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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 71 di giovedì 25 ottobre 2018

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 10,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNA RITA TATEO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Boldrini, Caiata, Cancelleri, Cavandoli, Colletti, Colucci, Dadone, Sabrina De Carlo, Delmastro Delle Vedove, Ferri, Frassinetti, Grimoldi, Liuni, Lorenzin, Orsini, Quartapelle Procopio, Rampelli, Ravetto e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il presidente della Commissione Bilancio, deputato Claudio Borghi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI, Presidente della V Commissione. La ringrazio, Presidente. Dato che il processo per stilare il parere è ancora in progress, domando cortesemente un rinvio dei lavori. Suggerisco come termine le ore 13.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, vorrei insieme a lei, se me lo consente, sull'ordine dei lavori, che l'Aula si rendesse conto della situazione che stiamo vivendo. Noi siamo ad oltre cinquanta giorni dall'evento drammatico e luttuoso che ha fatto sì che il Governo mettesse in campo il proposito di decretare determinati provvedimenti per quella tragedia. Il provvedimento è incardinato in Commissione da una settimana circa; il Governo si è presentato di fronte alla Commissione Bilancio, presieduta dall'onorevole Borghi, quattro volte senza dare compiutamente risposte su tutti i punti che venivano presentati, su numerosi punti. Ieri sera, il Governo si è impegnato a fornire alla Commissione Bilancio, entro le ore 19, una dettagliata risposta sui punti che erano stati sollevati. Parliamo, Presidente, della Commissione Bilancio; nel sistema legislativo di questo Paese noi non possiamo procedere alla votazione su un decreto se non siamo certi - e tutto ciò deve essere certificato dalla Commissione Bilancio, che è presieduta dall'onorevole Borghi - che i provvedimenti inseriti in un decreto siano coperti. E il testo che è giunto, non alle 19, ma alle 20,40, ai colleghi commissari della Commissione Bilancio della Camera, per diversi aspetti, rinvia ad altri ministeri e ad altri uffici per conoscere esattamente la possibilità di risposta sui quesiti che obbligatoriamente ci impegnano per poter esprimere il nostro giudizio sul decreto. Dunque, ad oggi, in questo momento, anche avendo ascoltato le parole del presidente della Commissione, noi non abbiamo un parere sul decreto che questo Governo ha emanato per un fatto drammatico accaduto oltre cinquanta giorni fa. Ci sono norme che sono scritte nel parere della Ragioneria di Stato e non nel testo del decreto. Presidente, così non si lavora, non si lavora di fronte ai lutti di Genova, non si lavora per il rispetto di questa Istituzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Non si può lavorare così, non si può, Presidente. Noi siamo alla conclusione della settimana nella quale normalmente si svolgono le attività legislative, nella mattinata della settimana in cui si svolgono le attività legislative, di fronte a un decreto fondamentale e né lei, né io, né il presidente Borghi sa dirci se avremo e quando un parere, quando i nostri colleghi commissari avranno il tempo per leggere tutto ciò che hanno ricevuto ieri sera e se ciò che hanno ricevuto è esaustivo rispetto al quesito della copertura del provvedimento, dei singoli aspetti del provvedimento, e dell'articolazione delle domande che lì sono state espresse.

Ma che cosa stiamo facendo qui dentro noi, Presidente, o meglio che cosa ha fatto il Governo in questi 50 giorni, che ieri è venuto con i due sottosegretari ad esaltare la natura di questo decreto, che doveva fornire - dicono i sottosegretari - e che ha fornito risposte esaurienti su tutti i problemi di Genova e per la verità anche di Ischia? Ci è stato esaltato un decreto che ancora non c'è, perché un decreto senza copertura economica non è un atto legislativo compiuto che noi possiamo giudicare. Non basta - e so che il presidente Borghi ha scritto al Presidente Fico o intende farlo per denunciare questa attività - la questione del rinvio tecnico delle nostre votazioni, ma siamo di fronte ad un fatto che interroga il Governo e dunque io chiedo che il Governo, Presidente, ci venga a rispondere da quei banchi su che cosa stia succedendo riguardo alla copertura di questo decreto a cinquanta giorni dal crollo del ponte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

Non è una questione che possono risolvere, anche se ha fatto bene a scrivere, il presidente della Commissione bilancio e il Presidente dalla Camera, ma è il Governo che deve darci delle risposte e le chiedo di convocare oggi, che è il giorno della votazione di questo decreto, il Governo qui perché ci dia risposte, altrimenti vuol dire che prendete in giro quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie. Ovviamente il Governo è presente.

ANDREA MANDELLI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA MANDELLI (FI). Presidente, è con estremo imbarazzo che le chiedo di parlare su questo provvedimento. L'imbarazzo deriva dal fatto che stiamo parlando di un tema che dopo cinquanta giorni i nostri cittadini avrebbero il diritto di vedere chiarito nel provvedimento che stiamo trattando e cominciare a pensare davvero a un futuro che dia una certezza. E invece, dopo tanti giorni di grande disponibilità di Forza Italia, ma in generale di tutti i commissari, proprio per la tematica che coinvolge questo decreto, siamo in una situazione abbastanza ridicola perché, in realtà, quando voi parlate di necessità di un Governo del cambiamento, dovete ricordare che, per poter cambiare qualcosa, bisogna prima essere in grado di farlo e, per essere in grado di farlo, bisogna portare i documenti necessari perché la Commissione bilancio, la cui attività poi legittima il procedimento dei lavori, possa dare il proprio parere. Ecco noi da tanti giorni - oramai non li conto neanche più - assistiamo invece a continui ritardi, a continui spostamenti dei termini per la presentazione dei documenti, addirittura ieri abbiamo atteso invano il Governo per più di un'ora perché arrivasse in Commissione bilancio, dando una disponibilità che testimonia la volontà di aiutare le persone di Genova e aiutare gli abitanti di una città che è stata già abbastanza devastata nella sua essenza e non può permettersi che l'incapacità del Governo la devasti ulteriormente. Oggi, il presidente Borghi ci ha letto la mesta lettera al Presidente Fico, ma io credo davvero che qui il problema serio sia che, prima di parlare, bisogna essere in grado di fare le cose e voi oggi, in questi mesi, in queste settimane, avete dimostrato di non essere in grado di fare le cose (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ma non le cose straordinarie, signori, le cose normali, per fare in modo che l'Italia abbia un Governo serio. Io non sto parlando di reddito di cittadinanza o dei sogni che voi state raccontando al Paese; io sto parlando dei pezzi di carta idonei per mandare avanti il Parlamento, la necessità di mandare i sottosegretari in Commissione, cose banali - mi rendo conto -, ma senza le cose banali non si va avanti. Quindi, questa è la provocazione di Forza Italia. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente. Ci associamo anche noi alla preoccupazione già espressa dai colleghi, che peraltro mi permetto di correggere, perché sono settanta i giorni e non cinquanta, purtroppo dall'evento del 14 agosto (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Fratelli d'Italia). Lo dico al rappresentante del Governo perché in qualche modo, già nel corso della discussione generale, noi abbiamo segnalato il problema, perché esiste ovviamente un tema di messa a punto del meccanismo legislativo e di controllo da parte del Governo dell'iter parlamentare dei provvedimenti, ma è ovvio che questa cosa è complicata dal fatto che questo, che era nato come un provvedimento per intervenire su Genova e sulle conseguenze del crollo del ponte Morandi, è diventato una sorta di provvedimento omnibus sulle emergenze, e più si accumulano problematiche, più si mettono insieme cose differenti che nulla hanno a che fare le une con le altre e più ovviamente si ingarbuglia la situazione, si rende più difficile il lavoro e si perde linearità. Lo dico con estrema franchezza: se questo provvedimento fosse stato limitato ai primi sedici articoli non saremmo in questa situazione e probabilmente lo avremmo già approvato, come sarebbe stato giusto per rispetto a Genova, ai morti e all'intera comunità ligure.

Quindi, da questo punto di vista, l'invito anche per il futuro, è a semplificare anche nella fase di costruzione dei decreti, evitando i decreti omnibus, perché questo è, a tutti gli affetti, un decreto omnibus. Quindi, anche noi ci associamo, da questo punto di vista, al disappunto e alla preoccupazione perché, a questo punto, francamente, io come presidente di questo gruppo, sono preoccupato su che cosa noi andiamo a votare alle ore 13 e se ci sono tutte le garanzie di correttezza e di rispetto della Costituzione e delle leggi di bilancio rispetto a questo provvedimento, ma questo lo vedremo alla ripresa (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. La lunga esperienza nella Commissione bilancio mi fa dire che siamo di fronte a un fatto che ha ben pochi precedenti - forse non ce ne sono - e capisco la richiesta avanzata dal presidente Borghi. Però, vedete, quello che è accaduto con la storia di questo decreto è davvero qualche cosa di molto pesante. Eppure, la narrazione che è stata fatta di fronte all'opinione pubblica, come Governo, dell'atteggiamento che si sarebbe tenuto su Genova sembrava presagire altra efficacia: qui c'è un dilettantismo che lascia senza parole.

Inoltre, questo decreto è altresì appesantito dalla vicenda di Ischia, non tanto sul fatto che si dovesse intervenire laddove vi sono stati eventi legati al terremoto, ma tutta la vicenda legata agli immobili che sono stati oggetto di ordine di demolizione da parte dell'amministrazione, perché qui fa riferimento solo il fatto che quando l'ordine di demolizione viene impartito dal giudice penale, allora si procede, diversamente si danno i soldi per rifare le abitazioni che sono state oggetto di provvedimento amministrativo. Qui siamo di fronte ad un'operazione che, tra l'altro, tenta di cavalcare il decreto Genova: è un insulto ancora più feroce che si rivolge alla città di Genova.

Quindi il Governo venga a rispondere rapidamente, perché temo che per le 13 non ci sarà nulla di pronto. Le coperture sono ballerine da settimane e quindi la possibilità che questa operazione vada in porto si allontana.

Se poi penso ai tempi e ai modi con i quali si è arrivati a identificare il commissariamento su Genova, si capisce che l'incapacità di questo Governo è veramente tale da meritare non solo il giudizio dei mercati, ma anche il giudizio politico dei cittadini italiani, che si sono fidati di un Governo che non può andare da nessuna parte (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Prendo atto della richiesta formulata dal presidente della Commissione bilancio e sospendo la seduta fino alle ore 13.

La seduta, sospesa alle 10,45, è ripresa alle 13,05.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il presidente della Commissione bilancio, il deputato Claudio Borghi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI, Presidente della V Commissione. Grazie, Presidente. A causa del protrarsi dei lavori in Commissione bilancio, sono purtroppo qui a dover chiedere un'altra ora di tempo.

PRESIDENTE. Sospendo, quindi, la seduta che riprenderà alle ore 14.

La seduta, sospesa alle 13,06, è ripresa alle 14,10.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, il deputato Gallo è in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente ottantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori e per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente della VIII Commissione, onorevole Benvenuto. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO, Presidente della VIII Commissione. Presidente, noi alle ore 14 non abbiamo ancora ricevuto il parere dalla V Commissione. Le chiederemmo di poter posticipare di 20 minuti l'inizio della (Commenti)

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Colleghi!

Onorevole Benvenuto, pensa che 20 minuti bastino? Perché è inutile…

ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO, Presidente della VIII Commissione. Penso che 20 minuti possano bastare.

PRESIDENTE. Venti minuti.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signora Presidente, queste comunicazioni rese dal presidente della Commissione referente ulteriormente confermano una richiesta che, come gruppo del Partito Democratico, intendiamo avanzare, supportata anche da un'illustrazione che riteniamo di dover fare nell'ambito del tempo che ci è concesso in questo intervento sull'andamento dei lavori. Perché, signora Presidente, io sono convinto che molti colleghi presenti in quest'Aula si stiano interrogando sui reali motivi per i quali quest'Aula è stata convocata alle ore 10 del mattino, è stata riconvocata alle ore 13, è stata riconvocata alle ore 14 e, ora, ci viene proposto di riconvocarla alle 14,20. Credo sia giusto che l'Aula sappia che cosa sta accadendo, e soprattutto sia giusto che lo sappia il Paese.

È pervenuta ieri sera alle 20,41 una documentazione da parte del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato che, ai sensi di legge, deve fornire la cosiddetta bollinatura in ordine alle modifiche che sono state realizzate da questo ramo del Parlamento sul decreto-legge varato dal Consiglio dei ministri.

Allo stato attuale, signora Presidente, la Ragioneria generale dello Stato non ha effettuato la cosiddetta bollinatura, perché vi sono in questo parere una serie di rinvii alle singole amministrazioni competenti, alla Presidenza del Consiglio dei ministri, all'Agenzia delle dogane, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministero dell'economia e delle finanze, che necessitano della fornitura ufficiale di pareri per consentire alla Ragioneria di dare il parere obbligatorio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

E, fin qui, non stiamo facendo un'operazione da stracciarci le vesti; senonché, questo tipo di operazione in un decreto-legge non si fa a valle del percorso, si fa a monte, non si arriva in Aula aprendo la discussione generale e, poi, di colpo, di notte, ci si rende conto che c'è qualche problema (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Anche perché, signora Presidente (lo dico solo incidentalmente), uno dei rilievi che pone la Ragioneria generale dello Stato è relativo alla copertura degli oneri per la ricostruzione del ponte Morandi, che è il tema centrale di questo decreto-legge (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Noi siamo qui perché vogliamo due cose, lo anticipo anche ai colleghi: noi vogliamo approvare il decreto-legge nella parte relativa al ponte Morandi, perché Genova deve avere il suo ponte e deve avere le risposte che attende (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); così come siamo qui per chiedere lo stralcio di quella vergogna del condono su Ischia. Ma questi elementi impongono una necessaria riorganizzazione dei nostri lavori. Insomma, signora Presidente: noi possiamo iniziare i nostri lavori sapendo come li concludiamo. Il Governo, si sente dire, vuole mettere la fiducia? Ce lo dica!

Ci dà la condizione, invece, di poter entrare nel merito, come noi riteniamo di voler fare, dei nostri emendamenti? Il gruppo del Partito Democratico non ha presentato emendamenti ostruzionistici: ha presentato 120 emendamenti di merito, sui quali chiede di poter discutere ed entrare nel merito. Motivo per il quale, per senso di responsabilità, noi chiediamo l'immediata convocazione di una Conferenza dei presidenti di gruppo, perché i ritardi che sono stati causati dall'incapacità del Governo di venire quando avrebbe dovuto esserci alle 10 di questa mattina con tutti gli adempimenti realizzati, ha comportato una diversa organizzazione dei nostri lavori e noi vogliamo capire, prima di iniziare, come saremo in grado di intervenire.

Voglio rilevare in conclusione, signora Presidente, che anche a fronte di questi rilievi - e potrei continuare nella lettura -, incredibilmente anche oggi il Ministro Toninelli è latitante (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

IVAN SCALFAROTTO (PD). Vergogna!

ENRICO BORGHI (PD). Il Ministro Toninelli, che avevate detto che avrebbe ritirato la concessione, ci deve venire a dire perché la Ragioneria generale dello Stato dice che restano fermi gli obblighi contrattuali gravanti sulla concessionaria a Genova. Ci deve venire a dire perché è stato smentito e come intende rispondere. Per questo, chiediamo una Conferenza dei presidenti di gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Borghi, prendo atto della sua richiesta di convocazione di una Conferenza dei presidenti di gruppo, e naturalmente riferirò al Presidente della Camera.

CLAUDIO BORGHI, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CLAUDIO BORGHI, Presidente della V Commissione. Troppi “Borghi”!

Dato che il collega della Commissione di merito aveva detto che non aveva ricevuto il parere dalla V Commissione, volevo semplicemente confermare e assicurare all'Aula che il parere è stato licenziato e trasmesso da parte della V Commissione, quindi in questo momento sicuramente il collega l'avrà ricevuto.

Colgo l'occasione per ringraziare i commissari della V Commissione tutti, opposizione inclusa, per l'atteggiamento assolutamente responsabile e cooperativo per la redazione di un parere non semplice.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. A che titolo?

ROBERTO GIACHETTI (PD). Mi riferisco al comma 1 dell'articolo 8, testuale. Le vorrei dare un suggerimento. Ho avuto modo di essere al posto suo e lei è un deputato di una certa esperienza. L'argomento mi pare piuttosto delicato, le questioni, anche alla luce di quello che ha detto il presidente Borghi, sono anche abbastanza chiare.

Onde evitare - perché poi c'è anche la dignità di ciascuno di noi – che noi siamo convocati tra 20 minuti, come ha detto il primo presidente, e tra 20 minuti ritorniamo qui con la richiesta di un'ulteriore sospensione, le chiedo - credo che questo lei lo posso fare - con la sua saggezza di considerare qual è il tempo effettivo di sospensione della seduta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Era il motivo per cui io avevo chiesto al presidente Benvenuto se ritenesse che bastassero davvero i 20 minuti, oppure servisse altro tempo. Non vedo il presidente Benvenuto.

A questo punto, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 14,45.

La seduta, sospesa alle 14,15, è ripresa alle 14,45.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109, recante disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze (A.C. 1209-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 1209-A: Conversione in legge del decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109, recante disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze.

Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali e i rappresentanti del Governo sono intervenuti in sede di replica mentre i relatori vi hanno rinunciato.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 1209-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni, e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

In particolare, il parere della Commissione Bilancio reca alcune condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili in sede referente in quanto non recano disposizioni strettamente connesse o consequenziali a quelle contenute nel testo del decreto-legge: Pizzetti 5.01; Braga 5.06; Losacco 16.0304; Bruno Bossio 40.0300. (All'entrata in Aula del deputato Fugatti, vivi applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Colleghi, vi prego di consentire alla Presidenza di proseguire e all'Aula di proseguire i suoi lavori.

Avverto che la Presidenza non ritiene altresì ammissibile, ai sensi degli articoli 96-bis, comma 7, e 86, comma 1, del Regolamento, in quanto affronta argomenti non oggetto del provvedimento, l'articolo aggiuntivo Mulè 5.0300, non previamente presentato in sede referente, relativo al raddoppio della tratta ferroviaria Andora-Finale Ligure.

Avverto che le Commissioni hanno presentato l'emendamento 7.400, che è in distribuzione e con riferimento al quale risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla presentazione di subemendamenti.

Avverto che per un refuso non è presente nel fascicolo l'articolo aggiuntivo Mulè 11.010. Tale proposta emendativa è in distribuzione ed è collocata a pagina 51 del fascicolo, dopo l'articolo aggiuntivo Braga 11.01.

Avverto infine che, fuori dalla seduta, gli articoli aggiuntivi Colletti 16.03 e 16.04 sono stati ritirati dal presentatore.

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito i relatori…

SIMONE BALDELLI (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, visto che abbiamo già dedicato molto tempo a fare altro rispetto ai lavori dell'Aula, una preghiera ai relatori: se non ci sono, così come immagino, moltissimi emendamenti con il parere favorevole, si potrebbe procedere nella maniera inversa, visto che sono oltre trecento. Cioè, anziché dare parere emendamento per emendamento, se ci dite precisamente su quali emendamenti vi è parere favorevole e su quali, evidentemente tutto il resto, parere contrario. In questo modo guadagniamo qualche decina di minuti.

PRESIDENTE. Dai gesti che provengono dal Comitato dei nove mi pare di capire che la sua proposta sia stata accolta con entusiasmo. Quindi, invito i relatori ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere, magari seguendo l'indicazione e la proposta del collega Baldelli.

FLAVIO DI MURO, Relatore per la IX Commissione. Presidente, annuncio il parere sugli emendamenti riferiti agli articoli che vanno dall'articolo 1 all'articolo 11.

PRESIDENTE. Da pagina 2 a pagina 53, giusto?

FLAVIO DI MURO, Relatore per la IX Commissione. Sì, è corretto. Sull'1.53 Cassinelli, a pagina 7, parere favorevole.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 14,50)

FLAVIO DI MURO, Relatore per la IX Commissione. Parere favorevole all'emendamento 5.22 Pastorino, a pagina 29. Parere favorevole all'emendamento 7.400 delle Commissioni, che è fuori fascicolo. Invito al ritiro dell'emendamento 10.300 Traversi, a pagina 50.

PRESIDENTE. Poi ci sono le condizioni poste dalla Commissione Bilancio, l'emendamento 5.500, che sarà da collocare a pagina 31 del fascicolo. Il parere?

FLAVIO DI MURO, Relatore per la IX Commissione. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Poi l'emendamento 7.500, che sarà da votare prima di quello della Commissione. Il parere?

FLAVIO DI MURO, Relatore per la IX Commissione. Favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere conforme, Presidente.

PRESIDENTE. Vi è un altro emendamento della Commissione Bilancio, l'8.500. Il parere?

FLAVIO DI MURO, Relatore per la IX Commissione. Favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere favorevole.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo scusa, Presidente, in sua assenza noi abbiamo formalmente avanzato la richiesta di convocare la Conferenza dei capigruppo, che sono certo le sia stata consegnata: volevo capire quali erano gli intendimenti assunti dalla Presidenza in merito.

PRESIDENTE. Possiamo fare in due modi, o la facciamo più tardi e iniziamo a votare, senza magari sospendere l'Aula subito e convocare la Capigruppo, oppure… Direi di iniziare i lavori e poi vediamo strada facendo.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, noi siamo armati delle migliori intenzioni e di grande pazienza. In sua assenza in quest'Aula si sono succeduti più e più rinvii, non certo per responsabilità dell'opposizione, su questioni di merito fondamentali, circa la tenuta rispetto ai paradigmi della Commissione bilancio di questo decreto, e, in più, in assenza di una comprensione da parte dei colleghi di quale sarà il prosieguo dei lavori.

Io suggerisco, per correttezza nei confronti dei nostri colleghi, come da noi richiesto prima, durante la Presidenza della collega Carfagna, che prima di incominciare, si svolga la Conferenza dei presidenti di gruppo, per potere dire poi ai colleghi se finiscono di lavorare questa sera, quando si riprende, quando avremo deciso che è il voto finale, cioè voglio dire...

PRESIDENTE. Quindi, la richiesta è di farla prima dell'inizio del voto.

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Il nostro gruppo, Presidente, ha presentato oltre un centinaio di emendamenti, ma non c'è nessun intendimento ostruzionistico. Quindi, credo che sia più opportuna la scelta di convocare subito la Conferenza dei presidenti di gruppo e potere definire le tempistiche del lavoro. Questo, credo, consentirebbe un ancor più agevole sviluppo della discussione in questa sede e con l'approvazione di questo testo così importante in un tempo ragionevole.

FRANCESCO D'UVA (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO D'UVA (M5S). Presidente, per me va benissimo farla anche adesso, ovviamente. Se può essere utile, per andare avanti in maniera ordinata, come abbiamo fatto finora, ben venga. Non c'è motivo di fare altrimenti.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Intervengo in merito, invece, ai pareri che abbiamo sentito espressi dal relatore fino all'articolo 12. Su richiesta del collega Baldelli, per sveltire il pronunciamento dei pareri, era stato detto di pronunciare solo i pareri favorevoli. Se non vado errato, noi abbiamo ascoltato tre pareri favorevoli e un invito al ritiro. Non so perché ci sia stato solo un invito al ritiro. Vuol dire - mi corregga se sbaglio o se anche lei ha così compreso - che su tutti gli altri emendamenti – quindi, parliamo di tutti gli emendamenti presentati dalle opposizioni fino all'articolo 11 compreso e non so perché solo su uno ci sia stato l'invito al ritiro - il parere del relatore è contrario.

PRESIDENTE. Ho inteso così.

EMANUELE FIANO (PD). Ma perché solo uno ha l'invito al ritiro? Mi spieghi che caratteristiche ha l'invito al ritiro, rispetto al parere contrario o al parere favorevole.

PRESIDENTE. Dobbiamo chiedere al relatore. In ogni caso, allora, sospendo la seduta. La Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata immediatamente e, alla fine della Conferenza dei presidenti di gruppo, riprenderà la seduta.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 15, è ripresa alle 15,30.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, si è convenuto che il seguito dell'esame del decreto-legge recante disposizioni urgenti per la città di Genova e per la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti (da inviare al Senato - scadenza: 27 novembre 2018) proseguirà nella seduta odierna fino alle ore 19.

L'esame riprenderà, quindi, nella giornata di lunedì 29 ottobre, a partire dalle ore 14,30, con eventuale prosecuzione notturna, e proseguirà nella seduta di martedì 30 ottobre, ore 9,30, con eventuale prosecuzione notturna, per concludersi nella seduta antimeridiana di mercoledì 31 ottobre, con voto finale entro le ore 14. A seguire, il question time alle ore 15.

Nella seduta di martedì 30 ottobre non avrà luogo lo svolgimento di interpellanze ed interrogazioni.

Nella seduta di mercoledì 31 ottobre, alle ore 15, come già detto, avrà luogo lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

Il seguito dell'esame delle proposte di legge nn. 392 e 460, in materia di inapplicabilità del giudizio abbreviato ai delitti puniti con la pena dell'ergastolo, e l'esame dei disegni di legge di ratifica nn. 1123 e 1125, già previsti per la prossima settimana, non avranno luogo.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1209-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1209-A.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Muroni 1.2, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.3 Gagliardi e 1.4 Stumpo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, per una trasparenza nei rapporti con l'Aula, con la Commissione e il Governo, confermo il fatto che noi abbiamo presentato molti emendamenti, in particolare sui primi articoli riguardanti Genova, e, a dimostrazione che non c'era da parte nostra, visto il tema e l'argomento, fino all'articolo 16, nessun intendimento ostruzionistico, ne presenteremo soltanto alcuni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gagliardi. Ne ha facoltà.

MANUELA GAGLIARDI (FI). Grazie, Presidente. Dunque, questo emendamento consente di estendere le competenze del commissario anche agli interventi di rigenerazione urbana, che sono quindi programmi di recupero e riqualificazione del patrimonio immobiliare, con l'obiettivo di garantire qualità e sicurezza dell'abitare, sia dal punto di vista sociale che ambientale. Naturalmente, si parla della zona sottostante il viadotto del ponte Morandi e crea un po' di stupore il fatto che questo Governo, a trazione gialla - in particolare gialla - non si sia occupato di trovare le coperture per la rigenerazione urbana.

Anche perché, in realtà, l'articolo è formulato in modo da non dettagliare gli importi e le varie coperture tra le attività che vengono delegate al commissario. Pertanto, appunto, non si capisce il motivo per cui la rigenerazione urbana non possa rientrare tra le competenze del commissario, che invece ha competenze in materia di demolizione, rimozione, smaltimento e conferimento in discarica di materiale di risulta, progettazione, affidamento e ricostruzione dell'infrastruttura, ripristino del connesso sistema viario: manca proprio solo la rigenerazione urbana.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.3 Gagliardi e 1.4 Stumpo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.6 Pastorino, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.300 Cassinelli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mulè. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI). Grazie, Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, in verità a me sarebbe piaciuto illustrare questo emendamento, non dico davanti a tutti i firmatari del decreto, che porta la firma del Presidente del Consiglio Conte e di altri sette ministri, però non ne vedo neanche uno. Insomma, mi sembra che sia una scena tipo Biancaneve e i sette nani, che sono assenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Detto questo, Presidente, questo è il decreto dei ripensamenti, è il decreto dei rinnegamenti. Siamo sull'articolo 1, che già rappresenta uno di questi rinnegamenti, e con l'emendamento di cui parliamo vado a spiegare perché. Non sarebbero bastati né San Pietro, né gli apostoli, né la panchina lunga dei discepoli per contare il numero dei rinnegamenti, però vede, Presidente, noi al primo articolo già ci scontriamo immediatamente con una delle grandi, enormi contraddizioni di questo decreto.

Cosa diciamo in questo emendamento? Diciamo di dar seguito a quello che, dal 14 agosto, abbiamo detto a Genova: realizzare il ponte in tempi brevi, in tempi certi. Nell'attuale formulazione dell'articolo 1, i tempi sono incerti e, soprattutto, la tempistica è totalmente ad libitum, non ha nessun tipo di scadenza. Il Governo, in uno dei suoi ultimi ripensamenti, fino a stamattina ancora abbiamo continuato a dare emendamenti, ci ha detto che il concessionario, dacché non poteva toccare più una pietra, l'avrebbe potuta toccare per rimuoverla dal sito del viadotto Polcevera. Già questo è stato un passo in avanti; peccato che, però, nell'attuale formulazione, secondo quello che stabilisce il decreto, subito dopo aver rimosso le macerie, la società concessionaria deve lasciare il sito, consegnandolo al commissario straordinario. Cosa diciamo? Abbiamo provato a spiegarlo in tutti i modi. Diamo una cornice che possa dare certezza al rifacimento dell'opera. L'emendamento spiega e introduce esattamente questo principio: non facciamo toccare una pietra al concessionario, ma facciamo in modo che il commissario straordinario sia nella condizione di fare realizzare l'opera. Questo dice l'emendamento, che il concessionario diventa stazione appaltante, ma che nessuna società riferibile, in maniera diretta o indiretta, al concessionario può realizzare l'opera. È il commissario straordinario, di concerto, ma è lui che dice chi esegue i lavori, ed esclude che i lavori possano essere effettuati dal concessionario.

Peraltro, secondo uno dei tanti impegni disattesi dal Governo, la demolizione del ponte doveva iniziare all'inizio di settembre, e cito tra virgolette quello che venne dichiarato da autorevoli esponenti della maggioranza e del Governo già ad agosto. Siamo, come sapete, a fine ottobre e ancora dobbiamo cominciare a stabilire le regole. Allora, questo emendamento costituisce una delle ultime chiamate alla resipiscenza da parte della maggioranza e del Governo. Ve lo diciamo ancora una volta e ve lo ripeteremo: nella formulazione attuale il decreto spalanca la porta a contenziosi nazionali e internazionali; nella formulazione attuale voi non date alcuna certezza a Genova e continuate a dare incertezza. Pensateci bene se abbandonare e lasciare l'ormeggio della ideologia per approdare al raziocinio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sozzani. Ne ha facoltà.

DIEGO SOZZANI (FI). Grazie, Presidente. Solo per aggiungere pochi elementi ma significativi a quanto ha già detto il mio collega Mulè, perché vi è una preoccupazione sostanziale rispetto alla non approvazione di questo emendamento sul fatto che ci possano essere, il giorno successivo alla promulgazione dello stesso, dei ricorsi rispetto a questo impianto legislativo. Lo dico perché, al di là del fatto che non si capiscono bene le competenze del commissario, nonostante vi siano stati i chiarimenti in Commissione, vi è anche l'assenza - e mi sembra di comprendere sino ad oggi - da parte della deroga dell'Europa rispetto a una serie di procedure che lei stessa, commissario, dovrà avere il giorno dopo che avremo letto sulla Gazzetta Ufficiale questo tipo di impianto legislativo. Ora, su come anche alcune grandi realizzazioni come la Gronda…

PRESIDENTE. Concluda.

DIEGO SOZZANI (FI). Però, non riesco, Presidente, perché c'è troppo rumore.

PRESIDENTE. Per favore, un po' di silenzio. Deve concludere, però.

DIEGO SOZZANI (FI). Dicevo, che poiché esistono parti importanti e viene incitata anche la deroga dell'Europa a favore di un prolungamento della concessione a favore dell'attuale concessionario che finanziava anche la Gronda, dunque mentre c'è quella deroga manca, però, la deroga rispetto alla realizzazione del ponte. Ora, il fatto che non comporti nessun tipo di economia ma va a indicare con esattezza quali sono le procedure affinché dal giorno dopo sia possibile realizzare questa opera, sia sotto un profilo professionale e, quindi, della progettazione, sia sotto il profilo realizzativo…

PRESIDENTE. Deve concludere.

DIEGO SOZZANI (FI). …e quindi della costruzione, sia sotto il profilo delle opere, come è stato citato, propedeutiche per il fatto che devono essere spostate le macerie, questo era uno degli esempi su cui si poteva lavorare in modo concreto senza andare a toccare l'orientamento politico di questa maggioranza.

PRESIDENTE. Per un errore materiale, l'emendamento 1.300 Cassinelli risulta sottoscritto dalla deputata Gagnarli, che ha comunicato alla Presidenza di non aver apposto la sua firma all'emendamento.

MANUELA GAGLIARDI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANUELA GAGLIARDI (FI). Presidente, naturalmente sottoscrivo l'emendamento, perché penso che si sia trattato di un errore di battitura.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.300 Cassinelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.13 Braga.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD). Grazie, Presidente. Questo emendamento, che illustro brevemente all'Aula, è già stato oggetto di discussione anche in Commissione e sostanzialmente riprende alcune delle preoccupazioni già illustrate precedentemente dal collega Mulé. Noi riteniamo che la procedura che il Governo ha ritenuto di definire per la ricostruzione e l'intervento di ripristino anche delle infrastrutture viarie necessarie alla ripresa dell'attività nella città di Genova sia una procedura molto rischiosa, farraginosa e anche, come dire, costruita in assenza di un quadro di regole sufficientemente certo e chiaro per garantire la piena operatività e l'efficacia dell'azione del commissario Bucci. Peraltro, su questo emendamento noi chiediamo sostanzialmente due cose: chiediamo di fissare, garantire e confermare un impegno che è stato proclamato in tutte le occasioni da autorevoli rappresentanti del Governo e anche dallo stesso commissario Bucci in ordine ai tempi per la ricostruzione del ponte; chiediamo, inoltre, che sia introdotta questa data del 31 dicembre 2019 - il Natale del 2019, così come è stato detto in molte occasioni - perché Genova possa avere a disposizione il ponte ricostruito e la piena operatività delle infrastrutture viarie.

La seconda parte dell'emendamento propone invece una formulazione diversa dei poteri di deroga del commissario, fatto salvo, ovviamente, il rispetto della normativa antimafia che, lo ricordiamo, è stata oggetto di una lunga discussione e su cui poi finalmente il Governo ha ritenuto di accogliere le richieste che il PD e le altre forze di opposizione ponevano fin dall'inizio, quindi di garantire che l'operato del commissario sia, rispetto all'individuazione delle imprese, nel pieno rispetto della normativa antimafia. Qui, però, chiediamo che la possibilità di agire in deroga alle leggi vigenti possa essere definita in maniera più chiara attraverso gli atti di responsabilità del commissario, andando ad indicare e precisare quali sono le leggi che vengono motivatamente derogate. Questo - ripeto - a garanzia della piena efficacia e della sicurezza dell'attività del commissario.

La nostra preoccupazione - e colgo l'occasione per ricordarlo anche qui - rispetto a questo decreto è che Genova sia messa nelle condizioni di poter riavere al più presto il ponte e le altre infrastrutture necessarie per la ripresa della sua vita e della sua attività, senza dovere soccombere al rischio di ricorsi e di contenziosi che, invece, il Governo ha ritenuto in qualche modo di non precludere attraverso una formulazione che, sotto molti punti di vista, come è stato ricordato da tanti, lascia troppi spazi e margini di manovra e un rischio altissimo di contenziosi e di ricorsi che si tradurranno inevitabilmente in ritardi a danno della città di Genova (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.13 Braga, con il parere contrario delle Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.19 Muroni, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.26 Pastorino, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Braga 1.30.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD). Grazie, Presidente. Questo emendamento interviene sul punto che ho già citato prima, cioè quello del rispetto della normativa antimafia. Credo sia stato positivo che, dopo le molte insistenze e il lavoro fatto dal gruppo del PD e dalle altre opposizioni, il Governo finalmente abbia compreso che questo punto doveva essere corretto, ma manca una parte che noi riteniamo fondamentale, cioè chiarire, nel testo della legge che andiamo ad approvare, quali sono le procedure semplificate affinché il commissario possa garantire il rispetto della normativa antimafia senza dovere sottostare ai tempi ordinari per queste verifiche. Noi non ci siamo inventati nulla di nuovo, abbiamo fatto riferimento alle migliori pratiche che sono state messe in campo in questi anni rispetto, ad esempio, al tema della ricostruzione nel Centro Italia e all'evento di Expo, garantendo che il commissario – attraverso anche il supporto fondamentale della prefettura di Genova, sulla quale noi prevediamo di riconoscere un rafforzamento della struttura amministrativa dei soggetti che dovranno compiere le verifiche ed effettuare i passaggi procedurali necessari per la verifica antimafia – sia messo nelle condizioni di operare nel pieno rispetto della normativa antimafia in tempi particolarmente celeri. Non comprendiamo per quale motivo, avendo riconosciuto, con l'inserimento del testo del rispetto della normativa antimafia, il Governo ritenga di non acconsentire ad accogliere questo emendamento, ma decida di demandare di nuovo ad un successivo decreto del Ministero dell'Interno, che dovrà stabilire i criteri di semplificazione. Qui siamo in presenza di una norma che consentirebbe, una volta approvata la legge di conversione del decreto, di operare immediatamente. Con questa modalità, quella che è prevista invece attualmente nel testo approvato dalla maggioranza, dovremo attendere un nuovo provvedimento attuativo del Ministero all'Interno. Se l'obiettivo è la tempestività, la celerità, vi chiediamo di considerare, eventualmente anche correggendola, se non la ritenete opportuna, questa nostra proposta, altrimenti davvero ancora una volta non possiamo che registrare una chiusura pregiudiziale alle proposte, più che ragionevoli, che provengono dalle opposizioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Grazie, Presidente. Noi voteremo a favore di questo emendamento perché condividiamo lo stupore del fatto che, nonostante a seguito del parere della I Commissione, il Governo non riconosca che su questo fronte bisogna meglio specificare la procedure e rimandi la soluzione. L'emendamento precedente e questo attualmente al voto, invece, dava anche una procedura.

Crediamo che, su questo fronte, dobbiamo garantire, nella rapidità, nell'urgenza della situazione, la prassi migliore e, soprattutto, nel momento in cui c'è una semplificazione e dei poteri così estesi rispetto al commissario, seguire le indicazioni in particolare di Cantone, che è venuto anche in audizione. Soprattutto, crediamo che trovare una procedura che garantisca sul fronte della lotta alle infiltrazioni sia assolutamente e ugualmente un'urgenza e un dovere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.30 Braga, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.31 Pastorino.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, Presidente. Questo emendamento è finalizzato ad ottenere un obiettivo condiviso, almeno a parole, da tutti, ovvero quello di incrementare la dotazione organica dei Vigili del fuoco di Genova almeno al suo livello naturale di dotazione organica, questo perché i Vigili del fuoco di Genova risultano essere sotto organico di circa il 12 per cento delle unità, tra personale mancante e personale in distacco. Quindi avevamo pensato di inserire questo emendamento all'interno di questo decreto, anche se, non più tardi di tre settimane fa, in un question time in Aula, il Vicepremier Salvini, alla medesima domanda, aveva detto nella sua risposta che era appena stato a Genova, facendosi portatore di una buona novella, perché aveva detto che di lì a poco tempo avremmo avuto il piacere di avere su tutto il territorio nazionale un certo quantitativo di assunzioni e, tra queste, anche un congruo numero su Genova (questa, per sommi capi, la sua risposta).

In quella sede, quindi, nella replica, ci eravamo permessi di suggerire, data l'urgenza - perché stiamo parlando di un decreto di urgenza - di inserire all'interno dell'articolo 1 o all'interno dall'articolo 2, una previsione di copertura dei posti in pianta organica che mancano. Dato che l'urgenza ha molte facce a Genova, sicuramente ha la faccia dei Vigili del fuoco che, in questi giorni, hanno accompagnato le persone a recuperare i beni dalle loro case (ma ci saranno anche altre necessità, che vediamo tutti, quotidianamente). Sono immagini che ci colpiscono e che ci portano a dire quanto servano i Vigili del fuoco. Ebbene, ci sembrava una buona opportunità anticipare i tempi del Ministro Salvini e mettere all'interno di questo provvedimento la copertura di una carenza che è oggettiva e che, tra tante, è una di quelle che serve di più, perché i Vigili del fuoco stanno ancora adesso accompagnando le persone nelle case; poi ci saranno le fasi della demolizione e quant'altro.

Quindi io chiedo di rivedere il parere a questo emendamento, magari riformulandolo. Dico ciò anche perché - l'ho detto anche in Commissione bilancio - questo, insieme ad altri e tanti emendamenti, ha avuto il parere della Commissione bilancio non tanto per mancanza di copertura, così come i primi contenuti nel fascicolo che ci è stato consegnato in Commissione bilancio, ma era tra le proposte emendative per le quali appare opportuno acquisire l'avviso del Governo; quindi è arrivata la sottosegretaria Castelli e, sostanzialmente, quelli inseriti in questa parte del fascicolo li ha bocciati tutti lei (esattamente come il Gagliardi 1.3 o lo Stumpo 1.4, riguardanti la rigenerazione urbana, eccetera). La cosa che ci ha un po' infastidito, però, è legata al fatto che la motivazione di questa bocciatura non fosse tanto legata a una difficile quantificazione degli oneri, ma al fatto - in questo caso come nel caso degli emendamenti Gagliardi 1.3 o Stumpo 1.4 - che ad oggi non sarebbero pervenute le relazioni dei Ministeri competenti.

Ora, io credo che questo tipo di motivazione sia stata data per questo emendamento, sui Vigili del fuoco, come per tanti altri. Io credo che su un decreto così importante, che coinvolge la città di Genova, sia stato un modo irrispettoso di trattare certi argomenti. Ho detto ciò già in Commissione e ho detto in quella sede che l'avrei detto nuovamente qui, perché tutti questi emendamenti non vengono dalla luna o da chissà quale pianeta lontano dal nostro: no. Questi emendamenti vengono da esigenze che abbiamo raccolto all'interno dalla nostra comunità genovese e ligure, tutti quanti, non soltanto il gruppo di LeU, ma tutti i gruppi presenti qui in Aula, attraverso proposte emendative che sono state recepite molto spesso con un copia e incolla dal Governo e dai relatori. Pertanto, un minimo di attenzione in più, secondo me, andava prestata.

Quindi, io ritengo poco rispettoso dell'urgenza e del disagio che prova la nostra città, sentire che non è ancora arrivata una relazione tecnica da parte di un Ministero, anche perché questi emendamenti non è che li abbiamo presentati ieri sera alle dieci e un quarto, ma li abbiamo presentati all'inizio e perché erano presenti nel fascicolo originario, quindi - adesso non ricordo bene la data - sicuramente all'inizio di questo provvedimento, che - ricordo a tutti - è culminato con una bella notturna durata fino alle sette un quarto di mattina di martedì scorso.

Quindi, sulla base di queste considerazioni, che sono considerazioni secondo me puntuali…

PRESIDENTE. Concluda.

LUCA PASTORINO (LEU). Ho finito. Io chiedo al relatore, cortesemente, di provare a rivedere o ad accantonare questo emendamento, che - lo ripeto - parla di Vigili del fuoco e quindi di un'esigenza assolutamente vera sentita.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fidanza. Ne ha facoltà.

CARLO FIDANZA (FDI). Grazie, Presidente. Nell'annunciare il voto favorevole del gruppo Fratelli d'Italia su questo emendamento del collega Pastorino a sostegno del Corpo dei vigili del fuoco di Genova, che hanno ottimamente operato e che devono essere certamente rafforzati, colgo l'occasione per dire che noi come gruppo abbiamo dato battaglia in Commissione per cercare di portare più risorse possibili a Genova e nel suo territorio, per cercare di intervenire sul ristoro delle imprese, degli sfollati, di tutto ciò che dovesse essere rafforzato (dal trasporto pubblico locale, agli interventi sugli ammortizzatori sociali e la Cassa in deroga). Abbiamo fatto ciò in Commissione senza risparmiarci. Naturalmente, nel momento in cui si è avuta finalmente, nelle ore notturne, contezza di quanto fosse la cassa che il Governo metteva a disposizione, non abbiamo ritenuto di ripetere in Aula questo esercizio, purtroppo vacuo, di ripresentazione di emendamenti che prevedevano maggiori oneri e maggiori spese, perché inevitabilmente saremmo ricaduti sotto la falcidia degli uffici e del MEF, come purtroppo è avvenuto praticamente per gran parte degli emendamenti.

Ciò nonostante, tutto ciò che è stato presentato dai colleghi anche di altri gruppi, che prevede maggiori contributi e maggiori spese a sostegno di Genova e del suo territorio, ci vedrà sempre schierati su un voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, ricollegandomi all'intervento del collega Pastorino e in ragione del fatto che in questo emendamento non si chiede un incremento da questo punto di vista, ma semplicemente il rispetto della pianta organica per il Dipartimento dei Vigili del fuoco di Genova, chiedo formalmente al relatore la disponibilità ad accantonare questo emendamento per una sua riformulazione, anche in modo da renderlo compatibile da un punto di vista delle coperture. Credo che sia una norma di buonsenso, in una città che ha avuto un'emergenza e continuerà ad essere in emergenza per alcuni anni, almeno garantire che la dotazione standard dei Vigili del fuoco sia rispettata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gagliardi. Ne ha facoltà.

MANUELA GAGLIARDI (FI). Grazie, Presidente. Condividendo appieno la finalità di questo emendamento, il gruppo di Forza Italia dichiara di sottoscriverlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Voglio annunciare la sottoscrizione, da parte del gruppo del Partito Democratico, di questo emendamento e anche, ovviamente, il voto favorevole. Questo emendamento corrisponde, peraltro, ad un altro emendamento più esteso, che riguarda il tema di più Corpi dello Stato, presentato dal Partito Democratico e che voteremo successivamente.

Ritengo molto importante dare un segnale di sostegno alla pianta organica dei Vigili del fuoco nella realtà di Genova, perché davvero questo è un tema molto importante, legato alla sicurezza di quella città. E lo penso anche in riferimento allo straordinario impegno e alla straordinaria dedizione che i Vigili del fuoco hanno avuto nell'ambito di questa tragedia e anche nell'umanità dimostrata in tutti i passaggi delicatissimi della vicenda genovese.

Veniva ricordato ora, quando hanno accompagnato le persone a riprendere i loro affetti, le loro cose, all'interno delle case, quindi stanno svolgendo un lavoro molto delicato sotto tanti punti di vista e lo stanno facendo in condizioni, dal punto di vista numerico, dal punto di vista degli stipendi, dal punto di vista dei turni, davvero, davvero, di grande difficoltà.

Quindi credo che, al di là dei proclami che sono stati fatti e anche in più occasioni manifestati dal Governo per aiutare questo preziosissimo Corpo, noi abbiamo il dovere ora di dare un aiuto concreto e di farlo all'interno di questo decreto.

PRESIDENTE. C'è, dunque, una richiesta di accantonamento dell'emendamento 1.31 Pastorino.

FLAVIO DI MURO, Relatore per la IX Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FLAVIO DI MURO, Relatore per la IX Commissione. Grazie, Presidente. Senza ricordare - l'ha detto il gruppo di LeU e non il gruppo della Lega - che il Ministro dell'interno Salvini si è già espresso favorevolmente al potenziamento dei Vigili del fuoco nell'intera Nazione e in particolare sul Corpo di Genova, dove è andato a fare un sopralluogo, voglio ricordare che c'è stato un parere negativo della Commissione Bilancio di poche ore fa, ma, se riteniamo di accantonarlo, per visionarlo con un approfondimento più avanti, sono favorevole.

PRESIDENTE. Perfetto, quindi l'emendamento 1.31 Pastorino è accantonato.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.33 Pastorino, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.35 Stumpo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Grazie, Presidente. In realtà, più che Stumpo, Pastorino, Muroni, Fornaro, dovrebbe essere l'emendamento Conte, Di Maio, Toninelli, perché questa parte di decreto è stata costruita su tre parole d'ordine: Autostrade non costruirà il ponte, non toccherà una pietra e le verrà tolta la concessione. Ora, le prime due parti sono crollate, per cui Autostrade non pagherà nulla, come avete scritto nel decreto, Autostrade toccherà tutte le pietre, perché, come avete fatto con un emendamento che troviamo, togliendo la parola “propedeutiche e”, date ad Autostrade la possibilità, anzi farete togliere il ponte ad Autostrade, tant'è che il commissario ad oggi non può iniziare i lavori. E allora io vi chiedo di fare tre su tre: togliete la concessione ad Autostrade, visto che l'avete detto e fatelo, perché altrimenti, alla fine di questa operazione, l'unica cosa che resterà sarà la concessione ad Autostrade e sarà veramente un atto, non voglio dire vergognoso, ma ridicolo sì (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.35 Stumpo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.39 Sozzani.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sozzani. Ne ha facoltà.

DIEGO SOZZANI (FI). Presidente, questo è un punto cruciale, perché poi, al comma 7, con riferimento alle varie modifiche, che hanno sotteso questo decreto-legge, leggiamo …Una delle nostre preoccupazioni, perché cita testualmente che non può escludersi che detto concessionario sia responsabile, in relazione all'evento, di grave inadempimento del rapporto concessorio. Allora, siccome in questa fase, c'è stata una lunga discussione fra le opere propedeutiche e connesse, ma si dà questo tipo di interpretazione legislativa, crediamo che il suggerimento, che è contenuto testualmente in questo emendamento, sia tale da renderlo compatibile rispetto alle indicazioni della maggioranza, che non vuole assolutamente che il concessionario possa lavorare in qualsiasi ambito in relazione alla demolizione/ricostruzione di questo ponte, ma nello stesso tempo - attenzione, lo ripetiamo ancora una volta - alle eventuali ripercussioni di tipo giuridico che si possono avere nello scrivere un testo di questa natura.

Anche in questo caso, rispetto alle informazioni che ci sono giunte dalla Commissione Bilancio, non vi erano delle condizioni economiche, ma un criterio di buonsenso che dava dei suggerimenti tali per cui questo ponte finalmente lo si poteva costruire dal giorno dopo. Oltretutto, anche per chi conosce la normale attività edilizia di qualsiasi opera pubblica, poiché quando si progetta e poi si inizia a lavorare vi sono dei tempi tecnici di cantierizzazione, noi avevamo anche suggerito la possibilità, anche da elaborati tecnici, che in tempi rapidi devono essere realizzati per la costruzione del ponte - quando l'impresa, qualora fosse individuata, inizia la costruzione - di effettuare varianti in corso d'opera.

Avevamo fissato anche un tempo massimo entro il quale queste varianti potevano essere consegnate, e quindi approvate, proprio perché ciò garantiva il giusto prosieguo dell'attività edilizia e il giusto prosieguo per il ripristino dell'ordinaria normalità sia a Genova che nel suo territorio. Mi sembra che anche in questo caso ci sia un parere negativo: ovviamente sarà un elemento di ricordo da parte nostra rispetto a questo parere negativo, nel momento in cui ci saranno delle azioni coercitive successive, e quindi ci sarà un comportamento da parte nostra di conseguenza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). L'emendamento proposto da Sozzani ci offre l'occasione di poter fare un po' di chiarezza anche solo in merito al fatto che noi siamo arrivati ad iniziare questa votazione molto tardi nel pomeriggio, per una ragione che non possiamo dimenticare, e cioè che la Commissione bilancio ha messo nero su bianco le debolezze e la fragilità del sistema di copertura che questo decreto-legge ha, soprattutto in riferimento alla realizzazione del ponte, che dovrebbe essere il cuore del nostro ragionamento. Sì, perché intanto bisogna chiarire che noi ci muoviamo in assenza di qualsiasi previsione finanziaria per quanto riguarda il costo reale del ponte: non esiste un progetto, non esiste un progetto per i relativi costi di smontaggio oppure di abbattimento dell'attuale ponte che è rimasto in piedi, e non esiste un progetto, e neppure una previsione finanziaria per la realizzazione del nuovo ponte. Tutta la vostra certezza si basa sul fatto che lo Stato anticiperà 30 milioni all'anno per la realizzazione di questo ponte. Noi però sappiamo perfettamente che, per le ragioni con le quali voi vi siete mossi, per l'inadeguatezza giuridica che avete portato avanti in questa vicenda, il rischio reale di avere dei ricorsi è una cosa concreta; e se così fosse il sistema di copertura, che deriverebbe da quello che voi contate di avere da Autostrade per l'Italia, sarebbe a forte rischio. A questo punto inevitabilmente la Commissione bilancio ha chiesto di avere una copertura organica della realizzazione del ponte, che deve essere comprensiva dei reali costi, non limitarsi ai 30 milioni anticipati.

Lo stesso vale per quanto riguarda il tema dei cosiddetti interventi su più ambiti e su più settori di questo decreto-legge. Questi interventi sono tutti rimessi alla possibilità di avere accoglimento dentro il sistema della contabilità speciale. Peccato che non esista alcun piano dettagliato dei relativi interventi: quindi, se la contabilità speciale avrà una possibilità di accogliere o di avere capienza per le reali esigenze che Genova ha, noi non siamo in grado oggi di dirlo, ed è un altro dei rilievi che in quella Commissione è stato avanzato. E poi voglio anche citarne un altro, che è particolarmente sgradevole perché va ad inserirsi nella discussione che noi abbiamo svolto sul tema delle coperture per gli aiuti al reddito e per gli aiuti alla cassa integrazione in deroga. Anche in questo caso, avendo voi previsto che le cifre possano recuperarsi dall'INPS, e avendole definite, dettagliate in circa 11 milioni, avete però creato un meccanismo per il quale - fatemi dire - chi prima arriva meglio alloggia, e cioè c'è una sorta di meccanismo a sportello. Ecco, questo meccanismo a sportello cozza inevitabilmente con i diritti acquisiti che voi andate a definire dentro questo decreto-legge; e sarebbe particolarmente grave se voi aveste raccontato a Genova che c'è un sistema d'aiuto per le persone che hanno bisogno di cassa integrazione, e poi ci ritrovassimo in corso d'opera non solo a non avere quell'aiuto, ma a dover dire anche alle persone: mi spiace, sei arrivato troppo tardi, il tuo diritto non può essere esaudito perché il sistema di coperture di questo decreto-legge in realtà non sta in piedi. Non sta in piedi per il ponte, non sta in piedi per gli interventi di massima, e non sta in piedi nemmeno per i lavoratori. Ecco perché noi vi invitiamo a ragionare bene su quello che state facendo sotto il profilo finanziario e giuridico, perché di mezzo c'è il tema della necessità di una città di vedere accolti i propri diritti in questo momento di difficoltà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, vorrei riprendere il ragionamento svolto dalla collega Paita per attirare l'attenzione dei colleghi dell'Aula rispetto a questo fatto, che ci fa esprimere una serie di preoccupazioni in ordine alla reale praticabilità di questo decreto-legge come strumento per la risoluzione dei problemi, perché credo che nessuno di noi vorrebbe essere al posto del commissario Bucci, al quale mandiamo naturalmente i nostri auguri di buon lavoro. Perché dico questo? Perché questo decreto non mette il commissario Bucci in condizioni, da domani mattina, di risolvere il problema del ponte Morandi. Questo decreto, signor Presidente, crea una condizione giuridica del tutto particolare, perché stabilisce per legge una responsabilità, sulla quale non entriamo nel merito in questa fase, dopodiché stabilisce che a quel concessionario al quale si dà una responsabilità si toglie la concessione per un determinato tratto della strada, cioè in sostanza si demanializza il ponte Morandi. Dopodiché, si dice al concessionario, con le modifiche fatte in Commissione, che gli si toglie la concessione sul ponte e deve pagare le spese di ripristino e poi si dice al commissario che deve intervenire per tutto il resto, in accordo con chi? Con il concessionario. Comprendiamo qual è il rischio del corto circuito su questo profilo? Al netto del fatto che, tutto questo smentisce tutte le dichiarazioni rese dal Governo dal 15 agosto in poi in ordine all'abolizione della concessione e all'attribuzione dei lavori ad un determinato soggetto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.39 Sozzani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.49 Pastorino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.51 Mulè, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.52 Germanà, sul quale vi è il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Germanà. Ne ha facoltà.

ANTONINO GERMANA' (FI). Presidente, rileviamo un atteggiamento ostile da parte del Governo, già da subito, in Commissione, non rendendosi conto che il decreto Genova è un decreto che interessa tutti gli italiani e che quindi l'unico interesse che potevamo avere era quello di dare un contributo fattivo al provvedimento per migliorare un testo scritto male.

Il Governo, infatti, ha voluto alzare, da subito, un muro con le opposizioni anche se noi, comunque, abbiamo presentato degli emendamenti, abbiamo fatto il nostro lavoro in Commissione e continuiamo a farlo anche adesso in Aula.

Nel decreto proposto dal Governo si attribuisce molto genericamente al commissario straordinario il compito di garantire in via d'urgenza le attività per la demolizione, lo smaltimento del materiale di risulta, la progettazione, l'affidamento, la ricostruzione, il ripristino e poi il sistema viario. Tuttavia, a nostro avviso, per migliorare e realizzare bene tutto ciò, ma soprattutto per dare ai genovesi certezza sui tempi della ricostruzione, il commissario straordinario dovrebbe avere poteri maggiori. Per questo, con quest'emendamento propongo, insieme ai colleghi che lo hanno sottoscritto, di attribuire direttamente al commissario la predisposizione del piano d'azione per la ricostruzione del ponte, indicando con la migliore precisione possibile i tempi destinati all'abbattimento del ponte e, soprattutto, quelli della sua ricostruzione.

Chiediamo, poi, che il commissario abbia anche la responsabilità di trasmettere il contenuto del piano alla regione Liguria e al Ministro dei trasporti, i quali, entro 15 giorni, possono esprimere la loro sulle proposte fatte dal Commissario. Proponiamo inoltre un'altra cosa banale, cioè che il commissario riferisca ogni tre mesi alle Commissioni competenti - alla Commissione trasporti e alla Commissione lavori pubblici - delle Camere. Anche su questo il Governo è tornato indietro e ha rivisto la propria posizione. È poi necessario che la struttura sia scelta direttamente dal commissario perché i funzionari che provengono da diverse amministrazioni pubbliche devono essere di fiducia del commissario per una maggiore collaborazione durante tutto il periodo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vazio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO (PD). Presidente, dobbiamo augurarci di trovarci di fronte a Superman: le cose che sono in questo decreto e che si chiede al commissario di fare, solamente Superman potrebbe riuscire a farle. Presidente, ci hanno messo due mesi a nominare il povero commissario Bucci, quando noi l'avevamo detto dopo due giorni, con buona pace di questo povero uomo. Costui, Presidente, dovrebbe costruire un ponte senza soldi, che è già cosa complicata; dovrebbe fare una gara contro il concessionario, perché questo decreto stabilisce che il concessionario è decaduto dalla concessione. Si badi bene: noi siamo stati i primi ad avere detto che è crollato un ponte e che la procedura di revoca non può essere fermata, ma è una procedura, che va completata. Al termine di questa procedura sarà revocata? Certamente, ma non si può revocare una concessione per decreto o per legge.

Questo commissario deve fare una gara auspicandosi - così come tutti i genovesi devono sperare - che nessuno faccia opposizione, perché l'amministratore delegato della concessionaria potrebbe, per disgrazia, fare opposizione a questo decreto (santo cielo, si guardi mai che non lo facesse, essendo un amministratore delegato che deve rispondere ai propri azionisti): come potrà non fare un'opposizione a questo decreto che lo mette fuori?

Ebbene, noi siamo di fronte a una persona normale che invece dovrebbe essere Superman. Di fronte a un decreto, Presidente, che si chiama decreto Genova e invece risolve i problemi del condono di Ischia (Applausi dei deputati del Partito Democratico) e risolve problemi che con Genova non c'entrano niente! Che risolve? Mette in campo il condono più ignobile della storia repubblicana (Applausi dei deputati del Partito Democratico), perché rievoca il decreto di condono del 1985, il famoso decreto che in tutti i procedimenti penali era da utilizzare perché era il decreto in base al quale si poteva costruire anche un grattacielo sulla sabbia. Però, certo, il Governo del cambiamento, con il MoVimento 5 Stelle, che è fautore di un grande cambiamento sotto il profilo dell'onestà, mette in campo un decreto di cui non si trovava traccia dal 1985 (Applausi dei deputati del Partito Democratico) e lo chiama decreto a Genova, anche se, signor Presidente, sparge fanghi agli idrocarburi sui nostri pomodori (Applausi dei deputati del Partito Democratico), che fanno anche bene: come diceva Crozza, anziché trovarci i pomodori a 4 euro, ci troveremo i pomodori Euro 4! Tutto questo è una vergogna, perché si trova un cavallo di Troia, che è Genova, per infilare dentro ogni ignominia. Questo è il tema, Presidente.

Allora noi ci dobbiamo porre il problema della ricostruzione del ponte Morandi: senza soldi il ponte non si ricostruisce. Bisogna mettere mano ai soldi, oppure si deve far fare il ponte al concessionario. Adesso, senza dare suggerimenti a nessuno, ma se avessimo detto, per esempio, Presidente: si vada avanti con la revoca! Magari dopodomani sarà revocato - e lo auspichiamo tutti - ma sino a quando non c'è la revoca, il concessionario ci metta i soldi! Paghi i danni! Realizzi le infrastrutture necessarie (Applausi dei deputati del Partito Democratico)! Questa è una risposta ai genovesi!

Quelli che, surrettiziamente, per tenere la cesta al MoVimento 5 Stelle, fanno buon viso a cattiva sorte, fanno un grande danno ai genovesi e alle imprese liguri, perché questo decreto tra qualche mese sarà commentato, non come il decreto Genova ma come il decreto blocca-Genova (Applausi dei deputati del Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mulè. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI). Presidente, soltanto per chiedere al relatore e al Governo di ripensare al parere su questo emendamento. Quest'emendamento non ha nessun onere di spesa, ma interviene soltanto su un onere di dignità. L'onere di dignità è quello che è legato alla certezza da dare ai genovesi: cosa dice l'emendamento? Il commissario si doti di un cronoprogramma e comunichi il suo cronoprogramma al presidente del consiglio regionale, al Parlamento e al Ministro delle infrastrutture, ovvero non c'è nessuna richiesta che vada al di là di un perimetro di normalità. Allora, chiederei al Governo: lo accantoniamo, lo sovrapponiamo, lo sotterriamo? Se il Governo e il relatore ritengono di accantonarlo, facciano quello che si vuole, ma questo emendamento - lo ripeto - obbedisce soltanto a un criterio di certezza.

PRESIDENTE. C'è una richiesta di accantonamento dell'emendamento 1.52 Germanà. Relatore?

FLAVIO DI MURO, Relatore per la IX Commissione. Contrario.

PRESIDENTE. Quindi, pongo in votazione la richiesta di accantonamento: un deputato a favore e un deputato contro? Cosa, deputato Borghi? Mi dica. La votazione è se c'è un deputato che vuole intervenire contro ed uno a favore.

Se non ci sono deputati che vogliono intervenire, passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'emendamento 1.52 Germanà.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 110 voti di differenza..

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.52 Germanà, con parere contrario di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.53 Cassinelli, con parere favorevole di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

Passiamo adesso alla votazione dell'emendamento 1.54 Braga, con parere contrario di Commissioni e Governo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD). Grazie Presidente. Io francamente non comprendo il parere contrario del relatore e del Governo su questo emendamento. Semplicemente chiediamo che gli atti del Commissario straordinario per la ricostruzione vengano resi pubblici, vengano pubblicati, così come avviene per tutti gli altri atti assunti dai commissari, che sono stati nominati rispetto alle altre emergenze. Credo che, da chi ha professato la trasparenza come un valore assoluto anche del proprio operato politico, davvero non si comprende in nessun modo questo parere contrario.

PRESIDENTE. Relatore, vuole intervenire? Ne ha facoltà.

GIANLUCA ROSPI, Relatore per la VIII Commissione. Sì, solo per dire che abbiamo approfondito questo emendamento e, quindi, abbiamo cambiato parere. Per noi il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Governo?

VITO CLAUDIO CRIMI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Confermiamo il parere favorevole su questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.54 Braga, con parere favorevole di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.0300 Foti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-bis.3 Pastorino, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1-bis.6 Braga, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, stiamo intervenendo nell'ambito di un articolo che è la dimostrazione concreta che le proposte avanzate dal Partito Democratico sono state utili, nonostante il mancato riconoscimento di questa maggioranza, a migliorare fattivamente questo decreto. Lo sono state perché voglio ricordare a tutti che all'inizio di questa discussione il tema degli sfollati non era presente dentro le priorità del decreto, cioè non c'erano coperture, non c'erano meccanismi attraverso i quali poter aiutare delle persone che hanno subito un danno materiale e un danno, direi, anche psicologico, di prospettiva di vita, enorme.

Noi abbiamo fatto una battaglia, l'abbiamo fatta in più occasioni, e abbiamo non soltanto fatto sì che questo diventasse una priorità di questo decreto, ma abbiamo anche dato battaglia sulle cifre. Oggi le cifre non sono ancora quelle che avremmo auspicato, ma si avvicinano molto di più alle esigenze reali di quella popolazione. Che cosa è rimasto ancora da affrontare, e penso colpevolmente da affrontare?

Il tema dei locatari: per i locatari non è previsto nulla che sia un aiuto concreto in questo momento di difficoltà, ed è la ragione per la quale noi abbiamo presentato questo emendamento. Un emendamento che fa riferimento alla necessità di avvalersi di una legge regionale che ha voluto il centrosinistra, prima regione in Italia, in regione Liguria, che è il PRIS. Questa legge consentirebbe di dare un contributo di circa 45 mila euro alle persone, a cui può essere aggiunta una cifra che viene inserita nella categoria dell'improvviso sgombero per poter acquistare arredi, per poter sostenere il tema del trasloco, eccetera, e questa cifra è intorno ai 36 mila euro.

Ecco, se quest'Aula deciderà di votare questo emendamento, non solo avrà, di fatto, contribuito a sanare il problema degli sfollati, ma avrà anche dato un aiuto concreto alle persone che non possiedono una casa, ma che, comunque, vivono in quella realtà, che hanno costruito la loro esistenza in quella realtà, che hanno costruito le loro famiglie in quelle realtà e che hanno subìto, al pari degli altri, un danno enorme.

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Solo per dire che la contrarietà del Governo è solo perché nella norma questo aspetto è già stato esaminato ed è già stato incluso. Definirlo in questo momento, in questa maniera, rischia di creare di fatto ulteriori problemi, perché ci sono alcuni casi in cui i locatari non hanno di proprietà i mobili, ma sono di proprietà dei proprietari, e ci sono definizioni di carattere diverso. Quindi, si è preferito mantenere la definizione data anche dalla regione Liguria, che è stata inserita all'interno del decreto per rendere lo strumento assolutamente flessibile in tutti i casi, anche nei casi specifici.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD). Grazie, Presidente. Su questo tema abbiamo discusso a lungo, anche in Commissione. Vorrei semplicemente far presente e sottolineare che questa questione noi l'abbiamo posta per tempo, l'abbiamo posta negli emendamenti presentati in Commissione.

Se il Governo avesse avuto la necessità di approfondire questo tema rispetto anche a una formulazione più puntuale, avrebbe certamente potuto farlo.

Voglio soltanto ribadire il fatto che nel testo iniziale del decreto non c'era nessuna risposta per gli sfollati. Qui è stata data una risposta parziale; abbiamo l'occasione, anche, eventualmente, con una riformulazione, che riterrà opportuna il Governo, di completare un pezzo di lavoro che è rimasto in sospeso.

Quindi, chiediamo che si possa rivedere il parere e, nel caso, anche nell'ambito della discussione che stiamo facendo su questo articolo o anche sui successivi emendamenti (ce ne sono altri di altri colleghi che agiscono su questo), trovare il modo di dare certezza anche ai locatari.

Quello che non possiamo fare, dopo avere tradito per così lungo tempo le promesse fatte sul tema della risposta a chi ha perso la propria casa, a chi è costretto ad abbandonarla per il crollo del ponte, è lasciare ancora in una situazione di indeterminatezza, che non fa che aumentare l'incertezza e la preoccupazione per il futuro di queste persone.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-bis.6 Braga, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Saluto studenti e docenti dell'Istituto comprensivo di Laives, Bolzano, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Benvenuti ragazzi e professori (Applausi). Salutiamo anche gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo di Terranova da Sibari, in provincia di Cosenza (Applausi)

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1-bis.5 Pastorino.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Presidente, intervengo molto velocemente. Questo è un emendamento esattamente speculare a quello di prima. Però, voglio richiamare un attimo l'attenzione del relatore, se fosse possibile, perché non ritrovo tra gli emendamenti presentati - e forse, in effetti, ne abbiamo presentati un po' troppi - uno che potrebbe essere comunque riconsiderato perlomeno come osservazione, nel senso che, al comma 2, quando viene definita l'indennità di 2025,50 euro per metro quadrato, successivamente c'è la parola “nonché” che, secondo me, mal si presta, diciamo, a una formulazione lineare di un testo, nel senso che questo “nonché” potrebbe essere considerato un qualche cosa che va all'interno del valore dell'abitazione, quindi dei 2025 euro per metro quadrato, e non una cosa ulteriore.

Io so che, su questa questione, anche il comitato degli sfollati ha richiesto, appunto, una formulazione più precisa e gli era stata data garanzia che comunque questo “nonché” andava interpretato in senso estensivo e non restrittivo.

Secondo me, dato che però l'italiano ha un valore per tutti - anche per il Governo -, cambiare questo “nonché” con “e inoltre” forse contribuirebbe a fare stare tutti un po' più tranquilli, perché se invece di una formula estensiva dovesse, poi nella vita, venire interpretato come una formula restrittiva forse un gran favore agli sfollati non lo faremmo. Lo dico perché comunque so che anche il Governo ha dato rassicurazioni in questo senso, ma forse un “e inoltre” anziché “nonché” chiarirebbe meglio ed eliminerebbe qualsiasi dubbio

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Solo per togliere e lasciare a verbale sia l'interpretazione sia quanto si evince dalla relazione tecnica. Il termine “nonché”, come riferisce anche il dizionario, vuol dire “non solo”, “inoltre”, “per di più”. Quindi, è sicuramente in senso estensivo e non restrittivo.

Tornando, poi, alla questione del fatto che questa parte non era nel primo decreto, questo è perché semplicemente le procedure del PRIS della regione Liguria non erano ancora concluse. Ciò per tranquillizzare e anche per chiarire, sia nei confronti degli sfollati sia nei confronti dell'Aula, l'intenzione totale del Governo, così come è presente nel decreto, di procedere ai rimborsi conformemente a quelli che sono i diritti che vengono acquisiti rispetto a una legge regionale che è quella del PRIS.

LUCA PASTORINO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Presidente, io ringrazio. La mia era un'osservazione soltanto grammaticale. A questo punto, comunque, mi ritengo soddisfatto e fiducioso della risposta e, pertanto, ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE. Quindi, l'emendamento 1-bis.5 Pastorino è ritirato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1-bis.300 Pizzetti.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-bis.300 Pizzetti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione…

Revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). La ringrazio, Presidente. Vorrei spiegare il senso di questo emendamento, perché lo ritengo molto importante. Questo emendamento va a definire i diritti degli sfollati nella cosiddetta “zona arancione” e anche delle attività economiche. Infatti, com'è noto, le conseguenze del crollo del ponte sono certamente state rilevanti e molto forti - molto negativamente forti - sotto il ponte e, quindi, esattamente nella cosiddetta “zona rossa”.

Ma le conseguenze di questa difficoltà hanno avuto anche ripercussioni certamente per quanto riguarda le persone fisiche e poi anche, di conseguenza, per le attività economiche che hanno la necessità di ricollocarsi, che hanno la necessità di avere degli aiuti sotto il profilo economico per poter ripartire e per poter garantire il lavoro agli operai e alle persone che svolgono attività occupazionale all'interno di queste aziende anche nella cosiddetta “zona arancione”. Allora, noi abbiamo segnalato questa necessità che riguarda le attività di demolizione e di ricostruzione che vanno a interessare un comprensorio più ampio e per quanto riguarda questa tematica abbiamo indicato una copertura di indennizzo, per gli appartamenti e le attività economiche, pari a circa 15 milioni.

Siccome prima il Governo ha detto e ha sostenuto che all'inizio si erano dimenticati degli sfollati perché volevano una procedura normativa che garantisse loro di occuparsene, che è una cosa palesemente falsa sotto il profilo della dinamica e sotto il profilo anche delle intenzioni, almeno su questa vicenda dimostrino che non aspetteranno norme che non ci saranno mai ma prendano in carico da subito le esigenze di una zona più ampia rispetto a quella che era stata identificata nel primo momento.

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie. Solo per riportare all'Aula la questione della zona arancione. Innanzitutto, oggi il sindaco di Genova non è in grado di fare un'ordinanza sulla zona arancione perché chi è stato sindaco sa che un'ordinanza prevede uno sgombero o, comunque, ordina qualcosa ai cittadini. Non siamo neanche in grado oggi di perimetrare la zona arancione, in quanto la zona arancione nascerà con l'inizio del cantiere di ricostruzione che non sappiamo se sarà esattamente sul tracciato del ponte o come verrà identificato.

Per cui, è possibile trasformarlo in un ordine del giorno per dare indicazioni al commissario straordinario di provvedere, una volta chiarito il progetto di realizzazione e la perimetrazione del cantiere, a delimitare quella che sarà la zona arancione, la quale riceverà sicuramente, per le esternalità negative della cantierizzazione, una serie di indennità. Tuttavia, oggi non è possibile perché il perimetro della zona arancione non è identificabile.

RAFFAELLA PAITA (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, io francamente non riesco a comprendere la logica di alcune repliche del Viceministro Rixi. È del tutto evidente qual è la zona arancione e se l'intenzione del Governo fosse quella di iniziare a dare una mano immediatamente alle zone che sono in difficoltà non ci sarebbe alcun problema ad andare a definire quest'area dentro dei dati che sono oggettivi e cioè, tanto per intenderci, le attività e le abitazioni che sono immediatamente vicine al crollo del ponte. Non c'è nulla di difficile, non c'è nulla di impossibile; è semplicemente la volontà di farlo. Ma la verità, come sempre, emerge in modo abbastanza clamorosa e la verità è contenuta dentro il parere della Commissione bilancio. Siccome questo decreto non sta in piedi sotto il profilo delle coperture, a rimetterci saranno coloro che hanno necessità, in questo momento, di dare una prospettiva vera alle loro famiglie, alle loro abitazioni e alle loro imprese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

La dovete smettere di continuare a dire che ci sono delle ragioni normative per giustificare la scarsa volontà politica di aiutare Genova, perché potete anche farlo ma siccome noi le cose le abbiamo lette e lì ci siamo stati non vi consentiremo di farlo, raccontando bugie né ora e in nessun punto di questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, credo che potremmo facilmente dirimere la questione in quest'Aula tra il Viceministro e i componenti del Parlamento se fosse presente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) colui il quale ha scritto questo decreto col cuore, ovvero il Ministro Toninelli, il quale probabilmente si è talmente stancato nella stesura di questo articolato che è stato messo in frigorifero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché non lo vediamo più, è assolutamente scomparso. Forse…

PRESIDENTE. Rimanga sul merito dell'emendamento.

ENRICO BORGHI (PD). Rimango sul merito dell'emendamento. Forse, rispetto a questo tema, se la maggioranza non avesse il terrore che potesse comparire a darci risposta su questo emendamento, potremmo utilmente considerare il fatto che il Ministro Toninelli ha partecipato ai lavori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-bis.301 Gagliardi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione… Revoco l'indizione della votazione, scusate.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-bis.300 Pizzetti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio)

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-bis.301 Gagliardi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio)

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1-ter.10 Braga.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pizzetti. Ne ha facoltà.

LUCIANO PIZZETTI (PD). Grazie, Presidente. Con questo emendamento si intende, in realtà, aiutare il Governo e sopperire ad una mancanza che c'è stata, ed è evidente. Questo è sull'articolo che prevede la messa in sicurezza delle gestioni delle tratte autostradali. È evidente che quanto è accaduto a Genova porta una sofferenza di carico anche sulla viabilità ordinaria e, a maggior ragione, questa verifica sulla condizione di sicurezza andrebbe estesa anche alle tratte ordinarie e non solo a quelle autostradali. Per cui, chiediamo al Governo di rivedere il proprio parere su questo emendamento.

Nel caso non fosse così accorto, facciamo appello perché ne tenga conto nella legge di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). In materia di interventi di messa in sicurezza e gestione delle tratte autostradali, signor Presidente, membri del Governo e deputati, volevamo soltanto far rilevare che il Governo, dopo aver minacciato di portare praticamente all'estinzione i concessionari, in realtà, poi, non favorisce tutti gli emendamenti, come quello che abbiamo discusso poco fa, l'1.300, presentato da Fratelli d'Italia, consentendo, di fatto, che le concessionarie possano continuare a fare in house ben il 60 per cento degli interventi. Cioè, prima si contesta il regime delle concessioni, si dice che sono state favorite, facciamo mille minacce (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e quando poi andiamo a poter intervenire effettivamente, frenando la loro possibilità di compiere in house i lavori, cosa che è evidenziata mille volte dal punto di vista delle criticità, non lo facciamo. Predicare bene e razzolare male: anche questa è coerenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (PD). Presidente, grazie. Solo per ribadire quanto è stato sicuramente detto dai colleghi Borghi e Fiano, in apertura di questa seduta, cioè dell'esame surreale avvenuto in Commissione bilancio questa mattina, in cui o non venivano date risposte chiare sulla quantificazione degli oneri e su chi pagava cosa, e su dove andavano a prendere soldi, o, come in questo caso, c'è la dittatura del condizionale. Cioè, quando qui si chiede: scusate, se voi trasferite delle tratte autostradali dal concessionario al commissario speciale, come fate a escludere possibili oneri nuovi in capo al commissario? Questo chiede il Servizio bilancio e lo chiede anche la Ragioneria generale dello Stato, che poi interroga il MIT chiedendo: secondo te com'è ‘sta storia? E il MIT risponde: appare ragionevole. Qui il condizionale non c'è ma per il resto è pieno: appare ragionevole ritenere che forse non c'è nessun onere nuovo.

Allora, siccome il termine “appare”, oppure il condizionale “forse” o “può darsi”, è la forma verbale, la forma grammaticale più usata nei dubbi - che non l'opposizione, ma il relatore di maggioranza, il Servizio bilancio del Senato e la Ragioneria generale dello Stato hanno posto in tutto il decreto - io chiedo al Viceministro, visto che è qui, se anche lui crede alla formula “…appare ragionevole che non ci siano nuovi oneri”, oppure se ci potete dire, come si fa in un mondo normale, che gli oneri ci sono e se ci sono quanto costano, chi li paga, oppure, se non ci sono, il perché non ci sono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-ter.10 Braga, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.2 Pastorino.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD). Signor Presidente, se gli articoli di un decreto avessero una rubrica, questa si potrebbe intitolare “Can che abbaia, non morde”, perché, alla fine, di molti proclami, noi stiamo per votare un articolo nel quale, sostanzialmente, non viene minimamente messo in discussione il sistema delle concessioni e, nella fattispecie, viene rafforzata la posizione del concessionario, chiedendogli sostanzialmente, per favore, di fare la demolizione.

Tutta questa arrendevolezza sarebbe giustificata se almeno questo decreto ci dicesse come verrà ricostruito e da chi il ponte. Noi stiamo per votare un articolo, con gli ultimi emendamenti, nel quale non si dice, dopo due mesi e mezzo di proclami, quale sarà la procedura attraverso la quale si ricostruirà il ponte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Io vorrei che l'Aula fosse consapevole della solennità di questo momento: noi stiamo facendo un passo nel quale, sostanzialmente, non si dà una risposta a tutte le domande che gli stessi esponenti del Governo hanno posto nel corso di questi mesi. Noi ci troviamo di fronte a una bandiera bianca, che viene sventolata di fronte alle difficoltà. È bene che in questo momento ne siamo pienamente consapevoli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2 Pastorino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.22 Pastorino, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.13 Pastorino, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.14 Gribaudo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vazio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO (PD). Sì, Presidente. Prima sono intervenuto ponendo il problema di cosa era il decreto Genova e dell'articolo 1, ma adesso cerco di diminuire le mie preoccupazioni. Tuttavia sono un po' inquietato e volevo un po' chiedere a me stesso, così come a quest'Aula, delle ragioni a chi ha un po' la regia di questo decreto, soprattutto sui primi articoli, cioè il sottosegretario Vito Crimi.

E mi domandavo: ma il sottosegretario all'editoria, che non mi pare annoveri competenze sulle infrastrutture e sui ponti e sulle modalità di ricostruzione dei ponti, vedo qui, attività di indirizzo e coordinamento relativamente alle campagne di comunicazione istituzionale, al piano annuale di comunicazione del Governo, cosa ci azzecca con la ricostruzione del ponte Morandi e delle infrastrutture genovesi? Ma la cosa mi inquieta, vede, perché è un bravo collega, per l'amor del cielo, è una persona anche stimata, ma mi inquieta il fatto che al suo fianco ci sia il Viceministro alle infrastrutture. E come mai il Viceministro alle infrastrutture, che è di Genova, non mena le danze, non dirige, non dà indicazioni sugli emendamenti per conto del Governo? Probabilmente non si fidano. Perché, vede, forse è un eccesso di zelo, il mio, però capisco che il MoVimento 5 Stelle, che ha detto “no” alla Gronda, “no” al terzo valico, non si possa fidare di un Viceministro alle infrastrutture che magari non la pensa proprio in linea con questo.

E allora, al di là delle manine e di tutto quanto ci possa capitare e ci possa ancora aspettare, capisce che, quando noi vedevamo ospitate sui blog del MoVimento 5 Stelle, poi rapidamente cancellate, quelle imbarazzanti frasi, laddove dicevano che la favoletta del crollo del ponte Morandi veniva insufflata ai poveri liguri e genovesi, perché in realtà si voleva porre rimedio all'infrastruttura della Gronda, allora oggi mi inquieta. Cosa si vuol fare? Si vuol bloccare tutto? Non si vuol neanche ricostruire il ponte Morandi? Questo è il tema, c'è un totale disallineamento tra la posizione del MoVimento 5 Stelle e la posizione della Lega, ma è così?

E il presidente Toti che ruolo genera, che ruolo svolge in questa partita? E poi abbiamo il Superman, e cioè Bucci, che dovrebbe, tenendo conto dei silenzi del Viceministro, della regia del MoVimento 5 Stelle e del sottosegretario all'editoria e di tutto il sistema generale, ricostruire le infrastrutture genovesi, risolvere i problemi dell'economia ligure e delle imprese liguri.

Siamo molto preoccupati, Presidente, di questa danza, perché questa danza ci condurrà, io credo, male. Certo, possiamo sempre auspicarci le opere incredibili di Superman, ma temo che, con questo tipo di atteggiamento, se la Lega, se coloro che governano la nostra regione, non danno un colpo di reni e non mettono al centro gli interessi dei genovesi e dei liguri, non potrà che andare male. Noi dobbiamo fare di tutto, invece, per sterzare, per fare sì che questo decreto, ma soprattutto le iniziative e le misure che si sarebbero dovute prendere e non si sono prese vengano messe in campo, perché, altrimenti, potrebbe finire davvero male per la Liguria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gribaudo. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Sì, grazie Presidente, solo perché è bene ritornare sull'emendamento anche per gli altri aspetti che non sono stati sottolineati e che, invece, tengo a sottolineare. Vede, c'è un tema, è già stato ricordato in quest'Aula come le forze dell'ordine siano state particolarmente importanti e hanno svolto un ruolo anche con grande passione in quelle giornate tragiche. E c'è un'altra figura professionale, che vorrei qui ricordare che è quella degli assistenti sociali, che è intervenuta in quei giorni e che sta continuando a gestire il tema dell'emergenza, perché dopo la catastrofe la vita delle persone deve essere in qualche modo accompagnata.

E sappiamo come nella città di Genova questo tema sia particolarmente sentito e gli assistenti sociali sono sotto organico. Per questa ragione abbiamo presentato questo emendamento e sottopongo all'attenzione dell'Aula la valutazione, perché è un elemento che ci viene richiesto, sappiamo anche che si può andare in deroga rispetto alla situazione attuale, non si capisce perché il Governo abbia deciso di respingerlo. Per cui chiedo un surplus di valutazione da parte del Governo su questo elemento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.14 Gribaudo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.300 Paita.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Per arrivare alla discussione in Aula, e anche al voto degli emendamenti nell'ambito delle Commissioni competenti, noi abbiamo svolto innumerevoli audizioni della comunità genovese. Per “comunità”… Lo voglio dire anche alle persone che non hanno avuto la possibilità di far parte di questa discussione, e in questo senso mi sento anche di ringraziare per il modo in cui sono state condotte queste audizioni, anche da parte dei presidenti competenti: noi abbiamo ascoltato tutti, ma davvero tutti. La prima audizione, che non dimenticheremo mai, è stata della Chiesa genovese, che ha una tradizione di difesa del mondo del lavoro, i cosiddetti cappellani del lavoro di Genova, che fa onore a tutto il Paese.

E poi si sono succeduti tutta una serie di soggetti istituzionali, che hanno ragionato con una logica di compattezza, di vera squadra. Guardate, in questa vicenda, dolorosa per tutta la città, per tutta la Liguria, il nostro territorio ha dimostrato una dignità e una capacità di fare squadra che possono essere davvero importanti anche per il futuro. Nell'ambito di quelle audizioni, la camera di commercio ha svolto una funzione di sintesi, di collante complessivo delle richieste, per tante ragioni, anche per non strafare, anche per non chiedere cose che non erano strettamente utili alla comunità.

Tra queste richieste, una credo convincerà tutti voi: che in questi anni le società genovesi, liguri e anche italiane (sicuramente è un dato complessivo), hanno dovuto fare i conti con momenti di difficoltà, con l'esigenza di non assumere nuove persone, magari non si sono riusciti nemmeno a coinvolgere giovani, per ragioni che ovviamente nulla hanno a che vedere con questa vicenda, ma che si ripercuotono su questa vicenda. Perché ora è difficile tutto a Genova: è difficile spazzare una strada, perché non ci sono più le strade; è difficile guidare un autobus, perché non ci sono più le strade; è difficile avere una funzione per esempio nell'ambito delle manutenzioni, perché ogni azione che riguarda un cittadino genovese o un lavoratore genovese in questo momento è complicata dall'inesistenza di sistemi di collegamento. E allora, per questa ragione, la camera di commercio, a nome di tutte le realtà, ha chiesto che ci sia un investimento più forte nella dotazione organica che riguarda le società controllate in generale del territorio genovese. Abbiamo avuto una discussione che ci ha anche regalato dei momenti di vero e proprio scontro sui temi, sulle terminologie giuridiche all'interno della Commissione; ma alla fine un piccolo passo in avanti è stato fatto, e siamo passati da una previsione, che era molto bassa, ad una previsione che è comunque bassa, ma è stata un segnale.

Ecco, quello che vi chiedo è di fare fino in fondo l'interesse di quel territorio, di considerare che ogni cosa che oggi viene svolta in qualsiasi altra città lì, in questo momento, è più difficile, e che per aiutare quel territorio non ci sono parole o ragionamenti che possano essere all'altezza, se non azioni concrete.

E, in questo caso, l'azione concreta che noi chiediamo è di dare la possibilità a quelle società di avere qualche dipendente in più, per poter anche essere più utili nei servizi basilari per i cittadini. Per questo noi abbiamo chiesto che quella dotazione arrivi a 500, e per questo vi chiediamo di sostenerla dentro quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.300 Paita, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.18 Pastorino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.301 Cassinelli, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.17 Pastorino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.16 Pastorino, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.302 Gagliardi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.303 Gagliardi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 2.01 Paita.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, nel corso della discussione sull'emendamento Pastorino, che richiedeva il potenziamento del servizio dei vigili del fuoco attraverso adeguate assunzioni, il Governo ha accantonato il tema e ha dichiarato di voler essere coerente con quanto affermato in più occasioni dal Ministro dell'Interno.

Allora, chiedo coerenza anche su questo emendamento, perché non ci sono solo le esigenze, molto importanti, dei vigili del fuoco, ma c'è un tema di adeguamento dell'organico e la necessità di avere la possibilità di andare intorno al 20 per cento dell'aumento delle piante organiche per quanto riguarda tutta una serie di soggetti che operano con grande dedizione e impegno nella realtà genovese.

Noi abbiamo naturalmente fatto riferimento alla necessità di potenziare i lavoratori e l'aiuto al tribunale e alla procura della Repubblica, di vedere incrementato il personale alla prefettura, all'amministrazione penitenziaria, alla Polizia di Stato, ai vigili del fuoco, come dicevamo precedentemente, all'Arma dei carabinieri, all'INPS, all'INAIL, all'Ispettorato del lavoro e al provveditorato delle opere pubbliche. Questa richiesta, come dicevo precedentemente, è stata avanzata compattamente dalla città. Nell'ambito della discussione in Commissione abbiamo chiesto che venisse considerata eventualmente anche un'altra percentuale, rispetto a quella del 20 per cento, perché capiamo perfettamente che in un momento di difficoltà e di ristrettezze economiche sia anche necessario darci delle priorità, ma ciò che non è possibile è ignorare il grido di dolore di quella comunità. Ciò che non è possibile è non renderci conto di quello che è accaduto, per esempio, proprio con riferimento all'amministrazione penitenziaria, nella realtà di Savona, perché avrete letto certamente tutti dai giornali che, proprio in concomitanza con la chiusura del ponte, c'è stato un incremento di detenuti nell'ambito della realtà savonese, e questo ha comportato, sotto il profilo della sicurezza, notevoli difficoltà. Sono ragioni reali che mi inducono a chiedere una condivisione dentro quest'Aula e soprattutto una capacità di dare risposta a problemi fattivi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Presidente, come gruppo Liberi e Uguali chiediamo di sottoscrivere questo emendamento, che non solo è giusto perché rafforza gli organici di quella parte di amministrazione pubblica che è assolutamente necessaria in un momento così drammatico, ma perché fa fronte anche a una richiesta che noi avevamo portato in altri due emendamenti, che affronteremo più avanti, che è un rafforzamento dell'opera dell'ARPAL, l'Agenzia regionale per la protezione ambientale della regione Liguria. Sono tutte strutture e interventi assolutamente necessari in un momento di questo tipo, se vogliamo occuparci di Genova per i prossimi anni. Per cui, sicuramente risponde a un'esigenza immediata, ma dobbiamo anche approntare una situazione in cui, dal punto di vista del monitoraggio ambientale, ci sia una copertura adeguata (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.01 Paita, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.2 Gagliardi, sul quale vi è il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (FI). Grazie Presidente. Con questo emendamento, ribadiamo quello che abbiamo detto più volte in Commissione e ovviamente anche in Aula, relativamente alla necessità di comprendere nei benefici previsti - quelli di cui abbiamo parlato - non soltanto gli immobili oggetto di ordinanze, ma anche gli altri immobili.

Riteniamo che, se questo non verrà fatto, si accantonerà semplicemente un problema, non prendendolo in considerazione oggi, ma sicuramente domani, perché è evidente che il crollo del ponte Morandi ha leso anche quegli edifici.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Gagliardi, con parere contrario delle Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.3 Paita.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Grazie Presidente. Con questo emendamento noi chiediamo di sopprimere la parola “direttamente”. Cosa racchiude il concetto di “direttamente” in questo emendamento? È di fatto una limitazione, perché quel direttamente si riferisce a chi è stato direttamente danneggiato dal crollo del ponte. Ora è del tutto evidente che circoscrivere al danno diretto significa non prendere in considerazione, per esempio, la casistica a cui facevo riferimento precedentemente. Allora, qui capite che il motivo non era perché non c'era ancora la perimetrazione della zona, a condizionare la scelta del Governo, che ha voluto tenere fuori necessariamente persone, che non hanno magari la casa esattamente sotto il ponte, ma che hanno indirettamente avuto un danno notevole dal crollo del ponte. C'è una coerenza nel non volerli considerare. È una drammatica e cinica coerenza nel non volerli considerare, che noi ritroviamo in tutti gli emendamenti che abbiamo presentato, proprio per evitare che questa cosa avvenga.

In questo caso parliamo di benefici previsti nell'ambito dei tributi e nell'ambito della richiesta di indennizzi per i trasferimenti. Quindi, se davvero noi volessimo aiutare quelle realtà, togliendo questa parola “direttamente”, avremmo la possibilità di allargare in termini positivi la platea delle persone, che in questo momento vengono aiutate dallo Stato e da tutte le istituzioni che si stanno adoperando per trovare una soluzione.

Quindi, vi chiedo di accogliere questo emendamento, oppure di non sostenere più che non state facendo le cose che dovete fare per la zona arancione e per chi anche indirettamente ha subìto danni, perché in realtà ne siete perfettamente consapevoli e lo state facendo solo ed esclusivamente perché non avete le coperture al fine di esaudire i desiderata e le esigenze della comunità.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 Paita, con parere contrario delle Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.4 Pastorino, con parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.5 Pastorino, con parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.1 Gagliardi, con parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mazzetti. Ne ha facoltà.

ERICA MAZZETTI (FI). Grazie, Presidente. Questo emendamento riguarda il rimborso dello Stato per mancati introiti conseguenti alla sospensione di tributi, come IMU e Tasi. Deve essere riconosciuta, secondo noi, non solo per la città di Genova, ma per tutta la regione ligure, perché a livello indiretto è stata colpita tutta la regione. Per cui chiediamo questo.

Poi vorremo anche l'estensione, alle attività economiche e produttive danneggiate dall'evento, dei benefici previsti dall'articolo in esame, in quanto adesso è riferito soltanto ai soggetti privati. Noi vorremmo estenderlo a tutte le attività economiche e alle aziende liguri. Specifico che tali misure fiscali, rivolte ad attività economiche produttive danneggiate dall'evento, non costituiscono aiuto di Stato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Gagliardi, con parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.7 Pastorino, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, ritiriamo gli emendamenti 3.8 e 3.9 Pastorino.

PRESIDENTE. Perfetto.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.6 Pastorino, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.10 Stumpo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.12 Pastorino, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, ritiriamo l'emendamento 3.13 Pastorino.

PRESIDENTE. Grazie.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.17 Pastorino, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.18 Pastorino, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.102 Pastorino.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (LEU). Questo è un emendamento che avevamo già segnalato in Commissione, avevamo attenzionato il Governo: avevamo avuto una risposta di una coperta che era quella e più di tanto non si poteva fare. Però è un emendamento su cui richiedo l'attenzione dei colleghi dell'Aula, perché, banalmente, si chiede in questo contesto, che è relativo al sostegno a favore delle imprese danneggiate in conseguenza dell'evento, di allargare il periodo di osservazione, quindi il periodo relativo alla manifestazione di danno che le imprese hanno oggettivamente avuto. Ossia, si chiede di considerare il periodo intercorrente tra le ordinanze, e non la data di entrata in vigore del provvedimento, ma almeno la data di conversione del decreto.

Quindi, quel mese e mezzo in più che già oggi ci consente di dire e di osservare come la situazione, dal punto di vista dei danni alle imprese, oltre che alle persone, sia in continua evoluzione. Quindi, consentirebbe a tutti noi di dare un apporto significativo e sicuramente più ampio e più completo rispetto a quella che è, invece, la proposta offerta dalla formulazione originaria del testo, perché in un mese e mezzo continuiamo a conoscere situazioni di imprese in difficoltà, di volumi di fatturato che cadono; insomma, tante situazioni che non sono fotografabili in una data e accertabili in un tempo o in un arco temporale così ristretto, ma che hanno necessità e continuano a necessitare di un periodo di osservazione un po' più lungo.

Capisco - non lo capisco, veramente - che la coperta sia corta, in Commissione ho usato anche un'espressione un po' più colorita, che adesso non ripeto, però il problema è un problema serio, è un problema che andrà affrontato anche in termini di prospettiva, perché non si può fare una fotografia in un momento. Ecco, quanto meno, con questo emendamento, chiediamo che la fotografia abbia un tempo di osservazione più ampio, perché non mi stancherò mai di dire, e lo dico a tutti i commissari, perché sembra paradossale per chi non conosce la città, per chi non è mai è stato da noi, per chi non è un conoscitore della Liguria e di Genova, che un ponte determini questo disastro effettivo e potenziale, ma qui non è crollato un ponte.

Qui è crollato ed è stato minato un intero sistema economico, che non è solo di Genova e della Liguria, ma di un pezzo d'Italia e di un pezzo importante del prodotto interno lordo. Le misure e gli emendamenti che abbiamo proposto sono emendamenti che vanno nella direzione di allargare un po' questa toppa che è stata messa. Questo è comunque significativo perché dà la misura di un'attenzione che non si ferma in un momento troppo limitato ma almeno allarga il periodo di osservazione del fenomeno dei danni alle imprese a meno di un mese e mezzo o due in più. Quindi, chiedo se a parità di coperta - così ci capiamo - ci possa essere anche un periodo maggiore di osservazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD). Grazie, Presidente. Io chiedo di poter sottoscrivere l'emendamento del collega Pastorino e mi permetto di fare qualche considerazione a partire da questo emendamento anche per inquadrare i successivi, alcuni dei quali presentati anche dal nostro gruppo parlamentare. Infatti, qui stiamo iniziando a discutere di quella parte del decreto che riguarda le misure a sostegno delle imprese. Su questo punto abbiamo ascoltato, nelle audizioni svolte in sede di Commissioni referenti, tutte le rappresentanze economiche e sociali, i rappresentanti della camera di commercio, del mondo economico, artigianale e dei lavoratori che ci hanno rappresentato, in maniera molto netta e anche con una voce univoca, quali erano le esigenze a cui questo decreto doveva corrispondere. Questo perché - è bene ricordarlo - nel testo iniziale del decreto erano totalmente assenti una serie di misure importantissime per sostenere la ripresa della città di Genova ma anche di un territorio, come quello ligure, che sta subendo un contraccolpo negativo molto pesante determinato dal crollo del ponte.

Allora, in questi emendamenti, a partire da questo presentato dal collega Pastorino, noi sostanzialmente diamo voce a queste richieste. Sono richieste conosciute benissimo e in maniera molto decisa anche dai rappresentanti della maggioranza e del Governo e ci risulta che in quella sede si erano date ampie rassicurazioni sul fatto che sarebbero state oggetto di attenzione. Purtroppo, in parte nel lavoro in Commissione queste richieste hanno avuto un ritorno positivo ma alcune questioni, come ad esempio questa, sono rimaste totalmente irrisolte. Perché mi permetto di sottolineare un'attenzione particolare del Governo su questo emendamento? Perché qui stiamo discutendo di una misura che riguarda, appunto, il sostegno sulla perdita del fatturato delle imprese ma che chiede di riconsiderare, da un lato, il periodo di valutazione. Infatti, da quando è accaduto l'evento del crollo del ponte ad oggi, dal 14 agosto ad oggi, sono passati diversi mesi. Le imprese stanno continuando a subire un'emorragia di fatturato che pesa in maniera significativa sulla loro condizione, tant'è che è stato lo stesso Governo, nel riformulare altri emendamenti in Commissione, a volere rivedere anche il criterio di paragone su cui viene fatta la verifica della perdita di fatturato, estendendola al valore mediano del triennio 2015-2017 e riconoscendo implicitamente che quanto era previsto inizialmente non bastava. Ora, qui vi chiediamo di allungare il periodo sul quale fare questa verifica quantomeno al momento della conversione di questo decreto, perché credo che questa difficoltà meriti un'attenzione in più.

Voglio richiamare l'attenzione del Governo, se mi è consentito per favore, anche su un altro aspetto. Questo emendamento non ha avuto il parere contrario della Commissione bilancio e, quindi, non c'è l'alibi di non poter dare un parere favorevole e di accogliere questa richiesta, assolutamente condivisa da parte di tutti e soprattutto espressione del mondo economico e produttivo genovese e ligure, perché c'è un problema di coperta, per usare l'espressione del collega Pastorino. Qui si può benissimo dare questa risposta facendo affidamento sulla copertura finanziaria contenuta attualmente nel testo del decreto. Un parere contrario su questo punto sarebbe un segnale molto negativo rispetto ad un mondo che ci guarda e che sta attendendo la conversione e la piena operatività di questo decreto e sul quale il Parlamento, ancora prima del Governo - e mi rivolgo anche ai colleghi di maggioranza e ai relatori -, ha l'occasione di dare una risposta positiva e utile ad accompagnare, in un momento così difficile, il tessuto economico e produttivo ligure e genovese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, riagganciandomi sia all'intervento del collega Pastorino sia adesso a quello della collega Braga, vista anche l'assenza di impatto economico chiediamo - e lo ringraziamo anche per la disponibilità all'interlocuzione - al Viceministro Rixi e al relatore se non ci siano le condizioni per un accantonamento.

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Presidente, siamo favorevoli all'accantonamento.

PRESIDENTE. Perfetto. Emendamento 4.102 Pastorino accantonato. A questo punto verifichiamo se dobbiamo accantonare anche altri emendamenti. Quindi, sono accantonati, perché fanno riferimento allo stesso comma, anche gli emendamenti 4.2 Pastorino, 4.103 Fidanza e 4.105 Gagliardi.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.20 Germanà.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.20 Germanà, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.301 Cassinelli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giacometto. Ne ha facoltà.

CARLO GIACOMETTO (FI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento prevediamo che una serie di benefici che per imprese e lavoratori sono stati previsti dal provvedimento vengano estesi anche alle aree limitrofe alla cosiddetta “zona rossa” individuata dal commissario, poiché riteniamo che queste aree limitrofe abbiano subito anch'esse pesanti conseguenze di tipo economico rispetto alla loro attività lavorativa. Infatti, stiamo parlando di attività artigianali e commerciali e di liberi professionisti. Dunque, con questo emendamento - che tra l'altro interviene anche in sede di modifica sulla parte economica, perché in origine su questo articolo vi erano 5 milioni di euro che sono stati portati a 10 - riteniamo che ci sia lo spazio per identificare da parte del commissario straordinario anche le cosiddette, appunto, “aree limitrofe” a cui estendere il provvedimento e di cui possono beneficiare le imprese che abbiano subito un decremento nell'ultimo triennio, attraverso il meccanismo della mediana nel triennio 2015-2017, alle quali viene riconosciuta una somma fino al 100 per cento del decremento stesso che si è verificato in questo periodo.

Quindi, poiché tutti noi oggi abbiamo letto le rilevazioni dell'Istat, secondo le quali nel decennio 2006-2016 vi sono state meno 100 mila imprese commerciali in Italia e c'è stato questo tipo di moria con questi livelli, noi riteniamo che con questo nostro emendamento si possa fermare anche questa moria, per evitare che si aggiungano anche l'impresa n. 100.001, la n. 100.002, la n. 100.003 e così via. Pertanto, ci rimettiamo all'Aula per il voto di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.301 Cassinelli, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.25 Braga.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD). Signor Presidente, colleghi, credo che questo emendamento corrisponda a un'esigenza reale, quella di alleviare gli oneri di carattere contributivo che gravano sulle aziende del porto di Genova, in una situazione di particolare difficoltà. Francamente ci meravigliamo che questa previsione non fosse già contenuta nel testo originario presentato alle Camere. È un'occasione per rimediare a questo limite, è un contributo concreto che si può dare a quelle imprese che saranno sottoposte, nei prossimi mesi a uno stress finanziario in una fase di grande difficoltà dal punto di vista della liquidità. Per cui, noi chiediamo che questo emendamento sia accolto. Tra l'altro, l'entità della spesa è assolutamente contenuta e ritengo che per questo soltanto il buon senso dovrebbe orientare ad un accoglimento di questa richiesta (Applausi dei deputati del gruppoPartito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.25 Braga, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.26 Gribaudo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lepri. Ne ha facoltà.

STEFANO LEPRI (PD). Grazie, Presidente. Ci sarà consentito di dire all'Aula e al Presidente che noi siamo davvero indignati per l'indifferenza e l'automatismo con cui avete respinto tutti i nostri emendamenti. Questo emendamento è di assoluto buonsenso ed è attento alle piccole richieste, noi diciamo 10 milioni ogni anno, per le piccole imprese della zona delimitata, perché possano essere aiutate a ripartire. Piccole attenzioni rispetto alle tante sofferenze che registriamo, eppure registriamo solo «no» e registriamo anche un Ministro che è sempre assente (Applausi dei deputati del gruppoPartito Democratico), anche in Commissione, non solo in Aula, che ora ci fa sapere, attraverso i canali di stampa, che sta lavorando - quasi che qui noi stessimo a divertirci -, sui fondi che metterà per i ponti e per le strade, quelle pericolanti. Bene, speriamo che sia così ma, nel frattempo, noi registriamo un Ministro assente che è commissariato (Applausi dei deputati del gruppoPartito Democratico) da un Viceministro all'editoria che commissaria un Viceministro effettivo. Allora, noi diciamo questo: Caro Ministro, visto che hai scritto questo decreto con il cuore, va' dove ti porta il cuore, però almeno stai presente qui e soprattutto vieni lunedì, perché se non vieni lunedì arriveremo a questa conclusione: ne hai sparate troppe, Ministro e quindi ora ti hanno silenziato, ti hanno silenziato, ma se lunedì non ci sarai, sarà chiaro: non avremo solo il commissario di Genova, avremo anche il Commissario del Ministro (Applausi dei deputati del gruppoPartito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.26 Gribaudo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.27 Gribaudo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio)

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.013 Gribaudo, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio)

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-bis.300 Pizzetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-bis.301 Pizzetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo…

Revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD). Signor Viceministro delle infrastrutture, mi rivolgo a lei, perché davvero non posso pretendere che il sottosegretario Crimi mi segua in questo ragionamento, non per facoltà, che sono ampie, ma perché si tratta di una vicenda…

PRESIDENTE. Deputato Orlando…

ANDREA ORLANDO (PD). … molto legata alla dinamica di questi anni sulle aree genovesi. Questo emendamento prevede la possibilità di delocalizzare le imprese colpite dal crollo e comunque coinvolte direttamente o indirettamente dalle conseguenze del crollo nelle aree dell'ex Ilva, nelle aree un tempo occupate dagli stabilimenti siderurgici. Io credo, tra l'altro, che questa scelta, non solo non costando nulla dal punto di vista economico, ma essendo una scelta che valorizza, tra l'altro, un rilancio del protocollo, che è stato fatto recentemente dallo stesso ministro Di Maio, consentirebbe sostanzialmente di integrare il vecchio protocollo e di garantire che, tra le priorità che vengono seguite nella ricollocazione delle imprese, ci sia anche quella di essere tra le imprese che sono state danneggiate dal crollo del ponte. Francamente non capisco che cosa osti recepire questo emendamento e le chiedo, in subordine, se è necessario un approfondimento o, almeno, un accantonamento, Si tratta di un'indicazione prevalentemente politica, che non crea obbligazioni, ma che consentirebbe di creare una priorità nel riutilizzo di quelle aree, che so il Governo vuole riutilizzare secondo le previsioni del protocollo.

Allora, signor Viceministro, davvero vi invito a una riflessione, capisco che su altre cose che hanno problemi di copertura è più difficile, ma vi invito ad un accantonamento, se non un accoglimento, naturalmente, perché questa cosa davvero, anche facendola valutare, non ha implicazioni di spesa e può a valorizzare un indirizzo che è stato costante nel corso di questi anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Io vorrei rispondere, come ho già detto in sede di Commissione, noi non contestiamo il fatto che ci possa essere una ricollocazione in quelle aree. Il tema è che quelle aree oggi sono oggetto anche di cessione e di acquisto da parte di un soggetto privato e le modifiche su quelle aree devono essere concordate e non possono essere fatte per legge. Per cui, se noi lo facessimo diventare un ordine del giorno, il Governo sarebbe assolutamente favorevole, un inserimento in legge di un potenziale impegno, che si chiede in questo momento da parte di un soggetto che si è preso degli impegni su determinate aree, a mio avviso rischia di irrigidire invece che fluidificare la situazione.

Quindi, siccome credo che l'intenzione dell'onorevole Orlando sia di avere effettivamente la possibilità di andare ad insediare, eventualmente, delle aziende in quelle aree o in aree limitrofe, credo che non sia un tema di carattere legislativo, ma sia un tema di accordi che devono essere fatti sui soggetti e sul territorio, così come questo ha consentito, d'altra parte, la realizzazione di un altro stabilimento all'interno delle aree, che è stato lo stabilimento di Ansaldo Energia. Quindi, io lo scopo lo apprezzo e lo condivido, ma credo che non sia questa la forma per cui si riesca poi a realizzarlo. Questo è il motivo per cui il parere non può essere positivo, si può accantonare, ma la richiesta del Governo è una trasformazione in un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Come è già accaduto in Commissione nell'ambito della discussione su questo emendamento, che, peraltro, voglio ricordare, non obbliga le aziende alla ricollocazione dentro le aree ex siderurgiche, ma offre un'opportunità, tant'è che utilizza il termine “prevista”.

Questa disponibilità o facoltà, mi pare che, comunque, nel ragionamento del Viceministro Rixi, venga sostanzialmente accolta come un'opportunità. Lo è da tanti punti di vista, anche rispetto alle prospettive di rilancio di quelle aree. Allora, se davvero c'è la disponibilità ad accantonare questo emendamento, noi chiederemmo che venga accolta, in modo tale che, eventualmente, qualora dovessimo anche condividere lo spirito complessivo, si possa effettivamente tradurre in un ordine del giorno, come il Viceministro proponeva.

È esattamente la discussione che abbiamo già fatto dentro la Commissione, ora il Viceministro ha fatto un ulteriore passo in avanti perché ha dichiarato una disponibilità all'accantonamento; io chiederei al Governo di ragionare ancora un pochino, perché se noi riformuliamo l'emendamento oppure lo votiamo in queste modalità, prevediamo qualcosa di più stringente, ma in ogni caso ci sarebbe una disponibilità da parte del Partito Democratico anche a ragionare su un ordine del giorno.

ANDREA ORLANDO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD). Signor Viceministro, signor Presidente, una riformulazione conseguente ad un accantonamento consentirebbe di chiarire una cosa: è chiaro che la norma non può obbligare il soggetto privato cedente alla destinazione della ricollocazione, ma essendo il protocollo contratto tra parte pubblica e parte privata, potrebbe impegnare invece la parte pubblica già da ora a questa sostanziale integrazione del protocollo. Quindi io vi inviterei a una riconsiderazione, salvo il fatto che, naturalmente, proporremo un ordine del giorno che va in questa direzione, ma credo che mettere già un punto fermo, riscrivendolo anche secondo, come dire, le stesse scansioni del protocollo, potrebbe già essere oggi un segnale e anche un vincolo giuridico, a questo punto.

PRESIDENTE. Relatore? Lo accantoniamo?

FLAVIO DI MURO, Relatore per la IX Commissione. No, credo che l'invito sia quello a presentare un ordine del giorno, altrimenti parere contrario.

CHIARA BRAGA (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD). Signor Presidente, mi permetto di intervenire non per aggiungere qualcosa nel merito di quanto già hanno detto i miei colleghi Orlando e Paita, ma perché, anche alla luce del lavoro che abbiamo svolto in Commissione e credo anche di come stiamo conducendo i lavori di quest'Aula, mi appello ai relatori. Noi non vi stiamo chiedendo di accantonare emendamenti che oggettivamente hanno un problema di copertura, vi stiamo chiedendo una disponibilità a ragionare su questioni, come dire, molto concrete di cui abbiamo discusso e su cui abbiamo registrato un'apertura del Governo. Allora, questo irrigidimento francamente ci fa pensare che iniziate ad essere stanchi di discutere di Genova, noi siamo per dare il nostro contributo, ma non per accettare questo atteggiamento così negativo, di chiusura, su cose del tutto ragionevoli, che si possono fare, che possono meritare un di più di riflessione e di approfondimento da parte del Governo. E che i relatori, ai quali abbiamo dimostrato in tutte queste settimane la serietà del nostro atteggiamento e la volontà di contribuire a migliorare un decreto-legge per Genova, abbiano questo atteggiamento, francamente ci amareggia e chiedo per cortesia ai relatori, entrambi, di rivalutare questa posizione.

PRESIDENTE. Quindi il relatore è per andare avanti o accantonarlo? E' contrario

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 4-bis.301 Pizzetti.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 182 voti di differenza.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Mi rivolgo a lei perché noi poche ore fa abbiamo svolto una riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, nella quale, insieme al presidente di gruppo D'Uva, insieme al presidente di gruppo Molinari e agli altri presidenti di gruppo, abbiamo convenuto su un certo andamento dell'ordine dei lavori; La collega Rotta, che rappresentava la presidenza del gruppo, ha dato tutta la nostra disponibilità a procedere con i lavori come preferiva la maggioranza, a fronte di un atteggiamento nostro che è stato costruttivo nelle Commissioni fino a oggi, nelle varie Commissioni, non solo in quelle di merito, e fino a questo istante, anzi fino ad un istante fa nei lavori d'Aula.

Qui noi non abbiamo chiesto un voto favorevole: abbiamo chiesto un accantonamento. È bene che si sappia, Presidente, che il clima che si è sviluppato nella Conferenza dei presidenti di gruppo e il clima che c'è stato fino adesso si mantiene fintanto che c'è un mutuo rispetto. Non che chi governa debba avere le nostre opinioni o debba per forza darci ragione, ci mancherebbe altro; ma quando si chiede un supplemento di discussione, cioè puramente un accantonamento, e la risposta è così sprezzante, dopo se ne debbono trarre le dovute conseguenze (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 4-bis.301 Pizzetti.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-bis.301 Pizzetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4-bis.302 Pizzetti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD). Presidente, desidero illustrare all'Aula questo emendamento, per una serie di ragioni che proverò a sintetizzare nel mio intervento.

Qui stiamo iniziando a discutere di un comma aggiuntivo, che riguarda il sostegno a favore degli operatori economici danneggiati in conseguenza dell'evento. In realtà abbiamo già votato - mi correggo - alcuni emendamenti, anche quello precedente faceva riferimento all'articolo 4-bis; ma siamo in presenza di un comma aggiuntivo perché nella versione iniziale del decreto-legge, come già ricordavo prima, mancavano in maniera drammatica molte risorse, molti strumenti, molte misure a sostegno del tessuto economico produttivo genovese danneggiato dall'evento del crollo del ponte.

Questo emendamento prevede appunto una serie di agevolazioni e di corresponsioni anche di somme legate ai danni subiti dalle imprese danneggiate. Tuttavia, c'è un tema che mi permetto di sottolineare in maniera particolare riferito a questo emendamento, ed è non solo la parte in cui si chiede di integrare le misure che sono contenute e potenziare questi strumenti, ma anche la parte che riguarda la sua copertura. Nell'emendamento è previsto uno stanziamento di 35 milioni; una parte di queste risorse vengono prelevate dalla copertura originaria del decreto-legge, e in particolare da quella quota di risorse che erano destinate a finanziare le misure sulla zona franca urbana.

Spendo due parole su questo punto, perché è emblematico di come la maggioranza, e soprattutto in questo caso - devo dire - il Governo, hanno ritenuto di agire nella discussione nelle Commissioni, opponendo a delle osservazioni assolutamente di buonsenso e collaborative fatte dalle opposizioni un muro di chiusura totale.

Questo articolo, così come formulato, sottrae 10 milioni di copertura dalla zona franca urbana per sostenere le misure a sostegno delle imprese di questo articolo. Come ho avuto modo di dire in Commissione, suscitando anche l'apprezzamento di qualche collega dello schieramento opposto al mio, siamo in presenza con queste risorse della classica mossa che qualcuno faceva con i carri armati: li spostava da una parte all'altra. Il tema è che questi 10 milioni non solo vanno a depotenziare un intervento a sostegno della zona franca urbana, ma di fatto sono stati anche la ragione per cui la Commissione bilancio, e in particolare su indicazioni della Ragioneria, ha chiesto di modificare la formulazione uscita dalle Commissioni sulla zona franca urbana. Noi avevamo chiesto all'articolo 8 che potessero beneficiare delle misure di semplificazione e di agevolazione della zona franca urbana anche le imprese che si andavano ad insediare non solo nell'arco dell'anno 2018, ma anche del 2019. Avevamo segnalato immediatamente al Governo e alla maggioranza che quell'estensione al 2019 avrebbe potuto avere un effetto finanziario, sarebbe stato necessario trovare una copertura sull'anno 2019. C'è stato opposto un muro totale, non ci si è dato ascolto e si è detto che questo non rappresentava un problema; e invece puntualmente la Commissione bilancio ha imposto, con un emendamento che voteremo successivamente all'articolo 18, di fare retromarcia, cioè di consentire, tra le imprese che si insediano della zona franca urbana, di beneficiare di quelle misure solo a quelle che lo faranno nel 2018; considerato che siamo alla fine di ottobre, capite che stiamo discutendo di qualcosa e di una misura molto, molto limitata.

Questo emendamento sostanzialmente chiede di andare a ripristinare la corretta collocazione delle risorse, cioè di individuare la copertura dei 10 milioni che servono per finanziare le misure contenute all'articolo 4 su altre poste di bilancio, e di andare a verificare e a collocare invece i 20 milioni previsti originariamente per l'articolo 8, tali da consentire probabilmente anche un ripensamento e un allargamento, se non in questo provvedimento, in futuro, alle imprese che si insedieranno nella zona franca urbana nel 2019. Credo, spero di essere riuscita ad illustrare…

PRESIDENTE. Concluda.

CHIARA BRAGA (PD). Concludo, signor Presidente. Di essere riuscita ad illustrare il senso di questo emendamento. Ma quello che mi interessa, anche alla luce di quanto è avvenuto poco fa, è sottolineare che se ci fosse un po' di disponibilità all'ascolto da parte del Governo, dei relatori e della maggioranza, forse eviteremmo di approvare misure inefficaci per Genova, quando invece tutti noi siamo chiamati a fare del nostro meglio per corrispondere alle aspettative di quella città (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fidanza. Ne ha facoltà.

CARLO FIDANZA (FDI). Presidente, intervengo brevemente perché la collega Braga ha di fatto riassunto le ragioni di analoghi emendamenti che Fratelli d'Italia aveva presentato in sede di Commissioni, che poi non abbiamo per le ragioni suesposte ritenuto di ripresentare qui in Aula. Francamente anche noi non abbiamo condiviso la lettura del Governo, che è andato a recuperare delle risorse sicuramente importanti a sostegno delle imprese, ma ha decurtato gli stanziamenti previsti sulla zona franca urbana. A questo aggiungerei il fatto che di fronte all'impossibilità decretata dalla Commissione bilancio, e quindi dagli uffici del Ministero, di estendere le esenzioni fiscali e le agevolazioni sulla zona franca urbana alle imprese che si insedieranno nel 2019, che naturalmente tutti riteniamo essere potenzialmente un numero maggiore rispetto a quelle che si potranno insediare di qui alla fine dell'anno; ci auguriamo che già dalla legge di bilancio il Governo prenda l'impegno a rifinanziare integralmente queste misure, perché è di tutta evidenza che saranno efficaci molto di più nel 2019 che non nella parte restante dell'anno corrente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, io intervengo per sottolineare che questa scelta di togliere risorse dalla zona franca urbana è incomprensibile, perché, come giustamente veniva sottolineato anche negli interventi precedenti, questo provvedimento e la scelta di investire in uno strumento che avrà dei tempi di attuazione direi piuttosto lunghi - almeno questo ci insegna l'esperienza - e che avrà la necessità di un coinvolgimento, anche sotto il profilo della concertazione e della condivisione delle scelte, di un mondo economico vasto, è necessario che abbia continuità per poter dispiegare gli effetti positivi. Questa è la ragione per la quale avevamo chiesto che l'investimento fosse rivolto certamente all'anno 2018 ma anche all'anno 2019. La scelta del Governo di finanziare interventi analoghi con le risorse che erano state messe qui, naturalmente preclude questa opportunità e rende di fatto neutralizzato lo strumento che tutti invece avevamo immaginato positivo e anche innovativo per dare una mano all'economia del territorio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Vazio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO (PD). Presidente, direi che l'attenzione per le imprese genovesi e liguri è inversamente proporzionale rispetto ai trolley depositati in guardaroba (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ma la cosa drammatica è che parliamo di una zona franca urbana che è niente rispetto alla zona economica semplificata che era quello che chiedevamo. Voi trattate i genovesi come degli stupidi e pensate di essere anche intelligenti, perché pensate che noi non riusciamo a capire quello che sta succedendo, che è molto semplice: voi fate delle parole, anzi emettete dei suoni, e pensate che tutti quanti ci dobbiamo anche credere. La realtà è che i soldi non ci sono, non ce li mettete, e le imprese liguri si sveglieranno in un mare di problemi, questo è il tema.

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCO VAZIO (PD). Alla fine di questa storia troveremo una Liguria più povera, una Liguria che non avrà risolto i suoi problemi, e le imprese liguri si ritorceranno contro di voi, perché questo sgarbo è veramente troppo, troppo grosso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Presidente, quello che è contenuto in questo emendamento è molto importante, perché stiamo parlando di una città che è in ginocchio dopo la tragedia del 14 agosto, e aiutare le imprese di quella città significa aiutare anche i lavoratori di quella città. Vorrei ricordare a tutti che i lavoratori del Terzo valico hanno manifestato contro il Governo perché sono stati purtroppo lasciati da soli: quest'opera così importante non viene finanziata e quindi si perderanno molti posti di lavoro. Capisco che abbiamo un Ministro delle Infrastrutture che lavora troppo, che è concentratissimo in tunnel che non esistono e che scrive i decreti con il cuore, ma quando si scrivono i decreti con il cuore bisogna mettersi una mano sul cuore e una anche sul portafoglio. E mettendola sul portafoglio bisognerebbe finanziare e dare una mano a quelle imprese che oggi sono in ginocchio e che costituiscono il futuro per Genova, i genovesi e tutta la Liguria.

PRESIDENTE. Deve concludere.

ALESSIA MORANI (PD). Credo che questa sia vergogna che deve essere stigmatizzata come merita in quest'Aula parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Rotta. Ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, intervengo sempre per rimarcare l'importanza di questo emendamento. Qui c'è una città, ci sono i genovesi che chiedono una cosa, che vi sembrerà strana: chiedono di lavorare. Non chiedono di essere mantenuti, di avere dei sussidi, di avere dell'assistenza, di attendere il reddito di cittadinanza, che qualcuno al Nord chiama debito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), loro incredibilmente chiedono di lavorare, di poterlo fare, di essere messi nelle condizioni di farlo. Dopo una tragedia che è accaduta ormai due mesi fa e dopo l'improvvisazione di risposte che sono negate sistematicamente in questo decreto, chiedono di essere messi nelle condizioni di poter lavorare, anche se non possono più raggiungere il posto di lavoro, anche se la loro azienda non può essere messa nelle condizioni di lavorare oggi.

Loro chiedono semplicemente questo: lavorare. Mi rendo conto che il Ministro Toninelli - la invitiamo a farsi tramite - sia affaccendato in altro e abbia la passione per il cuore, deve solo però accendere il cervello, ascoltare le proteste che arrivano dal quel territorio e dare loro risposte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, questa norma è importante perché prevede la concessione di indennità in favore di alcune categorie di lavoratori coinvolti nel crollo del ponte Morandi. È una delle norme rispetto alle quali noi abbiamo assistito a questo ritardo dei lavori di quest'oggi. Signor Presidente, nel tempo rimanente vorrei dare lettura integrale di quanto ha scritto il Servizio bilancio della Camera e di ha quanto ha scritto la Ragioneria generale dello Stato, perché il Servizio bilancio ha chiesto al Governo di acquisire l'avviso in ordine alla idoneità della procedura di monitoraggio e garantire il rispetto del predetto limite di spesa, anche in presenza di richieste che dovessero eccedere le risorse disponibili; mentre la Ragioneria generale dello Stato ha rinviato al Ministero del lavoro e all'INPS anche in ordine alla verifica della disponibilità delle risorse del Fondo sociale per l'occupazione e la formazione. Noi siamo venuti in quest'Aula in assenza di comunicazioni del Governo in merito, e su questo il Governo ha addirittura rifiutato l'accantonamento da noi proposto per un approfondimento! È davvero una cosa sconcertante (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (PD). Presidente, semplicemente per ricordare che in Commissione bilancio noi non abbiamo proposto qualcosa di assurdo, abbiamo fatto notare che, come è scritto ora, questo articolo fa sorgere in capo al lavoratore un diritto soggettivo, cioè, per trovarsi in quella condizione, io ho diritto all'indennità, e questo non può stare insieme alla previsione di un budget limitato, che è di 11 milioni per il 2018 e di 19 milioni per il 2019. Quindi abbiamo detto: o cambiamo la formulazione dell'articolo, per dire “fino alla concorrenza delle risorse stanziate”, oppure cambiamo la modalità di copertura. Così abbiamo detto noi, così ha detto il Servizio bilancio, così ha detto la Ragioneria generale dello Stato, ma non ci sono state date risposte. Quindi, la richiesta di accantonamento non si motiva per ostruzionismo e per perdere tempo, ma per scrivere questa norma in modo che serva veramente ai lavoratori delle zone colpite, perché, come abbiamo detto in tutti i modi, così com'è fa sorgere un problema, perché chi prima arriva meglio alloggia, ma questo non è un modo giusto per corrispondere un'indennità ai lavoratori colpiti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Signor Presidente, devo dire che, come al solito, c'è del metodo, nel senso che non è che le cose accadono per caso. In questo decreto e in questa vicenda, signor Presidente, abbiamo visto all'apice l'incompetenza, l'inconcludenza, ma anche la presunzione che spesso si attaglia all'ignoranza. Lei è napoletano, io ho molto sangue napoletano, e lei sa che normalmente il ciuccio è presuntuoso, come si dice dalle sue parti, che sono un po' anche le mie: ebbene, siamo partiti con una tragedia che ha avuto una dimensione non soltanto nazionale ma internazionale, qualcosa che ha toccato il cuore e l'anima del nostro Paese, un numero di vittime in una giornata semifestiva che ha stravolto il nostro vivere civile, e dopo quella tragedia questo Governo ha annunciato che tutto sarebbe successo subito, che il ponte sarebbe stato ricostruito, che le concessioni sarebbero state revocate, che il commissario sarebbe stato nominato immediatamente, e niente di tutto questo è successo!

PRESIDENTE. Concluda Scalfarotto.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Signor Presidente, non siamo riusciti neanche a discutere del decreto prima che passassero quattro ore di tempo nelle quali questo Parlamento è rimasto immobile perché non c'era nessun accordo! Questo emendamento è fondamentale, e il fatto che non si accetti il semplice accantonamento di questo emendamento non è altro che la conclusione degna di una tragedia sulla quale avete messo la firma!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Grazie, Presidente. Noi siamo abbastanza costernati di quello a cui stiamo assistendo, Presidente. E non soltanto per l'assenza del Ministro. Stiamo affrontando un articolo che si occupa del sostegno al reddito dei lavoratori, i lavoratori tutti, perché noi parliamo di lavoro. Vorrei fare notare che forse la presenza di un sottosegretario al lavoro sarebbe stato quanto mai opportuna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Infatti, in questa circostanza, noi stiamo parlando di interventi che riguardano gli ammortizzatori sociali, che riguardano le casse integrazioni, che riguardano interventi di sostegno al reddito, che avremmo potuto e dovuto immaginare in una zona in difficoltà. È una zona nella quale - voglio ricordarlo - non possiamo mettere confini fisici, ma dobbiamo chiedere tutti insieme al commissario straordinario di individuare, anche presso le zone limitrofe, interventi che possano sostenere il reddito di questi lavoratori. Ripeto, lavoratori tutti, perché anche nei prossimi emendamenti troverà, Presidente, l'indicazione dell'attenzione che il Partito Democratico attraverso questi emendamenti ha messo…

PRESIDENTE. Concluda, deputata Serracchiani.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). … non soltanto per i lavoratori subordinati, ma anche per gli artigiani e i commercianti, insomma, per il lavoro a Genova (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Trovo veramente assurdo che un punto così decisivo, riguardante una calamità sulla quale stiamo discutendo da ore, venga liquidato in maniera sommaria, mentre i rappresentanti della maggioranza chiacchierano tra di loro e dimenticano che la missione principale oggi, la nostra missione principale, è quella di dare risposte, risposte concrete. È vero, come dicevano anche altri colleghi, noi non stiamo chiedendo la luna, stiamo chiedendo il minimo indispensabile, per dare a quelle popolazioni delle risposte concrete. Non comprendiamo questa chiusura totale nei confronti delle nostre richieste, questo atteggiamento con punte di vera e propria arroganza e spocchia. È vero, il Ministro Toninelli non è mai stato con noi, non ci ha mai dedicato un istante.

PRESIDENTE. Deputata, è concluso il tempo. Concluda.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Sono piene le pagine delle cronache abruzzesi del Ministro, che continua a gironzolare sui viadotti e sotto i viadotti delle autostrade. Ma di Genova non gliene importa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Anch'io mi associo alle parole dei colleghi che hanno parlato fin qui, per segnalare come, con questo emendamento, noi stiamo portando all'attenzione del Parlamento un elemento decisivo, su cui un Parlamento, che ha a cuore davvero la soluzione rapida di un problema enorme creato da una tragedia, dovrebbe trovare una sua disponibilità larga e condivisa.

Stiamo parlando di concessioni di indennità ai lavoratori, stiamo parlando quindi della carne viva delle sofferenze della comunità di Genova a fronte della tragedia avvenuta. Sono le scelte che fanno la differenza, non le parole che fanno la differenza. Abbiamo sentito esprimere parole a profusione, il decreto fatto con il cuore, il parco divertimenti sul nuovo ponte. Tutto questo non serve, servono invece fatti concreti. E queste scelte, scelte che riguardano le indennità dei lavoratori, scelte calibrate su una realtà e non solo su una previsione sbagliata, fanno la differenza. Questo lo chiediamo settanta giorni dopo, dopo che si è sprecato molto tempo, dopo che c'è stato un tempo infinito per la scelta di un ovvio commissario come doveva essere il sindaco. Ecco, noi crediamo che oggi sia arrivato davvero il tempo dei fatti. Su questo ci dispiace una volta di più constatare l'indisponibilità, la chiusura e la negazione del confronto, da parte del Governo e della maggioranza, anzi della maggioranza, perché pure in questo momento il Governo non è neppure seduto ai tavoli del Governo. Ma soprattutto segnalo una volta di più…

PRESIDENTE. Concluda.

LUCA RIZZO NERVO (PD). …come sia stato vergognoso non vedere in tutte queste ore la presenza del Ministro Toninelli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, noi ci troviamo di fronte ad una scelta di chiusura della maggioranza, su, come si diceva un tempo, emendamenti di buonsenso, ovvero sulla nostra richiesta di aumentare le dotazioni di denaro, che sono previste in questo caso per alcune categorie di lavoratori.

Noi non avevamo chiesto di provvedere all'approvazione delle nostre idee, semplicemente di verificare se, come forse dopo ha fatto … ecco, magari, se ci fosse qualcuno del Governo, Presidente...

PRESIDENTE. Vice Ministro? Perfetto.

EMANUELE FIANO (PD). Avevamo semplicemente chiesto che ci potesse essere un ragionamento, magari su una parziale riscrittura dell'emendamento, in un clima che era così favorevole, per uno scopo che è per i lavoratori colpiti da quanto è successo: un aumento della dotazione. Poi, se non fosse così, se noi abbiamo sbagliato, se il testo non è corretto, bastava sospendere e accantonare per qualche minuto l'emendamento e il Governo avrebbe, forse, potuto spiegare agli scriventi dell'emendamento la questione.

PRESIDENTE. Concluda, Fiano

EMANUELE FIANO (PD). Ho concluso, Presidente. Io suggerisco che convenga avere un atteggiamento di maggiore apertura ai fini della buona riuscita di questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie. Io sono assolutamente per l'apertura sugli accantonamenti e sugli interventi, come ho detto prima. Però, sono anche per riportare l'Aula non a un impazzimento generale. Stiamo discutendo un altro emendamento, in cui non c'entrano i lavoratori. Stiamo discutendo l'emendamento sulla zona franca urbana, che è passata da 20 milioni a 10 milioni di finanziamento. Quindi, spiego anche i motivi per cui il Governo ha scelto di spostare questi 10 milioni a un'altra misura di finanziamento delle aziende, che è immediatamente liquidabile. Infatti, la zona franca urbana nel 2018 difficilmente avrà una perimetrazione completa, perché la perimetrazione nell'articolo si evince che verrà fatta dal presidente della regione e dal sindaco di Genova nell'area metropolitana genovese.

Dico di più. Ci prendiamo già l'impegno - e vedrete la prossima settimana che sarà concretizzato - che il finanziamento della zona franca urbana di Genova avverrà in legge di bilancio, dove già nella stesura iniziale sono previsti finanziamenti.

Quindi, da questo punto di vista, se affrontiamo gli articoli e gli emendamenti sui contenuti e non su delle discussioni, che spesso lasciano stare i contenuti e diventano un mero dibattito di parte in Aula, troviamo delle soluzioni e possiamo andare a vedere quegli emendamenti - eventualmente sul lavoro - o altri emendamenti da poter accantonare quando li analizzeremo. Tuttavia, l'accantonamento di questo emendamento non riguarda né i lavoratori né un problema riguardante il finanziamento di aziende. Semplicemente si è deciso di liquidare già le aziende della zona rossa nel 2018, invece di farle attendere il 2019 (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Pizzetti. Ne ha facoltà.

LUCIANO PIZZETTI (PD). Grazie, Presidente. Io ho sentito le parole del Viceministro, che potrebbero anche essere accolte. Ma sono le stesse parole che abbiamo sentito in Commissione, quando sono stati accantonati degli emendamenti. E, quando sono poi rientrati in Commissione, il parere è stato in generale di respingimento degli emendamenti accantonati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Allora il tema non è l'accantonamento. Il tema è la volontà se si recepisce oppure se l'accantonamento diventa una finta. Allora il tema è: facciamo le finte o facciamo sul serio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Sul punto degli accantonamenti - dico questo in generale a favore di tutti -, si accantona per fare gli approfondimenti, poi il risultato può essere favorevole o negativo. Ma questo lo dico in generale, non in risposta al vostro deputato. Lo dico a favore di tutti i deputati.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Una frase brevissima. Se il Vice Ministro fosse intervenuto a dire queste cose venticinque minuti fa, avremmo evitato quello che è successo. In genere basta un po' di accortezza per evitare (Commenti)

PRESIDENTE. Perfetto, perfetto (Commenti). Silenzio, ho ancora altri interventi del vostro gruppo. Continuiamo con gli interventi? No.

Quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-bis.302 Pizzetti, con parere contrario di Commissioni e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Come preannunciato, essendo giunti alle ore 19, interrompiamo l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di lunedì 29 ottobre, a partire dalle ore 14,30.

Interventi di fine seduta (ore 19,05).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Murelli. Ne ha facoltà.

ELENA MURELLI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, volevo portare all'attenzione dell'Assemblea un episodio triste, che da settimane sta purtroppo spopolando fra molti adolescenti piacentini, che si danno appuntamento sui social per picchiarsi in strada, con un gruppo di coetanei come spettatori che incitano i compagni, quasi come in un'arena ai tempi dei gladiatori romani. La rissa su appuntamento è un nuovo gioco, anzi, per i giovani è la nuova moda del fight club. Quel senso di sfida e di spettacolo che li attanaglia senza invece considerare la vera pericolosità cui vanno incontro. Ne è un esempio l'ultimo evento, organizzato lo scorso sabato in via Nicolodi a Piacenza, che ha permesso alla Polizia di identificare 63 giovani, tutti tra i 13 e 17 anni, e ai carabinieri di condurne in caserma altri sei.

Gli appuntamenti sembrerebbero avere cadenza settimanale e sono già arrivati a quota tre. Data e ora sono state definite e diffuse sui social, come il ring itinerante in diversi posti della città. Un fenomeno in aumento sul quale le forze dell'ordine hanno posto la loro attenzione.

Secondo le indagini, un gruppo di dieci ragazzini avrebbe organizzato le risse, dando poi appuntamento sui social ai loro coetanei, considerando il picchiarsi a vicenda una specie di spettacolo. L'agghiacciante rilevazione è di un ragazzo fermato che organizzava le risse per guadagnare follower e uno su quattro ne era a conoscenza. Questa è la situazione preoccupante della società che stiamo creando, lasciando i nostri giovani soli e annoiati, così come dicono loro, senza valori e incapaci di capire cosa sia importante e pericoloso.

Volevo ringraziare tutte le forze dell'ordine, in particolare il questore Pietro Ostuni, per il lavoro che stanno svolgendo, per sopperire e fermare il dilagarsi di questa moda. Mi rivolgo anche a genitori e insegnanti: prestate attenzione ai nostri ragazzi, a cosa fanno e cosa dicono, perché è fondamentale per prevenire questi atti. Un appello finale, e concludo, lo rivolgo ai giovani, ragazzi e ragazze: Internet è meraviglioso e i social sono strumenti per la comunicazione, ma lo è anche, per esempio, l'acqua, eppure non lasciamo i rubinetti aperti.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA (ore 19,07)

ELENA MURELLI (LEGA). Ritornate alle chiacchiere da bar e da muretto: la vita vera è fuori, non è il mondo virtuale. Ritornate alla vera vita sociale, all'impegno nello studio e nel lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Presidente, domenica 28 ottobre ricorre la trentatreesima fiera della pecora di razza sambucana a Vinadio. Questo evento potrebbe sembrare non interessante fuori da quelli che sono i confini di un territorio quale è la Valle Stura, in provincia di Cuneo. Esso è invece importantissimo per la ricerca e la difesa di questa razza, appunto la sambucana. Basti pensare che vent'anni or sono l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, FAO, l'ha segnalata come vulnerabile, cioè a rischio estinzione.

Nel 1985 in Valle Stura si contavano appena 80 capi. In seguito, grazie alla sensibilità delle istituzioni locali e degli allevatori sopravvissuti, sono nati un consorzio che si chiama Escaroun, nel 1988, e una cooperativa collegata agricola, che si chiama Lou Barmaset nel 1991 e il centro di selezione degli arieti di Pietraporzio, gestito anch'esso dal consorzio.

Infine, si è ottenuto il riconoscimento del marchio “Agnello sambucano garantito” ed oggi ci sono più di settanta piccoli allevatori, 6 mila pecore e, ogni anno, nascono 10 mila agnelli. Crescono in piccoli allevamenti, d'estate al pascolo e nel resto dell'anno in stalle alimentate con fieno secco. Una pecora che vive da oltre 300 anni sulle nostre montagne e che si è adattata molto bene all'alta quota. Un animale che, insieme ai suoi pastori, si è saputo adattare ad un territorio aspro e difficile, e ha rischiato l'estinzione. La sambucana è preziosa sia per la lana, trasformata dal sapiente lavoro di artigiani che continuano a rimanere anche su queste terre disagiate, ma soprattutto per la carne, che è compatta, sapida, saporita, poco grassa e ricca di proteine, che è diventata anche recentemente un presidio Slow Food.

Eppure, oggi essa è di nuovo in pericolo per l'espandersi della presenza del lupo sulle nostre Alpi; presenza incontrollata e non gestita, che mette nuovamente a rischio estinzione la pecora sambucana, dopo tanti sforzi della collettività, degli agricoltori e delle istituzioni locali. Ma va a creare seri e gravi danni anche all'attività agricola, aumentando il rischio desertificazioni delle terre alte.

Di conseguenza, mai come oggi si rende sempre più necessario ed urgente approvare un serio piano nazionale di gestione del lupo.

PRESIDENTE. Deve concludere.

MONICA CIABURRO (FDI). Sto concludendo. Dobbiamo difendere, quindi, ancor prima del lupo, l'uomo che eroicamente opera nelle terre alte, che con le sue attività tradizionali, storiche, sociali, economiche e culturali gestisce e si prende cura di un territorio difficile e a rischio abbandono, che non sarebbe più bello ed accogliente neppure per i turisti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bagnasco. Non è presente, si intende che abbia rinunziato.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Baratto. Ne ha facoltà.

RAFFAELE BARATTO (FI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, vengo da un territorio, quello della provincia di Treviso, spesso definito il cuore pulsante del Nord-Est. Una terra unica, in cui nel corso degli ultimi cinquant'anni si è verificato un vero e proprio miracolo economico, frutto del lavoro di migliaia di miei concittadini.

Quella dell'impresa trevigiana è una storia di sudore, sacrificio e di lotta costante contro la concorrenza estera e contro lo Stato oppressore. Siamo la terra dei miracoli economici, e per questo spesso veniamo invidiati. Uno di questi miracoli è quello di un ragazzo orfano di padre con tre fratelli.

Da bambini, in bicicletta, passavano a giocare davanti alle residenze dei cosiddetti siori, intimoriti da tanta grandezza, in un territorio che viveva di agricoltura e di stenti. Pochi anni dopo si ritrovavano in un polveroso sottoscala, ferro da maglia in mano, aprendo il primo laboratorio, e solo qualche anno più tardi la villa di quei detti siori la fecero diventare la sede di una delle aziende italiane più conosciuto al mondo e la famiglia divenne il simbolo del territorio, finanziando sport, arte e cultura. Il nostro è un territorio estraneo alle logiche politiche che oggi ci hanno abituato ad un linguaggio violento.

Per questo non voglio entrare nel quotidiano né tanto meno nella valutazione delle singole recenti vicende. Se ci sono stati degli errori, è giusto vengano puniti, ma noi trevigiani siamo gente abituata a giudicare il prossimo sui fatti, sull'esempio che si è dato in vita nei confronti della propria comunità. Con questo spirito, domani a Treviso saluteremo semplicemente un trevigiano, membro di una famiglia venuta dal niente e figlio di una terra che dal nulla ha prodotto benessere per l'intero Paese. Un trevigiano…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

RAFFAELE BARATTO (FI). …che da un polveroso sottoscala di provincia è passato a dare lavoro a migliaia di persone, che ha investito milioni nella rinascita culturale e architettonica del nostro territorio, costruendo e ideando il centro sportivo della Ghirada, esempio unico in Italia di centro sportivo polivalente e gratuitamente aperto a giovani e famiglie.

Venerdì saluteremo Gilberto Benetton, trevigiano prima di tutto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Prima della fine della legislatura riuscirò sicuramente a sapere che devo premere questo bottone per avere l'audio in questa bellissima e magnifica sala dove svolgiamo il nostro lavoro.

Questa mattina, dopo che sono sceso dal trenino che va da Ostia alla Piramide, come è noto, si è guastata, come è di norma, la metropolitana B e sono dovuto venire a piedi. È stato un lungo cammino e pensavo a cosa dire in questa dichiarazione di fine seduta. Mi sono ricordato che uno dei miei propositi è sempre stato - e oggi lo posso fare - di proporre che alle persone anziane e molto anziane si esprima una riconoscenza che faccia, in qualche modo, capire che gli italiani si ricordano di chi ha lavorato tanti anni ed è arrivato a 100 anni di vita.

Quindi, io propongo ai miei colleghi e al Governo, che mi ascolta, di organizzarci perché chi compie 100 anni riceva una extrapensione di 1000 euro in aggiunta a quella consueta. È un piccolo segno di vicinanza a chi lo merita veramente e fa capire che gli anziani non sono un peso per noi, ma sono una grande, grandissima risorsa. Viva i pensionati, pensionati all'attacco!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Angelis. Ne ha facoltà.

SARA DE ANGELIS (LEGA). Grazie, Presidente. Giovani e ribelli, con tanta voglia di divertirsi e anche un po' di trasgredire. Tutti a 16 anni ci siamo sentiti così e anche Desirée Mariottini che, però, invece di passare una serata allegra con i suoi amici, ha trascorso le ultime ore della sua vita in un palazzo occupato nel quartiere romano di San Lorenzo, drogata e stuprata da un branco composto, come riferito da alcuni testimoni, da circa otto persone.

È accaduto nella notte tra giovedì e venerdì scorso e già oggi, a quanto si è appreso, le forze dell'ordine hanno arrestato tre persone ritenute coinvolte nella vicenda. Sembra si tratti di tre immigrati irregolari di origine senegalese ed erano immigrati irregolari sia il responsabile dello stupro avvenuto ai danni di un'altra giovane donna qualche giorno fa alla stazione Tiburtina, nella tendopoli dell'associazione Baobab, sia gli assassini di Pamela, violentata e fatta a pezzi.

Quello di Desirée è un dramma che suscita orrore, un dramma rispetto al quale alcuni, senza nessun rispetto per la giovane vittima, si ostinano a pretendere posizioni scandalosamente ideologiche. Tra loro, vi sono gli esponenti dei centri sociali che hanno contestato il nostro Ministro dell'interno, Matteo Salvini, che, nel pieno esercizio delle sue funzioni, si è recato nelle scorse ore sul luogo del delitto.

Ad accoglierlo, oltre ai tanti che hanno apprezzato il suo gesto e le sue promesse di assegnare più poliziotti ad una zona da troppo tempo ricettacolo di spacciatori e violenti, c'era un gruppo di donne urlanti che lo hanno accusato di lucrare sul cadavere di Desirée.

Se c'è qualcuno che ha usato, a fini politici, una ragazza di 16 anni violentata e uccisa sono, invece, proprio loro che difendono i suoi aguzzini, anche continuando a venderci un modello di integrazione evidentemente inefficiente.

Carissimi colleghi del PD e della sinistra, ve lo chiediamo a chiare lettere: il vostro modello di integrazione proprio non ci piace e per questo, grazie al nostro Ministro Matteo Salvini, faremo di tutto per restituire al nostro popolo la sicurezza e la serenità di poter vivere in pace nei nostri quartieri e nelle nostre città.

Occorre contrastare l'immigrazione clandestina, anche nel rispetto dei tanti immigrati regolari, onesti, ripristinare la legalità e pretendere rigore e severità contro i criminali. Per qualcuno chiedere tutto queste è da razzisti. No, non siamo razzisti: siamo i genitori, i fratelli e le sorelle di Desirée e delle altre giovani vittime…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

SARA DE ANGELIS (LEGA). …e per loro pretendiamo giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Menech. Ne ha facoltà.

ROGER DE MENECH (PD). Grazie, Presidente. Io intervengo per portare all'attenzione sua e, in particolar modo, del Governo il devastante incendio che sta colpendo la mia zona, la provincia di Belluno.

È su tutti i media nazionali da ieri. La provincia di Belluno è devastata da un incendio che ha colpito, in particolar modo, la Valle dell'Agordino e, nel dettaglio, le zone sopra l'abitato di Taibon di Cadore.

Sono le zone densamente produttive, sono le zone in cui ha sede la Luxottica, una grande azienda che ieri ha dovuto interrompere l'attività lavorativa proprio per questo devastante incendio. Quindi, cosa chiedo? Chiedo una grande attenzione, da parte del Governo, per quelle zone, perché è vero che sono zone di montagna ma sono zone autenticamente meravigliose. Siamo dentro le Dolomiti e dentro il patrimonio decretato dall'UNESCO. È per questo che, quindi, chiedo una grande attenzione. Come sappiamo, la regione Veneto ha decretato lo stato di crisi e su questo stato di crisi mi attendo una risposta efficace anche da parte delle istituzioni centrali e, quindi, del Governo.

È una fase delicatissima e io, con questo intervento, voglio portare anche il ringraziamento ai tantissimi operatori che stanno intervenendo in quella zona complicata di montagna vera. A fianco al ringraziamento - quindi ai vigili del fuoco, al soccorso alpino, a tutti gli operatori pubblici ma anche ai tanti volontari - ricordo, ovviamente, la grande attenzione che dobbiamo avere su questa situazione, sia in questa fase di emergenza sia, in particolar modo, anche nella fase successiva, quando ci saranno da contare i danni e ripristinare lo stato delle nostre montagne, che saranno veramente depauperate da questo gravissimo incendio. Quindi, mi attendo anche dei provvedimenti successivi da parte del Governo per riportare la bellezza in quei luoghi che sono, come dicevo, patrimonio dell'umanità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 26 ottobre 2018 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 19,20.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 2 il deputato Saitta ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 2, 14 e 34 la deputata Ruocco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 5 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 9 il deputato Cataldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 10 la deputata Emiliozzi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 11 e 16 il deputato Trizzino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 13, 14 e 26 il deputato Berti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 15 alla n. 22 la deputata Gribaudo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 16 e 17 il deputato Silvestroni ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 22 il deputato Enrico Borghi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 24 e 25 la deputata Pini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 26 e 43 il deputato Baratto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 33 la deputata Piera Aiello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 34 il deputato Vignaroli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 35 il deputato Sgarbi ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 35 il deputato De Maria ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 33, 34 e 35 il deputato Patassini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 40 la deputata Serracchiani ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto;

nelle votazioni nn. 41 e 43 la deputata Villani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 42 il deputato Benamati ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 46 il deputato Di Sarno ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 48 la deputata Fantuz ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 49 e 52 il deputato Casciello ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 50 la deputata Raffaelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 52 la deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 53 la deputata Braga ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 1209-A - em. 1.2 461 366 95 184 104 262 72 Resp.
2 Nominale em. 1.3, 1.4 471 471 0 236 197 274 70 Resp.
3 Nominale em. 1.6 474 376 98 189 99 277 70 Resp.
4 Nominale em. 1.300 473 373 100 187 74 299 70 Resp.
5 Nominale em. 1.13 479 406 73 204 104 302 70 Resp.
6 Nominale em. 1.19 472 373 99 187 101 272 70 Resp.
7 Nominale em. 1.26 476 450 26 226 173 277 70 Resp.
8 Nominale em. 1.30 474 397 77 199 99 298 70 Resp.
9 Nominale em. 1.33 475 475 0 238 201 274 70 Resp.
10 Nominale em. 1.35 472 308 164 155 12 296 70 Resp.
11 Nominale em. 1.39 472 374 98 188 72 302 69 Resp.
12 Nominale em. 1.49 472 375 97 188 94 281 69 Resp.
13 Nominale em. 1.51 480 479 1 240 202 277 69 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 1.52 465 437 28 219 168 269 70 Resp.
15 Nominale em. 1.53 470 469 1 235 469 0 70 Appr.
16 Nominale em. 1.54 471 470 1 236 470 0 70 Appr.
17 Nominale art. agg. 1.0300 474 403 71 202 27 376 70 Resp.
18 Nominale em. 1-bis.3 474 473 1 237 199 274 70 Resp.
19 Nominale em. 1-bis.6 471 374 97 188 100 274 70 Resp.
20 Nominale em. 1-bis.300 469 469 0 235 198 271 70 Resp.
21 Nominale em. 1-bis.301 472 472 0 237 199 273 70 Resp.
22 Nominale em. 1-ter.10 468 468 0 235 193 275 69 Resp.
23 Nominale em. 2.2 458 363 95 182 94 269 69 Resp.
24 Nominale em. 2.22 458 430 28 216 161 269 69 Resp.
25 Nominale em. 2.13 468 467 1 234 192 275 69 Resp.
26 Nominale em. 2.14 459 458 1 230 182 276 69 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 2.300 468 400 68 201 126 274 67 Resp.
28 Nominale em. 2.18 464 463 1 232 191 272 67 Resp.
29 Nominale em. 2.301 468 467 1 234 192 275 67 Resp.
30 Nominale em. 2.17 471 442 29 222 164 278 67 Resp.
31 Nominale em. 2.16 474 473 1 237 193 280 67 Resp.
32 Nominale em. 2.302 474 472 2 237 192 280 67 Resp.
33 Nominale em. 2.303 473 472 1 237 94 378 67 Resp.
34 Nominale art. agg. 2.01 468 399 69 200 96 303 67 Resp.
35 Nominale em. 3.2 473 473 0 237 196 277 67 Resp.
36 Nominale em. 3.3 471 372 99 187 93 279 66 Resp.
37 Nominale em. 3.4 471 372 99 187 93 279 66 Resp.
38 Nominale em. 3.5 472 373 99 187 96 277 66 Resp.
39 Nominale em. 3.1 469 373 96 187 95 278 66 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 3.7 461 460 1 231 185 275 66 Resp.
41 Nominale em. 3.6 466 464 2 233 187 277 66 Resp.
42 Nominale em. 3.10 458 456 2 229 180 276 66 Resp.
43 Nominale em. 3.12 460 459 1 230 181 278 66 Resp.
44 Nominale em. 3.17 466 465 1 233 184 281 66 Resp.
45 Nominale em. 3.18 466 465 1 233 184 281 66 Resp.
46 Nominale em. 4.20 455 367 88 184 91 276 66 Resp.
47 Nominale em. 4.301 451 425 26 213 155 270 66 Resp.
48 Nominale em. 4.25 438 355 83 178 91 264 66 Resp.
49 Nominale em. 4.26 442 441 1 221 171 270 67 Resp.
50 Nominale em. 4.27 444 443 1 222 174 269 67 Resp.
51 Nominale art. agg. 4.013 445 443 2 222 173 270 66 Resp.
52 Nominale em. 4-bis.300 445 418 27 210 144 274 66 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 54)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale em. 4-bis.301 426 340 86 171 77 263 66 Resp.
54 Nominale em. 4-bis.302 374 374 0 188 121 253 66 Resp.