Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 11 marzo 2022

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME: PDL N. 243-3357

Pdl n. 243-3357 – Misure per la prevenzione dei fenomeni eversivi di radicalizzazione violenta, inclusi i fenomeni di radicalizzazione e di diffusione dell'estremismo violento di matrice jihadista

Tempo complessivo: 14 ore, di cui:

  • discussione sulle linee generali: 7 ore;

  • seguito dell'esame: 7 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 30 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 7 minuti 1 ora e 3 minuti
(con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 3 minuti 4 ore e 37 minuti
MoVimento 5 Stelle 38 minuti 51 minuti
Lega – Salvini premier 37 minuti 45 minuti
Partito Democratico 35 minuti 37 minuti
Forza Italia – Berlusconi presidente 34 minuti 34 minuti
Fratelli d'Italia 32 minuti 24 minuti
Italia Viva 32 minuti 22 minuti
Coraggio Italia 31 minuti 21 minuti
Liberi e Uguali 31 minuti 18 minuti
Misto: 33 minuti 25 minuti
  Alternativa 9 minuti 7 minuti
  MAIE-PSI-Facciamo eco 5 minuti 4 minuti
  Centro Democratico 4 minuti 3 minuti
  Noi con l'Italia – USEI-Rinascimento ADC 3 minuti 3 minuti
  Azione – +Europa – Radicali Italiani 3 minuti 2 minuti
  Europa Verde – Verdi Europei 3 minuti 2 minuti
  Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea 3 minuti 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti 2 minuti

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta
dell'11 marzo 2022.

  Amitrano, Ascani, Baldelli, Barelli, Bergamini, Bianchi, Boschi, Brescia, Brunetta, Butti, Cancelleri, Carfagna, Casa, Castelli, Cavandoli, Centemero, Cirielli, Colletti, Colucci, Comaroli, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, Daga, De Carlo, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Luigi Di Maio, Di Stefano, Ehm, Fassino, Gregorio Fontana, Ilaria Fontana, Forciniti, Franceschini, Frusone, Gallinella, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Giorgetti, Gobbato, Grande, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Iovino, Lapia, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Macina, Maggioni, Magi, Mandelli, Marattin, Marin, Migliore, Molinari, Molteni, Morelli, Mulè, Mura, Nardi, Nesci, Orlando, Paita, Parolo, Perantoni, Ribolla, Rizzo, Romaniello, Rosato, Rotta, Ruocco, Sasso, Scalfarotto, Schullian, Serracchiani, Carlo Sibilia, Silli, Sisto, Spadafora, Spadoni, Speranza, Suriano, Tabacci, Tasso, Vignaroli, Leda Volpi, Zanettin, Zoffili.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge ASCARI ed altri: «Introduzione dell'articolo 13-bis della legge 11 gennaio 2018, n. 4, in materia di cambio del cognome per le vittime del reato di costrizione o induzione al matrimonio» (3454) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Del Monaco.

Modifica del titolo di proposte di legge.

  La proposta di legge n. 3502, d'iniziativa del deputato Baldelli, ha assunto il seguente titolo: «Istituzione della Giornata nazionale dei diritti degli utenti e dei consumatori».

Trasmissione dal Senato.

  In data 10 marzo 2022 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge:

   S. 2330. – «Delega al Governo in materia di contratti pubblici» (approvato dal Senato) (3514).

  Sarà stampato e distribuito.

Assegnazione di progetti di legge
a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   II Commissione (Giustizia):

  ASCARI ed altri: «Introduzione dell'articolo 13-bis della legge 11 gennaio 2018, n. 4, in materia di cambio del cognome per le vittime del reato di costrizione o induzione al matrimonio» (3454) Parere delle Commissioni I e V.

   Commissioni riunite XII (Affari sociali) e XIII (Agricoltura):

  GALLINELLA ed altri: «Introduzione del titolo II-bis del decreto legislativo 8 luglio 2003, n. 224, concernente l'emissione deliberata nell'ambiente di organismi prodotti con tecniche di editing genomico mediante mutagenesi sito-diretta o di cisgenesi a fini sperimentali e scientifici» (3393) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VII, VIII, XIV e Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Annunzio di sentenze
della Corte costituzionale.

  La Corte costituzionale, in data 10 marzo 2022, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia delle seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:

  Sentenza n. 61 del 25 gennaio – 10 marzo 2022 (Doc. VII, n. 837), con la quale:

   dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 3 della legge della Regione Siciliana 3 marzo 2020, n. 6 (Rinvio delle elezioni degli organi degli enti di area vasta. Disposizioni varie):

  alla I Commissione (Affari costituzionali);

  Sentenza n. 62 del 25 gennaio – 10 marzo 2022 (Doc. VII, n. 838), con la quale:

   dichiara l'illegittimità costituzionale del combinato disposto degli articoli 71, comma 3-bis, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali) e 30, primo comma, lettere d-bis) ed e), del decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960, n. 570 (Testo unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle Amministrazioni comunali), nella parte in cui non prevede l'esclusione delle liste che non assicurano la rappresentanza di entrambi i sessi nei comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti:

  alla I Commissione (Affari costituzionali);

  Sentenza n. 63 dell'8 febbraio – 10 marzo 2022 (Doc. VII, n. 839), con la quale:

   dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 12, comma 3, lettera d), del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero), limitatamente alle parole «o utilizzando servizi internazionali di trasporto ovvero documenti contraffatti o alterati o comunque illegalmente ottenuti»:

  alla II Commissione (Giustizia).

  La Corte costituzionale ha depositato in cancelleria le seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, sono inviate alla II Commissione (Giustizia), nonché alla I Commissione (Affari costituzionali):

  Sentenza n. 64 del 26 gennaio – 10 marzo 2022 (Doc. VII, n. 840), con la quale:

   dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 34, comma 2, del codice di procedura penale, sollevate, in riferimento agli articoli 3, 24, secondo comma, e 111, secondo comma, della Costituzione, dal Tribunale ordinario di Spoleto e dal Tribunale ordinario di Palermo;

  Sentenza n. 65 del 26 gennaio – 10 marzo 2022 (Doc. VII, n. 841), con la quale:

   dichiara non fondata, nei sensi di cui in motivazione, la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 8, comma 1-bis, della legge 27 gennaio 2012, n. 3 (Disposizioni in materia di usura e di estorsione, nonché di composizione delle crisi da sovraindebitamento), come introdotto dall'articolo 4-ter, comma 1, lettera d), del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137 (Ulteriori misure urgenti in materia di tutela della salute, sostegno ai lavoratori e alle imprese, giustizia e sicurezza, connesse all'emergenza epidemiologica da Covid-19), convertito, con modificazioni, nella legge 18 dicembre 2020, n. 176, sollevata, in riferimento all'articolo 3 della Costituzione, dal Tribunale ordinario di Livorno.

Annunzio di progetti di atti
dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 10 marzo 2022, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):

   Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare, a nome dell'Unione europea, in sede di Comitato misto SEE riguardo alla modifica dell'allegato IX (Servizi finanziari) e del protocollo 37 (contenente l'elenco di cui all'articolo 101) dell'accordo SEE (Partecipazione degli Stati EFTA-SEE al gruppo di esperti degli Stati membri sulla finanza sostenibile) (COM(2022) 79 final), corredata dal relativo allegato (COM(2021) 79 final – Annex), che è assegnato in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);

   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (UE) n. 1303/2013 e del regolamento (UE) n. 223/2014 per quanto riguarda l'azione di coesione a favore dei rifugiati in Europa (CARE) (COM(2022) 109 final), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio);

   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 514/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio recante disposizioni generali sul Fondo asilo, migrazione e integrazione e sullo strumento di sostegno finanziario per la cooperazione di polizia, la prevenzione e la lotta alla criminalità e la gestione delle crisi e che modifica il regolamento (UE) n. 516/2014 che istituisce il Fondo Asilo, migrazione e integrazione e che modifica il regolamento (UE) n. 2021/1147 che istituisce il Fondo Asilo, migrazione e integrazione (COM(2022) 112 final), che è assegnata in sede primaria alla I Commissione (Affari costituzionali).

  La proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 549/2013 e abroga 11 atti giuridici nel settore della contabilità nazionale (COM(2021) 776 final), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata, in data 13 dicembre 2021, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), è altresì assegnata alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà. Il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 10 marzo 2022.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 10 marzo 2022, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Con la predetta comunicazione, il Governo ha inoltre richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:

   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Verso un'economia verde, digitale e resiliente: il modello di crescita europeo (COM(2022) 83 final);

   Comunicazione della Commissione al Consiglio – Orientamenti di politica di bilancio per il 2023 (COM(2022) 85 final).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Iniziative di competenza volte alla tutela dell'incolumità e dell'attività delle donne pastore, nonché al monitoraggio dell'assegnazione dei fondi europei per la transumanza, alla luce della vicenda di una allevatrice di Vallerotonda, in provincia di Frosinone – 2-01442

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, il Ministro per le pari opportunità e la famiglia, per sapere – premesso che:

   si apprende dai media che a Vallerotonda (in provincia di Frosinone) una allevatrice, e in particolare una pastora di nome Assunta Valente, subisce da due anni minacce e danni;

   la sua azienda avrebbe infatti riportato numerosi danneggiamenti di origine dolosa tra cui l'abbattimento di palizzate, gomme del trattore squarciate, tubature spezzate, recinti abbattuti, animali (oltre venticinque mucche) avvelenati e spariti, otto cani uccisi con il veleno e persino un avvertimento con la testa di una agnellina conficcata su un palo. L'ingresso dei suoi terreni, per i quali paga regolarmente l'affitto, verrebbero inoltre resi impraticabili, da ignoti, per impedire il pascolo;

   sempre secondo la stampa la pastora verrebbe denigrata e diffamata da alcuni personaggi della comunità locale: è stata infatti accusata di «essere pazza, esaurita, di inventarsi fandonie per i giornalisti, di non sapersi occupare degli animali perché il suo non è un mestiere per donne»;

   si tratterebbe quindi di intimidazioni gravissime e continue sulle quali, secondo i media, «peserebbe l'ombra inquietante della mafia dei pascoli, quel fenomeno che vedrebbe grandi aziende occupare vaste aree di terreni con il solo scopo di accedere ai fondi europei, pur senza garantire l'effettiva attività di pascolo degli animali»;

   all'origine di tali persecuzioni vi sarebbe quindi la volontà di ignoti di ottenere, attraverso reati e truffe, fondi dell'Unione europea per i pascoli estesi e l'allevamento brado: risorse pubbliche che dovrebbe sostenere le realtà agropastorali ancora presenti sul territorio ma che avrebbero invece favorito una corsa senza precedenti all'accaparramento di terreni da pascolo;

   questa tesi sembra essere sostenuta anche dalle forze dell'ordine, dopo le denunce di Assunta Valente, secondo le quali l'obiettivo delle minacce e dei danneggiamenti sarebbe proprio quello di indurre la donna ad andare via ed abbandonare i terreni da pascolo;

   se in passato la presenza femminile nella pastorizia era concentrata soprattutto al nord, negli ultimi anni molte donne hanno riscoperto tale attività e sono oggi numerose le titolari di aziende zootecniche al Centro e anche al Sud e sulle isole. Le donne, secondo recenti indagini, hanno dato a tale mestiere un'accezione moderna coniugando l'allevamento anche con la cura e il benessere animale, promuovendo al tempo stesso il ripopolamento di zone marginali e la presenza di vivaci comunità negli insediamenti montani;

   per la sua attività Assunta Valente ha ricevuto numerosi riconoscimenti, ha preso parte a documentari tematici ed è stata nominata ambasciatrice del suo territorio in occasione del III Forum nazionale Agroecologia circolare di Roma;

   è quindi necessario contrastare ogni tipologia di sopraffazione condizionata da retaggi culturali arcaici e misogini che ancora oggi, in alcune zone del Paese, trovano purtroppo terreno fertile; si tratta di una mentalità diffusa, figlia di un pastorismo patriarcale, che vede in esperienze di vita e professionali come quella di Assunta Valente esempi intollerabili, da abbattere con ogni mezzo;

   salvaguardare le attività e le esperienze come quelle di Assunta Valente significa, infatti, non solo contrastare le discriminazioni di genere e tutelare il lavoro, l'incolumità e dignità della donna ma anche garantire il presidio dei territori, la cura dei pascoli e la preservazione della biodiversità –:

   se i Ministri interpellati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

   quali urgenti iniziative di competenza intendano conseguentemente assumere per tutelare l'incolumità e l'attività lavorativa nello specifico di Assunta Valente e delle donne pastore nel nostro Paese;

   se non ritengano necessario monitorare l'assegnazione dei fondi europei per la transumanza sul territorio nazionale al fine di contrastare e prevenire eventuali frodi.
(2-01442) «Cenni, Serracchiani, D'Elia, Incerti, Quartapelle Procopio, Nardi, Sensi, Braga, Ciagà, Mura, Morani, Bruno Bossio, Pellicani, Sani, Fragomeli, De Filippo, Morassut, Madia, Gribaudo, Boldrini, Frailis, Fiano, Pizzetti, Di Giorgi, Ianaro, Ciampi, Pollastrini, Carnevali, Bonomo, Schirò, Luciano Cantone, Casu, Cantini, Soverini».


Iniziative di competenza volte ad un adeguato sostegno al comune di Cinisi in relazione ad un procedimento per la restituzione di un bene trasferito al comune dall'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata – 2-01445

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   nel 2010 un fabbricato rurale, all'epoca un rudere, situato in Contrada Uliveto è stato trasferito dall'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati (Anbsc) al patrimonio indisponibile del comune di Cinisi, per scopi sociali e istituzionali, al fine di restituirli alla collettività e accrescerne il valore;

   tale casolare faceva parte della confisca di alcuni beni immobili sottratti al boss mafioso Gaetano Badalamenti, nella seconda metà degli anni Settanta capo dell'associazione mafiosa denominata Cosa Nostra e condannato nel 2002 all'ergastolo quale mandante dell'omicidio di Peppino Impastato;

   il comune di Cinisi, attraverso i finanziamenti europei del Fondo di sviluppo e coesione e in particolare del Fondo di sviluppo rurale, ha sottoposto il casolare a un importante intervento di recupero e di ristrutturazione, per alcune centinaia di migliaia di euro, al fine di adibirlo a «centro ricreativo e culturale collegato al sistema regionale delle aree protette e delle razze autoctone»;

   nel gennaio 2021 il comune di Cinisi ha altresì sottoscritto un accordo di collaborazione con l'Associazione «Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato» per utilizzare l'immobile anche «quale “Centro di diffusione della Cultura della Legalità” da mettere in rete con altri luoghi simbolo delle battaglie antimafia portate avanti da Peppino Impastato, dandone consegna alla collettività e alla memoria delle future generazioni»;

   su istanza di Leonardo Badalamenti, figlio di Gaetano Badalamenti, la confisca di questo specifico bene è stata revocata nell'agosto 2021 con ordinanza della I sezione della Corte d'assise di Palermo all'esito di una complicatissima vicenda giudiziaria riguardante l'individuazione a livello catastale del bene al momento del sequestro e la sua provenienza o meno dal reinvestimento di capitali illeciti;

   nei confronti di Leonardo Badalamenti, condannato definitivamente a 5 anni e 10 mesi per traffico di sostanze stupefacenti dal tribunale di San Paolo in Brasile, è stato chiesto il rinvio a giudizio per aver tentato di occupare l'immobile con la violenza e per calunnia nei confronti del sindaco di Cinisi, Gianni Palazzolo;

   al comune di Cinisi, proprietario del bene, non è mai stata comunicata l'esistenza del contenzioso riguardante la revoca della confisca attivato su iniziativa di Leonardo Badalamenti;

   l'Anbsc il 22 febbraio 2022 ha informato il comune di Cinisi che per il 25 febbraio erano fissate le operazioni dell'immissione in possesso dell'unità immobiliare a favore di Badalamenti, poi rinviata al 29 aprile, dieci giorni prima del 9 maggio, giorno della commemorazione del 44° anniversario dell'omicidio di Peppino Impastato;

   l'articolo 46 del Codice antimafia stabilisce che la restituzione dei beni confiscati possa avvenire «anche per equivalente (...) quando i beni medesimi sono stati assegnati per finalità istituzionali o sociali (...) e la restituzione possa pregiudicare l'interesse pubblico. In tal caso l'interessato (...) ha diritto alla restituzione di una somma equivalente al valore del bene confiscato come risultante dal rendiconto di gestione, al netto delle migliorie, rivalutato (...)»;

   il comune di Cinisi, con delibera n. 27 del 23 febbraio 2022, ha manifestato la volontà di avvalersi della facoltà prevista dal citato articolo 46 del Codice antimafia nella considerazione che la restituzione materiale dell'immobile si pone in evidente contrasto con preminenti interessi pubblici –:

   se il Ministro interpellato, per quanto di competenza, intenda adoperarsi in ogni modo, tramite l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità, anche in collaborazione con l'Avvocatura dello Stato, per affiancare e sostenere il comune di Cinisi nel far valere il diritto di ritenzione basato sulla previsione dell'articolo 46 del codice antimafia, affinché il bene non venga restituito agli eredi di Gaetano Badalamenti e sia conservato al patrimonio dello Stato.
(2-01445) «D'Uva, Casa, Davide Aiello, Baldino, Brescia, Maurizio Cattoi, Francesco Silvestri, Corneli, De Carlo, Dieni, Elisa Tripodi, Alaimo, Azzolina, Giordano, D'Orso, Ascari, Bonafede, Cataldi, Di Sarno, Ferraresi, Giuliano, Perantoni, Saitta, Salafia, Sarti, Scutellà, Aresta, Del Monaco, Frusone, Iovino».


Iniziative di competenza, anche normative, volte a garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei detenuti nelle carceri, con particolare riferimento al diritto alla salute – 2-01372

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   nelle carceri italiane si assiste quotidianamente a un forte decadimento delle condizioni di vita dei detenuti: dal 2000 ad oggi sono 3.288 le persone detenute morte in carcere: di queste 1.215 sono decessi di carattere suicidario il cui numero, solo nell'ultima settimana, è di 3;

   l'Organizzazione mondiale della sanità ha indicato i detenuti quale gruppo con il più elevato rischio suicidario: per la società e per la salute pubblica, prevenire e diminuire i casi di suicidio e di tentato suicidio è una sfida che si è concretizzata, nel tempo, attraverso studi di settore e con l'istituzione della giornata mondiale per la prevenzione del suicidio con il fine primario di dare una dimensione di concretezza ai programmi e ai progetti di tutti;

   come noto, la Corte europea dei diritti dell'uomo, negli ultimi anni, ha condannato più volte l'Italia per il «trattamento inumano e degradante» dei soggetti ristretti nelle sue carceri, spesso conseguenza della carenza di organico: gli agenti della Polizia penitenziaria sono, infatti, quasi sempre impegnati in più servizi contemporaneamente per far fronte alle varie esigenze ed emergenze;

   il fenomeno appena richiamato si lega poliedricamente tanto alla menzionata vexata quaestio del sovraffollamento, quanto a quella dell'urgenza di prevedere investimenti per tecnologie, equipaggiamenti, ampliamento dell'organico della Polizia penitenziaria;

   a ciò si aggiunga la scarsa presenza di presidi sanitari, in merito alla quale si rileva l'assenza di un fattivo confronto tra rappresentanti del Ministero di giustizia e rappresentanti degli enti locali, operatori dell'amministrazione penitenziaria e delle Asl;

   la tutela della salute della persona reclusa assume una valenza positiva in relazione a quella che è la concezione della pena riconosciuta nella Costituzione, all'articolo 27, terzo comma, che recita: «Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato»; la condizione di benessere psico-fisico diviene, infatti, strumentale all'attività volta al recupero sociale dell'individuo, a quello che viene definito il «trattamento» –:

   se e quali iniziative di competenza, di carattere normativo e amministrativo, il Governo intenda porre in essere al fine di garantire il diritto alla salute per i detenuti ristretti nelle carceri italiane, assicurando il rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo.
(2-01372) «Marrocco, D'Attis».


Elementi ed iniziative di competenza, nel quadro della disciplina sugli aiuti di Stato, in merito all'agevolazione cosiddetta «Decontribuzione Sud», ai fini del rilancio strutturale dell'occupazione nel Mezzogiorno – 2-01429

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per il sud e la coesione territoriale, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

   l'agevolazione contributiva per l'occupazione in aree svantaggiate – cosiddetta «Decontribuzione Sud» – è stata introdotta dall'articolo 27 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104 (cosiddetto decreto Agosto) che prevedeva – per il periodo dal 1° ottobre 2020 al 31 dicembre 2020 – un esonero contributivo parziale, pari al 30 per cento dei contributi dovuti, a favore dei datori di lavoro del settore privato – con esclusione del settore agricolo e dei contratti di lavoro domestico – operanti nelle regioni che, con riferimento al 2018, presentano un prodotto interno lordo pro capite non superiore al 90 per cento di quello medio dei 27 Paesi attualmente facenti parte dell'Unione europea e un tasso di occupazione inferiore alla media nazionale;

   le regioni che rientrano nel beneficio, in base al richiamo dell'articolo 27, comma 1, del cosiddetto decreto Agosto, sono l'Abruzzo, la Basilicata, la Calabria, la Campania, il Molise, la Puglia, la Sardegna, la Sicilia;

   l'obiettivo della misura «Decontribuzione Sud» è quello di tutelare i livelli occupazionali, riducendo gli effetti negativi determinati dall'epidemia COVID-19 sul lavoro dipendente, soprattutto in aree già caratterizzate da situazioni di disagio socio-economico;

   la legge di bilancio 2021 (legge 30 dicembre 2020, n. 178) ha quindi esteso l'esonero contributivo fino al 31 dicembre 2029, con graduale riduzione nel tempo del beneficio, che resta invariato fino al 2025 per poi passare dal 30 per cento al 20 per cento e 10 per cento tra il 2026 e il 2029;

   nello specifico, l'esonero è pari al: 30 per cento della contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro, con esclusione dei premi e contributi dovuti all'Inail fino al 31 dicembre 2025; 20 per cento della contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro, con esclusione dei premi e contributi dovuti all'Inail, per gli anni 2026 e 2027; 10 per cento della contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro, con esclusione dei premi e contributi dovuti all'Inail, per gli anni 2028 e 2029;

   ai sensi dell'articolo 108, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (Tfue) la Commissione europea, con Decisione C(2021)1220 final del 18 febbraio 2021, ha autorizzato il suddetto sgravio fino al 31 dicembre 2021, prorogandone in seguito l'applicabilità fino al 30 giugno 2022 (decisione C(2022) 171 final dell'11 gennaio 2022), termine finale di operatività del Quadro temporaneo aiuti di Stato (Temporary Framework);

   l'Inps ha quindi rinviato l'emanazione delle istruzioni per la gestione degli adempimenti previdenziali connessi all'agevolazione contributiva relative al periodo 1° gennaio 2022-31 dicembre 2029 all'esito del procedimento di autorizzazione della Commissione europea, ai sensi dell'articolo 108, paragrafo 3, del Tfue;

   la decontribuzione al Sud rappresenta una delle misure principali messe in campo dal Governo per prevenire un possibile ampliamento del divario territoriale Nord-Sud in seguito alla crisi economico-sanitaria, al fine di contenere gli effetti negativi sull'occupazione della crisi economica, in quelle aree del Paese caratterizzate da un tessuto socio-economico più fragile –:

   se il Governo possa fornire dati aggiornati in merito allo stato delle nuove assunzione dei settori imprenditoriali che maggiormente hanno beneficiato, grazie alla «Decontribuzione Sud», delle agevolazioni contributive nel 2021;

   se e quali ulteriori iniziative di competenza il Governo intenda promuovere per assicurare la prosecuzione dei benefici derivanti dall'applicazione dell'esonero contributivo anche nel medio periodo, in un'ottica di sostegno strutturale al rilancio dell'occupazione nel Mezzogiorno, in particolare di quella giovanile e femminile, per le imprese che investono e investiranno nel Sud Italia, nel rispetto dei limiti e delle condizioni di cui al Temporary Framework.
(2-01429) «Galizia, Businarolo, Ianaro, Grillo, Papiro, Ricciardi, Amitrano, Barbuto, Bella, Cancelleri, Carbonaro, Carinelli, Cillis, Ciprini, Cominardi, Cubeddu, D'Arrando, De Lorenzis, Del Sesto, Frusone, Giarrizzo, Invidia, Iorio, Iovino, Mammì, Melicchio, Pallini, Palmisano, Penna, Roberto Rossini».


Iniziative di competenza volte alla salvaguardia dell'occupazione con riguardo allo stabilimento Pfizer di Catania, anche attraverso l'apertura di un tavolo di crisi – 2-01444

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

   all'interno dello stabilimento Pfizer di Catania prestano la propria attività lavorativa circa 1.000 dipendenti specializzati sia nella produzione di farmaci che in altri settori altamente tecnologici e di grande responsabilità;

   la multinazionale il 7 febbraio 2022 trasmetteva ai sindacati l'elenco dei 130 dipendenti a tempo indeterminato che sarebbero stati a breve licenziati dei 110 interinali a cui non sarebbe stato rinnovato il contratto di lavoro facenti parte dell'indotto catanese;

   in data 18 febbraio era stato aperto un tavolo di crisi informale da cui era nata la necessità di stabilire un incontro formale per dirimere la controversia;

   il 25 febbraio si era svolto l'incontro in Confindustria con Pfizer e le parti sociali che si erano date un'ulteriore data finale per la proposizione da parte del colosso farmaceutico di un pacchetto di misure che avrebbero potuto mettere d'accordo tutti;

   il 7 marzo si svolgeva l'incontro fiume durato circa 10 ore tra parti sociali, sindacati e Pfizer all'interno del quale purtroppo non si addiveniva a nessun risultato se non quello di inasprire ancora di più il dialogo;

   l'incontro che avrebbe dovuto avere come fine quello di evitare i licenziamenti e di approntare un piano di sviluppo, anche prevedendo eventuali fuoriuscite e accompagnamento all'esodo dei lavoratori ma nell'ambito di una prospettiva di un piano di rilancio aziendale, dunque era andato sprecato;

   in vista quindi ci sono nuovi scioperi e proteste, anche perché, è bene ricordarlo, l'allarme riguarda non solo i licenziamenti ma anche la totale dismissione del sito catanese che si è visto dimezzare gli investimenti e che è venuto a conoscenza che la produzione del nuovo farmaco anti-Covid sarà portata avanti dal sito di Ascoli;

   il colosso Pfizer, dunque, dopo aver incassato miliardi di euro durante la pandemia derivanti dai ricavi della produzione del vaccino anti-Covid, pianifica la distruzione di un intero indotto piuttosto che rilanciare la realtà catanese investendo in biotecnologie e in impianti strategici;

   giova altresì ricordare che grazie agli introiti derivanti dalla campagna vaccinale il valore della società Pfizer in borsa ha raggiunto i 300 miliardi di dollari anche grazie ai sacrifici ed alla sofferenza di dipendenti come quelli dell'indotto catanese che in questi ultimi anni hanno lavorato su turni massacranti per il bene del Paese ed ai quali non solo non è stato riconosciuto alcun pagamento straordinario ma che si sono visti nella lista nera dei licenziati –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare per risolvere le criticità descritte e, in particolare, per aprire un tavolo di crisi ministeriale al quale tutte le parti possano sedersi con proposte concrete e lungimiranti, al fine di scongiurare i licenziamenti del sito catanese che andrebbero a gravare già su una situazione economica, quella del Sud e siciliana nello specifico, che stenta a risollevarsi, dove la logica dello sfruttamento di risorse e di capitale umano ha segnato profonde ferite al territorio ed alle famiglie.
(2-01444) «Paxia, Schullian».