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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Martedì 1 marzo 2022

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli
nella seduta del 1° marzo 2022.

  Davide Aiello, Piera Aiello, Amitrano, Ascani, Ascari, Baldelli, Barelli, Bergamini, Enrico Borghi, Boschi, Brescia, Brunetta, Cabras, Cancelleri, Carelli, Caretta, Carfagna, Casa, Castelli, Maurizio Cattoi, Cavandoli, Cecconi, Cirielli, Colletti, Colucci, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, Dal Moro, Del Grosso, Delmastro Delle Vedove, Luigi Di Maio, Di Sarno, Di Stefano, Dieni, Fassino, Ferraresi, Gregorio Fontana, Ilaria Fontana, Franceschini, Frusone, Gallinella, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gerardi, Giachetti, Giacomoni, Giorgetti, Gobbato, Grande, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Lapia, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Macina, Maggioni, Magi, Mandelli, Marattin, Marin, Miceli, Micheli, Migliore, Molinari, Molteni, Morelli, Mulè, Mura, Nardi, Nesci, Novelli, Orlando, Paita, Paolini, Parolo, Pastorino, Perantoni, Rampelli, Ribolla, Rizzo, Romaniello, Rosato, Rotta, Ruocco, Saltamartini, Sasso, Scalfarotto, Schullian, Serracchiani, Carlo Sibilia, Silli, Sisto, Spadoni, Speranza, Spessotto, Suriano, Tabacci, Tasso, Vignaroli, Vito, Leda Volpi, Raffaele Volpi, Zanettin, Zoffili.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Davide Aiello, Piera Aiello, Amitrano, Ascani, Ascari, Baldelli, Barelli, Bergamini, Enrico Borghi, Boschi, Brescia, Brunetta, Cabras, Cancelleri, Carelli, Caretta, Carfagna, Casa, Castelli, Maurizio Cattoi, Cavandoli, Cecconi, Cirielli, Colletti, Colucci, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, Dal Moro, Del Grosso, Delmastro Delle Vedove, Luigi Di Maio, Di Sarno, Di Stefano, Dieni, Fassino, Ferraresi, Gregorio Fontana, Ilaria Fontana, Franceschini, Frusone, Gallinella, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gerardi, Giachetti, Giacomoni, Giorgetti, Gobbato, Grande, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Lapia, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Macina, Maggioni, Magi, Mandelli, Marattin, Marin, Melilli, Miceli, Migliore, Molinari, Molteni, Morelli, Mulè, Mura, Nardi, Nesci, Orlando, Paita, Paolini, Parolo, Pastorino, Perantoni, Rampelli, Ribolla, Rizzo, Romaniello, Rosato, Rotta, Ruocco, Saltamartini, Sasso, Scalfarotto, Schullian, Serracchiani, Carlo Sibilia, Silli, Sisto, Spadoni, Speranza, Spessotto, Suriano, Tabacci, Tasso, Tateo, Vignaroli, Vito, Leda Volpi, Raffaele Volpi, Zanettin, Zoffili.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 28 febbraio 2022 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:

   TONELLI: «Disciplina delle attività di sicurezza sussidiaria» (3493);

   LOLLOBRIGIDA ed altri: «Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235, in materia di incandidabilità alle cariche elettive regionali e alle cariche elettive negli enti locali» (3494).

  Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di disegni di legge.

  In data 28 febbraio 2022 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:

   dal Presidente del Consiglio dei ministri e dai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale, della difesa, dell'interno e dell'università e della ricerca:

  «Conversione in legge del decreto-legge 28 febbraio 2022, n. 16, recante ulteriori misure urgenti per la crisi in Ucraina» (3492).

  In data 1° marzo 2022 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:

   dal Presidente del Consiglio dei ministri e dai Ministri dell'economia e delle finanze, dello sviluppo economico, della transizione ecologica e delle infrastrutture e della mobilità sostenibili:

  «Conversione in legge del decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17, recante misure urgenti per il contenimento dei costi dell'energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali» (3495).

  Saranno stampati e distribuiti.

Assegnazione di progetti di legge
a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   I Commissione (Affari costituzionali):

  PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE VITO: «Modifiche agli articoli 7 e 8 della Costituzione concernenti l'abolizione del principio concordatario nei rapporti tra lo Stato e la Chiesa cattolica» (3470).

   VI Commissione (Finanze)

  VARCHI e MASCHIO: «Modifiche agli articoli 37, 57 e 59 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131, in materia di pagamento dell'imposta di registro sugli atti giudiziari» (3394) Parere delle Commissioni I, II e V;

  MARATTIN: «Modifiche all'articolo 10 della legge 12 novembre 2011, n. 183, in materia di disciplina dell'imposta sul reddito applicabile alle società tra professionisti e alle società tra avvocati» (3412) Parere delle Commissioni I, II, V e XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale).

   XI Commissione (Lavoro)

  POLIDORI: «Disposizioni per l'inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza di genere» (3483) Parere delle Commissioni I, V, X, XII e Commissione parlamentare per le questioni regionali;

   XII Commissione (Affari sociali)

  S. 1201. – MASSIMO ENRICO BARONI ed altri: «Disposizioni in materia di trasparenza dei rapporti tra le imprese produttrici, i soggetti che operano nel settore della salute e le organizzazioni sanitarie» (approvata dalla Camera e modificata dal Senato) (491-B) Parere delle Commissioni I, V, X, XIV e Commissione parlamentare per le questioni regionali;

  CECCHETTI ed altri: «Modifica all'articolo 8 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, in materia di consegna dei farmaci in aree montane, lacustri o disagiate mediante l'utilizzo di aeromobili a pilotaggio remoto» (3416) Parere delle Commissioni I, V, IX, XIV e Commissione parlamentare per le questioni regionali;

  PICCOLO ed altri: «Riconoscimento e disciplina della professione di assistente domiciliare per l'infanzia (Tagesmutter)» (3422) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), X, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XIV e Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Annunzio di sentenze della Corte costituzionale.

  La Corte costituzionale, in data 28 febbraio 2022, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia della seguente sentenza che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, è inviata alle Commissioni riunite VII (Cultura) e VIII (Ambiente), nonché alla I Commissione (Affari costituzionali):

   Sentenza n. 45 dell'11 gennaio – 28 febbraio 2022 (Doc. VII, n. 825),

  con la quale:

   dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 2, della legge della Regione Molise 11 novembre 2020, n. 12 (Disposizioni in materia di valorizzazione e utilizzazione commerciale e turistica del trabucco molisano);

   dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 2, commi 1 e 2, della legge della Regione Molise n. 12 del 2020;

   dichiara non fondate, nei sensi di cui in motivazione, le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 5, commi 1, lettere a), b), c) e d), e 2, della legge della Regione Molise n. 12 del 2020, promosse, in riferimento agli articoli 3, 9 e 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri.

  La Corte costituzionale ha depositato in cancelleria la seguente sentenza che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, è inviata alla VI Commissione (Finanze), nonché alla I Commissione (Affari costituzionali):

   Sentenza n. 46 del 25 gennaio – 1° marzo 2022 (Doc. VII, n. 826),

  con la quale:

   dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 100, comma 1, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104 (Misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell'economia), convertito, con modificazioni, nella legge 13 ottobre 2020, n. 126, promosse dalla Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, in riferimento all'articolo 4 della legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1 (Statuto speciale della Regione Friuli-Venezia Giulia), all'articolo 117, terzo e quarto comma, della Costituzione, nonché al principio di leale collaborazione di cui agli articoli 5 e 120 della Costituzione;

   dichiara non fondate, nei sensi di cui in motivazione, le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 100, commi 2, 3, 4 e 5, del decreto-legge n. 104 del 2020, promosse dalla Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, in riferimento agli articoli 3, 81, 117, terzo e quarto comma, e 119 della Costituzione, agli articoli 4 e 48 dello statuto della Regione Friuli-Venezia Giulia, nonché al principio di leale collaborazione di cui agli articoli 5 e 120 della Costituzione;

   dichiara non fondate, nei sensi di cui in motivazione, le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 100, commi 7, 8, 9 e 10, del decreto-legge n. 104 del 2020, promosse dalla Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, in riferimento agli articoli 3, 81, 117, terzo e quarto comma, e 119 della Costituzione, nonché agli articoli 4 e 48 dello statuto della Regione Friuli-Venezia Giulia;

   dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 100, comma 10-bis, del decreto-legge n. 104 del 2020, promosse dalla Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, in riferimento agli articoli 81, 117, terzo e quarto comma, e 119 della Costituzione, nonché agli articoli 4 e 48 dello statuto della Regione Friuli-Venezia Giulia.

Trasmissione dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

  Il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con lettere del 17 febbraio 2022, ha trasmesso le note relative all'attuazione data rispettivamente all'ordine del giorno LA MARCA e SCHIRÒ n. 9/3132-AR/137, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 14 luglio 2021, concernente la previsione di interventi straordinari volti a garantire l'efficienza della rete diplomatico-consolare e, per la parte di propria competenza, agli ordini del giorno FITZGERALD NISSOLI n. 9/3354-A/24 e DONZELLI e DELMASTRO DELLE VEDOVE n. 9/3354-A/139, accolti dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 21 dicembre 2021, sul riadeguamento stipendiale degli impiegati a contratto della rete estera del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

  Le suddette note sono a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare e sono trasmesse alla III Commissione (Affari esteri) competente per materia.

Trasmissione dal Ministro
per le politiche giovanili.

  Il Ministro per le politiche giovanili, con lettera in data 25 febbraio 2022, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 15, del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, gli atti della VI Conferenza nazionale sulle dipendenze – Oltre le fragilità, svoltasi a Genova il 27 e 28 novembre 2021 (Doc. XXX-bis, n. 1).

  Questa relazione è trasmessa alla II Commissione (Giustizia) e alla XII Commissione (Affari sociali).

Annunzio di risoluzioni
del Parlamento europeo.

  Il Parlamento europeo ha trasmesso le seguenti risoluzioni e raccomandazione, approvate nella tornata dal 17 al 20 gennaio 2022, che sono assegnate, ai sensi dell'articolo 125, comma 1, del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, nonché, per il parere, alla III Commissione (Affari esteri) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), se non già assegnate alle stesse in sede primaria:

   Risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo a un ruolo rafforzato dell'Agenzia europea per i medicinali nella preparazione alle crisi e nella loro gestione in relazione ai medicinali e ai dispositivi medici (Doc. XII, n. 1061) – alla XII Commissione (Affari sociali);

   Risoluzione sul regolamento delegato della Commissione del 29 settembre 2021 che integra il regolamento (UE) 2019/817 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda la determinazione dei casi in cui i dati di identità possono essere considerati identici o simili ai fini dell'individuazione di identità multiple (Doc. XII, n. 1062) – alla I Commissione (Affari costituzionali);

   Risoluzione sul regolamento delegato della Commissione del 29 settembre 2021 che integra il regolamento (UE) 2019/818 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda la determinazione dei casi in cui i dati di identità possono essere considerati identici o simili ai fini dell'individuazione di identità multiple (Doc. XII, n. 1063) – alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e II (Giustizia);

   Risoluzione sulla situazione in Kazakhstan (Doc. XII, n. 1064) – alla III Commissione (Affari esteri);

   Risoluzione sulla crisi politica in Sudan (Doc. XII, n. 1065) – alla III Commissione (Affari esteri);

   Raccomandazione al Consiglio e alla Commissione in seguito all'esame delle denunce di infrazione e di cattiva amministrazione nell'applicazione del diritto dell'Unione in relazione alla protezione degli animali durante il trasporto all'interno e all'esterno dell'Unione (Doc. XII, n. 1066) - alla XIII Commissione (Agricoltura).

Annunzio di progetti di atti
dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 25 e 28 febbraio 2022, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):

   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Modello di accordo di lavoro di cui al regolamento (UE) 2019/1896 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 novembre 2019, relativo alla guardia di frontiera e costiera europea e che abroga i regolamenti (UE) n. 1052/2013 e (UE) 2016/1624 (COM(2021) 830 final), corredata dal relativo allegato (COM(2021) 830 final – Annex), che è assegnato in sede primaria alla I Commissione (Affari costituzionali);

   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un quadro di misure per rafforzare l'ecosistema europeo dei semiconduttori (normativa sui chip) (COM(2022) 46 final), corredata dai relativi allegati (COM(2022) 46 final – Annexes 1 to 3), che è assegnata in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive). Questa proposta è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 28 febbraio 2022;

   Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione europea in sede di Consiglio di associazione istituito dall'accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Moldova, dall'altra (COM(2022) 69 final), corredata dal relativo allegato (COM(2022) 69 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);

   La proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sui mercati interni del gas rinnovabile e del gas naturale e dell'idrogeno (rifusione) (COM(2021) 804 final), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata, in data 17 febbraio 2022, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla X Commissione (Attività produttive), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), è altresì assegnata alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà. Il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 25 febbraio 2022;

   La proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla riduzione delle emissioni di metano nel settore dell'energia e recante modifica del regolamento (UE) 2019/942 (COM(2021) 805 final), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata, in data 22 febbraio 2022, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla VIII Commissione (Ambiente), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), è altresì assegnata alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà. Il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 25 febbraio 2022;

   La proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sugli orientamenti dell'Unione per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti, che modifica il regolamento (UE) 2021/1153 e il regolamento (UE) n. 913/2010 e abroga il regolamento (UE) n. 1315/2013 (COM(2021) 812 final), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata, in data 4 febbraio 2022, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla IX Commissione (Trasporti), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), è altresì assegnata alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà. Il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 28 febbraio 2022;

   La proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante l'Agenzia dell'Unione europea per le questioni relative agli stupefacenti (COM(2022) 18 final), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata, in data 25 febbraio 2022, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni riunite II (Giustizia) e XII (Affari sociali), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), è altresì assegnata alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà. Il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 28 febbraio 2022;

   La proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2003/25/CE per quanto riguarda l'inclusione di requisiti di stabilità migliorati e il suo allineamento ai requisiti di stabilità definiti dall'Organizzazione marittima internazionale (COM(2022) 53 final), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata, in data 21 febbraio 2022, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla IX Commissione (Trasporti), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), è altresì assegnata alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà. Il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 25 febbraio 2022;

   La proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2021/954 su un quadro per il rilascio, la verifica e l'accettazione di certificati interoperabili di vaccinazione, di test e di guarigione in relazione alla COVID-19 (certificato COVID digitale dell'Unione europea) per i cittadini di paesi terzi regolarmente soggiornanti o residenti nel territorio degli Stati membri durante la pandemia di COVID-19 (COM(2022) 55 final), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata, in data 18 febbraio 2022, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla XII Commissione (Affari sociali), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), è altresì assegnata alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà. Il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 25 febbraio 2022.

Richiesta di parere parlamentare
su atti del Governo.

  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 28 febbraio 2022, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1 della legge 22 aprile 2021, n. 53, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2019/882 sui requisiti di accessibilità dei prodotti e dei servizi (362).

  Questa richiesta, in data 28 febbraio 2022, è stata assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alle Commissioni riunite IX (Trasporti) e X (Attività produttive) e, per le conseguenze di carattere finanziario, alla V Commissione (Bilancio) nonché, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del Regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro il 9 aprile 2022.

Atti di controllo e di indirizzo

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

  Nell'Allegato A ai resoconti della seduta del 24 febbraio 2022, a pagina 5, seconda colonna, ventiduesima riga, deve leggersi: «23 febbraio» e non: «22 febbraio», come stampato.

INTERROGAZIONI

Elementi e iniziative in relazione alla selezione dei progetti di Servizio civile universale – 3-02783

A)

   BALDINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per le politiche giovanili. — Per sapere – premesso che:

   con avviso pubblico del 31 dicembre 2020 sono state avviate le attività di selezione dei programmi e dei progetti di Servizio civile universale di cui all'articolo 5 del decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40;

   con decreto del Capo dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale n. 738 adottato solo il 3 dicembre 2021 sono stati individuati, definitivamente, i programmi di intervento di servizio civile universale da finanziare a valere sulle risorse del Fondo nazionale per il servizio civile, nonché con gli stanziamenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e con quelli del Programma operativo nazionale «Iniziativa occupazione giovani», che attua la «Garanzia giovani» in Italia, definiti dal documento di programmazione finanziaria per il 2021;

   dal decreto dipartimentale n. 723 del 1° dicembre 2021, con il quale sono state approvate le graduatorie definitive relative ai programmi, risulta che è stato positivamente valutato un numero complessivo di 857 programmi, corrispondenti a 77.848 operatori volontari, così distinti:

    a) 810 programmi da realizzarsi in Italia per l'impiego di n. 76.639 operatori volontari;

    b) 45 programmi da realizzarsi all'estero per l'impiego di 1.172 operatori volontari;

    c) 2 programmi da realizzarsi nell'ambito del Pon-log per l'impiego di 37 operatori volontari;

   il bando pubblicato il 14 dicembre 2021 per 56.205 giovani operatori volontari tiene conto delle somme complessivamente disponibili per il Servizio civile universale per l'anno 2021 per programmi selezionati a seguito dell'avviso pubblicato in data 31 dicembre 2020;

   il Piano nazionale di ripresa e resilienza contiene un progetto apposito dedicato al Servizio civile universale nella missione 5, componente 1, attribuendo un forte significato al contributo del Servizio per i percorsi di emancipazione dei giovani e per il rafforzamento delle loro competenze ai fini dell'accesso all'occupazione –:

   se il Governo intenda, per quanto di competenza, valutare ogni possibile soluzione al fine di reperire ulteriori risorse necessarie per estendere ad altri giovani candidati l'opportunità di svolgere il servizio civile;

   se si intendano fornire notizie in merito al periodo intercorso dal 31 dicembre 2020, data di pubblicazione dell'avviso agli enti, fino al 26 gennaio 2022, data di scadenza dell'ultimo bando per i giovani, così come all'elevato numero di mancati avvii, rinunce ed abbandoni da parte dei giovani operatori;

   se si intendano adottare iniziative per prevedere ulteriori misure che favoriscano l'inserimento dei giovani operatori nel mercato del lavoro, il rafforzamento delle loro competenze, come indicato dallo stesso Governo nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, e il rafforzamento e la semplificazione dell'istituto.
(3-02783)


Iniziative di competenza volte ad assicurare la piena operatività dell'ufficio postale di Vicenza centro – 3-02510

B)

   ZANETTIN. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   l'interrogante ha già presentato un atto di sindacato ispettivo, interpellanza n. 2-00909, in merito all'ufficio postale di Vicenza centro;

   nella seduta del 20 ottobre 2020 il Vice Ministro per lo sviluppo economico, onorevole Buffagni, rispondendo alla suddetta interpellanza, aveva assicurato che il container che da tempo ospita l'ufficio postale in contrà Garibaldi, sarebbe stato chiuso, ma nel frattempo, entro il primo semestre 2021, sarebbe stata aperta una nuova sede delle Poste in via Roma;

   ora però i nodi vengono al pettine;

   entro il 9 ottobre 2021 il container, che non è di proprietà di Poste Italiane, dovrà essere lasciato libero;

   invece la nuova sede non è ancora pronta e, nel frattempo, il personale dell'ufficio di Vicenza centro dovrà essere trasferito in altre sedi;

   secondo il cartellone, esposto nel cantiere, i lavori della nuova sede si concluderanno il 31 dicembre 2021;

   poi si dovrà provvedere all'allestimento degli uffici in tempi imprecisati;

   c'è quindi molta preoccupazione tra l'utenza del centro storico, composta soprattutto da anziani, molti con problemi di deambulazione, che non potranno godere, probabilmente per mesi, di un servizio postale di prossimità –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere per evitare disagi e disservizi all'utenza dell'ufficio postale di Vicenza centro.
(3-02510)


Elementi e iniziative in merito alle strategie di Eni relative all'impianto di raffineria di Livorno – 3-00893; 3-02530

C)

   POTENTI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la raffineria di Livorno è sita a cavallo tra la zona industriale del comune di Livorno e il paese di Stagno, frazione del comune Collesalvetti con la quale confina. L'impianto, di proprietà dell'Eni, è installato su un'area di circa 150 ettari. Ha una capacità di raffinazione di 84 mila barili al giorno e produce prevalentemente benzine, gasolio, olio combustibile per bunkeraggi e basi lubrificanti. Oltre agli impianti di distillazione, dispone di due linee di produzione di lubrificanti;

   è notizia recente quella dell'annuncio della regione Toscana che informa di essere firmataria di due intese: con Alia, gestore dei rifiuti nell'area della Toscana centrale, e con i comuni di Livorno e Collesalvetti, riguardo all'interessamento a riconvertire una parte dell'impianto del sito produttivo di Livorno in una bioraffineria, il tutto con un investimento di 250 milioni di euro;

   l'installazione sarà alimentata da 200 mila tonnellate annue di scarti da trattamento di rifiuti solidi urbani, provenienti da aree regionali prive di impianti utili al loro trattamento, per produrre 100 mila tonnellate annue di biometanolo, con la prospettiva di arrivare nel 2030 a 400 mila tonnellate assorbite;

   l'Eni ha pubblicamente confermato che sta ultimando le verifiche di compliance interne su entrambi i protocolli e che sta svolgendo tutti gli studi sulle condizioni di fattibilità per verificare la concreta possibilità di realizzare un impianto di biometanolo alimentato dai rifiuti –:

   di quali informazioni disponga il Governo riguardo alle strategie di riconversione industriale del sito della raffineria dell'Eni di Livorno anticipate dalla regione Toscana e se e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere in merito.
(3-00893)


   POTENTI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della transizione ecologica, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   sul quotidiano Il Sole 24 ore del 1° ottobre 2021 l'amministratore delegato di Eni, dottor Claudio De Scalzi, interviene con una lettera al quotidiano a firma congiunta con Francesco La Camera sul tema della transizione energetica. Dal testo e dall'attiguo articolo «Eni ed Irena asse per accelerare la transizione» si comprende che l'intenzione dell'azienda è centrare l'obiettivo del 2050 per l'abbattimento delle emissioni attraverso produzione e consumo generalizzato di energia pulita e puntare sui Paesi esportatori di fonti fossili;

   nella lettera al quotidiano si afferma inoltre che «discorso a parte meritano i Paesi produttori in cui la transizione energetica rischia di mettere in discussione il patto sociale su cui tali economie si reggono e di generare squilibri geopolitici potenzialmente rilevanti» e che la tecnologia sarebbe la migliore risposta per mitigare i rischi della transizione ecologica;

   è poi del 2 ottobre 2021 la notizia diffusa dal quotidiano Il Tirreno, a firma Federico Lazzotti, secondo cui Filctem Cgil avrebbe reso nota l'intenzione di Eni di chiudere la linea carburanti della raffineria di Livorno e che questa scelta sarebbe appunto da ricercare nella linea industriale di «addio» alle fonti fossili. Nessuna conferma o smentita è giunta dalla società Eni, ma, nell'ipotesi di una simile soluzione, le conseguenze che parrebbero prefigurarsi sono quelle dell'immediata perdita di 60 addetti diretti su 420 totali ivi impiegati, oltre l'indotto –:

   se e di quali notizie siano in possesso i Ministri interrogati riguardo alle strategie industriali di Eni sull'impianto di raffineria di Livorno, anche in vista della transizione ecologica annunciata dai vertici Eni;

   se e quali iniziative di competenza intendano assumere per garantire che la transizione ecologica possa preservare da negativi effetti occupazionali i settori maggiormente esposti alla chiusura o alla trasformazione delle linee industriali, come il settore petrolifero.
(3-02530)


Iniziative a sostegno del comparto automobilistico, con particolare riferimento ai processi di transizione ecologica – 3-02687

D)

   PORCHIETTO e SQUERI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   lo «stop» alla produzione delle auto a benzina o diesel entro il 2035, preannunciato dal Comitato interministeriale per la transizione ecologica (Cite), ha suscitato l'immediata reazione di Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica) e di Confindustria Nord;

   sconcerta in particolare l'acritica adesione del Ministro interrogato a questa impostazione, che non tiene conto delle esigenze delle aziende, nonché della necessità di piano di politica industriale per la transizione del settore automotive volto a frenare la perdita di know how, di posti di lavoro e per arginare le spinte delocalizzatrici;

   secondo Confindustria «senza l'indicazione di un'alternativa, o quantomeno l'introduzione di un principio di gradualità, la strada tracciata dall'Unione europea comporterà il blocco degli investimenti nei motori a combustione, oltre alla sostanziale chiusura del mercato con conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro. Solo in Italia si rischia di bruciare oltre 70 mila posti di lavoro entro il 2030. Nel solo Piemonte sono presenti 737 aziende del settore automotive (il 33,5 per cento del totale a livello nazionale), che complessivamente occupano quasi 100 mila addetti»;

   nel 2021 il mercato dell'auto si conferma in Italia un malato grave e il persistere della crisi dei microchip e l'impatto della pandemia sull'economia manterranno la situazione molto critica anche nel 2022. Tra l'altro, nel 2022 al momento non sono neanche previsti quegli incentivi statali che hanno dato un po' d'ossigeno alle vendite nel 2021;

   tra gennaio e ottobre 2021 sono state immatricolate 1.266.629 nuove auto, con un incremento del 12,7 per cento sull'anno precedente (segnato dalla pandemia) e una flessione del –22 per cento rispetto allo stesso periodo 2019 (quasi 360.000 unità perse);

   l'articolo 7 del decreto-legge n. 146 del 2021 rifinanzia, con complessivi 100 milioni di euro, la dotazione del Fondo per la concessione sia dei contributi cosiddetto ecobonus, per l'acquisto di autoveicoli elettrici e ibridi, che dei contributi per l'acquisto di autoveicoli con fasce di emissioni superiori, nonché per gli autoveicoli commerciali, speciali ed usati;

   si tratta di somme del tutto insufficienti a rilanciare il settore e sostenerlo nella riconversione delle produzioni e nella riqualificazione dei lavoratori –:

   se non ritenga opportuno intervenire in sede di Comitato interministeriale per la transizione ecologica al fine di rinviare la decisione illustrata in premessa, posponendola alle opportune consultazioni con le organizzazioni di settore, nell'ambito del tavolo automotive, quale sede opportuna nella quale stabilire le corrette modalità della transizione ecologica per la filiera;

   se non ritenga opportuno adottare iniziative per individuare ulteriori risorse per sostenere le vendite del comparto automobilistico nel 2022, nonché prevedere l'istituzione di un fondo pluriennale per la riconversione dell'industria automotive, destinato ad accompagnare l'aggiornamento tecnologico e la riconversione delle imprese e la professionalizzazione dei lavoratori e degli operatori del comparto automobilistico nazionale.
(3-02687)


Iniziative di competenza volte a contrastare il fenomeno delle baby gang , con particolare riferimento alla città e alla provincia di Vicenza – 3-02591

E)

   ZANETTIN. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la stampa locale evidenzia un fenomeno allarmante, tipico delle metropoli, ma che purtroppo si sta diffondendo anche in tranquille città di provincia, come Vicenza o Bassano del Grappa;

   ci si riferisce alle baby gang;

   la sera di Halloween uno studente quattordicenne è stato picchiato e rapinato in piazza Castello a Vicenza;

   secondo gli inquirenti si tratterebbe dello stesso gruppo di giovani che il 31 ottobre 2021 ha dato vita ad una rissa in Piazza San Lorenzo;

   l'interrogante, negli anni scorsi, ha già segnalato, con diversi atti di sindacato ispettivo, gli evidenti problemi di pubblica sicurezza che riguardano il capoluogo berico;

   tali atti di sindacato ispettivo sono rimasti però del tutto privi di risposta da parte del Governo;

   è necessario un intervento più incisivo delle forze dell'ordine, affinché i sindaci non si sentano soli nel contrasto di questi gravissimi fenomeni –:

   quali urgenti e specifiche iniziative di competenza il Governo intenda assumere per contrastare e reprimere il fenomeno delle baby gang, che, dalle città metropolitane, si sta diffondendo anche a città di provincia.
(3-02591)


Elementi e iniziative in relazione al rischio maremoti – 3-02781

F)

   GRILLO, VILLANI, MARTINCIGLIO, PENNA, SAITTA, LUCIANO CANTONE, DIENI e BATTELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   in base ai dati ed alle ricerche dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), in Italia vi è una scarsa consapevolezza del rischio maremoto, derivante dal fatto che gli tsunami, fortunatamente, accadono meno frequentemente dei terremoti e che l'ultimo tsunami disastroso avvenuto in Italia risale a oltre un secolo fa. Si tratta dello tsunami originato dal catastrofico terremoto di Messina del 1908;

   nel 2018 l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha pubblicato il primo modello probabilistico di pericolosità da tsunami di origine sismica per l'area del Mediterraneo e dell'Atlantico nord-orientale;

   numerosi lavori scientifici hanno evidenziato come il nostro Paese sia interessato da un'intensa attività tettonica che si è manifestata anche recentemente tramite terremoti disastrosi, che hanno causato anche perdita di vite umane. Quando questa attività si manifesta in aree costiere o sottomarine, agli effetti dello scuotimento sismico si possono associare la creazione di maremoti come quello devastante che ha interessato Fukushima nel 2011, con ripercussioni inimmaginabili dirette ed indirette non solo nelle immediate vicinanze dell'epicentro, ma anche a migliaia di chilometri di distanza;

   il terremoto associato al collasso della caldera di Santorini, ad esempio, ha avuto effetti devastanti in tutte le coste del Mediterraneo centro-orientale;

   la presenza di vulcani attivi nei pressi della costa ed in varie isole del Mar Tirreno rende questa area particolarmente critica;

   Alessandro Amato, geologo, sismologo, già direttore del Centro nazionale terremoti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e ora responsabile del Centro allerta tsunami dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Cat-Ingv), ha evidenziato, in numerosi lavori scientifici, le faglie attive lungo tutto il versante tirrenico e ligure della penisola. In particolare, lo Stretto di Messina è caratterizzato da un esteso sistema di faglie, che caratterizzano larga parte del versante orientale dell'isola e, in modo particolare, nel settore etneo. In questo settore si è manifestato uno dei principali terremoti italiani del secolo scorso: il grande terremoto del 1908, che rase al suolo le città costiere adiacenti allo Stretto e in particolare Reggio Calabria e Messina, facendo oltre 80 mila vittime. Amato segnala che circa duemila persone probabilmente morirono per lo tsunami associato al terremoto;

   il rischio di tsunami si estende a tutte le coste italiane, dato che terremoti, e dunque maremoti, devastanti sono noti in tutta l'area egea e lungo la costa dalmata –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di tale grave situazione e, per quanto di competenza, quali informazioni possieda circa lo stato dell'arte in merito alle misure di previsione di eventi di questa gravità;

   quali iniziative siano attualmente poste in essere dalla Protezione civile, in particolare per quanto concerne un sistema di allerta maremoti che possa alleviare i probabili disastri che causerebbe un eventuale maremoto in Italia.
(3-02781)


Interventi a favore del comparto agricolo in relazione alle problematiche connesse alla definizione di rifiuto urbano di cui al decreto legislativo n. 116 del 2020 – 3-02159

G)

   PAOLO RUSSO, SPENA e NEVI. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il mondo agricolo è insorto contro la nuova definizione di rifiuto urbano contenuta nel decreto legislativo n. 116 del 2020, in vigore dal 1° gennaio 2021;

   il decreto, con riferimento alla nuova definizione di rifiuto urbano (articolo 183, comma 1, lettere b-ter) e b-sexies), del decreto legislativo n. 152 del 2006), prevede che rimangano esclusi i rifiuti derivanti da attività agricole e connesse di cui all'articolo 2135 del codice civile (imprenditore agricolo);

   questo comporta che alcune tipologie di attività connesse agricole, i cui rifiuti fino al 31 dicembre 2020 potevano essere assimilati agli urbani – quali agriturismi, spacci aziendali, aziende orticole, fattorie didattiche e altro – si vedono costrette a conferire i propri rifiuti a circuiti esterni a quello pubblico di raccolta;

   in sostanza, la bottiglia smaltita da un'azienda del vino è equiparata a rifiuto speciale, mentre i rifiuti organici di un agriturismo, simili a quelli di un ristorante, devono seguire un percorso di smaltimento ad hoc invece che la normale prassi stabilita per i rifiuti urbani;

   alcuni comuni hanno già comunicato tramite pec alle aziende agricole che siffatti rifiuti «speciali» non possono essere conferiti presso le isole ecologiche, perché destinate soltanto alla raccolta dei rifiuti urbani;

   inoltre, tali amministrazioni sono in difficoltà sia nella definizione delle nuove metodologie di calcolo della Tar, sia per quel che riguarda la carenza di aziende specializzate che offrano a prezzi ragionevoli un servizio efficiente di raccolta dei rifiuti speciali ex-assimilati agli urbani;

   queste incongruenze si traducono, di fatto, in un insostenibile aumento di costi per le imprese agricole, in particolare per gli agriturismi e per le aziende che hanno un servizio di somministrazione, quali le cantine o le aziende insediate sulle «Strade del vino»;

   l'Anci ha chiesto al Ministero della transizione ecologica e al Ministero dell'economia e delle finanze urgenti interventi risolutivi, in assenza dei quali sarà inevitabile un incremento del prelievo su ampie categorie di utenza, e l'istituzione di un tavolo tecnico di confronto per esaminare le ricadute del decreto legislativo n. 116 del 2020 sul sistema di gestione dei rifiuti nel suo complesso –:

   quali iniziative di competenza si intendano adottare per risolvere le problematiche esposte in premessa.
(3-02159)


COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI SUGLI SVILUPPI DEL CONFLITTO TRA RUSSIA E UCRAINA

Risoluzioni

   La Camera,

   udite le Comunicazioni del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, sull'invasione dell'Ucraina da parte delle forze armate della Federazione Russa, rese alle Camere il 1° marzo 2022,

   richiamata l'informativa dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi alle Camere del 25 febbraio 2022,

   considerando che:

    l'invasione dell'Ucraina da parte della Federazione Russa rappresenta una violazione di principi e norme che regolano la vita della comunità internazionale e in particolare il rispetto della indipendenza, sovranità e integrità territoriale di ogni Stato;

    non sono accettabili, sotto ogni forma, «sovranità limitate», sfere di influenza e protettorati che ledano la sovranità, l'integrità territoriale, l'indipendenza, la sicurezza, le alleanze di ogni Stato;

    il Governo italiano ha condannato immediatamente e con assoluta fermezza la aggressione russa all'Ucraina, inaccettabile e ingiustificata, e tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento hanno espresso analoga condanna;

    analoga unanime condanna hanno espresso l'Unione europea, il G7, la NATO e tutti i loro Stati membri;

    la guerra sta già provocando ingenti perdite umane, sofferenze, distruzioni, nonché consistenti flussi di profughi e una grave emergenza umanitaria;

    di fronte a una invasione ingiustificata e illegittima, inevitabile e necessaria è la adozione di sanzioni che devono essere efficaci, selettive e assunte in modo collegiale e uniforme da tutti i Paesi;

    le sanzioni potranno comportare impatti negativi sull'andamento economico dell'Italia e delle sue imprese e famiglie, già gravate dagli effetti negativi della pandemia,

impegna il Governo:

   1) a esigere dalle Autorità russe l'immediata cessazione delle operazioni belliche e il ritiro di tutte le forze militari che illegittimamente occupano il suolo ucraino, ripristinando il rispetto della piena sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina;

   2) a sostenere ogni iniziativa multilaterale e bilaterale utile ad una de-escalation militare e alla ripresa di un percorso negoziale tra Kiev e Mosca, anche raccogliendo la disponibilità della Santa Sede a svolgere un'opera di mediazione;

   3) ad assicurare sostegno e solidarietà al popolo ucraino e alle sue istituzioni attivando, con le modalità più rapide e tempestive, tutte le azioni necessarie a fornire assistenza umanitaria, finanziaria, economica e di qualsiasi altra natura, nonché – tenendo costantemente informato il Parlamento e in modo coordinato con gli altri Paesi europei e alleati – la cessione di apparati e strumenti militari che consentano all'Ucraina di esercitare il diritto alla legittima difesa e di proteggere la sua popolazione;

   4) a raccogliere l'aspirazione europea dell'Ucraina, rafforzando in ogni campo la cooperazione UE-Ucraina;

   5) ad attivare un programma straordinario di accoglienza dei profughi ucraini, coinvolgendo enti locali e associazionismo, semplificando le procedure per il riconoscimento dello status di rifugiato, applicando la direttiva europea sulla protezione temporanea e sostenendo le iniziative della UE per una accoglienza solidale e condivisa;

   6) ad attivare programmi umanitari per la popolazione ucraina e semplificare le procedure di utilizzo dei fondi erogati;

   7) a sostenere in sede europea la ulteriore sospensione del Patto di stabilità e la istituzione di un fondo europeo compensativo per gli Stati maggiormente penalizzati dalle sanzioni;

   8) a provvedere a misure di sostegno alle imprese per i maggiori oneri derivanti dalla applicazione di sanzioni, nonché la promozione di accesso a nuovi mercati verso cui indirizzare esportazioni e investimenti non allocabili sul mercato russo;

   9) ad attivare strategie di diversificazione degli approvvigionamenti energetici, di investimento sulle energie rinnovabili e di utilizzo delle sorgenti di energia del Paese, e concorrendo alle decisioni dell'UE nella direzione dell'Unione dell'energia;

   10) ad attivare le misure necessarie a preservare le infrastrutture strategiche del Paese da eventuali attacchi informatici o di altra natura, anche tenendo conto delle indicazioni contenute nelle Relazioni del Copasir alle Camere;

   11) a sostenere l'urgenza di un netto rafforzamento della Politica estera e di sicurezza comune europea, anche attivando le riforme procedurali necessarie;

   12) a mantenere uno stretto e permanente coordinamento con i Paesi del G7, dell'Alleanza Atlantica e dell'Unione europea, condividendo iniziative a supporto dell'Ucraina e contromisure efficaci e sostenibili, incluse sanzioni, all'aggressione russa.
(6-00207) «Davide Crippa, Molinari, Serracchiani, Barelli, Lollobrigida, Boschi, Marin, Fornaro, Schullian, Tasso, Lapia, Lupi, Magi, Muroni».


   La Camera,

   premesso che:

    lo scorso 24 febbraio la Federazione Russa ha avviato un'operazione militare su larga scala nel territorio dell'Ucraina e delle autoproclamate repubbliche secessioniste di Donetsk e Lugansk. La repentina escalation del conflitto russo-ucraino e l'offensiva russa con esplosioni e incursioni nelle città di Odessa, Kharkiv, Ivano Frankivsk, Kherson, Lutsk, Mariupol, fino alla capitale Kiev, hanno di fatto cambiato l'assetto geopolitico mondiale, in chiara violazione del diritto internazionale compiuto da uno Stato su un altro Stato indipendente e sovrano riconosciuto nei suoi confini;

    la storia dell'Ucraina è strettamente correlata alla storia della Russia e nell'epoca moderna viene caratterizzata dalla guerra ucraino-sovietica del 1918. Conflitto concluso con l'annessione dell'Ucraina all'Unione Sovietica. Nel 1991 con la caduta dell'URSS, l'Ucraina venne dichiarata stato indipendente conservando al suo interno forti sacche filorusse di popolazione;

    l'operazione di questi giorni risulta come l'ultima di una catena di eventi di un conflitto innescatosi in Ucraina nel 2014, con la cosiddetto Rivoluzione Ucraina in opposizione all'allora presidente Viktor Janukovič. La destituzione dell'ex leader Janukovič e l'elezione del nuovo presidente Petro Poroshenko hanno portato ad una serie di proteste e al controllo da parte di Mosca della Crimea, penisola a maggioranza russa riannessa alla federazione in seguito ad apposito referendum popolare del 16 marzo;

    nella primavera del 2014 nel Donbass, area dell'Ucraina orientale a maggioranza russa, sono state proclamate le due repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk che, fino a oggi, sono state teatro di un ininterrotto conflitto armato tra le forze di Kiev e le due entità separatiste, provocando più di 14 mila morti. Il primo luglio 2015 viene raggiunto l'Accordo di Minsk II le cui parti Ucraina, Russia, Repubblica Popolare di Doneck e Repubblica Popolare di Lugansk s'impegnano, oltretutto, ad una decentralizzazione del potere e dunque ad una elargizione di maggiori poteri alle regioni di Donbass e Lugansk, accordi di fatto non rispettati e a cui seguiranno anni di scontri e contrasti all'interno del Paese;

    tra la fine di marzo e l'inizio di aprile 2021 l'esercito russo spostava grandi quantità di armi, equipaggiamenti e navi nell'area tra il Mar Caspio e il Mar Nero e in Crimea, precisamente nel centro di Pogonovo, mentre il 15 aprile 2021 annunciava arbitrariamente la chiusura di intere aree nel Mar Nero. Operazione condannata fermamente dal ministro degli esteri ucraino come una «grave violazione del diritto alle libertà di navigazione» Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, New York, 10 dicembre 1982, sezione III, articolo 19;

    gli incontri intercorsi tra il governo ucraino, i Paesi membri dell'Unione europea e i Paesi membri della NATO hanno sancito appelli di ferma condanna nei confronti della Russia e l'auspicio ad una risoluzione diplomatica dell'avanzata russa in Ucraina mentre la Russia, in un incontro congiunto con il Presidente Joe Biden lo scorso 7 dicembre rivendicava la pericolosa avanzata NATO ai confini della Russia chiedendo «garanzie giuridiche affidabili» tali, da impedire alla NATO una estensione oltraggiosa verso est;

    difatti la crisi ucraina è il risultato di un percorso trentennale, che ha visto una costante espansione dell'Alleanza atlantica della Nato verso l'Europa orientale, fino a mettere di fatto in discussione gli accordi ed equilibri del periodo post-Guerra fredda. Dall'impegno dell'ex segretario di Stato USA, James Baker, che nel 1990 dichiarò «la Nato non si sposterà d'un pollice verso Est», l'adesione di Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Estonia, Lettonia, Lituania, Bulgaria, Romania, Slovacchia, Slovenia, Albania, Croazia, Montenegro e Macedonia del Nord ha difatti comportato sino ad oggi l'allargamento della Nato da 16 a 30, esacerbando negli anni i già fragili e complessi rapporti di sicurezza tra occidente e oriente;

    il conflitto Russia-Ucraina, ha di fatto radici in un assetto di rapporti e interessi che va ben oltre quello dei due Paesi in questione, inserendosi nello storico scontro tra Russia e USA, per le loro mire espansionistiche ed interessi economici. Conflitto reso ancora più aspro in quanto le due grandi potenze sono portatrici ed esportatrici di modelli economici e sociali radicalmente antitetici. Già negli ultimi mesi, il delinearsi di schieramenti sempre più evidenti e contrapposti, non faceva presagire una svolta pacifica del suddetto quadro geopolitico. Sul fronte filorusso si sono registrati diversi eventi significativi come la concessione della Bielorussia alla Russia di parte del proprio territorio di confine per l'attraversamento della frontiera ucraina, nonché l'incursione di nove caccia militari cinesi, in appoggio alla Russia, nella zona di identificazione aerea di Taiwan; sul fronte occidentale, invece, la continua militarizzazione dei Paesi di confine con la Russia, annessi negli ultimi decenni all'Unione Europea e alla NATO e la minaccia di sanzioni da parte dell'Unione Europea, che si sono storicamente dimostrate un inefficace strumento di pressione politica, con gravi ricadute sulla popolazione civile e sul nostro tessuto produttivo e fabbisogno energetico;

    le conseguenze socio-economiche di una guerra si riversano sempre soprattutto sulla popolazione civile, sia essa la parte lesa che subisce il conflitto o quella che lo determina, perché i conflitti armati non fanno mai sconti a nessuno e il risultato è sempre lo stesso: sofferenza, perdite di vite umane, violenze psicologiche, paura, devastazione, violazione di diritti e il forte aumento dei flussi migratori della popolazione in fuga;

    il nostro Paese, membro della NATO dal 1949, ha relazioni storiche sia con l'Ucraina che con la Russia. Quanto alla prima, nella sfera economica, dopo il 2015 l'Italia è diventata il partner numero uno in Europa per gli esportatori ucraini. A conferma di ciò, dal 1° gennaio 2016, data di inizio dell'area di libero scambio tra l'Ucraina e l'Unione Europea, l'export italiano verso l'Ucraina è cresciuto del 40 per cento. Con la Russia, invece, come evidenziato lo scorso 26 gennaio 2022 nel corso di un incontro tra la delegazione russa e un gruppo di imprenditori italiani, il nostro Paese ha legami economici principalmente collegati alla fornitura di gas russo, che rappresenta il 46 per cento dei consumi italiani, intensi rapporti di import-export, nonché importanti e storici rapporti bilaterali di amicizia e collaborazione nel settore economico, diplomatico e culturale, con oltre 500 imprese presenti nel Paese e rapporti bilaterali particolarmente intensi nel settore energetico, aerospaziale, automobilistico, agroalimentare, costruzioni, settore bancario ed assicurativa e investimenti diretti esteri (IDE);

    attraverso il cosiddetto «decreto Ucraina», l'Italia ha autorizzato il potenziamento di personale militare e dispositivi per la sorveglianza dello spazio aereo e navale sul fronte orientale della Nato e, a seguito della repentina escalation ha autorizzato altresì la presenza di 250 uomini in Lettonia, 130 soldati e 14 velivoli in Romania e 235 marinai, 2 navi e un aereo per il pattugliamento del Mar Nero. Infine verranno impiegate le cosiddette «forze ad alta prontezza»: 1.350 soldati, 77 mezzi terrestri, 2 navali e 5 aerei, cedendo altresì materiale militare non letale. Vengono stanziati inoltre fondi per gli aiuti umanitari in Ucraina, si procede al rafforzamento nel periodo del conflitto dell'Unità di Crisi del Ministero degli Esteri per la tutela dei connazionali all'estero e la Protezione Civile, che avrà la facoltà di intervenire anche in Ucraina in caso di emergenze umanitarie;

    il nostro Paese, secondo l'articolo 11 della nostra Costituzione, «ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo»;

    ai fini della risoluzione del conflitto, l'invio di ulteriori assetti, armi e contingenti non farebbe che alimentare la spirale pericolosa della guerra, mentre sarebbe altamente opportuno utilizzare tutti gli strumenti della diplomazia e favorire il dialogo tra tutte le parti;

    per concedere l'avvio e il coinvolgimento eventuale nelle operazioni NATO in Ucraina o per l'invio di personale militare nella stessa è necessario il voto del Parlamento, con tutte le dovute valutazioni sul rischio associato ai sistemi d'arma nucleare e all'aumento delle spese militari in un contesto di bilancio economico non già favorevole vista l'emergenza sanitaria che stiamo ancora fronteggiando e che ha portato ricadute economiche negative, primo fra tutti il calo del potere d'acquisto;

    al termine della guerra fredda e con la caduta del muro di Berlino, la NATO ha progressivamente perso la propria caratteristica di «Alleanza Difensiva», fino a mutare i propri principi generali in seguito agli eventi dell'11 settembre 2001, divenendo di fatto una vera e propria organizzazione militare tra i paesi membri, che storicamente si è dimostrata, più spesso, fattore di guerra e non di pace;

    la Commissaria europea agli affari interni ha recentemente comunicato che nel Consiglio dei Ministri dell'interno vi è appena stata un'ampia condivisione da parte di tutti gli Stati circa l'attivazione in favore degli ucraini in fuga, della direttiva 2001/55/CE sulla protezione temporanea in caso di sfollati. Questa Direttiva è attuata in Italia con decreto legislativo 7 aprile 2003, n. 85, in base al quale il Presidente del Consiglio dei Ministri con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri ne disciplina le modalità attuative. Tuttavia, nel nostro ordinamento già esiste un permesso di soggiorno per protezione speciale di cui all'articolo 19 comma 1.1 TUI, recentemente novellato dal decreto-legge n. 130 del 2020 che ha reintrodotto il riferimento agli obblighi costituzionali dell'Italia di cui all'articolo 5 comma 6 TUI, tipologia di permesso rinnovabile e convertibile per motivi di studio, lavoro, famiglia e formazione professionale. Il ricorso alla suddetta protezione speciale semplificherebbe anche il riconoscimento di tutele a cittadini ucraini già presenti in Italia in condizioni di soggiorno irregolare o precario e che non possono fare rientro nel Paese d'origine,

impegna il Governo:

   1) a rafforzare ogni azione diplomatica volta alla risoluzione del conflitto in atto, promuovendo il dialogo tra Stati;

   2) a non partecipare ad alcun intervento militare italiano, a non inviare armamenti letali, a ritirare gli assetti militari dispiegati e a farsi promotore dei valori di pace e dialogo in seno all'Unione europea, esortando gli stati membri all'invio solo di aiuti umanitari, escludendo armamenti e materiale bellico;

   3) a farsi promotore in sede internazionale di una politica di disarmo, promuovendo un nuovo progetto di sicurezza europea e internazionale fondato sulla cooperazione tra stati, non ispirata al militarismo;

   4) ad estendere ad un anno il visto per i cittadini ucraini regolarmente presenti sul territorio italiano titolari di Visto a qualunque titolo rilasciato;

   5) ad utilizzare lo strumento della protezione speciale di cui all'articolo 19 comma 1.1 del Testo Unico Immigrazione per il riconoscimento in capo ai cittadini ucraini e ai migranti in fuga, della citata protezione speciale, convertibile per motivi di lavoro, famiglia, studio e/o formazione professionale; altresì per consentire il riesame delle domande di protezione internazionale avanzate dagli stessi, già presenti sul territorio;

   6) a promuovere la neutralità dell'Ucraina in sede internazionale quale via pacifica di risoluzione del conflitto;

   7) a creare dei corridoi umanitari per la popolazione migrante in fuga dal paese, dando priorità a soggetti vulnerabili, quali malati oncologici e pediatrici, donne, bambini e anziani;

   8) a farsi promotore in seno all'Unione europea dei valori di pace e di non conflitto così come ribaditi dalla nostra Costituzione e promuovere disarmo e diplomazia quale unica via internazionale di risoluzione dei conflitti;

   9) ad attivarsi in tutte le sedi opportune al fine di promuovere e ospitare a Roma una Conferenza di pace e per il disarmo che coinvolga tutte le parti in conflitto;

   10) a coinvolgere maggiormente in tutte le fasi di discussione e approvazione delle scelte di Governo le forze politiche di maggioranza e opposizione al fine di instaurare uno spirito di piena collaborazione per tutelare maggiormente la posizione storicamente pacifista del nostro Paese.
(6-00208) «Suriano, Sarli, Ehm, Benedetti».


   La Camera,

   udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri sugli sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina;

   premesso che:

    nella notte dello scorso 24 febbraio la Federazione Russa ha avviato un attacco militare su larga scala nel territorio dell'Ucraina e delle autoproclamate repubbliche secessioniste di Donetsk e Lugansk, da lungo tempo sotto il controllo dei separatisti filorussi;

    per giustificare l'inizio delle manovre, il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha affermato che l'operazione militare nasce dalla volontà di difendere le minoranze russe e russofone dalle aggressioni del governo nazionalista di Kiev e mira a «demilitarizzare» e «denazificare» l'Ucraina;

    l'operazione militare russa si è spinta ben oltre le rivendicazioni territoriali delle autoproclamate repubbliche secessioniste causando già centinaia di vittime anche tra i civili ucraini e masse di sfollati riversatesi alle frontiere degli altri stati europei;

    l'operazione è l'ultimo deliberato e pericoloso sviluppo di una catena di eventi di un conflitto innescatosi in Ucraina nel 2014 con la caduta del governo filorusso di Viktor Janukovic, sostituito da un governo europeista, filoamericano e marcatamente antirusso, alla fine di un percorso analogo a quello di altre cosiddette «rivoluzioni colorate» occorse in quel periodo storico in altre repubbliche ex sovietiche;

    in quello stesso anno Mosca ha ripreso il controllo della Crimea, penisola a maggioranza russa riannessa alla federazione in seguito ad apposito referendum popolare del 16 marzo che si pronunciò in tal senso; tale referendum era stato preceduto dalla dichiarazione d'indipendenza dall'Ucraina dell'11 marzo, che faceva riferimento alla sentenza della Corte internazionale di giustizia sul Kosovo del 22 luglio 2010 la quale aveva affermato che la dichiarazione d'indipendenza del Kosovo non aveva violato il diritto internazionale né la Risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite;

    nella primavera del 2014, nel Donbass, area dell'Ucraina orientale a maggioranza russa, sono state proclamate le due repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk che, fino a oggi, sono state teatro di un ininterrotto conflitto armato tra le forze di Kiev e le due entità separatiste, riconosciute formalmente da Mosca solo lo scorso 21 febbraio 2022;

    in questi ultimi otto anni il Donbass è stato oggetto di numerosi bombardamenti da parte delle forze ucraine, con l'obiettivo di riprendere il controllo dei territori in mano ai separatisti russofoni;

    tali bombardamenti sembrerebbero aver provocato circa 14 mila morti, di cui molti civili tra la popolazione russa e russofona, ma tali operazioni non hanno ricevuto alcuna condanna da parte della comunità internazionale occidentale e non hanno ricevuto alcuna copertura mediatica nella stampa mainstream;

    più in generale, la crisi ucraina risente anche di un percorso trentennale che, venuta meno l'Unione sovietica, ha visto una costante espansione dell'Alleanza atlantica e della Nato in Europa orientale verso le frontiere della Federazione Russa, fino a mettere in discussione gli accordi e gli equilibri che hanno caratterizzato il periodo post-Guerra fredda;

    prima di avviare l'operazione militare il Cremlino ha richiesto irrevocabilmente il riconoscimento delle due repubbliche popolari del Donbass, il ritiro della richiesta ucraina di adesione alla NATO e la smilitarizzazione della regione;

    nella prospettiva di Mosca, infatti, l'ingresso dell'Ucraina nel dispositivo militare NATO avrebbe un elevato significato simbolico e, soprattutto, avrebbe delle immediate conseguenze per la sicurezza della Federazione Russa;

    nonostante alcune aperture da parte degli Stati Uniti e dell'alleanza atlantica sulla non immediata adesione dell'Ucraina alla NATO, l'approccio massimalista del Presidente Putin che fin da subito ha schierato l'esercito ai confini ucraini, ha portato la NATO alla mobilitazione di oltre 8mila soldati, in particolare in Polonia e nei Paesi Baltici, tale irrigidimento ha così determinato una brusca interruzione del dialogo e ha contribuito alla spirale di degenerazione culminata nell'aggressione russa;

    il 27 febbraio, a quattro giorni dall'inizio dell'operazione militare, le parti russe e ucraine hanno accettato di incontrarsi in un tavolo di negoziato da tenersi nella mattina del 28 febbraio nella città bielorussa di Gomel;

    nelle ore immediatamente successive all'annuncio del negoziato tra le parti in conflitto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato che «per la prima volta in assoluto» l'Unione europea finanzierà l'acquisto e la consegna di armi all'Ucraina per un valore di 500 milioni di euro;

    contestualmente, l'Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, Josep Borrell, ha dichiarato: «È caduto un altro tabù, che l'Europa non fornisce armi durante una guerra. Lo facciamo, perché viviamo in tempi senza precedenti»;

    nella stessa serata del 27 febbraio, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio, ospite di CTCF su Rai3, ha dichiarato che «l'Unione europea finanzierà l'acquisto di armi da dare a civili e militari ucraini»;

    fornire armi a un Paese in conflitto alla vigilia di un negoziato di pace è un atto che suscita estrema preoccupazione per le evidenti conseguenze che gettano benzina sul fuoco e pregiudicano il negoziato stesso;

    è altresì di ulteriore estrema gravità che tali armi vengano assegnate anche alla popolazione civile, aprendo le porte a uno scenario di caos e guerriglia dai risvolti drammatici per la stessa popolazione civile e prolungando a tempo indefinito la durata del conflitto;

    da ultimo, si rileva che fornire armamenti a un Paese in conflitto è vietato dalla legge 9 luglio 1990, n. 185, che regola l'esportazione e la fornitura dei materiali di armamento, ed è in pieno contrasto con i princìpi e le finalità della medesima;

    è inoltre opportuno ricordare che la soluzione del conflitto in corso non potrà certo passare attraverso l'imposizione di alcune sanzioni finanziarie che, non solo si sono storicamente dimostrate un inefficace strumento di pressione politica, ma avranno inevitabilmente gravi ricadute sul nostro tessuto produttivo, sul nostro sistema bancario – il più esposto in termini finanziari rispetto agli altri paesi europei – e sul nostro fabbisogno energetico;

    ancora più dannoso ai fini della risoluzione del conflitto sarebbe l'invio di ulteriori assetti, armi e contingenti alle frontiere con la Federazione Russa che, al contrario, non farebbe che alimentare la spirale della guerra;

    per addivenire a una risoluzione del conflitto è al contrario opportuno utilizzare tutti gli strumenti della diplomazia e favorire il dialogo tra tutte le parti;

    sia l'operazione decisa da Vladimir Putin, sia le novità assolute introdotte dall'Unione europea in termini di coinvolgimento militare e trasformazione della sua missione istituzionale, espongono l'ordine internazionale a rischi estremi e a un azzardo che rende il mondo più insicuro;

    nonostante la capacità di importazione annua tramite gasdotti sia notevolmente superiore rispetto alla media annuale dei consumi degli ultimi 10 anni, l'errata strategia energetica ha reso l'Italia estremamente vulnerabile nei confronti di una diminuzione di importazione di gas russo che potrebbe ripercuotersi sui prezzi e a cascata su famiglie e imprese;

    infine non bisogna sottovalutare gli effetti che il conflitto potrebbe generare in termini umanitari e di migrazioni di massa di persone costrette a scappare dalle zone oggi in conflitto e per le quali l'approccio più opportuno sarebbe quello di preparare una equa distribuzione degli accoglimenti almeno su scala europea al fine di garantire il pieno godimento dei diritti fondamentali;

    pesa il contesto del rischio associato ai sistemi d'arma nucleare da quando è stata posta fine al trattato INF sui missili nucleari a raggio intermedio, evento che ha aperto nuovi spazi per una pericolosa corsa agli armamenti in cui le grandi potenze nucleari guardano all'Europa come possibile teatro di dislocazione dei nuovi missili,

impegna il Governo:

   1) ad attivarsi in tutte le opportune sedi al fine di promuovere e ospitare a Roma una Conferenza di pace e per il disarmo che coinvolga tutte le parti in conflitto;

   2) a promuovere una soluzione diplomatica e contribuire a una de-escalation del conflitto astenendosi da qualsiasi iniziativa di tipo militare;

   3) a fornire aiuti umanitari e contributi alla cooperazione internazionale a sostegno della popolazione civile nelle aree interessate dal conflitto;

   4) anon partecipare ad alcuna operazione militare e a ritirare ogni assetto militare dispiegato;

   5) a non rafforzare il dispiegamento di armamenti e assetti militari in prossimità dei confini ucraini;

   6) a non fornire armi o armamenti all'Ucraina e a tutti i Paesi che potrebbero essere coinvolti direttamente o indirettamente nel conflitto;

   7) a promuovere una seria politica energetica pianificando interventi che puntino a rendere l'Italia gradualmente libera dalle fonti fossili mediante l'implementazione dell'energia da fonti rinnovabili nonché il risparmio energetico attraverso politiche di medio-lungo periodo di efficientamento energetico delle imprese e dell'edilizia pubblica e privata;

   8) a promuovere in sede europea immediate iniziative atte a dare il massimo conforto e accoglienza alle popolazioni che saranno costrette a scappare dai luoghi del conflitto prevedendo una equa ripartizione dei flussi migratori tra i Paesi Europei, tenendo altresì in considerazione i flussi migratori degli ultimi anni provenienti da altri Paesi;

   9) ad attivarsi in tutte le opportune sedi multilaterali al fine di impedire l'istituzione di nuove ulteriori sanzioni economiche contro la Federazione Russa che, inevitabilmente, colpirebbero anche l'Italia, a iniziare dalle restrizioni nel circuito SWIFT;

   10) a farsi promotore in seno all'Unione europea affinché vengano predisposte tutte le iniziative utili al fine di istituire una commissione di dialogo permanente tra le istituzioni europee e quelle russe finalizzata alla graduale rimozione delle sanzioni e delle controsanzioni attualmente in vigore tra Unione europea e Federazione Russa.
(6-00209) «Cabras, Colletti, Corda, Costanzo, Forciniti, Giuliodori, Maniero, Raduzzi, Sapia, Spessotto, Testamento, Trano, Vallascas, Vianello, Leda Volpi».


   La Camera,

   premesso che:

    condanna con la massima fermezza le azioni militari della Russia in Ucraina che apre scenari angoscianti, mette in pericolo la sicurezza globale e si pone in palese violazione del diritto internazionale ed in particolare della Carta delle Nazioni Unite che all'articolo 2 paragrafo 4 impone agli Stati di astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall'uso della forza dirette «contro l'integrità territoriale o l'indipendenza politica di qualsiasi Stato»;

    ritiene sia necessario il massimo impegno dell'Italia e dell'Unione Europea in ogni sede internazionale per la fine immediata delle ostilità, per una ripresa dei canali diplomatici e la costruzione di un processo di pace; ricorda l'inviolabile obbligo costituzionale di ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali ed esclude pertanto qualsiasi partecipazione militare dell'Italia al conflitto e la fornitura di armi;

    esprime la massima solidarietà alla popolazione ucraina coinvolta nel conflitto, alle donne, gli uomini e i bambini le cui vite sono state colpite da questo attacco ingiustificabile; ritiene che il tributo umano potrebbe essere catastrofico e che sia inaccettabile che le vittime principali di questo conflitto, come di ogni conflitto, siano le popolazioni civili inermi e guarda con angoscia al probabile aggravarsi della loro condizione;

    considera importanti le parole di Papa Francesco, che si schiera apertamente per la pace e contro la guerra ricordando che «chi fa la guerra dimentica l'umanità. Non sta dalla parte della gente, non guarda la vita concreta delle persone, ma mette davanti a tutto gli interessi di parte e di potere, si affida alla logica perversa e violenta delle armi. In ogni conflitto la gente comune è la vera vittima, che paga sulla propria pelle le follie della guerra. Penso agli anziani, a quanti in queste ore cercano rifugio, alle mamme in fuga con i loro bambini. Sono fratelli e sorelle per le quali è urgente aprire corridoi umanitari e che vanno accolti» e ribadendo che «chi ama la pace, come recita la Costituzione italiana, ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali»;

    considera urgente mettere in campo una risposta coordinata di aiuto umanitario alla popolazione colpita e che l'Italia e l'Unione Europea non facciano mancare il proprio contributo in questo senso. È fondamentale che sia consentito un accesso ed una agibilità operativa sicura e senza restrizioni per tutte le organizzazioni impegnate nell'aiuto e che allo stesso tempo siano strutturati corridoi umanitari per chi si trova costretto a lasciare il paese;

    tra le conseguenze umanitarie dell'attuale conflitto si prevede un numero altissimo di sfollati e rifugiati e che rispetto a queste persone non dovrà venir meno un impegno concreto ed effettivo di solidarietà e accoglienza. Constata tuttavia che, come già dimostrato in numerose altre situazioni come la recente crisi ai confini tra la Polonia e la Bielorussia, l'attuale quadro normativo dell'UE per l'accoglienza dei rifugiati risulta ancora inadeguato sia in termini di solidarietà che di garanzie per il rispetto del diritto internazionale;

    ritiene necessario definire a livello internazionale un meccanismo di accertamento oggettivo dei fatti per raccogliere le prove delle violazioni del diritto umanitario internazionale e degli abusi dei diritti umani negli attuali combattimenti, in quelli intercorsi negli anni precedenti e in qualsiasi occupazione che possa seguire;

    condanna il riconoscimento da parte della Russia della Repubblica Popolare di Donetsk e della Repubblica Popolare di Lugansk, ricorda però al contempo che gli accordi di Minsk avevano stabilito una tabella di marcia per la pace e la reintegrazione di quelle regioni controllate dai separatisti sotto uno «status speciale» e che questo impegno è stato disatteso. Ritiene che il riconoscimento dell'autonomia e il rispetto della popolazione russofona di queste regioni, nello spirito degli accordi di Minsk, può essere un elemento importante per la definizione di un nuovo equilibrio di pace;

    deplora con forza il rafforzamento di formazioni politiche e paramilitari di estrema destra in Ucraina, spesso protagoniste dei combattimenti nelle province separatiste e del condizionamento dell'agenda politica ucraina, anche per quanto riguarda la mancata applicazione di quei punti degli accordi di Minsk che prevedevano un'intesa con i separatisti e una maggiore autonomia di quelle regioni. Ricorda che diverse autorevoli fonti, tra cui Amnesty International e l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) hanno denunciato che tali formazioni si sono rese responsabili di numerose atrocità anche contro la popolazione civile. Sottolinea che qualsiasi correlazione con tali formazioni è di fatto incompatibile con «i valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze» esplicitati all'articolo 2 del Trattato sull'Unione Europea;

    ritiene che la progressiva espansione della NATO e, ancor più, un continuo incremento della sua capacità militare nell'est Europa sia stato un errore strategico grave e consistente. La crisi attuale dimostra la fallacia, anche in termini di deterrenza, di una politica fondata sulla polarizzazione e la corsa agli armamenti. È emblematico come nelle difficili giornate precedenti lo scoppio del conflitto, proprio mentre erano in corso tentativi diplomatici volti a prevenirlo, abbiamo assistito ad un atteggiamento volto ad inasprire e ad aumentare la tensione in assenza di un comportamento equilibrato volto a favorire una, pur difficile, de-escalation. Ricorda che la NATO è stata costituita sulla base di un accordo di difesa collettiva e che la sua finalità dovrebbe essere quella di assicurare la pace e la sicurezza, ritiene pertanto che andrebbe escluso qualsiasi suo coinvolgimento in questo contesto;

    constata che la crisi attuale trova tra le sue molteplici cause anche il venir meno di un approccio multilaterale alle relazioni internazionali e dalla forzatura ideologica e materiale su un sistema polarizzato che penalizza l'esercizio del dialogo e delegittima persino i luoghi in cui questo avviene. Il ruolo marginale svolto in questa crisi dalle Nazioni Unite e l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) sono un sintomo evidente di questa polarizzazione. Ritiene quindi che il necessario e urgente percorso di pace debba essere incardinato all'interno della rilegittimazione dei luoghi multilaterali dove poter ricercare, non senza fatica, soluzioni più avanzate e condivise che garantiscano l'effettiva sicurezza globale;

    l'Unione Europea è risultata in questi anni schiacciata in questo meccanismo di polarizzazione globale e non è stata capace di svolgere quel ruolo autonomo in un contesto multilaterale che sarebbe stato necessario. La difesa della pace, della democrazia e dei diritti umani nel mondo sono elementi costitutivi dell'Unione e su questi deve basarsi la sua azione esterna e quella autonomia strategica che oggi sembra essere distante dalla concretizzazione effettiva. All'Unione, che oggi vede ai propri confini un conflitto così drammatico e carico di possibili conseguenze per la propria sicurezza, spetta il compito di lavorare per il raffreddamento delle tensioni e per i processi di pacificazione attraverso gli strumenti della diplomazia e del negoziato. È interesse dell'Unione nel suo complesso farsi carico di tutte le paure di sicurezza del proprio confine orientale, ma nella consapevolezza che la strada di un progressivo e reciproco disarmo rappresenta l'unica effettiva garanzia di reciproca sicurezza per l'UE, per l'Ucraina e per la Russia;

    bisogna da subito lavorare, insieme all'immediato cessate il fuoco, alla convocazione di un negoziato di pace multilaterale che abbia al centro la definizione di un piano concreto di disarmo e smilitarizzazione reciproca dell'area. In questo contesto, attorno alla definizione di uno «status neutrale» per l'Ucraina, non escluso dallo stesso presidente Zelensky, è possibile lavorare per costruire delle garanzie di sicurezza e di pacificazione del conflitto;

    ritiene necessario sostenere, insieme all'immediato cessate il fuoco, la proclamazione di «Kiev città aperta», come proposto dalla Comunità di Sant'Egidio;

    il necessario percorso di disarmo deve riguardare in particolare le armi nucleari. Sebbene il Trattato di Non Proliferazione (TNP) rappresenti ancora oggi un riferimento imprescindibile, i progressi compiuti per quanto riguarda l'obiettivo di disarmo sono ancora molto limitati e i tentativi di conseguire l'universalizzazione del trattato non sono riusciti. Occorre quindi un avanzamento significativo che porti allo smantellamento almeno dei missili a lungo e medio raggio in Europa e nella Russia occidentale e una adesione formale ed effettiva anche al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW);

    considera che le sanzioni sono uno strumento di deterrenza da utilizzare sapendo discernere tra i vari strumenti a disposizione e da inserire progressivamente. Occorre evitare che le sanzioni determinino danni alla popolazione russa, come nel caso dell'universalizzazione dei divieti di visto, e conseguenze sociali per i cittadini europei. Sono invece sicuramente necessarie azioni forti contro i responsabili politici, le istituzioni finanziarie che li sostengono, ed è urgente concentrarsi sui patrimoni dei grandi oligarchi russi che hanno in Europa ingenti capitali. Questo richiederebbe una forte misura di trasparenza globale sui grandi patrimoni, che in questo contesto agevolerebbe la messa in campo di sanzioni effettivamente deterrenti e, più in generale, sarebbe un fondamentale strumento di contrasto alle pratiche diffuse di elusione fiscale;

    questa crisi geopolitica e militare è inevitabilmente legata nello suo sviluppo e nelle sue conseguenze alla questione energetica. La riduzione della dipendenza energetica dalla Russia è sicuramente necessaria, ma deve però svilupparsi nel quadro di una complessiva strategia che rifletta le ambizioni degli impegni assunti contro il cambiamento climatico. In questo senso bisogna evitare che la giusta riduzione della dipendenza energetica si traduca nella ricerca di forniture più costose e cariche di maggiori conseguenze ambientali, in rapporti economici subalterni o in pericolosi passi indietro come il ricorso al nucleare;

    ritiene di grande importanza il crescere in tutto il mondo di diffuse e grandi mobilitazioni per la pace, crede poi sia particolarmente preziosa la protesta della società civile che si è sviluppata in questi giorni in numerose città russe contro l'intervento militare e per la pace. In queste migliaia di donne e uomini risiede la speranza migliore per una vera costruzione di pace e per una più profonda democratizzazione della Russia. Condanna fortemente quindi la repressione e gli arresti dei manifestanti;

    ricorda che dalla Russia sono partiti in questi anni numerosi tentativi di interferenza nei processi democratici nei paesi europei. Abbiamo infatti assistito a contatti, connessioni politiche e presunti finanziamenti occulti a partiti, figure e movimenti politici della destra europea e alla organizzazione di campagne di disinformazione che hanno avuto spesso come bersaglio migranti, donne, comunità LGBITQ e minoranze,

impegna il Governo:

   1) ad utilizzare tutti i mezzi della diplomazia e della pressione internazionale per una cessazione immediata del conflitto;

   2) a ribadire alla Russia l'urgenza del ritiro delle proprie forze da tutto il territorio ucraino e la revoca immediata del riconoscimento della Repubblica Popolare di Donetsk e della Repubblica Popolare di Lugansk;

   3) a garantire il massimo supporto e un immediato aiuto umanitario alla popolazione coinvolta nel conflitto, lavorando al contempo per garantire passaggi e spazi d'azione sicuri per le agenzie internazionali e le organizzazioni non governative impegnate nel soccorso e nell'aiuto e per la costruzione di corridoi umanitari;

   4) ad escludere qualsiasi forma di reazione militare all'attacco russo in Ucraina e di fornitura di armi e a favorire una progressiva descalation e l'apertura di un tavolo negoziale;

   5) a sostenere la società civile pacifista che in queste giornate chiede una cessazione immediata delle ostilità;

   6) ad investire su un nuovo protagonismo dell'Unione Europea per la pace, nel quadro di una sua effettiva autonomia strategica, a riaprire una prospettiva di relazioni multilaterali, ad opporsi a progetti di ulteriore allargamento della NATO e a sostenere, anche in quella sede, un progressivo impegno di disarmo dall'area;

   7) a mettere in campo misure urgenti volte a mitigare le conseguenze sociali delle sanzioni e a farlo mantenendo un orientamento marcatamente redistributivo che guardi prioritariamente alla perdita di potere d'acquisto delle famiglie in maggiore difficoltà economica;

   8) a lavorare all'interno delle istituzioni dell'Unione Europea affinché a misure sanzionatorie dure come quelle predisposte corrisponda, in vista di una sua profonda e piena riforma, anche la sospensione del Patto di Stabilità e crescita;

   9) a definire misure di riduzione della dipendenza energetica dal gas che siano fondate sul potenziamento delle energie rinnovabili.
(6-00210) «Fratoianni».


   La Camera,

impegna il Governo:

   1) ad utilizzare tutti i mezzi della diplomazia e della pressione internazionale per una cessazione immediata del conflitto;

   2) a ribadire alla Russia l'urgenza del ritiro delle proprie forze da tutto il territorio ucraino e la revoca immediata del riconoscimento della Repubblica Popolare di Donetsk e della Repubblica Popolare di Lugansk;

   3) a garantire il massimo supporto e un immediato aiuto umanitario alla popolazione coinvolta nel conflitto, lavorando al contempo per garantire passaggi e spazi d'azione sicuri per le agenzie internazionali e le organizzazioni non governative impegnate nel soccorso e nell'aiuto e per la costruzione di corridoi umanitari;

   4) a sostenere la società civile pacifista che in queste giornate chiede una cessazione immediata delle ostilità;

   5) a mettere in campo misure urgenti volte a mitigare le conseguenze sociali delle sanzioni e a farlo mantenendo un orientamento marcatamente redistributivo che guardi prioritariamente alla perdita di potere d'acquisto delle famiglie in maggiore difficoltà economica;

   6) a lavorare all'interno delle istituzioni dell'Unione Europea affinché a misure sanzionatorie dure come quelle predisposte corrisponda, in vista di una sua profonda e piena riforma, anche la sospensione del Patto di Stabilità e crescita;

   7) a definire misure di riduzione della dipendenza energetica dal gas che siano fondate sul potenziamento delle energie rinnovabili.
(6-00210) (Testo modificato nel corso della seduta) «Fratoianni».


   La Camera,

   premesso che:

    nella notte tra mercoledì 23 e giovedì 24 febbraio 2022 la Federazione Russa ha lanciato un'offensiva imponente nei confronti dell'Ucraina e del suo popolo. Aggressione è stata avviata al termine di un messaggio televisivo lanciato dal Vladimir Putin in cui annunciava di aver deciso di «svolgere un'operazione militare speciale e mirata» in Ucraina orientale;

    le immagini giunte dall'Ucraina mostrano con drammatica evidenza l'effetto dell'attacco, con morti innocenti, feriti e distruzione. Un'intera popolazione civile indifesa costretta a nascondersi nei bunker e nelle metropolitane. Civili ostaggio di una folle aggressione militare ingiustificata che va condannata con fermezza, rappresentando una chiara violazione del diritto internazionale, una grave violazione dei diritti umani e della sovranità di un popolo e del suo diritto di autodeterminazione;

    a seguito di tali fatti, è iniziata una grande fuga dal Paese che, presumibilmente, porterà ad un importante flusso di profughi che necessiterà di aiuto umanitario;

    si ritiene pertanto necessario attivare urgentemente aiuti economici e umanitari a favore della popolazione ucraina e dei profughi, avviando progetti di accoglienza come i corridoi umanitari;

    il nostro Paese ha il dovere di compiere azioni decise affinché si interrompano queste ingiustificabili ostilità e si promuova la pace;

    l'esercito russo, attraverso azioni condotte con lancio di missili sulle principali città, comprese quelle dell'Ucraina centro-occidentale e sulla capitale Kiev, ha preso il controllo anche della zona della centrale nucleare di Chernobyl ChNPP-92, configurando seri rischi ambientali soprattutto nelle aeree ove vi è presenza di scorie;

    è essenziale evitare, in ogni conflitto, che centrali nucleari e siti di stoccaggio di materiali radioattivi possano rappresentare obiettivi militari;

    il conflitto ha evidenziato l'urgenza di riaprire una profonda riflessione a livello europeo sulla necessità di condividere un'unica politica estera comunitaria e di difesa;

    la situazione preoccupa tutti gli italiani. Dal lato economico, ad esempio, le forniture di gas sono arrivate a prezzi esorbitanti e rischiano di essere compromesse, sebbene sia stata annunciata la tenuta del nostro sistema di approvvigionamento energetico proveniente dall'estero, grazie al potenziamento di alcuni accordi in essere;

    tale contesto, tuttavia, impone una seria riflessione sull'importanza delle energie rinnovabili, intese come energie di pace e democrazia, che impediscono la dipendenza da soggetti esterni che possano orientare le posizioni italiane nelle relazioni internazionali, specialmente di fronte a situazioni così drammatiche;

    il sistema sanzionatorio, che rappresenta l'alternativa alla reazione militare, deve essere efficace per poter colpire un ampio ventaglio di interessi attraverso sanzioni severe nei confronti della Russia per l'aggressione militare in corso, escludendola, ad esempio, dal circuito finanziario internazionale di transazioni swift;

    pur confermando la più ferma contrarietà all'invio di armi, poiché in contrasto con la storica posizione dell'Italia repubblicana, la quale, in aderenza all'articolo 11 della Costituzione, esclude lo strumento militare come elemento di risoluzione dei conflitti; si ritiene possibile prevedere un supporto alle forze di resistenza ucraine solo in conseguenza di una chiara espressione dell'ONU, al fine di ristabilire la pace e la giustizia fra gli Stati. Pertanto, per procedere in via eccezionale in tal senso, si ritiene urgente un'espressione in merito da parte delle Nazioni Unite;

    gli eventi in corso rendono necessaria una seria e rapida riflessione relativa alla ratifica del trattato di proibizione delle armi nucleari da parte del nostro Paese;

    osservando nuovamente l'orrore della guerra, si ritiene necessario rilanciare il tema della riduzione delle spese militari, in favore dell'aumento della spesa di carattere umanitario, volto a migliorare la vita delle persone,

impegna il Governo:

   1) a sollecitare con forza il «cessate il fuoco» immediato e senza condizioni, nonché lo stop all'invio di armi per tutta la durata del processo negoziale tra le delegazioni ucraina e russa;

   2) in caso di fallimento dei colloqui negoziali tra Ucraina e Russia, con conseguente prosecuzione del conflitto armato, a determinare un eventuale invio di forniture di carattere militare all'Ucraina solo come conseguenza di una chiara espressione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite;

   3) ad attivare urgentemente i corridoi umanitari, incentivando, altresì, le missioni umanitarie in piena sicurezza, finalizzate alla salvaguarda della vita e all'accoglienza;

   4) a promuovere un dialogo congiunto attraverso azioni diplomatiche per favorire la risoluzione del conflitto a tutela dell'Ucraina;

   5) a lavorare per ripristinare i confini dell'Ucraina precedenti all'invasione;

   6) a promuovere, attraverso una collaborazione strutturata con l'intera comunità internazionale, un piano di ricostruzione del Paese;

   7) a lavorare per una vera smilitarizzazione di vaste aree di confine, che coinvolga in egual misura gli Stati confinanti, in accordo col governo russo;

   8) a chiedere all'agenzia internazionale per l'energia atomica di intervenire sui danni ambientali potenziali causati dalle azioni militari, con riguardo alla sicurezza dei siti, degli impianti e dei combustibili nucleari, al fine di scongiurare ogni possibile danno ambientale attivo o prevedibile;

   9) ad incentivare la conversione dei sistemi di approvvigionamento di energia potenziando al massimo quelli rinnovabili, nonché ad investire sull'efficientamento energetico per massimizzare l'autonomia del maggior numero di abitazioni civili, con particolare riguardo nei confronti delle famiglie a basso reddito;

   10) ad organizzare a livello europeo un centro di acquisto comune finalizzato al mantenimento di un prezzo calmierato delle risorse energetiche, che sia presente su un mercato ampio, per evitare la dipendenza dalle risorse provenienti dalla Federazione Russa;

   11) a sollecitare un rafforzamento della politica europea per la difesa e gli affari esteri, che miri anche alla risoluzione pacifica dei conflitti;

   12) a scongiurare, nel rispetto delle convenzioni internazionali, la distruzione e il saccheggio dei beni culturali dell'Ucraina e a sostenere la creazione di buffer zone per edifici di interesse storico culturale del Paese, in collaborazione con le Organizzazioni internazionali competenti;

   13) a ridurre la spesa militare, sollecitando la comunità internazionale ad orientarsi sulla stessa linea, al fine di conseguire la pace, indirizzando le risorse verso la cooperazione internazionale e la riduzione della povertà.
(6-00211) «Romaniello, Dori, Siragusa, Paolo Nicolò Romano».