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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 55 di mercoledì 3 ottobre 2018

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARZIO LIUNI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Battelli, Bonafede, Brescia, Colucci, Comaroli, Covolo, Delrio, Ferraresi, Gregorio Fontana, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Guidesi, Invidia, Liuzzi, Lorefice, Lorenzin, Losacco, Lupi, Molinari e Schullian sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,10).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta che riprenderà alle ore 11,30.

La seduta, sospesa alle 11,10, è ripresa alle 11,30.

Seguito della discussione della proposta di legge: Salafia ed altri: Disposizioni in materia di azione di classe (A.C. 791-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 791-A: Disposizioni in materia di azione di classe.

Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo respinto l'emendamento 1.270 Bartolozzi e sono stati accantonati gli emendamenti 1.58 e 1.271 Zanettin.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 791-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Chiedo alla relatrice, onorevole Salafia, come intenda procedere nell'esame del provvedimento.

ANGELA SALAFIA (M5S). Relatrice per la maggioranza. Grazie, Presidente. Riprendiamo dall'esame dell'emendamento 1.271 Zanettin.

PRESIDENTE. Quindi, resta accantonato l'emendamento 1.58 Zanettin e passiamo al secondo accantonato, l'emendamento 1.271 Zanettin.

Prima di chiedere se ci sono interventi sull'emendamento 1.271 Zanettin, avverto che su questo emendamento è stato chiesto, dal gruppo di Forza Italia, ai sensi dell'articolo 51, comma 2, del Regolamento, lo scrutinio segreto.

La proposta emendativa in questione, modificando il meccanismo dell'adesione all'azione di classe previsto dal provvedimento, incide sul diritto di difesa di cui all'articolo 24 della Costituzione, richiamato dall'articolo 49 del Regolamento, tra quelli in relazione ai quali è ammesso lo scrutinio segreto.

La richiesta, pertanto, è accolta.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.271 Zanettin, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.272 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.273 Bartolozzi, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.274 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Accolgo con piacere, abbiamo iniziato bene e spero che la seduta dell'Aula continui in questo modo.

L'intervento, Presidente, è un intervento tecnico perché la norma che andiamo a modificare prevede - fatto sopravvenuto, quarto comma - che ci sia la possibilità di attivare di nuovo il giudizio quando sopraggiungono fatti diversi. Allora, noi chiediamo, con l'emendamento, che sia sostituita la dicitura con “fatti sopravvenuti”, perché io mi chiedo: ma se l'aderente è in ospedale e non ha potuto proporre l'azione - faccio un esempio pratico per essere più concreta - quello è un fatto che legittima l'adesione postuma? A mio giudizio no, perché deve essere un fatto sopravvenuto rispetto alla proposizione che c'era prima.

Quindi, il fatto che dipende dalla volontà dell'aderente non dovrebbe rientrare, ma con la dicitura che c'è adesso nel testo normativo invece rientrerebbe. Quindi, io auspico, anche in questo caso, che la relatrice lo accantoni per una migliore valutazione, veramente nell'ottica di contribuire al miglioramento del testo normativo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Presidente, questa norma si inquadra già in quelle precedenti sull'adesione ex post che praticamente superano ogni principio di diritto e sostanzialmente significa “piatto ricco mi ci ficco”. Questo è il nuovo esito di questa normativa ed è evidente che in questo caso, se non si sottolinea che sono fatti sopravvenuti, sul piano processuale noi abbiamo la possibilità di riproporre l'azione, soprattutto se chi non ha partecipato al giudizio vede che c'è una sentenza di carattere positivo o un orientamento positivo, non sulla base di un principio o di un orientamento ma sulla base dell'avvalersi della stessa fattispecie processuale nella quale, però, non è stato parte e lo fa non per fatti sopravvenuti ma per qualsiasi giustificazione, come dire, eterogenea. Invece, è chiaro che bisogna consentire di stabilirlo solo per fatti sopravvenuti. È un principio processuale. Non ci può essere un intervento infinito e una riproposizione della stessa azione per chiunque non abbia fatto parte del giudizio. Bisogna che ci sia la dimostrazione di un fatto sopravvenuto ed è un principio processuale fondamentale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (FI). Grazie, Presidente. Al di là dei tecnicismi faccio una riflessione politica, perché francamente a me sembra folle che ancora si stia non solo riflettendo ma addirittura intervenendo su una cosa che è folle in partenza, cioè l'adesione post sentenza in una class action. Di fatto, metà di questo Governo, in quanto le politiche economiche e certe politiche di giustizia sono interamente appaltate ai 5 Stelle, sta rendendo la Repubblica italiana totalmente inappetibile agli imprenditori e alle imprese. Il nostro Paese sta diventando repulsivo nei confronti dell'impresa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). La Repubblica italiana con questo Governo sta diventando lo zampirone per l'impresa e io spero veramente che a un certo punto di questa traversata nel deserto la maggioranza di Governo vorrà ravvedersi e cominciare a riflettere che senza impresa non c'è neppure ricchezza da distribuire (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.274 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Salutiamo gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo “Marcello Mastroianni - Plesso Duca d'Aosta” di Roma, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.277 Colletti, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e con il parere contrario della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.278 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, ritorno, soprattutto dopo avere sentito ieri la relatrice di maggioranza, sulla questione dell'applicazione della sospensione feriale ai termini, ricordando non le mie parole, ma citando una sentenza della Cassazione, perché se la minoranza non ha voce, forse la Cassazione ce ne ha un po' di più. La Cassazione, sentenza n. 5624 del 2017, che dice che tutti i giudizi scanditi da una prima fase necessaria che, a seconda dei casi, può essere sommaria o cautelare, a cui segue una fase eventuale a cognizione piena, solo per la prima fase sussistono le ragioni di urgente definizione che la sottraggono all'applicabilità della sospensione feriale.

Che cosa vuol dire? Vuol dire che noi abbiamo introdotto un rito che seguirebbe le norme del 702 e seguenti, cioè sarebbe un rito a cognizione sommaria, cioè vuol dire ad istruttoria ristretta, ma che nei fatti, come bene ci aveva detto la relatrice professoressa Pagni, è un rito che segue nella sua modalità esplicativa le norme del procedimento cautelare, quindi fase inibitoria e fase di merito. È la Cassazione che dice che tutte le domande che azionano la fase cautelare caratterizzate dall'urgenza vedono applicarsi la sospensione dei termini. Quindi, quanto alla constatazione detta dalla relatrice che il termine è processuale, è tecnicamente scorretto. Almeno i termini previsti per l'inibitoria, per l'adesione, secondo me anche quelli che introducono la domanda di ammissibilità, sono termini sostanziali. In merito, Presidente, le formalizzo una richiesta di accantonamento, perché veramente il tema non è da poco. Noi costringiamo i giudici a dover interpretare norme che scriviamo male, e io, da ex giudice, vorrei che il legislatore, invece, mi desse delle norme chiare. Siccome un principio ce l'abbiamo e viene dalla Corte di Cassazione, vorrei che il legislatore, prendendo atto di quello che è un pronunciamento costante, si pronunci in maniera corretta. Quindi, invoco veramente, per il suo tramite, la relatrice ad accantonare per un approfondimento.

PRESIDENTE. Quindi c'è una richiesta formale di accantonamento avanzata dall'onorevole Bartolozzi. Chiedo il parere della relatrice.

ANGELA SALAFIA, Relatrice per la maggioranza. Parere negativo sulla richiesta di accantonamento, perché, come detto anche in precedenza ieri, per noi sono termini processuali. E poi, inoltre, in questa fase si fa riferimento alla fase di ammissibilità, non alla fase cautelare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (M5S). Presidente, ad abundantiam, vorrei specificare che il precedente di Cassazione testé descritto riguardava una misura cautelare ex articolo 669, e quindi appare ovvio che noi stiamo ragionando su una ordinanza di ammissibilità di un'azione che non è un atto di tipo cautelare. Il cautelare richiede speditezza, l'ordinanza di ammissibilità non richiede quei requisiti, perché non è una misura cautelare. ma è semplicemente un'ordinanza che apre un possibile giudizio di merito. Oltretutto, faccio altresì presente che questo rito, il rito dell'azione di classe, è previsto dal 702-bis, che è il procedimento sommario di cognizione. Questo procedimento sommario di cognizione, in realtà, non è un procedimento cautelare, perché è inserito oltretutto tra i procedimenti speciali.

Potremmo dibattere sul fatto che avrebbe dovuto essere inserito ab origine da chi ha previsto il 702-bis e seguenti in un diverso capo, ma viene alla luce chiaramente parlando di un giudizio di tipo ordinario alternativo al procedimento classico ordinario dinanzi al tribunale in composizione monocratica, perché, oltretutto, siamo dinanzi alla sezione delle imprese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). È evidente che l'onorevole Colletti legge le sentenze per obiter dictum e non per l'intero svolgimento di quello che è l'orientamento. Qui si tratta di un richiamo a un termine decadenziale, quindi di natura sostanziale, che riguarda la fase di ammissibilità. Ma anche in questo caso sul piano politico queste norme dimostrano che voi state costruendo questo sistema come un sistema del “piatto ricco, mi ci ficco”, ve lo continuerò a dire per tutta questa seduta. Non vi rendete conto dello stravolgimento che state facendo di principi che sono basilari sul piano processuale; non distinguete il termine di decadenza dai termini processuali. Termine di decadenza da un punto di vista sostanziale, perché si tratta di un'adesione, non si tratta di un termine di sospensione o di un termine che interviene nel processo. Siamo nella fase precedente alla fase di merito, questo è il punto che non riuscite a comprendere; ma è tutto lo spirito di questa vostra iniziativa che ha portato a modificare in maniera che troverà contenziosi disastrosi nell'ambito dell'attuazione pratica.

Infatti, avete messo una serie di norme che si sovrappongono una all'altra e che non dialogano fra loro, perché voi in mente avente quello che diceva l'amico Silli, cioè far spaventare le imprese e mandarle via da questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.278 Bartolozzi, con il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.68 Zanettin, con il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.69 Zanettin.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). In stretta continuità e, perché no, contiguità con gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto a difesa dell'economia di questo Paese e nel tentativo disperato di non vedere trasformata una garanzia in una indicibile pressione nei confronti del sistema delle imprese, questo emendamento cerca disperatamente, perché mi sembra che la razionalità, la ragionevolezza, la sistematicità delle norme non abbiano nessuna possibilità di fare presa su questa maggioranza soltanto numerica, che grida rosso su questi emendamenti indipendentemente dal loro contenuto, questo è un emendamento che ha un solo scopo: evitare una catastrofe probatoria.

Cari colleghi, se avete la pazienza di leggere questo articolo, e vi prego di leggerlo, il giudice diventa uno strumento addirittura impositivo del regime di prova, cioè può costringere l'impresa a provare contro di sé. Un principio che definire inaccettabile, in qualsiasi logica democratica, è minimo. Ma è mai pensabile che noi possiamo immaginare una macchina da tortura processuale, in cui qualcuno sia costretto a provare contro di sé, sulla scorta di mere illazioni e di mere valutazioni di carattere, ma neanche, che cosa devo dire, impossibile da definire, indefinibile.

Presidente, credo che davvero noi stiamo ponendo in essere, con questo Governo in stato di necessità, perché solo così si può definire, un terremoto del minimo dei rapporti nell'ambito del processo penale e civile indifferentemente, che comporterà delle conseguenze terribili; e non soltanto sul piano economico, della capacità delle imprese di stare sul nostro territorio. Diceva bene Giorgio Silli: volete farle scappare. Ma quando le imprese fuggono dal territorio, che cosa vi resterà? Vi resteranno le piattaforme informatiche? Non so se con le piattaforme informatiche si riesce a sostenere l'economia, senza le piccole, medie e grandi imprese.

Ma io sono molto preoccupato del sistema giudiziario tout court, al di là di quello economico: perché quando nel sistema giudiziario tu sconvolgi le categorie probatorie…E se Chiovenda potesse ascoltare ed assistere a questo spettacolo si rivolterebbe nella tomba 270 volte, tutti coloro che hanno informato il processo civile, ma anche il processo penale, al rispetto delle garanzie del contraddittorio.

Voi pensate di rivoluzionare e sovvertire senza colpo ferire…Guardate, non è così. L'Aula si vendica, la Costituzione si vendica, non consente questo scempio. E vedete, i cittadini comprenderanno che, nell'inseguire disperatamente un programma scelleratamente contrario ai principi, questo sarà un boomerang inevitabile.

Allora, che cosa volete fare voi, caro Presidente; ovviamente, mi rivolgo al Presidente per rintuzzare alcune argomentazioni che sono state svolte. Ma pensate in questa maniera di poter davvero perseguire gli interessi collettivi? Voi state perseguendo degli interessi che sono contrari alle imprese: è ancora una volta una scelta contro e non una scelta a favore, e con le scelte contro non si va da nessuna parte. Noi siamo abituati a tutelare, non a torturare, non a mettere in difficoltà, non ad inibire.

Da questo punto di vista, Forza Italia non ha dubbi: noi siamo fieri di condurre questa battaglia, Presidente, e siamo in Aula e la condurremo nell'interesse di ciascun cittadino che vuole vedersi tutelato, nella misura in cui il tessuto connettivo delle imprese, dell'economia di questo Paese…E sono di ieri le notizie terrificanti, terrificanti sul feedback europeo di quanto sta accadendo. E questo provvedimento conferma, si dice in gergo penalistico “è un riscontro ineluttabile”, quanto voi state cercando di fare di questo Paese: un luogo di consenso istantaneo e momentaneo, ma che non ha nessun futuro, meno che mai nel breve, medio e lungo termine. Voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.69 Zanettin, con il parere contrario della Commissione e del Governo, mentre la relatrice di minoranza ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.312 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, questo emendamento riguarda i compensi aggiuntivi, ai quali noi siamo assolutamente contrari. Il compenso premiale al rappresentante della classe costituisce a nostro giudizio uno degli aspetti più negativi del testo al nostro esame: questo istituto ha come effetto quello di aumentare la litigiosità e di sviluppare un contenzioso opportunistico abnorme e parassitario. In effetti, questo istituto - quello dei compensi aggiuntivi - costituisce l'incentivo economico a promuovere azioni che, per l'esiguità del petitum, nessuno avrebbe interesse a coltivare. Si pone, questa norma, in contrasto con tutta una condivisibile politica deflattiva che tutti i Governi, di tutti i colori, hanno applicato negli ultimi anni in materia di giustizia, tesa a diminuire l'aumento delle cause anziché ad aumentare il loro numero. Avrà anche un ulteriore effetto deprecabile, perché consentirà il radicarsi nel nostro Paese di organizzazioni di tipo professionale che avranno come unico oggetto sociale quello di promuovere cause a carattere speculativo. Si pone inoltre questa normativa sui compensi aggiuntivi in contrasto frontale con la direttiva europea in materia, che invita invece i Paesi membri ad evitare normative che alimentino la litigiosità. Per questo motivo, Presidente, noi siamo contrari a questi compensi aggiuntivi, e chiediamo di sopprimere i relativi commi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI). Ha ragione il collega Zanettin, nel mettere in evidenza come si tratti di un compenso ulteriore rispetto alle somme che eventualmente il convenuto dovrà pagare a ciascun aderente come risarcimento; è chiaro che rappresenta un onere economico a carico delle imprese del tutto ingiustificato, e connota la class action con caratteri punitivi nei confronti delle stesse. E siccome molte volte a pensar male, diceva qualcuno, ci si azzecca, forse la ragione la troviamo anche nel testo delle audizioni che la Commissione giustizia ha svolto il 21 aprile 2015, quando, in qualità di componente di quella Commissione, l'onorevole Bonafede dice molto candidamente: io da avvocato…

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

PIETRO PITTALIS (FI). …ho portato avanti azioni di classe. Cioè non vorremmo che qui, siccome interessa agli studi ai quali probabilmente l'onorevole Bonafede guarda con interesse,…

PRESIDENTE. Concluda.

PIETRO PITTALIS (FI). …e non all'avvocatura che dal Nord al Sud ha tanti problemi, si voglia creare privilegio per quegli avvocati che fanno questo tipo di azione, e non è assolutamente ammissibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Presidente, intervengo solo per motivare il voto di astensione su questo emendamento, perché è ampio e tocca diversi punti. Uno dei quali però ci trova d'accordo, e sarà oggetto di un emendamento successivo che ha presentato il Partito Democratico; quindi colgo l'occasione per motivare l'astensione su questo emendamento, ma sottolineare l'importanza di accogliere l'emendamento successivo, che è ripreso in parte anche da questo, per quanto riguarda la quota pro lite. Eliminare, quindi, il concetto di danno punitivo, anche con riferimento al fatto di riconoscere un premio economico quantificato come danno; la voce del danno punitivo, che, come voi mi insegnate, la Corte di cassazione ha riconosciuto solo in determinati casi, è una voce già di per sé difficile da inserire in questo contesto, e che si aggiunge al risarcimento del danno, alle restituzioni, nonché alle spese del procedimento. Un premio quantificato in danno, equiparato a un danno che si riconosce al rappresentante comune e all'avvocato, è molto pericoloso, perché è un istituto che non esiste nel nostro ordinamento giuridico, e che quindi si aggiunge.

Segnaliamo su questo davvero l'attenzione dell'Aula. Pertanto, ci asteniamo, ma con forza riprenderemo questo concetto del danno punitivo da espungere dal testo, sperando che, sul nostro emendamento, vi sia il consenso di tutte le forze politiche. Si tratta di una mediazione per eliminare un tecnicismo, un errore giuridico e, nello stesso tempo, mantenere invece l'impianto del provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Presidente, anche con questa norma viene inserito un nuovo concetto, rendendolo ordinario, all'interno di una disciplina relativa al risarcimento del danno. È chiaro che il danno punitivo, così come è stato detto dal collega Ferri, è una fattispecie nuova, però voi coniate un nuovo istituto, mettendolo alla base non di una valutazione dell'ingiustizia del danno ma del torto subito. Se lo fate in base al torto e non al danno effettivo, questo danno deve essere parametrato a qualche criterio; nel momento in cui lo inserite, create una nuova fattispecie, ma soprattutto impedirete le transazioni, perché se uno dice: “tu non mi devi dare solo il danno ingiusto che ho subito, ma anche l'eventuale danno punitivo”, non si troveranno mai d'accordo, quindi non troverete nemmeno il modo di poter conciliare. Non andate nell'interesse dei consumatori ed utenti, e impedite anche la fase transattiva, perché uno dice: “io voglio da te anche il danno punitivo”; cioè quale? Tanto vale che vado a sentenza, così vedo se prendo anche quello, casomai faccio la transazione dopo. State creando una serie di elementi di confusione assoluta, non a tutela dei consumatori, ma anche contro i consumatori e gli utenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.312 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Avverto che il gruppo di Forza Italia ha esaurito il tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. La Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari a un terzo di quello originariamente previsto.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.70 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, molto brevemente, perché non vogliamo abusare del tempo a nostra disposizione. In questo emendamento, noi abbiamo posto il tema molto importante del costo della CTU. Nel testo originario il costo della CTU, della consulenza tecnica in corso di causa, veniva sempre posto, a prescindere dall'esito della causa, a carico della parte convenuta. Su questo principio abbiamo poi trovato effettivamente anche adesione da parte della relatrice di maggioranza, per cui noi manteniamo questo nostro emendamento, però accetteremo successivamente la riformulazione di un nostro emendamento, che è stato accolto dalla maggioranza e che rimodula, applicando i principi da noi esposti, il tema del costo della causa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.70 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.279 Bartolozzi, sul quale vi è un parere favorevole con richiesta di riformulazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, noi accettiamo la riformulazione e evidenziamo il fatto che se alla fine tutti conveniamo che le spese della CTU siano poste a carico di chi soccombe nella causa, applicando un principio generale del processo civile, è questo un successo che riteniamo di ascrivere al nostro gruppo. Tale elementare principio, basato direi sul buonsenso, non era affatto scontato in questa materia, perché il testo originario che si voleva licenziare in tutta fretta, perché approvato nella scorsa legislatura, prevedeva invece che le spese di causa e di CTU rimanessero di regola a carico della impresa convenuta, a prescindere dall'esito della causa. Quel testo, a nostro giudizio aberrante ed in contrasto anche con il buonsenso, nella scorsa legislatura era stato votato da questa Assemblea all'unanimità: è la prova che il tatticismo esasperato della politica rischia di portare fuori strada anche i moderati, che però, forti del senso di responsabilità, della competenza e dei loro valori si rifiutano di seguire populisti e demagoghi. Ciò perché la stella polare del nostro agire rimane il buonsenso guidato dalla certezza del diritto, e non ci piegheremo pertanto mai al dilettantismo e alla superficialità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.279 Bartolozzi, così come riformulato, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.280 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.407 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.73 Bartolozzi, con il parere contrario di Commissione e Governo, e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

L'emendamento 1.281 Bartolozzi è assorbito dall'1.277. Passiamo, quindi, alla votazione dell'emendamento 1.282 Bartolozzi.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, non voglio interrompere i lavori, ma soltanto sottolineare quanto segnalato, qualche giorno fa, dal collega Butti e da altri colleghi. Io faccio parte anche dell'intergruppo innovazione, circa l'obsolescenza degli apparati di voto che rallentano le votazioni. Quindi, sollecito l'Ufficio di Presidenza ad affrontare il tema, perché siamo costretti a ripetere il voto almeno tre o quattro volte, quando funzionano. Quindi, siccome vogliamo tutti votare velocemente e accelerare i lavori d'Aula, io chiedo ufficialmente che l'Ufficio Presidenza metta all'ordine del giorno il problema dell'obsolescenza del sistema di votazione, grazie.

PRESIDENTE. Grazie a lei. Naturalmente riferirò al Presidente della Camera e lavoreremo per non deluderla, onorevole Mollicone.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Allora, accantoniamolo. Allora, ritorniamo sul discorso sospensione feriale, termine per aderire. Se c'è un termine per aderire, l'ha detto bene il professore, il collega D'Ettore, se c'è un termine che è previsto a fine decadenza il termine ha natura sostanziale.

Vi prego, accantoniamo tutte le tematiche che attengono a questo tema, ci ritiriamo, ve lo studiate, lo approfondiamo, e poi ci ritroviamo in un consesso. Non pretendiamo di avere ragione, ma vi invito veramente, Presidente, ribadisco di nuovo la richiesta di accantonamento, la formalizzo, sperando che almeno questa volta…

PRESIDENTE. Quindi, onorevole Bartolozzi, lei sta avanzando una richiesta formale di accantonamento del suo emendamento 1.282. Chiedo alla relatrice di esprimersi.

ANGELA SALAFIA, Relatrice per la maggioranza. Confermo, come prima, il parere negativo sull'accantonamento.

PRESIDENTE. Considerato l'orientamento dell'Aula sulle proposte di accantonamento, io andrei avanti. Quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.282 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'emendamento 1.79 Varchi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Presidente, colleghi, questo emendamento aveva lo scopo di tentare di limitare i danni, dal momento in cui non è stato accolto il precedente emendamento che proponeva la soppressione integrale della lettera e) e, quindi, l'eliminazione della possibilità di adesione post-sentenza, che è uno dei principali nodi negativi di questa proposta di legge. Ma, a un'analisi più approfondita, ritenendo che solo quella era una misura sufficiente a realizzare questa ratio, riteniamo che non sia più opportuno mettere in votazione questo emendamento e, quindi lo ritiriamo.

PRESIDENTE. Quindi, l'emendamento 1.79 Varchi è ritirato. Passiamo, quindi, alla votazione dell'emendamento 1.81 Vitiello. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (MISTO-MAIE). Presidente, grazie. Soltanto per rappresentare all'Aula che io ho presentato quattro emendamenti segnalati e il motivo di questo emendamento è dettato dal fatto che ho tentato, sin dalla Commissione, di cercare di migliorare il prodotto legislativo, almeno secondo il mio modestissimo punto di vista. In Commissione ne avevo presentati ventitré e, devo dire la verità, tanti sono stati recepiti. Alcuni erano addirittura sovrapponibili e, quindi, preclusi dagli stessi emendamenti di alcuni colleghi della maggioranza. Io, fin dal primo momento, ho semplicemente rappresentato la perplessità di inserire questa azione all'interno di un codice di procedura civile che si ritiene, secondo le direttive programmatiche del Ministro, di voler in qualche misura cambiare e addirittura ridurre. Quindi, ero perplesso soltanto per questo motivo, dopodiché mi sono rimboccato le maniche e ho cercato di dare il mio contributo. Prenderò la parola soltanto rispetto all'ultimo emendamento, il 6.1, perché mi sembra particolarmente importante e significativo. Per quanto riguarda gli altri, sono semplicemente il mio punto di vista, migliorativo, del prodotto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.81 Vitiello, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.283 Zanettin.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, il testo al nostro esame prevede che, con la sentenza di accoglimento dell'azione di classe, il tribunale nomini il rappresentante comune degli aderenti tra i soggetti aventi i requisiti per la nomina a curatore fallimentare. Ecco, noi contestiamo, sul piano strettamente tecnico, non c'è niente di politico in questo nostro emendamento, l'espressione “curatore fallimentare” che è utilizzata in costanza di procedure concorsuali fallimentari che nulla hanno a che fare, ovviamente, con la questione e con la class action. Trovandoci, invece, in una fase successiva a una sentenza che accoglie l'azione di classe, noi riteniamo più appropriata la figura del commissario liquidatore nominato dal giudice e in tal senso abbiamo predisposto un emendamento.

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.283 Zanettin, con il parere contrario di Commissione e Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

L'emendamento Colletti 1.284 è ritirato.

Passiamo, quindi alla votazione degli identici emendamenti 1.90 Bazoli e 1.91 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bazoli Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Come dicevo ieri, noi, condividendo gli obiettivi e anche l'impianto di questa proposta di legge, abbiamo deciso di fare pochi, mirati e qualificati emendamenti su punti sui quali noi riteniamo che sia opportuno intervenire per migliorare decisamente il testo della legge. Questo è uno di quelli. Qui si punta a eliminare una previsione, che è contenuta nel testo, che deroga decisamente ai principi generali di formazione della prova nel procedimento di adesione successivo alla sentenza.

Sull'adesione successiva alla sentenza abbiamo già sentito, nella discussione precedente, molte critiche e molte riserve che noi comprendiamo, perché, effettivamente, consentire di aderire, successivamente alla sentenza, a soggetti che vantano diritti che sono stati riconosciuti da quella sentenza, è una vistosa eccezione alle regole generali di funzionamento del processo civile che vorrebbe che i diritti vengano riconosciuti a cognizione piena nell'ambito di un procedimento di cognizione nel contraddittorio tra le parti. Quindi, è una vistosa eccezione che giustifica alcune riserve.

Tuttavia, noi abbiamo ritenuto che questa eccezione si giustifichi per la particolarità dei diritti che vengono tutelati con l'azione di classe che sono diritti degli utenti, dei consumatori che non trovano adeguata tutela, oggi, nell'ordinamento e che necessitano, per avere una piena tutela, anche di un procedimento in parte eccezionale rispetto al procedimento ordinario di cognizione.

In questo senso, si pone la scelta fatta dalla proposta di legge che, peraltro, ricalca quella approvata nella scorsa legislatura di consentire l'opt-in, cioè l'adesione successiva alla sentenza, entro un tempo limitato, e che, quindi, non va a scardinare eccessivamente i principi, perché sappiamo bene che in altri ordinamenti è addirittura previsto il cosiddetto opt-out, cioè se uno fa parte della classe dei diritti tutelati con l'azione di classe, automaticamente ha diritto a avvantaggiarsi della sentenza, senza neanche un'adesione successiva.

Questa, quindi, è una scelta mediana che, secondo noi, bilancia adeguatamente la necessità di tutelare i diritti dei consumatori e degli utenti, che, altrimenti, non troverebbero tutela nell'ordinamento, con l'esigenza di garantire comunque il rispetto del principio del contraddittorio.

Ora, se questo è - e noi condividiamo questa impostazione -, però, bisogna stare molto attenti a non rompere questo bilanciamento di interessi, introducendo ulteriori eccezioni ai principi generali del funzionamento del processo civile nella fase procedimentale di adesione successiva. E questo è proprio il punto che riguarda il nostro emendamento, perché, con questo emendamento, noi puntiamo a eliminare una previsione che è una vistosissima eccezione al principio di formazione della prova, perché si consente di provare il diritto, per chi aderisce successivamente alla sentenza, attraverso testimonianze rese da terzi ad avvocati, cioè fuori da ogni principio di contraddittorio tra le parti, con dichiarazioni rese in modo del tutto unilaterale, senza il controllo del giudice. E questa è una eccezione al principio di formazione della prova che giustifica il riconoscimento del diritto che, secondo noi, mal si concilia col fatto che noi già abbiamo fatto una vigorosa eccezione ai principi generali che riguardano, appunto, l'opt-in, cioè l'adesione successiva.

Allora, noi riteniamo che questo sia un eccesso che va modificato, perché, in questo modo, si rischia di pregiudicare quel delicato equilibrio tra i diritti da tutelare e i diritti anche del convenuto che, invece, in questa legge, secondo noi, si ritrova a condizione che questi eccessi vengano eliminati. Quindi noi chiediamo, fortemente, che ci sia un ripensamento su questo emendamento, perché eliminando questa previsione, si elimina un eccesso, senza pregiudicare il funzionamento del meccanismo processuale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole a questo emendamento. Il tema della possibilità di aderire alla sentenza successivamente ha creato non poche perplessità anche a me e al mio gruppo, evidentemente per la possibilità di intaccare gli articoli 3 e 24 della Costituzione, rispetto all'esercizio pieno del diritto di difesa in condizioni di eguaglianza. Tant'è che, insieme al collega Ferri, avevo articolato due emendamenti che immaginavano di modulare prima della sentenza, nella fase di trattazione e nella fase di precisazioni delle conclusioni, una possibilità di ingresso ante sentenza.

La scelta di seguire, però, l'impianto normativo già licenziato dalla scorsa legislatura e più sentito dalle associazioni dei consumatori ha bisogno di essere ponderata secondo un criterio di ragionevolezza. Si può derogare a principi costituzionali di eguaglianza e di piena difesa se il legislatore adduce motivazioni ragionevoli. Allora, è ragionevole irrigidire il sistema di formazione della prova, impedendo, come questo emendamento vuole fare, la formazione di una prova differita presso lo studio di un avvocato, seppur si tratta di prassi che, sia nel codice di procedura civile che, addirittura, nel codice di procedura penale, sono previste con dovute garanzie; è il caso, invece, in questo caso, di irrigidire questa possibilità, necessitando la formazione della prova in contradditorio, soprattutto trattandosi di azioni collettive e, quindi, prevedibilmente coltivate da moltissime persone, per ragioni di evidente necessità di maggiore trasparenza e certezza di formazione del mezzo.

Per questa ragione, appunto, sottoscrivo a nome del mio gruppo questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI). Presidente, anche l'emendamento presentato dal gruppo di Forza Italia prevede la soppressione di un regime probatorio agevolato che consente agli aderenti di soddisfare il proprio onere probatorio mediante dichiarazioni rese da terzi, senza che il giudice o il convenuto possano verificarne l'attendibilità. Nei fatti, tali circostanze si traducono in un alleggerimento dell'onere della prova che va, a nostro avviso, evitato, in quanto renderebbe la class action una sorta di giudizio agevolato, con una grave violazione del diritto al contraddittorio del convenuto. E non vi sono ragioni legate alla natura dell'azione di classe, la quale semplicemente intende rendere più efficiente l'iniziativa giudiziale, nel caso in cui più soggetti siano titolari di diritti omogenei, che giustifichino la deroga a uno dei principi cardine del nostro sistema processuale, quello secondo cui, come è stato osservato dai colleghi che mi hanno preceduto, l'onere della prova è in capo all'attore. Inoltre, sotto altro verso non è chiaro perché l'attore individuale debba trovarsi in situazione meno agevole dal punto di vista dell'onere della prova rispetto all'aderente a una class action.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo solo per chiarire che c'è un emendamento, a mia prima firma e che verrà posto in votazione proprio subito dopo l'emendamento adesso in discussione, che è volto a rassicurare un po' i colleghi che sono intervenuti sinora e intende chiarire che le dichiarazioni di cui si sta parlando saranno valutate dal giudice secondo il suo prudente apprezzamento. Che cosa vuol dire? Vuol dire che saranno solamente un elemento indiziario, non configureranno piena prova e, quindi, saranno da valutare nel quadro complessivo probatorio che si verrà a definire all'interno del procedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Presidente, mi riporto anch'io alle argomentazioni dell'onorevole Bazoli e aggiungo una cosa proprio prendendo spunto da quest'ultimo intervento, cioè che non bisogna confondere il principio di formazione della prova dalla valutazione del giudice, dal suo libero apprezzamento. Quindi, quello che noi contestiamo con questo emendamento è, invece, il principio di formazione della prova. Quindi, quest'ultima argomentazione dell'onorevole del MoVimento 5 Stelle che è intervenuto non confonde i piani.

Inoltre, penso che un tema come quello dell'opt-in, oggetto comunque di discussione e che caratterizza questo provvedimento che è stato votato anche nella precedente legislatura, inviti tutti a una riflessione nel temperare quegli istituti come questo, che vuole finalizzare questo emendamento, per creare dei criteri più rigidi anche di adesione e anche, quindi, in tema di formazione della prova.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.90 Bazoli e 1.91 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.285 D'Orso.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, solo per annunciare il voto favorevole del Partito Democratico su questo emendamento nell'ottica, diciamo, della riduzione del danno, nel senso che noi riteniamo sia un errore lasciare nel testo la previsione che il nostro emendamento precedente puntava a cancellare. Diciamo che questo emendamento, dando al giudice semplicemente la facoltà di valutare prudentemente l'acquisizione documentale, che noi invece riteniamo indebita in questa fase, in qualche modo circoscrive la portata probatoria di quella dichiarazione. Però - ripeto - io sono molto convinto che l'eliminazione di questa previsione non avrebbe in nulla modificato l'efficacia dell'azione di classe, così come prevista dal procedimento e dal testo di legge, e avrebbe rassicurato le parti che si sentono, invece, più colpite, in qualche modo, nel loro diritto di difesa. Quindi, io credo sia un errore, però voteremo - lo ripeto -, nell'ottica della riduzione del danno, a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo solo per rappresentare delle forti perplessità in ordine all'atteggiamento di una maggioranza che se da un lato cerca di rassicurare sulla non necessità degli emendamenti precedenti, con riferimento a questo emendamento, in realtà, non entra nel merito del problema, ossia sulla formazione della prova, ma soltanto sulla valutazione della prova. Ciò nonostante, riteniamo che questo emendamento, pur frutto di una certa schizofrenia legislativa di un partito che non riesce nemmeno a trovare accordo tra i suoi stessi componenti, vada sostenuto nell'ottica di riparare i danni enormi che deriveranno da questo procedimento.

Quindi, Fratelli d'Italia voterà a favore su questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.285 D'Orso, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e con il parere contrario della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.309 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Anche questo è un emendamento meramente tecnico e politicamente neutro sul quale noi richiamiamo l'attenzione dell'Assemblea. A nostro giudizio pare proprio tecnicamente sbagliato che il nomen della rubrica sia: “Progetto dei diritti individuali”. A nostro giudizio “Progetto dei diritti individuali” nulla dice ed è qualcosa di assolutamente sbagliato. Noi proponiamo, invece, che molto più correttamente e rispettosamente di quelli che sono i principi generali del nostro modo di legiferare il nomen della rubrica sia: “Progetto di liquidazione delle somme spettanti agli aderenti”. Si capisce meglio, ha un senso, non deroga a principi generali e credo che possa essere tranquillamente approvato in una logica di collaborazione leale fra le forze politiche presenti in questo Parlamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.309 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.97 Varchi e 1.98 Ferri.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Il nostro emendamento è finalizzato ad evitare quella presunzione di acquiescenza che questo provvedimento tende ad inserire laddove non ci si difenda punto per punto dalle contestazioni. Ciò che può apparire un mero tecnicismo, in realtà, per chi ha nella propria vita compilato atti di civile, e credo che anche al Comitato dei nove ve ne sia qualcuno di collega, sa che spesso si ricorre a delle formule generiche, come tutto quanto ex adverso si contesta, tutto quanto ex adverso dedotto si respinge. In questo modo si vorrebbe introdurre, invece, a contrario, una presunzione di acquiescenza anche a fronte di una moltitudine di motivi che in realtà saranno perfettamente sovrapponibili, perché probabilmente comune sarà la difesa, probabilmente comune sarà il rappresentante. Quindi, il senso di questo emendamento è di non comprimere il diritto di difesa dietro presunzioni che nel nostro ordinamento non dovrebbero trovare accoglimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Noi abbiamo un emendamento di contenuto analogo e siamo nello stesso ordine di ragionamento di prima, cioè siamo nella fase dell'opt-in, cioè in quella fase che molti hanno contestato, ma che noi riteniamo ragionevole, purché circondata di cautele. In questo caso noi riteniamo che ci sia uno scivolamento verso uno sbilanciamento del rapporto tra le parti in questa fase, che rende l'opt-in più critico, perché si onera il convenuto di prendere posizione specificatamente sulle richieste di qualunque aderente, e potrebbero essere anche centinaia o migliaia, e, addirittura, si prevede che i fatti dedotti dall'aderente e non specificamente contestati dal convenuto si considerano ammessi.

Allora qui c'è un'inversione dell'onere della prova che, se in certi procedimenti può essere giustificabile, in un procedimento come quello dell'opt-in, cioè in un procedimento che già è eccezionale rispetto alle regole ordinarie del processo, in questa fase, secondo noi, crea uno sbilanciamento che non è giustificabile. L'eliminazione di questo inciso, e cioè il ritorno della valutazione dei diritti degli aderenti secondo le regole e i meccanismi processuali e di formazione della prova ordinari, restituirebbe a questo procedimento, secondo noi, una maggiore ragionevolezza. Così, invece, lo sbilanciamento rischia di essere evidente ed eccessivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Si vuole in questo modo rafforzare il diritto di difesa e evitare una lesione del diritto di difesa. È un onere che è troppo gravoso per la parte, in considerazione anche del numero elevato di aderenti, e quindi c'è un termine breve e degli aderenti in numero eccessivo, e quindi è chiaro che si lede il diritto di difesa perché mettiamo un paletto che indebolisce tale diritto, soprattutto in ragione dell'onere di presentare delle specifiche controdeduzioni, che quindi rendono ancora più difficoltoso l'esercizio di tale diritto.

ANGELA SALAFIA (M5S). Relatrice per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELA SALAFIA (M5S). Relatrice per la maggioranza. Presidente, formulo una richiesta di accantonamento degli identici emendamenti 1.97 Varchi e 1.98 Ferri.

PRESIDENTE. Bene, quindi accantoniamo gli identici emendamenti 1.97 Varchi e 1.98 Ferri.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.310 Bartolozzi, con il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 Vitiello, con il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.105 Ferri e 1.106 Varchi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, come anche quello che segue a mia firma, si intende intervenire sul tema delle spese, perché riteniamo francamente esasperata questa previsione normativa, laddove sia forte il rischio di atteggiamenti speculativi, e non vorremmo che questo Governo, che inopinatamente si è proposto di punire la lobby dei difensori d'ufficio, in realtà finisca per creare l'altra lobby dei rappresentanti degli aderenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.105 Ferri e 1.106 Varchi, con il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.107 Varchi, con il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.111 Bartolozzi e 1.110 Bazoli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, anche in questo caso torniamo sul tema dei compensi premiali all'attore (ne abbiamo già trattato in precedenza). Questo emendamento tende ad eliminare l'obbligo dell'impresa condannata a pagare un compenso di natura premiale all'avvocato che ha difeso l'attore, addirittura direttamente al soggetto interessato. Come abbiamo già esplicitato, è un modo per incentivare le liti inutili, le liti che non hanno un petitum sostanziale; e come tale, si pone in contrasto con la direttiva europea, quella del 2013, che appunto questi incentivi scoraggia e ci invita ad eliminare. Il nostro è quindi un parere assolutamente contrario a questo tipo di incentivi all'azione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Noi abbiamo formulato un emendamento analogo. Anche noi riteniamo che l'eliminazione di questa previsione non modificherebbe in nulla l'efficacia della legge, della nuova azione di classe, e anzi probabilmente eliminerebbe un elemento che rischia effettivamente di incentivare la litigiosità, di disincentivare le transazioni, perché è chiaro che se all'avvocato si fa balenare l'ipotesi di una sorta di patto di quota lite per pagare le sue competenze in caso di vittoria di causa, è chiaro che questo è un forte disincentivo a cercare anche conciliazioni e transazioni, è un forte incentivo alla litigiosità, ed è anche un forte aggravio dei costi della procedura a carico dell'impresa convenuta, che noi riteniamo non giustificabile, non ragionevole. Riteniamo quindi che non ci sarebbe alcun pregiudizio sull'efficacia della procedura della class action, con l'eliminazione di una previsione che invece desta, credo, in maniera giustificata molte perplessità da parte dei soggetti che vedono in questa procedura un rischio di compressione dei loro diritti, o comunque di compressione dell'equilibrio, del bilanciamento tra le parti all'interno del procedimento. Quindi, anche qui io ritengo che sarebbe una scelta saggia accogliere il nostro emendamento, eliminando questa previsione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Anche Fratelli d'Italia è assolutamente contraria al concetto del meccanismo premiale, sia come nei precedenti emendamenti quando è rivolto al rappresentante degli aderenti, sia al difensore, perché una misura inutile ai fini del procedimento, e dannosa in quanto incentiva la litigiosità e altera l'equilibrio tra le parti. Per questo, anche Fratelli d'Italia sarà assolutamente favorevole a votare questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Presidente, si tratta di un emendamento davvero importante, perché si introduce, come dicevo prima, il concetto di danno punitivo anche in questa circostanza. Non solo si riconosce giustamente risarcimento del danno e restituzioni, che sono poi l'oggetto e quindi quello che caratterizza l'azione di classe, e quindi rimane l'impianto dell'istituto, ma si vuole aggiungere una voce, un ulteriore danno che il nostro ordinamento non riconosce, che la stessa Corte di cassazione ha stigmatizzato con la sentenza delle sezioni unite n. 16601, delineando i paletti del concetto di danno punitivo e restringendo. In questo caso si introduce un premio alla lite, si incentiva il contenzioso, si riducono le possibilità di transazione, e si crea anche una voce di danno che la giurisprudenza invece indica e limita.

E quindi fa capire come questo danno punitivo e la condanna al pagamento di una somma ulteriore rispetto a quella necessaria…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Ferri.

COSIMO MARIA FERRI (PD). …per ristabilire lo status quo ante, cioè il risarcimento punitivo è configurabile solo e soltanto a seguito di una nuova configurazione del paradigma risarcitorio dell'articolo 2043 del codice civile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Presidente, intervengo solo per chiarire che per quanto riguarda il rappresentante comune non si parla di compenso premiale: i criteri che vengono indicati sono criteri di quantificazione del compenso, quindi dei parametri che saranno utilizzati dal giudice per provvedere alla quantificazione del compenso nei riguardi del rappresentante comune. Quindi non si tratta di compenso premiale. È questo il primo punto.

Per quanto riguarda il compenso premiale invece previsto per l'avvocato di colui che promuove l'azione di classe, devo dire che i rilievi dei colleghi fanno venir fuori una certa diffidenza nei confronti della categoria forense, come se appunto gli avvocati si avvantaggiassero comunque, cercassero un tornaconto. In realtà vogliamo vedere noi da un altro punto di vista questo compenso premiale: dal punto di vista deflattivo, potremmo dire così. Ovvero: siccome questo compenso premiale è ancorato alla definizione in via giudiziale della controversia, quindi dell'azione di classe, in realtà potrà essere un incentivo per invitare la parte che subisce l'azione a transigere, a conciliare la lite, prima di arrivare alla definizione in via giudiziale dell'azione stessa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Molto rapidamente, io mi domando su queste norme che vengono inserite, non mi meraviglia che possa acconsentire il Ministro Bonafede, la cui cultura giuridica è nota, ma mi domando se il Premier Conte, noto giurista e privatista, quel contratto del cambiamento, che ha sottoscritto, se è un contratto di comodato, di uso gratuito del balcone di Palazzo Chigi. All'amico Giuseppe Conte, quando avrò il caso di vederlo, gli chiederò se ha letto questo provvedimento, perché quello che egli ha scritto in questa materia è esattamente il contrario di quello che c'è scritto in queste norme. Qui possiamo scrivere di tutto. Ebbene, sarebbe anche da scrivere, ormai potremmo dire pure “banzai”, andiamo avanti, facciamo un attacco, tutto è possibile, chi ha le orecchie intenda (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Cioè veramente qui siamo oltre il limite del diritto, siamo - come dire? - al divertimento, siamo sul balcone di Palazzo Chigi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, solo per ricordare a me stessa che prima di essere stata deputato sono stata avvocato, che l'avvocato ha diritto sempre e comunque al suo compenso, indipendentemente dal risultato raggiunto, perché l'impegno che assume è quello di difendere con onestà intellettuale nel miglior modo possibile gli interessi del cliente. Quindi, francamente l'introduzione di un compenso premiale all'americana in un ordinamento come il nostro, credo sia francamente molto pericoloso; e non già perché io abbia diffidenza nei confronti della mia categoria, ma perché credo che vada rispettata e tutelata a prescindere, e non in considerazione del raggiungimento di una buona transazione, perché è un sistema che al nostro ordinamento non appartiene e non può appartenere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.111 Bartolozzi e 1.110 Bazoli, con il parere contrario della Commissione e del Governo, mentre la relatrice di minoranza ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.301 Colletti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (M5S). Presidente, ho presentato questo emendamento con due motivazioni, la prima era per una evidente motivazione di sistematizzazione del testo, perché in realtà l'ultimo comma dell'articolo 840-octies prevede un pagamento di un compenso ad un avvocato dell'aderente. Il problema è che questi compensi sono previsti dal successivo articolo, che si chiama alla rubrica “spese del procedimento”, e non nel progetto dei diritti individuali omogenei, che riguarda invece solo i diritti degli aderenti. Quindi, anche da un punto di vista sistematico, questo comma dovrebbe essere trasposto all'interno dell'articolo 840-novies. Oltretutto, ritengo sia un po' inutile un altro decreto ministeriale adottato a norma della legge professionale forense per la difesa dell'aderente, quando in realtà già esiste il decreto ministeriale, che viene anche modificato ogni due anni dal Ministro della Giustizia. Cioè, noi andiamo a fare un decreto solo sui compensi dell'aderente, che è una parte comunque, e sui compensi dell'avvocato, quando già abbiamo il decreto ministeriale sui parametri forensi. Quindi, tutta questa parte di un nuovo decreto, dal mio punto di vista, tecnicamente è ultroneo, e non servirebbe, pertanto il mio emendamento cerca di rimediare sia ad un errore di sistematizzazione dell'articolato sia ad un errore dell'indicazione di un decreto exnovo totalmente inutile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, volevo dichiarare il voto contrario di Forza Italia a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, credo che mai come in questo emendamento vi sia un interesse personale in atto parlamentare: chi ha proposto questo emendamento vorrebbe che l'avvocato che assiste colui che aderisce ad un giudizio già positivo sia pagato con spese a carico di chi in qualche maniera ha subito. È veramente una cosa indegna! Cioè, io so che tu hai vinto, partecipo, aderisco e l'altro paga, dopo. Dopo! Per quale attività? Una vergogna professionale che penso debba essere respinta al mittente! Non è possibile che con tanta disinvoltura si propongano norme per poi poterne usufruire personalmente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Non è possibile! È una vergogna! Una vergogna! Questo è un emendamento che se dovesse passare grida vendetta agli occhi del diritto di difesa. Voteremo molto pacatamente contro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Fermo restando il rispetto delle opinioni di tutti, invito tutti i colleghi a utilizzare un linguaggio rispettoso degli altri colleghi e consono a quest'Aula. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, ancora una volta registro la buona volontà dell'onorevole Colletti che cerca di mettere ordine in questo provvedimento, però probabilmente questo emendamento non è sufficiente a superare tutte quelle criticità che noi a più riprese, durante i lavori di Commissione e anche dopo, abbiamo cercato di evidenziare e di eliminare anche con i nostri emendamenti. Condividendo parte delle preoccupazioni di chi mi ha preceduto, credo che il dato sistematico che il proponente dell'emendamento ha voluto evidenziare non basti di per sé a superare il timore di condotte speculative che potrebbero sorgere all'esito dell'entrata in vigore di questa norma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (FI). Presidente, in ordine alle considerazioni accalorate ma precise dall'onorevole Sisto, gentile Presidente, intendo che votare questo emendamento vuol dire legittimare una truffa allo Stato da parte dello Stato.

È un atto criminale che questo Parlamento stabilisce come un'azione di vantaggio privato sulla base di una legge che impone o stabilisce una responsabilità e una successiva adesione soltanto per lucro. Quindi credo che vada guardato con attenzione ciò che ha detto l'onorevole Sisto e che la Camera debba essere molto prudente nel legittimare una truffa contro lo Stato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.301 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza…

GIUSI BARTOLOZZI, Relatrice di minoranza. Presidente, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Quindi è cambiato il parere della relatrice di minoranza, che è contrario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.301 Colletti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.311 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.302 Colletti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (M5S). Presidente, questo è un emendamento molto particolare, ma dal mio punto di vista necessita di essere perlomeno discusso in quest'Aula, poiché ad esempio, una normativa che è presente in altri ordinamenti, in special modo in negli ordinamenti di commonlaw che è quella dei danni punitivi. Già nel 2017 le Sezioni Unite della Cassazione hanno permesso la delibazione delle sentenze straniere in ordine ai danni punitivi nell'ordinamento italiano. Fino a quella data la Cassazione affermava che il principio dei danni punitivi andasse contro un principio generale del nostro ordinamento, che è quello dell'ordine pubblico. Invece dal 2017, proprio le Sezione Unite ci hanno detto che, visto che l'ordine pubblico è un principio che viene modificato nel tempo e dipende anche dalla sensibilità dei consociati, tali danni punitivi non confliggono più con i principi informativi dell'ordinamento giuridico italiano, allora è necessario inserire una normativa anche di tipo sperimentale ed esclusivamente all'interno della classaction proprio per i danni punitivi. Ciò perché con la classaction, se vogliamo darle significato, dobbiamo, da un certo punto di vista, incentivare le persone che subiscono danni molto limitati, di pochi euro, ad aderire a quella classaction, perché altrimenti non aderirebbero, qualora le spese dell'adesione fossero superiori ad un eventuale risarcimento.

Ma soprattutto, il sistema dei danni punitivi è un sistema di regolazione del mercato, ovvero quello di favorire le imprese che agiscono legittimamente e legalmente contro le imprese che agiscono in maniera illegittima e illegale, che non solo fanno un danno ai consumatori agli utenti e ai cittadini, ma fanno dando anche alle imprese sane, che sono la maggior parte del nostro territorio e mi ricollego con quello che ho ascoltato dai colleghi di Forza Italia: non capisco perché i colleghi di Forza Italia vogliano per forza tutelare le aziende che agiscono in maniera illegale o illegittima piuttosto che tutelare il buon andamento del mercato e della concorrenza, tutelando in questo modo, attraverso i danni punitivi, le imprese che agiscono legalmente e correttamente nel mercato interno italiano. In realtà, è un principio che sì confà specificatamente per queste azioni di classe, le potrebbe portare a una promozione ancora maggiore e quindi, grazie a questo emendamento, io spero che si possa fare una discussione nel merito di questo principio dei danni punitivi, che tutela i più deboli contro i più forti che agiscono illegalmente.

VITTORIO SGARBI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (FI). Gentile Presidente, volevo semplicemente dire che al voto numero 26, per il quale ho fatto la dichiarazione contraria, non è partita questa macchina diabolica che serve per mettere le dita, quindi chiedo che venga registrata, ma esiste, d'altra parte, la registrazione.

PRESIDENTE. Lo faremo sicuramente. Grazie, onorevole Sgarbi.

VITTORIO SGARBI (FI). Grazie.

PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole. Resta a verbale, naturalmente.

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signora Presidente, io credo che qui stiamo assistendo a un'innovazione nelle tecniche di voto parlamentare francamente inaccettabile. Il collega Coletti ha fatto molti emendamenti, ha portato un contributo credo anche importante, però non è accettabile - e io chiedo che questa cosa venga, per il suo tramite, segnalata al Presidente della Camera e si trovino gli organismi in cui su questo prendere delle decisioni -, non esiste, nella prassi parlamentare, un emendamento che non viene ritirato e non ottiene neanche il voto del suo presentatore (Applausi dei deputati dei gruppiLiberi e Uguali, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi PresidenteeFratelli d'Italia).

È inaccettabile, è un problema di decoro del Parlamento, è un problema di rispetto dei colleghi, lo dico al collega Colletti, è un problema di rispetto dei colleghi. Nella giornata di ieri, il collega Crosetto per due volte ha salvato, tra virgolette, la forma, dando lui il voto favorevole. Io credo che questa cosa sia inaccettabile e leda l'autorevolezza di questa Aula e quindi chiedo che venga presa un una decisione al riguardo, e chiedo anche al collega presidente del gruppo MoVimento 5 Stelle che si adoperi affinché, all'interno del gruppo, non avvengano situazioni di questo genere. C'è la libertà, c'è il voto in dissenso, c'è il ritiro, ci sono tutta una serie di strumenti che i Regolamenti consentono, ma questa cosa non è assolutamente accettabile (Applausi dei deputati dei gruppiLiberi e Uguali, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi PresidenteeFratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie. Raccolgo le sue osservazioni, che trasferirò al Presidente della Camera.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, intervengo ai sensi dell'articolo 8, in particolare dopo il primo punto, ma anche citando l'articolo 67 della Costituzione. L'articolo 8 perché lei, come sicuramente sta facendo, deve assicurare il buon andamento dei lavori e, come hanno detto i colleghi prima di me, il collega Fornaro, questo, quello di un voto nel quale il presentatore dell'emendamento non si vota e tutta la Camera si oppone al contenuto dell'emendamento, cosa già successa altre volte, sempre sugli emendamenti del collega Colletti, non è un buon andamento dei lavori. Se io fossi un esponente del MoVimento 5 Stelle potrei chiederle di fare sapere a quest'Aula il costo delle votazioni inutili sugli emendamenti Colletti che questa istituzione ha sostenuto in queste ore (Applausi dei deputati dei gruppiPartito DemocraticoeForza Italia-Berlusconi Presidente). Sono inutili perché l'opposizione ad un emendamento il cui presentatore non lo difenda con il suo voto, per l'esercizio della democrazia, è inutile.

Ma io direi che c'è qualcosa di più delle cose, già che condivido, che ha detto il collega Fornaro ed è il contenuto dell'articolo 67 della Costituzione, perché noi siamo chiamati, dal testo costituzionale, ad esercitare la nostra funzione senza vincolo di mandato. Allora, io vorrei investire, per il suo tramite, il Presidente della Camera per sapere se il deputato Colletti, in quest'Aula, è libero o meno di esercitare il suo mandato (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Ce lo dica lui o ce lo dica il capogruppo del MoVimento 5 Stelle. Noi vogliamo sapere: ma se l'onorevole Colletti esercitasse, in coerenza con il testo degli emendamenti che presenta, il suo libero mandato di votare a favore di quel testo, che cosa succederebbe? Succederebbe qualcosa che viene deciso qui dentro, o magari viene deciso in una società che è fuori da questo palazzo e che amministra, magari le loro decisioni (Applausi dei deputati del gruppoPartito Democratico)? Dobbiamo porcelo, Presidente, questo quesito, è fondamentale essere certi che ognuno di noi, qui dentro, è libero di esercitare la sua funzione senza vincolo di mandato, come ci obbliga la Costituzione. Ed è evidente che gli altri 629 parlamentari qui presenti pensano dell'onorevole Colletti – Presidente, mi rivolgo ovviamente a lei – che lui non sia libero, che lui, invece, abbia sopra la sua testa un vincolo, perché è evidente di fronte a tutti che non può esercitare liberamente la sua opinione (Applausi dei deputati dei gruppiPartito DemocraticoeForza Italia-Berlusconi Presidente), e questo è grave, è un'offesa alla Carta costituzionale, oltre che un'offesa a tutti noi che compiamo ore di discussioni per opporci a un contenuto che non è difeso da chi lo presenta (Applausi dei deputati del gruppoPartito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fiano. Lei ha sollevato naturalmente delle questioni molto alte, che trasferirò alla Presidente della Camera. Ha ricordato che la Presidenza è tenuta a garantire il buon andamento dei lavori, questo però non significa che io possa costringere fisicamente il deputato Colletti a votare e a esercitare i suoi diritti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Fornaro lei è già intervenuto… no, sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). No, brevissimamente, non per entrare in contraddizione, ma in un dialogo costruttivo con la Presidenza. È vero quello che lei ha detto, però lei è nel pieno delle facoltà per stigmatizzare questo comportamento, e le chiedo formalmente di stigmatizzare il comportamento del collega Colletti.

PRESIDENTE. Ho già detto, onorevole Fornaro, che si tratta di una questione di cui la Presidenza naturalmente prende atto, a tal punto da sentire il dovere di riferire e di trasferirla al Presidente della Camera. Questo credo che basti.

SIMONE BALDELLI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo, onorevole Baldelli?

SIMONE BALDELLI (FI). Sempre su questo tema, Presidente.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Semplicemente per sottolineare la correttezza della sua posizione, Presidente. La Presidenza non ha il diritto di impedire a nessun deputato di presentare un emendamento, non ha il diritto di impedire a nessun deputato di intervenire e non ha il diritto di impedire a nessun deputato di fare le figuracce che crede, in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppoForza Italia-Berlusconi Presidente).

Sulla base di questo, io difendo il diritto dell'onorevole Colletti di presentare qualunque emendamento rispetto al quale io posso avere una posizione diametralmente contraria e votare contro e dire le ragioni per cui voto contro, ma non posso pensare che la Presidenza, in qualche misura, si senta in dovere di obbligare il collega Colletti a ritirare un suo emendamento, perché questa sarebbe una violazione del diritto dell'onorevole Colletti di presentare, discutere e votare o meno i suoi emendamenti, fermo restando che poi la questione politica è tutt'altra e che se uno, in questo Parlamento, fa la figuraccia di non votare neanche lui un emendamento che magari presenta e illustra, beh, questa figuraccia se la porta a casa, col beneplacito di tutti. Grazie (Applausi dei deputati del gruppoForza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). È una dichiarazione di voto contrario a questo emendamento, Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI). Come preannunciato dal collega Zanettin, voteremo contro perché, vedete, il danno punitivo è un istituto che, per quanto almeno mi riguarda, in astratto, in via generale potrebbe essere anche introdotto nel nostro ordinamento, anche perché son convinto che costituirebbe un efficace incentivo alle transazioni delle cause civili. Però, considero davvero scellerata l'idea di introdurlo surrettiziamente, come intendete fare voi, poiché, almeno per l'intenzione che avete manifestato finora voi della maggioranza - dovrebbe avere anche efficacia retroattiva. Questo emendamento, in realtà, colleghe e colleghi, nasconde una logica giacobina, una logica punitiva e sanzionatoria nei confronti delle imprese, che abbiamo più volte denunciato nel corso di questo dibattito.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

PIETRO PITTALIS (FI). È la stessa logica che porta il Ministro Di Maio a promettere di farla pagare alle banche e ai funzionari italiani che hanno negoziato il CETA e Rocco Casalino a minacciare di tagliare i finanziamenti a Il Foglio per farlo chiudere e una mega vendetta nei confronti dei tecnici del MEF.

PRESIDENTE. Deve concludere.

PIETRO PITTALIS (FI). È la stessa logica - e chiudo, Presidente - che ispira tutte le vostre proposte di legge in tema di giustizia, con aumenti di pena indiscriminati per tutti i reati, l'esclusione generalizzata dei benefici carcerari…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pittalis. Ha terminato il tempo a sua disposizione, mi dispiace. Il Regolamento vale per tutti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, anche noi voteremo contro questo emendamento e, se un risarcimento va chiesto a titolo di danni punitivi, andrebbe chiesto all'onorevole Colletti il quale, con dolo o colpa grave, insiste nel presentare emendamenti, sapendo perfettamente che poi non andrà a votarli.

L'onorevole Colletti potrebbe dimostrarci che non c'è questo suo dolo nel presentare questi emendamenti, solo se ci spiegasse perché non vota a favore dei propri emendamenti. Infatti, qualora egli fosse costretto a non votare da qualche vincolo o da qualche regolamento, questo interesserebbe i profili di costituzionalità e di democrazia parlamentare che già altri colleghi le hanno sottoposto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Presidente, tramite lei, allora, vorrei convincere, a questo punto, l'onorevole Colletti a votare contro anche a questo emendamento, già che ci siamo, perché penso che anche la sentenza che ha citato - lui si riferisce a una giurisprudenza del 2017, non ho capito se la sentenza sia quella del 5 luglio 2017, la n. 16601 - dica cose diverse da quelle che lui oggi ha detto, qui, in Aula.

Infatti, sì, ha aperto ai danni punitivi, ma ha anche detto e cito tra virgolette che: “aprire ai danni punitivi non significa che l'istituto aquiliano abbia mutato la sua essenza e che questa curvatura deterrente/sanzionatoria consenta ai giudici di accentuare liberamente le condanne, liquidando oltre la somma necessaria a ristorare il danno patito”.

Quindi, ha chiarito bene, nell'aprire ai danni punitivi, anche le limitazioni. In questo caso, il premio alla lite, il danno punitivo introdotto in questa nuova fattispecie che si vuole rafforzare va oltre questi limiti che quella sentenza - che presumo abbia citato, seppur non precisamente, l'onorevole Colletti – ha definito.

Con la conseguenza che nel sistema italiano la condanna al pagamento di una somma ulteriore a quella strettamente necessaria per ristabilire lo status quo ante, il risarcimento punitivo, è configurabile solo e soltanto a seguito di una nuova configurazione del paradigma risarcitorio dell'articolo 2043. Quindi, si citino bene le sentenze se si vogliono citare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Con toni suadenti e molto pacati, per evitare equivoci sui contenuti, dirò che l'abuso del diritto afferisce anche al Parlamento. È evidente che quello che sta accadendo in quest'Aula costituisce non soltanto dileggio del Parlamento, non soltanto abuso del diritto, ma, soprattutto, Presidente, è la cosa più grave che c'è, sberleffi nei confronti di chi cerca di esercitare il proprio mandato in modo corretto.

Io non penso che il protagonismo di chi ha presentato quell'emendamento possa giungere a tal punto da mettere l'Aula in condizioni di non poter fare altro che respingere al mittente questo modo di comportarsi. Si immagini se ciascuno di noi presentasse emendamenti che poi non vota, che poi sono respinti e se la ridesse! Io trovo assurdo quello che sta accadendo e invito, davvero, la Presidenza, ma anche il MoVimento 5 Stelle, a intervenire, perché questo comportamento di un parlamentare che presenta emendamenti, non li vota e se la ride, credo che non faccia onore neanche al gruppo del MoVimento 5 Stelle.

Allora, io credo Presidente che ristabilire un minimo di deontologia, al di là dell'abuso del diritto e dei nostri ruoli, sia necessario. Le sollecito l'invio degli atti alla Presidenza della Camera, perché possa assumere gli opportuni provvedimenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Io sono francamente sorpresa dall'atteggiamento di chi esplicitamente ha detto di voler stimolare il dibattito in quest'Aula su temi, a suo avviso, fondamentali, quando apprendiamo che non riesce nemmeno a introdurre il dibattito nel gruppo parlamentare di appartenenza. E questo, già di per sé, dovrebbe bastare a qualificare l'intervento del proponente di questo emendamento.

Tuttavia, nelle spiegazioni fornite con l'albagìa del fine giureconsulto, che dà a noi la possibilità di esprimerci su temi elevati, l'onorevole Colletti ha spiegato che questo emendamento serve a codificare l'incapacità del Governo italiano, della politica italiana, di tutelare l'andamento del mercato. Quindi, siccome noi non siamo nelle condizioni di regolare l'andamento del mercato, allora, si interviene con la repressione, con l'introduzione dei danni punitivi; francamente, se anche, forse, ciò può appartenere alla logica di chi ha proposto questo emendamento, davvero non comprendo come i colleghi della Lega non ritengano di dover spendere una sola parola a favore delle imprese. Quindi, noi voteremo decisamente contro questo emendamento (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Grazie, Presidente. Ritengo francamente inaccettabile, anche ai sensi dell'articolo 42 del Regolamento, che venga attribuita la volontà, al gruppo di Forza Italia, di difendere comportamenti di aziende che operano nell'illegalità e nella illiceità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ritengo gravi queste affermazioni, anche perché, in realtà, la condotta parlamentare di chi ha illustrato questi emendamenti porterebbe a chiedersi perché li ha presentati; forse c'è qualcuno che chiedeva che quegli emendamenti venissero presentati per potersi costituire parte civile e andare a beneficiare dei danni di cui, oggi, voi surrettiziamente, state introducendo la prevedibilità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? E, anzi, proprio perché viene il dubbio che voi siate etero-guidati da altri, lei, in particolar modo, con questa iniziativa voi sapete perfettamente che state introducendo uno sbarramento a quelle forme transattive per le quali, invece, gli utenti, spesso e volentieri, riescono a ottenere dei benefici che, se quell'emendamento passasse, invece, non potrebbero ottenere. Quindi, ritengo grave e chiedo al proponente di sapere se lui è eterodiretto e se lui ha degli interessi esterni a quest'Aula che lo stanno guidando nella presentazione di questi emendamenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.302 Colletti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.313 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.303 Colletti, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e con il parere contrario della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

Avverto che gli emendamenti 1.304, 1.305 e 1.306 Colletti sono stati ritirati dal presentatore. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.317 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Presidente, io credo che non vi sarebbe motivo di intervenire perché l'emendamento è banale e probabilmente non ci sarebbe neanche necessità di questo emendamento, ma giacché abbiamo capito qual è l'impianto complessivo del testo io credo che sia necessario rimarcare che solo in caso di condanna possa arrivare questa liquidazione di cui parliamo. Infatti, abbiamo tentato di spiegarvi che il pagamento premiale incentiva la litigiosità e trasforma gli avvocati - o tenta di trasformarli - in adescatori o in adescatrici; abbiamo tentato di spiegarvi che il termine di sospensione feriale fa scempio delle sentenze della Suprema corte depositate in quest'Aula; abbiamo tentato di dirvi che le spese di CTU non possono essere - con un atteggiamento punitivo e vendicativo verso le imprese - poste a carico inizialmente del convenuto; abbiamo cercato di dirvi che almeno in sentenza definitiva se vince il convenuto bisognerebbe precisare che le spese non sono a carico del convenuto; abbiamo tentato di dirvi che state invertendo l'onere della prova; abbiamo tentato di dirvi che l'adesione post sentenza sollecita comportamenti parassitari e furbeschi; abbiamo tentato in ogni modo di mettere delle pezze non a un provvedimento che oggi vede salutare la nascita dell'azione di classe ma ad un procedimento classista, che è una cosa completamente diversa. Allora, probabilmente sarebbe del tutto ultronea questa aggiunta della collega con questo emendamento, ma è necessario chiarirlo per tentare di spiegare che non avete messo in campo un sistema di tortura per le nostre imprese anche a prescindere dalle loro eventuali ragioni e cerchiamo di migliorarlo anche sotto questo profilo.

Mi sento, quindi, di spendere due parole per una collega che ha tentato, unitamente al gruppo di Fratelli d'Italia, di far nascere oggi l'azione di classe, contro la quale nulla abbiamo, e di far abortire questo procedimento classista e punitivo nei confronti delle imprese, che fa scempio delle sentenze della Suprema corte, che inverte l'onere probatorio, che pone a carico della parte non soccombente, ma resistente, l'intero procedimento e che trasforma e svilisce la figura degli avvocati, con il pagamento premiale, ad adescatrici o adescatori.

Questo panorama non può stare all'interno dei principi dell'ordinamento italiano perché noi dobbiamo salvaguardare le ragioni sostanziali di chi vince una causa, la figura nobile dell'avvocato, che non sarà mai trasformato - neanche da voi - in un adescatore o in un'adescatrice, ma, soprattutto, dobbiamo spiegare agli italiani che, da una parte, quest'Aula oggi voleva far nascere la primavera delle azioni di classe, ma che invece, molto più prosaicamente e molto più maledettamente, fa nascere un procedimento di classe che genererà delle scorie radioattive difficilmente smaltibili da questo Paese, che vede, per l'ennesima volta, dare uno schiaffo alle categorie produttive di questa nazione.

Sotto questo profilo, quindi, ritengo di dovere comunque sollecitare questo ulteriore emendamento, perché, in un provvedimento così criminale, pone almeno l'idea certa che si possano liquidare le spese legali in maniera superiore a favore della parte vincente, chiarificandolo a chiare lettere. Non ve ne sarebbe stato bisogno; ma, data la natura di questo provvedimento, probabilmente ve n'è bisogno e quindi sosteniamo, come Fratelli d'Italia, con forza questo emendamento (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.317 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.112 Colletti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, preannuncio il voto contrario di Forza Italia su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Illustre Presidente, siamo di fronte all'ennesimo emendamento che riguarda compensi, onorari e moltiplicazione dei pani e dei pesci.

Il valore del procedimento è dato dalla somma delle richieste del ricorrente e degli aderenti. Io credo che quanto abbiamo detto fino a questo punto dev'essere accompagnato da un dato, che io la invito a segnalare, comunque, nella condotta di chi ha presentato questi emendamenti e costringe l'Aula a discuterli. Il presentatore di questi emendamenti è il presidente della Commissione di secondo grado di giurisdizione. Io credo che chi si comporta in questo modo e ha tante responsabilità importantissime, anche per quello che accadrà in tema di vitalizio, dove ci sono dei beni costituzionali in discussione, sarebbe dichiarato da chiunque inidoneo all'esercizio della giurisdizione. Io penso che questa condotta non faccia onore al Parlamento, non fa onore alla giurisdizione, non fa onore al futuro dei nostri diritti. Voteremo ovviamente contro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (M5S). Presidente, tralascio le farneticazioni del collega precedente. Visto, comunque, che c'è un emendamento della Commissione che va a eliminare l'ultimo periodo del sesto comma e che con questa sostituzione anch'io volevo eliminare, a questo punto, visto il parere favorevole sull'emendamento della Commissione, posso bene ritirarlo.

PRESIDENTE. Bene, quindi l'emendamento 1.112 Colletti è ritirato, così come l'emendamento 1.305 Colletti. Onorevole Pittalis, l'emendamento è ritirato, quindi non può parlare su un emendamento ritirato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.314 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, noi insistiamo nel tentativo di migliorare questo testo e con questo emendamento cerchiamo di attenuare l'impatto negativo di quei compensi premiali che vengono riconosciuti dal testo presentato all'Aula nei confronti delle imprese convenute. Pertanto, il presente emendamento richiama il fatto che all'avvocato della parte ricorrente vittoriosa vengano applicati soltanto i tariffari forensi vigenti con l'applicazione degli scaglioni minimi, e non, invece, con gli effetti moltiplicativi e percentuali che il provvedimento in esame propone.

PIETRO PITTALIS (FI). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Quale articolo del Regolamento?

PIETRO PITTALIS (FI). Articoli 8 e seguenti. L'onorevole Colletti ha tutti gli strumenti per svolgere il suo mandato, ma non gli è consentito, Presidente, dare del farneticante ad un collega, ad una persona stimata, ad una persona che sta facendo un lavoro in quest'Aula, l'onorevole Sisto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico), per correggere tutte le castronerie che state scrivendo e facendo con questo testo di legge.

Semmai - e lo dico attraverso lei, Presidente -, l'onorevole Colletti si difenda dalle sollecitazioni che stanno venendo da tutte le parti di quest'Aula perché dia conto del suo comportamento e non si rivolga a colleghi seri con queste espressioni, che davvero sono un insulto al Parlamento, alla libera determinazione di quello che uno in assoluta libertà dice, e non come lui, che, invece, è costretto dal suo partito a stare nel silenzio, a rimanere incatenato, a non esprimere assolutamente quello che pensa e ad esimersi anche dal votare ciò che lui stesso propone.

Quindi, in tema di farneticazioni lui può essere un docente, ma non ci dia lezioni di etica e di morale e le tenga per sé e per i suoi colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pittalis. Ho richiamato prima tutti i colleghi ad adottare un linguaggio rispettoso degli altri colleghi e consono a quest'Aula. È chiaro che il richiamo vale anche per l'onorevole Colletti e invito tutti i colleghi a restare nel merito del provvedimento e a non trascendere in attacchi personali (Applausi).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.314 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento della Commissione 1.408, con il parere favorevole di Commissione, Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.300 Bazoli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, molto brevemente, questo emendamento si propone di eliminare un'altra delle incongruenze che sono presenti in questa legge, che prevede in questo caso la possibilità per gli aderenti che non sono parte del processo, quindi quelli che aderiscono successivamente alla sentenza, di impugnare la sentenza. Ora, il testo è stato migliorato rispetto a come è entrato in Commissione, perché è stata eliminata la possibilità dell'impugnazione tout-court, l'impugnazione ordinaria, ma è rimasta la possibilità di impugnare la sentenza per revocazione, che è un'impugnazione particolare in casi eccezionali. Secondo me, dal punto di vista sistematico, è una cosa che non si tiene, perché un aderente non è parte del processo, perché aderisce successivamente, e non si capisce, non essendo parte del processo, a che titolo sia legittimato a impugnare la sentenza, sia pure in casi eccezionali, per revocazione. Quindi, credo che questa sia una previsione da eliminare perché introduce nell'ordinamento una palese e pacifica incongruenza, e credo che sia assolutamente indebita.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Per motivare il voto favorevole a questo emendamento, in particolar modo con riferimento all'eliminazione del terzo periodo, quello, cioè, in cui si fa riferimento alla possibilità di recuperare i termini di impugnazione in relazione alla sopravvenuta scoperta della collusione. La previsione è assolutamente generica e non tipizzata, e lascia spazi imprevedibili riguardo alle modalità, ai temi e alle occasioni di scoperta della collusione, che è assonante come concetto anche ad attività di indagine di tipo penalistico, e quindi apre squarci processuali del tutto eterogenei rispetto alla materia normata. Quindi, in particolar modo con riferimento al terzo comma, il voto del gruppo è a favore dell'emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.300 Bazoli, con il parere contrario di Commissione, Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.120 Rossello, con il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.315 Rossello e 1.307 Saitta.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, anche in questo caso diamo atto… Ma non ce ne voglia nessuno! Diamo atto del buon lavoro fatto in Commissione, perché il nostro gruppo ha tentato di reintrodurre nel testo, trovando la relatrice attenta e la Commissione in questo caso propensa ad accogliere l'emendamento, su un principio, che è il principio dispositivo nel processo civile. La domanda di parte: la sospensione si può dare, il giudice la può disporre se ricorrono gravi e fondati motivi, ma si era dimenticato l'inciso “su istanza di parte”. Do atto alla relatrice di aver accolto quello che era l'invito, ripeto, solo nell'ottica della corretta formulazione del testo. Quindi il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.315 Rossello e 1.307 Saitta, con il parere favorevole della Commissione e del Governo, nonché della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella parte pomeridiana della seduta, dopo le 16 e dopo la votazione per l'elezione di nove componenti effettivi e nove componenti supplenti della delegazione presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.

Ricordo che alle ore 15 è previsto lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 15.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'Interno e il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, considerata la diretta televisiva in corso.

(Intendimenti in ordine al potenziamento delle risorse umane e strumentali presso il distaccamento dei vigili del fuoco di Genova – n. 3-00207)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Pastorino e Fornaro n. 3-00207 (Vedi l'allegato A). Chiedo all'onorevole Fornaro se intenda illustrare l'interrogazione, di cui è cofirmatario, o se si riservi di intervenire in sede di replica.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signora Presidente, signor Ministro, noi abbiamo voluto con questa interrogazione sottolineare da un lato lo straordinario lavoro che il Corpo dei vigili del fuoco ha svolto a Genova dopo il tragico evento del 14 agosto. A Genova c'è una situazione che risale da tempo, una situazione strutturale di carenza di organico, che a nostro giudizio si è andata aggravando ovviamente in questa fase; ma la nostra preoccupazione, l'origine dell'interrogazione è comprendere quali iniziative il Ministero vuole intraprendere, perché è del tutto evidente che la situazione di emergenza continua e continuerà per alcuni anni, per esempio in relazione alla ricostruzione dello stesso ponte. E quindi siamo a chiedere sostanzialmente quale tipo di iniziative finalizzate a Genova il Ministero intenda adottare.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Presidente, ringrazio l'onorevole Fornaro, ringrazio i pochi eroici parlamentari presenti, e ringrazio chi ci sta seguendo in diretta televisiva. Sono stato a Genova ieri l'altro, e quindi sono ben contento di portare notizie positive, spero, condivise da tutti. Il tragico episodio del crollo del ponte ha testimoniato ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, lo straordinario impegno e l'eccezionale contributo di professionalità che i vigili del fuoco hanno sempre assicurato e continuano ad assicurare per salvare vite. Come appunto ho avuto modo di sottolineare nel corso della mia visita a Genova proprio due giorni fa, nella quale ho partecipato alla cerimonia di intitolazione al capo squadra Mario Meloncelli del distaccamento permanente dei vigili del fuoco di Genova Est, sono particolarmente orgoglioso di poter servire da Ministro un corpo che ha dimostrato il proprio valore in ogni circostanza, giorno dopo giorno; ma sono anche consapevole che i complimenti e le pacche sulle spalle non servano a lavorare di più e meglio.

Per quanto riguarda la situazione del personale operativo del comando di Genova, sono in servizio 473 unità rispetto alle 506 previste, con una carenza del 6,5 per cento, e quindi stiamo lavorando per assicurare su tutto il territorio nazionale un superamento delle carenze di organico a tutti i livelli. Vengo ad essere preciso in numeri e tempi, visto che di chiacchiere ne abbiamo sentite anche troppe. Entro il prossimo mese di dicembre verranno assegnati 401 vigili del fuoco, che stanno attualmente frequentando il corso di formazione, e in numero adeguato verranno anche assegnati al comando di Genova.

Questo evidentemente non basta. Sto lavorando perché nella manovra economica che stiamo predisponendo ci sia un incremento straordinario dell'organico dei vigili del fuoco, che arrivi a 1.500 unità nel corso del prossimo anno, immettendo in ruolo i 250 idonei vincitori di concorso, andando auspicabilmente ad esaurire l'incredibile vicenda di una graduatoria aperta da 11 anni. Solo in Italia ci può essere una graduatoria aperta per 11 anni consecutivi, la famosa “814”; il mio obiettivo è assumere i 250 idonei, andare a prelevare, e possibilmente a prosciugare, gli “814”, recuperando anche risorse da quelli che sono dal 251° posto in poi. È uno sforzo economico non indifferente, e spero che nessuno a Bruxelles si adombri se osiamo investire in sicurezza. Confido che l'insieme delle misure che ho descritto, unitamente a un incremento di mezzi e ad uno stanziamento significativo di richiami del personale volontario, garantiscano ancora più efficienza e operatività allo straordinario Corpo dei vigili del fuoco (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-SalviniPremier e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'onorevole Pastorino ha facoltà di replicare.

LUCA PASTORINO (LEU). Ringraziamo il signor Ministro per la risposta. Noi abbiamo numeri che testimoniano come a Genova manchino 130 unità e come il personale comunque in servizio abbia accumulato ore e ore di straordinario in quei giorni tremendi del crollo del ponte, quindi si tratta di verificare nuove assunzioni e anche il rientro di personale - come diceva lei - in distacco. Questa è anche l'occasione - mi perdonerà: io vengo da Genova e non sono venuto lunedì perché ero qua - per far riferimento anche al decreto su Genova, che all'articolo 2 - le offro un ulteriore spunto - prevede appunto l'assunzione di personale in via straordinaria per il comune, per la Polizia locale; insomma anche questo potrebbe essere uno spiraglio di velocità, cioè andare ad aumentare i numeri del distaccamento dei vigili del fuoco di Genova. Lo segnalo a lei e approfitto anche della diretta televisiva per riportare un po' anche alla ribalta il tema di Genova, un po' offuscato dal dibattito in corso sulla manovra e da quello che leggiamo sui giornali. Ecco, a me piacerebbe oggi dire che Genova deve rimanere al primo posto nell'agenda di Governo perché comunque il decreto ha tantissime lacune, sia dal punto vista economico, sia dal punto di vista delle prospettive e delle iniziative.

Non lo dico io, che sono un deputato di minoranza, ma lo dice una città, una regione intera, e lo dicono tutte le associazioni di categoria. L'altro giorno in camera di commercio c'erano tutti, dalla CULMV, ai sindacati, all'ANCE, insomma soggetti che molto spesso a fatica si parlano e si trovano intorno a un tavolo. Lo dicono anche e soprattutto i cittadini che, giorno 8, lunedì, faranno una grandissima manifestazione fino a piazza De Ferrari, un corteo che dalle zone diciamo evacuate, quindi dalla zona rossa arriverà fino in centro, ed è una manifestazione senza bandiere politiche. L'abbiamo appreso oggi dai giornali perché l'hanno organizzata l'altro giorno. Ecco questo è l'intendimento di questa interrogazione: in primis, e ci confortano anche le sue parole, in ordine al fatto che la valorizzazione del Corpo dei vigili del fuoco deve essere praticata e non soltanto detta e sbandierata, come in effetti ha detto lei, e come fatto più volte; in secondo luogo, soprattutto il fatto che l'attenzione su Genova e sulla Liguria debba restare sempre alta, in cima all'agenda di Governo, perché non è un problema di un ponte caduto, ma è il problema di un sistema economico che è devastato e che ha bisogno di risposte, non di “tapulli”, come diciamo noi, ma di risposte lungimiranti (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

(Iniziative per contrastare le violenze di gruppi neofascisti, anche a seguito dell'aggressione verificatasi a Bari il 21 settembre 2018 – n. 3-00208)

PRESIDENTE. L'onorevole Lacarra ha facoltà di illustrare l'interrogazione Fiano ed altri n. 3-00208 (Vedi l'allegato A), che ha sottoscritto, come cofirmatario, in data odierna.

MARCO LACARRA (PD). Grazie, signora Presidente, signori Ministri e rappresentati del Governo. Venerdì 21 settembre scorso, a Bari, nel quartiere Libertà - peraltro, signor Ministro, da lei visitato solo qualche giorno prima - si è sfiorata la tragedia, quando un gruppo di persone aderenti al locale circolo di CasaPound ha aggredito con spranghe, cinghie e tirapugni alcuni manifestanti che avevano da poco concluso un corteo antirazzista. Vi sono stati due feriti più gravi e altri contusi e, per buona sorte, non ci sono state conseguenze più serie. Non sfugge che stiamo vivendo una fase storica in cui il conflitto sociale, la lotta di classe e lo scontro politico, anche per colpa di slogan e proclami di chi ha la rappresentanza istituzionale di alto profilo, rischia di farci tornare indietro di quarant'anni. La città di Bari ha pagato con il sangue di un suo ragazzo, appena diciottenne, quel clima di intolleranza e di violenza fascista. Benedetto Petrone, il 28 novembre 1977 fu ucciso per mano di un accoltellatore fascista. Non possiamo permettere che il passato buio di quegli anni riviva; gli episodi, come quelli del 21 settembre, rappresentano un cattivo presagio. Chiedo, signor Ministro, a che punto sia l'indagine - e se vi sia un'indagine e noi crediamo di sì - volta a individuare i responsabili di quel vile agguato e quali presidi intende mettere in atto per fare in modo che ci sia la possibilità di manifestare liberamente il proprio pensiero politico dappertutto e senza nessuna limitazione.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Grazie al collega onorevole. Premettendo che ovviamente non è il Ministro dell'Interno che dispone arresti a Riace o indagini a Bari (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-SalviniPremier e MoVimento 5 Stelle), però conto che i colpevoli di questo vigliacco episodio di violenza vengano assicurati alla giustizia il prima possibile. Ribadisco che l'episodio di Bari, come qualunque episodio di violenza, è da me fermamente condannato a prescindere dal colore o dalla connotazione politica. L'ho detto nell'immediatezza e lo confermo in quest'Aula: la violenza non risolve mai alcun tipo di problema e chiunque eserciti violenza contro qualsiasi essere umano deve essere punito nella misura prevista dalla legge. Non è tollerabile impedire con atti aggressivi il diritto costituzionalmente garantito di manifestare liberamente e di esprimere il proprio pensiero, qualunque sia il colore della bandiera di chi vorrebbe impedire la manifestazione del pensiero altrui.

Nel tardo pomeriggio del 21 settembre, in base alle ricostruzioni, nel quartiere Libertà di Bari, si è svolta una manifestazione con corteo contro le politiche del Governo organizzata dai militanti del centro sociale autogestito, ex caserma “Liberata”. L'iniziativa si è conclusa in piazza Redentore al termine di un breve concerto.

In sede di deflusso un gruppo di manifestanti è stato aggredito da militanti del movimento CasaPound provenienti da una vicina sede. Il tempestivo intervento delle forze di polizia ha consentito di far cessare le violenze e di contenere successivamente un consistente gruppo di dimostranti dei centri sociali, che, avuta notizia di quanto accaduto, è sopraggiunto con l'intenzione di recarsi presso la sede di CasaPound.

Nella circostanza, cinque dei citati dimostranti, poi deferiti all'autorità giudiziaria, si sono resi protagonisti di episodi di violenza e resistenza a pubblico ufficiale, nonché di danneggiamento di un automezzo in dotazione al reparto mobile della Polizia di Stato.

L'attività investigativa condotta dalla DIGOS ha consentito di identificare trenta militanti di destra presenti nel locale e di sequestrare una cintura, verosimilmente utilizzata negli scontri. Al termine dell'attività investigativa, sedici esponenti di CasaPound sono stati denunciati all'autorità giudiziaria.

A seguito dei fatti, la questura ha disposto specifici servizi di vigilanza nei confronti di tutti i possibili obiettivi sensibili facenti capo a tutte le diverse e contrapposte fazioni politiche.

Io sono stato a Bari, tornerò a Bari il prima possibile, tornerò nel quartiere Libertà il prima possibile, invitato dai comitati cittadini, da persone perbene, bianche e nere, italiane e straniere, perché l'obiettivo del mio Ministero e di questo Governo è di restituire tranquillità e speranza ai cittadini perbene in tutta Italia, a prescindere dal colore della loro pelle (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-SalviniPremier e MoVimento 5 Stellee di deputati del gruppoFratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Fiano ha facoltà di replicare.

EMANUELE FIANO (PD). Signor Ministro, Presidente, quando noi parliamo di CasaPound, non parliamo di un movimento politico qualsiasi; mi aiuta in questo una sentenza della Cassazione del 2014 su Napoli, che - se non sono riferite male le cose pubblicate allora dai quotidiani italiani - definì questa associazione come “sovversiva”.

Tra il 2011 e il 2015, diciannove militanti di CasaPound sono stati arrestati e 336 denunciati per atti di violenza o comunque reati contro la nostra legge. Potrei citarle molti altri episodi - di cui anche lei si è occupato e ha commentato; penso recentemente alle ronde di CasaPound a Ostia - che, se non costituiscono nell'immediato un reato, peraltro configurano una visione della delega della sicurezza allo Stato centrale molto diversa da quella in cui crediamo noi e nella quale crede la Costituzione. Essi stessi si autodefiniscono i fascisti del terzo millennio.

Ora io le chiedo, signor Ministro, essendo insoddisfatto della sua risposta: lei ritiene che nei confronti di un movimento che ha compiuto questi atti di violenza, sull'ultimo dei quali ovviamente aspettiamo una sentenza della magistratura per così poterlo definire - ma è soltanto l'ultimo di una serie -, si possa applicare quanto previsto all'articolo 7 della “legge Mancino”, prima che lei l'abolisca, come aveva annunciato in campagna elettorale, e cioè che il Ministro possa agire anche prima di una sentenza della magistratura, con deliberazione da approvare in Consiglio dei ministri, ma di sua iniziativa, per lo scioglimento di organizzazioni che siano palesemente in contrasto con la Costituzione?

Vede, noi evidentemente siamo all'antica, ma ancora pensiamo che chi professa una sua radice culturale nel fascismo e chi esercita, in alcuni casi - parlo solo di quelli conclamati con sentenza della magistratura -, con violenza non dovrebbe avere diritto di cittadinanza nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative volte a contrastare l'immigrazione irregolare e il traffico di esseri umani – n. 3-00209)

PRESIDENTE. L'onorevole De Angelis ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari e altri n. 3-00209 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

SARA DE ANGELIS (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, a seguito delle iniziative poste in essere dall'attuale Governo fin dal suo insediamento, si è finalmente posta al centro del dibattito politico, sia a livello europeo, che internazionale, la necessità di predisporre e attuare azioni concrete e incisive, in un'ottica non più emergenziale, bensì strutturale, per il contenimento e la regolamentazione dei flussi migratori.

Nell'ambito di tale dibattito, l'Italia ha finalmente assunto un ruolo propositivo e attivo, anche per colmare le evidenti lacune delle politiche finora attuate nell'ambito dell'Unione europea in materia di immigrazione e asilo, che hanno di fatto portato all'attuale situazione di grave emergenza, al fine di combattere in modo efficace la tratta degli esseri umani gestita dalle organizzazioni criminali, che lucrano sui flussi migratori, e di gestire in modo coerente la questione della verifica e ricollocamento degli effettivi rifugiati che giungono in Europa…

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole, è terminato il tempo a sua disposizione.

SARA DE ANGELIS (LEGA). Sì, concludo. Risulta prioritario adottare misure di tutela dei confini dell'Italia, in particolare i marittimi, per la loro maggiore permeabilità. Quindi, Ministro, siamo qui oggi a chiedere, fatte queste premesse, quali iniziative abbia assunto o intenda assumere in materia di immigrazione, in particolare per contrastare sia l'immigrazione irregolare che il traffico degli esteri umani.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. Curioso question-time, dove sono presenti in Aula più parlamentari di maggioranza che parlamentari di opposizione, però così va il mondo. E quindi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-SalviniPremier e MoVimento 5 Stelle – Commenti del gruppo del Partito Democratico)

IVAN SCALFAROTTO (PD). Siamo in Commissione, Ministro! Ci sono le Commissioni!

PRESIDENTE. Ministro, mi scusi, ma sono costretta a ricordarle che ci sono le Commissioni in corso, che sono convocate in contemporanea con la seduta dell'Aula, quindi la invito ad evitare di fare polemiche.

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Sto guardando a sinistra!

PRESIDENTE. Può guardare anche di fronte a lei, Ministro, senza alimentare polemiche: anche i banchi della maggioranza che sono di fronte a lei sono vuoti. Ci sono delle Commissioni in corso. La prego di non fare polemica e risponda nel merito, grazie.

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. E io la prego di lasciarmi parlare, signor Presidente, grazie (Commenti dei deputati del gruppo del Partito Democratico).

PRESIDENTE. Lei è libero di parlare, ma non di attaccare il Parlamento! Ministro, lei è libero di parlare ma non di attaccare il Parlamento! Le sembrerà strano, ma le regole valgono anche per lei (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Prego.

ANDREA ROMANO (PD). Assenteista al Parlamento europeo! Non può dare lezioni all'opposizione!

PRESIDENTE. Prego, Ministro, risponda all'interrogazione della collega De Angelis, grazie. (Commenti dei deputati Andrea Romano e Fiano e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Dai banchi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia: Ma le Commissioni le convocate voi!).

Colleghi, per favore! Onorevole Romano, non mi costringa a richiamarla all'ordine (Commenti dei deputatidel gruppo Partito Democratico). Colleghi! Signor Ministro, risponda nel merito all'interrogazione della deputata De Angelis.

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Non era mia intenzione turbare il sonno della nutrita pattuglia del PD presente in Aula, perdonate (Proteste dei deputati del gruppo del Partito Democratico - Commenti dei deputati Andrea Romano e Fiano). Allora, sin dal mio insediamento ho indirizzato ogni sforzo e in tale direzione intendo proseguire…

PRESIDENTE. Onorevole Romano, ho già richiamato il Ministro! Onorevole Romano e onorevole Fiano, vi richiamo all'ordine! Vi richiamo all'ordine per la prima volta, entrambi!

Ho già stigmatizzato le parole del Ministro. Non mi costringete a richiamarvi all'ordine per la seconda volta. Prego, signor Ministro (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico). Colleghi!

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Mi scuso con chi ci segue da casa.

PRESIDENTE. Bene così.

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Sin dal mio insediamento ho indirizzato ogni sforzo, e in tale direzione intendo proseguire, per contrastare i flussi migratori irregolari e l'odioso business del traffico di esseri umani nel Mediterraneo.

Veniamo ai numeri aggiornati ad oggi: l'anno scorso, ad oggi, erano sbarcati in questo Paese più di 106.000 immigrati, ad oggi siamo fermi a 21.000: meno 85.000 presenze (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-SalviniPremier e MoVimento 5 Stelle); meno 60.000 domande d'asilo; meno 31.000 ospiti a spese degli italiani negli alberghi di mezza Italia.

Vi do gli ultimi dati di Napoli, visto che ieri sono stato a visitare il quartiere del Vasto di Napoli, che vive sulla sua pelle il problema dell'immigrazione clandestina: delle 538 domande di asilo politico esaminate negli ultimi due mesi, i rifugiati politici sono stati 2 su 100; la protezione sussidiaria è stata riconosciuta in 1 caso su 100 e la protezione umanitaria in 5 casi su 100; siamo all'8 per cento di domande accolte, quindi è evidente che fino a ieri c'era, intorno all'immigrazione clandestina, un vero e proprio business, su cui mi auguro che le procure continuino a lavorare (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-SalviniPremier e MoVimento 5 Stelle). È evidente che il fenomeno migratorio va affrontato all'origine, per questo sono stato in Libia, sono stato in Egitto, sono stato in Tunisia e altri viaggi nei Paesi centroafricani e asiatici ho in programma nelle prossime settimane, e non solo.

Il Governo, come è noto, ha approvato un provvedimento urgente, che verrà presentato alle Camere nei prossimi giorni, con il quale si introducono una serie di misure per contrastare ancora più efficacemente l'immigrazione illegale, per sostituire al permesso di soggiorno per motivi umanitari permessi di soggiorno temporanei e per esigenze di carattere davvero umanitario, individuate precisamente dal legislatore: vittime della tratta, vittime di grave sfruttamento lavorativo, vittime di violenza domestica o per motivi di eccezionale gravità di salute o per calamità naturali.

Aggiungo a questo che ci sarà il blocco del ricorso strumentale alle domande reiterate di protezione internazionale, la revoca della cittadinanza per i condannati in via definitiva per reati di terrorismo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-SalviniPremier e MoVimento 5 Stelle). Quindi, contando che questa serie di interventi possa portare a una maggior tranquillità e al riconoscimento dei diritti dei profughi veri, ricordo a quest'Aula che sono ancora indagato per sequestro di persona per aver contrastato l'immigrazione illegale. E a chi mi chiede se sono preoccupato per questa indagine, rispondo col sorriso che ne sono assolutamente orgoglioso (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-SalviniPremier e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'onorevole De Angelis ha facoltà di replicare, per due minuti.

SARA DE ANGELIS (LEGA). Presidente, Ministro, sono pienamente soddisfatta della sua risposta, pienamente soddisfatta e orgogliosa anche di rappresentare questo Governo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevole De Angelis, prosegua, grazie.

SARA DE ANGELIS (LEGA). La ringrazio per il lavoro che ha fatto, che sta facendo e che, sono convinta, continuerà a fare, e per aver dato seguito a quelli che erano dei precisi impegni presi in campagna elettorale. Noi siamo con lei, questo è il Governo del buonsenso, che finalmente sta passando dalle parole ai fatti concreti. Grazie, noi siamo con lei (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative volte all'istituzione di centri sorvegliati per migranti irregolari, anche in relazione alle conclusioni del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno 2018- n. 3-00210)

PRESIDENTE. L'onorevole Prisco ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida n. 3-00210 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

EMANUELE PRISCO (FDI). Presidente, signor Ministro, Fratelli d'Italia ha sostenuto con convinzione il suo impegno per il contrasto all'immigrazione clandestina, le è stata anche vicino nella vicenda brutta che lei ha ricordato della nave “Diciotti”, in cui è stato anche stranamente indagato, e ha valutato positivamente anche il cambio di marcia impresso al Ministero dell'interno. Come saprà, il Consiglio d'Europa, il 28 e 29 giugno scorso, ha per la prima volta affermato un principio importante in materia di immigrazione clandestina, che consente di attivare centri di sorveglianza nei quali trattenere gli immigrati arrivati illegittimamente nel nostro Paese e svolgere le procedure necessarie valutare il reale status di richiedenti asilo che hanno diritto alla protezione e degli immigrati irregolari che debbono essere invece rimpatriati. Quindi, le chiediamo quali iniziative sta prendendo per la costruzione di tali centri, perché non si verifichino più questioni come sono successe a Rocca di Papa, dove gli immigrati della nave “Diciotti”, ricorderà, sono scappati ovunque. Per una volta, Ministro, tutti insieme possiamo dire: ce l'ha chiesto d'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Condivido. La questione della possibilità di trattenimento dei richiedenti asilo è già stata affrontata nella normativa europea, e un'ipotesi di revisione delle disposizioni attualmente vigenti è in questo momento in corso. Quanto alla normativa nazionale, questa consente il trattenimento dei richiedenti asilo per un termine massimo di 12 mesi, in presenza di determinate circostanze riconducibili alla commissione di gravi reati o alla sussistenza di condizioni di pericolosità sociale. Tuttavia, con il decreto-legge approvato il 24 settembre scorso dal Consiglio dei ministri e che mi auguro arrivi il prima possibile all'esame delle Camere, il Governo ha inteso fare un ulteriore passo in avanti, prevedendo che il richiedente asilo possa essere trattenuto per 30 giorni in appositi locali nei cosiddetti hotspot con la finalità di determinarne o verificarne l'identità. Nel caso in cui decorso tale termine tale finalità non sia stata conseguita, il trattenimento può proseguire nei centri per il rimpatrio fino a un massimo di 180 giorni. Tornando alla normativa europea, informo che una recente proposta di regolamento riguardante la Guardia costiera e di frontiera europea e la diffusione della “direttiva rimpatri” sono stati previsti i cosiddetti centri di controllo quali strutture istituite su richiesta degli Stati membri in cui le agenzie europee a sostegno dello Stato ospitante - quindi questo sarà dirimente - effettuerebbe in maniera rapida ed efficace le procedure di asilo e di rimpatrio dei migranti. Su tale proposta è in corso un dibattito a livello europeo - speriamo il dibattito si esaurisca in termini civili - sebbene sia emersa in generale una valutazione sostanzialmente positiva.

Alla luce di quanto descritto, è evidente che quanto auspicato dagli interroganti potrà trovare eventuale risposta solamente in un rinnovato quadro giuridico europeo, cui mi sono riferito all'inizio e alla cui realizzazione il Governo italiano sta lavorando fornendo il più convinto sostegno. Nota a margine, dalla vicenda della nave Diciotti, da lei menzionata, ad oggi, ed è passato ormai un mese e mezzo, gli arrivi dalla Libia sono stati quantificati in: zero (Applausidei deputati dei gruppi Lega-SalviniPremiereMoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'onorevole Prisco ha facoltà di replicare.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente, oltre a un richiamo, ovviamente ad un'azione più determinata e anche rivolta alla realizzazione di questi centri, che permetteranno di svolgere tutte le procedure di identificazione su chi può rimanere perché rifugiato e chi se ne deve andare e tornare a casa sua perché immigrato clandestinamente, ricordiamo e segnaliamo che Fratelli d'Italia ha messo a disposizione del Governo ulteriori proposte, penso una su tutte proprio per non farli partire, quella del blocco navale, di modo che tagliamo la testa al toro dall'origine. Così come riteniamo che sia necessaria una abolizione - ho visto nei titoli del decreto sicurezza, non è ancora arrivato - della protezione umanitaria. Così come rinnoviamo, glielo faremo a breve, la necessità delle norme taglia business sull'obbligo di rendicontazione delle cooperative che per troppo tempo hanno lucrato sugli immigrati e, soprattutto, sugli immigrati irregolari. Aspettiamo, diciamo, qualche fatto concreto e più determinato su questi punti che abbiamo anche oggi segnalato e offerto alla sua attenzione. Grazie (Applausidei deputati del gruppoFratelli d'Italia).

(Orientamenti del Governo in merito alla realizzazione del Terzo Valico – n. 3-00211)

PRESIDENTE. L'onorevole Cattaneo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00211 (Vedi l'allegato A).

ALESSANDRO CATTANEO (FI). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro Toninelli, mi rivolgo a lei, sono passati cinquanta giorni dalla tragedia del ponte Morandi. Purtroppo, le risposte tardano ad arrivare, però sappiamo bene che il partito della protesta, seppure va di moda in questo periodo, non ci appartiene per storia e per cultura; noi siamo il partito della proposta e, quindi, voglio farle una domanda molto mirata su un'infrastruttura per noi da sempre strategica che si chiama Terzo Valico. Noi, da sempre, sosteniamo l'utilità di quest'opera e quindi io voglio chiedere, signor Ministro, se lei pensa di reperire 791 milioni indispensabili per portare a termine questa opera subito. Le dirò di più, anzi facciamo un passo in più in avanti, perché non pensate già in conversione del decreto di Genova di inserire questa quota, questi 791 milioni lì? Sarebbe un gesto importante per sgombrare il campo da equivoci e per dare veramente una risposta a un'opera che forse, se fosse stata realizzata prima, avrebbe anche evitato la tragedia cui abbiamo assistito (Applausidei deputati del gruppoForza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli ha facoltà di rispondere.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. La ringrazio, Presidente. Colleghi, mi sono più volte espresso sulla questione della realizzazione e del completamento delle opere pubbliche di rilievo nazionale. Voglio, ancora una volta, ricordare che l'analisi e la valutazione del rapporto costi-benefici costituiscono strumenti indispensabili per avere chiara la realtà dei fatti e, quindi, procedere nell'azione politica operando le scelte più idonee a garanzia dell'interesse pubblico e libere da ogni condizionamento o indirizzo politico-ideologico, e, infatti, un pool di esperti, come sapete bene, l'abbiamo detto più volte in quest'Aula e anche nelle varie audizioni in Commissione, ha avuto incarico di valutare alcune opere strategiche, tra cui il Terzo valico dei Giovi, con l'obiettivo di predisporre un'analisi basata su dati aggiornati e anche di effettuare una ricognizione degli obblighi giuridico-contrattuali, sempre tenendo conto del preminente interesse pubblico. In particolare, per quest'opera contiamo di concludere questo importante lavoro di analisi e valutazione già entro il mese di ottobre, cioè il corrente mese.

Per quanto riguarda le voci circa presunti licenziamenti che, come sapete bene, sono girate in questi giorni da parte del consorzio Cociv, si precisa che non esiste un annesso, un legame diretto con la consegna del quinto lotto, come testimoniato dall'accordo tra RFI e lo stesso Cociv, che è il general contractor, che ha dato continuità ai cantieri in corso. Ricordo che lo sforzo da parte del Governo nell'analisi costi-benefici è teso ad evitare che si ripetano casi di immani sprechi di denaro pubblico come, ad esempio, è avvenuto con il progetto del ponte sullo Stretto di Messina, fortemente avallato e voluto da un Governo dello stesso colore politico degli onorevoli interroganti e successivamente rilanciato anche dal Governo Renzi.

Stiamo parlando, solo per quest'opera, dell'incredibile somma di 960 milioni di euro di soldi pubblici gettati dalla finestra, sprecati in base, non alle rilevazioni del sottoscritto, ma alle rilevazioni ufficiali della Corte dei conti, che avremmo potuto risparmiare se si fosse utilizzato lo stesso rigoroso metodo di analisi portato avanti da questo Governo (Applausidei deputati del gruppoLega-SalviniPremier).

PRESIDENTE. L'onorevole Cattaneo ha facoltà di replicare.

ALESSANDRO CATTANEO (FI). Signor Ministro, io trovo la sua risposta davvero imbarazzante e deludente. Ancora una volta, non sapete che buttare la palla addosso in tribuna o, peggio, attaccare questo e quello, guardare sempre indietro. Le darò una notizia, Toninelli, lei oggi è Ministro della Repubblica: si assuma le sue responsabilità una volta per tutte (Applausi dei deputati del gruppoForza Italia-Berlusconi Presidente)! Lei è chiamato dagli italiani a decidere.

Sono passati cinquanta giorni. Siete stati tanto bravi con le invettive davanti alle macerie ancora fumanti, quanto incapaci di dare risposte concrete e, ancora una volta, sul terzo valico siete qui a dirci che dobbiamo aspettare il tempo infinito, chissà, di una commissione, commissione peraltro a cui purtroppo immagino non potrà far parte il dottor Intrieri, che lei aveva scelto e che poi, grazie alle nostre pressioni, ha scoperto essere già condannato; e chissà, allora, se, al grido “Onestà!”, lei si sarà ricordato degli impegni che in altre occasioni aveva preso (Applausi dei deputati del gruppoForza Italia-Berlusconi Presidente).

Ma, ripeto, noi siamo il partito della proposta: trovate subito questi 791 milioni, ve lo chiede Genova, ve lo chiedono gli italiani. Prendetevi, una volta per tutte, la responsabilità delle scelte e non buttate sempre addosso a questo o a quell'altro responsabilità di cui non siete capaci di farvi carico.

Colgo l'occasione anche della presenza del Vicepremier Salvini, perché so la sua sensibilità: le spese per gli investimenti sono spese di buona politica, è buona spesa di investimento. E, allora, per favore, dimenticatevi il reddito di cittadinanza e investite in opere come il terzo valico (Applausi dei deputati del gruppoForza Italia-Berlusconi Presidente) e non avremo nulla di cui pentirci. Fatelo oggi, fatelo subito (Applausi dei deputati del gruppoForza Italia-Berlusconi Presidente)!

(Iniziative volte a garantire la sicurezza sui tratti autostradali della A24 L'Aquila-Roma e della A25 Pescara-Roma, con particolare riferimento a ponti e viadotti– n. 3-00212)

PRESIDENTE. L'onorevole Grippa ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00212 (Vedi l'allegato A).

CARMELA GRIPPA (M5S). Grazie, Presidente. Gentile Ministro, il nostro quesito riguarda due tratte autostradali strategiche, la A24 L'Aquila-Roma e la A25 Pescara-Roma, che collegano la mia regione, l'Abruzzo, con la Capitale.

La convenzione tra lo Stato italiano e la società Strada dei Parchi Spa risale al novembre 2009 e prevede, tra l'altro, che il concessionario provveda alla manutenzione. Abbiamo, però, appreso dai media e, in particolare, dalla trasmissione Le Iene, che le condizioni di piloni di ponti e viadotti potrebbero essere compromesse.

Come portavoce e come cittadini sentiamo sulle nostre spalle il peso di questo dubbio. La vista di quelle immagini, del ferro arrugginito e del calcestruzzo che si sgretola non può lasciarci inerti. Apprendiamo addirittura che nel 2015 e nel 2016 il concessionario avrebbe stanziato somme insufficienti per la manutenzione.

Per questo le chiedo di informarci su quali misure ha messo in campo per garantire la sicurezza di chi circola sulle due arterie abruzzesi e, più in generale, dei ponti, viadotti e tratte stradali e autostradali di tutto il Paese.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, ha facoltà di rispondere.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Grazie, colleghi. Le questioni relative alla concessione dei tratti autostradali A24 e A25 rappresentano una delle più gravi eredità che il Ministero che guido abbia ricevuto dai Governi precedenti. Basti pensare che Strada dei Parchi Spa non sottoscrive un piano economico-finanziario dal 2013; ciò significa che per l'intera legislatura precedente i miei predecessori non sono riusciti a sanare una situazione che si trascina da troppo tempo e che ha prodotto l'insostenibile aumento dei pedaggi del 12,89 per cento a partire dal 1° gennaio di quest'anno.

Nonostante l'estrema difficoltà di partenza e il contesto normativo e convenzionale del tutto sfavorevoli, dallo scorso 1° ottobre, quindi due giorni fa, questo aumento è stato sospeso grazie al lavoro di questo Ministero.

A fronte di questa situazione tariffaria insostenibile, lo stato delle infrastrutture, in particolare di alcuni viadotti ha provocato un generale, come ha detto l'onorevole interrogante, allarme nell'opinione pubblica. Per questo motivo, ho disposto una verifica eccezionale dello stato delle autostrade A24 e A25 da parte dell'ufficio ispettivo territoriale competente, che ha sede qui a Roma, che, già in questo momento, proprio in queste ore, sta svolgendo controlli in loco e che, entro metà ottobre, fornirà indicazioni ulteriori.

Giova precisare - questo è un dato a dir poco sconvolgente - che nel suddetto ufficio risulta presente un solo ingegnere e, più in generale, nei quattro uffici ispettivi tecnici facenti capo alla direzione di vigilanza per le concessioni autostradali, in questi uffici ispettivi territoriali nazionali, il totale degli ingegneri ammonta a sole dodici unità, a fronte di 5.886 chilometri di autostrade in concessione: dodici ingegneri che devono controllare circa 6 mila chilometri di autostrade.

Questa attività di verifiche in loco, per legge - sottolineo: per legge -, spetta ai concessionari, ma, nonostante ciò, ho disposto, in via straordinaria, delle ispezioni dirette su un campione significativo dei 339 viadotti dei tratti in questione. Sulla base di queste ispezioni segnaleremo al concessionario Strada dei Parchi Spa, azienda della Toto Holding Spa, la necessità di effettuare verifiche strutturali complete che possano finalmente accertare lo stato di sicurezza delle infrastrutture, fermo restando che sul concessionario incombe l'obbligo di adottare qualsiasi provvedimento atto a garantire la sicurezza delle infrastrutture in genere e dell'utenza autostradale, dalla modulazione del traffico, fino alla chiusura dei tratti.

Per tutti questi motivi, abbiamo deciso di inserire nel “decreto emergenze”, che sarà a breve discusso in Parlamento, l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, deputata al controllo e alla verifica dello stato di salute anche di ponti, strade, viadotti e gallerie.

Il decreto, tra l'altro, ha introdotto sistemi tecnologici di monitoraggio dinamico, in grado di garantire il controllo strumentale delle condizioni di sicurezza in tempo reale. Nel medesimo decreto sono, inoltre, previsti - dato importante - 192 milioni di euro per la prosecuzione della messa in sicurezza delle tratte autostradali in questione, a cui si aggiungeranno ulteriori risorse individuate nell'ambito del Fondo per lo sviluppo e la coesione, programmazione 2014-2020 delle regioni Abruzzo e Lazio.

PRESIDENTE. Concluda, Ministro.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Concludo, Presidente. Questa soluzione emergenziale è la conseguenza di un'incuria ventennale, di un periodo di assenza dello Stato in questo ambito e, per questa ragione, il Ministero, come ho dichiarato ben prima della tragedia del ponte Morandi, si occuperà della revisione del sistema delle concessioni autostradali nel suo complesso…

PRESIDENTE. Deve concludere.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. …così da garantire un riequilibrio tra gli interessi privati dei gestori e quelli pubblici, primo tra tutti quello della sicurezza dei cittadini.

PRESIDENTE. L'onorevole Grippa ha facoltà di replicare.

CARMELA GRIPPA (M5S). Signor Ministro, grazie per la sua puntuale risposta. Credo che, come me, in questo momento, siano soddisfatti tutti i cittadini che, per questo trimestre del 2018, potranno utilizzare la Strada dei Parchi senza sottostare alla beffa di un aumento del pedaggio. Una cosa del genere non si era mai vista prima. Ma, soprattutto, siamo soddisfatti perché, grazie a questa maggioranza e a questo Governo, è finalmente centrale nel Paese la questione della sicurezza e della manutenzione delle infrastrutture e non solo negli annunci.

Oggi, per la prima volta in Aula, abbiamo sentito di azioni concrete, di fondi stanziati per questa tratta autostradale.

Io stessa e tanti miei conterranei attraversiamo i viadotti Santacroce, Palazzo, Cocullo e Isola del Gransasso; siamo in un territorio ad elevato rischio sismico e, quando circoliamo, vogliamo la certezza che si sia fatto di tutto per garantire la sicurezza.

Il tema, come sappiamo tutti, è di scottante attualità dopo la tragedia del ponte Morandi di Genova e per questo contiamo su di lei, Ministro, che, da quel maledetto giorno, 14 agosto, lavora giorno e notte per rimettere in piedi Genova e per avviare un lavoro di mappatura, controllo e prevenzione su tutte le infrastrutture italiane. Continueremo a vigilare, con il suo Ministero, sulla messa in sicurezza, non solo delle tratte A24 e A25, ma di tutte le arterie stradali che presentano criticità.

Vorrei soltanto aggiungere, signor Presidente e signor Ministro, che il monitoraggio costante su viadotti e ponti è fondamentale perché non si ripetano stragi come quella dello scorso 14 agosto a Genova. Il “mai più” che i miei colleghi liguri hanno pronunciato a gran voce in quest'Aula deve essere di monito per chi ha l'onere della prevenzione, per chi controlla e per chi stipula gli accordi con i concessionari. Mai più favori agli amici, mai più falle nella manutenzione, mai più crolli, ma, soprattutto, mai più morti. Grazie, signor Ministro, per aver confermato ancora una volta che il suo dicastero, e noi con lei, opera con determinazione affinché i guasti del passato non si ripetano mai più (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Intendimenti in merito alla realizzazione di infrastrutture autostradali nel territorio dell'Emilia-Romagna – n. 3-00213)

PRESIDENTE. L'onorevole Lorenzin ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00213 (Vedi l'allegato A).

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, nel presentare la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, il Premier Conte ha annunciato un piano per gli investimenti pubblici di 38 miliardi di euro per quindici anni, già stanziati, tra l'altro, nel fondo 2018, e di altri 15 nel prossimo triennio, senza spiegare quali siano le infrastrutture che si vogliono realizzare e in quali tempi. Risulta che il presidente della regione Emilia-Romagna avrebbe richiesto da svariati mesi, invano, un incontro con lei per presentare il piano degli investimenti della regione, come la realizzazione della bretella autostradale Campogalliano-Sassuolo, la nuova autostrada regionale Cispadana e il potenziamento del passante autostradale di Bologna.

Nel frattempo, invece, sono state numerose le dichiarazioni rese alla stampa da parte di esponenti del Governo che manifestano l'intenzione di bloccare o modificare radicalmente tali interventi. Gli investimenti richiamati risulterebbero ad oggi già progettati, finanziati e complessivamente cantierabili in tempi assai ridotti, mobilitando 2,5 miliardi di euro solo per queste tre opere, e consentono di ammodernare il sistema infrastrutturale di una regione prima per crescita economica, export e occupazione. Vorremmo sapere dal Ministro che cosa intende fare su queste opere progettate e qual è la sua idea in merito alle infrastrutture dell'Emilia-Romagna.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, ha facoltà di rispondere.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. La ringrazio, Presidente. Colleghi, in merito alle specifiche infrastrutture stradali a cui l'interrogante fa riferimento e, in particolare, al nodo autostradale di Bologna, al fine di ottimizzare le risorse pubbliche con il maggior vantaggio per i cittadini, come già comunicato agli enti territoriali interessati, la conferenza di servizi inizialmente indetta per il 13 settembre 2018 è stata momentaneamente sospesa, in quanto è stato chiesto ad Autostrade per l'Italia un approfondimento su vari ipotesi progettuali alternative. Lo studio doveva essere inviato al Ministero nella seconda settimana di settembre, ma ha subito un ritardo, in conseguenza del lavoro dovuto al crollo del ponte Morandi di Genova che vede coinvolta Autostrade per l'Italia, comunicazione ricevuta dalla stessa Autostrade per l'Italia.

Per quanto riguarda la bretella autostradale di Campogalliano-Sassuolo, confermo che la struttura tecnica di missione è al lavoro con metodologie operative obiettive e che nell'analisi si terrà senz'altro conto della situazione di contesto dei vincoli e delle concrete possibilità circa la realizzazione delle opere in esame. Siamo coscienti dell'importanza di favorire lo scambio di merci del distretto ceramico con l'Europa e in questa direzione ricordiamo che sono in corso di completamento i lavori di un'opera attesa da molto tempo: lo scalo merci ferroviario di Marzaglia, che, entro fine anno, porterà l'area all'avvio dell'operatività commerciale per aiutare le imprese, incentivando il trasporto su ferro, coerentemente con quanto previsto dalle linee programmatiche di questo Ministero.

Per quanto riguarda l'autostrada Cispadana si evidenzia che la competenza sull'operato è in capo alla regione in qualità di concedente che può intervenire in merito al tipo di progetto e a eventuali modifiche. La regione non ha tecnicamente bisogno di un avallo da parte del Ministero per portare avanti il progetto in questione. Il Ministero ritiene, però, importante rispondere alla domanda di mobilità dell'area nord-orientale della regione Emilia-Romagna, anche valutando ulteriori proposte della regione che siano economicamente e finanziariamente sostenibili.

A margine di quanto richiesto dall'interrogante si ricorda che per quanto riguarda le infrastrutture stradali la manutenzione e la messa in sicurezza delle strade esistenti sono la priorità di questo Ministero e che per la regione Emilia-Romagna, nel contratto di programma ANAS 2016-2020, risultano finanziate opere per 325,87 milioni di euro e programmate per 367,93 milioni di euro.

PRESIDENTE. L'onorevole Lorenzin ha facoltà di replicare.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, come è stato sollevato, l'Emilia-Romagna si trova a vivere un momento di particolare drammaticità. Da un lato, è una delle regioni che ha registrato la maggior crescita economica in questi anni, anche durante la recessione, uscendo dalla recessione in modo molto positivo, le aziende piccole, medie e grandi della regione sono estremamente vitali e la logistica è, scusatemi il gioco di parole, vitale per il mantenimento e la realizzazione di migliaia e migliaia di posti di lavoro. Le parole oggi del Ministro che ho interrogato sono almeno in parte confortanti. Quello che però non si riesce a comprendere, da una parte, è perché non si incontri con il presidente della regione, che oltretutto è anche il presidente della Conferenza Stato-regioni, per tranquillizzare il territorio. C'è stato anche un incidente terrificante, ci sono moltissime opere che sono in campo. Le voci, le interviste sui giornali della maggioranza sono diverse rispetto ad alcune delle affermazioni che lei ha fatto qui, ora, e dare certezza del cronoprogramma, certezza della cantierizzazione delle opere, significa soprattutto dare certezza anche a chi gli investimenti li sta facendo tutti i giorni in Emilia-Romagna con il proprio lavoro, agli artigiani, ai commercianti, all'industria, in una fase dove oggettivamente anche dal punto delle risorse qualche dubbio ci viene.

Io ho sentito stamattina il Ministro Tria in Confindustria il quale, proprio sugli investimenti, ha ribadito alcuni degli aspetti che sono stati qui sollevati ma, insomma, ha detto che alla fine il margine di sforamento sarà dello 0,2 per cento, ma dove si troveranno le risorse per fare tutte queste cose da voi annunciate, dette e ridette in questi giorni, sinceramente qualche dubbio lo abbiamo tutti.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 16,00.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Claudio Borghi, Colucci, Comaroli, Covolo, D'Incà, D'Uva, Ferraresi, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Lollobrigida, Lorefice, Micillo, Molinari, Rampelli, Schullian, Scoma e Tateo sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente ottantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). La ringrazio, signor Presidente. A nome del gruppo del Partito Democratico ho chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori e vorrei utilizzare i cinque minuti che il Regolamento dispone in occasioni come queste da un lato per stigmatizzare un grave fatto che, signor Presidente, è accaduto nel corso dei lavori del question time e dall'altro, in conseguenza di questo, di porre una richiesta sull'organizzazione dei nostri lavori.

Signor Presidente, non è tollerabile che in quest'Aula un componente dell'esecutivo, qualsivoglia sia, si rivolga in maniera offensiva al Parlamento nella sua interezza e ai componenti dei gruppi o del gruppo dell'opposizione. Non è la prima volta che questo accade. Appuriamo anche che le parole di dileggio e di insulto che il Ministro ha riferito in quest'Aula sono state anche rilanciate attraverso gli strumenti della comunicazione dei social. Sono stati offesi l'opposizione e il Parlamento perché è bene ricordare - e sarebbe il caso, signor Presidente, che a questo punto venisse fatto in maniera formale - che durante i lavori del question time i parlamentari tutti, fatti salvi quelli che erano stati richiamati in quest'Aula a svolgere le funzioni di claque plaudente al loro leader, stavano esercitando la loro funzione e il loro lavoro nel corso dei lavori di Commissione. Che so, in V Commissione, durante la discussione sul DEF, è emerso che ci sarà uno slittamento dei lavori parlamentari sulla discussione della nota di aggiornamento del DEF e non mi pare proprio una questione banale. In X Commissione vi era un'audizione del Ministro Bussetti, audizione che è stata temporaneamente interrotta perché la presidente della Commissione ha ritenuto di cedere la presidenza alla vicepresidente per accorrere in Aula a svolgere la funzione in precedenza detta. Altre Commissioni erano riunite in seduta referente, in audizioni, in lavoro ordinario, signor Presidente. Il question time non è il teatro nel quale si sale per offendere corpi dello Stato e lanciare obliqui messaggi all'opinione pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Il question time è un istituto della democrazia parlamentare nel quale il Governo viene chiamato a dover rendere conto del proprio lavoro e del proprio operato al Parlamento e, attraverso di esso, al Paese. L'idea di dileggiare il Parlamento per rivolgersi direttamente al Paese è un'idea che in questa nazione abbiamo già sperimentato e, per quante nostalgie il senatore Salvini possa nutrire, noi non glielo concederemo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e non stiamo qui a farci offendere né da lui né da altre persone che vengono a ritenerci inutili, fannulloni o nullafacenti.

Quindi, in conseguenza di questo, signor Presidente, noi chiediamo un passo formale della Presidenza perché non intendiamo farci offendere da nessuno, tantomeno, nella circostanza, da una persona che, quando ha svolto compiti di rappresentanza del nostro Paese in sede internazionale, ha brillato per l'assenza e per l'assenteismo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), per cui il senatore Salvini pensi a se stesso, non si rivolga ad altri e non si impalchi a dare lezioni per le quali non ha titolo. In conseguenza di questo, signor Presidente, siccome non è la prima volta che accade e non intendiamo più accedere all'idea che si possa perpetuare una situazione di questo genere, noi chiederemo, e lo faccio già formalmente ora, una modifica dei nostri lavori. Se questo è quello che la maggioranza ritiene, noi chiediamo di sospendere le attività di Commissione durante lo svolgimento del question time(Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e fare in modo che tutti i parlamentari possano essere presenti, in maniera tale che finisca questo dileggio delle nostre istituzioni parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, sicuramente ci associamo a quanto - devo dire mai dire mai - è stato detto dal collega che mi ha preceduto rispetto a uno episodio molto spiacevole che è avvenuto in Parlamento, devo dire chiarito egregiamente dalla Presidente Carfagna, ma che deve vedere una riorganizzazione di lavori schizofrenici. Fino a qualche minuto fa mi arrivano messaggi che ancora la VIII, la II e la IX Commissione stanno lavorando, durante, tra parentesi, il question time, che per noi diventa lo strumento più agevole e snello per arrivare nella casa dei cittadini, alla presenza di un Ministro che forse non era stato in qualche modo informato che le Commissioni stavano lavorando.

E quindi ci rivolgiamo a lei affinché questi lavori, che, devo dire, sembrano dei lavori schizofrenici, chiamiamo in audizione nella Commissione difesa i generali, il Cocer, per poi ascoltarli per soli tre minuti. Allora ritengo che le cose vadano fatte con i tempi giusti, con le regole, ma dando la possibilità ai parlamentari di espletare il proprio ruolo. Non è pensabile che possa essere trasmesso ai cittadini italiani che l'assenza oggi dei parlamentari in Aula potesse essere per la presenza in un bar o in un ristorante, e non nelle Commissioni. A questo non ci stiamo, e quindi ci rivolgiamo a lei, chiedendole di mettere un po' di ordine e di bandire questa schizofrenia nei tempi dei lavori ai quali siamo costretti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Biasini. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BASINI (LEGA). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, credo che vada detta, per lo meno a mio giudizio, una parola di verità e di moderazione su quello che è successo. Effettivamente, uno si aspetterebbe che al question time, che è una richiesta che si fa a un membro del Governo, siano presenti maggiormente parlamentari dell'opposizione che della maggioranza, per cui la del tutto innocente osservazione del Ministro Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) non aveva nulla…

PRESIDENTE. Per favore!

GIUSEPPE BASINI…nulla di irrituale. Quello che invece trovo irrituale è che troppe volte in quest'Aula ho sentito i colleghi della sinistra dire “non permetteremo”, “non tollereremo”. Colleghi della sinistra, gli anni in cui potevate non permettere e non tollerare, per fortuna di tutta Europa, sono finiti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, innanzitutto vorrei in questa sede ringraziare la Vicepresidente Carfagna per come ha condotto l'Aula durante il question time e per avere ribadito le prerogative di questo Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente) e un corretto rapporto tra maggioranza ed opposizione. Mi rivolgo a lei perché una riflessione all'interno della Conferenza dei presidenti di gruppo a mio giudizio dovrà essere fatta, ma mi rivolgo, anche per il suo tramite, ai capigruppo della maggioranza. Il question time in tutti i Parlamenti del mondo appartiene al cosiddetto statuto delle opposizioni; è uno strumento di trasparenza, è uno strumento attraverso cui l'opposizione svolge democraticamente e nel rispetto del ruolo dell'Esecutivo il suo compito e il suo mandato avuto dagli elettori.

Credo che o noi riportiamo il question time a questa dimensione oppure è evidente che, se il question time diventa uno strumento di dileggio dell'opposizione, con battute più o meno condivisibili, credo che alla fine otteniamo il risultato esattamente opposto.

Ricordo ai colleghi del MoVimento 5 Stelle e della Lega che nelle democrazie mature, nelle democrazie occidentali, c'è il giro della ruota: si è in maggioranza una volta e, la volta dopo, si può essere all'opposizione e questi sono strumenti essenziali per una democrazia parlamentare. Per cui credo che sia necessaria una riflessione in termini anche autocritici da parte del Governo per l'atteggiamento che in questa legislatura sta tenendo sul question time, che è e rimane uno strumento fondamentale per le opposizioni in un corretto rapporto tra Esecutivo e opposizioni stesse (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rotondi. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO ROTONDI (FI). Scontato che si ringrazi la Presidente Carfagna del ruolo che ha avuto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e lo hanno fatto tutti i gruppi; colgo l'occasione per associarmi alla richiesta di una diversa programmazione del question time, che eviti a questo Parlamento la ricorrente umiliazione della zoomata televisiva sui banchi vuoti, che rappresenta al Paese una realtà diversa da quella che noi sappiamo essere l'organizzazione dei nostri lavori.

Colgo anche l'occasione per dire che imbarazza un Ministro dell'interno che viene a fare le battute a questo Parlamento e imbarazza ancor più una questione che ormai è piramidale nelle nostre cronache, ossia un Ministro dell'interno che conduce il suo comizio quotidiano sulle piazze, divenendo per ciò stesso egli stesso, con un paradosso, un problema di ordine pubblico (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché siamo l'unico Paese del mondo che deve impegnare le forze di polizia non per inseguire la 'ndrangheta, ma per fermare il senatore della Calabria e salvarlo dall'aggressione che crescerà mano a mano (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Commenti dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier)

PRESIDENTE. Concluda.

GIANFRANCO ROTONDI (FI). …che questo Governo finirà la sua luna di miele. Pertanto è un tema serio, che ritengo fondamentale affrontare politicamente. Il Ministro dell'interno è da sempre (Commenti del deputato Invernizzi)

PRESIDENTE. Deputato Invernizzi! Deputato Invernizzi! Deputato Invernizzi! Deputato Invernizzi!

GIANFRANCO ROTONDI (FI). Il Ministro dell'interno è tradizionalmente un riferimento unitario (Commenti del deputato Invernizzi)

PRESIDENTE. Deputato Invernizzi, se vuole intervenire, intervenga; non si interviene in quel modo.

GIANFRANCO ROTONDI (FI). …nella vita delle nostre istituzioni. Abbiamo avuto leader politici che sono stati ministri degli interni, da ultimo Minniti, segretari di partito, come Alfano. Non abbiamo mai avuto un Ministro dell'interno che utilizza la sua carica per svolgere l'azione divisiva che discende da un esercizio di leadership politica, che ben può portare avanti facendo il Vicepremier, il leader della Lega e consentendo al Paese di avere un Ministro dell'interno nel pieno delle proprie funzioni (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (LEU). Signor Presidente, cambio argomento, sono già intervenuti i colleghi su questo.

Oggi è il 3 ottobre e vorrei ricordare che, il 3 ottobre del 2013, 368 persone morirono al largo di Lampedusa. Ora, all'epoca noi, con molti colleghi e colleghe, decidemmo di andare sull'isola per partecipare al dolore dei sopravvissuti e anche delle famiglie di chi aveva perso in quel naufragio i propri cari. Nel 2016 non sfugge che questo Parlamento votò una legge per istituire la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione; quindi, abbiamo una legge.

Oggi è il 3 ottobre, oggi per la prima volta a Lampedusa nessun esponente delle istituzioni e del Governo si è presentato a quella cerimonia, nessuno si è presentato a quella cerimonia, lasciando sola l'isola di Lampedusa.

Ora, credo che questo sia molto grave; grave sia perché non si può non rispettare una legge dello Stato, che c'è, e sia perché si tratta, se non altro, di pietas umana verso centinaia di persone che morirono nel tentativo di raggiungere un posto sicuro.

Allora, signor Presidente, so anche di incontrare la sua sensibilità, credo che in questo momento quest'Aula debba riparare e debba almeno fare un minuto di silenzio per tutte le vittime dell'immigrazione. La ringrazio, signor Presidente (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Per quanto riguarda i primi interventi sull'ordine dei lavori, la prima cosa che ribadisco - e lo ribadiamo a tutti, e quindi anche al Paese - è che durante il question time le Commissioni sono nelle loro piene funzioni e lavorano al 100 per cento. Quindi la Camera dei deputati è al lavoro nelle sue piene facoltà, sia in Aula e sia in Commissione.

Ho già ripreso il resoconto stenografico dell'accaduto e leggo che la Presidente Carfagna, che in quel momento presiedeva, ha stigmatizzato in modo molto preciso e puntuale le parole del Ministro Salvini.

Se poi ci sono altre questioni rispetto all'organizzazione dei lavori, che abbiamo già discusso nell'ultima riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, possiamo di nuovo farlo, fermo restando che l'obiettivo generale è di dare più tempo di lavoro alle Commissioni per discutere i provvedimenti, per cercare di comprendere ciò che è scritto nei progetti di legge di iniziativa parlamentare, di iniziativa governativa, e poi arrivare in un altro modo, con un altro tipo di dialogo e cooperazione tra le forze, nel dibattito dell'Aula.

Altre questioni possiamo, potete porle all'interno della Conferenza dei presidenti di gruppo; fermo restando che oggi l'Aula, che era vuota in parte, significa che stanno lavorando al 100 per cento le Commissioni, e quindi funziona tutto al meglio, non c'è nessuno motivo per scandalizzarsi. È bene che lo sappiano tutti. È bene che lo sappiano tutti: tutti, sono compresi tutti.

Andiamo avanti (Commenti della deputata Boldrini)… Sì, sa bene che questa è una questione che adesso poniamo a tutti i presidenti di gruppo.

Votazione per l'elezione della delegazione al Consiglio d'Europa.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la votazione per l'elezione di nove componenti effettivi e nove componenti supplenti della delegazione presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.

Secondo quanto previsto dall'articolo 56, comma 3, del Regolamento, la votazione, che si svolgerà a scrutinio segreto, avrà ad oggetto la seguente lista, predisposta dal Presidente in base alle designazioni dei gruppi, che è in distribuzione. Componenti effettivi: Deborah Bergamini, Simone Billi, Maria Elena Boschi, Sabrina De Carlo, Carlo Fidanza, Paolo Grimoldi, Alvise Maniero, Andrea Orlando, Filippo Scerra. Componenti supplenti: Marina Berlinghieri, Francesco Berti, Pino Cabras, Piero Fassino, Roberto Paolo Ferrari, Augusta Montaruli, Alberto Ribolla, Francesco Scoma, Simona Suriano.

Passiamo quindi ai voti.

Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sulla lista predisposta dal Presidente.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

Proclamo pertanto eletti i componenti effettivi e i componenti supplenti indicati nella lista predisposta dal Presidente (Applausi).

La delegazione sarà successivamente convocata per procedere alla propria costituzione.

Si riprende la discussione della proposta di legge n. 791-A.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione della proposta di legge n. 791-A, “Disposizioni in materia di azione di classe”.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta sono stati da ultimo approvati gli identici emendamenti 1.315 Rossello e Saitta 1.307. Ricordo inoltre che sono stati accantonati l'emendamento Zanettin 1.58 e gli identici emendamenti Varchi 1.97 e Ferri 1.98.

Chiedo alla presidente della Commissione Giustizia come intenda procedere nell'esame del provvedimento.

GIULIA SARTI, Presidente della II Commissione. Presidente, chiedo una sospensione dei lavori per permettere al Comitato dei nove di potersi riunire sugli emendamenti accantonati e sugli ultimi…

PRESIDENTE. Per quanto tempo circa?

GIULIA SARTI, Presidente della II Commissione. Mezz'ora, fino alle 17.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa per la riunione del Comitato dei nove. Riprendiamo alle 17.

La seduta, sospesa alle 16,30, è ripresa alle 17,10.

PRESIDENTE. Chiedo alla relatrice come intenda procedere nell'esame del provvedimento.

ANGELA SALAFIA, Relatrice per la maggioranza. Presidente, riprendiamo dall'esame degli emendamenti accantonati: 1.58 Zanettin, e gli identici 1.97 Varchi e 1.98 Ferri. C'è, però, un cambiamento di parere: sull'emendamento 1.58 Zanettin il parere è favorevole ma con una nuova formulazione che proponiamo. Al comma 1, capoverso “articolo 840-ter”, aggiungere, in fine, il seguente comma: Con l'ordinanza di inammissibilità e con quella che, in sede di reclamo, conferma l'ordinanza di inammissibilità, il giudice regola le spese.

Sugli identici emendamenti 1.97 Varchi e 1.98 Ferri, anche qui, parere favorevole con riformulazione: Al comma 1, capoverso “840-octies”, primo comma, primo periodo, sostituire le parole: “da ciascun aderente”, con le seguenti: “dagli aderenti”. Conseguentemente, al medesimo comma, capoverso “articolo 840-octies”, primo comma, secondo periodo, sostituire le parole “dall'aderente” con le seguenti: “dagli aderenti”.

PRESIDENTE. Relatrice di minoranza Bartolozzi?

GIUSI BARTOLOZZI, Relatrice di minoranza. Presidente, accettiamo la riformulazione, con riferimento all'emendamento 1.58 Zanettin.

PRESIDENTE. Invece sugli identici emendamenti 1.97 Varchi e 1.98 Ferri?

GIUSI BARTOLOZZI, Relatrice di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Deputata Varchi, accetta la riformulazione?

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Presidente, accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. Deputato Zanettin, accetta la riformulazione al suo emendamento 1.58?

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.58 Zanettin, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.97 Varchi e 1.98 Ferri. Chiedo al deputato Ferri se accetti la riformulazione.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Sì, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici 1.97 Varchi e 1.98 Ferri, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.121 Varchi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.405 della Commissione.

GIUSI BARTOLOZZI, Relatrice di minoranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI, Relatrice di minoranza. Presidente, su questo emendamento cambiamo il parere in favorevole, ma vorrei motivare il perché del nostro parere diversamente espresso rispetto a una prima lettura. Noi eravamo contrari al privilegio concesso al rappresentante della classe, eravamo assolutamente contrari, perché sono soldi che non vanno al consumatore ma al rappresentante, ma accettiamo il minor danno: nella riformulazione c'è il “75 per cento”, votare contrario vorrebbe dire far passare il “100 per cento”; quindi, tra le due cose, siccome siamo una forza responsabile, cambiamo il parere e voteremo favorevolmente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.405 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.316 Zanettin, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.406 della Commissione, con il parere favorevole del Governo, e con il parere contrario della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.133 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente appena due parole, grazie. Allora, questo emendamento è di natura tecnica perché volevamo armonizzare i testi delle norme; in alcuni si parla di atti e comportamenti, in altri casi di condotte. Allora, questo emendamento ha l'intento di coniugare il dettato di questo articolo con quello dell'articolo 840-bis, al secondo comma, dove parliamo di condotte. Quindi, mi stupisce il parere contrario da parte della Commissione. Vorrei proporre un una, non so, rivisitazione, non dico accantonamento, ma una maggiore riflessione, perché è un problema che avremo anche dopo, è un termine che adegua il dettato normativo di questa disposizione a quello dell'840-bis, parliamo sempre di condotte, grazie.

PRESIDENTE. Deputata Salafia, relatrice?

ANGELA SALAFIA, Relatrice per la maggioranza. Confermiamo il parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.133 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.134 Vitiello, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.135 Ferri.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Grazie, Presidente. Sottoponiamo questo emendamento all'Aula, con il quale chiediamo di estendere non solo alle imprese o agli enti gestori di servizi pubblici di pubblica utilità tra i destinatari delle azioni di classe, ma anche alle pubbliche amministrazioni. L'abbiamo detto già durante le prime battute di questo provvedimento, chiediamo, a questo punto, più coraggio. Se si crede veramente nell'azione di classe, se si vuole introdurre con forza nel nostro sistema questa azione, perché limitarla alle imprese o agli enti gestori di servizi pubblici o di pubblica utilità e non estenderla alle pubbliche amministrazioni? Perché anche le pubbliche amministrazioni possono produrre conseguenze estremamente dannose rispetto agli interessi legittimi di cittadini e imprese, e non hanno tutela. Quindi, con questo emendamento, noi allarghiamo anche alle pubbliche amministrazioni e coordiniamo la nuova norma alla class action pubblica perché nel 2009, come sapete meglio di me, è stata introdotta la class action pubblica che, però, non ha come oggetto, cioè non è finalizzata a ottenere il risarcimento del danno, ma il ripristino dell'efficienza del servizio pubblico. Quindi, da una parte noi chiediamo di completare, di rendere più efficace l'azione di classe, proprio perché crediamo in questo provvedimento e lo vogliamo estendere, vogliamo rafforzare questa tutela nei confronti dei cittadini anche di fronte a comportamenti dannosi da parte della pubblica amministrazione. Oggi la class action pubblica non tutela questi cittadini, ma consente solo di ripristinare il servizio pubblico, non riconosce un risarcimento del danno e quindi è necessario un coordinamento. Invece, così come viene licenziato il provvedimento, da una parte si introduce il danno punitivo - sul quale già ci siamo soffermati -, dall'altra, invece, nei confronti della pubblica amministrazione non si ha il coraggio di andare oltre alla class action pubblica, ma ci si ferma alla riforma del 2009. E questo va detto, va sottolineato e lo devono sapere anche i cittadini, perché poi quando si parla di provvedimento rivoluzionario, in realtà ci si è fermati, non si è avuto questo coraggio.

Con questo emendamento chiediamo davvero di guardare ai diritti dei cittadini, anche agli interessi a che ci sia un comportamento della pubblica amministrazione che non sia dannoso, se no sembra quasi che, con questo provvedimento, si voglia difendere quella che molte volte viene chiamata la casta. Invece, noi siamo per una pubblica amministrazione efficiente, che funzioni, che sia trasparente nei confronti del cittadino e che abbia un rapporto corretto sempre con il cittadino, per ricreare anche la fiducia tra cittadino e pubblica amministrazione. In questo modo si consente al cittadino di essere tutelato di fronte a comportamenti dannosi. Se non passa questo emendamento, per quanto riguarda la pubblica amministrazione ci fermiamo, e fermiamo la lancetta alla riforma del 2009, con una mancanza anche di coordinamento, perché c'è stato un allargamento dal punto di vista soggettivo, perché si è passati alle imprese e agli enti gestori di servizi pubblici o di pubblica utilità, quindi si è introdotto il concetto dell'ente gestore di servizio pubblico o di pubblica utilità, ma si è lasciato fuori tutto quel servizio che gestisce direttamente la pubblica amministrazione e, quindi, c'è un problema anche di disparità di trattamento. E, quindi, si è in contrasto anche con i principi costituzionali di uguaglianza di trattamento di situazioni analoghe e anche nel diritto di azione, di difesa in giudizio dei diritti e degli interessi legittimi dei cittadini (Applausidei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.135 Ferri, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.308 Giuliano, con il parere favorevole di Commissione e Governo e con il parere contrario della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

L'emendamento 1.306 Colletti è ritirato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.143 Bartolozzi.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.143 Bartolozzi, con il parere contrario di Commissione e Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Passiamo alla votazione dell'articolo 1.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Verini. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI (PD). Presidente, io volevo motivare il voto favorevole del nostro gruppo a questo articolo. Vedete, io ricordo che era il 3 giugno del 2015 quando, nel tabellone, si accesero tutte le luci verdi; all'unanimità, quest'Aula votò la prima versione della legge per l'azione di classe che, poi, non trovò un esito definitivo al Senato; ma quello fu un voto unanime, perché ci fu un lavoro, un lavoro compiuto dall'allora maggioranza, dal Governo e anche dal nostro gruppo, nonostante la prima presentazione fosse avvenuta da parte di un parlamentare dei 5 Stelle che oggi fa il Ministro della giustizia.

Così accadde su un'altra legge, quella sui segnalatori di reati, presentata da una forza di opposizione, ma su cui il PD e la maggioranza esercitarono un'azione seria.

Cambiammo molte cose di queste norme, compresa quella dell'azione di classe, ma lo facemmo in modo rispettoso. Si trattava e si tratta di leggi che attengono alla vita quotidiana dei cittadini, degli utenti, dei consumatori e delle imprese.

Per questo è necessario mettere da parte ideologismi, mettere da parte talebanismi, mettere da parte, se ci fossero, e in qualche tratto sono emersi, attacchi del tutto sbagliati, del tutto datati alla cultura di impresa moderna. Per questo è necessario lavorare insieme.

Ecco, soltanto nell'ultima fase di questo confronto abbiamo assistito a qualche resipiscenza della relatrice, della maggioranza, ma ci hanno fatto perdere molto tempo; hanno anche un po' avvelenato il clima certe chiusure, certe sordità.

Vedete, io tengo a dire che noi non approveremmo mai una legge che fosse contro le imprese, le quali imprese, se debbono guardarsi, come si stanno guardando, da qualcosa, da qualche minaccia, debbono guardare la manovra economico-finanziaria del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), debbono guardare lo spread e la Borsa, debbono guardare il cosiddetto decreto che crea grandi problemi alle imprese che abbiamo approvato e che porta il nome del Vicepresidente del Consiglio Di Maio.

No, su questa norma - nonostante alcuni emendamenti che noi abbiamo presentato, ben illustrati dal nostro capogruppo Bazoli e dal collega Ferri, nonostante li abbiate respinti - noi votiamo a favore, perché condividiamo l'ispirazione di questa legge che tiene insieme esigenze fondamentali degli utenti e dei consumatori, ma al tempo stesso non è una minaccia per le imprese.

Le imprese che operano correttamente sul mercato, che hanno un rapporto positivo con i consumatori, con gli utenti e con gli acquirenti non hanno niente da temere; hanno da temere, eventualmente, le imprese che non sono in regola con le norme, con le leggi, con gli interessi, non contrapposti ma diversi della stessa impresa e dei cittadini.

Ecco perché si tratta di una legge civile che esiste come ispirazione in tanti ordinamenti, però non abbiamo capito certe rigidità e le voglio ribadire qui. E annuncio che, qui, vi chiediamo, anche in quest'ultimo scorcio di approvazione, di tenere conto di alcune valutazioni che sono già state fatte nel corso del dibattito. Faccio un esempio: tre anni fa approvammo la norma, lo ricordavo, ma adesso, dopo tre anni, è imminente, da parte dell'Unione europea, il varo di una direttiva su questi temi che dovrà essere recepita. Allora, noi annunciamo la presentazione, come gruppo, di un ordine del giorno che vincola tutti noi a tener conto di questa direttiva. È ovvio che è un obbligo, ma dipende come si recepiscono le direttive.

La seconda e ultima cosa è che noi proponiamo, a garanzia di tutti, dei consumatori e delle imprese, di istituire, presso il Ministero, un osservatorio del quale facciano parte imprese, associazioni di consumatori e tutti i soggetti coinvolti, per il monitoraggio dell'applicazione di questa legge, quando il Senato l'avrà approvata in via definitiva o quando entrerà in vigore, per monitorarne ed eventualmente controllarne l'applicazione, le criticità ed apportare eventuali cambiamenti.

Questo è uno spirito non punitivo nei confronti di nessuno, ma, crediamo, responsabile. Così come abbiamo usato responsabilità nei confronti di tutti, anche di emendamenti che sono venuti da parte di altre forze, compreso Colletti, al quale dico, e chiudo con la citazione del collega Baldelli, che è vero che lui ha il diritto di presentare emendamenti, di non votarli e di fare figuracce, ma oltre i diritti ci sono i doveri, come quelli di non far perdere tempo al Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Io non condivido e noi non condividiamo l'incipit del discorso del collega Verini, perché con orgoglio - e lo dico veramente, con orgoglio - anche noi c'eravamo nella vecchia legislatura e, nel 2015, anche noi abbiamo licenziato positivamente il testo, ma – ecco la differenza con voi e non con Fratelli d'Italia che insieme a noi hanno combattuto questa grande battaglia - noi abbiamo mostrato prima umiltà, apertura al confronto costruttivo e abbiamo cercato - eravamo anche noi presenti - di cambiare il testo, un testo che non andava.

Perché non ci piace l'incipit e non ci piacciono le conclusioni del collega Verini? Perché non si può dire: siccome c'eravamo nella scorsa legislatura e l'avevamo licenziato positivamente, adesso, nonostante il testo, nonostante il complesso e l'articolo 1 vadano contro le imprese, vadano contro i consumatori, solo perché c'eravamo e l'avevamo licenziato positivamente, allora che facciamo? Lo votiamo oggi positivamente?

No, colleghi, oggi il nostro voto dovrà essere, sull'articolo 1, contrario, perché questo articolo, il complesso dell'articolo è contrario non solo al mondo delle imprese - l'adesione post sentenza è un dramma, sarà un dramma per le imprese - ma è contrario anche ai consumatori, a quei consumatori che sono cari a Forza Italia, perché il codice del consumo è nostro, il codice del consumo del 2010 è del Governo Berlusconi, quindi, noi amiamo e prestiamo attenzione sia ai consumatori che alle imprese.

Volevamo un testo che fosse equilibrato e che consentisse e garantisse i diritti di entrambe le parti.

Il testo che stiamo licenziando, colleghi, non è né equilibrato né corretto dal punto di vista della stesura proprio tecnica delle norme. Per questo motivo, noi auspichiamo che, nonostante gli emendamenti… collega Verini, lei ne ha presentati due e ve ne hanno rigettati due; noi ne abbiamo presentati 52 e ce ne hanno accolti tanti; i colleghi di Fratelli d'Italia ne hanno presentati tanti e ne hanno accolti pochi oggi, ma insieme a noi hanno partecipato attivamente alla discussione.

Quindi, il testo di oggi è un testo che noi non possiamo licenziare positivamente ma auspichiamo, Presidente, veramente auspichiamo che nella prossima lettura del testo al Senato il testo possa avere quelle ulteriori modifiche di cui ha bisogno. Mi riferisco all'adesione post sentenza e mi riferisco all'allargamento del criterio soggettivo, perché sulle organizzazioni non ci può essere la delega in bianco conferita al Ministero della giustizia. Mi riferisco, poi, all'ambito oggettivo, perché allargare a tutte le ipotesi di responsabilità extracontrattuale è un danno incalcolabile per le imprese. Infine, mi riferisco ancora al principio dell'allargamento dell'onere probatorio che è, ahimè, demandato al giudice sulla base di indici presuntivi, dati statistici che appartengono - ci hanno detto gli auditi - al codice delle pari opportunità e che già in quella sede hanno dato effetti negativi.

Quindi, noi veramente auspichiamo - e qui concludo, Presidente - che il testo, sul quale noi non possiamo oggi votare nel complesso e sull'articolo 1 non possiamo esprimere un parere positivo, sarà in Senato ulteriormente corretto e, probabilmente, in quella sede saremo in grado di licenziarlo anche noi positivamente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Presidente e onorevoli colleghi, l'articolo 1, ovviamente, è il nucleo fondamentale di questa proposta di legge e devo constatare anch'io che, in questi approfonditi lavori parlamentari di questi giorni, effettivamente i colleghi del PD non hanno quasi completamente toccato palla né in attacco né in difesa e non hanno più di tanto partecipato alla discussione di una proposta che, in realtà, è molto delicata per le conseguenze che avrà non solo sui consumatori ma su tutti i cittadini.

Con alcuni colleghi abbiamo cercato, con gli emendamenti, di limitare i danni su alcuni aspetti di questa proposta che erano lesivi di alcuni princìpi ormai consolidati del nostro ordinamento e ci spiace che solamente in parte siano stati accolti questi emendamenti che cercavano di riequilibrare una proposta che esce troppo sbilanciata e troppo distante da quelli che sono anche gli orientamenti comunitari e da quelli che erano i principi del codice del consumo del 2010.

Per queste ragioni, non possiamo essere completamente soddisfatti del lavoro svolto sugli emendamenti e per dare un segnale costruttivo, visto che ci stanno a cuore i diritti dei consumatori, ci asteniamo sulla votazione dell'articolo 1.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 49).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 791-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 50).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 791-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 51).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 791-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito le relatrici ad esprimere il parere della Commissione.

ANGELA SALAFIA, Relatrice per la maggioranza. Parere contrario, Presidente.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme alla relatrice per la maggioranza.

PRESIDENTE. La relatrice di minoranza, Bartolozzi?

GIUSI BARTOLOZZI, Relatrice di minoranza. Presidente, parere favorevole e chiedo di parlare per dichiarazione di voto sull'emendamento 4.1 Zanettin.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, appena due parole sull'invarianza finanziaria. Noi con questo emendamento abbiamo previsto un appostamento di 300 mila euro e non abbiamo potuto quantificare meglio la somma, ma c'è veramente l'individuazione di una somma che comunque serve. Perché serve? Perché nel provvedimento in esame si prevede la pubblicazione di molteplici atti - il ricorso introduttivo, il ricorso in adesione, l'ordinanza che pronuncia - sul portale. Allora, questo portale costerà. C'è la previsione di un portale telematico, che è nuovo e che avrà dei costi. Dunque, non mi si può parlare di invarianza finanziaria e che c'è il bilanciamento, perché io voglio sapere quali sono - noi vogliamo sapere, scusate - le somme che appostiamo anche dentro il bilancio del Ministero della giustizia. Noi abbiamo diritto di sapere che copertura finanziaria prevede questa manovra.

La stessa collega D'Orso, Presidente, nell'audizione del 1° ottobre - e potete vedere il resoconto stenografico - ha testualmente detto che gli oneri di pubblicità di tutta questa manovra che stiamo mettendo in atto non verranno addossati alle parti e, quindi, non alla parte ricorrente e non alla parte resistente. Io mi chiedo: non le paga neanche il Ministero e allora chi li paga, i giudici? Sono d'accordo, ma qualcuno quindi…

PRESIDENTE. D'Ettore...

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Noi vorremmo comprendere quali sono le somme che pensate siano utili a coprire questo provvedimento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1 Zanettin, con il parere contrario della Commissione e del Governo, con il parere favorevole della relatrice di minoranza e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Ha chiesto di parlare il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Presidente, devo dire che la mia macchina non ha funzionato. Avrei voluto votare contro. Se può prendere nota.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 53).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 791-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

ANGELA SALAFIA, Relatrice per la maggioranza. Il parere sugli identici emendamenti 5.5 Bartolozzi e 5.200 Bazoli è favorevole con una riformulazione: sostituire il comma 2 con il seguente: “Le disposizioni della presente legge si applicano alle condotte illecite poste in essere successivamente alla data della sua entrata in vigore. Alle condotte illecite poste in essere precedentemente continuano ad applicarsi le disposizioni vigenti prima della medesima data di entrata in vigore”.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere favorevole, come riformulato dalla relatrice.

PRESIDENTE. Deputata Bartolozzi?

GIUSI BARTOLOZZI, Relatrice di minoranza. Favorevole e accetto la riformulazione, Presidente. Mi sia consentito un minuto.

PRESIDENTE. Finisco e poi le do la parola. Bazoli, accetta la riformulazione? Sì, a posto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Questo è veramente uno dei punti, insieme a quello dell'adesione post sentenza, più importanti del dibattito sia in Commissione che in Aula. E allora, senza togliere parecchio tempo all'Aula e ai colleghi e perché so che il collega Zanettin interverrà dopo di me, volevo leggervi due righe di un famoso costituzionalista in merito al principio della retroattività: “Come al brocardo tempus regit processum, di recente coniato - era un vecchio processualista - non possa che riconoscersi il fascino ambiguo di un contrappasso, se non proprio di un ossimoro: il tempo del processo non è, per definizione, uno soltanto, e così, tra le tante variabili che un'attività estesa nel tempo inevitabilmente pone, vi è quello della successione delle norme processuali. Soltanto un interprete arbitrario, sia pure spinto dall'ansia di individuare una regola di facile applicazione, può ridurre il conflitto di leggi all'individuazione di una sola tra le varie discipline che il processo potrebbe avere conosciuto nell'arco del suo svolgimento”.

E, allora, perché dicevamo, Presidente, che è importante avere sostenuto e avere veramente fatto una battaglia su questo principio, che è un principio di legalità? La riformulazione che ha fatto la relatrice a noi sta bene, perché in questo modo le imprese non saranno tenute - io dico la parte convenuta, perché potrebbero essere imprese, associazioni di imprese - a rispondere per fatti che sono occorsi dieci anni prima, ma unicamente per fatti accaduti oggi in relazione a contratti magari stipulati dieci anni prima. Quindi, accettiamo la riformulazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, anche noi accettiamo la riformulazione e crediamo che sia l'accoglimento di una modifica importante, perché credo che l'impatto di questa disciplina sia notevole anche dal punto di vista del diritto sostanziale; non stiamo parlando semplicemente di una norma processuale, ma di una norma che ha caratteristiche tali da avere un impatto notevole sul diritto sostanziale. Per cui, era importante che si stabilisse il principio per cui la legge si applica solo alle condotte successive all'entrata in vigore, perché l'obiettivo di questa legge non è solo quello della tutela dei consumatori, ma anche quello di cercare di indurre a comportamenti virtuosi le aziende e le imprese, quindi per un miglioramento della concorrenza e del mercato.

Quindi, crediamo che sia opportuno l'accoglimento di questo emendamento, sul quale anche noi ci siamo battuti. Noi abbiamo fatto pochi emendamenti, lo ricordo, perché noi siamo favorevoli all'impostazione di questa legge; lo eravamo nel 2015 e lo siamo oggi. Forza Italia ha fatto tanti emendamenti perché, improvvisamente, dopo qualche mese dall'approvazione di questa legge, quando hanno alzato la mano anche loro, si sono resi conto che avevano approvato allora una legge vergognosa, una legge indecente... Chissà, magari, tra un paio d'anni cambieranno ancora idea e si renderanno conto che, invece, questa non è una cattiva legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Anch'io volevo registrare con soddisfazione come la maggioranza e la relatrice abbiano accettato questa apertura sul tema della irretroattività di queste norme.

Noi abbiamo già sottolineato, sia in sede di Commissione sia negli interventi che ci hanno preceduto, anche in discussione sulle linee generali, come questo fosse un punto assolutamente critico, perché esponeva le nostre aziende a eventuali azioni che potevano avere anche caratteri devastanti per la portata e per l'innovazione che esse apportavano e per i contenuti che poi si potevano portare.

Questa è una soluzione assolutamente equilibrata, che noi condividiamo. Tra l'altro, il fatto che questa norma non si applichi a fatti del passato consente anche alle aziende di avere un certo tempo. Questa legge entrerà in vigore dopo un anno dalla sua approvazione…

PRESIDENTE. Concluda.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). …e quindi si potranno adottare modelli organizzativi e modelli di compliance che eviteranno nel futuro che possano essere poste in essere condotte lesive dal punto di vista dei diritti dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Questo emendamento conferma il lavoro che è stato fatto in Commissione dal Partito Democratico e penso che sia la risposta anche a chi quantifica dal numero degli emendamenti il lavoro fatto in Commissione. Noi abbiamo difeso questa norma come impianto, abbiamo contribuito a migliorarla e questo ne è l'esempio, perché la retroattività o irretroattività, che era quello che chiedevamo, era un principio su cui ci siamo battuti dall'inizio, così come quello sulle spese anticipate dal convenuto e altre questioni che sono state accolte, che dimostrano anche una cosa: non solo il sancire un principio giuridico sacrosanto come quello dell'irretroattività di una legge che entra in vigore, che esponeva le imprese anche per fatti risalenti…

PRESIDENTE. Concluda.

COSIMO MARIA FERRI (PD). …a dieci anni prima, ma anche dimostra la necessità di rendere dal punto di vista organizzativo piena ed effettiva la funzionalità del portale dei servizi telematici. E voglio ribadire come questa legge sottolinei l'importanza dell'informatizzazione e della tecnologia nel processo anche civile, un lavoro che è stato fatto nel Governo Renzi con il processo civile telematico e che noi rivendichiamo, perché durante il Governo Renzi e il Governo Gentiloni abbiamo investito nell'informatizzazione e in tutto quello che riguarda la tecnologia della giustizia civile; oggi mi auguro che si possa proseguire nel procedimento penale perché chi è al Governo continui su questa strada. Quindi, questo conferma il lavoro importante e gli investimenti che sono stati fatti sull'informatizzazione e questa riforma parte e conta sul portale...

PRESIDENTE. Deve concludere, Ferri.

COSIMO MARIA FERRI (PD). …del Ministero della giustizia, che è stato creato negli anni passati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'articolo 5, per come era stato formulato all'inizio, non ci sarebbe neanche dovuto essere, perché introduceva un modello di retroattività che si collocava al di fuori dei principi di civiltà giuridica del nostro ordinamento.

Solo grazie a un approfondito lavoro in Commissione siamo riusciti - va dato atto a tutti i componenti della Commissione - a fare un approfondimento, una riflessione approfondita, che, per quanto ci riguarda, è riuscita a limitare i danni, perché questa norma, così com'era stata concepita all'inizio, toccava concretamente la vita di molte imprese e di molte persone, con conseguenze potenzialmente devastanti.

Quindi, avere riportato a un principio di logica giuridica questa norma credo che sia stato un buon risultato; sarebbe stato perfetto se fosse stato chiarito, in modo ancora più chiaro e più netto, che ci si riferisce a tutte le condotte lesive in senso ampio concepite dall'articolo 840. La dicitura “illecito” potrebbe indurre qualcuno nell'equivoco di collocarci solo le fattispecie di matrice extracontrattuale e non tutte quelle che sono previste dalla norma. Ma noi riteniamo, anche a seguito del lavoro che è stato fatto in Commissione, che la ratio sia chiara e quindi meglio avere limitato i danni piuttosto che la formulazione iniziale; quindi anche noi siamo favorevoli alla riformulazione e all'accoglimento di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, sarà forse anche vero, come dice il collega Ferri, che le battaglie non si qualificano solamente per il numero degli emendamenti e quindi mettiamo pur da parte i 53 emendamenti di Forza Italia discussi qui in Aula e almeno gli altrettanti in Commissione. Forse non si misurano neanche dal numero degli interventi e lasciamo perdere il numero importante di interventi che Forza Italia ha inteso svolgere su questo testo, su questo tema. Forse non si misurano neanche dalla qualità degli interventi, che io credo sia stata messa in campo, a partire dalla collega Bartolozzi, dal collega Zanettin, il collega D'Ettore, il collega Costa, in Commissione e in Aula.

Ma credo che sia merito di Forza Italia avere aperto la discussione su questo testo, perché, se non fosse stato per Forza Italia, noi saremmo arrivati in Aula, la scorsa settimana, con il testo approvato nella scorsa legislatura (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questa è la verità! Perché Forza Italia l'ha posta in Conferenza dei presidenti di gruppo e l'ha posta altrove, questa questione.

PRESIDENTE. Concluda.

SIMONE BALDELLI (FI). E credo che sia stata una scelta politica molto chiara. E, siccome l'onestà non è solo essere incensurati, ma anche quella intellettuale, mi permetto, Presidente, di riconoscere anche, con onestà, l'apertura almeno su questo punto, che noi abbiamo ritenuto prioritario, da parte della relatrice e della maggioranza, che hanno inteso acconsentire a riformulare un emendamento che sosteneva delle ottime ragioni che Forza Italia ha voluto portare all'attenzione di questa Assemblea (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Presidente, io tengo a precisare ulteriormente un elemento importante: la certezza del diritto. Certezza del diritto, non retroattività. Articolo 3 della Costituzione, principio di uguaglianza: sono i canoni su cui si regge il nostro ordinamento. Grazie all'attività dei colleghi di Forza Italia, che hanno portato avanti questo emendamento, che ha potuto essere accolto da tutti, e quindi aver cancellato il rischio gravissimo del vulnus per il nostro ordinamento che la retroattività avrebbe portato, desidero sottolineare che abbiamo anche rispettato i principi comunitari, perché i principi della compatibilità, dell'attribuzione e della sussidiarietà vengono ora rispettati, cosa che non sarebbe stata se la retroattività non fosse stata cancellata (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Solo per rimarcare ciò che è stato detto dal nostro gruppo: siamo intervenuti spesso, ma su questo tema non potevamo che ribadire un principio, un principio fondamentale, che in questa legge non poteva non essere sancito. Tenendo conto del fatto che nel “decreto dignità”, ad esempio, una norma transitoria così chiara non è stata inserita, e già si stanno vedendo gli effetti distorsivi di questa norma, rispetto al fatto che potevamo con un semplice coordinamento e collegamento risolvere problemi che oggi abbiamo sui contratti a termine, qui per fortuna c'è stato l'ascolto da parte della relatrice di maggioranza e del Governo. Lo apprezziamo. Finalmente avete capito anche voi che il principio è quello della irretroattività, non della retroattività: spero che ve lo ricordiate anche in futuro, anche per i vitalizi, Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, poche battute soltanto per fugare i dubbi che hanno assalito qualche collega che è intervenuto prima sull'interpretazione estensiva alla responsabilità contrattuale dell'emendamento. Nella riformulazione c'è due volte citata la parola: “illecito”, e quindi è evidente che si applica sia per le fattispecie a venire, sia per le fattispecie già accadute. Quindi mi sembra che sotto il profilo dei lavori preparatori, che hanno certamente una grande importanza in termini ermeneutici per le norme, è evidente che questo doppio richiamo - ed è evidente per l'Aula - riguarda tutte le fattispecie, sia di natura contrattuale sia di natura extracontrattuale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 5.5 Bartolozzi e 5.200 Bazoli, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo, nonché del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 54).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 55).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 712-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

ANGELA SALAFIA, Relatrice per la maggioranza. Il parere sull'emendamento 6.1 Vitiello è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza?

GIUSI BARTOLOZZI (FI), Relatrice di minoranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Vitiello 6.1.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (MISTO-MAIE). In verità, sulla scia di quanto detto dai colleghi Ferri e Baldelli, devo rappresentare a quest'Aula che, al netto delle giuste contrapposizioni politiche e dialettiche, in Commissione e nel Comitato dei nove si è fatto secondo me stavolta, e forse per la prima volta dall'inizio di questa legislatura, un ottimo lavoro. E questo grazie alle due relatrici, per la maggioranza e di minoranza, che attraverso il loro confronto propositivo sono addivenute ad una sintesi fra contrapposte opinioni in merito a questo provvedimento. Quindi, secondo me meritano plauso sia la collega Salafia che la collega Bartolozzi, perché si sono validamente contrapposte e hanno prodotto un risultato davvero ottimo; anche grazie naturalmente ai collaboratori della Commissione giustizia, a cui va il merito ogni giorno per il loro contributo (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero, MoVimento 5 Stelle, Lega-SalviniPremier e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Detto questo, a coronamento naturalmente di un provvedimento, questo è l'ultimo emendamento. Io mi permetto soltanto… E attenzione, Presidente, non voleva essere una captatio benevolentiae: tanto ormai, se ho imparato a conoscerle, entrambe non metteranno bocca di nuovo sul mio emendamento. Però ritengo che questa aggiunta, questo secondo comma sia opportuno alla luce proprio di una fra le tante leggi speciali che ho individuato e che va a legiferare in tema di azione collettiva.

Sto parlando del codice delle pari opportunità fra uomo e donna, il decreto legislativo n. 198 del 2006, e penso che possa mettere in crisi l'interprete nella misura in cui sono stati introdotti 16 articoli all'interno del codice di procedura civile. So benissimo, legge generale rispetto alla legge speciale, la legge speciale troverà sempre applicazione; però io ricordo a tutti che la pratica quotidiana riesce a farci comprendere le difficoltà di un interprete - parlo del giudice - che, rispetto a due codici, perché questo decreto legislativo introduce un codice, potrebbe avere delle difficoltà a trovare un viatico per l'applicazione di quale normativa a quale categoria. Perché, attenzione, l'introduzione, che io, tra parentesi, contestavo all'inizio, dell'azione di classe all'interno del codice di procedura civile, inevitabilmente amplia le categorie alle quali si riferisce, non è più soltanto quella dei consumatori. E allora in questo caso effettivamente si può creare una confusione, che da legislatori noi dovremmo in qualche misura scongiurare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1 Vitiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo, nonché del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 57).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 791-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 58).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 791-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato alla Giustizia. Presidente, sull'ordine del giorno Verini n. 9/791-A/1, vi è la proposta di una riformulazione, che leggo: il primo paragrafo diventerebbe: “Il provvedimento in esame di riforma dell'istituto dell'azione di classe costituisce la riproposizione e dunque la prosecuzione di un lavoro cominciato nella scorsa legislatura”; al secondo paragrafo, le parole da: “ci troviamo” a: “legislatura” sono sostituite con la seguente: “ribadiamo”; il terzo paragrafo è soppresso; negli impegni, il primo paragrafo diventa: “a valutare l'opportunità di assicurare il coordinamento tra le norme rispetto alla disciplina europea, una volta approvata, con particolare riguardo al rispettivo ambito di applicazione, al fine di aderire e armonizzarsi alla emananda direttiva”; nel secondo paragrafo, invece, solo all'inizio, sostituire la parola: “a” con le seguenti: “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Andiamo avanti. Ordine del giorno Zanettin n. 9/791-A/2?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato alla Giustizia. Vi è sempre una riformulazione: al secondo paragrafo, il secondo periodo è soppresso, e tutto il terzo paragrafo è soppresso; inoltre, negli impegni le parole che vogliamo tenere sono da “a valutare” a “in premessa”, sopprimendo tutto il resto fino alla fine del paragrafo.

PRESIDENTE. Ordine del giorno Bartolozzi n. 9/791-A/3?

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato alla Giustizia. Parere favorevole con una riformulazione: il quinto paragrafo è soppresso; il sesto paragrafo è soppresso; e negli impegni iniziare invece che con la parola: “ad” con le seguenti: “a valutare l'opportunità di”; stessa cosa per il secondo impegno.

PRESIDENTE. Deputato Verini, accetta la riformulazione?

WALTER VERINI (PD). Presidente, che le devo dire? Il tema è questo: fra pochi mesi arriverà una nuova direttiva europea, noi chiediamo di adeguare, quando sarà, la nostra normativa alla direttiva europea, non “a valutare l'opportunità di”, francamente. Secondo, per dare respiro e tranquillizzare tutti i mondi, diciamo: facciamo un osservatorio di monitoraggio dell'applicazione, teniamoci i consumatori, le imprese e tutte le componenti; perché valutare l'opportunità? O si è d'accordo o non si è d'accordo.

Che dire? Mettiamolo ai voti, perché francamente non capisco perché non si possa essere d'accordo con delle proposte di buonsenso come questa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Quindi, Verini non accetta la riformulazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Verini n. 9/791-A/1, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Ordine del giorno Zanettin n. 9/791-A/2: deputato, accetta la riformulazione?

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Accetto la riformulazione, Presidente, perché questo ordine del giorno riguarda aspetti meramente tecnici e politicamente neutri. Il Governo si impegna ad esaminare meglio e approfondire la questione in termini processuali e in termini sostanziali in vista del lavoro… Comunque accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. Sta bene. Ordine del giorno Bartolozzi n. 9/791-A/3: deputata, accetta la riformulazione?

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. Sta bene. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 791-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Federico Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Presidente, annuncio il voto favorevole del mio gruppo, le motivazioni sono state via via rappresentate. Si tratta di una innovazione di grandissima importanza nel nostro ordinamento giuridico, a cui ha lavorato già lo scorso Parlamento; questo ha migliorato, secondo il mio avviso, un testo che non si pone contro gli imprenditori, ma a favore dei consumatori, facendo una scelta di campo molto netta, che è quella dell'opt-in, cioè della possibilità di adesione successiva alla sentenza, che, con un lavoro in Commissione e in Aula, abbiamo cercato di temperare prevedendo meccanismi più rigorosi di formazione della prova.

Credo che il Senato possa ancora migliorare il testo, che esce comunque qualificato da quest'Aula, e restituircelo per qualche aggiustamento che riguarda, ad esempio, i meccanismi di formazione della prova.

Credo in definitiva che si tratti di un buon provvedimento, che quest'Aula abbia varato anche un metodo di formazione della legge che vede i gruppi interloquire in Commissione, nel Comitato dei nove e in Aula e che questo possa essere il viatico su cui proseguire questo impegno parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 18,20)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, Fratelli d'Italia è da sempre al fianco dei consumatori, dei risparmiatori, dei cittadini che devono difendersi da poteri forti, grandi aziende, che hanno modelli contrattuali e forza economica che rende più difficile la tutela dei loro diritti. Ad esempio, spesso ci siamo ritrovati soli anche in quest'Aula, fino all'ultimo, a difendere le centinaia di migliaia di risparmiatori truffati o messi in ginocchio da un sistema bancario che aveva delle norme assolutamente…

PRESIDENTE. Onorevole Maschio, mi scusi. Colleghi, c'è bisogno di far maggior silenzio, chi non vuole seguire questa fase dei lavori esca in silenzio, prego.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie Presidente, e ci dispiace che ieri non sia stata accolta la nostra proposta sull'urgenza in merito alla riforma della Banca d'Italia, che è uno dei temi su cui con un soggetto che è di proprietà dei soggetti che dovrebbe controllare si possono creare delle difficoltà sul controllo e, quindi, sulla tutela dei consumatori, dei risparmiatori e dei cittadini.

E quindi va bene una proposta che migliori e rafforzi la class action, ma a condizione che ciò non sia fatto in modo tale da stravolgere e destabilizzare ulteriormente il sistema e l'impianto complessivo della giustizia civile. A questo proposito, non si può non ricordare come la proposta di direttiva dell'Unione europea n. 184 del 2018 dà un'indicazione su come debba essere riformata la materia della tutela dei consumatori e come debba essere uniformata a livello comunitario e si aggiunge alla Raccomandazione dell'Unione europea del 2013 che invita anche il nostro legislatore a non aumentare i profili di litigiosità del nostro sistema. E allora, in quest'ottica, rispetto a questo New Deal indicato a livello comunitario, appare un po' in contraddizione questa proposta, che abbandona il modello del codice del consumo del 2010, propone un modello nuovo, che è diverso da quello che probabilmente, tra qualche mese, sarà tenuto ad adottare in coerenza con la normativa comunitaria.

Un secondo aspetto di contraddizione discende dalla scelta di togliere la materia dal codice del consumo trasferendola nel codice di procedura civile e agganciandola in maniera vincolata al processo sommario; questo pone da un lato delle difficoltà anche nella fase istruttoria, nella fase di trattazione, nella fase probatoria, in quanto avremo a che fare con cause con contenziosi molto complessi, perché quelli da parte di gruppi numerosi cittadini nei confronti di grandi imprese saranno processi molto complessi dal punto di vista probatorio e riteniamo che le procedure del processo sommario non siano le più idonee ad approfondire adeguatamente la fase istruttoria, a tutela dei ricorrenti stessi.

E, poi, c'è un altro elemento di incoerenza, perché ci risulta che il Ministro abbia annunciato a breve, nel processo di riforma della giustizia civile, la proposta della uniformazione, della semplificazione dei riti, riducendo tutti i riti civili attualmente esistenti al rito ordinario e al rito del lavoro. e quindi noi oggi andiamo ad applicare il rito del processo sommario a questa fattispecie, quando probabilmente, tra qualche mese, il processo sommario dovrà essere nuovamente uniformato al rito del lavoro, con ulteriori cambiamenti e modifiche e necessità di adeguamento da parte di chi il diritto dovrà applicarlo.

È stata fatta, l'abbiamo detto anche nella discussione sugli emendamenti, una scelta anche di ampliamento dell'ambito oggettivo e dell'ambito soggettivo di applicazione di questa materia e, in particolare, sono stati ampliati notevolmente i soggetti legittimati attivi ad agire, con una notevole apertura nei confronti di organizzazioni e di soggetti che saranno rappresentanti della classe nelle azioni civili che saranno intraprese; dall'altra parte, non è stato fatto altrettanto nei confronti delle imprese, perché non è stato detto in modo chiaro e inequivoco se anche le imprese potranno essere parti attive in questi procedimenti. Quindi, si è ampliata molto la facoltà, sia nelle materie sia nei soggetti, di agire nei confronti delle imprese, ma non è stato consentito alle imprese di fare altrettanto e anche questo crea uno squilibrio rispetto alla situazione attuale.

Per quanto riguarda la retroattività, che era stata introdotta dall'articolo 5, che cozzava in modo pesante con i principi basilari del nostro ordinamento, solo a seguito di una dura battaglia in Commissione e in Aula si è riusciti a limitare se non in tutto, almeno in buona parte, i danni che l'introduzione della retroattività avrebbe causato alle imprese, ai convenuti, ai cittadini tutti. E, quindi, anche su questo non possiamo non contestare quello che era il principio ispiratore con cui era stata impostata questa proposta di legge.

Un altro tema su cui purtroppo il lavoro, in Aula e in Commissione non è stato sufficiente a limitare i danni e a riportare le cose a una normalità è la questione del nuovo articolo 840-sexies e, quindi, della adesione post-sentenza che è sostanzialmente il passaggio dal modello, utilizzando la terminologia straniera dall'opt-in, all'opt-out, che avrà conseguenze devastanti, in quanto alimenterà sicuramente l'opportunismo e l'aumento della litigiosità post-sentenza di soggetti che ex post possono inserirsi in queste procedure e causerà delle difficoltà enormi da parte dei convenuti, che ovviamente saranno le imprese, nel poter prendere le misure, anche dal punto di vista economico, sulla possibilità di transazione con le parti, non potendo individuare fin dall'inizio quali saranno le dimensioni delle transazioni o delle valutazioni che dovranno fare. E, quindi si va da un lato a introdurre un elemento di imprevedibilità sull'esito finale di queste procedure e dall'altro si crea un ulteriore sbilanciamento tra la parte che con sentenza ha già perso e quella che può “vincere” dopo la sentenza stessa. Verrebbe da dire: ti piace vincere facile, cioè dopo una sentenza altrui, che è già stata pubblicata, è già stata compiuta e, quindi, questo crea un'ingiustizia nel sistema e un aumento della litigiosità.

Un altro punto su cui non possiamo essere d'accordo è l'introduzione, con l'articolo 849-bis, del patto di quota lite dei meccanismi premiali nei confronti dei rappresentanti della classe degli aderenti o dei difensori, perché anche questo va ad incentivare ulteriormente la litigiosità, va ad incentivare notevolmente questi soggetti portatori di interessi a inserirsi in procedimenti che diversamente sarebbero conclusi senza questo accanimento da parte dei rappresentanti degli interessi che spesso, ripeto, rischiano di tutelare più il proprio interesse a vedersi riconosciuta una misura premiale che non quello dei consumatori che si vorrebbero tutelare.

Ribadisco il fatto che l'ampliamento dei soggetti legittimati ad agire non è stato bilanciato da una precisa definizione dei requisiti che dovrebbero avere tali soggetti, perché viene demandata a un decreto successivo e questo chiaramente aumenta l'incertezza, toglie chiarezza a una corretta definizione delle parti che legittimamente possono stare nel processo.

Abbiamo cercato, con gli emendamenti, di migliorare alcune di queste incoerenze e ci siamo riusciti solo in parte e pertanto noi possiamo ribadire che siamo al fianco dei cittadini, dei consumatori, ma non vogliamo che essi rischino di essere strumentalizzati da soggetti portatori di interessi non sempre del tutto coincidenti con quelli dei concittadini, dei consumatori stessi che stanno tutelando.

E vado a concludere, Presidente. Quindi, questa legge nasce con un'intenzione buona, ma realizzata male, che non tutela al meglio i diritti dei consumatori e rischia di ingolfare ulteriormente la giustizia civile nel nostro Paese, le cui condizioni sono a tutti voi note, causando un danno ai cittadini stessi.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

CIRO MASCHIO (FDI). Per queste ragioni - e ho concluso, Presidente -, il nostro voto non potrà essere favorevole, ma sarà di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. In un ordinamento moderno, parlare di class action è una cosa importantissima sotto il profilo sia culturale che giuridico: sotto il profilo culturale, perché si dà tutela a una moltitudine di soggetti che agisce per un medesimo fine; sotto il profilo giuridico, perché vi è un principio sotteso, che è quello dell'economia processuale.

Ma, quando si parla di class action, quando il legislatore interviene su una materia così delicata, lo dovrebbe fare con equità ed equilibrio ed è quell'equità e quell'equilibrio che, purtroppo, noi non abbiamo riscontrato nel testo originariamente presentato, allora a prima firma dell'attuale Ministro Bonafede, che poi è diventato il testo Salafia e che noi abbiamo, da ultimo, emendato.

La proposta, così come l'abbiamo avuta all'esame, presentava e presenta forti criticità, che sono figlie di un preconcetto ideologico, che è quello punitivo nei confronti delle imprese; ed è un preconcetto ideologico che il gruppo di Forza Italia non può condividere e non può condividere perché noi siamo sempre stati a favore di entrambe le categorie. Siamo stati a favore dei consumatori quando, nel 2010, il Governo Berlusconi ha contribuito a creare il codice del consumo e siamo da sempre vicini al mondo imprenditoriale. Quel preconcetto, quindi, noi non lo possiamo condividere e da quel preconcetto noi dobbiamo dissociarci.

Allora, con questo spirito, con uno spirito di equilibrio e di equità, abbiamo avuto un approccio costruttivo all'esame del testo, sia in Commissione giustizia, che in Aula, perché più volte ci siamo sentiti dire in Commissione giustizia che, laddove non avessimo risolto i problemi, li avremmo affrontati in Aula. La parola, anzi, l'avverbio “probabilmente” significa, “verosimilmente” significa: in Commissione giustizia io l'ho sentito usare svariatissime volte e quel “probabilmente”, quel “verosimilmente”, purtroppo, è rimasto anche a seguito dell'esame dell'Aula, perché? Perché a questo esame non hanno contribuito molti dei colleghi; noi lo dobbiamo dire con forza: è stato un esame che ha visto sicuramente coinvolti in prima persona, in prima battuta, il gruppo di Forza Italia e i colleghi di Fratelli d'Italia, tutti, nessuno escluso, ha visto un apporto - devo dire - poco significativo del PD, perché con poche proposte e poche argomentazioni ha contribuito alla nascita di un testo migliore, e - lo devo dire in questa sede - un silenzio imbarazzante della Lega, degli amici della Lega, che hanno i nostri stessi principi, i nostri stessi ideali, che hanno come base elettorale quello stesso mondo che appartiene a noi, il mondo delle imprese.

Allora, io mi sarei aspettata, sin dall'esame in Commissione giustizia, un approccio diverso, un approccio che ci avesse aiutato a far comprendere al MoVimento 5 Stelle che l'approccio punitivo nei confronti delle imprese, ma anche dei consumatori - perché quando parliamo di mandato in bianco, quindi di mandato che non viene conferito al rappresentante o all'organizzazione, quando parliamo di delega in bianco al Ministero e non facciamo individuare o non individuiamo i requisiti minimi, perché l'organizzazione possa agire in giudizio - fa danno anche ai consumatori, e a vantaggio di chi? A vantaggio delle associazioni che già un riconoscimento ce l'hanno.

Quindi, se c'è da chiedersi a favore di chi vada questo disegno, ecco, va a favore delle associazioni che, a tutt'oggi, hanno un loro riconoscimento e penso all'Adusbef, penso al senatore Lannutti. Quindi, io mi chiedo: se veramente l'interesse fosse stato quello della difesa, non del danno, non della vessazione delle imprese, ma della tutela del consumatore, perché non abbiamo preteso che l'associazione o l'organizzazione potesse agire unicamente quando l'aderente, ossia chi partecipa all'organizzazione o chi partecipa all'associazione, conferisce mandato? Perché prevediamo che il danno premiale debba essere pagato direttamente al rappresentante comune?

Avere introdotto queste misure e, soprattutto, non essersi aperti al confronto, mi fa pensare che questa sia una manovra a favore di qualcuno, contro sicuramente il mondo delle imprese, contro il mondo dei consumatori e a favore di qualcuno.

Ancora, Presidente, quell'eccesso d'impeto, che è poi sfociato nell'eterogenesi dei fini, per il MoVimento 5 Stelle, io non l'ho notato semplicemente con il testo all'esame; è quella stessa eterogenesi dei fini che io ho potuto constatare con il decreto Bari - il Ministro Bonafede che ci mette la faccia e dice che al 30 settembre tutto è a posto e poi sparisce, nel vuoto più totale -, è quello stesso eccesso d'impeto che io ho visto nell'approvazione del milleproroghe, quando avete detto: sospendiamo fino al 2020 i finanziamenti per le periferie e, guardate, già la regione siciliana, con delibera del 1° ottobre, ha impugnato alla Corte costituzionale il primo atto che questo Governo licenzia.

Allora, il lavoro c'è stato - lo ripeto: il lavoro c'è stato - ed è stato uno sforzo veramente non da poco, da parte sia di Forza Italia, che da parte dei colleghi di Fratelli d'Italia; i problemi restano e sono molteplici, restano sull'adesione post sentenza, restano sull'allargamento dei criteri e, quindi, sull'ambito soggettivo, perché non si individuano i criteri per poter agire in giudizio; restano sotto il profilo oggettivo, perché l'allargamento a tutte le ipotesi di responsabilità extracontrattuale, per noi, è eccessivo; restano sul piano dell'onere probatorio, perché demandare al giudice la possibilità di valutare sulla base di ciò che offre una delle due parti e non entrambe, noi lo riteniamo un arbitrio, lo ripeto, un arbitrio.

E per questo motivo, Presidente - nonostante il fatto che, da ultimo, proprio in limine litis, come si suole dire, noi abbiamo ottenuto quello che riteniamo il risultato più importante, cioè l'accoglimento della proposta emendativa sulla retroattività dell'azione - non possiamo licenziare allo stato questo provvedimento con un voto favorevole.

Noi ribadiamo, l'ho già detto prima, ma lo ribadiamo con forza, l'apertura, noi auspichiamo che nell'ulteriore esame al Senato questo testo possa essere rivisto e corretto, anche grazie all'ordine del giorno per il quale il sottosegretario ha dato parere favorevole, sebbene con riformulazione, per esempio, sui termini processuali.

Allora, esprimo questo auspicio di apertura al confronto, di dialogo costruttivo che può far crescere tutti e può portare a licenziare dei testi non solo tecnicamente corretti, perché è questo che ci avete concesso, delle riformulazioni letterali, per la gran parte degli emendamenti; che questo dialogo costruttivo, che speriamo possa protrarsi in Senato, ci orienti a far licenziare un testo migliore. Quindi, allo stato, Presidente, noi siamo costretti, a malincuore, perché l'importanza di questo disegno la comprendiamo e siamo noi i primi a sostenerla, ad esprimere un parere che non può essere favorevole, ma è di astensione, con l'auspicio che in un'ulteriore lettura presso il Senato il testo possa essere corretto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Il Partito Democratico ha fatto la propria parte, sia in Commissione, sia in Aula, per migliorare il testo di legge che è stato proposto alla nostra attenzione. Si tratta di un testo di legge che riprende e ripropone quanto già l'Aula approvò nella scorsa legislatura e che ha un obiettivo per noi condivisibile e importante, quello di offrire una tutela migliore a diritti collettivi, diritti degli utenti, diritti dei consumatori che, oggi, una tutela adeguata non hanno e che hanno bisogno di speciali procedure per poter essere adeguatamente tutelati.

È vero, noi abbiamo fatto pochi emendamenti in Commissione, pochi emendamenti in Aula, emendamenti di merito qualificanti che puntavano a migliorare il testo e in questo c'è una differenza effettivamente con Forza Italia che sta in una parolina: la parola “coerenza”, perché Forza Italia ha votato questa legge qualche anno fa e oggi improvvisamente si è accorta che la legge è ingiusta, indecente, vergognosa. Noi, invece, siamo coerenti e riteniamo che quella legge, che votammo anche noi qualche anno fa, sia una legge buona, che necessitava di miglioramenti ai quali abbiamo contribuito e sui quali riteniamo anche che nel corso delle successive letture parlamentari si possa ulteriormente intervenire.

Dicevo che è una legge importante perché tutela finalmente in maniera adeguata diritti che altrimenti non trovano riconoscimento nel nostro ordinamento e questa è una cosa importante perché noi sappiamo che ci sono molti diritti dei consumatori, degli utenti di servizi pubblici o, comunque, degli utenti di servizi che, per il loro contenuto esiguo, non vengono fatti valere da chi potrebbe farli valere. Con l'azione di classe, invece, questo diventa possibile e, quindi, si migliora la tutela di questi diritti e si introduce anche un principio di moralizzazione del mercato, perché si inducono le imprese e le aziende erogatrici di servizi a comportamenti virtuosi che altrimenti, in assenza di un procedimento come questo, non sarebbero probabilmente perseguiti allo stesso modo.

Quindi, riteniamo che sia una misura opportuna e riteniamo anche che sia coraggioso e giusto aver introdotto vistose eccezioni al principio generale di funzionamento del processo civile con l'introduzione, appunto, di una nuova norma complessiva all'interno del codice di procedura civile che introduce alcune particolarità, alcune eccezioni che sono finalizzate a garantire quella tutela che noi vogliamo garantire e, cioè, in particolare alcune eccezioni al principio del contraddittorio e alcune eccezioni anche al principio di efficacia della sentenza, il famoso opt-in. È vero: è una grande eccezione rispetto al procedimento ordinario, ma è un'eccezione che si giustifica con l'esigenza di tutelare quei diritti. In altri ordinamenti è previsto - lo ricordo - l'opt-out. Questo significa che tutti gli appartenenti alla classe, a prescindere dal fatto che abbiano fatto l'azione e che aderiscano successivamente, hanno diritto di avvalersi della sentenza che riconosce i loro diritti. Noi non siamo arrivati a tanto, né allora né oggi. Noi abbiamo cercato una soluzione intermedia, che consente di aderire successivamente entro un certo termine.

È vero: su questo ci sono, dentro al provvedimento che abbiamo approvato, alcune cose che devono essere migliorate e facevano parte dei nostri emendamenti, di alcuni emendamenti qualificanti che noi abbiamo introdotto e che abbiamo cercato di far votare e sui quali noi speriamo che nel successivo passaggio parlamentare ci sia una maggiore attenzione da parte dell'attuale maggioranza. Mi riferisco, in particolare, ad alcune condizioni che vanno messe all'esercizio dell'opt-in, cioè all'adesione successiva, perché non possiamo permetterci, una volta che abbiamo introdotto questa vistosa eccezione al principio del contraddittorio e al principio di funzionamento del processo ordinario, anche di introdurre eccezioni alla regola della formazione della prova, cioè eccezioni sulle modalità con le quali il giudice deve convincersi dell'esistenza di un diritto. Su questo ritengo che un passo ulteriore la maggioranza debba farlo, perché riteniamo che altrimenti si altera l'equilibrio, faticoso e difficile, che noi dobbiamo mantenere tra la tutela di quei diritti e l'esercizio della difesa. Quindi, su questo riteniamo che sia necessario un ulteriore passaggio.

Così come riteniamo che sia ulteriormente necessario ridimensionare un aspetto che dentro a questa proposta di legge c'è e che riguarda il compenso premiale per gli avvocati, perché questo - e, cioè, una sorta di patto di quota lite - introduce nell'ordinamento un principio che, secondo noi, è nocivo ed è rischioso perché alimenta il conflitto, alimenta il contenzioso, aumenta i costi del giudizio e disincentiva le transazioni e, quindi, in qualche modo va contro un principio di economia processuale. Riteniamo che questo sia un principio pericoloso da introdurre nell'ordinamento e che vada, quindi, adeguatamente corretto.

Riteniamo altresì che sia opportuno rallentare l'iter di questo provvedimento, perché noi abbiamo fatto un po' le corse in Commissione e in Aula e voglio smentire quanto ha detto il collega Baldelli.

Anche noi in Commissione abbiamo chiesto di discutere e che si potesse discutere adeguatamente questa proposta di legge. Non è vero che solo Forza Italia si è, diciamo, erta a difensore della necessità di approfondire. Anche noi l'abbiamo fatto e l'abbiamo fatto perché sapevamo che c'era da migliorare quel testo, così come abbiamo cercato di fare. Ma ora io credo che sia opportuno aspettare e riflettere, perché è in arrivo la direttiva europea che prenderà in considerazione la disciplina della tutela dei diritti degli utenti e dei consumatori e noi non possiamo permetterci di fare le corse per approvare una norma che poi rischia di dover essere cambiata in funzione dell'arrivo di una direttiva che magari modifica alcuni aspetti di questa norma. Per cui, il nostro suggerimento è di rivedere alcune questioni e attendere, però, l'entrata in vigore della direttiva.

Da ultimo, io credo che sia una buona regola di comportamento, che deve assistere tutte le leggi che noi introduciamo nell'ordinamento e, in particolare, quelle delicate, che hanno un delicato bilanciamento tra interessi diversi come è il provvedimento in esame, monitorare l'entrata in vigore, cioè monitorarne l'applicazione una volta che la legge sia entrata in vigore, perché noi non possiamo permetterci un'applicazione nella quale ci rendiamo conto che c'è uno squilibrio evidente e, invece, dobbiamo intervenire prontamente per correggere eventuali squilibri.

Detto tutto ciò, il Partito Democratico ritiene che sia stato fatto un buon lavoro di miglioramento ma che vi siano ancora margini rilevanti di miglioramento, sui quali auspichiamo che nel prosieguo dell'iter parlamentare si intervenga prontamente. In ogni caso noi siamo favorevoli perché riteniamo che questa proposta di legge introduca un miglioramento sostanziale nella tutela di diritti che oggi non hanno adeguata tutela. Per cui, il Partito Democratico voterà favorevolmente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bisa. Ne ha facoltà.

INGRID BISA (LEGA). Presidente, grazie. Onorevoli colleghe e colleghi, rappresentanti del Governo, siamo oggi chiamati a votare la proposta di legge che introduce l'azione di classe quale nuovo titolo del codice di procedura civile. Si tratta di una proposta di legge coraggiosa ma, d'altro canto, questo Governo è nato per fare scelte coraggiose (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-SalviniPremier e MoVimento 5 Stelle) e la class action è frutto di una scelta che, da un lato, dà uno strumento ai cittadini per tutelarsi perché altrimenti non adirebbero la giustizia per l'esigua entità del danno lamentato e l'eccessivo costo di una causa azionata come singolo; dall'altro lato, è volta a stimolare una concorrenza e una correttezza del mercato. La class action è indice senz'altro di un'evoluzione sia sul piano giuridico sia culturale, perché rappresenta un utile strumento di aggregazione e di economia processuale e l'Italia ha necessita di spiccare il volo perché per troppo tempo paletti, vincoli europei e Governi di sinistra hanno tarpato ali e lasciato i cittadini al loro destino (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e MoVimento 5 Stelle).

È fondamentale, quindi, che le nuove discipline che verranno introdotte nel nostro Paese, anche in ambito giuridico, siano equilibrate ed eque, volte a disincentivare iniziative temerarie e speculative e volte ad assicurare giudizi non eccessivamente onerosi a carico delle imprese. Equità ed equilibrio sono, quindi, le basi per delineare un modello di azione di classe efficace e orientata a quello che dovrebbe essere il suo principale obiettivo, che è volto a superare la cosiddetta “apatia razionale” del soggetto danneggiato il quale, vuoi per l'esiguità del pregiudizio subito, vuoi per la sproporzione nei rapporti di forza col danneggiante, non agirebbe in assenza del rimedio collettivo.

In Italia non siamo all'anno zero per disciplina di classe, ma abbiamo trovato un anno zero per assenza di certezza della pena, per mancanza di strumenti alle forze dell'ordine per tutelarsi e per tutelare un'Italia invasa da clandestini che non scappavano dalla guerra, ma che erano solo oggetto di grande business, un'Italia abbandonata dall'Europa, che con ingordigia ha preteso, senza nulla dare in cambio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

Ma la Lega non ha paura e con la sua compagine di Governo sta lavorando sodo per riportare l'Italia parte attiva nelle scelte politiche mondiali. Un piccolo riconoscimento da parte dell'Europa c'è stato in occasione dell'adozione della raccomandazione del 2013, quando l'azione di classe ha rappresentato un po' un paradigma, una sorta di best practice di riferimento. Sembra, però, un riconoscimento scarno, che ha il sapore di essere poco più di un biscotto dato ai bimbi per farli tacere. L'Italia ha finito di tacere, di subire le scelte altrui e limitarsi ad obbedire (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

Abbiamo lavorato molto in Commissione per migliorare il sistema attuale di azione di classe con dei correttivi puntuali. Il progetto ha una valenza culturale importante perché elimina la maggior parte dei limiti evidenziati dagli auditi in Commissione giustizia. Elementi di garanzia e di cautele come l'individuazione del foro di competenza, il filtro di ammissibilità della domanda, la reclamabilità dell'ordinanza davanti alla corte d'appello che decide sull'ammissibilità dell'azione, la legittimazione a proporre la class action che viene attribuita alle organizzazioni e alle associazioni iscritte in un elenco pubblico istituito presso il Ministero della giustizia, di concerto con il Mise: tutte migliorie apportate in sede emendativa in Commissione. E, poi, come non ricordare l'irretroattività del provvedimento. In ogni caso, resta fermo il diritto dell'azione individuale, e questo è bene ricordarlo.

Particolarmente incisiva risulta anche la parte introdotta in Commissione relativa all'esibizione delle prove. Il giudice potrà ordinare al convenuto di esibire quelle rilevanti, che rientrano nella sua disponibilità, individuando specificatamente e in modo circoscritto gli elementi di prova o le rilevanti categorie di prove oggetto della richiesta e dell'ordine di esibizione. Pertanto, sulla base di queste premesse, la Lega voterà a favore della proposta di legge relativa all'azione di classe che oggi abbiamo esaminato in quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-SalviniPremier e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Saitta. Ne ha facoltà.

EUGENIO SAITTA (M5S). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, il testo che stiamo per votare interviene in materia di class action; istituto che, lo voglio ricordare, è stato introdotto nel codice del consumo dall'allora Governo Berlusconi.

Il modello al quale ci siamo ispirati, ed è il modello per eccellenza nel mondo, è il modello della class action americana. Un istituto che permette automaticamente a tutti i cittadini che appartengono a una classe e che hanno subito un danno da una condotta illecita posta in essere da un'impresa l'automatico risarcimento. È un istituto forte, ma è un istituto che in Italia è risultato poco efficace; è un istituto, inoltre, limitato solo ed esclusivamente, quanto alla legittimazione, ai consumatori.

La conseguenza di tutto ciò è stato che i cittadini che subivano un danno da un abuso, da una condotta illecita posta in essere da un'impresa, non avevano ristoro dei danni che avevano subito, e anche le stesse imprese, in mancanza di un'azione di classe forte, hanno patito un danno, che è quello della concorrenza sleale dettata dai comportamenti sleali posti in essere dai concorrenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Il testo che abbiamo presentato in Commissione è lo stesso identico testo che è stato votato all'unanimità da quest'Aula nella scorsa legislatura. Tutti lo hanno votato, destra, sinistra, Movimento 5 Stelle, e poi quello stesso testo è finito in Senato dentro un cassetto, rimasto sepolto, e non è stato più ridiscusso, non è stato più affrontato in quella Camera. Sinceramente non so il perché, non è stato giustificato: non so se per mancanza di coraggio o per trascuratezza delle allora forze di Governo.

Però, oggi abbiamo la possibilità di dare ai cittadini un importantissimo strumento di tutela dei propri diritti. Il testo è il frutto di un contributo costruttivo che tutte le forze politiche hanno prestato. Abbiamo dapprima trovato un'intesa, abbiamo migliorato quel testo insieme ai colleghi della Lega e abbiamo aperto anche ai propositi e alle istanze positive delle forze di minoranza. Prova di questo sono gli innumerevoli emendamenti che abbiamo approvato, non solo in Commissione, ma anche in Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Con questo testo tutti i cittadini che subiscono un danno, sia esso di modesta entità, faccio l'esempio dei tre euro indebitamente addebitati ai consumatori dalle imprese telefoniche o, ad esempio, i danni gravi che subiscono i cittadini che si trovano in determinate zone vicino ai petrolchimici o alle imprese che non hanno posto in essere i giusti mezzi per il trattamento dei rifiuti, oggi hanno ristoro, oggi hanno la possibilità di azionare un'azione di classe che non è più vincolata, non è più ristretta solo ai consumatori, ma è una tutela generalizzata ed è un istituto generale che si trova all'interno del codice di procedura civile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ma tale strumento non guarda solo ed esclusivamente ai cittadini, ai consumatori, agli utenti; guarda anche all'impresa. Le imprese agricole, ad esempio, che acquistavano dei prodotti dalle multinazionali, che magari non indicavano tutte le controindicazioni nell'utilizzo di quei prodotti, utilizzandoli, potevano avere un danno proprio per la mancanza di quelle controindicazioni. Con il vecchio codice del consumo, con la vecchia azione nel codice del consumo, non trovavano ristoro, mentre oggi, con un'azione generalizzata, possono avere e possono azionare l'azione di classe (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). L'approvazione di questa legge è, dunque, un segnale forte che questo Parlamento, questa Camera, può e deve dare ai cittadini onesti e alle imprese oneste (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 19)

EUGENIO SAITTA (M5S). Alla luce di queste considerazioni, alla luce anche del lavoro che è stato fatto in Commissione, del lavoro che è stato fatto in Aula e, soprattutto, alla luce del precedente voto unanime, mi aspetto che questi cartelloni siano completamente verdi, con la consapevolezza, però, questa volta - e dico: questa volta - che il testo, che è stato approvato qui o che verrà approvato qui alla Camera e passerà al Senato, verrà sicuramente discusso e verrà sicuramente affrontato al Senato, perché questo Governo e questa maggioranza, quando decide e quando annuncia di voler fare un provvedimento a favore dei cittadini, alla fine lo porta a termine, alla fine lo fa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Per queste ragioni e con il sorriso in bocca, con forza e con orgoglio, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di intervenire per un ringraziamento la presidente della Commissione giustizia, Giulia Sarti. Ne ha facoltà.

GIULIA SARTI, Presidente della II Commissione. Presidente, intervengo solo per ringraziare tutti. Questa è la prima proposta di legge di iniziativa parlamentare della Commissione giustizia che arriva in Aula in questa legislatura, e vorrei davvero porgere tutti i più grandi ringraziamenti ai commissari di maggioranza e opposizione, perché insieme si è arrivati a questo testo, che è migliorativo rispetto a quello approvato nella scorsa legislatura. Quindi, davvero un ringraziamento a tutta la Commissione giustizia (Applausi).

(Coordinamento formale - A.C. 791-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

Ha chiesto di intervenire per un ringraziamento il Ministro Bonafede. Ne ha facoltà.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Presidente, solo per ringraziare tutti i parlamentari di maggioranza e di opposizione per il lavoro che è stato portato avanti su una proposta di legge secondo noi molto importante. Credo che sia stato un bell'esempio - se mi è consentito sottolinearlo - di dibattito parlamentare molto costruttivo, che è arrivato ad un ottimo risultato. Grazie a tutti (Applausi).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 791-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Ricordo che al termine del voto vi sarà una commemorazione, quindi di non lasciare l'Aula.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 791-A:

“Disposizioni in materia di azioni di classe”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 60) (Applausi).

Nella ricorrenza della giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione (ore 19,05).

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Care colleghe e colleghi, come sapete ricorre oggi la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione, istituita dalla legge n. 45 del 2016, per ricordare chi ha perso la vita nel tentativo di emigrare verso il nostro Paese, per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria. Il Parlamento ha scelto questa data in quanto il 3 ottobre 2013 un'imbarcazione carica di migranti, in maggioranza eritrei, affondò a mezzo miglio dalle coste di Lampedusa: ci furono 368 morti accertati, altri 20 presunti, 155 superstiti di cui 41 bambini. Un'immane tragedia, che ha lasciato una traccia indelebile nelle coscienze di quanti ne furono diretti testimoni e di tutto il nostro Paese.

Il quinto anniversario di quella strage deve costituire l'occasione per ricordare a tutti che dall'inizio dell'anno, secondo i dati dell'UNHCR, risultano morte e disperse nel Mediterraneo almeno 1.720 persone: un costo umano inaccettabile. Voglio qui ringraziare la Capitaneria di porto e la Marina militare per l'impegno enorme che hanno profuso e che stanno profondendo per salvare vite in mare (Applausi). Non è soltanto un obbligo posto dal diritto internazionale, ma un dovere assoluto che discende dalla nostra natura di esseri umani (Applausi).

Invito l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi).

Secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno è rinviato alla seduta di domani.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo adesso agli interventi di fine seduta

Ha chiesto di parlare la deputata Flora Frate. Ne ha facoltà.

FLORA FRATE (M5S). Presidente, onorevoli colleghi, l'istituto professionale socio-sanitario ha lo scopo di formare professionalmente i ragazzi come operatori socio-sanitari. Tuttavia il diploma conseguito di per sé non è abilitante: infatti per esercitare la professione è necessario iscriversi ad un corso regionale a pagamento. Oltre il danno, la beffa: non soltanto un titolo senza alcuna spendibilità lavorativa al termine di un ciclo di studi di cinque anni, ma soprattutto la difficoltà per molti di sostenere una spesa di diverse migliaia di euro.

Si rammenta che l'articolo 1, comma 4, del decreto legislativo n. 61 del 2017 recita testualmente: “Il sistema dell'istruzione professionale deve garantire che le competenze acquisite nei percorsi di istruzione professionale consentano una facile transizione nel mondo del lavoro e delle professioni”. Ebbene, per i diplomati socio-sanitari la transizione nel mondo del lavoro non è affatto facile, anzi.

L'impegno dev'essere quello di dare risposte concrete ai giovani che terminano un percorso di istruzione professionale e la cui unica richiesta è quella di poter lavorare nell'ambito in cui si sono formati. Consentire ai diplomati di accedere direttamente al mercato del lavoro senza dover frequentare corsi regionali a pagamento significherebbe anche un miglioramento delle prestazioni sanitarie, trattandosi di operatori dotati delle giuste competenze. Non a caso (e concludo) alcune città hanno bandito concorsi per operatori socio-sanitari, che, oltre alla qualifica regionale, devono essere in possesso di un diploma quinquennale. Come sempre, bisogna partire dalla scuola per pensare il futuro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Presidente, prendo la parola per annunciare il deposito di un atto ispettivo al Ministro della salute, per una situazione che ormai reputo, e non solo io, inaccettabile; e che riguarda l'articolo 32 della Costituzione, che recita testualmente che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività. Questo anche per richiamare l'attenzione del Governo su una situazione dei lavoratori della sanità del nostro Paese, e in particolare su quella degli infermieri. Com'è noto, durante lo scorso mese di maggio è stato firmato un nuovo contratto nazionale per le professioni sanitarie, che i sindacati degli infermieri hanno deciso di non sottoscrivere.

Oltre a non accettare un aumento dello stipendio che è stato considerato misero, nel testo del contratto del comparto sanità sono anche spuntate alcune innovazioni che sono tutt'altro che rispettose della dignità e del lavoro di questa categoria degli operatori sanitari, tra queste il ritorno allo straordinario obbligatorio e l'abolizione del diritto di pausa per chi lavora sui turni.

È stata addirittura cancellata la norma che prevedeva per i turnisti il diritto di pausa della mensa, davvero devo dire un regresso rispetto a diritti di lavoratori che sono fondamentali per il funzionamento del nostro sistema sanitario nazionale. I sindacati degli infermieri sono stati anche esclusi dai tavoli per la contrattazione integrativa.

Oltre al problema inerente al contratto nazionale, esiste - e questo è enorme - quello relativo alla carenza di assunzioni. Nel pubblico impiego gli infermieri sono circa 270 mila, oltre 50 mila in meno rispetto a quelli che sarebbero necessari secondo gli standard dell'Organizzazione mondiale della salute. Il prossimo 13 ottobre sarò a Udine per prendere parte a un convegno organizzato dall'Ordine delle professioni infermieristiche e porterò la mia solidarietà a tutti gli infermieri.

In questa sede - e concludo, Presidente -, invece, presso la Camera dei deputati non posso che lanciare un appello al Ministro del lavoro e a quello della sanità, Giulia Grillo, perché prendano a cuore le istanze di una categoria fondamentale per la salute di quanti sono purtroppo ammalati, e comunque di tutti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Presidente, volevo sottoporre alla sua attenzione e, ovviamente tramite lei, chiedere alla Ministra Grillo di poter riferire in Aula rispetto ad una vicenda che ci preoccupa molto, preoccupa la salute dei cittadini. In particolare, mi riferisco a quello che sta accadendo nella regione Veneto, dove sono stati già accertati oltre 160 casi, e nella regione Friuli-Venezia Giulia, dove i casi di contagio sono ormai 27, e siamo ahimè alla terza vittima: mi riferisco alla cosiddetta febbre del Nilo. È una epidemia che sta colpendo alcune aree del nostro Paese, che si accompagna ad un'altra epidemia per noi altrettanto importante e che deve essere attenzionata, che ha colpito in particolare la regione Lombardia e che riguarda alcuni casi di legionella, che poi hanno determinato anche la morte per complicazioni di alcune persone. Quindi, vorremmo chiedere suo tramite, Presidente, di poter far sì che ci sia un intervento in Aula della Ministra Grillo, che possa riferire a quest'Aula circa la situazione dei contagi che hanno riguardato in particolare le aree che ho citato, quali sono le misure che sono state adottate dal Ministero della Salute per limitare i contagi stessi, e quali sono gli interventi che il Ministero intende fare, anche perché, ahimè, si tratta di epidemie che ormai sono note al nostro Paese. In particolare, la febbre del Nilo risale nella sua prima apparizione alla fine degli anni Novanta, ma ora è particolarmente invasiva e, come ripeto, ha causato già diverse vittime.

Quindi, Presidente, per suo tramite, e insieme anche al collega De Filippo, vorremmo chiedere alla Ministra Grillo di presentarsi in Aula per riferire al Parlamento circa lo stato delle cose e dei fatti che abbiamo ricordato e citato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Troiano. Ne ha facoltà.

FRANCESCA TROIANO (M5S). Presidente, colleghi, il tema di una nuova politica di gestione dei rifiuti si fa sempre più rilevante in Italia. Mi permetto di portare in quest'Aula la voce della mia terra, La Capitanata, zona dalle bellissime risorse naturali ma anche, allo stesso tempo, violentata da scarichi abusivi di rifiuti. Mi faccio qui portavoce del lavoro di due attivisti del movimento, Grazia Manna e Carmine Soccio, due cittadini che, come tanti altri sul territorio nazionale, si battono per la loro comunità.

Giusto un paio di brevi esempi per descrivere lo stato di degrado nel quale versa La Capitanata. Solo di recente la regione Puglia ha approvato il piano di bonifica della discarica di rifiuti tossici nel comune di Troia, con 120 mila tonnellate di scorie pericolose e tossiche giacenti in una serie di capannoni abbandonati, un costo sul territorio stimato di 13 milioni di euro, una situazione che si trascina da decenni.

Un altro esempio è quello del giugno 2017, con una condotta criminale del clan dei Casalesi: oltre 300 mila tonnellate di rifiuti speciali gettati su 60 ettari di terreno a uso agricolo, e decine sono gli episodi degli sversamenti di fanghi dalla dubbia qualità che avvengono nelle campagne del Gargano, tra cui quelle tra Siponto e Zapponeta. Di “Terre dei fuochi” silenti in Italia ce ne sono parecchie.

Colleghi, ognuno di noi ha vissuto nei suoi territori esperienze di degrado e incuria ambientale, è nostro compito primario quello di agire nella direzione di una maggiore tutela del territorio, per rispettare noi stessi e le nostre comunità. Sono convinta di come il Governo sia in grado di apportare tutti quei correttivi tali da poter sanare ferite che devastano le nostre zone, in Capitanata come nel resto d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Testamento. Ne ha facoltà.

ROSA ALBA TESTAMENTO (M5S). Presidente, colleghi, prendo la parola per portare all'attenzione dell'Aula la critica situazione ambientale e sanitaria che riguarda la Piana di Venafro, una zona del Molise accerchiata da ben tre tra inceneritori e cementifici che bruciano tonnellate di rifiuti all'anno: si tratta dell'impianto HERAmbiente di Pozzilli, del cementificio Colacem di Sesto Campano e dell'inceneritore ACEA di San Vittore.

Sono tanti anni che si osserva nella Piana di Venafro l'aumento di gravi patologie tumorali, leucemiche, cardiocircolatorie, respiratorie e tante altre gravi patologie, nonché l'aumento di aborti spontanei che colpiscono fasce sempre più ampie di persone, in particolare anche giovani, tanto che sono nate anche delle associazioni cittadine a Venafro di donne, di mamme, mamme per la salute e per l'ambiente, che hanno pagato con i propri soldi, raccogliendo fondi da parte dei cittadini, delle analisi per poter avere dei dati scientifici oggettivi da poter presentare alle amministrazioni. Questo perché nella regione Molise ancora non è attivo il registro tumori, in quanto non è stato ancora approvato il regolamento regionale sul trattamento dei dati personali, nonostante le continue sollecitazioni fatte da consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle, in minoranza. A ciò si aggiunge che nel 2015 è stato istituito il Piano regionale integrato per la qualità dell'aria dalla regione Molise, ma a tutt'oggi, colleghi, dopo tre anni, ancora non è stato approvato dal consiglio regionale, nonostante i continui sforamenti dei valori di PM 10, PM 2,5, di CO2 e di benzene.

Quindi, il territorio venafrano è una vera e propria “Terra dei fuochi”, caratterizzata non solo dall'inquinamento dell'aria ma anche di quella del suolo e delle acque, a causa dell'interramento e del riversamento nelle acque di rifiuti tossici. Una “Terra dei fuochi” in cui da troppo tempo i cittadini sono lasciati soli, lottano senza risultato, ed è per questo che ho presentato un'interrogazione al Ministro dell'Ambiente e al Ministro della sanità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Coin. Ne ha facoltà.

DIMITRI COIN (LEGA). Signor Presidente, colleghe e colleghi deputati, chiedo l'attenzione di quest'Aula rispetto ad un fatto di inaudita gravità che si è verificato a Fontane di Villorba. Mi sto riferendo alla mattanza che appunto si è verificata a Fontane, vicino a Treviso. La chiamo mattanza, e così lo stanno facendo anche tutti i mezzi di comunicazione, perché non so trovare altre parole: un ragazzo di vent'anni morto e altri sei ragazzi feriti gravemente, che assieme a lui celebravano un addio al celibato. Gli autori sono già stati individuati e arrestati dalle forze dell'ordine: due rumeni che, a quanto sembra, mal sopportavano il rumore di chi festeggiava.

Di fronte a quanto accaduto, il mio pensiero va a Igor, un ragazzo moldavo che si era perfettamente integrato nella comunità dove viveva, cioè Fontane di Villorba, alle porte di Treviso, ed aveva anche perfezionato tutto il suo percorso scolastico, ed alla sua famiglia. Però è ora di dire “basta” alle violenze che subisce il nostro territorio ad opera di immigrati criminali.

I buonisti nascondono a questo proposito, per i loro interessi propagandistici, dati oggettivi ed incontrovertibili. Nei primi sei mesi del 2018 su 429 mila persone denunciate, più di 138 mila, ovvero il 31,9 per cento, sono cittadini stranieri, che rappresentano, però, appena l'8 per cento della popolazione presente in Italia, e questi sono dati del Ministero dell'Interno.

I parlamentari della Lega ringraziano Matteo Salvini per avere presentato, nei giorni scorsi, il cosiddetto decreto sicurezza, che presto sarà discusso nelle Aule parlamentari; lo ringraziano due volte per essere entrato nel merito e avere affrontato, per la prima volta in modo serio e credibile, una vera e propria emergenza che vivono molti territori del nostro Paese, per averlo fatto con coraggio e sopportando quotidiani, pesantissimi e inusuali insulti provenienti da ampi settori della carta stampata e dell'informazione in generale contro la sua persona. Sono insulti nei confronti dei quali il Ministro dell'Interno ha risposto con il sorriso, come deve fare una persona che sa di essere nel giusto e interpretare la situazione di insicurezza e, in alcuni casi, di vera paura in cui vivono tanti cittadini del nostro Paese.

Quanto è accaduto a Fontana di Villorba conferma in particolare un altro dato, che non si può sottacere: la pericolosità di molti membri della comunità romena presenti in Italia e non voglio citare gli ultimi recenti episodi di rapine in villa piuttosto che di orecchi mozzati.

Noi chiediamo, a questo proposito, che la magistratura faccia il suo lavoro rapidamente, faccia giustizia e, una volta accertate in modo certo le responsabilità, i responsabili siano condannati e scontino la pena nel loro Paese, perché con la Romania c'è un accordo bilaterale che lo consente, così come si dovrebbe fare con tutti gli altri Paesi da cui provengono questi immigrati criminali. E anche qui ringraziamo il Ministro dell'interno, che sta procedendo con impegno in questa direzione.

Chiediamo anche, relativamente alla situazione del territorio di Treviso, di operare in maniera preventiva, individuando presenze non gradite e pericolose. Un ringraziamento doveroso va alle forze dell'ordine per la professionalità con cui ha affrontato questa inusuale, per Treviso, emergenza e quella relativa all'attentato di metà agosto nella sede provinciale dalla Lega di Treviso, che per quattro anni ho avuto l'onore di gestire, dove un reparto degli artificieri ha disinnescato un ordigno con innesco meccanico mediante un'invisibile filo da pesca, in grado di uccidere. Solo un'azione di monitoraggio e, se necessario e - passatemi il termine - di bonifica del territorio, con queste azioni solamente, si potranno evitare tragedie analoghe a quella che si è consumata nei giorni scorsi e a quella che è stata evitata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giovanni Russo. Ne ha facoltà.

GIOVANNI RUSSO (M5S). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, vorrei segnalare alla vostra attenzione che sabato 29 settembre scorso, durante la partita Juventus-Napoli, sono stati intonati ben sette cori tutti di natura offensiva. Destinatari di questi cori razzisti sono stati il popolo e la città di Napoli, i suoi tifosi, i suoi giocatori e il suo allenatore, chiamato ripetutamente “maiale”. Il calciatore Coulibaly, poi, è stato oggetto di epiteti e di cori di stampo razzista.

Il giudice sportivo ha chiuso la curva per un turno e ha irrogato una sanzione di 10 mila euro perché vi sono stati cori insultanti di matrice territoriale, reiterati e aggravati dalla recidiva specifica.

Quello dei cori razzisti di matrice territoriale continua ad essere un fenomeno vergognoso, che danneggia non solo i veri tifosi, ma offende il sentimento nazionale e alimenta l'odio razziale nei confronti di coloro che, a causa del colore della pelle, sono identificati come diversi.

Facendo una rapida ricerca su Internet, ho scoperto, con grande raccapriccio, che vi sono addirittura dei siti dove si possono votare i migliori cori da stadio contro altre squadre, in particolar modo contro il Napoli. Sarebbe il caso che questi siti venissero chiusi, sia per il contenuto fortemente razzista che promuovono, ma soprattutto perché divulgatori di un vero e proprio bullismo sportivo.

Non sono questi i valori del calcio, non sono questi gli esempi che educano le giovani generazioni ai valori dello sport, del rispetto delle regole e della correttezza. Concludendo, signor Presidente e onorevoli colleghi, con la solidarietà dovuta alla città offesa, non mi rimane che dire soltanto due parole: forza Napoli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pellicani. Ne ha facoltà.

NICOLA PELLICANI (PD). Presidente, intervengo per porre l'attenzione dell'Aula alla questione del Mose, il sistema di paratoie mobili in costruzione per difendere Venezia dall'acqua alta. In particolare, intendo informare la Presidenza di avere inviato una lettera al Presidente della Commissione ambiente chiedendo che si svolga una missione in loco, a Venezia, un'esigenza che si rende quanto mai opportuna alla luce di una serie di criticità che stanno emergendo quotidianamente.

Mi riferisco al blocco dei lavori, fermi da oltre un anno, mi riferisco alla conflittualità tra impresa e commissari straordinari del Consorzio Venezia Nuova, mi riferisco alla diversità di vedute emersa in più occasioni tra gli stessi commissari e il provveditore alle opere pubbliche del Triveneto, criticità emerse anche nel corso delle audizioni che si sono svolte in Commissione, tuttora irrisolte. È perciò necessario svolgere tutte le azioni possibili per rendere chiara e trasparente la realizzazione di un'opera pubblica già costata alla collettività oltre 5 miliardi e mezzo e giunta al 94 per cento dei lavori.

La missione, signor Presidente, avrebbe perciò come scopo quello di fornire un'analisi sul campo della complessa materia e di oggettiva constatazione non solo dello stato dell'arte, ma di tutto ciò che riguarda il completamento e la gestione futura del Mose qualora i lavori vengano terminati, altrimenti rischia di restare la più grande opera incompiuta d'Europa.

Le chiedo quindi, signor Presidente, di farsi parte attiva per rendere possibile la missione a Venezia, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Signor Presidente, intervengo per sollecitare una risposta all'interrogazione n. 5-00247, del 25 luglio. Con questo atto si chiede di sapere quali siano gli orientamenti del Governo in merito agli investimenti già stanziati per l'ammodernamento della statale n. 106 Ionica, considerata la strategicità dell'infrastruttura e le esigenze di sicurezza di chi quotidianamente è chiamato a percorrerla.

Questa sollecitazione nasce anche perché, purtroppo, il Ministro Toninelli ha la pessima abitudine di farsi inseguire, di evitare i luoghi istituzionali. Ha iniziato, presentandosi ben due mesi dopo l'insediamento, ad illustrare, in questa sede, le linee programmatiche del proprio Dicastero, eppure non si risparmia in selfie e nel rilasciare dichiarazioni a ruota libera. Ha fatto anche, recentemente, un'inutile comparsata in Calabria con il gruppo Ferrovie per inaugurare carrozze rigenerate su un treno il cui servizio era stato già deciso e attivato con il Ministro Delrio, ma, nel frattempo, ha suscitato notevoli preoccupazioni nelle comunità interessate dai lavori di ammodernamento della statale n. 106. Infatti, sostenere o fare intendere di poter modificare il tracciato del terzo mega-lotto rischia di essere interpretata come una precisa volontà di non procedere in questo intervento, che è imprescindibile, come dicevo, per la sicurezza delle persone e prevede un investimento di 1 miliardo e 300 milioni, sbloccato grazie ai Governi PD nazionale e regionali, dopo ben dieci anni di inutile attesa.

Chiedo, quindi, che il Ministro venga alla Camera a rispondere a questa interrogazione, facendo finalmente chiarezza su ciò che intende fare e assumendosi le proprie responsabilità. Così avrà anche termine l'ambiguità del MoVimento 5 Stelle in Calabria. A distanza di tre mesi, per un argomento così importante, credo che si possa legittimamente pretendere una risposta a un atto di sindacato ispettivo e chiedo che sia la Presidenza a farsene carico e, fino a quando non verrà, tutte le settimane in quest'Aula mi alzerò per chiedere la risposta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 4 ottobre 2018 - Ore 10,30:

1. Seguito della discussione delle mozioni Lollobrigida ed altri n. 1-00033, Ascani ed altri n. 1-00053 e Molinari e D'Uva n. 1-00054 concernenti iniziative per la celebrazione del centesimo anniversario della vittoria della prima guerra mondiale .

2. Seguito della discussione delle mozioni Carfagna ed altri n. 1-00045, Fiano ed altri 1-00050, Lollobrigida ed altri n. 1-00051, Carbonaro, Belotti ed altri n. 1-00052 e Fornaro ed altri n. 1-00055 concernenti iniziative volte al contrasto dell'antisemitismo .

La seduta termina alle 19,30.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni nn. 1 e 2 la deputata Baldino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 5 e dalla n. 26 alla n. 32 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 3 la deputata Baldino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 17 il deputato Costa ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

nelle votazioni nn. 23 e 24 il deputato Cataldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 24 il deputato Mariani ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 26 i deputati De Girolamo e Trizzino hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 29 la deputata Licatini ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 39 la deputata Gelmini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 42 il deputato Casciello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 43 il deputato Benamati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 52 il deputato Fatuzzo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 60 il deputato Mariani ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 60 il deputato Alberto Manca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Segreta Pdl 791-A - em. 1.271 468 468 0 235 114 354 75 Resp.
2 Nominale em. 1.272 470 470 0 236 107 363 74 Resp.
3 Nominale em. 1.273 469 469 0 235 469 0 73 Appr.
4 Nominale em. 1.274 483 483 0 242 111 372 73 Resp.
5 Nominale em. 1.277 485 485 0 243 375 110 73 Appr.
6 Nominale em. 1.278 495 495 0 248 115 380 70 Resp.
7 Nominale em. 1.68 493 493 0 247 115 378 70 Resp.
8 Nominale em. 1.69 498 498 0 250 117 381 70 Resp.
9 Nominale em. 1.312 495 389 106 195 118 271 71 Resp.
10 Nominale em. 1.70 501 501 0 251 123 378 71 Resp.
11 Nominale em. 1.279 rif. 501 501 0 251 501 0 70 Appr.
12 Nominale em. 1.280 496 496 0 249 114 382 70 Resp.
13 Nominale em. 1.407 498 498 0 250 497 1 70 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 1.73 499 402 97 202 116 286 70 Resp.
15 Nominale em. 1.282 499 498 1 250 115 383 69 Resp.
16 Nominale em. 1.81 504 502 2 252 10 492 67 Resp.
17 Nominale em. 1.283 500 499 1 250 124 375 67 Resp.
18 Nominale em. 1.90, 1.91 504 503 1 252 229 274 66 Resp.
19 Nominale em. 1.285 504 503 1 252 413 90 66 Appr.
20 Nominale em. 1.309 500 500 0 251 117 383 67 Resp.
21 Nominale em. 1.310 496 495 1 248 116 379 67 Resp.
22 Nominale em. 1.100 493 462 31 232 96 366 67 Resp.
23 Nominale em. 1.105, 1.106 495 494 1 248 221 273 67 Resp.
24 Nominale em. 1.107 494 493 1 247 223 270 67 Resp.
25 Nominale em. 1.111, 1.110 499 498 1 250 221 277 68 Resp.
26 Nominale em. 1.301 490 490 0 246 0 490 67 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 1.311 491 490 1 246 112 378 67 Resp.
28 Nominale em. 1.302 489 489 0 245 0 489 67 Resp.
29 Nominale em. 1.313 491 490 1 246 112 378 67 Resp.
30 Nominale em. 1.303 494 493 1 247 286 207 67 Appr.
31 Nominale em. 1.317 498 496 2 249 211 285 67 Resp.
32 Nominale em. 1.314 484 484 0 243 203 281 67 Resp.
33 Nominale em. 1.408 480 480 0 241 480 0 67 Appr.
34 Nominale em. 1.300 463 463 0 232 96 367 67 Resp.
35 Nominale em. 1.120 452 452 0 227 102 350 67 Resp.
36 Nominale em. 1.315, 1.307 445 427 18 214 426 1 67 Appr.
37 Segreta Comp. delegaz. presso Assemblea CdE 481 460 21 231 431 29 75 Appr.
38 Nominale em. 1.58 rif. 462 462 0 232 462 0 73 Appr.
39 Nominale em. 1.97, 1.98 rif. 459 459 0 230 459 0 73 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 1.121 475 475 0 238 30 445 73 Resp.
41 Nominale em. 1.405 477 394 83 198 394 0 73 Appr.
42 Nominale em. 1.316 476 476 0 239 105 371 73 Resp.
43 Nominale em. 1.406 481 481 0 241 373 108 73 Appr.
44 Nominale em. 1.133 484 484 0 243 111 373 72 Resp.
45 Nominale em. 1.134 481 481 0 241 97 384 72 Resp.
46 Nominale em. 1.135 487 487 0 244 96 391 71 Resp.
47 Nominale em. 1.308 486 486 0 244 377 109 71 Appr.
48 Nominale em. 1.143 490 490 0 246 108 382 71 Resp.
49 Nominale articolo 1 488 465 23 233 375 90 72 Appr.
50 Nominale articolo 2 487 464 23 233 378 86 71 Appr.
51 Nominale articolo 3 487 465 22 233 375 90 71 Appr.
52 Nominale em. 4.1 489 464 25 233 179 285 71 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 60)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale articolo 4 485 459 26 230 372 87 71 Appr.
54 Nominale em. 5.5, 5.200 rif. 479 478 1 240 477 1 70 Appr.
55 Nominale articolo 5 481 479 2 240 478 1 70 Appr.
56 Nominale em. 6.1 487 462 25 232 99 363 70 Resp.
57 Nominale articolo 6 476 452 24 227 452 0 70 Appr.
58 Nominale articolo 7 481 456 25 229 456 0 71 Appr.
59 Nominale odg 9/791-A/1 478 477 1 239 210 267 70 Resp.
60 Nominale Pdl 791-A - voto finale 468 365 103 183 365 0 68 Appr.