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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 21 di mercoledì 4 luglio 2018

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

La seduta comincia alle 15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 18 giugno 2018.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'Istruzione dell'università e della ricerca, il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali e la Ministra della Salute.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative urgenti in merito all'accesso alle graduatorie ad esaurimento per i docenti in possesso del diploma magistrale conseguito prima dell'anno scolastico 2001/2002 – n. 3-00045)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Fratoianni ed altri n. 3-00045 (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Nicola Fratoianni se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica. Prego, ha un minuto.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, parliamo oggi di una questione annosa - che lei conosce certamente molto bene in dettaglio - che riguarda decine di migliaia di insegnanti di questo Paese, che in questi anni hanno svolto il loro mestiere e la loro funzione, una funzione decisiva per la qualità della scuola, per la qualità della cittadinanza, direi perfino per la qualità della democrazia di questo Paese e che oggi, a seguito di una sentenza sul cui merito naturalmente non voglio qui intervenire, rischiano di trovarsi in una situazione perfino paradossale: da un lato viene impedito a chi di loro non è ancora in ruolo di accedere alle graduatorie, dall'altro rischiano in qualche caso perfino il licenziamento o la risoluzione del contratto.

Si tratta di una situazione paradossale e chiedo, dunque, quali soluzioni vogliate intraprendere per risolvere il problema, evitando soluzioni che rischiano di essere soltanto temporanee, per un tempo peraltro molto breve, che rischia forse di avviare l'anno scolastico, ma non certo di chiuderlo, producendo un ulteriore danno per quegli insegnanti, ma anche e soprattutto per gli studenti delle scuole nelle quali lavorano.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione dell'università e della ricerca, Marco Bussetti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

MARCO BUSSETTI, Ministro dell'Istruzione dell'università e della ricerca. Grazie, Presidente. Il tema dei diplomati magistrali rappresenta una delle problematiche più complesse e urgenti tra quelle di cui mi sono dovuto occupare fin dal giorno del mio insediamento.

Come hanno ricordato gli onorevoli interroganti, il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 11, resa in adunanza plenaria il 20 dicembre 2017, ha definitivamente chiarito che il possesso del solo diploma magistrale, sebbene conseguito entro l'anno scolastico 2001/2002, non costituisce titolo sufficiente per l'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento, cosiddette GAE.

Alla luce di tale principio giurisprudenziale, i diplomati magistrali dovranno essere cancellati dalle graduatorie a esaurimento man mano che interverranno le sentenze di merito, che, presumibilmente, si uniformeranno alle decisioni dell'adunanza plenaria del Consiglio di Stato.

Particolarmente delicata è, poi, la situazione dei circa 7.500 diplomati magistrali già assunti in ruolo a seguito dello scorrimento delle graduatorie a esaurimento nelle quali erano stati inseriti con riserva, che vedranno risolto il loro contratto a tempo indeterminato non appena interverranno le relative sentenze.

Trattasi di una situazione che, in considerazione del fatto che le pronunce giurisdizionali interverranno presumibilmente tra la fine di questo mese ed il mese di agosto, rischia concretamente di mettere a repentaglio l'ordinato avvio dell'anno scolastico 2018/2019. Ecco perché ho chiesto agli uffici ministeriali di individuare con urgenza una soluzione che, ferma restando la necessità di dare corretta esecuzione ai provvedimenti giurisdizionali, fosse in grado di assicurare l'ordinato avvio dell'anno scolastico nell'interesse, sempre prevalente, delle alunne e degli alunni.

Posso oggi annunciare con soddisfazione di avere ottenuto l'inserimento nel cosiddetto decreto-legge “Dignità”, approvato dal Consiglio dei ministri nella riunione del 2 luglio scorso, di una disposizione che, attraverso l'estensione di una previsione legislativa già vigente nell'ordinamento (l'articolo 14, comma 1, del decreto-legge n. 669 del 1996), concede all'Amministrazione un termine di 120 giorni per dare esecuzione alle sentenze alle quali ho fatto cenno poc'anzi. Tale intervento normativo consentirà, pertanto, all'Amministrazione di usufruire dei tempi necessari per porre in essere tutti gli adempimenti amministrativi conseguenti all'esecuzione delle sentenze, senza che ciò possa mettere in pericolo l'ordinato avvio del prossimo anno scolastico.

Concludo esprimendo l'auspicio che il Parlamento voglia approvare, in sede di conversione del decreto-legge, delle disposizioni volte ad individuare modalità di esecuzione delle sentenze relative ai diplomati magistrali, idonee a salvaguardare la continuità didattica per tutto l'anno scolastico prossimo, nonché a dare compiuta definizione al quadro normativo, eventualmente disciplinando specifiche procedure di reclutamento nel rispetto della vigente legislazione di settore, senza trascurare coloro che sono in possesso dei titoli attualmente richiesti per l'accesso all'insegnamento nella scuola primaria.

PRESIDENTE. Il deputato Nicola Fratoianni ha facoltà di replicare, per due minuti.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Signor Ministro, la ringrazio di questa risposta, devo però confessarle che non posso considerarmi soddisfatto perché ancora troppe sono le ombre che avvolgono l'ipotetica soluzione di una questione, che, come lei ha giustamente ricordato e su questo condivido, è particolarmente complessa. Attiene alla condizione della scuola italiana, una condizione troppo a lungo considerata marginale e rispetto alla quale troppo a lungo sono mancati interventi che avessero il respiro di una dimensione strategica, capace di pensare il tema del progressivo assorbimento del personale precario, della stabilizzazione del personale precario, come un obiettivo necessario, ripeto, per dare centralità ad una funzione, quella dell'insegnamento, che è direttamente responsabile anche della qualità dell'apprendimento degli alunni e delle alunne della nostra scuola, cioè dei ragazzi e delle ragazze che domani saranno chiamati attivamente a contribuire alla qualità della vita di questo Paese.

Ecco, la vostra soluzione, che prevede una deroga di quattro mesi, come dicevo nella domanda iniziale di questo question time, assicura certamente l'avvio dell'anno scolastico, e questo certamente è un fatto positivo, ma non dà alcuna certezza sulla sua conclusione, rischia anzi, in assenza di una soluzione che lei annuncia di voler prendere, ma che ancora noi non conosciamo e che quindi non possiamo giudicare, di produrre un doppio danno: un avvicendamento significativo di personale docente durante l'anno scolastico in corso, con un ulteriore aggravio rispetto alla condizione degli studenti.

Inoltre, e concludo, il riferimento - comprensibile, dal suo punto di vista - all'esecuzione delle sentenze rischia, però, di mantenere anche in questo caso, sulla condizione di molti docenti, la spada di Damocle di chi può trovarsi da un giorno all'altro non solo impossibilitato a una dimensione di stabilità, ma anche al rischio di licenziamento rispetto al suo lungo percorso di lavoro nella scuola.

(Tempi e modalità di erogazione degli aiuti alle imprese ittiche in vista dell'imminente fermo biologico per il 2018 – n. 3-00046)

PRESIDENTE. Il deputato Lorenzo Viviani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00046 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

LORENZO VIVIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, siamo consapevoli che fino ad oggi il Mipaaf è stato totalmente inefficiente a causa della latitanza del suo predecessore. Tuttavia, non possiamo esimerci dal sollecitare una risposta celere ai molteplici problemi del comparto ittico. Uno di questi è la mancata erogazione degli indennizzi per i fermi biologici del 2017, del 2016 e di parte del 2015. Si tratta di risorse che dovrebbero servire a sostenere, durante il mese di fermo, l'armatore e i suoi dipendenti, ed è sinceramente inaccettabile che questi fondi non vengano erogati da ben tre anni.

Dunque, in vista dell'imminente periodo di fermo del 2018, le chiedo di informarci sullo stato delle risorse che non hanno ancora raggiunto i pescatori: pescatori abbandonati dai precedenti Governi, pescatori a cui sono stati sottratti pescosi tratti di mare tramite accordi con nazioni come la Francia. Per questo e per molto altro c'è bisogno di risposte concrete.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

GIAN MARCO CENTINAIO, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, ritengo opportuno premettere che l'arresto temporaneo obbligatorio delle attività di pesca, una delle misure attuate da questa nazione al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla politica comune della pesca, è rivolto a ridurre l'impatto anche ambientale della pesca stessa.

La normativa europea, il cosiddetto “Regolamento Mediterraneo”, obbliga gli Stati membri ad adottare misure finalizzate alla ricostituzione degli stock ittici oggetto di sfruttamento, mediante la graduale riduzione della pressione di pesca in termini di capacità e di attività, introducendo le misure tecniche previste dal medesimo Regolamento. Pertanto, la corretta attuazione della misura può ben essere considerata parte dell'attività di pesca che gli operatori svolgono, in quanto tesa a tutelare le risorse che costituiscono la fonte di guadagno delle imprese stesse.

Per quanto poi attiene ai tempi previsti per l'erogazione delle relative indennità, evidenzio che, per l'annualità 2015, le domande pervenute, esaminate nel merito e quasi integralmente liquidate, si riferiscono a 2.128 pescherecci, che hanno effettuato l'arresto temporaneo obbligatorio delle attività di pesca; per l'annualità 2016 sono pervenute 2.191 domande di sostegno. A seguito dell'istruttoria svolta dall'amministrazione su circa metà delle pratiche, la presenza dei requisiti di ammissibilità previsti per la concessione del premio è stata accertata in relazione a 811 domande. Per le istanze residue l'amministrazione sta procedendo all'istruttoria delle restanti domande, al fine di determinare la seconda graduatoria. Pertanto, le procedure di pagamento del fermo temporaneo 2016 sono ancora in corso di svolgimento. Per l'annualità 2017 sono stati emanati due decreti ministeriali, che disciplinano rispettivamente le modalità di esecuzione dell'arresto temporaneo obbligatorio dell'attività di pesca da parte delle unità autorizzate al sistema a strascico per l'annualità 2017 e l'individuazione delle risorse finanziarie e, in ultimo, il decreto direttoriale di attuazione della misura, che ha previsto l'invio delle domande entro il 30 aprile 2018.

In questa fase, l'amministrazione è in attesa di ricevere gli esiti istruttori da parte delle competenti autorità marittime, ma sottolineo che il Mipaf ha comunque proceduto entro il 2017 ad impegnare a favore dell'INPS, che eroga l'indennità, l'intero importo. Per il 2018 - che è quello che ci interessa - mi impegno a sollecitare una riunione di coordinamento tra i Ministeri interessati e l'ente erogatore, l'INPS, al fine di superare le criticità evidenziate nelle annualità passate, concausa nel ritardo dei pagamenti, attraverso la semplificazione delle procedure e la conseguente accelerazione dell'iter di erogazione dei contributi per l'anno 2018. Al contempo, ribadisco l'impegno assunto nell'accordo programmatico, il contratto di Governo, a riconsiderare in sede europea i vincoli e le direttive impartite al settore della pesca, a partire dai criteri alla base dei fermi di pesca, e mi farò parte attiva per la risoluzione delle criticità legate alla tutela dei confini marittimi nazionali per quanto attiene al comparto produttivo pesca (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

PRESIDENTE. Il deputato Lorenzo Viviani ha facoltà di replicare, per due minuti.

LORENZO VIVIANI (LEGA). Grazie Presidente, grazie signor Ministro. Questo Governo, che si è insediato poco più di un mese fa, ha già dato importanti segnali in pressoché tutti i settori strategici della vita politico-sociale italiana, e oggi lei ha confermato che anche per il comparto ittico si sta aprendo una stagione di aiuto, ascolto e confronto da parte delle istituzioni. Infatti, questo settore ha bisogno di un Ministro che sia presente e che segua le innumerevoli problematiche della pesca, come, ad esempio, la revisione globale della gestione del periodo del fermo biologico e la battaglia per una più equa ripartizione nazionale delle quote del tonno rosso. Ha bisogno di un Ministro che non si vada a trincerare dietro le norme europee come dietro una cortina fumogena che lo renda sordo alle istanze dei lavoratori. Signor Ministro, io sono un pescatore, ma sono anche un biologo marino, e ho apprezzato molto il suo riferimento all'incresciosa vicenda, quella dei confini marittimi, che ha visto, tra l'altro, il drammatico sequestro di un peschereccio battente bandiera italiana da parte dei nostri vicini francesi. Lei sarà certamente il Ministro degli agricoltori, e avrà cura della nostra terra, che da sempre è fonte di ricchezza e di tradizione, ma saprà anche essere - lo sta già dimostrando - il Ministro dei pescatori. Ed è proprio per tutelare chi vive grazie ai frutti del mare che bisogna difendere il nostro mare, che non è meno ricco della nostra terra in quanto a sapori e tradizioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-SalviniPremier).

(Posizione del Governo a tutela dei prodotti agroalimentari italiani in vista della scadenza delle sanzioni economiche dell'Unione europea nei confronti della Russia – n. 3-00047)

PRESIDENTE. La deputata Ylenja Lucaselli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00047 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Gentile Ministro, come sicuramente lei ricorderà, Fratelli d'Italia ha da sempre condiviso, anche e soprattutto con lei, la convinzione che le sanzioni alla Russia fossero un danno all'economia nazionale. Lo scorso 28 e 29 giugno, però, il Consiglio europeo, nel totale silenzio di tutti quanti, ha approvato all'unanimità il rinnovo delle sanzioni che riguardano l'economia della Crimea. Ricordo a me stessa che questa applicazione, in realtà, vuol dire che nessuna delle compagnie europee può fare investimenti in quei territori. Ebbene, su questo solco, il prossimo 31 luglio, in vista del voto sul possibile rinnovo delle sanzioni economiche e settoriali, si giocherà una partita se possibile ancora più delicata, perché quelle sanzioni e quel pacchetto comprendono l'economia della Russia. La proroga di queste sanzioni rischia di avere delle ricadute molto pesanti, in particolare sul made in Italy, e la rappresaglia della Russia sui nostri prodotti - lo dicono tutte le associazioni di categoria - potrebbe sfociare in un embargo totale per una corposissima lista di prodotti dell'agroalimentare.

Pertanto, in vista del voto di luglio, le chiediamo di conoscere quale sarà la posizione che assumerà il Governo in quella sede relativamente all'esigenza dell'effettiva tutela dei prodotti agroalimentari prodotti in Italia.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

GIAN MARCO CENTINAIO, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Presidente, il Governo del cambiamento, nato su un accordo programmatico e contrattuale, ha fra i suoi principali obiettivi il superamento delle sanzioni sancito dall'Unione europea nei confronti della Russia attraverso una precisa strategia volta ad individuare la sede competente più idonea per ribadire con autorevolezza l'impegno assunto. A causa dei noti eventi internazionali evidenziati dall'onorevole interrogante, abbiamo assistito nel corso degli ultimi anni a una costante riduzione dell'export agroalimentare dell'Italia verso la Russia. Rispetto al triennio 2011-2013, periodo in cui l'export agroalimentare si attestava intorno ai 625 milioni di euro in media, dall'agosto 2014 al 2017 è stato registrato un calo nelle esportazioni di circa il 25 per cento, per un importo medio di circa 470 milioni di euro. I prodotti maggiormente colpiti sono stati l'ortofrutta, i prodotti lattiero-caseari e le carni, con un calo delle esportazioni prossimo almeno al 90 per cento.

Nonostante le misure di sostegno attivate dalla Commissione europea, finalizzate a interventi di ritiro dai mercati nell'ambito dei programmi operativi delle organizzazioni dei produttori, gli interventi sono risultati insufficienti a causa delle gravissime penalizzazioni per i nostri produttori e la difficoltà di reperire mercati alternativi, cosa che stiamo provando a fare. Occorre poi tener presente che l'embargo russo ha prodotto effetti negativi anche su altri settori che, a fronte delle fortissime perdite di mercato, non hanno percepito alcuna misura di sostegno, come il lattiero-caseario e quello delle carni, soprattutto quelle trasformate, ovvero, sebbene non soggetto a restrizioni, come quello del vino, hanno comunque registrato un marcato calo delle esportazioni verso la Federazione russa dal 2014.

Dette misure di sostegno sono terminate il 30 giugno scorso. Al riguardo faccio presente che con una nota congiunta con la delegazione spagnola abbiamo richiesto una proroga delle misure di sostegno fino al 15 ottobre 2018. Ribadisco anche in questa occasione che la priorità sarà quella della difesa dell'eccellenza agroalimentare del nostro Paese, tutelando il made in Italy anche con un sistema di etichettatura corretto e trasparente che offra garanzie sia ai consumatori che ai produttori. Volevo registrare che la data non è il 28 giugno, ma - penso - il 28 maggio, collega, perché il 28 giugno noi non eravamo ancora presenti.

PRESIDENTE. La deputata Ylenja Lucaselli ha facoltà di replicare, per due minuti.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Sì, ho detto 28 e 29 giugno, l'ultimo Consiglio europeo che c'è stato, Ministro; parlavo di quello. Ministro, la ringrazio ovviamente per la risposta, però devo constatare con rammarico che in realtà non c'è risposta nella risposta che ha dato. Sono dati che questo gruppo già conosce, che sono stati già vagliati, e sono proprio quei dati che lei ci ha appena letto in Aula che ci preoccupano, perché quello che succederà il 31 luglio è la possibilità di interrompere questa sequela di morte del nostro export nei confronti di Paesi in cui, invece, sarebbe assolutamente fondamentale che il nostro export ci fosse e fosse presente non con il falso italiano ma con il made in Italy reale.

Allora, il problema è che il voto all'unanimità che ci sarà il 31 luglio, come sappiamo, vuol dire che, ove l'Italia decidesse di porre il proprio veto, quelle sanzioni non potrebbero essere applicate. Non devo certamente essere io a ricordare come lei sia stato uno dei più validi esponenti politici a contestare il valore delle sanzioni alla Russia, che nel solo 2017 ha fatto quei danni di cui lei riportava. Il Governo in carica, nel contratto di programma, ha scritto che è opportuno riprendere il ritiro delle sanzioni imposte alla Russia, che deve essere riabilitata come un interlocutore strategico eccetera eccetera, quindi oggi mi sarei aspettata da lei, Ministro, una risposta chiara, netta e definitiva su quello che questo Governo farà il 31 luglio. Quindi, la domanda era se questo Governo porrà o meno quel veto: mi pare che ad oggi non ci sia risposta. Per cui, la ringrazio, spero però che lei, che per questo tema ha davvero una particolare attenzione, possa essere il vero cambiamento, e che quel cambiamento passi dalle parole ai fatti, perché di fatti l'Italia ha bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Intendimenti del Governo in ordine a iniziative in materia di vaccinazioni obbligatorie – n. 3-00048)

PRESIDENTE. Il deputato Andrea Cecconi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00048 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

ANDREA CECCONI (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Ministro, sul tema delle vaccinazioni si è ampiamente dibattuto nella passata legislatura e recentemente con le dichiarazioni sue e del Ministro Salvini in campagna elettorale, ragione per cui i cittadini avranno anche orientato il loro voto. Non da ultimo, quello delle vaccinazioni è anche il tema del contratto di Governo da voi sottoscritto e sottoscritto poi dagli iscritti ai due schieramenti politici. Com'è noto la prossima settimana, il 10 luglio, scade il termine per la presentazione della documentazione comprovante l'avvenuta vaccinazione dei bambini senza la quale i bambini da 0 a 5 anni non potranno accedere a settembre alle scuole per l'infanzia. In questo quadro, a parte qualche dichiarazione, a parte qualche articolo di stampa che ci racconta di una circolare che il Ministero vorrebbe emanare per spostare una disposizione di legge - è poco chiaro come una disposizione di legge possa essere modificata da una circolare - o alcune dichiarazioni sue in merito a un atto parlamentare che vorrebbe fosse fatto esclusivamente dal Parlamento e non dal Ministero…

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA CECCONI (MISTO-MAIE). …credo che questa sia la sede per i cittadini di sapere e per lei per chiarire ai cittadini quali sono gli intendimenti del Governo in tema di vaccinazioni.

PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Giulia Grillo, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Grazie, Presidente. Intendo innanzitutto ringraziare l'onorevole interrogante poiché con il suo atto ispettivo mi consente di fare chiarezza su un argomento di obiettiva attualità che interessa, in questo momento dell'anno, la vita quotidiana di migliaia di famiglie. La chiarezza è tanto più necessaria alla luce di numerose notizie diffuse dai mezzi di informazione in cui si racconta, con eccessiva leggerezza a mio avviso, di proroghe o di congelamento di termini che, è bene ribadire, sono tuttora previsti con legge dello Stato. Lo stesso atto ispettivo, peraltro, contiene alcune inesattezze che testimoniano proprio, per la fonte qualificata da cui provengono, la oggettiva complessità di una legge voluta in fretta e furia nella scorsa legislatura. Occorre precisare, infatti, che l'articolo 3, comma 1, del decreto-legge n. 73 del 2017 non prescrive che venga necessariamente consegnato alle scuole un certificato di avvenuta vaccinazione ma, più in generale, qualsivoglia documentazione che possa essere considerata idonea a comprovare l'effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie ovvero la richiesta di vaccinazione all'azienda sanitaria. Va, inoltre, chiarito che la normativa vigente non prevede, come erroneamente sostenuto dall'interrogante, che per gli alunni di età compresa tra i 6 e i 16 anni sia consentito l'accesso ai servizi educativi anche in mancanza delle vaccinazioni ma con il pagamento di una sanzione amministrativa. La comminazione della sanzione amministrativa, infatti, non consegue in via automatica alla mancata presentazione dell'idonea documentazione per l'iscrizione scolastica, ma rappresenta l'esito solo eventuale di un delicato percorso di accompagnamento al recupero che viene avviato dall'azienda sanitaria con i genitori dei minori non vaccinati e che prevede lo svolgimento di colloqui personalizzati, anche con il coinvolgimento del pediatra di libera scelta e del medico di medicina generale.

Queste precisazioni che testimoniano la difficile comprensione di un provvedimento normativo che, comunque lo si veda, risulta obiettivamente complesso, mi consentono di rispondere allo specifico quesito postomi precisando che l'obiettivo prioritario del Governo sul tema è, in questo momento, rappresentato dalla volontà, da una parte, di alleggerire gli oneri ricadenti in capo alle famiglie senza che vengano in alcun modo compromesse le positive finalità di prevenzione che vanno riconosciute senza alcun dubbio alle vaccinazioni e, dall'altra, di consentire a tutti i minori di poter frequentare gli asili nido e le scuole dell'obbligo. Colgo allora questa importante occasione per informare che proprio in questi giorni il Ministero della Salute è al lavoro, insieme al Ministero dell'Istruzione dell'università e della ricerca, per individuare le iniziative più idonee a tal fine; iniziative che terranno certamente conto di quel miglior bilanciamento tra il diritto all'istruzione e il diritto alla tutela della salute individuale e collettiva che è rinvenibile nel contratto di Governo e che, dunque, costituisce la stella polare per la nostra attività in materia. Non si tratta di una semplice proroga, dunque, ma una significativa semplificazione dell'onere documentale a carico dei genitori dei minori di anni sedici che frequentano le scuole di ogni ordine e grado e i servizi educativi per l'infanzia.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Concludo, Presidente. Non una misura temporanea per così dire o a tampone ma un insieme di accorgimenti che rendono progressivamente sempre più pacifico e meno conflittuale il rapporto fra cittadino e istituzioni sanitarie e scolastiche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il deputato Andrea Cecconi ha facoltà di replicare, per due minuti. Prego.

ANDREA CECCONI (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, per la risposta. Sono contento. Ero certo che il Ministero si sarebbe attivato in tal senso. Mi rimane comunque il dubbio e, credo, che rimanga il dubbio anche nei cittadini di quando il provvedimento e l'atto entrerà in quest'Aula perché ovviamente sarà sempre il Parlamento che dovrà ratificare anche una proroga dei termini o qualsiasi altra modifica legislativa che si vuole apportare alla legge originaria.

Ed è proprio un problema di tempo perché le scuole inizieranno nei primi giorni di settembre e siamo ormai a luglio quasi inoltrato, sapendo benissimo che nel mese di agosto il Parlamento lavorerà molto poco o quasi nulla e, quindi, ci troveremo a ridosso dell'apertura degli istituti scolastici con il caos generato da una normativa che ancora non è stata modificata, ma con la certezza che verrà modificata e con bambini o alunni o genitori che saranno di fronte ad adempimenti burocratici che dovranno mantenere e con accessi scolastici a cui non potranno accedere. Le chiedo dunque, per cortesia, di accelerare i tempi e di trovare la soluzione e il modo, o in decreti-legge che sono in discussione in queste Aule o con la promulgazione di un decreto-legge in maniera celere nelle prossime settimane, per risolvere definitivamente lo stallo creato da una legge che non ha fatto lei, che non ha voluto lei, ma che lede molti cittadini e bambini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

(Intendimenti del Governo in ordine alla proroga della data del 10 luglio per la consegna della documentazione relativa alle vaccinazioni necessarie per l'iscrizione all'anno scolastico 2018/2019 e chiarimenti in merito agli indirizzi politici in materia vaccinale – n. 3-00049)

PRESIDENTE. Il deputato De Filippo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00049 (Vedi l'allegato A), per un minuto. Prego.

VITO DE FILIPPO (PD). Grazie, Presidente. Ministra, la guerra tra scienza e politica che lei considera un errore è purtroppo drammaticamente in corso: uno scontro quotidiano tra virologi, scienziati e anti-vaccinisti improvvisati. È una guerra di superstizione, di ignoranza, di cinismo e di spregiudicatezza. Lei ha il dovere di fermare questo sterminio di verità e di scienza. La risposta precedente è molto ambigua, Ministra. L'Italia ha fatto un grande balzo in avanti. Molti Paesi europei ci imitano, da ultimo la Francia. La copertura vaccinale è un'antica prospettiva del nostro Sistema sanitario, dell'Organizzazione mondiale della sanità e di tutta la scienza accorta del pianeta. Vuole sostituire, concludo, questi risultati della ricerca con i “Nobel improvvisati” che da Pontida diramano editti degni di stregoni? Spostare una data negli adempimenti significa dare a costoro un detonatore micidiale. Non lo faccia, resista: lei può farlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Giulia Grillo, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Grazie, Presidente. Ho già avuto modo di precisare rispondendo al precedente atto ispettivo quali siano le iniziative che il Governo sta intraprendendo nell'immediata vigilia dell'anno scolastico 2018-2019 per raggiungere un'ulteriore semplificazione degli adempimenti burocratici che ricadono su quei milioni di famiglie italiane che intendono rispettare le indicazioni contenute nella normativa in materia di vaccini, senza per questo motivo essere gravate da eccessivi oneri. Impegnerò allora il tempo concessomi da quest'ulteriore interrogazione per ribadire, anche in questa sede solenne, i convincimenti che, non appena nominata Ministro della Salute, ho già avuto modo di esternare in altre sedi.

A seguito dell'applicazione delle disposizioni in materia di prevenzione vaccinale introdotte nel giugno 2017 si è verificato, a livello nazionale, un significativo innalzamento delle coperture vaccinali, anche se gli obiettivi di sicurezza previsti dal piano nazionale di prevenzione non sono ancora stati del tutto raggiunti. Poiché non è in alcun modo in discussione il valore sanitario delle vaccinazioni, ciò di cui bisogna discutere a livello politico è l'individuazione delle modalità migliori attraverso le quali esse debbano essere proposte alle famiglie affinché sia sempre più consapevole e senza riserve la loro volontaria adesione. Al riguardo il Ministro della Salute e i dipartimenti di prevenzione delle aziende sanitarie, anche avvalendosi della collaborazione operativa dei pediatri di libera scelta e dei medici di medicina generale, accompagneranno ulteriormente le famiglie formandole e informandole sia in merito all'accesso alle vaccinazioni, le sedi, gli orari, le modalità di prenotazione presso i centri vaccinali, sia in ordine alle finalità dei vaccini, alla loro efficacia e al loro grado di sicurezza. Il Ministero della Salute si sta inoltre già attivando anche per promuovere una nuova campagna di informazione sul valore dei vaccini come fondamentale misura di prevenzione primaria. Ciò posto, oggi, grazie all'arresto del trend in diminuzione delle coperture vaccinali, è possibile tenere in maggiore considerazione le esigenze di semplificazione dell'attività amministrativa senza pregiudizio per l'interesse pubblico alla tutela della salute. Si collocano in quest'ottica dunque le iniziative illustrate nel corso della discussione del precedente atto ispettivo le quali, voglio ribadirlo, vedranno accomunati il Ministro della Salute e il Ministro dell'Istruzione semplificando quanto più è possibile la legislazione vigente.

Allo stesso tempo, questo Governo, nella ferma e sincera convinzione della centralità del ruolo del Parlamento nell'ambito delle istituzioni del Paese, ascolterà ogni seria e condivisa proposta di modifica della normativa vigente, nell'ottica di un migliore bilanciamento tra il diritto all'inclusione, il diritto all'istruzione e il diritto alla tutela della salute, individuale e collettiva. Un atto, questo, di doverosa attenzione alle prerogative parlamentari, che - mi spiace fare notare - non ha caratterizzato l'adozione del decreto sui vaccini da parte del precedente Governo, che non ha tenuto in debita considerazione le tante sollecitazioni provenienti dalle minoranze, che avrebbero potuto rendere più pacifica e serena l'applicazione della nuova normativa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. La deputata Carnevali, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.

ELENA CARNEVALI (PD). Onorevole Presidente, Ministra, la demagogia non fa salute. E voi avete fatto una demagogia e una campagna di denigrazione contro il più grande intervento - e il più efficace - sulla salute pubblica.

Oggi non siamo usciti dall'ambiguità, perché, vede, Ministra, la semplificazione si può anche introdurre, ma non si possono introdurre autocertificazioni, quando si parla di interventi di salute a protezione della collettività e dell'individuo, come l'articolo 23 della Costituzione ci chiede (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E non può essere un'autocertificazione. Lo faccia la ASL, lo faccia il medico di base, lo faccia il pediatra, semplifichiamo le famiglie, ma la garanzia dell'effettiva vaccinazione deve essere garantita.

Inoltre, signora Ministra, lei deve prendere le distanze, nette e indiscutibili, di fronte a chi qui fa il vero Premier. Si chiama Matteo Salvini, che ha avuto il coraggio di dire pubblicamente che i vaccini sono inutili e dannosi. Il danno prodotto non è solo un danno. Quella è una colpa grave, perché avete minato la credibilità delle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Avete minato soprattutto l'affidabilità che i cittadini hanno nei confronti dello Stato e di chi ha il dovere di difendere in particolare i più piccoli. Lo dobbiamo, lo dobbiamo ai più fragili, lo dobbiamo ai bambini che non possono proteggersi, perché quel diritto, che lei vuole conciliare tra il diritto allo studio e il diritto alla salute, vale davvero per tutti. E vale soprattutto per coloro che non possono frequentare, perché sono deboli e perché sono fragili e perché sono malati. Questo lo deve e questo dobbiamo fare in modo che il nostro Governo, il nostro Stato, lo garantisca e lo debba garantire, senza se e senza ma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative volte ad inserire gli ausili e le protesi con caratteristiche funzionali allo svolgimento di attività sportive nell'ambito dei nuovi livelli essenziali di assistenza (LEA) – n. 3-00050)

PRESIDENTE. La deputata Versace ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00050 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

GIUSEPPINA VERSACE (FI). Onorevole Ministro, per molte persone con disabilità, la pratica sportiva equivale ad una vera e propria rinascita. Lo sport, si sa, abbatte le barriere mentali e non conosce la discriminazione.

Io stessa, che ho perso le gambe in un incidente stradale, sono diventata un'atleta paralimpica e ho potuto constatare in prima persona quanto lo sport possa essere una nuova opportunità di vita per tanti. Proprio per queste ragioni ho presentato una proposta di legge, che mira ad aggiornare il nomenclatore tariffario nazionale.

Lei lo sa bene: le modifiche apportate nella scorsa legislatura non hanno tenuto conto di quanto lo sport, per molti che vivono con una disabilità, sia un fondamentale veicolo di inclusione sociale e tutt'oggi gli ausili sportivi non sono neanche menzionati.

Le chiedo, quindi, anche a nome del mio gruppo, che ha sottoscritto con entusiasmo la mia proposta, se intende garantire l'inserimento degli ausili sportivi e la relativa copertura a carico del Sistema sanitario nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Giulia Grillo, ha facoltà di rispondere per tre minuti

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Grazie, Presidente. Come correttamente indicato nell'interrogazione parlamentare in esame, di cui ringrazio gli onorevoli proponenti, allo stato, l'allegato 5 al DPCM sui nuovi LEA non include le protesi degli arti superiori e inferiori ad elevata tecnologia, predisposte per consentire ai disabili lo svolgimento di attività sportive.

Nella predisposizione dell'elenco, infatti, si è ritenuto di procedere ai nuovi inserimenti, attribuendo la priorità alle protesi destinate a garantire al maggior numero di persone l'opportunità di svolgere, con la massima efficienza possibile, le attività quotidiane di vita, di lavoro e di relazione. La limitatezza delle risorse disponibili ha impedito, dunque, di includere negli elenchi le protesi destinate all'attività sportiva, ma tale inclusione potrà essere presa in considerazione dalla Commissione nazionale per l'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, istituita presso il Ministero della salute.

Ovviamente, la commissione potrà effettuare le necessarie valutazioni dell'impatto economico e finanziario, dopo avere elaborato una stima dei possibili utilizzatori.

Purtroppo, la mancanza di un flusso informativo corrente sull'assistenza protesica rende particolarmente ardua la formulazione, ad oggi, di stime attendibili. Pur con queste obiettive difficoltà è comunque mio intendimento dare mandato alla commissione, affinché vengano individuati nuovi indicatori per ottenere stime attendibili su tali prestazioni.

Prima di fare questo, tuttavia, si renderà innanzitutto necessario acquisire la piena operatività del decreto LEA, che, come forse pochi sanno, subordina l'entrata in vigore dei nuovi nomenclatori dell'assistenza specialistica ambulatoriale e dell'assistenza protesica, limitatamente agli ausili su misura, all'approvazione del decreto interministeriale di definizione delle tariffe massime nazionali delle rispettive prestazioni.

In conseguenza di tale previsione, fino all'approvazione di tale decreto, resteranno dunque in vigore i nomenclatori vigenti prima dell'approvazione del DPCM LEA, risalenti l'uno al 1996 (specialistica ambulatoriale) e l'altro al 1999 (assistenza protesica). Al riguardo, devo precisare che molte delle nuove prestazioni sono sì erogate da alcune regioni, ma solo perché la normativa vigente consente loro di erogare prestazioni extra-LEA, laddove siano in equilibrio economico e non in piano di rientro.

Quanto all'iter in corso sulla definizione delle tariffe, rammento che il Ministero della salute ha avviato il lavoro, nell'ambito della commissione permanente tariffe, dal febbraio 2016. Il lavoro si è rivelato molto complesso e ha richiesto preliminarmente la transcodifica di circa 36 mila codici, utilizzati dalle regioni per le prestazioni erogate. I lavori della commissione si sono protratti fino alla riunione del 20 settembre 2017, nel corso della quale è stato stabilito l'invio del provvedimento formale al MEF, per la concertazione tecnica. Il MEF, tuttavia, ha sollevato riserve sulla metodologia seguita per la valutazione di impatto, contestando l'attendibilità dei dati forniti dalle regioni. A seguito di tali osservazioni, il Ministero della salute ha promosso l'allineamento dei dati presenti nel sistema tessera sanitaria, gestito dallo stesso MEF, rispetto a quali dei flussi regionali, e le risultanze sono state prese…

PRESIDENTE. Concluda.

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Scusi, ma è lunga la cosa …a base per la predisposizione della relazione tecnica, secondo la metodologia condivisa dal MEF.

Concludo, rassicurando gli onorevoli interroganti che tale relazione verrà a breve trasmessa al MEF per l'acquisizione dell'assenso tecnico e, a seguito del parere favorevole del MEF, il decreto sarà trasmesso alla Conferenza Stato-regioni. Solo a seguito della positiva definizione del complesso iter sopra descritto, protrattosi purtroppo oltre un ragionevole lasso di tempo, si renderà possibile avviare le meritorie iniziative, auspicate dagli onorevoli interroganti, in relazione alle quali sarà mia premura fornire successivi aggiornamenti (Applausi dei deputati del gruppoMoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Giuseppina Versace, per due minuti.

GIUSEPPINA VERSACE (FI). Non ho ben chiaro, Ministro, se c'è una vera e propria apertura. Ritengo, comunque, che determinati argomenti non solo non debbano conoscere colore politico, ma soprattutto buonsenso. Io, insieme al mio gruppo, sicuramente vigilerò affinché questa proposta vada avanti.

Converrà con me su questo tema. Voglio anche ricordare che la pratica sportiva è un diritto universalmente riconosciuto, anche in virtù della Convenzione ONU del 2006 sui diritti delle persone con disabilità, che sancisce la necessità di fornire a tutte le persone disabili una maggiore tutela. Se il diritto alla pratica sportiva è un diritto universalmente riconosciuto e se è vero che è compito dello Stato promuovere l'uguaglianza sostanziale dei cittadini, come stabilito dall'articolo 3 della nostra Costituzione, ritengo intollerabile che ancora oggi, nel 2018, tale diritto non sia effettivamente garantito a chiunque. Lo sport non può essere considerato un lusso, deve essere un diritto.

Prima di concludere, voglio anche ricordare velocemente che il legame tra disabilità, sport e salute ha origini antiche. Gli stessi Giochi paralimpici nascono grazie all'intuizione di un medico tedesco, di nome Ludwig Guttmann, che, negli anni Quaranta, introdusse la tecnica di sport terapia. Guttmann avviò alla pratica sportiva in carrozzina i militari reduci di guerra con mutilazioni o lesioni midollari. E si accorse subito che il movimento e lo sport assicuravano migliori abilità motorie anche nella vita quotidiana, agevolando quindi una più rapida inclusione sociale.

Alla luce di questo, io mi appello al suo buonsenso e al buonsenso di tutti i colleghi, perché ci si ricordi che disabili non sempre si nasce, spesso lo si diventa nel corso della vita, proprio come è capitato a me. Lo sport è un veicolo fondamentale, non è da sottovalutare. Affinché cambi la percezione della disabilità nella nostra società, bisogna far comprendere che lo sport ha il potere di risvegliare la speranza, dove prima c'era solo disperazione. Grazie, ho concluso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

(Iniziative volte a garantire l'omogeneità sul territorio nazionale della prevenzione, della cura e della riabilitazione relative alla dipendenza da gioco d'azzardo patologico – n. 3-00051)

PRESIDENTE. Il deputato Francesco Silvestri ha facoltà di illustrare l'interrogazione Massimo Enrico Baroni ed altri n. 3-00051 (Vedi l'allegato A), che ha sottoscritto in data odierna, per un minuto.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Presidente, Ministra, l'azzardopatia - chiamiamola con il suo vero nome - è una piaga sociale, sanitaria ed economica, da combattere. Da Berlusconi a Renzi l'esplosione del settore sta bruciando decine di miliardi dell'economia reale, mettendo in ginocchio famiglie intere. Bene lo stop a pubblicità e sponsor previsto dal Ministro Di Maio.

Sono i soldi che drogano informazione, sport, cultura e sanità. Nel 2017, su 102 miliardi azzardati, lo Stato ne ha incassati meno del 10 per cento. Gli azzardopatici sono un milione, altissimi i costi sociosanitari. I dati italiani, applicando uno studio di un'università svizzera, portano a costi di 6 miliardi l'anno.

Come spiega il professor Fiasco, l'azzardo è un moltiplicatore economico negativo; si bruciano 20 miliardi dell'economia reale, generando una perdita di 4 miliardi di mancata IVA sui consumi. Ogni euro in azzardo è un euro in meno al commercio.

Per questo, le chiedo quali interventi voglia emanare per rafforzare il “decreto dignità” a garantire maggiore prevenzione, cura e riabilitazione dall'azzardopatia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. La Ministra della Salute, Giulia Grillo, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

GIULIA GRILLO, Ministra della Salute. Grazie, Presidente. Desidero, innanzitutto, ringraziare gli onorevoli interroganti, poiché con il loro atto ispettivo mi consentono di evidenziare come l'attenzione riposta nel corso della passata legislatura, per quanto dai banchi dell'opposizione, verso il tema del contrasto al gioco d'azzardo patologico si sia tramutata subito, praticamente alla prima occasione possibile, in scelte di Governo concrete, che, come voi ben sapete, hanno trovato posto nel cosiddetto “decreto dignità”. La ferma volontà di proibire qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro è la testimonianza più forte ed evidente della considerazione che il Governo assegna a questa problematica.

Da qui la scelta coraggiosa, che muove da un diverso approccio culturale rispetto al passato, di impedire che, attraverso la veicolazione indiscriminata di messaggi pubblicitari, possa essere trasmessa anche la falsa idea che il gioco non costituisca un fattore di potenziale dipendenza: è assolutamente il contrario.

Ciò detto, il quesito posto dagli onorevoli interroganti si focalizza, tuttavia, su un problema diverso e più specifico, di cui mi accingo a dare conto. Nella passata legislatura sono state effettivamente stanziate alcune somme, finalizzate, a diverso titolo, ad interventi di prevenzione e cura della dipendenza dal gioco d'azzardo: nello specifico, due fondi destinati alle regioni per complessivi 100 milioni di euro annui.

Dico subito che, per quanto le risorse fossero con tutta evidenza assolutamente insufficienti, ho considerato queste iniziative comunque con favore, poiché il loro proposito era quello di finanziare finalmente iniziative specifiche nel campo del contrasto al gioco d'azzardo patologico.

Ebbene, devo purtroppo ammettere con rammarico che dette risorse sono state più insufficienti nella misura in cui, a distanza di ormai due anni, non sono state ancora del tutto assegnate. A fronte di un ricorso presentato dal Codacons, il TAR del Lazio ha infatti stabilito la illegittimità del procedimento amministrativo adottato finora dal Ministero della Salute e ne ha conseguentemente annullato gli atti, imponendo di riattivare la procedura a partire dalla fase consultiva, con obbligo di valutazione integrale dei piani predisposti dalle singole regioni da parte dell'Osservatorio nazionale per il contrasto della diffusione del gioco d'azzardo e il fenomeno della dipendenza grave.

Si è perso, dunque, tempo preziosissimo, un tempo nel quale i piani di attività formulati dalle singole regioni, che comunque erano stati giudicati positivamente dal Ministero, avrebbero potuto dispiegare o iniziare a dispiegare i propri effetti.

Ad oggi, la sfida che il Ministero deve raccogliere è dunque duplice: da una parte, recuperare il tempo perduto e provvedere a finanziare, secondo le procedure corrette, i piani di attività riferiti al trascorso biennio; dall'altra, parallelamente, pianificare il riparto per il nuovo biennio. A tale riguardo, desidero dare assicurazione agli onorevoli interroganti che, proprio in questo momento, si sta tenendo una riunione dell'Osservatorio nella quale il rappresentante del Ministero della salute ha da me ricevuto l'indicazione di portare in discussione nuovi criteri di rifinanziamento delle regioni, che tengano conto sia delle indicazioni ricevute in via giudiziaria sia, direi, soprattutto, dell'esigenza che vengano prontamente assegnate le risorse necessarie alle iniziative regionali già giudicate meritevoli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il deputato Massimo Enrico Baroni ha facoltà di replicare, per due minuti.

MASSIMO ENRICO BARONI (M5S). Gentile Ministro, non ha idea della mia gioia nel vederla seduta lì, al banco del Governo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). La sua presenza è per me la più concreta garanzia che, da questo momento in poi, la musica è cambiata (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Gli italiani non verranno più ingannati da parole sbagliate come ludopatia, confondendo ancor di più chi è malato e sofferente, una sofferenza mentale che può portare un'intera famiglia sul lastrico; che può portare a entrare nel circuito degli usurai e dei prestiti “a strozzo”; che può portare un malato di azzardopatia a rinchiudere un bambino in macchina per farsi una mano di azzardo al bar, in una sala VLT. Partite senza tempo e senza senso, sempre uguali, fino ad un tragico, quanto violento, risveglio. Una sofferenza familiare dove spesso la moglie o il marito dell'azzardopatico sono gli ultimi a venire a conoscenza di una malattia infernale, che ha dilapidato i pochi risparmi di famiglie non abbienti, creando una cultura dell'inganno, della falsa speranza, proprio nei confronti delle persone che più si amano, spesso in periferie in cui la disoccupazione è altissima e le pensioni sono minime, dove l'azzardo e il Gratta e vinci restano l'ultima spiaggia per continuare a sognare; là dove è impossibile fare piccola o media impresa e scommettere nell'economia reale.

Signor Ministro, nel lungo cammino verso la libertà, il mio sogno personale oggi è quello di vederla vicina a istituzioni come il Sudafrica, un Paese occidentale, la terra di Nelson Mandela, dove resistere e riscattarsi dai diritti negati è la storia di quel Paese. Oggi, in Sudafrica, fanno ancora la storia, resistono, come in quel villaggio gallico, all'invasore, alle lobby che in ogni modo cercano di legalizzare il gioco d'azzardo online, una delle forme più pericolose di gioco d'azzardo per chi sviluppa una dipendenza. Un settore che solo in Italia raccoglie oltre 20 miliardi di euro.

PRESIDENTE. Concluda.

MASSIMO ENRICO BARONI (M5S). Noi le saremo al fianco per traghettare questo Paese fuori dall'azzardopatia di Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Billi, Bitonci, Bonafede, Borghese, Buffagni, Carfagna, Castelli, Castiello, Centemero, Cirielli, Cominardi, Corneli, D'Incà, D'Uva, De Micheli, Del Re, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Durigon, Fantinati, Ferraresi, Fitzgerald Nissoli, Gregorio Fontana, Fraccaro, Fugatti, Fusacchia, Galli, Garavaglia, Gava, Giorgetti, Guidesi, Manzato, Micillo, Molteni, Morrone, Picchi, Rixi, Rosato, Ruocco, Carlo Sibilia, Siragusa, Tofalo, Ungaro, Vacca, Valente e Villarosa sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente cinquantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Presidente del Senato, con lettera in data 28 giugno 2018, ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla VIII Commissione (Ambiente):

"Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 maggio 2018, n. 55, recante ulteriori misure urgenti a favore delle popolazioni dei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016" (804) – Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, IX, X, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XII e XIV.

Il suddetto disegno di legge sarà altresì assegnato al Comitato per la legislazione, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis.

Modifica nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 3 luglio 2018, il deputato Francesco Lollobrigida ha reso noto che l'assemblea del gruppo parlamentare Fratelli d'Italia ha proceduto, in data 27 giugno 2018, alla sua elezione a presidente del gruppo.

Comunico inoltre che, con lettera pervenuta in data 4 luglio 2018, il presidente del gruppo parlamentare Fratelli d'Italia ha reso noto che l'assemblea del gruppo ha proceduto in data 27 giugno 2018 all'elezione di Tommaso Foti a vicepresidente del gruppo.

Annunzio di petizioni.

PRESIDENTE. Invito il deputato segretario di Presidenza a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Segretaria, legge:

Francesco Di Pasquale, da Cancello ed Arnone (Caserta), chiede:

interventi a sostegno del settore edilizio e del mercato immobiliare (1) - alla VIII Commissione (Ambiente);

una disciplina più restrittiva in materia di fabbricazione e utilizzo dei fuochi d'artificio (2) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

iniziative per la revisione degli accordi internazionali che hanno determinato il distacco dell'Istria dall'Italia (3) - alla III Commissione (Affari esteri);

nuove norme per contrastare il consumo di alcolici da parte dei giovani (4) - alla XII Commissione (Affari sociali);

nuove norme in materia di periodo di svolgimento delle consultazioni elettorali e di costituzione e funzionamento degli uffici elettorali (5) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

Marina Fontana, da Palermo, chiede nuove norme per agevolare l'adozione di minori da parte di persone non coniugate (6) – alla II Commissione (Giustizia);

Enea D'Andrea, da Cordenons (Pordenone), chiede:

la riforma della legge elettorale con l'introduzione di un sistema uninominale a turno unico con premio di maggioranza e indicazione del candidato alla carica di Presidente del Consiglio dei ministri (7) –alla I Commissione (Affari costituzionali);

la revisione della Costituzione, con il superamento del bicameralismo perfetto, l'introduzione del ricorso preventivo di legittimità costituzionale, la riforma del rapporto fiduciario tra Camere e Governo e l'attribuzione al Governo di maggiori poteri di indirizzo dell'attività legislativa (8) –alla I Commissione (Affari costituzionali);

Simon Baraldi, da Bologna, chiede norme per la prevenzione e il contrasto del bullismo, anche informatico (9) – alle Commissioni riunite II (Giustizia) e XII (Affari sociali);

Francesco Felice Previte, da Sant'Alfio (Catania), chiede:

l'incremento dell'importo delle provvidenze in favore dei disabili (10) – alla XII Commissione (Affari sociali);

la tempestiva approvazione di una legge di riforma dell'assistenza psichiatrica, a tutela dei sofferenti psichici e a garanzia della sicurezza di tutti i cittadini (11) – alla XII Commissione (Affari sociali);

Nelson Marin, da Padova, chiede l'istituzione di un comitato consultivo sulla sicurezza all'estero per la protezione degli operatori economici italiani operanti oltre frontiera (12) - alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e X (Attività produttive);

Giacomo Pierini, da Firenze, chiede l'introduzione di norme per l'accertamento delle infrazioni al codice della strada su segnalazione dei cittadini alle autorità competenti, tramite fotografie o registrazioni video (13) - alla IX Commissione (Trasporti);

Marco Preioni, da Domodossola (Verbano Cusio Ossola), chiede iniziative a tutela dello status e delle condizioni personali di libertà e indipendenza dei membri del Parlamento, anche in relazione alle prerogative economiche dei parlamentari in carica e cessati dal mandato, nonché la rivalutazione delle indennità e dei vitalizi parlamentari (14) –alla I Commissione (Affari costituzionali);

Simone Sansoni, da Collegno (Torino), chiede il riconoscimento del diritto di associazione professionale del personale appartenente al Corpo della guardia di finanza (15) - alla IV Commissione (Difesa);

Luigi Bonelli, da Sant'Angelo a Cupolo (Benevento), chiede che il mandato dei commissari straordinari delle cooperative edilizie non possa superare la durata di un anno (16) - alla VIII Commissione (Ambiente);

Michele Zanna, da Molfetta (Bari), chiede interventi a tutela dei lavoratori dipendenti di aziende interessate da provvedimenti di arresto dell'attività di pesca (17) – alla XI Commissione (Lavoro);

Matteo La Cara, da Vercelli, chiede la riforma della legge elettorale con l'introduzione di un sistema elettorale maggioritario a doppio turno (18) – alla I Commissione (Affari costituzionali);

Rinaldo Di Nino, da Cuneo, chiede:

il ripristino della leva militare obbligatoria (19) – alla IV Commissione (Difesa);

modifiche all'articolo 52 del codice penale in materia di legittima difesa (20) – alla II Commissione (Giustizia).

Interventi di fine seduta (ore 15,56).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Luciano Nobili. Le ricordo, collega, che ha poco meno di due minuti. Ne ha facoltà.

LUCIANO NOBILI (PD). Presidente, onorevoli colleghi, la sera del 30 giugno scorso un gruppo di ignoti ha messo in atto una pesante aggressione di stampo fascista contro il circolo Subaugusta del Partito Democratico a Roma: alcuni individui hanno preso d'assalto la sede del nostro partito, danneggiandola e ricoprendola di svastiche, croci celtiche e altri simboli e scritte inneggianti al regime nazifascista. Non si tratta, purtroppo, di un episodio isolato. Solo nelle ultime settimane, sono ben cinque, nella capitale, le nostre sedi prese d'assalto allo stesso modo: prima la sede di Via dei Cappellari in pieno centro storico, poi quella di Talenti, il circolo Alberone, il circolo San Giovanni e infine, appunto. Subaugusta. Una road map di aggressioni e violenza che allarma, che segna una pericolosa recrudescenza di movimenti che si richiamano direttamente al fascismo, e che coerentemente fanno della violenza la loro cifra, e che dovrebbe preoccupare non solo i militanti del nostro partito, ma l'intero Paese. Nel caso specifico, si è rischiato di andare molto oltre, visto che nella sede erano presenti alcuni giovani democratici che hanno dovuto barricarsi all'interno e richiedere l'intervento delle forze pubbliche per evitare l'aggressione fisica.

Non sta accadendo solo a Roma: ci sono denunce simili in tutta Italia. Due giorni fa a Milano è stata distrutta la lapide in memoria della partigiana Gina Galeotti Bianchi, e tutti ricordiamo il tragico episodio di Macerata, che si concluse addirittura con degli spari contro la sede del Partito Democratico. Ma è gravissimo che accada a Roma, città martire della Resistenza, che ha combattuto l'oppressione fascista e che ha conosciuto l'onta delle leggi razziali, e che accada mentre la maggioranza che guida il Campidoglio risponde a questa emergenza votando l'intitolazione di una via a Giorgio Almirante, che da quella storia e da quelle leggi razziali non ha mai preso le distanze (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

I democratici non si fanno intimidire, Presidente, sono già al lavoro per ripristinare le sedi e continuare a viverle ogni giorno, ma invito con forza il Governo, e in particolare il Ministro dell'interno, a mettere in atto ogni provvedimento necessario a garantire sicurezza e libertà ai presidi democratici territoriali del principale partito di opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Antonio Tasso. Ne ha facoltà, per due minuti.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Presidente, mi permetta di portare all'attenzione di quest'Aula, esprimendo soddisfazione, la sentenza di primo grado del giudice del lavoro del tribunale di Foggia, che ha ordinato la reintegrazione di diciassette ricorrenti nei rispettivi posti di lavoro, con il pagamento di tutte le retribuzioni arretrate, nella causa che li vedeva, da alcuni anni, contrapposti all'azienda FIB Srl, stabilimento di Manfredonia. Ora, mi auguro che la società soccombente, naturalmente fatti salvi i suoi diritti di ricorrere in appello, dia rapida esecuzione alla sentenza, o comunque raggiunga un accordo che metta fine alla controversia, nella reciproca soddisfazione delle parti. Questo è auspicabile soprattutto perché i lavoratori, specialmente quelli del Sud, hanno bisogno di certezze e di stabilità per la serenità di tante famiglie, spesso monoreddito (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Enrico Borghi. Ne ha facoltà.

ENRICO BORGHI (PD). Signora Presidente, due settimane fa, in quest'Aula, il Ministro Toninelli si è sperticato in assicurazioni, di fronte al Paese, circa la non chiusura dei porti italiani. In data 30 giugno, il suo Ministero ha comunicato a mezzo stampa il divieto di attracco per una specifica nave di una ONG, su disposizione, o meglio su una nota del Ministero dell'interno. Ora, noi non vorremmo passare sotto silenzio questa evoluzione della chiusura dei porti via tweet; e quindi, visto che siete i campioni del web e i profeti della trasparenza, siamo a chiedere – e depositeremo una specifica interrogazione in tal senso – sulla base di quale provvedimento, di quale norma, di quale legge sia stata disposta la chiusura ad navem di un porto in questo Paese, perché noi non vogliamo sdoganare l'idea che la circolazione sia a discrezione del singolo Ministro di turno. Ci sono delle leggi, ci sono delle norme che i Ministri devono rispettare. Quindi, pubblichino subito, sul web il provvedimento sulla base del quale hanno adottato questa decisione, e vengano qui a dire il perché (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Signora Presidente, solo nove mesi fa Il Blog delle Stelle, l'organo del MoVimento 5 Stelle, scriveva, a proposito dei propri alleati odierni di Governo: “A due anni dalla prima denuncia del MoVimento 5 Stelle emerge sempre più con forza che anche Salvini e Maroni hanno utilizzato parte dei 48 milioni di euro pubblici frutto della truffa orchestrata da Umberto Bossi e l'ex tesoriere Belsito, entrambi già condannati per la vicenda Tanzania e diamanti. Toc toc, Salvini e Maroni, rispondete”.

Noi, Presidente, come Partito Democratico abbiamo depositato il 20 giugno un'interpellanza urgente al Governo perché venga qui a rispondere, perché è in quest'Aula che il Governo deve rispondere ai cittadini, a prescindere dalle inchieste della magistratura. Noi vogliamo che il Governo ci dica dove solo finiti i soldi che i cittadini italiani hanno dato alla Lega (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Vogliamo sapere, nel rispetto della magistratura, se la Lega ha portato dei soldi all'estero! Vogliamo sapere, nel rispetto dell'inchiesta della magistratura, se la Lega ha investito in obbligazioni contravvenendo alla legge (Prolungati applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

E, infine, signora Presidente, ieri il Ministro dell'Interno, il quale ha l'alto onore di difendere la sicurezza in questo Paese, di applicare la legge e la Costituzione, ha osato dire, della Cassazione, il massimo organo giurisdizionale che sancisce la correttezza delle inchieste della magistratura, ha dichiarato, sulla sentenza di ieri, sentenza politica…

PRESIDENTE. Concluda.

EMANUELE FIANO (PD). …è l'ennesimo, inaccettabile e volgare calcio alla Costituzione, nell'indifferenza del dovere di separazione dei poteri dello Stato e di rispetto dell'indipendenza della magistratura.

Noi continueremo a chiedere risposta, a nome dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - I deputati del gruppo Partito Democraticoscandiscono la parola: Onestà!).

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi…

Ha chiesto di parlare il collega Fatuzzo. Ne ha facoltà. Colleghi, potete permettere al collega Fatuzzo di intervenire?

Prego, collega Fatuzzo, per due minuti.

CARLO FATUZZO (FI). Ringrazio chi ha detto “grande”, mi evita di chiedere la parola per difesa personale, come si chiama, non ricordo bene… Signor Presidente, mi scuso se ho interloquito piacevolmente con gli amici e i colleghi della sinistra; prima di andare all'oggetto della mia richiesta di parola, voglio sottolineare che anch'io ho firmato la proposta di legge della collega Giusi Versace sul rimborso delle spese per le protesi agli inabili che fanno sport.

Per la seconda volta, devo intervenire - eh, sì, non volevo farlo, ma l'ho dovuto fare - perché, in una casa di riposo, è stato arrestato uno dei titolari, per aver maltrattato gli anziani colà ricoverati. La settimana scorsa parlai di un caso che è accaduto, la settimana scorsa, appunto, in provincia di Asti; questa volta il fatto è accaduto in provincia di Ragusa, a Vittoria, per la precisione.

Io, però, vorrei ringraziare tutti gli infermieri, tutte le infermiere, tutti i medici, tutte le assistenti e tutti gli assistenti che in tutta Italia, in tante case di riposo, svolgono il loro lavoro con abnegazione e con forza e vorrei ringraziare anche i familiari, che riescono a tenersi a casa i loro anziani così inabili. Penso che meritino un applauso non solo mio, ma anche da parte di tutti i colleghi, qui presenti.

Viva i pensionati. Pensionati, all'attacco (Applausi)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Perantoni. Ne ha facoltà, per due minuti.

MARIO PERANTONI (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresento a quest'Aula la condizione di grave difficoltà finanziaria nella quale si trovano numerosi comuni sardi, a causa dell'indebitamento al quale devono fare fronte in conseguenza degli oneri derivanti da espropriazioni per pubblica utilità e, quindi, per il pagamento delle relative indennità. È ben noto il travagliato iter che ha subito la normativa in tema di indennità di espropriazione, normativa che è stata più volte dichiarata incostituzionale e contraria alle fonti sovranazionali.

Numerosi comuni, confidando nella legittimità dei criteri inizialmente stabiliti da questo Parlamento per la quantificazione dell'indennità di espropriazione, hanno proceduto, appunto, ad espropri per pubblica utilità, ad esempio per la realizzazione di piani per l'edilizia economica e popolare, all'approvazione di strumenti urbanistici con finalità espropriative.

All'esito del percorso normativo giurisprudenziale i detti comuni si sono, invece, trovati a dover fare fronte a impegni di spesa enormemente lievitati rispetto alle previsioni, non solo in conto capitale, ma anche, ovviamente, per interessi e spese per contenziosi, a volte, pluridecennali.

L'esposizione dei comuni della Sardegna è pari a circa 60 milioni di euro, cifra alla quale le amministrazioni in questione non sono assolutamente in grado di fare fronte, se non contraendo onerosi mutui, cosa che in parte hanno già fatto, riducendo drasticamente i servizi alle comunità, tanto che nei giorni scorsi hanno, appunto, chiesto l'intervento della regione Sardegna.

Chiedo, pertanto, che quest'Aula prenda atto del problema e che si attivi per perorare una positiva soluzione della questione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che è stato preannunciato, dal presidente della Commissione Affari costituzionali, l'invio di una lettera con la quale rappresenta l'esigenza di procedere a un differimento di alcuni giorni dell'inizio dell'esame in Assemblea della proposta di legge recante: “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere”, iscritta nel calendario dei lavori a partire da lunedì 9 luglio, con la clausola “ove conclusa dalla Commissione”.

La discussione generale di tale provvedimento non sarà, pertanto, iscritta all'ordine del giorno della seduta di lunedì 9 luglio.

Organizzazione dei tempi di esame della mozione Gelmini ed altri n. 1-00010.

PRESIDENTE. Comunico, inoltre, che sarà pubblicata nell'allegato A al resoconto della seduta odierna l'organizzazione dei tempi per l'esame della mozione Gelmini ed altri n. 1-00010, concernente iniziative volte a favorire il rientro delle imprese italiane che hanno delocalizzato la produzione all'estero (Vedi l'allegato A).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 9 luglio 2018 - Ore 15:

1. Discussione sulle linee generali della proposta di legge:

VIGNAROLI ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (ove conclusa dalla Commissione). (C. 85)

e delle abbinate proposte di legge: BRAGA ed altri; MURONI. (C. 103-414)

La seduta termina alle 16,10.