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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 25 di giovedì 12 luglio 2018

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FEDERICA DAGA, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 10 luglio 2018.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, il deputato Colucci è in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente sessantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta che riprenderà alle ore 10.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10,05.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 22 giugno 2018, n. 73, recante misure urgenti e indifferibili per assicurare il regolare e ordinato svolgimento dei procedimenti e dei processi penali nel periodo necessario a consentire interventi di edilizia giudiziaria per il Tribunale di Bari e la Procura della Repubblica presso il medesimo tribunale (A.C. 764).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 764: Conversione in legge del decreto-legge 22 giugno 2018, n. 73, recante misure urgenti e indifferibili per assicurare il regolare e ordinato svolgimento dei procedimenti e dei processi penali nel periodo necessario a consentire interventi di edilizia giudiziaria per il Tribunale di Bari e la Procura della Repubblica presso il medesimo tribunale.

Ricordo che, nella seduta dell'11 luglio, si è conclusa la discussione generale e la relatrice e il rappresentate del Governo sono intervenuti in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 764)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A) e all'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A).

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, l'articolo aggiuntivo Sisto 1.05, già dichiarato inammissibile in sede referente.

Avverto, inoltre, che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento, in quanto del tutto estraneo rispetto ai contenuti del provvedimento, l'articolo aggiuntivo Schullian 1.06, non previamente presentato in sede referente, che reca alcune novelle all'articolo 16-bis del decreto-legge n. 179 del 2012, in materia di deposito telematico degli atti processuali.

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere della Commissione.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Non sul complesso degli emendamenti, ma credo di aver compreso, se il suo speech è stato…

PRESIDENTE. Su cosa?

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Sull'inammissibilità dell'emendamento che riguardava i profili fiscali dei professionisti. Mi sembra che quello sia stato dichiarato inammissibile…

PRESIDENTE. Sì, perché era già stato presentato anche in sede referente. Giusto?

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Sì, se sono riuscito a collegare il numero con il contenuto degli emendamenti.

Ebbene, io volevo soltanto segnalare che la decisione sull'inammissibilità, per come era formulato quell'emendamento, non mi trova d'accordo, anche perché sostanzialmente si trattava di un effetto non collaterale, ma fondamentale, della sospensione delle attività per gli uffici del circondario del tribunale di Bari, che ha, ovviamente, una sua rifrazione evidente sui profili fiscali di adempimento nei confronti dei professionisti.

Io chiedo alla Presidenza una riflessione su questo punto, perché non si tratta di un emendamento eccentrico, ma di una diretta e immediata conseguenza sulla pelle dei cittadini - quelli che stanno tanto a cuore alla maggioranza, che così si dice, almeno -, di una diretta conseguenza e rifrazione sull'attività professionale di coloro che operano in quel circondario.

Chiederei soltanto alla Presidenza la possibilità di una riflessione sul punto e una rivalutazione dell'ammissibilità.

PRESIDENTE. La riflessione è stata già fatta, è stato anche bocciato in sede referente, perché inammissibile, ed è inammissibile perché l'emendamento che lei propone è di carattere generale e non ha le caratteristiche specifiche di quello che stiamo trattando; ha, invece, una platea troppo ampia e di carattere generale e, quindi, è inammissibile in un provvedimento di questo tipo.

Se nessun altro chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

CARMELO MICELI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa?

CARMELO MICELI (PD). Sull'emendamento ritenuto inammissibile, Presidente. Se l'inammissibilità del provvedimento…

PRESIDENTE. Sull'inammissibilità di quale emendamento sta parlando?

CARMELO MICELI (PD). Credo l'1.06.

PRESIDENTE. Collega, è inammissibile, quindi non posso darle la parola sull'inammissibilità.

Invito la relatrice ad esprimere i pareri.

CARLA GIULIANO, Relatrice. Sugli identici emendamenti Dis.1.1 Sisto e Dis.1.50 Varchi, così come sugli emendamenti 1.2 e 1.3 Sisto, 1.51 Vitiello, 1.5 Sisto, 1.6 Vitiello, nonché sugli identici emendamenti 1.8 Sisto, 1.9 Miceli e 1.10 Vitiello e sull'emendamento 1.52 Ermini, il parere è contrario.

Sugli identici emendamenti 1.11 Annibali, 1.12 Sisto e 1.13 Vitiello il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: al comma 2, primo periodo, sostituire le parole: “e nei processi con imputati in stato di custodia cautelare” con le seguenti: “, nei processi con imputati in stato di custodia cautelare e in presenza di profili di urgenza valutati dal giudice procedente nei processi con imputati sottoposti ad altra misura cautelare personale”.

Sull'emendamento 1.14 Ferri, sugli articoli aggiuntivi 1.03 Vitiello, 1.01 Sisto e 1.02 Ermini, nonché sugli emendamenti 2.1 e 2.2 Sisto e 2.50 Costa il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

JACOPO MORRONE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Il parere è conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Dis.1.1 Sisto e Dis.1.50 Marchi.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, questo è un decreto-legge che merita di essere cancellato dal novero delle esperienze di questo Parlamento; è frutto di scelte di merito, costituzionali e normative del tutto fuori luogo, determinate da una volontà politica di evitare uno scempio, che in qualche modo comprometteva e compromette l'immagine del Governo. È un rimedio peggiore del male, perché, pur di raggiungere un obiettivo contingente, non si preoccupa minimamente del travolgimento di principi fondamentali e che nella contingenza trovano una insufficiente giustificazione.

Non si può travolgere quelli che sono principi fondanti del sistema sulla scorta di un'esigenza di immagine politica. Anche oggi non vedo fra i banchi il Ministro Bonafede, e me ne dispiaccio perché il contraddittorio de visu è sempre quello che noi preferiamo: guardare in faccia l'interlocutore è il minimo che, anche in antiche tenzoni, era necessario per poter garantire l'affidabilità del confronto, ma, ahimè, dobbiamo fare a meno di questa possibilità di confronto diretto.

Dirò, Presidente, che questo è un provvedimento che, con questo emendamento, noi chiediamo di sopprimere: non è un soppressivo qualsiasi, è un soppressivo che prende le mosse dal dato che la giustizia non si può sospendere, come la salute, come il diritto alla salute, non si può sospendere la giustizia, non si possono sospendere i termini, non si può sospendere l'agibilità di un diritto fondamentale, non si può certamente giungere ad un obiettivo mediante un congelamento tout court di una situazione che affonda le sue radici in un problema di diciassette anni fa. Un decreto-legge si fonda, per Costituzione, su una situazione emergenziale, non su una situazione prevedibile, prevista e chi si matura in un certo momento della vita di una comunità.

Quindi, la premessa è che non siamo di fronte ai presupposti di un decreto-legge, che l'intervento è un intervento del tutto immotivato e che la scelta di sospendere i termini cozza contro un principio fondamentale, che è quello della irretroattività della legge penale. Qui vengono sospesi - lo dico subito ed è il motivo fondante della richiesta di soppressione - i termini di prescrizione. La prescrizione, che è un istituto fondamentale di natura sostanziale, non può essere intaccata se non per fatti che si verificano dopo l'intervento. Qui, bellamente, tranquillamente, senza motivo e senza ragione, stiamo intervenendo sui fatti pregressi: un vulnus gravissimo. Forza Italia, da questo punto di vista, non fa sconti, non c'è affatto la possibilità di legiferare in materia di norme di diritto penale sostanziale per fatti che siano già accaduti. Ma questo non lo dice Forza Italia, non lo dice il deputato che ha preso la parola, Presidente, lo dice la Corte costituzionale, a voi per niente cara, perché anche stamattina, sul decreto terremoto in Commissione, un muro di gomma su interventi della Corte precisi, senza nessuna possibilità di ascolto. E lo dico subito: noi…

PRESIDENTE. Deve concludere.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, ho finito. Noi, se noi con questo emendamento chiediamo la soppressione, chiediamo innanzitutto che sia soppresso l'atteggiamento di questa maggioranza di non recepire alcunché dall'opposizione. Voi non recepite nulla, andate avanti a filo dritto, senza ascoltare un minimo di ragionevolezza!

E allora chiediamo di sopprimere questo articolo, con questo emendamento, ma vi chiediamo soprattutto di sopprimere questo non cale, che avete rimproverato per cinque anni all'altro Governo e che oggi è la caratteristica principale del vostro modo di agire. Voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lacarra. Ne ha facoltà.

MARCO LACARRA (PD). Grazie, Presidente. È il primo provvedimento che riguarda il Guardasigilli e non lo vediamo in Aula. Su un provvedimento così delicato e così importante credo che vada stigmatizzata la sua assenza, in primo luogo. È un provvedimento che incide pesantemente…

PRESIDENTE. Il Governo è comunque rappresentato.

MARCO LACARRA (PD). Avremmo gradito la presenza del Ministro, comunque va bene lo stesso, non insceniamo proteste come è stato fatto in passato e non occuperemo i banchi e l'Aula per questo. Dicevo, quindi, un provvedimento così delicato, che incide profondamente e non solo sugli operatori della giustizia, che pure hanno rappresentato in modo chiaro le esigenze di una comunità, le esigenze di chi da tempo è costretto a lavorare in condizioni di disagio, che sono stati costretti a sopportare persino l'umiliazione di tenere udienze sotto delle tende, in condizioni disumane. A ciò si aggiunga il reperimento, avvenuto in questi giorni, di una sede che sicuramente non soddisfa le esigenze che provengono dagli uffici e che sono state inascoltate fino ad ora. In questo provvedimento si aggiungono statuizioni che attengono a diritti sostanziali. Quando si parla di prescrizione, evidentemente chi ha steso il testo del decreto ha dimenticato i principi fondamentali del diritto: noi stiamo intervenendo sul diritto sostanziale, non su un istituto processuale; tra l'altro con principi di retroattività, che sono assolutamente incostituzionali. Questo determinerà, anche da parte di coloro che sono oggetto di giudizio penale e che subiranno un'eventuale condanna, la possibilità di impugnare, con un ulteriore motivo, la decisione che dovranno subire, con costi per la giustizia e con rallentamenti dei procedimenti che saranno una ricaduta terribile per la comunità pugliese, in particolare del distretto della corte d'appello di Bari.

Davanti a tutte queste rimostranze, che sono state mosse non già da chi ha interessi particolari ma dall'intera comunità degli operatori del diritto della città, voi siete rimasti insensibili, assolutamente sordi, pensando ancora una volta che chi governa i processi sia il popolo del web, come se voi foste un Governo parziale, non il Governo del Paese ma di coloro che chattano sulle sulla vostra piattaforma. Voi adesso siete il Governo del Paese, siete il Governo di tutti; siete il Governo degli avvocati, dei magistrati, dei cittadini italiani, e non potete più permettervi di nascondervi dietro il populismo e la demagogia. Dovete assumere delle decisioni, che sono decisioni che ricadono sulla pelle dei cittadini e delle quali vi assumerete le responsabilità. Avete l'ultima possibilità oggi, quella di ritirare questo decreto, di evitare che si paralizzi la giustizia nel distretto della corte di Bari per i cittadini che sono coinvolti in procedimenti penali, che non per tutti rappresentano un momento di resa dei conti, ma per gran parte di essi rappresenta un momento di sofferenza dal quale vogliono immediatamente essere tratti, con un processo giusto e che abbia una ragionevole durata, come dice la Costituzione.

Ebbene, oggi voi avete la possibilità di ritirare un decreto, di far ripartire immediatamente i processi, di evitare 90 mila notifiche. Non ci prendete in giro: 90 mila notifiche fatte in via telematica è una pura fantasia e mistificazione della realtà; le notifiche saranno fatte, sì, è vero, agli avvocati che hanno gli indirizzi di posta certificata, ma verranno fatte anche alle parti, ai testimoni, e come pensate di notificare telematicamente tutti gli avvisi che riguardano le cancellerie anche a queste parti del processo? Ovviamente è pura fantasia, che comporterà costi e rallentamenti che incideranno pesantemente sulla macchina della giustizia. Riflettete, ponete rimedio a una grave ingiustizia che state perpetrando ai cittadini baresi e del distretto della corte d'appello di Bari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, questo è l'ultimo appello, l'ultima occasione che ha questa maggioranza per non partire con il piede sbagliato in materia di giustizia. Vi abbiamo già evidenziato i profili di incostituzionalità di questo decreto, vi abbiamo già rinnovato gli appelli, che non provengono solo dall'opposizione ma anche da tutti gli operatori della giustizia, ad accogliere delle proposte migliorative finalizzate a conferire poteri straordinari per intervenire più rapidamente e più efficacemente, ma constatiamo che sono stati ignorati. A questo punto, l'unica possibilità che vi rimane è quella di accogliere o questo emendamento, sopprimendo la proposta e ripartendo da zero assieme, o i successivi, che almeno riescono a limitare i danni; diversamente, si scaricherà sulla pelle dei cittadini, che hanno la sfortuna di avere un procedimento incardinato presso il tribunale di Bari, la colpa dell'incapacità di chi ha causato questa situazione.

Non si possono invocare i poteri e le misure d'urgenza con la motivazione di dover sbaraccare - come è stato detto dal Ministro - le tende dal tribunale di Bari e non chiedere la stessa urgenza nel conferire poteri straordinari per intervenire più efficacemente. Ci avete detto che avete già individuato un luogo, ma non c'è alcuna certezza, in realtà, su quale sia, sui tempi e le procedure per riportare una normale gestione della giustizia nel tribunale di Bari. Quindi, ripeto, vi faccio un ultimo appello: è l'ultima occasione che avete per non iniziare questa legislatura, in materia di giustizia, con il piede sbagliato. Spero che il Governo e la maggioranza colgano questa occasione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

CARLA GIULIANO, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLA GIULIANO, Relatrice. Presidente, questo decreto-legge è stato emanato per porre termine - ed è un primo passo -, per risolvere la situazione assolutamente emergenziale e inaccettabile creatasi a Bari. Quindi, mi sembra di capire che chi vuole sopprimerlo evidentemente sembra accettare la situazione delle tende e sembra ritenere corretto tornare indietro a quella situazione degradante delle udienze di mero rinvio tenute in tensostrutture (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Dis. 1.1 Sisto e Dis. 1.50 Varchi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.2 Sisto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, con questo emendamento cerchiamo di porre rimedio a quanto autorevolmente segnalato non da Forza Italia, bensì dall'Ufficio studi e, udite, udite, dal Comitato per la legislazione. Questa caratteristica della completa sordità del Governo e della maggioranza in Commissione - e mi auguro non in Aula - ai segnali, che rivengano da organismi ufficiali di studio e di approfondimento dei provvedimenti, è imbarazzante. È imbarazzante! Come dei segnali chiari, netti e precisi scivolino come se fossero nulla rispetto a quella che io non oso definire una cecità dolosamente preordinata a non recepire quelle che sono le indicazioni non politiche ma degli uffici tecnici. Presidente, trovo che il dato sia assolutamente grave perché dalla semplice scheda tecnica, forse qui c'è bisogno di chiarire che la documentazione per l'esame parlamentare…

PRESIDENTE. Deputato Sisto, noi siamo sull'emendamento 1.2.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, l'emendamento prende le mosse da una indicazione dell'Ufficio studi e del Comitato per la legislazione. Ho il dovere di segnalare all'Aula che quanto noi abbiamo scritto deriva da un'autorevole segnalazione e in questo caso ho l'impressione che chi sa le cose, non lo deve dire perché, se dice quello che sa, corre il rischio di sentirsi dire che va fuori tema, illustre Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Qui ci sono dati tecnici precisi: quando io do un'indicazione di sospensione di procedimenti, devo dire quali procedimenti sospendo, indicando fino a quale data precisa e quando leggo sulla scheda con precisione che il decreto-legge si riferisce ai processi e ai procedimenti penali pendenti, senza specificare a quale data gli stessi procedimenti debbano risultare pendenti, è una incertezza genetica che rende il provvedimento non solo nullo ma indegno di un Parlamento che possa scrivere una norma sapendo quello che scrive (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Noi scriviamo norme non sapendo quello che scriviamo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Mi volete dire quali sono i procedimenti sospesi? Mi volete dare una data, un'indicazione? Tant'è che l'Ufficio studi non può far altro che concludere sull'emendamento, Presidente: “evidentemente includendo anche i procedimenti sopravvenuti all'entrata in vigore del decreto-legge”. Il decreto-legge è entrato in vigore a maggio: se un procedimento arriva a giugno, a luglio, ad agosto è sospeso o no? E quel periodo fino al 30 settembre, la sopravvenienza è compresa nella sospensione o vale soltanto per i procedimenti iscritti prima, come si fa proprio usualmente nei procedimenti? Infatti, in tutti i provvedimenti che hanno come punto di partenza la pendenza di procedimenti giudiziari la data è sempre antecedente rispetto al provvedimento. Pensate all'amnistia, per esempio. Qui siamo di fronte ad un'incertezza genetica che con questo emendamento, illustri signori della maggioranza, noi cerchiamo di superare per dare ai vostri amati cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) le certezze su quanto accade. Voi invece, pur di andare avanti senza battere ciglio, date incertezze, date incapacità di percepire provvedimenti tecnici. Dunque, l'emendamento è molto semplice: indica una data e il Comitato per la legislazione, Presidente...

PRESIDENTE. Deputato Sisto, le ripeto che stiamo trattando l'emendamento 1.2, mentre credo che lei stia parlando dell'emendamento 1.3. Già l'avevo…

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, allora ho anticipato l'intervento sull'emendamento 1.3 e torno molto rapidamente sull'emendamento 1.2 per trovare una connessione con quello che ho detto. Sull'emendamento 1.2 il Ministro non ha inteso dare poteri straordinari né a sé, né agli altri per reperire un immobile che potesse essere capace di raggiungere l'obiettivo e quell'immobile che ha reperito frettolosamente avrà bisogno di due o tre anni di lavori. Dunque, se voi pensate di poter risolvere la situazione con un decreto-legge sospendendo i termini e dovendo necessariamente prorogare quel 30 settembre senza concedere i poteri straordinari, questo certamente non potrà essere oggetto di approvazione. Ovviamente, voteremo a favore sull'emendamento 1.2: si tratta di un emendamento ovvio che dà poteri al Ministro che non si vogliono dare. È una mancanza di assunzione di responsabilità: di questo la città di Bari e l'intero Paese porteranno memoria (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Grazie, Presidente. Intervengo sull'emendamento 1.2 Sisto in quanto in questo emendamento sono previsti poteri per il Ministro della Giustizia, che può naturalmente anche delegarli ad altri, per l'individuazione dell'immobile che può essere utilizzato proprio per sostituire l'immobile che, purtroppo, sappiamo essere in condizioni non più praticabili del tribunale di Bari.

Credo che questo mio intervento riguardante il potere straordinario previsto nell'emendamento dell'onorevole Sisto attenga fortemente e profondamente ad un articolo che oggi è comparso sul quotidiano la Repubblica circa l'individuazione dell'immobile che è stato effettuato dal nostro Ministro della Giustizia, Bonafede, che, ahimè, oggi non è in quest'Aula e che, invece, secondo me, sarebbe dovuto intervenire per spiegare alcune scelte che sono state fatte.

Le dirò perché, signor Presidente: perché il Ministero trasferisce gli uffici giudiziari e si scopre che l'immobile in cui si vogliono trasferire gli uffici giudiziari è di proprietà di un signore che si chiama Giuseppe Settanni, l'uomo che ha prestato centinaia di migliaia di euro al cassiere del clan mafioso - ripeto: del clan mafioso - Parisi. Riporto quanto scrive la Repubblica: Settanni è amministratore della società Sopraf Srl di cui la famiglia è proprietaria al 50 per cento con l'imprenditore Roberto Patàno o Pàtano (non so come si dice). Sopraf è proprietaria dell'immobile individuato dal nostro Ministro - Mister Wolf – Bonafede, che lo ha comprato qualche mese fa. Ora questo imprenditore deve essere dotato di un grande fiuto per aver acquistato l'immobile solo qualche mese fa poiché il Ministero della Giustizia - vorrei che si sapesse in quest'Aula - darà a questo signore 1.200.000 euro all'anno. Parliamo di un imprenditore che - cito di nuovo la Repubblica - ha finanziato, prestato centinaia di migliaia di euro al cassiere del clan mafioso, Parisi. Ora a me sta bene tutto però che un Ministro della Giustizia, il giorno in cui si discute un decreto-legge così importante, quando si scopre la proprietà dell'immobile per il quale lo Stato pagherà 1.200.000 euro all'anno, non si presenti in quest'Aula per giustificare la scelta che reputo vergognosa (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente) è un precedente gravissimo per la legislatura. Il Governo ha il dovere di venire in quest'Aula e giustificare tali scelte vergognose perché parliamo di clan mafiosi e parliamo di giustizia! Quindi, mi aspetto che da qui alla fine dell'esame del provvedimento il Ministro della Giustizia si presenti in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

GIULIA SARTI, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIA SARTI, Presidente della II Commissione. Grazie, Presidente. Facciamo un po' di storia. Se questa situazione a Bari fosse stata presa in considerazione in maniera differente da chi governava prima della maggioranza attuale, molto probabilmente non si sarebbe arrivati (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stellee Lega-SalviniPremierCommenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) a dover celebrare processi con mere udienze di rinvio all'interno di tensostrutture. Chiariamo anche che in questo Paese abbiamo visto commissari straordinari prorogati per venti, trenta, quarant'anni con poteri straordinari che servivano ad una cosa soltanto: a derogare alla legalità e a derogare alle regole. Qui è stata fatta una gara ad evidenza pubblica perché il Ministro ha inteso recarsi immediatamente dopo la sua nomina nella città di Bari per cercare di capire quale era la situazione e soprattutto arrivare ad assumersi personalmente le responsabilità (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) proprio per cercare di trovare una soluzione. Ora, nel momento in cui si fa una gara ad evidenza pubblica (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Per favore! Per favore! Deputato Crippa…

GIULIA SARTI, Presidente della II Commissione. Ora, nel momento in cui si fa una gara ad evidenza pubblica e c'è un vincitore che non può essere escluso perché si sono seguite le norme vigenti e si viene a sapere di una situazione del genere, invito e invitiamo tutti magari a proporre modifiche alla legislazione vigente per evitare che ci siano persone, palazzinari e costruttori, che in tutta Bari magari o anche in questa città hanno la proprietà di immobili (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-SalviniPremier Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) la cui proprietà, sappiamo, non è così lucente e corretta. È chiaro che, non essendoci in questo momento, a legislazione vigente, dei motivi…

ALESSIA MORANI (PD). Vergogna!

GIULIA SARTI, Presidente della II Commissione. …per escludere il vincitore di una gara, questa è la situazione attuale, ma prendiamo atto che su tante questioni, se ci fossero stati degli interventi diversi in passato, i problemi si sarebbero potuti risolvere certamente in altra maniera.

Siamo convinti che il Ministro, di fronte ad una situazione del genere, saprà assumere delle decisioni, di sicuro con un'assunzione di responsabilità ben diversa da quella che abbiamo visto fino ad ora da chi di questi problemi se ne è sempre fregato (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-SalviniPremier- Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ermini. Ne ha facoltà.

DAVID ERMINI (PD). Grazie, Presidente. Abbiamo sentito l'intervento dell'avvocato difensore del Ministro, che, invece, dovrebbe fare il presidente della Commissione giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Vi dico soltanto una cosa: vergognatevi, perché dopo l'articolo del quotidiano la Repubblica di stamani dovreste sospendere la discussione di questo decreto. Dovete sospendere la discussione su questo decreto (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

PRESIDENTE. Per favore!

DAVID ERMINI (PD). …e andare a vedere cosa c'è sotto. Voi, che siete il Governo del cambiamento, ma cambiamento di che, cambiamento di che cosa? Vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Presidente, mi scusi se faccio un refresh: siamo alla precedente legislatura, si alza l'onorevole presidente Sarti e racconta quello che è accaduto, cioè che il Ministro Orlando, come primo atto, concede un tribunale di questo Paese a delle persone particolarmente toccate dal punto di vista mafioso. Il gruppo di opposizione di 5 Stelle, al grido “onesta, onestà, onestà, onesta, onestà” (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico), ci dà la lezione, ci dà lezione di moralità. Signori, oggi siete al Governo: il primo atto di questo Ministro, permettetemi, probabilmente anche solo un po' sciattone, è presentarsi con l'affidamento abbastanza incauto. È qui il problema politico: venga in quest'Aula, spieghi e ritiri il provvedimento di assegnazione. Questa è l'onestà (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico - Dai banchi dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico si scandisce: Onestà! Onestà)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Miceli. Ne ha facoltà.

CARMELO MICELI (PD). Grazie, Presidente. Devo dire, con estremo rammarico, noto che…

PRESIDENTE. Vi chiedo silenzio, per favore, stiamo ascoltando il collega.

CARMELO MICELI (PD). …il cambiamento ha riguardato le persone e i principi delle persone, e non il modo di amministrare. Bene, oggi avete assegnato ufficialmente un immobile che, come si è detto, è di proprietà di un soggetto che ha prestato soldi alla mafia; lo avete fatto disattendendo le esortazioni di chi vi diceva di scegliere immobili pubblici, pubblici, perché a Bari c'erano degli immobili pubblici e la presidente ha sentito il sindaco di Bari indicare perfettamente l'immobile che era confacente alle esigenze della magistratura, dell'avvocatura e degli uffici giudiziari tutti. Lo ha sentito, lo ha visto indicare, lo ha visto selezionare e lo ha scartato. Questo Governo lo ha scartato con una procedura ordinaria che oggi dovrebbe dare al Ministro la responsabilità, dovrebbe far capire al Ministro che si deve avere la responsabilità di venire in Aula a riferire sulle modalità con cui si assegnano immobili a privati in luogo di soggetti pubblici, pagando fior di quattrini, avendo poi l'ardire di dire che il provvedimento è un provvedimento ad invarianza finanziaria.

PRESIDENTE. Deve concludere, grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Il dibattito dell'Aula di questa mattina ha avuto, in maniera incidentale, un elemento di assoluta novità, cioè noi scopriamo che l'immobile dell'INPDAP, cioè l'immobile sito al centro di Bari, in via Oberdan, è di proprietà di una persona legata alla malavita organizzata. Questo elemento di novità non ci deve lasciare indifferenti, atteso che la fonte è la Repubblica e, voglio dire, non, ovviamente, un organo ufficiale di giustizia. Detto questo, però, riterrei che, proprio per questo motivo, per continuare il dibattito in maniera serena, il Ministro debba venire in Aula e confortarci rispetto al fatto che l'amministrazione della giustizia a Bari e in Italia non venga amministrata in luoghi di mafiosi. Questo penso che debba essere contenuto in una pregiudiziale, che in questo momento io pongo a lei, Presidente, in maniera deferente, ma penso che, rispetto a fatti così gravi, non possiamo rimanere indifferenti e non dobbiamo rimanere indifferenti (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD). Onorevoli colleghi, Presidente, avete immaginato di collocare la sede del nuovo tribunale all'interno della sede dell'ex INPDAP, ora di proprietà di un privato, sul presupposto che si potessero accorpare lì tutti gli uffici, almeno della giustizia penale. Invece veniamo a scoprire che comunque la procura avrà sede in via Brigata Regina e il tribunale avrà sede nel nuovo palazzo di via Oberdan, che, peraltro, oggi scopriamo essere di proprietà di una persona che in maniera acclarata ha prestato denaro a un clan potentissimo, che, solo grazie alle indagini della Direzione investigativa antimafia ha sottratto diversi milioni di euro di beni, e che comunque, rispetto all'oggetto dell'emendamento in discussione, ancora non abbiamo compreso se, alla data del 30 di settembre, sarà pronto all'uso, e quindi dal 1° ottobre potremo riappropriarci della giustizia penale nel distretto di Bari.

PRESIDENTE. Deve concludere.

UBALDO PAGANO (PD). Tutta questa motivazione, rispetto alla procedura d'urgenza che chiedevamo di introdurre nel decreto, poteva rappresentare una rassicurazione rispetto al fatto che tutta questa triste vicenda si concludesse almeno al 30 settembre. Non ci state dando questa opportunità e oggi scopriamo quell'immobile essere nel possesso di una persona vicina a clan mafiosi potentissimi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Grazie, devo toglierle la parola.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Le chiedo la parola anche in considerazione del fatto che un emendamento simile è stato presentato da noi e mi riferisco all'articolo aggiuntivo 1.03, quindi mi conceda qualche secondo in più. Il problema, mi permetto di soggiungere rispetto alle cose che sono state già dette e che in parte condivido, dal punto di vista politico ci sono delle responsabilità e, qualora venissero acclarate, certamente la magistratura farà il suo corso. Al netto di questa considerazione, però, c'è anche un problema di carattere pratico, che ho cercato di segnalare con quest'ulteriore emendamento. Naturalmente, Presidente, prendo la parola adesso e non la prenderò dopo per questo emendamento qui.

PRESIDENTE. Ha ancora due minuti.

CATELLO VITIELLO (MISTO-MAIE). Non ho cercato di sostituire all'articolo 1 un altro articolato; ho cercato, invece, di aggiungere all'articolo 1 l'articolo 1-bis perché ritengo che il potere straordinario previsto in chiave ipotetica da questo emendamento vada a completare le finalità di questo decreto-legge. Il problema, Presidente, onorevoli colleghi, è proprio questo: che manca, rispetto alla finalità, l'obiettivo da conseguire, perché, Presidente, se noi, nei considerando, riteniamo di dover tenere in conto, come è giusto che sia per il tribunale di Bari, la straordinaria necessità ed urgenza di garantire il regolare e ordinato svolgimento dei procedimenti, non è con la sola sospensione dei termini procedurali e sostanziali che si risolve questo problema. I poteri straordinari potevano essere previsti per garantire tempi certi rispetto ad un'evidenza pubblica che non li garantisce, e proprio per questo, comunque, per la delicatezza del problema, ho sottolineato in questo emendamento la necessità del parere dell'Anac, proprio per andare contro rispetto a certe evenienze che, guarda caso, in questo triste giorno si stanno verificando. Quindi ritengo che, a completamento del decreto-legge, dovesse essere previsto necessariamente un potere straordinario. Anche perché - e concludo, perché non voglio ripetere le cose che ho detto ieri in discussione generale - le dico, Presidente: se si risponde a questa obiezione con la circostanza che l'immobile verrà trovato per le vie ordinarie, allora abbiamo un problema di svuotamento dell'emergenza rispetto a questo decreto-legge. Non c'è l'emergenza se le vie ordinarie bastano e sono sufficienti a risolvere il problema di Bari! Allora delle due l'una: o cogliamo l'occasione di introdurre…

PRESIDENTE. Concluda.

CATELLO VITIELLO (MISTO-MAIE). Ho concluso. Di introdurre l'effettiva risoluzione della problematica barese, oppure questo decreto-legge non deve essere convertito (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, a nome del Partito Democratico, per i gravi fatti che sono emersi in relazione al trasferimento del tribunale di Bari e che oggi sono apparsi su un importante organo di stampa, che segnala fatti gravi, che inficiano il procedimento che è all'oggetto della nostra discussione del decreto-legge, a nome del Partito Democratico io chiedo il rinvio della discussione ad altra data. Perché noi chiediamo che, su questi fatti, il Ministro, titolare del Dicastero della giustizia, venga a riferire all'Aula quanto prima, per noi anche in giornata, per chiarire quali siano i fatti che qui la collega Morani ha denunciato, che altri colleghi di altri gruppi diversi dal nostro hanno ripreso. Noi abbiamo il dovere, Presidente, di fronte ai cittadini italiani, di ascoltare dalle parole del Ministro Bonafede, che possa smentire quanto apparso oggi. Giacché, se non potesse smentirlo, e cioè che il trasferimento del tribunale di Bari avverrebbe in una proprietà di persona legata ad attività eventualmente criminali, ciò sarebbe molto grave. Ci auguriamo che il Ministro possa smentirlo, ma deve venirlo a dire agli italiani in quest'Aula. Pertanto, le chiediamo il differimento di questa discussione ad altra data (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Chiedo il parere della relatrice Giuliano sulla richiesta di rinvio. Poi darò la parola ad un oratore contro ed uno a favore.

CARLA GIULIANO, Relatrice. Esprimiamo parere contrario al rinvio. Qui non si parla dell'immobile oggi: qui c'è il decreto-legge in discussione. Il Ministro chiarirà tutte le problematiche (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Per favore! Per favore! Chi vuole parlare contro la richiesta di rinvio?

GIULIA SARTI, Presidente della II Commissione. Presidente, il Ministro sicuramente chiarirà e farà le sue precisazioni. Quello che si intendeva dire è che il decreto-legge in questione non riguarda l'individuazione dell'immobile, ma riguarda la sospensione dei termini. Quindi, intanto è necessario procedere con la discussione degli emendamenti che riguardano, dal punto di vista giuridico, eventuali critiche o commenti o dichiarazioni che l'opposizione giustamente vorrà fare, e a cui la maggioranza potrà rispondere. Intanto procediamo con l'esame del decreto-legge, e per quanto riguarda l'individuazione dell'immobile non è questa la sede oggi per sospendere un provvedimento e per individuare l'immobile da destinare all'interno del testo del decreto-legge (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente); ci sarà sicuramente la possibilità di farlo in tutt'altro modo e non certo con questo.

PRESIDENTE. Deputato Scalfarotto!

GIULIA SARTI, Presidente della II Commissione. Non con un decreto-legge di sospensione dei termini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore il deputato Sisto.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, non si può che essere a favore. Innanzitutto per una ragione di evidente connessione tecnica: basterà scorgere gli emendamenti per comprendere che ve ne sono alcuni proprio afferenti ai poteri riferiti al Ministro sulla scelta dell'immobile: quindi, di che stiamo parlando (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico)?

Quindi, mi sembra che il tentativo, il diversivo metodologico per sostenere che il provvedimento non ha afferenza con l'immobile proprio si scontra, si infrange con la semplice lettura degli emendamenti. È un'obiezione che mi meraviglia da parte di chi magari non ha ancora compreso la differenza fra essere presidente di Commissione e rappresentare un gruppo: sono due cose molto diverse (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

Ma, Presidente, sia ben chiaro: è possibile sospendere questi lavori e passare al secondo punto all'ordine del giorno, non sospendere i lavori dell'Aula, continuare con l'altro argomento, ma è indispensabile che il Ministro venga in quest'Aula e ci venga a dire perché, per come e che cosa ha scelto, quali sono le sue scelte, qual è stato il percorso, qual è il criterio (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico - Deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente scandiscono la parola: Onestà!). Noi vogliamo saperlo! Lo vogliamo sapere dalla voce del Ministro! E, allora, non rinviare questo provvedimento significa dare opacità all'Aula del Parlamento: noi contro le opacità protesteremo fino all'ultimo momento (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico). La trasparenza del dibattito significa piena informazione, da una parte o dall'altra, su quello che è accaduto; e non si può proseguire in un dibattito che sospende i termini per mancanza di un immobile reperito, e questo ha il suo peso in una discussione, senza chiarire per bocca del Ministro Bonafede che venga in Aula a dirci quello che è accaduto personalmente, quello che successo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico)!

Allora, Presidente, io mi appello al costume di quest'Aula nella ricerca costante della chiarezza e della puntualità. Sospendere questa discussione e passare all'altro punto all'ordine del giorno non inficia l'economia dei nostri lavori, ma incide pesantemente sulla dignità del Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico - Deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente scandiscono la parola: Onestà!).

PRESIDENTE. Siccome mi è stata fatta richiesta di più interventi, per me questa richiesta va bene, quindi uno per gruppo.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Sempre sullo stesso argomento.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, l'elemento di novità introdotto dal collega parlamentare del Partito Democratico, ripresa su la Repubblica di questa mattina, non può lasciarci indifferenti. Non si tratta di un immobile qualunque; quand'anche fosse stato un immobile qualunque, sarebbe stato grave.

Qui parliamo di un immobile dove si andrà ad amministrare giustizia, dove lo Stato nella sua autorevolezza comminerà pene, e lo farà evidentemente, se quelle notizie sono vere, in un immobile contiguo, gestito da persone contigue alla mafia, alle quali noi andremo a dare i nostri quattrini. È una cosa ignominiosa, rispetto alla quale quest'Assemblea dovrebbe indignarsi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

Noi chiediamo, Presidente, che il Ministro venga qui personalmente, e penso di rappresentare l'idea non solo di tutti i parlamentari di Fratelli d'Italia, ma dell'intera Assemblea: siamo disponibili a rimanere anche qui di notte, ad aspettare gli impegni del Ministro, qualora ve ne fossero di più importanti, ma noi vogliamo una parola di conforto, perché in un immobile dello Stato non ci possono essere ombre.

Concludo, ringraziandola per la parola. Ribadisco un concetto che in questo dibattito non è emerso: il tribunale chiuso (parlo del tribunale penale di Via Nazariantz) nasceva con una macchia, era un immobile abusivo, nel quale noi abbiamo amministrato giustizia; forse un contrappasso dei tempi ha portato alla situazione in cui ci troviamo.

Vi prego, Presidente, vi prego, colleghi: svestiamoci dalle casacche di appartenenza e pensiamo che oggi noi stiamo parlando del futuro e della credibilità del nostro Stato e della nostra nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

FEDERICO CONTE (LEU). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Presidente, il fatto nuovo sopravvenuto, in cui si sostanzia l'inchiesta giornalistica di la Repubblica, non credo consenta termini di rinvio, né può essere superato - dico al presidente della Commissione giustizia - invocando il fatto che il decreto-legge abbia ad oggetto contenuti dispositivi con riferimento alla materia processuale, perché alla critica svolta in Commissione e in Aula che questo decreto-legge avrebbe dovuto avere contenuti dispositivi di urgenza per quanto riguarda gli interventi ci è stato detto che quello sarebbe stato fatto direttamente dal Ministro per le vie ordinarie.

Il Ministro stesso, audito in Commissione, ha risposto al quesito posto: “Il decreto lo avrei fatto comunque. Serviva a togliere le tende davanti al tribunale di Bari”. Ragion per cui io credo che subito - e, quindi, faccio mia una proposta che avevo già intenzione di avanzare - debba essere disposta l'inversione dell'ordine del giorno.

Possiamo trattare la questione dell'istituzione della Commissione antimafia, sulla quale c'è unanimismo, non vi è discussione, non vi è disputa, e rinviare al pomeriggio la discussione sulla conversione del decreto, dopo che il Ministro ha riferito in Parlamento su fatti gravissimi che lasciare nell'incertezza dell'opinione pubblica sarebbe altrettanto grave (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Io voglio semplicemente far notare alla collega, che è intervenuta prima in un paio di occasioni cercando di convincerci che le notizie diffuse da la Repubblica questa mattina non sono collegate al decreto-legge in conversione, che in realtà l'argomento per cui, in assenza di un'informazione ufficiale, effettivamente la proprietà di quest'immobile potrebbe essere in mano, come dire, a delle persone collegate con attività criminali, non solo è particolarmente grave ma non può trovare in quest'Aula la risposta che questa è la procedura e, quindi, così potrebbe finire, come ho sentito dire, perché, se ricordo bene, questa è l'Aula che le leggi le fa e le cambia.

Allora, visto che abbiamo un decreto-legge in conversione, credo potrebbero emergere degli elementi interessanti per cui quest'Aula può intervenire normativamente per evitare lo scandalo per cui noi stiamo trasferendo un tribunale in un luogo non necessariamente appropriato.

Quindi, credo che il collegamento fra i fatti emersi questa mattina sugli organi di stampa e la materia di cui stiamo discutendo sia assolutamente coerente, ma ritengo personalmente che sia impossibile andare avanti con questa discussione senza un chiarimento da parte del Ministro.

Aggiungo un'ultima cosa, Presidente. Quando lei si è insediato, Presidente Fico, ha ricordato a quest'Aula che il Parlamento avrebbe avuto un ruolo centrale, ha ricordato che avremmo ridotto la decretazione d'urgenza, ha ricordato che il Governo si sarebbe giustamente e correttamente impegnato e noi continuiamo a fare riunioni in plenaria con tutti i deputati ma con la prima fila dei banchi del Governo vuota. Io non credo che questa sia una formula, come dire, perfettamente coerente e corretta di costruire un rapporto sano tra Governo e Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di rinvio ad altra seduta.

Dichiaro aperta la votazione…

Revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Verini. Non avevo visto che aveva alzato la mano. Prego, ne ha facoltà.

WALTER VERINI (PD). Presidente, il mio intervento è per portare qualche argomento ulteriore agli interventi che già sono stati fatti innanzitutto dai colleghi del Partito Democratico, Morani, Pagano e poi Ermini e poi Emanuele Fiano, ma anche da altri colleghi di altri gruppi.

Io credo davvero che si sia di fronte a un fatto molto grave che richiede davvero di fermarsi un attimo perché è in gioco un po' il diritto, l'autonomia di questa cosa che si chiama Parlamento italiano, perché dobbiamo sapere se nel procedere in una certa direzione noi - volontariamente no, evidentemente, ma involontariamente - andiamo a toccare terreni che richiedono assoluta e totale trasparenza.

Chiedere la presenza del Ministero, del Ministro della giustizia, per chiarire quanto oggi l'informazione libera de la Repubblica ha tirato fuori è un diritto del Parlamento, che dovrebbe essere innanzitutto sentito non solo dall'opposizione ma dalla maggioranza perché è un fatto che riguarda il decoro di questa istituzione.

Si possono fare polemiche e ho sentito delle affermazioni della presidente della Commissione del tutto infondate. Il tema degli uffici giudiziari di Bari non nasce oggi, non nasce qualche mese fa, ma nasce da oltre quindici anni ed è stato il Governo, l'ultimo Governo, che sei mesi fa ha firmato un protocollo di intesa per la nuova cittadella giudiziaria.

Quindi è sbagliato, è scorretto scaricare responsabilità sul precedente Governo. Ed eventualmente oggi noi siamo disposti e abbiamo presentato emendamenti. Sebbene abbiate fatto muro su quasi tutti siamo disposti a dare una mano, ma prima di far questo c'è bisogno di chiarire. Il prossimo punto all'ordine del giorno, oltre questo degli uffici giudiziari di Bari, riguarda l'istituzione della Commissione d'inchiesta sul fenomeno delle mafie, italiane e straniere. E, allora, come si fa ad andare avanti su un provvedimento se c'è un'ombra forte, se addirittura ha vinto una gara un signore colluso con la mafia che solo pochi mesi fa ha comprato quell'immobile? Noi abbiamo il diritto e il dovere di sapere che tutto venga squadernato. Io non so se questo immobile - lo dico così, come ipotesi di scuola - possa essere classificato tra quelli sequestrabili alle mafie oppure no; probabilmente no, ma è evidente che queste cose sono importanti e lo dobbiamo dire, perché non si può pensare che magari gli immobili sequestrati alla mafia servano soltanto per far fare il bagno al Ministro dell'Interno pro tempore(Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

E allora, Presidente, io mi appello a lei, Presidente della Camera. Una sua parola sarebbe importante non per schierarsi da una parte o dall'altra. In questo momento - e anche il deputato Sisto ha fatto una proposta ragionevole - non chiediamo di rinviare sine die la trattazione del punto; chiediamo di sospenderlo. Trattiamo altri argomenti, votiamo l'istituzione della Commissione antimafia, anche come segnale importante, e aspettiamo che il Ministro Bonafede, come è stato richiesto dal nostro gruppo, venga il prima possibile, oggi stesso, a riferire e a chiarire. Con queste ombre il Parlamento non può andare avanti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Grazie, Presidente. È un richiamo al Regolamento perché lei, Presidente, correttamente rispetto a una richiesta di slittamento o di sospensione o di inversione - in questo caso la richiesta da parte del collega Fiano è di slittamento del tema che stiamo trattando - la sottopone, come prevede il Regolamento, al voto dell'Aula. Io credo, però, che siamo in una situazione diversa e lei potrebbe non decidere di sottoporre al voto dell'Aula la richiesta di slittamento ma, richiamando l'articolo 8 del Regolamento, dove è il Presidente che assicura il buon andamento dei lavori e nel buon andamento dei lavori c'è anche la possibilità che i lavori dell'Aula possano essere nel pieno della coscienza rispetto a fatti che accadono, lei potrebbe decidere autonomamente, visto quello che è accaduto e i fatti nuovi, di sospendere i lavori, di slittare l'argomento e di chiedere al Ministro di partecipare ai lavori dell'Aula senza un'audizione speciale - semplicemente il Ministro può arrivare (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente) -, intervenire, spiegare quello che accade e riprendere normalmente il tema che stiamo trattando.

Attenzione, signor Presidente. Lei quando era da queste parti dell'Aula avrebbe fatto molto peggio di quello che è accaduto e che sta accadendo oggi (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ma lei oggi è il Presidente della Camera e secondo me è il Presidente della Camera memore e forte dell'esperienza che lei ha avuto negli anni precedenti e delle battaglie che lei ha portato in quest'Aula da deputato. Proprio per questo non un'innovazione ma l'attuazione dei suoi poteri può permettere che su un tema come questo non ci sia la normale dialettica tra maggioranza e opposizione, che è evidente che si attua nelle richieste di slittamento dei lavori o no, ma invece l'assunzione di responsabilità di chi è garante del buon andamento dei lavori poiché nel buon andamento dei lavori c'è la coscienza, per ogni deputato che si trova a votare su questo provvedimento, di togliere ogni dubbio e chiarire un fatto che è stato avanzato e che è avvenuto e che il Ministro della Giustizia può, in un secondo venendo qui, chiarire.

Per questo le chiedo non di procedere al voto ma di assumersi lei, da Presidente della Camera e a nome di tutta l'Assemblea, questa responsabilità. Le dico che sarebbe un grande segnale di novità e di coerenza, rispetto alle battaglie, che lei e il suo movimento avete fatto in tutti questi anni nell'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente - I deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente scandiscono: Onestà! Onestà!).

PRESIDENTE. Deputato Lupi, capisco. Capisco molto bene l'intento della sua richiesta: l'articolo, a cui si riferisce, ed anche la questione del buon andamento dei lavori. Il buon andamento dei lavori si effettua, anche dando la possibilità all'Aula di esprimersi su una richiesta effettuata dal Partito Democratico, dal deputato Fiano. Quindi, va posto in votazione il rinvio o meno. Per tutte le altre questioni, io credo che poi se ne verrà a capo tranquillamente.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori? Prego. Sul richiamo al Regolamento, scusi.

ROBERTO GIACHETTI (PD). È un richiamo al Regolamento, Presidente, come lei sa, che l'ha utilizzato tantissime volte, articoli 8 e seguenti.

PRESIDENTE. Complimenti.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Ma intervengo per dirle che io capisco anche la sua prudenza, nella decisione che sta assumendo. Però le devo dire - lei lo sa perfettamente - che lei ha un'altra strada, che non pregiudica nulla, che però potrebbe dare a quest'Aula il ritorno a una normalità, che non sarebbe sgradita.

Lei può sicuramente, in base all'articolo 8 e in base ai poteri che le dà l'essere Presidente della Camera, sospendere la seduta, convocare la Conferenza dei presidenti di gruppo e valutare, in conferenza dei capigruppo, (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente), se gli elementi che sono emersi qui dentro effettivamente necessitano, non per una polemica politica da parte dell'opposizione, ma perché lei, Presidente, al di là delle battute che possiamo fare - e io, come sa, dal primo giorno che lei si è seduto lì, per me lei è il mio Presidente e mi garantisce -, ha, a mio avviso, nelle sue mani la possibilità di fare una verifica politica seria, senza assumere direttamente la decisione di non mettere ai voti: lo abbiamo fatto tante volte, ci sono tanti precedenti, quando c'è una situazione di questo tipo. A me fa tenerezza veramente l'onorevole Sarti e capisco che sta iniziando a capire cosa vuol dire stare al Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente) e difendere anche le cose indifendibili.

Però, lasciamo fuori le polemiche da tutto. Regolarmente, in termini regolamentari, lei, Presidente, può fare una cosa che non arriva a quanto le chiede il presidente Lupi, ma può trovare un punto di mediazione con una richiesta, che nasce da una seria perplessità, su quello che si sta portando a fare qua in Aula, sapendo che delle cose non le possiamo nascondere sotto al tappeto, ma ci sono. Peraltro, lei giustamente ha ricordato che il Governo è comunque rappresentato. Il Governo è comunque rappresentato, ma è comunque silente, quindi, se comunque, di cinque persone che stanno lì, uno si alzasse e dicesse una parola su questa cosa, non guasterebbe (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

JOLE SANTELLI (FI). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Grazie Presidente. Io concordo con quanto detto dall'onorevole Giachetti. Mi rendo conto che la richiesta del presidente Lupi, probabilmente, le imporrebbe una gravità di atti, che in questa fase della sua Presidenza forse è ancora prematura. Però, l'ipotesi prospettata dal collega Giachetti, di convocare e di sospendere per qualche minuto, per qualche ora, per qualche tempo, questi lavori di Aula e convocare la capigruppo e - mi consenta di dirle, Presidente - chiamare il Ministro Bonafede e pregarlo di venire in quest'Aula, questa è una cosa necessaria (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

Siamo agli inizi di questa legislatura. Io ricordo bene il collega Bonafede. Lo ricordo su questi temi. Se noi fossimo oggi un'opposizione, come è stata il MoVimento 5 Stelle, avremmo avuto in quest'Aula l'urlo “dimissioni” e avremmo annunciato una mozione di sfiducia (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico). Noi siamo altro. Noi siamo altro, siamo diversi e non cerchiamo di sporcare tutto, ma, di chiedere verità e trasparenza, sì. E allora, Presidente, proprio in ossequio di quei principi che lei e che la collega presidente Sarti avete declamato in quest'Aula, per la serietà dei rapporti parlamentari, da opposizione vi chiedo: cercate di non apparire come un Governo e come una maggioranza silente, che si nasconde dalle sue responsabilità, perché quest'Aula non ha che cosa dire e non ha giustificazioni.

Non fate fare questa brutta figura al Governo, alla maggioranza, ma, drammaticamente, a tutto il Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Quali articoli?

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Articoli 8 e seguenti.

PRESIDENTE. Volevo vedere se….

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). … se eravamo preparati. Bene. Presidente, noi ci associamo alla richiesta, che è stata posta in quest'Aula, di procedere alla convocazione della riunione dei capigruppo, per chiedere al Ministro un feedback rispetto a quanto l'Aula chiede, per potere approfondire il tema in questione. Quindi, volevamo renderci disponibili e chiedere a lei altrettanta disponibilità. Come sa, ci sono tanti precedenti analoghi, già richiamati in quest'Aula. Per cui, auspichiamo che questa sia la direzione e che lei raccolga il nostro invito.

PRESIDENTE. Capisco tutti gli interventi che avete fatto sul richiamo al Regolamento, capisco l'intervento del deputato Giachetti e del deputato Lupi, però vi dico che, secondo me, la questione va rimessa alla votazione dell'Aula (Applausidei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questa è la mia decisione, perché penso che tutte le altre questioni verranno affrontate senza alcun dubbio. Quindi, le questioni verranno affrontate e l'Aula, in questo momento, continuerà a lavorare.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di rinvio dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Deputato Fiano, non si possono fare foto. Una foto mentale.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 55 voti di differenza (I deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente scandiscono la parola: Onestà!).

Si riprende l'esame dell'emendamento Sisto 1.2.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Deputato Sisto, sul Regolamento? Ne ha facoltà. Facciamo parlare il deputato Sisto.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Sì, Presidente, era giusto per evitare di fare il solista in un coro di “onestà”.

PRESIDENTE. Su quali articoli?

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Ora, credo di non sbagliare, stiamo parlando dell'emendamento 1.3, giusto?

PRESIDENTE. No, dobbiamo votare l'1.2, non è stato ancora votato. È saltato in avanti.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Allora, l'emendamento Sisto 1.2 dobbiamo votare?

PRESIDENTE. Sì, però ha già parlato su quest'emendamento.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Migliore. Ne ha facoltà. Chiedo un po' di silenzio, ascoltiamo gli interventi.

GENNARO MIGLIORE (PD). Signor Presidente…

PRESIDENTE. Chiedo un po' di silenzio, ascoltiamo gli interventi.

GENNARO MIGLIORE (PD). ...la circostanza che abbiamo appena vissuto, di una palese indisponibilità da parte della maggioranza, non tanto solo di sospendere per poco tempo un'attività come quella dell'esame di un decreto così delicato, ma anche di riassegnare a quest'Aula l'autonomia – e questo lo rivolgo in particolare a lei – di acquisire tutti gli elementi necessari per realizzare una serena decisione, anche in conflitto, ci consegna una situazione francamente insopportabile.

Io, che da questi banchi penso di aver giustamente sostenuto un'idea come quella di avere, per questo Parlamento, la possibilità di acquisire tutte le informazioni, compresa quella che mi meraviglia che i colleghi della maggioranza abbiano sottovalutato, cioè che questa persona, questo colluso con le forze criminali…

PRESIDENTE. Deve concludere.

GENNARO MIGLIORE (PD). Abbia acquistato, solo tre mesi fa, solo tre mesi fa questo immobile, mi fa arrivare a pensare che questo Governo di cambiamento passa dal Governo dell'onestà, al

Ministro…

PRESIDENTE. Concluda o le devo levare la parola.

GENNARO MIGLIORE (PD). …del dove sta: dove sta il Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Solo un minuto, Presidente, però credo che quello che è accaduto poc'anzi sia una cosa molto grave. L'atteggiamento che ha avuto fino ad oggi, e in questo provvedimento, l'opposizione è stato molto garbato, molto costruttivo. La richiesta che il Ministro venisse oggi in Parlamento era il minimo sindacale rispetto a quanto emerso dalle pagine dei giornali. Credo che, a questo punto, il nostro atteggiamento non potrà essere così remissivo come è stato fino ad oggi e io annuncio che interverrò a titolo personale su tutti gli emendamenti presentati, fin da ora; quindi prego di prendere nota della mia richiesta di parlare, grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato L'Abbate. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE L'ABBATE (M5S). Presidente, solo per riportare un attimo la questione sulla verità dei fatti. Qui non è stata fatta nessuna gara, non è stata fatta nessuna assegnazione, ma è stata fatta un'indagine di mercato per cercare di risolvere un problema che sicuramente non questa maggioranza ha creato, ma anni di altre maggioranze hanno creato, fino a portare il tribunale di Bari all'interno di una tenda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi da questa indagine di mercato effettuata… c'è qualcuno che urla, non riesco…

PRESIDENTE. Per favore, per favore... Deputato, deputato Pagano…

GIUSEPPE L'ABBATE (M5S). …è venuto fuori un elenco di immobili che sono adesso sottoposti al vaglio del Ministro per decidere dove spostare temporaneamente il tribunale.

Al momento non c'è nessuna sottoscrizione di nessun contratto, quindi da quest'elenco, se un immobile risulta e ci sono eventuali problemi, come legami con la criminalità, significa che non sarà sottoscritto il contratto per quell'immobile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ma saranno presi al vaglio tutti gli altri immobili trovati tramite questa indagine di mercato.

Questa è la verità dei fatti; se voi portate qui la firma del contratto, vediamo se avete ragione voi o se abbiamo ragione noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questa è la verità dei fatti, poi sappiamo benissimo che in Aula bisogna urlare per cercare di fare una falsa opposizione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), tra l'altro proprio da chi ha creato il problema, perché sappiamo benissimo che chi ha governato il comune di Bari e la regione Puglia da dieci anni e che ha portato a questa situazione è proprio il Partito Democratico, che ora cerca di infangare il lavoro del Ministro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Quindi, prima di parlare, fatevi un esame di coscienza e sciacquatevi la bocca (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Usi termini più appropriati!

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, io veramente non capisco come l'Aula, come i grillini possano applaudire il loro collega, perché probabilmente il collega ieri non era presente in Commissione giustizia…(Commenti dei deputati del gruppoMoVimento 5 Stelle). No, allora non avete sentito il vostro Ministro, quindi mettete d'accordo le teste (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente - Commenti dei deputati del gruppoMoVimento 5 Stelle). Scusi, Presidente, io veramente non capisco come possano applaudire. Ieri il Ministro è venuto a dirci, in Commissione, che aveva trovato l'immobile. Se l'immobile è quello, collega, il Ministro ha il dovere di venire a riferire. Quindi, non mi parli di contratto sottoscritto. Il ministro, ieri, ha detto: l'immobile è quello, chiaro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? L'immobile è quello, è inutile che sorrida perché lei non c'era ieri; ieri, il Ministro ha detto, in Commissione, che l'immobile è stato individuato. Se l'immobile è stato individuato, e l'immobile è quello, il Ministro ha l'obbligo di venire in Aula per riferire (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ascani. Ne ha facoltà.

ANNA ASCANI (PD). Presidente, prendo atto che avete imparato in fretta a difendere l'indifendibile. Eccolo, il Governo del cambiamento. Ieri, il vostro Ministro ha detto, e qui c'è un sottosegretario che può confermarlo – si alzi in piedi e dica il contrario, se non è così – che l'immobile è stato assegnato, quindi se è vero quello che oggi scrivono, cioè che l'immobile è di un signore colluso con la mafia, questa seduta va sospesa, Presidente, e lei si deve assumere in prima persona la responsabilità di non far approvare a questo Parlamento un atto che trasferisce un tribunale in un edificio di un signore che è colluso con la mafia; questa responsabilità resterà addosso al vostro Governo e mi dispiace, Presidente, ma anche alla sua Presidenza. Non fatelo, sospenda questa seduta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Lorenzin. Ne ha facoltà.

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, sono rimasta sinceramente sconcertata dall'intervento del collega del Movimento 5 Stelle, per il semplice motivo (Commenti dei deputati del gruppoMoVimento 5 Stelle)…No, signori calma, calmatevi, siete di fronte al primo atto amministrativo e il primo atto di governo di questa legislatura. Allora, io mi chiedo come fa un parlamentare a parlare a nome di chi, a nome di chi lei ci sta dicendo, in quest'Aula, che non sarà quello l'edificio in cui andrà il tribunale di Bari? A nome di che cosa? Allora, sarebbe, per il buon andamento di quest'Aula ma credo anche per una situazione di coscienza di tutti i parlamentari, necessario che ci fossero date delle informazioni, a tutti quanti, per poter procedere in una decisione così importante, che riguarda non solo il tribunale di Bari ma, a questo punto, un rapporto corretto tra l'amministrazione della giustizia e quest'Aula e il Paese, che almeno tutti quanti, compresi i gruppi di maggioranza, potessero prendere delle decisioni con una sincera e conforme decisione, in base a quella che è una certezza; quindi, qui nessuno ci ha dato una risposta; non sappiamo se questo immobile è o meno in una situazione di opacità nella proprietà, non sappiamo qual è la procedura, a questo punto, amministrativa messa in campo dal Ministro. Io mi chiedo come possiamo prendere una decisione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Presidente, volevo chiarire altri due punti su questa questione. Intanto uno, che deve sapere l'Aula, mi rivolgo a lei, Presidente, che su questo immobile di cui ha parlato non solo il Ministro, ieri in Commissione giustizia, ma anche il Presidente della Corte d'appello di Bari durante l'audizione, ma purtroppo queste audizioni dove abbiamo sentito magistrati, avvocati, personale amministrativo, sindaco, non sono stati ascoltati e quindi sono state disattese, hanno parlato di un immobile che intanto non ha la metratura sufficiente e poi non ha le aule, dunque lo Stato, i cittadini italiani – diciamoglielo ai contribuenti – pagheranno anche le aule. Quindi, noi non solo prendiamo un immobile con tutte le criticità emerse da questo articolo de la Repubblica, che vanno almeno accertate. Quindi chiariamo e poi ci pagheremo le Aule, perché dovremo adibire la struttura, facendo le Aule, e in più, siccome non è pronto questo immobile, la giustizia barese subirà un doppio trasferimento. Quindi il 30 settembre ci sposteranno in altri…

PRESIDENTE. Grazie, aveva un minuto; era un intervento a titolo personale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. Qui il rischio del passaggio dall'indagine di mercato all'indagine giudiziaria, mi permetta la battuta, rischia di essere abbastanza concreto (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico). Io non ho gli elementi, Presidente, per valutare se le indiscrezioni del quotidiano la Repubblica o di altri organi di stampa possano essere fondate. Io non ce l'ho e sono un convinto assertore della presunzione di innocenza; però, probabilmente, il Ministro Bonafede qualcosa da dirci ce l'avrebbe e io non sono sicuro, Presidente, che il fatto di non aver sospeso la seduta e convocato una capigruppo o il fatto di aver respinto con un voto di quest'Aula la richiesta di sospensione in attesa che il Ministro Bonafede possa venire qui a chiarire questo punto sia stata una cortesia e un favore nei confronti della rispettabilità del Ministro Bonafede e del Governo, visto che abbiamo un governo composto da cinque elementi silenti in questo ramo del Parlamento e c'è un evidente imbarazzo da parte dei gruppi di maggioranza...

PRESIDENTE. Concluda.

SIMONE BALDELLI (FI). Quindi, io credo, Presidente, che ci siano una questione politica e una questione di merito che il Governo dovrebbe avere il coraggio, attraverso gli esponenti che sono seduti al banco del Governo, di chiarire davanti a questi banchi dell'Assemblea (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Rossello. Ne ha facoltà.

CRISTINA ROSSELLO (FI). Signor Presidente, colleghe e colleghi, proprio gli interventi successivi, svolti da alcuni dei nostri colleghi parlamentari, impongono di ribadire l'importanza che il Presidente di questo consesso assuma su di sé la responsabilità di una scelta importante per il principio del buon andamento e dell'imparzialità dell'amministrazione pubblica, laddove ci viene detto, da un esponente della Commissione, che proprio il Ministro ha determinato l'oggetto in questione, dicendo che l'immobile è identificato e il collega interviene, dicendo che si parlerà solo quando il contratto sarà sottoposto per la sottoscrizione ma dimentichiamo le normative antimafia? Dimentichiamo la necessità che non si possa obbligare la pubblica amministrazione ad atti che sono il sospetto di certi comportamenti?

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

CRISTINA ROSSELLO (FI). Mi unisco a quello che dice il collega Baldelli, signor Presidente, però è importante una sua posizione a questo riguardo che rimarrà nella storia dell'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Grazie, aveva un minuto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Napoli. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI (FI). Grazie, Presidente. Sia chiaro, il Ministero ha ordinato il trasferimento del palazzo di giustizia di Bari, tutto il resto sono solo parole. Ma aggiungo che la cosa che mi ha colpito - e finisco - è che, quando sento un grillino che dice: senza gara, penso che, se su un importo di questo genere, senza gara, l'avessimo fatto noi, saremmo andati su tutti i giornali e saremo andati, sicuramente, alla giustizia (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

Allora, io dico, Presidente, ma lo dico anche a lei che è stato, sotto l'aspetto morale, una parte fondamentale negli anni passati: due pesi e due misure e gare non gare. Ebbene, io do mandato a lei che questo non può avvenire; due pesi e due misure non possono esistere.

Quindi, credo, Presidente, che lei debba intervenire sul Ministro per bloccare questa operazione e per mandarla a gara, come avviene in qualsiasi ente locale e in qualsiasi parte della Repubblica. Questa è la sconfitta dei Cinque Stelle (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rospi. Ne ha facoltà.

GIANLUCA ROSPI (M5S). Grazie, Presidente. Solo per ricordare ai nostri colleghi che chi grida “onestà” in quest'Aula è il PD che, in questi giorni, ha problemi, in Basilicata, col governatore agli arresti domiciliari, indagato per lo scandalo sanità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e, poi, Forza Italia, che, nel simbolo ha “Berlusconi Presidente”, interdetto dai pubblici uffici, e Marcello Dell'Utri, condannato per la trattativa Stato-mafia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stellee di deputati del gruppoLega-SalviniPremier - Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

Colleghi, vi prego di ascoltare gli interventi. Basta così, ascoltiamo gli interventi…

Prego, deputato Borghi.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, questo non è l'Asilo Mariuccia, questa è un'Aula del Parlamento e, quindi, in un'Aula del Parlamento, di fronte ai gravi temi che sono stati sollevati e di fronte al dibattito che vede coinvolte più forze politiche, il Governo ha il dovere di rispondere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Noi non possiamo assistere a questa situazione, nella quale cinque esponenti del Governo sono silenti, imbarazzati e non sanno che cosa dire al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Devono dire che cosa realmente è accaduto a Bari, altrimenti si sospenda la seduta e si disponga che il Ministro della Giustizia venga qui a rispondere a questo Parlamento. Questo è il punto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Colaninno. Ne ha facoltà.

MATTEO COLANINNO (PD). Onorevole Presidente, oggi è stato introdotto nel dibattito, dall'onorevole Morani, un elemento di novità molto grave, e cioè che si tratta di un immobile che, per un importante quotidiano nazionale, potrebbe appartenere ad una famiglia mafiosa (Commenti dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier)… finanziato da una famiglia mafiosa. Mi chiedo il perché; perché i colleghi del MoVimento 5 Stelle, che nella scorsa legislatura, signor Presidente Fico, hanno occupato i banchi della Presidenza e del Governo, vogliono proseguire nel dibattito senza voler sentire, senza voler vedere, senza voler approfondire un fatto che non sappiamo se sia vero o meno…

PRESIDENTE. Concluda…

MATTEO COLANINNO (PD). Ma abbiamo il dovere di sapere dai sottosegretari e dal Ministro se si tratta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Grazie…

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Grazie, Presidente. Beh, anche da parte mia, visto il ruolo importante che ciascuno di noi svolge in quest'Aula, sottolineo che voi avete parlato del passato, io adesso parlo, però, del presente; siete voi che state prendendo una decisione e, oggi, avete appreso, credo, come tutti noi delle notizie importanti. Quindi, alla parola: “onesta” aggiungo un'altra parola, che vi è tanto, ma tanto cara, che è la parola: “trasparenza”.

Io credo che questa decisione, oggi, così importante, debba essere presa nella massima trasparenza e, quindi, che vadano acquisite tutte le informazioni perché qui ci è stato detto che quell'immobile è già stato individuato, che quell'immobile è già stato assegnato e che quell'immobile è stato stranamente acquistato, solo tre mesi fa, dalla persona che oggi verrà beneficiata da qualunque decisione prenda questo Parlamento, se positiva.

Vi state assumendo una grande responsabilità, in nome dell'onestà che do come condizione pregiudiziale assoluta…

PRESIDENTE. Concluda.

DEBORA SERRACCHIANI (PD). …ma anche in nome della trasparenza, che, evidentemente, avete lasciato fuori da questa porta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Enrico Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Grazie, Presidente. Proprio ieri, nell'audizione in Commissione giustizia, il Ministro Bonafede ha garantito una stretta interlocuzione sui temi, tra maggioranza e opposizione.

Ebbene, mi pare che cominciamo male, se queste sono le premesse. Ma dico un'altra cosa; ci sono dei membri del Governo, in particolare mi rivolgo all'onorevole Ferraresi, che, a parti invertite, nella scorsa legislatura, hanno sempre chiesto, continuamente, su ogni emendamento, su ogni posizione, al Governo di spiegare i suoi provvedimenti e di chiarire le sue posizioni.

Oggi, l'onorevole Ferraresi ha l'occasione di dimostrare la coerenza, semplicemente, che, avendo cambiato il ruolo nell'ambito di questo Parlamento, mantiene gli stessi principi e la stessa linea.

Quindi, gli chiedo semplicemente di porre fine a questo dibattito, alzandosi e chiarendo al Parlamento le cose che sono state chieste da numerosissimi interventi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Casino. Ne ha facoltà.

MICHELE CASINO (FI). Presidente, io ho ascoltato attentamente prima di intervenire in quest'Aula. La cosa che noto è che molti parlamentari appartenenti al suo gruppo vengono qui, in quest'Aula, e vogliono fare i docenti, i professori, rivolgendosi ad alcuni colleghi - rivolgetevi al Presidente - , loro non conoscono nemmeno il Regolamento.

Ho ascoltato attentamente l'intervento dell'onorevole Sisto, lui le chiedeva con molta umiltà, dal momento che il Ministro è assente e, su un tema così importante e sentito nel nostro Paese, mi sembra il minimo dovuto la presenza qui del Ministro. Qui nessuno vuole accusare nessuno…

PRESIDENTE. Concluda.

MICHELE CASINO (FI). Concludo, Presidente. Anche perché lei, Presidente, deve essere il garante dell'intera Camera, quindi lei è anche il mio Presidente…

PRESIDENTE. Non c'è dubbio, quindi gli interventi...

MICHELE CASINO (FI). …ed è troppo semplice mettere ai voti una proposta che sapeva di…

PRESIDENTE. Deve concludere, grazie.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Io credo che le cose ormai siano abbastanza chiare, c'è una questione di trasparenza e c'è soprattutto un Governo che non risponde. È stata ha fatta una richiesta legittima, che il Presidente della Camera dovrebbe accogliere come garante di tutti. Naturalmente, invece, respingiamo con forza quelli che pretendono di dare a noi lezioni di onestà, che lo hanno preteso anche nella Commissione antimafia, di cui io facevo parte, quando magari, per posizioni garantiste e politiche, come per esempio la guerra all'ergastolo ostativo, ci hanno trattato da mafiosi. Ma oggi la realtà, che è scritta sul giornale, è che la mafia sta da un'altra parte e il Governo la sta appoggiando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, io credo che non stiamo iniziando bene questa legislatura. Probabilmente c'è la necessità di ritornare anche a una riflessione sui fondamentali. Mi rivolgo a lei, Presidente: nel dibattito d'Aula, il banco del Governo deve essere rappresentato ed è rappresentato anche se non c'è il Ministro, quindi per quel che ci riguarda oggi il Governo è presente.

Quello che non è accettabile, Presidente Fico - e mi rivolgo a lei, è quindi una richiesta di un suo intervento e un richiamo al Governo, che è presente nella figura dei suoi sottosegretari, perché risponda -, in questa fase, è il silenzio in Aula, adesso, del Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico), questo è il punto. Ma lo dico per rispetto al Governo, per rispetto al Parlamento, per rispetto a quest'Aula.

Oggi è stata inserita nel dibattito un'ombra, e qui mi rivolgo al collega Molinari e al collega D'Uva. Credo che da questo punto di vista sia interesse anche della maggioranza che quest'ombra venga tolta. Basterebbe che adesso il rappresentante del Governo in quest'Aula quest'ombra la togliesse, molto semplicemente.

Quello che colpisce negativamente è l'assenza di risposta da parte del Governo e, quindi, le chiedo, Presidente Fico, che, se lei non può scegliere la strada, che poteva essere la strada più lineare, della convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo, per verificare la possibilità di posporre semplicemente alla costituzione della Commissione antimafia questo provvedimento, adesso chieda al Governo, formalmente, di rispondere.

Può rispondere come vuole, ma quello che non è accettabile in questo momento e anche per il futuro è l'assenza, altrimenti noi stiamo violando de facto il Regolamento. Il Governo è seduto a quei banchi, ma, non rispondendo, è come se non ci fosse (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Grazie, signor Presidente. Io vorrei stare sul merito: questo è il primo provvedimento avente forza di legge, o che spera di averla, che questo Governo porta in Aula dopo quarantadue giorni in cui non ha prodotto nulla e non è successo niente in questo Paese, altro che cambiamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

E capisco bene l'imbarazzo per cui, non avendo prodotto nulla fino ad adesso, si porta un provvedimento nel quale, sostanzialmente, si avalla il fatto che un signore pochi mesi fa compra un palazzo e, per aver comprato questo palazzo con grande lungimiranza, becca 1 milione e 200 mila euro ed è una persona, la quale ha prestato centinaia di migliaia di euro a famiglie mafiose, questo dice un grande giornale italiano.

Che cosa abbiamo? Abbiamo un imbarazzo della Lega, che tace perché non sa che cosa fare, la Presidente Sarti che abbandona in modo sguaiato l'atteggiamento che dovrebbe avere di responsabile dell'equilibrio e del bilanciamento delle garanzie della sua Commissione e toglie praticamente la parola, addirittura, alla relatrice…

PRESIDENTE. Concluda.

IVAN SCALFAROTTO (PD). …per fare l'avvocato difensore del Governo. L'Abbate lo stesso, Ferraresi che tace…

PRESIDENTE. Concluda, grazie, è un minuto, devo far rispettare i tempi.

IVAN SCALFAROTTO (PD). …una sola cosa da fare: diteci che cosa è successo, vogliamo chiarezza, Ferraresi parli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gribaudo. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD). Grazie, Presidente. Guardi, io mi appello a lei, perché dopo cinque anni in cui in quest'Aula abbiamo sempre sentito dire: onestà, trasparenza, bisogna cambiare il metodo di lavoro, bene, che cosa succede? Di fronte al primo atto di questo Governo, ora ai banchi del Governo sono seduti non cinque, ma bensì sei rappresentanti del Governo, e continua un imbarazzante silenzio. Se davvero vogliamo cambiare, è ora di dare un segnale da parte di un Governo che è lì seduto, che è silente, oppure mi appello a lei, Presidente: prenda atto che questa discussione così non può continuare, sospenda la seduta, si faccia una capigruppo, si capisca come proseguire, oppure richieda al Ministro della giustizia urgentemente, anziché rilasciare interviste, di venire in Aula a portare qui una risposta precisa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché non si può bloccare un Parlamento in questo modo. Dov'è finita l'onestà, Presidente, dov'è finita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Presidente, proprio il buon andamento dei lavori e ciò che sta avvenendo in quest'Aula in mancanza di un intervento da parte del Governo dovrebbe farla riflettere sulla possibilità almeno di convocare la capigruppo. Cioè, il momento è cambiato, è un momento successivo rispetto a quello che ha detto qualche minuto fa: la vicenda è sì, riferibile ad un articolo di stampa, ma la legittima suspicione, in un argomento del genere, mi sembra evidente. Non siamo in fase di interdittiva antimafia, evidentemente, ma siamo in una fase nella quale la revoca o la sospensione della procedura prima del contratto è possibile. Solo il Governo ci può dire se assume almeno questo impegno della revoca o della sospensione della procedura di assegnazione, è semplicemente una comunicazione tecnica, che, però, ha un valore politico molto importante. Solo il Ministro lo può fare o, quanto meno, uno dei sottosegretari. Se loro non lo fanno - e sono qui presenti - penso che sia opportuno, da parte sua, valutare in questo momento la convocazione della capigruppo perché il buon andamento dei lavori prevede che il Governo risponda, una volta che è sollecitato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, siamo di fronte ad un dubbio che dovrebbe inquietare tutti noi, tutte le persone che sono sedute in quest'Aula: il dubbio che la proprietà dell'immobile individuato per il tribunale di Bari sia di un uomo colluso con la mafia. E di fronte ad un dubbio simile è doveroso, da parte del Governo e delle persone che in questo momento siedono nei banchi del Governo, fare chiarezza e parlare. Ma non è meno grave, colleghi, il fatto che oggi si abbia un altro grande imbarazzo, oltre a quello del MoVimento 5 Stelle: il silenzio inquietante della Lega, che è stata silenziosa durante tutto questo dibattito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

E allora, Presidente, a me pare chiarissimo che gli avvocati dei cittadini, che dovrebbero essere i primi a chiedere chiarimento su questo si siano facilmente trasformati…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Giorgis. Ne ha facoltà.

ANDREA GIORGIS (PD). Presidente, abbiamo ascoltato pochi minuti fa l'onorevole L'Abbate dirci che l'immobile non è stato assegnato, anzi non è neanche stato individuato ancora. Eppure, in apertura di seduta, la presidente Sarti ci ha detto che l'immobile è stato assegnato, e anzi, ha auspicato una modifica delle procedure amministrative che disciplinano le forme di affidamento. Quand'anche fosse così - anzi sembra che sia questa la situazione in cui ci troviamo -, il Governo intende agire in autotutela e revocare l'assegnazione? Se sì, il decreto che il Governo chiede a quest'Aula di convertire andrà probabilmente modificato. Come è evidente, ci troviamo in una condizione di assoluta incertezza. Le chiedo, Presidente, di aiutare la maggioranza e quest'Aula dall'uscire da un vicolo cieco, e dallo scongiurare che si consumi un brutto precedente, perché è difficile esprimere un voto libero e consapevole in assenza di una conoscenza dei fatti adeguata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Silli. Ne ha facoltà.

GIORGIO SILLI (FI). Presidente, un velocissimo intervento, che deriva dalla pacatezza e dall'equilibrio della mia formazione politica e culturale. Io sono francamente basito, perché qui sembra che si stia parlando di alti sistemi, di filosofia politica, sembra si debba prendere delle decisioni di chissà quale spessore, e semplicemente stiamo chiedendo una cosa che anche un bambino dell'asilo capirebbe. C'è dell'opacità, il Parlamento, quindi il Paese, per voce di tutti i membri di quest'Aula che rappresentano singolarmente il Paese, come dice la Costituzione, chiede chiarezza, e credo che l'unica cosa che si dovrebbe fare sarebbe rinviare, per certi versi anche di poco, affinché il Ministro venga in Aula a spiegare se si parla di bianco, se si parla di nero, se si parla di scalature di grigio. Questo credo che sia un preciso compito di un membro del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mugnai. Ne ha facoltà.

STEFANO MUGNAI (FI). Signor, Presidente, che splendida nemesi. Per anni ci avete sorbito lezioni di giustizialismo un tanto al chilo…

PRESIDENTE. Rimaniamo sull'emendamento.

STEFANO MUGNAI (FI). Sì, certo, sull'emendamento, ma di questo si sta parlando, signor Presidente. E ora, pur di evitare una richiesta banale, semplice, che la chiama in causa - Presidente, perché, insomma, ci dovrebbe essere un suo gesto di responsabilità - pretendereste in punta di diritto, passando quindi dall'accetta, con la quale avete trattato il diritto e le persone negli ultimi anni, al bisturi della punta di diritto, di giustificare una presa di posizione che è inspiegabile. La richiesta è semplice, Presidente: svelenire questo dibattito, poter ascoltare il Ministro, che ieri ha reso delle dichiarazioni che oggi sono state smentite da componenti del suo stesso partito, e cercare di avere un punto di sintesi, per ripartire con un dibattito in quest'Aula più sereno e arrivare a un punto di caduta. Certo, ripeto, se il buongiorno si vede dal mattino, credo che ci darete veramente grandi soddisfazioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Presidente, anch'io devo dire che, con tutta la buona volontà, non riesco a capire l'atteggiamento del Governo e della maggioranza. Qui oggi c'è un fatto nuovo della cui gravità spero che ci si sia resi conto tutti. Cioè, c'è il rischio che il palazzo, nel quale verrà amministrata la giustizia di Bari, sia un palazzo di proprietà di una persona che ha rapporti con la mafia. Ci rendiamo conto del rischio che stiamo correndo, del rischio che sta correndo la giustizia italiana? Noi non chiediamo niente altro che il Ministro, la maggioranza, i sottosegretari, che oggi sono seduti a quel tavolo, riferiscano, ci dicano, ci tranquillizzino su questa questione. Non chiediamo niente di più. Non stiamo accusando di aver fatto atti illeciti, siamo semplicemente chiedendo trasparenza, quella che voi avete sempre invocato.

Mi chiedo come sia possibile che, di fronte a una semplice richiesta di questo genere, non ci sia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mancini. Ne ha facoltà.

CLAUDIO MANCINI (PD). Presidente, colleghi, il Ministro Bonafede è lo stesso che è stato ascoltato dalla procura di Roma in relazione ai suoi rapporti con l'avvocato Lanzalone…

PRESIDENTE. Si attenga all'emendamento.

CLAUDIO MANCINI (PD). Anche in quell'occasione non ritenne di riferire al Parlamento. Mi pare la seconda volta che lo si accosta a questioni immobiliari poco chiare, forse è tempo di valutare da parte della maggioranza se sia la persona giusta al posto giusto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Musella. Ne ha facoltà.

GRAZIANO MUSELLA (FI). Presidente, è la prima volta che siedo in questo Parlamento, e sono francamente sconcertato. Sconcertato dal fatto che una semplice osservazione e richiesta di chiarimenti su un fatto molto grave emerso dalla stampa non abbia avuto seguito, o non possa avere seguito perché lei, Presidente, non ne prende atto e non ne prende coscienza. Penso che attraverso lei si garantisca anche la scelta che i parlamentari tutti insieme fanno, soprattutto i suoi, di maggioranza, coloro che devono prendere questa decisione o prenderanno questa decisione. Io vi chiedo, e chiedo a lei, se domani queste notizie di stampa fossero vere, che tipo di responsabilità e di figura fareste, voi che voterete questo provvedimento o avete intenzione di votare questo provvedimento? Noi chiediamo semplicemente una spiegazione, e credo che sia legittima e debba essere concessa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Presidente, il Ministro Bonafede, tre giorni fa, il 9 luglio, con un post su Facebook - e sappiamo quanto questi strumenti per voi ormai assurgano quasi a valore normativo - faceva un annuncio pubblico dalla sua scrivania di via Arenula dicendo: ho una notizia da darvi, ed è una bella notizia: si è conclusa la procedura per l'individuazione dell'immobile per il tribunale di Bari. Abbiamo poco fa ascoltato un collega del MoVimento 5 Stelle che sosteneva esattamente il contrario, e poi una collega dello stesso gruppo che sosteneva di nuovo quello che aveva sostenuto il Ministro Bonafede. Quello che è inaccettabile in quest'Aula è, da una parte, la contraddizione delle affermazioni, dall'altra, il silenzio del Governo. Di questo lei non può non farsene carico, Presidente.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Presidente, un richiamo questa volta non in modo speculare, ma esattamente rispetto al comma dell'articolo 8 che le attribuisce la responsabilità di spiegare il significato del voto, siccome immagino che prima o poi a un voto arriveremo. A lei non sfugge, Presidente, che, nel momento in cui un'affermazione in netto contrasto con quanto dichiarato ieri dal Ministro in Commissione e oggi dalla presidente di Commissione in Aula arriva da un rappresentante del partito di maggioranza relativa, affermazione esattamente opposta a quello che è stato dichiarato, quando io, deputato di opposizione - penso che la cosa interessi ancora di più i deputati della maggioranza -, mi troverò a votare, avrei bisogno che trovi lei le forme, visto che ha scelto di non convocare la Conferenza dei capigruppo; quindi che lei o qualcuno dei silenti, presenti fisicamente ma assenti dal punto di vista dell'interlocuzione, ci dia una parola di verità. Oppure deve trovare lei, signor Presidente, facendo le sue consultazioni come meglio crede, l'occasione, prima che votiamo, di dirci se questo benedetto immobile è effettivamente stato preso o no. Ciò perché, ripeto, c'è una netta contraddizione tra il rappresentante che è intervenuto per il partito di maggioranza relativa e quello che hanno detto i rappresentanti della Commissione - anzi la presidente della Commissione - e poi del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È chiaro che noi siamo discutendo dell'emendamento 1.2 Sisto, ed è quello su cui si voterà. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Del Mastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Credo che oggi siano emersi dati inquietanti. È emerso che in Commissione, ieri, il Ministro ha detto che ormai la cosa era fatta e si sapeva quale fosse l'immobile. Oggi emerge su un giornale al quale io tendenzialmente non ho mai affidato grande credibilità, la Repubblica, che quell'immobile potrebbe essere di una persona che lo ha acquistato tre mesi fa e, se fosse quell'immobile, sarebbe di una persona che pacificamente ha prestato 100.000 o 200.000 euro al mazziere dei clan. Dunque, Presidente, tutti questi fatti interpellano, credo, la coscienza del Governo o dovrebbero interpellarla; interpellano sicuramente la sua coscienza in quest'Aula e siamo assolutamente convinti che sia frastornante, aberrante, agghiacciante l'indifferenza con cui stiamo trattando il tema. Vedete, quando parliamo…

PRESIDENTE. Deputato Delmastro Delle Vedove, è finito il minuto.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Termino. Quando parliamo di criminalità, l'indifferenza è vicina alla contiguità e alla complicità come ci insegnava Borsellino.

PRESIDENTE. Concluda, grazie.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Chiediamo di soprassedere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

MARCELLO GEMMATO (FDI). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. Mi richiamo all'articolo 79, comma 3, per analogia. In sostanza in Parlamento si sta consumando un problema di carattere politico nel momento in cui applichiamo….

PRESIDENTE. Richiamo al Regolamento, su quale articolo?

MARCELLO GEMMATO (FDI). Articolo 79, comma 3, per analogia. Dicevo…

PRESIDENTE. Riguarda le Commissioni. L'istruttoria sulle Commissioni, quindi parliamo di questo.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Sì, sì sì per analogia l'audizione…

PRESIDENTE. Mi dica bene.

MARCELLO GEMMATO (FDI). …glielo sto dicendo, glielo dico. Se no mi fa perdere il filo. Dicevo che per analogia così come nelle Commissioni può essere audito un Ministro, per analogia ritengo che nel momento in cui, Presidente, poiché ho seguito in maniera molto attenta l'atto del suo insediamento, ricordo le parole che lei ha pronunciato circa l'autorevolezza del Parlamento. Ora ritengo che nel momento in cui la maggior parte dei gruppi politici dello stesso le chiedono la presenza del Ministro in Aula lei ha l'obbligo istituzionale e anche morale, per le parole che ha detto, di convocarlo. Detto questo, le pongo in chiosa anche un problema di carattere politico: un esponente del MoVimento 5 Stelle sconfessa il Ministro della Lega. Questo è anche un problema politico e, poiché abbiamo autorevoli rappresentanti del Governo, vorremmo sapere chi ha ragione se il Ministro della Lega oppure il deputato del MoVimento Cinque Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Capisco che, avendo calendarizzato un decreto-legge che non è stato ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il Ministero della giustizia, che si occupa delle pubblicazioni in Gazzetta Ufficiale, si dedichi a quello. Ma, poiché abbiamo aspettato tanto, può aspettare anche un altro giorno e nel frattempo venire qui a rispondere, no (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Devo dire che oggi stiamo registrando una pagina triste, soprattutto per chi come noi è alla prima esperienza all'interno di questa Assemblea, perché alla fine stiamo chiedendo un atto di trasparenza, di chiarezza ma soprattutto, per chi come noi viene da tanti anni nella pubblica amministrazione dove, se le procedure fossero state queste, sicuramente sarebbero state altre le conseguenze. Non sta a me giudicare quanto di vero ci sia all'interno dell'articolo di un autorevole giornale della nostra nazione, credo che un atto di trasparenza - non dico di coraggio - sarebbe veramente auspicabile e quindi sospendere i lavori e chiedere al Ministro se non esiste, come il collega ha detto, un contratto in essere, per avere risposte dal diretto interessato in quanto Ministro competente. Mi viene un po' in mente, noi che stiamo sempre sui social, rispetto ad una forza che oggi la vede in difficoltà perché ricordiamo le barricate quando sedeva dall'altra parte di quest'Aula…

PRESIDENTE. Deve concludere. Ha un minuto.

WANDA FERRO (FDI). …mi sento di dire che forse Facebook ha ragione: dovrebbe tornare di moda il pudore e forse anche un po' di vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pettarin. Ne ha facoltà.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Grazie, Presidente. Io punto a chiedere a lei una garanzia, Presidente. Lei è il mio garante, lei è il garante di quest'Aula, lei mi deve dare la possibilità di esercitare il mio diritto di votare in scienza e coscienza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidentee di deputati delgruppoPartito Democratico), cosa che ora non posso fare. La prego di attivare tutti gli strumenti regolamentari perché a ciò si addivenga (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Rotta. Ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, anche noi ci rivolgiamo a lei. Per poter votare abbiamo bisogno di sapere di quale immobile stiamo parlando, perché per valutare la congruità dei termini contenuti nel decreto-legge c'è bisogno di sapere di quale immobile si tratta.

Allora, come ha dichiarato il Ministro Bonafede si tratta dell'immobile che pare abbia questa problematica descritta dalla stampa e questa proprietà diciamo compromessa oppure si tratta di un altro immobile come sostenuto dalla presidente della Commissione giustizia?

Per poter votare, per poter espletare quello che è il nostro dovere in Aula, dobbiamo poter sapere, Presidente. Ci rivolgiamo a lei e, purtroppo, ci rivolgiamo ai muti che sono nei banchi del Governo oggi: ben sei rappresentanti del Governo che hanno il dovere di risponderci. È molto semplice: dovete comporre il numero della batteria del Viminale e far venire qua o farvi suggerire via SMS quello che dovete fare e dire e farci sapere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gariglio. Ne ha facoltà, per un minuto.

DAVIDE GARIGLIO (PD). Presidente Fico, mi viene in mente un'immagine: in Giappone, a Yoshoku, c'è il più importante tempio shintoista giapponese al cui ingresso c'è una bellissima immagine composta da tre figure che si chiamano Iwazaru, Kikazaru e Mizaru. Sono tre famose scimmie che nella cultura giapponese indicano non vedere il male, non udire il male e non dire il male. Se dovessi dire, qual è l'immagine che raffigura meglio questo Governo oggi in Aula è questa raddoppiata per due perché ci sono i tre esponenti, da un lato, e i tre esponenti, dall'altro. Ma lei, Presidente Fico, non può consentire: la prego, Presidente, non consenta che il Governo della Repubblica si comporti nell'Aula solenne di Montecitorio come le tre scimmiette della cultura occidentale perché è una mortificazione che da neoeletto in quest'Aula mi sento proprio di non meritare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). No, Presidente, chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Quindi non a titolo personale.

FABIO RAMPELLI (FDI). Esattamente.

PRESIDENTE. Prego.

FABIO RAMPELLI (FDI). In particolare, mi richiamo all'articolo 37 del Regolamento che immagino…

PRESIDENTE. Quale articolo?

FABIO RAMPELLI (FDI). … articolo 37 che può essere, immagino, interpretato in diversi modi. Sono qui per illustrare il mio modo o forse l'interpretazione che dovrebbe regnare sovrana in quest'Aula, al di là delle appartenenze politiche.

L'articolo 37 stabilisce che: “I rappresentanti del Governo, anche se non fanno parte della Camera, hanno diritto e, se richiesti, obbligo di assistere alle sedute dell'Assemblea (…)”. È ovvio che lei potrebbe, di fronte alla richiesta reiterata da tanti colleghi, da tanti gruppi di avere parole definitive da parte del Ministro competente il Ministro Bonafè… (Commenti dei deputati del Partito Democratico), dire che comunque il Governo oggi c'è… Il Ministro Bonafede, chiedo scusa alla collega…

PRESIDENTE. Andiamo avanti.

FABIO RAMPELLI (FDI). …che il Governo oggi c'è perché qui ci sono dei rappresentanti, però la forma e la sostanza devono coincidere.

Allora: o i rappresentanti del Governo che sono qui presenti si manifestano, prendono la parola e quindi si affrancano da una sorta di patologia che li ha colpiti sinistramente da questa mattina e, quindi, sostituiscono in tutto e per tutto il Ministro che in questo momento non è presente, oppure lei deve chiamare il Ministro a rendere conto, perché c'è un problema che non è in questo caso di carattere formale.

Ho ascoltato con grande attenzione questo dibattito, ho ascoltato tutti gli interventi e ritengo che molti abbiamo detto cose sagge, però c'è un punto che non è interpretabile: il Ministro è stato in audizione nella Commissione competente e ha dichiarato, pare, che effettivamente l'immobile presso il quale saranno trasferiti gli uffici giudiziari penali di Bari è l'immobile in oggetto, cioè quello di proprietà della Sopraf del signor Pino Settanni, coinvolto in questa indagine, e comunque, diciamo così, notoriamente vicino, poiché ha prestato soldi, a clan mafiosi e quant'altro.

Ovviamente, non posso sostituirmi all'autorità giudiziaria ed emettere una sentenza al riguardo; siamo anche noi garantisti per formazione e per natura. Però, ho chiesto agli uffici di poter esibire il verbale della Commissione, in modo tale che questa affermazione possa essere riscontrata. Ma questo verbale non sarà disponibile prima delle ore 17.

Quindi, lei capisce che l'Aula abbia bisogno di capire se effettivamente l'immobile in oggetto è l'immobile di cui si parla oggi da parte di autorevoli organi di informazione o no, perché questo fa la differenza.

Fa la differenza, come diceva un collega poco fa, in scienza e coscienza. Ciascuno può decidere di ignorare il fatto e rispondere fedelmente a un vincolo di mandato, facendo parte o della maggioranza o dell'opposizione, oppure, in presenza di una dichiarazione decisiva, determinante, da parte del Ministro competente, decidere intanto, diciamo così, di chiedere chiarimenti; secondariamente, di affrancarsi anche da un vincolo, perché non vuole avere niente a che fare con i poteri mafiosi e i poteri criminali.

Quindi, questa affermazione non è un fatto formale: noi parlamentari della Repubblica italiana abbiamo il pieno diritto di sapere se l'immobile presso il quale saranno trasferiti gli uffici giudiziari penali di Bari è quello o no. Non è indifferente.

Il Ministro ha dichiarato effettivamente in Commissione che è quello oppure non lo ha dichiarato? Allora, o si materializza qui e ce lo dice, in diretta televisiva, o, possibilmente non nella lingua dei segni, i rappresentanti del Governo presenti qui si fanno coraggio, prendono la parola e districano questa matassa, oppure si aspettano le ore 17 e si legge il verbale della Commissione, in modo tale che le parole del Ministro siano intellegibili, e quindi non soggette a interpretazione.

Ognuno di noi potrà decidere cosa votare anche in base alla realtà dei fatti, cioè all'assunzione di responsabilità del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Quando si parla di collocare un luogo dove dovrebbe regnare la giustizia è chiaro che si devono fare delle valutazioni di opportunità e, quindi, non è fatto secondario l'origine dell'edificio nel quale si vuole collocare il tribunale di Bari, ma è un fatto di opportunità, su cui il Governo si prenderà le proprie responsabilità. Ciò per cui, invece, voglio intervenire non è un fatto di opportunità, ed è un fatto diverso: in quest'Aula si è parlato del proprietario di questo edificio ed è passato ad essere da un proprietario ad uno che aveva prestato soldi ai clan mafiosi, secondo una fonte…

PRESIDENTE. Concluda.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). …di un articolo, articolo di la Repubblica, che nel 2015, però, riporta che questo soggetto, in realtà, era testimone all'interno di un processo per mafia, non indagato. Quindi chiedo…

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. A me dispiace che questa mattina sarebbe dovuto emergere quello che è il malgoverno del PD da dieci anni a questa parte, soprattutto alla regione Puglia, perché faccio i complimenti al mio collega Gemmato, che nei lavori di preparazione di questa seduta ha rimarcato e avrebbe rimarcato più volte che i responsabili politici sono bene individuabili, però mi dispiace che la settimana prossima sarà l'anniversario di quella che è la scomparsa del giudice Borsellino e di tanti agenti della Polizia che sono stati trucidati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e oggi l'Aula non è capace di dire se veramente questo immobile appartiene o no a un indagato di far parte di un clan mafioso o vicino a clan mafiosi. Chiedo semplicemente che il Ministro, tranne che non si trovi in Sardegna, e quindi riscontri problemi con la continuità aerea, possa venire qui in serata o anche in nottata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Porchietto. Ne ha facoltà.

CLAUDIA PORCHIETTO (FI). Presidente, mi aveva colpito all'inizio di questa legislatura il suo intervento rispetto al riportare dignità all'interno delle Aule parlamentari. Presidente, questa mattina non mi sembra che lei abbia riportato dignità all'interno di quest'Aula e le chiedo di assumersene la responsabilità, Presidente. Noi non abbiamo la possibilità, in modo democratico e in modo dignitoso, di poter valutare attentamente e attraverso le parole di un Ministro che ha il dovere di venire in Aula, ciò che è accaduto. Allora, Presidente, se lei vuole essere veramente il Presidente della Camera, lo faccia. Le chiediamo solo questo: faccia il Presidente della Camera e non faccia il presidente del MoVimento 5 Stelle. Questa è la sua responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Questo è ovvio.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Presidente, mi ero iscritto a titolo personale, mi immagino, in coda a tutti gli altri, o siamo già arrivati?

PRESIDENTE. Prego, prego.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Pensavo che ci fossero altri colleghi. La ringrazio, Presidente. Nel tempo a titolo personale, siccome lei mi ha risposto al richiamo al Regolamento con “ma adesso stiamo discutendo l'emendamento 1.2”, come se non stessimo parlando di immobili, mi limito a leggerle l'emendamento 1.2: alla luce delle sopravvenute condizioni di inagibilità degli immobili adibiti ad uffici giudiziari nella città di Bari, al fine di assicurare il regolare svolgimento dei procedimenti e dei processi penali presso il Tribunale di Bari e la Procura della Repubblica presso il medesimo Tribunale, sono attribuiti al Ministro della Giustizia - che all'uopo può delegare il Prefetto territorialmente competente - poteri straordinari volti unicamente a consentire interventi urgenti di edilizia giudiziaria per il Tribunale di Bari e la Procura della Repubblica presso il medesimo Tribunale, inclusi il potere di requisizione di immobili ex articolo 7… Signor Presidente, non so, mi dica lei se non è pertinente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Però, ho capito, Presidente, forse abbiamo la chiave di volta di questa storia. Ho capito che, probabilmente, affinché il Ministro Bonafede venga qui, c'è bisogno che gli dia l'autorizzazione Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Allora provi a contrattare direttamente Salvini e magari noi risolviamo il problema (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, intanto vorrei fare osservare che il collega Rampelli aveva, di fatto, fatto un richiamo al Regolamento, e quindi forse doveva essere messo in votazione. Ma al di là di questo…

PRESIDENTE. No, non doveva essere messo in votazione. Vada avanti.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Al di là di questo, sembra di assistere alla commedia dell'assurdo. Presidente, noi abbiamo un approccio sereno, è un argomento importante. Chiediamo semplicemente trasparenza e chiarezza, chiediamo al Governo, che è qui presente e sembra il Mosè di Michelangelo, perché non parli, non ci spieghi questa cosa, o, al limite, anche a delle colleghe, a una collega che è qui in Aula e che è giusto che magari possa dare elementi di novità a riguardo. Noi riteniamo, come diceva Montaruli, che la vicenda sia complessa, che questo personaggio che ha avuto la lungimiranza di acquistare questo immobile è stato un testimone in un processo. Quindi, non è un problema di giustizialismo, è un problema di trasparenza: vogliamo la chiarezza su questa evidenza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Nei miei trascorsi da studente, in verità non molto proficui, nel diritto costituzionale, ricordo che nei libri, nei testi, trovavo la teoria della separazione dei poteri. C'era un potere, ovviamente, giudiziario, c'era un esecutivo e c'era un legislativo. Oggi, in quest'Aula, grazie al MoVimento 5 Stelle, abbiamo appreso che c'è un'innovazione in questa teoria, che va a innestarsi con “l'uno vale uno”, perché, se è vero come è vero che oggi abbiamo sentito, invece, che il Governo, un portavoce non quanto ufficiale del Ministro, che è un collega deputato, che ci spiega cosa intende il Ministro, evidentemente anche la teoria della separazione dei poteri viene meno.

Quindi, io chiedo al Governo presente e, auspicabilmente, anche a quello assente, se ritiene di venire in Aula successivamente, se ci spiega se le parole del collega rappresentano veramente il pensiero del Governo e perché le esprime il collega, o se il Governo ritiene di dover svolgere la sua funzione, altrimenti siamo un po' disorientati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, ci sono decine di precedenti sul punto. Indipendentemente dalla votazione a cui abbiamo assistito prima, la richiesta della presenza del Ministro in Aula non è su un fatto marginale o su un prurito dell'opposizione: è su una vicenda che io ritengo sia nell'interesse del Ministro in primo luogo chiarire. E proprio per questa ragione mi permetto di chiederle: può almeno dire all'Aula se lei ha contattato comunque il Ministro, indipendentemente dal voto che riguardava un'inversione di fatto dei lavori della nostra Assemblea, e se il Ministro le ha risposto se è disponibile e quando sarebbe disponibile a venire in Aula? Perché non si è mai assistito ad una vicenda di questo tipo! È anche nell'interesse dell'economia dei lavori dell'Aula, perché è un'ora e mezza che stiamo discutendo quando, se il Ministro fosse venuto, avrebbe fatto le comunicazioni. Avrebbero già preso la parola i rappresentanti dei partiti e si sarebbe conclusa la questione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

ALESSIA MORANI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Per richiamo al Regolamento?

ALESSIA MORANI (PD). Sì, signor Presidente, sull'articolo 8. Perché vede, lei Presidente è il garante del buon andamento di quest'Aula, e quindi in particolare di questa seduta.

Noi abbiamo particolarmente apprezzato il suo intervento nel suo insediamento, quando ha parlato di centralità del Parlamento. Siccome dalla stampa apprendiamo che il Ministro Bonafede ha fatto delle dichiarazioni sull'oggetto della nostra discussione, e cioè su quell'immobile su cui pende questa ombra inquietante di una proprietà che pare essere in qualche modo collusa con dei clan mafiosi, le pare dignitoso, signor Presidente, che noi siamo qui a discutere, che siamo qui a richiedere con forza l'intervento del Governo in Aula, benché vi siano due sottosegretari alla giustizia presenti, perché ci sono sia il sottosegretario Ferraresi che il sottosegretario Morrone che sono silenti? Le pare dignitoso che noi discutiamo, e fuori il Ministro Bonafede fa dichiarazioni sul merito della nostra discussione? Io ora le chiedo, Presidente, per restituire dignità a questa Assemblea, che lei chiami il Ministro Bonafede in quest'Aula perché riferisca e chiarisca in maniera definitiva su questo immobile, che è dirimente per la nostra decisione. È dirimente, perché la congruità dei termini che sono stabiliti in questo decreto-legge è tale solamente se oggi noi abbiamo la certezza di quale immobile si tratti; e siccome oggi questa certezza non ce l'abbiamo, noi abbiamo bisogno di chiarimenti sulla proprietà e sulla destinazione di quell'immobile. Io le chiedo a nome del nostro del nostro gruppo, quindi del Partito Democratico, che lei restituisca dignità a questa Assemblea e chiami il Ministro Bonafede a riferire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

FEDERICO FORNARO (LEU). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). C'è qualcosa di più, e credo che su questo sia un tema, Presidente, che la deve riguardare: il Ministro Bonafede 18 minuti fa ha pubblicato un post su Facebook in cui spiega tutta la vicenda. “La procedura di individuazione dell'immobile destinato a ospitare gli uffici giudiziari baresi è stata eseguita nel pieno rispetto delle regole, in maniera pubblica e pienamente trasparente. La commissione ha aggiudicato a chi ha ottenuto il miglior punteggio, e sono stati avviati tutti i controlli previsti dalla legge. In seguito a quanto appreso da fonti di stampa ho chiesto un ulteriore approfondimento. Ricordo a tutti che il decreto-legge in discussione alla Camera non riguarda l'assegnazione dell'immobile, ma la sospensione nei termini per permettere lo smantellamento delle tende”. Mi chiedo perché questo post su Facebook non poteva essere trasmesso a uno dei due sottosegretari, letto in Aula: avremmo evitato uno sperpero di denaro pubblico in queste due ore (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

IVAN SCALFAROTTO (PD). Perché si vuole umiliare il Parlamento, ecco perché!

PRESIDENTE. Scalfarotto, per favore!

JOLE SANTELLI (FI). Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Presidente, mi collego a quello che hanno detto i colleghi: se in quest'Aula un'ora e mezza…

PRESIDENTE. A quali articoli è il richiamo al regolamento?

JOLE SANTELLI (FI). Articoli 8 e seguenti.

Presidente, se un'ora e mezzo fa, dopo l'intervento della collega Morani che illustrava questo tema, il Governo, il Ministro Bonafede o, in sua vece, il sottosegretario Ferraresi qui presente, o qualsiasi altro membro del Governo, fossero intervenuti, dicendo: abbiamo svolto una procedura, abbiamo effettuato un'assegnazione, abbiamo appreso oggi altre notizie, faremo le dovute verifiche e riferiremo in Aula, tutto questo non sarebbe accaduto! Chiedevamo una cosa semplice.

Ora, Presidente, il tema qual è? Abbiamo avuto il presidente della Commissione giustizia che dava un'indicazione; altri colleghi della maggioranza che davano altra indicazione. Io le chiedo ora ancora, a maggior ragione, perché, Presidente, è uno schiaffo a quest'Aula, che il Ministro della giustizia non venga qui ma parli per Facebook e parli per agenzie di stampa. Questo è uno schiaffo a noi, ma è uno schiaffo anche a lei, Presidente, che ci rappresenta tutti.

PRESIDENTE. Concluda velocemente.

JOLE SANTELLI (FI). Concludo, Presidente. Mi dispiace, ma qui veramente vi comportate come un “Governo Stranamore”, che poco ha a che fare con la politica. Avreste risolto questo problema facilmente! Colleghi del PD, io pure ho ascoltato il silenzio della Lega: non è un silenzio inquietante, è un silenzio semplicemente imbarazzato, perché loro la politica la conoscono (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

WALTER RIZZETTO (FDI). Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. A quali articoli?

WALTER RIZZETTO (FDI). Sempre quelli, Presidente, 8 e seguenti: ormai penso che siano questi gli articoli di riferimento in seno a questa seduta.

Presidente, soltanto per sollevare a lei, in primis, che ricordo rappresentare tutta l'Aula della Camera dei deputati, e lei, Presidente, siede su quello scranno anche con i nostri voti, glielo ricordo: c'è un problema di fondo, vede, Presidente, in tutta questa bagarre, e anch'io, come il collega Rampelli, ho ascoltato tutti gli interventi che sinora si sono susseguiti. Ora, il Ministro Bonafede, concordando e sulla scorta di quanto appena dichiarato dall'onorevole Santelli, dà di fatto uno schiaffo importante all'attività legislativa di questa Camera, all'attività legislativa del Parlamento, Presidente, perché il Ministro Bonafede non può permettersi di rispondere via social network a quanto un'Aula sovrana dovrebbe invece richiedere a lui direttamente negli occhi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Presidente Fico, lei avrebbe occupato i banchi del Governo con il suo gruppo parlamentare, se in pancia alla scorsa legislatura fosse successo qualcosa del genere nei confronti di altri partiti politici!

E in ultimo, ma non in ultimo: il Ministro con questa dichiarazione resa via Facebook di fatto conferma quanto scrive la Repubblica stamani, andando completamente contro alla difesa puerile e d'ufficio da parte del suo compagno di partito onorevole Scagliusi, che, in un intervento infuocato, prima ricordava che non c'è nessun tipo di assegnazione. Ebbene, il Ministro con questo post dichiara che l'assegnazione c'è stata: quindi mettetevi d'accordo, perché una parte del suo gruppo pensa che non ci sia stato alcun tipo di assegnazione. Lo rinnovo: l'onorevole Scagliusi prima, prendendo gli applausi di tutto il gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle, ha dichiarato che è soltanto iniziata la gara, che non c'è stato alcun tipo di assegnazione. Sbaglia: o sbaglia o è bugiardo.

Quindi, di fronte alle menzogne - e menzogne, Presidente, che in quest'Aula pesano, e pesano particolarmente in questo senso, perché stiamo parlando di atteggiamenti piuttosto gravi rispetto agli attori di questa commedia -, io le chiedo, Presidente, di prendere ufficialmente, non ufficiosamente delegando l'Aula, la situazione in mano e di rimandare il provvedimento in Commissione o, quantomeno, adesso è molto più importante rimandare la questione all'Ufficio di Presidenza piuttosto che alla Conferenza dei presidenti di gruppo.

Presidente, io concludo dicendo che lei (lo rinnovo per la seconda volta) rappresenta il Parlamento. In questo senso, non ci deluda e, per cortesia, sospenda la seduta, convochi immediatamente la Conferenza dei presidenti di gruppo e, soprattutto, chiami, qualora non l'avesse già fatto, il Ministro Bonafede, perché un Ministro della Repubblica non può rispondere al Parlamento via social network. Prenda un'auto, prenda un motorino, prenda un autobus e si rechi immediatamente alla Camera dei deputati a dirci esattamente come è andata la vicenda (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mulè. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI). Presidente, grazie. Presidente, io pensavo che questa fosse una democrazia parlamentare e la prego di confortarmi in questo. Io non so se sia intervenuto stanotte un qualche stravolgimento di cui nessuno è al corrente, ma non può essere un democrazia digitale. Cioè, il Ministro Bonafede non può affidare - lui, un avatar - a qualcuno una presa di posizione che quest'Aula pretende di sapere in nome del popolo italiano. Il Ministro Bonafede non può mandare in Aula i suoi rappresentanti che, in maniera non imbarazzata, ma indecente, rispetto al rispetto dell'Aula, stanno lì zitti e non dicono una parola. Non è accettabile che lei acquisisca il dato del Ministro Bonafede che, attraverso un social network, interviene su una faccenda sulla quale ognuno di noi ha una responsabilità davanti al popolo italiano.

Io la prego, nel nome della funzione che lei ricopre, di assumere la responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)

PRESIDENTE. Deve concludere. Grazie, deputato Mulè.

Ha chiesto di parlare il deputato Silvestroni. Ne ha facoltà.

MARCO SILVESTRONI (FDI). Grazie, Presidente. Presidente, non entro nel merito di tutte le discussioni che sono - ripeto - tutte giuste. La più giusta di tutte credo che sia quella che, se c'è rispetto di quest'Aula, che è sacra, il Ministro Bonafede dovrebbe essere qui in Aula.

Io so che lei questa cosa la capisce, anche perché è scritta nel Regolamento. Non mi sorprendo che non la capiscano gli avatar di Beppe Grillo e le stampelle alla mia destra della Lega, ma una cosa soprattutto le chiedo… Presidente, se mi ascolta cortesemente…

C'è un'agenzia, visto che ormai quest'Aula deve essere ridotta in questi termini, c'è adesso una notizia dell'agenzia di stampa DIRE delle ore 12,20 che dice: “Fonti stampa: chiedo - il Ministro Bonafede - approfondimento, ho chiesto un ulteriore approfondimento”. E allora, Presidente, ma che cosa ci vuole a far votare se il suo Ministro, se il vostro Ministro, addirittura, non solo non viene in Aula, ma sta facendo ulteriori approfondimenti? E allora…

PRESIDENTE. Grazie, deputato Silvestroni.

Ha chiesto di parlare il deputato Marin. Ne ha facoltà.

MARCO MARIN (FI). Grazie, Presidente…

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente…

PRESIDENTE. Il sottosegretario Ferraresi vuole intervenire (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Sentiamo il sottosegretario… Però, dobbiamo ascoltare, chiaramente dopo, tutti questi interventi. Prego.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Voglio cercare di ascoltarvi tutti, perché credo che l'ascolto sia molto importante, ma su questo punto forse sareste intervenuti veramente tutti e, quindi, credo che sia doveroso dare una risposta.

Innanzitutto, ho sentito una serie di inesattezze. Credo che la critica sia importante e l'attività di denuncia lo sia altrettanto, ma quando una persona è informata anche su quello che dice. Ci sono state inesattezze gravi, anche da chi ha fatto parte del Governo in precedenza, inesattezze addirittura che hanno rilievo penale.

Poi, ovviamente, i soggetti faranno le loro rilevazioni, però credo che sia importante che quando una persona dice una cosa (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Facciamo parlare (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Fratelli d'Italia)? Deputato Rotelli, deputato Fiano, deputato Migliore. Dobbiamo continuare. Non ricordo tutti i vostri nomi. Nobili, si segga. Deputato Nobili, si segga. Allora, se dobbiamo… Marattin... Deputato Marattin, le faccio il primo richiamo. Deputati Marattin, Morani, Romani, Romani, Romani… Sottosegretario Ferraresi, non indichi. Andiamo avanti.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Scalfarotto, deputato Scalfarotto! Prego, deputato Fiano.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, intervento per un richiamo al Regolamento. La invito, se lei mi ascolta… la ringrazio, Presidente. La invito a richiamare formalmente il rappresentante del Governo, che ha appena minacciato i membri dell'opposizione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e Liberi e Uguali). Il rappresentante del Governo, Presidente, il rappresentante del Governo, signor Presidente, non è qui in funzione di pubblico ministero e non ha il diritto di rilevare comportamenti che abbiano o meno rilevanza penale!

PRESIDENTE. Silvestroni, Silvestroni! Chiamo i commessi, subito (Scambio di apostrofi tra deputati dei gruppi Lega-SalviniPremier e Fratelli d'Italia che entrano in contatto e tra i quali si frappongono gli assistenti parlamentari)! Liuni, deputato Liuni! Silvestroni, deputato Liuni! Gli assistenti parlamentari (I deputati del gruppo Partito Democratico scandiscono le parole: Dimissioni! Dimissioni!)… Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 12,37, è ripresa alle 12,53.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Delrio. Ne ha facoltà.

GRAZIANO DELRIO (PD). Presidente, grazie. Abbiamo appena assistito a un episodio molto grave, molto serio. Mi rivolgo a lei, perché questo atteggiamento dell'esponente del Governo ha esasperato gli animi in quest'Aula, ha creato un clima che rende difficile la prosecuzione. Mi rivolgo a lei, anche perché la comunicazione del Governo via Facebook è un ulteriore elemento di umiliazione della centralità del Parlamento, che lei ha proclamato a viva voce (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Però, parliamo dell'episodio.

GRAZIANO DELRIO (PD). Le chiedo, quindi, di riprendere in considerazione la richiesta di una convocazione urgente della Conferenza dei presidenti di gruppo, per rimettere ordine e far proseguire il dibattito in maniera serena (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato D'Uva. Ne ha facoltà.

FRANCESCO D'UVA (M5S). Sì, Presidente, è sullo stesso tema. È evidente che il Governo stava intervenendo per dare i chiarimenti che sono stati richiesti giustamente dall'Aula parlamentare. Credo sia necessario fare finire l'intervento, che è stato interrotto, così potremo tutti quanti avere i chiarimenti che sono stati richiesti e continuare con i lavori, ricordando che giustamente all'una e mezza c'è anche l'Ufficio di Presidenza. Voglio sperare che tutti questi interventi non siano strumentali e restino sul tema, visto che c'è anche un argomento molto importante da gestire lì. Grazie a tutti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per richiamo al Regolamento il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, richiamo agli articoli 58, 59 e 60 del Regolamento, che prevedono espressamente l'ipotesi in cui, da parte di un deputato, siano utilizzate parole sconvenienti…

PRESIDENTE. Scalfarotto!

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). …oppure accusi taluno di fatti che ne ledano la onorabilità.

Io voglio chiarire che quello che è accaduto in quest'Aula è di una gravità inusitata. Il comportamento posto in essere dal silente rappresentante del Governo, salvo minacciare l'Aula - solo questo è stato capace di fare fino adesso (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico)! - è inquadrabile, Presidente, per sollecitarle la gravità del suo intervento - e le chiedo di intervenire formalmente nei confronti del deputato Ferraresi - nell'ambito dell'articolo 338 del codice penale. Altro che comportamenti penalmente rilevanti dei deputati! Comportamenti penalmente rilevanti dal Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Fratelli d'Italia)! L'articolo 338 prevede la minaccia a un corpo politico, nel tentativo di ostacolarne l'esercizio e questo è accaduto (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Grazie, deputato Sisto, concluda.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). E allora, Presidente, completo. Mi faccia completare il richiamo al Regolamento, perché, sennò, non sarei conseguenziale. Ho segnalato la gravità di questa condotta, che io mi auguro - e lo dico veramente nell'interesse, mi creda, dell'istituzione, al di là delle appartenenze - non si ripeta mai più in quest'Aula che il Governo minacci i deputati (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico)! Mai più si deve ripetere! Ma io le chiedo, formalmente, associandomi alla richiesta del presidente Delrio, che mi sembra ancora una volta ragionevole sul piano della corretta gestione della serenità dell'Aula, di intervenire, ai sensi dell'articolo 59, richiamando il deputato Ferraresi formalmente - e lei lo farà, perché sono convinto che la sua equidistanza la porterà a questo richiamo - ad evitare, nelle sue espressioni, di individuare nei comportamenti delle opposizioni o di chicchessia, maggioranza od opposizione, profili di rilevanza penale (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Concluda, deputato.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). L'articolo 68 - e ho finito, Presidente - non è una norma costituzionale casuale e non c'è Governo che la possa derogare. La Costituzione prima di tutto (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). La ringrazio, signor Presidente, sarò telegrafico. Diciamo che l'esordio del Ministero della Giustizia, in questo caso del sottosegretario, è stato pessimo. Io le ricordo che lei…

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, faccia liberare i banchi del Governo!

PRESIDENTE. Deputati Fiano, Morani, c'è un funzionario della Camera, non c'è un deputato! Per favore, grazie. Andiamo avanti.

FABIO RAMPELLI (FDI). Le ricordo, come già hanno fatto altri colleghi, che lei, come figura terza, in questo momento rappresenta, anche nell'esercizio degli equilibri delle istituzioni, la Camera dei deputati e ricordo, a me stesso, che il Governo, in quest'Aula, è ospite e non è pertanto ammissibile che un rappresentante del Governo, prendendo la parola, peraltro, da noi sollecitato, quindi eravamo tutti in posizione d'ascolto, pronti a verificare anche la bontà degli argomenti che sono stati utilizzati da molti gruppi parlamentari nella giornata di oggi, quindi davvero c'è stata un'esasperazione nel dover ascoltare, invece che motivazioni intellegibili rispetto al merito del provvedimento in esame, una minaccia indirizzata nei confronti del Parlamento o dei parlamentari.

Ora, delle due, l'una, Presidente: o il sottosegretario è un deputato e, quindi, in quanto tale, è soggetto alla vigilanza, alle regole che ci siamo dati e, quindi, il suo comportamento deve essere esaminato dagli organismi competenti e, quindi, eventualmente sanzionato; o il sottosegretario rappresenta il Governo e lei lo deve comunque richiamare ufficialmente, affinché il Governo non si permetta più, ospite del Parlamento italiano, di venire qui a minacciarlo. Tertium non datur(Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Quindi, io le chiedo ufficialmente di non lasciar cadere questa provocazione, che poi ha generato i tumulti che lei ha potuto constatare, in forza dei quali c'è stata la sospensione. È stata una sospensione accidentale; noi vorremmo che questa sospensione - e questa è la richiesta che le inoltro - possa garantire un riordino dei nostri lavori attraverso una Conferenza dei capigruppo, che si prendano in esame gli atti di questo provvedimento e le dichiarazioni, anche recentissime, a cui faceva riferimento il collega Silvestroni poco fa, del Ministro Bonafede, affinché l'Aula venga messa nelle condizioni di presentare il suo voto e il suo giudizio in presenza di atti incontrovertibili che, allo stato, non ci sono, perché la confusione su questo provvedimento, e in modo particolare sull'immobile in questione, regna sovrana. Noi abbiamo diritto alla verità prima di esprimerci con un voto (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Cerchiamo di fare qualche precisazione. Intanto, prima l'Aula è stata sospesa perché ci sono stati - potrei chiamarli così - dei tumulti che saranno analizzati con i video e darò istruttoria ai Questori, da questo punto di vista.

Il Governo non è un ospite, ma il Governo ha il diritto totale e completo di sedere in quest'Aula e ricordo, anche al deputato e sottosegretario Ferraresi, che i membri del Parlamento, per l'articolo 68 della Costituzione italiana, non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto) e, quindi, quest'Aula è sempre libera e indipendente di esprimere le proprie opinioni, senza temere alcunché dal punto di vista penale (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto).

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà (Commenti). Deputato Lupi… Vogliamo far parlare il sottosegretario (Commenti)? Parla prima il sottosegretario.

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, mi spiace intanto per quello che è successo, non era assolutamente mia intenzione attaccare i membri di quest'Aula - di cui, tra l'altro, faccio parte e quindi, avrei fatto un attacco anche nei confronti di me stesso -, tanto meno minacciare. Quindi mi spiace se c'è stato questo equivoco, dato dal fatto anche che avrei continuato il mio discorso, se non fossi stato interrotto, e quindi avrei spiegato il fatto a cui mi stavo riferendo rispetto a comportamenti che possono essere tenuti all'esterno di quest'Aula.

Detto questo, io vorrei continuare, con il vostro aiuto, nella spiegazione che credo che sia quella più utile, che mi avete chiesto.

In riferimento alla procedura che è stata adottata per quanto riguarda il tribunale di Bari, ci troviamo di fronte a una situazione che è stata denunciata da più parti, anche da parte dei sindacati, da parte degli operatori della giustizia, già non meno dall'anno 2012 e quindi, per anni, queste richieste, queste denunce non sono state tenute in debita considerazione; siamo arrivati al 2018 con queste denunce, che, come un grido caduto nel vuoto, non sono state ascoltate e, quindi, ci siamo ritrovati nelle tende, perché questo decreto interviene per risolvere il problema di magistrati, avvocati e operatori della giustizia costretti a svolgere il loro lavoro, non per responsabilità del Ministro Bonafede, nelle tende, al più ampio caldo possibile (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier). Questo è stato fatto, con tutte le problematiche del caso. Non governavamo noi negli anni precedenti, non governavamo la regione Puglia, non governavamo il comune di Bari.

Detto questo, siamo intervenuti immediatamente con una procedura ad evidenza pubblica, nella più completa trasparenza e rispetto delle regole, chiedendo ad ogni partecipante la più ampia documentazione sulla trasparenza e la regolarità, compresa la certificazione antimafia, che tutti hanno prodotto.

Poi possiamo discutere se queste certificazioni, come diverse volte abbiamo sostenuto, non sono il massimo per garantire la legalità; ci siamo appena insediati, ci spiace che non sia stato fatto precedentemente, perché, a mio avviso, queste documentazioni non garantiscono al 100 per cento la trasparenza e la regolarità delle procedure, ma abbiamo fatto tutto il possibile per garantire la legalità e la trasparenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); dopodiché la documentazione che è stata presentata per questa gara, questo bando ad evidenza pubblica, è stata, con priorità, richiesta al demanio un'ispezione e una richiesta delle strutture, pubbliche, disponibili, perché questo Governo non vuole dare un euro se c'è una possibilità di avere un intervento pubblico che garantisca un risparmio di risorse con criteri tecnici, però, attuabili, anche urbanistici, perché la struttura, richiesta da parte di avvocati, magistrati e di tutti gli operatori della giustizia, deve essere dignitosa.

La priorità è stata data agli edifici pubblici e non c'è stata alcuna disponibilità, anzi, c'è stato un diniego di alcune strutture preventivamente individuate anche da rappresentanti delle istituzioni. Una volta che abbiamo avuto il «no» sulle strutture pubbliche disponibili da parte del demanio, ci siamo attivati con questa procedura ad evidenza pubblica, per vedere la seconda ipotesi, che era quella delle strutture private, ahimè. A questa richiesta di evidenza pubblica hanno risposto sei strutture, delle quali sei strutture solo due avevano i requisiti urbanistici per fare fronte alla richiesta del Ministero di individuare una sede che rispettasse tutte le caratteristiche richieste.

Di queste sei strutture solo due rispettavano i requisiti e di queste due, con una classifica fatta a punteggio, la struttura che è arrivata prima è una struttura che garantisce non solo la più ampia metratura, non solo la disponibilità degli archivi, che l'altra struttura non aveva, ma anche un immediato intervento per quanto riguarda lo spostamento degli operatori della giustizia all'interno di questa struttura, che la seconda struttura non poteva garantire.

Certo, poteva essere fatto l'impossibile, forse con una bacchetta magica; forse se fossimo stati al Governo in tutti questi anni, avremmo risolto il problema diversamente, ma non è così; non è così perché non abbiamo avuto la maggioranza noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), in questi cinque anni, e toccare le procedure, gli appalti le dichiarazioni antimafia.

Non avevamo la possibilità noi di intervenire sulle strutture del Ministero per far sì che si evitasse questa procedura di emergenza, ma, appena insediati, abbiamo fatto il possibile, e anche più, per fare in modo che non arrivasse un super commissario - abbiamo visto nelle esperienze precedenti cosa è successo -, abbiamo fatto in modo di cercare il pubblico prima del privato e, nel privato, abbiamo fatto in modo di garantire la migliore struttura possibile per queste persone che vivevano e lavoravano nelle tende (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-SalviniPremier). Questo è stato fatto; lo ripeto, questo è stato fatto.

Detto questo, in ossequio a tutte le leggi e alle procedure e ai documenti richiesti che abbiamo già fatto, per avere la migliore struttura possibile, nei tempi più brevi possibili - visto che tante delle critiche che sono arrivate sono proprio relative alle lungaggini processuali -, noi abbiamo necessità di avere una struttura che nei più brevi tempi possibili possa far lavorare queste persone e, dall'altra parte, questa non sarà la soluzione definitiva, perché la soluzione definitiva sarà interamente pubblica, lo ripeto, pubblica, e l'adotteremo nel più breve tempo possibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Detto ciò, questo decreto, però, non parla di questo, di cui ho dato ampia spiegazione, parla delle sospensioni, parla di questo emendamento di cui stavamo discutendo; molte volte siamo stati richiamati, come parlamentari, nella precedente legislatura, per l'argomento di intervento e, quindi, chiedo a tutti i colleghi di fare uno sforzo e di dedicarsi all'approvazione di un decreto necessario e urgente, che non avremmo mai voluto intraprendere, ma che abbiamo fatto nel più ampio spirito di collaborazione con tutti gli operatori della giustizia, in una situazione che era vergognosa e, quindi, cerchiamo di portarlo a termine (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-SalviniPremier).

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Sempre sull'ordine dei lavori? Per un richiamo al Regolamento?

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Credo che ci siano state le comunicazioni del Governo, di un membro del Governo e che, quindi, si possa riaprire il dibattito e intervenire su quanto detto dal Governo, o sbaglio? Ricordo bene il Regolamento?

PRESIDENTE. È esattamente così, però, allora, devo dare la parola, prima, al deputato Orlando che si era iscritto per primo a parlare.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Io avevo solo alzato la mano, Presidente, per iscrivermi.

PRESIDENTE. Prego, deputato Orlando.

ANDREA ORLANDO (PD). Signor Presidente, mi sono astenuto dall'intervenire in questo dibattito, perché so le difficoltà che si incorrono ad affrontare una situazione così difficile e ho tifato, sinceramente, perché questa situazione venisse affrontata e risolta. Una situazione - vorrei ricordare - che non si è determinata quindici anni fa, parlo della questione di fatto che stiamo affrontando, ma poche settimane fa, in seguito a una perizia che ha dichiarato inagibile la procura, perché sei mesi fa - e devo dire che anche qualche collega della maggioranza ha avuto il buon cuore di riconoscerlo - la risposta alla questione strategica di che cosa succede a Bari in ordine agli uffici è stata risolta, si è affrontata con la fatica che è stata necessaria per mettere insieme i diversi enti, ma, oggi, gli uffici giudiziari di Bari sanno che c'è uno stanziamento e una possibilità di intervento per risolvere, appunto, quella questione che risale a quindici anni fa. Mentre, invece, poche settimane fa, si è determinato questo fatto nuovo, certo, connesso, ma distinto, il fatto che è diventato agibile uno stabile.

Sottosegretario Ferraresi, volendo argomentare le ragioni sulla base delle quali questo decreto va approvato, lei ci ha dato tutti gli argomenti per non approvarlo, perché noi siamo arrivati qui con un sospetto, che ci fosse un po' di nebulosità, e, oggi, ce ne andiamo con una certezza, che voi non sapete dove state andando (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali). Questo è il punto. Perché, se, con modo irrituale, il Ministro ci comunica via Facebook che sta facendo delle verifiche, ci sta dicendo che, ancora, un punto finale non è stato messo alla questione dell'individuazione dello stabile; se non è stato ancora messo un punto finale, come facciamo a valutare la congruità dei termini che ci state proponendo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali)?

Perché, se l'ufficio avrà sede, da qui a qualche settimana, in quello stabile, allora quei termini hanno una ratio, ma se non ce l'hanno, noi dovremmo pensare che quei termini andranno ulteriormente rivisti e tutti gli argomenti, sottosegretario Ferraresi, che lei ci ha portato, portano nella direzione di un pieno conferimento di poteri al Ministro che voi non avete voluto e che, invece, è l'unica strada, in questo momento, per la quale si può uscire, evitando di attendere e di rimettersi alle incertezze delle procedure, rispetto alle quali - lo dico con molta franchezza - non dovreste mostrare tutto questo fastidio. Io non penso che il problema dell'Italia sia l'Autorità anticorruzione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali). Io penso che il problema dell'Italia sia la corruzione e da questo punto di vista non dovremmo essere divisi; non dovremmo essere divisi tra chi vuole la trasparenza e chi non la vuole. Dovreste spiegarci voi come si realizza la trasparenza e avreste dovuto sospendere voi i lavori, nel momento in cui quell'articolo è comparso sul giornale; noi avremmo collaborato lealmente perché siamo interessati a risolvere questo problema. Ma se, invece, vi intestardite a seguire una strada che non porterà da nessuna parte, almeno non date la colpa agli altri, assumetevi le vostre responsabilità e non usate l'argomento di avere ascoltato gli operatori di Bari, perché avvocati, magistrati, amministratori locali vi hanno detto che questa strada non va da nessuna parte. Allora ascoltare è importante anche se questo dà qualche risultato, perché altrimenti è completamente inutile.

Io vi chiedo una cosa semplice: fermatevi, perché a ogni giro avete peggiorato la situazione; abbiamo incominciato con un articolo sul giornale e abbiamo finito con una minaccia di denuncia ai parlamentari che vi hanno fatto delle osservazioni. Se andiamo avanti così, da qui a oggi pomeriggio, non so neanche immaginare a che punto si può arrivare. Fermatevi, non nel nostro, ma nel vostro interesse, perché credo che sia interesse, soprattutto della maggioranza, uscire a testa alta da questa vicenda nella quale si è infilata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Signor Presidente, nel merito delle ragioni per cui noi siamo contrari a questo provvedimento sono intervenuti e le stanno illustrando sia l'onorevole Vitiello che il collega Sisto, perché le ragioni sono di merito e sono di contenuto, che riteniamo sbagliato e che crea dei precedenti gravi in questa materia . Ma mi permetto di intervenire sulla risposta che il sottosegretario ha dato, apprezzando le scuse che ha dato, qui, in Aula.

Mi sembra che - se ho ben capito - il sottosegretario abbia confermato che, a seguito di una procedura, prima andando a vedere se c'erano degli edifici pubblici, poi, laddove, purtroppo, gli edifici pubblici non c'erano, andando a individuare, attraverso una procedura pubblica, se ci fossero a Bari edifici privati, si è andati a individuare un edificio che, quindi, coerentemente con quanto, se ho ben capito, ha detto il Ministro in Commissione giustizia, è stato individuato nell'edificio, poi, oggetto dell'articolo di la Repubblica. Questo mi sembra che lei ci abbia comunicato; è confermato che è quello l'edificio su cui si sta andando a procedere per lo spostamento provvisorio del tribunale di Bari, quindi, smentendo il collega deputato che prima era intervenuto.

Quindi, la prima osservazione è che, le garantisco - lei è all'inizio della responsabilità di Governo e le faccio gli auguri - la procedura che voi avete seguito, la seguono tutti, perché è il corretto e buon andamento di qualsiasi amministratore locale, regionale e di qualcuno che è chiamato a responsabilità di Governo, quindi non c'è un'eccezionalità o un eroismo da parte vostra o sua per la procedura che avete seguito, è la normalità che tutti dobbiamo seguire e che, quindi, sarebbe sbagliato se si fosse seguita una procedura diversa.

Il fatto, però, è che lei ce lo sta comunicando, dopo un'ora e mezza di dibattito; e qui mi rivolgo al Presidente: quando si chiede a lei di intervenire come parte terza e come Presidente della Camera, lo si fa proprio perché il Regolamento non affida il buon andamento dell'Aula ai gruppi parlamentari. Normalmente e correttamente maggioranza e opposizione si confrontano, la maggioranza vuole proseguire i lavori e l'opposizione fa delle osservazioni, affidano al Presidente, che è terzo, il buon andamento dei lavori, che è esattamente nel merito della cosa e si affida la decisione solo in casi eccezionali, o se lei ritiene, all'Aula. Infatti, se lei avesse immediatamente preso quella decisione che l'articolo 8 del Regolamento le assegna, non avremmo perso un'ora e mezza di tempo, forse si sarebbe fatto intervenire subito il sottosegretario o il Ministro e oggi avremmo sviluppato i lavori in altro modo, non si sarebbe arrivati a delle inopinate dichiarazioni del sottosegretario, e così via.

Quindi, la sintesi della mia reazione riguardo all'intervento del sottosegretario - apprezzandone ancora, nonostante le scuse dell'inciampo, succede, alle prime esperienze, che lei ha avuto - è questa: viene confermato, perché sia chiaro a quest'Aula, che le procedure corrette hanno portato all'individuazione dell'immobile oggetto dell'articolo de la Repubblica. Questo è il punto da cui noi dobbiamo partire. Quindi, noi stiamo coerentemente andando avanti nel procedimento di conversione del decreto, sapendo che, fino a prova contraria o qualora non intervenissero fatti nuovi, quello è l'edificio che il Ministero della giustizia ha individuato per trasferire il tribunale di Bari. Questo è il punto a cui noi siamo arrivati.

Partendo da questo punto, quindi, ha smentito il suo collega del MoVimento 5 Stelle…

PRESIDENTE. Ha finito il tempo.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). Credo che dobbiamo entrare nel merito del provvedimento ed evitare che si possano creare precedenti gravi, non solo per il tribunale di Bari, ma per l'amministrazione della giustizia in tutta Italia…

PRESIDENTE. Deve concludere perché ha finito il tempo.

MAURIZIO LUPI (MISTO-NCI-USEI). …perché sospendere i termini per un evento che non c'entra con il percorso giudiziario, ma che è esterno…

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare il deputato Rosato per un richiamo al Regolamento. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (PD). Grazie, Presidente, in particolare è un richiamo all'articolo che regolamenta i lavori dell'Ufficio di Presidenza, che, come lei ben sa, è stato convocato alle ore 13,30 per trattare un tema importante, che è quello della rivisitazione dei vitalizi per chi già li percepisce.

Allora, io credo che, dopo l'intervento del sottosegretario Ferraresi, naturalmente, come lei ha anche ricordato, si siano riaperti i termini di questa discussione e, quindi, con legittimità, tutti i gruppi ritengono di intervenire e io so che molti miei colleghi hanno anche chiesto di intervenire a titolo personale sul provvedimento. Penso che sarebbe sbagliato, anche perché almeno non è nostro interesse - se poi è interesse di qualche altro gruppo o in particolare dei gruppi di maggioranza - rinviare l'Ufficio di Presidenza, ma noi ne prenderemo atto. Ma penso che, invece, sia importante discutere e consentire che l'Ufficio di Presidenza si svolga regolarmente. Altrimenti, vede, Presidente, noi voteremo a favore di quella delibera, io l'ho già detto nel primo Ufficio di Presidenza, ma, anche leggendo oggi i quotidiani, emerge come quella delibera sui vitalizi sia talmente fragile e talmente, con sicurezza, oggetto di ricorsi da parte dei diretti interessati e probabilmente questi ricorsi avranno vita facile, che allora capisco che ci possa essere il tentativo di continuare a discutere in eterno dei vitalizi senza entrare nel merito e senza approvarla.

Io, quindi, suggerisco di sospendere la seduta, andare in Ufficio di Presidenza e cogliere anche l'occasione per suggerirle - e l'hanno già fatto i miei colleghi - di convocare una capigruppo dopo l'Ufficio di Presidenza, per capire come proseguire questi lavori; è una prassi normale, che si è fatta in tante occasioni, ma di sospendere e di non dare adito a una discussione su cui ci può essere un aggancio polemico sul fatto che noi siamo qui a discutere di un tema importante per la città di Bari, un tema importante sui temi della giustizia, strumentalizzando il tema, invece, oggetto dell'Ufficio di Presidenza.

Presidente, colgo l'occasione per dire anche che noi, qui, oggi, non stiamo facendo una discussione, infatti a me dispiace molto l'atteggiamento del sottosegretario Ferraresi e apprezzo il fatto che abbia chiesto formalmente scusa a quest'Aula… No, mi dice che non ha chiesto scusa, vedo la testa… Non ha chiesto scusa? Bene, ne prendiamo atto, prendiamo atto che non ha chiesto neanche scusa, però, Presidente, noi abbiamo posto un tema, qui, e questo tema, secondo me, non è stato apprezzato dalla maggioranza. Il problema non è una semplice procedura amministrativa, si può incappare in qualche errore nella procedura amministrativa, spetta al Governo, intelligentemente, lo ha raccontato prima il Ministro Orlando…

PRESIDENTE. Siamo oltre il richiamo al Regolamento, Rosato, lo sa. Quindi…

ETTORE ROSATO (PD). Sì, ma mi collego…

PRESIDENTE. Lo sa.

ETTORE ROSATO (PD). Posso citarle un precedente, Presidente, numerosi anzi, guardi, ho abbastanza dimestichezza con la materia.

PRESIDENTE. Quindi, sa bene che… Concluda, allora, le dico di concludere.

ETTORE ROSATO (PD). Il problema, Presidente, è che il tema etico che qui si è affrontato è che noi stiamo affidando ad un immobile la cui proprietà è macchiata da un'indagine - e l'inchiesta de la Repubblica lo ha dimostrato - la sede del tribunale. E la gravità della questione…

PRESIDENTE. Rosato, deve concludere.

ETTORE ROSATO (PD). Sì, lo so che devo concludere. La gravità della questione è che…

PRESIDENTE. Ho capito, però, la sua richiesta iniziale.

ETTORE ROSATO (PD). …di questo al Governo non interessa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marin. Ne ha facoltà.

MARCO MARIN (FI). Grazie, Presidente, io desidero ringraziarla anche per il richiamo che ha fatto al sottosegretario. Avevo colto che non si era scusato, invece mi dispiace che abbia voluto confermare anche adesso che non ha ritenuto di doversi scusare delle minacce che ha rivolto a quest'Aula e ai parlamentari; e gli ricordo e ricordo a lei, Presidente, che è la terza carica dello Stato, che c'è l'onestà, ma c'è una parola molto più importante, ancora, in quest'Aula, che è la storia di questo Paese, non ci bloccheranno con le minacce: è la parola “libertà”, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Noi siamo liberi deputati ed esprimeremo sempre il nostro parere, Presidente.

Detto questo, chi ben comincia è a metà dell'opera. Questo Governo ha portato il suo primo provvedimento e guardi come è messo, porca miseria, come è messo questo Governo; ma, detto questo, Presidente, siccome io sono un parlamentare, noi siamo parlamentari e abbiamo la necessità di votare questo emendamento conoscendo le cose, a me francamente sfugge la testardaggine - mi permetta il termine - con cui la maggioranza ha deciso di non farci sapere cosa pensa il Ministro, di non sospendere l'Aula, di non chiamare, lei, Presidente, il Ministro Bonafede, per farci sapere come stanno le cose.

E mi pongo una domanda: ma, se l'articolo che è uscito oggi su un importante quotidiano italiano fosse uscito due mesi fa, noi saremmo qua a parlare di questo emendamento o forse il Governo avrebbe pensato di doversi informare maggiormente? Perché, poi, guardi, io do la buona fede a tutti. Naturalmente la ‘buona fede', non Bonafede, Bonafede sta mancando a quest'Aula, quindi non ha neanche il nostro rispetto oggi, perché lui manca di rispetto a noi. Ma se queste notizie, ripeto, fossero uscite due mesi fa, non sarebbe forse stato, Presidente, diverso e avreste dovuto, voi, fare un'ulteriore indagine, avrebbe dovuto avere, questa assegnazione, altri passi successivi?

Perché questa è la domanda che mi pongo, perché, siccome noi siamo parlamentari, dobbiamo poter votare conoscendo tutti, tutto! Perché, Presidente, vede, lei lo sa bene, noi siamo deputati eletti: se fossimo, come propone il garante del MoVimento 5 Stelle, sorteggiati - perché ha proposto che i deputati siano sorteggiati, Presidente, e viene da ridere… i senatori, sì, i senatori, ma poco cambia, Presidente, senatori sorteggiati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) -, siccome noi siamo eletti e rispondiamo ai nostri elettori, cioè rispondiamo agli italiani, abbiamo il dovere di conoscere le cose perfettamente.

Il sottosegretario, non lo so, forse spaventato dall'Aula… Guardi, voglio offrirgli una giustificazione, non gliela offro nella sostanza, ma formale naturalmente, perché bene ha fatto l'onorevole Sisto a chiederle con riferimento ad articoli precisi di intervenire, e resta questo, anche perché non si è scusato…

VITTORIO FERRARESI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. No, ho spiegato.

MARCO MARIN (FI). …lui si vanta di non essersi scusato, voglio dire. Siccome noi siamo parlamentari e vogliamo esprimere con coscienza il nostro parere, siamo eletti, noi abbiamo bisogno e necessità di avere informazioni in più.

Nel merito, il sottosegretario, come lei ha potuto ascoltare e l'Aula ha ascoltato, non ha detto assolutamente nulla e i rappresentanti di Forza Italia in Commissione giustizia sono stati chiarissimi stamattina nel rispondere punto su punto, mentre lui non risponde perché non entra nel merito.

Allora, vede, Presidente, noi abbiamo bisogno di chiarezza e questo cambiamento, questo Governo, Presidente, che vuole cambiare, continua a rispondere a queste cose guardando indietro, cioè addossando le responsabilità ad altri, Presidente. Noi abbiamo fatto delle domande, delle richieste - ripeto, l'onorevole Sisto è stato chiarissimo -, ci avete parlato di altro: ora al Governo ci siete voi, le responsabilità dovete prenderle voi.

Il Paese ha bisogno di correre veloce. Se pensate di correre veloce guardando indietro, non riuscirete a fare niente. Il problema non è che cadrà questo Governo, il problema è che cadrà questo Paese, grazie alla vostra irresponsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bartolotti… Bartolozzi, scusi, anch'io sto imparando tutti i nomi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, prendo atto che per il Governo ciò che è stato alla base di questo decreto è il caldo, perché ho sentito dalle parole del sottosegretario Ferraresi che l'urgenza del provvedere sarebbe stata determinata unicamente dal caldo nelle tendopoli e, quindi, al fine di garantire che gli operatori della giustizia tutti evitassero di soffrire in quelle condizioni, perché solo questa è la motivazione che ho sentito.

Ed è, Presidente, lo stesso caldo che, ricordo, un altro Ministro dell'attuale maggioranza, la Ministra Lezzi, ha ricordato essere invece fortunosamente il motivo della crescita del nostro PIL, della nostra economia. Quindi, il caldo è iattura, disgrazia e cosa benevola per il nostro Paese. Mi dispiace invece ricordare - anzi mi è dovuto - quello che ci hanno detto in Commissione giustizia gli auditi…

PRESIDENTE. Deve concludere.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Vado a concludere. E come correttamente ricordato dall'onorevole Orlando: sia il presidente del tribunale che le altre persone che abbiamo ascoltato hanno ricordato che ciò che era alla base di questa decretazione era l'urgenza determinata da due perizie del maggio del 2018 e non certamente il caldo.

PRESIDENTE. Deve concludere.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Per ultimo, anche in questo caso un'annotazione che il sottosegretario ha fatto…

PRESIDENTE. Grazie.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Vado alla conclusione, Presidente, è importante.

PRESIDENTE. Deve concludere.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Ci ha detto il sottosegretario Ferraresi che l'immobile sarebbe stato individuato, allora faccia pace con i suoi, perché il collega prima ha detto che così non era. Invece è stato individuato, vorremmo saper qual è.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Presidente, tramite lei voglio rispondere al sottosegretario Ferraresi, e anche al Ministro Bonafede, che comunica via Facebook. Intanto, questo provvedimento riguarda il tema dell'immobile; non è vero che si limiti a parlare dei provvedimenti e dei termini di sospensione, perché proprio al centro c'è quello di requisire un immobile, di assumersi la responsabilità di trovare una soluzione. Poi voglio fare emergere le contraddizioni del Governo su questo punto, perché da una parte si sceglie la strada della necessità e dell'urgenza, quindi si dice che c'è l'urgenza, ma su questo voglio richiamare due consulenze, una del 17 maggio 2018, quella di Vitone. Quando il Paese aspettava il Governo, il professor Vitone deposita la consulenza e dichiara inagibile la struttura.

PRESIDENTE. Deve concludere.

COSIMO MARIA FERRI (PD). L'altra consulenza, quella della procura - perché c'è anche un procedimento penale pendente -, del professor Chiaia, che va nella stessa direzione, tanto che il Governo decide di fare un provvedimento…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, credo che l'emendamento 1.2, su cui si è riaperta la discussione dopo l'intervento del Governo, sveli l'arcano. Ha detto il Governo che non c'erano immobili pubblici a disposizione; bene, noi chiediamo il potere non nei confronti del commissario, signor sottosegretario, ma del Ministro Bonafede. Noi abbiamo detto: fate commissario il Ministro Bonafede, lui, con poteri straordinari di requisizione. C'è un immobile della regione, a cui il presidente Emiliano ha detto ovviamente “no” - e lì bisognava intervenire, perché uno dei principali responsabili di questa vicenda è proprio lui -, e c'è un immobile della scuola della Guardia di Finanza a cui è stato detto “no” perché c'è un trasferimento di scuola. Noi chiediamo gli immobili pubblici che ci sono, e voi dovete essere quelli che vanno verso gli immobili pubblici. Ci dovete spiegare perché non volete i poteri di requisizione, non volete i poteri straordinari. Volete scegliere secondo le procedure che hanno bisogno di approfondimenti. Ha ragione il collega Orlando - e mi costa dargli ragione, ma sono sincero -: voi dovete puntare all'intervento pubblico, allora perché non approvare questo emendamento in cui il Ministro Bonafede può dire alla regione o alla Guardia di Finanza: mi prendo quell'immobile? Voi andate verso il privato! Ecco il MoVimento 5 Stelle: scegliete il privato e non il pubblico! Non è una bella cosa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Miceli. Ne ha facoltà.

CARMELO MICELI (PD). Presidente, io credo che proprio le parole del sottosegretario in Aula chiariscano l'assoluta necessità di approvare l'emendamento in questione, perché se è vero come è vero, e come sostiene il Governo, che l'immobile privato è stato individuato - questo immobile privato! - per effetto di una serie di dinieghi che sono stati offerti da altri soggetti pubblici, ebbene, quel potere straordinario che noi invochiamo, che invochiamo in capo al Ministro, consentirebbe di superare questa condizione ostativa, perché consentirebbe di requisire gli immobili pubblici a prescindere dai pareri e dalle eventuali ostruzioni da parte dei soggetti titolari.

C'è un altro elemento: avete scelto un immobile che dichiarate oggi essere capiente abbastanza per racchiudere tutti gli uffici giudiziari: non è assolutamente vero, e siete perfettamente consapevoli che tra gli immobili esclusi ve ne è uno - quello arrivato secondo, così possiamo dire - che è molto più grande, che è grande il doppio, e che non avete potuto scegliere solo per una differenza di destinazione urbanistica, che, anche in quel caso, attraverso la dotazione di poteri straordinari, avreste potuto superare. Quindi, queste sono le ragioni che, a maggior ragione dopo la vostra dichiarazione in Aula, confermano l'assoluta necessità di dotarvi di poteri straordinari e di evitare di fare scelte quantomeno oscure.

PRESIDENTE. Essendoci l'accordo di tutti i gruppi, essendo convocate anche tre Commissioni con l'audizione del Ministro, e anche alla luce del non strozzare il dibattito, sospendo qui la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 13,35, è ripresa alle 16,20.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Claudio Borghi, Brescia, Caiata, Dadone, D'Uva, Delrio, Ferraresi, Gallo, Garavaglia, Gelmini, Lollobrigida, Lupi, Manzato, Micillo, Saltamartini, Schullian e Valente sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

I deputati in missione sono complessivamente sessantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 764)

PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione hanno avuto inizio gli interventi per dichiarazione di voto sull'emendamento 1.2 Sisto.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Non era giunta la sua richiesta, collega Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Grazie, Presidente. Vorrei significarle, cosa che sono sicuro avrebbe fatto anche lei, essendo seduto in altra parte dell'Aula, che la seduta inizia con 21 minuti di ritardo circa l'orario comunicato ai membri di questo Parlamento, il che è irrispettoso per i deputati della Repubblica. Se l'Aula inizia alle ore 16, o viene comunicato un ritardo o inizia all'orario prestabilito; tra l'altro, noi siamo in attesa del conferimento all'Aula di un intervento del Ministro Bonafede. Oltretutto, se cortesemente potesse segnalare ai colleghi che è vietato in quest'Aula fotografare e filmare gli altri colleghi (Applausi). Non vorrei che il ritardo…

PRESIDENTE. Collega Fiano, è la Presidenza che dice se si possono fare foto o meno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). La ringrazio per il richiamo, poi saremo noi a dare le indicazioni. Prosegua il suo intervento.

EMANUELE FIANO (PD). Sono sicuro che non è così. La volevo aiutare, perché non mi pareva che si fosse accorto della collega. Comunque, vorrei peraltro sapere se l'ordine dei lavori preveda l'intervento del Ministro Bonafede, e a che ora lo preveda, sempre che si liberi dai festeggiamenti che si stanno svolgendo davanti a questo palazzo.

PRESIDENTE. Deputato Fiano, intanto voglio dirle che lei ha ragione, nel senso che è di tutta evidenza che l'Aula ha ripreso i propri lavori con venti minuti di ritardo, come però è altrettanto chiaro e conosciuto che vi è stato un Ufficio di Presidenza particolarmente delicato, all'interno del quale erano rappresentati tutti i gruppi, nessuno escluso, tutti i Vicepresidenti, e quindi c'è stato un prolungamento tecnico che è risultato inevitabile. Quindi, chiedo la cortesia di essere pazienti e comprensivi rispetto a un lavoro che comunque è stato difficile, ma che è stato completato con soddisfazione, ritengo, da parte di tutto il Parlamento e della Camera dei deputati in particolare (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, cercherei anche di tornare un po' al merito del nostro emendamento, perché gli ultimi interventi si sono articolati soprattutto sul rapporto con il Ministro, e vorrei qui l'attenzione del sottosegretario Morrone, perché credo che, alla luce di quello che ci ha detto prima il sottosegretario Ferraresi, alla luce delle comunicazioni che ci ha dato, ancorché via Facebook, il Ministro Bonafede, questo nostro emendamento dimostra nel merito tutta la sua validità e la sua opportunità.

Quindi, inviterei il relatore e il rappresentante del Governo a meditarlo fino in fondo. Cosa ci è stato detto? Ci è stato detto che è stata espletata una procedura di pubblica evidenza del tutto regolare, che ha, tuttavia, indicato un immobile di proprietà di soggetto che appare non indagato, che non ha precedenti penali, che ha certificato antimafia, e di questo io personalmente…

PRESIDENTE. Deve concludere.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). …non dubito. No, credo di avere i cinque minuti.

PRESIDENTE. Del suo partito ha già parlato il collega Marin per cinque minuti. Lei sta intervenendo a titolo personale.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Allora, mi consenta di completare, ma il mio intervento è meramente tecnico, nel senso che credo che abbia interesse…

PRESIDENTE. Prego, però deve concludere.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Sì, certo. …abbia interesse, il Ministro, a conseguire questi poteri commissariali, che questo emendamento gli attribuirebbe, alla luce del fatto che probabilmente, per ragioni di opportunità, se non di legittimità, la procedura che è stata posta in essere e che ha creato aspettative nei confronti del privato a questo punto potrebbe essere utile accantonarla. Quindi, se il Ministro acquisisce questo potere commissariale, forse risolve dei problemi e…

PRESIDENTE. Concluda.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). …risolve il problema alla luce…

PRESIDENTE. La ringrazio.

CARLA GIULIANO, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLA GIULIANO, Relatrice. A conferma del parere contrario già espresso, faccio solo presente che sull'emendamento Sisto 1.2 vi è altresì il parere contrario della Commissione bilancio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Vazio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO (PD). Presidente, noi ci attendevamo alle 16 la presenza del Ministro Bonafede per chiarire in maniera netta la questione emersa questa mattina.

Vede, Presidente, questa mattina sono successi fatti molto gravi, sono stati raccontati fatti molto gravi: abbiamo preso conoscenza di articoli di giornale che hanno svelato contiguità inquietanti e una particolare opacità relativa al tribunale di Bari. Perché, vede, da un lato, venire a conoscenza del fatto che un imprenditore abbia acquistato, con una capacità prognostica, un immobile solo due mesi prima della sua assegnazione da parte del Ministero (mi pare che di questo si sia trattato), e avvicinarlo alla capacità prognostica dell'avvocato Lanzalone, che aveva pronosticato cinque membri del Governo poco prima che il Governo si formasse, e li aveva presi tutti e cinque questi membri del Governo,…

PRESIDENTE. Deve concludere, ha superato il suo termine.

FRANCO VAZIO (PD). …mi fa pensare, Presidente, che frequentare il MoVimento 5 Stelle faccia sviluppare questa capacità prognostica negli accadimenti che devono avvenire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Deve concludere, grazie.

FRANCO VAZIO (PD). Dopo di che, Presidente,…

PRESIDENTE. La ringrazio.

Ha chiesto di parlare il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

Approfitto per dire, visto che l'hanno chiesto in diversi, che il Governo è qui presente, quindi la discussione sulla presenza del Ministro Bonafede è stata già affrontata questa mattina e conclusa. Deputato Borghi, prego.

ENRICO BORGHI (PD). Presidente, sono costretto a dover reiterare i contenuti del mio intervento di stamane, alla luce del fatto che, per le vie brevi, c'era stato annunciato che la seduta odierna, ancorché iniziata con il ritardo che è stato segnalato, si sarebbe aperta con la presenza e con l'intervento del Ministro della giustizia Bonafede, che non vediamo in Aula e che evidentemente non si sente in dovere di porre al vertice della propria agenda l'obbligo di rispondere alle osservazioni che quest'Aula, da diverse ore, sta ripetutamente ponendo.

Noi vogliamo stigmatizzare questo operato, perché riteniamo indispensabile l'intervento del Ministro, non intendiamo accettare surrettiziamente che i social vengano utilizzati in sostituzione alle comunicazioni che un Ministro deve qui rendere e facciamo appello in tal senso alla Presidenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo, collega Giachetti?

ROBERTO GIACHETTI (PD). Per un richiamo al Regolamento, signor Presidente, all'articolo 37, comma 1.

Vorrei semplicemente dirle, signor Presidente, che in questo momento presiede l'Aula, che siccome lei ha poco fa risposto ai colleghi che il Governo è rappresentato, noi siamo consapevoli che il Governo è rappresentato, signor Presidente, e faccio riferimento al comma 1 dell'articolo 37; per motivare però la richiesta della presenza del Ministro mi rifaccio all'intervento del vicepresidente della Camera svolto nella seduta antimeridiana.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiederei al relatore se ritiene di accantonare questo emendamento, magari per dare modo al Ministro Bonafede, se dovesse raggiungerci, di esprimere personalmente il suo parere sul punto, in linea con quanto il collega del Partito Democratico ha già riferito. Potrebbe essere un modo per tenere aperta una partita che mi sembra di particolare rilievo nell'ambito del provvedimento. Abbiamo bisogno di soluzioni e non di sospensioni.

PRESIDENTE. Deputato Sisto, abbiamo recepito e ascoltato la sua richiesta, che creerebbe comunque un vulnus, perché l'articolo 1 è interamente sostitutivo e quindi si porta dietro tutti gli emendamenti collegati; finiremmo praticamente col dover passare direttamente all'articolo 2. Quindi temo che questa circostanza non sia praticabile. Dovremmo accantonare l'intero articolo 1; chiedo se la relatrice vuole esprimersi al riguardo…

CARLA GIULIANO, Relatrice. Presidente, ribadisco il parere contrario e faccio presente che c'è un'ulteriore proposta emendativa che prevede un articolo aggiuntivo, quindi eventualmente ci sarà ancora possibilità di discuterne.

PRESIDENTE. Deputato Sisto, se insiste, metto in votazione la sua proposta.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, diciamo che reitero la richiesta, per evitare “insisto”.

PRESIDENTE. A norma di Regolamento, si possono effettuare due interventi, uno a favore e uno contro. Chi chiede di parlare contro? La collega Sarti. Ne ha facoltà.

GIULIA SARTI (M5S). Presidente, per ribadire che c'è una proposta emendativa, sempre a firma Sisto, che aggiunge un articolo e quindi la questione potrà comunque essere discussa quando ci sarà l'esame dell'articolo aggiuntivo Sisto 1.01. Non serve a nulla, quindi, adesso accantonare questo emendamento, che precluderebbe l'esame degli ulteriori emendamenti all'articolo 1.

Quindi, ribadisco e ribadiamo la contrarietà all'accantonamento, perché una discussione potrà sempre essere svolta per i successivi articoli aggiuntivi Sisto 1.01 ed Ermini 1.02.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, scusi, ma a me pare che la proposta dell'onorevole Sisto vada nella direzione di quello che, come diceva il collega Borghi, per le vie brevi ci è stato fatto sapere. Questa mattina si è svolta, Presidente, una discussione sulla base di notizie inerenti la tipologia di rapporti che parrebbe avere, così scrive il quotidiano la Repubblica, il proprietario dell'edificio che sarebbe stato, a termine di procedura, assegnato per il trasferimento del tribunale di Bari.

Abbiamo svolto la discussione, abbiamo chiesto che il Ministro chiarisse, ci viene detto che il Ministro starebbe per arrivare: sarebbe singolare, Presidente, lei lo capisce - dico per il suo tramite e parlo ai colleghi -, che noi concludessimo questa discussione, per la quale c'è stato assicurato che effettivamente il Ministro della Giustizia, che si è premurato prima di giungere qui di darci la sua opinione via Facebook, e che noi concludessimo le votazioni su quell'emendamento, che è legato alla fattispecie che è oggetto dell'articolo oggi apparso su la Repubblica, perché questo edificio è già stato, a termine di procedura, considerato il luogo dove trasferire il tribunale e questo confligge con il testo degli emendamenti, di alcuni emendamenti presentati.

Ora, la presidente Sarti ci fa sapere, come lei peraltro, che l'eventuale sospensione di quell'emendamento preclude la votazione di altri emendamenti. Non mi sembra una notizia, Presidente. Non so quante altre migliaia di volte ci siamo accorti che l'accantonamento di un emendamento, in qualsiasi procedura di legge abbiamo attraversato in Aula o in Commissione, preclude evidentemente la votazione di altri emendamenti conseguenti, ma qui si tratta di una scelta politica.

Voi, colleghi della maggioranza, volete ascoltare, anche voi, dalla voce del Ministro che cosa egli abbia da riferirci in merito alle notizie apparse oggi? Allora, dite che non lo volete ascoltare e non dite, come la collega Sarti, che il problema è che preclude altri emendamenti. A voi, di sapere che magari l'edificio, che è stato scelto con procedura, che ci dite, trasparente per trasferire lì e, in ordine a ciò, avere un differimento e una sospensione dei procedimenti a Bari, e la proprietà di questo edificio ha legami con clan mafiosi, a voi, paladini della trasparenza e dell'onestà, non interessa nulla, perché il problema è politico e non tecnico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Voi non volete affatto aspettare la trasparenza di questo provvedimento; noi, invece, sì e voteremo a favore sulla richiesta di accantonamento dell'emendamento fatta dal collega Sisto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta del deputato Sisto di accantonare l'emendamento 1.2 Sisto e seguenti.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 79 voti di differenza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (PD). Grazie, Presidente. Io credo che alla fine noi possiamo, con un grosso sforzo, anche passare sopra la mancanza di rispetto che il Ministro Bonafede ha avuto questa mattina, parlando su Facebook e non in quest'Aula e presentandosi solo adesso. Possiamo forse, con uno sforzo ancora maggiore, passare sopra al fatto che un sottosegretario alla giustizia, studente di giurisprudenza (almeno io così lo ricordo a Ferrara), dimentichi le prerogative dei parlamentari e li minacci di azioni penali. Ma, alla fine, se passiamo sopra tutto questo, sbattiamo sempre con un unico fatto: il MoVimento 5 Stelle nasce probabilmente per riportare la politica come strumento di soluzione dei problemi concreti senza tutta, diciamo, la retorica che spesso ha contraddistinto l'attività politica nei decenni scorsi e qui il fatto è solo uno: è o non è questo lo strumento più adatto per risolvere il problema del tribunale di Bari?

Noi abbiamo spiegato perché non è vero, ma da voi ci viene soltanto detta una cosa: oggi non parliamo di immobili, ma parliamo di tempi e noi vi abbiamo risposto…

PRESIDENTE. Deve concludere, collega.

LUIGI MARATTIN (PD). …che le due questioni sono strettamente legate, perché, se l'immobile è stato assegnato, come è stato detto ieri in Commissione giustizia e un collega parlamentare ha avuto il coraggio di dire in quest'Aula che invece l'immobile non è stato assegnato…

PRESIDENTE. Deputato Marattin, concluda.

LUIGI MARATTIN (PD). …questa non è la soluzione dei problemi, ma soltanto l'approssimazione che contraddistingue questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zan. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO ZAN (PD). Siamo tutti molto felici che finalmente il Ministro Bonafede sia arrivato in Aula, anche perché questa procedura di assegnazione dell'immobile è molto opaca, Ministro. Lei, in un video su Youtube, recentemente ha detto che ha rifiutato il commissario straordinario perché in questo modo derogava alle regole. Ecco, mi pare che nelle regole non ci sia stato in questa fase, anche perché il palazzo è di proprietà di un certo Settanni, il quale deve essere, diciamo, un imprenditore di razza, un imprenditore che vede il futuro, nel senso che ha acquistato il palazzo, sfitto da tempo, da un fondo pubblico soltanto pochi mesi fa, un acquisto che si è trasformato in un grande affare, perché il Ministero dovrà pagargli un milione e 200 mila euro all'anno per i prossimi sei anni. Dunque, questo sta a significare che la procedura è tutt'altro che trasparente e da lei vorremmo avere delle risposte chiare e precise in merito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Lacarra. Ne ha facoltà.

MARCO LACARRA (PD). Grazie, Presidente. In realtà, io non sono felice come il collega Alessandro Zan. Sono ancora offeso per il comportamento che il Ministro ha tenuto stamattina nei confronti di quest'Aula e mi auguro che voglia giustificare il suo comportamento e, soprattutto, voglia motivare le ragioni per cui ha ritenuto di rispondere al Parlamento tramite Facebook, tanto che io mi accingevo a chiederle, tramite Facebook, se avesse intenzione di venire in Aula oppure no.

Il problema credo che sia molto semplice e non vedo le ragioni per cui da stamattina ci stiamo, come dire, arrovellando dietro a una problematica che può essere risolta in maniera assolutamente rapida, anche a seguito delle contraddizioni che sono venute fuori e di cui hanno parlato anche i miei colleghi.

Infatti, da una parte si dice che c'è stata una gara e, dall'altra parte, si dice che questa gara non c'è stata; da una parte si dice che c'è stata l'aggiudicazione e, dall'altra parte - parlo sempre della maggioranza -, si dice che questa aggiudicazione è ancora in corso.

Per cui, io penso che l'unico modo per venir fuori da questa oscura vicenda, che sta rasentando anche il surreale e il paradosso…

PRESIDENTE. Deve concludere.

MARCO LACARRA (PD). …sia quello che lei assuma in pieno i poteri straordinari (lei e non un commissario qualsiasi). Lei si faccia carico davvero di risolvere il problema…

PRESIDENTE. Concluda, grazie.

MARCO LACARRA (PD). …individui rapidamente un altro immobile e proceda rapidamente al trasferimento degli uffici, in modo tale da ripristinare subito l'attività giudiziaria a Bari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Annibali. Ne ha facoltà.

LUCIA ANNIBALI (PD). Presidente, come membro della Commissione giustizia voglio evidenziare che tutti i soggetti auditi hanno espresso la richiesta che la situazione emergenziale del tribunale di Bari venisse affrontata attraverso l'attribuzione di poteri straordinari a un commissario, che potrebbe essere anche lo stesso Ministro della giustizia, per affrontare veramente con efficacia la situazione della giustizia barese.

Allora, io invito di nuovo il Ministro a fare questa attribuzione, quest'atto di coraggio, perché sono certa che lo farà garantendo celerità e legalità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, signor Presidente. Noi partiamo oggi qui anche dalla ricostruzione che con puntualità ha fatto il collega Orlando e dalle affermazioni, anche molto contrastanti, che abbiamo sentito qui, in quest'Aula, da parte dei colleghi della maggioranza e dai fatti inquietanti che sono emersi, che ci mettono nella condizione di un pregiudizio rispetto al giudizio che noi possiamo dare e rispetto alla nostra attività parlamentare.

Orwell diceva che la verità è un atto rivoluzionario. Non c'è bisogno di disturbare né Orwell né di disturbare la rivoluzione: semplicemente, c'è bisogno di verità e trasparenza e di dare dignità a questo Parlamento, nelle parole del Ministro che vogliamo sentire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. Io immaginavo il Ministro Bonafede, informato del dibattito in Aula stamattina, che magari, al telefono con qualcuno del suo gruppo, domandava: ma si nota di più se non vengo oppure se vengo? Mi metto in disparte? Controluce? Come ricordava quel famoso film di Nanni Moretti.

Ecco, che non sia venuto stamattina si è notato; che sia venuto adesso e si è messo un po' in disparte si è notato pure adesso. Però, forse, sarebbe il caso - glielo dico onestamente, Ministro Bonafede - che, oltre a stare, a essere venuto e a mettersi in disparte, ci facesse anche la cortesia di fare un intervento, così che sblocchiamo questa situazione e, magari, si va avanti con l'esame del decreto (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro della Giustizia (Applausi polemici dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico). Ne ha facoltà.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Innanzitutto preciso che, se non sono intervenuto immediatamente dopo la mia entrata in Aula, il mio ingresso in Aula, è semplicemente perché sto per partire per andare a Innsbruck, dove ci sarà un incontro importante con tutti i ministri della giustizia europei.

Allora - e di questo mi scuso fin da ora - non potrò assistere agli altri interventi in Aula e oggi la giornata è stata particolarmente impegnativa per quell'impegno in Europa, che, ripeto, per l'Italia ha fondamentale importanza.

Se non sono intervenuto immediatamente dopo il mio ingresso, è perché quantomeno volevo assistere agli interventi delle varie forze politiche (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). E ho aspettato che intervenisse anche un deputato di Forza Italia. Speravo in un intervento nel merito del provvedimento, ma tant'è (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Sono ben consapevole e sono stato chiaramente informato dell'acceso dibattito di questa mattina. Voglio chiarire subito a me stesso, non ai deputati della Repubblica che per entrare qui conoscono certamente l'abbiccì della democrazia, che il Governo è ben rappresentato quando, se non c'è il Ministro, c'è uno o addirittura ci sono due sottosegretari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Riguardo a qualsiasi critica, chiaramente nel merito delle dichiarazioni o delle non dichiarazioni del Governo, ho rispetto di tutti e ho rispetto anche delle critiche di quel tipo. Dico, però, e ci tengo a sottolineare che chiaramente, in presenza di quel dibattito, stamattina ci siamo premurati di informare, non solo i deputati qui alla Camera, ma chiaramente è preoccupazione di un Ministro anche fare sapere ai cittadini all'esterno cosa sta succedendo (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico). Vi prego di farmi concludere (Commenti dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico). Vi prego di farmi concludere.

Nel farlo, ritenendo che fossero importanti entrambe le comunicazioni, ma prioritaria la comunicazione alla Camera dei deputati, mi dispiace per il fatto che ci sia stata una sovrapposizione da questo punto di vista e di questo non ho nessun problema a scusarmi con l'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier), ma sappiate che non ho dubbi su quali debbano essere le priorità per un Ministro della Repubblica.

Ci tengo anche a dire che, sebbene il Governo fosse assolutamente ben rappresentato già in Aula, mi faceva piacere intervenire personalmente, di fronte alla sovrapposizione delle notizie e delle voci, che oggettivamente stanno creando confusione all'esterno di quest'Aula. Perché su questo concorderemo tutti sul fatto che è prioritario per tutti noi che all'esterno si capisca cosa accade qui dentro. E, siccome sulla questione di Bari ci ho messo la faccia fin dal primo momento e la mia prima uscita da Ministro è stata proprio a Bari, allora ci tenevo a venire personalmente (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

Lo so, lo so, che oggi lo date tutti per scontato, ma vi posso garantire che nella scorsa legislatura, per le stesse persone che adesso stanno urlando, era meno scontato che un Ministro fosse presente (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier). L'unica cosa scontata nella scorsa legislatura era il silenzio. E il silenzio (Vivi commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)…

PRESIDENTE. Facciamo parlare il Ministro, per cortesia. Prego Ministro.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Per quanto riguarda il merito del decreto-legge, auspicando che il dibattito chiaramente si focalizzi sul merito del decreto-legge (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), mi consentirete una sintetica, molto sintetica, rappresentazione dei fatti, che sono stati rappresentati in maniera fuorviante da diverse voci politiche e non politiche.

Allora, a Bari non c'è una situazione di quelle emergenziali, come capitano tante volte nell'ambito di una legislatura. Non è una situazione urgente: a Bari c'è una situazione drammatica. Possiamo dire anche a tratti tragica. Io ci sono andato a Bari e, per rendere chiaro di che cosa stiamo parlando a chi anche sta assistendo dall'esterno a questa seduta, parliamo di un tribunale che, a un certo punto, si è trovato a rischio crollo immediato, senza preavviso, senza nessun segnale di preavviso - questo dicono le perizie -, che ha portato immediatamente gli uffici giudiziari a svolgere le udienze, almeno quelle di mero rinvio, nello spazio antistante il tribunale, nelle tende. Tende non solo che ponevano chiare difficoltà da un punto di vista strutturale, ma anche per la stagione in cui questa situazione si è venuta a verificare, perché vi posso garantire che io sono andato a Bari, sono entrato nelle tende e, dopo cinque minuti, ero in un bagno di sudore. E lì c'erano cittadini, avvocati, magistrati, che erano lì da ore e che svolgevano il loro ruolo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stellee Lega-SalviniPremier).

Bene, io sono andato via da Bari con una decisione condivisa con la conferenza permanente, che è stata istituita a Bari. Nella Conferenza permanente ho subito comunicato che il Governo si sarebbe impegnato a togliere innanzitutto le tende, questa era la prima cosa che doveva essere fatta (Una voce dai banchi del gruppoPartito Democratico: Levate le tende, bravi!), su questo non ci sono dubbi, andavano tolte le tende perché non è concepibile che in uno Stato di diritto vengano fatte udienze nelle tende (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

Allora, quando sono andato a Bari io non sono stato a parlare delle responsabilità politiche, delle ragioni politiche che avevano portato magistrati, avvocati e cittadini all'interno delle tende, non lo ho fatto, ma qui dentro però dobbiamo essere tutti consapevoli di quali sono le responsabilità politiche, perché quell'immobile che stava crollando ai tempi era sotto competenza del comune (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), quell'immobile che stava crollando era stato indicato, anni prima, da un'amministrazione comunale del Partito Democratico e, quando i magistrati e le udienze e gli avvocati sono andati nelle tende, c'era il governo del Partito Democratico (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Facciamo parlare il Ministro.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Quando sono andato lì non ho fatto riferimento a nessuna responsabilità politica, non perché io non vedessi con chiarezza di chi erano le responsabilità politiche, ma semplicemente perché mi sono ripromesso, e mi impegnerò a farlo e lo ribadisco ancora una volta qui alla Camera, come ieri ho fatto di fronte alle Commissioni giustizia: voglio che la giustizia esca dal pantano delle polemiche politiche in cui negli ultimi vent'anni è stata costretta a rimanere, a danno dei cittadini, però questa precisazione la dovevo fare perché il mio predecessore, questa mattina, ha avuto modo di chiarire che le basi per la risoluzione di quello che sta accadendo a Bari sono state messe sei mesi fa. Io ho il dovere di chiarire che, sei mesi fa, è vero, sono state messe le basi per il polo della giustizia che accoglierà gli uffici giudiziari di Bari fra quattro o cinque anni, nella migliore delle situazioni. Non c'entravano niente quelle basi con quello che sta accadendo oggi, questo a beneficio di chiarezza rispetto a tutti (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier), dopodiché riconosco all'ex Ministro Orlando un impegno serio e costante nel cercare di monitorare tutte le difficoltà e le lacune strutturali di tutti i tribunali d'Italia e su questo lavoreremo, in generale.

Torniamo al decreto-legge (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) e diciamo qual è la funzione del decreto-legge: la funzione del decreto-legge è semplicemente quella di togliere le tende, sospendendo i termini processuali (Una voce dai banchi del gruppo Partito Democratico: Di chi è il palazzo?). Presidente… So cosa chiedete…

PRESIDENTE. Per favore, facciamo parlare il Ministro.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Siccome non posso ascoltare gli interventi che seguiranno la mia relazione, cerco, in questo mio intervento, di essere il più completo possibile, affinché voi sappiate cosa pensa il Ministro di una situazione così complessa. Il decreto-legge di oggi sospende soltanto i tempi processuali, per consentire di togliere le tende e prendere una pausa temporale necessaria per poter riprendere, dopo il 30 settembre, le udienze a Bari. Questo lo dico perché nel decreto-legge di oggi non è trattato il tema dell'individuazione dell'immobile (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). E ho sentito qualcuno, all'interno di quest'Aula, legittimamente affermare, permettetemi, con una forzatura palese, che però l'argomento dell'assegnazione dell'immobile rientra nel decreto perché, per capire quanto tempo devono rimanere sospesi i processi, a Bari (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), ho bisogno di sapere qual è l'immobile che verrà assegnato: questa circostanza è totalmente campata in aria e spiego anche perché. Il termine fino al 30 settembre non è stato individuato in base all'immobile che andavamo a trovare perché non sto trasferendo il salottino di casa mia, sto trasferendo gli uffici giudiziari di un tribunale, e non è che, siccome io non trovo un immobile rispetto agli altri, allora io posso dire agli uffici giudiziari di Bari: guardate c'è da aspettare altri quindici giorni o un mesetto o due mesi, perché lì si fanno le udienze (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e si devono fare le udienze, e il termine del 30 settembre è considerato il termine massimo possibile per consentire di prendere quella parentesi temporale necessaria per poter avere, d'urgenza, un'altra collocazione. A tal fine, chiaramente, e però lo ribadisco, senza avere niente a che fare col decreto, che sospende per consentire di trovare una soluzione, ma in questo decreto non c'entra l'assegnazione dell'immobile, e spiego anche perché, perché dietro questa scelta c'è la volontà politica e cioè la volontà di portare il decreto-legge, nella sua dimensione prevista dalla Costituzione, e cioè un decreto che interviene soltanto per gli atti necessari e urgenti (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier – Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e per decreto-legge l'atto necessario e urgente era quello di togliere le tende; dopodiché, vi posso garantire, io considero il decreto-legge un provvedimento che restringe il dibattito parlamentare, la democrazia parlamentare, per cui questo mi fornisce l'occasione per dire che, dal mio punto di vista, l'impegno sarà massimo per il mio Ministero per cercare di portare il minor numero di atti possibile all'interno di quest'Aula tramite decreto-legge, salvo che questo non sia urgente e in questo credo che ci sia una grande discontinuità rispetto al passato, ma in ogni caso ciascuno ha la propria visione di come dovrebbe andare la democrazia. Detto questo, è chiaro che, all'interno di quest'Aula, i deputati di tutte le forze politiche, che sono impegnati a votare un decreto-legge che riguarda un'altra cosa, però vogliono anche essere informati su cosa sta accadendo a Bari, cioè, se, dopo questo decreto-legge, che riguarda una finalità specifica e quindi niente ha a che fare con l'assegnazione dell'immobile, il Ministro e il Governo hanno chiara la visione dei passi che verranno successivamente. Assolutamente legittima come aspettativa di chiarimento e ci tengo a dire qual è la situazione. La situazione è che tutti mi hanno chiesto, se non ho capito male, dalle forze dell'opposizione, la nomina di un commissario straordinario; tutti mi chiedono, addirittura, di vestire gli abiti del commissario straordinario; bene, è legittimo pensarlo, è legittimo ci mancherebbe, è legittimo non essere d'accordo, e spiego le motivazioni per cui non sono d'accordo.

Perché mentre toglievamo le tende a Bari c'era già un'altra procedura di individuazione dell'immobile secondo le regole ordinarie che stava per concludersi, procedura iniziata dall'ex Ministro Orlando con uffici con un altissimo livello di professionalità che io ho portato orgogliosamente avanti, perché mi piace dare un messaggio ai cittadini italiani, per cui le cose si possono fare per bene, anche senza le deroghe che richiederebbe un commissario straordinario. Dobbiamo dare il segnale per cui si possono fare le cose per bene, in Italia, rispettando le regole ordinarie, quelle previste per legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E a Bari ho detto proprio questo: adesso facciamo il decreto-legge, fatemi concludere le procedure ordinarie, mi sembra assurdo interrompere le procedure ordinarie previste per legge per nominare un commissario straordinario, perché lancia un messaggio assolutamente sbagliato.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 17,05)

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Se, a seguito dei prossimi passi, ci sarà bisogno di qualsiasi atto d'urgenza, sono il Ministro della giustizia e mi prendo la responsabilità, eventualmente, di fronte a un'urgenza accertata - non di fronte al fatto che il commissario straordinario va sempre meglio delle regole ordinarie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) -, solo in quel caso, mi prendo la responsabilità di atti o nomine straordinari. Ma, lo ribadisco, di fronte all'urgenza; non mi risulta che l'esperienza dei commissari straordinari e delle deroghe in Italia abbia avuto grande fortuna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), se non per chi, tramite le deroghe, voleva far passare o viaggiare situazioni assolutamente non nel rispetto della legge, perché dietro a una deroga si annida sempre un alto rischio di corruzione e noi questo lo sappiamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti di deputati dei gruppi Partito Democratico e Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Per favore, colleghi! Morani, Migliore, facciamo completare il Ministro.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. È per questo che ho portato avanti e continuo a portare avanti una linea politica che prende in considerazione la drammatica situazione di Bari e che - in questo voglio rassicurarvi -, nel caso in cui ci fosse qualsiasi intoppo di carattere procedurale, prenderà in considerazione l'ipotesi di agire con urgenza con tutti gli strumenti che prevede la legge, ma allo stato attuale io ho il dovere etico, giuridico e istituzionale di portare avanti una procedura che è prevista per legge e questa procedura è stata portata avanti fino all'aggiudicazione.

Questa procedura è stata portata avanti, ma a questo punto la domanda è questa, provo a immaginare: ma il Ministero ha avuto il livello di perizia necessario in questa fase di assegnazione? Si è attenuto alle strette regole previste dalla norma? Cosa avrebbe fatto una forza d'opposizione? Probabilmente dai banchi delle opposizioni qualcuno sta pensando: ma se fossi stato io avrei fatto dei controlli, avrei utilizzato un premura e una procedura che sicuramente sono previste per legge. Allora, di questo vi devo informare; vi informo che la procedura prevista per legge è quella che impedisce che il codice degli appalti possa essere applicato agli appalti e alle concessioni di servizi aventi ad oggetto l'acquisto o la locazione, come in questo caso, quali che siano le relative modalità finanziarie, di terreni, fabbricati esistenti o altri beni immobili o riguardanti diritti su tali beni. Cioè, secondo il codice degli appalti, il codice degli appalti stesso non si applica a questo tipo di procedura e, quindi, possono essere saltati, diciamo, a piè pari, quasi tutti i controlli che vengono fatti per il codice degli appalti. Ora, chi ha concepito questa norma (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Immagino che chi abbia scritto una legge del genere abbia portato in quella legge il proprio livello di perizia; quindi, immagino che se al posto mio ci fosse stato qualcuno dei banchi, per esempio, del Partito Democratico avrebbe saltato a piè pari i controlli che non ha, d'altronde, previsto nemmeno per legge (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Fratelli d'Italia). Bene, ne prendo atto. Vi informo però che il Ministero…

PRESIDENTE. Rotta… deputata Rotta… deve concludere il Ministro. È inutile intervenire così.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Vi informo però che il Ministero non si è limitato a quel livello di perizia che, probabilmente, avreste avuto e che è stato inserito per legge; il Ministero ha richiesto una documentazione ben più completa, all'esito della quale non veniva rilevato nessun motivo ostativo. Chiaramente, siccome la discontinuità sta anche nel metodo, sappiate che per me non è irrilevante una notizia che arriva dalla cronaca e che dà una segnalazione; non è irrilevante e, infatti, ho dato mandato agli uffici di fare tutti gli approfondimenti necessari, oltre a quelli già fatti che sono andati oltre quelli che erano previsti per legge, ripeto, dalla legge approvata dal Partito Democratico.

DAVIDE GARIGLIO (PD). Il parlamento approva le leggi!

PRESIDENTE. Gariglio… Gariglio, le faccio un primo richiamo.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Il Parlamento approva le leggi e la maggioranza si assume la responsabilità delle leggi che ha portato avanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E, in questo caso, mi sembra chiaro quale fosse la maggioranza in questione.

Detto questo, lo ribadisco, farò tutti gli approfondimenti ulteriori rispetto a quelli già fatti, prenderò le decisioni che saranno necessarie per quella che è la competenza del Ministro della giustizia. Questo però, ribadisco, non ha nulla a che vedere, lo ripeto, non ha nulla a che vedere con il provvedimento che sta per essere approvato (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché - e mi assumo le responsabilità di quello che dico e di quello che faccio - il decreto riguarda soltanto la necessità di sospendere per il termine massimo e, d'altronde, permettetemi, nessuno, davvero nessuno può dire, dentro quest'Aula o fuori da quest'Aula, che gli uffici giudiziari di Bari dovevano rimanere nelle tende o dovrebbero addirittura (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Fate concludere… Migliore, Morani, per favore, avete il vostro turno, dopo.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. O dovrebbero addirittura, fuori dalle tende, stare sospesi sine die o fino - non so qual è il pensiero - al 31 ottobre, a novembre o a dicembre. Ci sono cittadini che chiedono giustizia e noi abbiamo il dovere di dare una risposta di giustizia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ho sentito in questo periodo che si dice che le notifiche saranno complesse, con tutta l'attività di notifica per le udienze che non si stanno svolgendo in questi mesi… è vero, è verissimo, non ci sono dubbi, stiamo concependo una task force proprio per fare le notifiche, ma nessuno può dire che per cercare di non complicare e di non aggravare la procedura di notifica la gente doveva rimanere nelle tende a fare udienza, perché questo non è accettabile in uno Stato di diritto (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Concludo, cogliendo l'occasione per registrare un atteggiamento da parte dell'Aula certamente positivo rispetto ad un tema in particolare, perché qui si sta dicendo di fare ulteriori approfondimenti sulla capacità a contrarre con la pubblica amministrazione da parte di alcuni soggetti.

Ebbene, io ieri sono andato a relazionare alle Commissioni giustizia di Camera e Senato sulle linee programmatiche e ho chiarito che il primo dei provvedimenti che arriverà in Aula da parte del mio Ministero sarà il Daspo ai corrotti. Allora, mi fa piacere, in questa nuova atmosfera di altissima sensibilità rispetto ai fenomeni della corruzione, sensibilità che non ricordavo, ma mi fa piacere di fronte a questo altissimo livello (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)

IVAN SCALFAROTTO (PD). Anche Lanzalone?

PRESIDENTE. Scalfarotto, se vuole intervenire, può intervenire dopo, per favore si sieda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Mi fa piacere, ma sicuramente mi sbaglio e sicuramente verrò smentito rispetto a questo ricordo, mi fa piacere sapere che quando (Commenti del deputato Marattin)…

PRESIDENTE. Marattin…Possiamo far concludere? Avete il tempo di poter dire dopo quello che volete. Concludiamo. Ministro, vada avanti.

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. Mi fa piacere sapere, immaginare, quanto meno auspicare senz'altro che il provvedimento sul Daspo (Deputati del gruppo Partito Democratico gridano: cosa c'entra?), che prevede ai condannati in via definitiva per corruzione di non poter avere più niente a che fare con la pubblica amministrazione (Commenti del deputato Fiano)…

PRESIDENTE. Fiano…Fiano…Il Ministro ha la libertà di dire ciò che vuole e dopo risponderete…

ALFONSO BONAFEDE, Ministro della Giustizia. …per tutta la loro vita, mi fa piacere sapere che, alla luce di questa sensibilità dimostrata dall'Aula, ci sarà un'approvazione ad occhi chiusi di quel provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ci sarà un plebiscito praticamente, e questo mi consente di congedarmi da voi e andare a portare in Europa una voce ancora più forte per la lotta alla corruzione, che portiamo a livello nazionale e internazionale (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-SalviniPremier – I deputati del gruppo Partito Democratico scandiscono: Lanzalone!).

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Sul Regolamento?

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, essendo intervenuto il Governo, è stata riaperta la discussione: articolo 44, terzo comma, articolo 50…

PRESIDENTE. Sì, perfetto, conosco, ma dobbiamo andare in ordine e lei non è il primo.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Grazie, Presidente. Non entrerò nel merito del comizio del signor Ministro…

PRESIDENTE. Entri nel merito dell'ordine dei lavori (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

ENRICO BORGHI (PD). Esatto, proprio per questo motivo

PRESIDENTE. Vada avanti.

ENRICO BORGHI (PD). Proprio per questo motivo, e cioè per il fatto che abbiamo assistito ad un comizio, il Ministro ha il dovere di fermarsi in quest'Aula fino al termine del dibattito. Noi come forza di opposizione lo chiediamo (Commenti dei deputati del gruppoMoVimento 5 Stelle)…

PRESIDENTE. Baroni…

ENRICO BORGHI (PD). …e lui, in quanto Ministro, è tenuto a doverlo fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ermini. Ne ha facoltà.

DAVID ERMINI (PD). Grazie, signor Presidente. In effetti, il comizio del Ministro è stato deprimente. Non vada a Innsbruck, tanto c'è Salvini che fa tutto per voi, non vi preoccupate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e la sua presenza sarebbe totalmente inutile, com'è stata totalmente inutile la sua presenza oggi qui.

Perché, signor Ministro, la sua arroganza qualche volta dovrebbe trovare anche un limite, perché lei oggi ci ha detto che in uno Stato di diritto non si fanno processi nelle tende, in uno Stato di diritto si guarda anche a chi si danno in affitto gli immobili dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

E quando i soldi li tirano fuori i cittadini, lei non ha il compito di controllare dopo, lei ha l'obbligo di controllo prima a chi dà i soldi dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Non glielo deve dire il giornalista de la Repubblica chi è la persona a cui lei sta dando l'immobile, lei si deve interessare agli uffici ben pagati. E lei, visto che girella e che la prima volta è andato a Bari, un minimo di informazione avrebbe anche potuto farsela dare, caro signor Ministro.

Oggi, viene qui e con la sua bella arroganza ci dà le lezioni. Allora, lei ha utilizzato quello che il ministro Orlando ha fatto, cioè la richiesta di indagine per vedere se c'era un immobile, ma lei ha fatto un danno nel frattempo, un danno clamoroso, ha sospeso tutto, avete messo la testa sotto il cuscino, perché avete detto: siccome sono un incapace e non sono in grado di mantenere l'attività processuale mentre scelgo l'immobile, cosa faccio? Sospendo tutto! Sono venuti a dirglielo il Presidente del tribunale, la Procura della Repubblica, gli avvocati, glielo hanno detto tutti che sta facendo un danno incredibile a Bari e al distretto della Corte d'appello (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Le hanno detto che ci vorranno anni per recuperare il tempo che lei sta facendo perdere! Se siete incapaci non ve le assumete le responsabilità, cercate di farvi aiutare. E noi siamo qui come suoi tutori, la vogliamo aiutare, signor ministro (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

PRESIDENTE. Per favore… per favore, Baroni… grazie.

DAVID ERMINI (PD). E guardi, signor Ministro, perché noi abbiamo insistito sul commissariamento? Noi lo sappiamo che il commissariamento è una cosa straordinaria, ma più che chiedere di farlo a lei, ma non si fida nemmeno di se stesso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Non si fida nemmeno di se stesso?

Noi le abbiamo detto: signor Ministro, visto che lei ha sospeso, perché se lei avesse mantenuto il provvedimento del Ministro Orlando senza sospendere, quello che lei ha fatto, magari con un maggior controllo era giusto che lo facesse, ma siccome lei ha sospeso e si rischia che il 30 settembre si debba fare una proroga perché quel palazzo è piccolo, glielo hanno già detto il presidente della camera penale ed altri, in quel palazzo non c'entreranno tribunale e procura! Lei costringerà a fare un trasloco e costringerà gli avvocati ad andare da una parte all'altra della città, perché lì dentro non ci stanno tutti gli uffici. E non solo, il trasloco sarà doppio, perché quando avrà individuato la posizione definitiva degli uffici giudiziari, dovrà fare un altro trasloco! E poi ci raccontate che è tutta invarianza finanziaria? Ma a chi lo volete far credere che è tutto a invarianza finanziaria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Ma quanto costano questi traslochi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? E tutte le notifiche che dovete fare, la task-force chi la paga? Chi la paga? Ce lo dica chi la paga! La pagano i cittadini, il proprietario dell'immobile non credo che le paghi.

Allora vede, signor Ministro, noi le diciamo: oggi lei correttamente ci è venuto a dire: farò gli ulteriori accertamenti, noi le diciamo: li doveva fare prima, non è stato capace di farli? Perdoniamola, li faccia dopo! Però, nel momento in cui lei accerterà quello che sarà accertato dalle istituzioni e dagli organismi, ci dica cosa fa dopo, il decreto lo stiamo convertendo oggi, ce lo deve dire oggi che cosa farà!

Allora le do un consiglio: prenda i nostri emendamenti, quelli dell'1-bis e quello adesso, attuale, dell'onorevole Sisto, li riformuli, trovi lei la soluzione, ma ci scriva che in caso di necessità - ora lo scriva! - che in caso di necessità troverà il modo di essere il commissario e di requisire, se necessario, un immobile pubblico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Perché, se volete fare le cose corrette e giuste, dovete prendere un immobile pubblico, per evitare tutti i dubbi!

Non ce la venite ad insegnare la trasparenza, signor Ministro, perché vede, con tutto il rispetto e con tutta la conoscenza che abbiamo, il Ministro Orlando, che ha fatto sempre il suo mestiere e lo ha fatto bene, come lei ha detto, non ha mai presentato a nessun sindaco del Partito Democratico i personaggi inquietanti come, invece, purtroppo è accaduto da altre parti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crosetto. Ne ha facoltà.

GUIDO CROSETTO (FDI). Grazie, Presidente. Ministro, le ruberò pochi minuti, perché vede, lei oggi ci ha fatto una lezione utilissima e io condivido molte delle cose che lei ha detto, compreso l'utilizzo del decreto-legge all'articolo 77 della Costituzione, solo che non capisco il decreto dignità nell'ottica che lei ci ha raccontato. Oggi parlerò all'Aula, qualcuno glielo riferirà o manderò un whatsapp o lo scrivo su Facebook.

PRESIDENTE. Le devo ricordare che il Governo è presente.

GUIDO CROSETTO (FDI). Sì, io ho massimo rispetto per i sottosegretari presenti, stavo parlando col Ministro della giustizia, ho assistito ad alcuni suoi interventi quando era parlamentare, quando i ministri non arrivavano o se ne andavano, e ho lo stesso spirito che aveva lei quando era parlamentare di minoranza, me lo consenta.

PRESIDENTE. Infatti, ho solo detto che il Governo è presente, senza nessun problema.

GUIDO CROSETTO (FDI). Cosa che io vedo: nonostante mi manchi qualche decimo, riesco ancora a vedere i sottosegretari, anche l'onorevole Guidesi, che è bello grosso e spesso.

Ciò detto, io non volevo fare un intervento molto polemico, perché conosco, per chiunque l'abbia fatto, la difficoltà dell'amministrare. Sono stati fatti degli interventi sulla forma, da Sisto a Ermini, per cui lascia da parte il significato. Io voglio parlare della forma, non solo della sostanza del decreto. C'è una forma con cui un Governo, qualunque esso sia, di qualunque colore sia, si relaziona con un Parlamento e forse sarebbe bastato questa mattina un intervento di un sottosegretario, magari del Ministro, che dicesse: abbiamo letto anche noi, ci hanno informato di fatti che non conoscevamo, approfondiremo, e non fare finta che non esistesse il problema (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Partito Democratico)!

Il Parlamento, questa mattina, ha soltanto svolto il suo ruolo: informato da un giornale, ha posto un problema al Governo, in una dialettica che è sempre esistita, perché provate a pensare, a parti invertite, con un articolo de Il Fatto Quotidiano, cosa sarebbe successo in quest'Aula nei confronti del Ministro Orlando (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Partito Democratico)!

C'è un ruolo di maggioranza e c'è un ruolo dell'opposizione; l'opposizione interpreta un ruolo perché non ha altri ruoli. Voi pensate di arrivare, con un decreto-legge, di fronte a una notizia così, con l'opposizione che dice: “Bravi! Bravi! Andate avanti” (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Partito Democratico)? Non è così, non esisterebbe l'opposizione! E non ci si offende se l'opposizione ha un ruolo (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Partito Democratico). Non ci si offende se l'opposizione, discutendo nel merito di un tema, pone dei dubbi, non in modo strumentale, ma magari per migliorare un provvedimento. Perché il problema c'è! È il Governo stesso che parla di immobile, quando dice: rilevato che, prima del 30 settembre 2018, non è oggettivamente possibile individuare un immobile da adibire a sede del tribunale (…). Cioè, quando giustifica la necessità e l'urgenza richiamata dal Ministro è il Governo stesso che cita l'immobile, quindi è certo che l'immobile è parte fondamentale della soluzione del problema (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E, quando il collega Ermini o il collega Sisto parlano dell'impossibilità di trovare per quella data una soluzione definitiva, non cercano di mettere un problema al Ministro, ma cercano di prevenire quello che sarà un problema per gli avvocati, i giudici, i magistrati e i cittadini, che dovranno probabilmente in quella data subire un ennesimo allungamento.

Allora, siamo all'inizio della legislatura, non vorrei che continuassimo, come abbiamo fatto troppe volte, a combatterci anche quando non c'è nulla su cui combattere. Su questa vicenda nessuno ha dato la colpa al Ministro Bonafede o al Governo di quello che è successo, nessuno ha osato pensare che il proprietario di quell'immobile fosse un amico dei Cinquestelle, della Lega o di qualche membro del Governo; a nessuno è passato in mente.

Abbiamo letto una notizia e tutti ci aspettavamo che il Ministro arrivasse a dire: l'abbiamo letta anche noi, se ci sono degli errori, quegli errori verranno corretti, approfondiremo. Nient'altro, detta come prima risposta, al primo intervento! Invece, siamo andati avanti cinque ore (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Partito Democratico), perché un Ministro non è intervenuto, non ha mandato la sua risposta ai sottosegretari, ma l'ha mandata ai cittadini.

Il Ministro ha detto che sono importanti i cittadini: certo che sono importanti, però - vivaddio! -, questo è luogo che in democrazia rappresenta i cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Partito Democratico)! Che piaccia o non piaccia, o cambiamo la Costituzione o questa Camera, con tutte le nostre debolezze, è fatta di persone che, al di là di quello che sono e di come si chiamano, rappresentano l'intero popolo italiano (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Partito Democratico)! Quindi, qui le istituzioni si confrontano e magari contemporaneamente, ma non prima, informano i cittadini attraverso Facebook, Twitter e tutti i modi con cui vogliono.

E, se non iniziamo a mettere queste regole di base, mancherà sempre il rispetto tra Governo e Parlamento, che è il presupposto non solo di un buon lavoro del Governo, ma è il presupposto di una tenuta democratica di cui avete bisogno voi come abbiamo bisogno noi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, vedo che mi sono perso il Ministro, ma non è un problema, perché il Governo, come si suol dire, è presente nella sua impersonalità e, in qualche modo, immaginerò l'ologramma del Ministro, che, per la verità, per quello che ha detto, è rimasto ologramma, non avendo dato nessuna prova di identità con questo intervento assolutamente incapace di ricordarci un simulacro di Ministro della Giustizia.

Eravamo abituati ad altri ministri, Presidente (Commentidei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle): ad altri Ministri, certo! Ministri della Giustizia, ricordate: De Pietro, Moro, Vassalli… Non è una formazione di calcio, vi assicuro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidentee di deputati del gruppo Partito Democratico). Si tratta di ministri che hanno onorato con la loro sapienza quest'Aula e che non sono mai venuti, in nessun modo, a cercare di difendere l'indifendibile. E noto, Presidente - non me ne vorrà -, una sorta di nervosismo nella difesa di queste posizioni, un nervosismo che non può essere colmato certamente con gli applausi da stadio.

Diceva Manzoni che le teste di legno fan sempre rumore; in qualche modo mi sarei aspettato delle argomentazioni rumorose, pesanti, vere e non degli applausi che occasionalmente sottolineassero il nulla che oggi il Ministro Bonafede ci ha rappresentato e ci ha detto.

Che cosa abbiamo imparato da questo intervento? Perché sono interventi che rimangono nella storia del Parlamento, vi assicuro. Abbiamo imparato, innanzitutto, che in Aula si parla ai deputati e ai cittadini si parla con i social. Cioè, trovo strabiliante che un Ministro e un parlamentare possa venire in Aula a dire che l'Aula è il luogo soltanto dei deputati! Il Parlamento è il luogo della democrazia, non è il luogo dei deputati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidentee di deputati dei gruppi Partito Democratico e Fratelli d'Italia)! E chi pensa che il Parlamento sia un luogo di deputati e non del popolo italiano, non merita di sedere su quella poltrona!

“Ci ho messo la faccia”, perché è venuto a Bari in un'ispezione mediatica, che è durata pochissime ore, e ci ha anche fatto l'onore di essere presente, come se venire in Aula ad affrontare le proprie responsabilità sia un favore che si fa all'Aula. Qui stiamo capovolgendo i ruoli (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidentee di deputati del gruppo Partito Democratico)! Il Ministro deve stare lì e assumersi le responsabilità, non metterci la faccia!

Il silenzio: ho appuntato golosamente e gelosamente queste chicche di saggezza che ci sono venute da questo intervento. Il silenzio: c'è un cult movie, Il silenzio degli innocenti; qui c'è il silenzio dei colpevoli, questa è la verità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidentee di deputati del gruppo Partito Democratico)! Il silenzio di chi nasconde una procedura illegittima, un decreto-legge senza sostanza, senza urgenza, travolgendo le regole della Costituzione!

E quali sono i convitati di pietra, che, invece, dovrebbero essere i protagonisti dell'interfaccia, non con l'opposizione, ma con i parlamentari, con le argomentazioni dei parlamentari? Ha detto il Ministro: è un dramma, un crollo senza preavviso, l'intento è togliere le tende. Vi chiedo scusa: noi abbiamo scritto un decreto-legge per togliere le tende che la Protezione civile ha smontato in mezza giornata, non modificando in alcun modo la situazione? Questo è un falso ideologico (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico)! Non è vero! Non è così! Le tende sono soltanto il pretesto per innescare un meccanismo che, con un'opacità fra pubblico e privato, oggi pretende di risolvere un problema con un immobile insufficiente e che sarà pagato a peso d'oro quando il Ministro si assumerà la responsabilità di commissario.

Altro che deroghe! Ha ragione il collega Ermini: noi non abbiamo chiesto di nominare un megadirigente di un mega-ministero come commissario, ma di assumersi la responsabilità in proprio di scegliere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico)! Quale migliore delega, quale migliore fiducia nei confronti del Ministro, che non deve derogare, ma deve scegliere rapidamente? La deroga non è fatta per bypassare i controlli, ma per dare rapidità al gesto tecnico di scelta.

Presidente, credo che qui il tema sia semplicissimo: il Ministro ha scelto il privato anziché il pubblico. Avrebbe potuto scegliere il pubblico, ma ha scelto un privato insufficiente e, apprendiamo dai giornali, in qualche modo opaco, che significa che ci sono degli approfondimenti. Perché il Ministro confessa la necessità degli approfondimenti? Perché gli approfondimenti non sono stati fatti prima, è evidente! Se oggi dice che le maglie larghe non hanno consentito questa verifica e ci vuole uno scoop di un giornale - che sa quanto a noi sta a cuore la Repubblica, per carità -, però è un giornale che oggi ci dà una possibilità di verificare una lacuna in questi accertamenti. Altro che bando ad evidenza pubblica! Signori parlamentari, sapete quanto ci vorrà per adattare quell'immobile alle esigenze di Bari? Lavori murari per oltre due, tre anni! Due, tre anni! Ma quale soluzione rapida! Quale soluzione ordinaria!

PRESIDENTE. Deve concludere.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Ho finito, Presidente. Voglio soltanto dire - e veramente è l'unico argomento – che il Ministro Bonafede ha ammesso che ci vorranno 50-60 mila notifiche. Lo dico subito, perché l'ipocrisia va svelata: si sospendono i termini di prescrizione per tre mesi per avere poi rinvii senza prescrizione per anni!

Quindi, noi andiamo ad avvicinare la prescrizione clamorosamente sospendendola per due, tre mesi, con un'operazione illegittima!

PRESIDENTE. Grazie. Deve concludere.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Contro questo provvedimento ci sarà tanto da dire, tanto da dare ma certamente non può essere votato. Grazie, Ministro, per questa insperata occasione di saggezza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Grazie, Presidente. Ho sentito il Ministro che diceva che non è sopportabile che i magistrati abbiamo svolto e continuino a svolgere udienze al caldo nelle tendopoli. Io sono offesa da queste parole per aver esercitato giurisdizione per vent'anni ma credo che non sia solo il mio pensiero ma di tutti gli operatori del diritto: un magistrato preferisce svolgere le udienze piuttosto che ottenere come effetto questo disastroso decreto per il quale ci vogliono dieci anni per recuperare la sospensione che è stata applicata per sessanta giorni. Quindi più che essere sdegnata dalla calura che è che nelle tendopoli, sono sdegnata dagli effetti di un decreto-legge del quale ci vorranno dieci anni per recuperarne i disastrosi effetti. Non sono mie parole, Presidente: sono le parole che ieri, anzi non ieri ma un paio di giorni fa martedì sono state proferite dal presidente del tribunale di Bari. Le ho ricordate ieri e le ricordo oggi: il presidente del tribunale ha detto che il recupero non potrà essere fatto se non nei dieci anni: è una previsione più realistica che pessimistica. E ricordo ancora che il procuratore Volpe ha aggiunto che per i danni di questa manovra occorrerà informare la Corte dei conti. Allora di questo il Ministero dovrebbe avere vergogna non della calura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Il Ministro è venuto qui e ci ha detto cose anche importanti che non avevamo chiarite fino a quel momento. In particolare ci ha detto - l'ho annotato testualmente - “la procedura è stata portata avanti fino all'aggiudicazione…” - questo smentisce quanto diceva il collega L'Abbate prima - “…ho disposto verifiche”. Ma la domanda che io ho fatto prima e credo che tutta l'Aula ha fatto: che cosa succederà se queste verifiche ci diranno che quell'immobile è di proprietà di un soggetto che ha avuto legami con la criminalità organizzata? Questa è la domanda alla quale noi attendiamo una risposta e su questa il Ministro, ahimè, è stato elusivo, omertoso. Noi non accettiamo questo genere di comportamenti e risposte lacunose su un tema così delicato come questo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Il Ministro ci ha richiamato all'ABC della democrazia. Io non ho alcuna difficoltà a riconoscere che nell'Aula del Parlamento quando sono presenti i soli sottosegretari è presente il Governo. Ma non è questo, credo, l'oggetto della brutta mattinata che abbiamo passato e che devo dire non viene risolta e non viene chiarita dall'intervento del Ministro: nell'ABC della democrazia, signor Ministro, poi glielo riferiranno, c'è il rispetto del Parlamento e quello che è avvenuto oggi è stato il silenzio da parte del Governo. Per due ore i rappresentanti di diversi gruppi dell'opposizione hanno semplicemente chiesto un chiarimento: non hanno accusato, non hanno diciamo lanciato strali ma hanno semplicemente chiesto al Governo un chiarimento rispetto a una notizia di stampa su la cui gravità credo non si possa non concordare tutti, maggioranza e opposizione, e invece c'è stato un silenzio di due ore e poi il post su Facebook del Ministro che lui stesso ha riconosciuto, scritto per l'esigenza di parlare ai cittadini cioè parlare fuori di qui. Credo che si sia scritta una pagina brutta questa mattina e le chiedo, Presidente Fico, formalmente che lei tuteli il rispetto del Parlamento perché credo che questa mattina sia stata lesa la dignità del Parlamento e dei parlamentari e quindi la invito formalmente a farsi portavoce di questo disagio con il Presidente del Consiglio e chieda che episodi come quelli di questa mattina non abbiano semplicemente più a verificarsi (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Mentre si susseguivano gli interventi di questa giornata assurda e convulsa, chiedevo a me stessa: cosa vi sta succedendo, colleghi del MoVimento 5 Stelle, cosa vi sta succedendo? Perché quando questa mattina la collega ha posto un problema connesso ad un articolo di un quotidiano nazionale tutti ci saremmo aspettati una pausa di riflessione, un Governo che dicesse di approfondire, di capire, di voler sapere anch'esso cosa è accaduto per poterlo dire al Paese. Invece vi siete chiusi a riccio e l'omertà ha sostituito la verità - ripeto: la verità - su questa vicenda…

PRESIDENTE. Concluda.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). … su cui il Ministro non ha dato alcuno spiraglio. Non siete più il popolo dell'onestà, siete il popolo dell'omertà…

PRESIDENTE. Grazie. Deve concludere, grazie.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). …che nasconde la verità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fragomeli. Ne ha facoltà.

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Grazie, Presidente. Sono convinto che quello che è avvenuto oggi pomeriggio in parte è anche merito suo e del suo lavoro e quindi il fatto che il Ministro sia venuto qui sicuramente è anche merito suo. Però penso che in questo caso la pezza sia stata peggio del buco perché l'intervento del Ministro ha trasformato il decreto-legge in un decreto delle tendopoli e, con tutto rispetto per le tendopoli, non è possibile che ci si venga a dire che in una situazione come quella che è accaduta non si debba neanche verificare l'assegnazione di un immobile di giustizia a potenziali collusi con la mafia. Noi non abbiamo chiesto al Ministro di venire qui a spiegarci le procedure, a darci lezione di procedure. Noi volevamo sapere del contraente, cos'è accaduto e invece non abbiamo avuto alcuna risposta: è molto grave e chiedo che con il suo intervento, con la sua intermediazione che magari dica ai suoi colleghi dei Cinquestelle di farsi qualche domanda in più, magari anche attraverso la loro piattaforma e di chiedere agli italiani cosa pensano…

PRESIDENTE. Deve concludere.

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). … di una cosa come questa, cioè di assegnare un immobile, senza verificare, a potenziali mafiosi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Anzaldi. Ne ha facoltà.

MICHELE ANZALDI (PD). Grazie, Presidente. Ma io volevo un attimo fare chiarezza. Oggi quello che sembrava un atto dovuto che sarebbe passato quasi inosservato per poi dedicarci alla Commissione antimafia, grazie all'intervento dei giornalisti - dobbiamo rifletterci tutti quando parliamo e soprattutto il Governo parla di tagli all'informazione - abbiamo scoperto un pasticcio e grazie al silenzio dei sottosegretari e all'arroganza del Ministro, adesso gli italiani hanno capito che stiamo per acquisire un palazzo da un proprietario, come è stato definito oggi, opaco, che i magistrati non sono contenti del provvedimento in esame, che gli avvocati non sono contenti, che tutti i lavoratori dicono che è insufficiente: insomma non si capisce perché lo stiamo facendo. Oggi abbiamo anche scoperto che ci sarebbe la disponibilità di due aree pubbliche che sarebbero quindi nella disponibilità dello Stato cosicché non ci sarebbe uno spreco di soldi dei cittadini e che sarebbero capienti.

PRESIDENTE. Concluda.

MICHELE ANZALDI (PD). Io vorrei capire perché non si va avanti sulla soluzione del …

PRESIDENTE. Grazie, deputato Anzaldi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Nobili. Ne ha facoltà.

LUCIANO NOBILI (PD). Grazie, Presidente. Le cito alcune frasi. Vorrei capire se siamo di fronte a trascuratezza, incompetenza o forse in malafede. È la giustizia che fallisce in pieno il suo compito. Questo è il commento del procuratore di Bari rispetto alla scelta avviata dal Ministro Bonafede di affidare e insediare il tribunale di Bari dentro un palazzo, una struttura di proprietà di una persona con un passato assolutamente opaco e con una collusione acclarata come ci ha segnalato oggi, grazie agli articoli di giornale, la collega Morani. Quest'ultima ci ha permesso oggi anche di analizzare il fenomeno, come ricordava adesso Anzaldi, le altre possibilità che ci sono e anche alcune bugie che sono state pronunciate in quest'Aula da esponenti della maggioranza. Vorrei che tutti avessero presente il rischio che corriamo: il rischio che la giustizia sia comminata dentro una struttura di proprietà di collusi con i clan, corriamo il rischio che, seppure in maniera indiretta, soldi dello Stato finiscano nelle casse dei clan (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico )

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Noi abbiamo cominciato, io sono un deputato alla prima legislatura, questa legislatura, sentendo le sue parole: centralità del Parlamento, trasparenza come una scelta di fondo ad ogni iniziativa politica di questa maggioranza e poi di questo Governo. Bene, da questa mattina tutto questo è diventato retorica. In quest'Aula è stata fatta beffa della centralità del Parlamento, si è parlato attraverso i social network e, ahinoi, cosa ancora più grave, è stata fatta beffa della tanto decantata trasparenza. Sono le sei meno un quarto e non abbiamo ancora chiarezza e trasparenza sul fatto che l'immobile, che è stato individuato da questo Governo, sia o meno di proprietà di chi ha collusione con la mafia o meno.

PRESIDENTE. Concluda.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Credo, ribadendo quello che è stato il richiamo di altri miei colleghi, che sia necessario fare chiarezza, e purtroppo questa chiarezza oggi è mancata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD). Grazie, Presidente. Ho trovato davvero sconcertante l'intervento del Ministro che abbiamo appena ascoltato, perché le notizie di stampa di stamattina, su cui da stamattina l'Aula sta chiedendo chiarezza, sono notizie che mettono in discussione la credibilità di tutte le istituzioni del nostro Stato; la mettono in discussione rispetto ai cittadini e la mettono in discussione rispetto a qualche cosa che è davvero più importante di tutto, cioè la lotta intransigente, che tutti noi dobbiamo fare, contro la mafia e le organizzazioni criminali. E il fatto che su questo non si sia fatto chiarezza io lo trovo davvero molto, molto grave.

Abbiamo sentito un deputato di maggioranza, dei 5 Stelle, molto applaudito dai colleghi, fare un quadro della situazione che è stato smentito poco dopo dal sottosegretario. Abbiamo letto un post su Facebook del Ministro che diceva qualcosa di più del sottosegretario, e devo dire che il Ministro ha detto in Aula…

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA DE MARIA (PD). …meno di quello che ha scritto su Facebook. Adesso, in Aula, sarebbero dovute venire parole chiare per la credibilità dello Stato. Non sono venute ora, dovranno…

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie, Presidente. Chiariamoci subito su un aspetto, perché altrimenti qui sembra che l'opposizione parli per parlare, la maggioranza replichi per replicare. Noi abbiamo il diritto e il dovere, a mio giudizio, di non fidarci né del Ministro né di questo Governo, in particolare del Ministro della Repubblica italiana, il Ministro della giustizia. Abbiamo il dovere di coltivare il dubbio, e il dubbio poteva essere tranquillamente svelato e sanato se il Ministro avesse detto delle parole chiare, che non ha detto. Il tema è perché non le ha dette. Non lo so. Presidente Fico, lei non lo sa. Noi non lo sappiamo. Questo immobile, quando è stato acquistato, quanto è stato oggetto di compravendita, quanto tempo prima e, guarda caso, poi vengano trasferiti gli uffici giudiziari.

PRESIDENTE. Concluda.

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Subito, Presidente. Abbiamo il dovere della chiarezza, e bastava dire una parola di chiarezza, che non c'è stata. Rimane la domanda sul perché non ci sia stata questa parola di chiarezza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Pini. Ne ha facoltà.

GIUDITTA PINI (PD). Grazie, Presidente. Lei si ricorderà, fino a qualche mese fa, quando eravamo a parti invertite, quanto ci si divertiva. Lei pensi se ci fosse stata una cosa del genere con lei dall'altra parte - io ero di fianco, quindi mi ricordo abbastanza bene - o anche l'onorevole Ferraresi, l'onorevole Sarti. Allora, siamo stati qui ore, ore, a discutere per una roba che bastava rispondere, ci voleva un minuto. Il problema è stato che non sapevano cosa rispondere, tant'è vero che il collega L'Abbate ha fatto un intervento come Giolitti, Cavour, come intensità, per spiegare che non c'era questa discussione.

E poi dopo è intervenuto il sottosegretario, che, dopo aver letto un post su Facebook….non è che noi non ci fidiamo di Facebook, Presidente, è che, dopo che anche l'altro giorno il Ministero dei trasporti ha fatto il tweet su Ronaldo, non sappiamo se veramente è il Ministro che scrive i tweet. Poi, dopo, però, per fortuna, è venuto il Ministro e non ha risposto al quesito che ci stavamo ponendo da questa mattina alle nove e mezza, e cioè, visto che stiamo discutendo di questa roba qui, il decreto riguarda questa roba qui e noi vogliamo essere, come lei ha detto, un Parlamento pensante…

PRESIDENTE. Concluda.

GIUDITTA PINI (PD). …ci potete dire non che farete, ma cosa fate? Questa è la questione. Altrimenti, la domanda che ci si fa e la risposta che ci si dà è sempre la solita: come si cambia per non morire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Vazio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO (PD). Presidente, questa mattina ci è stato detto e letto un articolo dove disse questo imprenditore: gli prestai tanti soldi quando andai a trovarlo in ospedale. C'era il boss Savino Parisi, o almeno così mi dissero. Presidente, questo imprenditore ha comprato quest'immobile pochi mesi prima, dice la Repubblica. Ebbene, deve sapere che il bando è stato pubblicato il 30 maggio del 2018: è veramente un qualcosa di stupefacente la capacità di questo imprenditore a pronosticare che qualche mese dopo, qualche giorno dopo, questo bando sarebbe stato pubblicato. E, allora, il Ministro cosa ci viene a dire? Che rispetta le regole! Non doveva dirci che rispetta le regole, questa è una precondizione; doveva chiarire questo scandalo, doveva chiarire perché questo imprenditore ha comprato questo immobile e quali sono le procedure di salvaguardia, per questo Parlamento, per votare questo decreto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Andrea Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO (PD). Signor Presidente, vorrei ricordare a tutti noi che questa è la nostra prima vera giornata di lavoro parlamentare. Finalmente è arrivato in Aula il primo e unico provvedimento del Governo e guardate che catastrofe è successa. Che giornata abbiamo avuto? Una giornata all'insegna dell'arroganza e dell'incapacità. L'arroganza di un Ministro che si è presentato poco fa, dopo che erano ore che parlavamo; si è presentato in quest'Aula e se l'è cavata con un comizio nel quale non ha risposto alla sostanza della questione di cui discutiamo da questa mattina e ci ha anche ammansito di una lezione sulla sua idea di democrazia, secondo la quale lui procederà per progetti di legge e non per decreti, con la realtà di un Governo che finora ha prodotto un unico decreto-legge e ne ha annunciato un altro. Questa è tutta la produzione legislativa di questo Governo ad oggi.

E l'incapacità di un Governo che, alla prima uscita del sottosegretario alla giustizia, se la cava con una minaccia a tutti i deputati. Allora, di fronte allo spettacolo veramente indegno che ha dato il Governo nella prima giornata di lavoro parlamentare, mi permetto di dare un suggerimento alla maggioranza: se davvero volete provare a fare qualcosa, cambiate registro o cambiate metodo, perché di questo passo daremo al Paese pessime lezioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Lepri. Ne ha facoltà.

STEFANO LEPRI (PD). Grazie, Presidente. Abbiamo sempre parlato di trasparenza, lo avete sempre detto. Allora, per fare trasparenza, uso l'aritmetica, neanche la matematica, e provo a dire ad un'Aula ormai distratta, perché in effetti è la prima volta che si prova un po' a lavorare, come si arriva a certe cifre. Da quanto mi è stato detto, il titolare della proprietà da cui dovremmo prendere l'affitto ha pagato forse 4 milioni di euro quell'immobile. Il canone che è previsto dovrebbe essere di un milione, due milioni e due all'anno. Quindi, se la matematica non è un'opinione, e non lo è, al termine dei 4 o 5 anni del canone d'affitto questo signore si ritroverà un immobile di proprietà il cui costo è già riuscito a pagarsi con i canoni d'affitto. Allora, la proposta è molto semplice: si proceda con l'esproprio per motivi di pubblica utilità, così che l'amministrazione statale possa evitare questo scempio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Presidente, colleghi, se questo decreto è il biglietto da visita del Governo in materia di giustizia, direi che si parte veramente male. Trovo grave che sul primo provvedimento, cioè non su uno qualunque, ma sul primo provvedimento in materia di giustizia che arriva in quest'Aula, il Ministro non fosse presente durante i lavori. Mi chiedo dov'era di più importante, a parte scrivere su Facebook, per non essere qui sul primo provvedimento che lo riguardava. Ma poi, forse, è stato peggio ancora quando è venuto in Aula nel pomeriggio, visto che ha fatto un comizio con il quale ha detto tutto, ma non ha risposto a nulla delle domande precise che erano state fatte. Ed in particolare leggo i verbali dell'audizione in Commissione giustizia.

PRESIDENTE. Concluda.

CIRO MASCHIO (FDI). Il Ministro ieri ha dichiarato: “Tra l'altro, voglio ricordare che attraverso la procedura ordinaria è stato individuato un immobile”. A fronte delle nostre richieste su quale fosse l'immobile…

PRESIDENTE. Grazie…

CIRO MASCHIO (FDI). …e su chi fosse il proprietario…

PRESIDENTE. Grazie, deputato Maschio.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Grazie, Presidente. Il Ministro ha riferito due elementi che ritengo assolutamente interessanti nel suo intervento odierno: ha richiamato il fatto che il termine del 30 settembre è un termine ultimo, oltre il quale evidentemente il Governo non intende andare, e ha richiamato l'esclusione che l'articolo 17 del codice dei contratti fissa in ordine a questo tipo di procedure.

A questo punto visto che il Ministro nella data del 9 luglio alle 20 era già a conoscenza dell'esito della procedura, chiediamo al Governo di sapere, atteso che il Consiglio di Stato, con parere dalla commissione speciale n. 1241, ha reso, il 10 maggio 2018, parere con cui si riconferma l'esclusione, ai sensi dell'articolo 17 del codice dei contratti, di questo tipo di fornitura dall'ambito del novero stesso del codice, ha però affermato che la vigilanza e il controllo dei suddetti contratti pubblici…

PRESIDENTE. Concluda.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). …sono attribuiti all'Autorità nazionale anticorruzione, ai sensi dell'articolo 213 del codice. Chiediamo al Governo di sapere, dicevo, se è stato acquisito questo parere dall'ANAC (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Santelli. Ne ha facoltà per un minuto.

JOLE SANTELLI (FI). Grazie, Presidente. Io speravo di ascoltare la voce del Governo dopo tanta discussione, oggi. Prima c'è stata la voce del sottosegretario Ferraresi, che si è ben guardato dall'affrontare il tema, e poi è arrivato il Ministro Bonafede che ci ha fatto la grazia di arrivare da via Arenula esattamente in sei ore (e mi auguro che il problema non sia stato dovuto ai trasporti della città di Roma). Il problema è che è venuto qui in Aula e le poche idee che io avevo sono ancora rimaste più confuse, nel senso che io ho capito, dalle parole del Ministro Bonafede, che lui è andato a fare una gita a Bari, lì ha chiamato i social e i giornalisti e visto che doveva far qualcosa ha prodotto un decreto-legge totalmente inutile e oggi viene a dire in quest'Aula che è un decreto che sospende i termini per spostare una tendopoli verso un immobile e non ha nessun rilievo l'immobile dove viene spostato. Complimenti al Governo, ma forse è meglio che cercate velocemente una linea politica perché così andiamo tutti - ma soprattutto voi - verso il muro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Ettore. Ne ha facoltà.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Il Ministro ci ha detto che non si applica il codice degli appalti. In realtà il Consiglio di Stato, con la sentenza del 2016, la n. 4476, ha detto che si applica quando l'offerta che si richiede sia assistita da fornitura o servizi. In questo caso la determina, che è stata pubblicata il 25 maggio sul sito del Ministero, dice che c'è bisogno di un cablaggio e di rendere l'immobile idoneo all'uso a cui è destinato. Aggiunge anche nei chiarimenti che in mancanza di questo può comunque non sorgere alcun diritto od aspettativa - perché hanno pubblicato anche i chiarimenti il 30 maggio - da parte dell'offerente, per cui si può interrompere, revocare e recedere dalla trattativa o addirittura dall'assegnazione. Questo lo dice lo stesso provvedimento che è pubblicato sul sito del Ministero di grazia e giustizia.La mera locazione è esclusa dal codice degli appalti, ma la locazione assistita da prestazioni di servizi e forniture non è esclusa dal codice degli appalti e può in qualsiasi momento…

PRESIDENTE. Concluda.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). …il Ministro, visto che lo ha detto anche nella determina, revocare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).…

PRESIDENTE. Grazie, deputato D'Ettore.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Conte. Ne ha facoltà.

FEDERICO CONTE (LEU). Presidente, ieri ho definito il dibattito su questo decreto virtuale, perché si è discusso di quello che è nel decreto avrebbe dovuto esserci e non c'è. Oggi questo dibattito è divenuto surreale, con il Ministro della giustizia che viene a tessere l'elogio di una procedura ordinaria che garantirebbe, diversamente da quella straordinaria, trasparenza e non avrebbe in sé i germi della corruzione. Nel mentre chiede al Parlamento di validare il più straordinario provvedimento di legge che il nostro ordinamento prevede, che non ha nessuna finalità dispositiva e neanche quella di sospendere i processi perché, diciamo la verità, quei processi li poteva sospendere il presidente del tribunale con un provvedimento amministrativo, ma la finalità è soltanto quella di assistere quel provvedimento con la sospensione dei termini di prescrizione, di modo che quel tempo trascorso non vada a beneficio dei cittadini e del loro diritto a un processo in tempi ragionevoli ma dei responsabile di quella giurisdizione per quello che non hanno saputo fare.Le chiedo, pertanto, invocando il suo potere, ancora una volta di sospendere i lavori affinché il Governo torni a pensare sulla necessità di convertire questo decreto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Rossello. Ne ha facoltà.

CRISTINA ROSSELLO (FI). Signor Presidente, una riflessione per quanto accaduto. Molti interventi di questa mattina non sono stati ascoltati da lei eppure noi l'abbiamo votata, signor Presidente, e avevamo fiducia e continuiamo ad avere fiducia in lei e nel suo ruolo. Quanto accaduto oggi deve però farci riflettere e sia da esempio.

L'assolutismo e la codificazione del diritto ci hanno insegnato che l'esecutivo deve passare per fasi, momenti e procedure che devono rispettare il legislativo. In caso contrario si violano i caposaldi proprio di quella democrazia che lei, quando ha iniziato i suoi lavori, ha detto che avrebbe tutelato, essendo il Presidente di tutti. Signor Presidente, io continuerò. Sono diventata deputato della Repubblica italiana perché e finché in quest'Aula, anche fossi l'ultima che resta, non vengano bypassati questi valori. Non è ammissibile che l'Esecutivo non passi per le fasi procedurali e le bypassi attraverso modalità di comunicazione che non sono ancora codificate nel nostro diritto…

PRESIDENTE. Deve concludere.

CRISTINA ROSSELLO (FI). …e non è altrettanto possibile che si minaccino i deputati dell'opposizione.

PRESIDENTE. Deve concludere.

CRISTINA ROSSELLO (FI). Signor Presidente, lei (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)

PRESIDENTE. Grazie, deputata Rossello.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Grazie. Ha colpito molto la superficialità del Ministro della giustizia con cui affronta questo grande problema che riguarda la giustizia penale di Bari. Non solo: ha colpito anche il fatto che parli di lotta alla corruzione quando ha creato il caos della giustizia penale a Bari…

PRESIDENTE. Posso chiedervi di allontanarvi dai banchi del Governo?

COSIMO MARIA FERRI (PD). …e, quindi, aumenterà il numero delle pronunce di prescrizione per reati gravi come quelli di corruzione. Quindi, da una parte vuole modificare le norme in tema di corruzione, dall'altra sta contribuendo a far maturare la prescrizione perché il termine non sarà quello di sospensione e basta ma c'è l'inefficienza che sta creando al sistema giustizia.

Quindi, chiediamo intanto profondità nell'affrontare i temi e non superficialità e anche un rispetto della legalità…

PRESIDENTE. Concluda.

COSIMO MARIA FERRI (PD). …nell'affrontare e nell'accertare chi acquisterà questo immobile. Vogliamo dire agli italiani che saranno loro a pagarne le conseguenze…

PRESIDENTE. Grazie, deputato Ferri.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Abbiamo atteso per ore una risposta del Ministro e francamente credevamo che avesse investito il suo tempo per trovare una geniale risposta che lo avrebbe tolto dalla più che imbarazzante situazione di presentare, al suo primo decreto di Ministro della giustizia, l'ipotesi di un Governo che contrae con coloro che prestano denari ai cassieri dei clan. La risposta è stata: “Ragazzi, io ho agito fuori dal codice degli appalti perché così mi permetteva il codice degli appalti”. Non ci crediamo e non è vero, ma la risposta è terrificante. La risposta vuole dire che se non ci sono i vincoli del codice degli appalti il Ministero di grazia e giustizia italiano - era grillina - può scegliere la persona con cui contrarre e sceglie deliberatamente e scientemente una persona che dà i soldi ai cassieri dei clan.

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). È gravissimo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Devo dire una giornata particolare perché abbiamo ascoltato il Ministro che è arrivato in Aula a sottolinearci che all'interno di questo decreto non c'è ovviamente l'individuazione di quello che dovrebbe essere lo stabile che accoglie, ma avrebbe fatto bene anche, per farci comprendere che la mano destra sa cosa fa la mano sinistra, ad avvisare il sottosegretario che credo alla fine abbia tentato di spiegarci le varie procedure piuttosto che il collega parlamentare. Devo dire che questo alla fine sottolinea una grande incapacità di gioco di squadra attraverso il Ministro, il sottosegretario e il proprio gruppo parlamentare di riferimento e, nello stesso tempo, ci ha lasciato tutti i dubbi ai quesiti che abbiamo posto, dei quesiti che ovviamente noi intendiamo in qualche modo approfondire attraverso delle risposte chiare, attraverso quello che realmente serve a combattere la corruzione…

PRESIDENTE. Concluda.

WANDA FERRO (FDI). …che non sono gli slogan ma sono i fatti e la trasparenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Grazie, deputata Ferro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Grazie, Presidente. Vorrei osservare questo, dopo l'intervento del Ministro in quest'Aula, per il quale la ringrazio, perché so che si è fatto tramite. Il Ministro non ha chiarito il punto fondamentale, che stiamo discutendo da questa mattina, e cioè la proprietà di quell'immobile, che è stato assegnato per il trasferimento del tribunale di Bari,

Perché, vede Presidente, in quel comizio che è stato fatto qui in quest'Aula, non c'è stata da parte del Ministro Bonafede nessun tipo di assunzione di responsabilità circa la situazione che lui stesso ha definito drammatica e tragica in cui versa oggi il tribunale di Bari. Forse, perché fare il commissario significa prendersi una responsabilità e, forse, perché l'abitudine di quel Ministro era di avvalersi di qualche consulente, magari anche un po' trafficone, dal nome Lanzalone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Dopodiché, io vorrei…

PRESIDENTE. Concluda.

ALESSIA MORANI (PD). Concludo il mio intervento, dicendo, signor Presidente, che il Ministro non ha chiarito la domanda per la quale quest'Aula dibatte da questa mattina, da ben otto ore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (PD). Grazie, Presidente. Se in quest'Aula ci fosse in questo momento Alessandro Manzoni, ne avrebbe tratto spunto molto interessante, ma i suoi scritti rimangono e ci lasciano argomenti di riflessione. Alessandro Manzoni scriveva che il buonsenso c'era, ma se ne stava nascosto per paura del senso comune. E nell'intervento del Ministro della Giustizia Bonafede, ecco, questi passaggi li abbiamo ben ascoltati e ben visti. Sicuramente abbiamo notato parecchia fretta. Siete nuovi, avete voglia di fare, avete voglia di addossare le colpe e, soprattutto, ho notato un po' di ansia da prestazione nel Ministro della Giustizia. Ma, appunto, siete nuovi e avremo molta indulgenza. E avremo anche modo di conoscere anche meglio, nelle prossime settimane, il Ministro della Giustizia, ma anche il sottosegretario Ferraresi, che sui profili social scrive: ho l'onore di portare avanti con il Ministro Bonafede l'impresa di sistemare la giustizia in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Il tribunale di Bari…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Migliore. Ne ha facoltà, per un minuto.

GENNARO MIGLIORE (PD). Grazie, Presidente. Io sono rimasto piuttosto colpito dalla inconsistenza delle parole pronunciate qui dal Ministro Bonafede e soprattutto dalla sua reticenza. Peraltro, mi colpisce che questo intervento tardivo e inconcludente non abbia minimamente preso atto di quale fosse il problema in corso e lo dico ad un partito che, in alcune occasioni, vede complotti ovunque, alcuni non credono neanche che ci sia stato lo sbarco sulla Luna. Mi meraviglio come non ci si chieda come è possibile che, un mese prima dell'individuazione di un immobile in somma urgenza, ci sia stato l'acquisto di questo immobile da parte di un imprenditore contiguo ad associazioni di stampo mafioso. Io lo chiedo, per suo tramite e per sua conoscenza, ai colleghi del MoVimento 5 Stelle. Questa circostanza consente o no al Ministro di prendere l'iniziativa di reagire, visto che il MoVimento 5 Stelle ritiene che la sua caratteristica sia quella…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Topo. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TOPO (PD). Grazie, Presidente, solo per aggiungere una riflessione sul punto. La procedura, come è stato ricordato, è stata pubblicata il 28 maggio. Ora c'è un decreto che sospende, fino al termine massimo - erroneamente il Ministro ha detto termine minimo - del 30 settembre. Oggi è il 12 luglio e si dovrebbe compiere in questo tempo un'attività che le pubbliche amministrazioni compiono in tempi di solito più lunghi e cioè stipulare un contratto, acquisire tutte le documentazioni, fare i lavori, le certificazioni e tutto questo seguendo le normali regole dell'ordinamento, senza ricorrere a strumenti acceleratori, che pure sono stati suggeriti da colleghi e non accolti dal Governo.

Io credo che questa attività non si possa svolgere in un tempo così breve. Il rischio è che questo termine sia assolutamente inopportuno e obbligherà Governo e Parlamento a ritornare sulla materia. Le conseguenze, già gravi, di questo provvedimento verranno ulteriormente aggravate.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Carla Cantone. Ne ha facoltà, per un minuto.

CARLA CANTONE (PD). Presidente, questa mattina in molti le hanno chiesto di avere il Ministro in Aula. È arrivato fuori tempo massimo, come abbiamo visto, e ci ha fatto perdere solo del tempo e del tempo importante con un comizio arrogante e provocatorio, molto provocatorio. Era meglio che non veniva, stavamo meglio tutti, visto quello che ci ha detto.

Ed era meglio che lei, Presidente, accettasse la proposta di questa mattina di sospendere i lavori, come è stato chiesto e non l'ha fatto. Quindi, se siamo in questa situazione, è anche per sua responsabilità. È sua responsabilità se abbiamo dovuto ascoltare un comizio vuoto. Avremmo potuto fare un lavoro diverso e lei non ha voluto dirigere i lavori, come doveva essere fatto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Scalfarotto. Ne ha facoltà.

IVAN SCALFAROTTO (PD). Grazie, Presidente. Io vorrei ringraziarla per averci fatto assistere al singolare spettacolo del Presidente della Camera che dà una lezione di diritto costituzionale al sottosegretario per la giustizia. Vorrei chiedere, però, di fare la stessa cosa anche con il Ministro Bonafede, perché, al di là delle fantasie del Ministro Fraccaro, siamo ancora in una democrazia rappresentativa.

Perché, vede, qui sono rappresentati tutti i cittadini italiani, anche quelli che non sono su Facebook. Quindi, se il Ministro ha bisogno di parlare con gli italiani, gli facciamo sapere, glielo faccia sapere lei, che deve venire qui. Poi, quando viene, ci deve spiegare se in questo benedetto palazzo si è deciso che il tribunale di Bari si sposta oppure no, perché lui dice “successivi approfondimenti”, ma in realtà la notizia che noi abbiamo è che, come il Ministro Bonafede ha detto in Commissione, la decisione è già presa.

Allora, qui abbiamo un palazzo, che qualcuno ha comprato avendo un naso lunghissimo e che noi pagheremo 1 milione e 200 mila euro all'anno, nel quale si è deciso di trasferire il tribunale di Bari. Quindi - benedetto Iddio -, il Ministro cosa è venuto a dirci? Nulla!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Rotta. Ne ha facoltà.

ALESSIA ROTTA (PD). Grazie, Presidente. Allora, dopo un comizio in cui ci ha detto di tutto, il Ministro Bonafede, ci ha spiegato del Daspo, della sua gita a Innsbruck, non ci ha spiegato qualcosa, che pure gli abbiamo chiesto…

PRESIDENTE. Vi prego di liberare i banchi del Governo per favore. Per favore.

ALESSIA ROTTA (PD). …qualcosa che pure gli avremmo voluto chiedere, come i suoi rapporti opachi, appunto, con Lanzalone. Forse gliel'ha chiesto anche la sindaca di Roma Raggi. Bene, dopo ore, otto ore, che lo aspettavamo chiedendogli delle cose, chiedendogli in particolare una cosa, non è riuscito neppure a capire esattamente l'oggetto della nostra richiesta, visto che ha perso il suo tempo, il poco tempo che aveva qui, a parlarci d'altro.

E, allora, lo spieghiamo meglio e la preghiamo di farsi tramite evidentemente, Presidente Fico. Noi non abbiamo posto dei problemi sulla liceità della procedura, ma abbiamo chiesto di avere delucidazioni, con certezza, di chi sia il proprietario di questo immobile, chi è l'acquirente, perché a quanto si apprende è un acquirente opaco.

PRESIDENTE. Deve concludere.

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, siamo passati dalla…

PRESIDENTE. Grazie, un minuto è passato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Brun. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Grazie, signor Presidente. Devo dire che la diretta video di questa seduta è drammatica per gli italiani. Ora capisco che la maggior parte degli esponenti del MoVimento 5 Stelle pensa che le leggi si cambiano attraverso i social, ma le leggi e i decreti si fanno nelle aule del Parlamento e, soprattutto, rispettando il livello istituzionale. Il Ministro Bonafede non ha avuto rispetto di questa istituzione, perché non ha detto l'unica cosa che doveva dire: chi è il proprietario di questo immobile e se corrisponda al vero quello che c'è scritto sul giornale.

Quindi io dico, per parafrasare quello che scrive il giornale Democratica, in questo momento online, non si tratta di Ministro Bonafede, ma di Ministro malafede (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Fregolent. Ne ha facoltà.

SILVIA FREGOLENT (PD). Grazie, signor Presidente. Noi abbiamo chiesto l'audizione del Ministro e il Ministro ci è venuto a raccontare che il primo provvedimento che farà sarà il Daspo contro i corrotti. Bene, signor Presidente, dica al Ministro che il primo provvedimento che ha fatto è questo, non ce ne sarà un altro, è questo, che dà un immobile a una persona che ha avuto dei contatti con la criminalità organizzata. Quindi, dovrei pensare che, invece del Daspo ai corrotti, lui oggi abbia dato avallo a un'operazione opaca.

Vede, voi non avete fatto le Olimpiadi a Roma dicendo che queste portavano il malaffare, purtroppo dovete governare e dovete scegliere e quindi, alla prima azione utile, avete affittato e dato un immobile a una persona non pulita. Bene, complimenti, vedo che forse facevate bene a non fare Olimpiadi, se tanto mi dà tanto.

Infine e concludo, signor Presidente, il non rispetto del Ministro, che non è venuto stamattina, ha fatto il suo comizio e se n'è andato è sotto gli occhi degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Carè. Ne ha facoltà.

NICOLA CARE' (PD). Presidente, grazie per darmi l'opportunità. Io vengo da una terra che è un po' lontana dall'Italia, l'Australia, dove centinaia di migliaia di italiani si sono trasferiti tanto tempo fa. Si sono trasferiti per una cosa, perché non trovavano lavoro, ma soprattutto hanno avuto con loro quell'orgoglio italiano, quella voglia di rimanere italiani che è rimasta in tutti questi anni. Tutto questo, naturalmente, ha portato delle conseguenze, ossia che gli italiani a volte, qui in Italia, non sono chiari, sono connessi con delle cose o si fanno delle cose che non sono totalmente chiamiamole legali o non legali, o non si fanno le ricerche adeguate. Ebbene, io devo dire, Presidente soltanto una cosa e questo conferma quello che è successo questa mattina: non soltanto il Ministro non è venuto questa mattina qui, in Aula, a rispondere ai deputati eletti dal popolo italiano e dal popolo italiano all'estero, ma non sono venuti anche…

PRESIDENTE. Grazie mille. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Critelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CRITELLI (PD). Presidente, per il suo tramite, mi piacerebbe rivolgermi al Ministro Bonafede che però, dopo averci narrato le sue mirabolanti avventure di un Ministro in trasferta a Bari, ha preferito abbandonare l'Aula, dopo essersi sottratto alla risposta che attendevamo da questa mattina. Perché, vede, Presidente, non immaginavo che il Ministro fosse un fan sfegatato del film Amici miei: è intervenuto parlandoci di tutto l'universo mondo, indicando la qualsiasi, ma sottraendosi alla risposta che da stamattina tutte le forze di opposizione gli hanno chiesto e che oggi attendevamo con chiarezza e con la nettezza che al Ministro sono mancate, perché il Ministro ci ha parlato di tutto, ma non ci ha spiegato come mai dai banchi del MoVimento 5 Stelle, Presidente oggi abbiamo ascoltato quattro versioni differenti rispetto a questo immobile; allora, prima di votare, ci piacerebbe sapere se quanto riportato da un importante quotidiano nazionale corrisponde o meno al vero, perché il Ministro Bonafede si è sottratto, dopo avere arringato le masse, che applaudivano su comando, dopo averci ricordato quanto male abbiamo fatto al Governo, ma dopo essersi dimenticato che da qualche settimana le responsabilità sono in capo a lui e che se ne deve assumere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paola Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Signor Presidente, lo spettacolo al quale oggi abbiamo assistito in quest'Aula non è certo edificante, lo dico da avvocato, da persona che si confronta con i problemi della giustizia tutti i giorni, ed è anche un paradosso che, mentre noi parliamo di giustizia, è proprio una richiesta di chiarificazione su una presunta o meno illegalità dei procedimenti di acquisto di un immobile l'oggetto delle richieste di chiarimento. Questo paradosso è veramente assurdo e il Ministro non ha saputo, io mi rendo conto della sua difficoltà, ma avrebbe dovuto innanzitutto presentarsi in quest'Aula prima per poter ascoltare gli interventi dei parlamentari e non arrivare di fretta, andando via, ma, in una situazione così importante, il primo provvedimento che riguarda una materia così importante come la giustizia per i cittadini che chiedono dal di fuori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Guardi, io non sono un uomo di giustizia e neanche mi occupo di leggi, però, vede, questa mattina mi ha deluso, mi ha deluso anche se mi è simpatico come persona perché mi aspettavo da lei una sorta di aiuto alla minoranza. Diceva, quando è stato eletto quel giorno, che è stato eletto anche con tanti nostri voti: sarò a tutela delle minoranze e dello svolgimento dei lavori. Questa mattina, caro Presidente, mi spiace dirlo, con tutta la simpatia che ho verso di lei, non è stato a tutela né delle minoranze, né dello svolgimento dei lavori. Bastava sospendere la seduta e le cose adesso non erano così. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cortelazzo. Ne ha facoltà.

PIERGIORGIO CORTELAZZO (FI). Signor Presidente, il tempo è ridotto. Io, questa mattina, ho compreso, quando è iniziata la discussione del provvedimento, da una collega del Partito Democratico che c'era un problema sull'immobile su cui dovrebbe insistere il nuovo palazzo di giustizia di Bari. È singolare che noi siamo da questa mattina alle nove e mezza che dibattiamo sulla notizia di un articolo di giornale; nel frattempo, ha parlato il sottosegretario che – miglior tacer non fu mai scritto – era meglio che tacesse; il Ministro è venuto a dirci tutta la storia e i motivi per cui il decreto-legge è stato approvato, ma io – e le assicuro che ho altri problemi, ma non invalidità mentale – non ho ancora compreso dal Ministro, dal Governo – e mi taccio perché so che è un minuto –, dalla maggioranza se questo immobile è oggettivamente riscontrabile nella notizia di la Repubblica o meno. Con gli strumenti che ha il Governo, a maggior ragione il Ministro della giustizia, io mi aspettavo, dopo sei ore, che qualcuno dicesse: sì, abbiamo verificato, facciamo tutte le verifiche e le istruttorie del caso e molto probabilmente il provvedimento, Presidente della Camera, sarebbe forse già stato approvato e staremmo a discutere probabilmente il successivo.

PRESIDENTE. Grazie mille. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Napoli. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI (FI). Signor Presidente, guardi io ho sentito dal Ministro, dire lui, per il Governo, era presente; c'è un problema che il Governo era presente, ma non parlava, oppure, se parlava, lo hanno minacciato e hanno ricattato. Questo è il senso della presenza del Governo; poi il fatto che il Ministro venga personalmente, sì, viene personalmente un po' in ritardo; viene al pomeriggio, dicendo qualcosa per poi andarsene, senza nessun contenuto. Lo dico anche come amministratore locale, e, finisco, Presidente, il Ministro ha parlato, dicendo che le deroghe portano ad un alto rischio di corruzione. Io dico che un Ministro della giustizia, che afferma questo, deve venire con dei fatti. Se ha dei fatti, deve andare alla procura della Repubblica, altrimenti non può affermare di dire che le deroghe portano alla corruzione. Ha detto delle cose gravissime: se ne assumesse le sue responsabilità.

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pella. Ne ha facoltà, un minuto.

ROBERTO PELLA (FI). Signor Presidente, cari colleghi io devo dire che, come prima esperienza parlamentare, oggi in modo particolare, mi chiedo, per coloro che hanno avuto la possibilità come cittadini di seguire questa intera seduta, che cosa ne possono trarre. Una mattinata persa a discutere sul nulla, quando, una semplice dichiarazione il Ministro Bonafede, che è arrivato nel tardo pomeriggio senza darla, poteva darla nella prima mattinata, e oggi io credo abbiamo dimostrato l'improduttività totale di questo Parlamento.

Caro Presidente, credo sia importante, oggi più che mai, dare delle risposte chiare, ancor di più da un partito come il 5 Stelle che ne ha fatto una bandiera, dimostrando poi alle parole che seguono i fatti. Mi sembra che oggi sono state fatte tante parole, senza nessun fatto concreto e devo dirlo con quello spirito di chi ci ha seguito per casa, sicuramente oggi non avrà avuto una buona sensazione di quello che è il lavoro parlamentare.

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pettarin. Ne ha facoltà, un minuto.

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Presidente, buonasera e grazie. Io volevo evidenziare un dato di fatto: le procedure amministrative che tutti quanti noi conosciamo sono estremamente chiare e sono disciplinate sia dal codice degli appalti, da una parte, sia dalla prudenza amministrativa, dall'altra. È sostanzialmente intollerabile quello a cui noi, oggi, abbiamo assistito e cioè contraddizione in atti, evidenziazione da parte del Ministro arrivato in ritardo che iure proprio afferma non essere d'accordo con le procedure di legge ed, anzi, tendere a superarle, ma, ciononostante, non dare la chiarezza necessaria a tutti quanti noi per poter esprimere in maniera seria la nostra volontà e il nostro voto.

Io mi sento, quindi, di condannare in maniera assolutamente decisa quanto oggi accaduto e, certamente, questo consesso, a causa del Ministro e del Ministero, oggi, non ha dato buona prova di sé ai nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Paita. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA PAITA (PD). Presidente, questa mattina, anzi, nel primo pomeriggio, il Ministro Bonafede ha sostenuto che in questo decreto non ci fosse la pertinenza con il tema relativo all'immobile che è stato scelto per il tribunale; questa è una prima bugia, perché, invece, questo decreto contiene anche quell'elemento. L'altra questione che mi pare abbia dimostrato nel corso del dibattito è di essere un vero e proprio Spiderman, perché si è arrampicato sugli specchi, nel sostenere che la legittima e inevitabile esigenza di fare in modo che quel tribunale non fosse sotto le tende legittimasse qualsiasi tipo di soluzione, anche quelle non verificate, così come è avvenuto in questo caso. Io penso che questa affermazione non possa essere tollerata da parte di un Ministro di grazia e giustizia e che apra…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (PD). Grazie, Presidente. Per suo tramite - intanto nel ringraziarla per la sensibilità che ha avuto nel concedere e nel costringere in qualche modo il Ministro, accettando le richieste dell'opposizione, di venire a riferire - vorrei però segnalarle che la risposta che il Ministro ha offerto è tutt'altro che soddisfacente e non consente di procedere nello svolgimento dei lavori, perché non ha chiarito elementi sostanziali di questo decreto, ma, soprattutto, nello stigmatizzare il fatto che non appartiene a uno Stato di diritto che si svolgano udienze sotto i tendoni, ci teniamo a sottolineare che non appartiene allo Stato di diritto nemmeno che un tribunale si insedi in un immobile sul quale aleggia e sul quale incombe l'ombra putrida, puzzolente e insopportabile della mafia. Su questo ci aspettavamo un chiarimento che, purtroppo, non abbiamo avuto e che auspichiamo ci sia al più presto, per poter procedere all'approvazione di un provvedimento e a dare una soluzione concreta a questa problema. La sollecitiamo in questo senso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fiano. Ne ha facoltà. Per favore, potete liberare i banchi del Governo?

EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Intervengo a titolo personale, come farò nel resto della nottata, per segnalare che il dibattito che stiamo svolgendo sul secondo emendamento di questo provvedimento - poi ce ne sono altri e io penso che i colleghi di maggioranza saranno interessati al dibattito che si svolgerà qui questa sera e questa notte -, lo facciamo perché l'emendamento che volevamo approvare è strettamente inerente alle questioni che abbiamo sollevato questa mattina e nel merito delle questioni, la possibilità che con l'approvazione dell'emendamento il Ministro assumesse i poteri di un commissariamento straordinario, venivano incontro, non erano ostativi rispetto alle vicende che sono emerse e che ovviamente dovranno essere oggetto di accertamento da parte del Ministro e magari anche della magistratura sulla natura dei rapporti che il proprietario dello stabile individuato potrebbe aver avuto con elementi della criminalità, venivano incontro…

PRESIDENTE. Grazie, deputato Fiano, ha finito il tempo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Moretto. Ne ha facoltà.

SARA MORETTO (PD). Grazie, Presidente. In queste sei ore di dibattito avremmo voluto superare lo scoglio che ci impedisce di concludere il provvedimento, uno scoglio fatto di mancata chiarezza, di mancata trasparenza e di mancato rispetto del Parlamento. Quando vi sono opacità, e queste riguardano la criminalità organizzata, è necessario, lo ripeto, che vi sia rispetto del Parlamento.

Il Ministro Bonafede, sui social che utilizza, sappiamo, molto più del rapporto con l'Aula, si definisce Ministro della giustizia e scrive: “La giustizia è uno stato morale, osservata per l'utilità di tutti, che dà a ciascuno una propria dignità”. Ecco, la dignità è anche quella del Parlamento che lui avrebbe dovuto rispettare, venendo, oggi, non solo a farci delle promesse, ma a chiarire qual è la sua posizione e a dare delle risposte che ci consentissero di andare avanti con serenità nell'approvazione di questo provvedimento.

GIORGIO MULE' (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI). Grazie, Presidente. Segnalo che il Ministro Bonafede, quando ci ha lasciato, ci aveva rincuorato che lui andava a far le valigie, ma lasciava i sottosegretari e ne menava vanto; io non vedo più alcun sottosegretario alla giustizia presente (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico) e questo incide in maniera gravissima. A chi stiamo parlando, Presidente? È un fatto che, ancora una volta, da stamattina, abbiamo aspettato il Ministro, ci ha detto che faceva le valigie, poi studiava Innsbruck, poi si è dedicato a Facebook… Dove sono, adesso, i sottosegretari? A brindare a qualcosa che era stato già cancellato nel 2011? Dove sono coloro che devono raccogliere quello che dice questo Parlamento, che non è un'adunata di persone che si ritrovano per stare insieme, ma che incidono su un provvedimento fondamentale che riguarda la giustizia di questo Paese? Dove sono i sottosegretari alla Giustizia? Con chi stiamo parlando? Dov'è il Governo? Dove sono coloro che devono raccogliere quello che quest'Aula legittimamente gli pone? Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

PRESIDENTE. Ho ascoltato perfettamente il suo intervento. Mi stavo appunto informando. Ferraresi è qui.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ascani. Ne ha facoltà.

ANNA ASCANI (PD). Grazie, Presidente. Mi unisco a quello che ho appena sentito dal collega Mulé per sottolineare che un Ministro non viene in quest'Aula a fare un comizio o una diretta Facebook. Se un Ministro viene in quest'Aula per rispondere alle domande che i parlamentari, da questa mattina alle nove e mezzo, gli stanno facendo e, in quest'Aula, fa un comizio senza rispondere a quelle domande, anche lei, Presidente, dovrebbe pregare quel Ministro, invece che andare a Innsbruck a fare da spalla a Salvini (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-SalviniPremier), di star qui e di spiegarci una cosa, una sola: se quell'edificio, come pare ormai acclarato, è o non è di qualcuno che ha un legame con i clan mafiosi. E, vede, Presidente, non è che se il sottosegretario Ferraresi ci minaccia, noi smettiamo di fare le domande; smetteremo di fare le domande quando il Governo si darà una risposta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! I soldi degli italiani a chi ha un legame con i clan non li daremo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI (FI). Presidente, non sono ancora transitato al Partito Democratico, non ne ho alcuna intenzione, io sto bene in Forza Italia. Glielo volevo dire come informazione di servizio.

PRESIDENTE. Mi fa piacere.

ANTONIO PALMIERI (FI). Ma ciò premesso, dico a lei che potrebbe ricordare, opportunamente, al Ministro Bonafede che venire qui è comunque parlare agli italiani, non tanto per le grandi motivazioni che tutti i colleghi hanno già ricordato, ma per il semplice fatto, per così dire, logistico e comunicativo, che le sedute vengono date in diretta sulla web-tv della Camera, con possibilità poi di scaricarsi il filmato dell'intervento e di postarlo nei propri spazi Facebook, vengono date in diretta TV sul canale satellitare della Camera, vengono date da Radio Radicale, vengono riprese dalle agenzie di stampa, vengono commentate e rese visibili a tutto l'universo. Quindi, venire qui e parlare qui è comunque parlare al popolo, anche se noi, come deputati, del popolo, come è noto, non facciamo parte (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Mandelli. Ne ha facoltà.

ANDREA MANDELLI (FI). Come sopra, anch'io rimando in Forza Italia e non voglio andare nel PD. Per chiarezza, mi consenta due parole all'Aula: cinque anni in cui avete detto che “onestà” e “trasparenza” erano i vostri slogan, però c'è un terzo termine che manca, oggi, che è “coerenza”, perché ho visto fare tutte quelle cose che voi non volevate che fossero fatte e che, invece, avete fatto con grande puntualità, come il sottosegretario che girava, invece di stare seduto a sentire l'intervento dei colleghi.

Il Ministro è arrivato, una indiscrezione de la Repubblica, e invece di fare quello che ogni persona dotata di buonsenso avrebbe fatto, ossia venire subito a rispondere, è una mattinata in cerca, quasi da TG 3 e Chi l'ha visto alla trasmissione Tg3; poi arriva, dice due parole e va via, ma soprattutto ciò che è importante: non risponde. Quindi la coerenza la vedo andata a pallino.

L'unica cosa che ho capito di questa giornata e che sarà un po' il leit motiv, l'hashtag che userete in questi mesi, spero, che sarete al Governo, è che la colpa è degli altri. Ecco, io credo che il Governo deve avere la forza di non vedere cosa ha fatto quello che è venuto prima di lui, ma di prendere in mano la situazione e dare una risposta ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), quelle risposte che avete sempre…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Giorgis. Ne ha facoltà.

ANDREA GIORGIS (PD). Presidente, noi abbiamo sentito poco fa dal Ministro e prima abbiamo letto su Facebook che intende svolgere ulteriori approfondimenti e che ha dato mandato agli uffici per valutare se la fase dell'aggiudicazione dovrà in qualche modo essere sospesa o rivista. Ecco, allora sarebbe importante sapere, io non so adesso se i sottosegretari prenderanno la parola e risponderanno, o se il Ministro, via Facebook, magari, potrà integrare il post e dirci che cosa il Governo intende fare qualora, a seguito di questi approfondimenti, dovesse essere impossibile, entro il 30 di settembre, avere a disposizione un immobile. Perché non vorrei che l'intento del Governo, quello cioè, come ha detto il Ministro, di ‘togliere le tende', non significasse rimettere le tende a partire dal 30 di settembre.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Giacomelli. Ne ha facoltà.

ANTONELLO GIACOMELLI (PD). Sì, signor Presidente, devo dire che la cosa che oggi mi ha più sorpreso non è tanto il modo in cui il Ministro si è presentato, ma il fatto che non sia stato rilevato come un errore. Un Ministro può scegliere di presentarsi, di delegare un sottosegretario, ha mille forme di risposta. Ci avete accusato spesso, nella scorsa legislatura, di non presentarci, ma se un Ministro si presenta, solitamente dà un contributo per risolvere un problema e fare andare avanti i lavori, per risolvere un problema alla sua maggioranza. La sensazione che quest'Aula ha avuto è che oggi questo non sia successo e questo è uno strano modo per iniziare un lavoro di una legislatura dove soprattutto il Governo e la maggioranza avranno bisogno di un Parlamento in grado di lavorare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Musella. Ne ha facoltà, per un minuto.

GRAZIANO MUSELLA (FI). Grazie, Presidente. Io stamattina ho detto che ero costernato perché, rispetto ad una semplice richiesta di chiarimento su un articolo pubblicato sulla stampa italiana, abbiamo perso tante e tante ore qui in Parlamento, quando bastava che il Ministro venisse e ci spiegasse un po' le cose. Poi arriva il Ministro della giustizia e ci viene a raccontare che sono state fatte delle gare, l'aggiudicazione c'è, sono stati fatti degli approfondimenti e che, in base alle notizie della stampa, verranno fatti altri approfondimenti. Forse era il caso che, come Ministro della giustizia…io me lo aspetto, io faccio il sindaco, di fronte a cose di questo genere i poveri sindaci sono molto più, diciamo, picchiati da certe valutazioni, quindi mi aspettavo che il Ministro della giustizia dicesse, in seguito alle valutazioni, alle ulteriori analisi compiute da questo dato, di passare magari ad una revoca, una revoca (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Giacometto. Ne ha facoltà.

CARLO GIACOMETTO (FI). Grazie, Presidente, quando da neoeletto sono entrato in quest'Aula ho assistito al suo intervento, Presidente, di insediamento e lei nel suo intervento ha sottolineato la centralità del Parlamento.

Io devo dire che quelle parole le ho accolte con favore, vedo però, anzi la discussione di oggi mi fa dire che la centralità del Parlamento sia stata accantonata in questa fase, perché stamattina abbiamo assistito al silenzio imbarazzato di alcuni sottosegretari sulle richieste che legittimamente sono state fatte in quest'Aula; oggi pomeriggio abbiamo assistito all'intervento del Ministro, sollecitato più volte, intervento nel quale non ha dato risposte rispetto…

PRESIDENTE. Per favore non faccia riprese, grazie.

CARLO GIACOMETTO (FI). Dicevo, il Ministro non ha dato risposte rispetto alle richiesta di questa mattina, ma anzi ha utilizzato il tempo, molto ampio, del suo intervento, per illustrare le linee programmatiche, sostanzialmente, del suo Dicastero. Ecco questa centralità del Parlamento…

PRESIDENTE. Grazie, ha esaurito il tempo.

Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento, il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Sì, Presidente, avrei bisogno di un chiarimento da parte sua. Siccome lei ha testé detto a un collega che stava facendo delle riprese: non faccia le riprese, siccome la certezza del diritto sarebbe utile anche in quest'Aula, solo qualche ora fa presiedeva il Vice Presidente Rampelli e un deputato ha sollecitato esattamente la stessa cosa, ha detto: guardi che sta facendo le riprese, non le può fare, e il Vice Presidente Rampelli ha detto: queste questioni le decide la Presidenza. Allora, le volevo chiedere, se è possibile una volta per tutte, che lei ci illuminasse sul fatto se il diritto a fare delle riprese lo stabilisce il Presidente di turno, oppure fa parte del Regolamento di questa nostra Camera e, quindi, deve essere applicato da tutti, tutto qui (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Non si possono fare le riprese in quest'Aula.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cappellacci. Ne ha facoltà.

UGO CAPPELLACCI (FI). Grazie, Presidente. Signori rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, io ricordo la prima volta che sono entrato in quest'Aula, ero un giovane studente, e la visitai dall'alto, dalla parte alta, e provai una fortissima emozione, perché quest'Aula, gli arredi, mi trasferivano una grandissima emozione e un senso della storia, un senso delle istituzioni, un senso della democrazia. Oggi - pensavo di averne viste di tutti i colori, avendo fatto il presidente di una regione, essendo stato dieci anni in un consiglio regionale - assisto a uno spettacolo nel quale, invece, avverto, da parte della maggioranza, un fastidio: un fastidio nei confronti dell'opposizione che sta esercitando il suo legittimo diritto, che chiede chiarimenti legittimi, peraltro ancor più legittimi rispetto alla materia della quale si sta parlando…

PRESIDENTE. Deve concludere, grazie.

UGO CAPPELLACCI (FI). …per arrivare sino addirittura a delle minacce. Allora, questo è il senso che abbiamo della democrazia? Questo è veramente…

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Casciello. Ne ha facoltà.

LUIGI CASCIELLO (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e onorevoli colleghe, se avessi mai avuto dubbio che questo è un tempo in cui il sole è al tramonto, ne abbiamo avuto conferma nella giornata di oggi, perché uomini piccoli fanno ombre lunghe, e ne abbiamo avuto conferma con il Ministro Bonafede, che è venuto a raccontarci il nulla, perché non solo ha raccontato il nulla, ma ha anche negato che nel provvedimento che dovremmo votare non è prevista la collocazione e la scelta dell'immobile, e questa è una menzogna negli atti. Ancor prima, il sottosegretario ha offeso il Parlamento e non ha chiesto scusa, cosa ancora più grave.

E allora io cosa chiedo? Chiedo e mi pongo un interrogativo forte: se questo è il Governo del cambiamento, in questa giornata abbiamo avuto la conferma che questo è il Governo dell'arroganza e dall'assoluta inadeguatezza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Grazie, Presidente. Tre brevi considerazioni su sei ore doverosamente trascorse in quest'Aula, anzi ne sono assolutamente onorato.

La prima considerazione, signor Presidente, non posso non dedicarla a lei: è il primo intervento che faccio in quest'Aula e mi sembrava doveroso farla al mio Presidente. Mi ha deluso profondamente, forse bastava, non voglio essere presuntuoso, una Conferenza dei capigruppo per evitarci tutto quello che è successo. Forse bastava una semplice conferenza dei capigruppo per evitarci tutto quello che, invece, abbiamo visto, purtroppo, in quest'Aula.

La seconda considerazione la faccio, ovviamente per non fare mancare nulla a nessuno, al Ministro della Giustizia, a quel ministro che oggi potrei definire in un certo modo; ho visto ieri o l'altro ieri, in televisione, ricordando un nostro grande regista, Vanzina, che purtroppo è mancato, Sotto il vestito niente, ma in questo caso devo dire: dentro il vestito niente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Novelli. Ne ha facoltà, per un minuto.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, signor Presidente. Cari colleghi del MoVimento 5 Stelle, oggi possiamo dire che avete perso definitivamente la vostra verginità politica. Avete dato corso a uno spettacolo poco edificante, con il Ministro che compare virtualmente sui social poco prima che se ne occupi del caso la trasmissione Chi l'ha visto, e solo dopo molte ore, arrivando in Parlamento, si permette di fare una lezioncina all'Aula, scaricando ovviamente le sue responsabilità su chi l'ha preceduto. È il momento di dire che non siete quello che volete dimostrare di essere, e oggi l'avete dimostrato, sollevando una cortina fumogena intorno alle giuste osservazioni che l'opposizione faceva su un provvedimento di legge che è nato male, che sta proseguendo peggio e che ha dimostrato la vostra insipienza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bendinelli. Ne ha facoltà.

DAVIDE BENDINELLI (FI). Presidente, nel tempo che mi ha concesso cerco di fare due brevi considerazioni. La prima: prendiamo atto del fatto che il Ministro Bonafede ha parlato per 32 minuti, e ci siamo resi conto che in 32 minuti è riuscito a dire il nulla. Era meglio che andasse direttamente a Innsbruck, perché non avremmo sentito sicuramente la sua mancanza. La seconda invece è una considerazione di carattere politico, Presidente: abbiamo dibattuto lungamente sul decreto che è stato posto all'attenzione di questo consesso, e mi sono reso conto in maniera quasi drammatica, ma sicuramente triste, che purtroppo gli amici della Lega, con i quali abbiamo ben governato enti locali, province, comuni, regioni - in Veneto l'abbiamo fatto per più di vent'anni assieme - non abbiano proferito parola. Questa cosa mi ha lasciato basito. Mi sarei aspettato da loro sicuramente delle considerazioni che avessero testimoniato la necessità di affrontare con maggior trasparenza un argomento che invece è stato affrontato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (PD). Presidente, questa discussione di oggi poteva essere molto più semplice; poteva essere resa semplice anche dalla presenza del Ministro Bonafede, quando è arrivato qui. Noi abbiamo posto un problema che non dovrebbe essere solo un problema del Partito Democratico o degli altri partiti di opposizione, doveva essere anche un problema del Governo: risulta che un immobile su cui stanno facendo un contratto di locazione per la sede di un tribunale risulta interessato da alcune indagini per le cose note che i miei colleghi hanno ben rappresentato. Doveva essere il Ministro Bonafede a venire qui a dire: grazie che ci avete posto il problema, me ne faccio carico, datemi una mano a chiudere il problema di Bari. E noi avremmo contribuito su questo. Invece, il Ministro Bonafede ha fatto percepire che di quel problema non gli interessa niente, che tutto sommato le cose vanno bene così, e ci ha dato anche una grande lezione - questa sì - di arroganza, un'arroganza che un Ministro della Repubblica, a cui noi avremmo dovuto ricordare ben altre cose in quest'Aula, relative alle sue amicizie e alle cose che ha fatto accadere contro anche il suo Governo, avrebbe avuto un altro modo da fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Romina Mura. Ne ha facoltà.

ROMINA MURA (PD). Presidente, è da stamattina che con insistenza, pazienza e grande senso di responsabilità poniamo una domanda al Ministro malafe… oh, mi scusi, intendevo Bonafede. L'edificio presso cui verrà trasferito il tribunale di Bari - ripongo la domanda che abbiamo posto cento volte - appartiene o no a un signore amico della mafia? È una domanda rispetto a cui con trasparenza, con senso dello Stato, ma che dico, con semplice buonsenso, il Ministro avrebbe potuto rispondere e fugare ogni dubbio.

Invece no! Abbiamo assistito a un'omertà insopportabile, a una spocchia con cui il Ministro ci ha fatto lezione, e allora io, in maniera molto spontanea e un po' ingenua, mi pongo una domanda: non sarà mai che il Ministro Bonafede è una calamita - non voglio usare il termine calamità naturale per il Paese - per amicizie poco raccomandabili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, intervengo per chiedere, sull'emendamento 1.2 Sisto, che immagino lei stia per porre in votazione, una votazione per parti separate. Le leggo la proposta, Presidente?

PRESIDENTE. Prego.

EMANUELE FIANO (PD). Allora, fino alle parole: “presso il medesimo Tribunale”, prima votazione; fino alle parole: “Allegato E”, seconda votazione; fino alle parole: “n. 50”, terza votazione; e poi la conclusiva con il resto del testo.

PRESIDENTE. Deputato Fiano, così non può essere fatta la votazione per parti separate, perché le parti non hanno autonomia normativa così prese.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato De Carlo. Ne ha facoltà, per un minuto.

LUCA DE CARLO (FDI). Grazie, Presidente. Grazie, onorevole colleghi, sinceramente da novizio della Camera mi aspettavo maggior rispetto per le istituzioni. Oggi ho avuto l'impressione che il Ministro venisse quasi in un atteggiamento di fastidio a relazionare alla Camera, fastidio che ho letto anche nelle parole del sottosegretario. È un peccato: chi crede che veramente i cittadini siano al centro della vita politica non può poi mancare di rispetto a questa che è la vera Aula, il vero consesso in cui i cittadini hanno la loro rappresentanza ed è molto grave. Lo dico da sindaco, lo dico da cittadino. Mi aspettavo e mi sarei aspettato che una questione delicata come quella riguardante la possibilità che uno stabile fosse rilevato da uno che comunque ha prestato soldi alle associazioni mafiose…

PRESIDENTE. Grazie.

LUCA DE CARLO (FDI). …fosse quanto meno messo…

PRESIDENTE. Ha concluso il suo tempo.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). In questo caso è un chiarimento reale, Presidente, se lei mi segue. Mi pare di aver capito che il presupposto per il quale non può essere chiesta la votazione per parti separate, così come è stata chiesta dall'onorevole Fiano, è perché le parti restanti non si terrebbero in piedi, lo traduco…

PRESIDENTE. Sì, manca la logicità e l'autonomia normativa della seconda parte.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Volevo chiederle, Presidente, e lo chiedo anche agli uffici, ad esempio se noi la divisione per parti separate la facciamo fino alle parole: “Repubblica presso il medesimo Tribunale” in modo che la parte che mettiamo in votazione sia: “Alla luce delle sopravvenute condizioni di inagibilità degli immobili adibiti ad uffici giudiziari nella città di Bari, al fine di assicurare il regolare svolgimento dei procedimenti e dei processi penali presso il Tribunale di Bari e la Procura dalla Repubblica presso il medesimo Tribunale, sono attribuiti al Ministro della giustizia - che all'uopo può delegare il Prefetto territorialmente competente - poteri straordinari volti unicamente a consentire interventi urgenti di edilizia giudiziaria per il Tribunale di Bari e la Procura della Repubblica presso il medesimo Tribunale”. La ratio di questa prima parte, signor Presidente, è non entrare nella specificazione aggiuntiva degli altri poteri. Limitandoci al punto che le ho detto, noi attribuiamo in questo caso al Ministro tutti i poteri; quindi, mentre nell'attuale testo li specifichiamo, aggiungiamo dei poteri, togliamo dei poteri, in questo modo rimane generico, e penso che si tenga questa parte, e rimangono i poteri assoluti del super-Ministro - adesso immagino che l'ombra di cui parlava il collega diventi ancora più lunga - però i poteri sono totali. Non abbiamo bisogno di specificare i poteri e quindi ridurglieli.

PRESIDENTE. Le spiego che tutte e due le parti devono avere autonomia normativa e logicità ovvero, se la seconda parte, poiché avremmo diviso l'emendamento, non è logica perché non regge il soggetto e non ha autonomia normativa, non si può mettere in votazione neanche la prima parte, come lei dice in questo caso, perché il Regolamento ci dice “(…) di essere distinto in più parti aventi ciascuna un proprio significato logico e un valore normativo, può essere richiesta la votazione per parti separate”, ma se non ci sono questi due requisiti non può essere richiesta la votazione per parti separate.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). È un richiamo, Presidente, su una proposta che era stata già formulata dal collega Rizzetto questa mattina che non ha avuto esito. Mi aiutino gli uffici. Il collega Rizzetto ha chiesto una votazione per il rinvio in Commissione del provvedimento che poi non ha avuto esito. Non abbiamo dato seguito a questa richiesta: quindi faccio mia la richiesta che è stata formulata tempestivamente ma non è stata oggetto di delibazione e chiedo che sia sottoposta al voto dell'Aula. Aggiungo il motivo perché mi sembra corretto che la richiesta sia sempre motivata: proprio le ragioni che anche il Ministro ci ha cortesemente consentito di apprezzare fanno sì che il provvedimento abbia bisogno certamente di un'ulteriore fase istruttoria e che vi sia la necessità di un approfondimento che lo stesso Ministro ha dichiarato essere necessario sulla procedura, considerato che gli esiti di tale approfondimento possono essere a mio avviso decisivi per la maturazione in un senso o nell'altro dell'opinione sul provvedimento. Chiedo pertanto che vi sia votazione sul rinvio in Commissione del provvedimento.

PRESIDENTE. Tutto chiaro quindi? C'è una richiesta ufficiale di rinvio del provvedimento in Commissione. Il parere della relatrice?

CARLA GIULIANO, Relatrice. Esprimo parere contrario: ovviamente non c'è necessità di un approfondimento in relazione a un emendamento sul quale è già stato espresso parere contrario e che esula dall'oggetto del decreto-legge.

PRESIDENTE. Chi chiede di parlare contro e chi a favore?

ALESSIA MORANI (PD). Chiedo di parlare a favore.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Grazie, Presidente. Intervengo a favore della richiesta che è stata formulata questa mattina dal collega di Fratelli d'Italia, onorevole Rizzetto, ed ora reiterata dal collega di Forza Italia, onorevole Sisto. Infatti credo che il rinvio in Commissione sia opportuno per una serie di motivi che ora proverò ad elencare. Il primo è il seguente: la richiesta di chiarimento da parte del Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che è intervenuto quest'oggi circa la proprietà dell'immobile non ha trovato alcuna soluzione poiché il Ministro oggi, nel suo lungo comizio, non ci ha detto quali sono i chiarimenti che doveva fare e che poi oggi non ha fatto. L'altro motivo, per cui deve essere rinviato in Commissione, è il fatto che noi abbiamo richiesto a gran voce l'assunzione di responsabilità da parte del Ministro perché diventi egli stesso commissario, perché crediamo che la soluzione migliore per questa materia, cioè il trasferimento del tribunale di Bari in un immobile diverso rispetto all'attuale, debba vedere, da parte del Ministro, un'assunzione di responsabilità con poteri straordinari che peraltro sono l'oggetto dell'emendamento 1.2 Sisto, su cui non abbiamo sentito disponibilità da parte del Governo.

L'altro motivo per cui il provvedimento dovrebbe essere rinviato in Commissione è perché evidentemente oggi sono stati posti dubbi circa l'immobile in cui destinare il tribunale di Bari. Poiché la congruità dei termini indicati nel decreto-legge è assolutamente correlata all'individuazione di quell'immobile ed oggi abbiamo sentito, da parte del Ministro, da parte della presidente della Commissione, da parte di un collega del MoVimento 5 Stelle che evidentemente ancora non è stata fatta una scelta sull'immobile che, invece, oggi ci è stato detto che è stato scelto, è evidente che la congruità dei termini, che sono contenuti nel provvedimento, debbono vedere, nella individuazione dell'immobile, una corrispondenza che ad oggi non c'è. Infine, il motivo della richiesta di rinvio riguarda l'invarianza finanziaria: è un provvedimento che viene preso ad invarianza finanziaria e si dice che non ci sarà alcun onere a carico dello Stato qualora venisse approvato nei termini di legge. Noi riteniamo - l'abbiamo più volte detto in Commissione - che non è possibile che questo sia un decreto-legge a invarianza finanziaria poiché comunque quello che viene scritto, cioè che il 90 per cento delle notifiche saranno fatte per via telematica, è assolutamente un falso, poiché, come è stato più volte detto dai colleghi deputati in Commissione ma anche in quest'Aula, non è assolutamente possibile replicare tutte le notifiche necessarie per via telematica poiché i testimoni non hanno la PEC e le altre parti processuali, ad esclusione naturalmente degli avvocati, non hanno la posta certificata. Pertanto riteniamo assolutamente necessario un rinvio in Commissione perché si ripensi completamente al decreto-legge che, a detta del presidente del tribunale di Bari e del presidente della corte d'appello, arrecherà un gravissimo danno alla giustizia del circondario di Bari che potrà essere riparata solamente in dieci anni. Quindi credo che il Governo debba ripensare completamente il decreto-legge e la maggioranza debba votare a favore del rinvio in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

MARIO PERANTONI (M5S). Chiedo di parlare contro.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO PERANTONI (M5S). Grazie, signor Presidente. Non vi è alcun motivo perché il decreto-legge venga rinviato in Commissione. L'oggetto del decreto-legge è quello relativo semplicemente alla sospensione dei termini e dei processi penali dinanzi al tribunale di Bari e alla procura della Repubblica situata anch'essa presso lo stabile in condizioni critiche.

In sede di Commissione tutte le problematiche sono state ampiamente esaminate. L'oggetto del decreto in questo momento è limitato a esaminare l'opportunità, la sussistenza della necessità e urgenza della sospensione dei processi e dei procedimenti penali. Nulla ha a che vedere con l'oggetto del decreto il reperimento di immobili o la conclusione di contratti relativamente all'immobile nel quale dovrà in seguito essere allocato il tribunale, e pertanto gli elementi che sono emersi oggi in quest'Aula non sono tali da poter giustificare il rinvio in Commissione. Per questi motivi, quindi, esprimo parere contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio in Commissione del provvedimento.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 94 voti di differenza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Sisto, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.3 Sisto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ermini. Ne ha facoltà.

DAVID ERMINI (PD). Signor Presidente, vorrei su questo emendamento riuscire a parlare sul merito, oltre che di quello che è accaduto oggi. Un'esperienza, mi immagino, per i deputati al primo giorno di vera attività legislativa, che sia stata veramente deprimente; soprattutto, mi immagino deprimente per coloro che sono venuti qua convinti e con la grande speranza di poter riuscire a cambiare un po' questo Paese e si sono visti, invece, il loro movimento dover difendere un provvedimento che, probabilmente, se fosse accaduto nella passata legislatura, avrebbe sollevato molta indignazione fra i banchi del MoVimento 5 Stelle. Però il potere è il potere, e, quando si amministra, si digerisce tutto. Dovrete imparare, colleghi del MoVimento 5 Stelle, a digerire questo ed altro.

L'emendamento 1.3 presentato dal collega Sisto indica i processi penali pendenti fino alla data del 30 settembre 2018. Questo serve per indicare come la scelta dell'immobile e la modalità di scelta dell'immobile sia strettamente collegata al tema della sospensione dei termini. Signor Presidente, uno dei problemi grossi che nascerà tecnicamente con questo decreto sta proprio nella indicazione dei processi penali pendenti, perché nel decreto si indica in modo molto generico che sono sospesi i procedimenti penali pendenti. I componenti del Governo e i componenti della maggioranza che erano presenti in Commissione, che sono quelli che dicono di ascoltare gli auditi, di ascoltare i consigli degli operatori della giustizia, dei magistrati, degli avvocati, lo dicono, ma si vede che non lo fanno, perché una delle cose che soprattutto gli avvocati delle camere penali hanno sollevato è che, quando si indica la sospensione dei processi penali pendenti senza indicare a quali procedimenti si fa riferimento, si rischia di creare una serie di ricorsi e di impugnazioni che sicuramente andranno ad ingolfare ancora di più quello che sarà il tribunale, la corte d'appello di Bari e poi la Corte di cassazione di Roma alla ripresa dell'attività giurisdizionale. Infatti, se dico di sospendere i processi penali pendenti, la prima domanda che mi devo fare è quali sono i processi penali pendenti. Allora, se io ho un processo… non si preoccupi, tanto sanno tutto.

PRESIDENTE. Mi preoccupo, mi preoccupo.

DAVID ERMINI (PD). Non è un problema, non si preoccupi. Lei mi segue, ma gli altri tanto hanno già imparato. Se ho un processo penale la cui udienza si è svolta nel marzo, ad esempio, ed è stato rinviato a novembre, voglio sapere se quello è un processo penale pendente e se i tempi della sospensione della prescrizione incidono nel mio processo, oppure se la sospensione della prescrizione incide solo sui processi che hanno la prima udienza fissata nel periodo di sospensione. Ora, per molti questa roba sembra facile, ma vorrei spiegarvi che facile non è. E allora, signori che siete nati imparati, ma che sapete bene come si svolgono i processi penali, perché oggi sembrava che tutti qui sapessero come si svolgono in modo assolutamente corretto i processi penali presso il tribunale di Bari, vorrei spiegarvi che, se voi non indicate quali sono i processi penali pendenti e fino a quando si possono considerare pendenti, è evidente che noi ingolferemo, e saranno certamente oggetto di ricorso, di impugnazione, al netto del fatto che questo decreto grida vendetta sotto l'aspetto costituzionale.

Non sono stato il primo e ce ne saranno anche altri di colleghi che dopo di me lo diranno…

PRESIDENTE. Concluda.

DAVID ERMINI (PD). …che questo è un decreto che sarà massacrato dalla Corte costituzionale. Però almeno cerchiamo di dare un qualche elemento di serietà e cerchiamo di indicare, approvando anche questo emendamento, quali sono effettivamente i processi penali pendenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bartolozzi. Ne ha facoltà.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Colleghi, ho tra le mani il parere del Comitato per la legislazione e vi leggo testualmente la parte che ci riguarda: il comma 1 dell'articolo 1, nello stabilire una sospensione di termini e del corso della prescrizione per i procedimenti penali pendenti, non specifica - ripeto, non specifica - a quale data gli stessi debbano risultare pendenti.

Allora, questo è il parere del Comitato per la legislazione che, se non sbaglio, è presieduto da un collega del MoVimento 5 Stelle e, guarda caso, ha visto come relatore in questo provvedimento la stessa presidente (correggetemi, colleghi, se sbaglio). Quindi, il Comitato per la legislazione afferma, sotto il profilo della chiarezza e proprietà della formulazione del testo, che non si capisce nulla. Ma, aggiungo, ancor più grave è che lo stesso rilievo era stato… Presidente, vorrei la sua attenzione, grazie. Lo stesso rilievo, dicevo, era stato rappresentato anche nella relazione illustrativa che accompagnava il decreto. Anche lì era stato rappresentato dal servizio studi che non si capiva a quale data fosse ricollegabile la pendenza. Allora, queste due osservazioni, queste due criticità, sono state - e io lo ricordo bene ma con me lo dovrebbero ricordare anche i colleghi che erano in Commissione giustizia, la relatrice e la presidente - gli stessi rilievi attenzionati e posti alla nostra attenzione dal presidente della sottosezione dell'ANM di Bari, il quale ha detto, da magistrato: “Non si capisce, signori, perché se voi non specificate a quale data deve essere ancorata la pendenza noi avremo difficoltà e, quindi, avremo come effetto pratico che un tribunale farà una cosa e un altro tribunale ne farà un'altra, perché saranno costretti a interpretare un dettato normativo che non è chiaro”.

E, allora, se in sede di Commissione giustizia il rilievo è stato posto all'attenzione ed è stato un emendamento che è stato caldeggiato da tutta l'opposizione con spirito, devo dire, propositivo e non semplicemente avversativo, tuttavia in sede di Commissione è mancata alla relatrice la sensibilità giuridica - e mi fermo qui e non dico competenza (anzi lo dico) ma dico sensibilità giuridica - io spero che questa sensibilità giuridica oggi abbia il sottosegretario Ferraresi - non vedo il sottosegretario Morrone - perché se non sistemiamo e non specifichiamo la data i colleghi magistrati - i magistrati, tolgo la parola “colleghi” - non avranno la possibilità di comprendere la pendenza a cosa si riferisce. La pendenza è data - lo ricordo a chi non lo sa - dalla iscrizione di un procedimento. Dovete dirci - e lo dovete dire adesso - da quale data considereremo essere pendenti i procedimenti.

Vorrei anche anticipare quella che sarà sicuramente la risposta della relatrice, ma che a me non ha convinto già in Commissione giustizia. La relatrice Giuliano in Commissione giustizia ci ha detto che non è necessario che lo specifichiamo perché c'è scritto fino alla data del 30 settembre e, quindi, non è necessario specificarlo. Collega, se sei entrata in un'aula di giustizia lo saprai: la pendenza è data…

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza. Per il mio tramite.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Chiedo scusa.

GIULIA SARTI (M5S). Basta con le offese! Le hai dato dell'incompetente!

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Non è un'offesa, è una precisazione. Non ho detto incompetente.

PRESIDENTE. Deputata… presidente Sarti. Prego, continui.

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Le chiedo scusa. Sono alla prima legislatura e, quindi, ancora non ho imparato come muovermi, ma sulla sostanza credo di esserci. Allora, ribadisco che credo di poter anticipare, Presidente, e vorrei una risposta diversa perché a me la risposta che ha dato la relatrice - lo ribadisco - non ha convinto. Non è una risposta dire che la data è presente, perché si intende quella fino al 30 settembre e questo non è che non basta a me ma non basta al Comitato per la legislazione, non basta al servizio studi e non basta al presidente della sottosezione dell'ANM di Bari.

PRESIDENTE. Chiaramente devo gestire più cose insieme, come vede. Quindi, non è una mancanza di attenzione nei suoi confronti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zanettin. Ne ha facoltà.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Questo emendamento è sintomatico sia dell'atteggiamento che ha avuto su questo provvedimento l'opposizione sia il comportamento che invece ha avuto la maggioranza. Questo è un emendamento che ha lo scopo di chiarire un dubbio normativo, un dubbio normativo che ci viene rassegnato dai magistrati che hanno visto questo provvedimento, dal servizio studi della Camera e dal Comitato per la legislazione.

A fronte di un emendamento che ha soltanto lo scopo di contribuire a migliorare il testo, a renderlo più chiaro, ad evitare contenziosi giuridici futuri che evidentemente apporteranno confusione e ricorsi in Cassazione, cosa troviamo da parte della maggioranza? Un atteggiamento di totale preclusione, ma immotivata, immotivata perché non ce lo siamo inventati.

PRESIDENTE. Concluda.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Questo è un emendamento che nasce da sollecitazioni, da osservazioni …

PRESIDENTE. Grazie, deputato Zanettin.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Ascani. Ne ha facoltà.

ANNA ASCANI (PD). Grazie, Presidente. Dalle parole dei colleghi dell'opposizione si è capito che l'intento oggi dell'opposizione è quello di dare una mano a trasformare un decreto che ha diversi profili di criticità in qualche cosa che sia effettivamente utile agli operatori del tribunale e utile ai cittadini. Ad esempio, inserire questa data significa fare un po' di chiarezza, rendere più semplice il lavoro del tribunale. Avete passato - lo dico per tramite suo Presidente al Governo - la mattinata ad umiliare questo Parlamento. Sarebbe un buon segnale se almeno sugli emendamenti che sono migliorativi, che servono a migliorare un testo che altrimenti rischia davvero di essere incostituzionale, si desse un segnale al Parlamento di aver ascoltato, di aver capito che effettivamente non avete fatto un buon lavoro. Fateci vedere che siete il Governo del cambiamento. Fin qui il cambiamento è stato solo in peggio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bazoli. Ne ha facoltà.

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Non mi pare che oggi si sia scritta una bella pagina nella storia di queste Aule parlamentari. Non lo si è fatto per l'atteggiamento sostanzialmente reticente che ha avuto il Governo della maggioranza nel rispondere alle richieste di chiarimento su un fatto importante e grave che è stato denunciato a gran voce dall'opposizione e sul quale le risposte che sono venute, sia dal sottosegretario sia dal Ministro, sono state tutto tranne che esaustive, anzi molto contraddittorie. Ma non è una bella pagina anche per l'atteggiamento che ha la maggioranza su emendamenti come questo che hanno uno scopo evidente, che è testimoniato anche, come ricordava la collega Bartolozzi, dalla opinione che ha avuto il Comitato per la legislazione, cioè emendamenti che sono funzionali a migliorare il testo…

PRESIDENTE. Grazie, deputato Bazoli.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Benantani, cioè Benamati. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BENAMATI (PD). È Benamati, Presidente, non si preoccupi. Impareremo a conoscerci.

PRESIDENTE. Non c'è dubbio.

GIANLUCA BENAMATI (PD). Io non sono alla prima legislatura ma devo dire che sono comunque colpito dalla gestione e dall'iter di questo provvedimento, un provvedimento che lede alcuni diritti dei cittadini in nome di un'emergenza che si è andata determinando. Noi abbiamo semplicemente chiesto l'audizione del Ministro, le parole del Ministro di chiarimento su un'opacità che esisteva su questa vicenda, cioè collegata all'emergenza, ossia la nuova allocazione delle aule dei tribunali in altro edificio, un edificio che peraltro non è ancora ben chiaro se sia identificato, acquisito e comunque che ha opacità di proprietà. Da questo punto di vista le risposte non sono state chiarificanti. Il Ministro è arrivato in extremis e non ha chiarito la questione.

Questo emendamento - però voglio stare al contenuto - è già stato detto …

PRESIDENTE. Grazie, deputato Benamati.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Berlinghieri. Ne ha facoltà.

MARINA BERLINGHIERI (PD). Grazie, Presidente. Solitamente nell'accezione comune la buona politica serve a risolvere problemi e a trovare soluzione ai bisogni. In questo caso ci aspettavamo che il decreto presentato trovasse una soluzione adatta per il tribunale di Bari. In realtà dalle audizioni e dalle dichiarazioni fatte questo provvedimento sembrerebbe non risolvere il problema del tribunale, sia dal punto di vista logistico sia della giustizia. Dalle informazioni che noi abbiamo avuto in realtà contribuirebbe a creare delle lungaggini che addirittura accumulerebbero ritardi per dieci anni.

Ecco, ci chiediamo, da persone elette proprio per cercare di trovare delle soluzioni a questo Paese, perché il Governo sta andando dritto continuando a sostenere questo provvedimento e nel cercare di non risolvere un problema, ma di aggiungere altri problemi a quelli che già ci sono.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, è davvero sorprendente assistere ad un dibattito nel quale non si tiene conto in alcun modo di una serie di rilievi che sono stati avanzati nel corso delle audizioni, e che se fossero stati in qualche misura rilevati non avrebbero condotto il livello del nostro dibattito a questa stregua, signor Presidente.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 19,26)

ENRICO BORGHI (PD). Sembra di dover assistere ad una sorta di titanismo da parte della maggioranza, che non si capisce bene per quale motivo e con quale obiettivo si è chiusa a riccio rispetto a qualsiasi intervento migliorativo da parte dei gruppi dell'opposizione, e addirittura ha dimostrato un senso di assoluta reticenza rispetto ai temi che sono stati sollevati in quest'Aula e che i colleghi hanno con grande efficacia sottolineato in ordine ai dubbi della legittimità della procedura sin qui seguita, signor Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Signor Presidente, abbiamo dovuto assistere, come abbiamo detto già ampiamente questa mattina, ad una mortificazione delle istituzioni, che è culminata con il cattivo intervento del Ministro Bonafede. Adesso che proviamo, e soprattutto con questo emendamento, a correggere alcuni elementi che possono generare ulteriori problematiche in una situazione già difficile, continua ad esserci chiusura. Bene, io credo che non sia questo il modo con cui si può portare avanti l'iniziativa parlamentare, l'iniziativa legislativa; e quindi chiediamo per suo tramite a questo Governo e alla maggioranza di avere un ripensamento e di accogliere questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cantini. Ne ha facoltà.

LAURA CANTINI (PD). Signor Presidente, oggi abbiamo assistito alla totale sordità da parte della maggioranza su qualunque questione che è stata sollevata dalle diverse opposizioni presenti in quest'Aula. Non ritorno su quanto dibattuto per ore da questa mattina. Se il Governo ci avesse ascoltato, probabilmente avrebbe evitato una brutta figura oggi, e soprattutto i problemi che probabilmente avrà da affrontare da domani.

Davvero risulta incomprensibile non accettare questo emendamento, che non cambia, non stravolge il provvedimento, ma toglie fumosità e possibile cattiva interpretazione ad una norma importante, che è la norma appunto contenuta e richiamata da questo emendamento, e pertanto chiediamo un ripensamento da parte della maggioranza e del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cantone. Ne ha facoltà.

CARLA CANTONE (PD). Presidente, io sono alla prima legislatura, ma non avrei mai e poi mai immaginato che il disordine dei lavori portasse a questa confusione, e chi è seduto al suo posto qualche responsabilità ce l'ha. La responsabilità di questa confusione è di chi in quest'Aula rappresenta il Governo; il Presidente Fico non lo vedo più, spero che gli si riferisca quello che sto dicendo, ma non importa.

Lei, Presidente (e mi riferisco sempre a Fico), deve capire che questo decreto-legge dev'essere utile, non inutile. La maggioranza, che non vuole alcun cambiamento, è responsabile dell'inutilità del decreto-legge: non potete cantarvela e suonarvela come vi pare e piace, ignorando il merito, quindi ignorando la democrazia, perché voi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Signor Presidente, come abbiamo potuto sentire la scelta dell'immobile e anche le modalità con cui questo è stato poi individuato, sono legate fortemente ai termini di sospensione, e questo di fatto smentisce le affermazioni fatte anche dal Ministro Bonafede in quest'Aula e conferma le preoccupazioni, le tante che noi abbiamo espresso in questa sede.

In più non c'è alcuna disponibilità da parte del Governo, e di chi ai banchi attualmente lo rappresenta, ad un accettare una sospensione, il fatto di poterlo rimandare in Aula, compresa anche l'opacità nel merito delle risposte che noi non abbiamo ancora avuto: l'opacità ovviamente in riferimento all'immobile che attualmente è stato individuato, e che pregiudica a questo punto la possibilità poi di arrivare al raggiungimento dell'obiettivo che voi presumete di voler raggiungere. Ecco, io credo che questa sia una brutta pagina di questa giornata di Parlamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI (FI). Presidente, mi rivolgo al Governo e alla relatrice. Credo che errare è umano, perseverare in un errore è diabolico. È palese che qui siamo dinanzi ad un errore tecnico, di non aver formulato una data. Non riesco sinceramente a comprendere perché dinanzi all'evidenza di un errore, ci sia questa caparbietà del Governo e della relatrice di andare avanti perseverando in quest'errore che si potrebbe correggere: solo probabilmente per non dire “abbiamo sbagliato e ascoltiamo il Parlamento”. Ma il ruolo del Parlamento è proprio questo: correggere gli eventuali errori, come in questo caso sono avvenuti da parte del Governo. Quindi chiedo veramente un supplemento di riflessione alla relatrice e al presidente della Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ceccanti. Ne ha facoltà.

STEFANO CECCANTI (PD). Presidente, mi sembra che il problema delle date non sia solo un problema di questo specifico emendamento, ma un vostro problema generale. E darei tre date, tre numeri: 2, 12, 24; e non tanto perché 2 per 12 faccia com'è noto 24, ma perché 2 luglio è la data del Consiglio dei ministri in cui voi avete approvato il decreto-legge cosiddetto dignità, oggi è il 12 luglio, per il 24 è calendarizzato ma oggi 12 luglio del decreto-legge cosiddetto dignità non sappiamo niente. Quindi non è solo in questo decreto-legge che voi siete deficitari sui numeri, ma in generale i numeri e le date vi fanno problema. Vi inviterei pertanto, sia su questo emendamento sia sulla possibile ricomparsa del decreto-legge cosiddetto dignità a dieci giorni dalla sua approvazione, a fare un po' di autocritica e a concederci l'approvazione di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cenni. Ne ha facoltà.

SUSANNA CENNI (PD). Presidente, vorrei dire suo tramite al Governo e ai colleghi che sono le 19,30 passate, e che se avessimo ascoltato gli inviti rivolti all'inizio di questa giornata a quest'ora avremmo potuto avere approvata la Commissione antimafia. Non è andata così, e vorrei ricordare che governare è cosa complessa. Non basta vincere le elezioni, e non basta nemmeno avere numeri importanti in quest'Aula: è un'attività complessa, non bastano le dichiarazioni contro la mafia, occorrono gli atti, occorrono atti che vanno oltre i gesti simbolici, e anche oltre qualche gesto sguaiato, come un tuffo in piscina in un'azienda confiscata alla mafia. Servono atti corredati da chiarezza e da trasparenza: quello che è mancato oggi nel primo decreto-legge che voi avete portato in quest'Aula. Ecco, io credo che voi state apponendo un marchio pesante a questo primo atto: noi ve lo ricorderemo ogni giorno della nostra attività di opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ciampi. Ne ha facoltà. L'onorevole Ciampi non c'è.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bendinelli. Ne ha facoltà.

DAVIDE BENDINELLI (FI). Presidente, io le ho richiesto la parola perché oggi, dopo aver ascoltato l'intervento del Ministro Bonafede, tutti noi ci saremo aspettati una certa chiarezza, quantomeno che potesse spiegarci chiaramente il contenuto e la ratio di questo decreto-legge. Invece ci siamo resi conto che non ha chiarito il contenuto normativo, perché così come è stato formulato questo decreto-legge è assolutamente poco chiaro, vorrei dire da certi punti di vista quasi incomprensibile.

Lascia sicuramente dei dubbi interpretativi sostanziali; e questo non è che lo diciamo noi che abbiamo ascoltato le dichiarazioni della presidente della Commissione Giustizia o del Ministro Bonafede. Lo hanno ribadito in più circostanze la relazione del servizio studi, il Comitato per la legislazione, il presidente dell'Associazione nazionale magistrati di Bari e tutti i tecnici del diritto. E, allora da quale data, ci chiediamo, sono pendenti i procedimenti penali? Queste sono delle risposte, che tutti noi ci saremmo attesi in maniera assolutamente chiara dal Ministro e anche da chi ha relazionato, in merito alla presentazione di questo decreto. Ma è una cosa che non è avvenuta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA (FI). Grazie, Presidente. Non capisco per quale volontà, per quale scelta, non si voglia procedere in quella che è un'indicazione che arriva da più istituzioni, nella formulazione di inserire una data, una data che in qualche modo sia certa e, quindi, rispetti anche quelli che sono i tempi. Mi sembra una volontà non chiara. Vi è il fatto che, comunque, questa data sia stata richiesta da parte di tutti, e io ritengo che sia fondamentale ed essenziale inserirla in questo decreto.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA ROSARIA CARFAGNA (ore 19,35)

ROBERTO PELLA (FI). E, quindi, mi auguro che almeno su quest'emendamento ci sia volontà, non di barricarsi dietro ad una volontà di non dialogo, ma ci sia la scelta di condividerla, in quello che è il ruolo del Parlamento, di chi l'ha presentata e, naturalmente, nella incertezza di quello che deve essere il risultato e il favore che sicuramente richiede rispetto a tutti gli organi che hanno proposto di inserire quella data (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porchietto. Ne ha facoltà.

CLAUDIA PORCHIETTO (FI). Grazie, Presidente. Mi pare veramente illogico, da parte di una maggioranza che si ritiene attenta a quelli che sono i desiderata del Paese, non prendere in considerazione gli emendamenti che sono stati proposti.

Allora, delle due l'una: o questa maggioranza, come sta manifestando ormai da molti giorni anche all'interno delle Commissioni, dice “no” a prescindere da quelli che sono i contenuti emendativi; oppure ci deve spiegare le motivazioni che portano a non prendere in considerazione una cosa estremamente razionale ed intelligente, vale a dire dare certezza di date.

Io credo che la certezza del diritto sia la cosa importante e soprattutto imprescindibile in Italia. Allora, dovrebbero spiegarci il motivo, per cui, stante che abbiamo qui presente il sottosegretario, che è già intervenuto precedentemente, non si voglia rispondere ad una esigenza di certezza del diritto. E mi viene da dire che veramente sia solo legata al fatto che la proposta emendativa proviene, non dal MoVimento 5 Stelle, ma da una forza politica importante, che ha sempre supportato qualsiasi iniziativa legislativa.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

CLAUDIA PORCHIETTO (FI). L'importante è che fosse consona e che rispondesse alle esigenze del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giacometto. Ne ha facoltà.

CARLO GIACOMETTO (FI). Grazie, Presidente. Mi riallaccio all'intervento precedente della collega Porchietto, per sottolineare questo aspetto, che ritengo dirimente su questo emendamento. È stato detto da parte del collega Zanettin e dalla collega Santelli che l'introduzione di una data renderebbe migliore il testo. Ecco, il fatto che, anche su questo emendamento, che certamente è stato richiesto e certamente ha avuto il parere favorevole dal Comitato per la legislazione, ci sia un atteggiamento di chiusura, per quanto ci riguarda, è una notizia molto negativa, che fa il paio con quanto successo, ad esempio, ieri in Commissione ambiente, quando, sul decreto cosiddetto terremoto, dove, al termine del dibattito al Senato, vi era stato l'accordo a che qualche modifica migliorativa fosse portata avanti alla Camera, l'atteggiamento da parte della maggioranza è stato, anche in quel caso, di netta chiusura.

Guardate, io sono anche amministratore di un piccolo comune e se il mio sindaco, cui faccio una opposizione molto dura, non desse risposta in questa misura, come sta facendo il Governo oggi, certamente avrebbe delle grosse difficoltà a proseguire (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colaninno. Ne ha facoltà.

MATTEO COLANINNO (PD). Onorevole Presidente, il dibattito e le nostre votazioni sono viziate da un vulnus e da un dubbio. Noi non sappiamo ancora se sia vero o meno ciò che riporta un importante quotidiano nazionale. E, quindi, non conosciamo, non siamo a conoscenza dei fatti, per potere votare liberamente. Un importante quotidiano dice che l'amministratore, la proprietà della società che possiede l'immobile che dovrebbe ospitare il tribunale - sempre secondo il giornale - avrebbe prestato somme di denaro ad esponenti della criminalità organizzata. Questo anche per meglio precisare e rettificare parte del mio intervento di questa mattina (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Critelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CRITELLI (PD). Signora Presidente, colleghi, credo che la seduta di quest'oggi passerà alla storia per la sua assoluta incomprensione, rispetto al contenuto del dibattito odierno. Vedete, non si capisce, dopo ormai 8-9 ore di dibattito, dopo diversi interventi, dopo reiterate richieste, quale sia la motivazione che spinge le forze della maggioranza, le forze del cosiddetto Governo del cambiamento, ad andare avanti a testa bassa su questo decreto.

Sono state avanzate da parte di forze diverse dell'opposizione richieste ragionevoli, richieste per potere approfondire, per potere prendere tempo, per potere affrontare insieme un problema, cari colleghi. Io, per il suo tramite, signora Presidente, vorrei rispondere all'assente Ministro Bonafede, che è andato a reggere il secchiello al vicepremier Salvini a Innsbruck.

PRESIDENTE. Deve concludere.

FRANCESCO CRITELLI (PD). Non c'è una sola motivazione che giustifica…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dal Moro. Ne ha facoltà.

GIAN PIETRO DAL MORO (PD). Grazie, Presidente. Questo decreto presenta una serie di livelli di criticità. Il Ministro non ha accolto la nostra disponibilità a migliorare il provvedimento, ma si è arroccato in una posizione difensiva a noi incomprensibile. Anche questo nostro emendamento rientrava in questa disponibilità. Sono emendamenti che tengono conto delle richieste degli operatori del settore, che, oltre ad essere operatori, sono anche cittadini e sono interessati al miglioramento del funzionamento della giustizia. Il Ministro spesso parla di rispondere direttamente ai cittadini, ma confonde spesso l'interesse della comunità con l'interesse del suo partito. Qui non c'è solo un problema di trasparenza, c'è un problema di assicurare regole, funzionamento dei processi e soluzioni non temporanee e provvisorie. Ci aspettavamo di più da lui e dal suo Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (PD). Grazie, Presidente. L'arte della dissimulazione e il doppiopesismo, che abbiamo visto praticare in quest'Aula da molti membri della maggioranza e da autorevoli rappresentanti del Governo, è stato uno spettacolo avvilente: una presidente di Commissione, che ha dismesso i panni di presidente di Commissione e si è trasformata in un non meglio identificato soggetto istituzionale; un parlamentare della maggioranza, che ha descritto una procedura, prontamente poi smentita dal sottosegretario, precipitevolissimevolmente smentito dal Ministro, in un'altra descrizione degli eventi. Uno spettacolo che ci ha inoltrato in un territorio oscuro, che quest'Aula non merita e che non somiglia affatto a un procedimento legislativo, che autorevolmente noi dovremmo saper garantire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD). Signor Presidente, noi eravamo convinti di analizzare oggi, qui in Aula, una misura intesa a migliorare le condizioni di svolgimento dell'attività giudiziaria, da parte di magistrati, avvocati e operatori del diritto. E speravamo di potere discutere di emendamenti, volti a garantire il principio di legalità, di certezza del diritto, di ragionevole durata dei processi, tutti principi di carattere costituzionale, che non possono essere certamente violati da alcun provvedimento legislativo e vanno tutelati, senza se e senza ma.

Ora tutti questi principi rischiano, purtroppo, di essere messi irreparabilmente in pericolo, alla luce dei fatti nuovi emersi dal dibattito oggi in Aula e soprattutto delle dichiarazioni propagandistiche del Ministro della giustizia. Non avendo più alcuna chiarezza, neppure tra la maggioranza, sulle procedure di selezione dell'edificio individuato, sulla definitività della scelta operata e sui tempi di trasferimento degli uffici giudiziari, noi rischiamo oggi di sospendere e prorogare sine die i termini dei procedimenti penali pendenti, arrecando un danno enorme, grave e irreparabile, ai cittadini pugliesi e italiani, oltretutto incostituzionale. Per cui vi invitiamo davvero ad analizzare l'emendamento da noi proposto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD). Grazie, Presidente. Fin qui, da stamattina, abbiamo cercato di avere chiarezza - il Governo non l'ha ancora fatta - su notizie inquietanti, che ci hanno posto il problema di capire il rapporto tra questo provvedimento e la presenza della criminalità organizzata. È, quindi, un fatto di estrema gravità.

Adesso stiamo discutendo, con questo emendamento, con altri emendamenti di come provare a migliorare, per quanto possibile un provvedimento che comunque e pasticciato, è contraddittorio e non affronta in modo efficace il problema, molto serio, che è chiamato ad affrontare. Noi vi abbiamo offerto collaborazione, si poteva tornare in Commissione, si poteva fare un lavoro insieme; non l'avete voluto fare; stiamo provando così a fare il possibile nell'interesse dei cittadini e del comune e della comunità di Bari.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, ho la netta sensazione che ci sono emendamenti che non derivino dall'attività dei parlamentari, ma che, come questo, derivano dall'intervento di organismi importanti come il Comitato per la legislazione. Forse non tutti sono a conoscenza che l'articolo 16 del nostro Regolamento, se la memoria non mi inganna, ma qualche volta a leggere le carte non è sbagliato, infatti era il 16-bis del Regolamento, stabilisce che il Comitato per la legislazione si occupa della chiarezza, della semplicità, della puntualità dei testi normativi. Orbene, mi chiedo, se il Comitato per la legislazione dà delle indicazioni, Presidente, perché l'Aula non deve quanto meno porsi il problema di seguirle, al di là del problema tecnico, fondamentale sulla certezza della pendenza del procedimento, si può rimanere inerti, veramente inerti? Io penso di no e noi questo emendamento lo voteremo per questo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marco Di Maio. Ne ha facoltà.

MARCO DI MAIO (PD). Presidente, stiamo parlando della legge di conversione di un decreto che mira a favorire interventi di edilizia giudiziaria a Bari e siamo bloccati dall'ambiguità che è sorta sull'individuazione di un edificio che dovrebbe ospitare il tribunale e la procura di Bari, un'ambiguità che è emersa grazie un articolo di stampa che ha svelato un alone putrido, maleodorante, da spazzare via subito, di interesse della malavita, di possibili connessioni della malavita con questo immobile. Io credo che sia opportuno che il ministro Bonafede ripensi a quello che ha detto, che venga in Aula a chiarire definitivamente questo aspetto, perché non vorremmo, Presidente, che anche solo un cittadino italiano pensasse che di buona fede in questa vicenda ci fosse solo il cognome (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Siracusano. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO (FI). Presidente, esprimo tutta la mia perplessità rispetto al comportamento del ministro Bonafede, che è venuto a riferire in quest'Aula, dimenticandosi di essere titolare di un Dicastero, ma comportandosi come se ancora fosse parte dell'opposizione di questo Parlamento, tra l'altro con l'aggravante che, in una situazione analoga nella scorsa legislatura, il Ministro si sarebbe incatenato a questi banchi, simulando le manette (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico) e, tra l'altro, proponendo un programma dove mancano soltanto i gulag e la ghigliottina nella pubblica piazza. Applausi. Quindi, è inammissibile un comportamento di questo tipo e noi non accettiamo, mai più, che il Ministro risponda a quest'Aula attraverso un messaggio su Facebook (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferri. Ne ha facoltà.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Presidente, dai problemi strutturali si passa ai problemi processuali. Questo provvedimento ha delle carenze processuali e creerà delle nullità, che si sappia, che lo sappiano i cittadini che creeremo delle nullità, creerete delle nullità processuali rilevabili fino in Cassazione e quindi manderete in fumo tantissimi processi penali. Inoltre, il Presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, in sede di audizione, il Comitato per la legislazione, il Servizio studi della Camera dei deputati hanno segnalato la necessità di un chiarimento, che è oggetto di questo emendamento, che ha natura tecnica e non politica, e spiega bene come questo decreto-legge che nasce sulla necessità e l'urgenza, viene equiparato al tema della calamità naturale, e proprio nei provvedimenti dove si è intervenuti per il sisma lì è stata indicata la data e quindi anche in questo provvedimento doveva essere indicata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, io penso che il Governo si è arroccato in una posizione difficilmente comprensibile perché nel momento in cui su cui sui due decreti-legge che attualmente sono all'esame delle Commissioni altro non sa dire che sono blindati, beh evidentemente vi è una volontà politica di non ascoltare neppure quelle proposte che possono essere di ordine migliorativo. Abbiamo visto questa mattina, ieri e martedì in Commissione lavori pubblici un continuo rinvio dell'esame degli emendamenti per poi il Governo arrivare, nel pomeriggio di ieri, e dire che il decreto era blindato. Anche rispetto a questo che pure è un decreto che presenta fondati motivi di illegittimità costituzionale e che quindi avrebbe dovuto consigliare quanto meno una più attenta valutazione degli emendamenti al nostro esame quest'oggi, vediamo, per contro, un atteggiamento di totale chiusura, quando non di ostinata volontà di negare persino la verità dei fatti, perché questa mattina abbiamo assistito ad uno spettacolo davvero raccapricciante: i sottosegretari non avevano neppure la delega da parte del Ministro a rispondere a un quesito che poi era un quesito che si ponevano tutti coloro i quali avessero letto la rassegna stampa questa mattina, quindi non è che fosse un quesito che sul piano politico non dovesse avere una risposta. Poteva avere una risposta a tambur battente, ma evidentemente questo Governo è stato costituito a compartimenti stagni e cioè i Ministeri hanno la direzione politica unica del loro Dicastero e i sottosegretari probabilmente, si direbbe con altre parole, sono messi nella vigna a fare da palo.

Ecco noi pensiamo, invece, che sarebbe stato fin da questa mattina opportuno chiarire ciò che poi il Ministro oggi non solo non ha chiarito, ma, se è possibile dire, ha peggiorato nell'ambito della sua breve comunicazione in quest'Aula, perché è evidente che oggetto del contendere non è soltanto la tendopoli che è stata smontata in poche ore, qui siamo in presenza di una situazione del tutto diversa. Ma come possiamo pensare che il 30 di settembre avremo un luogo, a Bari, pienamente funzionante, dove i cittadini potranno come è loro dovere, ma anche loro potere, ma anche loro diritto, avere o meno giustizia? Siamo in un decreto che certifica la denegata giustizia perché sappiamo benissimo che le 60 mila notifiche di cui si parla o si è parlato anche in sede di discussione in Commissione è un dato estremamente prudenziale, purtroppo quelle notifiche avranno un elemento moltiplicativo, e anche in termini di copertura finanziaria si è cercato, attraverso l'articolo , un espediente, perché nel momento in cui si dice che tutta l'attività di notifica dovrà essere realizzata con le risorse proprie del Ministero si dice una cosa che in partenza si sa avrà come contraltare un taglio di spese di giustizia in altro settore. Quindi, non è vero che non vi sono spese ulteriori, vi sarà una compensazione, all'interno del Ministero, dei capitoli di spesa che ha il Ministero, ma in realtà vi è una spesa aggiuntiva che rischia di esplodere nel momento in cui le notifiche da 60 mila passeranno, così come è molto prevedibile, a 600 mila, perché questo sarà il dato oggettivo che si andrà a realizzare. E, poi, soprattutto non dobbiamo far finta di non capire che questo decreto costituisce un precedente pericoloso…

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

TOMMASO FOTI (FDI). Concludo, signora Presidente; pericoloso perché vi è la possibilità che, stante il decreto-legge convertito in legge, non appena si dovesse presentare una situazione analoga anche per altri territori, questo costituirà un precedente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fragomeli. Non è presente in Aula, si intende che vi abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, la ringrazio. Noi, qui, siamo nella discussione di emendamenti assolutamente di merito e non capiamo perché sul merito, sulla possibilità che offre un emendamento dell'opposizione di correggere i rischi connessi alle date, per esempio, che sono inserite nel testo del decreto, rischi connessi al funzionamento della giustizia del tribunale di cui parliamo, di Bari, e, quindi, a danni possibili per coloro che nei provvedimenti della giustizia sono coinvolti, ci debba essere una chiusura. Non parliamo più degli argomenti, Presidente, di cui abbiamo parlato stamattina e del contrasto tra ciò che ci è stato raccontato e quello che è emerso e, dunque, manterremo questo atteggiamento a favore di questo emendamento, non comprendendo l'ostilità della maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gariglio. Ne ha facoltà.

DAVIDE GARIGLIO (PD). Grazie, Presidente. Io credo che l'emendamento in questione meriti di essere valutato e meriti di essere approvato. Obiettivamente, quest'Aula, in una logica di corrida che si addice più a tifosi che non a legislatori, rischia di trascurare degli aspetti tecnici che hanno un impatto importante sulla giustizia. Qui, c'è il sottosegretario competente del dicastero della giustizia; allora, lo pregherei di rendersi conto della bontà di questo emendamento che non fa che prendere atto di un'osservazione, di un'osservazione tecnica, che è stata posta da un autorevole organismo della Camera, deputato a valutare la qualità della nostra normazione e a dare una risposta di tipo processuale. Senza questo emendamento, senza l'accoglimento di questo emendamento rischiamo di creare una nebulosa su quali siano i processi da considerarsi pendenti e, quindi, rischiamo che l'intervento normativo non abbia l'efficacia sperata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Purtroppo, oggi, è un dispiacere che a noi - a Fratelli d'Italia, che si è candidata ad essere opposizione del PD, a governare contro il PD e le teorie del PD - l'atteggiamento di una maggioranza ci spinga a fare un'opposizione insieme al PD. Non è nostra intenzione; noi abbiamo sempre detto di avere un atteggiamento diverso, di voler costruire, di voler votare anche con questa maggioranza, con intenti costruttivi, nel caso in cui avanzasse proposte. Ci sono atteggiamenti di presidenti di Commissione e di sottosegretari che sono accoglienti anche quando noi dobbiamo votare contro, però, poi, dà fastidio che qui si venga trattati con sufficienza, quasi con fastidio, si venga a essere trattati come figli di un Dio minore, come se noi dovessimo avanzare delle proposte irricevibili. È questa forse la lezione più grande che il sottosegretario, che il Ministro devono imparare, che noi qui siamo abituati, nella nostra vita, e concludo, a masticare politica. Possiamo stare notti intere a discutere di politica senza mai stancarci.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Onorevole Presidente, spiace vedere questa posizione preconcetta del Governo; perché è una posizione preconcetta? Perché questo emendamento, che è un emendamento migliorativo, che indica una soluzione, non viene preso assolutamente in considerazione. Noi vogliamo entrare nel merito della questione, non subire posizioni preconcette come è accaduto per tutta la giornata, in questa situazione. Noi vogliamo veramente capire cosa c'è dietro questa cessione di immobile, proprio perché stiamo parlando di giustizia. Ribadisco, quindi, che non si può entrare in un paradosso, anche perché sicuramente i cittadini di Bari avranno a cuore e vorranno sapere, vorranno e pretenderanno trasparenza su questa situazione. Quindi, è veramente gravissimo non analizzare e non approvare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.

WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Solo per sottolineare che, da questa mattina, ci troviamo in una seduta d'Aula con un argomento importante per gli italiani e non soltanto ovviamente per il Ministro che ritiene, in qualche modo, di non dover dare risposta alle nostre domande, ma ancor di più per esautorare quello che è il compito di quest'Aula di poter apportare delle correzioni rispetto a degli errori tecnici, come in questo caso la data di pendenza dei processi. È proprio vero che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, ma, soprattutto, nel momento in cui proviene dalla parte politica che ieri accusava quella maggioranza di non trovare ascolto e, soprattutto, di avere esautorato quello che è il compito prioritario di questa Assemblea, credo che dimostri che, alla fine, nulla è cambiato, forse, tutto è peggiorato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fatuzzo. Ne ha facoltà (Applausi).

CARLO FATUZZO (FI). Presidente, sono Carlo Fatuzzo, eletto in Forza Italia, ma parlo a titolo personale come segretario nazionale del Partito Pensionati (Applausi). Non volevo intervenire, non volevo…

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia…

CARLO FATUZZO (FI). Ma poi ho trovato tanti pensionati che mi hanno telefonato e mi hanno detto: ma cosa state facendo?

PRESIDENTE. Collega Fatuzzo, si attenga all'emendamento.

CARLO FATUZZO (FI). Noi aspettiamo l'abrogazione della legge Fornero.

PRESIDENTE. Collega Fatuzzo, si attenga all'emendamento, al contenuto dell'emendamento.

CARLO FATUZZO (FI). Quindi, questo emendamento, lei voti a favore; ed è per questo che io voterò a favore dell'emendamento. Viva i pensionati! Pensionati, all'attacco (Applausi)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Interverrò e, intanto, posterò un messaggio al Ministro Bonafede, almeno nella speranza che, dal momento che non rispetta il Parlamento, possa rispondere, almeno, al messaggio con lo stesso testo dell'intervento. Caro Ministro, almeno sui tempi della sospensione dei processi pendenti, permetta ai suoi deputati di votare liberamente l'emendamento che li porta al 30 settembre. Ecco, l'abbiamo postato sulla sua pagina personale; perché questo Ministro, questo Governo e questa maggioranza pensano che l'Italia sia una realtà virtuale e non rispettano né il Parlamento, né i cittadini; non siete capaci neanche di gestire un decreto che è, sì, d'urgenza, ma su un problema talmente evidente su cui tutti sono d'accordo; veramente, fate una riunione di maggioranza anche con la Lega che evidentemente non reagisce e traetene le conseguenze (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (PD). La ringrazio, Presidente. Lei non me ne voglia se… anzi, in applicazione del Regolamento, tramite lei, io mi rivolgo in particolare ai deputati del mio gruppo, pregandoli di fare particolare attenzione, a quelli che sono in Aula, ma soprattutto a quelli che sono fuori dall'Aula. Da questo momento, colleghi, in base a quanto abbiamo stabilito oggi nell'assemblea del nostro gruppo, scatta lo schema 2 - per favore -: le pere sono mature e l'albero è spoglio; ripeto, le pere sono mature e l'albero è spoglio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Pregherei tutti i deputati del mio gruppo, dentro e soprattutto fuori di quest'Aula, di prenderne atto e di mobilitarsi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo più volte rilevato anche in Commissione quanto le millantate certezze annunciate più volte in tutte le sedi da questo Governo sui tempi e i modi del ripristino di un effettivo funzionamento della giustizia a Bari siano totalmente campati in aria.

Anche l'intervento di oggi del Ministro ci ha confermato che non c'è alcuna certezza che neanche al 30 settembre si possa realmente poter disporre, né tanto meno in via stabile e definitiva, di un immobile idoneo con un trasferimento effettivo e definitivo di tutte le strutture.

Anche per questo motivo, questo emendamento, che tenta di porre una maggiore chiarezza e certezza sui termini dei processi pendenti, credo che vada accolto non come opposizione, ma come miglioramento costruttivo da parte dei proponenti. Quindi siamo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, vi chiedo di consentire ai vostri colleghi di intervenire.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gribaudo. Ne ha facoltà. Non c'è, si intende che vi abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lepri. Ne ha facoltà.

STEFANO LEPRI (PD). Sì, grazie, Presidente. Io volevo dare un suggerimento al sottosegretario, perché a suo tempo ha parlato di rilievi. Io non aggiungo l'aggettivo, però mi pare importante farle un rilievo: se lei fa la somma, e sicuramente l'ha fatta o l'ha fatta fare, di quanto ci costerebbe il canone d'affitto sommando gli anni che dovremmo pagare e teniamo conto di quanto il proprietario ha pagato quell'immobile, lei vedrà che in quegli anni il proprietario si rifà di quanto ha pagato e ha pure un vantaggio.

Allora, le do un suggerimento molto semplice, le cito un articolo che sicuramente lei conosce, l'articolo 42, comma 3, della Costituzione: “La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d'interesse generale”. Faremo un ordine del giorno per sollecitarla in questo senso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mancini. Ne ha facoltà.

CLAUDIO MANCINI (PD). Grazie, Presidente, colleghi, mi ha molto sorpreso, nell'intervento del Ministro Bonafede, l'assenza di riferimenti al fatto più inquietante di cui siamo venuti a conoscenza oggi in Aula, cioè che l'immobile individuato come sede del palazzo di giustizia di Bari sia passato di proprietà appena tre mesi fa, prima della perizia che ha disposto l'inagibilità del palazzo di giustizia. Come non domandarsi se qualcuno avesse intuito che sarebbe arrivata l'emergenza e che quell'emergenza poteva valorizzare l'investimento fatto? Io voglio credere alla buonafede, non voglio pensare che qualcuno nelle istituzioni abbia suggerito o peggio aiutato, ma la strada per fugare i dubbi c'è: ci si orienti su un immobile pubblico, di cui c'è disponibilità immediata.

Ho l'impressione che il silenzio della maggioranza copra un imbarazzo che comprendo, ma un atto di libertà sarebbe approvare questo emendamento e dimostrare di essere veramente liberi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bignami. Ne ha facoltà.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Grazie, Presidente. Noi abbiamo posto degli interrogativi in ordine alla legittimità della procedura su cui ha riferito in Aula il Ministro e, fino ad oggi, fino a questo momento, non abbiamo ricevuto alcun tipo di risposta da parte degli esponenti autorevoli del Governo che siedono ai banchi dinanzi a noi.

Pertanto, non possiamo che ritrovarci a dover reiterare la richiesta per sapere se si è svolta quella forma di controllo prevista dall'articolo 213 del codice degli appalti, che delega ad ANAC la possibilità, anzi il dovere, laddove operi l'articolo 117 del codice, che esclude questo tipo di contratti dalle procedure ad evidenza pubblica, se abbia operato per questa procedura una forma di controllo dell'ANAC, come previsto dall'articolo 213 e precisato dal Consiglio di Stato in un parere reso il 10 maggio 2018, o, in alternativa, laddove questo sia da qualificare come un contratto misto, e non, quindi, di pura e semplice locazione, se…

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia. Mi scusi, onorevole Bignami.

GALEAZZO BIGNAMI (FI). Grazie, Presidente. E pertanto, nel contesto di una procedura di locazione con contratto misto e non quindi di semplice e pura locazione, si sia ritenuto di adeguarsi alle prescrizioni della recente giurisprudenza amministrativa, che appunto qualifica il medesimo come necessitante di procedura ad evidenza pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vietina. Ne ha facoltà.

SIMONA VIETINA (FI). Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, io credo che in quest'Aula si debba procedere con un unico intento: il bene comune, quindi procedere secondo buonsenso, ma ditemi dov'è il buonsenso in quest'Aula. Se la minoranza propone delle migliorie all'azione del Governo, un Governo attento ai cittadini, un Governo del cambiamento le deve cogliere in uno spirito di collaborazione per il bene comune. L'oggettiva e giusta obiezione fatta in merito alla difficoltà di comprendere quali procedimenti siano considerati pendenti mi sembra sufficiente…

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

SIMONA VIETINA (FI). …per comprendere che si deve iniziare a lavorare insieme con un unico intento, come ho detto all'inizio del mio intervento, per il bene dei cittadini che rappresentiamo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO (FDI). Grazie, Presidente. L'approccio del gruppo Fratelli d'Italia a questo dibattito è stato ed è assolutamente costruttivo. Noi nella prima fase dello stesso abbiamo cercato di evidenziare le incongruenze e i coni d'ombra legati al fatto che il tribunale potesse essere o possa essere allocato in una proprietà legata, pare, a una società legata alla malavita organizzata. Abbiamo posto il nostro contributo e stiamo cercando di migliorare lo stesso decreto in maniera costruttiva.

Ora, ci troviamo di fronte, invece, a un'ulteriore intervento, che riguarda aspetti giuridici, che è stato maturato dall'opposizione che cerca di migliorare il testo. Ci troviamo di fronte, nuovamente, un muro. Non capiamo questo atteggiamento “capotico” della maggioranza, noi siamo qui per costruire insieme e per il bene della nostra Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Novelli. Ne ha facoltà.

ROBERTO NOVELLI (FI). Grazie, Presidente. La domanda che ci si pone è perché continuate - e parlo alla maggioranza - a mantenere questa rigidità dannosa su un provvedimento già di per sé confuso e dannoso, verso le proposte che una minoranza responsabile sta cercando di fare e di farvi applicare per migliorare uno strumento che non porterà a nulla di buono. Ed è per questo che io continuo ad insistere, come molti altri colleghi, dicendo: ma come, se il parere del Comitato per la legislazione, quello dei magistrati, degli auditi, spiega chiaramente - e leggo testualmente - che non è specificato a quale data gli stessi, e parlo dei processi penali pendenti, fanno riferimento, perché continuate a mantenere questa rigidità? Voi volete lo scontro, ma il muro contro muro non porterà a niente di buono, siate responsabili (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (PD). Grazie, Presidente. Volevo dire, riprendendo l'intervento del collega Giachetti: non c'è nessuna speranza che questa maggioranza ascolti i consigli, tanto meno di chi non fa mistero di esprimere con la dovuta forza quello che pensa di loro, però dico solo questo: non adottate un atteggiamento del genere, perché pensare anche in buona fede, come sono sicuro abbiate, che la risposta a quel problema particolare, quello del tribunale di Bari, sia una risposta che è stata ampiamente dimostrata essere non quella corretta dagli operatori del settore e dal dibattito di questa mattina, non è la strada giusta per cominciare a risolvere, anche dal vostro punto di vista, i problemi di questo Paese.

Non fate questo e non adottate l'atteggiamento sbagliato che qui in quest'Aula è stato adottato e dal Ministro Bonafede e dal sottosegretario. Non lo fate, perché non è, come diceva qualcuno, né dell'interesse del Paese, né del vostro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI). Presidente, sono contento che lei presieda l'Aula questa sera, però sono dispiaciuto, perché avrei voluto continuare con le mie espressioni di apprezzamento per il Presidente e per quello che ha fatto questa mattina, mettendoci in grande difficoltà, mettendo in grande difficoltà il Parlamento solamente per una presa di posizione che assolutamente, credo anche coloro i quali sono più vicini alle sue idee, non hanno assolutamente compreso. È una situazione, quella del tribunale di Bari, assolutamente assurda, ma ancora più assurdo, devo dire, è quello che questa maggioranza, questa mattina, questo pomeriggio, questa sera, ha voluto portare in quest'Aula: l'assoluta incapacità di ascolto di minoranze che avevano e hanno solamente l'intenzione di dare un contributo positivo a quella che è stata un'iniziativa assolutamente negativa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Miceli. Ne ha facoltà.

CARMELO MICELI (PD). Presidente, in questa situazione grottesca credo di poter definire un emendamento come quello che stiamo trattando un emendamento sentinella, perché meglio di ogni altro emendamento mette in evidenza la sensibilità della maggioranza. Infatti, non esiste chi non abbia visto e sentito provenire dai rappresentanti della magistratura, dai rappresentanti dell'avvocatura, da tutte le forze politiche di opposizione e financo dagli organismi previsti per il miglioramento della legislazione, un segnale chiaro, un'invocazione netta: aggiungete quelle parole. In assenza di quelle parole, sappiate che la responsabilità di centinaia e centinaia di ricorsi per Cassazione sarà solo ed esclusivamente vostra (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Presidente, ieri il Ministro Bonafede, in Commissione giustizia, ha evidenziato che ci sarebbe stata una leale collaborazione tra la maggioranza e l'opposizione. Questa leale collaborazione, però, non si è ancora vista. Sono stati presentati ventuno emendamenti in Commissione su questo provvedimento - ventuno, non duecento -: tutti pareri negativi.

In Aula abbiamo presentato venti, ventuno, ventidue emendamenti e, salvo una riformulazione minima, su tutti è stato espresso parere negativo.

Ebbene, oggi c'è un emendamento che non è nostro, è del Comitato della legislazione, che è presieduto da una deputata del MoVimento 5 Stelle, quindi un emendamento tecnico: un segnale da parte della maggioranza e del Governo potrebbe essere l'accoglimento di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Migliore. Ne ha facoltà.

GENNARO MIGLIORE (PD). Presidente, devo dire che mi sarei aspettato, anche visto l'infoltimento della schiera dei sottosegretari, che vi potesse essere un'interlocuzione maggiore con i presentatori degli emendamenti, cioè la possibilità di contribuire anche attraverso una normale dialettica democratica, che è stata rifiutata in principio proprio dall'atteggiamento assolutamente arrogante che è venuto qui a tenere il Ministro Bonafede.

Mi aspetterei che nell'accoglimento di questo emendamento si facesse un passo in avanti, una disponibilità che, invece, in questo momento non riesco a vedere e che spero possa essere chiarita anche dal sottosegretario alla giustizia qui presente, che possa in maniera un po' più precisa spiegare le motivazioni per le quali questa collaborazione non può esistere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sarro. Ne ha facoltà.

CARLO SARRO (FI). Presidente, stamane abbiamo ascoltato dal rappresentante del Governo, dopo un lungo e imbarazzato silenzio, che la procedura posta in essere, quella di evidenza pubblica, cui ha fatto riferimento anche il Ministro nel suo intervento oggi pomeriggio, avrebbe visto la partecipazione di sei offerte. Di queste offerte, quattro sarebbero state scartate immediatamente, perché di immobili privi dell'idoneità dal punto di vista urbanistico, e altre due sarebbero state scrutinate, e tra queste due sarebbe stata selezionata poi l'offerta che ha generato le grandi perplessità e le preoccupazioni in ordine ai presunti rapporti della proprietà con ambienti della criminalità organizzata, mentre la seconda offerta è stata scartata perché, come ci ha detto il rappresentante del Governo, l'edificio sarebbe privo di ambienti idonei per l'archivio.

Tutto questo significa che, andando all'esclusione dell'offerta aggiudicataria, non è tecnicamente possibile, in base ai dati che ci ha fornito il Governo, che si provveda allo scorrimento della graduatoria. Sarà necessario reiterare la procedura e, considerati i tempi ordinari, ribaditi anche dal Ministro, assolutamente incompatibili con la data del 30 settembre...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Morani. Ne ha facoltà.

ALESSIA MORANI (PD). Presidente, questo emendamento, l'emendamento 1.3, dell'onorevole Sisto, è un emendamento importante, poiché è questa mattina che stiamo provando a far capire a questa maggioranza e al Governo che si tratta di un decreto molto dannoso per la giustizia del circondario di Bari, ha provato a dirlo anche il collega Cosimo Ferri. Questo decreto, così com'è, produrrà delle nullità e questo emendamento presentato dall'onorevole Sisto tenta di dare una mano a questa maggioranza, tenta di aiutare il Governo a produrre un decreto che faccia meno danni possibili, perché sono stati gli stessi attori della giustizia, il presidente del tribunale di Bari, il presidente della corte d'appello ed anche la camera penale di Bari e l'ordine degli avvocati, a dirci che sarà un decreto molto dannoso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nevi. Ne ha facoltà.

RAFFAELE NEVI (FI). Presidente, io ho un po' di esperienza nelle istituzioni (comune, regione), e quello cui ho assistito questa mattina è veramente una cosa incredibile, che ha veramente dell'inverosimile, con un Governo totalmente silente rispetto al Parlamento che chiedeva una semplice spiegazione, una semplice attenzione per un provvedimento molto importante, visto che è venuto fuori qualcosa di rilevante sulla stampa odierna. Pensavo che nel pomeriggio si risolvesse la questione, invece si è addirittura aggravata con l'intervento del Ministro.

Ma quello che mi ha colpito ancora di più, come ha detto benissimo l'onorevole Bartolozzi, è questo parere del Comitato per la legislazione, che è presieduto da un grillino, che dice una cosa gravissima sulla certezza del provvedimento e che, invece, non viene recepito dalla relatrice. Veramente siamo alle comiche finali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Presidente, intanto le faccio i complimenti per la Presidenza, perché se questa mattina ci fosse stata lei, probabilmente non saremmo qui in Aula stasera (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati del gruppo Partito Democratico).

Devo dirlo, e l'ho detto prima al Presidente Fico: stamattina il Presidente Fico ha sbagliato di brutto; scusi, Presidente, se lo dico. Voglio usare un termine di un collega, che diceva prima che questo emendamento è un emendamento sentinella. Ha perfettamente ragione, perché questo emendamento è dice, caro sottosegretario Ferraresi, una cosa giusta, lo dicono i tecnici del diritto.

Quindi l'appello che faccio a lei, ma che faccio soprattutto ai relatori, è quello, in qualche maniera, di ragionare, fare un passo indietro, avere un po' di umiltà e ammettere questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole. Vi chiedo sempre naturalmente di attenervi al merito della discussione e al contenuto degli emendamenti di cui stiamo discutendo. La Presidenza comunque è unica e quindi vi chiedo per cortesia di non sindacare i comportamenti, gli atteggiamenti e le decisioni del Presidente della Camera.

CARLA GIULIANO, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLA GIULIANO, Relatrice. Grazie, Presidente. Presidente, la norma è assolutamente chiara e ogni ulteriore specificazione è assolutamente ultronea. Invito i colleghi a leggere il testo della norma da cui si evince chiaramente che i procedimenti penali pendenti e i processi penali pendenti interessati dalla operatività del decreto-legge sono quelli pendenti alla data di emanazione del decreto-legge e quelli pendenti fino alla data del 30 settembre 2018. Onestamente non capisco le considerazioni che sono state fatte qui in Aula e non posso che ritenerle critiche assolutamente inutili e inopportune. Tra l'altro l'unica cosa che accolgo con piacere è che, dopo - credo - quasi dodici ore che siamo in Aula, finalmente siamo tornati a parlare del testo del provvedimento e dell'oggetto quindi del decreto-legge perché tutto abbiamo sentito oggi in quest'Aula tranne che questo aspetto specifico. Presidente, sottolineo, a differenza della sordità di cui ho sentito parlare in quest'Aula, che la Commissione dopo un attento esame di tutti gli emendamenti presentati, ha espresso parere favorevole con riformulazione su un emendamento presentato. Quindi non ritengo assolutamente che si possa parlare di sordità e non è accettabile parlare di sordità quando è la sordità di chi oggi la rivendica che ci ha portato nella situazione emergenziale degradante e disperata del tribunale di Bari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mura. Ne ha facoltà.

ROMINA MURA (PD). Signora Presidente, attraverso di lei mi rivolgo al Governo del cambiamento e adesso alla relatrice che ha appena chiarito che non cambieranno niente e che quindi non avranno l'umiltà di prendere atto del dibattito serio che si sta facendo qui dentro. Noi restiamo convinti che attraverso le disposizioni contenute nel decreto-legge stiate facendo tutto meno che un buon servizio al sistema giudiziario del circondario di Bari, così come diceva la collega Morani. State inoltre mettendo a rischio i diritti dei cittadini pugliesi costituzionalmente garantiti. Pertanto noi vi chiediamo ancora di riflettere umilmente, di relazionarvi con quelli che sono stati anche i pareri acquisiti nel corso delle audizioni e di approvare l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nobili. Ne ha facoltà.

LUCIANO NOBILI (PD). Grazie, Presidente. Sarebbe per noi molto importante riuscire a continuare a stare al merito della questione dell'emendamento che è molto importante. Montesquieu ci ricordava che una giustizia ritardata è una giustizia negata e le scelte che il MoVimento 5 Stelle e il Governo stanno attuando stanno mettendo nel totale caos il tribunale di Bari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Tuttavia mi consenta, Presidente, lei capisce che è davvero complicato stare al merito della questione del primo provvedimento portato in Aula dalla maggioranza in quattro mesi se abbiamo un Ministro della giustizia che scambia quest'Aula per la sala d'aspetto del suo volo per Innsbruck; abbiamo un sottosegretario che ci minaccia e non conosce la Costituzione; abbiamo una relatrice che ci comunica che non sa cosa significa scrivere “pendente al 30 settembre” e abbiamo il MoVimento 5 Stelle che per comunicarci la posizione ufficiale attende i post su Facebook della Casaleggio associati. Metteteci in condizioni di lavorare, vi imploriamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Noja. Ne ha facoltà.

LISA NOJA (PD). Grazie Presidente, sono molto preoccupata per l'andamento dei lavori. Abbiamo cominciato questa mattina con il sospetto più grave per un Paese come il nostro che ha subìto tante morti di cittadini e cittadine per mano della mafia ed è il sospetto che ci possa essere un qualunque tipo di collusione tra la mafia, quella mafia, e il proprietario dell'immobile individuato come sede temporanea del tribunale di Bari. Tale individuazione è stata confermata oggi dal Ministro della giustizia. Ora emerge una totale chiusura a considerare emendamenti che sono volti a superare criticità gravi sollevate dagli stessi operatori che per primi dovranno operare nel tribunale. Stiamo parlando del luogo in cui i cittadini devono recarsi per tutelare i loro diritti proprio e anche di fronte alle organizzazioni criminali. Ora nella mia lunga esperienza professionale sono abituata a pensare che quando qualcosa non è chiaro è meglio fermarsi…

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Noja.

LISA NOJA (PD). … ed è meglio ascoltare chi ha dubbi interpretativi. Vi invito a farlo perché su un provvedimento così delicato ci vuole limpidezza, chiarezza ed efficacia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pagani. Ne ha facoltà.

ALBERTO PAGANI (PD). Grazie, Presidente. Presidente, la nostra discussione è iniziata male da questa mattina. Purtroppo è cominciata male perché, di fronte all'esercizio legittimo della prerogativa dell'opposizione di chiedere un chiarimento su un punto che oggettivamente è un punto abbastanza opaco della vicenda, i rappresentanti del Governo e della maggioranza, anziché rispondere in modo collaborativo che i chiarimenti possono essere utili e gli approfondimenti possono essere fatti come poi il Ministro ha scritto su Facebook, hanno mostrato un atteggiamento che ha introdotto nel nostro dibattito un'iniezione inutile di diffidenza, di rigidità e che ci ha portato per alcune ore a discutere con una certa difficoltà di un provvedimento che in realtà sarebbe necessario correggere ed approvare.

PRESIDENTE. Deve concludere.

ALBERTO PAGANI (PD). Ora ritengo che il Ministro abbia commesso un errore ma non è mai troppo tardi per correggere gli errori.

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pellicani. Ne ha facoltà.

NICOLA PELLICANI (PD). Grazie, Presidente. Siamo qui da molte ore. Credo che oggi il Governo del cambiamento abbia scritto davvero una brutta, brutta pagina. Di fronte al primo provvedimento ha dimostrato non solo tutta la sua inadeguatezza ma soprattutto poca trasparenza. Il silenzio dei rappresentanti del Governo questa mattina e il comizio del Ministro questo pomeriggio sono stati non solo imbarazzanti ma anche offensivi per quest'Aula. Il MoVimento 5 Stelle che ha la pretesa di parlare a nome del popolo è rimasto zitto di fronte alla notizia pubblicata da la Repubblica a dir poco imbarazzante. Mi riferisco all'intenzione di prendere in locazione un immobile per il tribunale di Bari da un imprenditore in odore di mafia. Presidente, se questo è il Governo del cambiamento, iniziamo davvero male (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pezzopane. Ne ha facoltà.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Presidente, l'emendamento presentato dal collega Sisto è da condividere. Per questo interveniamo a supporto di una iniziativa che può aiutare il decreto-legge a migliorare il suo impatto così come altri colleghi hanno anticipato. Il rischio è proprio che il decreto-legge non solo non risolva i problemi ma li aggravi inserendo al posto della certezza del diritto una insistente, voluta e convinta incertezza del diritto. Dunque sul decreto e sul dibattito pesa inoltre l'ombra enorme della mancata chiarezza su un punto serio e importante che vi dovrebbe stare molto a cuore, a voi Governo del cambiamento, a voi deputati e parlamentari che intendete cambiare le regole del gioco così non solo non le cambiate…

PRESIDENTE. Deve concludere.

STEFANIA PEZZOPANE (PD). …ma le state gravemente inquinando.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piccoli Nardelli. Ne ha facoltà.

FLAVIA PICCOLI NARDELLI (PD). Presidente, intervengo sull'emendamento 1.3, pur sapendo che ormai la questione non è più il tema della Commissione giustizia, non è più il problema del Ministro Bonafede e della sua presenza o meno in Aula, e non è nemmeno più quello della sede del tribunale di Bari. Il problema ormai è quello del corretto rapporto fra Governo e Parlamento, anzi, del ruolo del Parlamento; un ruolo che ha una storia consolidata, che si radica nella corretta interpretazione della Costituzione, ma che viene da una tradizione fondamentale per la storia del parlamentarismo. Questo ruolo oggi si impone come un problema di metodo. Affrontare problemi complessi esige attenzione e competenza, noi questo chiediamo al Governo; lo chiediamo per i cittadini che hanno bisogno di garanzie e che hanno bisogno di certezze. Così questo emendamento, rispetto al testo di un decreto-legge come questo, si propone di fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pini. Ne ha facoltà.

GIUDITTA PINI (PD). Grazie, Presidente. Siamo davanti a un emendamento che la scorsa legislatura, con una retorica a dir poco nauseante, sarebbe stato chiamato, per l'ennesima volta, “un emendamento di buonsenso”. Questo è un emendamento che ha e porta il parere del Comitato per la legislazione; quindi non è solo buonsenso, è quello che serve per evitare che il Parlamento legiferi in modo che possa creare dei danni ai cittadini. Ora capisco l'imbarazzo, capisco l'imbarazzo dei colleghi dei 5 Stelle, che si sono trovati per la prima volta a discutere il primo provvedimento del Governo del cambiamento dopo alcuni mesi e si trovano in questa situazione.

Lo capisco, sono sinceramente solidale con voi, ma non basta. Allora facciamo così: visto che Morrone aveva detto una cosa, poi la Sarti ha detto un'altra cosa, L'Abbate ha detto un'altra cosa ancora, Ferraresi ha letto il post e poi lo ha interpretato, la relatrice ci può spiegare, anzi lo può spiegare a me…

PRESIDENTE. Deve concludere.

GIUDITTA PINI (PD). …che cosa intende quando interviene con “procedimento pendente”(Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Quartapelle. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Presidente, sono sinceramente sconcertata dall'andamento della discussione della giornata di oggi: doveva essere una giornata importante per voi, finalmente arriva in Aula il vostro primo provvedimento; meglio tardi che mai, visto che sono quaranta giorni che il Governo è insediato. E, invece, la vostra arroganza, la vostra caparbietà nel voler continuare senza ascoltare nessuno, ha reso a voi stessi questo provvedimento molto problematico. Prima non avete voluto prendervi neanche qualche minuto di riflessione sul luogo dell'affitto del palazzo, ora non volete prendere in considerazione questa vicenda della data. Questo modo di forzare, questa arroganza dei numeri tradisce la vostra idea di democrazia. Voi pensate che la democrazia sia la dittatura del più forte, ma non è così. La democrazia è un'altra cosa: è ascolto, è attenzione al merito, è risolvere i problemi. Non vedo nulla di tutto questo nel vostro atteggiamento su questo provvedimento oggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rizzo Nervo. Ne ha facoltà.

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente. Nella giornata di oggi è successo davvero di tutto: deputati di maggioranza che ci sfidavano con dichiarazioni apodittiche, dicendo “abbiamo ragione noi” o “avete ragione voi” sul fatto che fosse stato scelto l'immobile. Un sottosegretario che, smentendo il collega di maggioranza, chiariva che avevamo ragione noi. Abbiamo visto scazzottate, abbiamo visto un comizio, fra una valigia e l'altra, del Ministro Bonafede. Ora sarebbe l'ora di un po' di concretezza dopo un simile spettacolo. Una data, colleghi, una data come piccola certezza in mezzo a molti dubbi lasciati irrisolti da questa giornata.

Invece, siamo davanti ancora a una sorda chiusura da parte della maggioranza dopo una mattina in cui è stata anche piuttosto muta. Non vorremmo che la democrazia diretta, e concludo, elevata a dicastero, fosse “ascolto, me ne frego e vado avanti”. Ecco, in questo non ci sarebbe alcun cambiamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Andrea Romano. Ne ha facoltà.

ANDREA ROMANO (PD). Siamo di fronte a un'ennesima espressione di arroganza della maggioranza nel non voler discutere un emendamento di merito come questo. La stessa arroganza rivendicata poco fa dalla relatrice, che ha portato il Ministro Bonafede questa mattina a non rispondere nel merito sul tema dell'immobile, che porta il Ministro Bonafede a non voler rispondere all'interrogazione dell'onorevole Vazio o del senatore Parrini relativa ai suoi rapporti con Lanzalone. È ancora più grave oggi perché è un emendamento, questo, non solo di buonsenso, ma che va nella direzione di rendere almeno a Bari la giustizia più veloce e più vicina, quindi, ai bisogni dei cittadini, rafforzando la cultura di diritto.

Ed è un emendamento che davvero dovrebbe essere accolto, se non ci fosse, anche in questo caso, da parte di una maggioranza che riesce solo oggi a portare in Aula il suo primo provvedimento, una stolida arroganza e incapacità di affrontare nel merito proposte efficaci come quella che noi abbiamo fatto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, mi pare di capire che vi sia un'intesa tra tutti i gruppi nel senso di concludere l'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti al decreto-legge in esame nella seduta di oggi e di rinviare alla seduta di martedì 17 luglio le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale sul provvedimento, quale primo argomento all'ordine del giorno, a partire dalle ore 10, con votazioni non prima delle ore 11. Sempre in base alla medesima intesa, il seguito dell'esame del provvedimento recante l'istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie sarà iscritto all'ordine del giorno della stessa seduta di martedì 17 luglio, dopo la conclusione dell'esame del decreto-legge recante la sospensione dei termini processuali relativi al tribunale di Bari.

Seguiranno, naturalmente, gli argomenti già previsti.

Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.

(Così rimane stabilito).

Procediamo, quindi, con l'esame degli emendamenti.

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Grazie, Presidente. Come lei ha riferito, visto che c'è un'intesa tra i gruppi, che, ovviamente, consideriamo positiva, volevo segnalare che ritiriamo gli ordini del giorno che abbiamo presentato e ritiriamo anche le previste iscrizioni ad intervenire a titolo personale fin qui presentate.

SIMONE BALDELLI (FI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Sull'ordine dei lavori, immagino.

SIMONE BALDELLI (FI). Sull'ordine dei lavori, per annunciare alla Presidenza il ritiro degli ordini del giorno a firma dei colleghi del gruppo di Forza Italia.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Immagino sull'ordine dei lavori anche lei, prego.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Presidente, condividendo lo spirito dell'intesa, annuncio anche io il ritiro degli ordini del giorno del gruppo di Fratelli d'Italia e delle iscrizioni a parlare che dovevano esserci rispetto agli emendamenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Sisto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.51 Vitiello.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vitiello. Ne ha facoltà.

CATELLO VITIELLO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, questo emendamento è il primo dei cinque che abbiamo presentato come gruppo all'interno della Commissione e, per una questione di metodo, voglio precisare che chi vi parla in Commissione, come in quest'Aula, ha cercato di partire col piede giusto, ricordando a tutti quanti, a tutti gli interlocutori, che abbiamo votato la fiducia al Governo del cambiamento.

Tutti gli emendamenti proposti erano di carattere costruttivo e assolutamente volevano contribuire a migliorare il prodotto legislativo. In che modo? Non abbiamo presentato una pregiudiziale, sebbene poi abbiamo votato a favore della stessa e vi spiegherò il motivo. Non abbiamo presentato un emendamento - scusatemi è un po' tardi; non ho preso la parola fino ad ora, ho ascoltato attentamente tutti quanti ed è stato abbastanza complicato - in sostituzione dell'articolo 1, bensì di accompagnamento all'articolo 1, perché poi vedrete che c'è un articolo 1-bis proprio perché abbiamo compreso, fin dall'inizio, l'esigenza del Governo di sopperire ad una mancanza e ad una tragica situazione nel distretto del tribunale di Bari.

Detto questo, il metodo era soltanto uno ed era quello che mi aspettavo anche dalla maggioranza, anche in Commissione, e che mi ha profondamente deluso: quello dell'ascolto degli auditi, perché, intervenuti in Commissione, ci hanno rappresentato la loro assoluta difficoltà a digerire un decreto-legge così come confezionato dal Governo del cambiamento, perché pensare di risolvere il problema delle tende sospendendo i termini processuali e sostanziali del tribunale di Bari è assolutamente paradossale.

Bisognava accompagnare naturalmente la sospensione, questa sospensione, con alcuni accorgimenti: uno di questi è questo emendamento 1.51, perché chi vi parla ha ascoltato con attenzione la circostanza che la corte d'assise non si trova all'interno dello stesso stabile e questo è il primo punto. Secondo: il procedimento penale, cioè le indagini, vanno avanti. Il procuratore aggiunto facente funzioni ha detto che le indagini le fanno, quindi tutte le indagini, anche e soprattutto quelle che poi porterebbero ad un processo dinanzi alla corte d'assise, vengono svolte.

Allora, per maggiore chiarezza - e ho concluso - ho ritenuto e abbiamo ritenuto, come gruppo, di…

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

CATELLO VITIELLO (MISTO-MAIE). …specificare la necessità di escludere la corte d'assise dal provvedimento di sospensione.

PRESIDENTE. La ringrazio.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.51 Vitiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.5 Sisto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, veramente un minuto. Intervengo soltanto per radicare una nullità insanabile che sarà caratteristica di questo provvedimento. Noi proponiamo di sopprimere i termini di durata della fase delle indagini. Ci hanno detto, nelle audizioni, che le indagini continuano e noi le sospendiamo. Le indagini continuano; facile prevedere un'eccezione di inutilizzabilità di quelle indagini e, sull'onda di questa nullità, voteremo favorevolmente su questo emendamento.

CARLA GIULIANO, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLA GIULIANO, Relatrice. Grazie, Presidente. Rassicuro chi vuole presentare questo emendamento che basta leggere di nuovo il testo della norma per capire che ciò che è sospeso nei procedimenti penali pendenti è il termine di durata massima delle indagini e non le indagini preliminari, che ovviamente vanno avanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Sisto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.6 Vitiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.8 Sisto, 1.9 Miceli e 1.10 Vitiello.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, questo è un intervento concordato con i gruppi perché afferisce ad uno dei temi più gravi che riguardano questo decreto-legge, se si può chiamare decreto-legge un'accozzaglia di violazioni costituzionali, di opacità, di impossibilità e di impenetrabilità di comprensione di quello che è scritto.

È evidente che il tema della prescrizione, dell'articolo 159 del codice penale, è un vulnus su cui non si può non dire la propria. La pregiudiziale di costituzionalità è stata respinta dall'Aula, è vero, ma è evidente che sulla Costituzione i ripensamenti sono sempre non solo possibili, ma auspicabili.

Che cosa accade in antinomia con quanto la Corte Costituzionale ha detto ben tre volte? E segnatevi, signori del Governo, queste sentenze, annotatele accuratamente, perché probabilmente ne avrete bisogno nei giudizi dove sarete chiamati per rispondere sulla costituzionalità di questo provvedimento: la sentenza n. 393 del 23 novembre 2006, la pronuncia n. 324 del 1° agosto 2008 (vedo che non state prendendo nota o sì, spero di sì) e l'ordinanza n. 24 del 2017.

Che cosa dicono questi tre provvedimenti - scusate: tre, non uno - della Corte costituzionale? Beh, con molta chiarezza che la prescrizione - immaginate un po' - è un istituto di carattere sostanziale e non processuale: benché si chiami prescrizione e possa sembrare un provvedimento ai profani, in realtà è una causa estintiva del reato per il passare del tempo. Non so se riesco ad essere sufficientemente chiaro, Presidente. E quindi, essendo una causa estintiva del reato, non si può intervenire retroattivamente sulla prescrizione. Ora, voi con questa novità, con questo tentativo di innovazione costituzionale, questa creatività indubbiamente apprezzabile dal punto di vista dell'originalità, molto meno sul piano della conformità ai principi, cercate di entrare a piedi uniti su un tema che non può essere vostro. Non è neanche del legislatore, non è neanche del legislatore - come posso dire? - nella sua più ampia accezione, cioè neanche credo la Corte europea dei diritti dell'uomo potrebbe in qualche modo intervenire su questo tema. Cioè siamo di fronte ad una - come posso dire? - eresia di carattere costituzionale, che, vede, sollecita i sorrisi da parte dei banchi del Governo, ma che non può lasciare l'Aula insensibile.

Quando la Corte ha detto con molta chiarezza (e la sentenza è del 1° agosto 2008, n. 324) che anche gli atti inerenti la disciplina della prescrizione e dei relativi atti interruttivi o sospensivi, e questo è un atto sospensivo della prescrizione, non possono essere ritoccati in peius, facendo pagare agli imputati il conto salato di una giustizia male amministrata, hanno fotografato esattamente questa situazione: una giustizia male amministrata che legittima questo risultato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Ed è vero: la responsabilità di tutto questo non appartiene a questo Governo, appartiene all'allora sindaco Emiliano, appartiene in parte all'attuale sindaco Decaro, è inutile negarlo. Questa è la verità: la politica ha dei responsabili; ma la vostra responsabilità è utilizzare un antidoto peggiore dalla malattia, cioè intervenire sulla malattia con una presunta cura che non farà altro che distruggere un sistema!

Allora io penso che Bari meriterebbe di più. Non solo non meritava un intervento di questo tipo, approssimativo, direi farraginoso, opaco per quello che oggi abbiamo appreso, senza una risposta convincente. Un intervento che in qualche maniera per esempio… E ve lo chiedo formalmente: è passato dall'Anac questo intervento? Siete andati all'Autorità anticorruzione, come la legge prescrive? Non ci siete andati! E se non ci andrete vi faremo andare noi dall'Autorità anticorruzione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Vi faremo andare di filato, perché voi non siete migliori degli altri, siete come gli altri, e quando violate la Costituzione, fatevelo dire, siete peggiori degli altri (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.8 Sisto, 1.9 Miceli e 1.10 Vitiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.52 Ermini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.11 Annibali, 1.12 Sisto e 1.13 Vitiello, su cui c'è una proposta di riformulazione. Chiedo quindi se i presentatori accettino la proposta di riformulazione.

LUCIA ANNIBALI (PD). Sì, Presidente, accettiamo la proposta di riformulazione. Però volevo precisare che questa riformulazione arriva dopo numerose e reiterate richieste di accettazione di questo emendamento: questo non può che certificare una grave vulnus di questo Governo di sensibilità e competenza in tema di violenza maschile contro le donne. Questo voglio che si sappia e sia chiaro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Sisto, accetta la riformulazione?

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Accetto la riformulazione, Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Vitiello, accetta la riformulazione? Benissimo.

CARLA GIULIANO, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLA GIULIANO, Relatrice. Presidente, voglio solo specificare che noi, come abbiamo detto, le cose buone le avremmo tenute in considerazione e così abbiamo fatto in vista dell'Aula (Commenti). Abbiamo soltanto introdotto, proprio a garanzia dei cittadini, questa ulteriore specificazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle):

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.11 Annibali, 1.12 Sisto, 1.13 Vitiello, così come riformulati dalla Commissione e con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9) (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico):

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.14 Ferri.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferri. Ne ha facoltà. Colleghi… Colleghi, per favore.

COSIMO MARIA FERRI (PD). Velocemente, visto che la relatrice parlava di cose buone da accogliere, qui vogliamo specificare i procedimenti che riguardano le misure di prevenzione tra quei procedimenti che non devono essere sospesi. Ricordo a me stesso che le misure di prevenzione sono le misure più efficaci nella lotta alla corruzione, nella lotta contro la criminalità organizzata, e anche per quanto riguarda la lotta alla corruzione relativa agli appalti pubblici.

Valutino la maggioranza e il Governo se sia una cosa buona specificarlo o se sia bene sospendere questi procedimenti, come state facendo col decreto-legge e senza chiarire questo punto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la presidente Sarti. Ne ha facoltà.

GIULIA SARTI, Presidente della II Commissione. Grazie, Presidente. Specifico che le misure di prevenzione non verranno sospese, non vengono sospese da questo decreto, perché il decreto non si occupa di sospendere ciò che è disciplinato dal codice antimafia, ovvero il decreto legislativo n. 159 del 2011. Quindi, il procedimento di prevenzione è al di fuori dell'oggetto di questo decreto-legge e non c'era nessun motivo per accogliere quest'emendamento, proprio perché non possiamo creare un'eccezione laddove non c'è la regola.

Dunque, l'onorevole Ferri saprà meglio di me che questo emendamento era decisamente impossibile da accogliere, proprio perché avrebbe - qui sì - creato delle false interpretazioni. Per cercare di chiarire ancora meglio, ho voluto fare quest'intervento, solo per fare capire ancora di più ciò che già, però, era chiaro dalla norma e dal decreto-legge.

Qui si parla di processi penali, di procedimenti penali pendenti di fronte al tribunale di Bari, alla procura di Bari, e non assolutamente delle misure di prevenzione, che hanno un procedimento completamente diverso rispetto al processo penale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole

Miceli. Ne ha facoltà.

CARMELO MICELI (PD). Grazie, Presidente. Io intervengo solo per segnalare un'allarmante mancanza di conoscenza della funzionalità del tribunale, perché, quando si parla del tribunale, la maggioranza dovrebbe scoprire oggi che, tra le sezioni del tribunale, c'è anche la sezione per le misure di prevenzione. E, quindi, la sezione delle misure di prevenzione è, a tutti gli effetti, interessata da provvedimenti che interessano il tribunale. In questo caso, pertanto, il chiarimento sarebbe non ultroneo, ma doveroso e necessario, per fare quello che volete davvero fare, in conformità, tra l'altro, all'auspicio e all'invito dei magistrati: lotta a Cosa Nostra. Perché la lotta a Cosa Nostra - ve lo assicuriamo noi - non si fa con le chiacchiere, si fa con i provvedimenti concreti. Questo è un provvedimento che lotta a Cosa Nostra non la fa, anzi fa una cortesia a quei palazzinari che gestiscono gli immobili di Cosa Nostra (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 21,08)

CARLA GIULIANO, Relatrice. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLA GIULIANO, Relatrice. Devo solo specificare che la norma dice: “dinanzi al tribunale di Bari”, quindi, non è l'ufficio giudiziario, ma è l'organo decisionale adito. Quindi, tutto quello che ci è stato detto prima è assolutamente inesatto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.14 Ferri, parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.03 Vitiello, con parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01 Sisto, con parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.02 Ermini, con parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Sisto, parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2 Sisto, parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.50 Costa.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vazio. Ne ha facoltà.

FRANCO VAZIO (PD). Presidente, ci riserviamo e mi sono riservato di intervenire su questo ultimo emendamento, recuperando, peraltro, un briciolo di tranquillità e di serenità, rispetto anche a un briciolo di arroganza che è stata dimostrata dalla Presidenza.

Infatti, rispetto alle sicurezze che sono state manifestate dapprima su quello che risulta evidente - cioè che i procedimenti pendenti sono quelli prima e dopo il decreto, cosa che non è vero perché è scritto esattamente il contrario - il Comitato per la legislazione lo ha detto con grandissima chiarezza, così come è stata bypassata la richiesta di emendamento sulle notifiche che anche in questo caso sono state bypassate nella discussione all'interno della Commissione. Sono arrivati a dire nella Commissione bilancio, Presidente, che il 90 per cento delle notifiche avverrà a mezzo di PEC, ma è una stupidaggine enorme perché, nei procedimenti penali, anche semplificando, noi avremo un imputato e un avvocato, e la PEC nella migliore delle ipotesi ce l'ha l'avvocato, quindi è il 50 per cento che non ha la PEC. Quindi, quando si sostiene, in Commissione bilancio, che il 90 per cento dei soggetti è dotato di PEC si dice una falsità, ma questa cosa si riverbera in questo emendamento, quando si sostiene che c'è invarianza finanziaria in presenza di una ovvia spesa; perché se si procede alla notifica a mezzo ordinario si ha una spesa e qui io credo che la Ragioneria dello Stato, gli uffici preposti a verificare questo principio hanno espresso una bollinatura ed un parere assolutamente sbagliato e grave sotto il profilo del precedente; perché non si tratta di spendere con la tasca destra o la tasca sinistra, si tratta di affermare che un provvedimento di questa natura non matura e non produce costi per lo Stato, quando è chiaro che li produce, e questa prova ce la dà la Commissione bilancio quando ci dice che è il 90 per cento - e che, quindi, non è il 100 per cento - che provvede in questo senso. Quindi, io credo che, sotto questo profilo, l'accoglimento di almeno questo emendamento sarebbe un atto di buon senso, ripeto, un atto di buon senso.

Questa cosa, Presidente, provocherà dei danni inenarrabili. Non è vero quello che ha detto il nostro Ministro della giustizia, cioè che tutti sono d'accordo su questo decreto. In audizione, ci hanno detto che non va bene il presidente del tribunale di Bari, il presidente dalla corte d'appello di Bari, ce l'hanno detto gli avvocati. Ma chi glielo deve dire al Ministro che questo decreto non va bene, se tutti gli operatori del diritto di Bari han detto l'esatto contrario? Per questo io credo che ci vorrebbe una maggiore attenzione da parte di chi propone questi decreti e da parte di chi li sostiene in Aula, a partire dal relatore, che dovrebbe essere dotata di maggiore prudenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (FI). Grazie. Dulcis in fundo, ma cercherò di essere breve anche perché non ho speranza che ci sia l'accoglimento di questo emendamento.

Ma, allora, noi abbiamo una clausola di invarianza finanziaria; significa che si prevede che questo decreto non comporti degli aggravi sulle casse dello Stato. Ebbene, la norma prevede che le amministrazioni interessate lavorino con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente. Allora, 60 mila notifiche che derivano da questo decreto debbono essere effettuate con le risorse umane e finanziarie attuali. Ebbene, siccome questo non è possibile, noi confidavamo che la Commissione bilancio effettuasse un rilievo. Bene, la Commissione bilancio ha confermato la norma, sul presupposto che il 90 per cento delle notifiche avverrà in via telematica. Ora, chiunque conosca la procedura della notifica del processo penale, può pensare che il 30-35 per cento, quelle ai difensori, 40 per cento, avvengano con la procedura telematica. Cosa dice questo emendamento? Semplicemente prevede che le amministrazioni provvedano ad effettuare il 90 per cento delle notifiche con la procedura telematica, né più e né meno, ad andare a configurare nel testo normativo quello che ha chiesto la Commissione bilancio. Se non lo votate, vuol dire che non ci credete neanche voi a quello che avete scritto, che avete dato un presupposto, ma questo presupposto svanisce nel nulla ed è una finzione giuridica, come molte parti di questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.50 Costa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Avverto che tutti gli ordini del giorno sono stati ritirati dai presentatori.

Come già precedentemente comunicato, le dichiarazioni di voto finale e le votazioni finali sul provvedimento avranno luogo nella seduta di martedì 17 luglio, a partire dalle ore 10, con votazioni non prima delle ore 11.

Chiedo un po' di silenzio!

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare il deputato Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Signor Presidente, onorevoli colleghi, prendo la parola in fine seduta per una ragione seria, perché ritengo doveroso ricordare la strage dei treni in Puglia che occorse esattamente due anni fa, il 12 luglio del 2016 (Applausi), al chilometro 51 della tratta ferroviaria Andria-Corato, quando due treni locali della Ferrotramviaria si sono scontrati sul binario unico, ma non per il binario unico, bensì a causa di quelli che oggi la magistratura ha definito errori umani plurimi, omissioni e negligenze. L'incidente ha provocato ventitré morti e cinquantadue feriti, sono morti studenti, casalinghe, lavoratori, nonni, nipoti; è stata una tragedia inammissibile per un Paese che può vantare un sistema di alta velocità e che ci pone ai primi posti all'interno dello scenario europeo come efficienza e come rete, mentre se parliamo invece di trasporto locale…

PRESIDENTE. Vi chiedo di fare silenzio.

ROSSANO SASSO (LEGA). ... per la Puglia, purtroppo siamo agli ultimi posti e questa è un'anomalia che va cancellata. Per questo le poche risorse che ci sono dovrebbero essere messe a disposizione del trasporto pubblico locale, investendo soprattutto in sicurezza. Non dobbiamo dimenticare che quelle vittime e i loro familiari aspettano ancora giustizia e, con loro, l'intera comunità nazionale attende che sia fatta piena luce sulle responsabilità, ed è per questo che è importante non spegnere l'attenzione su quello che è stato un tragico evento. Lo dobbiamo ai familiari di tutte le vittime della strage dei treni del 12 luglio del 2016 (Applausi-Congratulazioni).

PRESIDENTE. Vi chiedo di fare silenzio e, se dovete uscire, di farlo con tranquillità. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà. Chiedo silenzio, per favore.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Buonasera. Presidente, in questi giorni siamo in attesa del cosiddetto decreto dignità, che rischia di trasformarsi tragicamente in decreto povertà, alla luce dell'effetto devastante che fatalmente avrà sulle imprese, ma ciò che più indigna è che in questo momento lo Stato pretenderebbe dignità da scaricare come costo sulle imprese e per primo non garantisce dignità a 5 mila suoi servitori, mi riferisco ai magistrati onorari.

Sono vent'anni che i magistrati onorari vivono di precarietà, ma servono lo Stato. E quando dico vivono di precarietà, Presidente, credo lei lo sappia meglio di me, intendo dire che i magistrati onorari non godono di trattamento pensionistico, non godono di ferie, non godono della gravidanza, non godono dell'allattamento, non hanno neanche la copertura assicurativa per gli infortuni. Si tratta di veri e propri moderni schiavi di Stato, che lo Stato paga 15 euro all'ora (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E, allora, nel momento in cui chiedete dignità per i lavoratori, io credo che dovete dare, prima di tutto, dignità a quei lavoratori che servono la giustizia italiana. La giustizia italiana è servita da 5.500 magistrati onorari, da 1.764 viceprocuratori onorari che assolvono al 90 per cento delle udienze penali davanti al giudice monocratico del tribunale. Hanno bisogno di sentire uno Stato che gli garantisca, appunto, dignità; non uno Stato che pretenda che la dignità l'abbiano le imprese e non l'abbia lui per primo. La Cassazione, recentemente, addirittura, ha negato il risarcimento a un giudice onorario che ha contratto la tubercolosi in un centro di permanenza, ove ha tenuto un'udienza - e termino -, sostenendo che forse un volontario. Ebbene, questo Stato deve, finalmente, porre al centro della questione dignità i magistrati onorari per garantire la permanenza nelle funzioni sino all'età pensionabile e non precarizzando la loro esistenza e garantendo un trattamento retributivo, previdenziale e assistenziale uguale a quello dei magistrati di tribunale di prima nomina (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zan. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO ZAN (PD). Grazie, Presidente. Ieri mattina, alle nove e trenta, un altro lavoratore ha perso la vita. Si tratta di una persona di Campodarsego, cioè è successo a Campodarsego, in provincia di Padova, presso l'azienda Maus che produce macchine utensili. Si tratta di un uomo di 45 anni, titolare di una ditta esterna, che stava lavorando all'interno dell'azienda. Era il primo giorno di lavoro in quel sito, insieme ad altri due dipendenti che, a quanto si apprende, non avevano ancora tutta l'attrezzatura di sicurezza per poter procedere ai lavori. Infatti, l'uomo è precipitato da un'impalcatura da molti metri di altezza, sbattendo la testa e morendo all'istante. Alla metà di giugno di quest'anno, i caduti sul lavoro erano più di 300, segnando un più 10 per cento rispetto al 2017 e il Veneto è in cima a questa classifica per morti bianche.

Questo caso assomiglia tragicamente a quello avvenuto alle Acciaierie Venete di Padova, lo scorso maggio, quando quattro lavoratori sono stati investiti da una colata di acciaio fuso e uno ha perso la vita. Anche in quel caso, si trattava di lavoratori esterni che operavano per conto di un'azienda appaltatrice.

È, quindi, urgente, Presidente, un intervento normativo che ponga regole stringenti per i lavoratori esterni - categoria particolarmente a rischio - che, spesso, si trovano ad operare in siti ed aziende che non conoscono, come dimostrano questi ultimi, tragici fatti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bruno Bossio. Ne ha facoltà.

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Presidente, in qualità di deputata calabrese, componente della IX Commissione (Trasporti), sollevo all'attenzione della Presidenza una grave mancanza di rispetto istituzionale da parte del ministro Toninelli. La confusione virtuale-reale di cui si sta rendendo responsabile l'Esecutivo rischia di travolgere, in quest'avvio di legislatura, quelle che sono le regole di relazione, l'abbiamo già visto anche oggi, tra Governo e Parlamento. Il primo atto al momento di insediamento delle Commissioni permanenti è quello di ascoltare i ministri di riferimento, così sta avvenendo dappertutto, tranne che nella IX e nell'VIII. Il Ministro ancora, nonostante i nostri solleciti, non ha fissato la data in cui si degnerà di ottemperare a un preciso dovere istituzionale.

Nel frattempo, però, attraverso i canali social si fa immortalare con delegazioni di parlamentari amici pentastellati calabresi sulle scale del Ministero. È il caso di un post di un collega il quale, oltre alla foto, scrive di aver portato - cito testualmente - “al nostro Danilo Toninelli, le problematiche del territorio calabrese, affinché vi siano risultati - ovviamente - immediati per la soluzione”, sempre nello spirito del virtuale. Il post è delle 23,30. Se il Ministro ci avesse fatto sapere di una disponibilità, anche a partire dalle 23,31, lo avremmo atteso in Commissione, invece no.

Troviamo, quindi, grave questa mancanza di rispetto verso il Parlamento, grave al pari di una concezione proprietaria, testimoniata dal “nostro” delle istituzioni. Noi chiediamo che lei, signor Presidente, si informi sulla reticenza a presentarsi in Parlamento, considerata la delicatezza dell'incarico che riveste per tutti i cittadini e non solo per i loro sostenitori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

FRANCESCO BERTI (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Non è iscritto a parlare, però, negli interventi di fine seduta. Si deve iscrivere entro le due ore precedenti.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 13 luglio 2018 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 21,30.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni dalla n. 2 alla n. 5 la deputata Gribaudo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 7 la deputata Emiliozzi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 764 - Dis. 1.1, 1.50 522 509 13 255 218 291 47 Resp.
2 Nominale em. 1.2 484 475 9 238 192 283 52 Resp.
3 Nominale em. 1.3 469 469 0 235 184 285 47 Resp.
4 Nominale em. 1.51 473 473 0 237 188 285 47 Resp.
5 Nominale em. 1.5 471 463 8 232 179 284 47 Resp.
6 Nominale em. 1.6 476 476 0 239 189 287 46 Resp.
7 Nominale em. 1.8, 1.9, 1.10 473 473 0 237 187 286 46 Resp.
8 Nominale em. 1.52 476 476 0 239 188 288 46 Resp.
9 Nominale em. 1.11, 1.12, 1.13 rif. 473 473 0 237 473 0 46 Appr.
10 Nominale em. 1.14 474 466 8 234 179 287 46 Resp.
11 Nominale art. agg. 1.03 472 472 0 237 177 295 46 Resp.
12 Nominale art. agg. 1.01 471 471 0 236 177 294 46 Resp.
13 Nominale art. agg. 1.02 478 478 0 240 181 297 46 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 16)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale em. 2.1 477 477 0 239 181 296 46 Resp.
15 Nominale em. 2.2 475 475 0 238 179 296 46 Resp.
16 Nominale em. 2.50 467 466 1 234 173 293 47 Resp.