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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 46 di martedì 18 settembre 2018

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 11,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 13 settembre 2018.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Fioramonti, Gallo, Molinari, Rizzo, Rosato e Saltamartini sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente settanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni (ore 11,15).

(Iniziative volte ad incrementare i controlli di qualità sui prodotti destinati agli istituti scolastici nell'ambito del programma «Frutta nelle scuole» - nn. 3-00168 e 3-00172)

PRESIDENTE. Passiamo alle prime interrogazioni all'ordine del giorno Gagnarli n. 3-00168 e Bignami n. 3-00172, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A).

La sottosegretaria di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo, Alessandra Pesce, ha facoltà di rispondere.

ALESSANDRA PESCE, Sottosegretaria di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Buongiorno, signor Presidente e onorevoli colleghi.

PRESIDENTE. Dovrebbe alzarsi…

ALESSANDRA PESCE, Sottosegretaria di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Sì, sì, mi scusi.

PRESIDENTE. La ringrazio.

ALESSANDRA PESCE, Sottosegretaria di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Considerata l'analogia delle questioni rappresentate dagli onorevoli Bignami e Gagnarli, rispondo congiuntamente.

Premetto che il programma in argomento è un programma di educazione alimentare interamente finanziato dall'Unione Europea che, per le scuole primarie, sia pubbliche che paritarie italiane, prevede la distribuzione di frutta e verdura in stato di maturazione ottimale, lavata e pronta al consumo in classe, servita intera o porzionata o trasformata al momento o già trasformata in modalità di quarta gamma. Tale programma ha portato sui banchi di scuola di quasi un milione di alunni porzioni di frutta e verdura appartenenti alla prima categoria, ai sensi delle norme di commercializzazione di cui al regolamento n. 543 del 2011, appositamente confezionata e in larga misura di qualità certificata. Parliamo infatti di denominazione di origine protetta, indicazione geografica protetta, biologica, sistema di qualità di produzione integrata, linee guida nazionali sulla produzione integrata, frutta certificata GlobalGap, eccetera.

Il programma prevede, oltre alla distribuzione di frutta e verdura nelle scuole, anche le misure di accompagnamento, cioè altre attività che coinvolgono tutte le classi delle scuole primarie iscritte al programma, per svolgere uno specifico percorso informativo didattico con insegnanti e alunni, incontri di educazione alimentare presso le sedi scolastiche, visite dei dietisti, mirati percorsi didattici con gli insegnanti, organizzazione di giornate a tema e visita alle fattorie didattiche.

L'adesione degli istituti scolastici è a titolo volontario e gratuito e il reale obiettivo del programma è abituare il bambino a consumare frutta.

Intendo fornirvi alcuni numeri di maggior dettaglio: nell'anno scolastico 2017-2018 sono stati coinvolti circa 963.000 alunni della scuola primaria, di età compresa tra i 6 e gli 11 anni, su circa 5.600 plessi scolastici nazionali e sono state consegnate circa 40,5 milioni di porzioni di prodotti ortofrutticoli, scaglionate su ventiquattro diverse specie vegetali.

I controlli sono molto articolati e prevedono tra l'altro, oltre ai controlli negli istituti scolastici, anche ispezioni presso le strutture di confezionamento e imballaggio dei prodotti destinati alla distribuzione e verifiche amministrativo-contabili presso tutte le imprese deputate alla fornitura e alla distribuzione dei prodotti ortofrutticoli alle scuole beneficiarie degli aiuti comunitari.

Nel tempo, gli organismi di controllo preposti hanno operato verifiche a campione su varie partite di prodotto confezionato espressamente per il bacino di utenza interessato. I controlli di verifica della tracciabilità e della rispondenza alla normativa disciplinante la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli sono stati focalizzati sull'accertamento della veridicità delle certificazioni di qualità dichiarate in etichetta (quindi, la tracciabilità) e sull'assenza di difetti di prodotti, che potrebbero determinare il declassamento del prodotto dalla categoria prima o extra.

I controlli di qualità sono effettuati a campioni su grandi partite di prodotto, prima che vengano distribuiti alle piattaforme e quindi ai plessi scolastici e vengono effettuati presso le aziende del territorio nazionale che confezionano espressamente, per il Programma, frutta e verdura nelle scuole. Il prodotto eventualmente irregolare viene bloccato all'origine e non è idoneo al programma.

Al fine di valutare la qualità intrinseca dei prodotti distribuiti, gli organi di controllo hanno effettuato all'interno delle aziende di confezionamento, a campione, prelievi di prodotto da sottoporre ad analisi presso i laboratori pubblici accreditati, gli istituti zooprofilattici sperimentali o agenzie regionali di protezione ambientale, per verificare l'eventuale presenza di residui di pesticidi, e operato l'esame microbiologico dei prodotti di quarta gamma, per accertare l'eventuale presenza di patogeni indesiderati.

A tal riguardo, su settanta prelievi in un solo caso è stato rilevato un esito negativo che ha portato al declassamento di una partita da prodotto “biologico” a “convenzionale”. I controlli in atto si collocano ad un livello sensibilmente superiore a quello indicato dalla regolamentazione unionale e interessano tutta la filiera, dalle aziende di produzione, alle aziende di allestimento, trasformazione, condizionamento, fino alle piattaforme di ridistribuzione alle singole scuole. Infatti, sebbene le verifiche si dovrebbero attestare, in base alla normativa unionale, ad una percentuale pari all'1 per cento dei plessi scolastici, gli organi di controllo nell'anno scolastico 2017-2018 hanno proceduto alle attività ispettive che si attestano invece su un range ben superiore, corrispondente al 5 per cento sui plessi partecipanti, 271 controlli, selezionati sulla base di un mirato risk assesment.

Le risultanze dei controlli effettuati presso i plessi scolastici sono oggetto di riscontro e verifica nel corso dei controlli amministrativo-contabili, calendarizzati nel periodo autunnale 2018, posto che, per il pagamento del servizio reso, gli aggiudicatari dei lotti del bando di gara 2017-2018 hanno presentato le domande di aiuto entro il 30 giugno 2018 e eventuali accertate irregolarità comporteranno sanzioni amministrative in carico agli aggiudicatari.

Per quanto attiene poi allo specifico rilievo riguardante la circostanza che alcuni prodotti siano stati distribuiti fuori stagione e quindi abbiano provenienza estera, si evidenzia che gli aggiudicatari sono obbligati a presentare un cronoprogramma delle distribuzioni, rispettando la stagionalità stabilita nel bando di gara di questo Ministero per ciascun prodotto ammesso, secondo anche le vigenti regole del WTO, che impone la non ammissibilità di clausole sull'origine dei prodotti. Non si può negare che eventuali criticità possono essersi comunque manifestate, trattandosi di attività complesse e articolate sull'intero territorio nazionale, con un grandissimo bacino di utenza, e tenendo conto delle caratteristiche del prodotto. I prodotti ortofrutticoli - come è noto - sono merce particolarmente deperibile, che deve essere mantenuta in ambienti idonei e consumata nel minor tempo possibile.

Per quanto poi attiene specificatamente a talune vicende riguardanti il territorio del lotto 4, sono state effettivamente rilevate talune irregolarità: porzioni di prodotto di peso insufficiente, ritardata consegna del prodotto rispetto all'orario utile per la somministrazione nel corso della ricreazione, imballaggio irregolare per assenza di diciture obbligatorie, che hanno però determinato sanzioni amministrative pecuniarie a carico dell'operatore ortofrutticolo responsabile.

Negli altri casi, l'anomalia dei prodotti distribuiti agli alunni sembrerebbe ricondursi sempre al rinvenimento nello zaino la sera a casa di monodosi di prodotto che il bambino avrebbe dovuto consumare a scuola e non in famiglia, quindi con un certo ritardo rispetto alla data di distribuzione.

Evidenzio che questo Ministero offre in ogni caso ai dirigenti scolastici la possibilità di segnalare tempestivamente qualunque anomalia dovesse riscontrare sulla qualità dei prodotti consegnati, tramite l'invio via web di documentazione fotografica e modulistica appositamente predisposta.

Premesso quanto sopra, riteniamo imprescindibile sin da subito focalizzarci sullo studio e sulla predisposizione di ogni misura utile al raggiungimento di ancor maggiore qualità dei prodotti che verranno distribuiti nelle scuole nell'anno scolastico 2018-2019, attività in cui bisognerà valorizzare al massimo i prodotti nazionali e, per quanto possibile, quelli di riferimento regionale. Infatti, stiamo impostando il nuovo capitolato tecnico per enfatizzare ancor di più il giusto grado di maturazione del prodotto, obiettivo sul quale il prossimo impianto tecnico del bando concentrerà le risorse, massimizzando la piena collaborazione degli aggiudicatari e rafforzando ulteriormente i controlli.

PRESIDENTE. La deputata Chiara Gagnarli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

CHIARA GAGNARLI (M5S). Grazie, Presidente. Sì, ringrazio il sottosegretario per la risposta alla mia interrogazione. Mi ritengo soddisfatta proprio per l'attenzione che il sottosegretario ha sottolineato nell'ultima parte della risposta per il nuovo capitolato, quindi una maggiore attenzione e controlli, una maggiore attenzione al prodotto, che verrà distribuito, quindi attenzione alla nazionalità e alla regionalità. Più - lo sappiamo - il prodotto viene da vicino, più è facile gestirlo e riusciamo a valorizzare anche le produzioni locali. Infatti, questo programma secondo noi è un programma fondamentale per l'educazione alimentare nelle scuole, quindi è un programma che si deve sfruttare al meglio. È finanziato interamente dall'Unione europea e per questo non deve essere sottovalutato come è sembrato negli ultimi anni

Le varie segnalazioni che sono arrivate, quelle presenti nell'interrogazione che ho presentato oggi, ma anche negli anni passati, indicavano una scarsa attenzione, probabilmente casi specifici, però ripetuti; quindi anche sulla pagina del programma, sulla pagina del Ministero venivano segnalate appunto delle disattenzioni, una certa leggerezza magari nel portare avanti il programma, inteso solo come un dare al bambino la frutta, metterla nello zaino e lasciarla lì.

In realtà, pensiamo che il programma dev'essere ben più della semplice donazione di frutta al bambino, ma si deve inserire in un programma di educazione alimentare, che non è solo quello, non è sicuramente dare al bambino la frutta, anche in sostituzione di una merendina diversa. Anche in tutto questo ci dev'essere un coinvolgimento, sia del personale sia delle maestre, ma è anche secondo me fondamentale una certa campagna di sensibilizzazione rispetto agli adulti e alla famiglia, in quanto il programma probabilmente, se non è inserito in un quadro educativo più ampio, dove l'esempio viene dato dagli adulti che circondano i bambini, probabilmente perde un po' la sua valenza.

Ben vengano quindi i controlli maggiori, ben venga il rafforzare quello che già c'è, ben venga aiutare quelli che devono trasmettere al bambino il fatto che si può essere consumatori consapevoli, pensare alla propria salute oltre che alla produzione del nostro territorio. Anche conoscere come vengono fatti i prodotti agricoli è fondamentale per i nostri bambini, che vivono probabilmente sempre più distaccati da quella che è la realtà agricola, essendo cresciuti veramente in un'epoca in cui è più facile trovare al supermercato le cose che non sapere come vengono fatte, non sapere il lavoro che c'è dietro rispetto ai prodotti, tutta l'attenzione che c'è. Questo li aiuterà sicuramente ad essere bambini più sani, ma anche consumatori critici e consapevoli e penso sia fondamentale che il Ministero e tutti noi ci impegniamo per far sì che questo avvenga.

PRESIDENTE. Il deputato Galeazzo Bignami ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione n. 3-00172.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Presidente, ritengo francamente inaccettabile che nelle scuole delle nostre città venga servita della frutta evidentemente marcia e ritengo, al contempo, che sia necessario andare a verificare, laddove questa frutta è comprata con soldi dei contribuenti e dell'Unione europea, chi ha sbagliato, anche introducendo un principio che ritengo essere basilare, ovvero che chi sbaglia paga.

In questo senso, la risposta del Governo non può che indurci a dichiararci soddisfatti nella misura in cui si afferma questo principio: vengono richiamate sanzioni, che sono previste dal capitolato stesso. Ma sarebbe importante anche comprendere in che cosa si sostanziano queste sanzioni: perché, se la sanzione è una tirata d'orecchie, non ci interessa; se la sanzione è invece una revisione del rapporto, che è quello che dovrebbe essere realizzato, evidentemente ci trova ancora più soddisfatti.

Dico questo perché riteniamo giusto istruire una cultura dell'agricoltura, giusto indurre i ragazzi a sensibilizzarsi rispetto alla possibilità o meno di avere una forma di conoscenza di ciò che alimenta la nostra filiera agroalimentare, ma giusto anche che non gli venga data della frutta marcia, come è stato fatto a Casaralta e a Croce Coperta a Bologna e in tante altre realtà.

Per questo, riteniamo di dover dare in questo senso fiducia al Governo. D'altronde, i fatti citati erano precedenti all'insediamento dell'attuale Esecutivo e quindi ribadiamo la nostra soddisfazione per la risposta svolta; ma riteniamo doveroso che, con altrettanto rigore ed attenzione, si presidi la filiera, perché siamo stanchi di vedere che c'è sempre qualcuno che magari fa anche il furbetto, che dà ai nostri bambini della frutta marcia - perché bisogna chiamare le cose col loro nome -, sperando che, magari, trattandosi di bambini delle elementari, neanche se ne accorgano.

In questo senso, sottosegretario, pur ribadendo la fiducia in quello che lei ha detto, sentirsi dire da parte dei nostri interlocutori che la frutta era stata riposta nello zaino e portata a casa e che quindi era diventata marcia per questo, credo che davvero non sia accettabile, perché non è che un frutto diventi marcio dopo poche ore.

Io farei in questo senso una proposta: diamola da mangiare a chi l'ha somministrata, quella frutta, e vediamo se la mangia, perché, se pretende che questa frutta venga mangiata dai nostri bambini, non ci trovo nulla di male che, con la stessa coerenza, la mangino loro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Iniziative volte al riconoscimento dello stato di calamità naturale a favore dei territori della provincia di Torino colpiti da eccezionali precipitazioni tra il 2 e il 3 luglio 2018 – n. 3-00054)

PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo, Alessandra Pesce, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Gariglio e Bonomo n. 3-00054 (Vedi l'allegato A).

ALESSANDRA PESCE, Sottosegretaria di Stato per le Politiche agricole alimentari forestali e turismo. Signor Presidente, onorevoli deputati, rilevo in premessa che, per attivare gli interventi compensativi ex post del Fondo di solidarietà nazionale, previsti dal decreto legislativo n. 102 del 2004, a favore delle imprese agricole danneggiate da avversità atmosferiche eccezionali, è necessario che la regione competente, completata la rilevazione e la stima dei danni subiti dalle aziende agricole, deliberi entro sessanta giorni dalla cessazione dell'evento dannoso, elevabili a novanta in caso di difficoltà nell'operazione di rilevamento, la proposta di declaratoria dell'eccezionalità dell'evento stesso.

Il Ministero delle Politiche agricole alimentari forestali e del turismo, previo accertamento degli effetti e degli eventi calamitosi, dichiara, entro trenta giorni dalla richiesta dalla regione interessata, l'esistenza del carattere di eccezionalità della calamità naturale, individuando i territori danneggiati e le provvidenze sulla base della richiesta.

In tale direzione, ai fini della declaratoria di eccezionale avversità atmosferica nella regione Piemonte, segnalata dall'interrogante, cui si procederà con decreto del Ministro, occorre attendere il pervenire della relativa istanza da parte della citata regione. Assicuro all'onorevole interrogante che, non appena arriverà la proposta di declaratoria dalla regione interessata, nei termini e con le modalità prescritte dalla citata norma, il Ministero provvederà tempestivamente all'istruttoria di competenza per l'emissione del relativo decreto, con cui potranno essere attivate le misure compensative a favore delle imprese agricole.

Rilevo al riguardo che l'attivazione di tali misure consente alle imprese agricole danneggiate dagli eventi calamitosi di godere di tutti gli interventi di sostegno previsti a legislazione vigente, quali, in particolare: l'erogazione di contributo in conto capitale fino all'80 per cento del danno sulla produzione lorda vendibile ordinaria; l'attivazione di prassi ad ammortamento quinquennale per le maggiori esigenze di conduzione aziendale; la proroga delle rate delle operazioni di credito in scadenza; l'esonero parziale, fino al 50 per cento, del pagamento dei contributi previdenziali ed assistenziali propri e dei propri dipendenti; e l'ottenimento di contributi in conto capitale per il ripristino delle strutture aziendali danneggiate e per la ricostruzione delle scorte eventualmente compromesse o distrutte. Peraltro, compatibilmente con le esigenze primarie delle imprese agricole, potranno altresì essere adottate misure volte al ripristino delle infrastrutture connesse all'attività agricola, tra cui quelle irrigue di bonifica, con onere a spese a carico del Fondo di solidarietà nazionale in parola.

Evidenzio, infine, che i predetti interventi compensativi possono essere attivati a fronte di un danno superiore al 30 per cento della produzione lorda vendibile, a condizione che le avversità, le colture e le strutture agricole colpite non siano comprese nel piano assicurativo annuale per la copertura dei rischi con polizze assicurative, agevolate tra l'altro da un contributo statale fino al 65 per cento della spesa sostenuta.

PRESIDENTE. Il deputato Davide Gariglio ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

DAVIDE GARIGLIO (PD). Presidente, sono soddisfatto della risposta.

(Iniziative relative alle criticità della gestione delle domande per il riconoscimento dello status di rifugiato, alla luce dei rilievi in materia sollevati dalla Corte dei conti – n. 2-00005)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Bignami n. 2-00005 (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Galeazzo Bignami se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Presidente, intendo illustrare l'interpellanza, che credo sia già in realtà molto concreta nei numeri, che citerò: 2015, 163 mila arrivi di migranti irregolari; nel 2016, 181 mila arrivi, per una spesa che risulta in una delibera della Corte dei conti del 7 marzo 2018 (quindi, non stiamo parlando di un pericoloso esponente xenofobo, razzista, dell'estrema destra eccetera, eccetera).

La Corte dei conti rileva che ci è costato, a tutti noi, 1 miliardo 700 milioni di euro per la sola accoglienza, a cui si devono aggiungere 762 milioni di euro determinati dalla mancata ridistribuzione di questi soggetti, che nessuno ha invitato in Italia, perché chi parla e, credo, molti dei colleghi parlamentari, così come dei cittadini italiani, non hanno invitato questa gente a venire qui, quindi la mancata redistribuzione da parte dell'Europa ha comportato un ulteriore costo per 762 milioni di euro, di cui soltanto il 2,7 per cento l'Unione europea ha ritenuto di dovere in una qualche maniera rimborsare. E ci rompono le scatole sui vincoli, sui deficit, su altro, quando dovrebbero considerare che ci hanno dato 2,7 milioni di euro su 2 miliardi e 500 milioni di euro per la sola accoglienza!

Continuo con i numeri: abbiamo una spesa media che va dai 4,97 euro in Sicilia per la gestione di questi galantuomini fino a una spesa che arriva al tetto massimo, guarda caso in Emilia-Romagna, di 56 euro. Dico guarda caso perché sicuramente il fatto che l'Emilia Romagna sia terra di cooperative e di finanza rossa non c'entra nulla, non voglio neanche insinuarlo questo; e ancor meno che ciò possa capitare a Modena, che è la sede della principale esponente a cooperazione rossa, dove si raggiunge la modesta somma di 167 euro pro capite. In Sicilia 4 euro, a Modena 160 euro: non lo so, li imbottiranno di tortellini dalla mattina alla sera questi ragazzi.

In più aggiungiamo che il costo della pratica, la Corte dei conti, non Bignami, non un pericoloso esponente del centrodestra, afferma che la gestione della pratica di asilo costa cadauno 203,95 euro, giusto giusto altri 20 o 25 milioni di euro, a cui si aggiungono il gratuito patrocinio, i gradi di giudizio, la Cassazione e tutto quello che ne comporta. Voi direte: va bene, ma tutto sommato la gestione di chi si vede negato lo status di asilo è modesta. No, perché solo il 13 per cento di coloro che fa la domanda si vede accolto lo status; al 56 per cento gli viene respinta. Il resto è ancora lì, in lavorazione.

Aggiungiamo poi i costi dei rimpatri, che non è che siano proprio roba da poco. Il tutto senza alcuna procedura ad evidenza pubblica, e anche questo non è che lo dica il sottoscritto, lo dice al punto d) la delibera della Corte dei conti che afferma: l'affidamento dei servizi di accoglienza a operatori economici senza adottare alcuna procedura di evidenza pubblica che garantisca principi di trasparenza e concorrenza non appare ammissibile. Cioè, mentre un comunello, se deve affidare i servizi per rimettere a posto un muro di una scuola deve fare bando di gara, capitolato, selezione, nucleo di valutazione, eccetera, eccetera, qui, per accogliere persone che nessuno ha invitato e che, se tornassero a casa loro, magari senza farci spendere dei soldi, gli potremmo solo dire grazie, dobbiamo addirittura andare in deroga. Uno potrebbe dire: andiamo in deroga, ma la gestiamo bene. No, perché la Corte dei conti, e quindi non sempre il solito Bignami, pericoloso, eccetera, eccetera, dice: se da un lato tale situazione evidenzia delle perplessità - perché alla Corte dei Conti sono dei galantuomini, questi sì - circa la tenuta dei conti da parte dei locali uffici territoriali del Governo, che non appaiono in grado di trarre dati attendibili dalle proprie contabilità speciali afferenti i costi giornalieri sostenuti per la gestione del fenomeno migratorio riguardante la prima accoglienza - traduco io, da umile cittadino: le prefetture non sanno che pesci pigliare e non riescono a mettere ordine nei conti -, dall'altro svela un aspetto sintomatico - lo definirei patologico - di disordine contabile. Cioè, mentre il solito comunello deve stare lì a far rientrare fino all'ultimo centesimo e se spende troppo gli arriva il blocco, poi dopo i patti territoriali… qui parliamo di disordine contabile che certamente non salvaguarda i principi di buona amministrazione, ma che dovrebbe indurre il Ministero a rimeditare un ritorno tempestivo alle regole di contabilità ordinaria.

La Corte dei Conti dice: tornate nella legalità. Io lo reputo incredibile, perché chi parla ritiene che questi signori non debbano avere nulla di meno di ciò che gli spetta, ma nulla di più. Che cosa succederebbe se un qualsiasi comune, una qualsiasi provincia, un qualsiasi soggetto pubblico decidesse di andare in deroga alle leggi dello Stato per fare un appalto, per fare un affidamento? Arriverebbero gli elicotteri, la Guardia di Finanza. A Bologna abbiamo un prefetto che, intercettato dai carabinieri, ha detto: certo che ne abbiamo fatte di porcherie. Come se fosse un dato di merito l'avere fatto porcherie sui migranti! Ed era prefetto di Padova, ed entrò in contrasto con il sindaco Bitonci, oggi sottosegretario, che disse: questa signora se ne deve andare. Inutile dire che sto dalla parte di Bitonci, in questa circostanza specifica. Allora, che cosa diciamo noi? Nell'interpellanza ci rivolgiamo al Governo chiedendogli che cosa intenda fare in ordine alle sollecitazioni - chiamiamole eufemisticamente così - della Corte dei conti e con quali tempistiche, perché sono certo che il Governo, oltre a voler fare, ci dirà con che tempi intende fare, e quali iniziative si intendano mettere in campo per accelerare le procedure di riconoscimento, perché, mentre queste persone stanno qui, non è che campano d'aria o vanno a fare dei lavori più o meno leciti. Li paghiamo noi, che magari, poi, vediamo anche alimentare il traffico di stupefacenti, lo spaccio, la prostituzione, i furti e quant'altro. E, soprattutto, ed è questo forse il punto più importante, che cosa il Governo intenda fare per perseguire un'efficace politica di rimpatrio, perché giusti i blocchi, noi sottoscriviamo quello che è stato fatto, perché era nel programma del centrodestra, e quindi gli amici della Lega non stanno facendo nulla di più né nulla di meno di quello che era stato siglato, sottoscritto, stipulato dagli amici di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia assieme, ma vogliamo anche sapere quando iniziamo a rimandarli a casa, perché questi signori, nel mentre che abbiamo bloccato gli sbarchi, continuano a girare, e, come dice sempre la Corte dei conti, negli ultimi dieci anni abbiamo assistito a qualcosa come 20 mila sparizioni nel nulla. Non credo che queste persone siano tornate a casa loro con un gommone, nonostante la situazione che hanno trovato in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, Carlo Sibilia, ha facoltà di rispondere.

CARLO SIBILIA, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Signor Presidente, signori deputati, occorre preliminarmente soffermarsi sulle risultanze della delibera, citata dall'onorevole interpellante, della Corte dei conti del 7 marzo scorso, che ha svolto una complessa indagine sul sistema della prima accoglienza dei migranti. Essa ha riguardato, nello specifico, le attività poste in essere dal Ministero dell'interno durante il periodo 2013-2016, sia a livello centrale che territoriale, dalla fase del soccorso e prima assistenza fino a quella relativa all'accoglienza. L'indagine si è soffermata in particolare sulla gestione del Fondo nazionale per le politiche e sui servizi dell'asilo e degli interventi connessi, ivi compresi quelli attuati in adesione a programmi e progetti dell'UE in regime di cofinanziamento, tutti riferiti, appunto, alla fase della prima accoglienza. A seguito della pubblicazione della suddetta delibera, il Ministero dell'interno ha tempestivamente provveduto ad emanare una circolare del 4 aprile 2018 con la quale le prefetture sono state sollecitate a prestare particolare attenzione a una serie di aspetti posti in evidenza dallo stesso organo di controllo.

In tal senso, infatti, si è inteso dare ulteriore impulso alle prefetture in particolare sul versante della funzione essenziale di controllo sia dell'attività amministrativa che dei servizi resi dagli operatori delle strutture di accoglienza. In tema di procedure di affidamento dei servizi di accoglienza e di verifiche sui requisiti e convenzioni con gli enti locali, i prefetti sono stati invitati ad assicurare che tutte le convenzioni vengano stipulate attraverso procedure di evidenza pubblica e ad effettuare scrupolosi controlli soggettivi, come previsti dalla direttiva ministeriale del 4 agosto 2015; controlli da estendere anche ai soggetti individuati dagli enti locali sulla base delle convenzioni stipulate ai sensi della legge n. 241 del 1990. Sul tema faccio presente che è stata già avviata una interlocuzione con l'Ispettorato generale di finanza della Ragioneria generale dello Stato diretta alla realizzazione di forme di collaborazione per l'attività ispettiva svolta dal Ministero dell'interno presso i centri di accoglienza presenti sul territorio ai fini del rafforzamento della complessiva capacità di verifica della spesa.

Con riferimento all'auspicato ritorno tempestivo alle regole di contabilità ordinaria, cui l'interpellante fa espresso riferimento, informo che, a partire dal 1° gennaio 2019, verranno soppresse le contabilità speciali intestate ai funzionari delegati delle prefetture. Nell'occasione è prevista l'introduzione del vincolo di utilizzo delle risorse rispetto alle finalità per le quali sono state effettuate le aperture di credito.

Va, altresì, ricordato che il Dicastero dell'Interno ha richiesto alle prefetture, nelle more della definizione del nuovo sistema di contabilità, di prestare particolare attenzione alle attività di rendicontazione, così come definite, da ultimo, con il decreto ministeriale del 18 ottobre 2017. Con riferimento, poi, alla richiesta dell'interpellante circa le iniziative volte ad accelerare le procedure di riconoscimento o diniego della protezione internazionale, segnalo che sono state recentemente previste importanti misure, volte a potenziare la capacità di risposta del sistema della trattazione delle istanze di protezione internazionale. In particolare, si ricordano quelle finalizzate all'assunzione dei 250 funzionari con formazione specialistica, che dal 9 luglio scorso operano presso le Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale e che assicurano maggiore rapidità nell'istruttoria delle domande, evidentemente.

Sulla materia, inoltre, è intervenuta, il 4 luglio scorso, la circolare del ministro Salvini, che ha richiamato l'attenzione dei collegi per il riconoscimento del diritto di asilo sulla necessaria rigorosità dell'esame delle circostanze di vulnerabilità degne di tutela, che non possono essere riconducibili a mere e generiche condizioni di difficoltà. È necessario ancorare ogni valutazione per il riconoscimento e la protezione internazionale a parametri rigorosi ed oggettivi, non potendo la stessa essere limitata ad una mera constatazione di criticità, benché evidenti e circostanziate.

Tale sollecitazione, alla luce degli ultimi dati disponibili, ha determinato un sicuro effetto sulle procedure di riconoscimento del diritto di asilo. Risulta, infatti, che, dal 5 luglio al 31 agosto, è aumentato il numero delle richieste di asilo esaminate definitivamente, passando dalle 11.170 del 2017 alle 14.367 dello stesso periodo relativo al 2018, per un incremento del 29,62 per cento. Il maggior numero di posizioni individuate, esaminate dalla Commissione territoriale, ha determinato nello stesso periodo un conseguente incremento dei provvedimenti di concessione dello status di rifugiato rispetto al 2017: si è passati, infatti, dalle 876 decisioni nel 2017 alle 1.041 del 2018, con un incremento percentuale del 18,83 per cento.

Con riferimento, invece, al riconoscimento della protezione umanitaria, si sono registrati nel periodo in esame 2.759 decisioni favorevoli, a fronte delle 3.085 dello stesso periodo dell'anno scorso, con un decremento del 10,56 per cento. Sono, altresì, diminuite le decisioni di riconoscimento della protezione sussidiaria: a fronte, infatti, delle 881 decisioni favorevoli nel periodo luglio-agosto del 2017, nel medesimo periodo dell'anno in corso il dato è stato pari a 538 decisioni positive, con un calo del 38,93 per cento.

Va, infine, sottolineato che è in aumento anche la percentuale di domande denegate, che è passato dal 49 per cento del totale del periodo luglio-agosto 2017, al 60 per cento dello stesso periodo di quest'anno. Nei due ultimi mesi oggetto di osservazione, le richieste respinte sono state, infatti, 8.587, rispetto alle 5.488 dello stesso periodo del 2017.

Per quanto concerne, infine, le misure da porre in essere in tema di rimpatrio, è intenzione del Ministero dell'Interno destinare ulteriori risorse finanziarie per i rimpatri di coloro che non hanno diritto all'accoglienza. In un'ottica di potenziamento della politica dei rimpatri, assume particolare importanza anche il rafforzamento di meccanismi di rimpatrio volontario assistito (RVA) di quei migranti che, non potendo più restare sul territorio italiano, intendono, su base volontaria, fare rientro nel proprio Paese di origine, realizzando un percorso di inserimento socio-economico supportato da servizi di accompagnamento mirati. Ricordo che, in tale ambito, sono stati finanziati, con risorse europee del ciclo di programmazione 2014-2020 e con risorse nazionali del 2017, sei progetti di RVA, tre dei quali ancora in corso di esecuzione e che, tuttavia, hanno consentito di realizzare poco meno di 500 rimpatri volontari assistiti, attraverso l'adozione di misure volte alla realizzazione di un piano individuale familiare di reintegrazione. Tale risultato necessita, ovviamente, di un deciso miglioramento nel futuro immediato.

È da sottolineare, infine, che il tema dell'immigrazione nelle sue diverse declinazioni e la questione del riconoscimento del diritto d'asilo sono attualmente allo studio degli uffici legislativi delle amministrazioni competenti, in vista di un atteso intervento normativo che nelle prossime settimane potrebbe essere varato dal Consiglio dei ministri, come anticipato nei giorni scorsi dal Ministro dell'Interno. Ovviamente, questo provvedimento sarà emanato nell'ottica del rispetto del contratto di Governo, che, al punto 12, per quanto riguarda l'immigrazione, sancisce nel titolo: “rimpatri e stop al business dell'immigrazione”.

PRESIDENTE. Il deputato Galeazzo Bignami ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Grazie, Presidente. Il tema dell'immigrazione è, evidentemente, un tema che, come l'ha definito la Corte dei conti, non è più emergenziale ma ormai è strutturale; e di questo dobbiamo ringraziare il Partito Democratico, che - e mi assumo la responsabilità di quello che dico - ben consapevole dei legami anche economici che erano sottesi alla gestione del fenomeno migratorio, ha sostanzialmente lasciato che in Italia entrassero centinaia e centinaia e centinaia di migliaia di soggetti senza alcun titolo. Anche se, per onestà intellettuale bisogna dire che, rispetto al disastro di Alfano, il Ministro Minniti è riuscito in qualche maniera a fare qualcosa di meglio, mi preoccupa, nella parte di risposta che il Governo ha reso, la parte in cui si richiama una comunicazione del 4 aprile, con cui si afferma che tempestivamente è stato diramato… eccetera eccetera. E in questo mi permetto un invito al sottosegretario: il Governo è entrato in carica, come tutti noi sappiamo, a inizio giugno. Quindi non è in alcuna maniera afferente all'azione di questo Governo ciò che è precedente a quella data. Ma sono preoccupato - e approfitto della presenza del sottosegretario, verso cui rivolgo anche una certa stima per l'attività che ha svolto - per la difesa che le burocrazie determinano di se stesse, perché non è in alcuna maniera difendibile ciò che è stato fatto prima dell'insediamento di questo Governo e dell'insediamento del Ministro Salvini. E che le burocrazie sfruttino la buona fede degli esponenti del Governo per darsi copertura dei disastri che hanno compiuto con la complicità del Partito Democratico, lo reputo pericoloso e inaccettabile; e in questo mi sento, sottosegretario, di darle un consiglio non richiesto, ovvero: verificate che cosa vi fanno sottoporre, quando avete delle risposte, perché sono certo che quel “tempestivamente” sia lontanissimo dalla nostra accezione di tempestivamente. Il tempestivamente era che neanche doveva verificarsi, figuriamoci se sono arrivati in tempo.

Sono, invece, soddisfatto per tutto il resto e lo dico, anche qui, con molta franchezza, perché ritengo che l'illustrazione che è stata resa centri e soddisfi i temi che ho sollevato. E in questo senso lo dico: attendiamo con molta attenzione il testo, che è stato preannunciato anche oggi e che già il Ministro Salvini ha in una qualche maniera tratteggiato, perché riteniamo che questo fenomeno vada semplicemente ribaltato come un calzino, e quindi passare dalla fase dei blocchi alla fase dei rimpatri. Pertanto, Presidente, ai fini del verbale, mi dichiaro soddisfatto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

(Iniziative di competenza in merito all'occupazione abusiva del palazzo «del Picchetto» sito nel centro di Livorno – n. 3-00009)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'Interno, Carlo Sibilia, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Potenti n. 3-00009 (Vedi l'allegato A).

CARLO SIBILIA, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Signor Presidente, signori deputati, con l'interrogazione all'ordine del giorno viene posta all'attenzione del Governo la situazione riguardante l'occupazione del palazzo “del Picchetto” di Livorno. La vicenda risale al marzo del 2016, quando una quindicina di nuclei familiari, con la presenza di minori, hanno occupato illecitamente un'ampia e storica struttura in disuso, denominata appunto palazzo “del Picchetto”, ubicata nel centro cittadino.

Parte della struttura è stata in passato sede del gruppo Guardie di P.S. e dell'ufficio tecnico logistico della Polizia di Stato, sotto la denominazione di caserma Labate, riconsegnata all'Agenzia del demanio nel febbraio 2016; la parte restante è stata, invece, sede del Comando del presidio militare.

Ad insediamento avvenuto, gli occupanti hanno esposto sulla facciata dell'edificio uno striscione recante la scritta “Occupazione Comitato sfrattati ex ASL”, realtà cui fanno capo numerose persone in emergenza abitativa, che, pur non riconoscendosi nell'operato dei gruppi afferenti all'area dei centri sociali, ha di fatto patrocinato la fase iniziale dell'occupazione in questione.

All'esito dell'occupazione, il personale della Polizia di Stato, successivamente intervenuto, ha provveduto ad identificare quarantanove occupanti, tra adulti e minori, e ad inviare comunicazione di notizia di reato alla competente Autorità giudiziaria.

L'attività di coordinamento del citato Comitato ha, tuttavia, successivamente perso efficacia e, come emerso nel corso di recenti indagini, nella gestione degli spazi adibiti ad alloggi hanno iniziato ad assumere un ruolo sempre più rilevante alcuni soggetti di nazionalità italiana e straniera, gravati da pregiudizi.

In data 14 aprile 2017, sul portale senzasoste.it, organo di informazione online, è stato pubblicato un articolo sulla vicenda, inclusivo di un video sottotitolato nel quale un interlocutore con il volto oscurato chiede una somma di denaro per la disponibilità di una stanza all'interno dell'immobile occupato, da un aspirante fruitore non inquadrato. Le successive indagini hanno portato a segnalare all'autorità giudiziaria, per il reato di estorsione, quattro persone di nazionalità rispettivamente italiana, macedone, tunisina e albanese.

Lo scorso 30 gennaio, nel corso di una perquisizione a carico dei predetti soggetti, sono stati identificati un'ottantina di occupanti dell'immobile, poi deferiti alla stessa autorità giudiziaria. Nella medesima occasione sono stati anche rintracciati due cittadini tunisini, uno dei quali, sprovvisto di titolo di soggiorno, è stato espulso dal territorio nazionale con provvedimento del prefetto, mentre, l'altro è stato denunciato in quanto inottemperante all'ordine di lasciare il territorio nazionale precedentemente emesso dal questore di Arezzo.

Il procedimento penale, sia per la parte concernente l'occupazione abusiva che per quella riguardante altre condotte illecite, è tuttora nella fase delle indagini preliminari. Sono, inoltre, in corso ulteriori attività delegate di recente dall'autorità giudiziaria.

Informo che, in più occasioni, personale della Polizia di Stato è intervenuto presso l'immobile a seguito di segnalate liti al suo interno ovvero per l'effettuazione di perquisizioni ed altre attività di polizia giudiziaria delegate nell'ambito di procedimenti penali, relativi a reati in prevalenza contro il patrimonio, commessi da persone che vi alloggiano.

La problematica dell'occupazione del palazzo del Picchetto è comunque costantemente attenzionata ed è stata nel tempo più volte esaminata in prefettura nel corso di riunioni del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Ad oggi, si è in attesa di ulteriori determinazioni da parte dell'autorità giudiziaria, anche in ordine all'eventuale emissione di un provvedimento di sequestro preventivo dell'immobile, che consentirebbe lo sgombero dello stesso e avvierebbe le connesse attività di sistemazione alloggiativa degli aventi diritto, di interdizione degli accessi, onde evitarne la rioccupazione, e di messa in sicurezza dell'immobile.

PRESIDENTE. Il deputato Manfredi Potenti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

MANFREDI POTENTI (LEGA). La ringrazio molto, mi ritengo personalmente soddisfatto della risposta che è appena pervenuta e credo di potermi esprimere anche a nome di quei cittadini livornesi, e non solo, che hanno, in qualche maniera, giorno per giorno, visto crescere la soddisfazione per l'operato di questo Governo.

Ogni giorno in più, infatti, la popolazione di questo quartiere, che è stato, veramente, pesantemente, gravato dai disagi derivanti dall'occupazione dell'edificio, ha percepito che questo Governo inizia finalmente a coniugare efficienza e, anche, efficacia; faccio riferimento, chiaramente, alla circolare diramata ai prefetti di Italia portante data 1 settembre 2018, con la quale codesto Ministero ha, finalmente, inteso prendere una chiara posizione sul punto.

Mi sia anche permesso rappresentare come questo deputato e questi deputati del gruppo Lega vi saranno sempre istituzionalmente a fianco e anche fisicamente a fianco. Faccio riferimento alle iniziative che il Ministro dell'Interno ha recentemente voluto assumere, recandosi personalmente in uno di questi edifici occupati posti in un nostro paese, precisamente nelle Marche e a Porto Recanati, faccio riferimento all'Hotel House, un luogo dove addirittura furono trovate nel giugno scorso ossa appartenenti a una ragazzina quindicenne scomparsa nel 2010; questi sono dei moderni mostri, mostri sociali, incubatori e fabbriche di disagio pronte a riversare tutte queste problematiche sulla pacifica tranquillità e la convivenza dei nostri cittadini.

Forse è un difetto di noi leghisti - e lo dico apertamente - voler prendere sempre una diretta visione delle problematiche che ci circondano, ma è per questo che riusciamo sempre meglio a tutelare i bisogni delle nostre comunità.

Faccio anche riferimento alle posizioni che la Lega e questa maggioranza hanno il coraggio di prendere nei confronti delle realtà sovranazionali; parlo, appunto, di alcuni Paesi comunitari che, in queste ultime ore, sono addirittura arrivati a travisare una corretta visione dell'Europa e che, appunto, ingannano quella visione che, invece, era propria dei padri fondatori dell'Europa. Paesi europei che sono pronti a criticare il Ministro dell'Interno che lotta al fianco dei propri cittadini e che, in questo momento, continua a intervenire per rappresentare il grave stato di disagio derivante da una situazione provocata da questo conflitto che esiste tra Paesi europei, molti dei quali, purtroppo, sono, ahimè, miopi.

In questi Paesi non si riesce a capire che il problema è a monte, è nei Paesi emergenti, i Paesi dai quali quotidianamente provengono i soggetti disadattati e in stato di permanente disagio che occupano edifici come il Picchetto. Queste tensioni sociali nei Paesi di origine si accumulano proprio tra le comunità più giovani, che sono quelle più evolute e capaci, appunto, di fuggire da quelle situazioni con l'emigrazione. La fuga dai Paesi di origine pone questa gente alla mercé di politiche nemiche dell'ordinato vivere civile, politiche che operano subdolamente nelle nostre comunità, sui nostri territori, magari sotto l'egida di apparenti sigle non governative.

Queste comunità vengono traghettate dai Paesi di origine in Europa, con il risultato di interferire proprio con le fasce più deboli delle nostre popolazioni, già gravemente provate dalla crisi economica, dai terremoti, dalle alluvioni e dai crolli. Si instaurano così pericolose guerre tra poveri, dove sono i nostri poveri, i nostri anziani, i nostri bambini ad avere la peggio in questo confronto e il Picchetto lo dimostra. Allo stato di bisogno e alle esigenze degli stranieri segue poi la pericolosa accondiscendenza di alcune istituzioni locali, spesso benedette dagli attuali custodi della sovranità europea.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

MANFREDI POTENTI (LEGA). Non c'è dubbio che qualunque politica di riabilitazione dello stato di inferiorità di questi Paesi emergenti passi attraverso il ripensamento e il miglioramento del commercio di interscambio tra prodotti primari e tecnologia evoluta - e mi accingo a concludere - della quale i Paesi in via di sviluppo necessitano.

Questo non può essere più pensato sulla base di una programmazione comune, che l'Europa ha il dovere di attuare seriamente, come finora non è stato. La Lega è cosciente che il lavoro, base dello sviluppo economico e sociale del Paese, necessiti, per dare i suoi frutti, del necessario e ordinato vivere civile.

Ringrazio il Governo, ne ringrazio l'azione che noi sosteniamo quotidianamente; sappiate che questa maggioranza sosterrà sempre il vostro operato, fintanto che questo si porrà a tutela dei nostri cittadini, dei nostri cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

(Orientamenti del Governo in ordine all'ipotesi della realizzazione di un blocco navale davanti alle coste della Libia, alla luce del piano in materia elaborato dal generale di Corpo d'armata Vincenzo Santo – n. 3-00096)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la difesa, Angelo Tofalo, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Delmastro Delle Vedove n. 3-00096 (Vedi l'allegato A).

ANGELO TOFALO, Sottosegretario di Stato per la Difesa. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole interrogante; riguardo l'imposizione del blocco navale evocato è il caso ad osservare che il quadro normativo internazionale riconosce tale misura con un metodo di guerra e, quindi, legittimamente adottabile solo nel corso di conflitti armati internazionali sul mare. È un metodo di guerra consolidatosi nel tempo quale norma consuetudinaria di diritto internazionale volta ad impedire l'entrata ovvero l'uscita di qualsiasi nave dai porti di un Paese belligerante e deve ispirarsi ai principi di effettività e di imparzialità. La sua adozione nei confronti di uno Stato terzo equivale a dare inizio a un attacco armato.

In tempo di pace, a seguito dell'entrata in vigore della Carta delle Nazioni Unite del 1945, il blocco non può ritenersi consentito al di fuori dei casi di legittima difesa ed è previsto dall'articolo 42 della stessa Carta quale misura deliberabile dal Consiglio di sicurezza per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, qualora le misure non implicanti l'uso della forza siano ritenute inefficaci.

Il blocco navale non può, quindi, essere associato alle attuali e pregresse attività di controllo dell'immigrazione irregolare via mare, portate avanti dalle Forze armate italiane, le quali, non ricadendo nell'ambito di alcun conflitto armato hanno, sempre, trovato fondamento in risoluzioni del Consiglio di sicurezza, nelle norme di diritto internazionale applicabili, compresi eventuali accordi internazionali bilaterali, e in specifiche norme di legge.

Qualsiasi iniziativa tesa a fronteggiare l'emergenza di flussi migratori, attraverso la realizzazione di un blocco navale davanti alle coste della Libia, rischierebbe di minare l'efficacia delle operazioni o delle attività che, attraverso un approccio omnicomprensivo e interministeriale, vedono l'Italia in prima linea nel supportare la Libia nel ripristino delle condizioni generali di sicurezza e nel raggiungimento di un livello di autonomia tale da consentire alla Guardia costiera e alla Marina libica di operare autonomamente nella repressione dell'immigrazione illegale.

A tal proposito si segnala che l'incremento delle attività delle unità marittime libiche nelle proprie acque territoriali ha contribuito in maniera significativa alla contrazione del flusso migratorio lungo la rotta del Mediterraneo centrale - stiamo parlando del 28 per cento del flusso totale di ingressi in Europa - superato ormai in termini numerici sia da quello lungo la rotta orientale, 38 per cento del totale circa, che da quello occidentale, che accumula un 33 per cento.

Nel 2017 assetti navali libici hanno effettuato 20.335 salvataggi, mentre nell'anno in corso, secondo i dati aggiornati al giorno 9 agosto, sarebbero oltre 12.600 i migranti intercettati e soccorsi dalla Guardia costiera libica. Questi risultati sono stati raggiunti anche ovviamente grazie all'azione dell'operazione Eunavfor Med Sophia, avente comando italiano, come ben noto, con il preciso compito di contribuire a smantellare il modello di business delle reti di traffico della tratta di esseri umani nel Mediterraneo centromeridionale. L'operazione, che ha portato finora alla distruzione di circa 500 natanti e all'arresto di circa 150 trafficanti, si è occupata altresì dell'addestramento, fino ad oggi, di oltre 200 ufficiali e marinai della Guardia costiera libica e, sulla base del proprio mandato, contribuisce anche all'attuazione dell'embargo ONU delle armi verso la Libia, nonché alla sorveglianza e raccolta di informazioni sull'esportazione illegale di grigio libico.

Ricordo, in conclusione, che il Governo italiano è in prima linea nel sostegno alle autorità libiche, quelle riconosciute dalla comunità internazionale, per rafforzare la loro capacità di gestione della complessa sfida migratoria, combinando al contempo l'esigenza di garantire sicurezza, solidarietà e rispetto dei diritti umani e interloquendo con tutti gli attori principali presenti in Libia.

Qualunque nostro sostegno si fonda sul rispetto della sovranità libica e ogni nostra azione intende concorre a rafforzare le capacità delle diverse istituzioni di sicurezza e di esercitare con crescente efficacia l'autorità dello Stato in mare e sul territorio. Siamo lieti della positiva collaborazione che l'Italia ha effettivamente facilitato istaurata tra le autorità libiche e le agenzie onusiane UNHCR e OIM.

Riteniamo che tale cooperazione debba proseguire e ulteriormente rafforzarsi, anche al fine di migliorare le condizioni dei migranti nei centri, nonché incrementare il numero dei rimpatri volontari assistiti dei migranti e l'assistenza e il reinsediamento dei potenziali richiedenti asilo verso altri Paesi.

È altrettanto necessario, infine, ampliare e potenziare le attività a sostegno delle capacità libiche, sia nella loro azione in mare nella zona search and rescue, sia in prospettiva per il controllo dei confini terrestri. In tale contesto, infatti, il Governo italiano ha recentemente deciso di fornire ulteriore sostegno concreto, fornendo oltre 12 unità navali ad entrambe le componenti della Guardia costiera libica.

PRESIDENTE. Il deputato Delmastro Delle Vedove ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie Presidente. Evidentemente, se Fratelli d'Italia apprezza una nuova linea tracciata nei confronti del contrasto all'immigrazione, non può essere soddisfatta della totale assoluta e disarmante mancanza di una strategia nel contrasto all'immigrazione. Bene la Diciotti, ma nel frattempo sbarcavano 257 immigrati. Bene le espulsioni, ma i charter, ahimè, non partono. Ovviamente non è questa l'Aula per fare della ironia e chiedersi se per caso non fosse stato il Ministro Toninelli a sabotare gli aerei, ma pare che la strategia all'orizzonte non si veda.

Allora una risposta dal carattere così spiccatamente, soverchiamente, disarmantemente leguleio non è la risposta che ci attendevamo dal Governo del cambiamento. Lo dico con estrema franchezza. Non sfugge a Fratelli d'Italia quali siano le consuetudini internazionali, che ritengono che il blocco navale sia un atto di guerra. Non sfuggirà o non dovrebbe sfuggire al Governo del cambiamento che l'interdizione delle partenze è un atto che è riuscito a mettere in campo Prodi! Allora, la domanda di Fratelli d'Italia è: possibile che sul contrasto alla immigrazione il Governo del cambiamento, saldamente presieduto sotto questo profilo da Salvini, non riesca a mettere in campo ciò che ha messo in campo Prodi? È possibile che il Governo del cambiamento non prenda atto, come dice Vincenzo Santo, non Giorgia Meloni - Vincenzo Santo, ricordiamo, ex Capo di Stato maggiore della nato in Afghanistan - che il blocco navale, al di là delle questioni semantiche è realizzabile e che il blocco navale è l'unico modo per fronteggiare un'invasione che sta mettendo a rischio la sovranità stessa dell'Italia oltre che dell'Europa?

È possibile chiedere al Governo del cambiamento che riesca a essere più duro dell'inviato speciale ONU Bernardino León, che ha detto va bene il blocco navale? È possibile chiedere al Governo del cambiamento di essere più duro dell'ammiraglio Lertora, che dice che va bene il blocco navale? Dell'ex capo di Stato maggiore della Marina, De Giorgi, che dice: non ci sono altre soluzioni al blocco navale? Ora non ne fanno loro una questione semantica e leguleia. Vogliamo chiamarle “interdizione” alle partenze ? Chiamiamole così! Abbiamo ricevuto 600 mila clandestini dal Nordafrica. No, scusatemi, 600 mila emigrati dal nord Africa di cui l'8 per cento è stato poi dichiarato rifugiato politico: abbiamo ricevuto 550 mila clandestini negli ultimi cinque anni dal Nordafrica. Non riusciamo a rimpatriarli, non riusciamo a fronteggiarli, cediamo unità navali ai libici senza subordinarle a un pattugliamento vero e proprio delle coste e alla disarticolazione via terra e via mare, come dire, dei trafficanti.

Aggiungo una cosa. Siamo tragicamente indietro. Sebbene - e lo ripeto - Fratelli d'Italia sposi la linea del cambiamento, ma non può che criticare la mancanza totale di qualsivoglia strategia reale da porre in campo. Siamo indietro come Governo italiano, rispetto all'Europa. Io voglio sommessamente ricordare al Governo e ai cittadini che l'Europa stessa in Eunavfor Med operazione Sofia prevede la cosiddetta fase tre. La voglio leggere, perché non vorrei passare per un pericoloso guerrafondaio, che ha già evocato il blocco navale e adesso evoca qualcosa di peggio. La leggo, è la fase tre: neutralizzare imbarcazioni e strutture logistiche dei trafficanti via mare e via terra. L'Europa, nella fase tre dell'operazione Sofia, prevede qualcosa che va al di là del blocco navale o dell'interdizione delle partenze, che dir si voglia. Prevede di andare via mare a di atterrare via terra per neutralizzare; e, nel linguaggio euroburocratese, “neutralizzare” non può che significare distruggere strutture logistiche dei trafficanti.

Allora, temo che il Governo del cambiamento, al di là della occasione importante, che non voglio sottovalutare, della nave Diciotti, con la quale abbiamo posto al centro dell'Europa il dibattito sull'immigrazione irregolare, temo che il Governo del cambiamento sia più indietro, in verità, nella strategia, rispetto a Prodi con l'Albania nel 1997, rispetto a tutti gli ammiragli italiani e, tragicamente, rispetto alla stessa Europa, che prevede una fase tre, che voi non state attivando, voi non fate nulla per attivare e che addirittura prevedrebbe, non l'interdizione, ma di scendere su terra in Libia, per disarticolare i trafficanti.

Concludo, ritenendo di potere comunque auspicare che il Governo del cambiamento sotto questo profilo voglia intervenire. Dagli altri non ci potevamo aspettare nulla. Non permettevano, come ha detto il mio collega precedentemente, ma favorivano l'immigrazione, perché avevano interessi specifici. Quelli voi non ce li avete. Speriamo che abbiate la capacità politica di gestire con strategia l'immigrazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Elementi e iniziative in ordine alla traslocazione delle specie animali a rischio nell'ambito della bonifica del Mar Piccolo di Taranto – n. 3-00169)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Salvatore Micillo, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Labriola n. 3-00169 (Vedi l'allegato A).

SALVATORE MICILLO, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Grazie Presidente. Con riferimento alle questioni poste, sulla base degli elementi acquisiti, si fa presente che, nell'ambito delle azioni poste in essere dal commissario straordinario per la bonifica ambientalizzazione e rigenerazione sulle aree SIN e sulle aree di crisi ambientale di Taranto, emergono con significatività le misure predisposte in corso sul corpo idrico del Mar Piccolo, primo e secondo seno.

Tra queste, al fine della realizzazione degli interventi strutturali, è stata data priorità, dopo accurato censimento, cartografazione e schedatura, all'azione di tutela delle specie presenti, che caratterizzano la biocenosi del Mar Piccolo.

L'azione in parola è stata necessaria, oltre che alla conoscenza e valutazione del sistema ambientale, anche per consentire la realizzazione di mirate azioni, tra cui la rimozione dei rifiuti antropici presenti sul fondale del primo seno del Mar Piccolo, (marine litter).

Secondo quanto riferito dalla commissione straordinaria, durante gli studi preliminari finalizzati all'indicazione e geolocalizzazione dei marine litter, si è evidenziata la stretta associazione tra rifiuti antropici e molteplici esemplari della specie di interesse conservazionistico, in particolare di Pinnanobilis, Geodia cydonium, Tethya citrina, Hippocampus hippocampus e Hippocampusguttulatus, al fine di salvaguardare la loro traslocazione in aree idonee. Il lavoro ha riguardato in maniera significativa Pinnanobilis, in relazione alla sua numerosità e alla sua diffusione spaziale nel Mar Piccolo, mentre, per quanto riguarda le altre specie, sono stati svolti sino ad oggi pochi interventi, a causa della loro scarsa numerosità nelle aree già investigate.

Per valutare e selezionare gli habitat idonei in cui traslocare gli esemplari della specie di interesse conservazionistico provenienti dalle aree di intervento, pontile ex-Marigenimil, Discesa Vasto e Banchina Cariati, sono stati condotti dei survey esplorativi in ambi i settori di entrambi i seni del Mar Piccolo. La scelta del sito finale ha riguardato un'area del primo seno prossima al promontorio di Punta Penna, dove, oltre al substrato idoneo, costituito da detrito grossolano misto a fango, e parzialmente ricoperto da macrofite, il ricambio idrico è costante e lo scambio di ossigeno e nutrienti è maggiormente assicurato.

Al fine di salvaguardare la salute degli organismi traslocati, le operazioni di espianto e riallocazione degli esemplari sono avvenute nella medesima giornata e nel minor tempo possibile, evitando di esporre gli animali a condizioni di stress. Nello specifico, così come prescritto dal Ministero dell'ambiente, le operazioni di traslocazione sono state condotte nei periodi in cui la temperatura dell'acqua non era superiore ai 27 gradi. Tutte le operazione sono avvenute in massima sicurezza e seguendo un programma approvato dagli organi competenti. Il prelievo è stato effettuato evitando di provocare lesioni o danni. In particolare, sempre secondo quanto riferito dal Commissario straordinario, gli individui sono stati temporaneamente collocati in vasche forate di dimensioni idonee che, appena prima della partenza verso il sito di riempimento, venivano issate a bordo e posizionate, completamente immerse, in vasche contenenti acqua di mare e dotate di pompe per il cambio idrico costante. Una volta giunti nel sito di reimpianto, le ceste forate contenenti gli esemplari espiantati sono state immediatamente posizionate in mare, per permettere agli operatori, prima di effettuare le operazioni di reimpianto, di rilevare i dati morfometrici di tutti gli esemplari.

Per il bivalve Pinnanobilis, attraverso apposita tavola metrica, sono state misurate la lunghezza totale e la lunghezza massima, mentre i poriferi appartenenti al genere Geodia e Tethya sono stati rimossi, isolando e staccando il substrato a cui aderiscono, evitando così di provocare lesioni o danni.

Nell'arco di un anno, dal 27 giugno 2016 fino al 30 giugno 2017, sono stati traslocati in totale 7.140 individui tra Pinnanobilis, Geodia cydonium e Tethya citrina. Secondo quando stabilito nel piano di monitoraggio, ad oggi sono stati condotti i monitoraggi previsti a 15, 30, 60, 90 e 120 giorni, per tutti gli individui traslocati fino al febbraio 2017 dalle aree di intervento individuate. Complessivamente è risultato che tutti gli esemplari sono sopravvissuti e in buono stato di salute, senza segni visibili di necrosi dei tessuti, di riduzione dello spessore del cortex e del volume.

Onde evitare che nel corso di tale rimozione potesse diffondersi nelle acque del bacino una nuvola di fango che avrebbe potuto interessare tanto la vicina mitilicoltura tanto tutta la biodiversità animale e vegetale esistente nel bacino, sono state inoltre adottate delle tecniche risolute atte ad impedire il verificarsi di tale fenomeno. In particolare, è stato previsto un suo contenimento all'interno di cortine, le cosiddette “panne”, che, dal pelo dell'acqua, giungono sino a contatto con il fondale, racchiudendo un'area di 50 per 50 metri. È stato altresì predisposto un monitoraggio ambientale, al fine di poter documentare che le operazioni di rimozione dei rifiuti antropici si svolgessero senza impatti secondari sulla qualità delle acque del bacino.

Sulla base degli elementi acquisiti, l'operazione condotta nel Mar Piccolo di Taranto risulta dunque ad oggi unica nella sua dimensione numerica e nel livello di monitoraggio anteoperam, on the job e post operam, rispetto a quanto è stato fatto in Italia, con il coinvolgimento di un team particolarmente esperto nelle problematiche connesse alla conservazione di specie protette.

PRESIDENTE. La deputata Vincenza Labriola ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

VINCENZA LABRIOLA (FI). Presidente, ringrazio il sottosegretario Micillo, ma non mi posso ritenere soddisfatta della risposta se non contenta del fatto che il Governo abbia voluto dare risposta a questa interrogazione. Ciò perché, nella situazione in cui il territorio verte in questo momento molto delicato, non ci si può accontentare di sentirsi dire “come ha affermato il commissario”. Quest'estate ho effettuato un sopralluogo su tutto il Mar Piccolo dalla banchina di Taranto vecchia, che mai ha avuto il collaudo, e dove si alternano, tra listoni di pavimentazione bloccata, turisti che mettono a rischio la propria incolumità, e ho potuto vedere che su quel territorio c'è un altro problema: il caporalato è anche inserito all'interno della mitilicoltura. Questo è un problema di cui ci si rende conto solo visionando quello che è stato fatto e non è stato fatto in quel territorio.

Personalmente non conosco la commissaria Corbelli e non voglio mettere in dubbio il suo operato, ma secondo me va rivisto un meccanismo per tenere sotto controllo e dare risposte economiche di sviluppo a un territorio che, per l'ennesima volta, si è visto stracciare e strappare la promessa della chiusura dell'area a caldo o comunque delle fonti inquinanti. Infatti, se è vero il principio che è inutile bonificare se non si elimina la fonte inquinante, è pur vero che, con l'introduzione delle nuove tecnologie, per quanto ci è dato sapere su Ilva, ci sarà una riduzione del 15-30 per cento. Ma ritorniamo al discorso del Mar Piccolo. Dicevo che ho fatto questa missione. Non metto in dubbio l'opera e l'operato del commissario straordinario - che tra l'altro non conosco -, però ho visto tante cose che non vanno. Bisogna vederle con i propri occhi, bisogna capire il grado di illegalità, e proprio il Ministro Di Maio, rispondendo alla mia interpellanza, denunciava e annunciava di come voler prontamente improntare lì la legalità. Bene, bisogna rendersi conto di ciò che è stato fatto, di ciò che va fatto e dell'enorme senso di legalità che in quel posto ci vuole. Nel mio sopralluogo ho visto fusti radioattivi contenenti simboli di sostanze altamente tossiche che sono utilizzate per l'immersione e la captazione del seme delle cozze: una cosa imbarazzante, se si pensa che sono stati spesi dei soldi per le bonifiche per quei siti. Ho visto una diffusione delle plastiche in maniera esponenziale, senza che il problema venisse quanto meno affrontato. Ci sono tante retine di pescatori buttate lì. Il Mar Piccolo è ancora una discarica di persone che magari fanno lavori non avendo delle ditte e vanno lì a gettare il materiale di risulta.

Quindi, che le specie siano state trasportate e non abbiano avuto conseguenze, di questo mi compiaccio, però c'è tantissimo lavoro da fare. Per rendersi conto del lavoro che c'è da fare, bisogna vedere con i propri occhi quello che non va e di ciò che è stato fatto. Bisogna forse rimettere mano anche all'azione commissariale della Corbelli, secondo il principio fondamentale per cui chi fa parte o gestisce un ente pubblico, mi riferisco anche ai commissari, è chiamato a rimettere a posto una situazione diversamente drammatica, visti i dati sull'inquinamento e la vastità delle zone, oltre all'ampia presenza delle industrie e alla mano dell'uomo, che non si è fatta sfuggire. Questo è un concetto particolare, che esporrò oggi anche in Ufficio di Presidenza proprio sulle risoluzioni del Mar Piccolo. Bisogna rivedere le strutture commissariali del Mar Piccolo, perché ci vuole a cascata il certificato pendente, perché dobbiamo capire chi è in quella struttura, e bisogna fare in modo che in quella struttura siano presenti persone del territorio che possono costantemente monitorare ciò che viene fatto e ciò che non viene fatto.

Essere coinvolti anche in un'azione di cambio culturale, perché il pescatore che ho visto là, il poveretto che tira a campare con quello che può, non si rende conto del danno che crea all'ambiente e a quell'ecosistema, che è molto delicato ed è un habitat privilegiato. Io penso e spero che anche in Commissione possiamo trovare un punto d'incontro per poter cambiare veramente il destino di un territorio che ne ha bisogno.

(Elementi e iniziative in merito al prelievo di alcuni documenti storici presenti a «Villa Verdi», sita nel comune di Villanova sull'Arda (località Sant'Agata Verdi) – n. 3-00170)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali, Gianluca Vacca, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Foti n. 3-00170 (Vedi l'allegato A).

GIANLUCA VACCA, Sottosegretario di Stato per i Beni e le attività culturali. Grazie, Presidente. L'onorevole Foti richiede a questo Ministero notizie in merito a Villa Verdi, sita nel comune di Villanova sull'Arda, in provincia di Piacenza.

A tale proposito, permettetemi di riassumere brevemente la questione. Il materiale archivistico già conservato presso Villa Verde è stato sottoposto tra il 1959 e il 2008 a tre successive dichiarazioni di interesse culturale: la prima risale al 27 luglio del 1959 ed è un vincolo storico-artistico attribuito ai copialettere del compositore relativi alla corrispondenza degli anni 1844-1901; la seconda risale al 30 aprile 1964, quando furono sottoposti ad un vincolo d'interesse storico-archivistico i suddetti copialettere e in aggiunta la corrispondenza del maestro con Arrigo Boito, Cesarino De Sanctis, Giuseppe Piroli, Opprandino Arrivabene, Francesco Maria Piave, Emanuele Muzio e Franco Faccio; la terza, infine, risale al 28 ottobre 2008, quando la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell'Emilia-Romagna ha dichiarato l'interesse particolarmente importante, ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004, codice dei beni culturali e del paesaggio, dell'immobile denominato “Villa Verdi”, con parco e pertinenze, e al contempo l'eccezionale interesse artistico e storico della collezione Verdi, individuata come arredo pertinenziale della villa medesima.

All'interno di tale collezione, costituita da una pluralità di beni mobili, quali fra gli altri carrozze, arredi, dipinti, sculture e suppellettili, è stato ricompreso anche il materiale specificamente archivistico, ovvero il nucleo degli autografi denominato Abbozzi musicali e un complesso documentario denominato Epistolare Giuseppe Verdi, che comprende complessivamente 54 buste, a cui si aggiungono, per un numero complessivo di 66 pezzi, i copialettere di Giuseppe Verdi del 1844-1901 e di Giuseppina Strepponi del 1860-1891, costituiti in totale da dieci volumi rilegati contenenti minute delle lettere del maestro e della moglie, un quaderno contenente una storia dei Papi scritta da Verdi ma rimasta incompiuta e l'album Clarina Maffei, composto da una raccolta di 179 documenti, in larga parte autografi, di personaggi di spicco della cultura internazionale dell'Ottocento, iniziata da Clarina Maffei e da lei donata a Verdi, che la proseguì.

È appena il caso di ricordare che la dichiarazione di interesse culturale per i beni archivistici di cui i privati sono proprietari, possessori o detentori, fa sorgere in capo agli stessi, fra gli altri obblighi, quelli di garantirne la conservazione e l'inventariazione, nonché la consultabilità, dal momento che, ai sensi l'articolo 127 del codice dei beni culturali, i privati e i proprietari possessori o detentori a qualsiasi titolo di archivi o di singoli documenti, dichiarati ai sensi dell'articolo 13, hanno l'obbligo di permettere agli studiosi, che ne facciano motivata richiesta tramite il soprintendente archivistico, la consultazione dei documenti secondo modalità concordate tra i privati stessi e il soprintendente.

A fronte delle inadempienze dei privati proprietari, in ordine al rispetto delle prescrizioni contenute nel codice relativamente agli obblighi di conservazione, inventariazione e consultazione dei materiali archivistici verdiani, si è imposta la necessità da parte l'Amministrazione dei beni culturali di provvedere alle azioni di tutela - che il direttore generale degli archivi mi ha dettagliatamente enunciato e che io, parimenti, vi riporto - che hanno avuto come esito la custodia coattiva presso l'Archivio di Stato di Parma di tutto il materiale conservato a Villa Verdi.

Il 2 luglio 2015 il musicologo Fabrizio Della Seta ha avanzato richiesta alla Soprintendenza archivistica e bibliografica dell'Emilia-Romagna di potere consultare uno degli Abbozzi musicali conservati a Villa Verdi. La richiesta dello studioso è rimasta inevasa ed egli ha potuto avere accesso alla documentazione solo dopo la custodia coattiva degli Abbozzi presso l'Archivio di Stato di Parma.

Il mancato raggiungimento di un accordo con la proprietà sulle modalità di consultazione ha suscitato le proteste di cinquanta personalità della musica e della cultura italiana e internazionale, le quali, con una lettera del 10 marzo 2016, indirizzata al Ministro dei Beni culturali, hanno sollecitato un intervento per risolvere i gravi problemi di consultabilità della documentazione verdiana.

Il 22 novembre 2016 la Direzione generale ha disposto un'ispezione finalizzata ad integrare i contenuti della dichiarazione del 2008 con un'accurata e analitica descrizione di tutto il patrimonio archivistico verdiano, comprese le partiture del Maestro, al fine di avviare la digitalizzazione, onde risolvere i problemi di accesso e consultabilità del fondo.

In occasione del successivo sopralluogo, svoltosi soltanto il 10 gennaio 2017 a causa delle resistenze opposte dalla parte proprietaria, il soprintendente archivistico e bibliografico dell'Emilia-Romagna, peraltro con il consenso di Angiolo Carrara Verdi, uno degli eredi del compositore presente all'ispezione, procedeva su indicazione di questa direzione generale, a cagione del precario stato di conservazione delle partiture musicali, a far trasferire presso l'Archivio di Stato di Parma, ai sensi dell'articolo 43, comma 1, del codice dei beni culturali, il nucleo degli Abbozzi musicali, bisognosi di interventi conservativi urgenti, poiché fino a quel momento ammassati all'interno di un vecchio baule.

Giova rilevare che il citato comma 1 dell'articolo 43 del codice dei beni culturali attribuisce al Ministero la facoltà di far trasportare e temporaneamente custodire in pubblici istituti i beni culturali mobili, al fine di garantirne la sicurezza o assicurarne la conservazione, ai sensi dell'articolo 29. Si è trattato, dunque, dell'adozione di una misura cautelare, che è prerogativa istituzionale di questa Amministrazione assumere e che ha come finalità primaria la prevenzione dei rischi a carico dei beni culturali, sul doppio fronte della loro custodia e integrità materiale.

Il problema della sicurezza e delle modalità di conservazione e consultazione delle carte verdiane ha interessato da vicino anche la parte restante nell'archivio conservato a Villa Sant'Agata. Il 12 aprile scorso il dirigente della Soprintendenza archivistica e bibliografia dell'Emilia-Romagna ha segnalato alla Direzione generale che almeno uno dei tre autografi verdiani messi in vendita dalla casa d'aste Bolaffi a Milano il 16 dicembre 2015, il lotto numero 804 - dei quali, su denuncia dello stesso dirigente, il 21 marzo 2018 è stato effettuato il sequestro da parte del nucleo dei Carabinieri a tutela del patrimonio culturale di Bologna - è risultato esattamente corrispondente a quattro immagini in bianco e nero, numerate da 322 a 325, desunte da uno dei microfilm contenenti la parziale riproduzione dei documenti verdiani realizzati dalla studiosa americana Mary Jane Matz dal 1978 al 1979. Il documento in questione, costituito da un bifoglio, contenente una scena del libretto di Aida (Atto II, Scena 2, ingresso di Aida e duetto con Amneris), attestante la partecipazione diretta di Verdi alla stesura del testo, è stato dunque sottratto dal complesso documentario vincolato conservato a Villa Verdi, nonché posto in vendita, senza che la sua scomparsa sia stata rilevata o denunciata dalla proprietà.

Ciò costituisce prova evidente del fatto che i proprietari non sono stati in grado di garantire un'adeguata conservazione e salvaguardia del patrimonio da essi detenuto, per la mancata adozione delle misure e delle cautele necessarie a evitare simili dispersioni, circostanza confermata ulteriormente dal fatto che dalla consultazione dell'elenco allegato alla citata dichiarazione del 28 ottobre 2008 è stata altresì constatata, da parte della Soprintendenza archivistica e bibliografia dell'Emilia Romagna, la scomparsa avvenuta in epoca imprecisata di altri due documenti conservati nell'album di Clarina Maffei, precisamente il n. 39, una lettera di Ugo Foscolo e il n. 73, una lettera di Victor Hugo.

Vale inoltre la pena di ricordare che, nel corso della propria attività di tutela, la Soprintendenza archivistica e bibliografia dell'Emilia Romagna ha potuto appurare che non è mai stato redatto un inventario analitico del patrimonio documentario conservato a Villa Verdi, strumento indispensabile al fine di fissarne i contenuti in forma univoca e definitiva, sia come garanzia per l'accesso di tutti gli studiosi a tali fonti, sia come parametro di riferimento per le verifiche conservative, e che non si è mai proceduto alla sistematica registrazione di quanti hanno avuto la possibilità di consultare la documentazione, cosa che impedisce di fatto di risalire a eventuali responsabilità nella sottrazione dei documenti.

Al riguardo, è opportuno sottolineare che, per quanto fra il 1959 e il 2014 diversi studiosi, come ad esempio la già menzionata Mary Jane Matz, abbiano avuto accesso alla villa, anche per lunghi periodi, la proprietà ha continuato a mettere a disposizione l'archivio come se fosse un bene liberamente disponibile, prescindendo dal vincolo a cui era stato sottoposto e quindi alla vigilanza della soprintendenza archivistica; che - giova ribadire senza alcun intento polemico - è l'unico ufficio istituzionalmente preposto, dapprima ai sensi dell'articolo 38, comma 1, lettera b) del decreto del Presidente della Repubblica 30 settembre 1963, n. 1409, e poi ai sensi dell'articolo 127 del codice dei beni culturali e del paesaggio, a concedere la prescritta autorizzazione alla consultazione degli archivi privati dichiarati a quanti ne facciano motivata richiesta.

Per tale complesso di ragioni, la Direzione generale archivi ha disposto un sopralluogo a Villa Verdi, svoltosi in data 7 maggio 2018, alla presenza, oltre che del dirigente della soprintendenza archivistica e bibliografica dell'Emilia-Romagna, di un rappresentante della Direzione generale archivi e di due membri del Nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale di Bologna, anche del dirigente e di un funzionario restauratore dell'Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario, durante il quale sono emerse criticità talmente gravi sotto il profilo della sicurezza e conservazione del materiale, a cominciare dall'assenza di impianto di rilevazione e spegnimento incendi, da obbligare la direzione generale a dare immediate disposizioni ai fini della custodia coattiva delle 66 unità archivistiche presenti a Villa Verdi. È opportuno ribadire che tale misura cautelare, pienamente giustificata dalle condizioni riscontrate nel corso del sopralluogo, è stata posta in essere con l'obiettivo di garantire la sicurezza e la corretta conservazione dei documenti verdiani, e non già con un intento punitivo nei confronti degli eredi Carrara Verdi; fermo restando il fatto che, come è stato ricordato in precedenza, questi hanno in più occasioni e in varie forme disatteso agli obblighi conservativi, di inventariazione e di consultazione ai quali sono tenuti i proprietari, possessori o detentori di beni culturali.

So che mi sono dilungato, ma volevo venissero chiariti i termini essenziali della vicenda nella loro scansione cronologica. Mi riferisco ora più propriamente alle questioni sollevate dall'onorevole Foti nella sua interrogazione, laddove viene messa in dubbio la legittimità dell'operato della soprintendenza archivistica e bibliografica, che, facendo trasferire la documentazione presso l'Archivio di Stato di Parma, avrebbe violato il vincolo di inseparabilità tra la villa e le sue pertinenze.

Occorre ricordare che ai sensi dell'articolo 817, comma 1 del codice civile “sono pertinenze le cose destinate in modo durevole a servizio o ad ornamento di un'altra cosa”. Dal momento però che la documentazione archivistica verdiana, prodotta e ricevuta dal maestro nello svolgimento della sua attività di compositore e testimonianza di molteplici rapporti professionali ed intellettuali con librettisti ed esponenti del panorama musicale dell'epoca, non svolge alcuna effettiva funzione di servizio o ornamento della villa, la nozione di arredo pertinenziale contenuta nella dichiarazione di interesse culturale del 2008 dev'essere riferita, ad una lettura più attenta, ai soli mobili che contenevano la documentazione, e non già al materiale archivistico in essi conservato. L'archivio verdiano suo complesso, infatti, ha valore ex se, in quanto espressione tangibile, veicolo e memoria dell'esperienza intellettuale e creativa di Verdi, senza alcun rapporto funzionale con la casa che egli scelse come sua residenza. E d'altro canto, vale la pena di ricordare che la documentazione non ha mai rappresentato, neppure de facto, un abbellimento o elemento ornamentale degli spazi interni della villa; tanto più che sia gli abbozzi musicali che l'epistolario sono sempre stati conservati all'interno di mobili, e precisamente l'epistolario in un armadio presente nello spogliatoio del maestro, l'Album di Clarina Maffei in un cassetto del comò del salotto di Villa Verdi, e gli abbozzi in un vecchio baule, l'unico di tali contenitori esposto nel percorso di visita, senza che i documenti risultassero in alcun modo visibili ai visitatori.

Va dunque posto in rilievo che il provvedimento di custodia coattiva adottato da questa amministrazione non ha in alcun modo alterato l'integrità delle pertinenze propriamente dette del complesso architettonico di cui alla dichiarazione del 28 ottobre 2008, né arrecato alcuna limitazione a quanto concretamente fruibile da parte dei visitatori. Si aggiunga peraltro che le caratteristiche fisiche stesse dei materiali archivistici richiedono, ai fini della conservazione, specifiche condizioni microclimatiche e di condizionamento, che sia gli ambienti di Villa Verdi, sia gli arredi nei quali la documentazione era conservata non avrebbero potuto in alcun modo garantire.

La volontà di conservare la documentazione verdiana nelle stanze e nel mobilio della villa non può essere condotta fino alla conseguenza estrema di mettere a repentaglio l'integrità materiale e la sopravvivenza stessa delle carte, in ragione di una pretesa inscindibilità di questi dall'ambiente fisico nel quale esse sono state conservate, per troppi anni, in modo del tutto inadeguato.

L'onorevole Foti ritiene opinabile il trasferimento della documentazione presso l'Archivio di Stato di Parma; e tuttavia vorrei rammentare innanzitutto che il fine perseguito è quello di valorizzare i documenti, agevolando l'opera degli studiosi nelle loro ricerche. Come è noto, Villa Verdi si presenta di fatto come una casa museo, meta di regolari visite guidate a pagamento che si svolgono nei medesimi ambienti in cui materiale documentale era conservato. È di tutta evidenza che le esigenze di coloro che svolgono attività di ricerca sono del tutto inconciliabili con l'attuale destinazione museale della villa: infatti l'assenza di uno spazio appositamente adibito a sala di studio per la consultazione delle carte verdiane ha rappresentato un ulteriore elemento di inadeguatezza, a fronte del quale il Ministero ha legittimamente provveduto a disporre il trasferimento del materiale archivistico in un pubblico istituto.

Con riguardo, ancora, al punto in cui ci si chiede se la soprintendenza abbia inteso procedere all'espropriazione del bene, e dunque abbia rispettato i procedimenti e le tempistiche di legge (articoli 95, 98 e 99 del decreto legislativo n. 42 del 2004), è opportuno ribadire che la custodia coattiva prevista dall'articolo 43, comma 1 del codice rappresenta soltanto una misura cautelare, volta a garantire la sicurezza e la conservazione dei beni culturali in questione, e non già un provvedimento di natura acquisitiva qual è invece l'esproprio, né può considerarsi ad esso prodromico. In tale prospettiva giova ribadire che la soprintendenza archivistica e bibliografica dell'Emilia-Romagna ha agito nel pieno rispetto delle proprie prerogative istituzionali, e sempre su indirizzi della Direzione generale.

Alla luce di quanto finora esposto, appare evidente che gli eredi Carrara Verdi non hanno ottemperato agli obblighi di legge ai quali erano tenuti in quanto proprietari del complesso documentario verdiano, ovvero di un bene culturale sottoposto a vincolo e dunque alla disciplina prevista dal codice, e prima ancora dalle disposizioni normative previgenti. Questa amministrazione ha infatti rilevato gravi criticità per ciò che attiene allo stato di conservazione e ordinamento delle carte Verdi, e al contempo ha dovuto far fronte alle numerose segnalazioni di difficoltà di accesso ai documenti avanzate dagli studiosi interessati alla consultazione del materiale archivistico, a cominciare da quelli che sono impegnati nelle edizioni nazionali dei carteggi e dei documenti verdiani, che il Ministero per i beni e le attività culturali ha istituito con decreto ministeriale del 24 novembre 2015.

A fronte dell'inidoneità della parte proprietaria di garantire le condizioni minime di sicurezza, conservazione e fruizione delle carte verdiane, questa amministrazione ha adoperato lo strumento della custodia coattiva come primo passo per la messa a punto di un progetto organico finalizzato alla tutela di tale materiale nel suo complesso, e in vista di una sua ottimale fruizione. È opportuno infatti ricordare che questa amministrazione, in attuazione dell'articolo 9 della Costituzione, è chiamata a svolgere primariamente la funzione di tutela del patrimonio archivistico, da intendersi, secondo la definizione di cui all'articolo 3 del decreto legislativo n. 42 del 2004, come esercizio delle funzioni e disciplina delle attività dirette, sulla base di un'adeguata attività conoscitiva, ad individuare i beni costituenti il patrimonio culturale e a garantirne la protezione e la conservazione per fini di pubblica fruizione.

Vi rammento, concludendo, a quale attività di tutela indispensabile mi riferisco. Primo: per quanto attiene agli abbozzi musicali, è stata appena completata l'attività di inventariazione analitica degli autografi e di restauro delle carte interessate dalle criticità; essa verrà immediatamente seguita dalla riproduzione digitale integrale dei suddetti manoscritti. Secondo: per quanto concerne l'epistolario, si è già provveduto, alla presenza fra gli altri dei carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale e di una delle attuali proprietarie, la dottoressa Maria Mercedes Carrara Verdi, all'apertura delle scatole all'interno delle quali era stato posizionato il materiale prelevato a Villa Verdi e ad una prima ricognizione quantitativa e qualitativa dei documenti; che ha messo in evidenza l'urgente necessità di procedere in primo luogo al restauro di una parte consistente degli stessi, a causa del loro precario stato di conservazione (dalla verifica effettuata è risultato infatti gravemente ammalorato circa il 20 per cento della documentazione complessivamente considerata), ed in seguito ad un'attività di ordinamento ed inventariazione analitica che si prefigura di non rapida e facile esecuzione a causa delle condizioni di disordine generalizzato nel quale versa la documentazione.

In ultimo, a riprova dell'atteggiamento non punitivo dell'amministrazione archivistica e del suo interesse verso la tutela della documentazione verdiana nella sua globalità, vorrei ricordare che, in data 26 ottobre 2017, il Ministero ha acquistato, presso la casa d'aste Sotheby's di Londra, trentasei lettere, databili fra il 1844 e il 1851, indirizzate da Giuseppe Verdi al librettista napoletano Salvatore Cammarano, che saranno collocate anch'esse presso l'Archivio di Stato di Parma in considerazione della stretta interrelazione fra tali lettere e gli Abbozzi. Il Ministero ha proceduto, altresì, ad acquistare a trattativa privata altre due lettere verdiane alla medesima asta, acquisendo così una lettera di Giuseppina Strepponi all'impresario del teatro San Benedetto di Venezia Antonio Gallo, riguardante una rappresentazione del Requiem, e una lettera di Giuseppe Verdi al giurista napoletano Emanuele Gianturco, riguardante le celebrazioni del compositore Domenico Cimarosa. Queste ultime sono invece destinate alla Biblioteca Palatina di Parma, che conserva, come è noto, una ricchissima sezione musicale.

Concludo, rassicurando l'onorevole interrogante sull'attento impegno del Ministero al riguardo e riferisco, da ultimo, che la competente soprintendente ha segnalato che agli atti d'ufficio non risulta traccia delle convenzioni stipulate dalla proprietà con la Presidenza del Consiglio dei ministri né risultano richieste di autorizzazioni ad interventi di restauro relativi alla Villa.

PRESIDENTE. Grazie, sottosegretario Vacca, per l'articolata, direi esaustiva, risposta.

Il deputato Foti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

TOMMASO FOTI (FDI). Eviterò di ripercorrere tutte le tappe che ha voluto ripercorrere il sottosegretario, per poi liquidare, alla fine, con un “non risulta a questo Ministero”. In realtà le convenzioni ci sono e sono presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. E aggiungo anche una considerazione: lei, signor sottosegretario, al di là dell'interpretazione libera dei dirigenti del Ministero da cui lei ha attinto le informazioni, ha espresso una valutazione sul codice civile che lascio tutta a lei e ai suoi dirigenti. Il codice civile dice altro, ma non mi meraviglio, perché, se conoscessero il codice civile, non avrebbero fatto quanto hanno fatto. Aggiungo anche una considerazione, signor sottosegretario: lei in più occasioni ha ribadito che non hanno custodito come previsto, non hanno fatto come detto.

Ma quali contestazioni formali ha elevato la competente direzione nei confronti di coloro i quali a questo punto avevano l'obbligo di custodire, e, se non custodivano secondo quelle previsioni, necessariamente si doveva intervenire? Quante azioni sono state effettuate prima di un blitz, perché questo è stato (nel 2017 c'è stato un blitz)? E sa come è stato giustificato dagli stessi che hanno scritto quella risposta, pensando che qualcuno non conoscesse la storia? Hanno detto che erano stati acquisiti non perché erano trattati male, non perché erano custoditi male, ma per un'esigenza di digitalizzazione. Allora, è abbastanza evidente che forse, mi permetto di dirglielo, sarebbe stato opportuno che qualcuno si peritasse di leggerla l'interrogazione, perché qui viene richiamata la risoluzione approvata all'unanimità il 21 settembre 2017 dall'assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, con la quale si chiedeva al signor Ministro dei beni culturali di disporre, una volta ultimate le procedure avviate di digitalizzazione e archiviazione dei documenti oggetto di custodia coattiva temporanea, di far sì che gli stessi tornassero a Villa Verdi.

Villa Verdi è ubicata a Sant'Agata Verdi, in provincia di Piacenza. La soprintendenza vuole mettere le mani per portarli a Parma, perché Parma non accetta che Verdi, oltre a essere stato un genio universale, sia stato anche un genio universale che ha operato e vissuto nel piacentino.

Quindi, gli uffici non sanno che è stato consigliere provinciale di Piacenza, non sanno che ha lasciato un immenso patrimonio agricolo nella provincia di Piacenza, tutto destinato a beneficenza. L'ospedale di Cortemaggiore, provincia di Piacenza, si chiamava ospedale Verdi; gli asili che erano stati lasciati allora erano intitolati a Giuseppe Verdi. Addirittura, lasciò anche qualcosa per coloro i quali potevano avere dei problemi di traumi; allora non erano individuati come oggi, ma l'ospedale di Villanova è stato realizzato con i soldi lasciati dal compositore. Questa è una vicenda…

PRESIDENTE. Concluda.

TOMMASO FOTI (FDI). Sì, mi accingo a concludere, signor Presidente, ma il sottosegretario ha parlato un quarto d'ora per non dare risposta.

PRESIDENTE. No, venti minuti, la correggo.

TOMMASO FOTI (FDI). Mi permetto soltanto di dire…

PRESIDENTE. Però lei ha cinque minuti, l'anomalia è regolamentare.

TOMMASO FOTI (FDI). Lo so bene. Mi permetto soltanto di dire, signor sottosegretario, che sarebbe stato più opportuno, anziché continuare a ripetere, secondo quel principio excusatio non petita, accusatio manifesta, che questo è soltanto un provvedimento temporaneo, è un provvedimento che non vuole avere carattere definitivo, che non costituisce una espropriazione, la qual cosa è ammessa secondo la procedura del codice dei beni culturali, ma va fatta secondo legge, non secondo imperio, allora penso che quegli uffici, che hanno scritto quelle cose, dovrebbero vergognarsi di ciò che hanno scritto. In ragione di ciò, la mia risposta e la mia dichiarazione su questa risposta ricevuta è del tutto insoddisfacente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento della interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 16,30.

La seduta, sospesa alle 12,50, è ripresa alle 16,30.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Castelli, Giaccone, Guerini e Lupi sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente settantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (16,32).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta che riprenderà alle ore 16,55. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16,32, è ripresa alle 16,55.

Su un lutto del deputato Claudio Mancini.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Comunico che il collega Claudio Mancini è stato colpito da un grave lutto, la perdita del padre. Al collega la Presidenza della Camera ha già fatto pervenire le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore che desidera, ora, rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Seguito della discussione dei disegni di legge: Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2017 (A.C. 850); Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2018 (A.C. 851-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione dei disegni di legge nn. 850 e 851-A: Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2017; Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2018.

Ricordo che nella seduta del 17 settembre si è conclusa la discussione generale congiunta e la relatrice e la rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 850)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge n. 850, recante il Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2017.

Poiché non sono state presentate proposte emendative, li porrò direttamente in votazione.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 850)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie Presidente. Intervengo sul Rendiconto con una dichiarazione unica, che affronterà anche un punto dell'assestamento, ma ho preferito intervenire sul Rendiconto, perché credo che il Rendiconto di quest'anno, che contiene i dati riferiti al quadriennio che va dal 2014 al 2017… Presidente, se è possibile avere un minimo di silenzio. Non pretendo attenzione.

PRESIDENTE. Sì. Colleghi, per favore. Se per favore fate silenzio, consentite all'onorevole Fassina di svolgere il suo intervento. Grazie.

STEFANO FASSINA (LEU). Intervengo sul Rendiconto, perché, appunto, il Rendiconto, quest'anno abbraccia quattro anni. È quasi un rendiconto della finanza pubblica della scorsa legislatura. Per quanto mi riguarda non vorrei fare un intervento che si rivolge all'indietro, ma vorrei provare a utilizzare i dati di sintesi, che il documento ci offre, per dare un contributo alla fase che stiamo attraversando e alle proposte che leggeremo, da parte del Governo, nella prossima legge di bilancio.

Innanzitutto, vorrei sottolineare un primo dato qualitativo. Il Rendiconto mette in evidenza un fatto positivo e cioè che la riforma del bilancio dello Stato ha prodotto dei risultati. Ha prodotto dei risultati in termini di trasparenza e ha prodotto dei risultati anche in termini di gestione del bilancio, consentendo una flessibilità che fino alla revisione, appunto, non era possibile. Questo è un dato certamente positivo, che aiuta l'attuazione dei programmi e ne consente una maggiore intelligibilità.

Vengo al merito di questi quattro anni, innanzitutto il segno, l'effetto, delle politiche di bilancio sulla crescita. Ecco, a me pare che, se guardiamo alle performance dell'Italia in un quadro dell'Eurozona, dobbiamo rilevare che non vi è stata una particolare efficacia.

Purtroppo quel differenziale che contraddistingue la dinamica del nostro prodotto interno lordo rispetto alla media dei Paesi dell'Eurozona è rimasto invariato, come è stato negli ultimi vent'anni: è rimasto intorno alla metà della performance media dell'Eurozona.

Venendo agli indicatori più sintetici, c'è un miglioramento nei saldi, nell'indebitamento netto, un miglioramento chiaro, ma questo miglioramento è tutto dovuto alla spesa per interessi, e questo è il primo punto politico da sottolineare: il miglioramento del saldo è dovuto interamente o quasi alla minore spesa per interessi, che, come sapete, negli ultimi anni ha beneficiato di una politica monetaria particolarmente accomodante, che è in via di esaurimento. Questo è il primo punto che il Governo deve tenere sotto controllo: la dinamica dei tassi di interesse e gli effetti della spesa per interessi sui saldi, che non sono garantiti in una prospettiva tendenziale. Poi, un miglioramento della pressione fiscale, che si riduce, come indicato nelle tabelle. Si riduce in modo significativo anche la spesa corrente, e su questo ultimo punto voglio soffermarmi un qualche minuto, perché continuano a tornare nei nostri dibattiti e nel dibattito che leggiamo sui media, nelle discussioni che vengono riportate dai media, su quanto il Governo discute, segni di grande preoccupazione: la spesa primaria corrente del nostro Paese è stata significativamente ridotta nel corso dell'ultimo decennio. Vi invito a leggere i numeri, oltre che del Rendiconto, anche del rapporto di finanza pubblica che è stato appena presentato: vi è una drastica riduzione della spesa primaria corrente per la sanità, per la scuola, per gli investimenti; non solo siamo sotto la media dell'Eurozona, ma la dinamica della nostra spesa ha assunto delle caratteristiche preoccupanti di sostanziale ridimensionamento del welfare.

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Fassina. Colleghi, per cortesia, vi chiedo di fare un po' di silenzio per consentire al vostro collega di svolgere il suo intervento.

STEFANO FASSINA (LEU). Quindi, quando sento da autorevoli esponenti del Governo dire che si faranno tagli agli sprechi, mi preoccupo, perché gli sprechi non sono identificati in un programma di Governo. Possono essere sprechi la spesa per acquisto di beni e servizi della pubblica amministrazione, che poi vuol dire, dopo quei tagli, gare al massimo ribasso, che vogliono dire retribuzioni misere per centinaia di migliaia di lavoratori che lavorano per la pubblica amministrazione; oppure, tagli agli sprechi vuol dire tagliare, ad esempio, 7 mila insegnanti della scuola magistrale per avere un risparmio di spesa. Allora bisogna fare attenzione, bisogna partire dai dati di realtà, che ci dicono che la spesa primaria corrente italiana è arrivata ad un punto limite: si mettono in discussione diritti costituzionali fondamentali. E il Rendiconto indica in modo chiaro qual è il quadro che va preso a riferimento. Tra la spesa che si riduce e che concorre a definire risultati di finanza pubblica c'è appunto la spesa per investimenti pubblici, e questo è l'altro punto che vorrei sottolineare. Gli investimenti pubblici si riducono in modo significativo, e anche ieri, in sede di discussione generale, abbiamo ascoltato giustificazioni di questa riduzione: la giustificazione primaria è che le amministrazioni pubbliche non sono in grado di spendere. Credo che questo sia un dato oggettivo, una valutazione fondata, una spiegazione vera, che però è diventata un alibi per fare in modo che la spesa di competenza non diventi mai spesa di cassa, che quindi contribuisca a tenere sotto controllo l'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni.

Noi dobbiamo fare in modo che questo alibi venga meno, che la spesa per investimenti possa davvero essere la variabile sulla quale puntiamo per rianimare la crescita del nostro Paese, la qualità, oltre che la quantità, dell'occupazione, e fare in modo di ridurre quel differenziale che da 25 anni distingue la dinamica del PIL italiano rispetto a quella media dei Paesi dell'Eurozona. È evidente che senza intervenire su questa variabile, anche l'obiettivo di riduzione del debito pubblico viene mancato: in quattro anni il debito pubblico rimane allo stesso livello del 2014, nonostante si sia ridotto l'indebitamento netto, e questo perché la dinamica del PIL non riprende in misura significativa.

Qui c'è il punto politico che vorrei sottolineare per il Governo. Anche oggi il Ministro Tria ha fatto delle affermazioni assolutamente condivisibili, ha detto che vorrebbe innalzare la spesa per investimenti dal 2 al 3 per cento del PIL, che è la direzione di marcia giusta, dopodiché questo dato va reso coerente con gli impegni che sono stati ribaditi rispetto al fiscalcompact e agli impegni elettorali delle forze che oggi siedono al Governo. Allora, l'appello che facciamo, sulla base dei dati del rendiconto, è quello di considerare davvero come variabile decisiva, per la svolta sul piano della politica economica del Paese, la spesa per investimenti, perché altrimenti le dinamiche anemiche che abbiamo conosciuto negli anni che abbiamo alle spalle si riprodurranno anche in futuro. Da questo punto di vista - e chiudo, Presidente - sarebbe molto importante che non solo la maggioranza ma tutte le forze che siedono in questo Parlamento discutessero il documento che il Ministro Savona ha inviato a Bruxelles, un documento in cui si fa l'analisi delle carenze del quadro dell'Eurozona, del mercato unico e della politica economica di questi anni: si riscontra in modo serio il deficit di domanda aggregata e si indica la spesa per investimenti pubblici come variabile decisiva. Sarebbe utile, anche in vista della Nota di aggiornamento al DEF e poi della legge di bilancio, che quel documento fosse fatto proprio da tutto il Parlamento, perché andremmo sulla strada giusta (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Attis. Ne ha facoltà.

MAURO D'ATTIS (FI). Signora Presidente, signora sottosegretario, colleghi deputati, cercherò in questi pochi minuti di affrancare la dichiarazione di voto a nome di Forza Italia per questo rendiconto. Stiamo per votare un atto sul quale le Camere hanno indubbiamente solo il compito di esprimere una valutazione complessiva senza poterne modificare il contenuto, pare quindi all'inizio essere un documento, quello del rendiconto generale dello Stato, come un atto tecnico, la fredda cronaca dei numeri, invece non è proprio così: i numeri, nel nostro Paese, li fanno le scelte politiche. E questo è il rendiconto delle scelte politiche fatte dal Governo precedente, a guida Partito Democratico, dallo stesso Governo che in continuità ha seguito i Governi che hanno gestito il Paese negli ultimi anni.

Nella stessa seduta, però, approviamo l'assestamento al bilancio dello Stato: questa attività, seppur marginalmente, è gestita dal Governo attuale. Permetteteci quindi in premessa di evidenziare questo: sia prima sia adesso, la responsabilità delle scelte politiche che hanno determinato questi numeri, questa fredda cronaca dei numeri, e che li stanno determinando, non è di Forza Italia.

Il PD ha governato fino a quattro mesi fa, ora governa una nuova maggioranza, che ha la responsabilità del controllo del bilancio dello Stato e quindi della gestione dei soldi dei cittadini. Sapete perché, cari colleghi, non è solo un atto semplicemente tecnico quello di oggi? Non lo è perché esso rappresenta la base di discussione di una cosa che tutti noi, il Paese, soprattutto parecchi elettori del MoVimento 5 Stelle, stiamo aspettando di conoscere con ansia: dal rendiconto si capiscono quali sono gli spazi di manovra per il Governo in tema di Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza e in tema di legge di bilancio. È evidente, cari amici del Governo, che i primi cento giorni ve li siete già giocati e si dirà “sì certo, lasciamoli lavorare”: va bene, ma al momento - facciamo notare - non vi è un provvedimento, dico uno, che abbia aiutato realmente l'economia italiana (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e dico l'economia perché, leggendo i dati finanziari del rendiconto, si capisce che paradossalmente lo Stato italiano non sia riuscito ancora, per responsabilità del Governo di centrosinistra prima e dell'attuale Governo ancora da verificare, a interpretare la ripresa economica come in altri Paesi europei. In effetti un provvedimento c'è stato che avete voluto si chiamasse decreto dignità: non possiamo classificarlo tra quelli che aiutano l'economia perché già solo dai primi dati di proiezione che riguardano i contratti di lavoro, prima della sua entrata in vigore, la previsione è che con il nuovo sistema che regola i rapporti di lavoro si pensa ad una perdita addirittura di circa 122.000 posti di lavoro fino a fine anno: alla faccia dell'aiuto all'economia italiana (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! E stendiamo poi un velo pietoso sulle contraddizioni che giornalmente siamo costretti a leggere rispetto alle varie posizioni completamente opposte di Ministri dello stesso Governo su flat tax, pace fiscale, reddito di cittadinanza, aiuti all'impresa e completa assenza delle politiche per il Sud. Innanzitutto devo dire che ci preoccupano i tanti fattori evidenziati in questo rendiconto: che fine ha fatto la spending review? Sui tagli alla spesa pubblica è indispensabile intervenire ma con scelte caute e interventi di politica economica - concludo - e non solo finanziaria e che siano davvero selettivi. Dalla relazione della Corte dei conti ricaviamo una serie di dati preoccupanti: aumentano le spese per la fornitura di servizi, aumenta la parte di acquisto non tramite le centrali di acquisto, quindi con grande aggravio della spesa pubblica. Signora Viceministro, signor Presidente, bocciamo il risultato finanziario della gestione del Governo a guida Partito Democratico per tutte le motivazioni che anche con gli altri colleghi abbiamo voluto spiegare in quest'Aula. Siamo preoccupati per le premesse che il vostro Governo, invece, sta mettendo in campo in vista della prossima legge di bilancio, premesse che oltre che irrealizzabili per molti aspetti dimostrano alla luce dei numeri del rendiconto che una cosa era la campagna elettorale e un'altra cosa è quando si è al Governo. Ora per voi la campagna elettorale è finita da parecchio: vi aspettiamo al varco pronti a farlo per il bene del Paese. Forza Italia si astiene (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di non fare foto e riprese in Aula, grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lovecchio. Ne ha facoltà.

GIORGIO LOVECCHIO (M5S). Grazie Presidente, rappresentati dal Governo, colleghe e colleghi, come è noto, il disegno di legge di approvazione del rendiconto ha carattere assolutamente formale e, quindi, le Camere hanno soltanto la possibilità di esprimere una valutazione complessiva. È evidente, infatti, che i numeri del rendiconto sono il frutto di politiche economiche del Governo che ci ha preceduto e che noi non condividiamo. Tuttavia il nostro compito è valutare, al netto delle contrapposizioni partitiche, il rendiconto con una visione di prospettiva. Per tale motivo il mio intervento sarà orientato a dare un contributo volto al superamento del modus operandi che finora ha caratterizzato il Governo che ci ha preceduto. Come maggioranza di Governo il nostro intervento non sarà solo di natura qualitativa attraverso la razionalizzazione delle spese e una loro più virtuosa allocazione ma anche di natura quantitativa puntando sul rilancio della domanda interna e sulla fine delle politiche di austerità che nell'ultimo quadriennio anche il PD ha portato avanti. Ciò che abbiamo sempre sostenuto è che la revisione della spesa pubblica, la cosiddetta spending review, non può essere banalmente considerata come taglio della spesa ma altresì come un'ottimizzazione della stessa, incrementando la sua efficacia.

Dobbiamo abbandonare con coraggio il concetto dei tagli lineari se mai a scapito dei servizi essenziali come sanità o istruzione come è stato fatto in passato. È vero che la pressione fiscale è scesa di qualche decimale, come peraltro vantato dal collega Marattin, peccato che il dato, se confrontato con una discesa più accentuata della spesa corrente per beni, servizi e stipendi della pubblica amministrazione, significhi sostenere la riduzione delle tasse per qualche impresa a scapito dei servizi per la pubblica amministrazione e ad un progressivo calo degli stipendi per i nostri dipendenti pubblici. Il risultato di tale politica scellerata è stata la sostanziale stagnazione della domanda interna con grave danno per le centinaia di migliaia di piccole e medie imprese votate al mercato nazionale. La miopia di una tale politica economica si è palesata nella bassa crescita del PIL che ci vede, come di consueto, molto sotto la media europea, nelle ultimissime posizioni. Ancora più grave la dinamica degli investimenti pubblici: tra il 2014 e il 2017 la spesa per investimenti fissi lordi nelle pubbliche amministrazioni è scesa di un ulteriore 0,3 per cento sul PIL, attestandosi ad un misero 2 per cento. Senza investimenti pubblici non può ripartire il circuito virtuoso di cui ha urgente bisogno la nostra economia. Gli investimenti pubblici sono un volano non solo per la domanda nell'immediato ma anche per la capacità produttiva potenziale e la competitività internazionale. Ha ragione il Ministro Tria quando afferma che oltre 100 miliardi di investimenti sono già scontati nel deficit tendenziale ma non sono stati spesi e qui il fallimento dei Governi precedenti è evidente se si pensa alla riforma del codice degli appalti e al blocco del turnover. Per quanto riguarda l'indebitamento netto, come già faceva notare ieri il collega Fassina, la sua riduzione dipende in buona misura dal calo della spesa per interessi passata, nel quadriennio 2014-2017, dal 4,6 per cento al 3,8 per cento del PIL: un punto di PIL che ha compensato la bassa crescita prodotta dai Governi precedenti consentendo qualche margine di spesa o di detassazione in più, di solito usato malissimo per finanziare misure elettoralistiche e a basso moltiplicatore. Con noi cambierà anche questo: le misure di spesa corrente saranno strutturali e coerenti con la nostra politica economica a partire dal reddito di cittadinanza. Non si tratterà di una pezza, come è stato fino ad oggi il reddito di inclusione, ma di sostegno al reddito e all'inserimento professionale finanziato con le risorse necessarie ad eliminare del tutto la povertà assoluta: una misura proattiva e capace di riattivare nel frattempo la domanda. Lo stesso dicasi per le misure fiscali che saranno sia di semplificazione burocratica, sia di riduzione ben più accentuata della pressione fiscale anche sulle famiglie. Infine, come detto, la terza gamba della nostra politica economica sarà il rilancio degli investimenti pubblici a cui seguirà naturalmente la ripresa di quelli privati. L'indebitamento nell'ottica di questa politica espansiva sarà un parametro da tenere sotto attento controllo ma non l'unico, dato che la fissazione per il deficit ha fatto dimenticare negli anni passati l'importanza della crescita come dimostra la stagnazione a livelli altissimi del rapporto debito/PIL. Su quest'ultimo punto ricordo anche al collega Marattin che il Partito Democratico non ha governato solo nel quadriennio 2014-2017 ma anche prima, avendo fatto parte della maggioranza che ha sostenuto il Governo Monti e successivamente avendo espresso il Presidente Letta. Ebbene, se vogliamo parlare di rapporto debito/PIL…

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Lovecchio.

GIORGIO LOVECCHIO (M5S). Concludo. Diciamo tutta la verità: durante i sei anni in cui il PD è stato al Governo quel rapporto è esploso dal 116 per cento al 131,8 per cento e non è affatto diminuito. Le politiche che dimenticate hanno prodotto un aumento di oltre 15 punti del debito in rapporto al PIL. Con che faccia vi atteggiate a competenti e …

PRESIDENTE. Concluda.

GIORGIO LOVECCHIO (M5S). … predicate prudenza sui conti pubblici? Per farlo è inevitabile – concludo - prendere atto della situazione drammatica ereditata dal Governo precedente votando favorevolmente al Rendiconto dello Stato e continuando incessantemente a lavorare come peraltro fatto finora affinché si possa davvero verificare il cambiamento in cui noi crediamo fortemente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Signora Presidente, l'acustica in questo Parlamento lascia molto a desiderare, quindi parlerò lentamente per farmi capire…

PRESIDENTE. Ha un minuto, onorevole Fatuzzo.

CARLO FATUZZO (FI). Prego?

PRESIDENTE. Ha un minuto di tempo, è a titolo personale. Prego.

CARLO FATUZZO (FI). Sì, ma sono brevissimo lo stesso. Voglio dire che è pessima l'acustica, ma è ancora peggio il Rendiconto che ho letto, su cui stiamo per votare. Perché leggendo al di là delle cifre, io capisco che il sistema previdenziale che c'è in Italia fa acqua da tutte le parti, perché c'è un mio vicino di casa che mi ha detto: ho lavorato trent'anni, mio fratello ha lavorato quarant'anni, abbiamo sempre lavorato e prendiamo una pensione più bassa di quelli che non hanno mai lavorato.

PRESIDENTE. Concluda.

CARLO FATUZZO (FI). Questo non è un sistema pensionistico decente. Viva i pensionati, pensionati, all'attacco!

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 850)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 850: “Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2017".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

In morte del deputato Emiddio Novi (ore 17,35).

PRESIDENTE. Comunico che il mese scorso è deceduto l'onorevole Emiddio Novi, già membro della Camera dei deputati nella XII legislatura.

La Presidenza della Camera esprime la più sentita partecipazione al dolore dei familiari, che sono presenti nelle tribune, anche a nome di tutta l'Assemblea (Applausi - L'Assemblea si leva in piedi). Ha chiesto di parlare l'onorevole Casciello. Ne ha facoltà.

LUIGI CASCIELLO (FI). Presidente, grazie, perché riteniamo che una comunità politica cresca e sia tale soprattutto se sa far memoria di chi per primo, o tra i primi, ha iniziato un lungo percorso; ed è questo il caso, è questa la storia di Emiddio Novi, che è stato il primo deputato eletto, insieme a pochi altri, in Campania nel 1994. È stato deputato dal 1994 al 1996, poi ha continuato il suo percorso da parlamentare in Senato. Emiddio Novi io lo ricordo con una commozione ed un'emozione che mi auguro venga compresa, per il rapporto fraterno che ci legava. È stato un precursore, un grande giornalista: Emiddio ha saputo anticipare fenomeni, percorsi storici e politici, è stato un riferimento della comunità studentesca di destra degli anni Settanta, a Napoli, in Campania. E poi dopo, da direttore de Il Giornale di Napoli, dopo aver fatto anche lì prima un lungo percorso da redattore e da inviato al quotidiano Roma, il più antico quotidiano del Mezzogiorno, costruendo e raccontando un fenomeno particolare, anni difficilissimi come la stagione 1992-1993-1994, prima ancora di Tangentopoli, abbracciando con forza la linea del garantismo, quello che portò a titolare con caratteri a scatola su Il Giornale di Napoli l'assoluzione definitiva di Enzo Tortora innocente.

E poi ancora negli anni successivi, quando è stato deputato, è stato qui in Parlamento componente della Commissione giustizia, ma è stato anche componente della Commissione esteri, non appena…

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

LUIGI CASCIELLO (FI). Concludo. I tempi sono brevi, e per raccontare cosa Emiddio Novi ha rappresentato e continua a rappresentare per un'intera comunità politica e culturale, obiettivamente il tempo è breve.

Dico semplicemente che testimonio la vicinanza di Forza Italia, e di quanti hanno conosciuto e hanno amato Emiddio, alla moglie Pina, ai figli Enrico, Alessandro e Vittorio, ai nipoti: per ricordare e dire che sicuramente è un grande dolore per la nostra comunità, ma la memoria di Emiddio resta viva, non solo con i suoi scritti e i suoi libri, ma perché quando un dolore è così grande aiuta anche il cuore ad essere più grande (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Presidente, accolgo volentieri l'invito del collega onorevole Gigi Casciello di arricchire il ricordo di Emiddio Novi con una mia personale testimonianza, che ovviamente non riguarda l'impegno politico di Novi ma il suo impegno di giornalista.

Novi l'ho conosciuto proprio grazie a Gigi Casciello, che con lui collaborava a Il Giornale di Napoli, che è stata un'esperienza editoriale molto importante per la provincia di Salerno, per la mia provincia, perché rappresentò nei primi anni Novanta, quando io ero ancora uno studente iscritto alla facoltà di giurisprudenza, il principale e più importante tentativo di offrire una comunicazione giornalistica alternativa a quella de Il Mattino, che aveva allora nella Democrazia Cristiana il partito di riferimento, era un organo quasi ufficiale di quel partito; e rappresentò lo sforzo di dare alle forze laiche e di sinistra uno sbocco giornalistico, una modalità di comunicazione alternativa.

Il caso volle che a dirigere quel giornale fu Novi, che invece di formazione culturale e politica era liberale, come poi il suo impegno politico ha dimostrato. Eppure, egli seppe farlo con grande coraggio, determinazione, grande trasparenza. Egli era un amante del diritto di cronaca, che esercitò con coraggio, soprattutto - e questo è il segno più importante che conservo nella memoria - in una determinata battaglia giornalistica contro i clan camorristici della provincia di Salerno: egli accompagnò le indagini di quei primi anni Novanta, quando c'era buona ragione di avere timore e paura, con grande coraggio e determinazione; e questo è un motivo che, secondo me, vale più di ogni altro per ricordarlo al nostro Parlamento (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (PD). Signora Presidente, nel corso della mia attività politica, in realtà quando esordii nell'attività politica come eletto al consiglio comunale di Napoli, ebbi l'occasione di frequentare la stessa aula, la Sala dei baroni, per quattro anni insieme a Emiddio Novi, che era il candidato del Polo delle Libertà contro l'allora candidato, che poi divenne sindaco, Antonio Bassolino. Ne ricordo l'autorevolezza, il rigore, e anche l'insopprimibile volontà di affermare un punto di vista, che, come è stato ricordato dal collega Casciello, è quello del garantismo.

Ritengo che, da avversario politico, l'aver potuto conoscere direttamente Emiddio Novi, all'epoca appunto già senatore, per quanto mi riguarda è stato un motivo di arricchimento, e mi unisco, con questo mio ricordo, con tutto il Partito Democratico, al cordoglio nei confronti della famiglia per una tragedia che è avvenuta all'improvviso e che ha sottratto un protagonista della vita politica e intellettuale al nostro Paese (Applausi).

Si riprende la discussione.

(Esame degli articoli - A.C. 851-A)

PRESIDENTE. Passiamo ora all'esame degli articoli del disegno di legge n. 851-A, recante: Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2018, nel testo della Commissione.

La I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

Avverto che non sono pubblicati, in quanto non ricevibili, i nuovi emendamenti, non previamente presentati presso la Commissione, riferiti a parti del testo non modificate dalla Commissione stessa, ovvero che non risultino consequenziali rispetto alle modifiche apportate in sede referente.

Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento Tab.12.100, che è in distribuzione, in relazione al quale, risulta alla Presidenza, che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione di subemendamenti.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 851-A)

PRESIDENTE. Passiamo quindi all'esame dell'articolo 1, con le annesse tabelle, e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice e la rappresentante del Governo a esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 1.

MARIALUISA FARO, Relatrice. Grazie, Presidente. Per gli emendamenti all'articolo 1 la Commissione esprime parere contrario.

PRESIDENTE. E su quello della Commissione?

MARIALUISA FARO, Relatrice. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Per tutto il resto, parere contrario?

MARIALUISA FARO, Relatrice. Sì, per tutto il resto, parere contrario della Commissione.

PRESIDENTE. Il Governo?

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Il parere del Governo è conforme.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, alla votazione dell'emendamento Tab. 2.1 Silvestroni. Nessuno chiedendo di parlare per dichiarazione di voto, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 2.1 Silvestroni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 2.2 Caretta, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 3.1 Lucaselli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 4.1 Lucaselli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 8.1 Prisco, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 8.2 Lucaselli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 12.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 851-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 851-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 851-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 851-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A).

L'onorevole Carnevali ha chiesto di intervenire sul suo ordine del giorno n. 9/851-A/1. Prego, ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, signora Presidente. Solo per aggiungere due parole a questo ordine del giorno ampiamente condiviso all'interno della nostra Aula, qui alla Camera. Riguarda la legge n. 112 del 2016, il cui titolo… anzi, direi, che è più conosciuta come la legge…

PRESIDENTE. Onorevole Carnevali, mi scusi. Chiediamo prima il parere del rappresentante del Governo. Mi scusi, onorevole. Qual è il parere del Governo? Mi scusi, onorevole Carnevali: il suo intervento era per dichiarazione di voto o per illustrazione?

Perché il gruppo ci ha chiesto per dichiarazione di voto. Se è per l'illustrazione può parlare subito; altrimenti aspettiamo il parere del Governo.

ELENA CARNEVALI (PD). Posso illustrarlo.

PRESIDENTE. È per illustrarlo? Allora può parlare adesso. Prego, ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, signora Presidente. L'ordine del giorno, ampiamente condiviso da quest'Aula, come vi stavo dicendo, è un impegno che viene assunto da parte del Parlamento ed è un impegno che affidiamo al Governo perché si possa, per quanto riguarda la legge n. 112 del 2016, utilizzare un meccanismo, che la legge già comprende, che consiste nella possibilità di un recupero delle eventuali coperture non utilizzate all'articolo 5 e all'articolo 6, che riguardano le assicurazioni - ricordo, peraltro, ai colleghi che si tratta di un articolo fatto, allora, in base ad un emendamento voluto dal gruppo della Lega - e che comporta la possibilità di aumentare le detrazioni per le polizze assicurative da 530 a 750 euro, mentre l'articolo 6 riguarda la possibilità - che abbiamo finalmente istituito e regolamentato - di ciò che viene chiamato il trust sociale, piuttosto che fondi speciali, che può essere anche affidato alle ONLUS. Ebbene, all'articolo 9 di questa legge è consentita questa possibilità di recupero delle eventuali coperture non utilizzate.

L'impegno che noi chiediamo - tutti noi, tutti i sottoscrittori - al Governo è di consentire, anche attraverso questo meccanismo, di poter recuperare e integrare le risorse del Fondo all'articolo 3. Sia durante la discussione dell'assestamento di bilancio sia durante la riunione del Comitato dei nove noi avevamo chiesto di predisporre un emendamento. Il Governo non ha dato questa disponibilità nei confronti dell'emendamento, ma ha garantito questo impegno attraverso questo ordine del giorno. Credo che alla fine abbiamo fatto un buon servizio collettivo, soprattutto a vantaggio di non mortificare questa legge che, nonostante le fatiche e nonostante, devo dire, a volte la non comprensione dei benefici che questa legge produce, credo che alla fine sia un risultato positivo per coloro che ne beneficeranno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Chiedo alla rappresentante del Governo, sottosegretario Castelli, di esprimere il parere sull'ordine del giorno.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, il parere così come è formulato è favorevole. Se la Presidente mi consente, voglio aggiungere due parole perché chiaramente l'ordine del giorno nasce dall'esigenza, che la collega raccontava nella sua illustrazione, che quando si parla di un passaggio di consegne da una legislatura a un'altra di un bilancio che è molto corposo può succedere che la politica si accorga che ci sono dei fondi molto importanti come questo e, poiché credo che la Commissione bilancio lavori nell'ottica del bene collettivo e nel bene di tutti, per una questione meramente tecnica - e i colleghi che sono stati in maggioranza o al Governo lo sanno in che periodo dell'anno ci troviamo - non è possibile in questo momento approvare un emendamento, perché l'iter non è ancora concluso sulla questione di questi 5 milioni di taglio, che dovevano essere 56 e poi sono diventati 51.

Però, crediamo che sia giusto che tutto il Parlamento, con l'appoggio del Governo, si possa esprimere con questo ordine del giorno affinché metta nero su bianco la volontà di continuare a finanziare questo Fondo che vedrà il Parlamento e il Governo impegnati nelle prossime misure utili e anche nelle misure di taglio che sono state effettuate, quindi nella valutazione dell'opportunità o meno di fare un taglio non solo per questioni tecniche di tiraggio ma rispetto alla necessità di un Fondo che viene utilizzato da persone che sono in difficoltà, per cui bisognerebbe abbandonare, insomma, quei criteri contabili classici.

Quindi, il Governo è ben felice di poter chiudere questa storia, che è anche diventata un po' mediatica in alcuni frangenti, con un accordo collettivo e con una presa di coscienza allargata.

PRESIDENTE. Quindi, sottosegretario, il parere è favorevole, immagino. Onorevole Carnevali, insiste per la votazione, anche se il parere è favorevole?

ELENA CARNEVALI (PD). Sì, Presidente, e poi chiedo se posso intervenire per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie. Approfitto dell'occasione di quest'Aula e anche della disponibilità e dell'attenzione che ci viene riservata dal Governo, oltre che per chiedere che venga votato come impegno, anche per chiedere che si ricorra velocemente a fare alcune cose che sono importanti. La prima è di poter avere la relazione alle Camere relativamente a questa legge che è scaduta al giugno del 2018. La seconda è di fare in modo - sono certa che ci sarà questo impegno da parte del Governo - di non mandare a residuo, invece che destinarli alle famiglie, i 20 milioni per il bilancio 2018, i 20 milioni per il 2019 e i 20 milioni per il 2020, in totale sono 60 milioni, che abbiamo destinato al care giver, quindi che vanno direttamente alle famiglie; che non finiscano nel calderone dei residui dello Stato, ma vengano dati alle famiglie.

E un'ultima cosa: il 10 per cento del Fondo per la non autosufficienza è destinato in progetti per la vita indipendente e anche di questo sono certa che il Governo provvederà a portare l'intesa in Conferenza Stato-regioni.

Voglio anche, da ultimo, ricordare che abbiamo messo a disposizione in tre anni, per questo fondo, qualcosa come 180 milioni di euro. Io credo che il recupero di 5 milioni per un anno sul bilancio di 800 miliardi non sia uno sforzo e sia un impegno che ci possiamo prendere tutti.

Ringrazio, quindi, della disponibilità di tutti coloro che hanno firmato l'ordine del giorno e seguiremo anche gli impegni assunti dal Governo in quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mandelli. Ne ha facoltà.

ANDREA MANDELLI (FI). Grazie Presidente, solo per testimoniare la soddisfazione di Forza Italia, perché oggettivamente reintegrare questo Fondo per la disabilità della legge n. 112 ci pare un fatto doveroso e una presa di coscienza importante e ringrazio anche il Governo che ha voluto prendere atto di questa necessità di provvedere con il reintegro anche attraverso l'adozione di provvedimenti d'urgenza. Quindi ripristinare questo fondo credo che sia un fatto doveroso e importante e, quindi, Forza Italia è contenta di votare favorevolmente questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zucconi. Ne ha facoltà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Signor Presidente, deputati, il gruppo di Fratelli d'Italia, condividendo le finalità e l'impegno previsto in questo ordine del giorno, voterà a favore dello stesso e, anzi, chiede ai colleghi di poter apporre la propria firma in appoggio. Avevamo criticato la legge n. 205 del 2017, che in fase di bilancio 2018 aveva decurtato questi fondi, e quindi accogliamo con favore la proposizione di questo ordine del giorno e, ripeto, voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Anche il gruppo Liberi e Uguali voterà a favore di questo ordine del giorno e ringrazio la collega Carnevali per averlo presentato. Questo pone rimedio a una questione che, peraltro, già era stata sollevata in parte nella scorsa legislatura e credo che sia un impegno doveroso su un tema che non può non avere un consenso largo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Carnevali n. 9/851-A/1, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 851-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crosetto. Ne ha facoltà.

GUIDO CROSETTO (FDI). Grazie, Presidente. Presidente, Governo, colleghi, il voto a questi due provvedimenti può sembrare un voto tecnico ed è un voto tecnico, se lo affrontiamo guardando questi provvedimenti come ragionieri. Se, invece, cerchiamo di guardarlo con l'occhio della politica, cioè quello che viene chiesto a questo Parlamento, ci accorgiamo che il rendiconto di quest'anno è drammaticamente simile a tutti i rendiconti degli ultimi vent'anni.

Se voi prendeste i rendiconti degli ultimi vent'anni e li depuraste da quello che succede fuori dall'Italia, il prezzo del petrolio, la congiuntura internazionale, gli interventi della BCE, vi accorgereste che sono sostanzialmente simili e hanno un filo rosso che li lega tutti ed è un filo rosso che, forse, è quello che inchioda e ha inchiodato la nostra crescita negli ultimi vent'anni: tutti hanno e riportano un avanzo di amministrazione.

Noi, tutti gli anni, preleviamo dai cittadini una parte di risorse e ne immettiamo nella società molte meno. Perché? Perché i Governi sono ogni volta più cattivi e tendono a trattenere le risorse prese ai cittadini? No. All'interno del rendiconto troverete la risposta: perché la grande spesa è una spesa che non passa in questo Parlamento, che non è determinata da questo Parlamento, quella che ci obbliga a dare ai cittadini e a reinvestire nella società meno soldi di quelli che preleviamo è data dagli interessi e gli interessi sono drammaticamente non governabili e non governati da questo Parlamento. Perché dico drammaticamente? Perché faccio questo tipo di intervento? Perché, vedete, ci sono ancora alcuni di noi che pensano che la politica, le nazioni e i Parlamenti debbano e possano contare. Io non ho rinunciato al fatto che la politica debba e possa ancora avere un ruolo nella società.

Noi di Fratelli d'Italia pensiamo che le nazioni, i Parlamenti, i Governi e la politica vengano prima dei mercati finanziari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E, in preparazione della finanziaria, sono a porre alcune domande a me e a voi, alla nostra coscienza: quando mai in quest'Aula è passata la decisione che i mercati finanziari dovessero prevalere sui Governi e sulle nazioni? Quando mai questo Parlamento o un Parlamento qualunque di uno Stato libero ha votato il fatto di accettare che il nostro debito, i nostri titoli di Stato, fossero sottoposti al giudizio di mercati finanziari distanti e lontani dalla politica e governati, magari, da poche persone, e in cui i Paesi e le nazioni non hanno alcuna possibilità di intervenire?

L'intervento della BCE ha dimostrato che quando la politica vuole intervenire, è possibile dare respiro alle nazioni anche quando emettono titoli di debito pubblico. La politica della BCE degli ultimi anni ha insegnato ad ognuno di noi che esiste, quando ha gli strumenti, la possibilità da parte di alcune istituzioni di essere sopra i mercati finanziari e in qualche modo di poterne attutire gli effetti o limitarli totalmente.

Noi negli ultimi anni, invece, ci siamo dimenticati o abbiamo voluto cancellare dalle nostre ambizioni la volontà e la possibilità della politica di essere superiore alla finanza. Noi abbiamo accettato, come se fosse un obbligo, dei meccanismi, dei numeri tecnici, senza porci il tema che alla politica è chiesto di cambiare ciò che sembra impossibile da cambiare. Noi abbiamo accettato di dare ai nostri cittadini, da vent'anni, molto meno di quello che preleviamo, facendo pagare a quelli che sono nati venti, ventuno, diciannove, diciotto, cinque anni fa, debiti fatti quarant'anni fa, senza neanche porci il tema che potevamo limitare quell'impatto. Non ci siamo posti il tema di come potevamo limitarlo. Non ci siamo posti il tema di dialogare, di riprendere una forza che come singolo Paese forse non potevamo avere, ma come Europa potevamo ambire ad avere, utilizzando, ad esempio, la Banca centrale europea per fare quello che è stato fatto negli ultimi anni. E adesso ci avviamo in una nuova fase in cui riarretrerà la volontà politica di fermare i mercati finanziari e porteremo la nostra barca all'interno di un mare che è già chiaro che conto ci presenterà, perché, voglio dirlo adesso, come cercai di dirlo inutilmente per fiscal compact e ESM, è evidente quello che succederà da gennaio, è evidente cosa succederà ai nostri spread quando finirà l'intervento della Banca centrale europea. Ed è reso ancora più evidente da quelle che sono le condizioni extra Italia, cioè un peggioramento della zona euro. Noi sappiamo benissimo che con l'arretramento dell'economia in zona mondiale ed euro noi peggioreremo più degli altri: quando cresciamo, cresciamo la metà; quando peggioriamo, peggioriamo di più, è già evidente ora.

Non voglio fare, come siamo stati abituati a fare negli ultimi anni, l'esponente delle istituzioni dell'opposizione che si sfrega le mani e gode pensando alle difficoltà che avrà il Governo di fronte a un'economia che andrà meno veloce e una Banca centrale europea che smetterà il suo intervento, perché lo so già adesso come andrà. Ma so che quella difficoltà, che sarà la difficoltà del Governo, alla fine non sarà la difficoltà degli esponenti del Governo, ma diventerà la difficoltà dell'operaio, dell'agricoltore, dell'artigiano, della famiglia che non ce la farà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E non voglio pensare di essere in quest'Aula impossibilitato a prevenire e ad agire per fermare questa cosa, indipendentemente dal fatto se governa adesso una maggioranza giallo-verde o di centrodestra o di centrosinistra. Se noi non ci riappropriamo almeno dell'idea di provare a governare processi che ci sembrano ingovernabili, a non guardare al bilancio come a numeri immutabili, a non guardare alle regole che ci siamo dati come regole che - così come ce le siamo date - possiamo provare a modificare, noi diamo alla nostra possibilità di incidere nella vita dei nostri cittadini un limite che la politica con la P maiuscola non può pensare di avere.

O quest'Aula si riappropria di quella che è la capacità che deve avere la politica di cambiare il futuro e capisce che questo intervento, questo Rendiconto, che sarà uguale a quello del prossimo anno e a quello successivo, se noi non interveniamo per cambiare la cornice, sarà un Rendiconto che ci presenterà un'Italia sempre più povera, sempre più in difficoltà, con sempre meno mezzi per intervenire, se noi non ne prendiamo atto e non proviamo a cambiarlo, noi non assolviamo al compito che ci è stato dato in quanto rappresentanti dei cittadini italiani, qualunque sia il nostro partito. Per questo non voglio fare un intervento che guardi questi numeri.

Sono convinto, lo ha detto prima il collega Fassina, che viene da una storia politica che è lontana anni luce dalla mia: ripartiamo dalla lettera, che può piacere o meno, che ha avuto il coraggio di scrivere il professor Savona all'Europa. Riparliamo di quei principi e di quelle regole che ci siamo dati, riparliamo di quella intoccabilità per un intervento, ad esempio, a calmierare i prezzi dei titoli di Stato che abbiamo voluto dare alla BCE. La BCE non può continuare a occuparsi soltanto dell'inflazione perché è un problema tedesco (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E voglio ricordare agli amici tedeschi che loro si portano dietro il problema dell'inflazione da quando erano costretti ad andare a fare la spesa con le carriole! E vorrei ricordare agli amici tedeschi che hanno smesso di fare la spesa con le carriole quando la politica si è dimenticata dell'economia e ha cancellato il 50 per cento del loro debito (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! I tedeschi hanno smesso, sono scesi dal 130 per cento del loro debito dopo la seconda guerra mondiale perché la comunità internazionale ha deciso di superare l'economia, di accantonare in quel momento le regole dell'economia e di far prevalere la politica, e ha salvato la Germania cancellando il 50 per cento del debito, cosa che ha fatto anni dopo, perché la cancellazione di quel debito era sottoposta al fatto che la Germania non si sarebbe riunificata.

Quando Kohl la riunificò, richiese all'Europa di mantenere la cancellazione del debito, e anche allora una scelta politica, non economica, non ragionieristica, ottenne la cancellazione del debito.

L'Europa nasce su scelte politiche, non su parametri. In quest'Aula non ci è chiesto di fare i ragionieri, con tutto il rispetto; non ci è chiesto di fare i contabili, con tutto il rispetto. Si è scelto di fare politica, e la politica significa credere che le cose possano essere cambiate. Non esistono regole che non si possono mutare, non esistono ruoli, come ad esempio quello della BCE, che non possono essere cambiati, se questo salva popoli e nazioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA (FI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentati dal Governo, annuncio, a nome del gruppo parlamentare di Forza Italia, il voto contrario al disegno di legge di assestamento 2018. Già nella giornata di ieri, durante l'intervento in discussione sulle linee generali, avevo evidenziato una serie di rilevanti criticità sia in relazione al Rendiconto che in relazione all'assestamento; criticità a cui non possiamo rimanere indifferenti e che ci preoccupano alla luce del clima di assoluta incertezza e indecisione che si respira in questi giorni, non solo nelle stanze dei palazzi romani, ma anche in mezzo alla gente. Giorni cruciali che precedono l'imminente presentazione in Parlamento della Nota di aggiornamento al DEF, cioè il vostro programma di Governo, di cui non si capisce più nulla. Ogni giorno sentiamo ministri e sottosegretari tirare fuori ricette diverse, con diverse cifre in relazione a flat tax, 50 miliardi di euro, pace fiscale, tra chi dice 3 e chi dice 20 miliardi di euro, reddito e pensione di cittadinanza, 17 miliardi di euro, eliminazione di accise sulla benzina, 6 miliardi di euro, rafforzamento dei centri per l'impiego, 2 miliardi di euro, uscita dal mercato per categorie escluse, 5 miliardi di euro, riforma delle pensioni, 8,1 miliardi di euro, investimenti, 6 miliardi di euro, innalzamento dell'indennità civile, un miliardo e 800 milioni di euro, e altre centinaia di milioni di euro in altre proposte, per un impegno assunto che, lo ricordo con gli italiani, a seconda delle giornate, oscilla tra i 108 e i 125 miliardi di euro.

L'ho detto già ieri e lo ribadisco con forza in questo momento: dovete essere seri, ci vuole una seria responsabilità. A fronte di questi numeri, solo con il programma di centrodestra verrebbero centrate le priorità cruciali per lo sviluppo del nostro Paese, con le più giuste soluzioni rispetto a questo florilegio di annunci e vane promesse con cui state illudendo gli italiani sin da quando avete sottoscritto quel fatidico contratto innaturale tra due forze politicamente diverse che un giorno cercano di parlare come centrodestra e il giorno dopo parlano, invece, chiaro come l'estrema sinistra. Ringrazio il mio collega D'Ettore per aver sollevato in Commissione il problema della riduzione significativa della spesa corrente primaria per i trasferimenti prevista nel disegno di legge di assestamento e, con riferimento al conto generale del patrimonio, per avere chiesto chiarimenti in ordine al peggioramento di oltre 77 miliardi di euro dell'eccedenza passiva rispetto alla situazione patrimoniale dell'anno precedente, che, peraltro, conferma un trend negativo già registrato negli anni passati.

Domande a cui l'attuale Governo non ha dato alcuna esauriente risposta, fermo restando che si tratta di questioni afferenti l'Esecutivo della scorsa legislatura a guida PD. Come peraltro già evidenziato ieri nel disegno di legge di assestamento 2018, emerge per le entrate tributarie un ammontare di residui pari a 100.339 milioni di euro, mentre per le entrate extra tributarie i residui attivi ammontano a 100.033 milioni di euro. Questi numeri devono farci riflettere sullo stato reale dei conti pubblici del Paese, ma, soprattutto, sull'uso che si fa e che si intende fare delle risorse pubbliche, anche con riguardo agli enti locali e all'appostamento di risorse reali a favore dei comuni, sia grandi che piccoli, su cui l'attenzione del gruppo di Forza Italia è da sempre, e lo abbiamo dimostrato anche durante l'esame del milleproroghe, altissima.

Chiudo sottolineando che a luglio, in base alle stime della Banca d'Italia, il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 18,4 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.341,7 miliardi di euro. E ancora, che prosegue il calo degli investitori esteri sui BTP, e cioè che prosegue incessantemente l'uscita degli investitori stranieri dai titoli di Stato italiani. A giugno, secondo quanto si ricava dalle tabelle di Banca d'Italia, i soggetti non residenti detentori dei titoli della Repubblica sono scesi da 698 milioni a 664, dopo che già a maggio si era registrata una diminuzione rispetto ad aprile. Va ricordato come una parte di questi titoli in mano a non residenti siano in realtà di proprietà di soggetti italiani che investono attraverso fondi o gestioni basate all'estero. Voi rischiate di annientare definitivamente la credibilità del Paese a livello europeo, ma, soprattutto, a livello internazionale. E, ancora oggi, l'Istat ha diffuso i dati mensili relativi al mese di luglio sui nuovi ordinativi industriali che sono crollati del 2,3 per cento dal precedente meno 1,5, toccando i minimi dello scorso marzo sulle vendite industriali, scese anch'esse dell'1 per cento rispetto al precedente 0,3, e sulla produzione industriale, diminuita dell'1 per cento dal precedente più 0,3 e ben più delle stime degli analisti che si aspettano un meno 0,4. Rilevazioni che certificano in maniera inequivocabile la difficoltà della nostra industria e che, purtroppo, incideranno in maniera sostanziale sulla crescita del PIL del terzo trimestre.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ROBERTO PELLA (FI). Caro Presidente, concludo, dicendo che per questo chiediamo con forza alla Lega di ritornare sul programma di centrodestra con gli indirizzi di politica economica che il presidente Berlusconi ha ribadito in maniera chiara ed efficace in questi giorni, con la sua autorevolezza, frutto della sua esperienza, lungimiranza e indiscussa capacità politica e imprenditoriale. Staccate la spina a questo Governo, amici della Lega, perché questo Esecutivo è inficiato dall'insostenibilità delle proposte del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Padoan. Ne ha facoltà.

PIETRO CARLO PADOAN (PD). Grazie, Presidente. Mi consentirà di intervenire soprattutto sul tema del Rendiconto, su cui il gruppo del PD ha già votato a favore. Non dimentichiamoci che con questo provvedimento il bilancio dello Stato, che è il più potente strumento di politica economica di cui il Governo può disporre, viene migliorato in modo significativo. In particolare, viene aumentata flessibilità con cui è possibile, nell'ambito del bilancio, riallocare risorse e, quindi, scegliere risorse tra programmi, risorse tra diverse azioni, risorse fra spesa corrente e spesa in conto capitale. Una maggiore flessibilità è fondamentale soprattutto in questo momento in cui, come gli anni passati hanno dimostrato, è possibile, oltre che necessario, coniugare sostegno alla crescita con consolidamento della finanza pubblica e dimostrare, quindi, che non è vero che le due cose sono incompatibili, come spesso si sente dire. Questo lo nega l'esperienza di molti Paesi, lo nega l'esperienza dell'Italia degli anni passati e mi auguro che possa continuare ad essere così. Ma, d'altra parte, non è sui deficit che si vorrebbero aumentare che si gioca la partita della crescita, è sul contenuto della finanza pubblica nel suo complesso e sulla credibilità che la finanza pubblica annunciata dal Governo potrà avere.

L'onorevole Fassina ha molta ragione a ricordare il ruolo fondamentale che gli interessi svolgono nel determinare la dinamica del debito; in effetti, se si guarda indietro negli ultimi anni la dinamica del debito italiano, che è andata crescendo, anche negli ultimi anni, ma non negli ultimissimi dove si è stabilizzata, è in gran parte dipendente dall'andamento dei tassi di interesse. Ma, qui, vorrei ricordare un fatto che a me sembra ovvio e che forse tutti ci dimentichiamo: quante volte al giorno pronunciamo la parola spread e ci dimentichiamo che spread significa differenza tra tasso di interesse che si paga sul debito italiano e tasso di interesse che si paga sul debito di altri Paesi, a cominciare dalla Germania. Da cosa dipende questo spread che, evidentemente, fissa il livello al quale il debito va onorato? Non dipende dalla Banca centrale europea, ci dimentichiamo di questo fatto, la Banca centrale europea non ha come target i tassi di interesse di specifici Paesi, come qualcuno vorrebbe, qualcuno che è stato citato più volte in questo dibattito. Lo spread italiano dipende dall'Italia, dipende dalla credibilità del Paese, dipende dalla credibilità del suo Governo, dipende dall'impatto che gli annunci della maggioranza hanno sull'opinione che i mercati cercano di farsi di questo Paese e, quindi, gli annunci della maggioranza che abbiamo ascoltato negli ultimi mesi hanno un impatto, purtroppo, per adesso, ancora rimasto lì, ancora permanente sull'andamento della dinamica del debito. Hanno, quindi, un costo su quello che gli italiani devono pagare per sostenere il debito accumulato in così tanti anni.

Quindi, la prima cosa da fare nell'affrontare la legge di bilancio è cercare di accompagnarla con più credibilità, per favore, perché questo ha un costo che pagano tutti i cittadini e forse dovremmo ricordarlo tutti i giorni. Ma non basta questo per aumentare la crescita; bisogna parlare di contenuto, ecco perché è importante che ci sia più flessibilità nel bilancio, perché contenuto vuol dire anche rivedere le priorità, questo sì, non c'è niente di male, ma rivederle non per partito preso, ma con una logica economica e soprattutto complessiva.

È stato, da molti, se non da tutti, enunciato il principio che ci vogliono più investimenti pubblici; io condivido, ritengo che si debba spendere di più e meglio, ma sappiamo anche perché i soldi che sono stati accumulati non si spendono; ci sono problemi di gestione dell'amministrazione, problemi di procedure, problemi di regole. Io dico a tutti: se siamo tutti d'accordo che ci vogliono più investimenti pubblici, mettiamoci insieme a valutare perché è così difficile alimentarli, entriamo nel concreto delle scelte e non della demagogia.

Ma la crescita - e ho finito, signora Presidente - non dipende solo dagli investimenti pubblici, che pure sono essenziali, dipende anche dall'attività del settore privato, dipende dalle imprese, dipende dagli investimenti privati, dipende naturalmente dai consumi delle famiglie; e queste decisioni da cosa dipendono, a loro volta? Dipendono, evidentemente, dalle risorse che si hanno a disposizione e le risorse che i Governi passati hanno messo a disposizione delle imprese hanno significativamente aumentato i loro investimenti. Ma non dipendono solo da questo, dipendono, anche qui, dal fattore fiducia, dalla consapevolezza che si può e si deve investire in Italia, perché è un Paese in cui è facile produrre, investire e creare occupazione.

Allora, questa possibilità, questa grande ricchezza che l'Italia ha dimostrato di avere fino a poco tempo fa sembra indebolirsi pericolosamente, e perché questo? Non tanto per singole iniziative, anche se in questi mesi il Governo ha dato prova di essere molto bravo a mettere sul tappeto singole iniziative molto dannose, ma soprattutto per lo stile di Governo che denota incapacità, incompetenza e, comunque, fonte di confusione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico ), fonte di incertezza, e questo è un altro danno che con il semplice dire e non fare questo Governo sta procurando al Paese.

Speriamo che col nuovo bilancio, almeno, si possano attutire i danni di questo tipo di azione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Frassini. Ne ha facoltà.

REBECCA FRASSINI (LEGA). Signor Presidente, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, oggi, siamo qui ad esaminare il Rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2017 e le disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2018.

Questi provvedimenti in discussione sono funzionalmente collegati. L'assestamento di bilancio per il 2018 altro non è che l'aggiornamento, a metà esercizio, degli stanziamenti decisi con l'approvazione del bilancio di previsione per il 2018, approvato a fine 2017. Diciamo subito, Presidente, che entrambi questi provvedimenti sono il frutto di politiche da noi non condivise che, nei fatti, non hanno tenuto conto dei reali bisogni della nostra gente e che, nei fatti, non sono riuscite a risolvere i problemi che affliggono questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

Un dato su tutti: la pressione fiscale si riduce dal 42,7 per cento del 2016 al 42 e mezzo per cento del 2017, lo 0,2 per cento. Quindi, riavvolgendo il nastro di questi ultimi anni, dal 2014 ad oggi, le misure adottate dai Governi di centrosinistra hanno ridotto, sì, la pressione fiscale, di un solo punto percentuale. Questo, poi, in base ai conti del precedente Governo, perché mi perdoni, Presidente, ma non credo proprio che gli italiani abbiano la stessa percezione e forse gli illustri colleghi del PD avrebbero dovuto stare meno nei palazzi è più tra la gente, e si sarebbero resi conto della realtà, fuori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier)!

Questa è la dimostrazione che le politiche di bilancio fatte in questi anni non hanno assolutamente dato gli effetti sperati; anzi, sono state politiche di bilancio volte ad aumentare il debito pubblico senza portare, però, una reale diminuzione della pressione fiscale del nostro Paese, una tra le più alte d'Europa e che è divenuta, ormai, insostenibile.

Sono state, quindi, tutte politiche di bilancio che, come i miei colleghi presenti in quest'Aula la scorsa legislatura avevano detto e preannunciato con largo anticipo, non hanno dato i risultati purtroppo annunciati.

A nostro avviso, quindi, il punto non è sul “se”, ma sul “come” si vuole agire la leva di una manovra economica. Le difficoltà che continuano a mordere la pelle viva dei cittadini italiani, infatti, non possono essere affrontate come è stato fatto sinora. Servono scelte coraggiose, che permettano al nostro Paese in tempi brevi di ridare rilancio alla crescita, di alleggerire la pressione fiscale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

E sicuramente, Presidente, il provvedimento sulla flat tax, che troverà una prima attuazione nella prossima legge di bilancio, va nella giusta direzione. Se riusciamo, infatti, ad aiutare le partite IVA, i commercianti, gli artigiani, i piccoli imprenditori, è già un primo passo, perché anche loro sono padri e sono madri. E un euro di tassa in meno è un euro in più per i loro figli.

Volendo ora allargare la visuale a contesti più generali di economia e di finanza, ma soprattutto di vivibilità e sostenibilità per i nostri cittadini, non si possono eludere alcune considerazioni di fondo, come ad esempio che la scelta politica di questi ultimi anni di sottomettere la crescita al rispetto dei vincoli europei ha stancato, perché è insostenibile nei fatti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier). E non perché il nostro non sia un popolo incline al sacrificio. Ma, basta! Ha stancato perché comporta un peso umanamente insostenibile e perché, a ben vedere, non risponde ad alcuna logica né di giustizia, né di politica, né tantomeno economica. E, per di più, è vissuta come una gratuita vessazione, imposta da un contesto europeo ingiusto ed incapace, evidentemente, di soddisfare i bisogni dei singoli popoli.

Signor Presidente, alla luce di quanto detto finora, non possiamo che valutare con estrema serietà e con molta criticità questi due provvedimenti, che di fatto certificano il fallimento delle politiche del Governo Renzi prima e del Governo Gentiloni poi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

Mi avvio a concludere, Presidente. Allo stesso tempo, siamo ben consapevoli che la mancata approvazione di questi due provvedimenti avrebbe delle ripercussioni gravissime. Dobbiamo guardare, quindi, avanti e andare avanti, perché questo Governo deve pensare - e lo sta già facendo - a fare crescere questo Paese, a fare andare in pensione chi ne ha diritto, ad aprire il mondo del lavoro ai ragazzi che altrimenti scappano. E devono scappare, purtroppo, all'estero, perché fino ad ora non c'è stato nessuno che garantisse loro futuro. Occorre ridurre le tasse a milioni di italiani, tagliare la burocrazia, rottamare le cartelle di Equitalia.

Alla luce, Presidente, solo di queste ultime considerazioni, annuncio con un'unica dichiarazione il voto favorevole del mio gruppo parlamentare, sia sul Rendiconto del bilancio dello Stato 2017 sia sull'assestamento del 2018 (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-SalviniPremiere MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Donno. Ne ha facoltà.

LEONARDO DONNO (M5S). Presidente, rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, il disegno di legge di assestamento ha la funzione di consentire, a metà esercizio, un aggiornamento degli stanziamenti di bilancio, tenendo conto anche della consistenza dei residui attivi e passivi, accertata in sede di rendiconto dell'esercizio scaduto il 31 dicembre scorso.

Per questo motivo si connette funzionalmente con il Rendiconto del bilancio relativo all'esercizio precedente. L'esame in sede referente, in Commissione bilancio, si è concluso con l'approvazione di due emendamenti.

Vi è l'emendamento che ha trasferito le risorse finanziarie iscritte nello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, pari a 500 mila euro, al Ministero dell'economia e delle finanze, per una più pertinente allocazione della spesa, al fine di consentire il completamento delle procedure di assegnazione dei fondi destinati in favore del Milan center for food law and policy, autorizzati per l'anno 2018 dalla legge di bilancio.

Il secondo emendamento è volto a sostenere, nell'ambito dello stato di previsione del Ministero dei beni e delle attività culturali, le attività dello spettacolo dal vivo e a favorire l'interazione con l'offerta culturale turistica ed educativa e comporta un onere pari a 10 milioni di euro per l'anno 2018, al quale si fa fronte mediante riduzione delle risorse finanziarie, stanziate su alcuni programmi di spesa del medesimo stato di previsione per il corrente anno finanziario.

Qualcuno potrebbe pensare che non abbiamo fatto abbastanza. Questo perché la nostra è una politica differente: è la politica del cambiamento. Questo cambiamento vogliamo farlo con riforme strutturali, che diano al Paese le basi per andare avanti nella crescita economica e nello sviluppo.

Le politiche di austerità di questi ultimi anni hanno portato ad un peggioramento delle condizioni di vita dei cittadini e dell'economia.

Il MoVimento 5 Stelle, coerentemente con quanto detto in campagna elettorale, introdurrà nella manovra finanziaria tre temi centrali del contratto di Governo: pensioni, reddito di cittadinanza e riduzione della pressione fiscale.

Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, mi preme ricordare che si tratterà di una misura di ampio respiro, a differenza di quelle messe in piedi negli anni passati dai Governi di centrosinistra, come il Rei (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La nostra misura andrà a salvaguardare tutti i cittadini in condizioni di grave povertà, pensionati minimi inclusi, e offrirà a chi è in età da lavoro l'opportunità di reinserirsi e formarsi professionalmente. È una misura di politica attiva del lavoro, oltre che una manovra a sostegno della domanda interna e dei consumi. La pensione di cittadinanza, in particolare, verrà finanziata grazie anche al taglio, nella parte non corrispondente ai contributi versati, delle pensioni d'oro sopra i 4.500 euro mensili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Sul lato delle imprese, poi, la nostra priorità sarà ridurre la pressione fiscale, ben più di quanto abbiano fatto i Governi a guida PD, che hanno tagliato nel frattempo la spesa corrente per beni, servizi e stipendi pubblici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Semplificheremo il sistema fiscale, riducendo le aliquote per le partite IVA e le piccole imprese, e combatteremo la burocrazia in eccesso, attraverso una serie di misure chirurgiche.

Le nostre sono politiche strutturali, che guardano al medio e al lungo periodo, così da offrire stabilità al quadro normativo, ai consumatori e alle imprese. Non sono più ammissibili mancette elettorali a singole categorie sociali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Nella legge di bilancio invertiremo le politiche fallimentari degli ultimi anni, come abbiamo già iniziato a fare sul versante del lavoro. Ricordo ai colleghi qui presenti che il decreto dignità è stato il primo grande passo verso lo smantellamento del Jobs Act, che tanti danni ha provocato. Abbiamo iniziato la nostra lotta senza quartiere al precariato, incentivando i contratti stabili e disincentivando il ricorso immotivato a quelli a termine, ostacolando il ricorso selvaggio al lavoro interinale, ed introdotto così seri vincoli alle delocalizzazioni.

A qualcuno forse è sfuggito che pochi giorni fa questo Governo ha reintrodotto anche la cassa integrazione per cessazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), eliminata irresponsabilmente dal Governo Renzi, sempre con il Jobs Act. I lavoratori di aziende che delocalizzano o chiudono i battenti tornano finalmente a respirare. E penso, nello specifico, agli oltre 300 lavoratori della multinazionale Bekaert, che sarebbero stati lasciati in strada fino a pochi giorni fa, ma grazie al nostro intervento continueranno a prendere uno stipendio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lo abbiamo promesso e lo faremo: smonteremo il Jobs Act, pezzo per pezzo, restituendo finalmente dignità ai lavoratori.

In conclusione, Presidente, con la manovra finanziaria, dimostreremo la forza e la coerenza di questo Governo, il Governo del cambiamento. Ma soprattutto ribadiremo il nostro “no” ad una politica che fa gli interessi di pochi. E, con questo, dichiaro il mio voto favorevole da parte del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà. Onorevole Fatuzzo, intende intervenire?

CARLO FATUZZO (FI). In quest'Aula, laddove si sente così male e l'acustica è così imperfetta, non riesco a sentire neanche il mio nome. Chiedo, quindi, scusa e dico, per l'assestamento di bilancio, certo che va assestato. Anticipare l'età di pensione, per dare lavoro ai giovani. È questo il programma del Partito Pensionati e del gruppo a cui appartengo. I giovani non troveranno mai lavoro, se non si lascia il lavoratore, che vuole andare in pensione, libero di prendere la sua pensione. I pensionati non sono e non devono essere solamente gli ultimi nelle decisioni dello Stato. Viva i pensionati! Pensionati, all'attacco!

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 851-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 851-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 851-A: "Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2018".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

In morte dell'onorevole Silvestre Saverio Liotta.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Silvestre Saverio Liotta, già membro della Camera dei deputati dalla XII alla XIV legislatura.

La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Presidente, devo ricordare che qualche giorno addietro, l'8 settembre, a Roma, un'ottantunenne pensionata è stata scippata, come succede di frequente in tutte le città d'Italia. È stata strattonata ed è caduta a terra fratturandosi il femore. È stata derubata della sua borsa, che conteneva il pasto e alcuni medicinali per il figlio inabile, che curava come ogni giorno. Mi auguro che il Ministro dell'Interno - e sono felice se lei si farà portavoce di questa richiesta, che non è solo mia ma di tutti i cittadini, giovani e anziani, ma gli anziani di più sopportano queste ingiustizie -, faccia sì che ci sia più sorveglianza. Io vedo fuori dal Parlamento, al Colosseo, decine e decine di camion di militari con le armi in pugno, ma questo dobbiamo farlo dovunque sia possibile, perché tutti i cittadini debbono avere il diritto di camminare per le strade d'Italia. Viva i pensionati! Pensionati, all'attacco!

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 19 settembre 2018 - Ore 10,30:

(ore 10,30 e ore 16)

1. Dichiarazione di urgenza e fissazione del termine per la relazione all'Assemblea sulla proposta di legge n. 1066 .

2. Dichiarazione di urgenza e fissazione del termine per la relazione all'Assemblea sulla proposta di legge n. 543 .

3. Dichiarazione di urgenza e fissazione del termine per la relazione all'Assemblea sulla proposta di legge n. 893 .

(ore 15)

4. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 18,45.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 4 la deputata Gribaudo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 10 il deputato Galantino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 11 il deputato Mollicone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 19 il deputato D'Uva ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 21 le deputate Bellucci e Tartaglione hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 21 il deputato Nobili ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 850 - articolo 1 493 368 125 185 368 0 65 Appr.
2 Nominale articolo 2 495 370 125 186 370 0 65 Appr.
3 Nominale articolo 3 503 375 128 188 375 0 65 Appr.
4 Nominale articolo 4 505 376 129 189 376 0 65 Appr.
5 Nominale articolo 5 503 372 131 187 372 0 65 Appr.
6 Nominale articolo 6 504 374 130 188 374 0 65 Appr.
7 Nominale articolo 7 507 378 129 190 378 0 65 Appr.
8 Nominale Ddl 850 - voto finale 506 377 129 189 377 0 64 Appr.
9 Nominale Ddl 851-A - Tab. 2.1 507 409 98 205 127 282 64 Resp.
10 Nominale Tab. 2.2 507 411 96 206 129 282 64 Resp.
11 Nominale Tab. 3.1 509 508 1 255 113 395 64 Resp.
12 Nominale Tab. 4.1 511 511 0 256 118 393 64 Resp.
13 Nominale Tab. 8.1 512 512 0 257 117 395 64 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 21)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale Tab. 8.2 509 508 1 255 116 392 63 Resp.
15 Nominale Tab. 12.100 511 421 90 211 420 1 63 Appr.
16 Nominale articolo 1 515 403 112 202 284 119 63 Appr.
17 Nominale articolo 2 513 404 109 203 287 117 63 Appr.
18 Nominale articolo 3 507 395 112 198 282 113 63 Appr.
19 Nominale articolo 4 507 395 112 198 279 116 63 Appr.
20 Nominale odg 9/851-A/1 504 504 0 253 504 0 63 Appr.
21 Nominale Ddl 851-A - voto finale 485 392 93 197 283 109 63 Appr.