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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 50 di mercoledì 26 settembre 2018

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 15,15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO AMITRANO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 17 settembre 2018.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Cappellacci, Covolo, Lollobrigida, Pastorino, Rizzo e Romaniello sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente settantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, il Ministro delle Politiche agricole alimentari forestali e del turismo, il Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro e delle politiche sociali. Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi considerata la diretta televisiva in corso.

(Intendimenti del Governo in merito alle modalità per pervenire alla revoca della concessione dell'autostrada A10 (Genova-Ventimiglia) e in ordine alla scelta dei soggetti cui affidare la ricostruzione del ponte Morandi a Genova – n. 3-00193)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Lupi e Colucci n. 3-00193 (Vedi l'allegato A).

Chiedo all'onorevole Colucci se intenda illustrare la sua interrogazione, per un minuto, o se si riservi di intervenire in sede di replica.

ALESSANDRO COLUCCI (MISTO-NCI-USEI). Grazie, Presidente. Alcune premesse: su Edilizia e territorio de Il Sole 24 Ore di venerdì 21 settembre è apparso un articolo che affermava che: «né Fincantieri né Italferr, le due società pubbliche cui il Governo vorrebbe far ricostruire il ponte di Genova andato in pezzi il 14 agosto 2018, hanno le capacità tecniche per realizzare un'infrastruttura di questo tipo. Non hanno cioè le “attestazioni Soa”, strumento previsto dal nostro codice degli appalti per certificare la capacità di realizzare opere pubbliche (nelle diverse tipologie e importi), nello specifico non hanno la categoria OG3 “strade, ferrovie, ponti e viadotti”». Altra premessa: il Ministro ha più volte parlato di nazionalizzazione della A10 (Genova-Ventimiglia) nonostante questo tratto insista su una concessione unica di 3.000 chilometri e che la cessazione di un breve tratto violerebbe le norme europee sulla stabilità dei contratti, considerando anche che il tratto in questione è sottoposto a due concessioni, quella di Aspi e quella dell'Autostrada dei Fiori.

Allora, per arrivare alla richiesta, Presidente, considerato che abbiamo di fronte due questioni importanti, chiediamo al Governo in quale modo si vuole pensare di risolvere il problema della ricostruzione del ponte dopo le contraddittorie affermazioni del Ministro ed infine capire come si pensa di affrontare il tema delle concessioni, considerate le affermazioni che il Ministro ha fatto e che non possono essere realizzate.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

DANILO TONINELLI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. La ringrazio, Presidente, e ringrazio il collega. Mi vengono posti due quesiti tra loro distinti: infatti, la sorte delle concessioni autostradali dipende dalla procedura di contestazione dell'inadempimento avviata dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e non trova alcuna regolazione nel decreto-legge che sta per essere portato all'attenzione di questo Parlamento.

Posso invece riferire che in tale testo normativo si prevede la nomina di un commissario straordinario; questi avrà il compito di porre in essere ogni azione necessaria per affidare, in osservanza della direttiva 2014/24/UE, i lavori necessari al ripristino del sistema viario colpito dal crollo di quel tratto dell'autostrada A10. In ogni caso, le attività indispensabili per la ricostruzione non potranno che seguire al dissequestro dell'area. Ricordo infatti che ad oggi l'area in questione è ancora sotto sequestro da parte della Procura ed oggetto di incidente probatorio. I lavori per la ricostruzione del ponte, pur volendo, non potrebbero pertanto partire oggi, se non pregiudicando gli esiti dell'indagine penale.

Voglio evidenziare che il Governo non interviene direttamente nella scelta del contraente, ma si limita a porre al commissario vincoli normativi diretti ad evitare che la scelta determini indebiti vantaggi competitivi nel sistema delle concessioni autostradali. Anche il requisito delle “attestazioni Soa” verrà in concreto esaminato e risolto dal commissario nell'alveo del quadro normativo di riferimento. Voglio ribadirlo ancora una volta: il mio obiettivo, al pari di quello dell'intera compagine governativa, è quello di assicurare al martoriato territorio di Genova la ricostruzione quanto più veloce possibile del ponte crollato, con l'intransigente rispetto della legalità e della trasparenza. Il sistema delle concessioni, costruito ed alimentato dai precedenti Governi, ha arricchito i concessionari in danno dei cittadini e ha mostrato gravi lacune in termini di sicurezza. Tutti ci ricordiamo il famigerato articolo 5 dello “Sblocca Italia”, discusso quando l'ex Ministro Lupi era al mio posto e poi abortito solo per la minaccia di infrazione della Commissione europea. La norma consentiva un'implicita proroga delle concessioni attraverso l'éscamotage dell'unificazione di tratte autostradali contigue, mascherata da investimenti nuovi e dunque fonte di ulteriori guadagni per le concessionarie.

Sul fronte della sicurezza, nella relazione della commissione ispettiva ministeriale sul ponte Morandi, si legge: “La procedura di controllo della sicurezza strutturale delle opere d'arte, documentata da Aspi, basata sulle ispezioni, è stata in passato ed è tuttora inadatta al fine di prevenire i crolli e del tutto insufficiente per la stima della sicurezza nei confronti del collasso”. Tale procedura era applicata al viadotto Polcevera ed è ancora applicata all'intera rete di opere d'arte di Aspi”. Giudicate voi! E ancora, citando uno stralcio della relazione: “Aspi, ai sensi dell'ordinanza della Presidenza del Consiglio dei ministri n. 3274 era tenuta, entro marzo 2013, ad effettuare le valutazioni di sicurezza del viadotto Polcevera e di tutte le opere d'arte strategiche o rilevanti”. Da questa valutazione, se effettuata correttamente, sarebbe scaturita la miglior possibile stima dalla sicurezza strutturale rispetto al rischio crollo. Nella corrispondenza tra la direzione competente ed Aspi, quest'ultima afferma, in data 23 giugno 2017, di aver effettuato tale valutazione. Nei documenti richiesti ed acquisiti da questa commissione, tale valutazione non è, alla data di consegna della presente relazione, invece stata effettuata. Giudicate voi! Grazie Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il deputato Maurizio Lupi ha facoltà di replicare, per due minuti.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Grazie, signor Presidente. Ringrazio il Ministro, ma - Ministro, ce lo permetta - non siamo per niente soddisfatti e, per usare un linguaggio che lei avrebbe usato da questi scranni, non siamo soddisfatti perché - lo decida lei che cos'è - o lei è un ignorante, o è in malafede (Applausidei deputati dei gruppiMisto-Noi con l'Italia-USEIePartito Democratico). Ignorante - mi perdoni - perché non può non dirci che, facendo il Ministro, non sapeva la differenza tra revoca e decadimento e lo ha appreso dopo un mese e mezzo, dicendo che ovviamente ci può essere un decadimento della concessione, a fronte delle accertate responsabilità; ignorante perché lei non può non sapere che, per costruire un ponte, occorre un attestato che la legge vuole, che si chiama “Soa” e non io, ma lei e il suo collega Vicepresidente del Consiglio, Di Maio, avete più volte detto in quest'Aula che - e le leggo le frasi – “a rifare il ponte dovrà essere per me un'azienda di Stato. Fincantieri è un'eccellenza mondiale e può realizzare il ponte in meno di un anno”. Fincantieri - lo ha detto ora lei in maniera molto chiara - non può realizzare il ponte in meno di un anno perché non ha la “Soa” e sarà il commissario straordinario - leggeremo con molta attenzione il decreto che stiamo ancora aspettando - che deciderà le procedure e le modalità secondo le leggi ovviamente vigenti. Lei è un ignorante semplicemente perché fin dall'inizio noi avremmo dovuto avere un comune obiettivo; l'obiettivo comune è quello di rifare il ponte nell'interesse dei genovesi, dei liguri e degli italiani e lei ha detto in quest'Aula che, entro la fine del 2019, il ponte si sarebbe realizzato. Ci sta qui dicendo oggi, a distanza di un mese e mezzo, che forse lo realizzeremo in 18-20 mesi, laddove l'area sarà sbloccata dalle indagini. Ma mi scusi: ma lei non sapeva che, a fronte di un'inchiesta, quell'area era sotto sequestro e quindi evidentemente dovevano passare questi mesi (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

Allora - concludo - se non è ignorante, come io credo non sia, perché stimo un Ministro della Repubblica e ho usato solo parole che il MoVimento 5 Stelle ha usato per cinque anni nella precedente legislatura - allora è in malafede, cioè conosceva tutte queste cose.

PRESIDENTE. Collega, dovrebbe concludere.

MAURIZIO LUPI…ma non ha voluto dirle, non ha voluto farle, semplicemente per un problema, per quello sciacallaggio a cui lei il 15 agosto ha detto a tutti noi che non bisognava appellarci e che invece, per un mese e mezzo, lei ha fatto. Noi abbiamo a cuore l'interesse dei genovesi, dei liguri e degli italiani. Scelga lei tra le due strade: o è ignorante, o è in malafede (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Iniziative volte a prevenire la diffusione della peste suina africana sul territorio nazionale, anche al fine di favorire le attività di contenimento delle specie selvatiche, in particolare dei cinghiali – n. 3-00194)

PRESIDENTE. Il deputato Guglielmo Golinelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00194 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

GUGLIELMO GOLINELLI (LEGA). Grazie, Presidente, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi e onorevole Ministro. Parlo anche da persona coinvolta nel settore zoo-agroforestale. Quella della peste suina africana - è bene ricordarlo - non è una patologia contagiosa per l'uomo, ma è una delle più grosse problematiche a cui la zootecnia mondiale sta assistendo. In Europa è presente in oltre dieci Paesi, per ultimo è arrivata in Belgio, dove ha causato un crollo del prezzo dell'11 per cento in una sola settimana e il blocco delle esportazioni in tredici Paesi in giro per il mondo.

La principale causa della trasmissione è il fattore umano, con una scorretta pulizia e diffusione di mezzi e beni contaminati e il vettore principale sono i cinghiali, che sappiamo essere presenti in grande numero in Italia ed essere anche un grande problema per il reddito degli agricoltori e per le aziende agricole.

Con l'interrogazione in oggetto sono a chiederle quali interventi abbia intenzione di mettere in atto il suo Ministero per evitare il contatto della peste suina africana in Italia.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

GIAN MARCO CENTINAIO, Ministro delle Politiche agricole alimentari forestali e del turismo. Signor Presidente, onorevoli colleghi, è noto come la peste suina africana (PSA) rappresenti uno dei maggiori rischi sanitari che minacciano il comparto suinicolo, con conseguenze devastanti quanto a mortalità e morbilità. In ragione della rilevanza del comparto produttivo interessato dalle disgraziate incidenze che una malaugurata evoluzione di una siffatta patologia potrebbe comportare a danno della nazione e dei produttori, ho innalzato con il mio Ministero il livello di attenzione su questa emergenza.

Il virus responsabile della malattia nelle popolazioni selvatiche si sposta a macchia d'olio, colpendo progressivamente le popolazioni adiacenti. La diffusione della malattia è favorita dal contatto tra popolazioni domestiche e selvatiche o da trasmissioni indirette, dovute al cosiddetto fattore umano, che si realizzano mediante spostamenti di materiale infetto attraverso mezzi di trasporto, animali e merci contaminati e persone provenienti dalle zone interessate verso le zone indenni. Questo è quanto accaduto con i recenti focolai riscontrati in Repubblica Ceca e Belgio e che hanno determinato la diffusione della peste suina africana dai Paesi dell'est Europa alle regioni occidentali.

In questi casi, le movimentazioni di suini allevati, di mezzi di trasporto di animali o di prodotti di origine animale insaccati, al seguito di viaggiatori provenienti dai Paesi infetti, rappresentano il fattore di rischio più rilevante e probabile per l'introduzione del virus in Paesi indenni.

A fronte di tale situazione, peraltro in costante evoluzione, il Ministero della salute ha immediatamente allertato le autorità sanitarie territoriali e ha disposto il rafforzamento della sorveglianza passiva, raccomandando di sottoporre a controllo per peste suina africana ogni carcassa di cinghiale rinvenuta in natura e di aumentare le misure di biosicurezza negli allevamenti. Inoltre, sono stati disposti controlli non discriminatori sulle partite di animali e carni suine provenienti dai Paesi comunitari interessati dalla malattia.

Tutto ciò premesso, parallelamente all'avvio di azioni concrete volte al contenimento della popolazione di cinghiali, allo stato attuale risulta, quindi, prioritario attuare adeguate ed efficaci campagne informative, volte a sensibilizzare tutti gli operatori e i cittadini sulla pericolosità di alcuni comportamenti che possono facilitare l'introduzione e la diffusione della PSA, oltre all'applicazione delle misure di biosicurezza negli allevamenti suini domestici e al rafforzamento delle attività di sorveglianza.

Ritengo che particolare importanza e attenzione debba essere profusa nei controlli transfrontalieri di eventuali carni e prodotti di base di carni suine e cinghiale non autorizzate, cioè fuori dai circuiti della filiera, e, per quanto possibile, al monitoraggio circa lo spostamento di gruppi di animali selvatici attraverso le frontiere nazionali.

Per quanto concerne l'opportunità di ricorrere al contenimento delle specie selvatiche cui fa riferimento l'onorevole interrogante, nel condividere la misura si fa presente che la gestione della fauna selvatica deve essere, comunque, condotta attraverso piani di ampio respiro da realizzare di concerto con i diversi livelli istituzionali e con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati. Nondimeno, eventuali abbattimenti programmati potrebbero rappresentare, in effetti, un contenimento più efficace del cinghiale e un ulteriore prevenzione contro la peste suina africana, tenendo conto che i danni causati da cinghiali al settore agricolo rappresentano comunque un'emergenza da tempo e sicuramente da molto prima della scoperta di focolai della PSA in Belgio.

Per quanto sopra, ho deciso di costituire un tavolo tecnico dedicato al problema, per la gestione dell'emergenza, insieme al Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare e con il Ministero della Salute, nonché di valutare eventualmente, in accordo con le regioni e il Ministro dell'Ambiente, possibili modifiche alla legge n. 157 del 1992.

Onorevole, le chiedo: se non dovesse essere soddisfatto, la prego di non darmi dell'ignorante, come ha fatto il suo collega precedentemente, grazie.

PRESIDENTE. Il deputato Guglielmo Golinelli ha facoltà di replicare, per due minuti.

GUGLIELMO GOLINELLI (LEGA). Grazie Ministro, la risposta è soddisfacente e voglio congratularmi con lei anche per la tempestività che ha adottato per affrontare la questione con i suoi colleghi del Ministero della salute e dell'ambiente. Condivido l'idea di istituire un tavolo dei tre Ministeri coinvolti nella possibile riduzione del rischio di questa patologia estremamente grave. Condivido anche le misure che sono state impostate per quanto riguarda la sorveglianza, l'implementazione della biosicurezza e i controlli maggiori degli allevamenti bradi, semibradi e familiari. Vorrei rimarcare, all'interno della legge n. 157 del 1992, l'articolo 19, che parla del controllo della fauna selvatica, dove è necessario, a nostro avviso e anche a quello delle regioni, inserire la figura del coadiutore per quanto riguarda il contenimento delle specie nocive (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

(Iniziative volte a garantire la continuità nell'erogazione dei sussidi di disoccupazione di cui all'articolo 4 del decreto legislativo n. 148 del 2015 - n. 3-00195)

PRESIDENTE. Il deputato Epifani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00195 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Grazie, Presidente. Signor Ministro, in quest'Aula, nel mese di giugno, le avevamo chiesto di prestare una particolare attenzione al tema degli ammortizzatori sociali sotto tre specie: innanzitutto perché venivano a scadere a fine settembre una serie di ammortizzatori sociali relativi ai lavoratori coinvolti in aree e processi di crisi e ristrutturazione; in secondo luogo perché proprio per questo c'era bisogno di un disegno di riforma degli ammortizzatori sociali ridotti, con l'intervento fatto in quello che si chiama Jobs Act; e terzo, perché, nel momento in cui vi accingete a mettere mano al sistema previdenziale, è evidente che si stabilisce un rapporto tra durata degli ammortizzatori sociali e le crisi soprattutto per i lavoratori ultracinquantenni e il sistema previdenziale. La stessa cosa l'abbiamo fatta in Commissione; le chiedo oggi, Ministro, di fronte all'esplodere di questo problema, che cosa effettivamente intenda il Governo fare.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro e delle politiche sociali, Luigi di Maio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

LUIGI DI MAIO, Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie Presidente, grazie deputate e deputati, utilizzo questa domanda prima di tutto per ricordare che il motivo per cui ho voluto guidare il Ministero dello sviluppo economico e anche quello del lavoro è proprio quello di unire le due anime dei dicasteri al fine di tutelare contestualmente i diritti dei lavoratori e le realtà produttive italiane.

Siamo, infatti, al lavoro come Ministero per assicurare idonee tutele ai lavoratori che, nei prossimi giorni, si troveranno in drammatiche condizioni di difficoltà; e si trovano in drammatiche condizioni di difficoltà perché il partito che i lavoratori doveva difendere è il partito che, con il Jobs Act, ha eliminato i loro diritti e le loro tutele (Applausidei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commentidei deputati del gruppo Partito Democratico). Il Jobs Act abbiamo iniziato… se posso, Presidente, io continuo.

Il Jobs Act abbiamo iniziato a smantellarlo non solo noi, ma oggi ha iniziato anche la Corte costituzionale (Applausidei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), stabilendo che la norma sul contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti è illegittima nella parte in cui determina, in modo rigido, l'indennità che spetta al lavoratore ingiustificatamente licenziato.

Quindi, bene aveva fatto il decreto dignità ad andare nella direzione che oggi indica la Consulta (Commentidei deputati del gruppo Partito Democratico), aumentando le indennità per i lavoratori licenziati ingiustamente. Chi si ostina ad andare nell'altra direzione, speriamo che oggi si renda conto degli errori commessi.

Il Jobs Act aveva anche eliminato la Cassa integrazione per cessazione, che reintroduciamo con il decreto emergenze (Applausidei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commentidei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Colleghi.

LUIGI DI MAIO, Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro e delle politiche sociali. Posso assicurare agli interroganti che nessun lavoratore sarà lasciato indietro. Le assurde storture causate dal Jobs Act le sistemeremo e cominceremo con il dare risposta a quei 180 mila lavoratori che rischiano di finire in mezzo ad una strada.

Siamo al lavoro in vista dell'imminente scadenza degli ammortizzatori sociali, affinché queste migliaia di lavoratori non siano costrette a rinunciare definitivamente al proprio lavoro. Una misura che risponde ad un'emergenza causata proprio dalle norme del Jobs Act, a cui porremo rimedio.

Ieri ho avuto un incontro con i rappresentanti dei lavoratori del settore metalmeccanico e ho garantito loro che, per tutte quelle scadenze, che iniziavano dall'altro ieri per gli ammortizzatori sociali, daremo garanzia che si possano portare avanti, che si possano rinnovare, cioè torneremo all'epoca pre Jobs Act che ha tolto ai lavoratori un sacco di diritti (Applausidei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commentidei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il deputato Ettore Guglielmo Epifani ha facoltà di replicare, per due minuti.

ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Signor Ministro, ho ascoltato con attenzione le sue dichiarazioni, e credo che a questo punto bisogna assolutamente mettere in campo delle proposte operative. Avevo letto sui giornali di una misura urgente, già pronta in questi giorni e che poi è stata messa nel cassetto per mancanza di copertura. Non so se effettivamente è così, ma capisco che nel momento in cui si deve dare risposta a decine di migliaia di lavoratori bisogna farlo in maniera congrua nel tempo e con le risorse necessarie, perché se no un conto sono le affermazioni, un conto sono poi i fatti pratici, e naturalmente questo è necessario.

Mi faccia aggiungere una sola cosa, lo devo fare per rispetto alla mia coscienza. Io credo che sul tema degli ammortizzatori sociali entrano in ballo diverse leggi, diversi interventi e tanti problemi. Credo anche che il Jobs Act effettivamente abbia fatto male a ridurre i tempi della cassa integrazione, per il semplice fatto non che non si possa fare, ma perché la crisi ancora doveva dispiegare i suoi effetti e quindi è stato sbagliato il tempo relativamente a questa misura. Mi consenta però anche di dirle che lei ha usato nei confronti dell'ex Presidente del Consiglio affermazioni che io, che l'ho combattuto e lo combatto politicamente, non mi sarei mai sognato di sentire da un Ministro di questa Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

(Iniziative normative in merito al periodo transitorio relativo alla nuova normativa dei contratti a termine – n. 3-00196)

PRESIDENTE. La deputata Chiara Gribaudo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00196 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Presidente, signor Ministro, dovrò farla uscire un attimo dalla sua propaganda, se ce la fa. Lei è venuto meno in quest'Aula ad un impegno preso il 2 agosto durante la discussione parlamentare del decreto-legge che lei ha voluto chiamare “dignità”, ma che ha avuto come unico effetto la nuova disoccupazione: perché con ben cinque regimi diversi creati sul contratto a termine, altro che semplificazione, lei ha creato il caos (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Eppure si era impegnato qui a venire a dire che avrebbe emanato una circolare per chiarire l'applicazione nel periodo transitorio. Ebbene, la stiamo aspettando!

Da due settimane, per l'appunto, si è anche impegnato a stanziare fondi per i 140 mila lavoratori con gli ammortizzatori sociali in scadenza, ma ancora non si sono visti in nessuno dei vostri presunti decreti-legge, perché passate il tempo a chiamare assassini politici i parlamentari del PD, calpestando la memoria dei giuslavoristi morti per le riforme del lavoro anziché risolvere i veri problemi degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Nei sei mesi prima di questo decreto-legge le trasformazioni del tempo determinato a indeterminato erano aumentate del 58 per cento, mentre oggi il turnover dei precari…

PRESIDENTE. Collega, dovrebbe concludere.

CHIARA GRIBAUDO (PD). …sta esplodendo ed esploderà. Quindi se ce la fa esca dalla sua propaganda e ci dica quando farà la circolare per migliorare la vita di 900 mila persone che aspettano di avere condizioni di vita migliorate. Forza, signor Ministro, ci dia una risposta chiara (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro e delle politiche sociali, Luigi Di Maio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

LUIGI DI MAIO, Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro e delle politiche sociali. Presidente, ovviamente, come dal testo e da quanto detto in Aula dalla deputata interrogante, non c'è alcun tipo di dato che testimoni una perdita di posti di lavoro a causa del decreto-legge “dignità” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). E quindi io ero venuto in Aula pensando di sentire qui questi dati che lo testimoniavano, ma mi fa piacere perché il decreto-legge “dignità” è stato concepito per stoppare il dilagare del precariato, che stava uccidendo il futuro, la serenità e la felicità dei nostri giovani, e che è stato causato non solo dal Jobs Act, ma da tante norme come il Jobs Act. Prova ne è, e ne era, la costante emorragia di giovani italiani che lasciano l'Italia, che negli ultimi anni si sono contati a centinaia di migliaia.

Con il decreto-legge “dignità” abbiamo iniziato a disincentivare il ricorso ai contratti a tempo determinato, attraverso l'introduzione di specifiche restrizioni. Abbiamo messo un freno agli abusi del contratto a tempo determinato, maggiormente diffuso tra i giovani. Le misure previste dal decreto-legge ci hanno semplicemente portato al livello degli altri Paesi europei, quanto alla durata dei contratti e al rinnovo. Ridurre il precariato e aumentare le tutele di quella categoria di lavoratori maggiormente esposta era il nostro obiettivo. Questo è ciò che abbiamo fatto, ed è in questa prospettiva che abbiamo rilanciato gli sgravi contributivi per favorire l'occupazione dei giovani under 35. Nell'iter di conversione del decreto-legge, infatti, abbiamo inserito ulteriori fondi per l'assunzione dei giovani a tempo indeterminato (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Colleghi…

LUIGI DI MAIO, Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro e delle politiche sociali. Per quanto riguarda il tema del raccordo tra le varie disposizioni normative riguardanti il contratto a termine che venivano citate dalla collega deputata interrogante, ci tengo a dire che è dal primo giorno di entrata in vigore del decreto-legge “dignità” che stiamo seguendo e raccogliendo da tutti gli operatori del settore le questioni applicative che ci vengono poste; e non appena avremo raccolto tutti quelli che sono i feedback che vengono da questo mondo, provvederemo alla diffusione tra gli operatori e i diversi interessati dei chiarimenti che si riveleranno necessari e utili, come avevo assicurato in quest'Aula (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico),…

PRESIDENTE. Colleghi…

LUIGI DI MAIO, Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro e delle politiche sociali. …perché non c'è nessuna intenzione di creare difficoltà alle imprese italiane (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. La deputata Debora Serracchiani, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Presidente, il Vicepresidente del Consiglio chiedeva dei numeri, glieli do molto volentieri. Meno 28 mila contratti a termine nel solo mese di luglio, Vicepresidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); 237 contratti a termine non rinnovati nella Flextronics di Trieste. Ci sono 700 lavoratori delle municipalizzate di Milano i cui contratti a termine sono bloccati. Le aggiungo che le Poste italiane hanno bloccato i contratti a termine. Le do questi indizi affinché possa cercare con facilità le risposte che oggi non ci ha dato, perché lei sappia che in questo momento abbiamo 5 modi diversi per fare un'assunzione, che si è complicata a tal punto che forse non si fa più. Quindi le chiederei, Ministro, non di guardare con quella sufficienza con cui si sta muovendo nel fare il suo lavoro, che è un lavoro complicatissimo, difficilissimo. La invito però, signor Ministro, a pesare le parole, perché le parole hanno un peso, le parole possono essere pietre, le parole possono essere pallottole. Io le chiedo di vergognarsi delle frasi che ha detto ieri, indirizzandole a persone che, le piaccia o no, sono degli avversari politici, non sono dei nemici, sono degli avversari politici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Io e lei abbiamo sul Jobs Act un'opinione completamente diversa, io e lei sul suo decreto-legge abbiamo un'opinione completamente diversa, ma da me non sentirà mai la parola “assassino” rivolgendomi a lei, capisce? Anche quando penso che sta creando disoccupati in questo Paese, anche quando penso che lei deve smetterla di passare il suo tempo a dare colpe e deve iniziare a trovare le soluzioni, perché forse non si è accorto che lei sta governando questo Paese in questo momento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative a favore dei lavoratori dello stabilimento di Figline Valdarno (Firenze) del gruppo Bekaert, anche con riferimento alla reintroduzione del ricorso alla cassa integrazione per cessazione – n. 3-00197)

PRESIDENTE. Il deputato Stefano Mugnai ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00197 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

STEFANO MUGNAI (FI). Presidente, colleghi, Ministro, lei sa bene che tre mesi fa è scoppiata una bomba sociale, oltre che occupazionale, in Valdarno, in provincia di Firenze, ma che riguarda un territorio che va ben oltre la provincia di Firenze, che è quella relativa allo stabilimento della Bekaert di Figline Valdarno. In questi tre mesi varie volte si sono riuniti i tavoli ministeriali per affrontare la crisi, più volte lei ha preso degli impegni, si è recato nei primi giorni di agosto di fronte allo stabilimento.

Lei ha preso tre impegni di fronte a quei lavoratori. Il primo impegno è di coinvolgere il vecchio proprietario, cioè la Pirelli, che ha delle responsabilità rispetto a ciò che è successo, non fosse altro perché nel momento in cui è stato stipulato l'accordo già si prefigurava ciò che sarebbe avvenuto, e che comunque del prodotto realizzato in quello stabilimento il primo acquirente è giustappunto la Pirelli.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

STEFANO MUGNAI (FI). Il secondo impegno era di trovare delle soluzioni alternative, quindi io sono a chiederle se vi sono delle cordate disponibili. Il terzo e più importante - e concludo - è quello della cassa integrazione per cessazione.

Lei ha preso degli impegni formali. Ho sentito già la risposta resa all'interrogazione del collega Epifani; però c'è bisogno di scriverle, queste cose, e pubblicarle in Gazzetta. Le ricordo che quello stabilimento chiuderà il 3 ottobre: mancano sette giorni, e ancora in Gazzetta Ufficiale non abbiamo letto niente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro e delle politiche sociali, Luigi Di Maio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

LUIGI DI MAIO, Ministro dello Sviluppo economicoedel Lavoro e delle politiche sociali. Grazie Presidente. Prima di rispondere puntualmente alle questioni che ha posto, tengo, prima di tutto, a ricordare l'episodio Bekaert, perché qui abbiamo un'azienda, che è venuta al Ministero dello Sviluppo economico a dirci che andava tutto bene, fino a tre mesi prima di mandare lettere di licenziamento a tutti e andarsene in Romania (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), con un comportamento che - sono d'accordo con lei - non coinvolge solo la proprietà attuale, ma anche il gruppo Pirelli, che, tra l'altro, aveva ceduto lo stabilimento solo poco più di quattro anni fa a Bekaert.

Noi qui ci troviamo in una situazione paradossale, per cui un'intera comunità è preoccupatissima - ci sono decine e decine di famiglie che stanno per finire in mezzo ad una strada - perché quattro anni fa si è chiuso un accordo, la Pirelli ha dato alla Bekaert questo stabilimento, la Bekaert è venuta al Ministero dello Sviluppo economico, pochi mesi prima del mio insediamento da Ministro, a dire che andava tutto bene, a far vedere grafici che crescevano e andavano alla grande, investimenti e poi, alla fine, dopo pochi giorni, anzi dopo pochi mesi, mandano una lettera di licenziamento in tronco a tutti i lavoratori.

Che cosa stiamo facendo? La prima cosa - io sono d'accordo con lei - abbiamo provato e stiamo provando con tutte le nostre forze a coinvolgere il gruppo Pirelli nella vertenza. Ma la priorità è mettere in sicurezza le persone. Ci sono decine di persone che stanno per perdere il posto di lavoro e la cassa integrazione per cessazione non esiste più, a causa del Jobs Act. La stiamo ricostituendo, è dentro al decreto emergenze, e dispiegherà effetti immediatamente, perché è dentro al testo del decreto. Quindi, non appena andrà in Gazzetta, sarà operativa e permetterà a quelle persone di avere la cassa integrazione per cessazione.

Ma questa cassa integrazione per cessazione è legata ad una reindustrializzazione del sito. Per rispondere alla sua terza domanda, che è poi il tema che abbiamo tutti a cuore: questo stabilimento ha un futuro, nonostante la proprietà se ne freghi altamente di quello stabilimento? Secondo me sì, perché dai primi contatti che stiamo avendo stiamo riscuotendo nel mercato un certo interessamento a quello stabilimento. Ovviamente non mi sbilancio sui soggetti, perché capirete che sono in corso delle interlocuzioni, ma credo che quelle persone possano avere, da quando entrerà in vigore il nuovo decreto, una cassa integrazione per cessazione. E spero che possa durare il meno possibile, perché vorrà dire che avremo reindustrializzato il sito e avremo trovato un altro soggetto acquirente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il deputato Stefano Mugnai ha facoltà di replicare.

STEFANO MUGNAI (FI). Grazie Presidente. Signor Ministro, sì, la storia la conosciamo bene ed è esattamente quella che lei ha tratteggiato nel suo intervento. Però, la mia domanda era molto puntuale. Non è tanto sulla durata della cassa integrazione per cessazione, che dovrà riguardare i lavoratori della Bekaert, ma è per avere rassicurazione che questo provvedimento sia pubblicato in Gazzetta prima del 3 ottobre. È mercoledì prossimo, non è fra mille anni. E lei ha assunto degli impegni formali, puntuali, dando ampie garanzie, mettendoci la faccia e di questo gliene do atto: lei è venuto lì, a Figline, e ha detto cose chiare ed esplicite. Sono 318 le famiglie coinvolte, sono 318 i lavoratori, è un pezzo importante della comunità valdarnese. Il 4 ottobre non va bene, se pubblicato in Gazzetta: deve essere pubblicato prima del 3 ottobre. Quindi, è necessario un impegno forte da parte del Governo, perché si arrivi a quel risultato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Iniziative per rafforzare il contrasto alla contraffazione e per la tutela dei prodotti nazionali – n. 3-00198)

PRESIDENTE. La deputata Maria Laura Paxia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00198 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

MARIA LAURA PAXIA (M5S). Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, onorevole Ministro, il made in Italy è uno dei brand più conosciuti al mondo e, come tale, anche uno dei più copiati. Purtroppo, i danni causati dalla contraffazione sono incalcolabili e mettono a serio rischio la competitività delle aziende italiane nei mercati internazionali. A livello sociale, pensate che negli ultimi dieci anni sono stati persi 250 mila posti di lavoro a livello mondiale, di cui 100 mila solo nell'Unione europea. A livello economico, la Banca mondiale stima un volume d'affari della contraffazione di 350 miliardi di euro, per non parlare delle delocalizzazioni, che spostano interi segmenti produttivi lontani dalla casa madre, esportando quindi un know-how sempre più prezioso. Desidereremmo conoscere quali iniziative intende assumere per rafforzare il contrasto alla contraffazione e la tutela dei prodotti nazionali.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro e delle politiche sociali, Luigi Di Maio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

LUIGI DI MAIO, Ministro dello Sviluppo economicoedel Lavoro e delle politiche sociali. Grazie Presidente e grazie alla collega interrogante, perché una delle mission del Ministero che rappresento è proprio quella di prevenire e contrastare la contraffazione attraverso la definizione di politiche di sensibilizzazione, di azioni strategiche, di interventi, per innalzare la consapevolezza dei consumatori e delle imprese sui danni derivanti dalle violazioni dei diritti di proprietà industriale, al fine di ridurre la domanda di beni contraffatti e, conseguentemente, abbattere la produzione e il commercio di beni contraffatti.

Su questo, da Ministro dello Sviluppo economico, io credo tantissimo nell'utilizzo di nuove tecnologie. Una di queste tecnologie, che possiamo utilizzare per contrastare la contraffazione del made in Italy, è sicuramente la blockchain. Domani mattina io sarò a Bruxelles, dove firmerò l'adesione dell'Italia alla partnership sulla blockchain. Era l'ultimo Paese in Europa a non aver ancora aderito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

E, soprattutto, prendo questo impegno davanti al Parlamento, davanti alla Camera dei deputati, di istituire nello stato di previsione del Ministero dello Sviluppo economico un fondo, per favorire lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di intelligenza artificiale, blockchain e Internet delle cose. In particolare, partiremo con la sperimentazione di soluzioni basate sulla blockchain in settori strategici di competenza del Ministero, proprio al fine di tutelare il made in Italy e impedire la contraffazione.

Riguardo al made in Italy voglio di nuovo sottolineare che, dall'ultimo rapporto OCSE di giugno, si rileva che il commercio mondiale di beni contraffatti, dalle borse di lusso ai prodotti alimentari, ha un impatto sull'economia italiana pari a circa l'1-2 per cento del PIL, in termini di mancate vendite. Basti pensare che il valore dei beni italiani contraffatti, venduti nel mondo nel 2013, ha causato almeno 25 miliardi di euro di mancate vendite. Il nostro impegno per il futuro è quello di difendere le nostre produzioni, che da sempre sono sinonimo di qualità in ogni parte del mondo, iniziando a utilizzare gli strumenti digitali più innovativi presenti sul mercato. È logico che non sarà solo un lavoro del Ministero dello Sviluppo economico, anzi mi fa piacere che ci sia qui anche il Ministro dell'Agricoltura, perché la tutela del made in Italy è un tema trasversale a tutti i Ministeri e - dico di più - a tutte le realtà sociali e le parti sociali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. La deputata Maria Laura Paxia ha facoltà di replicare per due minuti.

MARIA LAURA PAXIA (M5S). Grazie Presidente. Grazie Ministro, mi ritengo soddisfatta per la esaustiva e puntuale risposta. Tante sono le misure, come abbiamo sentito, che il Mise sta mettendo in campo. In una visione di collaborazione tra potere esecutivo e potere legislativo, si inquadra anche la mia proposta di legge per il contrasto alla contraffazione e prevede anche una delega al Governo per l'adozione di un testo unico per la tutela dei prodotti nazionali, oltre all'istituzione di un marchio 100 per cento made in Italy.

Questo nasce per soddisfare tre esigenze. La prima è certamente quella di contrastare un fenomeno sempre più dilagante, che provoca grosse perdite per le casse dello Stato. Inoltre, in un'ottica di semplificazione, così come previsto in uno dei nostri primi punti del programma, per sciogliere quei grovigli normativi, che rendono impossibile la vita di imprese e di imprenditori. Inoltre mira, non solo a tutelare, ma a differenziare quelle aziende che utilizzano beni e prodotti derivanti da materie prime di origine italiana, che vengono poi lavorati e trasformati interamente nel territorio nazionale. In questo modo avremo un marchio made in Italy, che assicura e garantisce territorialità e nazionalità, oltre a potere diventare sinonimo di qualità e competenza.

Sono certa che, grazie al grande lavoro che il Governo sta svolgendo unitamente alla maggioranza parlamentare, riusciremo a cambiare le sorti di questo Paese, per troppo tempo in mano, e soprattutto per troppo tempo governato, da chi ha avuto una visione miope e badava soltanto a portare avanti i propri interessi personali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Intendimenti del Governo in ordine alla disciplina dell'apertura degli esercizi commerciali nei giorni festivi – n. 3-00199)

PRESIDENTE. Il deputato Zucconi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-00199 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Signor Presidente, signor Ministro, premesso che, in merito alla questione dell'apertura e chiusura domenicale di alcune tipologie di imprese commerciali sono state avanzate diverse proposte, tra le quali alcune delle forze di maggioranza che, ad avviso degli interroganti, differiscono palesemente fra di loro; che il Ministro interrogato, ancora prima di ricoprire ruoli governativi, aveva annunciato la volontà di chiudere tutti gli esercizi commerciali nei giorni festivi, rimodulando successivamente l'annuncio, ma riconfermando l'idea di fondo; che di recente il Ministro interrogato ha definito la sua proposta una sorta di chiusura a rotazione degli esercizi commerciali, peraltro di difficile applicazione, che consentirebbe al 25 per cento degli stessi di restare aperto, siamo ad interrogarla per sapere quali siano gli intendimenti del Governo sulla regolamentazione delle aperture e chiusure domenicali, ovvero se si intenda promuovere un'iniziativa legislativa in merito e in quali tempi, consentendo sia una turnazione del lavoro prestato nelle domeniche, ma anche la sopravvivenza di tanti esercizi commerciali che vedono proprio in tali giorni realizzare gran parte del loro fatturato, ad esempio prevedendo, e concludo, particolari forme contrattuali di assunzione ed anche ripristinando l'uso dei voucher per tali settori.

PRESIDENTE. Il Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro e delle politiche sociali, Luigi Di Maio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

LUIGI DI MAIO, Ministro dello Sviluppo economicoe del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Prima di tutto ricordo a me stesso che il tema della regolamentazione delle aperture e chiusure domenicali e dei giorni festivi è stato affrontato come proposta di legge anche nella precedente legislatura, proprio in quest'Aula, ricordo, e fu votata ad ampia maggioranza anche da forze politiche che oggi sono nei banchi dell'opposizione, proprio perché è un tema, la liberalizzazione selvaggia degli orari degli esercizi commerciali, che tutti ormai riconoscono non abbia aiutato il settore del commercio a uscire dalla crisi degli ultimi anni, che, anzi, si è andata aggravando con la perdita di una parte rilevante della realtà di molti piccoli centri storici italiani, sacrificata alle logiche commerciali della grande distribuzione. Vorrei sottolineare anche in questa sede che in nessuno dei principali Paesi dell'Unione europea tutti i negozi sono aperti tutte le domeniche e tutti i festivi, come accade in Italia.

In Francia, per esempio, tutti i negozi sono chiusi, ad eccezione di quelli alimentari, aperti fino alle 13, e sono previste estensioni in alcune zone turistiche. In Germania tutti i negozi, ad esclusione di quelli nelle stazioni, aeroporti e in luoghi turistici, sono chiusi la domenica e nei giorni festivi. Ogni Land può scegliere sei domeniche l'anno in cui tenere aperto. Per cui, credo che questo argomento non possa essere un tabù e debba essere affrontato in Parlamento a partire dalle proposte di legge che sono già incardinate nella Commissione competente proprio in questo ramo del Parlamento. Per quanto riguarda, invece, l'utilizzo dei voucher, deve essere chiaro che, quando si è fatto il decreto dignità, abbiamo deciso di non liberalizzarli. Si devono utilizzare con specifici limiti e in maniera circostanziata, perché, altrimenti, si finiva ancora una volta per liberalizzare lo sfruttamento, e non il lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il deputato Zucconi ha facoltà di replicare per due minuti.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Ringrazio il Ministro per la risposta, però mi devo dichiarare insoddisfatto, non fosse altro per il fatto che noi con questa interrogazione non entravamo nel merito e nella filosofia di questo provvedimento che si sta annunciando, così come non volevamo andare alla radice del provvedimento stesso. Noi stiamo verificando soltanto che il Governo, al di là della filosofia con la quale realizza i provvedimenti, poi non riesce a capire quali possano essere gli squilibri che questi provvedimenti determinano. È un esempio questo, dove noi proponevamo delle forme più particolari, per i contratti a week-end per esempio, ma è anche un problema che attinge al decreto dignità. Se lei va a vedere le statistiche, dice che monitorerà, ecco, quando monitorerà, vedrà che molti commercialisti sconsigliano l'assunzione con causali perché c'è incertezza su questo.

Allora, perché non accettare in questo caso la proposta di Fratelli d'Italia di istituire presso i centri per l'impiego, che pure volete rivedere, un ufficio che attesti la legittimità della causale, evitando così dei contenziosi in futuro e ridando certezze alle imprese. Su questo il Governo si deve concentrare, al di là del merito dei provvedimenti: realizzarli in maniera tale che non creino squilibri, anche volendo realizzare la propria filosofia, sulla quale, come gruppo di Fratelli d'Italia, visto che i provvedimenti sono in Commissione, come ci ricordava, non mancheremo di dare sicuramente il nostro apporto e la nostra critica, e prenderemo posizione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Modifica nella composizione di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che il deputato Umberto Buratti, proclamato il 25 settembre 2018, ha dichiarato, con lettera pervenuta in data odierna, di aderire al gruppo Partito Democratico.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Mi hanno telefonato molti cittadini, sia pensionati sia lavoratori sia giovani, per farmi presente la grande preoccupazione che hanno che circa 900 televisioni locali, ripeto, circa 900 televisioni locali, sono in crisi, nella preoccupazione di dovere in tempi rapidi purtroppo chiudere le loro aziende. Questo credo che non si muova nella linea di agevolare al massimo il funzionamento delle emittenti locali che danno notizie a tutti i cittadini di tutto quello che avviene, e, soprattutto, mi sembra di vedere una distorta concorrenza, perché ci sono dei provvedimenti che danno finanziamenti, ma che vanno nel senso contrario a quello di agevolare le televisioni periferiche nelle loro attività. Viva i pensionati, pensionati all'attacco!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Oggi, 26 settembre, cade il quarantaduesimo anniversario di un evento nefasto. Manfredonia, mia città di provenienza, alle 9,30 del 26 settembre 1976 subì lo sfregio più grande della sua storia moderna, e cioè la terribile esplosione dell'impianto di produzione di ammoniaca dello stabilimento Anic, poi EniChem, che determinò la fuoriuscita e la diffusione di gas inquinanti a base di arsenico, che è una sostanza, come sapete, altamente cancerogena. Una tragedia per la città, che avrebbe dovuto avere uno sviluppo turistico, che, invece, ha dovuto subire la miopia di una classe politica dell'epoca, che la indirizzò verso un futuro industriale che si rivelò dannoso e che è fallito miseramente. Quel terribile accadimento ha portato a una qualità della vita pessima per Manfredonia, con incremento di tumori e nascite con malformazioni.

Non lo dice il sottoscritto, ma studi epidemiologici e statistici. Sappiano i signori che sono incaricati della bonifica dei territori, e cioè la Syndial, che è una partecipata dell'ENI, che i cittadini di Manfredonia hanno già dato in termini di morte, di sofferenza e di danno ecologico e ambientale. Pertanto, vigileranno attentamente affinché la bonifica del territorio venga fatta questa volta a regola d'arte.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Giannone. Ne ha facoltà.

VERONICA GIANNONE (M5S). Presidente, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, subito dopo il 4 marzo ho deciso di mettere me stessa e il ruolo che da quel momento avrei ricoperto al servizio dei cittadini italiani. Tante sono le problematiche che affliggono questa nazione a causa di una politica miope ed egoista che fino a pochi mesi fa ha governato questo Paese. Tante le problematiche che affliggono i territori, come la gestione dei fondi FESR. Ho cercato di comprendere, partendo dalla mia regione, la Puglia, il loro funzionamento e la correttezza con cui vengono sfruttati. Ho quindi iniziato un lavoro certosino, coadiuvata da vari accessi agli atti e ispezioni, per cercare di comprendere e capire le modalità di utilizzo di questi fondi nel mio territorio.

È emerso un ritardo continuo, che genera uno sperpero di soldi pubblici a cui qualcuno doveva assolutamente rispondere. Ho presentato, dopo varie valutazioni, un'istanza all'Anac, per provare a far luce sull'operato della gestione tecnica di Lecce, e nello specifico del poliambulatorio di Martano.

Questa istanza, unitamente ai vari controlli della procura di Lecce, ha portato alla notifica di un avviso di garanzia al responsabile che si occupa della gestione di questo plesso. Certamente, questo è da considerarsi un piccolo passo; tuttavia, continuerò a lottare per la salute e il diritto di tutti i cittadini. Credo nella giustizia e, in particolare, credo nella giustizia sociale, credo nello Stato garante dei diritti di tutti i cittadini e per questo continuerò a lottare finché il benessere di tutti diventi la normalità. Finalmente, con il MoVimento 5 Stelle alla guida del Paese, tutto questo potrà essere realtà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Dedalo Cosimo Gaetano Pignatone. Ne ha facoltà.

DEDALO COSIMO GAETANO PIGNATONE (M5S). Presidente, onorevoli colleghi, ieri, in provincia di Caltanissetta, lungo la strada provinciale 38, in località Mussomeli, si è sfiorata una tragedia. Dopo un'abbondante pioggia è franato un tratto di strada, creando una voragine nella carreggiata. La fortuna ha voluto che in quel momento non vi fossero mezzi in transito. Oggi, la città di Mussomeli, i suoi abitanti, il suo ospedale e le sue aziende sono isolati. Questa, purtroppo, non è un'eccezione e rappresenta solo la situazione in cui versano molte delle strade siciliane. Si tratta di una pesante eredità lasciata da decenni di mala gestione dei passati Governi nazionali e di incapacità politica regionale nell'attuare un piano viario di manutenzione e monitoraggio delle strade. Vi sono strade che franano, interventi lacunosi e in ritardo, insidie stradali; tutto ciò incide profondamente nello sviluppo economico e turistico di molte splendide località del sud Italia. Oggi, ci troviamo a raccogliere le macerie che ci derivano da anni di incuria e ci sono territori che più di altri chiedono l'attenzione che non hanno avuto in passato, ed è doveroso porre attenzione a queste situazioni.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 27 settembre 2018 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione delle mozioni Biancofiore ed altri n. 1-00030, Lollobrigida ed altri n 1-00038, Migliore ed altri n. 1-00039 e D'Uva e Molinari n. 1-00047 concernenti iniziative in relazione al prospettato riconoscimento della cittadinanza austriaca ai cittadini italiani di lingua tedesca e ladina residenti in Alto Adige .

2. Seguito della discussione delle mozioni Meloni ed altri n. 1-00032, Fassina ed altri n. 1-00041, Barelli ed altri n. 1-00042, Morassut ed altri n. 1-00043 e Francesco Silvestri, De Angelis ed altri n. 1-00048 concernenti iniziative per Roma Capitale .

3. Seguito della discussione delle mozioni Delrio ed altri n. 1-00036, Lollobrigida ed altri n. 1-00040 e Molinari e D'Uva n. 1-00044 sulla posizione da sostenere in sede europea circa l'applicazione nei confronti dell'Ungheria dell'articolo 7, paragrafo 1 del Trattato UE, in relazione alla risoluzione adottata dal Parlamento europeo .

4. Dimissioni del deputato Andrea Mura.

La seduta termina alle 16,10.