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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Giovedì 8 aprile 2021

NUOVA ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Mozione n. 1-00413 - iniziative di competenza in relazione al nuovo quadro normativo in materia di inadempienza bancaria e crediti deteriorati

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 58 minuti
(con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 22 minuti
 MoVimento 5 Stelle 52 minuti
 Lega – Salvini premier 45 minuti
 Partito Democratico 36 minuti
 Forza Italia – Berlusconi presidente 35 minuti
 Fratelli d'Italia 24 minuti
 Italia Viva 23 minuti
 Liberi e Uguali 19 minuti
 Misto: 28 minuti
  L'Alternativa c’è 8 minuti
  CAMBIAMO! - Popolo protagonista 5 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  Facciamo eco – Federazione dei Verdi 2 minuti
  Noi con l'Italia - USEI-Rinascimento
  ADC
2 minuti
  Azione - +Europa - Radicali Italiani 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Europeisti – MAIE - PSI 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Ddl di ratifica nn. 2578, 2579, 2631, 2654 e 1766

Tempo complessivo: 2 ore, per ciascun disegno di legge di ratifica.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 10 minuti
(con il limite massimo di 2 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 30 minuti
 MoVimento 5 Stelle 14 minuti
 Lega – Salvini premier 11 minuti
 Partito Democratico 9 minuti
 Forza Italia – Berlusconi presidente 9 minuti
 Fratelli d'Italia 15 minuti
 Italia Viva 6 minuti
 Liberi e Uguali 5 minuti
 Misto: 21 minuti
  L'Alternativa c’è 5 minuti
  CAMBIAMO! - Popolo protagonista 3 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  Facciamo eco – Federazione dei Verdi 2 minuti
  Noi con l'Italia - USEI-Rinascimento
  ADC
2 minuti
  Azione - +Europa - Radicali Italiani 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Europeisti – MAIE - PSI 2 minuti

Ddl di ratifica n. 2657 - Scambio di Lettere tra la Repubblica italiana e la Santa Sede sull'assistenza spirituale alle Forze Armate

Tempo complessivo: 2 ore.

Relatori 10 minuti
(complessivamente)
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 10 minuti
(con il limite massimo di 2 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 25 minuti
 MoVimento 5 Stelle 13 minuti
 Lega – Salvini premier 10 minuti
 Partito Democratico 8 minuti
 Forza Italia – Berlusconi presidente 8 minuti
 Fratelli d'Italia 14 minuti
 Italia Viva 6 minuti
 Liberi e Uguali 5 minuti
 Misto: 21 minuti
  L'Alternativa c’è 5 minuti
  CAMBIAMO! - Popolo protagonista 3 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  Facciamo eco – Federazione dei Verdi 2 minuti
  Noi con l'Italia - USEI-Rinascimento
  ADC
2 minuti
  Azione - +Europa - Radicali Italiani 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Europeisti – MAIE - PSI 2 minuti

Mozione n. 1-00414 e abb. - individuazione del deposito nazionale per il combustibile nucleare irraggiato e i rifiuti radioattivi

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 58 minuti
(con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 22 minuti
 MoVimento 5 Stelle 52 minuti
 Lega – Salvini premier 45 minuti
 Partito Democratico 36 minuti
 Forza Italia – Berlusconi presidente 35 minuti
 Fratelli d'Italia 24 minuti
 Italia Viva 23 minuti
 Liberi e Uguali 19 minuti
 Misto: 28 minuti
  L'Alternativa c’è 8 minuti
  CAMBIAMO! - Popolo protagonista 5 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  Facciamo eco – Federazione dei Verdi 2 minuti
  Noi con l'Italia - USEI-Rinascimento
  ADC
2 minuti
  Azione - +Europa - Radicali Italiani 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Europeisti – MAIE - PSI 2 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 25 gennaio 2021

Mozione n. 1-00405 - iniziative in materia di definizione del Piano nazionale per l'infanzia e l'adolescenza e ulteriori misure in campo educativo ed economico a favore dei minori

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 58 minuti
(con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 22 minuti
 MoVimento 5 Stelle 52 minuti
 Lega – Salvini premier 45 minuti
 Partito Democratico 36 minuti
 Forza Italia – Berlusconi presidente 35 minuti
 Fratelli d'Italia 24 minuti
 Italia Viva 23 minuti
 Liberi e Uguali 19 minuti
 Misto: 28 minuti
  L'Alternativa c’è 8 minuti
  CAMBIAMO! - Popolo protagonista 5 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  Facciamo eco – Federazione dei Verdi 2 minuti
  Noi con l'Italia - USEI-Rinascimento
  ADC
2 minuti
  Azione - +Europa - Radicali Italiani 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Europeisti – MAIE - PSI 2 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 25 gennaio 2021

Mozione n. 1-00382 e abb. - Ruolo del Ministero dell'economia e delle finanze nell'ambito del processo di vendita della società Borsa Italiana

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 58 minuti
(con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 22 minuti
 MoVimento 5 Stelle 52 minuti
 Lega – Salvini premier 45 minuti
 Partito Democratico 36 minuti
 Forza Italia – Berlusconi presidente 35 minuti
 Fratelli d'Italia 24 minuti
 Italia Viva 23 minuti
 Liberi e Uguali 19 minuti
 Misto: 28 minuti
  L'Alternativa c’è 8 minuti
  CAMBIAMO! - Popolo protagonista 5 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  Facciamo eco – Federazione dei Verdi 2 minuti
  Noi con l'Italia - USEI-Rinascimento ADC 2 minuti
  Azione - +Europa - Radicali Italiani 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Europeisti – MAIE - PSI 2 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 19 ottobre 2020

Mozione n. 1-00392 e abb. - Iniziative a favore dell'occupazione, della formazione e dell'emancipazione giovanile

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 58 minuti
(con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 22 minuti
 MoVimento 5 Stelle 52 minuti
 Lega – Salvini premier 45 minuti
 Partito Democratico 36 minuti
 Forza Italia – Berlusconi presidente 35 minuti
 Fratelli d'Italia 24 minuti
 Italia Viva 23 minuti
 Liberi e Uguali 19 minuti
 Misto: 28 minuti
  L'Alternativa c’è 8 minuti
  CAMBIAMO! - Popolo protagonista 5 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  Facciamo eco – Federazione dei Verdi 2 minuti
  Noi con l'Italia - USEI-Rinascimento
  ADC
2 minuti
  Azione - +Europa - Radicali Italiani 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Europeisti – MAIE - PSI 2 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 2 novembre 2020

Mozione n. 1-00424 - Infrastrutture digitali efficienti e sicure per la conservazione e l'utilizzo dei dati della pubblica amministrazione

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 58 minuti
(con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 22 minuti
 MoVimento 5 Stelle 52 minuti
 Lega – Salvini premier 45 minuti
 Partito Democratico 36 minuti
 Forza Italia – Berlusconi presidente 35 minuti
 Fratelli d'Italia 24 minuti
 Italia Viva 23 minuti
 Liberi e Uguali 19 minuti
 Misto: 28 minuti
  L'Alternativa c’è 8 minuti
  CAMBIAMO! - Popolo protagonista 5 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  Facciamo eco – Federazione dei Verdi 2 minuti
  Noi con l'Italia - USEI-Rinascimento
  ADC
2 minuti
  Azione - +Europa - Radicali Italiani 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Europeisti – MAIE - PSI 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pdl cost. n. 1511-1647-1826-1873-B – Modifica all'articolo 58 della Costituzione, in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica

Per le dichiarazioni di voto finale è previsto un tempo complessivo di 6 ore, così ripartite:

Interventi a titolo personale 1 ora e 6 minuti
Gruppi 4 ore e 54 minuti
 MoVimento 5 Stelle 59 minuti
 Lega – Salvini premier 50 minuti
 Partito Democratico 41 minuti
 Forza Italia – Berlusconi presidente 40 minuti
 Fratelli d'Italia 27 minuti
 Italia Viva 25 minuti
 Liberi e Uguali 21 minuti
 Misto: 31 minuti
  L'Alternativa c’è 7 minuti
  CAMBIAMO! - Popolo protagonista 6 minuti
  Centro Democratico 6 minuti
  Facciamo eco – Federazione dei Verdi 3 minuti
  Noi con l'Italia - USEI-Rinascimento
  ADC
3 minuti
  Azione - +Europa - Radicali Italiani 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Europeisti – MAIE - PSI 2 minuti

Mozione n. 1-00212 – Iniziative volte al superamento delle barriere architettoniche

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 58 minuti
(con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 22 minuti
 MoVimento 5 Stelle 52 minuti
 Lega – Salvini premier 45 minuti
 Partito Democratico 36 minuti
 Forza Italia – Berlusconi presidente 35 minuti
 Fratelli d'Italia 24 minuti
 Italia Viva 23 minuti
 Liberi e Uguali 19 minuti
 Misto: 28 minuti
  L'Alternativa c’è 8 minuti
  CAMBIAMO! - Popolo protagonista 5 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  Facciamo eco – Federazione dei Verdi 2 minuti
  Noi con l'Italia - USEI-Rinascimento
  ADC
2 minuti
  Azione - +Europa - Radicali Italiani 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Europeisti – MAIE - PSI 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

TESTO AGGIORNATO AL 7 MAGGIO 2021

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta dell'8 aprile 2021.

  Amitrano, Ascani, Baldino, Bergamini, Boschi, Brescia, Brunetta, Campana, Cancelleri, Cappellacci, Carfagna, Casa, Castelli, Cirielli, Colletti, Davide Crippa, Currò, D'Incà, D'Uva, Dadone, Dara, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Luigi Di Maio, Di Stefano, Donina, Donzelli, Durigon, Fassino, Gregorio Fontana, Ilaria Fontana, Franceschini, Frusone, Gallinella, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Giorgetti, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Iovino, L'Abbate, Lapia, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lotti, Lupi, Macina, Maggioni, Magi, Mandelli, Marattin, Melilli, Molinari, Molteni, Morelli, Mulè, Muroni, Nappi, Nardi, Nesci, Occhiuto, Orlando, Paita, Palazzotto, Pallini, Parolo, Pastorino, Perantoni, Rampelli, Rizzo, Rosato, Rotta, Ruocco, Sasso, Scalfarotto, Schullian, Serracchiani, Carlo Sibilia, Silli, Sisto, Spadoni, Speranza, Tabacci, Tasso, Varchi, Vignaroli, Villani, Viscomi, Raffaele Volpi, Zoffili.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Amitrano, Ascani, Baldino, Bergamini, Enrico Borghi, Boschi, Brescia, Brunetta, Campana, Cancelleri, Cappellacci, Carfagna, Casa, Castelli, Maurizio Cattoi, Cirielli, Colletti, Davide Crippa, Currò, D'Incà, D'Uva, Dadone, Dara, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Luigi Di Maio, Di Stefano, Dieni, Donina, Donzelli, Durigon, Fassino, Gregorio Fontana, Ilaria Fontana, Franceschini, Frusone, Gallinella, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Giorgetti, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Iovino, L'Abbate, Lapia, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lotti, Lupi, Macina, Maggioni, Magi, Mandelli, Marattin, Melilli, Molinari, Molteni, Morelli, Mulè, Muroni, Nappi, Nardi, Nesci, Occhiuto, Orlando, Paita, Palazzotto, Pallini, Parolo, Pastorino, Perantoni, Rampelli, Rizzo, Rosato, Rotta, Ruocco, Sasso, Scalfarotto, Schullian, Serracchiani, Carlo Sibilia, Silli, Sisto, Spadoni, Speranza, Tabacci, Tasso, Varchi, Vignaroli, Villani, Viscomi, Vito, Raffaele Volpi, Zoffili.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 7 aprile 2021 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   SCANU ed altri: «Disposizioni per il riconoscimento della vulvodinia come malattia invalidante nonché per la diagnosi e la cura di essa e delle patologie del pavimento pelvico» (2999);
   VALLASCAS: «Istituzione del Registro nazionale degli amministratori di condominio e di immobili» (3000);
   PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE SILLI ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare per l'esame e l'elaborazione di proposte normative volte a disciplinare la vigilanza sui contenuti informativi disponibili nelle piattaforme digitali, finalizzata a garantire il rispetto dei princìpi di pluralismo, a limitare il fenomeno della diffusione di informazioni false e a tutelare il diritto degli utenti alla manifestazione del pensiero» (3001).

  Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge SPADONI ed altri: «Modifica all'articolo 5 della legge 31 ottobre 1965, n. 1261, in materia di sequestrabilità e pignorabilità dell'indennità mensile e della diaria spettanti ai membri del Parlamento» (723) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Bella.

  La proposta di legge ZUCCONI ed altri: «Disposizioni per la promozione del settore turistico e dell'offerta turistica nazionale» (1900) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Ferro.

Adesione di deputati a proposte di inchiesta parlamentare.

  La proposta di inchiesta parlamentare ANDREA ROMANO ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave “Moby Prince”» (Doc. XXII, n. 47) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Fornaro e Paita.

  La proposta di inchiesta parlamentare POTENTI ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave “Moby Prince”» (Doc. XXII, n. 49) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Paita.

Trasmissione dal Senato.

  In data 8 aprile 2021 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge:
   S. 2120. – «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021» (approvato dal Senato) (3002).

  Sarà stampato e distribuito.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   II Commissione (Giustizia)
  LICATINI ed altri: «Introduzione dell'articolo 75-ter del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, in materia di produzione e detenzione di cannabis per uso personale» (2965) Parere delle Commissioni I, V, IX, XII e XIII.

   IX Commissione (Trasporti)
  SPESSOTTO: «Abrogazione dell'articolo 70 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e modifiche all'articolo 1 della legge 15 gennaio 1992, n. 21, in materia di abolizione del servizio di piazza e dei servizi di trasporto pubblico non di linea svolti con veicoli a trazione animale» (2837) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, X, XII, XIII, XIV e Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   XIII Commissione (Agricoltura)
  PATASSINI ed altri: «Disposizioni per la realizzazione di una piattaforma informatica multifunzionale con sistema blockchain per i prodotti agroalimentari» (2922) Parere delle Commissioni I, V, VII, IX, X, XII, XIV e Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive)
  SPESSOTTO: «Modifica all'articolo 11-ter del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 febbraio 2019, n. 12, in materia di tutela ambientale e paesaggistica dei siti appartenenti al patrimonio mondiale dell'UNESCO» (2546) Parere delle Commissioni I, V, VI, VII, XIV e Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Annunzio di sentenze della Corte costituzionale.

  La Corte costituzionale ha depositato in cancelleria le seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del Regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali):
  sentenza n. 61 del 25 febbraio-8 aprile 2021 (Doc. VII, n. 631),
   con la quale:
    dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 14-quater della legge 27 gennaio 2012, n. 3 (Disposizioni in materia di usura e di estorsione, nonché di composizione delle crisi da sovraindebitamento), sollevate, in riferimento agli articoli 3 e 24 della Costituzione, dal Tribunale ordinario di Lanciano:
   alla II Commissione (Giustizia).

  sentenza n. 62 del 10 marzo-8 aprile 2021 (Doc. VII, n. 632),
   con la quale:
    dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 186, comma 9-bis, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo codice della strada), aggiunto dall'articolo 33, comma 1, lettera d), della legge 29 luglio 2010, n. 120 (Disposizioni in materia di sicurezza stradale), sollevate, in riferimento all'articolo 3 della Costituzione e all'articolo 29, secondo comma, della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, dal Giudice di pace di Genova:
   alle Commissioni riunite II (Giustizia) e IX (Trasporti).

Trasmissione dalla Corte dei conti.

  Il Presidente della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, con lettera in data 6 aprile 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, la deliberazione n. 7/2021 dell'11-31 marzo 2021, con la quale la Sezione stessa ha approvato la relazione concernente la gestione dei residui di riscossione nel bilancio dello Stato (Allegato 24 al conto consuntivo delle entrate).

  Questo documento è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VI Commissione (Finanze).

  Il Presidente della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, con lettera in data 7 aprile 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, la deliberazione n. 8/2021 del 18 febbraio-2 aprile 2021, con la quale la Sezione stessa ha approvato la relazione concernente il Grande Progetto Pompei.

  Questo documento è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

Trasmissione dal Ministro per la pubblica amministrazione.

  Il Ministro per la pubblica amministrazione, con lettera in data 2 aprile 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7, comma 3, della legge 11 novembre 2011, n. 180, la relazione sullo stato di attuazione delle disposizioni in materia di riduzione e trasparenza degli adempimenti amministrativi a carico di cittadini e imprese, riferita all'anno 2020 (Doc. CCXIV, n. 4).

  Questa relazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla X Commissione (Attività produttive).

Trasmissione dal Ministro per i rapporti con il Parlamento.

  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 6 aprile 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 9-bis, comma 7, della legge 21 giugno 1986, n. 317, concernente la procedura d'informazione nel settore delle regolamentazioni tecniche e delle regole relative ai servizi della società dell'informazione, i commenti della Commissione europea sulla reazione dell'Italia al parere circostanziato formulato in ordine al progetto di regola tecnica, di cui alla notifica 2018/0203/I, relativa alle biomasse solide contenuta nel capitolo dedicato alle fonti energetiche rinnovabili nell'ambito della proposta di Piano energetico ambientale della Regione Piemonte.

  Questa comunicazione è trasmessa alla VIII Commissione (Ambiente), alla X Commissione (Attività produttive) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dal Ministro della giustizia.

  Il Ministro della giustizia, con lettera in data 7 aprile 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 5, comma 3, della legge 22 giugno 2000, n. 193, la relazione sullo svolgimento da parte dei detenuti di attività lavorative o di corsi di formazione professionale per qualifiche richieste da esigenze territoriali, riferita all'anno 2020 (Doc. CXCIV, n. 3).

  Questa relazione è trasmessa alla II Commissione (Giustizia) e alla XI Commissione (Lavoro).

Trasmissione dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 7 aprile 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 4 e 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, le seguenti relazioni concernenti progetti di atti dell'Unione europea, che sono trasmesse alle sottoindicate Commissioni:
   relazione in merito alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al roaming sulle reti pubbliche di comunicazioni mobili all'interno dell'Unione (rifusione) (COM(2021) 85 final) – alla IX Commissione (Trasporti) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
   relazione in merito alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce misure di gestione, conservazione e controllo applicabili nella zona di competenza della Commissione per il tonno dell'Oceano Indiano (IOTC) e che modifica i regolamenti (CE) n. 1936/2001, (CE) n. 1984/2003 e (CE) n. 520/2007 del Consiglio (COM(2021) 113 final), accompagnata dalla tabella di corrispondenza tra le disposizioni della proposta e le norme nazionali vigenti – alla XIII Commissione (Agricoltura).

Annunzio di risoluzioni del Parlamento europeo.

  Il Parlamento europeo ha trasmesso le seguenti risoluzioni, approvate nella tornata dall'8 all'11 febbraio 2021, che sono assegnate, ai sensi dell'articolo 125, comma 1, del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, nonché, per il parere, alla III Commissione (Affari esteri) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), se non già assegnate alle stesse in sede primaria:
   Risoluzione legislativa sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al controllo dell'acquisizione e della detenzione di armi (codificazione) (Doc. XII, n. 812) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
   Risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un dispositivo per la ripresa e la resilienza (Doc. XII, n. 813) - alle Commissioni riunite V (Bilancio) e XIV (Politiche dell'Unione europea);
   Risoluzione legislativa sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2014/65/UE per quanto riguarda gli obblighi di informazione, la governance del prodotto e i limiti di posizione per sostenere la ripresa dalla pandemia di COVID-19 (Doc. XII, n. 814) - alla VI Commissione (Finanze);
   Risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2017/1129 per quanto riguarda il prospetto dell'Unione europea della ripresa e adeguamenti mirati per gli intermediari finanziari per sostenere la ripresa dalla pandemia di COVID-19 (Doc. XII, n. 815) - alla VI Commissione (Finanze);
   Risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CEE) n. 95/93 del Consiglio per quanto riguarda l'alleggerimento temporaneo delle norme sull'utilizzo delle bande orarie negli aeroporti della Comunità a causa della pandemia di COVID-19 (Doc. XII, n. 816) - alla IX Commissione (Trasporti);
   Risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante misure specifiche e temporanee in considerazione della pandemia di COVID-19 con riguardo al rinnovo o alla proroga di taluni certificati, licenze e autorizzazioni e al rinvio di determinate verifiche e attività formative periodiche in taluni settori della legislazione in materia di trasporti per periodi di riferimento successivi a quelli di cui al regolamento (UE) 2020/698 (Doc. XII, n. 817) - alla IX Commissione (Trasporti);
   Risoluzione sull'attuazione della direttiva 2011/36/UE concernente la prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime (Doc. XII, n. 818) - alla II Commissione (Giustizia);
   Risoluzione sull'accesso del pubblico ai documenti (articolo 122, paragrafo 7) - Relazione annuale per gli anni 2016-2018 (Doc. XII, n. 819) - alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
   Risoluzione sull'impatto della COVID-19 sui giovani e sullo sport (Doc. XII, n. 820) - alle Commissioni riunite VII (Cultura) e XII (Affari sociali);
   Risoluzione sulla sicurezza della centrale nucleare di Ostrovets (Bielorussia) (Doc. XII, n. 821) - alla III Commissione (Affari esteri);
   Risoluzione sulla situazione umanitaria e politica nello Yemen (Doc. XII, n. 822) - alla III Commissione (Affari esteri);
   Risoluzione sulla situazione in Myanmar/Birmania (Doc. XII, n. 823) - alla III Commissione (Affari esteri);
   Risoluzione sulla situazione dei diritti umani in Kazakhstan (Doc. XII, n. 824) - alla III Commissione (Affari esteri);
   Risoluzione sulle sfide future in relazione ai diritti delle donne in Europa: oltre 25 anni dopo la dichiarazione e la piattaforma d'azione di Pechino (Doc. XII, n. 825) - alla I Commissione (Affari costituzionali).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 7 aprile 2021, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni relativa a un piano d'azione per lo sviluppo della produzione biologica (COM(2021) 141 final), corredata dal relativo allegato (COM(2021) 141 final – Annex), che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla XIII Commissione (Agricoltura), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

  Nell’Allegato A ai resoconti della seduta del 7 aprile 2021, a pagina 45, prima colonna, quinta, sesta e settima riga, le parole: «Prisco, Donzelli, Vinci, Forciniti, Trano, Testamento, Albano, Caiata» devono intendersi sostituite dalle seguenti: «Meloni, Lollobrigida, Albano, Bellucci, Bignami, Bucalo, Butti, Caiata, Caretta, Ciaburro, Cirielli, De Toma, Deidda, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferro, Foti, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Rachele Silvestri, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Vinci, Forciniti, Trano, Testamento».

DISEGNO DI LEGGE: CONVERSIONE IN LEGGE DEL DECRETO-LEGGE 1° MARZO 2021, N. 22, RECANTE DISPOSIZIONI URGENTI IN MATERIA DI RIORDINO DELLE ATTRIBUZIONI DEI MINISTERI (A.C. 2915-A)

A.C. 2915-A – Ordini del giorno

ORDINI DEL GIORNO

   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame dispone l'istituzione del Ministero del Turismo;
    nell'ambito delle disposizioni transitorie di cui all'articolo 7 del testo, al comma 17 si prevede che entro 90 giorni l'ENIT – Agenzia nazionale del turismo dovrà aggiornare e modificare il proprio Statuto, armonizzandolo con il nuovo assetto istituzionale e con i compiti del Ministro del turismo;
    che le modifiche dello Statuto di ENIT dovranno anche assicurare un adeguato coinvolgimento delle Regioni e delle autonomie territoriali;
    appare opportuno che, in relazione alla riforma dello statuto dell'ENIT, venga espressamente menzionato, oltre al coinvolgimento delle Regioni e delle autonomie territoriali, anche il coinvolgimento delle rappresentanze delle imprese, tanto nella composizione del consiglio di amministrazione quanto in quella del consiglio federale, che attualmente vede presenti solo le agenzie regionali per il turismo;
    tale indirizzo era già presente nelle previsioni di cui all'articolo 179 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, che prevedeva la riforma dello statuto e la revisione della composizione degli organi dell'Agenzia nazionale del turismo, ma la disposizione è poi rimasta inattuata,

impegna il Governo

a prevedere, nell'ambito della revisione e modifica dello statuto di ENIT di cui all'articolo 7 comma 17 del testo, che negli organi dell'Agenzia, sia inserita anche una adeguata rappresentanza alle imprese turistico-ricettive.
9/2915-A/1Marco Di Maio, Moretto.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in discussione di cui si chiede la conversione in legge istituisce il nuovo «Ministero della transizione ecologica» costruito sulle funzioni ed i compiti assolti dal Ministero dell'ambiente arricchito dalle prerogative esercitate dal Ministero dello Sviluppo economico in tema di energia;
    istituisce altresì il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE) a cui viene attribuito il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione, al fine di coordinare le politiche in materia di riduzione delle emissioni di gas climalteranti, mobilità sostenibile, contrasto al dissesto idrogeologico e al consumo del suolo, risorse idriche e relative infrastrutture, qualità dell'aria ed economia circolare. Inoltre il GITE delibera sulla rimodulazione dei sussidi dannosi per l'ambiente;
    istituisce ancora il Comitato interministeriale per la transizione digitale (CITD) a cui fanno capo materie relative all'innovazione tecnologica e alla transizione digitale e si stabilisce che questo promuova indirizzi e coordini l'azione del Governo per quanto concerne l'innovazione tecnologica, l'attuazione dell'agenda digitale italiana ed europea, la strategia italiana per la banda ultra larga, la digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni e delle imprese, la trasformazione, crescita e transizione digitale del Paese, in ambito pubblico e privato, l'accesso dei servizi in rete, la connettività, le infrastrutture digitali materiali e immateriali, la strategia nazionale dei dati pubblici;
    i comitati interministeriali sono organi collegiali di Governo concorrenti all'attuazione dell'indirizzo politico in specifici settori; volti ad una «saldatura» tra decisione politica ed attuazione amministrativa, essi sono espressione di un potere di auto-organizzazione proprio degli organi costituzionali. Qualora tra le loro attribuzioni figuri l'adozione di atti amministrativi (o di atti che possano valere da presupposti sostanziali di atti amministrativi), essi sono istituiti per legge in una sorta di «intersezione» delle riserve di legge poste dall'articolo 95 e dall'articolo 97 della Costituzione;
   considerato che:
    i Comitati, come sopra descritti, si troveranno di fatto a gestire una parte importante dei fondi del Recovery Plan e che dunque la loro composizione risulta fondamentale proprio ai fini di assicurare quei principi che hanno ispirato la Commissione Europea che, ricordiamo, ha concesso all'Italia una cifra considerevole del Recovery Fund, più precisamente la più alta in Europa; tali principi precisi e motivati risiedono nella volontà di ridurre gli squilibri territoriali tra nord e sud Italia da un punto di vista economico, strutturale e sociale;
    non includendo il Ministero per il Sud e la coesione territoriale, di fatto, la composizione di entrambi i comitati risulta pesantemente e pericolosamente sbilanciata verso interessi ben lontani da quelle condizioni e principi europei, ma risulta altresì fuori da ogni sana logica di risanamento del divario tra il Nord ed il Sud del nostro paese,

impegna il Governo

a valutare gli effetti applicativi delle disciplina in esame, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a garantire la presenza del Ministero per il Sud e la coesione territoriale all'interno della composizione del CITE e del CITD, modificando l'articolo 4, comma 1, numero 2 e l'articolo 8 comma 3, in modo tale da assicurare quel bilanciamento di interessi e strategie che volta per volta verranno poste in essere per il raggiungimento degli obiettivi preposti.
9/2915-A/2Paxia.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in discussione di cui si chiede la conversione in legge istituisce il nuovo «Ministero della transizione ecologica» costruito sulle funzioni ed i compiti assolti dal Ministero dell'ambiente arricchito dalle prerogative esercitate dal Ministero dello Sviluppo economico in tema di energia;
    istituisce altresì il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE) a cui viene attribuito il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione, al fine di coordinare le politiche in materia di riduzione delle emissioni di gas climalteranti, mobilità sostenibile, contrasto al dissesto idrogeologico e al consumo del suolo, risorse idriche e relative infrastrutture, qualità dell'aria ed economia circolare. Inoltre il GITE delibera sulla rimodulazione dei sussidi dannosi per l'ambiente;
    istituisce ancora il Comitato interministeriale per la transizione digitale (CITD) a cui fanno capo materie relative all'innovazione tecnologica e alla transizione digitale e si stabilisce che questo promuova indirizzi e coordini l'azione del Governo per quanto concerne l'innovazione tecnologica, l'attuazione dell'agenda digitale italiana ed europea, la strategia italiana per la banda ultra larga, la digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni e delle imprese, la trasformazione, crescita e transizione digitale del Paese, in ambito pubblico e privato, l'accesso dei servizi in rete, la connettività, le infrastrutture digitali materiali e immateriali, la strategia nazionale dei dati pubblici;
    i comitati interministeriali sono organi collegiali di Governo concorrenti all'attuazione dell'indirizzo politico in specifici settori; volti ad una «saldatura» tra decisione politica ed attuazione amministrativa, essi sono espressione di un potere di auto-organizzazione proprio degli organi costituzionali. Qualora tra le loro attribuzioni figuri l'adozione di atti amministrativi (o di atti che possano valere da presupposti sostanziali di atti amministrativi), essi sono istituiti per legge in una sorta di «intersezione» delle riserve di legge poste dall'articolo 95 e dall'articolo 97 della Costituzione;
   considerato che:
    i Comitati, come sopra descritti, si troveranno di fatto a gestire una parte importante dei fondi del Recovery Plan e che dunque la loro composizione risulta fondamentale proprio ai fini di assicurare quei principi che hanno ispirato la Commissione Europea che, ricordiamo, ha concesso all'Italia una cifra considerevole del Recovery Fund, più precisamente la più alta in Europa; tali principi precisi e motivati risiedono nella volontà di ridurre gli squilibri territoriali tra nord e sud Italia da un punto di vista economico, strutturale e sociale;
    non includendo il Ministero per il Sud e la coesione territoriale, di fatto, la composizione di entrambi i comitati risulta pesantemente e pericolosamente sbilanciata verso interessi ben lontani da quelle condizioni e principi europei, ma risulta altresì fuori da ogni sana logica di risanamento del divario tra il Nord ed il Sud del nostro paese,

impegna il Governo

a valutare gli effetti applicativi delle disciplina in esame, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a garantire la presenza del Ministero per il Sud e la coesione territoriale all'interno della composizione del CITE e del CITD, in modo tale da assicurare quel bilanciamento di interessi e strategie che volta per volta verranno poste in essere per il raggiungimento degli obiettivi preposti.
9/2915-A/2. (Testo modificato nel corso della seduta).  Paxia.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge, reca disposizioni urgenti in materia di riordino di funzioni e competenze di alcuni Ministeri, in coincidenza con l'insediamento del nuovo Governo;
    nello specifico viene istituito il Ministero della transizione ecologica che sostituisce il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare accorpando le funzioni di quest'ultimo con quelle in materia di politica energetica e mineraria svolte dal Ministero dello sviluppo economico;
    l'Italia è circondata da 7.456 chilometri di coste, 155.000 chilometri quadrati di acque marittime, interne e territoriali e 350.000 chilometri quadrati di acque. Un patrimonio non solo naturalistico, storico e culturale ma anche economico;
    l'economia del mare costituisce una parte molto importante del sistema produttivo nazionale, con circa 200.000 imprese impegnate nella cosiddetta «economia del mare», che va dalle attinta primarie come la pesca, a quelle terziarie del turismo marino, dei trasporti marittimi e della ricerca e regolamentazione ambientale, passando per quelle secondarie quali la cantieristica;
    importanza fondamentale ricopre anche il settore della ricerca e della tutela ambientale, che include le attinta di ricerca e di sviluppo nel campo delle biotecnologie marine e delle scienze naturali legate al mare più in generale, insieme alle attività di regolamentazione per la tutela ambientale e nei settori dei trasporti e delle comunicazioni;
    è evidente, pertanto, che il controllo sul mare, il corretto svolgimento delle attività economiche, la tutela dell'ambiente marino, la salvaguardia del trasporto umano e la sicurezza della navigazione sono competenze che dovrebbero essere gestite attraverso una doverosa visione comune e univoca delle problematiche legate alla vita in mare;
    si rileva, vista la complessità della materia trattata, la necessità di riportare le funzioni e i compiti che hanno un collegamento con il mare, con la sua tutela, con le sue risorse, con il suo ecosistema e con i trasporti marittimi nell'ambito di un unico dicastero: un Ministero del mare deputato a valorizzare la peculiarità del sistema marittimo e la complessità delle sue articolazioni e lo sviluppo di politiche organiche per il settore,

impegna il Governo

a garantire che le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di protezione del mare – intesa come tutela, difesa vigilanza e controllo dell'ecosistema marino e costiero —, di navigazione marittima, pesca e acquacoltura nonché di valorizzazione e implementazione dell'intero sistema marittimo nazionale vengano adeguatamente gestiti attraverso l'istituzione di un unico ministero che se ne occupi in modo esclusivo.
9/2915-A/3Meloni, Lollobrigida, Prisco, Silvestroni.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge, reca disposizioni urgenti in materia di riordino di funzioni e competenze di alcuni Ministeri, in coincidenza con l'insediamento del nuovo Governo;
    la cancellazione del Ministero dello Sport rappresenta una mortificazione inflitta ad un settore provato a sufficienza dalla pandemia e ancora una volta non adeguatamente considerato. Parliamo di un mondo che arriva a generare complessivamente il 4 per cento del Pil, che ha una insostituibile funzione sociale e che pertanto merita rispetto, deve essere aiutato e messo nelle condizioni di ripartire;
    lo sport è tutto il mondo che ruota attorno ad esso hanno un'importanza fondamentale, motivo per cui va rispettata la sua centralità che, favorendo lo sviluppo della persona, si pone l'obiettivo di rimuovere le condizioni di disuguaglianza, di discriminazione, di bisogno e di disagio anche in un contesto internazionale più ampio;
    si ritiene importante che le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di rapporti internazionali con enti e istituzioni che hanno competenza in materia di sport, con particolare riguardo all'Unione europea, al Consiglio d'Europa, all'UNESCO e all'Agenzia mondiale antidoping (WADA) e con gli organismi sportivi e gli altri soggetti operanti nel settore dello sport, vengano gestiti da un dicastero a ciò preposto in maniera esclusiva;
    il mondo dello Sport rappresenta un settore centrale a livello nazionale e anche internazionale, la pandemia ha causato la perdita di un milione di posti di lavoro e tanti cittadini rischiano di non tornare a fare attività fisica nelle 100 mila strutture sportive della nostra nazione vicine alla chiusura,

impegna il Governo

in vista di futuri eventuali riassetti delle competenze dei Ministeri, a garantire il rispetto e la centralità dello sport attraverso l'istituzione di un ministero che se ne occupi in maniera esclusiva, assicurando ad esso l'attribuzione di funzioni e compiti spettanti allo Stato in materia di rapporti internazionali con enti e istituzioni che hanno competenza in materia di sport, con particolare riguardo all'Unione europea, al Consiglio d'Europa, all'UNESCO e all'Agenzia mondiale antidoping (WADA) e con gli organismi sportivi e gli altri soggetti operanti nel settore dello sport.
9/2915-A/4Lollobrigida, Meloni, Prisco.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento all'esame reca disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri; gli articoli 2, 3 e 4 contengono l'introduzione del nuovo ministero; Ministero della transizione ecologica;
    si sollevano, però, dei profili di merito sul concetto di transizione ecologica e sulle competenze riferite allo Stato ex articolo 117 terzo comma della Costituzione. La transizione ecologica non sembra affatto essere una vera e propria materia di competenza statale e quindi rientrante nella sua esclusiva competenza. Da una lettura della normativa europea, appare essere espresso un concetto più ampio che richiede una serie di azioni e obiettivi comuni che permettano il conseguimento del Green Deal;
    si rilevano dei dubbi in merito al buon funzionamento e alla rapidità di azione del nuovo Dicastero. Le competenze che dal Ministero dello sviluppo economico saranno conferite al nuovo Ministero, infatti, comporteranno delle conseguenze organizzative che non permetteranno un buon funzionamento degli uffici, sia dal punto di vista della rapidità di azione che da quello di snellimento delle strutture. Saranno necessarie nuove risorse umane, ci dovrà essere un cambio di vertici e un riassetto degli uffici. Si potrebbero, altresì, generare dei potenziali conflitti di competenze tra vecchie e nuove strutture. Tali effetti potrebbero comportare un'evidente problematica economica oltre che un allungamento di tempi. Si andrà, di certo, a pregiudicare l'efficienza e lo svolgimento di azioni concrete dal punto di vista ambientale ed energetico;
    il nuovo Ministero è una scelta politica che non proviene da una richiesta esplicita da parte dell'Europa. Nell'ambito del New Green Deal, infatti, nulla viene prescritto sulle modalità di come debba essere attuata la transizione in questione. Di conseguenza non si comprende perché un Paese burocraticamente complicato come il nostro debba istituire un nuovo Ministero e modificare competenze senza averne fornito delle motivazioni pragmatiche,

impegna il Governo

ad assicurare che la nascita del nuovo Ministero della transizione ecologica non pregiudichi l'efficienza e la rapidità con cui il Governo, in relazione alla normativa europea, debba far fronte agli obiettivi della transizione stessa e di tutti gli altri facenti capo alle sue competenze, così come evidenziato in premessa.
9/2915-A/5Prisco.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame, all'articolo 4, introduce l'articolo 57-bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, il quale prevede l'istituzione del Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE) presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione;
    il CITE, presieduto dal Presidente del Consiglio del ministri, o, in sua vece, dal Ministro della transizione ecologica, sarà composto dallo stesso Ministro della transizione ecologica, nonché dai Ministri dell'economia e delle finanze, dello sviluppo economico, delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, del lavoro e delle politiche sociali e delle politiche agricole alimentari e forestali. Ad esso partecipano, altresì, gli altri Ministri o i loro delegati aventi competenza nelle materie oggetto dei provvedimenti e dei temi posti all'ordine del giorno;
    il comma 3 del medesimo articolo 4 prevede che il CITE approvi il Piano per la transizione ecologica, al fine di coordinare le politiche in materia di: a) riduzione delle emissioni di gas climalteranti; b) mobilità sostenibile; c) contrasto del dissesto idrogeologico e del consumo del suolo; c-bis) mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici; d) risorse idriche e relative infrastrutture; e) qualità dell'aria; f) economia circolare; f-bis) bioeconomia circolare e fiscalità ambientale, ivi compresi i sussidi ambientali e la finanza climatica sostenibile;
    tutti i pregevoli temi del Piano di cui al periodo precedente, però, sono naturalmente riconducibili e affrontabili in termini di «educazione» e di sviluppo delle loro competenze, declinati, poi, in base all'età e al grado di scuola frequentato;
    la mancanza del Ministro dell'istruzione, tra i ministri facenti parte del GITE, si ritiene quindi essere una grave manchevolezza perché non tiene adeguatamente in considerazione la visione prospettica dei temi trattati e l'enorme potenziale dei nostri studenti e delle nostre studentesse come veicoli di conoscenze e di comportamenti sostenibili,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di inserire nel GITE la presenza, assolutamente imprescindibile, del Ministro dell'istruzione, anche al fine di fornire un orizzonte di significato in termini educativi e didattici dei temi declinati nel Piano per la transizione ecologica.
9/2915-A/6Casa.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame, all'articolo 4, introduce l'articolo 57-bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, il quale prevede l'istituzione del Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE) presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione;
    il CITE, presieduto dal Presidente del Consiglio del ministri, o, in sua vece, dal Ministro della transizione ecologica, sarà composto dallo stesso Ministro della transizione ecologica, nonché dai Ministri dell'economia e delle finanze, dello sviluppo economico, delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, del lavoro e delle politiche sociali e delle politiche agricole alimentari e forestali. Ad esso partecipano, altresì, gli altri Ministri o i loro delegati aventi competenza nelle materie oggetto dei provvedimenti e dei temi posti all'ordine del giorno;
    il comma 3 del medesimo articolo 4 prevede che il CITE approvi il Piano per la transizione ecologica, al fine di coordinare le politiche in materia di: a) riduzione delle emissioni di gas climalteranti; b) mobilità sostenibile; c) contrasto del dissesto idrogeologico e del consumo del suolo; c-bis) mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici; d) risorse idriche e relative infrastrutture; e) qualità dell'aria; f) economia circolare; f-bis) bioeconomia circolare e fiscalità ambientale, ivi compresi i sussidi ambientali e la finanza climatica sostenibile;
    tutti i pregevoli temi del Piano di cui al periodo precedente, però, sono naturalmente riconducibili e affrontabili in termini di «educazione» e di sviluppo delle loro competenze, declinati, poi, in base all'età e al grado di scuola frequentato;
    la mancanza del Ministro dell'istruzione, tra i ministri facenti parte del GITE, si ritiene quindi essere una grave manchevolezza perché non tiene adeguatamente in considerazione la visione prospettica dei temi trattati e l'enorme potenziale dei nostri studenti e delle nostre studentesse come veicoli di conoscenze e di comportamenti sostenibili,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di inserire nel GITE la presenza del Ministro dell'istruzione, anche al fine di fornire un orizzonte di significato in termini educativi e didattici dei temi declinati nel Piano per la transizione ecologica.
9/2915-A/6. (Testo modificato nel corso della seduta).  Casa.


   La Camera,
   premesso che:
    all'articolo 6, comma 2, lettera d), del citato provvedimento, si prevede l'istituzione del Ministero del Turismo e ne disciplina le relative attribuzioni;
    l'emergenza epidemiologica COVID-19, iniziata a marzo 2020, ha portato con sé molta incertezza nel settore del turismo che, tra divieti di viaggio e obblighi sanitari, pone oggi allo stesso una sfida cruciale per il suo futuro;
    pertanto, la dimensione ambientale e sostenibile del turismo, specie per quanto riguarda i cammini e le ciclovie, acquisirà nel tempo maggiore rilevanza, essendo già presente negli ambiti del turismo sostenibile, responsabile o etico;
    già nel 2019, il Consiglio europeo, nel documento relativo alla competitività del settore del turismo, invitava gli Stati membri a tenere conto delle sfide della sostenibilità nell'elaborare le strategie per il turismo a livello nazionale, regionale e locale, e a promuovere politiche e pratiche a favore di un turismo responsabile, basato sui tre pilastri dello sviluppo sostenibile: ambiente, cultura, economia;
    il Piano Strategico del Turismo 2017-2022 richiama i principi del turismo sostenibile in modo trasversale, come base delle politiche da attuare;
    nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che il Governo si approssima a presentare alla Commissione europea, il paragrafo sul turismo si sofferma coerentemente sull'importanza della sostenibilità dello stesso;
    il neo Ministero del Turismo può giocare quindi un ruolo importante per il soddisfacimento dei summenzionati principi;
    nell'ambito degli indirizzi generali e degli obiettivi fondamentali da perseguire nel quadro di una politica del turismo a vocazione sostenibile e responsabile, anche per il perseguimento di obiettivi di più ampia portata in materia di occupazione e di crescita, risulta cruciale attribuire, ad una delle già individuate direzioni generali del succitato neo istituito Ministero, delle funzioni specifiche in materia di elaborazione e attuazione di misure di sostegno e azioni volte a rendere il turismo più sostenibile,

impegna il Governo

ad attribuire, nell'ambito dei previsti uffici dirigenziali generali del neo istituito Ministero del Turismo, di cui all'articolo 6, comma 2, lettera d), capoverso Art. 54-quater, specifiche funzioni in materia di elaborazione e attuazione di iniziative e misure di sostegno a favore del turismo sostenibile e responsabile del sistema Italia.
9/2915-A/7Masi, Scanu.


   La Camera,
   premesso che:
    all'articolo 6, comma 2, lettera d), del citato provvedimento, si prevede l'istituzione del Ministero del Turismo e ne disciplina le relative attribuzioni;
    l'emergenza epidemiologica COVID-19, iniziata a marzo 2020, ha portato con sé molta incertezza nel settore del turismo che, tra divieti di viaggio e obblighi sanitari, pone oggi allo stesso una sfida cruciale per il suo futuro;
    pertanto, la dimensione ambientale e sostenibile del turismo, specie per quanto riguarda i cammini e le ciclovie, acquisirà nel tempo maggiore rilevanza, essendo già presente negli ambiti del turismo sostenibile, responsabile o etico;
    già nel 2019, il Consiglio europeo, nel documento relativo alla competitività del settore del turismo, invitava gli Stati membri a tenere conto delle sfide della sostenibilità nell'elaborare le strategie per il turismo a livello nazionale, regionale e locale, e a promuovere politiche e pratiche a favore di un turismo responsabile, basato sui tre pilastri dello sviluppo sostenibile: ambiente, cultura, economia;
    il Piano Strategico del Turismo 2017-2022 richiama i principi del turismo sostenibile in modo trasversale, come base delle politiche da attuare;
    nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che il Governo si approssima a presentare alla Commissione europea, il paragrafo sul turismo si sofferma coerentemente sull'importanza della sostenibilità dello stesso;
    il neo Ministero del Turismo può giocare quindi un ruolo importante per il soddisfacimento dei summenzionati principi;
    nell'ambito degli indirizzi generali e degli obiettivi fondamentali da perseguire nel quadro di una politica del turismo a vocazione sostenibile e responsabile, anche per il perseguimento di obiettivi di più ampia portata in materia di occupazione e di crescita, risulta cruciale attribuire, ad una delle già individuate direzioni generali del succitato neo istituito Ministero, delle funzioni specifiche in materia di elaborazione e attuazione di misure di sostegno e azioni volte a rendere il turismo più sostenibile,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di attribuire, nell'ambito dei previsti uffici dirigenziali generali del neo istituito Ministero del Turismo, di cui all'articolo 6, comma 2, lettera d), capoverso Art. 54-quater, specifiche funzioni in materia di elaborazione e attuazione di iniziative e misure di sostegno a favore del turismo sostenibile e responsabile del sistema Italia.
9/2915-A/7. (Testo modificato nel corso della seduta).  Masi, Scanu.


   La Camera,
   esaminato il provvedimento in titolo;
   valutate con favore le disposizioni introdotte per il riordino di alcuni Ministeri e le conseguenti ripartizioni di competenze e peculiarità;
   considerata la recente approvazione di un decreto volto ad assicurare al Comitato Olimpico Nazionale Italiano – CONI, l'autonomia, l'operatività e l'indipendenza in coerenza con quanto stabilito dalla Carta Olimpica, dall'ordinamento internazionale e più in generale dalle regole, ancorché non scritte, che presiedono allo svolgimento dell'attività sportiva secondo simboli e valori universalmente riconosciuti;
   considerato che nel nostro ordinamento l'ippica, come noto, non è una disciplina sportiva e che tuttavia il sistema delle corse dei cavalli, in virtù del millenario rapporto tra uomo e cavallo, costituisce un insieme complesso dalle forti componenti culturali, sociali e «sportive» oltre che economiche;
   preso atto che la pandemia ha messo in evidenza le già significative criticità dell'ippica e che è sempre più urgente l'esigenza di riforma del settore attraverso un progetto credibile di risanamento e di rilancio che veda la separazione tra le attività di promozione dell'allevamento e di valorizzazione delle razze equine e quelle agonistiche legate al cavallo, dalla programmazione e organizzazione delle corse fino alla erogazione, in tempi ragionevoli, dei pagamenti spettanti agli operatori, per i quali spesso i premi rappresentano l'unica fonte di reddito; un progetto che metta al centro non soltanto il gioco ma una serie di interventi volti a migliorare la competitività, la legalità e lo spettacolo anche alla luce della necessità di restituire all'ippica la dignità propria degli atleti e delle competizioni sportive in senso proprio;
   ritenuto che, una tale urgente riforma, potrebbe inserirsi in una più ampia revisione delle competenze dei Ministeri del nostro ordinamento governativo,

impegna il Governo

in vista di eventuali futuri riassetti delle competenze dei Ministeri ad adottare con urgenza ogni utile iniziativa finalizzata alla predisposizione di un progetto di riforma del comparto ippico che veda la separazione tra le attività di allevamento e miglioramento della razza equina, la cui competenza continui ad essere in capo al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, e quelle agonistiche da trasferire, secondo modalità e procedure che ne assicurino l'indipendenza dalle altre discipline, anche in relazione alla propria dotazione finanziaria, ad un ente riconosciuto e vigilato dal CONI che ne assicuri l'efficienza e il corretto svolgimento secondo i valori di lealtà e correttezza propri dello spirito sportivo.
9/2915-A/8L'Abbate.


   La Camera,
   esaminato il provvedimento in titolo;
   valutate con favore le disposizioni introdotte per il riordino di alcuni Ministeri e le conseguenti ripartizioni di competenze e peculiarità;
   considerata la recente approvazione di un decreto volto ad assicurare al Comitato Olimpico Nazionale Italiano – CONI, l'autonomia, l'operatività e l'indipendenza in coerenza con quanto stabilito dalla Carta Olimpica, dall'ordinamento internazionale e più in generale dalle regole, ancorché non scritte, che presiedono allo svolgimento dell'attività sportiva secondo simboli e valori universalmente riconosciuti;
   considerato che nel nostro ordinamento l'ippica, come noto, non è una disciplina sportiva e che tuttavia il sistema delle corse dei cavalli, in virtù del millenario rapporto tra uomo e cavallo, costituisce un insieme complesso dalle forti componenti culturali, sociali e «sportive» oltre che economiche;
   preso atto che la pandemia ha messo in evidenza le già significative criticità dell'ippica e che è sempre più urgente l'esigenza di riforma del settore attraverso un progetto credibile di risanamento e di rilancio che veda la separazione tra le attività di promozione dell'allevamento e di valorizzazione delle razze equine e quelle agonistiche legate al cavallo, dalla programmazione e organizzazione delle corse fino alla erogazione, in tempi ragionevoli, dei pagamenti spettanti agli operatori, per i quali spesso i premi rappresentano l'unica fonte di reddito; un progetto che metta al centro non soltanto il gioco ma una serie di interventi volti a migliorare la competitività, la legalità e lo spettacolo anche alla luce della necessità di restituire all'ippica la dignità propria degli atleti e delle competizioni sportive in senso proprio;
   ritenuto che, una tale urgente riforma, potrebbe inserirsi in una più ampia revisione delle competenze dei Ministeri del nostro ordinamento governativo,

impegna il Governo

in vista di eventuali futuri riassetti delle competenze dei Ministeri a valutare l'opportunità di adottare con urgenza ogni utile iniziativa finalizzata alla predisposizione di un progetto di riforma del comparto ippico che veda la separazione tra le attività di allevamento e miglioramento della razza equina, la cui competenza continui ad essere in capo al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, e quelle agonistiche da trasferire, secondo modalità e procedure che ne assicurino l'indipendenza dalle altre discipline, anche in relazione alla propria dotazione finanziaria, ad un ente riconosciuto e vigilato dal CONI che ne assicuri l'efficienza e il corretto svolgimento secondo i valori di lealtà e correttezza propri dello spirito sportivo.
9/2915-A/8. (Testo modificato nel corso della seduta).  L'Abbate.


   La Camera,
   esaminato il provvedimento in titolo;
   valutate le disposizioni introdotte per il riordino di alcuni importanti Ministeri e le conseguenti suddivisioni di competenze e peculiarità;
   valutata con particolare favore l'istituzione del nuovo Ministero della Transizione Ecologica, attraverso il quale si persegue l'obiettivo di riorganizzare l'azione di Governo, nell'ambito della quale diviene prioritaria l'attuazione del processo di transizione ecologica del Paese, potenziando e dotando l'attuale Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di competenze in materia di politica energetica, sul piano nazionale internazionale, precedentemente attribuite al Ministero dello sviluppo economico;
   visto che nell'ambito dello stesso processo viene istituito il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE), del quale fa parte il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione;
   ritenuto che in tale contesto riorganizzativo si rende quanto mai necessaria la parallela istituzione di un Comitato interministeriale per il mare (CIM), con il compito di delineare la strategia nazionale per la protezione dell'ambiente marino e l'uso sostenibile delle sue risorse e di coordinare la politica della pesca e delle attività produttive che si svolgono in mare con la politica ambientale;
   ritenuto inoltre che, una tale nuova istituzione, inserendosi perfettamente nell'ottica della transizione ecologica del Paese, si pone come obiettivo quello di sviluppare una politica marittima integrata nazionale, fondata sulla stretta collaborazione fra i settori delle imprese e dell'industria, dei trasporti, dell'ambiente, della ricerca, dell'energia e delle politiche regionali; una politica tesa a sviluppare in maniera ecologicamente sostenibile un'economia marittima prospera, sfruttando appieno le potenzialità dell'industria marittima;
   considerato infine che l'istituzione di tale Comitato nell'ambito della creazione del nuovo Ministero e della nuova strategia di azione del Governo, oltre che pienamente coerente, si ritiene quanto mai indispensabile, poiché l'aspetto della politica del mare, pur essendo fondamentale per il nostro Paese e sotto molteplici aspetti, correrebbe il rischio di non trovare spazio adeguato nella nuova riorganizzazione,

impegna il Governo

a prevedere, nell'ambito della riorganizzazione ministeriale, specialmente legata alla creazione del nuovo dicastero della Transizione Ecologica, l'istituzione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri del Comitato interministeriale per il mare, con il compito di delineare la strategia nazionale per la protezione dell'ambiente marino e l'uso sostenibile delle sue risorse, nonché il coordinamento della politica della pesca e delle attività produttive marine con la politica ambientale.
9/2915-A/9Gallinella, Gagnarli, Bilotti, Cassese, Cadeddu, Cillis, L'Abbate, Maglione, Alberto Manca, Marzana, Parentela, Pignatone, Martinciglio.


   La Camera,
   esaminato il provvedimento in titolo;
   valutate le disposizioni introdotte per il riordino di alcuni importanti Ministeri e le conseguenti suddivisioni di competenze e peculiarità;
   valutata con particolare favore l'istituzione del nuovo Ministero della Transizione Ecologica, attraverso il quale si persegue l'obiettivo di riorganizzare l'azione di Governo, nell'ambito della quale diviene prioritaria l'attuazione del processo di transizione ecologica del Paese, potenziando e dotando l'attuale Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di competenze in materia di politica energetica, sul piano nazionale internazionale, precedentemente attribuite al Ministero dello sviluppo economico;
   visto che nell'ambito dello stesso processo viene istituito il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE), del quale fa parte il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione;
   ritenuto che in tale contesto riorganizzativo si rende quanto mai necessaria la parallela istituzione di un Comitato interministeriale per il mare (CIM), con il compito di delineare la strategia nazionale per la protezione dell'ambiente marino e l'uso sostenibile delle sue risorse e di coordinare la politica della pesca e delle attività produttive che si svolgono in mare con la politica ambientale;
   ritenuto inoltre che, una tale nuova istituzione, inserendosi perfettamente nell'ottica della transizione ecologica del Paese, si pone come obiettivo quello di sviluppare una politica marittima integrata nazionale, fondata sulla stretta collaborazione fra i settori delle imprese e dell'industria, dei trasporti, dell'ambiente, della ricerca, dell'energia e delle politiche regionali; una politica tesa a sviluppare in maniera ecologicamente sostenibile un'economia marittima prospera, sfruttando appieno le potenzialità dell'industria marittima;
   considerato infine che l'istituzione di tale Comitato nell'ambito della creazione del nuovo Ministero e della nuova strategia di azione del Governo, oltre che pienamente coerente, si ritiene quanto mai indispensabile, poiché l'aspetto della politica del mare, pur essendo fondamentale per il nostro Paese e sotto molteplici aspetti, correrebbe il rischio di non trovare spazio adeguato nella nuova riorganizzazione,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di prevedere, nell'ambito della riorganizzazione ministeriale, specialmente legata alla creazione del nuovo dicastero della Transizione Ecologica, l'istituzione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri del Comitato interministeriale per il mare, con il compito di delineare la strategia nazionale per la protezione dell'ambiente marino e l'uso sostenibile delle sue risorse, nonché il coordinamento della politica della pesca e delle attività produttive marine con la politica ambientale.
9/2915-A/9. (Testo modificato nel corso della seduta).  Gallinella, Gagnarli, Bilotti, Cassese, Cadeddu, Cillis, L'Abbate, Maglione, Alberto Manca, Marzana, Parentela, Pignatone, Martinciglio.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 4 del provvedimento all'esame dell'Aula istituisce, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Comitato interministeriale per (a transizione ecologica (CITE), con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione;
    con l'introduzione del nuovo comma 5-ter, sono attribuite al CITE anche le competenze nell'adozione della delibera per l'aggiornamento della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, declinazione italiana dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite che tra i suoi 17 obiettivi include quello di garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell'acqua e delle strutture igienico-sanitarie (Goal 6);
    il 12 gennaio 2021 è entrata in vigore la nuova Direttiva (EU) 2020/2184 sulla qualità delle acque destinate al consumo umano, adottata in seguito all'iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) – lo strumento di democrazia partecipativa dell'UE – con la campagna «Right2Water»;
    la nuova legislazione, che aggiorna alcune disposizioni della Direttiva 98/83/CE, interviene principalmente per:
     incentivare un minore consumo dell'acqua in bottiglia, aumentando e migliorando la fiducia nell'acqua del rubinetto, che porterebbe un notevole risparmio per le famiglie e allo stesso tempo una riduzione dei rifiuti di plastica con un evidente impatto positivo sull'ambiente;
     adottare le misure necessarie per migliorare l'accesso all'acqua a tutti i cittadini, in particolare ai gruppi vulnerabili;
     assicurare una comunicazione efficace e trasparente sulla qualità dell'acqua erogata e per una maggiore trasparenza delle bollette;
     aggiornare gli standard qualitativi dell'acqua, stringere la soglia per alcuni contaminanti come il piombo e tenere in considerazione le nuove sostanze inquinanti;
     investire nella manutenzione delle infrastrutture per ridurre le perdite idriche;
    l'ultimo rapporto ISTAT, relativo al biennio 2018-2020, riporta che in 9 comuni capoluogo di provincia/città metropolitana, tutti nel Mezzogiorno, sono adottate misure di razionamento nella distribuzione dell'acqua. La percentuale di perdite idriche totali in Italia è del 42 per cento: ogni cento litri immessi nella rete di distribuzione, 42 non arrivano ai rubinetti delle case. ISTAT stima che recuperando queste perdite si potrebbe garantire il fabbisogno di acqua a circa 44 milioni di persone in un anno, oltre due terzi degli italiani;
    i fondi del Next Generation EU e il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) possono rappresentare un'occasione assolutamente da non perdere per il nostro Paese, per investire nel servizio idrico, per eliminare gli sprechi e garantire l'accesso all'acqua a tutti i cittadini,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di recepire in tempi brevi la Direttiva (UE) 2020/2184 sulla qualità delle acque destinate al consumo umano, affinché possa essere assicurato il rispetto delle modifiche introdotti sull'intero territorio nazionale; a prevedere la possibilità di investire i fondi del Next Generation EU per le priorità previste dalla Direttiva (EU) 2020/2184.
9/2915-A/10Ianaro.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 4 del provvedimento all'esame istituisce, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE), con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione;
    tra le politiche sulle quali il Comitato è chiamato a svolgere funzioni di coordinamento nella predisposizione del Piano per la transizione ecologica rientra la materia delle «risorse idriche e relative infrastrutture»;
    nell'ambito della Missione 2, componente IV, «Tutela del Territorio e della risorsa idrica» del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) in via di definizione e, in particolare, secondo quanto previsto dalla riforma 2.4, uno degli obiettivi e dei conseguenti investimenti dovrebbe essere quello di ridurre il divario esistente nei servizi idrici, tra il centro-nord e il sud del Paese, dove vi è una carenza di gestori industriali;
    secondo quanto previsto dalle note tecniche al suddetto testo, sarà il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili ad occuparsi della predisposizione di tali riforme e della loro conseguente attuazione, in accordo con il Ministero della transizione ecologica e con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali;
    nelle predette note tecniche si legge, inoltre, che: «La qualità delle risorse idriche è da tempo in crisi, aggravata negli ultimi anni dalle variazioni climatiche, dallo sviluppo di agglomerati urbani con un consumo di terreno sempre più intenso e dalla presenza di inquinanti emergenti, con conseguenti problemi di salvaguardia delle risorse idriche e della salute umana. I sistemi idrici presentano un'elevata obsolescenza; in particolare, i sistemi fognari, di drenaggio urbano e di depurazione, che non sempre sono presenti, spesso non sono adeguati alle norme europee, con conseguenti onerose procedure di infrazione. Dal 2016 è prevista l'istituzione di un commissario unico per accelerare l'attuazione dei lavori di collegamento, fognatura e depurazione»,

impegna il Governo:

   a valutare la possibilità di favorire la massima concertazione tra il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, il Ministero della Transizione Ecologica e il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali nella predisposizione delle riforme previste dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza per i profili attinenti alla tutela e alla gestione delle risorse idriche;
   a valutare la possibilità di attuare una riforma della governance delle risorse idriche che preveda la costituzione di una apposita agenzia o un comitato interministeriale, con la partecipazione di componenti delle direzioni generali aventi competenza in materia idrica, al fine di rendere più efficace ed efficiente la programmazione degli investimenti e la governance pubblica della risorsa per tutti gli usi (potabile, agricolo e industriale).
9/2915-A/11Daga.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 4 del provvedimento all'esame prevede l'istituzione, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, del Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE), con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione. A tale fine il Comitato approva il Piano per la transizione ecologica;
   considerato che:
    in Italia, il mare costituisce un campo di intervento centrale sia per l'ambiente che per l'economia: il nostro Paese è infatti caratterizzato da oltre 8.000 chilometri di coste, trentadue Aree Marine Protette, nove arcipelaghi, 27 isole minori abitate, oltre 500 porti e approdi. Sono 200.000 le imprese italiane blu e rappresentano il 3 per cento del PIL, con un trend in continua crescita;
    dalla chiusura nel 1993 del ministero della Marina Mercantile, con la sua Consulta, le istanze legate al mare sono state divise in sette Ministeri ed è mancata una vera politica integrata per l'ecosistema marino. Da allora il mondo del mare ha sollecitato ripetutamente i Governi che si sono succeduti affinché istituissero un organismo alla Presidenza del Consiglio che potesse assolvere a questa mancanza;
    inoltre, vista la posizione nel Mar Mediterraneo, il ruolo dell'Italia nelle politiche di protezione è fondamentale. L'azione di Governo nei prossimi anni deve essere indirizzata a rafforzare per l'Italia, promontorio dell'Europa nel Mediterraneo, il ruolo di leader nel bacino, sia in ambito internazionale che comunitario, e a riaffermare e consolidare la posizione di capofila per la salvaguardia del Mediterraneo,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di prevedere, mediante idonei strumenti normativi, l'istituzione di una apposita Cabina di regia per il mare presso la Presidenza del Consiglio dei ministri al fine di garantire un adeguato coordinamento delle politiche in materia di tutela del mare, dell'ecosistema marino e delle relative risorse.
9/2915-A/12Deiana, Scanu.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame prevede tra le altre misure, anche quella finalizzata all'istituzione di un Ministero dedicato alla transizione ecologica;
   considerato che:
    si rende necessario avere conoscenza circa la destinazione del gettito derivanti dall'irrogazione delle sanzioni amministrative pecuniarie previste dalla parte quarta del Testo unico in materia ambientale al fine di poter valutare l'efficacia dell'attività di controllo ambientale posta in essere su tutto il territorio nazionale, segnatamente in tema di abbandono dei rifiuti;
    è opportuno altresì conoscere le somme devolute alle province e ai comuni anche al fine di poter verificare la corretta destinazione delle somme provenienti dalle sanzioni laddove le norme non ne abbiano previsto uno specifico utilizzo,

impegna il Governo

a valutare la possibilità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di istituire un registro elettronico nazionale per la raccolta delle informazioni relative al numero e alla tipologia dei controlli effettuati che hanno comportato l'irrogazione di una sanzione amministrativa pecuniaria a seguito della violazione dei precetti ambientali di cui al titolo VI della Parte quarta del decreto legislativo n. 152 del 2006 e le modalità di impiego di tali somme per le funzioni individuate nel citato decreto, nonché le informazioni relative alle somme pagate in sede amministrative a seguito del procedimento di cui all'articolo 318-quater del citato decreto legislativo n. 152 del 2006.
9/2915-A/13Licatini.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 4 del decreto-legge in questione istituisce, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE), con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione. Si stabilisce la composizione del Comitato, che è presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri, o, in sua vece, dal Ministro della transizione ecologica. Il CITE approva, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del decreto-legge in esame, il Piano per la transizione ecologica, sul quale è acquisito il parere della Conferenza Unificata, al fine di coordinare le politiche in materia di riduzione delle emissioni di gas climalteranti, mobilità sostenibile, contrasto al dissesto idrogeologico e al consumo del suolo, risorse idriche e relative infrastrutture, qualità dell'aria ed economia circolare. Inoltre, è previsto che lo stesso CITE abbia facoltà di deliberare sulla rimodulazione dei sussidi ambientalmente dannosi;
   considerato che:
    con particolare riferimento alla materia delle risorse idriche e relative infrastrutture, allo stato attuale occorre prestare grande attenzione alla necessità di rafforzare forme di gestione pubblica dell'acqua. Parallelamente, vi è l'esigenza di intervenire attraverso un percorso di superamento dei limiti derivanti da una gestione complessivamente frammentata delle infrastrutture idriche. Inoltre, occorre perseguire l'obiettivo di una migliore pianificazione degli investimenti, necessari alla riduzione delle perdite nelle reti di acqua potabile, al potenziamento della manutenzione delle reti di distribuzione e fognature, al risparmio idrico, al superamento delle procedure di infrazione europee, nonché agli interventi sulle grandi infrastrutture di approvvigionamento. In particolare, bisogna garantire un'equa distribuzione delle risorsa idrica, anche tra Regioni ricadenti nel medesimo distretto idrografico,

impegna il Governo

ad adottare provvedimenti finalizzati a rafforzare forme di gestione pubblica della risorsa idrica, a rafforzare il coordinamento tra gestori ed enti territoriali, nonché a migliorare l'efficienza delle Autorità di Bacino di Distretto nelle attività di pianificazione e programmazione relative alla difesa, tutela, uso e gestione sostenibile delle acque, intervenendo in maniera incisiva, nel rispetto delle competenze attribuite dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, per garantire una distribuzione equa delle risorse idriche tra i territori, anche ricadenti nel medesimo distretto idrografico.
9/2915-A/14Maraia.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 4 del decreto-legge in questione istituisce, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE), con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione. Si stabilisce la composizione del Comitato, che è presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri, o, in sua vece, dal Ministro della transizione ecologica. Il CITE approva, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del decreto-legge in esame, il Piano per la transizione ecologica, sul quale è acquisito il parere della Conferenza Unificata, al fine di coordinare le politiche in materia di riduzione delle emissioni di gas climalteranti, mobilità sostenibile, contrasto al dissesto idrogeologico e al consumo del suolo, risorse idriche e relative infrastrutture, qualità dell'aria ed economia circolare. Inoltre, è previsto che lo stesso CITE abbia facoltà di deliberare sulla rimodulazione dei sussidi ambientalmente dannosi;
   considerato che:
    con particolare riferimento alla materia delle risorse idriche e relative infrastrutture, allo stato attuale occorre prestare grande attenzione alla necessità di rafforzare forme di gestione pubblica dell'acqua. Parallelamente, vi è l'esigenza di intervenire attraverso un percorso di superamento dei limiti derivanti da una gestione complessivamente frammentata delle infrastrutture idriche. Inoltre, occorre perseguire l'obiettivo di una migliore pianificazione degli investimenti, necessari alla riduzione delle perdite nelle reti di acqua potabile, al potenziamento della manutenzione delle reti di distribuzione e fognature, al risparmio idrico, al superamento delle procedure di infrazione europee, nonché agli interventi sulle grandi infrastrutture di approvvigionamento. In particolare, bisogna garantire un'equa distribuzione delle risorsa idrica, anche tra Regioni ricadenti nel medesimo distretto idrografico,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare provvedimenti finalizzati a rafforzare forme di gestione pubblica della risorsa idrica, a rafforzare il coordinamento tra gestori ed enti territoriali, nonché a migliorare l'efficienza delle Autorità di Bacino di Distretto nelle attività di pianificazione e programmazione relative alla difesa, tutela, uso e gestione sostenibile delle acque, intervenendo in maniera incisiva, nel rispetto delle competenze attribuite dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, per garantire una distribuzione equa delle risorse idriche tra i territori, anche ricadenti nel medesimo distretto idrografico.
9/2915-A/14. (Testo modificato nel corso della seduta).  Maraia.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame reca disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei ministeri, con l'istituzione del Ministero della transizione ecologica (che sostituisce il Ministero dell'ambiente), del Ministero del turismo, del Ministero della cultura (già Ministero per i beni e per le attività culturali e per il turismo) e del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (nuova denominazione del Ministero delle infrastrutture e trasporti);
    l'articolo 3 reca disposizioni transitorie concernenti il Ministero della transizione ecologica, prevedendo, in particolare, che ad esso siano trasferite tutte le competenze energetiche in capo alla Direzione generale per l'approvvigionamento, l'efficienza e la competitività energetica e alla Direzione per le infrastrutture e la sicurezza dei sistemi energetici e geominerari, con relativa dotazione organica e posti di funzione di dirigente di livello generale e non generale, finora riservate al Ministero dello sviluppo economico e rideterminando al contempo la dotazione organica del personale dirigenziale di quest'ultimo:
    i nuovi settori di intervento del Ministero in ambito energetico riguarderanno, tra le altre, la competenza sull'autorizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili di competenza statale, anche ubicati in mare, di sicurezza nucleare e di disciplina dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché la competenza in materia di agro-energie e, in generale, i compiti di pianificazione in materia di emissioni nei diversi settori dell'attività economica, compreso il settore dei trasporti, la vigilanza dell'Enea, la Sogin, GSE e le procedure di sburocratizzazione dell'impianto ILVA;
    il Consiglio di Stato, con ordinanza n. 1482 ha sospeso la sentenza del TAR di Lecce che obbligava ArcelorMittal, ex Ilva, a spegnere entro metà aprile gli impianti dell'area a caldo del siderurgico di Taranto, ritenendo prevalente l'esigenza di evitare il grave e irreparabile danno che sarebbe derivato dalla sospensione dell'attività, cui si sarebbe dovuto procedere entro la scadenza dei termini stabiliti dall'ordinanza stessa;
    pochi giorni fa, il Sindaco di Taranto ha chiesto una sospensione cautelativa dell'impianto siderurgico a seguito di un'esplosione che ha determinato l'incendio nella «colata continua 2» dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto e, da quanto è dato sapere, al momento della deflagrazione erano al lavoro una decina di operai che non sono rimasti coinvolti «ma solo perché fortunatamente si trovavano nei gabbioni di attesa» e non hanno subito conseguenze a causa dello scoppio;
    i fondi del Next Generation EU e il Piano Nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) devono rappresentare un'opportunità per il rilancio del Mezzogiorno e per l'intera Italia, a cominciare dal risanamento dello stabilimento ILVA di Taranto,

impegna il Governo:

   a destinare i fondi del Next Generation EU:
    1) per interventi di messa in sicurezza, nel rispetto delle prescrizioni della tutela ambientale e sanitaria, dell'impianto produttivo dell'Ilva di Taranto;
    2) per implementare i programmi e gli interventi di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione dell'area di Taranto;
    3) per integrare il trattamento economico dei dipendenti impiegati presso gli stabilimenti produttivi del gruppo Ilva per i quali sia avviato o prorogato, nel corso dello stesso anno, il ricorso alla cassa integrazione.
9/2915-A/15Lucaselli.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame reca disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei ministeri, con l'istituzione del Ministero della transizione ecologica (che sostituisce il Ministero dell'ambiente), del Ministero del turismo, del Ministero della cultura (già Ministero per i beni e per le attività culturali e per il turismo) e del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (nuova denominazione del Ministero delle infrastrutture e trasporti);
    l'articolo 3 reca disposizioni transitorie concernenti il Ministero della transizione ecologica, prevedendo, in particolare, che ad esso siano trasferite tutte le competenze energetiche in capo alla Direzione generale per l'approvvigionamento, l'efficienza e la competitività energetica e alla Direzione per le infrastrutture e la sicurezza dei sistemi energetici e geominerari, con relativa dotazione organica e posti di funzione di dirigente di livello generale e non generale, finora riservate al Ministero dello sviluppo economico e rideterminando al contempo la dotazione organica del personale dirigenziale di quest'ultimo:
    i nuovi settori di intervento del Ministero in ambito energetico riguarderanno, tra le altre, la competenza sull'autorizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili di competenza statale, anche ubicati in mare, di sicurezza nucleare e di disciplina dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché la competenza in materia di agro-energie e, in generale, i compiti di pianificazione in materia di emissioni nei diversi settori dell'attività economica, compreso il settore dei trasporti, la vigilanza dell'Enea, la Sogin, GSE e le procedure di sburocratizzazione dell'impianto ILVA;
    il Consiglio di Stato, con ordinanza n. 1482 ha sospeso la sentenza del TAR di Lecce che obbligava ArcelorMittal, ex Ilva, a spegnere entro metà aprile gli impianti dell'area a caldo del siderurgico di Taranto, ritenendo prevalente l'esigenza di evitare il grave e irreparabile danno che sarebbe derivato dalla sospensione dell'attività, cui si sarebbe dovuto procedere entro la scadenza dei termini stabiliti dall'ordinanza stessa;
    pochi giorni fa, il Sindaco di Taranto ha chiesto una sospensione cautelativa dell'impianto siderurgico a seguito di un'esplosione che ha determinato l'incendio nella «colata continua 2» dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto e, da quanto è dato sapere, al momento della deflagrazione erano al lavoro una decina di operai che non sono rimasti coinvolti «ma solo perché fortunatamente si trovavano nei gabbioni di attesa» e non hanno subito conseguenze a causa dello scoppio;
    i fondi del Next Generation EU e il Piano Nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) devono rappresentare un'opportunità per il rilancio del Mezzogiorno e per l'intera Italia, a cominciare dal risanamento dello stabilimento ILVA di Taranto,

impegna il Governo:

   a valutare la possibilità di destinare i fondi del Next Generation EU:
    1) per interventi di messa in sicurezza, nel rispetto delle prescrizioni della tutela ambientale e sanitaria, dell'impianto produttivo dell'Ilva di Taranto;
    2) per implementare i programmi e gli interventi di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione dell'area di Taranto;
    3) per integrare il trattamento economico dei dipendenti impiegati presso gli stabilimenti produttivi del gruppo Ilva per i quali sia avviato o prorogato, nel corso dello stesso anno, il ricorso alla cassa integrazione.
9/2915-A/15. (Testo modificato nel corso della seduta).  Lucaselli.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge in corso di conversione disciplina e dispone l'istituzione del Ministero della transizione ecologica (MiTE) e del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. In particolare, il MiTE acquisisce, oltre ai compiti già attribuiti al Ministero dell'ambiente, nuove funzioni e ambiti di intervento relativi allo sviluppo sostenibile e alla tutela e alla valorizzazione dell'ambiente, del territorio e dell'ecosistema anche attraverso piani e misure in materia di combustibili alternativi e delle relative reti e strutture di distribuzione per la ricarica dei veicoli elettrici, qualità dell'aria, pianificazione in materia di emissioni nei diversi settori dell'attività economica compreso il settore dei trasporti;
    il tema delle autovetture in dotazione alle pubbliche amministrazioni è stato affrontato, in ripetute occasioni, da differenti disposizioni di legge e regolamento e da varie direttive ministeriali, con l'intento di razionalizzare il regime giuridico e le modalità di utilizzazione dei veicoli basandosi sul principio di trasparenza e di mobilità sostenibile oltre che con il fine di ridurre i costi delle amministrazioni per questo servizio e la promozione al solo acquisto di veicoli a ridotto impatto ambientale o a basso consumo energetico;
    il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 agosto 2011 e successive modificazioni e integrazioni concernente «L'utilizzo delle autovetture di servizio e rappresentanza da parte delle pubbliche amministrazioni» con finalità del miglioramento complessivo del servizio anche attraverso l'adozione di modalità innovative di gestione, individua i soggetti legittimati all'uso delle autovetture di servizio in uso esclusivo e non esclusivo. Sono indicate modalità di razionalizzazione dell'uso delle autovetture per percorsi coincidenti e attraverso l'uso condiviso e gli stringenti limiti di utilizzo;
    il successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 settembre 2014 riguardante «Determinazione del numero massimo e delle modalità di utilizzo delle autovetture di servizio con autista adibite al trasporto di persone», all'articolo 2 comma 1, dispone per ciascuna amministrazione centrale dello Stato, ivi comprese le Forze di Polizia e le Forze Armate, la disponibilità del numero massimo di cinque vetture di servizio a uso non esclusivo con il conseguente obbligo di riduzione del contingente delle autovetture,

impegna il Governo:

   in linea con i princìpi istitutivi dei nuovi dicasteri, a provvedere, in via prioritaria, all'acquisto di veicoli ibridi o elettrici nel caso in cui l'amministrazione necessiti di dismettere e approvvigionare autovetture di servizio o di rappresentanza istituzionale;
   ad adottare idonei criteri di razionalizzazione del parco auto assegnato in uso esclusivo ai dipendenti della pubblica amministrazione, centrale o periferica, con incarico o qualifica di dirigente, in ottemperanza con quanto previsto dai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri indicati in premessa, al fine di incentivare i programmi di condivisione di autovetture di servizio o di rappresentanza istituzionale nonché per razionalizzare la spesa pubblica.
9/2915-A/16Rizzo.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge in corso di conversione disciplina e dispone l'istituzione del Ministero della transizione ecologica (MiTE) e del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. In particolare, il MiTE acquisisce, oltre ai compiti già attribuiti al Ministero dell'ambiente, nuove funzioni e ambiti di intervento relativi allo sviluppo sostenibile e alla tutela e alla valorizzazione dell'ambiente, del territorio e dell'ecosistema anche attraverso piani e misure in materia di combustibili alternativi e delle relative reti e strutture di distribuzione per la ricarica dei veicoli elettrici, qualità dell'aria, pianificazione in materia di emissioni nei diversi settori dell'attività economica compreso il settore dei trasporti;
    il tema delle autovetture in dotazione alle pubbliche amministrazioni è stato affrontato, in ripetute occasioni, da differenti disposizioni di legge e regolamento e da varie direttive ministeriali, con l'intento di razionalizzare il regime giuridico e le modalità di utilizzazione dei veicoli basandosi sul principio di trasparenza e di mobilità sostenibile oltre che con il fine di ridurre i costi delle amministrazioni per questo servizio e la promozione al solo acquisto di veicoli a ridotto impatto ambientale o a basso consumo energetico;
    il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 agosto 2011 e successive modificazioni e integrazioni concernente «L'utilizzo delle autovetture di servizio e rappresentanza da parte delle pubbliche amministrazioni» con finalità del miglioramento complessivo del servizio anche attraverso l'adozione di modalità innovative di gestione, individua i soggetti legittimati all'uso delle autovetture di servizio in uso esclusivo e non esclusivo. Sono indicate modalità di razionalizzazione dell'uso delle autovetture per percorsi coincidenti e attraverso l'uso condiviso e gli stringenti limiti di utilizzo;
    il successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 settembre 2014 riguardante «Determinazione del numero massimo e delle modalità di utilizzo delle autovetture di servizio con autista adibite al trasporto di persone», all'articolo 2 comma 1, dispone per ciascuna amministrazione centrale dello Stato, ivi comprese le Forze di Polizia e le Forze Armate, la disponibilità del numero massimo di cinque vetture di servizio a uso non esclusivo con il conseguente obbligo di riduzione del contingente delle autovetture,

impegna il Governo a valutare la possibilità di:

   in linea con i princìpi istitutivi dei nuovi dicasteri, provvedere, in via prioritaria, all'acquisto di veicoli ibridi o elettrici nel caso in cui l'amministrazione necessiti di dismettere e approvvigionare autovetture di servizio o di rappresentanza istituzionale;
   adottare idonei criteri di razionalizzazione del parco auto assegnato in uso esclusivo ai dipendenti della pubblica amministrazione, centrale o periferica, con incarico o qualifica di dirigente, in ottemperanza con quanto previsto dai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri indicati in premessa, al fine di incentivare i programmi di condivisione di autovetture di servizio o di rappresentanza istituzionale nonché per razionalizzare la spesa pubblica.
9/2915-A/16. (Testo modificato nel corso della seduta).  Rizzo.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 9 (Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza) del provvedimento all'esame dell'Aula è finalizzato a rendere coerente la titolarità del citato Fondo rispetto alle funzioni di indirizzo e coordinamento per quanto concerne le politiche in materia di infanzia e adolescenza, che sono state attribuite al Presidente del Consiglio dei ministri ovvero al Ministro delegato per la famiglia (e le disabilità) dall'articolo 3, comma 1, lettera c), del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 86, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2018, n. 97;
    l'articolo 22 della Legge n. 328 del 2000 ha introdotto i livelli uniforme di assistenza sociale (LIVEAS) riconoscendoli quali interventi che costituiscono «il livello essenziale delle prestazioni sociali erogabili sotto forma di beni e servizi»;
    ai sensi dell'articolo 13, comma 5, del decreto legislativo n. 68 del 2011 è stato approvato un atto di intesa dalla Conferenza unificata il 17 maggio 2015, concernente «Prime indicazioni per un percorso finalizzato alla rilevazione della spesa sociale, dei fabbisogni e dei costi standard dei servizi ed interventi aventi caratteristiche di generalità e permanenza all'interno delle Regioni e delle Province autonome e degli Enti locali nell'ambito delle politiche sociali»;
    l'articolo 89, comma 2-bis, del decreto-legge n. 34 del 2020, convertito in legge n. 77 del 2020 afferma testualmente che «i servizi sociali di cui all'articolo 22, comma 4, della legge 328/2000 sono da considerarsi servizi pubblici essenziali, anche se svolti in regime di concessione, accreditamento o mediante convenzione in quanto volti a garantire il godimento di diritti della persona costituzionalmente tutelati»;
    l'articolo 117 comma 2 lettera m) della Costituzione estende la nozione di livelli essenziali di prestazioni anche alle prestazioni relative a tutti i diritti sociali e civili, su tutto il territorio nazionale;
    la rilevanza centrale dei Lep e delle loro fruizioni è ribadita dalla previsione dell'articolo 120 della Costituzione, che prevede l'esercizio del potere sostitutivo straordinario del Governo nei confronti delle Regioni, delle Città Metropolitane, delle Province e dei Comuni esercitato «quando lo richiedono la tutela dell'unità giuridica o dell'unità economica e in particolare la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, prescindendo dai confini territoriali dei governi locali»;
    la programmazione delle linee di indirizzo può contribuire a rendere maggiormente efficace la funzione regolatoria e di coordinamento che le istituzioni pubbliche sono chiamate ad esercitare;
    considerata la complessità che definisce l'odierno sistema di organizzazione e di erogazione dei servizi sociali, è necessario un nuovo strumento di governo dei processi, attraverso i quali i sistemi locali di welfare siano in grado di rispondere alle diverse istanze che provengono dai territori,

impegna il Governo:

   a valutare l'opportunità di definire i livelli essenziali delle prestazioni (Lep) nell'ambito sociale per l'erogazione delle risorse del Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza tenendo conto del fabbisogno standard di ciascun territorio;
   a valutare l'opportunità di definire i «distretti di economia sociale», quali luoghi di produzione e scambio economico e sociale, formalizzato da accordi strategici e programmatici, in cui le imprese sociali possono trovare la loro naturale collocazione e contribuire a disegnare modelli e sistemi di riferimento utili, soprattutto a livello locale, per affrontare la situazione di crisi odierna.
9/2915-A/17Ruggiero.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 9 attribuisce alla Presidenza del Consiglio, ovvero al Ministro delegato per la famiglia e le disabilità le funzioni di competenza statale in materia di Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza e trasferisce, conseguentemente, le risorse del Fondo dallo stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali al bilancio della Presidenza del Consiglio dei ministri;
    il Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza è stato istituito con la Legge 28 agosto 1997, n. 285, per la realizzazione di interventi volti alla tutela e alla promozione dei diritti e del benessere dei bambini e dei ragazzi;
    i piccoli comuni, che corrispondono al 70 per cento dei comuni italiani, dispongono di risorse ed entrate sempre più esigue e in essi sono sempre più diffuse aree marginali e svantaggiate ove vi è maggiore diffusione di dispersione scolastica e coinvolgimento in attività criminose, di carenza di strutture per la prima infanzia e carenza di presidi socio-assistenziali,

impegna il Governo

a riservare una quota pari al 30 per cento del Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza al finanziamento di interventi da realizzare nei piccoli comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti per la realizzazione di progetti finalizzati a favorire la promozione dei diritti, la qualità della vita, Io sviluppo, la realizzazione individuale e la socializzazione dell'infanzia e dell'adolescenza.
9/2915-A/18Corda.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento all'esame reca disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei ministeri; l'articolo 4, in particolare, prevede che il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (GITE) sia costituito «presso la Presidenza del Consiglio dei ministri» e che «la Presidenza del Consiglio dei ministri assicura il supporto tecnico ed organizzativo alle attività del CITE nell'ambito delle risorse finanziare e strumentali disponibili a legislazione vigente»;
    nessun rimando viene fatto, però, a quale sia la struttura della Presidenza del Consiglio deputata a supportare il suddetto Comitato; onde evitare dubbi interpretativi sarebbe necessario una indicazione più netta su tale struttura di riferimento;
    riteniamo che sia il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento economico (DIPE) la struttura della Presidenza più idonea ad assicurare il supporto al CITE, – senza nuovi o maggiori oneri finanziari, – in quanto già assicura il supporto sia tecnico che organizzativo al Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS), – organo che appare svolgere funzioni analoghe a quelle del CITE – e ad altri Comitati interministeriali (per procedure, quorum, etc.),

impegna il Governo

a stabilire ed indicare, in apposito atto normativo successivo al presente provvedimento, quale sia la struttura della Presidenza del Consiglio demandata ad offrire al CITE il supporto tecnico e amministrativo necessari, al fine di assicurare reale efficienza nello svolgimento del lavoro e garantire che il Comitato non gravi ulteriormente sulla finanza pubblica.
9/2915-A/19Ferro.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento all'esame reca disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei ministeri; l'articolo 4, in particolare, prevede che il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (GITE) sia costituito «presso la Presidenza del Consiglio dei ministri» e che «la Presidenza del Consiglio dei ministri assicura il supporto tecnico ed organizzativo alle attività del CITE nell'ambito delle risorse finanziare e strumentali disponibili a legislazione vigente»,

impegna il Governo

a stabilire ed indicare, in apposito atto normativo successivo al presente provvedimento, quale sia la struttura della Presidenza del Consiglio demandata ad offrire al CITE il supporto tecnico e amministrativo necessari, al fine di assicurare reale efficienza nello svolgimento del lavoro e garantire che il Comitato non gravi ulteriormente sulla finanza pubblica.
9/2915-A/19. (Testo modificato nel corso della seduta).  Ferro.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge di conversione del decreto-legge 1 marzo 2021, n. 22 recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei ministeri, opera tra l'altro, una ridefinizione delle funzioni dei Ministeri nelle materie dell'energia, del turismo e dell'innovazione digitale;
    il provvedimento in esame istituisce il Ministero della transizione ecologica (che sostituisce il Ministero dell'ambiente), il Ministero del turismo, il Ministero della cultura (già Ministero per i beni e per le attività culturali e per il turismo) e il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (nuova denominazione del Ministero delle infrastrutture e trasporti), inoltre, si attribuiscono al Presidente del Consiglio ulteriori compiti di promozione e coordinamento in materia di innovazione tecnologica e transizione digitale;
   considerato che:
    in conseguenza dell'attribuzione al Ministero della transizione ecologica, disposta dall'articolo 2, delle competenze in materia di politica energetica, contestualmente scorporate da quelle del Ministero dello sviluppo economico unitamente alle competenti Direzioni generali, l'articolo 3 dispone anche della rideterminazione delle dotazioni organiche dei due Dicasteri e introduce le necessarie disposizioni, di carattere transitorio, relative alle modalità del trasferimento del personale delle Direzioni generali acquisite dal Ministero della transizione ecologica;
    il provvedimento dispone all'articolo 4 l'istituzione, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, del Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE), per il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione, composto dai Ministri della transizione ecologica, dell'economia e delle finanze, dello sviluppo economico, delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, del lavoro e delle politiche sociali e delle politiche agricole, alimentari e forestali, con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione precisando in particolar modo, nella relazione illustrativa del testo in esame, che restano comunque ferme le funzioni del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS),

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di assicurare un adeguato coordinamento tra le attività del Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE) e quelle del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS), tenendo in particolare conto degli effetti di tale transizione sul mondo del lavoro la cui competenza trasversale in materia di programmazione economica e di investimenti sostenibili, anche per quanto attiene ai profili di interesse del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, potrebbe presentare alcune aree di potenziale sovrapposizione con le funzioni attribuite al CITE.
9/2915-A/20Amitrano.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge di conversione del decreto-legge 1 marzo 2021, n. 22 recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei ministeri, opera tra l'altro, una ridefinizione delle funzioni dei Ministeri nelle materie dell'energia, del turismo e dell'innovazione digitale;
    il provvedimento in esame istituisce il Ministero della transizione ecologica (che sostituisce il Ministero dell'ambiente), il Ministero del turismo, il Ministero della cultura (già Ministero per i beni e per le attività culturali e per il turismo) e il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (nuova denominazione del Ministero delle infrastrutture e trasporti), inoltre, si attribuiscono al Presidente del Consiglio ulteriori compiti di promozione e coordinamento in materia di innovazione tecnologica e transizione digitale;
   considerato che:
    in conseguenza dell'attribuzione al Ministero della transizione ecologica, disposta dall'articolo 2, delle competenze in materia di politica energetica, contestualmente scorporate da quelle del Ministero dello sviluppo economico unitamente alle competenti Direzioni generali, l'articolo 3 dispone anche della rideterminazione delle dotazioni organiche dei due Dicasteri e introduce le necessarie disposizioni, di carattere transitorio, relative alle modalità del trasferimento del personale delle Direzioni generali acquisite dal Ministero della transizione ecologica;
    il provvedimento dispone all'articolo 4 l'istituzione, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, del Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE), per il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione, composto dai Ministri della transizione ecologica, dell'economia e delle finanze, dello sviluppo economico, delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, del lavoro e delle politiche sociali e delle politiche agricole, alimentari e forestali, con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione precisando in particolar modo, nella relazione illustrativa del testo in esame, che restano comunque ferme le funzioni del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS),

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di assicurare un adeguato coordinamento tra le attività del Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE) e quelle del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS), tenendo in particolare conto degli effetti di tale transizione sul mondo del lavoro.
9/2915-A/20. (Testo modificato nel corso della seduta).  Amitrano.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame reca disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri;
    è necessario rispondere compiutamente alla sentita esigenza di rigenerare l'Italia da un punto di vista economico, occupazionale, ambientale e sociale, a fronte dei gravi danni determinati dalla crisi causata dall'emergenza sanitaria COVID-19;
    con la pandemia, la sospensione delle attività di interi settori produttivi ha determinato ripercussioni devastanti sull'occupazionale. Al riguardo, nonostante il blocco dei licenziamenti, il numero di persone rimaste senza lavoro è considerevole e i più colpiti sono i giovani e le donne, ossia quelle categorie già svantaggiate da un punto di vista lavorativo;
    è necessario, dunque, promuovere e sviluppare l'occupazione con un concreto programma. Tale esigenza va unita a l'ulteriore obiettivo di promuovere un innovativo modello di sviluppo sostenibile attraverso l'adozione di specifici interventi legati, in particolare, a politiche di protezione e valorizzazione dell'ambiente territorio e dell'ecosistema, prevenzione del dissesto idrogeologico, contrasto ai cambiamenti climatici, risparmio energetico, gestione dei rifiuti e economia circolare,

impegna il Governo

ad adottare le necessarie misure finalizzate a sviluppare una rete di interventi sinergici tra il Ministero della Transizione Ecologica e il Ministero del lavoro e delle politiche sociali volti ad individuare un piano che incentivi l'occupazione nell'ambito di settori legati alle politiche ambientali e di transizione ecologica.
9/2915-A/21Rizzetto.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 1o marzo 2021. n. 22. recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri (C. 2915 Governo), provvede al riordino delle attribuzioni dei Ministeri;
    che l'articolo 2 disciplina la trasformazione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in Ministero della transizione ecologica (MITE), devolvendo ad esso le funzioni precedentemente attribuite al Ministero dell'ambiente nonché rilevanti competenze – precedentemente attribuite al Ministero dello sviluppo economico – in materia di politica energetica;
   premesso inoltre che il decreto dispone il limite di tre dipartimenti e dieci direzioni generali (aumentando rispettivamente di un dipartimento e di due direzioni generali l'attuale assetto organizzativo del Ministero dell'ambiente), al fine di consentire l'istituzione del Dipartimento per l'energia del clima, in cui confluiscono la Direzione generale per l'approvvigionamento, l'efficienza e la competitività energetica e la Direzione generale per le infrastrutture e la sicurezza generale per il clima, l'energia e l'aria, già istituita presso il Ministero dell'ambiente, l'articolo 4 istituisce, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Comitato interministeriale per la transazione ecologica (CITE), con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transazione ecologica e la relativa programmazione;
    che appare inoltre suscettibile di ulteriori approfondimenti l'impatto del nuovo assetto di competenze derivante dall'istituzione del Ministero della transizione ecologica, di cui all'articolo 2 sul rapporto Stato-regioni e sulle politiche regionali in materia ambientale ed energetica,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di ricomprendere tra le materie le cui politiche sono oggetto di coordinamento da parte del CITE, anche la riqualificazione, la riconversione economica la valorizzazione e il risanamento ambientale delle aree industriali in crisi, e dei territori più colpiti da a transizione energetica, e di approfondire l'impatto del nuovo assetto di competenze derivante dall'istituzione del Ministero della transizione ecologica, di cui all'articolo 2, sul rapporto Stato-regioni e sulle politiche regionali in materia ambientale ed energetica.
9/2915-A/22Albano.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 1o marzo 2021, n. 22, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri, dispone la ricostituzione del Ministero del turismo, mediante riduzione delle competenze e risorse in capo al Ministero della cultura, già Ministero dei beni e delle attività culturali e per il turismo;
    nel corso dell'intervento del Presidente del Consiglio Mario Draghi al Parlamento, particolare enfasi e stata posta sul ruolo strategico del settore turistico nella fase di ripresa economica nazionale;
    secondo dati del Centro Studi Turistici di Firenze, negli ultimi 12 mesi l'emergenza pandemica ha fatto svanire oltre 258 milioni di presenze turistiche, riportando il mercato turistico nazionale ai livelli e presenze del 1969;
    la stima dei consumi turistici perduti ha raggiunto una cifra superiore ai 50 miliardi di euro, di cui oltre 36 miliardi in consumi turistici degli stranieri ed oltre 17 miliardi di spesa interna da parte dei cittadini italiani;
    il settore turistico nazionale, per sua importanza, grandezza e varietà occupa una dimensione trasversale, tale per cui il ruolo del neonato Ministero del turismo nei confronti delle altre strutture dicasteriali nazionali necessita di ulteriori riconoscimenti per poterne rendere più efficace l'azione;
    la riforma del Titolo V della Costituzione italiana in materia di potestà legislativa Stato-Regioni ha frastagliato il ruolo centrale dello Stato nella governance della politica turistica nazionale, del tutto inesistente,

impegna il Governo a valutare l'opportunità di:

   a) incrementare la centralità del Ministero del turismo nell'elaborazione di politiche e piani strategici nazionali per il rilancio del turismo nazionale;
   b) rendere il Ministero del turismo componente del Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE) anche ai fini del potenziamento e di una estensione del Superbonus 110 per cento alle attività turistiche;
   c) rendere il Ministero del turismo attore istituzionale privilegiato nell'elaborazione di qualunque politica di natura economico-competitiva elaborata da altri Ministeri, ma con aderenza ad aree di interesse per il settore turismo.
9/2915-A/23Caretta, Ciaburro.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 1o marzo 2021, n. 22, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri, dispone la costituzione del Ministero della transizione ecologica (MITE);
    il predetto Ministero ricomprende le competenze, strutture, risorse umane e strumentali dei Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare assieme alle strutture di Direzione Generale del Ministero dello sviluppo economico in materia di politiche energetiche;
    il decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, cosiddetto «Decreto Rilancio», all'articolo 119 ha istituito il cosiddetto Superbonus 110 per cento, incentivo fiscale basato sull'erogazione di un credito di imposta per gli interventi di efficientamento energetico sugli edifici;
    secondo uno studio condotto da Open Economics e dalla Business School dell'Università LUISS Guido Carli, il Superbonus costituisce un vero e proprio moltiplicatore di valore, considerato un incremento delle spese edilizie di circa 8,75 miliardi di euro nel triennio 2020-2022, si registrerebbe un incremento dei valore aggiunto complessivo del Paese di 16,64 miliardi nel periodo di attuazione del provvedimento, ai quali si potrebbero addirittura aggiungere 1,9 miliardi di economia sommersa, a fronte di un impatto netto attualizzato sul disavanzo pubblico pari a –811 milioni di euro;
    nonostante i risultati delle simulazioni siano incoraggianti, gli unici dati al momento rilevabili ed affidabili sono quelli legati al breve periodo, in quanto la durata applicativa della misura del Superbonus non è ancora certa e potenzialmente oggetto di future modifiche, come dimostrato dall'intenzione di prorogare la misura per tutto il 2023 mediante il PNRR e le risorse del Next Generation EU;
    la misura del Superbonus 110 per cento non è, inoltre, esente da difficoltà applicative e lungaggini burocratiche, che rischiano di impedire il pieno utilizzo della misura ed il dispiegamento dei suoi effetti positivi;
    sono sempre più numerose, come riportato dalle associazioni di categoria, le segnalazioni di ritardi nell'attuazione dei lavori legati al Superbonus dovuti a problemi burocratici, come ad esempio la mancata risposta da parte delle pubbliche amministrazioni o interpretazioni normativi conflittuali rispetto alla normativa di cui al decreto-legge n. 34 del 2020;
    come riportato dall'ANCI, la documentazione necessaria per l'avvio dei lavori prevede ricerche e procedimenti che richiedono un lasso di tempo che va dai sei ai dodici mesi;
    tale situazione di costante incertezza rende vana, se non di dubbia utilità, una proroga di breve termine e a misura del Superbonus 110 per cento al 2023, considerato che buona parte dei progetti non riuscirà ad essere cantierabile in assenza di una radicale e tempestiva riforma normativa;
    tali problemi sono riconducibili anche all'ampio numero di pubbliche amministrazioni coinvolte nella gestione della misura: Ministero dello sviluppo economico, Ministero della transizione ecologica Ministero dell'economia e delle finanze, Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Agenzia delle entrate, ENEA e Consiglio superiore dei lavori pubblici;
    la transizione ecologica rappresenta, a livello europeo e nazionale, un punto cardine della politica energetica per il decennio 2020-2030, rendendo misure come il Superbonus 110 per cento centrali nella persecuzione di tale politica di transizione;
   considerato che, secondo dati del Ministero dell'economia e delle finanze e dell'Agenzia delle entrate, il 75,2 per cento delle famiglie, tre su quattro, risiede in una casa di proprietà, per un valore complessivo del patrimonio abitativo nazionale superiore ai 6.000 miliardi di euro, il tasso di proprietà è il più elevato in tutta l'Unione europea;
    nel periodo 2007-2016 sono stati effettuati complessivamente oltre 27 milioni di interventi per la riqualificazione del patrimonio edilizio, per una spesa totale superiore ai 115 miliardi di euro;
    la grandezza di un tale patrimonio immobiliare ed i vantaggi legati ad incentivi per l'efficientamento energetico rendono il Superbonus 110 per cento ben più di una misura transitoria, ma un intervento di natura nevralgica strutturale per il Paese;
    alla luce di questi elementi appare irragionevole non operare per creare un unico interlocutore istituzionale a cui cittadini, imprese ed amministrazioni locali possano rivolgersi per interpretazioni normative o input di semplificazione e interpretazione normativa;
    il Ministero della transizione ecologica, data la ratio sottesa alla sua stessa origine, deve farsi protagonista di questo processo di transizione energetica legata agli interventi di efficientamento,

impegna il Governo a valutare l'opportunità di:

istituire in seno al Ministero della transizione ecologica, una cabina di regia dei Superbonus 110 per cento che includa attori, istituzionali provenienti dal Ministero della transizione ecologica medesimo, dal misero e o sviluppo economico, dal Ministero dell'economia e delle finanze, dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dall'Agenzia delle entrate, dal Consiglio superiore dei lavori pubblici e dall'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, finalizzata a fungere come unico interlocutore istituzionale per l'attuazione, interpretazione e semplificazione normativa inerente al Superbonus 110 per cento.
9/2915-A/24Ciaburro, Caretta.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame reca disposizioni per la costituzione del Ministero della cultura;
    il valore storico delle Biblioteche e la necessità della loro valorizzazione sono temi indubbi,

impegna il Governo

ad adottare iniziative, anche di carattere normativo, volte all'istituzione di un Comitato nazionale di gestione, all'interno dell'organizzazione del Ministero della cultura, composto da dipendenti di ruolo e dipendenti in quiescenza con specifiche competenze, con partecipazione a titolo gratuito e volontario, al fine di valorizzare le Biblioteche pubbliche e private di alto valore storico-architettonico mediante anche l'istituzione di appositi circuiti, in accordo con le figure istituzionali di riferimento, per l'organizzazione di eventi culturali, nel rispetto della tutela e della sicurezza dei beni, e mostre.
9/2915-A/25Mollicone.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame reca disposizioni per la costituzione del Ministero della cultura;
    il valore storico delle Biblioteche e la necessità della loro valorizzazione sono temi indubbi,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche di carattere normativo, volte all'istituzione di un Comitato nazionale di gestione, all'interno dell'organizzazione del Ministero della cultura, composto da dipendenti di ruolo e dipendenti in quiescenza con specifiche competenze, con partecipazione a titolo gratuito e volontario, al fine di valorizzare le Biblioteche pubbliche e private di alto valore storico-architettonico mediante anche l'istituzione di appositi circuiti, in accordo con le figure istituzionali di riferimento, per l'organizzazione di eventi culturali, nel rispetto della tutela e della sicurezza dei beni, e mostre.
9/2915-A/25. (Testo modificato nel corso della seduta).  Mollicone.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto in esame opera una ridefinizione delle funzioni dicasteriali nelle materie dell'energia, del turismo e dell'innovazione digitale e provvede alla ridenominazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti in Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili;
    la materia dell'energia, viene trasferita – insieme con quelle già attribuite al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare – alla competenza del nuovo Ministero della transizione ecologica di fatto smembrando le politiche del mare su tre ministeri;
    il COVID-19 ha dimostrato che il trasporto marittimo è la modalità più economica e ambientalmente compatibile, principale facilitatore del commercio globale, e che sarà al centro della ripresa economica, sia in mare che a terra. Anche se l'industria del trasporto marittimo dovrà essere preparata ad affrontare un mondo post-COVID-19 trasformato;
    nel prossimo futuro, nell'ambito delle politiche volte a contrastare il cambiamento climatico, proseguirà l'azione dello shipping mondiale per rendere il trasporto marittimo sempre più green con la consapevolezza che circa il 90 per cento del commercio mondiale viaggia via mare: ciò significa che senza le navi, «metà della popolazione del pianeta morirebbe di fame e l'altra metà morirebbe di freddo». Tanto più in questo periodo il trasporto marittimo, che non si è mai fermato, riveste un ruolo fondamentale assicurando gli approvvigionamenti necessari alla popolazione, a cominciare dai prodotti alimentari, l'energia e le materie prime, le forniture medico-sanitarie e molti prodotti venduti nei supermercati;
    la recente impercorribilità del canale di Suez ha evidenziato il grande valore dell'economia marittima e quanto sia fondamentale la scorciatoia per portare merci dall'Asia all'Europa e viceversa senza dove fare il periplo dell'Africa e allungare il tragitto di due settimane ma ha anche evidenziato che il tempo guadagnato non può essere perduto dalla inadeguatezza dei nostri porti e delle nostre infrastrutture viarie, causata dalla mancanza di una vera politica dei trasporti e dell'economia marittima Nazionale;
    Mario Mattioli, presidente della Confederazione Italiana Armatori e della Federazione del Mare ha affermato che, nonostante il 2020 sia stato un «Annus Horribilis» per tutta l'economia e in particolare per le attività legate al trasporto e alla logistica, specie per quelle marittime, fortemente integrate nel commercio internazionale e che rappresentano l'anello fondamentale del sistema economico, con la pandemia «è emersa chiaramente l'importanza del settore marittimo-portuale il cui ruolo fondamentale è stato riconosciuto dalle istituzioni, sia italiane che estere. E in questo contesto, la creazione di una vicepresidenza di Confindustria con delega specifica all'Economia del mare, e di grande stimolo per la Federazione del Mare che nel 2021 dovrà capitalizzare questo riconoscimento cogliendo l'occasione della presidenza italiana del G20 e delle iniziative B20 guidate dalla task force di Confindustria, per mettere il mare al centro della ripresa di un'economia blu sostenibile»;
    e necessario, promuovere una gestione forte e unitaria del mondo del mare, declinato in tutte le sue molteplici componenti,

impegna il Governo

a istituire il dipartimento presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri alle attività marittime, quale struttura preposta in maniera organica ed integrata alle aree funzionali omogenee delle attività marittime.
9/2915-A/26Silvestroni.


   La Camera,
   premesso che:
    si riscontra l'assenza di un dipartimento per la salute mentale presso il Ministero della salute;
    con decreto 26 gennaio 2021 è stato Istituito il tavolo tecnico per la salute mentale presso il ministero della salute;
    il tavolo ha i seguenti compiti:
     predisporre linee guida, linee di indirizzo e documenti scientifici, ivi compresi gli accordi sanciti in sede di Conferenza Stato-regioni e Conferenza unificata;
     verificare l'appropriatezza e la qualità dei percorsi di trattamento e riabilitazione erogati per i disturbi mentali;
     individuare e affrontare, alla luce dei dati del Sistema informativo salute mentale, l'esistenza di eventuali criticità nei servizi territoriali e, a tal fine, elaborerà proposte per il loro superamento;
     proporre azioni operative e normative per favorire l'attuazione dei più appropriati modelli di intervento per la diagnosi, la cura e la riabilitazione psicosociale dei portatori di disagio psichico, finalizzati alla riduzione dei trattamenti sanitari obbligatori (TSO) e volontari la contenzione meccanica e quella farmacologica-chimica;
     che manca il report sulla salute mentale basato sui dati 2019 e 2020,

impegna il Governo

a pubblicare ogni mese i verbali di lavoro del suddetto tavolo e i dati relativi alle problematiche inerenti alla salute mentale suddivisi per fasce d'età e regione di appartenenza.
9/2915-A/27Montaruli.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame reca disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri;
    in particolar modo l'articolo 6 del suddetto decreto istituisce il Ministero del turismo, disciplinandone le relative attribuzioni e trasferendone le funzioni già esercitate dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo in materia di turismo;
    a complicare la posizione del turismo in Italia non vi è solo il COVID-19 e il blocco o il rallentamento delle relative attività, ma anche la posizione che attualmente il settore «occupa» da un punto di vista normativo all'interno del sistema politico e amministrativo in Italia a causa della recente riforma del titolo V della parte seconda della Costituzione;
    prima del 2001, infatti, la potestà legislativa regionale in materia di turismo doveva essere esercitata nei limiti dei princìpi fondamentali stabiliti dalle leggi dello Stato e in armonia con l'interesse nazionale e delle altre regioni. La riforma costituzionale del titolo V (legge costituzionale n. 3 del 2001) ha fatto del turismo una materia di competenza «esclusiva» delle regioni ordinarie, alla pari di quanto previsto per le regioni a statuto speciale, che già prima del 2001 erano dotate di tale competenza. Da quel momento in poi, il turismo è rientrato tra le materie «residuali» (articolo 117, quarto comma, della Costituzione), in riferimento alle quali le regioni non sono più soggette ai limiti dei princìpi fondamentali stabiliti dalle leggi statali;
    in seguito all'attribuzione del turismo all'esclusiva competenza delle regioni, la nostra Nazione si è ritrovata priva di ogni forma di regia e la Corte costituzionale è stata chiamata in numerose occasioni a dirimere i conflitti di attribuzione tra Stato e regioni, molto spesso a favore del primo;
    a 20 anni dalla suddetta riforma costituzionale, è sempre più chiara l'esigenza di ridare alla Nazione gli strumenti istituzionali necessari per sviluppare una politica di sistema, indispensabile per sostenere la competizione con gli Stati concorrenti in ambito turistico, soprattutto ora che finalmente è stato ricostituito un Ministero del turismo e servirebbe la forza tale per far ripartire un intero settore nel periodo post-Covid e per non avere un Ministero del turismo privo di effettivi poteri, dunque un contenitore «vuoto»;
    gli strumenti di governance di un sistema turistico sono tra i fattori che più influiscono sulla sua capacità competitiva. Per sviluppare una politica turistica unitaria ed efficace, che consenta all'Italia di competere ad armi pari nei mercati internazionali attraendo consumatori ed investitori, il «sistema Italia» deve poter inviare messaggi chiari ed univoci al mercato e per questo, attraverso una modifica all'articolo 117 della Costituzione, si deve procedere ad una reintroduzione di una regia nazionale in materia,

impegna il Governo

a fare del turismo, mediante interventi normativi futuri, una materia di competenza legislativa «concorrente» fra Stato e Regioni, al fine di garantire una regia nazionale ad uno dei settori più importanti della nostra economia.
9/2915-A/28Zucconi.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 1o marzo 2021, n. 22, reca disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei ministeri (C. 2915 Governo);
   considerato che il provvedimento opera una ridefinizione delle funzioni dei ministeri nelle materie dell'energia, del turismo e dell'innovazione digitale, modifica la denominazione del ministero delle infrastrutture e dei trasporti in ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili e dispone l'istituzione di due comitati interministeriali;
    preso atto che, in conseguenza dell'attribuzione al Ministero della transizione ecologica, disposta dall'articolo 2, delle competenze in materia di politica energetica, contestualmente scorporate da quelle del Ministero dello sviluppo economico unitamente alle competenti Direzioni generali, l'articolo 3 dispone la rideterminazione delle dotazioni organiche dei due Dicasteri e introduce le necessarie disposizioni, anche di carattere transitorio, relative alle modalità del trasferimento del personale delle Direzioni generali acquisite dal ministero della transizione ecologica;
    rilevato che l'articolo 4 dispone l'istituzione, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, del Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE), per il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione digitale e la relativa programmazione, composto dai ministri della transizione ecologica, dell'economia e delle finanze, dello sviluppo economico, delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, del lavoro e delle politiche sociali e delle politiche agricole, alimentari e forestali;
    considerata l'opportunità che sia assicurato un adeguato coordinamento tra le attività del Comitato interministeriale per la transizione ecologica e quelle del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS), la cui competenza trasversale in materia di programmazione economica e di investimenti sostenibili, anche per quanto attiene ai profili di interesse del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, potrebbe presentare aree di potenziale sovrapposizione con le funzioni attribuite al CITE,

impegna il Governo:

a valutare l'opportunità di un ampliamento dei compiti attribuiti al Comitato interministeriale per la transizione digitale e di una conseguente modifica della sua composizione, in particolare attraverso l'inclusione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al fine di considerare aspetti della transizione digitale riferiti non solo alle iniziative delle pubbliche amministrazioni, ma anche alle attività dei soggetti privati, tenendo in particolare conto degli effetti di tale transizione sul mondo del lavoro.
9/2915-A/29Frassinetti, Albano.


   La Camera,
   premesso che:
    la Costituzione riconosce che «la Repubblica promuove lo sviluppo e la ricerca scientifica e tecnica»;
    il provvedimento reca disposizioni all'articolo 2 del decreto legislativo n. 300 del 1999, al fine di rispondere alle situazioni di «straordinaria necessità e urgenza» generate dall'emergenza COVID-19;
    il decreto-legge n. 1 del 2020 ha istituito il Ministero dell'Università e della ricerca, organizzato in uffici dirigenziali generali coordinati da un segretario generale, a cui sono affidate le funzioni e i compiti dello Stato in materia di istruzione universitaria, di ricerca scientifica, tecnologica e artistica e di alta formazione artistica, musicale e coreutica;
    l'Italia secondo i dati ISTAT del 2018 – spende l'1,4 per cento del PIL in ricerca e sviluppo, di cui lo 0,9 per cento è proveniente da privati;
    la quarta missione del Pnrr prevede, alla quarta missione (Istruzione e ricerca) uno stanziamento di 11,77 miliardi per la ricerca;
    la ricerca rappresenta, secondo numerosi studi, un fattore fondamentale per lo sviluppo economico di un Paese, in particolar modo nel lungo periodo,

impegna il Governo

ad attribuire, al Ministero dello sviluppo economico, le competenze sulla ricerca, in modo da incentivare l'innovazione, la ricerca e lo sviluppo, sia nel settore pubblico che in quello privato.
9/2915-A/30De Toma, Mollicone.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 8 del decreto-legge n. 22 del 2021 ha istituito un Comitato interministeriale per la transizione digitale, individuato quale sede di coordinamento e monitoraggio dell'attuazione delle iniziative di innovazione tecnologica e transizione digitale delle pubbliche amministrazioni;
    l'articolo 8 del decreto-legge n. 22 del 2021 ha attribuito alla Presidenza del Consiglio dei ministri la funzione di promozione, indirizzo e coordinamento detrazione del Governo nell'innovazione tecnologica;
    l'articolo 8 del decreto-legge n. 22 del 2021 ha reso permanente il Gruppo di supporto digitale alla Presidenza del consiglio, istituito dal decreto-legge n. 76 del 2020, di modo da garantire al Ministro per l'innovazione tecnologica le professionalità richieste per l'esercizio dei compiti attribuitigli dal decreto-legge;
    nella relazione del 2020 sull'indice di digitalizzazione dell'economia e della società (Desi) l'Italia è collocata al venticinquesimo posto su 28 Paesi;
    secondo la relazione Desi 2020 gli specialisti in tecnologie dell'informazione e della comunicazione, in Italia, sono il 2,8 per cento dell'occupazione totale;
    negli ultimi anni sono stati varati numerosi piani per aumentare la competitività digitale dell'Italia: Piano triennale per l'informatica nella pubblica amministrazione 2020-2021; Piani nazionali impresa 4.0; Piano nazionale scuola digitale; Piano banda ultra-larga; Piano «2025. Strategie per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione del Paese. Le prime azioni per l'Italia del futuro»;
    si ritiene necessario garantire agli studenti la conoscenza delle competenze digitali, atte a ridurre il divario coi coetanei europei,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di istituire un comitato interministeriale tra Ministero per la pubblica amministrazione, Ministero dell'università e ricerca e ministero innovazione tecnologica e transizione digitale, con l'obiettivo di migliorare la formazione qualitativa del personale nell'ambito delle competenze digitali.
9/2915-A/31Bucalo, Mollicone, Ciaburro.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento, composto da 12 articoli, opera una ridefinizione delle funzioni dicasteriali nelle materie dell'energia, del turismo e dell'innovazione digitale e provvede alla ridenominazione del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili;
    in riferimento alla materia del turismo, l'articolo 7, rubricato «Disposizioni transitorie concernenti il Ministero del turismo», dispone il trasferimento al Ministero del turismo delle risorse umane, strumentali e finanziarie, compresa la gestione dei residui, destinate all'esercizio delle funzioni allo stesso Ministero riconosciute dall'articolo 54-bis del decreto legislativo n. 300 del 1999, come inserito dall'articolo 6, comma 1, lettera d);
    nello specifico, il comma 4, lettera c), stabilisce che le competenti articolazioni amministrative del Ministero del turismo, perseguono tra le diverse missioni, quella della promozione turistica,

impegna il Governo

a porre in essere idonee misure, anche in raccordo con i contenuti del Pnrr, volte a promuovere il turismo, non soltanto in termini quantitativi ma anche qualitativi, tramite sistemi integrati in cui le eccellenze italiane nel campo della moda, del design e dell'agroalimentare abbiano un ruolo primario.
9/2915-A/32Tartaglione.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento, composto da 12 articoli, opera una ridefinizione delle funzioni dicasteriali nelle materie dell'energia, del turismo e dell'innovazione digitale e provvede alla ridenominazione del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili;
    in riferimento alla materia del turismo, l'articolo 7, rubricato «Disposizioni transitorie concernenti il Ministero del turismo», dispone il trasferimento al Ministero del turismo delle risorse umane, strumentali e finanziarie, compresa la gestione dei residui, destinate all'esercizio delle funzioni allo stesso Ministero riconosciute dall'articolo 54-bis del decreto legislativo n. 300 del 1999, come inserito dall'articolo 6, comma 1, lettera d);
    nello specifico, il comma 17 stabilisce che entro novanta giorni dall'entrata in vigore del presente decreto, lo statuto dell'ENIT-Agenzia nazionale del turismo è modificato al fine di armonizzarlo con il nuovo assetto istituzionale e con i compiti del Ministro del turismo, nonché per assicurare un adeguato coinvolgimento delle Regioni e delle autonomie territoriali,

impegna il Governo

ad adottare idonee misure, anche di natura amministrativa, volte a garantire l'attribuzione al Ministro del turismo di un ruolo di coordinamento nell'ambito del potenziamento e della promozione, a livello nazionale e internazionale, dell'immagine del nostro Paese.
9/2915-A/33D'Ettore, Bartolozzi.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento, composto da 12 articoli, opera una ridefinizione delle funzioni dicasteriali nelle materie dell'energia, del turismo e dell'innovazione digitale e provvede alla ridenominazione del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili;
    in riferimento alla materia del turismo, l'articolo 7, rubricato «Disposizioni transitorie concernenti il Ministero del turismo», dispone il trasferimento al Ministero del turismo delle risorse umane, strumentali e finanziarie, compresa la gestione dei residui, destinate all'esercizio delle funzioni allo stesso Ministero riconosciute dall'articolo 54-bis del decreto legislativo n. 300 del 1999, come inserito dall'articolo 6, comma 1, lettera d);
    nello specifico, il comma 17 stabilisce che entro novanta giorni dall'entrata in vigore del presente decreto, lo statuto dell'ENIT-Agenzia nazionale del turismo è modificato al fine di armonizzarlo con il nuovo assetto istituzionale e con i compiti del Ministro del turismo, nonché per assicurare un adeguato coinvolgimento delle Regioni e delle autonomie territoriali,

impegna il Governo

ad adottare idonee misure, anche di natura amministrativa, volte a garantire l'attribuzione al Ministro del turismo di un ruolo di coordinamento nell'ambito del potenziamento e della promozione turistica del nostro Paese, ferme restando le competenze del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
9/2915-A/33. (Testo modificato nel corso della seduta).  D'Ettore, Bartolozzi.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento, composto da 12 articoli, opera una ridefinizione delle funzioni dicasteriali nelle materie dell'energia, del turismo e dell'innovazione digitale e provvede alla ridenominazione del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili;
    con particolare riguardo alla materia dell'energia, la stessa viene trasferita alla competenza del nuovo Ministero della transizione ecologica che, per conseguire i suoi obiettivi in termini di «sostenibilità ambientale», avrà a disposizione i fondi previsti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR);
    posto che regioni ed enti locali avranno un ruolo determinante nell'attuazione del PNRR, si ritiene importante che siano anche determinati i fabbisogni standard. Pertanto, è necessaria l'attuazione di metodologie finalizzate alla determinazione dei fabbisogni standard per rendere più efficiente la spesa pubblica;
    i fabbisogni standard, introdotti con il decreto legislativo 26 novembre 2010, n. 216, costituiscono i parametri cui ancorare il finanziamento delle spese fondamentali di comuni, città metropolitane e province, al fine di assicurare un graduale e definitivo superamento del criterio della spesa storica e sono, quindi, indispensabili per l'attuazione di politiche di coesione, funzione di piena competenza del Ministero per il sud e la coesione territoriale, ricompresa nella sua denominazione;
    si ritiene a tal fine fondamentale inserire l'attuazione del PNRR all'interno di un quadro più chiaro e stabile, innestando l'implementazione del PNRR in un contesto regionale nel quale i fabbisogni standard siano definiti e sia conseguentemente superato il criterio della spesa storica,

impegna il Governo

in vista di eventuali futuri riassetti dell'organizzazione dei Ministeri, ad adottare le misure necessarie volte a modificare la composizione della Commissione tecnica per i fabbisogni standard, disponendo la partecipazione ad essa di un rappresentante designato dal Ministro per il sud e la coesione territoriale.
9/2915-A/34Paolo Russo, Bartolozzi.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento, composto da 12 articoli, opera una ridefinizione delle funzioni dicasteriali nelle materie dell'energia, del turismo e dell'innovazione digitale e provvede alla ridenominazione del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili;
    con particolare riguardo alla materia dell'energia, la stessa viene trasferita alla competenza del nuovo Ministero della transizione ecologica che, per conseguire i suoi obiettivi in termini di «sostenibilità ambientale», avrà a disposizione i fondi previsti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR);
    posto che regioni ed enti locali avranno un ruolo determinante nell'attuazione del PNRR, si ritiene importante che siano anche determinati i fabbisogni standard. Pertanto, è necessaria l'attuazione di metodologie finalizzate alla determinazione dei fabbisogni standard per rendere più efficiente la spesa pubblica;
    i fabbisogni standard, introdotti con il decreto legislativo 26 novembre 2010, n. 216, costituiscono i parametri cui ancorare il finanziamento delle spese fondamentali di comuni, città metropolitane e province, al fine di assicurare un graduale e definitivo superamento del criterio della spesa storica e sono, quindi, indispensabili per l'attuazione di politiche di coesione, funzione di piena competenza del Ministero per il sud e la coesione territoriale, ricompresa nella sua denominazione,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di prevedere misure normative per la modifica della composizione della Commissione tecnica per i fabbisogni standard, al fine di includere un rappresentante designato dal Ministro per il sud e la coesione territoriale.
9/2915-A/34. (Testo modificato nel corso della seduta).  Paolo Russo, Bartolozzi.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 4 del provvedimento in esame, istituisce il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE), al fine di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione;
    detto Comitato interministeriale è tenuto ad approvare il Piano per la transizione ecologica, al fine di coordinare le politiche in materia di: 1) riduzione delle emissioni di gas climalteranti; 2) mobilità sostenibile; 3) contrasto del dissesto idrogeologico e del consumo del suolo; 4) mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, secondo quanto aggiunto con una modifica approvata in sede referente; 5) risorse idriche e relative infrastrutture; 6) qualità dell'aria; 7) economia circolare; 8) bioeconomia circolare e fiscalità ambientale, compresi i sussidi ambientali e la finanza climatica sostenibile;
    nell'ambito degli obiettivi generali volti a favorire la transizione ecologica dell'economia e visto il compito assegnato al Comitato nel coordinare le politiche in materia di riduzione delle emissioni di gas climalteranti, un ruolo di coordinamento del Comitato dovrebbe riguardare anche la riqualificazione, riconversione economica, valorizzazione e risanamento ambientale delle aree industriali in crisi, e dei territori più colpiti dalla transizione energetica attesa la loro dipendenza dai combustibili fossili;
    sotto questo aspetto, è ineludibile un coinvolgimento del Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE) per coordinare le politiche industriali e ambientali volte a superare le forti criticità dell'area di Taranto conseguenti alla concentrazione di insediamenti industriali ad alto impatto ambientale, tra cui lo stabilimento siderurgico ex Ilva, nonché per gestire la crisi industriale e favorire la transizione verso la più elevata sostenibilità ambientale del medesimo stabilimento siderurgico,

impegna il Governo:

   a prevedere un coinvolgimento diretto del Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE), al fine di assicurare il coordinamento e la programmazione anche con riguardo ad un ambito decisivo quale quello della riqualificazione, riconversione economica e risanamento ambientale delle aree industriali in crisi, e dei territori più colpiti dalla transizione energetica attesa la loro dipendenza dai combustibili fossili, con particolare riguardo all'area di Taranto e allo stabilimento siderurgico ex Ilva, al fine di gestire la crisi industriale e favorire la transizione verso la più elevata sostenibilità ambientale del medesimo stabilimento siderurgico;
   a prevedere che la suddetta attività di programmazione e coordinamento da parte del CITE venga effettuata in coordinamento con le Istituzioni pubbliche di livello locale, le Organizzazioni datoriali e sindacali provinciali e con il Tavolo istituzionale permanente per l'area di Taranto, di cui al decreto-legge 5 gennaio 2015, n. 1.
9/2915-A/35Labriola.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame reca norme in materia per il riordino delle attribuzioni dei Ministeri;
    il grande assente in questo provvedimento è il Ministero della giustizia, fortemente scosso da alcuni recenti episodi come le rivelazioni sulle nomine in magistratura e le rivolte nelle carceri a seguito dei provvedimenti anti-Covid;
    in particolare, tra il 7 e il 9 marzo 2020, ventidue carceri italiane sono state scosse da una serie di violente rivolte promosse da alcuni detenuti che si sono ribellati alle restrizioni alle visite e ai colloqui imposte a seguito dell'emergenza sanitaria da COVID-19;
    si ipotizza che queste rivolte siano state orchestrate in modo occulto dalla mafia, che avrebbe coordinato la loro organizzazione attraverso l'uso di telefoni cellulari introdotti illegalmente nei penitenziari, con l'obiettivo di spingere il Governo ad adottare provvedimenti di indulto o di amnistia;
    le rivolte hanno causato dodici morti, settantasette evasi e almeno 20 milioni di euro di danni stimati alle strutture. A questo si aggiunge il costo umano dei feriti e dei traumi psicologici causati soprattutto tra gli agenti della polizia penitenziaria;
    a questa impotenza davanti alla violenza si aggiunge un'ulteriore situazione di disparità: mentre i detenuti godono di un sistema multilivello di garanti dei loro diritti, gli agenti della polizia penitenziaria sono abbandonati a sé stessi e sono spesso oggetto di malversazioni e di azioni giudiziarie, soprattutto a seguito dell'introduzione del reato di tortura che, con le sue maglie larghe, vessa oltre modo le forze di polizia;
    occorre, quindi, porre rimedio a un atteggiamento schizofrenico dell'amministrazione, nella misura in cui sotto la responsabilità dello stesso vertice amministrativo ricadono sia i trattamenti rivolti ai detenuti che le operazioni di polizia penitenziaria,

impegna il Governo

in vista di eventuali futuri riassetti dell'organizzazione dei Ministeri, ad adottare ogni opportuna iniziativa per suddividere il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria in due Dipartimenti distinti, uno dedicato al trattamento dei detenuti e l'altro dedicato al Corpo di polizia penitenziaria, costituendo in quest'ultimo anche il Garante nazionale dei diritti del personale del Corpo di polizia penitenziaria, con compiti anche di difesa d'ufficio del personale del Corpo di polizia penitenziaria coinvolto in azioni legali collegate alle funzioni svolte.
9/2915-A/36Delmastro Delle Vedove.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame reca norme in materia per il riordino delle attribuzioni dei Ministeri;
    in questi giorni hanno particolarmente colpito le immagini del fiume Po in secca al livello idrometrico di agosto. Tale situazione ha ingenti impatti economici sulla semina e rischia di compromettere i raccolti;
    le sempre più frequenti e persistenti siccità mettono a dura prova l'approvvigionamento idrico della Penisola. Ad aggravare la situazione concorrono anche l'annoso problema delle perdite lungo la rete e i nodi irrisolti sulle fogne non depurate;
    il Recovery Plan potrebbe essere l'occasione giusta per creare una fitta rete di invasi in grado di servire le esigenze dell'agricoltura anche attraverso il recupero delle acque reflue o l'uso di dissalatori,

impegna il Governo

in vista di eventuali futuri riassetti dell'organizzazione dei Ministeri, a prevedere nuove disposizioni che affidino al Ministero dell'agricoltura dei potenziamenti atti alla creazione di una rete di invasi e dissalatori sul territorio in grado di garantire tutte le esigenze idriche in agricoltura.
9/2915-A/37Rotelli, Ciaburro.


   La Camera,
   premesso che;
    il provvedimento in esame reca norme in materia per il riordino delle attribuzioni dei Ministeri;
    al capo IV si fa riferimento a un Comitato interministeriale per la transizione digitale; cui sono affidate varie mansioni: la creazione e l'innovazione tecnologica, la strategia italiana per la banda ultra larga, la digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni e delle imprese, le infrastrutture digitali materiali e immateriali;
    in Italia il problema delle aree bianche si è manifestato in tutta la sua tragicità nel corso della pandemia, soprattutto a fronte delle esigenze legate alle attività di telelavoro e di didattica a distanza,

impegna il Governo

ad adottare ogni opportuna iniziativa affinché il neo Comitato abbia da subito gli strumenti per risolvere il problema delle aree bianche, in particolar modo quelle montane.
9/2915-A/38Donzelli, Delmastro Delle Vedove, Ciaburro.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame reca norme in materia per il riordino delle attribuzioni dei Ministeri; all'articolo 9, in particolar modo, sono contenute disposizioni per il Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza;
    il fondo ha, tra le sue priorità, la tutela e la promozione del benessere dei bambini e dei ragazzi; l'Italia, come certificato dall'Istat, è in trend senza precedenti nell'ambito del crollo delle nascite;
    tale dato riflette il fallimento delle politiche per la famiglia perorate dai Governi degli ultimi anni,

impegna il Governo

a rivedere, nell'ambito della ripartizione delle quote del Fondo di cui al comma 1 dell'articolo 9 del provvedimento all'esame, le priorità e i criteri di assegnazione di tale fondo nella direzione di dare un contributo fisso e diretto a sostegno della natalità nella fascia di popolazione under 40 che vuole mettere al mondo un figlio, a prescindere dalla situazione reddituale e patrimoniale.
9/2915-A/39Rachele Silvestri.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge, reca disposizioni urgenti in materia di riordino di funzioni e competenze di alcuni Ministeri, in coincidenza con l'insediamento del nuovo Governo;
    nello specifico diverse disposizioni nel provvedimento contengono l'espressione usata a livello internazionale, ma non nella legislazione italiana: «finanza climatica», in relazione alle materie di competenza del CITE e riferite al piano per la transizione ecologica;
    così come evidenziato anche dal Comitato per la legislazione, il termine andrebbe adeguatamente definito, nel provvedimento in esame;
    la finanza climatica in linea generale comprende gli investimenti in iniziative, progetti, infrastrutture per la mitigazione dei cambiamenti climatici (ad esempio, investimenti in tecnologie a basso contenuto di carbonio, in energie rinnovabili, in efficienza energetica, e altro) e trasferimenti finanziari verso Paesi in via di sviluppo, soprattutto ma non esclusivamente per porre in essere misure di adattamento ai cambiamenti climatici,

impegna il Governo

ad assicurare, anche in provvedimenti di prossima emanazione, che venga correttamente definito il significato dell'espressione «finanza climatica e sostenibile», non essendo un termine utilizzato nella legislazione italiana e per tanto passibile di dubbi interpretativi.
9/2915-A/40Foti, Ciaburro.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge, reca disposizioni urgenti in materia di riordino di funzioni e competenze di alcuni Ministeri, in coincidenza con l'insediamento del nuovo Governo;
    nello specifico l'articolo 8, modificato in sede referente, reca una serie di disposizioni, concernenti: le attribuzioni del Presidente del Consiglio dei ministri in materia di innovazione tecnologica e transizione digitale, attribuendogli le funzioni di promozione, indirizzo e coordinamento dell'azione del Governo in diverse materie, tra cui l'innovazione tecnologica e le infrastrutture digitali materiali e immateriali;
    si tratta di materie complesse che negli ultimi anni sono state oggetto di intensi e controversi dibattiti;
    nello specifico la strategia italiana per la banda ultra larga e stata segnata da diversi propositi e progetti a cui non sempre ha fatto seguito la loro realizzazione;
    si ritiene necessario monitorare soprattutto sopraddette attività adottando iniziative per far sì che la «società della rete» possa garantire il corretto utilizzo di fondi pubblici stanziati, assicurando l'ottimizzazione degli investimenti già effettuati e imponendo la verifica periodica del programma di sviluppo nazionale sotto il controllo della Presidenza del Consiglio dei ministri,

impegna il Governo

a presentare entro il 31 dicembre di ogni anno una relazione alle Camere inerente i dati relativi allo stato di attuazione della strategia italiana per la banda ultra larga monitorando l'utilizzo dei fondi pubblici stanziati.
9/2915-A/41Butti, Ciaburro.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge, reca disposizioni urgenti in materia di riordino di funzioni e competenze di alcuni Ministeri, in coincidenza con l'insediamento del nuovo Governo;
    nello specifico l'articolo 8 disciplina le Funzioni in materia di innovazione tecnologica e transizione digitale e istituzione del Comitato interministeriale per la transizione digitale, e prevede l'istituzione di un Comitato interministeriale per la transizione digitale, individuato quale sede di coordinamento e monitoraggio dell'attuazione delle iniziative di innovazione tecnologica e transizione digitale delle pubbliche amministrazioni;
    come indicato dal Rapporto Clusit sulla sicurezza ICT in Italia e nel mondo il 2020 ha registrato il record negativo degli attacchi informatici: a livello globale sono stati infatti 1.871 gli attacchi gravi di dominio pubblico rilevati nel corso del 2020, ovvero con un impatto sistemico in ogni aspetto della società, della politica, dell'economia e della geopolitica;
    i dati evidenziano un aumento e un'intensificazione degli attacchi, sia in termini qualitativi e quantitativi, complice il contesto della pandemia che ha spinto organizzazioni e professionisti a un ricorso rapido alla digitalizzazione;
    come indica la Relazione 2020 sulla Politica dell'Informazione per la Sicurezza a causa dell'emergenza sanitaria si sono acutizzati alcuni aspetti, come «il cronicizzarsi di conflitti e contenziosi, anche a causa delle proiezioni d'influenza da parte di Stati terzi, le difficoltà della mediazione multilaterale, l'antagonismo tra attori globali e la corsa alla primazia sul versante tecnologico, la regionalizzazione delle filiere produttive e il riposizionamento di attori e operatori nelle catene globali del valore, la crescente aggressività della competizione economica e il consolidamento di strategie d'ingerenza articolate e multiformi.»;
    senza contare la crescita esponenziale, in un momento storico di crisi su tutti i campi, dal sanitario all'economico-finanziario, della vulnerabilità delle infrastrutture critiche, che ha di conseguenza provocato un bisogno sempre più impellente di sicurezza cibernetica;
    le aggressioni hanno subito un incremento del 20 per cento e in particolare quelle rivolte ai sistemi IT di soggetti pubblici sono salite all'83 per cento, con un aumento di 10 punti percentuali in più rispetto al 2019, tra cui le maggiormente colpite sono state le amministrazioni pubbliche con un 48 per cento, 30 punti percentuali in più rispetto al 2019, e i ministeri di funzioni critiche con un 2 per cento in più;
    come sottolinea Marco Santarelli su «Agenda Digitale», è necessario strutturare un Centro di coordinamento nazionale sulla sicurezza cibernetica, che possa costantemente dialogare con lo European Cybersecurity Competence Centre;
    la centralizzazione delle politiche per la sicurezza cibernetica è un modello già seguito in Francia e negli Stati Uniti;
    la legge n. 124 del 3 agosto 2007, istitutiva del Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica, affida proprio a questo organismo collegiale le funzioni di consulenza, proposta e deliberazione sugli indirizzi e sulle finalità generali della politica dell'informazione per la sicurezza;
    il Cisa è presieduto dal presidente del Consiglio dei ministri, ed è composto dall'Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, dal Ministro degli affari esteri, dal Ministro dell'interno, dal Ministro della difesa, dal Ministro della giustizia, dal Ministro dell'economia e delle finanze e dal ministro dello sviluppo economico;
    appare, come ricorda Stefano Mele su Formiche, a fronte dei rilievi posti dal nostro comparto intelligence, un'anomalia la mancata presenza del ministro per l'Innovazione e la Transizione Digitale, che più di tutti ha la responsabilità di predisporre le politiche di sviluppo e di protezione relative alla trasformazione digitale della pubblica amministrazione,

impegna il Governo:

   ad adottare iniziative, anche di carattere normativo, al fine di tutelare la sovranità digitale, volte all'istituzione di un'Autorità delegata in materia di sicurezza cibernetica;
   ad adottare iniziative, anche di carattere normativo, al fine di tutelare la sovranità digitale, volte a garantire la partecipazione del ministro per l'Innovazione e la Transizione Digitale nel Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica.
9/2915-A/42Bignami, Mollicone, Ciaburro.


   La Camera,
   premesso che:
    la musica rappresenta il prestigio della nostra Nazione;
    la necessità di istituire, presso il Ministero della cultura, una direzione generale per la musica nasce dalla constatazione dell'importanza che rivestono promozione, sviluppo e diffusione adeguati della musica, che costituisce uno dei fondamenti dell'espressione culturale dell'individuo;
    è innegabile l'importanza fondamentale dell'attività di promozione della produzione musicale nazionale, per consentire alla cultura e alla capacità creativa italiana di esprimersi rispettando la varietà e la ricchezza della cultura europea ed extraeuropea;
    per realizzare appieno queste attività è necessaria la creazione di appositi uffici con un'organizzazione dedicata in esclusiva a questi importanti compiti,

impegna il Governo

ad adottare iniziative, anche di carattere normativo, al fine di istituire nell'ambito dell'organizzazione del MiC la direzione generale «Musica», al fine di coordinare gli interventi finanziari per il sostegno e la promozione delle attività musicali e i criteri e le modalità di concessione dei contributi alle attività musicali.
9/2915-A/43Galantino, Mollicone, Ciaburro.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame istituisce il Ministero della transizione ecologica, assegnando ad esso un complesso di funzioni precedentemente appartenute al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, tra le quali quelle sulla qualità e il riciclo delle acque, anche per il tramite dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente;
    l'Istituto superiore di Sanità ha riferito il rilevamento di Rna virale in acque di scarico a Roma e Milano. Il materiale genetico del virus Sars-Cov-2 nelle acque di scarico permette di usare questo tipo di campionamenti come «spia» della presenza di un focolaio epidemico. Casi analoghi si sono verificati anche in altri Paesi;
    la raccolta di informazioni sulla presenza del virus nelle acque reflue dovrebbe integrare l'attività di sorveglianza dell'infezione condotta, tramite campionamento in punti strategici. Per quanto riguarda invece le acque per uso potabile le pratiche di depurazione attuate sono efficaci nell'abbattimento del virus dati i tempi di ritenzione e i fenomeni di diluizione che caratterizzano i trattamenti, uniti poi a condizioni ambientali, come la temperatura, la luce solare, i livelli di pH elevati, che possono pregiudicare la vitalità dei virus;
    tuttavia il problema può sorgere dai sistemi di distribuzione dell'acqua potabile ad uso diffuso come nelle scuole e negli ospedali. Nelle scuole viene data acqua del rubinetto ai bambini, controlli sono molto disomogenei così come la qualità delle tubature (i tubi di piombo ci sono ancora) e sono note la disorganizzazione e la «permeabilità» del sistema acquedottistico;
    in questo momento pandemico l'attenzione alla qualità dell'acqua e al suo sistema di distribuzione sono fondamentali,

impegna il Governo:

   ad adottare specifici protocolli per il controllo della presenza del virus nei sistemi distribuzione delle acque potabili e per la sanificazione dei rubinetti, in particolare in aree di elevata aggregazione sociale quali scuole, ospedali, offici pubblici caserme;
   a rafforzare e a rendere periodici i controlli relativi alla presenza di frammenti virali nelle acque reflue.
9/2915-A/44Baldini, Snider.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame istituisce il Ministero della transizione ecologica, assegnando ad esso un complesso di funzioni precedentemente appartenute al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, tra le quali quelle sulla qualità e il riciclo delle acque, anche per il tramite dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente;
    l'Istituto superiore di Sanità ha riferito il rilevamento di Rna virale in acque di scarico a Roma e Milano. Il materiale genetico del virus Sars-Cov-2 nelle acque di scarico permette di usare questo tipo di campionamenti come «spia» della presenza di un focolaio epidemico. Casi analoghi si sono verificati anche in altri Paesi;
    la raccolta di informazioni sulla presenza del virus nelle acque reflue dovrebbe integrare l'attività di sorveglianza dell'infezione condotta, tramite campionamento in punti strategici. Per quanto riguarda invece le acque per uso potabile le pratiche di depurazione attuate sono efficaci nell'abbattimento del virus dati i tempi di ritenzione e i fenomeni di diluizione che caratterizzano i trattamenti, uniti poi a condizioni ambientali, come la temperatura, la luce solare, i livelli di pH elevati, che possono pregiudicare la vitalità dei virus;
    tuttavia il problema può sorgere dai sistemi di distribuzione dell'acqua potabile ad uso diffuso come nelle scuole e negli ospedali. Nelle scuole viene data acqua del rubinetto ai bambini, controlli sono molto disomogenei così come la qualità delle tubature (i tubi di piombo ci sono ancora) e sono note la disorganizzazione e la «permeabilità» del sistema acquedottistico;
    in questo momento pandemico l'attenzione alla qualità dell'acqua e al suo sistema di distribuzione sono fondamentali,

impegna il Governo a valutare l'opportunità di:

   adottare specifici protocolli per il controllo della presenza del virus nei sistemi distribuzione delle acque potabili e per la sanificazione dei rubinetti, in particolare in aree di elevata aggregazione sociale quali scuole, ospedali, offici pubblici caserme;
   rafforzare e a rendere periodici i controlli relativi alla presenza di frammenti virali nelle acque reflue.
9/2915-A/44. (Testo modificato nel corso della seduta).  Baldini, Snider.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento all'esame reca misure urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei ministeri; tra le varie disposizioni, si rilevano particolarmente invasive quelle sulla politica energetica: vengono, infatti, trasferite al Ministero della transizione ecologica, le funzioni che erano precedentemente affidate al Ministero dello sviluppo economico;
    le politiche energetiche da sempre sono appannaggio del MISE proprio per il carattere fortemente economico che hanno assunto e che, nel panorama mondiale, assumeranno sempre di più; ci risulta difficile comprendere perché il nuovo governo abbia deciso di operare questa scelta;
    le competenze nel settore energetico dovrebbero restare in capo al Ministero dello sviluppo economico proprio perché le attività di quest'ultimo meglio si collegano con il resto delle politiche relative al tessuto economico e industriale,

impegna il Governo

a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa al fine di prevedere, in un prossimo provvedimento, un riassetto più organico delle materie da affidare al Ministero della transizione ecologica, rimettendo in capo al MISE le funzioni relative alla politica energetica, come già esplicitato in premessa.
9/2915-A/45Trancassini.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento all'esame reca misure urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei ministeri; all'articolo 8 si prevede la nascita di un Comitato Interministeriale per la transizione digitale;
    nelle materie di competenza del Comitato, le attività di coordinamento e monitoraggio dell'attuazione delle iniziative relative: a) alla strategia nazionale italiana per la banda ultralarga, alle reti di comunicazione elettronica satellitari, terrestri mobili e fisse; b) al fascicolo sanitario elettronico e alla piattaforma dati sanitari; c) allo sviluppo e alla diffusione delle tecnologie emergenti dell'intelligenza artificiale, dell'internet delle cose (IoT) e della blockchain;
    alle riunioni del CITD, quando si trattano materie che interessano le regioni e le province autonome, partecipano il presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome o un presidente di regione o di provincia autonoma da lui delegato e, per i rispettivi ambiti di competenza, il presidente dell'Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI) e il presidente dell'Unione delle province d'Italia (UPI);
    il ruolo del Comitato, in termini di attuazione della transizione tecnologica, è strategico per un miglior coordinamento di interventi che, ad oggi, sono stati disposti in modo confuso e talvolta contraddittorio. Come dimostrato nel corso della crisi pandemica, i piccoli Comuni sono soggetti istituzionali particolarmente sensibili alle istanze di innovazione e digitalizzazione, sempre più necessarie e nevralgiche per ridurre la sperequazione tra centro e periferia. Per questo motivo si ritiene necessario coinvolgere, di fianco all'ANCI ed all'UPI, anche il Presidente dell'Associazione nazionale dei piccoli comuni italiani (ANPCI),

impegna il Governo

a prevedere, in un prossimo provvedimento, l'inserimento della partecipazione del Presidente dell'Associazione nazionale dei piccoli comuni italiani (ANPCI) alle riunioni del Comitato Interministeriale per la transizione digitale (CITD) quando esso si riunisce per trattare temi che possono coinvolgere gli interessi dei piccoli comuni tutelati dall'associazione stessa.
9/2915-A/46Vinci, Ciaburro.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge, reca disposizioni urgenti in materia di riordino di funzioni e competenze di alcuni Ministeri, in coincidenza con l'insediamento del nuovo Governo;
    nello specifico l'articolo 4, modificato in sede referente, istituisce, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE), con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione;
    è di tutta evidenza l'importanza che in questo periodo ha rivestito il Ministero della salute, e le conseguenti e necessarie intraprese al fine di assicurare in ogni modo la tutela della salute dei cittadini;
    il provvedimento prevede che il CITE sia presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri, o, in sua vece, dal Ministro della transizione ecologica. La norma reca poi la composizione:
     Ministro della transizione ecologica;
     Ministro dell'economia e delle finanze;
     Ministro dello sviluppo economico;
     Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (come ridefinito dal presente decreto-legge);
     Ministro del lavoro e delle politiche sociali;
     Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali;
    si ritiene necessario, per la complessità delle materie di competenza del Comitato interministeriale per la transizione ecologica, comprendere anche il Ministro della salute,

impegna il Governo

ad aggiungere nella composizione del CITE, in virtù della necessità che venga prima di ogni cosa adeguatamente tutelata la salute dei cittadini, il Ministro della Salute.
9/2915-A/47Gemmato.


   La Camera,
   premesso che:
    il passaggio di una serie di competenze al Ministero della transizione ecologica, precedentemente attribuite al Ministero dello sviluppo economico, comporta la gestione di un ingente ammontare di risorse disponibili dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), per investimenti su] territorio italiano con risvolti di carattere ambientale;
    tra tali investimenti figurano senz'altro, quelli delle bonifiche di siti inquinati che da anni attendono risorse ai fini della tutela dell'ambiente e della salute pubblica;
    in questi giorni, la fuoriuscita di reflui dal SIN di Caffaro nel comune di Brescia, ha creato allarme tra la popolazione; i cittadini lamentano un grave ritardo nel progetto definitivo della bonifica che la multinazionale Aecom doveva consegnare per i primi di aprile, mentre dagli ultimi campionamenti, eseguiti dai tecnici dell'Arpa Brescia il 2 marzo scorso, in contraddittorio con la Caffaro Brescia Srl, sono risultati altissimi i parametri dell'inquinante tossico e cancerogeno Cromo VI nelle acque sotterranee, anche ai confini dello stabilimento; articoli di stampa denunciano la presenza anche di un notevole quantitativo di elementi pericolosi e cancerogeni, come Fenclor o Apirolio, e PCB;
    nonostante il sequestro del sito da parte della Procura, sono passati due mesi e nulla è cambiato; lo stabilimento continua ad inquinare, in mancanza del potenziamento del filtraggio della barriera idraulica per abbattere il Cromo, come richiesto da ARPA Brescia;
    occorrono verifiche dettagliate degli scarichi e bonifiche immediate di emergenza per i giardini privati maggiormente inquinati, orti e terreni agricoli;
    occorrono tavoli di confronto ira tutti i soggetti, enti e ministri interessati, misure immediate per garantire la riduzione degli inquinanti nella falda e lo stanziamento delle risorse occorrenti per assicurare la tutela della salute dei cittadini,

impegna il Governo

ad utilizzare parte delle risorse provenienti dal PNRR per la bonifica dei siti inquinati, con particolare attenzione al SIN dello stabilimento di Caffaro, e ad adottare tutte le misure di propria competenza ai fini del completamento della bonifica di tale sito e per garantire azioni immediate da parte degli enti obbligati per la riduzione degli inquinanti nella falda e la tutela della salute dei cittadini.
9/2915-A/48Bordonali, Donina, Formentini, Eva Lorenzoni, Micheli, Raffaele Volpi.


   La Camera,
   premesso che:
    il passaggio di una serie di competenze al Ministero della transizione ecologica, precedentemente attribuite al Ministero dello sviluppo economico, comporta la gestione di un ingente ammontare di risorse disponibili dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), per investimenti su] territorio italiano con risvolti di carattere ambientale;
    tra tali investimenti figurano senz'altro, quelli delle bonifiche di siti inquinati che da anni attendono risorse ai fini della tutela dell'ambiente e della salute pubblica;
    in questi giorni, la fuoriuscita di reflui dal SIN di Caffaro nel comune di Brescia, ha creato allarme tra la popolazione; i cittadini lamentano un grave ritardo nel progetto definitivo della bonifica che la multinazionale Aecom doveva consegnare per i primi di aprile, mentre dagli ultimi campionamenti, eseguiti dai tecnici dell'Arpa Brescia il 2 marzo scorso, in contraddittorio con la Caffaro Brescia Srl, sono risultati altissimi i parametri dell'inquinante tossico e cancerogeno Cromo VI nelle acque sotterranee, anche ai confini dello stabilimento; articoli di stampa denunciano la presenza anche di un notevole quantitativo di elementi pericolosi e cancerogeni, come Fenclor o Apirolio, e PCB;
    nonostante il sequestro del sito da parte della Procura, sono passati due mesi e nulla è cambiato; lo stabilimento continua ad inquinare, in mancanza del potenziamento del filtraggio della barriera idraulica per abbattere il Cromo, come richiesto da ARPA Brescia;
    occorrono verifiche dettagliate degli scarichi e bonifiche immediate di emergenza per i giardini privati maggiormente inquinati, orti e terreni agricoli;
    occorrono tavoli di confronto ira tutti i soggetti, enti e ministri interessati, misure immediate per garantire la riduzione degli inquinanti nella falda e lo stanziamento delle risorse occorrenti per assicurare la tutela della salute dei cittadini,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di utilizzare parte delle risorse provenienti dal PNRR per la bonifica dei siti inquinati, con particolare attenzione al SIN dello stabilimento di Caffaro, e di adottare tutte le misure di propria competenza ai fini del completamento della bonifica di tale sito e per garantire azioni immediate da parte degli enti obbligati per la riduzione degli inquinanti nella falda e la tutela della salute dei cittadini.
9/2915-A/48. (Testo modificato nel corso della seduta).  Bordonali, Donina, Formentini, Eva Lorenzoni, Micheli, Raffaele Volpi.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento all'esame reca misure urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei ministeri; all'articolo 4 si prevede che il Comitato interministeriale per la transizione ecologica approva il Piano per la transizione ecologica, al fine di coordinare le politiche in materia di riduzione delle emissioni di gas climalteranti, mobilità sostenibile, contrasto al dissesto idrogeologico e al consumo del suolo, risorse idriche e relative infrastrutture, qualità dell'aria, economia circolare, etc.;
    si ritiene che la proposta di piano redatta dal CITE non debba solo acquisire un parere dalla Conferenza Unificata, ma debba essere sottoposta a una vera e propria intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni o di Conferenza unificata; questo per favorire il raggiungimento di posizioni unitarie o il conseguimento di obiettivi comuni, cui altrimenti i poteri periferici non avrebbero accesso,

impegna il Governo

a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa, al fine di disporre una specifica norma che includa la Conferenza Stato-Regioni e la Conferenza Unificata nel processo decisionale riferito alla stesura del Piano per la transizione ecologica del CITE, prevedendo una vera e propria intesa da raggiungere tra le parti coinvolte suddette.
9/2915-A/49Osnato.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge in esame persegue giustamente una strategia di tutela dell'ambiente e di rivalutazione delle risorse ambientali;
    all'articolo del decreto-legge in esame si prevede la ridenominazione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, in Ministero per la transizione ecologica;
    in particolare, all'articolo 4 si prevede la predisposizione di un Piano per la transizione ecologica individuare le azioni necessarie per l'attuazione delle singole misure di tutela;
    l'ambiente marino rappresenta una risorsa primaria per il nostro Paese che ha bisogno di essere presa specificamente in considerazione, valorizzata e protetta;
    a tal fine è necessario elaborare una strategia nazionale per la sua protezione, consentire un uso sostenibile delle sue risorse, nonché coordinare la politica della pesca e delle attività produttive che si svolgono in mare con la politica ambientale;
    per la sua gestione e la sua tutela è necessaria una pianificazione e un coordinamento interministeriale,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di istituire, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Comitato interministeriale per il mare (CIM), composto dai Ministri della transizione ecologica, dell'economia e delle finanze, dello sviluppo economico, delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili, delle politiche agricole, alimentari e forestali, nonché della difesa.
9/2915-A/50Viviani, Rixi.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge in esame persegue giustamente una strategia di tutela dell'ambiente e di rivalutazione delle risorse ambientali;
    all'articolo del decreto-legge in esame si prevede la ridenominazione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, in Ministero per la transizione ecologica;
    in particolare, all'articolo 4 si prevede la predisposizione di un Piano per la transizione ecologica individuare le azioni necessarie per l'attuazione delle singole misure di tutela;
    l'ambiente marino rappresenta una risorsa primaria per il nostro Paese che ha bisogno di essere presa specificamente in considerazione, valorizzata e protetta;
    a tal fine è necessario elaborare una strategia nazionale per la sua protezione, consentire un uso sostenibile delle sue risorse, nonché coordinare la politica della pesca e delle attività produttive che si svolgono in mare con la politica ambientale;
    per la sua gestione e la sua tutela è necessaria una pianificazione e un coordinamento interministeriale,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di istituire, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Comitato interministeriale per il mare (CIM), composto dai Ministri della transizione ecologica, dell'economia e delle finanze, dello sviluppo economico, delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili, delle politiche agricole, alimentari e forestali, nonché della difesa.
9/2915-A/50. (Testo modificato nel corso della seduta).  Viviani, Rixi.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge, reca disposizioni urgenti in materia di riordino di funzioni e competenze di alcuni Ministeri, in coincidenza con l'insediamento del nuovo Governo;
    la materia dell'energia, viene trasferita – insieme con quelle già attribuite al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare – alla competenza del nuovo Ministero della transizione ecologica di fatto ripartendo le politiche del mare su tre ministeri;
    nello specifico l'articolo 4 del provvedimento istituisce il Comitato interministeriale per la transizione ecologica, del quale fa parte il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione;
    la tutela dell'ambiente marino e costiero e uno degli obiettivi prioritari da perseguire, sia per la ricchezza del patrimonio naturalistico nazionale, sia per i rilevanti interessi sociali ed economici coinvolti nell'utilizzo delle relative risorse;
    la struttura geografica del nostro Paese impone un'attività di tutela costante e puntuale delle risorse legate al mare e all'ambiente costiero in generale;
    si tratta di un settore complesso è pertanto si ravvisa la necessità di monitorare costantemente le attività che hanno un collegamento con il mare, con la sua tutela, con le sue risorse, con il suo ecosistema e con i trasporti marittimi,

impegna il Governo

a presentare entro il 31 maggio di ogni anno una relazione alle Camere inerente i dati relativi allo stato di attuazione della strategia italiana concernente il sistema di protezione dell'ambiente marino, l'uso sostenibile delle sue risorse e l'attuazione del coordinamento delle attività produttive che si svolgono in mare con la politica ambientale.
9/2915-A/51Deidda.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge in esame trasferisce una serie di importanti competenze in materia di fonti energetiche dal Ministero dello sviluppo economico al nuovo Ministero della transizione ecologica; tale riforma ordinamentale è finalizzata a razionalizzare la disciplina delle fonti energetiche in Italia e a rilanciare gli investimenti nel settore della distribuzione energetica, tra cui quella del gas; a tal fine è opportuno valorizzare adeguatamente le reti di distribuzione gas, semplificare alcune procedure di gara, chiarire alcuni aspetti della disciplina concorsuale e rimediare ad alcune asimmetrie che l'esperienza applicativa degli ultimi anni ha riscontrato; ciò al fine di massimizzare l'impegno del gestore negli investimenti e di ottimizzare le condizioni economiche alle quali viene svolto il servizio;
    alcuni di questi profili sono stati presi in considerazione dall'ultima segnalazione dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Rif. n. S4143);
    in primo luogo, dalla segnalazione emerge la richiesta di interventi modificativi di carattere legislativo o regolamentare per equiparare per legge la remunerazione che gli enti locali possono ottenere dalla cessione degli impianti di loro proprietà a quella garantita ai gestori uscenti, prevedendo anche per i primi il calcolo sulla base del cosiddetto VIR;
    in secondo luogo, si raccomanda l'istituzione di un Albo nazionale di commissari di gara, al fine di eliminare possibili situazioni di conflitto di interesse che possono generarsi nei casi in cui le stazioni appaltanti risultano essere anche azionisti delle società di distribuzione che partecipano alle gare; in terzo luogo, ai fini di un'accelerazione nell'indizione delle gare, l'Autorità ritiene opportuna una riduzione dei casi di verifica dello scostamento tra VIR e RAB, di competenza del regolatore di settore ARERA;
    infine, si raccomanda di risolvere le ingiuste asimmetrie informative che penalizzano i potenziali terzi partecipanti alle gare e favoriscono i gestori uscenti, magari tramite la predisposizione di penalità per quei gestori che non condividono le informazioni,

impegna il Governo

a prendere in considerazione i profili di criticità esposti in premessa, e valutare l'opportunità di intervenire, anche attraverso le possibili soluzioni prospettate nella summenzionata segnalazione dell'Autorità della concorrenza e del mercato.
9/2915-A/52Covolo.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame reca disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei ministeri, con l'istituzione del Ministero della transizione ecologica (che sostituisce il Ministero dell'ambiente), del Ministero del turismo, del Ministero della cultura (già Ministero per i beni e per le attività culturali e per il turismo) e del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (nuova denominazione del Ministero delle infrastrutture e trasporti);
    l'emergenza pandemica che si protrae da oltre un anno ha prodotto una forte domanda di protezione della salute, sia dal punto di vista sanitario che sociale, per sostenere in particolare le fasce di popolazione più a rischio, fragili o svantaggiate e in pericolo di povertà assoluta e di esclusione sociale;
    la crisi sanitaria, sociale ed economica ha messo ancor più in evidenza le criticità nella composizione della spesa assistenziale, troppo gravata per gli italiani sulla spesa privata sia sociale che sanitaria, anziché garantita dai servizi pubblici, tanto da richiedere la necessità di un incremento delle risorse dei fondi sociali finalizzate al rafforzamento di interventi territoriali;
    sono i dati epidemiologici e gli studi demografici a dirci che un Ministero della Salute che non abbia anche una delega forte sulle politiche sociali corre il rischio di veder fortemente ridotta la sua efficacia; la cronicità; la disabilità, l'età evolutiva, l'anzianità, la salute mentale non si possono trattare con l'adeguata qualità senza un progetto che includa intendenti che diano piena attuazione all'integrazione socio-sanitaria in modo strutturale e sistematico;
    l'integrazione socio-sanitaria è un tema assolutamente rilevante sul quale occorre lavorare e se non lo faremo, continuando ad investire solo su linee verticali, per cui ognuno fa i conti con il proprio bilancio, con i propri mezzi, con le proprie possibilità, inevitabilmente si riprodurranno i problemi che questa pandemia ha solo contribuito ad acuire;
    obiettivo prioritario, ancora lontano da raggiungere, è l'integrazione socio-sanitaria, intesa quale coordinamento tra servizi sociali e servizi sanitari nell'attivazione di interventi e prestazioni socio-sanitarie a favore dei cittadini, nel solco di quanto definito dall'OMS in tema di salute, definita come «uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale» e non semplicemente «assenza di malattie o infermità»,

impegna il Governo

in vista di eventuali futuri riassetti delle competenze dei Ministeri, a trasferire al Ministero della Salute la delega in materia di politiche sociali, dotandolo di adeguate risorse e competenze necessarie per garantire servizi essenziali a tutti i cittadini che ne hanno bisogno, per correggere le diseconomie e l'attuale assenza di piena integrazione del sistema sanitario e sociale che hanno minato l'efficacia, l'efficienza e anche l'economicità dell'azione politica e degli interventi socio-sanitari.
9/2915-A/53Bellucci.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento all'esame reca disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri;
    con riferimento all'articolo 4, che istituisce il GITE (Comitato interministeriale per la transizione ecologica), riteniamo andrebbero approfondite le modalità di coordinamento tra il nuovo Comitato e il CIPESS, Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (nuova denominazione assunta a decorrere dal 1o gennaio 2021, dal CIPE); l'1-bis del decreto-legge n. 111 del 2019 ha previsto che il CIPE si occupi anche del coordinamento delle politiche pubbliche orientate al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile adottati dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015;
    la competenza trasversale del CIPESS, però, in materia di programmazione economica e di investimenti sostenibili, anche per quanto attiene ai profili di interesse del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, potrebbe presentare aree di potenziale sovrapposizione con le funzioni attribuite al CITE;
    la relazione illustrativa del provvedimento all'esame si limita ad affermare che rimangono ferme le competenze del CIPESS, senza specificare dove si interrompono per far spazio a quelle del CITE,

impegna il Governo

a prevedere specifiche attribuzioni e distinzioni delle competenze tra i due Comitati; CITE e CIPESS per evitare possibili sovrapposizioni di funzioni e un migliore coordinamento tra le due istituzioni.
9/2915-A/54Caiata.


   La Camera,
   premesso che:
    l'acqua potabile è una risorsa cruciale, da tutelare e da non disperdere;
    a causa di malfunzionamenti delle reti idriche e consumi abusivi, nel nostro Paese le perdite idriche sono rilevanti, specialmente in alcune regioni del mezzogiorno;
    secondo il report Istat sul Censimento delle acque per uso civile pubblicato a dicembre 2020 e basato su dati 2018 l'Italia perde il 42,0 per cento dell'acqua immessa nella rete;
    il fenomeno della dispersione idrica colpisce più duramente il Sud dove a questo fenomeno si sommano precipitazioni inferiori e periodi siccitosi più frequenti;
    dal sopracitato report Istat è inoltre emersa una preoccupante assenza del servizio di depurazione delle acque reflue in 339 comuni coinvolgendo quindi 1,6 milioni di abitanti;
    dei 339 comuni senza servizio di depurazione, 83 sono comuni costieri, ubicati per lo più in Sicilia, Calabria e Campania con una popolazione totale superiore ai 700 mila abitanti mentre solo Valle d'Aosta, Umbria ed Emilia-Romagna possono vantare una copertura totale dei comuni;
    gli impianti di depurazione sono necessari per ridurre l'inquinamento dei corpi idrici e salvaguardare la salute della popolazione e scongiurare l'inquinamento della fauna ittica e dei terreni;
    l'istituzione del Ministero della transizione ecologica pone l'accento sulle politiche legate allo sviluppo sostenibile e sulla corretta ed efficiente gestione delle risorse tra le cui quelle idriche;
    l'articolo 4 del presente provvedimento istituisce il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (GITE), con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione,

impegna il Governo

a migliorare l'efficienza dell'infrastruttura idrica italiana intervenendo al fine di sanare il grande spreco di risorse e provvedendo a correggere l'anomalia che vede diversi comuni esclusi dal servizio di depurazione delle acque reflue e potenziando gli impianti operativi al fine di migliorarne le prestazioni e prolungarne la vita utile.
9/2915-A/55Mantovani.


   La Camera,
   premesso che:
    l'acqua potabile è una risorsa cruciale, da tutelare e da non disperdere;
    a causa di malfunzionamenti delle reti idriche e consumi abusivi, nel nostro Paese le perdite idriche sono rilevanti, specialmente in alcune regioni del mezzogiorno;
    secondo il report Istat sul Censimento delle acque per uso civile pubblicato a dicembre 2020 e basato su dati 2018 l'Italia perde il 42,0 per cento dell'acqua immessa nella rete;
    il fenomeno della dispersione idrica colpisce più duramente il Sud dove a questo fenomeno si sommano precipitazioni inferiori e periodi siccitosi più frequenti;
    dal sopracitato report Istat è inoltre emersa una preoccupante assenza del servizio di depurazione delle acque reflue in 339 comuni coinvolgendo quindi 1,6 milioni di abitanti;
    dei 339 comuni senza servizio di depurazione, 83 sono comuni costieri, ubicati per lo più in Sicilia, Calabria e Campania con una popolazione totale superiore ai 700 mila abitanti mentre solo Valle d'Aosta, Umbria ed Emilia-Romagna possono vantare una copertura totale dei comuni;
    gli impianti di depurazione sono necessari per ridurre l'inquinamento dei corpi idrici e salvaguardare la salute della popolazione e scongiurare l'inquinamento della fauna ittica e dei terreni;
    l'istituzione del Ministero della transizione ecologica pone l'accento sulle politiche legate allo sviluppo sostenibile e sulla corretta ed efficiente gestione delle risorse tra le cui quelle idriche;
    l'articolo 4 del presente provvedimento istituisce il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (GITE), con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione,

impegna il Governo

a migliorare l'efficienza dell'infrastruttura idrica italiana, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, includendo nella misura massima possibile i comuni esclusi dal servizio di depurazione delle acque reflue e potenziando gli impianti operativi al fine di migliorarne la prestazione e prolungarne la vita utile.
9/2915-A/55. (Testo modificato nel corso della seduta).  Mantovani.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge, reca disposizioni urgenti in materia di riordino di funzioni e competenze di alcuni Ministeri, in coincidenza con l'insediamento del nuovo Governo;
    nello specifico viene istituito il Ministero della transizione ecologica che sostituisce il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare accorpando le funzioni di quest'ultimo con quelle in materia di politica energetica e mineraria svolte dal Ministero dello sviluppo economico;
    l'articolo 6, dispone l'istituzione del Ministero del turismo e ne disciplina le relative attribuzioni;
    detta istituzione è resa necessaria, dall'obiettivo prioritario di rilanciare il relativo settore fortemente inciso dall'emergenza da COVID-19;
    il Mediterraneo, prima della crisi economica dovuta alla pandemia in corso ha rappresentato la principale destinazione turistica del mondo con il 30 per cento degli arrivi di turisti internazionali e con un terzo degli introiti provenienti dal turismo internazionale;
    il turismo costiero è fortemente stagionale ed è probabile che le pressioni sulle zone litoranee cresceranno in futuro rappresentando la principale fonte di valuta estera nella regione mediterranea con un contribuito al PNL (prodotto nazionale lordo) che può arrivare a medie del 22 per cento, come nel caso di Cipro, o del 24 per cento per Malta;
    tuttavia, occorre evidenziare che la risposta eccellente del comparto turistico e balneare italiano al riavvio, non è scontato, la stagione appena terminata ha subito perdite d'esercizio medio accettabili, attorno al 20/25 per cento;
    occorre rimodulare programmazione e regole della ripartenza a causa del riacutizzarsi del contagio,

impegna il Governo

a promuovere attraverso interventi mirati, il turismo marittimo e costiero, provato dalla pandemia in corso, acquisendo dati e analizzando quali siano realmente le potenzialità di sviluppo dei differenti settori, formando anche personale che sia in grado di gestire i nuovi progetti e le competenze cercando di sviluppare competitività e attrarre investimenti rispettando il patrimonio naturale e culturale.
9/2915-A/56Rampelli, Ciaburro.


MOZIONI BELLA, APREA, BELOTTI, FUSACCHIA PICCOLI NARDELLI, TOCCAFONDI, FORNARO, LUPI ED ALTRI N. 1-00449 (ULTERIORE NUOVA FORMULAZIONE), BELLA, APREA, BELOTTI, FUSACCHIA PICCOLI NARDELLI, TOCCAFONDI, FORNARO, LUPI ED ALTRI N. 1-00449 (NUOVA FORMULAZIONE) E LOLLOBRIGIDA ED ALTRI N. 1-00455 CONCERNENTI INIZIATIVE VOLTE ALLA RIAPERTURA IN SICUREZZA DEGLI ISTITUTI SCOLASTICI DI OGNI ORDINE E GRADO

Mozioni

   La Camera,
   premesso che:
    il nostro Paese, com’è noto, è stato tra i primi ad essere colpito dalla pandemia dovuta alla diffusione dell'infezione da SARS-COV-2; tra le misure immediatamente adottate, nell'urgenza del momento e in assenza di evidenze scientifiche, vi è stata la sospensione di tutte le attività didattiche in presenza;
    nella prima fase della pandemia l'Italia risulta essere uno dei Paesi che ha sospeso le attività didattiche in presenza, essendo proprio la prima nazione europea ad essere investita dall'infezione da SARS-Cov-2. È andata sicuramente meglio a partire da settembre 2020 e fino a gennaio 2021. Ed infatti, un'autorevole indagine promossa dall'UNESCO ha riconosciuto all'Italia il merito di non essere tra i Paesi che più di altri hanno chiuso le scuole. Nonostante le notevoli difficoltà che ha dovuto affrontare il Paese in quei mesi, il sistema-scuola ha retto e ha mantenuto sempre aperte le scuole dell'infanzia, della primaria e della secondaria di primo grado;
    la sospensione delle attività didattiche in presenza e il conseguente avvio della didattica a distanza hanno causato notevoli difficoltà agli studenti e alle studentesse. La reale portata delle conseguenze, su un piano psicologico, sociale, formativo ed educativo, non è ancora valutabile, ma si teme che possano difficilmente essere colmate se non si interviene adeguatamente per evitare che la pandemia e le conseguenti chiusure pregiudichino il diritto all'istruzione, sancito dall'articolo 34 della Costituzione, accentuino le differenze socio-culturali tra i ragazzi, aumentino la dispersione scolastica e i disagi che ne conseguono a discapito dei singoli e dell'intera collettività;
    la sospensione delle attività didattiche in presenza ha colpito maggiormente chi si trovava già in una condizione di povertà educativa nonché le fasce meno abbienti, impossibilitate ad accedere a dispositivi elettronici e di connessione digitale. Secondo recenti dati Istat, l'8 per cento degli studenti e studentesse non hanno libero accesso alla didattica digitale integrata, percentuale che aumenta al 23 per cento tra gli studenti e le studentesse che riportano condizioni di disabilità mentre è il 20 per cento che la svolge solo saltuariamente;
    in Italia il tasso di abbandono scolastico precoce presenta valori ancora troppo alti e, per quanto negli ultimi anni sia stato parzialmente recuperato, oggi appare molto forte il rischio di peggiorare nuovamente la situazione come conseguenza della pandemia;
    i dati dimostrano che la generazione degli adolescenti nel mondo di oggi vedrà ricadere le conseguenze della perdita di apprendimento, derivante dalla chiusura delle scuole e dall'adozione della didattica a distanza, sulla qualità della vita per il futuro, a cominciare dal loro livello medio di retribuzione nel corso della vita che si stima sarà inferiore per una percentuale dall'1,6 al 3,3 per cento. Tali ripercussioni saranno ancora più gravi se i soggetti si trovano in condizioni di maggiore debolezza e più rilevante svantaggio economico e sociale;
    sebbene non sia stata ancora effettuata alcuna misura delle conseguenze della perdita degli apprendimenti, da più parti si richiama il rischio che l'accumulo di learning loss sia ormai difficilmente colmabile: secondo uno studio dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) per ogni terzo di anno di insegnamento efficace perso si assiste ad una riduzione del Prodotto interno lordo (PIL) dell'1,5-2 per cento per la durata della vita lavorativa degli studenti di oggi di 6-18 anni;
    oltre ai disagi causati dall'adozione della didattica a distanza, le scuole si sono dovute confrontare anche con le difficoltà nel 2020 connesse ai ritardi nelle procedure delle assegnazioni e al cambiamento dei docenti con conseguenze importanti sulla continuità didattica in una fase in cui il docente è stato spesso visto solo dietro lo schermo; la mancata continuità didattica appare particolarmente rilevante per quanto riguarda le cattedre del sostegno;
    un’«Indagine sull'impatto psicologico e comportamentale sui bambini delle famiglie in Italia» – promossa dall'Irccs Giannina Gaslini di Genova – ha evidenziato come le restrizioni imposte abbiano determinato e determinino nei bambini e negli adolescenti disturbi di «componente somatica» come disturbi d'ansia e disturbi del sonno, difficoltà di addormentamento, difficoltà di risveglio per iniziare le lezioni a distanza, con una significativa alterazione del ritmo del sonno;
    l'assenza di socialità provocata dalla sospensione della didattica in presenza sta determinando conseguenze gravi anche in termini di disagio psichico negli adolescenti e nei bambini. Particolarmente allarmanti sono proprio i dati diffusi dall'Ospedale, pediatrico Meyer che evidenziano che i casi di anoressia e di ideazione suicidaria, nella fascia di età 12-18, nei mesi gennaio-febbraio 2021 siano quadruplicati rispetto ai mesi gennaio-febbraio 2020;
    altra criticità è l'emergenza alimentare correlata alla chiusura delle mense delle scuole statali e paritarie: il monitoraggio effettuato da Save the Children per il tramite dei suoi Punti luce sparsi sul territorio, stima che 160 mila alunni siano rimasti senza cibo e/o pasti bilanciati. Lo studio evidenzia, infatti, che tenere le scuole aperte significa per i bambini più poveri, consumare un pasto completo, spesso l'unico della giornata. Alla povertà alimentare si associa, quale altra faccia della medesima medaglia, il disagio alimentare ovvero l'aumento esponenziale del consumo del cosiddetto «cibo spazzatura». La mensa scolastica, quindi, luogo ove promuovere l'educazione alimentare e avvicinare i bambini ai prodotti locali;
    il Centro di ricerca Innocenti dell'Unicef ha diffuso a settembre 2020 lo studio «Sfere di influenza – Un'analisi dei fattori che condizionano il benessere dei bambini nei paesi ricchi», nel quale si legge: «quella che è iniziata come una crisi sanitaria si è progressivamente allargata, andando a interessare tutti gli aspetti delle economie e delle società. Se da un lato i bambini sembrano non subire gli effetti diretti più gravi sulla salute provocati dal virus, dall'altro, come ci hanno insegnato crisi precedenti, saranno uno dei gruppi più colpiti dal suo impatto a lungo termine»;
    a subire le conseguenze della chiusura delle scuole e del ricorso alla didattica a distanza sono, oltre agli studenti e alle studentesse, i genitori lavoratori; tale condizione sta, inoltre, pregiudicando prevalentemente l'occupazione femminile, in quanto la donna è spesso il soggetto che si trova in condizioni lavorative di maggiore precarietà, con retribuzioni economiche inferiori e con la preminente funzione di cura di genitori anziani e figli piccoli e quindi più facilmente indotta a rimanere a casa con i figli;
    la malattia generata dal contagio del Coronavirus può manifestarsi anche nei bambini e adolescenti, in particolare in quelli con un'età inferiore ai 12 anni, ma generalmente con sintomi meno gravi rispetto a quelli manifestati dagli adulti. Numerosi studi, infatti, indicano come caratteristica intrinseca di questa tipologia di virus, quella di una minore capacità di trasmissione dello stesso tra bambini, adolescenti e giovani, e da questi ultimi agli adulti, ragion per cui la scuola e i contesti formativi frequentati prevalentemente da giovani possono considerarsi tra i luoghi e gli spazi sociali più sicuri, nel rispetto continuo delle regole e dei protocolli sanitari previsti proprio dal Comitato tecnico scientifico;
    è senza dubbio apprezzabile la distribuzione gratuita di mascherine e gel igienizzante a tutto il personale scolastico e agli studenti che consente a tutti di proteggersi a prescindere dalle condizioni economiche familiari;
    nell'ambito di uno studio promosso dall'Ospedale pediatrico Bambino Gesù, dalla Società italiana di pediatra e dalla Società italiana di ortofonologia, fra ottobre e dicembre 2020 si è svolta un'indagine specifica che ha coinvolto due plessi scolastici per un totale di 1262 soggetti, 1094 studenti, 141 insegnanti e 27 addetti del personale: più del 96 per cento del totale. Gli screening si sono svolti a inizio settembre e poi sono proseguiti a cadenza mensile. Nel primo round sono stati testati 1099 campioni e solo un soggetto è risultato positivo, nel secondo a fronte di 1075 solo 7 sono risultati positivi e nel terzo, su 1257 test, solo 3 studenti sono risultati positivi. In totale, quindi, 11 persone più 5 debolmente positive su 14 classi. Solo due soggetti, tra quelli positivi, hanno condiviso la stessa classe nello stesso intervallo temporale, ma gli autori ritengono improbabile che il virus sia stato trasmesso tra di loro, quindi in realtà non è stato identificato alcun contagio verificato nel contesto scolastico, tanto che gli autori definiscono la scuola un luogo sicuro purché le precauzioni indicate nei protocolli vengano sempre rispettate;
    durante la cosiddetta seconda ondata della pandemia da COVID-19, la maggioranza degli Stati europei ha deciso di mantenere aperti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, considerandoli luoghi sicuri. Si è disposta la chiusura degli stessi solo nell'ambito di un lockdown generalizzato e totale;
    secondo dati riportati dall'Unesco Paesi come Francia, Spagna, Austria, Svizzera, Belgio hanno deciso di mantenere le scuole aperte, sempre nel rispetto dei protocolli sanitari indicati dai diversi Stati, come l'utilizzo obbligatorio delle mascherine per alunni, docenti e per l'intero personale scolastico, il rispetto del distanziamento, aerazione, sanificazione e monitoraggio continuo attraverso l'utilizzo periodico di test per COVID-19 all'interno delle strutture scolastiche e formative; altri Paesi, come Germania e Regno Unito, hanno riaperto gli istituti scolastici gradualmente dopo periodi di lockdown totale, anche a causa della maggiore presenza delle diverse varianti del Coronavirus;
    inoltre, secondo i dati dell'Istituto superiore di sanità (Iss) diffusi il 30 dicembre 2020, solo il 2 per cento dei focolai avrebbe origine all'interno del contesto scolastico. Infatti i tre luoghi a maggior rischio di contagio da Coronavirus risultano le abitazioni private, gli ambiti sanitari e quelli professionali-lavorativi;
    l’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) sottolinea come la scuola ricopra un ruolo fondamentale per la società e in particolar modo per la vita dei bambini: la chiusura delle scuole – e dovrebbe, inoltre, rappresentare l'ultima risorsa cui attingere nella strategia di contrasto e controllo della pandemia. Secondo gli studi e le analisi dell'ECDC se fossero state adottate le misure adeguate al contenimento del contagio, le scuole avrebbero rappresentato luoghi a rischio come qualsiasi altro luogo pubblico in quanto l'incidenza della trasmissibilità di COVID-19 nelle scuole sembra essere strettamente connessa ai livelli di trasmissione presenti nella comunità e non il contrario. L'apertura delle scuole non sembra, quindi, aver influito significativamente sulla maggiore diffusione del virus che ha condotto alla cosiddetta seconda e terza ondata;
    una recentissima e imponente ricerca italiana condotta da una squadra di epidemiologi, medici, biologi e statistici, tra cui Sara Gandini dello Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) di Milano, sulla base dei relativi dati raccolti afferma che la scuola è uno dei luoghi più sicuri rispetto alle eventuali possibilità di contagio del virus. Lo studio è stato realizzato attraverso un'analisi incrociata dei dati del Ministero dell'istruzione con quelli delle Agenzie di tutela della salute e della Protezione civile su un campione di più di 7,3 milioni di studenti e 770 mila insegnanti. Il tasso di positività tra i ragazzi risulta inferiore all'1 per cento dei tamponi effettuati, percentuale che non influenza minimamente la curva pandemica. I giovani contagiano il 50 per cento in meno rispetto agli adulti, anche nel caso di variante inglese. I focolai da Sars-Cov-2 all'interno delle aule scolastiche sono molto rari e la frequenza nella trasmissione da studente a docente è statisticamente poco rilevante e quindi, secondo questo studio, i docenti non sembrano rientrare tra le categorie professionali a maggior rischio di contagio;
    la Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza indica, all'articolo 3, la necessità che tutte le decisioni relative a bambini e adolescenti debbano considerare preminente l'interesse di detti soggetti e all'articolo 28 prevede che gli Stati debbano promuovere la regolarità della frequenza scolastica e la diminuzione del tasso di abbandono,

impegna il Governo:

1) a intraprendere ogni possibile iniziativa finalizzata alla riapertura in sicurezza degli istituti scolastici di ogni ordine e grado per riprendere l'attività didattica in presenza e dei servizi educativi per l'infanzia per riprendere, ove interrotta o limitata, l'attività didattica in presenza, nonché a sostenere a questo scopo, anche con adeguati finanziamenti straordinari e misure di accompagnamento, il sistema nazionale di istruzione e formazione oltre che, per quanto di competenza, gli enti locali;

2) a curare, con particolare attenzione, gli ambienti scolastici e rimpianto organizzativo a sostegno degli alunni con disabilità e con altri bisogni educativi speciali anche a sostegno delle famiglie le cui difficoltà oggi risultano amplificate dal gap determinatosi dall'emergenza sanitaria;

3) ad adoperarsi, in tutte le sedi, al fine di garantire la uniformità sul territorio nazionale delle decisioni relative all'apertura delle istituzioni scolastiche promuovendo meccanismi di composizione degli interessi che, in un'ottica di leale collaborazione, assicurino il massimo sostegno e l'effettiva attuazione delle scelte nazionali nei contesti regionali;

4) a proseguire, concludendola nel minor tempo possibile, la vaccinazione di tutto il personale scolastico;

5) a considerare prioritaria la riapertura delle attività in presenza nelle scuole anche rispetto ad altre attività essenziali, anche in considerazione del minore rischio di contagio e dell'importanza educativa dell'istituzione scolastica per l'intera comunità;

6) a definire, con il maggior livello di dettaglio possibile, criteri (condizioni e indicatori di contagio) validi su tutto il territorio nazionale che debbano sussistere affinché possa, eventualmente ed in via residuale, procedersi alla temporanea chiusura di singoli istituti scolastici o singole classi;

7) a promuovere interventi specifici per l'istruzione e formazione professionale e per il sistema ITS, particolarmente colpiti dalla sospensione delle attività in presenza;

8) a rafforzare il confronto con gli Enti territoriali e locali al fine di attuare misure organizzative del trasporto pubblico locale che possa agevolare, in piena sicurezza, il diritto a svolgere le attività didattiche in presenza per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado;

9) ad adottare iniziative urgenti a tutela della sfera emotiva, psicologica e pedagogica, anche attraverso l'utilizzo di figure professionali come educatori, pedagogisti e psicologi, anche implementando presidi educativi e sociali di prossimità oltre che mediante l'istituzione negli istituti scolastici, di sportelli di ascolto psicologico, nell'ambito del patto educativo scuola-famiglia, che svolgano attività di prevenzione, informazione, sostegno e consulenza con l'ausilio di personale specializzato e di guida verso eventuali servizi territoriali, a sostegno dell'intera comunità scolastica;

10) ad accelerare l'adozione di protocolli di prevenzione, protezione e controllo più frequenti e più rapidi affinché si possano riaprire in sicurezza le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado. A tal fine si prevede l'attivazione, a cura delle Asl, di servizi mirati di prevenzione e controllo dell'infezione da Sars-Cov-2 nelle scuole e nei servizi educativi anche per la profilazione e pubblicazione in formato aperto del numero di contagi, quarantene e altri dati epidemiologici rilevanti che avvengono nei singoli istituti scolastici, anche allo scopo di facilitare la ricerca e gli studi scientifici sul tema, la somministrazione volontaria di test antigenici rapidi per lo screening dell'intera popolazione studentesca così come già previsto nell'Intesa Stato-Regioni siglata il 23 dicembre 2020 oltre che l'installazione di termo-scanner e di sistemi per la ventilazione meccanica controllata ove i più avanzati studi tecnico-scientifici ne dimostrino l'efficacia, volti ad attuare continui ricambi d'aria, prevedendo, altresì, di fornire alle scuole informazioni circa il contagio negli ambienti chiusi e linee guida relative alla ventilazione;

11) ad adoperarsi al fine di verificare che l'acquisto e la distribuzione delle mascherine presso gli istituti scolastici avvengano nel pieno rispetto delle caratteristiche e dell'età dei bambini cui sono destinate e, altresì, a valutare l'opportunità di fornire le scuole di mascherine che assicurino un più elevato standard di sicurezza (FFP2) anche in virtù della maggiore contagiosità delle nuove varianti del virus;

12) ad avviare, al fine di valutare con la massima trasparenza l'impatto della didattica a distanza e della didattica digitale sul livello degli apprendimenti degli studenti e sul benessere psico-fisico dei bambini e dei ragazzi, il monitoraggio qualitativo e quantitativo delle misure messe in atto dalle scuole, nel corrente anno scolastico 2020-2021, per l'insegnamento mediante l'utilizzo di strumenti digitali in conseguenza delle misure di contenimento adottate per l'emergenza da Sars-Cov-2 attraverso l'INVALSI e l'INDIRE;

13) a promuovere campagne di adeguata informazione vaccinale e regole di comportamento che limitino la diffusione del contagio al fine di diffondere maggiore consapevolezza e sicurezza sanitaria tra docenti, studenti e famiglie, per tornare quanto prima alla quotidianità – e ad una vita equilibrata, sia da un punto di vista socio-psico-pedagogico sia didattico-educativo;

14) ad attivare modalità di consolidamento degli apprendimenti, in particolare nella scuola secondaria, anche al fine di recuperare i gap formativi che una scuola «a singhiozzo» ha inevitabilmente creato anche al fine di sostenere e supportare gli studenti più fragili e maggiormente esposti all'abbandono scolastico;

15) a svolgere una ricognizione capillare dell'impatto della chiusura delle mense scolastiche sulla povertà alimentare degli studenti, e a prevedere nuovi e più cospicui investimenti e interventi volti a promuovere l'educazione alimentare e il consumo di cibo di qualità a scuola;

16) a prevedere approcci alternativi alla didattica online per l'insegnamento dell'educazione civica ambientale anche attraverso tramite la previsione dello svolgimento di lezioni presso parchi, parchi archeologici, orti botanici, riserve e oasi naturali, al fine di approfondire l'insegnamento mediante l'esperienza diretta con il territorio, e garantire al tempo stesso attività all'aperto nel rispetto delle misure cautelative, tali da concedere occasioni di ricreazione e socialità agli studenti.
(1-00449)
(Ulteriore nuova formulazione) «Bella, Aprea, Belotti, Fusacchia, Piccoli Nardelli, Toccafondi, Fornaro, Lupi, Carbonaro, Casa, Cimino, Del Sesto, Iorio, Mariani, Melicchio, Spadafora, Tuzi, Vacca, Valente, Villani, Gallo».


   La Camera,
   premesso che:
    il nostro Paese, com’è noto, è stato tra i primi ad essere colpito dalla pandemia dovuta alla diffusione dell'infezione da Sars-Cov-2; tra le misure immediatamente adottate, nell'urgenza del momento e in assenza di evidenze scientifiche, vi è stata la sospensione di tutte le attività didattiche in presenza;
    ad oggi, l'Italia risulta essere uno dei Paesi che, nella prontissima fase della pandemia, ha tenuto le scuole chiuse più lungamente, essendo proprio la prima nazione europea ad essere investita dall'infezione da Sars-Cov-2. È andata sicuramente meglio a partire da settembre 2020 e fino a gennaio 2021. Ed infatti, un'autorevole indagine promossa dall'Unesco ha riconosciuto all'Italia il merito di non essere tra i Paesi che più di altri hanno chiuso le scuole. Nonostante le notevoli difficoltà che ha dovuto affrontare il Paese in quei mesi, il sistema-scuola ha retto e ha mantenuto sempre aperte le scuole dell'infanzia, della primaria e della secondaria di primo grado;
    la sospensione delle attività didattiche in presenza e il conseguente avvio della didattica a distanza hanno causato notevoli danni agli studenti e alle studentesse. La reale portata delle conseguenze, su un piano psicologico, sociale, formativo ed educativo, non è ancora valutabile, ma già si teme, che possano difficilmente essere colmate. La letteratura scientifica sul tema è univoca e ha già rivolto un accorato appello alle istituzioni affinché si velocizzi la riapertura in sicurezza delle scuole di ogni ordine e grado, soprattutto per contenere massimamente gli effetti negativi del perdurare della mancanza di socialità;
    la sospensione delle attività didattiche in presenza ha colpito maggiormente chi si trovava già in una condizione di povertà educativa, nonché le fasce meno abbienti, impossibilitate ad accedere a dispositivi elettronici e di connessione digitale. Secondo recenti dati Istat, l'8 per cento degli studenti e delle studentesse non ha libero accesso alla didattica digitale integrata, percentuale che aumenta al 23 per cento tra gli studenti e le studentesse che riportano condizioni di disabilità, mentre è il 20 per cento che la svolge solo saltuariamente;
    dunque, è sempre più fondato il rischio che la pandemia e le conseguenti chiusure pregiudichino il diritto all'istruzione, sancito dall'articolo 34 della Costituzione, accentuino le differenze socio-culturali tra i ragazzi, aumentino la dispersione scolastica e i disagi che ne conseguono a discapito dei singoli e dell'intera collettività;
    in Italia, il tasso di abbandono scolastico precoce presenta valori ancora troppo alti e, per quanto negli ultimi anni sia stato parzialmente recuperato, oggi appare molto forte il rischio di peggiorare nuovamente la situazione come conseguenza della pandemia;
    i dati dimostrano che la generazione degli adolescenti di oggi vedrà ricadere le conseguenze della perdita di apprendimento, derivante dalla chiusura delle scuole e dall'adozione della didattica a distanza, sulla qualità della vita per il futuro, a cominciare dal loro livello medio di retribuzione nel corso della vita che si stima sarà inferiore per una percentuale dall'1,6 al 3,3 per cento. Tali ripercussioni saranno ancora più gravi se i soggetti si trovano in condizioni di maggiore debolezza e più rilevante svantaggio economico e sociale;
    sebbene non sia stata ancora effettuata alcuna misura delle conseguenze della perdita degli apprendimenti, da più parti si richiama il rischio che l'accumulo di learning loss sia ormai difficilmente colmabile: secondo uno studio dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), per ogni terzo di anno di insegnamento efficace perso, si assiste ad una riduzione del Prodotto interno lordo (Pil) dell'1,5-2 per cento per la durata della vita lavorativa degli studenti di oggi di 6-18 anni;
    oltre ai disagi causati dall'adozione della didattica a distanza, le scuole si sono dovute confrontare anche con le difficoltà connesse ai ritardi nelle procedure delle assegnazioni e al cambiamento dei docenti, con conseguenze importanti sulla continuità didattica, in una fase in cui il docente è stato spesso visto solo dietro lo schermo; la mancata continuità didattica appare particolarmente rilevante per quanto riguarda le cattedre del sostegno;
    un’«Indagine sull'impatto psicologico e comportamentale sui bambini delle famiglie in Italia» – promossa dall'Irccs Giannina Gaslini di Genova – ha evidenziato come le restrizioni imposte dalle misure governative abbiano determinato e determinino nei bambini e negli adolescenti disturbi di «componente somatica», come disturbi d'ansia e disturbi del sonno, difficoltà di addormentamento, difficoltà di risveglio per iniziare le lezioni a distanza, con una significativa alterazione del ritmo del sonno;
    l'assenza di socialità provocata dalla sospensione della didattica in presenza sta determinando conseguenze gravi anche in termini di disagio psichico negli adolescenti e nei bambini. Particolarmente allarmanti sono proprio i dati diffusi dall'ospedale pediatrico Meyer che evidenziano che i casi di anoressia e di ideazione suicidaria, nella fascia di età 12-18, nei mesi gennaio-febbraio 2021, siano quadruplicati rispetto ai mesi gennaio-febbraio 2020;
    altra criticità è l'emergenza alimentare correlata alla chiusura delle mense delle scuole statali e paritarie: il monitoraggio effettuato da Save the Children per il tramite dei suoi Punti luce sparsi sul territorio, stima che 160 mila alunni siano rimasti senza cibo e/o pasti bilanciati. Lo studio evidenzia, infatti, che tenere le scuole aperte significa per i bambini più poveri, consumare un pasto completo, spesso l'unico della giornata. Alla povertà alimentare si associa, quale altra faccia della medesima medaglia, il disagio alimentare ovvero l'aumento esponenziale del consumo del cosiddetto «cibo spazzatura». La mensa scolastica, è quindi, luogo ove promuovere l'educazione alimentare e avvicinare i bambini ai prodotti locali;
    il Centro di ricerca Innocenti dell'Unicef ha diffuso a settembre 2020 lo studio «Sfere di influenza – Un'analisi dei fattori che condizionano il benessere dei bambini nei paesi ricchi», nel quale si legge: «quella che è iniziata come una crisi sanitaria si è progressivamente allargata, andando a interessare tutti gli aspetti delle economie e delle società. Se da un lato i bambini sembrano non subire gli effetti diretti più gravi sulla salute provocati dal virus, dall'altro, come ci hanno insegnato crisi precedenti, saranno uno dei gruppi più colpiti dal suo impatto, a lungo termine»;
    a subire, le conseguenze della chiusura delle scuole e del ricorso alla didattica a distanza sono, oltre agli studenti e alle studentesse, i lavoratori genitori, ivi compresi quelli appartenenti alle categorie professionali oggi considerate essenziali quali ad esempio le categorie del settore sanitario;
    tale condizione sta, inoltre, pregiudicando prevalentemente l'occupazione femminile, in quanto la donna è spesso il soggetto che si trova in condizioni lavorative di maggiore precarietà, con retribuzioni economiche inferiori e con la preminente funzione di cura di genitori anziani e figli piccoli e quindi più facilmente indotta a rimanere a casa con i figli;
    la malattia generata dal contagio del Coronavirus può manifestarsi anche nei bambini e adolescenti, in particolare in quelli con un'età inferiore ai 12 anni, ma con sintomi meno gravi rispetto a quelli manifestati dagli adulti. Numerosi studi, infatti, indicano come caratteristica intrinseca di questa tipologia di virus, quella di una minore capacità di trasmissione dello stesso tra bambini, adolescenti e giovani, e da questi ultimi agli adulti, ragion per cui la scuola e i contesti formativi frequentati prevalentemente da giovani possono considerarsi tra i luoghi e gli spazi sociali più sicuri, nel rispetto continuo delle regole e dei protocolli sanitari previsti proprio dal Comitato tecnico-scientifico;
    è senza dubbio apprezzabile la distribuzione gratuita di mascherine e gel igienizzante a tutto il personale scolastico e agli studenti che consente a tutti di proteggersi a prescindere dalle condizioni, economiche familiari. Cionondimeno, l'essere stati chiamati a distribuire 11 milioni di mascherine al giorno ha inevitabilmente evidenziato talune criticità legate all'acquisizione massiva delle stesse da parte della struttura commissariale, criticità riconducibili talvolta alla distribuzione e talvolta alla qualità e alle caratteristiche delle stesse;
    nell'ambito di uno studio promosso dall'ospedale pediatrico Bambino Gesù, dalla Società italiana di pediatra e dalla Società italiana di ortofonologia, fra ottobre e dicembre 2020, si è svolta un'indagine specifica che ha coinvolto due plessi scolastici per un totale di 1262 soggetti, 1094 studenti, 141 insegnanti e 27 addetti del personale: più del 96 per cento del totale. Gli screening si sono svolti a inizio settembre e poi sono proseguiti a cadenza mensile. Nel primo round sono stati testati 1099 campioni e solo un soggetto è risultato positivo, nel secondo, a fronte di 1075, solo 7 sono risultati positivi e, nel terzo, su 1257 test, solo 3 studenti sono risultati positivi. In totale, quindi, 11 persone, più 5 debolmente positive su 14 classi. Solo due soggetti, tra quelli positivi, hanno condiviso la stessa classe nello stesso intervallo temporale, ma gli autori ritengono improbabile che il virus sia stato trasmesso tra di loro, quindi in realtà non è stato identificato alcun contagio verificato nel contesto scolastico, tanto che gli autori definiscono la scuola un luogo sicuro purché le precauzioni indicate nei protocolli vengano sempre rispettate;
    durante la cosiddetta seconda ondata della pandemia da Covid-19, la maggioranza degli Stati europei ha deciso di mantenere aperti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, considerandoli luoghi sicuri. Si è disposta la chiusura degli stessi solo nell'ambito di un lockdown generalizzato e totale;
    secondo dati riportati dall'Unesco, Paesi come Francia, Spagna, Austria, Svizzera, Belgio hanno deciso di mantenere le scuole aperte, sempre nel rispetto dei protocolli sanitari indicati dai diversi Stati, come l'utilizzo obbligatorio delle mascherine per alunni, docenti e per l'intero personale scolastico, il rispetto del distanziamento, aerazione, sanificazione e monitoraggio continuo attraverso l'utilizzo periodico di test per Covid-19 all'interno delle strutture scolastiche e formative; altri Paesi, come Germania e Regno Unito, hanno riaperto gli istituti scolastici gradualmente dopo periodi di lockdown totale, anche a causa della maggiore presenza delle diverse varianti del Coronavirus;
    inoltre, secondo i dati dell'Istituto superiore di sanità (Iss) diffusi il 30 dicembre 2020, solo il 2 per cento dei focolai avrebbe origine all'interno del contesto scolastico. Infatti, tre luoghi a maggior fischio di contagio da Coronavirus risultano le abitazioni private, gli ambiti sanitari e quelli professionali-lavorativi;
    l’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) sottolinea come la scuola ricopra un ruolo fondamentale per la società e in particolar modo per la vita dei bambini: la chiusura delle scuole non risulta essere una misura di contrasto che possa incidere in modo significativo sul controllo della pandemia in corso e dovrebbe, inoltre, rappresentare l'ultima risorsa cui attingere nella strategia di contrasto e controllo della pandemia. Secondo gli studi e le analisi dell'Ecdc, se fossero state adottate le misure adeguate al contenimento del contagio, le scuole avrebbero rappresentato luoghi a rischio come qualsiasi altro luogo pubblico in quanto l'incidenza della trasmissibilità di Covid-19 nelle scuole sembra essere strettamente connessa ai livelli di trasmissione presenti nella comunità e non il contrario. L'apertura delle scuole non sembra, quindi, aver influito significativamente sulla maggiore diffusione del virus che ha condotto alla cosiddetta seconda e terza ondata;
    secondo l'istituto superiore di sanità (Iss), in Italia, si è stimato che la cosiddetta variante inglese del virus Sars-Cov-2 ha una trasmissibilità superiore del 37 per cento rispetto ai ceppi non varianti. I bambini, in particolare i più piccoli, sembrano essere meno suscettibili all'infezione da Sars-Cov-2 rispetto ai bambini più grandi e agli adulti, il che sembra verificarsi anche per la cosiddetta variante inglese, che manifesta un aumento cospicuo della trasmissibilità in tutte le fasce di età. Al momento, non vi sono evidenze scientifiche che dimostrino un aumento di sintomatologie, ricoveri o decessi dovuti alla circolazione della variante inglese, né che la stessa sia resistente ai vaccini tuttora in uso nel nostro Paese;
    nonostante la diffusione delle nuove varianti, la cosiddetta terza ondata del contagio, non evidenzia una maggiore velocità di diffusione del virus rispetto alla seconda ondata, ma esattamente il contrario. Anche la portata del contagio è nettamente inferiore: il valore del picco d'incidenza – positivi su 7 giorni per 100 mila abitanti – della seconda ondata è stato di 412, mentre il valore di picco attuale è di 266, raggiunto il 17 marzo 2021;
    secondo una recentissima e imponente ricerca italiana condotta da una squadra di epidemiologi, medici, biologi e statistici, tra cui Sara Gandini dello Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, sulla base dei relativi dati raccolti, si può affermare che la scuola è uno dei luoghi più sicuri rispetto alle eventuali possibilità di contagio del virus. Lo studio è stato realizzato attraverso un'analisi incrociata dei dati del Ministero dell'istruzione con quelli delle Agenzie di tutela della salute e della Protezione civile su un campione di più di 7,3 milioni di studenti e 770 mila insegnanti. Il tasso di positività tra i ragazzi risulta inferiore all'1 per cento dei tamponi effettuati, percentuale che non influenza minimamente la curva pandemica. I giovani contagiano il 50 per cento in meno rispetto agli adulti, anche nel caso di variante inglese. I focolai da Sars-Cov-2, all'interno delle aule scolastiche, sono molto rari e la frequenza nella trasmissione da studente a docente è statisticamente poco rilevante e quindi i docenti non sembrano rientrare tra le categorie professionali a maggior rischio di contagio;
    la Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza indica, all'articolo 3, la necessità che tutte le decisioni relative a bambini e adolescenti debbano considerare preminente l'interesse di detti soggetti e, all'articolo 28, prevede che gli Stati debbano promuovere la regolarità della frequenza scolastica e la diminuzione del tasso di abbandono,

impegna il Governo:

1) a intraprendere ogni possibile iniziativa finalizzata alla riapertura in sicurezza degli istituti scolastici e dei servizi educativi per l'infanzia, per riprendere, ove interrotta o limitata, l'indispensabile attività didattica in presenza, nonché ad adottare iniziative per sostenere, a questo scopo, anche con adeguati finanziamenti straordinari e misure di accompagnamento, il sistema nazionale di istruzione e formazione oltre che, per quanto di competenza, gli enti locali;

2) ad adottare iniziative volte a curare, con particolare attenzione, gli ambienti scolastici e l'impianto organizzativo a sostegno degli alunni con disabilità e con altri bisogni educativi speciali, anche a sostegno delle famiglie le cui difficoltà oggi risultano amplificate dal gap determinatosi dall'emergenza sanitaria;

3) ad adoperarsi, in tutte le sedi, al fine di garantire la massima uniformità sul territorio nazionale delle decisioni relative all'apertura delle istituzioni scolastiche, promuovendo meccanismi di composizione degli interessi che, in un'ottica di leale collaborazione, assicurino il massimo sostegno e l'effettiva attuazione delle scelte nazionali nei contesti regionali;

4) a proseguire, concludendola nel minor tempo possibile, la vaccinazione di tutto il personale scolastico;

5) a considerare prioritaria la riapertura delle attività in presenza nelle scuole anche rispetto ad altre attività essenziali, anche in considerazione del minore rischio di contagio e dell'importanza educativa dell'istituzione scolastica per l'intera comunità;

6) a definire, con il maggior livello di dettaglio possibile, criteri (condizioni e indicatori di contagio) validi su tutto il territorio nazionale che debbano sussistere affinché possa, eventualmente ed in via residuale, procedersi alla temporanea chiusura di singoli istituti scolastici o singole classi;

7) a promuovere interventi specifici per l'istruzione e la formazione professionale e per il sistema degli Istituti Tecnici superiori (Its), particolarmente colpiti dalla sospensione delle attività in presenza;

8) ad avviare un confronto con gli enti territoriali e locali al fine di attuare misure organizzative del trasporto pubblico locale che possa agevolare, in piena sicurezza, il diritto a svolgere le attività didattiche in presenza per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado;

9) ad adottare iniziative urgenti a tutela della sfera emotiva, psicologica e pedagogica, anche attraverso l'utilizzo di figure professionali come educatori, pedagogisti e psicologi, anche implementando presidi educativi e sociali di prossimità, oltre che mediante l'istituzione, negli istituti scolastici, di sportelli di ascolto psicologico, nell'ambito del patto educativo scuola-famiglia, che svolgano attività di prevenzione, informazione, sostegno e consulenza con l'ausilio di personale specializzato e di guida verso eventuali servizi territoriali, a sostegno dell'intera comunità scolastica;

10) ad accelerare l'adozione di protocolli di prevenzione, protezione e controllo più frequenti, più rapidi e più rigidi, affinché si possano riaprire in sicurezza le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado. A tal fine, ad adottare iniziative, per quanto di competenza, per prevedere l'attivazione, presso le Asl, di servizi mirati di prevenzione e controllo dell'infezione da Sars-Cov-2 nelle scuole e nei servizi educativi, anche per la profilazione e pubblicazione in formato aperto del numero di contagi, quarantene e altri dati epidemiologici rilevanti che avvengono nei singoli istituti scolastici, anche allo scopo di facilitare la ricerca e gli studi scientifici sul tema, la somministrazione di test antigenici rapidi per lo screening dell'intera popolazione studentesca, così come già previsto nell'Intesa Stato-regioni siglata il 23 dicembre 2020, oltre che l'installazione di termo-scanner e di sistemi per la ventilazione meccanica controllata ove i più avanzati studi tecnico-scientifici ne dimostrino l'efficacia, volti ad attuare continui ricambi d'aria, prevedendo, altresì, di fornire alle scuole informazioni circa il contagio negli ambienti chiusi e linee guida relative alla ventilazione;

11) ad adoperarsi al fine di verificare che l'acquisto e la distribuzione delle mascherine presso gli istituti scolastici avvengano nel pieno rispetto delle caratteristiche e dell'età dei bambini cui sono destinate e, altresì, a valutare l'opportunità di rifornire le scuole di mascherine che assicurino un più elevato standard di sicurezza (FFP2), anche in virtù della maggiore contagiosità delle nuove varianti del virus;

12) ad avviare, al fine di valutare con la massima trasparenza l'impatto della didattica a distanza e della didattica digitale sul livello, degli apprendimenti degli studenti e sul benessere psico-fisico dei bambini e dei ragazzi, il monitoraggio qualitativo e quantitativo delle misure messe in atto dalle scuole per l'insegnamento, mediante l'utilizzo di strumenti digitali in conseguenza delle misure di contenimento adottate per l'emergenza da Sars-Cov-2, attraverso l'Invalsi e l'Indire;

13) a promuovere campagne di adeguata informazione vaccinale e regole di comportamento che limitino la diffusione del contagio al fine di diffondere maggiore consapevolezza e sicurezza sanitaria tra docenti, studenti e famiglie, per tornare quanto prima alla quotidianità e ad una vita equilibrata, sia da un punto di vista socio-psico-pedagogico, sia didattico-educativo;

14) ad attivare modalità di recupero e consolidamento degli apprendimenti, in particolare nella scuola secondaria, anche al fine di recuperare i gap formativi che una scuola «a singhiozzo» ha inevitabilmente creato, anche al fine di sostenere e supportare gli studenti più fragili e maggiormente esposti all'abbandono scolastico;

15) a svolgere una ricognizione capillare dell'impatto della chiusura delle mense scolastiche sulla povertà alimentare degli studenti, e ad adottare iniziative per prevedere nuovi e più cospicui investimenti e interventi volti a promuovere l'educazione alimentare e il consumo di cibo di qualità a scuola;

16) ad adottare iniziative volte a prevedere approcci alternativi alla didattica online per l'insegnamento dell'educazione civica ambientale, anche attraverso la previsione dello svolgimento di lezioni presso, parchi, parchi archeologici, orti botanici, riserve e oasi naturali, al fine di approfondire l'insegnamento mediante l'esperienza diretta con il territorio, e garantire, al tempo stesso, attività all'aperto nel rispetto delle misure cautelative, tali da concedere occasioni di ricreazione e socialità agli studenti.
(1-00449)
(Nuova formulazione) «Bella, Aprea, Belotti, Fusacchia, Piccoli Nardelli, Toccafondi, Fornaro, Lupi, Carbonaro, Casa, Cimino, Del Sesto, Iorio, Mariani, Melicchio, Spadafora, Tuzi, Vacca, Valente, Villani».


   La Camera,
   premesso che:
    la scuola è dall'inizio di questa pandemia al centro del dibattito politico. In particolar modo, la sospensione della didattica in presenza per lunghi periodi ha fatto capire quanto la scuola in presenza sia indispensabile per la crescita culturale e umana dei bambini e dei ragazzi;
    purtroppo, i Governi succedutisi in questa fase sono stati incapaci di proporre interventi rapidi e risolutivi e sono mancati messaggi forti e chiari a genitori, studenti e docenti sul futuro dell'anno scolastico;
    le scuole sono state di nuovo chiuse, creando disagi e le legittime proteste di studenti, genitori e docenti in tutta Italia;
    a differenza dell'Italia, in Europa si riscontra che sono state mantenute le scuole aperte: un esempio su tutti quello della Francia che ha deciso di tenere aperte le scuole anche in pieno lockdown;
    da un recente studio, apparso sul Corriere della Sera, che incrocia le cifre del Ministero dell'istruzione, di aziende sanitarie e della Protezione civile, emerge che il tasso di positività tra i ragazzi è inferiore all'1 per cento dei tamponi; inoltre, la ricerca condotta da una squadra di epidemiologi, medici, biologi e statistici sui dati di 7,3 milioni di studenti e 770 mila insegnanti, fino a coprire un campione iniziale pari al 97 per cento delle scuole italiane, mostra che stare in classe non determina la salita della curva della pandemia. Nello specifico, si evidenzia che in Italia, dove le classi sono rimaste chiuse ben più a lungo che negli altri Paesi europei, non c’è correlazione significativa tra diffusione dei contagi e lezioni in presenza;
    pertanto, le conclusioni dell'analisi sono che «Il rischio zero non esiste ma sulla base dei dati raccolti possiamo affermare che la scuola è uno dei luoghi più sicuri rispetto alle possibilità di contagio»;
    i numeri mostrano con tutta evidenza che l'impennata dell'epidemia, osservata tra ottobre e novembre 2020, non può essere imputata all'apertura delle scuole, ad esempio la loro chiusura totale o parziale, in Lombardia e Campania, non ha influito minimamente sugli indici Kd e Rt.;
    i focolai da Sars-Cov-2 che avvengono in classe sono sotto il 7 per cento e la frequenza nella trasmissione da ragazzo a docente è statisticamente poco rilevante;
    da autorevoli studi si evince poi che il contagio tra bambini e adolescenti provoca sintomi meno gravi rispetto agli adulti, oltre ad avere una minore capacità di trasmissione;
    da questa indagine quindi non risulterebbero delle evidenze scientifiche in merito ai vantaggi della chiusura delle scuole per contenere il contagio;
    pertanto, si ritiene che le scuole debbano essere riaperte al più presto, con tutte le necessarie precauzioni: si è di fronte ad una vera e propria emergenza educativa ed ogni giorno che gli studenti passano lontano da scuola è un giorno che contribuisce ad aggravare la loro condizione sia da un punto di vista didattico, che psicologico;
    sconcerta l'assenza di investimenti nella sicurezza delle scuole, quando si è scelto di dare la priorità all'acquisto dei banchi a rotelle, per lo più rimasti inutilizzati;
    per contro, sarebbe invece opportuno oltre che urgente:
    reperire nuovi spazi, allestire in emergenza anche tecnostrutture, raccordarsi con gli enti locali; stringere patti educativi con le scuole paritarie per coinvolgere istituti che fanno parte del sistema pubblico dell'istruzione; potenziare il sistema di tracciamento attraverso un più forte raccordo con il territorio; avere la possibilità di utilizzare i tamponi rapidi per individuare celermente eventuali positivi riducendo in questo modo i tempi di quarantena, installare sistemi di aerazione, come già è avvenuto nelle Marche, concludere celermente la vaccinazione al personale scolastico; prevedere l'istituzione di un'infermeria al servizio di plessi di istituti vicini tra loro;
    la necessità di tornare ad effettuare scuola in presenza dipende dal fatto che ormai è acclarato che la didattica a distanza (Dad) è uno strumento utile nelle emergenze, ma non può essere in alcun modo sostitutivo della didattica in presenza. Inoltre, è davvero problematico per i genitori che lavorano dover seguire i bambini nelle lezioni da remoto; alcuni sono essi stessi insegnanti e, mentre devono fare lezione ai loro alunni, hanno anche il compito di seguire i loro figli; a subire le maggiori conseguenze sono le donne costrette in molti casi a dover abbandonare il loro posto di lavoro;
    la Dad genera disuguaglianza sociale: aumenta le differenze tra chi ha disponibilità economiche e chi no, tra chi ha genitori in grado di seguire la preparazione dei figli e chi no, tra chi ha collegamenti di rete efficaci e chi no, tra chi ha disponibilità di computer per ogni figlio e chi no. Inoltre, dopo quasi un anno di Dad, sono emersi anche problemi di salute per gli studenti dovuti alla loro lontananza dalla scuola, si tratta di disturbi alimentari e anche di episodi di autolesionismo, questi episodi sono aumentati del 30 per cento; in ogni caso esiste tra bambini e ragazzi uno stato depressivo sempre più diffuso;
    è emerso che non è la scuola il luogo dove ci si contagia ma che il maggior pericolo di contagio è sui mezzi pubblici di trasporto e nei luoghi fuori dalla scuola, dove i giovani si assembrano spesso senza mascherina;
    è importante per i motivi che si sono fino a qui elencati che le scuole riaprano in sicurezza,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative volte a riaprire le scuole di ogni ordine e grado in sicurezza, ristabilendo la didattica in presenza;

2) ad adottare iniziative di competenza volte ad incentivare i Patti educativi con le scuole pubbliche paritarie, in modo che gli enti locali competenti possano reperire spazi aggiuntivi laddove se ne ravveda la necessità;

3) ad individuare nuovi spazi in modo da ridurre il numero di alunni per classe, scongiurando la costituzione di «classi pollaio», se necessario provvedendo ad installare tecnostrutture;

4) ad adottare iniziative di competenza per attivare sistemi di aerazione, sul modello Marche, con fondi di intervento da destinare alle singole istituzioni scolastiche;

5) ad adottare iniziative di competenza volte ad istituire un presidio medico e/o un'infermeria nelle scuole che possa essere utilizzata anche da istituti scolastici vicini e che preveda anche la presenza della figura dello psicologo;

6) a potenziare il sistema di tracciamento in ambito scolastico, attraverso un maggior raccordo con il territorio;

7) ad attivare protocolli di prevenzione e controllo che prevedono tra l'altro l'utilizzo di tamponi veloci in modo da ridurre i tempi della quarantena;

8) ad adottare iniziative di competenza volte a completare la vaccinazione del personale scolastico;

9) a garantire, per quanto di competenza, che venga assicurata il più possibile l'uniformità delle decisioni prese sul territorio nazionale, nel rispetto delle competenze regionali in materia.
(1-00455) «Lollobrigida, Meloni, Albano, Bellucci, Bignami, Bucalo, Butti, Caiata, Caretta, Ciaburro, Cirielli, Deidda, Delmastro Delle Vedove, De Toma, Donzelli, Ferro, Foti, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Rachele Silvestri, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Vinci, Zucconi».


   La Camera

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative volte a riaprire le scuole di ogni ordine e grado in sicurezza, ristabilendo la didattica in presenza;

2) a valutare l'individuazione di nuovi spazi in modo da ridurre il numero di alunni per classe, scongiurando il sovraffollamento delle classi;

3) a valutare l'opportunità di favorire iniziative, tenendo in considerazione la competenza regionale, volta ad istituire un presidio medico o di infermeria nelle scuole che possa essere utilizzata anche da istituti scolastici vicini e che preveda anche la presenza della figura dello psicologo;

4) a potenziare il sistema di tracciamento in ambito scolastico, attraverso un maggior raccordo con il territorio;

5) ad adottare iniziative per quanto di competenza volte a completare la vaccinazione del personale scolastico;

6) a garantire, per quanto di competenza, che venga assicurata il più possibile l'uniformità delle decisioni prese sul territorio nazionale, nel rispetto delle competenze regionali in materia.
(1-00455)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Lollobrigida, Meloni, Albano, Bellucci, Bignami, Bucalo, Butti, Caiata, Caretta, Ciaburro, Cirielli, Deidda, Delmastro Delle Vedove, De Toma, Donzelli, Ferro, Foti, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Rachele Silvestri, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Vinci, Zucconi».


Ordine del giorno presentato alla mozione Bella, Aprea, Belotti, Fusacchia, Piccoli Nardelli, Toccafondi, Fornaro, Lupi ed altri n. 1-00449 (Ulteriore nuova formulazione)

   La Camera,
   premesso che:
    la mozione in esame attiene alla materia del sistema nazionale di istruzione;
    uno tra i problemi attuali più rilevanti che coinvolgono il sistema di istruzione attiene alla frequente chiusura dei plessi scolastici presenti nei comuni di piccole dimensioni, soprattutto montani e «marginali». Sono in effetti numerosi i piccoli comuni che stanno segnalando la problematica relativa alla chiusura di molti plessi scolastici in conseguenza dell'applicazione delle discipline regionali relative alla definizione del dimensionamento minimo dell'utenza;
    l'articolo 1, comma 1, legge 13 luglio 2015, recante riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti dichiara la finalità di garantire il diritto allo studio, con l'affermazione del ruolo centrale della scuola nella società della conoscenza ed il contrasto alle diseguaglianze socio-culturali e territoriali;
    tali obiettivi si avvertono con maggiore forza nell'attuale contesto storico;
    lo Stato ha competenza legislativa per la definizione delle norme generali sull'istruzione e per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale;
    allo Stato appartiene, inoltre, il potere di definire i principi fondamentali che le Regioni devono rispettare nell'esercizio delle loro specifiche competenze;
    la concreta attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni definiti dalla legge dello Stato richiede, come è evidente, una adeguata dotazione finanziaria, che consenta di prestare la dovuta attenzione alle realtà svantaggiate, evitando in particolare la chiusura di sedi scolastiche a servizio di piccole realtà;
    la scuola, e la disponibilità di plessi scolastici facilmente raggiungibili, rappresenta un servizio fondamentale per le famiglie, che consente altresì di ovviare al rischio di spopolamento dei piccoli comuni;
    se è vero, come chiarito dalla Corte costituzionale, che il dimensionamento della rete delle istituzioni scolastiche costituisce un ambito che deve ritenersi di spettanza regionale, è altrettanto innegabile che su tale aspetto incida in modo rilevante la determinazione dei tetti di spesa definiti per il funzionamento del sistema di istruzione, che resta di competenza statale;
    una importante apertura alla revisione della disciplina in tema del dimensionamento scolastico è recentemente arrivata dal Ministro Bianchi, nel corso dello svolgimento di un'interrogazione a risposta immediata presentata sul delicato tema della chiusura dei plessi nei comuni montani e marginali;
    appare allora opportuno che il tema venga affrontato nell'ambito della definizione dell'impiego delle risorse destinate al nostro Paese nell'ambito del piano di ripresa « Next generation EU», nel cui riparto merita di essere coinvolto il sistema di istruzione,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di provvedere alla ridefinizione della disciplina sul dimensionamento dei plessi scolastici, con l'obiettivo di evitare lo spopolamento dei comuni montani e marginali, rideterminando a tal fine i tetti di spesa definiti per il funzionamento del sistema di istruzione, anche nell'ambito delle decisioni attinenti all'impiego delle risorse destinate al nostro Paese dal piano di ripresa « Next generation EU».
9/1-00449/1. «Ruffino, Della Frera, Gagliardi, Napoli, Silli».