché penso che il nuovo reclutamento rappresenti in questo momento anche un faro, un indirizzo, però non ci dimentichiamo che questi docenti si sono rivolti anche alle autorità giurisdizionali. Abbiamo delle sentenze del TAR; abbiamo un'ordinanza del Consiglio di Stato e proprio per rimediare a tutto questo. Insomma, io comincio a pensare che il Parlamento debba fare qualcosa di più e non attendere le disposizioni di un giudice. È questa la preoccupazione forte, cioè noi abbiamo una class action in corso al TAR Lazio e già sapremo come andrà a finire perché questi docenti avranno ragione. I docenti che meritano, meritano di stare in cattedra e di stare in cattedra vicino casa perché hanno lavorato duramente per questo e meritano naturalmente soddisfazione professionale e anche dal punto di vista etico. Infatti, attenzione, stiamo parlando di docenti di lungo corso. Non ci dimentichiamo - e questo glielo sottolineo - i docenti di fascia B sono quelli che hanno militato lungamente in attesa di entrare all'interno di un compartimento scuola che in questo momento fa acqua da tutte le parti e noi speriamo che a quest'acqua venga dato un margine da lei. Grazie Ministro, grazie mille.

(Elementi e iniziative in merito al corretto svolgimento delle prove del concorso per dirigenti scolastici, in relazione ai numerosi disservizi verificatisi - n. 3-00284)

PRESIDENTE. Il deputato Federico Conte ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00284 (Vedi l'allegato A).

FEDERICO CONTE (LEU). Grazie Presidente. Ci è arrivata notizia da più parti, poi pubblicata anche sul sito tecnico della scuola, che durante lo svolgimento della prova scritta del concorso per i dirigenti scolastici si sono verificati dei cattivi funzionamenti del software ministeriale, tali che in molte sedi e tra queste quella di Napoli addirittura molti candidati hanno visto le risposte scritte, immesse attraverso il PC in dotazione, sulla piattaforma ministeriale scomparire. Se questo dato fosse vero, evidentemente ne verrebbe pregiudicata in maniera grave la trasparenza e la regolarità dello svolgimento della prova con la prevedibile ricaduta in termini di validità giuridica della stessa. Chiediamo di sapere allora, Ministro, se ha già accertato o si intende accertare ed eventualmente quali provvedimenti vuole adottare per verificare la situazione di fatto.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, Marco Bussetti, ha facoltà di rispondere.

MARCO BUSSETTI, Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Grazie Presidente. Rispondo agli onorevoli interroganti evidenziando preliminarmente che il regolamento concorsuale prevede che la prova scritta del concorso per i reclutamenti di dirigenti scolastici si svolga con l'ausilio di sistemi informatici. A tal fine per l'espletamento della prova stessa sono state predisposte nelle scuole a livello nazionale 10.220 postazioni dotate di attrezzature informatiche e dell'applicativo software per il concorso. Tutte le postazioni sono state preventivamente collaudate dai tecnici appositamente individuati al fine di verificarne il corretto funzionamento. Inoltre, al fine di consentire a ciascun candidato di conoscere prima di sostenere la prova l'impostazione e il funzionamento dell'applicativo informatico, sono state pubblicate sul sito del Ministero, con congruo anticipo rispetto allo svolgimento della prova, le istruzioni operative ed un video esplicativo della procedura, entrambi ancora consultabili sul nostro sito istituzionale. Le medesime istruzioni sono state inoltre richiamate all'attenzione di ogni candidato dall'applicativo informatico prima dell'avvio della prova e riportavano testualmente quanto segue (leggo il virgolettato): “Per le domande a risposta aperta la parte inferiore della pagina è riservata all'inserimento della risposta da parte del candidato. Una volta inserita la risposta occorre confermarla cliccando sul pulsante conferma e procedi. In questo modo il sistema acquisirà la risposta e visualizzerà la domanda successiva. Si deve cliccare su conferma e procedi per tutte le risposte sia aperte che chiuse, compresa l'ultima”. Nell'ipotesi in cui il candidato, anziché cliccare sul pulsante conferma e procedi, cliccava sul pulsante vai alla pagina di riepilogo o su quella torna alla domanda precedente, compariva un messaggio di avviso che avvertiva il candidato che la risposta non era stata confermata e che proseguendo avrebbe perso le modifiche effettuate. Cliccando sul pulsante “sì” di questa finestra di avviso, quindi, il candidato ha scelto consapevolmente di non fornire la risposta. Pertanto, quello che al candidato poteva sembrare un malfunzionamento del sistema, è probabilmente da addebitarsi ad un utilizzo dell'applicativo software non conforme alle istruzioni operative fornite prima della prova. Di ciò è conferma il fatto che, per come riferito dal sistema tecnico di assistenza del CINECA alla competente direzione generale del Ministero, le verifiche effettuate in tempo reale sulle segnalazioni di presunto malfunzionamento dell'applicativo informatico, giunte durante lo svolgimento della prova, hanno evidenziato che si trattava in realtà di casi di non corretto utilizzo del sistema stesso da parte dei candidati e quando è stata loro richiamata nuovamente l'importanza della conferma della risposta, cliccando sul pulsante “conferma e procedi”, la presunta anomalia tecnica non si è più verificata.

PRESIDENTE. Il deputato Federico Conte ha facoltà di replicare.

FEDERICO CONTE (LEU). Presidente, grazie. Mi dichiaro parzialmente soddisfatto, evidentemente il servizio di assistenza ha svolto una verifica e un controllo circa la corretta osservanza delle modalità di espletazione della procedura di concorso, di gara, ed evidentemente per le risposte aperte vi era questa possibilità, non essendo lo stesso rischio possibile per le risposte chiuse. Però, evidentemente, si tratterebbe di un errore compiuto da più candidate in più sedi in Italia, quindi io credo che sia necessario, per evitare una imprevedibile ricaduta in termini di impugnative. Il Ministro sa bene che lo scorso concorso è gravato ancora adesso da moltissimi ricorsi di coloro che, pur avendo raggiunto la sufficienza, 60/100, non hanno raggiunto la soglia minima di 70/100 per accedere all'orale. In quei dieci punti si annidano potenziali, molteplici ricorsi, che in questo caso avrebbero un argomento in più che credo debba essere fugato anche per la esigenza di trasparenza a cui tutti aneliamo, da un accertamento scientificamente certo di tipo tecnologico, possibile anche ex post e che venga reso noto con adeguati mezzi di pubblicità.

(Iniziative di competenza a tutela dei risparmiatori e degli investitori, con riferimento alla situazione di Banca popolare di Bari e di Banca Carige – n. 3-00285)

PRESIDENTE. La deputata Francesca Anna Ruggiero ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00285 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

FRANCESCA ANNA RUGGIERO (M5S). La ringrazio, signor Presidente. Signor Ministro, il fermo rifiuto opposto dalla Banca Popolare di Bari alle richieste dei soci di liquidazione delle quote e di conoscere il valore effettivo del loro investimento al momento dell'eventuale realizzo, ha portato ad azioni legali di singoli gruppi o per tramite di associazioni di consumatori. Le iniziative promosse presso l'Arbitro per le controversie finanziarie presso Consob ha portato a decisioni orientate al risarcimento degli azionisti, perché non erano in grado di percepire l'alta rischiosità dell'investimento. Tuttavia, la banca non ha accolto. Le recenti notizie di stampa apparse su Il Sole 24ore del 5 ottobre segnalano provvedimenti della Consob approvati a metà settembre, con sanzioni pecuniarie e amministrative a carico dei vertici della Banca Popolare di Bari per violazioni relative ad eventi tra il 2014 e il 2016, al momento però sospese dalla Corte d'appello per un ammontare totale di 1,95 milioni di euro. Anche per Banca Carige si rileva una situazione altrettanto critica. Pertanto le chiedo se appare auspicabile applicare la direttiva 2014/49/UE, articolo 11, comma 3, dei sistemi di garanzia dei depositi, perché possono essere considerati misure alternative volte ad evitare il fallimento di un ente creditizio.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giovanni Tria, ha facoltà di rispondere.

GIOVANNI TRIA, Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie, Presidente. Con l'interrogazione a risposta immediata in oggetto, gli onorevoli interroganti chiedono di conoscere quali urgenti iniziative di competenza si intende assumere, nel rispetto dell'articolo 47 della Costituzione, intervenendo con urgenza a tutela dei risparmiatori e degli investitori truffati e valutando altresì l'opportunità di ricorrere in via preventiva ai Fondi di garanzia dei depositi di cui all'articolo 11, paragrafo 3, della direttiva 2014/49/UE. I casi a cui l'interrogazione si riferisce sono quelli di Banca Carige e di Banca Popolare di Bari. In proposito si rappresenta quanto segue.

In via preliminare, si evidenzia che la situazione finanziaria e patrimoniale e di assetto societario di Banca Carige e Banca Popolare di Bari è monitorata dalle Autorità di vigilanza competenti. Si ricorda che, dall'istituzione del meccanismo di vigilanza unico, nel novembre 2014, l'Autorità competente ad esercitare la supervisione per i profili di vigilanza prudenziale sul gruppo Banca Carige è la Banca centrale europea. Con riferimento al coordinamento tra diverse autorità, si fa presente su un piano generale che la Banca d'Italia presta alla Consob ampia collaborazione ai sensi della normativa vigente, anche in forza di appositi protocolli stipulati con la Commissione.

Con particolare riferimento alle vicende richiamate nell'interrogazione, relativamente al gruppo Banca Popolare di Bari, si osserva che i provvedimenti sanzionatori a carico dei vertici aziendali della Popolare di Bari sono stati adottati dalla Consob anche sulla base dei riferimenti trasmessi dalla Banca d'Italia. La Banca d'Italia ha prestato ampia collaborazione alle procure di Genova e Bari in relazione alle indagini da esse condotte.

Infine, con riguardo a eventuali misure preventive che gli schemi di garanzia dei depositi potrebbero porre in essere ai sensi dell'articolo 11, comma 3, della direttiva 2014/49/UE, si ricorda in primo luogo che queste misure sono finalizzate a superare lo stato di dissesto o di rischio di dissesto, presupposto che non ricorre per le banche in questione. Inoltre, questo tipo di interventi è considerato dalla Commissione europea alla strega di aiuti di Stato e, pertanto, condizionato alla preventiva condivisione degli oneri da parte di azionisti e creditori subordinati.

PRESIDENTE. La deputata Francesca Anna Ruggiero ha facoltà di replicare.

FRANCESCA ANNA RUGGIERO (M5S). Signor Ministro, il punto è che la magistratura ha ancora dei filoni di indagine aperti e quindi, nel momento in cui queste banche si ritroveranno a dover far fronte a risarcimenti, si troverebbero in situazioni di insolvenza tale da generare il tracollo e al momento non è possibile lo smobilizzo delle azioni in Banca Popolare di Bari e Banca Carige. Per questo le chiedo di rendere cogenti gli obblighi relativi alla trasparenza contabile e alla comunicazione tempestiva dei tempi e dei contenuti delle attività di deprezzamento e svalutazione delle azioni, essenziale per stabilire il valore delle azioni al momento della richiesta di smobilizzo da parte dei singoli soci.

(Chiarimenti in merito all'impatto sulle stime di crescita derivanti dalla perdita dei finanziamenti comunitari e dal mancato avvio di bandi di gara relativi alla Tav Torino-Lione – n. 3-00286)

PRESIDENTE. Il deputato Musella ha facoltà di illustrare l'interrogazione Gelmini ed altri n. 3-00286 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

GRAZIANO MUSELLA (FI). Presidente, onorevoli colleghi, Ministro Tria vorremmo che oggi ci sciogliesse un dubbio amletico e contemporaneamente lo sciogliesse anche a tutti gli italiani, dubbio che, dopo la delibera del consiglio comunale di Torino a maggioranza Cinquestelle, si sta rafforzando sempre di più. Ma volete veramente che ci sia la decrescita infelice di un territorio come la macroregione subalpina italiana, che rappresenta una parte determinante del PIL del nostro Paese? Volete veramente la decrescita infelice di migliaia di imprese del nord e di migliaia di lavoratori, artigiani e commercianti, che aspettano la Tav come opportunità di crescita e di ripresa? Non togliete la speranza e il futuro ai nostri giovani.

La strategia del Ministro Toninelli è quella di comportarsi come se i cantieri non esistessero, mettendo così a rischio ancora una volta tutto il nostro Paese a danni economici enormi e a danni di competitività per tutte le regioni del nord. Alla luce, poi, di ciò che ha dichiarato anche il commissario Foietta, incaricato da voi per l'analisi costi-benefici dell'opera, e cioè che anche la Torino-Lione non si può fermare, vi domandiamo: lei non ritiene che quest'opera debba costituire uno degli impegni prioritari per la crescita economica del nostro Paese (Applausidei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giovanni Tria, ha facoltà di rispondere.

GIOVANNI TRIA, Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie, Presidente. Con l'interrogazione a risposta immediata in oggetto, gli onorevoli interroganti chiedono chiarimenti in merito all'impatto sulle stime di crescita derivanti dall'eventuale perdita dei finanziamenti comunitari e dal mancato avvio di bandi di gara relativi alla Tav Torino-Lione.

A quanto risulta, la sospensione della pubblicazione delle gare, in attesa che venga completata l'analisi costi-benefici dell'opera, è avvenuta sulla base di uno scambio di lettere tra i Ministeri competenti di Italia e Francia. Al momento, il Ministero dell'Economia e delle finanze non dispone di elementi informativi in merito alla data di chiusura dell'analisi costi-benefici in corso (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidenteedi deputati del gruppoPartito Democratico).

PRESIDENTE. Non interrompete, cortesemente, il Ministro Tria. Prego, Ministro, prosegua.

GIOVANNI TRIA, Ministro dell'Economia e delle finanze. Pertanto, in relazione al rischio di perdita dei finanziamenti europei per la stessa o agli impatti macroeconomici dell'intervento è prematuro approntare alcuna quantificazione e valutazione i cui elementi sono oggetto stesso, e devono essere oggetto stesso, dell'analisi costi-benefici in corso (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)

PRESIDENTE. Il deputato Pella, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

ROBERTO PELLA (FI). Grazie Presidente, grazie Ministro. Onorevoli colleghi, diciamo che il Ministro Tria non ha risposto per nulla al quesito che abbiamo posto. Anzi, oggi, dopo tre anni e mezzo di debole ma continua e costante espansione, l'Italia smette di crescere: il PIL è a zero e l'Italia è ferma, soprattutto se consideriamo che la stagnazione è dovuta alla diminuzione del valore aggiunto dell'industria e dallo zero della domanda interna ed estera. I dati dell'Istat di settembre, che sono stati pubblicati oggi, ci dicono che torna a salire il numero dei disoccupati (10,1 per cento) e peggiora anche il dato sulla disoccupazione giovanile (risalita al 31,4 per cento). Sono stati persi 34.000 posti di lavoro, ma soprattutto quelli tra i dipendenti permanenti (77.000). Questo significa che aumenta la precarietà, signor Ministro, altro che reddito di cittadinanza o servizi all'impiego! Altro che manovra espansiva e corposi investimenti per le grandi opere! Mentre il Ministro Toninelli, purtroppo, dichiara di voler aumentare nel 2019 la spesa per investimenti pubblici di almeno 3,5 miliardi, dall'altro lato mette a rischio i programmi, già in qualche modo miseri, ma, soprattutto, i 2 miliardi di fondi per realizzare le sei grandi opere ferroviarie e blocca, soprattutto, signor Ministro, la TAV: un vero e proprio furto di lavoro e di futuro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Noi del gruppo di Forza Italia siamo stanchi di tutti i vostri “no” mascherati da analisi costi-benefici, come ancora una volta lei, oggi, ha voluto dirci; analisi i cui risultati non si sa bene se siano già pervenuti o se siano la scusa per ritardare ulteriormente l'opera, quando invece avete chiesto e preteso da noi comuni, da noi sindaci, in dieci giorni ad agosto, di darvi delle risposte…(I deputati del gruppo di Forza Italia-Berlusconi Presidenteespongono cartelli recanti la scritta: “Ladri di futuro, Sì TAV, ladri di lavoro”, scandendo ripetutamente le parole: “Dateci la TAV!”).

PRESIDENTE. Deputato Pella, deve concludere. E comunque mettete giù questi cartelli. Rimuovete i cartelloni e non costringetemi a richiamarvi all'ordine. Ricordo a tutti che le interrogazioni a risposta immediata, proprio per la presenza della ripresa televisiva, richiedono una particolare sobrietà. Dovete rimuovere i cartelli! Prego, gli assistenti parlamentari, togliete i cartelli (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente).

(Chiarimenti in merito alla strategia del Governo in materia di intervento pubblico a sostegno delle banche e in relazione all'ingresso di Ferrovie dello Stato nel capitale di Alitalia – n. 3-00287)

PRESIDENTE. Il deputato Padoan ha facoltà di illustrare l'interrogazione n. 3-00287 di cui è cofirmatario (Vedi l'allegato A) (Commenti)….Adesso basta, cortesemente. Dovete dare la possibilità agli altri gruppi, agli altri colleghi, di svolgere la propria interrogazione. Prego, deputato Padoan, a lei la parola.

PIETRO CARLO PADOAN (PD). Grazie Presidente. Signor Ministro, vorrei gentilmente un po' di attenzione (Commenti)…Pregherei i colleghi di Forza Italia di concedere anche a me la possibilità di esprimere le posizioni del gruppo, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Signor Ministro, sono qui (Commenti)…

PRESIDENTE. Prego, lei svolga la sua interrogazione: il Ministro sta ascoltando…(Commenti)

PIETRO CARLO PADOAN (PD). Signor Ministro, come lei sa bene la situazione economica del Paese sta peggiorando. In un contesto del genere è essenziale che le politiche che un Governo vuole mettere in atto siano chiare e convincenti. Temo che questo non sia il caso di quello che sta succedendo e per questo noi proponiamo due quesiti che sono esemplificativi di questa situazione. La prima questione, che lei conosce molto bene, riguarda l'aumento dello spread e, soprattutto, la sua persistenza a livelli molto elevati rispetto a pochi mesi fa, che mette in discussione la sostenibilità dei bilanci di molte banche, tanto che si può paventare una situazione in cui molte di queste banche debbano andare verso una ricapitalizzazione. Questa sarebbe un'operazione difficile vista la situazione dei mercati finanziari: cosa intende fare il Governo? Questa non è una domanda retorica perché autorevoli esponenti del Governo, compreso lei, signor Ministro, hanno dato molte risposte a questo problema, quindi, le domando quale sia la strategia che avete in mente.

PRESIDENTE. Deputato Padoan, concluda….

PIETRO CARLO PADOAN (PD). Secondo punto, e concludo in cinque secondi: sappiamo che Ferrovie dello Stato ha deliberato di entrare nel capitale di Alitalia per effettuare una strategia di cui non si conoscono….

PRESIDENTE. Deve concludere.

PIETRO CARLO PADOAN (PD). Qual è la strategia che il Governo indica per Ferrovie dello Stato, che è pienamente partecipata?

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giovanni Tria, ha facoltà di rispondere.

GIOVANNI TRIA, Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie Presidente. Con l'interrogazione a risposta immediata in oggetto gli onorevoli interroganti chiedono chiarimenti in merito alla strategia del Governo in materia di intervento pubblico a sostegno delle banche e del settore del trasporto. Con riferimento al settore bancario e al possibile impatto della dinamica dello spread, osservo come il nostro sistema bancario stia progressivamente acquistando solidità, come dimostra la continua e decisa riduzione delle sofferenze. Chiarisco che non si ravvisano ipotesi di intervento nel settore. Non di meno, il monitoraggio dei profili di rischio è continuo e scrupoloso. Il Governo sta infatti vigilando sull'evolvere della situazione perché il settore non venga messo in difficoltà. In ogni caso mi preme sottolineare che qualsiasi eventuale intervento verrà implementato in conformità alla normativa vigente. Colgo inoltre l'occasione per sottolineare che gli interventi proposti nella futura legge di bilancio non impattano sul conto economico degli istituti di credito.

Per quanto riguarda il quesito relativo all'ingresso di Ferrovie dello Stato nel capitale di Alitalia, sottolineo che lo Stato non esercita attività di direzione e coordinamento sulle società partecipate, stante specifica previsione normativa che esclude l'esercizio dell'attività imprenditoriale in capo allo Stato. Vi è, quindi, la preclusione di ingerenze nelle attività gestionali o operative delle società.

Il Ministero dell'economia e delle finanze esercita i diritti dell'azionista, d'intesa con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in qualità di vigilante sul gruppo Ferrovie dello Stato, in piena sintonia con il ruolo di coordinamento dell'attività dell'organo esecutivo esercitato dal Presidente del Consiglio dei ministri.

Ferrovie, anche in conformità ai principi Istat Eurostat, agisce come un operatore di mercato indipendente e il consiglio di amministrazione, nell'esercizio delle sue prerogative gestionali, valuta autonomamente la fattibilità e la sostenibilità economico-finanziaria dell'operazione. Nell'ambito di tali prerogative, nella sua autonomia, il consiglio di amministrazione può decidere di realizzare l'operazione nel rispetto di un quadro di sostenibilità economica, anche con la presenza di partner industriali di settore, previa la verifica dell'assenza di pregiudizi economico-finanziari e nel rispetto della normativa antitrust e sugli aiuti di Stato. Grazie.

PRESIDENTE. Il deputato Marattin ha facoltà di replicare.

LUIGI MARATTIN (PD). Onestamente, signor Ministro, sono scioccato da quello che ho sentito. Circa il primo punto, se non ho capito male, lei ci dice due cose: che il sistema bancario italiano è solido ed ha acquisito solidità, evidentemente negli ultimi anni, e che ogni eventuale intervento viene fatto in conformità alla normativa vigente che, lo ricordo, è una normativa europea e bene esemplificata dal famoso concetto del bail-in. Lei è espressione di un Governo e di una maggioranza che ha persistentemente negato entrambi i concetti che lei adesso ha detto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). In primo luogo, asserendo che noi avevamo sbagliato tutto nella politica di sostegno al sistema bancario ed era soltanto un aiuto agli amici dei banchieri e ai familiari di qualcuno, eccetera; in secondo luogo, che la normativa europea era la più grande violazione di sovranità, eccetera. Lei ci ha detto, in questo momento, che entrambi questi pilastri della campagna elettorale dei partiti che sostengono la sua posizione di Ministro sono completamente negati.

Tuttavia, il secondo punto su Ferrovie mi sconvolge ancor di più. Lei ha detto, in pratica, che non sono affari del Governo quello che fanno le Ferrovie e le società partecipate. Ma se quello che lei dice è la politica del Governo, mi faccia fare una domanda: che ci sta a fare lo Stato con la presenza pubblica nella compagine societaria di Ferrovie? Cioè, se lei se la può cavare dicendo che è un'azienda autonoma e il CdA può disporre in autonomia gli interventi, io mi chiedo, allora - senza che sia un affare della politica e un affare del Governo -, qual è la presenza e la ratio nel capitale di Ferrovie del Ministero dell'economia e delle finanze, che lei autorevolmente rappresenta? Signor Ministro, l'interrogazione che abbiamo fatto era volta a capire cosa pensa il Governo in generale della presenza pubblica nell'economia in due settori di mercato, quali il trasporto aereo e le ferrovie. Ogni impiego di risorsa pubblica, come lei mi insegna, ha un costo-opportunità. Se questo Governo intende impiegare le risorse pubbliche in settori del genere sta distogliendo quell'euro e quelle risorse da impieghi più proficui. Da quello che lei ci dice non riusciamo a capire, oltre alle perplessità che le ho detto…

PRESIDENTE. Concluda.

LUIGI MARATTIN (PD). …quale sia l'opinione di questo Governo su cosa lo Stato debba fare nelle aziende partecipate o negli interventi nel sistema bancario e quale sia la valutazione che fa degli interventi che state preparando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 16,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Billi, Brescia, Castelli, Cavandoli, Colucci, D'Uva, Delrio, Gregorio Fontana, Gallinella, Gallo, Garavaglia, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Grande, Lorefice, Losacco, Lupi, Ruocco, Saltamartini, Sarti, Schullian e Sisto sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente settantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (PD). Presidente, noi abbiamo svolto una Conferenza dei presidenti di gruppo dove abbiamo, oltre al calendario di novembre, deliberato e discusso soprattutto dei termini che riguardano i lavori su questo decreto e come proseguire. Alla fine della riunione della Conferenza, con scarsissimo senso istituzionale, che lo contraddistingue in più occasioni, il Ministro Fraccaro ha detto che gli dispiace che il Partito Democratico faccia ostruzionismo sul decreto di Genova (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) e il Ministro Fraccaro sa bene che noi non stiamo facendo ostruzionismo sul decreto di Genova.

In primo luogo, faccio presente che la maggioranza e il Governo hanno fatto due giorni di ostruzionismo: due giorni di ostruzionismo sul provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), incapaci di scrivere le norme, incapaci di venire in quest'Aula a dare le risposte. L'ultima sospensione, di 40 minuti, era di ieri sera alle 23 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

In secondo luogo, noi ribadiamo quello che il capogruppo, Graziano Delrio, ha detto anche oggi in Conferenza dei presidenti di gruppo: “Venite qui con l'emendamento soppressivo del condono edilizio scandaloso su Ischia e noi approviamo il decreto subito” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Approvate un unico emendamento: la soppressione dello scandalo del condono edilizio nel collegio elettorale di Di Maio e noi approviamo subito il decreto su Genova - subito! -, subito approviamo il decreto su Genova (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Non è la soluzione di tutti i problemi, ma è quello che serve oggi. Venite con un unico emendamento, uno solo: cancellate lo scandalo e la vergogna del condono edilizio su Ischia, il collegio elettorale di Di Maio! Questo è l'unico emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico): siamo stati chiari? È ostruzionismo questo? Noi non siamo contro il decreto su Genova: noi siamo contro lo scandalo - lo scandalo! - e la vergogna di chi maschera dietro a Genova il condono edilizio nel proprio collegio elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e la vergogna è che loro - loro! - dopo essersi riempiti la bocca di onestà oggi, pur di stare dietro al capo come una testuggine - come una testuggine! -, lasciano che succeda questo.

Poi, Presidente, mi lasci dire: dov'è questa fretta, se avete il Senato chiuso? Se noi approviamo qui questo decreto adesso in Senato non ci va (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico): ma cosa state facendo? Dov'è l'urgenza, dopo che per 50 giorni avete sventolato i fogli del decreto senza portarlo in Consiglio dei Ministri? Adesso dite che noi facciamo ostruzionismo perché diciamo che una norma scandalosa come quella del condono edilizio va rimossa. Dovreste essere voi a dire che va tolta quella norma, voi! Invece siete lì, come una testuggine - sì! - dietro all'uomo solo che pensa solo al suo collegio elettorale! Vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Dai banchi del gruppo del Partito Democratico si scandisce: Ver-go-gna! Ver-go-gna!)!

PRESIDENTE. Deputati, cerchiamo cortesemente di tenere un atteggiamento consono all'Aula. Avete svolto il richiamo all'ordine dei lavori, anche con una certa intensità. Adesso lasciamo che gli altri colleghi possano prendere la parola.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, le chiedo di verificare il fatto che alcuni dei nostri colleghi siano ancora in Commissione giustizia. Ora, capisco che ci siano delle urgenze che fino a questo momento non sono mai state evidenziate, ma questo non è il modo di procedere. Se c'è una Commissione in corso, l'Aula non può riprendere i lavori, perché viene minato il diritto-dovere dei nostri colleghi di essere qui in Aula. Per cui, questa seduta va sospesa immediatamente perché la Commissione giustizia è ancora riunita.

PRESIDENTE. La ringrazio, deputata Lucaselli, ma le cose stanno in maniera diversa. La Commissione deve cessare i propri lavori non appena iniziano i lavori dell'Aula. Adesso stiamo facendo le opportune verifiche. Nel frattempo, diamo la parola al deputato D'Uva, che l'ha chiesta, e poi vedremo se la Commissione ancora sta lavorando o meno.

FRANCESCO D'UVA (M5S). Grazie, Presidente. Noi non pretendiamo che un decreto della maggioranza possa piacere alle opposizioni. Noi non pretendiamo che ogni singola parte del decreto possa piacere. Noi diciamo, però, che in quest'Aula sono state dette delle cose non veritiere, perché parlare di condono su Ischia non è corretto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Non è corretto dire che con i fanghi andiamo a inquinare, perché per la prima volta c'è un limite che prima non c'era. Non è corretto considerare che…Presidente, faccio appello a lei.

PRESIDENTE. Colleghi, lasciate svolgere l'intervento al presidente D'Uva.

FRANCESCO D'UVA (M5S). Non è corretto considerare che avevamo degli accordi che, comunque, dicevano che si doveva dare il giusto tempo alle opposizioni di discutere il decreto, e siamo molto felici che questi tempi ci siano stati e continuino ad esserci, ovviamente. Questa è la democrazia e ci mancherebbe, questo è ovvio. Mi dispiace che ci stiamo dilungando più di quanto sia necessario per il semplice fatto che il decreto c'è, che ci sono delle persone che lo stanno aspettando e il MoVimento 5 Stelle non vuole più perdere tempo, lo vuole approvare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e speriamo, auspichiamo, che le opposizioni potranno continuare a discutere nel merito i propri emendamenti, senza però dilazionare ulteriormente i tempi, perché ciò non serve proprio a nessuno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1209-A.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 1209-A)

PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione è stato da ultimo respinto l'emendamento Muroni 41.103.

Avverto che le Commissioni hanno presentato il subemendamento 0.12.12.400, che è in distribuzione, e hanno ritirato l'emendamento 12.400.

Avverto, inoltre, che la Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere e ha condizionato, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, il parere favorevole sull'emendamento Foti 12.12 all'approvazione del subemendamento 0.12.12.400 delle Commissioni.

La medesima Commissione bilancio ha, altresì, revocato il parere contrario sull'emendamento Colletti 37.309.

Avverto che, fuori dalla seduta, l'emendamento Pastorino 12.9 è stato ritirato dal presentatore. Mi risulta che sia intenzione dei relatori proseguire l'esame del provvedimento dall'articolo 41. Passiamo, quindi, all'emendamento Braga 41.2.

Mi dicono gli uffici che le Commissioni sono state sconvocate.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, ma per l'economia dei nostri lavori - naturalmente, non entro nel merito di quanto è già stato sin qui detto - credo sarebbe opportuno che i relatori facessero conoscere all'Aula se, oltre a proseguire rispetto alla conclusione del nostro fascicolo, siamo anche in condizione - o meglio, sono anche in condizione - di sciogliere la riserva sui numerosi emendamenti accantonati, alcuni dei quali, come è noto, impattano sull'articolo 25. Credo sarebbe indispensabile per comprendere anche come poter impostare i nostri lavori.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, chiediamo cinque minuti. Fino adesso non erano state sconvocate le Commissioni, giusto il tempo di far tornare i colleghi, perché non è responsabilità loro se perdono la votazione.

PRESIDENTE. Stanno tornando, la ringrazio per questo richiamo. Ci sono altri iscritti a parlare, quindi ammazzeremo il tempo ascoltando gli altri colleghi.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, signor Presidente. Giustamente, mi accodo all'invito fatto dal collega che mi ha preceduto di dare il giusto tempo per far ritornare i nostri colleghi che sono impegnati nelle attività di Commissione, perché, altrimenti, si nega un diritto costituzionalmente garantito, che sicuramente la sua Presidenza vorrà tutelare e valorizzare.

PRESIDENTE. Deputato Ziello, la ringrazio. Sulla stessa materia abbiamo già avuto degli interventi, abbiamo già fatto il nostro intervento sulle Commissioni, che si sono sconvocate. Molti colleghi hanno già raggiunto l'Aula, e quindi possiamo procedere con i nostri lavori.

FLAVIO DI MURO, Relatore per la IX Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FLAVIO DI MURO, Relatore per la IX Commissione. Grazie, Presidente. Solo per informarvi che abbiamo dato i pareri su tutti gli emendamenti accantonati, come anche possono dimostrare o dire i colleghi che appartengono al Comitato dei nove. Non vorrei che succedesse, come abbiamo visto prima, che arrivano da alcuni banchi di quest'Aula delle critiche al lavoro del Comitato dei nove, dove, peraltro, tutti hanno una rappresentanza che siede in quella assise.

PRESIDENTE. Va bene, non c'è bisogno di commentare, prendiamo atto.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Presidente, intervengo in qualità di componente del Comitato dei nove, perché il collega si è dimenticato di dire che i pareri che sono stati espressi sugli emendamenti accantonati, ed in particolare quelli sull'articolo 25, sono pareri non espressi all'unanimità. Il Partito Democratico all'interno del Comitato dei nove ha ribadito tutte le sue riserve politiche e istituzionali in merito all'espressione degli emendamenti così come è stata decisa dai relatori, in sintonia con il Governo. Quindi, i pareri espressi non sono pareri all'unanimità del Comitato dei nove, che sia chiaro fino in fondo, dal primo all'ultimo degli articoli che abbiamo esaminato.

PRESIDENTE. Grazie a lei, deputata Pezzopane, per la precisazione, comunque pleonastica, mi permetto di dire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché il Comitato dei nove, come è ovvio, al suo interno ha una maggioranza e un'opposizione; quindi, quasi mai delibera all'unanimità. Passiamo alla votazione dell'emendamento 41.2 Braga.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (PD). Grazie, Presidente. Questo emendamento è un altro tentativo estremo, ma già immaginiamo non sarà accolto, probabilmente, avendo visto con quale tenacia la maggioranza e il Governo stanno procedendo su questo argomento. Non so, volevo fare solo un'osservazione al collega D'Uva: non so qual è l'emendamento che l'Aula dovrebbe presentare per definire al meglio il confine tra bugia e verità, non so qual è l'emendamento, ma nella coscienza di ognuno di noi, presidente D'Uva, sappiamo bene che le sue affermazioni sono platealmente false. Sono false perché ad oggi la giurisprudenza, il TAR della Lombardia e la regione Lombardia, che ha chiamato a soccorso il vero pilastro del Governo, che è la Lega, sanno bene che si sono confrontati sulla materia dei fanghi in questi anni con norme e con sentenze della Cassazione che hanno fatto storia, anche in termini legislativi.

Se vogliamo fare passare l'idea che in questi anni lo smaltimento dei fanghi è stato fatto senza nessuna valutazione dei parametri, significa che stiamo dicendo una delle più grandi falsità di questo dibattito. Ma, purtroppo, la melma nella quale vi siete voi medesimi, diciamo così, intrappolati con questo articolo 41 non vi consente una risalita semplice. E noi vi offriamo, ancora una volta, un elemento di responsabilità, che è dentro questo emendamento. Visto che la normativa europea ci obbliga a recepirla, come da provvedimento del Governo Conte, diramato alle Commissioni e valutato in questi giorni all'articolo 14, proprio quello che riguarda i rifiuti e i fanghi, e che quindi ci consentirebbe di approfondire la materia, guardando negli occhi i tecnici dell'ISPRA, i tecnici dell'Istituto Superiore di Sanità, la Conferenza delle regioni, in una maniera trasparente e lineare come su questa materia nella quale la competizione tecnica potrebbe diventare addirittura paradossale e ridicola, quando viene fatta con citazioni senza approfondimenti e senza competenze. Voi ci dite di no, chiudete in faccia la porta a questo semplice pensiero di buonsenso che vi stiamo offrendo e dite ancora una volta, con la falsità e anche con quella prodigiosa capacità di comunicare cose false, che fino ad oggi non c'erano parametri e per la prima volta nella storia del mondo e nella storia del nostro Paese arrivano per vostra volontà i parametri che sono esattamente moltiplicati, soprattutto quelli più inquinanti che riguardano gli idrocarburi, mediamente per venti. Allora questo emendamento vi dà sostanzialmente una traiettoria possibile, facendo sì che l'Aula si impegni nel giro di poche settimane a darsi una normativa in linea con quella comunitaria, come prevede questo emendamento. Ci rendiamo conto che sono, come dicono i latini, vox clamantis in deserto ma noi insistiamo perché la verità e il buonsenso hanno bisogno sempre di difensori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie Presidente, è straordinaria la tesi secondo la quale praticamente mentono tutti: sta mentendo Legambiente, sta mentendo il Fatto Quotidiano, sta mentendo il Partito Democratico, stanno mentendo i tanti cittadini e le associazioni che in queste ore si stanno mobilitando, stanno mentendo tutti tranne chi sta proprio mentendo. Voi pensate che in questa democrazia virtuale, che non è più reale, basta cambiare i nomi e cognomi che cambiano le cose. Cambiano i nomi e i cognomi. Per cui se fate i condoni per gli evasori fiscali la chiamate pace fiscale, se fate i condoni edilizi la chiamate accelerazione, se fate lo schifo sui terreni agricoli come lo chiamate? Ve lo diremo nei prossimi interventi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Per chi ha a cuore Genova si dovrebbe fare solo una scelta in quest'Aula e cioè stralciare da questo decreto tutte le norme che non riguardano Genova, perché è incredibile come in un decreto che il Ministro Fraccaro ha detto essere dedicato alla tragedia di Genova ci sia una quantità enorme di articoli dedicati al condono edilizio e allo sversamento dei fanghi velenosi nei campi e pochi invece per Genova. Questa incongruenza è la dimostrazione - qualcuno potrebbe dire una epifania - di quello che è l'ipocrisia e la menzogna che contraddistingue questo Governo che sì, è il Governo del cambiamento, ma il vero cambiamento lo ha subito soprattutto una forza politica che si chiama Movimento 5 Stelle il quale, come è stato ricordato più volte in quest'Aula, da oggi ha perso una stella, la stella dell'ambientalismo l'ha buttata nell'immondizia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gribaudo. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Grazie Presidente, intanto le chiedo per cortesia di richiamare in quest'Aula il Ministro Fraccaro, visto che ci dà lezioni a tutti noi dicendo che stiamo facendo opposizione, quando qui stiamo dicendo delle cose molto semplici e le ribadiamo ancora una volta: noi vi diciamo stralciate la norma su Ischia sul condono edilizio, stralciate la norma sui fanghi e noi votiamo immediatamente questo provvedimento. Voi invece ci tenete qui a cercare di dare un contributo costruttivo perché qui di emergenziale sui fanghi non c'è niente, la vera emergenza la state creando voi.

Perché condannate non solo la filiera agricola ma condannate le famiglie ad avere dei prodotti alimentari ancora peggiori. Allora è evidente che il Partito Democratico non può che non unirsi al Fatto Quotidiano, a Legambiente che fuori stamattina da quest'Aula protestava, per dire che noi non ci stiamo a questo condono edilizio e a queste norme che non fanno gli interessi del Paese, men che meno per la città di Genova (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Le faccio presente che il Governo è ampiamente rappresentato qui in Aula e che il Ministro Fraccaro non è obbligato ad essere qui con noi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, il problema non è certamente rispetto ai Ministri che sono oggi in Aula, il problema sono i Ministri che non sono in Aula e che dichiarano che qui è stato fatto ostruzionismo quando invece qui il voto su Genova è terminato lunedì. Non è una rappresentazione reale di quello che avviene, la verità è che in questo Parlamento noi stiamo vivendo una pagina buia, brutta, perché abbiamo visto inserito, lo dico anche da ligure, all'interno di un provvedimento che avrebbe dovuto trattare essenzialmente la questione del dramma genovese, del problema degli sfollati, del problema delle imprese, del problema della ricostruzione di quel ponte, abbiamo visto inserito dentro questo provvedimento cose che non c'entrano nulla con quella vicenda, ma che soprattutto offendono il Paese e offendono la comunità ligure. Allora noi non ci stiamo a veder rappresentato il lavoro portato avanti dal gruppo del Partito Democratico come ostruzionismo, perché questo è quello che noi dobbiamo fare nei confronti del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ascani. Ne ha facoltà.

ANNA ASCANI (PD). Grazie Presidente, l'hanno detto i miei colleghi, qui il problema è uno solo: sono ore, anzi direi forse giorni, che non parliamo più di Genova. Qui dentro stiamo parlando di condoni edilizi, stiamo parlando di sversamenti di fanghi inquinanti, quindi lo sapete benissimo colleghi che qui non c'entra niente l'emergenza di Genova. Noi sull'emergenza di Genova abbiamo tentato di dare un contributo, prima in Commissione con i nostri colleghi anche liguri che hanno lavorato sul tema, e poi qui in Aula. Ieri abbiamo fatto lo stesso sul terremoto del Centro Italia, però purtroppo voi dietro l'emergenza di Genova in modo vergognoso state nascondendo due cose insopportabili: il condono di Ischia e lo sversamento di fanghi inquinanti. Togliete di mezzo questa roba e di sicuro questo decreto avrà la corsia preferenziale. Spetta a voi, non a noi, farlo: liberate il decreto Genova da questa robaccia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pini. Ne ha facoltà.

GIUDITTA PINI (PD). Grazie Presidente, sì noi siamo appunto sull'emendamento, l'ennesimo emendamento che cerca di sminare la questione dei fanghi che su Genova non c'entra niente, tant'è vero che come veniva giustamente ricordato, abbiamo finito di parlare e di votare tutto quello che c'era da votare sul decreto Genova lunedì. Abbiamo poi avuto delle sorprese, in primo luogo il condono edilizio: la rubrica dell'articolo 25 fa riferimento al condono edilizio, quindi non è che siamo brutti e cattivi, magari la prossima volta chiamatelo in un altro modo, così evitate anche a noi di essere ripetitivi. L'altro argomento riguarda i fanghi tossici. Allora molto semplicemente, visto che vogliamo tutti chiudere prima possibile questo decreto, stralciate queste due norme e chiudiamo subito. D'altronde abbiamo finito lunedì di votare su Genova (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Presidente, vorrei rivolgermi per suo tramite al Governo e chiedere se veramente c'è della malafede, perché noi anche in sede referente in Commissione abbiamo provato in tutti i modi a discutere solo di Genova e l'ostruzionismo è venuto dalla maggioranza, ad esempio sulla questione dell'antimafia che abbiamo sollevato per dieci giorni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico): ci hanno rigettato i nostri emendamenti e poi l'hanno riproposta con dieci giorni di ritardo. Allora se si vuole mantenere altre cose oltre Genova, vuol dire che si sta usando Genova ed è il Ministro Fraccaro che non è qui che sta usando Genova per far passare i fanghi e il condono di Ischia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Menech. Ne ha facoltà.

ROGER DE MENECH (PD). Signor Presidente, io credo che in questi due grandi argomenti che hanno creato tanta tensione, ma soprattutto tanto malumore nel Paese più che in quest'Aula, c'è la cifra della diversità fra il Governo precedente e questo Governo. La questione dei fanghi si doveva affrontare cercando di ridurre la tossicità di quegli elementi, non di alzare i limiti. Sulla questione del condono noi abbiamo fatto una cosa completamente diversa: abbiamo stanziato risorse importanti per prevenire il rischio sismico quando le case sono in regola. Ve lo ricordate il sisma bonus, ve lo ricordate come si fa a prevenire i danni all'edificazione pubblica e privata? La cifra della diversità e che voi invece usate delle scorciatoie, inserite la retromarcia, tornate a ricette del passato e, soprattutto, non fate l'interesse dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Lepri. Ne ha facoltà.

STEFANO LEPRI (PD). Signor Presidente, probabilmente hanno chiamato i rinforzi, un po' di sottosegretari per far vedere che il Governo è presente, però con tutto il rispetto abbiamo i tenenti, noi abbiamo bisogno dei generali che fanno un sacco di dichiarazioni fuori da questo Parlamento, ma in Parlamento non ci sono mai. Il Ministro Fraccaro è il Ministro per i rapporti con il Parlamento, ma il Parlamento sa dov'è o non c'è? Il Ministro Di Maio difende attraverso Facebook il suo condono dicendo che non è un condono, ma con che faccia lo fa? Venga qua a dirlo se è convinto di quello che dice. Il Ministro Toninelli è riuscito a dire di tutto e di più, addirittura che il ponte di Genova potrà ospitare giochi per i bimbi; queste teorie così fantasiose perché non ce le rappresenta in questa sede? Insomma, un Governo di annunciatori che non hanno il coraggio di rappresentare le loro idee perché se ne vergognano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Anzaldi. Ne ha facoltà.

MICHELE ANZALDI (PD). Signor Presidente, io ho letto sulle agenzie la dichiarazione del Ministro Fraccaro secondo cui “il PD dà uno schiaffo alla città”. Io non voglio dare nessuno schiaffo a nessuno, voglio provare a mettere in linea le cose. Il Governo doveva fare un decreto su Genova, ci ha messo 50 giorni per farlo. Alla fine arriva questo decreto, dentro ci vengono inseriti i fanghi tossici che andranno nei piatti dei nostri figli, un condono fiscale senza la volontà di discuterlo e nessun emendamento. Perché questa fretta? Il decreto scade il 23, al Senato c'è una pausa di oltre dieci giorni, noi dobbiamo ingoiare delle cose senza chiedere nessuna spiegazione, né ai colleghi della maggioranza, né ai Ministri competenti. Non capisco il perché di questa arroganza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Vazio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO (PD). Signor Presidente, io mi sento un po' sottoposto ad un ricatto perché noi siamo liguri, abbiamo diversi parlamentari liguri e siamo intervenuti nel merito. Oggi noi siamo sotto ricatto da parte di questo Governo e di questa maggioranza perché siamo qua a discutere di argomenti dietro lo schermo del decreto Genova per far passare cose immonde. Ci viene detto che dobbiamo votarlo per arrivare velocemente alla fine, ma non è possibile accettare l'idea che un decreto che risolve i problemi di una città e di una regione debba contenere uno scandalo di provvedimenti collegati che nulla c'entrano con Genova. Non c'entra nulla il condono di Ischia, non c'entra nulla lo scandalo dei fanghi. E' un problema etico più che di merito e giuridico, è una cosa che non va bene, e non va bene perché noi stiamo caricando sulla schiena dei nostri figli problemi grandissimi che non saranno risolti in cinque minuti. I fanghi creeranno problemi sotto il profilo alimentare e agricolo e il condono di Ischia ancora una volta consoliderà lo scandalo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rossi. Ne ha facoltà.

ANDREA ROSSI (PD). Signor Presidente, in sette anni le superfici dedicate ad agricoltura biologica in Italia sono aumentate del 71 per cento, e il trend di crescita non sembra arrestarsi malgrado il limitato sostegno di fondi pubblici europei e statali.

Questo è stato un report presentato a Federbio e noi, in questo momento, ci dobbiamo sentire responsabili del fatto che non si sta portando giustamente a termine, a compimento, il decreto per la città di Genova, per la sua comunità e per le sue imprese, a causa del fatto che dietro a questo decreto si nascondono due provvedimenti per noi inaccettabili. No, Presidente: io personalmente non mi sento responsabile di questo, anche perché quando c'è stata la possibilità di dare un segnale di attenzione - penso ad una terra come l'Emilia - non c'è stata data questa possibilità. Quindi, questo tentativo di scaricare sul Partito Democratico la responsabilità di una mancanza di capacità di questa maggioranza nel costruire un provvedimento avente la possibilità di camminare sulle sue gambe e che è stato portato in quest'Aula con ventiquattr'ore di ritardo …

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO (PD). Signor Presidente, questo Governo usa una neo lingua degna di Orwell. Vi ricordate il romanzo 1984 dove il Ministero della guerra era chiamato Ministero della pace, il Ministero della propaganda era il Ministero della verità. Questo Governo chiama occupazione la perdita di posti di lavoro e crescita la decrescita infelice. Oggi il Ministro Fraccaro ha la faccia tosta di definire ostruzionismo l'impegno del PD di bloccare una furbata del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito democratico), quella di mettere nel decreto Genova provvedimenti che non hanno niente a che fare con l'emergenza a Genova: il condono edilizio per Ischia, il provvedimento vergognoso sui fanghi. Noi diciamo una cosa molto semplice: togliete questa parte dal provvedimento e noi voteremo immediatamente le misure che servono da molte decine di giorni alla città di Genova (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gariglio. Ne ha facoltà.

DAVIDE GARIGLIO (PD). Signor Presidente, io trovo veramente sconcertanti le dichiarazioni del capogruppo del MoVimento 5 Stelle. Come si può dire che non c'è il condono di Ischia? Dovremmo chiedere un giurì d'onore? Basta saper leggere e sono convinto che qui dentro tutti sanno fare ciò. Il condono è implicito nel fatto che voi non riesumate tre leggi, ma dite che a tutte le domande si applica la legge più antica, quella più permissiva. Allora basterebbe un segnale su questo per dare al Paese il messaggio di un Parlamento che c'è e che è attento, che vuole risolvere i problemi. In questo modo voi andate a tutelare degli interessi di parte degli abusivi, i quali non hanno mai avuto la domanda esaminata perché non era sanabile ma che adesso sanerete. E' una vergogna, noi a questa vergogna ci opporremo fino in fondo e, soprattutto, non siamo assolutamente disposti ad apparire come gente che mistifica la realtà. Siete voi che state dipingendo un mondo diverso da quello che è.

PRESIDENTE. Chiedo ai deputati che sono ancora iscritti a parlare a titolo personale di attenersi al merito dell'emendamento 41.2. Fino adesso in pochi lo hanno fatto, qualcuno si, la gran parte no. Sarebbe preferibile - anzi è prescritto - parlare nel merito dell'emendamento, anche a titolo personale, altrimenti si va in un'altra direzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Signor Presidente, l'emendamento 41.2 punta alla riduzione del danno e affida al Ministro dell'mbiente, che peraltro è della maggioranza, come è noto, il compito di adottare una nuova disciplina in materia di utilizzazione dei fanghi, al fine di garantire il perseguimento degli obiettivi di conferimento in discarica previsti e così via. Si prevede semplicemente che il Ministro dell'ambiente vigili. Dico questo perché siamo nel merito, al di là dell'ostruzionismo. Io, ieri, signor Presidente, sono stato facile profeta; mi sono rivolto al Presidente della Camera dicendogli che ci garantisse di fronte ad eventuali interventi esterni che dessero una descrizione diversa di quello che stiamo facendo. Mi ha detto il Presidente che poteva garantire sull'Aula e non su quello che avveniva fuori. Le parole del Ministro Fraccaro sono le parole del Ministro per i rapporti con il Parlamento: non sono le parole di un soggetto esterno.

Io penso che il Presidente della Camera - e lei che lo rappresenta in questo momento - forse potrebbe rispondere in modo oggettivo del lavoro che noi abbiamo fatto in questi giorni. Risponderei, poi, anche attraverso lei - e ho concluso, signor Presidente - al capogruppo del MoVimento 5 Stelle che noi stiamo impiegando delle ore per spiegare che questo deve essere un provvedimento per Genova, ma che, purtroppo, è stato caricato di tante altre cose che non c'entrano nulla. Il decreto, però, è arrivato dopo 40 giorni, signor Presidente: non siamo noi che stiamo perdendo tempo (Applausi dei deputati del gruppo Partito democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, io vorrei provare …

PRESIDENTE. Interviene sull'emendamento?

FEDERICO FORNARO (LEU). Sull'emendamento, sì. Volevo provare a riportare alla questione di realtà questa vicenda dello spargimento dei fanghi e faccio riferimento anche all'intervento, non soltanto dei colleghi che mi hanno preceduto, della collega della Lega, che ha ricostruito l'iter di questo passaggio. Allora, mi permettevo di fare - al relatore e al Governo, per il suo tramite - una proposta che credo potrebbe aiutare a superare questo ostacolo e questa situazione.

Si tratta di accantonare questo emendamento, ipotizzando una riformulazione che avvicina la data. Qui è indicato “entro il 31 gennaio”, ma potrebbe essere possibile, con un accantonamento e una verifica - ovviamente, fatta salva la disponibilità dei colleghi che hanno presentato l'emendamento - ipotizzare una data più ravvicinata, per esempio, il 31 dicembre. Questo vorrebbe dire che, di qui a fine anno, il Ministero - e quindi da questo punto di vista al Governo avrebbe tutte le leve in mano - adotterebbe una nuova disciplina in materia di utilizzazione dei fanghi che, alla fine, credo sia il punto vero di caduta della discussione di oggi pomeriggio e di questa mattina, perché credo che nessuno di noi ha in mente il divieto assoluto. Si tratta di trovare un corretto utilizzo di questo strumento al fine di non intervenire in maniera negativa e di inquinare, per essere chiari, i nostri terreni.

Credo che questo potrebbe essere un punto di caduta che consentirebbe di uscire da questa situazione di stallo e dare un segnale concreto, da parte della maggioranza, anche di ascolto delle istanze delle opposizioni, fuori da logiche ostruzionistiche. Lo ripeto, se non sono stato sufficientemente chiaro: la mia proposta è – i colleghi che hanno firmato sono i “proprietari” dell'emendamento - di poterlo accantonare e verificare le condizioni per una riformulazione che indichi il 31 dicembre 2018 come termine entro cui il Ministero adotta una nuova disciplina.

In questa maniera, inizieremmo l'anno nuovo fuori da una logica emergenziale, avendo messo una pietra miliare su una questione vera, cioè la necessità di avere una nuova disciplina.

PRESIDENTE. Su questa proposta il relatore vuole dire la propria? Deputato Rospi.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Siamo contrari all'accantonamento.

PRESIDENTE. Quindi, proseguiamo con gli interventi a titolo personale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Critelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CRITELLI (PD). Signor Presidente, questo parere del relatore dimostra quanta disponibilità ci sia da parte della maggioranza di fare approdare in tempi rapidi questo provvedimento alla meta.

Io sull'emendamento ritengo che le considerazioni di chi mi ha preceduto siano assolutamente fondamentali. Chiedo solo, a lei Presidente, una cortesia rivolgendole una richiesta, per quanto formale, di verificare. Esprimo, infatti, per il suo tramite solidarietà ai colleghi della maggioranza, perché siamo in presenza di un secondo episodio preoccupante. Per la seconda volta è spuntata la manina, perché mentre il Presidente D'Uva dice che non c'è nessun condono e che quindi la nostra richiesta di accantonare questa porcata per votare subito Genova non si può mettere in campo, io leggo il titolo dell'articolo 25 del provvedimento che dice “Definizione delle procedure di condono”. Quindi, evidentemente, per la seconda volta ci sarà stata una manina che ha cambiato le carte in tavola. Date, per cortesia, ai colleghi del Movimento 5 stelle il testo corretto …

PRESIDENTE. La ringrazio, concluda.

FRANCESCO CRITELLI (PD). … e votiamo Genova fra mezz'ora. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo del Partito Democratico).

PRESIDENTE. Diciamo che è un intervento fuori tempo massimo perché stiamo parlando adesso dell'emendamento Braga 41.2, quindi dei fanghi e non del condono di Ischia, eventualmente, fosse definito o definibile così.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Signor Presidente, intervengo intanto per chiarire che in questi giorni non ho assistito ad alcun tipo di ostruzionismo, anzi, la giornata di ieri è indicativa sul tempo perso anche per la pausa del Comitato dei nove e per l'incertezza da parte del relatore.

Poi, la contrarietà a questo provvedimento riguarda due temi: uno questo oggetto dell'emendamento e quindi la materia dei fanghi, su cui ci siamo già soffermati; l'altro quello del condono di Ischia.

Tolte queste due norme, noi pensiamo, anzi, che si sia in ritardo perché Genova meritava un provvedimento il giorno dopo la tragedia: sono passati già 78 giorni e il buon Governo vuol dire intervenire subito, quindi già questa attesa penso che non faccia onore al nostro Paese e in particolare al Governo. Quindi, corriamo e cerchiamo di approvare questo provvedimento e mi auguro che il Governo comprenda la necessità di togliere queste due norme per arrivare a un'approvazione veloce.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Nardi. Ne ha facoltà.

MARTINA NARDI (PD). Signor Presidente, ci avete messo due mesi per portarci questo decreto. Vi abbiamo atteso, vi ha atteso il paese, vi ha atteso Genova, ve l'hanno chiesto e quello che oggi ci consegnate non è Genova, non è la sua discussione: dopo due mesi questo dovrebbe essere un provvedimento super approfondito, visto e valutato. Invece no, ci proponete di tutto, ci proponete un panino farcito, dove oltre Genova - atteso che noi vi abbiamo ribadito che voteremo, che lo votiamo subito, che siamo disponibili, come lo siamo stati in Commissione, a ragionare, emendamento per emendamento e quindi anche ad accelerare i tempi - ci proponete di tutto: ci proponete anche una cosa su cui vi abbiamo detto, per decine e decine di interventi, che noi siamo disponibili.

PRESIDENTE. Concluda.

MARTINA NARDI (PD). Siamo disponibili a ragionare sull'emergenza dei fanghi, lo sappiamo anche noi che è un'emergenza, ma non così e non qui …

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mor. Ne ha facoltà.

MATTIA MOR (PD). Signor Presidente, il 14 di agosto insieme ai parlamentari del Partito Democratico e anche a parlamentari della maggioranza eravamo ai funerali per quanto successo al ponte Morandi e poche ore dopo i funerali abbiamo fatto il nome del commissario Bucci, che è stato scelto dal Governo 51 giorni dopo la nostra richiesta. Un mese dopo la tragedia del ponte Morandi eravamo in piazza a vedere lo scandalo del premier Conte che sventolava dei fogli bianchi al cielo, dicendo: questo è il decreto, il decreto è pronto, il decreto lo avrete brevemente.

Poi abbiamo letto di un Ministro Toninelli, che in Aula non viene ma che ci viene a dire che il decreto è fatto con amore, un decreto che prevede la ricostruzione di un ponte, che però ancora non è stato votato. Oggi invece sentiamo voci di un Ministro che ci viene a dire che siamo noi a voler bloccare il decreto, siamo noi a fare opposizione, siamo noi ad allungare questa pratica.

Per noi è una cosa indecente e il Partito Democratico è disponibile a votare immediatamente il decreto su Genova: non sta facendo alcun tipo di opposizione su Genova. Ci sono dentro questo decreto delle porcate che abbiamo sottolineato in innumerevoli interventi. Vi prego, fateci votare su questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Chiedo la collaborazione dei deputati iscritti a parlare e quindi in particolare dei deputati del Partito Democratico perché stiamo continuando ad andare fuori tema. Ora, la comprensione c'è stata ed è stata totale. Capite bene che se dovessimo procedere in questa maniera anche per gli altri emendamenti non ne verremo a capo. Quindi, ho il dovere di far rispettare il Regolamento, che prevede comunque l'adesione degli interventi al merito degli emendamenti (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier). Quindi, vi prego di collaborare perché questo andamento non ha ragione di essere.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Cantini. Ne ha facoltà.

LAURA CANTINI (PD). Signor Presidente, io invece resto proprio al merito dell'emendamento. Ero pronta ad intervenire dopo il collega Fornaro, che aveva fatto una proposta che avremmo condiviso - anzi, che condividiamo e che ripropongo anch'io - sperando che il relatore non si sia fatto prendere da questa brama oramai di bocciare tutto ciò che noi proponiamo. Invece, ripropongo questa proposta, perché è una proposta di mediazione. Indubbiamente, noi avremmo voluto e continuiamo a chiedere lo stralcio di questo articolo, ma abbiamo anche presentato questo emendamento che, invece, entra nel merito della necessità di dare una risposta alla regolamentazione dello smaltimento dei fanghi in agricoltura, ma non è questa la risposta che noi vogliamo e vorremo dare con questo decreto.

Nella mia la professione precedente a questo impegno …

PRESIDENTE. Concluda.

LAURA CANTINI (PD). … sono un perito chimico e so cosa vuol dire cromo esavalente, so cosa vuol dire metalli pesanti e so cosa vuol dire aumentare un limite di 20 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. La ringrazio, deputata Cantini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Del Barba. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BARBA (PD). Signor Presidente, in realtà credo che questo nostro emendamento di assoluto buonsenso possa rappresentare una ragionevole via d'uscita da questo dibattito che si sta incartando in maniera incomprensibile. Noi mettiamo pure da parte il fatto che in maniera evidente il provvedimento, così come è stato confezionato, nascosto vergognosamente dentro il decreto per Genova, rappresenta una grossa “marchetta”. Facciamo finta di non vederlo e facciamo finta di voler risolvere l'emergenza fanghi, come dichiarato dalla rubrica dell'articolo. Allora, è del tutto inaccettabile che questo Parlamento non possa discutere nel merito di questioni molto tecniche e che non si possa ascoltare la voce del Ministro. L'emendamento semplicemente affida al Ministero, a voi, alla maggioranza, il compito di disciplinare meglio quello che oggi viene fatto in maniera frettolosa e sospetta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Moretto. Ne ha facoltà.

SARA MORETTO (PD). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere al relatore e al Governo di cambiare opinione sull'emendamento 41.2, che è un emendamento che consentirebbe a tutti di riportare questo decreto ad un decreto di vera urgenza e di vera necessità per il Paese. Quaranta giorni sono passati dalla tragedia del ponte Morandi fino all'emanazione di questo decreto e abbiamo scoperto che questi quaranta giorni - troppi - non sono serviti per trovare risposte per la città di Genova, ma sono serviti per condire questo decreto con un condono per Ischia e con una misura per i fanghi in uso agricolo. Ecco, c'è ancora la possibilità di rimediare a questo errore e di fare in modo che questo decreto serva davvero fino in fondo ai cittadini genovesi. Con questo emendamento chiediamo al Governo di fare un passo indietro e di mettersi ad un tavolo per lavorare insieme alla soluzione di questo problema.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 41.2 Braga, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 41.304 Benedetti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Come dicevamo prima, il parametro degli idrocarburi C10 e C40 va meglio definito e quindi serve, appunto, un metodo che consenta una caratterizzazione maggiore di questo parametro. C'è poi la questione del dosaggio degli idrocarburi di origine minerale, di origine vegetale e di origine animale. Possono essere idrocarburi dannosi o meno, come dicevamo. Quindi, anche questo è un tentativo di migliorare la normativa proposta dal momento che, così com'è, questa lascia delle maglie larghe e non è nemmeno significativa per capire ciò che si va a spandere sui campi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie, Presidente. Nel merito, in realtà, la deputata Benedetti pone una questione di coerenza anche con le sue attività passate. Il problema, però, è chi non è coerente, il problema è dato da coloro i quali hanno dimenticato ciò che pure hanno prodotto. Io, come è mio solito, Presidente, cerco di approfondire le questioni e soprattutto cerco di capire, quando arriva un provvedimento in Aula, che storia ha avuto questo provvedimento giunto in Aula. Per esempio, questo emendamento è assolutamente coerente con quello che in passato è stato detto: da chi? Da chi oggi è maggioranza e ieri era minoranza.

E, quindi, mi sono ritrovato una risoluzione del MoVimento 5 Stelle in Commissione ambiente, Presidente, firmata da alcuni deputati che sono ancora deputati - che ne so, il collega Zolezzi, Vignaroli, Businarolo, Daga, Mannino e altri - che hanno presentato una risoluzione che entrava nel merito proprio dell'uso dei fanghi e hanno commentato questa risoluzione in un comunicato, che è ancora nel blog della Camera dei 5 Stelle nel 2017, dove si dice (e commenta l'onorevole Zolezzi): “In particolare, vogliamo che il Governo tracci il destino di tutti i fanghi, in particolare quelli sparsi al suolo che entrano nella catena alimentare e nel ciclo idrico”. Lo fate con questa norma, con l'articolo 41-bis? No! Spargete e punto, aumentandolo per 20 volte.

Dichiara, inoltre: “Ridurre il turismo dei rifiuti. Infatti, il 50 per cento dei fanghi viene esportato da una regione all'altra in Italia, facilitando illeciti, mescolanze e abusi”. Lo avete fatto con l'articolo di cui stiamo discutendo e del quale vi chiediamo la cancellazione? No!

PRESIDENTE. Colleghi…

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). È inaccettabile che con un po' di calce, Presidente, i fanghi escano dal ciclo dei rifiuti e vengano sparsi senza alcun controllo. Avete risolto questa questione con l'articolo che noi condanniamo e che vi chiediamo di abrogare? No!

Ed è straordinario che nel commento alla risoluzione di allora, che non è norma di oggi perché è il contrario, si fa riferimento anche a storie di bambini che io non conoscevo. Alcune storie ce le dicono i deputati 5 Stelle, attaccando sulla dispersione dei fanghi sui terreni agricoli che entrano nella catena alimentare. Dicono i deputati 5 Stelle: “È stato presentato il dato di un bambino (residente in un territorio dove c'è una grande concentrazione). Il laboratorio tedesco ha potuto dosare la presenza di mercurio nel tessuto del piccolo ed è stata trovata una concentrazione di mercurio tre volte superiore alla norma. Questi dati impongono ulteriori studi e profonde riflessioni sulla possibilità di continuare a inquinare aria, suoli e falde acquifere”.

È esattamente il contrario che fate con questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Ma io dico una cosa, Presidente: ma vi rendete conto che non sono le nostre argomentazioni ma sono le vostre argomentazioni? Io lo spero e continuerò nei prossimi interventi perché ho ricacciato tante cose in queste ore, delle cose che avete detto e delle cose che state approvando per - questa è la speranza - cercare di farvi un po' riflettere e in modo che il numero dei 3-4 deputati dei 5 Stelle, soprattutto al Senato, che hanno il coraggio di ricordarsi da dove vengono e perché si sono candidati diventi, anche qui, un numero un po' maggiore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Io voglio apporre la firma all'emendamento della collega Benedetti, che condivido fino in fondo. Infatti, nel testo si affida un compito importante al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, Ministro che, però, è assente da questa discussione e magari leggeremo qualche commento postumo in cui dirà che forse è bene che questo testo venga cambiato, così come ha fatto in queste settimane. È un Ministro molto stimato ma molto assente, mentre qui si votano condoni e aberranti iniziative sui fanghi.

E d'altronde siccome scorro le pagine dei social e vedo molti i sottosegretari e Ministri affaccendati a dire che qui si fa l'ostruzionismo…

PRESIDENTE. Concluda.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). …voglio ricordare ai colleghi quando la Lega presentava 82 milioni di emendamenti con gli algoritmi…

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Grazie, Presidente. Credo che si debba dare atto alla collega Benedetti che, con tutti questi emendamenti che ha presentato, tenta, come dicevo prima, di ridurre il danno, nel senso che, atteso che si è deciso di inserire questo argomento, sapendo perfettamente che la regolamentazione alla quale si vuole arrivare, in realtà, non sarebbe necessaria, perché delle norme ci sono, si è voluta fare una regolamentazione sostanzialmente per scavalcare quelle norme. La riduzione del danno è nel fatto che tutti gli emendamenti che la collega Benedetti ha presentato, compreso questo, chiedono almeno al Ministero dell'ambiente, che è competente in materia, avvalendosi anche di enti pubblici, quindi non di enti privati, di avere la possibilità di controllare e misurare i parametri che si sono alzati, per capire che impatto hanno nella qualità della vita di tutti noi.

Trovo abbastanza singolare che tra tutte le indicazioni che sono state inserite in questi emendamenti, e anche, devo dire, negli emendamenti che sono stati da noi presentati, penso al 41.2, trovo abbastanza singolare che non si voglia neanche mettere in campo una verifica per capire quanto danno possano creare queste decisioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Grazie, Presidente. Questo emendamento credo che sia particolarmente importante, perché, come ha ricordato il collega Giachetti, consentirebbe quanto meno una riduzione del danno, perché l'emendamento stabilisce che, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione di questo decreto, il Ministro dell'ambiente possa incaricare un ente pubblico di ricerca qualificato per poter individuare un metodo analitico per poter approfondire quali sono gli effetti di questi parametri che sono stati alzati per lo sversamento degli idrocarburi nei campi e per effettivamente verificare quali sono gli effetti. Per cui, Presidente, chiedo, per il suo tramite, al Governo di accantonare questo emendamento, perché, secondo me, potrebbe essere votato e aiutare un po' la discussione, anche in vista della conclusione dei lavori.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Presidente, siamo contrari all'accantonamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Rotta. Ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA (PD). Allora, nell'unirmi alla richiesta, naturalmente, di accantonamento, che vedo è già stata rifiutata, trovo singolare, insomma, questa doppia faccia, questo doppio agire, per non dire di un agire contraddittorio e continuo del Governo, che, da un lato, mi viene da dire, su molti altri provvedimenti, anzi, alle nostre richieste di approfondimento su altri provvedimenti, e penso alle opere importanti del nostro Paese, tipo la TAV, continuano a dirci “dobbiamo valutare esattamente costi e benefici”. Le dico perché è pertinente con questo emendamento.

PRESIDENTE. Lo spero, perché fino adesso non è pertinente.

ALESSIA ROTTA (PD). È pertinente, Presidente, e le spiego subito perché. Perché qui si chiede che un ente di ricerca altamente qualificato possa valutare effettivamente gli effetti della norma introdotta. E, quindi, significa vedere se la norma, alla prova dei fatti, alla sua prova di messa in regola come norma, agisca perfettamente oppure no. Lo stesso che si fa con i costi e benefici: vale o non vale, serve o non serve quella norma? Qui capiamo che non serve.

PRESIDENTE. La ringrazio. Pongo in votazione l'emendamento 41.304 Benedetti, con parere contrario delle Commissioni e del Governo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)

ALESSIA MORANI (PD). Ho chiesto il voto sull'accantonamento!

PRESIDENTE. Allora, posto che è discrezionale da parte della Presidenza mettere o meno in votazione la proposta di accantonamento, facciamo un intervento a favore e un intervento contro, votiamo la proposta di accantonamento e, dal prossimo emendamento, cerchiamo tutti di seguire le regole del nostro Regolamento, che prevedono gli interventi a titolo personale - quindi chiunque fa bene a cogliere questa opportunità data dal Regolamento - ma prevedono anche che ci si debba prescrittivamente attenere al merito dell'emendamento (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

Ho chiesto la vostra collaborazione, e spero, anzi, sono sicuro di averla dal prossimo emendamento.

Ha chiesto di parlare a favore dell'accantonamento la deputata Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Grazie, Presidente. Perché ho chiesto l'accantonamento? Ho chiesto l'accantonamento perché, di fronte a un muro totale del Governo e della maggioranza su un emendamento di buonsenso, credo che questa Camera debba riflettere su quali sono i contenuti effettivi della norma di cui ho chiesto l'accantonamento e sui motivi per cui ho chiesto l'accantonamento. Nei numerosi interventi che si sono susseguiti da questa mattina rispetto alla questione dei fanghi, abbiamo provato più volte a porre l'attenzione su quali possano essere i danni dell'innalzamento dei limiti sui fanghi, in particolare nello sversamento nei campi.

Questi limiti, che sono stati innalzati e che, a differenza di quello che viene sostenuto dalla maggioranza, in particolare da un deputato del MoVimento 5 Stelle che questa mattina è intervenuto, sono limiti che esistono già e che sono stabiliti dal codice dell'ambiente.

Superare questi limiti, così, ad occhi chiusi, significa non avere la capacità di valutare quali siano gli impatti reali sulla nostra agricoltura, in particolare biologica, di questo innalzamento. Allora, la norma che è stata proposta in questo emendamento dalla collega Benedetti è una norma di assoluto buonsenso e non capisco perché il Governo ponga un no così insensato all'introduzione di una possibilità per il Ministero dell'ambiente di avere, attraverso un ente pubblico di ricerca altamente qualificato, la reale incidenza sull'inquinamento di quei campi di questo innalzamento del livello degli idrocarburi.

Inoltre, non capisco il perché di ciò, stante che gli enti di ricerca, che sono enti autonomi, hanno la capacità di orientare anche le politiche con le loro ricerche ed hanno la capacità di dire, anche alla politica, che magari non ha le competenze sul merito delle questioni, di prendere le decisioni più giuste ed opportune rispetto a temi che ineriscono al futuro del nostro Paese.

Il collega Rossi è intervenuto prima di me per rilevare quanto negli ultimi anni sia cresciuta l'agricoltura biologica e quanto l'agricoltura biologica sia uno dei tratti distintivi del nostro Paese, del made in Italy e di quello che è uno dei punti di forza anche della nostra economia. È del tutto irragionevole, perciò, innalzare i limiti degli idrocarburi nei fanghi che poi vengono sversati nei campi ed è del tutto irragionevole anche impedire di sapere quanto possa essere davvero nocivo o no - perché il dubbio può essere, naturalmente, assolutamente legittimo - questo innalzamento.

Per cui, la collega Benedetti, coerentemente con la sua storia politica, a differenza di altri che siedono qui alla mia destra, sta portando avanti una battaglia politica che ha a che fare con il nostro ambiente, che ha a che fare con la qualità della nostra agricoltura biologica, che ha a che fare con un pezzo importante della nostra economia e che ha a che fare, soprattutto, con il futuro dei nostri figli. Infatti è facile domani dire che purtroppo ci sono dei pezzi della nostra catena alimentare che non funzionano bene e che causano poi delle malattie, perché quando queste malattie possono essere impedite, ad esempio, attraverso delle verifiche fatte da enti di ricerca, poi verificate puntualmente attraverso delle ricerche, non capisco perché il Governo voglia impedire al Ministro dell'ambiente di avere uno strumento in più di valutazione. Uno strumento in più di valutazione, peraltro, su quegli stessi campi che il Ministro Salvini ha dichiarato di voler regalare alle famiglie che hanno il terzo figlio. Non capiamo il motivo per cui si regalano dei poderi e su questi poderi poi si possano sversare dei fanghi che possono essere anche tossici, per cui il podere regalato diventa un boomerang inquinato. Per questo, chiedo l'accantonamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

DARIO BOND (FI). Chiedo di parlare contro l'accantonamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Sono contrario all'accantonamento, ma volevo fare due precisazioni sull'intervento dell'onorevole Morani, perché già l'ha fatto la prima volta e non voglio assolutamente correggere nessuno. Tuttavia, non c'entra assolutamente nulla l'agricoltura biologica, perché le materie che si usano in agricoltura biologica…

PRESIDENTE. Deputato, deve intervenire esclusivamente sul parere contrario rispetto alla proposta di accantonato.

DARIO BOND (FI). Allora, mi riservo di intervenire dopo, ma sono contrario all'accantonamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'emendamento 41.304 Benedetti.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 235 voti di differenza.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento: articolo 39.3 del Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Lei, Presidente, ha assolutamente ragione nell'applicazione del Regolamento e nel richiamare al merito i deputati che intervengono sugli emendamenti. Addirittura, il Regolamento, Presidente, affida a lei, a suo insindacabile giudizio, la possibilità di richiamare per due volte un deputato e togliergli la parola qualora non sia nel merito.

Io mi permetto soltanto di dirle - può darsi che io sia stato distratto o magari per le molte cose che deve fare lei è stato distratto nel precedente emendamento - che se c'è stato un emendamento sul quale tutti i deputati del Partito Democratico sono intervenuti nel merito, addirittura leggendo parti dell'emendamento, mi pare che sia stato quello.

Io mi rendo perfettamente conto che lei deve gestire una fase che richiede un'applicazione più rigida del Regolamento - e ci mancherebbe altro - però la pregherei di consentire che quando si ha un minuto, oltre a parlare dell'emendamento, se si fa una considerazione politica sia tollerata perché non stiamo a scuola: stiamo in un'Aula parlamentare. Dobbiamo stare sul merito dell'emendamento e io penso ci siamo stati, ma ci lasci una libertà nell'argomentazione attraverso la quale parliamo del merito, altrimenti diventa complicato, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Giachetti. Mi spiace contraddirla ma ci sono stati alcuni interventi del suo partito che invece si sono discostati dal merito dell'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Tuttavia, con una tolleranza che si doveva in quella fase di riapertura dei lavori, dopo la pausa per le interrogazioni a risposta immediata, abbiamo consentito che ciò accadesse, fino a richiamare una maggiore puntualità. Andiamo comunque avanti.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 41.304, Benedetti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 41.0300 Foti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, l'emendamento in questione riguarda un tema molto delicato. Per quanto mi riguarda avevo già sollevato la questione con un'interrogazione parlamentare a cui il Governo ha dato risposta in data 19 luglio convenendo sul fatto che, a seguito di una sentenza del Consiglio di Stato, si aprisse un vuoto normativo per quanto riguardava il processo della fine dei rifiuti. Ora io non pretendo che il Governo e il relatore accolgano quella che è una proposta votata all'unanimità dalla Conferenza Stato-Regioni, anche perché sia il relatore che il Governo hanno in mano la documentazione al riguardo. Però non avendo problemi di bandierine legislative ritiro l'emendamento, avendo presentato un ordine del giorno con il quale si invita il Governo ugualmente a provvedere al riguardo, così come il Governo si era impegnato a fare nei mesi scorsi.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici articoli aggiuntivi 42.01 Pastorino e 42.08 Pella.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA (FI). Grazie, Presidente. Partiamo da un presupposto fondamentale che indubbiamente i Sindaci vogliono e ritengono importante e fondamentale. avere le scuole sicure. Ma partiamo anche da alcune considerazioni di aspetto economico. Oggi la BEI con i propri fondi riesce a malapena a soddisfare il 10 per cento delle richieste che dalla mappatura che i comuni hanno fatto avere alle diverse regioni emergono per la soluzione del problema della sicurezza.

Terzo aspetto: nel confronto che ANCI e UPI hanno avuto con il Ministero dell'istruzione, attraverso il Ministero degli affari regionali, sono emerse le poche risorse che saranno a disposizione degli enti territoriali nelle manovre finanziarie che arriveranno nei prossimi giorni e nei prossimi anni. Soprattutto oggi, più che mai, ci troviamo con un'indagine su quella che è la vulnerabilità che metterà fortemente a rischio la sicurezza dei siti dove oggi i nostri ragazzi vanno a scuola. Allora, cari colleghi, vi chiederei di avere un attimo di attenzione su questo aspetto, perché questo è un emendamento che ci interessa non tanto e non solo come parlamentari, ma soprattutto come concittadini, soprattutto come padri di famiglia. Considerate, caro sottosegretario Rixi, come ho avuto modo di dire anche durante questa mattinata, che nell'ambito della Conferenza Unificata del 6 settembre Regioni, Comuni, Province e Governo hanno assunto un accordo, contenuto all'articolo 3 della lettera i) dell'atto 94, dove si sancisce in maniera molto chiara l'importanza e la valenza di creare una task force in capo alle Regioni per quello che compete la vulnerabilità delle nostre scuole che in qualche modo salvaguardia in modo particolare le scelte civili e penali che ricadranno sui sindaci. Tanto per essere chiari, cari colleghi, dall'indagine risulta che probabilmente oltre il 50 per cento delle scuole italiane rischierà di non essere agibile per un minimo rispetto a quelli che saranno i parametri. Allora, il Sindaco se le scuole sono perfette darà l'agibilità ed è chiaro che, nel momento che ci saranno dei forti lavori da fare, il sindaco non darà l'agibilità. Ma visto che il 50 e 60 per cento ricadranno su questo minimo, ma come potrà un sindaco fare una scelta se chiudere una scuola o chiuderne un'altra, se intervenire in una o in un'altra? Ancor di più considerato che questa nazione, Presidente, caro sottosegretario e Vice Ministro Rixi, è formata da 8 mila comuni, ma con meno di 5 mila abitanti, dove ovviamente la competenza e la professionalità non può essere pari alle grandi città, che possono dare anche delle indicazioni ben precise e chiare.

E, allora, perché non riportare questa discussione in capo all'agenzia regionale che quindi tutela in maniera più chiara e più sicura l'autonomia anche gestionale e la possibilità anche di non ricadere in quegli avvisi di garanzia che oggi incombono perennemente in capo ai sindaci? E, allora, la domanda è molto semplice: mi domando, ma i vari Dicasteri si parlano tra di loro? Se un accordo come questo è stato fatto in Conferenza unificata, che credo che sia la sede più importante, istituzionale, dove è presente il Governo, dove sono presenti le regioni, dove sono presenti i comuni e le province, fatti con un Ministro, che voglio ringraziare, ha avuto una grande attenzione su questo tema, ed è il Ministro Erika Stefani, mi domando visto che questa proposta emendativa non comporta nessun costo a quelle che sono le casse dello Stato, è solo una proposta emendativa di buongusto che, in qualche modo, risolve quello che è il tema principale, allora io vi chiedo, Vice Ministro Rixi, proprio anche in virtù del suo passato come amministratore comunale e regionale, di recepire questo articolo aggiuntivo, non tanto nell'interesse di chi l'ha proposto o di chi, in pratica, ne ha fatto artifizio, che è sicuramente l'Associazione nazionale comuni italiani, ma nell'interesse generale, dei nostri sindaci, dei nostri cittadini e – lo ripeto – dei nostri scolari, che non possono avere una incombenza così grave in una scelta esclusiva che ricade in capo al Sindaco, con tutto quello che viene.

Per questo sono a sottoporvi con forza di accettare questa proposta emendativa, in quello spirito costruttivo che ha caratterizzato anche l'accordo del 6 di settembre in Conferenza unificata (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Mi permetto di richiamare l'attenzione dell'Aula su questo emendamento che, come ha detto prima il collega Pella, arriva dall'ANCI, quindi arriva dall'Associazione nazionale comuni italiani, perché questa è una questione che interessa tutti, interessa tutti noi perché interessa tutti i plessi scolastici italiani, ed è la situazione che nei prossimi mesi e nei prossimi anni potrebbe diventare di elevata criticità. Come illustrato nell'emendamento, c'è la necessità di poter aver accesso più velocemente possibile alle schede relative alle verifiche e agli indici di rischio sismico degli edifici già controllati, per poter costruire una risposta senza nuovi oneri per la finanza pubblica, ma compatibile con la presenza dei nostri studenti e dei nostri ragazzi negli edifici scolastici, al tempo stesso mettendo al riparo i sindaci dai rischi relativi alla mancata adozione di provvedimenti d'urgenza collegati all'evidenza della rischiosità dell'edificio. Come è stato ricordato prima dal collega Pella, noi rischiamo di avere metà delle scuole in capo alle province e ai comuni non perfettamente adatte ad ospitare i gli studenti sulla base dell'indice di rischio sismico. Quindi, ovviamente bisogna lavorare con gradualità, con intelligenza. Questo emendamento quindi va in questa direzione e davvero anch'io mi associo allo stupore del collega Pella sul fatto che il Governo e il relatore non abbiano dato un parere favorevole o, comunque, non abbiano approfondito questa tematica che, se non è ben governata, rischia nei prossimi mesi e negli anni a venire, di costituire un problema molto, ma molto rilevante, ovviamente fermo restando l'obiettivo di mandare i nostri figli e gli studenti italiani in scuole sicure.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Io chiedo di poter sottoscrivere l'articolo aggiuntivo 42.01, a prima firma Pastorino, ora illustrato dal collega Fornaro. Anche il Partito Democratico ha presentato un emendamento, a prima firma Orlando, e nel prosieguo della discussione lo incontreremo.

In questo articolo aggiuntivo, però, si affronta una questione diversa e che ritengo, anche a nome del Partito Democratico, di dover assolutamente condividere. Ora, tante volte abbiamo parlato di edilizia scolastica, molte volte ci siamo trovati anche d'accordo, spesso e volentieri abbiamo anche condiviso il senso e la portata delle proposte che facevamo, però su questo tema, anche negli altri decreti, non siamo riusciti ad ottenere il consenso che le proposte che portavamo avanti meritavano.

Nei precedenti Governi di centrosinistra si è invertita finalmente una rotta, ovvero l'assenza di trasferimenti da parte dello Stato nei confronti dei comuni e delle province è stata finalmente interrotta per il ripristino non solo di finanziamenti, certo andavano ulteriormente potenziati, ma soprattutto per costruire una strategia nazionale volta alla disamina, alla verifica di ogni vulnerabilità di ogni edificio e, quindi, alla messa in sicurezza e al miglioramento da ogni punto di vista, sia urbanistico sia ambientale e sia naturalmente sismico.

Ora si è iniziato finalmente un lavoro che non era mai stato fatto, con una visione nazionale, tant'è che, grazie proprio agli stanziamenti dei precedenti Governi, è iniziata, anche attraverso le regioni, un'operazione davvero virtuosa di rapporto tra regioni, comuni e province, che hanno adottato dei piani, dei piani che prevedono però naturalmente la verifica di vulnerabilità.

Ora, quello che viene chiesto dall'ANCI è una richiesta assolutamente giusta e lecita, che non ha alcun impatto di natura finanziaria, che può solo migliorare il coinvolgimento degli enti locali che, come sapete, è fondamentale. L'inerzia di un ente locale non fa che danneggiare, ma, nello stesso tempo, la conoscenza da parte dell'ente locale delle criticità scientifiche, dal punto di vista proprio tecnico e delle schede analitiche, è fondamentale anche per meglio…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, deputata Pezzopane. Succede qualcosa lassù? Deputato Zoffili, deputato De Luca? C'è anche un altro capannello esattamente dalla parte opposta, alla mia sinistra. Due capannelli che dovrebbero cessare di esistere, grazie.

Prego, deputata Pezzopane.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Dicevo, è evidente che il tema della verifica di vulnerabilità sismica degli edifici adibiti ad uso scolastico non può che essere un tema che ci unisce e nel momento in cui l'Associazione dei comuni, dopo un lungo lavoro di elaborazione, all'interno dell'ANCI c'è anche un gruppo specifico di sindaci, amministratori, assessori all'edilizia scolastica che si occupa di questo tema, bene ci fanno delle richieste che non sono richieste esagerate, sono richieste di natura tecnica.

Se, poi, colleghiamo questa azione ad altre scelte che dovremo andare a fare, di rafforzamento delle energie finanziarie a supporto degli enti locali, la proposta dell'ANCI si giustifica ancora di più, perché potrebbe rendere più celere tutto il percorso, più celere ma, soprattutto, più consapevole, più consapevole e, quindi, più incisivo, anche al fine di dare una risposta alla preoccupazione crescente, non solo dei ragazzi, ma dei genitori che sovente, specie nelle aree ad alto rischio sismico, dove incidono presenze importanti sia di edifici scolastici che di studenti…

PRESIDENTE. Concluda.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). …ad ogni occasione sismica sono costretti ad assecondare la chiusura degli edifici. Quindi, oltre a firmare la proposta emendativa…

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 42.01 Pastorino e 42.08 Pella, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 42.03 Orlando.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD). Signor Presidente, la ratio di questo articolo aggiuntivo è molto semplice: oggi sono finanziati in detrazione gli interventi di ristrutturazione rispetto al rischio sismico, non sono finanziate le perizie che riguardano la possibilità di rischi di carattere statico. La vicenda di Genova… Non serve che lo spieghi, perché qui avete infilato di tutto, si può anche mettere sicuramente una cosa che non ha direttamente attinenza; ma questa ce l'ha, perché la vicenda del ponte Morandi dimostra che siamo arrivati alla fine di un ciclo del costruito del nostro Paese, che ha utilizzato in passato molto il cemento armato, e il deterioramento del cemento armato oggi rischia di produrre una serie di effetti sia sugli edifici privati che su quelli pubblici: tant'è che un emendamento ritenuto inammissibile affrontava anche questo tema sul patrimonio edilizio pubblico.

Io chiederei alla al Governo e ai relatori almeno un accantonamento per una più puntuale verifica della possibilità di accogliere questo articolo aggiuntivo, perché il tema resterà: oggi puoi avere i soldi se dimostri che farai l'intervento, ma se sei nello step iniziale, dove devi verificare se l'intervento è necessario o meno, non hai un finanziamento.

Questo disincentiva molto l'indagine, che a questo punto deve essere fatta sul patrimonio edilizio del nostro Paese; e questa mancata indagine non può essere fatta dal pubblico a 360 gradi, va fatta incentivando l'iniziativa dei privati. Mi pare che sia anche nello spirito di altre cose che ho sentito dire in questa discussione, sostenute da parte del Governo.

Per questo io chiederei al sottosegretario Crimi di valutare la possibilità di un accantonamento, perché, ripeto, credo che si possa dare un segnale importante: lo Stato finanzia la ricognizione generale dello stato dell'arte del costruito in cemento armato, e non solo in cemento armato, e il ritorno sarebbe da molti punti di vista importante. Tra l'altro questo consentirebbe anche di dare una risposta ad una specializzazione dei professionisti in questo settore, che è, alla luce proprio di quanto è avvenuto a Genova e in altre realtà, un elemento assolutamente importante. Io mi permetto quindi, anche perché non credo davvero che questo sia un articolo aggiuntivo che mette in discussione l'impianto del decreto-legge, ma anzi lo completa e lo rafforza, di rinnovare la richiesta di un accoglimento, o almeno di un accantonamento in vista di una considerazione prima del voto finale.

MARIASTELLA GELMINI (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIASTELLA GELMINI (FI). Presidente, abbiamo appena letto un tweet del Ministro Toninelli, che accusa Forza Italia di avere in quest'Aula un atteggiamento ipocrita e ostruzionista nei confronti del “decreto Genova” e ci accusa di aver bloccato i fondi. Ora, noi da Toninelli ci aspettiamo la qualunque, ma siccome il Ministro da due giorni non si è degnato di stare in Aula un minuto (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico), non è mai venuto a seguire il provvedimento più importante, noi lezioni dal Ministro Toninelli non ne accettiamo! E siccome il Presidente Fico sa che anche in Conferenza dei presidenti di gruppo abbiamo dato la disponibilità a stare qui fino a domenica, siamo pronti a stare qui tutto il tempo necessario per approvare questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e non abbiamo mai fatto interventi ostruzionistici, pretendiamo che il Ministro Toninelli si scusi con il gruppo di Forza Italia e impari a fare questo mestiere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente – Deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidentescandiscono: “Buffone! Buffone!)!

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, la collega Gelmini ha citato un tweet, un tweet vergognoso nel quale il Ministro Toninelli, disertando ancora una volta le Aule parlamentari e non adempiendo ad un obbligo che ha, ha attaccato anche il gruppo del Partito Democratico.

È un tweet vergognoso perché, al pari delle dichiarazioni del Ministro Fraccaro, rappresenta l'ennesima bugia, l'ennesima operazione di mistificazione, l'ennesima strumentalizzazione di una vicenda sulla quale noi siamo qui per spiegare al Paese che il “decreto Genova” lo vogliamo votare subito se tolgono quelle vergogne che hanno infilato in maniera surrettizia al suo interno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E siccome sull'ordine dei lavori, signor Presidente, siccome noi ci stiamo…

PRESIDENTE. Vediamo la proposta sull'ordine lavori.

ENRICO BORGHI (PD). Le faccio subito una proposta. Siccome noi ci stiamo avvicinando alla conclusione del fascicolo e all'esame degli emendamenti accantonati, fra i quali vi è buona parte delle proposte del Partito Democratico, che, se accolte, toglierebbero di torno la vergogna del condono Ischia, noi chiediamo, per il rispetto di quest'Aula e per non sdoganare la procedura che ci si parli via tweet, anziché nella sede competente, che il Ministro Di Maio venga qui e interloquisca con il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché è inaccettabile questo atteggiamento da parte del responsabile di questo provvedimento!

PRESIDENTE. Grazie, deputato Borghi, intanto abbiamo in sospeso comunque una risposta da parte del relatore sulla proposta di accantonamento dell'articolo aggiuntivo in discussione, che immagino sia negativa.

FLAVIO DI MURO, Relatore per la IX Commissione. Siamo contrari.

PRESIDENTE. Esattamente.

GUIDO CROSETTO (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GUIDO CROSETTO (FDI). Presidente, noi vorremmo associarci al richiamo dell'onorevole Gelmini al rispetto del lavoro del Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Vorremmo, tramite lei, ricordare al Ministro Toninelli che se questo decreto-legge fosse stato scritto bene, sarebbe già in vigore, e quindi non ci sarebbe stato bisogno di attendere l'approvazione da parte del Parlamento. Se è così importante l'approvazione da parte del Parlamento, è perché almeno con l'approvazione noi diamo regole, discipliniamo, evitiamo al commissario ad andare in galera il giorno dopo, cosa che sarebbe successa se questo decreto-legge fosse stato approvato senza modifiche.

Per cui il Parlamento è stato disponibile a modifiche importanti; siccome nel decreto-legge non c'è solo Genova e ci sono altre cose, si stanno ritardando i lavori, ma non bisogna mai pensare che l'attività democratica che si svolge qui dentro possa essere usata come una cosa contro i cittadini. Chiunque di noi qui dentro rappresenta i cittadini, come il suo vicino indipendentemente dal partito a cui appartiene (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e indipendentemente dal fatto che faccia parte della maggioranza o dell'opposizione; noi siamo qui per cercare di migliorare le cose secondo ottiche diverse. Mi pare questo si sia svolto fino adesso e se non avessimo trovato in questo decreto cose che non c'entravano su Genova, il commissario sarebbe già a lavoro oggi e i soldi ci sarebbero già da ieri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Faccia la cortesia comunque di farci capire qual è la natura della richiesta di intervento sull'ordine dei lavori, perché, spesso, è già accaduto, si prende la parola…

FEDERICO FORNARO (LEU). Almeno su questo lei credo che converrà che, rispetto all'ordine dei lavori, l'assenza dei ministri è ovviamente giustificata, o meglio, è una loro libera scelta e il Governo è presente autorevolmente con i Vice ministri e sottosegretari, però è del tutto evidente, quindi mi associo alle parole dette dalla collega Gelmini, dal collega Borghi e dal collega Crosetto, perché, in realtà, ciò che avviene è una cosa totalmente nuova, non prevista dai regolamenti, ossia quella che i ministri non vengono, non si presentano e influiscono sul lavoro dell'Aula tendenzialmente in modo negativo con Twitter e Facebook e ricordo la vicenda Bonafede con il decreto sul tribunale di Bari e altre vicende.

Riconosco, per esempio, al Ministro Di Maio di essere venuto sul “decreto dignità” e di essere stato qui sempre a discutere con il Parlamento; Toninelli, se non vuole occuparsi di questo decreto, è nelle suo nelle sue possibilità, ma perlomeno silenzi Twitter e Facebook, nel rispetto dei cittadini che ci hanno eletto, nel rispetto del Parlamento e queste cose credo sarebbe opportuno che gli arrivassero anche dal suo partito (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti (Commenti dei deputati del gruppoPartito Democratico)…

Già avevo detto prima e, a questo punto, lo ribadisco con maggiore precisione, che la proposta di accantonamento è una proposta sull'ordine dei lavori sulla quale, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, il Presidente ha la facoltà, non l'obbligo, di chiamare l'Aula a decidere. Sulla proposta di accantonamento, inoltre, il Regolamento, all'articolo 86, comma 7, prevede che sia sempre interpellato il relatore. La Presidenza ha già posto in votazione nella giornata odierna varie richiesta di accantonamento, con il parere contrario del relatore, che sono state respinte dall'Assemblea. Preso atto dell'orientamento negativo dei relatori su tali proposte, come già fatto in precedenti analoghe occasioni, a partire da questa richiesta, in presenza di un avviso negativo dei relatori, non chiamerò più l'Assemblea a decidere con una votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 42.03 Orlando, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Passiamo al subemendamento 0.43.0400.3 Giacometto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Porchietto. Ne ha facoltà.

CLAUDIA PORCHIETTO (FI). Presidente, vorrei riportare l'attenzione del Governo su questo subemendamento, perché in realtà siamo stati obbligati a presentare un subemendamento per cercare di mettere una toppa rispetto alla mancanza di volontà di condividere un emendamento che è stato presentato da Forza Italia, ma anche sottoscritto da altri parlamentari, rispetto a un tema delicato; un tema che, questa mattina, il Ministro Di Maio ha voluto trattare così come sa fare lui, cioè preoccupandosi, prima, di avere presso la regione Piemonte una stanza per fare la conferenza stampa e, poi, di capire - se lo ha capito - qual era il contenuto dell'emendamento che gli avevano scritto e sottoposto per l'Aula oggi pomeriggio.

Siamo persone serie e abbiamo cercato di mettere, ancora una volta, una toppa rispetto ad una situazione delicatissima che oggi vede coinvolta una grande impresa piemontese, ma che in realtà coinvolge tante imprese, che sono le imprese soggette a procedure concorsuali.

Io leggo oggi alcuni comunicati stampa di autorevoli europarlamentari del Movimento 5 Stelle che annunciano, in modo trionfale, che il Governo del cambiamento oggi ha restituito a 130 lavoratori della Comital di Volpiano il diritto ad avere la cassa integrazione.

Bene, colleghi, io vorrei soltanto informarvi, attraverso la Presidenza, che l'articolo aggiuntivo che voi avete inserito, per il quale noi presentiamo un subemendamento, ha un baco grosso come una casa, perché non riesce a coprire un intervento economico sul 2018-2019.

Ciò significa che i lavoratori della Comital, se non arriverà un'azione correttiva rispetto all'articolo aggiuntivo che tratteremo successivamente, non potrà vedere utilizzata la cassa integrazione per l'ultima parte del 2018 e del 2019.

Questa mattina, durante un tavolo presso la regione Piemonte - in cui il Ministro Di Maio, oltre la conferenza stampa, non ha fatto altro perché non aveva la competenza tecnica, ma ha fatto parlare altri – si è visto l'imbarazzo dei tecnici presenti, non di parte - lo sottolineo: non di parte - cioè quelli che tutelavano seriamente l'azienda e i lavoratori, perché in realtà tecnicamente questo articolo aggiuntivo non risolve il problema che sottostà alle curatele fallimentari.

Allora, io mi rivolgo al Governo e spero che, oltre al sottosegretario Crimi, che ieri si è reso disponibile a fare dei ragionamenti ma che poi purtroppo non ha potuto continuare… io ringrazio il sottosegretario perché ieri ha aperto comunque una dialettica importante, ma poi probabilmente è stato stoppato da chi sopra aveva deciso che era meglio fare uno show a Torino piuttosto che trovare una soluzione.

Qui c'è la soluzione a quel problema perché attraverso un subemendamento inseriamo in modo corretto delle cifre che possono mettere una pezza a quello che sarà l'articolo aggiuntivo successivo che, come sottolineavo, non trova soluzione completa non soltanto rispetto alla vicenda Comital ma alle successive vicende che trattano curatele fallimentari.

Allora, per cortesia, se questo deve essere un Governo del cambiamento, cambi l'emendamento perché sta facendo una grande stupidaggine (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. La ringrazio, deputata Porchietto. Abbiamo avuto per un attimo la sensazione che stesse parlando della proposta emendativa all'articolo 44 ma poi l'equivoco si è risolto.

In realtà, ci ha aiutato a tenere presente che la Commissione, sui subemendamenti 0.43.0400.3 Giacometto e 0.43.0400.2 Pizzetti non ha espresso, anzi non ha formalizzato (perché sono stati presentati ieri) i pareri. Quindi, chiedo al relatore di provvedere. Prego, deputato Di Muro.

FLAVIO DI MURO, Relatore per la IX Commissione. Sul subemendamento 0.43.0400.3 Giacometto il parere è contrario; sul subemendamento 0.43.0400.2 Pizzetti il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Ovviamente, è favorevole anche il parere sull'articolo aggiuntivo delle Commissioni, giusto? Lo do per scontato.

FLAVIO DI MURO, Relatore per la IX Commissione. Il parere è favorevole sull'articolo aggiuntivo delle Commissioni.

PRESIDENTE. Il Governo dovrebbe certificare o dissentire rispetto ai pareri espressi dalle Commissioni.

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Presidente, il parere è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Per ragioni di tempo non ritornerò sulle argomentazioni della collega Porchietto, che ringrazio per aver presentato, insieme al collega Giacometto e agli altri colleghi di Forza Italia, questo subemendamento e chiedo di poterlo sottoscrivere e rivolgo ancora un invito al Governo e al relatore a riflettere, perché lo sforzo contenuto nell'emendamento 43.400 delle Commissioni è oggettivo ma lascia un buco per quel che riguarda il 2018 e, conseguentemente, l'anno successivo. Credo che, essendo andati nella direzione giusta, ci possa essere, da parte del Governo, lo sforzo nel reperire - stiamo parlando di qualche milione di euro - le risorse necessarie, tenuto conto che dietro questi numeri ci sono le vite di famiglie, le vite degli operai e degli impiegati di queste aziende che si sono ritrovate, per un buco normativo sostanzialmente, in una situazione di non copertura degli ammortizzatori sociali.

Quindi, pur riconoscendo al Governo - ripeto - di andare nella direzione giusta, però non possiamo non rilevare l'assenza di intervento e questo buco, che questo subemendamento cerca di colmare, ha evidentemente nomi e cognomi, sia come aziende sia come lavoratori. Quindi, la speranza è quella che ci possa essere ancora un ripensamento da parte del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie. Nell'anomalia per la quale la collega Porchietto ha illustrato il subemendamento prima ancora che fossero espressi i pareri, io vorrei dire ai colleghi del MoVimento 5 Stelle e ai rappresentanti del MoVimento 5 Stelle che adesso sono seduti ai banchi del Governo - non vedo il sottosegretario Crimi - che state esponendo il Ministro dello sviluppo economico ad una colossale figuraccia su questa cosa, per le ragioni che vi ha spiegato…

PRESIDENTE. Il sottosegretario Crimi è presente, comunque.

SIMONE BALDELLI (FI). Non lo vedevo seduto; ah, eccolo lì. Dicevo che state esponendo il Ministro dello sviluppo economico e del lavoro a una colossale figuraccia per le ragioni che vi ha testè spiegato la collega Porchietto e che, tra l'altro, già stamani hanno messo in grande difficoltà il Ministro Di Maio, il quale ha risposto, di fronte all'obiezione relativa al mancato accoglimento dell'emendamento di Forza Italia su questo punto, che si farà una circolare esplicativa. Ebbene, vi diciamo in questa sede, affinché a futura memoria rimanga scritto nei resoconti della Camera, che non basterà. Quindi, l'invito che vi facciamo, non tanto perché ci interessi la figura che può fare il Ministro Di Maio…

PRESIDENTE. Concluda.

SIMONE BALDELLI (FI). …quanto perché ci interessa il futuro e la copertura di questi lavoratori, che sono in difficoltà in questa situazione, diciamo, di fallimento che, evidentemente, è coperta e interessata dal subemendamento…

PRESIDENTE. Deve concludere, deputato Baldelli. Le chiedo scusa: concluda.

SIMONE BALDELLI (FI). Dicevo che vi invitiamo a fare tesoro di questa proposta che, invece, chiaramente state disattendendo. Poi, vi ritroverete in una situazione che vi abbiamo già preconizzato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lepri. Ne ha facoltà.

STEFANO LEPRI (PD). Grazie, Presidente. Anche noi del Partito Democratico - e io, in particolare -ringraziamo il gruppo di Forza Italia. Dunque, chiedo di poter aggiungere la mia firma al vostro subemendamento, che evidentemente intende aiutare un Governo molto confuso anche su questa vicenda, tutto orientato ad annunci e a impegni che poi non sono suffragati e accompagnati da misure tecniche e legislative come questa per poter corrispondere agli impegni che sono stati sbandierati anche oggi a Torino. Sappiamo che il Ministro si è presentato come salvatore della patria di un'importante azienda di Volpiano, la Comital, e tuttavia non ha saputo rispondere e non ha saputo chiarire l'importanza - e comprendere direi - di questo subemendamento che aiuterebbe esattamente il Governo ad andare nella direzione che tutti auspichiamo, cioè quella di poter far partire la cassa integrazione per i lavoratori e magari anche - e ce ne occuperemo con il prossimo emendamento - di poter avviare quelle procedure di ricerca di nuovi investitori che potrebbero davvero salvare l'azienda.

Quindi, siamo davvero sorpresi che il Governo, così ben intenzionato in questo caso, non comprenda l'importanza di questo subemendamento e naturalmente chiediamo, ma invano, di poter ascoltare dalla viva voce del Ministro Di Maio, visto che le Commissioni non sono in grado di comprendere l'importanza di questo subemendamento, per quale ragione lui riterrebbe, attraverso i suoi colleghi di partito, di non accettare, appunto, l'importanza di questo subemendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gribaudo. Ne ha facoltà per un minuto.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Grazie, Presidente. Sarò velocissima. Intervengo solo per sottoscrivere il subemendamento e ricordare, appunto, che non ne possiamo più di assistere alla politica dei Ministri che fanno annunci sui social network e non vengono in Aula a cercare di ragionare e di risolvere un problema su cui è stato fatto un lavoro prezioso da parte delle istituzioni locali e della regione Piemonte.

Dunque, il Ministro si assuma le proprie responsabilità. Questo è un elemento che è stato posto all'attenzione da parte del gruppo di Forza Italia e del gruppo del Partito Democratico ma, ancora una volta, assistiamo a una non risposta e a una non presenza in Aula.

Voglio proprio vedere adesso cosa si inventerà sui social network per rispondere a quei lavoratori che aspettano delle risposte. Sottoscrivo il subemendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.43.0400.3 Giacometto, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.43.0400.2 Pizzetti, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42) (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 43.0400 delle Commissioni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Mi rivolgo, per il suo tramite, al Governo per un chiarimento che è essenziale rispetto al voto. Il testo di questo articolo aggiuntivo dice che “per gli anni 2020 e 2021 le società in procedura fallimentare o in amministrazione straordinaria, le quali abbiano usufruito del trattamento di integrazione salariale straordinaria negli anni 2019 e 2020 (…), previa autorizzazione (…), sono esonerate dal pagamento (…)”.

Allora, questa mattina il Ministro Di Maio è andato a Torino e, per una fattispecie esattamente come questa, ha dichiarato: “Nelle prossime ore sarà approvato alla Camera un emendamento che salverà il reddito dei lavoratori della Comital”. E poi dice: “Ci saranno dodici mesi in cui i dipendenti della Comital avranno uno stipendio e, nel contempo, potremo trovare un nuovo soggetto per reindustrializzare”. Aggiunge il Ministro Di Maio che “la cassa - signor Vice Ministro e signori sottosegretari - partirà dal 29 settembre per un anno. Per il periodo da giugno a settembre 2018 - ha precisato - è più complicato trovare una copertura. Una alla volta stiamo eliminando tutte le sciocchezze del Jobs Act”.

Allora, il Ministro dice a Torino, sostanzialmente, che un'azienda che abbia le caratteristiche previste da questo articolo aggiuntivo può utilizzare lo strumento dell'INPS non sui suoi conti ma sui conti dell'INPS già per l'anno 2018.

Questo emendamento parla di 2019 e 2020 e cioè, per essere chiari, nel 2018 quell'azienda e i lavoratori non sono e non potranno essere coperti dalla cassa integrazione.

Allora, non avrei fatto questo intervento se il Ministro Di Maio avesse fatto un riferimento generico all'intervento (per essere chiari la legge di bilancio). Ma siccome dice: “Nelle prossime ore sarà approvato alla Camera un emendamento” - e stiamo approvando questo - che cosa stiamo approvando? Quello che ha detto il Ministro Di Maio questa mattina a Torino o il testo del 43.0400, che parla, lo ripeto, di 2020 e 2021, ovvero di CIG straordinaria per 2019 e 2020? Chiedo un chiarimento, perché, per quel che riguarda il nostro gruppo, è evidente che cambia anche il tipo di voto che noi daremmo rispetto al chiarimento che abbiamo richiesto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Porchietto. Ne ha facoltà.

CLAUDIA PORCHIETTO (FI). Grazie, Presidente. Mi permetto di aggiungere un ulteriore passaggio rispetto ad una completezza di informazione che sarebbe opportuna. La premessa è che il gruppo di Forza Italia non può non votare un articolo 43-bis come questo, perché, in realtà, interviene su delle procedure concorsuali che presumibilmente, stante la stagnazione economica e, soprattutto, i disastri che la maggioranza sta facendo, saranno comunque situazioni che troveremo anche negli anni 2020 e 2021.

Ma sta di fatto che questo articolo 43-bis non risolve le situazioni attuali che vedono un problema impellente: chiunque sappia un pochino di quello che succede nel mondo sa che le procedure concorsuali non possono, nel caso in cui l'attivo patrimoniale non sia sufficiente, effettuare dei pagamenti privilegiati, e sarebbero anche questi pagamenti in prededuzione, dove i tribunali non danno la disponibilità a trattare questo tema, quando non ci sono le coperture economico-finanziarie nella curatela.

Questo è il motivo per cui abbiamo proposto precedentemente una rivisitazione dell'impegno di spesa non solo sul 2020 e 2021. E mi stupisce che l'Aula, soprattutto la maggioranza, non spieghi al proprio Ministro che questa mattina ha raccontato delle bufale a Torino, non ha detto la verità; è vero che lui è abituato a non dire la verità, ma a fare solo le conferenze stampa, però qui abbiamo 130 lavoratori che questa mattina hanno creduto a quanto ha detto un Ministro dello Stato italiano del Governo del cambiamento.

Allora, mi appello nuovamente al Presidente della Camera affinché una valutazione tecnica attenta e una spiegazione rispetto a questo articolo la si possa portare all'interno di quest'Aula parlamentare. E mi permetto: non raccontateci che ci saranno delle circolari esplicative, perché sono come i bugiardini che troviamo all'interno delle confezioni delle medicine.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giglio Vigna. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). Grazie, signor Presidente. Solo per ringraziare il Governo a nome dei lavoratori della Comital di Volpiano, con cui sono in contatto in questo momento, per questo articolo aggiuntivo. Grazie al relatore, grazie al Comitato dei nove, grazie al Governo per questo provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). Non capisco di che cosa si ringrazia, visto che abbiamo spiegato che non sarà applicato nel 2018 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ma ci pigliamo proprio per i fondelli! Almeno usare le orecchie per ascoltare, perché non servono a portare l'acqua (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 43.0400 delle Commissioni, nel testo subemendato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 44.300 Stumpo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 44.302 Cassinelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 44.2 Serracchiani.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gribaudo. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi del Partito Democratico chiediamo che venga garantito anche per tutto il 2019 l'intervento di integrazione salariale ai lavoratori e alle imprese operanti nelle diciotto aree di crisi complessa del nostro Paese. Si tratta di una misura - questa sì - davvero urgente, a differenza del condono edilizio su Ischia, perché questa è una misura per sostenere i lavoratori e le imprese che si trovano in una situazione di difficoltà. È così che si devono affrontare le emergenze. Mi dispiace constatare che, ancora una volta, visto che siamo all'articolo 44, che si occupa sostanzialmente del tema degli ammortizzatori sociali, non ci sia in Aula un sottosegretario al lavoro e, ancora una volta, trovo scandaloso che non ci sia il Ministro Di Maio in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) a parlare di questi temi importanti per i lavoratori, per le zone che si trovano in difficoltà, per le situazioni di crisi economica, che grazie agli interventi normativi degli scorsi anni, con questi ammortizzatori sociali speciali, siamo riusciti a superare, a fronte di una serie di crisi e di difficoltà davvero importanti.

Presidente, credo che sia bene in quest'Aula ricordarci che sono usciti oggi dei dati dell'Istat che ci dicono come abbiamo già perso, grazie al “decreto Dignità”, 74 mila posti di lavoro nel nostro Paese. Il PIL si è fermato, la disoccupazione è tornata a salire e supera il 10 per cento e noi, quindi, con questi emendamenti chiediamo maggiori risorse sugli ammortizzatori sociali, perché purtroppo l'unico effetto di questo Governo e dei decreti di questo Governo è la nuova disoccupazione. Servono più risorse sugli ammortizzatori sociali, servono ammortizzatori sociali nelle zone di crisi complessa, serve davvero dare delle risposte ai lavoratori e alle imprese. Questa misura, così come i prossimi emendamenti, vanno in questa direzione.

Noi non possiamo aspettare altre scuse da parte del Ministro Di Maio. Ci sono delle richieste che parlano non solo alla città di Genova, ma alle altre zone del Paese. Non capisco come sia possibile che su questo emendamento non ci sia una riflessione da parte del Governo. Sapete benissimo che questi sono degli emendamenti e dei provvedimenti che devono essere rifinanziati ogni anno - così aveva fatto il Governo a guida del Partito Democratico ogni anno - per dare queste risposte e non capisco perché in quest'Aula non ci sia una risposta ad un'esigenza davvero concreta e davvero di buonsenso per aiutare i lavoratori del nostro Paese. Grazie Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 44.2, Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 44.1 Serracchiani.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Viscomi. Ne ha facoltà.

ANTONIO VISCOMI (PD). Grazie Presidente, con questo emendamento vorremmo offrire al Ministro Di Maio la possibilità di mantenere almeno una delle sue tante promesse e, soprattutto, di rispettare finalmente qualcuno degli impegni che in questi mesi ha assunto con i lavoratori e i sindacati, anzi forse più con i lavoratori che con i sindacati. Qualche giorno fa è stata sottoscritta al MISE l'intesa relativa alla Whirlpool. In quella sede, il Ministro del lavoro si è formalmente impegnato ad accompagnare con la cassa integrazione straordinaria fino al 2020 l'attuazione del piano industriale proposto dalle parti. Bene, l'emendamento che stiamo sottoponendo all'Aula si propone, appunto, di prorogare per il prossimo biennio, fino al 2020, l'articolo 42 del decreto n. 148 del 2015, cioè la norma che consente proprio l'utilizzo dell'integrazione salariale a beneficio dei lavoratori e delle imprese, come la Whirlpool, interessate dagli accordi conclusi e sottoscritti in sede governativa, allo scopo di garantire il completamento dei piani industriali - cito la norma - relativi a casi di rilevante interesse strategico per l'economia nazionale e che comportino notevole ricaduta occupazionale, tale da condizionare la possibilità di sviluppo economico e territoriale.

Dunque, poiché l'articolo 42 vigente trova applicazione soltanto per il 2018, senza una proroga al 2020, come quella che stiamo proponendo nell'emendamento, le parole del Ministro Di Maio si svelano per quello che sono, ovvero promesse vuote, dichiarazioni fatte per conquistare - come ha conquistato oggettivamente - un titolo sui giornali e presentarsi come l'eroe di cui ogni popolo dovrebbe fare a meno, come suggeriva qualcuno qualche tempo fa. Noi ne faremmo volentieri a meno, visto che con le sue non politiche del lavoro e dell'impresa ha prodotto danni che oggi sono su tutti i giornali: dinamiche di crescita stagnante, calo del valore aggiunto industriale nel trimestre e così via, aumento dello spread e perdite in Borsa, anzi, più ancora, perdita di credibilità e di fiducia sono le conseguenze delle azioni di questo Governo. Che poi sia mitologica la vostra narrazione, giusto per un titolo di giornale, lo conferma anche l'articolo 24 nel testo originario che voi state proponendo. La maggioranza, Presidente, si è preoccupata di reintrodurre il trattamento straordinario di cassa integrazione per le ipotesi di cessazione dell'attività aziendale, nel caso in cui però sussistano concrete possibilità di cessione dell'attività, ovvero quando sia possibile una reindustrializzazione del sito. Solo che questa, poi, con scarso apprezzamento della logica e del buonsenso, la si fa coincidere con l'introduzione di specifici percorsi di politica attiva del lavoro poste in essere dalla Regione interessata.

“Io ti battezzo pesce”, Presidente: era un vecchio trucco dei monaci medievali per aggirare i divieti quaresimali, ma qui stiamo equiparando reindustrializzazione e riassorbimento occupazionale con la frequenza di corsi di formazione per erogare il trattamento di integrazione salariale.

State trasformando il sistema della cassa integrazione in un bancomat assistenzialistico che è un anticipo e una prefigurazione di quello che sarà il reddito di cittadinanza, quello post-elettorale, quello raccontato nella nota aggiuntiva ovviamente, non quello preelettorale che era altra cosa. Dunque, colleghi della maggioranza vorrei rivolgervi un'esortazione: aiutate, aiutiamo il vostro capo politico, il Ministro del lavoro Di Maio a mantenere le sue promesse con i lavoratori della Whirlpool, fatelo votando a favore dell'emendamento che abbiamo proposto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Rotta. Ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, qui si tratta semplicemente di dare attuazione, o meglio, di prorogare un articolo del Jobs Act, del tanto vituperato Jobs Act, che prevedeva, appunto, in caso di necessità gli ammortizzatori sociali. Bene, voi non volete prorogarli, come non avete voluto la zona economica speciale per Genova, e dare la possibilità ai lavoratori di lavorare ma, in caso di necessità, di avere degli strumenti di accompagnamento.

Vede, noi saremo molto contenti se non ce ne fosse bisogno, però purtroppo a causa delle vostre politiche e del vostro decreto disoccupazione, decreto Di Maio cosiddetto dignità, è stata prodotta nuova disoccupazione: i dati di oggi tristemente sono già noti, la disoccupazione aumenta al 10,1 per cento, 74.000 posti di lavoro sono stati persi e quindi, purtroppo, ci dispiace molto, c'è necessità di strumenti del genere per accompagnare le persone che purtroppo a causa vostra perdono il lavoro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gribaudo. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Grazie Presidente, torniamo su questo emendamento perché per noi è davvero importante. Nell'emendamento che è stato illustrato prima dal collega Viscomi noi chiediamo di prorogare al 2019 la misura che consente alle aziende che hanno dei piani industriali relativi a casi di rilevante interesse strategico per l'economia nazionale, e che hanno quindi delle ricadute occupazionali molto importanti, di beneficiare del trattamento della cassa integrazione straordinaria oltre il limite che è stato definito dalla legislazione vigente. È una norma che ha garantito la salvaguardia di decine di migliaia di posti di lavoro: è già stato ricordato il caso Whirlpool, che ne ha beneficiato, e nell'accordo che è stato appena firmato al MISE il Ministro Di Maio si era impegnato a garantire la CIGS anche per il prossimo biennio. Ecco con questo emendamento noi diamo la possibilità al Ministro Di Maio e a questo Governo di rendere immediatamente operativo questo accordo. Non riusciamo a capire perché non accogliete questa proposta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Grazie Presidente, voglio ringraziare l'onorevole Viscomi perché ha fatto riferimento al caso Whirlpool. Io vengo dalle Marche e per noi la Whirlpool è una impresa di una straordinaria importanza. In questo emendamento noi chiediamo che il Governo garantisca per il prossimo biennio la cassa integrazione straordinaria per quelle imprese che hanno presentato dei piani industriali.

Perché è così importante questa prosecuzione e rifinanziamento dell'articolo 42 della legge contenuta nel cosiddetto Jobs Act? Perché purtroppo oggi abbiamo appreso dall'Istat che sta crescendo di nuovo la disoccupazione in maniera molto preoccupante, soprattutto quella giovanile. E se crescono i dati sulla disoccupazione a maggior ragione un Ministro del lavoro dovrebbe dotarsi degli strumenti per riuscire a garantire comunque alle persone che purtroppo potrebbero perdere il lavoro, a causa sua e delle sue politiche sbagliate, quantomeno la cassa integrazione straordinaria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie Presidente, non meno importante rispetto a quello che abbiamo fatto con questo decreto è l'esigenza di garantire ai lavoratori di poter proseguire e di avere quella dignità che solo il lavoro può dare. Certo quando questo non c'è l'unica possibilità, e questo è l'obiettivo dell'emendamento, è quella di poter garantire il completamento dei piani occupazionali e per le imprese e la salvaguardia dell'occupazione, utilizzando l'articolo 42 dello strumento del Jobs Act. Io credo che qui molti colleghi, e guardo alcuni colleghi che stanno alla mia sinistra, perché sanno benissimo che l'articolo 42 non riguarda solo le aree complesse, ma richieste che abbiamo fatto anche per altri lavoratori, noi ci siamo assunti questo impegno, impegno che si è assunto anche il Ministro Di Maio…

PRESIDENTE. Concluda.

ELENA CARNEVALI (PD). … e che verrebbe smentito con la bocciatura di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Cantone… il deputato Critelli. Ne ha facoltà, per un minuto.

FRANCESCO CRITELLI (PD). Grazie, Presidente. Non sapevo di somigliare alla collega Cantone, ma, come dire, prendo atto di questa novità, dopo tre giorni utilissimi in Parlamento succede anche questo…

PRESIDENTE. Le piacerebbe.

FRANCESCO CRITELLI (PD). Beh, effettivamente sì. Sarebbe per me, come dire, un grande onore, le do ragione, Presidente, ha colto nel segno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Io credo che questo sia un emendamento molto importante, un emendamento di buonsenso che i colleghi del gruppo parlamentare del Partito Democratico hanno presentato e che non va ad intaccare minimamente quello che è l'impianto del provvedimento in discussione. Credo che sia un punto che riguarda, per esempio il caso, della Whirlpool, come è stato riportato dal collega Viscomi, come è stato ripreso anche dalla collega Morani, e credo che possa essere di buon senso. Per questo mi permetto, con grande umiltà, ma con ferma determinazione, di chiedere agli esponenti del Governo qui presenti, ai relatori delle forze di maggioranza di prendere in considerazione un provvedimento che altro non farebbe che andare incontro a delle esigenze di lavoratori e lavoratrici e delle loro famiglie. Credo che un supplemento di sforzo, da questo punto di vista, non costi nulla a nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 44.1 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 44.3 Serracchiani.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Cantone. Ne ha facoltà.

CARLA CANTONE (PD). Grazie, Presidente. Io volevo dare una notizia comunque a tutto il Parlamento, a tutti noi. Secondo me, è una notizia importante, ci ho un po' ha pensato, poi mi sono resa conto del perché non è presente il Governo, non sono presenti i Ministri, il Ministro del Lavoro, il Ministro dall'Ambiente, ma soprattutto il Ministro Toninelli: questa notte si festeggia Halloween e, allora, secondo me, si stanno preparando, anzi ci sono in giro a fare gli scherzetti senza dolcetti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito DemocraticoeLega-SalviniPremier).

Io penso che sia così, però, detto ciò, con questo emendamento noi intendiamo chiedere al Governo di assumersi l'impegno concreto, non con una pubblicità a perdere o con scherzetti-dolcetti, di salvaguardare i piani industriali delle aziende e di tutelare il diritto al sostegno al reddito dei lavoratori e delle lavoratrici di aree in crisi: penso a Taranto, penso all'Ilva, ma penso anche a tante altre aziende, quindi una cosa estremamente importante, che si lega anche agli emendamenti che abbiamo discusso prima.

Noi indichiamo un percorso utile e chiaro attraverso un impegno preciso di due Ministri: il Ministro dello Sviluppo e il Ministro del Lavoro, che si devono coordinare. Ma ciò, per Di Maio, non sarà complicato: si mette allo specchio, si coordina con se stesso e avrà sicuramente un buon risultato, perché quando si parla da soli si ha sempre ragione, a meno che Di Maio Sviluppo non polemizzi con Di Maio Lavoro, ma dubito. Quindi, noi gli offriamo davvero un percorso importante. Poi, Di Maio più Di Maio parleranno con il Ministro delle Finanze, se serve ovviamente.

Allora, il percorso che noi indichiamo, a salvaguardia dei piani industriali, a salvaguardia del sostegno al reddito è per dare un aiuto, “spintaneo” al Governo e al Ministro Di Maio, per rendersi conto che se si accetta l'emendamento, forse avrà una strada meno complicata per aiutare sia le aziende in crisi che i lavoratori e le lavoratrici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Viscomi. Ne ha facoltà.

ANTONIO VISCOMI (PD). Grazie, Presidente vede, la cassa integrazione è una questione molto seria, perché sono soldi pubblici e devono essere spesi con cautela. Si possono usare questi soldi per finanziare i corsi di formazione organizzati dalle regioni, come la maggioranza ha scritto nell'articolo 44 di questo decreto, oppure si possono utilizzare, come proponiamo noi con questo emendamento, per sostenere lo sviluppo dei progetti industriali di grandi imprese come l'Ilva. Però, vorrei sottolineare come chiediamo, in questo emendamento, non soltanto la proroga della cassa integrazione, ma chiediamo che questa cassa integrazione, l'esercizio e l'uso di queste risorse sia monitorato. Abbiamo chiesto, appunto, che vi siano dei documenti che il Ministero dello Sviluppo economico debba presentare al Ministro del Lavoro, dove sono riportati l'onere previsto, il periodo di copertura, i beneficiari e il raggiungimento degli obiettivi. Come dire, l'analisi costi-benefici, che mi pare essere in questo momento all'attenzione del Governo vorremmo che fosse valutata anche sulla cassa integrazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gribaudo. Ne ha facoltà, per un minuto.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Grazie, Presidente. Come è stato ricordato, questo emendamento è un emendamento che sta in teoria nello spirito del decreto che stiamo approvando in queste ore, cioè quello dell'emergenza, soprattutto per quanto riguarda alcuni lavoratori. Nel caso specifico, noi qui parliamo di lavoratori che vengono toccati anche nelle città, come quella di Genova, sul tema dell'Ilva. Allora, in questo emendamento noi chiediamo la proroga al 2019 di un accordo, che è già stato effettivamente sancito - lo sappiamo molto bene - ma che effettivamente deve essere ancora attuato. Devono essere trovate le risorse e probabilmente ci sono anche delle risorse che sono state già risparmiate lo scorso anno e che possono essere reinvestite, ma il tema è che noi qui siamo di fronte al fatto che facciamo delle proposte serie, chiedendo una rendicontazione, chiedendo che effettivamente il problema venga affrontato con serietà ma non c'è nessun sottosegretario o il Ministro del Lavoro in quest'Aula. È una cosa vergognosa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Rotta. Ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, questo emendamento è particolarmente importante e rilevante perché io vorrei portare all'attenzione dell'Aula quei lavoratori che sono destinatari di questi ammortizzatori. Io penso che siano lavoratori che già hanno sofferto abbastanza di una situazione critica che riguarda la loro azienda, che tutti conosciamo - la situazione dell'Ilva - in particolare anche dopo l'accordo che è stato fatto con la Mittal.

Io ora capisco l'incertezza di questo Governo rispetto alla chiusura di quell'accordo, ma questo accordo oggi c'è, sono stati stabiliti questi ammortizzatori, ma ancora non c'è nulla, nero su bianco, che li riguarda. Quindi, per la loro tranquillità io credo che noi dobbiamo loro, così come dobbiamo ai genovesi questo decreto-legge, in fretta, senza altre cose che sono estranee ad esso (mi riferisco al condono di Ischia da togliere). Così, noi invece dobbiamo aiutare questi lavoratori nella loro tranquillità…

PRESIDENTE. Concluda.

ALESSIA ROTTA (PD). …a dire che hanno già sofferto abbastanza e che dobbiamo andare loro incontro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Presidente, in questo emendamento stiamo parlando dei lavoratori dell'Ilva, per cui sono lavoratori della città di Taranto, ma soprattutto della città di Genova. Se si ha davvero interesse ad aiutare i lavoratori di Genova, allora questo emendamento dovrebbe essere approvato dalla maggioranza perché in esso vengono individuate le risorse per riuscire a coprire gli ammortizzatori sociali sui quali, come la collega Gribaudo ha ricordato, esiste un accordo firmato, ma non esistono ancora le coperture. In questo emendamento vengono individuate proprio le coperture nel limite di 24 milioni di spesa, da prelevare dal Fondo sociale per l'occupazione e la formazione, che potrebbero garantire, perciò, gli ammortizzatori sociali per i lavoratori dell'Ilva, sia di Genova che di Taranto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 44.3 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 44.301 Giacometto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lepri. Ne ha facoltà.

STEFANO LEPRI (PD). Sono firmatario di un emendamento presentato dai colleghi di Forza Italia, che è importante perché emenda, sostanzialmente aggiungendo un'indicazione decisiva, rispetto all'articolo 44 che ci accingiamo a votare. La maggioranza propone di estendere l'integrazione salariale alla cassa integrazione per crisi aziendale qualora l'azienda abbia cessato o cessi l'attività produttiva e sussistano concrete prospettive di cessione dell'attività, con conseguente riassorbimento occupazionale. Questa indicazione può anche trovare da parte nostra una considerazione, tuttavia, nel caso specifico di cui abbiamo parlato in questi ultimi minuti, cioè il caso della Comital di Volpiano, c'è motivo di credere che questa indicazione non sia sufficiente: l'integrazione, l'aggiunta prevista con questo emendamento sostanzialmente consente l'applicazione di ciò che è contenuto nell'articolo 44 anche ai casi di azienda in condizione di fallimento, liquidazione coatta amministrativa o amministrazione straordinaria, che è esattamente il caso dell'azienda Comital di Volpiano. Quindi è molto importante che questo emendamento sia considerato, per evitare che ci si illuda, come pensiamo, di poter applicare l'articolo 44 quando, in realtà, siamo di fronte in questo caso ad una condizione particolare, laddove oggi non vi è ancora - ce lo auguriamo - una situazione di prospettiva di cessione dell'attività e di rilancio occupazionale. Proprio per questa ragione è importante l'aggiunta che noi vogliamo proporre.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Ricollegandomi all'intervento del collega Lepri che mi ha preceduto, e per le ragioni che avevo prima esposto, questo emendamento, che interviene su un articolo successivo, cerca di trovare una soluzione alle aziende che hanno le caratteristiche che sono state ricordate. Se il collega Giacometto e gli altri colleghi di Forza Italia non hanno nulla in contrario, sottoscrivo l'emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 44.301 Giacometto, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 44-ter.300 Braga, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 45.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 51).

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Analogamente a quanto accaduto ieri, visto che abbiamo finito una fase e ne stiamo per aprire un'altra, se c'è l'accordo di una pausa tecnica di dieci minuti credo potrebbe essere utile, insomma (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Arrangiatevi…

PRESIDENTE. Diversamente da ieri mi pare che oggi ci sia un caso di ostruzionismo, quindi se non c'è un accordo tra i presidenti di gruppo io proseguirei. Intanto ci facciamo dare dal relatore il parere sugli emendamenti. Parere del relatore sugli emendamenti, per favore (Commenti). Con calma, con calma. Avevo dato la parola al relatore per il parere sugli emendamenti. Non credo che muoia nessuno se si prende la parola subito dopo, giusto? Prego, relatore.

FLAVIO DI MURO, Relatore per la IX Commissione. Fornisco il parere, iniziando dalla pagina 2 del fascicolo.

PRESIDENTE. Allora, partiamo dalla pagina 2.

FLAVIO DI MURO, Relatore per la IX Commissione. Parliamo degli emendamenti (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)…

PRESIDENTE. Mi dispiace correggere i colleghi, che stanno vociferando, ma il collega Borghi ha ragione, quindi tra breve, dopo che il relatore ha espresso il parere, preciso quanto detto poco fa. Prego relatore.

FLAVIO DI MURO, Relatore per la IX Commissione. Il parere è il seguente: emendamenti 1.31 Pastorino, 4.102 Pastorino, 4.2 Pastorino, 4.103 Fidanza, 4.105 Gagliardi, 4-ter.10 Fidanza e 5. 300 Braga: parere contrario; identici emendamenti 8.5 Paita e 8.8 Pastorino: invito al ritiro; 8.7 Mulè, 8.300 Braga e 8.18 Pastorino: parere contrario; 9-ter.300 Cassinelli: invito al ritiro; 10.300 Traversi: parere favorevole; 12.2 Fragomeli, 12.1 Toccafondi, 12.302 Bergamini e 12.4 Cantini: invito al ritiro; 12.9 Pastorino risulta ritirato; 12.10 Pizzetti: invito al ritiro; 12.400 delle Commissioni è ritirato; 12.12 Foti: favorevole con emendamento Commissioni…

PRESIDENTE. Il subemendamento 0.12.12.400 delle Commissioni.

FLAVIO DI MURO, Relatore per la IX Commissione. Emendamenti: 12.58 e 12.61 Enrico Borghi: invito al ritiro; 12.0306 Braga: parere contrario; 16.301 Gariglio e 16.305 Fidanza: parere contrario; 16.400 delle Commissioni: parere favorevole; 16.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento: parere favorevole; 18.3 Muroni, 21.304 Sarro, identici emendamenti 25.3 Braga e 25.307 Muroni, 25.4 e 25.303 Muroni, 25.305 Sarro, 25.309 Muroni, 25.102 Paolo Russo e 25.304 Sarro: parere contrario; 25.600 delle Commissioni: parere favorevole; 37.309 Colletti: parere favorevole con riformulazione; 38.2 Trancassini: parere contrario…

PRESIDENTE. Può leggere cortesemente la riformulazione?

FLAVIO DI MURO, Relatore per la IX Commissione. Emendamento 37.309 Colletti: Dopo il comma 1, aggiungere il seguente: 1-bis. All'articolo 17-bis, comma 1, del decreto-legge 9 febbraio 2017, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 aprile 2017, n. 45, dopo le parole: “e ai comuni di cui agli allegati 1, 2 e 2-bis al decreto-legge n. 189 del 2016” sono aggiunte le seguenti: “, nonché a quelli entro 30 chilometri di distanza da quelli di cui ai predetti allegati 1, 2 e 2-bis,”.

PRESIDENTE. Bene andiamo avanti. La lettera b) si intende soppressa?

FLAVIO DI MURO, Relatore per la IX Commissione. Si, è soppressa.

PRESIDENTE. Bene. Il parere sull'emendamento 38.2 Trancassini a pagina 12?

FLAVIO DI MURO, Relatore per la IX Commissione. Sì, già detto, parere contrario.

PRESIDENTE. Bene. Il parere del Governo?

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Presidente, il parere è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. La ringrazio. Prima di dare la parola al collega Rosato che l'ha chiesta, volevo scusarmi per aver usato la definizione di “ostruzionismo”; non è mio compito farlo, non è compito della Presidenza farlo, è una battaglia parlamentare.

Ha chiesto di parlare il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (PD). Grazie Presidente, infatti le parole pesano. Io mi permetto di intervenire per richiamo al Regolamento, all'articolo 8, proprio sulle competenze del Presidente, ma senza nessuna volontà polemica per spiegare in tre minuti perché noi non stiamo facendo ostruzionismo.

Intanto perché, Presidente, io l'ostruzionismo l'ho fatto e soprattutto l'ho subìto e le assicuro che l'ostruzionismo è tutt'altro rispetto a quello che noi stiamo facendo qui.

Poi perché noi abbiamo fatto una intesa in una Conferenza dei capigruppo secondo la quale se i lavori si fossero svolti regolarmente, noi avremmo chiuso questo provvedimento oggi alle 14. Con gli slittamenti che ha imposto la maggioranza, perché è la maggioranza che ha imposto agli slittamenti per l'inizio dei lavori, e con le interruzioni che ha imposto la maggioranza ieri, peraltro, lo ricordiamo tutti, eravamo qui fino a notte fonda, sospensioni, comitati… legittimi e normali, legittimi e normali, con un po' di impreparazione varia e diffusa, i lavori sono stati prolungati.

Noi abbiamo fatto alcune richieste, perché noi qui siamo a tutelare, lo diceva bene prima il collega Crosetto, noi siamo qui, ognuno di noi, a tutelare gli interessi degli italiani. Abbiamo punti di vista diversi: noi abbiamo due questioni che non c'entrano niente con Genova su cui abbiamo fatto un punto politico, peraltro questioni che ci vedono divisi con le altre opposizioni perché Forza Italia applaude al MoVimento Cinquestelle sul suo condono, noi invece diciamo che è uno scandalo, ma è legittimo che sia così, abbiamo fatto alcune richieste su cui non abbiamo avuto nemmeno la cortesia della risposta; nemmeno la cortesia della risposta, che insomma c'è la risposta di solito quando si parla con qualcuno.

Abbiamo chiesto che venissero qui i Ministri, il collega Borghi ha chiesto prima della pausa di pranzo che venisse qui il ministro Costa. Neanche abbiamo ricevuto una risposta, perché si alza qualcuno, si alza il Governo e dice: “no, guardate il Ministro Costa se ne frega di voi e non viene”.

Abbiamo chiesto che venisse il Ministro Di Maio e anche da lui nessuna risposta. Abbiamo chiesto al Ministro Toninelli, non solo, ma ci hanno anche risposto offendendo, offendendo via Twitter e nessuno ha risposto Io vorrei che il capogruppo della Lega, il capogruppo del MoVimento Cinque Stelle dicessero ai loro Ministri: “state buoni, se non volete venire qui in Aula lasciate fare a noi, almeno state zitti”.

Allora Presidente, qui non c'è ostruzionismo, qui c'è il merito di alcune questioni. Noi questo decreto lo finiamo, ma non lo finiamo perché siamo stufi di parlare. Lo finiamo perché c'è in ballo una questione che si chiama Genova, ma lo finiamo con la nostra netta opposizione sulle due cose che voi vi avete inserito dentro in maniera truffaldina. E il fatto che sia una truffa lo dimostrano le vostre dichiarazioni, perché le dichiarazioni di Di Maio e di Toninelli dimostrano che è una truffa, perché si difendono con Genova le questioni che invece con Genova non c'entrano; allora siete voi che dovete vergognarvi, siete voi che dovete vergognarvi, e anche vi dovete vergognare per l'atteggiamento non degno di un rapporto parlamentare con le opposizioni: neanche degnati di una risposta, neanche degnare di una risposta! Quindi noi stiamo facendo il nostro lavoro, Presidente, non stiamo facendo ostruzionismo. La volta che dovremo fare ostruzionismo lo faremo, speriamo di no, ma la volta che dovremo fare ostruzionismo lo faremo. Noi stiamo semplicemente facendo una battaglia parlamentare in cui vorremmo vedere la dignità di un Ministro che venga qui e metta la faccia sulle scelte che ha fatto. E' tutto qui, che un Ministro venga qui e metta la faccia sulle scelte che ha fatto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Rosato. Ho già detto che non è compito della Presidenza definire ostruzionismo una battaglia parlamentare e, quindi, ho fatto retromarcia.

La ringrazio, comunque, per la precisazione e per aver colto il senso della mia utilizzazione di questo termine e, cioè, che comunque rispetto alla giornata di ieri è cambiato il clima. Quindi, la richiesta di sospensione tecnica è una richiesta a cui io non posso accedere se non c'è analogo desiderio e analoga richiesta da parte degli altri gruppi parlamentari.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.31 Pastorino.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, Presidente. Oltre a sposare l'intervento del collega Rosato - e poi io sono tra quelli che pensano che il Ministro Toninelli sia meglio che sia rimasto a casa a fare i suoi tweet, al di là del contenuto dei tweet - diciamo del disastro che ha contraddistinto la prima parte del procedimento e dell'iter di questo decreto, fatto di tutto quello che ci ricordiamo e di quant'altro che ricorderò in sede dichiarazione di voto. Quindi, al di là dell'aspetto istituzionale è meglio così. Però, su tutti questi emendamenti accantonati devo rimarcare una forte insoddisfazione da parte mia e da parte del mio gruppo per non avere avuto nessun tipo di accoglimento su questioni, insomma, che mi parevano essere condivise da tutti e che non presentavano profili insormontabili di quantificazioni finanziarie e di reperimento di risorse aggiuntive. Lo dico a lei, Presidente, perché qui mi sa che ascoltano in pochi…

PRESIDENTE. Colleghi…

FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, qui c'è una questione di rispetto. Non è possibile andare avanti con un emiciclo in queste condizioni. Abbiate almeno il rispetto di ascoltare le opposizioni!

PRESIDENTE. Deputato Fornaro, mi scusi: non si sostituisca alla Presidenza. Oltretutto abbiamo visto scene peggiori. Tuttavia, i deputati che stanno parlando, a cominciare dal presidente D'Uva, sono pregati cortesemente di recarsi altrove a discutere, se ne hanno bisogno, oppure di rimanere in Aula ma in silenzio. Prego, deputato Pastorino.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie. Per cui, almeno su questo punto l'emendamento in esame - ricordo - era finalizzato al rafforzamento del dipartimento dei vigili del fuoco di Genova. Quindi, si chiedeva una cosa banale, visto che il dipartimento dei vigili del fuoco di Genova risulta sottorganico di una certa percentuale di unità tra persone che mancano proprio e persone che sono in distacco, e ho sposato, diciamo, il sentimento comune di vicinanza e di ringraziamento per l'opera meritoria che questi operatori dello Stato continuano ad esercitare tutti i giorni in un contesto difficile. Infatti, va bene che la parte su Genova è annacquata con tutta la discussione che abbiamo avuto in questi due giorni, ma i vigili del fuoco continuano a lavorare: continuano a lavorare sul ponte, lavoreranno nelle fasi di demolizione e lavoreranno perché ce n'è bisogno. Peraltro, ricordo all'Aula che in questi giorni la Liguria, come altre parti d'Italia, è stata flagellata da un evento atmosferico particolarmente devastante. Avete visto le immagini di Rapallo, di Santa Margherita e di tanti altri posti. Ecco, lì a parte i volontari non ci andava Babbo Natale ma ci andavano i pompieri.

Quindi, anche per questo e per una situazione provata già a monte e riprovata ieri con l'evento atmosferico che abbiamo avuto, credevamo comunque che ci fosse un po' di impegno in più - e lo dico al Governo - per questo che era un obiettivo condiviso e per questa che era un'aspettativa sentita dalla comunità ma anche dagli operatori stessi, che nelle ore, nei giorni e nelle settimane del disastro…

PRESIDENTE. Era un richiamo al silenzio il suono della campanella. Deputati, chiedo scusa. Prego.

LUCA PASTORINO (LEU). …hanno accumulato ore e ore di straordinario, perché di più di quelli che dovevano arrivare da fuori non ce n'erano.

Allora, se ancora non l'avessero capito i colleghi ricordo che l'emergenza di Genova, che non è solo di Genova ma è anche di un pezzo del nostro Paese, è un'emergenza che continua, io credo, tuttavia, che un segnale di vicinanza del Governo e delle istituzioni poteva essere dato anche in questo modo qui, perché siamo tutti pronti - tutti, dal primo all'ultimo - a ringraziare comunque questi operatori dello Stato e a portali come esempio ma, evidentemente, solo a parole.

E, quindi, l'occasione c'era anche - lo ribadisco - perché il Vicepremier Salvini, durante un question time proposto dal gruppo di LEU, aveva comunque anticipato una serie di assunzioni da effettuarsi da qui a poco tempo, una parte delle quali avrebbe accontentato anche Genova. Però, queste assunzioni avverranno a dicembre o a gennaio, mentre noi ne abbiamo bisogno subito. Per cui, secondo me, mettere un po' più la testa su questo argomento era fondamentale per noi e non solo per noi, anche perché ricordo bene che su questo tema in Commissione bilancio la sottosegretaria Castelli aveva dato parere contrario perché mancava una relazione tecnica approfondita del competente Ministero sull'argomento. Questa è una cosa doppiamente inaccettabile dato che questo emendamento, come altri, è stata presentato all'inizio dell'iter di discussione di questo provvedimento e, quindi, non certo ieri sera a mezzanotte.

Quindi, io chiedo all'Aula di mettere in votazione questo…

PRESIDENTE. Si avvii a concludere.

LUCA PASTORINO (LEU). Però, mi hanno interrotto un sacco di volte e prendo un secondo in più (non lei, ma l'Aula).

PRESIDENTE. No, io ho sempre interrotto il cronometro.

LUCA PASTORINO (LEU). Quindi, chiedo all'Aula di votare secondo coscienza a favore su un emendamento che non chiede la luna, che non è di parte e che sposiamo tutti sempre ogni giorno e perché ce n'è bisogno, altrimenti non farei un intervento, ancorché più appassionato in quanto genovese, e diversamente non mi esprimerei in questo modo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo, il Viceministro Rixi. Ne ha facoltà.

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Intervengo solo per chiarire che la contrarietà del Governo non è in merito al tenore dell'emendamento ma sul fatto che noi recepiremo questo emendamento nel bilancio, per cui voteremo a favore. È già stato presentato un ordine del giorno che impegna il Governo a far questo e, quindi, nel prossimo provvedimento di bilancio ci saranno gli stanziamenti che consentiranno di aumentare l'organico dei vigili del fuoco e anche per quello che riguarda le sedi territoriali di Genova. Quindi, questo lo vorrei chiarire all'onorevole Pastorino. Per cui, non è una contrarietà rispetto, invece, a un'azione che noi riteniamo meritoria, soprattutto in un periodo come questo dove anche altre emergenze sono arrivate sul territorio nazionale e hanno trovato sempre il Corpo dei vigili del fuoco a disposizione nei confronti dei nostri cittadini e della autorità, ma è perché abbiamo deciso di affrontare questo argomento in maniera complessiva con la legge di bilancio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, solo per confermare, così come avevamo già detto nella discussione sulle linee generali di questo emendamento, il nostro sostegno a quest'iniziativa da parte dell'onorevole Pastorino e del gruppo di LEU. Abbiamo anche chiesto di sottoscriverlo e, quindi, confermiamo questa richiesta. Riteniamo che il Corpo dei vigili del fuoco abbia svolto una funzione encomiabile non solo in questa occasione ma in tutte le vicende che hanno riguardato il Paese. Sappiamo perfettamente che a Genova c'è una carenza di organico strutturale e questa è l'occasione per dare finalmente un segnale ed è anche l'occasione per mantenere le promesse, quelle che Salvini ha fatto da tempo in riferimento al potenziamento del ruolo dei vigili del fuoco e che invece, ad oggi, non si sono ancora concretizzate.

Non è che non ci fidiamo del fatto che questo provvedimento venga poi assunto nell'ambito della discussione sul bilancio. È che se tutti i provvedimenti sono rinviati al bilancio evidentemente poi sarà difficile mantenere le promesse. Quindi, riteniamo che alcune questioni, quelle che reputiamo più importanti anche moralmente come questa, vengano sancite e decise oggi con un voto di quest'Aula. Chiediamo a chi ha sostenuto che questo Corpo dovesse avere un aiuto di farlo concretamente e mi riferisco, in particolar modo, alla Lega.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.31 Pastorino, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.102 Pastorino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Pastorino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.103 Fidanza, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.105 Gagliardi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4-ter.10 Fidanza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fidanza. Ne ha facoltà.

CARLO FIDANZA (FDI). Grazie, Presidente. Molto brevemente, solo per lasciare agli atti il disappunto del gruppo di Fratelli d'Italia: noi eravamo riusciti in Aula a ottenere un accantonamento di questo emendamento, che non va a inficiare sulle poste di bilancio, non va a modificare i saldi. Semplicemente, va ad innalzare il limite massimo degli indennizzi previsti per le imprese e i lavoratori autonomi fino a 25 mila euro. Quindi, da un lato innalza la soglia, dall'altro prevede il fino a; quindi, una discrezionalità in capo al commissario nel trattare in maniera differenziata situazioni che a buon diritto possiamo ritenere che saranno diverse l'una dall'altra.

Per cui, davvero non capiamo per quale motivo sia stato espresso da parte del Governo e dei relatori questo parere negativo. Credo che sia un'occasione persa di fare una cosa giusta e più equa rispetto a una platea ampia di professionisti danneggiati da questi eventi tragici.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-ter.10 Fidanza, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.300 Braga.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Grazie, Presidente. Avevamo già detto nell'ambito della discussione che questo sarebbe stato un emendamento importante da approvare e reiteriamo questa richiesta anche in Aula, perché è un intervento a corollario degli aiuti sul trasporto pubblico locale. Chiediamo che i mezzi che sono stati già in qualche modo appaltati nelle varie aziende di trasporto pubblico italiane abbiano come priorità la sede di Genova in caso di necessità. È, come dire, una sorta di emendamento tecnico, che mettiamo a disposizione per l'aiuto dell'azienda genovese che in questo momento, per problemi pregressi e anche per la situazione che si è determinata, avrebbe bisogno di un supporto certamente sul piano finanziario, ma anche organizzativo, e questa ci sembrava una buona proposta per cercare di venirle incontro. Pertanto, chiediamo ancora una volta al Governo di accogliere questa nostra proposta.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.300 Braga, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 8.5 Paita e 8.8 Pastorino.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, solo per chiarire che nell'ambito della discussione in Commissione noi abbiamo trovato un'intesa con il Governo, che abbiamo tradotto in un ordine del giorno. Non è il punto al quale avevamo chiesto di arrivare, e cioè il computo del decremento delle aziende in riferimento alla data di entrata in vigore del presente decreto, ma è comunque un passo in avanti, perché questa data viene individuata nel 30 di ottobre. Il Governo ci ha manifestato, nell'ambito della discussione di Commissione, una disponibilità in tal senso; pertanto, se viene confermata questa disponibilità, e chiederei di avere un chiarimento anche in questo consesso, noi siamo disponibili a ritirare il presente emendamento e a mettere, invece, in votazione successivamente l'ordine del giorno che descrivevo.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Solo per confermare l'accoglimento degli ordini del giorno presentati in tal senso da vari deputati.

LUCA PASTORINO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Mi fa piacere avere acquisito che il Governo ha interloquito col gruppo del Partito Democratico, mi fa piacere che verrà accolto l'ordine del giorno. A questo punto, ancorché vada tutto bene, non capisco perché non sia accolto l'emendamento. Per cui io chiedo invece di tenerlo, di porlo in votazione. Voteremo sicuramente a favore dell'ordine del giorno. Ho avuto anche io un'interlocuzione con il Governo e aspettavo una risposta; l'ho avuta dalla collega Paita e comunque l'emendamento in votazione ci va.

PRESIDENTE. Mi pare legittimo. Sottosegretario Crimi, a lei la parola.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Solo per spiegare - perché ci tenevamo, in particolare, a spiegarlo - gli eventuali effetti negativi che possono derivare da questo emendamento, in quanto modificare la data nella quale calcolare il decremento di fatturato e allargarla senza avere fatto una valutazione degli effetti, rischierebbe addirittura di danneggiare delle imprese che hanno avuto un calo di fatturato ad agosto e settembre ma, ad ottobre, avendo attivato dei meccanismi per esempio di liquidazione o comunque meccanismi per fare liquidità, hanno magari avuto un incremento del fatturato e quindi verrebbero escluse; ma non è un reale aumento dell'utile per quell'azienda.

Pertanto, ci siamo impegnati a valutare fra qualche mese gli affetti e le situazioni alla luce anche di quanto impegnato - era il discorso che era stato fatto anche al Comitato dei nove - per valutare l'allargamento di questa misura. Però, era questo il motivo, non era una negazione della volontà di intervenire…

PRESIDENTE. La ringrazio, sottosegretario Crimi. Ha chiesto di parlare il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, Presidente. Diciamo che io non avevo nessun tipo di preclusione per un ragionamento di questo tipo. Premesso che questo emendamento non ce lo siamo inventati io e la collega Paita, ma ce l'hanno segnalato la camera di commercio di Genova e comunque quell'assemblea di soggetti interessati che sono venuti qui in audizione, ci sembrava una buona idea; quindi, è chiaro che misurare gli effetti è sicuramente utile.

Io mi auguro che ci siano imprese che possano far registrare un utile nel mese di ottobre. Detto questo, l'emendamento lo vorrei porre in votazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Solo per precisare, senza alcuno spirito polemico, che l'interlocuzione con il Governo è avvenuta dentro la Commissione alla presenza anche di rappresentanti della forza politica di LEU, non nelle segrete stanze. Ecco, ci tengo a farlo sapere.

PRESIDENTE. Quindi, porrò in votazione soltanto l'emendamento 8.8 Pastorino, considerando ritirato l'emendamento 8.5 Paita.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.8 Pastorino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.7 Mulè, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.300 Braga, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.18 Pastorino con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della Commissione bilancio. Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Passiamo all'emendamento 9-ter.300 Cassinelli. C'è un invito al ritiro o parere contrario anche del Governo e della Commissione bilancio. Prendo atto che il deputato Cassinelli lo ritira.

Passiamo all'emendamento 10.300 Traversi.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.300 Traversi, con parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 63).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.2 Fragomeli, con parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.1 Toccafondi, con parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.302 Bergamini, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.4 Cantini, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

Ricordo che l'emendamento 12.9 Pastorino è stato ritirato. Ha chiesto di parlare il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Intervengo brevemente per spiegare il motivo del ritiro dell'emendamento, nel senso che, per gli accordi intercorsi, si è trovata un'altra formulazione per raggiungere comunque l'obiettivo, che era anche quello il mio emendamento, ovvero di portare a Genova o tutta o una parte dell'Agenzia. Quindi abbiamo ritirato l'emendamento in ragione di uno scopo che è stato comunque raggiunto.

PRESIDENTE. Ha fatto bene a darci questa spiegazione.

Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento 12.10 Pizzetti. Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.10 Pizzetti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).

L'emendamento 12.400 è ritirato. Passiamo, quindi, alla votazione del subemendamento 0.12.12.400 delle Commissioni. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Chiediamo di poter sottoscrivere questo emendamento, come abbiamo già chiarito nell'ambito della riunione delle Commissioni.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, collega Paita, per evitare di fare un doppio lavoro, non si può sottoscrivere questo subemendamento perché è delle Commissioni. Semmai lei può, se vuole, sottoscrivere l'emendamento, che è quello successivo.

RAFFAELLA PAITA (PD). Mi perdoni, Presidente, ma intendevo proprio quello e ho sbagliato diciamo a esprimermi, perché comunque vorrei spiegare la discussione che è intercorsa nelle Commissioni. Avevamo, più forze politiche, rappresentato l'esigenza di poter accogliere la proposta di mettere una delle articolazioni delle sedi di questa Agenzia a Genova. I lavori nelle Commissioni riunite hanno portato, poi, ad una condivisione della proposta da parte del gruppo Fratelli d'Italia. Noi non abbiamo problemi, ci interessa l'obiettivo e, quindi, chiediamo di poter collaborare a questa richiesta con la nostra sottoscrizione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gagliardi. Ne ha facoltà.

MANUELA GAGLIARDI (FI). Grazie, Presidente. Si trattava solo di precisare che volevo apporre la mia firma all'emendamento dell'onorevole Fidanza per la sede genovese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie. anche io, per lo stesso motivo, non l'ho detto nello scorso intervento, ho giustificato il ritiro del mio, ma sono se l'obiettivo è stato raggiunto ne siamo ben lieti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Sì, signor Presidente anche perché il subemendamento è su un emendamento…

PRESIDENTE. No, sul subemendamento. Poi, le avrei dato la parola comunque.

TOMMASO FOTI (FDI). E, infatti, è sul subemendamento di un emendamento di Fratelli d'Italia e, quindi, volevamo esprimere il consenso al subemendamento, così come abbiamo fatto nel Comitato dei nove e dire che il gruppo di Fratelli d'Italia non solo è particolarmente lieto dell'accoglimento di questo emendamento e, quindi anche del subemendamento, ma siamo stati anche gli unici che avevano richiesto una sede e non l'unica sede o, un alternativa di sedi, rispetto agli emendamenti presentati. Riteniamo che la soluzione che è stata trovata non sia una soluzione simbolica per la città di Genova, ma possa essere un valido modo per riconoscere alla città di Genova quel ruolo che ha svolto anche nel passato sotto il profilo trasportistico e che oggi trova una sua naturale collocazione e un suo penso doveroso anche accoglimento per quanto riguarda quelle che erano richieste che venivano dal territorio e che, non a caso, sono state anticipate, rispetto al nostro emendamento, alla stampa. Ma come i fatti dimostrano è solo con l'approvazione di questo emendamento che si concretizzano altre aspirazioni o altri annunci dati magari ai giornali genovesi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Terzoni. Ne ha facoltà.

PATRIZIA TERZONI (M5S). Grazie, Presidente. Per il MoVimento 5 Stelle, sottoscrivo l'emendamento 12.12 Foti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Orlando. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANDREA ORLANDO (PD). Per esprimere una valutazione positiva, ma non entusiastica, perché io sono convinto che si perda un'occasione e la soluzione desta fortissimi dubbi dal punto di vista della funzionalità, perché spezzare in due una struttura di quel genere non credo che sia un'idea brillantissima, però le condizioni in cui è la città oggi necessitano comunque di un segnale che, in qualche modo, arriva con questa scelta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cassinelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO CASSINELLI (FI). Grazie, Presidente. Solo per chiedere di potere sottoscrivere il successivo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Foscolo. Ne ha facoltà.

SARA FOSCOLO (LEGA). Grazie, Presidente. Anch'io, a nome del gruppo Lega, chiedo di sottoscrivere il successivo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.12.12.400 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 69).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Foti 12.12, nel testo subemendato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 70).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.58 Enrico Borghi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 12.61 Enrico Borghi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Presidente, non illustro l'emendamento, perché è già stato discusso in sede di presentazione: evidentemente se i relatori hanno ritenuto di dare parere contrario, il Governo si assumerà la responsabilità di questa mancata accettazione. Voglio solo far notare al Ministro Fraccaro, che improvvisamente è comparso fra di noi, che se avessimo avuto gli intendimenti con i quali egli oggi ci ha falsamente dipinto, questo emendamento sarebbe stato illustrato debitamente per cinque minuti. È la riprova che non stiamo facendo ostruzionismo, ma stiamo facendo interventi di merito. Naturalmente non ci attendiamo le scuse da parte del Ministro Fraccaro, perché ormai ci siamo abituati a questo modo di procedere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.61 Enrico Borghi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 12.0306 Braga.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, questo articolo aggiuntivo contiene una proposta molto importante per il territorio genovese, e cioè il tema dell'esenzione del pedaggio autostradale per le ambulanze. È un tema più generale, che riguarda una scelta in tutto il Paese; pensiamo che questa sia un'occasione per poter dirimere una questione controversa, che abbiamo tutti discusso, ognuno nei propri territori, in riferimento ad attività che svolgono una funzione del tutto volontaristica e che sono preziosissime per il Paese.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.0306 Braga, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 16.301 Gariglio e 16.305 Fidanza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gariglio Ne ha facoltà.

DAVIDE GARIGLIO (PD). Presidente, noi abbiamo presentato questa proposta emendativa, che è un emendamento soppressivo. Perché vogliamo sopprimere la lettera a-ter)?

Scusi, Presidente, ma è davvero difficile parlare in questo contesto. Mi scusi.

PRESIDENTE. Ha ragione, ha ragione. Aspettiamo un secondo insieme, anche più di un secondo, che si faccia silenzio in Aula. A lei, prego.

DAVIDE GARIGLIO (PD). Grazie colleghi, non abuserò della pazienza, ma ci tengo solo a dire che la lettera a-ter) introduce una nuova imposta, ed è un balzello ulteriore che viene a gravare sulle nostre imprese. Con questa lettera si introduce un'imposizione pari all'1 per mille del fatturato su tutte le imprese che operando nel campo astrattamente regolato dall'Autorità di regolazione dei trasporti. Finora l'Autorità si finanziava con un prelievo dell'1 per mille sulle grandi imprese regolate, cioè i concessionari e le grandi imprese ferroviarie. Aveva cercato, l'Autorità, di imporre il balzello alle imprese degli altri settori dei trasporti, ma il TAR Piemonte, il TAR della mia città, dove ha sede l'ART, aveva sempre rigettato queste istanze. Ora con legge si consente al consiglio d'amministrazione dell'ART di fare quello che non è mai riuscito prima, cioè mettiamo un'imposta dell'1 per mille sulle imprese di autotrasporto, sugli spedizionieri, sui corrieri, sui magazzinieri, sulle agenzie marittime, sui terminalisti, su tutte le aziende di trasporto pubblico locale; e soprattutto lo mettiamo senza che l'ART per queste imprese abbia astrattamente fatto alcunché per regolare il mercato.

Mi chiedo allora: se siete un Governo del popolo, ha senso far pagare l'1 per mille ai concessionari autostradali come alla piccola impresa di spedizione, alla piccola impresa di autotrasporto? Io son figlio di un padroncino, mi parrebbe assurdo far pagare a un padroncino, cioè a uno che viaggia con il suo camion, l'1 per mille del fatturato per la regolazione dell'ART.

È vero che dopo le nostre proteste avete approvato un emendamento che dice: lasciamo all'ART la facoltà di mettere un limite, cioè di esentare le imprese sotto un certo tetto di fatturato; ma mi chiedo: ha senso che questo Parlamento imponga una tassa in astratto, salvo dire “l'autorità amministrativa competente, cioè l'ART, può decidere di abbassarla”? Noi viviamo sotto l'imperio di una Costituzione che, all'articolo 23, dice che nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge. È palese che è una riserva di legge relativa e non assoluta, ma vi invito a riflettere sul fatto che, lasciando in vita questa norma introdotta dal decreto-legge, di fatto noi imporremo una tassa in più per migliaia di imprese pari all'1 per mille del fatturato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fidanza. Ne ha facoltà.

CARLO FIDANZA (FDI). Presidente, come detto anche dal collega Gariglio, ci troviamo di fronte a un emendamento particolare. Giova, credo, al dibattito parlamentare ricostruire la storia di questo testo.

Nella prima stesura del decreto-legge non si faceva cenno a questo prelievo forzoso. C'era una formulazione che certamente riguardava la riorganizzazione dell'Autorità di regolazione dei trasporti, che certamente è un tema che si dovrà porre, probabilmente anche in maniera più ampia: siamo tenuti da norme europee a dotarci dell'ART, di cui ci siamo dotati ormai da diversi anni; si pone il tema di come finanziare l'attività di questa Authority. Poi da un certo punto una “manina”, pare su forte volontà politica del Ministro Toninelli; non c'è qui - nessuno lo ha visto e io dico, al contrario di tanti colleghi che lo hanno rimpianto, per fortuna, perché probabilmente ci avremo messo ancora di più ad approvare questo decreto-legge già difficile – ma pare abbia espresso, nella sua assenza da quest'Aula, nella sua presenza negli uffici ministeriali, la forte volontà politica di andare incontro ad ART prevedendo questo surreale prelievo.

Dico “surreale” perché la legge già norma in maniera molto precisa chi deve essere sottoposto a un prelievo da parte dell'Autorità di regolazione dei trasporti: segnatamente, l'articolo 37 del decreto-legge n. 214 del 2011 e la legge n. 431 del 1995, addirittura, dicono chiaramente che al finanziamento delle attività di competenza dell'ART si provvede mediante un contributo versato dai gestori delle infrastrutture e dei servizi regolati in misura non superiore all'1 per mille del fatturato. Sentenze della Corte Costituzionale specificano in maniera ineluttabile quali siano i soggetti sottoponibili a questo obbligo e cioè appunto i gestori delle infrastrutture e dei servizi regolati tra cui non rientrano la stragrandissima maggioranza di quegli operatori che verranno invece sottoposti a questo prelievo forzoso, perché questi operatori operano in mercati che non sono sottoposti in maniera diretta alla regolazione dell'ART, o meglio, loro stessi non sono sottoposti alla regolazione dell'ART e quindi, di fatto, si trovano a dover versare questo obolo molto significativo, parliamo di quasi 20 milioni complessivamente per il comparto italiano, per giovarsi di attività di cui, in realtà, non giovano perché quei mercati sono ormai quasi completamente liberalizzati. Quindi è una tassa non molto occulta, direi abbastanza evidente e devo dire che anche la subordinata che il Governo ci ha proposto con il suo emendamento, cioè quella che prevede delle esenzioni per egli operatori, non ci tranquillizza, perché è di tutta evidenza che, dovendo l'ART prendere questi provvedimenti in termini di determinazione del contributo e quindi di coloro che sono sottoposti al contributo, in accordo con il Governo, mettiamo anche il caso che oggi il Governo dia come indicazione politica all'ART di preservare il più possibile i piccoli - e poi bisogna capire chi sono i piccoli - un domani, se cambia il Governo, l'ART, che in questo momento ha dimostrato di non volersi fermare neanche di fronte a sentenze della Corte costituzionale, si fermerà di fronte alla politica che chiede di preservare e di tutelare il più possibile gli operatori del trasporto e della logistica italiana?

Noi crediamo che questo sia molto rischioso - Presidente, concludo - e quindi ribadiamo la necessità di abrogare questo comma; così come non era previsto dall'inizio, non c'è motivo che si è previsto oggi perché, se - e chiudo davvero - agli operatori della logistica e dei trasporti noi non diamo le infrastrutture, non diamo il Terzo valico, non diamo la Tav, non diamo quello che serve per fare logistica e trasporto ma diamo tasse, stiamo andando nella direzione assolutamente sbagliata.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sarò brevissimo, nell'ottica anche dello spirito di collaborazione con cui si sta svolgendo questa ultima parte su temi che sono rimasti in sospeso. Volevo precisare alcune cose perché rimanga nel dibattito. La legge attualmente prevede che il contributo è determinato annualmente con atto dell'Autorità, giusto perché sia chiaro a tutti, sottoposto ad approvazione da parte del Presidente del Consiglio dei ministri; quindi, ovviamente, l'impegno che prendiamo qua come Governo e che prendiamo anche in maniera chiara nell'approvazione di alcuni ordini del giorno diretti, senza alcuna valutazione di opportunità o altro, è quello di esentare tutte quelle categorie che hanno un basso fatturato, che siano i padroncini o altre categorie, che non hanno bisogno in questo momento di un ulteriore balzello. Questo non c'è dubbio. Per cui, siccome anche il processo di proposta dell'ART passa attraverso una consultazione pubblica, quindi il percorso è questo: l'ART fa una consultazione pubblica con la sua proposta, a seguito della consultazione propone alla Presidenza del Consiglio dei ministri, la Presidenza del Consiglio dei ministri fa i rilievi e l'ART si deve adeguare, non c'è possibilità di andare in deroga a quanto prescritto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri. Quindi posso assicurare, almeno per il Governo, MoVimento 5 Stelle e Lega che non c'è un pericolo per i piccoli trasportatori e le piccole aziende in questo settore in questo momento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, questa è una questione abbastanza controversa e, senza dubbio, anche degli emendamenti presentati, ci sono degli elementi su cui vale la pena riflettere a tutto tondo. Lo dico perché - e mi riferisco in particolar modo al Governo e al sottosegretario Crimi - varrà la pena discutere del tema della funzione dell'ART, che io reputo una funzione importantissima, lo dico e lo voglio ribadire in quest'Aula, rispetto alle modalità di finanziamento complessivo.

Perché è chiaro che noi, avendo la possibilità, magari attraverso uno strumento legislativo dedicato, di andare a organizzare il sistema di finanziamento e di sostentamento di ART con una forma che valorizzi comunque l'autonomia attraverso il ricorso al bilancio dello Stato, secondo me faremmo una cosa che dal punto di vista normativo avrebbe un valore.

Quindi, naturalmente noi abbiamo presentato le nostre proposte, ma nell'ambito della discussione sugli ordini del giorno queste proposte che richiamano a un'iniziativa legislativa che dovrà manifestarsi successivamente e che valorizzi il lavoro dell'ART, ma che ne esalti anche l'autonomia e l'indipendenza attraverso forme di finanziamento che vengano direttamente dallo Stato, il Partito Democratico riproporrà questa discussione, la sottoscritta anche in un ordine del giorno dedicato, e, visto che almeno sul punto della funzione di ART siamo, credo, in sintonia, magari ci saranno occasioni nelle quali discutere più approfonditamente del tema.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 16.301 Gariglio e 16.305 Fidanza, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 16.400 delle Commissioni, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

Chiedo scusa, revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Molto brevemente, Presidente, nelle interlocuzioni che ci sono state in queste ore, in queste notti, mi ero permesso di segnalare al Viceministro Rixi la possibilità di aggiungere a questo emendamento delle Commissioni un passaggio che tenesse conto di un'intesa, sentito l'organismo di partenariato per la logistica di trasporti istituito con DM n. 40 del 13 febbraio 2018, attuativo della legge di bilancio 2018, ovvero questo partenariato che comprende anche le associazioni di categoria, quindi AISCAT, Assoporti, Assaeroporti. Ora, questa è una segnalazione che mi sono permesso di passare al Viceministro in ragione di una segnalazione che è arrivata dalla città, che non costa nulla e mi chiedevo se c'era un motivo ostativo e se potevamo recuperarla.

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Se viene formulata in un ordine del giorno, il parere può essere sicuramente positivo. Il tema è che il procedimento su ART è già codificato, quindi il tema noi lo dovremo affrontare dopo. Oggi quello che noi vogliamo dire in questa sede è che, dal punto di vista del Governo, siccome c'è, si è prevista la consultazione, sia la fase, come ricordava prima il sottosegretario Crimi, di definizione da parte del Consiglio dei ministri, non c'è il rischio di un ulteriore ampliamento di quello che è il perimetro di funzione dell'Autorità; certo che questi aspetti, in un momento successivo, dovranno essere ovviamente approfonditi, però andarlo a inserire non si contempererebbe con la normativa in vigore su ART. Quindi, se viene messo come opzione all'interno di un ordine del giorno, sarà nostra cura fare in modo e verificare che questo passaggio si possa eventualmente fare; nel testo, come emendamento, in questo caso non era possibile introdurlo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 16.400 delle Commissioni, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 75).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.500 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 76).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.3 Muroni, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 77).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 21.304 Sarro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sarro. Ne ha facoltà.

CARLO SARRO (FI). Grazie, Presidente. Sarò telegrafico. Naturalmente, c'è un certo rammarico nel verificare che tutti i nostri emendamenti accantonati hanno poi ricevuto parere negativo. Il nostro intento, come era palese, era quello di migliorare il testo, soprattutto per evitare, in sede applicativa, delle difficoltà.

Dal punto di vista politico naturalmente noi dobbiamo registrare che, dopo un decennio di battaglie parlamentari e di interventi in sede legislativa da parte del gruppo di Forza Italia, anche le forze della maggioranza sono venute sostanzialmente sulle nostre posizioni e lo fanno con un atto politicamente particolarmente impegnativo, perché quello che noi oggi esaminiamo - è bene ricordarlo - è un decreto-legge, quindi un atto di iniziativa legislativa da parte diretta del Governo e, quindi, particolarmente rilevante dal punto di vista politico. Certamente questo significa che da oggi parlare di condono non sarà più un'espressione, politicamente parlando, impronunciabile e, soprattutto, non sarà più possibile demonizzare questo argomento e questo tema. Ci auguriamo che sulle nostre prossime iniziative legislative ci sia una posizione altrettanto coerente delle forze di maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 21.304 Sarro, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 25.3 Braga e 25.307 Muroni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT (PD). Grazie, Presidente. Noi con questo emendamento chiediamo la soppressione dell'articolo, sostanzialmente la soppressione dell'articolo. C'è stata una lunga discussione su questa parte del decreto, su Ischia, e alla fine è stata una lunga discussione che si è sviluppata dalla Commissione fino all'ultima riunione del Comitato dei nove ed il Governo ha dovuto, su molti punti, su moltissimi punti, fare macchina indietro.

Dal richiamo alla introduzione della tutela paesaggistica, di cui alla legge n. 326 del 2003, che nel testo iniziale non c'era, alla chiarezza sull'esclusione dei titolari di un condono ma condannati per mafia o per riciclaggio, aspetto che nel testo iniziale non c'era e che è stato introdotto grazie agli emendamenti dell'opposizione e del Partito Democratico, al riferimento che questo richiamo chiaro sull'esclusione dei condoni per chi è condannato per mafia e per riciclaggio non valesse soltanto per la legge n. 326 del 2003 ma valesse per tutte le tipologie di condono, quindi anche per la legge n. 47 del 1985 e anche per la legge n. 724 del 1994. Su tutti questi punti il Governo ha dovuto fare macchina indietro e introdurre degli elementi di chiarezza.

Alla fine è rimasto un punto nella nostra discussione sul quale non c'è stato modo di avere il consenso del Governo - e questo è sintomatico - perché questa sarebbe stata veramente la definitiva cancellazione e a quel punto l'articolo avrebbe potuto essere ritirato perché non significava più nulla e, cioè, il richiamo all'intero articolo 32, comma 27, del testo unico dell'edilizia, che enuclea ed elenca tutte le fattispecie in base alle quali i condoni non possono essere rilasciati, non solo a chi ha commesso i reati che prima ho citato, secondo le tipologie e i reati previsti, appunto, dal codice penale che prima ho citato, ma anche per chi ha costruito su zone a rischio idrogeologico e sismico. Questo voi non lo avete voluto accettare e avete quindi mantenuto in piedi un pastrocchio, perché è rimasto ben poco di questo articolo ma è rimasto qualche cosa di sostanziale sul quale non avete voluto fare un passo indietro.

È rimasto, quindi, un condono che è il condono di Di Maio, perché basta parlare. Sin dall'inizio di questa storia la Lega ha preso subito le distanze da questo provvedimento. C'è stato, poi, il famoso tentativo di scambio, ma parlando con i colleghi della Lega emerge chiaramente che non è roba loro. Loro ti dicono: “Non è roba nostra”, ma è una cosa che imbarazza tantissimo anche il MoVimento 5 Stelle. È un condono personale fatto su un collegio territoriale personale per un parlamentare, Vicepresidente del Consiglio, che non ha avuto nemmeno la faccia di venire in quest'Aula a difendere e a motivare questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e che ha lasciato da soli i rappresentanti del Governo, e devo dire che ho grande solidarietà, a questo punto, per il sottosegretario Crimi, che si è dovuto proporre e ha dovuto mettere la faccia su questa roba, che è una roba indigeribile. Sottosegretario, al di là di quello che uno può dire è del tutto evidente che questa è una roba che ha un talmente chiaro taglio personale e che ha un talmente chiaro segnale che non riguarda il complesso della maggioranza e che è totalmente indifendibile anche per questo.

Ma quello che vi voglio dire è che a questo punto non resta che ritirare questo articolo, anche perché la sua funzionalità e la sua operatività è del tutto compromessa. Noi lo abbiamo praticamente sbrindellato pezzo per pezzo. È rimasta soltanto una vergogna e, cioè, il fatto che ad Ischia è possibile richiedere dei condoni e avere dei condoni ai sensi della legge n. 47 del 1985, cioè della legge più antica, salvaguardando chi ha commesso degli abusi su zone a rischio sismico e idrogeologico. Non vi resta che ritirarlo. Fate un atto di coscienza e prendete atto di una discussione che c'è stata, che è stata chiarissima e che agli occhi del Paese grida vendetta e ritirate questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Rimane in vita l'emendamento Muroni. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Dico qualcosa su questa vicenda perché non è un caso che è rimasto in fondo l'articolo 25, con queste ultimi appendici, perché il dibattito è stato lungo, e credo anche che alla fine si sia fatta chiarezza, almeno nel Comitato dei nove. Il Governo ci ha proposto un'ultima riformulazione, che qui non è stata presentata; e non è stata presentata perché ci è stato detto che serviva il consenso di tutti, ma anche quell'ulteriore riformulazione non chiudeva il punto sul quale noi abbiamo continuato ad insistere. Ho fatto una domanda e sono ancora disposto, l'ho detto al sottosegretario Crimi nel Comitato dei nove, che, se si fosse fatta una riformulazione seguendo un principio per il quale mi sarei convinto della bontà, ovvero una casa costruita in zona a rischio sismico o idrogeologico dopo il 1985, quindi condonata nel 2003, con il condono del 2003, qualora dovesse quindi andare a fare nuova richiesta di condono con il condono del 1985, ho detto: se voi mi convincete del fatto che non si può ricostruire, voto l'emendamento.

Però stiamo attenti, perché c'è un combinato disposto in questa legge: non solo viene ricostruita, ma, siccome c'è il rischio idrogeologico e sismico, verrà data l'opportunità di costruirla in un altro posto nella stessa isola. Quindi, oltre al danno, la beffa: si stava con una casa in un luogo dove non poteva essere e la si mette in un posto, sanandola. Avevo chiesto la certezza che una casa in quelle condizioni non poteva avere la possibilità di accedere al condono; e, invece, mi è stato risposto che non si poteva inserire quello che chiedevamo perché, altrimenti, sarebbe saltata questa opportunità. Ecco, quello che è successo, Presidente, ed è giusto che si sappia fuori da quest'Aula, è che si sta facendo un condono laddove ci sono problemi di natura seria idrogeologica e sismica. Si sposteranno, premiandoli, quelli che hanno costruito case abusive, anche mettendoli in zone migliori, magari.

Questo credo che sia fermamente sbagliato e non dico di ritirarlo: invito il Governo a ripensarci, a togliermi i dubbi, a riformularla così come c'è, si può fare anche approvando l'emendamento successivo sempre del nostro gruppo, e risolveremmo i problemi. Il Governo non va incontro ad essere messo, così come sta iniziando a succedere, il Governo dei condoni. Gliene resterebbe uno, anziché due direttamente, che è un bel premio quello che stanno ottenendo, mi avvio a concludere, e potremmo almeno garantire maggiore legalità nell'isola di Ischia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Andrea Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO (PD). Grazie, Presidente. Penso che questa parte del decreto sia una macchia davvero indelebile, perché il condono Di Maio sporca in maniera gravissima un decreto, ricordiamolo, nato per dare risposte a una città ferita, concepito come una furbata, e, lasciatemelo dire, finisce anche per essere un oltraggio alle 43 vittime del crollo del ponte Morandi. E va detto anche che ogni condono, ogni condono, è una coltellata all'etica pubblica della nostra nazione, Presidente, perché si tratta, di fatto, di un incoraggiamento agli italiani furbi e di un pugno in faccia agli italiani onesti, quelli che rispettano le regole, quelli che costruiscono le case rispettando tutte le regole necessarie. Di questa coltellata e di questo oltraggio, Presidente, questa maggioranza, e in particolare il MoVimento 5 Stelle, e in particolare il Ministro Di Maio, che ha voluto fortemente questa parte del provvedimento per ragioni che rimangono oscure, di tutto questo voi avrete la responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Signor Presidente, non possiamo non chiamarlo condono Di Maio, e vorrei dire a quei pochissimi del MoVimento 5 Stelle che provano a dare una interpretazione diversa, la realtà è assolutamente concreta; viene superato quello che non era possibile sanare con il condono del 2003 e si ripristina la possibilità del condono del 1985, ovvero anche di case costruite con vincoli paesaggistici e con rischi di dissesto idrogeologico. Questa, allora, non è altro che un'onestà abusiva. Altro che ostruzionismo, questa è una battaglia di civiltà! Lo dica al Ministro Fraccaro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie, Presidente. In realtà, questo è il condono non edilizio: questo è il condono che condona i condoni, perché con questo condono sì condonano i tre condoni precedenti.

Il punto è questo: un'abitazione, un edificio che non ha ottenuto il condono con i tre condoni precedenti, non lo ha ottenuto perché non era condonabile. Con questa norma si sana la possibilità del condono, cioè si superano i limiti dei condoni precedenti, questo è il punto. Per cui, un'abitazione che ha ricevuto “no” con la legge precedente ottiene il “sì” oggi. Lo volete capire che avete confezionato questo modello, che si tratta del condono dei condoni, o no (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ascani. Ne ha facoltà.

ANNA ASCANI (PD). Grazie, Presidente. L'ho già detto in un altro intervento su questo stesso tema: questo è un chiaro scambio di condoni, un condono fiscale in cambio del condono Di Maio, ma il tema è chi paga. Pagano i cittadini onesti, come in ogni condono. Pagano i cittadini di Genova, che da questo decreto si aspettavano una risposta, non certo una tale presa in giro. Pagano le vittime, pagano tutti i cittadini italiani, che pagheranno con i propri soldi la ricostruzione di abusi edilizi in un territorio colpito dal dissesto idrogeologico. Paga l'Italia intera, che viene offesa dal fatto che il Ministro per i rapporti con il Parlamento si permetta di offendere le opposizioni, per nascondere che avete messo una vergogna dentro un decreto che doveva dare risposte a Genova (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), e invece dà risposte soltanto alle marchette che dovete fare nel collegio elettorale del Ministro Di Maio. Gli dica di venire in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD). Grazie, Presidente. Siamo arrivati un po' al punto finale della discussione di questi giorni. Noi abbiamo denunciato a lungo lo scandalo che sta avvenendo in questo Parlamento, e cioè il condono tombale per gli abusi edilizi fatti a Ischia, che, se non saranno accolti questi ultimi emendamenti, il Parlamento approverà. E, fatto gravissimo, la cosa più grave è avere usato la tragedia di Genova per nascondere questo provvedimento così grave; e poi è grave che si premi l'illegalità, è grave che si colpisca l'ambiente e la qualità ambientale, che si espongano le persone al rischio del dissesto idrogeologico e che lo si faccia per una ragione ad personam, e cioè il consenso elettorale a un singolo politico, il Vicepresidente del Consiglio Di Maio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Grazie, Presidente. Il più grande condono edilizio mai visto nella storia di questo Paese (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Peggio della Prima Repubblica, peggio della Seconda Repubblica perché abbiamo appena iniziato la Terza Repubblica quella dei condoni edilizi e quella dei condoni fiscali. Nessuno aveva mai osato tanto in questo Paese, non l'aveva fatto mai nessuno, ci voleva il partito dell'onestà, quello che ha fatto credere ai cittadini che avrebbero cambiato questo Paese ma, in verità, hanno cambiato solamente idea hanno preso in giro i cittadini, l'hanno fatto per una legge ad personam perché questa si chiama condono Di Maio, allora potremmo chiamarla anche legge ad Di Maium perché per soddisfare la fame di voti del Vice Presidente del Consiglio Di Maio è stato confezionato il più vergognoso condono edilizio della storia di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione, a titolo personale, la deputata Alessia Rotta.

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, sono sicuro che i 5 Stelle voteranno l'emendamento della Lega che blocca il condono generalizzato per Ischia e sono sicuro che ci aiuteranno ad evitare questo scempio. Il condono degli abusi edilizi a Ischia - e lo dico agli amici Cinquestelle - a me non piace mica tanto, io voglio aiutare i terremotati veri, senza sanare e condonare errori di 5-10 anni. Bene questa frase non è mia naturalmente, ma del Vice Premier Salvini. Allora, io mi chiedo, mi interrogo fortemente su come voteranno i colleghi della Lega a fronte di queste dichiarazioni che evidentemente sono solo parole scritte sulla sabbia, ed è questa l'ulteriore vergogna alla quale ci sottoponete, la vergogna con la quale vi siete oggi presentati con la faccia di dire che dopo 70 giorni vi presentate con una decreto scritto con i piedi e nel quale infilate una vergogna qual è il condono di Ischia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione, a titolo personale, il deputato Orlando.

ANDREA ORLANDO (PD). Presidente, questa sera vince il consigliere Nottola, chi è il consigliere Nottola? È il protagonista di un bellissimo film di Francesco Rosi interpretato da Rod Steiger e il film è Le mani sulla città. Un film che finisce con la benedizione di un Ministro e di un cardinale a un progetto di speculazione edilizia. È l'eterno ritorno di questo Paese; è la dimostrazione che demagogia e subalternità ai poteri costituiti vanno sempre a braccetto. Avete promesso la rivoluzione e ci state offrendo la speculazione edilizia; niente di nuovo, purtroppo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione, a titolo personale, il deputato Gariglio.

DAVIDE GARIGLIO (PD). Grazie Presidente, votando il condono Di Maio oggi i colleghi parlamentari del gruppo Cinque Stelle e del gruppo Lega lasceranno le loro impronte, le loro minuzie su questo obbrobrio. Ma ci sono altre impronte digitali che troveremo presto perché questo articolo 25 non è uscito dall'ufficio legislativo del Ministero dell'ambiente, questo articolo non è stato scritto nei Ministeri, questo articolo è stato scritto in studi professionali di Napoli che rappresentano gli interessi degli speculatori e che faranno affari grazie a questo articolo. È una vergogna! Vi siete venduti per un pugno di voti e per un pugno di soldi perché troveremo primo o poi il Lanzalone che c'è dietro a questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione, a titolo personale, il deputato Vazio.

FRANCO VAZIO (PD). Grazie Presidente, era il 28 febbraio del 1985 quando venne approvato il condono voluto da Bettino Craxi; siete riusciti anche a riabilitare questa persona, questo politico, e lo avete fatto nel peggior modo. Voglio fare due osservazioni. La prima: perché Ischia e non anche in altre parti d'Italia perché non è un problema connesso con il terremoto, è connesso con l'inefficienza della macchina amministrativa di quell'isola perché se fossero stati più veloci quei condoni sarebbero stati definiti. La seconda osservazione: mi domando - perché oltretutto non sapete neanche scrivere - sono definite le procedure di condono previo rilascio del parere favorevole da parte dell'autorità preposta alla tutela del vincolo. Mi sapete dire come saprete superare il vincolo paesaggistico in relazione ad opere in deroga e assolutamente in violazione delle misure urbanistiche di Ischia?

PRESIDENTE. Deputato Billi, non può stare seduto per terra. Io veramente non ho parole. Prego, prosegua.

FRANCO VAZIO (PD). Volevo recuperare questo concetto. Come dicevo, devono esprimere un parere rispetto ad un vincolo paesaggistico, che non può essere ovviamente superato rispetto ad un opera abusiva. Quindi, fanno uno scempio, fanno una schifezza, tengono sotto scacco tutte le altre realtà e, comunque, non risolveranno neanche il problema di Ischia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gribaudo. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Grazie Presidente. Noi siamo qui per dirvi che siete ancora in tempo, siete ancora in tempo per evitare il più grande condono della storia della Repubblica del nostro Paese. Allora fermatevi, fermatevi un secondo - lo dico soprattutto al Governo e al Ministro Fraccaro, che finalmente si è deciso a venire in quest'Aula - fermatevi e riflettete su quello che state facendo. Voi avete deciso di abbandonare la strada della legalità per seguire quella della peggior politica clientelare del nostro Paese. Lo diciamo perché voi state per compiere una marchetta elettorale a Di Maio che è vergognosa, facendo, in realtà, tutto meno che un servizio di onestà, quell'onestà che avete invocato sempre in questi anni in quest'Aula e per cui ci avete fatto una testa così, ma di onestà in questo provvedimento non c'è niente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Abbiate rispetto dei cittadini onesti, per le emergenze ambientali vere, abbiate rispetto per Genova perché con questo decreto, con le emergenze e con Genova, il condono edilizio non c'entra niente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Critelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CRITELLI (PD). Grazie Presidente, alcuni colleghi, o meglio alcune colleghe del MoVimento 5 Stelle - le chiedo magari di riprendere l'Aula - fanno le foto ai miei colleghi parlamentari del Partito Democratico mentre intervengono per poi condividerle nelle chat interne del gruppo del MoVimento 5 Stelle. Su questo, le chiedo magari di ricordare a tutti che sarebbe vietato dal Regolamento fotografare i colleghi che intervengono (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ed è inutile che borbottate: è così, leggetevi il Regolamento e poi magari dopo ne parliamo. Quindi, è inutile che fate le foto e poi le condividete nei gruppi.

PRESIDENTE. Svolga il suo intervento che ha quasi finito il tempo.

FRANCESCO CRITELLI (PD). Io stavo innanzitutto facendo, come dire, una riflessione su una questione di Regolamento.

PRESIDENTE. La prego, ma è compito della Presidenza.

FRANCESCO CRITELLI (PD). Io mi rivolgo, se mi concede 20 secondi in più per poi rispondere alla mia sollecitazione, Presidente, ai colleghi…

PRESIDENTE. No, lei ha 10 secondi da adesso.

FRANCESCO CRITELLI (PD). Io mi rivolgo ai colleghi del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, soprattutto quelli eletti in Campania, che fino a qualche mese fa teorizzavano i complotti sulla Terra dei fuochi e oggi votano il condono peggiore: chiedo loro con quale faccia ritorneranno nei loro territori sbandierando la bandiera dell'onestà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pellicani. Ne ha facoltà.

NICOLA PELLICANI (PD). Grazie Presidente, questo decreto doveva essere il decreto (Commenti del deputato Enrico Borghi)…scusi Presidente…

PRESIDENTE. Guardi che è il suo collega che sta dialogando: le cose si fanno in due.

NICOLA PELLICANI (PD). Ho capito, però, magari ripartiamo con il tempo.

PRESIDENTE. Prego, prosegua deputato Pellicani.

NICOLA PELLICANI (PD). Volentieri. Questo decreto, dicevo, signor Presidente, doveva essere il decreto per Genova, doveva essere il decreto del risarcimento, del riscatto per i genovesi, invece col condono tombale su Ischia l'avete trasformato nel decreto della vergogna, nel decreto della vergogna per tutto il Paese. Non si era mai visto un condono con queste caratteristiche dal 1985, come è stato detto. Anziché introdurre normative stringenti in tema di prevenzione antisismica, in tema di prevenzione contro il dissesto idrogeologico, date il via libera a un condono edilizio per 27.000 edifici e costruzioni abusive.

PRESIDENTE. Concluda per favore, altrimenti devo interromperla.

NICOLA PELLICANI (PD). Poteva essere l'occasione per fare investimenti in sicurezza….

PRESIDENTE. La devo interrompere. Le chiedo scusa. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD). La cosa che credo colpisca è che mentre si dice «no» a infrastrutture fondamentali per la vita del Paese - si dice «no» alla TAV, no al Terzo valico, «no» alla Gronda di Genova, «no» al collegamento ad alta velocità tra Verona e Venezia, «no» alla stazione dell'alta velocità a Firenze, «no» alla seconda pista dell'aeroporto di Firenze, «no» al termovalorizzatore di Messina, cioè a opere che tutte sono essenziale per lo sviluppo, però, con grande determinazione, sì costringe il Parlamento ad approvare un condono per ragioni puramente clientelari del Vicepresidente del Consiglio ed è uno sfregio a Genova (Applausidei deputati del gruppo Partito Democratico), perché questo era il decreto per Genova e voi lo state facendo diventare il decreto del condono, e io credo che tutto questo sia particolarmente grave e vi assumete una responsabilità che produrrà ulteriori danni a questo Paese. State governando nel modo peggiore, tradendo i vostri elettori, tradendo i vostri programmi, tradendo quello che voi avete detto ai vostri elettori per chiedere un voto (Applausidei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Anzaldi. Ne ha facoltà.

MICHELE ANZALDI (PD). Grazie, Presidente. Io mi vorrei soffermare su un altro aspetto del condono, l'aspetto sicurezza. Noi diciamo che questo condono permette di costruire in zone a rischio idrogeologico e sismico. Io mi ricordo benissimo, come fosse ieri, forse per il mestiere che faccio, cosa si diceva quella notte di agosto del 2017: non deve accadere più. Fortunatamente non è stata una strage, ma ci sono stati due morti e quarantasette feriti. Forse ci sarà, domani, dopodomani, quando sarà approvato al Senato, qualcuno che festeggerà la sua veranda a Casamicciola, ma noi siamo sicuri che in quella zona, che non sono più gli studiosi, ce lo dice l'esperienza, che è una sua zona a rischio sismico, non accada un'altra disgrazia? Siamo sicuri che poi non abbiamo sulla coscienza la morte di altre persone, di altri bambini? Questo è quello che, secondo me, ci dovrebbe fare riflettere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Del Barba. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BARBA (PD). Grazie, Presidente è con crescente imbarazzo che prendo la parola, ora, in quest'Aula che, stando ai fatti, mi sembra stia diventando sempre più la terza Camera del Paese. Oramai da tempo, il salotto di Bruno Vespa ha preso il secondo posto e, da ieri, il primo posto lo diamo al sito Facebook del Ministro Di Maio, che si permette di pubblicare questo articolo 29 omettendo il comma 1, omettendo la rubrica, proprio quella parte dell'articolo che va a sancire che si tratta del condono Di Maio. Bene, direi che agli italiani viene raccontata un'altra storia, ma fortunatamente o, in questo caso, sfortunatamente, la vera Camera, la prima Camera è e rimane questa e questo articolo 29 andrà, o andrebbe, a sancire un vergognoso condono, vergognoso non solo perché nascosto nel decreto Genova, ma vergognoso perché uno di noi, un deputato, anche Ministro, spaccia questo …(Applausidei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Cantone. Ne ha facoltà.

CARLA CANTONE (PD). Sì, se non lo volete chiamare “decreto vergogna”, abbiate almeno il coraggio di fare una cosa coerente con la discussione di oggi e con i contenuti del decreto e chiamatelo “decreto Ischia” con dentro qualche cosa che riguarda anche Genova. Poi, se proprio non vi va neanche decreto Ischia, ve lo suggerisco, siccome è uno scherzetto che state facendo ai genovesi, e siamo al 31 ottobre, chiamatelo “decreto Halloween”, così almeno la gente capisce che scherzo state facendo a Genova (Applausidei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Sì, grazie. Questo decreto può essere chiamato anche “decreto insicurezza “perché tocca la sicurezza del territorio. Con il condono Di Maio si sana un'illegalità e, quindi si introduce una depenalizzazione. Oppure si può chiamare “decreto depenalizzazione” perché, e questo mi stupisce molto, perché si parla tanto di certezza della pena, di sicurezza e, invece, si introducono tre depenalizzazioni: quelle che riguardano il condono e quella relativa ai fanghi, di cui abbiamo parlato ampiamente in questa giornata. E, quindi, non si parli poi di certezza della pena, perché questo è l'esempio di come, invece, si guardi all'illegalità e si incentivi l'abusivismo (Applausidei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Giacomelli. Ne ha facoltà.

ANTONELLO GIACOMELLI (PD). Grazie, Presidente. Può capitare che chi si trova al Governo debba fare scelte difficili. Noi, forse si è capito, non siamo d'accordo con la scelta del condono e con quella dei fanghi, ma devo dire personalmente avrei apprezzato che Di Maio, Toninelli avessero avuto il coraggio di venire qui ad assumersi a viso aperto la responsabilità, anziché negare infantilmente di averlo fatto. Ma quello che più di tutto ferisce e credo scavi un solco tra le istituzioni e i cittadini è che, signor Presidente, il Governo ha preso in ostaggio il dolore di Genova e l'ha usato per incartarci il clientelismo dei condoni e dei fanghi inquinanti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Morgoni. Ne ha facoltà.

MARIO MORGONI (PD). Morgoni, signor Presidente. Direi che non possiamo stupirci troppo delle affermazioni del Ministro Di Maio rispetto al fatto che quelle inserite in questo decreto non siano misure che connotano un condono. In effetti, il Ministro Di Maio ha agito, da alcuni anni, con un'accurata ricerca terminologica che è partita dalla presentazione di una proposta di legge che fece nella precedente legislatura, dove si parlava di riabilitazione degli edifici anche nelle aree soggette a vincolo paesistico, di ravvedimento operoso, con un uso attento su termini suadenti, funzionali ad occultare una realtà certamente impresentabile e disgustosa. Ma il capolavoro, il vero capolavoro del Ministro Di Maio sono state le affermazioni, molto recenti pure, che recitano così: “non puoi voltare le spalle a quei cittadini che si ritrovano una casa abusiva a causa di una politica che per anni non ha fatto il suo dovere…”

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Nobili. Ne ha facoltà.

LUCIANO NOBILI (PD). Grazie Presidente, No, io voglio solo riportare i fatti, in modo che tutti ce l'abbiano chiari, soprattutto i colleghi del MoVimento 5 Stelle. C'è il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, che decide di realizzare il più grande condono edilizio degli ultimi vent'anni, decide di realizzarlo nel suo collegio elettorale per pagare chissà quali cambiali relative alla campagna elettorale, e lo fa nascondendolo dentro un decreto nato per sopperire, per fronteggiare un'emergenza che ha visto decine di morti, centinaia di sfollati e imprese in difficoltà.

Non fatevi vedere alla prossima tragedia, non fatevi vedere di fronte al prossimo caso di dissesto idrogeologico. Dovrete scappare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Mura. Ne ha facoltà.

ROMINA MURA (PD). È immorale, oltre che vergognoso, che abbiate utilizzato Genova e il dramma umano, urbanistico, produttivo che la città vive a partire dal 14 agosto, per fare il condono a Ischia, Ischia, il collegio elettorale del Ministro e Vicepresidente del Consiglio Di Maio, un condono, sì lo dovete sentire, fra i peggiori che conosce la nostra storia repubblicana, che segue a quello Craxi del 1985, a quelli Berlusconi del 1994 e del 2003, un condono, cosa ancora più spudorata, che avete fatto senza metterci la faccia qui in Aula, ma delegando ai sottosegretari silenziosi, che non hanno detto niente al riguardo.

E, allora, Ministro Di Maio, Ministro Costa, Ministro Fraccaro, Ministro Toninelli, ha ragione Legambiente: l'onestà di cui vi siete riempiti la bocca in questi mesi è abusiva, come abusive sono quelle 28 mila case di Ischia che state condonando.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Non era facile immaginarlo, ma siamo a discutere di un vergognoso condono, pur dentro ad un tentativo goffo di negarlo, e dissimularlo da parte delle forze di maggioranza e del MoVimento 5 Stelle in particolare, che capisco provi forse qualche imbarazzo. Un condono in deroga ai vincoli paesaggistici e idrogeologici che si sono consolidati, in una faticosa affermazione di una cultura di tutela ambientale, in questo Paese. Un condono in deroga a ogni minima coerenza, perché quanto promesso in campagna elettorale in tema di onestà e difesa del territorio in un ormai quotidiano esercizio della mutazione adattiva, che consente di dire, a seconda del contesto, che si chiude l'Ilva e poi non si fa, che si blocca il TAP e poi non si blocca, che si premiano gli onesti e poi si fa il condono edilizio tombale. Un condono edilizio nei giorni in cui l'Italia mostra ancora una volta di fronte ai giorni di maltempo la sua fragilità, che ha prodotto ancora morti; e voi rispondete a tutto questo con un condono, il più grande della storia: vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pollastrini. Ne ha facoltà.

BARBARA POLLASTRINI (PD). Presidente, io non so urlare. Nei miei secondi voglio dire una cosa sola: che innanzi alle grandi emergenze - e questo decreto-legge contiene un punto simbolico che è qualcosa di più, è un dramma che ha colpito affetti, famiglie e una città, e quindi un Paese -, di norma istituzioni e classi dirigenti, la buona politica sa unirsi.

Voi anche in questo contesto, questa maggioranza invece ha alzato di nuovo un muro. Questa è la più grande responsabilità che recate, anche con questo condono che non vi sarà condonato. Io mi aspetto solo una cosa ora: che il tempo si acceleri (e la cosa mi riguarda, ci riguarda) per costruire un'alternativa, perché sono convinta che ogni Governo sarà migliore di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Nardi. Ne ha facoltà.

MARTINA NARDI (PD). Presidente, non vedo più il Ministro Fraccaro, che si è affacciato all'Aula finalmente. Perché voglio dirgli questo: egli ha scritto nella giornata di oggi una cosa becera, cioè che noi eravamo qui a fare ostruzionismo su Genova. Cosa non vera: noi siamo qui, e lo rivendichiamo, a fare ostruzionismo sul condono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Su questo rivendichiamo con orgoglio che come Partito Democratico siamo contrari a questo scempio, perché è uno scempio! Perché se volevate fare un'accelerazione, l'accelerazione si poteva fare: si poteva mandare una squadra di tecnici, potevate implementare il personale, potevate rapportare tutto al 1993. Invece avete fatto il 1985! Perché avete fatto il 1985? Perché lo sanno anche i sassi, chiunque è stato in un qualsiasi consiglio comunale…

PRESIDENTE. Concluda.

MARTINA NARDI (PD). …sa perfettamente che i condoni giacciono lì perché non possono essere rilasciati. Quindi questa è una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Mi sembra che si voglia estendere la logica dell'autocertificazione, che avete già proposto a proposito dei vaccini in modo insensato. Qual è il punto? Che i decreti-legge devono essere omogenei. Come si fa a ritenere omogeneo un decreto-legge sorto per Genova, infilandoci dentro Ischia, dove la continuità territoriale fin qui non sembra esserci, lo potete sapere solo voi. L'omogeneità non è data da un'autocertificazione: quelli che fanno un decreto-legge, una legge di conversione, dicono che la cosa è omogenea perché la coprono sotto il manto “emergenze”; con questo criterio allora non si potrebbe mai discutere di vera omogeneità. Voi avete fatto una grave forzatura, inserendo una cosa…

PRESIDENTE. Concluda.

STEFANO CECCANTI (PD). …che non c'entrava niente in un decreto-legge: essendo eterogeneo, il decreto-legge è anche incostituzionale per questa ragione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Viscomi. Ne ha facoltà.

ANTONIO VISCOMI (PD). Presidente, ho molta difficoltà, dopo tutte queste parole, a trovare le parole giuste: mi verrebbe da ripetere per 60 secondi, il tempo che mi è concesso, la parola “vergogna”. Perché erano quelli dell'onesta una volta, ora invece abbiamo fanghi nei campi, idrocarburi diffusi, condoni edilizi, condoni fiscali, SPRAR chiusi, sindaci esiliati, il PIL giù, i disoccupati su, il fatturato ancora più giù, le opere sono ferme ma lo spread corre. La manovra della felicità, dice Di Maio: ma la felicità di chi? Evasori, inquinatori, abusivi. Erano quelli della felicità, sono quelli della infelicità di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mor. Ne ha facoltà.

MATTIA MOR (PD). Su una tematica così grave come quella del decreto-legge di Genova, pensavamo ci fosse una unità delle forze del Parlamento; invece ci troviamo qui ancora a discutere di due cose che per noi sono gravi allo stesso modo, e che andrebbero eliminate. Ovvero un condono vergognoso, che dimostra come i 5 Stelle da partito ambientalista invece facciano gli interessi di chi ha costruito abusivamente 30 mila case su un'isola che è stata colpita comunque da un terribile terremoto; e avvelenano i campi con un problema di fanghi che con questo condono e con questo decreto-legge “Genova” nulla hanno a che fare. È una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Prestipino. Ne ha facoltà.

PATRIZIA PRESTIPINO (PD). Presidente, io avevo concluso il mio intervento prima dicendo che Di Maio la manina avrebbe dovuto metterla sulla coscienza. Chiedo venia, ho sbagliato: la coscienza uno la può toccare con mano se ce l'ha; e come insegnavano Nietzsche o Oscar Wilde, chi non ha la coscienza è un amorale. Ecco, io penso che chi non ha ritrovato la coscienza per non autorizzare un condono, un condono per 30 mila case abusive a Ischia, o per non avvelenare i campi agricoli con il veleno, penso che la coscienza non solo non ce l'abbia, ma abbia imparato a rinnegarla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Miceli. Ne ha facoltà.

CARMELO MICELI (PD). Presidente, c'è un poeta della mia terra che usava dire: povera patria, e accompagnava questa frase dicendo: com'è misera la vita negli abusi di potere. Ebbene, Presidente, mai come oggi questa frase mi è tornata chiara ed inequivocabile, perché siamo dinanzi al primo caso della storia di un condono ad personam ed amorale. Amorale perché è fatto negli interessi di un soggetto che è riferibile ad un collegio preciso, e lo fa strumentalizzando due tragedie: la prima, il terremoto, che si usa come elemento per riaprire le maglie di una legge che consente la condonabilità; e il secondo, il problema di Genova, la tragedia di Genova. Dinanzi a queste cose, io credo che Battiato probabilmente oggi sarebbe in grado di dare pure un nome e cognome a quei potenti che abusano del loro potere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 25.3 Braga e 25.307 Muroni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 25.4 Muroni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, credo che questo emendamento sia una sorta di prova del budino rispetto a quello che ho ascoltato ieri in quest'Aula, e anche oggi, dai colleghi 5 Stelle e non solo.

In estrema sintesi che cosa ci avete detto? Non è vero che l'articolo 25 è un condono: c'è un problema ad Ischia che arriva da lontano, e quindi sostanzialmente si prende atto delle richieste inevase di condono dei tre condoni, 1985, 1994 e 2003, e si dà la possibilità agli ischitani di sostanzialmente mettere a posto, sanare e con questo ottenere, se del caso, anche i contributi. Bene: se così fosse, se le cose stessero in questo modo, voi dovreste approvare questo emendamento, che dice sostanzialmente che si applicano esclusivamente le disposizioni di legge inerenti la data di presentazione della domanda.

Questo testo sostituirebbe le ultime cinque righe del comma 1 dell'articolo 25, in cui si dice: “Per la definizione delle istanze di cui al presente articolo, trovano esclusiva applicazione le disposizioni di cui ai Capi IV e V della legge 28 febbraio 1985, n. 47”. È per questa ragione che questo è un condono, se non fosse un condono, basterebbe approvare questo emendamento per cui le disposizioni di legge inerenti riguarderebbero la data di presentazione della domande, invece voi fate un'operazione tipica del condono: riportate tutto al 1985. La domanda è: perché? Perché quello del 1985 è un tipo di condono che si presta meglio all'operazione di sanatoria complessiva tombale che volete applicare. Quindi abbiate il coraggio di chiamare le cose per il loro nome, nonostante quello che scrive Di Maio, nonostante quello che si scrive sul blog e non soltanto per il titolo dell'articolo che è “definizione delle procedure di condono”, è proprio in queste quattro righe che noi chiedevamo di modificare con questo emendamento che c'è la prova del budino. Questo è un condono, assumetevi l'onestà intellettuale di riconoscere che state facendo un condono e non dite le cose che non sono, cioè che questa è un'operazione di sanatoria, che si tratta sostanzialmente di aiutare le persone che in questi anni sono state ostacolate dalla burocrazia comunale non in grado di gestire questa massa rilevantissima di domande.

A me stupisce molto - e chiudo, signor Presidente - il silenzio della Lega su questo tema, quasi che questo decreto sia sostanzialmente appaltato per parti: c'è una prima parte Genova, che vede la predominanza della Lega anche in ragione delle origini del Viceministro Rixi, e questa parte, quella più difficile e più immonda, relativa al condono, appaltata da Di Maio e dal MoVimento 5 Stelle. Questa è la dimostrazione che questo Governo non è soltanto nato su un contratto, è nato su un patto di potere, ma questo patto di potere produce un condono, di cui voi vi assumete tutte le responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT (PD). Grazie, Presidente. Non c'è dubbio che questo sia un condono, come non c'è dubbio che è un condono del Vicepresidente del consiglio, perché Luigi Di Maio aveva già presentato una proposta di legge nel 2013, è stato ricordato durante il dibattito, cioè questa cosa in fin dei conti non è una novità ed è una foglia di fico dichiarare che è stato inserito nel decreto di Genova in virtù del carattere emergenziale legato al sisma campano, al sisma di Ischia del 2017, perché Di Maio aveva già presentato una proposta di legge del 2013, durante un'Assemblea, un incontro, dei militanti del MoVimento 5 Stelle, proprio ad Ischia, nell'agosto del 2013. E non c'era stato un terremoto, quindi c'era già un'opzione politica clientelare su un certo territorio, su un certo ambito elettorale. Poi è successo quello che è successo, c'è stato il terremoto e si è approfittato con questo provvedimento, questa è una cosa veramente vergognosa perché fa pensare a quello che è successo in altre occasioni, tipo a L'Aquila, tipo a Livorno, dove c'è stato chi a un certo punto ha brindato a quello che era accaduto, cogliendo l'opportunità della tragedia con la prospettiva di fare degli affari. E qui si è utilizzato il sisma, si è utilizzato l'evento drammatico del terremoto di Ischia, per riesumare qualche cosa che non è emergenziale, ma che era già negli intendimenti, che era già nel programma, che era già nel corpo elettorale delle promesse e delle clientele del Vice Presidente del Consiglio.

Ora, questo emendamento, che noi voteremo, sostanzialmente tende a semplificare la questione e a mettere a nudo tutta la vicenda, perché se si tratta di accelerare le procedure di condono - e noi siamo perché ai cittadini di Ischia, come in tutte le altre parti d'Italia che hanno presentato una domanda in sanatoria, sia data l'opportunità di avere la risposta rapidamente - bastava finanziare, tirar fuori delle risorse per accelerare queste procedure, dando i poteri al commissario e aiutando i comuni a espletare le procedure per dare le risposte per le concessioni in sanatoria o viceversa per le reiezioni.

No, si è voluto tutto riportare alla legge n. 47 del 1985, ai Capi IV e V. Noi vi abbiamo costretto ad allargare un po' il regime delle tutele di questo articolo, ma voi avete resistito proprio su questo punto, cioè vi siete incaponiti in tutte le riunioni a non togliere questa frase dell'articolo, che è la frase centrale e che è quella che sarà fonte di tantissimi equivoci interpretativi, perché questo articolo è scritto malissimo. Un povero funzionario, un geometra, un funzionario comunale che si trova davanti questa roba e deve dare la concessione o deve decidere che cosa fare di una pratica edilizia non può che uscirne matto, non può che alzare le mani, oppure nel peggiore dei casi applicare una discrezionalità che è l'anticamera della corruzione, perché funzionano così le cose. Voi non avete voluto togliere il riferimento alla esclusività della legge n. 47, Capo IV e V, e questa è la prova non solo che questo è un condono, ma è un condono personale di un parlamentare Vice Presidente del Consiglio del MoVimento 5 Stelle, qualche cosa che è anche peggio moralmente di quello che è accaduto negli anni passati con i condoni Craxi e i condoni Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.4 Muroni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 80).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.303 Muroni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Avevo chiesto di parlare (Commenti del deputato Enrico Borghi)

PRESIDENTE. Chiedo scusa, la avevo già aperta. Parla sul prossimo, su.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 81).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.305 Sarro, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione – Commenti del deputato Enrico Borghi).

La prendo come una battuta, anche se non fa ridere.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 82).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 25.309 Muroni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pezzopane. Colgo l'occasione per precisare che io posso revocare la votazione se la persona che vuole parlare si prenota prima e io non la vedo, ma se si prenota dopo l'apertura della votazione ovviamente la votazione è aperta e tale resta. A lei la parola, deputata Pezzopane ( Il deputato Enrico Borghi si avvicina al banco della Presidenza - Scambi di apostrofi tra deputati del Partito Democratico e di Fratelli d'Italia).

Deputato Rotelli, torni al suo posto. Deputato Rotelli, torni al suo posto. Deputato Rotelli! Deputato Romano, torni al suo posto per cortesia. Mi sembra che nonostante la legittima battaglia parlamentare abbiamo comunque mantenuto un comportamento degno per tutta la seduta. Quindi, cerchiamo di non rovinare il clima positivo che si è stabilito. Deputata Pezzopane, prego. Deputato De Carlo, deputato De Carlo. Non mi costringete a sospendere la seduta (Il deputato Mollicone si avvicina animosamente ai banchi del Partito Democratico, trattenuto dagli assistenti parlamentari – Proteste). Deputato Mollicone, deputato Mollicone, torni al suo posto! Deputato Nobili, deputato Nobili.

Deputato Mollicone, la richiamo all'ordine. Deputato Mollicone!

Deputata Pezzopane, intanto proviamo. Per cortesia, facciamo silenzio e riprendiamo i nostri lavori. Prego, deputata Pezzopane (Proteste).

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente…

PRESIDENTE. Silenzio, per cortesia! Deputata Pezzopane, a lei la parola. Se lei comincia sono convinto che riusciremo a contribuire a ripristinare l'ordine. Prego.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Presidente, lei li deve far stare zitti e seduti, perché non posso parlare in questa situazione.

PRESIDENTE. Ci sto provando. Se lei mi aiuta ci riusciremo insieme. Prego, deputata Pezzopane.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Presidente…

PRESIDENTE. Prego, l'ascolto. Silenzio, per cortesia.

ENRICO BORGHI (PD). Presidente, sono giorni impegnativi per tutti e io credo che la Presidenza per prima ci dovrebbe mettere in condizione di poter esercitare il nostro mandato, evitando di fare commenti e di soppesare le dichiarazioni che la minoranza fa. Nel caso in ispecie io mi sono permesso - e se sono andato sopra le righe me ne scuso con la Presidenza - di farle (Commenti)…

PRESIDENTE. Facciamo parlare il deputato Borghi, per cortesia.

ENRICO BORGHI (PD). Lo ripeto: se - se! - sono andato sopra le righe nel caso me ne scuso, ma lei sa bene che è tutto il pomeriggio che attraverso gli uffici della Camera io la sto coadiuvando, a nome del gruppo del Partito Democratico, per consentire che lei abbia in qualsiasi momento piena contezza di quelli che sono i deputati del Partito Democratico che intendono partecipare alla discussione.

Per cui, la inviterei a concentrarsi alla globalità di questo emiciclo e non soltanto a concentrarsi nei confronti del partito che io ho l'onore qui di rappresentare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché vorrei ricordare, per il suo tramite, che i segretari delegati d'Aula hanno il potere e il dovere di interloquire con la Presidenza e mai - mai! - nessuno del Partito Democratico si è rivolto in maniera non conveniente alla Presidenza, indipendentemente da chi sia la persona che siede in quel contesto. Per cui, la invito a spiegare a coloro i quali non conoscono le funzioni e i poteri dei segretari d'Aula che questa è una funzione che noi vogliamo esercitare perché, purtroppo per qualcuno e per fortuna per noi, la democrazia è fatta così (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ringrazio il deputato Enrico Borghi e tengo a sottolineare che la disponibilità della Presidenza è stata e resta totale nei confronti di chiunque intenda svolgere la propria funzione, a maggior ragione se si sta facendo una legittima battaglia di opposizione in Aula. Grazie, comunque.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Pezzopane, che è pregata di riprendere la parola. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Che mai prevalga su questo Parlamento il partito del trolley, quel partito tanto stigmatizzato in passato e oggi così esuberante. Andiamo, invece, al merito, al merito di questo emendamento, di cui io chiedo la sottoscrizione, e al merito dell'articolo 25, su cui noi non a caso stiamo intervenendo, perché quello che noi vogliamo far sapere al Paese - e se a qualcuno non interessa ce ne faremo una ragione - è che la nostra ferma opposizione non è certo al “decreto Genova” e alla iniziativa politica che un Governo serio deve prendere fino in fondo per quella città e per quel territorio colpito. La nostra opposizione è sul fatto che avete usato cinicamente e vergognosamente il “decreto Genova” per inserire altre questioni e, nello specifico, il condono.

Il 6 aprile 2009 un certo signor Piscicelli, al telefono con un altro suo amico della stessa razza, diceva: “Dobbiamo correre, dobbiamo correre dove c'è stato il terremoto, perché mica fa tutti i giorni il terremoto”. No, in effetti e fortunatamente non fa tutti i giorni il terremoto, né tutti i giorni crollano i ponti, né tutti i giorni si creano queste situazioni drammatiche nel Paese. Ma voi avete cinicamente usato questa tragedia per inserire questioni che avevate nel cassetto ed ecco, quindi, che ora ci mettete fretta, ora dite, in maniera insopportabile e inaccettabile, che noi stiamo facendo l'ostruzionismo e che vi facciamo perdere tempo. Ma quale perdere tempo! Il “decreto Abruzzo” nel 2009 - e c'era un altro Governo - ci mise 23 giorni.

In Emilia-Romagna ci abbiamo messo sette giorni, nel Centro Italia 13 giorni. Voi ci avete messo quaranta giorni e ve l'abbiamo dovuto smontare pezzo per pezzo. Su Genova siete al minimo sindacale. Ma il minimo sindacale di Genova si accompagna ad altre questioni. Il condono è condono. Quindi, prima fase: cinismo e approfittamento di una situazione di emergenza; seconda fase: inserire nel “decreto Genova” il condono; terza fase: mentire, dire che non è un condono. Ma l'articolo 25 - l'articolo 25! - si intitola: “Definizioni delle procedure di condono”. L'avete scritto voi che è un condono ed è un condono. Perché è un condono? È un condono tombale e nonostante quello che abbiamo fatto - il riferimento al vincolo paesaggistico, l'eliminazione del passaggio sui mafiosi e su coloro che si sono macchiati dei peggiori reati - rimane un condono tombale.

Vi avevamo chiesto di togliere il riferimento al condono del 1985 ma non lo avete voluto fare. Perché non lo fate? Perché è un condono, perché se fosse come dite voi, avreste potuto tranquillamente accompagnare questa richiesta. Quarta fase: dopo la menzogna, dopo la negazione che è un condono, dire che stiamo facendo ostruzionismo, dimenticando gli 82 milioni di emendamenti di Calderoli, dimenticando quando i 5 Stelle, per non fare andare avanti l'azione parlamentare, occupavano quei banchi, quei banchi comodi, dove ora vi sedete senza ascoltare, guardando gli schermi dei vostri cellulari.

Ma proprio negli schermi dei vostri cellulari dovreste leggere le vergognose dichiarazioni di quei ministri che non hanno la faccia per venire qua, che si vergognano del Parlamento, si vergognano di venire qui, perché non saprebbero che dire, che preferiscono scrivere sui cellulari e avere questo rapporto con il Parlamento. Questo è un condono, è un condono tombale, ed è una macchia profonda sul Paese e su voi stessi, soprattutto per quelli che negano che sia un condono. Per quelli è ancora più vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.309 Muroni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione. No, revoco la votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gariglio. Ne ha facoltà. Non avevo avuto segnalazioni al riguardo. Non abbiamo segnalazioni, confermo, non ho segnalazioni. Prego.

DAVIDE GARIGLIO (PD). Grazie, Presidente. Trovo molto curioso che il MoVimento 5 Stelle il progetto di Ischia ce lo aveva in testa da tempo. Da quando c'è stato l'Ischia Urban Forum, il MoVimento 5 Stelle ha iniziato a lavorare sull'abusivismo di Ischia e ha promesso e ha ottenuto i voti a Ischia dicendo: saneremo la situazione. Se voi andate a vedere già i lavori e il progetto di legge presentato dall'avvocato Molinaro all'Ischia Urban Forum, prevedeva che per tutte le domande - lo chiamavano ravvedimento operoso - si facesse riferimento solamente alla più antiquata delle leggi di condono.

Questo perché, quale era la finalità? Era quella di favorire la massima apertura verso le domande di condono presentate e rimaste inevase; rimaste inevase…

PRESIDENTE. Concluda.

DAVIDE GARIGLIO (PD). …perché non potevano essere condonate. Allora, trovo veramente offensiva nei confronti del Parlamento…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, quello che noi troviamo davvero sbagliato, e che quindi abbiamo ribadito all'interno di questi emendamenti, è che si proceda dentro un decreto che avrebbe dovuto contenere essenzialmente una questione importante e urgente come la soluzione ai problemi di Genova, e si sia, invece, inserita una vicenda sbagliata, profondamente dannosa per il Paese, e anche, devo dire, qualcosa che non ci aspettavamo per la cultura che era stata manifestata dal MoVimento 5 Stelle fino ad oggi e che davvero ci ha sorpreso, perché siete stati in grado di rimangiarvi tutti i principi ambientalisti che avevate, invece, esaltato…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

RAFFAELLA PAITA (PD). …all'interno delle vostre campagne elettorali e quando vi siete sottoposti al voto dei cittadini. È…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gribaudo. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Grazie, Presidente. Veramente noi non riusciamo a capire come è possibile che un partito che ha sempre fatto sua la parola onestà, onestà, onestà, e che in questi anni l'ha fatta risuonare più e più volte in quest'Aula, ci porta oggi a votare un provvedimento in cui viene inserito il peggior condono edilizio della storia del nostro Paese.

Francamente, noi non riusciamo a darci pace. Non vogliamo fare ostruzionismo, ma vogliamo farvi riflettere, perché siete ancora in tempo per fermarvi rispetto a questa scelta, che è una scelta scellerata, che dà un esempio pessimo fuori da quest'Aula, oltre a queste giornate difficili che abbiamo attraversato e che, ancora una volta, non dà l'idea di un Governo che davvero è attento alle esigenze ambientali e delle persone in difficoltà nella città di Genova, e non solo nel nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Viscomi. Ne ha facoltà.

ANTONIO VISCOMI (PD). Presidente, grazie. Allora, leggo ovviamente sui social, che sono lo strumento di comunicazione privilegiato dal nostro Governo, ancora un'insistenza del Ministro Toninelli sul fatto che il Partito Democratico insiste in un ostruzionismo che sta bloccando. Il Partito Democratico sta semplicemente chiedendo perché, dovendo scegliere tra vari modelli procedurali per affrontare e regalare un condono agli abusivi di Ischia, abbiate scelto la legge più risalente nel tempo, quella cioè a maglie larghe, e non accettate nessuna discussione e nessuna possibilità di restringere il campo di applicazione di quella legge, anche e soprattutto per quanto riguarda l'incidenza sul paesaggio e sul territorio.

Badate, questo è un problema di fondo: voi state sì intervenendo sulle procedure ma, guarda caso, scegliendo le procedure più ampie e più allargate per agevolare il condono nel comune di Ischia, nei due comuni considerati nel collegio elettorale del Ministro Di Maio. Quindi, non giochiamo con le parole: si tratta di un condono e la rubrica dell'articolo lo definisce in modo chiaro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.309 Muroni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 83).

L'emendamento 25.102 Paolo Russo è ritirato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.304 Sarro, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 25.600 delle Commissioni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT (PD). Grazie, Presidente. Questo emendamento delle Commissioni è frutto di una proposta dell'opposizione. Noi ci asterremo, perché nonostante sia stato accolto durante la discussione - ed è un ulteriore ferretto che abbiamo messo, uno dei tanti che abbiamo posizionato per rendere questo articolo il meno dannoso possibile – però, veramente, tutta questa discussione ha prodotto una situazione paradossale.

Questo articolo assomiglia ormai a un quadro di Picasso o a un quadro di Pollock: è un monumento alla decomposizione delle forme, allo sgocciolamento. Però, se questa è una qualità in arte, è un crimine nella stesura di provvedimenti che hanno l'obbligo della trasparenza. Sembra una poesia di Palazzeschi, un azzardo di Marinetti. Siamo di fronte a quello che è noto come il comma 22: che cos'è il comma 22 nel Regolamento militare americano? E' quel comma che dice: chi è pazzo può essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo.

Siamo nella medesima situazione perché, per come funziona adesso questo articolo, veramente è un gioco di Risiko, è un esercizio enigmatico, di enigmistica. Sostanzialmente, si dice che per le procedure dove non è possibile dare condoni se si ha un carico pendente, o se si ha una condanna per mafia o per riciclaggio, valgono tutte le procedure che vengono citate nel primo articolo, cioè per le tre leggi, la n. 47, la n. 724 e la n. 326, e questo è il principio che abbiamo voluto introdurre. Però, poi, andando avanti, nel comma 1, si dice: però trovano esclusiva applicazione i criteri del capo IV e del capo V della legge n. 47: è evidente che questa roba non può funzionare. Noi abbiamo chiesto, a un certo punto, ci siamo trovati di fronte a questa cosa, vi abbiamo smontato il giocherello, perché questa roba qui è inservibile, anche se sicuramente voi la sventolerete. Colleghi del Governo, sicuramente Di Maio - al quale non interessa la questione ma interessa la percezione del problema - andrà in giro a dire: “vi abbiamo regalato un condono”. Ma quale condono: sarà un inferno per le amministrazioni ed è bene che i cittadini di Ischia sappiano che li stanno prendendo ancora una volta in giro! Ma questo grazie al lavoro di tutela che noi abbiamo fatto del territorio e della regolarità delle procedure.

Bene, questo articolo non funziona ed è il motivo per cui, nonostante noi abbiamo proposto questo emendamento che riteniamo insufficiente, ci asterremo sull'emendamento.

Ho letto adesso una dichiarazione del Ministro Toninelli, mentre scorrevo le agenzie, che dice: adesso l'importante è il risultato, non è importante che io sia in Aula. Ebbene, questa è una dichiarazione di menefreghismo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e comunque in continuità con il comportamento che ha avuto Toninelli, il quale, fino al crollo del ponte Morandi di Genova, il 14 di agosto, non si era degnato di venire nemmeno in Commissione a discutere le linee programmatiche del suo Ministero. Si è presentato ai primi di settembre ed è sparito nuovamente: fantasma era e fantasma è tornato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ebbene, anche per questo vale la pena che questa discussione porti a galla la verità di questa ipocrisia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.600 delle Commissioni, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 85).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 37.309 Colletti, con la riformulazione già letta dal relatore.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (M5S). Grazie Presidente, in primis, accetto la riformulazione proposta dal relatore, ma visto che è anche un emendamento del quale abbiamo cercato, per mesi e mesi, l'approvazione (anzi dal 2017), volevo anche spiegare, con un breve intervento, perché era utile l'approvazione da parte dell'Assemblea.

Diciamo che questo è un primo cambio di passo, da parte nostra, del MoVimento 5 Stelle, della maggioranza di governo nella politica sanitaria regionale. Infatti, noi con questo emendamento permettiamo alle regioni – che, sia chiaro, potevamo farlo anche prima, ma così deroghiamo al decreto Lorenzin fatto ovviamente dal precedente Governo – di agire per salvare il declassamento e la chiusura degli ospedali minori; soprattutto gli ospedali vicini al cratere sismico che non erano per niente tutelati.

Presidente, noi in Abruzzo - io sono abruzzese - abbiamo una situazione particolare. Abbiamo una regione che è ancora presa in ostaggio dal Partito Democratico, una giunta che si è prorogata illegittimamente, una giunta che purtroppo sta facendo speculazione sugli ospedali, sulla politica sanitaria regionale, creando debito e creando soprattutto dei project financing che creeranno danni e danni ai nostri pazienti e a chi vuole il proprio diritto alla salute tutelato costituzionalmente.

Con questo emendamento noi riusciamo a tutelare gli ospedali minori abruzzesi, marchigiani, laziali e umbri e, quindi, mi aspetto che tutta l'Aula voti a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Presidente, questa è una norma, al di là di quello che ha detto il deputato Colletti, che possiamo chiamare la norma dei tre imbrogli: tre imbrogli consuma questa norma.

Innanzitutto, i 5 Stelle in Abruzzo imbrogliano i comuni dove sono andati, le popolazioni che hanno incontrato, i cittadini a cui hanno parlato, di Ortona, di Guardiagrele, di Tagliacozzo e di altri comuni, dove hanno detto che avrebbero presentato una norma regionale che derogava alla norma nazionale. Come ho detto già in un altro intervento, non solo non era possibile ma era una bugia.

Dopodiché, noi, il Partito Democratico presente in Aula, con questa norma che deroga per tutti in ragione di un processo di trasformazione della sanità che noi stiamo facendo e, soprattutto, grazie al governo regionale e nazionale, siamo arrivati a definire il nuovo Piano dell'edilizia sanitaria che determina e determinerà una nuova offerta sanitaria.

Che cosa si inventa il deputato Colletti? Proprio un criterio scientifico straordinario: stabilisce che la deroga possa avvenire con un criterio scientifico, a 30 chilometri dal primo comune che rientra dentro una fascia terremotata. Trenta chilometri, perché guarda caso, a 30 chilometri, c'è un comune che ha un ospedale che è del collegio elettorale del collega Colletti. Ma mentre noi ancora discutiamo, il collega Colletti ha già fatto un comunicato stampa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), dando per approvato questo emendamento.

Eccolo qua: il San Massimo - si chiama San Massimo - verso la salvezza:. Lega e Movimento 5 Stelle votano una norma ad hoc. Ancora la votate! Ha già comunicato! Gli online scrivono!

Questa norma, Presidente, aveva anche il parere negativo della Commissione bilancio e l'avete cambiato.

Ma poi vi è un altro imbroglio anche per il comune che lui vorrebbe salvare. Anche per Penne è un imbroglio perché va a modificare una norma di un decreto legislativo che dice che le modifiche, cioè la deroga, è consentita solo se il tavolo di monitoraggio a Roma dice di sì; cioè, il Ministero dell'economia e finanze e il Ministero della sanità. Cioè, lui consegna una scelta della politica ai tecnici al tavolo di monitoraggio.

La nostra norma consentiva la deroga a tutti i presidi in un periodo limitato che era quello relativo ai progetti dell'edilizia sanitaria da mettere in campo perché è chiaro che si modificava la norma.

Terzo imbroglio: non c'è un euro, perché la Commissione bilancio ha dato il parere favorevole? Perché scarica tutto sulla regione Abruzzo. La regione Abruzzo ha già un budget, quel budget ci deve fare la programmazione sanitaria, se tu apri a farci altro lo Stato dovrebbe dare copertura per altro. Invece, apre ad altro, senza dare copertura aggiuntiva e ciò significa che dobbiamo ridurre tutto il resto per pagare la campagna elettorale alla regione di Colletti e dei candidati di Colletti. Di questo si tratta. Allora, Presidente arriverà la norma, arriverà la norma dove riprenderò la parola…

PRESIDENTE. Colleghi, un po' di silenzio, per favore.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). … arriverà la norma dove riprenderò la parola o, meglio, l'emendamento che noi proponiamo, che già danno per bocciato, anche qui, sugli online in Abruzzo ancora si vota, già lo avete bocciato perché lo ha detto Colletti, il deputato che prima presenta gli emendamenti e poi non li vota neanche lui, è passato alla storia della Camera dei deputati per fare esattamente questo. L'ha fatto pure oggi, aveva presentato un emendamento e lo ha ritirato e poi ha introdotto il concetto dei trenta chilometri. Trenta chilometri come li calcoliamo? In modo lineare…

PRESIDENTE. Si avvii a concludere.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). ... in modo lineare? Sulle strade? Come li calcoliamo? Li calcoliamo dritti al collegio elettorale di Colletti, così non facciamo un errore. Il problema è che tutto l'Abruzzo è stato tradito, che loro sono andati in quei comuni a dire altro e adesso, oggi, con il voto in Aula, se questa Camera deciderà di approvare la norma Colletti…

PRESIDENTE. Concluda.

CAMILLO D'ALESSANDRO….la norma imbroglio, tre imbrogli per l'Abruzzo, consumerete anche voi questi imbrogli ai danni della mia regione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Presidente, per il suo tramite, mi rivolgo a Rixi, perché con quelli del MoVimento 5 Stelle oramai ho perso le speranze. Rixi ha un po' di cultura di governo del territorio e, quindi, provo a rivolgermi a lui. Se Crosetto, magari fa la cortesia… Scusi…

PRESIDENTE. Vanno lasciati liberi i banchi del Governo.

ALESSIA MORANI (PD). Perché mi rivolgo a Rixi per una richiesta. Stavo dicendo, sottosegretario, che siccome ho perso le speranze coi grillini, mentre con la Lega che ha un po' di cultura di governo ci provo, la norma di Colletti è vergognosa perché riguarda un comune che è a 30 chilometri dagli ultimi comuni terremotati. Io vengo da una regione che ha tre province terremotate e che ha gli stessi problemi di edilizia sanitaria delle altre regioni. Se questa norma vale per l'Abruzzo, io la esigo anche per le Marche, non può essere che in questo decreto si mettano delle marchette elettorali per i deputati, c'è una identità di tutti i territori, soprattutto di quelli terremotati. Abbiate almeno il buon gusto di non votare queste porcate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Terzoni. Ne ha facoltà.

PATRIZIA TERZONI (M5S). No, semplicemente per fare una precisazione, perché l'emendamento riguarda tutte le aree terremotate, trenta chilometri, ci rientra anche il sud delle Marche (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Guardi, Presidente, stiamo facendo un decreto che doveva chiamarsi Genova. Oggi, a un certo punto, ho letto dei Ministri che si lamentavano, c'era bisogno di fare in fretta per consentire di risolvere il problema di Genova. Ora sono state inserite cose sbagliate e grosse come i condoni. Non mi piace usare queste parole, ma dover approvare delle marchette ad personam diventa una cosa insostenibile, insostenibile. Ora, io lo chiedo al Governo, tramite lei che ha seguito i lavori, e abbiamo fatto un lavoro serio nel Comitato dei diciotto. E ieri, quando ci sono stati problemi, sono stato io a sottoporre la questione e a dire che era falso scaricare sul Comitato dei diciotto ritardi che erano di altra natura. Ora, siccome nel Comitato dei diciotto questa vicenda era stata trattata e non conclusa fino in fondo, non conclusa fino in fondo, chiedo che si mantenga un lavoro serio, serio sui pareri che da il Governo, perché non si è mai dato giudizio favorevole a questa marchetta e chiedo di non concludere il lavoro del Comitato dei diciotto senza averlo riconvocato in materia, con un giudizio che qualcuno può dare a titolo personale, ma non a nome del Comitato dei diciotto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Il Partito Democratico aveva presentato, sullo stesso argomento, un emendamento a cui non è stata fatta nemmeno la concessione dell'accantonamento, ed è stata scelta, invece, una partita di appartenenza, di ricatto probabilmente, nei confronti di un parlamentare un po' ribelle per cui, miracolosamente, un parere negativo, nottetempo diventa positivo. Però vorrei fare considerare che avendo nella norma messo trenta chilometri e non avendo nemmeno chiarito se sono strade o se è una distanza lineare, le città abruzzesi di Popoli, Atessa, Guardiagrele, Ortona, Tagliacozzo, Atri e Sulmona vengono estromesse, ingiustamente, vergognosamente, con un emendamento che è di parte, è di collegio e si chiama, secondo il vostro codice…

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). No, Presidente, ho solo bisogno di un chiarimento. Siccome ho ascoltato l'onorevole Stumpo che, nella chiusura del suo intervento, ha detto che vi è stato un parere modificato dalla Bilancio, che si è riunita, ma non si è riunito il Comitato dei nove sul parere definitivo su questo emendamento, volevo solo capire se ho capito male io, oppure come si fa a cambiare il parere del Comitato dei nove senza che si riunisce il Comitato dei nove su questo?

PRESIDENTE. Le Commissioni di merito avevano dato il proprio parere subordinato al parere della Commissione bilancio. La Commissione bilancio si è espressa e, quindi, siamo qui per determinarci.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Io sto parlando, in questo momento, del Comitato dei nove. Le Commissioni riunite hanno dato un parere contrario sulla base del parere dato dalla Commissione bilancio, che, ovviamente, avendo esaminato quell'aspetto, ha dato un parere contrario. Questo non vuol dire che, in linea teorica, qualora ci sia il parere favorevole della Commissione bilancio, il Comitato dei nove non possa decidere comunque di mantenere il parere contrario. Quindi io penso, poi lei fa come vuole, Presidente, che il parere definitivo su questo emendamento non lo può dare il relatore sulla base di quello che ha detto la Commissione bilancio, che è un'altra Commissione, ma il parere definitivo lo deve dare il Comitato dei nove. Poi, dopodiché, non è un problema, se lei ritiene di andare avanti così, può andare avanti così, grazie.

PRESIDENTE. La parola al relatore per la VIII Commissione, deputato Rospi.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Sì, per precisare. Noi al Comitato dei nove avevamo dato un parere favorevole a condizione che la Bilancio revocasse il suo parere contrario.

PRESIDENTE. Quindi, non fa una piega.

NICOLA STUMPO (LEU). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Scusi, lei ha già parlato.

NICOLA STUMPO (LEU). Per un chiarimento.

PRESIDENTE. Prego, ha facoltà di parlare.

NICOLA STUMPO (LEU). Guardi, io penso di essere una persona abbastanza precisa, va bene? E, al alla termine di questi lavori, non accetto – mi scuso, la Presidenza non c'entra niente – pagliacciate, va bene? Il Comitato dei nove non ha dato nessun parere (Applausi dei deputati delgruppo Liberi e Uguali), io ero in quella stanza, va bene? Non ha dato nessun parere, ha detto che attendeva la risposta della Bilancio, non c'era nessun parere chiuso in materia. Se, poi, è stato fatto qualcosa senza parlare al microfono, e in silenzio è peggio ancora che se non è stato fatto nulla (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali ePartito Democratico),.

FLAVIO DI MURO, Relatore per la IX Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Vediamo se riusciamo a risolvere questo pasticcio.

FLAVIO DI MURO, Relatore per la IX Commissione. Io confermo quello che dice il mio collega relatore, Presidente, e voglio tranquillizzare lei e l'Aula che quello che dice l'onorevole Stumpo è una sua interpretazione.

PRESIDENTE. Facciamo una sospensione, se siamo d'accordo, di cinque minuti, così il Comitato dei nove, che comunque ha una sua maggioranza e una sua opposizione, apprezzate le circostanze si determinerà.

Ci vediamo in Aula tra cinque minuti. La seduta è sospesa.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta, sospesa alle 21,30, è ripresa alle 21,50.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Chiedo di liberare i banchi del Governo, grazie.

Chiedo al relatore Rospi l'esito della riunione del Comitato dei nove. Deputata Morani, per favore. Prego, deputato Rospi.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Presidente, ci siamo chiariti sul dubbio che avevamo. Quindi, il parere rimane favorevole.

PRESIDENTE. Sta bene. Quindi, parere favorevole con la riformulazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Intervengo soltanto per annunciare il voto contrario sull'emendamento. È un voto contrario sebbene in passato qualcuno di noi abbia votato gli emendamenti del collega Colletti perché lasciato solo dal suo partito, allora per un fatto di umanità qualche volta li abbiamo votati. Avete scelto forse il momento peggiore e anche il peggiore degli emendamenti che l'onorevole Colletti ha prodotto nella sua attività parlamentare per dargli un giudizio positivo, perché questo emendamento non solo creerà problemi - non solo creerà problemi! - ma sarà frutto di qualche ricorso, perché per ciò che riguarda gli ospedali a 30 chilometri non è spiegato se sono a 30 chilometri lineari o a 30 chilometri di strada, fatte salve anche le strade sterrate magari e qualcos'altro (oppure se si arriva).

Quando le cose si fanno male per fare delle “marchette” almeno bisogna avere l'intelligenza, nel farle male, di essere precisi e farle bene. Allora, se ci fosse un minimo di intelligenza da parte del Governo forse potrebbe cambiare o chiedere cinque minuti per riformulare una nuova versione. Io voterei lo stesso contro, ma almeno si scrivessero 30 chilometri lineari o con il compasso, come si fa quando si misurano le strade a distanza. Altrimenti, di questa norma ne parleranno in tutti i tribunali di tutti i crateri d'Italia e non mi sembra che si faccia un buon servizio.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Lei, deputata Pezzopane, ha già parlato. Ha già parlato e, quindi, non posso darle la parola (Commenti della deputata Pezzopane). Non mi deve spiegare, perché ha già parlato. Non posso darle la parola. Dopo, va bene.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.309 Colletti, nel testo riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 86).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 38.2 Trancassini, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 87).

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma dopo l'esame degli ordini del giorno si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1209-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, in quanto estraneo alla materia del provvedimento, l'ordine del giorno n. 9/1209-A/109 Benedetti, che prevede la promozione di una campagna di informazione sui danni all'ecosistema derivanti da oggetti e sostanze gettate negli scarichi domestici.

Avverto altresì che gli ordini del giorno n. 9/1209-A/10 e n. 9/1209-A/129 sono da intendersi, rispettivamente, a prima firma Butti e Bendinelli, e che sono in distribuzione le nuove versioni degli ordini del giorno n. 9/1209-A/13 Bond, n. 9/1209-A/14 Baratto e n. 9/1209-A/33 Gallinella.

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere i pareri sugli ordini del giorno presentati.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Presidente, se mi consente e apprezzando le circostanze un po' particolari, voglio comunicare che è intenzione del Governo di accogliere quasi la totalità degli ordini del giorno, ad eccezione di un elenco di ordini del giorno, che leggerei in ordine numerico, che sono accolti come raccomandazione.

PRESIDENTE. Quindi, ci può leggere il numero e il nome del presentatore.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sì, io leggo il numero e il presentatore degli ordini del giorno accolti dal Governo come raccomandazione. Quelli che non leggo sono accolti così come sono, ad eccezione di quattro riformulazioni di cui alla fine dirò ai presentatori.

Allora, sono accolti, quindi, come raccomandazione gli ordini del giorno n. 9/1209-A/13 Bond, n. 9/1209-A/14 Baratto, n. 9/1209-A/16 Andrea Romano, n. 9/1209-A/17 Pellicani, n. 9/1209-A/18 Osnato, n. 9/1209-A/19 Donzelli, n. 9/1209-A/22 Anzaldi, n. 9/1209-A/23 Vazio, n. 9/1209-A/24 Raciti, n. 9/1209-A/25 Cantini, n. 9/1209-A/40 Baldelli, n. 9/1209-A/41 Muroni, n. 9/1209-A/42 Pastorino, n. 9/1209-A/43 Stumpo, n. 9/1209-A/45 Carnevali, n. 9/1209-A/46 Bruno Bossio, n. 9/1209-A/47 Cenni, n. 9/1209-A/86 Gariglio - intanto aspetto che arriviate alla pagina - n. 9/1209-A/87 Fragomeli, n. 9/1209-A/91 Deidda, n. 9/1209-A/92 Sasso, n. 9/1209-A/93 Orlando, n. 9/1209-A/94 Rostan, n. 9/1209-A/96 Meloni, n. 9/1209-A/97 Pezzopane, n. 9/1209-A/98 De Menech, n. 9/1209-A/99 Paita, n. 9/1209-A/100 Nobili, n. 9/1209-A/101 Pizzetti, n. 9/1209-A/102 Buratti, n. 9/1209-A/103 Morgoni, n. 9/1209-A/104 Giacomelli, n. 9/1209-A/105 Braga, n. 9/1209-A/106 Carla Cantone, n. 9/1209-A/107 Moretto, n. 9/1209-A/108 Enrico Borghi, n. 9/1209-A/110 Tasso, n. 9/1209-A/111 Losacco, n. 9/1209-A/116 Ruffino, n. 9/1209-A/117 Gagliardi, n. 9/1209-A/118 Rossello, n. 9/1209-A/119 Bagnasco, n. 9/1209-A/120 Casino, n. 9/1209-A/123 Fiorini, n. 9/1209-A/128 Sandra Savino, n. 9/1209-A/129 Bendinelli, n. 9/1209-A/130 Germanà, n. 9/1209-A/132 Porchietto, n. 9/1209-A/135 Zanella, n. 9/1209-A/136 Ripani, n. 9/1209-A/137 Rotta, n. 9/1209-A/138 Rizzetto e n. 9/1209-A/139 Pella.

Adesso leggo quattro richieste di riformulazione e tutti gli altri si intendono accolti. All'ordine del giorno n. 9/1209-A/37 Terzoni, espungere “fino al 31 dicembre 2020”, le ultime parole. Quindi, una proroga a tempo determinato senza indicare il termine.

All'ordine del giorno n. 9/1209-A/44 Fornaro, espungere da “tenendo conto” fino alla fine. L'ordine del giorno n. 9/1209-A/95 Morassut lo intendiamo accogliere così com'è, senza l'opzione “valutare l'opportunità”, quindi come un impegno del Governo a riferire, superati i sei mesi di attivazione della procedura. L'unica cosa che chiedo di riformulare, anziché 30 giorni, 60 giorni. Trascorsi i sei mesi, un tempo minimo per poter fare la raccolta e il report da riferire poi al Governo. Questa è l'unica modifica.

Sull'ordine del giorno n. 9/1209-A/7 Fidanza, con l'indicazione in incipit “a valutare l'opportunità” nell'impegno.

PRESIDENTE. Mi può ripetere l'ultimo?

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Ordine del giorno n. 94/1209-A/7 Fidanza: al fine di evitare duplicazioni di contribuzione a carico degli operatori economici del settore, a valutare l'opportunità di detrarre…

Prima di “detrarre”, a metà dell'impegno, inserire “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Perfetto. Ordine del giorno n. 94/1209-A/7 Fidanza, favorevole con riformulazione: accetta la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 94/1209-A/37 Terzoni, favorevole con riformulazione: accetta la riformulazione?

PATRIZIA TERZONI (M5S). Sì, accetto, anche perché dovrebbe essere già in legge di stabilità, se non erro.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 94/1209-A/44 Fornaro, va bene.

Ordine del giorno n. 94/1209-A/95 Morassut, favorevole con riformulazione: accetta la riformulazione?

ROBERTO MORASSUT (PD). Accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. Perfetto.

Ha chiesto di parlare il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Presidente, noi, ad eccezione di alcuni ordini del giorno, su cui interverranno i primi firmatari, che quindi chiederanno la parola, accettiamo gli altri.

PRESIDENTE. Sta parlando di quelli accolti con raccomandazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Anzaldi. Ne ha facoltà.

MICHELE ANZALDI (PD). Grazie, Presidente. Mi scusi, volevo un chiarimento: il mio ordine del giorno n. 9/1209-A/22 è stato accolto come raccomandazione. Siccome è preciso identico al n. 9/1209-A/49 a firma Federico e Rospi, che invece è stato accolto, volevo capire la ratio, la differenza.

PRESIDENTE. Sottosegretario Crimi?

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Mi perdoni, Presidente: l'ordine del giorno n. 9/1209-A/22 Anzaldi impegna a prevedere la possibilità entro 30 giorni dall'entrata in vigore del presente provvedimento, eccetera, eccetera, sulla Basentana per i viadotti e per l'installazione dello spartitraffico, mentre il n. 9/1209-A/49 impegna ad attivarsi affinché ANAS intervenga tempestivamente per effettuare un accurato monitoraggio delle infrastrutture. Sono due cose completamente diverse.

PRESIDENTE. Poi ci arriviamo. Iniziamo dall'ordine del giorno n. 9/1209-A/13 Bond, che è accolto come raccomandazione. Insiste per il voto?

DARIO BOND (FI). Grazie, Presidente. Al di là di tutto, per quel che può contare un ordine del giorno, accetto quello che mi avete dato. Non capisco tanto bene, ma insomma.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1209-A/ 14 Baratto accolto come raccomandazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/1209-A/16 Andrea Romano, accolto come raccomandazione. Va bene?

ANDREA ROMANO (PD). Presidente, grazie. Ringrazio anche il Governo per la raccomandazione, però, senza ironia, abbiamo imparato in questi mesi un po' a diffidare delle vostre raccomandazioni, che spesso valgono meno della carta su cui sono scritte, d'altra parte come le vostre promesse elettorali. Qui parliamo di una cosa seria e drammatica, e serio e drammatico è anche il provvedimento di cui abbiamo parlato. L'alluvione di Livorno, settembre 2017, comuni di Livorno, Rosignano, Collesalvetti, nove morti, otto morti direttamente per l'alluvione. Il sindaco di Livorno del MoVimento 5 Stelle indagato per omicidio colposo plurimo, decine, centinaia di cittadini, decine di imprese…se il Presidente mi fa la cortesia…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Colletti! Polverini!

ANDREA ROMANO (PD). Centinaia di cittadini, decine di imprese colpite dall'alluvione, e sono cittadini e imprese che, ovviamente, chiedono il ristoro dei danni. Questi cittadini hanno avuto un parziale ristoro dei danni, lo hanno avuto dal governo a guida Partito Democratico, dal Governo Gentiloni, che ha stanziato 12 milioni di euro. Allora, in questi mesi, da quando il Governo Conte lavora, non è stato aggiunto un solo euro a questo stanziamento. Ricordo che il mappaggio dei danni condotto dal commissario per l'alluvione, il presidente della regione Toscana, coadiuvato dalle autorità locali, ha stabilito in circa 50 milioni di euro la somma che servirebbe per ripristinare i danni.

Allora, credo che sia opportuno e necessario che il Parlamento si pronunci su questo aspetto, chiedendo al Governo di impegnarsi formalmente. Ne abbiamo tutti l'occasione; in particolare, aggiungo, ne hanno l'occasione i parlamentari eletti anche in altre forze politiche diverse dal PD, ma eletti nello stesso territorio livornese, che, come me, sanno perfettamente quanto questa vicenda sia stata drammatica per il territorio livornese. Allora faccio appello, naturalmente, a tutti i parlamentari, ma in particolare ai parlamentari di maggioranza eletti nel distretto livornese, nella zona livornese, perché votino in base alla propria coscienza, guardando alle legittime richieste dei cittadini di questi comuni, dei cittadini del territorio livornese, e votino per impegnare formalmente il Governo ad integrare le somme già stanziate dal Governo Gentiloni a guida PD.

È una cosa che può essere fatta, le risorse ci sono. D'altra parte, usciamo da giorni in cui abbiamo parlato di un provvedimento drammatico, in cui la maggioranza ha infilato di tutto e di più. È l'occasione per fare un passo di serietà nei confronti di centinaia e centinaia di cittadini che aspettano da troppo tempo che quelle somme vengano integrate. Quindi, chiedo la votazione. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1209-A/16 Andrea Romano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 88).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1209-A/17 Pellicani accolto come raccomandazione. Prego Pellicani.

NICOLA PELLICANI (PD). Credo che si tratti di un ordine del giorno molto importante perché punta a introdurre misure volte a rilanciare l'economia nelle città portuali, quindi non solo a Genova ma anche a Livorno, Venezia, Civitavecchia, nonché in tutti i porti che sono dotati anche di un retroporto, introducendo le ZLS, quindi è un invito al Governo, nella prossima legge di stabilità, ad introdurre queste misure. Credo quindi che questa sia una misura, un ordine del giorno che il Governo possa accogliere. Se non c'è la disponibilità, però, come dire, accolgo la raccomandazione.

PRESIDENTE. Perfetto, quindi, non lo pongo in votazione.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1209-A/18 Osnato accolto come raccomandazione. Va bene.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1209-A/19 Donzelli accolto come raccomandazione. Prego, onorevole Donzelli.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie Presidente. Io sono a chiedere al Governo, se possibile, di provare a modificare il parere perché provo a spiegare brevemente di cosa si tratta. L'Agenzia nazionale per la sicurezza e le ferrovie, istituita nel 2008, che ha sede in Toscana e che già lavora a Firenze, ha un ruolo nevralgico, importante per la sicurezza e le ferrovie. Nel frattempo ha garantito un elevato livello di efficacia, di sicurezza, di indipendenza anche per un'agenzia di questo genere, così importante; l'allontanamento dalla Toscana di questa sede potrebbe portare inevitabilmente anche alla perdita di competenze e professionalità per la stessa Agenzia. Sarebbe un rischio per la sicurezza delle nostre ferrovie, sarebbe un far ripartire da capo un lavoro che già si sta svolgendo, quindi, comunque sarebbe un danno per la sicurezza delle ferrovie e per lo stesso Stato italiano.

Quindi, pur comprendendo la buona volontà della norma e anche l'ottimo lavoro fatto per garantire Genova, la penalizzazione della sede su Firenze sarebbe un problema e un pericolo per la sicurezza. Quindi, se è possibile chiedo al Governo di rivalutare la formulazione, eventualmente con un accoglimento se si vuole modificare la fase impegnativa. Troviamo un modo, ma chiedo al Governo se c'è questa disponibilità perché il segnale di uscire da qui oggi con l'indebolimento della sede di Firenze sarebbe un peccato.

PRESIDENTE. Sottosegretario Crimi?

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie Presidente, allora, confermando che ad oggi non c'è nessuna volontà di smantellare la sede di Firenze, anzi la previsione di sedi territoriali è stata messa esplicitamente per poter prevedere sedi territoriali, tra cui, per esempio, quella di Genova, che il suo gruppo ha chiesto che fosse inserita. Quindi, nella ratio originale della norma, questa era una previsione accoglibile, per cui se possiamo mettere “a valutare l'opportunità di assumere adeguate…”, sicuramente lo possiamo accogliere in questi termini (chiaramente vanno fatte tutte le verifiche del caso). Le posso assicurare fin d'ora che da parte del Governo non c'è alcuna intenzione di smantellare la sede attuale di Firenze.

PRESIDENTE. Bene, allora è accolto con riformulazione.

Vanno fatte tutte le verifiche del caso ma le posso assicurare fin d'ora che da parte del Governo non c'è alcuna intenzione di smantellare la sede attuale di Firenze.

PRESIDENTE. Bene, è accolto con riformulazione,

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie Presidente, ringrazio il Governo per questa disponibilità e anche per aver dichiarato che la volontà è di mantenere la sede a Firenze. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1209-A/22 Anzaldi accolto come raccomandazione. Prego, Anzaldi.

MICHELE ANZALDI (PD). Grazie Presidente. Come dicevo, nel mio ordine del giorno si affronta la stessa tematica. Sono identici, si affronta lo stesso tratto di strada, gli stessi provvedimenti e le stesse soluzioni. L'unica differenza è che in quello del collega Federico si dice “tempestivamente”, mentre nel mio ordine del giorno si dice “entro 30 giorni”: questa è l'unica differenza, ma poi entrambi gli ordini del giorno affrontano lo stesso tratto di strada, la stessa materia e la stessa soluzione.

PRESIDENTE. Sottosegretario Crimi?

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Allora, il fatto che affrontino la stessa questione è un altro discorso, ma poi come è affrontata questa questione, mi permetta onorevole Anzaldi, sono due modalità diverse: “…A prevedere la possibilità - ripeto - entro 30 giorni dall'entrata in vigore del presente provvedimento, considerati gli oggettivi processi…eccetera…la nomina di un commissario straordinario per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e per la installazione dello spartitraffico centrale con l'obiettivo di migliorare gli standard di sicurezza”. Questo è il suo ordine del giorno. L'ordine del giorno Federico, invece, prevede: “...attivarsi affinché ANAS intervenga tempestivamente per effettuare un monitoraggio…eccetera….e avviare al più presto le opere per la messa in sicurezza del tratto stradale interessato”. Per certi versi posso dirle che l'ordine del giorno Federico è molto più completo perché parla della messa in sicurezza in termini generali e non esclusivamente legandosi alla installazione dello spartitraffico centrale, per cui se vogliamo inserire “a valutare l'opportunità di”, come credo che sia opportuno per le specifiche richieste che lei fa, che sono molto dettagliate rispetto a quelle dell'altro ordine del giorno, che invece sono più generiche, attivando l'ANAS affinché faccia delle cose.

Credo che siano due cose diverse.

MICHELE ANZALDI (PD). Continuo a dire che non sono due cose diverse: uno ha una tempistica….

PRESIDENTE. Quindi lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1209-A/22 Anzaldi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 89).

Prendo atto che l'ordine del giorno n. 9/1209-A/23 Vazio viene accolto come raccomandazione.

Prendo atto che l'ordine del giorno n. 9/1209-A/24 Raciti è accolto come raccomandazione.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1209-A/25 Cantini accolto come raccomandazione. Cantini, prego.

LAURA CANTINI (PD). Grazie, Presidente. Il mio ordine del giorno è analogo e affronta lo stesso tema di quello del collega Donzelli, che è stato illustrato precedentemente. Non rientro perciò nel merito ma è esattamente lo stesso tipo di impegno quello che si chiede al Governo, cioè quello appunto di mantenere, ove possibile, la sede di Firenze nell'ambito della riorganizzazione dell'Agenzia nazionale. Pertanto, chiederei di avere lo stesso tipo di risposta, quindi “valutando l'opportunità di…”, in modo tale da avere l'analogia con la stessa risposta che il Governo ha dato a quello del mio collega Donzelli.

PRESIDENTE. Sottosegretario Crimi?

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Confermo: “valutare l'opportunità di”. In quel caso è accolto.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1209-A/40 Baldelli accolto come raccomandazione. Onorevole Baldelli, prego.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie Presidente. Di solito l'accoglimento come raccomandazione degli ordini del giorno avviene in circostanze che inducano il Governo ad una maggiore prudenza rispetto agli ordini del giorno che il Governo si sente di accogliere tout-court. Ora il contenuto di questo ordine del giorno è relativo al fatto che tra meno di due ore scade il termine per la presentazione delle domande per la cosiddetta ricostruzione pesante e se la mia non è un'informazione sbagliata, il commissario nella giornata di ieri - io ho ricevuto notizia di questa esigenza qualche giorno fa, l'ordine del giorno l'ho depositato ieri - dovrebbe già aver fatto l'ordinanza che risolve questo problema e che però non è stata pubblicata A maggior ragione non mi sembrava un ordine del giorno su cui ci fosse la necessità della prudenza dell'accoglimento come raccomandazione. Purtuttavia per me va bene che sia stato accolto come raccomandazione, però se la mia è un'informazione sbagliata per carità chiedo scusa, ma se è il Governo a non avere l'informazione giusta, allora, probabilmente c'è qualcosa che non funziona nella catena di comando. Grazie

PRESIDENTE. Sottosegretario Crimi, lei voleva… La vedo in piedi, quindi vado avanti. Ordine del giorno n. 9/1209-A/41 Muroni accolto come raccomandazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/1209-A/42 Pastorino accolto come raccomandazione: va bene? Pastorino prego.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie Presidente, accetto la raccomandazione, anche perché se lo mettessimo in votazione probabilmente prenderei un altro voto contrario, poi è anche tardi, visti tutti i pareri favorevoli che abbiamo ottenuto, non vorrei fare… e comunque sono intervenuto, al di là della battuta, perché qui si tratta di cassa integrazione in deroga, di aumentare i mesi e anche le risorse, quindi la raccomandazione mi sembra un po' riduttiva. Diciamo che se pensiamo a come è arrivato qui il decreto (laddove la cassa integrazione non c'era), oggi ce n'è un po', quindi dovremmo essere già soddisfatti, però io ribadisco che questo è un tema fondamentale per i tanti lavoratori in difficoltà oggi e per le imprese.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1209-A/42 Stumpo, accolto come raccomandazione; ordine del giorno n. 9/1209-A/44 Fornaro, accolto come raccomandazione; ordine del giorno n. 9/1209-A/45 Carnevali, accolto come raccomandazione: va bene? Deputata Carnevali, prego.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie Presidente, mi rivolgo in particolare al sottosegretario Crimi perché credo che sia quello che più ha seguito la discussione in particolare sulla questione del ponte di Genova e del ponte di Calusco Paderno. Io chiederei di riuscire a trasformarlo almeno in un ordine del giorno e dargli lo stesso rango dell'ordine del giorno a firma Mandelli; abbiamo fatto lo stesso lavoro, ci siamo anche dati una parola che in quest'Aula avevo definito “parola tra gentiluomini”, a fronte della indisponibilità del Governo rispetto alla possibilità di dare ristoro ai comuni in particolare e alle imprese, ma anche ai cittadini che per due anni si troveranno nella condizione di non avere una mobilità ordinaria e soprattutto avendo un impatto negativo sulle economie; adesso questo ordine del giorno viene accolto come raccomandazione: vedete quale riformulazione si può fare, ma vorrei che fosse accolto.

PRESIDENTE. Sottosegretario?

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, non vorrei tornare ogni volta nella situazione di trovarmi come poco fa con l'onorevole Anzaldi. Allora sono due ordini del giorno che trattano la stessa materia, ma sono formulati in modo molto diverso. Da una parte abbiamo: “a valutare l'opportunità di adottare misure fiscali a supporto”, qui invece si parla di contributi, ecco non c'è neanche l'invito al Governo a valutare l'opportunità, ma è un impegno diretto. Quindi sono due modalità diverse per affrontare lo stesso tema. Questo è il motivo per cui il suo ordine del giorno veniva accolto come raccomandazione e possiamo allora accoglierlo con la riformulazione di “valutare l'opportunità”, perché, come le ho già detto in Commissione, non sempre in queste situazioni di calamità è possibile prevedere il ristoro dei danni subiti dalle aziende o dalle persone, in quanto il caso di Genova è un caso straordinario, un fatto in cui c'è un privato che è comunque un responsabile, ha delle responsabilità per cui dovrebbe prima o poi risarcire quei soldi; e, quindi, è un'anticipazione che fa lo Stato.

PRESIDENTE. Deputata Carnevali?

ELENA CARNEVALI (PD). Accetto il fatto che venga introdotto “a valutare l'opportunità”, dopodiché mi permetto di fare questa sottolineatura: non è che le misure fiscali non abbiano un impatto economico sul bilancio, perché le dobbiamo comunque finanziare. Quindi, nell'altro e più generico, l'importante è che venga assunto questo impegno, grazie. quindi, è approvato l'ordine del giorno.

ROBERTO PAOLO FERRARI (LEGA). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO PAOLO FERRARI (LEGA). Grazie, Presidente per dare sostegno alle parole della collega Carnevali, come avevamo peraltro manifestato durante la discussione annuncio, nella riformulazione, era stata…

PRESIDENTE. Però, siccome non si vota, ma è stato…

ROBERTO PAOLO FERRARI (LEGA). No, per aggiungere la sottoscrizione da parte mia e dei colleghi Bellotti, Frassini, Invernizzi, Ribolla, Centemero e Capitanio.

PRESIDENTE. Sta bene. L'ordine del giorno n. 9/1209-A/46 Bruno Bossio, accolto come raccomandazione. Deputata Bruno Bossio?

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Vorrei chiedere al sottosegretario Crimi, ma anche al Vice Ministro Rixi: noi - parlo anche a nome dei colleghi - abbiamo proposto, in più versioni, due emendamenti, prima nelle Commissioni riunite - ed era stato considerato inammissibile perché non si trattava di ponti - e poi in Aula, dove abbiamo messo anche dentro le infrastrutture e i ponti, ma è stato dichiarato lo stesso inammissibile. Oggi, questo ordine del giorno, firmato da colleghi della Calabria, del Veneto, del Trentino, della Sicilia, della Sardegna, del Lazio, della Puglia e della Liguria, pone il problema, l'emergenza più importante in questo momento, che è l'emergenza maltempo, che ha purtroppo creato una situazione di dissesto gravissimo e anche dei morti. Qui si chiede una cosa molto semplice, ma credo che sia inevitabile, anche se non è accolto in questo decreto emergenza: prevedere la possibilità di inserire misure ad hoc finalizzate a dare sostegno e supporto ai territori delle regioni colpite dagli eventi calamitosi registrati sino al mese di ottobre 2018, e a porre le condizioni di interventi strutturali da prevedere all'interno della legge di stabilità per l'anno 2019.

Io chiedo di rivedere il parere e di considerare questo ordine del giorno, se necessario con qualche riformulazione, ma non può essere una emergenza, delle emergenze come queste, del maltempo di questi giorni in Liguria, Calabria e in tutte le altre regioni, considerata una semplice raccomandazione, dopo quello che è successo in queste ore sul decreto Genova (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sottosegretario?

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Confermo, come ho detto ieri all'inizio della seduta, su sollecitazioni dei suoi colleghi, il massimo impegno del Governo. C'è un percorso che si fa in questi casi, in queste emergenze, che è quello dell'ordinanza del Consiglio del ministri, dello stato di emergenza, eccetera. L'ordine del giorno, come è formulato, prevede una precisa indicazione di previsione in legge di bilancio di stanziamenti ad hoc. È chiaro che questo, oggi, è prevedibile esclusivamente dopo la definizione dello stato di emergenza, dopo che vengono stanziati, in emergenza, i fondi immediati per l'emergenza, dopodiché vengono fatte le valutazioni dei danni e, a quel punto, si interviene anche con i risarcimenti, con gli interventi per la ricostruzione, per le riparazioni e tutto quello che serve successivamente. Questo lo dico come indicazione. Valutare l'opportunità di inserire in legge di bilancio? Assolutamente sì: è accoglibile con questa opzione perché deve essere valutato alla luce degli eventi che man mano vengono definiti.

PRESIDENTE. Deputata Bruno Bossio?

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Se è come raccomandazione non l'accetto e chiedo che sia posto in votazione, perché credo che tutto questo iter è già stato attivato dalle regioni.

PRESIDENTE. Da quello che ho compreso io, è favorevole con riformulazione. Prendo atto che la deputata Bruno Bossio insiste per la votazione.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bruno Bossio n. 9/1209-A/46, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 90).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1209-A/47 Cenni, accolto come raccomandazione. Deputata Gadda?

MARIA CHIARA GADDA (PD). Grazie Presidente, io desidero ringraziare il Governo per avere derubricato l'ordine del giorno n. 9/1209-A/47 Cenni a semplice raccomandazione, perché evidenzia in modo molto plastico la volontà del Governo di non risolvere una materia delicata e urgente come quella dei fanghi da depurazione per l'utilizzo in agricoltura, come è stato evidente nella discussione di queste ore, avvenuta in Aula, ma non soltanto. Una discussione che ha impegnato il Paese nei media, in tutte le associazioni di volontariato, di categoria e di rappresentanza che si sono impegnati su questo tema.

L'ordine del giorno impegnava il Governo a integrare il percorso di revisione delle norme sull'utilizzo in sicurezza dei fanghi da depurazione in agricoltura, coinvolgendo gli enti scientifici, coinvolgendo le regioni, gli enti territoriali, le associazioni agricole ambientaliste. Come si può considerare un ordine del giorno di questo tipo come una raccomandazione? Un ordine del giorno che all'interno del suo articolato riprende esattamente, testualmente, parola per parola la relazione che gli uffici della Camera dei deputati e del Senato hanno fornito al Governo e alla maggioranza per l'analisi di questo provvedimento. Peraltro, questa scelta confligge con quanto - e lo richiamo, come abbiamo già fatto in questa giornata - con l'indicazione contenuta nella legge di delegazione europea, all'articolo 14, lettera b), dove si invita il Governo a redigere, a prevedere l'adozione di una disciplina organica in tema di utilizzazione dei fanghi. Quindi, mi chiedo come il Governo possa considerare questo ordine del giorno come una raccomandazione. Significa che questo Governo non vuole risolvere questo tema, che è urgente, che porterà a dei conflitti con le regioni, sui territori e che sicuramente non farà bene né all'ambiente e tanto meno ai nostri territori.

PRESIDENTE. Quindi, chiede di porlo in votazione?

MARIA CHIARA GADDA (PD). Sì, Presidente.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1209-A/47 Cenni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 91).

Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno nn. 9/1209-A/86 Gariglio, 9/1209-A/87 Fragomeli e 9/1209-A/91 Deidda, accolti come raccomandazione, non insistono per la votazione.

Deputato Sasso, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1209-A/92, accolto come raccomandazione?

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Appare, però, riduttivo ridurre a raccomandazione la mia richiesta. Vi spiego il perché. Parliamo di danni causati da eventi atmosferici imprevisti, non di questi giorni ma di sette mesi fa, per cui la mia terra, la Puglia, ha patito dei danni ingenti all'agricoltura. Oltre al danno, ha patito anche una beffa, quella che la giunta della mia regione, la giunta regionale della Puglia, non ha presentato in tempo utile la richiesta per lo stato di calamità, quindi perdendo i benefici previsti dalla legge. Quindi, non vorrei che gli agricoltori pugliesi, oltre al danno, dovessero subire la beffa.

Per cui io chiedo di prendere in considerazione la possibilità di avere almeno l'ordine del giorno, proprio per manifestare a questa categoria di lavoratori, che è stata massacrata negli ultimi mesi, tra xylella e incapacità della giunta regionale pugliese, con un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sottosegretario Crimi?

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, all'onorevole Sasso propongo di inserire la formula “valutare l'opportunità di mettere in atto ogni iniziativa utile”, anziché “opportuna”, “per il sostegno del settore produttivo”. Se va bene questa riformulazione è accolto.

PRESIDENTE. Accoglie la riformulazione?

ROSSANO SASSO (LEGA). Va bene.

PRESIDENTE. Ordine del giorno Orlando n. 9/1209-A/93, accolto come raccomandazione. Deputato Orlando, prego.

ANDREA ORLANDO (PD). Signor sottosegretario, francamente o dite di sì o dite di no, perché io sto chiedendo sostanzialmente di prevedere un fondo per verificare la tenuta statica e finanziare i privati e il pubblico dopo i fatti di Genova. La raccomandazione non capisco che cosa esattamente voglia dire: posso capire una riformulazione, ma una raccomandazione mi pare onestamente non comprensibile.

PRESIDENTE. Viceministro Rixi?

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Presidente, noi siamo disposti ad accoglierlo come ordine del giorno con la formula “a valutare l'opportunità di”. Quindi mettendo “a valutare l'opportunità di prevedere di finanziare un fondo”, eccetera eccetera.

PRESIDENTE. La accoglie? Perfetto.

Ordine del giorno Rostan n. 9/1209-A/94, accolto come raccomandazione. Deputato Fornaro, prego.

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiederemmo se fosse possibile la formulazione “impegna il Governo a valutare l'opportunità di istituire”; e quindi non come raccomandazione, ma come ordine del giorno.

PRESIDENTE. È l'ordine del giorno Rostan n. 9/1209-A/94.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, possiamo accogliere “a valutare l'opportunità di istituire un Osservatorio civico sull'abusivismo edilizio”, di cui abbiamo discusso ampiamente anche nell'ambito dei lavori nelle Commissioni.

PRESIDENTE. Quindi è accolto, sta bene.

Ordine del giorno Morassut n. 9/1209-A/95, parere favorevole con riformulazione. Sta bene.

Ordine del giorno Meloni n. 9/1209-A/96, accolto come raccomandazione.

Ordine del giorno Pezzopane n. 9/1209-A/97, accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Presidente, francamente rimango un po' perplessa in relazione all'accoglimento come raccomandazione, perché su questo ordine del giorno, che riguarda esclusivamente gli obiettivi per la ricostruzione delle aree terremotate, molti dei punti addirittura sono punti che dai rappresentanti del Governo sono stati considerati cose ormai già fatte e già inserite nella legge di bilancio. Io credo che si potrebbe fare uno sforzo in più, considerando il tema, considerando che ne abbiamo parlato tanto, e che sui singoli punti c'era un impegno addirittura a fare in legge di bilancio.

PRESIDENTE. Sottosegretario Crimi? Perfetto, quindi lo pongo in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pezzopane n. 9/1209-A/97, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 92).

Ordine del giorno De Menech n. 9/1209-A/98.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Menech. Ne ha facoltà.

ROGER DE MENECH (PD). Presidente, questo ordine del giorno parla della gravissima situazione che stava vivendo il Veneto in questo momento, e in particolare la mia provincia, la provincia di Belluno. Parla quindi dell'emergenza maltempo, di danni ingentissimi; do anche una notizia luttuosa, perché le vittime nella mia provincia sono salite a tre proprio in queste ore. Io accetto la raccomandazione, ma dicendo al Governo una cosa molto chiara: questa gente ha bisogno di risposte concrete; e quindi saremo molto vigili nella prossima legge di bilancio, perché credo che la situazione sia talmente drammatica - uso questo termine - che il Governo deve assolutamente intervenire con dei provvedimenti puntuali, e soprattutto con lo stanziamento delle risorse necessarie. Siccome a noi montanari basta una stretta di mano, accetto la raccomandazione, ma saremo vigili che questa raccomandazione sia effettivamente, e poi si trasformi, come dicevo, negli stanziamenti necessari per le nostre genti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Carlo. Ne ha facoltà.

LUCA DE CARLO (FDI). Presidente, chiedo di sottoscrivere anch'io l'ordine del giorno del collega De Menech.

PRESIDENTE. Ordine del giorno Paita n. 9/1209-A/99, accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, senza dilungarmi, perché abbiamo parlato di questa questione ripetutamente nel corso della discussione. Stiamo parlando della vicenda della cosiddetta zona arancione, quindi di tutti quegli abitanti e quelle imprese che non sono collocati nella zona rossa, ma stanno nella zona adiacente al ponte, e che hanno manifestato ripetutamente (sono questioni che il Governo conosce benissimo) l'esigenza di avere un supporto, un aiuto, perché hanno comunque avuto ricadute molto significative dal crollo del ponte.

Io chiederei, se fosse possibile, l'accoglimento come ordine del giorno, mettendo comunque la dicitura “con la valutazione di”. Intanto perché è corretta, nel senso che una parte di questa discussione deve avvenire con il pieno coinvolgimento delle istituzioni locali e del commissario: non mi sentirei di dissentire da questa indicazione da parte del Governo. Chiaramente però, se potessimo fare un passo in avanti e trasformare una raccomandazione di un ordine del giorno, fatte salve le prerogative degli enti locali e di chi ha il dovere di perimetrare quella zona, credo che faremmo comunque una cosa importante, perché avremmo dato un segnale di attenzione del Parlamento e del Governo nei confronti di centinaia di persone che stanno vivendo un'emergenza drammatica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Viceministro Rixi?

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Con la riformulazione “valutare l'opportunità”, il parere diventa favorevole.

PRESIDENTE. Perfetto.

Ordine del giorno Nobili n. 9/1209-A/100, accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nobili. Ne ha facoltà.

LUCIANO NOBILI (PD). Io non so se il Viceministro Rixi o il sottosegretario Crimi hanno letto con attenzione quello che c'è scritto nell'ordine del giorno, perché l'accoglimento come raccomandazione rischia di somigliare ad una presa in giro, l'ennesima su Genova, l'ennesima sulla questione della Gronda. Io non voglio fare polemica, non ripercorrerò qui quello che si è detto in questi mesi sulla vicenda della Gronda.; vado solo a ieri, ieri l'ultima versione del Ministro Toninelli. Il Ministo Toninelli solo ieri ha detto: noi siamo politicamente contro la realizzazione della Gronda; e ha aggiunto: il progetto non c'è, non c'è niente, siamo fermi sulla Gronda.

Nella stessa giornata di ieri ASPI, le istituzioni liguri, tutti hanno detto: no, il progetto è pronto, ci siamo, gli espropri sono stati fatti, i cantieri sono pronti a partire.

L'accoglimento come raccomandazione è una presa in giro. Io non so, magari il sottosegretario Crimi e il Viceministro Rixi non sono d'accordo fra di loro: se hanno bisogno di tempo per discuterne se lo prendessero. Io non voglio far polemica, ma voglio chiarezza. Quindi, siccome l'ordine del giorno impegna, non è vago, ma impegna il Governo ad assicurare tutte le attività affinché la Gronda sia confermata nella sua realizzazione e sia confermato il cronoprogramma, io chiedo che sia messo in votazione, che si dica un “sì” o un “no” definitivo alla realizzazione della Gronda, perché Genova non può più essere presa in giro. Solo questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Sottosegretario Crimi?

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Innanzi tutto dico all'onorevole Nobili che l'ordine del giorno è stato letto, e se vuole le do anche una opzione di riformulazione per spiegarle quale parte probabilmente non va e che eventualmente dovrebbe essere espunta per essere accolta come ordine del giorno. Quindi le faccio questa proposta, tramite la Presidenza: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di assicurare (…)”, dopodiché, espungere le parole “come richiesto dalle comunità liguri, dalle istituzioni locali e dalle forze economiche e sociali”, perché ‘come richiesto' è ovviamente una interpretazione e bisognerebbe andarle a interrogare tutte queste forze economiche e sociali, una per una, e non so se tutte hanno la stessa idea, per cui non posso accettarlo in un ordine del giorno, e dopodiché partire con le parole “la realizzazione della Gronda di Genova (…)”; perché valutare l'opportunità di realizzare un'opera è proprio la caratteristica principale di questo Governo: le grandi opere, le opere, sono tutte sotto una attenta valutazione. Quello che non posso accogliere, lo ripeto, è il riferimento al “come richiesto dalle comunità liguri, dalle istituzioni locali e dalle forze economiche e sociali” perché a questo punto avrei bisogno di un elenco dettagliato con una loro indicazione precisa della loro sollecitazione in tal senso. Per il resto, per valutare l'opportunità di proseguire i lavori della Gronda, sicuramente non c'è bisogno di fare un ordine del giorno, stiamo già valutando questa opportunità.

PRESIDENTE. Deputato Nobili?

LUCIANO NOBILI (PD). Qui non capisco perché, se il tema è togliere la formulazione “come richiesto dalle comunità liguri e dalle istituzioni locali”, perché il sottosegretario Crimi non ha il censimento completo di tutte le istituzioni locali e municipali di Genova, quello si può togliere, il problema è che la frase che il sottosegretario ha appena citato, “valutare l'opportunità di”, nell'ordine del giorno non c'è, non so se l'ha aggiunta qualche manina mentre glielo hanno trasmesso, ma nel mio ordine del giorno non c'è! Nel mio ordine del giorno c'è scritto…

PRESIDENTE. Deputato Nobili, da quello che io ho capito è una proposta di riformulazione, l'ordine del giorno è accolto nel momento in cui c'è questa riformulazione.

LUCIANO NOBILI (PD). Sì, ma è una riformulazione insensata perché le valutazioni sulla Gronda si fanno dal 2000, quindi devono dire se la Gronda la vogliono o se la Gronda non la vogliono, solo questo: o “sì” o “no”!

PRESIDENTE. E allora lo poniamo in votazione. Mi dica se insiste per la votazione.

LUCIANO NOBILI (PD). Insisto per una risposta “si” o “no”.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1209-A/100 Nobili, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 93).

L'ordine del giorno n. 9/1209-A/101 Pizzetti è accolto come raccomandazione, va bene.

L'ordine del giorno n. 9/1209-A/102 Buratti è accolto come raccomandazione, va bene.

L'ordine del giorno n. 9/1209-A/103 Morgoni è accolto come raccomandazione, va bene.

L'ordine del giorno n. 9/1209-A/104 Giacomelli è accolto come raccomandazione, va bene.

L'ordine del giorno n. 9/1209-A/105 Braga è accolto come raccomandazione, va bene.

L'ordine del giorno n. 9/1209-A/106 Carla Cantone è accolto come raccomandazione, va bene.

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). L'ordine del giorno n. 9/1209-A/104 Giacomelli era in origine un emendamento trasformato in ordine del giorno…

PRESIDENTE. Però l'ordine del giorno n. 9/1209-A/104 Giacomelli lo abbiamo passato.

FEDERICO FORNARO (LEU). Avevo alzato la mano, ma lei è andato veloce, se mi consente…

PRESIDENTE. Però, deputato Fornaro, solo se il presentatore…

FEDERICO FORNARO (LEU). Sono il secondo firmatario…

PRESIDENTE. …che era il deputato Giacomelli, ha accolto…

FEDERICO FORNARO (LEU). No, no, sto parlando dell'ordine del giorno n. 9/1209-A/105 Braga.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1209-A/105 Braga è stato accolto come raccomandazione.

FEDERICO FORNARO (LEU). Volevo chiedere al Governo se era possibile, anziché accoglierlo come raccomandazione, di approvarlo con la riformulazione “impegna il Governo a valutare l'opportunità di”, tenuto conto che questo era un emendamento che nel corso della discussione è stato ritirato.

PRESIDENTE. Viceministro Rixi?

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Sì, con la riformulazione del dispositivo l'ordine del giorno viene accettato.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1209-A/106 Carla Cantone è accolto come raccomandazione, va bene? Perfetto.

Ritorniamo all'ordine del giorno n. 9/1209-A/101 Pizzetti.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1209-A/101 Pizzetti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 94).

L'ordine del giorno n. 9/1209-A/107 Moretto è accolto come raccomandazione, va bene.

L'ordine del giorno n. 9/1209-A/108 Enrico borghi è accolto come raccomandazione, va bene.

L'ordine del giorno n. 9/1209-A/110 Tasso è accolto come raccomandazione, va bene? Prego, deputato Tasso.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Ritengo che questo ordine del giorno contenga elementi di rilevante importanza, quando chiede di assumere opportune iniziative istituzionali normative per promuovere l'adeguamento impiantistico che consenta a tutte le regioni del Paese la piena autosufficienza in relazione alla gestione dei fanghi di depurazione e delle acque reflue. A questo punto, però, chiedo la disponibilità del Governo di accogliere l'ordine del giorno con l'aggiunta della proposizione “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Vice Ministro?

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Con la riformulazione l'ordine del giorno è accolto.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1209-A/111 Losacco è accolto come raccomandazione, va bene.

L'ordine del giorno n. 9/1209-A/116 Ruffino è accolto come raccomandazione, va bene.

L'ordine del giorno n. 9/1209-A/117 Gagliardi è accolto come raccomandazione, va bene.

L'ordine del giorno n. 9/1209-A/118 Rossello è accolto come raccomandazione, va bene.

L'ordine del giorno n. 9/1209-A/119 Bagnasco è accolto come raccomandazione, va bene? Onorevole Gagliardi, prego.

MANUELA GAGLIARDI (FI). Sì, grazie, Presidente. Questo ordine del giorno riguarda lo stato di emergenza…

PRESIDENTE. Che numero?

MANUELA GAGLIARDI (FI). L'ordine del giorno n. 9/1209-A/119 Bagnasco. Dunque, riguarda lo stato di emergenza per la regione Liguria, che, come tutti sappiamo, ha subito gravissimi danni nei due giorni passati. Quindi, chiederei al Governo di valutare, magari con una riformulazione, diamogli la dignità almeno di ordine del giorno.

CARLO FIDANZA (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO FIDANZA (FDI). Grazie, Presidente. Solo per chiedere di poter sottoscrivere questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Vice Ministro?

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie. La riformulazione che prevediamo è: espungere la parte da “deliberare” fino “in premessa” e lasciare: “a porre in essere tutte le iniziative necessarie per sostenere il territorio ligure colpito dai medesimi eventi atmosferici”.

PRESIDENTE. È accolto? Perfetto.

Ordine del giorno n. 9/1209-A/120 Casino, accolto come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/1209-A/123 Fiorini, accolto come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/1209-A/128 Sandra Savino, accolto come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/1209-A/129 Bendinelli, accolto come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/1209-A/130 Germanà, accolto come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/1209-A/132 Porchietto, accolto come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/1209-A/135 Zanella, accolto come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/1209-A/136 Ripani, accolto come raccomandazione. Chiedo alla deputata Ripani se insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1209-A/136.

ELISABETTA RIPANI (FI). Grazie, Presidente. Accetto ma il Governo dia seguito a questa raccomandazione con celerità e con responsabilità, perché l'eccezionale ondata di maltempo che ha piegato in due il nostro Paese ha flagellato la Toscana e, in particolar modo, in Toscana ha messo in ginocchio intere province, tra cui la provincia di Grosseto che è stata colpita nell'entroterra, è stata colpita nelle isole ma, in particolar modo, nella fascia costiera, dal comune di Follonica fino al comune del Monte Argentario. Bombe d'acqua, mareggiate e raffiche di vento fino a 170 chilometri orari che hanno creato uno scenario apocalittico. Noi siamo in fase di ricognizione dei danni e la situazione che si è aperta è una situazione estremamente drammatica. È stato colpito il turismo, è stata colpita l'agricoltura e ci sono stabilimenti balneari letteralmente distrutti. Abbiamo tratti di costa che sono stati letteralmente inghiottiti dal mare e tutti quelli che sono i settori nevralgici della nostra economia sono stati pesantemente colpiti. La provincia di Grosseto si è attivata immediatamente per richiedere lo stato di calamità naturale. Il presidente della regione Toscana ha firmato l'atto che decreta lo stato di emergenza regionale e la protezione civile ha attivato la colonna mobile regionale per supportare tutte le strutture operative regionali dei vigili del fuoco.

La solidarietà a parole a questo punto non ci basta perché la nostra è una terra ferita e martoriata, ma le dico con orgoglio, da maremmana, che è anche una terra che si rialzerà, perché è una terra forte e tenace. Ci servono, però, aiuti concreti a questo punto. Abbiamo bisogno di liquidità, abbiamo bisogno di finanziamenti per fronteggiare quella che è la fase iniziale, quella emergenziale, ma soprattutto per fare ripartire il tessuto economico e imprenditoriale, visto che ci sono centinaia di imprese maremmane che sono nella totale disperazione. Per cui diamo dimostrazione di unità, diamo dimostrazione che davanti a eventi catastrofici e a calamità naturali le divisioni politiche lasciano spazio alla collaborazione a tutti i livelli istituzionali. Grazie, Presidente. Mi dispiace che ci sia questo brusio, però, dietro alle spalle, perché stiamo parlando di un argomento estremamente importante…

PRESIDENTE. Per favore, per favore, deputato Invernizzi. Si rivolga alla Presidenza.

ELISABETTA RIPANI (FI). Allora, tramite lei, Presidente, chiedo gentilmente di avere un po' di rispetto da parte dei colleghi vista la gravità degli argomenti che stiamo trattando (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Perfetto. Infatti, l'ho appena detto.

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Il Governo è anche disposto a farlo tornare ordine del giorno e a dare parere favorevole.

PRESIDENTE. Sta bene.

Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Presidente, chiedo di sottoscrivere anch'io l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1209-A/137 Rotta.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Rotta. Ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, chiedo la stessa cosa perché l'ordine del giorno riguarda la stessa cosa ed è sottoscritto tra l'altro - colgo l'occasione - anche dall'onorevole Ferri e, quindi, chiedo al sottosegretario o al Viceministro Rixi di fare la stessa cosa.

PRESIDENTE. Grazie per la segnalazione. Per favore, un po' di silenzio.

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Deputato, non mi sembra che ci sia un grande brusio. Prego, Viceministro.

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Va bene. Il parere è favorevole purché venga messa nell'ambito degli equilibri della finanza pubblica.

PRESIDENTE. Perfetto.

Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Presidente, voglio sottoscrivere questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sta bene. Ordine del giorno n. 9/1209-A/138 Rizzetto, accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, all'interno del decreto in esame ci sono evidentemente anche misure rispetto alla sicurezza della rete nazionale infrastrutture e trasporti. Ritengo di non poter accettare un impegno così debole da parte dell'Esecutivo. In due anni circa 6500 autobus scolastici, quindi che trasportano bambini, sono stati multati perché non rispettavano le norme di sicurezza. Si parla di pneumatici lisci, si parla di cinture di sicurezza non funzionanti, si parla di guasti ai freni, si parla di uscite di sicurezza inagibili. Questo è un semplice ordine del giorno che va di fatto a prendere una sorta di iniziativa in termini di indicazione all'Esecutivo affinché questi autobus, che - lo rinnovo - trasportano minori, trasportano bambini, trasportano i nostri figli tutti i giorni su e giù per l'Italia, possano essere resi più sicuri. Lo rinnovo: 6.500 multe nel giro di due anni. Quindi, Presidente, non accetto un impegno così debole da parte del Governo. Qualora non dovesse cambiare la valutazione, lo mettiamo tranquillamente ai voti e dopo vediamo chi vota a favore e chi vota contro.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Accettiamo l'ordine del giorno così come è senza alcuna riformulazione.

PRESIDENTE. Quindi, favorevole…

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. È stato sufficiente illustrarlo per accoglierlo

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Voglio anch'io sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sta bene.

Ordine del giorno n. 9/1209-A/139 Pella, accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA (FI). Grazie, Presidente. Credo che il Viceministro Rixi probabilmente rivedrà la posizione. Quindi, sono a chiedere conferma al Governo.

PRESIDENTE. Il Governo? Questo ordine del giorno è accolto come raccomandazione.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, possiamo rivalutarlo come ordine del giorno con una riformulazione: “a valutare l'opportunità, nell'ambito degli equilibri di finanza pubblica, di prevedere risorse finanziarie aggiuntive volte a finanziare (…)” e lasciarlo in questi termini. E al secondo capoverso “a valutare l'opportunità di prevedere (…)” anche per il secondo capoverso.

PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1209-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bruno Tabacci. Ne ha facoltà. Per favore, che deve intervenire il vostro collega. Se intendete uscire fatelo in silenzio, per favore. Allora, per favore se dovete uscire dall'Aula uscite, perché altrimenti c'è troppo brusio e non si riesce a intervenire. Villarosa. Prego, deputato Tabacci.

BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). Signor Presidente, rappresentanti del Governo, spiace non poter votare questo decreto-legge soprattutto per Genova e per il significato che questa tragedia assurda ha assunto per il nostro Paese. Aggiungo che avrebbe meritato un provvedimento dedicato ed è stato un errore avere previsto un decreto-legge che ha messo insieme cose che non avevano il carattere di omogeneità.

Avremmo preferito, in queste settimane, una maggiore compostezza istituzionale e la ricerca anche di un'unità sostanziale tra le diverse forze in campo e non la preoccupazione di individuare capri espiatori. Meno proclami e una sollecitudine più efficace, specie per la scelta del commissario, che fin dall'inizio non poteva essere che o il presidente della regione o il sindaco della città. Avere sfogliato la margherita sul commissario senza alcuna logica non è stato un elemento che ha dato il senso di una serietà auspicabile soprattutto di fronte alla durezza della tragedia. Ci auguriamo che nelle decisioni di sistema ora si ponga, come è giusto, Genova al centro di un sistema di logistica intermodale e di mobilità che è centrale per tutto il Paese e per la sua economia.

Ci preoccupano le ambiguità di queste ore sulle grandi opere. Anche questo colpisce la fiducia del nostro Paese, poiché alcune di queste opere hanno dimensione internazionale e non dipendono solo da noi; in alcuni casi, sono legate a contributi dell'Europa. Ora, essere ambigui su questo punto non ci fa andare avanti, ci fa tornare indietro. Genova, Milano e Torino sono parte di un sistema di connessioni che è decisivo per il futuro del nostro Paese. Non si può scambiare il Nord-Est con il Nord-Ovest, come mi è parso di capire almeno da alcune indiscrezioni di questi giorni, consentire alcune opere e bloccarne altre. Non possiamo considerare le diverse aree del Paese come se fossero compartimenti stagni; e non basta saper produrre bene, com'è evidente. Dobbiamo saper fare arrivare con efficacia i nostri prodotti in Europa e nel mondo, e per questo serve una ragnatela infrastrutturale che sia in grado di rendere possibile questo obiettivo.

Avremmo votato le misure per Genova, ma avere visto il condono di Ischia nascosto tra le pieghe del decreto Genova ha reso indigeribile il provvedimento. E, se non bastasse, sono entrati anche i fanghi; e il Ministro Costa, con ineffabile inclinazione, dice che ora il decreto-legge sarebbe bevibile.

L'abusivismo per necessità è un evidente ossimoro. Si dà davvero un pessimo esempio e si sfida la delicatezza del nostro territorio, già profondamente colpito da sfregi profondi. Se questo è il cambiamento annunciato dal Governo, per inseguire promesse elettorali ambigue, contraddittorie e cariche di interessi particolari, temiamo per il futuro dell'Italia. Per queste sintetiche ragioni, il gruppo +Europa si astiene nel voto finale sulla conversione del decreto-legge (Applausi dei deputati del gruppoMisto-+Europa-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (MISTO-NCI-USEI). Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, dico subito che il decreto-legge sul quale ci apprestiamo a votare non è il decreto-legge urgente per l'emergenza creatasi a Genova e in tutta la Liguria. Di decreti urgenti, infatti, ne abbiamo visti ben cinque in queste settimane. Quello su cui voteremo non è il decreto-legge agitato dalle mani del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in piazza a Genova un mese dopo la tragedia, era il 14 settembre. Quello che c'era scritto su quei fogli, probabilmente nulla, non lo abbiamo mai saputo.

Il decreto su cui oggi ci dobbiamo esprimere non è neanche quello fatto intravedere dal Ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli agli sfollati di Genova il 20 settembre. Il decreto che attende il nostro voto non è neanche quello arrivato al Ministero dell'economia il 25 settembre e pieno di punti di sospensione, là dove dovevano, invece, esserci delle cifre, dei numeri corrispondenti alle coperture economiche di quanto il decreto stabiliva. Il decreto che oggi è all'attenzione di quest'Aula non è nemmeno quello licenziato dal Consiglio dei ministri il 29 settembre e trasmesso al Parlamento. E con questo siamo al quarto decreto.

Noi oggi ci esprimiamo su un quinto testo, un decreto totalmente riscritto rispetto a quello giunto alla Camera dei deputati. E non è, quindi, il decreto del Governo: è, come è stato già detto, il decreto della Commissione. In qualche modo, un decreto di tutti, questo è l'aspetto positivo. Non è il decreto che noi vorremmo, ma, per fortuna, questo testo è passato in mani più esperte delle manine o manone che lo hanno scritto; mani che lo hanno cambiato in meglio, che hanno recepito le osservazioni del presidente Toti, del sindaco Bucci e dei gruppi parlamentari, anche se non tutto quello che era necessario per Genova e per la Liguria è stato inserito.

È stato piuttosto o purtroppo inserito altro, che con l'emergenza del capoluogo ligure nulla c'entra, che ha trasformato un decreto, che doveva essere urgente e ad hoc, tagliato su misura per Genova, in un decreto omnibus.

Ad esempio, ancora stasera ci chiediamo che cosa c'entrino con la ricostruzione del ponte Morandi le case di Ischia. Quanto all'urgenza, siamo all'inimmaginabile: il 14 agosto il Vicepresidente del Consiglio Di Maio prometteva a giorni il decreto e la nomina del commissario per la ricostruzione. Il decreto è arrivato 45 giorni dopo, il 29 settembre. il commissario è stato nominato il 4 ottobre. Noi siamo contenti che il commissario sia una persona seria, capace e responsabile come il sindaco Marco Bucci: ci chiediamo perché ci siano voluti 51 giorni per nominarlo e perché abbiamo dovuto assistere a un balletto sui nomi che ha esposto mediaticamente e inutilmente una persona altrettanto degna e capace come il dottor Claudio Gemme.

Ma come il Ministro Toninelli non conosce evidentemente il significato della parola tunnel, forse ai ministri del MoVimento 5 Stelle sfugge quello della parola urgenza.

Vorrei ricordare a tutti i colleghi che nella notte tra il 5 e il 6 aprile 2009 un terribile terremoto, lo ricordiamo tutti, devastava L'Aquila. Il 6 aprile il Governo Berlusconi vara il decreto che permetteva di intervenire nell'area colpita dal sisma e indicava il nome del commissario, l'allora capo della Protezione civile Guido Bertolaso. Credo che questi siano esempi di vera capacità di dare risposta all'urgenza. E, sempre in merito all'urgenza, permettetemi altre due considerazioni, o meglio precisazioni.

Per l'attuazione di questo decreto servono 27 norme tra decreti attuativi ministeriali e altri provvedimenti: non fateci aspettare altri 45 giorni, soprattutto non fatte aspettare i genovesi e i liguri. C'è poi il caso assurdo dell'esclusione di Autostrade, l'unica realtà in grado di assicurare tempi rapidi per la demolizione e la ricostruzione del ponte Morandi. Per la prima volta troviamo scritta in un decreto-legge una sentenza di colpevolezza prima del pronunciamento della magistratura; finora lo avevamo ascoltato nei vari pronunciamenti di esponenti del Governo, sino all'incredibile “non aspetteremo i tempi della giustizia” del Presidente del Consiglio, ma vederlo nero su bianco in un atto che verrà votato tra poco nel Parlamento è un brutto precedente.

Quindi, cosciente dei ritardi che l'esclusione a priori di Autostrade comporta, la maggioranza aveva approvato un emendamento che reinseriva la concessionaria almeno per le opere propedeutiche; poi ha di nuovo cambiato idea, si è scelta la via più lunga e quella esposta a più ricorsi per una impuntatura ideologica e demagogica. Un commissario straordinario può essere dotato di tutti i poteri per controllare che Aspi costruisca il ponte in modo ineccepibile e nei tempi previsti, salvo poi dover pagare, in aggiunta a tutto ciò di cui risulterebbe responsabile, come in quest'Aula oggi è stato ben ricordato, sino al decadimento della concessione. Veniamo poi ai contenuti: nel decreto giunto alla Camera c'erano norme inapplicabili.

Non c'erano misure adeguate per gli sfollati, non si dava risposta alle esigenze delle imprese e all'emergenza nella quale si è trovato il porto e l'industria ad esso legato. Ricordo, per inciso, che il porto di Genova movimenta da solo il 40 per cento di tutte le merci che transitano nei porti italiani: depauperarlo non colpisce solo Genova, colpisce l'economia nazionale. Nel testo iniziale non era minimamente considerata la carenza infrastrutturale di cui soffrono Genova e la Liguria, aggravata dal crollo del ponte Morandi.

Non c'era, e purtroppo non c'è neanche nel testo riscritto, una visione di quello che serve per ovviare a questo deficit. Non si parla di Gronda, non si parla di Terzo valico; anzi, sono spariti i finanziamenti al quinto lotto, che pure c'erano nella prima versione.

Non si parla di diga foranea. Per il Terzo valico, inutilmente sottoposto a un'analisi costi-benefici come se non l'avesse mai fatto nessuno (ma questo purtroppo è uno dei tratti dell'incompetenza che registriamo nel Ministro Toninelli, il quale non tiene in considerazione neanche le analisi di enti internazionali e terzi come la Banca europea degli investimenti), proprio per il terzo valico ieri abbiamo invece appreso da una dichiarazione del Ministro delle infrastrutture che forse si farà perché costerebbe di più bloccarlo che fermarlo.

Signor Ministro - che purtroppo oggi non ha partecipato agli incontri dell'Aula, ma per il tramite del Presidente questo messaggio è importante che arrivi - non è possibile fare le grandi opere obtorto collo, soprattutto dopo aver dichiarato che si faranno solo quelle utili al Paese.

Il Ministro abbia almeno il coraggio della coerenza: se non s'ha da fare, non si faccia. Oppure abbia l'onestà di ammettere che si era sbagliato, che il Terzo valico serve, che il collegamento tra Genova e Milano, e di qui con i Paesi del Nord d'Europa è utile, utile al porto di Genova e ai suoi 36.000 dipendenti, nonché alle altre 122.000 persone con esso coinvolte e occupate in tutta Italia. Abbia, inoltre, il coraggio di tacere, in caso contrario, come ha taciuto nei giorni in cui il decreto Genova veniva riscritto qui alla Camera. Se dopo il muro iniziale c'è stato dialogo, c'è stata accoglienza delle proposte dell'opposizione, che poi raccoglievano quelle delle categorie, degli addetti, della cittadinanza, dei territori e degli enti locali, se dialogo, aperture e buon senso ci sono stati, lo dobbiamo al lavoro e alla capacità di ascolto del Vice Ministro Edoardo Rixi, che ringrazio per il lavoro che ha svolto in questi giorni, il quale, evidentemente, da genovese con esperienza amministrativa sentiva sulle sua pelle e su quella dei suoi cittadini l'inadeguatezza della prima versione del decreto.

Ora, grazie al lavoro dei deputati, in questo decreto si parla finalmente di assunzione a tempo determinato per l'Agenzia delle dogane e per i Monopoli, per riuscire a far lavorare meglio il porto; si parla di indennizzo - arrivo Presidente alla conclusione - per la delocalizzazione dei soggetti colpiti dal crollo, del rafforzamento della struttura del commissario per l'emergenza, con l'assunzione di nuovo personale per enti locali, società pubbliche e camere di commercio, di potenziamento delle strutture dell'autorità del sistema portuale del Mar Ligure, della esenzione delle utenze di elettricità, acqua, gas e telefono per i proprietari degli immobili colpiti, di indennità pari al trattamento di integrazione salariale per i lavoratori nel settore privato e di finanziamento del piano urbano di mobilità sostenibile. Non è il migliore dei decreti possibili, ma il meglio è nemico del bene, ed è comunque un altro decreto rispetto a quello che avevamo visto all'inizio e che non c'era proprio piaciuto.

Quindi concludo dichiarando l'astensione da parte del gruppo Noi con L'Italia, perché se il decreto si fosse concentrato solo su Genova - ma purtroppo su 63 articoli, solo 18 sono dedicati a Genova - avremmo votato anche favorevolmente, ma tutti gli altri articoli li consideriamo inopportuni, quindi, per rispetto, per responsabilità e per il bene di Genova voteremo astensione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto finale l'onorevole Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie Presidente, Governo, onorevoli, colleghe e colleghi. La componente MAIE del gruppo Misto voterà a favore di questo provvedimento in discussione, un provvedimento di estrema importanza e improcrastinabile urgenza, senza la cui approvazione la città di Genova non potrà essere aiutata. Facendo parte della Commissione trasporti e avendo partecipato alla missione a Genova di qualche mese fa, ho potuto constatare di persona quanto sia drammatica la situazione dei cittadini di colpo privati di un pezzo significativo della propria vita, di quanto sia commercialmente e produttivamente danneggiata l'azione di una città, la cui attività dipende notevolmente dalla portualità, che ha bisogno di collegamenti efficaci, efficienti, scorrevoli. Ho potuto constatare quanto sia ammirevole la dignità di coloro che hanno subito questa tragedia, e che appena superato lo shock iniziale, hanno intrapreso una fitta interlocuzione con le autorità, anch'esse pronte, disponibili, efficaci, per fronteggiare un'emergenza dalle proporzioni terrificanti. Quindi voteremo a favore del decreto-legge n. 109 del 2018, seppur con qualche perplessità su alcuni articoli, per i quali abbiamo cercato di fornire il nostro contributo propositivo, con emendamenti e ordini del giorno presentati dalla collega Benedetti e dal sottoscritto: a nostro avviso, e con un pizzico di sana presunzione, iniziative di buonsenso e di lungimiranza.

Un esempio è dato dall'emendamento 21.302, col quale si è chiesto di subordinare le opere ammissibili a contribuzione al possesso di certificato statico ovvero di idoneità statica, per le opere ovviamente costruite abusivamente. Va da sé che un'opera che non ha idoneità statica non avrà neanche quella sismica, e quindi abbiamo cercato di evitare di elargire contributi al cosiddetto mal costruito.

Un altro esempio è dato dall'emendamento 21.303, col quale si proponeva un ulteriore emendamento di controllo alle condizioni per la concessione dei contributi di cui all'articolo 21.

Insomma, come detto, si è tentato di superare o attenuare le perplessità che ci hanno colto esaminando il provvedimento. Certo che due grosse criticità sono costituite dall'articolo 25 e dall'articolo 41, per i quali si è svolto un ampio dibattito in quest'Aula. Il primo, l'articolo 25, definisce le procedure di condono per i comuni colpiti dal sisma di Ischia, col quale a nostro avviso si rischia di concedere sanatoria e contributi per la ricostruzione anche per abusi compiuti fino al giorno prima del terremoto e non dichiarati. La questione dell'abusivismo è strettamente correlata al dissesto idrogeologico, per il quale andrebbe aperto un capitolo a parte e non inserito in una sorta di decreto-legge omnibus.

Poi, per ciò che concerne l'articolo 41, che riguarda la gestione dei fanghi di depurazione delle acque reflue ai fini del loro utilizzo in agricoltura, si permette, in attesa di un decreto-legge ad hoc, lo sversamento di fanghi nei terreni agricoli, che potrebbero causare l'accumulo di idrocarburi pesanti, fenoli, diossine nei suoli.

Comunque, in questo modo abbiamo inteso offrire suggerimenti volti a nostro avviso al miglioramento del decreto-legge n. 109 del 2018, la cui approvazione è a nostro avviso sacrosanta per la parte Genova, un po' meno per le altre parti. Ad ogni buon conto, e per il rispetto dei genovesi e delle vittime della tragedia, il voto della componente MAIE del gruppo Misto sarà favorevole al provvedimento discusso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Nel decreto-legge sono esclusi i condannati per mafia e riciclaggio dal condono di Ischia: non era scontato, per questo lo dico. L'opposizione ha fatto il suo dovere nel corso del lungo dibattito che abbiamo avuto, ed ha contribuito a migliorare molte parti del decreto-legge. Dopo 34 ore di Aula siamo giunti quindi al voto su questo decreto-legge, che prevede anche interventi per le zone terremotate del 2016-2017. Non tutto va bene in questo decreto-legge, anzi, ma andavano date risposte. La politica deve pur anche fare, non solo promettere. Dedico il mio voto favorevole alla città di Genova.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, Presidente. Invece io sono qua per annunciare il voto contrario del mio gruppo, lo dico con grande amarezza, lo dico percependo un grande tradimento da questo percorso, che è iniziato il 14 agosto a seguito di un evento che ha colpito in modo clamorosamente inaspettato e clamorosamente ampio la mia città, la sua economia, le sue persone, i suoi lavoratori, per cui l'iter che ne è scaturito ci ha sbalorditi per tanti aspetti, soprattutto per la prima fase. E questa era una cosa che dovevamo fare tutti insieme, dove le bandiere politiche dovevano essere accantonate e in effetti eravamo partiti bene, perché ricordo, lo ricorderà anche il Presidente Fico, la riunione in Prefettura a Genova. Lei stesso convocò e mi fece molto piacere una riunione dei capigruppo alla quale partecipai delegato dal capogruppo Fornaro, il Governo c'era, c'era Conte, c'era Toninelli, c'era il Vice Premier Di Maio, insomma era un buon segnale di vicinanza alla città, che poi è durato fino alla fase dei funerali, che sono stati un momento particolarmente impegnativo per tutti.

E se le premesse erano buone, poi invece è iniziato il periodo inspiegabile del disastro, degli annunci, delle parole urlate, cioè invece di prendere esempio dalla sobrietà degli sfollati, per esempio, no? Nei toni, nei modi, gli sfollati che abbiamo incontrato più o meno tutti nei nostri giri, cioè quindi prendere esempio da Franco, da Ennio, da Luca, da Mimma, da Giusi, da Giuseppe, Da Sara, da Pietro, da Eleonora, da Corrado, da Donatella, da Sabino, da Vittorio, da Marina e tanti altri, si è passati a litigare. E questa è la fase della gestione Di Maio-Toninelli, e quindi la fase delle dichiarazioni di ogni genere, dei litigi con il governatore o anche un po' meno con il sindaco, della annunciata revoca della concessione ad Autostrade, che non c'è e non ci sarà, delle dichiarazioni e su queste tutti sono andati un po' alti, ma io non me le ricordo bene, ma soprattutto a Genova ce le ricordavamo tutti con stupore, perché voglio dire che non si è proprio colto il sentimento e la difficoltà del momento, quando si parla del ponte sul Bosforo o di altre stupidaggini di questo tipo.

Non ci siamo proprio. Cioè, questo va al di là dell'ideologia di pensiero politico, qui rientriamo nel campo del buon senso e delle cose da dire e da fare in un contesto che era in ginocchio. E anche il percorso della ricostruzione, perché oggi, ragazzi, la cosa vera è che l'articolo 1, insomma il ponte non c'è ancora nella definizione di un percorso, ed è stato anche migliorato questo articolo 1, però seguendo uno schema che era già nato secondo il modello di pensiero Toninelli-Di Maio: si danno dei poteri straordinari a un commissario, che quindi può affidare la costruzione del ponte secondo una procedura negoziata, quindi al di fuori della pubblicazione di un bando europeo, però nella gara per le opere per la demolizione, intanto, si deve fare la gara, con Autostrade che può rientrare nelle opere propedeutiche. Nelle nostra infinita ignoranza avevamo pensato che, comunque, se gara deve essere fatta, sarà fatta a fronte di un corrispettivo che probabilmente daremo ad Autostrade. E poi il percorso non finisce lì, perché bisogna chiedere ad ASPI, entro 30 giorni, i danari per costruire il ponte e se ASPI non te li dà, allora il buon commissario può chiedere un prestito a un soggetto pubblico e a un soggetto privato, un prestito vero e proprio, remunerato con un tasso accessibile, ma comunque con un tasso che oggi fa tipo il 5 per cento, perché i BTP a dieci anni, che ieri sono stati emessi al 3,3 più 1,5 fa 4,8-4,9, insomma siamo intorno al 5, quindi non gratis.

Quindi oggi il ponte non c'è e il commissario, sempre lui, ieri, non l'anno scorso, osserva due ordini di difficoltà: uno, come procedere con un'assegnazione blindata nei suoi effetti insomma è inattaccabile, e che consenta un percorso più rapido possibile; due, i soldi che deve chiedere ad Autostrade. Questo ha detto ieri Bucci e sono le stesse perplessità che diciamo dall'inizio, quando dall'inizio tutti a Genova abbiamo pensato, anche la Lega, adesso mi spiace che sia andato via il Viceministro Rixi, anche la Lega avrebbe pensato che la cosa più furba da fare e più immediata da fare è far ricostruire il ponte ad Autostrade, seguendo quelli che erano gli obblighi della concessione, poi magari in parallelo e senza urlare troppo - ricordiamoci sempre gli sfollati - avviare la procedura di decadenza dall'assegnazione della concessione perché su quello eravamo tutti d'accordo, perché quando ti crolla un ponte e succede una disgrazia di questo tipo, fino a prova contraria, fino alla soglia del dolore, il responsabile sei tu e devi pagare. Ecco, questo era quello da fare e questo è quello che avevamo proposto. Invece, si è perso un sacco di tempo a litigare e il decreto è arrivato vuoto perché, riprendo le parole di qualcuno, mancavano tante tante cose nella prima stesura, poi sono passate mille bozze, compresa quella che Conte, in modo maldestro e sconsiderato, ha sventolato in piazza De Ferrari a un mese dall'evento, dicendo che questi erano fatti, non erano parole. Ecco, lì dentro non c'era nulla, non c'era neanche una lira per gli sfollati, non c'era neanche una lira per la cassa integrazione, per dire due cose che mi vengono in mente.

E, poi contesto anche il fatto, contesto è una parola un po' grossa, che tutti questi pasticci, il condono di Ischia fosse nelle pieghe; non era nelle pieghe, no, nelle pieghe c'è venuto qualcos'altro, tipo i condoni del Centro Italia, l'ospedale ad personam che abbiamo scoperto stasera e quant'altro, ma lì erano undici articoli su quarantasei, unici articoli che riguardavano Genova e gli altri che riguardavano la qualunque, compreso questo famoso condono di Ischia. Quindi non era nelle pieghe di niente, era proprio già ben presente. E non ci credevamo, perché noi, da subito, noi come gruppo, per primi credo, ma poi tutti gli altri, avevamo chiesto un decreto per Genova, anzi la avevamo chiamata la legge Genova, a pochi giorni dal disastro. E, quindi, anche per questo l'Aula ha chiesto la presenza di Toninelli, ma io credo che se il decreto ha cambiato marcia è perché è cambiata anche la presenza degli attori e, quindi, Toninelli se n'è stato a casa a fare i suoi tweet. Questa la realtà dei fatti e io, in altra occasione, ho dato atto al Vice Ministro Rixi, l'ho detto anche in televisione, di aver comunque contribuito, insieme a tutti noi, a dare una svolta, almeno a dare un segnale e a intraprendere ed iniziative utili affinché questo decreto – nella parte di Genova, sto parlando di quella – prendesse una forma accettabile.

Quindi, abbiamo cominciato a lavorare tutti insieme, tutti i deputati più o meno abbiamo presentato gli stessi emendamenti, di tutti gli schieramenti politici, le Commissioni Ambiente e Trasporti sono venute a visitare la città, a prendere coscienza dei fatti, perché io mi rendo conto che se uno non è di Genova non capisce la difficoltà dell'ambiente, perché uno dice: ma è caduto un ponte. Non è caduto un ponte, è caduto un ponte, ma caduto è caduto con esso un sistema economico, è caduto con esso un sistema di relazioni umane, di posti di lavoro, si è spezzata in due una città perché, banalmente, Genova è così, è fatta stretta, come tutta la Liguria e, quindi, la caduta di questo ponte ha determinato, ad esempio, la separazione tra nord e sud della Val Polcevera. Al di sopra del ponte ci stanno tante e tante persone, tante attività.

Ecco ci è piaciuto appunto che le Commissioni siano venute nel territorio proprio per far capire a chi magari da lontano non poteva capire. È stato diciamo momento quasi storico, che tutte le categorie produttive e lavorative dalla città si siano riunite qui, abbiano steso un documento tutti insieme dalla Culmv, all'ANCE, alla Confindustria, soggetti che non è che si parlino proprio tutti i giorni. Ebbene, loro hanno steso un documento con tutte le richieste condivise, che noi abbiamo tradotto in emendamenti e sono venuti tutti insieme qui, nell'audizione di qualche settimana fa.

Però per far capire a chi prima forse aveva sbagliato mira, e parlo sempre di Toninelli, che le esigenze erano reali ed erano condivise da tutti.

In ogni caso, nonostante sia molto migliorata questa parte di Genova, non siamo completamente soddisfatti intanto per il ponte, per la procedura, che è una roba da matti, cioè che proprio a pensarla si fa fatica, secondo me. Poi per il timore per le risorse, molte risorse verranno reperite la legge di bilancio, timori occupazionali, per la zona arancione che è stata citata prima, tante e tante altre cose. Quindi, sono mancano ancora tante cose, soprattutto, come detto, è mancato il rispetto per Genova e per i genovesi, tanto che Genova è stata usata come scudo per Ischia, per i fanghi, per il Centro Italia, come i miei colleghi Muroni, Stumpo, il capogruppo e insieme agli altri colleghi hanno ben spiegato in quest'Aula.

Finisco mi lasci trenta secondi in più, per citare Maurizio Crozza, ma lo cito in modo serio. Nella puntata della settimana scorsa ha detto, in un passaggio: Legambiente ha scoperto che nel decreto Genova ci hanno infilato tutti i condoni di Ischia, dal 1985.

In un Paese normale non ci sono case abusive, in un Paese un po' meno normale ci sono, ma lo Stato le fa demolire, in un Paese un po' molto, molto meno normale lo Stato le condona, in un Paese un po' meno, meno, meno, meno normale il terremoto le distrugge, ma almeno lo Stato non le fa ricostruire, in un Paese a pezzi, in un Paese di pazzi, lo Stato non solo le fa ricostruire, ma le paga pure con soldi pubblici, in Italia, invece, non solo le fare ricostruire, ma le paga pure con soldi pubblici usando come scusa un ponte crollato a 750 chilometri di distanza, e se il ponte di Genova fosse stato abusivo sarebbe stato tutto molto più facile, bastava un decreto Ischia e l'avrebbero già ricostruito. Questa è satira politica, ma è la realtà delle cose e questo contribuisce alla conferma di un voto tristemente contrario del gruppo di LeU (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fidanza. Ne ha facoltà.

CARLO FIDANZA (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, membri del Governo, noi c'eravamo il giorno dei funerali delle quarantatré vittime del ponte Morandi, c'era una nostra delegazione e siamo rimasti profondamente colpiti dal fatto che nella tragedia, nel lutto, nel dolore di una intera città, di un'intera nazione c'era un segnale positivo che emergeva, la fiducia nelle istituzioni, le istituzioni locali, che avevano reagito molto bene in quelle prime ore dopo il disastro: il comune di Genova, la regione Liguria, e anche la fiducia nel Governo, che veniva visto come un punto di riferimento per dare risposte certe e rapide ai cittadini di una città ferita, una comunità intera che piangeva i suoi morti, ma aveva già voglia di ripartire. E c'eravamo quando, nei giorni successivi, il Ministro Toninelli ha cominciato a dichiarare la qualunque, a prodursi in una serie di dichiarazioni, a nostro avviso avventate, segno sicuramente della volontà di intervenire immediatamente, ma altrettanto segno di dilettantismo, di pressappochismo di tanti atteggiamenti spesso un po' ideologici che cozzavano con la realtà, cozzavano con quelli che erano i bisogni concreti di una città che appunto voleva ripartire.

C'eravamo anche il giorno in cui il Presidente del Consiglio, un mese dopo il crollo, commemorando le vittime, è venuto in piazza De Ferrari, a Genova, a sbandierare il famoso decreto in bianco, perché sappiamo perfettamente che quel decreto non c'era.

E poi ci siamo stati in queste Aule, in tutti i giorni successivi a cercare di migliorare quello che era un testo da cui noi ci aspettavamo tantissimo e che, invece era, nella sua prima stesura, profondamente deludente e lo abbiamo fatto con spirito costruttivo fin da subito, l'abbiamo fatto lavorando intensamente nelle Commissioni, l'abbiamo fatto con un atteggiamento di estrema responsabilità anche in Aula, ripresentando un numero molto ridotto in termini numerici di emendamenti, ma certamente significativi sul piano operativo e sul piano politico. L'abbiamo fatto sempre con il cuore, questo sì, rivolto a Genova, pensando che questo dovesse essere realmente il decreto Genova e non tutto quello che è diventato nel frattempo, cercando di dare risposte a quella comunità che ci aveva chiesto, dagli sfollati ai cittadini comuni fino a tutte le categorie produttive, agli operatori economici della città, risposte concrete. Allora, abbiamo innervato la nostra azione parlamentare per chiedere quelle risposte concrete, per chiedere che ci fosse un commissario, che il commissario fosse il sindaco di Genova Marco Bucci e poi alla fine, dopo tanti tentennamenti, dopo aver bruciato anche figure di spessore, avete scelto, bontà vostra, il commissario nella figura del sindaco Marco Bucci. Abbiamo chiesto che il sindaco, il commissario potesse avere pieni poteri e potesse lavorare con procedure certe, a prova di ricorsi, a fronte di una prima stesura dell'articolo 1 che, invece lo esponeva, com'era di tutta evidenza, a una serie di contenziosi infiniti. Abbiamo lavorato per assicurare a Genova e la sua comunità adeguati stanziamenti per il porto, che è centro nevralgico della logistica, non solo della Liguria ma dell'intero Nord Italia, il collegamento dell'Italia con il resto dell'Europa del Nord, per assicurare sostegno agli operatori dell'autotrasporto, per assicurare sostegno al trasporto pubblico locale, per assicurare gli indennizzi agli sfollati, che erano del tutto assenti dalla prima versione del decreto, per assicurare interventi certi e significativi, per far ripartire il tessuto produttivo di Genova e della sua città metropolitana, che aveva necessità di un segnale forte per poter ripartire. Abbiamo chiesto gli ammortizzatori sociali per i lavoratori di quelle imprese colpite, abbiamo chiesto di estendere i benefici della zona franca urbana, della zona logistica speciale anche all'anno venturo, perché è di tutta evidenza che se ripartenza deve essere, questa non potrà che avvenire soprattutto nel 2019. Abbiamo codificato tutte queste richieste in tanti ordini del giorno, e devo dire che è grazie a questo lavoro parlamentare che questo decreto-legge in quella parte ha finalmente assunto le sembianze di un decreto-legge che possa rispondere, anche se solo parzialmente, alle esigenze di Genova, che dovevano essere l'unica stella polare di questo decreto-legge (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Abbiamo anche provato ad inserire altri elementi del dibattito, perché se decreto-legge “Genova” doveva essere, non si poteva prescindere a nostro avviso dal parlare…

PRESIDENTE. Per favore… Per favore… Per favore…

CARLO FIDANZA (FDI). …del rafforzamento infrastrutturale di Genova e della sua città metropolitana e dell'intera regione. Vi abbiamo stimolato a dirci una parola chiara e definitiva sulle infrastrutture strategiche per Genova, sul Terzo valico, sullo sblocco del finanziamento per il quinto lotto e sul finanziamento al sesto lotto, che speriamo finalmente possano vedere la luce ponendo fine a questo intollerabile balletto dell'analisi costi-benefici, che sta bloccando una nazione intera sull'altare dell'ideologia di una parte della vostra maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Vi abbiamo chiesto una cosa molto concreta, che è stata accolta in un ordine del giorno a prima firma del nostro presidente di gruppo Lollobrigida, per fare in modo che possano partire rapidamente i lavori di prolungamento della linea metropolitana di Genova, dalla stazione di Brin a via dei Canepari: una cosa che si può fare rapidamente, concordando con l'Europa una deroga alle norme attualmente vigenti per una cosa facile, una cosa concreta, che possa dare un'alternativa in termini di trasporto pubblico locale a una città che ovviamente oggi soffre di gravi carenze nella mobilità urbana.

Vi staremo con il fiato sul collo, perché tante di queste risposte sono state rinviate alla legge di bilancio, che di qui a pochi giorni quest'Aula affronterà: vogliamo che oltre alle risorse che sono già state stanziate in questo decreto-legge, vengono stanziate le risorse per il 2019 per rispondere a tutte queste categorie, a queste istanze che vi abbiamo portato.

Abbiamo chiesto che l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali potesse avere una sede specificamente dedicata alla parte strade e autostrade a Genova. Non solo come risarcimento simbolico per le vicende che sono occorse in queste ultime settimane, ma anche come luogo del rilancio operativo: se dobbiamo inaugurare una nuova stagione di controllo, di vigilanza, di manutenzione, di attenzione, di ricucitura di un Paese ferito, che vede i suoi ponti crollare, le sue infrastrutture tremare, dobbiamo farlo ripartendo da Genova, che dev'essere il cuore, il fulcro e il cervello di questa nuova stagione.

E ci avete dato retta: ci abbiamo messo un po' a convincervi, ma grazie agli emendamenti di Fratelli d'Italia oggi questa sede a Genova, con particolare riferimento alle strade e alle autostrade, c'è, ci sarà, e noi siamo contenti di aver contribuito a raggiungere, a determinare questo importante risultato per la città.

Devo spendere questi ultimi minuti per dire anche quello che onestamente non avremmo voluto vedere in questo decreto-legge. Vedete, noi già in tre occasioni differenti, dal decreto-legge “terremoto” al decreto-legge “milleproroghe” fino a questo attuale decreto-legge “emergenze”, vi abbiamo spronato a dare un segnale concreto per far ripartire la ricostruzione delle zone terremotate dell'Italia centrale. Siamo al terzo provvedimento, e abbiamo dovuto impegnare una battaglia d'Aula infinita per convincervi a fare qualcosa di buonsenso, a snellire le procedure burocratiche, a sanare le piccole incongruenze, le piccole difformità che non avete mai voluto sanare. A fronte di questa sordità, ci siamo ritrovati il condono tombale di Ischia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): una norma del 1985 che consentiva di sanare tutto, mentre invece, con una assurda incongruenza, non si consentiva di sanare delle piccole incongruenze a chi nell'Italia centrale aveva subìto il terremoto di due anni fa, e invece ci regalate appunto il condono tombale di Ischia. Noi su questo vi richiamiamo - perché ci sarà poi un quarto provvedimento, una legge di bilancio in cui ancora una volta avete rimandato gli stanziamenti per questo tema - a fare quello che avete promesso, cioè a far ripartire davvero la ricostruzione, a garantire finalmente un occhio di riguardo al Centro Italia; e ci aggiungo, anche alle zone terremotate dell'Emilia e della Lombardia, del terremoto del 2012.

Vado a concludere, Presidente. Noi abbiamo ragionato molto al nostro interno in questi giorni, perché è di tutta evidenza che di fronte ai tanti dati critici che ho pure ricordato in questo intervento, i dubbi sono stati tanti. Ma poi siamo tornati con il cuore, con la mente ai primi giorni, ai primi giorni del dopo disastro di Genova, e abbiamo ripensato a tutto il percorso che abbiamo fatto cercando di dare voce a Genova, ai genovesi, ai liguri, a tutti quegli italiani che vogliono ripartire. E allora ci sentiamo per questa volta di mettere da parte le tante critiche che pure naturalmente nel merito permangono, ma vogliamo provare a investire su un segnale di ripresa su Genova, continuando ad incalzarvi perché manteniate fede agli impegni presi, ma cercando di dare a Genova e ai genovesi il segnale concreto di una speranza. Per questa ragione annuncio il voto favorevole al decreto-legge da parte del gruppo Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mulè. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI). Signor Presidente, sparuti rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, Genova e l'Italia meritavano una risposta veloce, certa, rassicurante. Oggi invece…

PRESIDENTE. Che significa “sparuti”?

GIORGIO MULE' (FI). Sparuti che sono pochi. Non spariti, sparuti: pochi.

PRESIDENTE. Il Governo è presente, giusto per…

GIORGIO MULE' (FI). Ma è sparuto, perché ci sono sette Ministri che hanno firmato, Presidente, il decreto-legge…

PRESIDENTE. Il Governo è presente, giusto per formalizzare le cose.

GIORGIO MULE' (FI). Sì, il Governo è presente in forma sparuta.

PRESIDENTE. Perfetto.

GIORGIO MULE' (FI). Non ci sono i banchi completi.

PRESIDENTE. Certo.

GIORGIO MULE' (FI). Vedo due, quattro, sei, otto, dieci, dodici, ventiquattro sedie, e quattro rappresentanti autorevoli; dopo di che ho solo segnalato che sono sparuti: non mi pare di avere mancato di rispetto, ho fatto una constatazione di tipo numerico, Presidente.

PRESIDENTE. È una constatazione da questo punto di vista discutibile, ma andiamo avanti.

GIORGIO MULE' (FI). No, Presidente, scusi: se ci sono sette Ministri che hanno firmato il decreto-legge e un Presidente del Consiglio, e nessuno di loro è presente io noto soltanto politicamente che nessuno dei sette Ministri e il Presidente del Consiglio sono presenti (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico). Se lei vuole addebitarmi in questo una mancanza di rispetto, Presidente, mi sembrerebbe oggettivamente un po' al di là. Quasi una censura vorrei dire, Presidente.

PRESIDENTE. No, una censura no, perché può dire ciò che ha detto tranquillamente.

GIORGIO MULE' (FI). Io ho detto “sparuti”.

PRESIDENTE. Io, ripeto, dico solo: il Governo è in Aula. Andiamo avanti.

GIORGIO MULE' (FI). Presidente, io non ritengo che “sparuta” sia una parola offensiva o di mancanza di rispetto. Che lei mi interrompa facendomi notare che “sparuta” è qualcosa che non le va bene, oggettivamente - come dire? - mi fa un po' impressione, ecco, Presidente, mi consenta.

PRESIDENTE. Le consento, ma non c'è problema, andiamo avanti.

GIORGIO MULE' (FI). Grazie, Presidente. Che fa, recuperiamo un po' di tempo? Diciamo che ricominciamo?

PRESIDENTE. Avevo bloccato il timer.

GIORGIO MULE' (FI). Allora, via! Signor Presidente, sparuti rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, Genova e l'Italia meritavano una risposta veloce, certa e rassicurante; oggi invece consegniamo una prima parziale risposta a Genova e all'Italia, che è stata lenta nei tempi, incerta nei contenuti e che non è affatto rassicurante se osa soltanto sbirciare oltre la fessura del presente. Tra poco saranno passati 100 giorni dalla tragedia del crollo del ponte: pensate alle vite rubate, pensate ai sogni mai realizzati, alle carezze mai date, alle parole mai dette, alle lacrime mai versate e ai sorrisi mai regalati. Pensate a che cosa pensava di fare chi attraversava quel ponte in quel preciso momento, alle 11:36 del 14 agosto. Pensate al gesto che avrebbero voluto compiere alla fine di quel rettilineo del viadotto, foss'anche il più insignificante dei gesti che noi quotidianamente compiamo e che è stato inghiottito dal crollo. Pensateci, perché solo così avrete e avremo contezza e proiezione delle nostre miserie, del tempo rubato e di quello mai restituito.

Quando ci trovammo qui il 4 settembre, indicammo una strada al Governo e alla maggioranza: dicemmo di percorrere l'unica strada possibile, quella dell'umiltà, di ritrovarsi uniti nel rispetto della Costituzione, declinando il coraggio, seppellendo l'arroganza, rifuggendo dalla ribalta per inginocchiarci tutti al servizio di chi aveva bisogno. Sulla tragedia di Genova non ci sono vincitori e vinti in quest'Aula: solo un lillipuziano della politica (e non è il caso del Ministro Toninelli, perché già voleremmo troppo alto), solo questo lillipuziano, dicevo, può fare l'anatomia di chi ha votato con chi nelle singole votazioni, se il nostro gruppo deve discolparsi, se ha sostenuto emendamenti di Liberi e Uguali, del Partito Democratico, se abbiamo votato con la maggioranza, con quello che è il centrodestra unito o con pezzi dell'opposizione.

Sappia Genova, sappia l'Italia, lo sappiano qui, da questo tempio del libero confronto e da questa cattedrale della democrazia, che ci siamo misurati non con il calcolo politico, ma con la coscienza, sappiano che abbiamo convintamente tolto dal tavolo ogni convenienza di schieramento e abbiamo seguito la luce fioca, ma fiera, del faro della lanterna che indicava la città di Genova (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), anche a costo di apparire infedeli all'alleanza del 4 marzo, certi, graniticamente certi, di aver servito Genova, di aver onorato i morti e di aver ascoltato i sopravvissuti.

Doveva essere il decreto di Genova, ambiva ad essere la legge speciale, ce lo dicemmo dopo i funerali del 18 di agosto, invece quello che votiamo oggi non è né il decreto per Genova, né una legge speciale per Genova. Non avrà il voto favorevole di tutta l'Aula, perché è diventato un decreto macedonia, dove hanno trovato spazio, uno spazio assai angusto, tante altre emergenze, terremoti vicini e lontani, tragedie recenti e recentissime. A tutti diamo risposte smozzicate, a volte sbagliate e certamente mai complete. Perché? Sono mancati il coraggio e la visione, le due categorie che distinguono l'alta politica dalla bassa manovalanza elettorale.

C'è voluto coraggio e pure molto, direi il coraggio degli incoscienti, per imbrogliare i cittadini di Genova quando il Premier Conte sventolò, il 14 settembre, a favore di una piazza ancora ferita un decreto che non c'era, erano i fogli della vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), avete persino lasciato i puntini di sospensione invece degli importi sui capitoli di spesa, sciatti, irresponsabili, superficiali. Un decreto scritto col cuore, dicevate, l'avete ripetuto a pappagallo, un decreto col cuore davvero piccolo e micragnoso, a giudicare dalle somme stanziate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E noi, con la morte nel cuore, abbiamo provato compassione e pena anche per voi, ma c'era Genova, l'amore e il rispetto per la città e l'Italia. E allora abbiamo tenuto a freno la rabbia e l'indignazione. Seguirvi sulla strada dell'improvvisazione, mettere le toppe alle buche che seminavate cammin facendo è stata impresa ardua, perché avete voluto infarcire il decreto che fu di Genova con i terremoti di Ischia e del centro Italia, con le emergenze legate ad altre opere stradali, con i fanghi di depurazione e persino con un emendamento presentato nottetempo dalla maggioranza per i pneumatici fuori uso.

Rendetevi conto, il decreto arriva con 46 articoli e 198 commi ed esce con 61 articoli e 288 commi. Non l'abbiamo corretto, lo abbiamo riscritto. Lo abbiamo riscritto perché c'erano soltanto 140 milioni di Genova e sono stati aggiunti oltre 79, ma ne necessitavano almeno altri 120, non sono tanti.

Il Governo che sfida a viso aperto l'Europa, il Governo che dice a Bruxelles ‘me ne frego' e che costruisce un debito mostruoso di 30 miliardi in deficit pubblico, con politiche mostruose, scopre l'ortodossia delle regole, scopre che i pareri negativi della Commissione bilancio presieduta dal gran sacerdote del deficit sono invalicabili, che i nostri emendamenti, per giunta ben visti dalla maggioranza, siccome hanno previsioni di spesa bocciate dalla Commissione bilancio, non possono trovare accoglimento: bel coraggio! Avete le tasche bucate per pagare sussidi senza senso, mentre avete smarrito il senso del rispetto per le esigenze reali dei cittadini di Genova. Non solo: nel decreto avevate totalmente smarrito il senso e il peso delle parole, alcuni esempi: “mobilità”, era presente una volta, l'abbiamo aggiunta 32 volte nel decreto che licenziamo; “proprietari”: da 17 volte è stato aggiunto fino a 30 volte; il “porto”: da 10 a 20 volte; “Genova”: l'avevate citata 18 volte, siamo arrivati a 40 citazioni.

Le abbiamo scritte noi, queste parole, insieme a quelle che danno ristoro agli sfollati, fondi ai cassintegrati, sostegno ai lavoratori e alle imprese negli emendamenti. Vi abbiamo insegnato a ripeterle: 145 emendamenti, tutti di merito, nessuno con intento ostruzionistico, lo dico al caro fantasma Toninelli. Erano proposte che accoglievano e recepivano istanze del territorio, segnalazioni del sindaco, della regione Liguria, delle istituzioni, delle categorie economiche, professionali, sindacali, del territorio ligure; lo dico al sottosegretario Crimi, abbiamo ascoltato rappresentanti di 1.500 imprese, non ce n'è stato uno - uno! - che non ci abbia chiesto di realizzare le grandi opere e ne parleremo tra poco; 32 delle nostre proposte sono ora parte integrante del testo, avete fatto gli scippi democratici, per carità, nel rispetto delle regole, con la forza dei voti, avete copiato e incollato i nostri emendamenti e li avete fatti vostri dando parere negativo ai nostri emendamenti. Complimenti!

Il provvedimento avrà bisogno di altre 27 norme per essere attuato. Vi segnalo che la nomina del Commissario Bucci doveva essere fatta in dieci giorni e che, a oggi, ed è il 31 ottobre, la notte di Halloween, non c'è ancora in Gazzetta Ufficiale il DPCM di nomina. Magari, visto che è Halloween potete fare la caccia con il vostro amico “mano”, per vedere se magari qualcuno ha nascosto pure questo decreto. Noi una mano, quella della responsabilità, ve l'abbiamo garantita. Abbiamo anche provato a farvi ragionare oltre, parlando di terzo valico, della Gronda, della grande diga. Ci avevate detto che erano istanze inammissibili, mentre a Genova, con l'unica eccezione dei Cinquestelle, la Lega chiedeva a gran voce in regione, con Forza Italia e il PD, di concludere il terzo valico sparito dal decreto.

Allora, amici della Lega, anche voi sparuti, perché non vale a Genova ciò che vale a Roma? Perché Roma è diversa da Genova? È un'offesa all'intelligenza prima ancora che alla politica, dalla Diocesi all'ultimo dei soggetti auditi, tutti hanno definito le opere improcrastinabili, doverose, assolutamente necessarie, urgenti, indispensabili. A questo punto, però, usciamo dal campo dell'umana comprensione e ci avventuriamo nella selva oscura dell'irrazionale, dove regna il principe dell'incompetenza, Danilo Toninelli, un fantasma, non il fantasma dell'opera, la parola opera a lui è sconosciuta nel suo vocabolario, guai poi a mettere insieme grande opere perché abbiamo delle reazioni incontrollate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Diremo allora che il Ministro è stato un fantasma all'opera: all'opera ovunque, ma mai nel luogo dove avrebbe dovuto essere, assente in Commissione, assente in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), ma presente sui social, dalla Costa Azzurra, fotografato, con i morti ancora da seppellire, dal barbiere a rivendicare il suo nuovo taglio! Lì è stato presente! Vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Con commenti dissociati dalla realtà, nel pozzo della vergogna, se si pronuncia il nome di Toninelli sale solo un'eco sorda, non sale proprio nulla. A questo monumento vivente della incapacità si devono molti dei disastri presenti nel decreto iniziale ai quali è stato posto rimedio grazie alla sua assenza e grazie alla presenza, invece, del Viceministro Rixi. Secondo voi, il concessionario potrà rimuovere le macerie riconoscendogli il diritto a tornare ad operare da titolare della concessione sul luogo, pur avendo annunciato la regola e non avendola ancora attuata, per poi abbandonare tutto e pagare per giunta i costi della ricostruzione: gli asini volano! Anche a Toninelli iniziano a distinguersi delle sporgenze sulle spalle, ma voi vi state imbarcando con l'Italia in un contenzioso legale, che non farà costruire il ponte chissà per quanti anni.

Signor Presidente e onorevoli colleghi, Forza Italia rivendica con orgoglio di essersi messa al servizio di Genova. Rivendichiamo di aver dato il nostro contributo per i terremotati del centro Italia e della Campania, così come per le altre emergenze del decreto. Le nostre battaglie e i nostri lavori, al pari della lealtà, non si fermano e continuano. Forza Italia si asterrà da questo provvedimento perché Genova meritava di più, i genovesi meritavano di più e voi che siete andati al funerale a prendere gli applausi non avete neanche il coraggio di essere oggi in Aula: nessuno dei Ministri (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) che ha firmato il decreto per metterci la faccia! Siete dei fantasmi evanescenti quanto la vostra inconsistenza politica, spettri di un tempo che finirà molto presto. Non avete neanche la decenza di venire qui a metterci la faccia.

E allora dico a voi, amici della Lega, riportatelo magari a chi non è in Aula: liberatevi da questo incantesimo, non siate più spettri, tornate ad essere spiriti liberi, è il nostro futuro che stabilisce la legge del nostro oggi. Viva l'Italia e viva Genova (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Congratulazioni)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, questa vicenda potrebbe riassumersi in due pagine, una bellissima e una vergognosa: quella bellissima è l'immagine che ancora serbo dell'audizione con don Moretti…

PRESIDENTE. Per favore… per favore… deputata Gelmini, per favore Occhiuto.

RAFFAELLA PAITA (PD). Dicevo, l'audizione, la pagina più bella, l'audizione di don Moretti, dei cappellani del lavoro, una storia d'impegno della Chiesa genovese nei confronti del mondo del lavoro, una partecipazione attiva.

Quell'audizione, che ha chiesto il Partito Democratico, è per noi un esempio di come la comunità genovese ha saputo riunirsi in una vicenda tragica e a tratti senza speranze e ha saputo richiedere al Parlamento, alla politica tutta e alle istituzioni locali un clima di compattezza e la necessità di un fronte comune di fronte alla richiesta di una ricostruzione immediata del ponte e di una risposta a tutte le persone che avevano subito danni materiali e morali da quella vicenda.

E poi, dicevo, la pagina vergognosa. La pagina vergognosa è stata scritta in questi giorni, in questi giorni nei quali, in una discussione e in un dibattito che ha visto le forze politiche impegnate a migliorare un decreto che era partito sostanzialmente vuoto, il Ministro delle infrastrutture, Toninelli, non si è degnato di partecipare neppure un minuto alla discussione di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Avrebbe dovuto farlo per rispetto a quelle vittime, avrebbe dovuto farlo perché avrebbe raccolto dal Parlamento proposte importanti. Io certamente ringrazio gli esponenti del Governo che invece sono stati presenti in questa discussione, ma chi aveva le competenze primarie, chi avrebbe dovuto garantire la regia, chi ha fatto proclami, chi ha gettato responsabilità sugli altri nel momento in cui la tragedia è avvenuta non era presente.

Noi abbiamo comunque fatto il nostro dovere e lo abbiamo fatto con un dibattito rigoroso. Infatti, abbiamo evitato in ogni occasione di cedere alle strumentalizzazioni che voi avete portato e abbiamo cercato di migliorare gli errori che erano contenuti in quel decreto. In alcuni casi ci siamo riusciti, in altri era sostanzialmente impossibile. Dove era impossibile? È stato impossibile sanare la prima questione, quella più importante, cioè il tema della certezza della ricostruzione dell'opera perché voi avete costruito un meccanismo giuridico che non sarà affatto certo. Voi sapete perfettamente che quel decreto è a rischio ricorsi e sapete perfettamente che quel decreto non garantisce le coperture per la realizzazione del ponte. Voi sapevate che le persone che hanno perso il lavoro in quella vicenda avevano bisogno di un sostegno al reddito e della cassa integrazione. Vi abbiamo chiesto di far sì che quei risultati fossero portati avanti almeno per 24 mesi, ma purtroppo non ci avete ascoltato e avete declinato questa proposta in un mero ordine del giorno e raccomandazione. Noi vi abbiamo chiesto di lavorare perché la portualità - il primo porto italiano, un porto che ha destinazioni con tutto il mondo - venisse tutelata da questa vicenda nel momento in cui oggi è sostanzialmente irraggiungibile. Ma avete messo in atto dei provvedimenti sulla zona logistica speciale e sulla ZES che non sono affatto impegnativi e che rischiano di essere sostanzialmente inefficienti.

E poi c'è l'ultima pagina, la pagina di oggi, la pagina nella quale noi abbiamo potuto vedere che la responsabilità - anzi l'irresponsabilità - di questo Governo certamente sta in capo al MoVimento 5 Stelle e alla fantomatica analisi costi-benefici, che non si è ancora capito che cosa sia, ma sta anche in capo a chi ha pensato di tutelare maggiormente le proprie poltrone rispetto all'interesse dei genovesi. Noi abbiamo visto in quest'Aula la Lega votare contro sul Terzo Valico e sulla Gronda, due opere strategiche che quel territorio si è guadagnato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), la prima, la Gronda, con il pagamento dei pedaggi e il Terzo Valico con il sudore di una comunità che ha lottato per quell'infrastruttura.

Questo decreto è un decreto insoddisfacente già per la parte genovese ma la vergogna più grande è stata quella di vedere nascosto dietro a questo decreto e nei meandri di questo decreto una pagina buia e brutta per il Paese, quella del condono di Ischia. Poi, c'è quella della vicenda dei fanghi. Vi abbiamo esortato a stralciare questa parte per fare in modo che ci fosse la capacità di concentrarsi sulla vicenda di Genova. Ve l'abbiamo chiesto in tutti i modi e abbiamo fatto appello anche al rigore morale delle vostre dichiarazioni del passato, voi che pensavate di essere quelli con la superiorità morale e che siete finiti, invece, nel portare avanti un decreto che doveva parlare di vittime e di risarcimenti per Genova e che, invece, ha parlato di condoni che mai in questo Paese erano stati portati avanti in quel modo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Voi avete reso una vicenda, che la comunità genovese vi aveva chiesto di portare avanti con dignità e con la capacità di una risposta unitaria della politica, come una vicenda ignobile e noi non possiamo accettare che dentro alla vicenda di Genova e dentro ai problemi di Genova si nascondano, invece, interessi cupi e interessi che noi mai potremmo accettare per questo Paese.

Per questa ragione noi voteremo contro. Ci sono ragioni che riguardano la realtà genovese e ragioni che riguardano l'Italia. Di certo, c'è un filo conduttore che lega entrambe le vicende e, cioè, la vostra inadeguatezza e il fatto che abbiate condotto questa discussione senza alcuna capacità di dare risposte al Paese e a Genova (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vazio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO (PD). Grazie, Presidente. Il 14 agosto è crollato un ponte a Genova con 43 morti ed è una ferita - è stata una ferita - non solo per la Liguria ma per tutto il Paese. Noi, a cominciare dalla Liguria, abbiamo immediatamente dato una vicinanza alle istituzioni locali, alla regione e al comune, benché non fossero rappresentate da forze politiche a noi vicine, perché ritenevamo che dovesse essere privilegiata la vicinanza e l'assistenza ad una comunità gravemente colpita. Due giorni dopo - e non due mesi dopo, come è avvenuto per opera del Governo - noi abbiamo indicato che fosse il sindaco di Genova il commissario prefettizio da nominare e lo abbiamo detto pubblicamente, assumendoci anche una responsabilità sotto questo profilo. Il Governo c'è arrivato due mesi dopo.

Non abbiamo mai negato la gravità di un crollo o la responsabilità della concessionaria, ma ci è parso giusto dire che attribuire al commissario straordinario la qualifica di Superman, cioè di ricostruire un ponte senza soldi, era un qualcosa di particolarmente ignominioso, soprattutto per la comunità genovese ma soprattutto perché si sarebbe potuta obbligare la concessionaria, fermo restando il procedimento di revoca, a fare la gara e a finanziare sia la costruzione sia a provvedere al risarcimento dei danni.

Ma quello che voglio dire è che non accettiamo lezioni morali dal MoVimento 5 Stelle e tanto meno dal Ministro Toninelli. Noi non abbiamo mai ospitato sulle nostre pagine Facebook o sui nostri blog le dichiarazioni di chi sosteneva che il ponte Morandi non sarebbe mai crollato e che lo si diceva solamente per non costruire la Gronda (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Noi queste cose non le abbiamo mai ospitate, a differenza di quello che ha fatto il blog dei 5 Stelle.

Ma noi ci troviamo in una grande difficoltà, Presidente, perché abbiamo di fronte a noi il decreto che aiuta la nostra città e aiuta la nostra regione ma ci troviamo anche di fronte ad un cavallo di Troia, a un cavallo di Troia che ha nella sua pancia il condono più grande e più abominevole della storia repubblicana, un condono che condona i condoni che sono stati già approvati da questa Repubblica e ha nella sua pancia anche l'autorizzazione allo spargimento di fanghi e di idrocarburi. Ci sono state anche simpatiche rappresentazioni teatrali fatte da comici su questa vicenda. Abbiamo riferito che si parlava non di pomodori a 4 euro, ma pomodori a Euro 4. Ebbene, questo tipo di provvedimento va a sanare sotto il profilo penale la condotta di chi commetteva dei reati. Ma vede, Presidente, non ci siamo soffermati, non si è soffermato sufficientemente il Governo, e i colleghi del MoVimento 5 Stelle sono stati superficiali, e glielo ricordo ancora un'ultima volta, questo tipo di ragionamento. L'articolo 2 del codice penale prevede che nessuno può essere punito per un fatto che non è più previsto come reato; e per colui che è stato già condannato in forza di quella legge, se condannato, cessano gli effetti dell'esecuzione penale e anche gli effetti penali della condanna. E sapete, cari colleghi del MoVimento 5 Stelle, voi che avete a cuore l'onestà, il 7 novembre 2016 le Sezioni unite della Cassazione penale, qua a Roma, con il presidente Canzio, hanno stabilito un principio cardine sotto questo profilo proprio dello spargimento dei fanghi.

Hanno detto testualmente che il giudice, nel dichiarare che il fatto non è più previsto dalla legge penale come reato, deve revocare anche i capi delle sentenze che concernono gli interessi civili. Cioè, coloro che hanno subito il danno dall'inquinamento per lo spargimento dei fanghi, che hanno subito il danno ambientale o anche il danno alla salute, se anche, a fronte di una condanna, c'è stata una condanna per gli interessi civili, viene spazzata via, sarà spazzata via per la vostra legge. Ma non basta, ma non basta, perché la Cassazione penale nel 2017, quella che fissava la natura, i limiti, i parametri dei fanghi e del loro spargimento, anche questa è spazzata via, anche questa è spazzata via. Non è più reato.

E anche coloro che sono stati condannati in primo e in secondo grado saranno assolti dalla Corte di cassazione. Questa è una vergogna! E allora, concludo, Presidente, dicendo che come uomo, come giurista, come padre, non posso, non voglio mettere il mio nome, la mia faccia e il mio voto ad un provvedimento di questa natura, che è un cavallo di Troia brutto e indegno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD). Signor Presidente, non è il mio compito illustrare le ragioni del voto del Partito Democratico, voglio soltanto illustrare le ragioni del mio voto. Perché il mio voto è un voto dato a malincuore, nel senso che io avrei con tutta la mia volontà, con tutta la mia aspirazione, votato questo decreto, se il titolo originario fosse rimasto corrispondente al contenuto. Sono stato tra quelli che, nell'immediatezza dell'evento di Genova, ha chiesto una legge che affrontasse le conseguenze economiche e sociali di quel dramma; e sono stato tra quelli che ha invocato un'unità tra tutte le forze politiche, perché ritengo che, di fronte a queste vicende, le forze politiche si debbano unire. Genova è la storia di una città importante nel Mediterraneo, ma è anche la storia, in gran parte, di una classe operaia tra le migliori d'Italia, che ha fatto e difeso la democrazia italiana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), seguendo e praticando la strada dell'unità, seguendo e praticando la strada dell'unità.

Ecco perché avrei voluto davvero che questa sera si celebrasse un momento di unità. Non mi piace in generale la propaganda, né ascoltarla, né sorbirla; e non credo che un tema come questo debba essere oggetto di propaganda, anche se poi ognuno di noi deve fare il proprio mestiere.

Ma, a fronte di quello che è avvenuto, di quella ferita, di quella rottura, c'erano tutte le condizioni per uno sforzo di tutte le forze migliori politiche e sociali del Paese. Il Governo ha scelto un'altra strada; ha scelto una strada che forse nel brevissimo periodo potrà dare anche qualche risultato elettoralistico, ma, alla lunga, finirà per consumarsi e rivelarsi un tradimento nei confronti delle aspettative che ha sollecitato. Sono d'accordo con i miei colleghi: mi sarei aspettato di più su Genova, mi sarei aspettato una risposta ai temi dei nodi infrastrutturali, mi sarei aspettato anche una soluzione più brillante del “paga lo Stato e poi chiederemo a Autostrade”, rispetto alla questione della ricostruzione.

Secondo me è un sintomo del fatto che un conto è agitare la demagogia, un conto è agitare un'alterità rispetto al sistema e un'altra cosa è cambiarlo il sistema, sono due cose molto diverse tra di loro; e credo che, in qualche modo, questa vicenda dimostri esattamente la differenza che c'è tra battaglia democratica per il cambiamento e demagogia. Però un decreto si vota per quello che c'è, non per quello che non c'è. E quello che c'è, dopo gli sforzi delle Commissioni, del Parlamento, ha oggettivamente migliorato la situazione. Se noi dovessimo votare soltanto gli articoli che riguardano il sostegno alle categorie che sono state colpite dal dramma, noi potremmo dire “ci vuole un altro decreto”, ma non potremmo dire che quegli interventi sono sbagliati.

Il problema è che però c'è dell'altro: non voto contro per quello che non c'è, voto contro per quello che c'è (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); e quello che c'è è l'ennesima esaltazione dell'illegalità in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Noi dovremo spiegare, perché poi, quando si vota un provvedimento, anche se sei contro, comunque in qualche modo ne assumi una responsabilità, che tanti artigiani, tanti professionisti e tanti cittadini comuni sono andati davanti a un giudice perché hanno fatto un progetto in lieve difformità rispetto a quello che avevano presentato al comune, ma ce ne sono altri che hanno avuto la fortuna di vivere nel collegio del Ministro Di Maio, e che, per questa ragione, potranno godere di un trattamento affatto diverso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Noi dovremo spiegare che un provvedimento che aveva questa nobiltà e questo valore è stato utilizzato per affrontare un tema che, se ci si metteva a tavolino, poteva essere risolto insieme. Anche qui, la questione dei fanghi è vera, è un problema reale. Ho sentito negarlo: no, è un problema reale, il tema dei fanghi esiste, ma voi lo avete affrontato nel modo peggiore, senza pareri scientifici, senza supporto di valutazioni, senza nessuna valutazione dell'impatto che la scelta che state facendo determinerà su processi penali che sono in corso.

Allora lo dico con molta franchezza: avrei voluto votare questo provvedimento. Non lo posso votare non per quello che dice su Genova, ma per quello che dice dell'Italia, perché dell'Italia e all'Italia dice due cose: che il can che abbaia non morde, cioè che un conto è sbraitare contro Autostrade e un conto è sfidarla davvero con la capacità di avanzare delle proposte e dei progetti che mettano in discussione anche delle rendite che devono essere messe in discussione di questo Paese.

Dice un'altra cosa: che ancora una volta si premiano i furbi. E dice un'altra cosa ancora, la peggiore di tutte, nei giorni in cui si ribellano gli elementi contro di noi: che si scherza ancora con l'ambiente, che con la superficialità che meriterebbe cause ben meno importanti si affronta un tema come quello della trattazione dei fanghi, senza nessun supporto scientifico, senza nessun supporto tecnico, senza nessuna valutazione dell'impatto che questa cosa può determinare. E guardate, la cosa peggiore che noi stiamo facendo, condonando Ischia, condonando nell'Italia centrale, buttando là i fanghi, senza capire esattamente quello che succederà, la cosa peggiore che stiamo facendo è sacrificare gli interessi e i bisogni delle generazioni future.

Questo stiamo facendo nel momento in cui la terra, nel momento in cui gli elementi intorno a noi ci stanno dicendo che lo abbiamo fatto per fin troppo tempo. Ecco, questa è una responsabilità che vi portate voi ed è una responsabilità che francamente io non voglio condividere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Delrio. Ne ha facoltà.

GRAZIANO DELRIO (PD). Grazie Presidente, è il giorno della delusione, lo dico con grande rammarico. Il Governo ci ha deluso. Noi avevamo garantito, come tutte le altre forze politiche, la piena collaborazione per ridare speranza a Genova, a quella città ferita che attendeva velocemente una risposta. È stata promessa una risposta in tempi rapidissimi, sono stati sventolati fogli vuoti nelle piazze di Genova dicendo “questo è il decreto”, ma il decreto è arrivato con un ritardo enorme e io credo che sia arrivato con questo ritardo enorme non perché si siano studiate le norme per Genova, ma perché avete voluto studiare le norme per il condono edilizio di Ischia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Questo è il primo grave errore, la grave colpa che imputiamo al Consiglio dei ministri. Attenzione, il lavoro serio che va riconosciuto - l'ho fatto ieri nella riunione dei Capigruppo -, il lavoro serio che ha svolto il Vice Ministro Rixi e il sottosegretario all'editoria Crimi, un lavoro serio, di dialogo, di costruzione di soluzioni, non toglie nulla alle responsabilità del Consiglio dei ministri. Il Consiglio dei ministri è responsabile di questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), ci ha mandato un decreto con un ritardo inaccettabile, con dentro un condono edilizio mai visto prima, con dentro norme che non c'entravano nulla con la città di Genova.

La discussione in questo Parlamento è stata fatta tutti insieme perché tutti insieme ci aspettavamo una legge speciale per Genova, perché sappiamo, come abbiamo detto, che Genova è una città particolarmente fragile, perché questo ponte, come ha detto benissimo il collega Pastorino prima di me, rappresenta più di un collegamento: è proprio un segnale di congiunzione tra parti diverse della città che, per la loro morfologia, la loro difficoltà - diciamo - di sviluppo edilizio, sono assolutamente tenute insieme solo da questa unica infrastruttura. Quindi ci aspettavamo una risposta rapidissima a questa a questa emergenza, una risposta che in primo luogo non deludesse il primo problema, la prima questione da affrontare, cioè la ricostruzione del ponte.

Il decreto uscito dal Governo, da Palazzo Chigi, non dava nessuna certezza per la ricostruzione del ponte. Adesso abbiamo un po' rimediato, con un lavoro fatto collegialmente, tutti insieme, cercando di dare almeno un appiglio al povero commissario, ma anche ora sappiamo tutti - non diciamoci bugie - sappiamo tutti che la ricostruzione è incerta: la ricostruzione è totalmente incerta. Questo decreto non dà nessuna garanzia sulla ricostruzione, perché il commissario stesso ha riconosciuto questa cosa. Bisognava, cioè, subito, dare gli strumenti per ricostruire il ponte: questa era la prima cosa. La seconda cosa era subito dare la catena di comando, il commissario. Abbiamo dovuto aspettare cinquanta giorni: perché? È il sindaco responsabile della città: perché abbiamo dovuto aspettare cinquanta giorni? Per una discussione di potere tra i partiti al Governo: era questo l'interesse di Genova? Perdere giorni per una discussione di potere? Perché il Governo, che dice che se ne frega del bilancio dell'Europa, cioè del patto di stabilità esterno, è improvvisamente così preoccupato di poter mettere un po' più di risorse sulla zona arancione: perché? Perché non mettere più risorse per i lavoratori del porto? Perché non mettere le risorse subito per le infrastrutture di Genova (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Perché, visto che si fa una spesa in deficit per 30 miliardi? A questo punto, Presidente, tramite lei, lancio un appello al sindaco di Genova: faccia come fa Salvini, se ne freghi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Rompa il patto di stabilità interno: lui sì che ha i poveri sotto casa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! I suoi assistenti sociali tutti i giorni hanno gente che gli chiede l'integrazione all'affitto: lui sì deve tappare le buche, lui sì deve costruire giardini e parchi sicuri, lui sì deve pagare la polizia per la sicurezza, lui sì ha diritto di violare il patto di stabilità interno, non voi con l'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Lui sì! Peraltro, i comuni sono responsabili del 2 per cento del debito pubblico: non sorrida, non sorrida Ministro Fraccaro. Lei è il vero responsabile anche del casino che è successo qua dentro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) con le sue parole irresponsabili.

Lei ha osato accusare noi, lei ha osato accusare noi di ostruzionismo.

PRESIDENTE. Si rivolga a me, Delrio.

GRAZIANO DELRIO (PD). Sul decreto Genova, sugli articoli su Genova non c'è stato nessun ostruzionismo e se lo dite siete bugiardi, siete bugiardi se lo dite, non c'è niente, niente che possa dire che noi abbiamo fatto ostruzionismo sugli articoli relativi a Genova. Abbiamo fatto ostruzionismo, mi consenta signor Presidente, lo dica al Governo, a questo Governo che ha preparato questo bellissimo decreto che abbiamo dovuto riscrivere daccapo e che ha inserito un condono in questo bellissimo decreto, dica lei al Governo, per favore, che noi abbiamo semplicemente esercitato la nostra legittima opposizione a uno scandalo profondo per questo Paese.

Voi avete aperto di nuovo il vaso di Pandora, avete aperto di nuovo quello che separa l'uomo dai suoi mali, come dice la leggenda di Pandora, cioè avete riaperto l'idea in questo Paese che presto o tardi arriverà un condono, in un Paese che ha 5 milioni, 5 milioni di pratiche inevase per l'edilizia, in un Paese che ha il 50 per cento di edifici abusivi in certe regioni, ve lo dico perché da Ministro ho fatto ricorso contro una regione che legittimava l'abusivismo di necessità e abbiamo messo soldi per le demolizioni, per la demolizione degli edifici abusivi e mai e poi mai mi sarei aspettato che questo Governo del cambiamento arrivasse con un condono per Ischia.

Ai colleghi dei cinque Stelle - a cui non devo imputare niente, perché il Parlamento si è comportato in maniera seria secondo me, a differenza del Governo, ha dato risposte serie - sinceramente ho da fare una domanda: non capisco, se non c'è nessun condono edilizio, perché abbiamo dovuto inserire una norma? Se non c'è nessuna sanatoria, se le leggi sono quelle esistenti, se non avete cambiato nulla, se non avete allargato le maglie, perché c'è una norma in questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Presidente, questa è una domanda che rimarrà senza risposta, non lo sapremo mai, perché se avete semplicemente applicato le leggi esistenti, se non avete allargato le maglie del condono, se non avete consentito a quelli che adesso possono finalmente sanare situazioni che non erano sanabili - perché non avete nemmeno avuto il pudore di applicare l'ultima legge di condono, ma addirittura quell'85 - se non avete fatto queste cose perché, perché le avete scritte se non ce n'era bisogno, che cosa avete scritto?

Allora Presidente, noi ci aspettavamo un decreto forte su Genova, un decreto che affrontasse anche e non solo i nodi dell'emergenza, ma anche i nodi strutturali; e qui non abbiamo sentito una parola seria sulla Gronda, anzi l'abbiamo sentita ieri dal Ministro delle infrastrutture il quale ha detto che sulla Gronda di Genova - vorrei che su questo punto i genovesi ascoltassero bene - non c'è nulla, non c'è cioè un progetto definitivo approvato, non ci sono 260.000 metri quadrati di aree di cantiere già approntate, non ci sono espropri già fatti, no per lui non c'è nulla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E' una cosa incredibile! E' una cosa incredibile: c'è un cantiere pronto a partire, ma non c'è nulla, non c'è il progetto, non ci sono gli espropri, non ci sono le aree di cantiere. Se non le avete viste andatele a vedere! Quindi di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando che non si dà la certezza sulla Gronda, si dice che sul terzo valico si farà un'analisi costi-benefici, per che cosa, per interrompere un'opera al 40 per cento già eseguita? Che cosa pensate di fare con i costi-benefici su un'opera al 40 per cento già eseguita? Con dei contratti in essere, con dei finanziamenti in essere? Non c'è una scelta forte, che è la cosa che manca ancora, sul finanziamento della diga foranea, che è quella che dà competitività a tutto il territorio. Cioè non ci sono né le risposte immediate né le risposte strategiche di lungo respiro. Ma in compenso c'è un segnale fortissimo a coloro che in questo Paese hanno sempre pensato di poter fare i furbi, cioè c'è un segnale sul condono edilizio e questa è una colpa gravissima. Questa è la vostra responsabilità, i ritardi in questi giorni sono vostra responsabilità, della vostra incapacità a gestire il decreto. I ritardi in questo decreto sono vostra responsabilità, non c'era nessuna opposizione che vi impediva di nominare subito il Commissario, di fare subito il decreto e di venire subito in Aula. Ho proposto alla maggioranza di stralciare le norme sul condono e di approvare già la settimana scorsa il decreto su Genova e avete rifiutato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Avete rifiutato, cioè Genova non è al centro dei vostri pensieri. Forse, chiudendo un occhio su Genova avete chiuso un occhio veramente sul Paese, questa è una colpa che vi rimarrà a lungo perché i problemi sono ancora tutti sul tappeto tra pochi mesi e allora non potrete dire che è colpa del dell'opposizione che si oppone a un condono ingiusto, dovrete assumervi finalmente – speriamo, perché un giorno vi accorgerete che state governando vero? Un giorno ve ne renderete conto – le vostre responsabilità (Applausi dei deputati delPartito DemocraticoCongratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Parolo. Ne ha facoltà.

Chiedo un po' di silenzio, per favore.

UGO PAROLO (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi permettetemi, dopo aver sentito l'ex Ministro Delrio, una nota di servizio. Oggi, proprio oggi, si è votato in quel che resta delle province e, quando dico si è votato, uso un eufemismo, uso un eufemismo… (Commenti dei deputati del gruppo Partito DemocraticoApplausidei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

PRESIDENTE. Fate terminare il vostro collega.

UGO PAROLO (LEGA). Province che grazie alla legge Delrio, a cui sono attribuite funzioni fondamentali, ma che sono state private non dei soldi che lo Stato trasferisce alle stesse, ma dei tributi che i cittadini pagano alle stesse province…

PRESIDENTE. Deputata Morani!

UGO PAROLO (LEGA). E che non possono più svolgere quelle funzioni. Votazioni che non sono votazioni dei cittadini, ma votazioni nelle consorterie dei partiti, non scelgono i cittadini, scelgono i partiti chi governa le province (Applausi dei deputati del gruppoLega-SalviniPremier). E, allora, Ministro Delrio, a cui pure va la mia simpatia personale, dico: hai sbagliato giorno per difendere gli enti locali. Oggi avresti dovuto tacere (Applausi dei deputati dei gruppiLega-SalviniPremier e MoVimento 5 Stelle). Detto questo, colleghi…

PRESIDENTE. Deputato Parolo, si rivolga alla Presidenza.

UGO PAROLO (LEGA). Presidente, ci avviamo alla conclusione di un acceso e complicato dibattito parlamentare che ci ha comunque uniti nell'impegno, condiviso, per licenziare la miglior proposta possibile, stante l'evidente straordinarietà della motivazione principale del provvedimento. Siamo di fronte, cari colleghi ad un fatto assolutamente eccezionale, che non ha precedenti a livello nazionale, sia per le dimensioni della tragedia che per le modalità. Di sicuro non possiamo affermare che non vi fossero state avvisaglie molto allarmanti. Come non ricordare qui il crollo di un cavalcavia in Piemonte il giorno 19 aprile del 2017, presso lo svincolo di Marene, con due carabinieri rimasti illesi per miracolo e la loro auto schiacciata, oppure il ponte crollato il 9 marzo del 2017 sull'A14, presso Camerano, Ancona, con la morte di due coniugi e poi il ponte di Annone, a Lecco, crollato il 28 ottobre 2016, che ha provocato un morto e diversi feriti, e ancora, come non citare il crollo del 10 aprile 2015 di quattro piloni del viadotto Imera, sull'autostrada A19 Palermo-Catania, segnali di allarme che ci prospettano una situazione preoccupante circa lo stato manutentivo e di sicurezza dalle infrastrutture stradali, ma non solo.

Ma la tragedia del ponte Morandi a Genova va oltre gli ormai purtroppo periodici crolli che interessano il nostro Paese, è indiscutibilmente un episodio che resterà scolpito fra il novero dei più grossi lutti nazionali. Crediamo colleghi che questa promessa fosse doverosa per riportare il dibattito dentro un costruttivo e oggettivo confronto, e allora riteniamo sia utile qui ricordare che il Governo ha tempestivamente agito, assumendo e graduando gli atti, sia in termini temporali che di completezza e strategicità.

Il Governo sin dalle prime ore oltre a garantire la costante presenza sul luogo, in particolare del Vice Ministro Edoardo Rixi, che vogliamo ringraziare (Applausi dei deputati dei gruppiLega-SalviniPremier e MoVimento 5 Stelle), ha assunto immediatamente, sin dal giorno successivo, il 15 agosto, i provvedimenti di urgenza, dichiarazione dello stato di emergenza per dodici mesi, stanziando 5 milioni e, con successiva delibera del Consiglio dei ministri del 18 agosto, stanziando ulteriori 28,5 milioni. Il 20 agosto, con ordinanza numero 539 il presidente dalla regione Liguria è stato nominato commissario delegato a cui è stata demandata la predisposizione del piano di interventi con contabilità speciale. Infine, in data 28 settembre il Governo ha licenziato il decreto-legge n. 109, oggi in esame per la sua conversione in legge e, in data 4 ottobre, come previsto dallo stesso decreto, è stato individuato e nominato il commissario straordinario nella figura, autorevole, del sindaco di Genova. Una gradualità di interventi che riteniamo non solo giustificabile per l'eccezionalità della situazione, ma anche opportuna per la complessità delle questioni affrontate. Ma il cuore vero di questo decreto-legge …

ALESSIA MORANI (PD). Il condono!

PRESIDENTE. Deputata Morani!

UGO PAROLO (LEGA). Scusi Presidente, ho sbagliato pagina ma mi riprendo subito (Applausi dei deputati dei gruppiLega-SalviniPremier).

PRESIDENTE. Non c'è problema.

UGO PAROLO (LEGA). Dicevo, ma il cuore vero di questo decreto-legge non sono solo le norme che prevedono la ricostruzione del viadotto Morandi, bensì tutte le disposizioni legislative che mirano ad impedire che una tragedia simile abbia a ripetersi e che mirano a trasformare una tragedia in un'occasione di sviluppo per il quadrante nord-ovest, soprattutto in termini di logistica e trasporti e di sostegno al sistema produttivo.

Non vogliamo entrare più di tanto nel merito delle modalità con cui si individua il percorso giuridico, amministrativo, tecnico per la ricostruzione del ponte Morandi. Prendiamo atto delle proposte del Ministero delle infrastrutture, consci che modalità diverse evidentemente avrebbero comportato inevitabili punti di forza e di debolezza. Noi lealmente sosteniamo la proposta del Governo, nella certezza che sia stata effettuata ponderando nel migliore dei modi ogni possibilità in campo. La scelta di un commissario che nessuno, nemmeno nel corso di questo difficile dibattito, ha osato mettere in discussione per quanto riguarda competenze ed autorevolezza, sicuramente dà forza alle scelte del Governo.

Permetteteci, a tal proposito, di poter formulare i migliori auguri di buon lavoro al commissario, Lo attende un compito difficile, pieno di insidie, una responsabilità enorme di fronte al Paese intero, ma noi siamo certi che, con il supporto di tutte le istituzioni e dei cittadini, il compito assegnato potrà essere portato a termine nei tempi e nei modi che tutti si attendono.

Vogliamo, invece, soffermarci sui tanti aspetti che danno realmente un valore strategico e una visione di lungo termine al provvedimento in esame. Sono previste misure per riconoscere i danni agli sfollati e alle strutture private, siano essere residenziali o produttive, direttamente coinvolte dall'evento, e misure a sostegno del reddito, le esenzioni fiscali a supporto del sistema produttivo. Le vogliamo ricordare sinteticamente: 360 milioni nella contabilità speciale del commissario per l'anticipo delle spese necessarie per la demolizione e smaltimento delle rovine del ponte Morandi, per l'avvio della progettazione e l'affidamento dell'infrastruttura, 21 milioni aggiuntivi per l'assunzione di personale a tempo determinato per gli enti locali, sistema regionale allargato, camere di commercio fino a 300 unità, circa 1,6 milioni di esenzioni fiscali alle famiglie degli sfollati, 10 milioni aggiuntivi per le imprese e professioni nella zona rossa da ridefinire con apposito provvedimento, 35 milioni per la delocalizzazione delle imprese interessate dall'evento, 30 milioni di indennità integrativa per i lavoratori, 45 milioni per il sistema dei trasporti e autotrasporti, 30 milioni per l'ottimizzazione della logistica di ingresso e uscita dal porto e la realizzazione del varco di ingresso di ponente; incremento con 60 unità dell'organico dell'Agenzia delle dogane, per preservare e implementare la capacità ricettiva del porto di Genova. Dieci milioni di euro come prima dotazione della zona franca urbana; 4,2 milioni di euro per l'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure occidentale. Il totale delle risorse a disposizione del commissario è di circa 590 milioni di euro: tantissime risorse, non poche risorse, al netto della demolizione e ricostruzione del ponte Morandi, in carico per legge al concessionario uscente, e al netto del risarcimento per le abitazioni da demolire, sempre in carico al suddetto concessionario. Una grande opportunità di sviluppo strategico per la Liguria, e non solo per Genova.

Ma questo testo, una volta licenziato dal Parlamento, avrà un altro grande merito: finalmente si declina l'obbligo di procedere alla corretta manutenzione del patrimonio infrastrutturale, viabilistico e ferroviario nazionale, prevedendo attraverso la costituenda Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie delle infrastrutture stradali e autostradali una puntuale disciplina con compiti chiari, possibilità di definire norme specifiche, possibilità di controlli efficaci e sanzioni adeguate. È il primo passo necessario per invertire la rotta, per fare in modo finalmente che anche nel nostro Paese si possa programmare efficacemente la manutenzione delle tante infrastrutture. Solo così si potranno evitare in futuro nuove tragedie, solo così daremo un vero valore aggiuntivo al nostro lavoro legislativo, solo così sapremo cogliere fino in fondo il tragico segnale giunto da Genova. E a tal proposito è assolutamente meritoria e fondamentale anche la previsione dell'archivio informatico nazionale delle opere pubbliche.

Evito alcuni passi. Vorrei chiudere parlando dell'articolo 41, che riguarda la questione dei fanghi. Abbiamo risolto un'emergenza ambientale generata dalla carenza di norme oggettivamente applicabili.

PRESIDENTE. Deputato Parolo, deve concludere.

UGO PAROLO (LEGA). Presidente, un gruppo ha parlato mezz'ora: credo che due minuti in più siano ammissibili. I colleghi del PD…

PRESIDENTE. Non è questo il metro: ogni deputato ha 10 minuti, quindi lei ha sorpassato il tempo. Le voglio dire che deve concludere.

UGO PAROLO (LEGA). Però mi dà due minuti e ho finito… Se mi lascia un minuto concludo.

PRESIDENTE. Prego.

UGO PAROLO (LEGA). I colleghi del PD si sono scagliati con veemenza contro le scelte del Governo, imputando allo stesso Esecutivo e a regione Lombardia, soccombente di fronte a una sentenza del TAR, ogni tipo di responsabilità, sia in ordine alla presunta incapacità amministrativa sia in ordine alla salute pubblica, sia in relazione a non chiari tentativi di favorire fantomatici interessi di parte. Ebbene, chiedo ai colleghi del PD se la scelta che loro ritengono più adatta per risolvere la vicenda sia quella praticata dal presidente dalla regione Toscana. La Toscana dal 2016, incapace di normare e gestire, ha risolto la questione smaltendo tutti i fanghi in Lombardia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier). A seguito della citata sentenza del TAR, non potendo più smaltire in Lombardia, cosa fa la Toscana? Con ordinanza del presidente della regione smaltisce i fanghi in quattro discariche. Colleghi del PD, è questa la vostra proposta? È questa la soluzione che tutela la salute ed evita di favorire interessi di parte, come se la gestione delle discariche fosse fatta da un ordine francescano? Bene ha fatto il Governo a porre temporaneamente un freno all'emergenza gestionale in atto; anche per la regione Toscana, che ora non avrà più l'alibi di portare i fanghi in discarica, con buona pace di chi le gestisce. Per tutti questi motivi votiamo a favore, signor Presidente (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-SalviniPremier e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Uva. Ne ha facoltà.

Chiedo un po' di silenzio, per favore.

FRANCESCO D'UVA (M5S). Presidente, colleghi, stiamo votando il decreto-legge “emergenze e prevenzione”: un voto importante perché deve dare risposte a tanti cittadini che aspettano una risposta. In tutta Italia, ma in particolare voglio ricordare le 43 vittime di una tragedia a Genova, che si doveva e si poteva evitare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

A chi in questi anni ha preferito concentrarsi sui profitti e sui dividendi a scapito della prevenzione e della manutenzione delle opere che aveva in concessione, diciamo una cosa molto chiara: questi signori sono fuori dalla ricostruzione del ponte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ogni riferimento ad Autostrade per l'Italia è puramente voluto, Presidente. Ci sembra la logica conseguenza per chi ha preferito il profitto alla tutela delle vite umane, perché è chiaro che se stai guidando una macchina e ti vola una gomma non è che vai allo stesso gommista, lo cambi, perché è quello che vogliamo fare noi: mai affideremo la ricostruzione del Ponte Morandi a chi ignorando la manutenzione ha lasciato che crollasse (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Presidente, con questo provvedimento acceleriamo i tempi e diamo subito delle risposte. E' bello come ha voluto definire il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte il decreto: emergenza e prevenzione, perché non possiamo sempre muoverci per emergenza, dobbiamo anche pensare alla prevenzione, è questo il momento per farlo. Cosa abbiamo fatto in questi primi mesi? Abbiamo preso atto delle responsabilità che hanno portato al disastro del ponte, abbiamo dotato di poteri speciali, ma ben definiti, il commissario per la ricostruzione. Abbiamo trovato le risorse per ricominciare e portare a Genova la normalità. Cosa facciamo, diamo fondi a chi ha perso la casa, alle aziende che non possono più lavorare, fondi per acquistare autobus possibilmente ecologici, per rilanciare il sistema del porto e dell'aeroporto e nuovo personale. E appena questo decreto sarà legge, Presidente, avremo chiaro una volta per tutte chi e come deve controllare la sicurezza su strade e ferrovie in Italia e lasciatemi dire che era anche ora (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Nasceranno infatti l'archivio informatico nazionale delle opere pubbliche e l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali. Ponti, viadotti, strade e autostrade saranno costantemente sotto controllo ed è una cosa importante in tutta Italia. Presidente, io sto in Sicilia e non voglio raccontarvi come sono le autostrade dalle nostre parti ma queste sono quelle cose che possono veramente cambiare l'Italia da Nord a Sud.

C'è un'altra cosa che ci rende orgogliosi, Presidente, qui si parla spesso di lavoro e noi prendiamo trecento giovani ingegneri e tecnici che saranno al Ministero del lavoro per occuparsi proprio di sicurezza stradale e autostradale. Questa è una cosa bellissima, non solo per le 300 persone ma ovviamente per tutti noi che sappiamo che ci sono persone che lavorano per la nostra sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

E a proposito di lavoro, Presidente, con questo provvedimento reintroduciamo la cassa integrazione per cessazione che era stata abolita dal Jobs Act(Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ed è notizia di oggi che 140 lavoratori della Comital saranno tutelati una volta che il decreto sarà approvato e questa è prevenzione sociale, Presidente.

Ci sono altri punti che sono stati fortemente criticati, ma che noi rivendichiamo con forza. Ischia! A Ischia non c'è nessun condono, Presidente, il MoVimento 5 stelle è contro i condoni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo del Partito Democratico)! Ci sono tre condoni: del 1985, del 1994 e del 2003, quelli sono i condoni. Cosa succede? Ci sono persone che aspettano una risposta, c'è un'istanza e loro dicono: allora mi spetta o non mi spetta? Ancora aspetto la risposta, quello che facciamo noi è obbligare ad avere la risposta entro sei mesi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E cosa succede una volta che arriva la risposta? A Ischia c'è stato un terremoto: non se ne parla forse tanto spesso, si parla di altri terremoti ma non di quello di Ischia e questa una cosa molto brutta. A Ischia c'è stato un terremoto, la ricostruzione, il risarcimento sarà soltanto per i volumi non condonati, cioè soltanto per la parte che già esisteva (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), questo è il punto e chiaramente devono essere rispettati tutti i vincoli paesaggistici. Lasciatemi dire che se il proprietario dell'immobile è stato condannato per mafia o per riciclaggio di denaro sporco non avrà nessun tipo di contributo , abbiamo messo dei paletti molto chiari anche grazie all'iter che il decreto ha passato in Commissione e qui, sicuramente.

Centro Italia, Presidente, quindi terremoto del 2016: ancora la ricostruzione non è partita. Andiamo a sanare piccole difformità edilizie, parliamo di vani spostati, chiusi o modificati, così finalmente possono far ripartire la costruzione anche nel Centro Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Infine un punto anche questo criticato, Presidente, quello dei fanghi. I fanghi ci sono, per anni si sono utilizzati questi fanghi sui terreni, per anni, e non se ne è mai interessato nessuno.

Dopo una sentenza del TAR Lombardia che aveva detto di bloccare tutto - non ci sono più i fanghi - è successo che tutto quanto si è bloccato, i depuratori sono stati bloccati, non si poteva più lavorare. Parliamo chiaramente di depurazione urbana, questo qui è importante, non di depurazione industriale (Applausi dei deputati del MoVimento 5 Stelle), attenzione. Quello che facciamo è andare a indicare dei limiti chiari, per la prima volta per legge ci sono dei limiti chiari sugli idrocarburi, ma su tutti gli altri, sugli IPA, gli idrocarburi poliaromatici, su tutti i metalli pesanti, ci saranno dei limiti molto, molto stringenti. E questa è una cosa fondamentale.

Presidente, colleghi, io concludo ribadendo il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle a questo provvedimento, ma soprattutto confermando l'orgoglio per come la maggioranza e il Governo stanno procedendo nel rimettere in piedi non solo alcuni territori importanti e preziosi come Genova, le aree terremotate del centro Italia e Ischia, ma l'intero Paese, che finalmente può contare su una forza politica che ha interesse a fare prevenzione e a mettere in sicurezza il nostro territorio, un progetto che - si mettano l'anima in pace - non contempla la presenza di speculatori, mafia e corrotti (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-SalviniPremier– Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Grazie, Presidente. Ci sono due condoni edilizi in questo decreto (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)…

PRESIDENTE. Per favore, per favore!

ROSSELLA MURONI (LEU). Ci sono due condoni edilizi in questo decreto. Mi dispiace, ma a me non la fate, ci sono due condoni edilizi, e tanti di voi lo sanno, e tanti di voi su questo sono in sofferenza, esattamente come me, perché ne abbiamo parlato in questi giorni. Quindi, mi dispiace, ma questa è una bugia e voi lo sapete bene. Però, a futura memoria, vorrei che rimanessero agli atti dei numeri importanti per cui voi consentite due condoni edilizi in questo Paese. In questo Paese, il nostro Paese, ogni anno vengono costruite 20 mila nuove case abusive, 71.450 sono gli immobili colpiti da ordinanze di demolizione e di queste l'80 per cento non sono state eseguite. Tra il 2001 e il 2011 solo il 10,6 per cento delle costruzioni abusive è andato giù. In dieci anni, in Campania - dove si trova l'isola di Ischia, dove voi avete fatto appena un condono - sono state costruite 60 mila case abusive. Il 70 per cento dei comuni italiani ha abitazioni in aree a rischio idrogeologico. Il 44 per cento del nostro territorio è a elevato rischio sismico. Ci sono 21,8 milioni di italiani che vivono in zone a rischio. In questo contesto, voi fate due condoni edilizi e create un precedente pericolosissimo: alla prossima tragedia, al prossimo evento naturale, non ci sarà nessuno che convincerà e potrà convincere i cittadini che non hanno diritto allo stesso trattamento avuto nel centro Italia e a Ischia.

E guardate, colleghi Cinquestelle, se non volete credere a me, anche se voi lo sapete benissimo, ve l'hanno spiegato i colleghi di Forza Italia che quello che state facendo è un condono edilizio, e anzi, vi hanno anche ringraziato, perché sdoganate, perché avete finalmente sdoganato l'istituto del condono edilizio (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questo vi portate a casa, questo vi portate a casa, ok? Questo decreto doveva essere dedicato a Genova e io voglio chiedere scusa ai cittadini di Genova per il mio voto contrario, ma proprio non posso, non posso consentire che dietro la tragedia di Genova vengano varati due condoni edilizi. Dovevate mettere la fiducia su questo decreto, assumervi le vostre responsabilità, farlo fino in fondo. Avete, invece, fatto finta di confrontarvi con le opposizioni, alla fine abbiamo ottenuto qualche raccomandazione che è, come dire, un consiglio velato su quello che ci aspetta e su quello che vorremmo per questo Paese.

Beh, io vi aspetto alla prova del bilancio. Vorrei vedere il sisma bonus stabilizzato, vorrei vedere l'eco-bonus stabilizzato, se veramente credete e tenete alla sicurezza dei cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Sull'ordine dei lavori, non entro nel merito: mentre si svolgevano qui le dichiarazioni di voto finale, nell'Ufficio di Presidenza delle Commissioni I e II riunite si è verificato un fatto particolarissimo per il quale chiedo, quindi, il suo intervento. Tutti i gruppi politici, tranne il MoVimento 5 Stelle, hanno chiesto ai presidenti di commissione di scrivere a lei per chiedere di modificare i tempi previsti per la discussione dell'anticorruzione, perché ci sono 300 emendamenti, perché c'è un emendamento che ha creato particolare dibattito e forse meriterà un riapprofondimento della discussione, tutti i gruppi politici, maggioranza e opposizioni, tranne il MoVimento 5 Stelle, hanno chiesto questo ai presidenti e i presidenti, alla fine della Commissione, hanno detto che non avrebbero proceduto a scriverle sulla richiesta di tutti i gruppi politici tranne il MoVimento 5 Stelle. Questo è particolarmente grave, quindi sono qui formalmente per chiederle di occuparsene personalmente…

PRESIDENTE. Però questo intervento è sempre sull'ordine dei lavori, ma non è su ciò che stiamo trattando adesso. Può essere anche un intervento fatto dopo, a fine seduta…

GIOVANNI DONZELLI (FDI). È sull'ordine dei lavori perché le chiedo, comunque, che lei se ne occupi perché è un tema molto serio e questa Assemblea non essere umiliata in questo modo nella gestione dei lavori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

C'è il deputato Rospi che chiede di parlare per un ringraziamento. Ne ha facoltà.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Sì, grazie, Presidente. Permettetemi di ringraziare, a nome mio e del mio collega relatore, tutti i colleghi per lo stimolante dibattito che si è sviluppato nelle Commissioni e qui in Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). L'elevata qualità del contributo fornito da tutte le forze politiche ha consentito un lavoro produttivo e di elevata qualità nel migliorare il testo del decreto, anche se a volte eravamo su posizioni differenti, ma con un unico obiettivo: risolvere l'emergenza di Genova, della ricostruzione di Ischia e di tante altre emergenze presenti nel nostro territorio. Vorrei ringraziare, in ultimo, tutti i funzionari delle Commissioni VIII e IX e dell'Aula per il supporto al lavoro dato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Anch'io per un ringraziamento a tutti i parlamentari di maggioranza e di opposizione, a tutti i gruppi che hanno contribuito con il loro lavoro, sia in Commissione, e quindi ringraziamenti sia ai presidenti delle Commissioni, sia anche a tutto lo staff legislativo che ha portato avanti in queste giornate di duro lavoro un decreto, che, come è stato detto in più interventi, sicuramente ha avuto una profonda trasformazione, ma che vedo come un valore aggiunto e non come un vulnus. Io credo che il portare, da parte di un Governo, un decreto in Parlamento e riuscire con il lavoro di tutti a migliorarlo e a farlo diventare un elemento di condivisione, sia il vero lavoro delle istituzioni, che nei momenti di emergenza e di difficoltà devono trovare una comunità di intenti. Quindi, mi sarebbe piaciuto e questo decreto fosse stato votato all'unanimità.

Credo che sia legittimo, ovviamente, per ogni forza politica fare le proprie valutazioni, però voglio ringraziare in questa sede il fatto che si sia potuto votare in questa giornata, in modo da consentire di poterlo portare in tempi rapidi al Senato per la conversione e, quindi, mi sento di ringraziare tutti, a prescindere dal voto che esprimeranno questa sera e credo che questa sia una bella dimostrazione di come un Parlamento e di come tutte le forze anche di opposizione, pur non condividendo magari le stesse posizioni politiche, possano contribuire a fare un buon lavoro. Quindi grazie, ringrazio anche gli amici qua a sinistra, anche di LEU, del Partito Democratico, che so che non voteranno a favore di un provvedimento, che, però, anche loro, comunque, in qualche misura, hanno contribuito ad elaborare insieme a tutte le altre forze politiche. Grazie ancora (Applausi).

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sarò rapidissimo. Mi unisco ai ringraziamenti del Vice Ministro Rixi e aggiungo i funzionari e gli uffici legislativi di tutti i Ministeri che in questi giorni hanno lavorato incessantemente per darci il loro contributo, la protezione civile, la Ragioneria dello Stato, il Ministero dell'economia e delle finanze, i relatori, che hanno dato un contributo, e tutti i gruppi parlamentari. Seppure aspra la dialettica politica - e in alcuni momenti magari si è sfiorato lo scontro - comunque si è partiti da un decreto e con il contributo di tutti si è migliorato. Quindi, di questo diamo atto al Parlamento che ha permesso di migliorare questo decreto senza rivendicare adesso se il decreto è giusto o sbagliato, completo o incompleto. Il Parlamento ha svolto la sua funzione, quella dell'attività parlamentare e legislativa che permette il dibattito e il dialogo. Onorevole Baldelli, ringrazio anche lei per il contributo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-SalviniPremier).

PRESIDENTE. Deputato Baldelli!

(Coordinamento formale - A.C. 1209-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1209-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1209-A: Conversione in legge del decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109, recante disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 95) (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle

e Lega- Salvini Premier).

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di novembre 2018 e conseguente aggiornamento del programma.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento il seguente calendario dei lavori per il mese di novembre 2018:

Lunedì 5 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1236 - Modifica all'articolo 20, comma 6, della legge 7 agosto 2015, n. 124, recante proroga del termine per l'adozione di disposizioni integrative e correttive concernenti la disciplina processuale dei giudizi innanzi alla Corte dei conti (approvata dal Senato).

Discussione sulle linee generali dei disegni di legge di ratifica:

n. 1123 - Protocollo addizionale di Nagoya - Kuala Lumpur, in materia di responsabilità e risarcimenti, al Protocollo di Cartagena sulla Biosicurezza, fatto a Nagoya il 15 ottobre 2010;

n. 1125 - Accordo relativo alla protezione dell'ambiente marino e costiero di una zona del Mare Mediterraneo (Accordo RAMOGE), tra Italia, Francia e Principato di Monaco, fatto a Monaco il 10 maggio 1976 ed emendato a Monaco il 27 novembre 2003;

n. 1126 - Accordo bilaterale tra la Repubblica italiana e la Bosnia ed Erzegovina aggiuntivo alla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, inteso ad ampliarne e facilitarne l'applicazione, fatto a Roma il 19 giugno 2015;

n. 1127 – Trattati: a) Accordo bilaterale aggiuntivo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Macedonia alla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, inteso ad ampliarne e facilitarne l'applicazione, fatto a Skopje il 25 luglio 2016; b) Accordo bilaterale aggiuntivo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Macedonia alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959 inteso a facilitarne l'applicazione, fatto a Skopje il 25 luglio 2016.

Martedì 6 (ore 14-21, con eventuale prosecuzione notturna) e mercoledì 7 novembre (ore 11-14 e ore 16-20, con eventuale prosecuzione notturna)

Seguito dell'esame delle proposte di legge n. 392 e 460 - Modifiche agli articoli 438 e 442 del codice di procedura penale. Inapplicabilità del giudizio abbreviato ai delitti puniti con la pena dell'ergastolo (previo esame e votazione della questione pregiudiziale di costituzionalità presentata).

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1236 - Modifica all'articolo 20, comma 6, della legge 7 agosto 2015, n. 124, recante proroga del termine per l'adozione di disposizioni integrative e correttive concernenti la disciplina processuale dei giudizi innanzi alla Corte dei conti (approvata dal Senato).

Seguito dell'esame dei disegni di legge di ratifica:

n. 1123 - Protocollo addizionale di Nagoya - Kuala Lumpur, in materia di responsabilità e risarcimenti, al Protocollo di Cartagena sulla Biosicurezza, fatto a Nagoya il 15 ottobre 2010;

n. 1125 - Accordo relativo alla protezione dell'ambiente marino e costiero di una zona del Mare Mediterraneo (Accordo RAMOGE), tra Italia, Francia e Principato di Monaco, fatto a Monaco il 10 maggio 1976 ed emendato a Monaco il 27 novembre 2003;

n. 1126 - Accordo bilaterale tra la Repubblica italiana e la Bosnia ed Erzegovina aggiuntivo alla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, inteso ad ampliarne e facilitarne l'applicazione, fatto a Roma il 19 giugno 2015;

n. 1127 – Trattati: a) Accordo bilaterale aggiuntivo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Macedonia alla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, inteso ad ampliarne e facilitarne l'applicazione, fatto a Skopje il 25 luglio 2016; b) Accordo bilaterale aggiuntivo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Macedonia alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959 inteso a facilitarne l'applicazione, fatto a Skopje il 25 luglio 2016.

Nella seduta di mercoledì 7 novembre, alle ore 16, avrà luogo l'esame di una domanda di autorizzazione all'utilizzazione dei verbali e delle registrazioni delle conversazioni o comunicazioni intercettate nei confronti di Lello Di Gioia (deputato all'epoca dei fatti) (Doc. IV, n. 1).

Nella stessa seduta di mercoledì 7 novembre, al termine delle votazioni, avrà luogo la discussione generale congiunta del disegno di legge n. 1201 - Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2018 e della Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per il 2017 (Doc. LXXXVII, n. 1).

Giovedì 8 novembre (ore 10.30-13 e ore 14-18, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 9 novembre)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1201 - Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2018.

Seguito dell'esame della Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per il 2017 (Doc. LXXXVII, n. 1).

Lunedì 12 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1189 - Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici (deliberata l'urgenza).

Discussione sulle linee generali della mozione Muroni e Fornaro n. 1-00057 concernente iniziative di competenza in relazione alle criticità connesse al conferimento in discarica dei rifiuti speciali in provincia di Brescia.

Discussione sulle linee generali della mozione Annibali ed altri concernenti misure volte a contrastare la violenza contro le donne (in corso di presentazione).

Martedì 13 (ore 14-21, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 14 (ore 11-14 e ore 16-20, con eventuale prosecuzione notturna) e giovedì 15 novembre (ore 10.30-13 e ore 14-18, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 16 novembre)

Seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1189 - Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici (deliberata l'urgenza)(ove il parere della Commissione bilancio confermi che dal provvedimento non derivano oneri finanziari).

Seguito dell'esame della mozione Muroni e Fornaro n. 1-00057 concernente iniziative di competenza in relazione alle criticità connesse al conferimento in discarica dei rifiuti speciali in provincia di Brescia.

Seguito dell'esame della mozione Annibali ed altri concernenti misure volte a contrastare la violenza contro le donne (in corso di presentazione).

Lunedì 19 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali della mozione Fiano ed altri recante misure volte al contrasto dell'aumento della violenza neofascista e neonazista in Italia (in corso di presentazione).

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 680 - Modifica all'articolo 12 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, concernente l'esercizio di funzioni di prevenzione e accertamento delle violazioni in materia di sosta da parte dei dipendenti delle società concessionarie della gestione dei parcheggi e delle aziende esercenti il trasporto pubblico di persone.

Martedì 20 novembre, a partire dalle ore 11, avrà luogo in Aula la cerimonia per la celebrazione del centenario dell'inaugurazione dell'Aula di Montecitorio.

Martedì 20 (ore 15-21, con eventuale prosecuzione notturna)

Seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Seguito dell'esame della mozione Fiano ed altri recante misure volte al contrasto dell'aumento della violenza neofascista e neonazista in Italia (in corso di presentazione).

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 680 - Modifica all'articolo 12 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, concernente l'esercizio di funzioni di prevenzione e accertamento delle violazioni in materia di sosta da parte dei dipendenti delle società concessionarie della gestione dei parcheggi e delle aziende esercenti il trasporto pubblico di persone (ove il parere della Commissione bilancio confermi che dal provvedimento non derivano oneri finanziari).

Nelle giornate di mercoledì 21 e giovedì 22 novembre l'Assemblea non terrà sedute con votazioni.

Venerdì 23, sabato 24, domenica 25, lunedì 26 e martedì 27 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Esame del disegno di legge S. 840 - Conversione in legge del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, recante disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell'interno e l'organizzazione e il funzionamento dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 3 dicembre 2018).

Mercoledì 28, giovedì 29 e venerdì 30 novembre ( antimeridiana e pomeridiana , con eventuale prosecuzione notturna e nelle giornate successive)

Eventuale seguito dell'esame del disegno di legge S. 840 - Conversione in legge del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, recante disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell'interno e l'organizzazione e il funzionamento dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 3 dicembre 2018).

Esame del disegno di legge S. 846 - Conversione in legge del decreto-legge 5 ottobre 2018, n. 115, recante disposizioni urgenti in materia di giustizia amministrativa, di difesa erariale e per il regolare svolgimento delle competizioni sportive (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 5 dicembre 2018).

Esame del disegno di legge di bilancio per il 2019 ed eventuale nota di variazioni.

La Presidenza si riserva di disporre – ove necessario - eventuali sedute con votazioni dell'Assemblea anche nelle giornate di sabato 1° dicembre e domenica 2 dicembre (per l'esame del disegno di legge di bilancio).

Lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni avrà luogo nelle sedute di martedì 6 e 13 novembre, a partire dalle ore 11.

Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì, a partire dalle ore 15.

Nella seduta di mercoledì 7 novembre interverrà il Presidente del Consiglio dei ministri (premier question time).

Lo svolgimento di interpellanze urgenti avrà luogo nelle sedute di venerdì 9 e 16 novembre, a partire dalle ore 9,30.

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di ulteriori documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

Nell'allegato A al resoconto della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame degli argomenti iscritti nel calendario.

L'organizzazione dei tempi per l'esame dei progetti di legge nn. 1201, 1189 e 680 e del Doc. LXXXVII, n. 1 sarà definita una volta concluso l'esame in sede referente.

L'organizzazione dei tempi per l'esame del disegno di legge di bilancio per il 2019 sarà definita dopo la sua presentazione.

L'organizzazione dei tempi per l'esame della mozione concernente misure volte a contrastare la violenza contro le donne e della mozione volta al contrasto dell'aumento della violenza neofascista e neonazista in Italia sarà definita dopo la loro pubblicazione.

Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Nomina dei componenti della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza i deputati Maria Teresa Bellucci, Rossana Boldi, Fabiola Bologna, Francesca Businarolo, Vittoria Casa, Laura Cavandoli, Rosa Maria Di Giorgi, Ketty Fogliani, Veronica Giannone, Claudia Gobbato, Carmela Grippa, Anna Macina, Patrizia Marrocco, Ubaldo Pagano, Patrizia Prestipino, Michela Rostan, Paolo Siani, Maria Spena, Gilda Sportiello, Giuseppina Versace.

Il Presidente del Senato della Repubblica ha chiamato a far parte della stessa Commissione i senatori Luisa Angrisani, Stefano Bertacco, Paola Binetti, Caterina Bini, Paola Boldrini, Marzia Casolati, Lello Ciampolillo, Grazia D'Angelo, Barbara Floridia, Francesco Giro, Lucio Malan, Raffaella Fiormaria Marin, Susy Matrisciano, Raffaele Mautone, Edoardo Patriarca, Licia Ronzulli, Maria Saponara, Liliana Segre, Pierpaolo Sileri, Julia Unterberger.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rosa Menga. Ne ha facoltà.

ROSA MENGA (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, c'è voluta la notizia dell'arresto del quarto uomo coinvolto nell'omicidio della giovane Desirée Mariottini per riaccendere i riflettori sulla baraccopoli abusiva di Borgo Mezzanone, sorta accanto al centro di accoglienza per richiedenti asilo della mia città, Foggia. Ieri sera in quella baraccopoli è divampato un incendio, l'ennesimo, che ha causato decine di baracche distrutte e quattro feriti, di cui uno grave. Attualmente sono oltre mille gli immigrati irregolari che occupano quel ghetto e in estate arrivano ad oltre 4 mila, anche se purtroppo non esistono censimenti ufficiali.

Sarebbe troppo facile puntare il dito contro lo straniero. È meno facile, invece, chiedersi chi detenga il controllo di quella pista, chi fornisca la droga per lo spaccio, chi gestisca la prostituzione dentro e fuori dal ghetto, chi, in ultimo, alimenti questo traffico di nuovi schiavi. Domande a cui l'ultima relazione della Commissione antimafia ha dato una risposta, parlando di sodalizi mafiosi locali. Quel ghetto va smantellato, va restituito il diritto alla sicurezza ai residenti del borgo, compresi i cittadini extracomunitari irregolari. Accogliere non vuol dire ammassare persone in luoghi invivibili e lasciare che fermenti la delinquenza; accogliere significa integrare, e l'integrazione non passa attraverso i ghetti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Signor Presidente, ritengo doveroso e giusto rivolgere un pensiero di ringraziamento e di applauso per l'attività svolta da uno dei nostri più noti astronauti italiani, e precisamente Paolo Nespoli, il quale, a parte queste lodi che merita e ha meritato, ha dichiarato ieri di essere andato in pensione. Ora, cosa c'entra che lui va in pensione con me che sono il segretario nazionale del Partito Pensionati? C'entra perché io ho sognato tutta la vita di fare l'astronauta e adesso mi ritrovo con un astronauta pensionato, che accolgo con grande piacere e soddisfazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), come sono sicuro anche lei, signor Presidente, e tutti gli italiani, perché comunque certamente essere stato astronauta e avere tenuto alto l'onore dell'Italia anche nello spazio e tra le stelle è sicuramente un fatto positivo. Viva i pensionati, viva il Partito Pensionati, pensionati all'attacco (Applausi)!

PRESIDENTE. Mi fa piacere la forza che ha all'una e un quarto del mattino. Ha chiesto di parlare la deputata Grippa. Ne ha facoltà.

CARMELA GRIPPA (M5S). Grazie, signor Presidente. In questi giorni siamo stati qui a discutere del decreto Genova e abbiamo assistito a delle affermazioni subdole e a un vero e proprio teatrino dell'ipocrisia da parte di alcuni parlamentari del PD abruzzesi, che a tutti i costi volevano sembrare i paladini della messa in sicurezza dell'autostrada A24-A25. Invece di apprezzare gli impegni e gli sforzi di questo Governo, che in maniera tempestiva è intervenuto ad effettuare i dovuti controlli e si è da subito adoperato per trovare le risorse, i parlamentari del PD continuano a strumentalizzare la questione in quest'Aula e fuori, con ripetute menzogne che stiamo leggendo sui giornali. Annunciano un emendamento in deroga ad un decreto emanato dal loro Ministro della salute Lorenzin che, tra l'altro, prevedeva anche la chiusura degli ospedali abruzzesi e che lo stesso D'Alessandro ha votato e sostenuto, quand'era seduto in Regione. La Pezzopane oggi si è scagliata per l'ennesima volta contro il Governo, accusandolo di inerzia sulla questione ricostruzione. Ancora una volta mentono sapendo di mentire, dato che loro sono stati alla guida di questa regione e di questo Governo. Pertanto, per tutto questo non possiamo che rimandare al mittente questi attacchi strumentali e continuare ad essere determinati e cambiare questo Paese per il bene dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Saitta. Ne ha facoltà.

EUGENIO SAITTA (M5S). Presidente, onorevoli colleghi, esprimo tutto il mio rammarico per quanto riportato ieri da tutte le maggiori testate giornalistiche. Mi riferisco alla vicenda giudiziaria che ha coinvolto il presidente dell'associazione siciliana antiestorsione (Asia), Salvatore Campo, arrestato dalla Guardia di finanza di Catania per falso ideologico e peculato. Episodio che ha gettato un'ombra su quanto di buono è stato fatto in questi anni dalle associazioni antiracket e, soprattutto, su coloro che si spendono ogni giorno per contrastare il fenomeno dell'estorsione.

A prescindere dai fatti di cronaca, su cui non esprimo giudizi in quanto tale compito è giustamente affidato alla magistratura, ci tengo a manifestare tutta la mia amarezza sia come siciliano e sia, in questa sede, come portavoce del MoVimento 5 Stelle, forza politica che si è sempre contraddistinta per l'attenzione data ai temi della lotta alla mafia, alla corruzione e all'usura. E in ogni caso, indipendentemente dall'accertamento in sede penale di eventuali responsabilità, è importante chiarire che qualsiasi comportamento compiuto a danno delle vittime del racket che coraggiosamente denunciano vada moralmente condannato, ancor di più se a causarlo sono le stesse associazioni antiusura o i loro esponenti, che andrebbero immediatamente allontanati da un sistema che rimane virtuoso a prescindere dalle mele marce.

Ritengo, inoltre, che sia necessario in questa sede adoperarsi ancora di più per evitare che fatti del genere si ripetano. Concludo sottolineando che noi del MoVimento 5 Stelle stiamo già lavorando in tal senso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Testamento. Ne ha facoltà.

ROSA ALBA TESTAMENTO (M5S). Presidente, colleghi, il 31 ottobre 2002, alle ore 11,32, un terremoto di magnitudo 5.7 colpì San Giuliano di Puglia, provocando il crollo della scuola elementare “Francesco Jovine” e la morte di 27 bambini e della loro maestra. Quel giorno un'intera generazione venne a mancare, lasciando un vuoto incolmabile. Un dolore così grande che mai potrà affievolirsi, sia per le famiglie colpite sia per l'intera comunità molisana. Dal 2003 il 31 ottobre è la Giornata della memoria degli angeli di San Giuliano, che oggi sarebbero ragazzi poco più che ventenni. A 16 anni di distanza quella tragedia sembra che non ci abbia insegnato nulla; ancora, infatti, si parla di scuole a rischio crollo.

Il recente rapporto di Cittadinanzattiva ha evidenziato che su un campione di 6.556 edifici scolastici presi in esame solo il 29 per cento del campione ha effettuato le verifiche di vulnerabilità sismica. Inoltre, solo una scuola su due ha effettuato il collaudo statico. Dati drammatici, con i quali il Governo si sta confrontando e sui quali lavora ogni giorno affinché la messa in sicurezza degli edifici scolastici e il loro adeguamento sismico sia una priorità, perché tragedie come quella di San Giuliano non si devono verificare più in futuro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lorenzoni. Ne ha facoltà.

GABRIELE LORENZONI (M5S). Presidente, onorevoli colleghi, vorrei portare il mio cordoglio e quello dell'Aula ai familiari delle vittime di due incidenti stradali occorsi sulla via Salaria, tra Rieti e Roma, nell'arco di quarantotto ore, tra domenica e martedì. Incidenti che hanno causato cinque morti e alcuni feriti gravi. Le vittime, alcune delle quali giovani con meno di 20, con meno di 30 anni, lavoratori, madri di famiglia, sono di Rocca Sinibalda, di Torricella in Sabina, di Poggio Nativo, in provincia di Rieti, e di Acquasanta Terme, in provincia di Ascoli Piceno. La politica ha delle responsabilità sul mancato adeguamento della strada statale Salaria, considerando tutte le promesse del lontano e recente passato.

Ad oggi, infatti, l'unico collegamento tra Rieti e Roma, che poi arriva fino ad Amatrice e Ascoli, rimane una strada a sole due corsie, con tratti pericolosi e con un flusso di traffico pendolare ad alta intensità. Traffico che non può neanche essere alleggerito da un collegamento ferroviario diretto con la capitale, data la sua mancanza. Non è pensabile che lo sviluppo economico verso l'entroterra dell'Italia centrale, colpito dal sisma, possa essere sostenibile attraverso un'arteria stradale occlusa come la Salaria allo stato attuale. Tuttavia, la politica oggi non può rimanere indifferente ai problemi cronici e strutturali di un territorio, lavandosene le mani.

Noi siamo qui ora e dobbiamo dare delle risposte. C'è una risposta che si può dare subito: partire con le poche opere che sono già previste nel contratto di programma Anas 2016-2020, che sono quindi già programmate, ma non ancora finanziate. Ci sono dei fondi, 60 milioni, che la regione Lazio aveva stanziato qualche anno fa per interventi sulla Salaria, che possono essere ancora utilizzati per la messa in sicurezza e l'allargamento di un tratto di otto chilometri; l'unico tratto che ad oggi è realisticamente finanziabile e cantierabile, proprio quello interessato dal grave incidente di domenica, che ha causato quattro morti. Faccio un appello, quindi, al Governo e al presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, affinché, di concerto con il Ministero delle Infrastrutture, si possa finanziare almeno quest'opera, in modo che si possa avviare il cantiere nel 2020.

Sarebbe un segnale di cambiamento importante per l'intera comunità e la migliore risposta che la politica può dare ai familiari delle vittime (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata De Giorgi, che non è presente. Ha chiesto di parlare il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie Presidente, mentre parlo la situazione è notevolmente migliorata fortunatamente, ma in questi giorni l'Italia ha subito un'ondata di maltempo terrificante, con conseguenze pesantissime, piogge torrenziali mareggiate con onde alte sino a dieci metri, venti con punte di 180 chilometri orari. Un bollettino di guerra, tutto ciò ha causato 12 morti ed il bilancio potrebbe essere ancora più alto, paesi isolati con centinaia di persone evacuate e decine di migliaia senza elettricità, collegamenti stradali e ferroviari interrotti, trombe d'aria, corsi d'acqua esondati, con i grandi fiumi sotto stretta sorveglianza, porti devastati, con flottiglie e natanti distrutti. In questo dramma va elogiata l'azione di circa 6 mila vigili del fuoco impegnati nell'emergenza con circa 10 mila interventi in 48 ore per allagamenti, smottamenti e rimozioni di alberi caduti. Le conseguenze più gravi, e lo abbiamo appreso dai telegiornali, in Toscana, Lazio, Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Liguria, ma anche la mia regione, la Puglia, il mio territorio di provenienza, la Capitanata, ha dovuto sopportare l'ingiuria del maltempo con danni alle città di Apricena, Cerignola e San Severo. Anche qui va sottolineato, come per i vigili del fuoco, l'intervento di alcune associazioni di volontariato impegnate in un'incessante azione di monitoraggio, segnalazione e di intervento. Lasciando ad un altro momento le valutazioni da farsi sullo stato infrastrutturale di opere che subiscono più del lecito la forza della natura, concludo esprimendo un profondissimo cordoglio per le vittime di questa tragedia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Grazie, Presidente. Molto brevemente, mi rivolgo a lei, signor Presidente, perché sia latore con il Governo, con il Presidente del Consiglio, con i Ministri, di un semplice invito, un invito che dovrebbe trovare nella parte politica a cui mi rivolgo facile comprensione e, anzi, io credo grande sostegno, io lo spero, lo dico non in maniera ipocrita. Credo che questo forse sia il momento di rompere, almeno per questo settore, il Patto di stabilita, un Patto di stabilità che i comuni, i comuni virtuosi, da tantissimi anni chiedono con forza di rompere almeno per quanto riguarda i comuni che hanno subito terremoti, maremoti, o situazioni, come sono successe in questi giorni, con 180, dicevano, chilometri all'ora del vento, con onde di dieci metri. Bene, ci sono nelle casse di questi comuni virtuosi, bene amministrati nel tempo, milioni e milioni di euro prontamente disponibili, con sindaci, consigli comunali, giunte pronte a intervenire con velocità e con competenza sul territorio.

Io credo che il Governo, anche con tutta la buona volontà, nella prossima manovra finanziaria non potrà certamente rispondere a tutte queste esigenze e anche alle esigenze di future ipotesi di calamità e, quindi, di maggiore sicurezza cui prima il mio collega parlava, della sicurezza nelle scuole ed è vero le scuole italiane, per almeno metà, sono in condizioni di non sicurezza assoluta, e questo è un fatto molto, molto grave. E, quindi, io credo, e concludo, Presidente, che la risposta dovrebbe essere molto semplice, sfidiamo l'Europa è uno dei vostri slogan, slogan del Governo, non è uno slogan che mi appartiene, ma almeno in questo senso mi sento di condividerlo pienamente, sfidiamo l'Europa, usciamo dal Patto di stabilità per quanto riguarda i comuni virtuosi e consentiamo a questi comuni di spendere i denari che i cittadini hanno loro affidato.

Io penso che sia questa una richiesta concreta, usciamo dal patto di stupidità e facciamolo velocemente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente, innanzitutto il mio ringraziamento ai colleghi che si sono fermati fino a quest'ora, e non soltanto per solidarietà politica, ma anche personale, quindi sono particolarmente grato. Ma è successo, Presidente, che nelle more di questa così lunga e stancante discussione, si sono riunite le Commissioni I e II sul decreto anticorruzione e la Conferenza dei capigruppo ha fissato per il 12 novembre l'inizio dei lavori di Aula su questo provvedimento. Nelle more sono arrivati 300 emendamenti. Bene, i due presidenti di Commissione - per carità si tratta soltanto di una moral suasion, ma mi sembra non di secondaria rilevanza, l'ho potuto percepire da parte di tutti i gruppi, ad eccezione del loro gruppo di appartenenza – hanno ricevuto una richiesta di scrivere al Presidente dalla Camera perché si potesse in qualche modo allungare il termine di discussione in commissione di 300 emendamenti, tutti molto rilevanti. Aggiungerò, Presidente, che fra questi emendamenti ce n'è uno, l'1.100, depositato oggi dai relatori e annunciato dal Ministro Bonafede che sconvolge completamente il provvedimento, ed è quello sulla sospensione dei termini di prescrizione.

Ora, noi ci siamo intrattenuti molto sull'ammissibilità di questo emendamento, invitando i due presidenti ad una corretta gestione del tema ammissibilità, dato che si tratta di un emendamento eccentrico, completamente fuori posto e che non può essere gestito in house, per usare un'espressione significativa, perché non è la provenienza di quell'emendamento, non è l'appartenenza di due Presidenti a un determinato gruppo che possa in qualche modo sgombrare la severità che bisogna avere su provvedimenti di questo genere, tenuto conto che su questo tema non vi sono state audizioni e non vi è stata nessuna istruttoria.

Allora, io mi rivolgo al Presidente della Camera perché vigili sui temi della ammissibilità rigorosamente e puntualmente, senza un eccesso di severità, ma con l'ortodossia con cui vanno gestiti anche questi casi, perché sia valutata puntualmente l'ammissibilità di questo emendamento, ma soprattutto è singolare che tutti i gruppi chiedano di scrivere al Presidente della Camera e i due presidenti di Commissione, appartenenti all'unico gruppo che non è stato d'accordo, abbiano espressamente rifiutato di scrivere al Presidente della Camera su sollecitazione di tutti, tutti, nessuno escluso, tutti gli altri gruppi. Ecco questo provoca, Presidente, uno scollamento fra le Commissioni e chi le dirige e non va bene; le Commissioni vanno in sinergia, i presidenti rappresentano le Commissioni e se c'è un'esigenza di scrivere al Presidente della Camera quando tutti i gruppi lo chiedono, mi sembra un'operazione non di buonsenso, ma quasi doverosa nella necessità di garantire feeling fra chi chiede e chi dirige. Allora, io le chiedo – ho finito, Presidente – non soltanto di verificare che l'ammissibilità sia severamente esercitata come potere dei presidenti, ma soprattutto che non si creino, per ragioni che appaiono di appartenenza, degli scollamenti fra chi dirige le Commissioni e chi nelle Commissioni ci lavora. La ringrazio per avermi dato la parola (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, io credo che oggi sia successa una cosa molto grave in Commissione giustizia, è già stato detto ma voglio sottolinearlo anch'io. Dopo che per due settimane abbiamo discusso e analizzato a fondo un provvedimento, la legge anticorruzione, molto delicato, molto importante, in prossimità della scadenza dei termini per il deposito di emendamenti, è stato depositato dai relatori un emendamento che non c'entra nulla con il provvedimento che abbiamo analizzato, che si propone di riformare integralmente l'istituto della prescrizione, quindi un istituto totalmente eccentrico rispetto al testo che abbiamo analizzato e sul quale noi abbiamo fatto audizioni, non abbiamo potuto approfondire, e questo ha creato una grande criticità all'interno della Commissione e la valutazione della gravità di quello che è successo è stata condivisa da tutti i gruppi parlamentari, da tutti, con l'eccezione MoVimento 5 Stelle, quindi anche dalla Lega che fa parte della maggioranza; tutti i gruppi hanno chiesto, per ripristinare la correttezza dei rapporti tra maggioranza e opposizione, ma anche la correttezza nel funzionamento dei lavori della Commissione, che quell'emendamento (che non c'entra nulla con i alcuni lavori che abbiamo fatto nelle settimane scorse) venga dichiarato inammissibile o, in alternativa, che si cambi il calendario dei lavori che la Conferenza dei presidenti di gruppo aveva stabilito prima che scadessero i termini per gli emendamenti, quindi prima che l'emendamento incriminato fosse depositato.

Io insisto quindi, anche facendomi carico di quanto è stato segnalato dagli altri colleghi, ma di quanto è stato chiesto da tutti i gruppi parlamentari in Commissione oggi, io chiedo e insisto che il Presidente si faccia carico della richiesta che è pervenuta da tutti i gruppi, salvo che dal MoVimento 5 Stelle, di dichiarare inammissibile quell'emendamento, che non c'entra nulla con i lavori che abbiamo effettuato in Commissione in queste due settimane; o comunque di procrastinare la venuta in Aula di quel provvedimento, per consentire di riaprire un'istruttoria che consenta di istruire adeguatamente anche la parte oggetto di quell'emendamento. Presidente, insisto molto su questa richiesta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente Brescia. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BRESCIA (M5S). Presidente, intervengo soltanto per chiarire che si è tenuta questa discussione in Commissione, e noi abbiamo raccolto tutte le segnalazioni e le richieste da parte di tutti i gruppi, e non abbiamo assolutamente detto che ci rifiutavano di scriverle: abbiamo semplicemente detto che avremmo maturato tutte le nostre valutazioni in seguito a queste richieste. Le ammissibilità saranno fornite lunedì prossimo, quindi questa discussione che si sta tenendo e quella che si è tenuta nell'ufficio di presidenza sia questo pomeriggio che questa sera sono assolutamente a mio avviso premature. Le ammissibilità di tutti gli emendamenti che sono stati presentati entro i termini, compreso l'1.100, l'emendamento che è stato descritto come incriminato, saranno valutate e saranno fornite lunedì. A seguito di quelle valutazioni noi ci confronteremo con la Presidenza della Camera, e valuteremo i tempi che sono previsti, ossia una settimana, perché stiamo parlando di una settimana prima che il provvedimento vada in Aula, il 12 novembre, secondo quanto è stato stabilito dalla Conferenza dei presidenti di gruppo, e noi come presidenti delle Commissioni dobbiamo attenerci alle decisioni che vengono prese dalla Conferenza dei presidenti di gruppo: noi dobbiamo fare di tutto affinché il provvedimento sia pronto per andare in Aula il 12 novembre. Poi se la Conferenza dei presidenti di gruppo deciderà di procrastinare l'arrivo in Aula di questo provvedimento, anche in seguito alle segnalazioni che perverranno dalle Commissioni, che magari dopo lo svolgimento delle discussioni sugli emendamenti non saranno giunte alla condizione necessaria per poter accedere ai lavori d'Aula, allora nella Conferenza dei presidenti di gruppo sarà stabilita un'altra data; ma fino ad allora credo che tutta questa discussione sia assolutamente prematura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 5 novembre 2018 - Ore 15:

1. Discussione sulle linee generali della proposta di legge:

S. 824 - D'iniziativa del senatore PATUANELLI: Modifica all'articolo 20, comma 6, della legge 7 agosto 2015, n. 124, recante proroga del termine per l'adozione di disposizioni integrative e correttive concernenti la disciplina processuale dei giudizi innanzi alla Corte dei conti (Approvata dal Senato).

(C. 1236)

Relatori: STEFANI, per la I Commissione; DI SARNO, per la II Commissione.

2. Discussione sulle linee generali dei disegni di legge:

Ratifica ed esecuzione del Protocollo addizionale di Nagoya - Kuala Lumpur, in materia di responsabilità e risarcimenti, al Protocollo di Cartagena sulla Biosicurezza, fatto a Nagoya il 15 ottobre 2010. (C. 1123-A)

Relatore: ZOFFILI.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo relativo alla protezione dell'ambiente marino e costiero di una zona del Mare Mediterraneo (Accordo RAMOGE), tra Italia, Francia e Principato di Monaco, fatto a Monaco il 10 maggio 1976 ed emendato a Monaco il 27 novembre 2003. (C. 1125)

Relatrice: EMILIOZZI.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo bilaterale tra la Repubblica italiana e la Bosnia ed Erzegovina aggiuntivo alla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, inteso ad ampliarne e facilitarne l'applicazione, fatto a Roma il 19 giugno 2015. (C. 1126-A)

Relatore: COLLETTI.

Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Accordo bilaterale aggiuntivo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Macedonia alla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, inteso ad ampliarne e facilitarne l'applicazione, fatto a Skopje il 25 luglio 2016; b) Accordo bilaterale aggiuntivo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Macedonia alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959 inteso a facilitarne l'applicazione, fatto a Skopje il 25 luglio 2016.

(C. 1127-A)

Relatore: CAFFARATTO.

La seduta termina alle 1,30 di giovedì 1 novembre 2018.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni nn. 1 e 2 il deputato De Lorenzis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 8 il deputato Gusmeroli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 9 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita a votare;

nelle votazioni nn. 1, 5, 32 e 33 il deputato Vinci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 1, 5, 18, 19, 41, 44, 47 e 80 il deputato Rospi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 3 e 4 la deputata Frate ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 4 il deputato Andrea Crippa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 7 il deputato Benamati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 7 alla n. 9 la deputata Ascari ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 9 e 56 il deputato Mollicone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 10 il deputato Mariani ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 15 il deputato Baldelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 26 i deputati Davide Aiello e Lucchini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 25 e 26 il deputato Patassini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 27 il deputato Mollicone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 29 il deputato Traversi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 31 e 32 il deputato Lotti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 32 il deputato Cortellazzo ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;

nella votazione n. 33 il deputato Mariani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 35 il deputato Prisco ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nelle votazioni dalla n. 35 alla n. 38 il deputato Ferrari ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 38 il deputato Giacomoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 41 e 42 il deputato Nobili ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 42 il deputato Galantino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 42 e 43 il deputato Rospi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 43 la deputata Ascari ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 49 e 50 la deputata Tomasi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 51 i deputati Stefani e Tomasi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 58 il deputato Bond ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 61 il deputato Sensi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 61 i deputati Stefani e Vianello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 68 il deputato D'Ippolito ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 70 la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 70 la deputata Pezzopane ha segnalato che si è erroneamente astenuta mentre avrebbe voluto votare a favore;

nella votazione n. 78 la deputata Legnaioli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 79 il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 79 i deputati Casa e Trizzino hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 83 e 84 i deputati Cataldi, Caso e Grimaldi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 85 il deputato Melicchio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 95 la deputata Corda ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 1209-A - art. agg. 39.08, 03 420 420 0 211 160 260 61 Resp.
2 Nominale art. agg. 39.04 451 384 67 193 112 272 60 Resp.
3 Nominale art. agg. 39.06, 39.0350 454 454 0 228 183 271 59 Resp.
4 Nominale art. agg. 39.07 451 380 71 191 110 270 59 Resp.
5 Nominale art. agg. 39.09 458 458 0 230 189 269 58 Resp.
6 Nominale art. agg. 39.010 457 456 1 229 186 270 58 Resp.
7 Nominale art. agg. 39.012 456 456 0 229 187 269 58 Resp.
8 Nominale art. agg. 39.017 457 435 22 218 163 272 58 Resp.
9 Nominale art. agg. 39.019 458 388 70 195 115 273 58 Resp.
10 Nominale art. agg. 39.082, 39.0351 467 467 0 234 195 272 58 Resp.
11 Nominale art. agg. 39.013 455 455 0 228 187 268 58 Resp.
12 Nominale art. agg. 39.021 458 447 11 224 180 267 57 Resp.
13 Nominale art. agg. 39.022 461 450 11 226 180 270 57 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale art. agg. 39.024 460 449 11 225 181 268 57 Resp.
15 Nominale art. agg. 39.027 462 451 11 226 179 272 57 Resp.
16 Nominale art. agg. 39.030 464 464 0 233 192 272 57 Resp.
17 Nominale art. agg. 39.071 461 450 11 226 180 270 57 Resp.
18 Nominale art. agg. 39.069 463 462 1 232 193 269 56 Resp.
19 Nominale art. agg. 39.072 468 456 12 229 185 271 55 Resp.
20 Nominale art. agg. 39.073 470 470 0 236 199 271 56 Resp.
21 Nominale art. agg. 39.074 469 373 96 187 103 270 56 Resp.
22 Nominale art. agg. 39.085 466 466 0 234 195 271 56 Resp.
23 Nominale art. agg. 39.076 467 456 11 229 185 271 56 Resp.
24 Nominale art. agg. 39.097 468 468 0 235 195 273 56 Resp.
25 Nominale art. agg. 39.084 462 458 4 230 190 268 56 Resp.
26 Nominale art. agg. 39.018 460 362 98 182 98 264 55 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 39-ter.300, 39-ter.301 453 452 1 227 83 369 56 Resp.
28 Nominale em. 40.1 457 359 98 180 90 269 55 Resp.
29 Nominale em. 40.2 458 373 85 187 372 1 55 Appr.
30 Nominale art. agg. 40.010 459 458 1 230 193 265 55 Resp.
31 Nominale art. agg. 40.015 459 448 11 225 180 268 55 Resp.
32 Nominale em. 41.303 455 388 67 195 120 268 56 Resp.
33 Nominale em. 41.300 465 367 98 184 95 272 55 Resp.
34 Nominale em. 41.301 456 364 92 183 92 272 55 Resp.
35 Nominale em. 41.305 446 367 79 184 103 264 56 Resp.
36 Nominale em. 41.103 443 357 86 179 84 273 54 Resp.
37 Nominale em. 41.2 431 369 62 185 104 265 59 Resp.
38 Nominale em. 41.304 424 349 75 175 86 263 58 Resp.
39 Nominale art. agg. 42.01, 42.08 424 424 0 213 157 267 58 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale art. agg. 42.03 423 349 74 175 80 269 58 Resp.
41 Nominale subem. 0.43.0400.3 419 419 0 210 153 266 59 Resp.
42 Nominale subem. 0.43.0400.2 423 423 0 212 422 1 59 Appr.
43 Nominale art. agg. 43.0400 420 354 66 178 354 0 58 Appr.
44 Nominale em. 44.300 423 347 76 174 81 266 58 Resp.
45 Nominale em. 44.302 431 430 1 216 162 268 58 Resp.
46 Nominale em. 44.2 423 352 71 177 87 265 58 Resp.
47 Nominale em. 44.1 402 331 71 166 69 262 59 Resp.
48 Nominale em. 44.3 415 341 74 171 80 261 58 Resp.
49 Nominale em. 44.301 416 413 3 207 153 260 58 Resp.
50 Nominale em. 44-ter.300 408 332 76 167 74 258 58 Resp.
51 Nominale em. 45.500 422 422 0 212 422 0 57 Appr.
52 Nominale em. 1.31 418 417 1 209 149 268 55 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale em. 4.102 415 415 0 208 144 271 55 Resp.
54 Nominale em. 4.2 425 425 0 213 155 270 55 Resp.
55 Nominale em. 4.103 415 415 0 208 146 269 55 Resp.
56 Nominale em. 4.105 421 346 75 174 76 270 55 Resp.
57 Nominale em. 4-ter.10 425 425 0 213 157 268 54 Resp.
58 Nominale em. 5.300 419 395 24 198 124 271 54 Resp.
59 Nominale em. 8.8 425 425 0 213 157 268 54 Resp.
60 Nominale em. 8.7 418 418 0 210 151 267 54 Resp.
61 Nominale em. 8.300 422 422 0 212 152 270 53 Resp.
62 Nominale em. 8.18 433 433 0 217 154 279 52 Resp.
63 Nominale em. 10.300 435 381 54 191 381 0 52 Appr.
64 Nominale em. 12.2 433 409 24 205 132 277 52 Resp.
65 Nominale em. 12.1 427 401 26 201 128 273 52 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale em. 12.302 432 354 78 178 79 275 52 Resp.
67 Nominale em. 12.4 432 366 66 184 91 275 52 Resp.
68 Nominale em. 12.10 434 355 79 178 79 276 53 Resp.
69 Nominale subem. 0.12.12.400 431 430 1 216 430 0 51 Appr.
70 Nominale em. 12.12 428 428 0 215 427 1 51 Appr.
71 Nominale em. 12.58 427 352 75 177 80 272 51 Resp.
72 Nominale em. 12.61 431 352 79 177 80 272 51 Resp.
73 Nominale art. agg. 12.0306 428 428 0 215 157 271 51 Resp.
74 Nominale em. 16.301, 16.305 420 420 0 211 154 266 51 Resp.
75 Nominale em. 16.400 421 421 0 211 421 0 51 Appr.
76 Nominale em. 16.500 419 419 0 210 419 0 51 Appr.
77 Nominale em. 18.3 422 343 79 172 80 263 51 Resp.
78 Nominale em. 21.304 416 415 1 208 76 339 51 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nominale em. 25.3, 25.307 397 396 1 199 92 304 51 Resp.
80 Nominale em. 25.4 400 397 3 199 93 304 51 Resp.
81 Nominale em. 25.303 403 402 1 202 90 312 51 Resp.
82 Nominale em. 25.305 411 395 16 198 50 345 51 Resp.
83 Nominale em. 25.309 398 355 43 178 98 257 51 Resp.
84 Nominale em. 25.304 393 391 2 196 46 345 51 Resp.
85 Nominale em. 25.600 398 320 78 161 319 1 51 Appr.
86 Nominale em. 37.309 rif. 385 336 49 169 262 74 52 Appr.
87 Nominale em. 38.2 385 385 0 193 55 330 52 Resp.
88 Nominale odg 9/1209-A/16 399 345 54 173 76 269 52 Resp.
89 Nominale odg 9/1209-A/22 394 340 54 171 74 266 52 Resp.
90 Nominale odg 9/1209-A/46 384 332 52 167 73 259 52 Resp.
91 Nominale odg 9/1209-A/47 384 370 14 186 113 257 52 Resp.


INDICE ELENCO N. 8 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 95)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nominale odg 9/1209-A/97 384 382 2 192 121 261 52 Resp.
93 Nominale odg 9/1209-A/100 390 388 2 195 122 266 52 Resp.
94 Nominale odg 9/1209-A/101 391 391 0 196 129 262 52 Resp.
95 Nominale Ddl 1209-A - voto finale 392 351 41 176 284 67 49 Appr.