Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 74 di martedì 30 ottobre 2018

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FEDERICA DAGA , Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 26 ottobre 2018.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Benvenuto, Billi, Claudio Borghi, Brescia, Cominardi, Davide Crippa, D'Uva, Delrio, Dieni, Gallinella, Gallo, Gebhard, Giaccone, Giachetti, Grande, Guerini, Lorefice, Losacco, Lupi, Molinari, Morrone, Rampelli, Rixi, Ruocco, Vito e Zennaro sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,32).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo, pertanto, la seduta, che riprenderà alle ore 9,55. La seduta, sospesa alle 9,33, è ripresa alle 10,05.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Presidente, ruberò pochissimo tempo, solo per ricordare che, tra ieri sera e questa notte, ci sono state otto vittime legate al maltempo, e il Veneto, la Val d'Aosta, la Sardegna, l'Emilia-Romagna, la Lombardia e il Trentino hanno avuto una quantità di danni molto elevati, non solo in termini di cifre ma soprattutto familiari e personali. Otto vittime legate al maltempo, ma soprattutto legate alla non gestione del territorio.

Allora, oltre che ricordare la provincia di Belluno martoriata in maniera incredibile dal maltempo, vorrei chiedere alla maggioranza e al Governo, che è presente, di tenere in considerazione la possibilità, nella prossima legge finanziaria, di istituire un fondo speciale per quanto riguarda i danni da maltempo, legati a quest'ultimo evento ma anche agli altri che si sono verificati nel 2018. Un fondo che sappia andare ad affrontare le questioni delle singole famiglie ma anche dei singoli territori. I comuni sono abbandonati nella gestione dell'ambiente, e si trovano a sobbarcarsi delle spese enormi, che ricadono poi sui bilanci dei comuni, che non hanno la possibilità di affrontare.

In qualche maniera noi dobbiamo affrontare questo problema, sottosegretario Crimi. Dobbiamo istituire questo fondo, dobbiamo dare una risposta. Non è una Commissione di inchiesta che fa luce su chissà chi e sulle colpe di chi, dobbiamo in qualche maniera creare questa possibilità.

Grazie Presidente di avermi dato la parola. Ripeto, un grande lutto, perché otto persone, per il maltempo, per l'incuria del nostro territorio, hanno perso la vita (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Menech. Ne ha facoltà.

ROGER DE MENECH (PD). Presidente, anch'io, come il collega Bond, che ringrazio, intervengo per porre l'attenzione rispetto a quello che è successo in queste ore, proprio questa notte nel bellunese. Io sono appena rientrato da quella zona, ma tutto il Veneto è sotto eventi meteorologici di grandissima difficoltà. Quello che non aveva fatto la pioggia proprio ieri ha fatto il vento, perché ci sono state delle trombe d'aria, con otto vittime, di cui una nel comune di Feltre, ma tutto il Veneto è in ginocchio. Devo portare la solidarietà a quelle popolazioni, un grande grazie ai tantissimi volontari e alla macchina dei soccorsi (Applausi), perché in queste ore i sindaci, in prima linea, tantissimi volontari e il personale dipendente dei vigili del fuoco e di tutte le forze dell'ordine stanno facendo un lavoro straordinario coordinato dalla regione Veneto. Adesso è il momento di riflettere, di riflettere in maniera importante, perché ci sono state delle vittime, ma soprattutto ci sono delle situazioni che noi dobbiamo prevenire, perché quando si perdono delle vite umane per queste questioni dobbiamo sempre fare una grande riflessione. Credo che - siamo in fase di stesura della legge di bilancio - ci debba essere sicuramente una grande attenzione rispetto a quello che è successo e quindi dei capitoli di finanziamento specifici. Dobbiamo riattivare quelle unità di missione rispetto al dissesto, rispetto alla prevenzione, perché la prevenzione è un fattore fondamentale.

Come sapete, provengo da una provincia complicata, quella di Belluno, che è stata nel passato oggetto di grandi difficoltà per gli smottamenti, ma tutta l'Italia è fatta così, questa è la verità. È una provincia più complicata, ma è il simbolo di un'Italia delicata, meravigliosa ma delicata. Oggi è l'occasione di riflettere, credo non solo in termini di Commissioni di inchiesta, perché dobbiamo essere operativi mettendo sul campo dei finanziamenti importanti. Dobbiamo riattivare, come dicevo, le unità di missione e, a fianco dei finanziamenti, quindi alle risorse da dare alle regioni e ai comuni, ci deve essere anche una semplificazione in materia di affidamento dei lavori, non possiamo nasconderci dietro un dito. Adesso attenderemo con ansia l'elenco dei danni, che ci sono stati alle cose pubbliche e alle cose private, alle zone industriali, ma ovviamente siamo qui disponibili, come opposizione, come minoranza parlamentare, a porre concreta attenzione a questo tema. Chiudo augurandomi che quello che è successo possa essere di monito, e quindi possiamo tutti insieme prevedere dei capitoli di bilancio, e come sempre ringraziando anche tutti i cittadini che questa notte, come le altre notti, che nelle nostre zone si sono rimboccati le maniche e hanno reso meno complicata la situazione, hanno ridotto i disagi insieme, come i tantissimi volontari che un po' da tutte le parti del Veneto sono intervenuti nelle zone di grande difficoltà. Spero che nelle prossime settimane possiamo trasformare queste mie parole in atti di concretezza, da un punto di vista dell'impegno del Governo e del Parlamento, perché credo che questa sia la migliore risposta a quello che è successo in queste notti nelle nostre zone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Presidente, purtroppo devo aggiungere anche la voce della Liguria alle tante voci che questa mattina e non solo arrivano da ogni parte d'Italia per denunciare situazioni gravissime, in molti casi lutti, come anche in Liguria, dove abbiamo avuto un morto ad Albissola, e quindi, davanti alla vita evidentemente tutto passa in seconda fila. Abbiamo avuto una situazione difficilmente comprensibile. In questo caso è difficile parlare di negatività dell'uomo, è una mareggiata quella che ha investito la Liguria che non si ricorda a memoria d'uomo. Ho parlato evidentemente con persone che conoscono queste situazioni e me ne hanno dato conferma. Ci sono realtà come Rapallo, Zoagli, Santa Margherita e Portofino, i cui litorali sono completamente spariti. Sono spariti i dehors, sono spariti i negozi, sono spariti gli stabilimenti balneari che non esistono più. C'è una situazione drammatica, questa notte diciannove persone sono state salvate a rischio della vita perché erano isolate all'interno del porto Carlo Riva e attraverso un'operazione, dicono straordinaria, dei Vigili del fuoco e degli addetti ai lavori sono stati salvati tutti. Questo è un fatto estremamente importante, ma che evidentemente non ci può consolare.

Quello che chiedo, collegandomi ai colleghi che mi hanno preceduto, è che venga istituito nella prossima finanziaria un fondo che abbia caratteristiche importanti dal punto di vista economico sul quale tutto il Parlamento può ritrovarsi senza pregiudiziali ideologiche, senza alcun tipo di divisione. Queste sono le vere priorità su cui evidentemente tutto il Paese può trovarsi unito. Lo chiedo al Presidente e per suo tramite al Presidente del Consiglio e al Governo. Oggi ho trovato per strada il Viceministro Rizzi che stava parlando con alcuni sindaci del territorio; nei prossimi giorni credo che il Viceministro e tanti altre persone del Governo andranno nei vari posti dell'Italia in cui sono successi questi danni, ma l'importante - mi auguro di non doverci tornare per riscontrare negatività - è che la prossima finanziaria veda al centro, al di là delle polemiche di parte, i fondi per da ricostruzione del Paese e per le emergenze che, purtroppo, sono facile profeta, ci saranno anche nel prossimo futuro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie Presidente, purtroppo siamo costretti a pregare per le povere vittime a causa del maltempo. Oggi penso che è veramente impensabile morire perché schiacciati da un albero che cade nelle città, che travolge dalle macchine e non è possibile morire ancora per quella che noi chiamiamo tutti i giorni emergenza maltempo. Fino a poche settimane fa c'è stata l'emergenza e i morti della Calabria, a cui va sempre il nostro pensiero, e in Sardegna. Oggi son più regioni colpite; il nostro collega Luca De Carlo, sindaco di Calalzo, è dovuto andare nel suo Paese perché manca completamente l'acqua. Ci sono dei cittadini privi di acqua, quindi la richiesta, senza fare polemica, è che l'Esercito con i reggimenti logistici sia a disposizione delle comunità, venga subito allertato e mandato a ripristinare i servizi minimi: questo mi sembra doveroso. Poi si parlerà dei finanziamenti, poi si parlerà di chi sono le responsabilità, ma oggi l'emergenza è che anche le Forze armate devono essere messe a disposizione dei sindaci e subito mandate nei luoghi perché non è possibile che i cittadini siano senz'acqua (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rossella Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Grazie Presidente, naturalmente anche noi ci uniamo alla preoccupazione per quanto sta avvenendo in queste ore nel nostro Paese, per quanto è avvenuto e ringraziamo gli operatori, le Forze dell'ordine che stanno soccorrendo i cittadini. Il rischio idrogeologico è un dato di fatto ormai nel nostro Paese, ma io direi che noi oggi possiamo fare subito qualcosa per combatterlo. Guardate, oggi noi abbiamo all'ordine del giorno un decreto che vara due condoni edilizi, non si può intervenire piangendo i morti e dando la solidarietà e poi votare un condono edilizio, almeno vi prego non nella stessa giornata. Questo è un Paese a rischio idrogeologico, stiamo parlando di 7.275 comuni, il 91 per cento dei nostri comuni italiani è a rischio idrogeologico. Si parla di 7,5 milioni di abitanti che vivono in zone a rischio idrogeologico.

Se vogliamo bloccare questo rischio, se vogliamo contrastarlo possiamo fare due cose: innanzitutto, iniziare a gestire il territorio in maniera diversa ed impedire due nuovi condoni edilizi, signor Presidente. In secondo luogo, possiamo evitare di smontare quello che sta funzionando perché vede all'articolo 40 di questo decreto, tra le mille emergenze inserite sulle spalle dei genovesi, c'è anche l'istituzione di questa cabina di regia strategia Italia. Ecco c'era una unità di missione che si occupava di rischio idrogeologico in questo Paese; con il riordino dei Ministeri noi l'abbiamo azzerata, anzi voi l'avete azzerata e noi ci troviamo in pieno autunno con quello che sta accadendo, con il mutamento climatico che incalza i nostri territori, senza una strategia reale per combattere il rischio idrogeologico e mettere in sicurezza i cittadini. Perché guardi che i cittadini muoiono più di rischio idrogeologico che delle tante paure suscitate in questi mesi. Quello che io dico è che questo Parlamento oggi può fare da subito qualcosa, può bocciare l'articolo 25 di questo decreto e può stralciare anche il condono edilizio in centro Italia. In caso contrario, ne avremo tante altre di situazioni del genere. Gli italiani sono stanchi della solidarietà, vogliono azioni concrete, quindi oggi si vota con una responsabilità in più legata a quello che sta accadendo in queste ore e a quello che è accaduto in questi anni. E' per questo che è davvero incomprensibile come nella stesso programma di Governo si possa scrivere lotta al rischio idrogeologico e poi, contemporaneamente, portare in Aula nello stesso decreto ben due condoni edilizi (Applausi del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Adelizzi. Ne ha facoltà.

COSIMO ADELIZZI (M5S). La ringrazio Presidente, anche io desidero, a nome del Movimento 5 Stelle, unirmi ai messaggi di solidarietà dei colleghi che mi hanno preceduto nei confronti dei familiari delle vittime del maltempo di queste ore, ma un pensiero va rivolto anche ai feriti e a tutte quelle imprese e famiglie che hanno subito dei danni materiali.

Tra l'altro, ci troviamo oggi qui in Aula a votare gli emendamenti ad un provvedimento che riguarda già una tragedia come quella di Genova e altre emergenze, quindi ringraziamo tutti di soccorritori, le Forze dell'ordine, i volontari che stanno intervenendo e stanno lavorando in queste ore, gli amministratori che si stanno attivando in tutte le ore del giorno.

Volevo inoltre ribadire la nostra vicinanza a tutte le regioni colpite da questo dramma; la Liguria è di nuovo isolata e sta vivendo momenti di forti difficoltà, ma anche la Campania, la Sardegna, il Veneto, il Lazio e non vorrei dimenticarne altre. Quindi, concludo chiedendo a tutti noi di attivarci e di fare squadra per il bene dell'Italia, di non strumentalizzare queste vicende ma cercare di essere coesi e di intervenire tempestivamente e nel migliore dei modi. Un ringraziamento finale di nuovo a tutti, grazie Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Crimi. Ne ha facoltà.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, ringrazio tutti per le sollecitazioni. Innanzitutto, a nome del Governo voglio unirmi al cordoglio per le famiglie, le comunità colpite dai lutti di questi della giornata di ieri, ringraziare tutti i sindaci che sono in prima linea, il Servizio nazionale della protezione civile, i soccorritori e in particolare il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, anche ieri colpito per l'ennesima volta da una vittima, tutte le forze dell'ordine e tutti i volontari impegnati. Ringraziando tutto questo sistema, che è anche il sistema del volontariato che interviene in queste situazioni di emergenza, porto qui il massimo impegno da parte del Governo, innanzitutto a rispondere alle eventuali richieste che arriveranno dalle regioni coinvolte in merito agli stati di emergenza, agli stati di crisi, e raccolgo e mi faccio portavoce e latore di queste richieste al Governo in merito alla prevenzione, alle questioni che sono state poste. Quindi, se ci sono richieste in tal senso, nell'ambito della legge di bilancio prevedere dei fondi specifici per cercare di ridurre il rischi derivanti dal dissesto idrogeologico nei limiti della finanza pubblica che, come sapete, stiamo cercando di investire il più possibile in quello che è il futuro di questo Paese. Sicuramente degli spazi ci saranno, perché sul tema del dissesto idrogeologico la massima attenzione del Governo c'è, per cui raccolgo le richieste che sono pervenute oggi e mi faccio latore con il Governo.

PRESIDENTE. Anche la Presidenza chiaramente si unisce al cordoglio per le vittime. C'è un ultimo intervento sull'ordine dei lavori, ha chiesto di parlare il deputato Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Anche noi ci associamo ovviamente all'espressione di cordoglio per le vittime, ai ringraziamenti per chi sta prestando i soccorsi, alla richiesta che il Governo e la maggioranza facciano tutto il possibile, insieme a questo Parlamento, per accompagnare e aiutare in quello che sta succedendo. Io volevo attirare l'attenzione però su un altro punto. E' successo un fatto importante la settimana scorsa, un fatto che riguarda la vita di milioni di cittadini: c'è stata una decisione della Corte costituzionale molto significativa che riguarda il caso Cappato, imputato per aver commesso il reato di aiuto al suicidio per l'aiuto fornito a Fabiano Antoniani. L'ordinanza della Corte recita: “l'attuale assetto normativo concernente il fine vita lascia prive di adeguata tutela determinate situazioni costituzionalmente meritevoli di protezione e da bilanciare con altri beni costituzionalmente rilevanti”. Ora, per consentire proprio al Parlamento, cioè per consentire a noi di intervenire con una disciplina appropriata, la Corte ha deciso di rinviare di un anno, a settembre 2019, la trattazione della questione di costituzionalità dell'articolo 580 del codice penale.

Presidente, dal 13 settembre del 2013 è depositata in Parlamento con 67 mila firme una proposta di legge di iniziativa popolare per rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell'eutanasia. A queste si sono aggiunte altre 63 mila firme che sono state consegnate proprio a lei il 13 settembre dall'Associazione Coscioni. Presidente, lo scorso 24 marzo è stato un giorno importante per quest'Aula, ma lo è stato anzitutto per lei. Io me lo ricordo il discorso di insediamento che ha fatto, e mi ricordo quando ha detto che dobbiamo aprire ancora di più quest'Aula ai cittadini, sia in senso fisico sia valorizzando gli istituti di democrazia diretta previsti dalla Costituzione, ad esempio - e cito le sue parole - attraverso la previsione di tempi certi per l'esame delle proposte di legge di iniziativa popolare. Aggiungo, tra l'altro, che nel cosiddetto contratto di governo di Lega e Cinquestelle c'è un passaggio molto simile, che dice “è necessario rendere obbligatoria la pronuncia del Parlamento sui disegni di legge di iniziativa popolare, con puntuale calendarizzazione”. In sintesi ce lo chiedono i cittadini, ce lo chiede la Corte costituzionale, ce lo chiede lei, Presidente. Mi pare arrivato il momento di dare seguito a queste firme raccolte e depositate e a questi impegni presi. Mi rivolgo quindi a lei perché metta all'ordine del giorno della prossima Conferenza dei capigruppo la calendarizzazione di questa proposta di legge di iniziativa popolare e perché dia seguito a quanto indicato dalla Corte costituzionale.

Chiudo con un invito a tutti i colleghi: questa non è una battaglia di un'associazione, di una componente del Misto, tanto meno di un partito politico solamente, è la battaglia di tutti noi per un diritto di scelta e per garantire un diritto fondamentale. E' stato creato un intergruppo parlamentare, usiamolo, e chiedo a tutti di aderire per lavorare insieme, per discutere, per confrontarci e lavorarci.

Quello che hanno fatto Marco Cappato, Mina Welby, Filomena Gallo e migliaia di cittadini con loro non è stato mosso dall'idea di scavalcare il legislatore, ma dall'idea di spronarlo e invitarlo a fare quello che deve fare e ad affiancarlo. Tocca a lei, Presidente, ci dia la possibilità di fare la nostra parte come deputati. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa-Centro Democratico).

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109, recante disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze (A.C. 1209-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1209-A: Conversione in legge del decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109, recante disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze.

Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo respinto l'emendamento D'Ettore 14.300 e che sono state accantonate alcune proposte emendative.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1209-A)

PRESIDENTE. Avverto che, a seguito dell'accantonamento degli identici emendamenti 16.301 e 16.305 e dell'emendamento 16.400 delle Commissioni, occorre procedere all'accantonamento anche dell'emendamento 16.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Risulta alla Presidenza che sia intenzione delle Commissioni avviare l'esame del provvedimento a partire dall'emendamento 16.2 Martino e per questo chiedo conferma ai relatori.

FLAVIO DI MURO, Relatore per la IX Commissione. Sì, Presidente, confermo.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.2 Martino, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo all'emendamento 16.3 Braga. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Davvero non comprendo il motivo per cui su questo emendamento abbiate posto il parere contrario. Infatti, con questo emendamento il Partito Democratico si pone l'obiettivo di far rientrare la questione importante che ha occupato e sta occupando la cronaca della stampa, l'informazione politica degli ultimi venti giorni, ovvero la questione delle autostrade abruzzesi e la necessità della loro messa in sicurezza, facendole rientrare nella verifica dello stato di attuazione degli investimenti contenuti nel Piano economico e finanziario.

Su questa vicenda il Ministro Toninelli continua a fare figuracce una dietro l'altra.

Prima ha lanciato l'allarme della insicurezza delle autostrade, poi si è preso il merito degli interventi che, in realtà, erano già iniziati nella passata legislatura, poi, attraverso il dirigente del Ministero Migliorino, ha detto che erano sicure, mentre questa mattina, di nuovo, si ritorna ad autostrade insicure. Insomma, vi state comportando, su questa vicenda, come dei veri e propri cialtroni; cialtroni, perché questa questione della sicurezza delle autostrade è una cosa seria! Ed è per questo che ribadisco la necessità che il Ministro ed Autostrade dei parchi vengano a riferire in Commissione su questa vicenda.

Ma non è l'unica, non è l'unica! Questa mattina i dati Istat dicono che il Paese si è fermato! Nel terzo trimestre la dinamica è stagnante. C'è una pausa della tendenza espansiva in atto da tre anni! Questi vostri provvedimenti non stanno producendo né sviluppo, né progresso, né crescita, anzi…

PRESIDENTE. Deputata Pezzopane, rimanga sull'emendamento….

STEFANIA PEZZOPANE (PD). La crescita si è fermata…

PRESIDENTE. Rimanga sull'emendamento.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). In questo decreto, con questo emendamento, noi vi poniamo il problema di rientrare sulla carreggiata giusta; voi avete, con il decreto dignità, fatto perdere a questo Paese, in pochissimo tempo, 40.000 posti di lavoro, e continuate con prepotenza ad ignorare tutte le nostre proposte.

Voi dovete fermarvi, ragionare: i vostri no, i vostri dinieghi non stanno producendo altro che un blocco alla crescita e allo sviluppo; i dati Istat parlano molto ma molto chiaro.

E' evidente che la questione delle infrastrutture ci sta dentro: da una parte, coccolate il gestore, dall'altra, lo trattate male: qual è la linea? Qual è la linea di questo Governo sulle grandi infrastrutture? Da una parte, fate condoni vergognosi e, dall'altra, dite “no” ad opere importantissime. Ecco perché la crescita si sta fermando! Ecco perché non riusciamo a riemergere!

Non ci ascoltate, non ci guardate nemmeno quando parliamo! Continuate a osservare lo schermo dei vostri cellulari! Nello schermo dei vostri cellulari andate su Istat, andate a vedere i dati Istat dell'ultimo trimestre! Andateli a vedere ora, subito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! E forse scoprirete anche dal vostro cellulare, non solo dal mio e dai nostri cellulari, che l'Italia si è fermata; lo ripeto: si è fermata! E che c'è un problema di crescita e che il terzo trimestre è tutto nella vostra responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Non potete continuare a dirci: e allora il PD! E allora il PD, cosa?

La firma al decreto dignità è una vostra firma! La firma ai provvedimenti che stanno creando questo problema è una firma giallo-verde e vi dovete assumere tutta la responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), anche in questo decreto, di tutti i dinieghi che state ponendo, della mancanza di ascolto! State fermando l'Italia! L'Italia, il nostro Paese, lo state fermando con arroganza, continuando a guardare lo schermo del cellulare.

Spero che, in questi istanti, vi siate collegati con il sito dell'Istat, così almeno avrete visto cosa state facendo al nostro Paese. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Deputata Pezzopane, non l'ho voluta interrompere, però stigmatizzo la parola che ha usato, “cialtroni”, perché se ne possono usare delle altre (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-SalviniPremier e MoVimento 5 Stelle). Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gariglio. Ne ha facoltà.

DAVIDE GARIGLIO (PD). Grazie, Presidente. Io volevo richiamare l'Aula alla portata di questo emendamento: con questo emendamento si chiede che i 192 milioni di euro che vengono anticipati alle autostrade A24 e A25 vengano assegnati al concessionario solo previa verifica fatta dal MIT - non da un soggetto terzo - dal Ministro Toninelli, circa il fatto che i concessionari abbiano realizzato i lavori per cui questi soldi vengono attribuiti.

Vi stiamo cioè dicendo: prima di pagare, controllate che lavori siano stati fatti. Onestamente, signor Presidente, non capiamo per quale motivo si vuole votare contro una clausola di salvaguardia che dice: prima di dare i soldi ai concessionari, verificate che abbiano fatto i lavori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Siete nemici dei concessionari a parole, ma quando ci sono delle norme di buonsenso - come questa che vi proponiamo - si dice di no! Allora qualche dubbio viene (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie Presidente. Allora, cerchiamo di fissare, e ci aiuti anche lei, Presidente, quello che sta accadendo in Abruzzo. Prima uscita del Ministro Toninelli a LeIene dice che: non ci dorme la notte, che l'autostrada sta per crollare. Esattamente dieci giorni dopo, lo stesso ingegnere, intervistato da Le Iene, che lancia il super allarme, alla riunione dei prefetti di qualche giorno fa (con i prefetti e con le autorità) sostiene che il pericolo è stato superato. Questo, dopo dieci giorni. Oggi, sul primo quotidiano della mia regione, il Centro d'Abruzzo, di nuovo il Ministro dice, su Facebook

PRESIDENTE. Concluda…

CAMILLO D'ALESSANDRO….. che l'autostrada desta evidente preoccupazione. Allora lui ha il dovere di chiuderla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Se è così, la deve chiudere, altrimenti deve darci i soldi per metterla in sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Presidente, l'altro giorno, in Commissione ambiente, rispondendo ad una mia interrogazione, il MIT ha spiegato che quella dell'autostrada era una situazione di rischio, che quello che si stava facendo in questo momento era ridurre il traffico, quindi la congestione. Noi abbiamo provato a spiegare che, dal nostro punto di vista, questo significava intervenire sul rischio – quindi, ridurre certamente il rischio - ma non aumentare la sicurezza dei cittadini. La riunione dei prefetti: abbiamo chiesto che fosse resa pubblica la risultanza di questa riunione; lo stato attuale è che c'è una situazione di grande preoccupazione. Il MIT, in quell'interrogazione, non ha dato risposte concrete su quella che, secondo noi, deve essere una vera e propria road map di messa in sicurezza: cioè, se ci sono dei piloni o dei punti a rischio, noi ci aspettiamo di vedere partire i cantieri e non una riduzione del traffico o di leggere un tweet del Ministro. Così non si fa sicurezza, si fa allarmismo e anche tanta speculazione politica (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, questa discussione in riferimento alle affermazioni del Ministro Toninelli sullo stato di sicurezza di quel tratto di autostrada, sarebbe stata molto, molto più facile da affrontare se almeno uno dei tre giorni in cui abbiamo discusso del tema emergenza Genova e Italia il Ministro Toninelli fosse stato qui (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Lei dovrebbe stigmatizzare il comportamento di un Ministro che non si è degnato di stare un minuto in Aula durante la discussione più delicata che dovrà affrontare nel ciclo del suo mandato! È scandaloso! Altro che indignarsi per “cialtroni”! È un Ministro cialtrone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Deputata Paita, deputata Paita, concluda…

RAFFAELLA PAITA (PD). …Uno che non viene qui e non ascolta le proposte di un territorio è un Ministro cialtrone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Concluda! Deputata Paita, allora, prima di tutto cosa stigmatizzare lo decido io, non lo decide lei per me (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-SalviniPremier). Secondo: la richiesta che anche il Ministro sia in Aula è una richiesta chiaramente appropriata; le parole, stigmatizzo anche la sua, sul “cialtrone”: in quest'Aula non vanno usate queste parole, ma altre.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà

ENRICO BORGHI (PD). Intervengo sull'ordine dei lavori, signor Presidente, perché la dichiarazione, che è stata fatta in precedenza dal collega D'Alessandro, pone un tema che coinvolge direttamente la dignità e il ruolo di questo Parlamento. Ora, come è stato ricordato in precedenza, non entro nel merito delle sue osservazioni, il Ministro competente, il Ministro Toninelli è stato completamente assente da questi lavori, sia dai lavori di Commissione che dai lavori d'Aula. Noi abbiamo più volte rilevato questa assenza, naturalmente il Governo è presente quindi l'interlocuzione può proseguire, ma qui c'è un punto signor Presidente: riteniamo di dovere sdoganare l'idea che sia il signor Zuckerberg e non il Parlamento della Repubblica italiana il luogo di confronto e, quindi conseguentemente, la sua piattaforma e non le istituzioni? Questo è signor Presidente il punto, al netto di qualsiasi caduta di stile o di dibattito del merito. Non è accettabile dal nostro punto di vista, e riteniamo che dal suo punto di vista istituzionale un richiamo sia doveroso, il fatto che il Ministro negli stessi momenti nei quali tutti i parlamentari sono concentrati a discutere, nel momento in cui si discute della sicurezza di quella autostrada e il Parlamento sta per votare un provvedimento che avrà un impatto diretto in riferimento alle discussioni che il Ministro ha fatto, il Ministro si assenti completamente e contemporaneamente decida da affidare ai social delle discussioni rispetto alle quali lui si sente evidentemente come il Presidente della Repubblica, cioè totalmente irresponsabile. Ecco non è così: un Ministro assente su Genova, un Ministro assente sugli allarmi da lui stesso lanciati, è un Ministro che deve essere richiamato ai suoi doveri e alla sua responsabilità (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

SIMONE BALDELLI (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, intervengo intanto per ringraziarla per il suo intervento perché chiaramente se qui cominciamo ad alzare il livello dello scontro in particolare lei Presidente, che ha il dovere di condurre la seduta. Si può pensare che il Ministro Toninelli sia un cialtrone ma non lo si può dire in quest'Aula.

PRESIDENTE. Deputato Baldelli!

SIMONE BALDELLI (FI). Perché evidentemente questo poi comporta un botta e risposta.

PRESIDENTE. Se fa così, senza dubbio.

SIMONE BALDELLI (FI). Noi abbiamo una posizione completamente diversa da quella del PD perché loro lamentano, anche giustamente in termini di protocollo, l'assenza di un Ministro in un provvedimento importante, io invece ringrazio il Ministro per non essere venuto perché almeno gli esponenti del Governo che ufficialmente è rappresentato in quest'Aula hanno seguito questo provvedimento cercando di rispondere nel merito. Grazie all'assenza del Ministro Toninelli noi ci siamo risparmiati la solita tiritera su costi e benefici (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), i soliti discorsi vuoti, la solita incompetenza che purtroppo il Ministro Toninelli ci ha abituato a vedere quando interviene nei lavori dell'Assemblea.

Quindi, al netto del fatto che io ho una posizione completamente diversa da quella del PD, però volevo sottolineare il fatto Presidente che lei si è attenuto al corretto andamento dei lavori che è sua responsabilità e mi auguro che le critiche rimangano sempre nell'ambito della convivenza civile, altrimenti il dibattito politico finisce ai materassi e invece siccome stiamo parlando di temi molto molto rilevanti io credo che dovremmo cercare il più possibile di attenerci ai contenuti, perché già di fronte alla tragedia che abbiamo di fronte abbiamo diverse esigenze da contemperare, non solo riguardo al ponte, anche riguardo al terremoto del centro Italia, a Ischia e a mille altri dettagli e particolarità, esigenze quotidiane ed emergenziali che emergono nel contenuto del decreto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine lavori il deputato Pizzetti, ma le chiedo l'argomento perché se è lo stesso su cui è intervenuto il suo collega di gruppo Borghi allora non le do la parola e andiamo avanti.

LUCIANO PIZZETTI (PD). Le chiederò la parola nel pomeriggio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.3, Braga, con il parere contrario di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Chiedo al relatore i pareri sui successivi emendamenti, a partire dall'articolo aggiuntivo 16-bis.0303 Mandelli fino alla fine del fascicolo.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Il parere è contrario sugli articoli aggiuntivi 16-bis.0303 Mandelli, 16-bis.05 Carnevali, 16-bis.0302 Mandelli, 16-bis.06 Carnevali, nonché sull'emendamento 17.301 Benedetti. Sull'emendamento 17.302 Braga il parere è favorevole con la seguente riformulazione: sostituire le parole: “rischio sismico idrogeologico” con le seguenti “rischio sismico idrogeologico e paesaggistico”. Praticamente, oltre alla parola “anche”, che va eliminata, viene aggiunta la parola “paesaggistico”.

PRESIDENTE. Alla Presidenza, sull'emendamento 17.302 Braga, con il parere favorevole della Commissione, risulta la riformulazione seguente: al comma 3, sostituire le parole: “finalizzati anche” con la seguente “finalizzati” e poi, conseguentemente, quello che ha letto lei. Se quindi può rileggerlo dall'inizio, grazie.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Al comma 3 sostituire le parole “finalizzati anche” con la seguente “finalizzati”. La riformulazione…

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiedo di parlare (Commenti del deputato D'Ettore)

PRESIDENTE. Con calma, deputato Giachetti: su cosa?

D'Ettore si segga, stiamo lavorando.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Per l'economia dei nostri lavori, siccome lei comprende, Presidente, che al di là della giuste conoscenze che hanno coloro che si sono occupati direttamente di questa materia, per noi sprovveduti deputati sarebbe utile capire almeno di che cosa parliamo, forse se diamo dieci minuti di tempo al relatore per rimettere insieme le idee e venire qui con delle riformulazioni che ci facciano capire qualcosa, questo non sarebbe male. Dico ciò nell'interesse non solo della mia parte, ma di tutti, almeno sappiamo cosa votiamo. Grazie Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ripartiamo quindi dall'emendamento 17.302 Braga, con parere favorevole della Commissione con riformulazione. Rilegga tutta la riformulazione.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Il commissario straordinario assicura una ricostruzione unitaria e omogenea nei territori colpiti dal sisma anche attraverso specifici piani di delocalizzazione e trasformazione urbana finalizzati alla riduzione delle situazioni di rischio sismico idrogeologico e paesaggistico.

PRESIDENTE. La riformulazione è stata letta. Deputato Maschio, dobbiamo andare avanti con i pareri e poi interveniamo. Non interveniamo in questa fase; stiamo dando i pareri, poi interveniamo. Allora, il parere sull'emendamento 17.300 Muroni?

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Sull'emendamento 17.300 Muroni, così come sugli identici emendamenti 18.1 Muroni e 18.301 Benedetti, il parere è contrario. Sull'emendamento 18.300 Muroni il parere è contrario, mentre per quello successivo, 18.3 Muroni, si chiede l'accantonamento (Commenti del deputatoD'Ettore).

PRESIDENTE. D'Ettore la richiamo formalmente: è il primo richiamo formale.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Sull'emendamento 20.301 Benedetti il parere è contrario. Sull'emendamento 20.300 Gallo c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

Sugli identici emendamenti 21.1 Muroni e 21.302 Benedetti, così come sull'emendamento 21.301 Benedetti, nonché sugli identici emendamenti 21.300 Muroni e 21.303 Benedetti il parere è contrario. Il parere è inoltre contrario sull'emendamento 21.304 Sarro, sugli identici emendamenti 22.1 Muroni e 22.300 Benedetti, sull'emendamento 23.1 Muroni, nonché sugli identici emendamenti 23.2 Muroni e 23.300 Benedetti, così come sull'emendamento 23.301 Paolo Russo. Il parere è contrario anche sugli identici emendamenti 25.1 Braga e 25.300 Muroni, così come sugli emendamenti 25.9 Rostan, 25.301 Sgarbi, 25.302 Muroni, 25.308 Braga, nonché sugli identici emendamenti 25.3 Braga e 25.307 Muroni, così come sugli emendamenti 25.4 Muroni e 25.303 Muroni.

L'emendamento 25.305 Sarro è accantonato. Sull'emendamento 25.309 Muroni, il parere è contrario.

PRESIDENTE. A seguito dell'accantonamento dell'emendamento 25.305 Sarro, accantoniamo anche gli emendamenti 25.309 Muroni, 25.102 Paolo Russo e 25.304 Sarro. Proseguiamo quindi con il parere sugli identici emendamenti 25.5 Muroni e 25.310 Benedetti.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Sugli identici emendamenti 25.5 Muroni e 25.310 Benedetti, così come sull'emendamento 25.312 Braga, il parere è contrario. Sull'emendamento 25.313 Gallo c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Sugli emendamenti 25.8 Braga e 25.314 Paolo Russo il parere è contrario. L'articolo aggiuntivo 25.01 Muroni è accantonato. Sull'emendamento 26.300 Braga il parere è contrario. Sull'emendamento 26.301 Braga, nonché sull'emendamento 34.500 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) il parere è favorevole. Sugli emendamenti 37.32 De Micheli e 37.302 Baldelli c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Sull'emendamento 37.303 Braga il parere è contrario. Sugli emendamenti 37.34 Pezzopane e 37.36 Verini, c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Sugli identici emendamenti 37.300 Stumpo e 37.304 Nevi, così come sugli emendamenti 37.11 Morgoni e 37.46 De Micheli, il parere è contrario. Sull'emendamento 37.50 Morgoni c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Sull'emendamento 37.75 Nevi il parere è contrario. Sull'emendamento 37.57 Pezzopane c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Sull'emendamento 37.58 Pezzopane il parere è contrario. Sugli emendamenti 37.308 e 37.305 Baldelli, 37.59 Pezzopane, 37.306 Baldelli, 37.60 Verini, 37.307 Baldelli, 37.301 e 37.309 Colletti, nonché sugli articoli aggiuntivi 37.018, 37.019 e 37.020 a prima firma dell'onorevole Pezzopane c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Infine, anche sugli articoli aggiuntivi 37.021 Nevi, 37.022 Pentangelo e 37.023 Trancassini c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Sugli emendamenti 38.2 Trancassini, 39.1 Anna Lisa Baroni e 39.2 Fiorini, il parere è contrario. Sugli identici articoli aggiuntivi 39.08 Martino e 39.03 Pezzopane, così come sull'articolo aggiuntivo 39.04 Pezzopane, nonché sugli identici articoli aggiuntivi 39.06 Martino e 39.0350 Pezzopane, così come sugli articoli aggiuntivi 39.07 e 39.09 Pezzopane, c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

Sugli articoli aggiuntivi 39.010 Martino, 39.012, 39.017 e 39.019 Pezzopane, così come sugli identici articoli aggiuntivi 39.082 Fiorini e 39.0351 Pezzopane, nonché sugli articoli aggiuntivi 39.013 Pezzopane e 39.081 Fiorini, il parere è contrario.

Sugli articoli aggiuntivi 39.021, 39.022, 39.024 e 39.027 Fiorini, 39.030 Rossi, 39.071 Cortelazzo, 39.069 Fiorini, 39.072 Cortelazzo e 39.073 Pezzopane, c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Sugli articoli aggiuntivi 39.074 Pezzopane e 39.085 Morgoni il parere è contrario. Sull'articolo aggiuntivo 39.076 Nevi c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

L'articolo aggiuntivo 39.097 Baldelli è accantonato. Sugli articoli aggiuntivi 39.084 Morgoni e 39.018 D'Alessandro, il parere è contrario. Sugli identici emendamenti 39-ter.300 Braga e 39-ter.301 Muroni, così come sull'emendamento 40.1 Braga il parere è contrario. Sull'emendamento 40.2 Baldelli il parere è favorevole. Sugli articoli aggiuntivi 40.010 Pastorino e 40.015 Pittalis, così come sugli emendamenti 41.303, 41.300, 41.301 e 41.305 Benedetti, 41.103 Muroni, 41.2 Braga, 41.304 Benedetti, nonché sull'articolo aggiuntivo 41.0300 Foti, così come sugli identici articoli aggiuntivi 42.01 Pastorino e 42.08 Pella, nonché sull'articolo aggiuntivo 42.03 Orlando, così come sugli emendamenti 44.300 Stumpo, 44.302 Cassinelli, 44.2, 44.1 e 44.3 Serracchiani, 44.301 Giacometto e 44-ter.300 Braga, il parere è contrario. Infine, sull'emendamento 45.500 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 16-bis.0303.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie Presidente. Gli articoli aggiuntivi 16-bis.0303 e 16-bis.05 affrontano congiuntamente un tema riguardante la ricostruzione del ponte di Calusco e Paderno, con riferimento al quale, peraltro, il precedente Governo di centrosinistra, in un grande lavoro di interlocuzione allora con RFI, aveva già proceduto all'accantonamento di 20 milioni di euro per la manutenzione straordinaria di quel ponte.

Avviene che dal 15 di settembre questo ponte viene chiuso e interdetto a qualsiasi tipo di traffico, sia ferroviario che viario che ciclopedonale; si è svolto un incontro, su richiesta dei parlamentari lombardi, alla presenza del Ministro Toninelli. Forse bisogna spiegare a Toninelli che ancora il commissario non c'è, perché bisognerà arrivare all'approvazione di questo decreto, ma un altro punto cruciale è che noi avremo diciotto mesi in cui il territorio bergamasco sarà diviso da quello lecchese, tra l'altro su una tratta, Milano-Carnate, che, come potete immaginare, non è proprio una tratta irrilevante nella mobilità del nostro territorio lombardo.

Spero e mi auguro che ci sia un ripensamento da parte del relatore e del Governo, di cui sono presenti, peraltro, esponenti lombardi, che conoscono molto bene qual è il problema. I due emendamenti riguardano i servizi integrativi, i trasporti in particolare, perché se è pur vero che regione Lombardia magari qualche risorsa ce l'ha, attualmente i servizi sono stati in parte messi naturalmente da RFI, ma io vi sfido a provare a vedere com'è e come sarà per diciotto mesi la vita dei pendolari e dei cittadini su quella tratta, e sui servizi integrativi che sono stati messi, che è evidente che sono insufficienti. Quindi, chiedo, su due emendamenti, così come i successivi, che riguardano invece l'economia territoriale, di ragionare sulle disponibilità che ci sono, lo faccia il Governo, perché non stiamo parlando di risorse ingenti. Credo che una chiusura e un'indisponibilità totale da parte del Governo su un tema come questo sia francamente incomprensibile, non solo ai deputati che sono qui in quest'Aula ma per quel territorio.

Noi abbiamo scelto una strada, e l'abbiamo fatto insieme al Governo, che è quella di intervenire bene e presto. Sono diciotto mesi - poi alla fine vedremo, purtroppo la presentazione dei progetti definitivi non è stata proprio brillantissima -, ma il tema vero è che qualche risorsa, anche in una comprensibile condizione di non grandi disponibilità, credo sia dovuta al territorio lombardo. Non vedo qui il Vice Ministro Garavaglia, ma vedo il sottosegretario Crimi, penso che almeno un segnale di attenzione sia doveroso e giusto. Un pezzo lo farà la regione Lombardia - mi auguro velocemente e presto, perché non è che è sempre colpa solo di RFI -, un pezzo lo faccia questo Governo, e diamo una risposta e un'attenzione a un pezzo di territorio, quello lombardo, che, è vero, non ha avuto il dramma di vedere un ponte controllato con delle vittime, quindi il dramma importante, gravoso e anche disumano che è avvenuto a Genova, ma non per questo bisogna paralizzare un pezzo di territorio lombardo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mandelli. Ne ha facoltà.

ANDREA MANDELLI (FI). Presidente, ovviamente intervengo sul mio emendamento, che ha come oggetto quello di chiedere una soluzione per il ponte San Michele. Ha già detto la collega che si tratta di un territorio particolarmente importante per l'economia del Paese, un territorio in cui il PIL - quel poco che facciamo, visti i dati di oggi - viene fatto, un territorio messo in ginocchio da una mancanza di una possibilità di collegamento, sia viario che ferroviario, che davvero sta mettendo in grave crisi non solo il settore dei trasporti ma anche il settore del commercio e delle aziende locali.

Il problema è molto semplice, ho presentato anche un'interrogazione in merito, anche in questo caso senza stigmatizzare e appiccicare nomi al Ministro, che non è qui oggi come non venne quando lo interrogammo su questa materia per capire cosa vogliamo fare, perché se è pur vero che è giusto che aiutiamo i territori meno fortunati del Paese, abbiamo un'ulteriore responsabilità nell'aiutare i territori dove PIL viene fatto e dove una mancanza di collegamento determina un risultato negativo per tutto il Paese.

In questo emendamento chiedo sostanzialmente di venire incontro ai lavoratori, per cercare di aiutare a sostenere quella viabilità alternativa che deve essere messa in atto velocemente, per evitare quindi che la gente debba essere vittima di disagi sui trasporti per poter andare a lavorare, ma anche per aiutare ovviamente le aziende a mantenere il livello produttivo, che è importante per il Paese. Allora con questo emendamento chiedo di aiutare la regione a mettere a disposizione dei cittadini, degli studenti e dei lavoratori un mezzo alternativo per potere, in questo momento di difficoltà, raggiungere i luoghi di lavoro, le scuole e le aziende.

Un lavoro, quindi, che non è molto difficile da comprendere, ma che diventa molto importante. Quindi chiedo al Governo - al sottosegretario, visto che il Ministro non c'è - almeno di accantonarlo, per valutarlo. Qui non stiamo facendo un'operazione per qualcuno, stiamo facendo un'operazione per permettere alla gente, che ha una vita normale in questi posti, di fronte a un fatto così inaspettato ma che incide sulla vita di tutti i giorni, di poter dare una risposta in termini di logistica e viabilità. Chiedo almeno che sia accantonato per essere valutato dal relatore e dal Governo. Non mi pare che sia un intervento particolarmente complicato, credo di andare incontro alle esigenze di un territorio che è davvero messo in difficoltà da questa chiusura.

Il Ministro Toninelli aveva annunciato via Facebook - la maniera con cui noi veniamo sempre a sapere cosa volete fare - che avrebbe nominato un commissario: sono passati due mesi e il commissario non c'è, però la gente è in coda in un territorio disgraziato per poter andare a lavorare, a studiare e a fare le proprie attività.

Quindi, chiedo perlomeno un accantonamento, per riuscire a consentire a questi lavoratori e studenti di riprendere una vita non dico normale ma decente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

RENATO BRUNETTA (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO BRUNETTA (FI). Signor Presidente, ricordo a me stesso che la legge di bilancio ogni anno deve essere presentata entro il 20 ottobre: oggi siamo al 30 ottobre e di leggi di bilancio neanche l'ombra. Abbiamo sentito ieri, da fonti governative, che arriverà forse domani in questo ramo del Parlamento. Mi chiedo, signor Presidente, anche alla luce…

PRESIDENTE. Deputato Brunetta, è proprio un argomento in questo momento non…

RENATO BRUNETTA (FI). No, è una cosa pregnante, signor Presidente. Glielo preciso. Un'ora fa l'Istat ha pubblicato i dati di crescita del PIL del terzo trimestre di quest'anno, con un risultato dello zero…

PRESIDENTE. Stiamo lavorando su un altro decreto…

RENATO BRUNETTA (FI). Mi scusi, se ha un attimo di pazienza le spiego la ragione. Se domani arriva la legge di bilancio, e arriva con tassi di previsione di crescita del PIL dell'1,5 per cento…

PRESIDENTE. Però ne parleremo domani.

RENATO BRUNETTA (FI). …totalmente fuori linea rispetto alle previsioni…

PRESIDENTE. Deputato Brunetta…

RENATO BRUNETTA (FI). La prego di far finire il mio intervento. Che tipo di legge di bilancio noi avremo domani?

PRESIDENTE. Domani, quando arriverà, si parlerà anche di questo, e potrà fare tutti gli interventi nelle Commissioni.

RENATO BRUNETTA (FI). …della credibilità di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Grazie, deputato Brunetta. Il deputato Mandelli ha chiesto l'accantonamento dell'emendamento 16-bis.0303, che in questo momento ha un parere contrario della Commissione. Chiedo ai relatori come intendano procedere.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Parere contrario all'accantonamento.

ANDREA MANDELLI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA MANDELLI (FI). Presidente, chiedo solo la possibilità della trasformazione in ordine del giorno…

PRESIDENTE. Quindi lo ritira.

ANDREA MANDELLI (FI). Lo ritiro e presento un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Quindi l'articolo aggiuntivo 16-bis.0303 Mandelli è ritirato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 16-bis.05 Carnevali.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie Presidente, io ho cercato di spiegare prima, in particolare al relatore e al Governo, l'esigenza sottesa a questo emendamento, che riguarda la questione dei servizi integrativi, e di quello che vedremo successivamente, che, invece, riguarda le economie territoriali.

Vorrei però fare un chiarimento, in particolare ci tengo a farlo al Governo. Il fatto che siamo arrivati alla scelta di identificare l'amministratore delegato di RFI, il commissario per la realizzazione in tempi veloci e certi di interventi di manutenzione straordinaria di quel ponte, non significa che lì si troveranno le disponibilità e le risorse per poter fare i servizi integrativi e per corrispondere, in qualche modo, una sorta di appoggio economico che noi diamo, in particolare alle imprese che sono in questo caso penalizzate da una chiusura di questo ponte per oltre diciotto mesi. Questo è il punto su cui credo non siamo ancora riusciti a farci interpreti e forse anche a spiegarlo in modo persuasivo, in particolare nei confronti del Governo. Infatti, la scelta di fare bene e di farlo in fretta non ha nulla a che vedere con il fatto che in questo momento RFI garantisce i servizi suppletivi, non integrativi, suppletivi al fatto che la linea ferroviaria è interrotta. Mentre per tutto il resto che in questo momento sta gravando su quel pezzo di territorio di risorse disponibili non ce ne sono.

Per quanto riguarda le economie territoriali, poi ci torneremo nel prossimo emendamento, voglio ricordare che Regione Lombardia, una regione che penso abbia un certo peso e anche un certo bilancio, ha messo in disponibilità qualcosa che è meno di un chip, meno di qualcosa che è una parvenza perché sono stati messi a disposizione, in particolare per il subentro della TASI per tre mesi, la bellezza di 122 mila euro, dico 122 mila euro.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 11,14)

ELENA CARNEVALI (PD). Allora il punto è questo: voi volete andare sulla vostra strada, immagino non sarete favorevoli né a questo emendamento né all'altro emendamento, per il quale chiedo, come ho chiesto prima, di poter abbinare anche l'accantonamento.

Il punto è – lo chiedo alla Presidente - di poter sapere dal Governo se c'è la disponibilità con il ritiro dell'emendamento di appoggiare un ordine del giorno che trovi, almeno nella prossima legge di bilancio, non dico una parvenza, ma qualche risorsa economica per corrispondere a queste due esigenze. Relativamente ai servizi integrativi vedremo poi con il Governo: nessuno sta chiedendo delle risorse impossibili e ciò vale anche, in particolare, per le imprese che stanno subendo e subiranno davvero un aggravio molto pesante con il rischio di chiusura, come i comitati, ma anche i sindaci di quel territorio ci hanno già fatto sapere. Basta infatti andare a fare un giro in quei territori di Calusco Paderno per avere una minima idea di queste realtà.

PRESIDENTE. Prego sottosegretario.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sulla richiesta di trasformazione in ordine del giorno nulla osta, ci mancherebbe. Quindi, se lo ritira e lo trasforma in un ordine del giorno possiamo valutare l'approvazione, ovviamente leggendo il testo dell'ordine del giorno. Valutiamo l'ordine del giorno una volta formulato e sottoposto: o ce lo legge adesso o ci dice come sarà formulato l'ordine del giorno e le posso dare una risposta al volo, altrimenti dovremmo prima leggerlo.

PRESIDENTE. Collega Carnevali?

ELENA CARNEVALI (PD). Presidente, allora lo ritiro.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 16-bis.0302 Mandelli.

ANDREA MANDELLI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA MANDELLI (FI). Grazie Presidente, questo è un emendamento che va sulla falsariga di quello che ho illustrato qualche minuto fa e cerca di andare incontro alle attività economiche che hanno un grande condizionamento dalla situazione che si è creata appunto per la chiusura da parte di RFI del ponte tra Paderno e Calusco.

Immagino che chiedere l'accantonamento sia ancora un risultato che non mi porterà da nessuna parte, perché ho visto l'atteggiamento anche incomprensibile di chiusura su un tema così evidente sulla pelle della Lombardia, quindi, chiederei anche in questo caso la possibilità di trasformarlo in un ordine del giorno, se non altro per cercare di tenere alta l'attenzione su un tema veramente importante in una zona così particolarmente e densamente abitata, produttiva e che ha davvero bisogno che il Governo intervenga per riportare uno stato di normalità, che permetta a tutti i cittadini studenti e lavoratori e aziende di poter proseguire nella loro attività. Quindi, se ho un cenno d'assenso del Governo lo ritirerei per procedere alla presentazione di un ordine giorno che inviti l'Esecutivo a tener presente che questa zona ha bisogno di essere aiutata e velocemente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Crimi. Ne ha facoltà.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Vale lo stesso discorso fatto precedentemente, quindi valutiamo l'ordine del giorno una volta sottoposto. Chiaramente, tengo a sottolineare che sicuramente la questione posta è una questione che va attenzionata, però ricordiamoci che in questo momento non c'è solo quella situazione, ma in Italia ci sono tantissime altre situazioni in cui a seguito di chiusure o crolli ci sono delle aree che stanno subendo un decremento del fatturato. In questo caso, la richiesta è di un contributo pari al 100 per cento del decremento di fatturato avuto dalle aziende sul territorio. Potrà comprendere che l'intervento su Genova è un intervento straordinario e legato al fatto che le risorse stanziate si pensa di recuperarle dalla società concessionaria, comunque da un privato, quindi non è un contributo dato direttamente, cosa che invece in questo caso sarebbe.

ANDREA MANDELLI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA MANDELLI (FI). Comprendo che, purtroppo, la situazione del Paese è sicuramente drammatica sotto questo profilo e capisco le osservazioni, però oggettivamente una soluzione va trovata perché, se non altro, una zona così importante per la formazione del PIL nel nostro Paese viene ad essere messa in un angolo senza nessuna possibilità di dare quel contributo che, invece, in questo momento è necessario. Tutti i paesi sono importanti, nessuno in Italia è diverso dagli altri, però oggettivamente il problema c'è ed è molto grosso.

PRESIDENTE. Quindi, lo ritira?

ANDREA MANDELLI (FI). Sì, lo ritiro.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 16-bis.06 Carnevali.

Ha chiesto di parlare la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie presidente, noi siamo anche disponibili a ragionare e a ritirare l'emendamento purché ci sia una disponibilità concreta da parte del Governo e valutarlo nell'ordine della grandezza e delle disponibilità che si potranno valutare insieme.

Credo che bisognerebbe corrispondere alle esigenze del deficit, anzi devo dire delle conseguenze che in questo momento in particolare quel territorio sta avendo - mi riferisco al mondo delle imprese, al mondo delle economie territoriali e al mondo delle aziende - e riuscire a trovare una disponibilità nell'interlocuzione col Governo per corrispondere un aiuto. Un aiuto che non arriverà – mi rivolgo al Sottosegretario Crimi - dalle economie eventuali che RFI può accantonare per gli eventuali appalti relativi alla manutenzione straordinaria. Infatti, le risorse di RFI devono essere usate per gli investimenti di RFI, non di certo per finanziare, come stiamo discutendo adesso, la possibilità di attutire l'impatto della chiusura di diciotto, venti mesi, quello che sarà, di questo ponte, che ha diviso in due il territorio lombardo.

Allora, noi siamo stati abituati così, è una pratica che abbiamo fatto nella scorsa legislatura, non mi sembra che sia una pratica di questa legislatura: ci siamo comportati da gentiluomini nel momento in cui abbiamo dato disponibilità, fiducia e parola a mettere in discussione, a valutare quindi la possibilità di trovare un punto di incontro. Pertanto, mi aspetto che, nel rapporto tra gentiluomini dentro quest'Aula, ci sia nella predisposizione dell'ordine del giorno, la possibilità di trovare, con le disponibilità finanziarie che saranno possibili, risorse che servono per dare una risposta giusta, doverosa a un pezzo importante di territorio di questo Paese.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Ribadisco la disponibilità a valutare gli ordini del giorno, tengo però a sottolineare quanto già detto in precedenza ossia dare un contributo alle imprese direttamente è una cosa che abbiamo messo in campo per Genova esclusivamente perché lo Stato si è sostituito a ciò che il privato dovrebbe poi, a seguito dell'indagine giudiziaria del processo, provvedere a risarcire a tutti i soggetti che hanno avuto un danno causato da quel crollo; quindi, non è un aiuto dello Stato direttamente alle economie locali, come invece viene richiesto in questo emendamento.

Per cui siamo disponibili a valutare gli strumenti legislativi che, anche nell'ambito delle direttive europee, ci sono concessi per potere dare degli aiuti alle imprese. Quindi, chiedo che l'ordine del giorno sia formulato in questa direzione cioè nell'ambito della legislazione italiana ed europea vigente, che si possa valutare di effettuare dei contributi alle economie locali perché appunto la differenza, rispetto a quanto fatto per Genova, è proprio questo, oltre a valutare l'esistenza di uno stato di emergenza o meno dichiarato per quella zona.

PRESIDENTE. Collega Carnevali?

ENRICO BORGHI (PD). E' ritirato.

PRESIDENTE. Sta bene.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.301 Benedetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 17.302 Braga.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD). Noi annunciamo il voto contrario a questa che non è una riformulazione ma è sostanzialmente un emendamento, che il relatore ha proposto utilizzando uno nostro emendamento. Mi rivolgo a lei, signora Presidente, ma idealmente mi rivolgo al collega Giachetti, che accampava la stravagante pretesa di sapere quello che stiamo votando. Cerco di spiegarlo. Questo decreto prevede in sostanza che nelle zone interessate si vada sostanzialmente in deroga a tutta la normativa del vincolo idrogeologico e paesaggistico. Però, siccome qualcuno ha fatto notare - forse anche i colleghi del Movimento Cinque Stelle, dove qualcuno è stato eletto anche sulla base di battaglie ambientaliste - che forse questa impostazione era eccessiva, si è approntata quella che definirei la tattica del capro espiatorio. In sostanza, al povero commissario si dice: “vai a vedere tu se questo abuso edilizio è compatibile con l'assetto idrogeologico e con quello paesaggistico”.

Ora, con questo emendamento non soltanto, a mio avviso, non si copre il buco, ma semplicemente si crea il rischio di un altissimo contenzioso che non riesce neanche a raggiungere l'obiettivo che si indica, cioè quello di ricostruire più rapidamente. E' un pasticcio che cerca di negare l'evidenza, cioè che con la scusa del terremoto si stanno proponendo due condoni edilizi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e questi due condoni edilizi, anche se li chiamerete “pace edilizia” - provate a chiamarla così, vi do questo consiglio - in verità stridono con quello che ci sta succedendo intorno. È inutile che noi in questi giorni ci stracciamo le vesti: quello che sta succedendo è responsabilità dell'uomo. Certo, ci sono cambiamenti climatici, ma anche l'impermeabilizzazione dei suoli, la velocità delle acque.

Voi, nel giorno in cui la natura vi sta dicendo che forse è meglio fermarsi, ci proponete di votare due condoni edilizi, con la scusa di Genova e con la scusa del terremoto. Per chi ha preso anche i voti su una spinta che andava nella direzione di una critica alla modernità e a un certo tipo di sviluppo, è un ottimo esordio: complimenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Collega D'Orlando, quindi non accetta la riformulazione, è corretto? Non viene accettata.

Ha chiesto di parlare il relatore Rospi. Ne ha facoltà.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Grazie. Volevo solo specificare che l'emendamento era favorevole perché andavamo a eliminare la parola “anche”, però eliminando la parola “anche” rimaneva solo che gli interventi dovevano essere finalizzati alla riduzione del rischio sismico e idrogeologico; ci sembrava giusto, quindi, avendo levato la parola “anche”, inserire anche la tutela del paesaggio. Era solo questa la riformulazione: non volevamo assolutamente fare altro. Grazie.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Provo a spiegare all'onorevole Orlando di cosa si trattava nella riformulazione proposta dai relatori. Attualmente, per come è formulata, la possibilità di delocalizzazione nell'ambito della ricostruzione è finalizzata anche alla riduzione del rischio sismico e idrogeologico. Togliendo la parola “anche”, che era la ratio del vostro emendamento, sul quale si può esprimere parere favorevole, la delocalizzazione è finalizzata quindi alla riduzione del rischio sismico e idrogeologico. Quindi su questo c'è parere favorevole, con una ulteriore aggiunta, che la delocalizzazione e trasformazione urbana non è limitata alla riduzione del rischio sismico e idrogeologico, ma anche - è questa l'aggiunta - alla tutela paesaggistica. Ora, se rifiutate questa riformulazione, sinceramente rimango veramente perplesso perché era nella direzione di evitare eventuali delocalizzazioni finalizzate a scopi speculativi o arbitrarie. Quindi, questa era l'intenzione del relatore, ma anche del Governo. Se non c'è questa volontà, ne prendiamo atto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Mulè. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI). Grazie, Presidente. La ratio di questo articolo - siamo entrati adesso nell'articolo 17 - che riguarda il terremoto di Ischia, incide su un problema che è centrale rispetto a quello che abbiamo già detto all'avvio (in vari e diversi interventi di tutte le parti politiche) circa i disastri provocati da situazioni di rischio idrogeologico. Questo emendamento interviene esattamente sul punto e ci dice chiaramente che qualsiasi opera di ricostruzione deve essere finalizzata non “anche” - come giustamente, a nostro avviso, proponevano i colleghi del Partito Democratico - ma alla riduzione delle situazioni di rischio sismico e idro-geologico. Vorrei che l'Aula facesse una riflessione, così come il Governo, sulla proiezione che dobbiamo darci sul rischio del dissesto sismico e idrogeologico.

In questo vorrei mutuare ciò che ieri il Presidente del Senato ha detto a proposito del rischio sismico e idrogeologico e sulla necessità che questo dissesto venga prevenuto conoscendo quello che accade, quindi proponendo - di fatto - una Commissione d'inchiesta sul rischio idrogeologico.

Allora, Presidente, farei mia questa sollecitazione che è arrivata dal Presidente del Senato - e che in parte è assorbita nella ratio di questo emendamento - per investire anche la Camera sulla necessità, in maniera trasversale, di farci carico di istituire una Commissione d'inchiesta, che auspico bicamerale, sul rischio del dissesto idrogeologico, che possa prevenire tutti i disastri che, viceversa, ci troviamo a commentare con grande pena come nella giornata di oggi. Grazie Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Melilli. Ne ha facoltà.

FABIO MELILLI (PD). Presidente, visto che siamo sul tema: io ho ascoltato le parole del sottosegretario e, attraverso lei, mi permetterei di chiedere a lui un chiarimento. Capisco - ed era il senso dell'emendamento di cui abbiamo parlato tutti - il fatto di togliere quell'”anche” dall'emendamento e, quindi, farlo più cogente rispetto al rischio sismico e idrogeologico ma, sarà un mio limite, non capisco che cos'è il rischio paesaggistico. Siccome lei, sottosegretario, ci ha tenuto a ribadire che i piani che verranno predisposti saranno attenti alla tutela paesaggistica e dato che le norme che noi scriviamo qualcuno deve applicarle, francamente, se posso suggerirle, io le consiglierei di riformulare il rischio paesaggistico, perché di rischio paesaggistico nella normativa italiana non si è mai sentito parlare e non riesco ad immaginare come si possa ridurre un rischio paesaggistico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Io devo dire che questa riformulazione - mi permetto di dire - la prenderei. A questo punto, chiederei al Governo se è disponibile magari a prendere in considerazione anche l'emendamento successivo, su cui Commissione e Governo hanno dato parere contrario. In tale emendamento - insisto perché l'avevo già fatto in Commissione - vi chiedo di parlare di rimozione e non di riduzione. Sa, sottosegretario, è particolarmente importante oggi parlare di rimozione invece che di riduzione perché non c'è un rischio che noi possiamo correre sul fronte del dissesto idrogeologico. Ecco, la storia di questa frase nasce così. Questa frase: “finalizzati anche” alla riduzione delle situazioni di rischio sismico e idrogeologico è una frase che il relatore ha preso da un mio emendamento in Commissione ed è diventato parte del testo. Adesso c'è, come dire, un intervento ulteriore in cui si toglie un “anche”. Io però direi che bisogna parlare anche di “rimozione” invece che di “riduzione”.

E' esattamente quello che cercavamo di segnalarvi nella vostra metodologia bislacca che avete nel dialogo con le istituzioni, relatore.

Non si prendono pezzi di emendamenti, e poi non si bocciano emendamenti che poi si ripresentano come se fossero farina del sacco del Governo o dei relatori, perché è esattamente questo il tipo di confusione che si ingenera. Io direi, per fare una cosa di buonsenso che, siccome in quest'Aula ci apprestiamo (io voterò contro fino alla fine) a varare due condoni edilizi, se il Governo, come dire, illuminato sulla via di Damasco, si rende conto che deve finalizzare le delocalizzazioni alla rimozione delle situazioni di rischio sismico e idrogeologico, forse è, come dire, in parte un riconoscimento del fatto che si sta procedendo su una china molto, molto pericolosa. Peraltro mi permetto di sottolineare che il nodo principale non è certo nell'articolo 17 ma in tutto l'articolo 25, in cui voi sostanzialmente, come vi ho già detto più volte in Commissione, spazzate via le leggi del 1994 e del 2003 e pretendete di sanare tutto con il condono del 1985. State facendo un capolavoro eccezionale e, quindi, direi che qualsiasi cosa deve essere assolutamente finalizzata alla rimozione delle situazioni di rischio sismico e idrogeologico perché, guardate, specialmente oggi, specialmente oggi con quello che sta vivendo il nostro Paese con i morti, i danni, i feriti e le città bloccate, credo che sia a tutti molto chiaro che la sicurezza dell'edilizia e la sicurezza dei cittadini passa anche per leggi ben scritte per impedire che lo scempio del territorio vada avanti. E l'abusivismo edilizio, ve l'ho già detto, aumenta di moltissimo il rischio idro-geologico, grazie.

PRESIDENTE. Grazie a lei. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT (PD). Presidente, probabilmente c'è stato qualche equivoco legato alla modalità dell'esposizione della riformulazione. Non so se adesso poi, su alcune questioni che sono state sollevate da altri colleghi, in particolare dal collega Melilli, è giusto parlare non di rischio paesaggistico ma semmai di tutela paesaggistica ai fini di una, ecco, migliore interpretazione e lettura del testo; però sul merito volevo dire questo: a noi fa piacere che ci sia stato un parere favorevole del Governo su questo emendamento che abbiamo presentato, però bisogna capire che l'introduzione di questo principio… cioè in questo comma si affida sostanzialmente al commissario la potestà di promuovere interventi integrati unitari, diciamo che si potrebbe pensare ad un intervento di piano particolareggiato, di intervento che abbia l'obiettivo di ridurre o meglio, rimuovere (siamo d'accordo con l'osservazione legata al successivo emendamento della collega Muroni) le situazioni di rischio. Ma questo apre uno scenario che è completamente diverso da quello che ci troveremo di fronte nei prossimi articoli dove, diciamo, le prerogative delle autorità paesaggistiche e gli interventi sui condoni vanno in una direzione esattamente contraria al principio che noi introduciamo. Quindi rimando alla discussione che faremo per una coerenza delle decisioni che si stanno prendendo: questo emendamento, con l'eliminazione della parola “anche”, introduce uno scenario che è completamente diverso dall'approccio che il Governo ci proporrà nei prossimi articoli.

PRESIDENTE. Grazie. Quindi la riformulazione, comunque, non viene accettata. Non viene accettata? Viene accettata?

GIANLUCA ROSPI , Relatore per la VIII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA ROSPI , Relatore per la VIII Commissione. Vorrei rileggere la riformulazione anche in base alla considerazione che ha fatto il collega Morassut. Allora al comma 3 dell'articolo, il primo capoverso fino a “trasformazione urbana” rimane uguale. La riformulazione parte da lì e sarebbe: “finalizzati alla riduzione delle situazioni di rischio sismico, idro-geologico, e alla tutela paesaggistica”. La restante parte rimane uguale, quindi se accettate questa riformulazione per me noi va bene.

PRESIDENTE. Viene accettata questa riformulazione ulteriore?

ROBERTO MORASSUT (PD). Accettiamo la riformulazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.302 Braga, nel testo riformulato, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Avverto che l'emendamento 20.300 Gallo è stato ritirato dal presentatore.

Passiamo all'emendamento 17.300 Muroni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Anche rispetto al discorso che abbiamo fatto poc'anzi, anche rispetto alla discussione che abbiamo fatto in Commissione ambiente non capisco perché non ci si debba porre l'obiettivo di rimuovere un rischio, davvero non lo capisco sottosegretario. C'è un rischio plausibile per la salute e per la sicurezza dei cittadini rispetto al dissesto idrogeologico, è più o meno accettabile se una montagna ci frana addosso o un fiume esonda? È un concetto che non capisco, il rischio va combattuto totalmente quindi mi sembra assolutamente in linea con la modifica richiesta, peraltro erano tre righe scritte in un mio emendamento, ci mancherebbe che non fossi d'accordo, grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Crimi. Ne ha facoltà.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Vorrei dire all'onorevole Muroni che il rischio non è azzerabile, il rischio può essere solo ridotto approssimandolo il più possibile allo zero. Scrivere rimozione significa affermare che deve essere rimosso qualcosa che è rischio e che in quanto tale non può essere rimosso, altrimenti non sarebbe un rischio per definizione. Anche nell'ambito della tutela dei lavoratori e in tutti gli ambiti in cui si parla del rischio, si parla sempre di riduzione del rischio, fino a tendere allo zero, quello è l'obiettivo, ma non si può parlare di rimozione in legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT (PD). Pur apprezzando l'esercizio retorico del sottosegretario Crimi calato dentro questo emendamento, che noi voteremo favorevolmente, bisogna dire che la parola riduzione è una vox media. Si definiscono come vox media in latino quelle espressioni che significano tutto il contrario e il contrario di tutto, soprattutto se applicate dentro un contesto di questo tipo. Nelle procedure edilizie, urbanistiche e paesaggistiche il rischio idrogeologico o c'è o non c'è, tanto più in contesti in cui si affida al commissario un potere di intervento organico, di rimozione e di ridisegno dell'assetto territoriale: il rischio o si rimuove o non lo si rimuove, non si può ridurre.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.300 Muroni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Sottoscrivo e chiedo di fare mio l'emendamento 20.300.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 18.1 Muroni e 18.301 Benedetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.300, Muroni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 20.301 Benedetti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI (MISTO-MAIE). Presidente, sia all'articolo 17 che all'articolo 20 ho ritenuto necessaria questa specificazione, ovvero il fatto che una delocalizzazione non sia lesiva dell'identità della vitalità dei centri e dei nuclei storici. Questo perché appunto in questi articoli vengono espresse le funzioni del commissario, tra le quali c'è anche quella della delocalizzazione. Con questo emendamento si vuole evitare l'effetto Aquila, ovvero l'effetto che abbiamo visto sul capoluogo dell'Abruzzo quando c'è stato il terremoto: un centro storico completamente svuotato e delle case senza alcun tipo di identità e alcun tipo di connotazione fuori dal centro storico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT (PD). Grazie Presidente, intervengo per esprimere il nostro voto favorevole su questo emendamento, vista la delicatezza del contesto nel quale si inserisce. Un'attività di delocalizzazione è anche un'espressione piuttosto generica, ma quando si dà la facoltà di intervenire su dei contesti molto delicati, come nel caso di Ischia, sia dal punto di vista paesaggistico, sia dal punto di vista storico, bisogna evitare il rischio che accada quello che è successo in altre esperienze e cioè che siano prodotti degli interventi di stravolgimento dell'assetto consolidato dei centri storici e della loro identità. Quindi, è un punto di riferimento, un punto d'appoggio importante per la procedura che sarà messa in capo dal commissario tener conto della necessità di operare in casi estremi di delocalizzazione senza intaccare questo punto delicatissimo. Quindi, noi esprimiamo parere favorevole su questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20.301 Benedetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 20.300 ritirato dai presentatori e fatto proprio dal collega Enrico Borghi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Così come ha sottolineato il collega Borghi, poco fa, abbiamo inteso sottoscrivere questo emendamento dei colleghi Gallo, Sarli e Sportiello, che ringrazio per l'iniziativa che hanno assunto, perché è un emendamento che va nella direzione di correggere adeguatamente il tiro di un'azione illogica e sbagliata, che poi verrà rafforzata in maniera devastante con l'articolo 25. Mi riferisco, cioè, al condono Di Maio, di cui questo decreto si fa artefice e protagonista.

Con questo emendamento i colleghi correggono l'attribuzione delle risorse per le pratiche e fanno riferimento alle abitazioni di lusso, quindi non comprendo francamente per quale motivo non ci sia un assenso a questo emendamento, tanto più che proviene dai banchi della maggioranza. Quindi, evidentemente, anche nella maggioranza che governa questo Paese si stanno facendo spazio, fortunatamente, dei ragionamenti su quello che si sta facendo con questo decreto, che, con il cappello doloroso della tragedia di Genova, con le urgenze legate ai terremoti e alle tragedie naturali che il Paese vive, in realtà somministrano al popolo italiano il primo condono gialloverde con il marchio forte del MoVimento 5 Stelle, il cosiddetto ormai “condono Di Maio”. Correggiamo, correggete il taglio, noi sull'articolo 25 proporremo un emendamento soppressivo e poi faremo altre azioni per evitare al Paese questa azione assurda, grave, direi gravissima. E già con questo emendamento che noi riteniamo utile e che riferisce all'articolo 25, andiamo a fare una correzione in merito alla qualità e alla modalità dell'erogazione dei contributi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20.300 Enrico Borghi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 21.1 Muroni e 21.302 Benedetti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Presidente, ci stiamo preparando ad affrontare l'articolo 25 e siccome sappiamo bene cosa c'è scritto in quell'articolo, stiamo provando a mettere dei paletti, perché davvero abbiamo a che fare con la sicurezza delle persone, con la lotta al rischio idrogeologico, con una situazione, quella di Ischia, che ha dei numeri impressionanti. Ricordiamo le 27 mila domande di condono inevase, 7 mila solo nel comune di Ischia; ricordiamo le appena 212 esecuzioni di abbattimenti compiuti in più di dieci anni, perché lì le ruspe vanno scortate dalle forze dell'ordine. È una situazione in cui il Governo interviene con un colpo di spugna. Gli emendamenti, che con i colleghi delle opposizioni abbiamo presentato negli articoli precedenti, provano in qualche maniera a disegnare un contesto di legalità e di sicurezza per i cittadini.

In questo emendamento si parla di accertamento del possesso di certificato di collaudo statico nel caso di costruzioni realizzate prima dell'entrata in vigore della legge 5 novembre 1971, n. 1086, o del certificato di idoneità statica per le opere costruite abusivamente in data successiva, ai sensi del decreto ministeriale del 15 maggio 1985, così come modificato e integrato dal decreto ministeriale 20 settembre 1985.

Ebbene, sa perché - dal mio punto di vista - non si vuole far passare un emendamento di questo genere? Perché le costruzioni abusive non hanno questo tipo di documentazione e non ce l'hanno perché sono di per sé insicure, mal costruite e illegali, ma voi le volete sanare. Quindi bocciare questo emendamento vuol dire affermare - come state facendo anche su altri fronti, penso al condono fiscale - che chi è più furbo, più ottiene, ma qui si sta parlando della sicurezza dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Benedetti. Ne ha facoltà.

SILVIA BENEDETTI (MISTO-MAIE). Vorrei aggiungere una riflessione a quanto già detto dalla collega Muroni, cioè il fatto che noi stiamo affrontando adesso, all'articolo 21, i criteri e le modalità generali per la concessione dei contributi per la ricostruzione privata. Il discorso è, ad esempio, nel caso della certificazione di idoneità statica: perché sottolineiamo ciò? Perché senza certificazione di idoneità statica, non c'è idoneità sismica degli edifici. Se noi non andiamo a lavorare su questo, ad esempio, si rischia di dare soldi su costruzioni che poi, in futuro, creeranno nuovamente altri problemi. Quindi credo che sia importante che il Governo faccia una riflessione su questo: politica non è risolvere il problema solo ora, ma vederlo anche tra vent'anni e, certamente, la zona di Ischia non è che non sia una zona sismica. Quindi chiedo al Governo di rivedere la propria posizione su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD). Sì, anch'io mi associo a questa richiesta che è stata fatta da ultimo. Evitiamo di dare i soldi dei contribuenti per finanziare il mal costruito: almeno che ci sia una certificazione che attesti che, per quanto in difformità con la programmazione, quell'intervento è un intervento destinato almeno a rimanere in piedi. Noi stiamo chiedendo questo, sostanzialmente, con questo emendamento. Dare dei soldi a chi ha costruito male significa anche danneggiare i professionisti che fanno il loro lavoro, significa aiutare una competizione basata semplicemente su un dumping dell'illegalità, aiutare chi si improvvisa progettista, aiutare chi fa cattivo cemento con parametri al di fuori della legge.

Siamo davvero nell'ambito della riduzione del danno: almeno garantiamo che i soldi dei contribuenti vadano esclusivamente a chi ha costruito un'edificazione che staticamente sia destinata a reggere! Non mi pare che questa sia una pretesa eccessiva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Io mi immagino cosa mi dirà il sottosegretario Crimi, che forse non risponderà: mi dirà di no, perché gran parte di quei manufatti che stiamo per condonare non hanno questi prerequisiti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Noi stiamo dando dei soldi a chi ha costruito male! Vorrei soltanto che chi sta per fare questo poi non venga in quest'Aula a piangere quando ci scappa il morto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT (PD). Presidente, con questo emendamento si mette l'indice sul tema del doppio premio, che è un po' alla base di tutta quella parte del decreto che tratta la materia dei condoni e delle procedure per il ripristino delle opere demolite o danneggiate dal terremoto. Sostanzialmente, a chi ha commesso un abuso - perché diversamente non lo si può chiamare - e che non ha neanche il certificato di idoneità statica, si riaprono i termini della sanatoria. Questo è già un primo importante premio, peraltro non nuovo perché questa parte del provvedimento va veramente definita un “condono Di Maio”, che è qualche cosa di diverso da una proposta dei Cinquestelle.

Vorrei far riflettere i colleghi Cinquestelle: qui c'è una particolare proiezione personale del Vicepresidente del Consiglio che, già nel 2013, aveva presentato un disegno di legge sul cosiddetto ravvedimento operoso per ripristinare le situazioni di abusivismo nel territorio di Ischia. Qui si introduce un doppio premio, cioè non soltanto si dà un premio illegale ma si consente anche di contribuire economicamente alla ricostruzione di quell'immobile dannoso. Quindi è questa una decisione che va contrastata: noi votiamo a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signora Presidente, intervengo giusto per far rilevare un aspetto che politicamente credo abbia un suo rilievo. Signora Presidente, i colleghi della Lega ex Nord, che vedo molto distratti, hanno per anni sostenuto, nelle loro prese di posizione, il fatto che qualora fossero arrivati al Governo sarebbero definitivamente finite al Sud tutta una serie di situazioni che loro denunciavano in modo anche piuttosto pittoresco. Il risultato è però che loro arrivano al Governo e, se non verrà approvato questo emendamento, si daranno i soldi del contribuente a chi ha fatto un abuso edilizio e non ha neppure una certificazione statica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), con il risultato che, magari, tra qualche anno, quella casa crollerà. Quindi, continueremo in una cosa che li fa rassomigliare molto non tanto al Governo del cambiamento ma a quella che una volta veniva definita la gestione della famiglia Gava (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Ci stiamo avvicinando, Presidente, con molta flemma e molta distrazione, pieni di interessi di altre ragioni, all'articolo 25, che è un articolo devastante: l'articolo del “condono Di Maio”. È un articolo devastante perché non solo fa riferimento al condono tombale del Governo Craxi, ma perché inserisce nella legislazione italiana una concetto aberrante, che non era mai fortunatamente stato inserito, cioè quello per cui i soldi degli italiani servono non solo e giustamente a ricostruire quello che una tragedia naturale colpisce e danneggia, ma servono anche a ricostruire l'abuso, illegittimità, la violenza che si fa sul territorio. Con l'emendamento Muroni si va a porre un limite, così come con altri emendamenti: cerchiamo di consigliarvi una strada ragionevole per arrivare poi alla discussione e al dibattito sull'articolo 25.

Pertanto, noi riteniamo utile e importante questo emendamento e invitiamo a ragionarci su e a votarlo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 21.1 Muroni e 21.302 Benedetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 21.301 Benedetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 21.300 Muroni e 21.303 Benedetti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Presidente, si prova a frenare di nuovo, lungo questa china che avete preso, un emendamento che prova a mettere dei paletti. A me dispiace il fatto che si sottovaluti quanto sta accadendo, e soprattutto che non si abbia nessun imbarazzo, anche rispetto alle agenzie che stanno arrivando dei territori, i sindaci che chiedono aiuto, perché di questo stiamo parlando, cioè di un Paese a rischio sismico e a rischio idrogeologico, in cui si pensa di far ripartire le ricostruzioni dopo il sisma accelerando sul versante dei condoni, senza blindare, da un punto di vista della normativa, la ricostruzione e l'intervento che si fa.

Non ne faccio una questione ideologica, ne faccio una questione di responsabilità verso la salute dei cittadini e la sicurezza. Veramente pensate che vivere in un posto a rischio sismico e a rischio idro-geologico non riguardi la sicurezza dei cittadini e che quindi questo non meriti un intervento normativo che possa il più possibile mettere al riparo le persone? Mi fa impressione -lo dico da ambientalista e da neodeputata - questa maggioranza trasversale che si crea a favore del condono. Questo è un Paese che rimane inchiodato agli interessi degli speculatori edilizi e di una politica che su questo non si fa scrupolo. Voi otterrete consenso, ma otterrete anche una grande responsabilità, che si chiama messa a rischio della salute dei cittadini. Io ve lo ricorderò tutte le volte che potrò: state varando il “condono Di Maio” e non state facendo nulla per mettere in sicurezza la salute dei cittadini. Vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Presidente, davvero è stupefacente come ci si stia avvicinando a discutere questo articolo 25 senza un'attenzione dovuta a questi emendamenti che nel caso specifico le colleghe Muroni e Benedetti hanno cercato di presentare e nel mio caso, nel nostro caso, di sostenere al fine unico, ma sostanziale e sostanzioso, di fare in modo che la ricostruzione di un territorio colpito da una calamità naturale e delle relative abitazioni ed immobili, sia una ricostruzione che dà ai proprietari e all'Italia, delle abitazioni più sicure, non meno sicure. La ricostruzione è finalizzata a rafforzare la sicurezza di quegli abitati, di quei centri storici, di quelle realtà territoriali. Nel momento in cui accettiamo la logica del condono fatto in deroga ad ogni norma di tutela ambientale e paesaggistica, sismica e dell'assetto idrogeologico, di fatto facciamo una finta ricostruzione. E' una ricostruzione in deroga, cioè non è una ricostruzione che garantisce a chi rientrerà in quelle case di avere un'abitazione, un immobile, un'azienda sicure. Ovverosia se accade scongiuratamente un altro episodio di varia natura - in questi giorni stiamo vedendo che cosa sta accadendo in Italia - noi riavremo esattamente la stessa tragedia. Non interessa a voi che avete fatto dell'ambiente e della tutela del paesaggio, della lotta contro i condoni una bandiera, non vi interessa oggi essere i fautori del peggior condono, quello che interviene nelle zone ad altissimo rischio ambientale, sismico ed idrogeologico? Non vi interessa. Vi state rendendo colpevoli di un condono drammatico che attenta alla salute dei cittadini, proprio di quei cittadini a cui dovremmo dare ben altre risposte sulla ricostruzione, non solo delle proprie abitazioni, ma delle economie, della socialità, della realtà e della vivibilità di quei territori. Gli diciamo: avete abusato delle norme? Benissimo, ricostruite con gli stessi abusi, e non credo ci sia molto da ringraziarvi per questo, ma sia da raccontare a tutto il Paese che state facendo il condono Di Maio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT (PD). Vorrei far notare che questo emendamento è sostanzialmente un richiamo doveroso a due strumenti che dovrebbero essere sul tavolo di ogni amministratore che si occupa di governo del territorio, cioè il codice del paesaggio e il Testo unico per l'edilizia, il n. 380. L'emendamento richiama questi due capisaldi della legislazione italiana per la tutela del paesaggio e per la buona edilizia. Evitare che ci sia l'inserimento e dare un parere contrario all'inserimento di questo emendamento che fissa in maniera ancor più chiara, ancor più nitida e ancor più vincolante le modalità di intervento, anche nei casi di demolizione, fa capire qual è l'atteggiamento di questo Governo, cioè quello di tenere le maglie aperte, di avere dei margini di manovra dentro i quali infilare quello che poi arriverà con l'articolo 25, un nuovo condono dopo quindici anni, esattamente in piena linea di continuità con i condoni precedenti, anzi riportando tutto al 1985. Voi state rimettendo l'orologio della storia della tutela del paesaggio italiano indietro di più di trent'anni. Con l'emendamento quindi cerchiamo di mettere un punto di tutela su queste cose.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, c'è un altro convitato di pietra che ha vergogna a presentarsi qui, è il Ministro dell'ambiente, il generale dei Carabinieri Costa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), il quale ha votato in Consiglio dei ministri una norma che rendeva sostenibili immobili oggetto di demolizione o di ripristino impartito dal giudice penale.

Lui nei giorni scorsi ha detto che gli faceva venire il mal di stomaco questo condono, invece a noi fa venire il mal di stomaco il fatto che lui abbia votato una norma così vergognosa in Consiglio dei ministri e non abbia il coraggio di presentarsi qui. È lui che si vergogna di quello che ha fatto (Applausi dei deputati del gruppo del Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo a voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 21.300 Muroni e 21.303 Benedetti, con il parere contrario di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 12,15)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 21.304 Sarro. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sarro. Ne ha facoltà.

CARLO SARRO (FI). Presidente, io desidererei un attimo dare un contributo alla discussione perché ho ascoltato molto attentamente tutti gli interventi che ci sono stati precedentemente da quando, in particolar modo, si è cominciato a parlare delle disposizioni che riguardano l'isola d'Ischia e la gestione della ricostruzione su quel territorio. Io ritengo che alcune precisazioni vadano fatte perché ascolto anche interventi con grande enfasi e passione che contestano quanto è previsto dalle disposizioni e si continua a parlare insistentemente di condono, di mega condono e così via. In realtà, noi stiamo parlando - questo per la chiarezza della valutazione del problema del fenomeno - semplicemente della utilizzazione dell'applicazione di disposizioni di leggi già vigenti che hanno trovato una pacifica ed incontestata applicazione su tutto il territorio nazionale. Anzi, il fatto che finalmente si decida di chiudere questi procedimenti - alcuni dei quali, risalenti alla legge n. 47 del 1985, pendono da 34 anni - credo sia una esigenza avvertita da tutti, anche perché chiudere un procedimento non significa chiuderlo favorevolmente. Quanto poi a quello che si è detto a proposito delle disposizioni sulla cosiddetta sanatoria o sull'apporto che verrebbe dato dal punto di vista del sostegno economico alla ricostruzione delle case abusive, innanzitutto qui parliamo di abitazioni che vengono condonate, quindi vengono ricondotte nell'alveo della legalità. Ho anche ascoltato in alcuni interventi dire che mai nel nostro ordinamento misure simili ci sono state, questo non è assolutamente vero. Posso personalmente testimoniare che il decreto-legge n. 74 del 2012 - all'epoca io ero al Senato - ha disciplinato la ricostruzione delle aree colpite dal sisma in Emilia Romagna e l'articolo 3, comma 6 riproduce esattamente le disposizioni che sono contenute in questo decreto. Alcuni passaggi sono addirittura sovrapponibili, quindi stiamo parlando di qualcosa che è già presente nel nostro ordinamento e che già ha trovato ingresso. A proposito proprio della formulazione dell'articolo 21 io chiederei, Presidente, la possibilità di illustrare congiuntamente questo emendamento con l'altro che è connesso, il 23.301, perché l'emendamento in esame riguarda i procedimenti penali, l'altro viceversa i procedimenti amministrativi. In estrema sintesi noi che cosa diciamo: è giusto dire che le costruzioni che siano stati colpite da un provvedimento di demolizione non possono accedere alla possibilità di ottenere il contributo, ma chiediamo che venga introdotta una precisazione - disponibili beninteso anche ad una riformulazione dell'emendamento - e cioè che questi provvedimenti siano definitivi. Cioè, tanto il provvedimento penale quanto il provvedimento amministrativo devono essere definitivi, devono cioè essere non più - ovviamente - modificabili e, quindi, devono avere raggiunto un livello di certezza. Questo per una serie di ragioni che io molto sinteticamente dirò: in primo luogo, perché una sentenza penale di condanna in primo grado può essere tranquillamente modificata in secondo grado, perché l'ordine di demolizione contenuto in una sentenza penale non è una pena ma è una sanzione accessoria di natura amministrativa e perché, per quanto riguarda i provvedimenti amministrativi, c'è da dire che gli articoli 103 e 113 della Costituzione ne assicurano la piena tutela. Io chiederei davvero al relatore e al Governo la possibilità di un supplemento di riflessione, considerando anche che il richiamo al comma, ai capi quarto e quinto della legge n. 47 del 1985 comporta automaticamente il rinvio all'articolo 44 della legge n. 47 del 1985, che non consente, ma impone la sospensione dei procedimenti sanzionatori sia amministrativi e giurisdizionali, specificando espressamente anche quelli penali, sicché si creerebbero delle incongruenze che potrebbero dar luogo a difficoltà applicative. Chiederei quindi, quanto meno, che l'emendamento venga accantonato per un approfondimento di riflessione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Prego, sull'accantonamento?

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Sì, lo accantoniamo, così riflettiamo sul da farsi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (PD). Grazie, Presidente. In effetti, ascoltando l'intervento del collega Sarro, mi aspettavo che ci fosse un atto di coerenza da parte della maggioranza, e l'atto di coerenza c'è stato, perché il collega Sarro in tutta la passata legislatura - lo dico con stima - insieme ai colleghi di Forza Italia, si è battuto per le politiche che questo Governo oggi sta praticando. Le pratiche fatte oggi dal Governo, il testo approvato in Consiglio dei ministri, sono esattamente la posizione che Forza Italia ha sempre in maniera forte portato avanti in tutta la passata legislatura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi è corretto che il collega Sarro richiami e dica: ma perché volete addolcire un po', bisogna essere coerenti e andare fino in fondo. Presidente, io vorrei - rivolgendomi con grande rispetto verso i colleghi di maggioranza in particolare - fare un unico ragionamento: voi siete ipocriti. Ipocriti perché avete nascosto il condono di Ischia in mezzo al decreto di Genova, lo avete nascosto lì dentro perché noi le polemiche su Genova sapete che non le vogliamo fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Avete ipocritamente messo lì dentro un provvedimento che grida vendetta, ma non grida vendetta solo con noi, che quei condoni non li abbiamo mai voluti, grida vendetta rispetto alla vostra ipocrisia, rispetto a quello che dicevate, quello che promettevate: mai condoni edilizi. Di Maio si voleva iscrivere al PD se faceva il condono edilizio, è libero, venga qui, poi valutiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ma si voleva iscrivere al PD se faceva il condono edilizio a Ischia, e lo state facendo. Ascoltate il collega Sarro. Guardate, vi dice semplicemente “ritornate al testo del Consiglio dei ministri”, che era vergognoso.

Avete accolto una piccola modifica che abbiamo proposto in sede di Commissione e annacquate anche quella. Cioè voi dite che chi prende un contributo pubblico per una casa abusiva è nel giusto. E' chiaro che il pubblico deve dare anche un contributo per ricostruire una casa abusiva. E' assurdo. E' assurdo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Case abusive. Case abusive! Ma non dappertutto, non nei posti della necessità, perché questa discussione sugli abusivismi di necessità noi l'abbiamo fatta in quest'Aula. No, l'abusivismo di necessità voi dove lo trovate? Qual è l'unico posto in Italia dove trovate l'abusivismo di necessità? A Ischia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! A Ischia trovate l'unico posto dell'abusivismo di necessità in tutta Italia. Ma vi rendete conto? Ma vi rendete conto di cosa votate? L'ipocrisia delle parole dette al vento per anni. Ma chi ve lo fa fare, questo mi chiedo. Chi ve lo fa fare, in quale accordo di programma, in quale accordo. C'è la Lega che vi sta premendo per l'abusivismo di Ischia? Non mi sembra. Loro sui condoni vanno sempre d'accordo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), non troverete mai un leghista che dice no a un condono, su questo state tranquilli. Ma non sono loro che ve l'hanno proposto, è tutta roba vostra. E' tutta roba vostra! Ma tornate a casa poi e dite: scusate ma era il collegio di Di Maio, non potevamo dire di no (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E poi l'abusivismo di necessità a Ischia. A Ischia c'era la necessità di mandare le ruspe (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Di quelle di Salvini c'era la necessità. Di mandare le ruspe di Salvini, per essere coerenti! Allora, Presidente, io credo con grande saggezza che questo provvedimento sia un argine per voi. Avete buttato a mare la parola “onestà” e andate su un'altra strada che è completamente diversa. Non c'è più l'onestà in ballo, c'è l'ipocrisia in ballo, la disonestà che diventa legge. Anzi i disonesti fanno gli affari con voi! I disonesti con voi fanno gli affari! Complimenti, veramente complimenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - CongratulazioniDeputati delgruppoPartito Democratico scandiscono: “Onestà!”)!

PRESIDENTE. Per favore…

ROSSELLA MURONI (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Deputata Muroni, siccome l'emendamento è stato accantonato, possiamo passare al successivo…

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Deputato D'Ettore, su cosa? L'emendamento è stato accantonato, a me mancava un intervento per cui non avevo dato la parola prima, adesso arrivano gli altri e potete comunque intervenire sui prossimi emendamenti… L'emendamento è accantonato, non si può intervenire sull'accantonamento. Può intervenire sul prossimo, tanto è accantonato e ci torneremo sull'accantonamento.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Sull'ordine dei lavori, considerando il fatto - mi rivolgo anche la Presidenza - che se c'è stato un riferimento con parole che sono state stigmatizzate spesso dalla Presidenza e, quindi, credo anche per il buon andamento dei lavori, che siano da stigmatizzare anche questa volta, perché il collega Sarro ha semplicemente richiamato la stessa normativa del decreto-legge Emilia Romagna numero 74 del 2012 da voi votato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Votato da voi del PD. Quindi ha richiamato la normativa per un coordinamento tecnico di norme. Essere dichiarati disonesti per voler fare un coordinamento fra norme e dire che ci sono norme che se sono applicate nel senso proposto dalla maggioranza non avrebbero efficacia, anzi produrrebbero contenziosi, questo non vuol dire essere disonesti, ma semplicemente essere dalla parte dei cittadini di Ischia, perché voi state dall'altra parte (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la deputata Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Sull'ordine dei lavori, solo per far notare ai colleghi del Movimento Cinque Stelle, soprattutto a quelli con cui negli ultimi anni ho condiviso molte battaglie da ambientalista, che sarebbe il caso di togliere una delle Cinque Stelle, restituire quella dell'ambiente. Volevo far notare che il loro condono edilizio lo sta difendendo Forza Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico), quindi hanno anche come dire il merito di aver ricompattato la maggioranza di centrodestra sul condono edilizio. E' veramente imperdonabile quello che state facendo (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 22.1 Muroni e 22.300 Benedetti, con parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.1 Muroni, con pareri contrari delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 23.2 Muroni e 23.300 Benedetti, con pareri contrari delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n 15).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 23.301 Paolo Russo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sarro. Ne ha facoltà.

CARLO SARRO (FI). Presidente, alla luce anche della determinazione precedente, io non mi ripeto perché questo emendamento l'ho illustrato precedentemente. La portata è però esattamente identica all'altro, solo che questo riguarda i provvedimenti amministrativi per i quali, anche qui, non è previsto l'elemento della definitività. Rinnovo anche per questo, proprio per la coerenza del sistema, una richiesta di accantonamento perché ci possa essere un supplemento di approfondimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie Presidente. Proprio in continuità con quanto detto prima per l'altro emendamento, vede, si può essere garantisti su alcune questioni, ma sulle altre si rischia di fare confusione.

Quando si tratta di provvedimenti di demolizione e si concedono poi successivamente dei soldi pubblici (mi riferisco ad una parte molto sensibile di quest'Aula) per continuare a ricostruire e, quindi, ad operare in una condizione non propriamente di legalità, mi chiedo, nel caso in cui successivamente, al terzo grado, si confermi la situazione in cui si trovava in quel momento, come si viene a restituire il denaro pubblico o ad abbattere una casa che è stata ricostruita successivamente. Allora, dico ciò perché non ci si prenda in giro e dico ciò al relatore anche per l'emendamento che è accantonato: tenga conto che ci sono delle modalità per farsi prendere in giro. Dico ciò anche a lei, Presidente, che dovrebbe essere molto sensibile al tema: non farsi prendere in giro è non buttare via del denaro pubblico, oltre alla dignità, come invece si sta facendo in queste ore in quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gariglio. Ne ha facoltà.

DAVIDE GARIGLIO (PD). Grazie Presidente. Mi tocca rispondere al collega Sarro perché, per carità, potremmo studiare tutti di più, ma nella norma citata, cioè nel decreto-legge n. 74 del 2012, noi non abbiamo trovato alcuna norma che vada nel senso di quello che è stato proposto con l'emendamento inopinatamente accantonato dalla maggioranza. La maggioranza e il Governo hanno finora respinto tutti gli emendamenti - e respingeranno gli emendamenti - che vanno in senso restrittivo, cioè a favore della legalità. L'unico che viene accantonato è un emendamento che spinge a favore degli abusi.

Si cita un precedente dell'Emilia: ora, in Emilia, con riferimento al terremoto dell'Emilia, non mi pare che ci sia alcuna norma - non l'abbiamo trovata - che prevede un tenore analogo a quello dell'articolo 2-bis. Con questo accantonamento, sostanzialmente, voi cosa fate? Voi andate contro a quello che è il lavoro della Commissione. In Commissione, a fatica, è stato accolto un emendamento - se non erro della collega Muroni - che proponeva che nessun contributo potesse venire erogato agli immobili “danneggiati dal terremoto”, che hanno subito un ordine di demolizione o ripristino impartito dal giudice penale, cioè immobili su cui c'è una storia in sede penale per cui si è arrivati all'ordine di demolizione. Qui l'unico emendamento che si accantona è quello che dice: guardate, però, potete dare i contributi se c'è un ordine di demolizione, purché non sia definitivo. Quindi, accantonando questo emendamento, nel deprecato caso in cui venisse accolto, la maggioranza peggiora la situazione, per cui anche l'abusivo che ha un ordine di demolizione penale incassa il contributo; poi, quando e se arriverà il provvedimento definitivo, auguri ad andare a recuperare i soldi dagli abusivi che hanno l'ordine di demolizione e che avete finanziato. Oggettivamente non vediamo la ratio di ciò e non la capiamo tanto più alla luce di quanto vi accingete a fare sull'articolo 25. Vi preghiamo di tornare indietro perché, come dimostreremo sull'articolo 25, le norme che voi applicate urlano vendetta: Silvio Berlusconi, con le norme del condono del 2003, è un signore rispetto a voi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), ha un senso della legalità! Siete peggio dei politici della Prima Repubblica! Loro almeno gli abusi li sanavano, voi invece li sanate e li ripagate con denaro pubblico (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO (FI). Grazie Presidente. Non sto qui a perorare la causa della necessità di accantonare questo emendamento come quello precedente, ma soltanto per dare un'opportunità di ulteriore riflessione non solo per meglio coordinare le norme, ma anche per garantire equo trattamento - equo ed eguale trattamento - in ogni parte d'Italia. Guardate, quanto si richiede non è null'altro di quanto già è stato scritto ed approvato da quest'Aula con il decreto-legge n. 72 del 2012. Quindi, non si tratta di una specialità, non si tratta di una specificità: si tratta soltanto di armonizzare e rendere eguale nei diritti e nei doveri ogni territorio del nostro Paese. Quindi, non vedo questo scandalo.

Altra cosa è la riflessione che pure andrebbe fatta - e andrà fatta - sull'approccio che si ha rispetto ai condoni, ma sono certo che di questo ragioneremo con i prossimi emendamenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Quindi, c'è una richiesta di accantonamento per l'emendamento 23.301 Russo. Il Relatore?

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Non accettiamo la richiesta.

PRESIDENTE. Onorevole, se insiste poniamo in votazione la richiesta di accantonamento.

PAOLO RUSSO (FI). Presidente, certo che insisto: capisco la sollecitazione, ma è la stessa vicenda che riguarda l'aspetto che è stato discusso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Io sono veramente perplesso. Si può discutere sul merito, essere d'accordo o non essere d'accordo, ma il relatore che volentieri e con grande maturità acconsente ad accantonare un emendamento afferente alla definitività di provvedimenti di carattere penale, che sono in qualche maniera particolarmente afflittivi e rilevanti, poi oppone resistenza su provvedimenti amministrativi o viceversa, mi sembra che manchi totalmente di coerenza. Il problema è stabilire se questi meccanismi possono, come già accaduto in altri precedenti di questo Parlamento, essere estesi a situazioni di non definitività. Allora, io invocherei oltre che il voto dell'Aula sull'accantonamento, un gesto di coerenza, di resipiscenza coerente del relatore, perché è forse il gesto più immotivato e senza senso a cui si possa pensare. Scindere il problema penale da quello amministrativo, sulla scorta di un guizzo d'Aula: non riesco neanche a capire come si possa fare. Invito anche la Presidenza a verificare questa coerenza sull'accantonamento perché è evidente che l'accantonamento di un emendamento, se è in liaison logica con l'accantonamento di un altro emendamento, debba avere probabilmente un rilievo procedimentale e non possa essere rimesso semplicemente alla volontà del relatore, come se fosse una sorta di dipendenza e di link inevitabile. Sarebbe veramente incredibile pensare che si possa votare in un modo sulla definitività amministrativa e in un altro modo sulla definitività di matrice penalistica sullo stesso fatto e sulla stessa materia. Qui il fatto non è di essere d'accordo o meno con i condoni: è un fatto di coerenza procedimentale.

Quindi, Presidente, io non solo insisto perché sia votato l'accantonamento, ma confido in un ripensamento - mi sembra logico, naturale, direi opportuno - del relatore perché possa mutare il suo parere e dire di essere d'accordo con l'accantonamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare contro l'onorevole Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD). Io sono d'accordo e faccio un'altra proposta con il collega Sisto, perché ha pienamente ragione. Noi stiamo per affrontare un passaggio che ha dell'assurdo. Noi diciamo che se uno ha un ordine di demolizione penale, ha diritto al contributo, se non è passato in giudicato l'ordine stesso attraverso i vari passaggi; se invece è amministrativo, no. Io chiedo al relatore di rivedere la decisione precedente perché le due cose insieme non possono stare da questo punto di vista. Io do pienamente ragione, dal punto di vista della coerenza, ai colleghi di Forza Italia: o si respingono entrambi o si accolgono entrambi. Non è possibile fare una scelta in una direzione e una in un'altra. È evidente che ciò sarebbe totalmente contraddittorio e porrebbe dei profili di costituzionalità, porrebbe dei problemi di ragionevolezza, farebbe vergognare noi stessi semplicemente di avere licenziato un provvedimento di questo tipo.

Mi rivolgo a lei, Presidente, che ha come funzione la tutela dell'onorabilità di questa Assemblea: chieda al relatore un comportamento che sia coerente e congruo perché le due cose insieme in questo modo non possono stare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Pongo intanto in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione dei nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 23.301 Paolo Russo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 211 voti di differenza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.301 Paolo Russo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 25.1 Braga e 25.300 Muroni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT (PD). Grazie Presidente, siamo arrivati ad uno dei punti decisivi di questo provvedimento, il decreto del condono Di Maio; non è una formula propagandistica questa formulazione. Il Vicepresidente del Consiglio Di Maio già nel 2013, come ho accennato in un precedente intervento, aveva presentato come parlamentare dei Cinquestelle un disegno di legge proprio su Ischia che riapriva i termini del vecchio condono e che consentiva la possibilità di sanare tutto ciò che non era stato sanato e che era comunque sotto le procedure di valutazione delle domande da parte degli uffici. Lo aveva chiamato provvedimento per il ravvedimento operoso, addirittura cercando di dare a quel disegno di legge il senso di un rilancio delle attività economiche e per l'edilizia nell'isola d'Ischia. Bene, dopo cinque anni, egli ha imposto all'interno del Governo la possibilità di riaprire questa procedura con una contraddizione intanto di metodo perché, come ha ricordato il collega Rosato, si sta discutendo di riaprire i termini di un condono cioè di fare il quarto condono edilizio in questo Paese all'interno di un provvedimento che ha caratteri di urgenza e di drammaticità come quello di Genova.

Il Governo ha attaccato un vagone su un treno speciale che deve essere approvato e che deve arrivare in porto rapidamente, infilando dentro il peggio della peggior politica italiana, quella la cui storia è iniziata nell'85 con una legge, quella del condono, il primo condono, la legge 47 dell'85, che pur cercava di dare una risposta all'abusivismo di necessità ma lo fece in maniera talmente contraddittoria, aprendo una nuova situazione nella gestione del territorio italiano, che ci ha poi esposto a tutti i rischi che quotidianamente vediamo venire avanti dai casi di cronaca; quando ci sono dei disastri per rischi idrogeologici o per rischi sismici, quando i nostri territori sono sottoposti a situazioni di drammaticità, per tutto quello che accade nei cambi di stagione, dietro c'è la storia del condono edilizio, c'è il fatto di aver deturpato il territorio, di aver consentito la possibilità di costruire, di realizzare strutture edilizie, insediamenti abitativi e attività produttive su zone di vincolo idrogeologico, di assetto ambientale tutelato e così via.

Questo provvedimento, poi, nel merito, riporta tutte le procedure dei condoni - e questo è l'aspetto più grave - ai sensi della legge n. 47 del 1985. Noi abbiamo avuto tre condoni in Italia: uno, quello che ho descritto, della legge n. 47 del 1985, poi c'è stato il condono del 1994, cioè la legge n. 724, che qui non viene citata ma che è quella più consistente, perché se diamo un occhio alle statistiche delle domande di condono, che sono concentrate negli uffici delle concessioni e delle sanatorie dei comuni, noi vediamo che la gran parte delle domande inevase sono quelle relative alla legge n. 724, cioè alla legge di un condono che non era già più per necessità, ma che era un condono speculativo, cioè che dava la possibilità di sanare non le piccole abitazioni di necessità, ma le ville, come nel caso di Ischia e in tanti casi. Poi c'è stata la legge n. 326 del 2003, che è stata una legge estremamente contraddittoria, ma che consentiva di entrare sui piccoli condoni, tant'è vero che è praticamente inapplicabile.

Con questo decreto, con questo articolo, si riporta tutto ai sensi della legge n. 47 del 1985, che era la legge con le maglie più larghe dal punto di vista della tutela paesaggistica ed è questa la cosa grave, perché sostanzialmente si torna indietro, si mette l'orologio della storia indietro, al 1985, si torna indietro di trent'anni e, come abbiamo visto, come abbiamo ascoltato, con una convergenza, non tanto imprevista ma presumibile, che si sta verificando sul campo, di diverse forze politiche, che sempre, a partire dalla specificità della situazione campana, hanno tentato di forzare la questione del condono, introducendo una nuova fattispecie.

Ora, Ischia è una isola e una realtà di 65 mila abitanti, dove ci sono 27 mila domande di condono, cioè stiamo parlando di una realtà, di un territorio, dove l'incidenza delle domande di condono pendenti riguarda il 50 per cento della popolazione. Per dare una scala del problema, vorrei dire che la capitale, cioè Roma, che è una delle realtà più drammatiche per quanto riguarda l'esame delle domande di condono accumulate ancora negli uffici per le contraddittorietà della normativa alla quale questo articolo aggiunge nuove contraddizioni, riguardano l'1 per cento della popolazione, cioè 270 mila domande su 2 milioni e 800 mila abitanti. Con questo provvedimento ipocrita, dove il MoVimento 5 Stelle si schiera apertamente sulle posizioni di un nuovo condono edilizio, di un nuovo abusivismo, non più di necessità, e al quale si dà anche un premio economico…

PRESIDENTE. Deve concludere, ha finito il tempo.

ROBERTO MORASSUT (PD). …si apre una nuova storia, che è coerente con la peggiore storia edilizia iniziata nel 1985 con il Governo Craxi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Presidente, questo è l'ultimo appello possibile, è un emendamento soppressivo per dire ai colleghi: fermatevi. Fermatevi, Presidente, perché state creando un precedente molto pericoloso, soprattutto in un Paese a rischio come il nostro, a rischio sismico, a rischio idrogeologico. Capite che state affermando il principio che a ogni disastro naturale noi possiamo rispondere con un condono? Chi dirà ai prossimi cittadini sotto acqua o vittime di un terremoto che loro, invece, il condono non lo possono avere? State creando un precedente pericolosissimo, state dicendo che, per ricostruire, in questo Paese, si passa da questo tipo di normativa, non affermando la legalità, ma cercando l'eccezione. E su questo non vi fate scrupolo ad appoggiarvi ad una maggioranza molto più vasta di quella che vi tiene al Governo.

Ma non vi viene un dubbio? Non lo so, colleghi dei Cinquestelle, ma non vi viene un dubbio? Io vi ho incontrato in questi anni sui territori, a fianco dei territori, sulle battaglie ambientali, ma come è possibile, entrati qui dentro i vostri dubbi sono finiti? State consentendo un nuovo condono edilizio ad Ischia e dopo parleremo di quello che sta succedendo in centro Italia.

Lì, addirittura, andiamo a sanare tutto ciò che è stato costruito abusivamente, certamente un altro tipo di abusivismo per quanto riguarda le dimensioni e la fattispecie, ma addirittura il giorno prima del terremoto. Non ho capito, dobbiamo augurarci in questo Paese di avere un disastro naturale, così possiamo avere un condono (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali)? Così possiamo vederci sanare un reato? Siete andati al Governo per affermare questo? È questo il cambiamento? Io veramente non so più come dirvelo. A me non interessa una battaglia di parte, io voglio coerenza da parte vostra e parlo ai Cinquestelle, perché, guardate, la Lega è più che coerente, perché ne ha firmati altri due, di condoni edilizi, in questo Paese. Ma voi su questo state facendo una partita pericolosissima ed è uno scambio, tant'è che, quando nel vostro movimento si sono alzate le prime voci di dissenso sul condono fiscale, la Lega ha messo in discussione il condono edilizio su Ischia. Si è visto, guardate, sui giornali si è visto benissimo, nelle battute che vi fate, nei tweet che vi scambiate, perché avete anche questa abitudine di discutere il patto di Governo via tweet e sui giornali, e l'utilizzo dei social, da questo punto di vista è deleterio, si è visto benissimo che c'è uno scambio in corso: la Lega fa il condono fiscale e a voi ha consentito di fare il condono edilizio, e questo condono edilizio ha la firma di Di Maio (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico). E io l'ho chiesto al Ministro dell'Ambiente: che venga in Aula, se ha il mal di stomaco, venga in Aula a fermare questo scempio! È insopportabile un Ministro dell'ambiente che dice che ha il mal di stomaco, che ci vuole ancora l'aggiustino, e facciamo un passettino in avanti! Il generale Costa io l'ho visto combattere l'abusivismo edilizio e guidare le demolizioni, dov'è la coerenza? Non si va al Governo per cambiare idea. Io pensavo che eravate andati al Governo per cambiare le cose, non per cambiare idea (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Federico. Ne ha facoltà.

ANTONIO FEDERICO (M5S). Grazie, Presidente. Io già sono intervenuto in discussione generale su questa parte del provvedimento e con la stessa convinzione e con la stessa serenità dico adesso che non c'è nessun condono per Ischia nel decreto emergenze, non c'è (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali)! Perché io leggo l'italiano, non c'è nessun (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali)

PRESIDENTE. Deputata Morani, Gribaudo… facciamo continuare il collega.

ANTONIO FEDERICO (M5S). Posso continuare (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali)?

PRESIDENTE. Federico, si rivolga a me. Facciamo terminare.

ANTONIO FEDERICO (M5S). L'articolo 25 è rubricato: definizione delle procedure di condono, non apertura di procedure di condono (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali), quindi ci sono delle procedure inevase, relative (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali)

PRESIDENTE. Dovete far terminare il discorso. Prego.

ANTONIO FEDERICO (M5S). Grazie, Presidente. Dicevo, ci sono delle procedure, delle istanze inevase dall'Amministrazione, che riguardano il condono del 1985, quello del 1994 e quello del 2003. Quindi, nella peggiore delle ipotesi parliamo di trent'anni di attesa per avere una risposta, che può essere “sì” o “no” (Commenti della deputata Morani)

PRESIDENTE. Deputata Morani… perfetto.

ANTONIO FEDERICO (M5S). Grazie, Presidente. Quindi, con questo articolo 25, quello che si va semplicemente a dire all'Amministrazione è: chiudete queste procedure entro i sei mesi, perché dobbiamo capire, come struttura commissariale, che tipo di intervento si può fare e che tipo di risarcimento può essere dato esclusivamente alle abitazioni che hanno subito danni o ordinanze di sgombero che sono state certificate con schede AeDES, per esempio. Quindi, non siamo neanche parlando di tutte le procedure di condono aperte su Ischia, che è un faldone di 28 mila solo per l'isola di Ischia, ma parliamo delle 1000 che sono state toccate dall'evento sismico dell'anno scorso.

Perché poi si fa riferimento alla legge del 1985? Perché già la legge è così, la legge n. 47 del 1985, al suo interno, è stata modificata nel 1994 e poi nel 2003, e con la legge del 2003 addirittura si inserisce l'articolo 32, che è in vigore adesso, che prevede le prescrizioni che riguardano i vincoli paesaggistici, idrogeologici e sismici, che sono già compresi nella legge e che noi abbiamo ribadito nell'articolo 25: non può essere concessa nessuna sanatoria se l'area sottoposta a vincolo non ha avuto un parere della sovrintendenza o dell'autorità competente al rilascio di tale parere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Un ultimo appunto riguarda l'altra cosa che ho sentito dire, che andiamo a dare i soldi a chi ha fatto l'abuso, mentre l'ultimo comma dice proprio questo, lo leggo, che è inequivocabile: il contributo per il risarcimento comunque non spetta per la parte relativa ad eventuali aumenti di volume oggetto del condono (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Per favore!

ANTONIO FEDERICO (M5S). Noi stiamo discutendo del comma 3, sto argomentando il comma 3 dell'articolo 25, che dice specificatamente questo…

PRESIDENTE. Deputato D'Alessandro!

ANTONIO FEDERICO (M5S). … e se è stato proposto dalle opposizioni, è stato votato in Commissione e adesso è in discussione, non capisco perché le stesse opposizioni continuino a insistere su questo stesso concetto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Chiudo il mio intervento specificando e ribadendo quello che ho detto inizialmente, cioè che non c'è alcun condono per Ischia nel “decreto emergenze”, non se ne può parlare, perché non si apre nessuna nuova finestra, ma si chiede di definire le istanze in maniera tale che i cittadini possano avere una risposta, che può essere negativa o positiva (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Presidente, innanzitutto suo tramite vorrei rivolgere una domanda al senatore Crimi, che ci ha accompagnato in questo tour de force, precisando che sono stato particolarmente bravo nel rimanere in silenzio fino ad adesso, ma è sicuro che se non avrò una risposta - non certamente una risposta di gradimento, ma una risposta - lo stesso intervento lo ripeterò per tutti gli emendamenti. La domanda è: perché il Governo, nel momento in cui ha deciso di inserire in questo decreto omnibus, oltre al ponte di Genova, Ischia e la ricostruzione del Centro Italia, nulla ha scritto sulle problematiche e sulle piccole difformità del Centro Italia e ha invece inserito questo articolato condono tombale per Ischia? Questa cosa mi è personalmente saltata agli occhi, mi ha dato fastidio e nel contempo mi ha anche fatto male, perché la disparità di attenzione - poi entriamo nel merito se quello che avete fatto è giusto o sbagliato - rispetto alla medesima situazione, al medesimo danno, alla medesima ricostruzione, perché parliamo di territori colpiti dal sisma, per uno decidete la strada del condono totale e tombale, per l'altro, nella versione del Governo, non scrivete una riga. Questo mi auguro troverà risposta.

Devo dire che ho sentito molte cose, il tema della ricostruzione è estremamente serio, e oggi non facciamo l'interesse di quelle centotrentotto comunità affrontando il problema in questo modo. Rappresentanti del Governo, non facciamo gli interessi di quelle centotrentotto comunità, approvando di fatto un condono tombale per Ischia come quello previsto dall'articolo 25, perché, vorrei ricordare all'onorevole di cui non conosco il nome, ma per colpa mia, che prima ha detto delle inesattezze gravi sull'articolo 25, in quanto secondo quello che dice lui questa norma è applicabile dappertutto, anche a Roma, perché l'onorevole Morassut diceva che ci sono dei condoni aperti a Roma, quindi possiamo estendere l'articolo 25 anche a quei condoni che sono pendenti, perché ve ne sono, lì o in altre parti.

La verità è che questo è un condono totale e tombale sul quale non si può essere d'accordo, perché non è questa la strada della ricostruzione. E dispiace che questo condono sia passato sopra le richieste dei territori, sia passato a dispetto delle richieste dei presidenti di regioni, della CEI e dei sindaci, che hanno chiesto altro, di tutti i rappresentanti dei territori. Perdonatemi, ma devo qui sottolineare anche l'ipocrisia del Partito Democratico, perché continuate a chiamare condoni e sanatorie quelle che voi conoscete perfettamente, perché ve le raccontano i quattro presidenti di regione, tutti e quattro iscritti al Partito Democratico. In quelle zone, nelle nostre zone, abbiamo bisogno di velocizzare la ricostruzione, abbiamo bisogno di mettere da parte le problematiche legate a finestre abusive, a cambi di destinazione d'uso, abbiamo bisogno di semplificare. Questo lo abbiamo detto, lo abbiamo ripetuto, abbiamo presentato una serie di emendamenti, per la verità tutti cassati, ed è chiaro che, nel momento in cui, rispetto a una problematica che a noi è chiara ed è chiara a tutte le persone che abbiamo ascoltato in audizione…

PRESIDENTE. Concluda.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Ho finito, Presidente, ma il tema credo che meriti un minuto in più. Rispetto a tutte le persone che abbiamo ascoltato, non ricordo particolari attacchi da parte dell'onorevole Muroni o dell'onorevole Orlando ai presidenti delle quattro regioni, quando sono venuti a chiederci di velocizzare e di sanare le piccole difformità. Presidente, questo tema oggi è svilito da un condono tombale per Ischia di cui non se ne sentiva la necessità, e per il quale siamo contrari, perché siamo convinti che la ricostruzione sia una cosa seria e che attenga comunque a tutte quelle persone che nei nostri territori e anche a Ischia non si sono macchiati di un abuso totale edilizio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sozzani. Ne ha facoltà.

DIEGO SOZZANI (FI). Presidente, intervengo nell'ambito della discussione, premettendo ai colleghi dei Cinquestelle che questo decreto è stato profondamente stravolto dall'arrivo in Aula rispetto a quanto stiamo discutendo oggi, quindi moltissime delle indicazioni della minoranza sono state in parte accolte nell'ambito del decreto, c'è però una preoccupazione dell'interpretazione successiva da parte del Governo. Lo dico perché leggo testualmente un'agenzia di questa mattina, di poco fa, in cui il Ministro Toninelli dice che Autostrade per l'Italia non demolirà il ponte Morandi, si limiterà a portare via soltanto le macerie e la demolizione sarà soltanto la partenza di un percorso che si completerà con la ricostruzione; parteciperanno tante imprese, pubbliche e private, ma non Autostrade per l'Italia. Allora, Presidente, cosa stiamo a fare qui noi, che abbiamo votato l'articolo 1, comma 5, con i poteri al commissario, e questo signore, che non viene in quest'Aula a dirci cosa vuole fare, interpreta così queste cose (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico)?

Il Parlamento è sovrano, non è il Governo che decide ogni mattina, quando ci si sveglia, cosa fare. Basta, che venga qui questo Ministro! Ne abbiamo abbastanza di esternazioni senza senso come questa di cui stiamo leggendo in questo momento! Si rende conto che sta avocando a sé le competenze del commissario? Che lo faccia lui, che faccia anche il commissario (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Diventa più semplice, diventa un'unica interpretazione! Siamo al ridicolo! Questa è un'Aula seria, ma abbiamo un Ministro incompetente! Diteglielo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Presidente, io volevo solo sottoscrivere tutte le parole che ha detto prima la collega Muroni, e anche formalmente l'emendamento che stiamo per votare. Volevo anche dire, richiamando quello che diceva la collega, che sta diventando sempre più difficile cercare di nascondere 221 colleghi dietro a un dito.

L'incapacità di trasferire quello che abbiamo sentito e che continuiamo a sentire fuori da quest'Aula con una serie di comportamenti che poi vediamo in quest'Aula rispetto a delle cose significative e molto forti, perché stiamo parlando di un condono; quindi al netto delle parole che utilizziamo, la semantica che utilizziamo, il messaggio che passa è molto forte. Prima qualche collega ha richiamato l'aspetto del precedente, ma qui il problema non è solo il precedente verso altri in situazioni simili o più o meno simili che si possono sentire danneggiati, il problema è verso tutti gli italiani onesti che hanno resistito alla tentazione di non fare alcune azioni negli ultimi anni, nonostante il Paese e spesso anche quest'Aula li incoraggiasse in direzione diversa. Io credo che quest'Aula deve prima di tutto tutelare questi italiani e capire che messaggio poi dare per recuperare un patto sociale diverso con tutti gli altri. Se partiamo pensando di ricostruire un patto sociale da coloro che invece hanno sempre cercato l'occasione per potersi poi approfittare di una distrazione parlamentare e di un emendamento parlamentare all'interno di un'altra legge che si deve occupare di una tragedia che è successa, credo che questo patto sociale in Italia non lo ricostruiamo più.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori, la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Signor Presidente, ho chiesto la parola sull'ordine dei lavori in riferimento a quanto ha detto l'onorevole Sozzani e anche ad alcune dichiarazioni che vorrei leggervi da parte del sindaco Bucci. Egli ha dichiarato proprio in queste ore che la gara per la ricostruzione del ponte Morandi è un punto critico; afferma che i punti più critici del piano per ricostruire il ponte sono proprio trovare il meccanismo di assegnazione blindata. Infatti, attraverso diciamo il problema che può essere ingenerato dal meccanismo dei fondi, esattamente la questione posta dalla Commissione bilancio e dalle coperture per il ruolo di Autostrade per l'Italia, questo mio ruolo può essere difficile. Si tratta di dichiarazioni rese dal commissario Bucci in queste ore.

Noi avremmo voluto chiedere chiarimenti perché stiamo votando un decreto e nel momento in cui lo votiamo il commissario che deve realizzare quelle cose sta dicendo a tutti noi che lui è in difficoltà perché quel punto potrebbe essere critico. Lo volevamo fare, avremmo voluto chiederlo al Ministro Toninelli (Applausi dei deputati del gruppo del Partito Democratico) ma purtroppo non c'è e non è qui da tre giorni il Ministro Toninelli. Ora io non aggiungo le parole dette prima, anzi me ne scuso Presidente, ma la sostanza rimane. Peraltro, io ho un dubbio magari lei me lo può chiarire, non è che Casaleggio e Di Maio hanno fatto un'analisi costi/benefici su Toninelli e l'esito è che è del tutto inadeguato (Applausi dei deputati del gruppo del Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Deputata Paita, lei mi ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori e io le ho dato la parola, nonostante poi ha trattato…deputata Paita, le ho dato la parola sull'ordine dei lavori, siamo su un altro emendamento in ogni caso.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Signor Presidente, volevo attraverso di lei rivolgermi all'onorevole Federico considerato che il testo è sbagliato, cioè il titolo dell'articolo 25 “definizione delle procedure di condono”. Non essendoci un condono, ma soltanto un'accelerazione dei tempi per approvare le vecchie pratiche di condono, chiedo ai relatori se sono disponibili a riformulare l'articolo 25 in un modo semplicissimo. Infatti, non dovendo fare nulla, ma soltanto assumere dei nuovi tecnici per accelerare le pratiche inevase è inutile avere tutte quelle lunghezza che voi avete messo. Infatti, non c'è il condono, non c'è nient'altro da fare che far lavorare i tecnici di quei comuni dell'isola di Ischia, allora se è d'accordo, lo possono dire i relatori, si può riformulare l'articolo 25, assumendo tecnici al fine di accelerare le pratiche inevase ad oggi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gariglio. Ne ha facoltà.

DAVIDE GARIGLIO (PD). Signor Presidente, rispetto alle affermazioni del collega del Comitato dei nove, non si può dire che qui non c'è un condono. A parte che il termine condono l'hanno usato il Ministro dell'ambiente e il Vicepremier Salvini, non si può nemmeno dire che qui c'è solo un'accelerazione delle procedure perché tutto sta nell'articolo 25, primo comma, seconda parte.

Voi, sostanzialmente - qui è il vostro intervento additivo - deliberate che le tre procedure di condono vengano tutte applicate non secondo il principio tempus regit actum, cioè sulla base della legge vigente al momento della domanda, ma sulla base della legge più antica, la Craxi-Nicolazzi. Siete talmente in imbarazzo che dopo molte nostre osservazioni, avete introdotto l'articolo 1-bis in cui recuperate la vituperata legge Berlusconi del 2003, ma dite, della legge Berlusconi, che applicate solamente la parte sui mafiosi, mentre rendete possibile sanare - cosa che prima non era - gli immobili in cui è impossibile l'adeguamento antisismico, quelli a vincolo idrogeologico, quelli fatti…

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Viscomi. Ne ha facoltà.

ANTONIO VISCOMI (PD). Signor Presidente, da meridionale, da calabrese, dico ai colleghi della maggioranza: per favore fermatevi. Da meridionale, da calabrese, dico che non è la natura a portare morte, ma l'uomo con scelte scellerate di gestione del territorio (Applausi dei deputati del gruppo del Partito Democratico): l'ho visto troppe volte in questi giorni, troppe volte. Troppi morti, a San Pietro Lametino, a Isola Capo Rizzuto, a Civita, in territori piegati da scelte di governo, anzi di non governo dello spazio comune. Da meridionale dico basta con i condoni, no al condono Di Maio, basta con questa idea vergognosa che il consenso elettorale si ottenga ancora legittimando e non sanzionando comportamenti irregolari; basta con questa idea che le regole pensate per una ordinata vita comune possano essere rimesse alla libera disponibilità individuale. Quelle regole, signor Presidente, che ora si vuole mettere nel nulla, non sono solo regole edilizie ed urbanistiche, sono le regole del nostro stare insieme.

Fermatevi oggi perché nessuno possa dire domani che in questo Paese essere furbi conviene; fermatevi perché il vostro cambiamento è sempre più un ritorno al passato, ai condoni di Nicolazzi, di Craxi, di Berlusconi e ora di Di Maio (Applausi dei deputati del gruppo del Partito Democratico - Commenti del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Lepri. Ne ha facoltà.

STEFANO LEPRI (PD). Signor Presidente, vorrei usare l'insiemistica così proviamo a capirci. Prendiamo la parola “condono”; se mettiamo un trattino in mezzo viene “con-dono”. Leggiamo il vocabolario: “per-dono” si intende quando viene dato per pura liberalità, per concessione disinteressata. Stiamo parlando del codice del dono, di qualcosa di grande, di qualcosa di veramente nobile per il genere umano; pensiamo al disinteresse, alla generosità, al tutto dare senza contraccambio. In questo caso, però, il contraccambio c'è: c'è il contraccambio, altro che dono! Il condono Di Maio dice: mi avete votato e ora vi faccio il condono, anzi vi do anche i soldi per ricostruirlo; mi avete votato e adesso vi do il reddito di cittadinanza.

Il condono Di Maio mi ricorda tanto un nostro predecessore che, quarant'anni fa, regalava le scarpe promettendo che se l'avessero votato avrebbe regalato anche la seconda scarpa. Ebbene, qui purtroppo per l'Italia, per gli italiani non c'è (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Boschi. Ne ha facoltà.

MARIA ELENA BOSCHI (PD). Signor Presidente, mi rivolgo soprattutto ai colleghi di maggioranza, ma anche a lei, signor Presidente, per il suo ruolo istituzionale e per il suo ruolo all'interno del MoVimento 5 Stelle. Come potete oggi non provare un senso di vergogna a votare il condono edilizio Di Maio? Come potete dopo aver abusato della parola “onestà” in questi anni con il voto, con il condono edilizio Di Maio, porvi dalla parte di chi la legge l'ha violata (Applausi dei deputati del gruppo del Partito Democratico)? Anzi, consentire a quei soggetti di ottenere anche i soldi di tutti i cittadini, posto che nel disegno originario del Governo è previsto il contributo pubblico, cioè soldi di tutti i cittadini. Come potete non vergognarvi per lo scempio che state facendo a Ischia? Come potete non vergognarvi di mettere a repentaglio l'incolumità dei cittadini che continueranno a vivere in territori non sicuri? Nel giorno in cui piangiamo le vittime del maltempo, anziché ricostituire l'unità di missione contro il dissesto idrogeologico, Casa Italia, cancellata da questo Governo, Lega e MoVimento 5 Stelle votano il condono edilizio di Di Maio. Allora, io mi chiedo quali interessi ha il Ministro Di Maio dietro al condono edilizio ad Ischia per insistere e portare tutto il MoVimento 5 Stelle a votare questa vergogna e mettere a repentaglio l'incolumità dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (PD). Grazie, signor Presidente. in questi mesi il Ministro Toninelli continua a raccontare che una grande opera importante per il Paese come la Torino-Lione deve essere oggetto di una revisione tra costi e benefici. Non si può fare un'opera che lui considera inutile perché c'è un esborso per i cittadini che avrebbero bisogno di altro: delle scuole, delle infrastrutture, di quanto riguarda il patrimonio idrogeologico. Una domanda: i costi e i benefici di questo condono quali sono (Applausi del Partito Democratico)? I soldi che gli italiani metteranno per costruire case abusive, quali sono? I morti che piangeremo quando queste case crolleranno? Gli allagamenti dei territori quando ci sarà una pioggia, anche minima? E' questo il costo e il beneficio a voi tanto caro? Bene, sono orgogliosa di avervi sempre osteggiato, sulla Torino-Lione e sul vostro modo finto di fare ambientalismo. Voi sapete solo dire di no, ma poi nei fatti siete peggio della passata legislatura (Applausi del Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Di Maio. Mi correggo: il deputato De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD). Grazie Presidente. Forse questo era un suo invito al Vice Ministro Di Maio a venire in Aula (Applausi del Partito Democratico).

PRESIDENTE. No, esiste questo deputato.

ANDREA DE MARIA (PD). Noi lo ascolteremmo volentieri, ma io mi chiamo De Maria: funziona così. Credo che qui, come maggioranza, in particolare il Movimento 5 Stelle, stiate davvero assumendo una decisione di una straordinaria gravità. Un condono edilizio tombale, solo per Ischia, in spregio all'ambiente e in premio all'illegalità. Quando si fa una scelta così, si manda un messaggio drammaticamente sbagliato al Paese: si premiano i furbi e si finanzia l'illegalità. Inoltre, ciò non si fa nemmeno e soltanto nell'interesse elettorale di un movimento di un partito, o per l'interesse elettorale di un movimento, o di un partito - e già sarebbe gravissimo - ma lo si fa per l'interesse elettorale di un singolo politico, che è appunto Luigi Di Maio, che lei voleva vedere in quest'Aula. E' questa una scelta molto grave che dimostra che non avete la cultura politica per essere all'altezza del Governo del Paese.

PRESIDENTE. Grazie, ha concluso il tempo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Miceli. Ne ha facoltà.

CARMELO MICELI (PD). Grazie, Presidente. Vede, Presidente, io per il suo tramite mi rivolgo all'onorevole Federico, relatore di maggioranza, perché noi come Gruppo possiamo ammettere tutto, tranne la disonestà intellettuale e tranne il tentativo di essere presi in giro, perché se in questa sede si viene a riferire che quella che si sta trattando è semplicemente la definizione delle procedure, ebbene, onorevole Federico, lei dovrebbe allora essere d'accordo ad un'eventuale riformulazione all'articolo 25, primo comma, eliminando nell'ultima parte del primo comma: “trovano esclusiva applicazione le disposizioni di cui ai capi 4 e 5 della legge 28 febbraio 1985, n. 47”, perché è lì il condono che state attuando. Voi state facendo retroagire una legge - Presidente, mi rivolgo a lei - che, onestamente, penso rievochi il socialismo di Craxi. Craxi, allora, fece questa legge per mettere un punto, una cesoia tra il passato e il futuro. Nell'imminente approvazione della legge Galasso decise e riconobbe la necessità di sanare una serie di immobili, altrimenti sarebbe venuto giù mezzo Paese, mezza Italia.

Ebbene, oggi per la prima volta, per interessi che, vi promettiamo, scopriremo - vi promettiamo, scopriremo - voi state facendo retroagire una legge (Applausi dei deputati del gruppo del Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Grazie, Presidente. Io apprezzai molto la presenza del Governo, così come quella di tanti altri parlamentari, il giorno della tragedia di Genova, ma se ripenso a quei momenti, a quello che è successo, a quello che sta patendo ancora Genova - i cittadini, gli sfollati, i familiari delle vittime - e penso a una risposta della politica che parli di Genova e introduca invece un tema che non c'entra niente, come quello di Ischia e di un condono, penso davvero che non sia la risposta giusta. Questa è una riflessione che voglio condividere e che ritengo che faccia fare alla politica e a questo Governo tanti passi indietro rispetto a quel rapporto di lealtà, di trasparenza che per tanti anni avete voluto insegnare. Quindi, fatti e non parole.

E c'è un tema anche giuridico, perché poi la sentenza n. 32 del 2014 della Corte costituzionale ci insegna anche a rendere omogenei i provvedimenti, e tante volte in quest'Aula ho sentito il Movimento Cinque Stelle attaccare il Governo su questi temi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fragomeli. Ne ha facoltà.

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Grazie, Presidente. Questo articolo è l'articolo della triplice vergogna. Vergogna perché resuscita la legge n. 47 del 1985, quella del condono penale sull'abusivismo edilizio, con l'aggravante di essere posto in un contesto di dissesto idrogeologico. Vergogna perché qui sì che c'è la manina di Stato, con l'aggravante di essere in un contesto di dissesto idrogeologico per la ricostruzione di case abusive, ma vergogna anche perché condona, anzi, dà ragione ai protagonisti di quelle scandalose risate del telefono post-terremoto dell'Aquila, e cioè che, con un terremoto e con le vostre leggi, diventa un affare economico (Applausi dei deputati del gruppo del Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Rotta. Ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, che imbarazzo. Io penso che lei provi un imbarazzo, la capisco. Almeno lei ci mette la faccia (Applausi dei deputati del gruppo del Partito Democratico). Qualcun altro, i suoi colleghi di partito non ce la mettono. Qui non c'è Di Maio, qui non c'è il Ministro Toninelli, hanno lasciato due sottosegretari che, non solo poco c'entrano, ma che nel passato hanno dato prova di soluzioni bizzarre. Qualcuno come Sant'Angelo diceva che l'Etna poteva risolvere la situazione. La soluzione di Crimi probabilmente sarebbe quella di tacitare tutta l'editoria e tutta la stampa. Con che faccia, con che faccia vi ripresenterete al Paese? Basta trovare soluzioni o, meglio, trovare imbarazzanti prese in giro come le manine. La verità è che voi volete dare mani libere alle persone disoneste (Applausi dei deputati del gruppo del Partito Democratico). Questa è l'unica verità. Chi l'avrebbe detto, Presidente, Di Maio peggio di Berlusconi (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché qualcuno almeno ha la coerenza di difendere, peggio di Craxi, peggio!. Almeno spiegate il perché. Perché avete cambiato idea su questo come su tutto il resto. Spiegate il perché avete cambiato idea sull'Ilva, sulla TAP, perché come nel condono fiscale molti disonesti…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Morgoni. Ne ha facoltà.

MARIO MORGONI (PD). Grazie, Presidente. Nonostante la difesa d'ufficio a tratti stupefacente del collega Federico, noi continuiamo a ritenere che questo articolo debba essere soppresso, perché esso si concretizza in una norma che, più che combattere l'illegalità, fornisce all'illegalità una patente di dignità. Quindi riteniamo che, con la soppressione di questo articolo, noi facciamo qualcosa di utile non solo per difendere le ragioni del territorio, della sicurezza e del rispetto delle regole, ma qualcosa di utile anche a salvare la faccia di questa maggioranza e di questo Governo, dove siede un Ministro dell'ambiente che dovrebbe rappresentare un simbolo della lotta all'illegalità ambientale, ma verosimilmente non ha grande voce in capitolo nel contesto del Governo del cambiamento. E direi che è uno strano destino, per chi faceva dello smantellamento, delle cattive abitudini della politica la propria bandiera, il proprio segno distintivo, dover oggi fare ricorso e – direi – dare nuovo lustro alle pratiche che erano il segno distintivo della vecchia e della peggiore Repubblica. Ma i segni premonitori c'erano già – lo ha ricordato il collega Morassut – con la proposta di legge dell'attuale Vicepresidente del Consiglio dei ministri.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pellicani. Ne ha facoltà.

NICOLA PELLICANI (PD). Con questo emendamento, signor Presidente, chiediamo anzitutto un atto di giustizia, ovvero di sopprimere l'articolo 25, che non c'entra niente, l'abbiamo già detto in Commissione per ore e ore, l'abbiamo ripetuto stamattina. Non c'entra niente con l'emergenza a Genova, che non ha nulla a che vedere con il crollo del ponte Morandi e con le conseguenze tragiche che ha provocato. Vede, Presidente, il Governo, anziché avviare politiche di prevenzione, di investimento per rendere il Paese più sicuro, per metterlo al riparo dal rischio idrogeologico, dal rischio sismico, anziché rilanciare l'unità di missione, anziché responsabilizzare maggiormente i sindaci, assegnando loro più risorse, proponete un condono edilizio tombale richiamando le norme del 1985, il peggior condono che ricordi la storia della Repubblica, ispirato al clientelismo piuttosto che alla risoluzione dei problemi. In queste giornate, Presidente, in cui l'emergenza del maltempo ha messo in ginocchio il Paese, proponete un provvedimento che, non solo rappresenta un segnale negativo, ma è destinato a rendere il territorio di Ischia più fragile di quanto non lo sia già. Tutto questo avviene senza che nessuno abbia il coraggio…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Presidente, io sono quasi stupita del fatto che, nel gruppo alla mia sinistra, in cui siede un deputato della mia provincia che si chiama Maurizio Cattoi, un ex comandante del Corpo forestale dello Stato, si possa - con una tranquillità senza precedenti - votare un condono edilizio tombale su un'isola come quella di Ischia in mezzo agli applausi del gruppo. Ho sentito il relatore del Movimento 5 Stelle che cercava di mettere una toppa su quella che, invece, è una grande vergogna che travolgerà inevitabilmente non solo il Movimento 5 Stelle ma tutto il Governo; ma la cosa che però mi stupisce di più è che, in quel gruppo, ci sono persone che io stimo e che voteranno una vera e propria porcata che farà danni all'Italia proprio nei giorni in cui, con il dissesto idro-geologico, noi piangiamo delle vittime. Quindi è questo che mi imbarazza, Presidente: il fatto che in quel gruppo ci siano persone che hanno creduto nei valori dell'onestà e che oggi, invece, si piegano ad una legge ad personam che è il condono Di Maio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie Presidente. È davvero una giornata molto triste. La profonda tristezza è legata al fatto che questo doveva essere il decreto Genova. Genova, lo ripeto, Genova, quella città colpita; invece, diventa un treno, un treno dove siete saliti e dove avete fatto salire le peggiori istanze dei territori. Ora, caro collega, come si fa a negare che l'articolo 25 sia un articolo dove non compare il condono quando il titolo che voi avete messo recita “definizione delle procedure di condono”? E come fate a dire che non è un condono quando si recita, al comma 1: per la definizione delle istanze trovano esclusiva applicazione le disposizioni della legge 1985, n. 47”, ovvero il condono tombale di Craxi? Come fate ad ingannare così un intero Parlamento? Come fate a provarci ad ingannare…

PRESIDENTE. Grazie, deputata Pezzopane. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Melilli. Ne ha facoltà.

FABIO MELILLI (PD). Grazie, Presidente. Gli interventi dei colleghi del Partito Democratico sono stati esaustivi e credo davvero di non dover aggiungere altro. Quando però affrontiamo queste tematiche, così complesse anche da un punto di vista giuridico, poi viene la voglia di leggerle e di approfondirle: mi permetta perciò di fare solo un'osservazione che non è stata fatta ma che credo sia cogente rispetto alle norme che avete scritto (mi rivolgo alla maggioranza per il suo tramite). Qui si scrive che è possibile che i comuni debbano rileggere, come accadrà, le istanze di condono presentate ai sensi dei condoni che si sono succeduti nel Paese, utilizzando, dice la norma, esclusivamente le norme del condono del 1985. Ora, capisco che in questo tempo c'è un fascino del ritorno alla lira, ma io mi sono andato a vedere il Titolo IV e il Titolo V della legge del 1985…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Ascani. Ne ha facoltà.

ANNA ASCANI (PD). Grazie Presidente. Devo dire che il Governo del cambiamento ha raggiunto il suo primo risultato: ha anticipato il Natale; infatti, siamo allo scambio dei condoni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Avete dato il condono fiscale alla Lega per avere in cambio, l'ha detto il vice premier Matteo Salvini, il condono edilizio ad Ischia. Non so dire quale delle due cose sia peggiore: il condono fiscale dice a chi paga le tasse che è uno scemo, ma il condono edilizio, in una terra devastata dal terremoto, che ha un serio problema di dissesto idro-geologico, è molto peggio, perché questo è un Paese in cui di abusi edilizi si muore! Di abusi edilizi in Italia, nel 2018, ancora si muore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Voi vi permettete di presentarvi qui, con una legge urgente per Genova che dovrebbe unire il Parlamento, mettendo dentro un articolo che non c'entra nulla e che va a sanare abusi edilizi, ventotto mila abusi edilizi!

Guardi, io vengo da una terra colpita dal terremoto, e se il terremoto del 2016 a Norcia ha distrutto tante cose ma non ha portato via vite è perché la ricostruzione, in quella terra, dopo il 1979 e dopo il 1997, è stata fatta con criteri giusti, senza condoni, tutelando prima di tutto la vita delle persone. Mettetevi una mano sulla coscienza: cancellate questo articolo mostruoso da questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Questo decreto, l'hanno detto in molti, si doveva chiamare “Genova” e, invece, si chiama “emergenze”; ma quali emergenze? Non il maltempo, non i morti della Liguria, della Calabria, di Napoli, ma il condono, non ovunque ma ad Ischia, non per le piccole necessità ma per le mega ville. Oggi Di Maio, parlando dei dati Istat, dice che la manovra economica aumenterà il PIL e porterà la felicità ai cittadini e mi dispiace per il collega Federico che continua a dire che qui non c'è un condono: lo chieda a Di Maio, perché Di Maio non vuole fare felici forse gli elettori che hanno eletto Federico, ma la cambiale elettorale che ha firmato con gli evasori e gli abusivi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Per questo chiedo anche ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, quelli che ci credono: chiedete di cancellare questo atto osceno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Anche la più fervida fantasia, che è sempre utile avere quando si sperimenta l'esperienza delle forze populiste al Governo, anche con quella fantasia, non ero riuscito ad immaginare possibile che il MoVimento 5 Stelle e il Vicepresidente Di Maio potessero concepire un simile condono edilizio, anzi condoni in deroga non solo ai vincoli paesaggistici e idrogeologici, ma di ogni minima coerenza con quanto promesso nella campagna elettorale in termini di onestà e di tutela del territorio per poi magari piangere lacrime di coccodrillo alla prima tragedia e fare i selfie ai funerali. Invece, la realtà supera la fantasia: dopo il “condono Craxi”, dopo il “condono Berlusconi”, ora il “condono Di Maio”, un passo indietro di trent'anni, perché si va oltre, oltre la pratica consolidata dei condoni, quella che fa sentire fessi gli onesti e in perenne attesa i furbi. Qui si va oltre gli occhi chiusi e le pacche sulle spalle, ma, addirittura, c'è la previsione di contributi pubblici, lo ripeto, contributi pubblici, soldi dei cittadini in regola per pagare e sanare gli abusi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie, Presidente. Una vostra deputata al Senato della Repubblica, con serietà, vi ha invitato a riflettere dicendovi: guardate, fermiamoci, perché i nostri elettori ci rincorreranno prima o poi con i forconi. Tra le motivazioni utilizzate dalla vostra collega, dalla sua collega, sottosegretario Crimi, c'era proprio il condono. Si è talmente scandalizzata la sua collega che ha evocato i forconi; secondo me si dovevano evocare le forchette, perché con i condoni si mangia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Io gliel'ho portata una forchetta, Presidente (Il deputato D'Alessandro mostra una forchetta)…

PRESIDENTE. Deputato D'Alessandro, per favore, posi la forchetta.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). … da consegnare a Di Maio. La levo subito, Presidente. È meglio la forchetta che un forcone (Applausi dei deputati del gruppo del Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pini. Ne ha facoltà.

GIUDITTA PINI (PD). Grazie, Presidente. Quello che state votando oggi e che voterete oggi è una cosa gravissima ed è gravissima soprattutto per chi ha vissuto il terremoto - vi auguro di non farlo mai - ed è gravissimo soprattutto oggi che l'Italia frana perché questo è un Paese in cui ognuno si fa i fatti suoi fino a quando non arriva una tragedia. Allora, facciamo la villetta abusiva, chiudiamo il balconcino, facciamo una stanza in più per la nonna e poi quando viene giù, quando per un terremoto del quarto grado, Presidente, cioè un terremoto che non dovrebbe causare morti, se le case fossero fatte a regola d'arte, noi piangiamo due morti e questo perché le case evidentemente non sono state fatte a regola d'arte. Allora, io penso ai miei concittadini che dopo il terremoto del 2012 hanno visto procedure molto complesse e severissime per avere le richieste di ricostruzione a cui è stato detto di no oppure si sono aspettati anni per paura che ci potesse essere qualcosa di fatto poco bene, per cui se c'è un altro terremoto poi dobbiamo piangere degli altri morti. E la risposta che a quelle persone adesso dà il Movimento 5 Stelle, e non mi sorprende perché li conosco, è che è meglio essere furbi che essere onesti. Facciamo un bel condono, poi quando ci sarà un altro terremoto però non vorrei vedervi qui a piangere dei morti, perché veramente sarebbe indegno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie Presidente, in un patetico quanto disperato intervento del Movimento 5 Stelle si tenta di spiegare al Paese che in realtà qui stiamo sanando cose antiche. Non è così, colleghi del Movimento 5 Stelle, leggete l'incipit dell'articolo 25 il quale dice che i comuni definiscono le istanze di condono relative agli immobili, eccetera eccetera, attenzione, pendenti alla data di entrata in vigore del presente decreto. Ma quali già depositati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Ci deve spiegare l'onorevole Di Maio che cos'è andato a fare sull'isola di Ischia e se per caso dalla sua presentazione nell'isola di Ischia, in cui aveva annunciato che si sarebbe iscritto al PD se avesse mai presentato un condono, sono stati presentati dei condoni.

Perché vede signor Presidente, e lei lo dovrebbe ben sapere, questa è una vecchia passione del Presidente Di Maio che già il 1° giugno del 2013 - ricorro alla citazione de Il Fatto Quotidiano, quindi il loro house organ - annunciò la presentazione di un disegno di legge del Movimento 5 Stelle di ravvedimento operoso per l'isola di Ischia. Allora il signor Di Maio venga qui a spiegare che cosa c'è dietro al condono Di Maio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 25.1 Braga e 25.300 Muroni.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

(I deputati del Partito Democratico espongono cartelli con su scritto: “No al condon o Di Maio” scandendo: “Onestà-Onestà”)

Per favore abbassate i cartelli! Abbassate i cartelli! Chiedo ai commessi di intervenire (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente), e di togliere i cartelli.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

La seduta, sospesa alle 13,45, è ripresa alle 14,45.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Brescia, Colucci, D'Uva, Gregorio Fontana, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Lorefice, Lupi, Rixi e Sisto sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente settantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1209-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1209-A: Conversione in legge del decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109, recante disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze.

Avverto che, fuori dalla seduta, l'emendamento Gallo 25.313 è stato ritirato dal presentatore.

Ricordo che, nella parte antimeridiana della seduta, sono stati da ultimo respinti gli identici emendamenti Braga 25.1 e Muroni 25.300, e che sono stati accantonati, oltre agli emendamenti riferiti agli articoli precedenti all'articolo 16 presenti nel fascicolo n. 3, le seguenti ulteriori proposte emendative: identici Gariglio 16.301 e Fidanza 16.305; 16.400 delle Commissioni; 16.500 della Commissione bilancio; Muroni 18.3; Sarro 21.304; da Sarro 25.305 a Sarro 25.304; Muroni 25.01.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, Presidente. Per porre a lei e all'Aula un tema, perché noi abbiamo convenuto un calendario. Ci giunge notizia che sarebbe imminente la presentazione, da parte del Governo, di un ulteriore emendamento e ci giunge altresì notizia, anzi, lo posso constatare, visto che sto arrivando da quella seduta, che il Comitato dei nove è ancora riunito per ulteriori proposte emendative.

Ora, qui si tratta di intendersi su come intendiamo procedere con i nostri lavori, perché, se abbiamo fuori sacco e in corso d'opera ulteriori proposte che vanno a modificare l'articolato, mi pare di tutta evidenza che dobbiamo rivedere il cronoprogramma che ci eravamo dati.

ALESSANDRO MORELLI, Presidente della IX Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO MORELLI, Presidente della IX Commissione. Presidente, il Comitato dei nove è ancora riunito, quindi chiedo gentilmente all'Aula di poter riprendere i lavori alle ore 15,15.

PRESIDENTE. Cioè, lei ha bisogno di mezz'ora ancora? Va bene, se c'è bisogno di mezz'ora, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15,15.

La seduta, sospesa alle 14,50, è ripresa alle 15,15.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1209-A.

Avverto che la Commissione Bilancio ha espresso il prescritto parere sugli emendamenti 12.400 e 16.400 delle Commissioni, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A).

Avverto, inoltre, che le Commissioni hanno presentato l'articolo aggiuntivo 25.0400, che è in distribuzione.

Poiché su tale proposta emendativa la Commissione Bilancio non ha ancora espresso il prescritto parere, dovremo procedere al suo accantonamento, unitamente all'articolo aggiuntivo Muroni 25.01, che verte sulla stessa materia.

Non vedo i relatori, staranno arrivando. Cominceremo i lavori, sono certo che andrà tutto bene, se la Commissione è puntuale con l'orario che ha chiesto.

Poiché non ci sono ancora i colleghi della Commissione, sospendo la seduta per cinque minuti.

La seduta, sospesa alle 15,16, è ripresa alle 15,20.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la Vicepresidente della VIII Commissione, Patrizia Terzoni. Ne ha facoltà.

PATRIZIA TERZONI, Vicepresidente della VIII Commissione. Grazie, Presidente. Chiediamo altri venti minuti di sospensione all'Aula per far proseguire il Comitato (Commenti).

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi…

PATRIZIA TERZONI, Vicepresidente della VIII Commissione. …nelle Commissioni congiunte VIII e IX.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Innanzitutto, i lavori iniziano con la presenza del Governo: è la seconda volta consecutiva che vediamo quei banchi vuoti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Li potremmo anche prendere come un auspicio, ma fintanto che si raggiungerà quel tipo di obiettivo, il Governo ha il compito di rimanere qui.

Dopodiché, vorremmo sapere che cosa sta realmente accadendo, perché ci arrivano voci un po' surreali di presentazioni di non meglio precisati nuovi emendamenti, avanzati dalla maggioranza e dal Governo, che hanno degli impatti sull'articolo 81 e, quindi, questo comporterebbe l'obbligo della Commissione V di doversi riconvocare per esprimere un parere e, quindi, con una evidente conseguenza sull'organizzazione dei nostri lavori.

Pertanto, non ce la si può cavare venendo qui a dire: abbiamo ancora bisogno di venti minuti. Ci dicano i motivi per i quali serve tempo e magari serve anche un'ora, due ore, ma noi abbiamo preso un impegno molto chiaro e sia chiaro che non è per colpa dell'opposizione del Partito Democratico se vi sono dei ritardi nell'approvazione di questo tipo di decreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Borghi. In effetti, ho letto nel mio speech precedente che c'è anche un emendamento che richiederà la valutazione della Commissione bilancio, poi non so se ne verranno presentati altri. Comunque, se non ci sono obiezioni, accogliamo la richiesta della vicepresidente Terzoni: le bastano 20 minuti, vicepresidente? Pregherei però lei o chi per lei di essere puntuale, qui, alla ripresa, esattamente alle ore 15,40.

CARMELO MICELI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARMELO MICELI (PD). Presidente, la ringrazio. Poiché ieri ero già intervenuto su un tema, quello del mancato avvio dei lavori della Commissione parlamentare antimafia e mi aspettavo, Presidente, visto che mi ero rivolto al suo ufficio, che quest'oggi il Presidente Fico trovasse il tempo e il modo per spiegarci il mancato avvio dei lavori della Commissione, torno a reiterare l'invito all'Ufficio di Presidenza affinché ci spieghi le ragioni del mancato avvio della Commissione. Lo faccio, Presidente, soprattutto perché continuano ad aggiungersi fatti nuovi, non in ultimo ieri è stato arrestato il presidente di un'importantissima associazione antiracket in quel di Catania. Vede, Presidente, a noi, fintanto che non sarà istituita la Commissione non sarà dato il luogo per poter discutere di queste cose. Per cui, Presidente, io continuerò a intervenire ogni giorno fintanto che la Presidenza non ci spiegherà le ragioni e non avvierà i lavori alla Commissione parlamentare antimafia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Miceli. Il Presidente Fico si è attivato, immagino, anche dopo il suo intervento di ieri e sono in corso le intese con l'altro ramo del Parlamento per definire la data di convocazione della prima seduta della Commissione antimafia e per la sua istituzione.

WANDA FERRO (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. A che titolo?

WANDA FERRO (FDI). Sinceramente, rispetto a quanto ha dichiarato poc'anzi il collega Miceli, ci ritroviamo, come Fratelli d'Italia, a sollecitare l'istituzione e la convocazione di questa Commissione, che, vede, devo dire, non soltanto nell'arresto del presidente dell'associazione antiracket di Catania, un fatto che dobbiamo approfondire e soprattutto avere delle posizioni molto chiare, ma anche per dare spiegazioni al Parlamento, come dovrà fare il Ministro competente. Quindi, come Fratelli d'Italia, ovviamente, siamo qui a sollecitare un ritardo, che ha visto sicuramente la segnalazione da parte dei gruppi dei vari componenti, ma che oggi non trova motivo per non essere qui in Aula a darci spiegazioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ferro. Vale anche per lei quanto dicevo per il collega Miceli: il Presidente Fico si è attivato con l'altro ramo del Parlamento per definire una data per la prima convocazione.

SIMONE BALDELLI (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente. La notizia che ci risulta è che i relatori abbiano presentato un nuovo emendamento, sul quale credibilmente poi i gruppi chiederanno di avere dei tempi per fare dei subemendamenti, in realtà dovrebbe essere un aggiuntivo all'articolo 43, che, però, come materia, riguarda esattamente la materia toccata già dall'emendamento 44.301 Giacometto, presentato dai colleghi di Forza Italia, relativo all'assenza di copertura sugli ammortizzatori sociali di aziende con procedura di fallimento in corso.

Presidente, mi permetto di richiamare la sua attenzione sul fatto che, come metodo, se anziché presentare emendamenti ex novo che riguardano materie sollevate ed interessate da emendamenti già presentati da colleghi di altri gruppi, nel caso specifico del mio gruppo, di un gruppo di opposizione, i relatori utilizzassero lo strumento della riformulazione sulla base degli approfondimenti e delle verifiche che hanno fatto con il Ministero, otterremmo due risultati: il primo, di andare più veloce; il secondo, di evitare questa cattiva prassi di appropriarsi di battaglie che sono state segnalate e poste in essere dall'opposizione e che vengono fatte proprie della maggioranza con emendamenti dei relatori o di altri deputati della maggioranza che di fatto espropriano il contenuto di questi emendamenti e, per la collocazione che hanno, diventano preclusivi dell'approvazione degli altri emendamenti.

Quindi, in questo caso avremmo risolto due problemi: il primo è il rispetto della priorità politica che il gruppo di Forza Italia ha voluto dare ponendo all'attenzione di questa Assemblea, con questo emendamento, questa questione; il secondo, Presidente, che non le sfuggirà, anche viste le sue competenze, di natura procedurale, cioè l'idea di non impantanarsi su un nuovo emendamento su cui dover far pronunciare la Commissione, dare i tempi per la presentazione dei subemendamenti eccetera, ma semplicemente procedere, come ordinariamente si fa, con una riformulazione, giacché interessa la stessa precisa materia e magari prevede anche delle coperture che saranno certamente state frutto di un approfondimento del Governo e eventualmente anche di una bollinatura della Ragioneria generale dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, per il momento alla Presidenza non risulta presentato nessun emendamento da parte dei relatori nel senso da lei indicato, comunque credo che le sue osservazioni siano state ascoltate da maggioranza, relatori e Governo e che ne faranno tesoro. Non ci sono altre richieste di intervento, sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 15,45.

La seduta, sospesa alle 15,30, è ripresa alle 15,45.

PRESIDENTE. Avverto che le Commissioni hanno ritirato l'articolo aggiuntivo 25.0400. Chiedo ai relatori come intendano proseguire l'esame del provvedimento.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Presidente, intendo proseguire nell'esame della parte che riguarda Ischia, per poi passare agli emendamenti accantonati.

PRESIDENTE. Sta bene.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 25.9 Rostan.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Rostan. Ne ha facoltà.

MICHELA ROSTAN (LEU). Presidente, questo provvedimento, come abbiamo visto, contiene una serie di contraddizioni, ma la più evidente, a mio giudizio, è proprio quella che ricade sull'articolo 25. Faccio un piccolo passo indietro. Il terzo comma dell'articolo 17 del provvedimento affida al commissario straordinario il compito di assicurare una ricostruzione unitaria e omogenea nei territori colpiti dal sisma; il commissario dovrà farlo anche attraverso specifici piani di delocalizzazione e trasformazione urbana, e proprio a tal fine vengono programmate risorse e direttive per progettare interventi e determinare i contributi.

Questa proposta del Governo avrebbe senso se si programmasse, si pianificasse, non se poi ci si richiama a meccanismi di sanatoria di uno sviluppo squilibrato, caotico, che viene fotografato e conservato in quanto tale senza uno sguardo sul futuro e senza una visione; allora colpisce oggi che proprio qui un movimento che fa capo al Vicepremier Di Maio e che ha fatto della bandiera ambientalista e della legalità due temi importanti venga a difendere sia lo strumento numero uno del sacco edilizio, cioè l'abusivismo poi condonato, sia la sanatoria per le illegalità, che come tutti sappiamo è moltiplicatrice di violazioni di legge. Allora, bisognava più che altro puntare ad un piano generale per il territorio, un piano di assetto per l'isola di Ischia che partisse ovviamente dalla situazione di fatto ma che delineasse anche un quadro generale del territorio, uno strumento che tenesse conto dello sviluppo sociale ed economico dentro il quadro di una nuova programmazione. Ecco perché sarebbe stato meglio cancellare questo articolo 25 e sostituirlo con una nuova formulazione, perché, realisticamente, noi pensiamo che non sia possibile con le procedure ordinarie realizzare quanto si è detto. Noi invece immaginiamo una procedura speciale, strutturiamo una cabina di regia istituzionale, ovviamente con tutte le garanzie di trasparenza e competenza, a cui affidare redazione, approvazione ed esecuzione di un piano di assetto generale del territorio, un piano che si sarebbe dovuto dare all'isola di Ischia da oltre cinquant'anni. Infatti, cade proprio quest'anno il cinquantesimo anniversario dell'unico piano regolatore intercomunale redatto dall'architetto Corrado Beguinot, del 1968, che non è stato mai attuato. Oggi la realtà ad Ischia, dopo il sisma del 2017, è di 2.500 sfollati, 640 immobili totalmente inagibili da abbattere e ricostruire, un'area vasta da mettere in sicurezza e un contesto economico da rilanciare, 3.000 imprese e 10.000 lavoratori, per lo più stagionali. La soluzione ovviamente sarà poi pensare ad una legge speciale per Ischia, che nel prendere atto e censire l'urbanizzazione esistente ne affidi poi l'incremento ulteriore ai comuni nei soli casi veri di necessità abitativa, pensando alla valorizzazione qualitativa delle strutture del territorio. Da 33 anni ad Ischia non si esaminano le pratiche del primo condono e da 24 anni quelle del secondo, allora l'abusivismo diviene regola in un contesto senza regole. Certo, la questione territoriale della valorizzazione non si conclude con questo decreto, ma da qui getta delle basi significative che di certo non sono le migliori.

Il Ministro Di Maio, nei giorni scorsi, ha detto che chi affermava trattarsi di un condono evidentemente non aveva letto bene il testo, allora delle due l'una: o noi non abbiamo letto bene il testo, non solo noi parlamentari, ma anche le associazioni, Legambiente, WWF, Libera, gli operatori del settore, lo stesso Ministro dell'ambiente, che ha auspicato appunto un ravvedimento in Aula, o più verosimilmente il Ministro non ha compreso il senso e la portata di un provvedimento che la maggioranza sta per approvare in queste Aule, e di cui dovrà rendere conto però al Paese intero.

Ecco perché su questo emendamento io chiedo per il suo tramite, Presidente, al relatore l'accantonamento perché spero che almeno su questo prevalga il buonsenso. La richiesta di istituzione della cabina di regia, che noi facciamo in questo emendamento, è una richiesta che non comporta nessun nuovo maggiore onere per la finanza pubblica. Pensiamo che l'isola meriti un piano di assetto del territorio che coniughi ambiente e sviluppo e - ripeto - ribadiamo la nostra richiesta di accantonamento, che speriamo possa darci una visione più lungimirante di questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rostan. C'è una richiesta di accantonamento, sulla quale chiederei una valutazione della Commissione o del relatore. Onorevole Rospi, c'è una richiesta di accantonamento, presentata dalla collega Rostan - stiamo sull'emendamento 25.9 Rostan - che, come lei ha sentito, l'ha motivata. Qual è la sua valutazione? Mi deve dire “sì” o “no”.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. No.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Andrea Orlando.. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD). Signor Presidente, io chiedo di votare favorevolmente su questo emendamento con lo spirito che credo sia quello di chi lo ha proposto, cioè l'ultima occasione di ravvedimento rispetto a una situazione che verrebbe a determinarsi di totale arbitrio, perché di un arbitrio stiamo parlando, nel senso che la ragione principale della scelta per cui un determinato regime di sanatoria è conferito a un'area piuttosto che a un'altra è essenzialmente nella gita dell'onorevole Di Maio che, andando ad Ischia, ha deciso che là possono valere delle norme che da altre parti non valgono.

Questo emendamento prova a dare, se è possibile, una raddrizzata a questa impostazione, perché, se questa impostazione non viene rimessa in discussione, noi ci troviamo di fronte a una serie di contraddizioni che si apriranno a valanga e che in qualche modo dovranno essere affrontate dai colleghi della maggioranza. Qualcuno dei miei colleghi lo ha già detto prima della pausa: perché Ischia è una realtà nella quale si considera che ci sia un abusivismo di necessità più alto che da altre parti? Perché Ischia “sì” e Pianura “no”? Perché Ischia “sì” e l'Agro Aversano “no”? Perché altre realtà che sono state prive di uno strumento generale di pianificazione non sono considerate all'attenzione di questo Governo? Io mi auguro che ciò non avvenga, ma sicuramente si apre una contraddizione.

E, soprattutto, colleghi della Lega, perché un cittadino comune, o il professionista che lo aiuta, in qualunque altra parte d'Italia, se fa una finestra in difformità rispetto al progetto originario, va di fronte a un giudice, mentre invece noi stiamo decidendo che altri cittadini del nostro Paese non saranno sottoposti allo stesso trattamento? Questa è una questione che voi dovrete affrontare. Questo emendamento, forse aiutandovi con eccessiva generosità, prova ad evitare questa contraddizione e vi dice che si possono stabilire a priori alcuni criteri sui quali intervenire. Io credo che sia davvero l'ultima occasione che si può utilizzare in questo passaggio, perché altrimenti io vi consiglio una cosa, colleghi del MoVimento 5 Stelle: abbandonate Rousseau, un pensatore politico eccessivamente discusso e pesante, e riferitevi più onestamente al Ministro Franco Nicolazzi, autore dell'ultimo condono edilizio in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), del 1985, con il Governo Craxi, un dignitoso esponente della Prima Repubblica passato alla storia per la Gravellona Toce e per la realizzazione del condono edilizio. Ve lo dico con il cuore: non siate testuggini, provate ad essere delle teste! Non siate testuggini, non vi sporcate con questo condono, perché questo condono vi toglierà ogni credibilità su tutti i temi ambientali che saremo chiamati ad affrontare in quest'Aula, vi toglierà la possibilità di alzare un dito contro le grandi speculazioni che nel nostro Paese devono essere contrastate.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Grazie, Presidente. In realtà rispetto all'emendamento non possiamo non rilevare come il medesimo realizzi un appesantimento, sia sulla procedura, che sulle pratiche che dovrebbero sottendere all'analisi delle verifiche che invece l'articolato potrebbe introdurre e, al contempo, si rischia di realizzare proprio un ritardo negli effetti della ricostruzione, come invece credo che tutti noi auspichiamo.

Parallelamente però credo anche, vista l'ennesima volta in cui si è evocato il Ministro Di Maio, che sarebbe necessario esprimere una valutazione politica in ordine all'operato del Ministro Costa, il quale ricordiamoci che nel Consiglio dei Ministri non ha minimamente assunto posizioni differenti e ha votato questo provvedimento, salvo poi affermare, appena uscito dal Consiglio stesso, che rispetto a questo provvedimento e all'articolato di cui all'articolo 25, il medesimo…

Mi scusi, Presidente…

PRESIDENTE. Lei ha ragione, onorevole Bignami. Pregherei cortesemente il collega che sta interloquendo con il sottosegretario Crimi… Ah, Viceministro Rixi, lei ha ragione, però deve sedersi ugualmente. Vale anche per lei.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Non avevo riconosciuto di spalle il sottosegretario, che forse è anche una buona notizia.

PRESIDENTE. Onorevole Crimi, io capisco tutto, però ognuno deve stare al suo posto, quindi semplicemente il collega Bignami aveva richiesto questo. Mi sembra che stia nella sua facoltà. Prego, continui pure nel suo intervento.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Riferivo del fatto che il Ministro Costa non ha ritenuto di assumere una posizione differente sul voto espresso in Consiglio dei Ministri, salvo poi affermare, appena uscito dal medesimo, che egli in una presunta vita precedente aveva addirittura provveduto a realizzare interventi di sequestro rispetto alle case abusive. Io non entro nel merito dei provvedimento di condono, su cui i miei colleghi interessati territorialmente dal provvedimento hanno già espresso un'ampia posizione sulla quale evidentemente non si può che concordare, ma riteniamo che il comportamento del Ministro Costa sia quanto meno soggetto a una schizofrenia istituzionale, che potrebbe anche essere materia di studio significativo perché, se egli da un lato si vanta di essere stato colui il quale aveva provveduto a realizzare i procedimenti penali e a dare esecuzione ai medesimi in merito proprio ai presunti abusi sussistenti ad Ischia, che egli oggi vada in Consiglio dei ministri a votare il condono, salvo poi uscirvi ed evocare invece i provvedimenti di intervento del Parlamento che non vediamo….

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, vale per il collega Pastorino, la collega Paita. Grazie.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Quella indubbiamente anche di spalle non era Rixi, quindi la ringrazio, Presidente, per il richiamo. Riteniamo che quindi il Ministro Costa debba, se non altro, spiegare il perché di questa assenza totale di coerenza. Ricordiamo al medesimo che egli è in dissenso con se stesso perché, se egli afferma addirittura che non sussiste da parte sua la possibilità di declinare il verbo condonare, salvo poi votarlo, ebbene non è che egli abbia soltanto la possibilità di astenersi, votare contro o votare a favore; può anche tranquillamente rassegnare le dimissioni, assumersi la responsabilità politica di questa posizione, che è differente innanzitutto da se stesso, e dichiarare con altrettanta tranquillità che gli intendimenti che questo Governo sta adoperando e realizzando non sono in linea con quello che lui sosteneva nella vita precedente. Diversamente dismetta nella maniera più assoluta questo ruolo di vergine, perché è evidente con altrettanta chiarezza che, votando quel provvedimento e sostenendo il condono, non può più venire davvero a fare la morale a nessuno in ordine alla tutela, alla presunta volontà di tutelare l'ambiente, di cui egli in ogni sede si fa portatore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.9 Rostan, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 25.301 Sgarbi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO (FI). Presidente, proverei, utilizzando l'emendamento del collega Sgarbi, a mettere un po' di ordine in questo caravanserraglio di illazioni, di strumentalità, un teatrino farisaico e anche presunte autentiche interpretazioni.

Ovviamente parto da un dato, e non posso fare viceversa: mi complimento con i colleghi del MoVimento 5 Stelle e della Lega. Entrambi i movimenti finalmente hanno sdoganato l'istituto del condono (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), e lo hanno finalmente introdotto in un lessico di verità e di pragmatismo anche nella narrazione di Governo. Io non posso non apprezzare questo atteggiamento di verità e di chiarezza, sapendo anche che non si tratta di un nuovo condono, e men che mai si tratta di un condono tombale: si tratta semmai di un provvedimento necessario per qualche centinaio di manufatti abusivi. Guardate, ho sentito qui: l'isola di Ischia, l'isola di Ischia; si tratta di due comuni e mezzo, ed ovviamente in questi due comuni e mezzo soltanto quei manufatti, quelle realizzazioni certificate come danneggiate o gravemente danneggiate dai competenti uffici tecnici a seguito del sisma. Non si scherzi sul fatto che si attende il sisma per sanare, perché si tratta di altra cosa: si tratta della voglia di ricostruire un territorio e di farlo presto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), si tratta della definizione di pratiche di precedenti condoni. Sono tante? Certo che sono tante! Ma voi, voi colleghi del PD dovreste sapere meglio di me perché sono tante: sono tante perché è quella sinistra che promulgò una legge regionale in quella regione che non consentì quel condono che in tutta Italia è stato poi consentito. Quella legge fu dichiarata incostituzionale, o anche quello era condonismo? Quella legge fu dichiarata incostituzionale, e quel diritto che è stato consentito in ogni parte d'Italia non è stato consentito ad Ischia ed in Campania (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). È evidente che noi sollecitiamo il riconoscimento di un diritto, non di un privilegio!

Se devo esprimere un giudizio, è scritta male, ingenererà un contenzioso rilevante, alimenterà ulteriori disparità. Insomma, altro che condono tombale: piuttosto condono inefficace. Se vi è un'ordinanza amministrativa si blocca tutto, ed è evidente che questo impedirà la qualunque. Ogni manufatto ha di per sé un'ordinanza amministrativa in essere da parte del comune, magari interloquita. È evidente che state facendo un'azione farlocca, che non produrrà alcun esercizio concreto; e io nonostante ciò sono a dirvi: son contento che finalmente avete sdoganato questo istituto, perché insieme potremo lavorare per dare eguali diritti ad ogni parte del Paese. Altro che sanatoria, quella sì!, quella dell'Emilia; e voi mi insegnate che la sanatoria consente anche di sanare abusi recenti: qui si tratta semplicemente di esaminare e definire gli abusi antichi.

I poveri cittadini ischitani e campani sono stretti nella morsa farisaica di un PD che qui blatera rigore per l'Emilia, ma non lo pretende, per l'Emilia, che qui alimenta un illogico sistema che tutto consente purché sia rigorosamente illegale. Mentre qui si predica questo, in regione Campania provate a dirlo al presidente De Luca: lui prova viceversa a razzolare secondo le vostre considerazioni in direzione esattamente opposta, perché si comprendono le ragioni di un territorio che merita eguali diritti. E allora pur sarebbe utile - e concludo, Presidente - che troviate un po' di pace tra di voi: non dico sul congresso, non dico sul segretario, ma perlomeno sull'istituto del condono (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ENRICO BORGHI (PD). Pensa per casa tua!

PAOLO RUSSO (FI). Mettetevi d'accordo con De Luca, mettetevi d'accordo con De Luca prima di venire qui (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilli. Ne ha facoltà.

FABIO MELILLI (PD). Vorrei cogliere l'occasione di questo emendamento per riprendere una riflessione che avevo iniziato, ma è chiaro che l'ultimo intervento impone qualche ulteriore riflessione. Noi non dobbiamo metterci d'accordo con nulla, onorevole: noi siamo sul condono sempre quelli, e credo che la posizione lineare del Partito Democratico da una vita sia stata sempre quella e non cambierà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Lei ci annuncia il suo gioire per questa posizione dei 5 Stelle, e ci annuncia anche un futuro denso di condoni: ci ritroveremo qui, ci ritroveremo qui a discuterne e non molleremo di una riga.

Avevo fatto però la riflessione precedente perché se le norme hanno un senso, e come dice il collega che mi ha preceduto probabilmente non c'è stata una scrittura così precisa, io concordo su un fatto: gli unici che avranno dei vantaggi saranno gli avvocati di Ischia, probabilmente, per la complessità con cui è stato scritto questo emendamento. Faccio un solo riferimento, non il più importante ma sicuramente divertente: quando si dice che le istanze verranno analizzate esclusivamente con riferimento alla legge n. 47 del 1985, e avevo detto nel precedente intervento che c'è qualche nostalgia della lira, il Capo IV e il capo V della legge del 1985 parlano di soldi che i cittadini devono versare; si chiama “oblazione” in termini giuridici. Se noi applichiamo l'oblazione del 1985 ai condoni in itinere, la prima cosa che i sindaci dei comuni di Ischia dovranno fare è non solo accettare le domande di condono ai sensi della legge del 1985, ma dovranno restituire i soldi che i cittadini hanno versato con le norme dei condoni successivi al 1985; quindi ci sarà credo da parte del commissario attenzione a finanziare i comuni, perché noi non stiamo facendo solo il regalo del condono, ma gli restituiamo anche i soldi che avevano versato per i condoni successivi, che avevano somme naturalmente differenti.

E quando, Presidente, per il suo tramite, si scrive che l'esclusivo riferimento è alla legge n. 47 del 1985, la legge n. 47 prevede che si poteva accedere al condono soltanto se si era costruita una casa anteriormente al 1983. Io non so se avete la dimensione di quello che accadrà: quelli che hanno fatto il condono nel 1994, ma la casa l'hanno costruita dopo il 1983, riceveranno un'ordinanza di demolizione? Lo dico perché so che non accadrà, perché lo spirito della norma era quello del condono, e non certo di un rigore da un punto di vista urbanistico; ma a Ischia accadrà il caos, e non credo che sia questo il più bel regalo che si potesse fare alle popolazioni terremotate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Francamente, signor Presidente, membri del Governo, deputati, se mi avessero detto solo qualche mese fa che un partito come i 5 Stelle avrebbe proposto un provvedimento di questo tipo, e cioè un condono tombale, oltretutto ristretto a un'unica zona della nazione, io l'avrei classificata fra le notizie fasulle. Dico questo anche senza polemica proprio per capire quali possano essere i meccanismi che ci portano a confrontarci con un provvedimento di questo tipo. Qual è il principio che si vuole attivare per prevedere una deroga alle norme edilizie in un territorio come quello ischitano? Il principio è normalmente che uno Stato interviene quando si rende conto di aver prodotto delle emergenze ingiuste, per esempio. Questo vale in campo edilizio, ma vale anche in campo fiscale, cioè si consente ai cittadini di rimediare in qualche modo ai dettami della legge o a negligenze dello Stato e, quindi, di operare di conseguenza. Ora, però, bisogna sempre tenere conto che chi invece si è attenuto ai dettami della legge, se non ha un diritto reale quanto meno ha un interesse legittimo a vedere riconosciuta la propria condotta. Quindi, un'ingiustizia di fondo si opera sempre. Ed è vero anche che lo Stato - ma non solo a Ischia, però - è sempre stato lento, ha avuto ritardi nel soccorrere soprattutto le persone colpite da avversità, da terremoti e da calamità. Anche questo potrebbe essere un elemento di giustificazione per riportare dei territori a un corretto funzionamento.

E, allora, mentre noi ci chiediamo se sia giusto in questo caso derogare alle norme in generale - e prendiamo il punto di vista che riguarda l'isola di Ischia - noi non ci possiamo però dichiarare a favore di un provvedimento di questo tipo. Le motivazioni per cui non si possa derogare, oltretutto andando ad applicare la deroga a un solo territorio, sono varie: a Ischia abbiamo avuto fenomeni di abusivismo enormi, con 28 mila casi rilevati, sembra; abbiamo avuto e abbiamo un rischio non solo sismico ma anche idrogeologico, perché andare a costruire in terreni franosi e vicino alle scarpate è un errore comunque ed anche a Ischia, che morfologicamente presenta quelle caratteristiche. In più dobbiamo anche dire che ci sono stati in passato, andando a ritroso, già tre condoni: quello del 2003, quello del 1994 e quello del 1985. Quindi, le possibilità di sanare eventuali situazioni si sono già avute per molti anni.

Io capisco, quindi, le motivazioni di carattere generale, però - e senza polemica - dico che passare da Rousseau a Machiavelli, attraversando il Governo Craxi, è un'operazione veramente difficile, che non capisco (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E quando qualcuno diceva che qui ci si sta giocando la credibilità di andare a proporre poi ulteriori normative che interessino l'ambiente, questa è una grande verità. Ecco perché voglio commentare l'articolo proposto dal collega Sgarbi, il quale, pur prevedendo una sanatoria, richiama, però, un concetto del piano territoriale paesistico che, secondo me, sarebbe quanto meno una limitazione del danno, del danno che si produrrà con questa normativa. Io vorrei sottolineare che nell'articolo 25 si dice che “per la definizione delle istanze di cui al presente articolo - e, cioè, le richieste degli ischitani -, trovano esclusiva applicazione le disposizioni di cui ai Capi IV e V della legge 28 febbraio 1985, n. 47”. Allora, qui non ci rifacciamo al condono del 2003, che già il Consiglio di Stato recentemente aveva detto non essere applicabile alle zone vincolate e quindi neanche a Ischia, né ci rifacciamo a quello del 1994 ma, addirittura, a quello del 1985, in cui la sensibilità ambientale era ben diversa. Ora non voglio citare i fatti che sono recentemente accaduti perché non mi pare certamente il caso, ma l'ambiente si difende anche così, i danni si limitano anche così e sono danni che pagano le persone, prima di tutto, i territori e poi li paga anche lo Stato, chiamato continuamente a dover affrontare emergenze e a dover tirar fuori soldi per rimediare a queste emergenze sui territori.

Allora, l'auspicio è che siccome era arrivata anche - e concludo, Presidente - una proposta emendativa ulteriore - il 25.0400 - in cui mi pareva che si introducessero limitazioni, come suggeriva anche il collega Trancassini e allora…

PRESIDENTE. Onorevole Zucconi…

RICCARDO ZUCCONI (FDI). …interveniamo, ma facciamolo in modo intelligente e non con condoni tombali. Sarà veramente una colpa approvare questa norma (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà per un minuto.

CARLO SARRO (FI). Grazie, Presidente. Molto brevemente solo per dissipare il campo da ogni equivoco poiché prima si paventava, a proposito del richiamo ai Capi IV e V della legge n. 47 del 1985, il rischio che ci fosse l'applicazione, poi, di parametri economici relativi all'oblazione e ai costi di costruzione contemplati da quella legge.

Intervengo per chiarire che le domande sono state presentate - quelle relative alla legge n. 47 del 1985 - oltre trent'anni fa e i versamenti relativi all'oblazione sono stati fatti contestualmente a quelle domande, tanto per il condono di cui alle legge n. 47 del 1985 quanto per i due condoni successivi. Per cui, è totalmente fuori luogo stare qui a parlare del versamento di oblazione o dell'applicazione di parametri sui costi di costruzione e sui costi di urbanizzazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà, per un minuto.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Come promesso - e mi dispiace che lei, senatore Crimi, si allontana - le ricordo la domanda che le ho fatto prima: aspetto di sapere come mai il Governo abbia licenziato un decreto-legge nel quale ha affrontato in questo modo - e non mi ripeto - la ricostruzione di Ischia e che, nello stesso decreto, non ci sia scritta una riga per la ricostruzione del centro Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. Non è per fare l'esegeta dell'onorevole Melilli ma soltanto per dire che, nel suo intervento, era consapevole delle oblazioni pagate sia nel 1985, sia nel 1994, sia nel 2003 e che erano differenti le quote (nel 2003 e nel 1994 rispetto al 1985).

Per queste ragioni - e non è come diceva l'onorevole Sarro - il rischio è che i comuni debbano restituire ai cittadini quanto versato in più negli anni successivi. È un problema che continua ad esistere, nonostante le precisazioni dell'onorevole Sarro. Sono intervenuto solo per questo, per evitare che si facessero doppiamente dei problemi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferri. Ne ha facoltà per un minuto.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Grazie. Voglio intervenire anch'io su questo tema del condono e della legge n. 47 del 1985 perché il punto della norma che ci propone il Governo è proprio quello di riportare la lancetta sui presupposti giuridici che sono stati introdotti dalla legge n. 47 del 1985 e questo ha un significato - per quello si parla di condono tombale - perché i condoni del 1994 e del 2003, soprattutto in materia di vincoli paesaggistici, hanno criteri diversi.

Quindi, tornare al 1985 vuol dire anche superare e non attenersi a tutti quei vincoli paesaggistici che sono intervenuti successivamente, ed è questa la distinzione che va rimarcata. Quindi, meno vincoli. E andare al 1985 vuol dire, appunto, non tener conto di tutta questa normativa paesaggistica che è stata introdotta. E c'è molta distinzione, anche dal punto di vista autorizzatorio, perché anche quando prima il relatore faceva riferimento al comma 1-bis

PRESIDENTE. Grazie…

COSIMO MARIA FERRI (PD). …non sottolineava come i presupposti fossero diversi rispetto ai condoni successivi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.301 Sgarbi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 25.302 Muroni.

ROSSELLA MURONI (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Intervengo per ritirare questo emendamento e, invece, chiedere di sottoscrivere il successivo, il 25.308, a prima firma Braga.

PRESIDENTE. Prendo dunque atto che l'emendamento 20.302 Muroni è ritirato dalla presentatrice.

Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento 25.308 Braga. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT (PD). Grazie, Presidente. Dunque, il collega Federico, in un intervento svolto nella mattinata, ci ha spiegato, o ha tentato di spiegarci, che l'articolo 25 è un articolo che, in realtà, non cambia nulla: è soltanto un articolo acceleratorio, cioè non modifica sostanzialmente gli indirizzi fondamentali delle tre leggi del condono.

Intanto, diciamo che le tre leggi del condono non hanno funzionato e ci sono tante domande accumulate perché sono molto complicate e contraddittorie. Aver inserito un nuovo articolo è un pastrocchio. Se fosse vero quello che ha detto il collega Federico, noi staremmo discutendo inutilmente. Ma si è prodotto un pastrocchio che produrrà ulteriori complicazioni, producendo l'effetto che già vediamo: ci sono funzionari che si mettono le mani nei capelli perché, in un caso, alzano le mani e, quindi, le pratiche non vanno avanti; in molti casi, si apre una discrezionalità incredibile sull'interpretazione delle norme. E qui siamo esattamente in un punto delicatissimo, perché parliamo delle concessioni in sanatoria che possono essere rilasciate anche nei confronti di chi è stato sottoposto e ha avuto una condanna ai sensi dell'articolo 416-bis del codice penale, cioè per organizzazione mafiosa o per riciclaggio, cioè ai sensi degli articoli 648-bis e ter del codice penale.

Ora, io vorrei fare questo ragionamento semplicissimo. C'è un principio costituzionale che è dettato dal comma 2 dell'articolo 25, che è il principio di legalità, che stabilisce che nessuno può essere punito retroattivamente e, quindi, non si può vietare ciò che la legge esplicitamente non richiama.

La legge n. 47 del 1985, a cui tutto torna in questo condono, non ha, nel suo articolato, nessun richiamo specifico alla normativa del 416-bis, perché è una legge obsoleta. E già il fatto di essersi richiamati ad una legge del 1985 dimostra, anche in questo caso, il grave errore che si è commesso.

Noi abbiamo cercato di modificare questa norma e, infatti, nel testo che stiamo discutendo, i correttivi che ha ricordato il collega Federico prima, riguardo agli aumenti di volumetria, riguardo all'introduzione di maggiori tutele vincolistiche sul paesaggio e anche su questa questione, sono stati introdotti grazie agli emendamenti proposti dall'opposizione e approvati nelle Commissioni, perché nel testo originario non c'erano.

Bene, noi abbiamo introdotto un correttivo che, però, si richiama ad un comma della legge n. 326 del 2003 che richiama la normativa antimafia, mentre il testo complessivo non richiama la n. 724 del 1994, cioè la seconda legge del condono, che impone la presentazione di un certificato antimafia specifico, che qui viene completamente bypassata.

Allora, su questo principio di legalità qualcuno può dire: vabbè, ma il principio di legalità, per chi conosce un po' di giurisprudenza, può essere esteso attraverso la cosiddetta interpretazione analogica; cioè, poiché ci sono altre norme su altre leggi si coordinano queste norme e, quindi, la questione viene risolta. Però, attenzione, perché qui non soltanto abbiamo due leggi che sono bypassate (la n. 724 del 1994 non viene minimamente ricordata in questo provvedimento), ma poi c'è un articolo del codice civile, l'articolo 14, nelle disposizioni preliminari, che vieta l'interpretazione analogica nel caso delle norme penali.

Quindi, noi stiamo producendo non solo un pastrocchio di dubbia interpretazione per gli uffici e per le amministrazioni, che aprirà un varco all'illegalità enorme, ma stiamo producendo un danno incredibile alla legislazione e stiamo aprendo, di fatto, uno spazio non solo all'illegalità in materia edilizia, ma anche all'illegalità di chi ha commesso reati in materia mafiosa e di riciclaggio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Sì, Presidente, noi con questo emendamento simile, per questo ho sottoscritto quello dell'onorevole Braga, abbiamo provato, nottetempo, a dare un senso a quello che stava accadendo. L'abbiamo presentato anche nelle Commissioni, abbiamo sostanzialmente detto se quello che dite, ovvero che state facendo un semplice scivolo, ovvero accelerando le pratiche di condono inevase a Ischia, è vero, beh allora stabiliamo che ognuno si attiene al condono previsto alla presentazione della propria domanda e poi vi abbiamo chiesto di estendere a tutti e tre i condoni e, quindi, alle intere pratiche, appunto gli articoli 416-bis, 648-bis e 648-ter del codice penale.

Era un tentativo, anche qui, per dare un senso a tutto questo, anche perché la sensazione, molto spiacevole, è che da una parte si usi i bisogni dei cittadini, il bisogno di ricostruire, di accelerare le pratiche e, però, non si abbia il coraggio di dire quello che si sta facendo, un condono edilizio usando la normativa del 1985. Nel subemendamento presentato dai relatori, adesso non so più se è un emendamento, un subemendamento, perché abbiamo avuto una discussione convulsa e c'è questa pratica di prendere pezzi degli emendamenti che vengono bocciati dalle opposizioni, quello che noi vorremmo far capire che, come l'avete scritto, ovvero reintroducendo il 2003 sostanzialmente si crea una grande confusione e financo l'avvocato dei sindaci di Ischia, che sta seguendo la vicenda del condono, intervistato da laRepubblica parla di emendamento gattopardesco e di una grande confusione che si sta creando, di un decreto in cui si dice tutto e il contrario di tutto, e creerà naturalmente una situazione di incertezza e saranno tantissimi i ricorsi. Quindi, non solo non state accelerando le pratiche, state creando un precedente, ma in più state facendo una grande confusione, senza dare una soluzione a un problema oggettivo che, però, non può essere risolto con un condono tombale, perché questo lo è.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Enrico Borghi. Ne ha facoltà, per un minuto.

ENRICO BORGHI (PD). Presidente, per chiedere al relatore di esprimere un parere rispetto alla proposta di accantonamento perché, alla luce delle osservazioni che sono state fatte, è davvero clamoroso che non si tenga in conto la normativa antimafia su una procedura di questo genere. Viene da chiedersi davvero dietro questo condono Di Maio che cosa si nasconda (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il relatore ritiene di esprimere una valutazione sull'accantonamento?

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Sì, Presidente. È già presente nell'articolo la possibilità di non istruire la pratica per chi è condannato per mafia o riciclaggio.

PRESIDENTE. La richiesta di accantonamento viene formalizzata?

ROBERTO MORASSUT (PD). Sì, Presidente. E chiedo di parlare a favore.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT (PD). Insisto perché ci sia un operoso ravvedimento, scusate il gioco di parole, cioè venga accantonato, perché il richiamo, inserito grazie a un emendamento dell'opposizione nelle Commissioni, alla legge n. 326 del 2003, vale per la legge n. 326 del 2003, non vale per i condoni della legge n. 47 del 1985 e della legge n. 723 del 1994 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi, è limitativo. Quindi, chiedo al Governo di esaminare con un po' più di attenzione e di consapevolezza questo emendamento, perché non contempla l'insieme delle casistiche sottoposte a rischio per quanto riguarda i reati antimafia e di riciclaggio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ANTONIO FEDERICO (M5S). Chiedo di parlare contro.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO FEDERICO (M5S). Grazie, Presidente. L'intervento è contro l'accantonamento, perché è già prevista, per tutte le tre tipologie di condono, l'applicazione, perché c'è proprio nel comma 1-bis questo riferimento. Per le medesime procedure, che sono quelle previste dal comma 1, che sono per tutte e tre le tipologie di condono, trova comunque applicazione l'articolo 32, commi 17 e 27, lettera a) del medesimo decreto n. 269. Il comma 27 è quello che riguarda, appunto, le fattispecie. È riferito a tutte e tre.

PRESIDENTE. Bene, mi sembra che vi sia una lettura diversa dello stesso testo.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, sulla proposta di accantonamento dell'emendamento 25.308 Braga.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 248 voti di differenza.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Presidente, mi riferisco all'articolo 8, soprattutto alla sua funzione. Per me non è irrilevante, al di là delle posizioni politiche, capire se su questo emendamento vengono date due interpretazioni opposte. Una interpretazione è quella del collega Morassut e di altri, che dice, sostanzialmente, che chi è stato condannato per reati di un certo tipo sfugge, e quindi può presentare condoni e può rientrare nel condono, e una è l'interpretazione del collega del MoVimento 5 Stelle. Non so se riguarda solo me: per me decidere come votare rispetto a due opzioni così lontane e contrapposte non è semplice. Allora, mi domandavo se eccedo nell'interpretazione dell'articolo 8 o se la Presidenza non debba farsi carico di dire una parola chiara su qual è; lo so, Presidente, capisco anche i funzionari, però glielo pongo, perché qui siamo di fronte non all'interpretazione; qui siamo di fronte al fatto se si può interpretare l'emendamento nel senso che chi è stato condannato per reati gravissimi relativi al 416-bis può fare domande ed avere un condono oppure no. L'articolo 8 dice che lei ha il compito di spiegarci il senso del voto che andiamo a fare. Mai come in questa occasione avrei un tremendo bisogno di capire che cosa vado a votare. Non so se lei mi può aiutare. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, lei immagini se il Presidente la Camera, chiunque sia seduto qui, può sostituirsi a tutti i livelli di giudizio amministrativo che deriveranno dall'approvazione di questa norma successivamente al voto di quest'Aula. Capisco il suo quesito e l'oggettiva necessità della sua richiesta, ma il testo è quello che è noto; dopodiché abbiamo tutti ascoltato con attenzione il dibattito che si è sviluppato. Mi auguro che le Commissioni in questo possano essere di ausilio, quando i testi arrivano in Aula. Di più mi sembra che al Presidente non si possa chiedere e il Presidente non può dire. Torniamo sull'articolo.

ROSSELLA MURONI (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Muroni, lei è già intervenuta. Interviene a che titolo? Sull'ordine dei lavori? Prego.

ROSSELLA MURONI (LEU). Vorrei essere utile e leggerlo: 1-bis….

PRESIDENTE. No, capisco, sarebbe sicuramente utile, però non può farlo, perché sull'ordine dei lavori lei non può leggere…

ROSSELLA MURONI (LEU). Però stiamo votando…

PRESIDENTE. Ho capito, però purtroppo noi dobbiamo…

ROSSELLA MURONI (LEU). …due mondi diversi.

PRESIDENTE. Capisco, però noi dobbiamo rispettare il Regolamento; quindi, lei non può fare questo. Mi dispiace, lo faccia fare a un suo collega, ne avrebbe titolo, lei no (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Miceli. Ne ha facoltà.

CARMELO MICELI (PD). Grazie, Presidente. Credo di interpretare il pensiero dell'onorevole Muroni. Onorevole Federico, quando si leggono le norme, si leggono per intero e non si leggono a pezzi, perché quando lei fa riferimento a “per le medesime procedure trova comunque applicazione l'articolo 32”, sarebbe pregato, per onestà intellettuale, di leggere la parte precedente del comma, nella parte in cui si dice “per le istanze presentate ai sensi del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269. Per cui, l'espresso riferimento per le medesime procedure è solo ed esclusivamente alle istanze presentate ai sensi della legge n. 269 del 2003. Il problema qui è che, nel dubbio se ci siete o ci fate, comincio ad avere serissime convinzioni sul fatto che ci siete e ci fate, entrambe le cose, perché non si può negare l'evidenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

E poi, peraltro, Presidente, mi permetto di segnalare un dato.

PRESIDENTE. Ha altri sette secondi.

CARMELO MICELI (PD). Nel nostro ordinamento si è ormai soliti fare riferimento, quando si parla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Onorevole Miceli, nel prossimo intervento, mi scusi, ma ha finito il tempo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.308 Braga, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 25.3 Braga e 25.307 Muroni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT (PD). Presidente, questo emendamento è diversamente soppressivo, cioè sostanzialmente dal contenuto simile al primo che abbiamo discusso. Ora, qui c'è il senatore Crimi, che è stato presente nella discussione in Commissione e al quale riconosco, credo non soltanto io, la sensibilità di avere seguito il lavoro della Commissione con un'attenzione e con una sensibilità alle proposte dell'opposizione che, come ripeto, ne abbiamo discusso poco fa…

PRESIDENTE. Cortesemente, colleghi.

ROBERTO MORASSUT (PD). …hanno apportato importanti modifiche a questo articolo, tra cui anche questo parziale riferimento alla normativa antimafia, parziale.

Con questo emendamento noi sostanzialmente tagliamo tutta la parte che segue il richiamo ordinato alle tre leggi del condono, e cioè diciamo: se questa roba è una roba normale, come ha dichiarato a verbale il collega Federico e tutti i colleghi 5 Stelle che sono intervenuti, se questo articolo è soltanto finalizzato ad accelerare le procedure, ma allora bisognava scegliere un'altra strada, non fare questo pastrocchio giuridico. Si prendevano un po' di risorse, le si metteva a disposizione dei comuni, del commissario, per accelerare le procedure di esame delle pratiche.

E, invece, si è generato questo mostro, che, evidentemente, però nasconde qualcosa, perché vorrei che i colleghi 5 Stelle riflettessero sul danno politico che questo procura loro. Si insiste su un condono di un parlamentare, che è legato al nome di un parlamentare, e cioè dell'onorevole Di Maio, che cura il suo collegio elettorale, e forse - non lo so, faccio un'ipotesi - anche un pezzo di economia campana, cioè quella dei piccoli costruttori che nel ciclo edilizio minimo lavorano intorno alle pratiche del condono e all'attività edilizia illecita.

Quindi, con questo emendamento noi tagliamo la testa al toro, riportiamo a quello che voi stessi dite, onorevole Federico. Cioè, dite: qui si tratta soltanto di attuare le leggi che esistono e di accelerare le procedure.

E, allora, lasciamo il riferimento alle leggi che esistono, senza fare troppi casini, scusate l'espressione, perché torno - e chiudo - alla questione che abbiamo discusso poc'anzi. Non voglio riaprire la discussione di merito che abbiamo già fatto, ma quell'emendamento che abbiamo appena votato è fonte di grandi equivoci, sarà fonte di grandi equivoci e di grandi manipolazioni negli uffici. Questo lo dobbiamo sapere, perché gli uffici dei condoni edilizi nelle amministrazioni comunali non sono dei paradisi. Sono dei luoghi difficili e l'interpretazione dei funzionari è sempre molto delicata.

Quell'emendamento fa riferimento soltanto alla legge n. 326, è chiarissimo ad una lettura più attenta e lascia uno spazio enorme (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) per quanto riguarda le domande della legge n. 47 e della legge n. 724, a chi ha abusato e a chi ha commesso reati per mafia e per riciclaggio.

Allora, ci possiamo risparmiare questo disastro? Possiamo risparmiarci questa ulteriore complicazione nella legislazione sul condono, che già di per sé è estremamente complicata e difficile per gli amministratori e per i funzionari?

Io le chiedo, onorevole senatore Crimi, di ragionare e, se è possibile, di dare un parere favorevole, o almeno di accantonare questo emendamento e di prendere una pausa di riflessione su tutto il funzionamento di questo articolo, così come si è generato in seguito alla discussione, perché il Governo lo aveva presentato in maniera totalmente diversa. Quel po' che si è cambiato, quel po' che si è migliorato, lo ricordo, è frutto degli emendamenti dell'opposizione e, comunque, noi lo riteniamo insufficiente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Presidente, solo per dire che, nel frattempo, non si vede ombra di un Ministro in Aula. Il Ministro Costa ritiene di parlarci a mezzo agenzia. E' bellissimo questo modo di procedere, io sono una neodeputata, ma ho sempre pensato che il confronto parlamentare avvenisse nell'Aula, invece ormai siamo abituati a farlo via agenzia. Costa dice: ok a modifica su Ischia, ma si può migliorare; tre giorni fa è passato un emendamento con il quale alcune cose sono cambiate, prima avevo dei dubbi e ora è accettabile, ma può ancora migliorare.

E' incredibile, non si può legiferare in questa maniera. Io penso che siamo al parossismo.

L'emendamento a cui si riferisce il Ministro Costa è quello che citava anche l'onorevole Federico e che prima ho provato a leggere, perché inizia con: “per le istanze presentate ai sensi del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito con modificazioni dalla legge 24 novembre 2003, numero 326, le procedure di cui al comma 1 sono definite previo rilascio del parere favorevole da parte dell'autorità preposta alla tutela del vincolo paesistico”. Quindi, si riferisce esclusivamente a questo tipo di domande presentate.

Ecco, siccome la strettoia in cui ci troviamo davvero è sempre più stretta, come spiegava il collega Morassut, proviamo di nuovo a dare un contributo per dare una via normale a quello che voi chiamate “scivolo” e noi chiamiamo “condono”, ma in realtà voi sapete benissimo che è un condono e vi diciamo di attenervi alle leggi esistenti e di togliere di mezzo quello che noi abbiamo individuato come il vulnus, ovvero quel tratto in cui si dice: per la definizione delle istanze di cui al presente articolo trovano esclusiva applicazione le disposizioni di cui ai capi IV e V della legge 28 febbraio del 1985.

Se non volete fare il condono tombale, a cosa vi servono queste cinque righe? La domanda non è retorica perché vi do una risposta: vi servono a fare un condono edilizio tombale ad Ischia (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Se posso, Presidente, per rispondere alle sollecitazioni ricevute su questo emendamento. Fermo restando che la previsione dell'articolo 32, lettera a), è stata introdotta con il condono del 2003, quindi, stando alla lettura dei presentatori dell'emendamento e ai commenti che sono stati fatti fino adesso, che sono nella direzione di applicare ad ogni istanza di condono le normative relative alla propria istanza di condono, cozzerebbe con l'applicare il comma 27, lettera a), anche ai condoni richiesti nel 1985 e nel 1994. C'è, comunque, una differenza.

Detto questo, poiché comunque era intendimento, e credo che l'onorevole Federico nel spiegarlo rappresentasse forse l'intendimento anche delle Commissioni o, comunque, anche del Governo, far riferimento a tutte le richieste di condono, anche se forse, per come è indicato, non raggiunge questo obiettivo, disponibili ad intervenire eventualmente accantonando questo emendamento con una piccola modifica, però esclusivamente nella parte dove c'è scritto “per le medesime procedure”, la proposta che possiamo fare di riformulazione è: “per tutte le procedure”, così da rispondere alla richiesta che è stata fatta in quest'Aula.

Quindi io vi faccio questa proposta e, quindi, accolgo la richiesta di accantonamento di questo emendamento, che è analogo al precedente come obiettivo - non ho fatto in tempo, e chiedo scusa, a intervenire per chiedere di accantonare quell'emendamento -, per poter ragionare e riformularlo in questa direzione.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni all'accantonamento, onorevole Miceli; se lei ha un'obiezione all'accantonamento, le do la parola, altrimenti l'emendamento è accantonato e passiamo al successivo. Prego, onorevole Miceli, se ha un'obiezione all'accantonamento, però.

CARMELO MICELI (PD). Presidente, no, anzi.

PRESIDENTE. Allora no. C'è l'accantonamento e, quindi, il dibattito viene rinviato. Mi scusi, è la regola.

Passiamo quindi all'esame dell'emendamento 25.4 Muroni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gariglio.

DAVIDE GARIGLIO (PD). Grazie, Presidente. Io proverò - scusatemi anche per la foga passata - a cercare di ragionare con i miei interlocutori. Vedo qui i colleghi relatori, Di Muro e Rospi, a cui do atto di essersi impegnati con la massima energia per cercare di trovare un'intesa. Devo riconoscere anche che il sottosegretario Crimi e il Viceministro Rixi ci hanno messo la faccia e sono stati sempre presenti. Quindi, chiederei alla cortesia degli interlocutori di poterci ascoltare.

Il collega Federico, credo ragionando in buona fede, ci ha detto: non dite che qui c'è un nuovo condono, perché non trattasi di un nuovo condono, in realtà acceleriamo le procedure. Io credo che la sua formulazione sia sbagliata. Avrebbe ragione il collega, se l'articolo 25, comma 1, non avesse il secondo periodo. Perché noi riteniamo che questo possa configurarsi come un condono ad hoc ulteriore? Perché voi non vi limitate a dire: acceleriamo le pratiche dei tre vecchi condoni, ma - ed è questo il vulnus - dite: esaminiamo tutte le pratiche presentate secondo i vecchi condoni, tre condoni, secondo le norme del primo condono, quello Craxi-Nicolazzi, cioè rendete di fatto sanabili degli abusi che non erano sanabili per le domande presentate alla luce dei condoni nel 1994 e nel 2003. Le leggi del 1994 e del 2003 sono più restrittive, come vi abbiamo detto più volte, di quella del 1985.

Perché ci sono 27 mila domande inevase? La maggior parte di queste domande non sono andate a compimento perché non sono sanabili. Con questo condono, voi, sostanzialmente, riportate un sacco di domande nel limite della sanabilità. E guardate che non è che recuperate - e vi prego, visto i discorsi che ci ha fatto il sottosegretario di prestare la sua attenzione - tutto il disposto della norma del 2003. Della famigerata norma Berlusconi recuperate solo una parte, perché, quando Forza Italia fece quel condono, ebbe l'attenzione di mettere delle clausole che voi non considerate. All'epoca, sulla base dell'articolo 32, comma 27, della legge del 2003, non erano sanabili abusi, laddove vi fosse l'impossibilità di adeguarli alle norme antisismiche, abusi commessi su aree dello Stato, abusi commessi su aree demaniali, abusi commessi sul demanio marittimo, abusi che andassero a violare vincoli idrogeologici, abusi commessi su monumenti nazionali. Voi rendete sanabile tutto questo.

Allora chiedo ai relatori e all'onorevole Federico: ma se davvero non volete fare un nuovo condono, perché non scrivete una norma che sostanzialmente dica che ogni domanda di condono verrà esaminata secondo la legge sulla base della quale è stata presentata? Cioè, non fate una cosa pulita dal punto di vista giuridico, perché, guardate, che noi non vorremmo uscire di qui, dicendo: c'è stato il condono Di Maio; non vorremmo uscire di qui dicendo: abbiamo esaminato il decreto Ischia, perché io ed i miei colleghi continuiamo a parlare di decreto Genova, ma questo, colleghi, si può chiamare decreto Ischia.

PRESIDENTE. Collega D'Ettore, la prego.

DAVIDE GARIGLIO (PD). Su Genova ci sono 11 articoli; 19 su Ischia. E l'elemento di grande novità in questo decreto sta tutto nelle norme sul condono Di Maio. Allora, io trovo assolutamente inqualificabile procedere in questo modo e vi prego di ragionare e trovare un'altra formulazione. Trovo - e qui consentitemi uno spunto polemico - ingiustificabile che chi ha voluto questo condono non ci metta la faccia (Appalusi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E do atto al sottosegretario Rixi che ce l'ha messa. Perché se uno è un generale, sta alla testa delle sue truppe; uno non può evocare le espulsioni dal suo gruppo parlamentare se si vota contro il decreto sicurezza e poi cambiare la linea portata in campagna elettorale e obbligare i suoi a votare un condono. È Di Maio che andrebbe espulso (Appalusi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Noi pensavamo di avere a che fare con un esercito di giacobini guidati da Robespierre e, invece, ci troviamo di fronte tristemente un Cirino Pomicino dei tempi moderni (Appalusi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE, Grazie, onorevole Gariglio. Chiedo al relatore di seguirmi. L'emendamento 25.4 di cui stiamo discutendo incide su un comma che abbiamo accantonato per l'emendamento precedente, come da richiesta del sottosegretario Crimi. Quindi, io credo che vada accantonato anche questo e proporrei anche l'accantonamento - non è preclusivo naturalmente - di quello successivo, perché altrimenti andiamo a fare due volte una discussione che probabilmente può essere ricompresa in quella che riguarda gli emendamenti 25.3 e 25.307 precedentemente accantonati. Relatore, quindi accantoniamo anche il 25.303?

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Sì accantoniamo anche il 25.303 Muroni.

PRESIDENTE. Perfetto. Accantoniamo anche l'emendamento 25.305 Sarro e successivi fino al 25.5 Muroni.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Sull'ordine dei lavori. Non ho compreso il destino del 25.303.

PRESIDENTE. Il destino è lo stesso degli emendamenti successivi fino al 25.5, che è un destino di accantonamento.

Bene, quindi, passiamo agli identici emendamenti 25.5 Muroni e 25.310 Benedetti. Ci sono richieste di intervento? Prego, onorevole Miceli, ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CARMELO MICELI (PD). Grazie Presidente. Io provo a chiedere l'attenzione, suo tramite, dei colleghi, soprattutto del MoVimento 5 Stelle perché io invito i colleghi del MoVimento 5 Stelle a fare una riflessione anche all'esito di quello che sto per dire. Io non so davvero se vi hanno spiegato bene quello che oggi vi stanno facendo votare in Aula. E la riprova è l'assoluta inerzia del relatore per la maggioranza che, dopo essersi battuto come un leone, per difendere un emendamento e aver fatto votare il suo gruppo contro l'accantonamento, un minuto dopo viene smentito come se nulla fosse dai banchi del Governo. E vi chiedo di prestare attenzione perché, badate, non è esattamente come dice il relatore per la maggioranza. Non è vero che in questo caso l'articolo 25 non sia un condono e si tratti soltanto della definizione delle procedure di condono.

Perché, vedete, l'ultima parte del comma 1, quando prevede che per la definizione delle istanze di cui al presente articolo trovano esclusiva applicazione le disposizioni di cui ai capi 4 e 5 della legge n. 47 del 1985, non fa altro, come dicevo nell'intervento precedente, che far retroagire la legge n. 47 del 1985 ad un momento storico, anzi la fa agire anche nei confronti di istanze che non hanno nulla a che fare con quella legge e che sono state presentate ben oltre i termini massimi previsti per la presentazione da questa legge, con gli effetti che sono quelli classici della legge n. 47 del 1985. Infatti, non è dato forse sapere alla maggioranza che la legge n. 47 del 1985, la cosiddetta legge Craxi, quando fu approvata, fu approvata poco prima della legge Galasso con il fine di creare una sorta di pacificazione sociale rispetto a una imminente approvazione della legge Galasso che avrebbe portato con sé dei termini molto ristretti per il condono di alcuni immobili. E quindi per impedire che tutti quegli immobili, che evidentemente non rientravano nei parametri della legge Galasso, fossero buttati giù, veniva tirata fuori la legge n. 47 del 1985 che chiaramente prevedeva delle maglie molto più larghe. Ebbene, prevedere l'operatività di questa legge oggi, significa volutamente rendere operativa quella legge e rendere operativi dei parametri molto molto più elastici. Ora è chiaro che lungi da me volere fare un paragone tra Di Maio e Craxi, lungi da me! E se dovesse essere passato solo per un attimo questo concetto, chiedo scusa. Ma chiedo scusa alla memoria di Craxi, non a quella di Di Maio. E chiedo scusa alla memoria di Craxi perché Craxi e i socialisti mai hanno pensato di poter fare un condono ristretto ad un collegio elettorale, a differenza di quello che sta facendo oggi Di Maio e vi sta obbligando a fare Di Maio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ma c'è di più. Quando voi fate queste leggi, ebbene, in un primo momento sorge spontaneo il dubbio se queste cose le stiate capendo o meno, se ci siete o se ci fate, ma poi si scopre che a rappresentarvi in Commissione ambiente mandate una vostra deputata, l'onorevole Caterina Licatini, che è solita fare speculazioni edilizie e le fa in particolare in quel di Bagheria dove, nominata dal sindaco di Bagheria come presidente di un consiglio di amministrazione, dopo avere ricevuto la nomina, qualche giorno dopo insieme al sindaco di Bagheria costituisce una società a responsabilità limitata con la quale partecipa ad un'asta fallimentare ed acquista un ecomostro abusivo costruito sulla spiaggia di Aspra, frazione di Bagheria, al fine di fare una speculazione edilizia per costruirci un albergo a cinque stelle (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quando vi rappresenta una persona così in Commissione territorio e ambiente, allora è evidente che non è più un problema se ci siete o ci fate, ma ci siete e ci fate! Rispetto a questo, Presidente, è chiaro che chiediamo un supplemento di indagine, soprattutto sull'articolo e sul comma accantonato, perché non riesco a comprendere come ci si possa battere per non consentire l'inserimento di parole che in maniera inequivocabile impediscono a soggetti condannati per mafia o per reati gravissimi come la ricettazione…

PRESIDENTE. Invernizzi, chiuda il faro cortesemente.

CARMELO MICELI…di potere presentare un'istanza di condono. Si diceva poco fa perché questo è già ricompreso nella norma e nell'articolo precedente. Bene, forse non lo sapete, ma nella tecnica di redazione della norma vige un principio quod abundat non vitiat per cui nel dubbio quando si parla di mafia sgranate gli occhi; quando si parla di condono edilizio, sgranate gli occhi. E riflettete su quello che votate. Attivatelo se potete il cervello, non mandatelo all'ammasso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Miceli. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Licatini. Ne ha facoltà.

CATERINA LICATINI (M5S). La ringrazio, Presidente. C'era un motivo per cui nella mia vita non avrei voluto fare politica ed è questo: dire e utilizzare a proprio piacimento le situazioni degli altri e il PD evidentemente è molto bravo. Intanto, ho già detto pubblicamente che tutti gli atti sono disponibili. L'acquisto è stato fatto più di un anno e mezzo fa quando io ero una libera cittadina e da libera cittadina con tanti sacrifici e con un mutuo in banca ho fatto un acquisto al tribunale di Palermo. Tutti gli atti sono disponibili e chiunque ne ha libero accesso. Per quanto riguarda il mio ruolo da presidente di una società, per cui io stessa…

PRESIDENTE. Onorevole Licatini, la prego…

CATERINA LICATINI (M5S). No, mi scusi, sono stata…

PRESIDENTE. Io la prego. Cerchi di mettere (Commentidei deputati del gruppoMoVimento 5 Stelle)…Colleghi, colleghi, colleghi, ci sono due fatti diversi! Io sto presiedendo l'Aula, non lei! E i due fatti diversi sono, uno, una constatazione politica su un fatto, l'altro, un fatto personale, rispettabile, che va trattato come fatto personale. Se la collega ritiene di rispondere su un fatto politico, io non la interrompo. Se vuole raccontare il suo fatto personale, ha diritto a farlo a fine seduta, come il Regolamento mi prescrive di fare. Sono due fatti diversi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia - Commentidei deputati del gruppoMoVimento 5 Stelle).

CATERINA LICATINI (M5S). Ha ragione.

PRESIDENTE. Prego collega.

CATERINA LICATINI (M5S). E mi scusi, Presidente, il tema è lo stesso dell'emendamento tirato in ballo dal collega ed è per questo che mi sono permessa di rispondere (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-SalviniPremier).

PRESIDENTE. Perfetto. Ma non faccia il fatto personale, collega. Almeno parli anche di Ischia, almeno nella forma!

CATERINA LICATINI (M5S). E il collega si informi bene prima di aprire bocca (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-SalviniPremier)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 25.5 Muroni e 25.310 Benedetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 25.312 Braga.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Grazie, Presidente. Vorrei proporre una riformulazione dell'emendamento precedente…

PRESIDENTE. Mi scusi, di quale emendamento?

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Di quello accantonato.

PRESIDENTE. Sono una decina gli emendamenti accantonati.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. L'emendamento 25.308 Braga.

PRESIDENTE. Quindi, il collega relatore ci chiede di tornare indietro. Noi torniamo indietro ma l'emendamento 25.308 Braga l'abbiamo votato, relatore, ed è stato respinto.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Emendamento 25.303 Muroni.

PRESIDENTE. Va bene. Emendamento 25.303 Muroni, a pagina 18. Ci dica la riformulazione, con attenzione, trattandosi di tema delicato. Colleghi, chiederei maggior silenzio, perché altrimenti rischiamo di fare errori.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Sì, dato che la nostra volontà era quella di precludere l'istruttoria del condono a tutti i condannati per mafia o riciclaggio, noi abbiamo pensato a questa riformulazione. All'articolo 25, comma 1-bis, ultimo capoverso, invece della locuzione: “per le medesime procedure”, inseriamo la seguente: “per tutte le istanze di cui al comma 1”.

PRESIDENTE. Guardi, la situazione è delicata perché noi abbiamo testé votato l'emendamento 25.308 Braga con un voto dell'Aula, che naturalmente non può essere cambiato, però se è chiara la volontà del relatore, pregherei di scriverlo, andiamo avanti con gli emendamenti, così gli uffici faranno le verifiche tecniche necessarie. Se può consegnare un testo scritto cortesemente agli uffici, torniamo alla votazione dell'emendamento 25.312 Braga.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT (PD). Grazie Presidente. Questo emendamento tocca un punto importante perché quando si parla di condono, in genere si tende istintivamente sempre a pensare ad una sanatoria. Questa mattina un collega ha ricordato un'espressione, che non è una boutade, ma un fatto vero, cioè nel 1985, quando uscì la prima legge sul condono, molte famiglie - parliamo di 35 anni fa - pensarono ad un “con-dono”, cioè ad una sanatoria onnicomprensiva. In realtà, la legge ha un'altra uscita e l'altra uscita è la demolizione dei manufatti abusivi non condonabili o la loro acquisizione al patrimonio comunale. Il problema è che le demolizioni e le acquisizioni al patrimonio sono delle procedure molto complesse e la ruspa arriva sempre in maniera complicata a demolire, per le occupazioni, per i costi, per le manomissioni e tardi arrivano i funzionari comunali a stendere i verbali di immissione in patrimonio di quegli immobili che vengono acquisiti, secondo la legge n. 47, al patrimonio comunale perché non sanabili.

Allora, l'emendamento sostanzialmente dà al commissario un tempo di sei mesi, che è un termine sanzionatorio. Quando, in termini di legge, c'è un termine sanzionatorio. Quel termine, pertanto, va inteso in maniera perentoria, cioè l'atto va espletato entro i sei mesi, pena la decadenza. Vorrei che su questo si facesse attenzione perché c'è una distinzione tra i termini di legge: quelli perentori e quelli ordinatori; quelli perentori, quando sono sanzionatori, danno una decadenza. Quindi è necessario, proprio in questo caso, se si vuole dare allo spirito di questa norma un carattere acceleratorio dell'ordinarietà delle procedure, mettere a disposizione tutti gli strumenti per attuare quella parte delle leggi del condono che sono quelle repressive, che portano alla demolizione o all'acquisizione. Quindi, qui vedo una contraddizione tra lo spirito con il quale è stato posto dal collega Cinque Stelle il racconto e la narrazione di questo articolo, come cioè puramente acceleratorio e ordinario, con il parere contrario che invece è stato posto su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Presidente, intervengo per sostenere questo emendamento perché se davvero vogliamo procedere per via ordinaria e provare a normalizzare una situazione che tutti noi abbiamo raccontato in quest'Aula, con le 27.000 domande di condono inevase (7.000 solo nel comune di Ischia), con una situazione legata alla ricostruzione, se vogliamo provare a mettere ordine in tutto questo, dobbiamo affrontare anche l'altro corno della vicenda, che sono appunto gli abbattimenti. L'abusivismo edilizio in questo Paese si combatte procedendo con gli abbattimenti, laddove, naturalmente, c'è una sentenza. Fino a quando le sentenze di abbattimento rimangono inevase, c'è - come dire - una istigazione a ripetere il reato perché, evidentemente, non c'è una conseguenza effettiva, anche laddove arriva l'ordine di demolizione. Peraltro, noi stiamo parlando in questo caso - ma ciò non vale solo per Ischia, ma vale per la Sicilia e vale soprattutto per le regioni più colpite dall'abusivismo edilizio - del fatto che in questo Paese i sindaci che provano ad abbattere rimangono soli, isolati e combattono davvero delle battaglie dolorose e difficili.

Allora, in questo caso, visto che il Governo nazionale si prende la briga di intervenire, procedendo con un condono, c'è il dovere morale di combattere anche quello che è rimasto in piedi e che non è stato abbattuto. Quindi, che si prenda l'occasione per avere un commissario al fine di procedere a una normalizzazione della situazione. Delle migliaia di sentenze di abbattimento emanate in questi anni nell'isola di Ischia, ne sono state eseguite solo 212. Peraltro, abbiamo avuto cortei guidati dai parroci contro gli abbattimenti, abbiamo avuto le forze dell'ordine che dovevano intervenire per proteggere le ditte che eseguivano le sentenze ed abbattevano, quindi, è una situazione davvero complicata.

Io dico che se, davvero, il Governo sta facendo quello che dice, ovvero provare a mettere ordine in una situazione così complessa, non si può scegliere il pezzettino in cui mettere ordine: bisogna affrontare l'intera situazione ed affermare che, laddove c'è una sentenza, l'abbattimento deve procedere in maniera rapida, anche per fungere da monito in tal senso, per cui in questo Paese non è consentito costruire in maniera abusiva.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.312 Braga, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

L'emendamento successivo, 25.313 Gallo, è stato ritirato.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, il relatore ha annunciato una riformulazione di un emendamento che - così almeno ci è parso di cogliere - raccoglie lo spirito e la norma - a questo punto vorremmo comprendere - dell'emendamento 25.308 Braga, sul quale avevamo chiesto un accantonamento e sul quale - il Presidente ricorderà - stante la totale difformità dell'interpretazione, un nostro collega, l'onorevole Giachetti, aveva anche chiesto una sorta di parere pro veritate. A questo punto, noi vorremmo comprendere, al netto del fatto che, oggettivamente, è irritante che il relatore presenti un testo che riprende un emendamento da noi presentato e sul quale hanno votato contro, perché questo è un atteggiamento che in Commissione prima e in Aula adesso è diventata una prassi che non intendiamo avvalorare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), vorremmo però comprendere bene nel merito la portata di questa proposta...

PRESIDENTE. Onorevole Borghi.

ENRICO BORGHI (PD). Faccio la proposta, per cui, nella valutazione da farsi, riteniamo sia opportuna una riunione del Comitato dei nove sul punto in specie, perché è un tema troppo delicato: stiamo parlando di antimafia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Vi sono due aspetti. Il primo: la riformulazione va formalmente presentata e la riformulazione non può essere solo del relatore ma dev'essere del Comitato dei nove. Quindi è pacifico che ci debba essere una riunione, poi, sappiamo informalmente la prassi del Comitato dei nove se ci sono questioni risolvibili facilmente, con il consenso di tutti, ma questa è un'altra fattispecie. Secondo: è chiaro che la Camera non può tornare indietro su una votazione già effettuata. Questo è un principio sacrosanto e a noi non spetta null'altro che applicarlo. Quindi, ci sarà una riunione del Comitato dei nove, quando il presidente della Commissione lo riterrà, quando il relatore lo riterrà, ciò verrà chiesto e sicuramente ci sarà un'interruzione ad hoc.

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Sempre su questo, o su che cosa?

FEDERICO FORNARO (LEU). Su questo, signor Presidente, associandomi alla richiesta del collega Borghi, anche avuti i suoi chiarimenti.

Mi permetto, però, di indicare al Governo, per suo tramite, che forse, invece di cercare le scorciatoie, c'è la via maestra. Siccome l'emendamento 25.303 Muroni dice esattamente quello che diversi colleghi che sono intervenuti hanno detto, non vedo necessità di riformulare un bel niente. Credo che da questo punto di vista sia chiaro il principio, cioè che si applicano al presente articolo esclusivamente le disposizioni di legge riferite alla presentazione delle domande; poi c'è la parte relativa al 416-bis, che è esattamente quello che ha detto il collega Federico: se poi si cercano le scorciatoie, è perché si vuole andare da un'altra parte.

PRESIDENTE. Mi sembra chiaro che è chiesta al relatore una riunione del Comitato dei nove per dirimere la questione. Quando il relatore lo riterrà, chiederà una sospensione, se riterrà di fare ciò nel corso dei lavori di questo pomeriggio.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.8 Braga, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 25.314 Paolo Russo.

Ha chiesto di parlare il collega Sarro. Ne ha facoltà.

CARLO SARRO (FI). Presidente, solo per segnalare che questo emendamento in realtà sarebbe superato dalle ipotesi di riformulazione che vengono prospettate, anche perché il tutto sarebbe comunque chiarito dall'ultimo periodo del comma 1. Noi ritiriamo dunque questo emendamento.

PRESIDENTE. L'emendamento è dunque ritirato.

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 25.01 Muroni, su cui vi era un'ipotesi di accantonamento. Invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Lo ritiriamo e presenteremo un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sta bene, l'emendamento è ritirato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 26.300 Braga.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.300 Braga, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.301 Braga, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

A questo punto dovremmo passare alla votazione dell'emendamento 34.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Grazie, Presidente. Voglio chiedere una sospensione di 15-20 minuti per la riunione del Comitato dei nove.

PRESIDENTE. Certamente. Sospendiamo per 20 minuti. Le bastano 20 minuti?

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Sì, Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 17,40.

La seduta, sospesa alle 17,20, è ripresa alle 17,40.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Presidente, grazie. Solo per chiederle se è possibile avere altri 15 minuti.

PRESIDENTE. Altri 15 minuti; lei è sicuro che bastino 15 minuti? Le ripeto sempre la stessa domanda, con poco successo.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Sì, senz'altro.

PRESIDENTE. Benissimo. Sospendo la seduta. Riprenderemo alle ore 18 (sospendiamo per 20 minuti, così siamo certi).

La seduta, sospesa alle 17,41 è ripresa alle 18.

PRESIDENTE. Avverto che le Commissioni hanno presentato l'emendamento 25.600 (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione e in relazione al quale risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato al termine per la presentazione di subemendamenti.

Chiedo ai relatori come intendano proseguire nell'esame del provvedimento. Aspetteremo il Governo, ma sono certo che prima o poi arriva. Se possiamo cortesemente sollecitare qualche rappresentante del Governo a venire in Aula. Colleghi, se c'è qualcuno del Governo, lo stanno cercando, perfetto. Largo al Governo, senatore Crimi, ecco che è stato recuperato da Daniele Del Grosso, che ringraziamo per la sua attività anche in questo campo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Prego, onorevole Rospi.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Sì, Presidente io direi di proseguire normalmente. Gli accantonati li lasciamo alla fine.

PRESIDENTE. Sta bene.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, da quello che si comprende, c'è ancora qualche esigenza, in seno al Comitato dei diciotto, di dovere procedere. Sarebbe opportuno, e condivido la proposta del relatore, andare avanti per quanto riguarda le parti su cui siamo d'accordo, restando di intesa che il Comitato dei diciotto si riconvocherà quando ci sarà la pausa tecnica, più avanti, per evitare questo costante stop and go al quale siamo stati sottoposti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Mi sembra che ci sia sintonia sui lavori. Non essendoci osservazioni, passiamo all'emendamento 34.500. Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 34.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 37.32 De Micheli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Micheli. Ne ha facoltà.

PAOLA DE MICHELI (PD). Grazie, Presidente. L'emendamento è volto a prorogare la struttura commissariale che sovrintende, coordina, organizza e determina la ricostruzione del sisma del centro Italia, il sisma del 2016 e 2017. Tra l'altro, non è l'unico emendamento presente nel fascicolo. Di questo tema abbiamo già avuto modo di parlare. Presidente, il costo di questo emendamento è di circa 61 milioni e mezzo, perché dalla struttura commissariale centrale dipendono circa mille lavoratori, di cui settecento sono nelle disponibilità dei centotrentotto comuni e gli altri trecento, invece, sono stanziati presso i quattro uffici speciali per la ricostruzione delle quattro regioni, In varie occasioni, il Governo, non solo qui in Aula, accogliendo degli ordini del giorno in precedenti provvedimenti legislativi, ma anche sul territorio, incontrando amministratori locali ed esponenti delle associazioni dei terremotati, ha ribadito la volontà di voler prorogare la struttura e, quindi, anche tutti i contratti a tempo determinato per almeno due anni e ha ribadito questa volontà specificando che questo sarebbe avvenuto prima della legge di bilancio. È ovvio che questi mille lavoratori, in previsione della scadenza del proprio mandato, incominciano a guardarsi intorno. Signor Presidente, signor sottosegretario Crimi, nell'ultimo mese che ho potuto valutare, dal 12 di settembre al 12 di ottobre, sulla ricostruzione privata i decreti a ricostruire, ovvero i cantieri di ricostruzione privata che venivano autorizzati grazie anche, e soprattutto, al lavoro di queste mille persone erano pari a cinquecento al mese, il che significa che la ricostruzione ha preso il ritmo di 6 mila cantieri l'anno.

Io credo che il Governo si debba, già da subito, impegnare approvando l'emendamento, riformulandolo, trovando le coperture più idonee, affinché questi lavoratori e la struttura commissariale possano avere la garanzia di continuità per consentire, lo dico anche con una punta di malizia, al vostro Governo di raccogliere il frutto di quello che tutte queste persone che hanno lavorato in questi due anni sono state in grado di organizzare. Per questa ragione, io chiederei, con una certa insistenza, al Governo di valutare bene quel parere negativo che è stato poco fa espresso e di addivenire da subito, già in questo decreto, alla proroga della struttura commissariale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Allora, su questo tema – e non vale solo per questo emendamento, ma per gli emendamenti successivi e mi riferisco anche all'onorevole Baldelli, che ha presentato degli emendamenti, come ho già anticipato, informalmente alla riunione del Comitato dei diciotto – il parere contrario è legato al fatto che in legge di bilancio – e lo dico qui come impegno del Governo, quindi che rimanga agli atti – è previsto il rifinanziamento di tutto ciò che era già stato finanziato in merito al terremoto e, quindi, sia la proroga della gestione straordinaria, della struttura commissariale che dei lavoratori a tempo determinato. In tutti questi casi sempre nella legge di bilancio sarà prevista la prosecuzione automatica, senza soluzione di continuità. Questo al fine di evitare, in particolare per il personale comandato presso la struttura commissariale, che si debbano avviare le procedure di comando o distacco, che prevedono una tempistica che potrebbe creare un vuoto temporale. Quindi, al fine di evitare questo, così come per il personale a tempo determinato, che sarà prorogato e sarà prorogato con decorrenza dal 1° gennaio e quindi senza soluzione di continuità rispetto alla attività attualmente svolta, questo lo dico sia come impegno sia come annuncio, in modo che sia chiaro anche ai lavoratori e alle persone che in questo momento stanno aspettando questo tipo di intervento, considerate che la legge di bilancio sarà a giorni presentata, io parlo del deposito insomma, ecco stiamo parlando di quello. Quindi, lì troverete le risposte anche a questo tema, che arriveranno quindi prima dell'approvazione di questo decreto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (PD). Con tutta la buona volontà, ma sentirsi dire, a dieci giorni dalla scadenza del termine di presentazione della legge di bilancio, che essa verrà presentata nei prossimi giorni, non credo sia rispettoso di quest'Aula, delle modalità di lavoro, visto che ogni giorno di ritardo della legge di bilancio significa un giorno in meno di lavoro del Parlamento per l'esame della legge di bilancio stessa. Quindi, se è possibile avere qualche chiarimento su cosa voglia dire “nei prossimi giorni”, perché siamo già dieci giorni oltre il termine e la situazione sta cominciando a diventare davvero insostenibile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.32 De Micheli, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.302 Baldelli, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 37.303 Braga.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Micheli. Ne ha facoltà.

PAOLA DE MICHELI (PD). Grazie, Presidente. Questo emendamento è particolarmente importante e riguarda una questione che credo potrebbe compromettere gravemente e seriamente il percorso della ricostruzione. Infatti, nottetempo, in Commissione, si è deciso di votare l'abrogazione dell'intesa che i presidenti delle regioni devono dare al commissario in fase di approvazione delle ordinanze. Al di là dell'aspetto politico e delle dichiarazioni che sono seguite all'approvazione di quell'emendamento, che evito di commentare perché voglio mantenere sul tema del terremoto un profilo un pochettino più istituzionale, la questione vera è legata al rischio di incostituzionalità di tutte quelle che saranno le future ordinanze assunte dal commissario. Infatti, non sfuggirà ai colleghi, e ovviamente anche ai rappresentanti del Governo, che il commissario emana ordinanze su temi che sono o di legislazione concorrente o, addirittura, esclusiva delle regioni.

E, pertanto, l'intesa all'interno del comitato istituzionale consentiva di evitare il passaggio in Conferenza Stato-Regioni, in quel caso sì allungando la procedura di approvazione delle ordinanze. Con la modalità prevista nel testo originario del decreto-legge n. 189, questa approvazione, con l'intesa, consentiva nel giro di poche ore di poter presentare da parte del commissario i testi delle ordinanze alla Corte dei conti. Non solo, i presidenti delle regioni, subcommissari, sono coloro che hanno consentito la partenza, oltre che la gestione, degli uffici speciali per la ricostruzione.

Più del 50 per cento del personale di questi uffici, sommato al personale di cui parlavo prima, è alle dipendenze della regione. Ora, è del tutto evidente che, nel momento in cui si decida di modificare la governance della ricostruzione, togliendo qualunque tipo di corresponsabilità alle strutture regionali, il rischio è che anche, a caduta, tutti coloro che lavorano per queste strutture non si sentano più nella necessità di dare seguito a quelle che sono ordinanze che non sono state condivise e per le quali, ovviamente, non è stata data l'intesa; senza contare che nelle mani dei subcommissari presidenti di regione c'è anche una parte importante della contabilità speciale. E cioè, sottosegretario Crimi, visto che mi dicono si occuperà particolarmente lei delle vicende del terremoto, non le sfuggirà che dei 10 miliardi che i Governi precedenti hanno stanziato sulla ricostruzione una parte sostanziale viene gestita e utilizzata dai presidenti di regione.

Togliere l'intesa determina, di fatto, una modifica radicale della governance del terremoto e determina un rischio, che io ritengo una certezza, di incostituzionalità di questa norma. Siccome, ripeto, per merito di tutti, e non per merito di qualcuno, il ritmo che è stato preso sulla ricostruzione privata è da 6 mila cantieri all'anno, inviterei questa maggioranza e questo Governo a riflettere maliziosamente sul fatto di incassare questi risultati, invece che inventarsi nuovi e strani modelli di governance che corrono il rischio di bloccare l'apertura di questi cantieri, invece che di incentivarne l'apertura di nuovi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. La collega De Micheli illustrava con dettagli e con energia il nostro emendamento. Sottolineo quello che abbiamo detto anche in Commissione: è assurdo togliere i poteri di intesa ai presidenti delle regioni, ed è illogico in un decreto in cui al presidente della regione Liguria e al sindaco di Ischia, invece, vengono assegnati poteri importanti in deroga alle norme e, addirittura, originariamente in deroga alle norme extra penali. Non si giustifica con la necessità, come avete detto in Commissione, di guadagnare tempo, perché non è mai mancata tra il commissario e i vicecommissari la capacità dell'intesa e la velocità e la rapidità nell'azione. Vi preghiamo, vi scongiuriamo di non fare una cosa così vergognosa e aberrante.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. Questo è un argomento che abbiamo già toccato in discussione sulle linee generali: è una scelta tutta politica che il Governo fa, di fatto, di escludere i quattro presidenti di regione, tutti del PD, dalla gestione della ricostruzione. Per un verso è anche comprensibile, nel senso che, almeno per quello che riguarda le Marche, la regione non ha brillato per risultati positivi, anzi, si è spesso messa in luce per elementi negativi. Però c'è un problema non soltanto di filiera di comando. Condivido l'opinione di Guido Bertolaso, quando dice che nelle strutture emergenziali, commissariali, la filiera del comando deve essere molto dinamica, molto rapida, e quindi il più possibile snella.

Ma se è vero come è vero che il rischio della soppressione della condivisione tra commissario e vicecommissari, cioè tra commissario e presidenti di regione, delle attività, delle ordinanze, comporta, poi, il dover andare in un altro contesto, cioè la soppressione di quello che era istituzionalmente un comitato perfetto comporta il ricorso alla Conferenza Stato-Regioni per quelle stesse ordinanze, e quindi un aggravio di tempi; a questo punto il Governo e la maggioranza dovranno prendersi non solo la responsabilità della scelta politica, ma anche la responsabilità delle conseguenze negative in termini di ulteriori ritardi, nei confronti della velocità che sarebbe necessaria per la ricostruzione, che inevitabilmente verranno fuori a seguito di questa scelta, ripeto, tutta politica. Per cui noi voteremo a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.303 Braga, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Avverto che le Commissioni hanno presentato l'articolo aggiuntivo 43.0400, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A). Avverto anche i colleghi che, secondo le intese tra i gruppi, così come era previsto peraltro in calendario, i lavori di questa sera proseguiranno indicativamente fino alle ore 24. Faremo anche una pausa per cena, breve pausa per cena, brevissima. Passiamo alla votazione dell'emendamento 37.34 Pezzopane.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Questo emendamento fa riferimento a delle importanti esigenze di organizzazione degli uffici speciali per la ricostruzione, che si stanno occupando del terremoto e della conseguente necessaria ricostruzione del sisma 2016-2017. Sia questo emendamento che altri emendamenti che seguiranno pongono non solo il problema delle proroghe, che sono urgenti e necessarie, io ho ascoltato il rappresentante del Governo Crimi che si è impegnato per la legge di bilancio a prevedere le proroghe di tutti, mi auguro, i collaboratori che nelle varie forme oggi si stanno occupando, sia in stretto contatto con i comuni, sia direttamente nell'ufficio speciale, della ricostruzione.

In questo emendamento, però, oltre al tema delle proroghe, noi inseriamo altre questioni che non sono necessariamente legate alle proroghe, ma fanno riferimento alla organizzazione anche dei distacchi, all'organizzazione anche dell'accesso alle altre graduatorie, ovvero poniamo il problema di un rafforzamento e di un potenziamento degli uffici speciali. Questo perché? Perché il lavoro intenso fatto dal commissario fino ad oggi e che dovrà proseguire con il nuovo commissario, ha più volte evidenziato che ci sono delle ulteriori esigenze e che ci sono delle questioni, anche di natura organizzativa, da mettere a fuoco e da mettere a punto.

Ecco, noi con questo emendamento diamo il nostro contributo a un miglioramento del funzionamento degli uffici e a una maggiore efficienza degli stessi, finalizzato ovviamente ad un'accelerazione delle procedure. Infatti, io penso, vivendo in quei territori, che l'accelerazione delle procedure possa essere ottenuta mettendo a frutto tutto il lavoro normativo che è stato fatto e investendo sugli uffici.

Sono certa, certissima, che dall'esautoramento dei poteri dei presidenti delle regioni non solo non avremo nessun vantaggio, ma anzi avremo degli svantaggi e delle decelerazioni, perché è evidente che la governance della ricostruzione 2016-2017 fa perno forte sulle quattro regioni. Non solo i presidenti sono vicecommissari, ma all'interno delle regioni ci sono strutture deputate alla ricostruzione. Oggi a quelle strutture voi avete tolto i poteri dell'intesa e togliendo i poteri dell'intesa ai presidenti delle regioni, di fatto avete indebolito anche i sindaci, perché i presidenti delle regioni nelle vesti di vicecommissari facevano la sintesi sui provvedimenti e sulle intense da adottare e, quindi, svolgevano un compito importante di coinvolgimento.

E allora perché, invece di puntare ad un'azione politica che come l'Ayatollah, senatore Lucidi, ha enunciato sui giornali dicendo che ha chiesto ed ottenuto dal Governo di togliere ai presidenti delle regioni che hanno la colpa di essere tutti e quattro del PD e, quindi, dare a questa esautorazione dei poteri una giustificazione di natura prettamente politica, perché invece non intervenire e non rafforzare gli uffici? Perché scegliete la strada dell'Ayatollah e non la strada del rafforzamento e del potenziamento di quelle strutture burocratiche che sono al diretto contatto dei cittadini e che svolgono il ruolo importante di seguire le pratiche e di finanziare la ricostruzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.34 Pezzopane, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.36 Verini, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 37.300 Stumpo e 37.304 Nevi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nevi. Ne ha facoltà.

RAFFAELE NEVI (FI). Grazie, Presidente. Mi volevo soffermare ancora una volta su questo emendamento che prova a togliere il tema della mancata intesa con le regioni e lo riporta alla ribalta dell'Aula. Approfitto anche per rispondere, attraverso di lei Presidente, all'onorevole Patassini, che durante la discussione ha attaccato Forza Italia, dicendo che Forza Italia, come il PD, cercava di intralciare il lavoro del Governo, rimettendo le regioni nel meccanismo della intesa per l'approvazione delle ordinanze.

Ecco, noi non stiamo facendo questo; noi siamo coerenti, caro Presidente e caro onorevole Patassini, rispetto a quello che abbiamo detto in campagna elettorale, perché la campagna elettorale non è stata tre anni fa, ma è stata tre mesi, quattro mesi fa. E lì abbiamo detto chiaramente che noi volevamo avvicinare la ricostruzione al terremoto e, quindi, decentralizzare - non so come dire - o federalizzare la ricostruzione, avvicinando sempre di più il processo decisionale al territorio.

Ecco, questo emendamento che avete approvato in Commissione toglie le regioni dal processo e, quindi, a seguito delle regioni, anche i comuni, perché c'è un'intesa che avviene sempre tra le regioni e il comune.

Voi centralizzate ancora di più le procedure per la ricostruzione. È una cosa folle e lo ha detto anche l'onorevole De Micheli più tecnicamente di me perché se ne è occupata molto. Ma, attenzione, perché questo viola - lo dico agli amici della Lega Nord - ciò che abbiamo detto in campagna elettorale.

E l'onorevole Patassini non si deve meravigliare che Forza Italia lo ribadisca qua perché noi rimaniamo coerenti rispetto all'impostazione che avevamo dato nella campagna elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), criticando il Partito Democratico che, a nostro avviso, ha troppo centralizzato la ricostruzione, salvo poi accorgersi che questo meccanismo non funzionava e avendo poi, con l'arrivo proprio della De Micheli, fatto qualche operazione per riavvicinare, per coordinare nuovamente.

La ricostruzione avviene solo se tutte le istituzioni a livello nazionale e a livello locale cooperano insieme e, soprattutto, attraverso il coinvolgimento dei sindaci. Su questo Forza Italia ha fatto anche un ordine del giorno e lo ripresenteremo anche attraverso un emendamento magari al Senato.

Ma io vi prego di fermarvi su questa cosa perché - ripeto e chiudo - va esattamente contro quello che abbiamo detto e più volte dichiarato e promesso in campagna elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 37.300 Stumpo e 37.304 Nevi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Morgoni 37.11. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Morgoni. Ne ha facoltà.

MARIO MORGONI (PD). Grazie, Presidente. Con precedenti provvedimenti si è intervenuti per ampliare il novero dei soggetti attuatori e questo in virtù di quella che è un'esigenza reale e, cioè, quella di accelerare i processi della ricostruzione e dare efficacia anche ai processi della ricostruzione.

In effetti, si è ampliato il novero dei soggetti attuatori, recentemente anche ai comuni e alle diocesi, e reiteratamente le università del territorio - parlo dell'università di Macerata e di Camerino che ricadono nell'ambito del territorio del cratere sismico - hanno chiesto la possibilità di essere incluse tra i soggetti attuatori avendo una serie di progetti.

Essendo proprietarie, le università, di proprietà immobiliari consistenti, hanno chiesto la possibilità di poter agire come soggetti attuatori per accelerare le attività della ricostruzione e poter, quindi, soddisfare le esigenze della didattica e di una piena ripresa delle attività delle università stesse.

In questo decreto vengono incluse tra i soggetti attuatori anche le università, ma nel confronto con le stesse università abbiamo potuto verificare che effettivamente l'apposizione del limite operativo all'interno della soglia di rilevanza comunitaria, cioè poco oltre i 5 milioni di euro, impedirebbe alle università stesse di procedere con quelli che sono i progetti più numerosi ma anche più importanti, strategici per far fronte appunto alle esigenze che le università prospettano.

Quindi, non vorrei che, avendo inserito nel provvedimento questa previsione dell'inclusione delle università tra i soggetti attuatori, poi andassimo a vanificare, con l'apposizione di questa soglia di rilevanza comunitaria, l'obiettivo che dichiariamo di perseguire.

Io ritengo che sia molto importante che le università vengano messe nelle condizioni di poter operare pienamente e del resto credo le università possano vantare professionalità, organizzazione e capacità di poter procedere con progetti, con gli appalti e con tutte le procedure previste.

Quindi, io mi appello alla maggioranza e al Governo perché, avendo fatto questo primo passo, riusciamo a completare questo passo e a dare tutte le opportunità necessarie alle università per poter agire pienamente in direzione del soddisfacimento delle esigenze pressanti che si propongono quotidianamente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Morgoni 37.11, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 37.46 De Micheli. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Micheli. Ne ha facoltà.

PAOLA DE MICHELI (PD). Grazie, Presidente. L'emendamento mira a correggere una norma che è già stata corretta più volte nel corso di questi due anni, che è la norma relativa alla ricostruzione delle chiese e alla modalità e alle procedure con le quali addivenire alla ricostruzione.

Nella prima parte si innalza a 600.000 euro la soglia, che era già prevista nel decreto n. 189, che poi ha avuto un seguito con l'ordinanza di Errani, che era di 300.000 euro, e che ha consentito, con la messa in sicurezza definitiva, un intervento molto rapido su circa un centinaio di chiese attraverso una procedura che comunque è sempre stata una procedura di evidenza pubblica, ma comunque semplificata.

La seconda parte dell'emendamento è quella più delicata perché interviene sul testo approvato in Commissione che è un testo che genererà moltissimi contenziosi e che correrà il rischio, soprattutto per le diocesi che più responsabilmente si faranno carico di ricostruire delle chiese, dei luoghi di culto soggetti a vincoli storici, di generare molti problemi interpretativi, con il rischio di immaginare che ci sia la procedura della ricostruzione privata quando, invece, questa procedura diventa sostanzialmente inapplicabile per le diocesi per una ragione banale: poiché abbiamo già escluso le chiese moderne, quindi non soggette al vincolo, dalla ricostruzione pubblica e abbiamo già previsto che vadano a ricostruzione privata, le chiese che rimangono da ricostruire hanno tutta la necessità di una procedura di progettazione particolarmente complessa e particolarmente complicata.

Inoltre, nel testo dell'emendamento che abbiamo presentato si conferma, a prescindere dalla scelta che il commissario farà, di emanare un'ordinanza che comunque velocizzi la procedura standard, di garantire ugualmente l'evidenza pubblica, la trasparenza e i criteri di economicità. In assenza di questo emendamento, per il testo che è stato approvato in Commissione, io temo, signor Presidente, che ci saranno anche gravi e ulteriori incrementi di costi per la ricostruzione; e mi stupisce che il Governo, nelle sue relazioni in Commissione bilancio, non abbia sottolineato quanto invece questo rischio sia reale.

Sottosegretario Crimi, le chiedo di ragionare seriamente sull'emendamento 37.46, perché con quell'emendamento si risolverebbe anche una discussione che c'è stata tra di voi e tra noi e la CEI, che è a approdata a questo testo che, da una parte, semplifica ma, dall'altra, garantisce, garantisce trasparenza e soprattutto economicità, ed evita contenziosi alle diocesi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, senatore Crimi. Ne ha facoltà.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Rispondo brevemente. Io sinceramente non comprendo, ma davvero, tutto l'intervento dell'onorevole De Micheli, in quanto le modifiche specifiche apportate dalle Commissioni al tema sono veramente minime: quindi, se critica è, è critica al testo originale, che non è delle leggi in vigore, e di cui forse la paternità è da ricercare nei Governi precedenti.

Nel testo approvato in Commissione è stato aumentato a 600.000 euro il tetto, come richiesto dal vostro emendamento; e poi tutte le cose di cui lei ha parlato non sono state approvate in Commissione, ma evidentemente fanno parte del testo base la cui paternità - ripeto - non è di questo Governo. Fa riferimento alle parole “lavori” e “interventi”: non credo che quel tipo di modifica possa stravolgere così tanto. Però, ripeto, prendo atto delle sue considerazioni; le abbiamo già valutate nelle Commissioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Micheli. Ne ha facoltà.

PAOLA DE MICHELI (PD). Presidente, per suo tramite, al sottosegretario Crimi segnalo che il problema è generato dalla modifica che lui ha individuato in questo decreto-legge e dalla modifica che era stata apportata nel decreto-legge n. 55 del 2018, approvato prima dell'estate. È il combinato disposto delle due norme che genera i problemi che ho individuato.

PRESIDENTE. I combinati disposti spesso generano problemi.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.46 De Micheli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 37.50 Morgoni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Morgoni. Ne ha facoltà.

MARIO MORGONI (PD). Presidente, indubbiamente la ricostruzione che si sta avviando nei territori colpiti dal sisma richiede anche che si attivi un altro motore, un'altra gamba che sorregga una prospettiva credibile per quei territori, ed è la gamba dello sviluppo economico.

Questo emendamento interviene proprio sulle misure di sostegno alle attività produttive, che vivono e operano nel territorio del cratere; e si tratta del cosiddetto danno indiretto, che viene riconosciuto alle imprese del turismo, del commercio e dell'artigianato, in relazione al calo del fatturato di almeno il 30 per cento nei sei mesi successivi agli eventi sismici rispetto alla media degli stessi periodi degli anni precedenti.

Con questo emendamento si propone di ripristinare a 13 milioni di euro l'impegno finanziario previsto anche per l'anno 2019: 13 milioni di euro sono previsti per il 2018, prevediamo di confermare anche per il 2019 questa misura.

Io credo che tante affermazioni di esponenti della maggioranza - che tendono ad addossare le responsabilità delle difficoltà che si incontrano nella ricostruzione e nel ritorno alla normalità, nel difficilissimo ritorno alla normalità di quei territori, ai Governi precedenti - vogliono dire però non farsi carico oggi da parte di chi è al Governo di tali responsabilità.

Chiediamo al Governo e alla maggioranza di farsene carico, di queste responsabilità, almeno nella misura utile a dare continuità alle misure che sono state varate e sono state messe in atto fino ad oggi: sono state messe in atto dai Governi precedenti, come questa misura.

Chiediamo quindi di confermare, di dare stabilità e prospettive a misure come questa, che tendono a sostenere le attività economiche del territorio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.50 Morgoni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.75 Nevi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 37.57 Pezzopane.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Presidente, si tratta di un emendamento che credo faccia sponda, sia di buonsenso. Consente di evitare soprattutto il rischio del blocco delle attività relativo alle attività proprie della ricostruzione nei comuni del cratere, consentendo al commissario straordinario l'utilizzo di personale aggiuntivo nelle somme già previste, quindi già stanziate e che vanno rimborsate al commissario stesso, o utilizzando graduatorie già esistenti o utilizzando il personale dipendente delle società in house providing che abbiano già svolto esperienze, che già abbiano dimostrato capacità ed esperienze in materia di ricostruzione.

Perché sottolineo questo al sottosegretario? Perché questo emendamento fa il paio con lo spirito delle proposte che abbiamo presentato fino ad ora: sono proposte che servono a correggere, migliorare, integrare il tiro, ed evitare che poi sui territori ci siano problemi.

Però, sto vedendo un atteggiamento da Giano bifronte: qui, da un lato, voi addirittura contestate il fatto che, introducendo delle norme, ritardiamo la ricostruzione, e, dall'altro, su Ischia operate una operazione di totale accelerazione.

Io non riesco a capire qual è il senso, la logica che vi guida, quando voi dovete affrontare questioni complesse. Questioni complesse sono a Ischia, questioni complesse sono qui: lì, però, utilizzate l'acceleratore, qui utilizzate il freno, il freno a mano.

Allora, noi vi stiamo cercando di dire che, per esempio, una norma del genere è una norma di assoluto buonsenso e se il Governo volesse potrebbe essere anche ulteriormente meglio precisata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Micheli. Ne ha facoltà per un minuto.

PAOLA DE MICHELI (PD). Presidente, se il Governo si convincesse a togliere la norma sui presidenti delle regioni e, quindi, consentisse alla ricostruzione di far arrivare l'onda delle richieste tra fine anno e gli inizi dell'anno nuovo ci sarà un forte fabbisogno di personale. Questo emendamento non costa, sottosegretario Crimi, e vi risolve un problema che il Commissario avrà sul suo tavolo fra qualche giorno. Lo scorrimento delle graduatorie degli idonei per andare a lavorare negli uffici speciali ormai prevede che coloro che vengono chiamati non rispondono più perché spesso sono persone molto lontane dalle sedi di lavoro degli uffici speciali. Poiché questo emendamento non costa, io le chiedo di valutarlo con grande attenzione perché risolve il problema che si genererà fra qualche settimana, se non bloccate la ricostruzione, dell'onda del numero delle richieste di ricostruzione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.57 Pezzopane, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 37.58 Pezzopane.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Noi non vogliamo ovviamente insistere su cose già dette se non ritenessimo però necessario, visto che in Commissione su questi emendamenti non c'è stata la minima attenzione, di richiamare in Aula l'attenzione di tutti i parlamentari, anche di quelli che in Commissione non ci sono, che magari vivono nei territori colpiti dal sisma nelle quattro regioni e che magari desiderano che le cose vadano meglio, così come lo desideriamo tutti noi. Ebbene, gli emendamenti che noi abbiamo presentato vanno tutti nella direzione di rafforzare e migliorare il sistema, un sistema - di cui vi accorgerete e forse vi siete già accorti in questi primi mesi di governo - che va continuamente monitorato e che va continuamente, a volte, anche normato, perché le esigenze cambiano nel corso del tempo. Quello che non cambia - ed è sicuro - è il personale necessario e l'efficienza degli uffici, perché comunque la ricostruzione nel Centro Italia sta partendo e ci sono già molti cantieri avviati ma è proprio questo il momento di insistere e di farlo con energia.

Le cose prima dette dal sottosegretario Crimi, ovvero il rinvio alla legge di bilancio, possono andar bene per alcune questioni sempreché rimanga fermo il punto della continuità dei contratti in essere, perché, qualora non ci fosse la continuità dei contratti in essere - e questo emendamento tratta proprio questo argomento riguardante i dipendenti dei comuni, che sono circa 700 unità -, ci sarebbe un collasso, un corto circuito nella ricostruzione di dimensioni gigantesche.

Nell'emendamento affrontiamo anche la questione delle graduatorie, così come l'abbiamo affrontata in un altro emendamento che ora riprendeva la collega Paola De Micheli. È un tema che non risolviamo con la mera proroga delle graduatorie ma che ha bisogno di una definizione normativa. Nella legge di bilancio, se è vero quello che veniva detto, andrebbe pensato un pacchetto complessivo fatto sì di proroghe ma anche di necessarie ed ulteriori norme per fare in modo che la ricostruzione prosegua e, anzi, si alimenti di nuovo ossigeno. Lo rimarco e lo sottolineo, perché dovete fare i conti con questa cosa che sta passando in una maniera superficiale e con una modalità francamente sorprendente anche nell'atteggiamento di un partito come la Lega che è un partito di amministratori, che è un partito che ha presidenti di regione. Io mi chiedo come possa essere accettato il criterio per cui togliete poteri ai presidenti delle regioni. Ma se ci fosse stato un presidente di un partito di quelli che oggi governano, l'avreste ugualmente fatto?

Questa questione ha delle conseguenze anche nell'assetto del personale, non solo nella governance istituzionale ma anche nell'organizzazione degli uffici. Ecco perché, nel chiedervi di affrontare la problematica e di votare a favore su quest'emendamento, non posso fare a meno di rimarcare questo grave comportamento che metterà in discussione molti passaggi importanti dell'assetto e dell'efficacia della ricostruzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Solo per segnalare che si continua su questo argomento a ribadire la necessità giusta e legittima - e lo ha fatto anche il sottosegretario Crimi -del rinnovo dei contratti (e il sottosegretario lo ha fatto anche in modo sbrigativo e non si è capito se per un anno, due anni, tre anni eccetera). Ma il vero punto è che gli uffici per la ricostruzione, tanto quelli regionali quanto quelli comunali, vanno potenziati, perché così come sono non sono in grado di rispondere alle esigenze che vi sono nei territori. Questo è un dato di cui dobbiamo prendere atto: se vogliamo dare una risposta a quelle popolazioni in tempi ragionevoli bisogna, purtroppo, mettere mano al portafogli e intervenire con forza, potenziando quegli uffici. Infatti, se da un lato si fanno passi in avanti, semplificando la struttura di comando commissariale, semplificando il rapporto con i territori e scegliendo di bypassare il rapporto con le regioni e concentrando al centro tutte le decisioni, si sceglie, dall'altro lato, di semplificare le norme sui piccoli abusi e sulle piccole difformità, che consentono senz'altro di valorizzare, in un'area come quella del Centro Italia, che è principalmente area parco, tutti gli interventi di recupero. Però, se poi non vi sono uffici in grado di rispondere alle esigenze reali di smaltimento delle pratiche siamo punto a capo, troviamo il punto di intasamento e l'imbuto torna ad intasarsi negli uffici comunali e negli uffici regionali.

Quindi, io mi aspettavo, nell'intervento del sottosegretario Crimi a tal proposito, non solo la rassicurazione - e ci mancherebbe altro che non vi fosse - di rinnovo degli uffici per la ricostruzione ma anche un impegno per il potenziamento degli stessi, non perché giochiamo al rialzo ma perché, se uno ci va e ci capisce qualcosa di come funziona la gestione burocratica del personale e delle pratiche tecniche, capisce anche che quelle persone che oggi vi sono, che sono spesso assegnate da graduatorie, sono pronte ad andarsene verso altri incarichi, come è accaduto già in quest'ultimo anno, e non vi è la stabilità strutturale per poter dare una risposta efficiente ed efficace alle istanze che verranno in massa, a breve e a brevissimo, dai cittadini.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Io volevo ringraziare l'onorevole Prisco, per l'intervento. Io volevo approfittarne appunto per dare contezza che chiaramente, oltre alla proroga dei contratti a tempo determinato che, tra l'altro, avevate previsto in una vostra proposta emendativa, l'articolo aggiuntivo 37.023, a prima firma Trancassini che, ripeto, non è in questo momento accoglibile semplicemente perché, per motivi di bilancio, la contabilità speciale non può essere usata per anticipare questo tipo di proroga, ma deve essere messo in legge di bilancio, e così sarà, quindi questa è una garanzia che vi do, cioè, consideratelo come accolto dal Governo, in questo senso. Aggiungo che, ancor più che il potenziamento, la strada da seguire è che in questo testo, come uscito dalle Commissioni, ci sono anche dei contributi che vengono dal vostro gruppo legati, per esempio, alle procedure per la richiesta di contributi che semplificano. Purtroppo, per tecniche legislative, per delle procedure, alcuni emendamenti sono stati ripresentati dalle Commissioni o altro, però di fatto, ci sono i contributi anche nella semplificazione delle procedure. Per esempio, per quanto riguarda il superamento delle piccole difformità, perché l'attestazione sismica possa essere richiesta in contemporanea al contributo e viaggi in parallelo, in modo che poi intervenga prima dell'esecuzione dei lavori. Questo un po' per dare atto anche del contributo fornito dai vari gruppi alla stesura del testo finale. Sicuramente ci saranno da potenziare gli uffici ma, forse ancor più che potenziarli, semplificare le procedure, per consentire al persone attualmente esistente di lavorare meglio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, per il tramite suo, ci permettiamo di far osservare al Governo che le coperture finanziarie, se si vogliono si trovano, e lo diciamo soprattutto in un argomento così delicato come quello di questi decreti-legge e dico decreti-legge perché in una sola pubblicazione noi abbiamo sicuramente tre argomenti che sarebbero stati oggetto, se si fosse voluto procedere correttamente, di tre diversi provvedimenti.

Ad ogni buon conto, noi riteniamo di aver posto delle questioni che in parte sono state assorbite, ed erano fondamentali soprattutto per quanto riguarda la parte di Genova, in parte sono ancora aperte e riteniamo che non si possano non chiudere prima delle ore 20 (Applausidei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.58 Pezzopane, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 37.308 Baldelli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. Questo emendamento e i successivi riguardano contratti a tempo determinato. Si tratta di una quantità abbastanza importante di personale impegnato nella ricostruzione, personale che va a scadenza. Alcuni di questi contratti scadono addirittura alla fine del mese.

Allora, riteniamo che si debba non soltanto appostare le risorse necessarie nella legge di bilancio, ma si debba procedere a una proroga e anche a normare le deroghe che permettono a questo personale di continuare ad operare. Allora, e mi impegno già da adesso a non riprendere la parola per allungare il dibattito, a me interessa che il Governo si prenda, su questo personale, un impegno molto chiaro perché qui stiamo parlando di centinaia di persone, alcune in distacco, altre che sono impegnate negli uffici territoriali per la ricostruzione, di persone che sono impegnate presso le strutture dei comuni, presso le amministrazioni comunali. Stiamo parlando di centinaia di persone che hanno maturato un know-how, un'esperienza, alle quali, a mio avviso, è necessario dare una certezza sul rinnovo dei loro contratti. Siamo alla fine di ottobre e questa certezza, queste persone non ce l'hanno. Allora, se vogliamo dare continuità a questa azione importante di sostegno al territorio, agli enti locali per la ricostruzione, questo, insieme alla proroga della struttura commissariale, deve essere uno dei punti cardine.

Allora, sul personale e sulla proroga della struttura ci dovete dire che cosa pensate di fare. Io non lo so se è vera la bozza della manovra, perché nessuno ce l'ha consegnata e, quindi, non so se corrisponde a verità quel testo che, informalmente, gira sulla legge di bilancio, dove sarebbe scritto che la struttura commissariale è prorogata limitatamente ai commi 3 e 50 e 50-bis e che è prorogata nella prospettiva di restituire, entro il 2020, i poteri straordinari. Non lo so, cioè nel senso che c'è una scelta politica, quella di escludere i presidenti di regione. Mi sembra una scelta politica che parte dal presupposto di escludere il PD dalla cogestione della ricostruzione. Ecco, anziché magari rischiare di fare pasticci e cortocircuiti, forse, se c'è un modo per escludere, se non va bene, i presidenti di regione del PD, sarebbe quella di vincerle queste regioni, anziché di impedire istituzionalmente che chiunque sarà, di qualunque partito, di qualunque coalizione, il presidente della regione negli anni a venire, in un processo che durerà anni, sarà escluso e dovrà costringere il commissario a ricorrere alla Conferenza Stato-regioni. Ma su questi due elementi, la proroga del commissario e la proroga di queste centinaia di contratti, che riguardano centinaia di collaboratori a tempo determinato, io mi aspetto dal Governo una parola e un impegno definitivo in quest'Aula.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Onorevole Baldelli, forse io l'ho citata anche prima, quando ho risposto al primo emendamento su cui si affrontava l'argomento della proroga della struttura commissariale e ho preso già un impegno, avevo citato anche gli emendamenti Baldelli e Trancassini in merito al personale a tempo determinato, che in legge di bilancio ci sarà la proroga e saranno anche previste le norme per consentire una prosecuzione dei contratti, senza soluzione di continuità, sia per i comandi, che quindi vanno ovviare alle tempistiche legate alle richieste di comando o distacco, sia per il personale a tempo determinato. Quindi, l'impegno l'ho preso formalmente, lo ribadisco in questo momento, su sua sollecitazione (Applausi dei deputati del gruppoMoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Lei, Presidente, mi consentirà di non credere alle parole che sono state appena pronunciate dal sottosegretario, perché non so se il sottosegretario è andato sui luoghi del terremoto e si è reso conto dell'urgenza delle misure che stiamo cercando di convincere il Governo ad inserire attraverso i nostri emendamenti.

Perché se il sottosegretario andasse effettivamente in quei comuni che sono stati martoriati dal terremoto, in particolare quelli delle Marche, la regione da cui provengo, si renderebbe conto che è l'ennesimo impegno a vuoto che oggi è stato preso. Vi informo anche che è la quarta volta che il Governo prende lo stesso impegno sugli stessi emendamenti, che tutte le opposizioni stanno cercando di fare approvare dal Governo; è quindi incredibile per noi sentire, per la quarta volta, le stesse parole, soprattutto, parole che riguardano una manovra che non c'è.

Oggi il sottosegretario ha fatto riferimento alla manovra di bilancio, che doveva essere presentata al Parlamento il 20 di ottobre: oggi è il 30 di ottobre e questa manovra ancora non c'è. Stiamo parlando di qualche cosa che non è nei fatti, quindi, queste sono semplicemente delle parole. Dico ciò perché la proroga dei contratti delle persone che oggi lavorano per la ricostruzione e la proroga della struttura commissariale sono essenziali per riportare alla vita - utilizzo una parola che ha un significato pregnante e pesante - per quei territori che, purtroppo, dopo il terremoto hanno subìto un arresto della loro vita e che necessitano di poter, invece, ricominciare. Per ricominciare servono le persone che possano lavorare, che possano impegnarsi quotidianamente, per cui il fatto di non avere ancora detto una parola definitiva, ma non una parola che si porti via il vento bensì una parola scritta in qualche atto, è per noi, ad oggi, inaccettabile.

Il mio presidente della regione, Luca Ceriscioli, in questi giorni sta denunciando il fatto che questo Governo, per una ritorsione politica - lo ha detto prima di me il collega Baldelli - sta cercando di esautorare completamente i presidenti delle regioni dalla ricostruzione.

Vorrei segnalare che i presidenti delle regioni, in particolare il nostro delle Marche, sono stati coloro i quali durante l'emergenza - ed oggi durante la ricostruzione - hanno rappresentato non solo l'ente regione ma anche i comuni, tutti quei comuni che sono tantissimi per la mia regione ma anche per le altre regioni, comuni che hanno bisogno di avere un supporto, hanno bisogno di avere delle parole certe, hanno bisogno di avere soldi, hanno bisogno di avere la certezza che le persone che oggi lavorano per la ricostruzione possano continuare il loro lavoro.

Quindi, sottosegretario, la invito non a prendere degli impegni, come sono già fatto in quest'Aula e che non sono stati mantenuti: potremmo prendere le registrazioni degli altri decreti che sono stati convertiti, sia il decreto terremoto che il milleproroghe.

Badate, se leggete il testo dei nostri emendamenti, vi accorgerete che sono sempre gli stessi emendamenti perché le esigenze dei luoghi del terremoto sono sempre le stesse e, purtroppo, anche le vostre promesse vuote sono sempre le stesse (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

SIMONE BALDELLI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. Più sento parlare il presidente della regione Marche e più la mia convinzione che l'emendamento di escludere i presidenti delle regioni sia istituzionalmente sbagliato viene meno. Però, al di là di questo, invece, siccome prendo atto - chiaramente è una dichiarazione svolta in un'Aula nel pieno delle sue funzioni - dell'impegno del sottosegretario Crimi, a questo punto, visto che stiamo parlando di cose molto importanti, vorrei evitare che fossero bocciati emendamenti che secondo l'impegno ufficiale del Governo in quest'Aula - non mi interessano gli ordini del giorno - saranno inclusi nella legge di bilancio, io, Presidente, vorrei, a questo punto, ritirare gli emendamenti 37.308, 37.305, 37.306 e 37.307. Però, sottosegretario Crimi, ci vediamo durante la manovra di bilancio, perché questa roba qui vogliamo trovarla dentro, perché ci sono centinaia di persone che aspettano. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 37.59 Pezzopane.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento riguarda le questioni del personale e, francamente, non vedo ragioni per ritirarli, perché sono il contributo che le opposizioni possono dare alla risoluzione dei problemi. Il contributo che possiamo dare è nella proposta e questa è una proposta: è la proposta di prorogare, anche per l'anno 2019, i contratti in essere riguardanti la ricostruzione.

Perché ci torno? Perché il sottosegretario Crimi, nella sua esposizione precedente, ha fatto riferimento solo ad alcuni degli emendamenti presentati sul personale, evidentemente volendo mettere una cortina di fumo sul lavoro prezioso che il gruppo del Partito Democratico ha fatto e sul contributo prezioso che come Partito Democratico, ma che noi riteniamo di poter portare a questa discussione, non fosse altro per il fatto che molti di noi, tanti di noi, condividono e vivono la condizione del terremotato, quindi, quanto meno, per rispetto ad una condizione che stiamo vivendo.

Poi, per rispetto al ruolo che ognuno di noi ricopre qui e che non ha certo voglia di perdere tempo a chiacchierare, come diceva poco fa la collega Alessia Morani, noi l'impegno da parte del Governo a metterlo in altri provvedimenti già lo abbiamo ascoltato e ci siamo anche molto fidati. Abbiamo voluto, in qualche modo, dare un senso anche a un rapporto tra maggioranza e minoranza, però in questo decreto sul terremoto del Centro Italia c'è una oggettiva schizofrenia perché, da una parte, ritenete di dover bocciare ogni emendamento proposto dall'opposizione, dall'altra, avete, con molta determinazione e non dal testo originario del Governo bensì con emendamenti dei relatori, alcuni dei quali arrivati a notte fonda, quando non c'era nemmeno l'opportunità e il tempo di farci soccorrere e aiutare dagli uffici legislativi dei gruppi, bocciato - e state bocciando - tutte le proroghe, nonché tutte le proposte di una migliore organizzazione. Non vi siete neppure tirati indietro dal togliere poteri ai presidenti delle regioni, violando ogni regola del rapporto istituzionale, perché i presidenti delle regioni erano venuti alle audizioni ed erano venuti a dire a noi quali erano i bisogni.

Voi non avete avuto la serietà e la correttezza di dire loro: guardate, presidenti, non solo non facciamo pressoché nulla di quello che avete chiesto, ma vi togliamo anche i poteri dell'intesa. Quindi, da una parte, avete approvato delle cose sul Centro Italia, mentre le questioni impellenti le rinviate alla legge di bilancio. Mi chiedo se poi alla legge di bilancio farete come avete fatto con questo decreto, cioè, o direte che lo farete nel milleproroghe oppure boccerete i nostri emendamenti, che vanno in questa direzione, magari facendo il solito emendamento dei relatori per non dare mai ragione a chi, nelle opposizioni, fa queste proposte.

Non sarei intervenuta su questo punto perché queste cose già le abbiamo ribadite, però, colleghi e Governo, mi sembra che l'atteggiamento nei confronti del Partito Democratico non sia all'altezza del ruolo e del contributo che noi stiamo cercando di dare da giorni, con motivazioni serie e anche con il desiderio di trovare le soluzioni.

Su questa questione del personale e della governance non si può andare in maniera unilaterale. La gestione di un'emergenza si fa, certo, con le forze di Governo, ma si concordano le governance, i rapporti istituzionali: così state creando una rottura sui territori, che non farà bene alla ricostruzione.

Pertanto, concludo chiedendo al Governo di fare i conti anche con gli emendamenti del Partito Democratico, che hanno una natura di contributo, sono tutti propositivi e hanno la forza della volontà dei territori, perché li abbiamo costruiti con i territori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ascani. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANNA ASCANI (PD). Sì, grazie Presidente. Poco da aggiungere a quello che ha detto la collega Pezzopane. Colleghi di forze politiche diverse, che pure nella mia regione sono all'opposizione, riconoscono il fatto che questa decisione, tutta politica, di togliere i poteri d'intesa alle regioni in una fase delicata come questa, forse la più delicata della ricostruzione, è una decisione profondamente sbagliata. A prescindere dalla parte politica che oggi occupa i banchi del Governo, si deve sapere che allontanare i presidenti di regione dalla gestione di questa fase è un errore che renderà più complicata la ricostruzione. Dico ciò da una terra che la ricostruzione - l'ho già detto nel mio intervento precedente - purtroppo l'ha già dovuta vivere, perché ha vissuto altri terremoti, pesantissimi, l'ultimo nel 1997. Senza il ruolo dei territori, senza il ruolo della regione e dei sindaci sarebbe stato impossibile avere la ricostruzione così come si è avuta. Quindi io spero che il Governo, se è giusto che faccia il suo ruolo, torni indietro rispetto a queste decisioni e prenda in considerazione il contributo propositivo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Micheli. Ne ha facoltà, per un minuto.

PAOLA DE MICHELI (PD). Ascoltando la collega Ascani, mi è venuto in mente che ieri - oggi è il secondo anniversario della seconda scossa grave del terremoto del 2016 - il sottosegretario Crimi era a Castelluccio ad inaugurare il centro commerciale delocalizzato di Castelluccio.

Il sottosegretario Crimi ha inaugurato una struttura che, senza la regione Umbria, non ci sarebbe mai stata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Allora, lo ripeto, questa volta senza malizia: vado dritta, sottosegretario. Al di là degli impegni che lei si è preso con la stampa ieri, dicendo che il Governo che lei rappresentava non voleva aprire una dialettica negativa con le regioni, vado dritta: ma perché non approfittare del grande lavoro che le regioni, al di là dei presidenti di regione che sono del Partito Democratico (per fortuna, secondo me)? Al di là di questo, perché non approfittare? Ieri lei si è preso gli applausi grazie al lavoro svolto dalla regione Umbria. Allora le chiedo: riflettete bene su quello che state facendo, perché è un errore che purtroppo pagheranno i terremotati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Morgoni. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARIO MORGONI (PD). Grazie, Presidente. Sempre sullo stesso tema per mettere in luce una contraddizione stridente tra il fatto che nel provvedimento in esame abbiamo previsto anche l'inclusione di un rappresentante dei sindaci nella cabina di coordinamento e, contemporaneamente, invece, si va ad un accentramento dei poteri che riguarda anche le determinazioni relative alle priorità delle opere pubbliche sulle quali intervenire.

Il decreto-legge n. 189 del 2016 prevedeva che ci fosse l'intesa tra il commissario e le regioni nell'ambito della cabina di coordinamento. Oggi nella cabina di coordinamento ci sono anche i sindaci, quindi abbiamo incluso, giustamente, anche i sindaci nella cabina di coordinamento e, contemporaneamente, però, espropriamo quella istanza, quella realtà di coordinamento del potere di decidere insieme quali siano le priorità nella ricostruzione e nel recupero delle opere pubbliche, anche quelle di carattere culturale. Quindi, anche da questo punto di vista, questa scelta del Governo e della maggioranza è assolutamente ingiustificabile, cervellotica ed espropria non solo le regioni, ma anche i comuni, della possibilità di decidere insieme quali siano le priorità sulle quali intervenire.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie, Presidente. L'emendamento consente di tornare sul tema che i miei colleghi hanno fino adesso ulteriormente segnalato, cioè questa decisione, francamente, tecnicamente oltre che politicamente incomprensibile, dell'esclusione dell'intesa con i presidenti di regione. Io non credo che voi abbiate così il fiato corto da pensare, oppure sapete benissimo che non vincerete mai in nessuna regione dove questi fatti sono avvenuti, per cui vi precludete una responsabilità, perché i presidenti di regione svolgono un ruolo di responsabilità. Immaginiamo un fatto concreto: voi escludete i presidenti e chiedete loro soltanto, di fatto, un parere, perché di questo si tratta. Nel momento in cui non raggiungete l'intesa, che cosa accade? Accade che dovete andare alla Conferenza e qual è il tempo o i tempi che impiegate e le conseguenze che generate ogni volta, su ogni passaggio, con i presidenti delle regioni? Questa cosa può scuotervi o no?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nobili. Ne ha facoltà.

LUCIANO NOBILI (PD). Grazie, Presidente. Anch'io torno sull'argomento perché anche la mia regione è interessata, purtroppo, dalla triste vicenda del terremoto e invito la maggioranza davvero a una riflessione ulteriore e approfondita rispetto alla questione che abbiamo posto con questo emendamento. Guardate, rispetto al terremoto del centro Italia, cancellare un lavoro che è stato fatto per semplificare le procedure, che erano complicatissime, per portare avanti un lavoro che oggi consente di fare passi avanti rilevanti, esautorare i presidenti delle regioni da questo lavoro è una scelta profondamente grave e profondamente irresponsabile. È un appello al di là delle battaglie politiche, al di là dei colori dei presidenti delle regioni, è una battaglia nell'interesse di quei cittadini e di quelle popolazioni. Fermatevi su questo, ragionate ancora su questo perché è una scelta sbagliata che dovete bloccare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferro, che lo aveva chiesto prima, per essere esatti. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. L'avevo chiesto prima, ma va benissimo anche adesso perché, sinceramente, mi dà anche qualche spunto di riflessione in più. Devo dire, non avrei ritirato, al posto di Baldelli, gli emendamenti. Noi, ovviamente, rispetto alla proroga del personale, prendiamo atto di quanto detto dal sottosegretario e, soprattutto, insomma, siamo certi che manterrà questo impegno, un impegno che vedrà, comunque, da parte nostra il voto di questi emendamenti, perché non c'è cosa peggiore che assumere degli impegni senza poi onorarli.

Vorremmo capire anche di più il lasso temporale che riguarda la prosecuzione di questi lavoratori, che hanno ovviamente nel tempo acquisito delle competenze. Io credo che oggi si va a discutere in un momento di grande difficoltà di questo Paese, un Paese che viene accomunato per la prima volta nella stessa circostanza - nord, centro e sud - da fatti calamitosi, che fanno capire che forse sarebbe meglio iniziare la politica della prevenzione. Si spende il doppio, si spende male e, soprattutto, non si dà ai comuni, agli strumenti principali che devono intervenire, la massima possibilità di poterlo fare.

Vede, io vengo da una regione dove ci sono stati quattro morti avantieri - dalla Calabria - e tre la scorsa settimana. Il Ministro Toninelli, che ovviamente non ci ha degnato, devo dire, della presenza ma che ha mandato un messaggio di cordoglio, ha detto che nel terzo millennio non si può morire travolti da un fiume che esonda: è proprio così e di questo ne siamo convinti.

Vorrei soltanto che questo Governo ripartisse dagli errori del passato, da quegli errori che hanno visto una legge mortificare le province e oggi c'è una viabilità provinciale che è un colabrodo, da quelle regioni che probabilmente - non me ne voglia il PD - spesso non spendono i soldi né sul dissesto idrogeologico, né tanto meno sul rischio. Parlo, per esempio, della Calabria, dove ci sono 315 milioni da spendere fermi: gli unici soldi spesi sono quelli dati ad un tecnico per l'esecuzione. Allora, è arrivato il momento, secondo me, del coraggio, di osare, di osare facendo sentire i cittadini sicuri e protetti. Noi parliamo di aree che, ancora, rispetto al sisma, sono molto indietro.

Allora, sottosegretario, noi siamo convinti che questo suo impegno verrà onorato. Noi saremo vigili e attenti perché quando si parla della sicurezza dei cittadini, quando si parla ovviamente di questi temi dell'ambiente e della sua salvaguardia, abbiamo tutto il dovere di farlo. Allora, sottolineando che, per quanto ci riguarda, il personale, che deve essere prorogato rispetto alle competenze acquisite, ma anche rispetto al sostegno e quindi a quello che più volte è stato sottolineato e verrà discusso, prenderò nuovamente la parola in occasione degli emendamenti presentati da Fratelli d'Italia, a prima firma del collega Trancassini. Vorremmo, finalmente, non ritrovarci qui a discutere di un'ennesima tragedia. Ogni volta che c'è una tragedia sembra essere la prima e invece è l'ennesima.

Avere la memoria come costruzione continua, parlare un linguaggio di chiarezza e di soluzioni e soprattutto un po' diamo spazio a quella politica che non mi appartiene per cultura ma, che diceva che è proprio vero che l'ambiente l'abbiamo ereditato dai nostri avi, ma l'abbiamo preso in prestito dai nostri figli. Ai figli di chi oggi li ha persi in queste catastrofi non deve andare solo una ipocrita - secondo me - forma di cordoglio di questo Parlamento, ma una reale azione di coraggio e di cambiamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Vorrei riprendere l'intervento dei miei colleghi e ribadire la necessità di avere sempre rispetto del livello istituzionale. Proprio per questo vorrei che lei comunicasse alla collega Ferro, per suo tramite appunto, che i soldi non spesi sono stati quelli del Governo di centrodestra che lei appoggiava. Oggi ci sono finalmente i bandi e la regione Calabria sta intervenendo sul dissesto idrogeologico. Certo, c'è una realtà difficile come in tutta Italia, ma abbiamo perso cinque lunghi anni del Governo di centrodestra e finalmente oggi si cominciano a spendere i soldi. Aspettiamo anche che questa maggioranza approvi l'ordine del giorno sulle questioni del maltempo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Molto brevemente, signor Presidente, per richiamare un fatto. Quando c'è stato il terremoto dell'Emilia-Romagna vi era un Governo di centrodestra e la regione Emilia-Romagna aveva un presidente che era di sinistra. Ciononostante, quel decreto-legge, che poi è stato il decreto-legge che ha costituito la premessa per cercare la ripresa in Emilia-Romagna, è stato costruito in accordo con gli enti locali, col presidente della regione, perché quando c'è una disgrazia pensare di mettere le bandierine di partito, o si è in malafede o si è stupidi (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.59 Pezzopane, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, siamo purtroppo costretti a dovere ulteriormente rilanciare un tema che è già stato oggetto di una presa di posizione questa mattina con il Presidente Fico perché, in assenza di interventi da parte dalla Presidenza, sarà ufficiale che il sito social di proprietà del signor Zuckerberg, cioè Facebook, ha ufficialmente sostituito il Parlamento della Repubblica. Poco più di un'ora fa, l'onorevole Luigi Di Maio ha pubblicato sul proprio sito Facebook una straordinaria pagina nella quale annuncia urbi et orbi una non meglio precisata operazione verità, annunciando che non esiste alcun condono. Peccato che, su questa pagina, abbia omesso, riprendendo integralmente quanto noi abbiamo legiferato, di inserire il comma 1 dell'articolo 25 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) che recita come testo: definizione delle procedure di condono pendenti alla data di entrata in vigore del presente decreto. Cioè l'onorevole Di Maio non viene nelle Aule competenti e scrive falsità sui siti social (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ora noi, signor Presidente, abbiamo preso atto che chi ha scritto questo decreto col cuore per la parte di Genova è latitante e abbiamo preso atto che l'onorevole Di Maio non ha il coraggio di sottoscrivere il condono di cui lui è artefice. E mentre noi abbiamo dato atto all'onorevole Di Maio di essere stato qui sulla discussione del decreto, che portava il suo nome e che, detto incidentalmente, ha già causato 40.000 posti di lavoro in meno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), in questa occasione se la dà a gambe levate, dicendo bugie sui social. Chiediamo formalmente che domani l'onorevole Toninelli e l'onorevole Di Maio siano in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) per la discussione finale e il voto finale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie onorevole Borghi. Credo che il Governo abbia registrato la sua richiesta. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.60 Verini, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Ricordo che l'emendamento 37.307 Baldelli è stato ritirato.

Passiamo all'emendamento 37.301 Colletti. C'è un invito al ritiro? Ci sono richieste di intervento? Colletti, prego.

ANDREA COLLETTI (M5S). Presidente, lo ritiro. Passiamo dopo all'emendamento 37.309 Colletti?

PRESIDENTE. No, può passare direttamente lei al 37.309. Non ho sentito nessun collega che diceva lo faccio mio, quindi presumo che può passare a quello successivo.

ANDREA COLLETTI (M5S). Sull'emendamento 37.309 mi risulta che sia cambiato il parere del relatore e del Governo.

PRESIDENTE. Lei provi a illustrarlo; se il Governo vuole cambiare il parere, ce lo dice.

ANDREA COLLETTI (M5S). Il Governo è qui presente e io chiedo.

PRESIDENTE. Mi sembra che quella del collega Colletti più che una domanda sia un invito a cambiare il parere, legittimo da parte sua. Senatore Crimi, lei cosa ne dice?

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Accolgo l'invito dell'onorevole Colletti sull'emendamento 37.309 e chiedo che sia accantonato un attimo per le verifiche e per approfondimenti.

PRESIDENTE. Quindi c'è un accantonamento, anche perché resta un parere contrario della V Commissione. Naturalmente questo Parlamento è sovrano, però bisogna sapere che c'è un parere contrario della V Commissione. L'emendamento 37.309 Colletti resta accantonato, mentre l'emendamento 37.301 Colletti è ritirato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 37.018 Pezzopane.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.018 Pezzopane, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 37.019 Pezzopane.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Presidente, questo emendamento è particolarmente importante: chiedo al Governo di ascoltare, per capire se anche questo emendamento, per il quale avete espresso parere negativo, può essere uno degli argomenti che trattiamo nella legge di bilancio.

Facciamo una premessa: emendamento riguarda sempre il Centro Italia, e riguarda la riduzione al 40 per cento delle somme che i contribuenti delle zone del cratere devono restituire allo Stato a seguito della sospensione che è stata giustamente effettuata sia sui versamenti contributivi sia sui versamenti tributari. Ora, il Governo non ascolta, però magari per incitarlo ad ascoltarmi un pochino cito quello che diceva il Vicepremier del Governo giallo-verde sull'argomento su cui io oggi, assieme al Partito Democratico, presento questo emendamento. Il leader della Lega, oggi Vicepremier, diceva su questo argomento: “Esenzione fiscale totale, bollette comprese, per almeno tre anni, per tutte le persone che hanno perso tutto col sisma. Non vogliamo una semplice sospensione per 3-4 mesi”; e giù che incalzava il Governo Gentiloni.

Ma non faceva di meno Di Maio. Di Maio, l'altro Vicepresidente, diceva: “Non è possibile che nel Centro Italia non ci sia una no tax area: sono mesi che la chiediamo per le zone terremotate, sono mesi che lo diciamo al Governo Gentiloni. Non si può sospendere il pagamento delle tasse per 2-3 anni, perché quei cittadini, quando dici ‘tasse sospese', sanno che si dovranno porre il problema di pagare le tasse alla fine della sospensione”.

Aggiungo quello che diceva Grillo contro il Governo: “Solo pannicelli caldi. Ma quale sospensione? Nel momento del panico delle macerie, le agevolazioni fiscali non bastano, non basta la sospensione dei mutui: ci vuole il blocco delle tasse”.

Ora noi, citando questi esponenti dei partiti che oggi governano questo Paese, cerchiamo di riportare alla memoria degli impegni importanti. Noi non vi proponiamo di mantenere quegli impegni, che sono ovviamente molto onerosi. Naturalmente se riuscite a trovare le risorse ci siamo a votarlo, ma vi diciamo almeno di andare al minimo sindacale, quello che altri Governi sono riusciti a fare per il terremoto de L'Aquila, per esempio: dove due anni dopo il terremoto, a seguito di iniziative importanti e di tutto il Parlamento, si decise che la sospensione delle tasse doveva vedere una restituzione non al 100 per cento, ma al 40 per cento.

Con l'emendamento precedente che avete bocciato e con questo, noi vi proponiamo la riduzione al 40 per cento per tutti i cittadini che hanno visto le tasse sospese, e di portare questa contribuzione, questa restituzione al 40 per cento: che ripeto, è una parte di quello che avete promesso, perché avevate promesso di bloccare per tre anni senza chiedere nemmeno un euro di restituzione.

Ora è chiaro che era una bugia; è una bugia però che è servita a prendere tanti voti. Ora che governate però, quello che avete detto volete almeno metterlo in pratica, se non immediatamente, in impegni programmatici? Noi con emendamenti siamo riusciti a prorogare, ad allungare il tempo della restituzione, ma bisogna far sapere ai cittadini cosa devono restituire e quanto devono restituire. Noi ci auguriamo che i cittadini del Centro Italia possano avere lo stesso trattamento che altri Governi, per un'altra popolazione terremotata (mi riferisco al terremoto del 2009), sono riusciti a garantire.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Morani. Ne ha facoltà, per un minuto.

ALESSIA MORANI (PD). Presidente, per ricordare a quest'Aula che la richiesta che abbiamo fatto circa la riduzione al 40 per cento delle tasse dei terremotati segue l'annuncio di un grande condono fiscale. Io non riesco a capire il motivo per cui gli evasori fiscali vengono premiati da questo Governo con un 20 per cento rispetto al “nero” che hanno fatto, e questo 20 per cento riguarda 500.000 euro su ogni imposta, perché vale per ogni tassa e per i cinque anni precedenti. Noi delle regioni terremotate non riusciamo a capire perché questo Governo dei condoni non solo edilizi, ma anche fiscali, non abbia voglia di dare una mano alle popolazioni terremotate, riducendo loro il 40 per cento delle tasse. Vedete, c'è un limite anche alla spregiudicatezza, e non l'avete avuto per gli evasori fiscali; qui si tratterebbe invece di una misura di giustizia, ma evidentemente questo Governo preferisce le persone disoneste alle persone oneste che soffrono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.019 Pezzopane, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.020 Pezzopane, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.021 Nevi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.022 Pentangelo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione. Revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pentangelo. Onorevole Pentangelo, un po' di maggior prontezza. Prego.

ANTONIO PENTANGELO (FI). Grazie, Presidente. Colleghi, l'emendamento si rivolge alle popolazioni colpite dal sisma proponendo la proroga della cassa integrazione per tutti i lavoratori bisognosi sia dell'Italia centrale sia dell'isola stessa. Noi abbiamo l'esigenza…

PRESIDENTE. Onorevole Pentangelo, mi scusi. Chiedo ai colleghi maggior silenzio. Si avvicina, peraltro, anche la pausa breve che faremo. Quindi, consentiamo al collega Pentangelo di intervenire. Prego.

ANTONIO PENTANGELO (FI). Grazie, Presidente. Ovunque avvenga un terremoto noi dobbiamo cercare di dare, se rappresentiamo il Paese, una risposta univoca, uguale per tutte le zone del nostro Paese, perché uguali sono le crisi che provengono dalla perdita della casa, dalla perdita del lavoro, dalla perdita dell'impresa e così via. Ricordiamo e rimarchiamo che nell'isola di Ischia sono ancora pressanti e forti le problematiche relative alla perdita nel settore del turismo in termini di occupazione e in termini di ripresa del lavoro. Prorogando la cassa integrazione durante le fasi della ricostruzione noi ridiamo una speranza e diamo forza a quegli operatori che con così coraggio combattono in quei settori.

Detto dell'emendamento, mi piace anche dire qualcosa sul cosiddetto condono di Ischia, di cui tanto oggi si sta parlando e che spesso mi ha fatto rabbrividire. Abbiamo detto che a problemi uguali si danno le stesse soluzioni, come proponeva il mio emendamento, e così dovrebbe essere anche per un argomento delicato come il terremoto. Nel caso della Campania sembra che questa regione non sia uguale alle altre o, almeno, il disinteresse che è stato mostrato nei suoi confronti ha detto questo. Oggi si consente, dopo ripensamenti e titubanze, un'improbabile condono - e io lo giudico improbabile perché non so ancora quale sarà la vera efficacia che produrrà su quelle popolazioni - che rende ancora più triste e dolorosa la vicenda di tutti gli altri comuni della Campania. A me dispiace perché nella nostra regione nel 2003 si sarebbe potuto fare il condono ma questo non è successo, con tutte le inevitabili conseguenze che ci sono state. E dispiace anche sentir parlare della Campania da sempre, prima quando ero fuori da quest'Aula e ora nell'Aula, come di un qualcosa da tenere lontano, qualcosa che sia maleodorante, qualcosa che non si possa esaminare così come si fa con gli altri.

Forza Italia da sempre ha proposto di fermare le ruspe riaprendo i termini per la regolarizzazione delle costruzioni irregolari ma sanabili. Prima di abbattere case alla povera gente - e, purtroppo, io da sindaco ne ho abbattute sette e altre ve ne sono state in autotutela, ma non ho risolto il problema e anzi ho creato il problema con il vicino, che invece la casa ce l'ha ancora in piedi - dobbiamo garantire il loro diritto all'abitazione. Sia chiara una cosa, a scanso di equivoci: le costruzioni pericolose ed abusive, edificate in un'area in cui non possono essere passibili di condono - quindi, quelle a rischio - non possono e non devono essere sanate.

Nella scorsa legislatura il Senato aveva approvato, con il concorso del PD, una legge che avrebbe regolato il fenomeno degli abbattimenti. Poi, stranamente ci fu un ripensamento alla Camera e tutto questo non avvenne e forse la discussione che abbiamo in atto oggi non ci sarebbe stata e avrebbe mediato e, quindi, contemperato le esigenze di tutti, lasciando per ultime le case di prima necessità. Poi c'è stato questo ripensamento che quindi ha messo ulteriormente in crisi una Campania, che invece aveva sperato. Fu strano lo stop del PD, anche perché quello stesso stop del PD non ci fu in Emilia-Romagna e, anzi, fu molto facile avviare un percorso di condono che ha sanato, e sono ben contento per quelli che hanno potuto sanare e ricostruire le proprie case.

Altrettanto e non da meno sono stati comportamenti di MoVimento 5 Stelle e Lega, perché se stasera si grida al condono di Di Maio io non provo gioia assolutamente. Per me è una cosa parziale, è una cosa che non soddisferà le esigenze dei campani ed è molto locale.

Vengo a finire, Presidente, e mi consenta…

PRESIDENTE. Collega D'Ettore e colleghi. Prego.

ANTONIO PENTANGELO (FI). …quel tempo che prima mi ha sottratto. È un condono che non soddisferà tutte le problematiche relative alla Campania. Nelle altre regioni invece sì, perché c'è un condono generalizzato che permetterà, nelle altre quattro regioni, di attuare il condono e, quindi, di sanare tutte le case. Sia ben chiaro: io sono favorevole alla misura che permette alle altre regioni di sanare le case e che vorrei per la mia regione e mi sembra strano che non ci sia lo stesso impeto da parte di tutti i deputati eletti in Campania. Sento un silenzio che mi fa male, che mi fa molto male. Vorrei per la mia Campania quello che è successo per le altre regioni, quindi la possibilità di sanare gli immobili.

Concludo, Presidente. Stasera la collega Muroni si riferiva alla possibilità del terremoto come possibilità per sanare e diceva: “Non vorrei che il condono diventasse la possibilità per sanare un'abitazione”. Ebbene, Presidente, dico alla collega che purtroppo questo sta accadendo e sta accadendo che tra le popolazioni della Campania potrebbero apparire privilegiate quelle popolazioni che, benché tristemente colpite da un terremoto, possono vedere in parte forse sanate le proprie abitazioni. Allora, chiedo quell'impeto da parte di tutti…

PRESIDENTE. Grazie, grazie, collega Pentangelo.

ANTONIO PENTANGELO (FI). …e che si sani, una volta per tutte, un grave difetto nei confronti della nostra regione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.022 Pentangelo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Colleghi, la seduta riprenderà alle ore 20,30 puntuali.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il collega Giachetti. Ne ha facoltà. Usciamo in silenzio, cortesemente. Colleghi, maggior silenzio nell'uscire. Prego.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Presidente, se non erro noi abbiamo 39 emendamenti accantonati. Se non ho capito male, in questa mezz'ora si dovrebbe riunire il Comitato dei nove per sciogliere la questione sui 39 emendamenti. Se non ho capito male e se ci fosse un minuto per ogni emendamento accantonato già sarebbero 39 minuti. Non si può escludere che sulla base delle decisioni del Comitato dei nove magari si debba riunire anche la Commissione bilancio. Domanda: io, come è noto, signor Presidente, non ho problemi e posso anche non mangiare per una sera, ma non comprendo che si debba tenere mezz'ora per una cena quando sappiamo quasi certamente che tra mezz'ora il Comitato dei nove non avrà concluso i suoi lavori ed eventualmente ci sarà la Commissione bilancio (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Fratelli d'Italia). Forse un po' di ragionevolezza potrebbe confortarci a fare una pausa che consenta al Comitato dei nove di fare quello che deve fare e a chi deve andare a mangiare di farlo senza che si strozzi. Tutto qui.

PRESIDENTE. Collega Giachetti, forse per la comune esperienza ho posto lo stesso quesito - l'ho posto più volte durante la giornata e le rassicurazioni, diciamo, non sono state sempre mantenute - però mi è stato assicurato che il Comitato dei nove - e lo ha fatto anche il relatore - ha solo un emendamento e due o tre subemendamenti da valutare e che il tempo è congruo. Quindi, ci vediamo alle 20,30 puntuali per le conseguenti determinazioni.

Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 20, è ripresa alle 20,35.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento i deputati Battelli, Benvenuto, Billi, Brescia, Colucci, Delrio, Gallo, Gebhard, Giaccone, Giachetti, Grande, Lorefice, Lupi, Rixi, Ruocco e Tateo sono in missione a decorrere dalla ripresa notturna della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente settantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Nomina dei componenti della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale.

PRESIDENTE. Comunico di avere chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale i deputati Andrea Caso, Alessandro Cattaneo, Roger De Menech, Gian Mario Fragomeli, Alessandro Giglio Vigna, Nicola Grimaldi, Cristian Invernizzi, Vita Martinciglio, Luca Migliorino, Pietro Navarra, Marco Osnato, Angela Raffa, Francesca Anna Ruggiero, Paolo Russo e Roberto Turri.

Il Presidente del Senato della Repubblica ha chiamato a far parte della stessa Commissione i senatori Stefano Collina, Donatella Conzatti, Gabriella Di Girolamo, Vasco Errani, Roberta Ferrero, Marco Marsilio, Fiammetta Modena, Giuseppe Pisani, Vincenzo Presutto, Paolo Saviane, Rosellina Sbrana, Giancarlo Serafini, Dario Stefano, Sergio Vaccaro, Gelsomina Vono.

Nomina dei componenti del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione.

PRESIDENTE. Comunico di aver chiamato a far parte del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione i deputati Fabiana Dadone, Piero De Luca, Flavio Di Muro, Francesca Galizia, Filippo Giuseppe Perconti, Laura Ravetto, Ivan Scalfarotto, Giorgio Silli, Manuel Tuzi, Eugenio Zoffili.

Il Presidente del Senato della Repubblica ha chiamato a far parte della stessa Commissione i senatori Gregorio De Falco, Valeria Fedeli, Tony Chike Iwobi, Carlo Martelli, Paola Nugnes, Marinella Pacifico, Nazario Pagano, Massimo Ruspandini, Elena Testor, Cristiano Zuliani.

Nomina dei componenti della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.

PRESIDENTE. Comunico di avere chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere i deputati Davide Aiello, Piera Aiello, Stefania Ascari, Vittoria Baldino, Giusi Bartolozzi, Gianluca Cantalamessa, Andrea Caso, Andrea Dara, Wanda Ferro, Paolo Lattanzio, Maurizio Lupi, Carmelo Miceli, Luca Migliorino, Dalila Nesci, Andrea Orlando, Erasmo Palazzotto, Luca Rodolfo Paolini, Nicola Pellicani, Antonio Pentangelo, Erik Umberto Pretto, Angela Salafia, Jole Santelli, Gianni Tonelli, Walter Verini, Pierantonio Zanettin.

Il Presidente del Senato della Repubblica ha chiamato a far parte della stessa Commissione i senatori Teresa Bellanova, Giacomo Caliendo, Antonella Campagna, Margherita Corrado, Giovanni Endrizzi, Antonella Faggi, Laura Garavini, Mario Michele Giarrusso, Pietro Grasso, Antonio Iannone, Elio Lannutti, Alessandrina Lonardo, Giuseppe Mangialavori, Franco Mirabelli, Enrico Montani, Nicola Morra, Marco Pellegrini, Pasquale Pepe, Antonio Saccone, Christian Solinas, Raffaele Stancanelli, Dieter Steger, Valeria Sudano, Francesco Urraro, Luigi Vitali.

Nomina dei componenti della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali ad esse correlati.

PRESIDENTE. Comunico di aver chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali ad esse correlati i deputati Silvia Benedetti, Chiara Braga, Angela Colmellere, Antonio Del Monaco, Marzia Ferraioli, Caterina Licatini, Rossella Muroni, Tullio Patassini, Renata Polverini, Manfredi Potenti, Fausto Raciti, Ivan Scalfarotto, Giovanni Vianello, Stefano Vignaroli, Alberto Zolezzi.

Il Presidente del Senato della Repubblica chiamato a far parte della stessa Commissione i senatori Francesco Battistoni, Simone Bossi, Luca Brizziarelli, Vincenzo D'Arienzo, Andrea Ferrazzi Barbara Floridia, Antonio Iannone, Albert Lanièce, Arnaldo Lomuti, Pietro Lorefice, Giuseppe Moles, Paola Nugnes, Paolo Ripamonti, Maria Virginia Tiraboschi, Fabrizio Trentacoste.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame articolo unico – A.C. 1209-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1209-A. Ricordo che prima della sospensione è stato, da ultimo respinto, l'articolo aggiuntivo 37.022. Pentangelo passiamo quindi all'articolo aggiuntivo 37.023 Trancassini, su cui le Commissioni e il Governo hanno formulato un invito al ritiro, mentre la Commissione bilancio ha espresso parere contrari. Chiedo, dunque, al presentatore se intenda ritirarlo.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Grazie, Presidente. Volevo capire un po' come proseguire. Se continuiamo con l'articolato oppure torniamo indietro sugli emendamenti.

PRESIDENTE. Ce lo deve dire lei.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Allora, io direi di lasciare tutti gli accantonati alla fine, così cerchiamo di concludere il testo del decreto e poi ritorniamo a quelli accantonati. Se per lei va bene possiamo proseguire così.

PRESIDENTE. Sì, va bene.

Quindi sull'articolo aggiuntivo Trancassini 37.023 resta l'invito al ritiro, altrimenti parere contrario. Deputato Trancassini?

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Qualche ora fa ho fatto delle domande al sottosegretario Crimi, le ho anche reiterate e devo dire che, insomma la serata volge al termine. Le mie domande sono rimaste senza risposta. Dispiace perché le mie domande erano finalizzate ad avere risposte, le risposte che sono mancate dal Governo.

Volevo capire perché, approcciando alla medesima materia che è la ricostruzione, questo Governo ha normato Ischia in un certo modo e non ha scritto una riga sulla ricostruzione post sisma. Volevo capire perché - e lo diremo poi nel successivo emendamento - ci sono due commissari nello stesso decreto che hanno poteri diversi, come a dire che probabilmente è più urgente ricostruire il ponte di Genova che non ricostruire 138 comunità del centro Italia. Insomma, una evidente disparità di trattamento che suona come uno schiaffo sonoro alla faccia di chi aspetta da due anni di veder ricostruito il proprio paese. Non ho avuto risposte dal Governo, non ho avuto emendamenti approvati dal Governo. E anche questo stride moltissimo con le parole che hanno accompagnato le passerelle che sono state fatte sui territori e anche con un iniziale approccio disponibile. Questo emendamento, Presidente, è stato inizialmente accantonato perché evidentemente il Governo e i relatori hanno convenuto che bisognava dare una risposta a tutte quelle persone che in questo momento si occupano di ricostruzione nei comuni, nelle regioni. Sono centinaia i professionisti che, qualche volta sfidando anche molti chilometri e trasferendo la propria abitazione, hanno dato la propria disponibilità a svolgere tutte quelle pratiche che servono per ricostruire Amatrice, per ricostruire Camerino, per ricostruire i 138 comuni. Eppure, questo emendamento, dopo un iniziale accantonamento, viene bocciato. Viene bocciato perché non c'è la copertura. Beh, io ricordo che quando abbiamo cominciato a discutere di questo decreto, più volte abbiamo registrato delle interruzioni proprio perché serviva interfacciarsi con la V Commissione, perché bisognava trovare la copertura. Ricordo anche che a un certo punto è arrivata la bella notizia che erano state trovate più risorse per Genova e di questo noi ce ne siamo compiaciuti. Però anche in quell'occasione - e questo emendamento è la dimostrazione - i nostri territori sono stati messi da parte perché, vede Presidente, nel Governo dell'apparenza, il Governo che è molto più bravo sulla teoria che sulla pratica, il Governo che è molto più bravo sull'orale che sullo scritto, oggi il terremoto non paga più. Il ponte probabilmente paga e di questo noi siamo felici perché comunque, dopo una lunghissima gestazione, finalmente, questo decreto probabilmente domani vedrà la luce. Però la storia di questo decreto ci insegna e ci dà la prova che la ricostruzione del centro Italia post sisma non vi interessa. E questo è di una gravità assoluta perché, vede, questo emendamento la prima volta che io l'ho presentato era giugno. A giugno noi suonammo l'allarme e vi dicemmo che la gente programma la propria vita. Chi ha deciso di trasferirsi a Leonessa perché scommette sulla ricostruzione, forse a giugno deve sapere se avrà ancora un anno di proroga del proprio lavoro. E invece nulla, né nel decreto terremoto, né nel milleproroghe e nemmeno oggi. Ecco, questo lo troviamo semplicemente vergognoso e mi auguro che il Governo tempestivamente dia le risposte a queste persone. Per ultimo, Presidente, non mi tolga la parola per favore, volevo dire che oggi è il 30 ottobre e oggi ricorrono due anni dalla scossa più violenta, quella con epicentro Norcia e questo credo che vada ricordato come monito a questo Parlamento.

E per ultimo per davvero mi permetta di ricordare che sulla strada che porta ad Amatrice, che porta a casa nostra, l'unica via che ci collega, la via sulla quale da anni bisogna mettere mano, e che era diventata una priorità del Governo Renzi e anche del vostro, sono morte negli ultimi giorni cinque persone. Sono morti tre ragazzi che andavano a lavorare; per uno diciannovenne era il suo primo giorno di lavoro domenica. Ecco questo territorio, quella strada, la nostra provincia non può più aspettare, non può più essere accantonata.

Su questo davvero richiamo l'attenzione sua, del Governo, del sottosegretario Rizzi: abbiamo urgenza di intervenire su quella strada e fare in modo che non muoia più nessuno su quella strada (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Salvatore Deidda.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie Presidente. In questo lungo dibattito sicuramente…scusi, posso chiedere un po' di ordine?

PRESIDENTE. Per favore, c'è un vostro collega che sta intervenendo. Scagliusi, per favore.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie Presidente. Dicevo che in questo lungo dibattito io son contento che anche i miei colleghi hanno stigmatizzato attacchi personali verso deputati della maggioranza che non c'entravano magari niente con la discussione importante su Genova perché a Genova ci sono stato il giorno del funerale in punta di piedi e silenziosamente e lì questo Governo ha avuto un credito da quella gente come l'ha avuto dalla gente del centro Italia e come l'ha avuto da molte persone. E noi di Fratelli d'Italia abbiamo sentito molte parole, molti impegni presi da questo Governo sugli svariati argomenti, però poi non abbiamo visto in questi mesi nessun impegno concreto, realizzato, anzi abbiamo visto delle retromarce. L'abbiamo visto sul terremoto nelle zone del centro. Dico quindi che alle parole bisogna far seguire i fatti. È da questi fatti che si vedranno poi i comportamenti di Fratelli d'Italia. Per adesso è solo un'enorme delusione, sono solo promesse non mantenute (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

ANDREA MANDELLI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA MANDELLI (FI). Sull'ordine dei lavori. Vi è un fatto spiacevole di cui voglio renderla edotta. Stiamo lavorando ovviamente a tempi forzati ed è evidente che le cose è difficile programmarle, però penso che convocare la Commissione bilancio alle 20,08 per le 20,15 sia un fatto assolutamente inconsueto e da stigmatizzare (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidentee Partito Democratico). Noi siamo qua a fare il nostro lavoro e vogliamo farlo con impegno, però credo che lei debba fare presente al presidente Borghi che, ben sapendo che forse qualche emendamento doveva essere visto, magari un messaggio qualche minuto prima sarebbe stato più opportuno. Credo che alle 20,08 programmare una 20,15 con l'Aula che riprende alle 20,30 sia un fatto che io personalmente ritengo anomalo e vorrei che lei ci aiutasse a stigmatizzare e soprattutto ci aiutasse a fare il nostro lavoro che è quello dell'opposizione, grazie (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidentee Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Del Mastro Delle Vedove.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Io credo che l'emendamento Trancassini debba essere ritenuto più rilevante e valutato con maggiore opportunità. Vede, Presidente, le guerre non si vincono né per decreto né con i generali; le guerre si vincono con le truppe quotidianamente sul campo. Ebbene, gli italiani debbono sapere che se questo emendamento non venisse votato centinaia e centinaia di operai qualificati della ricostruzione abbandoneranno il loro lavoro, lasceranno i loro comuni, saluteranno il sindaco Trancassini il 30/12/2018 e gli diranno che è finita la partita, non ci siamo più, le nostre competenze non ci sono, il Governo fa smobilitare la ricostruzione. Un vero e proprio terremoto delle competenze e del lavoro svolto si abbatterà su questi territori che dovevano essere ricostruiti con velocità e competenza. Un terremoto delle competenze - gli italiani lo sappiano - che voi quale preordinatamente avete messo in campo per una guerra di potere sui commissari. Lasciamo voi discutere dei commissari.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Acquaroli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). Grazie Presidente. Io volevo intervenire perché riteniamo che in questi mesi il nostro gruppo ha avuto un atteggiamento costruttivo nei confronti del Governo e del Parlamento rispetto alla questione del terremoto del centro Italia. Oggi, visti anche i risultati con questi emendamenti, noi non possiamo che non denunciare un'azione non incisiva nei confronti di quelle popolazioni. Vede, Presidente, io anche domenica sono stato in città che due anni fa hanno perso la vita, hanno perso la normalità, hanno perso la speranza. Credevano in questo Governo, nel cambio del Parlamento, per poter restituire una dignità, una prospettiva.

Questa dignità e una prospettiva non solo tardano ad arrivare: vedono sempre posticipati funzioni, elementi essenziali per la ricostruzione. Il personale è l'elemento determinante per far sì che anche la sanatoria possa prendere il volo, possa arrivare ad essere incisiva negli uffici, il personale è l'elemento indispensabile per valutare ogni pratica.

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). Presidente, noi ci appelliamo al Governo, al suo buonsenso affinché riveda subito e sia in grado di darci dei segnali concreti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fidanza. Ne ha facoltà.

CARLO FIDANZA (FDI). Presidente, noto quasi una sorta di fastidio tra i banchi, alcuni banchi della maggioranza, perché evidentemente non è la prima volta che il collega Trancassini e altri colleghi del nostro gruppo intervengono su questo tema. Io vorrei ricordare ai colleghi di maggioranza che se si fosse deciso di affrontare in maniera seria questo tema fin dal primo provvedimento che abbiamo votato in quest'Aula, che si chiamava decreto-legge “terremoto”, e se poi aveste deciso di affrontarlo una seconda volta, in una seconda occasione col decreto-legge “milleproroghe”, noi oggi non saremmo qui a dover insistere per l'ennesima volta a chiedervi di approvare questo articolo aggiuntivo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E non solo: non basta il fatto che oggi non si approvi, perché si rimanda ad un quarto provvedimento, cioè la futura legge di bilancio, dove dovranno essere trovati i soldi per prorogare i contratti del personale in scadenza. Si doveva, si poteva fare a giugno, non lo avete fatto: questa sera non avete diritto di mostrare fastidio, perché se siamo qui a discutere ancora di questo è responsabilità vostra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

YLENJA LUCASELLI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, solo per segnalare, in riferimento a quello che diceva il collega prima sulle convocazioni della Commissione bilancio, che alla sottoscritta, che fa parte della Commissione bilancio, la convocazione non è mai arrivata. Per cui crediamo che questo tipo di andamento non sia l'andamento regolare, considerato che è tra l'altro molto complesso convocare la Commissione nel giro di due minuti, e possono accadere fatti come questo. Quindi a noi di fatto è stata impedita la possibilità di partecipare a questa Commissione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Signor Presidente, non solo c'è la necessità di tutelare le assunzioni dei contratti a tempo determinato, come indica il nostro articolo aggiuntivo, ma ci sarebbe anche la necessità di consentire assunzioni a tempo indeterminato e in deroga alle legislazioni vigenti per quelle parti di territorio compromesse dal terremoto. Se alla mancanza di sostegno sostanziale al mondo delle imprese si aggiunge una mancata semplificazione delle norme anche in materia abitativa, se c'è la mancata garanzia di fornire agli uffici personale che serve per la ricostruzione, se non c'è l'aumento agli stanziamenti per il Fondo per la ricostruzione, allora noi segnaliamo che la notte per quelle popolazioni non è ancora finita, le scosse continuano. Dobbiamo avere una coscienza e mettere mano una volta per tutte alle ricostruzioni laddove necessitano, che siano nel Centro Italia, che siano a Ischia, che siano in Emilia-Romagna (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Presidente, riteniamo che sarebbe doveroso da parte del Governo spendere una riflessione quantomeno sull'accantonamento di un articolo aggiuntivo che è funzionale a garantire la continuità delle prestazioni dei dipendenti rispetto ad un territorio che ha investito risorse, e soprattutto formazione. Perché nel momento in cui si dovesse arrivare anche a una risoluzione del rapporto e a una definizione negativa della continuità di questi rapporti a tempo determinato, ci troveremmo a dover formare nuovamente del personale che ha sul campo acquisito una competenza e una professionalità, che andrebbe dispersa. Ancor più rischiamo che se poi vi è l'intenzione da parte del Governo, come anche in altre circostanze sta facendo, magari di depositare in un qualche omnibus o in qualche milleproroghe questo tipo di intervento, non tutti i dipendenti che oggi sono coinvolti nel processo di ricostruzione saranno disposti ad attendere fino all'ultimo che vi sia questa disponibilità da parte del Governo.

Io non so quanti esponenti del Governo vivono in territori che sono stati colpiti dal sisma: mi auguro pochi, ma credo molti; e penso che essi sappiano in cuor proprio come questo tipo di personale non è importante: è indispensabile.

È indispensabile per garantire la continuità della ricostruzione, è indispensabile per garantire la possibilità di quei territori di non sentirsi soli e abbandonati dallo Stato. Perché nel momento in cui noi qui ci riempiamo la bocca parlando della presenza dello Stato, della presenza delle istituzioni, della presenza degli enti locali, votiamo anche provvedimenti magari giusti di condono, di recupero dell'edilizia esistente in territori colpiti, e poi lasciamo che i territori che sono abituati a rimboccarsi le maniche e a lavorare da soli debbano riprendersi senza anche l'aiuto dello Stato, non abbiamo capito nulla di che cosa è il senso delle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Invitiamo quindi il Governo a far fronte all'emendamento proposto dal collega dei Fratelli d'Italia, magari prendendosi una riflessione, magari accantonandolo, ma non bocciandolo per poi magari rivederlo fra due mesi, e anche forse prima, inserito in qualche omnibus. Diamo tranquillità a quella terra, diamo tranquillità a quella popolazione, per quanto è possibile darla ad un popolo colpito dal sisma (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, mi rivolgo al senatore Crimi. Vede, è attraverso la continuità in termini di lavoro che si procede anche rispetto ad una ricostruzione virtuosa. Molto spesso, Presidente, queste persone, questi che fanno parte del corpo dei dipendenti pubblici di fatto sono persone che tutti i giorni si sono spese sui territori, tutti i giorni hanno offerto la loro collaborazione per poter ricostruire e per dare un futuro a queste popolazioni, e per dare un futuro a questi territori. Molte di queste hanno imparato, sottosegretario, a conoscere i territori, hanno imparato a conoscere le famiglie, i padri e le madri che probabilmente ancora stanno scavando per potersi garantire un futuro e per poter garantire a quei territori, a quei figli lo stesso futuro che di fatto uno Stato corretto dovrebbe garantire anche attraverso la mano pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Concluda.

WALTER RIZZETTO (FDI). Concludo, Presidente. Ritengo assolutamente virtuosa questa proposta emendativa, almeno cercare di accantonarla, perché parla, Presidente, di un anno, di un anno in termini di proroga. Molto spesso… Veramente concludo. Molto spesso abbiamo parlato di proroghe rispetto alla pubblica amministrazione: ebbene, questo è il momento e l'alveo giusto per poterlo fare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Presidente, l'articolo aggiuntivo di Fratelli d'Italia si inserisce nell'alveo delle nostre proposte emendative, cioè emendamenti di buonsenso che mirano nella fattispecie a colmare quella divergenza, che almeno non penso possa esserci ma che appare, fra due tragedie di egual misura. La prima è quella di Genova, che noi stiamo affrontando in maniera compiuta, rimanendo in Aula, votando, astenendoci, comunque dando un contributo attivo al dibattito d'Aula.

Ora arriva l'articolo aggiuntivo del collega Trancassini, che è di buonsenso: in sostanza non si vuol perdere la professionalità acquisita da dipendenti a tempo determinato, che vedrebbero scadere il proprio contratto il 31 dicembre 2018, e si chiede semplicemente di procrastinare questo tempo determinato al 31 dicembre 2019. Mi sembra una cosa di assoluto buonsenso, che dovrebbe essere presa in considerazione da questa maggioranza per non disperdere questo patrimonio e per dare un segnale alle popolazioni terremotate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Presidente, l'attività di ricostruzione non può prescindere da quelli che sono degli uffici efficienti ed efficaci, e questi uffici per esserlo non possono prescindere da quello che è il personale, che si è già strutturato in questo tempo. Per cui, prima ancora di maggiori o ulteriori opportunità, o “lo faremo con un altro provvedimento” e quant'altro, sarebbe opportuno mantenere quello che già c'è e funziona, proprio per garantire una maggiore efficacia nella ricostruzione.

Vedete, questa sembra sempre più una nazione che rincorre le criticità e le emergenze, quando invece la politica dovrebbe avere la visione per anticipare quelli che possono essere i problemi legati all'amministrazione di tutto il territorio; e anche quella che dovrebbe essere la gestione sana ed efficace di questo territorio con la manutenzione delle alte terre: se queste ultime fossero mantenute bene con una visione anticipatoria delle criticità, ci sarebbero molti meno danni anche in pianura. Per cui…

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Se avessimo dovuto immaginare un elemento fondante che doveva unire tutti noi nell'analisi di questo provvedimento, doveva essere, credo, la responsabilità. Ebbene, con questo atteggiamento anche noi di Fratelli d'Italia abbiamo ispirato la nostra azione nell'analizzare e nel chiedere qualche miglioramento rispetto alla base del provvedimento. Questo emendamento, che alcuni colleghi hanno già bene illustrato, è proprio ispirato al sentimento della responsabilità. Crediamo che non si chieda niente di sconvolgente, niente che possa turbare l'animo di chi ha prodotto fino a questo punto il provvedimento stesso. Crediamo che si possa ragionevolmente concedere ai comuni nelle regioni interessate dal terremoto di poter continuare a fare un'azione importante di recupero del patrimonio esistente grazie, appunto, a coloro che fino adesso ci hanno lavorato e che grazie a un decreto precedente, appunto, sono stati assunti a tempo determinato. Io non credo che si possa serenamente impedire a questi enti locali di poter continuare questo lavoro e di poter proseguire l'azione di risanamento.

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Caretta. Ne ha facoltà.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente. Io veramente rimango basita e mi sto chiedendo per quanto tempo dobbiamo ancora discutere su un emendamento di buonsenso. Non riesco francamente a capire perché non possa essere accettato questo emendamento. Chiediamo solo che sia prorogato il personale che aveva un contratto a tempo determinato fino al 31 dicembre 2018, personale formato per la ricostruzione di regioni colpite dal terremoto. Chiediamo una proroga fino al 31 dicembre 2019 e credo che questo sia un emendamento di buonsenso. Vorrei veramente capire perché questo Governo si ostina a non accettare questo emendamento, questa richiesta fatta per personale che è formato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, quello che si chiede è una misura molto limitata. Mi scusi, abbia pazienza: è un funzionario, ma sto parlando. Se gentilmente, Presidente, può far presente…

PRESIDENTE. Deputato Foti si rivolga a me, sempre. Qual è il problema?

TOMMASO FOTI (FDI). Il problema è che non dovrei essere disturbato dai funzionari.

PRESIDENTE. Sono andati a dire una cosa alla sua collega che aveva fatto l'intervento sull'ordine dei lavori.

TOMMASO FOTI (FDI). Per l'intervento sull'ordine dei lavori la risposta l'avrebbe dovuta dare lei, a dire il vero.

PRESIDENTE. No, la risposta la possono dare tranquillamente i funzionari perché dovevamo controllare se fosse o meno arrivato l'SMS alla sua collega per la Commissione bilancio e l'SMS ci risulta arrivato. Quindi, andiamo avanti con poche polemiche.

TOMMASO FOTI (FDI). Se l'SMS è arrivato lo può dire anche lei…

PRESIDENTE. Andiamo avanti e faccia il suo intervento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

TOMMASO FOTI (FDI). …e io non sto facendo alcuna polemica.

PRESIDENTE. A me sembrava di sì. Comunque, andiamo avanti in tranquillità.

TOMMASO FOTI (FDI). Le leggerò qualche dato, così si informa meglio.

PRESIDENTE. Di cosa?

TOMMASO FOTI (FDI). Decreto-legge parte Genova…

PRESIDENTE. Prego.

TOMMASO FOTI (FDI). Undici articoli presentati dal Governo, sette articoli aggiuntivi, dodici commi aggiuntivi, un comma soppresso in Commissione. Capo II, agenzia: cinque articoli; modifiche: due articoli aggiuntivi, sette commi aggiuntivi, due lettere aggiuntive.

Capo III, Ischia: cinque commi e quattro lettere aggiuntive.

Capo IV, eventi sismici: due articoli aggiuntivi, tre commi aggiuntivi, sei lettere.

Capo V, ulteriori interventi emergenziali: quattro articoli aggiuntivi e un comma aggiuntivo. Non vedo, francamente, quale grande problema avrebbe provocato in questo momento l'approvazione anche dell'emendamento del collega Trancassini a un decreto che è stato rifatto dal Parlamento perché quello che è uscito dal Governo faceva schifo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Abbiamo sentito durante il dibattito anche alcune rassicurazioni da parte del sottosegretario Crimi riguardo alla possibilità di proroga dei contratti del personale tecnico impegnato negli uffici speciali per la ricostruzione.

È un impegno che però viene rinnovato, perché questo è il terzo provvedimento in cui questo impegno viene rinnovato, così come i nostri emendamenti - che sono, poi, sempre gli stessi -vengono accantonati.

Io credo che sia necessaria una risposta anche più chiara, perché non c'è stata nei termini di durata. Si è detto: “Saranno rinnovati”, ma non si è detto se per il 2019 o se fino al 2020, in concomitanza con la struttura commissariale. Io credo che, parlando di persone e parlando di professionisti, anche di elevata qualità, vi debba essere una certezza, una programmazione e degli impegni che normalmente il Parlamento matura in leggi e non in semplici dichiarazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo, ovviamente, per ribadire l'appello al sottosegretario, che è quello di riflettere rispetto a questo emendamento che noi riteniamo, come Fratelli d'Italia, importante. Si tratta della proroga al 31 dicembre 2019 del personale che in questi anni ha avuto la possibilità di sostenere gli enti locali ed ha acquisito soprattutto una professionalità nel merito, ma anche perché, se lei ci fa caso - al di là se, in questo caso, Fratelli d'Italia piuttosto che qualche altro gruppo della minoranza spesso sottoscrive, sottosegretario, questi emendamenti - sono i sindaci a chiederlo. I sindaci sono coloro che, quotidianamente, conoscono le realtà di quei comuni ai quali spesso - devo dire nei momenti più difficili - ci affacciamo, ci rivolgiamo e dobbiamo sostenere.

Credo che la volontà di riflettere rispetto ad un'eventuale approvazione sia non l'idea di aspettare un fallimento da parte sua rispetto a quella che sarà un'eventuale bocciatura, ma soltanto l'idea di aver riflettuto e, soprattutto, di aver ammesso che quello che chiediamo è una cosa giusta, non soltanto per le unità lavorative ma per gli enti locali e per i tanti cittadini che hanno già subito dal disastro del terremoto grandi difficoltà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Presidente, come lei ha visto, fino a questo momento non vi è stato alcun atteggiamento ostruzionistico da parte di Fratelli d'Italia, ma un atteggiamento assolutamente di buonsenso, costruttivo e di dialogo per cercare di migliorare il testo di un disegno di legge che, effettivamente, è uscito dal Governo con infinite lacune e carenze. Allora, per quanto riguarda la popolazione residente nei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, che già ha subito gravi ritardi da parte delle istituzioni nella realizzazione di interventi di assoluta emergenza, non è giusto che questa subisca, oltre al danno di questi ritardi, anche la beffa della mancata proroga dei contratti per quel personale che sta lavorando intensamente proprio per intervenire su questi progetti di ricostruzione che sono in ritardo.

Quindi, credo che sia assolutamente incomprensibile che non ci sia un consenso a prorogare questi contratti a fronte di altre modifiche ben più significative che sono state apportate al testo durante i lavori in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 37.023 Trancassini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 38.2 Trancassini

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Sì, Presidente. Se ci fosse stato bisogno di avere la prova dello scarso interesse per la ricostruzione, se serviva la prova del nove per dimostrare la disparità di trattamento del Governo rispetto a queste tre differenti ricostruzioni, beh noi lo abbiamo sondato con questo emendamento. Oggi il commissario che si occuperà della ricostruzione post sisma è un commissario scelto dal Governo, ci avete messo molto per trovarlo, probabilmente avete sondato molte persone, avete ricevuto molti «no», però poi, alla fine, avete trovato nel dottor Farabollini lì vostro commissario per la ricostruzione. E, allora, non si capisce perché, all'interno del medesimo strumento normativo, cioè all'interno del decreto-legge per Genova ci siano tre commissari, che hanno tre poteri diversi. In primis c'è il commissario per Genova, che addirittura operava in deroga a tutta la normativa vigente, compresa quella dell'antimafia. Poi c'è quello di Ischia, che ha comunque poteri straordinari. E, poi, c'è il povero Farabollini che, così come è successo ai suoi due predecessori, opera all'interno di una normativa ordinaria.

Vi abbiamo chiesto di equiparare i due commissari perché, se quella di Genova può essere una scelta lungimirante, perché c'è la consapevolezza in tutti quanti noi che per ricostruire bisogna mettere da parte la burocrazia e, quindi le lungaggini, non si capisce perché questa stessa metodologia non l'applicate per il Centro Italia, per la ricostruzione post sisma. E questo fa il paio con la differente strategia della ricostruzione di Ischia e del Centro Italia.

Io vorrei far notare all'onorevole Rospi che, insomma, si è tanto affannato a spiegarci che non è un nuovo condono, che sono norme che sono già presenti, che comunque è soltanto mettere nuovamente in movimento le procedure già pendenti, ma perché questa procedura non l'avete estesa in Italia prima e poi ai territori colpiti dal sisma? È lo stesso strumento normativo, perché utilizzare alcuni articoli per dire come si ricostruisce e quello che si sana a Ischia e poi non dire nulla o, comunque, poi emendare in maniera diversa la ricostruzione del Centro Italia? Perché fare due norme diverse? La verità è una, è che il Governo dapprima si occupa solo e soltanto di Genova e di Ischia in questo decreto, poi tenta di correre ai ripari mettendo degli emendamenti per favorire e migliorare la ricostruzione.

Ecco, con questo emendamento, Presidente, noi vogliamo stigmatizzare il comportamento del Governo del due pesi e due misure e credo che sia giusto dare al nuovo commissario Farabollini gli stessi poteri del sindaco di Genova, perché anche lui ha bisogno di derogare a parte della normativa vigente per cercare di ricostruire le centotrentotto comunità che aspettano da oltre due anni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. È proprio per queste ragioni che diceva il collega Trancassini che Fratelli d'Italia, dall'inizio della legislatura, ha posto all'attenzione di questo Parlamento una regola semplice: che questioni straordinarie non possono essere regolate, trattate con norme ordinarie.

Per cui, abbiamo detto, abbiamo ripetuto, siamo rimasti purtroppo inascoltati: poniamo in essere una delle regole utili per tutte le emergenze, per non avere uno strumento che cambia a seconda della latitudine o a seconda del livello di emergenza che si viene a creare.

Oggi ci troviamo, in questo decreto, plasticamente disegnati tre poteri, tre poteri diversi per tre soggetti diversi. Da un lato, a Genova si possono fare delle cose che non si possono fare a Ischia, quello che si può fare a Ischia non si può fare in Umbria e nelle Marche o nel Lazio, ma l'Italia è una o sono tre, quattro, cinque? Quante sono queste Italie, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Acquaroli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO ACQUAROLI (FDI). Grazie, Presidente. Io ritengo che in territori colpiti da un'emergenza fare una discriminazione sia veramente grave. È grave che, dopo due anni dal sisma del Centro Italia, ci sia ancora un atteggiamento differente nei sistemi, nei metodi, nei modi in cui questa emergenza viene affrontata. È inaccettabile che anche in questa occasione viene penalizzata, addirittura viene inserita dopo che il decreto è arrivato alle Camere la questione del Centro Italia, viene fatta una discriminazione nei confronti del commissario. C'è anche una differenza rispetto al condono di Ischia e la sanatoria del Centro Italia, abbiamo parlato prima del personale. Se noi vogliamo ricostruire quei territori dobbiamo farlo in assoluta congruenza rispetto alle altre emergenze, conferendo agli operatori le stesse opportunità. Non è giusto creare questa discriminazione proprio a chi da due anni subisce ormai una difficoltà nella vita quotidiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Presidente, abbiamo sentito in passato, anche dai banchi di chi magari adesso è al Governo, grandi accuse al sistema dei commissariamenti, grandi accuse a queste eventuali e possibili discrezionalità. Abbiamo avuto anche persone magari crocifisse per anni, che poi la giustizia ha ritenuto innocenti rispetto al ruolo che hanno svolto in funzione di calamità importanti.

Allora, io credo che sarebbe stata questa la grande occasione di individuare quali sono le situazioni in cui un commissariamento è opportuno e quali sono le fattispecie in cui si può e si deve inserire un commissariamento di un certo tipo.

Risulta strano a noi vedere, come bene ha detto il collega Trancassini, tre commissariamenti nello stesso provvedimento, con tre poteri diversi che appaiono, in qualche modo, non uniformi anche a dei cittadini che sono cittadini come a Genova e come nei territori terremotati del Centro Italia e così come a Ischia.

Quindi, credo che sia il caso…(Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente ma per questo emendamento, che chiedo di sottoscrivere, cosa che forse per sbadataggine non ho fatto, mi chiedo dove sia il problema ad approvarlo. Che problema hanno i cittadini del Centro Italia a non dover avere un commissario con gli stessi poteri degli altri due commissariamenti e sarebbe da spiegare perché devono subire, ancora una volta, un'umiliazione dopo le case che continuano ad ammuffire, dopo le case che continuano a cadere a pezzi, dopo la case che comunque non sono state consegnate, non hanno neanche un commissario che ha pieni poteri. Non abbiamo sentito una risposta e ci sembra offensivo anche non rispondere a questa semplice domanda, il perché non ha gli stessi poteri degli altri. Non si chiede perché il Governo non dia una spiegazione a un deputato che ritorna a chiedere dei diritti, ritorna chiedere semplicemente dei diritti che dei cittadini italiani hanno, perché continuano a pagare, comunque, un prezzo che non dovevano pagare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fidanza. Ne ha facoltà.

CARLO FIDANZA (FDI). Grazie, Presidente. Siamo di fronte a uno dei pochi emendamenti di carattere ordinamentale, nel senso che non è caduto sotto la falcidia della mancanza di copertura decretata dalla Commissione bilancio. Noi abbiamo discusso molto sull'articolo 1 di questo decreto riguardo ai poteri del commissario per Genova, è emersa nel dibattito parlamentare la necessità di integrare quell'articolo, per esempio sul tema della normativa antimafia e, invece, su questo nostro emendamento nessuna discussione si è aperta, non c'è stata neanche la cortesia, da parte del Governo, nello spiegare per quale motivo questo emendamento non potesse essere accolto, posto che non c'è, in questo caso, il problema della mancanza di copertura. Il silenzio più assoluto. E davvero non si spiega per quale ragione non si possano conferire a un commissario, peraltro appena nominato da questo Governo, poteri che consentano di derogare a norme che, in questo caso, rischiamo di imbrigliare ulteriormente una ricostruzione già molto difficile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Allora, questo, signor Presidente, è un emendamento di assoluto buonsenso, non solo perché tende a uniformare quelle che sono le normative riguardanti altri commissari di, purtroppo, altre zone che si sono trovate negli stessi problemi, ma perché è una norma ordinamentale che non comporta alcuna spesa e che potrebbe bene essere accolta dalla maggioranza e dal Governo, e fatta propria. Salvate il soldato Farabollini, ma, soprattutto, diamo gli stessi diritti alle popolazioni ugualmente colpite. In fondo, la norma prevede soltanto che il commissario sia sottoposto alle norme di carattere penale, in particolare quelle antimafia e delle normative europee, e non vuole che possa essere costretto nella propria azione da altre normative sussistenti o che vengano in futuro. Gli stiamo semplicemente riconoscendo gli stessi diritti e gli stessi poteri che riconosciamo agli altri commissari.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). In questo caso sono a rappresentare il rammarico che, devo dire, è rappresentato quasi dal non voler accettare nessuna delle proposte che sono venute, ma ancor di più nel momento in cui un sottosegretario della Repubblica italiana dovrebbe mettere in campo idee, proposte e azioni che siano uguali per tutto il territorio nazionale. Qui ci troviamo con tre pesi e tre misure, una per Genova, una per Ischia, una per il Centro Italia, e sinceramente credo che non si debba guardare alla provenienza di un leader piuttosto che all'elezione del collegio che lo ha portato a sedere nei banchi dei ministri.

E, allora, noi vogliamo chiedere con grande fermezza che questo emendamento, più volte sollecitato dall'onorevole Trancassini, ma da tutto il gruppo di Fratelli d'Italia, e, soprattutto, da quell'Italia che da troppo tempo sta aspettando delle risposte, possa essere approvato in questa seduta; altrimenti, continueremo a dire che avete più regole, e, devo dire, regole diverse a seconda di chi appartiene a una determinata zona d'Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bucalo. Ne ha facoltà.

CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, signor Presidente. L'Italia è una ed è indivisibile. Perché questa disparità, signor Presidente? I territori colpiti da eventi gravi hanno diritto di avere gli stessi interventi, per cui è necessario che il commissario abbia gli stessi poteri degli altri commissari.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Del Mastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Presidente, con questo emendamento volevamo introdurre un concetto banale: la pari dignità dei commissari e la pari dignità dei cittadini di tutte le zone colpite in Italia, la parità dei poteri di tutti i commissari; una grande capacità di incidere, individuando una cosa che in Italia non si può fare, perché in Italia si può fare tutto, tranne invocare l'uomo forte che si assume responsabilità, che ha l'unico e legittimo limite del diritto penale, ma che interviene con responsabilità per incidere, per risolvere, assumendosi tutte le responsabilità.

Ci avete consegnato tanti luogotenenti, che staranno lì prima a capire quali saranno i loro poteri e le loro funzioni; ricostruiranno la loro identità prima di ricostruire i territori. Noi volevamo un'unica figura che da domani mattina intervenisse con pieni poteri per ricostruire i territori. È un'occasione mancata del Governo del cambiamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Preventivamente, chiedo di sottoscrivere anch'io questo emendamento; poi dico che capisco, ma non condivido, il motivo per cui avete bocciato l'emendamento 37-bis, perché, evidentemente, richiedeva una copertura finanziaria.

L'emendamento 38 evidentemente non richiede coperture di carattere finanziario. Quindi, state esercitando una scelta politica, ci state notificando che esistono tre Italie che richiedono tre trattamenti diversi. Ritengo che si debba votare a favore di questo emendamento, per non sancire questo principio che esistono tre Italie diverse. L'Italia è unica e indivisibile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Non è una sorpresa né un mistero che per questo Governo i commissari non siano tutti uguali, lo abbiamo appreso nella polemica poco elegante che il Ministro Di Maio ha fatto nei confronti del presidente Musumeci sul commissariamento per i rifiuti. Naturalmente, attendiamo di sapere quale sarà il trattamento riservato a Roma, quando anche qui arriverà certamente il commissario per i rifiuti per rimediare alla tragica gestione della Raggi. Quindi, l'emendamento è assolutamente di buonsenso, va sostenuto e sorprende che immotivatamente il Governo lo respinga (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Butti. Ne ha facoltà.

ALESSIO BUTTI (FDI). Presidente, credo che sia sufficientemente chiara l'argomentazione che il gruppo di Fratelli d'Italia ha portato a supporto dell'emendamento di cui è primo firmatario il collega Trancassini. Siete riusciti a reiterare delle discriminazioni che avete applicato anche ai territori e alle popolazioni disagiate per eventi sismici pure sui poteri attribuiti ai commissari, e questa non è una faccenda molto facile. Per Ischia di tutto e di più, però, si sa, Ischia è il collegio di Luigi Di Maio. Ricordo perfettamente quando l'onorevole Di Maio si scagliava contro la cosiddetta legge mancia, che, guardate, colleghi, ha risolto su tutto il territorio nazionale una serie di problemi inelencabili, veramente inelencabili.

Ditemi voi se quello che avete inserito per Ischia, cioè per il collegio di Luigi Di Maio, non rappresenta una legge mancia ad personam(Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, a scanso di equivoci, vogliamo far presente che il gruppo di Fratelli d'Italia non sta attuando alcuna forma di tipo ostruzionistico (Commenti).

PRESIDENTE. Non c'è bisogno di sottolineare le parole del vostro collega Foti. Andiamo avanti.

TOMMASO FOTI (FDI). Vede, Presidente, se lei guardasse il fascicolo degli emendamenti, si renderebbe conto che, relatori compresi, il gruppo di Fratelli d'Italia è quello che ha presentato meno emendamenti, anche meno del Governo e anche meno dei relatori che in Commissione firmavano le veline del Governo senza manco leggerle (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo in termini di rispetto! Dopodiché le dico che noi abbiamo avuto anche una strana sfida. Ci è stato detto: la prossima volta presentate più emendamenti, da parte del Governo. Sarete serviti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Credo che il tema sollevato con questo emendamento sia un tema molto serio e concreto, perché troppe volte in Italia ci lamentiamo che la burocrazia è un ostacolo per la risoluzione dei problemi, troppe volte parliamo di semplificazione, di necessità di trovare le modalità per arrivare prima alla soluzione. Invece, quando c'è un'emergenza, che dovrebbe essere il momento in cui ancora di più si semplifica, secondo voi bisogna complicare, e quindi individuare figure diverse con poteri diversi, commissari diversi a seconda dell'emergenza.

E quindi, in un momento strategico e importante come davanti all'emergenza, invece di semplificare la burocrazia, si complica, creando figure diverse con poteri diversi. Solo qualcuno che vive sulla luna, che crede alle scie chimiche, può immaginare una roba di questo genere. Nemmeno Renzi nei momenti di delirio era arrivato a pensare una cosa di questo genere. Solo chi vive solo sulla luna può pensare questo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Quanto tempo ho, Presidente?

PRESIDENTE. Cinque minuti.

ALESSIA MORANI (PD). Che bello, grazie! Ho chiesto al collega Trancassini, con cui ho un rapporto di stima, benché la politica ci divida profondamente, perché si era così concentrato sul contenuto di questo emendamento, e sono andata a chiedere spiegazioni, anche, magari, con la volontà di sottoscriverlo.

Non lo voglio sottoscrivere, spiegherò perché ma spiego anche il motivo per cui il collega Trancassini e il gruppo di Fratelli d'Italia si sta giustamente concentrando su questo emendamento. Vede, in questo Paese, purtroppo, negli anni, abbiamo subito grandi tragedie: il terremoto de l'Aquila, il terremoto dell'Emilia Romagna, il terremoto del Centro Italia, purtroppo diverse alluvioni, il crollo delle del ponte Morandi a Genova e anche il terremoto di Ischia. Negli anni, i Governi che si sono succeduti hanno provato a mettere in campo strategie ed azioni politiche che potessero essere adatte a fronteggiare prima l'emergenza e poi la ricostruzione, ed effettivamente ci sono alcuni modelli di ricostruzione che hanno funzionato: il modello dell'Emilia, ad esempio, è un modello positivo, così come cito anche il modello del 1997, Marche-Umbria, che è stato un modello di ricostruzione vincente.

In quel caso si fece una scelta, si fece una scelta su quali dovessero essere le funzioni di chi si occupava della ricostruzione, quali poteri aveva e, anche in ordine agli investimenti, come quegli investimenti dovessero essere suddivisi nel tempo. Oggi noi ci troviamo ad approvare un decreto che contiene poteri diversi per commissari che si occupano di emergenze diverse.

Allora, la domanda sorge spontanea e il collega Trancassini, giustamente, chiede conto, attraverso l'emendamento, dei motivi per cui, ad esempio, al commissario incaricato per la ricostruzione di Genova siano dati alcuni poteri, mentre gli stessi poteri non sono conferiti al commissario per la ricostruzione per il terremoto del Centro Italia. La cosa è molto curiosa perché pare che in questo decreto si facciano distinzioni tra emergenze, distinzioni tra tragedie e si facciano figli e figliastri, perché è vero che il commissario per la ricostruzione di Genova ha poteri enormi. Addirittura, questo decreto, quando è uscito dal Consiglio dei ministri, prevedeva addirittura la cancellazione delle norme extra penali che riguardavano l'antimafia, cioè si consentiva anche alle imprese che non avevano il certificato antimafia di poter gareggiare per la ricostruzione del ponte Morandi di Genova. Quelle norme sono state cancellate dopo una battaglia che abbiamo fatto nelle stesse Commissioni I e II – inascoltati - e si è iniziata una prassi che io reputo molto scorretta, cioè quella consistente nel prendere gli emendamenti delle opposizioni, pur avendoli bocciati, facendoli propri. È stata, quindi, cancellata la vergogna della normativa extra penale antimafia, però, non è stata cancellata la disparità dei poteri tra i commissari, perché il commissario per il Centro Italia non ha i poteri che ha il commissario di Genova. Tra l'altro, il commissario per il Centro Italia non avrà più neppure il supporto dei presidenti delle regioni, che sono stati fatti letteralmente fuori con una volontà politica precisa perché sono tutti governatori del Partito Democratico. Quindi, non riusciamo a capire quali siano i motivi di questa disparità di poteri. Visto che il senatore Crimi, sottosegretario Crimi, è qui con noi alla Camera, a differenza del Ministro Toninelli, il quale ha scritto questo decreto con il cuore mentre attraversava un tunnel sopra un ponte dove giocano i bambini, che vanno a mangiare al ristorante, e, purtroppo, non ci onora della sua presenza qui il Vice Presidente del Consiglio dei ministri, signor Luigi Di Maio, detto anche il signore dei condoni, magari il senatore, sottosegretario Crimi…

PRESIDENTE. Concluda.

ALESSIA MORANI (PD). …magari potrà dirci quali sono i motivi per cui c'è questa disparità di trattamento tra commissari, grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie Presidente. Sulla scorta anche di quanto - io ho ascoltato tutto il dibattito - prima affermava - e non ha terminato - il collega Osnato, noi cerchiamo semplicemente, sottosegretario, di trasferire un concetto, cioè che la parità di poteri equivale esattamente alla parità di dignità rispetto a tutti i commissari che in Italia dal nord al sud devono esserci e ci sono. E questa eguale parità di trattamento va a riverberarsi inevitabilmente rispetto alla parità di dignità che tutti i cittadini italiani da nord a sud devono ricevere in termini di beneficio da una macchina che è fondamentalmente statale. Ma vi rendete conto di quante volte, Presidente, un commissario può essere accusato di turbativa d'asta oppure di abuso d'ufficio? Probabilmente, ogni mezz'ora rispetto alla sua attività. Quindi, noi chiediamo formalmente sottosegretario un accantonamento perché questa è una discriminazione e le discriminazioni, così come purtroppo ci insegna la nostra storia, comportano rischi importanti e gravosi, soprattutto per la parte debole del nostro Paese, in questo caso i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. C'è una richiesta di accantonamento dell'emendamento 38.2 Trancassini. Relatore?

GIANLUCA ROSPI , Relatore per la VIII Commissione. Lo accantoniamo.

PRESIDENTE. Accantonato l'emendamento 38.2. Passiamo all'emendamento 39.1 Anna Lisa Baroni con parere contrario di Commissioni e Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Anna Lisa Baroni. Ne ha facoltà.

ANNA LISA BARONI (FI). Presidente, nel mio incarico precedente, prima della mia elezione al Parlamento, sono stata per cinque anni consigliere regionale della Lombardia e in quella veste. per tre anni, sono stata delegata dal Presidente Maroni alla ricostruzione post-sisma del territorio della Lombardia gravemente colpito dal sisma del 2012. Come può immaginare Presidente, così come possono immaginare anche tutti i colleghi, per tre anni ho maturato una certa esperienza e anche una frequentazione quotidiana con persone gravemente colpite nel proprio patrimonio personale e umano dal sisma. Ebbene, durante la discussione generale in questa aula del decreto Genova e anche durante la discussione di questi emendamenti mi sono fatta l'idea che nessuno dei membri della maggioranza, in particolare del Movimento 5 Stelle abbia mai visto in viso una persona che ha perso tutto a causa di un grave disastro: la casa e tutto il resto.

Perché mi sono fatta questa idea? Proprio perché ho frequentato per tre anni persone così gravemente colpite, ma ancora più grave è stata la mia sorpresa quando ho ascoltato, a un mese dal crollo del ponte Morandi, il signor Presidente del Consiglio, recarsi a Genova il 14 di settembre, e sventolare un documento e dire non sono venuto a mani vuote, sono venuto qui con il documento, il provvedimento che risolve i problemi di Genova. Grande è stata la mia sorpresa quando ho appreso leggendo quel documento che al posto delle cifre che dovevano servire a risolvere i problemi di Genova vi erano dei puntini, così come tutto quel provvedimento era subordinato alla clausola: salvo intese. Questo mi ha fatto comprendere che il signor Presidente del Consiglio, avvocato del popolo, nella sua vita probabilmente non ha mai conosciuto una persona che ha subito un grave danno e la distruzione di tutti i suoi averi, perché se così fosse stato quella frase, quello sventolamento del documento non l'avrebbe mai fatto, così come non l'ho mai fatto io in tre anni che ho vissuto concretamente io stessa per essere una terremotata nel mio Paese e ho vissuto insieme a delle persone di fronte alle quali mai avrei usato una metafora o un argomento di carattere politico che si usa nella discussione politica per raccontare delle bugie a delle persone così gravemente colpite.

Peraltro, inviterei il signor Presidente del Consiglio a venire in visita nel Mantovano, nel mio territorio, così spesso dimenticato anche nel titolo di questa norma: all'inizio si era dimenticato che la Lombardia fosse uno dei territori colpiti, eppure signor Presidente il nostro territorio, il mio territorio è stato colpito da un danno che è di circa un miliardo e 200 milioni di Euro. Certo, non così grave come la perdita di vite umane che c'è stata in Emilia-Romagna: 11 miliardi di euro è il danno dell'Emilia Romagna. Tuttavia, anche noi, in Lombardia, sia pure senza perdita di vite umane, abbiamo subìto un danno di un miliardo e 200 milioni di euro.

Bene, ad oggi, sei anni dopo quel sisma, noi abbiamo ricostruito quasi l'80 per cento dell'intero patrimonio civile e industriale, e anche la ricostruzione pubblica e dei beni artistici e storico culturali è ormai in un'ampia fase di completamento.

Per questo, nella primavera di quest'anno abbiamo presentato alcuni emendamenti che erano utili per la ricostruzione. Questi emendamenti sono stati cassati: ce li avete cassati con il decreto dedicato al sisma del Centro Italia perché ci avete raccontato che la materia era estranea a quegli emendamenti; ce li avete cassati quando noi li abbiamo ripresentati con il decreto mille proroghe (anche lì ci avete detto che la materia era estranea). Bene, poi, leggendo il decreto Genova, i colleghi del mio partito si sono lamentati, perché hanno giustamente detto che questo doveva essere un decreto dedicato soltanto al dramma di Genova…

PRESIDENTE. Ha concluso il tempo.

ANNA LISA BARONI (FI). …invece ci troviamo molte altre cose. Bene, questi emendamenti li avete fatti propri e avete inserito l'articolo 39. L'articolo 39 era il nostro emendamento. Oggi noi presentiamo piccole modifiche a questo articolo, che non vengono accettate e ci è stato chiesto di ritirare l'emendamento….

PRESIDENTE. Deve concludere.

ANNA LISA BARONI (FI). …che risolverebbe ulteriormente alcuni problemi concreti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie Presidente. La collega, nell'illustrazione dell'emendamento, ha posto un problema serio. Capita molto di frequente che emendamenti da noi presentati in altri strumenti, in altri decreti, trovino in quella circostanza delle bocciature clamorose e poi vengano invece recuperati successivamente, o con emendamenti, o addirittura con testi del Governo che ripropongono questioni da noi poste.

Però, nonostante questo comportamento, rimane in questo decreto un senso di inappropriatezza perché si continua a procedere nella discussione ma gli emendamenti continuano ad essere bocciati. Voglio, a questo punto, anche in riferimento all'accantonamento appena fatto sulla rimodulazione delle funzioni commissariali, ricordare che in questo decreto abbiamo appena eliminato i poteri dei presidenti delle regioni, a vantaggio, appunto, del commissario.

Proprio oggi, la Conferenza dei Presidenti dei consigli regionali, riunitasi a Reggio Calabria, ha fatto e approvato un documento, chiedendo al Governo e al Parlamento di ritornare rapidamente su quella decisione, ritenendola una decisione sbagliata. Ora, è evidente che nel trattare della impignorabilità delle risorse assegnate per la ricostruzione, che è una questione che già per altri terremoti avevamo approvato - quindi non è una novità - almeno fatelo bene.

Quindi, diciamo, il suggerimento dei colleghi e l'emendamento vanno nella direzione di meglio lavorare: noi siamo d'accordo.

PRESIDENTE. Per favore un po' di silenzio.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Su queste questioni, finché c'è tempo, ritornateci per il bene del Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rossi. Ne ha facoltà.

ANDREA ROSSI (PD). Grazie Presidente, in questo minuto intervengo in modo specifico su quello che è l'emendamento presentato, perché non si comprendono le ragioni rispetto al fatto che non venga accettata una modifica che può risultare abbastanza semplice, ma che ha un significato profondo, cioè sul tema dell'impignorabilità delle risorse assegnate per la ricostruzione.

Perché dico questo? Perché a non accettare questo emendamento, non si conosce quello che è un elemento che caratterizza il lavoro fatto in questi anni sul tema della ricostruzione in Emilia da parte del commissario per quanto riguarda l'impignorabilità. Non ci sono solo esclusivamente coinvolti i conti specifici del commissario, ma appunto noi diamo anche risorse in Emilia Romagna direttamente su quelli che sono i conti correnti vincolati agli assegnatari privati e beneficiari. E se non si accoglie questo emendamento qui si rendono in pratica pignorabili quelle che sono delle risorse pubbliche che noi abbiamo messo a disposizione per la ricostruzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie Presidente, noi stiamo cercando di fare ragionare il Governo e la maggioranza sulla possibilità di non andare oltre l'errore, perché in questo caso specifico parliamo di impignorabilità, bisognerebbe capire per quale motivo il Governo e la maggioranza sarebbe contraria. Presidente…

PRESIDENTE. D'Uva!

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Capisco che è il capogruppo.

PRESIDENTE. D'Alessandro, D'Alessandro! Andiamo avanti!

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Capisco che il capogruppo ha bisogno di confrontarsi però ritengo…

PRESIDENTE. Trascorre il tempo!

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Sì, Presidente, se lei mi interrompe, non andiamo avanti.

PRESIDENTE. Non la interrompo, l'ho interrotta con cognizione di causa. Vada avanti, altri venti secondi.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Presidente, so che l'ho affascinata con la prestazione di prima, però prima che le consegni anche…

PRESIDENTE. Ci ben altro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Mi fa molto piacere. Presidente, visto che stiamo ormai degenerando, grazie alla sua conduzione cerchi di fare ragionare…

PRESIDENTE. D'Alessandro.

CAMILLO D'ALESSANDRO….la maggioranza affinché ascolti. Mi ha bloccato sempre.

PRESIDENTE. Ha concluso il suo tempo. Le do altri dieci secondi e poi conclude.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). No, no, Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata De Micheli. Ne ha facoltà.

PAOLA DE MICHELI (PD). Grazie Presidente, per sostenere quanto prima annunciato dalla collega con la quale ho avuto anche il piacere di collaborare proprio sul terremoto che ha coinvolto anche la parte sud della Lombardia e ovviamente la provincia di Modena e non solo nell'Emilia Romagna. Io faccio semplicemente questo appunto. Sulle questioni del terremoto negli ultimi tre o quattro mesi sono state scritte delle norme, alcune delle quali, non tutte, corrono il rischio di essere inapplicabili. Visto e considerato che nel testo originario del decreto si è presa la decisione politica da parte di questo Governo di introdurre questo tema di impignorabilità che aveva una serie di problemi giuridici perché è stata una discussione che abbiamo fatto nel tempo, non riesco a capire perché il Governo non possa accettare delle modifiche che rendono attuabile questa norma, semplicemente attuabile e attuabile per tutti coloro che hanno diritto di avere questo tipo di protezione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Signor Presidente, penso che il problema sia sempre lo stesso stiamo provando a fare degli interventi, da parte del Partito Democratico ma anche da parte di altre forze politiche, per far sì che questo decreto sia effettivamente attuabile. Ci sono diciamo delle modifiche che vanno nella direzione che il Governo dovrebbe auspicare, cioè far funzionare meglio diciamo il sistema e, francamente, dopo tutte quelle che si sono respinte anche a proposito di una differenza di trattamento tra le diverse situazioni, credo che questa proposta sia il minimo indispensabile perché possa almeno in questo caso dare piena attuazione all'articolo di cui si sta discutendo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie Presidente, anch'io mi associo alle parole dei colleghi che mi hanno preceduto per segnalare in questo emendamento, come negli altri che si stanno proponendo, l'obiettivo di migliorare questa parte del decreto; e nel caso specifico su un tema che appunto lo stesso Governo, le stesse forze di maggioranza dicono di avere a cuore, che ha a che fare col buonsenso: che le somme assegnate ai privati per la ricostruzione non possano essere oggetto di pignoramento. L'obiettivo è quello di attuare per tutti questa possibilità, e credo, quindi, che un intervento in questo senso di assoluto buonsenso, che va nell'ottica del miglioramento del testo presentato, dovrebbe trovare l'accoglimento da parte della maggioranza. Noi auspichiamo che questo possa realizzarsi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Mura. Ne ha facoltà.

ROMINA MURA (PD). Presidente, con questo emendamento proviamo, come hanno già detto i colleghi, ad inserire alcuni elementi che rendano attuabile lo strumento giuridico dell'impignorabilità. Lo facciamo consapevoli che attraverso questo decreto la maggioranza e il Governo hanno fatto, direi, quasi miracoli: un condono a Ischia che nessuno aveva fatto, osato fare negli anni precedenti; per cui ci sembra che inserire un elemento di chiarezza, sia giuridica, ripeto, ma anche di linguaggio, possa aiutare, sia la cosa più semplice che il Governo possa fare. Per cui invitiamo il sottosegretario che qui ci ascolta a valutare quest'emendamento e ad approvarlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gariglio. Ne ha facoltà.

DAVIDE GARIGLIO (PD). Presidente, io innanzitutto chiederei di poter sottoscrivere questo emendamento, opportunamente presentato. Mi associo anche perché vedo in calce la firma di molti colleghi parlamentari della mia regione. Mi pare che sia un elemento di buonsenso: se guardiamo il dossier predisposto dal Servizio studi vediamo come si parli sempre di somme insequestrabili e impignorabili purché depositate su conti correnti bancari intestati, questa è la dizione del Servizio studi. Non si sa perché il legislatore, cioè il Governo, quando ha voluto presentare questo decreto, abbia deciso di usare due termini, “attivati” e “intestati”. Poiché non capiamo bene il significato del concetto di attivazione, ci pare che la cosa più semplice sia risolvere il grande problema giuridico-ermeneutico che c'è dietro questa dizione mettendo una disgiuntiva, e lasciando quindi una più grande possibilità di interpretazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione… È stata la prima a parlare, deputata Morani, cinque minuti. Ha già parlato, sì.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 39.1…

Stiamo controllando, non c'è problema. Avete ragione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Morani. Ne ha facoltà. Mi fa piacere…

ALESSIA MORANI (PD). Presidente, prima ero intervenuta sull'emendamento a prima firma Trancassini, e sono stata talmente convincente che è stato accantonato; magari provo a convincere il Governo, che dovrebbe magari ascoltare invece che chiacchierare con delle persone… No no, con calma.

PRESIDENTE. Deputato Cassinelli… Deputato… Deputato… Cassinelli… Deputato Cassinelli…

ALESSIA MORANI (PD). Presidente, se disturbiamo Cassinelli ce ne andiamo, non lo so.

PRESIDENTE. Prego.

ALESSIA MORANI (PD). Volevo dire, sono stata così brava a convincere il Governo ad accantonare l'emendamento a prima firma Trancassini che ci provo anche per questo: perché vede, questo è un emendamento che riguarda l'impignorabilità delle somme che vengono attribuite ai privati e finalizzate alla ricostruzione. Quando c'è un terremoto, che è un vero e proprio dramma, non solo psicologico ma anche economico per le persone, può succedere che purtroppo non si riesca magari a ripagare dei debiti che sono pregressi, e che derivano per cui da un altro momento della propria vita. Questo emendamento vuole appunto tutelare le somme che vengono dedicate dallo Stato per la ricostruzione, affinché non finiscano per essere esaustive di debiti che derivano da altre questioni. Per cui io credo che al di là della soluzione normativa…

PRESIDENTE. Ha concluso il tempo. Grazie.

ALESSIA MORANI (PD). No, un secondo. Che al di là della soluzione normativa…

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Lacarra. Ne ha facoltà.

MARCO LACARRA (PD). Presidente, io credo che questo emendamento in qualche modo vada verso una tutela, una tutela che credo non possa non essere accordata; e credo che quando si parla di impignorabilità di somme che vengono messe a disposizione e che hanno una finalità specifica, ciò significa tutelare le persone. Voi che sbandierate ai quattro venti la vostra capacità di essere vicini ai cittadini e di tutelare i loro interessi, credo che proprio in questa direzione vada questo emendamento, e dovreste accoglierlo. Insomma, io non vorrei che, dopo la pace fiscale, la pace edilizia, si vada incontro ormai alla pace eterna, perché questo Paese mi sa che va in quella direzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Presidente, anch'io insisto per l'accoglimento di questo emendamento, perché vuol dire dare un vincolo giuridico alle somme destinate per la ricostruzione. Con l'impignorabilità noi tuteliamo queste somme, e distinguiamo le entrate finalizzate alla ricostruzione da altri rapporti giuridici che può avere l'amministrazione con altri di rapporto debito-credito. Questo è importante per distinguere e dare a questa destinazione una validità e una solidità giuridica che la tutela, rendendola impignorabile. In questo modo noi tuteliamo i cittadini, e dimostriamo di volere destinare queste somme alla ricostruzione; altrimenti potrebbero essere bloccate per altri rapporti giuridici che non c'entrano niente con la ricostruzione. Insistiamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Cantini. Ne ha facoltà.

Per favore, un po' di silenzio. Prego.

LAURA CANTINI (PD). Presidente, sì, insistiamo, insisto anch'io su questo emendamento. E non lo faccio e non l'abbiamo fatto e non lo facciamo per ostruzionismo, ma perché davvero, se non riusciamo ad avere ascolto e ad ottenere la modifica che come vedete e come vediamo è largamente richiesta, significa che non c'è disponibilità da parte del Governo e da parte della maggioranza. Noi abbiamo a cuore i cittadini, facciamo questi interventi perché davvero in questo caso siamo più certi, con l'approvazione di questo emendamento, della giustizia che può esser fatta nei confronti di situazioni che possono capitare, come appunto è stato riferito precedentemente, alle persone colpite dal terremoto, che magari hanno avuto degli aiuti ma nonostante questo non sono riusciti e non riescono a far fronte ai pagamenti per altre questioni. Perciò davvero chiediamo di essere ascoltati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (MISTO). Signor Presidente, volevo sottolineare la civiltà, il buonsenso e la logica dell'intervento di Alessia Morani e dell'onorevole Ferri, perché è evidente che la cifra che viene data per risarcire una persona danneggiata dal terremoto è indisponibile a uno Stato che mentre la dà la riprende per eventuali pignoramenti. Sarebbe folle punire chi è punito dal destino, portandogli via il danaro che serve a reintegrare la sua vita normale. Attraverso quella vita potrà risarcire quel debito, ma sequestrare quello è un atto iniquo, ingiusto e non da 5 Stelle, ma da poveracci incapaci di credere al bene delle persone che hanno patito un danno. Quindi vi pregherei di usare il cervello e di aiutare i disperati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Ci è stato chiesto di riunirci…

PRESIDENTE. Può alzare il microfono?

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Sì. Dicevo, Presidente, sull'ordine dei lavori. Sono arrivati dei subemendamenti, e i relatori ci stanno chiedendo di vederli durante lo svolgimento dell'Aula. Io credo che non sia corretto: quindi o si sospende, e vediamo adesso i subemendamenti, o i subemendamenti andranno ad un Comitato dei nove da svolgersi domani. Qui credo che non sia possibile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Deputato Trancassini, giusto per dirle che l'emendamento di cui parla e su cui sono stati presentati i subemendamenti è a pagina 51 e viene molto, molto dopo ed è alla fine del fascicolo. Prego, deputato Trancassini.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). È colpa mia e probabilmente un po' del microfono se non mi sono spiegato. In questo momento c'è in atto - c'è in atto! - una riunione del Comitato dei nove. Io credo che non sia corretto, indipendentemente se adesso o se è dopo l'ordine. In questo momento noi siamo riuniti nel Comitato dei nove per dare il parere sui subemendamenti.

PRESIDENTE. Solo per comprenderci: se vi state parlando informalmente qui è un qualcosa che vi dovete gestire voi; se, invece, c'è una richiesta formale di riunione del Comitato dei nove è un'altra questione.

Ha chiesto di parlare il relatore per la VIII Commissione, deputato Rospi. Ne ha facoltà.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Presidente, io ho solo distribuito i subemendamenti all'articolo 43 ai colleghi del Comitato dei nove, chiedendo loro se potevamo sospendere e se erano d'accordo a sospendere per dieci minuti per poter discutere. Questo è ciò che è stato fatto.

PRESIDENTE. Ma la sospensione di dieci minuti la chiede adesso o dopo, visto che parliamo di un emendamento che viene molto dopo?

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Presidente, io ho chiesto ai colleghi se chiederla ora o dopo. Però, ne stavamo discutendo ed era questo. Quindi, per me possiamo prenderli anche ora dieci minuti.

PRESIDENTE. Quindi, c'è la richiesta adesso di una sospensione di dieci minuti. Sospendo la seduta per dieci minuti per la riunione del Comitato dei nove.

La seduta, sospesa alle 22,05, è ripresa alle 22,45.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, sta diventando ormai una consuetudine il fatto che non si rispettino gli orari e che la maggioranza… peraltro, magari la consuetudine che il Governo ritorni in Aula quando lavoriamo potrebbe essere utile (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Non vedo il deputato che sta urlando…

ENRICO BORGHI (PD). Prego?

PRESIDENTE. Non lei, Borghi, sentivo qualcun altro.

ENRICO BORGHI (PD). Posso proseguire, Presidente?

PRESIDENTE. Certo.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie. Voglio far rilevare, comunque, l'assenza del Governo dall'inizio dei nostri lavori. Sta diventando una consuetudine il fatto che non si rispettino gli orari, che la maggiorana si presenti impreparata durante i lavori, che i relatori, ancor prima che lei metta in votazione gli emendamenti, chiedano delle sospensioni, che il Comitato dei nove si riunisca e allunghi i propri tempi e questo ha consumato tutto il pomeriggio. Ricordo che noi nella giornata di ieri siamo partiti tardi non certo per una responsabilità della minoranza. E, quindi, noi riteniamo, signor Presidente, che questa situazione debba venire a cessare. O lei mette in condizioni l'Aula di rispettare i tempi e di lavorare oppure noi non siamo in condizione di potere esercitare il nostro mandato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Allora, noi siamo in votazione sul 39.1 Rosato. Il Comitato dei diciotto, da quello che avevo capito, aveva chiesto del tempo per un altro emendamento che doveva essere subemendato.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Do i pareri?

PRESIDENTE. I pareri sono già stati. Gli altri pareri li diamo quando arriviamo all'emendamento con i subemendamenti.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Presidente, come vuole. Possiamo continuare dal 39 o partire da quelli accantonati. Per noi è identico.

PRESIDENTE. Continuiamo dal 39.1 Rosato, che dovevamo votare.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Va bene anche per noi.

PRESIDENTE. Pongo…

ETTORE ROSATO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (PD). Scusi, Presidente, per capire: ma noi per cosa abbiamo fatto quaranta minuti di sospensione? Per capire. Adesso andiamo avanti a votare quello che stavamo votando. Per capire, che il relatore si alzi e ci spieghi perché siamo stati quaranta minuti fermi, perché altrimenti qui insomma ci sono 650 persone, e noi siamo stati quaranta minuti e, peraltro dovendo riandare a chiamare, per dire di cosa hanno parlato? C'è stato qualcosa che interessa anche noi o hanno discusso di una partita di calcio? Se hanno discusso di qualcosa che interessi questi lavori, che ci venga detto che cos'è. Se poi, invece, hanno discusso dell'emendamento che discuteremo tra quindici ore, beh forse qualche consiglio glielo potevamo dare, nel senso che c'erano altri momenti in cui discutere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ma visto che è tutto il giorno che è così, tutto il giorno che è così (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), Presidente, cerchiamo di darci una regola perché altrimenti, guardi non è difficile, noi prima di mezzanotte voti ne facciamo più perché, se c'è l'ostruzionismo della maggioranza, l'opposizione dà il suo piccolo contributo all'ostruzionismo della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Siete stati straordinari! Straordinari perché se l'organizzavamo noi quaranta minuti di sospensione sul nulla, non ci riusciva. Voi avete organizzato quaranta minuti di sospensione sul nulla, ostruzionismo perfetto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, con molta pacatezza io penso che c'è una parola nell'Aula, che si chiama rispetto dei deputati. Io credo che il Comitato dei diciotto stia mancando di rispetto a tutti i deputati che, a quest'ora, sono qui per fare il proprio dovere e assistono ad un fenomeno di impreparazione rispetto al provvedimento che lascia davvero sconcertati (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico). Credo che mai abbiamo assistito a un fatto di questo genere, l'Aula trattenuta nottetempo senza che il Comitato dei diciotto e i relatori abbiamo la capacità di gestire un provvedimento. Se non erano in condizioni di gestirlo, avrebbero dovuto assumere provvedimenti diversi.

Io penso che lei possa e lei debba, col garbo che le è consono, invitare espressamente i relatori e il Comitato dei diciotto a rispettare l'Aula. Noi siamo qui per fare il nostro dovere, non per attendere che il Comitato dei diciotto, durante i lavori, studi il provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico). Non è possibile! La prego di svolgere i suoi uffici, nel modo in cui lei sa, perché questa cosa non accada più, ora, non accada più, adesso, e si possa andare avanti nei lavori speditamente.

CRISTINA ROSSELLO (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. È già intervenuto il collega del suo partito.

CRISTINA ROSSELLO (FI). Solo una questione, Presidente. Io ricordo che siamo tutti convocati per discutere su disposizioni urgenti per le città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e altre emergenze. Signor Presidente, questo tema ci impegna. Siccome fuori viene sempre detto che siamo persone che non lavorano e si stupisce qualcuno se qualcuno lavora per diciotto ore, noi, ininterrottamente abbiamo tutti occupazioni e impegno, guardi quest'Aula, tutti a rispettare e ad aspettare, perché ci sono delle disposizioni che chiede il Paese, non possiamo comportarci così.

Lei è garante di questa situazione, lei deve intervenire (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico eForza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Relatore Rospi, allora, nella vostra riunione del comitato dei diciotto avete discusso dell'emendamento che verrà più avanti, dove ci sono i subemendamenti?

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Abbiamo discusso anche degli accantonati.

PRESIDENTE. Allora votiamo questo e poi potremmo… D'Ettore, può andare al suo posto, per favore? Relatore Rospi, se avete trovato un accordo sugli emendamenti accantonati, votiamo prima il 39.1 Anna Lisa Baroni e poi possiamo continuare dagli accantonati.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Ok, va bene.

PRESIDENTE. Se avete trovato un accordo. Me lo dovete dire voi.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Sì, abbiamo trovato tutti un accordo.

PRESIDENTE. Perfetto. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 39.1 Anna Lisa Baroni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori perché io partecipo con molto senso di responsabilità al Comitato dei nove e, francamente, non posso ascoltare senza reagire critiche al lavoro del Comitato dei nove, che, almeno nella parte delle forze d'opposizione, non merita, in quanto noi doverosamente abbiamo partecipato a dei lavori in cui dovevano essere sciolte delle riserve o acquisita la posizione dei relatori e del Governo su determinate questioni. Ci siamo trovati di fronte a una situazione abbastanza paradossale, due emendamenti che erano stati accantonati venti minuti prima sono stati accompagnati dal parere negativo, quindi l'accantonamento è stato un “accantonamento boomerang”, un “accantonamento flash”, non so come descriverlo. Poi, da parte di una delle forze politiche presenti in Parlamento è stato posto un problema su un altro articolo, l'articolo 12, che riguarda la sede unica dell'Agenzia e lì si è discusso ampiamente di questo tema e abbiamo chiesto al Governo, tutti quanti, di trovare una sintesi. E quindi ci siamo soffermati su questo aspetto, non certo né per impreparazione o stupidità dei componenti della Comitato dei nove, perché francamente mi sembra abbastanza assurdo che si debba interpretare in questa maniera, ma perché il Governo non riesce a sciogliere delle questioni che stanno a cuore delle forze politiche, e quindi siamo ritornati qui con alcuni pareri negativi, purtroppo o per fortuna, dipende dai punti di vista, e con alcune altre questioni completamente ancora aperte, ma non certo per nostre incapacità, ma per una difficoltà oggettiva da parte del Governo a non darci le risposte che le forze politiche, in maniera differente, stanno ponendo. Questo per chiarezza, perché, ovviamente, noi tutti siamo nella condizione di esprimere le nostre idee, abbiamo ascoltato tante cose, ci sono stati bocciati tantissimi emendamenti, troppi, veramente troppi, e, nonostante questo, siamo qui al lavoro con assoluto senso di responsabilità.

CARLO FIDANZA (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO FIDANZA (FDI). Brevemente, Presidente. Intanto, ringrazio la collega Pezzopane per l'operazione trasparenza che ha consentito di raccontare ai colleghi che effettivamente il Comitato dei nove, che poi è di diciotto, e quindi ha anche delle dinamiche un po' più lunghe rispetto alla normalità, ha svolto comunque un lavoro importante, al termine del quale - ho partecipato allo stesso Comitato dei nove del relatore - devo dire che non c'è stato l'accordo che egli ha annunciato (Commenti). C'è un dialogo che è ancora in corso, rispetto al quale penso che sia più opportuno che si vada avanti una volta votato nell'ordine naturale degli emendamenti, lasciando gli accantonati dove erano, cioè alla fine, dopo l'articolo 45, ripartire da tutti gli accantonati e, nel frattempo, lasciare alle forze politiche lo spazio del dialogo per vedere se l'accordo si concretizza.

RAFFAELLA PAITA (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Va bene, intervenga sull'ordine lavori, però considerando che è già intervenuto il suo collega.

RAFFAELLA PAITA (PD). Sull'ordine dei lavori, però anche come persona che ha partecipato al Comitato dei nove, e quindi ha ascoltato e ha anche, in qualche modo, condiviso alcune delle decisioni che sono state prese. Le confermo che l'onorevole Rospi, nel rispondere alla sua domanda se sono stati sciolti i nodi affrontati all'interno del Comitato dei nove, ha appena raccontato una clamorosa bugia, una bugia all'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Siamo usciti da quella riunione senza avere assolutamente preso una posizione comune su alcuni degli emendamenti che sono stati affrontati, né abbiamo capito qual è l'intenzione del Governo sugli stessi.

Quindi, credo che lei, Presidente, dovrebbe stigmatizzare il fatto che un onorevole, anche a capo del Comitato dei relatori, in quest'Aula ha detto una clamorosa bugia, ma proprio grossa, e questo credo che quest'Aula, alle ore 23, avendo affrontato, ripeto, una delle questioni più delicate che affronterà in questo mandato, e anche solo per rispetto di quei 43 morti, non se lo possa permettere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Solo per chiarire che la posizione del Governo è stata abbastanza chiara e anche l'apertura sia su un'eventuale riformulazione o modifica, e anche la possibilità, eventualmente, di ripresentare un emendamento e di poterlo subemendare da parte dei gruppi. Mi sembra, però, di aver visto e di aver vissuto nel Comitato dei nove una certa discrepanza tra i gruppi di opposizione. Quindi, il tema è che il Governo è disposto a dialogare nel momento in cui c'è comunque una comunità di intenti per andare avanti sulla discussione in maniera costruttiva (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico).

Operazione chiarezza per chiarezza, quello che vorrei dire è che oggi è importante questo decreto e la conversione di questo decreto, molto più, penso, di discussioni, e siamo disposti anche a ulteriori interruzioni, nel caso servano per risolvere ancora delle perplessità, se ci sono, ma non certo da parte del Governo, che ha dato ampia disponibilità a tutte le forze politiche sulla riformulazione (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Presidente, faccio sempre riferimento al benedetto articolo 8, ma sempre specificamente all'esigenza, che lei fa in modo egregio, di garantire il buon andamento dei nostri lavori. Innanzitutto, bisognerebbe spiegare al Governo, che in modo inusuale, ma del tutto legittimo, interviene sull'ordine dei lavori, che il Governo non ha il compito di mettere d'accordo le opposizioni nell'esprimere un parere (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Non è questo il compito del Governo!

Il Governo si trova di fronte degli emendamenti accantonati che, se non è una forma truffaldina per dire “li mettiamo da parte, tanto poi comunque già so che vi do parere contrario”, l'accantonamento serve a una riflessione aggiuntiva anche per il Governo, ovviamente, per capire se si propone una riformulazione, se c'è un'altra ragione e per vedere se l'esito del voto, che era di un certo tipo all'inizio, grazie all'accantonamento, può tornare ad essere diverso.

Emendamento per emendamento, ogni emendamento ha un suo firmatario, il Governo ha un rapporto con quel firmatario e poi il Comitato dei nove valuta le riformulazioni, ma non è che il Governo ha il compito di mettere insieme le opposizioni. Detto questo, signor Presidente, non voglio neanche credere, per la responsabilità che ciascuno ha qua dentro, che la risposta del relatore sia stata una risposta in mala fede, non lo voglio credere. Potrebbe essere tranquillamente, e di questo ce ne dobbiamo fare carico tutti, perché tutti siamo entrati qui per la prima volta e per la prima volta abbiamo svolto dei ruoli, e, magari, c'è anche una legittima inesperienza nelle cose. Però le suggerisco, signor Presidente, atteso che noi abbiamo molti emendamenti accantonati, che ormai sono praticamente uguali o più di quelli che ancora dobbiamo discutere, dato che mi pare che i problemi e la scarsa chiarezza, non solo per gli accantonati, ma anche per gli altri, si stiano allargando, allora mi permetto un suggerimento - lei deciderà, ovviamente, nella sua assoluta autonomia e saggezza – ovvero che noi evitassimo di caricare ulteriormente questa seduta, sospendendola magari per altre quattro volte senza combinare nulla, e si desse mandato al Comitato dei nove di fare una verifica complessiva sugli emendamenti accantonati e su quelli restanti, e domani mattina si potesse iniziare in modo ordinato.

Anche perché, glielo dico, Presidente, è l'unica richiesta che le faccio: che non accada domani che qualcuno scriva su un blog che qui dentro si sta facendo ostruzionismo, che non accada (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Lei è garante di questo, Presidente, perché noi siamo qui, abbiamo impiegato il nostro tempo in base a un accordo, ma l'accordo non prevedeva che da ieri vi fossero continue sospensioni, per inesperienza, per problematiche reali, per tutto quello che lei vuole, ma che non accada che domani qualcuno attribuisca il ritardo del voto sul decreto Genova al fatto che qualcuno ha fatto opposizione, perché, a meno che non si decide che si debba silenziare qualunque tipo di dibattito, noi siamo intervenuti sul merito degli emendamenti, ovviamente con una parte dedicata a una cosa che riteniamo uno scandalo, che è il condono su Ischia; ma siccome conosco i miei polli, la chiamo a garante del fatto che qui dentro, se del tempo è andato oltre gli accordi fatti, non è certo per colpa dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Deputato Giachetti, solo per chiarezza rispetto a quello che lei ha detto su un punto. Mi posso fare garante delle cose che accadono in quest'Aula, mi posso fare garante del rispetto del Regolamento, mi posso fare garante di questa istituzione così importante, ma non mi posso fare garante di ciò che si scrive o si fa fuori da quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Sulla proposta di andamento dei lavori, penso che senza dubbio, da quello che ho ascoltato anche nel Comitato dei nove e le varie posizioni sia del relatore, sia della collega Paita e del collega Fidanza, sugli emendamenti accantonati c'è senza dubbio bisogno, da quello che vedo, di un'ulteriore riflessione per sciogliere dei nodi, e il Comitato dei nove poi vedremo quando si vorrà riunire per sciogliere questi nodi. Sul prosieguo, invece, dell'esame degli emendamenti sui quali sono stati già dati i pareri e non c'è per ora una richiesta di accantonamento, sul voto in questo momento penso che, per il buon andamento dei lavori, possiamo andare avanti. Se poi ci saranno altri emendamenti accantonati non c'è dubbio che il Comitato dei nove si dovrà riunire il prima possibile e deve avere tutto il tempo per riunirsi, anche a partire da domani alle sette e mezza, per dirne una, per farli arrivare in Aula in modo ordinato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Scusi Presidente, solo una precisazione sul Comitato dei nove, perché mi pare fondamentale che si faccia un richiamo a quelle che sono le norme regolamentari e a come è disciplinato il Comitato dei nove. L'accantonamento degli emendamenti viene appunto esaminato dal Comitato dei nove. Ora, io posso capire che si cerchi un accordo che possa andar bene a tutti però, scusatemi, gli emendamenti sono accantonati singolarmente; se fossero stati accorpati gli emendamenti come capita in caso di emendamenti identici, si sarebbe potuto dire che non c'era un accordo tra le forze di opposizione. Ma quando gli emendamenti sono tra loro diversi e sono a tal punto diversi che non sono stati appunto accorpati neppure tecnicamente, è evidente che su ognuno si può esprimere un parere e quel parere non necessariamente deve essere comune a tutti quegli emendamenti che sono stati rinviati per omogeneità di materia, ma non per uguale disposizione di legge. E' questa la precisazione, non è che bisogna mettersi a fare i mediatori, non c'è niente da mediare. Ci sono delle norme che vengono prospettate, si possono riformulare, ma è evidente che se quelle norme, ancorché accantonate per argomento, hanno in sé un divenire diverso, non potranno mai essere ridotti ad unicum perché evidentemente avevano un punto di partenza diverso; quindi, ovviamente, uno di quegli emendamenti potrà avere il parere favorevole del Comitato dei nove e non necessariamente tutti gli emendamenti che sono stati accantonati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non c'è dubbio sul fatto che ogni emendamento - anche accantonato - va analizzato per l'emendamento accantonato che appartiene al firmatario e al gruppo, poi, che l'ha firmato.

Passiamo adesso all'emendamento 39.2 Fiorini con parere contrario di Commissione e Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Fiorini. Ne ha facoltà.

BENEDETTA FIORINI (FI). Abbiamo ritenuto necessario presentare alcuni emendamenti riguardanti le zone terremotate dell'Emilia Romagna, un atto doveroso per allineare le procedure di emergenza ed aiuto alle popolazioni e alle imprese colpite dal sisma del maggio del 2012. Come sempre i cittadini e le imprese della nostra zona, la regione da cui io provengo, si sono rimboccati le maniche e hanno continuato con tanta fatica a portare avanti le loro attività, chi dentro a container, chi dentro i propri giardini, chi anche nei cortili, ma non si sono mai fermati. Nonostante siano passati diversi anni dalla calamità, urge dare un contributo concreto alle tante persone e alle tante attività, alla tante aziende che sono ancora in grosse difficoltà. Oggi non deve passare il concetto che siccome l'emergenza in Emilia è stata affrontata immediatamente con vigore da tutto il territorio, è da considerare questa un'emergenza risolta. Vi invito tutti a venire quindi nei comuni di Mirandola, Medolla, Finale, Cavezzo, Reggiolo, Rolo e Sant'Agostino per toccare con mano e controllare anche voi come sono oggi i centri storici, che sono addirittura ancora impraticabili. Sicuramente Ischia e il Centro Italia presentano una situazione emergenziale che richiede immediate risposte, ma in Emilia l'emergenza ancora non è risolta e richiede altrettanti provvedimenti, come evidenziato negli emendamenti che portano anche la mia firma. Non esiste quindi, e lo dico a tutti, un'emergenza di serie A è un'emergenza di serie B. L'emergenza è emergenza di tutti e per tutti.

Questa dell'Emilia deve rimanere una priorità per tutti, Presidente, e faccio appello al buonsenso, al vostro buonsenso, voi che vi definite un Governo del cambiamento, per farci vedere finalmente, dovete, negli atti concreti e non solo a parole, farci vedere che siete in grado di risolvere un problema ed aiutare tutti quanti i nostri cittadini terremotati. Arrivare vicino al traguardo non conta nulla se non si prosegue con successo fino alla fine.

Vi chiedo, quindi, di valutare questi emendamenti e chiedo anche, tramite lei, Presidente, al sottosegretario Crimi e al Vice Ministro Rixi, che spero mi stia ascoltando, di pronunciarsi e di prendere almeno un impegno in merito.

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie Presidente, chiedo scusa, però mi sembra che vista l'ora dobbiamo anche provare a guardare in faccia i numeri e la realtà. Credo che in queste condizioni, se andiamo avanti così, noi non riusciamo a rispettare l'impegno che avevamo assunto nella nell'Ufficio di Presidenza di chiudere entro domani alle 14. Non mi interessa in questa fase dire di chi è la colpa e la responsabilità; mi interessa, francamente, di più quello che pensano, soprattutto a Genova, se noi ritardiamo ulteriormente l'approvazione di questo provvedimento. Io mi permetto di portare alla sua attenzione il fatto di valutare se non sia il caso di convocare la Conferenza dei presidenti di gruppo, adesso o a mezzanotte, cioè a fine di questa seduta, per capire come noi arriviamo alla fine di questo provvedimento, in cui nessuno ha fatto ostruzionismo ma, allo stato dei fatti, rischiamo di fare tutti una brutta figura nei confronti di Genova e del Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rossi. Ne ha facoltà.

ANDREA ROSSI (PD). Grazie Presidente, intervengo in quest'Aula per illustrare il complesso degli emendamenti all'articolo 39, che sono stati prima bocciati da parte del Comitato dei nove dalla maggioranza…

PRESIDENTE. Però non siamo sul complesso degli emendamenti, cioè non può intervenire sul complesso: intervenga sull'emendamento specifico.

ANDREA ROSSI (PD). Però, si parla di sisma ed Emilia. Io, Presidente, attraverso il suo tramite, vorrei fare una domanda molto semplice al Governo e questa domanda chiede il perché noi, dopo il decreto mille proroghe, dopo il decreto dignità, dopo quello che è un provvedimento che parla degli eventi sismici del 2016 e del 2017, del lavoro ed altre emergenze, oggi siamo qui a bocciare ulteriormente quello che è un emendamento - ed altri emendamenti che discuteremo dopo - sul tema del sisma dell'Emilia del 2012.

Vorrei capire il perché, rispetto a questa posizione, alcuni colleghi dell'Emilia Romagna, i quali sono sempre in prima fila a sostenere sui territori i comitati, oggi non fanno sentire la loro voce. Perché questo atteggiamento, che - permettetemi - è un atteggiamento miope e di chiusura? Non vorrei che, come abbiamo già detto anche su altre questioni - penso al tema del commissario per quanto riguarda il sisma del Centro Italia - ci fosse, in fondo, una ragione politica, una ragione politica che, come dire, per quanto riguarda l'Emilia, abbiamo già avuto modo di toccare con mano.

Vorrei ricordare che Toninelli, il Ministro, dopo quattro mesi ha incontrato il presidente Bonaccini (devo anche dire che forse, vista la sua assenza in Aula, è stato anche fortunato).

Sul tema dell'autonomia solo le regioni Veneto e Lombardia continuano ad essere citate dal Governo come esempio di procedura. Vorrei dire, quindi, perché noi non siamo messi nelle condizioni oggi di poter chiedere al Governo per quale motivo non accoglie alcuni emendamenti, che - torno a ripetere - non hanno ricadute economiche, ma servono per le nostre comunità, per i cittadini, per le imprese, per quelle comunità, Presidente, che in sei anni hanno dimezzato da 59 a 29 i comuni del cratere; il 90 per cento dei nuclei familiari sono rientrati nelle proprie case; hanno completato 6131 cantieri, di cui 974 nell'ultimo anno. E' un territorio, quello del cratere, che è passato da 1,8 del PIL sul territorio regionale al 2,1; quel territorio del cratere nei cinque anni ha avuto più 3900 occupati, c'è stata quindi un'azione di concerto che il presidente Bonaccini, come commissario della regione, e le istituzioni tutte hanno cercato di portare a compimento, ovvero un egregio lavoro di ricostruzione. Ecco, io con questo intervento vorrei porre una domanda molto semplice: perché non c'è la possibilità, su otto emendamenti, di poterne accogliere qualcuno e dare un segnale di attenzione al sisma dell'Emilia, una regione profondamente colpita ma che, con quell'orgoglio che contraddistingue noi emiliani, in pochi anni si è rialzata tornando ad essere al centro di quella che, come dire, è una locomotiva importante per il nostro Paese e per l'Europa? Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Grazie Presidente, sono costretta a intervenire di nuovo sull'emendamento che già abbiamo discusso ma che ha una diversa formulazione. Il collega Andrea Rossi, ma anche la collega di Forza Italia, hanno detto bene quali sono le motivazioni che sottendono a questo emendamento e che inspiegabilmente il Governo non intende accogliere. Ed il mio collega chiedendo il perché, fa una domanda legittima, perché non si capisce perché non siano dichiarate impignorabili delle somme che vengono destinate a cittadini terremotati e che sono finalizzate alla ricostruzione. Ripeto, durante il dramma dei terremoti possono succedere tante cose. Le persone possono trovarsi in condizione anche di non poter adempiere magari a degli impegni che sono stati presi prima. E questa è una norma che tutela…

PRESIDENTE. Grazie, deputata Morani. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Rotta. Ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA (PD). Grazie Presidente, questo emendamento e la sua bocciatura inspiegabile, così come previsto dal Governo, ci riportano alla questione che anima tutto questo dibattito e che l'ha animato tutto oggi, cioè tra quello che è vero e quello che appare, tra quello che è giusto, tra quello che è onesto, vorrei dire, e quello che non lo è. Non si capisce perché si nega l'impignorabilità a persone oneste che magari proprio in seguito al terremoto perdono il lavoro, non possono adempiere ad esempio a degli oneri ai quali devono adempiere e invece si condonano i disonesti. Allora qui si ripropone un'altra volta il fatto che voi premiate sistematicamente i disonesti, che si tratti di condono fiscale o che si tratti di condono edilizio e invece non premiate i cittadini onesti. Allora noi dobbiamo fare davvero in questo caso un'operazione di disvelamento, un'operazione verità, che qualcuno pretende di fare, naturalmente mentendo, naturalmente omettendo l'articolo 1, e lo fa via Facebook, non lo viene a fare in Aula, naturalmente, perché non ci mette la faccia, come naturalmente non ci ha messo la faccia per tutto il pomeriggio qui nessun esponente, nessun ministro né dei Cinquestelle né tanto meno della Lega, che forse in questo caso si vergogna, ma questo è il tema. I cittadini devono sapere…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata De Micheli. Ne ha facoltà.

PAOLA DE MICHELI (PD). Presidente, torniamo sull'argomento di cui abbiamo parlato prima della sospensione perché è veramente centrale rispetto alla risoluzione di alcuni problemi dei terremoti che ci sono stati negli anni passati. Questa questione dell'impignorabilità rappresenta una modalità per garantire coloro che hanno già avuto il danno della distruzione di tutto quello che possedevano, le case, le aziende o in alcuni casi entrambe e non possono non essere garantiti almeno per quelle che sono le somme che riguardano la ricostruzione. Io non credo che su questo tema il Governo possa fare ancora per troppo tempo finta di niente. La norma, così come è stata congegnata nel testo del decreto, non può essere applicata completamente a tutti coloro che hanno titolo ad avere il risarcimento del danno e questo rappresenterebbe per il cratere del terremoto del 2012 e per quei terremotati un danno che anche questo Governo, nonostante il suo consenso, non si può permettere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ascani. Ne ha facoltà.

ANNA ASCANI (PD). Grazie Presidente, il Governo è intervenuto più volte durante il pomeriggio a cercare di spiegarci le ragioni per cui respingeva alcuni emendamenti e ne accantonava altri. Su questo tema io credo che il sottosegretario Crimi, o chi per lui del Governo, ci debba una spiegazione. Guardate, sui condoni siete andati avanti a testa bassa, siete andati avanti a testa bassa sulla vicenda di Ischia che francamente crea più problemi al vostro Movimento perché obiettivamente è una mostruosità tale da rendere questo decreto molto diverso da quello che era in origine, ma ora stiamo parlando di un tema che riguarda tutti e che obiettivamente…se i colleghi della Lega vogliono partecipare ai lavori a noi fa piacere, se hanno una riunione di gruppo…

PRESIDENTE. Se per favore potete rivolgervi…

ANNA ASCANI (PD). …fate pure.

PRESIDENTE. Deputata Ascani. Si rivolga a me, non si rivolga a loro.

ANNA ASCANI (PD). No Presidente, io sono in un'aula parlamentare…

PRESIDENTE. Si rivolga a me.

ANNA ASCANI (PD). …i miei colleghi stanno dando le spalle alla Presidenza e lei riprende me invece che i colleghi! Guardi, guardi! Lei deve garantire il buon andamento dei lavori (Commenti dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier)!

PRESIDENTE. Se vuole strumentalizzare, strumentalizzi. Le sto dicendo…

ANNA ASCANI (PD). Non è possibile che in un'aula parlamentare si discuta con il gruppo di maggioranza che è di spalle alla Presidenza!

PRESIDENTE. Deputata Ascani, si rivolga a me! Si calmi!

ANNA ASCANI (PD). È una vergogna!

PRESIDENTE. Deputato Molinari, Deputato Invernizzi, per favore, si rivolga nella parte giusta dell'aula.

ANNA ASCANI (PD). La ringrazio, Presidente.

PRESIDENTE. Deputato Invernizzi!

ANNA ASCANI (PD). Lo richiami, Presidente!

PRESIDENTE. Deputato Nobili, deputato Nobili! Ascani, concluda.

ANNA ASCANI (PD). Concludo, dicendo che evidentemente questo è l'interesse che quel partito ha per persone che hanno sofferto la perdita di tutto e gli danno le spalle! Vergogna (Commenti dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier)!

PRESIDENTE. Deputato Zoffili! Deputato Cecchetti!

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Giuditta Pini. Ne ha facoltà.

GIUDITTA PINI (PD). Mi dispiace Presidente, interrompere in questo momento la riunione di gruppo della Lega, io capisco (Commenti dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier)…

PRESIDENTE. Deputata Pini!

GIUDITTA PINI (PD). Mi dispiace seriamente perché è la prima volta che vi vedo attenti su una cosa, tra di voi. Mi fa piacere. Mi emoziono quando vedo questi momenti di convivialità. Sarà che sono le undici e mezza, ma stiamo parlando di un'altra cosa…

PRESIDENTE. Può andare sul tema dell'emendamento?

GIUDITTA PINI (PD). Sì, le dico subito quale è il tema dell'emendamento. Stiamo parlando del terremoto del 2012 in Emilia Romagna, ci sarebbe anche qualcuno che è stato incidentalmente eletto lì che adesso sta facendo la riunioncina; non gliene frega niente, non dovremmo parlare qui…

PRESIDENTE. Deputata Pini!

GIUDITTA PINI (PD). Allora non mi posso più esprimere… guarda lì (Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), cosa indichi, ma chi ti conosce!

PRESIDENTE. Deputato Zoffili!

GIUDITTA PINI (PD). Mi scusi, Presidente ma…

PRESIDENTE. Deputata Pini, ha finito il tempo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Signor Presidente, vorrei che lei notasse la differenza di stile fra l'intervento (Commenti dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier)

PRESIDENTE. Deputati, non riusciamo a continuare così. Liberate i banchi del Governo, Cassinelli. Prego.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Signor Presidente, vorrei che lei sottolineasse la differenza di stile tra l'intervento del collega Rossi che ha parlato dell'Emilia Romagna e della capacità che ha avuto questa regione di ricostruirsi e l'atteggiamento della Lega (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che ha voltato le spalle all'Aula, questa è la mancanza di rispetto di cui parlava l'onorevole Sisto. Voglio dire solo una cosa, questo emendamento è, come quello di prima, un tentativo, questo sì, da parte delle opposizioni, di dare una mano a migliorare questo decreto, ma voi non la volete, perché volete creare confusione nel Paese. Noi non ci possiamo stare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD). Grazie, Presidente. Volevo segnalare ai colleghi della Lega che con 49 milioni di euro potremmo garantire molte impignorabilità (Commentidei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier). No, era per ricordare una cifra.

Detto questo, volevo riprendere le considerazioni. Grazie degli apprezzamenti. Stavo dicendo che volevo riprendere le considerazioni che faceva il collega Rossi, che ritengo di (Commentidei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier)….

PRESIDENTE. Belotti! Deputato Belotti, le faccio un primo richiamo formale. Deputato Belotti (Commenti)... Prego, deputato De Maria.

ANDREA DE MARIA (PD). Quando si mettono tranquilli procediamo, tanto siamo qui…

PRESIDENTE. Deputato De Maria, può proseguire.

ANDREA DE MARIA (PD). Molte grazie, Presidente, anche di questo sostegno. No, le dicevo che voglio riprendere le parole del collega Rossi, perché è vero, in Emilia-Romagna le persone hanno saputo risollevarsi, l'hanno saputo fare i cittadini, l'hanno saputo fare le imprese…

PRESIDENTE. Battelli, deputato Battelli…

ANDREA DE MARIA (PD). L'ha saputo fare il buon governo della regione e degli enti locali. Nel dibattito di oggi ho anche sentito insultare il lavoro che è stato fatto in Emilia-Romagna, per giustificare la scelta indegna che è stata fatta sul condono di Ischia (Applausi dei deputati del gruppoPartito Democratico), anche provando a mettere una parte del Paese contro l'altra, mentre invece noi pensiamo che la legalità, che il rispetto delle regole, che il rifiuto dei condoni debbano unire tutto il Paese (Applausi dei deputati del gruppoPartito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Vedo un certo nervosismo, ma devo dire che invece apprezzo le spalle che ci stanno mostrando e ci hanno mostrato, hanno mostrato a lei e all'Aula…

PRESIDENTE. Rimanga sull'emendamento.

LUCA RIZZO NERVO (PD). …i colleghi della Lega, che sono già qualcosa in più che quello che ha portato in quest'Aula…

PRESIDENTE. Deputato, rimanga sull'emendamento, per favore.

LUCA RIZZO NERVO… il Ministro Toninelli, che non ha portato neppure un mignolo del suo corpo in quest'Aula in tutti i tre giorni di dibatto fatto in Parlamento.

Invece, per quanto riguarda l'emendamento io mi associo alle parole del collega Fiorini e del collega Rossi a segnalare l'importanza rispetto a una situazione che è quella del terremoto in Emilia-Romagna, che non deve essere considerata un'emergenza risolta, alle spalle, certo una situazione gestita con programmazione, con la collaborazione tra le istituzioni, le comunità, l'impresa che ha consentito, sei anni dopo, di aver risolto moltissimi dei problemi che quel terremoto ha prodotto. E non si capisce perché non si voglia fare l'ultimo tratto di strada, non si voglia consentire, attraverso questi emendamenti di dare risposte ai cittadini dell'Emilia-Romagna (Applausi dei deputati del gruppoPartito Democratico).

FRANCESCO D'UVA (M5S). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO D'UVA (M5S). Presidente, credo sia il caso di fare una Conferenza dei capigruppo per capire come continuare su un provvedimento così importante, perché è più che corretto e giusto continuare a discutere nel merito gli emendamenti, ma forse è il caso di darci un timing perché il provvedimento va convertito e, quindi, è il caso di fare una Conferenza dei capigruppo e metterci d'accordo su come continuare (Applausidei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Presidente, io sono molto interessato alla risposta che lei darà al collega D'Uva perché io mi ero permesso di dare un suggerimento di cui lei chiaramente, mezz'ora fa, ha deciso di non tenere conto, abbiamo visto l'andamento della seduta. Adesso immagino che se lei convoca la Conferenza dei capigruppo, la convocherà a mezzanotte, perché non possiamo sospendere, visto che non abbiamo potuto sospendere alle undici, alle undici e mezza, e noi dobbiamo anche fare intervenire i colleghi, si deve votare e non si può interrompere prima del voto; quindi, possiamo pensare a una Conferenza dei capigruppo intorno a mezzanotte, quando avremo finito.

PRESIDENTE. Deputato Giachetti, io vorrei provare ad andare avanti un po' con i voti e, poi, se è il caso, è chiaro che la Conferenza dei capigruppo, come avevamo detto, si può anche convocare.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pellicani. Ne ha facoltà.

NICOLA PELLICANI (PD). Sì, Presidente, sperando di poter di poter parlare in un clima decente, io credo è stato spiegato bene dai colleghi lo spirito dell'emendamento che abbiamo presentato, che mira ad aiutare a dare una mano ai cittadini, alle aziende e agli enti locali. Io credo che, in questa giornata, un'altra brutta giornata credo per quest'Aula, mentre noi cerchiamo di parlare e di presentare emendamenti che si ispirano anzitutto alla legalità, voi ci parlate di condoni, ci parlate del caso Ischia. Credo, invece, che questa doveva essere proprio l'occasione per ribadire come il Parlamento dava una mano alle popolazioni in difficoltà, da Genova a quelle terremotate, responsabilizzando anche gli enti locali e responsabilizzando, in particolare, le regioni. Voi, invece, avete esautorato il presidente di regione…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Critelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CRITELLI (PD). Grazie Presidente, le chiedo scusa, in mezzo al rodeo messo in atto dai colleghi della Lega non si sente quando lei parla. Quindi, le chiedo scusa, non avevo sentito di essere stato chiamato.

Io capisco il nervosismo dei colleghi della maggioranza, lo capisco, è tardi la giornata è difficile, ci si assumono delle responsabilità che mettono in imbarazzo sia quei colleghi del suo gruppo parlamentare che poi pensano di potersi continuare a lavarsi la coscienza magari con qualche incontro di un meetup, sedendosi per terra o ritornando nei territori e parlando ai comitati incontrati nelle scorse settimane come se niente fosse. E capisco anche l'imbarazzo e il nervosismo dei colleghi della Lega Nord. Ma spiegatemi, Presidente, io mi rivolgo a lei, per il suo tramite, perché non si capisce se in questa giornata noi stiamo dicendo e affermando contemporaneamente due concetti. Da una parte votiamo un condono tombale per Ischia, dall'altra diciamo «no» all'impignorabilità dei beni…

PRESIDENTE. Grazie, ha concluso il tempo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, il terremoto che ha colpito l'Emilia Romagna, nonostante sia stato affrontato per tempo con un provvedimento di legge d'urgenza del Governo allora Berlusconi e, nonostante una serie di successivi provvedimenti di legge, è un terremoto che non ha visto un numero elevato di vittime, ma sicuramente ha visto una preoccupante situazione creatasi per le imprese e il sistema delle imprese e, al tempo stesso, anche per i centri storici di numerosi comuni dell'Emilia Romagna. Ancora oggi vi sono delle zone rosse che sono di fatto inaccessibili.

L'emendamento della collega Fiorini, gli articoli aggiuntivi della collega Fiorini e del collega Rossi altro non mirano che cercare di portare il Governo a collaborare per chiudere quella pagina del terremoto, che non è una pagina sicuramente in gravissimo ritardo. Non possiamo dire che non sono state fatte molte cose, ve ne sono ancora molte da fare però, e soprattutto vi è un sistema delle imprese che, nonostante si sia rimesso in piedi, beh, ancora oggi fa fatica a poter correttamente competere nel momento in cui non vengono prorogati alcuni benefici, anche di natura fiscale e anche di natura contributiva, che hanno consentito alle stesse imprese di potersi rimettere in piedi.

E allora io penso che il Governo, che in questo provvedimento si è occupato non solo della vicenda di Genova, ma anche di altre vicende dolorose, di altri movimenti tellurici verificatisi in altre parti del Paese, avrebbe dovuto anche a questo punto inserire una conclusione normativa per quanto riguarda il terremoto in Emilia-Romagna. E proprio perché è stata una scelta di Governo che non è stata fatta al momento dell'emanazione del decreto-legge, ciò non impedisce (tant'è vero che lei, signor Presidente, questi emendamenti li ha dichiarati tutti ammissibili) di emendare il decreto-legge, e completare quindi la parte del terremoto che è investita sotto il profilo normativo anche in questo decreto-legge, dicevo, completare anche quello che riguarda l'Emilia-Romagna.

Vede, io non penso che occorrano molte altre parole; sono però i fatti a dimostrarci che anche laddove si sta molto meglio che in altre zone vi sono dei problemi. Perché io le faccio dei nomi, Finale Emilia, Mirandola, la Bassa modenese: abbiamo delle zone che ancora largamente non sono tornate alla piena efficienza, nonostante gli anni trascorsi. E allora vede, se il Governo volesse dare un segnale anche non su tutti gli emendamenti, ma almeno su alcuni di quelli presentati, o comunque in questa sede impegnarsi perché con un successivo provvedimento legislativo intervenga e chiuda la pagina del terremoto in Emilia-Romagna, darebbe dimostrazione non soltanto di responsabilità, ma di una sensibilità di cui le popolazioni di quei territori non potrebbero altro che essergli grate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Io vorrei farvi una proposta, perché vorrei completare il voto sull'emendamento 39.2 Fiorini, poi sospendo l'Aula e a mezzanotte teniamo una Conferenza dei presidenti di gruppo. Quindi, per sospendere l'Aula, se possiamo ritirare gli interventi. No, adesso facciamo il voto sull'emendamento 39.2 Fiorini. Lo facciamo adesso, poi sospendiamo e a mezzanotte la Conferenza dei presidenti di gruppo. Certo, se vuole sì; sto facendo però una proposta di votare: visto che un deputato del suo gruppo è già intervenuto per cinque minuti, potevamo fare in questo modo.

Passiamo quindi ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 39.2 Fiorini, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani. La Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata alle ore 24 nella Biblioteca del Presidente.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 23,45)

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Proseguiamo con gli interventi di fine seduta. Pregherei i colleghi che non sono interessati ad uscire rapidamente, in maniera da consentire ai colleghi di intervenire.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA (FI). Presidente, onorevoli colleghi…

PRESIDENTE. Colleghi… Onorevole, mi scusi: attendiamo 15 secondi. Solo pregherei i gruppi, non voglio fare l'elenco, cortesemente di consentire gli interventi di fine seduta: se le discussioni possono avvenire fuori. Grazie.

Colleghi… Colleghi del banco del Partito Democratico… Grazie. MoVimento 5 Stelle, se cortesemente… Grazie. Prego, onorevole Pella.

ROBERTO PELLA (FI). Presidente, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, questa sera, a chiusura di questa serrata, impegnativa seduta sul decreto-legge “Genova”, in questi giorni in cui assistiamo a fenomeni di maltempo pesanti per i nostri territori e dolorosi per le nostre comunità, voglio ricordare il cinquantesimo anniversario dell'alluvione del Biellese accaduta il 2 novembre 1968, che colpì con violenza distruttiva le valli dello Strona, del Quargnasca e del Sessera. Si trattò di uno degli eventi più drammatici della storia del Biellese: l'eccezionale portata delle piogge, la geomorfologia del terreno, la natura del sottosuolo, gli interventi antropici furono le concause che generarono un disastro naturale di enorme portata, costato la vita a 58 vittime, oltre 100 feriti, 300 famiglie senza tetto, 13.000 dipendenti dell'industria senza lavoro, 600 le aziende distrutte o danneggiate, in particolare quelle del settore tessile e agricolo. I danni furono per miliardi di lire, circa 30 di allora. Nonostante gli ingenti danni, la maggioranza degli imprenditori e dei lavoratori ripresero i normali processi produttivi in tempi relativamente brevi, ristrutturando e ammodernando gli edifici colpiti dall'alluvione e mantenendo di massima la forza lavoro preesistente.

Accorsero in quei giorni sul posto i ministri per visitare le zone colpite, il Presidente della Repubblica Saragat, il Presidente del Consiglio Leone, per accertare i danni e confortare i cittadini. Subito iniziarono le lunghe operazioni di soccorso, che si protrassero sino al dicembre dello stesso anno con grande dispiego di forze e mezzi. Nei comuni alluvionati giunsero da ogni parte d'Italia persone, molte delle quali giovani e giovanissimi studenti che prestarono come volontari opere di soccorso e di aiuto. A sostegno della comunità alluvionata, il Governo varò uno specifico decreto-legge, convertito in legge all'inizio dell'anno seguente, predisponendo l'erogazione straordinaria di finanziamenti pubblici per la ripresa economica, logistica e sociale del Biellese.

Ebbene, Presidente, l'alluvione del 1968 è un dramma di straordinaria portata, oggi identificata come “l'alluvione dimenticata” perché quasi mai è stata ricordata. È per questo che oggi voglio esercitare questa mia funzione, nella memoria di quella straordinaria capacità dell'uomo che porta il passato nel presente attraverso iniziative di ricordo, rivolte in particolar modo alle giovani generazioni e a coloro che tali eventi non hanno vissuto, in uno sforzo culturale e identitario che impedisce l'oblio e auspicabilmente il loro ripetersi. Unitamente alla memoria - e concludo, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Signor Presidente, intervengo in fine seduta per sottolineare un problema che è trent'anni che aspetta di essere risolto. Trent'anni fa vennero istituiti gli assegni familiari per i lavoratori dipendenti, 20.000 lire al mese, e tali sono tutt'oggi, senza alcuna rivalutazione per adeguarli al valore dell'aumento del costo della vita. È un fatto incredibile. Si sono promessi mari e monti ai pensionati durante la campagna elettorale - 10 miliardi di qua, 10 miliardi di là, 10 miliardi di su, 10 miliardi di giù - e non si hanno la capacità e la volontà di riconoscere ai pensionati gli stessi diritti di coloro che lavorano, perché i pensionati sono lavoratori che hanno già lavorato abbastanza. Come è possibile che quelle 20.000 lire al mese, oggi 11,33 euro al mese, non siano mai state aumentate in trent'anni, nonostante la Corte costituzionale abbia chiaramente dichiarato che è obbligatorio che la legge preveda un adeguamento delle forme di assistenza dei pensionati? Io sono quindi convinto che la maggioranza debba assolutamente fare il proprio dovere e mantenere le promesse fatte ai pensionati e a tutti coloro che hanno lavorato in passato. Viva i pensionati, pensionati all'attacco!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pretto. Ne ha facoltà.

ERIK UMBERTO PRETTO (LEGA). Signor Presidente, grazie. Onorevoli colleghi, in questi giorni il Veneto, come altre zone del nostro Paese, è stato colpito da una grave calamità dovuta a un'eccezionale ondata di maltempo: piogge continue e intense hanno gonfiato torrenti e fiumi creando presupposti ben peggiori rispetto a quelli del 2010. Gli asili e le scuole sono stati chiusi per ordine delle prefetture ed è stato consigliato ai cittadini di uscire di casa solo se è strettamente necessario. Molte famiglie sono state evacuate. Smottamenti, frane, alberi sradicati, straripamenti di corsi d'acqua e forte vento hanno determinato interruzioni della corrente elettrica e delle linee telefoniche nonché l'impraticabilità di alcune strade, tanto da determinare l'isolamento di qualche contrada montana. Il centro storico della città di Venezia è stato allagato e nemmeno il corpo principale della basilica di San Marco è stato risparmiato.

Le istituzioni regionali, i sindaci, la Croce rossa, i vigili del fuoco, la Protezione civile e tanti volontari hanno lavorato duramente e si stanno prodigando tuttora per fronteggiare l'emergenza. A loro va tutta la nostra più sincera ammirazione e gratitudine. Il Governo si è dimostrato attento, pronto e sensibile, attivando le previste procedure di mobilitazione della protezione civile nazionale. Da Roma, nonostante gli impegni d'Aula e di Commissione, siamo rimasti in contatto continuo con le amministrazioni locali per contribuire alla gestione dell'emergenza. Da questo Parlamento vogliamo far sentire tutta la nostra solidarietà alle popolazioni e ai territori colpiti. In particolare, un commosso pensiero va a quelle famiglie che hanno purtroppo subito lutti e disgrazie; a loro vogliamo inviare un caloroso abbraccio di incoraggiamento. Soprattutto in questi momenti difficili la politica deve farsi sentire (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pretto. Credo che il suo richiamo all'emergenza sia assolutamente opportuno.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Viviani. Ne ha facoltà.

LORENZO VIVIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, anche se l'ora è tarda a margine della seduta odierna vorrei attirare l'attenzione di quest'Aula sulla difficile situazione in cui si trova in queste ore la regione da cui provengo, la Liguria. Nel quadro di una straordinaria allerta rossa che ha coinvolto gran parte del Nord Italia, in poco meno di 36 ore la Liguria è stata colpita da due violente perturbazioni atmosferiche, che hanno provocato pesanti disagi, e da una mareggiata di rara potenza, con venti sotto costa fino a 140 chilometri orari o, ancora di più, che hanno letteralmente flagellato i litorali causando danni enormi. La Liguria è stata messa in ginocchio, Portofino è isolata e poi c'è Santa Margherita e il porto di Rapallo, che è stato letteralmente distrutto. Noli, Alassio, le coste genovesi e Boccadasse hanno capitolato sotto la mareggiata. La Baia del Silenzio di Sestri Levante è stata divorata dal mare e le barche scaraventate in pieno centro storico. Poi ancora Monterosso, La Spezia, Lerici e tanti altri paesi costieri sono caduti in gravissime difficoltà.

Questa mattina, all'indomani del disastro, i liguri sono svegliati in uno scenario apocalittico.

Ciò nonostante, lo sconforto e la disperazione non hanno avuto la meglio, perché non siamo abituati a piangerci addosso e a scoraggiarci nelle difficoltà ma preferiamo rimboccarci le maniche e metterci al lavoro. Il tessuto produttivo e socio-economico della Liguria ha subito danni per decine di milioni di euro. Il comparto agricolo e ittico, quello turistico e quello portuale sono stati colpiti duramente. I pescatori hanno perso le barche, le reti e gli attrezzi. I raccolti dei mitilicoltori di La Spezia sono stati letteralmente spazzati via.

Ripartire da questa situazione sarà molto, molto difficile. È stato un evento straordinario, ma siamo sicuri che altrettanto straordinario e puntuale sarà l'intervento del Governo e del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battelli. Ne ha facoltà.

SERGIO BATTELLI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per portare all'attenzione dell'Aula la situazione drammatica che sta vivendo in queste ore la mia regione, la Liguria. Come troppo spesso accade, il maltempo non ha risparmiato nessun territorio, abbattendosi con violenza su tutte le province e, purtroppo, le previsioni non fanno ben sperare. Ovunque vi è devastazione. Le immagini che arrivano sono davvero terrificanti. La stessa Genova, che sta provando a risollevarsi dopo il crollo del ponte Morandi, è costretta a fare, ancora una volta, i conti con la potenza devastatrice dell'acqua. L'aeroporto è rimasto chiuso a causa del vento e le spiagge più amate della Riviera sono irriconoscibili. Anche noi abbiamo pagato il nostro tributo in termini di vite umane: una signora ha perso la vita ad Albisola Superiore, colpita da un cornicione che si è staccato in seguito alla tromba d'aria. Ai suoi familiari va il mio cordoglio. Anche Varazze, il mio comune, ha subito vento e mareggiate che hanno distrutto il litorale e il porto turistico. Ad Arenzano e Cogoleto il mare è letteralmente entrato nei negozi portando via tutto. A Savona si è sfiorata la tragedia, con centinaia di auto che hanno preso fuoco. Portofino è isolata a seguito del crollo della provinciale. A Rapallo il centro e il porto sono devastati e Boccadasse è irriconoscibile. La via Aurelia è interrotta. Non posso, purtroppo, citare tutti i comuni colpiti, ma ovunque in Liguria ci sono smottamenti, voragini e frane. Paesi che vivono di turismo stanno passando ore drammatiche e la piccola e media imprenditoria è in ginocchio.

Oggi non è tempo delle polemiche, anche se ci sarebbe molto da dire sul dissesto idrogeologico in Liguria. Tuttavia, vorrei ringraziare le istituzioni, i volontari e i cittadini che, come sempre, si stanno rimboccando le maniche per limitare i danni ed evitare tragedie ben peggiori. Auspico che la regione faccia velocemente una conta dei danni per dichiarare quanto prima lo stato d'emergenza e ho visto che il presidente Toti ha già portato avanti l'istanza. Rivolgo un appello al Governo perché, di concerto con la regione, garantisca alla protezione civile tutto il supporto di cui ha bisogno. Intanto spero che il mio abbraccio di solidarietà arrivi a tutti i miei concittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rachele Silvestri. Ne ha facoltà.

RACHELE SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Oggi, 30 ottobre, voglio dedicare un pensiero a tutte quelle persone che sono cadute vittima del maltempo che sta allertando il nostro Paese da nord a sud. Ma oggi ricordiamo quel 30 ottobre 2016 in cui si ebbe una scossa sismica di magnitudo superiore a sei che ebbe come epicentro le province di Macerata e di Perugia. Fu l'evento sismico italiano più forte dal 1980 e fu l'ennesima forte scossa che subì il Centro Italia, partita con la sequenza di eventi sismici iniziata il 24 agosto 2016, sequenza che causò in tutto quasi 300 vittime. Quella scossa portò il numero dei comuni compresi all'interno del cratere sismico fino a 140, arrivando a coprire un'area di 8 mila chilometri quadrati. Decine di comunità e migliaia di monumenti vennero duramente colpiti, come la basilica di San Benedetto e la cattedrale di Santa Maria Argentea a Norcia. Il sisma danneggiò anche bellissimi e antichi borghi storici quali, ad esempio, Castelluccio di Norcia, completamente raso al suolo, e aggravò i danni di centri abitati importanti quali Visso, Tolentino, Camerino, Norcia, Caldarola e molti altri.

Le ricadute sul sistema economico sono state enormi e il mio ringraziamento va a tutti quegli amministratori, volontari e semplici cittadini, che sono rimasti in quei territori per cercare di farli rinascere. Purtroppo, troppi cittadini non hanno ancora una casa e la ricostruzione ha fatto pochissimi passi. Già questo Governo aveva segnato un cambiamento col decreto dello scorso maggio e ora il “decreto emergenze” continua sulla strada di semplificare e sburocratizzare. Nell'augurare buon lavoro al nuovo commissario, voglio ribadire l'importanza della sinergia che ci deve essere tra chi ha l'obbligo di rappresentare le istituzioni e i propri territori, evitando di far diventare incontri istituzionali motivo di mera strumentalizzazione politica. E mi riferisco all'incontro convocato dal nuovo commissario qualche settimana fa e che ha visto l'assenza di chi era chiamato a sedersi per aiutare la ripartenza delle aree colpite (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cadeddu. Ne ha facoltà.

LUCIANO CADEDDU (M5S). Grazie, Presidente. Definirei straordinari gli eventi calamitosi che in questi giorni hanno colpito molte regioni italiane, e in particolare la Sardegna, che ormai da anni è vittima di disastri naturali, frutti sì di eventi calamitosi avversi, ma anche di scelte gestionali di un territorio errate. Ricordo l'alluvione di novembre 2013, con le sue tante vittime. Ricordo le altre vittime di ottobre di quest'anno, per arrivare all'emergenza odierna, con le eccezionali grandinate e trombe d'aria, che hanno messo in ginocchio molti comparti produttivi sardi, già indeboliti dalla pluriennale crisi, e in particolare quello che anima l'identità sarda. Mi riferisco alla produzione agricola: si è persa l'intera annata agraria, olivicola e orticola.

Il comparto zootecnico ha subito rilevanti danni a strutture necessarie all'allevamento, la perdita di capitale zootecnico, il ferimento di alcuni operatori del settore, attività da cui ottengono il necessario per vivere. È fondamentale avere una visione futura di insieme e complessiva generale. Vanno consolidate le opere regionali per la manutenzione del territorio atte a mitigare il dissesto idrogeologico. Vanno minate tutte le azioni ad effetto climalteranti e favorire l'incentivazione di fonti energetiche alternative alle fossili, poiché queste ultime sono alla base del mutamento climatico. Confido nell'azione di questo Governo, che con fatti ha già aggiunto al territorio sardo grandi aiuti. In ultimo, esprimo da sardo e da pastore sardo la mia vicinanza e quella del gruppo del MoVimento 5 Stelle alla terra dei quattro mori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Melicchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO MELICCHIO (M5S). Grazie, Presidente. Una docente di 56 anni, mentre era in classe, è stata ferita a sediate ieri a Vimercate, in provincia di Monza e Brianza. Improvvisamente si è spenta la luce in aula e qualcuno tra i banchi ha scagliato una sedia, che l'ha colpita alle spalle. Voglio stigmatizzare con forza l'ennesimo gravissimo episodio di violenza accaduto all'interno delle nostre scuole. Mi auguro si possa al più presto far luce sull'accaduto, ma è indubbio che stia diventando prioritario occuparsi seriamente di questo tipo di fenomeni. Allora diventa pressante pensare a una scuola che possa educare i ragazzi alle regole di vita comune, ai principi della cittadinanza e al rispetto della legalità, avvicinare il mondo degli insegnanti e quello degli studenti, migliorando la capacità reciproca di dialogo, condivisione, ascolto verso gli altri. Bisogna recuperare quel senso di convivenza civica che sembra perduto.

Sono sicuro che l'impegno del Governo in questo senso sarà massimo, perché non possiamo più permettere che luoghi tradizionalmente deputati all'educazione, alla crescita culturale e umana, diventino luoghi improvvisamente insicuri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Patassini. Ne ha facoltà.

TULLIO PATASSINI (LEGA). Grazie, Presidente. Il 30 ottobre di due anni fa, alle ore 7,40, una scossa di magnitudo 6.5 ha sconvolto le nostre vite e le vite di tanti cittadini del Centro Italia; è stata la scossa più importante, a cui è seguito uno sciame sismico importante, che ha sconvolto le vite, le terre e, soprattutto, le comunità, tantissime comunità del Centro Italia. Lo sciame sismico che è conseguito è stato uno dei più lunghi e più famosi dal 1703 ad oggi. Da quei due anni è evidente che i cittadini marchigiani, umbri, laziali e abruzzesi hanno sofferto, stanno soffrendo, ma con rinnovato vigore e forza, perché questo è il momento della ripartenza; questa, con il nuovo Governo, sarà veramente occasione di ricostruire le nostre terre, le nostre case e le nostre comunità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

PRESIDENTE. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà al termine della Conferenza dei presidenti di gruppo per la lettura della relativa comunicazione dell'ordine del giorno della seduta di domani.

La seduta, sospesa alle 00,05, è ripresa alle 00,35 di mercoledì 31 ottobre 2018.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato convenuto che l'esame del decreto-legge n. 109 del 2018, recante disposizioni urgenti per la città di Genova, proseguirà nella seduta di domani, 31 ottobre, a partire dalle ore 9. Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata è confermato alle ore 15.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 31 ottobre 2018 - Ore 9:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109, recante disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze. (C. 1209-A)

Relatori: ROSPI, per l'VIII Commissione; DI MURO, per la IX Commissione.

(ore 15)

2. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 00,40 di mercoledì 31 ottobre 2018.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato Mollicone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 4 i deputati Zanella e Cataldi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 5 alla n. 8 il deputato Cataldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 8 il deputato Trizzino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 9 la deputata Emiliozzi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 10 alla n. 14 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 11 il deputato De Lorenzis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 12 il deputato Nobili ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 12 la deputata Tomasi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 15 la deputata Lucchini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 17 i deputati Fantuz e Vignaroli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 20 la deputata Ruocco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 23 e 24 il deputato Marchetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 25 il deputato Marchetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 27 la deputata Terzoni ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

nelle votazioni nn. 27 e 28 il deputato Cataldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 34 alla n. 44 il deputato Rospi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 44 la deputata Piera Aiello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 44 il deputato Ceccanti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 45 la deputata Sabrina De Carlo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 46 e 47 il deputato Giacomoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 47 la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 1209 - em. 16.2 455 455 0 228 184 271 70 Resp.
2 Nominale em. 16.3 465 388 77 195 119 269 70 Resp.
3 Nominale em. 17.301 467 359 108 180 99 260 65 Resp.
4 Nominale em. 17.302 rif. 469 469 0 235 466 3 65 Appr.
5 Nominale em. 17.300 470 364 106 183 91 273 65 Resp.
6 Nominale em. 18.1, 18.301 470 364 106 183 92 272 65 Resp.
7 Nominale em. 18.300 479 400 79 201 95 305 65 Resp.
8 Nominale em. 20.301 475 369 106 185 100 269 65 Resp.
9 Nominale em. 20.300 473 364 109 183 96 268 65 Resp.
10 Nominale em. 21.1, 21.302 466 437 29 219 96 341 65 Resp.
11 Nominale em. 21.301 462 438 24 220 93 345 65 Resp.
12 Nominale em. 21.300, 21.303 468 441 27 221 98 343 64 Resp.
13 Nominale em. 22.1, 22.300 474 474 0 238 99 375 65 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 23.1 471 471 0 236 97 374 65 Resp.
15 Nominale em. 23.2, 23.300 477 477 0 239 99 378 65 Resp.
16 Nominale em. 23.301 465 463 2 232 78 385 66 Resp.
17 Nominale em. 25.1, 25.300 410 408 2 205 111 297 66 Resp.
18 Nominale em. 25.9 454 427 27 214 90 337 65 Resp.
19 Nominale em. 25.301 463 390 73 196 116 274 64 Resp.
20 Nominale em. 25.308 473 448 25 225 92 356 63 Resp.
21 Nominale em. 25.5, 25.310 458 433 25 217 88 345 63 Resp.
22 Nominale em. 25.312 450 450 0 226 87 363 62 Resp.
23 Nominale em. 25.8 456 356 100 179 88 268 62 Resp.
24 Nominale em. 26.300 457 457 0 229 87 370 62 Resp.
25 Nominale em. 26.301 457 457 0 229 457 0 62 Appr.
26 Nominale em. 34.500 448 448 0 225 448 0 61 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 37.32 461 460 1 231 188 272 60 Resp.
28 Nominale em. 37.302 463 463 0 232 187 276 60 Resp.
29 Nominale em. 37.303 468 438 30 220 159 279 60 Resp.
30 Nominale em. 37.34 465 370 95 186 90 280 60 Resp.
31 Nominale em. 37.36 468 371 97 186 93 278 60 Resp.
32 Nominale em. 37.300, 37.304 468 444 24 223 161 283 59 Resp.
33 Nominale em. 37.11 468 375 93 188 94 281 59 Resp.
34 Nominale em. 37.46 462 367 95 184 87 280 59 Resp.
35 Nominale em. 37.50 463 450 13 226 174 276 59 Resp.
36 Nominale em. 37.75 461 458 3 230 181 277 59 Resp.
37 Nominale em. 37.57 467 374 93 188 93 281 59 Resp.
38 Nominale em. 37.58 469 467 2 234 189 278 60 Resp.
39 Nominale em. 37.59 468 468 0 235 186 282 59 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 48)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 37.60 465 370 95 186 90 280 59 Resp.
41 Nominale art. agg. 37.018 467 398 69 200 115 283 59 Resp.
42 Nominale art. agg. 37.019 470 470 0 236 188 282 59 Resp.
43 Nominale art. agg. 37.020 464 459 5 230 181 278 59 Resp.
44 Nominale art. agg. 37.021 463 452 11 227 175 277 59 Resp.
45 Nominale art. agg. 37.022 454 442 12 222 168 274 59 Resp.
46 Nominale art. agg. 37.023 454 453 1 227 172 281 60 Resp.
47 Nominale em. 39.1 449 443 6 222 162 281 59 Resp.
48 Nominale em. 39.2 446 440 6 221 156 284 58 Resp.