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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 23 giugno 2021

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 23 giugno 2021.

  Amitrano, Ascani, Battelli, Bergamini, Berlinghieri, Berti, Billi, Boschi, Brescia, Brunetta, Campana, Carfagna, Carinelli, Casa, Castelli, Cavandoli, Cirielli, Colletti, Colucci, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, De Carlo, De Menech, Delmastro Delle Vedove, Luigi Di Maio, Di Stefano, Durigon, Fassino, Gregorio Fontana, Ilaria Fontana, Franceschini, Frusone, Galantino, Gallinella, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Gerardi, Giachetti, Giacomoni, Giorgetti, Grande, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Lapia, Liuni, Lollobrigida, Lombardo, Lorefice, Losacco, Lupi, Macina, Maggioni, Magi, Mandelli, Marattin, Melilli, Molinari, Molteni, Morelli, Mulè, Mura, Muroni, Nardi, Nesci, Occhiuto, Orlando, Paita, Parolo, Pastorino, Perantoni, Polidori, Rampelli, Ribolla, Rizzo, Rosato, Roberto Rossini, Rotta, Ruocco, Sasso, Scalfarotto, Schullian, Scoma, Scutellà, Serracchiani, Carlo Sibilia, Sisto, Spadoni, Speranza, Tabacci, Tasso, Testamento, Vignaroli, Zanettin, Zoffili.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Amitrano, Ascani, Battelli, Bergamini, Berlinghieri, Berti, Billi, Boschi, Brescia, Brunetta, Campana, Carfagna, Carinelli, Casa, Castelli, Cavandoli, Cirielli, Colletti, Colucci, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, De Carlo, Delmastro Delle Vedove, Luigi Di Maio, Di Stefano, Durigon, Fassino, Gregorio Fontana, Ilaria Fontana, Franceschini, Frusone, Gallinella, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Gerardi, Giachetti, Giacomoni, Giorgetti, Grande, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Lapia, Liuni, Lollobrigida, Lombardo, Lorefice, Losacco, Lupi, Macina, Maggioni, Magi, Mandelli, Marattin, Melilli, Molinari, Molteni, Morelli, Mulè, Mura, Muroni, Nardi, Nesci, Occhiuto, Orlando, Paita, Parolo, Perantoni, Polidori, Rampelli, Ribolla, Rizzo, Rosato, Rotta, Ruocco, Sasso, Scalfarotto, Schullian, Scoma, Scutellà, Serracchiani, Carlo Sibilia, Sisto, Spadoni, Speranza, Stumpo, Tabacci, Tasso, Testamento, Vignaroli, Zanettin, Zoffili.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 22 giugno 2021 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa della deputata:
   LAPIA: «Delega al Governo per l'istituzione di un corpo specialistico di polizia ambientale presso il Ministero della transizione ecologica» (3171).

  Sarà stampata e distribuita.

Annunzio di disegni di legge.

  In data 22 giugno 2021 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:

  dal Presidente del Consiglio dei ministri e dai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali e delle infrastrutture e della mobilità sostenibili:
   «Conversione in legge del decreto-legge 22 giugno 2021, n. 89, recante misure urgenti in materia di agricoltura e per il settore ferroviario» (3170).

  Sarà stampato e distribuito.

Modifica del titolo di proposte di legge.

  La proposta di legge n. 2973, d'iniziativa delle deputate CORNELI e DI LAURO, ha assunto il seguente titolo: «Disposizioni per il contenimento delle esternalità negative del consumo di carni rosse e carni lavorate sulla salute pubblica e sull'ambiente».

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   II Commissione (Giustizia)
  PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA POPOLARE: «Norme contro la propaganda e la diffusione di messaggi inneggianti a fascismo e nazismo e la vendita e produzione di oggetti con simboli fascisti e nazisti» (3074) Parere delle Commissioni I e X.

   Commissioni riunite VIII (Ambiente) e XIII (Agricoltura)
  CARETTA e CIABURRO: «Disposizioni per promuovere l'impiego di tecniche di telerilevamento mediante impulsi laser per il censimento e la gestione del patrimonio forestale nazionale» (3127) Parere delle Commissioni I, V, VII, XIV e Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   Commissioni riunite XII (Affari sociali) e XIII (Agricoltura)
  CORNELI e DI LAURO: «Disposizioni per il contenimento delle esternalità negative del consumo di carni rosse e carni lavorate sulla salute pubblica e sull'ambiente» (2973) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, VIII, X, XIV e Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Assegnazione di proposta di inchiesta parlamentare a Commissione in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, la seguente proposta di inchiesta parlamentare è assegnata, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:

   X Commissione (Attività produttive):
  BALDELLI: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti» (Doc XXII, n. 56) – Parere delle Commissioni I, II e V.

Annunzio di sentenze della Corte costituzionale.

  La Corte costituzionale ha depositato in cancelleria le seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:
  Sentenza n. 126 del 12 maggio-21 giugno 2021 (Doc. VII, n. 680),
   con la quale:
    dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 7-ter, comma 1, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4 (Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni), convertito, con modificazioni, in legge 28 marzo 2019, n. 26, sollevate, in riferimento agli articoli 1, 2, 3, 4, 27, primo e secondo comma, 29, 30 e 31 della Costituzione e al principio di ragionevolezza, nonché all'articolo 117, primo comma, della Costituzione – quest'ultimo in relazione all'articolo 6, paragrafo 2, della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU), firmata a Roma il 4 novembre 1950, ratificata e resa esecutiva con la legge 4 agosto 1955, n. 848, e all'articolo 48 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (CDFUE), proclamata a Nizza il 7 dicembre 2000 e adattata a Strasburgo il 12 dicembre 2007 – dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale ordinario di Palermo:
   alle Commissioni riunite XI (Lavoro) e XII (Affari sociali);

  Sentenza n. 127 del 12 maggio-21 giugno 2021 (Doc. VII, n. 681),
   con la quale:
    dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 438, comma 6, e 458, comma 2, del codice di procedura penale, sollevate, in riferimento agli articoli 24 e 111 della Costituzione, dal Tribunale ordinario di Lecce;
   alla II Commissione (Giustizia).

  La Corte costituzionale, in data 22 giugno 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia della seguente sentenza che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, è inviata alla II Commissione (Giustizia), nonché alla I Commissione (Affari costituzionali):
  Sentenza n. 128 del 9-22 giugno 2021 (Doc. VII, n. 682),
   con la quale:
    dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 13, comma 14, del decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183, recante «Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, di realizzazione di collegamenti digitali, di esecuzione della decisione (UE, EURATOM) 2020/2053 del Consiglio, del 14 dicembre 2020, nonché in materia di recesso del Regno Unito dall'Unione europea», convertito, con modificazioni, nella legge 26 febbraio 2021, n. 21.

Trasmissione dalla Corte dei conti.

  Il Presidente della Corte dei conti, con lettera in data 22 giugno 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 13, quinto comma, del decreto-legge 22 dicembre 1981, n. 786, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 1982, n. 51, e dell'articolo 7, comma 7, della legge 5 giugno 2003, n. 131, la relazione, approvata dalla Sezione delle autonomie della Corte dei conti in data 27 maggio 2021, sulla gestione finanziaria degli enti locali, per gli esercizi 2019 e 2020 (Doc. XLVI, n. 3).

  Questa relazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla V (Bilancio).

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 23 giugno 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della Fondazione Centro sperimentale di cinematografia, per l'esercizio 2019, cui sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 426).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

Trasmissione dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

  Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha trasmesso un decreto ministeriale recante variazioni di bilancio tra capitoli dello stato di previsione del medesimo Ministero, autorizzate, in data 16 giugno 2021, ai sensi dell'articolo 33, comma 4-quinquies, della legge 31 dicembre 2009, n. 196.

  Questo decreto è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla XIII Commissione (Agricoltura).

Trasmissione dal Ministro per i rapporti con il Parlamento.

  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 22 giugno 2021, ha trasmesso il parere reso dalla Conferenza unificata, nella seduta del 17 giugno 2021, sul disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, recante governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure (atto Camera n. 3146).

  Questo parere è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla VIII Commissione (Ambiente).

Trasmissione dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 22 giugno 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 4 e 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, la relazione in merito alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sugli orientamenti per le infrastrutture energetiche transeuropee e che abroga il regolamento (UE) n. 347/2013 (COM(2020) 824 final).

  Questa relazione è trasmessa alla X Commissione (Attività produttive) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 22 giugno 2021, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Promuovere un approccio europeo all'intelligenza artificiale (COM(2021) 205), corredata dal relativo allegato (COM(2021) 205 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite IX (Trasporti) e X (Attività produttive);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'applicazione del regolamento (CE) n. 1224/2009 del Consiglio che istituisce un regime di controllo unionale per garantire il rispetto delle norme della politica comune della pesca, come previsto a norma dell'articolo 118 per il periodo 2015-2019 (COM(2021) 316 final), che è assegnata in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura);
   Proposte di decisione di esecuzione del Consiglio relative all'approvazione della valutazione del piano per la ripresa e la resilienza dell'Austria (COM(2021) 338 final), della Slovacchia (COM(2021) 339 final) e della Germania (COM(2021) 341 final), corredate dai rispettivi allegati (COM(2021) 338 final – Annex, COM(2021) 339 final – Annex e COM(2021) 341 final – Annex), che sono assegnate in sede primaria alla V Commissione (Bilancio).
   Proposta di decisione di esecuzione del Consiglio relativa all'approvazione della valutazione del piano per la ripresa e la resilienza dell'Italia (COM(2021) 344 final), corredata dal relativo allegato (COM(2021) 344 final – Annex) e dal relativo documento di lavoro dei servizi della Commissione – Analisi del piano per la ripresa e la resilienza dell'Italia (SWD(2021) 165 final), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 22 giugno 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
  Con la predetta comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:
   Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2013/34/UE, la direttiva 2004/109/CE, la direttiva 2006/43/CE e il regolamento (UE) n. 537/2014 per quanto riguarda la comunicazione societaria sulla sostenibilità (COM(2021) 189);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Orientamenti della Commissione europea sul rafforzamento del codice di buone pratiche sulla disinformazione (COM(2021) 262);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni – Primi insegnamenti della pandemia di COVID-19 (COM(2021) 380 final);
   Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio – Le relazioni UE-Russia: contrastare, arginare e dialogare (JOIN(2021) 20 final).

Trasmissione dalla Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.

  La Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 13, comma 1, lettera n), della legge 12 giugno 1990, n. 146, le delibere adottate dalla Commissione, ai sensi delle lettere b), d), h) e i) del comma 1 dell'articolo 13 della legge 12 giugno 1990, n. 146, nei mesi di gennaio, febbraio, marzo, aprile e maggio 2021.

  Questa documentazione è trasmessa alla XI Commissione (Lavoro).

Richieste di parere parlamentare su atti del Governo.

  Il Ministro della cultura, con lettera in data 21 giugno 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, commi 9 e 10, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, le richieste di parere parlamentare sugli schemi di decreto ministeriale recanti:
   rimodulazione delle risorse del Fondo per la tutela del patrimonio culturale per gli anni 2016-2018, con riferimento alla regione Veneto (263);
   rimodulazione delle risorse del Fondo per la tutela del patrimonio culturale per gli anni 2019 e 2020, con riferimento alla regione Abruzzo (264);
   rimodulazione delle risorse del Fondo per la tutela del patrimonio culturale per gli anni 2019 e 2020, con riferimento alla regione Sicilia (265);
   rimodulazione delle risorse del Fondo per la tutela del patrimonio culturale per gli anni 2019 e 2020, con riferimento alla regione Umbria (266).

  Queste richieste sono assegnate, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla VII Commissione (Cultura), che dovrà esprimere i prescritti pareri entro il 13 luglio 2021.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

  Nell’Allegato A ai resoconti della seduta del 22 giugno 2021, a pagina 4, prima colonna, penultima riga, dopo la parola: «IX,» deve intendersi inserita la seguente: «X,».

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI IN VISTA DELLA RIUNIONE DEL CONSIGLIO EUROPEO DEL 24-25 GIUGNO 2021

Risoluzioni

   La Camera,
   premesso che:
    durante il prossimo Consiglio europeo del 24-25 giugno 2021, i Capi di Stato e di Governo degli Stati membri UE affronteranno le seguenti questioni: il coordinamento UE nel contrasto al COVID-19; la ripresa economica europea; il tema delle migrazioni. Il Consiglio europeo tornerà inoltre sulla situazione delle relazioni con la Turchia e con la Russia;
    i Capi di Stato e di Governo si concentreranno sulla situazione epidemiologica e sui vaccini e sugli ulteriori ostacoli per tornare alla libera circolazione;
    in questo quadro, si farà il punto sullo stato di attuazione del Certificato COVID Digitale dell'Unione europea, in vista della sua entrata in vigore il prossimo 1o luglio. Il Certificato è stato approvato dal Parlamento europeo lo scorso 8 giugno e il successivo 14 giugno si è quindi concluso l'iter legislativo della proposta di regolamento istitutiva del Certificato, con la firma da parte dei Presidenti delle tre istituzioni dell'Unione – Parlamento europeo, Consiglio dell'Unione europea e Commissione europea;
    il Certificato COVID Digitale dell'Unione europea risponde all'esigenza di agevolare la libera circolazione all'interno dell'Unione europea in condizioni di sicurezza durante la pandemia e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri. Esso fornisce un quadro comune per il rilascio, la verifica e l'accettazione di certificati inter-operabili relativi alla vaccinazione, ai test e alla guarigione dalla COVID-19;
    il tema della solidarietà verso i nostri partner internazionali continuerà ad essere attenzionato, anche alla luce del Vertice Mondiale sulla Salute che si è svolto a Roma lo scorso 21 maggio, in occasione della Presidenza di turno del G20 assunta dall'Italia, e della decisione da parte dell'Unione di donare almeno 100 milioni di dosi di vaccino entro la fine dell'anno a Paesi a reddito medio-basso o di ridistribuirlo ad altri Paesi europei;
    resta fondamentale che gli sforzi europei proseguano e si moltiplichino nel contesto delle iniziative globali per superare la pandemia, sostenendo il dispositivo COVAX per lo sviluppo, la produzione e un accesso equo ed universale ai vaccini anti COVID-19;
    in prospettiva, l'appuntamento di novembre dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per una Convenzione Quadro in materia di preparazione e risposta alla Pandemia, sarà un ulteriore passo in avanti per una risposta coesa e pronta a tutela della salute;
    la solidarietà globale portata avanti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità con l'Unione europea e altri organismi internazionali, resta per l'Italia un canale importante per la solidarietà vaccinale;
    l'Italia sostiene gli sforzi per contrastare la pandemia, da portare avanti in modo coordinato per conciliare la tutela della salute e la prospettiva di riapertura funzionali alla ripresa economica;
    il Consiglio europeo farà il punto sui progressi compiuti nell'azione comune per il rilancio economico attraverso Next Generation EU e si soffermerà anche sulla raccomandazione della politica economica dell'area euro che pone un forte accento sullo strumento per la ripresa e la resilienza;
    lo strumento Next Generation EU entra ora in una fase pienamente operativa grazie all'approvazione ed entrata in vigore della Decisione sulle Risorse Proprie. In questo contesto, l'Unione ha fatto il suo esordio sui mercati finanziari, con una prima emissione da 20 miliardi di euro e che per l'anno in corso dovrebbe arrivare a 185 miliardi di euro;
    l'Italia è in prima linea nel sostenere l'obiettivo strategico dell'Unione di trasformazione economica in senso digitale e verde, che sia altresì inclusiva. In questo senso, la Dichiarazione di Porto resta un punto di riferimento imprescindibile per contrastare l'esclusione sociale e la povertà;
    alla luce dell'intensificarsi degli sbarchi sulle coste italiane, su richiesta dell'Italia, formulata al Consiglio europeo straordinario del 24-25 maggio 2021, i Capi di Stato e di Governo torneranno ad affrontare il tema migratorio che costituisce una priorità strategica per l'Unione e che i leader non affrontavano in maniera esaustiva dal Consiglio europeo del 28-29 giugno 2018;
    l'attuale assetto europeo sulla gestione della migrazione e il Regolamento di Dublino si sono rivelati inadeguati al fenomeno, perché lasciano alcuni Paesi sovraesposti, come l'Italia;
    il tema della migrazione ha assunto un ruolo chiave nelle relazioni esterne dell'Unione europea e nell'agenda di politica estera, come sottolineato anche nel Nuovo Patto sulla migrazione e asilo, presentato dalla Commissione europea, che ha proposto un nuovo inizio in materia di migrazione, rafforzando la fiducia attraverso procedure più efficaci e cercando un equilibrio soddisfacente tra responsabilità e solidarietà;
    la Presidenza di turno portoghese ha riferito in occasione del Consiglio Giustizia e Affari Interni (parte Interno) dell'8 giugno 2021 sullo stato dell'arte evidenziando un sostanziale stallo su alcuni dei punti chiave del Patto;
    occorre superare lo stallo negoziale sul nuovo Patto europeo sulla Migrazione e l'Asilo, trovando nuovo impulso politico per convergere su un punto comune di azione ispirato ai criteri di responsabilità e solidarietà europea;
    occorre una maggiore protezione delle frontiere esterne e va scongiurato il rischio di uno sproporzionato accrescimento degli oneri e delle responsabilità che graverebbero sugli Stati membri frontalieri, già in difficoltà in quanto teatro di arrivi illegali e sbarchi a seguito delle operazioni di ricerca e salvataggio in mare;
    risulta pertanto fondamentale, nelle more di una riforma organica delle politiche di contenimento dell'immigrazione e del superamento di Dublino, assicurarsi che gli Stati di bandiera delle navi europee che effettuano operazioni di salvataggio in mare, collaborino all'individuazione di un porto di sbarco e si assumano la responsabilità dell'accoglienza delle persone soccorse, nel rispetto delle convenzioni internazionali sul diritto del mare;
    al contempo, è importante che l'Europa valuti la questione dell'emigrazione dei cittadini europei, considerato che in alcune aree si registra un forte spopolamento e calo demografico, in particolar modo nei Paesi dell'Est Europa, ma anche nelle aree del Sud europeo;
    come convenuto al Consiglio Europeo di marzo scorso, i Capi di Stato e di Governo torneranno sul tema delle relazioni con la Turchia, alla luce dell'interesse strategico ad assicurare un ambiente stabile e sicuro nel Mediterraneo orientale, nell'interesse dell'Unione europea e degli Stati Membri;
    sono cessati negli ultimi mesi gli atti unilaterali e provocatori da parte turca nel Mediterraneo orientale e sono ripresi i colloqui esplorativi tra Ankara e Atene che hanno consentito la ripresa di un dialogo;
    sono tuttavia necessari ancora ulteriori sforzi e maggiore impegno, in particolare da parte turca, per affrontare e risolvere i nodi tuttora irrisolti nell'area;
    come convenuto nel corso del Consiglio europeo di marzo scorso, a fronte di questi primi segnali positivi, l'Unione europea ha avviato il lavoro tecnico necessario per costruire un'agenda positiva con la Turchia, cominciando col sollecitare l'adempimento da parte di Ankara degli obblighi derivanti dall'Unione doganale con l'Unione europea, anche in vista della sua possibile modernizzazione;
    il rispetto degli obblighi derivanti dall'Unione doganale – e in prospettiva la sua modernizzazione – è necessario anche nell'interesse delle aziende italiane;
    appare nell'interesse dell'Unione europea – e del nostro Paese – avviare un dialogo politico costruttivo su temi di comune interesse, dalla salute, al clima, alle crisi regionali, alle migrazioni e alla lotta al terrorismo;
    pur essendo ripresi i colloqui informali sulla questione cipriota sponsorizzati dalle Nazioni Unite, non è stato ancora possibile stabilire una piattaforma negoziale che rispetti le pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite;
    permane la necessità di un ben più forte impegno da parte di Ankara nel rispetto dei diritti umani fondamentali, compresi i diritti delle donne, dello stato di diritto e dei valori europei, a partire dalla richiesta di rientro nella Convenzione di Istanbul e della ferma condanna per la repressione sistematica di molte voci dell'opposizione;
    sulla Russia, durante la riunione straordinaria del 24-25 maggio scorso, il Consiglio europeo ha condannato le attività illegali e destabilizzanti di Mosca contro l'Unione europea e i suoi Stati membri, come indicato dai leader UE nei punti 11-15 delle Conclusioni adottate;
    l'Alto rappresentante e la Commissione hanno presentato una relazione contenente opzioni strategiche sui rapporti UE-Russia in linea con i «cinque principi-guida», in vista della sua riunione del giugno 2021;
    il Consiglio europeo, in linea con le conclusioni di maggio, terrà un dibattito sullo stato delle relazioni tra l'Unione e la Russia, sulla base del predetto rapporto,

impegna, quindi, il Governo:

   1) a rafforzare la strategia europea per i vaccini volta a garantire la produzione e la distribuzione universale, equa e gratuita di vaccini sicuri ed efficaci, e al contempo potenziare la ricerca per trovare una cura appropriata ragionando anche su protocolli mirati ad evitare l'ospedalizzazione attraverso cure domiciliari più efficienti, nonché proseguire sulla strada del coordinamento a livello europeo, nella lotta contro il COVID-19 e, anche al fine di prevenire future crisi, rafforzare l'Unione sotto il profilo della sua incisività nel garantire e proteggere la salute;
   2) ad assicurare, in raccordo con la Commissione europea, lo sviluppo della capacità industriale interna all'Unione europea, garantendo anche la concorrenza leale contro le distorsioni di attori economici di Paesi extra-UE, in difesa degli assetti strategici e dei dati dell'Unione europea, e rafforzando il suo potenziale di ricerca con la nascita dell'incubatore HERA nonché quella mirante alla produzione di vaccini COVID-19 nel territorio italiano;
   3) a lavorare in ambito europeo per rafforzare la farmaco-vigilanza e rafforzare la sicurezza di tutti i vaccini, nonché a coordinare azioni comuni europee di sorveglianza attiva e sequenziamento genomico del COVID-19 per controllare lo sviluppo delle varianti;
   4) a farsi promotore della rapida attuazione dal 1o luglio 2021 della normativa europea in materia di «certificati COVID digitali dell'Unione europea» al fine di consentire, nel rispetto della protezione dei dati e della privacy e senza l'introduzione di discriminazioni, un approccio coordinato riguardo ai viaggi e una riapertura sicura e duratura della circolazione all'interno dei confini europei, assicurando anche che nel contemperare le esigenze legate alla libertà di movimento delle persone con la prioritaria garanzia della salute pubblica sia rispettato il principio di proporzionalità;
   5) a ribadire, in linea con la Dichiarazione del Vertice G7 di Carbis Bay, di essere in prima linea nello sforzo internazionale per un accesso universale, equo e gratuito ai vaccini su scala globale, soprattutto nei confronti dei Paesi terzi a basso e medio reddito, al fine di velocizzare la campagna di immunizzazione e riaffermare il ruolo solidale dell'Unione europea anche con riguardo alla diplomazia vaccinale;
   6) a moltiplicare gli sforzi in ambito europeo per supportare gli strumenti di solidarietà internazionale nei confronti dei Paesi terzi ed in particolare di quelli vulnerabili, a partire dalla COVAX facility e dall'iniziativa della Commissione europea, nell'ambito di Team Europa, volta alla produzione di vaccini e tecnologie sanitarie nei Paesi a basso e medio reddito, per assicurare un equo ed efficace accesso ai vaccini su scala globale, indipendentemente dal livello di reddito;
   7) ad adoperarsi nel quadro dell'Unione europea e nelle altre sedi multilaterali rilevanti con riguardo alle discussioni sulla proprietà intellettuale, affinché si possa derogare temporaneamente per i vaccini anti-COVID-19 al regime ordinario dell'accordo TRIPS sui brevetti o altri diritti di proprietà intellettuale, prevedendo anche il trasferimento del know-how necessario, con l'obiettivo di fornire una risposta robusta e rapida alla pandemia;
   8) a continuare a garantire il coordinamento in ambito sanitario tra gli Stati membri dell'Unione europea, con l'impegno di rafforzare le competenze dell'Unione in materia, migliorare la capacità europea di salvaguardare la libera circolazione e combattere le gravi minacce per la salute dei cittadini europei su scala continentale e globale come la pandemia COVID-19;
   9) ad affermare che « Next Generation EU» resta uno strumento fondamentale per la transizione ecologica e digitale e per stimolare la ripresa economica, insieme ad adeguate misure di sostegno di livello nazionale nel quadro delle misure europee come l'attivazione della clausola di salvaguardia del Patto di Stabilità e Crescita fino al 2022 e il quadro temporaneo sugli aiuti di Stato;
   10) ad attivarsi in tutte le opportune sedi istituzionali europee per aprire la strada alla possibilità di rendere permanente NGEU quale meccanismo di aiuti comunitari che poggia sulla emissione di debito comune;
   11) a perseguire un'Autonomia Strategica Aperta dell'Unione europea, a partire da una tutela delle catene di valore e della logistica e dall'approvvigionamento delle materie prime;
   12) a valorizzare tutte le opportunità offerte dall'avvio di Next Generation EU, anche in considerazione dell'avvio della Conferenza sul Futuro dell'Europa, per le future riforme delle politiche di bilancio e fiscali dell'Unione, che chiudano definitivamente la politica dell’Austerity e con particolare riguardo all'introduzione di nuove risorse proprie europee che non pesino sui bilanci nazionali, a partire dalla tassazione digitale, all'adozione di nuove regole comunitarie antielusione e antidumping, all'auspicabile revisione dei criteri del Patto di Stabilità e Crescita, nonché, sulla scia degli accordi raggiunti nel recente vertice G7, alla previsione di un'aliquota minima comune globale per la tassazione delle multinazionali;
   13) a porre il tema migratorio al centro del dibattito politico europeo, con particolare riferimento al tema della solidarietà nei confronti degli Stati membri di primo ingresso, a promuovere una politica migratoria comune dell'Unione europea, che sia parte integrante dell'azione esterna dell'Unione europea e a contrastare, anche con strumenti finanziari adeguati, tutte le rotte della migrazione illegale e il traffico di esseri umani, con un'attenzione particolare al mar Mediterraneo;
   14) a rafforzare la cooperazione dell'Unione europea con le Nazioni Unite, in particolare con l'UNHCR e con l'OIM, sui corridoi umanitari e al fine di garantire assistenza umanitaria e rispetto dei diritti umani nella gestione migratoria, garantendo allo stesso tempo una puntuale e piena attuazione della proposta della Commissione europea del 27 marzo scorso sulla Strategia dell'Unione europea per i rimpatri volontari, nel rispetto delle convenzioni internazionali a tutela dei diritti umani;
   15) a promuovere un impegno duraturo dell'Unione europea per la stabilità della Libia, riprendendo il ruolo centrale che l'Unione europea deve avere nelle questioni riguardanti il Paese, ruolo che negli ultimi anni è stato assunto da attori extra-UE, e, più in generale, ad adottare iniziative e partenariati, mirati ad un rafforzamento della collaborazione con i Paesi di origine e transito, per la definizione e il perfezionamento degli accordi bilaterali, accompagnati da adeguati incentivi alla riammissione per facilitare intese in merito, con i Paesi del Mediterraneo del Sud, e con i Paesi di origine e di transito, con priorità dunque a Nord Africa, Sahel, Corno d'Africa per affrontare le cause dei flussi migratori e ridurli;
   16) ad assicurare che, nei partenariati strategici dell'Unione europea con i Paesi dell'Africa del Nord, siano garantiti adeguati dispositivi per la sicurezza delle imprese che operano nel Mediterraneo per un'effettiva ripresa economica nell'interesse delle due sponde;
   17) ad invitare la Commissione a proporre misure finanziarie immediate usando tutti gli strumenti a sua disposizione per assicurare che, in vista della piena attuazione dello Strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI), il supporto finanziario dell'Unione europea per la sua strategia migratoria venga ulteriormente rafforzato, attraverso un incremento dei programmi di cooperazione all'uopo destinati, anche utilizzando il quadro più generale offerto dalla Strategia UE-Africa, volta a creare ulteriori condizioni di sviluppo del continente africano;
   18) a superare l'attuale disciplina della gestione dei flussi migratori, basata su uno strumento, il Regolamento di Dublino, non più efficace e inadatto a gestire in maniera solidale i flussi in arrivo che riguardano un ristretto numero di Paesi UE, a partire dall'Italia;
   19) a scongiurare che elementi distorsivi dell'attuale sistema, quale tra gli altri l'iniquo principio dello stato di primo approdo, sia mantenuto nel nuovo quadro europeo per la migrazione e l'asilo attualmente in discussione;
   20) nel quadro delle nuove proposte sul Nuovo Patto sulla Migrazione e l'Asilo, a superare lo stallo negoziale sulle trattative relative al regolamento dell'Agenzia europea per l'asilo (Easo), con forme di solidarietà permanenti ed efficaci tra gli Stati membri incentrate su meccanismi di redistribuzione per la gestione degli arrivi;
   21) con riguardo alle operazioni di salvataggio in mare (SAR), a lavorare per un cambio di prospettiva che miri a realizzare una politica europea per i corridoi umanitari, intensificando gli sforzi per contrastare le reti di trafficanti di esseri umani, in modo da assicurare una gestione controllata e legale delle partenze nel Mediterraneo verso il territorio UE e garantendo il rispetto delle convenzioni internazionali sul soccorso in mare e la piena funzionalità ed operatività dei dispositivi di soccorso marittimo europei;
   22) a continuare a lavorare velocemente per un meccanismo strutturato, stabile e permanente di redistribuzione obbligatoria dei migranti che giungono sul territorio degli Stati membri di frontiera dell'Unione europea, al fine di assicurare una gestione efficace degli arrivi attraverso l'esame delle domande d'asilo, l'accoglienza di chi ha diritto alla protezione internazionale e rimpatri da realizzare in tempi rapidi e certi attraverso procedure comunitarie di coloro che non hanno titolo per rimanere in Europa;
   23) sulla Turchia, a incoraggiare la prosecuzione dell'impegno con Ankara dall'astenersi da provocazioni nei confronti di Stati Membri e a rendere strutturale il dialogo costruttivo con tutti i Paesi della regione, volto ad assicurare un ambiente stabile, sicuro e cooperativo nel Mediterraneo orientale, nel pieno rispetto del diritto internazionale e delle risoluzioni delle Nazioni Unite;
   24) a sostenere un'agenda positiva con la Turchia, condizionata all'impegno turco a dialogare costruttivamente con Bruxelles anche in materia di diritti umani, a partire dalla richiesta di rientro nella Convenzione di Istanbul; inoltre, a valutare di preservare, nel quadro del rigoroso rispetto dei valori europei – in particolare sulla tutela delle minoranze e delle opposizioni –, gli spazi politici per collaborazioni in settori strategici a partire dal clima, la salute, le migrazioni, le crisi regionali e la lotta contro il terrorismo;
   25) a sollecitare, anche nell'interesse delle imprese italiane, il rispetto da parte turca degli obblighi derivanti dall'Unione Doganale con la Unione europea, anche in vista della sua modernizzazione;
   26) con riguardo alla Russia, a proseguire la riflessione strategica sulle relazioni con Mosca sulla base del contributo di riflessione della Commissione e dell'Alto Rappresentante, per definire a livello europeo una posizione comune e solidale e definire, in linea con i «cinque princìpi-guida» una visione di lungo termine sui nostri interessi nelle relazioni con la Russia;
   27) a esprimere in questo contesto preoccupazione per un atteggiamento di Mosca, con ricadute particolarmente negative anche sul tema dei diritti umani, come testimoniano gli sviluppi del caso Navalny e i provvedimenti che stanno progressivamente restringendo la sfera delle libertà fondamentali in Russia;
   28) in linea con i punti 11-15 delle Conclusioni del Consiglio europeo straordinario di maggio, a condannare le attività illecite e destabilizzanti di Mosca, ribadendo la solidarietà europea a tutti i partner coinvolti;
   29) in cooperazione con gli USA, a riprendere un'interlocuzione con Mosca, che resta un attore internazionale di primario rilievo e con il quale non possiamo non dialogare su temi globali e regionali rispetto ai quali essa può svolgere un ruolo sostanziale e positivo, alla luce di un interesse effettivo a percorrere la strada del dialogo e di un approccio cooperativo.
(6-00191) «Galizia, Giglio Vigna, De Luca, Marrocco, Colaninno, Fornaro, Pettarin, Schullian, Colucci, Ermellino, Tasso».


   La Camera,
   in occasione della riunione del Consiglio europeo che avrà luogo a Bruxelles il 24 e 25 giugno 2021 udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio,
   premesso che:
    il primo punto dell'ordine del giorno concerne la situazione epidemiologica e vaccinale e gli sforzi di coordinamento in risposta alla pandemia di COVID-19, affrontando gli eventuali ostacoli rimanenti in relazione al diritto alla libera circolazione in tutta l'Unione europea;
    le campagne di vaccinazione in corso presso tutti gli Stati europei stanno producendo gli effetti sperati, abbattendo in modo significativo i contagi ma la situazione resta ancora grave – soprattutto a causa delle nuove varianti che stanno dilagando in Gran Bretagna e Portogallo – ed è fondamentale rafforzare la preparazione e la cooperazione tra gli Stati membri, accelerare gli sforzi di vaccinazione e promuovere la solidarietà europea;
    con il miglioramento della situazione sanitaria generale, tutti gli Stati membri hanno iniziato a revocare alcune delle misure applicate a livello nazionale o regionale, tra le quali rientrano l'eliminazione graduale dei controlli alle frontiere e il pieno ripristino della libera circolazione delle persone che era stata limitata a causa della pandemia;
    è stato introdotto, dal 1o luglio 2021, il certificato COVID digitale UE con l'obiettivo di agevolare la libera circolazione delle persone in condizioni di sicurezza durante la pandemia di COVID-19 e rilanciare il settore del turismo;
    tale certificato potrà, infatti, essere una efficace risposta alla necessità invocata di poter riprendere a viaggiare senza necessità di sottoporsi a quarantene e di salvare i flussi turistici previsti per l'estate a patto che sia realmente garantita la possibilità di vaccinarsi a chiunque ne faccia richiesta e non sia comunque discriminatorio;
    in occasione del Consiglio europeo straordinario degli scorsi 24 e 25 maggio, i leader dell'Unione hanno ribadito la necessità di una risposta al COVID-19 su scala mondiale e che l'Unione, essendo il maggiore esportatore nel mondo di vaccini anti COVID-19, continuerà ad adoperarsi per aumentare le capacità mondiali di produzione al fine di soddisfare il fabbisogno globale;
    in quella occasione il Consiglio europeo ha chiesto che fossero intensificati i lavori per garantire un accesso equo ai vaccini anti COVID-19, e ha ribadito la determinazione dell'Unione europea e dei suoi Stati membri ad accelerare la condivisione dei vaccini per sostenere i paesi bisognosi, con l'obiettivo di donare almeno cento milioni di dosi entro la fine dell'anno, e a contribuire allo sviluppo delle capacità produttive locali in linea con la dichiarazione di Roma del vertice mondiale sulla salute;
    al secondo punto dell'ordine del giorno i Capi di Stato europei esamineranno lo stato di avanzamento dell'attuazione di Next Generation EU;
    tra aprile e maggio la maggior parte dei Governi nazionali ha presentato i propri piani per gli investimenti e le riforme, con tappe e obiettivi chiari per accedere ai finanziamenti per la ripresa;
    dopo la ratifica della decisione sulle risorse proprie da parte di tutti gli Stati membri, l'Unione europea può iniziare a mettere a disposizione finanziamenti nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza; gli Stati membri riceveranno un prefinanziamento pari al 13 per cento dell'importo totale stanziato per rilanciare la ripresa;
    è di ieri la notizia dell'approvazione da parte della Commissione europea del Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano, grazie alla quale sarà autorizzata la percentuale di prefinanziamento all'Italia, pari a circa 25 miliardi di euro;
    stando alle dichiarazioni riportate, la Commissione europea avrebbe ritenuto che il PNRR italiano «rappresenta una risposta bilanciata e completa alla situazione economica e sociale, contribuisce in maniera efficace ad affrontare le sfide identificate dalle raccomandazioni, e rafforza il potenziale di crescita, la creazione di posti di lavoro, e la resilienza economica, sociale ed istituzionale»;
    nella sua valutazione, in particolare, la Commissione ha assegnato una «A» alle misure ma una «B» all'aspetto dei costi, perché l'Italia come altri Paesi non è riuscita a rispettare le rigide indicazioni sulla definizione dei costi delle misure, e quindi le stime si sono perlopiù basate su costi di misure simili, con un risultato di eccessiva approssimazione;
    nell'ambito della sua predisposizione il Piano nazionale di ripresa e resilienza non è mai stato compiutamente esaminato dal Parlamento, il quale ha dovuto approfondire e votare la bozza presentata dal precedente Governo e modificata prima della sua presentazione ufficiale all'Europa da parte del Governo attualmente in carica;
    in sede di approvazione parlamentare della proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza, lo scorso 31 marzo, il Gruppo di Fratelli d'Italia aveva chiesto al Governo di impegnarsi formalmente a «trasmettere al Parlamento il Piano definitivo prima che sia trasmesso all'Unione europea e al rispetto delle prerogative del Parlamento nelle fasi di esame e approvazione dei singoli stati di attuazione del Piano, nonché nella elaborazione di modalità procedurali che permettano la effettiva fruizione delle risorse nei tempi previsti», e a «enunciare con chiarezza quali riforme strutturali si intenda realizzare per “accompagnare” l'attuazione del Piano, e a riconoscere il ruolo preminente del Parlamento nell'adozione delle stesse»;
    a entrambi questi impegni, come, in maniera ancora più plateale, a quello che invitava il Governo «a presentare al Parlamento la proposta di PNRR definitiva prima che sia trasmessa all'Unione europea come allegato al Documento di economia e finanza (DEF), o comunque in tempo congruo affinché possa essere esaminata nel merito», l'attuale maggioranza parlamentare sia nelle file parlamentari sia nella compagine di Governo ha opposto un netto rifiuto;
    tale atteggiamento, ulteriormente rinforzato dalla mancanza di un vero esame – e voto – parlamentare del testo definitivo, confermano ancora una volta l'esautorazione del Parlamento e l'assenza della benché minima forma di rispetto delle sue prerogative;
    il terzo punto dell'ordine del giorno riguarda la situazione migratoria lungo le varie rotte:
     è rilevante l'osservazione dei dati sulle migrazioni nel nostro Paese; dati che diventano sempre più allarmanti di giorno in giorno: a decorrere dal 1o gennaio 2021 fino a ieri, 22 giugno, infatti, il cruscotto statistico del Ministero dell'interno ha registrato 19.320 migranti sbarcati, più del triplo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e più di 16.000 in più rispetto allo stesso periodo del 2019;
     le proposte normative incluse nel Nuovo patto sulla migrazione e l'asilo, presentate dalla Commissione europea il 23 settembre 2020 (dopo che erano già state preannunciate negli orientamenti della Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen), intervengono in un contesto caratterizzato dal sostanziale stallo dell'iter normativo dell'iniziativa di complessiva riforma del Sistema europeo comune di asilo (CEAS) del 2016;
     particolare rilievo, in tale ambito, assumeva la proposta di modifica del regolamento sui criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l'esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un Paese terzo o da un apolide (il cosiddetto regolamento di Dublino);
     il nuovo Patto non sostituisce integralmente le proposte del 2016, ma è dovuto al fatto che la Commissione ha ritenuto opportuno intervenire sulle proposte del 2016 volte a riformare il regime di Dublino e in materia di procedura di asilo, nella consapevolezza che le precedenti iniziative normative avevano provocato significative distanze tra le posizioni assunte dai Governi degli Stati membri in sede di Consiglio dell'Unione europea e anche nell'ambito del dibattito interistituzionale;
     in sintesi, la proposta della Commissione si compone di cinque proposte di Regolamento, e da una Comunicazione, in cui viene riaffermato il principio secondo il quale nessuno Stato membro dovrebbe accollarsi una responsabilità sproporzionata, mentre tutti gli Stati membri dovrebbero contribuire alla solidarietà su base costante; l'approccio seguito dovrebbe essere – quindi – globale, in grado di contemplare le politiche nei settori della migrazione, dell'asilo, dell'integrazione e della gestione delle frontiere;
     la «tabella di marcia», contenuta nell'allegato alla predetta Comunicazione, stabilisce una serie di scadenze concentrate in un arco di tempo che inizia dall'ultimo trimestre 2020 all'intero 2021; l'elenco contiene, da un lato, le prossime iniziative della Commissione europea, dall'altro, le date entro le quali, auspicabilmente, Parlamento europeo e Consiglio dell'Unione europea dovrebbero concludere l'iter normativo delle proposte messe in campo;
     attenzione va data alle attività di interferenza delle Organizzazioni Non Governative durante le operazioni di contrasto all'immigrazione clandestina o di salvataggio in mare, che cagionano, in molti casi, un rallentamento delle operazioni stesse oltre che la necessità di utilizzare per altro scopo, risorse umane ed economiche per altro già insufficienti alla missione assegnata;
    in seguito all'incontro svoltosi il 21 giugno tra Mario Draghi e Angela Merkel in vista del Consiglio Europeo è emerso un comune impegno di aiuto reciproco e di revisione dei meccanismi di riallocazione, visto che la Cancelliera ha riconosciuto che l'Italia è un Paese di arrivo mentre gli altri Paesi europei sono perlopiù colpiti dai flussi secondari;
     il Presidente Draghi ha ribadito la linea del processo di Berlino sulla Libia che dovrebbe vedere un maggiore impegno dell'Unione europea in quell'area, sostenendo come sia necessario contenere i flussi di immigrazione illegali, ma anche organizzare l'immigrazione legale, aiutando i Paesi oltremare a trovare la pace;
     la comunanza di vedute tra Italia e Germania sulla dimensione esterna dovrebbe riguardare una maggiore presenza dell'Unione europea nel Nord Africa, non solo in Tunisia e in Libia, ma anche in Sahel, Mali Etiopia, Eritrea;
    con riferimento alla politica estera i leader riprenderanno le discussioni sulle relazioni con la Turchia:
     la Turchia del presidente Erdogan ha assunto, da tempo, una pericolosa deriva islamista che nella politica domestica si estrinseca nella compressione dei più elementari diritti politici e sociali dei cittadini, mentre nella politica estera si traduce nella costante eccitazione di una logica di scontro di civiltà in nome dell'islamismo politico;
     nel contesto della guerra all'Isis in Siria, i funzionari turchi hanno garantito accoglienza all'interno dei confini del Paese della mezzaluna ai militanti di Isis che scappavano dai curdi, fatto confermato dalla notizia che molti jihadisti catturati dai curdi nel Nord della Siria fossero in possesso di documenti per entrare e uscire regolarmente dal territorio turco e abbiano affermato di essere stati assistiti da funzionari turchi;
     secondo diversi osservatori Erdogan sarebbe il principale sponsor del terrorismo jihadista nella regione, una sorta di padrino per i «fratelli» del Califfato, che in Turchia sono sostenuti e protetti;
     la Turchia svolge anche un ruolo di primo piano nel finanziamento delle moschee e degli imam in Europea; a titolo esemplificativo, ma non esaustivo, a Strasburgo è in fase di costruzione la moschea più grande d'Europa che verrà completata nel 2025; il progetto, che comprende la costruzione di due minareti alti 36 metri e ha un costo complessivo di oltre 36 milioni di euro, è finanziato e supportato da due associazioni islamiche turche. Mili Gorus e il Comité de coordination des musulmans tures de France (Ccmtf), vicine all'islamo-nazionalismo di Erdogan;
     inoltre, al fine di rappresentare la simbolica battaglia ingaggiata contro l'Europa, l'Occidente e la Cristianità, riproducendo la retorica jihadista volta a cancellare le tracce della Cristianità proprio dalle terre ove ha mosso i primi passi, il Presidente Erdogan, nel 2019 ha avviato la riconversione di Santa Sofia a moschea, poi aperta ufficialmente alla preghiera dal 24 luglio 2020, con tale decisione contravvenendo a quanto suggerito dall'UNESCO, che aveva invitato a non modificare lo status di museo dell'edificio senza aver prima avviato un dialogo sull'argomento inclusivo di tutte le comunità del Paese;
     l'Unione europea ha inserito il caso Turchia più volte nell'agenda delle ultime riunioni del Consiglio europeo al fine di valutare la possibilità di assumere misure più severe contro Ankara per la spregiudicata posizione in campo di accaparramento energetico al di fuori di ogni legalità ed in spregio alla territorialità cipriota;
     le politiche di blande sanzioni non hanno fermato Erdogan che, a più riprese, ha accompagnato con navi militari le sue navi da trivellazioni all'interno della ZEE cipriota, con ciò violando, con mezzi militari ed unilateralmente, la sovranità marittima di una nazione europea;
     Erdogan, dunque da tempo, destabilizza intere aree a partire dal mediterraneo orientale, dalla Siria e dalla Libia, la cui rilevanza per l'Italia in termini di sicurezza nazionale e approvvigionamento energetico merita successive e particolari considerazioni;
     con particolare riferimento alla Libia, infatti, sin dallo scoppio del conflitto che ha rovesciato il Governo di Gheddafi, la Turchia ha sempre cercato di giocare un ruolo di primo piano sullo scacchiere libico, a tutto danno dell'Italia;
     negli ultimi dieci anni l'Unione europea ha finanziato con più di cinque miliardi i progetti finalizzati all'adesione della Turchia (somme cui devono aggiungersi gli ingenti stanziamenti per fermare i flussi di immigrati mediorientali), la quale si è invece sempre più allontanata dall'Europa e dagli standard europei, mostrando un atteggiamento abbastanza benevolo verso il fondamentalismo e verso l'Islam politico, mentre ha continuato a provocare la Grecia e Cipro, al contempo svolgendo un ruolo sempre più influente in Libia, nella logica di un neo-ottomanesimo che va energicamente respinto;
     in tema di sicurezza, la perdita della leadership e la fine dell'esperienza territoriale dell'Isis, sta provocando una modifica delle modalità operative delle organizzazioni estremiste, che sfruttano la tratta del Mediterraneo e le vie dell'immigrazione illegale per arrivare sul suolo europeo;
    e con la Russia basandosi su una relazione dell'Alto rappresentante e della Commissione:
     lo scorso 16 giugno la Commissione europea e l'Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune hanno presentato una comunicazione congiunta sulle relazioni dell'Unione europea con la Russia, con una serie di raccomandazioni in vista della riunione del prossimo Consiglio europeo;
     nelle sue dichiarazioni l'Alto rappresentante ha rilevato come «Nelle circostanze attuali un rinnovato partenariato tra l'Unione europea e la Russia, che consenta una cooperazione più stretta, sembra una prospettiva lontana» ma ha anche ribadito come il potenziale per la cooperazione UE-Russia sia considerevole: «La Russia resta più grande vicino l'Unione europea, ed è un attore internazionale molto importante»;
    la comunicazione congiunta, che era stata chiesta dallo stesso Consiglio europeo durante la sua ultima riunione il 24 e 25 maggio, esamina lo stato di attuazione dei cinque principi che guidano da anni le relazioni dell'Unione europea-Russia: 1) «la piena attuazione degli accordi di Minsk» sul conflitto in Ucraina; 2) «relazioni rafforzate con i partner orientali dell'Unione europea e altri vicini»; 3) «resilienza rafforzata dell'Unione europea»; 4) «Impegno selettivo» in negoziati e discussioni fra le due parti «su questioni di interesse per l'Unione europea»; 5) «contatti interpersonali e sostegno alla società civile russa»;
    per far fronte alla sfida strategica posta dalla leadership di Mosca, la Commissione e l'Alto rappresentante propongono una triplice linea d'azione per l'Unione europea, che «respinga, limiti e coinvolga» contemporaneamente e su diversi piani le attività della Russia, con l'obiettivo di procedere verso un impegno politico e un atteggiamento più costruttivo da parte dei dirigenti russi, invertendo l'attuale tendenza;
    per promuovere i propri interessi l'Unione europea dovrebbe impegnare la Russia in diverse sfide chiave: la pandemia di COVID-19 ha mostrato l'interesse comune per un impegno costruttivo sulla salute pubblica, per la lotta al cambiamento climatico e le altre questioni ambientali, rispetto alle quali la Comunicazione afferma che «sarebbe necessario un dialogo più stretto»;
     soprattutto in vista del vertice Onu sul clima Cop-26, a Glasgow in Novembre, e di quello sulla biodiversità Cop-15 a Kunming, in Cina, in ottobre;
     la cooperazione è necessaria anche riguardo all'Artico, sulla prevenzione dei conflitti, sulle questioni regionali, dall'Iran (soprattutto riguardo all'Accordo sul nucleare Jcpoa) dal Medio Oriente alla Libia e all'Afghanistan, e su quelle globali, dall'antiterrorismo alla non proliferazione,

impegna il Governo

   1) in tema di lotta alla pandemia da COVID-19:
    a) a potenziare con interventi mirati la rete ospedaliera e l'assistenza territoriale, anche attraverso lo stanziamento delle risorse necessarie, al fine di garantire una efficace risposta alla eventuale ripresa dei contagi;
    b) a procedere con speditezza nella attuazione del Piano vaccinale, al fine di giungere in tempi rapidi al raggiungimento della cosiddetta immunità di gregge per garantire appieno la libertà dei cittadini e scongiurare l'adozione di ulteriori provvedimenti limitativi delle libertà individuali dei cittadini;
    c) a monitorare e fronteggiare con ogni strumento i problemi di salute mentale che rischiano di rappresentare una vera e propria emergenza sociale e sanitaria durante e dopo la pandemia;
   2) con riferimento all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza:
    a) a sottoporre all'esame e al voto parlamentare tutti gli atti relativi alle fasi di esame e approvazione dei singoli stati di attuazione del Piano, nonché nella elaborazione di modalità procedurali che permettano la effettiva fruizione delle risorse nei tempi previsti;
    b) a coinvolgere il Parlamento nella individuazione ed elaborazione delle riforme strutturali che dovranno garantire l'attuazione del Piano, evitando il ricorso a disegni di legge delega;
    c) ad attivarsi in sede europea per il superamento delle risoluzioni Paese adottate prima della pandemia essendo il quadro economico dei paesi membri, Italia compresa, completamente mutato con esigenze complessive differenti da quelle precedenti;
    d) ad attivarsi in sede europea per il superamento definitivo di politiche di austerità che nei prossimi anni rappresenterebbero un freno alla ripartenza;
   3) in tema di migrazione:
    a) a sostenere la predisposizione di un presidio navale al largo delle coste africane, finanziato dal bilancio dell'Unione europea, coadiuvato da un sistema di pattugliamento aereo dedicato all'intercettazione degli allontanamenti illegali, il cui obiettivo sia quello di contrastare le partenze di migranti sulla rotta del Mediterraneo centrale, in stretta collaborazione con le autorità dei Paesi terzi interessati;
    b) a promuovere un ampliamento del mandato della missione militare EUNAVFOR MED IRINI, affinché venga ad essa assegnato il compito di evitare nuove partenze di migranti illegali, attraverso lo smantellamento del modello di business criminale dei trafficanti di esseri umani;
    c) a promuovere la creazione di centri controllati nel territorio dei principali paesi di origine e di transito dei migranti, nei quali poter esaminare le domande di protezione internazionale, con l'obiettivo di distinguere gli autentici rifugiati dai migranti irregolari prima che essi possano affidarsi alle mani dei trafficanti di vite per raggiungere, via mare, il territorio dell'Unione europea;
    d) a garantire che l'Unione europea gestisca direttamente eventuali risorse economiche da destinare a Paesi terzi africani disposti a collaborare nella gestione del fenomeno migratorio, nella prospettiva di scongiurare possibili tensioni di natura diplomatica tra le parti interessate;
    e) ad opporsi all'aggiornamento del quadro di stanziamenti finanziari destinati alla Turchia in cambio della collaborazione del Paese nella gestione del fenomeno migratorio, avendo il governo turco dato prova di inaffidabilità, e scarsa prevedibilità;
   4) con riferimento al tema dei rapporti della Unione europea con Turchia e Russia:
    a) ad assumere iniziative affinché in sede di Unione europea sia affrontata la questione della Turchia, in particolare richiedendo:
     1) l'adozione di severe sanzioni per la denegata ipotesi che la Turchia non ritiri ogni rivendicazione sulla ZEE di Cipro, rispettando le legittime concessioni estrattive, non si ritiri immediatamente dai confini della libera Siria, cessando ogni operazione militare e non riveda, con tutti gli Stati interessati, l'accordo di delimitazione delle rispettive ZEE sottoscritto con la Libia in spregio delle norme internazionali a tutela degli altri stati rivieraschi;
     2) in ogni caso all'Unione europea la formale revoca dello status di «associato» all'Europa della Turchia, ponendo unilateralmente fine a qualsivoglia negoziato per l'adesione della Turchia all'Unione europea;
   5) a promuovere nelle competenti sedi europee ed internazionali un rinnovato coinvolgimento della Russia nelle politiche atlantiste.
(6-00192) «Lollobrigida, Meloni, Albano, Bellucci, Bignami, Bucalo, Butti, Caiata, Caretta, Ciaburro, Cirielli, Deidda, Delmastro Delle Vedove, De Toma, Donzelli, Ferro, Foti, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Rachele Silvestri, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Vinci, Zucconi».


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Iniziative per porre rimedio al sovraffollamento delle carceri, anche attraverso l'impiego di risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza – 3-02351

   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ALBANO, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, DE TOMA, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, RACHELE SILVESTRI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI, VINCI e ZUCCONI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   desta enorme preoccupazione la situazione delle carceri italiane, che dopo il calo nel 2020, torna a registrare un allarmante sovraffollamento, così come evidenziato dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale in sede di Relazione al Parlamento 2021;
   attualmente nelle carceri italiane sono recluse 53.661 persone, a fronte di una capienza di 47.445, fatto che pone il nostro sistema penitenziario in una preoccupante situazione di allerta, anche considerati i drammatici fatti vissuti durante la pandemia;
   i frequenti episodi di violenza che si verificano nelle carceri di tutta Italia sono espressione di quanto queste siano diventate luoghi pericolosi per i detenuti stessi e per chi ci lavora, a partire dagli agenti della polizia penitenziaria;
   al sovraffollamento, soprattutto in questo periodo emergenziale, si è sommata la catastrofica assenza delle misure promesse ma mai realizzate a tutela degli operatori penitenziari, penalizzati a causa di organici insufficienti a far fronte alla numerosità dei detenuti;
   è di tutta evidenza la necessità e l'improrogabilità di potenziare le dotazioni organiche degli agenti;
   inoltre, più volte Fratelli d'Italia ha evidenziato la necessità di assumere le opportune iniziative in ambito internazionale per l'esecuzione penale nello Stato di provenienza, in un'ottica di diminuzione della popolazione carceraria e di impiego ottimale delle risorse;
   occorre anche evidenziare il fatto che, in questo momento, il problema del sovraffollamento delle carceri può essere compiutamente affrontato a valere sulle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza mediante la costruzione di nuovi istituti detentivi –:
   quali urgenti concrete iniziative intenda assumere al fine di porre rimedio al problema del sovraffollamento delle carceri anche attraverso l'impiego di parte delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza. (3-02351)


Iniziative per una riforma organica dell'università volta a valorizzare le esigenze della ricerca e dell'alta formazione, con particolare riferimento al reclutamento del personale docente – 3-02352

   D'ETTORE. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
   con riguardo al reclutamento del personale universitario si prende atto, a oltre dieci anni dalla sua entrata in vigore, di alcune esigenze modificative della «legge Gelmini» e dell'esigenza di contemperare, da un lato, le necessità dell'accademia, che perde molti giovani ricercatori che preferiscono coltivare la carriera universitaria all'estero, con le esigenze proprie del contenimento della spesa e del bilancio pubblico, dall'altro;
   quest'ultimo aspetto è evidente laddove si dovessero negare, ad esempio, compensi, gettoni di presenza, rimborsi spese o altri emolumenti comunque denominati ai membri di commissioni di valutazione comparativa;
   l'effetto che ne deriverebbe potrebbe rivelarsi distorsivo. Il problema non è quello di rivendicare per i docenti universitari trattamenti previsti per il personale della pubblica amministrazione, ma piuttosto far comprendere come scelte di questo tipo producano effetti ben diversi da quelli auspicati: né un ristoro per le finanze pubbliche, né un vantaggio per la selezione dei più meritevoli. Ancora una volta si potrebbe perdere l'occasione di avvicinare la legislazione nazionale in materia universitaria a quella dei Paesi più avanzati nei ranking internazionali –:
   se il Ministro interrogato preveda o meno di presentare al Parlamento una più organica riforma dell'università che affronti in modo sistematico le esigenze della ricerca e dell'alta formazione nel nostro Paese, anche alla luce delle criticità rilevate in premessa. (3-02352)


Iniziative per la prevenzione e il contrasto del traffico illecito dei rifiuti, con particolare riferimento alla loro tracciabilità
– 3-02353

   MARAIA, ZOLEZZI, DEIANA, DAGA, D'IPPOLITO, DI LAURO, LICATINI, MICILLO, TERZONI, TRAVERSI, VARRICA, VIANELLO e VIGNAROLI. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:
   l'Albo nazionale dei gestori ambientali ha comunicato, mediante la circolare n. 13 del 9 dicembre 2020, che, in applicazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 3 dicembre 2020, le verifiche d'idoneità per la figura del responsabile tecnico della gestione rifiuti rimangono sospese, causando disagi nelle attività delle aziende del settore in virtù dell'imprescindibilità di tale ruolo;
   il decreto-legge n. 135 del 2018, in attuazione della direttiva UE 2018/851, ha disposto la soppressione del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (Sistri) istituendo il Registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti (Ren), cui sono tenuti ad iscriversi i soggetti di cui all'articolo 189 del decreto legislativo n. 152 del 2006, prevedendo che il funzionamento dello stesso dovrebbe avvenire attraverso la piattaforma telematica dell'Albo nazionale dei gestori ambientali, con il supporto tecnico-operativo delle sezioni regionali e provinciali;
   il decreto legislativo n. 116 del 2020 si limita a tracciare il perimetro entro cui dovrà muoversi la copiosa decretazione attuativa, cui spetta l'ambizioso compito di forgiare un sistema in grado di colloquiare con l'utenza privata e pubblica e non risultano previste sanzioni specifiche, certe ed efficaci, all'infuori di quanto ad oggi previsto all'articolo 258 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in tema di violazione degli obblighi di comunicazione e di tenuta dei registri e dei formulari in grado di garantire il rispetto della normativa;
   a riprova dell'attuale stato di disfunzione del tracciamento e della gestione dei rifiuti, di cui pare stiano approfittando le organizzazioni criminali sia italiane che estere, vi è la recente indagine portata avanti dalla procura della Repubblica di Salerno, che sta facendo luce su di una intensa attività di traffico di rifiuti dalla Campania alla Tunisia. Tale attività ha comprensibilmente suscitato rimostranze da parte dei cittadini tunisini danneggiati da queste pratiche, nonché generato tensione fra il nostro Paese e la Tunisia –:
   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere al fine di assicurare un'effettiva tracciabilità dei rifiuti anche avvalendosi delle più moderne tecnologie, incrementando la prevenzione e il contrasto dei traffici illeciti di rifiuti tra l'Italia e l'estero, promuovendo un sistema sanzionatorio per le violazioni degli obblighi di comunicazione e di tenuta dei registri e dei formulari e provvedendo, contestualmente, all'emanazione dei decreti ministeriali di cui all'articolo 188-bis del decreto legislativo n. 152 del 2006 in relazione al funzionamento del sistema di tracciabilità. (3-02353)


Iniziative volte ad accelerare la realizzazione della «Gronda di Genova», anche attraverso la nomina di un commissario straordinario – 3-02354

   CASSINELLI e BAGNASCO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:
   vi sono opere urgenti ed essenziali per l'infrastrutturazione organica del Paese, che, nonostante ciò, sono da troppo tempo bloccate per lentezze o questioni procedurali. Opere che sono coerenti con quello che l'Unione europea chiede all'Italia e ubicate sul Programma delle reti Trans European network (Ten–T). Tra queste il raddoppio dell'autostrada A10 nel tratto di attraversamento di Genova (Gronda di Genova), di cui si parla dal 2002;
   la realizzazione della Gronda, quale opera infrastrutturale strategica per Genova, la Liguria e il Nord-Ovest del Paese, è necessaria per garantire la continuità territoriale dell'intero sistema viario ligure e della sua proiezione verso il Nord del Paese e del Continente;
   si parla di un'infrastruttura che, insieme al Terzo Valico, è decisiva per l'economia del Nord-Ovest, per lo sviluppo di Genova, dei suoi traffici portuali e per l'attività turistica di tutta la Liguria;
   il progetto della Gronda è volto in primo luogo ad alleggerire il tratto di A10 più interconnesso con la città di Genova, cioè quello dal casello di Genova ovest (porto di Genova) sino all'abitato di Voltri, trasferendo il traffico passante sulla nuova infrastruttura;
   da troppo tempo il progetto esecutivo continua a rimanere fermo al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, in attesa della sua approvazione, nonostante la disponibilità delle risorse e nonostante siano stati effettuati gli espropri. È un'opera che, per la sua realizzazione in tempi congrui, avrebbe davvero necessità che venisse individuato un commissario straordinario di Governo, così come è stato fatto per accelerare la realizzazione di molte infrastrutture prioritarie;
   la stessa Viceministro alle infrastrutture e alla mobilità sostenibili, Teresa Bellanova, il 21 maggio 2021, in occasione di una visita al porto di Genova, aveva dichiarato che «la Gronda autostradale di Genova si deve fare e si deve stare al tracciato individuato» –:
   se non ritenga ormai non più rinviabile l'approvazione del progetto esecutivo e l'avvio dei cantieri per la «Gronda di Genova», anche valutando la possibilità della nomina di un commissario straordinario al fine di garantire l'avvio e la conclusione dei lavori in tempi congrui e certi. (3-02354)


Iniziative di competenza volte a evitare il transito delle cosiddette «grandi navi» nel bacino di San Marco e nel Canale della Giudecca a Venezia – 3-02355

   PELLICANI, GARIGLIO, PEZZOPANE, BRUNO BOSSIO, CANTINI, DEL BASSO DE CARO, PIZZETTI, ANDREA ROMANO, BRAGA, BURATTI, MORASSUT, MORGONI, ROTTA, BERLINGHIERI, LORENZIN e FIANO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:
   sono trascorsi quasi dieci anni dal «decreto Clini-Passera» del 2012, che aveva previsto l'estromissione dal bacino di San Marco delle navi con stazza superiore alle 40 mila tonnellate. Ma a tutt'oggi le «grandi navi» continuano a transitare;
   nel mese di maggio 2021 il Parlamento ha approvato il disegno di legge di conversione del decreto-legge 1o aprile 2021, n. 45, recante misure urgenti in materia di trasporti e per la disciplina del traffico crocieristico e del trasporto marittimo delle merci nella Laguna di Venezia;
   con la legge è stato dato il via a un concorso di idee per una soluzione che faccia attraccare le navi da crociera fuori dalla Laguna in un porto off-shore per la crocieristica e per le navi commerciali transoceaniche;
   l'Unesco ha rinnovato, solo qualche giorno fa, l’ultimatum ad allontanare le «grandi navi» dal bacino di San Marco e dal Canale della Giudecca, per non iscrivere Venezia nella «lista del Patrimonio in pericolo»;
   è auspicabile che in prospettiva sia concesso il transito esclusivamente a una crocieristica a «misura di Venezia»;
   da notizie stampa di pochi giorni fa sembra che il Governo stia lavorando a un decreto che gestisca la fase di transizione, rilanciando l'ipotesi, già individuata dall'ultimo «Comitatone» del dicembre 2020, di realizzare entro la stagione 2022 approdi provvisori a Porto Marghera, lungo il Canale Nord e in terminal Tiv e Vecom, prevedendo anche dei ristori per gli addetti alla crocieristica;
   sempre dagli articoli di stampa emerge, inoltre, l'ipotesi di individuare un commissario per velocizzare i tempi: si tratterebbe dell'ennesimo commissario per la città, senza però che i problemi vengano risolti –:
   quali iniziative il Ministro interrogato, per quanto di competenza, intenda assumere e in quali tempi per allontanare le «grandi navi» dal bacino di San Marco e dal Canale della Giudecca, in attesa del porto off-shore di cui in premessa.
(3-02355)


Iniziative volte a garantire la realizzazione dell'alta velocità/alta capacità ferroviaria per la tratta Salerno-Battipaglia – 3-02356

   CONTE. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:
   la missione 3 del Piano nazionale di ripresa e resilienza indica, alla voce «Infrastrutture per una mobilità sostenibile», «l'obiettivo di rafforzare ed estendere l'alta velocità ferroviaria nazionale»;
   il Piano nazionale di ripresa e resilienza dettaglia l'investimento con queste intenzioni progettuali: estendere l'alta velocità al Sud, con la conclusione della direttrice Napoli-Bari, l'avanzamento ulteriore della Palermo-Catania-Messina e la realizzazione dei primi lotti funzionali delle direttrici Salerno-Reggio Calabria e Taranto-Potenza-Battipaglia;
   con decreto-legge n. 34 del 2020, Rete ferroviaria italiana è stata autorizzata alla redazione del progetto di fattibilità tecnico-economica degli interventi di potenziamento, con caratteristiche di alta velocità, della direttrice ferroviaria Salerno-Reggio Calabria;
   il progetto individua, per il corridoio infrastrutturale tra Salerno e Reggio Calabria, diverse alternative di tracciato;
   il progetto, al punto 7.1, individua quello che viene denominato lotto «0» per la tratta Salerno-Battipaglia; esso prevede uno sviluppo di circa 44 chilometri con inizio al chilometro 34+009 e termine in prossimità della stazione di Battipaglia; tale tratto da Sarno arriverebbe a ridosso di Baronissi, dove si realizzerebbe il nuovo hub di Salerno-Baronissi, sul modello Napoli-Afragola, che interesserebbe tutta la Valle dell'Irno e da qui proseguirebbe fino a Battipaglia-Eboli, nella zona industriale;
   la soluzione garantirebbe alta velocità e alta capacità ferroviaria su tutto il tracciato, da Napoli a Salerno e a Battipaglia, per poi andare verso Reggio Calabria, senza soluzione di continuità;
   secondo quanto pubblicato da alcuni organi di stampa esisterebbero non meglio precisate «manovre» politiche e comunque pressioni per stralciare dal progetto il sopra menzionato lotto «0» a causa di paventati «interessi dei proprietari delle aree a valle del Vesuvio e fino a Baronissi»;
   la cancellazione dal progetto del lotto «0» determinerebbe un grave depotenziamento dell'infrastruttura; da Napoli a Salerno e a Battipaglia si viaggerebbe sostanzialmente senza alta velocità con una durata di tempi di percorrenza di molto superiori alla media nazionale;
   con la realizzazione del lotto «0», una volta sgravata dalla percorrenza nazionale, la vecchia linea ferroviaria che va da Napoli a Sapri potrebbe essere riconvertita in funzione di metropolitana regionale, sulla quale realizzare prolungamenti verso il campus universitario di Fisciano e l'aeroporto di Pontecagnano-Costa d'Amalfi, oltre a linee di collegamento per interconnettere i territori attraversati con la rete alta velocità e alta capacità –:
   se il Ministro interrogato intenda adottare iniziative per confermare e garantire la realizzazione anche del lotto «0» per la tratta Salerno-Battipaglia dell'alta velocità/capacità ferroviaria di cui in premessa. (3-02356)


Iniziative volte alla realizzazione del raccordo autostradale della Valtrompia, in provincia di Brescia – 3-02357

   RIXI, MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CARRARA, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, FANTUZ, FERRARI, FIORINI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GASTALDI, GERARDI, GERMANÀ, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, LUCENTINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MARIANI, MATURI, MICHELI, MINARDO, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLIN, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RAVETTO, RIBOLLA, SALTAMARTINI, SNIDER, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZANELLA, ZENNARO, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:
   il raccordo autostradale della Valtrompia è un'opera strategica per l'intero territorio nazionale e assolutamente prioritaria per la mobilità su gomma dell'intero comparto produttivo bresciano;
   l'opera è stata ideata negli anni ’70, ma soltanto nel 2018 Anas ha firmato il contratto con il raggruppamento temporaneo di imprese Salc s.p.a./Carena s.p.a. per la realizzazione del primo lotto consistente nel tracciato di 6,7 chilometri tra i comuni di Concesio e Sarezzo, compreso lo svincolo di Concesio, nell'ambito del raccordo autostradale A4-Valtrompia;
   la realizzazione della bretella autostradale in questione porterebbe notevoli benefici, consentendo di allontanare il traffico dai centri abitati, in particolare quello dei mezzi pesanti, e favorendo la circolazione di merci e persone in uno dei territori più produttivi del Paese;
   il raccordo autostradale suddetto, anche su sollecitazione delle autorità e delle aziende locali, era stato inserito nell'ultima bozza dell'elenco di nuove opere da commissariare ex articolo 4 del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, e, all'ultimo momento, è stato espunto dalla lista su valutazione dei tecnici del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili;
   è di qualche giorno fa la notizia dell'avvenuta consegna formale dei cantieri da parte di Anas alla società appaltatrice, ma la storia pluridecennale dell'opera in questione è ricca di annunci, passi falsi, « stop and go», che hanno lasciato privo di opere infrastrutturali necessarie un distretto altamente industrializzato, che negli ultimi anni ha sofferto la mancanza di collegamenti adeguati con il resto della regione;
   da inizio 2021 il prezzo delle materie prime, in particolare dei prodotti siderurgici, ha subìto un rincaro del 60 per cento; ciò potrebbe causare un ulteriore rallentamento nella realizzazione dell'opera, non essendo prevista nel codice degli appalti alcuna soluzione per questa problematica –:
   considerata la scelta di escludere il commissariamento dell'opera, quali altre iniziative di competenza intenda adottare per portare a compimento la bretella autostradale in questione nel più breve tempo possibile. (3-02357)


Iniziative di competenza volte a definire le prospettive della nuova gestione di Autostrade per l'Italia, anche con riferimento al monitoraggio sugli investimenti e ai controlli sulle manutenzioni – 3-02358

   PAITA, NOBILI, FREGOLENT, UNGARO, MARCO DI MAIO, OCCHIONERO e VITIELLO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:
   una buona parte del Paese sconta la fragilità e l'inadeguatezza del suo sistema infrastrutturale. Questa fragilità è emersa, in particolare, in Liguria con la tragedia umana del crollo del Ponte Morandi in cui il 14 agosto 2018 hanno perso la vita 43 persone;
   sul tema autostrade dopo 3 anni di retorica sulla revoca, che evidentemente non era possibile, si è chiuso l'accordo con il gruppo Benetton che ha visto l'entrata dello Stato con Cassa depositi e prestiti che detiene la maggioranza del gruppo Aspi con il 51 per cento. La maggiore concessionaria del gruppo autostradale torna così sotto il controllo pubblico;
   il piano economico-finanziario 2020-2038 di Aspi da 21,5 miliardi di euro contiene importanti investimenti per il Paese;
   il cambio di gestore non assicura, però, di per sé, la svolta di cui la rete autostradale ligure ha bisogno: la scelta dell'azionariato appare ad oggi un fatto solo finanziario e non affronta, ad avviso degli interroganti, i nodi essenziali del problema della sicurezza della rete e della congruità ed adeguatezza degli interventi del concessionario e dei controlli dello Stato sullo stesso;
   infatti, nonostante il cambio dell'azionariato, non appaiono, ad oggi, ancora chiari i nuovi contenuti industriali del progetto, le modalità con le quali sarà concretamente gestita la rete e da chi, quali investimenti saranno predisposti e con quali professionalità;
   il semplice cambio della compagine azionaria non implica, peraltro, nemmeno un maggiore e più efficace controllo dello Stato: appare indispensabile, a questo scopo, da un lato qualificare con chiarezza i compiti delle diverse istituzioni che devono svolgere tali attività, precisando in particolare il ruolo del Ministero e di Ansfisa, sia, dall'altro, definire efficacemente il rapporto tra il ruolo del concedente e il ruolo del concessionario che, anche alla luce di quanto appena ricordato, al momento non sembra chiaro;
   particolare, inoltre, la situazione della Liguria in cui i pesanti disagi che vivono gli autotrasportatori, i cittadini che si spostano per lavoro, per motivi sanitari o di studio, i turisti dovrebbero indurre ad una temporanea e parziale revisione delle tariffe autostradali da parte del gestore –:
   quali iniziative di competenza intenda adottare, e in quali tempi, per definire meglio i contenuti industriali e operativi della nuova gestione delle autostrade, anche attivando forme di controllo e di monitoraggio sugli investimenti contenuti nel piano economico e finanziario e avvalendosi per il tema dei controlli sulle manutenzioni del ruolo di Ansfisa.
(3-02358)


DISEGNO DI LEGGE: DISPOSIZIONI IN MATERIA DI TITOLI UNIVERSITARI ABILITANTI (A.C. 2751-A)

A.C. 2751-A – Ordini del giorno

ORDINI DEL GIORNO

   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame dispone in merito alle lauree magistrali abilitanti tra cui quella che abilita alla professione di medico veterinario LM 13;
    nello specifico, si stabilisce che, nell'ambito delle attività formative professionalizzanti previsto per le classi di laurea magistrale sono acquisiti 30 crediti formativi universitari con lo svolgimento di un tirocinio;
    è necessario introdurre un meccanismo idoneo a garantire una disciplina uniforme a livello nazionale del tirocinio relativo alla classe di laurea magistrale in medicina veterinaria, compatibilmente con il rispetto del riparto delle competenze previsto a livello costituzionale. Infatti, demandare tout court ai regolamenti didattici di Ateneo la disciplina delle specifiche modalità di svolgimento, valutazione e certificazione del tirocinio, senza alcuna condivisione a livello nazionale anche con i rappresentanti della Federazione Ordini Veterinari Italiani rischia di creare possibili penalizzazioni tra i nostri laureati rispetto ai loro colleghi europei, impedendo così di sfruttare al meglio la mobilità dei professionisti nel territorio dell'Unione europea,

impegna il Governo

a fare in modo che i regolamenti di Ateneo siano predisposti sulla base delle linee guida elaborate entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge da un apposito tavolo tecnico composto dai rappresentanti del MUR, della Commissione Universitaria Nazionale e dalla Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani.
9/2751-A/1Frassinetti.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 102 del decreto-legge n. 18 del 2020 ha introdotto il valore abilitante della laurea magistrale in medicina e chirurgia disponendo che l'esame finale diviene anche la sede nella quale accertare la competenza tecnica-professionale che abilità all'esercizio di quella determinata professione;
    al comma 2 dell'articolo 1 del presente provvedimento si stabilisce che nell'ambito delle attività formative professionalizzanti si svolgano attività pratiche con un tirocinio interno ai corsi di studio;
    tale tirocinio dovrà garantire l'acquisizione da parte dello studente, della capacità di eseguire gesti, manovre ed attività pratiche di base del medico, sotto la guida e la responsabilità di tutor designati dal Consiglio del Corso di Laurea;
    la natura professionalizzante del tirocinio e la valutazione positiva dello stesso dovranno consentire, pertanto, di dar luogo, in sede di esame finale, a un momento valutativo, avente a oggetto non solo la discussione della tesi di laurea, ma anche lo svolgimento di una prova pratica, che sarà giudicata, ai fini dell'abilitazione all'esercizio professionale, dai componenti esperti che integreranno la commissione esaminatrice,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di prevedere, al termine del tirocinio del laureando in medicina e chirurgia, a carico della figura del tutor designato dal Consiglio del Corso di Laurea, la produzione di un documento di certificazione e di valutazione dell'attività pratica, volto a garantire l'acquisizione da parte dello studente delle competenze precipue relative alle attività pratiche di base del medico; tale valutazione dovrà risultare determinante ai fini del giudizio finale dell'esame finale di Laurea.
9/2751-A/2Albano.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame reca disposizioni in materia di titoli di studio abilitanti ai fini dell'esercizio di professioni legate al superamento di apposito esame di Stato;
    tra le disposizioni presenti nel testo in esame figura la possibilità di poter ampliare la platea di titoli di stato cosiddetti «Professionalizzanti» al di fuori di quelli già previsti nel quadro del presente disegno di legge;
    le odierne tendenze di mercato, così come la progressiva armonizzazione in ambito europeo hanno avviato un percorso di uniformazione multilivello relativamente alla disciplina delle lauree abilitanti e delle professioni vincolante dal superamento di esami di Stato ed iscrizione ad ordini professionali;
    stante la facoltà disposta nel testo in esame di poter allargare ed estendere la platea di professioni per le quali può valere il nuovo regime in materia di titoli abilitanti, questo è in ogni caso limitato a determinate classi di laurea e professioni;
    la recente crisi da COVID-19, così come le progettualità legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ed al programma Next Generation EU (NGEU), hanno reso plasticamente evidente la necessità di promuovere percorsi multidisciplinari con forte componente pratica, anche ai fini di una maggiore competitività del mercato del lavoro nazionale,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte ad ampliare la platea di classi di laurea e di professioni suscettibili del nuovo meccanismo dei titoli abilitanti professionalizzanti, con una eventuale riprogrammazione dell'offerta formativa tale da incrementare il ruolo del tirocinio come strumento di formazione ed introduzione al mercato del lavoro e non come semplice CFU da conseguire in modo non connesso dall'inserimento degli studenti medesimi nel mercato del lavoro stesso.
9/2751-A/3Caretta, Ciaburro.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame reca disposizioni in materia di titoli di studio abilitanti ai fini dell'esercizio di professioni legate al superamento di apposito esame di Stato;
    tra le disposizioni presenti nel testo in esame figura la possibilità di poter ampliare la platea di titoli di stato cosiddetti «Professionalizzanti» al di fuori di quelli già previsti nel quadro del presente disegno di legge;
    le odierne tendenze di mercato, così come la progressiva armonizzazione in ambito europeo hanno avviato un percorso di uniformazione multilivello relativamente alla disciplina delle lauree abilitanti e delle professioni vincolante dal superamento di esami di Stato ed iscrizione ad ordini professionali;
    stante la facoltà disposta nel testo in esame di poter allargare ed estendere la platea di professioni per le quali può valere il nuovo regime in materia di titoli abilitanti, questo è in ogni caso limitato a determinate classi di laurea e professioni;
    la recente crisi da COVID-19, così come le progettualità legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ed al programma Next Generation EU (NGEU), hanno reso plasticamente evidente la necessità di promuovere percorsi multidisciplinari con forte componente pratica, anche ai fini di una maggiore competitività del mercato del lavoro nazionale,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte ad ampliare la platea di classi di laurea e di professioni suscettibili del nuovo meccanismo di titoli abilitanti professionalizzanti, con una eventuale riprogrammazione dell'offerta formativa.
9/2751-A/3. (Testo modificato nel corso della seduta) Caretta, Ciaburro.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame reca disposizioni in materia di titoli di studio abilitanti ai fini dell'esercizio di professioni legate al superamento di apposito esame di Stato;
    tra le disposizioni si annovera altresì la possibilità di poter ampliare la platea di titoli di stato cosiddetto «Professionalizzanti» al di fuori di quelli già previsti nel quadro del presente disegno di legge;
    nel quadro di questa riforma vengono infatti create e riordinate nuove classi di laurea, e si vincola il conseguimento dell'idoneità allo svolgimento della professione di pertinenza a tirocini formativi ed iter adattati sulle esigenze e disposizioni dei vari regolamenti di Ateneo;
    gli Atenei nazionali differiscono, tuttavia, nelle proprie regolamentazioni ed organizzazioni didattico-formative, a volte anche in modo profondo;
    per questa ragione è richiesta in modo particolare attenzione e premura alle modalità con cui i tirocini formativi professionalizzanti sono svolti, per quanto attiene le loro durate, i partner scelti, e le competenze effettivamente acquisite,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare iniziative di competenza volte a promuovere l'uniformità dei regolamenti didattici di Ateneo nel quadro della riforma in oggetto, assicurando, se del caso, una sostanziale riforma dei tirocini formativi in modo da rispecchiare il nuovo ruolo ricoperto dalla esperienza pratica sul campo per il conseguimento delle abilitazioni professionali.
9/2751-A/4Ciaburro, Caretta.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame reca disposizioni in materia di titoli di studio abilitanti ai fini dell'esercizio di professioni legate al superamento di apposito esame di Stato;
    tra le disposizioni si annovera altresì la possibilità di poter ampliare la platea di titoli di stato cosiddetto «Professionalizzanti» al di fuori di quelli già previsti nel quadro del presente disegno di legge;
    nel quadro di questa riforma vengono infatti create e riordinate nuove classi di laurea, e si vincola il conseguimento dell'idoneità allo svolgimento della professione di pertinenza a tirocini formativi ed iter adattati sulle esigenze e disposizioni dei vari regolamenti di Ateneo;
    gli Atenei nazionali differiscono, tuttavia, nelle proprie regolamentazioni ed organizzazioni didattico-formative, a volte anche in modo profondo;
    per questa ragione è richiesta in modo particolare attenzione e premura alle modalità con cui i tirocini formativi professionalizzanti sono svolti, per quanto attiene le loro durate, i partner scelti, e le competenze effettivamente acquisite,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare iniziative di competenza volte a promuovere l'uniformità dei regolamenti didattici di Ateneo nel quadro della riforma in oggetto, assicurando, se del caso, una sostanziale riforma dei tirocini formativi.
9/2751-A/4. (Testo modificato nel corso della seduta) Ciaburro, Caretta.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame reca norme in materia di titoli universitari abilitanti e a tal fine interviene a modificare il sistema di svolgimento degli esami di Stato che abilitano all'esercizio di determinate professioni;
    l'assunzione di tali misure sono motivate dalla necessità, oltre che di semplificare le procedure, soprattutto di rendere più veloce l'accesso al mondo del lavoro dei giovani laureati;
    oggi, per color che vogliono intraprendere la professione docente è prevista una formazione che ancora si rifà a paradigmi del passato e richiede numerosi passaggi, non sempre necessariamente qualificanti, e tempo così che quando si diventa insegnanti si rischia di essere già fuori mercato:
    la realtà e i cambiamenti tecnologici ci impongono di prefigurare nuovi percorsi formativi degli insegnanti, iniziali e nei corso della carriera, al fine di dotare il sistema di istruzione di una classe docente al passo con i tempi, in grado di mantenersi costantemente aggiornata e di ridefinire i contenuti della propria professione in relazione con la realtà che li circonda;
    in tal senso andrebbero adattati i contenuti dei corsi di laurea e di laurea magistrale prevedendo una specifica formazione pedagogica e didattica per coloro che intendono accedere alla professione di docente, proponendo profili differenziati attorno a una regolamentazione basilare;
    molti aspiranti docenti aspettano da anni l'istituzione di percorsi di formazione che permetta loro di acquisire il titolo abilitativo per poter accedere ai ruoli del personale docente all'interno del percorso di studio,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare le adeguate misure di natura legislativa finalizzate all'istituzione di un corso di laurea magistrale con valore abilitante per l'accesso alle procedure per la selezione dei docenti, sulla base delle quali organizzare la formazione del personale della scuola nella prospettiva di uno sviluppo della carriera professionale.
9/2751-A/5Aprea, Casciello, Palmieri, Saccani Jotti.


   La Camera,
   premesso che;
    il provvedimento in esame reca norme in materia di titoli universitari abilitanti con riferimento sia alle lauree professionalizzanti che alle professioni sanitarie e, a tal fine, interviene a modificare il sistema di svolgimento degli esami di Stato per l'accesso all'esercizio della professione;
    l'assunzione di tali misure discendono dalla esigenza di semplificare e velocizzare le procedure per il conseguimento dell'abilitazione e rendere più agevole l'accesso al mondo del lavoro dei giovani laureati;
    lo Stato italiano riconosce 30 professioni sanitarie per l'esercizio delle quali l'ordinamento richiede il possesso di un titolo abilitante e l'iscrizione al rispettivo ordine professionale;
    esistono oggi professioni sanitarie per le quali il valore abilitante del titolo universitario è stato già disposto con precedenti interventi legislativi,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di promuovere attraverso le iniziative di competenza, l'adeguamento degli ordinamenti didattici delle classi di laurea già abilitanti all'esercizio delle professioni sanitarie, al fine di allinearli ai principi definiti con il provvedimento in esame, tenuto conto dell'esigenza di rafforzare l'azione congiunta tra le professioni stesse nell'interesse alla tutela della salute pubblica.
9/2751-A/6Saccani Jotti, Aprea, Casciello, Palmieri.


   La Camera,
   premesso che;
    il provvedimento in esame reca norme in materia di titoli universitari abilitanti con riferimento sia alle lauree professionalizzanti che alle professioni sanitarie e, a tal fine, interviene a modificare il sistema di svolgimento degli esami di Stato per l'accesso all'esercizio della professione;
    l'assunzione di tali misure discendono dalla esigenza di semplificare e velocizzare le procedure per il conseguimento dell'abilitazione e rendere più agevole l'accesso al mondo del lavoro dei giovani laureati;
    lo Stato italiano riconosce 30 professioni sanitarie per l'esercizio delle quali l'ordinamento richiede il possesso di un titolo abilitante e l'iscrizione al rispettivo ordine professionale;
    esistono oggi professioni sanitarie per le quali il valore abilitante del titolo universitario è stato già disposto con precedenti interventi legislativi,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di promuovere attraverso le iniziative di competenza, l'adeguamento degli ordinamenti didattici delle classi di laurea già abilitanti all'esercizio delle professioni sanitarie.
9/2751-A/6. (Testo modificato nel corso della seduta) Saccani Jotti, Aprea, Casciello, Palmieri.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame disciplina intende semplificare le modalità di accesso all'esercizio di alcune professioni regolamentate, al fine di un più rapido inserimento nel mercato del lavoro;
    nello specifico riguarda le lauree magistrali abilitanti all'esercizio delle professioni di odontoiatra, farmacista, veterinario e psicologo e delle lauree professionalizzanti abilitanti all'esercizio delle professioni di geometra, agrotecnico, perito agrario e perito industriale;
    rappresenta uno degli interventi di riforma indicati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) inviato alla Commissione europea ed è stato collegato dal Governo alla manovra di finanza pubblica;
    nulla si prevede in merito alle lauree magistrali e i titoli universitari abilitanti conseguiti nei paesi appartenenti all'Unione Europea,

impegna il Governo

a far sì che le disposizioni del provvedimento in esame prevedano espressamente che le lauree magistrali e i titoli universitari abilitanti specificati in premessa, conseguiti nei paesi appartenenti all'Unione europea, equivalgano ugualmente all'abilitazione professionale.
9/2751-A/7Ungaro, Schirò.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame disciplina intende semplificare le modalità di accesso all'esercizio di alcune professioni regolamentate, al fine di un più rapido inserimento nel mercato del lavoro;
    nello specifico riguarda le lauree magistrali abilitanti all'esercizio delle professioni di odontoiatra, farmacista, veterinario e psicologo e delle lauree professionalizzanti abilitanti all'esercizio delle professioni di geometra, agrotecnico, perito agrario e perito industriale;
    rappresenta uno degli interventi di riforma indicati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) inviato alla Commissione europea ed è stato collegato dal Governo alla manovra di finanza pubblica;
    nulla si prevede in merito alle lauree magistrali e i titoli universitari abilitanti conseguiti nei paesi appartenenti all'Unione Europea,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di prevedere, attraverso gli opportuni interventi normativi, che le lauree magistrali e i titoli universitari abilitanti specificati in premessa, conseguiti nei paesi appartenenti all'Unione europea, equivalgano ugualmente all'abilitazione professionale.
9/2751-A/7. (Testo modificato nel corso della seduta) Ungaro, Schirò.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame intende semplificare le modalità di accesso all'esercizio di alcune professioni regolamentate, finalizzato ad un più rapido inserimento nel mercato del lavoro. In particolare, proseguendo il percorso intrapreso con il decreto-legge n. 18 del 2020 – il cui articolo 102 ha introdotto il valore abilitante della laurea magistrale in medicina e chirurgia –, dispone che l'esame finale di laurea e di laurea magistrale di altri corsi di studio diviene anche la sede nella quale accertare la competenza tecnico-professionale che abilita all'esercizio di quella determinata professione. Inoltre, prevede la possibilità di estendere ulteriormente tale misura ad altre classi di laurea e di laurea magistrale, su richiesta degli ordini e dei collegi professionali o delle relative federazioni;
    il sistema AFAM è costituito dai Conservatori statali, dalle Accademie di Belle Arti (statali e non statali), dagli Istituti musicali ex pareggiati promossi dagli enti locali, dalle Accademie statali di Danza e di Arte Drammatica, dagli Istituti Statali Superiori per le Industrie Artistiche, nonché da ulteriori istituzioni private autorizzate dal Ministero al rilascio di titoli aventi valore legale;
    anche per il sistema dell'Alta Formazione Artistico e Musicale, qualora previsto da apposita legge, possono essere istituiti corsi universitari al cui termine è previsto un esame finale che, oltre alla valenza accademica, ha anche valore direttamente abilitante per la specifica professione. Tuttavia, attualmente, il titolo di Laurea Magistrale LM 65-Scienze dello spettacolo e produzione multimediale non è idoneo all'insegnamento presso scuole secondarie di secondo grado afferenti medesimi ambiti disciplinari come i Licei musicali e coreutici,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di disporre misure volte a rendere idoneo il titolo di Laurea Magistrale LM 65-Scienze dello spettacolo e produzione multimediale all'insegnamento presso i Licei musicali coreutici.
9/2751-A/8Carbonaro.


   La Camera,
   premesso che:
    il settore sanitario in generale e quello farmaceutico in particolare stanno affrontando una fase di considerevole e profonda evoluzione legata a cambiamenti istituzionali, sociali e di mercato: dalla progressiva armonizzazione legislativa con le politiche europee alle politiche di contenimento della spesa farmaceutica ospedaliera e territoriale, dalla richiesta di collaborazione alle farmacie per l'erogazione di nuovi servizi assistenziali da parte dei Servizi Sanitari Regionali ai nuovi indirizzi dell'AIFA, dalla globalizzazione delle aziende farmaceutiche alle nuove articolazioni della supply chain del farmaco, fino ad arrivare al mutamento sociale del rapporto di fiducia tra le professioni sanitarie e i pazienti e alle recenti emergenze sanitarie connesse alla diffusione di virus pandemici;
    i farmacisti italiani, e non solo i proprietari di farmacia ma anche i professionisti abilitati e iscritti all'ordine, dipendenti nelle stesse farmacie, hanno dimostrato sul campo di essere capaci di fare un grande lavoro di informazione e rassicurazione durante l'emergenza coronavirus, facendosi trovare pronti e in prima linea in questa particolare e terribile situazione di bisogno di tutto il Paese. In un momento difficilissimo, in cui c’è stata carenza di medici, molte sono le operazioni che si sono svolte in farmacia ed è grande il numero di persone che non sono arrivate in pronto soccorso perché stoppate e filtrate dai farmacisti;
   considerato che:
    per diventare farmacista occorre essere in possesso di uno di questi due titoli, entrambi di durata quinquennale: laurea magistrale a ciclo unico in Farmacia o laurea magistrale a ciclo unico in Chimica e tecnologia farmaceutiche. Questi corsi di laurea prevedono anche un tirocinio, con la possibilità, quindi, di fare esperienza sul campo già durante il corso di studi. I due corsi sono entrambi ad accesso programmato a livello locale, con la quasi totalità degli atenei che prevede un test di accesso per accogliere solo un numero determinato di studenti. Conseguita la laurea, il professionista può svolgere la propria attività solo dopo aver superato l'esame di Stato per diventare farmacista. Infine, per poter svolgere la professione a tutti gli effetti, non resta che iscriversi all'Albo dei farmacisti;
    la legislazione vigente, da pochi anni, prevede che qualunque società di capitali possa acquisire la titolarità di una farmacia, quindi potenzialmente con soci anche non farmacisti, non iscritti all'albo e, volendo, neanche del settore. Per i laureati in Farmacia, paradossalmente, nonostante un percorso di studio, formazione ed esperienza diretta sul campo così molto impegnativo e approfondito, sono invece richiesti requisiti del tutto superflui, come l'idoneità e il periodo di pratica professionale della durata di due anni;
    allo scopo di produrre benefici anche dal punto di vista economico, dovuto all'allargamento ad una più ampia platea con conseguenti maggiori capitali investiti, di non pregiudicare la rete assistenziale in aree svantaggiate, fondamentale, come abbiamo visto, per le emergenze sanitarie e conseguentemente per avere un minor rischio di cessazione dell'attività in alcune sedi farmaceutiche disagiate, visto che le società di capitali hanno scarso interesse ad investire nelle aree rurali o di montagna a causa di un ritorno economico evidentemente ridotto rispetto ai centri urbani,

impegna il Governo

a consentire il trasferimento della titolarità di una sede farmaceutica ad un maggior numero di farmacisti, eliminando requisiti superati ed anacronistici previsti per l'acquisizione di una sede farmaceutica da parte di un farmacista, individualmente o in società, per consentire a giovani e validi professionisti di poter esercitare la professione con titolarità di sede, con la professionalità e le competenze già acquisite durante il loro percorso di apprendimento.
9/2751-A/9Melicchio.


   La Camera,
   premesso che:
    il settore sanitario in generale e quello farmaceutico in particolare stanno affrontando una fase di considerevole e profonda evoluzione legata a cambiamenti istituzionali, sociali e di mercato: dalla progressiva armonizzazione legislativa con le politiche europee alle politiche di contenimento della spesa farmaceutica ospedaliera e territoriale, dalla richiesta di collaborazione alle farmacie per l'erogazione di nuovi servizi assistenziali da parte dei Servizi Sanitari Regionali ai nuovi indirizzi dell'AIFA, dalla globalizzazione delle aziende farmaceutiche alle nuove articolazioni della supply chain del farmaco, fino ad arrivare al mutamento sociale del rapporto di fiducia tra le professioni sanitarie e i pazienti e alle recenti emergenze sanitarie connesse alla diffusione di virus pandemici;
    i farmacisti italiani, e non solo i proprietari di farmacia ma anche i professionisti abilitati e iscritti all'ordine, dipendenti nelle stesse farmacie, hanno dimostrato sul campo di essere capaci di fare un grande lavoro di informazione e rassicurazione durante l'emergenza coronavirus, facendosi trovare pronti e in prima linea in questa particolare e terribile situazione di bisogno di tutto il Paese. In un momento difficilissimo, in cui c’è stata carenza di medici, molte sono le operazioni che si sono svolte in farmacia ed è grande il numero di persone che non sono arrivate in pronto soccorso perché stoppate e filtrate dai farmacisti;
   considerato che:
    per diventare farmacista occorre essere in possesso di uno di questi due titoli, entrambi di durata quinquennale: laurea magistrale a ciclo unico in Farmacia o laurea magistrale a ciclo unico in Chimica e tecnologia farmaceutiche. Questi corsi di laurea prevedono anche un tirocinio, con la possibilità, quindi, di fare esperienza sul campo già durante il corso di studi. I due corsi sono entrambi ad accesso programmato a livello locale, con la quasi totalità degli atenei che prevede un test di accesso per accogliere solo un numero determinato di studenti. Conseguita la laurea, il professionista può svolgere la propria attività solo dopo aver superato l'esame di Stato per diventare farmacista. Infine, per poter svolgere la professione a tutti gli effetti, non resta che iscriversi all'Albo dei farmacisti;
    la legislazione vigente, da pochi anni, prevede che qualunque società di capitali possa acquisire la titolarità di una farmacia, quindi potenzialmente con soci anche non farmacisti, non iscritti all'albo e, volendo, neanche del settore. Per i laureati in Farmacia, paradossalmente, nonostante un percorso di studio, formazione ed esperienza diretta sul campo così molto impegnativo e approfondito, sono invece richiesti requisiti del tutto superflui, come l'idoneità e il periodo di pratica professionale della durata di due anni;
    allo scopo di produrre benefici anche dal punto di vista economico, dovuto all'allargamento ad una più ampia platea con conseguenti maggiori capitali investiti, di non pregiudicare la rete assistenziale in aree svantaggiate, fondamentale, come abbiamo visto, per le emergenze sanitarie e conseguentemente per avere un minor rischio di cessazione dell'attività in alcune sedi farmaceutiche disagiate, visto che le società di capitali hanno scarso interesse ad investire nelle aree rurali o di montagna a causa di un ritorno economico evidentemente ridotto rispetto ai centri urbani,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di rivedere la normativa in materia di idoneità dei farmacisti alla titolarità della farmacia di cui all'articolo 12 della legge 2 aprile 1968, n. 475 al fine di consentire un più agevole accesso alla stessa soprattutto da parte dei giovani professionisti
9/2751-A/9. (Testo modificato nel corso della seduta)  Melicchio.