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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 54 di martedì 2 ottobre 2018

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARZIO LIUNI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 28 settembre 2018.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bazzaro, Bitonci, Claudio Borghi, Caiata, Cancelleri, Fascina, Ferrari, Gallo, Gebhard, Grimoldi, Liuzzi, Lupi, Molinari, Rizzo, Rosato, Saltamartini e Scoma sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente settantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.

(Iniziative volte a tutelare i prodotti tipici del settore agroalimentare italiano, in relazione ad una proposta di risoluzione all'esame dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite - n. 3-00092)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Elvira Savino e Occhiuto n. 3-00092 (Vedi l'allegato A).

La sottosegretaria di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo, Alessandra Pesce, ha facoltà di rispondere.

ALESSANDRA PESCE, Sottosegretaria di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Buongiorno, signor Presidente, onorevoli colleghi.

Il primo fattivo contributo di questo Ministero al dibattito in atto in Europa è finalizzato a raggiungere un sistema comune di etichettatura nutrizionale front of pack chiara, comprensibile, realmente informativa e, soprattutto, non discriminatoria del made in Italy, nella piena convinzione di dover difendere e garantire le eccellenze italiane nel settore agroalimentare.

Da sempre l'Italia ha promosso, promuove e promuoverà la dieta mediterranea, un modello nutrizionale rimasto costante nel tempo. In linea con i più consolidati orientamenti scientifici, il Ministero della salute e il Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo hanno sempre ritenuto fondamentale la totalità della dieta e non il singolo alimento, evitando di classificare gli alimenti in buoni e cattivi, poiché tali alimenti devono essere commisurati alle esigenze del singolo individuo e non giudicati nell'ambito di una semplice valutazione standardizzata. La riduzione di particolari nutrienti, come, ad esempio, zuccheri e grassi, attraverso l'individuazione di semplici target numerici, non può essere accettata perché risulta non solo di difficile realizzazione, ma anche di dubbia efficacia.

Negli ultimi anni vi è stata una crescente tendenza a utilizzare indicatori che non sempre hanno una base scientifica e a demonizzare i singoli ingredienti, come grasso o zucchero, ma senza considerare che ci sono tecniche di cottura che possono incidere sulla composizione degli alimenti e modificare la quantità nutrizionale degli alimenti.

Tale tendenza, inoltre, potrebbe indurre ad eliminare taluni alimenti che fanno parte della dieta mediterranea e che sono oramai apprezzati in tutto il mondo, provocando pericolosi squilibri nutrizionali. Ecco perché si ritiene di dover evitare i sistemi di valutazione basati su profili nutrizionali o, tanto meno, su rappresentazioni grafiche che pongono ingiustificatamente l'accento sulla composizione del singolo prodotto, a prescindere dalle modalità e dalla frequenza di consumo.

L'Italia, peraltro, armonicamente alle linee di pensiero dell'ONU quanto alle patologie non trasmissibili, considera prioritario contrastare i fattori di rischio e promuovere i determinanti di salute attraverso un approccio olistico, che privilegi la prevenzione delle malattie croniche e interventi multisettoriali che coinvolgano più amministrazioni pubbliche e la società civile e promuova stili di vita salutari, attività fisica regolare e diete sane, equilibrate e sostenibili.

Alla fine del 2017, nell'ambito del tavolo agroalimentare che è stato istituito presso il Ministero dello sviluppo economico, si è costituito un tavolo di lavoro a cui partecipano l'Amministrazione della salute, MISE, MIPAAF e le associazioni di categoria per definire una posizione nazionale sull'espressione sintetica delle informazioni nutrizionali, in grado di considerare le peculiarità dei prodotti nutrizionali e bilanciare le informazioni sugli elementi nutrizionali, con più ampio riferimento al contesto generale della dieta e dello stile di vita mediterraneo. Il tema ha una rilevanza strategica per questo Ministero, in quanto l'applicazione di sistemi quali Traffic Light inglese e Nutri-Score francese, qualora fossero scelti a modello dalla Commissione europea, potrebbe produrre effetti discriminatori, soprattutto nei confronti di quei prodotti riconosciuti a livello europeo come patrimonio nazionale (DOP, IGP, STG), che sono obbligati per legge a mantenere determinati tenori di nutrienti previsti dai disciplinari di produzione, a tutela delle tradizioni e dei consumatori.

Rilevo comunque che, in apertura del terzo High Level meeting dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili, svoltosi il 27 settembre, è stata approvata per consenso la dichiarazione politica cofacilitata dall'Italia e dall'Uruguay. Si tratta di un testo molto bilanciato, asciutto, di ampia portata politica e senza toni prescrittivi, in linea con gli interessi italiani di tutela della salute e delle eccellenze del made in Italy nel settore agroalimentare, così come detto in precedenza. Tale documento finale sarà poi formalmente adottato dall'Assemblea generale con una risoluzione.

Come previsto dalla dichiarazione politica, il Segretario generale delle Nazioni Unite sarà poi tenuto a produrre un rapporto, in consultazione con la membership e in collaborazione con la World Health Organization, sui progressi nella lotta alle malattie non trasmissibili e sull'attuazione del presente documento finale entro il 2024, in vista di un evento politico di alto livello di revisione complessiva, nel 2025.

Possiamo comunque affermare che, in occasione della riunione del 27 settembre, la posizione italiana ha raggiunto un ottimo risultato grazie al lavoro di squadra portato avanti dal Governo.

PRESIDENTE. La deputata Elvira Savino ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

ELVIRA SAVINO (FI). Grazie, signor Presidente. Io mi dichiaro soddisfatta della risposta esaustiva del sottosegretario. Come lei ci ha illustrato, nei giorni scorsi, l'Italia ha vinto la sua battaglia all'ONU in relazione al documento che era stato redatto dall'Organizzazione mondiale della sanità in merito alla riduzione delle malattie non trasmissibili entro il 2030. I prodotti dell'eccellenza agroalimentare italiana non verranno etichettati con un assurdo bollino rosso di pericolo, quindi siamo lieti di questo risultato. Quello che era presente nella stesura del primo documento e che, sostanzialmente, introduceva una lunga lista di nostri prodotti DOP, che peraltro aveva appunto ispirato questa interrogazione e la reazione ovviamente anche forte e contraria del Ministro non è più presente e quindi, nel documento finale, abbiamo ottenuto un risultato importante, per il quale la ringrazio e ringrazio coloro che hanno collaborato per questo fine.

Quindi, vanno bene - come lei ci ha illustrato - tutte le iniziative di cui, magari, abbiamo parlato anche nei giorni scorsi rispetto all'obesità infantile, come uno stile di vita sano, il movimento, una vita non sedentaria, ma evidentemente senza indicare questi prodotti, che in realtà rappresentano un'eccellenza delle nostre produzioni, come responsabili di malattie che non sono imputabili a un singolo prodotto, ma che ovviamente dipendono dallo stile di vita e da tanti altri fattori.

Quindi, nessuna assurda etichetta sui nostri prodotti di eccellenza del made in Italy. Come lei ha detto, dal 2010 la dieta mediterranea è stata indicata dall'UNESCO come patrimonio dell'umanità e quindi sarebbe veramente assurdo, sarebbe una beffa, imputare a questa dieta, che tra l'altro ci consente di essere ai primi posti per quanto attiene all'aspettativa di vita, come causa dell'accentuazione di malattie non trasmissibili. Sarebbe stata una beffa anche per tutti quei consorzi che tutelano l'eccellenza e la qualità dei nostri prodotti, come quello dell'olio d'oliva o quello del parmigiano reggiano, che tra l'altro ogni giorno si battono per tenere alti i livelli di qualità di questi prodotti e per contrastare il fenomeno della contraffazione che ci danneggia pesantemente.

Tra l'altro - ripeto - non vi è nessuna base scientifica a supportare l'idea che questi prodotti abbiano un'incidenza di qualche natura sull'aggravarsi di queste malattie e sarebbe stato anche beffardo considerare - in ragione di alcune iniziative relative alla riduzione degli zuccheri in alcune bevande, tipo la Coca Cola, o altre bevande dell'industria chimica - quelle bevande o quei cibi salutari e invece etichettare i nostri prodotti d'eccellenza come prodotti pericolosi per la salute. Di questo si sarebbe avvantaggiata l'industria chimica alimentare e sarebbe stata una follia.

Quindi, grazie; continuiamo a sostenere il made in Italy nel mondo, l'eccellenza dei nostri prodotti agroalimentari, dei quali dobbiamo essere assolutamente fieri; dobbiamo continuare a difenderli da attacchi di qualsiasi natura, continuare in questa direzione e tenere alto il valore di questi prodotti e del made in Italy nel mondo.

(Iniziative a tutela degli educatori professionali con riferimento alle modifiche normative relative al titolo abilitante – n. 3-00137)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la Salute, Maurizio Fugatti, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Novelli ed altri n. 3-00137 (Vedi l'allegato A).

MAURIZIO FUGATTI, Sottosegretario di Stato per la Salute. Presidente, le problematiche relative alla professione sanitaria dell'educatore professionale sono da tempo all'attenzione del Ministero della salute, che nel corso degli anni ha intrapreso iniziative concrete per venire incontro alle richieste di tale categoria professionale. In via preliminare, riguardo all'affermazione riportata nell'interrogazione in esame, secondo la quale prima del 1999 la figura dell'educatore professionale non era oggetto di specifica disciplina, preciso che la figura dell'educatore professionale quale figura sanitaria trova la sua prima definizione nel decreto del Ministro della sanità del 10 febbraio 1984, recante identificazione dei profili professionali attinenti a figure nuove atipiche o di dubbia iscrizione, ai sensi dell'articolo 1, quarto comma, del DPR n. 761 del 1979, che regolamenta lo stato giuridico del personale delle USL. Tale decreto, nel disporre che l'educatore professionale cura il recupero e il reinserimento di soggetti portatori di menomazioni psicofisiche, ne tratteggiava le competenze, ne regolamentava la formazione d'ingresso tramite concorso nei ruoli del Servizio sanitario nazionale, richiamando esplicitamente il decreto ministeriale 30 gennaio 1982 concernente la normativa concorsuale per il personale del Servizio sanitario nazionale.

A seguito dell'entrata in vigore del decreto legislativo n. 502 del 1992, la figura dell'educatore professionale quale figura sanitaria ottiene una regolamentazione precisa con il decreto del Ministro della sanità 8 ottobre 1998, n. 520. Detto decreto stabilisce che l'educatore professionale è l'operatore sociale sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante, attua specifici progetti educativi e riabilitativi nell'ambito di un progetto terapeutico elaborato da un'équipe multidisciplinare volti a uno sviluppo equilibrato della personalità con obiettivi educativo-relazionali in un contesto di partecipazione e recupero alla vita quotidiana, cura il positivo inserimento o reinserimento psico-sociale dei soggetti in difficoltà. L'esercizio della relativa attività professionale è subordinato al possesso di un titolo abilitante, rilasciato a compimento di un corso di laurea universitaria triennale incardinato nell'area sanitaria. Quanto al riferimento dell'interrogazione alla legge n. 42 del 1999, nella parte in cui si afferma che la stessa ha apportato una riforma complessiva delle professioni sanitarie, preciso che il passaggio dalla formazione regionale a quella universitaria per gli esercenti le professioni sanitarie è stato previsto dall'articolo 6, comma 3, del decreto legislativo n. 502 del 1992. L'obiettivo che il legislatore ha inteso perseguire è elevare il livello della formazione delle professioni sanitarie, passando da corsi regionali a corsi universitari, strutturati in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale, con un modello basato su una parte teorica e una parte pratica, da svolgersi presso le strutture del Servizio sanitario nazionale. Questo Ministero, ai sensi del decreto legislativo n. 502 del 1992, ha individuato, con propri decreti ministeriali, 22 profili professionali di altrettante professioni sanitarie, per le quali sono stati attivati i relativi corsi universitari, prima di diploma universitario, ora laurea. Tra le ventidue professioni sanitarie individuate vi è l'educatore professionale (decreto ministeriale n. 520 del 1998). È poi intervenuta la legge 26 febbraio 1999, n. 42, che ha sostituito la denominazione “professione sanitaria ausiliaria” con la definizione “professione sanitaria”, stabilendo che il campo di attività e di responsabilità di tutte le professioni sanitarie, di cui al decreto legislativo n. 502 del 92, è determinato dai decreti ministeriali istitutivi dei relativi profili professionali, dai contenuti degli ordinamenti didattici dei rispettivi corsi universitari e di formazione post-base e dai contenuti degli specifici codici deontologici. All'articolo 4, comma 1, la legge n. 42 del 1992 ha sancito l'equipollenza ai diplomi universitari, ai fini dell'esercizio professionale e dell'accesso alla formazione post-base, dei diplomi e degli attestati conseguiti in base alla precedente normativa che abbiano permesso l'iscrizione ai relativi albi professionali o l'attività professionale in regime di lavoro dipendente o autonomo o che siano previsti dalla normativa concorsuale del Servizio sanitario nazionale o degli altri comparti del settore pubblico. Lo stesso articolo 4, comma 2, ha previsto che il Ministero della salute, d'intesa con il MIUR, predisponga con decreto i criteri e le modalità per riconoscere come equivalenti ai diplomi universitari, ora lauree triennali, ulteriori titoli conseguiti, conformemente all'ordinamento in vigore, anteriormente all'emanazione dei decreti di individuazione dei profili professionali ai fini dell'esercizio professionale e dell'accesso alla formazione post-base.

Pertanto, in data 27 luglio 2000 è stato adottato il decreto recante l'equipollenza dei diplomi e di attestati, conseguiti in base all'ordinamento precedente, al diploma universitario di educatore professionale, e successivamente è stato sancito l'accordo Stato-regioni del 10 febbraio 2011, recepito con DPCM del 26 luglio 2011, concernente i criteri e le modalità per il riconoscimento dell'equivalenza dei titoli conseguiti entro il 17 marzo 1999. L'avvio delle procedure per il riconoscimento dell'equivalenza per la figura dell'educatore professionale ha purtroppo avuto dei rallentamenti, perché nell'approssimarsi della pubblicazione dei bandi regionali le regioni hanno rappresentato varie problematiche su tale figura professionale. In primo luogo, le regioni e le province autonome hanno segnalato al Ministero della salute l'esistenza di titoli autorizzati che, pur rispondendo ai requisiti sull'equipollenza enunciati nella legge n. 42 del 1999, non erano stati contemplati nel citato decreto interministeriale. Questo Ministero si è quindi fatto carico della questione, avviando, in collaborazione con il MIUR, una ricognizione di vari titoli di educatore professionale che, fino all'avvio della formazione universitaria avvenuto nell'anno accademico 2001-2002, avevano permesso l'accesso alla professione, al fine di procedere ad un decreto di equipollenza integrativo.

Il decreto concernente la modifica e l'integrazione del precedente decreto di equipollenza del 2000 è stato emanato in data 22 giugno 2016. Le regioni e le province autonome hanno evidenziato altresì che i criteri stabiliti dall'accordo Stato-regioni del 10 febbraio 2011 potrebbero escludere dalla possibilità di ottenere il riconoscimento dell'equivalenza molti dipendenti del sistema sanitario regionale o dipendenti di strutture private in possesso di titoli che non hanno mai consentito, nell'ambito del pregresso ordinamento, l'esercizio delle attività riconducibile all'educatore professionale. Inoltre, nelle more dell'attivazione dei primi corsi di laurea per la figura dell'educatore professionale, risultano essere stati autorizzati corsi regionali al fine di garantire i servizi: tali corsi, in quanto attivati successivamente al 17 marzo 1999 (data di entrata in vigore della legge n. 42 del 1999), non possono essere riconosciuti equivalenti. Riguardo a tali corsi a livello regionale, il Ministero della salute ha avviato un'attività collaborativa con le regioni, allo scopo di conoscere l'entità numerica dei soggetti interessati e di individuare le possibili soluzioni, anche di carattere normativo. Peraltro, considerato che per effetto della legge n. 3 del 2018 e del DM attuativo del 13 marzo 2018, è stato istituito, all'interno degli ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e della prevenzione, l'albo degli educatori professionali; ad esso potranno iscriversi tutti i soggetti in possesso di un titolo abilitante all'esercizio della professione sanitaria di educatore professionale. In merito alla sanatoria in via transitoria prevista dal comma 597, dell'articolo 1 della legge n. 205 del 2017, occorre rilevare che tale norma interessa la qualifica di educatore professionale socio-pedagogico e non può essere estesa all'educatore professionale socio-sanitario. Tale qualifica è prevista dal comma 596, dello stesso articolo 1, per gli abilitati all'esercizio della professione sanitaria a seguito del conseguimento della laurea di educatore professionale, fermo quanto previsto dal DM n. 520 del 1998.

Come precisato dal Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, la legge n. 205 del 2017, nell'istituire la nuova figura dell'educatore socio-pedagogico accanto a quello di educatore socio-sanitario, ha formalizzato la distinzione tra il corso di studio per la formazione di tale nuova figura ed il corso dell'educatore socio-sanitario. Infatti, le due diverse figure professionali si differenziano per gli ambiti delle conoscenze teoriche e competenze operative: la struttura dei due corsi di laurea è diversa, anche per la differente collocazione professionale in esito alla conclusione dei corsi.

PRESIDENTE. Il deputato Roberto Novelli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

ROBERTO NOVELLI (FI). Presidente, ringrazio il sottosegretario. La risposta che lei ha letto è una molto articolata e fa riferimento a degli scavalchi normativi che molto spesso hanno creato anche una certa confusione negli stessi operatori.

Quello che io, però, mi domando è per quale motivo ci troviamo nella situazione attuale, in cui circa 20-25 mila persone, che esercitano, in questo momento, nel settore pubblico e privato l'attività di educatore professionale e che sono molto professionalizzati rispetto a tutti gli anni in cui l'hanno esercitata e la stanno esercitando, rischiano dall'oggi al domani di non poter più continuare a lavorare nelle strutture in cui sono assolutamente necessari.

È evidente che, se questo allarme è nato e si sta anche concretizzando con delle forme - mi risulta - di protesta per cercare di risolvere il problema di lavoratori che verrebbero espulsi dal mercato del lavoro, qualche situazione grigia si è venuta a creare. Si è venuta a creare a tal punto che in questi vent'anni, da quando è entrata in vigore la legge n. 42 (lei in un passaggio lo ha anche ricordato), molte regioni hanno continuato ad attivare corsi per l'abilitazione, che in qualche modo davano l'impegno a queste persone di seguire i corsi stessi, ma anche un'abilitazione, che poi è servita loro anche per accedere a concorsi pubblici.

Adesso esiste una norma che, in via transitoria, consentirebbe agli educatori professionali non muniti di laurea di accedere all'iscrizione all'albo, così come previsto dalla legge, ponendo dei requisiti cumulativi molto stringenti: cioè l'inquadramento nella pubblica amministrazione dopo un concorso, essere educatore professionale da non meno di tre anni e il diploma rilasciato dopo il 2001 (anni 2001 e 2002). È chiaro che questo accadrebbe superando anche un corso intensivo, che consentirebbe di avere 60 crediti formativi universitari completamente a spese di queste persone.

Allora, apprezzo l'excursus che lei ha fatto, ma sono estremamente preoccupato, perché non ho trovato delle aperture per cercare di risolvere un problema che, fra qualche tempo, vedrà decine di migliaia di persone che stanno già lavorando e che sono altamente professionalizzate, in un settore delicato come quello dell'assistenza alle persone disagiate, che si troveranno espulse dal mercato del lavoro. Questa è una cosa che io definisco drammatica, perché in un Paese in cui la ricerca del lavoro è continua e costante, dove si cerca di dare delle soluzioni che purtroppo non sempre raggiungono i risultati voluti, noi ci troviamo ad avere dei lavoratori, che sono anche in là con l'età, che rischiano davvero di essere espulsi dal mercato del lavoro.

Per cui, sottosegretario, io vi chiedo davvero di provare a pensare ad una soluzione, alla luce di come queste persone sono state anche illuse nel corso degli anni, perché le regioni hanno continuato ad organizzare questi corsi e loro si sono abilitati in base a corsi che sono stati organizzati dalle istituzioni. Perciò vi chiedo davvero di riflettere su eventuali possibilità di aiutare concretamente questi lavoratori, che rischiano di essere espulsi dal mondo del lavoro a cui appartengono.

(Iniziative volte a garantire il rispetto dei vincoli archeologici e paesaggistici in relazione ad un permesso a costruire relativo ad un'area ubicata a via del Casale Ghella a Roma – n. 2-00083)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Fassina n. 2-00083 (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Stefano Fassina se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica. Perfetto, prendo atto che si riserva di intervenire in sede di replica.

Il sottosegretario di Stato per i Beni e le attività culturali, Gianluca Vacca, ha facoltà di rispondere.

GIANLUCA VACCA, Sottosegretario di Stato per i Beni e le attività culturali. Presidente, l'onorevole Fassina ha interpellato il Ministero in merito alla situazione dell'area limitrofa al Casale Ghella nel Parco Volusia.

Sulla base di elementi forniti alla competente soprintendenza speciale archeologia, belle arti e paesaggio di Roma, si rappresenta che l'area in oggetto è sottoposta alle disposizioni di tutela previste dal codice dei beni culturali e del paesaggio con il decreto ministeriale di vincolo del 19 maggio 1985 ed è caratterizzata da un complesso archeologico che comprende i resti di una strada, di un mausoleo, di una cisterna e di due navate di una villa romana. Il vincolo archeologico comprende una parte di vincolo di tutela diretta e un vincolo di rispetto dei resti emersi.

Per tutela indiretta, come sapete, si intende quella serie di prescrizioni limitative che vengono imposte a beni diversi da quello culturale oggetto di tutela, che si trovano in relazione spaziale con quest'ultimo, assicurandone, attraverso prescrizioni destinate alle aree, il mantenimento dell'integrità della prospettiva, della luce e delle condizioni di ambiente e decoro.

Sul progetto della società Topazio ubicato in via di Casale Ghella, presentato in conferenza dei servizi del 4 maggio 2010, ha espresso il proprio parere l'allora soprintendenza per i beni archeologici di Roma. Occorre precisare che il progetto prevedeva la realizzazione di due edifici e di una strada di accesso, ampia 5 metri e lunga 85; i due edifici sarebbero stati ubicati in una particella esterna al perimetro del vincolo indiretto sopra citato, mentre la strada di accesso avrebbe dovuto passare nella parte marginale del vincolo indiretto. Le disposizioni del decreto del 19 maggio 1985, all'articolo 2, lettera d), stabiliscono che ogni modifica dell'assetto attuale dell'area finalizzata alla sistemazione a parco archeologico attrezzato e qualsiasi opera pubblica o di pubblico interesse, dovranno essere preventivamente esaminate dalla soprintendenza per i beni archeologici di Roma.

In quest'ottica, nel sopracitato parere, si vincolava la realizzazione degli edifici all'esito di indagini archeologiche tese ad escludere la presenza di resti antichi. I sondaggi richiesti sono stati effettuati su tutta l'area di proprietà della società Topazio, anche nell'area vincolata con tutela indiretta. Dall'esito delle indagini non sono emersi elementi di natura archeologica tali da impedire la realizzazione di edifici, come risulta dalla nota della soprintendenza per i beni archeologici di Roma del 9 giugno 2011, ed è stata esclusa la presenza dei resti di un tracciato stradale che, tutelato con vincolo diretto nella particella contigua, non proseguiva tuttavia nella particella oggetto di vincolo indiretto, ove si sarebbe dovuta realizzare la via di accesso.

Sulla scorta di tali accertamenti, la soprintendenza ha rilasciato il nullaosta di propria competenza, con nota del 2 agosto 2011, relativamente all'edificazione dei fabbricati. Per quanto riguardava, invece, la viabilità di accesso, essendo essa posta all'interno dell'area vincolata dal decreto del 19 maggio 1985, la soprintendenza si riservava ulteriori comunicazioni.

Con successiva nota del 22 marzo 2012, la soprintendenza per i beni archeologici di Roma ha rilasciato il proprio parere nella conferenza dei servizi del 20 marzo 2012, indetta da Roma Capitale - Dipartimento programmazione e attuazione urbanistica e permessi di costruire. Con questa nota, la stessa soprintendenza, oltre a ribadire il parere favorevole all'edificazione emesso dopo l'esecuzione degli accertamenti archeologici che escludevano la presenza di resti, ha dettato precise prescrizioni in merito alla realizzazione della viabilità di accesso, proprio per non inficiare la visibilità dei resti archeologici, disponendo che fosse realizzata non in asfalto, ma in materiale biocompatibile, in modo da inserirsi con il minor impatto possibile nel contesto del parco archeologico. Infine non si autorizzano i posti auto inseriti nel progetto, per lasciare la massima visibilità e prospettiva all'area archeologica dei casali.

Al fine, comunque, di ottenere un'aggiornata relazione sullo stato di fatto, in data 13 settembre 2018 il funzionario archeologico di zona ha effettuato un sopralluogo, documentato da foto esplicative, dalle quali risulta che effettivamente la proprietà aveva iniziato a sistemare una piccola pendenza, lavori peraltro subito interrotti dall'intervento della stessa soprintendenza, ma non risultano importanti dislivelli. Dalle stesse foto scattate durante il sopralluogo si è constatato un piccolo sbancamento - che è nella parte più alta, all'ingresso del lotto su Via di Casale Ghella, sul lato verso Via di Grottarossa - di circa 150 centimetri, diminuendo verso la sommità dell'altura per raccordarsi con la quota. Su questo lato la parete sbancata è in evidenza, lasciando vedere la sezione di scavo.

Sul lato verso il Parco Volusia è stato realizzato un muro di blocchetti di tufo poco più alto della quota del piano di calpestio della collina e del precedente muretto di recinzione del lotto (4 blocchetti di tufo) e comunque sul fronte di Via Casale Ghella, corrispondente all'incirca all'altezza del muro di recinzione del lotto seguente. Ne consegue che la visibilità dei resti non risulta inficiata dalla realizzazione della strada e dal relativo sbancamento.

Nella situazione originaria la parte sbancata era già in posizione più bassa rispetto alla sommità della collina, da dove si possono vedere i resti archeologici. Il muro di contenimento in blocchetti, che è stato realizzato sul lato verso il parco, che rappresenta anche il confine con lo stesso, non sembrerebbe corrispondere alle norme indicate dal PTP in merito alle recinzioni che le prevedono, realizzate con basamento in blocchetti di 50 centimetri con sovrastante recinzione per un'altezza massima di un metro e mezzo.

Vorrei tuttavia rassicurare l'onorevole circa il fatto che gli uffici di questo Ministero presenti sul territorio svolgono, con puntualità, il proprio ruolo di tutela al fine di lasciare intatte porzioni di territorio, ma occorre contestualmente un'attenta attività di controllo della zona anche da parte delle altre amministrazioni a diverso titolo interessante, sia sotto l'aspetto urbanistico, che implica, come noto, pesanti oneri concessori, che paesaggistico.

PRESIDENTE. Il deputato Stefano Fassina ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Ringrazio anche il sottosegretario Vacca per una risposta molto puntuale. Siamo solo parzialmente soddisfatti, nonostante apprezziamo l'attenzione che ha ribadito nella fase finale della sua risposta il sottosegretario Vacca.

Nella nostra interpellanza avevamo messo in evidenza due aspetti critici. Il primo è relativo al fatto che. nella conferenza dei servizi, a quanto ci risulta, e non ho ascoltato parole di segno diverso, è stato escluso l'ente Parco di Veio, che avrebbe potuto rilasciare un parere negativo sul nulla osta. Il secondo aspetto critico, al quale abbiamo fatto riferimento nell'interpellanza, riguarda il parere della direzione generale dell'ufficio centrale dei beni ambientali architettonici, archeologici, artistici e storici della Soprintendenza di Roma, che aveva espresso un parere di segno diverso al quale, a nostro avviso, non è stata data la necessaria attenzione per motivare le deroghe ai vincoli che sono stati apposti nel 1985. Comunque, ci riserveremo ovviamente la possibilità di seguire la vicenda e di interloquire con il Ministero al fine di raggiungere l'obiettivo che mi pare condiviso.

PRESIDENTE. E' così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 14. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 11,35, è ripresa alle 14.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Del Barba, Di Stasio, Giaccone e Scagliusi sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente ottantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 14,25.

La seduta, sospesa alle 14,05, è ripresa alle 14,25.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Sull'ordine dei lavori e per richiami al Regolamento.

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, ho chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori per segnalarle una questione e chiedere un suo intervento: ad oggi, non sono ancora pervenuti alle Camere i documenti ufficiali relativi alla Nota di aggiornamento sul DEF.

Ricordo ai colleghi che la Nadef è stata approvata formalmente dal Consiglio dei ministri il 27 settembre scorso e ne è poi seguito un profluvio di dichiarazioni, interviste, uscite sui balconi, manifestazioni, mentre noi non siamo nelle condizioni oggi di avere un testo.

Le ricordo, signor Presidente, che il calendario dei lavori per il mese di ottobre, concordato con la Presidenza del Senato, prevede la discussione in Aula della Nadef nella giornata di mercoledì 10, alle ore 16: rilevo che in queste condizioni non si può pensare di andare in Aula in quella data.

Quella data è stata pensata e ipotizzata - credo, ma penso che lei possa confermarlo, ovviamente - in relazione al deposito previsto per il 27 settembre, quindi, da questo punto di vista, la nostra richiesta è che lei si rivolga al Governo per richiedere l'immediato deposito del Documento e valuti poi, nei modi e nelle forme che riterrà opportuni, un rinvio di questa data per la discussione in Aula.

In ultimo, credo che in questa sede - e mi rivolgo a lei oltre che ai colleghi - non possiamo non rilevare che questo modo di governare sta diventando un'abitudine, trovandoci di fronte a un secondo caso; il primo è stato il decreto su Genova, approvato dal Consiglio dei ministri e poi apparso sulla GazzettaUfficiale molto ma molto tempo dopo, peraltro con grandi differenze rispetto al testo.

Insomma, l'invito - mi rivolgo qui alle forze di maggioranza e al rappresentante del Governo - è che su questo tema in particolare, ma più in generale anche nei rapporti con il Parlamento, deve finire questo modo, questo andazzo che questo Governo ha iniziato a prendere, perché il pressappochismo è una malattia, un virus molto pericoloso, perché intacca - lo dico con forza - il capitale di fiducia che questo Paese ha rispetto alle altre istituzioni e anche rispetto agli stessi mercati. Insomma, lo dico con una battuta, mi perdonerà signor Presidente: ci attendiamo che questo Governo faccia meno propaganda e più sostanza.

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, l'Aula è chiamata tra pochi minuti a dovere affrontare e deliberare su alcune disposizioni di dichiarazione di urgenza. Con tutto il rispetto per il primo punto della discussione che stiamo per affrontare, cioè le partecipazioni in società operanti nel settore lattiero-caseario e alimentare, l'urgenza in queste ore nel nostro Paese appare decisamente un'altra, ed è quella, per quanto ci riguarda, che il Governo venga immediatamente a riferire alle Camere in ordine alla Nota di aggiornamento del DEF e alle implicazioni che si stanno realizzando anche come conseguenza degli atteggiamenti, delle dichiarazioni e delle prese di posizione di esponenti del Governo e della maggioranza, perché noi, signor Presidente, abbiamo assistito, nel corso degli ultimi giorni, a un'escalation nota; giovedì, è stata annunciata l'approvazione della Nota di aggiornamento al DEF da parte del Consiglio dei ministri, e abbiamo assistito addirittura a qualcuno che è salito sul balcone di Palazzo Chigi, cosa che non accadeva, in questo Paese, dal 25 luglio del 1943 (Applausidei deputati del gruppoPartito Democratico); magari bisognerebbe spiegarlo al Presidente del Consiglio; venerdì, abbiamo assistito al venerdì nero delle banche, all'innalzamento dello spread, a un incremento dei costi sugli interessi dei titoli di Stato, che porteranno ad un incremento di un miliardo sul bilancio dello Stato come conseguenza di questa situazione; ieri, il Ministro Tria è dovuto andar via dalla discussione dell'Eurogruppo perché non sapeva che cosa discutere, visto che, come affermano i giornali, le dichiarazioni del DEF erano scritte a margine, a matita; e, in queste ore, signor Presidente, viene annunciata per le ore 17 una riunione, un vertice di maggioranza a Palazzo Chigi per affrontare le conseguenze del DEF.

La domanda che facciamo è formale e contenutistica: ma questa Nota è stata o non è stata approvata? Il documento è stato deliberato dal Consiglio dei ministri o vi deve tornare (Applausidei deputati del gruppoPartito Democratico)? Il Parlamento non può essere concepito come uno scendiletto.

Signor Presidente, facciamo, come gruppo del Partito Democratico, un appello a lei. Il Vicepresidente del Consiglio Di Maio ha appena dichiarato ad una radio che lo stanno mettendo a punto, inteso come DEF, ma soprattutto che lo spiegheranno nelle piazze. Ora, noi siamo preoccupati di questa deriva peronista, perché prima delle piazze, in una Repubblica parlamentare, ci sono le Aule del Parlamento (Applausidei deputati del gruppoPartito Democratico). Il Governo venga immediatamente a riferire su quello che sta accadendo, e noi vigileremo con grande attenzione (Applausidei deputati del gruppoPartito Democratico). Grazie, signor Presidente.

ANDREA MANDELLI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA MANDELLI (FI). Grazie, Presidente, solo per riferire all'Aula che qualche minuto fa, in Commissione bilancio, ho chiesto al presidente Borghi di chiarire un po' le dinamiche dei lavori perché, come abbiamo tutti visto, dal balcone di Palazzo Chigi vi è stata un'esultanza di tanti ministri rispetto a un documento appena approvato in Consiglio dei ministri, che di fatto sull'esultanza mi lascia molto perplesso, perché, in realtà, a scassare i conti ci si mette un attimo, a cucirli ci si mette molto di più; ecco, io vorrei capire, rispetto a quest'effervescenza, a quest'esultanza, quali sono i fatti concreti per quest'Aula.

Lei, con il Presidente Conte, ha ricordato più volte che questa Aula è centrale. Allora, pensare di essere completamente scavalcati da tweet contenuti in documenti propagandati sui social e non avere qui, la sede parlamentare, la sede dove invece affrontare questi problemi, mi lascia molto preoccupato.

Ecco, vede, Presidente, se noi pensiamo davvero che il Ministro Tria sia rientrato per completare il DEF credo davvero che quell'esultanza sia stata assolutamente sbagliata, che il Paese è in mano a persone che non sanno quello che fanno, perché così mi viene da pensare, perché un Documento che avete approvato in Consiglio dei ministri giovedì non può essere in Commissione che lunedì, e invece noi ancora oggi non abbiamo nessun chiarimento su quel Documento che è un Documento fondamentale, sul quale noi cerchiamo davvero di programmare il futuro del Paese.

Allora, la mia richiesta e la richiesta del gruppo di Forza Italia, è che lei intervenga. Non possiamo pensare di essere aggiornati, come è avvenuto oggi, da Il Sole 24 Ore, del fatto che forse bisogna tornare in Consiglio dei ministri e, quindi, ancora una volta, mi chiedo su che cosa si gioiva: su un ri-passaggio in Consiglio dei ministri? Mi pare che ci sia da piangere, non da ridere e, ancora una volta, quindi, mi viene da pensare che siamo di fronte alla politica degli annunci, del tentativo del facile consenso e, soprattutto, della incapacità reale di dare una soluzione a una crisi vera di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Grazie.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Il Senato ha approvato, su proposta della senatrice Bottici, unanimemente, la legge per istituire una Commissione d'inchiesta sulla vicenda del Forteto. Sono passate diverse settimane e la Camera ancora non l'ha nemmeno calendarizzata in una Commissione, non è nemmeno stata assegnata a una Commissione.

Credo che sia urgente che quest'Aula affronti il tema e porti in approvazione la legge, così come votata unanimemente dal Senato, anche perché, Presidente, continuano a emergere sempre più imbarazzanti collegamenti tra istituzioni, pezzi di istituzioni, e Forteto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Proprio ieri mi sono accorto, e ho denunciato, che il Forteto – ricordo che il Forteto è la setta dove si abusavano i bambini, dove sono stati costretti a lavorare donne e minori che sono stati abusati, e ci sono già delle condanne passate in giudicato, e nel CDA della cooperativa di questa setta siedono persone che hanno difeso Fiesoli - ha come ufficio stampa lo stesso ufficio stampa della Leopolda di Renzi e delle feste de l'Unità del Partito Democratico.

Ancora tanta chiarezza deve essere fatta, ancora tante, tante persone devono dirci perché hanno difeso, protetto e sostenuto quella vergogna, ancora qualcuno ci deve dire perché non è stato commissariato e…

PRESIDENTE. Concluda, perché stiamo andando oltre l'ordine dei lavori.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). E, quindi, chiedo, sull'ordine dei lavori, che quest'Aula porti immediatamente in considerazione e in votazione l'approvazione della legge, approvata al Senato, per l'istituzione di una Commissione d'inchiesta, legge proposta dalla senatrice Bottici e approvata all'unanimità dal Senato.

Ogni secondo che si perde è un secondo di colpa nel portare la verità su questa storia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Deputato Sisto, se è sulla stessa questione su cui è intervenuto il suo collega Mandelli…

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, non so se ha già dato il via alla discussione …

PRESIDENTE. No, no…

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Era un richiamo al Regolamento, comunque se non ha dato ancora il via, lo faccio dopo.

PRESIDENTE. Per quanto riguarda gli interventi sull'ordine dei lavori, e quindi la Nota di aggiornamento al DEF, è chiaro che il Governo è presente in Aula e ne deve prendere atto.

Detto questo, il Parlamento e la Camera dei deputati non saranno scavalcati, perché la Nota di aggiornamento al DEF arriverà qui, e quando arriverà in Commissione bilancio parlerò con il Presidente della Commissione bilancio per comprendere i tempi, visto che ancora non è arrivata, e per fare avere un maggiore tempo di discussione in Commissione prima dell'arrivo in Aula.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). In particolare, mi riferisco al terzo comma dell'articolo 69. Presidente, prescindendo da tutte le valutazioni sul concetto soggettivo di urgenza, che sembra affidato ad un procedimento meccanico di richiesta di autorizzazione, leggo, al terzo comma dell'articolo 69, che per ciascun programma dei lavori non possono essere dichiarati urgenti più di cinque progetti di legge, se il programma è predisposto per tre mesi, ovvero più di tre, se il programma è predisposto per due mesi. Non può essere dichiarata l'urgenza di progetti di legge costituzionale, né dei progetti di legge di cui all'articolo 24, comma 12, ultimo periodo.

Orbene, io leggo nell'ordine del giorno della seduta di oggi che i progetti di legge di cui si richiede l'urgenza sono uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette. Chiedo alla Presidenza se sette, ben sette progetti di legge su cui si richiede l'urgenza siano compatibili, e in che misura, con il terzo comma dall'articolo 69. Mi sembra che i numeri non tornino, sette contro cinque/tre.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Sempre con riferimento all'articolo 69, però vorrei fare un punto politico sulla discussione in merito al Regolamento, all'interpretazione dell'articolo 69 che è quello che regola la richiesta di urgenza dai gruppi, da 20 firmatari, dai capigruppo, dal Governo e così via.

Ora, noi ci predisponiamo alle votazioni successive - vorrei dire, per il suo tramite, al collega Sisto che alla quinta approvazione decadono le altre successive - di sette proposte di deliberazione d'urgenza, delle quali le prime quattro sono di iniziativa della maggioranza; anzi, tre della maggioranza parlamentare e una del Governo.

Premesso (questa è un'opinione personale) che è diverso che lo chieda il Governo o la compagine parlamentare di maggioranza - peraltro, il Governo ha anche altri strumenti come la decretazione d'urgenza - come tutti sappiamo, la deliberazione d'urgenza consisterà nel dimezzamento dei tempi di discussione tra Commissione e Aula. Ora, a prescindere dal fatto che ve ne siano - in questa successione delle prime cinque deliberazioni d'urgenza che verranno approvate - quattro sicuramente della maggioranza, mettendo così in crisi l'equilibrio delle proporzioni tra ciò che può essere deliberato per iniziativa delle minoranze e ciò che può essere deliberato per iniziativa della maggioranza, qui, vi sono dei progetti di legge la cui pregnanza, la cui complessità, addirittura, per alcune di esse, la cui rilevanza costituzionale, forse sono dubbie e per le quali, secondo noi, la deliberazione d'urgenza non è un vantaggio, ma è uno svantaggio. Infatti, per esempio, per quanto riguarda la legge proposta in materia di reati contro la pubblica amministrazione, che in realtà contiene al suo interno anche provvedimenti che modificano la disciplina dei partiti, dimezzarne il tempo di discussione per questo Parlamento non è un vantaggio per i parlamentari, è uno svantaggio.

Noi abbiamo presentato una proposta di legge, per la deliberazione d'urgenza, per noi politicamente centrale che è quella sul REI. Perché lo facciamo? Perché la riteniamo congruente con il dibattito politico in corso, con le misure a contrasto della povertà. La maggioranza, poi, che ha i numeri in quest'Aula, potrebbe modificarla, fare quello che vuole.

Io lo dico in anticipo, Presidente, rifacendomi all'articolo 69, che qui noi stiamo deliberando ciò che è urgente per la maggioranza e per il Governo, senza attinenza con la necessità o meno che questi provvedimenti abbiano una discussione sufficiente - le ho riferito quali siano i due provvedimenti di legge significativi - senza riferimento o meno alla congruenza con il dibattito politico che è in corso e sapendo già che la maggioranza sceglierà qual è il provvedimento della minoranza che più preferisce.

Glielo dico anche, Presidente, perché ciò che facciamo noi, oggi, con sette deliberazioni d'urgenza di seguito, non ha precedenti. Io chiedo la cortesia di verificare se esistano, nei verbali della Camera dei deputati, dei precedenti di sette deliberazioni d'urgenza, cinque delle quali approvande, e di cui quattro, di queste cinque, saranno sicuramente della maggioranza; noi non abbiamo precedenti.

Noi ci asterremo sui voti della deliberazione d'urgenza per le leggi di iniziativa della maggioranza, perché conosciamo il Regolamento e non vogliamo in alcun modo precludere la possibilità della maggioranza di decidere. Sappiamo già che il voto della maggioranza sarà contrario all'unica nostra richiesta, perché la maggioranza preferisce scegliere fior da fiore ciò che c'è da assegnare - con un atteggiamento di tipo proprietario su questa istituzione - come diritto alle minoranze e, quindi, noi esprimiamo una critica generale a ciò che sta avvenendo. Non ci disporremo con un voto contrario su quelle deliberazioni della maggioranza, anche se, nel merito, poi, su molte di esse noi saremo contrari e chiediamo un sussulto di coscienza da parte della maggioranza sull'unica proposta che noi abbiamo fatto, che viene incontro alla medesima preoccupazione che ha la maggioranza sulla centralità del contrasto alla povertà che voi avete messo nelle vostre dichiarazioni.

Facciamo appello a lei, Presidente, perché faccia, al termine di queste nostre scelte, una valutazione su cosa succede con queste votazioni, su cosa succede nei rapporti di forza della possibilità di incidere sul programma tra maggioranza e minoranza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

WANDA FERRO (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Sempre per un richiamo al Regolamento?

WANDA FERRO (FDI). Presidente, sì, sempre rispetto allo stesso richiamo del Regolamento che perfettamente conosciamo. Noi come Fratelli d'Italia riteniamo importante che venga invertito l'ordine rispetto alla proposta dell'onorevole presidente Meloni, perché credo che la scelta debba essere fatta in base alle priorità degli argomenti e, soprattutto, al fatto che, rispetto a sette deliberazioni d'urgenza, per la prima volta nella storia di questo Parlamento, non si vedrà questa discussione essere centrale, rispetto alla proposta che Fratelli d'Italia ha fatto con la legge n. 313 che riguarda, ovviamente, la Banca d'Italia, che riguarda quello che i “grillini” per tanto tempo hanno detto nelle piazze, nelle strade e nei bar e che oggi dovrebbe trovare un atto di coerenza proprio in quest'Aula.

Quindi, chiediamo e auspichiamo che questa volta ci sia quella coerenza, quel sussulto di orgoglio rispetto ciò che per troppo tempo si è predicato. Si parla del bene degli italiani, della Banca d'Italia, rispetto a quella che è un'Europa che non deve essere una coercizione, ma una scelta - se stare dentro o meno -, ma anche e soprattutto di tutti i soggetti privati che riguardano la banca stessa. Probabilmente, il voto non sarà dalla nostra parte, ma era giusto sottolineare che quello che si dice nelle campagne elettorali, nei bar e nelle piazze, poi, deve ritornare in Aula come risposta ai nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Deputato Sisto, anche rispetto al suo richiamo al Regolamento, le dico che il Regolamento è perfettamente rispettato, perché le deliberazioni di urgenza che possono essere inserite nel calendario trimestrale devono essere massimo cinque; non le deliberazioni all'interno dell'Aula che possono essere anche sette, otto o nove. Però, il massimo dell'inserimento, nel calendario trimestrale, è di cinque. Quindi, quando saranno, se lo saranno, approvate 5 deliberazioni di urgenza, il resto verrà precluso, così come da Regolamento.

Per quanto riguarda il dibattito che già si è tenuto nella Conferenza dei presidenti di gruppo per le deliberazioni di urgenza, senza passare per l'Aula, c'è bisogno della maggioranza dei tre quarti. Non essendoci stata maggioranza dei tre quarti - nonostante si sia cercata una collaborazione tra maggioranza e opposizione e non la si sia trovata -, alla fine, siamo arrivati in Aula dove ci sarà una maggioranza semplice e, quindi, rispettiamo perfettamente il Regolamento.

Sulla sua richiesta, invece, rimaniamo in questo ordine, perché è l'ordine di presentazione della richiesta. Abbiamo già dibattuto in capigruppo e così siamo arrivati in Aula; quindi, continueremo così, anche perché il Regolamento è perfettamente rispettato.

Dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 712 (ore 14,48).

PRESIDENTE. Comunico che, a norma dell'articolo 69, comma 1, del Regolamento, è stata richiesta, dal gruppo Lega-Salvini Premier, la dichiarazione di urgenza per la proposta di legge: Molinari ed altri: “Modifica all'articolo 4 del testo unico in materia di società a partecipazione pubblica, di cui al decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175, concernente le partecipazioni in società operanti nei settori lattiero-caseario e alimentare.” (A.C. 712).

Su questa richiesta, a norma dell'articolo 69, comma 2, del Regolamento, non essendo stata raggiunta, in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, la maggioranza corrispondente ai tre quarti dei componenti della Camera, l'Assemblea è chiamata a deliberare con votazione palese, mediante procedimento elettronico, con registrazione dei nomi.

Ha chiesto di parlare a favore il deputato Marzio Liuni, Ne ha facoltà.

MARZIO LIUNI (LEGA). Signor Presidente, onorevoli colleghi, la finalità della presente proposta di legge è quella di escludere dall'applicazione del testo unico in materia di società a partecipazione pubblica le centrali del latte. Il suddetto testo unico stabilisce il divieto per le amministrazioni pubbliche di acquisire o mantenere partecipazioni in società che abbiano come oggetto sociale la produzione di beni e di servizi. Il medesimo decreto, però, consente l'esclusione totale o parziale, dal rispetto della norma, per singole società individuate con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, in ragione della misura della qualità della partecipazione, degli interessi pubblici ad essa connessi e del tipo di attività svolta, riconducibile alle finalità istituzionali dell'amministrazione.

Caso emblematico di questa deroga è la questione legata alla Centrale del Latte di Brescia; dopo istanza del sindaco è stata riconosciuta alla stessa la fondamentale valenza di presidio in ambito sanitario e di controllo degli alimenti che risulta funzionale al perseguimento delle finalità istituzionali della stessa amministrazione pubblica e, pertanto, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri è stata esclusa dall'applicazione della norma. Le motivazioni del decreto hanno sottolineato che le attività della società bresciana vengono svolte nel perseguimento delle finalità istituzionali del comune, tra cui anche la promozione di un progresso economico rispetto all'interesse generale e compatibile con la salvaguardia dell'ambiente. La filiera lattiero-casearia ha un importante rilievo economico e sociale per il nostro Paese in quanto ha un indotto che dà lavoro a oltre 100 mila operatori tra produttori e trasformatori. Quello della trasformazione del latte è un settore strategico per il comparto agroalimentare italiano e rappresenta un'importante bacino di ricchezza e di occupazione per i territori locali. I consumatori italiani sono sempre più alla ricerca di un prodotto genuino e legato al proprio territorio e le centrali del latte garantiscono ogni giorno la distribuzione alle comunità locali. Esse hanno anche lo scopo di assicurare il controllo igienico del latte e si sono distinte negli anni per la capacità di innovazione e la sensibilità verso le nuove tecnologie. Il lavoro svolto dalle centrali del latte sulla qualità e sulla sicurezza alimentare è funzionale all'esercizio della funzione pubblica e, dunque, va riconosciuto e preservato. La proposta di legge, muovendo dalle necessità di mantenere inalterato il patrimonio di storia, tradizione, qualità e innovazione espresso dalle centrali del latte, intende dunque restituire alle pubbliche amministrazioni le funzioni di garanzia e controllo sulla filiera lattiero-casearia che la riforma Madia ha invece fatto venir meno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

In conclusione, il gruppo della Lega, per le suddette motivazioni, voterà a favore sulla deliberazione d'urgenza della presente proposta di legge, in modo che la Commissione agricoltura possa esaminare la possibilità per le società a partecipazione pubblica, ovvero le centrali del latte, di essere escluse totalmente o parzialmente dall'applicazione della normativa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare contro il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, i problemi del voto procedurale risiedono direttamente nella lettura della norma che li legittima. Allora, è evidente che nell'articolo 69 del Regolamento, come modificato nel 1997, siamo di fronte ad un'eccezione ed è un'eccezione sia per la legittimazione a richiedere l'urgenza, sia per le modalità della dichiarazione di urgenza, sia per il numero dei provvedimenti che possono essere dichiarati urgenti, e poi qualcuno mi spiegherà qual è il motivo di portarne sette in Aula quando molto più modestamente se ne potevano portare tre, quattro, cinque o quello che era, e non eccedenti rispetto al numero previsto dall'ultimo comma dell'articolo 69.

Ma, Presidente, Forza Italia, che si limiterà ad un solo intervento, il mio, su queste proposte di urgenza, esprime una perplessità di fondo, cioè il rischio che si possa legittimare un abuso dell'urgenza, cioè che l'urgenza non venga utilizzata sapientemente per dare il via libera a provvedimenti che abbiano oggettivamente il requisito dell'urgenza ma che diventi uno strumento di compressione della democrazia parlamentare, riducendo i tempi su temi che nulla hanno di urgente. Io invito ciascun parlamentare, che ovviamente abbia avuto la pazienza di prendersi l'ordine del giorno, a leggere i temi di questa urgenza: modifica dell'articolo 4 per le società a partecipazione pubblica concernente le partecipazioni in società operanti nei settori lattiero-caseario e alimentare, che è “di un'urgenza clamorosa”; equità del sistema previdenziale attraverso il ricalcolo, secondo il metodo contributivo, dei trattamenti pensionistici, e su questo dirò qualche cosa perché mentre Forza Italia voterà convintamente contro sull'urgenza di determinati provvedimenti su questo provvedimento delle pensioni noi ci asterremo perché vi sfidiamo a portarlo in Parlamento e siamo pronti a discuterlo per capire e per far capire quanto sia strumentale portarlo in Aula con urgenza, quanto serva soltanto al consenso e non certamente al Parlamento.

La sfida che noi vi lanciamo con il nostro voto di astensione, ovviamente solo sotto il profilo procedurale, accettando il contraddittorio su un tema che dovrebbe essere capace di portare fittiziamente quando, invece, la voragine della nostra situazione economica è sotto gli occhi di tutti… Voi pensate ancora al contentino del taglio delle pensioni per cercare disperatamente di guadagnare quei consensi che non meritate e non meriterete.

E allora, Presidente, il nostro voto di astensione è un voto di sfida, è un voto che significa “parliamone in Parlamento” e quanto prima per svelare il tentativo di mistificazione parlamentare utilizzando un argomento che non vale nulla, per guadagnare invece consensi, un argomento che sul piano economico ha valore zero, valore zero!

Rispondete, invece, agli altri quesiti, dateci la possibilità di capire come si possa andare contro la logica, contro la logica! Altro che il taglio delle pensioni cosiddette d'oro. Qualcuno ancora si fa incantare, si fa incantare da queste magie nere! Ancora qualcuno ci crede che questo cambia un Paese! Ma voi pensate davvero che un Paese cambi perché si tagliano delle pensioni? Un Paese non solo non cambia, ma peggiora e si affanna dietro il nulla, perdendo di vista l'essenziale. Noi vi sfidiamo su questo provvedimento!

Allora, Presidente, noi voteremo contro su questi provvedimenti per evitare che l'urgenza diventi la regola, perché le eccezioni che diventano regola mortificano le regole. Ci asterremo sul provvedimento della collega Meloni ed altri, nella sinergia che ci lega a talune proposte di legge e perché sia ben chiaro che l'opposizione, quando viene chiamata, risponde in difesa dei principi e non facendosi certamente incantare da fantasmi di provvedimenti che, urgenti o non urgenti, vedrete non faranno onore al Parlamento. Noi andiamo avanti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gadda. Ne ha facoltà, in via eccezionale.

MARIA CHIARA GADDA (PD). La ringrazio, Presidente, per questa opportunità. Il presidente Sisto è intervenuto sui margini procedurali. Io vorrei ritornare nel merito di questa proposta, per confermare il voto di astensione del Partito Democratico. Il collega della Lega ha ricordato, tra i requisiti, tra gli obiettivi di questa proposta di legge, quello di restituire alle pubbliche amministrazioni le funzioni di garanzia e controllo sulla filiera lattiero-casearia che la riforma Madia ha tolto o, meglio, oserei dire che avrebbe tolto, perché giustamente è stato citato il caso di Brescia. Il caso di Brescia è emblematico, perché la riforma Madia, al comma 9, prevede esattamente la procedura che il comune di Brescia ha adottato, una procedura che altri comuni, come, ad esempio, il comune di Roma, non hanno inteso utilizzare. È proprio di ieri una notizia apparsa su quotidiani nazionali dove appunto si evidenzia questa differenza. Il comune di Brescia ha potuto chiedere la non applicazione di quest'articolo della riforma Madia proprio a causa di una serie di elementi previsti dal decreto stesso: la qualità della partecipazione pubblica e il fatto che i conti fossero in ordine. Invece, andiamo a scoprire che con questa proposta di legge, che è chiamata con estrema urgenza, si vuole risolvere un problema in casa Raggi, perché la situazione in cui versa la Centrale del latte di Roma non è assolutamente paragonabile al caso del comune di Brescia.

Quindi, chiedo un po' più di onestà intellettuale, non soltanto a chi presenta queste proposte di legge, ma soprattutto a chi interviene in Aula, perché oggi le possibilità per gli enti locali di applicare quanto previsto dalla riforma Madia ci sono se i conti sono in ordine, se quindi non si sottraggono risorse pubbliche che possono essere utilizzate e potrebbero essere utilizzate magari a Roma per coprire le buche, per la pulizia, per l'ordine e la sicurezza di questa città. Dunque, la città di Roma avrebbe potuto adottare la stessa procedura utilizzata dal comune di Brescia. Non l'ha fatto perché questa è una società in perdita, una società in perdita da diversi anni e nella relazione dei revisori dei conti del comune di Roma si cita testualmente, quando si parla della Centrale del latte di Roma, l'immobilismo riguardo alla definizione della cessione della partecipazione in Centrale del latte di Roma.

Quindi, si vuole utilizzare una proposta di legge, si vuole utilizzare una procedura d'urgenza di questo Parlamento per coprire un immobilismo, per coprire una mancanza del comune di Roma. Complimenti ai colleghi della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indico la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, con registrazione dei nomi, sulla dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 712: Modifica all'articolo 4 del testo unico in materia di società a partecipazione pubblica, di cui al decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175, concernente le partecipazioni in società operanti nei settori lattiero-caseario e alimentare.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

A seguito della dichiarazione di urgenza testé deliberata, il termine per la Commissione per riferire in Assemblea è ridotto alla metà, a norma dell'articolo 81, comma 2, del Regolamento.

Dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 1071.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca: Dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 1071.

Comunico che, a norma dell'articolo 69, comma 1, del Regolamento, è stata richiesta dal gruppo MoVimento 5 Stelle la dichiarazione di urgenza per la proposta di legge n. 1071: Disposizioni per favorire l'equità del sistema previdenziale attraverso il ricalcolo, secondo il metodo contributivo, dei trattamenti pensionistici superiori a 4.500 euro mensili.

Su questa richiesta, a norma dell'articolo 69, comma 2, del Regolamento, non essendo stata raggiunta in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo la maggioranza corrispondente ai tre quarti dei componenti della Camera, l'Assemblea è chiamata a deliberare con votazione palese, mediante procedimento elettronico, con registrazione dei nomi.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti…

Ha chiesto di parlare a favore il deputato Lollobrigida. Prego.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, pensavo che ci fosse un intervento a favore, e quindi, votando noi a favore, non mi volevo sovrapporre all'intervento della maggioranza. Evidentemente, noi voteremo a favore di questo provvedimento per sfidare contenutisticamente la maggioranza, perché noi, invece, siamo tra quelli che hanno portato in quest'Aula, anche nel passato, la proposta di legge del taglio delle pensioni d'oro. Riteniamo che vada fatto e che vada fatto con urgenza; per questo, voteremo favorevolmente.

Però, Presidente, colgo l'occasione per dichiarare il voto anche sulle altre questioni, perché noi, proprio per le vicende regolamentari che non prevedono più di cinque discussioni di richiesta d'urgenza, ci siamo astenuti sulla prima. Nel merito entreremo e siamo ovviamente favorevoli a un provvedimento, però riteniamo alcuni di questi, quelli su cui ci asterremo, provvedimenti meno urgenti della nazionalizzazione della Banca d'Italia.

Per questo, Presidente, rispetto alla sua obiezione noi facevamo appello all'Aula. È vero che noi in Conferenza dei presidenti di gruppo abbiamo stabilito una modalità di voto, però non è che abbiamo stabilito di dare un'indicazione all'Aula. Qui ci sarà chi, votando le prime cinque favorevolmente, escluderà dalla discussione di urgenza la settima, che è quella a firma Meloni. In questo caso, quindi, si chiede, per esempio, di discutere del prodotto caseario, giustissimo, ma di discuterne prima della nazionalizzazione della Banca d'Italia. E, allora, gli amici che stanno dall'altra parte che la rivendicavano come urgenza - Presidente, parlo a lei perché si faccia portavoce presso il MoVimento 5 Stelle -, che dicevano che l'argomento della nazionalizzazione della Banca d'Italia era un'urgenza, hanno adesso l'occasione di dimostrare coerenza.

Quindi, se votano per l'urgenza precedentemente, escludono dal poterne parlare adesso e di metterlo in calendario immediatamente; quindi votano contro la possibilità di discuterne, e quindi, ovviamente, noi vogliamo che ognuno si assuma la propria responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, con registrazione dei nomi, sulla dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 1071: “Disposizioni per favorire l'equità del sistema previdenziale attraverso il ricalcolo, secondo il metodo contributivo, dei trattamenti pensionistici superiori a 4.500 euro mensili”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

A seguito della dichiarazione di urgenza testé deliberata, il termine per la Commissione per riferire in Assemblea è ridotto alla metà, a norma dell'articolo 81, comma 2, del Regolamento.

Dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 52.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca: Dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 52.

Comunico che, a norma dell'articolo 69, comma 1, del Regolamento, è stata richiesta dal gruppo MoVimento 5 Stelle la dichiarazione di urgenza per la proposta di legge n. 52: “Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque”.

Su questa richiesta, a norma dell'articolo 69, comma 2, del Regolamento, non essendo stata raggiunta in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo la maggioranza corrispondente ai tre quarti dei componenti della Camera, l'Assemblea è chiamata a deliberare con votazione palese, mediante procedimento elettronico e registrazione dei nomi.

Ha chiesto di parlare a favore la deputata Daga. Ne ha facoltà.

FEDERICA DAGA (M5S). La ringrazio, Presidente. Noi volevamo fare la dichiarazione a favore per la deliberazione d'urgenza di questo testo. Perché la stiamo chiedendo? Sono passati circa sette anni dal voto del 2011, c'è stato un referendum con 27 milioni di persone che hanno dato un chiaro segnale politico anche a questo emiciclo. Noi vogliamo dare risposta a questo straordinario risultato e vogliamo farlo coinvolgendo tutti i protagonisti del servizio idrico integrato, di tutti coloro che erogano questo servizio alla cittadinanza; un servizio che deve essere dato a tutti ed essere garantito.

Quindi, cercheremo anche di coinvolgere, anche chi è seduto in questo emiciclo, perché rappresentano quei 27 milioni di persone in qualche modo, li rappresentano tutti. Quindi sono passati sette anni e vogliamo dare questo segnale a questo grande risultato. Noi chiediamo, quindi, che l'Aula voti favorevolmente e dichiariamo il nostro voto a favore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, con registrazione dei nomi, sulla dichiarazione di urgenza della proposta legge n. 52: “Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

A seguito della dichiarazione di urgenza testé deliberata, il termine per la Commissione per riferire in Assemblea è ridotto alla metà, a norma dell'articolo 81, comma 2, del Regolamento.

Dichiarazione di urgenza del disegno di legge n. 1189.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca: Dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 1189.

Comunico che a norma dell'articolo 69, comma 1, del Regolamento, è stata richiesta dal Governo la dichiarazione di urgenza per il disegno di legge n. 1189: “Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici”.

Su questa richiesta, a norma dell'articolo 69, comma 2, del Regolamento, non essendo stata raggiunta in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo la maggioranza corrispondente ai tre quarti dei componenti della Camera, l'Assemblea è chiamata a deliberare con votazione palese mediante procedimento elettronico con registrazione dei nomi.

DEVIS DORI (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (M5S). Presidente, la corruzione è un mostro che sta divorando l'Italia. A farne le spese sono…

PRESIDENTE. A favore o contro?

DEVIS DORI (M5S). A favore: il MoVimento 5 Stelle voterà a favore.

La corruzione è infatti un mostro che sta divorando l'Italia. A farne le spese sono i cittadini onesti, che da troppo tempo sono costretti a pagare per le ruberie di soggetti senza scrupoli. Soltanto negli ultimi sei mesi la Guardia di finanza ha scoperto mazzette per 40 milioni di euro, ma i numeri come questi, purtroppo, non sono che la punta dell'iceberg: secondo uno studio recente, la corruzione costerebbe allo Stato ben 10 miliardi l'anno del PIL nazionale. Stando agli esperti, la piaga della corruzione sarebbe la causa dell'aumento complessivo del costo degli appalti e del calo degli investimenti esteri: in altre parole, mentre i cittadini pagano più del dovuto per la costruzione di una strada o di una scuola, gli imprenditori stranieri si guardano bene dall'investire i loro soldi in un Paese dove la corruzione è all'ordine del giorno.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA (ore 15,10)

DEVIS DORI (M5S). Ogni giorno che passa, quindi, significa bruciare risorse economiche, che potrebbero essere invece investite nelle priorità del Paese, tra cui la lotta alla disoccupazione, il rilancio dell'economia e la rimozione degli ostacoli agli investimenti delle imprese straniere sul territorio. Per i suddetti motivi, il MoVimento 5 Stelle voterà a favore dell'urgenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. C'è qualcuno che chiede di intervenire contro? No.

Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico con registrazione dei nomi, sulla dichiarazione di urgenza del disegno di legge n. 1189: “Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 688.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca: Dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 688.

Comunico che, a norma dell'articolo 69, comma 1, del Regolamento, è stata richiesta dal gruppo Partito Democratico la dichiarazione di urgenza per la proposta di legge n. 688: “Modifiche al decreto legislativo 15 settembre 2017, n. 147, in materia di misure per il potenziamento e l'estensione del reddito di inclusione per favorire l'occupabilità dei beneficiari”.

Su questa richiesta, a norma dell'articolo 69, comma 2, del Regolamento, non essendo stata raggiunta in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo la maggioranza corrispondente ai tre quarti dei componenti della Camera, l'Assemblea è chiamata a deliberare con votazione palese mediante procedimento elettronico con registrazione dei nomi.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, a favore sul merito interverrà dopo di me, quando lei le concederà la parola, l'onorevole Carnevali.

A seguito della discussione sull'interpretazione dell'articolo 69, comma 3, del Regolamento che si è svolta prima che lei presiedesse, e anche in conformità agli interventi della collega di Fratelli d'Italia e del collega di Forza Italia, io per il suo tramite vorrei chiedere ai colleghi della maggioranza dei due partiti che appoggiano il governo, della Lega della Lega e del MoVimento 5 Stelle: astenetevi dal voto.

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, mi scusi, non è un intervento sull'ordine dei lavori.

EMANUELE FIANO (PD). Come no? È sull'ordine del lavoro che c'è tra poco, che il voto…

PRESIDENTE. No. Sta chiedendo alla maggioranza di astenersi, è quasi una dichiarazione di voto indotta.

EMANUELE FIANO (PD). No no no, di astenersi dal voto, non di votare astenuto.

PRESIDENTE. Onorevole Fiano… La prego, onorevole Fiano. Grazie.

ELENA CARNEVALI (PD). Chiedo di parlare a favore.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Signora Presidente, colleghi, ci sono molte buone ragioni che motivano l'urgenza. La prima, perché a fronte della demagogia di chi afferma dal balcone di Palazzo Chigi che avete abolito la povertà per 6,5 milioni di italiani poveri con poche centinaia di euro al mese, la matematica come sapete non si piega al Governo del cambiamento: la matematica è una scienza esatta, voi avete qualche problema con la scienza. E noi non temiamo il confronto, spero che questo valga anche per voi.

La seconda ragione è perché non una costola del Partito Democratico, ma Alleanza contro la povertà ha chiesto con pacatezza un dialogo, chiede interlocuzione. È un mondo che non è detto che sia distante da voi: perché vedete, il reddito di inclusione c'è, è in corsa da dieci mesi, e una novità di questa portata vi chiede di non fare una riforma nella riforma. Chiunque conosca le fatiche che stanno affrontando i territori, sa che modificare l'impianto del reddito di inclusione significherebbe assestare un colpo fatale alla possibilità di costruire politiche adeguate contro la povertà. Un conto è apportare modifiche, un conto è fare tabula rasa, ripartire da zero; perché spostare l'asse dall'intervento dai comuni ai centri per l'impiego non è solo un problema di natura concettuale, ma anche di insuccesso. Perché i centri per l'impiego sono una parte, non l'esclusività: si metterebbe a rischio, come Alleanza contro la povertà vi ha detto, in primo luogo che la misura venga data a tutti, e si riduce anche la possibilità di avere misure efficaci sui percorsi di inclusione.

Perché state dicendo che partite da marzo? Noi non sappiamo a chi lo date, quanto lo date, se tenete conto dei carichi familiari, per quanto tempo, a quali condizioni; ma ha senso o no che ne discutiamo prima della legge di bilancio, visto che c'è una questione ordinamentale, o pensate di infilarla tra le tante norme che una legge di bilancio richiede (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Perché l'unica traccia che abbiamo è quella del progetto di legge Catalfamo, che noi non condividiamo, perché ha dichiarato risorse assurde che avete già rinnegato, 1.600 euro, 900 al mese a una famiglia con due figli, e che in realtà si traduce in cifre irrisorie che non aiutano di certo ad uscire dalla povertà.

Perché vedete, sul reddito di cittadinanza noi non siamo d'accordo, ve l'abbiamo spiegato. Pensiamo che abbia un approccio diseducativo al mercato del lavoro, perché molti lavori utili verranno rifiutati, come le collaborazioni occasionali, mantenendo tali soggetti nella trappola della povertà e incrementando il lavoro nero, in attesa di un lavoro a tempo indeterminato che in alcuni territori, come sapete, è molto difficile, costringendoli a vivere di sussidio.

Vedete, secondo noi solo i pavidi hanno la paura di un confronto, perché solo i codardi alla fine contrabbandano pochi euro al mese per i poveri, con invece migliaia di euro a pochi ricchi con la flat tax e ad evasori condonati. Io penso che sia doveroso discutere in modo trasparente in quest'Aula come la proposta che avanzate sul reddito di cittadinanza merita, visto il valore che la povertà ha per noi, e spero anche per voi e per questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

COSIMO ADELIZZI (M5S). Chiedo di parlare contro.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

COSIMO ADELIZZI (M5S). Presidente, risponderò innanzitutto al collega Fiano, nonostante il suo non fosse un intervento sull'ordine dei lavori, e quindi non doveva esserci.

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza, onorevole, non all'onorevole Fiano.

COSIMO ADELIZZI (M5S). Sì, mi sto rivolgendo a lei, Presidente.

PRESIDENTE. Prego, continui. Continui.

COSIMO ADELIZZI (M5S). Sto dicendo a lei che risponderò al collega Fiano, nonostante il suo non fosse un intervento sull'ordine dei lavori. E gli dico semplicemente che la maggioranza voterà, e voterà convintamente. Spiego brevemente perché, e lo faccio rispondendo alla collega Carnevali. Noi oggi ci troviamo a votare per l'urgenza sulle modifiche al reddito di inclusione, che avrebbe - leggo qui testualmente - lo scopo di favorire l'estensione del reddito e favorire l'occupabilità: in realtà questo provvedimento è stato destinato a pochi fruitori, non ha né combattuto la povertà né tanto meno ha creato occupazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Hanno provato a dire per anni che il reddito di cittadinanza era una misura assistenziale quando la vera misura assistenziale era il reddito di inclusione, ma va bene, ci hanno provato, apprezziamo lo sforzo; ora, però, non possiamo votare quest'urgenza, perché questa misura sarà superata - e sarà superata in maniera netta e drastica - con il reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), una misura con la quale noi andremo a combattere davvero la povertà in questo Paese, e non faremo come hanno fatto loro, Presidente, che i soldi li hanno dati - l'abbiamo visto con gli 80 euro - a chi percepiva già uno stipendio, trascurando i bisogni e le necessità dei veri poveri di questo Paese, milioni e milioni di cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi concludo, Presidente, confermando a lei e a tutti che il MoVimento 5 Stelle voterà contro la richiesta d'urgenza su questa misura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, con registrazione dei nomi, sulla dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 688: “Modifiche al decreto legislativo 15 settembre 2017, n. 147, in materia di misure per il potenziamento e l'estensione del reddito di inclusione per favorire l'occupabilità dei beneficiari”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Essendo stata respinta dall'Assemblea la richiesta di urgenza in esame, come già preannunciato in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, il provvedimento sarà inserito nel vigente programma dei lavori per il mese di dicembre.

Dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 445.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca: Dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 445. Comunico che, a norma dell'articolo 69, comma 1, del Regolamento, è stata richiesta dal gruppo Liberi e Uguali la dichiarazione di urgenza per la proposta di legge n. 445: “Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo”.

Su questa richiesta. a norma dell'articolo 69, comma 2, del Regolamento, non essendo stata raggiunta in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo la maggioranza corrispondente ai tre quarti dei componenti della Camera, l'Assemblea è chiamata a deliberare con votazione palese mediante procedimento elettronico con registrazione dei nomi.

Ha chiesto di intervenire a favore l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà, prego.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signora Presidente, i colleghi della precedente legislatura ricorderanno che un testo sostanzialmente analogo era già stato approvato all'unanimità sia da questo ramo del Parlamento sia dal Senato, era poi incorso in un errore formale e materiale, rilevato giustamente dalla Presidenza della Repubblica, e non fu più possibile nella scorsa legislatura riapprovare questo provvedimento, che, come dicevo prima, aveva ottenuto l'unanimità sia della Camera che del Senato. La misura, in estrema sintesi, interviene sull'ultimo anello mancante della lotta al contrasto all'utilizzo delle mine antipersona, di munizioni e soprattutto queste devastanti submunizioni a grappolo, che stanno facendo migliaia di morti, soprattutto bambini perché questo tipo di bombe finisce di intervenire e di creare devastazioni, morti e lutti non soltanto durante gli eventi bellici ma spesso anche nelle fasi che ne seguono, quindi nelle fasi di pace.

Questa misura interviene dove? Interviene per contrastare il finanziamento, cioè impedisce che aziende, banche e finanza, in qualsivoglia modo, possano finanziare le imprese produttrici delle mine antipersona. Questo è un passaggio importante, che completa il ciclo di contrasto che il nostro Paese ha già intrapreso firmando le convenzioni internazionali.

Da questo punto di vista, l'auspicio di chi l'ha presentata è quello che questo progetto di legge possa avere poi, successivamente, l'assegnazione in sede legislativa in Commissione, in modo tale da velocizzare ulteriormente il percorso di una norma che credo e spero possa ottenere l'unanimità di quest'Aula.

PRESIDENTE. C'è qualche il collega che intende intervenire contro la proposta? No. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, con registrazione dei nomi, sulla dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 445: “Misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Sono state così deliberate dall'Assemblea cinque dichiarazioni di urgenza.

Essendo stato, quindi, raggiunto il limite di cui all'articolo 69, comma 3, del Regolamento, come già preannunciato in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, non potrò dare seguito alle successive dichiarazioni d'urgenza iscritte all'ordine del giorno della seduta odierna.

Dovremmo ora passare al successivo punto iscritto all'ordine del giorno.

GIULIA SARTI, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIA SARTI, Presidente della II Commissione. Presidente, anche alla luce del parere della Commissione bilancio, chiedo di sospendere i lavori dell'Aula per una ventina di minuti, per permettere al Comitato dei nove di riunirsi.

PRESIDENTE. Quindi chiede di sospendere per 20 minuti. Vi bastano 20 minuti? Benissimo.

Allora sospendo la seduta, che riprenderà alle 15,50. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 15,30, è ripresa alle 15,50.

GIULIA SARTI, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIA SARTI, Presidente della II Commissione. Grazie Presidente, mi scuso con i colleghi. Chiedo un'altra sospensione, fino alle 16,20, per permettere al Comitato dei nove di terminare i suoi lavori.

PRESIDENTE. Va bene, Presidente Sarti. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,20.

La seduta, sospesa alle 15,52, è ripresa alle 16,25.

Seguito della discussione della proposta di legge: Salafia ed altri: Disposizioni in materia di azione di classe (A.C. 791-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge Salafia ed altri n. 791-A: Disposizioni in materia di azione di classe.

Ricordo che, nella seduta di ieri, si è conclusa la discussione generale e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre le relatrici vi hanno rinunciato.

(Esame degli articoli - A.C. 791-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge, nel testo della Commissione, e degli emendamenti presentati.

Avverto che, fuori della seduta, gli emendamenti Varchi 1.22, 1.87 e 1.48 nonché gli emendamenti Ferri 1.275 e 1.276 sono stati ritirati dai presentatori.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

In particolare, tale ultimo parere contiene una condizione sul testo, formulata ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, che sarà posta in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Sempre nel parere della Commissione Bilancio sono contenute due condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, riferite agli emendamenti 1.210 Perantoni e 1.211 Colletti. Al fine di recepire tale ultima condizione, la Commissione ha presentato il subemendamento 0.1.211.100 che è in distribuzione.

Sono altresì in distribuzione gli emendamenti della Commissione 1.400, 1.401, 1.402, 1.403, 1.404, successivamente ritirato, 1.405, 1.406, 1.407 e 1.408.

Con riferimento a tali ultime due proposte emendative risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato al termine per la presentazione dei subemendamenti.

Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare. A tal fine il gruppo Misto (per la componente politica delle Minoranze Linguistiche) è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 791-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Avverto che l'emendamento Perantoni 1.210, a pagina 6 del fascicolo, erroneamente collocato prima dell'emendamento Colletti 1.211, sarà correttamente posto in votazione dopo tale proposta emendativa.

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti riferiti all'articolo 1, invito le relatrici e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti allo stesso articolo segnalati per la votazione.

Prego, onorevole Salafia.

ANGELA SALAFIA, Relatrice per la maggioranza. Grazie, Presidente. Emendamento 1.5 Bartolozzi, parere contrario; emendamento 1.200 Zanettin, parere contrario; emendamento 1.206 Zanettin, parere contrario; emendamento 1.203 Bartolozzi, parere contrario; emendamento 1.201 Bartolozzi, parere contrario; emendamento 1.202 Bartolozzi, parere contrario; emendamento 1.12 Zanettin, parere contrario; emendamento 1.13 Zanettin, parere contrario; emendamento 1.14 Zanettin, parere contrario; emendamento 1.7 Bartolozzi, parere contrario; emendamento 1.15 Varchi, parere contrario; emendamento 1.19 Bartolozzi, parere contrario; emendamento 1.20 Schullian, parere contrario; emendamento 1.209 D'Orso, parere favorevole; emendamento 1.205 Bartolozzi, invito al ritiro; emendamento 1.210 Perantoni, invito al ritiro; subemendamento 0.1.211.100 (Nuova formulazione) della Commissione, favorevole.

Emendamento 1.211 Colletti, favorevole con la seguente riformulazione: Al comma 1, capoverso «Art. 840-bis», secondo comma, sopprimere il terzo e quarto periodo.

Conseguentemente, all'articolo 1, sopprimere il comma 2;

all'articolo 2, comma 1, aggiungere infine il seguente capoverso: Art. 196-ter. – (Elenco delle organizzazioni e associazioni legittimate all'azione di classe). - Con decreto del Ministro della Giustizia, di concerto con il Ministro dello Sviluppo economico, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, sono stabiliti i requisiti per l'iscrizione nell'elenco di cui all'articolo 840-bis, secondo comma, del codice, i criteri per la sospensione e la cancellazione delle organizzazioni e associazioni iscritte, nonché il contributo dovuto ai fini dell'iscrizione e del mantenimento della stessa. Il contributo di cui al presente comma è fissato in misura non superiore a quella necessaria alle spese di istituzione, di sviluppo e di aggiornamento dell'elenco. I requisiti per l'iscrizione comprendono la verifica delle finalità programmatiche, dell'adeguatezza a rappresentare e tutelare i diritti omogenei azionati e della stabilità e continuità delle associazioni e delle organizzazioni stesse, nonché la verifica delle fonti di finanziamento utilizzate. Con il medesimo decreto sono stabilite le modalità di aggiornamento dell'elenco.

a ll'articolo 2 aggiungere, infine, il seguente comma: 2. Il decreto previsto dall'articolo 196-ter, delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile, introdotto dal comma 1 del presente articolo, è adottato entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.

Emendamento della V Commissione 1.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole; emendamento 1.22 Varchi, parere contrario; emendamento 1.215 Ferri, parere contrario.

PRESIDENTE. Mi scusi, l'emendamento 1.22 Varchi è stato ritirato.

ANGELA SALAFIA, Relatrice per la maggioranza. Grazie, emendamento 1.215 Ferri, parere contrario; emendamento 1.24 Schullian, parere contrario; emendamento 1.60 Bartolozzi, parere contrario; emendamento 1.216 Perantoni parere contrario; emendamento 1.219 Colletti, parere favorevole; emendamento 1.217 Colletti, favorevole con una riformulazione: Al comma 1, capoverso «Art. 840-bis», sesto comma, dopo la parola: “termine”, aggiungere le seguenti: “non inferiore a sessanta e”.

Emendamento 1.218 Saitta, invito al ritiro; emendamento 1.220 Zanettin, parere contrario; emendamento 1.223 Colletti, parere contrario; emendamento 1.224 Colletti, parere contrario; emendamento 1.400 della Commissione, favorevole; emendamento 1.222 Colletti, parere contrario; emendamento 1.221 Giuliano, parere favorevole; emendamento 1.226 Bartolozzi, invito al ritiro; emendamento 1.225 Colletti, parere contrario; emendamento 1.227 Bartolozzi, favorevole con riformulazione: Al comma 1, capoverso «Art. 840-ter» terzo comma, primo periodo, dopo le parole: “rito sommario di cognizione”, aggiungere le seguenti: “di cui agli articoli 702-bis e seguenti”.

Emendamento 1.37 Bartolozzi, parere contrario; emendamento 1.38 Ferri, parere contrario; emendamento 1.401 della Commissione, parere favorevole; emendamento 1.40 Colletti, parere contrario; emendamento 1.318 Zanettin, parere contrario; emendamento 1.41 Zanettin, parere contrario; emendamento 1.319 Zanettin, parere contrario; emendamento 1.47 Varchi, parere contrario; emendamento 1.320 Colletti, parere contrario; emendamento 1.48 Varchi, parere contrario.

PRESIDENTE. L'emendamento 1.48 Varchi è stato ritirato.

ANGELA SALAFIA, Relatrice per la maggioranza. Grazie, emendamento 1.228 Colletti, parere contrario; emendamento 1.50 Zanettin, parere contrario; identici emendamenti 1.51 Schullian e 1.238 Colletti, parere contrario; emendamento 1.230 Colletti, invito al ritiro; emendamento 1.402 della Commissione, favorevole; emendamento 1.235 Colletti, invito al ritiro; emendamento 1.236 Bartolozzi, parere contrario; emendamento 1.231 Colletti, parere favorevole; emendamento 1.232 Colletti, favorevole con una riformulazione: Al comma 1, capoverso «Art. 840-ter», settimo comma, secondo periodo, dopo la parola: “ricorso”, aggiungere le seguenti: “introduttivo del reclamo”.

Identici emendamenti 1.233 Colletti e 1.234 Bartolozzi, parere contrario; emendamento 1.58 Zanettin, parere contrario; emendamento 1.403 della Commissione, favorevole; emendamento 1.270 Bartolozzi, parere contrario; emendamento 1.271 Zanettin, parere contrario; emendamento 1.272 Bartolozzi, parere contrario.

Emendamento 1.273 Bartolozzi, parere favorevole; 1.274 Bartolozzi, parere contrario; 1.277 Colletti, parere favorevole; 1.278 Bartolozzi, parere contrario; 1.68 Zanettin, parere contrario; 1.69 Zanettin, parere contrario; 1.312 Bartolozzi, parere contrario; 1.70 Bartolozzi, parere contrario; 1.279 Bartolozzi, favorevole con una riformulazione: Al comma 1, capoverso «articolo 840-quinquies», terzo comma, sostituire le parole: “,l'acconto e il compenso” con le seguenti: “e l'acconto sul compenso”; 1.280 Bartolozzi, parere contrario; 1.404 della Commissione è stato ritirato; 1.407 della Commissione, parere favorevole; 1.73 Bartolozzi, parere contrario.

PRESIDENTE. Gli emendamenti 1.275 e 1.276 Ferri sono stati ritirati. Passiamo all'emendamento 1.281 Bartolozzi.

ANGELA SALAFIA, Relatrice per la maggioranza. Emendamento 1.281 Bartolozzi, parere contrario; 1.282 Bartolozzi, parere contrario; 1.79 Varchi, parere contrario; 1.81 Vitiello, parere contrario; 1.283 Zanettin, parere contrario; 1.284 Colletti, parere contrario.

PRESIDENTE. L'emendamento 1.87 Varchi è stato ritirato.

ANGELA SALAFIA, Relatrice per la maggioranza. Identici emendamenti 1.90 Bazoli e 1.91 Bartolozzi, parere contrario; 1.285 D'Orso, parere favorevole; 1.309 Bartolozzi, parere contrario; identici 1.97 Varchi e 1.98 Ferri, parere contrario; 1.310 Bartolozzi, parere contrario; 1.100 Vitiello, parere contrario; identici 1.105 Ferri e 1.106 Varchi, parere contrario; 1.107 Varchi, parere contrario; identici 1.111 Bartolozzi e 1.110 Bazoli, parere contrario; 1.301 Colletti, parere contrario; 1.311 Bartolozzi, parere contrario; 1.302 Colletti, parere contrario; 1.313 Bartolozzi, parere contrario; 1.303 Colletti, parere favorevole; 1.304 Colletti, parere contrario; 1.317 Bartolozzi, parere contrario; 1.112 Colletti, parere contrario; 1.305 Colletti, invito al ritiro; 1.314 Bartolozzi, parere contrario; 1.408 della Commissione, parere favorevole; 1.300 Bazoli, parere contrario; 1.120 Rossello, parere contrario; identici 1.315 Rossello e 1.307 Saitta, parere favorevole; 1.121 Varchi, parere contrario; 1.405 della Commissione, parere favorevole; 1.316 Zanettin, parere contrario; 1.406 della Commissione, parere favorevole; 1.133 Bartolozzi, parere contrario; 1.134 Vitiello, parere contrario; 1.135 Ferri, parere contrario; 1.308 Giuliano, parere favorevole; 1.306 Colletti, parere contrario;

1.143 Bartolozzi, parere contrario.

PRESIDENTE. Qual è il parere della relatrice di minoranza, onorevole Bartolozzi, sugli emendamenti riferiti all'articolo 1?

GIUSI BARTOLOZZI, Relatrice di minoranza. Grazie, Presidente. Emendamento 1.5 Bartolozzi, favorevole; 1.200 Zanettin, favorevole; 1.206 Zanettin, favorevole; 1.203 Bartolozzi, favorevole; 1.201 Bartolozzi, favorevole; 1.202 Bartolozzi, favorevole; 1.12 Zanettin, favorevole.

Il parere è favorevole sugli emendamenti 1.13 e 1.14 Zanettin, 1.7 Bartolozzi, 1.15 Varchi, 1.19 Bartolozzi e 1.20 Schullian.

Emendamento 1.209 D'Orso, contrario.

Emendamento 1.205 Bartolozzi, lo ritiriamo perché il nostro emendamento è totalmente assorbito da un emendamento della Commissione.

Emendamento 1.210 Perantoni, contrario.

Presidente, vi è una difficoltà, cioè il fascicolo degli emendamenti della Commissione non lo abbiamo numerato. Quindi, se per lei va bene, darei i pareri dopo, perché nel fascicolo non sono numerati e ho difficoltà a seguirla.

PRESIDENTE. Glieli posso leggere io? L'aiuto io?

GIUSI BARTOLOZZI, Relatrice di minoranza. Va bene, li segua lei.

PRESIDENTE. Proviamo. Subemendamento 0.1.211.100 della Commissione?

GIUSI BARTOLOZZI, Relatrice di minoranza. Il problema è trovarlo. È il subemendamento della Commissione bilancio? Parere contrario.

Emendamento 1.211 Colletti, favorevole.

PRESIDENTE. Poi c'è l'emendamento 1.500 della Commissione Bilancio.

GIUSI BARTOLOZZI, Relatrice di minoranza. Solo un istante, Presidente. Qual è? È quello sempre della riformulazione con l'acconto. Parere contrario, Presidente.

Emendamento 1.22 Varchi, contrario; ma è ritirato, però.

PRESIDENTE. Sì, è ritirato.

GIUSI BARTOLOZZI, Relatrice di minoranza. Emendamenti 1.215 Ferri e 1.24 Schullian, contrario; 1.60 Bartolozzi, favorevole; 1.216 Perantoni, contrario; 1.219 Colletti, favorevole; 1.217 Colletti, favorevole; 1.218 Saitta, contrario; 1.220 Zanettin, favorevole; 1.223 Colletti, favorevole; 1.224 Colletti, parere contrario, Presidente.

PRESIDENTE. Poi c'è l'emendamento 1.400 della Commissione.

GIUSI BARTOLOZZI, Relatrice di minoranza. Emendamento 1.400 della Commissione, favorevole; 1.222 Colletti, contrario; 1.221 Giuliano, favorevole; 1.226 Bartolozzi, favorevole; 1.225 Colletti, favorevole; 1.227 Bartolozzi, accettiamo la riformulazione; 1.37 Bartolozzi, favorevole; 1.38 Ferri, contrario; 1.401 della Commissione, favorevole; 1.40 Colletti, contrario; 1.318 Zanettin, favorevole; 1.41 Zanettin, favorevole; 1.319 Zanettin, favorevole; 1.47 Varchi, contrario; 1.320 Colletti, contrario; 1.48 Varchi, è ritirato Presidente?

PRESIDENTE. Sì, esatto.

GIUSI BARTOLOZZI, Relatrice di minoranza. 1.228 Colletti, contrario; 1.50 Zanettin, favorevole: identici 1.51 Schullian e 1.238 Colletti, contrario; 1.230 Colletti, favorevole; 1.402 della Commissione, favorevole; 1.235 Colletti, favorevole; 1.236 Bartolozzi, favorevole…

PRESIDENTE. L'emendamento 1.235 Colletti è stato ritirato adesso.

GIUSI BARTOLOZZI, Relatrice di minoranza. …1.231 Colletti, favorevole; 1.232 Colletti, contrario; identici 1.57 Schullian, 1.233 Colletti e 1.234 Bartolozzi, favorevole; 1.58 Zanettin, favorevole; 1.403 della Commissione, contrario…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Bartolozzi. C'è prima l'emendamento 1.270 Bartolozzi.

GIUSI BARTOLOZZI, Relatrice di minoranza. Favorevole. Emendamento 1.271 Zanettin, favorevole; 1.272 Bartolozzi, favorevole; 1.273 Bartolozzi, favorevole; 1.274 Bartolozzi favorevole, 1.277 Colletti contrario, 1.278 Bartolozzi favorevole, 1.68 Zanettin favorevole, 1.69 Zanettin favorevole, 1.312 Bartolozzi favorevole, identici 1.70 Bartolozzi e 1.71 Schullian favorevole, 1.279 Bartolozzi accettiamo la riformulazione, 1.280 Bartolozzi favorevole, 1.407 della Commissione favorevole, 1.73 Bartolozzi favorevole, 1.275 Ferri favorevole…

PRESIDENTE. È stato ritirato, così come l'1.276 Ferri.

GIUSI BARTOLOZZI, Relatrice di minoranza. Emendamento 1.281 Bartolozzi favorevole, 1.282 Bartolozzi favorevole, 1.79 Varchi contrario, 1.81 Vitiello contrario, 1.283 Zanettin favorevole, 1.284 Colletti favorevole, 1.87…

PRESIDENTE. È stato ritirato.

GIUSI BARTOLOZZI, Relatrice di minoranza. Identici 1.90 Bazoli e 1.91 Bartolozzi favorevole, 1.285 D'Orso contrario, 1.309 Bartolozzi favorevole, identici 1.97 Varchi e 1.98 Ferri favorevole, 1.310 Bartolozzi favorevole, 1.100 Vitiello favorevole, identici 1.105 Ferri e 1.106 Varchi favorevole, 1.107 Varchi favorevole, identici 1.111 Bartolozzi e 1.110 Bazoli favorevole, 1.301 Colletti favorevole, 1.311 Bartolozzi favorevole, 1.302 Colletti contrario, 1.313 Bartolozzi favorevole, 1.303 Colletti contrario, 1.304 Colletti contrario, 1.317 Bartolozzi favorevole, 1.112 Colletti contrario, 1.305 Colletti favorevole, 1.314 Bartolozzi favorevole…

PRESIDENTE. C'è l'emendamento 1.408 della Commissione.

GIUSI BARTOLOZZI, Relatrice di minoranza. Emendamento 1.408 della Commissione favorevole, 1.300 Bazoli contrario, 1.120 Rossello favorevole, identici 1.315 Rossello e 1.307 Saitta favorevole, 1.121 Varchi contrario, 1.405 della Commissione contrario, 1.316 Zanettin favorevole, 1.133 Bartolozzi favorevole…

PRESIDENTE. C'è prima l'emendamento 1.406 della Commissione.

GIUSI BARTOLOZZI, Relatrice di minoranza. Emendamento 1.406 della Commissione contrario, 1.133 Bartolozzi favorevole, 1.134 Vitiello contrario, 1.135 Ferri contrario, 1.308 Giuliano contrario, 1.306 Colletti favorevole e 1.143 Bartolozzi favorevole.

PRESIDENTE. Chiedo al Governo di esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 1.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, i pareri sono conformi a quelli della relatrice per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.5 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, onorevole rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, Forza Italia esprime un giudizio molto critico e severo su questa proposta di legge, non solo per i suoi contenuti giuridici, ma per l'impianto che rischia di avere sull'intero sistema produttivo. Noi, infatti, giudichiamo questa iniziativa assai pericolosa per l'economia del Paese, in quanto concepita come uno strumento di carattere punitivo nei confronti delle imprese.

Abbiamo criticato l'obbligo dell'impresa condannata di pagare un compenso premiale al rappresentante comune della classe, all'avvocato dell'attore e ai difensori degli attori delle cause riunite risultati vittoriosi. Questo meccanismo costituisce, infatti, un incentivo alla litigiosità, alimentando iniziative opportunistiche e speculative ai danni delle aziende, e si pone in frontale contrasto con i principi ispiratori della direttiva europea in materia. Abbiamo contestato anche la facoltà di aderire all'azione di classe dopo l'accoglimento della domanda; in quanto parte convenuta non potrà mai calcolare l'onere complessivo della transazione, e quindi disincentiverà, anziché favorire, le conciliazioni giudiziali. Critichiamo la norma per cui le spese per le consulenze tecniche sono di regola poste a carico della parte convenuta, salvo che sussistano specifici motivi, per la sua genericità e per la lesione del principio generale dell'assoluta parità tra le parti del processo civile.

Abbiamo presentato un emendamento che esclude la retroattività della nuova legge, in modo che possa applicarsi solo a fatti e comportamenti posti in essere dopo la sua entrata in vigore. Si tratta di un principio di assoluta civiltà giuridica, soprattutto quando vengono approvate normative in peius di portata così dirompente, tali da imporre, probabilmente, alle imprese di elaborare nuovi modelli di compliance e, forse, anche contabili. Contestiamo la scelta di trasformare l'azione di classe da istituto che opera soltanto nell'ambito consumeristico in uno strumento di portata generale e universale. Abbiamo, peraltro, colto ieri nella discussione sulle linee generali delle positive aperture, una proposta di dialogo costruttivo da parte di taluni esponenti della maggioranza.

Mi riferisco, in particolare, all'intervento dell'onorevole collega Paolini della Lega, che con serietà ed autorevolezza, dopo avere ascoltato i nostri interventi, rivolto alla relatrice di minoranza, onorevole Bartolozzi, ha garantito che il testo uscito dalla Commissione potrà e dovrà essere migliorato in quest'Aula e in quella del Senato. Oggi, tuttavia, siamo rimasti gelati in Comitato dei nove: tutti i nostri emendamenti, tranne alcuni di natura formale, hanno ricevuto un parere contrario da parte della relatrice. Rimaniamo, comunque, fiduciosi che almeno la Lega ascolti le preoccupazioni del mondo imprenditoriale e trovi la forza di votare i nostri emendamenti, che, stando anche alle parole dell'onorevole Paolini, pubblicamente condividono. Sarei davvero deluso se, dopo le palesi aperture di ieri, la Lega si dimostrasse oggi incapace di dare un segnale di speranza a chi vuol fare ancora impresa nel nostro Paese.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Bartolozzi, con il parere contrario di Commissione e Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.200 Zanettin.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI). Signora Presidente, una delle critiche che viene rivolta a questo ramo del Parlamento è la scarsa produzione dal punto di vista quantitativo delle leggi. Il Presidente Fico e i settori della maggioranza hanno obiettato che è la qualità delle leggi, non la quantità, che conta. E allora il Presidente Fico, per essere coerente rispetto a questa enunciazione, avrebbe dovuto chiedere alla sua maggioranza di ritirare questo provvedimento, perché la proposta legislativa che oggi esaminiamo è sicuramente scarsa, dal punto di vista qualitativo. È una proposta qualitativamente abborracciata, che, dal nostro punto di vista, rischia di creare maggiori danni di quelli che si propone di risolvere. E allora Forza Italia, che è a difesa dei consumatori, che è a difesa degli utenti, ha presentato una serie di emendamenti che mirano proprio a migliorarla dal punto di vista del contenuto. Questo emendamento va in questa direzione: si tratta di ridefinire l'ambito di applicazione oggettivo dell'azione di classe, e specificare esattamente i soggetti legittimati ad agire. Perché vedete, con questo provvedimento l'azione di classe viene estesa non solo alla responsabilità contrattuale, ma a tutti i casi di responsabilità extracontrattuale che risultano incompatibili con la ratio dell'istituto, che invece è idoneo a tutelare situazioni omogenee che non richiedono valutazioni personalizzate. Ecco allora perché noi, attraverso questo emendamento, richiamiamo l'attenzione del Parlamento ad evitare che si facciano ulteriori pasticci e che si frappongano ulteriori strumenti sul piano processuale rispetto a quelli che già esistono.

Quanto alla legittimazione ad agire, l'emendamento la attribuisce in via diretta ai soli componenti della classe, assegnando alle associazioni e alle organizzazioni un ruolo di supporto nell'avvio dell'azione; ed è la ragione per la quale noi riteniamo che, al fine di adeguare la disciplina processuale alle posizioni giuridiche soggettive azionabili, è necessario subordinare la partecipazione al giudizio di classe di associazioni o organizzazioni, al conferimento di uno specifico mandato. Queste sono le ragioni per le quali chiediamo un voto positivo all'Aula.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zanetti 1.200, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha formulato parere contrario, mentre la relatrice di minoranza ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.206 Zanettin.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, su questo emendamento Forza Italia vota a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, Forza Italia, grazie alla quale si è aperto un dibattito anche in Commissione e si è evitata la forzatura di arrivare con questo provvedimento in Aula la settimana scorsa, ha sollevato delle criticità su cinque macro-temi in questo provvedimento: la retroattività, la compatibilità con la normativa europea prossima ventura, l'adesione post sentenza, l'allargamento della sfera oggettiva e l'attribuzione alle spese. Ci auguriamo che nel corso dell'esame in Assemblea di questo provvedimento ci siano risposte concrete, anche se a giudicare dal parere che la relatrice ha espresso non ci aspettiamo nulla di buono.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.206 Zanettin, con il parere contrario della Commissione e del Governo, mentre il relatore di minoranza ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.203 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Presidente, questo emendamento mira a ridurre il danno rispetto a un'innovazione un po' estemporanea, che è emersa nei lavori in Commissione. Ebbene, legittimate a proporre l'azione di classe erano le associazioni; l'emendamento della Commissione ha allargato il campo ad un soggetto non ben definito nell'ambito del codice civile, che sono le organizzazioni. Queste organizzazioni non sappiamo bene come siano definite e definibili; con un unico risultato: quello di lasciare la delega totale alla giurisprudenza, che dovrà definirne la valenza. Anzi, non soltanto la delega alla giurisprudenza, ma una seconda delega al Governo, al Ministero: perché il legislatore attribuirebbe con questo testo il compito al Governo, quindi al Ministro della giustizia e al Ministro dello sviluppo economico, con un semplice decreto ministeriale, con un atto di secondo grado, neanche soggetto ad una valutazione parlamentare, di stabilire i criteri per l'iscrizione, la sospensione e la cancellazione degli iscritti.

Quindi, quali caratteristiche deve avere l'associazione? Quali caratteristiche deve avere l'organizzazione? Lo decide il Ministero, senza che il legislatore indichi alcun paletto da rispettare: un numero, le finalità, l'attività pregressa… Ecco, ci vogliono degli elementi; noi l'abbiamo chiesto molto in Commissione, perché non può essere una norma in bianco, con una delega al Ministero. Qui abbiamo il Ministero con un atto di secondo grado che si fa legislatore: questo non è accettabile, e mi stupisce che le Commissioni parlamentari, che dovevano agire in sede consultiva, non abbiano ravvisato questo vulnus.

L'obiettivo nostro, e vi sarà con altri emendamenti, è semplicemente quello di andare a stabilire che il Ministero agisca sulla base di criteri definiti dal legislatore. Anche perché altrimenti come potremmo controllare l'attività del Ministero, come potremmo dire: ha fatto bene, ha fatto male, ha esorbitato dai suoi confini? Come potremmo dire che ha fatto bene o ha fatto male a stabilire che possono essere iscritte associazioni con 10 iscritti o con 100 o con 1000 iscritti, o che hanno fatto un'attività pregressa o che hanno un'attività trasparente e controllabile? Ecco, sono semplicemente gli elementi che debbono essere inseriti nella norma di legge. L'atto di secondo grado è semplicemente finalizzato ad un'attività esecutiva. Noi rendiamo l'atto di secondo grado come un atto primario, andando assolutamente a capovolgere quello che dovrebbe essere il criterio di gerarchia delle fonti.

Quindi io prego veramente tutti di riflettere su questo emendamento. Noi vogliamo sopprimere il termine “organizzazione”, un termine che nel codice civile è indicato una sola volta ma in un ambito assolutamente diverso rispetto a questo. Lasciamo pure le associazioni, noi avevamo presentato emendamenti anche in questo senso: le associazioni sono invece definite dal codice civile. E soprattutto, negli emendamenti successivi andiamo a definire i contorni attraverso i quali l'azione di governo dovrà essere adeguata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, questo è uno dei punti su cui abbiamo invitato la maggioranza a svolgere una riflessione. Introdurre le organizzazioni, che il nostro codice civile individua nell'ambito dell'organizzazione dell'impresa, e sostanzialmente una delega in bianco nella quale si dice che è il Governo che sceglierà i criteri con i quali dovrà utilizzare e stabilire l'accesso di queste organizzazioni, e crediamo che sia un pasticcio dal punto di vista normativo. A tutti coloro che ricordano che questa norma la volta scorsa, nel 2015, è stata approvata all'unanimità, piace ricordare che è stata poi tenuta tre anni in un cassetto, perché probabilmente né la maggioranza di allora né l'opposizione, che la chiedeva in quota opposizione, avevano la consapevolezza del fatto che potesse essere applicabile così come era stata scritta.

Allora il punto è: avremmo potuto dare più spazio anche ai rappresentanti delle attività produttive in questa fase, nella fase di ascolto, ma dal punto di vista legislativo, quando viene sollevata una criticità, sarebbe bene che la maggioranza accantonasse e riflettesse, perché se la norma è scritta male ci imporrà altri passaggi e altre letture.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, il Partito Democratico ha presentato pochi e qualificati emendamenti alla proposta di legge, sia in Commissione sia in Aula. Li abbiamo presentati - pochi, ma qualificati - perché intanto condividiamo l'impianto della legge e gli obiettivi che la legge si assegna, cioè ridare futuro e prospettiva a un'azione, l'azione di classe, che oggi è disciplinata da tre norme scarne e che invece merita probabilmente, come questo disegno di legge si propone, una disciplina più accurata, che la renda più praticabile; ed è questa una proposta di legge che ricalca in larga misura anche quanto è già stato fatto nella scorsa legislatura, quindi la stessa proposta che noi approvammo nella trascorsa legislature è stata in qualche modo riprodotta in questa.

Però abbiamo depositato e anche discusso in Commissione alcuni emendamenti qualificati, e devo correggere il collega Baldelli: anche noi abbiamo chiesto in Commissione che si facesse un'istruttoria accurata, perché ritenevamo comunque opportuno che ci fossero audizioni che ci consentissero di migliorare il testo. E questi emendamenti che abbiamo presentato sono pochi ma qualificanti, perché riteniamo che ci sia la possibilità di intervenire su alcuni aspetti sui quali alcune categorie, in particolare quelle che sono interessate da questa proposta di legge, hanno manifestato perplessità, criticità, che noi riteniamo in parte condivisibili. Quindi, anche noi ci auguriamo che nel corso della discussione, contrariamente all'avviso che è stato espresso dal relatore di maggioranza con il consenso del Governo, sui nostri emendamenti ci sia la possibilità di una discussione che magari faccia cambiare idea.

Detto questo, intervengo su questo emendamento perché, sebbene presentato da Forza Italia, è un emendamento che noi condividiamo, perché di natura puramente tecnica, che punta a espungere, a togliere dal testo della proposta di legge un termine che, dal punto di vista tecnico giuridico, non significa nulla. Cioè, se interveniamo nel testo di una legge che cerca di definire e di circoscrivere i legittimati attivi a un'azione così incisiva come l'azione di classe e introduciamo termini che sono atecnici, cioè che non hanno significato giuridico chiaro, come “organizzazione” - perché “organizzazione” non esiste nel codice civile, non esiste una definizione, quindi è un termine molto generico -, credo che grazie a questo emendamento togliamo dal testo un elemento di ambiguità. Credo che sia un emendamento che punta a migliorare il testo, per cui noi siamo favorevoli e voteremo favorevolmente a questo emendamento.

GIULIA SARTI, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIA SARTI, Presidente della II Commissione. Presidente, intervengo per sottolineare che, proprio in merito e grazie al dibattito che c'è stato anche all'interno della Commissione, abbiamo voluto, sì, da una parte, lasciare il termine “organizzazioni” insieme ad “associazioni” proprio per ampliare la legittimazione ad agire anche a soggetti diversi dalle sole associazioni di categoria, ma in quell'elenco e nel successivo decreto di cui si parlerà abbiamo voluto accogliere, riformulare e ampliare l'emendamento 1.211 Colletti, che sarà discusso e votato successivamente, proprio per dare la possibilità all'interno di questo decreto ministeriale, in primo luogo, di prevedere il parere delle Commissioni parlamentari competenti.

Quindi, in quel futuro decreto ministeriale che sarà scritto prima dell'entrata in vigore della legge, che avverrà tra dodici mesi, in quel decreto ministeriale che sarà adottato dal Ministero dalla giustizia di concerto con il Mise ci sarà anche il parere delle Commissioni parlamentari, e quindi il Parlamento potrà verificare personalmente e dare il proprio parere sui requisiti che le associazioni e le organizzazioni così definite dovranno avere.

Oltre a questo abbiamo voluto non dare una delega propriamente bianco, ma accogliere anche qualche proposta dell'opposizione, che voleva almeno che fossero definite o in qualche modo dette e chiarite le finalità, che cosa doveva fare questo decreto ministeriale, così è stato ampliato l'emendamento che voteremo successivamente, l'1.211.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Presidente, proprio l'intervento del relatore di maggioranza mi convince ancor di più a intervenire, perché è chiaro che non sapete di cosa parlate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). L'organizzazione non è un soggetto giuridico che può essere riempito di un contenuto sulla base di una definizione che viene ricompresa nel sistema; il sistema prevede l'organizzazione di volontariato, ad esempio, prevede altri strumenti e indici attraverso i quali si crea una soggettività giuridica che poi, in questo caso, è diretta, è rivolta ad agire con un'azione di classe, ad avere una legittimazione ad agire. Quindi, anche in questo provvedimento dimostrate che non avente consapevolezza del sistema giuridico e del sistema privatistico (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Tutta questa normativa è assolutamente priva… già a partire da chi l'aveva proposta nella precedente legislatura, voi ci avete rimesso le mani peggiorandola. C'è bisogno di una riflessione, perché mettere insieme e equiparare “organizzazioni” e “associazioni” è qualcosa di assolutamente incomprensibile. Soprattutto, comporterà, dal punto di vista applicativo, che quella norma non avrà alcuna efficacia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, anch'io prendo spunto dalle parole della presidente Sarti per precisare due cose, la prima è che non abbiamo i criteri per l'esercizio della delega. Era su questo che ci eravamo battuti in Commissione: diteci quante unità ci vogliono dentro l'organizzazione. Sono cinque, dieci, venti? Ciò perché, altrimenti, domani tre persone si mettano insieme e fanno l'azione di classe. È questo che volete, signori! È questo che volete! Se non diamo i criteri al Ministero, non si farà niente, sarete sempre nelle condizioni di fare associare due, tre, quattro persone per fare un'azione di classe. Altra cosa e concludo, Presidente: non mi sta bene che per il termine “organizzazione” mi dite che lo andate a recuperare dalla Commissione europea, perché noi siamo lo Stato italiano, e nel nostro ordinamento “organizzazione” è organizzazione di mezzi per l'imprenditoria. Come diceva bene il collega D'Ettore, non esiste un soggetto che possa essere identificato nel nostro sistema come organizzazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Presidente, intervengo solo per annunciare che voteremo contro questo emendamento, insieme alla maggioranza, perché il testo così com'è redatto ci convince, perché “organizzazioni” e “associazioni” non in assoluto, ma iscritte in un elenco formato in base a criteri selettivi che riguarderanno proprio l'adeguatezza delle costituzioni delle stesse. Inoltre, “organizzazioni”, ad esempio, nel nostro Paese significa anche organizzazioni sindacali, che è una forma associativa di livello e di rango addirittura istituzionale. Quindi, credo che nella misura in cui il Ministero darà seguito adeguatamente alla delega contenuta e ampliata con l'emendamento successivo, il testo garantisca effettività alla previsione dei legittimati attivi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI). Presidente, molto brevemente, perché l'intervento del collega, mi scusi, ma è davvero fuori luogo.

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza, onorevole.

PIETRO PITTALIS (FI). Ciò perché quando ci si riferisce alle organizzazioni e non esistono gli elenchi, non si individua assolutamente il requisito che debbono possedere, e si dà una delega in bianco al ministro di turno, siamo fuori tema (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Noi vogliamo che non si crei un codice di procedura civile - perché queste norme vengono introdotte nel contesto del codice di procedura civile - la cui interpretazione sia adlibitum, ora di questo e ora di quel giudice e che tutto possa essere rimesso alla vaghezza e alla evanescenza. Ritirate questo provvedimento o, almeno, sostenete gli emendamenti che, da questo punto di vista, portano almeno elementi di chiarezza e di certezza per il diritto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (M5S). Presidente, per il suo tramite, vorrei far presente ai deputati di Forza Italia che sono intervenuti che stanno sbagliando, perché non stanno comprendendo neanche come si votano gli emendamenti, giacché c'è un mio emendamento, l'1.211, come ha detto la presidente Sarti, che prevede proprio un decreto ministeriale in cui sono previsti i requisiti di cui i miei colleghi lamentano l'assenza. Faccio anche presente che questi requisiti sono stati presi in una maniera molto similare a un emendamento stesso di Forza Italia che ha presentato in Commissione. Quindi due sono le cose, o Forza Italia non era in accordo con il loro emendamento presentato in Commissione, oppure non hanno letto l'emendamento 1.211, che voteremo dopo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, questo emendamento cerca effettivamente di limitare i danni in merito all'introduzione, attraverso la dicitura di organizzazione, di forme associative di non facile identificazione, il tutto all'interno di un provvedimento che si sbilancia notevolmente nell'ampliamento della sfera soggettiva degli individui legittimati attivi a intervenire, mentre non fa altrettanto, ad esempio, per i soggetti, persone giuridiche che in qualche modo sono collegate al mondo imprenditoriale, anche di piccole o medie imprese. Di conseguenza, sarebbe stato realmente molto più opportuno definire, in modo più puntuale e preciso, i requisiti già all'interno della legge, perché anche il successivo emendamento 1.211, che è stato già anticipato, che darà mandato al Ministero, con un DM, di stabilire questi requisiti non è comunque sufficiente, nel senso che comunque i requisiti saranno stabiliti dal Ministero e dalla stessa maggioranza che sta votando questa legge e che ha una ratio e un'impostazione chiaramente diversa da quella dei colleghi che sono intervenuti prima. Di conseguenza, anche noi voteremo a favore, per cercare di limitare i danni di questa incertezza e di questa introduzione, attraverso la dicitura dell'organizzazione, di una forma non chiara, di ampliamento del soggetti legittimati attivi ad intervenire.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Grazie, Presidente. La normativa comunitaria e la normativa nazionale hanno, nei propri principi, alcuni principi più fondamentali di altri, il più importante di tutti è la certezza del diritto. Questa normativa è contraria ai principi comunitari dell'attribuzione, della sussidiarietà, della compatibilità, della proporzionalità e della concorrenzialità, ma ora stiamo assistendo al capolavoro; noi vogliamo che sia il legislatore ad indicare quali siano i requisiti per poter riconoscere che un'organizzazione, qualunque cosa essa sia, nel nostro ordinamento abbia la legittimazione attiva, non il Ministro, il Ministro non è il legislatore e il decreto ministeriale non può essere oggetto di delega senza confini, così come questa è prevista perché questo è, per l'ennesima volta, non rispettare la certezza del diritto e mettere il nostro Paese fuori dall'Unione europea.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, con molta pacatezza, mi rivolgo a lei, allora lei, per il suo tramite, ai deputati del MoVimento 5 Stelle. Certo, abbiamo assistito a lezioni su scie chimiche, su allunaggi mai avvenuti, su microchip sottopelle, ma lezioni di diritto da voi certamente non le possiamo prendere, questo è poco ma sicuro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Il termine organizzazione non esiste e voi state dando vita ad un istituto che il nostro ordinamento non conosce. Si può anche sorridere; noi, per la verità, piangiamo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.203 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.201 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie Presidente, noi siamo molto preoccupati, come Forza Italia, di questo ampliamento oggettivo che viene applicato con questa nuova class action. Noi passiamo da una situazione attuale, nella quale tutelati dalla class action sono i diritti nell'ambito consumeristico a una class action che, invece, amplia a dismisura il suo ambito di applicazione e tocca anche i cosiddetti diritti individuali comuni che riguardino anche il settore extra contrattuale. Ebbene, noi siamo molto preoccupati perché questo ampliamento snatura il concetto di class action. Devo dire che siamo anche preoccupati per una categoria professionale alla quale siamo molto vicini, quella degli avvocati. Molto spesso, in tutte le associazioni di avvocati, io penso all'OUA penso all'AIGA, ci si preoccupa e si lamenta la cosiddetta proletarizzazione della professione, e noi che siamo componenti della Commissione giustizia molte volte partecipiamo a questi organismi e manifestiamo la nostra solidarietà. Ebbene, io credo che non possiamo farlo con coerenza se votiamo il testo che oggi viene proposto dalla maggioranza.

Noi chiediamo, invece, in questo nostro emendamento, di ritornare a una tutela nell'ambito di utenti e consumatori. Non possiamo accettare che il testo si ampli a dismisura comprendendo l'illecito contrattuale e l'illecito extracontrattuale. Torniamo, quindi, al testo precedente.

Con questo facciamo bene alla tutela dei consumatori, ma facciamo bene anche alla categoria degli avvocati, che potranno mantenere il loro ambito di professione nelle loro realtà, senza poi subire la concorrenza di quelli che sono i veri ispiratori di questa normativa, le associazioni di consumatori, che evidentemente cercano, con questa nuova normativa sulla class action, di ampliare a dismisura il loro business. A questo noi francamente ci opponiamo e a questo tende l'emendamento che abbiamo presentato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, solo un un'ulteriore precisazione rispetto a quello che ha detto il collega. Responsabilità contrattuale ed extracontrattuale: attualmente il codice del consumo punisce, prevede la responsabilità, si può agire a titolo di responsabilità contrattuale e extracontrattuale tipizzata. L'allargamento a tutte le ipotesi di responsabilità contrattuale, unitamente ad aver previsto, poi lo vedremo, la norma come retroattiva esporrà le imprese a richieste risarcitorie, a qualsiasi titolo, nell'arco dei dieci anni passati. Sappiatelo, anche questo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, per aggiungere un concetto complementare a quello che il collega Zanettin diceva in relazione alla tutela anche dell'operato degli avvocati. Per un verso, si snatura il ruolo degli avvocati, lasciando un grande terreno aperto per le associazioni dei consumatori, ma per l'altro, si mette a rischio anche, paradossalmente, il ruolo delle associazioni dei consumatori, aprendo tutto questo a comitati, organizzazioni non meglio definite, che rischiano di essere elementi evanescenti, in particolare i comitati perché, nell'assenza di una personalità giuridica vera e propria, non costituiscono un punto di riferimento di controparte chiaro, definito e continuo nel tempo, quindi un interlocutore affidabile. Si rischia, in tutto questo, di ingenerare comportamenti opportunistici proprio nell'utilizzo distorto di quello che dovrebbe essere uno strumento che, nel codice di procedura civile, ora, andrebbe a tutela dei diritti dei consumatori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, è noto a tutti che la proposta di direttiva dell'Unione europea che prevede una modifica anche dell'ambito oggettivo di applicazione della class action, estende la disciplina a fattispecie diverse e limitate rispetto a quelle introdotte da questa proposta di legge. Di conseguenza, andare a modificare l'ambito oggettivo di applicazione con questa legge rispetto a quello previsto dal codice del consumo, in una collocazione difforme rispetto a quello già annunciato dalla imminente direttiva europea, potrà creare un disallineamento con la normativa comunitaria sul punto, quando, invece, è già noto che il nostro ordinamento vorrà uniformarsi a livello europeo e dovrà uniformarsi a livello europeo nella tutela dei consumatori sull'ambito oggettivo di applicazione. Quindi, si introduce un elemento di disordine sull'elemento soggettivo, come è stato detto prima, sulle organizzazioni e un elemento di disarmonia a livello dell'ambito oggettivo di applicazione che è difforme sia dalla normativa vigente sia dall'imminente normativa comunitaria. Quindi, noi voteremo a favore di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.201 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.202 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Allorquando si interviene in un sistema normativo precostituito con delle innovazioni, non conta soltanto la lettera della nuova norma, ma conta, soprattutto, come questa norma si inserisce nel sistema. In altri termini, il sistema normativo è una sorta di orchestra in cui vi sono strumenti, strumentisti e partiture ed è indispensabile che ogni intervento sia in perfetta linea con strumenti, strumentisti e partiture.

E il fenomeno della moltiplicazione dei riti e della moltiplicazione delle esigenze è un fenomeno incompatibile con l'interpretazione sistematica che deve contraddistinguere il nostro compito. Cioè, se noi per accontentare un'esigenza, inventiamo una norma che va in espressa dissonanza con il sistema, noi abbiamo recato un danno, non soltanto all'esigenza che intendiamo tutelare, ma anche al sistema pregresso, perché inseriamo un elemento, un virus che poi all'interno del plasma produce deflagrazioni inevitabili.

E questo accade, con questa norma, per almeno tre ragioni; la prima è quella di avere inserito, senza nessuna distinzione - diceva prima la collega Bartolozzi - responsabilità contrattuali ed extracontrattuali; ma c'è bisogno di inserire responsabilità extracontrattuali nella class action? Ma non facciamo ridere!

Dopo che abbiamo licenziato, nella scorsa legislatura, un nuovo tipo di azione sulla responsabilità medica del tutto atipica e del tutto scellerata, ne inseriamo un'altra. Ma perché non pensiamo a un'altra azione sulla responsabilità extracontrattuale per pestaggio da piede e magari facciamo un rito speciale se pesto l'alluce o pesto l'indice? Noi siamo di fronte alla parodia del diritto, a qualche cosa che, soltanto per accontentare la solita logica del diritto del consenso, si inserisce a piedi uniti, con un fallo da espulsione, in un sistema che ha bisogno di riti unificati, di semplificazioni, di riti snelli, di essere smart, non di essere pesantissimo e appesantito da questi interventi.

Allora, la sordità non è una sordità colposa, è una sordità dolosa, quella di chi non intende conformare questa norma al 140-bis del codice del consumo; c'è già una norma; che cosa costa parificare, rendere armonioso questo intervento con una norma esistente? No, si deve andare oltre; quindi, avremo il 140-bis, la responsabilità contrattuale, extracontrattuale, la class action, la responsabilità medica, la responsabilità ordinaria e, udite, udite, neanche è previsto che vi sia - cosa che noi cerchiamo con questo emendamento - l'appartenenza di chi stimola l'azione a una associazione che abbia una sua consistenza. Qui c'è un problema di legittimazione, di tipologia di rito, di perimetro dell'azione, insomma una tragedia che comporterà nel sistema una sorta di moltiplicazione patologica di pani e pesci giudiziari, in cui noi ci lagniamo della lunghezza dei procedimenti; io penso, Presidente, che questa assunzione di responsabilità, lo ripeto, questa assunzione di responsabilità sia grave da parte di chi predica bene e razzola male. Noi predichiamo bene e non intendiamo razzolare male. Voteremo favorevolmente su questo emendamento.

PRESIDENTE. Colleghi, vi ricordo che non è consentito scattare foto in Aula.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Appena, una ulteriore specificazione dell'emendamento. La norma prevede che “A tal fine un'organizzazione o un'associazione senza scopo di lucro può agire nei confronti dell'autore della condotta lesiva”. Noi con l'emendamento proposto all'esame avevamo chiesto di inserire: “associazione a cui l'aderente conferisce mandato”, perché senza quel mandato l'associazione potrà agire in giudizio anche contro gli interessi dell'aderente. Mi sembra il minimo: “cui dà mandato”.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.202 Bartolozzi, con il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo ora ad una serie a scalare composta da tre emendamenti. Come da prassi, porrò in votazione il primo e l'ultimo della serie.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI). Presidente, questi emendamenti mirano a definire più compiutamente i criteri di qualificazione dei soggetti legittimati ad agire. Abbiamo già messo in evidenza come il riferimento generico e generalizzato ad organizzazioni e ad associazioni rappresenti un elemento di assoluta incertezza, proprio perché non vengono individuati dal legislatore i requisiti minimi in ordine alla loro stabilità e rappresentatività e noi crediamo, anzi, che qui vi assumete tutta la responsabilità. Voi, maggioranza, scardinate il ruolo di quelle associazioni vere e proprie, quelle già accreditate, che svolgono un nuovo ruolo primario in questo settore. Questa scelta normativa è chiaro che consente di creare scatole ad hoc al solo fine di alimentare il contenzioso. Aumenteranno di fatto i procedimenti giudiziari e non si tuteleranno gli interessi degli stessi consumatori, che rischiano di affidarsi inconsapevolmente a strutture aggregative del tutto instabili e assolutamente incapaci di rappresentare a pieno gli interessi.

Le proposte di Forza Italia sono chiare, sono volte ad individuare i criteri di qualificazione che organizzazioni e associazioni devono possedere in ordine ai requisiti partecipativi, qualificativi e organizzativi per poter essere inserite all'interno dell'elenco da istituire con decreto governativo. Il testo in esame invece, come sapete, prevede una delega in bianco al Ministro dello Sviluppo economico, che stabilirà, senza alcun criterio prestabilito, i criteri per la sospensione e la cancellazione degli iscritti e il contributo dovuto al fine dell'iscrizione e del mantenimento dell'elenco. È un sistema che noi non accettiamo. Non è giusto che il Parlamento dia deleghe in bianco al Ministro, tanto più ad un Ministro che di questa materia non capisce nulla (e non solo di questa materia). Quindi, noi non solo non ci fidiamo, ma riteniamo che questo criterio delle deleghe in bianco al Governo rappresenti un vulnus per il ruolo e la funzione di questo Parlamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, anche questo emendamento tenta di limitare i danni in merito alla definizione dei soggetti legittimati attivi perché, di fatto, così come rimane la norma consente anche a quattro amici al bar che si riuniscono di poter diventare soggetti legittimati attivi ad intraprendere una class action all'interno di questo tipo di procedimento. Di conseguenza, il tentativo di introdurre almeno un criterio di valutazione sulla rappresentatività dei soggetti legittimati andava nel senso di non dare una delega totalmente in bianco al Ministro per determinare i requisiti per entrare a far parte dell'elenco. Quindi, non possiamo che essere d'accordo anche sul voto favorevole su questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.12 Zanettin, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.14 Zanettin, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.15 Varchi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Presidente e onorevoli colleghi, questa proposta di legge propone di trasferire dal codice del consumo al codice di procedura civile la materia e, come abbiamo detto, amplia l'ambito oggettivo e l'ambito soggettivo dei legittimati attivi ad intervenire nel procedimento e la competenza viene trasferita alle sezioni specializzate del tribunale delle imprese.

Tutto questo rende ancora più paradossale il fatto che si consenta a una fascia molto più ampia di prima di soggetti di intervenire nel procedimento, ma non si consente questo a chi, in qualche modo, è portatore di interessi da parte delle imprese.

Allora, per ripristinare un equilibrio tra le parti all'interno della nuova procedura e per un criterio anche di maggiore equità, noi proponiamo che possano essere incluse anche le associazioni rappresentative degli interessi delle imprese, ai sensi dell'articolo 4, comma 1, della legge 11 novembre 2011, n. 180.

Se aumenta in modo consistente la quantità di soggetti che possono agire nei confronti delle imprese presso le sezioni specializzate delle imprese del tribunale e si aumenta notevolmente l'ambito di applicazione, non si comprende perché sia stato totalmente ignorato il legittimo diritto e la richiesta da parte anche di ampie categorie del mondo imprenditoriale di essere ammesse all'interno di questa procedura.

Non stiamo parlando delle grandi multinazionali ma stiamo parlando anche dei commercianti, degli artigiani, delle piccole e medie imprese che, non vi è alcun dubbio, possono sicuramente essere legittimati ad intervenire in questo procedimento e, quindi, è una scelta politica quella di volerli escludere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Noi condividiamo l'emendamento proposto da Fratelli d'Italia e, Presidente, non lo condividiamo solo noi, ma è lo stesso MoVimento 5 Stelle e la stessa maggioranza che ieri in Aula, a mezzo della collega D'Orso, ha detto (io vi leggo le parole testuali che sono del resoconto): Non saranno più solo i consumatori a poter agire ma anche gli imprenditori e i professionisti. Non sarà più la violazione dei diritti contrattuali o la soggezione a pratiche commerciali scorrette o a comportamenti anticoncorrenziali ad essere l'unico presupposto che fonda l'azione, ma l'azione potrà essere esercitata per tutelare tutti i diritti individuali omogenei lesi da atti e comportamenti.

Perché chi l'ha detto che un professionista o un imprenditore, in occasione dello svolgimento della propria attività, non possa essere danneggiato da contratti capestro? Ora, se è l'imprenditore che può agire, perché non può esserlo l'associazione di imprenditori? Penso, per esempio, alle camere di commercio, lo chiedo al Governo: lo dite voi, è l'imprenditore che può agire. E, allora, perché non può essere l'associazione di imprenditori a poter agire? Perché le camere di commercio non potrebbero fare una class action? Non ho ricevuto risposta, non abbiamo ricevuta risposta.

Veramente l'appello è accorato, serio. Se voi volete allargare l'ambito oggettivo, prevedendolo esteso anche al quisque de populo, all'organizzazione che non ha conferito mandato dall'aderente, lo date agli imprenditori e non lo date alle associazioni di imprenditori. Sinceramente, non seguo quale logica sia sottesa al testo in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). È evidente, anche dall'incapacità della maggioranza di comprendere questo emendamento, che non si tiene conto del fatto che le associazioni di imprese possono dover tutelare interessi collettivi. Inserendo nell'ordinamento un procedimento per la tutela di interessi collettivi, è evidente che anche le imprese possono essere utenti rispetto a questi interessi, mi pare evidente.

In più, rispondendo a quello che veniva detto prima dalla relatrice per la maggioranza e da un altro collega dei 5 Stelle, c'è una riserva di legge sull'ordinamento civile e sulle norme processuali, una riserva di legge. Non potete delegare ad altri, se non al Parlamento, almeno la fissazione dei criteri e principi direttivi, perché non possono essere fissati da altri. E questa mancanza sull'associazione di imprese è un vulnus nel sistema.

Come diceva il collega Sisto, le norme non sono monadi che non parlano e non dialogano nel sistema con le altre norme. Quindi, questa vostra è anche una scelta politica: non volete che ci sia una platea di utenti che siano rappresentati da associazioni di imprese e che possano tutelare i diritti in procedimenti collettivi che inserite anche nel codice di procedura civile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, credo che, alla luce di quanto è stato ora sviscerato e anche delle interlocuzioni che sono nate all'interno della Commissione giustizia, una rimeditazione e un accantonamento su questo tema sarebbe opportuno.

Quindi, invito caldamente la relatrice a proporre e ad accettare una proposta di accantonamento, perché effettivamente l'impostazione che almeno voi avete dato nella discussione generale e nei lavori in Commissione era proprio nel senso di prevedere la possibilità anche agli imprenditori. Ora, se agli imprenditori associamo anche le associazioni di imprenditori, credo che nulla dovrebbe ostare. Quindi, una richiesta sincera e accalorata perché ci sia un confronto su questo tema.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (M5S). Presidente, vorrei far notare che all'articolo 840-bis, laddove si parla di queste associazioni senza scopo di lucro o organizzazioni, in realtà non si fa riferimento ad associazioni dei consumatori e non gli si dà un vincolo di questo tipo. Si parla di associazioni che tutelano dei potenziali diritti di una classe, diritti omogenei. Ciò vuol dire che, in realtà, tutte quelle associazioni ovvero organizzazioni che all'interno del loro statuto possono tutelare questi diritti potrebbero chiedere…

PRESIDENTE. Onorevole Colletti, dovrebbe avvicinare il microfono, perché non la sente nessuno, e se i colleghi magari cessano anche con questo brusio fastidioso, anche perché abbiamo ancora qualche ora di lavoro, colleghi.

ANDREA COLLETTI (M5S). Allora, ritorno indietro. Volevo far presente che all'articolo 840-bis in nessuna parte si vincola queste associazioni a un obiettivo di tipo “tutela consumeristica”. Si parla esclusivamente di associazioni senza scopo di lucro.

Allora, se dobbiamo mettere associazioni che tutelano le imprese, dovremmo mettere anche associazioni che tutelano i malati, associazioni che tutelano i consumatori, perché, se mettiamo un principio di specialità, vorrebbe dire che tutte le altre organizzazioni che tutelano diritti speciali non sarebbero incluse in questo elenco. È proprio per questo che non dobbiamo includere queste associazioni, perché questa è una norma aperta. Si rifà un po' anche alla norma costituzionale dell'articolo 2, che è una norma che apre a nuovi diritti, e questa norma apre anche a nuove associazioni e a nuove organizzazioni.

PRESIDENTE. Onorevole Zanettin, lei ha avanzato una proposta di accantonamento. Se la formalizza, allora chiediamo il parere del relatore di maggioranza sulla proposta.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Sì la formalizzo, Presidente.

PRESIDENTE. Sentiamo il relatore di maggioranza.

ANGELA SALAFIA, Relatrice per la maggioranza. Parere negativo sull'accantonamento.

PRESIDENTE. Allora, sulla proposta dell'onorevole Zanettin, se ci sono richieste, posso dare la parola a un deputato a favore e a uno contro, altrimenti lo poniamo in votazione, e quindi non lo accantoniamo. C'è qualcuno che vuole intervenire a sostegno della proposta dell'onorevole Zanettin? Onorevole Bartolozzi, prego.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, che non possa essere ricompreso, come dice il collega Colletti, dentro l'associazione di cui al comma 1 è perché, se il collega legge bene il testo, si renderà conto che c'è scritto “organizzazione o associazione senza scopo di lucro”. L'associazione di impresa non può essere senza scopo di lucro, quindi di che stiamo parlando(Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta dell'onorevole Zanettin di accantonamento dell'emendamento 1.15 Varchi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 257 voti di differenza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.15 Varchi, con parere contrario di Commissione e Governo e parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.19 Bartolozzi, con parere contrario di Commissione e Governo e parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.20 Schullian, con il parere contrario della Commissione e del Governo, mentre la relatrice di minoranza ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.209 D'Orso, con il parere favorevole della Commissione e del Governo, mentre la relatrice di minoranza ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Passiamo alla votazione del subemendamento 0.1.211.100 della Commissione, riferito all'emendamento 1.211 Colletti su cui il Governo e la Commissione hanno espresso parere favorevole con riformulazione.

Prima, quindi, di passare alla votazione del subemendamento 0.1.211.100 della Commissione, chiedo se l'onorevole Colletti accetti la riformulazione del suo emendamento 1.211.

ANDREA COLLETTI (M5S). Presidente, io vorrei far notare che forse la riformulazione ha alcuni errori. Se posso esplicitarli, anche per meglio specificare…

PRESIDENTE. Prego.

ANDREA COLLETTI (M5S). Al secondo comma dell'articolo 840-bis si prevede che l'elenco venga istituito presso il Mise, il Ministero dello sviluppo economico. Però con la riformulazione si prevede che il decreto venga emanato dal Ministero della giustizia di concerto con il Mise. La mia domanda è: può un Ministero con proprio decreto istituire un elenco che è presente presso un altro Ministero? Non dovrebbe essere il contrario, come era scritto nel mio emendamento, ovvero che il Mise di concerto con il Ministro della giustizia, previo parere delle Commissioni parlamentari, stabilisce i requisiti? Ho paura che facendo in questo modo in realtà non andiamo a colpire nel segno, anzi creiamo un vulnus alla norma stessa.

Inoltre vorrei far presente un altro problema, ovvero che nella parte finale dell'emendamento, laddove si dice “all'articolo 2 aggiungere, in fine, il seguente comma”, si prevede che questo decreto entri in vigore 180 giorni dopo l'entrata in vigore della legge. Il rischio vero è che noi avremo una legge che entra in vigore, mettiamo caso, il 1° gennaio 2019, e avremo questo decreto - che decide chi sono i legittimati - che entrerà in vigore il 1° giugno 2019. Quindi noi avremo in realtà una vacatio legis per quanto riguarda i legittimati attivi che in quei sei mesi, fino a quando non viene emanato il decreto, non potranno iscriversi in quell'elenco.

Vista la situazione, chiederei magari alla relatrice e al Governo se vogliano accantonarlo un attimo, per evitare di scrivere una norma sbagliata che poi necessita di un altro emendamento, magari al Senato.

PRESIDENTE. Chiedo a questo punto alla relatrice se ritiene opportuno fare degli approfondimenti, convocare il Comitato dei nove sulla proposta alla luce delle osservazioni avanzate dall'onorevole Colletti.

Presidente Sarti e onorevole Salafia, se almeno fate capire, oppure se volete spiegare all'Assemblea eventualmente le motivazioni che vi spingono a mantenere così com'è la riformulazione. Presidente Sarti, onorevole Salafia, aspettiamo da voi una risposta.

ANGELA SALAFIA, Relatrice per la maggioranza. Presidente, parere negativo sull'accantonamento.

PRESIDENTE. No, parere negativo… Allora, l'onorevole Colletti ha avanzato delle osservazioni, delle perplessità in merito alla riformulazione così come è stata proposta e formulata dalla Commissione e accettata dal Governo con il parere favorevole. Resta ferma la sua riformulazione?

ANGELA SALAFIA, Relatrice per la maggioranza. Resta ferma la riformulazione, sì.

PRESIDENTE. Quindi a questo punto, onorevole Colletti, lei accetta la riformulazione oppure no?

ANDREA COLLETTI (M5S). Guardi, Presidente, io consiglierei l'accantonamento, ma va bene. Ritengo che - così come riformulato - sia riformulato in maniera errata. Ovviamente per l'economia dei lavori a questo punto accetto la riformulazione, se proprio non si può fare, altrimenti la accetto. Però, faccio notare l'incongruenza da un punto di visto tecnico-legislativo.

PRESIDENTE. Sta bene. Accetta la riformulazione, quindi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bazoli. Sul subemendamento della Commissione, immagino? Sta bene.

ALFREDO BAZOLI (PD). Siccome c'è anche, a me pare, un evidente errore di natura lessicale e tecnica, io sono dell'idea che, siccome è un emendamento molto importante e significativo, perché è quello che disciplina…

PRESIDENTE. Lei sta intervenendo sul subemendamento?

ALFREDO BAZOLI (PD). Sì, sulla riformulazione che tecnicamente, secondo me, è scorretta. Io credo che sarebbe opportuno che la relatrice accantonasse l'emendamento. Cioè non esaminiamolo, e provate a vedere di riformularlo in modo tecnicamente corretto. Mi pare che non sia il caso… Io sto chiedendo…

PRESIDENTE. Sta formalizzando, quindi, una proposta di accantonamento.

ALFREDO BAZOLI (PD). Esattamente. Formalizzo una proposta di accantonamento, perché mi pare opportuno dare il tempo di riformulare in maniera tecnicamente corretta un emendamento che ha una sua importanza e una sua delicatezza.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Soltanto per segnalare come comprendo bene che le interlocuzioni romantiche fra la relatrice e l'onorevole Colletti abbiano un senso, ma credo che l'Aula non meriti questo scambio informale di pareri solo perché appartenendo alla maggioranza possono votare quello che vogliono! Siamo abituati ad un rigore nello scambio fra riformulazioni, pareri, richieste e provvedimenti, che mi sembra debba essere recuperato. Vi è stata una proposta di riformulazione: se l'onorevole Colletti l'accetta o non l'accetta, questo ha le sue conseguenze sulle scelte del relatore.

PRESIDENTE. Onorevole Sisto, siamo già avanti perché c'è stata una proposta di accantonamento, e quindi…

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, scusi, questo è un dato successivo; ma nel momento pima della proposta di accantonamento, abbiamo assistito ad uno scambio di effusioni parlamentari, che io trovo inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Onorevole Sisto, è chiaro.

Adesso c'è la proposta di accantonamento, su cui darò la parola ad un oratore a favore e a uno contro. La relatrice ha chiesto la parola? No. Non vuole? No.

Sulla proposta quindi di accantonamento darei la parola, se ci sono, a un deputato a favore e uno contro.

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare a favore.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Mi rivolgo alla relatrice e alla presidente della Commissione: mi sembra che, devo dire anche rispetto ad altri provvedimenti che sono passati nelle scorse settimane, ci sia un confronto vero quest'oggi tra posizioni differenti. Mi sembra assolutamente normale e naturale in situazioni come queste accantonare questa riformulazione, approfondirla e poi riprendere questo argomento, nella ricerca di una sintesi che incontri anche il favore del proponente. Mi sembra una procedura e una prassi assolutamente normale. Inviterei quindi la maggioranza anche ad assecondare questa proposta del collega Bazoli, che assolutamente non è di tipo ostruzionistico ma semplicemente al fine di poter approvare una legge coerente con l'ordinamento.

GIULIA SARTI, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIA SARTI, Presidente della II Commissione. Presidente, chiesto a questo punto, prima della votazione sull'accantonamento, una breve sospensione di cinque minuti.

PRESIDENTE. Sta bene, presidente Sarti. Sospendo allora la seduta, che riprenderà alle ore 18,20.

La seduta, sospesa alle 18,05, è ripresa alle 18,20.

PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori.

ANGELA SALAFIA, Relatrice per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELA SALAFIA, Relatrice per la maggioranza. Presidente, abbiamo una nuova riformulazione dell'emendamento 1.211 Colletti: “Al comma 1, capoverso “Art. 840-bis”, secondo comma, secondo periodo, sostituire le parole: “Ministero dello sviluppo economico” con le seguenti: “Ministero della giustizia”.

Conseguentemente, al medesimo capoverso, medesimo comma, sopprimere il terzo e il quarto periodo; all'articolo 1 sopprimere il comma 2; all'articolo 2, comma 1, aggiungere, in fine, il seguente capoverso: Articolo 196-ter (Elenco delle organizzazioni e associazioni legittimate all'azione di classe) - Con decreto del Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, sono stabiliti i requisiti per l'iscrizione nell'elenco di quell'articolo 840-bis, secondo comma, del codice, i criteri per la sospensione e la cancellazione delle organizzazioni e associazioni iscritte, nonché il contributo dovuto ai fini dell'iscrizione e del mantenimento della stessa. Il contributo di cui al presente comma è fissato in misura non superiore a quella necessaria le spese di istituzione, di sviluppo e di aggiornamento dell'elenco. I requisiti per l'iscrizione comprendono la verifica delle finalità programmatiche, dell'adeguatezza a rappresentare e tutelare i diritti omogenei azionati e della stabilità e continuità delle associazioni e delle organizzazioni stesse, nonché la verifica delle fonti di finanziamento utilizzate. Con il medesimo decreto sono stabilite le modalità di aggiornamento dell'elenco.

All'articolo 2 aggiungere, in fine, il seguente comma: 2. Il decreto previsto dall'articolo 196-ter delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile, introdotto dal comma 1 del presente articolo, è adottato entro centottanta giorni dalla data di pubblicazione della presente legge”.

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Colletti se accetti la riformulazione.

ANDREA COLLETTI (M5S). Accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. Sta bene.

SIMONE BALDELLI (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, ci siamo ritrovati in una situazione curiosa: c'era un emendamento da parte di un collega di maggioranza con una richiesta di riformulazione della Commissione, e neanche era stato chiesto l'accantonamento che già la relatrice aveva espresso parere contrario all'accantonamento; poi il collega Colletti ha preso la parola, ha spiegato le sue ragioni, e grazie a un intervento di un gruppo dell'opposizione si è accantonato l'emendamento o meglio si è ripresa la proposta di accantonamento che poi ha indotto la Presidenza a chiedere una riunione del Comitato dei nove, dalla quale si è usciti con il collega Colletti che ha ragione e con la Commissione, la maggioranza della Commissione che ha torto.

Allora, Presidente, intervengo per stigmatizzare il comportamento della maggioranza su questo provvedimento, per stigmatizzare il pregiudizio con il quale si approccia a questo provvedimento. E, guardate, questa correzione è stata possibile semplicemente perché il collega Colletti è un collega di maggioranza. Quando le stesse obiezioni, magari fondate, vengono sollevate dai colleghi di Forza Italia, dai colleghi di Fratelli d'Italia, dal PD o da altri gruppi c'è un atteggiamento talmente pregiudiziale sulle quattro o cinque questioni importanti che abbiamo posto che non si riesce neanche a sospendere la seduta, a mettere da parte un emendamento, a valutare il merito e magari, con buonsenso, ad accogliere o a riformulare una proposta emendativa di buonsenso.

Allora, questo siparietto interno alla maggioranza si conclude così, e si conclude, per fortuna, con la vittoria di un po' di buonsenso nella redazione di un testo che, così come era stato proposto dalla Commissione, grazie all'intervento del collega Colletti è stato corretto. Perché noi all'onestà ci crediamo, anche a quella intellettuale: quando uno fa una proposta di buonsenso è bene che relatrice e maggioranza lo ascoltino, e lo devono ascoltare non soltanto quando è un componente della maggioranza, ma anche quando è un componente dell'opposizione. Guardate, a scrivere le leggi son buoni tutti, ma ascoltare le critiche e i dubbi, le criticità che emergono e fare in modo che le leggi che vengono scritte vengano applicate è una dote che si richiede in più a coloro che costituiscono la maggioranza e il Governo, e di questa dote, ahimè, non siete affatto ricchi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, Presidente. ha fatto bene il collega Bazoli a richiedere l'accantonamento, perché ha consentito di cogliere due obiettivi. Il primo è stato quello di far fare un passo indietro alla relatrice e alla presidente della Commissione, un soprassalto di resipiscenza che evidentemente era mancato e che ha anche evitato di entrare in una votazione che sarebbe stata alquanto imbarazzante. E il secondo è perché negli annali di questa legislatura entrerà, questo parere, come il primo soprassalto di dialettica all'interno di un gruppo di maggioranza: cioè, noi abbiamo assistito ad un parlamentare della maggioranza che, per la prima volta in questa legislatura, non ha seguito l'ordine di scuderia ma, ohibò, guardate un po', ha fatto il parlamentare, cioè ha fatto un'azione dialettica, rispetto alla quale la stessa minoranza ha dato una osservazione che poi ha portato la presidente della Commissione e la relatrice a dover tornare sui propri passi.

Lo vogliamo sottolineare come elemento e come precedente perché siamo convinti, cari colleghi della maggioranza, che questo sarà un precedente importante, al quale ci appelleremo molte volte, sia in questo riesame, ma soprattutto nell'esame di provvedimenti che stanno per arrivare, a cominciare dalla Nota di aggiornamento al DEF e alla legge di bilancio, su cui l'appello alla vostra resipiscenza sarà quasi costante (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.1.211.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e con il parere contrario della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.211 Colletti (Ulteriore nuova formulazione), nel testo subemendato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.211 Colletti (Ulteriore nuova formulazione), nel testo subemendato, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

Sono così assorbiti gli emendamenti 1.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento e 1.210 Perantoni.

Passiamo, dunque, alla votazione dell'emendamento 1.215 Ferri.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.215 Ferri, con il parere contrario della Commissione, del Governo, della relatrice di minoranza e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.24 Schullian, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.60 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, grazie. Una delle critiche che noi avanziamo a questo provvedimento è che alimenta un contenzioso opportunistico ed inutile ai danni soprattutto delle imprese.

Allora, l'emendamento che ora sottoponiamo all'Aula per la sua approvazione ha proprio la finalità di stabilire il principio dell'unicità dell'azione di classe, cioè noi vogliamo impedire che, una volta che è stata proposta un'azione di classe per gli stessi fatti e per gli stessi comportamenti, non vi sia, successivamente alla - attenzione - pubblicazione dell'atto di citazione nell'area pubblica del portale istituito presso il Ministero della giustizia, la possibilità che possano essere proposte ulteriori azioni di classe, e ripeto l'obiettivo è proprio quello di evitare che l'impresa, che è già stata chiamata in un giudizio, possa essere chiamata ad altri giudizi che hanno lo stesso contenuto.

Inoltre, l'emendamento prevede la sospensione dei giudizi individuali che abbiano per oggetto, nei confronti dello stesso ente convenuto, comportamenti e fatti analoghi, riconoscendo all'attore la possibilità eventuale di riassumere il giudizio individuale dopo la sentenza sull'azione di classe.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, a me sembra che questo emendamento introduca un minimo sindacale di correttezza processuale. Vogliamo trasformare l'azione di classe in una sorta di gerla a cui ciascuno possa attingere dopo, prima, durante, con identità di azioni, quando vi è stata già, comunque, una pronuncia? Io ritengo che si tratti proprio di un emendamento fondante, naturale, quasi, addirittura.

Allora, sollecito tutti coloro che hanno a cuore la class action, che noi stiamo cercando di migliorare, di votarlo, perché questo non solo non incide sul diritto, ma migliora l'esercizio del diritto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.60 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

L'emendamento 1.216 Perantoni è stato ritirato dal presentatore, l'onorevole Perantoni.

Quindi, passiamo all'emendamento 1.219 Colletti.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.219 Colletti, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.217 Colletti, su cui c'è una proposta di riformulazione. Onorevole Colletti, accetta la riformulazione? Bene.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.217 Colletti, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

L'emendamento 1.218 Saitta è stato assorbito, quindi, passiamo alla votazione dell'emendamento 1.220 Zanettin.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Anche in questo caso noi cerchiamo di tutelare gli enti convenuti da azioni opportunistiche e punitive. La disposizione che noi intendiamo sopprimere prevede che a seguito dell'estinzione del procedimento collettivo resti comunque salvo il diritto all'azione individuale. Ecco, noi intendiamo sopprimere tale disposizione, in modo da garantire, maggiormente, certezza ai soggetti convenuti, in modo che possano evitare ulteriori azioni, nel momento in cui evidentemente l'azione proposta dall'attore è risultata infondata ed è stata disattesa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.220 Zanettin, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.223 Colletti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (M5S). Lo ritiro.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.224 Colletti. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.224 Colletti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.400 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.222 Colletti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (M5S). Presidente, la motivazione della presentazione di questo emendamento è tendere a dare più tutele e più diritti al consumatore, ovvero al soggetto debole per eccellenza all'interno di un rapporto di tipo contrattuale. In realtà, il foro esclusivo del consumatore era già previsto dal codice del consumo all'articolo 66-bis. Con questa normativa noi rischiamo di rendere quasi inapplicabile per motivi di lontananza - e l'esempio è quello del consumatore rispetto al foro competente per territorio, che è quello dell'impresa - la tutela dei propri diritti. Pensiamo, ad esempio, a un consumatore di Gela o di Ragusa che debba o voglia intraprendere un'ipotetica azione di classe per una bolletta dell'ENI. Si troverà costretto, da Ragusa, a dover intraprendere quest'azione di classe per mezzo del proprio avvocato magari direttamente al tribunale delle imprese di Milano. Quindi, comprendiamo che quel consumatore, magari per una bolletta, per una differenza del conguaglio di pochi euro, non intraprenderà mai questa azione di tutela dei propri diritti in un tribunale lontano migliaia di chilometri.

Allora, il mio obiettivo è quello di tutelare i soggetti più deboli. In realtà, con questo cambiamento, che cambia oltretutto anche la proposta di legge così come venne approvata tre anni fa in prima lettura qui alla Camera dei deputati, si rischia di rendere inapplicabile questa class action per le situazioni dove dovrebbe funzionare meglio, ovvero quelle situazioni in cui c'è una grande impresa e ci sono una molteplicità di consumatori, di utenti e di cittadini che vengono lesi per pochi euro, in una situazione tale che da soli non interverrebbero mai a tutela dei propri diritti. Quante volte anche noi nei confronti di TLC non siamo mai intervenuti per differenze di 2-3 euro? Ma se dovessimo applicare il foro esclusivo dell'impresa convenuta non ci penseremmo minimamente a difendere i nostri diritti. E, quindi, questo emendamento tende a ripristinare quello che era l'obiettivo in primis della direttiva comunitaria a tutela del consumatore, ma in secundis ha anche l'obiettivo di tutela del consumatore preso anche all'interno del nostro ordinamento. Pensiamo a tutto il tema delle clausole vessatorie che nell'interpretazione si intendono come non apposte qualora gli interessi contrapposti vadano troppo a detrimento del consumatore stesso. Allora, questo emendamento tende a voler far riflettere in questo caso la mia maggioranza su un ipotetico errore che possiamo commettere nel legiferare, perché non arriveremo in realtà all'obiettivo che ci siamo posti con questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Noi siamo decisamente contrari su questo emendamento, Presidente, perché questo è un emendamento molto insidioso che tende sostanzialmente a quello che in termine tecnico si chiama il forum shopping, cioè la scelta del foro nei confronti di soggetti che hanno sede in Italia, che magari è più favorevole alle condizioni della parte attrice. Questo Paese ha già vissuto stagioni nelle quali - lo ricordo - piccole procure indagavano colossi, agenzie farmaceutiche e agenzie di rating, e poi tutto è finito nel nulla.

Allora, noi dobbiamo cercare di tutelare la parte convenuta anche di fronte a questi fenomeni, che sono fenomeni, come dire, patologici e, quindi, credo che correttamente sia stato accettato in sede di Commissione invece il foro generale del convenuto, che è il foro generale previsto dal codice di procedura civile, in tutti i casi in cui c'è un'azione e che quindi vada assolutamente evitata questa soluzione proposta dall'onorevole Colletti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Onorevoli colleghi e onorevole Presidente, dobbiamo tener conto che stiamo legiferando sul codice di procedura civile.

Quindi, dovremmo essere consapevoli che queste norme vanno applicate poi nelle procedure e dovremmo avere la responsabilità di ridurre al massimo possibile i margini di confusione e incertezza. È già stato aperto uno spiraglio molto ampio di indefinizione per quanto riguarda la legittimazione attiva dei soggetti e credo che introdurre anche una modalità alternativa nella scelta del foro competente aggiunga ulteriore incertezza, che si somma a quella per cui alcuni individui possono aggregarsi e organizzarsi per diventare soggetti legittimati attivi, qualificarsi come organizzazione e intervenire nel processo. Quindi, io credo che bisogna puntare alla massima chiarezza e semplicità possibile di queste norme e, quindi, noi voteremo contro questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.222 Colletti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.221 Giuliano.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Colleghi, noi differentemente da quello che ha fatto il MoVimento 5 Stelle e, ahimè, anche la Lega, che è stata silente nel dibattito su questo provvedimento, abbiamo votato e continueremo a votare con favore, quindi licenziandoli positivamente, su tutti quegli emendamenti che apparentemente sono a mano della relatrice o della maggioranza e, invece, sono stati scippati alla minoranza, a Forza Italia in realtà, che è una di quelle forze che in Commissione si è battuta. Nel caso specifico, su questo emendamento - io lo ricorderò, ma lo ricorderanno tutti i colleghi della Commissione giustizia - abbiamo dovuto discutere per ore sul fatto che la pubblicazione del solo ricorso senza il decreto di fissazione dell'udienza era assolutamente ininfluente al fine di far conoscere ai terzi aderenti il contenuto di un'azione che era già pendente. Quindi, mi piace licenziarlo favorevolmente e ritireremo l'emendamento successivo che è assorbito, ma questa è una vittoria di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.221 Giuliano, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

L'emendamento 1.226 Bartolozzi è stato ritirato, così come è stato ritirato anche l'emendamento 1.225 Colletti.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.227 Bartolozzi, su cui c'è una proposta di riformulazione. Onorevole Bartolozzi, accetta la proposta?

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, sì, l'accettiamo, ma anche qui mi siano dovute due parole. Anche questa è una battaglia che Forza Italia ha fatto in sede di Commissione giustizia e che ha portato a casa; quindi, apprezziamo il risultato dello sforzo, ma abbiamo dovuto lottare parecchio per ottenere una cosa di buonsenso che era dovuta solo sotto il profilo della tecnica normativa. Il testo precedente diceva che il rito era quello sommario di cognizione: noi in sede di Commissione abbiamo fatto notare che il rito sommario di cognizione nulla vuol dire, perché il nostro ordinamento ne prevede tanti di riti sommari di cognizione, e abbiamo chiesto che fosse specificato quale rito sommario di cognizione fosse. Quindi il 702-bis e seguenti, con titolo e capo. Abbiamo dovuto discutere non poco; su questo, almeno su questo, la maggioranza ci ha dato ascolto. Noi speravamo in cose ben più importanti, ma almeno questo lo portiamo a casa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.227 Bartolozzi, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.37 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Forza Italia voterà a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI). Presidente, si tratta di un ulteriore contributo di Forza Italia nell'ottica di introdurre elementi di certezza del diritto e di chiarezza, perché con questo emendamento si specifica, tra l'altro in linea anche con le pronunce giurisprudenziali in materia, il requisito della omogeneità, cioè cosa significa che i diritti sono omogenei. Noi specifichiamo che sono da intendere omogenei se derivano dallo stesso fatto, si fondano sulle stesse ragioni giuridiche, non presuppongono accertamenti personalizzati e consentono una liquidazione dei danni omogenea e unitaria. Su questo penso che non ci siano ragioni contrarie per l'accoglimento, perché altrimenti lasceremmo troppo alla interpretazione, che spesso, invece, si traduce nella creazione, anche ad opera giurisprudenziale, di nuove norme nel nostro ordinamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.37 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

L'emendamento 1.38 Ferri è precluso dall'emendamento 1.400.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento della Commissione 1.401, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.40 Colletti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (M5S). Con questo emendamento la mia volontà è quella di eliminare la lettera d), che prevede specificatamente che l'ordinanza dichiara l'inammissibilità, quindi un giudice può dichiarare l'inammissibilità, di un'azione qualora il ricorrente non appaia in grado di curare adeguatamente i diritti individuali omogenei fatti valere in giudizio. C'è da specificare che questa previsione in parte era già presente nel codice del consumo ed era già una specificazione molto pericolosa e un principio molto pericoloso inserito nel codice del consumo, perché noi andiamo a dare un potere al giudice di giudicare sulle qualità soggettive di un soggetto che chiede la tutela del proprio diritto.

Ed è un principio che, qualora venga interpretato estensivamente ad altre fattispecie, può creare un vero e proprio vulnus costituzionale della tutela dei propri diritti ex articolo 24 della Costituzione. Allora, proprio per questo motivo, invito il sottosegretario Ferraresi, che è qui presente, a spiegare alla platea le motivazioni che portano a questa previsione, perché possono essere motivazioni magari corrette oppure possono essere motivazioni che, in realtà, anche nell'interpretazione teleologica da parte del giudice, possono portare a stravolgimenti del nostro diritto, e quindi chiedo in specie un intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Per esplicitare le ragioni della nostra contrarietà, Presidente: è necessaria questa norma perché, altrimenti, noi rischiamo che azioni di questo tipo vengano poste in essere da soggetti che non hanno le attitudini per tutelare gli interessi della classe e, dall'altra parte, non coltivando adeguatamente la causa che è stata proposta, danneggiano i soggetti appartenenti alla classe. Quindi, è certo una questione che viene lasciata al libero convincimento del giudice, ma credo sia una necessaria cautela proprio a tutela dei consumatori, degli utenti e di tutti i cittadini che fanno valere le loro ragioni nell'azione di classe, che devono trovare una valida associazione in grado di esercitare la classe, di fare l'azione, di fare tutte quelle attività che possono essere idonee perché poi l'azione si concluda con esito favorevole. Quindi, è proprio una cautela a tutela dei cittadini, degli utenti, dei consumatori e di tutti quelli che vogliono far valere questa azione in giudizio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. La soppressione di questa lettera d) serve soltanto a questo, cioè a vanificare completamente qualsiasi prospettiva di sopravvivenza di un minimo di correttezza di questa legge. Facciamo l'ipotesi che la bocciofila di Bitonto - ho scelto il Paese originario dei miei avi - volesse proporre un'azione di questo genere: il giudice non sarebbe in condizioni di ritenere inammissibile quella domanda per palese incapacità di un qualsivoglia ente di rappresentare gli interessi giudizio. Quindi, anche il quidam de populo potrebbe presentare…qui siamo alla follia giudiziaria, in cui non ci sono diritti, non ci sono doveri, non c'è giudice, non c'è dimensione, non c'è legittimazione. Inviterei ad una cautela in un'Aula che non è una platea, ma è un'Aula parlamentare.

ALFREDO BAZOLI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, io in realtà intervengo sull'ordine dei lavori, perché è stato dichiarato inammissibile prima l'emendamento 1.38 Ferri, che puntava a sopprimere la lettera c) dell'articolo 840-ter. Questo emendamento è stato dichiarato inammissibile semplicemente perché in quella lettera è stato cambiato un termine, cioè si è sostituito al termine “attore” il termine “ricorrente”. Ma il nostro emendamento puntava a sopprimere una lettera, una parte del comma, che noi riteniamo assolutamente incongrua, perché dice una cosa che non sta in piedi dal punto di vista logico, cioè dice che l'azione di classe è dichiarata inammissibile quando il ricorrente è in conflitto di interesse con il resistente. Che è una cosa che è in re ipsa, cioè è ontologicamente così, il ricorrente è sempre in conflitto di interessi con il resistente; quindi questa cosa, se presa alla lettera, dovrebbe rendere inammissibili tutte le azioni di classe. È questa, quindi, una definizione che secondo noi non sta in piedi, e sulla quale noi appunto chiedevamo che l'Aula si pronunciasse perché ritenevamo opportuna l'eliminazione. Ora, il fatto che, semplicemente per il fatto che da “attore” si è trasformata la parola in “ricorrente” e da “convenuto” in “resistente”, a me pare non dovrebbe inficiare l'ammissibilità di un emendamento soppressivo.

PRESIDENTE. Onorevole Bazoli, l'emendamento 1.400 modificava la lettera c), quindi non si può sopprimere una parte che è stata modificata. È un aspetto formale che prescinde dai contenuti, quindi l'Aula non è chiamata ad esprimersi.

Ritorniamo sull'emendamento 1.40 Colletti. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione, con il parere contrario…

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Su quale articolo del Regolamento?

EMANUELE FIANO (PD). Articolo 8 e seguenti.

Scusi, Presidente, io la ringrazio di darmi la parola e ho sentito la risposta che lei ha dato al collega Bazoli; però suggerisco alla sua intelligenza e anche alla sua ottima conduzione una riflessione per il futuro. Perché noi abbiamo sicuramente dei precedenti nei quali ci si è comportati esattamente come lei si è comportata adesso, però vorrei significarle, perché rimanga a verbale, che il collega Bazoli non si è limitato a contestare il fatto inoppugnabile, come lei ha appena detto, che non si può intervenire soppressivamente dopo una modifica del testo che prima si voleva sopprimere; però il collega Bazoli ha descritto nel merito che la modifica del testo era ad adiuvandum, era una modifica del tutto formale, perché altrimenti il testo è inesplicabile.

Dunque io suggerisco, nel suo potere di conduzione ai sensi dell'articolo 8 della discussione, di fare una riflessione, o addirittura di chiedere l'accantonamento di quel testo. Perché essendo la modifica del testo in aiuto alla comprensione del testo, la soppressione di un testo che è sbagliato per come ha spiegato il collega Bazoli, cioè perché quel testo andrebbe contro la spiegazione che il ricorrente non potrebbe essere… È ovvio che il ricorrente è in conflitto con la parte! Io suggerisco di fare una valutazione.

La regola madre è evidente che l'avete del tutto rispettata, ma qui all'origine del caso specifico c'è una contraddizione in termini che… Ovviamente lei sicuramente ne sa più di me, ha tutto il diritto di non condividere; ma la spiegazione dell'onorevole Bazoli non è in punta di Regolamento, è nel merito di cosa si è andato modificando, e dunque della correttezza della richiesta dell'emendamento successivo. La prego di voler considerare.

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, sicuramente comprendo e raccolgo la sua osservazione, ma ribadisco quanto detto prima: c'è un aspetto formale che prescinde e va al di là del merito, e lo confermano i precedenti a cui lei ha fatto riferimento.

Ritorniamo quindi sull'emendamento 1.40 Colletti.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.40 Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo, nonché della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.318 Zanettin.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, solo per dichiarare il voto favorevole di Forza Italia a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, questo emendamento interviene sui criteri di inammissibilità della domanda, cercando di circoscrivere il campo d'azione dei soggetti titolati a questa azione collettiva, in particolare non rendendo ammissibile la domanda per tutte quelle associazioni che non sono riconosciute dal Ministero dello sviluppo economico e che non facciano parte del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti. Crediamo che sia un criterio di buon senso, corrisponde ad una richiesta che proviene dal mondo associazionistico, consumeristico, e crediamo che dovrebbe essere valutata in modo diverso dalla relatrice e dalla maggioranza. Ma la prossima volta su questo chiederemo un intervento al collega Colletti, così magari… Ecco, se si presta, molto volentieri anche su questo, così magari la Commissione fa una riflessione aggiuntiva e ci propongono una riformulazione, se credono.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Presidente, colleghi, anche noi voteremo a favore, perché si va a tentare di fare in modo che siano presenti associazioni realmente rappresentative e in grado di tutelare i consumatori.

Infine faccio un riferimento rapido all'emendamento precedente. È un dato di fatto che gli emendamenti proposti dai 5 Stelle sono scritti talmente male che non se li vota neanche l'onorevole Colletti, ma per fortuna il deputato Crosetto va in soccorso e per solidarietà ha votato a favore del precedente emendamento 1.40 Colletti. Quindi ringraziamo il deputato Crosetto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (M5S). Presidente, innanzi tutto faccio presente al collega Maschio che anche il suo gruppo mi ha votato vari emendamenti a favore nonostante il parere contrario, quindi eventualmente questo spirito di solidarietà si è espresso non solo col collega Crosetto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ma visto l'invito del collega Baldelli, vorrei esplicitare le motivazioni che portano, almeno per quanto mi riguarda, a votare contro. Perché noi vogliamo ampliare il novero delle associazioni che possono essere legittimate a rappresentare i diritti delle persone a esperire un'azione di classe: tant'è vero che prevediamo un decreto del Ministero della giustizia, che è diverso rispetto al decreto del Ministero dello sviluppo economico. È per questo che tecnicamente non è possibile accettare questo emendamento, perché andrebbe in contrapposizione, con un'antinomia normativa, rispetto al decreto del Ministero della giustizia che prevede le associazioni legittimate ad esperire questo procedimento di azioni di classe.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.318 Zanettin, con il parere contrario della Commissione e del Governo, mentre la relatrice ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.41 Zanettin.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, Forza Italia voterà a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, sulla falsa riga dell'emendamento precedente, specifichiamo criteri di inammissibilità: quando, sulla base della struttura organizzativa e delle finalità programmatiche, nonché della stabilità e della continuità dell'azione, le organizzazioni e le associazioni non siano adeguate a rappresentare e tutelare i diritti omogenei azionati nel momento in cui l'azione è proposta. Cioè, il criterio della stabilità e della continuità dell'azione supera l'aleatorietà del comportamento opportunistico. Allora, per prevenire la formazione di associazioni estemporanee, che magari intentano l'azione di classe o mettono in campo elementi ricattatori nei confronti dell'impresa, valutatele queste cose, perché non sono campate in aria. Faccio appello all'intervento del collega Colletti, per fare intervenire la maggioranza con un criterio di valutazione. Sono criteri importanti, non li sottovalutate, perché poi ci troviamo con una norma che diventa di difficile applicazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.41 Zanettin, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.319 Zanettin.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, sebbene abbiamo votato contro l'emendamento soppressivo del collega Colletti, in questo caso il nostro emendamento è teso a sopprimere unicamente la parola “adeguatamente”, perché i criteri per i quali l'associazione o l'organizzazione possono rappresentare gli interessi di classe devono essere criteri organizzativi, qualitativi e quantitativi. Ma “adeguatamente” è un giudizio di parole che è troppo largo, è troppo ampio, e non è ancorato a nulla. Quindi, noi possiamo dichiarare la domanda inammissibile o possiamo escludere una associazione o una organizzazione dal voler tutelare gli interessi di una classaction quando questa organizzazione o associazione non ha gli elementi - ribadisco - qualitativi, quantitativi e organizzativi, ma andare a discernere se poi sia adeguata o meno a tutelare gli interessi ci sembra veramente troppo. È un criterio troppo aperto, non è pieno di contenuti, quindi proporremmo unicamente di elidere il termine “adeguatamente” e lasciare invece in piedi la lettera d).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.319 Zanettin, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.47 Varchi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Presidente, questo emendamento ha fondamentalmente la ratio di consentire che, qualunque sia l'esito dell'ordinanza con la quale il giudice si pronuncia, essa vada riportata integralmente anche presso la homepage del sito ufficiale del convenuto o, in alternativa, quando ciò non fosse possibile, su uno o più siti o piattaforme web individuate dal tribunale per materie affini e a spese del convenuto.

Questo per consentire che vi sia un'adeguata pubblicità, sia in caso di accoglimento sia in caso di respingimento, affinché sia noto qual è stato l'esito nei confronti anche del convenuto. Quindi, ha una valenza di pubblicità che è a tutela, in questo caso, del convenuto stesso, non solo quando soccombe ma anche quando ottiene conferma delle proprie contestazioni.

VITTORIO SGARBI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (FI). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori rispetto alla funzione di un'Aula a fronte di atteggiamenti della magistratura di cui contestualmente parliamo. Qualche settimana fa è stato arrestato il filosofo Armando Verdiglione, che, indipendentemente dal giudizio sul suo lavoro, è stato un riferimento della cultura italiana, grande editore, e ha contribuito a far conoscere in Italia Borges, Robbe-Grillet, Foucault. Vederlo in carcere a 74 anni…

PRESIDENTE. Onorevole, mi scusi, questo però non è un intervento sull'ordine dei lavori, è un intervento da fine seduta. Non è sull'ordine dei lavori, mi dispiace, onorevole Sgarbi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, noi ci teniamo a rappresentare il perché del voto contrario, perché con i colleghi del gruppo di Fratelli d'Italia abbiamo lavorato bene, in maniera costruttiva in Commissione, quindi ci tenevamo a rappresentare, non solo a loro, ma a tutti i colleghi, perché votiamo contro. L'ordinanza della quale loro vogliono la pubblicazione non è l'ordinanza che pronuncia sull'ammissibilità, ma è l'ordinanza che decide sull'ammissibilità, quindi andare a gravare la parte convenuta anche degli oneri di ordinanza che potrebbe decidere che l'azione è inammissibile ci pare un po' troppo. Quindi, a malincuore votiamo no, ma perché c'è una giustificazione causale, non perché non condividiamo il lavoro. Probabilmente è stato un fraintendimento sul “decide” piuttosto che “non pronuncia”; se fosse stato “pronuncia”, l'avremmo votato positivamente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.47 Varchi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.320 Colletti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

L'emendamento 1.48 Varchi è stato ritirato prima della seduta, quindi passiamo all'emendamento 1.228 Colletti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crosetto. Ne ha facoltà.

GUIDO CROSETTO (FDI). Presidente, solo per una curiosità. Siccome questo è l'ennesimo emendamento Colletti che votiamo (ce ne sono ancora sedici dopo di questo), e il collega Colletti, che presenta emendamenti intelligentissimi e li illustra anche in modo diciamo condivisibile, e poi non ne ha votato uno, gli chiederei magari di ritirarli, così semplifichiamo i nostri lavori, visto che trovo surreale che un parlamentare presenti gli emendamenti, li difenda e non possa votarli (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italiae Partito Democratico). Almeno, li voti, io gliene ho già votati due per solidarietà, per compensare il suo non voto; però qualcuno lo voti anche lei, almeno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). In linea con quanto ha detto il collega Crosetto, proporrei una nuova modalità di voto, un voto collettivo, e questo potrebbe essere, secondo me, il modo migliore per raggiungere l'obiettivo del collega Colletti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (M5S). Io, suo tramite, volevo specificare che questi emendamenti tendono e sono una donazione alla collettività e, quindi, permetto anche a coloro che non li hanno presentati, degli altri gruppi di opposizione, di aderirvi, perché magari non ci avevano pensato. Quindi, è una donazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.228 Colletti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.50 Zanettin.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Molto brevemente, Presidente, perché i tempi stanno sfuggendo di mano. Comunque, questo emendamento tende a ricondurre ad unità dei principi del codice di procedura civile l'azione di classe e ha come oggetto il principio del ne bis in idem. Ossia, noi vogliamo evitare che, con criteri opportunistici, vi possa essere una proliferazione di cause. Credo che sia un emendamento molto ragionevole, che dovrebbe essere valutato dall'Aula con attenzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Condividiamo in pieno, signor Presidente e onorevoli colleghi, la ratio del collega di Forza Italia e quindi, nella logica di tentare di limitare i danni di alcuni vulnera che si creano in questa proposta di legge, anche noi voteremo a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.50 Zanettin, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, degli identici emendamenti 1.51 Schullian e 1.238 Colletti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Ricordo che l'emendamento 1.230 Colletti è stato assorbito dall'emendamento 1.401.

Passiamo, quindi, alla votazione dell'emendamento 1.402 della Commissione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.402 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

Ricordo che l'emendamento 1.235 Colletti è stato ritirato.

Passiamo, quindi, all'emendamento 1.236 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, rispetto al testo in esame noi chiediamo che vengano eliminata unicamente dal comma 1, capoverso, le parole “se anteriore” e vi spiego il perché. Si dice: l'ordinanza che decide sull'ammissibilità dell'azione è reclamabile dalle parti nel termine di 30 giorni dalla sua comunicazione o dalla sua notificazione, se anteriore. Allora, non esiste scrivere “se anteriore”; la comunicazione è atto di cancelleria, la notificazione è atto di parte dunque è quantomeno inverosimile che la notificazione possa essere successiva alla comunicazione che fa la cancelleria; ma anche se così fosse, il “se anteriore” è assolutamente ultroneo, perché sono adempimenti diversi che sono demandati uno all'ufficio del giudice, l'altro all'atto di parte. Quindi scrivere “se anteriore” è assolutamente ultroneo e può essere foriero di problemi.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.236 Bartolozzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Passiamo all'emendamento1.231 Colletti.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Che articolo?

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Articoli 8 e 50.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Si tratta di garantire, in quest'Aula, la libertà di voto. Ora è singolare che un deputato che appartiene al MoVimento 5 Stelle presenti tanti emendamenti diversificati, alcuni anche con una caratura tecnica e poi non li voti e il suo gruppo vota contrariamente a quegli emendamenti. Il sospetto che io avanzo, e la prego di voler verificare, è se il deputato Colletti, in qualche modo, non esprima la sua opinione legittimamente, perché teme di andare in dissonanza con il proprio gruppo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democraticoe Fratelli d'Italia). Io credo che questo sia un atteggiamento di gravità assoluta, che va verificato perché presentare tanti emendamenti e non votarli vuol dire che in un gruppo di quest'Aula non c'è libertà di voto e che nessuno è padrone di esprimere il proprio parere, salvo ad andare incontro a delle conseguenze. Trovo che, numericamente, per quantità, per qualità, per tipologia degli emendamenti, per reiterazione questo rischio incombente sull'Aula (che in un gruppo non si garantisca la libertà di voto) sia evidente e prego la Presidenza di effettuare tutte le indagini che riterrà per verificare se questo mio timore sia o meno fondato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Onorevole Sisto, come lei sa, l'articolo 50 a cui lei faceva riferimento parla di facoltà, di facoltà di parlare; quindi, non è un obbligo.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.231 Colletti. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, il collega Sisto mi ha preceduto per un richiamo al Regolamento, ma, qui, andiamo alla sostanza. È indicativo; io non so come voterà il collega Colletti, ma è lo stesso emendamento che lui ha ritirato, l'emendamento 1.235, che noi avremmo licenziato favorevolmente, perché scrivere - come è nel testo attuale - che si decide con ordinanza in camera di consiglio, è tecnicamente errato, perché l'ordinanza segue la camera di consiglio. Allora, il collega Colletti ritira l'emendamento 1.235 senza spiegare il perché e guarda caso, però, lo ripropone all'emendamento 1.231. Allora, ha ragione l'onorevole Sisto, questo non cela un'intenzione, questo maschera, perché, Presidente, quello che è accaduto - ed è giusto che lo sappiano tutti i colleghi - è che il gruppo di Forza Italia ha presentato 52 emendamenti, il gruppo del MoVimento 5 Stelle ne ha presentati 43, se nonché per quello che è l'ordine dei lavori, io mi trovo gli emendamenti di Colletti prima dei miei e i miei assorbiti: allora c'è una giustificazione, collega Sisto, che è quello che i nostri non vengono esitati. È questa la vera motivazione: prendono gli emendamenti nostri, li mettono in discussione prima e quelli della minoranza vengono assorbiti.

Allora, veramente, Presidente, io vorrei capire dal collega Colletti perché ritira l'emendamento 1.235 sul quale il gruppo di Forza Italia avrebbe votato favorevolmente e insiste sull'emendamento 1.232 quando dal punto di vista del tenore testuale sono identici, lo ripeto, sono identici e, tra l'altro, corretti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Come lei sa, onorevole Bartolozzi, l'ordine delle votazioni riferite agli emendamenti non è discrezionale; c'è un ordine che viene naturalmente rispettato in conformità alle procedure.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (M5S). Presidente, per suo tramite, vorrei spiegare alla collega Bartolozzi che il precedente l'ho ritirato proprio perché sui successivi 2 emendamenti ho il parere favorevole del relatore e del Governo e, quindi, era inutile avere un altro emendamento con parere favorevole che modificava la stessa fattispecie. È questa la motivazione; dobbiamo presentare emendamenti per migliorare la norma e non solo per vedere questi emendamenti ritirati o fare un intervento totalmente inutile. In questo caso ho due emendamenti con parere favorevole e, quindi, invito il gruppo di Forza Italia e la collega Bartolozzi, visto che sembra essere favorevole, a votare in maniera favorevole al mio emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI). Presidente, l'onorevole Colletti non può mistificare la realtà; tutto è documentale, si tratta di due emendamenti che sono chiarissimi. Il primo emendamento era sul primo periodo, l'emendamento che stiamo per votare è sul secondo periodo; la sostanza è uguale, si tratta semplicemente di chiarire la confusione che regna all'interno del MoVimento 5 Stelle, di cui l'onorevole Colletti è un interprete autentico. Dite la verità, che siete in stato confusionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.231 Colletti, con il parere favorevole di Commissione e Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.232 Colletti, su cui c'è una proposta di riformulazione. Onorevole Colletti, l'accetta? Bene.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI, Relatrice di minoranza. Anche in questo caso, mi trovo, anzi, ci troviamo costretti a cambiare la dichiarazione di voto, perché la nostra era contraria sull'emendamento, nel testo che era stato presentato dall'onorevole Colletti, perché voleva modificare la parola: “ricorso”, con la parola: “reclamo”. Il ricorso è l'atto, il reclamo è il rito. Correttamente, la Commissione ha ritenuto di mettere il ricorso che introduce il reclamo, quindi, adesso il nostro parere cambia da contrario a favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (M5S). Presidente, vorrei far presente che questa riformulazione è avvenuta durante il Comitato dei nove di questa mattina in Commissione. Pertanto, in realtà, il parere della collega Bartolozzi che è stato dato durante il pomeriggio significa che o non ha letto o non era presente al Comitato dei nove all'interno della Commissione di questa mattina. Infatti, era pienamente a conoscenza dell'emendamento così come riformulato e, quindi, non capisco la questione, sinceramente.

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.232 Colletti, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

L'emendamento 1.233 Colletti è stato ritirato. Quindi, passiamo alla votazione dell'emendamento 1.234 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Questa è una norma di economia processuale. A fronte dell'ordinanza che dichiara ammissibile l'azione di classe è ammesso, ovviamente, reclamo. Nella stesura del testo questo reclamo non sospende il processo di primo grado. Noi chiediamo, invece, che venga sospeso; perché lo chiediamo? Perché, evidentemente, se il processo di primo grado prosegue e, per esempio, nel processo vengono ad essere espletate CTU costose e attività istruttorie costose, poi, queste verrebbero eventualmente caducate nel caso in cui il reclamo venga accolto. L'economia processuale, il favor ad evitare liti inutili ci induce a chiedere appunto che il processo di primo grado venga sospeso quando l'ordinanza viene reclamata.

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.234 Bartolozzi, con il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.58 Zanettin.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Anche su questo emendamento io chiederei veramente che la relatrice di maggioranza accogliesse la richiesta di accantonamento, perché l'emendamento tende alla regolazione delle spese nella fase, diciamo, prodromica al merito, quindi nella fase di vaglio di ammissibilità della domanda. Allora c'è un vulnus, non c'è una pronuncia sulle spese. L'ordinanza che decide sull'ammissione o la non ammissione all'azione di classe chi la paga? A chi vanno posti gli oneri? Allora, se si fosse detto che andavano definite le spese in fase di giudizio di merito potevo essere o meno d'accordo ma c'era una statuizione. Qui manca un pronunciamento e tanto più manca e tanto più serve perché voi avete previsto nella norma che nel caso in cui pendono contemporaneamente l'inibitoria e l'azione di merito il giudice separa le cause. Quindi, se le separa, chi le decide le spese dell'inibitoria? L'ordinanza che ammette e che dichiara che l'azione sia ammissibile o meno chi la paga?

Quindi, noi chiediamo che venga introdotta la liquidazione delle spese nella fase prodromica anche ex articolo 96 e anche per lite temeraria. Su questo emendamento veramente credo che ci sia una svista del legislatore al quale ancora possiamo rimediare. Pertanto, io chiedo veramente un accantonamento, un attimo di riflessione in più.

PRESIDENTE. Onorevole Bartolozzi, sta formalizzando una proposta di accantonamento? Sì.

ANGELA SALAFIA, Relatrice per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELA SALAFIA, Relatrice per la maggioranza. Accetto la proposta di accantonamento.

PRESIDENTE. Sta bene. Quindi, accantoniamo l'emendamento 1.58 Zanettin.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.403 della Commissione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.403 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e con il parere contrario della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 49).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.270 Bartolozzi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, anche su questo emendamento probabilmente un attimo di maggiore riflessione ci aiuterà a comprendere perché quando noi prevediamo dei termini dobbiamo capire se sono termini sostanziali o termini processuali per far sì che possa o meno applicarsi la sospensione dei trenta giorni che va dal 1° agosto a fine mese. Ora, se noi non lo specifichiamo e lasciamo nell'incertezza la natura del termine, quindi se sia sostanziale o processuale, metteremo in criticità soprattutto il giudice che non saprà - e ve lo dico da giudice in aspettativa - se applicare la sospensione o meno. Allora, a mio giudizio non sono termini processuali ma sono termini sostanziali e poiché sono termini sostanziali la sospensione non dovrebbe applicarsi. Io vi chiedo unicamente, nell'incertezza, di dire che termini sono. Quindi, prendete posizione, prendiamo posizione: si applica o non si applica? Non lasciamo che su questa tematica, che riguarda la natura del termine, ci possano essere incertezze interpretative che metteranno in confusione non tanto i magistrati ma i cittadini a cui tanto tenete. Quindi, dite se sono termini sostanziali o se sono termini processuali. Anche su questo, relatrice, io veramente - e non so se mi ha potuto seguire perché stavano parlando di quello precedente…

PRESIDENTE. Continui, onorevole Bartolozzi. La relatrice l'ascolta.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Io anche su questo, cioè sulla natura del termine e, quindi, sulla sospensione…se poi mi direte che il termine è di natura processuale io mi sto zitta perché è una scelta vostra e punto.

Ma io voglio capire che cosa stiamo licenziando e siccome le norme le faccio anch'io da adesso vorrei capire che natura ha il termine. Quindi, per noi, per il gruppo di Forza Italia, è necessario che sia specificata la natura e, quindi, se si applica o meno la sospensione. Anche in questo caso, Presidente, io formalizzo una richiesta di accantonamento.

PRESIDENTE. L'onorevole Bartolozzi ha quindi formulato una richiesta di accantonamento sul suo emendamento 1.270. La relatrice per la maggioranza intende accogliere questa richiesta? Onorevole Salafia, qual è il suo parere sulla proposta di accantonamento?

ANGELA SALAFIA, Relatrice per la maggioranza. Presidente, il parere è negativo sulla proposta di accantonamento, in questo caso.

PRESIDENTE. Chiedo a questo punto all'Aula di esprimersi. Quindi, chiedo se vi sia un oratore a favore e un oratore contro rispetto alla proposta di accantonamento.

Ha chiesto di parlare a favore l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Presidente, intervengo a sostegno della richiesta di accantonamento non perché è stata proposta - e sarebbe già un motivo sufficiente - dal relatore di minoranza, onorevole Bartolozzi, ma soprattutto perché la distinzione fra la natura processuale o sostanziale dei termini è un fatto tecnico dal quale dipende l'attuazione della norma. Se non è chiara la distinzione e se non si fa una riflessione anche di natura normativa sulla formulazione della norma - così com'è in questo momento la norma che noi intendiamo emendare - è evidente che il risultato può essere del tutto abnorme rispetto a quella che è l'efficacia tipica della norma rispetto al termine processuale o sostanziale. È un fatto meramente tecnico e non ha nessun risvolto politico, a meno che non chiediamo l'intervento dell'onorevole Colletti per farci capire se questa volta può esprimere un parere positivo o negativo, lui che mi pare che riesca a influire sul relatore qualche volta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare contro la richiesta di accantonamento l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI (M5S). Presidente, questo emendamento prevede dei termini di adesione che sono tipici del codice di procedura civile, quindi che sono tipici termini processuali, tant'è vero che stiamo intervenendo sul codice di procedura civile. Ma la cosa peggiore è che questo emendamento prevede la non sospensione di questi termini. Questo vuol dire, per esempio, che un consumatore rischia di trovarsi ad agosto a dover aderire in fretta e furia, con il rischio di doversi trovare un avvocato o qualcuno che lo possa tutelare - un'associazione - ad agosto e con il rischio di non poter aderire a quell'azione di classe. Allora, è questa la motivazione che porta in primis a votare contro l'accantonamento ma, soprattutto, perché si è contrari da un punto di vista proprio della natura dell'emendamento stesso.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 1.270 Bartolozzi.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 48 voti di differenza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, solo per dire che è una questione che si può sciogliere in pochissimi secondi se soltanto qualcuno - la relatrice per la maggioranza - ci dicesse se lei lo interpreta in termini processuali o meno, sostanziali, perché trattarlo così, fare spallucce rispetto a un tema del genere, che può creare difetti interpretativi e mettere in difficoltà ricorrenti e giudici, francamente è un atto di irresponsabilità da parte di quest'Aula e di questo Parlamento.

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire… prego, onorevole Salafia.

ANGELA SALAFIA, Relatrice per la maggioranza. Se serve un ulteriore chiarimento, volevo appunto intendere che per noi sono termini processuali.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.270 Bartolozzi, con il parere contrario di Commissione e Governo e con il parere favorevole della relatrice di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.271 Zanettin.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, questo è uno dei temi delicati su cui ci siamo molto confrontati in Commissione e che tange quelli che sono i contenuti tipici di questa nuova class action. Noi abbiamo fatto delle audizioni in Commissione giustizia per capire fino in fondo quali possono essere le criticità di questo nuovo provvedimento e tutti gli auditi hanno manifestato serie perplessità sull'istituto della adesione successiva dei soggetti interessati alla classe alla sentenza che è stata pronunciata. L'istituto in esame prevede che l'azione venga proposta magari da un unico soggetto o da un'associazione di consumatori o di cittadini che assume il rischio di causa. Poi, quando la causa ha avuto esito positivo, possono aderire una platea indiscriminata di soggetti che non possono essere considerati al momento della proposizione della causa. Qual è l'affetto assolutamente negativo e pernicioso di questa norma, che noi vogliamo eliminare? È quello di sostanzialmente impedire le transazioni, perché nessun ente convenuto potrà mai transare una causa nel momento in cui non sa a che rischio economico potenziale va incontro, perché non sa se a questa classe aderiscono uno, dieci, 100 mila o un milione di cittadini. Questo è un effetto assolutamente negativo; tutta la legislazione più recente che il Parlamento ha varato e che qualche effetto positivo ha portato nel creare un minor numero di cause, di eliminare contenziosi, è stata proprio nel senso di arrivare a mediazioni, a conciliazioni.

Noi a questo dobbiamo tendere. Inserire in questo provvedimento di legge un istituto che preclude a priori la possibilità di transare le cause è un elemento assolutamente negativo, che noi contestiamo, denunciamo, ma credo che sia proprio un elemento negativo nel complesso degli istituti giuridici di questo Paese. Per cui, rassegno a quest'Aula una valutazione critica su questo istituto, che non può essere lasciata al voto di maggioranza, ma che deve invece impegnare la coscienza di tutti noi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Andrò veloce, perché ho poco tempo. Allora, l'adesione post sentenza è forse il più grande vulnus, insieme a quello della retroattività, di questo disegno di legge, perché aderire post sentenza è come vincere la lotteria: tu hai vinto il biglietto alla lotteria, tu prendi i soldi, io mi compro il tuo stesso biglietto. Allora, aderire post sentenza vuol dire speculare sugli effetti leciti di un'azione che qualcuno ha già introdotto, sapendo già di risultare vincitori. Questo che cosa vuol dire? Comporterà l'aumento del carico dei tribunali, perché aumenta la litigiosità.

Nessuna impresa potrà fare più transazioni e accordi sapendo già che, avendo vinto uno, tutti gli altri aderiranno, e implementerà a dismisura, a dismisura, il lavoro dei giudici. Fermatevi, c'è il tempo, ci possiamo fermare. L'avere previsto l'adesione sino a 150 giorni dopo la sentenza non elimina il problema.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI). A me dispiace che questo emendamento venga trattato in chiusura di seduta e quindi anche con un po' di distrazione dell'Aula, ma qui è veramente il cuore della riforma in termini di aperta violazione dei principi della parità delle posizioni processuali, in quanto azzera, di fatto, il rischio di soccombenza da parte di coloro che sceglieranno di aderire solo dopo la pronuncia favorevole e dunque lede il diritto di difesa, poiché il convenuto avrebbe contezza del numero dei soggetti che vantano una pretesa risarcitoria solo dopo la conclusione della causa, con il rischio, come è stato giustamente osservato, di incentivare comportamenti opportunistici da parte di coloro che potranno attenderne l'evoluzione e valutare in funzione dell'esito se aderirvi o meno, vanificando nei fatti il meccanismo di opt-in. Quindi, ecco perché l'emendamento modifica in senso migliorativo, rendendo possibile salvaguardare princìpi consolidati del nostro ordinamento processuale civile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, questo è uno dei nodi centrali di questa proposta di legge. L'adesione post sentenza è un tema sul quale si cambia radicalmente l'impostazione della class action, e quindi non possiamo che essere d'accordo con i colleghi presentatori dell'emendamento, perché questo è uno degli articoli che maggiormente va a minare i diritti di una delle parti, va a limitare notevolmente la possibilità che il soccombente possa prepararsi ad un accordo transattivo del quale si è in grado di calcolare l'entità, e quindi va anche ad aumentare atteggiamenti opportunistici di inserimento post sentenza in un contesto in cui già si conosce l'esito, che farà sicuramente aumentare la litigiosità nelle cause civili in Italia, in un contesto, che è già a tutti noto, di gravissimo ingolfamento della giustizia civile. Quindi, da tutti i punti di vista, e mi limito solo a questi per ragioni di tempo, ma molto altro ci sarebbe da aggiungere, non posso che fare un appello all'Aula a valutare con estrema attenzione questo emendamento e ad accogliere, votando a favore, la proposta dei colleghi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Presidente, mi permetto di ricordare ai colleghi le previsioni della raccomandazione della Commissione europea sui meccanismi di ricorso collettivo che risale all'11 giugno 2013. Questa raccomandazione invita a limitare al massimo grado i criteri che aiutano la litigiosità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e l'aumento di questi. Noi stiamo facendo l'esatto contrario, andiamo ad incrementare al massimo grado le possibilità di litigiosità, e lo facciamo mettendo nel nulla la certezza del diritto. Presidente, mi piacerebbe essere nel futuro e fra dieci anni vedere un magistrato che vada a usare i lavori preparatori di quest' Aula e di questa seduta per interpretare il guazzabuglio devastante e offensivo per il diritto che stiamo creando (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Se potessi definire il meccanismo che si cerca di far scivolare nell'ambito della class action, si tratterebbe di paragonare quanto stiamo per votare, ahimè, allo scommettitore che può scommettere dopo che il risultato è noto, cioè una follia dal punto di vista giudiziario in cui il rapporto di parità tra le parti, che è garantito anche dalla Costituzione, ma soprattutto dalla logica del processo, è compromesso dalla possibilità di aderire a giochi chiusi. Io credo che se questo principio dovesse passare, a parte il machete della Corte costituzionale, davvero noi faremmo un pessimo governo del processo. Io invito caldamente ad una profonda riflessione su questo emendamento, che noi voteremo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saitta. Ne ha facoltà.

EUGENIO SAITTA (M5S). Presidente, giustifico il mio voto contrario sottolineando quello che è lo scopo dell'azione di classe che noi ci stiamo accingendo a votare. Lo scopo dell'azione di classe, che abbiamo proposto, è quello di disegnare una classe ed accertare se quella classe ha avuto una lesione nei diritti omogenei. Lo scopo è solo ed esclusivamente questo; quindi tutti coloro che sono in quella classe e hanno ricevuto un danno devono essere risarciti. Per arrivare a ciò abbiamo due strade: o l'aut aut che è il modello americano, dove basta essere parte di quella classe e automaticamente si estende il risarcimento del danno; o l'opt-in, che è quello che abbiamo scelto noi: solo ed esclusivamente chi aziona o chi aderisce all'azione di classe anche dopo la sentenza può essere risarcito, e questo è anche in un'ottica deflattiva dei procedimenti. Perché voglio ricordare che l'azione di classe non esaurisce l'azione individuale: di fronte quindi ad una sentenza che accerta quel danno, invece di portare gli aderenti a 200 mila azioni individuali, diamo loro la possibilità entro un termine prestabilito di aderire e quindi avere ristoro per un danno che hanno ricevuto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

GIULIA SARTI, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIA SARTI, Presidente della II Commissione. Presidente, dato che questo, come ricordato dalla relatrice di minoranza Bartolozzi, è uno dei punti caratterizzanti del provvedimento, e ci sono delle motivazioni importanti dietro la scelta dell'adesione post sentenza, io proporrei di accantonare questo emendamento e di riprendere la discussione da domani mattina sul punto, perché è molto importante che questo emendamento venga discusso dai colleghi dell'opposizione e della maggioranza (Applausi).

PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra i gruppi, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani a partire dalle ore 11.

Colleghi, però la seduta non è finita, continua, quindi chi deve abbandonare l'Aula è pregato di farlo in silenzio. Grazie.

Annunzio della nomina di tre Vice Ministri.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 1° ottobre 2018, il Presidente del Consiglio dei ministri ha inviato al Presidente della Camera la seguente lettera: “Onorevole Presidente, informo la Signoria Vostra che con decreti del Presidente della Repubblica in data odierna, adottati su mia proposta, previa approvazione da parte del Consiglio dei ministri, a norma dell'articolo 10, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, delle deleghe di funzioni conferite dai Ministri dello sviluppo economico, dell'istruzione, dell'università e della ricerca e delle infrastrutture e dei trasporti, è stato attribuito il titolo di Vice Ministro ai rispettivi Sottosegretari di Stato presso i medesimi dicasteri onorevole dottor Dario Galli, professor Lorenzo Fioramonti ed onorevole dottor Edoardo Rixi. Con vivissima cordialità. Firmato: Giuseppe Conte”.

Interventi di fine seduta (ore 20,10).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarti. Ne ha facoltà.

GIULIA SARTI (M5S). Presidente, svolgo questo intervento perché dieci anni fa questo Paese ha perso un uomo di grande valore, un professore…

PRESIDENTE. Colleghi, capisco che state abbandonando l'Aula; vi chiedo di farlo nel rispetto di chi sta intervenendo. Prego, onorevole Sarti.

GIULIA SARTI (M5S). Dicevo, Presidente, che dieci anni fa questo Paese ha perso un uomo di grande valore, un professore stimato, un militante del PCI, una persona che fu anche consigliere comunale nella sua terra. Un uomo che ebbe il coraggio di andare anche contro le istituzioni del proprio territorio per fare una semplice cosa: denunciare con forza il radicamento della mafia e delle connivenze che c'erano nella sua terra tra mafia, istituzioni, massonerie, proprio nelle terre messinesi, in particolare del territorio di Terme Vigliatore.

Quest'uomo si chiamava Adolfo Parmaliana. È doveroso ricordarlo a dieci anni dalla sua scomparsa perché nella lettera che lasciò ai suoi familiari, ai suoi cari prima di compiere un terribile gesto, e cioè togliersi la vita perché la procura di Barcellona Pozzo di Gotto lo aveva indagato, e nel corso della sua vita e nel corso degli ultimi mesi della sua vita, purtroppo, si era ritrovato contro tutte le istituzioni a tutti i livelli… Noi siamo, dopo dieci anni, a dover ricordare almeno che proprio oggi Olindo Canali, che era il pubblico ministero applicato alla procura di Barcellona Pozzo di Gotto in quel periodo, è indagato per corruzione in atti giudiziari, e l'ex procuratore generale Franco Cassata, ex procuratore generale della corte d'appello di Messina, è stato condannato per diffamazione ai danni di Adolfo Parmaliana per aver prodotto un dossier falso nei suoi confronti.

E, allora, con queste risultanze dopo dieci anni, che certo non bastano a rendere sollievo ai suoi familiari e a ricordare questo grande uomo, ci preme però dire, da quest'Aula, che è stato una persona di coraggio, e dal suo esempio noi vogliamo trarre insegnamenti per fare in modo che chi denuncia oggi di certo non debba subire quello che ha subito lui in vita (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Signora Presidente, credo giusto esprimere un riconoscimento, dopo cento anni che è stato istituito, all'Istituto Carlo Besta di Milano, istituto che è all'avanguardia nello studio e nella cura delle malattie del cervello, delle malattie degenerative come l'Alzheimer e il Parkinson, o di patologie oncologiche. È un ospedale che porta la Lombardia e l'Italia tutta all'avanguardia in tutto il mondo, e credo sia anche positivo che si ricordi questo, che è un risultato che rende l'Italia orgogliosa dei propri scienziati, dei propri medici, dei propri chirurghi, di coloro che si prodigano per il benessere di tutti noi. Viva i pensionati, pensionati, all'attacco!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Azzolina. Ne ha facoltà.

LUCIA AZZOLINA (M5S). Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, diverse sono le sollecitazioni che ho ricevuto da parte dei docenti cosiddetti ingabbiati, che lavorano nel mondo della scuola e che vorrei portare alla vostra attenzione.

Questi insegnanti, in particolar modo della scuola primaria e dell'infanzia, sono in possesso di altri titoli di studio oltre quelli che hanno permesso loro l'accesso all'insegnamento; malgrado ciò, non viene loro riconosciuta la possibilità di avanzare professionalmente. Negli ultimi anni è stata difatti negata loro la possibilità di partecipare ai concorsi, che permetterebbero, se superati, di effettuare i passaggi di ruolo nelle operazioni di mobilità scolastica.

Auspichiamo che una seria modifica dei decreti attuativi della legge n. 107 del 2015, e in particolar modo del decreto legislativo n. 59 del 2017, possa mettere fine a questa ingiustizia.

Crediamo che ad ogni docente della scuola italiana, se desideroso di studiare, mettersi alla prova, migliorare se stesso ai fini di una didattica maggiormente inclusiva e di una scuola di qualità, debba essere data la possibilità di farlo. Soddisfare una legittima ambizione può rappresentare l'inizio di un nuovo percorso professionale, e questo può sprigionare un rinnovato entusiasmo e motivazione personale. Ad maiora semper (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carbonaro. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA CARBONARO (M5S). Presidente, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, è notizia di pochissimi giorni fa l'atto vandalico di cui è stata vittima una delle due sculture raffiguranti i leoni di Venezia in Piazzetta San Marco, realizzato dal Bonazza nel 1722 e uno dei tanti simboli della città.

Di fronte ad atti di questa gravità si resta sgomenti; lo si resta ancora di più apprendendo che a compiere il gesto, a quanto riportano i mezzi di stampa, siano stati dei giovani studenti. E, allora, ci si chiede in cosa questa società stia sbagliando, e in che modo possiamo veicolare messaggi che le nuove generazioni non possono ignorare.

L'unica via resta, però, solo quella legata all'educazione e all'istruzione, le armi che noi rappresentanti del popolo possiamo mettere in campo al fine di evitare che gesti come questi riaccadano. Occorrono percorsi di cittadinanza attiva, di educazione al rispetto dei beni comuni: chi non rispetta il nostro patrimonio culturale non rispetta se stesso, la propria storia, la propria identità. Dobbiamo lavorare per insegnare il valore della cultura in ogni sua declinazione, per salvaguardare le radici della nostra civiltà, per insegnare ai giovani che tutelare il nostro Paese significa tutelare se stessi.

Paul Valéry diceva: “Bisogna che i monumenti cantino. È necessario che essi generino un vocabolario. Creino una relazione, contribuiscano a un creare una società civile. La memoria storica, infatti, non è un fondo immobile in grado di comunicare comunque, bisogna sapere come farla riaffiorare, va continuamente rinarrata. Anche perché se il patrimonio culturale non entra in relazione con la gente, declinando linguaggi diversi e parlando a tutti, rischia di morire, incapace di trasmettere senso e identità a una comunità”.

Ebbene, onorevoli colleghi e colleghe, noi siamo chiamati a questo nobile compito al quale non possiamo e non dobbiamo in nessun modo abdicare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Signora Presidente, questa mattina, alle prime luci dell'alba, la Guardia di finanza ha sottoposto a misura cautelare, precisamente agli arresti domiciliari, il sindaco di Riace, Mimmo Lucano.

Mimmo Lucano in questi anni è diventato un simbolo in tutto il mondo, in questo Paese, il simbolo di chi ha costruito in quel territorio, un territorio di frontiera, una trincea difficile, nella quale la criminalità, quella vera, quella pericolosa, la fa da padrona, un modello di accoglienza e di integrazione che non ha eguali, certamente in Italia e forse non ne ha nel mondo. Un modello fondato sull'idea che fosse necessario provare ad opporsi allo spopolamento di interi territori, come troppe volte accade nelle aree interne del nostro Paese; un modello che avesse come punto di riferimento la necessità di stare sempre e senza indugio dalla parte di quella umanità, troppo grande, che vive una condizione di umiliazione, di marginalità, di sofferenza e di ingiustizia.

A Mimmo Lucano si rimprovera di aver violato la legge. Non entro qui naturalmente nel merito delle valutazioni che la magistratura farà nel corso dell'inchiesta e del suo sviluppo, quel che io so è che Mimmo Lucano, se è colpevole, è colpevole di aver esercitato una delle scelte più nobili che un essere umano, in particolare un amministratore, un uomo delle istituzioni può compiere, quella della disobbedienza civile, della disobbedienza a leggi ingiuste che consentono di mettere in un angolo quel che non dovrebbe mai essere messo in un angolo, cioè il dovere di difendere chi non ha mezzo per essere difeso. Ce l'ha insegnato oltre 2000 anni fa l'Antigone di Sofocle, ce l'ha insegnato ancora, quarant'anni fa, don Milani in questo Paese. Noi stiamo dalla parte di chi disobbedisce in nome dell'umanità, principio superiore a ogni legge scritta (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, all'ordine del giorno della seduta di domani, mercoledì 3 ottobre, sarà iscritta la votazione per l'elezione di nove componenti effettivi e nove componenti supplenti della delegazione presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 3 ottobre 2018 - Ore 11:

(ore 11 e al termine del punto 5)

1. Seguito della discussione della proposta di legge:

SALAFIA ed altri: Disposizioni in materia di azione di classe. (C. 791-A)

Relatrici: SALAFIA, per la maggioranza; BARTOLOZZI, di minoranza.

2. Seguito della discussione delle mozioni Lollobrigida ed altri n. 1-00033, Ascani ed altri n. 1-00053 e Molinari e D'Uva n. 1-00054 concernenti iniziative per la celebrazione del centesimo anniversario della vittoria della prima guerra mondiale .

3. Seguito della discussione delle mozioni Carfagna ed altri n. 1-00045, Fiano ed altri 1-00050, Lollobrigida ed altri n. 1-00051 e Carbonaro, Belotti ed altri n. 1-00052 concernenti iniziative volte al contrasto dell'antisemitismo .

(ore 15)

4. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

(ore 16)

5. Votazione per l'elezione di nove componenti effettivi e nove componenti supplenti della delegazione presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.

La seduta termina alle 20,20.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

  nella votazione n. 1 il deputato Berti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 2 la deputata Braga ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto;

  nella votazione n. 5 il deputato Donzelli ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

  nella votazione n. 8 il deputato De Maria ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 9 il deputato Silvestroni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni dalla n. 11 alla n. 18 la deputata Giannone ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 12 la deputata Troiano ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

  nella votazione n. 19 la deputata Giannone ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni nn. 28 e 38 il deputato Mollicone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 29 il deputato Angiola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 41 il deputato De Lorenzis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 49 il deputato Cataldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Dichiarazione di urgenza pdl 712 495 364 131 183 270 94 70 Appr.
2 Nominale Dichiarazione di urgenza pdl 1071 490 304 186 153 294 10 70 Appr.
3 Nominale Dichiarazione di urgenza pdl 52 491 367 124 184 278 89 69 Appr.
4 Nominale Dichiarazione di urgenza ddl 1189 498 392 106 197 304 88 68 Appr.
5 Nominale Dichiarazione di urgenza pdl 688 497 468 29 235 110 358 67 Resp.
6 Nominale Dichiarazione di urgenza pdl 445 491 384 107 193 374 10 67 Appr.
7 Nominale Pdl 791-A - em. 1.5 499 487 12 244 120 367 67 Resp.
8 Nominale em. 1.200 497 496 1 249 117 379 67 Resp.
9 Nominale em. 1.206 496 495 1 248 117 378 67 Resp.
10 Nominale em. 1.203 497 496 1 249 216 280 67 Resp.
11 Nominale em. 1.201 491 490 1 246 113 377 67 Resp.
12 Nominale em. 1.202 487 486 1 244 118 368 67 Resp.
13 Nominale em. 1.12 488 487 1 244 118 369 67 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 1.14 481 480 1 241 116 364 67 Resp.
15 Nominale em. 1.7 482 481 1 241 116 365 67 Resp.
16 Nominale em. 1.15 493 492 1 247 117 375 65 Resp.
17 Nominale em. 1.19 484 482 2 242 111 371 65 Resp.
18 Nominale em. 1.20 490 463 27 232 94 369 65 Resp.
19 Nominale em. 1.209 496 495 1 248 380 115 65 Appr.
20 Nominale subem. 0.1.211.100 468 466 2 234 355 111 65 Appr.
21 Nominale em. 1211 rif. 474 473 1 237 473 0 65 Appr.
22 Nominale em. 1.215 476 475 1 238 98 377 64 Resp.
23 Nominale em. 1.24 480 479 1 240 99 380 64 Resp.
24 Nominale em. 1.60 480 479 1 240 114 365 64 Resp.
25 Nominale em. 1.219 483 482 1 242 481 1 64 Appr.
26 Nominale em. 1.217 rif. 482 455 27 228 455 0 64 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale em. 1.220 483 483 0 242 114 369 64 Resp.
28 Nominale em. 1.224 487 461 26 231 2 459 64 Resp.
29 Nominale em. 1.400 485 484 1 243 484 0 64 Appr.
30 Nominale em. 1.222 479 478 1 240 100 378 64 Resp.
31 Nominale em. 1.221 479 478 1 240 478 0 64 Appr.
32 Nominale em. 1.227 rif. 482 481 1 241 481 0 64 Appr.
33 Nominale em. 1.37 479 478 1 240 114 364 65 Resp.
34 Nominale em. 1.401 485 484 1 243 483 1 64 Appr.
35 Nominale em. 1.40 479 479 0 240 1 478 65 Resp.
36 Nominale em. 1.318 479 478 1 240 106 372 65 Resp.
37 Nominale em. 1.41 479 478 1 240 113 365 65 Resp.
38 Nominale em. 1.319 482 456 26 229 83 373 65 Resp.
39 Nominale em. 1.47 481 480 1 241 130 350 64 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 50)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale em. 1.320 477 476 1 239 106 370 64 Resp.
41 Nominale em. 1.228 473 471 2 236 124 347 64 Resp.
42 Nominale em. 1.50 477 476 1 239 107 369 65 Resp.
43 Nominale em. 1.51, 1.238 476 475 1 238 9 466 65 Resp.
44 Nominale em. 1.402 478 478 0 240 478 0 65 Appr.
45 Nominale em. 1.236 477 477 0 239 109 368 64 Resp.
46 Nominale em. 1.231 468 467 1 234 467 0 64 Appr.
47 Nominale em. 1.232 rif. 472 471 1 236 471 0 64 Appr.
48 Nominale em. 1.234 465 464 1 233 111 353 64 Resp.
49 Nominale em. 1.403 460 434 26 218 353 81 63 Appr.
50 Nominale em. 1.270 467 441 26 221 181 260 63 Resp.