Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 29 giugno 2022

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI
IN CALENDARIO

Pdl n. 544-2387-2692-2868-2946-3014-B – Istituzione del Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore

Tempo complessivo: 12 ore, di cui:

• discussione sulle linee generali: 7 ore;

• seguito dell'esame: 5 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 6 minuti 40 minuti
(con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 4 minuti 3 ore e 15 minuti
Lega – Salvini premier 37 minuti 31 minuti
MoVimento 5 Stelle 36 minuti 27 minuti
Partito Democratico 35 minuti 26 minuti
Forza Italia – Berlusconi presidente 35 minuti 24 minuti
Insieme per il futuro 33 minuti 19 minuti
Fratelli d'Italia 32 minuti 17 minuti
Italia Viva 32 minuti 16 minuti
Liberi e Uguali 30 minuti 12 minuti
Misto: 34 minuti 23 minuti
  Alternativa 7 minuti 5 minuti
  Vinciamo Italia – Italia al centro con Toti 6 minuti 4 minuti
  Azione – +Europa – Radicali Italiani 4 minuti 2 minuti
  MAIE-PSI-Facciamo eco 4 minuti 2 minuti
  Centro Democratico 3 minuti 2 minuti
  Europa Verde – Verdi Europei 3 minuti 2 minuti
  Noi con l'Italia – USEI-Rinascimento ADC 3 minuti 2 minuti
  Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea 2 minuti 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti 2 minuti

Mozione n. 1-00671 e abb. – iniziative per sopperire alla carenza di personale nei settori del turismo e dell'agricoltura e per sostenere le relative filiere produttive

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti
(con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 21 minuti
Lega – Salvini premier 43 minuti
MoVimento 5 Stelle 37 minuti
Partito Democratico 35 minuti
Forza Italia – Berlusconi presidente 32 minuti
Insieme per il futuro 26 minuti
Fratelli d'Italia 23 minuti
Italia Viva 21 minuti
Liberi e Uguali 17 minuti
Misto: 27 minuti
  Alternativa 6 minuti
  Vinciamo Italia – Italia al centro con Toti 5 minuti
  Azione – +Europa – Radicali Italiani 3 minuti
  MAIE-PSI-Facciamo eco 3 minuti
  Centro Democratico 2 minuti
  Europa Verde – Verdi Europei 2 minuti
  Noi con l'Italia – USEI-Rinascimento ADC 2 minuti
  Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 20 giugno 2022

Mozione n. 1-00540 e abb. - Iniziative in materia di energia nucleare di nuova generazione

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti
(con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 21 minuti
Lega – Salvini premier 43 minuti
MoVimento 5 Stelle 37 minuti
Partito Democratico 35 minuti
Forza Italia – Berlusconi presidente 32 minuti
Insieme per il futuro 26 minuti
Fratelli d'Italia 23 minuti
Italia Viva 21 minuti
Liberi e Uguali 17 minuti
Misto: 27 minuti
  Alternativa 6 minuti
  Vinciamo Italia – Italia al centro con Toti 5 minuti
  Azione – +Europa – Radicali Italiani 3 minuti
  MAIE-PSI-Facciamo eco 3 minuti
  Centro Democratico 2 minuti
  Europa Verde – Verdi Europei 2 minuti
  Noi con l'Italia – USEI-Rinascimento ADC 2 minuti
  Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 28 marzo 2022

Mozione n. 1-00586 e abb. - Iniziative in materia di disciplina di bilancio e governance economica dell'Unione europea

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti
(con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 21 minuti
Lega – Salvini premier 43 minuti
MoVimento 5 Stelle 37 minuti
Partito Democratico 35 minuti
Forza Italia – Berlusconi presidente 32 minuti
Insieme per il futuro 26 minuti
Fratelli d'Italia 23 minuti
Italia Viva 21 minuti
Liberi e Uguali 17 minuti
Misto: 27 minuti
  Alternativa 6 minuti
  Vinciamo Italia – Italia al centro con Toti 5 minuti
  Azione – +Europa – Radicali Italiani 3 minuti
  MAIE-PSI-Facciamo eco 3 minuti
  Centro Democratico 2 minuti
  Europa Verde – Verdi Europei 2 minuti
  Noi con l'Italia – USEI-Rinascimento ADC 2 minuti
  Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 21 marzo 2022

Pdl 1059-A/R – Modifica all'articolo 71 del codice del Terzo settore, di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, in materia di compatibilità urbanistica dell'uso delle sedi e dei locali impiegati dalle associazioni di promozione sociale per le loro attività

Seguito dell'esame: 5 ore.

Relatore per la maggioranza 20 minuti
Relatore di minoranza 10 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale 39 minuti
(con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 3 ore e 6 minuti
Lega – Salvini premier 30 minuti
MoVimento 5 Stelle 26 minuti
Partito Democratico 25 minuti
Forza Italia – Berlusconi presidente 23 minuti
Insieme per il futuro 18 minuti
Fratelli d'Italia 16 minuti
Italia Viva 15 minuti
Liberi e Uguali 12 minuti
Misto: 21 minuti
  Alternativa 4 minuti
  Vinciamo Italia – Italia al centro con Toti 3 minuti
  Azione – +Europa – Radicali Italiani 2 minuti
  MAIE-PSI-Facciamo eco 2 minuti
  Centro Democratico 2 minuti
  Europa Verde – Verdi Europei 2 minuti
  Noi con l'Italia – USEI-Rinascimento ADC 2 minuti
  Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti

Pdl n. 2493-2804-A – Disciplina del volo da diporto o sportivo

Seguito dell'esame: 8 ore.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 30 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 13 minuti
(con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 27 minuti
Lega – Salvini premier 54 minuti
MoVimento 5 Stelle 46 minuti
Partito Democratico 44 minuti
Forza Italia – Berlusconi presidente 41 minuti
Insieme per il futuro 32 minuti
Fratelli d'Italia 28 minuti
Italia Viva 27 minuti
Liberi e Uguali 21 minuti
Misto: 34 minuti
  Alternativa 7 minuti
  Vinciamo Italia – Italia al centro con Toti 6 minuti
  Azione – +Europa – Radicali Italiani 4 minuti
  MAIE-PSI-Facciamo eco 4 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  Europa Verde – Verdi Europei 3 minuti
  Noi con l'Italia – USEI-Rinascimento ADC 3 minuti
  Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti

Pdl cost. n. 1854 e abb. – Modifica all'articolo 114 della Costituzione, in materia di ordinamento e poteri della Città di Roma, capitale della Repubblica

Seguito dell'esame: 8 ore.

Relatori 40 minuti
(complessivamente)
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 30 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 10 minuti
(con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 10 minuti
Lega – Salvini premier 51 minuti
MoVimento 5 Stelle 44 minuti
Partito Democratico 42 minuti
Forza Italia – Berlusconi presidente 39 minuti
Insieme per il futuro 30 minuti
Fratelli d'Italia 27 minuti
Italia Viva 25 minuti
Liberi e Uguali 20 minuti
Misto: 32 minuti
  Alternativa 6 minuti
  Vinciamo Italia – Italia al centro con Toti 5 minuti
  Azione – +Europa – Radicali Italiani 4 minuti
  MAIE-PSI-Facciamo eco 4 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  Europa Verde – Verdi Europei 3 minuti
  Noi con l'Italia – USEI-Rinascimento ADC 3 minuti
  Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti

Pdl n. 2307-2965 – modifiche al testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, in materia di coltivazione, cessione e consumo della cannabis e dei suoi derivati

Seguito dell'esame: 11 ore.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 1 ora
Interventi a titolo personale 1 ora e 41 minuti
(con il limite massimo di 14 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 7 ore e 29 minuti
Lega – Salvini premier 1 ora e 13 minuti
MoVimento 5 Stelle 1 ora e 4 minuti
Partito Democratico 1 ora e 1 minuti
Forza Italia – Berlusconi presidente 56 minuti
Insieme per il futuro 44 minuti
Fratelli d'Italia 39 minuti
Italia Viva 37 minuti
Liberi e Uguali 29 minuti
Misto: 46 minuti
  Alternativa 10 minuti
  Vinciamo Italia – Italia al centro con Toti 8 minuti
  Azione – +Europa – Radicali Italiani 5 minuti
  MAIE-PSI-Facciamo eco 5 minuti
  Centro Democratico 4 minuti
  Europa Verde – Verdi Europei 4 minuti
  Noi con l'Italia – USEI-Rinascimento ADC 4 minuti
  Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea 3 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti

Pdl n. 105-194-221-222-717-920-2269-2981-3511 – Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza

Seguito dell'esame: 10 ore.

Relatore per la maggioranza 20 minuti
Relatore di minoranza 10 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 1 ora
Interventi a titolo personale 1 ora e 28 minuti
(con il limite massimo di 12 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 6 ore e 32 minuti
Lega – Salvini premier 1 ora e 5 minuti
MoVimento 5 Stelle 56 minuti
Partito Democratico 53 minuti
Forza Italia – Berlusconi presidente 49 minuti
Insieme per il futuro 38 minuti
Fratelli d'Italia 34 minuti
Italia Viva 32 minuti
Liberi e Uguali 25 minuti
Misto: 40 minuti
  Alternativa 8 minuti
  Vinciamo Italia – Italia al centro con Toti 7 minuti
  Azione – +Europa – Radicali Italiani 5 minuti
  MAIE-PSI-Facciamo eco 5 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  Europa Verde – Verdi Europei 3 minuti
  Noi con l'Italia – USEI-Rinascimento ADC 3 minuti
  Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea 3 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti

Mozione n. 1-00681 - iniziative a sostegno delle residenze sanitarie assistenziali e delle case di riposo, con particolare riferimento all'aumento dei costi dell'energia e alla carenza di personale infermieristico

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti
(con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 21 minuti
Lega – Salvini premier 43 minuti
MoVimento 5 Stelle 37 minuti
Partito Democratico 35 minuti
Forza Italia – Berlusconi presidente 32 minuti
Insieme per il futuro 26 minuti
Fratelli d'Italia 23 minuti
Italia Viva 21 minuti
Liberi e Uguali 17 minuti
Misto: 27 minuti
  Alternativa 6 minuti
  Vinciamo Italia – Italia al centro con Toti 5 minuti
  Azione – +Europa – Radicali Italiani 3 minuti
  MAIE-PSI-Facciamo eco 3 minuti
  Centro Democratico 2 minuti
  Europa Verde – Verdi Europei 2 minuti
  Noi con l'Italia – USEI-Rinascimento ADC 2 minuti
  Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione

Mozione n. 1-00675 e abb. - iniziative volte al contrasto della siccità e ad un efficiente utilizzo delle risorse idriche

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti
(con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 21 minuti
Lega – Salvini premier 43 minuti
MoVimento 5 Stelle 37 minuti
Partito Democratico 35 minuti
Forza Italia – Berlusconi presidente 32 minuti
Insieme per il futuro 26 minuti
Fratelli d'Italia 23 minuti
Italia Viva 21 minuti
Liberi e Uguali 17 minuti
Misto: 27 minuti
  Alternativa 6 minuti
  Vinciamo Italia – Italia al centro con Toti 5 minuti
  Azione – +Europa – Radicali Italiani 3 minuti
  MAIE-PSI-Facciamo eco 3 minuti
  Centro Democratico 2 minuti
  Europa Verde – Verdi Europei 2 minuti
  Noi con l'Italia – USEI-Rinascimento ADC 2 minuti
  Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione

Pdl cost. n. 3353-B – modifica all'articolo 119 della Costituzione, concernente il riconoscimento delle peculiarità delle Isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall'insularità

Discussione sulle linee generali: 9 ore e 30 minuti.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 35 minuti
Gruppi 7 ore e 5 minuti
Lega – Salvini premier 50 minuti
MoVimento 5 Stelle 49 minuti
Partito Democratico 48 minuti
Forza Italia – Berlusconi presidente 48 minuti
Insieme per il futuro 47 minuti
Fratelli d'Italia 46 minuti
Italia Viva 46 minuti
Liberi e Uguali 45 minuti
Misto: 46 minuti
  Alternativa 10 minuti
  Vinciamo Italia – Italia al centro con Toti 8 minuti
  Azione – +Europa – Radicali Italiani 5 minuti
  MAIE-PSI-Facciamo eco 5 minuti
  Centro Democratico 4 minuti
  Europa Verde – Verdi Europei 4 minuti
  Noi con l'Italia – USEI-Rinascimento ADC 4 minuti
  Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea 3 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti

Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2021 e progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2022

Tempo complessivo: 13 ore, di cui:

• discussione sulle linee generali: 7 ore;

• seguito dell'esame: 6 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Deputati Questori 1 ora 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 5 minuti 55 minuti
(con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 45 minuti 4 ore e 10 minuti
Lega – Salvini premier 34 minuti 42 minuti
MoVimento 5 Stelle 33 minuti 35 minuti
Partito Democratico 33 minuti 34 minuti
Forza Italia – Berlusconi presidente 32 minuti 31 minuti
Insieme per il futuro 31 minuti 24 minuti
Fratelli d'Italia 31 minuti 21 minuti
Italia Viva 31 minuti 20 minuti
Liberi e Uguali 30 minuti 16 minuti
Misto: 30 minuti 27 minuti
  Alternativa 6 minuti 6 minuti
  Vinciamo Italia – Italia al centro con Toti 5 minuti 5 minuti
  Azione – +Europa – Radicali Italiani 3 minuti 3 minuti
  MAIE-PSI-Facciamo eco 3 minuti 3 minuti
  Centro Democratico 3 minuti 2 minuti
  Europa Verde – Verdi Europei 3 minuti 2 minuti
  Noi con l'Italia – USEI-Rinascimento ADC 3 minuti 2 minuti
  Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea 2 minuti 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti 2 minuti

TESTO AGGIORNATO AL 30 GIUGNO 2022

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta
del 29 giugno 2022.

  Albano, Amitrano, Annibali, Ascani, Baldelli, Barelli, Anna Lisa Baroni, Battelli, Bergamini, Enrico Borghi, Boschi, Brescia, Brunetta, Butti, Carfagna, Casa, Castelli, Maurizio Cattoi, Cavandoli, Cimino, Cirielli, Coin, Colletti, Comaroli, Davide Crippa, D'Elia, D'Incà, D'Ippolito, D'Uva, Dadone, Daga, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Luigi Di Maio, Di Stasio, Di Stefano, Dieni, Fassino, Ferraresi, Gregorio Fontana, Ilaria Fontana, Franceschini, Frassinetti, Frusone, Gallinella, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Giorgetti, Gobbato, Grimoldi, Grippa, Guerini, Invernizzi, Iovino, Lapia, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Macina, Maggioni, Magi, Mandelli, Marattin, Marzana, Melilli, Migliore, Molinari, Molteni, Morelli, Mulè, Mura, Nardi, Nesci, Orlando, Orsini, Alessandro Pagano, Paita, Parolo, Pastorino, Perantoni, Perconti, Rampelli, Rizzo, Romaniello, Rosato, Rotta, Ruocco, Sasso, Scalfarotto, Schullian, Serracchiani, Carlo Sibilia, Sisto, Spadoni, Speranza, Suriano, Tabacci, Tasso, Tateo, Terzoni, Vignaroli, Vito, Raffaele Volpi, Zanettin, Zoffili.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Albano, Amitrano, Annibali, Ascani, Baldelli, Barelli, Anna Lisa Baroni, Battelli, Bergamini, Enrico Borghi, Boschi, Brescia, Brunetta, Butti, Carfagna, Casa, Castelli, Maurizio Cattoi, Cavandoli, Cimino, Cirielli, Coin, Colletti, Comaroli, Davide Crippa, D'Elia, D'Incà, D'Ippolito, D'Uva, Dadone, Daga, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Luigi Di Maio, Di Stasio, Di Stefano, Dieni, Fassino, Ferraresi, Gregorio Fontana, Ilaria Fontana, Franceschini, Frassinetti, Frusone, Gallinella, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Giorgetti, Gobbato, Grimoldi, Grippa, Guerini, Invernizzi, Iovino, Lapia, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Macina, Maggioni, Magi, Mandelli, Marattin, Marin, Marzana, Melilli, Migliore, Molinari, Molteni, Morelli, Mulè, Mura, Nardi, Nesci, Orlando, Orsini, Alessandro Pagano, Paita, Parolo, Pastorino, Perantoni, Perconti, Rampelli, Rizzo, Romaniello, Rosato, Rotta, Ruocco, Sasso, Scalfarotto, Schullian, Serracchiani, Carlo Sibilia, Sisto, Spadoni, Speranza, Suriano, Tabacci, Tasso, Tateo, Terzoni, Torto, Vignaroli, Vito, Raffaele Volpi, Zanettin, Zoffili.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 28 giugno 2022 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:

   SARLI ed altri: «Modifiche al codice civile in materia di beni comuni e di disciplina del diritto di proprietà» (3658);

   CILLIS ed altri: «Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della pastorizia e della transumanza» (3659).

  Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge BITONCI ed altri: «Modifiche alla legge 15 dicembre 1999, n. 482, recante norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche» (679) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Paolin.

  La proposta di legge BERTI ed altri: «Modifica all'articolo 51 della legge 16 gennaio 2003, n. 3, in materia di tutela della salute dei non fumatori» (3355) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Scanu.

  La proposta di legge ASCARI ed altri: «Norme per la concessione di permessi lavorativi retribuiti ai familiari di persone scomparse» (3391) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Scanu.

Assegnazione di progetti di legge
a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   II Commissione (Giustizia):

  MUSELLA: «Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale, concernenti l'introduzione del reato di frode patrimoniale in danno di soggetti vulnerabili» (1384) Parere delle Commissioni I, V e XII;

  VARCHI ed altri: «Modifica all'articolo 61 del codice penale, in materia di circostanza aggravante per delitti commessi in danno di arbitri e giudici di gara nelle manifestazioni sportive» (3575) Parere delle Commissioni I e VII.

   Commissioni riunite VII (Cultura) e XI (Lavoro):

  CARNEVALI: «Istituzione del profilo professionale dell'assistente per l'autonomia e la comunicazione personale a favore degli alunni con disabilità» (3380) Parere delle Commissioni I, V e XII.

Trasmissione dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

  Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 28 giugno 2022, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, comma 4, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, la relazione concernente l'attività e le deliberazioni del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS), riferita all'anno 2021 (Doc. CCLXII, n. 2).

  Questa relazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio).

Annunzio di sentenze
della Corte costituzionale.

  La Corte costituzionale ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia delle seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali):

   in data 24 giugno 2022, Sentenza n. 159 del 25 maggio – 24 giugno 2022 (Doc. VII, n. 907),

   con la quale:

    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 83 del codice di procedura penale, nella parte in cui non prevede che, nel caso di responsabilità civile derivante dall'assicurazione obbligatoria prevista dall'articolo 12, comma 8, della legge 11 febbraio 1992, n. 157 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio), l'assicuratore possa essere citato nel processo penale a richiesta dell'imputato:

   alla II Commissione (Giustizia);

   in data 28 giugno 2022, Sentenza n. 160 dell'8 – 28 giugno 2022 (Doc. VII, n. 908),

   con la quale:

    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 3, commi 1 e 2, della legge della Regione Siciliana 29 luglio 2021, n. 21 (Disposizioni in materia di agroecologia, di tutela della biodiversità e dei prodotti agricoli siciliani e di innovazione tecnologica in agricoltura. Norme in materia di concessioni demaniali marittime);

    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 6, commi 1, 2, 3, 4, 5 e 6, della legge della Regione Siciliana n. 21 del 2021;

    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 18 della legge della Regione Siciliana n. 21 del 2021;

    dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 4 della legge della Regione Siciliana n. 21 del 2021, promosse, in riferimento all'articolo 117, primo comma, della Costituzione – in relazione agli articoli da 28 a 36 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) e agli articoli 65 e 81 del regolamento (UE) n. 528/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 maggio 2012, relativo alla messa a disposizione sul mercato e all'uso dei biocidi – nonché all'articolo 17 del regio decreto legislativo 15 maggio 1946, n. 455, convertito in legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 2 (Approvazione dello statuto della Regione Siciliana) – in relazione all'articolo 15 della legge 6 agosto 2013, n. 97 (Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2013) –, dal Presidente del Consiglio dei ministri:

   alle Commissioni riunite VI (Finanze) e XII (Affari Sociali).

Trasmissione dal Ministero dell'economia e delle finanze.

  Il Ministero dell'economia e delle finanze ha trasmesso un decreto ministeriale recante variazioni di bilancio tra capitoli dello stato di previsione del medesimo Ministero, di pertinenza del centro di responsabilità «Dipartimento del tesoro», autorizzate, in data 7 giugno 2022, ai sensi dell'articolo 33, comma 4-quinquies, della legge 31 dicembre 2009, n. 196.

  Questo decreto è trasmesso alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal Ministro della salute.

  Il Ministro della salute, con lettera in data 27 giugno 2022, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 68, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, la relazione sullo stato della spesa, sull'efficacia nell'allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell'azione amministrativa svolta dal Ministero della salute, riferita all'anno 2021 (Doc. CLXIV, n. 41).

  Questa relazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali), alla V Commissione (Bilancio) e alla XII Commissione (Affari sociali).

Trasmissione dal Ministro
per le politiche giovanili.

  Il Ministro per le politiche giovanili, con lettera in data 28 giugno 2022, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 131 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, la relazione sui dati relativi allo stato delle tossicodipendenze in Italia, riferita all'anno 2021 (Doc. XXX, n. 5).

  Questa relazione è trasmessa alla II Commissione (Giustizia) e alla XII Commissione (Affari sociali).

Trasmissione dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 23 giugno 2022, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 4 e 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, la relazione in merito alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante le modalità d'esercizio dei diritti dell'Unione ai fini dell'applicazione e dell'attuazione dell'accordo sul recesso del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord dall'Unione europea e dalla Comunità europea dell'energia atomica e dell'accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica, da una parte, e il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, dall'altra (COM(2022) 89 final).

  Questa relazione è trasmessa alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dall'Agenzia
per la cybersicurezza nazionale.

  Il Direttore generale dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, con lettera in data 21 giugno 2022, ha trasmesso copia della strategia nazionale di cybersicurezza 2022-2026 e del relativo piano di implementazione.

  Questi documenti sono trasmessi alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla IX Commissione (Trasporti).

Annunzio di progetti
di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 27 e 28 giugno 2022, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):

   Proposta di decisione del Consiglio sulla posizione da adottare a nome dell'Unione europea alla Conferenza straordinaria del trattato sulla Carta dell'energia del 24 giugno 2022 (COM(2022) 293 final), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);

   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sul ripristino della natura (COM(2022) 304 final), corredata dai relativi allegati (COM(2022) 304 final – Annexes 1 to 7) e dal relativo documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della relazione sulla valutazione d'impatto (SWD(2022) 168 final), che è assegnata in sede primaria alla VIII Commissione (Ambiente). Questa proposta è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 28 giugno 2022;

   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari e recante modifica del regolamento (UE) 2021/2115 (COM(2022) 305 final), corredata dai relativi allegati (COM(2022) 305 final – Annexes 1 to 7) e dal relativo documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della relazione sulla valutazione d'impatto (SWD(2022) 171 final), che è assegnata in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura). Questa proposta è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 28 giugno 2022;

   Proposta di decisione del Consiglio relativa allo stanziamento di fondi disimpegnati da progetti nell'ambito del 10° e dell'11° Fondo europeo di sviluppo al fine di finanziare azioni volte a far fronte alla crisi della sicurezza alimentare e allo shock economico nei paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) a seguito della guerra di aggressione contro l'Ucraina da parte della Russia (COM(2022) 306 final), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);

   Proposte di decisione del Consiglio relative rispettivamente alla firma, a nome dell'Unione europea, e all'applicazione provvisoria nonché alla conclusione, a nome dell'Unione europea, dell'accordo tra l'Unione europea e l'Ucraina sul trasporto di merci su strada (COM(2022) 307 final e COM(2022) 308 final), corredate dai rispettivi allegati (COM(2022) 307 final – Annex e COM(2022) 308 final – Annex), che sono assegnate in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);

   Proposte di decisione del Consiglio relative rispettivamente alla conclusione, a nome dell'Unione europea, nonché alla firma, a nome dell'Unione europea, e all'applicazione provvisoria dell'accordo tra l'Unione europea e la Repubblica di Moldova sul trasporto di merci su strada (COM(2022) 309 final e COM(2022) 310 final), corredate dai rispettivi allegati (COM(2022) 309 final – Annex e COM(2022) 310 final – Annex), che sono assegnate in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);

   Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione che dovrà essere assunta a nome dell'Unione europea nel sottocomitato doganale UE-Repubblica di Moldova con riguardo all'adozione della decisione relativa al riconoscimento reciproco del programma di operatore economico autorizzato della Repubblica di Moldova e del programma di operatore economico autorizzato dell'Unione europea (COM(2022) 311 final), corredata dal relativo allegato (COM(2022) 311 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);

   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Il potere dei partenariati commerciali: insieme per una crescita economica verde e giusta (COM(2022) 409 final), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e X (Attività produttive).

  La proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante misure specifiche e temporanee in considerazione dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia relative ai documenti dei conducenti rilasciati dall'Ucraina conformemente alla propria legislazione (COM(2022) 313 final), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata, in data 27 giugno 2022, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla IX Commissione (Trasporti), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), è altresì assegnata alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà. Il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 27 giugno 2022.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 28 giugno 2022, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Con le predette comunicazioni, il Governo ha inoltre richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:

   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 1217/2009 del Consiglio per quanto riguarda la trasformazione della rete d'informazione contabile agricola in una rete d'informazione sulla sostenibilità agricola (COM(2022) 296 final);

   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari e recante modifica del regolamento (UE) 2021/2115 (COM(2022) 305 final);

   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante misure specifiche e temporanee in considerazione dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia relative ai documenti dei conducenti rilasciati dall'Ucraina conformemente alla propria legislazione (COM(2022) 313 final);

   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Conferenza sul futuro dell'Europa – Dalla visione all'azione (COM(2022) 404 final.

Trasmissione dalla Società italiana
degli autori ed editori.

  Il Presidente della Società italiana degli autori ed editori, con lettera in data 28 giugno 2022, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 28, comma 5, del decreto legislativo 15 marzo 2017, n. 35, la relazione sui risultati dell'attività svolta dalla Società stessa, riferita all'anno 2021 (Doc. CCXXX, n. 5).

  Questa relazione è trasmessa alla VII Commissione (Cultura).

Trasmissione dal Consiglio regionale
dell'Emilia-Romagna.

  La Presidente del Consiglio regionale dell'Emilia-Romagna, con lettera in data 28 giugno 2022, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, il testo di una risoluzione, approvata il 22 giugno 2022, recante le osservazioni della Regione Emilia-Romagna sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante norme armonizzate sull'accesso equo ai dati e sul loro utilizzo (normativa sui dati) (COM(2022) 68 final),

  Questo documento è trasmesso alla IX Commissione (Trasporti) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

DISEGNO DI LEGGE: S. 2598 – CONVERSIONE IN LEGGE, CON MODIFICAZIONI, DEL DECRETO-LEGGE 30 APRILE 2022, N. 36, RECANTE ULTERIORI MISURE URGENTI PER L'ATTUAZIONE DEL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA (PNRR) (APPROVATO DAL SENATO) (A.C. 3656)

A.C. 3656 – Ordini del giorno

ORDINI DEL GIORNO

   La Camera,

   considerato che:

    il testo in esame che reca ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) ma tuttavia nel paese si sta verificando una recrudescenza dei contagi dovuti alle numerose varianti di Covid-19 che rischiano di condizionare l'effettività della ripresa ed in particolare di incidere sulle attività dei lavoratori fragili;

    come noto, a seguito di numerosi articoli giornalistici che motivavano tecnicamente la necessità di prorogare le tutele dei lavoratori fragili consentendo loro di poter proseguire la prestazione lavorativa in modalità agile o di smart working, in sede di conversione in legge del decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, convertito, con modificazioni, in legge 19 maggio 2022, n. 52, queste sono state prorogate solo sino al 30 giugno 2022, tuttavia limitatamente ai soggetti di cui al decreto ministeriale 4 febbraio 2022 del Ministro della salute, di concerto con i Ministri del lavoro e delle politiche sociali e per la pubblica amministrazione, con il quale sono state individuate le patologie croniche con scarso compenso clinico e con particolare connotazione di gravità, in presenza delle quali ricorre la condizione di fragilità;

    la legge 19 maggio 2022, n. 52 come è noto, è entrata in vigore il 25 maggio scorso e pertanto la decorrenza della proroga concessa sino al 30 giugno 2022, di cui ai commi 1-bis e 1-ter dell'articolo 10, opera a da detta data, lasciando scoperto il periodo dal 1° aprile sino al 24 maggio, poiché la retroattività non appare espressamente richiamata nella riformulazione della norma in esame proposta dal Governo e come noto la legge n. 400 del 1988, attraverso la previsione dell'articolo 15, comma 5, ha stabilito che il momento iniziale di efficacia degli emendamenti è il giorno successivo a quello di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della legge di conversione, salvo che non sia diversamente disposto e, nel caso di specie, nulla viene detto circa la retroattività della norma di proroga;

    l'atto in esame, nonostante fossero stati presentati emendamenti nel corso di esame presso l'altro ramo del parlamento, per introdurre proprio la retroattività della proroga in forma espressa a far data dal 1° aprile 2022, giunge all'esame della Camera privo di qualsivoglia ulteriore proroga delle tutele per i lavoratori fragili oltre quanto già disposto al 30 giugno 2022 ma anche di qualsivoglia norma volta a colmare il lasso temporale dal 1° aprile al 24 maggio 2022;

    appare quindi necessario chiarire, anche attraverso una norma di interpretazione autentica, tale aspetto onde evitare che possano verificarsi ulteriori danni a quei lavoratori fragili oggi esclusi da ogni forma di tutela della loro salute e dunque prevenire possibili contenziosi;

    inoltre, stante il preoccupante incremento dei contagi su scala nazionale, dovuti alle varianti del Covid, appare necessario prorogare, almeno sino a tutto il 2022, le tutele di cui ai commi 2 e 2-bis dell'articolo 26 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, e successive modificazioni,

impegna il Governo

ad adottare nel primo provvedimento utile e comunque nel più breve tempo possibile ed in ogni caso entro il 30 giugno 2022, ogni necessaria iniziativa anche a carattere legislativo per assicurare a tutti i lavoratori fragili precedentemente tutelati dai commi 2 e 2-bis dell'articolo 26 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, una continuità delle tutele a far data dal 1° aprile 2022 sino alla data del 31 dicembre 2022.
9/3656/47. De Toma, Dall'Osso, Caretta, Ciaburro.


   La Camera,

   considerato che:

    il testo in esame che reca ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) ma tuttavia nel paese si sta verificando una recrudescenza dei contagi dovuti alle numerose varianti di Covid-19 che rischiano di condizionare l'effettività della ripresa ed in particolare di incidere sulle attività dei lavoratori fragili;

    come noto, a seguito di numerosi articoli giornalistici che motivavano tecnicamente la necessità di prorogare le tutele dei lavoratori fragili consentendo loro di poter proseguire la prestazione lavorativa in modalità agile o di smart working, in sede di conversione in legge del decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, convertito, con modificazioni, in legge 19 maggio 2022, n. 52, queste sono state prorogate solo sino al 30 giugno 2022, tuttavia limitatamente ai soggetti di cui al decreto ministeriale 4 febbraio 2022 del Ministro della salute, di concerto con i Ministri del lavoro e delle politiche sociali e per la pubblica amministrazione, con il quale sono state individuate le patologie croniche con scarso compenso clinico e con particolare connotazione di gravità, in presenza delle quali ricorre la condizione di fragilità;

    la legge 19 maggio 2022, n. 52 come è noto, è entrata in vigore il 25 maggio scorso e pertanto la decorrenza della proroga concessa sino al 30 giugno 2022, di cui ai commi 1-bis e 1-ter dell'articolo 10, opera a da detta data, lasciando scoperto il periodo dal 1° aprile sino al 24 maggio, poiché la retroattività non appare espressamente richiamata nella riformulazione della norma in esame proposta dal Governo e come noto la legge n. 400 del 1988, attraverso la previsione dell'articolo 15, comma 5, ha stabilito che il momento iniziale di efficacia degli emendamenti è il giorno successivo a quello di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della legge di conversione, salvo che non sia diversamente disposto e, nel caso di specie, nulla viene detto circa la retroattività della norma di proroga;

    l'atto in esame, nonostante fossero stati presentati emendamenti nel corso di esame presso l'altro ramo del parlamento, per introdurre proprio la retroattività della proroga in forma espressa a far data dal 1° aprile 2022, giunge all'esame della Camera privo di qualsivoglia ulteriore proroga delle tutele per i lavoratori fragili oltre quanto già disposto al 30 giugno 2022 ma anche di qualsivoglia norma volta a colmare il lasso temporale dal 1° aprile al 24 maggio 2022;

    appare quindi necessario chiarire, anche attraverso una norma di interpretazione autentica, tale aspetto onde evitare che possano verificarsi ulteriori danni a quei lavoratori fragili oggi esclusi da ogni forma di tutela della loro salute e dunque prevenire possibili contenziosi;

    inoltre, stante il preoccupante incremento dei contagi su scala nazionale, dovuti alle varianti del Covid, appare necessario prorogare, almeno sino a tutto il 2022, le tutele di cui ai commi 2 e 2-bis dell'articolo 26 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, e successive modificazioni,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare nel primo provvedimento utile e comunque nel più breve tempo possibile ed in ogni caso entro il 30 giugno 2022, ogni necessaria iniziativa anche a carattere legislativo per assicurare a tutti i lavoratori fragili precedentemente tutelati dai commi 2 e 2-bis dell'articolo 26 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, una continuità delle tutele a far data dal 1° aprile 2022 sino alla data del 31 dicembre 2022.
9/3656/47. (Testo modificato nel corso della seduta)De Toma, Dall'Osso, Caretta, Ciaburro.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame ha ad oggetto la conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, recante ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR);

    con specifico riferimento al tema dell'energia e al vertiginoso aumento dei prezzi dei relativi prodotti, il conflitto russo ucraino ha messo in luce una grave debolezza europea e italiana, basata su una elevata dipendenza dalle forniture di gas provenienti dalla Russia;

    in Italia, il solo costo addizionale dell'energia per imprese e famiglie nel 2022 è stimato in circa sessanta miliardi di euro;

    la scarsità di materie prime, infatti, ha determinato un aumento di prezzo delle stesse che era già marcato prima dello scoppio del conflitto e rischia ora di diventare insostenibile per le nostre aziende, causandone il fermo produttivo con le conseguenti ricadute sull'intero tessuto produttivo e occupazionale italiano;

    complessivamente prima la crisi pandemica ed oggi la crisi energetica e quella determinata dal conflitto russo-ucraino hanno evidenziato la fragilità del nostro sistema produttivo e industriale, eccessivamente dipendente da economie di altri Stati;

    il quadro sin qui delineato è caratterizzato da un ulteriore elemento di pericolo, confermato recentemente dal Ministro della transizione ecologica, in grado di pregiudicare gli investimenti previsti dal Piano nazionale ripresa e resilienza (Pnrr). Infatti, l'aumento del costo dell'energia e delle materie prime critiche in generale rischia di avere un costo totale l'anno prossimo superiore all'intero pacchetto del Pnrr;

    tale rischio deve essere scongiurato attraverso una riflessione tempestiva sulla possibilità di rimodulare il suddetto piano, alla luce del mutato contesto geopolitico e socioeconomico;

    il provvedimento, tuttavia, non tiene in considerazione le ricadute del nuovo contesto internazionale risultando inattuale rispetto alla nuova realtà e alla crisi che investono interi settori;

    lo stesso Regolamento europeo istitutivo del Next Generation UE (Reg. UE 2021/241) prevede che il PNRR possa essere modificato, se circostanze oggettive ne hanno reso impossibile la realizzazione;

    in particolare, l'articolo 21 (Modifica del piano per la ripresa e la resilienza dello Stato membro), prevede che: «1. Se il piano per la ripresa e la resilienza, compresi i pertinenti traguardi e obiettivi, non può più essere realizzato, in tutto o in parte, dallo Stato membro interessato a causa di circostanze oggettive, lo Stato membro interessato può presentare alla Commissione una richiesta motivata affinché presenti una proposta intesa a modificare o sostituire le decisioni di esecuzione del Consiglio di cui all'articolo 20, paragrafi 1 e 3. A tal fine, lo Stato membro può proporre un piano per la ripresa e la resilienza modificato o un nuovo piano per la ripresa e la resilienza. Gli Stati membri possono chiedere assistenza tecnica per l'elaborazione di tale proposta nell'ambito dello strumento di sostegno tecnico»,

impegna il Governo

ad attivarsi presso la commissione europea per una rinegoziazione degli obiettivi al fine di attualizzare il PNRR alla crisi economica in corso ed al mutato contesto geopolitico.
9/3656/48. Meloni, Lollobrigida, Montaruli, Trancassini, Lucaselli, Bucalo, Mantovani, Donzelli, Zucconi, Prisco, Mollicone, Caretta, Ciaburro.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

    l'articolo 1, comma 974, della legge n. 208 del 2015, ha istituito il Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia, finalizzato alla realizzazione di interventi urgenti per la rigenerazione delle aree urbane degradate attraverso la promozione di progetti di miglioramento della qualità del decoro urbano, di manutenzione, riuso e rifunzionalizzazione delle aree pubbliche e delle strutture edilizie esistenti, rivolti all'accrescimento della sicurezza territoriale e della capacità di resilienza urbana, al potenziamento delle prestazioni urbane anche con riferimento alla mobilitò sostenibile, allo sviluppo di pratiche, come quelle del terzo settore e del servizio civile, per l'inclusione sociale e per la realizzazione di nuovi modelli di welfare metropolitano, anche con riferimento all'adeguamento delle infrastrutture destinate ai servizi sociali e culturali, educativi e didattici, nonché alle attività culturali ed educative promosse da soggetti pubblici e privati;

    tuttavia, alla luce della mutata congiuntura economica nazionale ed internazionale e della crisi dei prezzi del mercato edilizio, molti degli interventi avviati rischiano di non essere portati a termine;

    una soluzione potrebbe consistere nel riconoscere agli Enti assegnatari delle risorse stanziate per il Programma straordinario, la possibilità di utilizzare i ribassi d'asta e le economie relative ai progetti inseriti nel Programma medesimo di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia, di cui all'articolo 1, commi da 974 a 978, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, per far fronte al rincaro dei prezzi, anche per opere migliorative dei progetti, purché tale utilizzo risulti adeguatamente motivato: alcuni Enti assegnatari hanno infatti accumulato risparmi che consentirebbero di fronteggiare la crisi del settore edilizio imposta dal caro materiali;

    tale possibilità è attualmente negata dalle disposizioni di cui all'articolo 1 comma 913 della legge n. 145 del 2018 (Finanziaria 2019) che prevedono che le risorse finanziarie derivanti dalle eventuali economie di gestione o comunque realizzate in fase di appalto, o in corso d'opera, nonché quelle costituite dagli eventuali ulteriori residui relativi ai finanziamenti assegnati per la realizzazione dei progetti inseriti nel Programma, sono revocate e rimangono acquisite al fondo a tale scopo istituito nel bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri,

impegna il Governo

ad attivarsi, per quanto di competenza e con apposite disposizioni normative, al fine di rimuovere il vincolo di inutilizzabilità delle risorse di cui all'articolo 1 comma 913 della legge n. 145 del 2018 per gli enti assegnatari delle risorse stanziate per il Programma straordinario di cui all'articolo 1, commi da 974 a 978, della legge n. 208 del 2015.
9/3656/49. Prisco, Montaruli, Trancassini, Zucconi, Galantino, Donzelli, Lucaselli, Ferro, Mollicone.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame ha ad oggetto la conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, recante ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR);

    nella struttura del Piano di ripresa è prevista una specifica missione dedicata alla coesione sociale e territoriale, all'interno della quale si evidenziano anche interventi dedicati alle aree interne. Sono state avviate, ad esempio, linee di finanziamento dedicate al potenziamento infrastrutturale per migliorare strade e presidi sociali, nella speranza di creare sistemi, o ecosistemi, che siano in grado di stimolare l'innovazione;

    più in particolare nell'ambito della Missione 5 del PNRR «Inclusione e Coesione», la Componente 3 è denominata «Interventi speciali per la coesione territoriale». Essa mira al conseguimento dei seguenti obiettivi: – rafforzamento della Strategia nazionale per le aree interne, attraverso misure a supporto del miglioramento dei livelli e della qualità dei servizi scolastici, sanitari e locali; – valorizzazione economica e sociale dei beni confiscati alle mafie; potenziamento degli strumenti di contrasto alla dispersione scolastica e dei servizi socio-educativi ai minori; – riattivazione dello sviluppo economico attraverso il miglioramento delle infrastrutture di servizio delle Aree ZES funzionali ad accrescere la competitività delle aziende presenti e l'attrattività degli investimenti;

    tuttavia, le aree interne continuano a costituire una realtà complessa e non adeguatamente valorizzata, fatta di microluoghi, le cui difficoltà non vengono spesso censite né denunciate pur trattandosi di luoghi distribuiti su tutto il territorio italiano. Allo stato attuale è di tutta evidenza che gli interventi proposti attraverso il PNRR sono inadeguati e non in grado di garantire uno sviluppo puntuale e adeguato;

    le infrastrutture di mobilità e nello specifico le strade di collegamento continuano ad essere il vero punto dolente delle aree interne, solo attraverso il loro potenziamento è possibile allargare il raggio di attuazione del PNRR,

impegna il Governo

ad attivarsi, nelle sedi opportune, per garantire l'ampliamento delle risorse e l'adeguato utilizzo dei fondi del PNRR finalizzato al potenziamento delle infrastrutture di mobilità e nello specifico delle strade di collegamento delle aree interne.
9/3656/50. Lollobrigida, Trancassini, Lucaselli, Rotelli, Silvestroni, Osnato, Bignami, Caiata, Mollicone, Caretta, Ciaburro.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame ha ad oggetto la conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, recante ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR);

    nella struttura del Piano di ripresa è prevista una specifica missione dedicata alla coesione sociale e territoriale, all'interno della quale si evidenziano anche interventi dedicati alle aree interne. Sono state avviate, ad esempio, linee di finanziamento dedicate al potenziamento infrastrutturale per migliorare strade e presidi sociali, nella speranza di creare sistemi, o ecosistemi, che siano in grado di stimolare l'innovazione;

    più in particolare nell'ambito della Missione 5 del PNRR «Inclusione e Coesione», la Componente 3 è denominata «Interventi speciali per la coesione territoriale». Essa mira al conseguimento dei seguenti obiettivi: – rafforzamento della Strategia nazionale per le aree interne, attraverso misure a supporto del miglioramento dei livelli e della qualità dei servizi scolastici, sanitari e locali; – valorizzazione economica e sociale dei beni confiscati alle mafie; potenziamento degli strumenti di contrasto alla dispersione scolastica e dei servizi socio-educativi ai minori; – riattivazione dello sviluppo economico attraverso il miglioramento delle infrastrutture di servizio delle Aree ZES funzionali ad accrescere la competitività delle aziende presenti e l'attrattività degli investimenti;

    tuttavia, le aree interne continuano a costituire una realtà complessa e non adeguatamente valorizzata, fatta di microluoghi, le cui difficoltà non vengono spesso censite né denunciate pur trattandosi di luoghi distribuiti su tutto il territorio italiano. Allo stato attuale è di tutta evidenza che gli interventi proposti attraverso il PNRR sono inadeguati e non in grado di garantire uno sviluppo puntuale e adeguato;

    le infrastrutture di mobilità e nello specifico le strade di collegamento continuano ad essere il vero punto dolente delle aree interne, solo attraverso il loro potenziamento è possibile allargare il raggio di attuazione del PNRR,

impegna il Governo

compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a valutare l'opportunità di attivarsi, nelle sedi opportune, per garantire l'ampliamento delle risorse e l'adeguato utilizzo dei fondi del PNRR finalizzato al potenziamento delle infrastrutture di mobilità e nello specifico delle strade di collegamento delle aree interne.
9/3656/50. (Testo modificato nel corso della seduta)Lollobrigida, Trancassini, Lucaselli, Rotelli, Silvestroni, Osnato, Bignami, Caiata, Mollicone, Caretta, Ciaburro.


   La Camera,

   premesso che:

    il testo in esame ha ad oggetto la «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, recante ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)»;

    per conseguirà l'obiettivo del Piano nazionale di ripresa e resilienza di economie solide, sostenibili e resilienti nonché di sistemi finanziari basati su strutture adeguate e destinate a rafforzare il potenziale di crescita a lungo termine, sono stati avviati e programmati investimenti per realizzare opere strategiche;

    in questo quadro assumono rilievo fondamentale le opere e i lavori che, destinati al movimento di persone e beni materiali e immateriali, presentano prevalente sviluppo unidimensionale e interessano varie estensioni di territorio (cosiddetti «opere e lavori a rete») da affidare tramite procedure ad evidenza pubblica;

    la realtà economica del nostro Paese è fatta di microimprese, piccole e medie imprese, che, tuttavia, rischiano di non riuscire a competere con altri operatori economici a causa del notevole valore di queste opere e di questi lavori;

    a tal fine, occorre che le procedure di gara siano strutturate in modo tale che la partecipazione delle imprese di cui al capoverso che ore se sia incoraggiata e favorita;

    indicazioni in tal senso provengono anche dal diritto dell'Unione europea. In particolare, per il considerando n. 78 della direttiva 2014/21/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 febbraio 2014 sugli appalti pubblici, è opportuno che gli appalti pubblici siano adeguati alle necessità delle piccole e medie imprese e, in particolare, che le amministrazioni aggiudicatrici dovrebbero essere incoraggiate a suddividere in lotti i grandi appalti, anche su base quantitativa, facendo in modo che l'entità dei singoli appalti corrisponda meglio alla capacità delle piccole e medie imprese;

    in attuazione di tali previsioni, l'articolo 51 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, ha stabilito che la stazione appaltante possa suddividere in lotti gli appalti pubblici;

    tuttavia, questa disposizione introduce una preferenza per la suddivisione in lotti, che non costituisce una regola inderogabile: la stazione appaltante può derogarvi per giustificati motivi, che devono essere puntualmente espressi nel bando o nella lettera di invito (es. Cons. St., sez. V, 7 febbraio 2020, n. 973; 26 giugno 2017, n. 3110; sez. III, 21 marzo 2019, n. 1857);

    invece, per assicurate la massima partecipazione delle microimprese nonché delle piccole e medie imprese appare opportuno rendere obbligatoria la regola della suddivisione in lotti, quantomeno per la realizzazione di opere e l'esecuzione di lavori che interessano varie aree del territorio nazionale,

impegna il Governo

a prevedere l'introduzione dell'obbligo per la stazione appaltante di suddividere gli appalti in lotti anche su base quantitativa, in caso di affidamento di opere e lavori cosiddetti «a rete» e lavori di manutenzione, di importo più rilevante (sopra-soglia).
9/3656/51. Foti, Butti, Trancassini, Lucaselli, Osnato, Silvestroni, Rotelli, Zucconi, Galantino, Rachele Silvestri, Mollicone, Caretta, Ciaburro.


   La Camera,

   premesso che:

    il disegno di legge in esame reca la conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, contenente ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

    in particolare, il decreto contiene diverse disposizioni sulle procedure di reclutamento del personale delle pubbliche amministrazioni;

    in tema di personale da reclutare, specifiche esigenze provengono dal settore degli stabilimenti termali, che nel corso degli ultimi anni sta lamentando difficoltà nel reperimento di medici sia specializzati che non specializzati;

    la presenza di medici in questo settore appare, invece, necessaria, considerato che le prestazioni offerte dagli stabilimenti termali si basano sull'utilizzo di acque dalle proprietà anche curative, disinfiammanti e antisettiche;

    oltretutto, misure volte ad incentivare dell'occupazione di personale sanitario presso gli stabilimenti termali sono rese urgenti dall'esigenza di fronteggiare l'elevata domanda di prestazioni termali, indotta da nuove esigenze terapeutiche (ad esempio la riabilitazione post Covid-19) e favorita anche dalla introduzione del cosiddetto «bonus terme» (articolo 29-bis del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126, prorogato dall'articolo 6 del decreto 27 gennaio 2022, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2022, n. 25),

impegna il Governo

ad adottare misure urgenti volte ad incentivare l'occupazione di personale sanitario presso gli stabilimenti termali.
9/3656/52. Gemmato, Bucalo, Ferro, Zucconi, Galantino, Trancassini, Lucaselli, Caiata, De Toma, Mollicone, Caretta, Ciaburro.


   La Camera,

   premesso che:

    il disegno di legge in esame reca la conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, contenente ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

    in particolare, il decreto contiene diverse disposizioni sulle procedure di reclutamento del personale delle pubbliche amministrazioni;

    in tema di personale da reclutare, specifiche esigenze provengono dal settore degli stabilimenti termali, che nel corso degli ultimi anni sta lamentando difficoltà nel reperimento di medici sia specializzati che non specializzati;

    la presenza di medici in questo settore appare, invece, necessaria, considerato che le prestazioni offerte dagli stabilimenti termali si basano sull'utilizzo di acque dalle proprietà anche curative, disinfiammanti e antisettiche;

    oltretutto, misure volte ad incentivare dell'occupazione di personale sanitario presso gli stabilimenti termali sono rese urgenti dall'esigenza di fronteggiare l'elevata domanda di prestazioni termali, indotta da nuove esigenze terapeutiche (ad esempio la riabilitazione post Covid-19) e favorita anche dalla introduzione del cosiddetto «bonus terme» (articolo 29-bis del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126, prorogato dall'articolo 6 del decreto 27 gennaio 2022, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2022, n. 25),

impegna il Governo

compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a valutare l'opportunità di adottare misure urgenti volte ad incentivare l'occupazione di personale sanitario presso gli stabilimenti termali.
9/3656/52. (Testo modificato nel corso della seduta)Gemmato, Bucalo, Ferro, Zucconi, Galantino, Trancassini, Lucaselli, Caiata, De Toma, Mollicone, Caretta, Ciaburro.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR);

    tra le disposizioni in esso contenuto, in prosecuzione con quanto attuato in questi mesi, vi sono misure orientate al potenziamento del sistema di monitoraggio dell'efficientamento energetico unitamente a misure per incrementare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in ossequio alle prospettive di cui alla Missione 2, rivoluzione verde e transizione ecologica, Componente Energia rinnovabile, Idrogeno e Mobilità sostenibile;

    il Ministro Franco recentemente in audizione in commissione ha riferito che il 73 per cento dei progetti in essere non sono stati rinegoziati in seguito all'aumento delle materie prime;

    è necessario chiedere una revisione degli obiettivi del PNRR, che devono essere concentrati sulle conseguenze della crisi generata anche dalla guerra in Ucraina e compatibili del momento storico per l'Europa e soprattutto per l'Italia anche alla luce delle grandi modifiche intercorse in questi mesi sul costo delle materie prime dell'energia;

    la realizzazione e il completamento delle infrastrutture di collegamento marittimo, con procedure e tempi ristretti risulta essenziale per ridurre il deficit infrastrutturale italiano e sostenere la competitività delle imprese italiane e favorire una maggiore integrazione tra Nord e Sud della Nazione, nonché per garantire l'integrazione dell'Italia nello sviluppo europeo;

    l'Italia, grazie alla sua posizione geografica privilegiata, si pone infatti come naturale piattaforma nel Mediterraneo attraversata da tre grandi direttrici di collegamento mondiale. Due direttrici est-ovest, la prima che va dai Balcani e dall'Europa orientale verso l'Europa occidentale e la penisola iberica, la seconda che va dall'estremo oriente all'Europa occidentale attraverso il canale di Suez e il Mediterraneo e, infine, la direttrice nord-sud che va dal Nord Africa e dai Paesi del Vicino e Medio Oriente verso l'Europa meridionale e centrale;

    la Direttiva 2014/94/UE sulla realizzazione di un'infrastruttura per i combustibili alternativi (DAFI), recepita nella normativa nazionale con il decreto legislativo 16 dicembre 2016, n. 257, ha come obiettivo lo sviluppo di un mercato ampio di combustibili alternativi per il trasporto, che sono individuati in: elettricità, gas naturale e idrogeno che ciascun tipo di propellente è oggetto di una previsione normativa relativa alla sua distribuzione;

    il trasporto marittimo presenta ancora evidenti problemi ambientali dovuti all'uso di combustibili di bassa qualità che provocano esternalità negative soprattutto, durante la fase di stazionamento nei porti generando un elevato livello di inquinamento dell'area portuale (con emissioni di CO2, NOx, PM 10, PM 2.5), ma anche nella più vasta area circostante;

    attualmente in Italia, a differenza di altri Paesi europei, la presenza di banchine elettrificate è molto limitata e non in linea con gli obiettivi nazionali di decarbonizzazione stabiliti nel PNIEC in termini di efficienza energetica nei trasporti;

    i 34 porti appartenenti alla rete TEN-T necessitano la realizzazione efficiente di una rete di sistemi per la fornitura di energia elettrica per ridurre sensibilmente le emissioni di CO2, ossidi di azoto e polveri sottili, nonché l'impatto acustico,

impegna il Governo

nell'ambito dello sviluppo della rete Trans European Network Transport (TEN-T), a rinegoziare gli obiettivi del PNRR in sede europea al fine di concentrarli sulla realizzazione e il completamento delle infrastrutture portuali e di collegamento marittimo, nonché per garantire l'integrazione dell'Italia nello sviluppo europeo anche tramite investimenti immediati per elettrificare le banchine per ridurre al minimo la dipendenza dai combustibili fossili e l'impatto ambientale del settore dei trasporti marittimi, intervenendo principalmente nei porti della rete centrale della Trans European Network Transport (TEN-T).
9/3656/53. Silvestroni, Rotelli, Ferro, Galantino, Zucconi, Caretta, Ciaburro.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame ha ad oggetto la conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, recante ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR);

    nello specifico il decreto-legge contiene disposizioni per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza in materia di pubblica amministrazione, università e ricerca, in materia finanziaria e fiscale, in materia di ambiente, fonti rinnovabili, efficientamento energetico e salute, transizione digitale, infrastrutture, zone economiche speciali, logistiche semplificate, in materia di turismo, di giustizia, nonché in materia istruzione;

    si tratta di un provvedimento omnibus che tratta specificatamente la questione scuola e verte su tutti i numerosissimi aspetti della pubblica amministrazione, la cui importanza sostanzialmente tocca tutti i settori della nostra Nazione e della vita quotidiana;

    a tal proposito, proprio in merito all'importanza che occupano i servizi essenziali nella quotidianità di tutti, giova ricordare che non ci sono soluzioni definitive alla drammatica situazione in cui versano ancora i cittadini dei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016 con onerosi tagli ai servizi pubblici essenziali che impattano soprattutto sui servizi educativi e scolastici;

    sono anni che su questi territori, non c'è una svolta concreta dal punto di vista fiscale, economico e amministrativo, ma solo misure sporadiche e non strutturali, inoltre, allo stato attuale la pandemia e le conseguenze del conflitto ucraino hanno aggravato la situazione,

impegna il Governo

a garantire nel primo provvedimento utile una moratoria decennale dei servizi essenziali, per i territori colpiti dal sisma e descritti in premessa, con riferimento specifico ai servizi educativi e scolastici
9/3656/54. Trancassini, Prisco, Rachele Silvestri, Silvestroni, Galantino, Mollicone, Caretta, Ciaburro.


   La Camera,

   premesso che:

    il testo in esame ha ad oggetto la conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, recante ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR);

    in particolare, il capo VIII del provvedimento in esame reca disposizioni in materia di istruzione;

    nello specifico, prevede per i nuovi docenti immessi in ruolo l'obbligatorietà di un percorso formativo triennale;

    appare evidente che per ottenere risultati di apprendimento migliori occorre incrementare la qualità dell'insegnamento. Attualmente, in Italia, questo dipende soprattutto da due fattori: da un lato, avere insegnanti meglio formati, capaci di attuare una didattica rinnovata e dall'altro, costruire spazi di apprendimento più adeguati a favorire il processo educativo;

    il Piano nazionale di ripresa e resilienza su questi punti focali non convince e sarebbe auspicabile la revisione;

    nella formulazione attuale, infatti, all'obiettivo del «potenziamento della formazione e delle forme di reclutamento del personale docente» non corrisponde una previsione adeguata di risorse finanziarie e soprattutto manca del tutto un'analisi delle criticità connesse;

    inoltre, conseguenti misure, comportano una perdita salariale a carico del Personale docente e la riduzione del numero dei medesimi, segnatamente, per quanto riguarda l'organico di potenziamento, strumento, quest'ultimo, che ha consentito e consente alle Istituzioni scolastiche di fare fronte ad ineludibili necessità organizzative sia per quanto riguarda l'organizzazione del servizio in senso stretto sia per quanto riguarda le sostituzioni dei docenti assenti,

impegna il Governo

considerati gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa, a prevedere che l'accesso ai percorsi formativi triennali previsti per i nuovi docenti immessi in ruolo sia facoltativo, così da non intaccare le già esigue risorse economiche del personale docente, costretto a sostenere considerevoli spese per l'autoformazione.
9/3656/55. Osnato, Bucalo, Zucconi, Trancassini, Lucaselli, Donzelli, Mollicone, Caretta, Ciaburro.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame interviene in numerose materie al fine di favorire l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR);

    l'articolo 18 comma 3 prevede l'introduzione dal prossimo 1° luglio 2022 dell'obbligo di fatturazione elettronica anche per le imprese e i lavoratori autonomi in «regime fiscale di vantaggio» o in «regime forfettario», che nell'anno precedente hanno conseguito ricavi o percepito compensi superiori a 25.000 euro;

    il forfettario rappresenta un regime flessibile e adatto a coloro che si affacciano per la prima volta nel mondo dei liberi professionisti; la necessità di garantire flessibilità dello strumento mal si addice a un cambio repentino come l'introduzione dell'obbligo della fatturazione elettronica nel bel mezzo dell'anno fiscale;

    il cosiddetto popolo delle partite Iva è ormai sempre più variegato e conta figure classiche come commercianti, artigiani, piccoli imprenditori, e nuove professionalità inquadrate come free lance, giovani precari in attesa di un'occupazione più stabile, nonché professionisti affermati in settori emergenti;

    ad oggi le partite Iva a regime forfettario sono circa 2 milioni,

impegna il Governo

ad adottare ulteriori iniziative normative volte a concedere una proroga al 31 dicembre 2022, al fine di consentire, oltre ad un uniforme sistema documentale nel periodo d'imposta di riferimento, l'adozione di idonee soluzioni tecnologiche e digitali da parte dei soggetti sottoposti all'obbligo di fatturazione elettronica.
9/3656/56. Mantovani, Foti, Butti, Zucconi, Galantino, Donzelli, Caretta, Ciaburro.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame ha ad oggetto la conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, recante ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR);

    nello specifico il capo VIII del provvedimento in esame reca disposizioni in materia di Istruzione;

    l'utilizzo di personale abilitato costituisce condizione per la sottoscrizione di contratti a tempo indeterminato, nonché per la copertura dei contratti annuali a tempo determinato;

    rappresenta una questione centrale nella scuola l'assunzione dei docenti precari, da sempre impegnati nell'offerta della formazione scolastica, ma che vedono sempre più allontanarsi il diritto all'assunzione;

    è necessario rendere merito dei loro percorsi fatti all'interno dell'istituzione e non penalizzarli,

impegna il Governo

a prevedere che l'accesso ai percorsi per l'abilitazione non sia a numero chiuso e ad assicurare un incremento di almeno il 30 per cento del fabbisogno individuato sulla base delle scuole statali.
9/3656/57. Galantino, Bucalo, Zucconi, Donzelli, Osnato, Caretta, Ciaburro.


   La Camera,

   premesso che:

    il testo in esame ha ad oggetto la conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, recante ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR);

    in particolare, l'articolo 32 disciplina le misure per la realizzazione degli obiettivi di transizione digitale, fissati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e per il rafforzamento dei servizi digitali;

    diverse problematiche si riscontrano in materia di autorizzazioni e concessioni per la realizzazione di reti di telecomunicazioni elettroniche;

    nello specifico, l'esecuzione dei lavori di occupazione di suolo pubblico subisce notevoli rallentamenti a causa dei lunghi tempi di attesa per l'ottenimento di provvedimenti paralleli, necessari alla materiale realizzazione delle opere, come le ordinanze di viabilità del traffico, la cui emanazione è soggetta al termine di 30 giorni decorrenti dalla richiesta (articolo 2, comma 2, della legge n. 241 del 1990);

    pertanto, nonostante lo sforzo del legislatore abbia orientato l'attuale normativa verso tempi ridotti per l'ottenimento dei permessi, per l'operatore risulta complicato procedere rapidamente;

    peraltro, il solo strumento a disposizione del soggetto richiedente, in caso di mancato o di ritardo nel rilascio dell'ordinanza, è il ricorso al giudice amministrativo per «silenzio inadempimento», ossia un rimedio che di fatto comporta ulteriori ritardi nella realizzazione degli impianti di comunicazione elettronica,

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative, anche in ambito normativo, volte a ridurre i tempi per l'ottenimento delle autorizzazioni necessarie per la realizzazione delle reti di telecomunicazione elettronica, in particolare per la regolamentazione della viabilità del traffico.
9/3656/58. Butti, Foti, Zucconi, Galantino, Lucaselli, Caretta, Ciaburro.


   La Camera,

   premesso che:

    il decreto-legge 36 del 2022 recante «Ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza»;

    l'Italia entro la fine del 2022 deve raggiungere 100 obiettivi di cui 45 da centrare entro il 30 giugno 2022, traguardo parziale e strumentale per sbloccare la seconda rata dei fondi europei che ammontano a circa 24 miliardi di euro. Inoltre, è solo con il raggiungimento degli ulteriori 55 obiettivi per la fine dell'anno che giungerà dall'Ue l'altra tranche di fondi da 22 miliardi;

    la percentuale di completamento delle riforme è al 37,78 per cento a fronte del 50,15 per cento previsto alla fine di questo trimestre e l'andamento degli investimenti è al 20,09 per cento, quasi 5 punti meno del target previsto a fine giugno;

    il PNRR, i cui piani debbono rispondere alle conseguenze economiche e sociali della crisi pandemica, attraverso strategie economiche che portino ad una ripresa rapida e solida, mira alla crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva delle nazioni europee;

    tali piani devono pertanto contribuire a migliorare la produttività, la competitività e la stabilità macroeconomica, in linea con le priorità delineate nella Strategia annuale per la crescita sostenibile;

    lo strumento del PNRR rappresenta un'opportunità unica per recuperare il terreno perduto, le arretratezze infrastrutturali e i gap di servizi;

    la ripresa economica del Paese dipende da quanto sarà concretamente investito per supportare la trasformazione del mondo produttivo ma appare necessario che una tale quantità eccezionale di risorse da indirizzare nei tempi e nei modi giusti,

impegna il Governo

a riconsiderare gli obiettivi e rivedere la modulazione della spesa del PNRR, eliminando al contempo i progetti non avviati allo stato attuale e che risultino improduttivi per la crescita della nazione, al fine di evitare che tali fondi si trasformino in un ulteriore indebitamento per le future generazioni.
9/3656/59. Caiata, De Toma, Zucconi, Galantino.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame, all'articolo 23, reca disposizioni a favore della produzione e di consumo di idrogeno da fonti rinnovabili;

    benché l'incentivazione alla produzione e all'utilizzo di idrogeno risulti quanto mai fondamentale al processo di transizione ecologica, si ravvisa la necessità di predisporre misure atte ad incentivare la produzione e il consumo anche di altri combustibili a bassa emissione quali, ad esempio, i gas da petrolio liquefatti (GPL) per i quali, allo stato attuale, non esistono incentivi statali specifici;

    il GPL, infatti, è attualmente il carburante più economico sul mercato, con un prezzo stabile pari a circa la metà di quello della benzina, aggirandosi, attualmente, intorno agli 85 centesimi al litro;

    la sua fornitura, inoltre, provenendo prevalentemente da Paesi quali Algeria, Stati Uniti, Norvegia, Francia, Libia ed Egitto, permette di aggirare le forniture di carburante proveniente dalla Russia;

    attualmente, in Europa, il tema della transizione ecologica è completamente monopolizzato dalla necessità di impiegare massivamente vetture a trazione elettrica al fine di limitare le emissioni di CO2. Tuttavia, la produzione di energia elettrica dipenderà ancora per molto tempo dall'utilizzo di centrali a carbone, rischiando di vanificare gli sforzi che si stanno compiendo in tema di transizione ecologica;

    investire nel GPL, infine, oltre a contribuire fortemente alla riduzione di emissioni di CO2 nell'atmosfera, permetterebbe di dare maggiori alternative al consumatore nella scelta sull'acquisto di motoveicoli,

impegna il Governo

ad adottare uno o più atti normativi al fine di predisporre misure a sostegno del settore del GPL.
9/3656/60. Delmastro Delle Vedove, Ferro, Donzelli, Zucconi, Caiata, Rachele Silvestri, Trancassini, Mollicone, Caretta, Ciaburro.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame, all'articolo 23, reca disposizioni a favore della produzione e di consumo di idrogeno da fonti rinnovabili;

    benché l'incentivazione alla produzione e all'utilizzo di idrogeno risulti quanto mai fondamentale al processo di transizione ecologica, si ravvisa la necessità di predisporre misure atte ad incentivare la produzione e il consumo anche di altri combustibili a bassa emissione quali, ad esempio, i gas da petrolio liquefatti (GPL) per i quali, allo stato attuale, non esistono incentivi statali specifici;

    il GPL, infatti, è attualmente il carburante più economico sul mercato, con un prezzo stabile pari a circa la metà di quello della benzina, aggirandosi, attualmente, intorno agli 85 centesimi al litro;

    la sua fornitura, inoltre, provenendo prevalentemente da Paesi quali Algeria, Stati Uniti, Norvegia, Francia, Libia ed Egitto, permette di aggirare le forniture di carburante proveniente dalla Russia;

    attualmente, in Europa, il tema della transizione ecologica è completamente monopolizzato dalla necessità di impiegare massivamente vetture a trazione elettrica al fine di limitare le emissioni di CO2. Tuttavia, la produzione di energia elettrica dipenderà ancora per molto tempo dall'utilizzo di centrali a carbone, rischiando di vanificare gli sforzi che si stanno compiendo in tema di transizione ecologica;

    investire nel GPL, infine, oltre a contribuire fortemente alla riduzione di emissioni di CO2 nell'atmosfera, permetterebbe di dare maggiori alternative al consumatore nella scelta sull'acquisto di motoveicoli,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare uno o più atti normativi al fine di predisporre misure a sostegno del settore del GPL.
9/3656/60. (Testo modificato nel corso della seduta)Delmastro Delle Vedove, Ferro, Donzelli, Zucconi, Caiata, Rachele Silvestri, Trancassini, Mollicone, Caretta, Ciaburro.


   La Camera,

   premesso che:

    dall'aggressione russa all'Ucraina è scaturita una crisi energetica senza precedenti per l'occidente e da cui è nata l'urgente necessità di ricercare nuove fonti di approvvigionamento energetico;

    il provvedimento in esame, all'articolo 23, prevede disposizioni inerenti la produzione di idrogeno tramite processi di elettrolisi dell'acqua;

    tuttavia, grazie ai grandi passi avanti operati dall'università di Standford nelle ricerche sul tema in oggetto, si è reso possibile la produzione di idrogeno puro e sostenibile anche dall'elettrolisi dell'acqua marina;

    nel novero dei progetti italiani in tale ambito, vi è il progetto AGNES (Adriatic Green Network of Energy Resources), nata nel settore delle energie rinnovabili, il quale mira a realizzare il primo hub italiano per la produzione di idrogeno verde attraverso l'utilizzo di energia rinnovabile al largo delle coste di Ravenna;

    tali progetti prevedono il riutilizzo di impianti offshore già esistenti, munendoli di turbine capaci di produrre fino a 620 MW di energia pulita e, relativamente alla produzione di idrogeno, si punta a produrne complessivamente fino a 4000 tonnellate all'anno, garantendo così quel processo di transizione ecologica grazie all'impiego di un elemento presente in grandi quantità, come l'acqua marina;

    giova ricordare come in Italia esistano numerose aziende in crisi (oltre 10 mila nell'anno 2021, con circa 70 tavoli di crisi aperti al MISE), le quali, nell'ottica dello sviluppo sostenibile e dell'impiego di energie rinnovabili, potrebbero essere riconvertite al fine di produrre energia rinnovabile e combustibile a idrogeno verde, impedendone in tal modo la chiusura e salvaguardando numerosi posti di lavoro;

    infine, contestualmente all'aumento di produzione di idrogeno pulito secondo le modalità anzidette, la predisposizione di distributori di idrogeno in ogni stazione di servizio italiana garantirebbe un incentivo alla produzione e al conseguente acquisto di automobili alimentate a carburante sostenibile, con effetti positivi anche dal punto di vista delle emissioni,

impegna il Governo:

   ad adottare uno o più atti normativi al fine di avviare un piano di investimenti pubblici allo scopo di riconvertire le aziende attualmente in crisi, o per le quali sono aperti tavoli di crisi presso il MISE, in aziende di produzione di idrogeno verde tramite i processi di elettrolisi dell'acqua marina;

   ad adottare uno o più atti normativi al fine di avviare un piano di investimenti pubblici con lo scopo di prevedere, in ogni stazione di servizio italiana, un distributore di idrogeno.
9/3656/61. Donzelli, Delmastro Delle Vedove, Ferro, Trancassini, Lucaselli, Zucconi, Galantino, Mollicone, Caretta, Ciaburro.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame, con l'articolo 23-bis introdotto al Senato, intende ricomprendere anche le biomasse, oltre al biogas, tra le fonti di produzione di energia elettrica;

    tuttavia, tramite l'impiego delle biomasse nelle bioraffinerie di ultima generazione, è possibile financo la produzione di carburante verde di alta qualità, permettendo la creazione e lo sviluppo di un modello di economia circolare a chilometro zero;

    occorre far notare come, da anni, sussista una grave problematica che affligge la filiera ortofrutticola italiana: tonnellate di frutta e verdura assolutamente sane vengono mandate al macero in quanto non corrispondenti ai parametri imposti dall'Unione europea circa le loro caratteristiche esteriori: peso, grandezza o forme non conformi ai parametri europei, infatti, non permettono a questi prodotti di raggiungere le bancarelle al fine della loro vendita;

    oltre a rappresentare un vergognoso sperpero di risorse quali acqua, energia e terreno utilizzati per la loro coltivazione, il danno assume anche valore etico: assistere allo spreco di quintali di cibo sano e perfettamente edibile rappresenta uno scandalo che non può essere ulteriormente ignorato;

    tramite la creazione di filiere atte ad acquistare i prodotti ortofrutticoli destinati allo smaltimento per produrre carburante verde, tuttavia, verrebbe a crearsi un ciclo virtuoso che permetterebbe di abbassare i costi energetici che colpiscono le famiglie e che mettono in ginocchio le nostre imprese, garantendo, inoltre, un concreto sostegno ai produttori ortofrutticoli nazionali, i quali faticano a rientrare dei costi impiegati nella coltivazione a causa della mancata vendita dei prodotti stessi, oltre a garantire nuova occupazione per il funzionamento di tali impianti,

impegna il Governo

ad adottare uno o più atti normativi al fine della creazione di filiere che acquistino i prodotti ortofrutticoli destinati al macero al fine della produzione di carburante sostenibile.
9/3656/62. Ferro, Donzelli, Delmastro Delle Vedove, Zucconi, Galantino, Trancassini, Mollicone, Caretta, Ciaburro.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

    il Consiglio Europeo Straordinario del 31 maggio 2022, nel documento conclusivo, ha sottolineato, come priorità a breve termine, l'importanza delle fonti energetiche interne per la sicurezza dell'approvvigionamento energetico;

    la questione della transizione energetica nel nostro Paese, in termini prospettici, è strettamente connessa ad una programmazione attendibile e prevedibile del mix delle fonti energetiche in grado di garantire la sicurezza dell'approvvigionamento energetico interno e il mantenimento della competitività del nostro sistema economico. A tal fine, pertanto, emerge in tutta evidenza, anche alla luce delle recenti vicende geopolitiche internazionali, l'esigenza di individuare il mix delle fonti energetiche che il nostro Paese dovrà avere nei prossimi dieci anni e programmare gli adeguati investimenti in funzione di tale obiettivo;

    per l'Italia, gli obiettivi europei fissati negli impegni del Fit for 55 sono una priorità strettamente connessa con l'implementazione delle energie rinnovabili, la transizione energetica ha oggi un senso se si riesce a mantenere in equilibrio la sostenibilità economica con quella sociale ed ambientale. Ciò significa che, nel programmare il cambiamento del mix delle fonti energetiche e delle tecnologie energetiche, il Paese dovrà essere in grado di garantire il mantenimento la propria competitività sui mercati internazionali e il mantenimento, se non il miglioramento, dei livelli occupazionali in tutti i settori manifatturieri;

    alla luce dell'attuale situazione, occorre quindi programmare con urgenza quale sarà il mix energetico del nostro paese nel 2040 e quale quota il Paese intende riservare alla fonte energetica del gas naturale e all'interno di questa quota quale sarà da attribuire alle produzioni di gas nazionale in funzione della sicurezza degli approvvigionamenti per la competitività del nostro mondo produttivo;

    tale programmazione si rende necessaria per dare con chiarezza un ruolo alle produzioni nazionali di gas in un'ottica di transizione del sistema produttivo, soprattutto gli hard to abate sectors o anche per esempio per la gestione della sicurezza degli stoccaggi;

    l'attuale condizione geopolitica ed economica richiede giustamente di spingere quanto più possibile sul fronte delle fonti rinnovabili ma anche di diversificare quanto più possibile le fonti di approvvigionamento energetico del Paese, messe a forte rischio a seguito dello scoppio del conflitto armato in Ucraina e dalla condizione di dipendenza del nostro Paese dal gas russo;

    il Presidente del Consiglio dei ministri, in considerazione dei suddetti rischi, ha evidenziato a più riprese la necessità di sostenere l'approvvigionamento energetico del Paese anche attraverso un maggiore utilizzo delle fonti energetiche interne, tra cui l'incremento della produzione nazionale di gas, drasticamente ridotta nel corso degli ultimi anni,

impegna il Governo

a definire, in linea con le priorità a breve termine individuate nel documento conclusivo del Consiglio Europeo del 31 maggio 2022, la strategia di valorizzazione delle risorse energetiche nazionali al fine di determinarne un maggiore sfruttamento utile a garantire la sicurezza degli approvvigionamenti e il mantenimento della competitività del nostro sistema produttivo manifatturiero per tutta la durata del periodo della transizione energetica, anche attraverso la revisione del PiTesai in ragione della mutata situazione internazionale che influisce negativamente non solo nel breve periodo ma anche nel lungo periodo.
9/3656/63. Lucaselli, Rampelli, Trancassini, Zucconi, Galantino, Caiata, Mollicone, Caretta, Ciaburro.


   La Camera,

   premesso che:

    il disegno di legge in esame reca la conversione in legge del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, contenente ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

    in particolare, l'articolo 6 del decreto contiene norme per la revisione del quadro normativo sulla mobilità orizzontale;

    l'intervento sul settore della mobilità orizzontale e, più in generale, sul personale, è fondamentale per l'attuazione del PNRR. Infatti, secondo quanto stabilito dal decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2021, n. 108, alla realizzazione operativa degli interventi previsti dal PNRR provvedono oltre alle amministrazioni centrali, anche le Regioni, le Province autonome e gli altri enti locali, sulla base delle specifiche competenze istituzionali ovvero della diversa titolarità degli interventi o attraverso le proprie strutture o avvalendosi di soggetti attuatori esterni individuati nel PNRR ovvero con le modalità previste dalla normativa nazionale ed europea vigente;

    all'interno degli enti locali mancano il personale e le professionalità necessarie a tale scopo: ovunque in Italia ci sono comuni, piccoli e grandi, al Sud come al Nord, che non hanno professionisti e competenze per presentare i progetti ai ministeri, affidare i lavori, eseguirli e controllarli nei tempi richiesti dal Piano;

    queste carenze ostano all'efficace gestione dei fondi del PNRR, che, già compromessa dall'invasione russa in Ucraina e dai conseguenti rincari che ne sono derivati, rischia di essere del tutto vanificata;

    a causa delle stringenti scadenze che scandiscono l'attuazione del PNRR e la proiezione di lungo periodo degli effetti degli interventi in esso previsti, la soluzione al problema del personale deve essere trovata in via definitiva e con urgenza,

impegna il Governo

ad adottare misure volte a potenziare la capacità amministrativa delle strutture che gestiscono gli appalti degli enti locali, consentendo in particolare il passaggio diretto di dipendenti di enti territoriali appartenenti a una qualifica corrispondente e in servizio presso altre amministrazioni, che facciano domanda di trasferimento alle centrali di committenza degli enti locali e alle stazioni uniche appaltanti delle province e delle città metropolitane.
9/3656/64. Montaruli, Trancassini, Lucaselli, Zucconi, Galantino, Ferro, Mollicone.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame, all'articolo 18, reca disposizioni riguardanti le sanzioni per mancata accettazione dei pagamenti elettronici, la fatturazione elettronica e i pagamenti elettronici;

    il comma 1 del medesimo articolo anticipa al 30 giugno 2022, dal 1° gennaio 2023 inizialmente previsto, il termine a partire dal quale decorreranno le sanzioni per la mancata accettazione dei pagamenti elettronici;

    la digitalizzazione dei pagamenti è, fuori di dubbio, uno strumento efficace e pienamente condivisibile;

    occorre che tale strumento risulti il più possibile parametrato alle caratteristiche del settore commerciale cui, di volta in volta, si rivolge;

    la categoria degli edicolanti, al pari di quella dei tabaccai, svolge un'attività caratterizzata da aggi fissi su prezzi predefiniti e non modificabili;

    considerando che i costi legati alle transazioni con carte di pagamento superano anche il 2 per cento di commissione e considerando i ricavi medi del settore, è di tutta evidenza come risulti alquanto improbo svolgere l'attività nel rispetto degli obblighi legati all'accettazione dei pagamenti elettronici,

impegna il Governo

in ragione delle considerazioni esposte in premessa, a disporre i necessari interventi normativi volti ad esonerare chi esercita attività di commercio al dettaglio di giornali, riviste e periodici dall'applicazione della normativa in materia di sanzioni per mancata accettazione dei pagamenti elettronici, ovvero, in subordine, a ripristinare, per la medesima categoria di soggetti, il termine originario di entrata in vigore della nuova normativa, vale a dire il 1° gennaio 2023.
9/3656/65. Rotelli, Zucconi, Galantino, Silvestroni, Prisco.


   La Camera,

   premesso che:

    il disegno di legge in esame concerne la conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, recante ulteriori misure urgenti per l'attuazione del PNRR;

    il presente intervento normativo intende garantire ulteriori semplificazioni delle procedure per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

    il disegno di legge di conversione è volto all'attuazione di misure utili al rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni in capo alle quali sono previsti gli interventi del PNRR, ovvero a migliorare le procedure di reclutamento;

   premesso che l'articolo 2 del provvedimento in esame prevede che a decorrere dal 1° luglio 2022 l'accesso ai concorsi per le assunzioni nelle amministrazioni pubbliche e negli enti amministrativi indipendenti avvenga esclusivamente attraverso il portale inPA.gov.it;

   premesso che con quanto appena delineato si intende valorizzare le competenze e le attitudini anche nei concorsi per il personale non dirigenziale e che per tali assunzioni è attualmente prevista almeno una prova scritta e sempre una prova orale, che comprenda l'accertamento della conoscenza di almeno una lingua straniera;

   premesso che le istituzioni universitarie assolvono alla valutazione degli studenti premiando il merito e l'impegno accademico e che gli enti certificatori di lingua straniere sono accreditati presso il Ministero dell'istruzione a seguito di valutazione dei requisiti per il riconoscimento delle certificazioni delle competenze linguistiche,

impegna il Governo

a valorizzare il merito e le competenze degli iscritti al portale inPA.gov.it esonerando dalla prova scritta e dall'orale volto all'accertamento della lingua straniera i candidati che, al momento dell'iscrizione al portale di reclutamento posseggano una laurea magistrale, ovvero una laurea magistrale a ciclo unico conseguita con almeno 100/110, un master di II livello, nonché una certificazione di lingua straniera rilasciata da un Ente accreditato presso il Ministero dell'istruzione.
9/3656/66. Rachele Silvestri, Zucconi, Galantino, Ferro, Caiata, Bucalo.


   La Camera,

   premesso che:

    il nostro Paese si trova ogni anno ad avere aree più o meno vaste colpite da siccità;

    questa calamità si ripresenta non solo nei mesi estivi ma ormai durante tutto l'arco dell'anno e colpisce indistintamente sia le regioni del sud sia quelle del nord del paese come sta avvenendo in queste settimane in Emilia-Romagna dove l'approvvigionamento idrico è difficoltoso e l'utilizzo dell'acqua limitato da ordinanze emergenziali regionali e sindacali in vigore fino a settembre;

    la scarsità d'acqua causa da prima problemi alle produzioni agricole e successivamente, in caso di aggravarsi della crisi idrica anche a quelle industriali, con gravi danni all'economia di interi comparti e conseguentemente alle numerose imprese che li compongono, essendo in queste situazioni siccitose l'acqua destinata prioritariamente a usi civili;

    in un momento storico come questo dove l'economia è globale non è più pensabile che un paese avanzato come il nostro veda alcune attività messe ciclicamente a rischio da una calamità come la siccità, già sconfitta anche in stati con condizioni climatiche più estreme del nostro;

    il provvedimento in esame reca norme concernenti la disponibilità della risorsa idrica e la prevenzione del dissesto idrogeologico,

impegna il Governo

a predisporre, anche di intesa con gli altri enti preposti e con le università un piano nazionale di interventi potenzialmente idonei a contrastare la ciclica crisi idrica e le conseguenze dannose derivanti da periodi siccitosi, anche attraverso una semplificazione delle procedure per la realizzazione delle opere necessarie a tali scopi.
9/3656/67. Vinci, Zucconi, Galantino, Caiata, Ferro.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR);

    tra le disposizioni in esso contenuto, in prosecuzione con quanto attuato in questi mesi, vi sono misure orientate al potenziamento del sistema di monitoraggio dell'efficientamento energetico unitamente a misure per incrementare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in ossequio alle prospettive di cui alla Missione 2, rivoluzione verde e transizione ecologica, Componente Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile;

    tra le altre misure, merita attenzione l'articolo 24-bis introdotto durante l'esame del Senato che introduce un Contributo in favore di infrastrutture sportive e piscine per l'installazione di impianti per la produzione di energie rinnovabili, che si qualifica come intervento settoriale, limitato pertanto ad una sola fattispecie operativa, che si colloca sulla medesima prospettiva di quanto attuato con l'articolo 8 del cosiddetto decreto-legge Aiuti che ha previsto la concessione di aiuti in favore delle imprese del settore agricolo, zootecnico e agroindustriale per la realizzazione di impianti di produzione, sulle coperture delle proprie strutture produttive;

    le misure di cui in premessa riflettono una logica normativa a compartimenti stagni, che tende ad escludere settori e strutture produttive che potrebbero configurarsi come un valore aggiunto nella prospettiva di aumentare la capacità di produzione di energia elettrica rinnovabile;

    il provvedimento in esame dovrebbe configurarsi come luogo di sintesi, in cui determinare misure tese ad agevolare realmente l'accesso all'installazione, e soprattutto il superamento – segnatamente in questa delicata fase – dei limiti in termini di potenza erogabile e dei vincoli imposti dal OSE per l'accesso agli incentivi;

    sul modello di quanto disposto dall'articolo 24-bis del provvedimento in esame, sarebbe auspicabile aumentare la capacità di produzione di energia elettrica rinnovabile, anche attraverso la concessione in favore di tutte quelle imprese che detengono strutture logistiche e di stoccaggio con superfici molto vaste, come nel caso delle imprese di distribuzioni di prodotti alimentari e di bevande, che detengono magazzini-frigo con temperature a -20° per lo stoccaggio dei prodotti surgelati, e con temperatura +2° +4° per lo stoccaggio di prodotti come salumi, formaggio e carni fresche, il funzionamento di queste celle si svolge senza soluzione di continuità, determinando degli oneri energetici che impattano significativamente sui ricavi delle aziende. Pertanto una razionalizzazione normativa su questo versante, consentirebbero di massimizzare la produzione energetica e favorire l'indipendenza dalle fonti fossili e da quelle di importazione;

    non si comprende come, in una stagione di massimizzazione della produzione di energia rinnovabile finalizzata all'autonomia energetica e alla promozione green si valorizzi un settore, ignorandone un altro totalmente assimilabile,

impegna il Governo

ad estendere le misure agevolative di cui in premessa ad altre categorie di imprese che detengono la proprietà di capannoni di grosse dimensioni, come quelli di stoccaggio ed immagazzinamento di prodotti alimentari e di bevande per la cui conservazione è necessario un significativo consumo energetico.
9/3656/68. Zucconi, Caiata, De Toma, Rachele Silvestri, Galantino.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

    in particolare, il provvedimento pone l'attenzione alla scuola italiana relativamente ai temi del reclutamento e della formazione del personale, mentre nulla si prevede in materia di dispersione scolastica e di divari territoriali nell'educazione;

    nonostante il nuovo anno scolastico sia prossimo ad iniziare, ad oggi scuole e territori colpiti da una crescente povertà educativa non hanno notizia di un programma di investimento educativo a sostegno dei soggetti e delle situazioni più fragili, che faccia tesoro dell'esperienza e delle centinaia di cantieri educativi avviati dalle autonomie scolastiche insieme alle azioni create dal Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile;

    anche Marco Rossi Doria, presidente dell'impresa sociale Con i Bambini, è intervenuto sul tema, sottolineando come gli ultimi dati Istat indicano una tremenda emergenza nell'aumento della povertà di famiglie, confermando un trend decennale alla base della dispersione scolastica e della crescita dei divari in campo educativo: «Parliamo di un fenomeno che interessa centinaia di migliaia di minori e famiglie in difficoltà. Il diritto allo studio va difeso raggiungendo davvero ogni bambino e ragazzo in difficoltà»;

    un Gruppo di lavoro appositamente istituito ha consegnato al Ministro puntuali indicazioni e raccomandazioni operative, unitamente alla ricognizione/mappatura dei principali interventi attuati sul fallimento formativo negli ultimi 5 anni, con l'obiettivo di non disperdere il know how acquisito e, dunque, proposto un piano di interventi e misure differenziate in base alle diverse età, alla territorialità e alla gravità dell'esclusione, elaborando un modello operativo, fondato sui patti educativi territoriali per generare alleanze stabili tra scuole, che gestiscono i fondi ed enti locali, terzo settore, civismo educativo, che partecipano all'azione in modo paritario;

    l'Italia deve cambiare rotta su una questione decisiva che è la più grande questione di equità che serve al nostro sviluppo, perché un Paese con questi dati su apprendimento nelle aree difficili e accresciute diseguaglianze ed esclusioni non può crescere,

impegna il Governo:

   ad assumere ogni iniziativa di competenza per approvare una strategia di utilizzo delle risorse stanziate dal PNRR in materia di contrasto alla dispersione scolastica, volta in particolare a:

    rafforzare l'offerta delle scuole con l'accompagnamento competente nell'elaborazione e gestione degli interventi, potenziandone l'organico;

    creare aree di educazione prioritaria dedicate a interventi sistematici e di lungo periodo in territori particolarmente difficili e puntualmente individuati con criteri inoppugnabili;

    stabilire target di interventi differenziati per età, situazioni e bisogni, in modo flessibile secondo i contesti e mirati sia alla prevenzione, a scuola e fuori scuola, sia ad azioni di riparazione e riconquista piena al diritto allo studio e alla formazione, anche attivando percorsi di seconda opportunità;

    ridare forza all'autonomia scolastica e al centralismo dei docenti grazie a investimenti capaci di rimotivare e supportare i processi di apprendimento di ciascun alunno/a in situazione di esclusione, fragilità, difficoltà, anche con azioni di tutoring e presa in carico personalizzati;

    favorire, intorno alle scuole, alleanze territoriali coese e permanenti tra le scuole stesse, gli enti locali, ed il terzo settore su base cooperativa e paritaria curando la costituzione e la manutenzione nel tempo delle comunità educanti sull'esempio delle migliori pratiche già all'opera in ogni parte di Italia;

    coinvolgere le famiglie e sostenere e promuovere il protagonismo di bambini e ragazzi in ogni azione educativa messa in campo;

    curare una visione lungimirante che preveda scambio e confronto permanente tra scuole, continuità nelle fasi di transizione ed orientamento, comune capacity building di tutte le professionalità coinvolte tra scuola e fuori scuola;

    garantire l'istituzione del Servizio di psicologia scolastica, inteso come presenza stabile, specifica, di supporto alla scuola e alla sua popolazione.
9/3656/69. Bellucci, Frassinetti, Bucalo, Trancassini, Foti, Zucconi, Galantino, Mollicone.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

    gli accadimenti geopolitici ed economici di questi ultimi mesi, con particolare riguardo alla necessità dell'Unione europea di individuare centri di approvvigionamento energetico alternativi a quelli attuali, sia per quanto attiene ai Paesi produttori che alle linee di transito, così come il rischio, da scongiurare, di una nuova crisi alimentare legata alla carenza di grano, hanno riportato fortemente al centro del dibattito l'importanza dell'Euromediterraneo nel quadro geo-economico e geo-sociale;

    in questo contesto il Mezzogiorno d'Italia torna ad essere potenzialmente candidato come hub strategico europeo nel Mediterraneo, potendo caratterizzarsi come porta verso il continente Africano e verso l'Oriente ma anche come linea di transito tra queste aree e l'Atlantico risalendo l'Europa: da una parte è essenziale che l'Unione europea realizzi un Next Generation EU 2 per determinare in maniera organica tra i Paesi membri una risposta alla crisi energetica, senza andare a gravare eccessivamente sui bilanci dei singoli Stati ma anzi andando a creare degli efficaci meccanismi di solidarietà come accaduto nell'affrontare le conseguenze della Pandemia da COVID-19; dall'altra parte sarà essenziale per il nostro Paese sfruttare al meglio le risorse già stanziate nel PNRR per gli investimenti infrastrutturali nel Mezzogiorno;

    è fondamentale che tali interventi vengano pensati all'interno di una strategia complessiva nazionale in grado raggiungere il richiamato obiettivo di rendere l'Italia hub europeo nel Mediterraneo;

    tra gli elementi in grado di favorire un approccio organico alle progettualità da realizzare in questo contesto, fondamentale è l'attuazione delle Zone economiche speciali (ZES), istituite, nell'ambito delle misure per la crescita economica del Mezzogiorno, come aree all'interno delle quali è possibile beneficiare di vantaggi fiscali e semplificazioni amministrative, con il decreto-legge 20 giugno 2017 n. 91 (legge 3 agosto 2017 n. 123) e recentemente riformate con il decreto-legge n. 77 del 2021 (legge n. 108 del 2021) e, da ultimo, con il provvedimento in esame;

    630 milioni di euro sono le risorse previste nel PNRR per interventi di infrastrutturazione all'interno delle ZES, divisi tra le 8 aree (Abruzzo, Campania, Adriatica, Ionica, Calabria, Sicilia orientale, Sicilia occidentale, Sardegna) e destinati ai collegamenti all'interno delle ZES tra le aree industriali, le aree portuali e la rete ferroviaria, nazionale e trans europea, così come con la rete autostradale; inoltre, ulteriori 1,2 miliardi di euro sono destinati ad interventi di rafforzamento dei porti del Mezzogiorno d'Italia;

    il decreto-legge in esame ha, inoltre, previsto uno stanziamento di ulteriori 250 milioni di euro, tramite una delibera CIPESS a valere sulla programmazione 2021-2027 del Fondo per lo sviluppo e la coesione, destinati ad appositi Contratti di sviluppo finalizzati a semplificare e ridurre i tempi degli interventi, innalzando il tetto del credito di imposta per le nuove attività da 50 milioni a 100 milioni di euro, inserendo tra le spese ammissibili anche l'acquisto di immobili e di terreni, o l'ampliamento e la realizzazione di immobili strumentali agli investimenti, anche mediante il ricorso allo strumento della locazione finanziaria e prevedendo ulteriori semplificazioni amministrative;

    diventa essenziale a questo punto, oltre che l'effettiva realizzazione dei previsti interventi infrastrutturali, anche la capacità di attrarre investimenti, da primari attori nazionali e internazionali, che siano finalizzati a sviluppare, sia da un punto di vista logistico che produttivo, quelle connessioni geografiche, all'interno dei settori di primo interesse quali ad esempio quello energetico;

    nonostante le criticità del periodo attuale, si tratta di un'occasione da non sprecare per abbattere il gap economico delle regioni del Mezzogiorno d'Italia e per valorizzarne al meglio le potenzialità, all'interno di una strategia complessiva finalizzata all'obiettivo di rendere l'Italia l'hub europeo nel Mediterraneo,

impegna il Governo

ad assumere ogni iniziativa di competenza volta a garantire un'efficace concertazione delle azioni da parte di tutti i principali soggetti coinvolti: il Governo nazionale, gli enti locali e la rete delle Camere di Commercio italiane all'estero.
9/3656/70. Giovanni Russo, Galantino, Zucconi, Ferro, Silvestroni.


   La Camera,

   premesso che:

    il capo VIII del provvedimento in esame reca disposizioni in materia di Istruzione;

    il 16 giugno con un'intesa tra il Ministero e le organizzazioni sindacali è stato prorogato per il 22/23 il precedente contratto integrativo sulle Utilizzazioni e Assegnazioni Provvisorie;

    nulla in questi mesi è stato fatto dal Ministero dell'istruzione per anticipare la prova disciplinare necessaria per il completamento del processo di Immissione in ruolo con la relativa trasformazione dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato per tutti i docenti assunti nell'anno scolastico, 21/22 da GPS di prima fascia e dagli elenchi aggiuntivi (modalità di reclutamento nuova prevista dalla legge n. 106 del 2021), i quali adesso rischiano, di essere esclusi dalle Assegnazioni Provvisorie provinciali e interprovinciali in quanto ancora docenti con contratto a tempo determinato al 31 agosto;

    tuttavia proprio lo stesso Contratto Integrativo sulle Utilizzazioni e Assegnazioni Provvisorie sottoscritto nel 2020 e prorogato lo scorso 16 giugno, ha previsto la possibilità per i docenti assunti ai sensi del decreto del direttore generale n. 85 del 2018, i cosiddetti docenti ex Fit con contratto a tempo determinato, (condizione del tutto simile a quella dei docenti assunti nell'anno scolastico, 21/22 da GPS di prima fascia e dagli elenchi aggiuntivi) di presentare le istanze di Assegnazioni Provvisorie per l'anno scolastico 20/21, in subordine a tutti gli altri docenti, in modalità cartacea,

impegna il Governo

a concedere la possibilità ai docenti assunti nell'anno scolastico, 21/22 da GPS di prima fascia e dagli elenchi aggiuntivi di presentare istanza di partecipazione alle Assegnazioni Provvisorie 22/23 in subordine agli altri colleghi a tempo indeterminato.
9/3656/71. Bucalo, Frassinetti, Albano, Zucconi, Galantino, Ferro.


   La Camera,

   premesso che:

    il capo VIII del provvedimento in esame reca disposizioni in materia di Istruzione;

    il 16 giugno con un'intesa tra il Ministero e le organizzazioni sindacali è stato prorogato per il 22/23 il precedente contratto integrativo sulle Utilizzazioni e Assegnazioni Provvisorie;

    nulla in questi mesi è stato fatto dal Ministero dell'istruzione per anticipare la prova disciplinare necessaria per il completamento del processo di Immissione in ruolo con la relativa trasformazione dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato per tutti i docenti assunti nell'anno scolastico, 21/22 da GPS di prima fascia e dagli elenchi aggiuntivi (modalità di reclutamento nuova prevista dalla legge n. 106 del 2021), i quali adesso rischiano, di essere esclusi dalle Assegnazioni Provvisorie provinciali e interprovinciali in quanto ancora docenti con contratto a tempo determinato al 31 agosto;

    tuttavia proprio lo stesso Contratto Integrativo sulle Utilizzazioni e Assegnazioni Provvisorie sottoscritto nel 2020 e prorogato lo scorso 16 giugno, ha previsto la possibilità per i docenti assunti ai sensi del decreto del direttore generale n. 85 del 2018, i cosiddetti docenti ex Fit con contratto a tempo determinato, (condizione del tutto simile a quella dei docenti assunti nell'anno scolastico, 21/22 da GPS di prima fascia e dagli elenchi aggiuntivi) di presentare le istanze di Assegnazioni Provvisorie per l'anno scolastico 20/21, in subordine a tutti gli altri docenti, in modalità cartacea,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di concedere la possibilità ai docenti assunti nell'anno scolastico, 21/22 da GPS di prima fascia e dagli elenchi aggiuntivi di presentare istanza di partecipazione alle Assegnazioni Provvisorie 22/23 in subordine agli altri colleghi a tempo indeterminato.
9/3656/71. (Testo modificato nel corso della seduta)Bucalo, Frassinetti, Albano, Zucconi, Galantino, Ferro.


   La Camera,

   premesso che:

    il capo VIII del provvedimento in esame reca disposizioni in materia di Istruzione;

    l'elevato numero degli alunni per classe, anche in presenza di alunni con bisogni specifici, rendono più complesso il processo di insegnamento-apprendimento oltre a non creare le migliori condizioni per sperimentare forme di didattica innovativa e partecipativa e purtroppo contribuiscono a determinare: la difficoltà maggiore nel contrastare la dispersione scolastica;

    avere classi meno numerose, oltre ad essere un elemento di prevenzione e sicurezza, favorisce un benessere generale e soprattutto un ambiente più salubre;

    in tale ottica si pone il superamento dell'identità classe demografica/aula, anche al fine di rivedere il modello di scuola e consentire anche di affrontare situazioni complesse nelle aree di montagna, nelle aree interne e nelle scuole di vallata,

impegna il Governo

alla revisione dei parametri del decreto del Presidente della Repubblica 9 aprile 2008, n. 81, relativi al rapporto alunni-docenti e personale ATA.
9/3656/72. Frassinetti, Bucalo, Albano, Galantino, Ferro, Zucconi, Trancassini, Gemmato, Donzelli, Mollicone.


   La Camera,

   premesso che:

    il capo VIII del provvedimento in esame reca disposizioni in materia di Istruzione;

    l'elevato numero degli alunni per classe, anche in presenza di alunni con bisogni specifici, rendono più complesso il processo di insegnamento-apprendimento oltre a non creare le migliori condizioni per sperimentare forme di didattica innovativa e partecipativa e purtroppo contribuiscono a determinare: la difficoltà maggiore nel contrastare la dispersione scolastica;

    avere classi meno numerose, oltre ad essere un elemento di prevenzione e sicurezza, favorisce un benessere generale e soprattutto un ambiente più salubre;

    in tale ottica si pone il superamento dell'identità classe demografica/aula, anche al fine di rivedere il modello di scuola e consentire anche di affrontare situazioni complesse nelle aree di montagna, nelle aree interne e nelle scuole di vallata,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di una revisione dei parametri del decreto del Presidente della Repubblica 9 aprile 2008, n. 81, relativi al rapporto alunni-docenti e personale ATA.
9/3656/72. (Testo modificato nel corso della seduta)Frassinetti, Bucalo, Albano, Galantino, Ferro, Zucconi, Trancassini, Gemmato, Donzelli, Mollicone.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame prevede una serie di misure urgenti per l'attuazione del piano nazionale dei ripresa e resilienza in materia di pubblica amministrazione e università e ricerca, in materia finanziaria e fiscale, in materia di ambiente, fonti rinnovabili, efficientamento energetico e salute, transizione digitale, di infrastrutture, zone economiche speciali e zone logistiche semplificate, in materia di turismo, in materia di giustizia, nonché di istruzione;

    l'articolo 17-ter, introdotto nel corso dell'esame al Senato, al fine di ridurre il ricorso ai contratti a termine e a valorizzare la professionalità acquisita dal personale con rapporto di lavoro a tempo determinato, nonché a garantire la piena funzionalità degli uffici giudiziari dispone l'assunzione da parte del Ministero della giustizia di personale amministrativo con contatto a tempo indeterminato, non dirigenziale, in numero non superiore alle 1.200 unità complessive da impiegare nell'Area II-F1;

    dal processo di stabilizzazione rimarrebbero esclusi oltre 300 operatori giudiziari, ex militari in ferma breve e ferma prefissata delle Forze armate, congedati senza demerito o nel corso di ulteriore rafferma, ufficiali di complemento che hanno completato senza demerito la ferma biennale, la ferma prefissata o la ferma contratta, per i quali non verrebbero riconosciuti alcuni requisiti, peraltro previsti nel bando di concorso pubblico per la copertura di complessive mille unità di personale non dirigenziale, a tempo determinato della durata di ventiquattro mesi, per il profilo di operatore giudiziario, area funzionale seconda, fascia economica F1, nei ruoli del personale del Ministero della giustizia del 15 settembre 2020;

    il provvedimento di stabilizzazione avrebbe dovuto tener conto della graduatoria definitiva del concorso su citato e interessare, seppure gradualmente, tutti gli operatori giudiziari, vincitori ed idonei, in servizio con contratto a tempo determinato in forza del predetto bando, per offrire pari opportunità all'intera platea senza operare distinzioni pregiudizievoli,

impegna il Governo

a prevedere nel primo provvedimento utile, vista la carenza di organico dovuta anche agli imminenti pensionamenti e per evitare la dispersione delle competenze acquisite, norme per includere nel processo di stabilizzazione del personale in servizio gli oltre 300 operatori giudiziari, ex militari in ferma breve e ferma prefissata delle Forze armate, congedati senza demerito o nel corso di ulteriore rafferma, ufficiali di complemento che hanno completato senza demerito la ferma biennale, la ferma prefissata o la ferma contratta, utilizzando il periodo di servizio come operatori ai fini del raggiungimento del requisito.
9/3656/73. Dori.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame prevede una serie di misure urgenti per l'attuazione del piano nazionale dei ripresa e resilienza in materia di pubblica amministrazione e università e ricerca, in materia finanziaria e fiscale, in materia di ambiente, fonti rinnovabili, efficientamento energetico e salute, transizione digitale, di infrastrutture, zone economiche speciali e zone logistiche semplificate, in materia di turismo, in materia di giustizia, nonché di istruzione;

    l'articolo 17-ter, introdotto nel corso dell'esame al Senato, al fine di ridurre il ricorso ai contratti a termine e a valorizzare la professionalità acquisita dal personale con rapporto di lavoro a tempo determinato, nonché a garantire la piena funzionalità degli uffici giudiziari dispone l'assunzione da parte del Ministero della giustizia di personale amministrativo con contatto a tempo indeterminato, non dirigenziale, in numero non superiore alle 1.200 unità complessive da impiegare nell'Area II-F1;

    dal processo di stabilizzazione rimarrebbero esclusi oltre 300 operatori giudiziari, ex militari in ferma breve e ferma prefissata delle Forze armate, congedati senza demerito o nel corso di ulteriore rafferma, ufficiali di complemento che hanno completato senza demerito la ferma biennale, la ferma prefissata o la ferma contratta, per i quali non verrebbero riconosciuti alcuni requisiti, peraltro previsti nel bando di concorso pubblico per la copertura di complessive mille unità di personale non dirigenziale, a tempo determinato della durata di ventiquattro mesi, per il profilo di operatore giudiziario, area funzionale seconda, fascia economica F1, nei ruoli del personale del Ministero della giustizia del 15 settembre 2020;

    il provvedimento di stabilizzazione avrebbe dovuto tener conto della graduatoria definitiva del concorso su citato e interessare, seppure gradualmente, tutti gli operatori giudiziari, vincitori ed idonei, in servizio con contratto a tempo determinato in forza del predetto bando, per offrire pari opportunità all'intera platea senza operare distinzioni pregiudizievoli,

impegna il Governo

compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a valutare l'opportunità di prevedere nel primo provvedimento utile, vista la carenza di organico dovuta anche agli imminenti pensionamenti e per evitare la dispersione delle competenze acquisite, norme per includere nel processo di stabilizzazione del personale in servizio gli oltre 300 operatori giudiziari, ex militari in ferma breve e ferma prefissata delle Forze armate, congedati senza demerito o nel corso di ulteriore rafferma, ufficiali di complemento che hanno completato senza demerito la ferma biennale, la ferma prefissata o la ferma contratta, utilizzando il periodo di servizio come operatori ai fini del raggiungimento del requisito.
9/3656/73. (Testo modificato nel corso della seduta)Dori.


   La Camera,

   premesso che:

    il decreto-legge prevede misure per la formazione iniziale e continua dei docenti;

    la «Carta elettronica per l'aggiornamento e la formazione del docente», di cui all'articolo 1, comma 121, della legge n. 107 del 2015, non può essere assegnata a maestri e professori che non sono ancora di ruolo e lavorano con contratto a tempo determinato;

    il principio di uguaglianza contenuto dalla nostra Costituzione statuisce l'obbligatorietà di riconoscere gli uguali diritti a coloro che esercitano le stesse funzioni e assumono le medesime responsabilità;

    la formazione continua (LifeLong Learning) appare oggi indispensabile sia per i docenti a tempo determinato sia per i docenti a tempo indeterminato;

    i recenti pronunciamenti, sia del Consiglio di Stato sia della Corte di giustizia dell'Unione europea, hanno riconosciuto che anche i docenti con contratto a tempo determinato sono titolari del diritto alla formazione,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di estendere la «Carta elettronica per l'aggiornamento e la formazione del docente» di cui all'articolo 1, comma 121, della legge n. 107 del 2015, anche ai docenti a tempo determinato in possesso di contratto annuale o fino al termine delle attività didattiche.
9/3656/74. Tasso.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento all'esame dell'Aula prevede misure urgenti per l'attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR),

    nell'ambito del suddetto Piano e delle relative riforme di accompagnamento, assumono particolare rilievo le misure di contrasto alla denatalità, la cui attuazione si rende indispensabile per invertire le attuali tendenze demografiche che vedono l'Italia in coda a tutte le classifiche, tra i Paesi con la più bassa fecondità in Europa;

    nell'anno 2021, le nascite in Italia hanno toccato un nuovo minimo storico (appena 399.400 nuovi nati), con un calo dell'1,3 per cento rispetto al 2020 e addirittura del 31 per cento rispetto al 2008. Negli ultimi quindici anni, la popolazione di bambini e adolescenti è diminuita di 600 mila unità;

    i Paesi con un lento ricambio generazionale sono destinati a spendere sempre di più per la previdenza, l'assistenza e la sanità. Allo stesso tempo, la progressiva riduzione della popolazione attiva – cioè di quella parte della popolazione che produce ricchezza – compromette gli equilibri economici del sistema di welfare, già duramente provati dalla pandemia da COVID-19 e, ora, dalla crisi internazionale in atto in Ucraina;

    in questo quadro, appare indispensabile l'introduzione di ulteriori misure di contrasto alla denatalità, connesse con l'attuazione del piano nazionale dei ripresa e resilienza, che si affianchino ai provvedimenti sull'assegno unico e al c.d. family act;

    in particolare, si potrebbero premiare con misure di favore i datori di lavoro che elargiscono bonus ai propri dipendenti per ogni figlio nato o adottato;

    il Governo ha già accolto un impegno in questo senso nella seduta 14 dicembre 2021, in sede di esame del disegno di legge n. 3395 (ordine del giorno n. 9/03395/071),

impegna il Governo

a riconoscere, anche al fine di garantire la piena attuazione delle misure recate dall'articolo 5 e considerati gli obiettivi strategici del PNRR in favore delle famiglie, agevolazioni fiscali e forme di sgravio contributivo in favore dei datori di lavoro che elargiscono ai propri dipendenti bonus e/o mensilità aggiuntive per ogni figlio nato o adottato.
9/3656/75. Covolo, Paolin.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca, all'articolo 14, disposizioni in materia di Università e ricerca;

    in particolare, ai commi 1-4, si prevedono particolari procedure di reclutamento di studiosi vincitori di programmi e riconoscimenti europei, mentre i commi 5-6 recano disposizioni in materia di borse di studio universitarie e di percorsi di orientamento all'istruzione universitaria e AFAM;

    le disposizioni sopramenzionate – in linea con quanto previsto dal PNRR – hanno quale obiettivo non solo l'apertura di nuove opportunità per i giovani studiosi italiani, ma anche l'incremento dell'attività del sistema italiano di ricerca per studiosi particolarmente qualificati a livello europeo;

    a seguito di una modifica normativa introdotta nel corso dell'esame al Senato del presente provvedimento, inoltre, la durata del mandato degli organi dell'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario (ANVUR) è stata estesa da quattro a sei anni;

    tuttavia, proprio in ragione degli obiettivi determinati da tali disposizioni, emerge, altresì, l'esigenza di prevedere ulteriori risorse finalizzate al potenziamento delle funzioni di valutazione dell'ANVUR nell'ambito degli obiettivi e delle riforme stabiliti nel PNRR, incrementando per un numero complessivo di 10 unità la dotazione organica dell'ente medesimo,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di prevedere, nel prossimo provvedimento utile, quanto esposto in premessa con riferimento all'incremento della dotazione organica dell'ANVUR.
9/3656/76.Alessandro Pagano.


   La Camera,

   premesso che:

    nei territori colpiti dal sisma del centro Italia 2016 e 2017, la crisi economico-sociale-demografica già esistente prima dei gravissimi fenomeni sismici si è acuita in modo esponenziale in quanto i residenti e gli amministratori locali si trovano a dover affrontare sotto il profilo etico, relazionale, sociale, patrimoniale e imprenditoriale la catastrofe del sisma che ha interessato e continua ad interessare queste zone;

    è evidente che una tale situazione deve essere necessariamente affrontata con misure di natura straordinaria che favoriscano la ripresa economica, anche e soprattutto mediante la realizzazione di nuovi investimenti;

    nella proposta di regolamento dei fondi strutturali per il bilancio di lungo termine dell'Unione europea, 2021-2027 le Marche insieme all'Umbria sono state retrocesse a regioni in transizione raggiungendo l'Abruzzo. In particolare per le Marche il calo di Pil dal 2014 è stato di oltre 10 punti; pertanto, sono presenti i presupposti normativi europei per l'istituzione di una ZES;

    sul tema il gruppo Lega, oltre alle numerose attività realizzate ed in corso, è intervenuta attraverso una serie di ordini del giorno rivolti al Governo; Odg 9/02211-A/105 del 28 novembre 2019, Odg 9/02305/094 del 23 dicembre 2019, Odg 9/02700/187 del 12 ottobre 2020, Odg 9/03166/059 del 30 giugno 2021;

    le comunità locali in ogni loro componente, dall'istituzionale all'associativa, dall'università all'impresa, dalla politica alla rete degli stakeholder, nel complesso, hanno evidenziato la necessità di una ZES per la necessaria trasformazione dei vantaggi competitivi in economia della rinascita;

    per tale motivo, sono in corso tavoli di lavoro ed attività per strutturare il piano di sviluppo strategico delle ZES con l'obiettivo di accelerare lo sviluppo economico del territorio soprattutto attraverso l'insediamento di specifici comparti di attività economiche, l'adozione di nuove soluzioni tecnologiche, il miglioramento della competitività, la transizione ecologica e la creazione di nuovi posti di lavoro;

    le zone del cratere sisma 2016 sono in ottimo posizionamento geografico, dato che si pongono come punto baricentrico per l'Italia centrale, tra il mare Adriatico e il Mar Tirreno, in contatto e collegamento con Roma, in presenza di sistemi aeroportuali e portuali, pur rendendosi necessari interventi a livello stradale e ferroviario;

    il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destina 630 milioni di euro per investimenti infrastrutturali volti ad assicurare un adeguato sviluppo dei collegamenti delle aree ZES con la rete nazionale dei trasporti, in particolare con le reti Trans Europee (TEN-T), al fine di rendere efficace l'attuazione delle ZES,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, nel processo di istituzione di una ZES Marche ai sensi della legge n. 91 del 2017, di focalizzare gli interventi sulle aree interne appenniniche in sede di definizione degli obiettivi di sviluppo strategici, contestualmente alle regole per la sua composizione e funzionamento.
9/3656/77.Patassini.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 28 del provvedimento in esame autorizza la costituzione della società 3-I S.p.A., al fine di conseguire gli obiettivi indicati nella Missione 1 del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per lo svolgimento delle attività di sviluppo, manutenzione e gestione di soluzioni software e di servizi informatici in favore degli enti previdenziali e delle pubbliche amministrazioni centrali; la società, con sede in Roma, a capitale interamente pubblico, svolge quindi le proprie attività a favore dell'istituto nazionale previdenza sociale (INPS), dell'istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), dell'istituto nazionale di statistica (ISTAT), della Presidenza del Consiglio dei ministri, del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e di altre pubbliche amministrazioni centrali, per lo svolgimento delle attività di sviluppo, manutenzione e gestione di soluzioni software e di servizi informatici, compresa la gestione dei dati;

    è noto come la pubblica amministrazione si avvalga già di Sogei, una società pubblica che gestisce una masse molto rilevante di dati; inoltre, è evidente come INPS e INAIL siano enti che svolgono attività coerenti tra loro, mentre l'Istat sia un ente molto diverso, che gestisce dati su vari ambiti, con una specificità che è riconosciuta anche a livello comunitario, e che avrebbe quindi bisogno di una totale indipendenza,

impegna il Governo

a valutare gli effetti applicativi della disposizione di cui all'articolo 28 del provvedimento in esame, e, nell'ambito delle attività della società 3-I Spa, a garantire la riservatezza dei dati gestiti dagli enti previdenziali e dalle pubbliche amministrazioni, con particolare riferimento alla tutela dell'indipendenza dell'Istat.
9/3656/78.Polverini.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

    al di là di ogni ragionevole dubbio, il PNRR è un intervento straordinario a scala nazionale da realizzare in un lasso di tempo eccezionalmente contenuto, che rende illusoria l'esecuzione segmentata a livello territoriale, con bandi regionali e comunali; il tutto, aggravato dal fatto che ogni territorio ripropone il limite generale, quanto a capacità tecnico-operative «straordinarie»;

    il rischio, soprattutto per le regioni del Mezzogiorno, è di presentarsi all'appuntamento dell'attuazione del PNRR senza uno strumento adeguato e predisposto ad affrontare l'impegno straordinario all'orizzonte;

    l'allarme è stato lanciato anche dal Presidente Svimez che, riassumendo, ha parlato di «una pioggia di soldi, poco tempo per presentare i progetti, pochissimo per realizzarli e quasi nessuno in grado di tenere insieme le due cose», chiedendo un aiuto concreto ai comuni per gestire le risorse europee al fine di evitare che l'occasione di riequilibrare l'annoso divario tra Nord e Sud rischia invece di diventare l'ennesimo buco nell'acqua;

    il nodo principale resta la carenza di personale, soprattutto laureato, e la debolezza della macchina amministrativa delle regioni e dei comuni del Sud: la marcata riduzione dell'occupazione nella PA tra il 2010 e il 2019 ha riguardato soprattutto gli enti locali meridionali (-27 per cento rispetto al –18,6 per cento del Nord); peraltro, composto in prevalenza da personale anziano con scarse competenze non solo informatiche;

    basti pensare che la quota di personale laureato è inferiore all'11 per cento nel Comune di Palermo, di poco più del 19 per cento a Napoli, mentre sale a circa il 24 per cento in quello di Milano per arrivare al 32 per cento a Bologna e Venezia; dati allarmanti se si considera che nell'ambito del PNRR, la prima e maggiore sfida è quella dell'assorbimento delle risorse, tenendo presente che le amministrazioni regionali e locali meridionali dovranno gestirne una quota significativa, quantificata in 20,5 miliardi, per la metà concentrati nel biennio 2024/2025;

    se è appropriato e condivisibile il ruolo centrale dei comuni nella realizzazione del PNRR, è altrettanto importante che il Governo supporti gli enti locali nella fase di progettazione e, in tale contesto, l'assunzione di esperti, seppure destinato per il 40 per cento alle amministrazioni del Sud, non è sufficiente perché anche i tecnici ci metteranno del tempo per formarsi, bisogna concedete loro il tempo di diventare classe dirigente, e questo non si può fare durante un'emergenza e con un piano che ha dei tempi di realizzazione così brevi, perché mentre loro si formano per gestire ciò che verrà realizzato, qualcuno dovrà pur realizzare i progetti;

    per tutti i comuni che da soli non riuscirebbero a spendere bene le risorse del PNRR, lo stesso presidente Svimez suggerisce una soluzione: «Il Mezzogiorno e comunque attrezzato per realizzare i progetti, ha a disposizione università, consorzi territoriali di ricerca, l'agenzia della coesione: il Ministero dovrebbe attivare questi soggetti, fare dei prototipi che vengano poi realizzati in funzione dei fabbisogni nei vari comuni con i soldi del PNRR. Quindi il (Comune non deve sentirsi defraudato, al contrario deve sentirsi aiutato a risolvere questi problemi. Nella Costituzione – aggiunge – questo procedimento si trova nell'articolo 120 di sussidiarietà verticale, quello che non può fare il settore più vicino al cittadino lo fa l'autorità superiore»;

    lo stesso vincolo di destinazione alle regioni del Mezzogiorno di almeno il 40 per delle risorse allocabili territorialmente del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e del Fondo complementare (FoC) è a rischio, se è vero che in ben 15 su 28 procedure attive, per un valore complessivo di oltre 3 miliardi, non è stata disposta nessuna modalità di salvaguardia della quota Mezzogiorno sulle risorse non assegnate per carenza di domande ammissibili; in altri casi, come nel bando Asili Nido, in presenza di insufficiente capacità progettuale per circa il 50 per cento delle risorse, è stata prevista una proroga dei termini, che però difficilmente sarà sufficiente a colmare il gap;

    altra riflessione merita lo strumento del bando per il finanziamento di progetti in materia di diritti civili, d'alla salute alla scuola; il Ministro dell'istruzione, ad esempio, sulla scorta di dati scrupolosamente elaborati, procede alla ripartizione per regioni e poi su base comunale delle risorse nel rispetto del vincolo del 40 per cento, per poi inspiegabilmente mettere a bando «competitivo» quelle risorse e se «...a seguito delle procedure selettive previste... le risorse disponibili su base regionale risultino superiori rispetto al fabbisogno richiesto dagli enti locali della medesima regione è necessario individuare un criterio per la redistribuzione delle risorse non assegnate per mancanza di fabbisogno, nonché dei residui di ciascuna regione non assegnabili agli enti locali, in considerazione di importi superiori dei progetti candidati in ordine di graduatoria»: la contemporanea adozione della logica premiale e del vincolo del 40 per cento non lascia alternativa a replicare per la stessa regione il bando sui residui così, prevedibilmente, da fomentare una «guerra» regionale, perdendo di vista il fine ultimo che non è classificare i (comuni con il filtro dei bandi, bensì distribuire risorse disponibili per soddisfare concretamente bisogni accertati e certificati proprio dal Ministero al quale compete il dovere di garantire un servizio-diritto quale che sia la capacità tecnica o, ancor di più, la sensibilità sociale del comune di appartenenza;

    l'approccio utile non può che prescindere dalla capacità progettuale delle amministrazioni locali; i Ministeri sono perfettamente in grado di assegnare risorse in funzione di graduatorie di fabbisogni e a tal fine hanno il dovere di assistere gli enti beneficiari nel fornire anche il progetto, operando nel rispetto di un sano principio di sussidiarietà, nel caso specifico, «verticale» (articolo 120 della Costituzione) che, va inteso come aiuto e promozione, non punizione;

    quando si affronta il tema, delicatissimo, di garantire i diritti civili e sociali, la sussidiarietà verticale è un dovere al quale le istituzioni centrali non possono sottrarsi,

impegna il Governo:

   a supportare le amministrazioni locali coinvolte, con particolare riguardo ai territori del Mezzogiorno, nella realizzazione dei progetti, anche attraverso il coinvolgimento di Politecnici, Università, Istituzioni pubbliche di Ricerca, a garanzia dei diritti di cittadinanza e nel rispetto del principio di sussidiarietà «verticale» di cui all'articolo 120 della Costituzione;

   a garantire il soddisfacimento del fabbisogno, laddove certificato, indipendentemente dalla previsione di bandi, al fine di ridurre le disparità territoriali e favorire la coesione sociale;

   alla luce del mutato contesto geo-politico internazionale, a garantire almeno il 50 per cento dei fondi del PNRR ai territori del Sud Italia.
9/3656/79.Varchi, Rampelli, Ferro, Galantino, Zucconi, Mollicone.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

    il costante aumento delle forniture di gas in Italia negli ultimi decenni e l'emergenza legata al conflitto in Ucraina portano il nostro Paese molto vicino a uno stato di allerta per le forniture di gas; un quadro preoccupante che richiede misure efficaci e immediate;

    l'Italia rappresenta la seconda economia manifatturiera in Europa con una significativa presenza di imprese energivore;

    in tal senso, è importante l'utilizzo delle risorse del PNRR a sostegno, tra le altre, di politiche energetiche che prevedano l'incremento dell'estrazione di gas dai mari del territorio italiano e nuovi investimenti nelle energie rinnovabili;

    occorrono, peraltro, interventi volti a salvaguardare gli stoccaggi di gas, fondamentali per affrontare l'inverno e garantire l'indipendenza energetica nazionale;

    chiediamo, inoltre, al presidente Draghi di intervenire a tutela di famiglie e imprese, sempre più esposte ad aumenti spropositati dei costi, riducendo gli oneri di sistema contro il caro bollette e prorogando il taglio delle accise sui carburanti,

impegna il Governo:

   ad assumere ogni iniziativa di competenza volta a destinare quota parte delle risorse del PNRR a sostegno di politiche per l'indipendenza energetica nazionale;

   ad assumere iniziative di competenza, anche di carattere normativo, a tutela di famiglie e imprese, sempre più esposte ad aumenti spropositati dei costi:

    riducendo gli oneri di sistema contro il caro bollette;

    stanziando adeguate risorse per far fronte all'aumento dei prezzi del trasporto su strada e del combustibile per riscaldamento;

    prorogando il taglio delle accise sui carburanti.
9/3656/80.Maschio, Zucconi, Galantino, Ferro.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

    il costante aumento delle forniture di gas in Italia negli ultimi decenni e l'emergenza legata al conflitto in Ucraina portano il nostro Paese molto vicino a uno stato di allerta per le forniture di gas; un quadro preoccupante che richiede misure efficaci e immediate;

    l'Italia rappresenta la seconda economia manifatturiera in Europa con una significativa presenza di imprese energivore;

    in tal senso, è importante l'utilizzo delle risorse del PNRR a sostegno, tra le altre, di politiche energetiche che prevedano l'incremento dell'estrazione di gas dai mari del territorio italiano e nuovi investimenti nelle energie rinnovabili;

    occorrono, peraltro, interventi volti a salvaguardare gli stoccaggi di gas, fondamentali per affrontare l'inverno e garantire l'indipendenza energetica nazionale;

    chiediamo, inoltre, al presidente Draghi di intervenire a tutela di famiglie e imprese, sempre più esposte ad aumenti spropositati dei costi, riducendo gli oneri di sistema contro il caro bollette e prorogando il taglio delle accise sui carburanti,

impegna il Governo:

   compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a valutare l'opportunità di:

    assumere ogni iniziativa di competenza volta a destinare quota parte delle risorse del PNRR a sostegno di politiche per l'indipendenza energetica nazionale;

    assumere iniziative di competenza, anche di carattere normativo, a tutela di famiglie e imprese, sempre più esposte ad aumenti spropositati dei costi:

     riducendo gli oneri di sistema contro il caro bollette;

     stanziando adeguate risorse per far fronte all'aumento dei prezzi del trasporto su strada e del combustibile per riscaldamento;

     prorogando il taglio delle accise sui carburanti.
9/3656/80.(Testo modificato nel corso della seduta)Maschio, Zucconi, Galantino, Ferro.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

    il Consiglio Europeo Straordinario del 31 maggio 2022, nel documento conclusivo, ha sottolineato, come priorità a breve termine, l'importanza delle fonti energetiche interne per la sicurezza dell'approvvigionamento energetico;

    la questione della transizione energetica nel nostro Paese, in termini prospettici, è strettamente connessa ad una programmazione attendibile, e prevedibile del mix delle fonti energetiche in grado di garantire la sicurezza dell'approvvigionamento energetico interno e il mantenimento della competitività del nostro sistema economico. A tal fine, pertanto, emerge in tutta evidenza, anche alla luce delle recenti vicende geopolitiche internazionali, l'esigenza di individuare il mix delle fonti energetiche che il nostro Paese dovrà avere nei prossimi dieci anni e programmare gli adeguati investimenti in funzione di tale obiettivo;

    due numeri sintetizzano la tensione tra due emergenze ugualmente pressanti: da un lato i 179 ettari di suolo «consumati» nel 2020 dall'installazione di nuovi impianti fotovoltaici a terra, come rilevato dal Rapporto sul consumo di suolo 2021 dell'Ispra e dall'altro una crisi alimentare mondiale che riguarda direttamente anche l'Italia, che importa addirittura il 62 per cento del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti, il 35 per cento del grano duro per la pasta e il 46 per cento) del mais di cui ha bisogno per l'alimentazione del bestiame;

    parafrasando le stesse dichiarazioni del Presidente Draghi, dobbiamo raggiungere l'indipendenza alimentare e coltivare ogni fazzoletto di terra, ma per fare questo non possiamo pensare di poter installare impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili su ogni terreno agricolo disponibile;

    il problema non è la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in sé, ma l'assenza di una pianificazione globale che consideri gli impatti su paesaggio e agricoltura: non si può pensare di snaturare la normativa di settore sulla spinta dei milioni di euro previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) sacrificando le peculiarità storico-naturalistiche del territorio nazionale; oggi più che mai, occorre riflettere sulla fragilità dell'agricoltura e su quanto sia davvero ricostruibile il tessuto economico e sociale di comunità rurali che perdono, almeno per una generazione, l'uso di terreni così ampi, oggi fattore trainante per raggiungere l'indipendenza alimentare di cui abbiamo bisogno;

    non si può parlare di transizione ecologica, senza avere bene a mente gli stravolgimenti geo-politici degli ultimi tempi, che ci costringono a rivedere gli obiettivi del PNRR, ragionando su come utilizzare tutto il potenziale produttivo e, perché no, riqualificare le aree dismesse;

    bisogna creare le condizioni affinché gli impianti fotovoltaici possano essere installati su terreni agricoli che non presentino un'attività particolarmente redditizia, aree urbanisticamente compromesse, periferie urbane, aree industriali, su tutta la rete stradale, autostradale e ferroviaria come pannelli di protezione acustica, su aree portuali e aeroportuali,

impegna il Governo

ad assumere ogni iniziativa di competenza volta a privilegiare, per l'installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, aree urbanisticamente compromesse, periferie urbane, aree industriali, la rete stradale, autostradale e ferroviaria come pannelli di protezione acustica, aree portuali e aeroportuali al fine di garantire la necessità di un'indipendenza alimentare nazionale e, al contempo, la difesa di paesaggi identitari, che meritano particolare attenzione per la loro specificità o perché connessi alle tradizioni agroalimentari locali, alla biodiversità, al patrimonio culturale e ai valori paesaggistici.
9/3656/81. Rampelli, Zucconi, Galantino, Ferro, Mollicone, Caretta, Ciaburro.


   La Camera,

   premesso che:

    dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina, l'Europa è stata proiettata in quella che è probabilmente più grave crisi umanitaria dalla seconda guerra mondiale;

    secondo i dati pubblicati dal sito del Sole 24 Ore in data 27 maggio e relativi al 25 maggio, sono poco più di 80 mila le cittadine e i cittadini ucraini che hanno richiesto un permesso di soggiorno per protezione temporanea nel nostro paese e di questi circa 39.000 sono minori, in grandissima parte in età scolare, molti dei quali non conoscono la lingua italiana e presumibilmente in condizione di particolare fragilità a causa delle ripercussioni di natura fisica, emotiva e psicologica, ai quali si sommano le conseguenze della brusca interruzione del percorso scolastico e formativo;

    per evitare di pregiudicare ulteriormente la crescita e il futuro dei bambini e dei ragazzi ucraini arrivati in Italia sono necessarie misure concrete volte a favorire l'inserimento nel sistema scolastico italiano, in vista della ripresa dell'anno scolastico e ai fini del proseguimento dell'inserimento scolastico ma anche dell'integrazione nel nostro Paese, risulta fondamentale, in particolare, il rapido apprendimento della lingua italiana,

impegna il Governo

a considerare, nella definizione delle procedure di reclutamento del personale scolastico, la necessità di attivare specifici corsi di lingua italiana per stranieri – valorizzando in particolare le iniziative poste in essere sui territori dalle agenzie formative riconosciute e certificate, ad esempio, dai sistemi regionali – assicurando il reperimento dei fondi necessari, al fine di garantire il diritto all'istruzione dei minori ucraini arrivati in Italia a causa della guerra.
9/3656/82. Baldini, Marino, Frate.


   La Camera,

   premesso che:

    dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina, l'Europa è stata proiettata in quella che è probabilmente più grave crisi umanitaria dalla seconda guerra mondiale;

    secondo i dati pubblicati dal sito del Sole 24 Ore in data 27 maggio e relativi al 25 maggio, sono poco più di 80 mila le cittadine e i cittadini ucraini che hanno richiesto un permesso di soggiorno per protezione temporanea nel nostro paese e di questi circa 39.000 sono minori, in grandissima parte in età scolare, molti dei quali non conoscono la lingua italiana e presumibilmente in condizione di particolare fragilità a causa delle ripercussioni di natura fisica, emotiva e psicologica, ai quali si sommano le conseguenze della brusca interruzione del percorso scolastico e formativo;

    per evitare di pregiudicare ulteriormente la crescita e il futuro dei bambini e dei ragazzi ucraini arrivati in Italia sono necessarie misure concrete volte a favorire l'inserimento nel sistema scolastico italiano, in vista della ripresa dell'anno scolastico e ai fini del proseguimento dell'inserimento scolastico ma anche dell'integrazione nel nostro Paese, risulta fondamentale, in particolare, il rapido apprendimento della lingua italiana,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di considerare la necessità di attivare specifici corsi di lingua italiana per stranieri – valorizzando in particolare le iniziative poste in essere sui territori dalle agenzie formative riconosciute e certificate, ad esempio, dai sistemi regionali – assicurando il reperimento dei fondi necessari, al fine di garantire il diritto all'istruzione dei minori ucraini arrivati in Italia a causa della guerra.
9/3656/82. (Testo modificato nel corso della seduta)Baldini, Marino, Frate.


   La Camera,

   premesso che:

    la legge di Stabilità per il 2016 ha disposto in merito all'obbligo per i soggetti che effettuano l'attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, di accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di pagamento, relativamente ad almeno una carta di debito e una carta di credito (articolo 15, comma 4 del decreto-legge n. 179 del 2012);

    tale obbligo non trova applicazione nei soli casi di oggettiva impossibilità tecnica;

    le tabaccherie forniscono prodotti e servizi per conto dello Stato o di altri Enti pubblici in base ad affidamenti in concessione o su espressa formale autorizzazione;

    tali attività sono svolte in base a remunerazioni stabilite da specifiche disposizioni normative e prevedono un aggio in percentuale ovvero un compenso con margine fisso che di fatto vengono nella maggior parte dei casi compromessi dalle commissioni bancarie relative alle transazioni avvenute con moneta elettronica;

    il rivenditore di generi di monopolio sostanzialmente veicola beni e servizi il cui destinatario del pagamento è lo Stato o un altro ente pubblico ed ogni relativa transazione è ben nota al Fisco e chiaramente tracciata dai sistemi dei fornitori o gestori informatici incaricati, senza alcuna possibilità di violazione degli obblighi fiscali prescritti;

    i tabaccai nell'ambito della propria attività di impresa si avvalgono anche di apparecchi per la distribuzione automatica dei tabacchi. Tali apparecchi, installati all'esterno dell'esercizio, sono adibiti a garantire il servizio di vendita dei tabacchi anche negli orari in cui l'esercizio è chiuso;

   considerato che:

    da un recente censimento sulle tipologie di distributori automatici installati presso i tabaccai, con specifico riferimento alle caratteristiche tecniche degli stessi è emerso che: alcuni apparecchi sono di ultima generazione e contemplano già l'accettazione della moneta elettronica per il pagamento delle relative transazioni; altri, anche se di ultima generazione, sarebbero potenzialmente adattabili dal punto di vista tecnologico ma non essendo stati progettati contemplando anche l'implementazione della moneta elettronica non dispongono di uno spazio sufficiente per l'inserimento delle applicazioni necessarie, essendo le dimensioni di tali apparecchi correlate agli usi previsti; altri ancora sono, per così dire, più obsoleti dal punto di vista tecnologico ma ancora assolutamente funzionali a soddisfare le esigenze di vendita e non sono né atti né adattabili alla implementazione della moneta elettronica;

    ove fosse impossibile l'implementazione della moneta elettronica, e la norma fosse da intendersi perentoria, si assisterebbe alla immediata disattivazione di tutti quegli apparecchi che, come descritto, non sono né atti né adattabili;

    la dismissione anticipata di un'apparecchiatura, cui consegue la conclusione anticipata dell'ammortamento con i connessi risvolti fiscali, comporta per l'imprenditore, dal punto di vista fiscale, un impatto non trascurabile in funzione del maggior costo imputabile in sede di dichiarazione dei redditi, derivante dal valore residuo del bene dismesso non ancora completamente ammortizzato e un'esposizione finanziaria ingente connessa alla sostituzione di un'apparecchiatura funzionalmente e tecnicamente ancora idonea agli usi previsti;

    appare oltremodo sproporzionato il valore dell'investimento indotto in relazione non alla obsolescenza complessiva dell'apparecchio bensì limitatamente ad una funzionalità dello stesso relativa al pagamento della transazione;

    tale esito avrebbe immediate ripercussioni negative sulla finanza pubblica, riducendo il volume delle cessioni di beni destinate ad alimentare gli introiti fiscali già previsti nei documenti di finanza pubblica, mentre queste inevitabili e ingenti riduzioni non hanno alcuna copertura finanziaria, e inevitabilmente indurrebbe all'aumento del consumo clandestino, indirizzando una parte consistente della domanda verso canali illeciti, con ulteriore pregiudizio per le ragioni di interesse pubblico legate alla valorizzazione della filiera di distribuzione legale,

impegna il Governo

ad adottare ogni iniziativa attuativa ed interpretativa per chiarire che tra i casi di «oggettiva impossibilità tecnica» già previsti dalla normativa rientrano anche quelli di acquisti di beni a mezzo distributori automatici annessi alle rivendite di generi di monopolio con le tipologie tecniche di cui in premessa.
9/3656/83. Vitiello.


   La Camera,

   premesso che:

    il testo in esame reca conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, recante ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR);

    secondo uno studio dell'European House – Ambrosetti, se i prodotti Made in Italy acquistati nel mondo fossero tutti di provenienza italiana, l'export agroalimentare passerebbe dagli attuali 50,1 miliardi di euro a 130 miliardi di euro, suscettibili di un ulteriore incremento a 150 miliardi se si sostituissero anche i prodotti contraffatti;

    la perversione dietro il fenomeno dell'Italian Sounding è tale per cui sta nel fatto che il prodotto oggetto di tale pratica non è contraffatto, ma evoca denominazioni, riferimenti geografici, immagini, combinazioni e marchi tipici dell'Italia;

    il prodotto oggetto di pratica di Italian Sounding venduto all'estero, ha tipicamente un prezzo inferiore del 70 per cento circa rispetto al prodotto originale, utilizzando tale caratteristica come principale funzione attrattiva nei confronti dei consumatori stranieri;

    in altri casi il prodotto Italian Sounding presenta caratteristiche estetiche che richiamano in modo fortemente pedissequo il prodotto italiano, al punto che al consumatore non sono forniti gli elementi necessari per poter distinguere un prodotto genuinamente italiano da una mera imitazione;

    tra le cause dietro la diffusione dell'Italian Sounding figurano una scarsa consapevolezza del consumatore straniero verso le valenze distintive del Made in Italy agroalimentare ed una preferenza per prodotti a prezzi accessibili;

    tra le varie ragioni seguono poi le barriere tariffarie e doganali che riducono la competitività dei prodotti italiani sui mercati esteri, nonché una concentrazione molto forte di prodotti Italian Sounding nei Paesi ad alto tasso di emigrazione italiana, come Australia o Brasile, dove c'è grande domanda di prodotti italiani, tuttavia ancora poco presenti sui mercati locali;

    si evince, da queste evidenze, che vi sia una quota di mercato «sottratta» all'agroalimentare nazionale italiano per ragioni legate a scelte non consapevoli dei consumatori;

    Giappone, Brasile, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Paesi Bassi, Cina, Australia, Canada e Paesi Bassi sono, in quest'ordine, i Paesi di principale diffusione del fenomeno dell'Italian Sounding,

    i prodotti principalmente oggetto del fenomeno dell'Italian Sounding sono, in ordine, ragù, Parmigiano-Reggiano, Aceto Balsamico di Modena IGP, pesto, pizza, prosciutto, pasta, Prosecco, salame, Gorgonzola e Olio Extravergine d'Oliva;

    tra le soluzioni più efficaci suggerite alla luce del rapporto stilato, figurano il coinvolgimento delle comunità italiane all'estero per la valorizzazione dei prodotti Made in Italy, alla promozione delle etichette di prodotti più tipici ed inimitabili la creazione di una etichetta identitaria per i prodotti di origine locale come DOP e IGP, da usare esclusivamente all'estero, nonché lo sviluppo di appositi accordi commerciali, ritagliati sulla base delle esigenze dei vari mercati coinvolti, che prevedano apposite tutele per i prodotti nazionali, nonché campagne di marketing e di promozione dei prodotti italiani tra le fasce economiche non solo più abbienti, all'estero, ma anche appartenenti alla classe media e residenti non solo nelle grandi città, ma nelle aree interne;

    il PNRR, nonostante faccia parte di un più robusto schema di interventi finalizzati al rilancio dell'economia nazionale, non prevede misure di contrasto all'Italian Sounding, né sono previste a livello programmatico da parte del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (MIPAAF) o da parte del Governo italiano stesso misure strutturali e sistemiche di contrasto al fenomeno dell'imitazione sulla base di quanto sin qui delineato,

impegna il Governo

a disporre, nell'ambito delle misure del PNRR, anche a titolo integrativo, le necessarie modifiche ed armonizzazioni per prevedere una strategia di contrasto all'Italian Sounding sulla base delle evidenze delineate in premessa, con particolare attenzione alle sensibilità dei vari mercati internazionali ed ai prodotti delineati nella premessa medesima.
9/3656/84. Caretta, Ciaburro, Bucalo, Trancassini, Gemmato, Deidda, Zucconi, Mollicone.


   La Camera,

   premesso che:

    il testo in esame reca conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, recante ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR);

    secondo uno studio dell'European House – Ambrosetti, se i prodotti Made in Italy acquistati nel mondo fossero tutti di provenienza italiana, l'export agroalimentare passerebbe dagli attuali 50,1 miliardi di euro a 130 miliardi di euro, suscettibili di un ulteriore incremento a 150 miliardi se si sostituissero anche i prodotti contraffatti;

    la perversione dietro il fenomeno dell'Italian Sounding è tale per cui sta nel fatto che il prodotto oggetto di tale pratica non è contraffatto, ma evoca denominazioni, riferimenti geografici, immagini, combinazioni e marchi tipici dell'Italia;

    il prodotto oggetto di pratica di Italian Sounding venduto all'estero, ha tipicamente un prezzo inferiore del 70 per cento circa rispetto al prodotto originale, utilizzando tale caratteristica come principale funzione attrattiva nei confronti dei consumatori stranieri;

    in altri casi il prodotto Italian Sounding presenta caratteristiche estetiche che richiamano in modo fortemente pedissequo il prodotto italiano, al punto che al consumatore non sono forniti gli elementi necessari per poter distinguere un prodotto genuinamente italiano da una mera imitazione;

    tra le cause dietro la diffusione dell'Italian Sounding figurano una scarsa consapevolezza del consumatore straniero verso le valenze distintive del Made in Italy agroalimentare ed una preferenza per prodotti a prezzi accessibili;

    tra le varie ragioni seguono poi le barriere tariffarie e doganali che riducono la competitività dei prodotti italiani sui mercati esteri, nonché una concentrazione molto forte di prodotti Italian Sounding nei Paesi ad alto tasso di emigrazione italiana, come Australia o Brasile, dove c'è grande domanda di prodotti italiani, tuttavia ancora poco presenti sui mercati locali;

    si evince, da queste evidenze, che vi sia una quota di mercato «sottratta» all'agroalimentare nazionale italiano per ragioni legate a scelte non consapevoli dei consumatori;

    Giappone, Brasile, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Paesi Bassi, Cina, Australia, Canada e Paesi Bassi sono, in quest'ordine, i Paesi di principale diffusione del fenomeno dell'Italian Sounding,

    i prodotti principalmente oggetto del fenomeno dell'Italian Sounding sono, in ordine, ragù, Parmigiano-Reggiano, Aceto Balsamico di Modena IGP, pesto, pizza, prosciutto, pasta, Prosecco, salame, Gorgonzola e Olio Extravergine d'Oliva;

    tra le soluzioni più efficaci suggerite alla luce del rapporto stilato, figurano il coinvolgimento delle comunità italiane all'estero per la valorizzazione dei prodotti Made in Italy, alla promozione delle etichette di prodotti più tipici ed inimitabili la creazione di una etichetta identitaria per i prodotti di origine locale come DOP e IGP, da usare esclusivamente all'estero, nonché lo sviluppo di appositi accordi commerciali, ritagliati sulla base delle esigenze dei vari mercati coinvolti, che prevedano apposite tutele per i prodotti nazionali, nonché campagne di marketing e di promozione dei prodotti italiani tra le fasce economiche non solo più abbienti, all'estero, ma anche appartenenti alla classe media e residenti non solo nelle grandi città, ma nelle aree interne;

    il PNRR, nonostante faccia parte di un più robusto schema di interventi finalizzati al rilancio dell'economia nazionale, non prevede misure di contrasto all'Italian Sounding, né sono previste a livello programmatico da parte del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (MIPAAF) o da parte del Governo italiano stesso misure strutturali e sistemiche di contrasto al fenomeno dell'imitazione sulla base di quanto sin qui delineato,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di disporre, nell'ambito delle misure del PNRR, anche a titolo integrativo, le necessarie modifiche ed armonizzazioni per prevedere una strategia di contrasto all'Italian Sounding sulla base delle evidenze delineate in premessa, con particolare attenzione alle sensibilità dei vari mercati internazionali ed ai prodotti delineati nella premessa medesima.
9/3656/84. (Testo modificato nel corso della seduta)Caretta, Ciaburro, Bucalo, Trancassini, Gemmato, Deidda, Zucconi, Mollicone.


   La Camera,

   premesso che:

    il testo in esame reca conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, recante ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR);

    l'Italia è il Paese con più piogge e corsi d'acqua di qualsiasi altro Paese dell'Unione europea: sono stimati circa 7596 corsi d'acqua di cui 1242 fiumi e 342 laghi;

    il Paese, infatti, con 9,2 miliardi di metri cubi è il primo Paese europeo per prelievo d'acqua;

    a livello infrastrutturale, in Italia sono presenti 526 grandi dighe e circa 20.000 piccoli invasi che, nell'arco di 50 anni, sono passati da immagazzinare il 15 per cento dell'acqua all'11,3 per cento, anche per mancanza e scarsità di attività manutentive;

    a fronte di una rete idrica di circa 600.000 chilometri, l'inefficienza dell'infrastruttura comporta la perdita di oltre il 42 per cento dell'acqua trasportata, ponendo un livello di spreco della risorsa idrica estremamente elevato;

    i livelli di spreco sono talmente elevati che l'acqua potabile è utilizzata anche per raffreddare gli impianti produttivi o per attività di lavaggio, inoltre essendo l'Italia l'unico Paese europeo che non utilizza acqua di depurazione, i livelli di spreco sono ancora più elevati;

    la gestione della risorsa idrica dipende dalla legge 5 gennaio 1994, n. 36, cosiddetta «Legge Galli», la quale ha modificato la governarne delle infrastrutture di trasporto dell'acqua idropotabile, riducendo, tra gli altri, i margini operativi di Comuni o Regioni per intervenire sulle infrastrutture di trasporto;

    un complesso sistema di veti e lungaggini burocratiche rendono complessa la costruzione e la messa a terra di nuovi progetti di realizzazione di invasi e di ammodernamento degli impianti esistenti;

    nelle fasce costiere nazionali, il cuneo salino sta penetrando per 15-20 chilometri nell'entroterra, con la conseguente riduzione delle falde dolci costiere ed un incremento della desertificazione in loco;

    ad oggi, il 20 per cento della fascia costiera è desertificato, e l'agricoltura non vi può essere praticata;

    la Componente 4 (Tutela del territorio e della risorsa idrica) della Missione 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica) prevede un investimento complessivo di circa 4,38 miliardi di euro per il servizio idrico, da suddividere in servizio idrico integrato e irrigazione;

    sul punto, l'investimento 4.1 – Investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico, prevede uno stanziamento di risorse per 2 miliardi di euro, l'investimento 4.2 – Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell'acqua compresa la digitalizzazione ed il monitoraggio delle reti, prevede uno stanziamento per 900 milioni di euro, l'investimento 4.3 – Investimenti nella resilienza dell'agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche, prevede uno stanziamento per 880 milioni di euro e, infine, l'investimento 4.4 – Investimenti in fognatura e depurazione, prevede uno stanziamento per 600 milioni di euro;

    nella fattispecie, 2 miliardi sono dunque dedicati a progetti di manutenzione straordinaria, del potenziamento di opere esistenti, e del completamento delle tante opere incompiute disseminate soprattutto nel Mezzogiorno, con riferimento a dighe, invasi e sistemi di grande adduzione;

    900 milioni di euro sono dunque assegnati al capitolo dell'efficientamento della rete di distribuzione, finalizzato in particolare alla riduzione delle perdite, ma più in generale alla messa in opera di «reti intelligenti»,

    altri 880 milioni di euro sono attribuiti invece ad analoghe misure da adottare nel sistema irriguo, mentre 600 milioni sono destinati al completamento dell'infrastruttura fognaria e di depurazione, anche in modo da abbattere le situazioni di difformità verso la normativa europea in materia;

    considerando come l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA) già nel 2020, in corso di audizione in Parlamento, avesse evidenziato la necessità di investire almeno 10 miliardi di euro unicamente per adeguare l'attuale infrastruttura di raccolta, trasporto e gestione della risorsa idrica, emerge come le risorse messe a disposizione dal PNRR siano insufficienti;

    la produzione di energia idroelettrica vale da sola il 40 per cento dell'energia rinnovabile prodotta in Italia, per un totale che sfiora i 50 Terawattora all'anno, per un totale di oltre 4.300 impianti secondo quanto calcolato a fine 2018 dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) e da Tema S.p.A.;

    in termini di produzione energetica, il solo fiume Po ha un'incidenza di circa il 55 per cento sul Pil idroelettrico nazionale, al punto che la siccità rischia di avere ripercussioni concrete anche sui costi di produzione dell'energia con eventuali conseguenze sulle utenze;

    il comparto agroalimentare italiano costituisce una delle voci più importanti del PIL nonché una eccellenza nazionale, contando 838 prodotti IG, di cui 314 prodotti tra DOP, IGP, STG e ben 526 vini DOCG, DOC, IGT;

    detto comparto ha assunto una valenza ulteriormente strategica data la potenziale crisi alimentare causata dall'invasione russa dell'Ucraina, dovendo fronteggiare allo stesso tempo una situazione climatica avversa, l'impennata del costo dell'energia e la scarsità di materie prime fondamentali come i fertilizzanti dovuta all'embargo su Russia e Bielorussia;

    l'Italia è attualmente sottoposta, dopo 2003 e 2017, al più grave episodio di siccità degli ultimi 70 anni, anche e soprattutto per via della propria inadeguatezza infrastrutturale, il quale ha colpito duramente i settori menzionati, con forti cali di produttività nel settore agricolo dovuti alla mancanza di acqua, specialmente nella Pianura Padana, mettendo a rischio razionamento intere regioni e condizionando pesantemente la produzione di energia idroelettrica, con conseguenti ulteriori pressioni sul costo dell'energia per i cittadini e le imprese;

    l'attuale disagio nel reperimento della risorsa idrica obbliga l'adozione di scelte in ottica di triage con ripercussioni a cascata sull'intero sistema-Paese,

impegna il Governo:

   a riformare, nell'ambito della normativa attuativa del PNRR, la governance di gestione della risorsa idrica, prevedendo misure di semplificazione che superino l'impianto normativo vigente, anche potenziando e razionalizzando le strutture di regolazione locali;

   a istituire, ad integrazione del PNRR e delle sue misure attuative, una strategia nazionale di tutela della risorsa idrica, con interventi di investimento nell'ammodernamento della rete esistente e nell'installazione di nuovi impianti che vada incontro alle esigenze operative già espresse dai comparti produttivi interessati dall'utilizzo della risorsa idrica;

   a disporre le misure, anche di rango non legislativo, necessarie ad assicurare la disponibilità di riserve idriche adeguate sfruttabili, specialmente in caso di siccità prolungate o altri eventi naturali di natura straordinaria, a fini agricoli e di produzione dell'energia idroelettrica.
9/3656/85. Ciaburro, Caretta, Bucalo, Trancassini, Gemmato, Zucconi, Deidda, Mollicone.


   La Camera,

   premesso che:

    il testo in esame reca conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, recante ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR);

    l'Italia è il Paese con più piogge e corsi d'acqua di qualsiasi altro Paese dell'Unione europea: sono stimati circa 7596 corsi d'acqua di cui 1242 fiumi e 342 laghi;

    il Paese, infatti, con 9,2 miliardi di metri cubi è il primo Paese europeo per prelievo d'acqua;

    a livello infrastrutturale, in Italia sono presenti 526 grandi dighe e circa 20.000 piccoli invasi che, nell'arco di 50 anni, sono passati da immagazzinare il 15 per cento dell'acqua all'11,3 per cento, anche per mancanza e scarsità di attività manutentive;

    a fronte di una rete idrica di circa 600.000 chilometri, l'inefficienza dell'infrastruttura comporta la perdita di oltre il 42 per cento dell'acqua trasportata, ponendo un livello di spreco della risorsa idrica estremamente elevato;

    i livelli di spreco sono talmente elevati che l'acqua potabile è utilizzata anche per raffreddare gli impianti produttivi o per attività di lavaggio, inoltre essendo l'Italia l'unico Paese europeo che non utilizza acqua di depurazione, i livelli di spreco sono ancora più elevati;

    la gestione della risorsa idrica dipende dalla legge 5 gennaio 1994, n. 36, cosiddetta «Legge Galli», la quale ha modificato la governarne delle infrastrutture di trasporto dell'acqua idropotabile, riducendo, tra gli altri, i margini operativi di Comuni o Regioni per intervenire sulle infrastrutture di trasporto;

    un complesso sistema di veti e lungaggini burocratiche rendono complessa la costruzione e la messa a terra di nuovi progetti di realizzazione di invasi e di ammodernamento degli impianti esistenti;

    nelle fasce costiere nazionali, il cuneo salino sta penetrando per 15-20 chilometri nell'entroterra, con la conseguente riduzione delle falde dolci costiere ed un incremento della desertificazione in loco;

    ad oggi, il 20 per cento della fascia costiera è desertificato, e l'agricoltura non vi può essere praticata;

    la Componente 4 (Tutela del territorio e della risorsa idrica) della Missione 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica) prevede un investimento complessivo di circa 4,38 miliardi di euro per il servizio idrico, da suddividere in servizio idrico integrato e irrigazione;

    sul punto, l'investimento 4.1 – Investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico, prevede uno stanziamento di risorse per 2 miliardi di euro, l'investimento 4.2 – Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell'acqua compresa la digitalizzazione ed il monitoraggio delle reti, prevede uno stanziamento per 900 milioni di euro, l'investimento 4.3 – Investimenti nella resilienza dell'agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche, prevede uno stanziamento per 880 milioni di euro e, infine, l'investimento 4.4 – Investimenti in fognatura e depurazione, prevede uno stanziamento per 600 milioni di euro;

    nella fattispecie, 2 miliardi sono dunque dedicati a progetti di manutenzione straordinaria, del potenziamento di opere esistenti, e del completamento delle tante opere incompiute disseminate soprattutto nel Mezzogiorno, con riferimento a dighe, invasi e sistemi di grande adduzione;

    900 milioni di euro sono dunque assegnati al capitolo dell'efficientamento della rete di distribuzione, finalizzato in particolare alla riduzione delle perdite, ma più in generale alla messa in opera di «reti intelligenti»,

    altri 880 milioni di euro sono attribuiti invece ad analoghe misure da adottare nel sistema irriguo, mentre 600 milioni sono destinati al completamento dell'infrastruttura fognaria e di depurazione, anche in modo da abbattere le situazioni di difformità verso la normativa europea in materia;

    considerando come l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA) già nel 2020, in corso di audizione in Parlamento, avesse evidenziato la necessità di investire almeno 10 miliardi di euro unicamente per adeguare l'attuale infrastruttura di raccolta, trasporto e gestione della risorsa idrica, emerge come le risorse messe a disposizione dal PNRR siano insufficienti;

    la produzione di energia idroelettrica vale da sola il 40 per cento dell'energia rinnovabile prodotta in Italia, per un totale che sfiora i 50 Terawattora all'anno, per un totale di oltre 4.300 impianti secondo quanto calcolato a fine 2018 dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) e da Tema S.p.A.;

    in termini di produzione energetica, il solo fiume Po ha un'incidenza di circa il 55 per cento sul Pil idroelettrico nazionale, al punto che la siccità rischia di avere ripercussioni concrete anche sui costi di produzione dell'energia con eventuali conseguenze sulle utenze;

    il comparto agroalimentare italiano costituisce una delle voci più importanti del PIL nonché una eccellenza nazionale, contando 838 prodotti IG, di cui 314 prodotti tra DOP, IGP, STG e ben 526 vini DOCG, DOC, IGT;

    detto comparto ha assunto una valenza ulteriormente strategica data la potenziale crisi alimentare causata dall'invasione russa dell'Ucraina, dovendo fronteggiare allo stesso tempo una situazione climatica avversa, l'impennata del costo dell'energia e la scarsità di materie prime fondamentali come i fertilizzanti dovuta all'embargo su Russia e Bielorussia;

    l'Italia è attualmente sottoposta, dopo 2003 e 2017, al più grave episodio di siccità degli ultimi 70 anni, anche e soprattutto per via della propria inadeguatezza infrastrutturale, il quale ha colpito duramente i settori menzionati, con forti cali di produttività nel settore agricolo dovuti alla mancanza di acqua, specialmente nella Pianura Padana, mettendo a rischio razionamento intere regioni e condizionando pesantemente la produzione di energia idroelettrica, con conseguenti ulteriori pressioni sul costo dell'energia per i cittadini e le imprese;

    l'attuale disagio nel reperimento della risorsa idrica obbliga l'adozione di scelte in ottica di triage con ripercussioni a cascata sull'intero sistema-Paese,

impegna il Governo:

   a valutare la possibilità di:

    riformare, nell'ambito della normativa attuativa del PNRR, la governance di gestione della risorsa idrica, prevedendo misure di semplificazione che superino l'impianto normativo vigente, anche potenziando e razionalizzando le strutture di regolazione locali;

    istituire, ad integrazione del PNRR e delle sue misure attuative, una strategia nazionale di tutela della risorsa idrica, con interventi di investimento nell'ammodernamento della rete esistente e nell'installazione di nuovi impianti che vada incontro alle esigenze operative già espresse dai comparti produttivi interessati dall'utilizzo della risorsa idrica;

    disporre le misure, anche di rango non legislativo, necessarie ad assicurare la disponibilità di riserve idriche adeguate sfruttabili, specialmente in caso di siccità prolungate o altri eventi naturali di natura straordinaria, a fini agricoli e di produzione dell'energia idroelettrica.
9/3656/85. (Testo modificato nel corso della seduta)Ciaburro, Caretta, Bucalo, Trancassini, Gemmato, Zucconi, Deidda, Mollicone.


   La Camera,

   premesso che:

    il decreto in conversione n. 36 del 30 aprile 2022, si articola in 9 capi che intervengono in materia di infrastrutture, beni culturali, Zone Economiche Speciali e Zone logistiche semplificate, turismo etc.;

    in tema di infrastrutture, giova ricordare che i lavori di ammodernamento e messa in sicurezza della strada statale n. 189, collegamento principale tra Palermo ed Agrigento, sono iniziati nel lontano 2013 e mai terminati, creando frequenti disagi a tutti gli automobilisti che la percorrono quotidianamente e isolando di fatto il territorio della Provincia di Agrigento;

    semafori, deviazioni e rallentamenti, scoraggiano la percorrenza di quel tratto di strada che da Agrigento conduce a Palermo, con una conseguente e progressiva perdita di investimenti e flussi turistici per l'intera Provincia rispetto ad ogni altra in Sicilia;

    con l'arrivo dei temporali o in presenza di precipitazioni abbondanti, la circolazione nel Palermitano va completamente in tilt per il rischio allagamenti e smottamenti;

    peraltro, l'ecatombe di vittime di incidenti stradali, registratasi negli ultimi anni sulle strade siciliane, non può essere più derubricata a mera causalità, ma auspica ad una riflessione più attenta ed urgente sulle condizioni di sicurezza dell'arteria stradale, garantendo la manutenzione ordinaria e straordinaria delle carreggiate la cui precarietà mette quotidianamente a rischio la vita degli automobilisti, specie in condizioni meteorologiche avverse, come in inverno;

    secondo il rapporto dell'Osservatorio Asaps, l'associazione sostenitori della polizia stradale, ad esempio, la Sicilia è in testa alla classifica nazionale per numero di incidenti stradali mortali registrando, nei primi 6 mesi del 2021, più di 197 vittime a livello nazionale;

    il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, intervenendo qualche giorno fa al Forum «Verso Sud», ha ribadito la necessità di investire in infrastrutture per consentire al Mezzogiorno di sfruttare tutte le potenzialità di sviluppo rappresentate dagli scambi nell'area del Mediterraneo;

    oltre la metà dei fondi del PNRR e del fondo complementare in progetti infrastrutturali sono destinati al Mezzogiorno e a questi finanziamenti si aggiungono quelli del Fondo per lo sviluppo e la coesione, necessari per colmare e ridurre il divario territoriale in ogni settore, specie quello infrastrutturale;

    la strada Statale n. 189, Palermo-Agrigento, è un'opera pubblica la cui realizzazione e messa in sicurezza sono necessarie per migliaia di persone che l'attraversano ogni giorno e i ritardi inconcepibili comportano l'isolamento di cittadini e aziende, rallentano la circolazione di merci e persone da e per Palermo, compromettono lo sviluppo di progetti, impediscono una programmazione strategica, e stroncano sul nascere iniziative d'impresa, ostacolando il comparto turistico e mortificando le aspirazioni di migliaia di visitatori che vorrebbero raggiungere la Valle dei Templi comodamente in auto o in bus utilizzando l'asse viario più breve,

impegna il Governo

a dare priorità, nella realizzazione delle opere infrastrutturali finanziate dal piano nazionale di ripresa e resilienza, ai lavori di completamento e di messa in sicurezza della strada statale n. 189, Agrigento-Palermo, nonché opera pubblica indispensabile per garantire la viabilità su tutto il territorio siciliano, anteponendola alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.
9/3656/86. Sodano.


   La Camera,

   premesso che:

    il comma 8-bis dell'articolo 30 reca alcune novelle al Codice dell'amministrazione digitale;

    una prima novellazione incide sull'articolo 3-bis del Codice dell'amministrazione digitale;

    una seconda novella mira a valorizzare la centralità dell'articolo 18-bis in ordine all'ottemperanza agli obblighi di transizione digitale;

    una ulteriore novella incide sull'articolo 62 del Codice, relativo all'Anagrafe nazionale della popolazione residente;

    il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) costituisce un importante catalizzatore di investimenti e risorse pubbliche e private da convogliare in tutti i settori dell'economia e del Paese, incluse le aree interne, montane e rurali, dimodoché si possa provvedere alle esigenze di rilancio ed ammodernamento dei territori;

    nel PNRR non sono previsti fondi per gli archivi digitali degli enti locali;

    negli ultimi anni, negli archivi delle pubbliche amministrazioni è stato raccolto un inestimabile patrimonio fatto di documenti digitali;

    l'obbligo di conservazione dei documenti d'archivio, oltre che indispensabile all'efficiente svolgimento delle funzioni delle pubbliche amministrazioni, è inteso a salvaguardare diritti soggettivi, interessi legittimi, il diritto d'accesso, la ricerca a fini storici, culturali e scientifici ed è finalizzato alla fruizione dei documenti per finalità amministrative e per interesse storico;

    la digitalizzazione degli archivi degli enti locali riveste importanza strategica anche ai fini della completa attuazione della misura del PNRR 1.2 «Abilitazione e facilitazione migrazione al Cloud per le Pubbliche amministrazioni Locali», consentendo una piena dematerializzazione di banche dati e documenti;

    l'Agenzia per l'Italia Digitale (AglD) ha emanato nel maggio 2021 le «Linee Guida sulla formazione, gestione e conservazione dei documenti informatici»;

    il problema è di grande rilevanza perché se non vengono allocate risorse ad hoc, la transizione digitale rimarrà una chimera in quanto gli enti locali più piccoli non saranno in grado di realizzare un simile lavoro,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di prevedere nell'ambito dell'intesa con la Conferenza Stato-Regioni, ogni urgente iniziativa di carattere normativo al fine di realizzare l'archivio digitale degli enti locali.
9/3656/87. Zanella.


   La Camera,

   premesso che:

    in sede di esame del disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, recante ulteriori misure urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR);

    in particolare, il Capo II reca misure per l'attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza in materia finanziaria e fiscale;

    tra le finalità generali, la semplificazione e la razionalizzazione del sistema amministrativo statale riveste un obiettivo di medio termine cui soprattutto l'amministrazione pubblica dovrà ottemperare;

    ne conviene, che il provvedimento prevede specifiche disposizioni finalizzate ad incentivare, agevolare e sostenere le semplificazioni amministrative e burocratiche; parimenti, la stessa necessità dovrebbe interessare il comparto fiscale e tributario, ovvero le incombenze compilative e dichiarative in capo ai contribuenti;

    il 30 giugno 2022 è il primo importante appuntamento per partite IVA, dipendenti e pensionati tenuti ad effettuare il versamento del saldo e del primo acconto delle imposte sui redditi;

    nell'attuale contesto di delicatezza economica derivante dalla crisi energetica, cui è seguita una crescita al rialzo del tasso di inflazione, appare pertanto opportuno e necessario sostenere la liquidità di famiglie ed imprese;

    ad esempio, la previsione di proroga dei versamenti fiscali e contributivi può rappresentare una misura a sostegno nell'adempimento delle prossime scadenze fiscali: il rimando del predetto termine sarebbe – oltremodo – a costo zero poiché già precedentemente attuato a seguito dell'emergenza pandemica da COVID-19;

    inoltre, l'eventuale rinvio consentirebbe ai contribuenti e ai professionisti che li assistono di effettuare l'adempimento senza affanni e con la dovuta scrupolosità professionale, al fine di favorire una completa compliance tra fisco e contribuente, nonché razionalizzare il calendario fiscale;

    in tal senso, si ricorda, che in sede di esame del disegno di legge recante «Delega al Governo per la riforma fiscale», il Governo ha espresso parere favorevole (cfr. ordine del giorno n. 9/03343-A/001),

impegna il Governo

a prevedere la proroga delle scadenze ivi previste per il 30 giugno 2022 al 20 luglio 2022, quindi del termine di versamento delle imposte risultanti dalle dichiarazioni, ovvero la possibilità di versamento delle stesse entro la medesima data maggiorando le somme da versare dello 0,40 per cento a titolo di interesse corrispettivo.
9/3656/88. Gusmeroli.


   La Camera,

   premesso che:

    l'impatto del caro-energia si traduce in una crescita della bolletta energetica italiana compresa tra i 5,7 e 6,8 miliardi di euro su base mensile, ovvero in un maggior onere compreso tra 68 e 81 miliardi su base annua. Per il solo settore manifatturiero l'aumento dei costi energetici è quantificabile tra i 2,3-2,6 miliardi mensili, ossia tra i 27,3-31,8 miliardi su base annua;

    a fronte del caro-energia numerose associazioni di categoria, fra cui l'Associazione nazionale costruttori edili (Ance), una delle più rappresentative del settore, ha denunciato che i rincari energetici rischiano di far fallire il piano;

    in base all'articolo 21 del regolamento che ha creato il fondo comune europeo con cui è finanziato il PNRR, l'Italia può presentare all'Ue una modifica del proprio piano, o addirittura un nuovo piano, a una determinata condizione. L'articolo in questione stabilisce infatti che una revisione è possibile se il piano «non può più essere realizzato, in tutto o in parte» a causa di «circostanze oggettive»;

    nel raggiungimento degli obiettivi del PNRR riguardo alle competenze digitali della popolazione va tenuto conto delle necessità di hardware da parte degli enti attuatori e dei cittadini che, come tutti gli altri capitoli del Piano, sono pesantemente condizionati dal combinato disposto della crisi energetica e colli di bottiglia nelle catene di approvvigionamento dei materiali;

    questi vanno a influire pesantemente sulle infrastrutture necessarie all'attuazione del PNRR, specialmente per quanto riguarda la BUL e in generale la Missione sulla Transizione Digitale, condizionando quindi anche il raggiungimento degli obiettivi di competenze digitali della popolazione;

    la realizzazione del Polo Strategico è forse il progetto più politicamente sensibile del PNRR perché (al di là dei 4,4 miliardi della base d'asta) ha molteplici implicazioni relative alle libertà democratiche e alla sicurezza nazionale. Deve infatti garantire la resilienza cibernetica di molteplici strutture fondamentali dello Stato (sanità compresa) ed è la «cassaforte» dei dati dei cittadini;

    il cluster I della componente 2.3 della missione 5 assegna alla creazione di nuovi impianti 350 milioni per nuovi impianti 188 milioni alla rigenerazione degli impianti esistenti. In Italia ci sono circa 100 mila impianti sportivi, di cui il 60 per cento con più di 40 anni di vita. Appare quindi opportuno direzionare le risorse in tal senso;

    l'Avviso per il cluster 3 della componente 2.3 della missione 5 esclude gli enti di promozione sportiva;

    il target M5C2-22 dispone che entro il 2026 debbano essere realizzati almeno 100 interventi su una superficie di almeno 200 mila metri quadrati, stanziando risorse per 700 milioni. Risorse che appaiono insufficienti per gli obiettivi preposti;

    il miliardo messo a disposizione dal bando per il Piano Nazionale Borghi predisposto dal Ministero della cultura è stato collocato in due linee. La prima andrà a sostenere un progetto per ciascuna regione, la cosiddetta LINFA A. Le risorse della seconda (in tutto 580 milioni di euro) saranno contese da progetti per la rigenerazione culturale e sociale presentati da Comuni in forma singola o aggregata con popolazione residente complessiva che non superi i cinquemila abitanti: si conta così di finanziare interventi in 229 borghi, ovvero la LINEA B. Come ha detto Alessandro Sgobbo dell'istituto Nazionale Urbanistica: «i fondi stanziati per la linea B sono sicuramente insufficienti rispetto alla, enorme quantità di progetti sul tavolo. Basti pensare che dalla sola Campania sono arrivate poco meno di 200 proposte e che ne sarà finanziato appena il 12 per cento. È evidente lo squilibrio tra le risorse a disposizione per la linea A e la linea B, che tra l'altro consentiva una maggiore mobilitazione di piccoli e piccolissimi comuni». Inoltre, spiega Sgobbo, «si tratta di Comuni piccoli che molto spesso hanno avuto una difficoltà estrema ad organizzarsi, a causa della complessità delle competenze richieste. Si tratta di una circostanza che non potrà che penalizzare la qualità progettuale». Problemi anche sul versante della strutturazione del bando: «I criteri di valutazione sono abbastanza in linea e coerenti con quelli che sono gli obiettivi ma il livello di progettazione richiesto è vago, non è codificato a sufficienza. I parametri di valutazione non sono chiari e questo non potrà che creare difficoltà alla Commissione incaricata»;

    l'acciaio è un settore chiave dell'economia nazionale e dell'innovazione delle imprese, dove garantire anche ambiente e salute. Tutte le grandi nazioni globali hanno settori siderurgici sviluppati. Le risorse del PNRR devono prevedere anche il sostegno a questo settore;

    l'editoria nazionale è in crisi: sono a rischio il pluralismo e innumerevoli posti di lavoro. È necessario garantire all'interno dei progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, interventi per il settore editoriale volti al sostegno alla transizione al digitale, con contributi sulle spese per la multimedialità, per la gestione delle piattaforme, per la formazione digitale, per il miglioramento dell'efficienza aziendale; misure per favorire il ricambio generazionale; la consegna a domicilio delle pubblicazioni, con un piano sinergico fra editori, distributori, operatori postali e edicolanti per la creazione di una rete logistica efficiente ed economicamente sostenibile; l'informatizzazione e la modernizzazione delle edicole, con una Rete digitale tra editori, distributori e punti vendita per l'offerta di servizi aggiuntivi al mercato e per l'implementazione dei servizi delle Pubbliche amministrazioni,

impegna il Governo:

   ad adottare, con urgenza, le iniziative di competenza volte alla revisione del PNRR coinvolgendo attivamente il Parlamento, garantendo l'inclusione dei settori ad oggi esclusi come lo spettacolo dal vivo e la danza e intensificando l'azione verso i settori come il settore della siderurgia, lo sport e l'editoria, così come da premesse;

   a garantire, nell'ambito dei progetti di cui alla Missione 1 sulla Transizione Digitale, la massima attenzione alla sicurezza cibernetica, anche tramite l'istituzione di un sistema di prequalificazione che consenta di creare una «White List» di operatori in possesso di adeguati requisiti di sicurezza e affidabilità che possano successivamente partecipare alle gare nell'ambito digitale;

   ad adottare qualsiasi iniziativa di competenza volta a garantire, nell'ambito della revisione del PNRR e delle rispettive risorse, l'introduzione di meccanismi di incentivo alla domanda di cultura, sport e innovazione, quali la detrazione dei consumi culturali, la detrazione dei consumi sportivi, l'abbattimento dell'IVA al 4 per cento sui prodotti culturali, l'assegnazione di maggiori risorse ai «voucher banda larga», incentivi fiscali all'adozione della mobilità elettrica.
9/3656/89. Mollicone, Rampelli, Bellucci, Caiata, Vinci.


   La Camera,

   premesso che:

    l'impatto del caro-energia si traduce in una crescita della bolletta energetica italiana compresa tra i 5,7 e 6,8 miliardi di euro su base mensile, ovvero in un maggior onere compreso tra 68 e 81 miliardi su base annua. Per il solo settore manifatturiero l'aumento dei costi energetici è quantificabile tra i 2,3-2,6 miliardi mensili, ossia tra i 27,3-31,8 miliardi su base annua;

    a fronte del caro-energia numerose associazioni di categoria, fra cui l'Associazione nazionale costruttori edili (Ance), una delle più rappresentative del settore, ha denunciato che i rincari energetici rischiano di far fallire il piano;

    in base all'articolo 21 del regolamento che ha creato il fondo comune europeo con cui è finanziato il PNRR, l'Italia può presentare all'Ue una modifica del proprio piano, o addirittura un nuovo piano, a una determinata condizione. L'articolo in questione stabilisce infatti che una revisione è possibile se il piano «non può più essere realizzato, in tutto o in parte» a causa di «circostanze oggettive»;

    nel raggiungimento degli obiettivi del PNRR riguardo alle competenze digitali della popolazione va tenuto conto delle necessità di hardware da parte degli enti attuatori e dei cittadini che, come tutti gli altri capitoli del Piano, sono pesantemente condizionati dal combinato disposto della crisi energetica e colli di bottiglia nelle catene di approvvigionamento dei materiali;

    questi vanno a influire pesantemente sulle infrastrutture necessarie all'attuazione del PNRR, specialmente per quanto riguarda la BUL e in generale la Missione sulla Transizione Digitale, condizionando quindi anche il raggiungimento degli obiettivi di competenze digitali della popolazione;

    la realizzazione del Polo Strategico è forse il progetto più politicamente sensibile del PNRR perché (al di là dei 4,4 miliardi della base d'asta) ha molteplici implicazioni relative alle libertà democratiche e alla sicurezza nazionale. Deve infatti garantire la resilienza cibernetica di molteplici strutture fondamentali dello Stato (sanità compresa) ed è la «cassaforte» dei dati dei cittadini;

    il cluster I della componente 2.3 della missione 5 assegna alla creazione di nuovi impianti 350 milioni per nuovi impianti 188 milioni alla rigenerazione degli impianti esistenti. In Italia ci sono circa 100 mila impianti sportivi, di cui il 60 per cento con più di 40 anni di vita. Appare quindi opportuno direzionare le risorse in tal senso;

    l'Avviso per il cluster 3 della componente 2.3 della missione 5 esclude gli enti di promozione sportiva;

    il target M5C2-22 dispone che entro il 2026 debbano essere realizzati almeno 100 interventi su una superficie di almeno 200 mila metri quadrati, stanziando risorse per 700 milioni. Risorse che appaiono insufficienti per gli obiettivi preposti;

    il miliardo messo a disposizione dal bando per il Piano Nazionale Borghi predisposto dal Ministero della cultura è stato collocato in due linee. La prima andrà a sostenere un progetto per ciascuna regione, la cosiddetta LINFA A. Le risorse della seconda (in tutto 580 milioni di euro) saranno contese da progetti per la rigenerazione culturale e sociale presentati da Comuni in forma singola o aggregata con popolazione residente complessiva che non superi i cinquemila abitanti: si conta così di finanziare interventi in 229 borghi, ovvero la LINEA B. Come ha detto Alessandro Sgobbo dell'istituto Nazionale Urbanistica: «i fondi stanziati per la linea B sono sicuramente insufficienti rispetto alla, enorme quantità di progetti sul tavolo. Basti pensare che dalla sola Campania sono arrivate poco meno di 200 proposte e che ne sarà finanziato appena il 12 per cento. È evidente lo squilibrio tra le risorse a disposizione per la linea A e la linea B, che tra l'altro consentiva una maggiore mobilitazione di piccoli e piccolissimi comuni». Inoltre, spiega Sgobbo, «si tratta di Comuni piccoli che molto spesso hanno avuto una difficoltà estrema ad organizzarsi, a causa della complessità delle competenze richieste. Si tratta di una circostanza che non potrà che penalizzare la qualità progettuale». Problemi anche sul versante della strutturazione del bando: «I criteri di valutazione sono abbastanza in linea e coerenti con quelli che sono gli obiettivi ma il livello di progettazione richiesto è vago, non è codificato a sufficienza. I parametri di valutazione non sono chiari e questo non potrà che creare difficoltà alla Commissione incaricata»;

    l'acciaio è un settore chiave dell'economia nazionale e dell'innovazione delle imprese, dove garantire anche ambiente e salute. Tutte le grandi nazioni globali hanno settori siderurgici sviluppati. Le risorse del PNRR devono prevedere anche il sostegno a questo settore;

    l'editoria nazionale è in crisi: sono a rischio il pluralismo e innumerevoli posti di lavoro. È necessario garantire all'interno dei progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, interventi per il settore editoriale volti al sostegno alla transizione al digitale, con contributi sulle spese per la multimedialità, per la gestione delle piattaforme, per la formazione digitale, per il miglioramento dell'efficienza aziendale; misure per favorire il ricambio generazionale; la consegna a domicilio delle pubblicazioni, con un piano sinergico fra editori, distributori, operatori postali e edicolanti per la creazione di una rete logistica efficiente ed economicamente sostenibile; l'informatizzazione e la modernizzazione delle edicole, con una Rete digitale tra editori, distributori e punti vendita per l'offerta di servizi aggiuntivi al mercato e per l'implementazione dei servizi delle Pubbliche amministrazioni,

impegna il Governo:

   a valutare l'opportunità di:

    adottare, con urgenza, le iniziative di competenza volte alla revisione del PNRR coinvolgendo attivamente il Parlamento, garantendo l'inclusione dei settori ad oggi esclusi come lo spettacolo dal vivo e la danza e intensificando l'azione verso i settori come il settore della siderurgia, lo sport e l'editoria, così come da premesse;

    garantire, nell'ambito dei progetti di cui alla Missione 1 sulla Transizione Digitale, la massima attenzione alla sicurezza cibernetica, anche tramite l'istituzione di un sistema di prequalificazione che consenta di creare una «White List» di operatori in possesso di adeguati requisiti di sicurezza e affidabilità che possano successivamente partecipare alle gare nell'ambito digitale;

    adottare qualsiasi iniziativa di competenza volta a garantire, nell'ambito della revisione del PNRR e delle rispettive risorse, l'introduzione di meccanismi di incentivo alla domanda di cultura, sport e innovazione, quali la detrazione dei consumi culturali, la detrazione dei consumi sportivi, l'abbattimento dell'IVA al 4 per cento sui prodotti culturali, l'assegnazione di maggiori risorse ai «voucher banda larga», incentivi fiscali all'adozione della mobilità elettrica.
9/3656/89. (Testo modificato nel corso della seduta)Mollicone, Rampelli, Bellucci, Caiata, Vinci.


   La Camera,

   premesso che:

    la siccità di questa estate, che sta colpendo in modo drammatico ogni regione del territorio nazionale con eventi di carattere emergenziale, sta causando perdite importanti alle colture strategiche e agli allevamenti, dal vino (9 per cento in meno) al riso (10 per cento in meno) e alla frutta (27 per cento in meno). Si tratta di una crisi climatica senza precedenti da cui potrebbe derivare un danno di un miliardo di euro all'anno al settore agricolo italiano;

    nell'arco temporale che va dal 2010 e fino al 2021 gli eventi meteorologici estremi sono cresciuti con un tasso medio annuo del 25 per cento, determinando scenari sempre più allarmanti: l'inverno appena trascorso è stato uno dei più caldi e secchi di sempre con un deficit di precipitazioni pari al 65 per cento in meno;

    desta preoccupazione il basso livello dei fiumi che interessa tutte le regioni italiane, con il Po che scorre al 72 per cento in meno della portata, facendo temere una risalita salina, che potrebbe intaccare le falde utilizzate per il consumo umano; in Piemonte la siccità estrema sta causando una crisi idrica che non ha precedenti, addirittura più grave di quella del 2003;

    risulta essere in sofferenza anche il lago Maggiore con un grado di riempimento del 22,7 per cento, così come quello di Como, al 30,6 per cento;

    la riduzione delle rese delle coltivazioni del grano è preoccupante, facendo segnare un calo di oltre il 20 per cento; in difficoltà sono anche i raccolti di orzo e di altri cereali, ed anche di foraggi per l'alimentazione degli animali, nonché di frutta e ortaggi;

    al fine di affrontare la situazione di grave emergenza idrica del Bacino Padano in conseguenza delle scarse precipitazioni invernali e primaverili, della forte riduzione degli accumuli di riserva idrica nei fiumi e nei laghi e della riduzione della portata delle falde, sarebbe necessario istituire un Tavolo tecnico presso la Presidenza del Consiglio dei ministri al quale partecipino oltre ai rappresentanti dei Ministeri interessati anche gli Enti regolatori laghi prealpini, l'ANBI, le Associazioni Agricole maggiormente rappresentative, i rappresentanti dei gestori degli invasi idroelettrici alpini per gestire e adottare tutte le misure necessarie per l'emergenza in atto;

    il provvedimento in esame reca norme funzionali al miglioramento della disponibilità della risorsa idrica e alla prevenzione del dissesto idrogeologico,

impegna il Governo:

   ad istituire un Tavolo tecnico presso la Presidenza del Consiglio dei ministri con le seguenti finalità:

    gestire l'emergenza in atto, anche con finalità di mappatura della situazione;

    valutare l'adozione dello stato di emergenza per siccità del Bacino padano;

    valutare l'adozione di specifiche deroghe sulla gestione del Deflusso Minimo Vitale e del Deflusso Ecologico, la standardizzazione degli strumenti straordinari adottati dalle Regioni in ambito di DMV, di PAC e di PSR, e specifiche deroghe sulle concessioni di derivazione d'acqua pubblica finalizzate a consentire aumenti della portata nei corsi d'acqua pubblica, di derivare transitoriamente portate fino alla massima capacità dei corpi idrici derivati;

    adottare protocolli straordinari di rilascio delle portate invasate nei bacini idroelettrici così da attenuare l'assenza di accumulo nevoso;

    valutare strumenti di attenuazione dei potenziali danni per le imprese agricole e zootecniche;

    l'adozione di ogni necessario provvedimento necessario a prevenire le criticità ed attenuare gli effetti dell'attuale grave stato di siccità.
9/3656/90. Gastaldi, Golinelli, Viviani, Bubisutti, Germanà, Liuni, Lolini, Loss, Manzato, Romanò.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 32, comma 1-ter (Digitalizzazione settore agricolo, alimentare e forestale) prevede che con decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali siano individuati i casi e le condizioni tecniche di dettaglio per l'utilizzo della energia sostenibile e delle tecniche di agricoltura di precisione intelligenti, che contribuiscono alla riduzione delle emissioni di gas serra, alla decarbonizzazione e all'utilizzo sostenibile delle risorse naturali, oltre che ad un migliore utilizzo delle matrici ambientali;

    nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), il riferimento principale all'energia sostenibile è contenuto nella Missione 2 «Rivoluzione verde e transizione ecologica» della Componente 2 – Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile, nell'ambito di intervento 1 «Incrementare la quota di energia prodotta da fonti di energia rinnovabile», in relazione allo sviluppo dell'agro-voltaico, per circa 1,1 miliardi di euro e allo sviluppo del biometano, per 1,923 miliardi di euro. Inoltre, nella Missione 2 «Rivoluzione verde e transizione ecologica» e, più precisamente, all'interno della componente M2C1 «Economia circolare e agricoltura sostenibile» vi è anche l'investimento 2.2 «Parco Agrisolare» con circa 1,5 miliardi di euro;

    la misura, in linea con gli obiettivi definiti dal Green Deal europeo e dalla strategia «Dal produttore al consumatore» dovrà essere declinata in progetti che garantiscano un uso circolare e sostenibile delle risorse, la sostenibilità dei processi di sviluppo e di valorizzazione, in chiave di innovazione tecnologica, del prodotto lungo l'intera filiera produttiva;

    in riferimento a tale linea di azione dovrebbero essere stanziate risorse per ulteriori piani di investimento diretti ridurre gli alti consumi energetici del settore anche dell'acquacoltura riqualificando le strutture produttive e utilizzando i tetti degli edifici per installare i pannelli fotovoltaici;

    in Italia il settore dell'acquacoltura rappresenta un grande patrimonio di conoscenze, esperienze ed eccellenze, grazie alla diffusione di pratiche di allevamento diversificate; attualmente operano sul territorio italiano circa 800 impianti di acquacoltura che producono 140 mila tonnellate l'anno di prodotto contribuendo a circa il 40 per cento della produzione ittica nazionale e al 30 per cento della domanda di prodotti ittici freschi,

impegna il Governo

ad estendere al settore dell'acquacoltura l'investimento 2.2 «Parco Agrisolare» al fine di ridurre i consumi energetici riqualificando le strutture produttive e utilizzando i tetti degli edifici utilizzati per tale attività per installare i pannelli fotovoltaici.
9/3656/91. Viviani.


   La Camera,

   premesso che:

    nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, la Missione 2 Componente 4 individua quattro investimenti e due riforme con lo scopo di «garantire la sicurezza dell'approvvigionamento e la gestione sostenibile delle risorse idriche lungo l'intero ciclo». A questo sono riservate complessivamente risorse per 4,38 miliardi di euro di cui una quota intorno al 51 per cento è indirizzata al Mezzogiorno, per circa 2,2 miliardi di euro;

    nel dettaglio gli interventi previsti nel PNRR riguardano:

     investimento 4.1: infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico, che ha l'obiettivo di rendere più efficienti e resilienti le infrastrutture idriche primarie per usi civili, agricoli, industriali e ambientali, in modo da garantire la sicurezza dell'approvvigionamento idrico in tutti i settori e superare la «politica di emergenza». Risorse: 2 miliardi di euro; Interventi: 75 progetti di manutenzione straordinaria; potenziamento e completamento delle infrastrutture di derivazione, stoccaggio e fornitura primaria. Gli interventi saranno in continuità con gli obiettivi e i contenuti del Piano nazionale di interventi nel settore idrico, in particolare per quanto riguarda gli invasi e gli acquedotti;

     investimento 4.2: riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell'acqua, che ha l'obiettivo di ridurre del 15 per cento le perdite di acqua potabile anche attraverso la digitalizzazione delle reti, per favorire una gestione ottimale delle risorse idriche, ridurre gli sprechi e limitare le inefficienze. Risorse: 900 milioni di euro. Interventi: modernizzazione e incremento dell'efficienza delle reti di distribuzione, favorendo progetti innovativi che prevedono l'utilizzo di nuove tecnologie;

     investimento 4.3: resilienza dell'agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche, che ha l'obiettivo di una maggiore capacità di affrontare le situazioni di emergenza nell'uso dell'acqua in agricoltura, dovute alla scarsità e alla diversa distribuzione delle risorse; per fare questo, è essenziale quantificare il volume di acqua utilizzato a scopo irriguo, incrementare l'efficienza nell'irrigazione e incoraggiare l'uso di acqua non convenzionale per differenziare le fonti di approvvigionamento. Risorse: 880 milioni di euro. Interventi: miglioramento dell'efficienza dei sistemi di irrigazione; manutenzione delle reti di distribuzione per ridurre le perdite; installazione di tecnologie digitali per un uso più efficiente della risorsa idrica; implementazione di sistemi di monitoraggio delle acque reflue potenzialmente riutilizzabili a scopo irriguo; monitoraggio e registrazione dei volumi di acqua utilizzati in auto-approvvigionamento per prevenire illeciti;

     investimento 4.4: fognatura e depurazione, che ha l'obiettivo di consentire alla rete fognaria e alla depurazione in Italia di raggiungere gli standard dettati dalle direttive europee, soprattutto al Mezzogiorno. Risorse: 600 milioni di euro, destinati interamente al sud. Interventi: rendere più efficace la depurazione delle acque reflue scaricate nelle acque marine e interne, anche attraverso l'innovazione tecnologica; dove possibile, gli impianti di depurazione saranno trasformati in «fabbriche verdi», per consentire il recupero di energia e fanghi e il riutilizzo delle acque reflue depurate in agricoltura e industria;

    si tratta di interventi alquanto urgenti anche in considerazione che, con sentenza del 6 ottobre 2021, la Corte dell'Unione europea ha condannato l'Italia per aver violato le norme comunitarie su raccolta, trattamento e scarico delle acque reflue urbane di centinaia di aree sensibili dal punto di vista ambientale;

    la sentenza è il punto di arrivo di un deferimento della Commissione europea, che nel 2014 aveva aperto una procedura di infrazione contro l'Italia, in quanto un numero di 159 comuni italiani non sono dotati di reti fognarie per le acque reflue urbane e un numero di oltre 600 comuni sono dotati di reti non a norma. L'Italia deve conformarsi a quanto richiesto per evitare la messa in mora;

    per una analoga violazione, ma per un diverso gruppo di comuni, il nostro Paese è già stato condannato a pagare 55 milioni all'anno fino a quando le autorità nazionali non riusciranno a dimostrare di aver risolto il problema e di aver ristabilito una situazione di conformità con quanto previsto dalle disposizioni europee;

    già in passato l'Italia è stata sottoposta dalla Commissione europea a 4 procedure d'infrazione a causa di un irregolare trattamento delle acque reflue;

    inoltre, nonostante il 20 per cento del territorio italiano sia a rischio desertificazione, secondo la relazione annuale di Arerà 2020, le regioni del Mezzogiorno fanno registrare il 52,3 per cento di perdite idriche, a fronte di una media nazionale già alta, pari al 43,7 per cento,

impegna il Governo

ad utilizzare parte delle risorse pari a 4,38 miliardi di euro del PNRR, come esposte in premessa, per garantire la dotazione di reti fognarie e di impianti di trattamento e depurazione delle acque reflue di tutti i comuni sul territorio nazionale, qualora non utilizzati nel Meridione o nei territori di assegnazione, nonché il rinnovamento, riqualificazione e adeguamento agli standard europei delle reti idriche di adduzione e di distribuzione, per evitare le perdite della risorsa idrica.
9/3656/92. Cavandoli, Lucchini, Badole, Benvenuto, Dara, D'Eramo, Eva Lorenzoni, Patassini, Raffaelli, Valbusa, Vallotto.


   La Camera,

   premesso che:

    nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, la Missione 2 Componente 4 individua quattro investimenti e due riforme con lo scopo di «garantire la sicurezza dell'approvvigionamento e la gestione sostenibile delle risorse idriche lungo l'intero ciclo». A questo sono riservate complessivamente risorse per 4,38 miliardi di euro di cui una quota intorno al 51 per cento è indirizzata al Mezzogiorno, per circa 2,2 miliardi di euro;

    nel dettaglio gli interventi previsti nel PNRR riguardano:

     investimento 4.1: infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico, che ha l'obiettivo di rendere più efficienti e resilienti le infrastrutture idriche primarie per usi civili, agricoli, industriali e ambientali, in modo da garantire la sicurezza dell'approvvigionamento idrico in tutti i settori e superare la «politica di emergenza». Risorse: 2 miliardi di euro; Interventi: 75 progetti di manutenzione straordinaria; potenziamento e completamento delle infrastrutture di derivazione, stoccaggio e fornitura primaria. Gli interventi saranno in continuità con gli obiettivi e i contenuti del Piano nazionale di interventi nel settore idrico, in particolare per quanto riguarda gli invasi e gli acquedotti;

     investimento 4.2: riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell'acqua, che ha l'obiettivo di ridurre del 15 per cento le perdite di acqua potabile anche attraverso la digitalizzazione delle reti, per favorire una gestione ottimale delle risorse idriche, ridurre gli sprechi e limitare le inefficienze. Risorse: 900 milioni di euro. Interventi: modernizzazione e incremento dell'efficienza delle reti di distribuzione, favorendo progetti innovativi che prevedono l'utilizzo di nuove tecnologie;

     investimento 4.3: resilienza dell'agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche, che ha l'obiettivo di una maggiore capacità di affrontare le situazioni di emergenza nell'uso dell'acqua in agricoltura, dovute alla scarsità e alla diversa distribuzione delle risorse; per fare questo, è essenziale quantificare il volume di acqua utilizzato a scopo irriguo, incrementare l'efficienza nell'irrigazione e incoraggiare l'uso di acqua non convenzionale per differenziare le fonti di approvvigionamento. Risorse: 880 milioni di euro. Interventi: miglioramento dell'efficienza dei sistemi di irrigazione; manutenzione delle reti di distribuzione per ridurre le perdite; installazione di tecnologie digitali per un uso più efficiente della risorsa idrica; implementazione di sistemi di monitoraggio delle acque reflue potenzialmente riutilizzabili a scopo irriguo; monitoraggio e registrazione dei volumi di acqua utilizzati in auto-approvvigionamento per prevenire illeciti;

     investimento 4.4: fognatura e depurazione, che ha l'obiettivo di consentire alla rete fognaria e alla depurazione in Italia di raggiungere gli standard dettati dalle direttive europee, soprattutto al Mezzogiorno. Risorse: 600 milioni di euro, destinati interamente al sud. Interventi: rendere più efficace la depurazione delle acque reflue scaricate nelle acque marine e interne, anche attraverso l'innovazione tecnologica; dove possibile, gli impianti di depurazione saranno trasformati in «fabbriche verdi», per consentire il recupero di energia e fanghi e il riutilizzo delle acque reflue depurate in agricoltura e industria;

    si tratta di interventi alquanto urgenti anche in considerazione che, con sentenza del 6 ottobre 2021, la Corte dell'Unione europea ha condannato l'Italia per aver violato le norme comunitarie su raccolta, trattamento e scarico delle acque reflue urbane di centinaia di aree sensibili dal punto di vista ambientale;

    la sentenza è il punto di arrivo di un deferimento della Commissione europea, che nel 2014 aveva aperto una procedura di infrazione contro l'Italia, in quanto un numero di 159 comuni italiani non sono dotati di reti fognarie per le acque reflue urbane e un numero di oltre 600 comuni sono dotati di reti non a norma. L'Italia deve conformarsi a quanto richiesto per evitare la messa in mora;

    per una analoga violazione, ma per un diverso gruppo di comuni, il nostro Paese è già stato condannato a pagare 55 milioni all'anno fino a quando le autorità nazionali non riusciranno a dimostrare di aver risolto il problema e di aver ristabilito una situazione di conformità con quanto previsto dalle disposizioni europee;

    già in passato l'Italia è stata sottoposta dalla Commissione europea a 4 procedure d'infrazione a causa di un irregolare trattamento delle acque reflue;

    inoltre, nonostante il 20 per cento del territorio italiano sia a rischio desertificazione, secondo la relazione annuale di Arerà 2020, le regioni del Mezzogiorno fanno registrare il 52,3 per cento di perdite idriche, a fronte di una media nazionale già alta, pari al 43,7 per cento,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di utilizzare parte delle risorse pari a 4,38 miliardi di euro del PNRR, come esposte in premessa, per garantire la dotazione di reti fognarie e di impianti di trattamento e depurazione delle acque reflue di tutti i comuni sul territorio nazionale, qualora non utilizzati nel Meridione o nei territori di assegnazione, nonché il rinnovamento, riqualificazione e adeguamento agli standard europei delle reti idriche di adduzione e di distribuzione, per evitare le perdite della risorsa idrica.
9/3656/92. (Testo modificato nel corso della seduta)Cavandoli, Lucchini, Badole, Benvenuto, Dara, D'Eramo, Eva Lorenzoni, Patassini, Raffaelli, Valbusa, Vallotto.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento sottoposto al nostro esame reca misure per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, in alcuni casi destinate a specifiche zone del Paese;

    la realizzazione delle opere necessarie alla ripresa e la resilienza dovrebbero essere distribuite anche tenendo conto di una serie di parametri indicatori quali popolazione residente e densità della stessa, tasso di natalità, età media della popolazione, reddito medio, collocazione geografica ed altri indicatori geografici e socio economici utili a consentire una ottimale distribuzione dei fondi del PNRR in tutto il territorio nazionale per la realizzazione equilibrata delle opere che consentano l'effettiva ripresa dell'intero sistema Paese;

    in particolare si segnala la opportunità di utilizzare allo scopo anche a legge n. 56 del 2014, la quale attribuisce alle province montane di confine funzioni fondamentali e ulteriori rispetto a quelle già previste per le province ordinarie, delle funzioni che riguardano fondamentalmente lo sviluppo strategico del territorio e la gestione di servizi in forma associata nonché la cura delle relazioni istituzionali sia con gli altri enti costitutivi della Repubblica sia con gli enti territoriali di Stati diversi, mediante la stipulazione di convenzioni e accordi,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di effettuare una distribuzione dei bandi per la realizzazione delle opere sull'intero territorio nazionale, valutando la possibilità di destinare una quota parte alle zone descritte in premessa, utilizzando i parametri detti e gli ulteriori necessari per una più efficace ed equa realizzazione del PNRR anche per migliorare la vita dei cittadini che vivono in zone montane.
9/3656/93. Bond.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame prevede una serie di misure urgenti per l'attuazione del PNRR in materia di pubblica amministrazione e università e ricerca, in materia finanziaria e fiscale, in materia di ambiente, fonti rinnovabili, efficientamento energetico e salute, transizione digitale, di infrastrutture, zone economiche speciali e zone logistiche semplificate, in materia di turismo, in materia di giustizia, nonché di istruzione;

    l'articolo 23, comma 4 del provvedimento, novella l'articolo 21, quarto comma, del regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, in materia di concessioni di derivazioni per uso irriguo, inserendo al di là dei profili previsti – vale a dire delle tipologie delle colture in funzione della disponibilità della risorsa idrica, della quantità minima necessaria alla coltura stessa e prevedendo se necessario specifiche modalità di irrigazione – l'ulteriore criterio del privilegiare la digitalizzazione per migliorare il controllo remoto e l'individuazione dell'estrazione illegale di acqua;

    la situazione del nostro Paese è caratterizzata da un elevato livello di dispersione delle risorse idriche. Secondo l'ultimo rapporto ISTAT sui cambiamenti climatici un terzo dell'acqua viene sprecata nelle reti di distribuzione, in particolare al sud e sulle isole solo il 50 per cento dell'erogazione idrica arriva nelle case dei cittadini. Nello specifico nelle reti di distribuzione dell'acqua potabile dei comuni capoluogo di provincia e di città metropolitana, dove si convoglia circa il 33 per cento dell'acqua complessivamente movimentata in Italia, nel 2020 a fronte dei 2,4 miliardi di metri cubi di acqua (370 litri per abitante al giorno) ne sono stati erogati agli utenti finali soltanto 1,5 miliardi di metri cubi (236 litri) per gli usi autorizzati (fatturati o ad uso gratuito), con una perdita totale in distribuzione di 0,9 miliardi di metri cubi, pari al 36,2 per cento dell'acqua immessa in rete;

    nonostante il PNRR, nell'ambito della Misura M2C4-4 pone particolare attenzione alle perdite della rete idrica e l'estrazione illegale di acqua, ha stanziato modeste risorse (900 milioni) dedicate alla riduzione delle perdite nelle reti per l'acqua potabile (-15 per cento target su 15k di reti idriche), anche attraverso la digitalizzazioni delle reti, da trasformare in una «rete intelligente», per favorire una gestione ottimale delle risorse idriche, ridurre gli sprechi e limitare le inefficienze;

    alla grave situazione di vetustà della rete idrica italiana, che determina una forte perdita della risorsa acqua, si aggiunge una grave siccità che sta colpendo il nostro paese, in particolare nel settentrione, dove un deficit di pioggia e neve invernale rispettivamente del -60 per cento e del -80 per cento rispetto alla media stagionale, hanno determinato il minimo storico in 70 anni del fiume Po, con grave pregiudizio dell'intero ecosistema della pianura padana, dove per la mancanza di acqua è minacciata oltre il 30 per cento della produzione agricola nazionale e la metà dell'allevamento;

    risulta che la stessa Unione europea lo scorso marzo avesse inviato al Ministro Cingolani un rapporto dal titolo «Drought in northern Italy» elaborato sulla base dei dati Copernicus, sistema satellitare dell'Unione europea, nel quale veniva posto in evidenza come le condizioni di grave siccità legate ad una persistente mancanza di precipitazioni da dicembre 2021, potesse determinate condizioni di gravi emergenza per fronte alla drammatica situazione di siccità e in attesa di un provvedimento su scala nazionale i singoli territori agiscono in autonomia per fare fronte all'emergenza siccità, con ordinanze e provvedimenti ad hoc che dispongono in alcune zone del paese la riduzione degli utilizzi non indispensabile dell'acqua potabile e limitazioni ad uso irriguo;

    il provvedimento in esame reca norme funzionali al miglioramento della disponibilità della risorsa idrica e alla prevenzione del dissesto idrogeologico,

impegna il Governo:

   a proclamare lo stato di emergenza nazionale per la siccità;

   a istituire una cabina di regia nazionale per l'emergenza idrica;

   a monitorare lo stato di attuazione degli interventi previsti dal PNRR per la riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione idrica del Paese;

   a predisporre un piano nazionale di piccoli e medi invasi per lo stoccaggio dell'acqua piovana, per far fronte alla progressiva diminuzione delle piogge;

   a utilizzare parte delle risorse del PNRR per avviare interventi strutturali per ridurre l'impatto della siccità in Italia nei prossimi anni.
9/3656/94. Romaniello, Dori, Menga, Paolo Nicolò Romano, Siragusa, Ehm, Maglione, Fornaro, Caiata, Fioramonti, Vietina, Baldini, Piera Aiello, Ferri, Rizzetto, Vitiello.


   La Camera,

   premesso che:

    la legge di stabilità per il 2016 ha disposto in merito all'obbligo per i soggetti che effettuano l'attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, di accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di pagamento, relativamente ad almeno una carta di debito e una carta di credito (articolo 15, comma 4 del decreto-legge n. 179 del 2012);

    tale obbligo non trova applicazione nei soli casi di oggettiva impossibilità tecnica;

    le tabaccherie forniscono prodotti e servizi per conto dello Stato o di altri enti pubblici in base ad affidamenti in concessione o su espressa formale autorizzazione;

    tali attività sono svolte in base a remunerazioni stabilite da specifiche disposizioni normative e prevedono un aggio in percentuale ovvero un compenso con margine fisso che di fatto vengono nella maggior parte dei casi compromessi dalle commissioni bancarie relative alle transazioni avvenute con moneta elettronica;

    il rivenditore di generi di monopolio sostanzialmente veicola beni e servizi il cui destinatario del pagamento è lo Stato o un altro ente pubblico ed ogni relativa transazione è ben nota al Fisco e chiaramente tracciata dai sistemi dei fornitori o gestori informatici incaricati, senza alcuna possibilità di violazione degli obblighi fiscali prescritti;

    i tabaccai nell'ambito della propria attività di impresa si avvalgono anche di apparecchi per la distribuzione automatica dei tabacchi. Tali apparecchi, installati all'esterno dell'esercizio, sono adibiti a garantire il servizio di vendita dei tabacchi anche negli orari in cui l'esercizio è chiuso;

    da un recente censimento sulle tipologie di distributori automatici installati presso i tabaccai, con specifico riferimento alle caratteristiche tecniche degli stessi è emerso che: alcuni apparecchi sono di ultima generazione e contemplano già l'accettazione della moneta elettronica per il pagamento delle relative transazioni; altri, anche se di ultima generazione, sarebbero potenzialmente adattabili dal punto di vista tecnologico ma non essendo stati progettati contemplando anche l'implementazione della moneta elettronica non dispongono di uno spazio sufficiente per l'inserimento delle applicazioni necessarie, essendo le dimensioni di tali apparecchi correlate agli usi previsti; altri ancora sono, per così dire, più obsoleti dal punto di vista tecnologico ma ancora assolutamente funzionali a soddisfare le esigenze di vendita e non sono né atti né adattabili alla implementazione della moneta elettronica;

    ove fosse impossibile l'implementazione della moneta elettronica, e la norma fosse da intendersi perentoria, si assisterebbe alla immediata disattivazione di tutti quegli apparecchi che, come descritto, non sono né atti né adattabili;

    la dismissione anticipata di un'apparecchiatura, cui consegue la conclusione anticipata dell'ammortamento con i connessi risvolti fiscali, comporta per l'imprenditore, dal punto di vista fiscale, un impatto non trascurabile in funzione del maggior costo imputabile in sede di dichiarazione dei redditi, derivante dal valore residuo del bene dismesso non ancora completamente ammortizzato e un'esposizione finanziaria ingente connessa alla sostituzione di un'apparecchiatura funzionalmente e tecnicamente ancora idonea agli usi previsti;

    appare oltremodo sproporzionato il valore dell'investimento indotto in relazione non alla obsolescenza complessiva dell'apparecchio bensì limitatamente ad una funzionalità dello stesso relativa al pagamento della transazione;

    tale esito avrebbe immediate ripercussioni negative sulla finanza pubblica, riducendo il volume delle cessioni di beni destinate ad alimentare gli introiti fiscali già previsti nei documenti di finanza pubblica, mentre queste inevitabili e ingenti riduzioni non hanno alcuna copertura finanziaria, e inevitabilmente indurrebbe all'aumento del consumo clandestino, indirizzando una parte consistente della domanda verso canali illeciti, con ulteriore pregiudizio per le ragioni di interesse pubblico legate alla valorizzazione della filiera di distribuzione legale,

impegna il Governo

ad adottare ogni iniziativa attuativa ed interpretativa per chiarire che tra i casi di «oggettiva impossibilità tecnica» già previsti dalla normativa rientrano anche quelli di acquisti di beni a mezzo distributori automatici annessi alle rivendite di generi di monopolio con le tipologie tecniche di cui in premessa.
9/3656/95. Albano, Trancassini, Osnato, Zucconi, Ferro, Galantino, Donzelli, Lucaselli, Bignami, Mollicone.


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Chiarimenti in merito alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, anche al fine di garantirne l'omogeneità su tutto il territorio nazionale, in relazione alle prospettate iniziative legislative in materia di autonomia differenziata – 3-03047

   FEDERICO, ELISA TRIPODI, BALDINO, BRESCIA, FRANCESCO SILVESTRI, CORNELI, DE CARLO, DIENI e SPORTIELLO. — Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   risulta diffusa una bozza di disegno di legge sull'autonomia differenziata, la quale, all'articolo 3, conferma la centralità dei livelli essenziali di assistenza e delle prestazioni;

   la previa definizione dei livelli essenziali delle prestazioni nelle materie attualmente indicate nell'articolo 14, comma 1, lettere da a) a d), del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68, sarebbe condizione necessaria per il trasferimento delle funzioni e delle risorse corrispondenti;

   in tali materie, il trasferimento di funzioni onerose non potrà aver luogo se non saranno previamente definiti i livelli essenziali delle prestazioni, ai sensi dell'articolo 13 dello stesso decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68, che prevede il coinvolgimento delle Camere, delle Commissioni parlamentari competenti per materia e della Conferenza unificata;

   in tutte le altre materie, le relative funzioni sono invece immediatamente trasferibili, fermo restando che la regione interessata è inderogabilmente tenuta ad assicurare il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni già definiti, così come dei livelli essenziali delle prestazioni che lo Stato dovesse definire successivamente all'entrata in vigore della legge che approva l'intesa, apportando corrispondenti variazioni al proprio bilancio, con previsione di potere sostitutivo statale in caso di inerzia;

   nel quadro del coordinamento della finanza pubblica, in conformità alla delega fiscale in discussione, l'articolo 4 della bozza di disegno di legge sopra citato prevede il superamento della spesa storica attraverso la determinazione dei costi e dei fabbisogni standard e dei livelli di servizio cui devono tendere i vari livelli di Governo, da effettuarsi da parte della Commissione «costi standard», di cui all'articolo 1, comma 29, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, entro 12 mesi dall'approvazione della legge;

   l'intesa potrà prevedere che le risorse siano tratte da tributi propri della regione o da compartecipazione al gettito di tributi maturati nel territorio regionale, con possibilità di riconoscere una compartecipazione fissa o una riserva di aliquota;

   occorre, altresì, garantire, in fase attuativa, l'unità giuridica, sociale ed economica della nazione, nonché la tutela del livello paritario delle prestazioni dei diritti civili e sociali, affinché questi ultimi non vengano in alcun modo compromessi, nel rispetto del principio di leale collaborazione e di unità territoriale della Repubblica –:

   se il Governo, in relazione alla bozza del disegno di legge di cui in premessa, non intenda indicare puntualmente la tempistica dei livelli essenziali delle prestazioni e i relativi finanziamenti, anche valutando la definizione di strumenti normativi per preservare l'unità giuridica ed economica del Paese, in tal modo garantendo livelli delle prestazioni omogenei su tutto il territorio nazionale.
(3-03047)


Chiarimenti in ordine allo stato dei lavori e ai tempi per la presentazione alle Camere del disegno di legge in materia di autonomia differenziata – 3-03048

   STEFANI, MOLINARI, BITONCI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CARRARA, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, DURIGON, FANTUZ, FERRARI, FIORINI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GASTALDI, GERARDI, GERMANÀ, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, LUCENTINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MARIANI, MATURI, MICHELI, MINARDO, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLIN, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RAVETTO, RIBOLLA, RIXI, ROMANÒ, SALTAMARTINI, SCOMA, SNIDER, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZANELLA, ZENNARO, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   il modello di regionalismo incentrato sulla differenziazione delle politiche tra i diversi livelli di Governo, così come delineato dall'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, permetterebbe alle regioni richiedenti di espandere la potestà legislativa e amministrativa, consentendo una piena realizzazione del principio di sussidiarietà, nonché una maggiore responsabilizzazione ed efficienza nell'amministrazione, con effetti positivi per i cittadini e gli imprenditori;

   nel coordinamento tra Stato e regioni, la differenziazione rappresenta un valore fondamentale, nella misura in cui consente di intervenire con soluzioni ad hoc sui contesti reali e sulla peculiarità del bisogno dei singoli territori, aiutando a superare, laddove si manifestino, le inefficienze dello Stato;

   questa opportunità offerta dal legislatore costituzionale è purtroppo ancora inattuata;

   a seguito dei referendum consultivi tenuti nel 2017, Veneto e Lombardia hanno chiesto nuove forme di autonomia;

   a febbraio 2018 ha preso avvio un percorso che ha portato alla firma, per Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, di accordi preliminari di regionalismo differenziato;

   da allora, anche Toscana, Piemonte, Liguria, Marche, Umbria e Campania hanno avanzato richiesta in tal senso, attivando il procedimento propedeutico per la conclusione di un accordo Stato-regione;

   l'eterogeneità dei soggetti richiedenti dimostra come tale strumento sia percepito come un vantaggio tanto dalle regioni del Nord, quanto da quelle del Sud, anche sulla base del fatto che le differenze nel godimento dei diritti sociali non raramente dipendono dall'inefficienza dell'amministrazione centrale, piuttosto che dalle strutture regionali;

   ai fini della concreta applicazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, è necessario, tuttavia, definire i parametri sostanziali e procedurali di carattere generale, compresi i livelli essenziali delle prestazioni e i correlati fabbisogni standard;

   ormai da anni il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie presso la Presidenza del Consiglio dei ministri sta lavorando a una bozza di legge quadro di attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione;

   occorre adesso dare risposta ai territori che chiedono maggiori condizioni di autonomia, ultimando rapidamente il testo per condividerlo con le Camere –:

   se possa fornire chiarimenti in merito allo stato dei lavori di redazione del disegno di legge per l'attuazione dell'articolo 116, terzo comma della Costituzione e se non ritenga opportuno presentarlo quanto prima alle Camere per la discussione.
(3-03048)


Iniziative volte a valorizzare il ruolo del Parlamento e a procedere alla ricognizione dei fabbisogni effettivi ai fini della definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, in relazione alle prospettate iniziative legislative in materia di autonomia differenziata – 3-03049

   CONTE, FASSINA, FORNARO, DE LORENZO, TIMBRO e BERSANI. — Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   il Governo si appresterebbe ad approvare un disegno di legge sulla «autonomia differenziata», il cui contenuto è stato anticipato dai media;

   secondo tale bozza di 5 articoli, alle regioni a statuto ordinario verrebbe riconosciuta la possibilità di chiedere ulteriori forme e condizioni di autonomia secondo quanto previsto dalla Costituzione;

   tranne che per sanità, assistenza, istruzione e trasporto pubblico locale (per le quali, prima di devolvere ulteriori forme di autonomia rispetto a quelle già attribuite su alcune di queste materie, vanno preventivamente definiti i livelli essenziali delle prestazioni), tutte le altre competenze possano essere trasferite attraverso una procedura di negoziazione con Governo e Parlamento, dove il ruolo del Parlamento verrebbe fortemente ridimensionato;

   stando alla bozza sopra menzionata, per i nuovi trasferimenti di autonomia regionale verrebbe adoperato il criterio della spesa storica, rimandando solo a una fase successiva la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni e il necessario calcolo dei fabbisogni standard, che dovrebbero essere invece prioritari e adeguati alla necessità di ridurre il gap storico tra le parti del Paese;

   nessun riferimento sarebbe presente nella proposta relativamente a fondi perequativi per sostenere le regioni meno avanzate;

   la Ministra per il sud e la coesione territoriale, rispondendo all'interrogazione 3-03019 degli interroganti, ha detto che sono «tre le questioni imprescindibili: definizione dei livelli essenziali delle prestazioni e costituzione del fondo perequativo previsto dall'articolo 119 della Costituzione per le regioni con minore capacità fiscale, definitivo abbandono del principio della spesa storica e pieno coinvolgimento del Parlamento nel processo attuativo»;

   a parere degli interroganti il provvedimento descritto nella bozza circolante: non corrisponde allo spirito cooperativo delle norme del titolo V della Costituzione; asseconda una spinta centrifuga di funzioni e competenze che mina il principio di unità nazionale; determinerebbe il trasferimento indiscriminato di risorse alle regioni richiedenti, mettendo a rischio la tenuta del quadro di finanza pubblica nazionale attuale; aumenta divari e disuguaglianze tra Nord e Sud, tra centro e periferia, tra ricchi e poveri –:

   se non consideri imprescindibile adottare iniziative volte a prevedere il pieno coinvolgimento del Parlamento anche nella definizione e approvazione, a maggioranza qualificata, delle previste intese tra Governo e regioni e procedere a una preventiva ricognizione su tutto il territorio nazionale degli standard e dei fabbisogni effettivi riferiti ai servizi pubblici essenziali che si intendono trasferire, per definire, sulla base degli stessi, in primo luogo gli investimenti da effettuare per ridurre il gap (perequazione reale) e poi i livelli essenziali delle prestazioni di riferimento.
(3-03049)


Tempi per l'adozione del decreto attuativo concernente la piattaforma digitale per la raccolta delle firme degli elettori necessarie per promuovere i referendum e per presentare le proposte di legge di iniziativa popolare – 3-03050

   MAGI. — Al Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale. — Per sapere – premesso che:

   la legge 30 dicembre 2020, n. 178, all'articolo 1, comma 341, come modificata dal decreto-legge n. 77 del 2021, ha istituito un fondo con dotazione di 100.000 euro annui a decorrere dal 2021 destinato alla realizzazione di una piattaforma digitale per la raccolta delle firme degli elettori necessarie per i referendum previsti dagli articoli 75 e 138 della Costituzione, nonché per i progetti di legge previsti dall'articolo 71, secondo comma, della Costituzione;

   l'articolo 1, al comma 343, della legge n. 178 del 2020 impegna la Presidenza del Consiglio dei ministri ad assicurare l'entrata in funzione della piattaforma sopra citata entro il 31 dicembre 2021 e, con proprio decreto adottato di concerto con il Ministro della giustizia, sentito il Garante per la protezione dei dati personali, a definirne le caratteristiche, nonché le modalità con cui i promotori mettono a disposizione dell'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di cassazione le firme raccolte elettronicamente;

   seppure l'articolo 1, al comma 344, della legge n. 178 del 2020 abbia stabilito grazie all'approvazione di un emendamento a prima firma dell'interrogante che, a decorrere dal 1° luglio 2021 e fino alla data di operatività della piattaforma, le firme possano essere raccolte anche mediante documento informatico, sottoscritto con firma elettronica qualificata, è utile segnalare che tale procedimento transitorio non può essere ritenuto pienamente alternativo a quello che avrebbe dovuto già essere garantito ai sensi del comma 343, anche soltanto poiché, in attesa che della piattaforma pubblica, gli ingenti costi derivanti dai contratti con le società che gestiscono le raccolte firme sono a carico dei promotori;

   in risposta all'interpellanza urgente 2-01431 a prima firma dell'interrogante, il 4 marzo 2022 il Governo aveva affermato che l'iter di adozione del decreto attuativo si sarebbe concluso entro la fine di marzo 2022;

   tuttavia, il 12 aprile 2022 il Garante per la protezione dei dati personali ha reso un parere negativo sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sottoposto, rilevando una serie di aspetti critici –:

   come e in quali tempi il Ministro interrogato intenda procedere al fine di evitare che criticità tecniche superabili abbiano come esito quello di ostacolare l'attuazione della legge a danno dell'esercizio dei diritti politici dei cittadini.
(3-03050)


Iniziative di competenza volte ad accelerare la realizzazione degli interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza in materia di transizione digitale, con particolare riferimento allo snellimento degli iter autorizzativi e all'utilizzo di personale specializzato – 3-03051

   NOBILI, PAITA, FREGOLENT, UNGARO, MARCO DI MAIO, OCCHIONERO e VITIELLO. — Al Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale. — Per sapere – premesso che:

   l'asse 1 della missione 1, componente 2, del Piano nazionale di ripresa e resilienza riguarda investimenti e riforme volti principalmente a: a) favorire la transizione digitale e l'innovazione del sistema produttivo incentivando gli investimenti in tecnologie, ricerca, sviluppo e innovazione; b) realizzare reti a banda larga ultraveloce e 5G per ridurre il divario digitale e servizi e costellazioni satellitari; c) promuovere lo sviluppo di catene del valore strategiche e sostenere la competitività delle imprese, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese;

   alla realizzazione delle reti a banda larga e 5G è finalizzato l'investimento 3, che ha l'obiettivo di completare la rete nazionale, ultraveloce e di telecomunicazione 5G su tutto il territorio nazionale, al fine di raggiungere gli obiettivi della transizione digitale e di colmare il divario digitale in Italia;

   l'investimento prevede l'aggiudicazione di concessioni e comprende cinque progetti di connessione più veloce: «Italia a 1 Giga», «Italia 5G», «Scuola connessa», «Sanità connessa», «Collegamento isole minori» e l'aggiudicazione tutti gli appalti pubblici per questi progetti era tra i traguardi vincolanti da raggiungere entro giugno 2022;

   tra gli obiettivi vincolanti a breve termine vi è quello di portare la connettività a banda ultralarga a un minimo di altre 18 isole prive di collegamenti in fibra ottica con il continente, mentre gli obiettivi ai quali è vincolata la decima rata del prestito devono essere raggiunti entro giugno 2026;

   la maggior parte della tempistica relativa alla realizzazione ed assegnazione dei bandi è stata rispettata dal Governo – ad eccezione del bando più complesso, relativo alle nuove infrastrutture per il 5G – ma da ora in avanti le principali problematiche sono connesse a due grandi criticità: la complessità degli iter autorizzativi, che potrebbero rallentare la realizzazione delle opere, e la mancanza di personale capace di realizzare le infrastrutture programmate;

   due grandi criticità in grado di rallentare la realizzazione delle infrastrutture nei tempi previsti per il raggiungimento degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e dei finanziamenti ad essi connessi, che non possono essere vanificati e devono rappresentare davvero un'occasione di crescita e di superamento dei limiti strutturali dell'Italia –:

   quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare relativamente ai rischi evidenziati in premessa, con particolare riguardo allo snellimento degli iter autorizzativi, alla mancanza di personale specializzato capace di realizzare le opere in oggetto ed al bando mancante relativo alle nuove infrastrutture per il 5G e se non ritenga utile ricorrere all'individuazione di commissari straordinari per le opere in oggetto al fine del rispetto dei tempi per il raggiungimento degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
(3-03051)


Elementi e iniziative in merito alla ripartizione delle risorse finanziarie a favore delle persone con disabilità, con particolare riferimento alle persone con disturbi dello spettro autistico – 3-03052

   CARNEVALI, DE FILIPPO, IANARO, LEPRI, PINI, RIZZO NERVO, SIANI, BERLINGHIERI, LORENZIN e FIANO. — Al Ministro per le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   il disturbo dello spettro autistico è un insieme eterogeneo di disturbi del neurosviluppo, caratterizzato da esordio precoce di difficoltà nell'interazione reciproca e nella comunicazione sociale, associata a comportamenti e interessi ripetitivi e ristretti (definizione secondo DSM-5 e ICD-11);

   l'emergenza sanitaria degli ultimi due anni ha avuto un impatto significativo sulla salute fisica e mentale delle persone, in particolare delle persone più fragili, come quelle che soffrono del disturbo dello spettro autistico, che hanno presentato maggiori difficoltà di adattamento alle restrizioni imposte dalla pandemia anche a causa dell'interruzione o comunque delle difficoltà di frequentare i servizi socio-sanitari e di assistenza, lasciando spesso sulle famiglie il peso e le difficoltà di assistere la persona con disabilità;

   per quanto riguarda le risorse dedicate, la legge di stabilità per il 2016 ha istituito, a decorrere dal 2016, presso il Ministero della salute il Fondo per la cura dei soggetti con disturbo dello spettro autistico e ha individuato i settori a cui indirizzare le risorse del medesimo fondo. Successivamente, la legge di bilancio per il 2018 ha incrementato le risorse di ulteriori 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020 e, a seguito all'emergenza sanitaria da COVID-19, per il 2020 le risorse del Fondo sono state ulteriormente incrementate di 10 milioni di euro dall'articolo 31-ter del decreto-legge n. 104 del 2020, nonché dalla legge di bilancio per il 2021 per 50 milioni per il 2021 e dalla legge di bilancio per il 2022 per 27 milioni per il 2022;

   successivamente, il decreto-legge n. 24 del 2022 ha modificato attraverso l'approvazione di ulteriori atti regolamentari le percentuali e i settori di intervento a cui indirizzare le risorse incrementali per il 2021 (50 milioni di euro) e quelle per il 2022 (27 milioni di euro);

   la ripartizione di tali risorse risulta essere necessaria per un incremento dei servizi e dell'assistenza nei confronti delle persone con disturbi dello spettro autistico e delle loro famiglie, specialmente dopo due anni di pandemia, che hanno messo a dura prova la tenuta del sistema sociale e sanitario del nostro Paese –:

   quale sia allo stato attuale l'iter degli atti necessari alla ripartizione delle risorse aggiuntive previste per gli anni 2021 e 2022 relative agli interventi a tutela delle persone con disturbi dello spettro autistico e in generale delle risorse previste nella legge di bilancio per il 2022 a favore delle persone con disabilità, nonché, vista la gravità della situazione, se non si ritenga utile adottare iniziative di competenza volte ad accelerare tale iter.
(3-03052)


Iniziative per incrementare l'importo dell'assegno mensile per l'assistenza degli invalidi civili parziali, nel quadro di interventi di politica sociale – 3-03053

   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ALBANO, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, DE TOMA, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, GIOVANNI RUSSO, RACHELE SILVESTRI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI, VINCI e ZUCCONI. — Al Ministro per le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   le contraddizioni in materia di politiche sociali in Italia sono tante: un cittadino abile al lavoro ha diritto al reddito di cittadinanza se il suo Isee è inferiore a 9.360 euro; l'importo varia in base a molti parametri, ma, ad esempio, una persona che vive sola avrà fino a 780 euro al mese di reddito di cittadinanza e fino a 1.330 euro al mese per una famiglia composta da due adulti e un figlio maggiorenne o due minorenni;

   anche una persona disabile ha diritto al reddito di cittadinanza, ma il vero nodo è il valore che lo Stato riconosce alle disabilità, in tema di trattamento previdenziale;

   alle persone con invalidità totale, che ovviamente non possono lavorare, solo grazie a una sentenza della Corte costituzionale la pensione d'invalidità è stata aumentata a un livello dignitoso, da 285 a 651 euro al mese; mentre più penalizzate risultano le persone con disabilità parziale, tra il 75 e il 99 per cento di invalidità, alle quali viene riservato un assegno mensile di soli 287,09 euro con limite di reddito personale di 4.931 euro annui;

   solo pochi mesi fa, l'Inps aveva annunciato di voler corrispondere l'assegno mensile per l'assistenza degli invalidi civili parziali solo in caso di «inattività lavorativa», intesa come nessuna attività lavorativa che produca reddito, gettando nello sconforto migliaia di famiglie;

   solo la fortissima polemica sollevata da tale decisione ha «costretto» il Governo a ripristinare la situazione precedente, che consente di svolgere piccoli lavori, senza perdere l'assegno, dando la possibilità a persone con disabilità di provare ad avviare dei percorsi di inclusione lavorativa;

   diversamente dal reddito di cittadinanza, l'assegno di invalidità non ha carattere assistenziale poiché intende, invece, favorire gli inserimenti nel mondo del lavoro che spesso avvengono attraverso lavori a tempo determinato e a bassa retribuzione e che, se assistiti da un dignitoso assegno di invalidità, potrebbero facilitare un reale percorso verso l'autosufficienza;

   è, però, molto difficile sostenere che con un reddito annuo lordo inferiore a 4.900 e un assegno mensile di 287 euro si possa parlare di autosufficienza –:

   se e quali immediate iniziative di competenza il Governo intenda assumere per incrementare l'importo dell'assegno mensile per l'assistenza degli invalidi civili parziali di cui all'articolo 13 della legge n. 118 del 1971, sostituendo interventi meramente assistenziali, come il reddito di cittadinanza, con interventi di politica sociale.
(3-03053)


Iniziative volte a dare piena attuazione al diritto all'accessibilità dei prodotti e servizi informatici e chiarimenti in merito ai tempi di pubblicazione del decreto legislativo di recepimento della direttiva europea in materia – 3-03054

   PALMIERI, VERSACE e D'ATTIS. — Al Ministro per le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   la normativa per l'accessibilità dei prodotti informatici di cui alla legge 9 gennaio 2004, n. 4, detta adempimenti per le pubbliche amministrazioni e una serie di altri soggetti indicati dalla legge (articolo 3, comma 1), nonché a tutti i soggetti che offrono servizi al pubblico attraverso siti web o applicazioni mobili, con un fatturato medio, negli ultimi tre anni di attività, superiore a cinquecento milioni di euro (articolo 3, comma 1-bis);

   il comma 2 dell'articolo 4 della legge n. 4 del 2004 stabilisce che i contratti stipulati dai soggetti di cui all'articolo 3, commi 1 e 1-bis, per la realizzazione e la modifica di siti web e applicazioni mobili sono nulli in assenza di previsione del rispetto delle linee guida sull'accessibilità;

   nelle more dell'adozione della disciplina di recepimento della direttiva (UE) 2019/882 del Parlamento europeo e del Consiglio, il comma 2-bis dell'articolo 4 della legge n. 4 del 2004 stabilisce per i soggetti privati un termine di adeguamento alle linee guida sull'accessibilità dei loro siti web e applicazioni mobili entro il 28 giugno 2022; il 13 aprile 2022 le Commissioni parlamentari competenti hanno espresso parere favorevole sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della suddetta direttiva (UE) 2019/882, con la condizione che il termine per l'adeguamento fosse fissato in sei mesi dall'emanazione delle linee guida;

   con la determinazione n. 117/2022 del 26 aprile 2022 l'Agenzia per l'Italia digitale adottava le linee guida per i soggetti di cui al comma 1-bis dell'articolo 3 della legge n. 4 del 2004 e il regolamento di vigilanza e sanzionatorio;

   ad oggi però non è ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale il testo del decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2019/882 sui requisiti di accessibilità dei prodotti e dei servizi, sul quale le Camere si sono espresse oltre due mesi fa –:

   quali siano i tempi di pubblicazione del decreto legislativo richiamato in premessa e quali iniziative urgenti di competenza intenda adottare per dare piena attuazione al diritto all'accessibilità dei prodotti e servizi informatici, consentendo altresì ai soggetti interessati di potersi adeguare tempestivamente alla normativa europea.
(3-03054)