Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 30 di giovedì 19 luglio 2018

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

La seduta comincia alle 9,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Benvenuto, Bitonci, Bonafede, Claudio Borghi, Brescia, Buffagni, Castiello, Cominardi, Davide Crippa, D'Uva, Di Stefano, Gregorio Fontana, Lorenzo Fontana, Fugatti, Fusacchia, Galli, Gallo, Garavaglia, Gava, Gelmini, Giaccone, Grande, Grillo, Guidesi, Liuzzi, Lorefice, Manzato, Molinari, Morrone, Pastorino, Ruocco, Tofalo, Valente e Villarosa sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente settantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,09).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta che riprenderà alle ore 9,30.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta, sospesa alle 9,10, è ripresa alle 9,35.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 435 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 maggio 2018, n. 55, recante ulteriori misure urgenti a favore delle popolazioni dei territori delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016 (Approvato dal Senato) (A.C. 804).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 804: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 maggio 2018, n. 55, recante ulteriori misure urgenti a favore delle popolazioni dei territori delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016.

Ricordo che nella seduta di ieri è stata da ultimo respinta la parte ammissibile dell'emendamento Paolo Russo 1.11.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 804)

PRESIDENTE. Passiamo dunque all'emendamento Cortellazzo 1.12, sul quale i relatori e il rappresentante del Governo hanno formulato un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare il sottosegretario Castelli. Ne ha facoltà.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Buongiorno, colleghi.

PRESIDENTE. Per favore…

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Il Governo, dopo questi giorni di lavoro nelle Commissioni e in Aula, con un dibattito che si è prolungato emendamento dopo emendamento per ancora approfondire e dirci che cosa serve sul tema terremoto e sul tema sisma, oggi crede che sia il caso di approfondire ancora e accogliere le vostre domande, quelle che in questi giorni ci avete fatto, per cercare di spiegarvi come il Governo intenda distribuire i provvedimenti che i due rami del Parlamento ci hanno chiesto in queste settimane per poter risolvere definitivamente i problemi.

Come vi abbiamo già detto, il Governo intende a brevissimo emanare un decreto-legge “proroghe” e all'interno di quel provvedimento inserirà uno di quei provvedimenti che avete chiesto con forza, su cui entrambi i rami del Parlamento sono d'accordo, che riguarda la consegna dell'indice di vulnerabilità sismica delle scuole, perché crediamo fortemente che - così come sappiamo tutti - quel fondo che serve proprio per valutare la vulnerabilità sismica non basti. Ce lo siamo detti, ne siamo consapevoli e credo che tutti siamo d'accordo che i sindaci non possano essere lasciati da soli e che non gli si possa chiedere di fare un lavoro quando non gli si danno le risorse necessarie. Questo sta a cuore a tutti e questo sarà affrontato nel DL “proroghe” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

E' chiaro che c'è un tema più ampio che riguarda l'adeguamento sismico, sul quale va fatto un ragionamento più ampio che si chiama “investimenti” e su questo il Governo ha intenzione di provvedere con un ragionamento più ampio, perché altrimenti ci troveremo a mettere, giorno dopo giorno, un fondo di qua e un fondo di là senza poter risolvere la questione in maniera definitiva.

Poi, come vi abbiamo già detto nei giorni scorsi ci sarà la legge di bilancio ed io vorrei veramente dirvi quanto questo lavoro sia stato utile per poter mettere insieme quelli che sono i provvedimenti e le istruttorie che porteranno il pacchetto del terremoto nella legge di bilancio. Parliamo nel dettaglio di indennizzo delle vittime del terremoto: ne abbiam parlato e sappiamo tutti che servono delle risorse, risorse che saranno previste nella legge di bilancio. Parliamo dell'abbattimento del carico fiscale: in questi anni tante volte abbiamo lavorato sull'abbattimento del carico fiscale. Parliamo della sospensione dei muti, della sospensione delle bollette e dei tributi in generale, dei privati e delle imprese. Questo sarà affrontato nella legge di bilancio, perché lì sarà possibile programmare le risorse. Poi c'è la proroga della zona franca urbana, che si chiama proroga ma necessita di risorse. Anche questa nell'ambito della legge di bilancio il Governo si impegna a inserirla nel pacchetto terremoto.

Poi c'è ancora la questione del personale per i comuni. Chi in quest'Aula è sensibile ai comuni - me compresa, mi permetto di dire - sa quanto è necessario continuare a credere nel personale che nei comuni affronta il tema del sisma e lo fa tutti i giorni con dedizione, e servono i finanziamenti delle risorse per poterli continuare ad avere all'interno dei comuni. Anche questa parte sarà nella legge di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Per quanto riguarda lo stesso tema del de minimis che abbiamo affrontato, ringrazio tutti i colleghi di questo ramo del Parlamento, ma soprattutto del Senato, che insieme hanno voluto trovare una soluzione sul tema del de minimis, per il quale il Governo si è già impegnato - e lo fa ancora, perché ci crede fortemente - a rifocillare quelle imprese che oggi a L'Aquila non sono sicure di avere la possibilità di rimettere in piedi le proprie attività per questo fraintendimento, diciamo così, con Bruxelles. Questo sarà finanziato con la legge di bilancio, perché, come vi abbiamo raccontato, i tempi sono quelli necessari ad accertarsi qual è la cifra che per Bruxelles è considerata non congrua.

Poi ci sono le questioni ordinamentali, che quindi non possono essere né messe all'interno di un DL “proroghe” stringente, tanto meno in una legge di bilancio, che non può contenere norme ordinamentali. Quindi, su questo ragioniamo con provvedimenti ad hoc e con i prossimi provvedimenti che quest'Aula vedrà, con la volontà netta di inserire all'interno di provvedimenti ad hoc o che possano accoglierli provvedimenti come: più ore di permessi per i sindaci del cratere sismico. È necessario, ce lo avete chiesto, lo diciamo da anni: i sindaci del cratere hanno la necessità di avere più ore di permesso, questa è una cosa a cui noi crediamo e che sarà messa tra i provvedimenti ordinamentali, ci crediamo tutti perché ce lo siamo detti in queste settimane.

Crediamo che sia necessario mettere un sindaco nella cabina di coordinamento, ne abbiamo parlato l'altro ieri, questo è quello che ci hanno chiesto i piccoli comuni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), questo è quello che il Governo vuole e questo è quello che il Governo farà.

E poi c'è ancora una norma a cui teniamo tutti e che abbiamo provato fino all'ultimo ad inserire, che è l'inserimento, tra i soggetti attuatori, dell'università: anche su questa norma c'è la volontà di inserire, attraverso un intervento ordinamentale, l'università.

Sulla gestione commissariale: più volte, in questi giorni, si è detto che questo Governo ha le idee poco chiare. Le idee, guardate, sono chiarissime, abbiamo fatto tesoro di quella che è la storia della gestione commissariale attuale. C'è una scadenza naturale di quello che è il commissario, che io ringrazio personalmente e che ho potuto conoscere in questi anni e con il quale abbiamo potuto lavorare fianco a fianco e ha fatto un lavoro ottimo, tanto che crediamo che sia utile, ancora oggi, poter continuare a collaborare insieme fino alla scadenza naturale, perché a noi il colore politico non interviene in un tema così importante come quello del terremoto. E su questo voglio rassicurare quest'Aula, che ogni tanto ha avuto dei dubbi, che siamo certi che si possa migliorare la struttura commissariale, lo faremo, vi chiederemo anche come poterla migliorare alla luce di quelle che sono state le esperienze all'interno del Parlamento e del Governo precedente. Quindi, siamo sicuri di poter fare degli interventi di rifinanziamento della struttura commissariale all'interno di quella che è la legge di bilancio, che notoriamente ha il finanziamento della struttura commissariale.

In ultimo, vorrei ringraziare tutti i componenti delle Commissioni coinvolte, perché, anche se qualche volta abbiamo avuto la percezione che si alzassero i toni o che ci fossero dei fraintendimenti, credo che ci si sia confrontati in una maniera produttiva rispetto a quelli che sono problemi reali e, quindi, quando ci sono problemi reali è normale che le persone si scaldino e che vogliano il meglio. E quindi, per questo, ancora ringrazio tutti voi e credo che, da qui ai prossimi provvedimenti, come vi abbiamo raccontato, il confronto sarà sempre questo, franco: franco soprattutto perché è rivolto a persone che hanno perso, spesso, quasi tutto e che si meritano un Governo degno di questo nome e che possa risolvere definitivamente i loro problemi (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, all'emendamento Cortelazzo 1.12, sul quale il relatore e il rappresentante del Governo hanno formulato un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente. Anche per non lasciare, diciamo, cadere così, nell'ordinarietà, un intervento fatto dal Governo, dopo due, tre giorni, se a questi aggiungiamo anche la settimana dei lavori in Commissione, cinque giorni, di richieste incessanti da parte dell'opposizione, a cui è stato risposto semplicemente con un muro. Finalmente il Governo ha proferito una parola; qualche martellata, per dirla in maniera michelangiolesca, è stata necessaria, però finalmente dai banchi del Governo qualcuno si è svegliato e ha pensato bene di proferire qualche parola.

Siamo soddisfatti delle parole proferite dal Governo? No, certamente no, però è un primo segnale. Certo, sottosegretaria Castelli, la questione Emilia-Romagna, la questione Ischia, non ve le dimenticate; magari nel corso della seduta, se avete qualcosa da dire su questo, visto che erano le famose questioni aperte che si dovevano affrontare in questo ramo del Parlamento e grazie all'inammissibilità vi sono state tolte dal tavolo delle questioni a cui dare risposta, io credo che nel corso di questa mattinata, anche su questo, abbiate il dovere di dire quando e dove pensate di affrontare temi che riguardano popolazioni che non sono nel perimetro, diciamo geografico, di questo decreto, ma che non per questo sono popolazioni di serie B, non per questo vanno dimenticate, non per questo vanno abbandonate al loro destino e vogliono risposte da questa maggioranza e dal Governo.

Io ho ascoltato un applauso, che non esiterei a definire liberatorio da parte dei colleghi della maggioranza, dopo che lei, finalmente, dopo due giorni, si è degnata di dire che le questioni, come le ore di permesso per gli amministratori, l'inserimento dei sindaci nelle cabine di regia, i soggetti attuatori dell'università, non sono campate in aria, perché, vede, sottosegretaria Castelli, la sensazione che abbiamo avuto in tutte queste giornate, rispetto all'atteggiamento del Governo e della maggioranza, era che ci fossero dei pazzi che andavano da soli contromano in autostrada, convinti che i pazzi fossero gli altri e, invece, magari i pazzi eravamo noi, che sollevavano delle questioni nel totale mutismo del Governo e del relatore, nella totale e silente ostilità del comportamento concludente della maggioranza, che con i propri voti ha bocciato ciascuna di queste proposte.

E guardate, se qualcuno tra gli amanti del feticismo parlamentare che segue i nostri lavori parlamentari si domandasse: ma se tutte queste cose sono vere, perché non affrontarle in questo decreto, visto che non scade domani, ma scade il 28 luglio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppoPartito Democratico)?

Chiunque si facesse questa domanda, non farebbe una domanda campata in aria, perché la verità è che non ci avete detto l'unica cosa che forse andava detta in tutto questo dibattito, cioè perché non siete disponibili a raccogliere tutte queste questioni, anche a costo zero, in questo decreto.

Ma passi anche questo, perché su certe questioni abbiamo rinunciato a voler capire: ve la prendete voi la responsabilità. Tenete presente quello che vi ho già detto nel corso di questo dibattito: la legge di stabilità, la legge di bilancio, entra in vigore il 1° gennaio 2019, quindi non date risposte nella legge di bilancio per scadenze che sono antecedenti, per coperture che vanno trovate prima, per certezze che vanno date, anche in continuità, prima di quella data.

Mi conforta, almeno in parte, il fatto che si stia pensando, si stia ragionando di altri provvedimenti normativi; probabilmente a un altro decreto sul terremoto oppure - perché no? Lancio una provocazione, ma fino a un certo punto, come proposta anche al Ministro Fraccaro - un piccolo disegno di legge, che venga depositato in Parlamento oppure, addirittura, di iniziativa parlamentare, magari partito dall'opposizione o dalle opposizioni, su questo tema, che metta in fila una quantità di cose che sono rimaste fuori da questo provvedimento e a cui si garantisca, con un certo buonsenso, dei tempi certi.

Credo che sarebbe una bella pagina di vita parlamentare, di esempio di come si lavora insieme. Resta di fatto che, probabilmente, di tutto questo esame parlamentare, rimarrà un solo rammarico, sottosegretaria Castelli e Ministro Fraccaro: che non si sono riusciti a sbloccare nemmeno 1, 2, 3 milioni di euro per una cosa, una, che magari poteva stare a cuore a tutti.

PRESIDENTE. Concluda.

SIMONE BALDELLI (FI). E, allora, forse lo vedremo nell'esame degli ordini del giorno come si sblocca qualche milione di euro, nell'interesse di tutti e in maniera condivisa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO (FI). Grazie, Presidente. Intanto, abbiamo finalmente la certezza che il Governo parla. Dopo due giorni di dibattito parlamentare sostanzialmente a Governo silente, dopo due giorni di muro incomprensibile, dopo alcuni giorni di domande inevase da parte dei colleghi di ogni gruppo politico, finalmente il Governo ritiene di esprimersi, suggerendo a quest'Aula una serie di soluzioni di là da venire.

Non possiamo non stigmatizzare questo comportamento, sapendo due cose, però, Presidente. La prima: tutte le misure ordinamentali non capiamo perché non possano entrare in questo provvedimento. Mi pare suggestivo che sia necessario un tempo così lungo, così ampio…

PRESIDENTE. Concluda.

PAOLO RUSSO (FI). …per misurare la necessità di risorse.

E poi non ho ascoltato una parola su due questioni importanti che riguardano il terremoto di Ischia, quello dell'Emilia-Romagna e quello di Mantova. Attendiamo che anche su quelle vicende, alla luce del fatto, Presidente, che, due giorni fa, il Ministro dei beni culturali è stato ancora in visita…

PRESIDENTE. Concluda.

PAOLO RUSSO (FI). … a promettere - sto concludendo, grazie - un intervento, mi aspettavo che in quest'Aula il sottosegretario Castelli ci indicasse quando si occuperà anche di quel terremoto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). La ringrazio, signor Presidente. C'è voluta la caparbietà dell'opposizione, il lavoro di numerosi colleghi del Partito Democratico, oltre che delle altre forze d'opposizione, per consentirci, finalmente, di ascoltare la voce del Governo; una voce che nei giorni scorsi è stata probabilmente impegnata tra minacce al Ministro Tria di essere asfaltato, se non dava le deleghe, e lezioni di macroeconomia in Commissione. Quindi, possiamo comprendere la difficoltà di potersi esprimere in quest'Aula per assumere delle posizioni cogenti, come, peraltro - lo vorrei ricordare alla rappresentante del Governo che è intervenuta -, un Governo dovrebbe fare. Infatti, vorrei dare una comunicazione di servizio al viceministro o sottosegretario, non ho ancora ben capito, che è intervenuto. Non è più in campagna elettorale e si dà la circostanza che ella, per uno dei misteriosi motivi della storia che i posteri sindacheranno, è al Governo. E il Governo non fa promesse, non assume vaghe e indeterminate affermazioni: il Governo addotta provvedimenti, emana decreti, fa leggi, il Governo si assume delle responsabilità.

Su questi punti specifici, lei, viceministro Castelli, è venuta qui a ripeterci cose anche interessanti.

Sa perché interessanti? Perché facevano parte di emendamenti che il gruppo del Partito Democratico ieri ha presentato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e che la sua maggioranza ha bocciato su vostra indicazione. Ora, delle due l'una: o vi mettete d'accordo con questa sorta di schizofrenia interna oppure, anziché governare, chiedete degli affidavit sulla fiducia e sulla speranza. E noi, evidentemente, non possiamo entrare in questa forma di esoterismo della discussione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Noi qui siamo chiamati a fare leggi, e, in conseguenza di questo, mi permetterei esclusivamente di dare un piccolo consiglio, molto sommesso: le questioni che noi abbiamo voluto sottoporre all'Aula con il lavoro certosino di molti colleghi non sono questioni legate ad aspetti di carattere politico di schieramento - tant'è vero che il nostro gruppo, sotto questo profilo, adotterà, come diremo successivamente, una positiva espressione -, ma sono riferite a delle operatività per consentire alle amministrazioni di intervenire.

Attenzione, perché affidare ad un “milleproroghe”, che, in maniera del tutto inusuale, ci si annuncia essere un sogno di una notte di mezza estate, e a una legge di bilancio, che è troppo lontana dal punto di vista dei tempi e ancorché della formazione delle volontà, perché abbiamo sentito anche in quest'Aula una serie di impegni, ancorché generali, che hanno, però, una pregnanza molto rilevante dal punto di vista dei numeri, degli stanziamenti e dei contenuti finanziari. Sono impegni molto rilevanti di cui, signori del Governo, vi chiameremo a dover rendere conto in quella circostanza. Ma, in ogni caso, vi sono una serie di elementi che non possono essere rimandati lungo quel percorso. E, allora, l'invito che noi vi facciamo e la richiesta che noi esprimiamo in questo contesto è di guardare non con gli occhi della ideologia, non con il paraocchi dello schieramento, i contenuti che qui abbiamo portato, perché sia possibile, nel provvedimento che inusualmente voi andrete ad adottare, dare quelle risposte alle comunità di quei territori che da tempo si attendono, e che non si attendevano dal Governo del cambiamento un balletto di posizioni degno delle primissime epoche di questa Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, colleghi, ieri mi ero permesso in un intervento di definire la situazione che stavamo vivendo una situazione kafkiana, e quindi, da questo punto di vista, esprimo un apprezzamento: siamo tornati nella dimensione corretta di un dibattito parlamentare, nella distinzione dei ruoli, che noi rispettiamo, evidentemente, quello del Governo, dell'Esecutivo, e quello di questa Assemblea. Quindi, da questo punto di vista, esprimiamo apprezzamento per l'intervento del Governo. Ci permettiamo di osservare che questo intervento, se fosse stato fatto due giorni fa, all'inizio del dibattito, avrebbe molto agevolato, credo, il nostro lavoro; e quindi, per il futuro, in situazioni analoghe, noi ci aspettiamo un comportamento analogo da parte dell'Esecutivo.

Questo nel rispetto del lavoro parlamentare, nel rispetto, ovviamente, anche del dibattito e del confronto tra maggioranza e opposizione. Da questo punto di vista, noi sottolineiamo, però, un aspetto importante, Vice Ministro Castelli: è ovvio che lei in questa fase non poteva che rimandare a provvedimenti futuri; lo ha fatto, lo ha fatto sia rispetto a questo imminente decreto “proroghe” sia rispetto a una data più lontana, che è quella della legge di bilancio. Le chiediamo, ovviamente, anche in relazione allo sforzo che credo noi abbiamo fatto - noi abbiamo presentato dieci emendamenti in Commissione e quattro in Aula -, risposte puntuali e precise, perché, come è stato detto anche da chi è intervenuto prima di me, non stiamo parlando di questioni ideologiche. Stiamo parlando di questioni concrete, che riguardano la vita di centinaia di migliaia di persone, la vita quotidiana; e quindi, da questo punto di vista, è importante che siano date risposte certe e puntuali.

C'è, infine, una preoccupazione che vorremmo segnalare al Governo, una preoccupazione per noi fondamentale, che è il futuro della struttura commissariale, cioè come si pensa sostanzialmente di affrontare non soltanto l'oggi ma soprattutto il tempo che abbiamo di fronte nella gestione del post terremoto che, come tutti sappiamo e l'esperienza dell'Aquila, per esempio, ci insegna, non dura, purtroppo, pochi mesi ma può durare anche oltre un decennio.

Quindi, da questo punto di vista ci aspettiamo una risposta anche a questo interrogativo, interrogativo, diciamo, di struttura e di funzionamento e, quindi, da questo punto di vista noi riprendiamo la discussione sugli emendamenti con, io credo, lo spirito corretto, lo spirito corretto di un dialogo, come è giusto che sia, tra Governo e Parlamento, invece che un silenzio che, francamente, nelle giornate precedenti è stato un silenzio imbarazzante e che non vorremmo più sentire e vedere in questi termini (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Presidente, finalmente dopo tanto discutere il Governo batte un colpo. C'è, esiste e ci dà delle spiegazioni e forse se lo avesse fatto in Commissione, quando abbiamo tentato in tutti i modi - e tutti i gruppi lo hanno fatto, per la verità - di sapere qual era la strada e qual era la strategia, ci saremmo sicuramente risparmiati tante parole e anche, magari, tante contrapposizioni. Ci fa piacere che su molti temi ci sia condivisione perché, Presidente, eravamo entrati anche un po' in crisi di identità dopo aver ripetuto per tanto tempo le stesse cose e averle ripetute a un muro che non ci dava nessun segno, nemmeno emozionale, nemmeno una scossa con la testa.

Oggi finalmente apprendiamo, dall'onorevole Castelli, che non abbiamo detto stupidaggini. Abbiamo sostenuto tesi condivise e condivisibili che sono, per la verità, quelle che conosciamo tutti, quelle che ci provengono dai territori. Abbiamo condiviso gran parte delle problematiche ed è un punto, un punto di partenza. Però, onorevole Castelli, non ci siamo sul tema più importante, che è il tema del tempo. Il tempo è il tema della ricostruzione. Il tempo era ieri e, per fortuna, il tempo è ancora oggi. Non è sicuro che sia domani e non si capisce perché più di 90 emendamenti, che hanno avuto il parere favorevole della vostra Commissione bilancio e che, quindi, non prevedono nessun impegno di spesa, di 90 emendamenti dicevo, di cui gran parte presi sui territori e ricevuti - voi lo sapete bene - dai sindaci e dai comitati, non ne è passato nemmeno uno.

Le leggo - e concludo Presidente - un passaggio che credo che faccia perfettamente la fotografia del tema del tempo: “A noi sembra che ci sia una grande emergenza e che lo Stato arrivi sempre ultimo. La pressione non aspetta mica le vostre scadenze. In questo momento l'unica parola dovrebbe essere: velocità”. Questo l'ha detto lei, onorevole Castelli: l'ha detto lei nella scorsa legislatura. Perché ha cambiato idea? Il tema è questo (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'emendamento 1.12 Cortelazzo, sul quale il relatore e il rappresentante del Governo hanno formulato un invito al ritiro.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.12 Cortelazzo, sul quale la Commissione, il Governo e la V Commissione (Bilancio) hanno espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.13 Cortelazzo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.14 Cortelazzo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.104 Pezzopane.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Questo emendamento è particolarmente importante e ho ritenuto opportuno presentarlo perché poco fa il sottosegretario Castelli, nell'elenco delle cose che ha detto che prenderà in considerazione, ha indicato proprio l'iniziativa di abbattere il carico fiscale da restituire. Questa è, naturalmente, una buona notizia. Però, voglio ricordare, al sottosegretario Castelli, ad alcuni parlamentari, nonché al Governo, che esponenti del MoVimento 5 Stelle eletti in Abruzzo il 28 maggio, con un comunicato stampa, annunciavano di aver predisposto un decreto, un decreto - una bozza - da approvare al primo Consiglio dei Ministri di quello che doveva essere il Governo del cambiamento. Il decreto, dice sempre il collega del MoVimento 5 Stelle, che sarebbe andato in approvazione al primo Consiglio dei Ministri del nuovo Governo, prevedeva la proroga del termine per l'inizio del recupero delle imposte, prevedeva la restituzione in cinque anni, anziché in due anni come previsto, e prevedeva la decurtazione, pari al settanta per cento delle tasse dovute. Quindi non più la restituzione totale - dice sempre il parlamentare Cinque Stelle a nome anche di altri - delle somme sospese ma solo il trenta per cento con l'obiettivo di sostenere ulteriormente le popolazioni colpite dal terremoto, come è stato fatto per il sisma del 2009. Insomma il 28 maggio il MoVimento 5 Stelle annuncia la bozza di un decreto che sarebbe stato approvato al primo Consiglio dei ministri utile nel caso in cui ci fosse stato il Governo del cambiamento. Ebbene, il Governo del cambiamento c'è ma il decreto non l'abbiamo visto: ci vediamo bocciare gli emendamenti che trattano lo stesso argomento e ci dobbiamo accontentare di un annuncio. Ribadisco la forza del nostro emendamento e mi auguro che l'annuncio sia in linea con l'annunciato decreto da parte dei rappresentanti Cinque Stelle in cui essi sostenevano di voler fare tale importante decurtazione a vantaggio delle popolazioni. Aggiungo, per chi ha nostalgia del passato, che nel terremoto 2009 la cosiddetta decurtazione delle somme da restituire avvenne molto tempo dopo e a seguito di una grande manifestazione di popolo in cui alcuni di noi pure furono fermati dalla polizia e colpiti materialmente. Quindi fu il frutto di una battaglia: spero che non dovrà essere così nel caso dei terremotati delle regioni del centro Italia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.104 Pezzopane, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione). Vi chiedo che quando segnalate di non riuscire a votare ogni deputato lo faccia per sé: il deputato a fianco non deve alzare la mano perché altrimenti c'è troppa confusione.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.105 Pezzopane con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio). La votazione è aperta… Revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Verini. Ne ha facoltà.

WALTER VERINI (PD). Grazie, Presidente. Avevo preparato un intervento sull'emendamento criticando quello che si sta preannunciando cioè il respingimento anche di esso da parte di Governo e maggioranza e avevo intenzione anche di criticare i troppi e gravi silenzi che in queste due giornate di dibattito intenso con grandi contributi, credo, di buonsenso innanzitutto dei deputati del gruppo del PD ma anche di altre forze di opposizione, il muro di silenzio che il Governo in particolare aveva opposto a questa capacità di proposta delle opposizioni.

Poi ho ascoltato il sottosegretario Castelli prendere la parola e ho detto: si rompe il muro di silenzio e invece devo dire che si è certamente rotto il muro di silenzio ma io ho ascoltato dei suoni e anche qualche parola. Ma come si fa a dire “faremo”, “diremo”, quando oggi qui ed ora quelle cose si possono fare semplicemente accogliendo tante proposte delle forze di opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Vedete non hanno opposto un muro di “no”, come dicono, a questo emendamento sulla sospensione dei contributi: non dicono “no” all'opposizione, dicono “no” a tante popolazioni e alle categorie interessate. Così come hanno detto “no” a tante proposte in queste ventiquattr'ore. Dunque noi ci chiediamo: ma perché questo “no”, perché questo schiaffo alle popolazioni delle zone terremotate? Lo dico senza particolare voglia polemica perché siamo in un'Aula parlamentare e vorrei capire anche le ragioni di chi non la pensa come noi. Ritengo che non si possa essere reticenti perché non si accettano ora in questo momento: c'è un problema di coperture, non sapete dove trovarle? A parte il fatto che noi, da forza responsabile di opposizione ma responsabile, indichiamo anche le coperture ma se è quello il problema - lo si dica apertamente - non si sia reticenti, discutiamone perché noi vogliamo collaborare su questi temi. Vedete, su questioni come quelle in discussione un Governo, una maggioranza non lavorano in maniera chiusa e autoreferenziale: lo diciamo anche per testimonianza diretta. Sono stati terremoti devastanti e hanno provocato dolore, vittime e i Governi che si sono succeduti, quelli a guida Renzi e quello a guida Gentiloni, i commissari Errani prima e De Micheli poi, i sub-commissari hanno lavorato con condivisione coinvolgendo, ascoltando le popolazioni ma anche i parlamentari tutti, anche quelli che allora erano di opposizione. Vedete, voi sapete che a causa del continuo sciame sismico, a causa dei terremoti - non è stato solo quello del 24 agosto 2016 - c'è stato l'obbligo di cambiare i decreti, di aggiornarli, di calcolare le nuove conseguenze e ciò è stato fatto coinvolgendo tutti: così fa una classe dirigente degna di tale nome davanti a questioni che riguardano l'interesse collettivo. Dunque vi dico: voi non vi state comportando da classe dirigente.

Oggi uno studioso non della nostra parte. su un giornale romano Il Messaggero, Alessandro Campi dice che “Lega e Cinquestelle da quel che si è visto in queste prime settimane di vita dell'Esecutivo debbono ancora fare il salto mentale richiesto a chi, avendo conquistato i vertici dello Stato dopo una competizione elettorale legittima, non può più comportarsi come quando li contestava quotidianamente”. Non si può stare nelle istituzioni minandole dall'interno.

Inoltre non solo vi comportate come chi ha preso il potere ma non sa automaticamente diventare classe dirigente, vi comportate con chiusura contro il buonsenso e date uno schiaffo in generale all'Italia e al Paese ma oggi lo date alle popolazioni più fragili e più deboli, quelle colpite dal terremoto. Noi pensiamo che non sia civile, non sia giusto e non sia da classe dirigente assestare schiaffi alle forze più fragili e deboli e a una zona d'Italia che chiede semplicemente una cosa: futuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.105 Pezzopane, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.18 (parte ammissibile) Paolo Russo e 1.102 (parte ammissibile) Topo, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.19 Baldelli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. Intervengo brevemente sull'1.19, sull'1.20 e sull'1.21, che riguardano un tema che la sottosegretaria Castelli ha affrontato nel suo intervento, dicendo che sarà esaminato in sede di legge di bilancio. L'emendamento 1.19 prevede la proroga di un anno della sospensione delle bollette: chiaramente si tratta di un'iniziativa che, pur non avendo il parere contrario della Commissione bilancio in questo esame, comporta degli oneri, ma credo che sia un elemento di certezza nei confronti delle popolazioni terremotate poter contare su una linea di continuità, senza avere l'ansia che il 1° gennaio del 2019 si riapra questa partita. Quindi, invito, nel caso in cui riuscisse a trovare la copertura, ad inserire questa norma nel provvedimento di proroghe che dovrete fare, sul quale vi invito anche a valutare la tempistica di conversione, perché passerà del tempo dal momento in cui lo varerete in Consiglio dei ministri al momento in cui entrerà in vigore.

E vi consiglio di valutare la tempistica perché, essendo un decreto, sarà complesso presentarlo, diciamo, a fine mese o ai primi di agosto, anche per garantirgli un esame parlamentare degno di questo nome. Tenete a mente questa esigenza di percorso. Il secondo emendamento riguarda una specifica che, a nostro avviso, va fatta in relazione alle esenzioni, nel senso di specificare che le esenzioni riguardano anche quelli che sono oneri generali di sistema o oneri parafiscali, vale a dire tutta quella parte della bollettazione che non è riferita ai costi di consumo. Questo per evitare che ci siano persone, famiglie, imprese, studi, eccetera, a cui possano arrivare bollette pur non avendo fatto consumi né di energia né di gas né di acqua, ma a cui venga presentato il conto dei costi fissi che, nel frattempo, negli anni della sospensione, si sono accumulati. Il terzo elemento - lo faccio presente perché anche questa credo sia una delle ragioni di equità che ci troviamo di fronte quando parliamo di popolazioni colpite dal terremoto - è quello di un'uguaglianza di trattamento tra chi ha avuto la casa danneggiata nella zona rossa e chi ha avuto la casa danneggiata e, magari, dichiarata inagibile fuori dalla zona rossa.

Noi dobbiamo prevedere le esenzioni per tutti quelli che hanno lo stesso danno, non per tutti quelli che si trovano soltanto nella zona rossa, perché, a parità di danno, ci sarebbe un trattamento diverso.

Quindi è evidente che, anche da questo punto di vista, c'è una questione di carattere normativo ordinamentale, che va valutata e che deve essere tenuta presente nei prossimi provvedimenti di carattere normativo, che il Governo intenderà adottare. Su questo, io mi permetto di rilanciare la possibilità che sia una norma di carattere parlamentare, quella che si farà carico di questo problema.

Aggiungo - e concludo, Presidente - che, riguardo al terremoto, il Governo dovrebbe tenere presente l'ipotesi di una legge quadro, che riguardi gli eventi sismici, così come c'è per quanto riguarda le alluvioni. Immaginare una legge quadro significa fare un servizio che, nella disgraziata ipotesi in cui ci si trovasse di nuovo di fronte a questo tipo di calamità, sarebbe molto utile, perché prevedrebbe una sorta di elemento di protocollo di quadro nazionale di intervento, che poi lascerebbe alle varie regioni la loro autonomia e la loro discrezionalità negli interventi, ma sarebbe un impianto normativo, secondo me, molto utile alla Presidenza del Consiglio, alla Protezione civile e alle amministrazioni. Su questo, invito il Governo e anche questo ramo dell'Assemblea a fare una riflessione seria ed approfondita (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.19 Baldelli, con parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.20 Baldelli, con parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.21 Baldelli, con parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Acquaroli, con parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.106 Morgoni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Morgoni. Ne ha facoltà.

MARIO MORGONI (PD). Grazie, Presidente. Certamente non possiamo dirci né soddisfatti né rassicurati dalle dichiarazioni del Governo, ma, certamente, possiamo rivendicare al lavoro delle opposizioni, il lavoro svolto a partire dalle Commissioni e, poi, in questi giorni, in Aula, la capacità di aver fatto esprimere il Governo; io direi che siamo riusciti - usando un termine che mi perdonerete - ad estorcere delle dichiarazioni e qualche impegno al Governo su temi importanti che riguardano la ricostruzione. Tuttavia, non ho ascoltato, tra questi impegni, quello che riguarda il sostegno al reddito dei lavoratori e, in particolare, quello di cui tratta questo emendamento e, cioè, la situazione di un'azienda come la Whirlpool di Comunanza, tra le province di Fermo e Ascoli Piceno. Si tratta di un'azienda di 500 addetti, di oltre 500 addetti, che, poi, investe anche un indotto molto importante; è l'azienda più grande per quello che riguarda la parte meridionale del cratere. Per renderci conto di quello che è il contesto territoriale, teniamo conto che l'azienda si trova nel comune di Comunanza, un comune di 3 mila abitanti e l'azienda occupa oltre 500 addetti. L'azienda, attualmente, vive una situazione difficile, c'è un piano industriale piuttosto preoccupante che rischia di far perdere il posto di lavoro a 130 occupati; quindi, si tratta di intervenire, così come anche negli anni scorsi è stato fatto, con diverse e importanti misure per sostenere il reddito dei lavoratori. Si tratta, anche in questo caso, di intervenire, prorogando quella che è la durata degli impegni già assunti che vanno a scadenza il 31 dicembre 2018.

Rivendichiamo con orgoglio, come gruppo del Partito Democratico, che al Senato un nostro emendamento ha consentito, intanto, di spostare in avanti l'intervento per la cassa integrazione straordinaria, fino ai primi sei mesi del 2019, ma questo non basta. Ripeto anche al Governo che c'è un problema di tempistica; non possiamo lasciare questi lavoratori in una situazione di indeterminatezza, di incertezza per quello che riguarda il loro futuro.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 10,30)

MARIO MORGONI (PD). Quindi, con questo emendamento, noi proponiamo di eliminare il limite dei sei mesi previsto al Senato e di garantire che ci sia una traiettoria temporale più lunga che garantisca a questi lavoratori, intanto, certezza del reddito e sicurezza per le proprie famiglie, ma, poi, dia anche la possibilità di lavorare a che questa importantissima azienda possa avere una prospettiva produttiva e garantire quello, che fino ad oggi, è riuscita a garantire al territorio, in termini sicuramente importanti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Morani. Ne ha facoltà, per un minuto.

ALESSIA MORANI (PD). Sarò brevissima, Presidente. Intervengo per unirmi alla richiesta del collega Morgoni, perché la questione della Whirlpool di Comunanza è una questione essenziale, per la regione Marche, per quei 130 lavoratori che rischiano, in assenza di un intervento del Governo, purtroppo, di perdere il loro posto di lavoro. Quello è un comparto industriale essenziale, non solo per le Marche, ma per il Centro Italia e, anche, per l'Italia in senso lato.

Per cui io chiedo al sottosegretario Castelli, che è qui in Aula, di dire una parola su quei 130 lavoratori che aspettano di sapere qual è il loro destino.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.106 Morgoni, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.25 Nevi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.43 Morgoni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Fatuzzo. Ne ha facoltà.

CARLO FATUZZO (FI). Signor Presidente Rosato, intervengo per dichiarazione personale di voto sull'emendamento che lei ha appena nominato e che riguarda la concessione di una dilazione per il pagamento dei contributi previdenziali, nei confronti delle ditte e dei cittadini vittime del terremoto. Avrei voluto che si facesse molto di più di quello che viene chiesto in questo emendamento che mi trova favorevole e, cioè, che venissero accreditati i contributi figurativi a tutte le vittime del terremoto, aziende e cittadini, perché il fatto di essere vittima di un terremoto non ha minor merito di quando le donne hanno una maternità, di quando si hanno delle malattie, di quando si subisce un infortunio sul lavoro. Io credo, quindi, che si debba avere più riguardo nei confronti dei lavoratori e non danneggiarli, anche nella pensione, dopo che sono stati danneggiati nel momento che subiscono, purtroppo, il terremoto. Quindi, dichiaro il mio voto favorevole. Viva i pensionati! Pensionati, all'attacco (Applausi)!

PRESIDENTE. Onorevole Fatuzzo, il suo intervento è stato decisivo, ma c'è un parere contrario della Commissione, del Governo e anche della V Commissione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.43 Morgoni, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.26 Cortelazzo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.27 Cortellazzo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Grazie, Presidente; solamente a titolo personale e solo per rilevare, cogliendo l'occasione, quale sia l'importanza, anche nel testo dell'emendamento che abbiamo ora in esame, dell'impresa familiare e della previsione di agevolazioni per quanto riguarda le imprese familiari e i collaboratori familiari, ai sensi dell'articolo 230-bis del codice civile. A tal senso, sono convinto che il Governo avrà sott'occhio anche questa possibilità, e farà parte di quelli che sono gli elementi che oggi abbiamo sentito dire che potranno essere inseriti come agevolazione ulteriore (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cortelazzo 1.27, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Martino 1.23, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzetti 1.24, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cortelazzo 1.28, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Trancassini 1.107, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.32 Cortelazzo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.33 Martino, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.35 Polidori, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.41 (parte ammissibile) Paolo Russo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Trancassini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.42 Pezzopane.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Presidente, questo emendamento è un emendamento che un po' racchiude tutti i lavori, tutte le cose che abbiamo detto e che abbiamo cercato di rappresentare in questi giorni in Commissione e in Aula. È un emendamento che pone una grande questione, perché a fianco alla ricostruzione materiale, e con tutti gli emendamenti bocciati né si semplifica né si accelera, c'è una ricostruzione economica, che poi evoca la ricostruzione sociale, che poi evoca una ricostruzione della comunità, perché lì le comunità non si sentono comunità, si sentono meno comunità. Perché anche se divise fisicamente, hanno l'aggregante comune di una ripresa economica, e la ripresa economica ha bisogno di risorse, non di ordini del giorno, non di impegni declinati al futuro da parte del sottosegretario Viceministro. La quale nel suo intervento non ha detto una parola, io immagino per motivi di brevità, su alcune questioni. La più grande: la ripresa economica cui questo emendamento si pone l'obiettivo di dare una mano.

Però vedete, voi in questi anni, in questi mesi, nei mesi delle campagne elettorali avete fatto un lavoro che oggi si rivela pericolosissimo, perché avete iniettato nelle vene degli italiani e di chi è al bisogno, utilizzando il bisogno, sfruttando il bisogno, una sorta di facilità, di semplicismo, la possibilità di risolvere tutto. Oggi siete al Governo, e vi rendete conto che i problemi sono complessi, che c'è bisogno di serietà, che c'è bisogno di intervento puntuale, di conoscenza dei dossier, della possibilità di approfondire. Voi non siete classe dirigente perché una classe dirigente non viene in Aula su un tema così complesso senza poter dire una parola di certezza.

E non siamo noi a dirlo. Guardate, guardate che scrivono gli imprenditori de L'Aquila: “Siamo stati abbandonati al nostro destino, pensavamo si potesse risolvere la problematica, ci saranno fallimenti, abbiamo sbagliato nel fidarci, abbiamo difficoltà su tutti i fronti. È una tragedia nella tragedia, e la politica che non risolve i problemi ci accompagna al funerale”. Questo è ciò che stanno dichiarando in queste ore, in questi minuti a L'Aquila, nei comuni del cratere, leggendo questo provvedimento, e soprattutto sapendo della posizione di Governo e di maggioranza sul “no” a tutte le proposte.

Ed è singolare che tutte le proposte per le quali oggi voi dite “no”, siete disponibili a dire “sì” da qui a subito. Perché il Viceministro sottosegretario ha detto che da qui a subito si farà un provvedimento “milleproroghe”. Subito per esempio che significa? Sarebbe importante capirlo, perché “subito” interviene nella vita di quegli imprenditori che dicono: guardate, non ce la facciamo, guardate, ci avete abbandonato, guardate, ci accompagnate al funerale. “Subito” che significa, per esempio? Perché è fondamentale sapere che cosa mettete lì dentro (più o meno l'ha detto, manca qualcosa, per esempio la ripresa economica), ma soprattutto quando. Il quando, nella vita di chi sta in difficoltà, nella vita di chi deve ripartire, nella vita delle famiglie e delle imprese, nella vita della scuola e dell'organizzazione del calendario scolastico, il quando è fondamentale. Vi siete resi conto…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Concludo, Presidente. …che governare è difficile, che è cosa complessa, e che di fronte ai problemi complessi non basta occupare, come facevate nella scorsa legislatura, i banchi del Governo: perché per esempio - così lo dico all'Aula, ricordandomi questa giornata, non c'entra con questo argomento - il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha dichiarato che la TAP si farà, per buona pace di voi che occupaste quei banchi del Governo per dire “no” a ciò cui oggi dite “sì”, come sul terremoto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega D'Eramo. Ne ha facoltà.

LUIGI D'ERAMO (LEGA). Signor Presidente,…

PRESIDENTE. Collega, cambi microfono, mi scusi, perché c'è un'eco. Cortesemente, se si può utilizzare il microfono accanto. Scusi. Grazie.

LUIGI D'ERAMO (LEGA). Signor Presidente, è indubbio che l'aspetto della cosiddetta ricostruzione economica è parte fondamentale di un processo di ricostruzione. Sorprendono però le affermazioni poc'anzi ascoltate da me e dai colleghi di quest'Aula, quando si cita proprio in maniera specifica il caso de L'Aquila, del problema della restituzione del 60 per cento delle tasse che oggi vengono richieste agli imprenditori abruzzesi in riferimento al sisma del 2009. E sorprende ancora di più che determinati tipi di affermazione vengano fatti proprio nel momento in cui in questo decreto-legge c'è una proroga di ulteriori 60 giorni per affrontare il problema, aprire un confronto con l'Europa e cercare di mettere la parola “fine” su un dramma che sta oggettivamente soffocando e mettendo ansia al tessuto economico e produttivo del capoluogo di regione.

Ma vorrei ricordare che è stato il precedente Governo a nominare il commissario a cui è stato ordinato di andare a mettere le mani nelle casse delle imprese del capoluogo di regione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier), e che sono cinque anni che soffrono e che vengono vessati da un'azione che la politica non ha voluto o non ha saputo gestire (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.42 Pezzopane, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 1.03 Trancassini e 1.010 Pezzopane, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 1.04 Trancassini e 1.09 Pezzopane, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Trancassini 1.01.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Sì, molto velocemente. Approfitto della presenza dell'onorevole Castelli per rinnovare la richiesta su questa proposta emendativa, ma anche in futuro, che il Governo applichi una moratoria almeno decennale su quei territori ed evitare il taglio dei servizi. In questo momento, giocando una partita così complicata, il taglio dei servizi pubblici, il taglio delle scuole, tutta quella che è l'applicazione di quella scellerata spending review può fare veramente la differenza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01 Trancassini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.02 Trancassini.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Solo per dire, Presidente, che lo ritiro perché è identico al precedente.

PRESIDENTE. Sta bene.

Passiamo dunque alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.05 Trancassini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Prisco. Ne ha facoltà.

EMANUELE PRISCO (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, sempre sulla scia di quanto già segnalato dai colleghi in materia analoga, questo è uno dei tanti emendamenti, a costo zero, che non incide in realtà direttamente su questo provvedimento, ma che consentirebbe alle amministrazioni locali che hanno risorse proprie di poter potenziare i propri organici, in deroga alle normali regole dei patti di stabilità e le altre regole di altri vincoli presenti per gli enti locali in termini di assunzioni. Consentirebbe, così, di assumere le risorse necessarie a poter dare risposte ai cittadini in materia di una più veloce, rapida ed efficace ricostruzione. Uno dei tanti emendamenti che potevano essere accolti, con cui si sarebbero date risposte a costo zero e nell'interesse dei cittadini e delle amministrazioni locali che sono colpite da questo sisma.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.05 Trancassini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 1.06 Trancassini e 1.011 Cortelazzo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-bis.31 Cortelazzo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-ter.4 Trancassini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio)

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-ter.1 Cortelazzo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio)

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-quinquies.1 Braga, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1-quinquies.01 Muroni.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Muroni Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (LEU). Signor Presidente, molto rapidamente, per dire che in questa proposta emendativa si parla del fascicolo del fabbricato, che è una innovazione necessaria nel nostro Paese, proprio per mettere in sicurezza il patrimonio edilizio. Il fascicolo del fabbricato contiene le informazioni attinenti alla costruzione dell'edificio, alle sue pertinenze, l'attestato di prestazione energetica, registra gli interventi di adeguamento antisismico, le eventuali modifiche apportate al progetto originario e riporta ogni forma di lavoro eseguito sul fabbricato e sulle relative pertinenze, ivi compresi i lavori svolti da enti erogatori di pubblici servizi, indicando una serie di caratteristiche fondamentali.

Dico solo che, se noi avessimo avuto questo tipo di informazioni, la ricostruzione sarebbe partita molto più velocemente. Quindi, naturalmente so benissimo che l'emendamento verrà bocciato, come sta accadendo con tanti altri, ma per il futuro chiedo al Governo di accelerare su questo fronte, perché un Paese sismico come il nostro deve assolutamente dotarsi di uno strumento come questo, che metta in sicurezza i cittadini. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1-quinquies.01 Muroni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-sexies.10 Cortelazzo, con il parere contrario delle Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-sexies.1 Trancassini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-sexies.2 Nevi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Passiamo alla votazione degli identici articoli aggiuntivi 1-septies.02 Trancassini e 1-septies.050 Pezzopane.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. E' una proposta emendativa importante che tratta un argomento, che in Commissione abbiamo affrontato e che è simile, come l'altra proposta emendativa che ho presentato, a emendamenti di altre forze politiche qui presenti. Trattiamo l'argomento della restituzione delle tasse, sospese nel 2009, da parte delle imprese, un argomento drammatico per queste imprese, che in queste ore attendono una doverosa proroga, ma sono imprese che, accanto alla doverosa proroga, attendono la soluzione del problema.

Ecco, io mi sono fatta carico, assieme ad altri - avendo ascoltato il territorio e avendo partecipato ai tavoli di lavoro istituzionali, dove la regione e il comune di diverso orientamento politico hanno deciso una linea comune e l'hanno proposta a tutti i parlamentari -, di questa linea, di questa proposta dei parlamentari e del territorio e rimango sbalordita dall'atteggiamento del Governo.

Rimango sbalordita perché è un atteggiamento assai contraddittorio rispetto a quello che si diceva in campagna elettorale o anche a quello che si diceva prima che si formasse il Governo. Il leader della Lega, Matteo Salvini, in un post, prima che però diventasse Vicepremier, addirittura annunciava grandi manifestazioni, perché non sarebbe più stato schiavo dell'Europa, per non parlare delle dichiarazioni dei rappresentanti del MoVimento 5 Stelle.

Ora noi siamo di fronte a una bocciatura di proposte emendative che, se approvate, risolverebbero il problema e che, se approvate, non riaprirebbero la questione in Europa, perché si tratta dell'interpretazione autentica di una norma italiana, ovvero riconfermeremmo che il Parlamento è sovrano sulla propria legislazione. Quindi, io chiedo attenzione su questo punto.

Il problema è nato nel 2009, quando l'allora Governo non fece la notifica all'Europa; è stato rimarcato nel 2011, quando, a cavallo tra il Governo Berlusconi e il Governo Monti, non si rifece la notifica e poi è progredito. Abbiamo preso tempo con il Governo Renzi e con il Governo Gentiloni, fino ad arrivare, purtroppo, all'infrazione europea, perché quella sospensione delle tasse viene considerata un aiuto di Stato.

Noi chiediamo di interpretare la norma del de minimis, che nel 2011 era a 500.000 euro e che, invece, all'atto della pubblicazione della legge di stabilità, stabiliva un de minimis a 200.000 euro. Quindi, la volontà del Parlamento italiano era la volontà che si è manifestata nel 2011 e il Parlamento allora era sovrano e noi dovremmo confermare la sovranità del Parlamento del 2011.

Ora il punto è che, da una parte -, e io ovviamente confermo la bontà dell'incontro avuto dai parlamentari e dalle rappresentanze locali con il sottosegretario Giorgetti - Giorgetti su questo tema, cito la voce di un comunicato ufficiale della Lega, ci dice che “ha assicurato che il Governo avvierà in tempi rapidi il confronto con l'Europa sul tema del de minimis” - ossia sul tema della mia proposta emendativa e di quella di altre forze politiche - “ovvero del possibile innalzamento del tetto degli aiuti fiscali concedibili alle imprese, misura che consentirebbe di ridurre drasticamente il novero delle impresse coinvolte”.

Ecco, io sottoscrivo questa espressione e mi chiedo perché non lo facciamo ora; l'importante è che si faccia rapidamente. Non ho invece capito l'affermazione della sottosegretaria Castelli, quando dice che il problema è risolto - non lo è, perché c'è solo una proroga - e poi dice che la soluzione è quella di rifocillare le imprese che dovessero restituire le somme e quindi saremmo di nuovo nell'ambito di una infrazione europea.

Comunque, io sto a quello che abbiamo concordato con il sottosegretario Giorgetti e chiedo che nel milleproroghe sia inserita un'altra proroga, perché quella che approviamo oggi, di sessanta giorni, non sarà sufficiente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 1-septies.02 Trancassini e 1-septies.050 Pezzopane, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1-septies.070 Muroni, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione. Registriamo che l'onorevole Boschi non è riuscita a votare.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 1-septies.01 Trancassini e 1-septies.051 Pezzopane, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 1-septies.0100 Baldelli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento che sostanzialmente stabilisce che, oltre la soglia del contributo pubblico, si applicano le detrazioni per le spese eccedenti. In sede di esame in Commissione c'è stata una questione relativa all'ammissibilità dell'emendamento successivo, per questo abbiamo presentato una formulazione, quella dell'articolo aggiuntivo 1-septies.0100, che risolve il problema della circoscrizione territoriale a cui si applica questa norma.

A tale proposito, quindi, Presidente, volevo informare la Presidenza che ritiro l'emendamento 1-septies.036, perché, ponendo in votazione questo, non ha senso porre in votazione il successivo, su cui c'era un problema di interpretazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Sì, Presidente, allora anche io ritiro quello successivo, l'1-septies.0102 e sottoscrivo quello in votazione, Baldelli l'1-septies.0100.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1-septies.0100 Baldelli, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

I due successivi risultano ritirati, quindi passiamo agli identici articoli aggiuntivi 1-septies.016 Morani e 1-septies.041 Cortelazzo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie, Presidente. Per segnalare all'attenzione della Camera, pur sapendo che l'emendamento sarà bocciato, però si pone un tema, da parte nostra, almeno della possibilità di segnalare, visto che sono stati annunciati nuovi provvedimenti, anche ad hoc, ha detto il sottosegretario Vice Ministro, per cui ci sono, di fatto, tre ipotesi di provvedimento successivi: la legge di bilancio, il milleproroghe e anche interventi ad hoc su alcune norme. Qui, però, si tratta di una semplice proroga dei termini per la rivalutazione o riformulazione del piano di riequilibrio pluriennale.

Ora, chi è stato amministratore locale e anche chi ha preso la parola in quest'Aula - diciamo come sempre cercando di scaricare su altri le responsabilità gigantesche che sono proprie di una parte di una maggioranza - e vive in un territorio tradito dai residenti eletti di quel territorio, perché di questo si tratta, così come licenziato è un tradimento rispetto a tutto quello che avete detto, blaterato, urlato in quei territori.... Poi, se lo sistemate successivamente a noi fa piacere, basta che fate ‘copia e incolla' dei nostri emendamenti, visto che i colleghi di maggioranza non si sono neanche occupati e preoccupati di scrivere qualcosa, fate ‘copia e incolla' dei nostri emendamenti e li mettete nei tre provvedimenti.

Ad esempio, un ‘copia e incolla' da fare è proprio quello proposto dalla collega Morani e dal collega Morgoni, che riguarda la proroga dei termini di un adempimento che gli enti locali conoscono bene, anche per via della complessità e del fatto che la norma nel tempo è stata più volte modificata e, quindi, gli enti locali aspettavano, in qualche maniera, la possibilità di avere un'ulteriore proroga di questi termini. Ora, io penso che non sia proprio complicato dire “sì”, ma almeno tenetelo presente per i provvedimenti successivi.

Io ho ripetuto quali sono i provvedimenti successivi annunciati da parte del Vice Ministro: mi auguro che diventino anche fatti concreti, applicati. Approfitto, chiaramente, di questa occasione per dire che, siccome l'attività parlamentare deve vivere anche fuori dai territori, con i colleghi di maggioranza, che qui si nascondono, noi ci vorremmo confrontare sui territori, con gli enti locali, con le famiglie, con le imprese, e vediamo un po' chi ha tradito, chi ha fatto cosa, e se esiste e vi rendete conto che c'è una differenza tra il consenso, che è sempre pro tempore, e la capacità, che non è sempre garantita dal consenso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. Anche per segnalare che questo è un emendamento di proroga che riguarda gli enti locali, perché non tutti sono in regola con le scadenze del piano di riequilibrio pluriennale. Allora, anche da questo punto di vista, questa norma è una di quelle che segnalo al sottosegretario tra quelle che possano o debbano essere inserite per permettere a molti enti locali di trovarsi in condizioni di regolarità, non avendo, magari, potuto affrontare i primi adempimenti nella prima parte dell'anno in relazione proprio a questi piani.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 1-septies.016 Morani e 1-septies.041 Cortelazzo, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1-septies.020 Morgoni, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 1-septies.027 Trancassini, 1-septies.012 Morgoni e 1-septies.045 Cortelazzo, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione. Saitta non ha potuto votare, ne prendiamo atto.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1-septies.028 Baldelli, con il parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1-septies.032 Cortelazzo, con il parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 1-septies.047 Gagliardi e 1-septies.011 Morani, con il parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1-septies.033 Cortelazzo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1-septies.037 Cortelazzo, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 1-septies.039 (parte ammissibile), Anna Lisa Baroni e 1-septies.0103 (parte ammissibile) Rossi, per la loro parte ammissibile, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1-septies.013 Morgoni, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1-septies.015 Pezzopane.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pezzopane. Ne ha facoltà. Colleghi, stiamo finendo. Prego, onorevole Pezzopane.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Presidente, solo per segnalare al Governo che questo è un emendamento meramente tecnico che risolve un problema grave in tutti i territori colpiti dal terremoto. C'è stato un errore di allocazione delle risorse e questo impedisce agli enti preposti di procedere alla ricostruzione degli edifici di edilizia pubblica residenziale. Quindi, lo segnalo, perché va assolutamente inserito in qualche urgente provvedimento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1-septies.015 Pezzopane.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Abbiamo concluso l'esame degli emendamenti, colleghi.

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 804)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma, 1 del Regolamento, in quanti estranei ai contenuti del provvedimento in esame, i seguenti ordini del Giorno: Labriola n. 9/804/30, che prevede l'esaurimento delle graduatorie per assunzioni nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco e il potenziamento dei mezzi a disposizione dello stesso; Mulé n. 9/804/31, che prevede l'individuazione della stazione ferroviaria di Spoleto quale punto di partenza e di arrivo dei treni ad alta velocità/alta frequenza.

Avverto, altresì, che l'ordine del giorno Braga n. 9/804/61 è stato ritirato e che l'ordine del giorno n. 9/804/66 deve intendersi a prima firma Braga.

VINCENZA LABRIOLA (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Chiede di parlare sull'inammissibilità del suo ordine del giorno n. 9/804/30, immagino. Prego, ne ha facoltà.

VINCENZA LABRIOLA (FI). Grazie, Presidente. Sì, intervengo proprio sull'ammissibilità dell'ordine del giorno sul Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Tutti, in campagna elettorale, abbiamo fatto la foto con la maglia degli 814. Pochi giorni fa, il 5 luglio, sono stati accolti da quasi tutte le forze politiche (me compresa): il MoVimento 5 Stelle, la Lega, persone importanti anche all'interno dei partiti. Tutti siamo dell'idea che bisogna dare una risposta chiara e definitiva al dramma che vivono questi lavoratori del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, spesso utilizzati come eroi dei nostri tempi e delle nostre tragedie, però a cui non è data l'opportunità di diventare effettivi.

PRESIDENTE. Grazie…

VINCENZA LABRIOLA (FI). Concludo, mi avvio alla conclusione. Era un ordine del giorno per porre il focus su questa questione, anticipando che Forza Italia ha depositato una risoluzione per chiudere il cerchio sui vigili del fuoco e fare in modo che dalle parole si passi ai fatti. È quello che noi vogliamo fare.

PRESIDENTE. Naturalmente l'impossibilità di mettere in discussione l'ordine del giorno deriva dall'estraneità di materia. Poi, sul contenuto naturalmente abbiamo tutti la foto con la maglietta.

Se non c'è nessuno che ritiene di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Ordini del giorno Emanuela Rossini n. 9/804/1, favorevole; Baldelli n. 9/804/2, accolto come raccomandazione; Brescia n. 9/804/3, favorevole; Muroni n. 9/804/4, favorevole; Bellachioma, n. 9/804/5, accolto come raccomandazione; D'Eramo n. 9/804/6, favorevole; Latini n. 9/804/7, favorevole; Patassini n. 9/804/8, favorevole; Paolini n. 9/804/9, favorevole; Caparvi n. 9/804/10, favorevole; Marchetti n. 9/804/11, favorevole.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno Marchetti n. 9/804/11 è identico all'ordine del giorno Parisse n. 9/804/33.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno Basini n. 9/804/12, parere favorevole mentre l'ordine del giorno De Angelis n. 9/804/13 è accolto come raccomandazione.

Il parere sugli ordini del giorno Badole n. 9/804/14, Gerardi n. 9/804/15, Maturi n. 9/804/16, Saltamartini n. 9/804/17, Zicchieri n. 9/804/18, Raffaelli n. 9/804/19, Benvenuto n. 9/804/20, Gobbato n. 9/804/21 e Parolo n. 9/804/22 è favorevole.

L'ordine Cantalamessa n. 9/804/23 è accolto come raccomandazione.

Il parere sugli ordini del giorno Lucchini n. 9/804/24, Valbusa n. 9/804/25, Plangger n. 9/804/26 e Pezzopane n. 9/804/27 è favorevole.

Gli ordini del giorno Melilli n. 9/804/28 e Morgoni n. 9/804/29 sono accolti come raccomandazione.

PRESIDENTE. Gli ordini del giorno Labriola n. 9/804/30 e Mulè n. 9/804/31 sono inammissibili.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno Terzoni n. 9/804/32, parere favorevole.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno Parisse n. 9/804/33 è identico all'ordine del giorno Marchetti n. 9/804/11. Quindi, il parere è favorevole.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Il parere è favorevole sugli ordini del giorno Maurizio Cattoi n. 9/804/34, Emiliozzi n. 9/804/35, Giuliodori n. 9/804/36, Roberto Rossini n. 9/804/37, Baldino n. 9/804/38, Massimo Enrico Baroni n. 9/804/39, Cubeddu n. 9/804/40, Del Re n. 9/804/41, Del Grosso n. 9/804/42, Colletti n. 9/804/43, Gabriele Lorenzoni n. 9/804/44, Grippa n. 9/804/45, Tuzi n. 9/804/46, Zennaro n. 9/804/47, Berardini n. 9/804/48, Nanni n. 9/804/49, Rachele Silvestri n. 9/804/50, Torto n. 9/804/51, Zolezzi n. 9/804/52, Mariani n. 9/804/53, De Toma n. 9/804/54, Foti n. 9/804/55, Prisco n. 9/804/56, Trancassini n. 9/804/57, Delmastro Delle Vedove n. 9/804/58, Osnato n. 9/804/59, Butti n. 9/804/60.

Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Ascani n. 9/804/62 e Morani n. 9/804/63, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Verini n. 9/804/64 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Polidori n. 9/804/65. Sull'ordine del giorno Braga n. 9/804/66, Presidente, il primo impegno è già stato accolto in un ordine del giorno su cui abbiamo espresso parere favorevole, mentre il penultimo impegno per noi deve essere riformulato eliminando la soglia di 500.000, quindi inserendo le parole: “con il riconoscimento della franchigia”.

PRESIDENTE. Quindi lei propone una riformulazione che riguarda solo questo ultimo…

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. … il penultimo.

PRESIDENTE. Il penultimo comma. Vuole leggere direttamente la riformulazione, perché io non ce l'ho davanti, naturalmente?

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. “A provvedere per i beneficiari delle misure di cui all'articolo 33, comma 28, della legge 12 novembre 2011, n. 183, al recupero degli aiuti dichiarati illegittimi con la decisione della Commissione europea C(2015) 5549 del 24 agosto 2015 limitatamente al riconoscimento della franchigia”.

PRESIDENTE. Perfetto, nel caso in cui venga accettata la sua riformulazione, il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Esatto.

PRESIDENTE. Se i colleghi sono d'accordo, gli ordini del giorno sui quali il Governo ha espresso parere favorevole, se non ci sono richieste, sono considerati accettati; per gli ordini del giorno che sono stati accolti con raccomandazione, naturalmente chiederò al presentatore.

Ordine del giorno n. 9/804/2 Baldelli, chiedo al collega Baldelli se accetta la raccomandazione.

SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente Rosato. Io spero di aver sentito male il parere del Governo o spero che il Governo si sia confuso. Siamo stati qui da tre giorni, Presidente, a parlare di questioni importanti relative al terremoto ma non ne abbiamo potuta approvare neanche una perché il Governo o non si è voluto prendere impegni sulle proroghe o non era in grado di prendersi impegni sulle coperture o non aveva le idee chiare.

L'ordine del giorno da me presentato, Presidente - molti colleghi che siedono in questo Parlamento da più di qualche mese sanno di che cosa si tratta - è l'unico caso in cui è il Parlamento che dimostra al Governo di sapere dove si prendono i soldi. Infatti, l'ordine del giorno riguarda gli 85 milioni di risparmi della Camera dell'ultimo anno di gestione: è la cifra che il Collegio dei Questori e l'Ufficio di Presidenza stabiliranno che sarà portata in Aula nella discussione sul bilancio e che sarà restituita al Ministero dell'Economia e delle finanze da parte della Camera in relazione alla dotazione che la Camera riceve.

La Camera, con un ordine del giorno, impegna il Governo a destinare i soldi restituiti alle popolazioni colpite dal terremoto e, quindi, è la Camera che dà i soldi al Governo per destinarli al terremoto e noi ascoltiamo il Governo che, su un problema che noi risolviamo per il Governo, ci viene a dire che tale ordine del giorno viene accolto come raccomandazione.

Due anni fa, sempre su iniziativa del sottoscritto e con l'accordo di tutte le forze politiche, di tutti gli schieramenti trasversali, tutte le forze politiche attualmente in vita - nessuna esclusa anche se qualche forza politica è sparita dal Parlamento - hanno tutte quante sottoscritto con responsabilità e impegno tale accordo: abbiamo destinato 47 milioni; l'anno scorso ne abbiamo destinati 80; quest'anno c'è la possibilità di destinare 85 milioni.

Ricordo al sottosegretario Castelli che su questo ordine del giorno ci sono le firme di tutti i gruppi politici: il gruppo Misto col presidente Schullian; il gruppo di Fratelli d'Italia con il deputato Acquaroli; la deputata Pezzopane per il PD; la collega Terzoni per il MoVimento 5 Stelle; il relatore Patassini per la Lega e il sottoscritto umilmente per il gruppo di Forza Italia. Credo che sia surreale accogliere l'ordine del giorno come raccomandazione: quindi o il Governo cambia il parere oppure comunque voglio che da questo ordine del giorno esca un voto e mi auguro oggettivamente unanime dell'Assemblea perché questa è una pagina bella scritta da tutte le forze politiche sui risparmi di gestione, sui tagli agli stipendi anche dei parlamentari perché molti non lo sanno ma ci sono anche i tagli agli stipendi dei parlamentari dentro questi 85 milioni che vengono destinati alle popolazioni colpite dal terremoto. Credo, sottosegretario Castelli, che possiamo non perdere l'occasione di scrivere una bella pagina tutti insieme e magari come Governo potete anche prendere esempio dallo spirito costruttivo con cui tutti i partiti, tutti i gruppi hanno sottoscritto l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ricordo all'onorevole Castelli anche l'ordine del giorno n. 9/804/32 Terzoni di analogo contenuto. Prego, onorevole Castelli?

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Prima l'intervento dell'onorevole Castelli.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo scusa ai firmatari dell'ordine del giorno n. 9/804/2 Baldelli sul quale il Governo esprime parere pienamente favorevole: è stato un errore mio che non ho visto che è uguale a un altro ordine del giorno (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano per un richiamo al Regolamento. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, intervengo perché mi sono accorto, anzi ci siamo accorti che due ordini del giorno che il sottosegretario Castelli ha accolto come raccomandazione per precisione gli ordini del giorno n. 9/804/62 Ascani e il n. 9/804/63 Morani hanno un testo identico e in particolare sicuramente l'ordine del giorno n. 9/804/62 al primo paragrafo del dispositivo sul quale invece…

PRESIDENTE. Collega Fiano, ci arriviamo quando arriviamo agli ordine del giorno n. 9/804/61 e n. 9/804/62

EMANUELE FIANO (PD). Ma è una cosa che serve a chiedere al sottosegretario se cambia il parere.

PRESIDENTE. Ma quando ci arriviamo: è opportuno che lo ricordi in quel momento.

ROSSELLA MURONI (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Sull'ordine del giorno?

ROSSELLA MURONI (LEU). Per precisare che naturalmente anche noi abbiamo firmato l'ordine del giorno: il collega aveva dimenticato la mia firma.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/804/2 Baldelli, con parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 54 - Applausi).

L'ordine del giorno è stato approvato per 491 voti all'unanimità.

Ordine del giorno n. 9/804/5 Bellachioma, il collega Bellachioma accoglie la raccomandazione? Prego onorevole.

GIUSEPPE ERCOLE BELLACHIOMA (LEGA). Grazie Presidente, sì, parere concorde con il Governo.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/804/13 De Angelis. Accoglie la raccomandazione, collega De Angelis? Sì, non insiste per la votazione.

Ordine del giorno n. 9/804/23 Cantalamessa. È accolta la raccomandazione?

GIANLUCA CANTALAMESSA (LEGA). Sì, Presidente, buongiorno, accolgo la raccomandazione.

PRESIDENTE. L'onorevole Melilli accoglie la raccomandazione per il suo ordine del giorno n. 9/804/28? Va bene. Onorevole Morgoni, sul suo ordine del giorno n. 9/804/29, lo accoglie come raccomandazione? Va bene.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare, sull'ordine del giorno n. 9/804/62 Ascani.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Mi rivolgo, Presidente, per il suo tramite, alla sottosegretaria, perché la richiesta contenuta nell'ordine del giorno n. 9/804/62 Ascani è identica a quella del primo comma dell'ordine giorno complessivo, dove la sottosegretaria ha dato, a parte la riformulazione dell'ultimo comma, parere favorevole. Quindi, suggerivo e chiedevo il cambiamento da raccomandazione ad approvazione dell'ordine del giorno.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LAURA CASTELLI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Allora, la differenza è questa, che nell'ordine del giorno Ascani c'è un anno in più: 2019-2020. Questo è il motivo per cui, nell'ordine del giorno n. 9/804/66 il Governo chiedeva venisse riformulato il primo impegno, così come quello già accolto, che infatti non contiene il 2019-2020. Per questo il parere sull'ordine del giorno n. 9/804/62 Ascani è con raccomandazione.

CHIARA BRAGA (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD). Presidente grazie. Io capisco tutto, ma così come chiede di riformulare il primo punto del mio ordine del giorno, credo che il Governo possa chiedere di riformulare anche l'ordine del giorno della collega Ascani, nel merito che lei ci ha illustrato, e accogliere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Resta fermo il parere del Governo. Onorevole Ascani, accoglie la raccomandazione o lo mettiamo in votazione? Lo mettiamo in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/804/62 Ascani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Ordine del giorno n. 9/804/63. Onorevole Morani, lei accoglie la raccomandazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/804/65. Onorevole Polidori, lei accoglie la raccomandazione? Sì.

Sull'ordine del giorno n. 9/804/66, Onorevole Braga, lei accoglie la riformulazione, così come proposta dal Governo?

CHIARA BRAGA (PD). Grazie Presidente. Io accolgo la riformulazione del Governo. Credo che sia giusto rappresentare a quest'Aula che l'ordine del giorno, che abbiamo presentato a mia prima firma, ma che è stato sottoscritto da vari colleghi del gruppo del Partito Democratico e anche del gruppo di LeU, riprende esattamente gli impegni che la sottosegretaria oggi si è presa in Aula.

Abbiamo voluto rappresentare e vincolare anche il mantenimento di questi impegni all'approvazione dei due provvedimenti, che ci ha citato, ovviamente accogliendo con favore la possibilità che, se ci fossero altri provvedimenti del Governo, questi provvedimenti, queste misure, in particolare quella di cui abbiamo discusso poco fa, sulla proroga delle deroghe sulla composizione delle classi, per l'anno scolastico che sta per iniziare, possano essere anticipate.

Su questo ordine del giorno, noi abbiamo tentato di sintetizzare - purtroppo solo in un ordine del giorno - il complesso delle proposte di merito, che hanno caratterizzato il nostro lavoro, in Commissione e in Aula. Avremmo preferito che ad alcuni di questi temi fosse data risposta già nella conversione di questo decreto-legge, ma non mancheremo di richiamare il Governo all'impegno, che oggi si prende di fronte all'Aula e che immagino non verrà in qualche modo lasciato cadere, soprattutto nei confronti delle popolazioni, delle imprese e delle persone colpite dal sisma.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Braga, quindi l'ordine del giorno viene accolto, così come riformulato. Onorevole Cortelazzo, non posso darle la parola, perché l'ordine del giorno è stato accolto, quindi non si vota e non ci sono dichiarazioni di voto.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 804)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Rossella Muroni. Ne ha facoltà. Colleghi, uscite in silenzio, per rispetto della collega che deve intervenire, cortesemente.

ROSSELLA MURONI (LEU). Grazie Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, rappresentanti del Governo…

PRESIDENTE. Collega Muroni, chiedo scusa. Colleghi! Uscire in silenzio, cortesemente, per rispetto di chi sta per intervenire.

ROSSELLA MURONI (LEU). Purtroppo, Presidente, in questi giorni ci siamo abituati a qualche mancanza di rispetto di troppo. Eppure oggi siamo chiamati a votare un decreto molto importante, che riguarda il terremoto che ha colpito il Centro Italia, dal 24 agosto 2016: quattro regioni coinvolte, dieci province, 8 mila chilometri quadrati di territorio interessato, 50.119 cittadini assistiti dalla Protezione civile, 138 comuni, che compongono il cratere più vasto mai visto nel nostro Paese. Ecco, Presidente, qui la terra continua a tremare…

PRESIDENTE. Mi dispiace, collega Muroni. Guardate, non è accettabile che ci sia tanta confusione durante le dichiarazioni di voto! Chi deve uscire, lo faccia in silenzio.

ROSSELLA MURONI (LEU). Naturalmente, lei terrà conto di questa interruzione per il tempo, grazie.

Fate presto e fate bene. Lo abbiamo ricordato in quest'Aula: fate presto e fate bene. Questo era l'appello dei sindaci e dei cittadini dei comuni colpiti dal sisma, dall'agosto 2016. Fate presto e fate bene, perché sono già passati due anni. E, anzi, dal primo terremoto de L'Aquila, Presidente, ne sono già passati nove, una condizione di doppio cratere, quello de L'Aquila, che deve ricordare a tutti noi cosa abbiamo nelle mani oggi, qual è adesso la nostra responsabilità di fronte a un Paese, l'Italia, ad elevato rischio sismico.

La fragilità endemica del nostro Paese è cosa nota, come sono noti i ritardi degli interventi di adeguamento al Piano nazionale per la prevenzione del rischio sismico. Nota, purtroppo, è anche una certa politica scellerata di cementificazione del territorio. Ecco perché bisognerà vigilare attentamente sulla ricostruzione, sugli appalti, su dove finiranno le macerie, al fine di non ripetere errori commessi in passato, non sprecare tempo e risorse, non disperdere rapporti sociali, non determinare la scomparsa di attività economiche.

Il fatto che ad Amatrice siano crollati l'ospedale, la scuola e il municipio, questi ultimi due individuati nel Piano di emergenza del comune come luoghi di ritrovo, in caso di necessità, in un comune che aveva potuto accedere ai fondi del terremoto del 2009 e che, teoricamente, avrebbero dovuto reggere al nuovo sisma, racconta più di mille parole quanto in questi anni non è stato fatto per mettere in sicurezza le popolazioni, il patrimonio edilizio, pubblico e privato, e il territorio.

Ad Amatrice, Accumoli, Arquata, Pescara del Tronto e nelle numerose altre frazioni, serve un piano di ricostruzione, redatto da una struttura unica, che individui le priorità di intervento e un forte ruolo di coordinamento da parte del Governo, per aiutare i sindaci, garantendo tempestività e trasparenza. Una ricostruzione basata su legalità e trasparenza, incentrata sulle comunità e le radici di questi territori.

Per questo, Presidente, quando noi in questi giorni abbiamo insistito per sapere del futuro della struttura commissariale, ciò riguardava la nostra preoccupazione, naturalmente il qui e ora, ma soprattutto avere chiaro qual era il futuro, una visione, un'idea possibile per i prossimi anni. E questo il Governo ancora non ce lo ha detto.

Noi abbiamo bisogno di una ricostruzione che spazzi via quel senso di abbandono, che ora aleggia nelle comunità - sono molti i sindaci che ce lo hanno raccontato - nelle forze sociali, nel volontariato, tra gli amministratori locali, lasciati a combattere da soli per garantire un futuro alle prossime generazioni, per evitare che al dramma del sisma segua, poi, il dramma dell'ulteriore abbandono dei comuni, delle terre e delle imprese.

Sta a noi, in quest'Aula, fare in modo che questo non accada, guardando a quello che è stato, certo, e cercando di porvi rimedio, ma, anche e soprattutto, guardando al futuro e facendo in modo che mai più il Paese si trovi in una situazione così drammatica.

Noi, oggi, siamo chiamati ad approvare misure indispensabili per dare risposte ai tanti bisogni delle popolazioni di Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio; un obiettivo a cui il decreto risponde solo in parte, purtroppo, perché nel mentre, giustamente, individua le necessarie proroghe delle misure, su cui, evidentemente, c'è un giudizio positivo anche da parte del Governo, a favore delle popolazioni colpite, dall'altra, noi parlamentari di minoranza ci siamo trovati nell'impossibilità materiale di fare di questo decreto una risposta completa alle domande giunte dai territori.

Ora, io non mi dilungo su quello che è stato, Presidente, però, la discussione in VIII Commissione è durata giorni e giorni, ci sono state delle audizioni e noi, alla fine, quello che chiedevamo è quello che stamattina ha fatto la sottosegretaria Castelli, in quest'Aula, che ci dicesse, a fronte del “no” agli oltre 200 emendamenti che avevamo presentato, quale fosse l'idea che il Governo aveva in mente per le prossime misure legislative, per far fronte a delle cose che pure riconosceva giuste nel merito. E, nonostante ci fosse, appunto, un giudizio positivo nel merito, il Governo si è rifiutato di darci questa risposta, fino a quando, qui, stamattina, abbiamo avuto finalmente, almeno, la prova provata che quelle che noi stavamo dicendo, in oltre 200 emendamenti, spesso sottoscritti in maniera trasversale, da parte di tutte le forze politiche, erano cose giuste e sono cose giuste, soprattutto perché rispondono immediatamente a quanto ci sta dicendo il territorio.

Tuttavia, Presidente, in quest'Aula, lunedì scorso nella discussione generale è successo anche di peggio; oltre, appunto, a dirci che gli emendamenti venivano respinti, perché, evidentemente, erano stati scritti male, un onorevole dei 5 Stelle ci ha detto che la prossima legge di bilancio - io mi scuso con lei e con l'Aula, di solito si sosteneva che la legge di bilancio fosse una marchetta fatta per gli amici -, questa volta la legge di bilancio sarebbe stata una marchetta a favore dei terremotati. Ecco, è un livello di cui non abbiamo bisogno noi, ma, soprattutto, non ha bisogno il Paese.

Quindi, io suggerirei un corso pratico di rispetto istituzionale e, soprattutto, l'attenzione a quanto viene detto in quest'Aula che si meritava una discussione sul decreto di ben altro livello, anche perché, davvero, tutti riconosciamo l'urgenza delle misure, però, siamo assolutamente anche convinti che questo decreto non basterà, lo ripeto, non basterà.

E, oggi, l'amarezza nostra è anche e soprattutto quella dei comuni coinvolti, basta leggere le dichiarazioni sulla stampa locale da parte dei sindaci; questo decreto non basterà e lo sappiamo, noi abbiamo provato, con onestà ed umiltà, Presidente, a fare il nostro dovere e a dare voce ai territori che, così com'è, ritengono questo decreto insufficiente e che ci hanno affidato le loro richieste alla Camera, perché - e anche qui va assolutamente ribadito - al Senato ci era stato detto che sarebbe stato questo il luogo del confronto e delle modifiche, così come, peraltro, previsto dalla Costituzione del nostro Paese.

Se fosse stato possibile avremmo voluto fare di questo decreto un'occasione per parlare del futuro e non solo del qui ed ora, che, pure, ha un'urgenza innegabile e indifferibile che ci spinge e ci spingerà, ben oltre le nostre personali convinzioni, ad agire con senso di responsabilità e, quindi, a votare a favore di questo decreto.

Però, noi dobbiamo partire anche da un dato drammatico, la ricostruzione pubblica e privata, nelle aree colpite dal sisma del 2016, a distanza di quasi due anni, non è assolutamente decollata. Sono poche decine gli abitanti che, pur avendo avuto danni lievi, hanno avuto il progetto approvato e, quindi, di fronte a questo blocco, di fatto, dell'intera macchina amministrativa è necessario intervenire e questo decreto dà delle indicazioni, ma, davvero, si poteva fare meglio, di più e, soprattutto, si poteva fare, davvero, un lavoro utile a favore del territorio, anche accogliendo delle richieste davvero di buonsenso che sono arrivate da parte dei sindaci, della Protezione civile, delle associazioni di volontariato, delle regioni e dei vescovi.

Davvero, abbiamo ascoltato tutti, purtroppo, non stiamo dando le risposte che avevamo promesso di dare. E, allora, io faccio una valutazione, voglio uscire, poi, dalla polemica naturalmente interna, però, mi domando se non sarebbe stato più onesto intellettualmente mettere la fiducia su questo decreto, perché questo è, di fatto, un decreto del Governo, perché non ci è stato possibile contribuire e, invece, noi sappiamo che ci sarebbe stato moltissimo da mettere all'interno, anche perché, a partire dalle deroghe che vengono fatte sulle difformità edilizie, sarebbe stato assolutamente necessario, per esempio, sostenere i comuni per i controlli, per fare in modo che davvero i funzionari e i tecnici che fossero intervenuti sarebbero stati anche maggiormente motivati, stabilizzati nelle condizioni di lavoro, anche maggiormente preparati da un punto di vista tecnico. Ecco, questo decreto guarda al qui, a ora, ma lo fa con gli occhi chiusi e, soprattutto, con la mente chiusa; si poteva e si doveva osare di più, anche perché i nostri concittadini, in quelle zone, aspettano una nostra azione forte, da due anni, e noi non possiamo dirgli che ancora una volta abbiamo bisogno di tempo, che forse lo faremo con un decreto proroghe, che forse lo faremo nella legge di bilancio. Avevamo bisogno di risposte concrete e non le abbiamo avute, ma per senso di responsabilità e per rispetto a quanto accaduto, Liberi e Uguali voterà a favore di questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Presidente, arriviamo alla fine di questa farsa che è durata tanto tempo, troppo, su un argomento che meritava, sicuramente, maggior rispetto, perché questa brutta pagina è un'assoluta mancanza di rispetto nei confronti dei terremotati, prima, dei territori, poi, e dei deputati e di tutti coloro che lavorano per questa importante struttura. Noi - lo dico al rappresentante del Governo che ci ha accompagnato in maniera silenziosa solo nell'ultimo capitolo - le abbiamo provate tutte, ma, per davvero le abbiamo provate tutte! Abbiamo provato a convincervi con i vostri argomenti, vi abbiamo ricordato quello che avete detto voi, vi abbiamo ricordato quelle che sono le istanze del territorio; abbiamo persino giocato la carta della disperazione, portando qui i comitati con i quali vi siete interfacciati nelle campagne elettorali, ve li abbiamo portati qui, non siamo riusciti a farli entrare qui e li abbiamo portati da Giolitti, per farvi ripetere il grido di disperazione che viene dai territori che è essenzialmente lo stesso: bisogna fare presto! Il tema, non mi stancherò mai di dirvelo è il tempo, e questi disperati sono venuti a dirvelo persino qui.

Poi, abbiamo cercato la via della mediazione, abbiamo chiesto e implorato riunioni dei capigruppo, vi abbiamo detto in una riunione dei capigruppo che eravamo disposti a contingentare i tempi, a non intervenire in Aula, a non mettere in campo nessuna dilazione temporale pur di portare a casa un segnale, un segnale nuovo di attenzione, di velocizzazione delle pratiche, di attenzione rispetto a quello che è il tema delle scuole, di quello che è il tema della disoccupazione, del rispetto di chi ha avuto un morto nel terremoto; le abbiamo provate tutte, ci è stata sempre, completamente, sbattuta la porta in faccia.

E mi scusi se insisto nell'avere la sua attenzione, però, poi, alla fine, in questa rappresentazione kafkiana, arrivate con un colpo di coda a darci ragione, perché io non lo so se nella storia del nostro Parlamento ci sia una così lunga sfilza di emendamenti bocciati e una così lunga sfilza di ordini del giorno accettati, cioè, voi alla fine di questa perdita di tempo, ci dite con candore che avevamo ragione su tutto, cioè che tutto quello che abbiamo detto per settimane è tutto condivisibile; peccato che con gli ordini del giorno ci si fanno le campagne elettorali, peccato che sui territori servono norme, servono attenzioni, serve il cambio di passo che anche in questa occasione voi avete negato.

Abbiamo chiesto di velocizzare la ricostruzione privata, abbiamo chiesto di far partire quella pubblica, abbiamo attenzionato il problema delle scuole, vi abbiamo chiesto di dare un segnale rispetto a quei comuni, perché forse lei non lo sa, ma i sindaci dei 140 comuni del cratere - per la verità tutti i sindaci dei piccoli centri di questa nostra bellissima Italia - conducono da anni battaglie di retroguardia. Il sindaco ormai non è più uno che fa una cosa, il sindaco è quello che non si fa chiudere un ospedale, il sindaco è quello che mantiene un pronto soccorso, il sindaco è quello che mantiene comunque lo scuolabus (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Vi abbiamo persino chiesto questo: dateci pace! Per dieci anni, a questi 138 comuni, date pace, non chiedeteglieli i servizi, per favore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Anche su questo, niente.

Siamo arrivati all'assurdo, perché, nonostante cadesse l'ultimo alibi, quello economico, che per la verità è durato poco, in una riunione avete detto: non ci sono soldi, ci hanno lasciato. È un po' la storia che rappresentano tutti i nuovi Governi a livello nazionale, regionale e pure comunale, cioè che quello che trovano è il disastro rispetto a quello che si aspettavano; peccato che la vostra Commissione bilancio - la vostra Commissione bilancio! - ha espresso parere favorevole su 90 emendamenti, perché, illuminati dallo Spirito Santo, probabilmente i rappresentanti di Governo in Commissione bilancio l'hanno capita l'occasione che, velocizzando la ricostruzione privata, non solo non si aumentano i costi, ma si abbattono, perché la gente esce dagli alberghi, e sta lì a 40 euro al giorno assistiti dagli psicologi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non avete colto nemmeno quest'occasione di risparmio.

In questa situazione c'è una cosa che mi preoccupa più di tutto, perché da neofita del Parlamento mi sono fatto tante domande. Lo sa che quella che mi preoccupa di più è tentare di dare una spiegazione al “perché no?”. Me lo sono chiesto in questi giorni: perché non far passare un emendamento? Non c'è un problema di tempo, non c'è un problema di interesse economico, allora, purtroppo, la risposta che sono arrivato a darmi è disarmante. Mi auguro di sbagliare, e glielo chiedo, e mi auguro che da questi banchi, alla fine di questa discussione, ci sia uno che almeno mi dica che mi sto sbagliando, perché stride l'approccio di Governo rispetto alla giusta lotta contro i clandestini, stride l'approccio che si ha per la giusta lotta sui vitalizi, stride il silenzio sui terremotati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! La verità è che non passa sulla stampa, la verità è che non si possono fare più selfie, la verità è che non si può più fare campagna elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Questo è il motivo per cui Salvini, Di Maio e Conte tacciono su questo argomento! Ecco perché non avete avuto il via libera, perché non interessa più a questa campagna mediatica! Uscite dai blog, uscite da Facebook, uscite da questa maniacale volontà di apparire e, per favore, fate qualcosa per i terremotati, indipendentemente da quella che è una ricaduta estetica, perché questo significa mettere la pietra tombale su un problema che sappiamo essere enorme, su un problema che sappiamo che può impegnare e deve impegnare il Governo per i prossimi anni, ma che non può essere relegato alla marginalità della vostra attenzione politica.

Abbiamo cercato anche di farvi capire che non si può relegare il terremoto di Ischia a un terremoto di serie B, abbiamo toccato un po' tutti i temi sui quali voi eravate bravi in campagna elettorale. Le leggo adesso, signor Presidente, uno scritto che faccio completamente mio, che vorrei rimanesse agli atti.

Si intitola “Meglio stare zitti”. Si parla tanto di cambio di passo, ho visto il passo della lumaca, invece. Ci si nasconde dietro la burocrazia: non mi interessa rispettare le virgole della burocrazia, non mi interessa che, per assegnare un appalto, devono prima passare tot mesi; il Governo, quando vuole, può saltare le procedure e agire d'imperio. I responsabili, probabilmente per paura, hanno preferito le vie ordinarie, rallentando ulteriormente la macchina. Di fatto le promesse sono una cosa, i fatti un altra.

“Avrebbero fatto meglio a stare zitti, in questo modo non avrebbero illuso le persone”, lo sottoscrivo parola per parola. Questa è una dichiarazione dell'onorevole Terzoni, vicepresidente della mia Commissione, che non ci ha accolto un emendamento, che non è stata disponibile a far passare nulla di quello che abbiamo detto. Era meglio stare zitti, onorevole Terzoni, probabilmente non avremmo illuso le persone.

Allora, annuncio un difficile voto di astensione, perché è una proroga, perché di fatto nell'oggetto non si può non essere d'accordo, ma tutto quello che ha accompagnato questa farsa ci costringe ad un voto di astensione.

Però, Presidente, non ci limiteremo al voto di astensione, perché noi il problema lo sentiamo per davvero, lo viviamo. Non sopportiamo nemmeno che anche sul tema caro ai colleghi di Cinquestelle, quello del risparmio, si possano buttare i soldi, perché è vero che il Presidente della Camera viene con l'autobus, ma, quando dispone le audizioni di quattro presidenti di regione, questi sono costretti a muoversi dai loro territori e a venire fino a qui. Sono stati stampati…

PRESIDENTE. Grazie onorevole, ha finito il suo tempo.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Ho finito. Sono stati stampati 1.200 emendamenti al costo che abbiamo sopportato e che è stato praticamente inutile.

Concludo sottolineando il nostro voto di astensione, ma dicendo che comunque verremo sui vostri territori, li porteremo noi quegli emendamenti, la terremo noi accesa, e vi prometto che vi farò un'interrogazione a settimana. Vi staneremo sui vostri territori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Congratulazioni)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Presidente, un momento importante: la dichiarazione di voto su un decreto per il quale abbiamo discusso in maniera importante, forte, in Commissione, qui in Aula, emendamento per emendamento.

Ci siamo prodigati con onestà, responsabilità, senso del dovere, perché così si fa, sempre, ma in particolare quando si parla di una grande calamità; anzi, di più calamità, perché nel “decreto terremoto” sono presenti norme riguardanti il terremoto del 2016 e 2017, ma anche il terremoto del 2009, e francamente non comprendo perché ci si sia fermati all'ostacolo burocratico del titolo, per affrontare invece anche il tema di Ischia, dell'Emilia-Romagna e della Lombardia.

Noi abbiamo fatto la nostra parte; continueremo a farla, presentando un progetto di legge organico e intervenendo in quei decreti, in quegli atti, chi il Governo ha promesso. E non parlate di marchette! Non parlate più di marchette ai terremotati, perché ve l'ho detto: io sono una terremotata! Non osate usare quella parola, quando parlate di terremotati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Non vi permettete più. Parlate di proposte, di provvedimenti, di coperture, di interventi e non fatelo più solo nella propaganda! Ho passato giorni a ricercare le vostre dichiarazioni in campagna elettorale e nelle ore prima della composizione del Governo del cambiamento: avete promesso di tutto, di tutto! Avete promesso persino che il primo Consiglio dei ministri sarebbe stato un Consiglio dei ministri in cui approvavate un decreto-legge “terremoto” e che in quel decreto-legge “terremoto” avreste abbassato le somme da restituire. Addirittura, siete arrivati a prevedere il 30 per cento di somme da restituire! Più realisti di noi: addirittura, siete andati oltre il 40 per cento de L'Aquila.

La sintesi di tutto questo, però, di tutto questo lavoro… Io me ne rammarico, perché nei cinque anni che ho alle spalle, quando si è parlato di terremoto, tutti sono scesi dal piedistallo: invece, voi vi siete messi su un piedistallo ancora più alto, quello di dire ghe pensi mi. E, invece, si scende dal piedistallo, quando si parla di terremoto, ci si mette nelle nei panni di quelle persone, di quei bisogni e si migliora, se c'è stato un errore, con umiltà, con senso di responsabilità, con modestia: perché gli errori si possono fare, bisogna avere la forza di ripararli.

Voi, in questi giorni, dopo la promessa fatta al Senato di passare alla Camera e di cambiare il decreto-legge su punti importanti, avete detto di no. Guardate, avete detto “no”. Hai voglia che poi approvate degli ordini del giorno financo su questioni che avevate dichiarato inammissibili, dandoci quindi ragione anche sull'ammissibilità di quei temi.

Avete detto di no alla proroga della struttura commissariale, senza la quale non regge l'architrave della gestione di questo terremoto. Avete detto di no all'aumento delle rate da 60 a 120 e alla riduzione delle restituzioni al 40 per cento, anche se avevate promesso addirittura il 30 per cento.

Avete detto di no alla possibilità per i cittadini di anticipare le spese per la ricostruzione, accelerando così il processo per accedere successivamente al rimborso. Avete detto di no alla sospensione del triennio dei mutui, “no” all'estensione dell'una tantum agli anni successivi per i professionisti, “no” alla possibilità di assumere personale presso gli uffici speciali, “no” all'incremento delle risorse per il servizio civile, “no” alla proroga delle assunzioni a tempo determinato connesse alle esigenze post sisma dei collaboratori, “no” alla proroga della zona franca, “no” al 4 per cento, “no” alla riclassificazione delle sedi di segreteria per i comuni, “no” al trasferimento delle strutture emergenziali, “no” alla destinazione di una quota del Fondo per lo sviluppo dei piccoli comuni, “no” alla deroga per il piano scolastico e per la composizione delle classi. “No”, “no”, “no”, avete detto solo dei “no”, per poi accontentarvi di magre promesse sul “milleproroghe” e sulla legge di bilancio.

Noi la pensiamo diversamente, pensiamo che su queste cose si dicono dei “sì” e nei Governi Renzi e Gentiloni noi abbiamo cercato di dire dei “sì” anche alle richieste delle regioni, dei comuni, delle parti sociali, delle organizzazioni sindacali. E, così, avevamo pensato si potesse fare quando ci avete proposto le audizioni e, con tutti i componenti del gruppo Partito Democratico, che ringrazio anche per avermi dato la grande responsabilità oggi di offrire la posizione del Partito Democratico, abbiamo fatto un lavoro certosino, onesto, chiaro, senza ostruzionismi, per cercare di collaborare. Perché, quando torniamo a casa nelle aree terremotate, raccontare che ci avete detto a tutto “no” è una sconfitta innanzitutto per voi, per voi che lo avete fatto, ma è sicuramente una sconfitta per questa nostra gente, che ha bisogno di risposte.

E poi la questione de L'Aquila. Non ci torno perché l'ho spiegata: avevate promesso di aprire la guerra mondiale con l'Europa e invece adesso, timidamente, non vi spingete nemmeno all'interpretazione di una legge nazionale.

Noi, comunque, siamo una forza responsabile: così come abbiamo lavorato in questi anni e così come abbiamo lavorato al Governo nei territori, nei comuni, con i sindaci continueremo a lavorare, con tenacia, con serietà, nel rispetto delle prerogative di quelle persone che hanno bisogno di interventi e di risorse. Non ci dite: “potevate farlo voi”, perché lo sapete che sui terremoti non c'è il vademecum del buon legislatore, non c'è il vademecum del buon terremotato e che per ogni terremoto si è andati per approssimazioni.

Potrei raccontare le tante cose che non sono andate bene nell'altro terremoto, quello del 2009, ma non mi permetto di farlo in questa sede, perché siamo qui, tutti insieme, per lavorare per superare anche quei problemi, come quello delle tasse, creato allora e da risolvere oggi.

Cosa ci chiedono le popolazioni colpite dal terremoto? Ci chiedono di semplificare e noi avevamo cercato di farlo con delle norme. Cosa ci chiedono? Di avere più risorse per affrontare la grande crisi economica e sociale, che purtroppo in un terremoto accompagna sempre la crisi e la distruzione materiale. Ci avevano chiesto un aiuto per le zone franche, ci avevano chiesto il 4 per cento, ma ci avete detto a tutto di no.

E, d'altronde, nel contratto di Governo ai terremoti dedicate sette righe e non dedicate una riga a tutta la necessaria politica di prevenzione sismica. Io sono orgogliosa di aver fatto parte di una maggioranza e di aver sostenuto un Governo che, per la prima volta, inserisce nella politica dell'azione di Governo iniziative come il “sisma bonus”, che mi auguro continuerete; l'iniziativa di Casa Italia, che state smantellando; l'idea di cominciare a lavorare per il fascicolo del fabbricato, perché, mentre interveniamo sull'emergenza e sulla ricostruzione, un Governo deve avere una visione anche sulla prevenzione. Non c'è una riga nel contratto di Governo sulla prevenzione! Io mi auguro che nella legge di bilancio ci sia anche questa parte, perché questa parte è quella che rassicura gli altri territori non colpiti dal terremoto che possono sperare in un intervento preventivo.

Noi voteremo a favore di questo decreto-legge. Voteremo a favore perché è un decreto-legge che il Governo Gentiloni ha presentato in corner, visti i giochetti che si facevano tra le forze politiche che oggi compongono questo Governo e che non chiudevano, non chiudevano la composizione e la nomina del Premier.

Votiamo a favore perché questo decreto-legge è fatto di proroghe di proroghe, ovvero sono proroghe di strumenti approvati precedentemente, che dite di voler smantellare, perché non va bene niente, ma che poi, alla prova dei fatti, dovete doverosamente riconoscere che sono strumenti idonei e che sono strumenti importanti.

Lavoreremo però, giorno per giorno, con serietà, senza minacce, senza rancore: non abbiamo nei nostri cuori questo. Nei nostri cuori c'è solo la pena, il dolore per chi non c'è più ed è rimasto sotto le macerie e sotto le case, c'è il dolore per vedere questa indifferenza alle nostre proposte, ma anche la passione civile, più ancora che politica, di dire a quelle popolazioni che ci siamo, che andremo avanti e che tutto ciò a cui avete detto “no” noi lavoreremo perché si trasformi in cose tutte a cui direte “sì”, perché questo è il nostro mandato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, l'esame, in questo ramo del Parlamento, del decreto-legge in materia di terremoto è stato deludente.

Dal Senato c'era giunto un testo che ritenevamo potesse essere aperto. Le stesse parole del relatore al Senato rinviavano all'esame alla Camera alcune questioni importanti: cito il caso di Ischia, cito le questioni che rimangono ancora aperte, la questione dell'emergenza sismica del terremoto dell'Emilia-Romagna e altri argomenti. I colleghi, in questa fase di dichiarazione di voto e nel corso del dibattito sugli emendamenti presentati, hanno segnalato all'Assemblea tutta la lista delle questioni aperte.

Credo, Presidente, che si sia persa un'occasione importante con il respingimento di tutti gli emendamenti. Abbiamo insistito, senza uno spirito ostruzionistico, ma con uno spirito davvero costruttivo, nell'esposizione e l'illustrazione degli emendamenti che abbiamo ritenuto importanti per questa Assemblea: c'è sempre stato detto di “no”. Abbiamo sempre chiesto al Governo di prendersi impegni, c'è sempre stato detto di “no”, fino a che stamani la sottosegretaria Castelli ha deciso di interrompere il silenzio e di prendere alcuni impegni di massima. Ci sarà un decreto “milleproroghe”, ci sarà probabilmente un altro provvedimento in materia di terremoto nel corso della legge di bilancio, che pure ha i suoi tempi. Potranno essere valutate altre coperture, la lista – la risparmio, insomma – delle cose da fare è molto ampia.

Io mi permetto di suggerire al Governo, come già ho fatto nel corso di questi giorni di dibattito, intanto l'idea di poter far partire, con l'iniziativa parlamentare, un provvedimento che contenga molte delle norme su cui c'è un accordo generale, perché, in realtà, così avete bocciato emendamenti su cui anche voi della maggioranza eravate – e siete – d'accordo, per una ragione inspiegabile di tempi.

Il relatore, che è espressione di un territorio martoriato dal terremoto, come tanti di noi che siamo stati eletti nelle Marche, in Umbria, nel Lazio eccetera, sa bene che si tratta di provvedimenti che vengono richiesti dalle popolazioni, dai sindaci, dalle amministrazioni e noi dobbiamo mettere queste popolazioni nella condizione non solo di avere risposte certe, ma anche di avere una continuità di interlocuzione, ad esempio, con la struttura commissariale, qualunque sarà la vostra idea di ciò che vorrete fare dopo e chiunque avrete in mente di mettere dopo l'esperienza del commissario De Micheli, che approfitto per ringraziare, perché ha svolto, anche con i gruppi parlamentari, un lavoro istruttorio, anche in vista di questo decreto, che purtroppo non è stato possibile portare a casa, per la chiusura netta di questo provvedimento da parte del Governo e della maggioranza.

Mi pare che l'unico risultato vero in termini di copertura sia stato portato dal Parlamento, perché l'ordine del giorno che ho avuto l'onore di sottoscrivere per primo, che lodevolmente ha raccolto le sottoscrizioni di tutti i gruppi parlamentari, che è stato votato all'unanimità da questa Assemblea e che prevede che il Governo destini alle popolazioni colpite dal terremoto gli 85 milioni di risparmi che quest'anno la Camera sta per restituire al Ministero dell'economia, è l'unico risultato concreto di questo passaggio e di questo esame del Parlamento.

Lo dico anche con l'orgoglio di essere stato un componente dell'Ufficio di Presidenza della scorsa legislatura, a cui in gran parte si deve il lavoro di risparmio che arriva oggi, con la restituzione di 85 milioni. Quell'Ufficio di Presidenza per tre anni ha risparmiato 47 milioni, due anni fa 80 milioni, l'anno scorso 85 milioni. Quest'anno il lavoro del Collegio dei questori - vedo in Aula il questore Fontana, che è stato questore nella scorsa legislatura, che in questa è questore anziano e che è stato elemento di continuità di questo lavoro - so che è un lavoro apprezzato. Lo stesso Ministro Fraccaro ha fatto parte di quell'Ufficio di Presidenza, così come ne ha fatto parte la Presidente Boldrini, da Presidente della Camera, e così come i colleghi Giachetti, Sereni, eccetera.

Noi, negli anni scorsi, addirittura i componenti dell'Ufficio di Presidenza firmavano questi ordini del giorno, che poi devono concretizzarsi nella legge di bilancio con un emendamento specifico per la destinazione, ma anche questo - annuncio - lo faremo e lo faremo chiedendo le firme di tutti. La scorsa legislatura, a dicembre, l'ultimo anno, tutta la Commissione sottoscrisse l'emendamento che destinava questi soldi alle popolazioni colpite, perché io credo che su questo non solo, come diceva qualcuno, bisogna fare presto e bisogna fare bene, ma aggiungo che bisogna fare insieme, perché, guardate, il dibattito surreale a cui abbiamo assistito è un dibattito che non fa onore alla maggioranza, che non fa onore al Governo.

Io, quando prendo la parola per illustrare emendamenti che riguardano i territori colpiti dal terremoto, non solo svolgo il ruolo di deputato eletto in un collegio, ma credo di svolgere il ruolo di deputato che rappresenta la nazione. Credo che su questi temi, dove è possibile, non c'è una differenza di visioni. Noi la visione del Governo non abbiamo ancora capito quale sia, tra l'altro; abbiamo capito quello che le forze politiche, che oggi sono in maggioranza, dicevano in campagna elettorale, ma ora che sono al Governo mi sfugge quale sia la visione d'insieme. La maturerete, per carità, però, nel frattempo, almeno sulle cose che insieme condividiamo, cerchiamo di fare un percorso insieme, perché ne va della velocità, della certezza, della continuità anche delle risposte che lo Stato ha il dovere di dare, perché ci sono popolazioni che si aspettano risposte. Dove sarà possibile ricostruire sarà necessario che gli si dica, a queste persone, che si può ricostruire. Dove non è possibile ditegli che non è possibile, ma prendetevi responsabilità. Siete ancora nella fase della luna di miele del Governo, cioè in quella fase iniziale in cui vi è concesso di fare tutto, anche gli errori più grossolani, anche sbagliare i pareri, anche non sapere che cosa state facendo. Di qui a qualche tempo il vento cambierà e cominceranno ad attribuirvi perfino colpe che non avete.

Noi abbiamo dimostrato, in questo ramo del Parlamento, come Forza Italia, di essere un'opposizione costruttiva, responsabile e intelligente, nel senso che abbiamo selezionato quelle che, secondo noi, erano le proposte migliori e ve le abbiamo proposte; vi abbiamo chiesto di prendervi degli impegni, vi siete presi, a mezza bocca, qualche impegno. Ci auguriamo e vigileremo affinché voi questi impegni li manteniate. Non abbiamo voluto sottoscrivere ordini del giorno su questo, perché c'è bastato quello che avete detto in Commissione, cioè che i vostri impegni erano quelli degli ordini del giorno al Senato. Noi non vi facciamo uscire da quest'Aula con un foglietto di carta con la lista degli impegni che vi siete presi, perché vale per noi quello che ha detto la sottosegretaria Castelli, e vale per noi tutto ciò che abbiamo detto a voi, sull'importanza delle proposte emendative che vi abbiamo illustrato. Se su questi impegni sarete coerenti noi vi sosterremo responsabilmente con i nostri voti. Berlusconi scrisse una lettera al Presidente del Consiglio, Gentiloni, l'anno scorso dicendo che i voti di Forza Italia sono a disposizione per sostenere proposte concrete, nell'interesse delle popolazioni colpite dal terremoto. Su quei voti, nell'interesse delle popolazioni colpite dal terremoto, potete contarci e potete contare sulla nostra responsabilità, ma noi non vi facciamo sconti e non faremo cadere nel nulla l'impegno e le promesse che vi siete, a qualunque titolo, presi in questa Assemblea perché quelle promesse devono avere un valore: quelle persone hanno bisogno che le promesse vengano mantenute (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Eramo. Ne ha facoltà.

LUIGI D'ERAMO (LEGA). Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, questo decreto-legge era nato solo per garantire delle proroghe fiscali. Tutti abbiamo compreso la necessità, a partire dalla nostra azione parlamentare, di modificarlo, di modellarlo, di migliorarlo attraverso una serie di emendamenti che potevano essere approvati, tenendo conto di un Governo che si era appena insediato e l'urgenza di approvare il tutto entro due date importanti e fondamentali, quella del 23 luglio e quella del 28 luglio, quindi, di fatto, tempi limitati e risorse abbastanza limitate; tra l'altro in un contesto dove la ricostruzione è ferma e l'emergenza ancora non è terminata, in un contesto confusionario fatto di norme complesse, fatto di oltre 59 ordinanze, spesso in contraddizione l'una con l'altra e in un contesto dove da tempo, da mesi i cittadini, i sindaci aspettano delle risposte celeri ed immediate. In un contesto soprattutto dove ogni giorno le difficoltà per i cittadini e gli amministratori crescono, si moltiplicano e, in assenza di alcune norme anche urbanistiche che sono state previste all'interno di questo provvedimento e attraverso anche dei nostri emendamenti, diventerebbero insostenibili da governare.

Al Senato, dunque, con il contributo di tutti c'è stata l'introduzione di alcune misure fiscali ma anche di norme urbanistiche, finalizzate a velocizzare i processi della ricostruzione. Oggi molti colleghi si sono concentrati a sottolineare ciò che non è stato, in questi tre giorni, approvato. Io vorrei ricordare, invece, ciò che è stato approvato, in Senato, e credo che siano stati dei risultati importanti e che sin da lunedì potranno dare delle risposte immediate a chi attendeva alcune proroghe e alcune norme da troppo tempo: è stato prorogato lo stato di emergenza al 31 dicembre 2018; è stata prorogata di un anno la restituzione dei mutui ai comuni e anche la possibilità di adeguare l'indennità ai sindaci; i comuni sono stati esonerati dall'obbligo di raggiungere gli obiettivi per la raccolta differenziata; sono stati prorogati di due anni, ovvero fino al 2020, i mutui per le attività economiche e ai privati per la prima casa, e al 2021 per chi è in zona rossa; è stata riconosciuta ai privati la possibilità della spesa della Tosap per l'occupazione del suolo pubblico nei cantieri di ricostruzione; sono state prorogate sino al 2020 le esenzioni delle bollette della fornitura nelle zone rosse, la restituzione a rate dei versamenti della busta paga pesante, l'aumento della soglia dell'importo dei lavori pubblici per l'obbligatorietà della SOA; è stato introdotto il rimborso delle spese per l'adeguamento antincendio e per l'eliminazione delle barriere architettoniche; sono state ampliate le centrali uniche di committenza per superare una limitazione eccessiva per i soggetti attuatori; c'è stata la proroga, fino a dicembre 2018 per gli interventi di immediata esecuzione e presentazione delle schede AeDES; è stata prevista la realizzazione di aree turistiche attrezzate per roulotte e camper; è stata prevista la pubblicazione e l'aggiornamento periodico di linee guida del commissario con procedure e adempimenti connessi alla ricostruzione.

E poi consentitemi una sottolineatura, e cioè quella che è stata una battaglia della Lega, ovvero è stata introdotta finalmente una normativa adeguata per sanare le casette temporanee costruite senza permesso in emergenza, ma necessarie per affrontare le immediate esigenze abitative, ovvero il caso clamoroso di nonna Peppina, una donna vessata anche da un punto di vista giudiziario (Applausi dei deputati del gruppoLega-SalviniPremiere di deputati del gruppoMoVimento 5 Stelle), rispetto alla quale credo che il sistema nazione non abbia fatto una gran bella figura. E insieme a nonna Peppina c'erano altre 1.300 persone nella stessa condizione e soltanto chi, come me, ha vissuto il terremoto, può comprendere realmente quanto sia difficile doversi allontanare dalla propria abitazione, dal proprio comune, dal proprio territorio.

È stata anche introdotta, sempre su proposta della Lega, una norma per consentire le demolizioni e le ricostruzioni di abitazioni inagibili, in deroga al vincolo stradale. È stata introdotta la possibilità per le diocesi di intervenire su gran parte delle 3 mila chiese danneggiate dal terremoto, ricorrendo a procedure previste per la ricostruzione privata, per lavori sui singoli interventi di importo fino a 500 mila euro.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 12,50)

LUIGI D'ERAMO (LEGA). E poi c'è stato anche, su iniziativa della Lega, l'emendamento approvato, che prevede per il terremoto Abruzzo un'ulteriore proroga di 60 giorni rispetto alla scadenza per il pagamento del restante 60 per cento delle tasse che, inspiegabilmente, vengono richieste alle partite IVA del capoluogo di regione abruzzese.

E questo tempo è necessario non per prendere altro tempo, come qualcuno ha voluto o ha tentato di sostenere in questi giorni, ma questo tempo è necessario per aprire un confronto anche con l'Europa in maniera responsabile, in maniera attenta e per evitare che eventuali altri emendamenti approvati dalle Camere potessero non essere presi in considerazione dall'Europa; dal giorno dopo, non ci sarebbe stata una pessima figura della politica o di questa maggioranza; dal giorno dopo, se fosse accaduto questo, ci sarebbe stato il disastro economico per le imprese del capoluogo di regione, ci sarebbero stati licenziamenti, ci sarebbero stati fallimenti. Quindi, quella del Governo, quella di questa maggioranza, quest'azione che stiamo portando avanti è un'azione fatta di consapevolezza e di responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

Inoltre, chiaramente, le cose da fare sono ancora tante, sono ancora molte e sono ancora troppe, perché il terremoto è un disastro complesso da gestire, richiede tempi lunghi, ma soprattutto richiede la capacità di aggiornare e modellare le norme man mano che il processo della ricostruzione parte, perché i problemi sono imprevedibili e nascono quotidianamente. Quindi, è di tutta evidenza che il Governo oggi abbia sottolineato con forza e decisione che ulteriori misure saranno adottate in futuri e anche imminenti provvedimenti e credo che questo sia un segnale non solo positivo, ma fondamentale, perché, parallelamente a quanto dichiarato, la nostra azione sarà quella di un continuo confronto sul territorio. Continueremo a parlare con i sindaci, con la cittadinanza, con le associazioni di categoria, con i commercianti, con gli artigiani, con i disoccupati, con tutti coloro i quali non solo hanno la necessità di un confronto con i rappresentanti del Governo o del Parlamento, ma che danno il loro impegno e il loro sacrificio quotidiano per tentare di risolvere e risollevare i territori colpiti dal sisma.

Possiamo dire, senza paura di essere smentiti, che nessun terremotato resterà indietro, ma soprattutto possiamo dire, senza paura di essere smentiti, che la nostra azione parlamentare, che l'azione parlamentare della Lega non si fermerà finché l'ultima casa delle zone terremotate non sarà di nuovo in piedi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

E lo dico, ancora una volta, come uno che il terremoto lo ha subito e lo dico con il nodo in gola; lo dico provenendo da un capoluogo, da una terra, quella d'Abruzzo, dove, se pure il sisma c'è stato nove anni fa, la ricostruzione non è ancora terminata e in molte zone addirittura non è ancora partita; lo dico con la consapevolezza di chi ha visto cadere le case intorno a sé, lo dico nella consapevolezza di chi, per la prima volta nella vita, è stato realmente costretto ad una fuga.

PRESIDENTE. Deve concludere.

LUIGI D'ERAMO (LEGA). Lo dico da chi - e concludo, signor Presidente - ha vissuto il dramma delle tende per mesi e mesi.

E, dunque, signor Presidente, nel ribadire l'impegno da parte di tutti quanti noi, mi faccia soltanto fare un ringraziamento alle forze dell'ordine, che in quei momenti drammatici hanno prestato il loro aiuto immediato alle popolazioni e credo che questo non debba essere mai dimenticato: quindi un ringraziamento va ai Carabinieri, alla Polizia, alla Guardia di Finanza, all'Esercito, ai Vigili del fuoco (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier); rispetto ai Vigili del fuoco, signor Presidente, credo sia necessario anche sottolineare l'impegno, nei confronti degli 814 Vigili del fuoco dichiarati idonei, del sottosegretario Candiani e degli onorevoli Castiello e Zoffili, che si stanno battendo per la soluzione anche di questo problema. La Lega voterà a favore (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-SalviniPremiere MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Terzoni. Ne ha facoltà.

PATRIZIA TERZONI (M5S). Grazie, Presidente. Gentile Governo, colleghi deputati e deputate, gli eventi sismici, per i quali il Parlamento è chiamato ancora una volta ad esprimersi, risalgono, come ben sappiamo, al 24 agosto 2016, ossia quasi due anni fa. In questi due anni, due Governi si sono succeduti, Renzi e Gentiloni, con numerosi interventi normativi di urgenza: parliamo di sei decreti-legge e di ulteriori norme inserite nelle ultime due leggi di bilancio, fino all'ultimo decreto varato dal Governo Gentiloni, che è il n. 55 del 2018, che è proprio quello all'esame dell'Aula.

L'intensa produzione normativa in merito ci fa capire quanto sia difficile produrre una legge perfetta ed efficace. Durante la ricostruzione sorgono problemi, difficoltà interpretative e valutazioni ulteriori che rendono necessarie modifiche e integrazioni.

Le prime bozze dell'ultimo decreto, questo decreto che stiamo varando, contenevano nuove disposizioni giudicate importanti, ma il Governo uscente, il 29 maggio, vista l'imminente formazione del nuovo, ha ritenuto opportuno circoscrivere l'ambito di intervento e limitarsi alla proroga di scadenze importanti e imminenti. Proprio per questo, il decreto era costituito da un solo articolo e prevedeva: lo slittamento e la contestuale rateizzazione in sessanta rate mensili, dal 31 maggio 2018 al 16 gennaio 2019, della ripresa della riscossione dei tributi sospesi a favore dei soggetti diversi da titolari di reddito d'impresa, di lavoro autonomo ed esercenti di attività agricole; lo spostamento di tre anni dell'iscrizione a ruolo del mancato, insufficiente e tardivo pagamento degli importi dovuti; la proroga degli adempimenti in materia previdenziale, assistenziale e di assicurazione obbligatoria dal 31 maggio al 31 gennaio 2019; la proroga al 1° gennaio 2019 della sospensione dei termini per la notifica delle cartelle per la riscossione delle somme dovute all'INPS; la sospensione del canone di abbonamento Rai dall'1 gennaio 2018 al 31 dicembre 2020 e il rimborso degli eventuali importi già versati; il differimento dei termini di sospensione del pagamento dei servizi energetici, idrici, assicurativi e di telefonia.

Oltre a queste importantissime disposizioni, che sono già in vigore, durante l'esame del provvedimento al Senato è stato fatto un grande lavoro, anche grazie alla costante interlocuzione con il commissario straordinario per la ricostruzione e alle indicazioni giunte direttamente da cittadini che vivono nelle zone colpite dal sisma, che ha portato all'inserimento di molte altre norme.

In quella sede i suggerimenti pervenuti erano davvero moltissimi, i tempi ristretti e le risorse a disposizione, purtroppo, davvero scarse. Ricordo, infatti, che abbiamo dovuto fare i conti con una legge di bilancio, che è stata varata dal precedente Governo, che non ci ha permesso di avere un ampio margine di manovra. Ecco perché tutte le proroghe sono state portate al 31 dicembre 2018, proprio perché a gennaio entrerà in vigore la nostra legge di bilancio, che è già al vaglio dei vari ministeri.

Per questo motivo, il risultato di quel lavoro è da considerare un mezzo miracolo, vista la lunga sfilza di limitazioni. A Palazzo Madama, tra un paletto e l'altro, è stato partorito il miglior provvedimento possibile nella situazione attuale.

È chiaro che, però, in quella circostanza, così come durante la discussione di precedenti decreti inerenti altri eventi sismici, non è stato possibile accogliere tutte le istanze arrivate. Nonostante questo, con un eccellente lavoro di coordinamento del nostro relatore al Senato, Stefano Patuanelli, in Commissione, le forze di maggioranza, MoVimento 5 Stelle e Lega, hanno accolto molteplici emendamenti di buonsenso arrivati proprio dalle opposizioni, dando prova di un clima collaborativo e assolutissimamente responsabile.

Per questo è falsa la notizia in cui si dichiara che non abbiamo aggiunto nulla a questo decreto, visto che sono stati aggiunti ben ventidue articoli. Da questo lavoro sono uscite, appunto, diverse modifiche, fra cui la proroga dello stato di emergenza fino al 31 dicembre 2018 e la contestuale allocazione di ulteriori 300 milioni di euro; l'autorizzazione ad agevolare la creazione di aree attrezzate per camper, al fine di dare la possibilità ai proprietari di seconde case, presumibilmente legati ai territori colpiti dal sisma, di continuare a frequentare i posti dove era situata la proprio abitazione distrutta, oltretutto mettendo ulteriori 10 milioni di euro a disposizione.

Abbiamo ampliato la possibilità di utilizzare contributi per gli interventi di ricostruzione anche all'adeguamento antincendio e all'eliminazione delle barriere architettoniche e semplificato gli adempimenti burocratici relativi alla procedura di ripristino dell'agibilità degli edifici e proroga dei termini di presentazione della documentazione. È stato deciso, inoltre, l'aumento da 150 a 258 mila euro della soglia al di sopra della quale è obbligatoria l'attestazione SOA, così da dare maggiore possibilità alle piccole e medie imprese locali di accedere alla ricostruzione pubblica, e, cosa molto importante e sentita dalle popolazioni, abbiamo previsto una disciplina transitoria per le casette realizzate dai proprietari degli immobili resi inagibili dal sisma e che si sono autonomamente organizzati per avere un tetto sotto il quale dormire. L'obiettivo è quello di ripristinare il principio di legalità senza penalizzare i cittadini.

Nel testo modificato dal Senato è prevista la velocizzazione dell'iter di approvazione dei piani attuativi degli interventi di ricostruzione e ripristino attraverso l'esclusione della procedura di VAS e della verifica di assoggettabilità dei suddetti piani al verificarsi di precise condizioni di salvaguardia dei principi urbanistici. Abbiamo anche previsto il trasferimento della competenza sull'istruttoria della compatibilità urbanistica degli interventi dall'Ufficio speciale per la ricostruzione al comune. Il decreto, grazie alle integrazioni apportate, permette l'inserimento dei comuni tra i soggetti attuatori degli interventi di ricostruzione delle opere pubbliche e dei beni culturali e prevede la possibilità per le diocesi di seguire le procedure previste per la ricostruzione privata e per la selezione dell'impresa esecutrice in caso di interventi di importo non superiore a 500 mila euro.

Sono stati estesi da diciotto a trenta i mesi del periodo massimo consentito per il trasporto ed il deposito di materiale di scavo in siti temporanei. Cosa importante, è stata decisa la proroga del pagamento delle rate dei mutui da parte dei comuni alla Cassa depositi e prestiti e la proroga di un anno all'aumento dell'indennità di funzione dei sindaci di piccoli comuni coinvolti dal sisma. C'è poi la possibilità di esenzione fino a tutto il 2020 dal pagamento delle tariffe elettriche, idriche, gas, assicurazione e telefonia per le utenze situate in zona rossa: una vera boccata d'ossigeno per i cittadini. C'è la deroga all'obbligo di raccolta differenziata dei rifiuti urbani fino ad un anno dal termine dello stato di emergenza e ai limiti massimi di durata del trattamento di cassa integrazione, e anche la deroga alla normativa in materia di distanza dal confine stradale per gli edifici che prima del terremoto erano situati in prossimità della strada, purché vengano comunque rispettati alcuni requisiti di sicurezza e viabilità.

In merito alla ricostruzione degli edifici caratterizzati da lievi difformità edilizie, la cui particolare situazione rischia di rallentare o, addirittura, di bloccare il complessivo processo di ricostruzione delle zone colpite dal sisma, abbiamo previsto una specifica disciplina. In ultimo, fra i provvedimenti più importanti, c'è lo slittamento del termine per l'obbligo di comunicazione di avvio del procedimento di recupero degli aiuti dichiarati illegittimi. A tutto questo va aggiunto anche un lavoro collaterale per sistemare altre questioni legate al sisma, come, ad esempio, la proroga per i primi sei mesi del 2019 della cassa integrazione dei lavoratori della zona di crisi industriale complessa, in particolare la Whirpool di Comunanza, in provincia di Ascoli Piceno. Vorrei anche sottolineare che già nei primi trenta giorni di Governo diverse cariche dello Stato, dal Premier Giuseppe Conte al Ministro della pubblica istruzione Marco Bussetti, e l'ultimo, il Ministro dei beni culturali Alberto Bonisoli, si sono recati nei luoghi del terremoto, a dimostrazione del massimo impegno di questo Governo nei confronti dei cittadini e del territori colpiti (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-SalviniPremier).

In questi giorni l'opposizione ha sollevato molte polemiche per il mancato inserimento di alcune disposizioni nel testo. Richieste, devo dire, anche piuttosto strumentali, essendo qua dentro tutti a conoscenza delle limitate coperture finanziarie a disposizione; richieste in qualche caso inspiegabili, se non grottesche, perché proposte da chi non ha avvertito per le popolazioni terremotate le stesse necessità, non dico il 17 ottobre 2016, quando è stato varato il primo decreto, o nelle settimane o nei mesi successivi, ma neanche il 29 maggio 2018, quando è stato approvato il decreto che stiamo esaminando. Laura Castelli, Viceministro dell'economia, proprio oggi in Aula ha ulteriormente promesso, e la ringrazio, ulteriori provvedimenti che saranno fatti da questo stesso Governo entro la fine dell'anno, tra i quali abbiamo l'abbattimento del carico fiscale anche per l'anno 2019, l'indennizzo per le vittime del terremoto, la sospensione dei mutui e delle bollette e la proroga della zona franca urbana, il sostegno al personale dei comuni, una soluzione per il tema degli aiuti di Stato alle imprese aquilane. Per i sindaci di tutto il cratere abbiamo l'aumento delle ore di permesso e l'ingresso dei sindaci nelle cabine di coordinamento. Abbiamo la proroga della gestione commissariale ma con un rifinanziamento e una miglioria della struttura, perché abbiamo visto le carenze e, soprattutto, vogliamo mettere delle persone ad aiutare e a controllare l'operato delle quattro regioni (e ricordo che i presidenti delle quattro regioni sono i subcommissari a questo terremoto). Tutto ciò, come sempre fatto, coinvolgendo tutti i soggetti interessati e, soprattutto, i comitati territoriali, i tecnici ed i sindaci, senza troppe chiacchiere e soprattutto senza alcun tipo di speculazione politica, ma soltanto con l'obiettivo di dare una prospettiva a chi in questo immenso dramma ha perso tutto. Per questo il nostro voto sarà favorevole (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-SalviniPremier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata De Micheli. Ne ha facoltà.

PAOLA DE MICHELI (PD). Grazie, Presidente. Mi consenta, essendo ancora nel ruolo di commissario straordinario alla ricostruzione, di rivolgere un ringraziamento a quest'Aula e, per il tramite suo, anche all'Aula del Senato per il lavoro che è stato svolto in queste settimane a favore e a sostegno delle popolazioni terremotate. È un “grazie” che faccio, diciamo così, sentendo forte il peso della responsabilità che mi è stata assegnata dal precedente Governo; è un “grazie” che rivolgo ai colleghi che benevolmente hanno riconosciuto il nostro lavoro; è un “grazie” che rivolgo anche ai colleghi che legittimamente ritengono che questo lavoro sia stato insufficiente o - e in alcuni casi ho seguito nel dettaglio il dibattito - addirittura inesistente. Ma approfitto di questo tempo che mi è consentito, nel confermare il mio voto favorevole, ovviamente, su questo decreto che, nonostante il dibattito che ha segnato anche alcuni importanti punti di distinguo, ritengo che rappresenti un punto di avanzamento rispetto agli obiettivi che ci siamo dati, come istituzioni prima che come partiti e come Governi, per ricostruire.

Voglio soltanto rubarvi qualche minuto per fare con voi una riflessione. La ricostruzione non è solo l'insieme dei volti che vedete più spesso (magari ogni tanto il mio): la ricostruzione è mille lavoratrici e lavoratori che sul territorio - e a volte vengono in maniera anche un po' semplificatoria liquidati come burocrati - ogni giorno si dedicano a trovare delle soluzioni per le persone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). La ricostruzione è 138 sindaci, con alcuni dei quali litigo amabilmente tutti i giorni e qualcuno è anche entrato in Parlamento recentemente, ma sono tutte persone che non hanno mai mollato un secondo e, soprattutto, non sono scappate di fronte all'enormità della responsabilità che hanno sulle spalle (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). La ricostruzione è quattro presidenti di regione, consigli regionali, giunte regionali; la ricostruzione è migliaia di aziende che vogliono ricostruire dentro la legalità, che sono iscritte nell'albo del Ministero dell'interno e centinaia di professionisti, anche loro già iscritti nell'albo della trasparenza del Ministero dell'interno; la ricostruzione è le forze dell'ordine che non ci sono state solo nell'emergenza ma ci sono ancora, ci sono ancora con la stessa disponibilità e generosità del primo giorno e della prima notte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ma la ricostruzione, cari colleghi, siamo noi. Io ho l'umiltà di accettare tutte le critiche e la forza e la determinazione di sopportarle, ma io vorrei che ciascuno di noi - e non solo coloro che sono stati eletti nelle zone terremotate, ma tutti, davvero tutti - si rendesse conto, fino in fondo, che questa sarà una sfida per tutte le istituzioni, perché ci vorrà tempo, perché i Governi cambieranno e forse nel prossimo giro qualcuno di noi non ci sarà. Questa è una sfida per il paese, per il Paese. E, allora, la riflessione che volevo sottoporvi oggi, anche con l'umiltà di riconoscere gli errori - e io sono convinta che chi non ammette mai di sbagliare si predispone a sbagliare ancora e, quindi, provo a stare dalla parte di quelli che ogni tanto lo riconoscono -, è quella di chiedervi di avere giustamente il distinguo sui contenuti, ma vi chiedo di avere sempre un atteggiamento unitario e condiviso. Prima l'onorevole Terzoni citava un approccio di metodo unitario e condiviso come istituzioni per affrontare la sfida del terremoto.

I nostri concittadini che hanno subito questo dramma hanno bisogno non solo di buone leggi, non solo di buone ordinanze ma hanno tanto bisogno di fiducia, perché, per continuare a vivere lì, bisogna essere convinti che lì ci sia un futuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Allora, nel ringraziarvi, nel ringraziarvi ancora e nel ringraziare anche il Governo, che oggi pubblicamente ha avuto nei nostri confronti, non nei miei ma nei confronti di tutta la squadra della ricostruzione, un attestato di fiducia e di stima, io vi voglio invitare - siete liberi di criticare e di dire che sul terremoto non è successo niente; va bene, è colpa mia - ma io vi voglio invitare, dicevo, perché sono mesi e settimane che inauguriamo: apriamo cantieri, inauguriamo scuole, inauguriamo opere pubbliche, e siccome queste inaugurazioni si intensificheranno molto in questa estate non potrò invitarvi personalmente tutti ma vi chiedo di esserci. I ministri, che invito continuamente, hanno deciso di essere presenti, ma io vorrei i colleghi parlamentari, anche quelli non di quel territorio, per dare il senso che è tutto il Paese che si occupa della ricostruzione. Presidente, non vedo l'ora di fare un giro con lei nelle zone terremotate per poterle raccontare anche delle storie, delle storie importanti.

Questa ricostruzione sarà maledettamente difficile, sarà più difficile di quelle che l'hanno preceduta perché la situazione lì è completamente diversa da tante altre ricostruzioni che questo Paese, ahimè sismico, ha dovuto affrontare. Secondo me una parte politica, a chiunque tocchi, non ce la fa. Secondo me noi - tanto abbiamo tanti motivi per dividerci e tutti i giorni abbiamo un motivo per dividerci - ce la facciamo solo - solo! - se tra di noi e di fronte ai cittadini ci dimostriamo realmente - realmente! - uniti come istituzioni, senza mai abbassare la guardia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Io vi sono davvero grata. Chiedo scusa del tempo che vi ho rubato e vi ringrazio. Venite a vedere le cose che stanno succedendo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

TULLIO PATASSINI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TULLIO PATASSINI, Relatore. Grazie, Presidente. Questo intervento, in qualità di relatore del provvedimento, è per ringraziare tutti coloro che a vario titolo si sono impegnati, a partire dagli uffici della Camera, gli Uffici del Senato e tutti quelli che veramente continuano a mettere il cuore in questa vicenda. Non ripeto tutti i ringraziamenti che ha fatto l'onorevole De Micheli, che rivolgo a tutte le forze dell'ordine, ai deputati e a tutti. Veramente, io vorrei ringraziare tutti i colleghi della Camera perché questa passione, questo cuore e tutto questo accaloramento - scusate il termine, ma nel senso di calore - per il terremoto è perché veramente tutti siamo consapevoli che su questa sfida dobbiamo tutti confrontarci e la sfida della ricostruzione del centro Italia, di Ischia e degli altri terremoti è una sfida che questo Parlamento deve vincere (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-SalviniPremier e MoVimento 5 Stelle).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 804)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 804:

S. 435 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 maggio 2018, n. 55, recante ulteriori misure urgenti a favore delle popolazioni dei territori delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 56 - Applausi).

Nella ricorrenza del 26° anniversario della strage di via D'Amelio (ore 13,20).

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea ed i membri del Governo). Colleghi e colleghe, come sapete ricorre oggi l'anniversario della strage di via D'Amelio nella quale persero la vita Paolo Borsellino e gli agenti di Polizia di Stato addetti alla sua scorta: Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Vincenzo Fabio Li Muli e Claudio Traina. Paolo Borsellino come Giovanni Falcone, ucciso cinquantasette giorni prima nell'attentato di Capaci unitamente alla moglie Francesca Morvillo e alla sua scorta, aveva dedicato la sua vita ad una difficile battaglia per liberare la Sicilia e l'intero Paese dalla morsa della mafia.

Per rendere omaggio al sacrificio di questi uomini e donne, oggi le istituzioni, la società civile e i singoli cittadini devono portare avanti, ciascuno nel proprio ambito, la loro battaglia contro la criminalità organizzata e per la difesa incondizionata dei principi di giustizia e di legalità.

L'approvazione in quest'Aula, mercoledì scorso, della proposta di legge per l'istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali costituisce un importante segnale in questa direzione ed andranno sicuramente valutati con attenzione eventuali provvedimenti volti a rafforzare il quadro legislativo per la prevenzione e il contrasto di tali fenomeni. Ma l'impegno dello Stato non deve limitarsi alla pur necessaria azione investigativa e repressiva condotta, sulla scia dell'esempio di Paolo Borsellino e della sua scorta, con costante e ammirevole dedizione da magistratura e forze dell'ordine. Occorre rimuovere le cause economiche, culturali e sociali che alimentano questi fenomeni, garantendo sviluppo e occupazione durevoli e sostenibili come pure questioni sociali in tutte le regioni del nostro Paese a partire da quelle dove la criminalità mafiosa è più radicata storicamente.

Occorre, come diceva Paolo Borsellino, che nei cittadini, soprattutto quelli più giovani, si radichi la cultura della legalità e dell'integrità e il rifiuto della logica del ricatto e del malaffare. Occorre, infine, perseguire la verità sempre e a tutti i costi, ad ogni costo, a partire all'accertamento giudiziario non ancora definitivo sulla strage di via D'Amelio e sulla trattativa tra Stato e mafia. Soltanto riflettendo sulla propria fragilità e accertando le responsabilità, lo Stato potrà riconquistare la fiducia dei cittadini e trasmettere loro il coraggio e la speranza in un reale cambiamento di rotta.

Invito l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio – Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Uva. Ne ha facoltà.

FRANCESCO D'UVA (M5S). Solo nel giorno del 26° anniversario della strage di via D'Amelio, dove sono stati massacrati donne e uomini servitori dello Stato, possiamo affermare una verità ormai scritta nero su bianco: uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana, un depistaggio che vede coinvolti uomini dello Stato. In via D'Amelio hanno perso la vita Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, prima donna a far parte di una scorta e anche prima donna della polizia di Stato a cadere in servizio, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Questi nomi devono risuonare ogni giorno in quest'Aula finché non verrà fatta giustizia e appurata la verità su quel massacro. Toglie il fiato pensare che un'autobomba esplose in una città italiana: non possiamo e non dobbiamo dimenticarlo mai. E solo cinquantasette giorni prima era stato massacrato Giovanni Falcone con la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro - anche questi nomi devono risuonare sempre in quest'Aula - massacrati con un'autobomba. Era una guerra pianificata e non solo di regia mafiosa: una guerra i cui mandanti sono ancora sconosciuti, una concomitanza di interessi che ha unito un manipolo di assassini a cui non possiamo che giurare l'impegno più totale e l'appoggio alla magistratura affinché venga dato loro un volto. Ma non c'è solo Capaci e via D'Amelio: ci sono decine e decine di morti per mano mafiosa, armata da interessi altri. Ogni anniversario deve essere l'occasione per ricordare tutti i caduti in questa guerra permanente contro la criminalità organizzata e contro chi tradisce lo Stato. Avete perso: o pensate davvero che non avervi dato un volto per ventisei anni vi renda intoccabili? Avete perso perché oggi più di prima c'è coscienza e conoscenza di come le mafie possono essere utile strumento in mano a menti raffinatissime. I mafiosi scontano in galera il giusto oblio a cui sono condannati e difendono gli interessi dei loro padroni che da fuori li osservano come animali in gabbia. Avete perso ed è il momento che, come ci sono stati pentiti di mafia, ci siano i pentiti di Stato. Coloro che hanno depistato e armato mani assassine, si facciano avanti (Applausi): sarebbe un gesto di dignità perché tanto verrete trovati, perché tanto avete già perso. Ad ogni anniversario celebriamo questa nostra vittoria: il coraggio dei vivi che ogni giorno combattono insieme per cancellarvi. Avete perso perché la maggioranza è degli onesti: la maggioranza crede e serve lo Stato e non lo tradirà mai (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tonelli. Ne ha facoltà.

GIANNI TONELLI (LEGA). Signor Presidente, colleghi, quest'anno la funzione che ho assunto di parlamentare non mi ha consentito di potermi recare in via D'Amelio a celebrare il giudice Paolo Borsellino e i miei colleghi. In verità andavo sempre un giorno prima perché non volevo mescolarmi con quel gruppo di persone: non certamente tutte perché all'interno delle istituzioni e della società civile vi sono straordinarie energie che stanno combattendo questa lotta. Ma non volevo mescolarmi con coloro che hanno ritagliato il loro business, la loro carriera sull'antimafia o anche con chi per obblighi istituzionali, in maniera abbastanza ipocrita, andava a celebrare questo grande tributo versato per il nostro Paese. Però sono le stesse persone che hanno consentito che quell'esercito, che l'esercito antimafia solo in Sicilia in dieci anni fosse decapitato di 4 mila persone. E sono le stesse che molte volte hanno consentito la vanificazione di tutti gli sforzi.

Cosa significa questo? Ad esempio, uno per tutti, al commissariato di Caltagirone che, nonostante non sia provincia, è sede di procura e di tribunale, perché è considerato ad altissima densità mafiosa e dove è stato arrestato Nitto Santapaola, il nucleo investigativo è di zero persone. Il controllo del territorio è affidato a nessuno, una volante, perché fa servizio unicamente di vigilanza a un commissariato, perché abbiamo decapitato queste risorse. Tutto questo è potuto accadere, perché abbiamo mancato nei riguardi di coloro che si sono sacrificati. Se vogliamo dare un senso a questo sacrificio e a quello dei loro cari, che sono rimasti qui a patire, noi dobbiamo capitalizzare il loro sforzo e lo dobbiamo fare tutti assieme, facendo in modo che il terreno della sicurezza e dell'antimafia non sia un terreno di scontro ideologico (Applausi). La sicurezza e l'antimafia sono beni primari per la nostra comunità, come la salute. Cosa vogliamo dare una colorazione politica alla lotta contro le malattie incurabili? Alla stessa stregua il primo dovere dello Stato moderno - sosteneva Montesquieu - è assicurare la vita e la sicurezza dei cittadini e, attorno a questi obblighi primari, tutti noi dobbiamo unirci e coalizzarci

(Applausi dei deputati dei gruppi Lega- Salvini Premier, MoVimento 5 Stelle e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Sono certo di interpretare il desiderio, la tenacia, la determinazione e la volontà degli amici del gruppo, cui appartengo e che mi hanno accolto, e cercheremo di impegnarci e di assumere questo obbligo, che, prima ancora di essere civile, è morale. Chi ha sacrificato la vita per il Paese, deve essere rispettato per il Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-SalviniPremier, MoVimento 5 Stelle, Forza Italia-Berlusconi Presidentee Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Concluda.

GIANNI TONELLI (LEGA). E deve essere rispettato con un nostro impegno fattivo, abbandonando quelle che sono molte volte logiche di bottega, che non hanno significato, soprattutto per chi vuole guardare avanti. Invito tutti, tutti voi, a unirvi a questo obbligo morale (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, MoVimento 5 Stelle, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Miceli. Ne ha facoltà.

CARMELO MICELI (PD). Grazie, signor Presidente. Io non nascondo un'enorme emozione da siciliano, da palermitano, da giovane che nel 1992 aveva soltanto 14 anni, da giovane che ha vissuto, insieme ai suoi conterranei, quei cinquantasette lunghissimi giorni di ordinaria follia, giorni nei quali era scritto ciò che stava accadendo. Veniva detto, veniva anticipato, ciò che sarebbe successo, e veniva anticipato dallo stesso Paolo Borsellino.

Da siciliano ho quel ricordo forte nel cuore, da siciliano ho condizionato, come tanti, le mie scelte. Ho scelto di fare giurisprudenza per questi eventi. Ho scelto di fare l'avvocato per questi eventi. Ho scelto di fare l'avvocato che presta assistenza alle vittime di mafia per questi eventi. Ho scelto, come tanti, di spendermi per la passione politica e per il dovere civile. E l'ho fatto perché credo che da quegli eventi ho tratto un insegnamento forte, un insegnamento che credo di dovere riportare in quest'Aula, per provare a ricordare bene Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, e Claudio Traina. Queste persone non erano dei supereroi. Erano delle persone comunissime e normalissime. Erano delle persone che avevano un altissimo senso del dovere.

Erano delle persone che, in quei 57 lunghissimi giorni, decisero di andare incontro alla morte, non per fare i supereroi, ma solo ed esclusivamente perché quello era il loro dovere: quello erano chiamati a fare per le mansioni, che gli erano assegnate da un contratto di lavoro. Questo era.

Ricordare questi uomini, semplicemente per l'impegno quotidiano, è credo la cosa migliore e ci obbliga a pensare che anche noi in questa sede, noi che siamo chiamati poi a ricoprire eventualmente le istituzioni, abbiamo l'obbligo di combattere Cosa Nostra, senza essere supereroi, provando a non fare i supereroi. Cosa Nostra la si combatte, non lanciando la sfida. Le assicuro, Presidente, che più volte abbiamo sentito dire a uomini, poi condannati per mafia in Sicilia, che la mafia faceva schifo. Tante volte lo abbiamo sentito dire. Invece, non l'abbiamo sentito dire quasi mai, forse mai, a uomini che Cosa Nostra la combattevano davvero. Ecco, credo che abbiamo il dovere di impegnarci quotidianamente e di farlo intanto per la ricerca di quella verità, unendoci alle parole del Presidente della Repubblica, pronunciate questa mattina, quelle parole che ci debbono fare riflettere, se è vero come è vero, che dopo ventisei anni, ventisei lunghissimi anni, ancora tanto c'è da sapere di quelle stragi.

E facciamolo anche ricordando, non solo le parole delle istituzioni, ma mi permetto di riportare in questa sede le parole di una bambina, di Fiammetta, la nipote di Paolo Borsellino: Caro nonno, mi dispiace per il 19 luglio 1992. Certo, se tu fossi vivo, avresti capito quanto di coccolerei. Ti voglio bene. La tua nipotina Fiammetta.

Ecco, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, cominciamo o quantomeno continuiamo ad impegnarci per fare la lotta, per dare la lotta a Cosa Nostra, senza fare i fenomeni e senza fare i supereroi. Lo dobbiamo alla piccola Fiammetta, lo dobbiamo al cuore grande di Fiammetta, lo dobbiamo nel rispetto di quella letterina, lo dobbiamo alle famiglie di Paolo, alle famiglie di Agostino, di Walter, alle famiglie di Vincenzo, di Emanuela e Claudio. Lo dobbiamo ai familiari di tutte le vittime della mafia (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). A ventisei anni dai tragici fatti di via D'Amelio, lo Stato è ancora in debito nei confronti di Paolo Borsellino, dei suoi familiari, nei confronti dei cinque agenti della scorta, che con lui persero la vita: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina. È in debito nei confronti di tutti i cittadini onesti, che hanno avuto il coraggio di dire “no” alla mafia. È un debito di verità, un debito di giustizia, non ancora saldato.

Il 1992 rimarrà nella storia come l'anno in cui la mafia voleva dimostrare con le bombe la sua onnipotenza, che era più forte dello Stato e riusciva a spazzare via vite e speranze. E, invece, quell'anno si è rivelato l'anno della reazione, l'anno in cui è cominciata la sconfitta della mafia. A ventisei anni di distanza arriva più forte che mai il “no” alla paura, il “sì” alla speranza e Falcone e Borsellino sono più vivi che mai nella nostra memoria, nei nostri cuori. Grazie al loro esempio è esplosa la rabbia degli onesti, dei cittadini che amano questo Paese, che hanno ancora oggi il coraggio di dire: basta. È a loro che lo Stato deve ancora delle risposte. E', per loro, che lo Stato ha il dovere di combattere ogni fenomeno, in cui si insinua la matrice dell'odio e dell'illegalità, per fare prevalere la civiltà, l'umanità, la giustizia, ancora nel nome di Falcone e Borsellino (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, a 26 anni di distanza dalla terribile strage di via D'Amelio, commemoriamo Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta che quel giorno trovarono, con lui, la morte, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Per noi, Paolo Borsellino è sempre stato, è e sarà ben più che un eroe nazionale, è sempre stato, è e sarà un emblema, un simbolo, un'istituzione al pari della bandiera, perché fu un martire che è andato serenamente e tragicamente incontro ad un destino segnato e ci andò incontro per il suo religioso senso del dovere, per lo spirito di servizio verso la nazione, per non aver mai arretrato di un millimetro rispetto alla sua lotta senza tregua alla mafia. Quest'uomo ha informato di sé la vita di molti militanti del mio partito che hanno raccolto il suo insegnamento: se la gioventù le negherà il consenso anche l'onnipotente mafia scomparirà come un incubo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

A quest'uomo dobbiamo non solo un ricordo, però, dobbiamo, dopo 26 anni, verità. Sono state depositate a giugno di quest'anno le motivazioni della Corte d'appello di Caltanissetta nel processo “Borsellino quater”. Fa male, fa troppo male, leggere quello che noi abbiamo sempre detto, cioè, che fu uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana; fa male, fa troppo male, leggere le 13 domande senza risposta di Fiammetta, la figlia, l'altro giorno su un quotidiano nazionale; fa male non sapere, ancora oggi, perché in quei terribili 57 giorni che intercorsero fra la strage di Capaci e di via D'Amelio, lo Stato non difese l'uomo simbolo della lotta alla mafia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Eppure, era questione di tempo, lo sapevano tutti, lo sapeva anche lui; rimase indifeso, solo, e senza voce. Le istituzioni furono sorde, sorde anche quando chiese ai PM di Caltanissetta di essere sentito perché aveva qualcosa da dire sulla strage di Capaci. Aveva qualcosa da dire e non gli hanno voluto dare la voce!

Ecco, onorevoli colleghi, ricordando Paolo Borsellino, posso dirvi che mi onoro di militare nelle file della destra italiana, perché quella destra a Paolo Borsellino voleva dare voce, perché se oggi il ricordo ci unisce, non possiamo dimenticare che, allora, le scelte furono diverse, perché il 19 maggio del 1992 la destra italiana propose, come Presidente della Repubblica, proprio Paolo Borsellino e lo votò in splendida, ma incredibile e incomprensibile solitudine. Altri preferirono votare Scalfaro.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Presidente, ho un filo di brivido lungo la schiena - e termino - ad immaginare che Italia sarebbe stata; sarebbe stata un'Italia diversa, sarebbe stata un'Italia migliore, sarebbe stata la nostra Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Lega-SalviniPremiere Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, colleghe e colleghi, oggi, in quest'occasione, in questa commemorazione, al tempo stesso, compiamo un dovere ed esercitiamo un diritto. Il dovere è quello della memoria, di ricordare un magistrato straordinario, che ha speso la sua vita nella lotta contro la mafia, come Paolo Borsellino, e di ricordare i cinque agenti della sua scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, morti servendo anch'essi lo Stato. Il dovere della memoria è fondamentale, ce lo ricorda il filosofo Remo Bodei quando, giustamente, osserva che è anche attraverso il dimenticare che si costruisce l'identità di una nazione.

Però noi, oggi, stiamo esercitando anche un diritto, è il diritto a pretendere la verità, la verità sulla strage di via D'Amelio, la verità sulla stagione delle stragi del 1992 e 1993, perché, dopo Capaci e via D'Amelio, l'Italia non è stata più la stessa.

E, vedete, è attraverso questo duplice esercizio, dovere e diritto, che si costruisce e si deve costruire un'identità condivisa della nostra nazione, un'identità condivisa fondata sulla legalità e su una cultura dell'antimafia. Questa è la base per sconfiggere la mafia e il cancro della mafia che affligge il nostro Paese. Abbiamo e dobbiamo esercitare un diritto alla verità, perché, come ha scritto la sentenza del “Borsellino quater”, si è verificato il più grave depistaggio della storia giudiziaria del nostro Paese e, quindi, di fronte all'Aula di questo Parlamento, credo che tutti noi dobbiamo impegnarci affinché non ci si fermi, fino a quando l'ultimo dei mandanti di quella strage e di quella stagione delle stragi non sarà scoperto e consegnato alla giustizia.

Concludo, facendo nostre le parole del procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, quando, alcuni giorni fa, ha detto: “Sono convinto che non occorrerà tantissimo tempo, per rimettere a posto tutti i punti fermi sulla strage di via D'Amelio e scoperchiare questo calderone di sporcizia che ha infangato anche le parti migliori del nostro Stato”.

Sì, siamo stati qui ad onorare la memoria di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta e siamo stati qui, oggi, a rivendicare il diritto alla verità; lo facciamo per ricordare quegli uomini e quelle donne e lo facciamo per stringerci in un grande abbraccio alle famiglie di queste vittime (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rossini. Ne ha facoltà.

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Presidente e colleghi, in questa mia prima legislatura e prima esperienza di politica diretta, spesso, mi capita di pensare al mondo da cui provengo, quello delle università, delle scuole e dei giovani, ma in particolare oggi, perché Paolo Borsellino riponeva proprio nei giovani le sue speranze, quando, per esempio, diceva parlando di mafia: “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”.

Ecco, venticinque anni fa, ero una studentessa, quando accadde, e ricordo ancora quella pietra che mi cadde sul cuore, proprio un calo di speranza e io credo - pensavo oggi - che abbiamo il dovere di sollevare questa pietra, quando cade sul cuore delle persone e di tantissimi giovani che hanno speranza nel loro Paese. E noi, in questo ruolo, credo che abbiamo un dovere, proprio, di testimoniare, innanzitutto ricordando le vittime di queste stragi, ma anche facendo il nostro dovere con la consapevolezza che trasmettiamo molto dell'impegno che possiamo fare contro la mafia, proprio ciascuno di noi.

In questo modo, rendiamo non vane queste morti e il giudice Paolo Borsellino e tutta la sua squadra potranno continuare a vivere con i loro insegnamenti e i loro esempi di persone normali e, al contempo, anche, eroi. Ecco, porto questo messaggio e questa commemorazione, oggi, a nome di tutto il gruppo Misto e dei membri anche della mia componente (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Presidente, onorevoli rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, ho anche io, come la collega Rossini, l'onore di intervenire a nome delle componenti del gruppo Misto, ricordando, ancora una volta, i nomi di Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Emanuela Loi - che, come è stato giustamente ricordato, è stata la prima donna a far parte di un servizio scorta e, ahimè, anche la prima donna di un corpo di polizia a cadere -, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, e mi permetto di menzionare anche Antonino Vullo, unico superstite, unico sopravvissuto in quel tragico giorno di 26 anni fa in via D'Amelio. Nomi che sono impressi nel cuore e nella mente di chi allora ha provato orrore per l'efferatezza del gesto vile e che oggi prova rabbia per l'inefficace incedere di coloro che avrebbero dovuto porre sotto una luce di verità una terribile ed oscura pagina della storia del nostro Paese.

Oggi è il giorno per rilanciare ancor più veementemente la richiesta, anzi la pretesa, di ricevere quelle risposte che, qualche giorno fa, Fiammetta Borsellino ha accoratamente sollecitato, affinché le date del 23 maggio e del 19 luglio non siano solo giornate commemorative, ma diventino emblema di liberazione dal giogo criminale. Lo si deve a quei fedeli servitori dello Stato caduti ahimè tragicamente, lo si deve alle loro sofferenti famiglie, lo si deve al popolo italiano, che vuole continuare ad avere fiducia nelle istituzioni (Applausi).

PRESIDENTE. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà al termine della riunione del Parlamento in seduta comune, prevista per le ore 14,30.

La seduta, sospesa alle 13,50, è ripresa alle 21,52.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

Annunzio della costituzione della Giunta delle elezioni e della Giunta per le autorizzazioni.

PRESIDENTE. Comunico che nella seduta del 18 luglio 2018 la Giunta delle elezioni ha proceduto alla propria costituzione e sono risultati eletti: presidente, il deputato Roberto Giachetti; vicepresidenti i deputati Marco Maggioni e Felice Maurizio D'Ettore; segretari, i deputati Alessandro Melicchio, Stefania Ascari e Ciro Maschio.

Comunico inoltre che nella seduta del 18 luglio 2018 la Giunta per le autorizzazioni ha proceduto alla sua costituzione e sono risultati eletti: presidente, il deputato Andrea Delmastro Delle Vedove; vicepresidenti, deputati Ingrid Bisa e Alfredo Bazoli; segretari, i deputati Gianfranco Di Sarno, Antonio Lombardo e Roberto Cassinelli.

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla VI Commissione (Finanze):

S. 542. - "Conversione in legge del decreto-legge 28 giugno 2018, n. 79, recante proroga del termine di entrata in vigore degli obblighi di fatturazione elettronica per le cessioni di carburante" (953) – Parere delle Commissioni I, V e X.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, si è convenuto che: la discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 924 - Conversione in legge del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, recante disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese (da inviare al Senato – scadenza: 11 settembre 2018), già prevista dal vigente calendario dei lavori per la seduta di martedì 24 luglio, è differita alla seduta di giovedì 26 luglio (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna). Il seguito dell'esame, con votazioni, avrà luogo venerdì 27 luglio e nelle giornate successive, compresi sabato 28 e domenica 29 luglio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna); nella seduta di mercoledì 25 luglio, alle ore 16, avrà luogo l'esame e la votazione delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge n. 924 - Conversione in legge del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, recante disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese (da inviare al Senato – scadenza: 11 settembre 2018), cui seguirà il seguito dell'esame delle mozioni Carnevali ed altri n. 1-00009, Rostan ed altri n. 1-00012, Rizzetto ed altri n. 1-00016, D'Uva, Molinari ed altri n. 1-00018, Lupi e Schullian n. 1-00020 e Aprea ed altri n. 1-00023 concernenti iniziative volte ad implementare il reddito di inclusione e Gelmini ed altri n. 1-00010, D'Uva, Molinari ed altri n. 1-00017 e Lucaselli ed altri n. 1-00019 concernenti iniziative volte a favorire il rientro delle imprese italiane che hanno delocalizzato la produzione all'estero; la discussione generale congiunta del bilancio interno e del conto consuntivo della Camera, prevista dal vigente calendario dei lavori per lunedì 30 luglio, è rinviata ad altra data.

Il termine per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge n. 924 - Conversione in legge del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, recante disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese (da inviare al Senato – scadenza: 11 settembre 2018) è fissato per le ore 10 di giovedì 26 luglio.

La Conferenza dei presidenti di gruppo sarà nuovamente convocata nella giornata di martedì 24 luglio.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Grippa Carmela, che non è in Aula.

Ha chiesto di parlare la collega Segneri Enrica. Ne ha facoltà.

ENRICA SEGNERI (M5S). Presidente, colleghi deputati, sono qui oggi per denunciare a quest'Aula e al Ministro della Salute quanto accaduto oggi ad Anagni, città in provincia di Frosinone. Una donna di 60 anni è morta per una puntura di calabrone, perché il presidio ambulatoriale territoriale non aveva gli strumenti necessari per gestire l'emergenza. Mi domando: si può morire nel 2018 per una puntura di calabrone? A quanto pare, purtroppo sì. Tutto ciò è di una gravità inaudita, soprattutto perché questa struttura è stata fermamente criticata dai sindaci della zona, dai cittadini e dalle associazioni perché assolutamente non idonea e non in linea con quanto invece richiederebbe un territorio come quello della zona di Anagni, che si trova all'interno di uno dei siti più inquinati d'Italia, ossia il sito di interesse nazionale Valle del Sacco.

Non ho problemi ad affermare che su quanto accaduto stamattina abbia una grande responsabilità il commissario ad acta Nicola Zingaretti, che, nonostante l'evidente criticità di quella zona, ha predisposto non solo la chiusura del pronto soccorso ma addirittura, pochi giorni fa, del punto di primo intervento proprio domenica scorsa.

La provincia di Frosinone continua a pagare con la morte dei suoi cittadini la volontà politica che l'attuale governatore della regione Lazio, Zingaretti, sta portando inesorabilmente avanti con estrema pericolosità. Il nord della provincia di Frosinone, che ha un'utenza di circa 80 mila abitanti, è rimasto totalmente scoperto da qualunque assistenza sanitaria pubblica e con questa assurda decisione, da parte dell'attuale governatore del Lazio, di voler chiudere anche il punto di primo intervento si è abbandonato completamente un territorio al suo destino.

Chiedo, dunque, di rivedere questa scellerata scelta politica e di accogliere la richiesta dei sindaci dell'area nord della provincia di predisporre un'unità di pronto soccorso, al fine di supplire alla grave carenza sanitaria che esiste in un'area così fortemente compromessa a livello ambientale e sanitario, al fine di scongiurare la possibilità che quanto accaduto oggi possa accadere di nuovo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie, collega, anche per la tenacia dell'ora. Ha chiesto di parlare l'onorevole Berti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BERTI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, voglio portare qui in Aula la storia di un concorso maledetto, uno dei tanti concorsi universitari oscuri che ha visto come protagonista la giovane ricercatrice livornese Giulia Romano, al dipartimento dell'economia dell'università di Pisa. Il suo dipartimento, secondo i fabbisogni, necessiterebbe di tre posti da professore ordinario, ma anche assumerne soltanto uno sembra impossibile. Gli articoli di giornale riportano delle registrazioni che in un Paese normale avrebbero fatto tremare il Palazzo. Il Presidente della commissione giudicante sarebbe entrato nell'ufficio del marito della ricercatrice per spiegargli, in tutta tranquillità, che il concorso era già stato assegnato e vinto e che la ricorrente si sarebbe dovuta ritirare, perché altrimenti si sarebbe creata dei nemici all'interno del dipartimento.

Giulia Romano non si è fermata, non ha accettato il verdetto della commissione e le minacce subite. Ha denunciato le irregolarità al TAR, il quale le ha dato ragione imponendo al dipartimento di rifare tutto e di valutare nuovamente i candidati. Dopo nove riunioni della commissione, due anni di attese e decine di migliaia di euro spesi in ricorsi esiste una graduatoria definitiva dalla quale è possibile attingere. Però, purtroppo, così non sta avvenendo. Oggi, 19 luglio 2018, la chiamata a ruolo è bloccata e oltre la beffa il danno: secondo l'articolo 8, comma 2, della legge n. 240 del 2010 se il dipartimento, a seguito di una graduatoria, non adotta alcuna delibera entro due mesi per due anni non potrà assumere nessun docente in quel ruolo. In questa legislatura dobbiamo avere il coraggio di denunciare, lottare e creare le condizioni per premiare il merito e la conoscenza, non le conoscenze (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così conclusi gli interventi di fine seduta.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 20 luglio 2018 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 22.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 6 il deputato Giacometto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 19, 43 e 55 il deputato Mollicone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 21 la deputata Bellucci ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 26 la deputata Polidori ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore;

nella votazione n. 40 la deputata Boschi ha segnalato che non è riuscita a votare;

nelle votazioni nn. 40 e 42 il deputato Enrico Borghi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 45 il deputato Saitta ha segnalato che non è riuscito a votare.  

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 804 - em. 1.12 490 490 0 246 220 270 64 Resp.
2 Nominale em. 1.13 484 484 0 243 215 269 64 Resp.
3 Nominale em. 1.14 491 491 0 246 224 267 63 Resp.
4 Nominale em. 1.104 502 501 1 251 229 272 62 Resp.
5 Nominale em. 1.105 501 500 1 251 228 272 61 Resp.
6 Nominale em. 1.18, 1.102 499 498 1 250 227 271 60 Resp.
7 Nominale em. 1.19 503 502 1 252 229 273 59 Resp.
8 Nominale em. 1.20 497 496 1 249 228 268 59 Resp.
9 Nominale em. 1.21 503 502 1 252 228 274 59 Resp.
10 Nominale em. 1.3 501 500 1 251 230 270 59 Resp.
11 Nominale em. 1.106 504 503 1 252 229 274 59 Resp.
12 Nominale em. 1.25 502 501 1 251 229 272 59 Resp.
13 Nominale em. 1.43 496 496 0 249 226 270 59 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 1.26 497 496 1 249 220 276 59 Resp.
15 Nominale em. 1.27 499 498 1 250 226 272 59 Resp.
16 Nominale em. 1.23 501 499 2 250 223 276 59 Resp.
17 Nominale em. 1.24 504 502 2 252 226 276 59 Resp.
18 Nominale em. 1.28 506 505 1 253 229 276 59 Resp.
19 Nominale em. 1.107 503 490 13 246 215 275 59 Resp.
20 Nominale em. 1.32 502 501 1 251 226 275 59 Resp.
21 Nominale em. 1.33 504 499 5 250 223 276 58 Resp.
22 Nominale em. 1.35 505 387 118 194 111 276 58 Resp.
23 Nominale em. 1.41 504 503 1 252 228 275 58 Resp.
24 Nominale em. 1.5 499 382 117 192 109 273 58 Resp.
25 Nominale em. 1.42 491 490 1 246 218 272 58 Resp.
26 Nominale art. agg. 1.03, 1.010 488 487 1 244 211 276 58 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale art. agg. 1.04, 1.09 490 485 5 243 214 271 58 Resp.
28 Nominale art. agg. 1.01 497 492 5 247 222 270 58 Resp.
29 Nominale art. agg. 1.05 498 493 5 247 221 272 58 Resp.
30 Nominale art. agg. 1.06, 1.011 498 495 3 248 224 271 58 Resp.
31 Nominale em. 1-bis.31 498 497 1 249 225 272 58 Resp.
32 Nominale em. 1-ter.4 502 501 1 251 228 273 58 Resp.
33 Nominale em. 1-ter.1 500 499 1 250 227 272 58 Resp.
34 Nominale em. 1-quinquies.1 503 502 1 252 228 274 58 Resp.
35 Nominale art. agg. 1-quinquies.01 503 502 1 252 218 284 58 Resp.
36 Nominale em. 1-sexies.10 497 497 0 249 108 389 58 Resp.
37 Nominale em. 1-sexies.1 491 488 3 245 110 378 58 Resp.
38 Nominale em. 1-sexies.2 498 494 4 248 109 385 58 Resp.
39 Nominale art. ag. 1-septies.02,1-septies.050 497 497 0 249 220 277 58 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale art. agg. 1-septies.070 492 492 0 247 220 272 58 Resp.
41 Nominale art. ag. 1-septies.01,1-septies.051 500 500 0 251 228 272 58 Resp.
42 Nominale art. agg. 1-septies.0100 482 478 4 240 215 263 58 Resp.
43 Nominale art. ag.1-septies.016,1-septies-041 498 498 0 250 222 276 58 Resp.
44 Nominale art. agg. 1-septies.020 497 497 0 249 224 273 58 Resp.
45 Nominale art. agg. 1-septies.027, 012, 045 497 497 0 249 228 269 58 Resp.
46 Nominale art. agg. 1-septies.028 499 499 0 250 223 276 58 Resp.
47 Nominale art. agg. 1-septies.032 497 497 0 249 221 276 58 Resp.
48 Nominale art. ag.1-septies.047,1-septies.011 502 502 0 252 223 279 58 Resp.
49 Nominale art. agg. 1-septies.033 493 493 0 247 225 268 58 Resp.
50 Nominale art. agg. 1-septies.037 502 498 4 250 223 275 58 Resp.
51 Nominale art. ag.1-septies.039,1-septies.103 499 499 0 250 219 280 58 Resp.
52 Nominale art. agg. 1-septies.013 492 487 5 244 218 269 58 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 56)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale art. agg. 1-septies.015 493 492 1 247 219 273 58 Resp.
54 Nominale odg 9/804/2 491 491 0 246 491 0 59 Appr.
55 Nominale odg 9/804/62 492 492 0 247 218 274 58 Resp.
56 Nominale Ddl 804 - voto finale 496 398 98 200 398 0 50 Appr.